OCCHI
DOLCI
Scritto
da: Maria
Fioredargento@hotmail.com
Spoiler per: Five by
five, Dad
Pairing: W/F
Rating: Per tutti. Sono presenti due parolacce.
Timeline: cinque anni dopo Sanctuary.
Summary: Un San Valentino , e Wesley lo festeggia
in modo molto particolare… insieme a Faith.
Disclaimer: i personaggi delle serie “Buffy the vampire Stayer
“ e “Angel” appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt
A chi crede che chi vuole può cambiare…
E che esiste una seconda possibilità di essere felici
nella vita…
A chi ama Wesley e Faith e il modo in cui sono caduti
e si sono rialzati.
Alle mie amiche… che forse sono la mia seconda
possibilità di essere felice…
Dolci
occhi
Faith
ammiccò, piegando leggermente la testa di lato, mentre il giovane uomo davanti
a lei allungava le braccia, e stendeva ai loro piedi una grande tovaglia rossa,
che profumava di menta e di bucato fresco .
“Perché
proprio un pic nic?” Mormorò, leggermente sospettosa.
Lui
le sorrise, e la sua risata si riflesse nei limpidi occhi color del cielo.
Gli
occhi più puliti che avesse mai visto. E che la facevano sentire libera, anche
dietro il vetro di una prigione.
Si
chinò, aprendo l’enorme cesto di vimini che aveva portato con se, e, per quanto
Faith cercasse di sbirciare, le spalle di lui le impedivano di farlo.
“Perché
è il tuo sogno ricorrente… “Le rispose con dolcezza. “ perché è uno dei tuoi
desideri e io voglio che oggi tu li realizzi tutti i tuoi sogni… anche… quelli
più inconfessabili…”
Finalmente,
Wesley si voltò, sorridendo leggermente imbarazzato mentre le tendeva un grosso
palloncino a forma di cuore, di quelli che per anni aveva visto nelle vetrine
dei negozi, trovandoli ridicoli e disgustosi, con un grande “ I love you”
scritto in rosa e un nastro di raso porpora
a tenerlo legato.
Lo
fissò, quasi più sconvolta che stupita, prima di tornare a guardare negli occhi
il suo ex Osservatore.
“E
secondo te… “ Ansò.” Fra i miei sogni più arditi c’è… questo?!”
Rise,
ma allungò le dita per prenderlo, sfiorando quelle di lui.
“Non
lo so…” Wesley scrollò le spalle. “ io te l’ho preso… non sono… molto pratico…
di questa festa… “
“No…”Faith
guardò il palloncinò, affascinata. “ direi di no…
Da
piccola…”Continuò dopo un istante. “ andavo in giro a bucarli con una grossa
spilla da balia… “Sfiorò la superficie liscia, fresca, prima di distogliere gli
occhi, e far vagare lo sguardo sul panorama attorno a se.
Sulla
distesa d’erba a perdita d’occhio, sugli alberi verdi, e sul piccolo ruscello
che scorreva poco lontano… e le cui acque le ricordavano il colore degli occhi
di Wesley.
“Dopotutto…
“Sussurrò. “ deve essere vero che lo volevo… non sarebbe la prima volta… che
distruggo quello che voglio…”
Wesley
allungò la mano, prendendole il nastro, e lei si ritrovò a stringere le dita.
“Ehi!”
Esclamò. “ E’ mio!”
Lui
sorrise ancora, e voltando le dita le legò il palloncino al polso.
“Così
non lo perdi…” Sussurrò.
“Non
trattarmi come una bambina, Whindam Pryce!”
“Una
bambina?” Wesley la sorprese, e lasciandole scivolare le braccia attorno alla
schiena l’attirò a se. “Tu sei una bambina… spesso… ma io ho appena legato il mio cuore alla tua mano…
“
“Wes…”
Le
baciò le labbra.
Dolcemente.
Rapidamente.
“E
ormai, anche se volessi… “
Un
altro piccolo bacio.
“non
potrei più… riprenderlo…”
Faith
intrecciò le braccia attorno alle sue nuca, e dovette sollevarsi in punta di
piedi per far aderire la sua bocca a quella di lui.
“Basta
che sciogli il nodo…” Sussurrò.
Wesley
la baciò di nuovo. E questa volta il suo bacio fu profondo e pieno di passione.
“Non
voglio… sciogliere il nodo…” Mormorò, la fronte appoggiata a quella di lei. “
mai…”
Faith
scosse il capo.
