TUTTO
L’AMORE DEL MONDO
Scritto
da: Maria fioredargento@hotmail.com
Spoiler
per: La prima, la seconda stagine di Ats, la terza stagione fino a Waiting in
the wings. La terza, la quinta e la sesta stagione di Btvs, in generale tutta
la storia fra Angel e Buffy.
Pairing: Angel/Kate, Spike/Buffy, Wesley/Faith, accenno a Cordelia/Doyle.
Rating: Adventure,
romance, angst, PG13 per riferimenti sessuali, linguaggio, e scene di violenza.
Timeline: Ambientata temporalmente dopo Waiting in the wings,a
ma prima di As you were. In particolare, questa Ff presuppone che Buffy non abbia
mai lasciato Buffy e che la permanenza di Groo a LA sia stata molto più breve
di quella televisiva ( scusami Groo!!).
Summary: Se il
bambino del miracolo, il Tro-clan che può salvare o distruggere il mondo,
improvvisamente viene rapito dalla sua casa, qualunque alleato viene chiamato
alla ricerca… anche quando gli alleati, per Angel e Wesley, sono
Ma se il
bambino del miracolo viene rapito, il cuore di suo padre rischia di spezzarsi,
facendolo precipitare in una spirale dalla quale solo l’amore di una donna
coraggiosa può tirarlo fuori…
Fino a che
un nuovo e inaspettato amore non gli chiederà di vivere e lottare per lui.
Disclaimer: i personaggi delle serie “Buffy the vampire Stayer
“ e “Angel” appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt
Note:
questa FF è stata
finita il 3 Maggio 2002, dopo mesi di lavoro e passione da parte mia… ed è
l’elaborazione di una folle teoria che mi frullava e mi frulla per la testa,
frutto di mille piccoli particolari colti nelle trame, nelle battute, nelle
pieghe di Btvs e Ats. Sarebbe troppo lungo spiegare qui la mia teoria, per cui
mi asterrò, anche per evitiare che smettiate di leggere alla Disclaimer!!
In questa Ff viene alterata leggermente la timeline
delle serie televisive, in quanto si presuppone che subito dopo Waiting in the
wings ( episodio 14 della terza stagione di Ats) Buffy non abbia anora lasciato
Spike ( cosa che avviene invece nel quattordicesimo episodio della sesta
stagione di Btvs). Inoltre viene stravolta la mitologia dei demoni Sanjhain,
che del resto è stata spiegata durente gli ultimi episodi di Angel. Quando ho
iniziato a scrivere questa Ff , infatti, non si sapeva ancora niente di questo
tipo di demoni, per cui ho dovuto inventare io un loro passato e un loro scopo
nel mondo.
Dediche:
alle mie amiche… a tutti quelli che mi conoscono e mi accettano come sono. E a
Ettore… col mio affetto… anche se probabilmente non leggerà mai questa FF.
Glielo
avrebbe detto, questa volta. Ne era certo.
Avrebbe
detto a Cordelia che l’amava.
Glielo
avrebbe detto quella sera, finalmente.
Sulla
soglia di casa.
E
avrebbe chiesto alla luna di dargli coraggio.
Di
mettere in ombra il suo volto imbarazzato e illuminare quello di lei, che avava
tanto temuto di non vedere più sorridere.Non a lui.
Glielo
avrebbe detto. E forse le avrebbe parlato delle parole di Fred e della gelosia
per Groossalug.
E
avrebbe chiesto alla luna che non la facesse ridere di lui.
Avrebbe
avuto coraggio quella sera. Il coraggio che gli era sempre mancato.
E
la sua vita, quella sera, sarebbe cambiata.
Lo
sapeva.
Glielo
gridavano l’anima e il cuore.
E
continuarono a gridarglielo, mentre sentiva Cordelia ridere.
E
continuava a pensare che glielo avrebbe detto… sulla soglia di casa.
Fino
a che si arrestò, e il sangue gli gelò nelle vene.
Perché
avvertì odore di demone… sulla soglia di casa.
E
quando spalancò la porta la trovò aperta.
E
quando entrò nell’atrio lo trovò distrutto.
E
quando ansò, e il suo cuore esplose in mille pezzi, nessuno raccolse i suoi
frammenti.
E
nessuno rispose al suo grido silenzioso.
Tranne
l’odore pungente dei demoni… e del sangue.
Sentì
Cordelia urlare… e fu come se la sua voce non potesse raggiungerlo.
Sentì
Fred piangere, disperata, china sul corpo inerte di Gunn, nell’ ascensore semi
aperto.
E
non si fermò a controllare se il suo amico fosse vivo.
Pazzo.
Folle
di paura.
Gridando
nella sua anima una preghiera disperata.
Dimentico
del mondo e della prudenza, Angel corse.
Calpestando
le macerie della sua casa.
Calpestando
le macerie della sua stanza.
E
il sangue del suo amico… che inondava il pavimento.
Attorno
al suo copro spezzato, ferito, gettato in terra come un pupazzo rotto.
Perso
dove neanche la sua musica lo poteva raggiungere.
Le
braccia allungate davanti a se, con le
dita che ancora stringevano una copertina bianca.
E
accanto a Lorne, rovesciata, la culla di suo figlio.
Capitolo
I- Angel
Trovarlo.
Ora.
Subito.
Salvarlo.
Uscire.
Sotto
la pioggia.
Sotto
i fulmini che potevano ucciderlo.
Senza
chiedersi nemmeno quando avesse preso a piovere.
Senza
sentirla la pioggia.
Senza
sentire niente
Tranne
un dolore così grande che gli dilaniava il petto.
Correre.
E
uccidere.
E
cercarlo.
E
sapere con un ‘oscena certezza che non lo avrebbe trovato.
Che
lo aveva perso.
E
per questo cercare ancora di più… di più… di più…
Sprofondando.
Verso abissi che non aveva nemmeno immaginato esistessero.
Lui
che aveva creduto… di essere stato all’inferno.
Ed
essere sopravvissuto.
Ma
questo era l’inferno.
Ora.
L’inferno
era girovagare senza meta nella città scura.
Come
un ‘anima che non ha riposo.
L’inferno
era cercare in ogni angolo. Nella tana di ogni demone.
Fra
le fauci di ogni vampiro.
Rabbrividendo
prima di capire che il sangue che sentiva non era il suo…
Non
era il sangue del suo bambino.
L’inferno
era ricominciare da capo…
L’inferno
era uccidere senza averne la consapevolezza.
Senza
che gli importasse.
Com
‘era stato un tempo.
L’inferno
era mutare volto e ficcare le dita nel ventre di una creatura che urlava ed
implorava pietà… ripetendogli che non sapeva nulla.
L’inferno
era tornare ad essere Angelus… e continuare a non sentire niente.
Niente…
tranne quel dolore atroce.
L’inferno
era uscire da un ‘ennesimo covo, e gettarsi in terra, come una bestia
disperata… per scoprire che era il corpo di un altro bambino tra i rifiuti.
Ed
esserne felice.
L’inferno
era urlare alla porta di Lilah Morgan e minacciare di strapparle la gola se non
gli avesse ridato il suo bambino.
E
aggredire i poliziotti che avava chiamato.
E
desiderare di ucciderli… come forse era stato ucciso il suo bambino.
E
fermarsi appena in tempo.
E
poi uscire ancora in strada, e cercare i Poteri, dove l’ultima volta gli
avevano risposto.
E
continuare a urlare, e urlare…
Senza
che nessuna voce rispondesse al suo dolore.
E
sentire i piedi che si muovevano da soli.
Mentre
la sua anima moriva.
E
ritrovarsi sulla soglia di casa col sole che giù bruciava la sua pelle.
E
sapere che non si era neanche fermato a soccorrere i suoi amici.
E
che per quanto avesse fatto in futuro, non avrebbe mai potuto espiare quella
prima notte.
E
continuare a non sentire niente.
Tranne
il ripetersi infinito del pianto di suo figlio.
Più
niente.
Nemmeno
la sua anima.
“Angel!”
Wesley lasciò cadere l’ ascia, correndo incontro al suo amico, o a ciò che
rimaneva di lui.
L’enorme
figura piegata, appesantita, come se portasse sulle spalle un peso troppo
grande.
Quando
nessun peso era mai sembrato troppo grande per Angel.
Per
le sue spalle, su cui gravava il fardello del mondo.
Ma
che ora era annientato…perché le sue braccia non sostenevano più quello lieve
di suo figlio.
“Come
stai?! Stavo venendo a cercarti…”
Gli
posò le mani sulle spalle, la sua stretta che non riusciva a esprimere il
sollievo che provava.
Ma
quando Angel lo guardò sembrò quasi che non sapesse chi era.
Aveva
il volto incrostato di fango, e sangue, e umore di demone, come il resto dei
suoi vestiti, e la lunga giacca di pelle.
E
le mani ferite e spellate.
Ma
furono i suoi occhi a impressionare Wesley.
Furono
i suoi occhi a fargli paura.
Angel
lo scostò senza neanche toccarlo, superandolo e dirigendosi alle scale.
In
silenzio.
In
un silenzio terribile che riportò Wesley indietro di un anno.
Lo
seguì, le labbra strette, tenendo a bada la sue stessa angoscia.
Fino
alla camera di Lorne.
E
il sollievo che aveva provato al pensiero che, per lo meno, Angel fosse ancora
abbastanza lucido da preoccuparsi del suo amico si mutò in stupore quando vide
il vampiro raggiungere il letto, afferrando l’uomo svenuto per le spelle.
Cordleia,
seduta accanto a lui, scattò in piedi, e guardò allibita Wesley , quando Angel
cominciò a scuotere Lorne.
Chiamandolo.
Come…
se non lo vedesse. Come se non si rendesse conto delle condizioni in cui era.
Delle
braccia, entrambe steccate, del corno rotto, del volto coperto di lividi, e
della fasciatura visibile dall’assurda vestaglia dorata per comprimere le
costole spezzate.
Lo
scuoteva forte… e Lorne rimaneva inerte, come un pupazzo di pezza. Mentre Angel
continuava a chiamarlo.
“Lorne!”
Urlò.” Lorne, svegliati!
Dimmi
chi è stato! Tu devi dirmi chi è stato!”
“Angel…
“ Mormorò Cordelia, sfiorandogli il braccio.
Ma
lui non la vide nemmeno.
“Devi
dirmi chi ha preso mio figlio!”
“Angel!”Ripetè
Wesley, raggiungendolo e passandogli innanzi.
“Dimmi
dove cercarlo!”
“Angel!”Lo
afferrò, ma il vampiro lo spinse indietro.
Senza
nemmeno guardarlo. Mandandolo quasi in terra.
“Svegliati!”
Urlò, scotendolo così forte che la testa di Lorne battè contro il cuscino,
reclinandosi di lato. “Svegliati!”
“Non
si sveglierà! “ Stavolta, Wesley non
cercò di fermarlo. Sapeva che non ci sarebbe riucito. “ Forse non si sveglierà
mai!”
Vide
Angel ansare, fermando il convulso movimento delle sue braccia. E poi voltarsi
vero di lui, gli occhi sbarrati.
Come
fossero quelli di un folle.
“Lo
hanno massacrato…”Spiegò Wesley lentamente.” Gli hanno rotto le braccia e lo
hanno colpito non so pensare nemmeno quante volte, probabilmente perché ha
cercato di reagire…
Io…”Deglutì.
“ Ho usato un incantesimo per bloccare
le emorragie interne, steccato le fratture…
Ma
è probabile che non ce la faccia…”
Angel
tornò a voltarsi, guardando l’amico che aveva ancora fra le mani, e Cordelia
che era corsa alle sue spelle e gli sosteneva dolcemente la testa.
“Per
favore, Angel… “ Mormorò. “ lascialo stare…”
Lentamente,
Wes vide le dita del vampiro allentare la presa, e lui restare immobile, mentre
Cordelia, di nuovo, poggiava Lorne sui cuscini.
Guardandolo
come inebetito, mentre Wesley si avvicinava a lui, prendendolo dalle spalle e
costringendolo gentilmente ad alzarsi. Stupito che glielo lasciasse fare.
“Andiamo
via di qui…”Mormorò.” Resta Cordelia con lui…”
Angel
obbedì, ma tornò a voltarsi verso il letto, e persino quando Wesley ebbe
richiuso la porta continuò per qualche istante a fissarla.
“Fred…”Domandò
poi, improvvisamente. E Wesley si ritrovò a stringere le labbra, e
intensificare la stretta sul braccio dell’uomo.
“E’
in ospedale…”Rispose.” Con Gunn… in rianimazione…”
Angel
sembrò quasi riaversi, liberandosi dalla sua presa e sgranando gli occhi.
“Non
sa niente!” Si affrettò ad esclamare Wesley, correndogli dietro giù per le
scale. “ Era nell’ascensore quando sono arrivati, e Gunn ha sfasciato i comando
per proteggerla!”
Non si fermò, e Wesley strinse spasmodicamente il
corrimado, un piede sull’ultimo gradino.
“Che
vuoi fare?”Lo provocò. “ Andare in ospedale e scuotere anche lui?!”
Angel
si voltò di scatto, gli occhi che, finalmente, mostravao un segno di vita.
“Io
voglio solo riprendermi mio figlio!”
“Non lo farai mai”Ribettè Wes raggiungendolo.” Se
non capiamo chi lo ha preso, e perché!”
“Non ho tutto questo tempo!”Ringiò l’altro in
risposta
“Connor
è il bambino del miracolo! E potrebbe essere il Tri- clon della profezia!
Colui
che può portare la distruzione o la salvezza nel mondo!
Chiunque
lo abbia preso è improbabile che lo uccida così…”
“
A meno che non voglia mangiarlo!”
“Angel,
dobbiamo organizzarci, pensare prima di agire! Sei già andato in giro per la
notte, e che cose ne hai ricavato?! Nulla!
Se
non forse di mettere ancora più in guardia quelli che siamo cercando!”
“Tu
non capisci, Wesley!” Scattò l’altro. “ Mentre noi parliamo potrebbero portarlo
ovunque! Fargli qualsiasi cosa!”
Si
voltò, diretto alla porta, ma Wesley gli corse davanti, bloccandogli l’uscita.
“E
credi che non lo sappia?!” Urlò a sua volta. “ Credi che non stia male come te?
Credi che non lo ami anche io quel bambino?” Sollevò il volto, sfidandolo. “Ma
Connor non è soltanto tuo figlio. E proprio per questo…”
Angel
avanzò di nuovo, ignorandolo, ma Wesley gli passò davanti frapponendosi fra lui
e la porta, e appoggiandosi con decisione allo stipite.
“Wesley!” Ringhiò Angel.
„Eliminami!“
Lo prevenne.“ Avanti! Buttami dall’altro capo dell’albergo!
Manchiamo
io e Cordelia all’appello dei danneggiati! Oppure” Continuò, con una sicurezza
che era ben lontano dal provare,” aiutami a trovare tuo figlio!”
Angel
allungò una mano, e Wesley strinse i denti. Attendendo qualcosa che non venne
mai.
E
non avrebbe neppure saputo dire cosa.
Forse,
semplicemente, qualcosa di meno terribile di ciò che si agitò dentro gli occhi
di Angel.
Quando
lo vide abbassare la mano gli parve che fossero passati mille anni.
E
a giudicare dall’espressione devastata di Angel lo erano davvero.
Ma
quando lo sent’ parlare seppe di aver vinto una delle battaglie più importanti
nella sua inutile vita.
“io
sto impazzendo…”Mormorò Angel, e lui, istintivamente, allungò il braccio,
stringendogli con affetto la spalla.
Una
volta, l’uomo che gli stava davanti gli era sembrato invincibile e infallibile.
Adesso,
sapeva che ra molto di più.
Che
era Angel.
“Lo
so…” Cercò di sorridere, ma dubitava di esserci riuscito. “ ricordo le conseguenze e sta sicuro che
vorrei evitarle!”
“Che…”
Angel strinse le labbra, e Wesley non faticava a intuire il groppo in gola che
fli impediva quasi di parlare.
Perché
era lo stesso che sentiva lui.
“Che
vuoi fare?”
Di
nuovo, Wesley si mostrò più sicuro di quanto non fosse.
“Cercare
aiuto.”Rispose.
Capitolo
II- La compagnia
Non
stava ancora dormendo quando squillò il telefono.
Non
era più abituato a dormire a quell’ora di notte.
E
del resto, anche se lo avesse fatto, sarebbe bastato il primo trillo a
destarlo.
Rupert
Giles aprò gli occhi nel buio, e automaticamente si alzò a sedere sul bordo del
letto.
Anche
di questo, tuttavia, non ci sarebbe stato bisogno.
Dopotutto…
quante possibilità c’erano che quella chiamata volesse dire alzarsi e correre
fuori, in quell’inizio di notte… come sarebbe stato normale, pochi mesi prima?
Quante…
se non perché quella chiamata proveniva dagli States?
Deglutì,
mentre fuori, da qualche parte, una campana suonava.
E
senza esitazone prese in mano la cornetta.
E
aggrottò la fronte quando udì una voce che non si era aspettato.
E
rabbrividì di paura.
“Wesley!”
Esclamò, stupito.
Non
aveva più rivisto l’ex Osservatore ed ex rivale da quando quest’ultimo aveva
lasciato Sunnydale, ma lo aveva sentito per telefono, in occasioni non sempre
piacevoli.
Udendolo
cambiare attraverso quel filo, e trasformarsi dal ragazzo impacciato che aveva
suscitato l’ilarità di tutti a Sunnydale in un uomo consapevole e sicuro di se.
Impressionandolo
positivamente l’ultima volta che lo aveva chiamato. Per la sua compostezza
nell’affrontare qualcosa di molto, molto importante.
Ma,
a giudicare dal tono della sua voce adesso, ciò che aveva da dirgli ora non era
meno grave.
Ma
assai più penoso.
“E’
successo qualcosa?!”
Dall’altra
parte, ci fu solo un ‘impercettibile esitazione. Il tempo di un sospiro.
“Si,
Giles. “Rispose, senza preamboli.” Hanno preso Connor.”
Per
un attimo, le dita di Rupert si strinsero attorno alla cornetta, mentre nella
mente gli tornavano le parole con cui quello stesso uomo, attraverso quello
stesso apparecchio, gli raccontava della nascita straordinaria del figlio di
Angel, e delle conseguenze che questa avrebbe potuto avere.
“Dovevi
saperlo…”Aveva detto alla fine del suo racconto. “ Era giusto … è una faccenda
troppo importante.”
Detto
da una delle persone che per un anno intero lui stesso aveva tenuto all’oscuro
della minaccia terribile di Glory, che avrebbe potuto causare la fine del
mondo…
E
ricordò come fosse stato il giorno prima la voce di Angel, bassa, tesa, forte
come l’acciaio…
“Di
a Giles che se il Consiglio viene a sapere di mio figlio… non esisterà più un
Concilio…”
E
adesso… quell’uomo, quel vampiro, di cui dubitava di conoscere minimamente le
possibilità… e la forza… quel vampiro che avava quasi sconfitto una Cacciatrice
ed aveva resistito a secoli di torture … aveva perso suo figlio…
Un
bambino da cui poteva dipendere il destino del mondo …
Fuori,
la campana stava battendo il dodicesimo rintocco.
E
Giles sapeva che non l’avrebbe udita battere l’una.
“Dimmi
di più…” Mormorò cupamente.
Angel
non sapeva cosa fare.
Fissava
il telefono, mentre poco distante da lui, dall’altra parte della sua scrivania,
Wesley parlava concitatamente con Malcolm, il nuovo capo della gang di Gunn.
Tutti.
Stavano
avvertendo tutti.
Stavano
chiedendo l’aiuto di chiunque potesse fornirglielo.
Anche
se ciò significava scendere a compromessi con specie di cui non avrebbe più
voluto sentire parlare, o reclamare vecchi favori, o subire nuove umiliazioni,
come un attimo prima, quando il suo amico aveva composto il numero di
Virginia .
Tutti.
Pur
di ritrovare Connor.
E
lui non sapeva che cosa fare.
Dopo
aver chiesto chiesto a chiunque ricordasse… con una pazienza che non sapeva più
di possedere.
Dopo
che innumerevoli volte aveva desiderato mandare tutto all’aria e tornare nelle
gallerie.
E
cercare ancora.
Con
i suoi mezzi.
E
infinite volte il suo cuore si era torto, strappandogli silenziosi gemiti di
dolore.
Tutti.
Eppure una parte di lui mormorava infidamente che era inutile.
Che
nessuno avrebbe più ritrovato il suo bambino.
Che
era perso.
Per
sempre.
Chiuse
gli occhi.
Mentre
un nuovo dolore e una nuova rabbia l’invadevano.
Diversi
da qualsiasi cosa avesse mai provato.
Più
forti di qualsiasi cosa avesse mai provato.
Sapeva
che Wes aveva ragione.
Che
doveva aspettare, che dove dividere il lavoro con gli altri, per avere più
possibilità…
Che
doveva pensare…
Ma
il suo bambino piangeva, da qualche parte… e lui non lo poteva stringere.
E
lui doveva aspettare, quando le sole cose che avrebbe voluto fare erano
combattere contro chiunque glielo avesse preso, e urlare impotente la sua
rabbia.
Provava
disgusto per se stesso.
E
disperazione… come non aveva creduto che esistesse.
Lui…
che aveva pensato di avere toccato il fondo della disperazione.
Mosse
le dita.
E
senza pensare compose un altro numero.
“Pronto”
Fece una voce dall’altra parte. “ qui Kate Lockley.”
“
Casa Summers... „
“
Dawn, sono Giles, passami Buffy per cortesia…”
“Giles!”
Gli sembrò quasi di vederla, mentre tamburellava impazientemente sulla
superficie liscia della consolle.” Io sto bene, grazie, è bello sapere che ti
preoccupi per me!”
“Mm… “Mormorò lui, passandosi una mano sulla
fronte, mentre con l’altra tirava fuori il
suo biglietto aereo, cominciando a controllare i dati. “Dawn… hai
perfettamente ragione e …non devi credere…Buffy mi tiene costantemente
informato sulla tua salute…”
“Ma
al momento non sono certo la tua prima priorità!”
Sospirò.
Il
dramma era che Dawn aveva anche ragione!
Erano
più di dieci giorni che non parlava con lei, e adesso non aveva il tempo per
farlo… anche se sapeva benissimo che quella bambina era ben lungi dallo stare
bene…
“Down,
abbi pazienza… passami Buffy per favore…”
La
sentì sbuffare, e un attimo dopo chiamare la sorella.
“Mi
sembra di essere io quella invisibile…” Mormorò la ragazza. Ma non era con lui
che parlava.
Per
un attimo, solo per un attimo, Rupert pensò che forse poteva spendere pochi
minuti con lei, cercando di capire se la sua inquietudine era profonda come
appariva, ma non aveva ancora finito di
formulare il pensiero che sentì arrivare Buffy.
“Grazie…
“Disse alla sorella. “va… va a fare i compiti… vai…!”
“Ho
capito!” Esclamò l’altra. “ Non volevo origliare!”
Buffy
sospirò, e, per l’ennesima volta, Giles si chiese se avesse fatto davvero la
scelta giusta lasciando Sunnydale…
E
per l’ennesima volta considerò che cosa avrebbe potuto fare altrimenti…
“Chi
non muore si risente!” Cominciò
Nel
frattempo potevo anche essere ri-morta dieci volte!”
Di
nuovo, Rupert sospirò, e tenendo la cornetta fra il mento e la spalla chiuse il
coperchio della sua valigia, facendolo scattare.
“Ho
sentito Anya, ieri…” Cominciò.
“Ma
che bello! Il che mi fa molto piacere e mi fa sentire molto meno… abbandonata!”
Strinse
le labbra.
Mentre
quella parola gli risuonava nelle orecchia.
Abbandonata…
E
desiderò poterle dire quanto avesse desiderato chiamarla... ogni singola ora di
ogni singolo giorno … e quanto avesse desiderato rivederla… e riabbracciarla…
L’aveva
lasciata perché lei, finalmente, potesse crescere… ma niente lo aiutava a
capire quale fosse il comportamento più giusto da tenere…
Niente
gli spiegava se fosse meglio centellinare le telefonate, o mandarle un regalo
per il suo compleanno…
Come
non c’era nulla di razionale a dirgli che quella particolare telefonata era
sbagliata…
Eppure…
sapeva che era così.
Proprio
come sapeva quant’ era inevitabile.
“Buffy,
parleremo di questo un ‘altra volta…
Adesso
devo chiederti una cosa… “
“
Lasciami indovinare… il mondo è per caso in pericolo?!”
C’era
scherno nella sua voce… ed era dura… più dura di quanto ricordasse.
Chiuse
gli occhi per un attimo, cercando le parole, ma di nuovo, lei lo prevenne.
“Cos’
è successo questa volta?” Domandò.
Ecco.
Ora veniva il difficile.
“Devi
prendere Spike, “ Rispose, scandendo le parole. “ e Tara, e andare a Los
Angeles.”
Per
un attimo, dall’altra parte non avvertì alcun suono, se non un piccolo,
minuscolo respiro strozzato.
E
poi la furia.
Come
spesso. Come sempre.
“Dimmi
che questa cosa non ha a che fare con Angel!”
“…
Buffy…
non posso… perché è esattamente così… “
“Bè”
La sua voce vibrava di collera, adesso.” Sai che ti dico? In qualunque guaio
sia, qualunque cosa stia succedendo, vienici tu a cavarlo dai casini!
Io
non ci vado a Los Angeles! E non con Spike, poi!”
“Buffy,
ascoltami…”
“No!
Sai
cos’è successo l’ultima volta!
Io
non ho la benché minima intenzione di farmi ancora umiliare, e poi… con Spike…
ma da dove ti salta in mente…”
“Buffy,
vuoi stare a sentire…”
“Tu
non lo sai che cosa è successo qui! Tu te ne sei andato, te ne sei lavato le
mani!
Io…
sono stata male… io sto ancora male, e … l’ultima cosa che voglio, in questo
momento, è rivedere Angel… e …”
“Buffy!”
Gridò, lasciando cadere in terra la valigia.” Sta zitta e ascoltami! “Sapeva
che le avrebbe fatto male. E sapeva di non avere scelta. “ Al momento non
ha importanza come ti senti o cosa
vuoi…”
“Non
avrà importanza per te!”
“Tu
prenderai quel vampiro e sarai a Los Angeles fra due ore, senza discussioni!
Riparleremo
di tutto al mio arrivo!”
Potè
quasi vederla, con gli occhi sgranati per la sorpresa e le labbra leggermente
dischiuse, come sempre, quando era stupita, o sconvolta.
E
lasciò che smaltisse quell’istante, senza parlare, fino a che non fu lei a
farlo.
“Tu…
“ Mormorò. “ torni?
…
Giles…
ma che è successo?”
La
sentì deglutire.
“Angel…
è… “
“Sta
bene, Buffy… almeno fisicamente… “Guardò l’orologio, calcolando mentalmente
quanto ci avrebbe messo il Taxy per portarlo all’aereoporto.
E
in quello stesso momento, dall’altra parte, gli giunse all’orecchio
un’inconfondibile voce maschile.
“Spike
è lì?” Domandò.
“Già,”
Scattò lei. “ come sempre, quando non dovrebbe…”
Giles
sospirò. E decese che quel taxy avrebbe corso molto, molto velocemente.
“Okay.
Fallo avvicinare al telefono…” Ordinò. E compatì terribilmente il vampiro, che
si sarebbe trovato a portata di Buffy, quando lei avrebbe saputo del bambino di
Angel.
Lasciò
che il battito del suo cuore si calmasse, Kate, prima di vacare la soglia
dell’albergo.
Di
quel mondo che apparve ai suoi occhi frenetico e confusionario.
Una
cacofonia di voci e colori che stridevano le une con gli altri, la maggior
parte dei quali avrebbe dovuto spaventarla.
E
per un attimo tornò indietro con la mente.
A
un altro tempo… a un altro ufficio, immerso nel silenzio, se non per il quieto
battere sui tasti di un computer… di un irlandese dai capelli neri.
Sembrava
trascorsa una vita. E probabilmente lo era.
La
sua.
Quella
di Angel.
E
quella di qualcuno che non aveva mai visto. Di cui non aveva mai saputo niente.
Che
senza colpa l’aveva ferita. E l’aveva risvegliata.
E
le aveva dato la forza di tornare in quell’albergo.
Dopo
tanto tempo.
Sollevò
il mento, e indossando la corazza di ghiaccio che a volte era quasi una seconda
pelle, scese le scale dell’atrio, facendosi strada nella confusione di demoni
ed esseri umani, la maggior parte dei quali diretti all’uscita.
E
qualcosa, dentro di lei, si mise in moto senza nemmeno che lo volesse.
Come
pretendevano di combinare qualcosa in tutta quella confusione…
“Come
pretendete di combinare qualcosa in tutta questa confusione?!” Esclamò,
incrociando, sulla porta dell’ufficio di Wesley, una giovane donna con i
capelli rossi, che le lanciò uno sguardo fra il disgustato e il sorpreso.
Wesley
se ne stava lì, in piedi sull’uscio, ed
evidentemente seguiva la donna con gli occhi, mentre Angel era seduto alla
scrivanie, la testa fra le mani, e sebbene non ci fosse un solo centimetro
della sua pelle che si muovesse… Kate lo vide ugualmente tremare.
Tuttavia,
entrambi la fissarono al suo ingresso, e Angel si alzò in piedi, lentamente,
come fosse stupito di vederla, mentre lei chiudeva la porta alle sue spalle,
letteralmente in faccia a … qualcosa di giallo!
“Kate…”
Mormorò piano lui.
Lo
guardò, spedendo le sue emozioni in fondo al cuore.
Non
era certo il momento.
“Credevi
che non venissi?” Chiese, avanzando.
Angel
non rispose, ma fu Wesley, invece, a farlo.
“Non
così… presto… “
Perfetto.
Angel
non gli aveva nemmeno detto di averla chiamata.
E
del resto… non la stupiva…
Nemmeno
nei momenti più terribili dell’anno precedente aveva mai letto una tale
angoscia negli occhi del vampiro. Un ‘angoscia che la feriva come fosse sua. E
da cui non doveva lasciarsi contagiare.
“Non
tanto presto.” Ribattè. “ Ma ho pensato che fosse meglio iniziare a muovere
qualche pedina in ambienti non ufficiali, immediatamente.”
“Cosa
vuoi dire?” Mormorò Angel, la mano serrata sul bordo della scrivania.
Kate
strinse le labbra.
“
Che qualunque sia il motivo per cui tuo… figlio… è stato preso, qualcuno, nei
bassifondi o negli ambienti della malavita, potrebbe esserne a conoscenza.
Riti
magici, propiziatori, semplici alleanze con vampiri e demoni… mi sono fatta una
cultura sui collegamenti fra l’occulto e la criminalità a tutti i livelli…
Il
bambino potrebbe essere in un tunnell, ma anche nella villa di qualche boss… e
se io non so niente di cosa ci sia nei primi, posso però infilarmi nei secondi.
E a questo proposito… qualcuno ha già fatto la denuncia di scomparsa?”
Angel
abbassò gli occhi, e Wesley fece appena in tempo a dischiudere le labbra.
“Perfetto!
Lo immaginavo! “
“La
polizia non…” Cominciò il vampiro.
“
La polizia non può far nulla per ritrovare tuo figlio… perdonami, ma non sono
d’accordo!
La
polizia può cominciare col diramare un identikit del bambino, la polizia può far
innervosire la gente giusta, e la gente nervosa sbaglia.
Che
poi questa … gente… abbia due o sei occhi… non c’è molta differenza.
La
polizia potrebbe talmente far sudare chi ha il piccolo da costringerlo a
chiudersi in un posto che reputa sicuro, dove tu e i tuoi potrete scovarlo,
anziché spostarsi, col timore di venire scoperto.
O
persino ritrovare il bambino, se per un caso qualunque è affidato ad un essere
umano.
E
infine… una denuncia depositata autorizza le indagini di coloro a cui voglio
chiedere aiuto, e le mie stesse… “
“Se
non ti si ritorce contro come intralcio alle indagini…”
Era
stato Wesley a parlare, ma Kate guardò ancora Angel, scotendo le spalle.
“E’
un rischio che sono disposta a correre…”
“Perché…?”
Sussurrò piano lui.
E
la guardava…
Per
la prima volta dacchè era entrata… la guardava veramente. Per la prima volta
dacchè era entrata… Angel sembrava aver riacquistato una parvenza di lucidità.
“Perché
è tuo figlio…” Rispose semplicemente.
Lo
vide deglutire, e distogliere per un attimo gli occhi, prima di mormorare:”
Kate…”
“Angel,
no…” Allungò una mano, posandogliela sul torace. “ non voglio sapere nulla…
Su
di te, su lui, su sua… madre… “ Scosse la testa. “ quello che provo io… ora non
ha importanza…la cosa importante è solo trovarlo… “ Strinse di nuovo le labbra,
prima di rivolversi a Wesley, senza nemmeno rendersi conto che teneva ancora la
mano sul petto di Angel. “ Avete una foto del bambino?”
“Uh…
certo!” Esclamò lui.
“E
una cosa sua… per il DNA… “Aggrottò la fronte. “il DNA del bambino è normale?”
“Abbiamo
fatto delle analisi del sangue…” Sussurrò Angel, e solo allora Kate ritrasse la
mano, l’imbarazzo sedato solo dall’urgenza del momento.
“Perfetto.
Preparate anche quelle.
Le
prenderò al mio ritorno…
Intanto
pensiamo alla denuncia…
Tu…
oh, cavolo, tu non hai documenti!”
Si
guardò intorno, e un attimo dopo afferrò dal tappo la bottiglia di minerale
sulla scrivania di Wesley.
“Prendi!”
Ordinò, porgendola a Angel.
Lui
aggrottò la fronte, ma le obbedì, e, un attimo dopo, Kate avvolse la bottiglia
nel suo fazzoletto.
“Perfetto.
Tra due ore avrai i documenti. Falsi, ma li avrai… sotto che nome?”
“Oh…
“ Wesley si avvicinò, porgendole una fotografia. “ il bambino lo ha dichiarato
come Gerardo Angel… “
Kate
prese la foto, senza guardarla, e superando Wesley agirò la scrivania. Sfiorata
dagli occhi dei due uomini, che pareva quasi non riuscissero a seguire la
rapidità dei suoi gesti.
Aprì
uno dei cassetti, poi un altro, fino a che non trovò ciò che cercava.
“Perfetto!”
Commentò, tirando fuori un foglio in bianco, e porgendolo a Wesley.
“Dal
momento che tu i documenti li hai, metti una firma qua sotto e dammi la tua
carta di identità… compilo io la denuncia mentre vado in centrale…
Avanti!”
Lo esortò, di fronte alla sua sorpresa. “ Non ho intenzione di intestarmi i
tuoi averi!”
Wesley
si riscosse, e firmò il foglio in bianco, che lei riprese immediatamente,
puntando subito dopo alla porta.
“Okay,
ci vediamo qui fra due ore… fatemi trovare le analisi del bambino e io vi dirò
che cosa sono riuscita a fare… “
“Kate…”
Strinse
le labbra. Passandogli accanto.
“
Non dirmi grazie! “Esclamò, uscendo dalla stanza. “Risparmiati per quando lo
troveremo!”
Sentì
su di se gli occhi dell’uomo. E dovette combattere contro l’istinto che la spingeva
a voltarsi, e correre da lui.
Ad
abbracciarlo… a stringerlo a se… offrendogli conforto per quel dolore atroce
che era nel suo sguardo.
E
ora… forse… Angel pensava che ce l’avesse con lui… per quello che non le aveva
detto… mentre tutto ciò che voleva era cancellare il dolore.
Mentre
l’attimo di rabbia era svenito nel momento stesso in cui nella sua voce, al
telefono, aveva sentito vibrare un singhiozzo.
“Oh…
Wesley…” Mormorò, voltandosi. E una parte di se si stupì quando l’uomo, che si
era fermato sulla porta accanto ad Angel, diede segno di averla sentita persino
in quel caos, e le andò incontro. Davanti a lei, il vampiro li fissava, il
volto inespressivo in contrasto col tormento dei suoi occhi, e Kate si spostò,
fingendo di continuare a camminare verso la porta, fino a che un gruppo di
ragazzi di colore si frappose tra lei e quegli occhi disperati.
Prese
Wesley dal braccio, nella speranza che Angel non la udisse.
“Lascialo
andare …” Mormorò.
L’altro
ammiccò, fissandola.
“Si
farebbe uccidere… “ Rispose. “ e non risolverebbe niente…”
“Scoppierà
così… “Lanciò uno sguardo alle spalle dell’Inglese, solo per scoprire che Angel
la fissava ancora. “ non chiedermi perché lo so… ma è così…
Fa
quello che devi fare, organizzati, ma poi lascialo andare… “
“Kate,
tu non sai niente di Connor… è importante che lo troviamo non solo per Angel…
Ci
servono tutta la lucidità e la precisione possibile…”
“
E lui ti sembra lucido, adesso??”
Scosse
il capo.
“Angel
tornerà lucido solamente se si sarà talmente tanto sfinito da non avere più la
forza di sentirsi in colpa, o così infuriato…
E
io… ho paura che così… finirà… come l’anno scorso…”
“L’anno
scorso era drogato ed era stato sottoposto a tutta una serie di…”
“E
adesso ha perso il suo bambino! Temo… che possa andare molto peggio…
Angel…
è troppo forte per cadere semplicemente in depressione… “
Si
passò una mano sul volto.
Il
cuore le batteva veloce. Troppo veloce.
E
niente… niente aveva senso.
“Scusami…
“ Mormorò, lasciandolo.” Io… non so niente di lui…”
Aprì
la porta di scatto, e la pioggia le investì il volto, senza arrivarle
all’anima.
Solo
quando fu in macchina, ferma ad un semaforo dopo dieci minuti buoni di guida
forsennata, ebbe il coraggio, finalmente, di guardare la foto del bambino di
Angel.
“Voglio
sapere tutto! “ Esclamò Buffy, i pugni premuti contro i fianchi.” Ora!”
E
il suo tono era così imperioso e pieno di rabbia che per un istante, un
singolo, rapido istante, persino Spike provò pena per Angel.
E
quella pena ebbe il potere di lenire in parte la rabbia che lui stesso provava.
Per
essere lì.
Costretto
a cercare uno degli uomini che meno avrebbe voluto vedere.
E
per avergli dovuto portare Buffy.
La
sua Buffy.
La
sua amante. Il suo amore.
Che
infuocava i suoi giorni e le sue notti, ma non gli aveva mai detto “ ti amo”.
Che
non aveva mai dato segno di provare per lui più che… desiderio.
Mentre
bastava ancora pronunciare il nome di Angel perché il suo cuore battesse più
forte.
Anche
se era la rabbia, talvolta, a farlo correre.
Già…
almeno questo lo avevano in comune, lui e il bastardo.
Provocavano
la rabbia di Buffy. Sabbene fosse una rabbia così diversa.
Nel
suo caso, la rabbia di chi non vuole amare… in quello di Angel, di chi vorrebbe
smettere di farlo.
E
immaginava solo quanto Buffy si fosse sentita ferita, e tradita, quando aveva
saputo che l’uomo del suo cuore aveva avuto un figlio…
E provava dolore per lei.
Eppure…
era Angel ad avere perso il suo bambino… e ad affrontare adesso la rabbia di
una donna dalla cui vita era uscito da tre anni.
Non
si chiedeva come fosse stato possibile, Spike.
Non
si interrogava come tutti gli altri sul mistero di un vampiro che metteva al
mondo un figlio.
Non
gli importava.
Il
mondo era pieno di segreti che lui non avrebbe mai capito. E che non avrebbero
mai avuto a che fare con la sua esistenza.
Per
quel che importava a lui Angel poteva metterne al mondo decine di marmocchi.
Purché non facesse soffrire Buffy.
E
non rompesse le scatole a lui.
Cose
che invece aveva fatto. Senza nemmeno saperlo.
Perché
era tipico di Angel: viveva la sua esistenza, soffriva, sputava il sangue,
finiva all’inferno… e pagava le conseguenze di ciò che il suo dolore aveva
inflitto ad altri!
Si,
gli fceva pena.
Quell’uomo
enorme, dritto davanti a lui, con gli occhi bassi.
Perso.
Annientato. Mentre Buffy lo investiva con la furia dietro cui nascondeva
ossessività e dolore.
E
gli faceva paura. Perché della gente che si trovava in quella stanza, forse
solo l’Inglese che si rendeva conto
della furia che poteva scatenarsi da quegli occhi perduti.
Una
furia che, invece, Spike intuiva, sentendola quasi nelle ossa.
Sebbene
non l’avesse mai vista.
Raccontava,
l’Inglse con gli occhi azzurri, e Spike faticava a far combaciare la sua
immagine con la descrizione dell’uomo impacciato, pieno di se e terribilmente
antipatico che gli era stata fatta a Sunnydale.
Parlava. Cercando di spiegare ciò che non poteva
essere spiegato.
Snocciolando
una storia di bambini, amore… profezie…
Seduto
sul bancone dell’altrio, lasciò che le parole gli scivolassero addosso,
intervallate dai commenti e dalle domande di Buffy. Completamente ignorato
dagli altri, e, per una volta felice, di esserlo. I sensi totalmente saturi
dalle decine di odori diversi che vibravano nell’ aria attorno a lui.
Gli
odori delle creature che si erano affollate in quello stesso atrio nelle ultime
due ore e mezzo…
E
gli occhi che non riusciva a staccare da Angel.
Dal
suo volto devastato che però non gli trasmetteva il piacere e la soddisfazione
che avrebbe dovuto.
E
Spike si ritrovò a chiedersi se fosse effetto del suo cambiamento, dell’amore
per Buffy… o se sarebbe stato così anche prima.
“Mi
dispiace…”
Spike
ammiccò, continuando a fissare l’altro, che per tutto il tempo era rimasto così
immobile da farlo quasi stupire, ora, del fatto che riuscisse a parlare.
“Di
averti coinvolta in tutto questo…
Io…
non avrei mai voluto…”
Lo
immaginava…
Persino
in quel momento… persino in quelle condizioni… Buffy continuava a esercitare il
suo potere su di lui.
“Che
cosa non avresti voluto?” Scattò la ragazza.” Che sapessi che hai un figlio,
quando è anche per questo che hai lasciato me? Che sapessi che mi hai mentito?”
Spike
distolse gli occhi.
“Non
ti ho mentito… “ Mormorò piano Angel.
“E
anche se lo avesse fatto, non sarebbe questo il momento di rivangarlo!”
Oh,
due punti per l’Inglese!
“Anche
perché…” Aggiunse Spike, parlando per la prima volta da quando era entrato. “
se il… piccolo … è davvero così importante, potremmo ritrovarci senza più
bocche per farlo! Sarà più divertente azzannarsi quando saremo relativamente
certi che non ci si apra una voragine sotto il sedere!”
“Sta
zitto, Spike!” Soffiò Buffy.” Nessuno vuole la tua opinione!”
Lui
strinse i denti, saltando giù dal bancone.
Ecco.
Quelo era uno dei rari momenti della sua esistenza in cui avrebbe potuto
prendersi una soddisfazione…
Sbattendo
in faccia ad Angel che andava a letto con Buffy.
Rivelandogli
qualcosa che gli sarebbe bastato un respiro per capire. Se fosse stato nelle
condizioni di farlo. E che era anche ciò che Buffy aveva il terrore scoprisse.
Aveva
perso il conto di quante volte e in quanto modi lo avesse minacciato, a tal
proposito, durante il tragitto da Sunnydale.
Sarebbero
bastate solo poche parole. Un attimo.
E
invece non lo fece. Come sempre.
E
invece si coltò e battè i pugni contro il bancone di legno, ferendosi le mani.
“Cosa
pretendete… che per Buffy Summers esista qualcosa di più importante del suo
smisurato ego?”
Spike
si girò di nuovo. Di scatto.
Per
scoprire che lo avevano fatto tutti.
E
ritrovarsi, come tutti, a guardare il fantasma di Cordelia Chase.
Il
fantasma della ragazza piena di vita che ricordava, armata di balestra, accanto
al piccolo irlandese di nome Doyle.
Pallida,
spettinata, l’abito che indossava, probabilmente da più di un giorno, sudato e
sporco di sangue.
Eppure
con quella forza tutta sua che ancora le brillava dentro.
Come
il giorno che l’aveva affrontato per difendere Angel.
“Cosa
volete che le importi” Continuò, scendendo l’ultimo gradino.” Se il mondo vive
o muore… se vive o muore un bambino di pochi mesi … o se…” Sollevò una mano,
indicando Angel.” L’amore della sue viata sta soffrendo come nessuno di noi può
nemmeno immaginare…
Tutto passa in second’ordine… tutto è sempre
passato in second’ordine…com’è sempre stato… ”
“Cordelia!”
Buffy scosse la testa, esasperata.” Sentivamo la mancanza tua e della tua
lingua velenosa!”
L’altra
scosse le spalle, assolutamente incurante delle sue parole.
“Lo
sai, Buffy, ci sono stati demoni di tutte le sorte qui dentro, oggi…
Alcuni…
credo che avrebbero spaventato persino te… e tutti ci hanno offerto il loro
aiuto. Chi per riconoscenza, chi per interesse, chi… non ho idea del perché.
Spike,
il “ cattivo” Spike… che l’ultima volta usava Angel come puntaspilli… ha fatto
lo stesso.
L’unica
… cratura… che stia polemizzando sul come e sup perché … sei tu…” Sorrise,
scotendo a sua volta il capo. “ E la cosa… non
mi stupisce affatto…”
Buffy
abbassò gli occhi, e Spike sapeva che le parole dell’altra l’avevano colpita…
come sapeva che non lo avrebbe mai ammesso.
Se
non col linguaggio del suo corpo.
Per
un attimo, Cordelia Chase rimase immobile, a guardare la sua ex compagna di
classe. Prima di superarla e avvicinarsi al bancone. Prima di avvicinarsi a
lui.
Non
lo guardò, ma si piegò in avanti, e recuperò dall’altro lato un pupazzo… un
orsacchiotto di pezza che aveva l’aria di essere stato parecchio bistrattato… o
abbracciato.
E
Spike potè vedere delle lacrime negli occhi della donna… prima che tornasse
indietro e passasse nuovamente accanto a Buffy.
“Cerca
di non strillare come un ‘acquila…”Scandì cupamente, mentre già saliva le
scale.” Ho un amico che sta morendo di sopra. E non voglio che muoia con le tue
grida nelle orecchia…”
Risalì.
E ancora nessuno disse niente.
E
ancora, il silenzio li assordò tutti.
Fino
a che non fu infranto dalla voce pacata di una ragazza che fino ad allora era
rimasta in silenzio.
“C…
che cosa posso fare… io?” Mormorò Tara,
e sembrò che avesse gettato un sasso in uno stagno, perché immediatamente tutti
si rivolsero a lei.
“Oh…
certo…”Esclamò Wesley, passandosi una mano sulla testa.” Lei è la…”
“Strega…”Finì
la ragazza.” Si…”
“In
realtà… Giles non mi ha spigato quello che ha in mente, però… mentre
aspettiamo… può darmi una mano… come se la cava con i collettori di vista?”
Tara
annuì piano.
“B…
bene… credo…”
“Okay…”
S’intromise nuovamente Spike.” E mentre voi sguazzate fra le erbe un ragazzo
cosa può fare per divertirsi un po’?”
Fu
sorpreso, al limite dello chock, quando fu Angel a rispondergli.
“Tu
vieni con me…” Mormorò. “ nei tunnell… devi… “ Strinse le labbra.” Mi saresti
molto utile… come infiltrato…
Io
sono troppo… conosciuto…”
“Mm…”Spike
sorrise, guardando negli occhi il suo sire de facto. “ mentire… ingannare…
sguazzare nella melma… mi piace! Mi è mancato!”
Si
voltò, recuperando dal bancone lo spolverino.
“Si
va? Soffoco se resto ancora un minuto in questo posto deprimente!”
“Tu
non puoi soffocare…”Borbottò Buffy, lanciandogli un ‘occhiata.
Lo
considerava un tradimento.
Che
seguisse Angel. Che lo aiutasse.
E
lui avrebbe avuto tempo di spiegarle che se lo faceva era solo per lei e per
Dawn. Che per ciò che lo riguardava il bastardo e il suo cucciolo potevano
tornarsene insieme all’ inferno!
Dopo…
le avrebbe spiegato tutte le ragioni. Magari quando le avesse capite anche lui.
Angel
non aggiunse niente, nemmeno una parola.
Ma
guardò Buffy .
A lungo. E nei suoi occhi c’erano ancora delle
scuse.
E
Spike sentiva la lingua prudere dal desiderio di provocarlo.
“Buffy…”Stava
dicendo in quel momento l’Inglese. Ma lei lo interruppe , voltandosi di scatto.
“Non
prendo ordini da te, Wesley!”. Angel si fermò, con la mano sullo stipite di una
porta che conduceva in basso.
E
per un secondo, il respiro di Buffy fu corto e irregolare.
Prima
di stringere leggermente le labbra, in un modo che Spike conosceva così bene.
“Però…
puoi dirmi… se c’è qualcosa che nessun altro può fare…”
La
sua Buffy…
Vide
Angel abbassare gli occhi, e fissarli dinanzi a se, e capì che, con ogni
probabilità, Buffy sarebbe andata con loro…
E
un ‘ondata di panico gli invase il cuore.
“Sai,
Angel, “Scattò, incapace di resistere.” Mi chiedevo… esiste una ragione al
mondo per cui tu dovresti fidarti di me? Per cui non dovresti temere che venda
te e il tuo cucciolo al miglior offerente?”
Non
sapeva che reazione volesse suscitare . Forse desiderava che Angel lo colpisse,
davanti a Buffy, per sapere cosa lei avrebbe fatto.
O
forse voleva solo esasperarlo.
Ma
fallì. Ancora una volta.
E
di nuovo non provò alcun piacere quando Angel continuò a guardare in basso, e,
con voce spenta, mormorò:” Nessuna, Spike… ma sono disparato…”
Capitolo
III Cercando Connor
Ecco.
Come
sempre Buffy rubava a tutti la scena, e con la testa alta raggiungeva Angel e
Spike, e li precedeva oltre la porta che conduceva alla cantina, e poi ai
tunnell.
Come
sempre lei era
Come
per concedere un piacere ad Angel…
Uno
scomodo, fastidioso piacere.
E
Cordelia avrebbe voluto precipitarsi su di lei pochi minuti prima, e afferrarla
dai capelli, e gridarle in faccia che poteva tenerselo il suo prezioso aiuto…
E
urlarle tutto ciò che aveva sempre desiderato, in quegli ultimi anni.
Ma
non poteva… e non doveva…
Perché
Cordelia non poteva aiutare Angel… mentre Buffy poteva farlo…
Perché
Cordelia non aveva nemmeno un decimo delle possibilità che aveva lei di
ritrovare Connor…
Non
aveva un decimo delle possibilità che aveva Spike, o Wesley , o Giles, o Kate…
E
allora doveva mettersi da parte.
E
lasciare che fossero loro ad agire…
E
lasciare che Buffy Summers e il suo egocentrismo appestassero il luogo in cui
erano stati felici… fino a due gironi prima…
Ingoiando
l’orgoglio e i pezzi del suo cuore.
Non
serviva…
Cordelia
non era indispensabile…
Perché
non sarebbe riuscita a scuotere Angel ne a trovare Connor, ne a consigliare
Wesley meglio di quanto già non facesse da solo…
E
non sarebbe riuscita nemmeno ad affrontare di nuovo Buffy senza saltarle al
collo.
Lo
sapeva…
Era
passato il tempo in cui aveva creduto di poter essere sempre indispensabile il
tutto…
E
ne era venuto un altro… in cui Cordelia Chase sapeva ciò in cui poteva
veramente essere utile…
Non
sospirò mentre piano sfiorava con le dita il corrimano di legno, lasciando la
platea delle scale, con le figure ai
suoi piedi che si muovevano come attori sul palcoscenico di un dramma.
Con
gli occhi pieni di lacrime e un orsacchiotto di pezza stretto al petto…
Solo
una scusa.
Per
scendere di sotto… e non scoppiare di rabbia…
Aprì
piano la porta, e la penombra della stanza le ferì di nuovo il cuore.
Come
la figura inerte, stesa nel suo letto.
“E’
arrivata anche Buffy…” Mormorò, sedendo piano sulla sedia accanto a Lorne. “ Ma
credo che tu te ne sia accorto…
Gridava
così forte che devi averla sentita… dovunque tu sia…”
Allungò
il braccio, posandogli accanto al petto l’orsacchiotto di Connor. Nella folle
convinzione che lo potesse vedere.
Lei
sapeva che era così…
Lei
ci era passata.
Cordelia
era stata in coma, ed era uscita dal suo copro, per osservare ciò che dicevano
e facevano i suoi amici…
E
anche Lorne, ora, doveva essere lì…
Da
qualche parte…
A
guardarla e sorridere di lei…
E
inclinare il capo in quel suo modo assurdo…
E
Cordelia si chiedeva se anche come proiezione astrale avrebbe conservato quei
suoi assurdi vestiti…
“
Questo l’ho preso tanto per prenderlo…” Gli confidò, sistemando l’orsetto. “
non potevo mica scendere e sbuffare addosso a quella “nana” che mi ha rotto le
scatole una volta per tutte…
Non
potevo mica strillarle addosso di decidersi a crescere…
Ho
una mia dignità, sai…”
Sorrise,
senza nemmeno volerlo, e allungò una mano per sistemargli meglio i bordi della
vestaglia.
“Cosa
ne saprai tu, poi… di dignità…
Guarda
come ti sei fatto conciare…”
Lorne
era lì… e se pure non ci fosse stato… se pure fosse andato un attimo a dare un
‘occhiata agli altri… era lì che sarebbe tornato.
E
allora, Cordelia lo avrebbe convinto a svegliarsi.
Almeno
a questo poteva servire.
“Sai…
“ Esclamò, appoggiandosi allo schienale. “ quando ti deciderai ad aprire quel
cavolo di occhi rossi ti insegnerò qualche mossa di attacco…”
Faceva
freddo in quell’albergo.
Tanto
freddo.
Ed
era un freddo che penetrava nel cuore di Kate, e lo ghiacciava.
Un
freddo che lei non avrebbe dovuto sentire.
Perché
lei stessa era fatta di ghiaccio.
A
detta di tutti. Dei suoi ex colleghi come di coloro che aveva arrestato.
E
il ghiaccio… non poteva provare freddo… non poteva tremare… non poteva provare
il bisogno di stringersi le braccia attorno al corpo. Come Kate.
Il
ghiaccio non aveva bisogno di ricacciare dentro di se l’angoscia nel vedere le
macerie nella hall, che nessuno aveva ancora rimosso.
E
non piangeva, piegato sul volante di un ‘auto, davanti alla foto di un bimbo
mai visto.
Il
ghiaccio era forte, come Kate non era mai stata. E si spezzava… proprio come
Kate.
Ma
non ora. Assolutamente… non ora…
Entrò
nell’altrio deserto, e il rumore dei suoi passi l’assordò, più del frastuono di
poche ore prima.
Dandole
come l’impressione di entrare nel regno di un fantasma.
Urtò
qualcosa, un mobile riverso in terra, e sobbalzò quando le colpà le orecchia la
musica di un carillon. Un piccolo carillon a forma di giostra.
Si
chinò a prenderlo, e nello stesso istante, da quel regno di ombra, emerse il
volto provato di Wesley.
“Kate!”Esclamò,
affacciandosi dalla porta del suo ufficio. “ Perdonami. Non ti ho sentita
entrare!”
Lei
avanzò, ostentando sicurezza.
“Lo
hai lasciato andare…?” Chiese soltanto.
Lui
scosse le spalle, e non ci fu bisogno di chiedere a chi si riferisse.
“Non
lo so, Kate… lui è uscito con Buffy e … e siamo
d’accordo che lo cercherà… solo… ma non so quanto riuscirà a trattenersi prima di ricominciare a spaccare
ogni cosa… non so nemmeno quanto sia giusto chiederglielo… “
Si
lasciò scivolare dietro quella scrivania che all’improvviso sembrava troppo
grande per lui, e a Kate fece una gran pena quell’uomo così solo che stava
sostenendo un ruolo così difficile. Senza dimostrare cedimenti…
In
un certo senso… le ricordava se stessa.
E
forse era per questo che adesso rivelava parte della sua stanchezza proprio a
Kate, che non era mai nemmeno stata sua amica.
“Stai
facendo un ottimo lavoro, Wesley…”Mormorò.
Lui
si coprì il volto con le mani.
“Vorrei
solo che servisse a qualcosa…”
“Titti
stanno dandosi da fare… e Angel è in piedi. Direi che a qualcosa è servito…”
“Angel
è in piedi non so nemmeno io come… e non so quanto ci resterà.
E’
distrutto. Quel bambino era…”Strinse le labbra.” È tutta la sua vita… e ora c’è
anche Buffy che certo non rende le cose più facili e…”Sollevò gli occhi
azzurri, guardandola. “ ma tu… non sai chi è Buffy…”
Kate
sorise.
“Qualcosa
la so…
La
stazione di polizia…”Continuò, di fronte allo sguardo stupito di lui. “ quando
Faith fu arrestata…
So
che… stava con Angel, e che allora…”Distolse per un attimo gli occhi.” Lui
l’amava ancora…”
“Sai
che è una Cacciatrice e … che cos’è una Cacciatrice?”
“Si…”Sussurrò,
e assurdamente si sentì di nuovo vicina alle lacrime. “ ne ho letto…”
Vide
Wesley scotere la testa, prendendola di nuovo fra le mani.
“E’
tutto così complicato da spiegare…” Mormorò. “ per chi non ci si trova dentro…”
“Ehi…”
Kate allungò una mano, sfiorandogli con gentilezza la spalla.” Non importa.
Veramente.
Ci
sarà tempo per spiegarmi. Quando avremo trovato Connor… e allora…”Sorrise. “ ti
assicuro che ti farò seccare la gola…”
“Credi…
che lo troveremo…”
Povero…
povero Wesley… che continuava a recitare la parte del capo quando probabilmente
avrebbe solo voluto piangere.
