L’ULTIMO
RESPIRO
Scritto
da: Maria ( dueuominieunagatta@hotmail.com)
Spoiler
per: Calvary, Habeas corpses
Pairing: Nessuno, accenni Lilah/Wesley
Rating: PG 13 per
uso di turpiloqui e per l’argomento, Angst, POV di Lilah
Timeline: Sul finale di Calvary
Summary: Gli ultimi
istanti di Lilah Morgan
Disclaimer: i personaggi delle serie “Buffy the vampire Stayer
“ e “Angel” appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt
L’ultimo
respiro
Era
questo, dunque, che si provava…
Questo…
brivido…
Questo…
freddo…
Questo… stupore…
E
la sensazione improvvisa della vita che fuggiva…
E
la sorpresa…
E
la disperazione…
E
un panico che non poteva più manifestarsi…
Non
in un gemito, non in una parola… nè in un movimento…
Perché
era troppo tardi per gemere, o parlare, o muoversi…
Perché
la vita sfuggiva in un secondo…
E
il corpo se ne accorgeva prima ancora della mente…
Prima
del cuore, che a quel corpo restava attaccato.
E
a quella carne
che faceva male… ed era un dolore che nemmeno riusciva ad udire…
Perché
anche quello… anche il dolore… durava solo un attimo…
Prima
che il tempo iniziasse a dilatarsi… per fare spazio alla paura, alla
disperazione… e a un panico, che non poteva più manifestarsi…
O
forse no…
Forse
c’era un modo…
Forse
era il panico che gridava, quando il sangue zampillava come acqua rossa da una
sorgente…
Forse
era il panico a dargli quella forza… a farlo risuonare nelle orecchia…
e urlare…
Chiamando
disperatamente aiuto…
Chiamando
chiunque, anche Angelus, a pochi passi di distanza…
Invocando
persino di poter mutare in demone…
Pur
di non finire… pur di ingannare se stesso...
Perché
aveva troppa, troppa paura di finire…
Come
Lilah aveva troppa, troppa paura di finire…
Chiamando
la sua forza umana, chiamando il padre che non aveva conosciuto, la madre
lontana, chiamando Linsdey, che non l’aveva mai amata…
Chiamando
Dio…
Chiamando
Wesley…
Con
le lacrime agli occhi…
Perché
chiunque altro avrebbe potuto abbandonarla… e forse anche Dio, anche Lui lo
avrebbe fatto… ma Wes no…
E
del resto… perché
Una
puttana, un' approfittatrice, un’arrivista, un
‘assassina… le mani sporche di sangue uguale a quello che, ora, inzuppava il tappeto di una stanza vuota, ma
che era stato molto più pulito del suo…
Perché
Dio avrebbe dovuto essere pietoso con Lilah Morgan?!
Lilah
non pregava Dio, da così tanti anni che aveva perso il conto… Lilah sfidava
Dio… Lilah diceva di non credere in Dio…
No…
Dio non l’avrebbe aiutata…
Ma
Wesley…
Wesley
sarebbe venuto… se solo avesse avuto tanta forza da chiamarlo…
Anche
se non l’amava, anche se la disprezzava… anche se non aveva occhi che per
quell’insipida bamboletta senza spina dorsale…
Merda…
ma perché non poteva esserci Fred, li, ora… Dio… Dio
avrebbe ascoltato Fred…
Fred
aveva … amici e… una famiglia, da qualche parte… Fred faceva parte della
“squadra dei buoni”… mentre Lilah…
Lilah
aveva solo Wes… Wes… che non era mai stato suo…
Wes,
che non l’aveva mai amata…
Ma
che sarebbe venuto…
Perché
Wes era così…
Perché
Wes era stata la sua occasione per toccare anche lei, per una volta nella vita…
qualcosa di pulito…
Wes
sarebbe venuto… se solo lei avesse avuto il fiato per chiamarlo…
Se
solo… avesse saputo… come l’altra volta…
Come
nella piccola favola personale di una stronza senza morale… che nelle favole
non aveva mai creduto…
In
una favola… lei, quel fiato, lo avrebbe trovato…
Dio,
forse, glielo avrebbe dato…
Ma
nella realtà… stesa sul tappeto che puzzava del suo sangue, gli occhi sbarrati
sul volto della sua assassina, Lilah, di fiato, non ne aveva più...