“No…
non può essere… non è giusto…”
Cercò
di staccarsi da lui, ma Wesley glielo impedì, e Faith non usò la sua forza per
costringerlo a farlo.
Era
passato troppo tempo da quando lo aveva fatto l’ultima volta.
E
la ragazza,
Uccisa
anche da quell’uomo, e dalla sua dolcezza.
Che
le era entrata nel sangue e nel cuore.
Lentamente.
Teneramente.
Con
quella discrezione che era tutta sua.
In
ogni suo gesto. Persino nel modo in cui le aveva detto, la prima volta, che
l’aveva perdonata…
“Shh…”
Sussurrò nei suoi capelli, stringendola a se. “ non oggi…
C’è
il sole oggi… non si può parlare di quello che è giusto in una giornata così
bella…”
Faith
sospirò.
“Non
c’è il sole oggi… tu hai fatto il sole per me, oggi…”
“Bè…
apprezza l’impegno…”Si chinò su si lei, e quando Faith invece alzò il capo,
andando a urtare contro i suoi occhiali, risero insieme, davvero come due
bambini.
“
Buon San Valentino, Faith…” Sussurrò Wesley, baciandola di nuovo, e stavolta
lei si abbandonò completamente fra le sue braccia, stringendolo a se. E
lasciando che lui l’attirasse sulla tovaglia stesa in terra… verso l’ odore di
menta di bucato fresco.
“Ti
amo…” Mormorò, posando il capo sulla sua spalla, l’erba che le solleticava le
gambe nude, lasciate scoperte dagli short. E una specie di morso le prese lo
stomaco, costringendola a nascondere il volto sul maglione di Wes.
“
Dio, come è bello dirlo… “
Non
si preoccupò di soffocare un singhiozzo, o di nasconderlo a lui.
Era
così tanto che non si vergognava più di piangere… per lo meno con Wesley…
Era…
con lui che aveva pianto per la prima volta liberamente, quasi due anni prima…
Senza
una ragione…
Semplicemente…
perché lui era lì…
Perché
c’era sempre…
Da
quella prima volta, quando Angel era stato ferito… e aveva chiesto a Wesley di
prendere il suo posto…
Da
quando lo aveva affrontato a testa alta, credendo di scorgere ribrezzo nei suoi
occhi azzurri.
E
scoprendo con sgomento… che l’aveva perdonata…
Di
aver distrutto la sua vita… di aver annientato il suo corpo… di averlo usato…
di tutto…
Senza
che lei… nemmeno… avesse dovuto chiederglielo…
Perché
Faith non gli aveva mai chiesto niente…
Per
la troppa paura… di ricevere un rifiuto.
Non
gli aveva mai chiesto nemmeno di tornare…
Non
gli aveva mai chiesto di amarla…
Ma
Wesley lo aveva fatto lo stesso…
E
E
mentre i minuti passavano si era inginocchiata… e si era scoperta a pregare…
Perché
niente gli fosse accaduto…
E
quando lo aveva visto, fradicio di pioggia, aveva desiderato di infrangere quel
vetro che li separava.
E
invece si era seduta… aveva preso il telefono in mano… e gli aveva detto che
sembrava un pulcino inzuppato.
E
Wesley le aveva sorriso… pulendosi gli occhiali con il bordo della sua camicia.
Gli
aveva scritto “ti amo” su quel vetro, la prima volta.
Perché
si vergognava a dirlo.
Perché
non lo aveva mai detto…
E
lui aveva risposto allungando le dita, e posandole dove era il suo volto.
E
mimando con le labbra, piano: “ ti amo tanto anch’ io…”
Ti
amo tanto anch’io…
Chiuse
gli occhi, Faith, e si voltò, abbracciandolo e lasciando che lui facesse lo
stesso.
Accucciandosi
contro il suo petto, proprio come una
bambina.
E
aspirando l’odore della sua acqua di colonia.
Voleva
fare l’amore con lui…
E
non poteva…
Forse
non avrebbe mai potuto…
E
non era giusto…
Ed
era solamente colpa sua…
“Se
quando mi sveglio non ti trovo qui con me…” Mormorò piano. “ non ucciderò
nessuno… “
Wesley
le accarezzò piano i capelli, per tutta la loro lunghezza.
“Se
quando ti svegli… “ Le rispose calmo. “ non mi ritrovi qui… vuol dire che mi
hanno già ucciso…”
“Sei
testardo…” Sussurrò Faith, chiudendo gli occhi. Ma non riusciva a non sentire
il suo cuore più leggero.
