PICCOLI ADII

 

Scritto da: Maria fioredargento@hotmail.com

Spoiler per: niente, solo un minuscolo accenno a Bargaining

Pairing: A/K

Rating: Angst, terribilmente Angst 

Timeline: un giorno imprecisato del futuro.

Summary: Le lacrime disperate di un vampiro per la donna che amava.

Disclaimer: i personaggi delle serie “Angel” appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt la WB, ME e la Fox, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

 

Piccoli adii

 

L’ assurdo era… che non aveva mai fatto male a nessuno…

Mai…

Neanche gettata dalla vita ai margini di una strada buia… neanche ferita e spezzata…

Mai…

Neanche quando il mondo aveva voluto insegnarle ad odiare…

Ed era stato un insegnante implacabile… e bravissimo…

 

Ma lei… non aveva imparato…

Lei… non aveva mai odiato…

 

L’assurdo era … che lei non aveva mai avuto niente…

E di quel niente aveva saputo sorridere…

E a quel niente aveva desiderato aggiungere solo un ‘elemosina d’amore

Senza parole… e con troppo orgoglio…

 

E l’assurdo era… che da quel niente le avevano tolto ancora… e ancora… e ancora…

E l’assurdo era che a lei era rimasto ancora un mondo…

Nei suoi occhi…

Nel suo sorriso…

Nella fede con cui affrontava la vita…

Con cui aspettava quel briciolo di amore…

E lo aspettava da lui…

 

E lui che la amava… l’amore… non aveva fatto in tempo a darglielo…

 

L’assurdo era che lui aveva ucciso…

Che aveva mentito…

Che aveva distrutto, e soffocato, e annientato vite…

Però era lei che era morta…

Lei che non aveva fatto niente…

 

L’assurdo era che lì, nel suo palazzo di specchi, viveva e governava una genia di assassini, celati dietro la maschera della legge… che affamava e distruggeva, e lo faceva per brama di potere…

E tutti vivevano… e camminavano… e tornavano nelle loro case arredate con gusto, con le borse piene della vita della gente…

Però era lei che aveva pagato…

Lei … che non aveva niente da pagare…

 

L’assurdo era che nelle strada buie di quella città d’ argento… dietro ogni angolo, sotto ogni coltre d’ombra… attendevano creature che si nutrivano del dolore degli uomini, e del loro sangue, e della loro vita…

E per quanto lui cercasse di fermarle tutte…

Per quanto cercasse di combatterle…

Da ogni anfratto e ogni coltre d’ombra esse riemergevano di nuovo, nutrite dalla loro stessa malvagità… continuamente…

Mentre lei era rimasta in terra… e non si era più rialzata…

Mentre lei era bruciata…  riducendo in cenere il suo cuore…

 

L’assurdo era che la gente era cattiva…

Che la gente ingannava, che la gente… quella per cui entrambi avevano combattuto… quella gente, spesso… non lo meritava…

Che la gente era egoista, e violenta, e non faceva che ... succhiare agli altri la vita… il piacere… il denaro… ossessionata dalla brama di possesso… ossessionata da se stessa… sempre…

Però era lei… che non aveva mai mentito… che non si sarebbe più svegliata…

 

Lei…

Non una qualunque altra donna…

Non una donna che mentiva… una donna che usava… una donna che metteva se stessa prima di chiunque altro…

Quella… e milioni come lei… avrebbero continuato a vivere…

E a ingannare… e a ricercare il piacere… e a ferire la gente che stava loro intorno… e a umiliarla… e a pensare a se stesse…

E non avrebbero mai pagato per i loro errori…

Perché le donne così non pagavano mai…

E non sarebbero cambiate…

Perché le donne così non cambiavano mai…

E avrebbero continuato ad essere amate…

Perché erano sempre amate…

E a sprecare tutto quello che avevano…

Perché donne così quello che avevano non lo apprezzavano mai…

Mentre lei da perdere aveva avuto solo la sua vita… e l’amore di un vampiro…

E adesso… le restava solamente l’amore di un vampiro…

 

Chinò la  fronte, Angel, e la appoggiò sulla pietra fredda, dura… e lasciò che le lacrime scorressero sul suo volto.

E singhiozzò, senza curarsi degli sguardi di quelli che vedevano…

Ingoiò le lacrime, Angel, e le bevve… come una volta aveva bevuto il suo sangue…

Sentendo il calore in esso… e la vita…

Un vita che se n’era andata…

Per sempre…

E non ci sarebbero stati incantesimi a farla tornare.

Non ci sarebbero stati inganni per agirare il fuoco.

 

E carezzò la pietra su cui mani sconosciute avevano inciso il suo nome, senza nemmeno conoscerla.