“Io
ho fede…”Rispose piano.” Ho fiducia che presto… sarà di nuovo qui… con voi…
Angel…
non può avere avuto un figlio per perderlo così…”
“E’
assurdo…”Wesley si tese all’indietro, poggiandosi allo schieale della
poltrona.” Sei l’unica… che ne è convinta veramente… “
“Forse
sono solo la più testarda di tutti… okay…”Allungò a Wesley una cartellina con
dei fogli, mentre sedeva sullo spigolo della scrivania.” Ora… questa è la
denuncia, insieme al tuo documento. In centrale aspettano le analisi del
bambino e qualcosa da cui reperire il DNA… posso portarle io o un altro… mm…
qui c’è il nome dell’incaricato…
A
questo punto tutti i miei contatti si stanno movendo… c’è un settore rimasto
scoperto o mi muovo a intuito?”
“Mm…”Wesley
sfogliò piano le carte. “ In verità un sospetto ci sarebbe, però…”
“Wesley”Lo
interruppe Late allungendo una mano.” Niente ma.
Io
non so niente di tutto quel che c’è dietro, ma so che è il bambino di Angel,
per cui dimmi solo a chi vedo pestare i calli.”
Wesley
sospirò, e all’improvviso sembrò invecchiato di dieci anni.
“Wolfram e hart.” Mormorò.
„Dannazione!“
Urlò Linwood, battendo furiosamente i pugni sul piano della scrivania.
Davanti
a lui, Lilha Morgan sobbalzò, mentre con sadismo godeva dell’ espressione
umiliata di Gavin Park.
L’odiato
Gavin Park.
E
solo vedere quell’ombra sul suo viso valeva la pena di sopportare la sfuriata
di Linwood, che tanto spesso le faceva rimpiangere Holland.
Più
mortale, ma per lo meno più silenzioso e discreto.
“Per
quale motivo vi mantengo in vita?!” Esclamò, il volto una maschera di collera.”
Dovevamo essere i primi a sapere del rapimento! E invece saremmo rimasti
all’oscuro, se Lilha non ci avesse informato!”
Gavin
Park deglutì, lanciandole un rapido sguardo che accrebbe a dismisura la sua
soddisfazione. Oh, si, ne valva la pena… com ‘era valsa la pena giocarsi le
coronarie di fronte alla furia di Angel.
“Ho
fatto solo il mio dovere…”Cinguettò, ma fu gelata dal secco commento di
Linwood.
“Ovvio
che hai fatto solo il tuo dovere! E continuerete a farlo, e farete molto di più,
e troverete quel moccioso prima che chiunque possa usarlo per qualche casino
che non sia organizzato e gestito da noi!
E
prima che il socio maior lo venga a sapere…”
Si
abbandonò sulla poltrona, la sola prospettiva della furia del socio maior che
lo faceva impallidire come un cencio. Almeno al pari della prospettiva che,
dopo che a Lilha, Angel facesse visita anche a lui…
Ecco.
Anche questo le faceva rimpiangere Holland.
O,
a dirla tutta, le faceva rimpiangere di non esserci lei al suo posto!
“Andate!”
Esclamò Linwood, scotendo la mano.” Non voglio più vedervi fino a che non
avrete trovato quel marmocchio!”
lilha
annuì, e precedette ostentatamente Park fuori dall’ufficio.
“Bella
forza!” Ringhiò l’uomo al suo fianco.” Lo avrei avvertito anche io, se Angel fosse
venuto a minacciare me!”
“Se
Angel fosse venuto a minacciare te…”Ghignì Lilha . “ saresti a pulire il
pavimento di casa, adesso!”
Voltò
l’angolo, sempre tallonata dall’uomo.
Quanto,
quanto le piaceva quella situazione!
“Io
mi occuperò di allertare la squadra speciale…”Cominciò Park, ma lei lo
interruppe, spiengendo la porta del suo ufficio.
“E
io non ho intenzione di dire a te come intendo muovermi!” Sorrise. “ Prova a
usare le tue scartoffie per trovare il pupo, mentre io faccio qualcosa di
concreto!”
“Senti
Morgan…”
“Non
eri tu che non volevi collaborare? Sempre così sicuro di te? Cos’ è, sporcarti
le mani sul campo ti fa paura? O è Linwood a fartene?”
Allungò
la mano verso l’interruttore della luce, ma sobbalzò , voltandosi di scatto,
quando alle sue spalle sent’ l’uomo gridare.
Fece
a tempo a vederlo cadere. Mentre la porta ancora si chiudeva.
E
lei, che un attimo prima aveva deriso la sua paura, assaggiò il velenoso sapore
del terrore.
Un
terrore noto, che invano aveva cercato di dimenticare.
E
che spesso aveva invaso i suoi incubi.
Come
gli occhi scuri che le stavano davanti.
Gli
occhi felini di un predatore, vibranti di follia.
Che
la paralizzavano di terrore.
“Ciao
giglio…”Sentì, nelle orecchia e nel sangue nelle sue vene. “ è vero che vuoi trovare
il mio bambino?”
Invisibile.
Come
un gatto accucciato in un angolo…
Come
la magia che le scorreva nelle vene.
Come
una bambina spaventata dentro lo stipo basso della cucina di una vecchia casa
del sud.
O
come una ragazza che piangeva in mezzo alla strada… dove chiunque avrebbe
potuto vederla, ma nessuno lo faceva…
Invisibile…
Come
l’amore, o l’odio, o il rancore, o il calore umano.
Come
la forza che brillava negli occhi calmi di quel giovane uomo che da un giorno
intero lottava con un mondo che avrebbe spaventato i più…
Quell’uomo
con la magia nel cuore e nel cervello… che riusciva a non farla sentire…
invisibile…
Invisibile
come sempre.
Invisibile
come prima, al loro arrivo, quando avevano cominciato a parlare, e Tara aveva
desiderato scomparire… o aveva la mano di Willow, da stringere nella sua…
Invisibile…
ecco com ‘era sempre stata Tara Mc Clay…
Invisibile
nelle sue lacrime, invisibile nel suo dolore, persino agli occhi del suo stesso
padre… Invisibile nella sua classe e fra i suoi amici…
Così
invisibile che a volte si era chiesta se davvero esistesse…
Prima
di conoscere Willow…
E
adesso, a questa fanciulla invisibile, si chiedeva di aiutare a salvare il
mondo…
Mentre
per lei la cosa più importante era far sapere a Will quanto l’amava…
E
si chiedeva ancora e ancora cosa ci facesse lì… a raccogliere ingradienti e
comporre pozioni… mentre Buffy cacciava… mentre Spike spiava fra le tenebre, e
quella donna, Kate, quella donna con l’amore negli occhi che aveva intravisto e
conosciuto ormai cinque ore prima,
rischiava la sua vita avvicinandosi a qualcosa di terribile… ed umano…
E
mentre Angel cercava il suo bambino… e Cordelia vegliava instancabilmente il
suo amico, e Wesley… Wesley, che sembrava avere forza senza fine e che stava
per crollare… parlava piano con Giles, raccontandogli ogni cosa.
E
in un modo che lei non capiva, riusciva ancora… a non farla sentire invisibile.
Con
le sue occhiate gentili, con i suoi sorrisi rassicuranti, mentre, appoggiata al
bancone dell’atrio, lei continuava a miscelare i suoi in gradienti.
Era
arrivato meno di mezz’ora prima, Giles, direttamente dall’aereoporto… con una
sola valigia in una mano e il suo carisma nell’altra.
E
dopo un ‘occhiata, una sola lunga occhiata quasi di sfida all’Inglese più
giovane, gli aveva stretto la mano, e aveva preso a parlare con lui.
Concitatamente.
Come
se temesse, come tutti, di non avere molto tempo.
“Un
rito di Amyra… “Wesley si passò la mano fra i capelli
socchiudendo leggermente gli occhi, pensoso. “ E’ rischioso…”
“E’
preciso…” Obbiettò l’altro. “ il più preciso…”
“E
la formula esatta…”
Giles
sollevò la sua borsa, aprendola con un gesto secco e tirandone fuori un foglio
accuratamente ripiegato, che Wesley prese subito, osservandolo.
“Qualcuno
al Concilio non sarà molto felice …” Commentò. “ hai spaginato uno dei volumi
base…”
“Così
impareranno a non prestarli al primo Osservatore che li chiede… non sai quante
volte l’ho ripetuto…”
“Mm…
“
“Te
la senti?”
Wesley
sollevò gli occhi, e parve dispiaciuto quando esclamò piano: “Naturalmente!
E
anche se non me la sentissi, non è certo qualcosa di cui si possa discutere… “
Giles
sospirò.
“Il
Tri- clon… colui da cui può dipendere il destino del mondo…”
“O
forse… solamente il bambino di Angel…”
Per
un attimo, i due uomini si guardarono, come due rivali su un terreno di sfida,
frenati solo dal reciproco buon senso.
E
c’erano molte cose non dette fra di loro. Vecchi rancori da scoprire e domande
mai dimenticate a cui rispondere, che Tara poteva sentirle fin da lì…
Ma
entrambi sapevano… che non era quello il momento.
“Tara…”
Giles si voltò verso di lei. “ tu te la senti?”
Lei
annuì piano, senza rispondere, e in quell’attimo stesso poggiò sull’ultima
delle ciotole una foglia di Oleandro, perché la polvere magica che conteneva
non si disperdesse.
“Bene…
“ Mormorò cupo Wesley. “ Ora ci serve solo…”
“Buffy!”
Tara
sobbalzò, voltando la testa. Seguendo la direzione degli occhi di Giles.
Fino
alla figura snella della Cacciatrice, che stringendo un paletto entrava dalla
porta della cantina.
La
ragazza sollevò gli occhi, e per un attimo i due si fissarono, occhi negli
occhi.
Fino
a che il rancore non si sciolse, e Buffy lasciò andare la sua arma.
Abbracciò
Giles con trasporto, nascondendogli il volto nella spalla, e lasciando
trasparire per un solo istante quanto le pesasse tutto ciò che accadeva.
“Volevo
che venissi…” Ansò. “Mi sembra di impazzire...
Angel è… io non lo riconosco… e…”
Tara
abbassò per un attimo lo sguardo, cme investita dall’imbarazzo di Buffy, quando
realizzò la presenza di Wesley poco discosto da Giles.
Discreta,
come sempre, ma non abbastanza.
Buffy
si voltò, sollevando il mento.
E
fu peggio. Perché si accorse che c’era anche Tara.
“Buffy…”
Mormorò piano Giles. “ dov’è Angel…?”
Lei
boccheggiò, tornando a voltarsi di scatto.
“Dov’è…
Angel?! “Esclamò. “ Dov’è Angel?! Non ci vediamo da mesi, potrei aver passato
qualunque cosa e tu mi chiedi dov’è Angel?
Io…
ho avuto paura di essere un demone, Giles… sono stata umiliata… sono stata
depressa… Ho… ho passato cose di cui non
puoi avere idea, e tu arrivi qui, e neanche mi chiedi come sto?
Da
dove cavolo vi viene tutto questo interesse per Angel?
Perché
non lo avete avuto tre anni fa?! Perché non avete pensato allora che bravo
ragazzo?!
Perché non gli avete impedito di andarsene
via, invece di buttarlo fuori dalla mia vita?! “
“Buffy…”Cercò
di interromperla Giles, prendendola per le spalle.
“
E ora lui ha una vita, ha un figlio, mentre io… io che cosa ho?
Io
ho Spike e…”
“Buffy!”
Giles
l’abbracciò, stringendola a se.
“Hai
ragione…
Hai ragione, dovevo… chiederti come stai, e
dovevo… “Chiuse gli occhi. “ ho sempre pensato al tuo bene…”
“Tutti
volete il mio bene, ma non fate altro che prendere decisioni…” Tara vide Buffy
stringere i pugni, fino a conficcarsi le unghie nei palmi.
Dal
giorno in cui le aveva detto che non era un demone non l’aveva più vista così
sconvolta. Ma essere lì, in quella città, spala a spalla con Angel, la
costringeva a fare i conti con troppa parte di se stessa.
“Angel
è ancora fuori…” Disse cupa, staccandosi dall’uomo, la voce di nuovo vibrante
di collera controllata. “ ci siamo separati quasi subito…”
“Lui…
ti ha fatto andare da sola?” Mormorò Wesley stupito.
Buffy
scosse le spalle, stizzita.
“Non
si era neanche accorto che c’ero… ha indicato a Spike e me come tornare
indietro… poi è stato in silenzio… non credo si sia accorto che ci ha persi…”
“Ci
serve…”Spiegò l’uomo.” per un
incantesimo…”
Un
attimo dopo, Wesley si voltò, raggiungendo Tara dall’altra parte della hall.
“Lo
cerco sul cellulare… “Mormorò.” sempre ce l’abbia… e che sia ancora intero…”
Probabilmente
Tara non avrebbe mai saputo se quel cellulare Angel non lo aveva con se o lo
aveva distrutto… ma, mentre il silenzio calava sull’Hyperion e Wesley ripeteva
più volte il numero, immaginava che non l’avrebbero trovato.
“Lascia
stare… “ Sbuffò alla fine Buffy, raggiungendolo e togliendogli dalle mani la
cornetta. “ chiamo Spike, lo recupererà lui… così almeno si rende utile… “
“Da
quando in qua Spike ha un cellulare?” Mormorò Giles voltandosi.
Buffy
non rispose, componendo il numero, e tara si ritrovò suo malgrado a sorridere
notando la sua espressione.
Il
mondo poteva finire da un momento all’altro, inondato dal sangue di un bambino
innocente… eppure, in quel momento, l’unica cosa che importava veramente a Buffy
era che Giles non le chiedesse come mai quel numero di cellulare lo
conoscesse a memoria.
“Sei
tu Joe Arghos? “
L’uomo
sollevò il volto, scrutandola con i grandi occhi scuri sul volto
incredibilmente scavato.
“Preferisco
farmi chiamare il ratto…” Sibilò, studiandola. E a quanto pare gli
piacque ciò che vide. “ Ma tu, se vuoi, puoi chiamarmi Joe…”
Kate
lo fissò, reprimendo a stento un sussulto di disgusto.
Era
fin troppo abituata a farlo, dopo anni in polizia, e sapeva che nulla di ciò
che provava traspariva dal suo volto, mentre prendeva posto sulla sedia di
fronte all’uomo. Lurida, come tutto in quel locale della più oscura periferia
di Los Angeles.
E,
del resto, non c’era da stupirsi, visti i clienti abituali …
Non
solo demoni, vampiri, e simili delizie, in generale, ma, a detta del suo
contatto, la feccia di ogni razza possibile. I fuoriusciti, i paria, e tutti
coloro che non volevano dare nell’occhio…
Tutte
categorie in cui Joe Arghos pareva rientrare alla perfezione…
Oltre
che in quella di chi la guardava di gran lunga con troppa lascivia!
“Molto
bene… ratto… “Sibilò. “io ho i tuoi soldi, tu quello che voglio sapere…
per cui, parla!”
“Ehi!”
L’uomo si tese all’indietro, sollevando le mani.” Quanta fretta! Mi fai pensare
che una dura come te abbia paura a stare in questo … covo di bravi ragazzi…”
Kate
si lanciò un ‘occhiata attorno.
In
effetti il locale era quasi completamente vuoto, ma dei pochi avventori
presenti, come pure del barista, avrebbe preferito non sospettare nemmeno
l’esistenza!
“Non
si è parlato chi chiacchiere al telefono!” Tagliò corto. “Dimmi quello che
voglio sapere e dammi una ragione per credere che sia la verità!”
“
Prima i soldi…”
“Neanche
per sogno…”
“Allora
non saprai mai ciò che
Kate
strinse le labbra, scrutando negli occhi dell’uomo come decine di volte aveva
fatto con la peggior feccia di Los Angeles.
In
cerca di risposte.
Che…
lo sentiva… quel bastardo non poteva darle. Eppure…non poteva arrischiarsi a
sbagliare…
“Sai
cosa, ratto… “ Lo provocò. “ io non credo che tu sappia un bel niente.
Credo che tu stia solo cercando un modo facile per fare soldi… e credo… che
pensi che è andata bene… che ti è capitata una donna invece di chissà quale…
animaletto…o al padre del bambino …
Che
se fosse arrivato un uomo, o se avessi fiutato il pericolo, avresti dato una
risposta diversa alla mia domanda… mentre così, con una donna, non corri nessun
rischio, e se ti va bene riuscirai anche ad allungare una mano…
Bè,
lascia che ti dica una cosa… “ Si sporse sul tavolo, stringendo gli occhi. “ ti
sbagli… e non hai nemmeno idea di quanto… “
“Dovrei
avere paura?” L’uomo sghignazzò. “Li vedi tutti i presenti, tesoro? Non mi
possono vedere… ma sta sicuro che se rovescio il tavolo e faccio un po’ di
casino… e se vado a dire che stai col vampiro con l’anima… ti saltano tutti
addosso… così… sulla fiducia… o per il gusto di sbattersi un
amica di Angel…
Può
fare male, sai… non hai idea di quanto …”
“Non
hai idea di quanto può fare male questa… “ Sibilò Kate, togliendo la sicura
alla pistola nella tasca della sua giacca di jeans.
Vide
l’uomo impallidire, e approfittò del vantaggio per continuare: “Lo hai detto,
nessuno ti può vadere qua dentro. Per cui se ti sparo, prima che tu abbia anche
solo il tempo di nominare Angel, a nessuno importerà un fico secco… e io uscirò
di qui illesa, e andrò a cercarmi un
vero informatore… “
“Non
hai il fegato… “ Sibilò lui.
“Non
sarebbe la prima volta… e nemmeno la decima. Per cui, adesso… convincimi che posso
crederti…”
“Sei Joe Arghos?”
Kate
sgranò gli occhi, ma permise a se stessa di lanciare solo una rapidissima
occhiata all’uomo comparso al suo fianco.
Sapeva
che le minacce facevano parte del gioco per feccia come Arghos, ma non per questo avrebbe perso di vista l’ uomo
su cui puntava una pistola.
Il
nuovo arrivato poteva essere un ragazzo sui venticinque o ventisei anni, con i
capelli biondo platino e gli zigomi marcati, decisamente attraente, avvolto in
un lungo spolverino di pelle nera.
Pericoloso.
Lo sentì immediatamente.
Più
di quanto Joe Arghos sarebbe mai stato.
Era
certa che, proprio come aveva detto prima, l’uomo davanti a se avrebbe negato
la propria identità… se solo fosse stato solo… ma con lei lì, l’unica cosa che
potè fare fu sorride, fin troppo nervosamente…
“Sembra
che oggi mi vogliano tutti … “
“Fredda
gli entusiasmi, zombie! “Sbottò il ragazzo, che parlava con un marcato accento
inglese.” Non sei il mio tipo!”
“E
allora… “ Mormorò cupamente Kate. “ Perché non sparisci?”
L’altro
la fissò, e l’ironia nella sua voce la tagliò come una lama.
“Perché
mi sono follemente innamorato di te!” La schernì. “ Peccato che tu mi abbia
appena congelato … tutto!”
Afferrò
una sedia, e senza tanto complimenti prese posto accanto a Kate.
“Devo
parlare al tuo ragazzo, mia lady, perché non vai a farti un giro?”
Kate
dovette lottare per non boccheggiare, ma non riuscì ad impedirsi di voltarsi
verso di lui, incontrando gli occhi azzurri più sfrontati che avesse mai visto.
“Bè…
“Mormorò un attimo dopo, rivolgendosi nuovamente ad Arghos. “ non dire che non
ti ho avvisata…
Degli
amici… mi dicono che sai qualcosa di un bambino rapito… “
Kate
trattenne il fiato. Con le parole che lentamente le scendevano fino al cuore.
Gelate…
come era certa che fosse la pelle di lui.
“Quali
amici?” Sputò Arghos.
“Mm…
molti amici… troppi… Pare che tu non sappia proprio tenere chiusa quella
fogna…”
“Se
uno ha della buona merce …”
Merce
… proprio come sospettava…
Quel
tipo non aveva mai nemmeno messo piede alla W e H…
“Bè,
spero che tu non l’abbia già venduta… la merce… perché io e i miei… fratelli
saremmo molto dispiaciuti di sapere che ci hanno preceduti…”
Kate
fissò la gola dell’uomo, e il petto, oltre il bordo dello spolverino.
Non
respirava…
Perfetto…
era seduta al tavolo del bar dei tagliagola
insieme a uno sciacallo e un vampiro…
“Sei…
di qualche… setta…?” Chiese Arghos, umettandosi le labbra.
L’altro
sbuffò, tirando fuori da una tasca una sigaretta ed un vecchio zippo.
“Non
sono affari tuoi. Ma mi stai annoiando…
Sai
o no dove sta questo bambino? Lo stiamo tutti cercando “in famiglia” e vorrei
proprio fare contenta la mamma e trovarlo per primo… e … a proposito… datti da
fare con la tua ragazza… “Si voltò verso di lei, con un movimento così fluido da
ricordarle un gatto. “ non mi stacca gli occhi di dosso… “ La fissò, e dopo un
attimo sorrise. Un sorriso lento, quasi compiaciuto.
“
No…” Mormorò. “ tu non puoi essere la sua ragazza…”
“Complimenti…
“Rispose piano Kate… “hai vinto una fornitura di piombo… vampiro… “
Livide
sollevare un sopracciglio, mentre Arghos, dall’altra parte del tavolo,
sibilava: “ La puttana ha una pistola…”
Lui
continuò a sorriderle, e con un unico movimento afferrò l’uomo alla gola.
“Impara
a trattare le signore!” Esclamò, gettandolo dall’altra parte del locale.”e tu…
ti conviene abbassare quell’arma… sai che non puoi uccidermi.”
“No…
“Kate continuò a guardarlo, movendo impercettibilmente il mento verso il basso.
“ ma posso farti tanto… tanto male…”
Il
ragazzo abbassò gli occhi, e solo in quel momento realizzò “dove” stava
puntando la pistola, ancora nascosta nella sua tasca. E uno sguardo insieme di
ammirazione e di rabbia gli passò negli occhi.
“Alzati…
“ Ordinò Kate. “ molto piano…”
“Posso
disarmarti in un secondo… “Fece lui. Ma obbedì… immediatamente.
“Rischiando
di farmi partire un colpo? Chissà perché ho idea che tu ci tenga alla tua
virilità…”
“Lo
sai?” L’uomo sorrise, mentre Kate gli faceva cenno di camminare all’indietro
verso la porta del locale. Sotto gli occhi disinteressati di tutti gli
occupanti. “ Mi piaci… e non ho ancora capito perché stiamo litigando.”
“Lo
sai?” Ripose lei, spingendolo fuori, nel buio di un vicolo. “ Non me ne importa
niente! E non stiamo litigando… tu stai semplicemente per dirmi che cosa sai
del bambino di Angel…”
Improvvisamente,
ogni traccia di scherno scomparve dallo sguardo del vampiro, e i suoi occhi
cambiarono colore, facendosi di un blu cupo e tempestoso.
“Okay…
“ Disse, e Kate fu certa di sentirlo ringhiare. “ ora basta giocare… “
Rafforzò
la presa sulla pistola, ma prima che avesse il tempo di reagire, due braccia
l’afferrarono da dietro, strapandole di tasca la mano..
Reagì
immediatamente, abbassandosi e ruotando con il busto, e un attimo dopo scalciò
Joe Arghos contro la parete più vicina.
Lasciando
il vampiro libero di gettarla in terra… sempre che avesse davver avuto
bisogno di quell’ aiuto… inginocchiandolesi sopra e sbattendole i
polsi contro l’asfalto.
Kate
gemette mentre la pistola le volava dalla mano.
“Sei
un grande amico!” Esclamò Arghos, strisciando verso di loro. “era ora che
qualcuno le desse una lezione…”
Le
mise le mani nelle tasche dei Jeans e
Kate si contorse, mentre le sfilava il portafoglio.
“Sai
davvero qualcosa del bambino?”Sibilò il vampiro, continuando a guardare lei.
“Ah…
“ Kate sollevò il busto, cercando inutilmente di liberarsi. “ quello non sa
nemmeno che faccia ha il bambino! E’ solo… uno schifoso sciacallo…”
L’altro
strinse i denti, gettandole in faccia il portafoglio da cui aveva appena preso
il denaro.
“E
con questi volevi comprare un ‘informazione! Ehi, amico, ti spiace se ci faccio
un giro anch’ io dopo ?! “
“Vattene!”
Ringhiò l’altro. “ Ora!”
“Non
voglio mica portartela via…”
Il
vampiro sollevò gli occhi, e sotto lo sguardo di Kate mutò il suo volto, trasformandolo
in una maschera grottesca e terrificante
.
“
Va via… “ Ringhiò, scoprendo i denti. “e ringrazia l’esercito degli Stati
Uniti!”
Al
che Joe Arghos diede segno di avere almeno una rotella che girasse per il verso
giusto, quando sgranò gli occhi, un attimo prima di darsela a gambe levate.
Lasciandola
sola con il vampiro… e completamente alla sua mercee…
Come
doveva essere stato suo padre… prima che lo uccidessero…
Ma
suo padre non sapeva quello a cui stava andando incontro… mentre Kate lo vedeva.
Kate
vedeva le zanne acuminate che presto sarebbero affondate nella sua carne… Kate
scrutava negli occhi del suo assassino…
E
imprecava contro la sua stupidità… e il suo amore…
Avrebbe…
avrebbe voluto dire a Angel che lo
amava… prima di essere uccisa…
Avrebbe
almeno voluto essere certa che lui lo sapeva…
Ma
forse … era meglio così…
“Allora,
bellezza… “ Sibilò il vampiro. “ Invertiamo le parti… che cosa sai del bambino
di Angel?”
Kate
deglutì. Sapeva che non poteva nascondergli la sua paura… che poteva odorargliela
sul corpo… ma non gli avrebbe dato la
soddisfazione di vederla tremare.
“Puoi
anche uccidermi subito… perché da me non saprai niente!”
“Oh…
non temere… ti ucciderò… “Il vampiro si abbassò, il volto vicinissimo a quello
di lei. “ il problema è il subito… “
Avrebbe
voluto almeno che… lo sapesse…
“Potrei
morderti…”Mormorò lui sulle sue labbra. “ renderti come me… e poi mi diresti
tutto quello che voglio…”
Kate
non riuscì ad impedirsi di ansare, ma continuò a fissarlo, ostinatamente, senza
lasciare nemmeno per un istante i suoi occhi.
Ed
erano occhi strani… diversi da quelli degli altri che aveva conosciuto. In un
certo senso… le ricordavano quelli di Angel…
Il
vampiro si sollevò leggermente, e le sorrise.
“Lo
sai…” Mormorò.” Conoscevo un tale a cui sarebbe piaciuto immensamente giocare
con te…”
Kate
cercò qualcosa da rispondere, la gola che le faceva male per quanto era secca.
Ma non ce ne fu bisogno.
Poiché
tutta la sua attenzione fu spezzata e poi attratta dal suono squillante di un
pianto di bambino.
Vide
il vampiro voltarsi di scatto e balzare in piedi, rapidissimo. Scordandosi
completamente di lei.
E
si ritrovò ad inseguire l’essere che voleva ucciderla, con il cuore che le
batteva in petto e la pistola, recuperata da terra, da terra stretta in pugno.
Era
assurdo.
Assurdo
perché avrebbe potuto ucciderla in un secondo.
E
perché qual bambino avrebbe potuto essere chiunque.
Voltò
un angolo, e sollevò istintivamente l’arma, sostenendosi il braccio, allertata
dai rumori di una lotta.
Mentre,
davanti a lei,il vampiro sbatteva in terra una figura avvolta in un lungo
mantello chiaro e un attimo dopo ne attaccava una seconda, che teneva in
braccio un un bambino, avvolto in un telo.
Ce
n’era anche un terzo, seduto in terra, anche lui con un bambino, un po’ più
grande, fra le braccia, la piccola testa reclinata di lato.
Il
cappuccio del mantello che, scivolando, aveva rivelato un orribile volto
grigio, con larghe creste sulla fronte.
Fece
per alzarsi, spalancando un’enorme bocca dentata, ma Kate glielo impedì… per
sempre… colpendolo con un proiettile diritto in mezzo agli occhi.
Un
attimo prima che il vampiro spezzasse all’altro il collo.
Kate
corse in avanti, in tempo per vederlo prendere al volo il piccolo.
“Oh,
sangue!” Esclamò, tenedolo fra le mani.
Lei
sollevò la pistola, tenendosi con le spalle alla parete.
“Lascialo!”
Ordinò, mirando alla testa .
Il
vampiro sbuffò, tornando al suo volto umano.
“Puoi
anche tenertelo…” Mormorò. “ non è quello giusto…”
“Non
ha importanza!” Scandì lei, ma non potè impedire al suo cuore di saltare
notando anche lei le differenze fra il piccolo urlante e il bambino ritratto
nella foto di Wesley. “Ora posalo in terra… con delicatezza… se gli fai del
male giuro che ti stacco la testa!”
Lui
la guardò, e le parve di scorgere stupore nei suoi occhi azzurri.
Era
come… se la vedesse per la prima volta…
Ma
non fece a tempo ad analizzare le sue sensazioni, poiché il demone dietro di
loro, il primo che il vampiro aveva atterrato, si rialzò con un balzò,
ringhiando e saltando verso di lui.
Kate
lo aveva visto muoversi, sapeva che quel vampiro biondo avrebbe potuto scansare
senza difficoltà quell’attacco… e invece lo vide cadere in ginocchio e piegarsi
in avanti, chinandosi sul bambino che teneva fra le braccia.
Per…
proteggerlo??
Sparò.
Tre… quattro volte. E solo quando il demone, che, col suo aspetto da rettile,
era molto differente dal precedente, fu stramazzato in terra, si permise di
analizzare quel suo ultimo, assurdo pensiero.
Un
vampiro che proteggeva un bambino… o meglio… un … altro vampiro che proteggeva
un bambino?? Era… impossibile…
Angel
le aveva sempre detto di essere l’unico…
Eppure…
lui era lì, in terra, e piano alzava gli occhi per osservare il suo piccolo
fardello, che nel frattempo aveva smesso di piangere, prima di sollevarli verso
di lei.
Che,
più per istinto che per raziocinio, abbassò la pistola.
“Ti
giuro…” Mormorò ironicamente l’uomo. “ starei le ore a farmi osservare da te…
ma la posizione non è molto comoda…”
Si
alzò lentamente, sempre tenendola d’occhio, e Kate glielo lasciò fare.
“Perché
mai …” Mormorò. “ un vampiro dovrebbe proteggere un bambino umano che non ha
mai visto in vita sua?”
L’altro
storse il naso in un modo che sarebbe quasi sembrato imbarazzato.
“Quando
trovi una risposta comunicamela, per favore!
Io
sono mesi che la cerco!”
“Credevo
che Angel fosse il solo…”
“E’
il solo!” Sbuffò lui, ma intanto sollevò fra le braccia il bambino. “ Io ci
sono costretto!”Inclinò la testa di lato, scrutandola, come se volesse leggerle
l’anima.” Sei la ragazza di Angel?” Esclamò quindi.
Kate
sgranò gli occhi.
“No!
Naturalmente no! Perché dovrei esserlo ‘”
L’altro
scosse il capo, disgustato.
“Idiota…”
Soffiò. “ tieni, prenditi questo sbavo frigrante! Prima che cambi idea e lo
lasci cadere…”
Kate
lo fissò, la pistola ancora stretta in pugno.
“Andiamo…”La
incitò lui. “ pesa!!”
Non
sapeva se rischiare o meno… la pistola, e la distanza a cui si trovava
come uniche difese …
Certo,
era anche vero che se avesse voluto.
Sobbalzò,
col rischio che a lei partisse un colpo
e a lui il bambino dalle braccia, quando il silenzio del vicolo fu interrotto
bruscamente dal ringhio… di un telefono cellulare!
“Sangue
nero!” Urlò il vampiro, prendendo il piccolo con un braccio solo mentre
infilava la mano nella tasca dello spolverino. “ Prima o poi mi farà prendere un infarto!”
Aprì
con uno scatto un cellulare che sembrava troppo piccolo per la sua mano,
portandoselo all’orecchio.
“Peccato
che sia già morto! Che cosa c’è, Buffy?!”
Buffy…
Buffy?!
Kate
aggrottò la fronte, guardandolo.
Quel…
vampiro … era amico di Buffy? … della Cacciatrice?! … della ragazzina petulante
che quasi due anni prima aveva cercato di dare ordini nella “sua” centrale? …
della ragazza che Angel…
Distolse
gli occhi, passandosi una mano sul volto.
Tutto
quel tempo perso…
“No,
amore… “cinque miglia di muso” non è con me! Senti per caso piangere e
sospirare qui intorno?”
Bene…
si accompagnava alla Cacciatrice, ma non pareva avesse molta simpatia per
Angel…
Dall’altra
parte, sentì lo strepito di una voce femminile. Pareva proprio che il tempo non
le avesse migliorato il carattere…
“Mm…”Borbottò
il vampiro, lanciandole un ‘occhiata e poi voltandosi leggermente, come se si
vergognasse della presenza di Kate. “ okay… ma non essere così gentile! Rischi
di farmi sciogliere… E tanto per… Buffy?” Allontanò il telefono dal volto,
guardandolo per un secondo prima di rimetterlo in tasca con qualcosa che molto
somigliava a un ringhio.
“Ricapitoliamo…”
Mormorò Kate, decidendosi finalmente a mettere in tasca la pistola. E sperando
di stare facendo la cosa giusta. “Tu stai con Buffy e io…”
“…
con Angel…”
“Nel
senso…”Puntualizzò piccata.” Che lo aiuto a cercare suo figlio…”
“Nel
senso…”Ripetè lui sfidandola con occhi.” Che se ti scaldi ancora un po’ mi
ustioni!”
Strinse
le labbra, ma non ribattè, voltandosi invece e raggiungendo il secondo
bambino, ancora svenuto fra le braccia
del suo rapitore.
“Un
Koshh e un demone Delle nebbie… “Borbottò alle sue spalle il vampiro.” Strano che
si alleino per qualcosa… sono nemici giurati…”
“Se
lo dici tu…”Ribattè lei, prendendo fra le braccia il piccolo.
Si
guardò intorno per un secondo, prima che un sospiro le sfuggisse dalle labbra.
Non avrebbe voluto per nulla al mondo abbandonare le ricerche di Connor… ma
adesso c’erano anche quei due innocenti…
“Devo
portarli in ospedale… “ Disse a malincuore. “ se vedi Angel… “Ci pensò per un
secondo.” Digli che lo troveremo…”
“Certo,
e lui ti crederà all’istante! Ehi, aspetta un attimo…” Il vampiro inclinò la
testa di lato, continuando a tenere, senza quasi accorgersene, il bambino. “tu
hai una macchina ?”
“Credi
che bazzichi a piedi, sola, da queste parti ? Certo che ho una macchina!”
“Okay,
andiamo.”
Ora
capiva perché quel vampiro stava dalla parte della Cacciatrice…
Era
matto!
Completamente
matto!
“Senti
un po’… tu! “Esclamò.” Il fatto che … forse… non hai intenzione di farti uno
spuntino con me…”
“Mm…
“Il vampiro si avvicinò, e inaspettatamente le tolse l’altro bambino di
braccio. “ io vorrei pure… il guaio è che non posso…”
“
non vuol dire che mi fidi ciecamente di te…”
“Fai
bene…”
“Inoltre
ti ho già detto che devo portare questi bambini in ospedale… non posso
accompagnarti a cercare Connor, anche se…”
Il
vampiro non si voltò nemmeno, superandola e tornando da dove erano venuti…
Che
gran bastardo… sapeva che con quei due bambini in braccio lei avrebbe dovuto
per forza seguirlo…
“Ma
noi non andiamo a cercare il marmocchio, dolcezza… noi andiamo a scovare il
paparino… e poi ci sarà pure un ospedale strada facendo…”
“Strada
facendo per dove?!”
“Bo…”il
vampiro si strinse nelle spalle. E a Kate parve di vivere all’interno di un
‘assurda storia fantasy in cui lei stava… amabilmente conversando con un
vampiro! “seguiremo la scia dei cadaveri!”
“Aspetta!
Sarebbe troppo disturbo, dal momento che con ogni probabilità mi sgozzerai al
primo incrocio, dirmi almeno come ti chiami ?!”
Stavolta
lui si voltò, e c’erano sorpresa e sospetto nelle sue iridi chiare.
“Perché
“Esclamò. “ ti interessa come mi chiamo?”
Fu
Kate, ora, ad aggrottare la fronte.
“Perché
non mi sembri il tipo da voltarsi con un
amico !”
“Angelo…
se mi chiami tu sta sicura che mi volto, dovessi pure chiamarmi Dolly!
Comunque…”Continuò, scotendo le spalle.” E’ Spike…”
“Una
cosa che ho sempre desiderato chiederti, ma che mi è sempre sembrato troppo
idiota domandare, è se tu ci vedi normalmente…
Si,
insomma… i colori.,.. perché certe volte… certo tuoi… accostamnti… no, okay,
perché “sempre” i tuoi vestiti mi hanno fatto pensare che … no!
Non
devi proprio vederli i colori!
Cioè,
magari pensi di vestirti in grigio, o in blu e …
Sai,
come una che veniva a scuola con ,me e… bè, avresti dovuto vedere il modo in
cui si vestiva… quei colori assurdi!
Poi
un giorno… pam!… scopro che è daltonica!
Daltonica,
capisci! E io che pensavo fosse solo criminale!
Io…
avrei voluto… chiderle scusa… ma non l’ho fatto…
Avevo…
una reputazione da difendere…”
Cordelia
allungò la mano, sfiorando con dolcezza quella di Lorne.
“Che
sciocca… “ Mormorò.” Che stupida…
Pensavo…
che il mio destino fosse nelle mie mani. Che il mondo fosse nelle mie mani… ma
la verità era… che non ho mai controllato niente…”
Si
stupì di quanto liscia fosse la pelle di lui.
E
si stupì realizzando di non averla mai toccata così. E di aver avuto paura,
all’inizio, di quelle mani dalle unghie acuminate.
Era
durato poco, d’accordo, ma insomma…
Avere
paura di Lorne!
“Ehi!”Esclamò,
tirando su col naso.” Sai che pensavo? Che se tu non vedi i colori per come
sono… insomma, ti sei perso un sacco di cose, come per esempio… i miei occhi!
Lo
sai di colore sono i miei occhi?!
Guarda
che non mi offendo, qualunque cosa rispondi… purchè… mi rispondi…”
Continuò
a guardarlo. E lui continuò a tacere.
Abbandonato
, con gli occhi chiusi… così dolorosamente diverso dal vulcano di vita che
conosceva.
E
il suo cuore le faceva così male…
Aveva
visto la sua testa spiccata dal corpo… e non aveva provato un dolore così…
intimo… profondo. Come un morso che le lacerava l’anima.
Non
era fatta per questo, lei… non era fatta per vedere i suoi amici soffrire o
per… assistere un malato…
E
allora… che ci faceva lì…?
Allungò
le dita, per scostargli una ciocca dalla fronte. Ma non c’erano ciocche da
spostare…
Le
aveva sistemate tutte, una per una, nel corso delle ultime ore.
E
magari lui, guardandola, chissà cosa poteva pensare di quel suo continuo
accarezzargli la fronte…
“No,
eh…” Borbottò.” Non ti fare strane idee!Sono qui per tirarti fuori, io… ecco,
si, per questo… per prenderti dal naso e costringerti ad aprire quegli occhi,
fosse solo per sarmi smettere di parlare!”
Si battè la mano sul mento per un attimo prima di alzarsi e sedere sul
bordo del letto.” Okay… però direi che se ti parlo ancora di Buffy alla fine
veramente decidi di dare forfait e chissà in che buco cosmico ti rintani!
Il
fatto è che non abbiamo mai parlato tanto…
Cioè…io
ho parlato, tu mi hai ascoltata… e il risultato è che non so quasi niente di
te! Non so nemmeno se ci vedi bene!
Ma
ci vedi bene? No, perché altrimenti… bè, sei proprio criminale…”
Inclinò
la testa di lato, e un sorriso le salì dal cuore al volto.
“Lo
sai…”Mormorò piano.” Conoscevo un altro ragazzo che era criminale nel vestirsi.
No… cioè, si, era criminale… però… non era un ragazzo…
Non
te ne ho mai parlato perché…”Scosse le spalle.” Non lo so… non si parla mai di
lui, qui… non chiedermi la ragione…
Ha
cominciato Angel… ma lui fa sempre così…
Comunque…avresti
adorato Doyle… e Doyle avrebbe adorato te…
Angel
strappò la gola del demone.
Letteralmente.
E
Spike fece appena in tempo a saltare indietro, trascinando con se la ragazza,
prima che la carcassa gli finisse davanti.
Sentì
il cuore di lei battere più forte e si ritrovò a chidersi se fosse per la scena
a cui aveva appena assistito o la star di quel magnifico Show.
“E
doveva soltanto cercare!” Ringhiò, avviandosi verso di lui.” Ai miei tempi
cercare era guardare sotto uno serbino!
Avanti,”Reclamò.”
grand’uomo, il capo ti vuole alla base!”
Per
un attimo, Angel non si mosse, continuando a guardare il corpo senza vita ai
suoi piedi… e probabilmente parente degli altri tre che lo affiancavano… e
quando lo lasciò cadere in terra e si voltò a guardarlo a Spike parve quasi che
i suoi movimenti fossero innaturalmente poco fluidi… come… rallentati…
E
ciò gli trasmise una sensazione strana… peggiore di quel che avrebbe mai potuto
prevedere…
Poteva
detestare Angel… ma non gli piaceva vederlo in quello stato.
Lo
irritava, lo faceva infuriare…
Eppure
lo capiva… perché l’amore lo aveva ridotto anche peggio…
“Wesley…
“Mormorò il vampiro più vecchio, guardandolo. Parlandogli come se fosse una
cosa normale per lui. Il che deva ampiamente l’idea di quanto fosse schizzato.
Spike
storse il naso.
“Nhaa…
Buffy! Non so per quale barbaro rito tu serva… ma spero che ti taglino a
pezzetti…”
“Kate…”
Angel gli passò di fianco, e Spike si ritrovò a sbuffare sonoramente.
“Non
dedicarmi troppa attenzione!”Esclamò.” Potrei anche abituarmi! E del resto…”
Aggiunse, guardando l’altro raggiungere la giovane donna, in piedi vicina alla
sua auto.” Che mi aspettavo… lei ha delle gambe più belle… da quel che si
vede…”
“Hai
… trovato qualcosa…” Stava chiedendo lui, intanto, ignorandolo completamente.
La
ragazza dischiuse le labbra, fissandolo negli occhi.
Perfetto…
era innamorata di lui! Una novità
assoluta!
Ma
che cavolo aveva da far cadere tutte le donne ai suoi piedi?!?!
“Ho
attivao tutte le mie conoscenze… “Rispose lei.” Sono sicura che fra me e gli
altri… qualcosa combineremo… “
Mm…
un modo molto carino per dire di no…
Vide
Angel abbassare gli occhi e lei allungare una mano per sfiorargli con dolcezza
il braccio, senza smettere un attimo di guardarlo.
“Correzione
in diretta”, quella donna non era innamorata di Angel.
Era
persa, fritta, andata, completamente partita!
Aveva
messo il suo cuore in un pacchetto di posta celere e lo aveva spedito dritto
nel petto del gran bastardo! Che probabilmente non se n’era neanche accorto!
“Ora
ho sparso un po’ la voce che cerco dei contatti nella WeH e aspetto che…”
“Non
devi…” Angel sollevò di nuovo il volto, guardandola.” No… non devi…
E’…
troppo rischioso…”
Ah.
“Non
voglio che tu corra dei rischi inutili, Kate… stai già facendo… così tanto… e
io… “Di nuovo, abbassò la testa.
E
sarebbe stata la solita lagna se non fosse stato… che da quando erano arrivati non gli aveva mai
sentite dire tante parole tutte insieme!
“entrerò
io alla WeH…”
“Si!”Sbottò
finalmente Spike. “ Okay, d’accordo, dopo! Qualunque cosa tu voglia fare, dopo!
Adesso entri nella macchina, qui, della
regina delle minacce alla mia virilità e
andiamo diritti dalla cacciatrice!”
Sbuffò,
aprendo la portiera.
“E’
già troppo nervosa, e la mia è la faccia preferita con cui se la prende!”
“Prima
o dopo che hai aperto bocca?!” Borbottò la ragazza… Kate… Almeno una cosa buona
Angel l’aveva fatta… rivelandogli il nome di lei …
Avevano
combattuto, viaggiato insieme, si erano fermati all’ospadale e lui era stato
così un bravo ragazzo da non fregarle l’auto mentre Kate andava a depositarvi i
mocciosi… e tutto senza sapere come si chiamava!
Lui
troppo orgoglioso per chiederglielo e lei troppo persa… e ora capiva dove… per
dirglielo.
“Potrei
rispondere… ma offenderei le tue caste orecchia! Avanti! Ho idea che Giles
senior e junior abbiano in mente un qualche strano intruglio per cercare il tuo…”
Angel
si volto di scatto, e lui scosse le spalle.
“…
cucciolo! E poi, se continui a “interrogare” in quel modo tutti i poveracci che
incontri… non penso ti servirà a molto…”
“Quelli
erano i primi. “ Soffiò Angel, agirando la macchina.”
“Per
quel che mi interessa…”
Spike
fece per entrare, ma fu bloccato dalla perentoria voce di Kate.
“Spike?”
Esclamò.
Meritandosi
uno dei suoi più affascinanti sorrisi.
“Si
tesoro?”
“Dietro!”
“Perché
hai preso solo me? Perché… perché non anche Parck… anche lui sta cercando il
bambino… e… e…”
“Shh…”
Lilha
tremò, quando un dito sottile, freddo come ghiaccio, le sfiorò le labbra,
premendole con quella che avrebbe potuto anche essere giudicata dolcezza, considerato da chi proveniva…
“Lui
non avrebbe potuto interferire…
Ne
lui… ne nessun altro … qui dentro… ma tu… tu si…
Tu
potevi capire… potevi trovare il mio bambino… prima… che lo trovi suo padre…
Prima
che trovi… quello che ho lasciato di lui…
Prima
che guardi…” L’ombra si mosse, leggera, nel centro della stanza. Raggiunta con
fin troppa facilità… e con una scia di cadaveri alle spalle di cui
probabilmente nessuno si era ancora accorto.
E
con le sue unghie sulla schiena, nella carne che si divertiva a graffiare, per
poi ripulirla con la lingua.
Terrorizzandola.
Anche se quel terrore lei cercava, inutilmente, di celarlo.
“Sii…”Continuò
a cantilenare l’ombra.” Prima che trovi il suo corpo… Freddo… bianco come
alabastro… e sappia… e comprenda il prezzo del suo peccato… “
Si
chinò davanti a lei, e Lilha tremò, legata con un foulard si seta alla
spalliera di un letto coperto di polvere. Sentì le sue mani fredde scivolarle
lungo le braccia, e il suo volto sul proprio, in una carezza di pelle.
“Lui
ha peccato…” Le sibilò sul volto. “ ha ucciso la mia… famiglia… e io l’ho
amato… e lo odiato… e l’ho amato ancora… perché doveva accadere…
E
perché doveva venire il tempo… che io gli strappassi il frutto dei suoi lombi…
il frutto del mio stesso ventre…”
Lilha
deglutì…
Certo…
dopotutto Darla era…
“Shh…
non pensare… shh… shh… non farmi affrettare… il tempo… io…”
L’ombra
sollevò il volto, e i suoi occhi lucidi di follia si persero nel vuoto.
“Non
posso affrettare … il tempo… se così fosse… sarei già polvere…
E
invece… invece…”
Chiuse
gli occhi di scatto, sollevandosi da terra, e in un fruscio di raso raggiunse
la porta della vecchia casa abbandonata.
“Apetta…”
Ansò Lilha.
Lei
non si voltò. Probabilmente pensava volesse chiederle perché non l’aveva
uccisa…
Ma
Lilha sapeva che se non l’aveva fatto
doveva esserci una ragione, una ragione di cui a lei, al momento, non
importava.
Le
interessava solo di essere viva.
No.
Era un’altra la cosa che voleva sapere.
Un
‘altra la cosa a cui doveva prepararsi.
“Hai
davvero ucciso il figlio di Angel?”
La
vide voltarsi, e i suoi occhi scintillare.
Di
gioia pura e perversa.
Quasi
di lussuria.
E
una volta di più ne fu terrorizzata. Come mai nella sua vita.
“Si…”
Mormorò Drusilla.
Magia.
Fino
a tre anni prima Kate non aveva creduto nella magia.
Fino
a tre anni prima Kate non aveva creduto ai vampiri o ai demoni… o a chissà
quante altre cose di cui non aveva la minima idea…
Fino
a tre anni prima le aveva considerate tutti favole… racconti per spaventare i
bambini.
E
ora era lì… e assisteva a un vero incantesimo. Con tanto di polveri magiche, e
parole sussurrate a formare una sorta di
mantra…
E
per assurdo… non aveva paura…
Per
assurdo, tutto quello che provava era … speranza…
La
calda, vibrante sparanza che ciò che si svolgeva davanti a lei aiutasse Angel a
trovare il suo bambino.
Una
speranza che mi stemperava in quel dolore, in quella tristezza che le stringeva
il cuore ogni volta che lo guardava. E che aveva cancellato il suo stesso
dolore, come tutto il resto…
Come
l’imbarazzo di sentirsi estranea in quel luogo… o l’ostilità nei giovani occhi
di Buffy Summers…
Ferma,
diritta di fronte a lei. Le mani sui fianchie l’espressione di chi si prepari a
una battaglia.
Una
battaglia in cui lei era il nemico … e che Kate non aveva intenzione di
combattere.
Non
ora…
E
poi… cosa c’era da combattere?
Buffy
era la donna che Angel aveva portato, e
probabilmente ancora portava nel cuore… mentre Kate… Kate era soltanto
quella sbagliata… quella che neanche avrebbe dovuto essere lì.
Ma
che non avrebbe mai potuto essere altrove.
La
guardava, Buffy, talvolta… quando spostava gli occhi dai due cerchi disegnati
in terra in una stanza da cui tutti i mobili erano stati spostati, e al cui
centro erano disposti Wesley e l’altro Inglese, quello appena arrivato, Giles,
emanante un aria di carisma e autorità… oltre ad una strana fluorescenza
azzurrina dalle mani, che lo congiungeva a Wesley.
Fra
di loro, a mani giunte e circondati dallo stesso lucore, stavano Angel e Tare.
A occhi chiusi e come fuori dal tempo…
O
almeno, questa era l’impressione di Kate .
Deglutì,
distogliendo per un attimo lo sguardo.
Era
davvero di troppo li dentro.
Cosa…
cosa ne sapeva lei di magia e incantesimi … l’unico motivo della sua presenza
era… che amava Angel… e avrebbe dato la
sua vita per lui…
Era
di troppo… proprio come Buffy aveva detto a Spike pochi minuti prima.
Senza
riuscire però ad allontanarlo.
Se
lo sentiva accanto.
E
sapeva che se si fosse voltata lo avrebbe trovato a guardare la ragazza di
Sunnydale.
Come
sempre.
Ancora
una volta… vampiro e Cacciatrice…
E
lei sentiva di saperne così poco da non avere nemmeno idea se fosse poi così
assurdo.
Ne sapeva così poco da vedere solo un uomo…
perdutamente innamorato… che guardava una donna come anche Kate desiderava che un uomo la guardasse…
Quell’uomo
davanti a lei… con gli occhi chiusi… ma che li riaprì di scatto, probabilmente
quando udì il gemito soffocato di Tara, molto prima che lo udissero gli altri.
Allungò
le braccia. Prendendola. Impedendole di cadere.
E
lei si accasciò sul suo petto. Piangendo.
“No…”Singhiozzò.”
No… no…”
“Che
cos’è successo?!” Esclamò Angel, sollevandola, mentre gli altri si stringevano
a loro. “ Che cosa hai visto?!?!”
Tara
scosse il capo, singhiozzando, e Angel , di nuovo, la scosse, e poi abbassò la testa,
con l’aria di chi stesse per ricevere un colpo terribile.
“E’
morto, vero?” Sussurrò.
“No…”Kate
sentì la parola sfiorarle le labbra, senza risucire a impedirglielo.” Oh… no…
per favore…”
Le
erano tutti passati davanti, eppure riusciva a vedere bene Angel. Il suo volto,
i suoi occhi che avevano già perso la speranza, prima ancora che Tara
scoppiasse a piangere ancora più forte.
“Mi
dispiace…” Singhiozzò. “mi dispiace tanto…”
Dolcemente,
Giles cercò di allontanarla da lui, ma
Angel rafforzò la sua presa, costringendola a guardarlo.
“Riproviamo!”
Esclamò.” Rifacciamo l’incantesimo! Wes, vieni tu al centro… Giles…”
“E’
morto…” Singhiozzò Tara disperatamente. “ l’ho sentito… l’ho… gridato dentro di
me…
Non
è più in questo mondo… “Sollevò le mani, in cui stringeva ancora un cappellino
che era stato di Connor.” Lui… non c’è più… mi… dispiace…” Scosse la testa, il
volto inondato di lacrime. E dagli sguardi di tutti Kate capì quanto temevano
Angel.
Persino
Spike si era avvicinato. Serio, quasi feroce in volto, pronto a intervenire per
togliergli dalle mani la sua… amica??…
Ma
non ce ne fu bisogno.
Fu
Angel a lasciarla andare.
Da
solo. Mentre le braccia gli ricadevano, e, sebbene la stesse ancora guardando,
lui non poteva più vederla.
Lo
chiamarono.
Wesley.
Buffy.
Invano.
Tutti
invano.
Dov’era
adesso… nessuno poteva raggiungerlo.
Tranne,
forse, il pianto di suo figlio.
Esausta,
mentre davanti a lei si richiudeva il sipario di quel dramma, Kate si appoggiò
alla parete. Aspettando delle lacrime che non vennero.
Capitolo
IV- Il dolore
Piangeva
già, Cordelia, quando Wesley uscì.
Non
era riuscita a trattenere le lacrime.
Nemmeno
per lui.
Nemmeno
per il suo amico che era così solo in quel momento.
Nemmeno
per i suoi occhi azzurri, vuoti e disperati.
E
per il suo dolore.
Perduto…
Per
sempre…
Quel
bambino che aveva amato come fosse suo…
Quel
piccolo, meraviglioso regalo nel mezzo della sua vita così assurda…
Il
suo piccolo… piccolo Connor…
Perduto…
Finito…
E
non riusciva nemmeno a pensare… quell’altra parola…
Non
per lui… non per il suo piccolino …
Non
come Doyle…
No…
non come Doyle…
Non
poteva sopportare un altro colpo …
E
se era quella parte di demone che la faceva ancora respirare, se era quella che
faceva battere il suo cuore, anche con una spada infilzata nel mezzo… allora
potevano riprenderselo qual mezzo sangue… e che una visione si portasse via
anche lei…
Come
Doyle… come Connor…
E
forse non avrebbero mai saputo chi lo aveva uccido…
Stesa
sul letto, scossa da singhiozzi che non poteva placare, Cordelia abbracciava il
corpo inerte di Lorne.
Mentre
il dolore cresceva.
Mentre
la pervadeva interamente, e le lacrime la soffocavano.
Sempre
di più.
Mentre
desiderava finire.
Come
Doyle… come Connor…
E
si chideva come avrebbe potuto uscire da quella stanza, e rivedere le sue
piccole cose… e come avrebbe potuto continuare a esistere…
Giorno
dopo girono…
“Non
parleremo più nemmeno di lui, ora, Lorne?” Ansò, affondando la testa sulla
spalla dell’uomo. “ Faremo… finta… che non sia mai esistito? E poi… qualcuno
arriverà… da chissà dove… a dirci che anche lui è stato solo un errore?
Tu
lo sai… tu lo vedi il futuro… se ci fossi stato tu non
avremmo avuto bisogno di quell’assurdo incantesimo… se ci fossi stato
tu… lo avremmo trovato…”
Battè
un pugno sul cuscino, affondando di più la testa contro di lui.
E
sollevò gli occhi, quasi stupita, quando all’orecchio le giunse, lento… il
battito del cuore di lui…
Il
cuore di Lorne…
Forte…
chiaro… a dimostrare nonostante il suo livore che era ancora vivo…
Cordelia
tirò su col naso, sollevandosi leggermente.
Vivo…
si… vivo…
Non
come Connor…
Non
come Doyle…
Lorne
era vivo… Lorne era lì, di fronte a lei… e Cordelia non lo avrebbe lasciato
andare…
Cordelia
non lo avrebbe perso…
Non
gli avrebbe permesso di lasciarla anche lui.
Si
passò la mano sul volto, pulendosi alla meglio la faccia. E di nuovo turò su
con il naso.
Vva
bene…” Mormorò, sforzandosi perché le sue parole fossero coerenti.” Non è colpa
tua…
Lo
so… non fare che… ora… ti arrabbi e magari… non ti svegli più…
Perché…
tu… sai essere veramente un bambino quando vuoi…
Più
dispettoso e… cocciuto di… “Strinse le labbra, le lacrime che le bagnavano il
volto. “ … ma tu… non hai pochi mesi… tu sei… grande e grosso e…
E
dopotutto li dovremo prendere i bastardi che hanno fatto questo…” Si sollevò a
sedere, e gli afferrò la mano, facendo attenzione alla steccatura.” E senza di
te… sarà un’ altra ricerca senza fine, e sai…” Si sforzò di sorridere, ma ciò
che venne fuori non dovette essere molto più di una smorfia.” chi lo tiene
Angel…”
“Allora
è finita…” Disse Kate, scotendo leggermente la testa, la mano ancora posata al
corrimano della grande scalinata che aveva percorso per ultima, dopo che, per
lunghissimi minuti, era rimasta nella stanza dell’incantesimo, seduta in terra,
di fronte ad Angel. Senza dirgli niente.