Appoggiò
meglio la testa sul suo torace, stringendolo di più a se.
“Più
di chiunque altro …” Mormorò Wesley, baciandole la fronte. “Più di chiunque
altro…”
Si
risvegliò di botto, con un gemito sordo. Poggiandosi la mano al petto. Con la
paura di guardarla.
Con
la paura di ritrovarla sporca di sangue. O di scoprirsi a stringere fra le dita
il pugnale con cui aveva appena ucciso l’uomo di cui era innamorata.
Guardò
davanti a se… smarrendo gli occhi fra le fronde degli alberi.
Pregando…
di voltare il capo e non trovarlo sanguinante al suo fianco.
Come
sempre… come nei suoi incubi…
Come
nei suoi pensieri, a volte, i primi tempi…
Pregando
di non trovarlo ferito e torturato, col volto pesto e sulla pelle segni che non
sarebbero mai più scomparsi.
Fatti
da lei. E dalla sua pazzia.
Voltò
il capo. Finalmente.
E
i muscoli del collo le facevano male .
Per
la tensione e la paura.
Guardò
al suo fianco, sulla tovaglia rossa.
E
lo trovò che la guardava.
Gli
occhi azzurri fissi su di lei, e il braccio con cui l’aveva stretta ancora
proteso, come se aspettasse per lei…
Avrebbe
voluto abbracciarlo, e invece si voltò di nuovo. E tirando su le gambe si prese
il volto fra le mani. E cominciò a tremare.
“
E’ adesso… “ Ansò. “ è adesso che succede… sempre…sempre…”
Sentì
la mano di Wes sfiorarle dolcemente la spalla, e poi lo udì tirarsi a sedere, e
i suoi occhi sul suo capo, mentre rispondeva: “ Lo so… “
“Adesso
compare Buffy e… e mi insegue… oppure… uno qualunque… Sstrinse gli occhi. “ di
quelli che ho ucciso… o io… io stessa…
E
le mie mani grondano sangue… o sono sporche… della cenere di Angel…”
Wesley
allungò il braccio, attirandola a se.
“Lo
so… “ Bisbigliò ancora, baciandole la testa. “ lo so…
Per
questo ho scelto questo posto… “
Faith
lo guardò, senza capire.
“Hai
paura?” Le chiese piano.
E
i suoi occhi glielo chiedevano insieme alla sua voce.
Hai
paura Faith?
Hai
paura?
Come
sempre… come ogni giorno della vita che è stata…
Anche
quando pensavi di non averne…
Anche
quando credevi di non temere niente…
Hai
paura di tua madre, piccola Faith… hai paura del tuo patrigno?
Hai
paura di quello che hanno Fatto ad Alice?
E
a te…
Hai
paura di zanne acuminate e zampe di capra?
Hai
paura di essere sola?
Hai
paura di essere uccisa?
Hai
paura della prigione, Faith?
Hai
paura di morire fra pareti fredde, senza che nessuno si ricordi di te?
Hai
paura di te stessa , Faith?
Hai
paura del mostro che hai dentro?
Di
tua madre, del tuo patrigno, di Kakistos, di Buffy… in te… dentro di te?
Hai
paura di tornare indietro, Faith?
Hai
paura di tradire Angel?
Hai
paura di deludere Wes?
Hai
paura che lui si svegli una mattina senza amarti più?
Hai
paura di uccidere per questo?
Hai
paura di Faith… Faith?
Hai
paura che lei ti faccia del male?
Hai
paura che chiunque ti faccia del male?
“No…
“
Gli
prese la mano nella sua, stringendola forte. Così forte che per un attimo ebbe
paura di fargli male.
E
capì. Perché aveva scelto quel posto.
No…
Faith
non aveva paura… nemmeno lì… nemmeno nei suoi incubi…
Perché
lui non lo avrebbe permesso…
Perché
Wesley non avrebbe permesso a nessuno di farle del male…
Perché
lui non avrebbe permesso a Faith di ferire Faith…
Perché
quando erano insieme, e lo guardava…
Anche
i suoi sogni non erano più incubi.
Perché
Wesley era forte…
Almeno
quando Faith aveva creduto fosse debole…
Almeno
quando lei era debole…ed aveva pensato di essere forte…
“e…
si…”
Sollevò
gli occhi, guardandolo.