Lilah
non aveva più energia…
Né
vita…
Lì
in terra, come una bambola rotta su un tappeto che puzzava del suo sangue…
Lilah non aveva più niente… e non era più niente…
Solo
una cosa inutile, un corpo come quelli che ogni giorno faceva scaricare in
mare, o sotterrare da qualche parte…
Solo…
carne morta…
Non
più buona nemmeno per un vampiro…
Nemmeno
per Angelus… a cui era sfuggita… per cadere fra le mani di un destino peggiore…
Oh
si… lei era sfuggita ad Angelus…
L’ultima
gloria della grande Lilah Morgan… dirigente di una società di Zombie… e carne
morta…
Una
carogna sul tappeto di un albergo…
Che
non sentiva più il dolore… e continuava ad avere paura…
Mentre
quel cazzo di tempo continuava a dilatarsi…
Era
così allora…
Così…
come dicevano tutti…
Il
tempo che non ha più significato… la vita che ti scorre davanti…
E
la vita le scorreva davanti…
Grigia…
un’infinità di sfumature di grigio… e poi oro, come i gioielli alle sue orecchia, e nera… e rossa, come il sangue sulle sue
mani… come il sangue su quel tappeto…
Azzurra…
come gli occhi di Linsdey… a cui aveva dato il suo cuore… e per cui non avrebbe
perso un 'oncia del suo potere…
O
di Wesley… per cui aveva rischiato tutto…
Così
diversi… eppure… li aveva amati entrambi così disperatamente…
Lei…
lei che non aveva morale…
Lei
che non aveva cuore…
Troppo…
sarebbe stato troppo facile…
E
invece niente era mai stato facile…
Era
così che accadeva… così che la vita passava davanti agi occhi… mostrandole i
volti di pochi presenti, e l’ombra di innumerevoli assenti…
Mostrandole
tutto quello che Lilah non aveva avuto… tutto quello che le era sfuggito, senza
nemmeno che se ne accorgesse…
Svelandole
come di tutta la gente che aveva fatto condannare… di tutta la gente che aveva
ucciso, di tutti quelli che avevano lavorato per lei… non ricordava, in quel
momento, nemmeno il nome…
Loro
erano… presenze, senza nome e senza volto… senza storia… intorno a lei, come
fantasmi venuti a prenderla…
Accalcati
nella sua mente, senza che Lilah riuscisse a ricordarsi di loro…
Senza
che riuscisse a ricordarsi della sua casa, o dell’odore del suo profumo… ed era
strano… come non riuscisse a ricordare l’odore del suo profumo… ma sentisse
dentro di se quello della pelle di Wesley…
Così…
così accadeva… così il tempo non aveva più significato…
Ed
era vero… il
tempo non aveva più significato…
L’ultimo
battito del suo cuore, che rimbombava all’infinito…
Le
labbra della donna davanti a lei, che si muovevano, come in un refrain senza
fine… mentre nessun suono riusciva a raggiungerle il cervello…
Dovevano
essere sbarrati, i suoi occhi… e Lilah si chiedeva… se qualcuno sarebbe mai
arrivato in tempo a chiuderli…
Si
chiedeva… se la condanna per i suoi crimini fosse guardare eternamente in
faccia la donna che l’aveva uccisa…
Ma
anche questo… sarebbe stato troppo facile…
E
nulla… era mai stato facile…
Nemmeno
amare…
Nemmeno
vivere…
No…
lei sarebbe morta… e dopo… dopo ci sarebbe stato il buio… dopo ci sarebbero stati
gli occhi di Holland, e il suo sorriso sbilenco, mentre le diceva che “il
contratto con
Non
per il dolore … no…
Ma
perché di tutto quel che sarebbe stato, da quel momento in poi… Lilah non
avrebbe avuto più
controllo…
Perché
ora lei sarebbe stata quel che aveva sempre temuto… e il cui pensiero aveva
sempre allontanato da se…
In
gabbia…
Un
burattino nelle mani di altri… senza nemmeno la possibilità di lottare…
Perché
ora non si poteva più raccontare le frottole da avvocato con cui fotteva la sua
stessa mente…
Non
poteva dirsi che ci sarebbe stato tempo… per cambiare le cose…
Perché
non c’era più tempo…
E
forse non ce n’era mai stato…
Forse,
esisteva anche per lei una profezia, sepolta da qualche parte…
Che
raccontava di Lilah, che avrebbe combattuto per i cattivi ragazzi, e si sarebbe
innamorata di un campione… e che sarebbe morta, sul tappeto di una stanza di
albergo, pugnalata alla gola dalla donna che aveva cercato di proteggere…
E
forse
Forse
era sempre stata un burattino…
E
allora… che sarebbe cambiato?!
