LO SPECCHIO
DELL’ANIMA
Autrice:Luce
SPIKE POV:SCEGLIERE
Disclaimer:L’ autrice non scrive a
scopo di lucro, MA SOLO PER POTER SCRIVERE COSE COME QUESTA ;),non intende
violare copyright e non possiede i personaggi che sono di proprietà della Mutant Enemy, della Fox.
NOTA PERSONALE: settima stagione di Buffy, la fine. Si tratta di una libera interpretazione dei
pensieri e dei sentimenti di Spike, potreste quindi non trovare riscontro nella
serie televisiva. La canzone e i dialoghi non mi appartengono, libera
elaborazione.
Cos’altro dire?
Enjoy!!
Quando tutte le parole sai che non ti servon più,
quando sudi il tuo
coraggio, per non startene laggiù.
Quando tiri in mezzo Dio, o il destino
o chissà che..
Che nessuno se lo spiega perché sia
successo a te…
Oh,
ma lui lo sapeva, almeno in parte.
Lui
aveva scelto solo l’unica chance che poteva ancora avere.
Per
cosa?
Per
chi avrebbe dovuto dire..
Per
lei.
Per
essere degno di lei.
Per
non essere quel tipo di uomo, quello che non le avrebbe mai fatto…
Quando batte un po’ di sole dove ci
contavi un po’..
Nessun
sole per lui, solo calore però, adesso.
Meraviglioso,
pungente e doloroso.
Ma
l’unico che l’avesse mai scaldato.
Niente
potevano le braccia di Drusilla.
Niente
potevano dare quella calde ma allo stesso tempo gelide ed egoiste della bionda
cacciatrice.
Quando
aveva abbracciato la croce di fronte a lei, l’aveva sentito, il calore, il
bruciare del suo essere peccato
sulla pelle.
Ma
adesso, solo ora, forte, intenso, profondo e lacerante.
L’unico
calore che lui stesso produceva; non serviva a nessuno, solo a se stesso.
Avrebbe
voluto darlo a lei, farglielo sentire, ma non aveva più il coraggio di
avvicinarsi a quella , che dopo la sua morte, era
diventata un po’ casa. A Down, che lo odiava, lo disprezzava, lo allontanava
tanto quanto prima, fragile, lo abbracciava, lo teneva a sé, lo scaldava un
po’.
Quel
conforto non l’avrebbe più ricevuto, mai più donato, perché era inutile.
Aveva
un’anima ma cosa doveva farci?
Mentre
sorseggiava in suo superalcolico, la sua attenzione fu attirata da una donna,
bellissima, rossa di capelli, occhi verdi, poteva sentire chiaramente il fuoco
che le scorreva dentro e che emanava con tutta la sua femminilità, perché tutto
era arrivato a lui come una boccata di aria pulita che non avrebbe più riempito
i suoi polmoni.
I
suoi capelli morbidi ondeggiavano leggermente, colorandosi di ambra lucente
sotto le luci del locale.
Gli
occhi del vampiro scesero a delineare ogni centimetro della pelle candida e
liscia della donna. Al collo portava una catenina d’argento sottile, molto
delicata che finiva con il fra brillare una piccola croce.
In
altri tempi, nemmeno troppo lontani, l’avrebbe presa, sedotta, le avrebbe
chiesto di ballare con lui, ballare tutta la notte.
Le
avrebbe dato il sesso migliore della sua vita strappandole la catenina, prima
di morderla e di berla fino in fondo nel momento più alto del piacere per
entrambi.
Una
fitta bruciante al cuore lo distolse da quel pensiero tentatore e traditore.
La
sua anima gli parlava, sussurrava tutto il dannato tempo; lo incolpava,
gridava, piangeva, non lo lasciava mai in pace.
Poteva
dirglielo il suo sire che faceva così male. Già, Angel, non il suo sire. Lui
aveva reagito così, in qualche modo sembrava che si fosse ricostruito una sua
non-vita con l’anima, un altro essere, forse lo stesso Angelus, ma più completo
e sentimentale. Quanto si era divertito, in passato, a deriderlo, come faceva
quando erano William the Bloody e il Flagello
d’Europa, ma per altre ragioni.