“
Quando sei con me…” Mormorò… e si sentì veramente una bambina. Una sciocca
bambina che per la prima volta scopriva che cosa significasse amare, ed essere
amati. “ mi sembra che niente mi possa ferire… ma so… che io… posso ferire te…”
Wesley
le sfiorò il volto con la mano, mentre lei continuava piano a parlare. Quanto
una volta aveva pensato di non essere capace.
“Non
voglio ferirti, Wes… non voglio incatenarti a qualcuno che… con ogni
probabilità… non potrà mai… amarti completamente…
Oh
Dio… “Sorrise, imbarazzata. “ sembro Angel… “
Lo
attirò a se e gli impresse un bacio sulle labbra, cercando coraggio.
“certe
volte vorrei essere quella di prima… una fottuta puttana egoista… così avrei il
coraggio di chiederti di restare… mentre adesso… non ho nemmeno quello di
pregarti di andartene via… e non tornare…”
“Non
farlo…” Le accarezzò ancora il volto. “ perché sarebbe inutile… lo sai…”
“
Lo so… ma… si può tornare indietro e … e non c’è niente per te se rimaniamo
insieme… continuiamo a parlare di quando uscirò… e forse non uscirò mai… o
quando sarò abbastanza vecchia da poter essere nonna… e tu avrai gettato la tua
vita per me…”
“Avò
vissuto per te… “ La contraddisse lui. “ Faith…” Le sorrise, di nuovo. E di nuovo
i suoi dolcissimi occhi azzurri seguirono il movimento delle sue labbra. “ io
sono veramente vivo solo da quando amo te…
Solo
da quando tu mi ami…
Prima…
mi era sempre mancato… un pezzo di cuore… “
La
ragazza sollevò il braccio, incapace di resistere.
“
Questo cuore?” Mormorò, mostrando il palloncino.
Wesley
rise, attirandola a se.
“Si…
quel cuore… e se lo lasci andare… non potrà che perdersi…”
“Sei
un uomo testardo, Wes… te lo hanno mai detto?”
Faith
si aggiustò meglio sul suo petto.
“Mm…
“ Le carezzò i capelli, dolcemente.
“Lo
sai che niente di tutto questo è vero… lo sai… “ Faith lo costrinse gentilmente
a guardarlo. “ che non abbiamo niente…”
Lui
studiò le linee del volto di Faith, prima di sospirare.
“
Abbiamo la speranza … e abbiamo abbastanza follia da continuare a credere che
qualcosa accadrà…
E
se non sarà così… “ Le prese la mano, stringendola sul cuore. “ ci siamo
inventati un mondo, insieme… ci inventeremo un futuro…”
“Tu
hai creato questo mondo…” Abbassò gli occhi, per rialzarli dopo un momento. “
Sai che cosa vorrei, per il mio compleanno?”
Lui
scosse la testa.
“
Che troviamo il modo di farti uscire?
O
in alternativa… fare sparire la prigione?”
Stavolta
fu Faith a ridere. Ma fu solo un secondo. Prima di tornare terribilmente seria.
“No… “ Confessò . E di nuovo si sentì una bambina.
“ voglio dire, si certo, però, dal momento che dubito avverrà davvero, io
vorrei… io vorrei solo… conoscere
l’odore… della tua pelle…”
Wesley
strinse le labbra, e un attimo prima che l’attirasse a se, Faith vide delle
lacrime brillargli negli occhi.
“Ti
amo , Faith…” Mormorò. “ ti amo, signora Whindam Pryce.”
“Papà,
papà…”
Angel
si voltò, sgranando gli occhi, e lanciando uno sguardo di scusa alla secondina
in divisa si inginocchio, posandosi un dito sulle labbra e guardando negli
occhi il suo bambino.
“Shh…”
Mormorò. “ altrimenti ci cacciano.”
Connor
si posò sulla bocca tutte e due le mani, sbirciandogli alle spalle con i suoi
enormi, incredibili, espressivissimi occhi.
“Cccccuuusa!”
Soffiò, ma quando Angel si alzò in piedi si sentì tirare per il pantalone, e un attimo dopo le braccia del
piccolo serrarsi attorno alla sua gamba.
“Papà…”
Sussurrò contro la stoffa, così piano che sapeva che solo lui lo avrebbe udito.
“ dove sta zio Wesley??”
Angel
sospirò, guardando diritto davanti a se.
“In
un altro mondo, piccolo…”
“E
perché è andato all’altro mondo?”
Non
riuscì ad impedirsi di sorridere.
“
Ha fatto un incantesimo per poter stare con zia Faith, tesoro…”
Sentì
Connor dondolare contro la sua gamba.