E senza che lui desse il minimo segno di vederla, o di sapere che era lì.
E
prima di lasciarlo. Insieme a Buffy Summers.
Non
sapeva se lo avrebbe fatto, se lei non fosse stata lì. E anche così, erano
trascorsi molti respiri prima che si alzasse e andasse via. Senza chiederle
nulla. Senza rivolgerle la parola. Quasi a volerlo proteggere.
Da
Buffy… dal mondo…
Ma
Buffy non era qualcuno da cui proteggerlo, adesso. Buffy era qualcuno che,
forse, poteva aiutarlo a vincere quel dolore che lo aveva schiacciato. Qualcuno
che era già nel suore cuore, e che forse sarebbe riuscito a parlare ad esso…
No…
non l’avrebbe mai lasciato se lei non fosse stata lì. Gettando all’aria tutto
ciò che sapeva di orgoglio… non lo avrebbe mai lasciato. Non avrebbe commesso
di nuovo l’errore di sempre.
E
ora, guardando in quell’atrio enorme come tutti si apprestavano ad andarsene, le
pareva che invece ognuno di loro lo stesse facendo. Che ognuno di loro stesse
abbandonando quell’anima lacerata e anche… anche…
“…
la ricerca…” Proseguì, i volti che si
sollevavano su di lei.” La speranza… tutto è… finito…
Una
manciata di polveri e delle parole sussurrate in una lingua persa vi dicono che
non c’è più niente da fare ed è… così… semplicemente?”
Vide
Wesley e Giles scambiarsi una breve occhiata, prima che il secondo inforcasse
gli occhiali, e posando la sacca che stava riempiendo di ibri si avvicinasse a
lei.
“Comprendo…”Mormorò.
“ che tutto questo possa sembrare… strano e… nuovo per lei… e le assicuro…
nessuno di noi vorrebbe abbandonare le ricerche di quel bambino, ma…
“E
allora non fatelo… continuate… Continuiamo… Angel… diceva che poteva essersi
sbagliata…”
L’uomo
abbassò gli occhi, e fu Wesley a continuare per lui.
“Kate…
la magia non sbaglia… non questa magia… se l’occhio…”Voltò il capo, indicando
una Tara ancora sconvolta, che sedeva sul divano con il capo reclinato, mentre
Spike le porgeva un bicchiere di qualcosa.” Recepisce che … che la persona che
cerchiamo è… morta… che non è più… in questo mondo… “
“Potremmo
cercare un corpo…” Kate si mosse, passandogli davanti, ma fu gelata dalla voce
profonda del vampiro.
“Per
portarlo bello e impacchettato ad Angel?
Splendida idea, lo tirerebbe su di morale…
Specialmente
perché non sappiamo come lo hanno ridotto!”
“Allora
cerchiamo chi lo ha ucciso!” Esclamò Kate, esasperata, parte del dolore e della
frustrazione che provava che eruttavano dalla sua voce concitata.” Troviamo il
suo assassino”
“E
anche servirebbe?” Mormorò Giles. “ Se non a tormentare ancora Angel?”
“A
fare giustizia! A dargli una ragione per andare avanti, a fargli capire che non
è stata colpa sua!
Voi
parlavate di… profezie, dicevate che il bambino di Angel non era… normale… che
in molti lo volevano… se trovassimo chi lo ha ucciso Angel potrebbe accettare
che non è stato a causa sua che lo hanno preso, ma per realizzare un rito o… o
non lo so! “Lasciò cadere le braccia, esasperata.” Io pensavo di avere imparato
molto su queste cose, e invece non so niente… “
“Angel
non smetterà mai di pensare che lo ha ucciso lui…” Mormorò cupo Spike, voltando
la schiena a Tara. Scosse le spalle. “ Non lo ha protetto… e questo basta…”
Kate
chiuse gli occhi, stringendoli.
Lo
sapeva… sapeva che era così…
Lo
aveva provato sulla sua pelle…
Ma
non voleva che Angel soffrisse… non voleva che soffrisse… come lei…
Sentì
Welsey avvicinarlesi, e la sua presenza rassicurante, gentile, accanto a se.
“Kate…
“ Mormorò piano. “ noi li cercheremo gli … assassini… di Connor… molto può
dipendere da questo e dal perché lo hanno fatto… ma loro hanno altro a cui
pensare… e altri compiti da svolgere… è inutile che restino… “
Già,
soprattutto vista la concordia che regnava fra Sunnidale e los Angeles…
“Io…
volevo ringraziarti per quello che hai fatto…”
Kate
aprì gli occhi, scotendo la testa.
“Ah,
non tingrarmi, per cortesia! Io non ho fatto niente!
Ringrazia…
“Lasciò che il fiato le uscisse dalla gola in un sospiro che le tolse le
forze.” Ringrazia Spike invece… “
Aveva
parlato istintivamente, dicendo ciò che le pareva normale, ma doveva esserci
qualcosa di assurdo e incomprensibile, invece, nelle sue parole, poiché vide il
vampiro aggrottare la fronte, mentre il silenzio scendeva nella stanza, e
guardarla come se lo avesse appena colpito.
“Mi
prendi in giro?!” Sputò.
“Cosa?!”
Stavolta era Kate stupefatta.” No! Tu hai salvato quei bambini, senza di te
sarebbero morti… è normale che ti ringrazi…”
“Non
è normale…” Il vampiro abbassò gli occhi, scuro in volto.” Non si ringrazia un
vampiro…”
“Perché?!”
Di
nuovo quello sguardo stupefatto. Di nuovo la fissava come se si stesse
prendendo gioco di lui. E di nuovo quel silenzio imbarazzato.
Che
fu interrotto dalla voce di Buffy Summers.
“Perché
un vampiro è un demone…” Disse, scandendo le parole con i passi sulle scale.
Era molto pallida, ed aveva pianto. E Kate sentì stringersi il suo cuore…
perché Angel non era insieme a lei.
“
e non si ringraziano i demoni…”
“Anche
Angel è un vampiro…” Ribattè , guardando la ragazza negli occhi.
“Kate…”
Cominciò Wesley, ma Giles lo interruppe prima che finise.
“Angel
non è come Spike. Angel ha un ‘anima…”
Kate
dischiuse le labbra, con l’impressione che un pugno enorme le avesse appena
colpito lo stomaco. Con l’impressione che il suo corpo non potesse resistere ad
altri di quei colpi. Non più…
E
il dolore era già più grande di quanto non avesse immaginato di poter
sopportare…
“Non
sapevi che Angel ha un ‘anima?” Buffy raggiunse l’atrio. E Kate ebbe come
l’impressione che in un ‘altra circostanza ci sarebbe stato trionfo nella sua
voce. Ma ora no… ora era solo… molto stanca.
Deglutì,
cercando le parole.
“Sapevo…
che aveva un anima… ma non sapevo… che gli altri non l’avessero… “ Distolse gli
occhi, e sussurrò le parole così piano che fu certa che solo Spike la stesse
udendo.” Io ho visto la sua anima… dentro i suoi occhi… “
“E’…
complicato…”Sussurrò Wesley.
Già.
E che cosa non lo era.?
“Avanti…
“ Spike si chinò, prendendo di terra una borsa.” Andiamo a casa… nessuno di noi
è più utile qua dentro…”
Kate
continuò a guardare Buffy, e si chiese se anche lei sarebbe andata via… se
avrebbe lasciato Angel in quello stato. E quando le vide lanciare uno sguardo
al vampiro biondo il cuore le si strinse in una morsa.
Seguì
i suoi occhi, e proprio in quel momento vide Tara sollevarsi leggermente dal
dicano, e afferrare Spike per la manica dello spolverino, tirandolo verso di
se, il volto serissimo che sembrava all’improvviso aver riacquistato lucidità
“Spike…”Esclamò.”
Che cosa hai qui dietro?”
C’era
stata Buffy lì… questo lo ricordava…
Ma…
non sapeva così avesse detto…
Non
… riusciva a riportarlo al cervello.
Forse…
non lo aveva sentito.
Aveva
piento…
Come
il suo bambino…
Aveva
pianto il suo bambino… mentre lo portavano via?
Mentre
lo uccidevano?
Piangeva…
come lui?
Come
suo padre?
Che
non lo aveva salvato…
Che
non era stato in grado di proteggerlo…
Lo
aveva odiato, il suo bambino, mentre lo uccidevano?
La
sua anima, adesso, si dibatteva fra cielo e terra,,, perché ancora lo odiava?
C’erano
lacrime sul suo volto… ma Angel non le sentiva.
Piangeva…
e non lo sentiva.
Il
suo corpo… quello… piangeva… mentre il suo cervello non sentiva le lacrime.
Il
suo cervello era intorpidito… da quel dolore…
Da
quella sofferenza, quella cosa soffocante che riempiva ogni parte di lui.
Sudava
freddo.
Il
suo corpo si richiudeva su se stesso.
E
non lo sentiva.
Lo
sapeva… ma non lo sentiva.
Sentiva
solo il suo bambino piangere.
Sentiva
solo il dolore.
Era
… solo… dolore…
Chiuso…
imprigionato nel bozzolo di quel male oscuro, non sollevò nemmeno il capo
quando entrarono nella stanza vuota.
Chi…non
avrebbe saputo dirlo.
Molti.
Troppi.
E
tutti camminavano a passo di marcia sul suo cervello e sul suo cuore.
“Angel,
sta succedendo una cosa mostruosa!”
Una…
cosa… mostruosa…
Si…
era già successa…
“Tara
ha trovato qualcosa…”
Wes…
“della
polvere di Shaja, sulla giacca di Spike…”
“Mm…
spolverino…!”
Giles…
Spike…
“Ne
era cosparsa la tunica di certi demoni, oggi… avevano dei bambini…”
“Angel,
ci stai ascoltando?”
Buffy…
“Angel…”
Angel… Angel…
Angel…
Perché
continuavano a parlare?
Non
capivano… che non poteva udirli…?
Non
capivano… che la sua mente non riusciva
a farlo?
Perché…
non lo lasciavano morire…
“Guarda…”Wes
gli mise in grembo un libro, e lui sollevò il volto. Ma non vide gli occhi del
suo amico. Continuò a fissarlo… senza riuscire a vederlo… senza riuscire ad
udire le parole.
“La
polvere, le tuniche, tutto combacia… solo pochi accenni… una setta di demoni
che ha più di tremila anni di cui si è persa l’identità precisa…”
“Demoni
con grandi poteri, ma fisicamente non troppo forti… da sempre sconfitti nella
battaglia contro gli uomini…”
“Votati
alla distruzione del genere umano, per poter ridare alla loro gente il dominio
della terra… “
“L’Apocalisse…
forse…da realizzarsi mediante un rito potentissimo e sconosciuto…”
Le
voci di Giles e Wesley si intrecciavano fra di loro… veloci… come fossero una…
Se
il suo cervello avesse potuto percepirla… avrebbe sentito la loro paura…
E
se il suo cuore avesse avuto ancora vita… forse… gli sarebbe importato…
“Abbiamo
chiamato Fred in ospedale… è entrata nel computer del Concilio, con la password
di Giles…”
Voleva
dormire…
Voleva
sognare il suo bambino…
E
non voleva svegliarsi…
Avrebbe
voluto vomitare… se fosse stato in grado di farlo…
“…
è per domani Angel… domani ci sarà la congiunzione astrale, domani notte… dopo
più di tremila anni…”
Voleva
che il dolore se ne andasse… e lo voleva bere, fino all’ultima stilla…
Perché
lui doveva pagare…
Perché
lui aveva ucciso suo figlio…
“
Abbiamo chiesto a Willow di penetrare ancora più a fondo… nei documenti più
segreto del Concilio… per scoprire qualcosa di più… ma per ora sappiamo solo che
per compiere questo rito ci vogliono delle anime pure… dei bambini…”
Aveva
ucciso suo figlio…
“…
può darsi che sia per questo che hanno preso anche Connor… Angel!”
“Non
sprecate il fiato, idioti… non vi accorgete che non gli importa un fico secco
del mondo e del genere umano?!”
“Angel…”Le
mani di Wesley erano forti sulle sue spalle, e i suoi occhi… i suoi occhi erano
così lontani… così incredibilmente lontani… “ Angel… lo so che stai male, ma
abbiamo poco tempo… dobbiamo scoprire dove si svolgerà il rito, dobbiamo capire
come fermarlo…
Spike
ha visto due demoni nemici per razza lottare insieme… pensiamo che si stiano
riunendo intorno a chiunque stia preparando tutto questo… “
C’era
Buffy dietro Wesley, e non parlava… e Spike… e doveva esserci Kate… si… sentiva il suo profumo…
“non
sappiamo quanti siano… forse centinaia … migliaia… attirati dall’opportunità di
sterminare i nemici umani…
Angel…
“
Chiuse
gli occhi.
Gli
pareva che la testa gli girasse…
Che
ogni cosa lo disgustasse fin nella sua anima…
Ma
perché… perché non lo lasciavano ?
“
Angel… potrebbe essere la profezia… non capisci?
L’arrivo
del Tro-clan, la congiuntura di eventi che potrebbe portare alla distruzione
del mondo… e il vampiro con l’anima che evita l’ Apocalisse… potrebbe essere
questo… potrebbe essere la profezia che si avvera…”
“Di
che profezia parla?”
“Si,
cos’è questa storia?”
“Giles,
Buffy, per favore… non ora!”
Perché
non lo lasciavano morire?
Si
alzò. Il suo corpo lo fece.
Il
suo corpo lo guidò verso la porta.
Battendo
contro la spalla di Spike.
Mentre
Buffy lo afferrava per il braccio.
“E’
questo che vuoi fare?” Esclamò.” Chiuderti nel tuo dolore?
Abbandonare
tutto e tutti ?
Pensavo che fosse finito quel periodo, Angel?!”
“Angel…”
Ripetevano
il suo nome come una cantilena… ma lui era stanco di sentirlo…
Udiva
la voce di Kathy nelle orecchia… quando lo aveva usato per la prima volta…
Non
avrebbe mai raccontato a Connor della sua sorellina…
Non
avrebbe mai mostrato a suo figlio le immagini su un libro del luogo in cui era
nato…
Non
lo avrebbe mai sentito parlare…
Non
lo avrebbe mai chiamato papà…
Perché
Buffy non lo capiva… perché Wes non lo capiva?
“
potrebbe essere stato per questo… potrebbero aver preso Connor per impedire a
te di reagire… e in questo caso tu staresti facendo il loro gioco… “
Lo
sapeva…
Lo
aveva sempre saputo…
Aveva
sempre saputo di averlo ucciso lui…
Ora…
solo… lo aveva ucciso due volte…
Wesley
era spaventato…
Molto
spaventato…
Probabilmente
più di quanto non lo avesse mai sentito…
Ma
lui no… non più… non c’era più nulla al mondo… che lo potesse spaventare…
Camminò.
Solo
questo.
Non
si strattonò ne fece forza su di loro.
Semplicemente…
si voltò… e non riuscirono a impedirgli di lasciarli…
C’era
Kate davanti a lui, ferma nel corridoio buio.
Discosta
dagli altri…
Sapeva
che c’era…
Fissò
i suoi occhi, per un unico, singolo istante, mentre alle sue spalle vibrava la
voce di Buffy.
“Farò
a meno di te!” Gridò. “ Il mondo ne farà a meno! Tutti ne faremo a meno! Com’è
sempre stato!” Camminò ancora. E passò davanti a Kate. Mentre la voce della
Cacciatrice, di nuovo, si incrinava.
“Angel…
torna indietro… “
Chiuse
la porta alle sue spalle. E il letto sembrò troppo lontano.
C’era
ancora il sangue di Lorne a terra, dove nessuno lo aveva ripulito.
E
dentro di lui.
Nel
suo cervello.
E
c’era la culla del suo bambino… con le farfalline di plastica sparse tutto
attorno…
C’erano
il suo odore… e l’eco della sua voce…
Tutto
quello… che era stato il suo mondo.
Il
letto era veramente troppo lontano per lui…
E
il suo corpo sembrava voler esplodere…
Sul
pavimento, gettato come un animale in pena…
Le
membra che gli tremavano per una sofferenza di cui non gli importava…
Forse
sentiva… che il mondo sarebbe finito…
Forse
il suo demone voleva sopravvivere…
Ma
lui no…
Lui
no…
Lui
aveva ucciso suo figlio.
Demoni.
Decine,
centinaia di demoni.
Assemblati
in un anfiteatro di pietra e sangue.
Umidità
e acqua putrescente che scendeva dalle periti, confondendosi con gli umori
delle creature oscure.
Dolore.
Tanto
che una volta l’avrebbe uccisa…
La
sofferenza di decine di creature innocenti…
Pianto
di neonati…
Attorno
a un volto spaventoso.
Un
volto che passava per umano… che poteva mutare…
In
cui era racchiuso così tanto odio da spaventare tutti quelli che lo
circondavano, e che erano molto, molto più forti di lui.
Avrebbero
potuto annientarlo, se lo avessero voluto…
Ma
non lo volevano…
Perché
lui aveva il potere…
Lui
conosceva il rito più antico del tempo … poiché egli stesso era il figlio
bastardo del tempo…
Lui
conosceva le parole e il sangue che avrebbero dovuto spargere, per annientare i
parassiti che ammorbavano la terra…
Di
una fine che era dolore, per creature che di dolore si nutrivano...
Di
una fine che s’inarcava fra le pieghe del tempo… e lui non temeva il tempo…
Cordelia
sollevò il volto, incontrando come sempre l’espressione inerme di Lorne,
imprigionato nel suo sonno senza fine.
E,
come sempre, gli parlò.
Mentre
lui, n’era certa, l’ascoltava.
“Devo…
devo… devo andare! Devo dirglielo…
E’…
mostruoso!”
Saltò
giù dal letto, correndo alla porta per poi tornare indietro, e in un gesto
infantile gli spinse sul petto l’orsacchiotto che era stato di Connor.
“Io
torno subito… ti fa compagnia lui, okay?! Non me ne andrei se non fosse
importante… oh, ma non preoccuparti, niente di grave… cioè… vogliono
distruggere il mondo… però… niente che non abbiamo già visto!
Va
bene… voglio dire… qualche differenza c’è però… “Si chinò, e vinta da un
istinto che non avrebbe mai creduto di poter provare gli baciò velocemente la
fronte.
“Devo
andare…”Ripetè.” Devo spiegargli… farò più in fretta che posso…”
Corse
fuori, il cuore che le batteva furiosamente in petto .
Nel
corridoio, e poi giù per le scale. A precipizio. Verso l’ufficio di Wesley.
Mentre all’orecchio le giungevano le voci concitate degli altri.
“Profezie
o non profezie troveremo questi bastardi e gli ricaccemo in gola i loro
trucchi!”
Era
Buffy… la voce altissima in cui vibravano collera e dispetto. In
contrapposizione con quella calma e controllata di Giles.
“Non
è facile come credi.
Se
veramente si stanno riunendo potrebbero essercene molti più di quanti non
crediamo, e Angel conosce quello che c’è sopra e sotto la città come noi
probabilmente non potremo mai fare… senza contare che se si tratta della…
apocalisse… descritta nella profezia di Aberjian, solo Angel può evitare che si
verifichi…”
“Angel”Scattò
la ragazza. “ ha deciso di dare forfait al mondo, e richiudersi nel suo dolore,
per cui, che lo si voglia o no, non è più affar suo! Ce la vedremo noi, come
sempre!
E
che non sia facile, bè, non è di certo una novità!
Ho
affrontato una dea, posso affrontare anche questo!”
“No,
non puoi.” Cordelia avanzò nella stanza, e nonostante ciò che provava, ossia
panico puro e semplice, si costrinse a
modulare la voce e ad apparire più calma di quanto non fosse, mentre guardava
negli occhi la cacciatrice.
Non
le avrebbe permesso di vederla sconvolta… e poteva ringraziare solo l’emergenza
in cui si trovavano se non le rifilava finalmente le scarica di ceffoni che le
spettava da almeno sei anni! “ Contro questo non ce la puoi fare! E non ce la
farebbe da solo Angel, o nessun ‘altro… ” La superò, rivolgendosi a Giles e
Wesley.” Avete detto che pensate si stiano riunendo… bè… è vero.
Ma
voi non avete la benché minima idea di quanti siano…”
“Perché”Si
intromise Buffy.”tu si?”
Cordelia
si voltò, esasperata.
“Falla
parlare.” Tagliò Kate Lockley, che dalle spalle di Buffy fece un passo in
avanti.
Se
n’era rimasta appoggiata alla parete, vicino a Spike, e così in silenzio che
nemmeno l’aveva vista.
E
per prima volta in quella lunghissima, terribile giornata, Cordelia si ritrovò
a guardarla.
E
il dolore che lesse sul suo volto le strinse il cuore in una morsa.
“Hai
avuto una visione?”Chiese Wesley, aggirando la scrivania per venirle davanti.
Annuì.
“Sono centinaia… E ogni giorno ne arrivano di
nuovi…
Si
riuniscono intorno a lui, gli procurano
i bambini per la sua cerimonia…”Si sfiorò con la mano la fronte, nel tentativo
di raccogliere le idee. E di esprimere a parole le sensazioni che aveva avvertito,
e le immagini che aveva visto.
“…
loro… vogliono distruggere il genere umano…
Quello
che… vedono… è un mondo senza uomini… e vogliono farlo con…” Deglutì.” Con Il
lungo tormento…
Lui
ha… detto così…”
“Cordelia…”Si
intromise Giles.” Lui chi?”
Scosse
le spalle.
“Non
lo so… io… non so chi sia… l’ho solo visto…
Ha
un volto… livido… deforme, come se la sua pelle fosse coperta da decine di
cicatrici… e può mutarlo… in quello di un uomo… “
“Sai
altro?!”
“Si…
che è diverso…
La
sua crudeltà è diversa…
E’
più profonda… come un odio nutrito per secoli…
E
che vuole ucciderci…
Se
solo ci fosse Lorne… lui… saprebbe dirci di più, ma io… l’unica cosa di cui
sono certa è che il suo esercito è diventato talmente esteso… e per domani
notte lo sarà ancora di più… che ne Angel ne… “Lanciò un ‘occhiata a Buffy.” Nessun
altro potrebbe farcela da solo… per quanto possa esserne sicuro…”
“
A meno che…” Mormorò Wesley.” Non si tratti dell’evento descritto nella
profezia di Aberjian…” Strinse le labbra, quella luce di decisione negli occhi
che una volta l’avrebbe stupita e che ora non poteva che ammirare. Come tutto
di lui.
Come
ammirava la sua dolcezza. E il suo coraggio senza fine.
E
come ammirò il dolore e insieme la dignità nella sua voce.
“Cercherò
di nuovo di parlare con Angel…
Forse…
forse lo abbiamo stordito prima… aggredendolo tutti insieme…”
Non
ebbe cuore di guardare nessuno mentre lo diceva, e velocemente la raggiunse,
indicandole con gentilezza la porta perché lo precedesse.
Povero…
povero Wes…
Non
ci credeva nemmeno lui…
Nessuno
credeva che ci sarebbe riuscito …
Ma
non sarebbe stato solo… no…
Cordelia
non glielo avrebbe fatto affrontare da solo.
Passò
accanto a Kate uscendo dalla stanza.
E
ancora una volta guardò il suo volto tirato e i suoi occhi bassi.
Non
si erano certo lasciate da amiche, un anno prima… ma probabilmente, in un
‘altra occasione, si sarebbe farmata… anche solo per dirle una parola…
Lei
amava Angel… lo amava da talmente tanto tempo… e le cose che aveva dovuto affrontare
e scoprire in così poco dovevano averla distrutta, nonostante la sua apparente
forza…
E
invece… le passò di fianco.
E
solo per un secondo la guardò restare immobile, sulla soglia di quello studio
sovraffollato.
Mentre
tutti gli altri parlavano fra loro.
Ignorandola
completamente.
Sapeva
che non ce l’avrebbe fatta…
Lo
sentiva.
E
quando lo vide scendere dalle scale, con il volto basso, Kate ebbe la prova di
aver avuto ragione.
La
sconfitta si leggeva sul volto di Wesley… ed era una sconfitta che non aveva
niente a che fare con la salvezza del mondo…
“Mi
dispiace… “Mormorò soltanto l’uomo.
Gli
altri tacquero, e solo Buffy ebbe un gesto di stizza, battendo un pugno sulla
scrivania.
“Non
fartene una colpa…” Disse Kate piano, attirando su di se gli occhi di Wesley, e
parlando per la prima volta dopo quel terribile incantesimo… dopo che aveva
creduto che non sarebbe più riuscita a farlo… “ha perso suo figlio… nessuno può
dire quando ne uscirà…”
Wesley
strinse le labbra, ma c’era gratitudine sul suo volto. Almeno quanta amarezza
c’era nella voce di Giles.
“Purtroppo
il tempo è ciò che non possiamo permetterci… mentre abbiamo dannatamente
bisogno di Angel, se ciò che Cordleia ha detto corrisponde a verità…”
Kate
deglutì, cercando di dominare una scatto di rabbia.
“Ha
perso un figlio…”Ripetè.” Se fosse chiunque altro lo lascereste stare!”
“Se
fosse chiunque altro non avremmo così bisogno di lui…”
“Ossia
se non fosse un vampiro!” Scosse il capo. Aveva male dappertutto. Al cuore, al
volto, agli occhi in cui le lacrime sembravano spingere dall’interno.
Aveva
male all’anima.
Che
sembrava soffocare sempre più, e gridare, perché tutto il dolore, tutta
l’umiliazione e tutta la frustrazione accumulati in quelle ultime ore potessero
finalmente esplodere… prima di ucciderla…
“Lo
trattiamo come se fosse una bestia… Perché è un vampiro… ma poi è della sua
natura che abbiamo bisogno… e lo usiamo… proprio perché c’è questa bestia
in lui…”
Era
a se stessa che si rivolgeva, e per qualche istante nessuno le rispose, come se
nessuno fosse in grado di farlo. Fino a che nella stanza troppo piccola per
tutti risuonò la voce profonda di Spike.
“Esatto,
dolcezza… hai beccato in pieno l’essenza della nostra vita fra gli umani… e
visto che le cose stanno così e non si possono cambiare…”Si mosse verso di lei,
e verso la porta.” Ora Angel farà il piacere di mangiarsi il suo dolore e
venire a dare una mano, o se preferisce ci farà il piacere di trasformarlo in
rabbia, il suo dolore, e ammazzarci qualche centinaia di quelle bestiacce…
Anche
se dovessi portarlo giù di peso…”
“No.”Wesley
si spostò, frapponendosi fra Spike e la porta.” Non ci riuscirai, e per come
sta in questo momento potrebbe impalettarti senza nemmeno accorgersene…
credimi… l’ho già visto in questo stato…”
Il
vampiro sollevò le sopracciglia, e di nuovo quello sguardo stupito gli passò
negli occhi.
Pareva…
pareva che non riuscisse proprio a capacitarsi che qualcuno si preoccupasse per
lui.
“Bè”Sbuffò.”
Tanto non fregherebbe niente a nessuno… e poi… se mi ammazzano tutti gli esseri
umani, cosa mangerò dopo che mi avranno tolto dalla testa questo affare?”
Fece
per passare, spostando Wesley con la mano, ma, prima ancora che lui potesse
ribattere, Buffy lo afferrò per la spalla, e voltatolo verso di se gli tirò un
sonoro pugno sul naso.
“E’
possibile che sei sempre il solito idiota buono a nulla?!” Esclamò.” Pensi di
risolvere qualcosa andando su a farti ridurre in cenere da Angel, o lo fai a
bella porta per crearci altri guai?!”
Spike
la guardò, ammiccando.
“Angel
ha un forte autocontrollo…” Si intromise Giles. “ non credo che lo ucciderebbe…
forse Spike potrebbe …”
“No!”
Tagliò corto Buffy.” Non lo impaletta, okay, gli rompe tutte le ossa, dopo di
che a che ci serve?! “ Abbassò per un attimo gli occhi… imbarazzata… si… lei
era… imbarazzata… “Invece così può… uscire, e vedere di scoprire qualcosa fra i
suoi amici… “
Kate
strinse leggermente gli occhi.
Poteva
essere che Buffy Summers…
“Non
ha tutti i torti.” Mormorò Wesley. “ Al momento Spike è il più utile qua
dentro… anche perché sarà facile per lui mostrarsi interessato alla fine del
genere umano…
Spariti
gli uomini… anche il chip cessa di avere importanza…”
“Sicuro!”
Spike fece un passo indietro. “ sarei di nuovo quello di un tempo… anzi… non
vedo perché mai non dovrei uscire e unirmi anche io a questa riunione di fratelli… non vedo perché mai voi
dovreste… fidarvi di me…”
Guardava
Buffy ora. E c’era speranza nei suoi occhi. Una speranza che spezzò il cuore di
Kate.
Poteva
essere un vampiro… un mostro… ma era il mostro che aveva fatto scudo a un
bambino con il suo corpo… e che era stato pronto ad affrontare Angel per la
donna che amava…
Poteva
essere un mostro, ma soffriva per amore… e lei si sentiva estremamente vicina a
quel mostro…
“Noi
non ci fidiamo di te, Spike…”Scandì piano Buffy. “Ci fidiamo del fatto che tu
non voglia essere scuoiato e poi fritto nell’olio!”
Calò
di nuovo il silenzio nella stanza. Ed era un silenzio pesante. Denso. Un
silenzio carico di tensione.
Rabbioso,
come gli occhi di Spike…
Ferito,
come lo sguardo in quelle profondità celesti.
Mentre
lui annuiva piano, quasi al rallentatore…
E
poi passava di fianco a Buffy, senza dire una parola.
Verso
la porta dell’Hyperion, e poi fuori, sbattendosela con violenza alle spalle.
Il
corpo che gli vibrava letteralmente di collera.
Lasciandosi
dietro l’eco della sua umiliazione…
E
quella della pena…
Kate
non conosceva il motivo per cui Spike era cambiato…
Possedeva
solo stralci di conversazione per darsi una ragione.
E
non aveva idea di ciò che volesse dire per lui…
Ma
qualcosa… nel più profondo della sua anima, le diceva di potersi fidare…
proprio come una volta aveva saputo per istinto di potersi fidare di Angel…
Forse
sbagliava…
Dopotutto…
non sapeva niente di lui…
Però
sapeva molto del dolore…
E
dell’amore…
E
il sentimento che aveva letto negli occhi di Spike non era morboso o sadico…
era … pulito… e anche se avrebbe dovuto stupirla … non riusciva a farlo…
“Faith…”
Si voltò, la sola parola che la faceva passare rabbrividire.
Come
tutti nella stanza…
Tutti
che , come lei, guardavano Wesley.
“Ci
serve Faith…” Spiegò l’uomo.” Soprattutto adesso, con Angel
fuori gioco. E’ la creatura più forte che io abbia mai incontrato…
persino più forte di Angel… e questo due anni fa…
E
con lui così… la nostra sola speranza…”
“No.”Esclamò
Buffy.” Non se ne parla!
Non
ci si può fidare di Faith.Ci pugnalerà alla schiena alla prima occasione!”
“Faith
è cambiata…”Ribattè Welsey. Senza nessun effetto.
“Faith
è cattiva dentro! Non cambierà mai!”
“Faith
ha commesso degli errori, sa di averlo fatto e sta cercando di espiare…”
“E’
solo una commedia…” Sputò la cacciatrice. “ la solita commedia di Faith, come
quella che recitò a Sunnydale quattro anni fa!”
“Se
fosse così sarebbe già uscita di galera.”
“E
infatti mi sorprende che non lo abbia fatto!”
“Okay,
ora basta!”
Kate
spostò di nuovo gli occhi, incontrando il volto deciso… quasi duro… di Rupert
Giles.
“Wesley,
dove si trova lei esattamente?!”
“Ma
Giles…”Cercò di obbiettare Buffy.
“
Buffy, io non voglio che tu muoia! Non voglio che succeda qualcosa a Tara o a
nessun altro.
E, soprattutto, io, come ogni singola persona
qui dentro, ho il dovere di fare qualsiasi cosa in mio potere per scongiurare
questa minaccia terribile… “
La
ragazza abbassò gli occhi, stringendo le labbra, mentre Giles sospirava
tristemente.
“Pare
che ogni anno sia sempre la stessa storia…” Mormorò.
“Non
abbiamo molto tempo…”Si intromise nuovamente Wesley.” Dobbiamo trovare un modo
per far uscire Faith…”
“e
per questo…”Ripetè Giles.” Dobbiamo sapere esattamente dove si trova.
Finalmente,
Kate si staccò dalla parete della stanza.
“Questo
non è un problema…”Mormorò.” Vi serve anche una pianta?”
Capitolo
V - Kate
Nulla
più le sembrava assurdo.
E
forse nulla più le sarebbe sembrato assurdo, in futuro.
Non
scambiare occhiate poco amichevoli con una Cacciatrice. Non l’ amare un
vampiro.
Ne
sentire due Inglesi e una ragazza, tutti esperti di magia, progettare
l’evasione di una rea confessa di omicidio a cui lei stessa, due anni prima,
aveva dato la caccia.
Adesso,
tutto le pareva così assurdamente naturale, come se lei fosse nata per
trovarcisi in … come se tutta la sua vita l’avesse portata a questo.
Eppure,
fino a tre anni prima, Kate Lockley aveva creduto che i vampiri fossero solo
leggende… adesso aveva comprato da un acker conosciuto ai tempi dell’ Accademia
la password per entrare negli archivi della prigione di L.A. . E per trovare in
quel labirinto una singola cella… una
singola detenuta…
Ed ascoltava parlare di di incantesimi ed eventuali pugni da parte di
Buffy…
Tacendo…
mentre veniva esclusa…
“Dovremo
addormentare l’intera prigione…” Le stava spiegando Wesley.” E mentre lo
facciamo, il più vicino possibile al perimetro, tenerci invisibili… una persona
in più potrebbe fare la differenza fra avere le energie necessario o meno…
Senza
contare che una volta fatta uscire Faith, Tara comincerà l’incanto di
illusione, e resteremmo solo Giles e io a coprire gli altri in caso di
necessità… a meno che Buffy non agisca fisicamente, ma questo la metterebbe in
pericolo e…”
“Wesley…”
Lo interruppe, sollevando le mani. “ va tutto bene! Non ce l’ho con te perché
non vuoi farmi partecipare a un’ evasione! Capisco quello che stai dicendo, è
tutto molto logico, anche se avrei voluto comunque fare qualcosa per rendermi
utile…”
Wesley
sospirò, ma le sue parole sembrarono averlo rassicurato.
C’erano
ancora dolore e stanchezza sul suo volto, ma l’idea di poter agire,
probabilmente, lo faceva sentire meno… sconfitto…
“Hai
fatto già tanto, Kate…”Mormorò.” Più di quanto… non avessimo il diritto di
chiederi…”
“Bè…
ci cammino anch’ io su questo mondo, no?!”Sorrise, mostrandosi rilassata.”
Magari farò qualcosa di costruttivo…”
“E
andrai a casa a riposare!”
Kate
aprì le labbra, ma lui la prevenne.
“Domani
sarà pesante…”Mormorò.” Noi abbiamo ancora questa cosa da sbrigare, ma è
inutile che resti sveglia anche tu…”
“Allora…”Sorrise
Kate.” Darò il cambio a Cordelia con il vostro amico!”
Wesley
scosse la testa, ma non riuscì ad impedirsi di sorridere.
E
Kate non gli diede il tempo di ribattere nulla, sfiorando con la mano lo
stipite della porta, prima di uscire.
“Buon
lavoro…”Mormorò.
Non
guardò Buffy Summers. Si rifiutò di farlo.
Pentendosi
immediatamente..
Avrebbe
voluto vedere la sua faccia… la sua bellissima faccia… che probabilmente
conservava ancora la stessa espressione di sfida. Avrebbe voluto leggere n essa
il disappunto, alla notizia che quando fosse tornata l’avrebbe ancora trovata
lì.
Si
mordicchiò il labbro, salendo velocemente la scala.
Era
infantile… e stupida…
E
si trovava non un momento in cui, più che mai, non poteva essere né l’una né
l’altra …
Nel
momento forse più drammatico della sua esistenza…
Domani…
Probabilmente
il mondo sarebbe finito domani…
Tutto
quello che conosceva… tutto quello che amava…
Ogni
traccia di vita umana sulla terra…
La
sua … quella di Wesley… e di Cordelia…
La
terra trasformata in un deserto di demoni…
Il
suo cervello non riusciva neanche a concepirlo… ma il suo corpo si…
Il
suo corpo rispondeva a istinti più antichi del mondo…
E
aveva paura…
E
quella paura, mischiata a tutto il resto, le pareva troppo perché riuscisse a
reggerla a lungo.
Eppure…
non doveva reggerla a lungo…
Solo…
fino all’indomani sera…
Poi…
forse… Angel sarebbe stato solo… in un mondo senza più un cuore umano che
batteva…
E,
assurdamente, quel pensiero la sconvolgeva più di tutto il resto.
Voltò.
Allontanandosi
dalla stanza di Lorne.
Vinta
da un istinto che non aveva la forza di combattere. E che non voleva combattere.
E
in silenzio camminò per il corridoio buio, maturando una determinazione che
forse era solo follia.
Fino
alla sua porta.
Fino
alla sua stanza.
Fino
alla distruzione che ancora regnava in essa.
E
fino ad Angel…
Il
cuore le batteva forte in petto quando entrò, e non potè impedire alle lacrime
di riempirle gli occhi, davanti allo spettacolo atroce di una culla rovesciata
in terra.
Si
chinò a sollevarla, come forse nessuno aveva ancora avuto il coraggio di fare.
E
allora lo vide.
E
con tutta la sua forza ricacciò le
lacrime.
Angel
era in terra, seduto, con le spalle appoggiate al letto e gli occhi fissi.
Perduto.
Smarrito
in una sofferenza che Kate conosceva. E che l’annientava.
Apparentemente
inconsapevole della sua presenza… o forse… totalmente incurante di essa…
Gli
si avvicinò in silenzio, e quando si inginocchiò non potè fare a meno di allungare una mano, e
di sfiorargli con dolcezza il volto, sporco probabilmente del sangue scuro che
allordava il pavimento.
Il
sangue di qualcuno che era suo amico… e di cui… ancora, non sembrava
importargli.
“Mi
dispiace…”Mormorò. E le sembrò la cosa più stupida al mondo.” So che è inutile
da dire… che non ti serve… che non te ne importa niente di me in questo
momento… ne di nessun altro…
Ma
c’è così tanta gente che ti adora, Angel… così tanta gente che sta soffrendo
per te… e se … “ Lasciò andare le spalle, con la netta sensazione di parlare da
sola. “ se il genere umano verrà
annientato… non sarà finita per te… tu ci sarai ancora… e sarai solo…
all’inferno… “
“…
io conosco l’inferno…”
Kate
boccheggiò, la sorpresa che quasi la annientava .
E
quando Angel si voltò a guardarla si sentì viva, per la prima volta dopo così
tanto tempo…
“
non è peggio di questo… “
Perse
un attimo. Solo un attimo. Colpa della sorpresa. E lui già voltava il viso.
Già
l’allontanava da se.
“Non
farlo!”Esclamò, aferrandogli in volto con entrambe le mani. “ Non andartene,
non escludermi” Angel! Ti prego!”
La
guardava ora… ed era un filo così flebile che Kate aveva il terrore di romperlo
...
“Va
via, Kate…” le sussurrò.
“Mai…
“ Di nuovo, Angel fece per voltarsi, e di nuovo lei gli strinse il viso.
Implacabile.” Mai… mi senti? Mai…
Io
non me ne vado da qui… e se devo passare il mio ultimo giorno di vita dando il
tormento a te vorrà dire che sarà quello che ricorderai quando sarà finita!”
Lo
vide scuotere la testa… innaturalmente… come se ci fosse qualcuno, alle sue
spalle, che gliela stringeva in una
morsa. E un attimo dopo la spinse via, mandandola seduta sul pavimento, con la
schiena contro la parete a vetri.
“Vattene!”
Urlò.
E
Kate ne fu felice. Perché ne Buffy ne Wesley avevano avuto un graffio… perché
nessuno di loro era arrivato a quel punto…
“Il
mondo finirà domani!” Rispose, con lo stesso tono, ignorando il dolore e
rimettendosi in ginocchio. “ Se pure mi ammazzassi oggi non cambierebbe niente,
mi capisci?! Niente!
Tu
mi stai condannando a morte Angel… e io non ti ho fatto nulla…
Non
ti ho mai fatto nulla… tranne innamorarmi di te…”
Aveva
voluto una reazione. Qualunque reazione.
E
la ebbe.
Dal
proprio cuore, che parve smettere di battere. E dagli occhi di lui, che per un
singolo istante si dilatarono.
Prima
che si alzasse in piedi, afferrandosi la testa fra le mani.
“No…”Ansò.”
No… no… no…”
Si
muoveva avanti e indietro. Come non riuscisse a smettere. Come se il suo corpo
non obbedisse più alla sua mente.
“Se
non vuoi farlo per te…”Continuò Kate, guardandolo dal basso in alto.” O per il mondo…
o per il ricordo di tuo figlio… fallo per me…
Io
non sono un entità astratta, Angel, io sono qui!
Io
piango, io soffro, io desidero!
E
mi restano soltanto poche ore!
Io!
Non qualcuno che non hai mai visto!
Non
Buffy, o Wesley che non sono qui!
E
a me che stai negando un futuro! E io pretendo che mi guardi in faccia mentre
lo fai!”
“Sta
zitta!” Urlò, avventandosi su di lei. Così veloce che quasi non lo vide.
L’afferrò
per le spalle, sollevandola da terra. Facendole male.
Strappandole
il respiro che Kate si impose di afferare ancora.
“Io
voglio vivere!” Urlò sul suo volto. “ Voglio fare l’amore, voglio guidare di
notte fino alla costa,voglio ascoltare musica nella vasca da bagno!
Voglio
mangiare, Angel! Voglio respirare!
Voglio
avere tutto quello che non ho mai avuto!
Voglio
essere amata, Dio mio… tutti hanno il diritto di essere amati!”
Angel
boccheggiò, ansando, e quando Kate sentì allentarsi la sua presa gli afferrò
una mano.
“Io
voglio un figlio, Angel!” Si premette il suo palmo sul ventre, spingendoselo
contro. “ Qui! Voglio sentire una vita crescermi dentro… voglio avere quello
che hai avuto tu!
Ma
così mi distruggi!
Così
uccidi mio figlio come hanno ucciso il tuo!”
“Smettila!”
Urlò Angel, strappandole la mano dalla sua e voltandole le spalle. Tremante.”
Va via da qui! Vattene prima che possa succedere qualcosa…”
“
E cosa?” Lo sfidò.” Prima che tu possa uccidermi?
Lo
farai domani, te lo ricordi?
Per
me non c’è differenza!
Tu
non puoi farmi niente, Angel! Non puoi farmi niente!”
Lo
vide voltarsi.
E
di nuovo fu su di lei.
In
un secondo. In un battito di ciglia.
E
di nuovo l’afferrò per le braccia.
E
di nuovo la strinse contro di se.
E
la sua bocca coprì quella di lei prima ancora che se accorgesse.
Divorandola.
Senza
darle scampo.
La
baciò disperatamente, selvaggiamente, depredando la sua bocca e togliendole il
fiato.
Con
tanta furia da spaventare chiunque altra.
Ma
Kate non aveva paura.
Perché
quella furia era anche la sua.
Quel
dolore, quella rabbia, quella dipsarazione… erano le sue.
E
quel desiderio che faceva avvinghiare le loro lingue e battere i loro corpi era
il suo.
Rispose
con tutta se stessa
Risposero
il suo corpo, e il suo cuore, e rispose la sua anima.
E
non pensò a ciò che voleva dire per lui.
Non le importò, e non ne ebbe la forza.
Sentì
le sue labbra sulla gola, e poi sulla spalla, sulla sua pelle scoperta perché
la camicetta non esisteva più.
Tra
i seni, e sui capezzoli coperti di pizzo.
La
stava divorando…
Il
suo corpo… la stava… fagocitando…
Con
le mani, con la bocca, con le gambe che avvinghiò alle sue, inciampando e
cadendo insieme a lei sul letto.
Come
se da questo dipendesse la sua stessa esistenza.
Come
se stesse per esplodere.
Ansò,
rispondendogli con la stessa identica
passione. Strappandosi di dosso quel che restava dei vestiti.
Perché
anche Kate stava per esplodere.
E
quello che stava accadendo lo voleva più di quanto non volesse vivere.
Ne
aveva bisogno… la sua anima, il suo
cuore e il suo corpo ne avevano bisogno… Anche se per lui non era amore…
Angel
le afferrò le mani, tenendole con una delle sue. Immobilizzandogliele sulla
testa, mentre con l’altra sollevava la gamba di Kate sulle sue reni,
preparandola per lui.
Per
il suo corpo, per la disperazione che riversò in quello di lei.
Per
quella guerra primordiale che la fece gemere, mentre si rifiutava di chiudere
gli occhi.
Mentre
si ostinava a guardare l’uomo con cui stava facendo l’amore. E sul suo volto
vedeva solo angoscia.
Prigioniera
della sua mano, e del piacere che la travolgeva come un uragano.
Che
sapeva di sangue, e non di carezze.
E
che bruciava. Come la pelle di lui.
Ed
era innaturale come quel fuoco, e insieme radicato nel suo essere più profondo.
Angel
la lasciò, quando non ebbe più la forza di tenerla.
E
Kate gli strinse le braccia attorno al collo. Libera finalmente di muoversi.
Libera
di rispondere ad ognuno dei suoi gesti.
Libera
di consumarsi insieme a lui.
Fino
a che ricaddero insieme.
Sfiniti.
E
se muoversi, in quel momento, avesse significato per loro sopravvivere,
sarebbero finiti insieme.
Su
quel letto.
Avvinghiati
l’uno all’altra.
I
loro copri, uniti, che tremavano ancora.
Dopo
un tempo che era stato infinito.
Senza
più nemmeno la forza di soffrire.
Sembrava
che non ci fosse nessuno nell’albergo… e Spike non sapeva se esserne sollevato
o meno.
Il
cuore gli faceva ancora male, e non avrebbe smesso di farlo… sia che il mondo
fosse finito il giorno dopo che se avesse continuato ad esistere, tale e quale
al pantano melmoso che conosceva.
Eppure…
voleva rivedere Buffy…
Lo
desiderava con tutto il suo essere e questo si, era influenzato da ciò che
forse sarebbe accaduto il giorno dopo…
Salì
le scale, due per volta, lasciando che i suoi passi riflettessero la rabbia.
Nelle orecchi, ancora, la voce allegra di Dawn, che gli prometteva di non fare
casini mentre lui era via, e non poteva correre ai ripari…
Aveva
voluto sentirla… anche se sapeva che l’avrebbe svegliata…
Gli
era servito per smaltire l’ira.
E
ricordare a se steso che c’era qualcosa di più importante della sua
umiliazione. Del suo dolore.
Come
il dolore di Dawn per esempio… e quello di Buffy…
E
la loro vita…
Più
importanti di lui, più importanti di qualunque fottuto essere sulla faccia
della terra.
E
più importanti della disperazione di Angel…
Strinse
le labbra.
Forse,
dopotutto, non era un male che non ci fosse nessuno.
Almeno,
nessuno lo avrebbe fermato…
E
forse, nessuno avrebbe saputo della sua fine…
E
avrebbero pensato che se ne fosse andato…
O
che si fosse alleato con quell’idiota che voleva distruggere il mondo…
Forse…
lo avrebbe pensato anche Buffy…
E
non avrebbe mai saputo che era fatto impalettare dal suo grande amore nel
tentativo di…
“Sangue
nero!” Soffiò, restando letteralmente paralizzato, quando, dalla porta poco
distante da lui, raggiunsero i suoi sensi da vampiro i suoni inconfondibili di
un … amplesso?!
Nella…
camera di Angel?!
Face
qualche passo avanti, scotendo il capo. Mentre per un attimo il suo cuore
sembrava imprigionato nella morsa terribile di una mano ghiacciata.
Per
gli interminabili secondi che gli ci vollero per realizzare che la donna che,
oltre quella porta, stava … consumandosi… letteralmente… insieme ad Angel, non
era Buffy.
Ecco.
Se Angel faceva sesso significava che il mondo era veramente in pericolo!
E
se Buffy si rendeva conto di quel che stava succedendo era in pericolo anche
più di quello!
Sentì
la donna soffocare un gemito.
Kate?!
Strinse
gli occhi, aggrottando le sopracciglia.
Che
la ragazza era innamorata di Angel lo avrebbe capito anche il lattante
scomparso… ma gli era sembrato che le cose fra loro fossero… bè, anni luce da
gemiti ed ansiti!
E
del resto anche le condizioni in cui aveva visto Angel erano anni luce da
gemiti ed ansiti!
Il
che voleva dire che…
Oh,
sangue, ma perché, se c’era di mezzo Ange,l persino una sana seduta di sesso si
trasformava in un affare così terribilmente complicato?!
Faith
scattò, non appena la porta fu aperta dall’esterno, e guidata dall’istinto
afferrò per il collo l’uomo che stava per entrare, premendolo a se e
stringendolo alla gola con un braccio, mentre lui gemeva cupamente di dolore.
Un
attimo prima… che Sunnydale al gran completo si precipitasse sbraitando nella
sua cella!
“Faith!”
Esclamò Giles, allungando le mani.” Faith, ferma, siamo noi!”
C’era…
c’era anche B, che immediatamente sollevò i pugni in posizione di attacco.
“ Lo avevo detto io,” Ringhiò.” Non ci si può
fidare!” Alle sue spalle, Tara, la ragazza di Will, la guardava ad occhi
sgranati.
Faith abbassò il volto, colpita da un atroce
sospetto, che si trasformò in certezza quando vide il volto contratto dell’uomo
che stava quasi costringendo in ginocchio.
“Wesley!” Esclamò.” Oh, Dio, Wesley!”
Lo
lasciò immediatamente, sollandolo in piedi e provocandogli probabilmente più
dolore di prima.
“Scusami!”
Ansò.” Perdonami… io…”
“E’
okay… “Wesley tossì, piegandosi verso di lei. E smentendo le parole con una
smorfia del volto.” È okay, è okay… non preoccuparti…”
“Sicuro?!”
Lui
annuì vigorosamente, sforzandosi per tornare in piedi.
“Si…
si… certo…”
“Okay…”
Esclamò , e un attimo dopo lo afferrò di nuovo., stavolta dal risvolto della
giacca. “ e adesso spiegami che cosa diamine
ci fai qui!”
“Siamo
venuti per farti uscire!”Spiegò Giles.” Ma dobbiamo fare in fretta! La prigione
non resterà addormentata per sempre…”
“Addormentata?!”
Ripetè lei, continuando a tenere Wesley per il bavero. “Tutta quanta?”
“T…
tranne te…” Mormorò piano Tara.” È bastato aggiungere alla formula una piccola postilla
…”
“Però…”Faith
sorrise. “ deve esserci proprio un bel casino perché voi tre miei ferventi
ammiratori abbiate deciso di tirarmi fuori …”
“Io
non ero d’accordo!” Sbottò Buffy.” E poi piantala di tenere Wesley in quel modo! Cos’è,
all’improvviso ti piace?!”
Faith
lo lasciò andare, stringendo gli occhi. Irritata più che dal “ mozzico” di
Buffy dall’evidente imbarazzo di Welsey.
Le
faceva male vedere come ancora non sopportasse nemmeno il suo contatto…
E
del resto… che cos si era aspettata?
Dopo
quello che gli aveva fatto, era già tanto che non la volesse morta!
“Certo
è meglio del tuo boy scout!” Ringhiò, suscitando sul volto dell’altra
un’espressione di rabbia pura .rabbia pura.
“Signore!”
Esclamò Giles, allargando le mani a dividerle.” Vi spiacerebbe scannarvi in
auto?! Come ho già detto on abbiamo moltissimo tempo…”
Faith
inclinò la testa.
Se
c’era Wes voleva dire che Angel sapeva tutto… eppure…
“Devo
prenderla come un ‘evasione?” Domandò.
“No,
cara” Rispose Buffy con un sorriso.” Uscirai, se ne sarai capace, darai una
mano, e poi te ne tornerai diritta diritta nella tua amena celletta! Per cui,
ti conviene viaggiare leggera!”
Faith
spalancò le labbra, ma le richiuse immediatamente, ricacciando indietro
l’umiliazione come un tempo non sarebbe stata in grado di fare.
Giles
e Tara avevano abbassato gli occhi, e gli unici a guardarla erano Wesley e
Buffy.
Ma
erano sguardi così diversi…
Per
un attimo, lasciò che quelli chiari di lui le arrivassero dentro… e ciò che non
vi lesse le diede la forza incredibile di sorridere.
“Bello…
essere amati per se stessi!” Esclamò.
Ma
non c’era stato rancore nella sua voce.
Esattamente
come nello sguardo pulito del suo Osservatore non c’era stata nemmeno un ‘oncia
di odio.
Se
non usciva da quella stanza … subito… sarebbe scoppiata a piangere.
E
non voleva scoppiare a piangere.
Non lì.
Non
fra le braccia di Angel. Non con la testa di lui appoggiata alla sua spalla,
mentre la stringeva così forte che disperava di riuscire a liberarsi.
Non
quando lui avrebbe potuto sentire ogni singolo suono fosse uscito dalle labbra
di Kate.
Dormiva.
Di un sonno che era figlio dello sfinimento. Figlio di quelle ore terribili
e vorticose, che erano seguite alla
sparizione di suo figlio. E di un ‘esaurimento
che lo aveva portato, ancora una volta, sull’orlo del baratro.
Un
sonno inquieto all’inizio, scosso da gemiti e tremori inconsulti, che Kate
aveva calmato piano, sfiorandogli incessantemente le tempie coperte di sudore,
e mormorando parole che avevano un senso solo al suo stesso orecchio.
Fino
a che in vampiro non si era quietato, stringendola a se… come se Kate fosse
stata il suo appiglio per non affogare,
la sua ancora di salvataggio…
Come
se lasciarla andare significasse morire. E in verità… quello era stata.
Il
modo per sfogare tutto ciò che l’uomo si portava dentro, prima che lo
distruggesse.
Il
grido del corpo di lui, che lottava per sopravvivere.
Forse…
persino del suo demone.
Kate
non era stata un ‘innamorata… e nemmeno un’amante… Kate era stata solo…
conveniente.
E
adesso… ora che la tempesta era finita, ora che era finita quella guerra antica
e terribile … l’unica cosa che voleva fare era sciogliesi da quell’abbraccio
che amava più di qualsiasi cosa al mondo… e poter piangere.
Lentamente,
si passò le mani dietro la schiena, e quando lui si mosse, stringendola ancora
di più, lamentandosi nel sonno, si chinò in avanti, e prendendogli il volto fra
le mani gli sfiorò l’orecchio con le labbra.
“Sshhh…”
Mormorò.” Va tutto bene… riposa…”
Gli
posò la testa sul cuscino, allargando finalmente la stretta della sue braccia.
“Riposa…”
Ripetè, mettendosi a edere, e poi alzandosi con la maggiore delicatezza di cui
fu capace.
Rabbrividì
quando posò i piedi in terra. E continuò a tremare mentre afferrava da terra la
camicia di Angel e la infilava in fretta.
Le
facevano male i polsi, dove l’aveva stretta, ma non badò al dolore, ne alle
piccole ferite che si fece ai piedi, camminando sulle schegge appuntite.
Ne
la stanchezza, che faceva sembrare il suo corpo pesante come un masso.
Doveva uscire da quella stanza…
Presto…
Prima
di cedere.
Corse.
Eppure non fu più veloce delle lacrime. E le sentì scendere sulle guance, e
ficcò un pugno in bocca, mordendolo, per soffocare un singhiozzo.
Chiuse
la porta non appena uscita, e si appoggiò ad essa, afferrandosi allo stipite,
con l’improvvisa consapevolezza che non sarebbe più riuscita a muoversi.
Che
non ne aveva la forza.
Eppure,
doveva farlo.
Di
là Angel l’avrebbe sentita …
E
Angel aveva disperatamente bisogno di dormire…
“
A giudicare dai rumori” Fece una profonda, ironica voce alle sue spalle. “
pensavo che non potessi camminare! ”
Kate
sentì il cuore saltarle in petto, e si
voltò, staccandosi dalla porta. Cosi velocemente che non dovette essere in
grado di fermarsi.
Perché
continuò a girare… e girare… mentre il suo corpo intero si ghiacciava
all’improvviso.
Prima
che una coltre nera, terrficante, scndesse a soffocarla.
Capitolo
VI- La notte che tutto fu chiaro
“Oh
Dio!” Esclamò Spike, tendendosi verso la ragazza un attimo prima che rovinasse
in terra. L’afferrò per la vita, sollevandola istintivamente fra le braccia, e
il suo primo impulso fu di aprire la porta da cui era appena uscita.
Ma
fu solo un attimo, il tempo di abbassare gli occhi al volto di lei. Prima di
stringere le labbra e tirarla più su contro il suo petto.
Dannazione!
Che c’entrava Spike con quella donna?!
Era
un affare di Angel… sempre che lui si fosse reso conto di chi si era sbattuto!
Perché
diamine non la lasciava lì, o al più seguiva il suo istinto e la scodellava di
nuovo nel letto del vampiro?!
Perché
per una volta non la faceva fare a lui, la figura dell’idiota?
Forse…
perché Kate gli era piaciuta fin dal primo istante…
O
perché c’erano state delle lacrime sul suo volto quando si era girata, che
ancora le bagnavano la guance…
O
perché c’erano quelle stesse lacrime… sul petto di Spike.
E
fra tutte le persone coinvolte in quella storia assurda, la donna che stringeva
a se era quella che meno meritava di piangere.
E
di sentirsi dire dall’uomo di cui era innamorata che il suo corpo era stato
solo un modo per sfogare dolore e frustrazione.
Deglutì
piano, il cuore serrato da un dolore conosciuto.