Ora
però capiva che non era lo stesso, tutto sommato il suo sire se l’era cavata
bene, aveva amici, una nuova famiglia e una missione, all’inizio imposta poi
scelta, giorno per giorno.
Consapevolezza
e certezza sulla strada da percorrere, non importava la destinazione, tanto per
loro poteva esserci solo inferno, l’importante era camminare sempre avanti.
Ma
quella sicurezza, che Angel ormai sfoggiava bene, a lui mancava. Angel era
sempre tutto d’un pezzo.
Ecco,
un nuovo motivo per odiarlo.
Odiarlo.
Si, era
decisamente più facile che interrogarsi su ciò che avrebbe potuto provare..
Era
molto più semplice che cercare di sciogliere la matassa di sentimenti e
avvenimenti che si intrecciavano tra loro da secoli.
Troppo
in gioco, troppo rischio, ed ora il vampiro biondo anelava solo alla pace,
forse, alla fine di tutto.
Non
ci pensava neanche a chiedergli consiglio.
L’avrebbe
solamente ascoltato?
Spike
non credeva che Angel avrebbe ricoperto per l’occasione di nuovo il ruolo di
sire e maestro con il suo vecchio childe.
Figurarsi,
probabilmente Angel sarebbe diventato geloso ed egoista, avrebbe reagito come
l’egocentrico che era sempre stato, lui non era più l’unico, e per di più il
suo odiato childe era come lui.
Non
l’avrebbe mai accolto a braccia aperte.
Tornare
da Angel non era contemplabile. E poi, davvero, aveva il suo orgoglio.
Cosa
doveva fare? Pregarlo per insegnargli come combattere? Come resistere alle
tentazioni del sangue che lo chiamava, almeno quanto la sua anima?
Come
fare per smettere di desiderare la morte per far cessare il dolore?
Proprio ora che la vita pulsava nel suo corpo grazie all’anima?
Era
solo, semplicemente, come lo era sempre stato.
Ma
adesso era più pesante considerarlo, sentirlo.
Aveva
ormai bevuto un’intera bottiglia e non riusciva ancora a venirne fuori.
Si
toccava il cuore che non batteva e tutto quello che sentiva era la sua anima,
bollente e lacerante.
Quando la ferita brucia, la tua pelle
si farà..
Sopra il giorno di dolore che uno ha..
Come sarebbe andata finire?
-Sunnydale, qualche tempo dopo, alla bocca dell’inferno.-
-Hai
fatto abbastanza.-
-No,
lasciamelo fare..-
-Spike.-
-Devo
Buffy, vai, ti prego.-
-Possiamo
salvarci.-
-Solo
tu.-
Lei
non gli rispose.
-Devo
finire questa cosa, tu hai fato la tua parte, ora tocca a me ripulire.-
Lei
continuava a guardarlo i suoi bellissimi occhi verdi brillavano di lacrime,
sincere.
-Ti
amo.-
E
gli aveva stretto la mano, le loro dita intrecciate e la fiducia della
cacciatrice erano molto più di quello che lui i meritasse
per i suoi peccati.
Lui,
che le aveva fatto così male.
Lei,
che gli diceva che era un uomo buono, che lo sapeva ,
che lo vedeva, che ci credeva, anche lui stesso non lo faceva.
-Non
è vero, ma grazie per averlo detto.-
Le
sorrise e lei ricambiò piangendo la sua gratitudine verso il suo campione.
Alla
fine era stata l’unica soddisfazione per Spike, lui era stato il suo campione,
non Angel.
Magra
consolazione, ma piacevole comunque.
La
cosa più importante della sua non-vita la stava facendo ora, ciò che lo
definiva, ciò che lui stesso aveva scelto.
La
scelta dell’anima.
La
sua morte.
Buffy
correva, in salvo.
Dawn lo
era, come la maggior arte degli scoobies.
Addio Buffy
Addio Drusilla
Sorrise,
malizioso e beffardo, addio Sire.
-Sono
proprio curioso di vedere come va finire..-
FINE
Segue su VIVERE….andate pure a leggere ; )