GIOCO
DI SEDUZIONE
Autrice:Luce
L’ autrice
non scrive a scopo di lucro, MA SOLO PER POTER SCRIVERE COSE COME QUESTA ;),non
intende violare copyright e non possiede i personaggi che sono di proprietà
della Mutant Enemy, della
Fox.
NOTA PERSONALE: 4
stagione, sono riusciti a salvare gli innocenti, Cordy
non è malvagia, ma posseduta da qualcosa di decisamente potente ;)
Chiedo venia se il personaggio
maschile sarà un po’ fuori caracter (devo dirlo sennò
Franca mi sgrida). Quindi l’avete capito chi è no?!
Beh allora cosa aspettate a leggere?
Camminava lentamente, scendendo le
scale. Ma prima di avvicinarsi a lui lei spense la telecamera.
-Cordy, cordy, cordy…- Con fare
compiaciuto e leggermente sorpreso.
-Sei tornata, finalmente! Non potevi
stare lontana..-
-E’ stato un giorno troppo lungo e
non è stato facile, sono salvi per un pelo.-
-Ma lo sono, giusto?-
Aveva quel sorriso così ironico e
cattivo, decisamente sexy.
Sexy? Un vampiro malvagio? Cordelia Chase riprenditi!
Se ti riduci così solo a pensarlo,
figuriamoci cosa farai quando ti chiederà di rispettare il vostro patto. Perché
te lo chiederà, non c’è possibilità di scampo.
E tu?
Tu cosa vuoi?
Lo vuoi?
Vuoi Angelus? O Angel?
Ma in fondo fa qualche differenza?
Si era alzato e cominciava a girare
per la gabbia, non nervosamente, in aspettativa piuttosto.
Aspettava che lei venisse a lui.
Lei lo guardava fisso mentre lui la
squadrava da capo a piedi.
Vestita di pelle nera. Pantaloni attillati
mettevano in evidenza le sue belle, lunghe gambe e, ci scommetteva il vampiro, calde e morbide.
Era un’umana, niente a che vedere
con la sua compagna storica, Darla, o con la sua preda più deliziosa, Drusilla; entrambe lisce ma fredde, terribilmente a volte.
Lei invece doveva essere tutt’altra
cosa.
Non era furba e diabolicamente
intelligente come Darla o crudele e follemente innocente, in modo ch non si era
mai spiegato, come Dru; ma era una donna. Con D
maiuscola.
Intelligente, caparbia, coraggiosa,
aveva messo se stessa in gioco stipulando un patto con lui.
Un patto pericoloso ed eccitante.
Era un agnellino tenero, così
l’aveva presa in giro, quando gli aveva detto che in guerra alcuni sacrifici
dovevano essere fatti.
Continuava a rimirarla. Tutta nera e
pronta.
Pronta per lui.
Si! Altro che agnellino indifeso,
quella era una pantera. Sensuale, scura, con occhi così penetranti che il
vampiro rimase affascinato, senza volerlo.
Lei era tutta un fuoco.
Maledizione! Perché doveva nascere
donna? Era Angel, il suo fisico possente, spalle larghe, petto solido, gambe
tornite e muscolose, ma nello stesso tempo snelle, agili.
Era Angelus.
Lo sguardo nero di pece, avvolgente,
da rimanerci invischiata.
Cordelia, Meno
male che sei nata donna!
Stupida, stupida, stupida, smettila!
Devi resistere in qualche modo, almeno con la testa ed il cuore, se non con il
corpo.
Quel corpo che fremeva per potersi
perdere tra quelle braccia, mani che tremavano dal desiderio di aggrapparsi a
quelle spalle.
Il viso di lui era spigoloso, virile
e forte. Bello e affascinante.
Il viso di lei ambrato, aggraziato,
il nasino perfetto. Era bella ed attraente. Bruna, come Drusilla, ma perfetta.
Capelli più spessi e più mossi di quelli della usa
pazza childe.
E il suo profumo…
Molto più conturbante di quello della sua sire, che sapeva sempre di sesso e sangue. Cordelia odorava di buono.
Sesso SI! Ma non violenza, invece
una strana dolcezza che solleticava piacevolmente il suo sensibilissimo olfatto
di vampiro.
Camminavano su e giù entrambi, ora
leggermente più nervosi.
Chi era davvero in gabbia?
Poi lui improvvisamente si fermò.
Indietreggiò fino ad appoggiarsi con al schiena contro il muro, lontano da lei.
Braccia incrociate. Dava la
sensazione di essere calmo, ma non lo era affatto.
Aspettava trepidante la sua preda.
OH! Anche lei si era fermata. E come
sotto l’effetto di iun incantesimo si dirigeva,
sinuosa, alle sbarre.
La sua pantera era a pochi passi.
I tacchi di donna erano un suono che
dava il ritmo dl cuore, anche di quello che non bateva
da secoli.
Melodia che diveniva più frenetica.
L’eccitazione di entrambi era
palpabile, non occorreva un senso particolarmente affinato. Il vampiro e la
donna percepivano e vedevano.
I pantaloni di lui.
La camicetta di seta grigia che si
muoveva leggera aderendo al movimento del respiro del suo petto.
Il rossore della pelle di lei.
Che magnifica visione era quella,
per il vampiro.
Sangue che scorreva più velocemente
e pompava nelle vene. Nella giugulare.
Ricca e gonfia.
Lei toccava, con le sue mani leggere
e delicate, le sbarre di ferro, solido e freddo.
Lui si staccò dal muro e si avvicinò
a lei. Appena fu vicino, lei si ritrasse.
MHhh
stava giocando anche lei.