Guardando
il volto di lei, e chiedendosi come potesse una donna odorare tanto di sesso, e
continuare ad essere così pulita.
E
seguando un altro istinto che non avrebbe dovuto avere la strinse forte a se,
mentre la portava nella camera che gli era stata assegnata.
E
scoprì senza più stupore che gli dispiaceva immensamente… per il cuore di Kate
Lockley.
Buffy
non aveva voglia di rientrare in quell’albergo.
Non
aveva voglia di sentirsi sperduta in “territorio nemico”.
Il
territorio di Welsey, e Cordelia, il loro ambiente, dove lei si sentiva a
disagio.
Buffy
non aveva voglia di sapere che c’era Angel, dietro una di quelle porta chiuse,
e che era disperato, e che lei non era riuscita a fare niente per riuscire a
scuoterlo. Che forse non l’aveva nemmeno riconosciuta mentre gli parlava…
Non
aveva voglia di accettare di essere ormai così fuori dalla sua esistenza.
Ma
non aveva nemmeno voglia di continuare a girovagare per le strade, in una notte
che era inquietantemente priva di demoni.
E
tantomeno di restare a casa di Wesley…
Ah,
questo no, poi…
Con
Faith che si comportava come la brava ragazza desiderosa di essere utile, e l’
Inglese che si dava arie da capo… con Giles e Tara che lo ascoltavano…
E
di vederli lavorare insieme, come una squadra, mentre lei si sentiva esclusa… e
si rifiutava di parlare con Faith…
Meglio
le strade buie… meglio le fogne…
Meglio
quell’enorme, assurdo albergo…
Sarebbe
stato meglio persino Spike… se avesse avuto la minima idea di dove fosse!
Anche
se non lo avrebbe mai ammesso, una parte di lei lo aveva cercato…
Fuori…
nella notte… stupendosi di non riuscire a trovarlo… ma quella non era Sunnydale… e c’erano milioni
di posti in cui lui avrebbe potuto cacciarsi…
E
le era sembrato assurdo…
Assurdo
non avere una cripta dove sapere di poterlo trovare…
Un
porta da spingere per vederselo davanti, seduto a guardare la televisione, o a
leggere uno dei suoi libri…
Assurdo
pensare di poterlo volere… e non essere in grado di trovarlo…
Una
sensazione strana… inquietante… che non le piaceva…
E
che non poteva condividere con nessuno, ora che Tara era impegnata in
quell’assurdo incantesimo per parare il sedere a Faith!
Scosse
il capo, avanzando nell’atrio, al buio e in silenzio.
Naturalmente,
quell’inquietudine nasceva solo dal fatto di non poterlo controllare…
Di
non poter essere certa chem, in quel momento, Spike non ne stesse combinando
una delle sue.
Uno
dei casini in cui era bravissimo a cacciare tutti loro… o a ficcare se stesso…
Deglutì,
e non fu contenta del piccolo morso alla base del suo stomaco.
Lo
odiò, quel piccolo morso alla base del suo stomaco…
E
odiò Spike, perché sapeva essere così molesto che le dava fastidio anche solo
pensarlo!
Perché
era bravo solo a fare guai, e a irritarla e… e… si, okay, era molto bravo anche
in quello!
Ma
essenzialmente a fare guai e irritarla!
La
sua vita… sarebbe stata molto più semplice se lui l’avesse piantata di essere
così… così! Così poco Spike, ecco, così poco come avrebbe dovuto essere!
Sarebbe
stata più semplice se avesse continuato a cercare di venderli al primo pazzo di
passaggio…
Ecco,
si sarebbe stata molto più semplice se si fosse alleato con questo fissato con
la purezza della razza che voleva far scomparire il genere umano… almeno lo
avrebbe impalettato e se lo sarebbe levato da dentro una volta per tutta…
sarebbe stato persino meglio se avesse incontrato quel cacciatore di vampiri di
cui parlava Wesley… Holtz… e lui lo avesse…
Oh
Dio…
Si
fermò alla base delle scale, il cuore che inaspettatamente le batteva più
forte.
Se
n’era dimenticata…
C’era
un cacciatore di vampiri in città… ed era forte… molto forte… e le strade erano
quasi deserta e se… se Holtz usciva e andava a caccia… e Spike non era così
furbo da darsela a gambe… lui doveva sempre fare lo sbruffone, in ogni
occasione… cavolo… avrebbe dovuto tagliargli quella lingua maledetta prima o
poi… e non avrebbe potuto nemmeno colpirlo, perché quell’altro era umano… e non
… non… non lo sapeva nemmeno che c’era… perché lei… lei lo aveva già mandato
via quando Wesley ne aveva parlato…
Si
premette le mani sul viso.
Non
le importava di Spike… non le importava… non le importava, non le importava…
però… se si era fatto impalettare lei…
Lei
lo doveva impalettare! Solo lei!
Aveva
il diritto di precedenza!
Lei
era la sua Slayer!
Lei
era LA Slayer! I vampiri erano affar suo! Che c’entrava ora questo abusivo
venuto dal passato!
E
comunque, Spike non era uno stupido… Spike…
Spike
si andava a cacciare sempre nei guai, dannazione!
Sollevò
di scatto il volto, attirata da un rumore, e le parve qusi che il cuore le si
fermasse in petto per il sollievo, quando oltre la ringhiera del ballatoio
riconobbe la figura nota di Spike. Sentì un sorriso salirle alle labbra, e si
preparò a reprimerlo.
Ma
non ebbe bisogno di farlo… poiché si spense da solo.
E
a spegnerlo fu la consapevolezza, pesante come un macigno, che Spike non era
solo.
C’era
una donna con lui… c’era una donna su di lui!!
Fra
le sue braccia, appoggiata al suo petto…
Una
donna praticamente nuda…
Strinse
le dita sul corrimano di legno, sentendolo sbriciolarsi sotto la sua stretta.
Mentre
un fioto di acido gli saliva alla bocca.
Kate…
Kate Lokcley…
Quella...
puttana ! … che faceva la parte della
devota fidanzata di Angel e alla prima occasione si gettava fra le braccia del
suo uomo!
E
lui… lui aveva detto di amarla! Lo aveva ripetuto fino alla nausea, fino a che
aveva dovuto picchiarlo per farlo smettere!
Vide
Spike sollevare di più la donna, e poi voltarsi e abbassare la testa.
La
baciava… la stava… baciando…
Davanti
a lei…
E
il dolore che Buffy provò sembrò poterla uccidere lì, in quel momento…
E
invece… non la uccise… e invece potè ancora vedere i due scomparire nel
corridoio.
E
potè sentire le lacrime che le punsero gli occhi, e potè imporsi di ricacciarle
indietro.
Mentre
fuggiva via.
Desiderando
soltanto che il mondo finisse.
“Dai,
Wes… non sentirti in imbarazzo…” Faith si chiuse sul seno l’accappatoio troppo
grande, sorridendo alla schiena dell’uomo appoggiato alla porta. Come se
chiedesse a quest’ultima di reggerlo. “non sei mica il primo uomo che mi vede
nuda!”
Sentì
qualcosa di molto simile ad un gemito venire fuori dalla gola del suo ex
Osservatore, qualcosa che le riempì il cuore di una tenerezza strana, completamente nuova. Che rese la sua voce più
dolce di quanto pensava che avrebbe mai sopportato di sentirla.
Abbassò
per un attimo gli occhi, prima di appoggiarsi con le gambe al bordo della vasca
da bagno.
“Scusami…”
Mormorò.
Vide
Wesley raddrizzare le spalle, senza fare
nemmeno il gesto di voltarsi.
“E’
passato così tanto tempo…”Le rispose piano.” Non devi scusarti… io… per me…
voglio dire…” Sospirò, e Faith si ritrovò a sorridere.” Questo è un discorso
che andrebbe fatto con calma… e io ho sbagliato a rimandarlo sempre… ma adesso…
che c’è il pericolo che tutto finisca… è giusto che tu sappia che io… non c’è
l’ho con te con quello che è successo…
Che
mi è… passata subito e che sono… contento… che quell’incidente… ti abbia
aiutata a uscire dal baratro in cui stavi cadendo… davvero… io… ci tenevo a
dirtelo… nel caso che domani… finisca tutto… e a chiederti scusa se non sono
mai venuto in prigione e a dirti che non è stato perché…”
“Ma
non ti senti ridicolo a parlar con una posta?”
Sentì Wesley deglutire.
“Profondamente…”Confessò.
“Okay,
e allora voltati, e lascia che mi scusi…”
“Faith…”
“Per
essere rimasta sotto la doccia così tanto da farti preoccupare…”
“…
ah…”
“Wesley
… resterai contro quella porta per
sempre?”
“Probabilmente…
la staccherò dai cardini e me la porterò dietro…”
Faith
rise, e senza pensare lo raggiunse, e si appoggiò con la schiena a quella di
lui, il capo che sfiorava la sua spalla.
“Sei
un uomo buono, Wes…”Mormorò.” Uno di quelli che non si meritano una fogna come
me sulla loro strada… chiuse gli occhi.” E io l’ho sempre saputo che mi avevi
perdonata… perché quelli come te non sono in grado di portare rancore… “
Per
qualche istante lui non rispose, e rimasero così, appoggiati l’una all’altra,
in silenzio. E Faith non avrebbe saputo dire
perché si fosse avvicinata a lui, all’uomo cui aveva distrutto la vita…
Forse
perché il mondo stava per finire…
O
perché era un secolo che non toccava un uomo, e la pelle di lui aveva un odore
così fragrante…
“Wes…”Mormorò
piano, e lui non sembrò nemmeno respirare mentre rispondeva.
“Si?”
“Perché
Angel non era con voi?”
Lo
svegliò il freddo.
Acuto,
fin dentro le sue ossa.
Come
quello del sudore che sulla pelle.
E
non gli piacque il freddo.
Fino
ad allora, il sonno era stato caldo… e morbido… e aveva saputo di acqua, e di pelle
fragrante… mentre quello che sentiva adesso era un freddo umido, e l’odore acre
del sudore e del sangue che si mischiavano nelle sue narici.
E
un senso di vuoto, che gli faceva venire voglia di piangere…
Angel sapeva di non volersi svegliare…
Sapeva
di non volere aprire gli occhi, ed affrontare l’assenza del suo bambino…
La
morte… del suo bambino…
Dischiuse
le palpebre. Mentre il dolore tornava.
Ed
era più forte, e più pesante che mai…
Perché
il suo cervello ora era sveglio e l’annientamento si trasformava in sofferenza.
Vera,
profonda, tagliente come una lama.
La
sofferenza del suo cervello e della sua anima insieme.
Avrebbe
preferito continuare a non esistere…
Così…
ora… faceva troppo male…
Avrebbe
preferito non svegliarsi…
Mai
più…
Ma
faceva troppo freddo…
E
le sue braccia erano troppo vuote.
E
l’assenza… troppo dolorosa…
Kate…
Sbattè
le palpebre, tirandosi leggermente a sedere, e ritrovandosi nudo, in quel letto
che sapeva di lei… ma in cui lei non c’era più…
Oh, Dio… Kate…
Ansò,
mentre i ricordi di ciò che era accaduto venivano travolti dal fiume in piena
dell’assenza di lei.
Non
anche Kate…
Non
potevano avergli portata via anche Kate…
Non
dopo che lei era l’unica cosa che gli era rimasta…
Saltò
giù dal letto, afferrando i pantaloni.
E
quelli che provava erano panico, e disperazione…
Non
anche Kate…
Per
favore, Dio, non anche Kate…
L’aveva
stretta per così poco tempo… aveva provato per così poco il suo calore…
Come
con Connor…
Dopo
che aveva fatto così tanti sogni… così tanti progetti per loro due …
Dopo
che il suo desiderio più grande era diventato sentirsi chiamare papà…
E
adesso… non sarebbe accaduto…
E
adesso aveva perso anche Kate…
Adesso
gli portavano via anche lei…
Non
sapeva dove avrebbe cercato, non sapeva nemmeno cosa avrebbe fatto esattamente,
ma uscì, mentre il cuore gli gridava in petto… e dentro gli cresceva, come un
‘ombra, la paura…
Ed
era così accecato dalla paura che non vide Spike, ne si accorse di lui, fino a
che non se lo ritrovò davanti, che saliva le scale, con un bicchiere di
qualcosa in mano, mentre lui le scendeva.
E
gli sarebbe passato di fianco se l’altro non avesse parlato. Perforandogli il
cervello con le sue parole.
“Se
la cerchi di sotto non c’è” Scandì, continuando a salire.” E se intendi uscire
ti conviene vestirti e prendere i tunnell… è quasi l’alba ormai…”
Angel
si voltò, quando Spike era già al piano superiore, in tempo per sentirlo
finire:” ma sprechi solo il tuo tempo…”
“Kate…”Ansò
Angel, voltandosi e raggiungendo il corridoio e il vampiro più giovane.
Gli
passò davanti, bloccandogli la strada.“stai parlando di Kate ?”
“Perché…”Rispose
l’altro, guardandolo divertito.” Quante ne avevi là dentro?”
“L’hai
vista? Stava bene?”
“Bene?”
Il sorriso scomparve dal volto di Spike. “No, non stava bene. Ma francamente mi
sembra un po’ tardi per preoccuparsi di questo… “
Freddo.
Di nuovo. E stavolta non sembrava sudore sulla pelle.
Freddo
al cuore, mentre qualcosa si insinuava in esso. Con il sapore acre dei ricordi.
“La
prossima volta, “ Continuò Spike implacabile.”sempre che ci sia una prossima
volta, pensaci prima di scopartela!”
Angel
arretrò di un passo, scotendo lentamente la testa, rifiutando quelle parole
come fossero raggi di sole.
“Non
è stato così… “ Mormorò, ma le parole erano deboli alle sue stesse orecchia.
“No?”
Spike sollevò le sopracciglia. “Fammi indovinare… le hai comprato una scatola
di cioccolatini e mormorato all’orecchio parole d’amore mentre…”Storse il
naso.” Nah… stronzate…
Vediamo…
mi avvicino di più se dico che l’hai sbattuta sul letto e ci hai dato dentro
fino a che non sei svenuto di stanchezza? “
No…
no… non era stato così… no…
Deglutì…
mentre il suo cervello, spietato, gli ricordava ogni dettaglio … ogni immagine,
ogni suono, ogni odore…
E
la sensazione del suo corpo che sembrava dover esplodere…
Rivide
il volto di Kate, la rabbia negli occhi di lei, identica alla sua… e le sue
mani, che le bloccavano i polsi sulla testa, mentre i loro corpi si cercavano a
vicenda, e si consumavano insieme…
“Dai,
Angel, non farla così tragica…”
Sbattè
gli occhi, e desiderò zittirlo, impedirgli ancora di parlare. Ma non riuscì a
farlo.
“l’hai
usata, okay, c’è di peggio!
Eri
disperato, il tuo corpo non si voleva autodistruggere con te e lei era troppo calda
e troppo vicina…
Pensa
che se lo avessi fatto io sarei stato un mostro… mentre tu… povero, dolce
Angel, schiacciato dal dolore… sempre così controllato che prima o poi dovrà
pure esplodere…
Ti
hanno già perdonato per Darla… lo faranno anche per Kate…
Lei
continuerà ad amarti e l’unico a ricordarsi
di questo… incidente… sarai tu… oh, tutto ciò sempre che domani resti
ancora qualcuno di noi, al mondo! “
“Spike!”
Esclamò, afferrandolo per le braccia, con tanta forza che il bicchiere che
teneva in mano gli sfuggì, infrangendosi in terra. “ Dimmi dov’è Kate! Che cosa
le è successo?!”
L’altro
lo fissò.
“E’
svenuta, okay, fuori dalla porta della tua camera… si è voltata di scatto, ha
avuto un capogiro ed è svenuta…”
“E’
la verità?!”
Spike
si liberò con rabbia, digrignando i denti.
“No
che non è la verità!” Esclamò.” Dopotutto io sono Spike! Perché mai dovrei dire
la verità!
Solo
perché l’ho sempre detta?!”
Si
allontanò di un passo, incrociando le braccia sul petto.
“Senti
se così ti piace …
E’
venuta fuori dalla tua stanza, era pallida come un lenzuolo, e piangeva… trai
tu le conclusioni!”
Angel
ansò, il freddo che gli ricopriva ogni pollice di pelle. Mentre lui pregava.
Pregava che non Spike stesse mentendo…
Ma
era vero… lui non lo faceva mai…
“Che
vuoi… dire…” Mormorò.
“Che
lo sai solo tu cosa le hai fatto, Angel, non cercare risposte da me!
Aguzza
la memoria…” Si avvicinò di un passo. “sei stato forse brusco… sei stato
violento?”
“Non
lo so…”Ansò Angel, mentre le immagini sfrecciavano come lampi nella sua mente,
stordendola.
“Le
hai potuto fare del male?”
“Non
lo so…”
Spike
avanzò ancora di un passo, e lui di nuovo arretrò.
“L’hai
ferita?”
“Non
lo so! Non lo so!”Battè contro la parete del corridoio, e ci si appoggiò sopra
con tutto il suo peso. Mentre una lacrima rotolava sulla sua guancia.
“Io
amo Kate…”Mormorò piano.
E
fu solo un soffio disperato. Che lo sconvolse.
Lui…
che fino al giorno prima aveva pensato di amare Cordelia…
Eppure,
non sembrò stupire affatto Spike.
“Lo
so…”Scosse le spalle, e tirò fuori dalla tasca dei jeans il pacchetto delle
sigarette.” Non saresti arrivato a tanto… s enon l’avessi amata…”
Se
ne accese una, ed Angel fissò il fuoco consumare velocemente la carta.
Come
il tormento consumava lui.
E
come lui aveva distrutto le persone che più amava.
Il
suo bambino, che era stato preso perché era suo… Buffy… e ora Kate…
Kate…
Kate che era… così piena di passione fra le sue braccia… così piena di amore… e
lui aveva distrutto la sua vita… e poi l’aveva umiliata, e trattata come una
cosa… e ferita…
“Non
fare quella faccia!” Sputò Spike.”Sei patetico!”
“Sono
un…”
“Si,
anche quello, qualunque cosa sia… ma non per lei.”
Spike
sbuffò.
“Rifacciamo
da capo: non mi aveva sentito, si è girata di scatto ed è svenuta, per tensione o stanchezza, che ne so! Ti va di
credermi ora?
Piangeva,
ma non sanguinava e non aveva lividi…
Sei
una rosa d’aprile anche sclerato! Contento?!
Perché
poi devono amarti tutte…”
Scosse
il capo, abbassando gli occhi. E c’era una tale espressione sul suo volto che
gli scese nel cuore. In quel cuore che aveva creduto non avrebbe più provato
nulla.
In
quel momento, anche se avesse voluto farlo, non avrebbe saputo dire cosa
provasse per Spike.
Sapeva
di non averlo mai odiato… di non esserci mai riuscito. Forse perché ricordava
troppo bene ciò che gli aveva fatto.
E
di averlo sempre capito, nel bene e nel male.
E
di aver creduto che era cambiato, quando glielo avevano detto… quando lo aveva
visto… anche se nessun altro lo faceva.
“Buffy
non mi ama più…”Mormorò piano.” Lei ama te…”
Spike
alzò gli occhi, e ci fu un lampo in essi.
“Allota
sai che noi…”
Si
limitò ad annuire e fissarlo, fino a che non potè più aspettare.
“Spike…”Mormorò.”
Dov’è Kate?”
Lui
aprì le labbra, ma prima di parlare scosse il capo.
“Nel
mio letto…” Rispose, e, mentre Angel gli passava di fianco, aggiunse :” si vede
che non glene bastava uno …
Ehi…
hai idea di quale sia la mia…” Angel afferrò una maniglia, girandola. “ si… ne
hai idea…”
Angel
lasciò che il suo sguardo vagasse nel buio, mentre i suoi sensi venivano
raggiunti dall’odore di lei… misto a quello delle sigarette di Spike, e quando
la vide, per un attimo, pensò che non avrebbe mai avuto il coraggio di entrare.
Kate
dormiva, adagiata fra le coperte. Col capo leggermente reclinato e il volto
girato nella sua direzione.
Bellissima…
e pallida da spezzare il cuore.
Come…
come aveva potuto non vedere quant’era pallida?
Come
aveva potuto lasciare che il dolore lo stordisse al punto di farle del male?
Entrò
in silenzio, continuando a guardarla. Ascoltando il respiro che conosceva a
memoria.
Come
sempre… Spike aveva detto la verità…
Come
sempre… la conosceva meglio di lui…
Se
non l’avesse amata… se il cuo cuore non le fosse appartenuto tanto… non sarebbe
arrivato a quel punto…
Come
non era accaduto con Cordelia… o con Buffy…
Ma
era così tanto che l’amava … ed aveva nascosto così a fondo il suo
amore… negandolo, mascherandolo, celandolo sotto altri nomi…
Era
così tanto che desiderava la sua pelle e il sapore delle sue labbra, che nel
momento in cui la sua mente era stata più debole, e lei lo aveva provocato come
solo Kate, in duecentocinquant’anni di esistenza, era mai riuscita a fare, il
suo corpo l’aveva reclamata.
Chiedendole
di salvarlo.
Se
non l’avesse amata… se fosse stata chiunque altra… se non fosse stata la Kate
che lo aveva sempre portato agli eccessi più estremi… il dolore avrebbe
annientato tutto …
E
ora sarebbe stato ancora prigioniero di quella prigione di istupidimento.
Ma
lei c’era stata… e lui l’aveva amata…
Ed
ora il suo cervello funzionava di nuovo.
E
poteva maledirsi per ciò che aveva fatto.
Cadde
in ginocchio, di fianco al letto, e di nuovo sentì le lacrime sulla sua pelle.
Quelle
lacrime che non aveva ancora pianto per il suo bambino.
Aveva
creduto di amare Cordelia… aveva voluto crederlo… per la paura di perderla,
forse… o per non essere più solo… dopo aver pensato di aver perso Kate…
Per
non lasciarsi sfuggire di nuovo almeno un briciolo di felicità…
O
solo… perché voleva tanto essere amato.
Ma
quando Kate aprì gli occhi, ripensandoci, si sentì solo terribilmente stupido.
“potrai…
perdonarmi?” Mormorò. Implorandola con tutto se stesso.
Lei
lo guardò, e allungò una mano per accarezzargli il volto.
“No…
“Sussurrò.” Perché non c’è niente … di cui ti debba perdonare… niente…”
Allungò
le braccia, e lui lasciò che l’attirasse a se.
E
la baciò… per la prima volta con tutto se stesso.
Mentre
cominciava a piangere.
Senza
vergogna.
Lavando
con quelle lacrime il suo cuore.
Lasciando
che finalmente dessero al dolore la voce dei singhiozzi.
Pianse
per il suo bambino. A lungo.
Mentre
Kate lo stringeva forte. E carezzava con la mano i suoi capelli.
Pianse
per tutto ciò che lui non avrebbe mai avuto.
Per
tutto ciò che non avrebbero mai fatto insieme.
Per
la sua vita spezzata e perché non avrebbe mai saputo quanto suo padre lo avesse
amato.
Pianse
disperatamente.
E
quando sollevò il volto, trovò gli occhi di Kate ad aspettarlo.
E
si sentì… a casa.
“Ti
amo, Kate…”Mormorò piano.
Lei
tirò su col naso. Le guance e le labbra bagnate di lacrime identiche a quelle
di Angel.
“Ti
amo…”Rispose.” Ti amo tanto che non mi importerebbe della fine del mondo, se
solo tu potessi stare meglio…”
Angel
sollevò il volto, baciandole con dolcezza la bocca.
Bevendo
da loro il pianto di lei.
E
non gli sembrò così assurdo ne ingiusto scoprire che, invece, adesso, a lui…
del mondo importava di nuovo.
“Ti
amo… ti amo tanto che non mi importerebbe della fine del mondo, se solo tu
potessi stare meglio…”
Buffy
ansò, spalancando la bocca. Come se non riuscisse a respirare.
E
con ogni fibra del suo corpo a gridarle che era così…
Che
aveva bisogno di ossigeno…
Che
stava soffocando…
Di
angoscia… di dolore… di rabbia…
Di
tutto ciò che un essere umano poteva provare… e che provava tutto insieme…
Davanti
alla porta della camera di Spike, con le dita già strette alla maniglia… e gli
occhi che in un solo istante le lacrime avevano invaso.
Era
tornata indietro per affrontarlo…
Per
affrontarli tutti e due…
Per
gridare in facci a quel bastardo senz’anima che non poteva osare prenderla in
giro in quel modo.
Perché
non poteva passarla liscia… no… non dopo essersi portata a letto un ‘altra…
praticamente sotto il suo naso… sotto il suo stesso tetto.
Era
tornato indietro per colpirlo, e colpirlo, fino a fargli sembrare lo scontro
nel vicolo poche settimane prima una passeggiata di piacere…
Fino
a rompergli tutte le ossa del corpo.
Era
tornata indietro per piantarla, una volta per tutte con quell’assurda storia, e
urlargli che era finita, che non voleva avere più nulla a che far con lui. Che
non voleva mai più sentirsi addosso una delle sue luride mani, ma che era lei a
deciderlo.
Solo
lei. Buffy Summers.
E
solo perché Spike le faceva schifo, e non certo perché gli era bastato un
‘altro paio di gambe per fargli scordare le sue promesse di amore eterno…
E
ora,invece, quelle promesse continuavano a rincorrersi nella sua mente, e Buffy
piangeva, silenziosa, con la mano apoggiata alla porta.
Lo
amava…
Kate
Lockley si era… innamorata di Spike… glielo stava dicendo…
Gli
stava dicendo quello che lei non glie aveva mai detto…
Quello
che Spike l’aveva tante volte implorata di dirgli…
E
adesso non le sembrava più solo uno squallido affare di sesso…
Era
di più… molto di più…
Lei
lo amava…
Lei
lo stringeva a se e gli mormorava che la sua felicità era più importante del
mondo…
E
lui… lui l’avrebbe lasciata…
Perché…
quale uomo poteva decidere di restare con qualcuno che lo aveva sempre
dispezzato… anziché con una donna che dopo un solo giorno gli confessava in
quel modo il suo amore…
E
non era giusto…
Perché
Spike le aveva detto che l’amava… glielo aveva ripetuto tante volte…
Spike…
aveva rischiato la vita per lei… aveva difeso Dawn… doveva voler dire qualcosa…
Non
poteva scordare tutto così, quando fino a ieri…
Tuttavia…
fino a ieri non conosceva Kate…
Fino
a ieri nessuno lo aveva mai considerato più che un alleato di comodo…
Ancora,
avrebbe voluto aprire quella porta, ed entrare, e gridare, e uccidere qualcuno…
Lei,
lui, non lo sapeva…
Non
le importava…
E
invece fuggì via. Piangendo.
Per
paura.
Per
disperazione.
Paura
di entrare in quella stanza… e scoprire dai suoi occhi che anche Spike si era
innamorato di Kate. Che gli era bastato un solo giorno per cordarsi di lei…
Soffocò
i songhiozzi, raggiungendo la sua stanza.
Lo
sapeva. Lo sentiva.
Non
avrebbe dovuto fidarsi di lui.
Non
di un nemico. Non di un vampiro. Non di Spike.
Lui
non l’aveva mai amata, l’aveva solo usata… mentre era lei che credeva di farlo…
Non
era giusto…
Spike
doveva amarla … Spike doveva piangere e non Buffy…
Spalancò
la porta, credendo di impazzire.
Mai,
in tutta la sua vita, aveva provato qualcosa di così terribile e spietato, e
lacerante… una gelosie e una rabbia che erano come un lampo nel suo cuore, che
distruggeva ogni cosa.
Mai…
nemmeno quanto aveva visto Angel con Faith…
E
allora aveva voluto ucciderli, mentre ora… ora… voleva solo distruggere se
stessa…
Si
gettò sul letto.
Gridando,
singhiozzando disperatamente, la testa affondata nel cuscino e lo stomaco
contratto da crampi improvvisi e dolorosi. Desiderando che quel pianto la
sfinisse fino a ucciderla.
Così
disperata che non sentì nemmeno la presenza alla sue spalle, ne i suoi passi
nella stanza.
Ma
udì la sua voce. Profonda, preoccupata…
“Amore…
“Mormorò Spike, e quando Buffy si voltò se lo trovò davanti, in piedi di fronte
a lei, un asciugamano avvolto attorno ai fianchi e la pelle e i capelli ancora
bagnati. Evidentemente appena uscito dalla doccia. “tesoro non piangere… che
cos’ è successo??”
“S…
Spike…”Ansò, girandosi sul fianco. Non riuscendo a credere a ciò che vedeva.” Tu… tu sei…
Nella...
tua camera... »
Spike
sospirò, passandosi una mano fra i
capelli.
“Amore…
mi dispiace… “Soffiò, il volto attraversato da un ‘espressione serissima.” Non
avrei voluto che lo sapessi così… “
Si
chinò accanto al letto, e non osò nemmeno allungare una mano, e provare a
sfiorarla.
“
Avanti… “Mormorò.” Lo sai… Angel è un idiota… è sempre stato un idiota…”
“A…
Angel…” Ripetè, come istupidita.
“e
poi… okay, sta con Kate, ma questo non vuol dire che ti abbia proprio
dimenticato …
Diamine,
avanti, lo dovevi sapere prima o poi, a questo punto meglio prima!
Lui
la ama, lei lo ama… eh… e ti prego… non piangere…”
Angel…
C’era
Angel in quella stanza… con Kate…
Era
lui che la donna amava…
Che
lei stava stringendo… e baciando e…
Si
allungò in avanti, saltando letteralmente addosso a Spike, e lui fece appena in tempo a mettersi in
piedi che gli si avvinghiò addosso, avvolgendogli le gambe attorno alla vita.
Baciandolo.
Selvaggiamente.
Punendolo con i baci per l’angoscia di un attimo prima.
Lasciando
che la passione cancellasse le implicazioni di quegli stessi sentimenti…
Di
quel batticuore che non voleva…
E
quella gioia… quella gioia assurda…
Sentì
le mani si Spike sulla sua schiena, sui suoi capelli, sul collo, mentre
rispondeva al bacio, e la poggiava sul letto. E con le gambe, usando la sua
forza, lo attirò ancora di più su di se, senza smettere di baciarlo.
Mordendogli
le labbra.
E
soffocando quella gioia che non voleva capire nel leggero ringhio delle labbra
di lui.
Capitolo
VII- Ciao Connor
Lo
sapeva…
Lo
sentiva…
Lo
vedeva…
Ciò
che stava accadendo…
Sopra
e sotto la città…
Senza
bisogno di vedere…
Senza
bisogno di sentire…
Senza
bisogno che nessuno le dicesse…
E
danzava, per le strade umide di pioggia, con i capelli al vento e il cuore che
cantava insieme a lei…
Presto…
presto tutto sarebbe stato apposto…
Come
lo aveva visto…
Come
aveva saputo… quella notte di cento anni prima…
Quando
la sua innocenza le era stata strappata…
E
quando lei aveva strappato quella del suo bambino…
E
aveva lacerato la gola del figlio di Angel…
Sentendo
il suo sapore in se…
Mescolarsi
con il suo…
Dopo
la pioggia, le stelle brillavano più chiare… e Drusilla le ascoltava meglio…
Mentre
danzava nella città orfana di demoni…
Quasi
tutti giù…
Nel
vecchio antiteatro…
A
prepararsi per il pianto dei bambini…
Per
la grande veglia…
E
lei li vedeva… ne sentiva l’ entusiasmo…
Inclinò
la testa, mentre nelle ultime vestigia di notte un gruppo entrava nella casa
albergo…
Rise,
e vide l’uomo dal cuore puro volarsi, e cercarla fra le ombre…
Senza
nessuna speranza di trovarla.
Prima
di entrare.
E
senza volerlo dare avvio al suo dramma.
Dopo
la pioggia… le stelle erano più chiare …
Ma
presto, di nuovo, avrebbe piovuto…
Presto,
di nuovo, qualcuno avrebbe pianto…
E
nessuno avrebbe lasciato quell’albergo come vi era entrato.
Leccandosi
le labbra, come il predatore che era, Drusilla attraversò la strada.
E
mormorando piano una canzone, andò incontro a ciò che da sempre ella aveva
atteso.
Era
strano come Wesley Whindam Price sentisse il cuore più leggero nella quasi alba di quello che forse era
l’ultimo giorno dell’umanità…
Era
strano come tanta parte dell’angoscia se ne fosse andata…
Lavata
via dalla pioggia… o, forse, inghiottita dagli occhi di Faith…
Erano
stati inutili…
La
ricerca, l’incantesimo…
Tutto
inutile…
Non
erano riusciti a scoprire il luogo in cui si sarebbe svolto il rito.
Eppure
non si sentiva più così perso come solo poche ore prima…
E
non gli sembrava più di avere smarrito la speranza…
O
magari… l’aveva smarrira davvero… per un momento… ma lei glil’aveva riportata.
Faith…
Avevano
trascorso a parlare tutte le quattro ore di pausa forzata che Giles aveva loro
imposto, mentre l’uomo e Tara si alternavano nel difficile incantesimo di
illusione…
Ridicoli,
chiusi di nuovo nel bagno… con Wes appoggiato alla parete e Faith seduta sul
bordo della vasca…
Senza
più chiedersi scusa…
Perché
il mondo poteva finire in un giorno… e non valeva la pena di perdere tempo a
scusarsi ancora.
Chiacchierando…
scambiandosi parole molto spesso sciocche… alleggerendo entrambi i loro cuori.
Scoprendo di stare bene insieme… proprio loro, che pareva non avessero niente
in comune…
Ritrovandosi
a volte a sorridere, e spingendo Wesley a chiedersi che cosa sarebbe accaduto,
se anni prima fosse stato un Osservatore migliore… o semplicemente… l’uomo che
era adesso…
Fino
a che non era stato tempo …
Di
andare… di tornare all’Hyperion…
Col
cuore un po’ più leggero
E
la speranza che Cordelia potesse mettersi in contatto con i PTB… dal momento
che Angel sembrava ormai perduto…
Sospirò,
il cuore che faceva male a quel pensiero.
E
davanti a lui vide Faith volarsi, e senza darlo a vedere rallentare il passo
sulle scale.
Per
affiancarlo. E salire assieme a lui.
E
sorridergli. Quasi timidamente.
Come
una ragazzina. Come quello che era…
“Cordelia
sarà ancora da Lorne…” Mormorò, senza smettere di guardarla. “ non penso abbia
permesso a Kate di darle il cambio…
E’
di qui… tre porte prima della camera di Sp…” Si bloccò, all’angolo del
corridoio. E la mascella gli si dovette slogare. Quando vide Angel uscire da
una delle camere… scalzo e nudo dalla vita in su.
“Ma…”
Birsibliò Giles.” Quella non è la … camera di Spike…?!”
Wesley
si girò, troppo sconvolto per rispondere.
“Oh
cacchio!” Esclamò Faith.”OH CACCHIO!! “Ripetè, con tanta foga che Wesley si
girò di nuovo, in tempo per vedere la figura snella e decisamente seminuda di
Kate Lockey uscire dalla stessa stanza, e avvolgere un braccio attorno al collo
di Angel prima di baciarlo sulle labbra.
“In…
tre…” Sembrò scoppiare Faith.
Nessuno
le rispose, e Wesley pregò di riacquistare presto la sensibilità alle gambe che
gli avrebbe consentito di intervenire.
“Li
prendo io i miei vestiti…”Soffiò Kate.” Non me ne importa niente che mi
vedano…”
“Ecco,
brava!” Faith fece un passo avanti, attirando su di se l’attenzione di …
tutti.” Anche perché già ti hanno…”
Fece
un salto. Letteralmente. E solo quello le permise di scansare la porta divelta
di netto di un’altra delle camere, che rovinò nel corridoio … con Spike steso
di sopra.
Nudo.
E con ‘un’espressione sorpresa sul volto.
“Sei
un bastardo!” Gridò Buffy, dall’interno della stanza… e doveva essere abbastanza
sconvolta per fare tutto quel chiasso sapendo che Angel la poteva sentire…
specialmente dal momento che… era abbastanza nuda anche lei! “ E io non voglio
avere più niente a che fare con te!”
“Ma
perché cazzo queste cose non le decidi mai PRIMA!” Sputò lui… insieme a un
piccolo fioto di sangue… e un secondo dopo voltò all’inditro lo sguardo… e vide
prima lui… e nell’ordine tutti i presenti.
“…
salve…” Esclamò, con una faccia così tosta che di più sarebbe stata di
granito!” Fa caldo anche a voi? Angel…”
“Oh,
cavolo!” Proruppe Buffy, accorgendosi finalmente del “ suo “ pubblico. E
correndo ad afferrare un lenzuolo. Mentre, da parte sua, Spike sembrava
totalmente a suo agio. E senza la minima intenzione di alzarsi.
Per
un attimo, continuò a guardarsi intorno, disinvoltamente, mentre ancora erano
tutti troppo stupiti per reagire, fino a che Angel si avvicinò di un passo, il
volto privo di emozioni.
“Spike…”Fece.
“La
porta non l’ho rotta io!” Lo interruppe lui.
“Ti
spiacerebbe metterti qualcosa addosso?!”
L’altro
sollevò le sopracciglia.
“E
perché? La bambina pare si diverta, voi siete uomini, e Kate un uomo nudo lo ha
già ampiamente visto… e se non è così peggio per te…!”
“Avanti,
Spike!” Rincarò Giles, togliendosi la giacca e tirandola con fin troppa forza
addosso al vampiro. “ Poche storie e alzati!”
Era
arrabbiato.
Anzi,
no, era sconvolto.
E
Wes si chiedeva se sarebbe riuscito a convincerlo ad aspettare almeno il giorno dopo, per impalettare Spike.
“No!”Sbuffò
il vampiro.” Tempo due minuti e finirei di nuovo al tappeto, per cui… chinatevi
voi!”
“Angel…”
Buffy tornò sulla porta, con il lenzuolo avvolto attorno al seno.” Ascolta, non
è come… “Si bloccò, sgranando gli occhi
alla vista di Kate. E un attimo dopo lo caricò come un toro infuriato.
“Avanti!”
Esclamò.” Che ti inventi adesso!
Stavi
“ consolando” anche lei? O era lei che consolava te?”
Doveva
essere finito in un Wishwerse creato da un demone della vendetta, pensò Wesley…
prima di vedere l’espressione oltraggiata di Buffy.
Okay…
no… era tutto perfettamente in ordine!
“Come
hai potuto, Angel?!” Esclamò ancora lei.” Come hai potuto… con me sotto lo
stesso tetto?!”
L’assurdo
era che a giudicare dall’espressione confusa di lui… probabilmente le avrebbe
anche chiesto scusa!… se non fosse stato fermato dalla risata di Spike.
“Non
ci posso credere…” Ghignò il vampiro, battendo con un pugno sulla porta
divelta.
Seguito
a raffica dall’eco di Giles.
“Nemmeno
io ci posso credere, Buffy, e mi aspetto una spiegazione…”
“Giles…”Ansò
Wesley.
“dopo
che avremo salvato il mondo…”
“Noo…
è troppo divertente!” Sghignazzò Faith.
“Faith…”Supplicò Wes.
“Tu
sta zitta!”Scoppiò Buffy.”Dove vai combini solo guai!!”
“Buffy…”
“Ascoltate…
so che è colpa mia…”
“Angel…”
“Non
è affatto colpa tua, non vedo perché staimo qui a giustificarci…”
“Kate…
per piacere…”
“Hurrà
per la bionda naturale! L’adoro!”
“Spike…
qui ci finisce il mondo sotto i piedi…”
“Solo
l’umanità, Wesley!” Fece acida Buffy.” Il che ti toglie dai guai! Te e questi
due… bastardi!”
Al
che… Wesley avrebbe potuto replicare qualsiasi cosa… ma nessuno lo avrebbe
sentito.
Poirché
cominciarono a parlare contemporaneamente.
Giles
accusava Buffy… Kate difendeva Angel… Buffy accusava Angel… Faith difendeva
Wesley… Spike solo se stesso… mentre Angel
se ne stava in silenzio e guardava lui, con un ‘espressione sul volto che
pareva quasi dire “ stavo meglio quando stavo male…”
Dopo
di che, Buffy puntò un dito a Kate, Angel si mise fra le due donne, Giles
afferrò la cacciatrice dalla spalla, Spike si appoggiò alla mano per godersi
meglio il tutto, Faith alzò ulteriormente la voce, e Wesley decide che chi
aveva deciso di annientare l’umanità aveva avuto assolutamente ragione!
In
un crescendo cacofonico che continuò a salire… fino a che non fu interrotto…
dal grido di Cordelia !
Cordelia
urlò, e urlò, e urlò.
Con
quanto fiato aveva in gola.
Fino
a che non le mancò la voce.
Con
le lacrime agli occhi.
E
allora si lasciò cadere in avanti, sul corpo del suo amico, e abbracciò Lorne
con tutta la forza che aveva, affondando la testa sulla sua spalla immobile.
“Principessa…”Ansò
lui, la voce troppo bassa e roca.” Con tanto piacere… però… ahia!!!!”
“Oh
scusa!” Esclamò lei, staccandosi con tanta foga da strappargli un altro
gemito.” Scusa, scusa scusa… “Lo fissò, gli occhi in quelli rossi di lui. Ed
erano aperti… finalmente… erano aperti…” Oh, Dio, Lorne… sei vico! Sei vivo,
sei vivo, sei vivo!!”
Lo
abbracciò di nuovo, sollevandolo dal materasso.
“Non
per molto!” gemette lui.
E
in quello stesso istante la porta si spalancò, e l’universo intero si riversò
nella stanza.
C’erano
Angel e Faith in prima fila… e poi Kate, Buffy, Giles, Wesley … e tutti
guardavano loro… ma… perché tutti
guardavano loro?!
E
che ci faceva lì tutta quella gente ?!
“Ehi…”
Ansò Lorne, sollevando il mento.” Qualcuno mi aiuta…?”
“Sei…
vivo…” Mormorò Angel.
“Si…
tu… sei vivo…” Ripetè Wesley.
“Ua!
Sono vivo! “Sputò lui.” Adesso posso avere da bere?!”
“Lorne…
“ Angel avanzò di un passo, e solo allora Cordelia si accorse che la lucidità sembrava
finalmente tornata nei suoi occhi…
Solo
allora si accorse, col pianto in gola, che il suo amico stava parlando, e
camminando… e che era… quasi nudo… come Kate… e Buffy…
Ah.
Non
sapeva per quale delle due, ma… ah.
“Risparmiati!”
Lo bloccò Lorne.” Sei felice di vedermi, ti spiace per come mi hai trattato
quando ero in coma, vorresti dirmi tante cose e non trovi il modo, hai appena
fatto l’amore con Kate e ti sei reso conto… con un ritardo di quanto… due
secoli?… di amarla come un idiota, per cui Cordelia non l’amavi ma avevi una
paura fottuta di perderla! Ti senti distrutto, demoralizzato, una vera pezza da
piedi, e se la bionda ne avesse la forza le chiederesti di prenderti in braccio
e cantarti una ninna nanna! Ma, cosa positiva, non hai intenzione di dar
forfait al mondo!
E
dal momento che ho tutte e due le braccia ingessate e che in queste condizioni
non puoi picchiarmi vieni qui e grattami il naso che sto letteralmente
morendo!”
Cordelia
di portò la mano alle labbra, singhiozzando sommessamente di commozione quando
vide Angel avvicinarsi, e con dolcezza allungare le dita sfiorare il naso verde
dell’amico, che chiuse gli occhi in un ‘espressione di totale beatitudine.
“Ti
ho mai detto quanto ti amo…”Bisbigliò.
“Lorne…”Stavolta
fu il turno di Wesley per avanzare. “perdonami…”
“Ahhhhh…
non sai che una grattata di naso è sacra!” Lorne riaprì gli occhi,
guardandolo.” Che è? Che devi dirmi?
Che
l’umanità potrebbe finire? Lo so grazie!
Quando?
Stanotte!”
“Ma che “ Esclamò Faith.” Ha mangiato punte di
grammofono?!”
“Vuoi
presentarmi gli ospiti?” Continuò Lorne, implacabile.” Okay, presenta!
Anzi,
no, non sprecare fiato! Li conosco!
Dunque,
abbiamo la famosa Faith… Giles… che francamente mi inquieta non poco… di Kate
abbiamo piena la mente il naso e qualsiasi altra cosa…quella è Buffy… a
proposito, Buffy, deciditi a crescere!… e… ah… ciao Connor! Che bello, ti hanno
già trovato!”
Cordelia
sgranò gli occhi.
E
per un attimo pensò di aver sentito male. Mentre, insieme a tutti gli altri,
voltava di scatto la testa verso la porta.
Da
cui, intento ad armeggiare con la sua cintura, era appena entrato Spike.
Capitolo
VIII- Drusilla
Kate
aggrottò la fronte, e per un attimo credette di nnon aver sentito bene.
L’amico
di Angel… Lorne… aeva chiamato Spike… Connor?
Connor
come… Connor?
Era
assurdo, eppure… non doevava aver capito male… perché, mentre il gelo scendeva
nella stanza, tutti si voltarono verso
il vampiro biondo, che, a sua volta, aveva sollevato gli occhi, e batteva le
palpebre, il ritratto stesso dello stupore e dell’innocenza.
“Non
hai idea…” Rincarò intanto Lorne.” Di quanto mi sentissi un verme per avergli
permesso di prenderti… o dovrei dire un bruco? … dopotutto il colore è quello…
Però
adesso ho capito cosa mi ha svegliato… con tutto il rispetto, principessa… s
enon ci fossi stata tu me ne sarei già andato…”
“Ehm…
Lorne…”Cordelia gli passò davanti al volto una mano, con tre dita stese.”
Quante sono queste?”
Si
voltò, sorridendo agli altri con fare condiscendente.
“Scusatelo…
è stato in coma!”
“Ma
scuasatelo di che?!” Obbiettò Lorne.” Guarda che ci vedo benissimo! Ci vedo
meglio di tutti voi messi insieme!
E’
là, è biondo ed è Connor!”
“Okay…”Sputò
Spike,” L’amico del prezzemolo si fa!”
Accanto
a Lorne, Angel teneva il volto basso, e la pena che leggeva su quei lineamenti
così amati aveva il potere di stringere il cuore di Kate.
“Guardami
bene, sempreverde!” Esclamò Spike, caricando letteralmente il letto, e
piantando il volto a un pollice da quello di Lorne.” Ti sembro un moccioso di
pochi mesi?!”
“Non
ho detto che sei un bambino!” Puntualizzò Lorne piccato.” Ho detto che sei
Connor!
Anche se guardando la tua faccia adesso… mi
chiedi di quanto sei cresciuto!”
“Lorne…”Ansò
Angel.” Ti prego...“
„Ha
ragione!“ Rincarò Buffy.” Non so che gioco sia il tuo, ma è perverso!”
“Noli
me dicere! “ Lorne sollevò la testa dal cuscino, così tanto che parve quasi che
il suo collo si allungasse.” Hai dato ragione ad Angel! Attenzione, prego,
stanotte ci sarà la fine del mondo!”
“Non
sta… giocando…” Kate si posò le dita sulle labbra, sgranando gli occhi, il
volto fisso su quello assurdo di lui.” Dio… sta dicendo sul serio…”
“Oh,
sapevo che dovevo parlare con te fin dall’inizio!”
Stava
sudando.
Sudava
freddo… e le sembrava che un unico rivolo gelato le scendesse lungo la schiena.
Tutti
erano convinti che Lorne fosse ammattito… e lo conoscevano, mentre era la prima
volta che Kate lo vedeva… ma allora… perché proprio Kate sentiva addosso
quell’assurda, terribile inquetutide…
Angel
si voltò a guardarla, ma lei non avrebbe saputo dirgli ciò che provava. E non
dovette farlo, perché Spike, che cominciava ad essere irritato, afferrò Lorne
dal bavero della vestaglia, e abbassando nuovamente la testa mutò volto,
proprio davanti a lui.
“E
adesso”Lo sfidò.” Ti sembro ancora un moccioso innocente e capriccioso?”
Lorne
strinse gli occhi. E quella fu la sua unica reazione .
“No!”
Esclamò.” Capriccioso non lo sei mai stato! Sebbene possa dare la colpa al tempo e alle cattive compagnie … quanto
all’innocenza… nemmeno gialli puoi nascondermi i tuoi occhi…”
Spike
lo lasciò andare di scatto, come se le sue parole … quelle ultime parole… lo
avessero trapassato da parte a parte.
“Sei
pazzo da legare!” Sbottò, raddrizzandosi.” E io che ti do anche retta!”
“Mi dai retta perché sai che è vero!”
“Ma
non potevi restare morto,” Urlò Spike.” invece di rompere le palle proprio a
me?!”
“Lorne…”Fece
Wesley, con molta più dolcezza.” Questo è Spike… è un vampiro, è vissuto alla
fine del diciottesimo secolo…”
“Ed
è nato all’inizio del ventunesimo! Che problema c’è?!”
“E’
stato ucciso da una vampira chiamata Drusilla, nel 1880, ed è rimasto insieme a
lei fino a pochi anni fa…”
“Quando
Drusilla”Rincarò Giles.” Lo ha tradito con Angelus…”
“E
con un demone del Caos!” Sputò Buffy.” E chiunque altro si sia trovato anche
solo accidentalmente accanto!”
“E
grazie per la cronistoria della mia vita!” Spike sollevò le mani , con un
‘espressione così esasperata da risultare comica. “Vogliamo anche pubblicarlo
in Internet?! Vogliamo farci su dei volantini da distribuire stanotte al
raduno, come alternativa culturale a “stasera si stermina!”. Chissà, li
potrebbe far morire dal ridere, risolvendoci il problema!”
Lorne
piegò di lato la testa.
“Ecco…
così sei pari pari a quando avevi tre mesi… cioè ieri…”
“Io
avevo tre mesi più cento anni fa! Ma qualcuno si rende conto che qui stiamo a
parlare con un folle che non distingue fra me e il lattante di Angel!
Quel
bambino è morto, “verde”, morto, capito!”
“Spike
smettila!” Angel vanzò di un passo, ansando.” Lorne non sta bene! E tu… per
piacere… “Abbassò il volto, e istintivamente Kate si avvicinò, lottando contro
l’istinto di prendergli la mano.” Qualunque cosa veda… ti prego… fa troppo
male…”
“La
verità…” Rispose Lorne, implacabile.” È una condanna per me…
Per
me… e per qualcun altro…” Guardava nella loro direzione…
No…
guardava lei… Kate ne era certa… fissava nei suoi occhi.” Io non posso fare
finda di non vedere… anche quando vorrei… anche quando la verità è così
complessa che non riesco a capirla…
Ma
non è questo il caso… no… ora tutto è così semplice…” Sorrise, tornando a
fissare Spike,ed il suo era un sorriso felice…
nonostante le braccia rotte, le ferite e il corno spezzato sulla sua
testa.” Voi potete guardare questo giovane uomo… e vedere… un vampiro… un
nemico… un ‘ amante… o uno sconosciuto… voi lo guardate e vedete un corpo, un
volto, e un ‘età… ma io vedo lo stesso, identico, bambino di ieri…
Per
me… non c’è nessuna differenza… “
Davanti
a loro, Spike fece per parlare. Ma si fermò, quando un’ unica lacrima rotolò
sulla guancia di Lorne.
“Pensavo
di averti perduto… “Mormorò.” E che non avrei mai potuto chiederti perdono…”
“E’
la verità?”Kate parlò quasi senza accorgersene… e, sollevando il volto, pronta ad
affrontare Angel.” Lui può… vedere… quello che siamo oltre le apparenze?”
Come
previsto, Angel si voltò verso di lei, sgranando gli occhi. Sconvolto che
avesse posto una simile domanda…
Come
lo stesse… tradendo
“Kate!”
Esclamò. “ Ora basta! Smettetela di parlare di lui! Non… non ce la faccio!”
Le
passò davanti, e lei afferrò.
“Angel…
non volevo essere irrispettosa, te lo giuro…
Angel…
per favore… guardami…”
“Era un
Sahjhan…”
Li interruppe Lorne” Un demone delle dimensioni temporali… “
“Dimensioni temporali…”Ripetè Wesley, ma Lorne non lo
lasciò finire.
“E’ lui che ha portato Holtz… e adesso penso che non
lo abbia fatto perché uccidesse Angel… ma Connor… “
“Il Tro- clans… il bambino del miracolo… quello che
potrebbe evitare…” Wesley sollevò lo sguardo. “ la fine del mondo…”
“Questa… fine del mondo…” Giles avanzò di un passo,
parlando per la prima volta. “ è lui …”
“Si… “Finì Cordelia, seduta sul bordo del letto.Come
se ognuno di loro avesse avuto un ruolo preciso, in quel dramma grottesco.” Si,
è… così…
Lui… non ha potere qui… non può fare niente… e
questo… lo irrita… lo riempie di rabbia… perché non sopporta di essere
sottomesso al genere umano…”
“Ehi, ehi…” Cercò di intervenire Spike.” Frenate!”
“Ha ragione “Esclamò Buffy.” State tutti delirando! Avete
perso il contatto con la realtà!”
Lorne scosse le spalle.
“Può essere ! Tutto sta a vedere di quale sia la
realtà!
In questa realtà, per esempio, Sahjhan non può fare
nulla… nemmeno nuocere a un bambino di pochi mesi… “
“Ma se ha un esercito di demoni!”
“No, no… ha… senso… “ La contraddisse Giles. “La
storia del figlio di Angel è estremamente conosciuta negli… ambienti
sotterranei… e i demoni in generale, per loro natura sono superstiziosi…
Un bambino con il potere di salvare o distruggere il
mondo… sono pochi… molto pochi quelli che lo toccherebbero…”
Per un attimo, nessuno parlò, e il silenzio si
protrasse per degli istanti così lunghi che quando Wesley parlò Kate sentì il
cuore accelerarle.
“Questo…”Soffiò.” Spiegherebbe l’incantesimo… perché
davvero Connor… il Connor che ha vissuto qui… non è più in questo mondo… ed
è… morto …”
“Ma anche se fosse… “ Si
intromise Faith.” Anche se per assurdo… dovessimo pensare che Sahjhan abbia preso Connor…
e lo abbia portato indietro nel tempo… sarebbe una coincidenza troppo assurda…
che da adulto sia andato a incappare proprio in Drusilla.
Che sia stato vampirizzato e ora sia qui… insieme ad
Angel… “
“No… non una coincidenza…” Rispose Lorne serio. “
loro dovevano incontrarsi…
Anche se fossero sati portati ai confini più estremi
dello spazio e del tempo, avrebbero continuato a girare, fino ad ritrovarsi di
nuovo…
Insieme… sono troppo importanti…”
“Parli… dei Ptb?” Chiese Cordelia.
Lorne annuì.
“ Tutte le leggi sono state sovvertite perché
Connor venisse al mondo… credete davvero
che una manciata di secoli li avrebbero scoraggiati?? SE poi volete parlare di
destino o ancora di caso… bè, liberissimi! “ Sospirò, guardando Angel e Spike.”
Ma è possibile che in tutti questi anni voi non abbiate mai notato niente… nessun…
segno… ??
E’ possibile che nulla di straordinario sia accaduto
per rivelarvi il vostro legame??
La verità è così… smaniosa di essere scoperta… non
posso credere che non vi abbia mai lanciato un calcio abbastanza forte da farvi
esclamare “ auh!E questo da dove vinene?”!
Avanti! Viste a posteriori le cose sembrano sempre
più chiare, ma deve pure essere accaduto qualcosa che…”
“Lui mi ha riconosciuto…”Di nuovo, gli occhi di tutti
seguirono la stessa direzione. Fino al volto di Angel. Serissimo.
“Non sapeva che avessi un ‘anima…”Spiegò.” Nessuno lo
sapeva tranne Darla… eppure lui ha… capito… mi ha abbracciato e lo ha… capito…”
“Perché non sono idiota!” Si “ difese” Spike. “
Chiunque lo avrebbe fatto!”
“Darla non lo ha fatto… “Mormorò Angel.” E nemmeno
Penn… e loro avevano il mio sangue dentro… “
“E quando eravamo senza memoria…”
“Buffy!
“Esplose Spike.” Anche tu! Ma impalettatemi e basta!”
“lui… si ricordava di Angel…”
“Non è vero!”
“Si invece!” La ragazza avanzò di un passo, piantandosi
di fronte a lui, le mani ancora strette sul lenzuolo che la copriva.” Non ti
ricordavi nemmeno di essere un vampiro! Non sapevi chi fossi io, ma quando hai
capito che nonostante tutto aiutavi gli esseri umani hai esclamato : sono il vampiro con l’anima!
Non il vampiro buono, o il vampiro rinnegato… il
vampiro con l’anima… il vampiro con l’anima che salva i disperati!”
Distolse il volto, come se ciò che aveva appena detto
fosse stato troppo per lei. E Kate era certa che non avrebbe mai voluto pronunciare
quelle parole.
“Smettila…” Ansò Spike. “ smettetela tutti!”
Si guardò intorno, come per cercare un appiglio.
Senza trovarne nessuno.
Oramai, il seme del dubbio era stato piantato in
ognuno di loro, e nessuno sembrava potere o volere impedirgli di crescere.
“Oh, all’ inferno!” Scattò il vampiro. “Trovatevi un
‘altra cavia! Io non sono il vostro bambino scomparso, e, se è solo un modo per
far svegliare il bell’addormentato,
provate con il caffè!
Mia madre si chiamava Isabel, okay, mio padre Cornelius…
io ho vissuto con mia madre fino al giorno che mi hanno ucciso!
E ho visto le nostre fotografie insieme!
Mi teneva in braccio quando avevo solo pochi… mesi…”
Di nuovo, lo guardavano tutti… e Spike aveva
l’espressione di un prigioniero che si dibatteva inutilmente in una rete.
Accanto a lui, Wesley mise in tasca una mano, e dal
portafoglio tese a Spike una foto.
“Ed eri… così?” Domandò.