“
E perché zia Faith non viene a casa?”
“Perché
non può. Deve restare qui ancora un pochino…”
“E
perché?”
Angel
sospirò.
Perché
tuo padre non è riuscita ad aiutarla…
“Per
diventare più forte, piccolo…”
“E
quando esce viene a casa con noi?”
“Andrà
a casa di zio Wesley…”
“Ma
a me mi viene a trovare??”
“Certo
che viene…”
“E
qua non ci dobbiamo venire più?”
“No…”
“E
quando è che viene?”
Di
nuovo, Angel sospirò, guardando davanti a se i volti vicinissimi di Wesley e
Faith. Vicinissimi… e separati da un intero mondo di regole.
“Non
lo so, Connor… quando troviamo un modo per farla uscire…”
“E
non puoi rompere il vetro e prenderla?”
“No,
ometto… purtroppo no…”
“E
perché?”
Eh…
bella, splendida domanda…
Che
lui si era posto almeno mille volte, il giorno in cui Wes e Faith si erano
sposati…
In
quella stessa prigione… senza nemmeno potersi toccare…
Perché…?
Perché non poteva fare uscire di prigione una persona che aveva passato gli
ultimi cinque anni ad espiare per ciò che aveva fatto… qualcuno che, fuori,
avrebbe potuto salvare così tante vite…?
Perché
non poteva fare felici i suoi amici… ?
C’erano
così tante ragioni… molte delle quali un bambino dell’età di Connor non poteva
comprendere.
Molte
delle quali… non capiva nemmeno lui.
“Papà
mio…?”
“Si…”
“Mi
posso prendere il palloncino rosso?”
“No,
Connor, quello è di zia Faith. Dopo lo daremo ad una guardia, e glielo porterà
dall’altra parte del vetro…”
“E
mi posso prendere quello di mamma?”
Angel
sorrise, nonostante la malinconia che gli serrava il cuore, e voltatasi, in un
istante sollevò il bambino, facendolo sedere sul suo braccio.
“Lo
sai…” Gli chiese . “ che cosa fa mamma se lo do a te il suo palloncino?”
“Si…
fa così…” Rispose immediatamente lui, incrociando le braccia sul petto e
sollevando il mento in un gesto di sfida.
Angel
rise, baciandolo sulla fronte mentre lui gli avvolgeva le braccia attorno al
collo.
Era
incredibile le imitazioni che qual bambino riusciva a fare. Proprio come Angel
alla sua età, quando era stato ancora Liam.
“Papaaaaà…”
Sussurrò al suo orecchio. “ perché non andiamo a casa?”
“Perché
aspettiamo zio Wes…”
“E
quando viene zio Wes?”
“Preso…”Rispose
lui tristemente, gli occhi che gli correvano all’orologio della stanza dei
colloqui, nella prigione di Los Angeles.
Pochi
minuti…
Pochi
minuti ancora…
Abbassò
lo sguardo, verso il punto in cui Wesley e Faith si fissavano, le fronti
appoggiate al vetro che li separava.
Pochi
minuti…
E
poi avrebbe dovuto avvicinarsi a Wesley… e fingere di voler parlare con Faith…
E
scuoterlo… per porre fine all’incantesimo…
A
quell’inganno dolcissimo che permetteva a due persone che si amavano di
sfiorarsi… di baciarsi… di parlare senza che orecchia indiscrete ascoltassero i
loro bisbiglii…
O
solo… di immaginarlo…
Di
condividere lo stesso sogno…
La
stessa illusione…
Come
un giorno, sperava, avrebbero condiviso la stessa vita…
Solo
un piccolo inganno…
Poche
parole bisbigliate insieme…
Un
bacio di due menti e di due cuori…
Per
trascorrere insieme un compleanno… o la festa di san Valentino…
Sotto
gli occhi delle guardie, che pensavano che quei due novelli sposi fossero
completamente usciti di senno…
Pochi
minuti… e poi avrebbe dovuto interrompere quel sogno.
Ma
fino ad allora, pensò, guardando i due innamorati, poteva proteggerlo…
Da
chiunque al mondo.
Tranne,
forse, dalle domande di un bambino curioso.
“Papà…”
Si dondolò Connor sul suo braccio. “ Che cosa ha scritto zio Wes sul vetro…
prima??”
Angel
sorrise, gli occhi che scorrevano dove ancora era poggiata la mano del suo
amico.
“Ti
amo…” Rispose, guardando il suo bambino. “ ha scritto… ti amo…”