E
allora… perché aveva tanta paura?!
Sopra
di lei, Cordelia continuava la sua frase senza fine…
Cordelia…
o chi per lei…
Dio…
tutto appariva così chiaro, adesso…
E
solo un attimo prima… c’erano stati lo stupore e il … panico…
Ma
era normale… probabilmente… perché in quel omento il tempo non aveva senso, e
Lilah aveva avuto un'ora intera per capire…
E
Wes?!
Wes
avrebbe capito?!
O
sarebbe finito come lei… sanguinante sul tappeto di una stanza vuota, sotto gli
occhi di chi credeva amica?!
Avrebbe
sofferto, Wes?!
Avrebbe
avuto la forza d’animo di chiudere la ferita… come aveva già fatto?!
Sarebbe
durato un minuto, Wes, o un ‘ora… ci sarebbero voluti
altri colpi, o i suoi amici, questa volta lo avrebbero soccorso?
Dio…
Dio avrebbe ascoltato Wes?!
Piangeva…
Lilah…
piangeva…
E
non capiva come facesse a saperlo… se il suo volto, ormai, non aveva più sensibilità…
Se
era pallido, e teso… e senza vita…
Non
avrebbe dovuto poter piangere… eppure lo faceva…
Non
avrebbe dovuto volerlo, e non le importava…
Non
avrebbe dovuto vederlo… e lo stava facendo…
Dio…
lei stava… guardando il suo corpo…
Era…
era così che accadeva allora?!
Era
così che era accaduto a lei?
Senza…
che se ne fosse accorta?!
Col
freddo ancora addosso, con lo stupore e la disperazione che la facevano
tremare, e la paura…
Non
avrebbe dovuto… poter tremare…
Non
avrebbe dovuto…
Ma
che cazzo sapeva di quel che avrebbe potuto o non potuto fare?!
Che
cazzo ne sapeva di niente?!
Che
cazzo aveva mai saputo…
Non
aveva neanche riconosciuto la sua assassina, quando l’aveva vista in faccia…
eppure, era sempre stata certa che lo avrebbe fatto… quando fosse venuto il
giorno…
Non
aveva bisogno di voltarsi, per guardare la stanza…
Sapeva…
conosceva ogni dettaglio, benché non riuscisse a staccarsi da … se stessa…
Dal
suo volto, dai suoi occhi sbarrati, dallo sguardo vuoto fisso sulla sua
assassina…
Dalle
lacrime… ai bordi degli occhi…
Lacrime
per Wesley…
Era
stato suo…
L’ultimo
pensiero…
L’ultimo
respiro…
L’ultimo
battito del suo cuore…
Di
Wesley…
Che
cosa… disgustosamente romantica!
Che
cosa… pateticamente inutile!
Come
lei in quel momento… come il suo corpo in terra… come la paura che provava… e
che non sarebbe servita a niente…
Come
tutto era inutile in quel momento…
E
allora… se tutto era inutile… forse non aveva importanza pensare a Wes… forse
non aveva importanza attaccarsi a quel pensiero, inutile come tutto il resto
del mondo…
Mentre
aspettava…
Mentre
attendeva che qualcosa avvenisse… e che arrivassero a prenderla…
E
già pensava a un modo per farla franca, mentre la paura le diceva… che non ne
esisteva nessuno…
Allora
non era più inutile del resto sperare di vedere Wes ancora una volta…
Forse
era solo… un po’ patetico…
E
non era inutile sperare… di non dover fare del male a lui… fra tutti gli esseri
sulla terra…
Peccato
… che Gavin Park fosse già stato ammazzato da un pezzo!
Ecco…
era così che succedeva…
Così
che una donna morta continuava a sparare cazzate osservando il suo cadavere sempre più pallido…
aspettando di diventare… cosa ?… un fantasma, un demone… o solo… una schiava…
Era
così che uno… spirito?… poteva continuare a tremare… e che sobbalzava sentendo
un rumore.. anche se non aveva più un corpo…
E
se il rumore era la stronza che l’aveva appena uccisa…
Si
chinò su di lei… e Lilah non avrebbe dovuto provare fastidio…
Era
inutile, ormai… inutile… come tutto il resto…
Inutile…
come stare là ad aspettare… come provare freddo…
Merda,
ma perché non succedeva niente?!