Il vampiro non fece neanche il gesto di prenderla, ma
Kate fu certa di vederlo impallidire quando i suoi occhi la fissarono.
“No… “ Ansò, scotendo il capo.” No…” Scansò con
violenza Wesley, mentre gli altri si facevano da parte. E Kate strinse più
forte il braccio di Angel. Certa che, se non lo avesse fatto… lui sarebbe
rovinato in terra.
Spike
era già alla porta, e sebbene nessuno avesse provato a fermarlo, lui si arrestò
ugualmente.
E
l’espressione sul suo viso era sconvolta, mentre indietreggiava piano, tornando
nella stanza.
Seguito,
come dallo spettro condannato a tormentarlo, dalla figura scura di Drusilla.
Sottilissima,
terribile, gli occhi spiritati che Kate aveva visto solo una volta in vita sua,
nel filmato di una telecamera a circuito chiuso… mentre, con Darla, sterminava
commesse e clienti di una boutique del centro…
Occhi
che avevano fissato l’obbiettivo, come ora fissavano alla spalle di Spike.
Verso
Angel.
Reagirono
tutti . Senza lasciar passare quel secondo che avrebbe potuto essere fatale.
Armandosi e mettendosi sulla difensiva, mentre Angel, imitato da Faith, faceva
un passo in avanti, frapponendosi fra Kate e la vampira.
Solo
Spike rimase immobile a fissarla. Sconvolto.
Che
fosse lì e che ci fosse adesso.
E,
quando il suo stomaco si torse dolorosamente, Kate seppe, con una sicurezza che
avrebbe dovuto atterrirla, che nel momento stesso in cui l’aveva vista Spike
aveva saputo che il cerchio si chiudeva. E si chiudeva attorno a lui e ad
Angel.
“Drusilla!”
Esclamò Buffy, rompendo con uno schianto il silenzio.” Adesso siamo proprio tutti! “
La
vampira la guardò, e il sorriso che increspò le sue labbra fece scorrere un
brivido lungo la schiena di Kate.
“Tu
non dovevi esserci…” Sussurrò piano. “ tu dovevi essere morta…”
“Cosa
vuoi… sarei tornata solo per farti dispetto!”
“…
tu li ucciderai… ancora… e ancora… “Spostò gli occhi, fissando Angel e Spike.” Tutti
e due… Hai conservato la spada… e la stai già usando… e hai già spalancato le
porte dell’inferno…”
Kate
vide Buffy sgranare gli occhi, ma, prima che chiunque potesse intervenire, lo
face l’immancabile Lorne.
“Per
cortesia, “ Esclamò.” Qualcuno l’applaude, che io non posso?!”
Sembrava…
tranquillo… per niente impressionato dall’apparizione di lei, e, quando anche
Drusilla lo guardò, parve che i due si conoscessero da sempre.
“
Ovvietà camuffate da arcani misteri…”Continuò il demone.” Signori… finalmente,
ecco Drusilla…
L’ultima
attrice del dramma, che probabilmente è qui per godersi il suo trionfo!”
“Tu…
“Esclamò Cordelia sconvolta.” Conosci quella…”
“Si…
“ Drusilla avanzò di un passo, ondeggiando lentamente nel lungo abito nero,
come in una danza antica e sensuale. “ da sempre ho il tuo volto negli occhi…
da sempre aspetto… questo… da sempre… conosco la tua canzone… “Chiuse gli
occhi, sorridendo lentamente.” I nostri spiriti viaggiano sullo stesso vento… e
parlano la stessa musica… “Spalancò le palpebre, e le pupille scintillarono
nella stanza, dilatate, come quelle di un folle. “ fratello!”
“Oh,
oh, oh… “Lorne sollevò il collo, quasi comicamente.” Freniamo con le parentele!
Al massimo puoi essere una cugina di quarto grado per parte materna! E, visto
che finalmente ci sei, una cortesia di cuore… quando le stelle ti parlano… di
loro di farlo a bassa voce! Sono vent’anni che mi trapanano il cervello! Non ne
poso più!
E
sempre sangue, uccisioni, massacri, vendette, follie… dopo un po’ annoia! Hai
mai pensato di darti al punto a croce?!”
“Scusate…”
Intervenne finalmente Faith. “ a parte che per l’interesse personale del
ravanello, lì… “
“I
ravanelli sono rossi!” Sbottò Lorne.
“Perché
non abbiamo ancora impalettato Morticia?!”
“Apriti
cielo!” Esclamò Buffy.” Sono d’accordo!”
Sembrava
più che altro annoiata da quegli ultimi avvenimenti, ma il suo volto, che fosse
o meno disposta ad ammetterlo, cambiò totalmente espressione quando Spike
sollevò le mani, e ansando le strinse contro le orecchia, come per controllare
un dolore terribile.
“No…”
Mormorò piano.” No…”
Era
ancora voltato, dando la schiena a tutti, e non si girò nemmeno quando la
vampira gli arrivò alle spalle, e con le unghia, lentamente, gli graffiò la
schiena.
“Si…”
Sussurrò. Sorridendo, gli poggiò la testa sulla spalla, avvolgendogli le
braccia attorno al petto. “ mio dolce… mio sangue… mio… angelo… che sa di
Cacciatrice… da prima che io ti possedessi…”
“E’
venuta per giocare… “ Mormorò cupamente Wesley. E per la prima volta da quando
lo conosceva, Kate vide brillare nei suoi occhi qualcosa di molto simile
all’odio.” Per godere del dolore di chi le sta intorno…
E
per finire… ciò che ha cominciato…”
“No…”Ripetè
piano Spike.
E
stavolta fu Angel a fare da eco alle sue parole.
“…
potrei scegliere il cavaliere più saggio, e più coraggioso di tutta la terra…”
Mormorò a fior di voce. “ e perderlo per sempre con un bacio…”
Ansò,
mentre sembrava che una scarica colpisse il corpo di Drusilla, che si staccò
con uno scatto da Spike.
“Si!”
Gridò, avanzando verso Angel con gli occhi spalancati da una ferocia
terribile.” Si!Si!Si!”
E
stavolta fu Kate ad avanzare, mettendosi senza pensare dinanzi all’uomo che
amava. E che era così sconvolto da non impedirglielo.
“Il
cavaliera della luce!” Gridò Drusilla ansando.” Il suo sangue, il suo seme, la
sua anima stessa!
Più
puro del padre! Più saggio del padre!
E
io ho strappato la sua gola, come tu hai strappato la mia!
Innocente,
come me… fino al giorno che mi avete presa…
Il
padre… la madre…
Il
mio sangue sul pavimento di un convento… e il suo… in strada… come quello di
una puttana!
Mio!
Strappato dalle viscere di Darla… dalle tue…”
Allungò
una mano, ma Kate l’afferrò per il polso.
Sapeva
che avrebbe potuto ucciderla in un secondo, eppure la strinse, e avrebbe voluto
avere la forza, o il potere, di farla tacere.
“Ucciso…
“ Continuò Drusilla, fissando Angel, come se Kate nemmeno esistesse. “il giorno
che hai ucciso mia madre…
Da
te…”
Finalmente,
Spike si mosse. E lo fece per voltarsi di scatto. Ansando.
E
per guardare negli occhi suo padre.
Lo
sguardo perso nello stesso sgomento di lui.
“Lo
hai sempre saputo… “ Ringhiò pianò Drusilla.” Da quando lo hai messo al
mondo... tu sapevi che lo avresti fatto… che lo avresti ucciso… “
“Basta!”
Urlò Kate, spingendola all’indietro. E quasi contemporaneamente Wesley venne in
avanti. E avrebbe afferrato Drusilla, se Faith non l’avesse preceduto.
“Okay,
mora!” Esclamò la Cacciatrice.” Hai finito di sparare cazzate!”
Ma
Drusilla sembrò ancora non accorgersi di nulla, nemmeno delle mani strette
attorno alle sue braccia, e persino mentre Faith quasi la sollevava di peso
continuò a gridare: “Hai ucciso tuo figlio!
Tu…
peggiore di qualunque mostro…
Il
suo sangue bolle nel ventre che tu hai svegliato!
Hai
ucciso tuo figlio, Angel! Hai ucciso tuo figlio! Hai ucciso tuo figlio! Hai
ucciso tuo figlio!”
E
avrebbe continuato, probabilmente all’infinito… se Buffy non l’avesse colpita.
Così forte da strapparla alle mani di Faith, gettandola di lato.
In
terra.
Ma,
persino con la bocca sporca di sangue, sollevando gli occhi, Drusilla continuò
a sorridere.
Mentre
il silenzio scendeva ancora fra loro.
E
Spike stringeva i denti, continuando a fissare Angel.
Un
attimo prima di uscire dalla stanza.
Capitolo IX- Il figlio
“Tu…
sapevi già tutto dall’inizio??”
Lorne
sospirò lentamente, appoggiando la testa al cuscino, e istintivamente Cordelia
allungò una mano, per aiutarlo.
“Non
ho una sfera di cristallo, principessa… “ Mormorò. “ non sapevo niente… fino a
che non sono entrati… “
“E
Drusilla…”
“Drusilla…
“ per un attimo, gli occhi di Lorne si persero in qualcosa che solo lui poteva
vedere, e Cordelia si rese conto di non averlo mai visto così serio.” Drusilla
c’è sempre stata…
Nell’aria…
nella paura… nelle canzoni di chi l’aveva conosciuta… e più lontana…
Drusilla
era uno spirito informe, senza volto… e nero… quando ancora pensavo che la
musica fosse il frutto della mia follia… e anche se non sapevo nemmeno che il
suo mondo esisteva … sapevo che l’avrei incontrata…”
Battè
le palpebre, tornando a guardarla.
“Peggio
di una cambiale in scadenza!” Esclamò.
Cordelia
rise, incapace di impedirselo.
Il
mondo, probabilmente, stava per finire… il suo migliore amico attraversava la
più terribile prova della sua esistenza… eppure era così bello riavere Lorne
lì… più di quanto non avrebbe mai creduto…
“Sono
un’incosciente…”Esclamò.” Non dovrei ridere!”
“Oh,
principessa… tutto andrà bene…
Perché
Angel è il cavaliere dela luce… e perché tu sorridi…”
Cordelia
lo guardò, stupida questa volta, e, dopo un attimo, lui la sorprese ancora.
“E
perché i tuoi occhi sono nocciola… e io i colori li distinguo benissimo…”
“Tu…”Esclamò
la ragazza.” Mi sentivi… veramente?!”
“Ovvio!”
Rispose Lorne, scandalizzato.
“E
hai visto tutto quello che ho fatto?!”
“E
sentito… “
“Oh…
Oh!
E perché ricordi tutto?!
Voglio
dire…”Si alzò, muovendosi nervosamente.” Tu eri in coma! Chi si sveglia dal
coma non ricorda niente! Ogni essere umano che si ripetti non ricorda niente!
Perché tu si?!”
Lorne
sbattè innocentemente le palpebre.
“Perché
non sono umano?!”
“Trova
un ‘altra scusa!”
E
no, cavolo, non era giusto!
Lei…
lo aveva accarezzato, okay, si era anche stesa accanto a lui… ma non avrebbe
dovuto ricordare nulla! Era nei “patti non scritti dell’ uomo in coma”!
Si
voltò, ingoiando ciò che stava per dire, e lottando contro l’imbarazzo, mentre
la porta della stanza si apriva per lasciare entrare Giles e Wesley.
In
quest’ordine. Non senza un piccolo moto di stizza nel cuore e nello stomaco di
Cordelia.
Doveva
fare a qual ragazzo un certo discorsetto sull’autostima.
“Drusilla
è chiusa di sotto…” Annunciò l’uomo più anziano, dando modo a Cordelia di
inventarsi un contegno.
“Oh”
Commentò.” Nel locale della caldaia?”
Sapeva
che Drusilla non doveva ancora essere impalettata… sapeva che fino a che era a
rischio il mondo poteva essere utile… ma il pensiero che quella pazza maniaca
fosse sotto il suo stesso tetto non le piaceva affatto.
“No”Rispose
Wes. “ a voler essere precisi… nella caldaia! Dentro!
Con
Buffy e Faith che le fanno la guardia…”
“insieme!”
Cordelia mugolò.” Bello! Avvertitemi quando il sangue comincerà a scorrere!
“Non
credo ce ne sarà bisogno…”Wesley si schiarì la gola. “ Faith è molto cambiata…
è maturata…”
“E
Buffy…”Aggiunse Giles.
Si
guardarono.
“Okay…”Si
arrese Wes.” Fra cinque minuto andiamo a controllare!”
“Mm…”Lorne
si sollevò leggermente, stringendo i denti per il dolore.” Io controllerei
piuttosto la felice famiglia riunita…”
Wesley
abbassò gli occhi, e Cordelia sapeva che lottava contro un dolore che a ogni
ora si faceva più forte.
Come
sapeva che avrebbe voluto lasciare tutto, e correre da Angel. Come sapeva che
non poteva farlo.
“…
c’è kate con Angel…”Mormorò piano. “ e Spike…”Deglutì, e le parole gli morirono
in gola.” Oh mio Dio… Spike…”
“Connor…”Ansò
Cordelia. E senza volerlo gli occhi le si riempirono di quelle lacrime che da
troppo cercava di controllare.
Spike…
Conor…
Il
bambino che aveva creduto morto.
Il
bambino che aveva amato, fino a poche ore prima…
E
ora, forse… era peggio che morto…
Era
un vampiro. Era un assassino.
Era
quello che avava ferito Xander… e che aveva minacciato Doyle… Doyle…
Dio…
lui sarebbe stato felice che Connor esistesse ancora… ma davvero era così?!
C’era
ancora qualcosa del bambino che aveva astretto a se in quella creatura assetata
di sangue?! E come poteva… se la sua anima era persa per sempre?!
Tutto.,..
tutto era così assurdo…”
“Ragazzi…
giovani…”Cordelia si voltò verso Lorne, che con la sua voce flautata aveva
interrotto le riflessioni angosciose , e quasi certamente simili, in cui tutti
erano caduti.” Capisco la gravità del momento… e l’angoscia… ma a qualcuno
interessa dove si svolgerà il rito di stanotte?!”
Cosa
poteva dire?
Cosa
poteva fare?
Cosa
poteva anche solo immaginare per lenire l’angoscia dell’uomo che amava?
Cosa,
se gli avevano appena perforato il cuore con una lama, ancora ed ancora?
E
Kate non sapeva… non poteva nemmeno immaginare la sofferenza di Angel… proprio
lei, che aveva creduto di aver toccato il fondo del dolore…
“Io
l’ho… torturato… “ Mormorò piano lui, la testa appoggiata alla spalla di Kate.
Abbandonato.
Esausto.
Su
quello stesso letto in cui avevano fatto l’amore.
E
Kate ringraziò Dio che non l’avesse di nuovo chiusa fuori dal suo cuore.
“…
per piacere… per… cattiveria… perché volevo sentire le sue grida…
Io
l’ho… colpito… ogni volta che mi ha disobbedito… ed era mio figlio…
Dio…
Dio del Cielo… era il mio bambino…
Io
ho sparso il sangue di mio figlio…”
“No…”
Kate gli sfiorò il volto, costringendolo a guardarla. E sperò che la sua voce
suonasse forte, e convinta. E seppe che non c’erano lacrime in essa. Perché non
era quello il momento di piangere.
“Angel…
non eri tu… era un ‘altra persona…”
Ascolta…”Lo
costrinse ancora a guardarla, impedendogli di abbassare gli occhi. “ Io non so
così tante cose di te… di voi… di tutto… questo…
Ma
so che non eri tu…
Te
lo ha detto anche Wesley… te lo ha detto Lorne… “
“E
tu credi loro?” La interruppe.” Credi… che io non abbia colpe… credi… così
ciecamente che un mostro possa essere pulito del sangue che le sue mani hanno
versato?!”
“Io
credo in te, Angel… “Gli sfiorò ancora il volto. “ Ho sempre creduto in te…
Persino
quando leggevo di tutto quell’orrore… sapevo… che non eri stato tu… lo sentivo…
e ti amavo…
Ti
amavo, e non sapevo niente della tua anima… Non ho bisogno che me lo dicano
Wesley o Lorne…
Tu
non hai mai fatto altro che amare tuo figlio… che difenderlo…”
“Io
l’ho ucciso, Kate… con la mia vita dissoluta… con la mia stupida… ribellione …
io l’ho ucciso il giorno che … sono stato ucciso io…”
“Tu
gli hai dato la vita quel giorno… Senza quel giorno… senza tutto quel … dolore…
lui non ci sarebbe adesso… lui non sarebbe mai nato…”
“Lui
non sarebbe un demone… condannato a …”Angel strinse gli occhi, chiudendoli per
un istante, e poi sollevando una mano… una mano che tremava.” Questo… per
sempre… “La guardò, gli occhi pieni di lacrime.
Dio,
Angel, quanto… quanto aveva pianto in quei due lunghi giorni… quell’uomo che
sembrava invincibile??
“Mio
figlio è un mostro, Kate… come me…”
“Tuo
figlio esiste…” Gli prese la mano, chiudendola nella sua. “Cammina, parla…
pensa… esiste… tuo figlio ha un ‘altra possibilità, Angel…
Ma
forse… forse hai ragione, e io non capisco…
Com’è…
perché fa quello che fa…
Forse
non c’è nulla di umano in Spike… nulla da salvare… e sarebbe meglio per tutti
che tu lo impalettassi, che dessi almeno la pace alla sua anima…”
“No…
“Angel si sollevò di scatto, scotendo il capo con violenza. Gli occhi sgranati,
come se lo avessero colpito. E probabilmente era proprio ciò che aveva fatto. “
no… non è così… non è così… non lo è mai stato…
Lui…
è sempre stato diverso e io… l’ho sempre… odiato… per questo…
Lui…”Le
prese le spalle, stringendole. “ Poteva andarsene dopo che Buffy è morta… poteva
abbandonare tutto… e invece è rimasto… e ha difeso Dawn e gli altri… ed è
sempre stato… umano… e … anche quando tu sei stata male, lui era … arrabbiato…
con me… per quello che ti avevo fatto…
Lui…
non è perso, Kate… te lo giuro!
Lo
hai visto… hai visto i bambini che ha salvato… senza pensare… senza considerare
come avrebbe dovuto comportarsi… tu hai visto come ti ha trattata… e come fa
con Buffy e … se lo avessi visto con Down… e con Drusilla e…”
“Shh…”
Kate gli poggiò una mano sulle labbra, sorridendogli leggermente.” Lo so… lo
so… “
Lo
abbracciò, stringendolo a se, e con il volto premuto alla sua spalla lo udì
continuare.
“io
non so perché è così, Kate… non mi sono nemmeno … mai posto il problema… non ho
nemmeno mai pensato… perché… non l’ho mai ucciso… neanche per difendere Doyle…
o Cordleia… o Buffy…”
“Lo
so…”
“Lui
era… Spike, e Spike era solo… Spike…Dio Kate… come ho potuto non capirlo?”
Lo
guardò, accarezzandogli la guancia.
“
A me pare che tu… abbia appena detto il contrario… “
Angel
schiuse le labbra, ma non riuscì a rispondere. Poiché l’attenzione di entrambi
fu catturata dal rumore di una porta che sbatteva, poco lontana di li.
La
porta della camera di Spike.
Angel
quasi la trascinò di peso quando saltò giù dal letto, e forse non si accorse nemmeno
che le teneva il polso. Che lo stringeva. Come avesse bisogno di lei.
Quanto
nessuno ne aveva mai avuto.
E
che continuò a tenerlo fino a che non arrivarono sulle scale, che Spike stava
scendendo in fretta. Il corpo che sembrava quasi vibrare di rabbia.
Si
era rivestito, e non ebbe alcuna reazione quando Angel lo chiamò con il suo
nome.
“Connor!”
Riprovò, seguendolo sul primo gradino.
E
allora si, Spike reagì.
E
reagì con violenza.
Si
voltò, il viso contratto dalla rabbia, e quando parlò fu come se ringhiasse.
“Non
chiamarmi così!” Sputò. “ Anzi, non chiamarmi affatto!”
“Va
bene…” Angel fece un passo avanti.” D’accordo…Spike… ma aspetta un attimo… dove
stai andando?”
L’altro
strinse i denti rabbiosamente… e il suo volto era così devastato che in quel momento
appariva molto più vecchio del suo stesso padre…
“Non
sono affari tuoi!” Urlò.” Fino a due ore
fa non te ne fregava un cazzo se mi andavo a cacciare all’inferno, non fingere
che le cose siano diverse, ora! Abbi il coraggio di affrontare la verità! Non è
cambiato niente!”
“Spike…”
“Stronzate,
capito?! Tutte!
Io
non sono il tuo bastardo!”
“E’
difficile… per tutti e due…”
“Per
te sarà difficile!
Per
me non è vero! Basta! Capito, basta!
Sono
tutte palle dei tuoi amici, che credono di vedere ciò che vogliono! E Dru
farebbe qualsiasi cosa pur di farti del male. Ache…”Deglutì piano. “ anche
farne a me…”
Angel
scosse il capo.
“Spike…
parliamo…”
“No!
Io non voglio parlare con te! Non ho niente a che fare con te!
Ti
volevo morto! Ti avrei ucciso con le mie stesse mani!
Io
ti ho sempre odiato! Non c’è nessuno al mondo che mi abbia mai fatto più schifo
di te! Tu non puoi essere mio padre!”
Angel
strinse fra le dita il corrimano di legno, così forte che Kate pensò che lo
avrebbe infranto. E i suoi occhi brillavano ancora di lacrime.
Mentre
il volto impallidiva sempre più ad ogi parola di Spike.
“Non
andartene…”Mormorò. “ voglio… ho bisogno di parlare con te… tutti e due ne
abbiamo bisogno…”
Forse
ne avrò anche bisogno…”Spike si voltò, e lentamente tornò a scendere le scale.”
Ma non lo voglio…”
“Spike…
“Tentò ancora Angel.” Neanche io vorrei…”
“Cosa?!”
Kate
sgranò gli occhi, sobbalzando, mentre Spike saltava, il volto mutato in quello
del suo demone, e atterrava proprio davanti ad Angel, afferrandolo alla gola.
“Neanche
tu”Ringhiò, affondandogli le unghie nella carne.” Vorresti che fossi tuo
figlio?!”
Angel
continuò a guardarlo, stringendo leggermente le labbra.
“Neanche
io…”Rispose piano. “ vorrei averti fatto tanto male…”
Per
un attimo, un solo attimo, Spike lo fissò.
Prima
di tornare a ringhiare.
Prima
di contrarre il volto e con entrambe le braccia spingerlo all’indietro, usando
tutta la sua forza sovrumana.
Sollevando
Angel da terra ed abbattendolo con violenza contro la parete di fronte.
Kate
lo chiamò, correndo al suo fianco. Ma le sue parole vennero come fagocitate da
quelle di Spike.
“Io
non sono tuo figlio!” Urlò, ansando. Con tanta violenza da far vibrare il cuore
di Kate.
E
un attimo dopo si voltò di nuovo.
Per
scendere le scale.
Per
lasciarli.
Mentre
già Angel cercava di rimettersi in piedi.
Ma
stavolta fu lei a fermarlo.
“No!”
Esclamò.” Aspetta! Non ti ascolterà mai in quello stato!”
Si
voltò, lanciando un ‘occhiata alle sue spalle, e poi all’uomo seduto davanti a
lei.
“Fidati
di me…” Gli chiese, e senza aspettare, si alzò. E fu lei a seguire Spike.
Correndo, scalza, giù per le scale. E raggiungendolo sulla porta del
sotterraneo.
“Vigliacco!”
Urlò. E temette che Spike l’avrebbe uccisa, a giudicare dall’epressione del suo
volto da demone.
“Che
cosa?!” Ringhiò il vampiro, voltandosi, il volto ancora quello del demone che
aveva in se.
“E
tu saresti quello che ha il coraggio di affrontare la verità?! A me pare che tu
la stia fuggendo la verità! E dalle mie parti questa si chiama codardia!”
“Levati di mezzo, Kate, ne ho abbastanza anche
di te!” Spike rise. E, ancora, il suo era il riso di un demone.”Avrei dovuto
lasciarti svenuta per il troppo scopare!”
“Vuoi
un ringraziamento?!” Esclamò lei, incrociando le braccia.” Okay, grazie. Ma
resti sempre un vigloiaco!”
“Quello
non è mio padre!” Urlò Spike.
“Non
puoi esserne certo!”
“Lo
sono!”
“Perché
hai paura che lo sia!”
“Perché
non c’è un cazzo di prova!”Spike avanzò verso di lei.” Niente che dimostri che
non è solo la più grande sega mentale del secolo!”
“E’
di questo che hai paura, Spike? Che ti dicano che non è vero quando pensi che
lo sia?!”
“Va
a farti fottere, Kate! E stavolta spero che ti ammazzi!”
Si
voltò di nuovo, e di nuovo Kate lo bloccò.
“Parlerai
con Angel se ti darò le prove che cerchi?!”
Fatto.
Grilletto premuto. Restava da vedere se colpiva il bersaglio.
Lentamente,
Spike si voltò, gli occhi percorsi dalla sopresa.
“Tu
non hai nemmeno una prova…”Sibilò.
Kate
sollevò ancor più la testa, prendendo un
lungo.
“No,
Ma so chi le ha.”
Davanti
a lei, Spike non rispose.
Ma
il suo volto tornò alla sua maschera umana.
“Qui.
Se Lorne ha ragione l’anfiteatro è qui, sotto la biforcazione di due dei
tunnell principali… proprio al centro di Los Angeles…”
Wesley
strinse leggermente le labbra, battendo col dito sulla pianta, che mostrava le
profondità di Los Angeles.
“Proprio
sotto la luna a mezzanotte…”Giles rincarò seriamente
Lui
alzò gli occhi, incontrando quelli verdi dell’Osservatore.
E
per la prima volta, lasciando se stesso stupefatto, si rese conto di non
provare soggezione di fronte a quegli occhi, ne senso di inferiorità.
Si
rese conto di non averne più provati.
E
questo era qualcosa che una parte di lui non avrebbe mai ritenuto possibile. E
a cui… non poteva pensare adesso.
“Già…
“ Mormorò piano.” E dal momento che non sappiamo quando Sahjhan ci andrà, o quando
porterà i bambini, dovremo andarci proprio a mezzanotte…”
“Quando saranno tutti riuniti
E pronti ad evitare interferenze…”
“Già…”
“Già…
Forse,,, dovremo chiamare Willow…”
Wesley sospirò.
“Con dei poteri instabili come i suoi?”
“Bè… l’anno scorso è stata utile contro Glory…”
“Ma non era ancora arrivata ai livelli di cui mi hai
parlato…”
“E
Tara deve continuare con l’incantesimo di condizionamento, per far credere alla
gente nella prigione che Faith sia ancora lì…”
“Mm…
ci mancherebbe anche avere la polizia alle costole…”
Wesley
sospirò, mentre il telefono squillava. E il suo sguardo si posò sul piano
lucido della scrivania, mentre parlava con Virginia… mentre le diceva che
poteva smettere di cercare Connor…
Chiuse
gli occhi, stringendoli. E quando tornò ad aprirli Giles lo stava guardando. E
Wes si illuse che in quegli occhi ci fosse il rispetto che aveva sempre
desiderato vedervi…
Non
ammirazione o considerazione, ma
solo… rispetto…
“Wesley…”
Cominciò l’altro, nell’istante stesso in cui la porta dello studio si apriva,
per far entrare Kate.
Aveva
ancora addosso la camicia di Angel, di gran lunga troppo grande per lei, ma per
il resto era vestita, e sembrava molto, molto preoccupata…
“Come
entro alla W & H?! “Esclamò, posando entrambe le mani sul piano della
scrivania.
Wesley
ammiccò guardandola, e chiedendosi per un attimo se dicesse sul serio.
Cosa
che fu più che evidente , nel momento in cui incontrò i suoi occhi.
“Puoi…
potresti entrare… dai tunnel…”Rispose esitante.” C’è un passaggio che Angel
praticò due anni fa e… ma lui queste cose le sa…”
Kate
sollevò la testa.
“Angel
non sa che ci sto andando. E non lo deve sapere.”
“Cosa…”
Wesley si alzò, agirando in fretta la scrivania.” Kate, non puoi andare alla W
& H senza Angel… e visto che ci siamo… perché vuoi andare alla W & H?!”
“E’
lunga, Wes, e io non ho tempo… fammi vedere dove si trova questo accesso…”
“No…
aspetta… Kate… è pericoloso… la W & H è pericolosa… i tunnell sono
pericolosi… “
“Il
mondo è pericoloso! “Lo interruppe lei.” Lo so! Ma devo andarci lo stesso!
Conosco
i rischi, Wesley, conosco la W & H da prima che tu la sentissi nominare per
la prima volta… ma devo farlo… è … è
l’unico modo…”
Deglutì.
E quello fu l’unico istante in cui gli permise di guardare nel cuore della sua
fragilità.
“E
quanto ai tunnell…”Riprese subito.” Non ti preoccupare… che io sappia i vampiri
hanno un ottimo senso dell’orientamento…”
“Vampiri?”
Anche Giles si alzò. “ Pensavo che Angel non venisse con te…”
“Infatti…
Angel non viene con me…”
Wesley
sbattè gli occhi, seguendo la direzione
di quelli di lei.
Oltre
la porta e nell’atrio.
Dove
Spike aspettava, cupo in volto, e appoggiato alla balaustra della scala.
“Oh
mio Dio…” Mormorò. “Kate sei sicura…”
“Wesley,
si , sono sicura, e no, non voglio nessuno con me!
E’
già incredibile che mi stia aspettando, per cui , per amore del mondo, della
mia sanità mentale e di Angel, dove-è-quel- cavolo- di- accesso?!”
Wesley
esitò ancora per un attimo. Solo per un attimo.
Ma
perché mai doveva ritrovarsi a fare il capo?!
“Qui…”
Cedette alla fine, mostrando a Kate il punto sulla pianta dei sotterranei. “
aspetta… “
Prese
la mappa, piegandola velocemente.
“Tieni…
noi useremo quella online…”
Kate
annuì, senza aggiungere niente. Perché non c’era niente da aggiungere.
Wesley
non sapeva che cosa quella donna incredibile volesse fare. Non sapeva se ci
sarebbe riuscita e non sapeva se Spike… Connor… l’avrebbe davvero aiutata in
caso di pericolo…
Ma
sapeva che qualunque cosa Kate avesse in mente… era solo per il bene di Angel…
La
vide lasciare la stanza, senza chiederle di stare attenta, e dopo un attimo
raggiungere uno Spike sempre più nero.
“Vuoi
anche prendere un te, visto che ci sei?!” Le ringhiò contro. Ma lei non parve
affatto impressionata.
“Non
sono ancora le cinque” Rispose, precedendolo verso i sotterranei. “ ma se
torniamo in tempo ti permetterò di offrirmelo…
Come
te la cavi con i tunnel, Spikey?!”
L’altro
digrignò i denti.
“Spero
che incontriamo il Gungan più insaziabile della storia! E spero che mi permetta
di guardare!”
Wesley
non sentì la risposta di Kate, inghiottita dai suoi passi sulle scale, ma
quando la porta si richiuse alle spalle di Spike si chiese se avesse fatto
davvero bene ad assecondare la donna.
Lentamente,
si passò una mano fra i capelli.
Dio…
quello era Connor…
“Dicevamo…”
Mormorò piano, tornando indietro.
“Che
Tara è fuori gioco…”
“Già…
ma possiamo procurarci altro aiuto… no, so già quello che vuoi dire… escludi il
Concilio! Farebbero saltare tutta LA per misura cautelativa!”
“Per
salvare il mondo…” Obbiettò Giles.
Wesley
sospirò di nuovo.
“Già…
ma varrebbe la pena, per un mondo pagato con il sangue?!”
Abbassò
gli occhi, pestando rapidamente alcuni tasti sul computer per visualizzare
sullo schermo la mappa dei sotterranei.
“Comunque
sia… la prima cosa è capire come arrivarci… a seconda del modo potremo anche
decidere se e a chi possiamo chiedere
aiuto…”
Questa
volta,Giles annuì, avvicinandosi a lui per osservare la pianta.
“Non
sappiamo neanche che forma abbia il posto …”Mormorò. “ ne quanti tunnell lo
raggiungano… così è come… combattere alla cieca…”
“Mentre
loro conoscono ogni anfratto… e qualunque strada prenderemo per arrivarci la
sorveglieranno a dovere…
Quel
che è certo è che non riusciremo mai a coglierli di sorpresa.”
Sospirò,
sperando disperatamente che l’altro avesse più idee di lui. E non potè
impedirsi di sobbalzare, quando una voce proveniente dalla porta interruppe i
suoi pensieri.
“No…
“Disse piano Angel. “ se arriviamo dall’alto.”
“Tutto
è pronto… le stelle… stanno cantandolo per me…
Tutto
è… perfetto… ed è… sbagliato…
Perfettamente
sbagliato…”
Drusilla
rise, e per l’ennesima volta negli ultimi minuti Faith dovette lottare contro
il desiderio di gettare della legna in
quella caldaia e darle fuoco!
Si
alzò, avvicinandosi alla grande struttura di ferro, e battè con violenza il
pugno contro la parete.
“Vuoi
stare un po’ zitta!” Esclamò. “ Mi fai venire il latte alle ginocchia!”
Fissò
attraverso la grata, ma nonostante i suoi sensi di Cacciatrice non riuscì a
vederla. E questo la inquietò ancora di più.
Sapere
che qual mostro era lì dentro… accucciata da qualche parte… e che lei non
riusciva neanche a vederla…
Represse
un brivido, mentre di nuovo Drusilla rideva.
Se
c’era una cosa che non avrebbe mai permesso al mondo era che Buffy Summers si
rendesse conto del suo disagio.
Ma
forse stava preoccupandosi invano…
Non
pareva che la cara vecchia B desse peso a null’altro che non fosse il suo
tormento interiore …
Già…
Una
novità assoluta.
La
guardò, seduta dall’altra parte dell’enorme locale, sul primo gradino della scala.
Gli occhi bassi, intenti a guardare qualcosa che Faith poteva solo intuire… e,
forse, intenta anche a guardare in se stessa…
Ecco…
quella si, sarebbe stata una novità
assoluta…
“L’amore…
io amo… l’amore… mi piace sentilo in bocca… “
“Mm…”Grugnì
Faith.” Su questo non avevo dubbi!”
“…
il sangue di chi ama è così dolce… come ambrosia e nettare…
E’
eccitante… “
Faith
sentì battere il metallo e voltatasi vide il volto pallido di lei fissarla
attraverso la grata. E la follia, vibrare nei suoi occhi da uccello.
“Hai
mai sentito il piacere esplodere…” Sussurrò. “ Bevendo il sangue di una vergine
innamorata?”
Faith
sbuffò, lasciandosi cadere.
“No,
devo ammettere che mi manca!”
“Io
lo amavo… “ Sibilò piano lei. “ ed era il mio peccato … io ero vergine… “Inclinò
la testa di lato, fissandola. “ tu sei vergine…”
“Questa
poi…” Faith scoppiò a ridere, incapace di trattenersi. Ma il riso le morì sulle
labbra mentre piano le parole di Drusilla le penetravano nel cervello.
“Tu
non hai mai dato il tuo corpo all’uomo che ami… mai… e non lo farai neanche
adesso… o fra un mese… o un anno…
Ma
hai assaggiato il suo sangue… e ti è piaciuto…”
“Ehi,
B, secondo te Wes se la prende se le taglio appena un po’ di lingua?!”
“Tu
sarai lontana… senza poterlo vedere… senza poterlo toccare… e sentirai il tuo
sangue bruciare…
Tu
lo ami… e non puoi dirgli che lo ami…
Tu
lo ami… e non vuoi dirgli che lo ami…”
“Senti,
razza…”
Si
fermò.
Non
parlava più con lei ora. Non guardava più lei.
Guardava…
Buffy… e, per assurdo, Buffy guardava lei…
E
Faith sentiva che doveva fermarla.
“Hai
il suo seme in corpo… il suo bambino è morto dentro di te…
Il
suo amore è morto dentro di te… perché tu uccidi… tutti quelli che ami… come …
i miei poveri fiori… “
Faith
vide Buffy deglutire, ed ebbe paura.
B
era esasperata da tutto ciò che accadeva. E se superava il limite poteva essere
più pericolosa della fine del mondo… nessuno lo sapeva meglio di lei.
“
Poveri… poveri amori… “ Soffiò Drusilla dal buio della sua gabbia.” Padre… e
figlio… sangue… per sangue…
Ma
di chi era il bambino nel tuo grembo?? “Rise. Una risata perfida, fatta per
ferire.” Tu non sei fatta per essere madre… tu soffochi la tua creatura e la
vomiti…
Ma
lei è troppo forte… e vuole vivere… e vuole conoscere il volto di suo padre…”
“E
basta!” Urlò Faith, sollevando le braccia. “ Cambia disco!”
“Tu
cercavi i suoi occhi! Hai sempre cercato i suoi occhi!
Cercavi
i suoi occhi, cercavi i suoi occhi, cercavi i suoi occhi!”
“Ho
detto stop!” Faith afferrò la porta della caldaia, e spalancandola entrò nella
gabbia di metallo, mentre Drusilla si ritirava nel buio.
“Tu
sei gelosa… “Grridò Drusilla, un attimo prima che Faith la colpisse. Ed era
ancora a Buffy che si riferiva. “ della donna pulita come acqua… pulita
come i suoi occhi…
Ma
non temere… perché lei si torcerà davanti a te…
E
per il tuo piacere, prima che l’alba sorga ancora, le mani del mio Spike
gronderanno del suo sangue!”
Spike
non ci aveva messo più di mezzo minuto
per capire che quelli non erano semplici avvocati. Mezzo minuto da quando era emerso
nel magazzino asettico e deserto attraverso la botola che Angel aveva
perfettamente mimetizzato, probabilmente pensando che potesse ancora servirgli.
E
invece era servita a lui…
A
lui e alla donna ferma davanti a una delle tante porte del corridoio, che la
fissava come se nascondesse la risposta a tutte le domande.
Lo
aveva capito dal’odore che non si trovava in un semplice studio legale. Da
quell’aroma inconfondibile di magia e di pericolo.
E
dall’allarme, che aveva seguito il loro ingresso, aveva capito… che era nei
guai.
E
aveva desiderato strangolare Kate Lockley per non avergli detto in che genere
di vespaio stava andando a cacciarlo.
E
del resto… lui non aveva chiesto niente.
Non
aveva domandato come potesse un gruppo di avvocati avere le prove del suo…
legame… con Angel.
Del
suo falso legame con Angel!
Non
ne era stato in grado. Non sembrava nemmeno che il suo cervello fosse in grado
di pensare da quando tutto era cominciato.
Non
sembrava che fosse in grado di fare altro che… torcersi, e stare male… e
rifiutare… tutto… anche l’aria che gli stava intorno.
Anche
il sangue che lo nutriva.
E
lui aveva solo voglia di vomitare. E di mandare a farsi fottere il passato, il
futuro, il presente, Drisilla, Angel e persino Buffy!
Di
afferrare il primo macellaio che trovava e costringerlo a togliergli quel
dannato chip dalla testa, per poter dimostrare a tutti qual’era la sua vera
natura.
E
invece era lì, a correre lungo corridoio deserti e schiacciarsi contro le
pareti per sfuggire a uomini in armi che a giudicare da equipaggiamento e
stralci di conversazione sapevano benissimo cos’era un vampiro e come
ucciderlo.
Insieme
a una donna che voleva provargli ciò che Spike più rifiutava al mondo.
Tornando
a fargli chiedere, ancora ed ancora, perché fosse lì.
“Ecco…”Mormorò
Kate, posando sulla porta la punta delle dita.” Deve essere qui…”
Spike
guardò davanti a lei, le labbra strette in una linea sottile.
Archivio…
“Wesley
voleva che mi occupassi della W&H, e mi ha raccontato un po’ di … aneddoti…
Poco
dopo la nascita del bambino hanno scoperto che li sorvegliavano con dette
telecamere nascoste, per cui devono esserci delle cassette… e forse là dentro
c’è anche qualcosa che ti può aiutare…”
Una
porta. Solo una porta fra lui e la verità.
Ma
la voleva davvero, stavolta, la verità?!
Lentamente,
cautamente, Kate entrò, la pistola stretta fra le dita.
Mentre
Spike, fuori, la guardava.
“Avanti”Lo
incitò.” Entra, che aspetti?”
Spike
strinse le labbra, col desiderio bruciante di cambiare volto.
Dannazione!
La verità era una gran puttana! Ma pareva proprio che non riuscisse a starle lontano!
“Sei
così sicura di tuo”Sputò.” O è scoprati Angel che ti galvanizza?”
Le
vide stringere le labbra, come troppe volte negli ultimi minuti.
Ma
era facile ferirla.
Angel.
Sempre Angel.
“Pensi
che spalancare le gambe per il capo promuova anche te?!”
“Hai
finito?” Mormorò lei cupa.” Mi stai annoiando!”
Spike
sghignazzò, passandole di fianco.
“Potevi
dirlo prima…”Sussurrò. E senza esitare allungò una mano, scostandole dal collo
una ciocca di capelli.” Avrei trovato un modo per distrarti… Ti confesserò… è
così difficile starti accanto… odori di sesso come un bordello… un bordello di
lusso…” Si fermò alle sue spalle, la mano sul collo di lei, posata sul morso
che gli aveva fatto spalancare gli occhi di sorpresa la prima volta che lo
aveva visto.
Un
morso inconfondibile… il morso di Angel…
“
un bordello per vampiri…”
Finalmente,
Kate si voltò, e la rabbia che lesse nei suoi occhi fece sorridere Spike di
gusto.
“Senti
un po’, biondo!” Esclamò, e con la mano appoggiata al suo petto lo spinse
contro una parete, sfidandolo con ogni oncia di se stessa.” Ti avverto che con
me caschi molto male! Perché io sono l’unica che non ti ha ninnato da piccolo!
Sono l’unica che non ti guarda e vede un piccolo batuffolo paffuto e senza un
capello in testa!
E
quanto alle tue finezze, ho fatto l’accademia, bello! E più servizio in strada
di quanto tu non possa sognarti! E ti assicuro può uscire niente dalla tua
bocca che possa scandalizzarmi!”
Stavolta,
il sorrico di Spike fu sincero. E fu il primo da così tanto tempo…
“Ti
amo…” Sussurrò, facendo letteralmente rotolare all’indietro gli occhi di Kate.
“Ma
per favore!” Esclamò lei , voltandosi.
Spike
fece ancora per ribattere, quando dall’esterno giunse il suono inconfondibile
di passi di corsa.
Si
guardarono negli occhi, e quando il silenzio fu tornato Kate lo lasciò sulla
porta, lanciandogli uno sguardo di sfida.
Non
fu difficile trovare ciò che cercava.
C’
era un’ intera, enorme parete colma di volumi e videocassette… completamente
dedicata ad Angel.
E
non fu difficile neanche trovare la grande stanza attigua all’archivio, in cui
un enorme schermo scuro torreggiava su un tavolo circolare circondato di sedie.
Ciò
che lo fu… ciò che fu terribilmente difficile… fu restare lì, fermo sotto quel
grande quadrato nero, mentre Kate inseriva nel videoregistratore una delle
cassette.
Resistendo
all’impulso di fuggire.
Resistendo
all’impulso del suo cuore… che sembrò tendersi e richiudersi su se stesso,
quando quello stesso schermo si illuminò… e comparve Angel…
Un
Angel come Spike non lo aveva mai visto…
Un
Angel che rideva.
Rideva
con il volto, con gli occhi, con il corpo, mentre si chinava su una carrozzina
aperta, e prendeva fra le braccia suo figlio.
Era
una sequenza girata in strada, con un teleobbiettivo, con scarsa qualità del
video, pessima illuminazione e nessun audio… un… orribile lavoro…
Eppure
era così chiaro quel sorriso… illuminava la notte stessa attorno a lui… oltre
al volto di Angel.
Facendolo
sembrare quello di un ragazzo… un ragazzo che sorrideva al suo bambino.
Spike deglutì. E ancora desiderò scappare-.
E
ancora non riuscì a pensare. E ancora non potè fare altro che “ sentire” quelle
immagini dentro… attraverso la pelle…
Giù,
fin dove era stata la sua anima…
Era
un bambino enorme quello di Angel… proprio come era stato il piccolo William…
eppure fra le sue mani sembrava minuscolo…
Mentre
lo prendeva. Mentre lo sollevava e lo guardava. E lo baciava.
Sulla
fronte… sulle guance… mormorando parole che Spike poteva leggere sulle sue
labbra…
“…
tutto è okay… shh… tutto è okay… papà è qui…”
Papà
è qui…
Lui…
Spike… William … non aveva conosciuto suo padre… era morto in mare, prima che
nascesse…
Lui…
aveva desiderato Angelus come padre… dalla prima volta che lo aveva visto. E
gli era sembrato l’essere più forte e più invincibile sulla faccia della terra…
Ma
Angelus non era mai stato un padre… solo… un sire… solo… un vampiro… e ora
Spike si trovava a chiedersi se ci fosse stato un altro motivo per quel suo
ostinarsi… per quel suo desiderare così disperatamente la sua approvazione…
No.
No.
Deglutì
ancora, e ancora, scacciando quei pensieri.
Era
tutto assurdo… era… folle… più folle persino di lui…
E
non c’era ancora nessuna prova… solo una vaga somiglianza fisica con delle foto
viste cento anni prima…
Niente…
nemmeno uno straccio di prova…
Niente…
Kate
cambiò cassetta, lanciando nervosamente
uno sguardo alla porta.
“Questa
è girata prima…”Mormorò.” Prima che scoprissero le telecamere nascoste. Connor
doveva essere appena nato…”
Connor…
Connor…
piangeva, agitandosi in un cassetto che gli faceva da culla. E stavolta Spike
poteva sentire le sue urla. E la voce di Angel.
Lui
sembrava… confuso e… disperato… e … giocava con un orsetto di pezza cercando di
calmare suo figlio.
Senza
volerlo… Spike si ritrovò a sorridere…
Ma
come poteva essere così… patetico? Un … vampiro… di 250 anni… un … killer… il…
terrore d’Europa… che prestava la voce a un orsetto di pezza! E sembrava
annientato dal pianto di un bambino.
Idiota…
Ridicolo…
patetico idiota…
E
Buffy era stata innamorata di lui? E
Spike aveva avuto paura… di lui?
Di
questo… buffone … che si faceva deprimere da un lattante e che in quel momento
stava … cantando… per … lui…
Spike
dischiuse le labbra, incapace di emettere alcun suono.
Dio…
Dio
non… non era possibile!
“Riportalo
indietro!” Urlò, con voce strozzata.” Fammi rivedere questa parte…”
“Cosa
c’è?!” Domandò Kate, mentre velocemente gli obbediva.
Ma
Spike non rispose. Spike non poteva rispondere.
Spike
ascoltava un vampiro cantare a suo figlio una canzone enza parole… un ‘antica
melodia di una terra lontana…
Una…
ninna nanna… che non riusciva a calmare il pianto del bambino.
Ma
che era rimasta… nelle sue orecchia… nel suo cervello… nel suo cuore…
Fra
le labbra che l’avevano canticchiata, senza riuscire a rispondere a chi
chiedeva dove l’avesse udita… più di un secolo… prima…
E
che l’avevano sussurrata all’orecchio di una regina nera… perché ogni volta che
lo faveno lei rideva, e attirava il suo amante fra le braccia, e tornava a
morderlo… come per rinnovare il suo possesso… come se quel canto la eccitasse.
E
ora… ora sapeva che era davvero così…
Scosse
il capo. E non voleva le lacrime nei suoi occhi.
E
non voleva il dolore. E non voleva la verità…
Ma
lei era lì… e piangeva le lacrime che Spike non versava… e adesso… era come se
ci fosse sempre stata…
Adesso
… sembrava sempre così ovvio… e ancora… così… per assurdo…
Dio…
“Sei
tu…”Sussurrò Kate, e solo allora si accorse di averla al suo fianco. “ vero?!”
La
guardò, e non riuscì a scuotere il capo. Non riuscì a fare altro che guardarla.
E fuggire.
Da
quegli occhi trasparenti, da quella stanza, dal sorriso di Angel…
Con
quel qualcosa di assurdo e violentissimo che gli esplodeva dentro… a cui non
sapeva dare un nome. Ma che lo stava devastando…
Non
voleva. Lui… non voleva…
Non
voleva essere figlio di Angel…
Voleva
essere Spike, William il sanguinario.
Voleva
essere un vampiro, un assassino.
Voleva
essere ciò che sapeva essere. Ciò che aveva un senso essere.
Attraversò
la stenza come una furia. Senza curarsi dei rumori. Senza curarsi della sedia
che si trovò di fronte, e che scaraventò nell’aria come un fuscello secco.
Afferrando
la maniglia della porta e quasi strappandola dai cardini.
Per
trovarsi di fronte a due gruppi di guardie.
No,
non ora. Non adesso.
Gridò.
Ringhiando,
mutando il volto.
Attaccandoli
prima ancora che loro avessero mosso un passo.
Non
gli importava.
Non
importava un cazzo di niente! Voleva solo andarsene.
Voleva
andare da Drusilla… doveva andare da Drusilla… perché c’era ancora una cosa che
doveva sapere… che… per assurdo, voleva sapere.
Forse…
qualcuno sparò… e certamente ci furono dei paletti che fuoriuscirono da lunghe
aste d’acciaio.
Forse…
qualcuno morì…
Non
lo sapeva.
Non
sapeva quante ossa avesse rotto e quante teste avesse fracassato.
Non
gli importava.
E
quando l’uomo che gli stava davanti con la sua asta in mano cadde all’indietro,
e lui capì che era stata Kate a sparargli… non gli importò nemmeno quello…
Passò
oltre.
E
non seppe nemmeno spiegarsi perché, per un attimo, si voltò.
Forse…
perché sentiva che non lo stavano seguendo.
Forse…
perché doveva vedere Kate circondata da quegli uomini in armi per fare la sua
scelta.
Gli
occhi della donna fissi nei suoi.
Mentre
si girava. Abbandonandola.
Per
dimostrare al mondo ciò che era davvero.
Per
dimostrare al mondo che non era Connor.
Capitolo
X- L’ elettricità ti inganna
L’aveva
lasciata…
Kate
boccheggiò, mentre un colpo, più forte degli altri, la colpiva alle spalle, e
lei cadeva, la pistola che le sfuggiva dalle mani quando uno degli agenti di
sicurezza le pestò il polso col tacco dello stivale, facendola gemere. Il
dolore come una scheggia nella mano e nello stomaco.
L’aveva
abbandonata.
Si
era avventato su quegli uomini come una furia. Come un … vampiro… e poi se
n’era andato… dopo che Kate lo aveva salvato… che aveva ucciso per lui…
La
sollevarono, e lei sentì ancora dolore.
E
ancora lo ignorò, troppo assurdamente sconvolta. Come la bambina ingenua che
forse era morta da tempo, e forse non aveva mai smesso di essere.
Perché
si stupiva??
Era
assurdo…
Spike…
era un vampiro… e, anche se era figlio di Angel,non voleva dire che fosse come
lui.
Non
voleva dire che fosse… speciale… come lui…
Sentì
un uomo volgerle brutalmente la testa, e si accorse di non averlo sentito… di
aver continuato a guardare la curva del corridoio oltre cui Spike era
scomparso.
E
pensare che… insieme… avrebbero potuto farcela…
“Dimmelo!”
Ripetè lui.” Da dove sei entrata?!”
Erano
“solo” in sei… cinque senza quello che aveva ucciso… avrebbero potuto
farcela…
Avrebbero
potuto uscire… tornare da Angel…
“Portiamola da Linwood! Noi il nostro
l’abbiamo fatto! “
Non
doveva fidarsi… non doveva lasciare che il suo istinto la spingesse verso
quell’…essere… Eppure… era stata così sicura…
“E
il vampiro?!”
“Fregatene!
E’ solo una bestia! Probabilmente lo aveva pagato per entrare… è lei…” L’uomo
l’afferrò per il braccio.” Quella che conta!”
…
era così certa… che come una sciocca gli avrebbe affidato la sua vita… senza
nemmeno sapere chi era…
Forse…
meritava di finire così…
“Credi
che sia umana?!”
L’uomo,
vestito come tutti gli altri con un ‘uniforme scura, la tirò con se lungo il
corridoio, e Kate non oppose resistenza, guardandosi intorno alla ricerca di
una via d’uscita.
“Ma
si… è una di quelli che lavorano per Angel…”
Aveva
poche possibilità, con un uomo per lato e tre di dietro… e doveva tentare adesso…
prima che la portassero al piano superiore…
Conosceva
la W&H… sarebbe scomparsa… e anche se Angel l’avesse trovata forse non lo
avrebbe fatto in tempo…
Sempre…
che Angel volesse cercarla… che ne avesse la forza e…
Scacciò
quei pensieri.
Non
era il momento, no… ora doveva solo pensare a scappare… a tornare da lui…
E
a trovare un modo perché non sapesse mai ciò che suo figlio aveva fatto…
“E’
una di quelle puttane a cui piace farsi succhiare da un vampiro…”
Kate
lo guardò, per la prima volta. E per la prima volta la rabbia rischiò di
prendere il sopravvento sulla ragione. E desiderò colpirlo con quanta forza
aveva in corpo. Sfogando parte della sua disperazione.
Ma
non lo fece.
Non
fece nulla. Perché prima di poter reagire in alcun modo la voce tagliente e
profonda di Spike li sorprese tutti, facendoli sobbalzare.
“Perché
non provi…”Sibilò. “ potrebbe piacere anche a te…”
Non
era possibile, eppure…
Spike
era lì… e camminava verso di loro, caricandoli come un toro nell’arena, così
infuriato che sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro.
Così
infuriato che … Kate non riuscì a non sorridere, pensando a quanto tornare
indietro dovesse essergli costato.
“Non
osare ridere!” Gridò lui, lanciando letteralmente per aria il primo uomo che
gli si avventò contro. “ O giuro che ti lascio qui e mi cerco un posto da cui
assistere!”
“Già
sentita…”Lo schernì Kate, approfittando dell’immediata baraonda per liberarsi
con una gomitata in piena faccia dell’uomo che la stava tenendo. “inventane un
‘altra!”
“Ti
odio!” Ringhiò Spike, abbassandosi per schivare un colpo.
“Vecchia!”
Rise lei, recuperando da terra una pistola.
“Vedi
se ti piace questa…” Spike saltò mandando i due che lo stavano accerchiando
l’uno contro l’altro.” Io non posso colpirli, per cui vedi come…” Sgranò gli
occhi, e Kate non fece in tempo a capire quel che stava accadendo. Seppe solo
che lui l’afferrava, attirandola a se, e voltandosi di scatto mentre alle sue
spalle esplodeva un colpo. Lo sentì irrigidirsi per un attimo, e stavolta non
rise più.
Si
voltò fra le braccia di Spike, e sparò.
Sparò
all’uomo che lo aveva ferito. All’uomo che aveva colpito il figlio di Angel.
E
un attimo dopo ne scalciò un altro in piena faccia. Rimaneva solo il primo,
quello che l’aveva afferrata, e quando si voltò lo vide con la pistola in
pugno, proprio davanti a lei.
E
come un brutto film poliziesco ognuno puntava l’altro, col braccio teso in
avanti. E ognuno puntava dritto in mezzo agli occhi.
“Avanti…
“Sibilò Spike, avanzando piano, apparentemente incurante della pallottola da
qualche parte nella sua schiena. “ sparale… vediamo se ne vale la pena…”
Mutò
il suo volto, e il sorriso che rivolse all’uomo fu probabilmente qualcosa che
Kate non avrebbe mai più dimenticato.
“
… magari i rinforzi arrivano prima… di farti capire se ti piace …”
L’altro
deglutì, la rabbia che lo rendeva livido.
“Credevo
fosse la puttana di Angel… “Sibilò, abbassando l’arma. “ a quanto pare invece è
la tua…”
Per
un secondo Spike lo guardò, limitandosi a battere le palpebre. Poi,
incredibilmente, sospirò.
“No…”
Sbottò.” Non è la mia puttana. E’ la mia matrigna!”
Ecco.
Questo proprio lo doveva sentire.
Con
un unico movimento, Kate colpì l’uomo alla nuca, facendolo stramazzare in
terra, e correndo poi via insieme a Spike.
“Stai
bene?!” Esclamò, chiudendo alle sue spalle la porta del magazzino da cui erano
entrati.
“Zitta!”
Ringhiò lui per risposta. “ Vorrei solo poterti ammazzare!”
Kate
si calò attraverso la botola, e Spike la prese dalle gambe, lasciandosela
scivolare tra le braccia.
E
non l’aveva ancora lasciata andare lei lo guardò negli occhi, mormorando
piano:” Fallo…”
Un
‘esitazione… o forse l’aveva solo immaginata, prima che storcesse il naso,
allentandola da se e avviandosi lungo il tunnell, senza curarsi di richiudere
la botola come due anni prima aveva fatto Angel.
“Non
posso…” Sibilò. “ … lo sai…quei bastardi del governo mi hanno messo in testa un
fottutissimo chip, e adesso non posso nemmeno tirare la coda a un gatto!”
Strinse
le labbra, mentre qualcosa si muoveva nel cervello di Kate.
Ecco
cosa voleva dire il giorno prima... quando le aveva detto di ringraziare il
governo…
Nessuno
aveva pensato di parlargliene, probabilmente perché la cosa era … scontata… per
tutti… ed ecco la ragione per cui aiutava degli esseri umani…
Si
fermò.
No…
ecco la ragione per cui lui… credeva…
“Spike…
tu hai colpito quegli uomini…”
L’altro
si voltò, guardandola come una bambina stupida.
“Mi
sono solo difeso, amore, c’è una bella differenza…”
Rischiava.
Lo sapeva.
Ma
già una volta aveva negato a Spike la sua fiducia. E se ne era pentita.