Lui non era l’unico cacciatore.
Angelus toccò con la mano destra
dove eli si era posata pochi istanti prima. E sentii
il suo calore sulle sbarre.
Cordelia non era
lontano, sentiva sulla sua pelle fredda di cadavere, il soffio caldo e umido di
lei.
Non la guardava, le fissava le mani,
che si erano di nuovo posate sul metallo vicino alla mano di lui, e ne seguiva
il movimento lento.
Su e giù, su e giù.
Anche lei fissava le proprie dita e
dipinse sul suo volto un sorrisetto provocante, che rifletteva quello
compiaciuto di lui.
Con un movimento velocissimo Angelus le afferrò quella
mano e la tirò verso di sé.
Il braccio teso di lei tra le sbarre
mentre lui le solleticava il palmo, sudato.
-Mhhhhhh Cordelia…-
Gli occhi di lei brillavano di
oscurità e di fuochi, sopiti per troppo tempo.
-Angelusss.-
La esse sibilava, la sua lingua tra
i denti, ben visibile, morbida e rosata.
Il vampiro pensava di essere in
vantaggio, ma lei li riportava di nuovo in parità.
Lui la lasciò andare di nuovo.
E inaspettatamente cominciò a
spogliarsi.
La mano grande passava il suo
pullover, blu come la notte. Morbido. Come la pelle di una donna. Era il colore
che non gli piaceva; per lui quelli erano i colori di Angel, lui preferiva
decisamente pelle nera e il rosso. Non cotone. SI! Come la seta che vestiva lei
in quel momento, e non ancora per molto, giurò a se stesso il vampiro.
La sua mano si attardò sullo
stomaco, mentre godeva della vista di lei, fissa su di lui.
Tracciava piccoli cerchi sul bordo
del maglione, al basso ventre.
Lei era ipnotizzata.
Allora la sorprese e con un unico,
veloce movimento, se lo tolse rivelando il marmo del suo torace.
Doveva essere bello sbatterci
contro, pensò lei.
SI sbatterci contro e tenersi e
baciarlo.
Doveva essere fresco e duro.
Lui si chiedeva, mentre aspettava la
mossa successiva di Cordelia, cosa lei avrebbe
provato nel toccarlo.
Era freddo, non come gli altri a cui
lei era abituata.
Un basso grugnito non potè fare a meno di uscire dal suo torace.
Gli altri….
Glia altri che l’avevano avuta,
quella morbida pelle, quelle forme piene e perfette.
Quell’idiota del Groosulang.
Ma come aveva fatto lei a desiderarlo. Era proprio un essere buono e
insignificante, tutto muscoli e dovere. Nessun piacere. Tranne quello che
provava dentro di lei, ovvio.
Altro basso e ferale suono vibrava
nel suo petto.
Idiota! Però doveva avere la
temperatura giusta, per il fuoco di lei.
Lui sarebbe stato quanto meno schokkante.
Caldo e freddo.
Avrebbero creato scintille, pensò
lei.
Un’inebriante
ed eccitante contrasto.
L’ultimo che aveva avuto, Groo, era stato gentile e passionale, ma non ci doveva
essere confronto con un vampiro potente ed antico, come Angelus.
Aveva un’esperienza di
duecentocinquanta e passa anni sulle spalle.
Come Angel.
Inutile mentire, era la stessa cosa.
Lo stesso fuoco.
Forse addirittura di più, perché
Angel aveva una colpa enorme da sopportare che lo reprimeva; ed Angelus, oltre
alla ritrovata libertà, poteva scatenare anche la frustrazione di Angel.
Le mani di lei si muovevano sul
colletto di seta, lisciavano i bordi e scendevano al primo bottone.
Le sua rosse
e brillanti unghie contrastavano e risaltavano sul grigio.
E il primo bottone era andato..
Il secondo anche…
Lento, deliziosamente lento.
Le sua mani
erano bellissime, le dita aggraziate, e il
vampiro pensava a come si sarebbero mosse sul suo corpo.
Non aveva anelli, nessun gioiello.
Non le servivano per farsi notare.
Un pensiero traditore lo colpì, ma
un anello Claddagh con pietra nera magari…
Si riscosse subito.
La camicetta si apriva però il
tessuto cadeva contro il reggiseno di pizzo argentato, non scopriva il seno.
La sua vista gli faceva intravedere
la perfezione di quel colore sulla pelle più scura di lei.
Poi lei si voltò dandogli le spalle.
Lui era contro le sbarre,
appoggiato, sentiva il loro freddo e si premeva ancora di più contro quella
durezza, assaporando il momento in cui avrebbe sentito tutt’altra morbidezza.
Vedeva la camicia scivolare giù per
la sua schiena, come una carezza leggera e lei sentiva, sapeva, che le sue mani
sarebbero state altrettanto dolci.
Si voltò di nuovo verso di lui.
Si avvicinò alle sbarre, senza
toccarle. Era all’altezza del suo impossibile respiro freddo sulle sue labbra.
Lui sollevò le mani su di lei e le
abbassò le spalline del reggiseno, senza ancora scoprirlo del tutto.
I pantaloni erano diventati troppo
stretti, per entrambi così lei afferrò al chiave e
girò.
Una sola mandata.
Il clang della serratura, nel
silenzio del loro desiderio in tumulto, era il via per il cambiamento di ritmo
di quella stupenda danza di seduzione, che li aveva completamente stregati e
avvinti.
Qualche passo verso di lui.
Poi , lo
sbattere della porta della cella, che si richiudeva, e il soffice rumore dei
vestiti che toccava il pavimento………………..
FINE