Avrebbe
dovuto essere già… risucchiata da qualche parte, avrebbe già dovuto vedere il
Socio Major giocare a bocce con i suoi occhi, anziché restare lì a guardare
andar via la stronza che lei era stata così idiota da aiutare!
Ecco,
si… si… era… così che accadeva… così che arrivava…
La
consapevolezza… il sospetto… e qualcosa… che era come… un batticuore… per
qualcuno a cui il cuore non batteva più…
Ecco…
come tutto, di nuovo, diventava all’improvviso chiaro…
L’atrio
dell’albergo… la voce di Angelus… e le pallottole… come moscerini inutili e
rumorosi… come la sua sicurezza… e la sua idiozia…
Perché
era stata idiota…
Perché
avrebbe potuto fuggire, perché avrebbe dovuto fuggire…
Perché
sapeva… che Angelus voleva Cordelia… molto più di lei…
Perché
se fosse fuggita allora, forse… forse ora non sarebbe stata carne
morta, su un tappeto di importazione…
Perché
avrebbe avuto i suoi proiettili a difenderla, anche se lui l’avesse inseguita…
perché avrebbe potuto chiamare Wes…
E
invece era rimasta… perché Cordelia era ferita… perché voleva … proteggerla…
Era
rimasta per scaricare la pistola, e dopo… mentre Angelus parlava, per cercare
freneticamente il modo di fermarlo… prima di capire… che era con lei che voleva
giocare…
Perché
non era morta solo per mano di Cordelia, ma “ per”… Cordelia…
Dio…
che stupida… patetica idiota…
Più
di Linsdey e i suoi rimorsi, più di Fred e la sua finta modestia…
Perché
l’unico atto di generosità, l’unico atto completamente disinteressato della sua
vita… lo aveva compiuto per colei che l’avrebbe uccisa…
Perché
non aveva pensato a se stessa in quel momento… e nemmeno a Wes…
Forse…
perché non era stata Lilah in quel momento… o forse perché aveva raggiunto
qualcuno che aveva smarrito… troppo tempo prima…
Era
così allora…
Che
veniva la confusione… che arrivavano…le domande… per qualcuno che aveva pensato
di avere sempre tutte le risposte…
E
adesso?!
Cosa
sarebbe stato adesso?!
Cosa
per Lilah… che aveva commesso centinaia di delitti… e una sola buona azione…
cosa per lei… che per anni non aveva mai avuto scrupoli… conservandosene uno
per la fine… ?
Avrebbe
sorriso, Lilah, adesso, se avesse avuto labbra…
E
si sarebbe fatta i complimenti…
Brava,
ottima mossa, perfetta strategia da avvocato…
Persino
Linsdey sarebbe stato fiero di lei…
Avrebbe
riso… se non avesse avuto così paura…
Era
vero?! Era sul serio tutto in forse… o era solo una
forma di tortura… prima che avesse inizio quel che l’aspettava?!
E
se era così… cosa sarebbe accaduto, adesso?!
Merda,
perché non c’era nessuno a spiegarle qualcosa?!
A
dirle… che cosa c’era adesso?!?!
Non
avrebbe dovuto arrivare un .. inviato, una… voce dal
nulla, un qualcosa?!?!
E
perché Wesley non tornava a casa?!
Non
poteva batterle, il cuore, eppure… era come se lo stesse
facendo…
Come
un tamburo sfondato che non faceva altro che ripetere lo stesso, incessante
ritmo… e adesso?… e adesso?… a adesso?…
Wes…
lui avrebbe saputo… lui l’avrebbe aiutata…
Perché
Wes non aveva mai avuto tutte risposte… ma semplicemente… le aveva cercate…
Era
così… si, così che accadeva…
Così
accadeva che un fantasma senza corpo non sapesse cosa fare…
Perché
era un fantasma troppo giovane, e con troppe colpe… perché qualcuno venisse ad
aiutarlo…
Così
accadeva… come nei peggiori romanzi… o nei racconti che nessuno le aveva mai
letto…
Così
accadeva … che un fantasma senza corpo si accucciasse a terra… ad aspettare…
Senza
sapere…
Nulla
…
Se
non che lui, prima o poi, l’avrebbe trovata…