Ora…
gliela doveva…
“Non
la seconda volta… la prima …” Che stava facendo? Aveva veramente il diritto di
dirlo? Di mettere forse in pericolo delle altre persone? “ quando sei uscito
dall’archivio… ti sei avventato su di loro… e non era difesa…”
Di
nuovo, Spike la guardò. E il suo volto stavolta era molto diverso… la sua
espressione era molto diversa…
Ricordava…
Capiva…
E,
forse, sceglieva…
E
quando un lampo di comprensione gli attraversò gli occhi azzurri, Kate se lo
trovò davanti, così veloce che quasi non lo aveva visto.
E
un brivido le attraversò la schiena, al ricordo di un altro tunnell, di altri
movimenti così veloci… così inumani…
E
di un altro vampiro che allungava la mano verso di lei.
Come
in quel momento quella di Spike, che lentamente si richiuse attorno alla sua
gola.
“E’
vero…” Mormorò.
Spike
era ferito. Lo sentiva.
Sentiva
il suo sangue bruciare.
Spike
era furia. Selvaggia e incontrollabile, che irruppe nel locale delle caldaie
come un uragano.
Come
la tempesta nei suoi occhi azzurri quando si avventò sulla gabbia di ferro, e
afferrò Drusilla.
E
Angel la sentì ridere.
Era
sceso per parlare con lei…
Per
chiederle… per costringerla a rispondere alle sue domande.
Sul
passato… sul futuro.
Su
Spike… su suo figlio. Stupendosi di quanto facile fosse diventato per lui
accostare queste due parole.
Ma
non era nemmeno riuscito a vederla. Non si era nemmeno avvicinato alla caldaia
quando Spike aveva fatto irruzione nella stanza, facendo balzare in piedi, quasi
contemporaneamente, Faith e Buffy.
E
ora, più che vederla, intuiva la figura della donna, oltre le ampie spalle di
lui.
E
le mani di Spike, attorno al collo di
Drusilla.
“E’
stato solo quello?”Gridò lui, la sua voce resa ancora più profonda dal rimbombo
del metallo.” E’ stato solo un gioco? Sempre? Per cento anni?!
E’
sempre stata solo la tua vendetta?”
Drusilla
rise ancora, e mentre Angel chiudeva gli occhi, il cuore stretto in una morsa,
Spike la scosse, facendole battere la testa alla parete.
“Rispondimi!”
Urlò.” Voglio saperlo! E’ sempre stato solo questo?!
Tu
mi hai mai… “ Esitò.” Tu mi hai mai… amato?”
“Tu
sei il mio bambino…”Uggiolò lei.” La mia dolcezza… il frutto del mio…
“Piantala
con le tue idiozie, Dru! La domanda è facile! Tu mi hai mai amato?! Un solo
momento, in un solo dannatissimo bacio, mi hai mai amato?!”
Il
cuore, chiuso nel suo petto, gridava ad Angel di fermarlo. Di impedirgli di
sapere… e di soffrire…
Ma
non era giusto…
E
Spike non glielo avrebbe permesso.
“Doveva
essere così…”Sibilò piano Drusilla. E non c’era rimpianto nella sua voce. Non
c’era mai stato.” Le stelle lo gridavano al mio corpo, il giorno che lui me lo
ha strappato…
Papà
si è presa la mia innocenza… e io… ho preso quella di suo figlio…
Lui
mi ha resa sporca… e io ho sporcato il suo giglio…
Lui
mi ha fatta amare… e io ho stregato te…”
Angel
vide Spike arretrare di un passo, e capì che Drusilla lo stava accarezzando.
“E’
giusto… “Sibilò piano.” È giusto…”
“Io
sono sceso all’inferno per te, Dru…” Ansò Spike. E la sua voce era disperata.”
Io ho percorso tutti i gradini dell’abbiezione per essere come tu mi volevi…
sapendo che .,.. non lo sarei mai stato… perché non sarei mai diventato… lui…”
“Il
suo sangue, il suo seme, la sua via come linfa fra le tue labbra… ma tu non eri
suo… tu eri il figlio della bestia…
E
le stelle mi mostravano il suo volto contorto dall’orrore… di fronte ai peccati
di suo figlio…
Più
giù. Più giù. Più giù.
Perché
questo momento venisse. E lui sapesse.
Perché
nel cuore e nella mente si ripetessero come un ‘eco tutti i tuoi peccati.
Perché
vedesse i colli squarciati e udisse le urla… e tormento si aggiungesse a
tormento.
Kate…
Angel
si voltò, e la cercò con gli occhi. Ma lei non c’era… e lui era solo ad
affrontare quell’orrore…
“Perché
potesse sapere…”Continuò Drusilla, ansando.” Che avevi ucciso la donna che
amava… ma tu… non lo hai fatto…
non
sei riuscito a ucciderla…
Tu
l’avevi dentro… tu mi hai tradito… e sei tornato indietro… la tua natura ti ha
vomitato, nudo, su una strada, come tua madre il giorno che sei nato…
Solo
le stelle… non mi hanno mai tradita…” Piano, la voce di Drusilla si spense,
soffocando in un sussurro indistinto. E Angel potè vederla arretrare,
poggiandosi contro la parete. “ … loro… sono le mie … amiche… loro cantano per
me…”
Spike
si voltò, e quando Angel lo guardò vide un uomo distrutto.
E
la sua voce era bassa, e calma, ora. Come non avesse più nemmeno la forza per
la rabbia.
“Volevi
che mi uccidesse…”Mormorò.” Quando sei venuta a Sunnydale, e mi hai detto di
Angel… e di Darla… quando mi hai chiesto di tornare con voi…
Tu
volevi che Angel mi uccidesse, non è vero? Mi hai chiamato sapendo che non
avrei avuto possibilità contro di lui… sperando che mi riducesse in polvere…
per poi dirgli che ero suo figlio… per poi fargli sapere che mi avrebbe visto
nascere… e crescere… e che mi avrebbe ucciso…”
“Lui
ti ha già ucciso…”Sibilò Drusilla.” La sua bocca vomita il tuo sangue.
Ma
ha avuto bisogno di me… delle mie mani… perché le sue… non lo avrebbero fatto…”
Di
nuovo, Drusilla rise. Di nuovo, l’aria attorno a lui sembrò vibrare.
“Lui
non ti può toccare, amore mio… e tu non lo puoi toccare…
Non
avete mai potuto… non avete mai voluto…
Però…
potevate odiarvi…”
Rise,
mentre in silenzio Spike si allontanava.
Passando
accanto ad Angel, senza nemmeno
guardarlo.
E
lui non sapeva che dire, o che fare.
E
aveva paura. Di vederlo ancora ritrarsi.
Mentre
Drusilla continuava a ridere.
E
lontano, da qualche parte alle sue spalle, giungeva ad Angel la domanda di
Faith: “ Spike… dov’è Kate?!”
Lui
esitò, continuando a camminare.
“E’
rimasta indietro.” Mormorò cupamente.
Capitolo
XI- L’ultima verità
Per
un attimo, Buffy ebbe paura.
Mentre
nella mente le risuonavano le parole di Drusilla e il suo sguardo incrociava
quello di Faith, lei ebbe paura.
Per
Spike. Per quello che poteva aver fatto. E per quello che poteva significare.
Anche
mentre saliva le scale, e si ripeteva che era impossibile, che il chip gli
avrebbe impedito di toccare un essere umano, la paura continuò a bruciare.
Divorandola come un incendio.
Ed
esplodendo… quando la vide…
Kate…
che di corsa veniva su dal sotterraneo, ansando… e chiedendo dove fosse Spike…
come se la cosa la riguardasse!
Kate
che in due giorni con lui gli aveva parlato più di Buffy in due anni!
E
che adesso avrebbe voluto vedere morta…
Strinse
le labbra, e le dita sul telaio della porta-finestra.
Desiderando
di romperlo.
Desiderando
di rompere qualsiasi cosa nel raggio di un miglio… compresa la faccia
dell’affascinante Kate!
Stava
male.
Buffy
stava male da impazzire.
E
a nessuno importava…
Qualcosa
dentro di lei stava esplodendo… e a nessuno importava…
Era
sola… come sempre…
E
più di quanto fosse mai stata.
Sola
con Faith, che ad ogni sguardo le ricordava il suo trionfo.
Con
la sua aria da sopravvissuta, da eroina pronta a scontare i suoi peccati. Che
aveva il potere di farla andare in bestia.
Esasperando
ognuno dei suoi sentimenti. Fino a farle lasciare quella stupida cantina, e
quello stupido lavoro da carceriera!
Sola…
Spike non c’era, e Giles era troppo preso da
Wesley, dalle loro carte e telefonate,
per badare a Buffy…
Mentre
lei era così disperata da ingoiare l’orgoglio e cercare addirittura Angel…
solo… per trovarlo con lei…
Con
Kate…
Seduto
all’ombra, su una panchina del cortile. Con la mano appoggiata a quella di lui
e le spalle curve.
Ed
era così disperatamente ingiusto.
Era
ingiusto che persino Wesley contasse più di lei e che Angel… proprio Angel… avesse
accanto qualcuno che lo amava.
Buffy…
aveva sempre difeso gli altri… aveva dato la sua vita per salvare il mondo…
Buffy
non era un ‘assassina… non aveva niente
di cui pentirsi…
E
allora perché era lì… sola… mentre Angel parlava piano sulla bocca di un
‘altra? E perché lei sollevava la mano e gli sfiorava le labbra… dopo tutto quello che era successo?
Dopo
tutto quello che le avevano nascosto?
E
perché… perché…
“Perché
non si accorge di te? E’ questo che ti chiedi? “ Buffy sobbalzò, la mano
premuta sul cuore che batteva all’impazzata. Dove … dov’era? E com’era
possibile che non lo avesse visto? “ Per la stessa ragione per cui tu non ti
sei accorta di me, amore… perché non siamo il centro del mondo… anche quando
pensiamo di esserlo…”
“Spike…”Mormorò.
E finalmente riuscì a vederlo, guidata dalla sottile voluta di fumo che
proveniva dall’ascensore.
Buio, le porte aperte che nessuno aveva fatto
riparare, sembrava una gabbia oscura che lo imprigiovana… riempiendola di
inquietudine… “ che cosa ci fai lì dentro?!”
Si
avvicinò.
Per
trovarlo. Per guardarlo.
E
non potè impedire al suo cuore di stringersi quando lo vide, seduto in terra
contro la parete, il ginocchio piegato e fra le dita una sigaretta che si
consumava piano.
Non
le rispose, limitandosi a guardarla.
E
sembrava così stanco… Dio, sembrava… invecchiato di vent’anni… in un solo
giorno…
O
forse no…
Forse
c’erano già quei segni vicino ai suoi occhi… forse le sue labbra avevano già
quella piega amara e lei… non se n’era accorta…
Lei…
non riusciva a ricordare quando fosse avenuto.
Quando
il suo volto aveva smesso di essere quello di un ragazzo?
Lo
guardò ancora. E desiderò toccarlo.
Lo
desiderò disperatamente, ma strangolò quel pensiero. Fermando a mezz’aria la
mano che voleva carezzare un demone.
Si
guardò attorno, nervosamente. Stringendo le dita a pugno.
Senza
sapere che fare. Cercando un aiuto che nessuno le dava.
“…
aiutami, Buffy…”
Sgranò
gli occhi.
Ma
non aveva capito male…
Spike
si sollevò, inginocchiandosi davanti a lei, e la sigaretta scivolò via dalla
sua mano.
“Aiutami,
Buffy… per piacere… io…”Ansò, come se non riuscisse a respirare.” Voglio uscire
di qui… voglio andarmene…ma continuo a … girare e girare… e a cercare una via
d’uscita… e sono sempre qui… come un topo in un labirinto… io…”Strinse gli
occhi. In tutta la sua vita, Buffy non
lo aveva mai visto così…
Così
disperato… annientato e… fragile… così diverso dal vampiro irritante e pieno di
se che conosceva…” voglio andare a casa, Buffy… ma non so quel sia… non so più niente…
nemmeno chi sono…”
Alzò
il volto, guardandola. E c’erano lacrime nei suoi occhi azzurri…
“Chi
sono io, Buffy?”
Perché
glielo stava chiedendo? Perché proprio a lei?
Perché
proprio Spike, che sembrava sempre avere tutte le risposte?
“Tu
sei Spike…”Mormorò. E fu la prima cosa che le passò in mente. Prima ancora che
potesse capire… perché glielo stesse dicendo. “ non saprei come altro
definirti… solo… Spike…”
Finalmente,
allungò la mano, sfiorandogli la guancia. E persino nel buio Buffy potè vedere il suo orriso.
E
le venne in mente un’ espressione che aveva letto una volta… un ‘espressione
che non pensava che avrebbe mai potuto usare…
“Stato
di grazia…”
Non
l’aveva neanche capita, allora… ma la capiva adesso… nell’attimo brevissimo in
cui Spike le sorrise… con la mano di lei appoggiata alla sua guancia…
E
gli occhi che semravano trasparenti come pioggia… e la guardavano…
Guardavano…
lei…
Mi
sono innamorata di te…
Ritrasse
la mano, come se l’avesse bruciata.
Come
se Spike l’avesse bruciata, come se il suo pensiero l’avesse bruciata.
Sgranò
gli occhi, ansando.
Da
dove era venuto fuori “ quello”?” Da dove era venuta fuori quell’assurdità?
“Che
cosa c’è?!” Mormorò Spike guardandola, allungandosi verso di lei.
Ma
Buffy si ritrasse, spalancando ancor più gli occhi.
“Smettila!”
Esclamò.
“Cosa…?!”
“Smettila
di fare quello… quello che stai facendo!”
Non
capiva… Spike non capiva…
La
sua sorpresa, il suo disgusto, la sua pena…
Spike
non poteva capire…
Lui…
lui non aveva anima… non aveva morale…
Lui…
oh, Dio... lui era il figlio di Angel !
“Io…
“Spike dilatò gli occhi. E ancora… non capiva. “ ti ho chiesto aiuto, Buffy… “
Mormorò.” Ti ho solo chiesto aiuto… è così terribile?”
Lei
scosse la testa, allontanandosi di un passo. E vide la rabbia mischiarsi allo
stupore, in quegli occhi non più
trasparenti.
E
lo vide balzare in piedi, come un animale selvaggio e ferito.
“Io
non ti ho mai chiesto niente, Buffy!” Urlò, così forte che lei si voltò
freneticamente intorno, per essere certa che nessuno avesse udito. “ Mai! Non
ti ho chiesto di venirmi a parlare del tuo inferno sulla terra! Non ti ho
chiesto di strapparmi a brandelli il cuore! Cazzo, io non ti ho chiesto nemmeno
di amarmi!”
“Spike!”
Esclamò lei, sgranando gli occhi, il cuore che le batteva per l’ansia. “ Sta
zitto!”
“Perché?!
Questa casa è mia, ricordi?! E’ la casa di mio padre!
È
questo che ti fa orrore, Buffy?! Esserti scopata il figlio di Angel?! Il figlio
dell’uomo che ami?!”
Sentì
la porta dello studio di Wesley aprirsi, e le sembrò che un ‘onda la travolgesse.
No,
no… non dovevano sapere… non Giles… non Angel… nessuno doveva sapere… quant’era
caduta in basso…
Nessuno
doveva pensare… doveva capire che lei… lei…
“E’
questo?!” Ripetè Spike. E buffy lo odiò. Almeno quanto pochi minuti prima aveva
creduto di amarlo.
Perché
era colpa sua… tutto quello che accadeva era colpa sua…
Gli
abissi in cui era scesa… gli errori che aveva fatto… i sensi di colpa…
Era
stato lui… con le sue mani, con la sua bocca, con i suoi occhi… con il suo
amore che l’aveva ubriacata, con il potere che aveva su di lei…
E
anche questo… anche quest’ angoscia, questa confusione… erano copa sua… solo
colpa sua…
“…
o sono semplicemente io?!”
“Sei
tu!” Urlò, stringendo i pugni. Bruciando di rabbia. Un fuoco alimentato dagli
sguardi su di lei. Che la colpivano. Che le penetravano fin nelle ossa, che la
facevano avvampare.
Giles,
Wesley, Cordelia… ed era certa che , dal giardino, persino Angel avesse
sentito.
Spike
ansò, e sembrava che non avesse più la forza per far altro.
“Ma
perché?” Singhiozzò. “ Perché non puoi amarmi nemmeno per un minuto? Perché
nessuno può amarmi?
Perché
non ami neanche il sangue che mi scorre dentro? !”
“L’ho
fatto! “Urlò lei, incapace di trattenersi. E lo vide indietreggiare, scotendo
il capo.
E
lesse la paura sul suo viso. “Non riesci a capirlo?! Eppure è così chiaro
adesso!”
“No…”
“Mi
chiedevo che mi avesse preso… mi chiedevo… come potessi essere scesa così in
basso!
Come
potessi essere venuta con te! Ma non eri tu!”
“No…”
“era
lui! E’ sempre stato lui!”
“No!”
“Rassegnati,
Spike! E’ il tuo destino! E’ quello che hai di lui che mi attraveva!
Sono
venuta con te solo perché in te c’era Angel!”
“Buffy,
no!”
Sollevò
il capo, e incontrò gli occhi scuri di
Angel. E quello che vi lese dentro le riempì di lacrime la gola.
Mentre
ogni songola parola tornava indietro come un boomerang…
E
per la prima volta nella sua esistenza, Buffy Siummers si sentì al di sotto di
lui.
Si
sentì al di sotto di qualunque cosa.
Cercò
Spike, con gli occhi inondati di pianto. Ma era troppo tardi.
E
lei non riuscì neanche a vedere il suo volto, mentre correva via, saltando
sulle scale.
E
spingendo Angel di lato usciva nel giardino.
Dopo,
Angel non la guardò più.
Era
da quasi due giorni che Kate si chiedeva perché non avesse ancora rotto il muso
a Buffy Summers. E se fino ad allora era riuscita a darsi dei motivi,
ripetendosi che se anche lei perdeva la testa, li dentro, erano davvero fritti,
in quel momento, mentre Spike le passava di fianco, e c’erano lacrime nei suoi
occhi fieri, non poteva fare a meno di pensare che era davvero arrivata
sull’orlo!
Ora
le avrebbe molto femminilmente cavato gli occhi!
Probabilmente
poco prima che la Cacciatrice le rompesse entrambe le braccia, ma ne sarebbe
valza la pena!
Oh,
se ne sarebbe valsa la pena!
“Spike…”Mormorò
Angel con un filo di voce. Ma Kate era certa che il vampiro non l’avesse udita.
Era
troppo disperata, e il suo corpo stesso sembrava gridarlo. Lui… si… era
arrivato al limite… quello stesso limite che Angel aveva rischiato di
attraversare solo il giorno prima…
E,
proprio come era accaduto a suo padre, adesso non gli importava più di niente…
Buffy
Summers aveva infranto l’ultima difesa, e adesso Spike si muoveva per
disperazione, quasi per forza di inerzia…
Senza
guardare davanti a se, senza vedere dove andava. E se un demone fosse sbucato
dal nulla, in quel momento, e gli avesse staccato la testa, non se ne sarebbe
nemmeno accorto…
Come
non si accorgeva di nulla… come non si accorse dell’ombra che finiva…
“Spike!”Urlò
Angel al suo fianco.
Saltanto.
Volando forse.
Verso
di lui. Verso il sole che lo sfiorava,.
Afferrandolo.
Spingendolo all’indietro. Mentre la sua ombra si proiettava nel cortile
assolato.
Intercettando
con le mani il colpo che Spike cercò di assestargli , stringendo i denti e
scattando all’indietro, come se suo padre fosse più pericoloso del sole…
“Sta
lontano da me!”Urlò, cercando di spingerlo via.” Non toccarmi! Tuo figlio è
morto, capito?! E’ morto!! E’ morto!!”
Gridò,
con quanta forza aveva in gola. E ad ogni parola lo strattonò con più forza.
Fino a che Angel lo afferrò per la nuca. E lo attirò contro di se.
Con
le dita poggiate alle labbra, Kate vide Spike irrigidisi. E per un attimo pensò
che, di nuovo, si sarebbe ribellato.
Che
di nuovo lo avrebbe allontanato.
Ma
non lo fece.
Forse
perché non ne aveva la forza… o forse… perché in quel momento avevano un
disperato bisogno l’uno dell’altro.
“Tuo
figlio è morto…”Ansò Spike, abbandonandosi contro il petto di Angel. La fronte
premuta sulla sua scapola. Così distrutto che Kate pensava che sarebbe caduto,
se l’altro l’ avesse lasciato.
Ma
Angel non lo lasciò. Angel non avrebbe mai voluto lasciarlo.
Angel
lo stringeva, e Kate non provava stupore per il modo in cui lo aveva accettato.
Perché
era… Angel…
E
Drusilla aveva perso…
Perché
non c’era odio in quei due uomini. Solo molto… dolore…
C’era
un groppo nella gola di Kate, mentre guardava Angel stringere suo figlio. E
lacrime.
Sapeva…
che quel momento non sarebbe durato.
E
sapeva che lo avrebbe protetto. Da tutto e da tutti.
“Eh
no!” Scattò, voltandosi. E con le mani incrociate sul petto bloccò il passaggio
a Buffy Summers.” Che vuoi fare, buttarli al sole tutti e due?!”
Davanti
a lei, Buffy sgranò gli occhi. Stupita, sconvolta dalla sua intrusione.
Anche
i suoi occhi erano pieni di lacrime,ma, guarda caso, a Kate non importava un
fico secco.
“Levati!”
Esclamò, battagliera.” Tu non c’entri niente con noi!”
“Noi?!”
Kate aggrottò ironicamente le sopracciglia.” Noi chi?! Noi… tu ed Angel… ma mi
pare che quello sia il passato… o noi… tu e Spike… e credo di aver capito che
non ci sia nessun noi!
O
forse noi nel senso “Cacciatrice e vampiri” ?! O di “ sassi e schiacciasassi”?!
In entrambi i casi la cosa mi riguarda, eccome!”
“Perché?!
Perché vai a letto con Angel? ”
“Perché
lo amo! E mi sono rotta le scatole di vedere lui o suo figlio soffrire per
colpa di una ragazzina egocentrica che non sa vedere altro che se stessa e il
proprio dolore! Svegliati, Buffy, c’è chi sta peggio di te e se lo merita
meno!”
“Tu
non sai niente di me!” Sibilò Buffy. E Kate rimpianse di non avere con se la
sua pistola.” Non sai niente di nessuno di noi!
Ti
infili nel suo letto e credi che questo basti per entrare nel suo mondo? Per
intrometterti nella sua vita?!
Bè,
non è così! Tu non fai parte del suo mondo!
Che
cosa ne sai tu di vampiri e demoni! Che cosa ne sai tu di come possano
sconvolgere la vita!
Puoi
strillare e lottare , puoi andarci a letto quanto vuoi, ma questo non cancella
quel che ci lega! Non lo farà mai , e tu resterai sempre un ripiego!”
“Sai,
Buffy…”Kate aggrottò la fronte, pensosa.” Non riesco a capire se tu ti
riferisca a Angel o a Spike…
Ma
qualunque sia la risposta… bè, a me non pare che nessuno dei due … ti stia
difendendo…”
Si
spostò di lato, per permetterle di vedere i due uomini, che, ancora
vicinissimi, la fissavano in silenzio. Distrutti.
“Io…”Buffy
scosse il capo, e di nuovo le lacrime le riempirono gli occhi.” Non volevo!
Io
non posso farci niente! E’ la verità!
Io
non amo Spike! Non lo amo! Non lo amo! “ Ripetè, come una bambina stizzita. Come
una bambina impaurita.” E’ solo Angel che vedevo in lui! Non potete condannarmi
per averlo capito!”
“Per
essere precisi…”Kate sollevò gli occhi, incontrando il volto serio di Lorne.”
Non hai capito assolutamente nulla!”
Aveva
le braccia steccate lungo il corpo, e sulle spalle una giacca di lana, e Kate
si chideva dove trovasse la forza per muoversi. Il dolore… doveva essere
atroce… eppure… era lì, e Cordelia lo aiutava
a scendere i gradini, reggendolo con un braccio attorno alla vita.
E
come ormai sembrava normale, gli sguardi di tutti si posarono su di lui.
“Oh,
no…”Ansò Buffy.” Un’ altra volta no!
Sono
stufa di mezze frasi e indovinelli! Non li reggo più!”
“Okay”Sospirò
lorne.” Niente mezze frasi e indovinelli. Vuoi la chiarezza?!
Eccola:
tu non ti sei innamorata di Spike perché ti ricordava Angel. Tu ti sei
innamorata di Angel perché ti ricordava pike!”
Angel
allungò la mano, e strinse fra le dita il braccio di suo figlio.
E
sapeva che quel contatto serviva più a lui che a Spike. E sperava… che suo
figlio non lo rifiutasse…
Ma
lui non lo fece. Lui, forse, non se ne accorse nemmeno.
Letteralmente
annichilito dallo stupore. Come tutti.
Mentre
ancora le parole di Lorne volteggiavano fra loro.
Fu
Buffy che si riprese per prima. E si riprese male.
“
Ma che diamine dici?!” Esclamò. “ Te le tieni per sputarle poi al momento
giusto?!”
“Dico
la verità”Rispose l’altro. Ed era più serio di quanto Angel lo avesse mai
visto. Troppo serio. Troppo… “ e non è colpa mia se prima siate scappati tutti…
In
realtà… pensavo proprio di tenermela per un momento più tranquillo, ma dopo
averti sentita…
Che
farci… sono un ragazzo impulsivo!” Sorrise, posando la schiena alla balaustra
della scala.” E’ quasi ridicolo… sei
così convinta delle tue idee… e invece è tutto il contrario di quel che tu pensi…
Sei
certa che sia stato quel qualcosa di Angel che c’era in Spike a spingerti verso
di lui… e invece è stato ciò che di Spike c’era in Angel che ti ha colpito
tanto… dalla prima volta che lo hai visto…”
“Bello!”
Esclamò Buffy.” E dove sono le telecamere nascoste?!
Lezione
di storia, Borne…”
“Lorne!”
Esclamò lui, raddrizzandosi di scatto.
“ho
conosciuto Spike un anno dopo Angel! Stavamo già insieme allora! Lo amavo già!”
Angel
lanciò uno sguardo a Spike, deglutento.
Era
assurdo… solo due anni prima sarebbe impazzito di gioia nel sentir pronunciare
quelle parole… mentre adesso quello che gli bruciava dentro, quello che gli
faceva balzare il cuore nel petto era pensare a ciò che quelle stesse parole
potevano voler dire per Spike…
Lo
stesso Spike che trenta mesi prima lo aveva appeso ad un soffitto ed aveva
guardato mentre veniva torturato.
“Lezione
di vita, “spice”” Ribattè prontamente Lorne, scendendo l’ultimo gradino per
fronteggiare Buffy.” Quando hai incontrato Angel avevai già la tua anima “
inside”! E la tua anima è stata fatta per Spike!
Da
sempre. Dall’inizio del mondo!
Sai,
come il tuo ruolo di Cacciatrice…
Quando
nasci si sanno già alcune cose di te… del tipo “ sei una Cacciatrice”, sei
insopportabile, e ami Spike!”
E
non parlo di fato, o destino.
Niente
“Sliding doors”, niente “ era scritto che ci saremmo incontrati e amati!”
Quello
va bene per padre e figlio, sebbene sia un po’ riduttivo.
Dico
solo che a volte alcuni di noi nascono collegati, nascono l’uno per l’altra. E
ce l’hanno dentro. Come un codice
genetico del cuore.
E
spesso sono così idioti da non capirlo, e lasciarsi sfuggire la loro… metà…
Tu
non conoscevi ancora Spike, ma lo amavi
già… eri fatta per lui…”
“Idiozie…”
“E
fammi indovinare… quel ragazzo di Los Angeles, il tuo primo amore, non aveva
proprio niente di Spike? Se ci pensi ora, non te lo ricorda?”
“Tu
non indovini!Tu mi leggi il cervello!”
“L’anima,
prego! E, si, vero! E nel frangente
specifico leggo una soap opera!”
“Smettila
immediatamente!”
Buffy
si avvicinò di un passo, ma Lorne non si mosse.
Lorne
non aveva paura di lei. Lorne non aveva mai paura di nulla… eppure in quel
momento, nei suoi occhi, c’era ancora di più…
“Il
tuo amore con Angel non era previsto… “ Continuò, impietosamente. E Angel provò
pena per Buffy. Tutto quello che stava accadendo era troppo… troppo grande per
lei… “ ti è stato anche detto…
Tu
non avresti dovuto amarlo… non hai niente a che fare con lui… la tua anima… non
ha niente a che fare con la sua … i Poteri lo hanno voluto dov’eri tu perché
dov’eri tu, prima o poi, sarebbe arrivato Spike… e loro si… dovevano riunirsi…
per la salvezza di tutto ciò che conosciamo…
Ma
tu hai visto quello che c’era in lui della persona per te, e lui si è
innamorato della tua innocenza… di quello che non era più, e che in te vedeva
riflesso…
Ed
è stato il suo primo amore… e mi fa così pena… perché è stato quello sbagliato…
perché non poteva essere giusto… perché
la donna che amava… era l’anima gemella di suo figlio…”
Buffy
scosse la testa, ansando, gli occhi dilatati pieni di angoscia… pieni di…
orrore…
E
Angel sapeva cosa si provava ad essere guardati con quegli occhi… e sapeva
quello che provava Spike… in quel momento…
“Non
può essere… “Esclamò. “ io sono… la Cacciatrice… e Spike e un vampiro!”
“Ah…
perché Angel era “il piccolo fiammiferaio”?! “
“
Lui è un demone!” Gridò la ragazza, disperata. Al punto che Angel vide Giles
serrare le labbra, e scendere un gradino
verso di lei, prima che Wesley lo prendesse per un braccio, bloccandolo con gli
occhi.” Io non posso essere fatta per un demone! Non posso! Io sono umana! Io
sono una persona!
Lui
non è… niente! Non ha… niente di umano!”
Lorne
strinse le labbra, e c’era pena nei suoi occhi.
“La
cosa per cui più ti compatisco…”Sussurrò.” È che tu sai… che non è vero…”
“Io
non sono la sua anima gemella! Lui non ce l’ ha nemmeno un ‘anima!”
“Mmmmm….”
Incredibilmente, Lorne sorrise, avvicinandosi ancor più a Buffy e girandole
intorno.” Ecco cos’era! Non potevi essere proprio così!
Il
problema è l’anima!
Bè,
da un bacio allo zio Lorne, bambina, e corri ad abbracciare il tuo uomo… perché
si da il caso che l’anima ce l’abbia!”
Ecco.
Se
adesso la terra si fosse aperta e ne fossero venuti fuori una cinquantina di
demoni molto feroci e molto arrabbiati… Angel dubitava che qualcuno ci avrebbe
fatto caso.
A
meno di non avere un terzo occhio che non stesse già guardando Lorne o Spike.
“Non
è… possibile…” Mormorò piano Wesley.
E
di nuovo fu Buffy a continuare. Ma stavolta lo stupore era molto più grande
della rabbia, e sembrava quasi averla fagocitata.
“Lui…
non ha un ‘anima… nessun vampiro ha un ‘anima… “
“Nessun
vampiro è il “figlio del miracolo” prima di essere vampirizzato.
Nessun
vampiro è Connor…
Figlio
dell’impossibile… di creature che non possono generare, di un vampiro con
l’anima… poco è davvero impossibile per lui… niente è assurdo… nemmeno
conservare un’anima umana…
O
sopravvivere… per cento anni, convivendo con un demone, senza impazzire…
O
scendere ai livelli più bassi dell’abiezione… e risalire per amore…
O
mutare… senza nemmeno rendersene conto…
E
invecchiare, se il suo cuore invecchia… perché la sua anima è straziata…
E
fagocitare nel suo corpo la macchina che lo imprigiona…”
“Il
chip!” Stavolta, Giles si liberò dalla presa di Wesley, e scese di corsa le
scale.” Il chip non funziona più?!”
Angel
si fece avanti, frapponendosi fra l’ Osservatore e suo figlio, nell’identico
momento in cui lo fece Kate. E si ritrovò alle sue spalle, mentre la donna
sollevava le mani.
“Aspetta!”
Esclamò.” Lui mi ha salvato la vita! Sapeva che il chip non funzionava, avrebbe
potuto uccidermi e non lo ha fatto!”
“E
tu come facevi a saperlo?!” La voce di Giles era aspra, ora. Dura.
Ma
Kate non mostrò nessuna esitazione.
“Perché
io me ne sono accorta… io … gliel’ho detto…”
“E
con che diritto! Con quale diritto lo hai detto a lui prima di dirlo a noi! Col
rischio…”
“Giles!”
Lo interruppe Angel, fissandolo. Sfidando gli occhi verdi dell’uomo, taglienti
come lame.
Ma
non fece a tempo a dirgli nient’altro, che alle sue spalle risuonò roca la
risata di Spike.
Una
risata isterica, senza allegria, che di nuovo li fece voltare verso di lui,
solo per vederlo scivolare in terra, i gomiti sulle ginocchia e le braccia
distese in avanti. Mentre spingeva la testa all’indietro e continuava a ridere,
così forte che il suo corpo tremava.
“E’
vero!” Escalmò, continuando a ridere.” E’ vero! Ho un anima umana… è vero!
L’ho
sempre saputo!” Cadde all’indietro, puntellandosi sui gomiti, e per un attimo
Angel ebbe paura che di nuovo il sole lo toccasse. E forse non avrebbe potuto
fargli più male di quello che già non provava. “Ho sempre saputo di avere
qualcosa di… marcio, dentro! Qualcosa di … schifosamente sbagliato! Ho un
‘anima…”Ripetè.” Hai sentito, amore? Tu continuavi a dirlo, e ripeterlo! Che non
potevo provare niente… che non potevo amarti… perché non avevo un ‘anima… e
adesso ce l’ho… adesso ce l’ho… io sono… il vampiro con l’anima… “
Si
voltò sul fianco, nascondendo la testa fra le mani. Piangendo.
Accoccolato
in terra come un bambino.
Senza che gli importasse di chi lo vedeva…
Proprio
lui… sempre così orgoglioso…
Dio…
Dio… che cosa poteva fare per farlo stare bene?!
Poteva…
bastare la sua vita, per farlo stare bene?!
Si
inginocchiò accanto a lui, e di nuovo non osò toccarlo… e di nuovo si sentì
impotente e disparato, come un padre di 250 anni… che non riesce a calmare il
pianto di suo figlio…
Si
voltò. Cercando aiuto.
Ma
tra tutti i presenti, solo Kate lo guardava, e nei suoi occhi c’era la sua
stessa angoscia.
Fece
per avvicinarsi, ma prima che potesse farlo accadde qualcosa che lo sconvolse
ancor più di tutto quel che era appena accaduto.
Buffy.
Buffy
strinse i pugni e con un gemito soffocato si precipitò verso di lui. Ansando.
Come se combattesse contro qualcosa che era dentro di lei.
E
senza una parola si lasciò cadere alle spalle di Spike, e allungò le braccia
verso di lui, attirandolo a se. Premendo il viso contro la sua schiena.
Gli
occhi serrati. Per non vedere Angel.
Per
non vedere nessuno.
Perché
i loro occhi non la spingessero di nuovo ad andare via.
Davanti
a lui, Kate gli tese la mano, ed Angel la prese, stringendola nella sua, e
lasciando che lei lo aiutasse a rialzarsi.
Non
parlò. Nessuno lo fece.
Sentì
le dita della donna intrecciarsi alle sue, e la seguì, gli occhi che non lasciavano
la coppia sdraiata in terra, scossa da singhiozzi abbastanza forti per tutti e
due.
E
mentre seguivano gli altri all’interno dell’albergo, per la prima volta, si chiese che cosa provasse adesso per Buffy.
E
si rese conto di non sapersi rispondere.
Guardò
Kate, perdendosi per un attimo nei suoi occhi, e poi, ancora, il corpo di suo
figlio, che lentamente sembrava acquietarsi.
No…
non sapeva che cosa provava per Buffy… affetto forse, o una forma nuova di
amore…
Ma
sapeva che amava Kate…
E
sapeva che era felice che Buffy fosse lì… con Spike…
Sapeva…
che non gli avrebbe chiesto scusa…
Ma
sapeva anche che a lui non sarebbe importato…
Capitolo
XII- Lorne
Wow.
Se
anche il mondo non fosse finito, Cordelia ci avrebbe impiegato una vita a digerire
tutte quelle sorprese!
Spike
era Connor… e a seguire… Spike poteva uccidere ma non lo aveva fatto… Spike era
l’anima gemella di Buffy… Spike aveva un ‘anima…
Ed
era… doveva essere … l’anima di Connor… per cui…
Per
cui era proprio lui!
Era
il suo piccolo, paffutiussimo Connor… però era anche Spike…
Un
vampiro… un assassino… e… ah… gli scoppiava la testa…
E
del resto che si era aspettata! Via le visioni… qualcos’altro doveva venir
fuori!
Avvolse
di nuovo il braccio alla vita di Lorne, e lui le sorrise, mentre lo aiutava con
i primi gradini dell’atrio.
Un
sorriso… ma lei lo avrebbe baciato per come aveva messo a posto Buffy Summers!
La
più grande soddisfazione di tutta la sua vita!
“Lorne…
aspetta un momento…”
Cordelia
si voltò, stupita.
Il
volto di Wesley era serio… troppo serio…
Come
la sua voce. Come i suoi occhi che si erano fatti duri.
Oh
Dio… cosa stava per succedere ancora?
Non
poteva venire direttamente la fine del mondo?!
“Si…
“Mormorò Lorne al suo fianco. “ immaginavo che mi avresti chiamato… “ Si voltò,
guardando l’altro negli occhi. “Che cosa vuoi sapere, ancora, Wes?!”
“Forse…
“ Wesley avanzò di un passo, fino a trovarsi in fondo alla scala.” Perché non
hai detto tutto prima… o magari, semplicemente… chi sei…”
Cordelia
ammiccò, guardando da Wesley a Lorne, e automaticamente si staccò dal fianco
del suo amico.
“Che
cosa…”Mormorò.
“I
poteri di Lorne sono immensi…”Continuò Wesley sicuro.” Nessuno di noi sa quanto
…
Ma
quelli che hai dimostrato tu sono “troppo” estesi…
Lorne
ha sempre temperato le sue facoltà, per far si che le anime della gente… i loro
pensieri e le loro sorti non lo fagocitassero, attaccandolo tutti insieme…
Per
questo leggeva le anime più esposte di chi cantava…
Ma
tu no…
Tu
hai parlato troppo e di troppa gente…
Lorne…
non avrebbe potuto farlo…”
Lentamente,
Wesley estrasse la mano dalla tasca, e Cordelia sobbalzò, trovandosi davanti
una pistola.
“Per
cui, per cortesia… dimmi chi sei…”
Lorne
sospirò, scotendo leggermente il capo.
“Sapevo
che non dovevo esagerare…”Mormorò, e sembrava che parlasse a se stesso. “ ma
quando ho sentito come li trattava quella ragazzina… non ho saputo resistere…
Sapere…
e non poter parlare… non poterglielo sbattere in faccia… non ne ho mai avuto il
carattere…
Ma
su una cosa ti sbagli, Wes…
Lorne
può vedere esattamente tutto quell che ho detto… ha solo bisogno… di un piccolo
aiuto… per non impazzire… sebbene… penso sia molto più forte di quanto lui
stesso creda…”
No…
non era… possibile…
Cordelia
arretrò di un passo, sconvolta, senza nemmeno ricordare di essere su una scala.
E
sarebbe caduta se Lorne non si fosse voltato di scatto, frenandola con il
corpo.
“Noo…”
Mormorò. “ principessa… non devi avere paura… morirei prima di farti del male…”
Cordelia
lo guardò negli occhi, e quelli erano gli occhi di Lorne… lo sentiva… c’era
ancora Lorne dietro di loro… anche se… anche se…
Oh
Dio…
“Lorne..”
fece piano Wesley.” Allontanati da lei. Ora.”
“Wes…”
“Ora!”
“Angel…”Sussurrò
piano l’uomo. “ diglielo tu…”
Angel…
Nessuno
di loro si era accorto che era entrato, seguendo lentamente gli altri dal
giardino, con l’inseparabile Kate che gli stringeva con dolcezza la mano. E che
ora li guardava.
Calmo.
Più
di quanto non lo vedesse da quel che sembrava un ‘eternità.
Persino…
sereno…
Con
gli occhi persi in quelli di Lorne.
“Abbassa
quell’arma, Wes…”Mormorò gentilmente. “e
saluta Doyle…”
“Doyle?!”
“ Doyle ?! “
“Doyle?!”
« E
se indovinate il mio nome… una bambolina!”
Lo
avevano detto tutti. Compreso Giles, che a mala pena doveva sapere chi era
stato Doyle.
Avevno
pronunciato tutti il suo nome. Con una gamma di emozioni nella voce che andava
dallo stupito allo sconvolto.
Tutti.
Tranne
Cordelia.
Cordelia
era lì, immobile… con la mano schiacchiata sulle labbra a soffocare un grido che
non veniva.
Cordelia
era di ghiaccio in quel momento. E voleva piangere.
E
se le avessero chiesto perché, non avrebbe saputo spiegarlo.
Forse…
solo…perché lo sapeva… perché una parte di lei lo aveva capito… solo un attimo
prima… quando l’aveva guardato negli occhi… e lo aveva visto… in fondo a quelle
idiri rosse…
Doyle…
Dio… Doyle… dopo più di due anni…
Dopo
che l’unica immagina del suo volto gliel’aveva regalata un demone che voleva
rubarle il suo ultimo, unico dono.
Non
la guardò, lui.
Scese
le scale, scotendo la testa. Parlando a voce troppo alta.
Come
sempre, quando era nervoso…
“In
verità…” Esclamò.” Al momento divido questo accogliente… condominio… con il
legittimo proprietario, per cui potete anche continuare a chiamarmi Lorne, non
c’è problema…”
“Tu
sei… Doyle… Doyle!” Esclamò Wesley.” L’amico di Angel, quello che è… voglio
dire… era… quello che si è… che è…”
“Morto?!”
Lo interruppe lui.” Si, direi di si… certo, la realtà incorporea mette addosso
qualche dubbio d’identità… e ritrovarsi dentro un corpo verde non aiuta…”
“Senti
chi parla… “Sorrise Angel. “ Tu eri viola a punte una volta… non lo ricordi…?!”
Doyle
si voltò, guardandolo… e quando vide il suo sorriso Cordleia si chiese ancora
ed ancora come avesse potuto non riconoscerlo pirma.
“Ciao
uomo…”Mormorò.
Dolcemente,
Angel rispose al suo sorriso, mentre Kate, discretamente, lasciava la sua mano
ed arretrava di un passo.
“Ciao
Doyle…”
“Bè…
“Doyle si guardò le braccia.” Se non mi abbracci tu io non so come fare… anche
se.. okay, a te non piacciono i contatti fisici, e sinceramente neanche a me,
sempre che…”
“Ma
sta zitto!” Lo interruppe l’ altro, chiudendolo in un abbraccio delicato che
durò circa… cinque secondi!
“Okay!”Esclamò
Doyle.” Formalità espletata! Non esageriamo, però! Non ti ricordavo così
sentimentale!”
“Sono
invecchiato!”
“Lo
so…”Annuì l’altro amaramente.” Lo so…”
“Scusate…”
S’intromise Giles, avvicinandosi ai due.” Capisco che il momento sia importante
, ma… potrei sapere che ci fai tu qui?! Sbaglierò, ma non credo sia una gita di
piacere…”
“Lorne
è morto?!” mormorò Wesley.
“Ehi!
Creadi che entrerei nel corpo di un morto?! Ma siamo matti?! Noo!
Abbiamo
solo fatto quattro chiacchiere mentre lui era… sospeso… e quando la voce di
Connor… ehm… Spike… lo ha richiamato indietro, gli ho chiesto se mi faceva un
po’ di posto…”
“Ma
perché?!” Insistette Giles.
“Per
fare quello che ho fatto…
Perché
resto ancora un messaggero… e anche se avrei potuto dire tutto a Lorne non ho
resistito al desiderio di stare ancora… con voi…”
Voltò
il capo. E finalmente, per la prima volta da quando Angel lo aveva
riconosciuto, guardò Cordleia.
E
senza più maschere, senza più dover nascondere quello che era, la guardò con
gli occhi di Doyle.
E
se era pazza nel vedere azzurri quegli occhi, anziché rossi, se era pazza nel
sognare di guardare fin dentro quall’anima che non si era nemmeno illusa di
dimenticare, allora era felice… di essere pazza…
Se
fosse stato Lorne, avrebbe continuato a guardarla negli occhi… ma non era
Lorne, e così abbassò lo sguardo… come aveva fatto così spesso, quandoi i suoi
erano altri occhi… e di nuovo tornò a rivolgersi agli altri, con la voce solo
leggermente più bassa.
“Spike
è il Tro-clans…”Mormorò. “ da lui dipende il destino dell’umanità…
E
Angel è il cavaliere della luce, avrà un ruolo nell’ l’apocalisse…”Sorrise.” Bell’accoppiata, non
c’è che dire… ma immaginavo che non potessi fare semplicemente un ‘architetto!”
“Vuoi dire” Cominciò Wesley. “ che questa… è
…”
“L’apocalisse
della profezia di Aberjian ? La fine
del mondo della profezia di Nyazian ? Un ‘altra catastrofe planetaria?!
Non
lo so…
Non
sono abbastanza… in alto, per saperlo… ma so che sono stato mandato per
rivelare la verità … e per riunire padre
e figlio… perché da questo dipende il destino di tutto ciò che conosciamo…
Il
modo… la ragione profonda… il futuro… mi sono oscuri… per assurdo…” Sorrise
ancora, e in quel momento Cordleia era certo che fosse Lorne. “ Lorne potrebbe
vederlo… ma gli viene impedito… “
“E
perché?” Domandò Kate, parlando per la prima volta.” Se potrebbe aiutare a
salvare la terra?!”
“Perché
ciò che Lorne vedrebbe è solo uno dei possibili avvenire… mutabile a ogni
azione di ogni singolo uomo sulla terra…
Se
muta una variabile… una profezia si avvera… se ne cambia un ‘altra, resta solo
un vecchio pezzo di carta ingiallito…
Non
servirebbe sbirciare tra le pagine di un libro di cui non si è ancora scritta
la fine.
Ciò
che si può fare è solo… cercare di scrivere le parole giuste…
E
ciò che è certo è che molte fini del mondo diventerebbero possibili, se Spike e
Angel rimanessero separati.
Loro…
sono fatti per stare insieme… legati… dal sangue e da più del sangue… da un
amore che non si può spezzare, nonostante tutto quello a cui è stato
sottoposto…
Come
ho detto, in un modo o nell’altro, si sarebbero ritrovati… avrebbero continuato
a girare fino ad incontrarsi… solo… che la follia di Sahjhan ha reso imperativo
che avvenisse ora…”
“Doyle…”Mormorò Angel avvicinandosi di un passo.”
Spike non ha nessun potere particolare… non … non dal punto di vista offensivo…
come…”
“Non lo so, uomo, veramente… forse solo scivolando
addosso alla persona giusta…
Non lo so…
Come sempre… sono solo un messaggero…”
“E dovrai andartene, suppongo… dopo aver dato il tuo
messaggio…”
Aveva creduto… di non poter più parlare, Cordelia…
Aveva creduto… che non ci sarebbe mai più riuscita…
Ma ora le parole le sfuggirono di bocca.
Ed erano dure, e amare come fiele.
Sarebbe stato tipico… oh, così tipico per lei…
perdere Doyle dopo averlo riavuto per quanto? Dieci minuti scarsi?!
“No… posso… rimanere… ancora un po’…”
“Fino a quando?!”
Per un attimo, Doyle esitò, e quando parlò non era a
lei che si rivolgeva. Non era a nessuno che si rivolgeva.
“Fino a che il mondo non sarà finito…” Mormorò.” o non lo avrete salvato…”
Capitolo XIII- Le ultime nove ore
Nove ore.
Solamente nove ore.
E poi, forse, sarebbe stata la fine.
In un modo che Wes non riusciva neanche a immaginare.
E del resto, quando mai qualcuno avrebbe potuto
immaginare la fine del mondo?
Il lungo tormento aveva detto Cordelia … e ne lei ne Doyle avevano “
potuto” dare altre spiegazioni, sebbene per due ragioni diverse.
Abbassò gli occhi, guardando i pochi gradini
scorrergli sotto.
Nove ore.
Nove ore che sarebbero passate troppo in fretta, e
che sarebbero state le più lunghe dio tutta la sua vita…
Ora che tutto era stato preparato…
Ora che tutto era deciso e che si poteva solo…
aspettare…
Troppe… solo per aspettare…
“Ciao…”Mormorò piano.” Ti do il cambio per un po’…
Tu puoi riposare se vuoi… o farti una doccia…”
Ai suoi piedi, immersa nella semi oscurità della
stanza, Faith lo guardò in silenzio, le ginocchia strette al petto e il viso
pallido, che aveva sollevato sentendolo venire.
Bellissima. E con quella vulnerabilità negli occhi
che per tanto tempo aveva pensato di avere solo immaginato.
“oppure… puoi mangiare qualcosa… o… guardare la tv… o
se vuoi… parlare con Angel o… Faith… perché mi stai guardando così?!”
La ragazza inclinò il capo di lato.
“Così come?!” Mormorò.
“Come … se mi vedessi… per la prima volta…”
“Di chi sarà il sangue stanotte? Di chi
scorrerà?!…”Wesley volse il capo, fissando cupamente la caldaia. “ Sento il
sangue fra le labbra… lo sento sul mio seno… sento ogni stilla di sangue che
sarà versato…”
“Mi fa uscire di senno…” Sbuffò Faith, squotendo il
capo.” È da un ‘ora che non fa che parlare… e anche se la prendo a pugni
ricomincia sempre a farlo… “
” Sento il sangue del mio bambino… e della bestia …
lo stesso sangue.. versato per la stessa donna… ancora… e ancora… sento sangue
pulito come neve… sulle mani del mio bambino…”
“Resto io qui…”Ripetè Wesley.” Davvero… “
“Nah… lascia perdere… tanto non riuscirei a dormire…
e poi a stare sola mi metterei a pensare di più… qui almeno c’è la matta che mi
distrae …”
“Più
che distrarti, direi che ti deprime …”
“Oh,
al momento è anche allegra…”
“Sento
il sangue della strega sul pavimento della tua casa… e sento il tuo… il tuo
sangue… sento il vostro sangue che si mischia… come in un amplesso…”
“Vuoi
stare zitta!” Esclamarono all’unisono. E dopo un attimo si guardarono, e si
ritrovarono a sorridersi. E poi ad abbassare gli occhi, imbarazzati come due
ragazzini.
E
dopotutto… non era questo lei…? Una ragazzina, con cui la vita era stata troppo
dura…
“Tu…”Cominciò,
schiarendosi la voce.” Ci… servi in piena forza… per cui… per il bene del
mondo… “
Feith
sorrise di nuovo, alzandosi.
“Per
il bene del mondo…”Ripetè.
“Si…
assolutamente… per il bene del mondo…”
“Per
il bene… del mondo…”
“…
del mondo…”
“…
del… mondo…”
“Ah
ah… del mondo…”
“Per
il suo bene…”
“Per
bene del mondo, d’accordo! Se lo dite in Cecoslovacco magari vi capite!”
Wesley
sobbalzò, e probabilmente nell’attimo in cui si voltò una delle sue preziose
coronarie dovette andare bellamente a farsi friggere… seguita da una sorella
maggiore quando vide Giles fermo in fondo alle scale, con le braccia incrociate
sul petto e una balestra in mano. Che li osservava come quello che sembravano…
due perfetti idioti nella stessa stanza con una matta assassina che anziché
sorvegliare l’asassina medesima perdevano tempo a farsi gli occhi dolci!
“Giles!”
Esclamò.” Sono venuto a dare il cambio a Faith!”
“A
provarci…”Lo contraddisse la ragazza. “E con che risultati!” Li schernì
l’altro, avvicinandosi.” Avete la mia ammirazione!
Forza!”Sbuffò.”
Fuori tutti e due!”
Wesley
sollevò le spalle, guardandolo negli occhi.
“Non
mi sembra assolutamente il caso.” Rispose. “ Tu hai alle spalle un viaggio
intercontinentale ed è molto più necessario che sia tu ad essere riposato che
io… per…”
“Ripeti
un ‘altra volta per il bene del mondo…” Esclamò Giles. “ e non rispondo di me
stesso!
Avanti…
fuori! Torna a darmi il cambio fra quattro ore… e quanto a te… mi duole
ammetterlo ma Wesley ha ragione. Tu, Buffy e Angel siete quelli che più dovete
essere in forze stanotte…
E
se lo ha capito Angel confido che lo farai anche tu…”
“Giles…”Riprovò
Wesley.” Io penso…”
“Io
penso che Faith sarà contenta se le farai compagnia…”
Wesley
sgranò gli occhi, abbassandoli dopo un attimo verso la ragazza, mentre nella
stanza echeggiava la risata di Drusilla.
“Non
gli darai il tuo corpo!” Gridò.” Ne ora… ne tra un mese o un anno! Potrai solo
bruciare, e bruciare, e bruciare… “
“Piantala!”
Urlò Faith.
“Hai
fra i denti il sapore del suo sangue… e hai sempre voluto di più… volevi che
portasse via la tua verginità…”
“Sta
zitta!” Faith avanzò di un passo, rossa di collera, ma Wesley la bloccò,
prendendole gentilmente il polso.
“Lascia
stare… così le darai solo ciò che vuole… se le mostri che può ferirti
continuerà a farlo…”
“Giusto!”
Esclamò Giles, chinandosi accando a loro.” Risolviamo il problema alla radice!”
E
quando si rialzò, fra le mani, stringeva un grosso rotolo di corda.
“Qualche
idea di come si lega e imbavaglia una vampira?!”
Di
nuovo, gli occhi di Welsey e Faith si incontrarono.
E
per la prima volta, i ricordi non li portarono a ritrarli.
“Qualcuna…”Annuì
la ragazza.
Cordelia
chiuse la porta, voltandosi poi lentamente.
Deglutendo,
mentre piano lasciava che il volto di Lorne entrasse nel suo campo visivo.
E
quando lui le sorrise, quel sorriso
nervoso ne riportò alla mente un ‘altro, così amato e doloroso, mentre un fiume
di lacrime le inondava gli occhi.
“Principessa…”Mormorò
lui.
E
Cordelia, senza esitare… lo schiaffeggiò.
Una,
due, tre volte.
Mentre
lui la guardava, ad occhi spalancati, senza indietreggiare di un passo.
“Per
non avermi detto niente!” Singhiozzò. “ Per non esserti mai fatto vivo prima! E
per avermi lasciata … per aver voluto fare l’eroe!”
“principessa,
per piacere…”
“Sta
zitto!” Urlò.
Gettandogli
le braccia al collo.
E
chiudendogli la bocca con un bacio.
“Ecco…
“ Mormorò Angel, guardando le sue mani intrecciate a quelle di Kate. “ ora sai
tutto… “
Le
sfiorò il dorso con il pollice, e lei sbattè le palpebre, ricacciando indietro
le ennesime, dolorosissime lacrime.
Per
lui… per tutto quello che aveva sofferto… per tutto quello che aveva perso e a
cui aveva dovuto rinunciare…
Per
il suo dolore che le spaccava il cuore…
Perché
era stato all’inferno e lei non lo aveva saputo…
E
le faceva male… e le spaccava il cuore e lo stomaco, e le faceva desiderare di
poter piangere la sua anima stessa…
Ma
non poteva farlo…
Ancora
una volta… doveva vincere ciò che sentiva dentro…
Quello
che la distruggeva…
Per
lui… per il mondo… anche se in quel momento, di nuovo, del mondo non le importava
niente…
“Così…”Cercò
di sorridere.” Se stanotte dovessi essere uccisa, saprò…”
“Così…”La
interruppe lui.” Se stanotte dovessi essere ucciso, saprò di essere stato
sincero con te… almeno adesso… “
Kate
deglutì, cercando le parole per rispondere.
Erano
nella stanza di lui, seduti sul suo letto, e c’ erano da più di un ‘ora.
Da
quando Angel aveva mantenuto la sua promessa a Wesley ed era salito, insieme a
lei, dopo essere andato nuovamente a controllare Spike, e averlo trovato ancora
in terra, nel giardino. Addormentato come un ragazzo esausto.
Con
Buffy che gli abbracciava la schiena e le lacrime ancora umide sul suo volto
immortale.
Ma
non aveva dormito… non si era nemmeno steso …
Si
era seduto lì, con Kate accanto. E senza che lei gli chiedesse nulla aveva
preso a parlare.
E
le sue parole erano scese nel cuore di Kate… per quello che dicevano, e perché
era lui a dirle…
E
le diceva alei…
Perché
con quelle parole, Angel le donava la sua anima.
“Se
tu ti azzardi a farti ammazzare…” Mormorò, finalmente. “ se ti fai ridurre in
cenere perché sei troppo stanco, o preoccupato perché Buffy Summers ha mandato
in depressione tuo figlio… bè, allora ti consiglio di nasconderla bene la tua
anima, perché ti posso assicurare che ti troverò… e allora sarò io a mordere te!
E non sarà nemmeno piacevole!”
Incredibilmente,
Angel le sorrise, allungando la mano per sfiorarle il volto.
“E
non provare ad … allisciarmi!” Si ribellò lei debolmente. “Ci sono troppe cose
che devi ancora raccontarmi… perché ti lasci schiattare così… e risparmiati
anche le idiozie del tipo” tu resta qui al sicuro”… perché l’unico modo per
trattenermi è rinchiudermi nella caldaia con quella vampira da brivido…
E
del resto sarebbe stupido… sono anche io su questo mondo, per cui se falliamo è
la fine anche per me… e…”
“Hai
finito?!”
Kate
sbattè gli occhi.
“No…
ma credo che sia più che altro una reazione isterica… se preferisci mi metto a
piangere…”
Di
nuovo, Angel sorrise.