Senza nemmeno amarla…

Che ricopriva una tomba vuota…

Perché il fuoco era un assassino troppo avido.

 

“Che cosa hai avuto…”Pianse piano. “ che cosa hai mai avuto…

Dio…

Che cosa avuto di così meraviglioso… per pagarlo così tanto?

Strinse gli occhi, e le lacrime rigarono la pietra, e le dita la strinsero fino a ferirsi.

Fino quasi a frantumarla.

“Ti amo… “Pianse. “ ti amo…  Kate…

Dio del Cielo… ti amo…

Ti amo…

Ti amo…”

“Angel…” Mormorò dolcemente una voce alle sue spalle.

Ma lui non la ascoltò.

Lui non la udì nemmeno.

“Tu eri il mio amore…

Tu eri  la mia allegria…

Eri la mia… speranza…”

 

Si.

E per questo… doveva continuare.

Per lei…

 

Doveva continuare a credere…

Perché lei era la sua speranza…

Perché la speranza non se ne andasse con lei… come lei non se ne sarebbe mai andata…

 

E lo promise, raccontandolo a una pietra che non poteva udirlo…

Su una tomba vuota…

Mentre il cuore sgorgava con le sue lacrime…

E lui non riusciva a dirle addio…

 

Addio ai suoi occhi…

Adio al suo volto… e alle sue labbra rosse…

Addio ai suoi capelli come oro lucente…

E alla vita, fra le sue mani intrecciate …

 

Addio al suo nome fra le labbra dischiuse… e al modo in cui lei si voltava, quando lo pronunciava…

Addio al   fuoco…

 

Sapeva di pioggia la pietra sulle labbra.

Mentre quella di suo padre odorava già di muschio.

E del sangue, versato non lontano… e delle cose che vagavano di notte…

 

Sapeva di pianto l’aria attorno a lui… ed era il suo pianto…

Ed echeggiava delle parole ipocrite di chi non l’aveva amata…

 

Ricordava così bene chi aveva ucciso…

Ma il ricordo di lei sarebbe stato niente…

 

Solo tormento… nel calore della pelle che non avrebbe più trovato accanto a se al risveglio.

 

“Questo mondo non era fatto per te, Kate… “Sussurrò piano. Alla pietra che non poteva udirlo.

E a lei… che non avrebbe mai più vista… tranne, forse, nella terra dei sogni…

 “Questo mondo non è fatto per le persone buone…

Per le persone pulite… “

 

L’assurdo… era… che lei non aveva mai saputo di essere così…

L’assurdo era che aveva sempre pensato… di non meritare niente…

Di non essere niente…

Perché quelli come lei pensavano sempre di non essere niente…

Anche quando davano tutto…

Anche quando davano la vita per salvare un vampiro…

 

L’assurdo era… che non aveva mai fatto del male a nessuno…

E questo… non valeva niente…

 

“Ti amo… “Ripetè di nuovo.

E un grido fece eco al suo tormento.

Lontano… disperso… uno fra molti…

Di chi non avrebbe mai saputo di dovere la vita a una ragazza… che da quella vita non aveva avuto … niente…

 

Appoggiò la fronte alla pietra , Angel, e strinse gli occhi.

Lottando contro la voglia di restare.

 

“Se fossi stata egoista…” Mormorò al suo amore. “ tu ci saresti ancora…

Se fossi stata egocentrica… o cattiva…

Se avessi saputo mentire…” Sorrise, e le lacrime gli si persero fra le labbra. “ se non fossi stata così… Kate… se fossi stata unaltra… ci saresti  ancora…”

Deglutì.

E di nuovo ingoiò le lacrime.

Mentre sapeva di avere poco tempo.

Come sempre.

 

Poco tempo per salvare una vita.

Poco tempo per salutarne unaltra…

E decidere che non voleva pronunciare un addio…

 

Si alzò, e con le dita , ancora, sfiorò la pietra… come non aveva potuto sfiorare il suo viso, un’ ultima volta.

“Prenditi cura di lei, Doyle… “Soffiò.  Ed era la preghiera di un vampiro. “ Falla ridere…

Lei aveva … il sorriso più bello del mondo…

 

Sulla spalla, le stretta di una mano amica, e nella voce che pronunciò il suo nome, la paura di dover soccorrere un uomo che aveva perso la speranza.

Ma lui non aveva perso la speranza.

Come non aveva perso Kate.

 

Si voltò.

E non riuscì a sorridere.

Nemmeno… per rincuorare chi amava.

E le parole che sfiorarono il volto di Cordelia non erano fatte per confortare.

Le parole che sfiorarono il volto di Cordelia erano soltanto il pianto della sua anima.

 

“Un altro… pezzo… di cuore…”