“Lo
sai perché sono qui… invece che giù a dare il cambio a Wes, o a controllare mio
figlio?”
“Perché
tuo figlio sa badare a te stesso… è più importante che tu riacquisti le forze e
per una volta ragioni con la testa anziché con il cuore?!”
Angel
scosse il capo. E la carezza sulla sua guancia si fece più calda… più dolce.
“Io
sono qui…”Mormorò piano.“Perché ragiono con il cuore…”
Si
chinò su di lei, sfiorandole le labbra con la bocca. Lentamente. E prima che
potesse accorgersene, Kate si ritrovò a rispondergli, con la mano intrecciata
ai suoi capelli.
“Perché
ti amo… “Le sussurrò Angel, baciandole con dolcezza il collo, e fermandosi sul
segno del suo morzo, che percorse piano con i denti, lanciando scariche di
piacere lungo la schiena di Kate. “ e non voglio… lasciarti… con il ricordo di…
quello…”
“Tu
non… “ Cercò di ribellarsi lei, ma Angel la zittì, tornando a baciarla sulla
bocca.
Mentre la sua mano, piano, le sfiorava la
pelle dell’addome.
“Shh…”Mormorò,
distendendola sul letto.
“Tu…
non…”
Sentì
la pelle di Angel sulla propria, e le
mani le volarono sulla sua schiena, accarezzandola. Sentendone i muscoli che si
tendevano mentre lui muoveva le braccia sul suo corpo.
Sfiorandolo.
Adorandolo.
“non…
ti farai…”
Boccheggiò,
ricambiando il suo bacio. Lottando per mantenere la lucidità necessaria per
finire quella frase.
Come
se da quella sola frase dipendesse la vita di entrambi…
Ma
era così difficile… così difficile pensare mentre si spogliavano a vicenda.
E
parlare, mentre la freschezza del corpo di lui sembrava assorbire il fuoco del
suo.
Dio… il mondo poteva finire fra sette ore…
E
ancora non le importava…
Perché
lui era dolce, e appassionato… perché faceva l’amore con Kate come lei non
aveva mai nemmeno sognato… come non aveva mai nemmeno osato sperare…
Perché
c’era la sua anima in quel baci, in quelle carezze, in quei movimenti lenti,
profondi, dolcissimi, che la staccavano dal mondo e dalla realtà…
Perché
c’era il suo cuore nel calore che le dava… c’era tutto ciò che Angel era…
Perché
non lo faceva per disperazione, e nemmeno per gratitudine.
Ma perché aveva bisogno di lei, quanto Kate
aveva bisogno di Angel.
Perché
l’amava.
Perché
era suo… almeno adesso… era completamente suo…
“…
non ti farai… uccidere…” Ansò, e la sua mente sembrò finalmente esplodere.
E,
con un bacio, che era tutto il fuoco della sua anima, si abbandonò all’amore di
Angel.
Wesley
sospirò, scotendo leggermente il capo, il cuore che gli pesava in petto come un
macignio. Come l’amarezza, che gli inaspriva la bocca.
“No,
signore…”Mormorò.” Non era nulla di importante…”
Attaccò.
Prima che dall’altra parte potessero rispondere.
Prima
che potessero ferirlo di nuovo. Sapendo che quella sarebbe rimasta una costante
della sua vita… qualunque fosse stato il destino del mondo…
E
che persino se l’umanità fosse finita quella notte, suo padre avrebbe trovato
il modo di ferirlo ancora.
E
di farlo sentire ancora un bambino infelice.
“…
era… occupato…”Mormorò piano.” lui è sempre molto… occupato…”
Davanti
a lui, seduta sulla scrivania, Faith annuì, ondeggiando le gambe oltre il bordo
di legno.
“Immagino!
Lo
sai “ Esclamò.” Quando ti ho visto la prima volta a Sunnydale, ho pensato che
dovevi vivere in un castello… col maggiordomo che la mattina ti portava a letto
giornale e caffè…”
Wesley
sorrise, alzandosi.
“Il
maggiordomo si chiamava Onsey… e non mi trovava mai a letto perché passavo le
mie notti al Concilio… a studiare…”
le
arrivò accanto, e si ritrovò a guardarla. E a chiedersi perché le stesse
raccontando di se più di quanto non avesse mai fatto.
“A
Londra…”Continuò.” Avevo un monolocale che era quanto la camera di Angel…”
“Ti
detestavo allora…”Confessò Faith.
Giocherellava
con i bottoni della sua camicia, passandoseli fra le dita. E non c’era niente
di seduttivo nel suo gesto. Sembrava che nemmeno si fosse accorta di stargli
così vicina.
Ma
che semplicemente ci stesse… bene…
“Lo
so… mi detestavo anch’ io allora…”
“Oh,
il mio era solo un modo per scaricare addosso a un altro le mie colpe… però…”
Sollevò il volto, sorridendogli come una bambina.” Credevo anche anche tu fossi
carino…”
Wesley
sollevò le sopracciglia.
“Carino?!”
“Carino…
e lo saresti stato anche di più… senza tutto quel gesso addosso!”
Wesley
rise, scotendo il capo. Ma prima che potesse aggiungere nulla Faith saltò giù
dalla scrivania, allargando le braccia.
“Allora!”Esclamò”
Hai sentito Giles! Fammi divertire!”
“Eh?!”
Sgranò gli occhi, e la sua espressione dovette
essere molto comica, a giudicare da quella di Faith.
“Si,
si! “Esclamò , ridendo.
Gli
prese la mano, tirandolo verso di se.
“Avanti
“Lo incitò. “ usciamo!”
“U…
usciamo?!” Ripetè.” Ma, Faith… tu dovresti riposare…”
“Oh, avanti, Wes… “Gli prese anche l’altra mano, stringendola forte.”
Non riuscirei a dormire! Sono due anni che non faccio una passeggiata… e quando
tutto sarà finito dovrò tornarmene in galera!
Ti
prego…”
“Io…
fra quattro ore devo dare il cambio a Giles… e inoltre potrei…”
“Per
quattro ore, allora !… poi dormirò, promesso! Dai, Wes… ti prego! Io voglio
andare per le strade, voglio odorare la gente, voglio guardare le vetrine!
Voglio
mangiare da Mec Donald!”
Wesley
rise ancora… ma aveva già capitolato.
“Hamburger
e patatine… è proprio indispensabile?!”
“Sii…
assolutamente!”
“Non
mi potrei astenere?!”
“Neanche
per sogno! Sei un Osservatore, devi condividere tutto con la tua Cacciatrice…”
Rideva
ancora, ma Wesley strinse più forte le sue mani, fermando il suo cammino
all’indietro.
Ed
era serio, molto serio, quando le parlò.
“Faith...
“ io non sono il tuo Osservatore, e non voglio esserlo.
Io
ho fallito come Osservatore…”
“E
io ho fallito come Cacciatrice… una coppia perfetta… non trovi?
Magari…
siamo anime gemelle anche noi… almeno… a sentire Drusilla…”
Wesley
aprì la bocca per rispondere, ma non lo fece mai..
Perché
Faith lo zittì con un bacio rapidissimo, che cancellò dalla sua mente qualsiasi
pensiero razionale.
Madre
di Dio… e questo che cosa voleva dire?!
“Avanti…
andiamo?!” Esclamò Faith, e per un attimo, solo per un attimo, abbassò gli
occhi.
Lui
non rispose, ma il cuore gli batteva forte. Più di quanto non avesse mai fatto
a sedici anni.
E…
questo… cosa voleva dire?!
Capitolo
XIV- La tregua
Era
caldo il corpo accanto a lui. E profumato.
E
odorava di lui… e di quell’odore che era solo della sua ragazza…
Dei
suoi capelli, della sua pelle… delle sue labbra…
E
lui l’amava… più della sua stessa vita…
Se
solo avesse potuto scegliere… sarebbe rimasto accanto a lei per sempre… in
quello stato di pace profonda che gli metteva dentro… dopo averla amata…
Senza
pensieri… senza nient’altro che lei…
Ma
i pensieri c’erano… e il mondo non era solo lei…
E
lui… non poteva scegliere…
Il
mondo era il sangue che gli bruciava nelle vene, era il suo cuore, che non
poteva battere, ma poteva soffrire.
Era
quella cosa in fondo alla sua anima, che batteva, e gridava, e aveva un volto
che non si sarebbe mai aspettato.
Il
mondo era rimorso. Erano centinaia di stagioni passate.
Che
riportavano ricordi… e azioni… e pensieri… che lei non poteva cancellare.
Della
ragazza di suo figlio
Del
suo amore…
Di
colei per cui lui era cambiato.
Aveva…
fatto l’amore con la donna che era nata per lui…
E
se… se non fosse accaduto ciò che era accaduto… gliel’avrebbe portata via…
E
ora si odiava… al pensiero di averla toccata…
Si
era innamorato…
Della
ragazza di suo padre…
Del
suo primo amore…
D
colei per cui era andato all’inferno…
Aveva
fatto l’amore con la donna che era stata tutto per lui…
Gliel’aveva
portata via… aveva desiderato portargliela via…
E
lo aveva odiato… al pensero che l’aveva toccata…
Lo
aveva… torturato, lo aveva…
Dio…
soltanto pensare a quello che gli aveva fatto… soltanto ricordarlo gli
dilaniava quall’anima che allora non aveva.
Lui
era suo figlio… il suo sangue… il suo cuore…
Era
il suo Connor… il suo bambino…
E
lui lo aveva colpito… e colpito…
Aveva
voluto domare il suo spirito… aveve avoluto sentirlo gridare…
Era
suo figlio… e ora ringraziava Dio… che il demone in lui non lo avesse riconosciuto.
Spike
aveva… colpito suo padre.
Dopo
averlo così tanto cercato…dopo averlo così tanto desiderato…
Lui
lo aveva… torturato, lo aveva… lasciato fra le mani di Drusilla e Marcus… e lo
aveva sentito gridare…
E
li aveva incitati ad andare avanti…
E
aveva voluto che lo punissero… per ciò che era… e per ciò che non era mai
riuscito ad essere.
Aveva
pensato di odiarlo, e aveva saputo che non era vero.
E
ora scopriva che era suo padre. E si chiedeva se l’anima che non sapeva di
avere non lo avesse riconosciuto… negandogli il piacere che avrebbe dovuto
provare.
Perché
una parte di lui sapeva che era più di quanto credeva…
Gli
aveva preso Drusilla… solo per vederlo soffrire…
E
lui lo aveva sopportato… lui aveva aspettato… e si era preso gioco della bestia
che aveva dentro…
Aveva…
salvato il mondo…
Suo
figlio… aveva salvato il mondo…
Si
era sentito umiliato da lui… e aveva sofferto… eppure era stato felice di
rivederlo… quando ancora credeva di poter avere una famiglia…
Prima…
che gli rubasse Dru… prima di cominciare veramente ad odiarlo…
Ma
non era lui che avava odiato…
Era
quello che portava il suo volto.
Era
Angelus.
E
Spike lo aveva sempre saputo.
E
lo aveva odiato anche per questo.
Perché
era Angel che aveva liberato Angelus.
E
lo aveva mandato all’inferno…
Non Angelus… Angel…
Suo padre...
Lui
aveva... mandato all’inferno suo padre…
Serrò
al petto Kate, e sentì le sue braccia stringerlo più forte… la sua bocca carezzargli la fronte… mentre non
smetteva di pensare a ciò che aveva
fatto…
Alle
volte in cui non lo aveva aiutato… a quelle in cui aveva rischiato di
ucciderlo…
Suo
figlio non lo avrebe mai perdonato… mai… e sarebbe stato giusto…
Lo
avrebbe perso di nuovo… e, forse, l’unico dono che avrebbe potuto fargli, era
la sua vita…
Buffy
lo stringeva, e non era mai successo..
Avevano
fatto l’amore un’infinità di volte… eppure, lei non lo aveva mai stretto… non
lo aveva mai abbracciato così…
E
Spike avrebbe voluto sognare che fosse amore… avrebbe dovuto essere felice…
Ma
non riusciva a non pensare… al sangue…
allo sguardo di Angel mentre gli parlava di Buffy… e lui era legato ad una
trave…
E
non riusciva a non chidersi… perché lo avesse perdonato…
O
perché non lo avesse ucciso…
Spike…
lui avrebbe preferito ucciderlo, un figlio così…
Chiuse
gli occhi, mentre le domande si susseguivano alle domande.
E
nemmeno il calore della donna che amava
bastava ad asciugare le sue lacrime .
Lantamente,
Spike si alzò, facendo attenzione a non svegliare Buffy.
E
fu difficile non farlo. Quando la vide sdraiata alle sue spalle, con le labbra
dischiuse e i pugni serrati come quelli di un bambino.
E
le lacrime fra le sue ciglia scintillarono alla luce di quel sole che aveva rischiato di ucciderlo.
Fu
difficile non baciarla. E resistere alla tentazione di mormorarle di nuovo che
l’amava.
E
invece lo fece.
E
invece la sollevò fra le braccia, aspirando il suo profumo. Sognando per un
attimo che fosse sua.
E,
come un ogetto fragile e prezioso, la depose sul divano nell’atrio, e la coprì
con il suo spolverino.
Si
voltò cercamdo un orologio.
E
si sentì’ triste… così infinitamente triste…
Non
sapeva quante ore mancassero alla possibile fine.
Probabilmente…
nemmeno gli importava.
Sperava
solo che ce ne fossero abbastanza… per un pugno di domande.
“Eri
tu… anche allora…”Mormorò piano Cordelia, mentre con le dita disegnava cerchi
pigri sul palmo della mano di Doyle, poggiata sul suo grembo.” Vero?”
Lui
le stava acanto, seduro sull’altro lato del letto, la spalla appoggiate a
quelle di lei. Ed era così strano…
Era
così strano sapere che era Doyle… anche dietro quegli occhi, e quel volto.
Come
un sogno a lungo sognato, ma in cui non aveva mai osato sperare.
Ed
era così strano pensare… che presto lo avrebbe perso… ancora
A
meno che, naturalmente, il mondo fosse finito.
Lui
sospirò, annuendo piano, e c’era un velo di tristezza nel suo sguardo.
“Skip
è un amico…”Mormorò.” Ed è un gran romantico… l’ha avuta lui l’idea di
prestarmi il suo corpo…”
“Ma
perché dirmi… che era stato … un errore… quello che avevi fatto per me?”
“…Perché
tu…”Spiegò lui tristemente.” Mi pensavi… troppo… più di quanto io non
meritassi… e io volevo… che tu fossi felice… solo questo…”
“Felice…”
Si
chiedeva cosa dovesse dirgli… si chiedeva… cosa sapesse già… e cosa le leggesse
dentro…
“Almeno
Dennis è Dennis… o sei tu anche lì?!”
“Oh,
no…”Doyle scosse il capo.” È Dennis… quasi sempre…”
“Allen
Francis Doyle!” Esclamò Cordelia, voltandosi sul letto e sgranando gli occhi.”
Fingerò di non averti sentito prima di rompere a Lorne il naso… e ti proibisco
di venire ancora in casa mia senza annunciarti! Soprattutto se io sono… si…
insomma.. se dovessi… per caso…”
“Principessa!”
La interruppe lui.” Sono un puro spirito, ora! Sono estraneo a…”
Cordleia
lo baciò, col sorriso sulle labbra.
Era
assurdo come gli fosse venuto fuori il suo accento, ora che non doveva più
fingere. Ed era assurdo come suonasse quell’accento sulle labbra di Lorne.
“Davvero?!”
Domandò maliziosamente.
Già…
ed era assurdo come quelle labbra sapessero di Doyle.
“Se
facessimo l’amore adesso…”Sussurrò sulla sua bocca.” Il bambino sarebbe di
Doyle… o di Lorne?!”
“Ehe?!”
Doyle saltò all’indietro, gli occhi rossi che rischiavano di schizzargli dale
orbirte. E Cordelia fu certa di averli sentiti tutti e due in
quell’esclamazione.
Rise,
stendendosi sul letto e puntellandosi sui gomiti.
“Scherzo…”Lo
rassicurò.” Rilassati! Sono capace anch’ io di sconvolgerti, sai!”
“Tu
non mi hai sconvolto, principessa,”Esclamò Doyle.” tu hai tolto dieci anni di
vita al povero Lorne! “
Cordelia
rise ancora, ma il sorriso le morì sulla labbra quando lui parlò.
“Non
vorrei mai più vederti piangere…”Sussurrò piano. E soltanto le sue parole le
fecero già venire le lacrime agli occhi.
“Allora
dimmi che non andrai più via…”
Doyle
abbassò lo sguardo, tristemente.
“Per
questo non dovevi saperlo…”
Ecco.
Cosa poteva rispondere ora??
Cosa
avrebbe risposto la vecchia Cordelia… quella che si era innamorata di Xander
Harris…?? E l’altra… quella che non aveva voluto amare Doyle??
E
quella di ora… che non riusciva a smettere di farlo??
E
lei… la donna che adesso non voleva piangere… cosa gli avrebbe risposto?? E
come avrebbe costretto il tempo a dilatarsi… e a non fuggire via, portandolo
con se… perché quelle ore da vivere insieme era così disperatamente poche??
Avrebbe
desiderato rispondergli, Cordelia… oh, si…
Eppure
non riusciva a farlo…
Lei…
che aveva sempre avuto la battuta pronta… lei.. che non era mai stata in
silenzio…
Se
non quando lui era morto… se non quando aveva pianto per lui…
Se
non ora, ch e sciupava così secondi preziosi …
E
quando insieme sentirono qualcuno sulla porta , e si voltarono, per un attimo,
un modo di ribellione le strinse l’anima.
Eppure
si alzò, e i suoi occhi incontrarono ancora quelli di Doyle… oltre le iridi
rosse che li celavano. E lasciarlo fu difficile.
Ma
Cordelia sapeva che non poteva essere più difficile di quanto non fosse per
Spike sostare sulla porta…
Perché
facendolo… perché venendo lì, e restandoci, con gli occhi alti, pieni di
coraggio, davanti all’amico di suo padre… lui stava ammettendo davanti al mondo
di essere Connor…
“Tu
sai tutto…” Sbuffò Spike, sedendo sulla sedia accantoal letto.” Dimmi tu che
cosa voglio sapere…”
Davanti
a lui, Lorne… Doyle… o come diamine si chiamava… lo guardò per un lungo
istante, prima di allargare le labbra in un sorriso disarmante, che,
francamente, dato il suo stato attuale avrebbe avuto una gran voglia di
strappargli dal volto!
“Se
sapessi tutto “ Rispose. “ non sarei qui…
So
solo quello che mi permettono di vedere… e questo vele per entrambi i
coinquilinidi !”
“Quanta saggezza…” Fece lui.” Non so se
ucciderti o innamorarmi di te… “ Si guardò intorno, nervosamente. “ Devo…
cantare??”
“Per
mostrarmi cosa?! Che sei confuso e vorresti aprirti il cervello con le mani per
sbrogliare la matassa che qualcuno ci ha messo dentro?? Che non riesci a capire
chi sei?? Che hai paura??”
“Io
non ho paura!”
“No,
è l’atro vampiro chippato e dotato di anima che si agira per l’albergo ad
averne! “
“Piantala!”
Spika scattò in piedi, voltandosi e cominciando a camminare per la stanza. “ Io
sto benissimo!”
“Dopo
aver scoperto di essere figlio di Angel, di avere un ‘anima, di essere
innamorato di una…”
Spika
si voltò di scatto.
“ragazzina
viziata… di essere stato ingannato, turlupinato e usato per tutta la vita, di
non avere nemmeno la scusante dell’assenza d’ un ‘anima per tutto quello che
hai fatto e di cui non ti è importato, di non essere niente di quel che
credevi, troppo buono per un demone, troppo inumano per un uomo, di essere
amato dalla persona che vuoi odiare ed esserti sentito insultare da quella che
ami?? Bè, beato te, io mi sentirei uno schifo?!?!”
“e
questo chi lo dice, la rosa d’Irlanda o la faccia d’origano?!?!”
“Lo
schifo è di Doyle… il resto… è di quello che ti ha cullato da bambino…”
“Oh,
ti prego… “ Esclamò lui, lasciandosi cadere sulla sedia. “Io non sono quel
bambino… non più… “ Abbassò gli occhi, fissandoliu nel vuoto.” Vorrei…”
“Cosa?!
Cosa vorresti che ti dicessi, Connor?”
Spike
sbattè le palpebre.
Cercando,
scavando dentro di se per trovare quelle domande fino a un attimo prima così
chiare. Che avevano alimentato la sua rabbia e il suo dolore.
E
che sembravano chiudersi su se stesse, per dare vita ad una sola di loro.
“Perché?”
Mormorò piano.
Era
Lorne ora che squoteva il capo… ed era assurdo come Spike ne fosse certo.
“Non
lo so, Connor…”Mormorò.” Mi dispiace tanto…
Potrei
dirti solo che così doveva essere… per il bene del mondo… per il suo
equilibrio…”
Spike
rise . Un riso nervoso che gli incurvò le labbra, mentre guardava le sue dita
intrecciate.
“E
se mandassi il mondo a farsi fottere?” Mormorò” E se mandassi tutti a farsi
fottere? Solo per incasinare i piani di chi mi ha incasinato la vita?”
“Allora
il mondo finirebbe… e nessuno potrebbe mai biasimarti…”
“Nessuno?
Nemmeno il mio prezioso padre, che da una profezia esce e in un ‘altra entra?
Il cavaliere della luce? L’infallibile, l’amatissimo Angel?
Che
cosa penserebbe del suo unico figlio, se si desse ora, alla vigilia della fine
del mondo…
E,
del resto, cosa penserà ora di suo figlio, l’adorato Angel…”
“L’adorato
Angel…”Mormorò… Doyle… “ che in tutta la sua esistenza … è stato felice per un
solo istante…”
Dio…
Spike
sollevò il volto, e i occhi incontrarono
quelli rossi dell’altro.
Dio…
era vero…
Aggrottò
la fronte. E non riuscì a capire.
Quella
stretta al cuore. Quel… cosa?
Dolore
o … angoscia… quel… qualcosa…
Un
soffio sconosciuto di quell’anima che aveva scoperto così tardi di avere.
Ignoto,
come ciò che aveva provato quando Angel lo aveva stretto fra le braccia. E lui
non era riuscito a liberarsi, ma solo a chiedergli, in silenzio , di stringerlo
più forte.
“Mi
dispiace, Connor…”Mormorò Lorne, alzandosi dal letto. “ ma c’era una cosa che
ho saputo non appena ti ho visto…
Sapevo…
che avrei potuto rispondere alle domande di tutti… ma non alle tue…
Non
posso dirti chi sei… non posso dirti come è giusto che tu sia…
Dio…
sono solo un oste, dopotutto!
E
quanto all’amatissimo Angel… bè…”Mosse il suo assurdo mento, indicando alle
spalle di Spike” Dovresti chiederlo a
lui, non pensi?”
Si
allontanò, sostando per un attimo davanto alla porta su cui Angel era fermo,
esattamente come era stato fermo Spike pochi minuti prima.
E
con uno sguardo non molto differente da quello che doveva essere stato il suo.
“Puoi
spiegarmi almeno” Gli chiese Spike, trattenendolo ancora un istante.” Perché ti
permetto di chiamarmi Conno?!”
Non
potè vederlo, ma seppe che Lorne sorrideva.
“Forse,
perché pensi che se mi rompi il muso mi fai anche un piacere!”
Spike
scosse di nuovo il capo. Sorridendo.
Sorrideva
per non urlare. Mentre restava solo con suo padre.
Con
i suoi occhi pieni di imbarazzo e insieme di un desiderio così forte di entrare
in quella stanza da essere addirittura ridicolo.
Tornò
a voltarsi, guardando dinanzi a se, e Angel ci mise un ‘eternità prima di
parlare.
“Non
ho ascoltato quello che vi dicevate…”Mormorò.
Entrò,
sedendo sul letto dinanzi a lui, eppure, Spike non lo guardò, ne rispose alle
sue parole.
“…
ero venuto… per parlare con Doyle…”
“Io
non sono Doyle…”Tagliò corto Spike.” E non voglio parlare con te.”
Lo
sentì deglutire. E anche se non lo guardava poteva immaginare il suo volto.
“
Va.. bene… ho solo … pensato che… magari… volevi … sapere qualcosa… del tuo
passato… della tua… famiglia…”
“Angel
per favore…” Spike scattò di nuovo in piedi, passandosi la mano fra i capelli.”
Cosa vuoi che me ne possa fregare di gente schiattata duecento anni fa!
Se
avevi un padre, una madre o otto sorelle e fratelli?!?! So che li hai ammazzati
tutti, lo hai cantato e decantato fino a farmi venire la nausea!
So
che avevo una zia che non è arrivata ai dieci anni, e che forse avrei voluto
conoscere, e che tuo padre era un bigotto ipocrita e violento! Okay, perfetto,
non sono l’unico ad avere un padre di merda, ora sto molto meglio!”
Non
aveva voluto essere così duro.
Aveva
voluto colpirlo, ferirlo… solo… perché era suo padre… solo… perché sentiva
qualcosa dentro di se, e non voleva farlo… solo perché era un idiota, che si
rigirava pensando a ciò che gli aveva fatto e poi quando lo vedeva desiderava
solo saltargli alla gola!
Lo
guardò… e gli vide fissarsi le mani strette una nell’ltra, proprio come erano
state le sue fino a un minuto prima. Così strette che non sai sarebbe stupito
se le avesse sentite spezzarsi…
E
lo sentì deglutire ancora… ma aveva la testa troppo bassa perché potesse
vederlo…
E
del resto… a cosa gli sarebbe servito guardarlo in volto… lui sapeva già… cosa
avrebbe visto…
Sospirò,
la rabbia che evaporava in un momento, e senza pensare si lasciò scivolare al
suo fianco, sul bordo del letto di Lorne.
“Mi
dispiace…” Mormorò piano. E stavolta fu lui a guardare Angel, mentre l’altro
non lo faceva. Mentre l’altro soffriva. “ sarebbe stato meglio se…”
“No…”
Angel si voltò. “io sono… felice… di avere saputo la verità… e sono… felice…
che la verità sia questa…”
Per
un attimo, Spike credette di non aver capito.
Dopo…
capì di averlo fatto… e ricominciò a desiderare di prenderlo a pugni.
“Tu
ti fai!” Esclamò.” E ti fai di roba tagliata molto, molto male!
Sei
contento che tuo figlio sia… cosa?!
Uno
scherzo di naura… un … uno sgorbio, un incorocio… un vampiro con l’anima!”
“Io
sono un vampiro con l’anima…”
“Ma
tu sei diverso, Angel!Tu sei buono! Tu combatti per il bene, tu rimugini sui
tuoi peccati, una parte di te sa che non sei stato tu a machiarti dei delitti
per cui piangi… ma io no…
Io
ho un ‘anima umana… okay… ma che anima, a questo punto!
Io
ho ucciso, io ho torturato, e mi sono nutrito di sangue, ed era normale per
me…”
“Tu
hai un demone dentro, Spike… “Mormorò Angel, continuando a guardarlo
seriamente.” E Drusilla ti ha spinto sempre più in basso… Tutto quello che hai
fatto ti è sembrato normale… ti è piaciuto… perché questa è la natura del tuo
demone…
Ma
tu non sei mai stato come me… e questo l’ho sempre saputo… in te… c’è sempre
stata quall’umanità che io non avevo…
Quell’anima…
che non avevo…
Tu
sei cambiato…”
“Per
una donna! Ah…”Sorrise amaramente, ridendo di se stesso.” Pare che tutti i
casini della mia vita siano sempre legati ad una donna… uno psichiatra
tirerebbe fuori il rapporto con mia madre… e invece… quella non era nemmeno mia
madre… oh Dio…”Si prese la testa fra le mani, schiacciandola forte.” Darla…
Darla era mia madre…
Una…
sgualdrina ninfomane e sadica… che avevao un debole per i neonati e che mi ha
sempre odiato… “
Strinse
i denti, e un attimo dopo sentì la mano di Angel posarsi dolcemente sulla sua
spalla.
“Tua
madre è morta perché tu potessi vivere… ha dato la sua vita per te…”
Spike
si scostò, ma non allontanò la sua mano.
“Non
provarci, Angel…” Ansò amaramente.” Sei solo patetico! Io lo so chi è Darla…
ora non descriverla come la povera fanciulla caduta per caso sulla cattiva
strada! E non dirmi che non ha cercato di sbarazzarsi di me dal momento stesso
in cui ha saputo di essere incinta!”
Gli
vide abbassare gli occhi, ma fu solo un momento.
“Spike…”
Cercò di riprendere Angel.
“La
conosco la storia… era la mia anima a influenzare lei… Darla mi avrebbe
volentieri tirato fuori con le sue unghie… e questa, pubblico pagante, era mia madre!
Nessun
mistero che si venuto su in questo modo!”
“Ascoltami…”
“Ti
ho chiesto di risparmiarmi le…”
“William,
mi fai finire?!”
Spike
sbattè gli occhi, fissandolo… e doveva aver ereditato almeno una parte della
follia di Dru, perché fu felice che Angel si fosse imposto. Era, a suo modo,
stranamente rassicurante…
“Tu
conoscevi Darla… “Continuò. “ sapevi come era… e ti hanno detto quello che ha
fatto per te…
Ed
è vero… era la tua anima a influenzarla… ero tu, Spike…
E
sei abbastanza intelligente per capire che se la tua anima è riuscita a placare
qualcuno come Darla… se è riuscita a trasformarla in una madre, anche solo per
poche ore… se è riuscita a farle sentire rimorso per quello che aveva fatto…
allora deve essere un ‘anima speciale… “ Strinse leggermente le labbra. Era…
così evidente che parlare gli costava fatica… eppure lo stava facendo… per lui…
“Darla…
mi ha chiesto perdono, Spike… per avermi ucciso… e sei tu ad averlo reso
possibile… tu hai messo l’amore nei suoi occhi, e ti giuro… lei non aveva mai
avuto amore nello sguardo… mai… nemmeno per un secondo…
E
nello stesso modo hai portato Buffy a correre da te… davanti a tutti…
dimenticando quello che potevano dire…
E
conosci anche lei…
Io…
non voglio dire che tu non abbia fatto niente, o che non sia stata una tua
responsabilità… e non posso dirti come agire o come convivere con quello che
hai dentro… io non posso nemmeno obligarti a continuare sulla strada che hai
scelto…
Però
posso dirti che quel bambino nato in mezzo ad una strada… quel bambino che
voleva vivere anche se la sua stessa madre non lo voleva aveva più luce dentro
in quella notte buia della maggior parte dei… paladini, e così detti giusti che
ho mai incontrato nella mia esistenza… e che quella luce non si è spenta!
Quella
luce ha fatto si che un vampiro si affezionasse a una ragazzina, e ai suoi
amici, che si innamorasse… che sacrificasse la dignità per quelli che avrebbe
solo dovuto mangiare!
Quella
luce ha fatto si che un vampiro salvasse la vita alla donna che amo! Che si
legasse a lei in un giorno, e che tenesse a lei al punto da sfidare qualcuno
grosso il doppio di lui e che avrebbe
potuto atterrarlo in un secondo!
Io
ho visto come l’hai messa a letto,
Spike! E mi ricordo le cose che mi hai detto, e come me le hai dette!
E
non uscirtene tu, adesso, con la storia del chip e dell’impossibilità di
uccidere esseri umani, perché se quel chip lo avessero messo a me sarebbe stato
fuori nel giro di un giorno, o mi sarei creato una corte di demoni così grande
da non avere bisogno di cacciare per tutta l’eternità!
Tu
non sei meno intelligente di quanto lo sia io, ma se non lo hai pansato… bè …
un motivo ci deve essere… e io credo… credo…” Lo guardò. E Spike avrebbe pagato
miliardi per potersi guardare in uno specchio, e capire cosa, sul suo volto,
gli fece abbassare nuovamente la testa. “ ho finito…”Mormorò mortificato.
Ecco.
Bene.
E
adesso che pretendeva che rispondesse, lui??
Guardò
di nuovo davanti a se. Contò i disegni della carta sul muro. Valutò la presenza
di eventuali crepe.
Poi
disse la prima cosa che gli venne in mente.
“Non
ti meriti una donna come Kate…” Sbuffò.
Ma
ebbe voglia di ringhiare quando al suo finco sentì Angel sospirare.
“Lo
so…” Mormorò piano. E dopo un attimo aggiunse: “ Buffy odia Kate…”
“Mm…”Mugugnò
lui.” Buffy odierebbe qualsiasi cosa non asessuata che ti si avvicinasse nel
raggio di un miglio…”
“Spike…”
“Non
sto piangendo!” Taglià Corto lui.” Per cui evita!”
“Volevo
solo dire… che a me pareva fosse gelosa di te… “
Si
guardarono. E si ritrovarono a scotere il capo nello stesso, identico momento.
E
Spike avrebbe ucciso qualcuno per quello. Non sapeva chi, ma lo avrebbe fatto…
“Questa
è… una tregua?!”
Spike
non rispose per un attimo, limitandosi a guardarlo negli occhi.
“Credo
di si…”Concesse infine.” Ma non azzardarti ad abbracciarmi di nuovo… e se mi
fai un altro discorso serio giuro che mi alleo con Saj…vattelapesca!
E
non sorridere!”
“Posso
chiedere almeno fino a quando durerà… questa tregua?!”
Spike
scosse le spalle.
“Quanto
vuoi che duri…? Fino a che il mondo non sarà salvo… cazzo!” Sputò, stringendo per
un attimo gli occhi.
“Cosa?”
“Niente…
“ Lo guardò di nuovo, e stavolta nulla potè impedirgli di sospirare.” E che a
me queste tregue non riescono molto bene…”
Capitolo
XV- La giostra degli adii
Concentrarsi…
doveva… continuare a concentrarsi…
Anche
se non sapeva per quanto…
Anche
se il tempo, nel mondo dove Tara era, non aveva senso…
E
potevano già essere passate otto ore.. o otto giorni…
O
otto secoli…
E
il mondo poteva essere finito…
E
poteva essere rimasta solo lei…
Scacciò
i pensieri dalla mente, lasciando che il flusso della magia scorresse nelle
sinapsi più profonde, negli angolu più nascosti della sua mente…
Concentrandosi
su quel freddo fluire dal suo corpo verso l’esterno.
Verso
il mondo.
Per
creare l’inganno, l’illusione che Faith fosse ancora dov’era stata negli ultimi
anni…
Non
sentiva più le estremità… ma non aveva importanza…
Quelle
erano le prime parti a perdere sensibilità, per l’uso prolungato della magia…
Willow…
Perché
non l’aveva chiamata, quando poteva ancora farlo?
Perché
aveva permesso all’orgoglio di avere la meglio… sul desiderio di parlarle… di
dirle… che non ce l’aveva con lei per ciò che aveva fatto… che l’aveva
perdonata da così tanto tempo…
E
che l’amava… come la prima volta che l’aveva vista…
Il
desiderio… di salutarla…
Forse…
di dirle addio…
Sentì
una lacrima scenderle sulla guancia. Ed evaporare per effetto della magia.
E
per l’ennesima volta scacciò i pensieri.
Per
concentrarsi… per alimentare con la sua forza il flusso dell’inganno. Mentre il
cuore in petto era alleggerito da un solo pensiero .
Si
sarebbero ritrovate, lei e Willow, se il mondo fosse finito… e allora avrebbe
potuto abbracciarla ancora…
Faith
rise. E fu contenta che Wesley non fosse un vampiro… o un demone, o qualsiasi
cosa con orecchia più fini di quelle di un uomo…
Perché
se lo fosse stato avrebbe sentito il suo cuore battere forte, mentre
rientravano nuovamente all’Hyperion, spinto a forza dalla risata di lui.
Perché
se lo fosse stato avrebbe leto in quel battito qualcosa che non doveva essere
letto.
Perché
si era innamorata…
E
solo il pensiero era così folle che la terrorizzava, facendole venire voglia di
urlare con quanto fiato aveva in gola.
Si
era innamorata. Come una stupida quindicenne.
In
un giorno e poche ore. Dopo che aveva pensato che non avrebbe mai più amato
nessuno.
Dopo
Angel… e il suo malinconico amore…
Mentre
quello che provava adesso era come un fuoco d’artificio. Come un ‘esplosione di
luce. Come le risate folli di un bambino.
Come
le sue, mentre spalancava la porta ed entrava nell’atrio, scotendo i capelli.
Ed
era felice. E con la mente mandava a
farsi fottere qualunque bastardo avesse deciso di far finire il mondo, perché
quelle risate non gliele avrebbe tolte.
E
anche quando l’avessero ribattuta in progione quelle risate le avrebbero chiuse
insieme a lei.
E
avrebbe continuato a ricordare quell’assurdo momento di follia… su una panchina
dipinta di fresco… imbrattata come una bambina… mentre spingeva Wesley a sadere
e saltava sulla sue ginocchia.
E
tutti e due cominciavano a ridere, per non riuscire più a smettere.
E
lui le era sembrato così giovane… così dispertamente giovane, con i capelli
scompigliati dal vento e la barba di due giorni sul mento e sulle guance, che
Faith avrebbe voluto accarezzare.
E
si era chiesta come cavolo avesse fatto… a non innamorarsi prima…
E
cosa sarebbe accaduto… se invece lo avesse fatto…
Tirò
dentro Wes, voltandosi e continando a ridere.
Godandosi
quel piccolo momento, e i battiti del suo cuore… senza pensare che erano
finite… quelle quattro ore rubate…
“Oh,
Dio…”Ansò Wes, togliendosi gli occhiali per asciugare le lacrime di ilarità che
gli brillavano negli occhi. “ due minuti ancora e soffoco…”
“Pensa
a quell’idiota!” Lo provocò Faith.” Che si è visto entrare nel locale sei
galline!”
Wesley
si piegò letteralmente su se stesso.
“Tu hai.. tu hai…” Ansò, combattendo le risa. “ provocato danni per migliaia di dollari …”
“Bè,
eravamo troppo sporchi per il suo locale?! Ora il suo locale è troppo sporco
per noi! E poi erano in gabbia..”Continuò, prendedo a girare su se stessa.” E
nessuno dovrebbe stare in gabbia!”
Si
fermò, non sentendolo più ridere. Per scoprire i suoi occhi su di lei. Per
scoprirsi ancora una stupida quindicenne.
“Faith…
!” Cominciò Wes, ma lei lo prevenne, allungando le mani.
“Noo!
Non accetto discorsi seri da uno coi pantaloni a strisce verdi!”
“E
se andassi a casa a cambiarmi?!”
“E
se…”Faith mise le mani nelle tasche dei Jeans che Wes le aveva prestato il giorno
prima, allargandoli enfaticamente.” Ti riprendessi questi?”
“Anche
quelli sono a strisce verdi!”
Faith
rise di nuovo, ma ormai l’atmosfera era spezzata.
“Allora…”Mormorò.”
Salveremo il mondo a strisce verdi…”
Tacquero
entrambi, guardandosi, fino a che l’imbarazzo non fu infranto dall’improvvisa
comparsa della testa di Buffy, che sbucò oltre lo schienale del dovano,
arruffata e platealmente confusa.
“Oh…”Esclamò,
balzando in piedi.” Io…”
Faith
vide lo spolverino di Spike caderle ai piedi, ripiegandosi su se stesso, e
parva che anche Buffy lo vedesse per la prima volta.
Lo
fissò, senza chinarsi a prenderlo. Come se potesse dirle qualcosa che non
sapeva.
Dov’
era Spike… ad esempio…
“Buona…
sera!” Esclamò Wesley.” Vuoi del caffè?”
“Sera?”
Borbottò lei.” Che ore sono? Dove sono tutti?”
“Sono
le otto…”Rispose Faith per lui.” … e tutti sono… un po’ ovunque credo… non lo
so… noi eravamo fuori…”
La
ragazza si passò una mano fra i capelli… e, a proposito, avrebbe dovuto mandare
un cesto di frutta a chi le aveva ridotto così la testa… un grosso cesto di
frutta! … e dopo un attimo si allontanò verso le scale.
“Grazie
del saluto!” Sputò Faith.
Guardò
Wesley, chinandosi per raccogliere lo spolverino di Spike e appoggiandolo con
gentilezza sul divano.
“Ma
tu non ti arrabbia mai?!” Esclamò , scivolando a sedere.
“Lo
sai che mi arrabbio… “Rispose lui, sedendo al suo fianco.” Ma… con Buffy?!
Servirebbe forse a qualcosa?!”
Lanciò
uno aguardo al piano di sopra, sospirando.
“A
te…” Mormorò lui dopo un attimo. “ è sembrato molto straordinario, vero?!”
“Chi?!”
Wes
scosse le spalle.
“Lui…
Doyle…”
“Oh…
non lo so… io… so a mala pena chi fosse…”
“Voglio
dire… tornare addirittura dall’aldilà per aiutare Angel…
Io…
al massimo… apro un vocabolario…”
Faith
sgranò gli occhi, voltandosi stupita a guardarlo.
“Ehi,”Esclamò.”
E questo cos’è? Non sarai geloso di Doyle?!”
“Geloso?”
Wesley sorrise, ma il suo sorriso era molto diverso ora.” Di un uomo che è
bruciato vivo per salvare i sui amici… e una maciata d’altri che non aveva mai visto
prima?! No, io… non direi geloso…”
“E
allora?”
“Non
lo so… ma Angel non parla mai di lui e Cordleia… quando lo fa soffre ancora
così tanto…
Lui
è stato subito una… presenza… un ‘essenza attorno a loro… così forte… così
positiva… che certe volte mi sembrava quasi che mi soffocasse.
Specialmente
nell’altro ufficio…
Ogni
cosa che vedevo… che toccavo… l’aveva toccata lui…
Il
posto a tavola che occupavo… era il suo…
E
una parte di me ha sempre pensato di essere solo… quello che stava dove avrebbe
dovuto esserci Doyle… Io… non so se…”
“Oh,
capisco, capisco eccome…”Faith allungò la mano, sfiorando leggermente quella di
lui.” Solo che io… lo provavo per Buffy…”
Lo
vide girarsi, aggrottando leggermente la fronte.
“Per… Buffy?!”
“ Ah ah…”
“Okay.
Questo mi fa vedere tutto da un ‘altra prospettiva!”
Si
alzò, sospirando profondamente.
E
Faith seppe che erano davvero finite, quelle ore rubate.
“Ora
credo davvero che andrò a dare il cambio a Giles, mentre tu…”
“Da
brava bambina ma ne andrò a dormire…
Senz
fare danni e senza prendere nessuno a cornate! Parola di scout!”
Di
nuovo, Wesley sorrise, e per Faith fu un supplemente di paradiso.
“Wes…”Lo
chiamò. Ma quando lui si volse le parole si rifiutarono di uscirle dalle
labbra.
“Niente…”Mormorò
piano. E sebbene ci fossero mille motivi perché lui non sapesse nulla, non
riuscì ad impedirsi di guardarlo.
E
di mormorare nel suo cuore, mentre andava via: “ Mi sono innamorata di te…”
“Will,
no,… non fareste nemmeno in tempo ad arrivare…”
“Ma
è colpa mia… dei miei problemi con la magia… o sarei li con voi… sarei con
Tara… e invece… non posso neanche… dirle ciao…”
Buffy
sentì il pianto nella voce dell’amica, e si sforzò di rendere la sua voce
ferma, tranquilla… falsa…
“Le
dirai ciao quando tornaremo, Will, okay?!
E
poi… non è stata colpa tua… è Giles che ha dciso… e fra poco qui ci sarà tanta
gente da formare un esercito! Ce la caveremo, vedrai… come sempre…”
“Come
sempre… “Ripetè piano Willow, e nemmeno volendo avrebbe potuto suonare meno
convinta.
“Will,
passami Down, ora… non ho moltissimo tempo…”
Strinse
fra le dita il cavo del telefono, mentre l’amica si congedava piano, quasi in
silenzio. E non era difficile immaginare il tormento, e il senso si impotenza
che dovevano bruciarle dentro.
Si
guardò attorno, nella stanza vuota.
E
quello stesso tormento lo provò anche lei,. Quando si aspettò di vederlo
comparire da un qualunque anfratto… e invece… lui non lo fece…
E
invece… Spike non c’era… e Buffy non sapeva dove fosse… e questo la spaventava
più di quanto non volesse ammettere.
“Buffy?!”
Si
scosse, rendendosi conto di non aver ascoltato ciò che sua sorella diceva.
“Dawn!”
Esclamò.” S… si…?!”
La
sentì esitare, ma non ci furono caustiche risposte sulle sue labbra.
“Dave
essere proprio grave…”Mormorò invece.” Se prima mi chiama Spike e ora anche
tu…”
“Spike?!
Spike ti ha chiamata?! E cosa ti ha detto?!”
“Ah…
be… di non cacciarmi in casini troppo grandi per Xander e … anche se al suo
ritorno scopre che taccheggio ancora mi insegna a rapinare banche… che almeno ne
vale la pena!
Sembrava…
che dovesse morire… “
O
che non dovesse tornare…
Forse…
perché ora aveva un ‘altra casa… e un ‘altra famiglia…
Deglutì,
rifiutando quei pensieri.
Spike
detestava Angel. Spike… non l’avrebbe mai lasciata per stare con lui… Spike non
ne aveva ragione…
“Difficile…”Mormorò
amaramente.” Dal momento che è già morto…”
“Ma
tornerete?
Tornerete
tutti e due, non è vero, Buffy? Non ci saranno sacrifici per salvare il mondo
e… e portali, e…”
“Down
ti prego…”
“Vorrei…
che non mi avessi chiamata…
A
che serve che mi diciate ciao… se andate a farvi ammazzare?!
Preferisco…
non sapere niente!”
Buffy
tacque, guardando il filo fra le sue dita. E si chiese se davvero stesse
andando a farsi ammazzare.
E
anche se era accaduto così tante volte sentì un brivido di paura attraversarle
la schiena. Quella paura che, secondo Spike, avrebbe dovuto mantenerla in vita.
Un
brivido freddo. E la voglia di gettare tutto al vento, che aveva provato tante
volte.
E
quella… di abbandonarsi fra le braccia di Spike… che non aveva mai ammesso…
“Mi
dispiace, Dawn…”Mormorò.” Ma forse ero solo io… che avevo bisogno di sentire
te… volevo dirti…”
“Torna
a casa”L’interruppe lei.” Per favore, Buffy… dimmelo a voce…
Non
mi lasciare sola un ‘altra volta…”
Per
un istante tacque, e quando parlò di nuovo, la voce di Dawn era così esitante…
“Per
favore, Buffy,”Mormorò.” Vorrei… salutare Angel…”
Strinse
le labbra. Mentre il suo cuore si chiudeva.
E
quello che pensava nel sentire il suo nome era così diverso da ora.
Il
padre di Spike…
La
sua… anima gemella…
Che
aveva un anima… un ‘anima umana…
Ed
era figlio dell’uomo che aveva amato…
Era…
diverso, ora? Ora che sapeva che Spike aveva un ‘anima… e che era figlio di
Angel?
Spike…
era una persona diversa, ora?
E
dove avrebbe portato tutto questo?
Ad
allontanarla da lui, oppure…
Sentì
il suo cuore accelerare i battiti, e di nuovo si accorse di non aver sentito le
ultime parole di Dawn.
Buffy
era appoggiata allo stipite della porta, con le braccia incrociate sul petto e
gli occhi rivolti all’interno.
Verso
Angel. Senza realmente vederlo.
Lo
controllava. Controllava ciò che diceva a sua sorella… o almeno questo era ciò
che avrebbe voluto fare.
Ma
Giles non credeva che nelle sue attuali condizioni fosse in grado di ascoltarlo.
Erano
successe troppe cose. E Buffy non aveva ancora avuto il tempo di assorbirle.
Lui…
non aveva avuto il tempo di assorbirle.
E,
forse, non lo avrebbe mai avuto.
Si
avvicinò, e la vide voltarsi verso di lui, le labbra strette in una linea sottile. Con il terrore negli
occhi per ciò che le avrebbe detto.
“So
quello che vuoi dirmi…”Mormorò infatti, allontanandosi di un passo dalla porta.
“Davvero?”
Giles sollevò le sopracciglia.” Non credo proprio…”
“Giles…”Le
vide lanciare uno sguardo ad Angel, come per accertersi che non udisse.” Mi… mi
dispiace… per tutto…
Per
me… per Spike…
Tutto
è precipitato dopo che sei andato via… mi sembrava che mi girasse attorno il
mondo… che corresse come un pazzo e io…
E
lui mi ha sempre… capita… è sempre riuscto a comprendere ciò che avevo dentro
in un modo inspiagabile…
Giles,
io… non volevo… io pensavo persino che ci fosse un demone dentro di me, a farmi
agire così…”
“Gli
altri lo sanno?!”
“No!
No, certo! Cioè… solo Tara… ma è… stato un caso… “
Bene…
almeno erano state in due a tenerlo all’oscuro… e non in cinque…
Abbassò
gli occhi per un attimo, sentendosi stranamente… calmo…
Oh,
la rabbia c’era stata, e molta.
E
la voglia di spaccare ogni cosa, e di impalettare Spike, e Angel, e chiunque
avesse a che fare con quella storia.
E
di scotere Buffy fino a farle male.
E
di dirle che non era giusto…
Che lui le aveva dato tutto… aveva messo in
gioco tutto per lei… aveva rinunciato a tutto quello che era la sua vita…
Perché
lentamente, inesorabilmente, quella ragazzina era diventata il centro del suo
molto…
E
non era giusto che in cambio non avesse nemmeno un soffio di rispetto…
Non
era giusto che continuasse a mentirgli, e a nascondergli le cose, e a
considerarlo scontato come il vecchio zio Rupert, chiuso nella sua casa di
legno in attesa che qualcuno gli facesse visita.
Come
una vecchia scopa appoggiata alla parete della cui esistenza tutti si
dimenticavano…
Ma
impegnare la mente nel salvare il mondo, e vedere consumare davanti ai suoi
occhi il dramma di quei due uomini, di quei due vampiri con le mani sporche di
sangue, che avevano pianto davanti a lui, aveva sbollito gran parte della sua
rabbia.
E
quattro ore nel locale della caldaia, da solo, con Drusilla che batteva
incessantemente la testa contro la parete di metallo aveva fatto il resto.
Facendolo
sentite una pedina in un gioco più grande di lui… proprio ciò che anni prima
più lo avrebbe mandato in collera, e che adesso, invece , aveva avuto il potere
di farlo scoppiare a ridere.
E
poi… era assurdo avercela con Buffy perché andava a letto con Spike, quando tra
poche ore, con ogni probabilità, nessuno di loro sarebbe più esistito! Come era
assurdo prendersela perché se n’era andato per farla camminare da sola, per
impedirle di attaccarsi troppo a lui… e ora scoprire che quella stessa
dipendenza l’aveva sviluppata verso un ‘altro… anche se non lo avrebbe mai
ammesso.
Dopo,
forse, se avesse conservato le ossa intere…
E
intanto, Buffy lo guardava, e aspettava la sua reazione.
E
Giles si chiedeva se non l’avesse spezzato lui quel filo di fiducia che li
aveva uniti, il giorno del suo Cruciamentum…
“Bè…”Mormorò,
sentendosi esausto.” Ora sappiamo perché… non riuscivi a resistere…”
Buffy
dilatò leggermente gli occhi, smarrita. Persa in un gioco le cui regole erano
state appena invertite.
“Anime
gemelle…”Sussurrò piano.
Senza
guardarlo. E dopo un attimo sollevò gli occhi. Quegli occhi che non erano da
bambina, ma che non sarebbero mai stati adulti.
“Ho
paura, Giles…”Continuò. “ ho paura che il mondo finisca e tutto resti così…
sospeso…”
Istintivamente,
lui allungò una mano, stringendo forte le dita della ragazza. Impedendole di
sfuggire ai suoi occhi.
“No,
Buffy…”Disse, deciso.” Tu non hai paura che il mondo finisca, non è questa la cosa
pericolosa… tu hai paura di cosa accadrà… se il mondo non finisce…”
Kate
si era rifugiata nello studio di Wesley, per sfuggire al caos che nel giro di
un ‘ora si era creato nella Hall, e non le era importato che la considerassero
asociale, o credessero che se n’era andata per via della natura di molte delle
creature dell’altra stanza.
Aveva
aiutato.
Aveva
spiegato piani, distribuito armi… ma
quando era mancato così poco aveva desiderato il silenzio relativo di
quella stanza che una volta era stata di Angel. E aveva desiderato poter
passare ancora un minuto con lui…
Ma
questo… era impossibile…
Lo
aveva appena intravisto dopo che l’aveva lasciata per parlare con Doyle. Sapeva
che si era incontrato con Spike, e che sembrava più sereno… ma non aveva nemmeno
fatto in tempo a capire se lo era davvero.
Tutto
era accaduto così in fretta…
L’arrivo
degli altri, l’organizzazione, la difficoltà di far convivere sepur per così
poco tempo gente così diversa…
Fino
a che non le era sembrato di scoppiare, e aveva deciso di rubare un momento…
Aveva
riordinato senza pensarci nemmeno, automaticamente, come se quella fosse la sua
vecchia scrivania alla centrale.
E
ora finiva di leggere, e sollevava il volto, fissando assente la porta, nel
momento stesso in cui Angel l’apriva per entrare. Come… come se fosse stato
chiamato dal suo desiderio…
Quello…
quello non glielo aveva detto…
“Kate,
“ Esclamò, la mano poggiata alla maniglia.” Ti avevo persa… sai… sai dov’è
Spike?!”
Kate
aggrottò la fronte, e anche le sua risposta fu automatica.
“Giù…
l’ho visto scendere al locale delle caldaie…”
“Da
Drusilla…”Angel si voltò, ma non fece in tempo a uscire.
“Quante
volte dovrà mandarti a quel paese” Esclamò Kate.” Prima che lo lasci vivere?!”
Angel
si voltò di nuovo, la fronte aggrottata. Mentre lei continuava… e si chiedeva…
quanto ne avesse il diritto…
“E’
difficile per lui…”Mormorò.” Ma tu non puoi… prenderlo in braccio e portarlo
fino a che sulla strada non ci saranno più curve! Non puoi impedire a Buffy, e
a Drusilla, e al mondo, di ferirlo… e non puoi sciogliere i suoi nodi…
Che
cosa avresti fatto se tuo padre fosse corso a riprenderti ogni volta che ti
avvicinavi al pericolo?”
“Sarei…
vivo…”Rispose piano lui, e Kate abbassò gli occhi, sentendosi all’improvviso
così stanca… e così stupida…
“Mi
dispiace…”Angel attraversò la stanza, andandole vicino, e sfiorandole la
guancia con la sua carezza. “Dio, Kate, io… non so cosa mi succede…
Forse…”Lo
sentì deglutire. Ed ebbe paura.” Dovrebbe… finire tutto così… io… riesco
solamente a farti del male…”
“Non
vorrei che fosse diverso…” Rispose piano lei. “ non vorrei che mi mentissi, o
mi proteggessi… o cercasi di recitare un ruolo con me… non voglio che tu sia
perfetto con me…
stare
insieme… non è questo…”
“Non
sono mai stato perfetto con te, Kate… non ci sono mai riuscito… non so perché,
ma… tu riesci a … farmi essere… me… in un modo in cui non è mai riuscito
nessuno… e questo mi fa sentire libero, e contemporaneamente… lo odio…
Ho
paura di quello che potrei farti, Kate… e non come vampiro… ho paura del mio…
egoismo… di questa cosa che mi fa desiderare di chiuderti in una gabbia e non
lasciarti mai più uscire… e ho paura di amarti troppo…
Ho
paura che l’essere dentro di me venga alla luce e ti voglia, e ho paura… di
tutto…
Forse
per questo non ti ho più cercata…”
“Non
ci siamo più cercati perché siamo due creatini!”Sbottò Kate. Sollevò le
braccia, prendendogli il volto fra le mani.” E per quanto riguarda la paura,
dimmi il documento da firmare!
Però…
aggiungici la postilla che il mondo potrebbe finire in un ‘ora…e noi siamo qui
a parlare di paure e rinunce… invece di baciarci…”
“Due
cretini?” Ripetè Angel sorridendo.
Kate
annuì.
“Dove
devo firmare?” Mormorò, stringendogli le braccia alla nuca, mentre con passione
rispondeva al suo bacio.
Ancora
ed ancora…
Fino
a che seppe di stare soffocando. E seppe che non le importava …
Fino
a che Angel non cominciò a ricoprirle il volto di piccoli baci…
E
fino a che Wesley non aprì la porta.
“Lo
sapevo!” Lo sentì uggiolare Kate, e prima ancora di vederlo, sentì Spike
ridere.
Mentre,
davanti a lei, Angel si passava la mano fra i capelli, così imbarazzato da
farle chiedere perché non l’avesse scaraventata al di là della scrivania.
“Wes…”
“Riprenditela
questa stanza…”Ansò lui .” se proprio ti piace tanto!”
“S… Spike…”
“Calmati!”
Esclamò il vampiro entrando nella stanza. E per la prima volta da quando tutto
era cominciato, sembrava… sereno… e non c’era niente di malizioso nel suo
divertimento. “ Puoi anche evitare di prenderti a Ciliciate! Non hai sconvolto
l’innocente bambino, e giuro che non mi darò alla castità perenne per aver
assistito a questa scena!
Ciao
Kate!” Esclamò, inclinando la testa oltre le spalle di Angel.
Kate
aggrottò le sopracciglia quando lo vide avvicinarsi, e cominciare a girarle
intorno.
“E’
inutile che annusi!” Esclamò.” Mi sono strofina da scuoiare un maiale, per cui non azzardarti a dire che
puzzo come un bordello francese!”
“Noo…”Spike ghignò. “infatti adesso odori
… come una prostituta francese!”
“Ahhh”
Kate sollevò gli occhi, esasperata. “ andiamocene! Qualunque “cosa” ci sia lì
sotto non potrà avere una lingua come la tua!”
“Puoi
giurarci, amore…”
“Ma
probabilmente sa usarla meglio!”
“Non
cominciare frasi di cui non vorresti sentire la fine…”
“Non
darti meriti che non potresti provare!”
“Breack!” Urlò quasi Wesley.”
Che ne dite... salviamo il mondo?!”
“Mm…”
Spike scosse le spalle.” Si può fare… ma non raccontatelo in giro… ho una
reputazione da mantenere, io… “
Si
avviò alla porta, e non si accorse del modo in cui Kate aveve preso il braccio
di Wesley, chiedendogli con gli occhi di restare. Anche perché un attimo dopo,
Angel lo raggiunse sulla porta.
“Spike…”Mormorò.”
Che cosa è successo con Drusilla…?”
L’altro
si voltò, assolutamente tranquillo.
“Oh…
niente… l’ho solo mandata a farsi fottere! Altro… nanny?!”
“Si…”Angel
sollevò la testa, serio, ma c’era stato un sospiro di sollievo sulle sue
labbra.” Non voglio che alla mia ragazza sia dato della prostituta…”
“Cosa?!”
Spike aggrottò la fronte.” Nessuno può dare della prostituta a Kate! “
Uscì
dalla stanza, scotendo con violenza la testa, e Kate lo sentì borbottare
qualcosa come “ qualcuno deve solo provarci…”, ma non ne fu sicura, perché in
quel momento Angel si voltò verso di loro, e si accorse che restavano fermi.
“Che
succede?!” Mormorò, avvicinandosi.
La
guardarono entrambi, mentre kate si tendeva sulla scrivania, per tirare verso
di se il testo della profezia.
“Non
volevo leggerla… “Mormorò.” Ma … semplicemente… l’ho fatto…”
Angel
la fissò, senza capire.
“Non
te l’ho detto…”Mormorò.” Non l’ho…”
“Angel,
va bene! Non ho mai preteso la cronologia della tua vita giorno per giorno!
Volevo
solo sapere… se vi siete resi conto di una cosa…” Voltò il grosso blocco su cui
Wesley aveva ordinatamente tradotto la profezia.” Qui si parla… di un vampiro
con l’anima… destinato ad avere un ruolo fondamentale nella fine del mondo…”
“Esatto…”Confermò
Wesley.” E sempre che la mia traduzione sia esatta il vampiro con l’anima ,
alla fine… diventerà umano…”
“Dove
avete trovato la profezia?!”
“Alla
W e H “Rispose Angel.” Quello è… il motivo per cui non mi hanno mai ucciso…”
“Loro
non sanno che ruolo avrà Angel” Continuò Wes.” E non vogliono rischiare di
uccidere qualcuno che … bè… potrebbe anche dar loro una mano! Per questo l’anno
scorso hanno così penato per far tornare Angel quello di un tempo…”
“Per
questo…”Kate passò un dito sulla pagina bianca, prima di sollevare gli occhi.”
E se si fossero sbagliati? E se si fossero sempre sbagliati?!”
La
fissarono, come se fosse stata pazza. E per un attimo si sentì così anche lei.
Una
pazza che metteva il naso in cose troppo grandi.
Ma
non poteva non dire ciò che pensava.
“
La W e H ha un intero archivio su di te… anno per anno. Tutto ciò che hai fatto
è stato spiato e catalogato… e questo perché tu sei il vampiro con l’anima… il
vampiro che avrà un ruolo cruciale nella fine del mondo… che potrebbe evitare
l’apocalise…
Ma…
Angel… quello che loro a quanto pare non hanno mai saputo… è che tu non sei
l’unico vampiro con l’anima…”
Lo
vide sgranare gli occhi, e dischiudere leggermente le labbra. Mentre le
implicazioni delle sue parole gli sfrecciavano nel cervello, veloci come
proiettili.
“Spike…”Mormorò.”
Tu credi…”
“Amore
mio… io non lo so… è già molto che non mi metta a urlare per la confusione…
Ma
so che qui si parla di un vampiro con l’anima… e Spike ha un ‘anima…
Un
‘anima di cui nessuno, a parte Drusilla, è mai stato a conoscenza… e che ci è
voluto un inviato dal Cielo e un demone di un ‘altra dimensione per scoprire…
Non
c’è nessuna ragione per cui il vampiro della profezia non possa essere Spike…”
“Madre
di Dio…” Sussurrò Wesley piano.” È vero… e sarebbe…
Certo…
Far
nascere il Tro-clans… colui che salverà o distruggerà il mondo… e poi… permettere
che sia portato via a suo padre… al suo protettore… e che diventi un vampiro…
Un
mostro fra i mostri… un assassino che dovrebbe volerla la fine del mondo…
Quale…
modo migliore… per proteggerlo?!”
“Proteggerlo?!”
Angel si voltò di scatto verso Wesley.” Mio figlio ha sofferto! Mio figlio ha
patito le pene dell’inferno in terra! E questo è proteggerlo?”
“Ma
non è stato mai scoperto! I demoni che volevano mangiarlo da neonato lo hanno
ignorato! Le sette che lo volevano come re non lo hanno mai considerato! Tutti
i nemici che potevano attentare alla sua vita non lo hanno mai cercato! La W e
H che invece perseguita te non ha mai nemmeno considerato la sua esistenza…
nessuno è mai andato a cercarlo per catturarlo, o per renderlo oscuro… perché…
lui era già oscuro… lui era… uno delle migliaia di vampiri sulla terra…
Fino
a che non si fosse riunito a te… nel posto dove da sempre doveva essere…
Avrebbe
senso, Angel… “
“Farlo
morire…” Sussurrò piano il vampiro.” Per proteggerlo…
E’
questo che ho dato a mio figlio… un destino come il mio… di guerre e dolore…
per compiere una missione che non ha chiesto?!”
“Gli
hai dato la vita…”Mormorò piano Wesley.
“E
l’amore…”Kate allungò la mano, posandola sul cuore di lui.” E anche… un
carattere tutt’altro che facile… ma questo credo che si accomoderà… col tempo…
“
“Oh…”
Esclamò Wes.” Quello può averlo preso da Darla…
“No…”
Angel guardò Kate negli occhi, e un leggero sorriso gli sfiorò le labbra.”
Quello era il mio carattere… prima…” Si voltò verso il suo amico, serissimo.”
Se chiedessi a Spike di restare qui … temo che mi taglierebbe la testa…”
“Giuraci!”
“Wes…
Kate… non deve saperlo nessuno… nessuno deve sapere che Spike ha un ‘anima…
nessuno… “ Chiuse per un attimo gli occhi.” Nessuno deve sapere che è mio
figlio… anche se significa…”
“Allontanarlo
da te…”
Kate
lo vide annuire.
“Si…
“
“Angel…”
Wesley gli posò gentilmente una mano sul braccio, costringendolo a guardarlo.”
Un’ altra cosa non abbiamo considerato…
Se
Spike è il vampiro della profezia… se non sei tu…
Allora
sarà lui… a diventare umano…”
Capitolo
XIV- L’arena
Erano
centinaia.
Erano
esseri umani, e demoni, e incroci fra le due razze. Erano volti, e occhi, e
figure che spevantavano i bambini nelle antiche favole di paese…
E
Spike… era in mezzo a loro.
In
mezzo a demoni con cui non avrebbe mai pensato di poter lavorare, e di cui non
si fidava. E con esseri umani per i quali era lui il mostro.
Creature
messe insieme da uno scopo, da una missione.. o dalla paura… messe insieme dagli
uomini che in quel momento erano di fronte a lui, e recitavano una formula
magica, e che probabilmente avrebbero rivolto gli uni verso gli altri le armi
che ora impugnavano
Al
centro del cerchio che affollava la stretta biforcazione dei tunnell.
Mentre
Giles e Wesley recitavano piano una formula magica, affiancati da Buffy e
Faith, ognuna con le dita strette attorno a un grosso martello Troll…
E
dove poi Giles fosse riuscito a procurarsi due martelli Troll sarebbe rimasto
per sempre un mistero … come molto di ciò che circondava il passato e il
presente dell’Ossrvatore.
Ma,
pensò Spike, accantonando quel pensiero … probabilmente ci si era solo
affezionato, dopo l’ultima volta…
Non
era quella la cosa importante in quel momento…
La
cosa importante era che ancora una volta si stava apprestando a salvare il
mondo… ancora una volta non aveva idea di come avesse fatto a cacciarsi in un
simile casino… e che aveva la certezza assoluta… che qualcosa non andasse…
Lo
sapeva. Lo sentiva. E glielo diceva il volto di suo padre…
Accanto
a lui, inginocchiato in terra, Angel guardava preoccupato le sue stesse dita,
poggiate sul pavimento coperto di polvere del tunnell, come se da esse dovesse
dipendere … tutta la salvezza del mondo…
La
fronte aggrotata, l’espressione intensa… pareva quasi non rendersi conto di
nient’altro…
Non
delle parole formulate da Wes e Giles, che avrebbero dovuto consentir loro di
aprire la fenditura nella terra per penetrare nella misteriosa “ arena”
sotterranea descritta da Cordelia. Non del leggero tremito che già scoteva
l’aria attorno a loro, e nemmeno degli sguardi suoi e di Kate, fissi sulle
spalle curve del vampiro.
Nulla
sembrava avere importanza, tranne ciò che Angel stava sentendo… e che Spike non
poteva percepire…
E
quando Angel sollevò gli occhi, Spike pensò che doveva essere veramente così…
che davvero la cosa più importante al mondo doveva essere racchiusa fra le dita
di suo padre… perché in tutta la sua esistenza non aveva mai visto una tale
espressione di panico negli occhi di un uomo.
“No!”
Lo sentì urlare, mentre saltava in piedi. “Insieme siete troppo potenti!! Urta
con qualcosa dall’altra…”
Ecco.
Lo sapeva.
Poteva
mai essere che un avvertimento di Angel arrivasse in tempo?!?!
E
soprattutto, poteva mai essere che quell’idiota non facesse un passo avanti e
si ritrovasse esattamente nel punto in cui la terra si stava sgretolando?!?!
Stupido
lui a non capirlo prima!!
Non
aveva fatto in tempo ad avvertirli… e anche su questo avrebbe potuto
scommetterci la testa, come pure qualche altra parte indispensabile del corpo…
e Faith aveva già sferrato in terra il primo micidiale colpo di martello,
quando Spike ebbe la netta, nettissima impressione… che fossero tutti fottuti!
Un
attimo dopo, proprio sotto i piedi di Angel, quello che avrebbe dovuto essere
un passaggio verso lo strato inferiore dela galleria, si trasformò in una
voragine per l’inferno.
Seangue
nero, quanto odiava la magia!
Faith
non aveva capito cosa fosse andato storto… se il suo colpo fosse stato troppo
forte o fosse stato l’incantesimo di Wes e Giles a essere troppo potente… le
pareva… che Angel avesse gridato qualcosa in proposito, ma non poteva esserne
certa.
Quello
di cui era certa era colo che… stava precipitando… e che Wes era già caduto… e
che non fece nemmeno in tempo a rivoltarsi per atterrare sulle gambe… perché la
distanza era troppo breve…
E
sapeva che l’acqua era fredda. E puzzava di petrolio.
E
che prima ancora di realizzare quel che era accaduto si ritrovò a chiudere gli
occhi, e serrare bocca e naso per impedire a quell’intruglio disgustoso di
entrarle nei polmoni.
Quel
che sapeva era che… assolutamente, certamente, indiscutibilmente, quella non
era un ‘arena!
O
almeno non era l’arena che si erano aspettati!
Perché,
in verità, a guardarla bene… a un ‘arena, quella laguna sotterranea, che
qualcuno molto poco spiritoso aveva cosparsio di petrolio, ci somigliava pure,
come si accorse quando riuscì a tornare a galla, lottando perché l’aria
rientrasse nei suoi polmoni.
Fece
un rapidissimo giro su se stessa, valutando la situazione… e cercando…
E
la situazione era molto, molto brutta…
La
laguna, il lago, o il cavolo che era, riempiva metà della grotta sotterranea,
interrotta qua e là da piccoli scogli bassi e circolari, e limitata sul lato
più lontano da una lingua di terra su cui era stato eretto una sorta di altare
a mezzaluna rovesciata… orribile… almeno quanto il demone che vi stava accanto.
Una sorta di ammasso rugoso di carne grigia rivestito dal solito, trito e
ritrito, tunicone nero… almeno Angelus aveva più gusto, a quel che le avevano
detto, quando voleva far finire il mondo!
Il
demone era circondato da una decina, fra vampiri e altre bestiacce, tutte
rivestite della stessa tunica, e guardando di fronte a se, Faith si accorse che
Spike e Kate gli erano caduti quasi in braccio, finendo nell’acqua accanto alla
penisola su cui ora si stavano issando.
Angel,
invece, si era arrampicato su uno degli scogli, e doveva aver urtato qualcosa
durante la caduta, poiché sanguinava copiosamente dalla fronte.
Si
voltò, cercando Wesley, e imprecando dentro di se quando non riuscì a trovarlo.
C’erano
degli altri, molti altri, fra quelli venuti ad aiutare Angel, alcuni nel’acqua,
alcuni sugli scogli … ma Wesley… Wesley…
“Faith!”
Wesley
la chiamava! E Wesley avrebbe ricevuto un sonoro calcio nelle palle per lo
spavento che le aveva fatto prendere!
Si
voltò, gli occhi sgranati di sorpresa.
Wesley
era dal lato opposto della laguna, sulla terra ferma! Con Giles , Buffy e
alcuni degli altri e con… un centinaio di demoni di ogni tipo e dimensione!
“Oh,
cazzo!” Esclamò, lanciandosi verso di lui.
Gli
vide allungare la mano, e i suoi occhi riempirsi di paura.
Un
attimo prima di afferrarla e tirarla su di peso, stringendola fra le braccia.
Un
attimo prima che il lago si trasformasse in un enorme rogo.
Sentì
le grida prima ancora di voltarsi, e la mano si Wes che la stringeva più forte…
per non farle vedere…
Dolce…
dolce Wesley… che dimenticava per un attimo che quella ragazzina aveva visto
più orrore di quanto forse lui sarebbe mai riuscito a immaginare…
Fece
a tempo a voltarsi, e a vedere i corpi torcersi e bruciare nell’acqua.
E
a sapere che erano esseri umai, e demoni, ma che sembravano così identici
mentre il fuoco li consumava…
E
le loro grida, e il loro dolore erano così simili…
Fece
in tempo a vadere Spike e Kate assistere inorriditi alla scena, semicoperti dal
crepitio di fiamme alte come un uomo, prima che la battaglia già cominciata
raggiungesse le sue spalle.
Fece
in tempo a pensare che quei due erano soli, letteralmente in bocca al nemico.
E
con il cuore che le batteva furiosamente in petto e gli occhi colmi di lacrime
che non voleva e non poteva versare, fece in tempo a scorgere Angel, in piedi
sullo scoglio che gli dava riparo… circondato da quelle fiamme che parevano
vive… e sembravano volerlo divorare…
Spike
l’afferrò per un braccio, e Kate non seppe mai se sarebbe davvero andata. Se il
suo amore sarebbe stato così forte… così assurdo da farle sacrificare
inutilmente la vita in quel lago di fuoco, pur di avvicinarsi ad Angel.
Bruciava.
Tutto
bruciava.
L’acqua,
i corpi di quelli che non avevano fatto in tempo a raggiungere l’asciutto e
anche di qualcuno che lo aveva fatto, ma era stato ugualmente aggredito da
fiamme o scintille.
Bruciava
il suo cuore e bruciava la sua collera… e anche Angel, da lì, sebrava bruciare…
Fermo,
immobile su quel minuscolo scudo di roccia, volto verso di loro mentre le
fiamme sembravano muoversi attorno a lui per sfiorarlo.
E
sarebbe bastato un attimo… perché i suoi vestiti, zuppi di petrolio, andassero
a fuoco…
Sarebbe
bastato solo uno sbuffo di calore più intenso…
Come
sarebbe bastato a dar fuoco ai vestiti o ai capelli di lei… eppure Kate
rimaneva sulla riva, con le ginocchia quasi nell’acqua, e quando Spike
l’afferrò di peso, trascinandola verso l’interno, si volse verso di lui, e lo
fissò furibonda… con le labbra colme di accuse che le morirono sulle labbra,
quando vide l’espressione del volto di lui, e il modo in cui fissava quella
figura scura circondata dalle fiamme… e la forza… la folza con cui girò la
testa.
Ringhiando
quasi.
Cercando
il responsabile di quell’orrore.
Sahjhan…
Kate si voltò, conficcandosi le unghia nella mano.
Era lui il responsabile di tutto.
Lui aveva rapito Spike, quando era solo un bambino
indifeso, lui voleva distruggere il
mondo, lui aveva dato fuoco al petrolio nell’acqua, evidentemente pronto a
qualsiasi tentativo di intrusione…
E lui stava loro davanti, al centro della penisola,
circondato dalle sue guardie demoniache e da 12 piccoli bracieri… su cui erano
disposti altrettanti bambini addormentati… probabilmente per effetto di una
qualche droga.
Lui… quella figura oscura, grigia come la sua pelle…
quell’essere che sembrava quasi emanare cattiveria…
E che Kate si ritrovò ad odiare, senza nemmeno
conoscerlo…
Al suo fianco, Spike ringhiò, lanciandosi sulle
guardie che corsero verso di loro, mentre Sahjhan indietreggiava di un passo, e
Kate tornava a guardare il lago infuocato, attirata dalle urla disperate delle
torce viventi, consumate in una danza terribile.
Ne vide due vicinissimi alla riva, e voltatasi
disparatamente aferrò un pezzo di legno, tendendolo a quello che una volta era
stato un demone di qualche specie… e sperando che non prendesse fuoco, o non
trascinasse anche lei nel lago…
“Afferralo!” Gridò, tendendolo verso di lui, e
l’altro lo aveva quasi fatto quando nell’aria risuonò un fischio sotile e
acuto, e Kate si ritrovò sbalzata al’indietro, perdendo la presa sull’asta,
mentre una luce giallognola percorreva il lago, perdendosi fra le fiamme.
Boccheggiò, saltando di nuovo carponi, e strisciando
verso la riva.
“Lasciali perdere!” Urlò Spike alle sue spalle,
continuando a combattere. “ recupera un bambino! Spezza il cerchio
del’incantesimo!”
“Non posso lasciarli così…” Ansò, ignorando le sue
parole, e lo sguardo esasperato che le lanciò.
“Brucerai anche tu, stupida!” Gridò. “ E brucerai
davanti agli occhi di Angel!”
Kate strinse le labbra, tendendosi di nuovo verso il
lago, quando la sua testa battè violentemente contro un muro che non poteva
vedere…
“No…” Ansò.” No… “
Un incantesimo… ecco cos’ era stato qual bagliore… un
altro incantesimo…
Battè le mani sulla
parete invisibile, e sollevando gli occhi si accorse che anche Angel
stava facendo la stessa cosa…
“Grazie a Dio…” Spike le scivolò di fianco, fissando
il centro del lago, le mani sporche si sangue scuro.
“Siamo tutti bloccati!” Esclamò Kate, senza capire.”
Loro non possono raggiungerci e noi non possiamo andare da loro!”
“Ma anche le fiamme lo sono, amore! La barriera gli
impedice di raggiungere chiunque non sia in acqua…
Avanti, mammina
ringrazia l’amico Sahjhan! E per cortesia, dimmi che quel cazzo di
pistola non è bagnata!”
“E’ bagnata…”Rispose lei, tirando fuori l’arma dalla
schiena dei pantaloni.
“Lo sapevo!” Spike afferrò un vampiro,
scaraventandolo dietro di se, contro la barriera invisibile, e dando così le
spalle a … qualcosa di molto grosso… che Kate stecchì con una sequenza di
cinque colpi in mezzo agli occhi.
“E’ bagnata…” Rispose alla muta, e molto impertinente
domanda negli occhi del vampiro biondo. “ ma questo non vuol dire che non possa
sparare! Ma a che secolo sei rimasto con le armi?!?!”
Chissà perché, temeva che la risposta sulle labbra di
lui non sarebbe stata propriamente da educanda… ma per fortuna c’era troppo
caos perché Spike si potesse dedicare a lei.
Un attimo dopo, un altro demone lo aveva già
attaccato, e Spike lo afferrava per la testa, mentre Kate si lanciava in
avanti, verso l’anello di bracieri.
Verso i bambini addormentati che una mente perversa aveva trasformato in
armi…
Chiudendo la sua mente a ciò che c’era dietro di lei.
Ad Angel, imprigionato in una gabbia di fuoco, e
all’altra riva dell’” arena”, di cui quello stesso fuoco le impediva la
visione.
Wesley, Faith, Giles…potevano essere tutti morti,
annientati dai demoni che aveva fatto appena a tempo a scorgere, prima che il
lago prendesse fuoco. E loro stessi… quante possibilità avevano di salvarsi?!
Quante…molte! Decise, quando il corpo di un quarto
demone le crollò di fianco… se Spike continuava ad essere una tale furia!
Sollevò la pistola, sparando a qualcosa di molto
simile a una lucertola, che si ripiegò su se stesa con uno schiocco di lingua,
e allungandosi poi verso uno dei bracieri.
Ce l’aveva quasi fatta, aveva quasi afferrato uno dei
bambini, e spezzato il cerchio magico che si serviva di loro, quando sentì
Sahjhan urlare un “ No!” strozzato, e un attimo dopo la coda del demone
lucertola la colpì in pieno petto, lanciandola all’indietro.
Kate boccheggiò per il dolore alle reni, e si
puntellò su una mano, mentre con l’atra sollevava la pistola, puntandola al
mostro che in quel momento la caricava.
Sparò e lo prese di nuovo al petto.
Ma questo non servì a fermarla.
“Sangue, Kate!” Sentì’ Spike urlare.” Lo sanno tutti
che i D’tor hanno il cuore nello stomaco!”
Vide il vampiro atterrare il rettile. Velocissimo.
E un secondo dopo afferrare lei e tirarla in piedi.
“Là dietro!” Gridò, indicando con il mento un
‘asperità nella parete della grotta, che avrebbe potuto servir loro da rifugio.
Kate annuì, correndo. Le orecchia ancora piene di
urla e crepitio di fiamme, che però non riuscirono a coprire il gemito di
Spike.
Si voltò. E lo vide con gli occhi sgranati, una
freccia conficcata nella schiena ed un ‘altra in una gamba. Ma che nonostante
tutto continuò a correre, gettandola bruscamente oltre lo spuntone .
Erano stati i due demoni gemelli ai lati di Sahjhan a
colpirlo, creature sottili con volti allungati e pelle pallida come porcellana,
con le frecce dei loro lunghi archi ricurvi, già pronti per colpire un ‘altra
volta.
Ma anche Kate lo era…
Saltò in ginocchio, e proteggendosi dietro la grossa
roccia sparò davanti a se, contro i demoni che arrivavano.
Ne colpì uno alla fronte, e poi, finalmente, il
demone- lucertola allo stomaco. Mentre in testa contava quante pallottole
ancora le restavano.
“Lasciateli perdere!” Urlò Sahjhan . “ Tornate dietro
di me! Non posso finire il rito con voi sulla traiettoria!”
La… traiettoria?!
Kate vide i due demoni rimasti tornare indietro,
prendendo posto, accando agli “ arcieri”, alle spalle di Sahjhan. E con un
rapido movimento si girò verso Spike.
Si era già tolto le due frecce, e fissava oltre la
sporgenza di roccia, come non avvertisse dolore.
“Devi colpire lui…” Mormorò.” E poi, se siamo
fortunati, potremmo uscire di lì…”
Kate seguì il suo movimento, e non credette ai suoi
occhi quando vide un ‘alta apertura seulla parete dietro di loro.
L’imbocco di un tunnell…
Tornò a guardare Sahjhan, e poi di nuovo Spike.
Mentre
in fretta capiva… e i suoi occhi cercavano Angel, e non riuscivano a trovare
che una figura indistinta, ricircondata dall’oro delle fiamme… una figura che
batteva freneticamente le mani contro la barriera invisibile che gli impediva
di aiutare suo figlio.
Così…
doveva aver battuto le mani contro la porta della casa di suo padre… con quella
stessa disperazione… e Kate… non gli aveva dato nemmeno una possibilità…
“Ti
amo…”Sussurrò fra le labbra, prima di voltarsi di nuovo verso Spike.
“Dovrò
alzarmi…”Mormorò piano.” Da qui, e così… non ce la farei mai a colpirlo in
testa… perciò, quando lo farò… non tirarmi giù…”
“Cosa?!”
Spike sgranò gli occhi, e sembrava avere già dimenticato le sue ferite.” No! “
“Spike…”
“Credi
che lascerò ammazzare la sua ragazza e poi andrò da Angel a riportargli la
carcassa?! No, grazie!! Dammi quella pistola!!”
“Spike,
no… io sparo molto meglio di te…”
“Che
ne…”
“E
non ci sono più di due pallottole…”
La
fissava ora, con gli occhi di un animale in trappola… e la odiava ora… perché
non poteva salvarla.
Kate
allungò la mano, sfiorando quella di lui.
“Non
ti faranno neanche premere il grilletto…”Mormorò Spike cupamente.
“In
tal caso… proverai tu…ma potrebbe anche essere … che non mi colpiscano…”
“Si…
“ Sussurrò lui.” Certo…
Dannazione!!”
Urlò, guardandosi intorno e stringendo i denti. “Devi farlo, allora fallo!!
Cazzo…
Angel non si poteva prendere una con un po’ di cervello!!”
Kate
gli sorrise. Se non ci fosse stata Buffy in pericolo… e se non ci fossero state
altre persone che Spike amava, non glielo avrebbe fatto fare…
Ne
era certa… come era certa di respirare…
E
per un attimo si chiese se si sarebbe fidata così di lui, se lo avesse visto ai
tempi in cui era ancora… cattivo…
E
non ebbe bisogno di attendere risposta.
Non
guardò più Angel, ma ebbe l’impressione di sentirlo battere più forte sulla
prigione che lo costringeva.
E
non guardò Spike, i cui occhi sentiva su di se.
Si
alzò in piedi, stringendo la pistola fra le dita, e puntandola diritta davanti
a se.
Poi,
la luce esplose.
Capitolo
XVII- L’onda
Era
la sua condanna. Il suo tormento.
Il
suo destino, forse.
Se
lui avesse creduto nel destino.
Sentire
il cuore torcersi, e urlare.
Sentire
il dolore.
Essere…
dolore.
Fin
nel più profondo del suo essere.
Guardare.
E non poter agire.
Guardare.
E non poter salvare coloro che amava.
E
non poter salvare il suo cuore.
Guardare
spegnersi sua sorella, col calore del suo corpo fra le braccia.
Guardare
morire il padre di Kate, e poi vedere lei piangere, come una bambina disperata,
e desiderare di prendere su di se il suo dolore, e non sapere perché questo
desiderio era così forte… perché il tormento era così grande…
Vedere
Wes bloccato in un letto d’ospedale, perché non aveva saputo salvarlo.
Vedere
Doyle bruciare vivo… per lui…
E
vedere suo figlio soffrire… consumarsi di dolore…
E
ricordare una per una le volte in cui era stato lui la causa di quel dolore…
Guardare.
E no poter far niente.
Morire
dentro perché il dolore era troppo forte. E non poter far nulla.
Sempre.
Come
una canzone che non smetteva di ripetersi.
Come
un destino.
Ma
Angel non credeva nel destino.
Angel
aveva sconvolto troppe volte le regole scritte per lui.
Angel
batteva disperatamente contro le pareti invisibili che non poteva abbattere.
Angel
gridava, e le mani , e i polsi gli bruciavano di dolore.
Angel
combatteva una battaglia che non avrebbe nemmeno dovuto cominciare.
Mentre
guardava suo figlio lottare, e torcerci all’indietro, trafitto da frecce che
avrebbero potuto ucciderlo.
Mentre
guardava un demone colpire la donna che amava… e sapeva… che avrebbe potuto
ucciderlo in un attimo… se solo fosse stato con lei.
Mentre
vedeva oltre le fiamme che lo circondavano…
e i suoi sensi da vampiro gli mostravano la magia di Sahjhan nascere dalle mani
del demone.
E sapeva. Che era già mezzanotte.
Troppo tardi.
E il sacrificio della gente attorno a lui diventava
inutile. E il sacrificio di Doyle diventava inutile.
Per colpa sua. Perché lui era imprigionato lì.
Mentre il
mondo finiva.
Mentre suo figlio soffriva e Kate gridava.
Quando l’onda grigia di Sahjhan raggiunse i bracieri,
e si colorò di sangue-
E poi crebbe, con la consistenza fluetuante della
magia.
E sembrò urlare, come urlava Kate mentre l’
investiva.
E persino a quella distanza, persino oltre il fuoco e
la magia, Angel potè sentire l’odore del suo sangue.
Dolore.
Tutto il mondo era dolore.
Il
dolore era nella sua testa, nei suoi occhi, nela gola che soffocava le urla.
Il
dolore era in ogni cellula del suo corpo.
Il
dolore era nel suo ventre.
Ed
era atroce. E bruciava, e la consumava da dentro.
Mentre
a Kate mancava il fiato, e le viscere sembravano spappolarsi dentro di lei.
Si
piegò, lasciando la pistola.
Cadendo
perché non riusciva più a reggersi in piedi.
E
quando Spike l’afferrò affondò la faccia sulla sua spalla, torcendosi in modo
così violento da trascinare in terra persino lui.
Sentì
che la chiamava, ma non riuscì a rispondere.
E
sentì il sengue.
Le
fluiva fra le gambe, bruciando, e le invadeva la bocca. Ed era tanto…
Le
aveva inzuppato i Jeans e colava in
terra, e sulle mani di Spike, che la guardava sconvolto.
“Mio
Dio…”Lo sentì mormorare.
La
voce inghiottita dal ringhio inumano di Sahjhan. Dalle sue parole, di cui solo una parte di
lei comprese il senso.
Gridò, mentre il demone proclamava il suo trionfo.
Sputando sangue sul volto di Spike.
“E’ finita!” Urlò Sahjhan davanti a loro.” Il dominio
dell’uomo, l’infezione sulla terra di questa razza di vermi!
Quando la vita dei
germogli si sarà spenta, nessuna donna umana potrà mai più
generare un figlio!
E fra cento anni, cento rapidissimi anni, nemmeno un
parassita infetterà più questo pianeta!”
Rise. E la sua risata penetrò nel ventre di Kate,
dove le sue ovaie stavano morendo.
Rise, ma Kate non riusciva più a sentirlo.
Finita.
Il molto, gli esseri umani, la vita…
Angel…
Strinse le mani al ventre, mentre soffocava un
gemito.
Eppure sapeva… che non gli avrebbe mai dato un
figlio…
Ansò, sollevando il volto verso Spike. E le parve che
un velo rosso le oscurasse la vista.
“Vattene…”Ansò.
Pensando che sarebbero state le sue ultime parole.
Forse…
amare era quello…
Era
sentire nel proprio corpo la sofferenza dell’altro…
Wesley…
lui non l’aveva mai saputo… ma era quello che provava adesso.
Perché
quando Faith cadde in ginocchio, premendosi il ventre con entrambe le mani, gli
sembrò che una scarica di dolore attraversasse il suo stesso corpo.
E
fu atroce.
Il
dolore più acuto, e terribile della sua vita.
“Quado
la vita dei “germogli” si sarà spenta, nessuna donna umana potrà mai più
generare un figlio! E fra 100, 100 rapidissimi anni, nemmeno un parassita
infetterà più questo pianeta!”
Corse
in avanti, verso il vampiro contro cui Faith stava lottando, e di cui ancora
parava i colpi, semidistesa in terra, il volto contratto dal dolore. Mentre nel
suo cervello le parole di Sahjhan davano finalmente un senso a quell’orrore.
Il “ lento tormento” di cui aveva parlato
Cordelia… la distruzione del genere
umano nel più atroce e terribile dei modi… attraverso l’annientamento di ogni
possibile futuro.
E la condanna di ogni uomo sulla terra ad invecchiare
e morire, sapendo che dopo di lui non ci sarebbe stato più nessuno…
Una vittoria subdolamente incruenta, per un demone
che non poteva usare la violenza…
E che sarebbe riuscito dove aveva fallito Angelus…
Una vittoria che sarebbe piaciuta ad Angelus…
Che colpiva e faceva sanguinare la culla stessa della
vita.
Accanto a lui, Giles si chinava su Buffy, mentre la
lotta era quasi cessata, e i demoni radunati sulla riva si godevano il trionfo…
e la sofferenza delle Cacciatrici… ma Wesley quasi non lo notò.
Wesley saltò il corpo riverso di Faith e usando
l’elsa della sua spada come un maglio spinse indietro il vampiro, che cadde in
terra stupito, rialzandosi immediatamente con un ringhio.
Terribile..
e mortale.
Ma
non abbastanza per lui.
“Non
osare toccarla!” Sibilò, sollevando la spada.
Dolore.
Sangue.
Dolore.
Sangue.
Dolore.
Sangue.
Dolore.
Sangue.
Dolore.
Sangue.
Dolore
.Sangue.
E
dolore, e dolore, e dolore, e dolore, e dolore…
Come
un ‘orgia di sofferenza.
Come
un travolgente orgasmo di distruzione.
Come
l’onda che stava avanzando senza posa. E che la travolgeva, risvegliando tutti
i suoi sensi.
Come
l’unico tipo di piacere che lei avesse mai conosciuto.
Drusilla
inarcò la schiena contro la parete di metallo, tendendo le corde che la
tenevano legata, e godendo del dolore ai polsi pallidi, percorsi da strette
strisce di sangue.
Stavano
morendo…
I
bambini che non sarebbero mai nati.
Le
anime che non sarebbero mai stete create…
Gli
amori pieni di fiducia… i sorrisi…
Morivano…
e il sangue ricopriva le loro bocche…
E
Drusilla avrebbe desiderato essere ancora umana… per poter sentire la vita
morire dentro dei se…
Per
poter avvertire l’odore del sangue, e il
dolore… quel dolore che le arrivava d’ovunque… mischiato al grido dei bambini
già concepiti…
Morivano…
Morivano
tutti…
Moriva
la speranza…
E
Angel e suo figlio avrebbero camminato su una terra deserta…
Divisi
dal fallimento…
Chiuse
gli occhi, chiedendo alle stelle di non mostrarle altro.
Di
lasciarle godere quel trionfo. Almeno per un attimo.
Mentre
il piacere la travolgeva. Ed era più forte di tutto.
Più
bruciante del dolore negli occhi di Spike quando era sceso in quel ventre
oscuto a dire addio a sua madre…
Più
caldo e piacevole della sofferenza di Angel fra i suoi denti…
Ed
era vivo.
Vivo
come l’onda che distruggeva ogni cosa.
E
che non sarebe stata fermata, se non a prezzo del fuoco…
Doyle
alzò il volto, le labbra strette in una linea sottile, mentre gli occhi, quegli
occhi che al buio non faticava a immaginare azzurri, sembravano cercare
qualcosa che le tenebre appena squarciate del sotterraneo celavano alla loro
vista.
Qualcosa
di terribile, che Cordelia non era certa di voler vedere… ma che sentiva…
Con
una sensibilità che non conosceva, e che non era la sua…
“Che
cosa succede?” Mormorò, allungando una mano verso quella di lui.
Doyle
si voltò, ma per un attimo sembrò non vederla nemmeno.
“Tu
non senti niente?”Chiese.” Nessun… dolore?!”
Cordelia
aggrottò la fronte.
“No…
io…”
“Grazie
a Dio…”Era Doyle , ora, o Lorne? Non riusciva a capirlo, e questo la
terrorizzava.
Sobbalzò,
quando dalla caldaia provenne un suono basso e gutturale, come… un uggiolio di
piacere…
Ma
Doyle non parve neanche rendersene conto.
“La
tua parte demone ti ha immunizzata…”Continuò, guardandola intensamente .
la
sua… parte demone?! E immunizzata… da cosa?!
“Doyle,
che succede?”Esclamò, lanciando uno sguardo alla caldaia.” Perché quella … grida come un animale? E che
cos’ è questa cosa, questa… scarica? Ti assicuro che se vuoi proteggermi non è
il momento giusto!”
Lentamente,
Doyle trasse un respiro, e quando la guardò, Cordleia ebbe più paura che mai.
“E’
cominciata.”Rispose solo lui.” L’onda si sta allargando…”
Era
questione di un minuto. Solo di un minuto.
Lilha
Morgan ne era certa.
Sentiva
le corde allentate.
Sarebbe bastata qualche altra torsione della
mano, e poi sarebbe riuscita ad estrarre il pollice. E sarebbe riuscita ad
uscire da li, e a trovare il modo di farla pagare a quella puttana “ non
morta”!
Strinse
le labbra, continuando a lavorare.
Distraendosi
solo il tempo per scalciare il topo che si era fermato accanto alle sue scarpe
di Gucci.
Lurida
bestia! Ci aveva già rimesso un taieur in tutta quella storia, non aveva
intenzione di giocarsi anche quelle!
Senza
parlare della reazione che avrebbe avuto Linwood, quando avesse saputo che il
pupo di Angel era morto, prima che loro riuscissero a metterci le mani sopra!
E,
naturalmente… che era stata tutta colpa di Park!
Era
lui l’uomo, dopotutto, Lilah era solo una povera…
Si!
Tirò il pollice fuiori dalle corde, e dopo un attimo sfilò il resto delle dita.
Libera!
Dannatamente libera!
Si
liberò dal bavaglio, e la bocca le fece male quando cercò di muoverla, come se
l’avessero costretta un giorno intero a stringere fra i dneti un sasso.
Oh,
sperava solo che Linwood non pretendesse di lasciar andare quella…
Si
piegò su se stessa, attraversata come da uno spasmo.
Da
un dolore sordo, acuto, che le attraversò il bacino, rimbalzandole nelle ossa.
Bruciandola
da dentro.
Anzò,
alzandosi a fatica.
Le
pareva di non farcela.
Le
pareva che il suo corpo si spezzasse dall’interno.
E
il panico che le fece impazzire il cuore non fu meno forte del dolore.
Che
cosa le succedeva?
Cosa…
si piegò ancora, e un lamento le sfuggì dalle labbra… cosa le avevano fatto?!
“Drusilla!”
Gridò. Quando la paura vinse. E non riuscì più a ricordare che potevano esserci
centinaia di demoni attorno all’edificio abbandonato.” Drusilla…”
Chiuse
gi occhi, mentre il dolore diventava troppo forte.
E
cadde in terra, in ginocchio.
Ansò,
le mani poggiate al pavimento. E gli occhi che le si riflettevano nella pozza
del stesso suo sangue.
L’onda
si scontrò con la sua magia, e urtò, e lottò contro di essa. E nel giro di un
secondo la colpì come un fulmine, gettandola in terra, boccheggiante, le mani e
il collo ferite dalla violenza dell’urto.
Senza
fiato, e con l’unico pensiero di rimettersi in piedi, di tornare al suo posto,
di riprendere l’incantesimo.
Ma
non ce la faceva.
Tara…
lei non ce la faceva…
Il
dolore era troppo forte.
Si
girò sulla schiena, stringendo gli occhi. Recitando con labbra tremanti la
formula di un incantesimo che riuscì solo a sedare parzialmente quel tormento.
Era
troppo potente.
La
magia. L’onda. Il dolore, l’odio, il tormento in essa.
Stava
annientando una parte di lei, e non c’era nulla che potesse fare per fermarlo.
Nessuno
poteva … L’onda avrebbe continuato a crescere, fino a che non avesse annientato
ogni briciolo di vita. A meno che qualcuno non avesse fermato chi la stava
producendo…
Strinse
ancora le labbra, riprovando ad alzarsi.
E
nel dolore che le ottundeva la mente seppe che il suo incantesimo era stato
spezzato.
Seppe
di avere fallito.
E
un singhiozzo le sfuggì dalle labbra.
Capitolo
XVIII- Fuoco
“Ragazza…
tu ti fai!” Esclamò Spike. “ E ti fai molto male!”
L’afferrò,
e il corpo di Kate sembrava senza peso fra le sue braccia, più leggero di
quanto non fosse stato poche ore prima.
La
sentì’ gemere e piegarsi contro di lui, e pensò… che non avrebbe resistito a
lungo…
Era
troppo vicina al nucleo di quel dannato incantesimo…
Grondava
sangue, gli inzuppava i vestiti e le mani, e aveva il mento e la gola sporchi
per i singulti rossi che le uscivano dalla gola.
Spike
era un vampiro… aveva assistito a cose atroci, e vissuto insieme ad Angelus…
eppure non aveva mai visto un essere umano perdere tanto sangue…
E
mentre stringeva quella ragazza a se, mentre desiderava, come l’idiota che era,
di poterle fare scudo con il proprio corpo, e di poter farmare ciò che la
uccideva… pensava che anche Buffy, dal’altra parte, soffriva nello stesso modo…
E
sentiva lo stomaco torcersi. E desiderava più di qualsiasi cosa al mondo
staccare di netto la testa di Sanjhain. E sapeva che non poteva farlo.
Che
non poteva aiutare la donna che amava, ne salvare il suo futuro.
Come
sempre.
Come
il giorno che era caduta dalla torre di Glory.
Morendo.
E
lui non aveva fatto niente.
Niente.
E
forse Buffy aveva sempre avuto ragione.
Lui
non era niente.
E
ora tutti avrebbero sofferto perché lui non era niente.
Strinse
Kate più forte, e furono i suoi gemiti a strapparlo a quei pensieri.
“Va…
via…”Ansò.” Aiuta… gli altri…”
“A
far cosa?!” Scattò Spike.” Sono bloccati da una barriera magica, e prima che
uno solo trovi il modo di raggiungerci sarà finita!
E
io… io non riuscirò mai ad arrivare a Sanjhain…
Ma
posso salvare te…” Si sollevò, appiattendosi contro la parete. “ Quest’idiota
non vuole ucciderle le donne… solo renderle sterili… per cui se ti porto via,
forse…
Cazzo,
Kate, ti posso giurare che lo farò!
Non
ci saranno più bambini, okay!
E
finita, e noi abbiamo fallito! E fra cento anni non ci sarà un solo essere
umano a popolare la terra! Ma almeno… questi cento anni mio padre li passerà
con la sua donna!”
La
vide boccheggiare, e posare pesantemente la testa sul suo petto. Mentre fra le
dita di Spike scorreva il suo sangue, e il suo volto era sempre più pallido.
Ora,
doveva essere ora. O Kate sarebbe morta.
La
strinse a se, ingoiando la sua impotenza, e con uno scatto saltò fuori dal suo
riparo, puntando alla fenditura nella roccia. Senza il coraggio di voltarsi
indietro, e guardare Angel.
Eppure…
lo fece.
Si
voltò, per un impercettibile secondo. E fra le fiamme che la magia rendeva
rosse come sangue lo guardò negli occhi. E gli chiese scusa.
Quando
il cammino gli fu sbarrato da un nuovo gruppo di demoni.
E,
di nuovo, lui seppe di aver fallito.
Ringhiò,
mutò volto, ma sapeva che non sarebbe servito.
Che
era solo coereografia di qualcuno che nonostante tutto non voleva arrendersi.
Indietreggiò,
e riuscì persino a colpirne uno con un calcio.
Prima
che partisse una fraccia, tirata da un altro demone “ arciere”, dietro ad una
fila di vampiri.
Diritta
nella spalla, vicinissima al collo.
Dolorosa.
Eppure era niente per lui.
Spike
era troppo abituato al dolore.
Quel
che faceva male era l’umiliazione . E quel senso di inferiorità … ancora ed
ancora.
Lo
colpirono di nuovo, al braccio.
E
poi alla schiena, quando le guardie di Sanjhain si aggiunsero al gioco.
E
pareva lo facessero apposta, a non centrare il suo cuore.
Per
far durare in divertimento… e perché c’era Kate a proteggere il suo cuore.
O
magari… avevano solo una mira da fare schifo…
“Qualcosa”
lo colpì al volto, con un calcio.
E
non faceva male come un pugno di Buffy.
Ma
lo mandò in terra, sul fianco, per proteggere
la donna fra le sue braccia.
Mentre
un ‘altra freccia lo centrava alla schiena. E poi un ‘altra, e un ‘altra.
E
stavolta il dolore cominciò a sentirlo.
Ed
era sottile, e acuto, e gli si propagò in tutto lo scheletro quando un altro
dardo si conficcò nella sua spina dorsale.
E
bruciava come lava nel suo sangue.
Come
le risate dei demoni nelle sue orecchia.
E
per un attimo rischiò di farlo svenire.
Eppire,
nemmeno per un istante diede loro la soddisfazione di sentirlo urlare.
Angel
lo sentiva urlare.
Sentiva
le sue grida, disperate… di dolore… e umiliazione…
Feroci,
fra le pareti di magia che lo attorniavano.
Lo
sentiva urlare con quanta forza aveva in gola la sua rabbia e la sua follia.
E
non si accorgeva… di essere lui a gridare.
Non
si accorgeva che quel dolore era il suo…
Battè
i pugni sulla barriera trasparente, senza neanche guardare abbattersi il colpo.
Senza
sentire le ossa che si rompevano.
Ancora.
Ancora. Ancora. Ancora. Ancora.
Un
pugno, dieci, mille, per ogni freccia che colpiva suo figlio.
Continuando
a lanciare grida che erano quelle che Spike non avvertiva.
Ed
ogni volta le parole si confondevano alle grida…
E
le parole erano il nome di Spike… e di Kate…
E
ne nascondevano altre… sempre le stesse…
“Ti
amo… ti amo… ti amo…”
Battè
ancora, senza che il contraccolpo avesse il potere di mandarlo indietro.
Lottando
contro qualcosa che non poteva vincere.
Implorando
Dio..
Con
l’anima che gli permetteva di soffrire.
Con
tutto ciò che era.
Implorando
per suo figlio. E per la donna che amava.
Per
il suo mondo, in un groviglio indistinto di colpi.
In
un groviglio di sangue. E dolore.
Morivano.
Kate…
Spike…
E
lui gridava.
E
stavolta non voleva essere inutile.
E
stavolta non gli importava che la regola fosse quella.,
Che
non potesse passare… che non potesse opporsi… che dovesse guardare… attraverso
un muro di magia e gli occhi di un
mostro.
Stavolta
voleva passare.
E
il pensiero di non potere non era più in lui.
Voleva.
Voleva. Voleva.
E
a ogni pugno la sua volontà cresceva.
Come
finiva la vita di Kate. E aumentava il dolore di Spike.
Voleva.
“Ti
prego…”
Voleva.
“Ti
supplico…”
Voleva.
Voleva. Voleva.
“Spike…”
Voleva.
“Kate…”
Voleva.
E li amava.
E
all’improviso si ritrovò fori. Senza aver capito come.
Mentre
la barriera esplodeva come una folgore.
E
lui saltava da uno scoglio all’altro. Senza che gli importase come era
avvenuto.
Senza
che gli importasse di prendere fuoco.
E
di sentire attorno a se l’abbraccio terribile delle fiamme, come prima di
morire aveva sentito quello di Darla.
Non
gli importava.
Bruciare.
Finire. Soffrire per sempre, forse.
Purché
loro fossero salvi.
Non
vedeva quasi più, ormai. E ciò che distingueva era screziato di rosso.
Ma
sapeva dov’era il suo nemico.
E
in qualunque cosa la sua furia e il suo amore lo avessero trasformato, si fece
strada fra i demoni di Sanjhain, lanciandoli in aria come birilli di sughero.
Mandandoli
in fiamme,
Puntando
ancora davanti a se.
E
gridando.
Fino
a che ci fu solo Sanjhain.
E
nel suo colpo ci furono tutto il dolore, e la rabbia,e la disperazione di quegli ultimi gironi. E
che lui aveva causato.
E
ci furono il dolore di Spike, e quello di Kate, e le fiamme che li avevano
consumati insieme… e ci furono tutto il suo rimorso…
E
tutto il suo amore.
Ma
l’amore che aveva infranto ciò che non poteva essere infranto non era
abbastanza…
Lui…
Angel… non era abbastanza.
Come
non lo era mai stato.
Per
suo padre, per Buffy, per Spike…
E
non era abbastanza nemmeno per uccidere qual demone, e salvare chi amava.
Gli
passò attraverso.
Il
suo colpo gli passò attraverso.
Come
attraverso una barriera di vento.
E
servì come sarebbe servito un colpo di vento.
Un
uragano di stupore che lo travolse in un istante.
Mentre
cadeva in terra, attraversando il corpo del suo nemico.
E
le sue lacrime evaporarono col fuoco.
Incorporeo.
Quel…
bastardo era… incorporeo…
E
ora Spike e Kate sarebbero morti, e il mondo finito.
Si
rivoltò sulla schiena, ma non riuscì ad alzarsi.
Ormai…
non riusciva più a muoversi.
Ormai…
non riusciva a far altro che bruciare…
Questo…
Doyle non glielo aveva detto…
“Non
lo sapevo! Loro… non me lo avevano detto!
Dio,
Cordelia, devi dirglielo! Devi spiegargli che io non lo sapevo!”
“Cosa?!”
Cordelia allungò le mani, aferrendo le spalle di Doyle.
Tenendolo
stretto. Gli occhi nei suoi, che non la vedevano.
Che
vedevano solamente il suo stesso tormento. E qualcosa… di molto lontano…
“Non
lo sapevo… non me lo hanno deto… e hanno impedito a Lorne di vederlo… perché
sapevano…”
Chiuse
gli occhi, stringendo spasmodicamente le labbra.
“Sapevano
che anche se me lo avessero vietato, anche se ne fosse andata della mia vita…
io lo avrei detto… a lui ”
La
fissò, disperato, e per quanto assurdo e impossibile fosse, a Cordelia parve
che Drusilla, dal suo abbisso di metallo, ridesse.
Era
finita, dunque?
Finiva
così… tutto?
Con
Angel che cadeva in terra come una torcia che si consumava, e i demoni
tutt’attorno a loro che gridavano forsennatamente il proprio trionfo?
Era
così che era destinato a finire?
Wesley
si alzò, stringendo a se Faith, mentre le sue labbra inutili pronuincivano le
parole di un incantesimo per spegnere le fiamme innanzi a lui.
Quelle
stesse fiamme che si riflettevano sulla figura di Angel riversa in terra…
sconfitta… dopo aver vinto la prigione che lo teneva… non pretendeva nemmeno di
capire come…
Su
quella tronfante di Sanjhain, di cui troppo poco erano riuscito a scoprire.
Correndo verso una sconfitta annunciata.
Su
Kate, stesa in terra e quasi invisibile sotto il corpo di Spike.
E
su tutto quel dolore…
Era
così, dunque, che finiva…
E
allora perché, ancora, non ci voleva credere?
“Spike…”Soffiò
Buffy accanto a lui, e, voltatosi, Wesley la vide straiata in terra, la mano
premuta sul ventre. Pallidissima. Il volto inondato di lacrime.
Ecco.
Ora
piangeva per lui.
Ora
che Spike, forse, non avrebbe mai potuto saperlo. Ora che tutto era perduto.
Ed
era così ridicolo che probabilmente sarebe scoppiato a ridere… se su tutto non
avesse riecheggiato il ruggito di Spike.
Se
pure non avesse saputo di avere un’ anima in petto, Spike lo avrebbe scoperto
allora.
Se
non ci fosse stato un demone dalla pelle verde, o uno spirito innamorato a
rivelarglielo, sarebbe stato chiaro come il sole di giorno, adesso.
Perché
la sua anima si spaccò in quel momento.
E
l’urlo del suo dolore sgorgò come sangue da una ferita aperta.
Invadendo
ogni cosa.
Perché
la sua anima esplose in quel momento, e bruciò, e fu trafitta da frecce molto
più dolorose di quelle che colpivano il suo corpo.
Quando
Angel cadde, come un fiammifero che si consumava.
Mentre
su di lui Sanjhain rideva, schernendolo.
E
la sua anima non chiamò per nome quel mucchio di stoffa che bruciava… ne lo
chiamò padre… o amico… o sire…
La
sua anima gridò e basta.
E
gridò che non voleva.
Non
voleva che Angel morisse, non voleva che lo lasciasse solo.
La
sua anima soffriva e basta.
Ed
era un dolore che lo straziava… cosìsimile, così identico a quall’altra pena…
quando aveva visto il corpo di Buffy… esanime, spezzato, ai piedi di una torre.
Senza
che lui fosse riuscito a fare nulla.
E
anche ora non poteva fare nulla. Nulla, se non farsi ammazzare.
Eppure
gridò lo stesso.
E
gridò, e gridò.
Come
aveva gridato Angel.
E
il suo grido fu un “ no!” disperato e senza fine.
E
corse.
Come
aveva fatto suo padre.
Strappandosi
le frecce dalla carne, senza sentire il dolore.
Illogica…
patetica creatura… perché quelle armi non potevano nulla…
Perché
nessun ‘arma poteva nulla contro il demone che uccideva Angel.
Debole…
e disparata come la sua anima.
La
sua anima che gridava, la sua anima che sofriva, la sua anima che correva.
Mentre
tutto gli passava davanti agli occhi… ed era così vero che accadeva, vero
quanto il fatto… che non ci aveva mai creduto.
E
quel fiume di ricordi erano le parole che
non aveva udito, le braccia che non aveva accolto, e i momenti, e le ore che
gli erano stato rubati.
Che
erano stati rubati ad entrambi…
E
aveva il suono di una canzone.. mormorata da una voce insicura…
E
lui se la ricordava…
Dio,
proprio adesso… lui se la ricordava…
E
si ricordava l’odore strano della pelle di Lorne, che sapeva di cannella, e
quella pazza di Cordelia che gli mostrava ogni sera il guadagno della giornata.
E
ricordava che Angel mutava volto… per farlo smettere di piangere… e che lui
smetteva… e che per tutta la vita aveva cercato quel senso di sicurezza che
aveva perso, perdendo le sue braccia.
E
che non lo aveva più trovato.
E
adesso… lo perdeva di nuovo.
Lo
perdeva per sempre.
E
non voleva.
“Noooooooooo!”
Gridò. Ed era la sua anima a gridare.
Mentre
Sanjhain rideva, con il suo lurido corpo trasparente su quello di Angel.
Fu
su di lui in un istente, e lo colpì con le frecce che teneva in mano. Spinto da
uno stupido istinto.
Continuando
a gridare, e gridare.
Fino
a che non lo fermò il dolore.
Al
polso, alla spalla, che sembrava fratturarsi di netto.
Fino
a che non lo fermò lo tupore, nel realizzare… di averlo colpito.
Di
essere passato attraverso un corpo solido e forte… e che il dolore che aveva
provato al polso era dovuto all’urto delle frecce contro la base della sua
mascella.
Aveva
colpito per uccidere. Aveva creduto che fosse inutile.
E
invece… adesso… le punte spezzate delle freccie sporgevano dal cranio spaccato
di Sanjhain, che lo guardava ad occhi sgranati. Come qualcuno che per la prima
volte conoscesse il dolore.
Come
qualcuno che guardasse in faccia il suo assassino.
Sanjhain
cadde in ginocchio, e Spike era troppo sconvolto per fare qualunque cosa. Lo
afferrò per i fianchi, solido… eppure… ancora, la sua gamba attraversava come nebbia
l’altare di pietra scura.
Lo
fissò, rggendosi a lui. Ancora vivo, per quanto viva potesse essere “quella
cosa”, mentre un liquame grigio colava ovunque attorno a lui. Senza nemmeno
l’odore del sague.
Ma Spike non era venuto li per lui.
Non
aveva corso, o gridato, o sofferto per lui.,
Benché
avesse desiderato ucciderlo più di quanto non avesse voluto altro in tutta la
sua esistenza.
Lo
scagliò di lato, come l’essere inutile che era, e senza neanche preoccuparsi
degli altri si gettò su Angel.
Bruciandosi
le mani. Sentendo il fuoco avviluppare anche lui mentre lo afferrava.
Senza
che gli importasse.
Senza
sentire nemmeno il dolore.
Non
era niente il dolore… di fronte al volto ustionato di Angel. E ai suoi occhi,
che lo fissavano.
Perchè
a quell’uomo non era stato nemmeno concesso di svenire.
Non
erano niente il dlore, o la sofferenza alle braccia. Mentre lo sollevava,
tenendolo come il bambino che era stato… come suo padre aveva tentuo lui. E
gridando ancora lo gettava in acqua.
Con
tutta la forza rimasta.
Cadde.
La faccia sulla pietra che bevve il suo sangue.
E
ancora sollevò il capo… troppo tardi per riuscire a vederlo.
E
non si chiese perché l’acqua non bruciasse più.
Affondò
la testa fra le braccia, troppo debole per spegnere i suoi stessi vestiti. Il
vecchio spolverino di pelle, compagno di tante avventure…
Che
bruciava.
Come
bruciava la sua vita e bruciava suo padre.
Chiuse
gli occhi.
Piangendo
quietamente.
Singhiozzando
come il giorno che Buffy era tornata.
Sentì
gridare il suo nome. E non rispose niente.
Per
un minuto. Solo per un minuto.
Che
lo lasciassero bruciare in pace.
“Finiscilo,
Spike! Uccidilo!
Abbiamo
vinto!”
Giles
urlò, mentre roteando il busto affondava la sua lama nel collo di un demone.
Uno…
degli ultimi rimasti…
Incapace
di raggruppare i pensieri, tanta era l’incredulità.
Così
enorme che gli sembrava quasi che il suo corpo fosse dotato di volontà propria,
e continuasse a combattere, mentre la sua mente cercava un filo logico.
Era…
incredibile…
Solo
un attimo prima erano circondati e…perduti… solo un attimo prima il mondo, il
genere umano, erano condannati, mentre ora i loro nemici si disperdevano, come
un esercito senza più capo…. Come un gruppo di demoni uniti solo dal loro odio
per gli uomini, e dalla promessa di qualcuno che sembrava invincibile, e che
invece giaceva in terra, con una manciata di frecce conficcate nel cranio.
Sconfitto
in un stante e in un modo che pareva… incredibile…
Ancora
ed ancora… come se quall’unica parola si rincorresse senza posa nel suo cervello.
Incredibile.
Che
Angel avesse infranto la barriera magica, che Spike avesse colpito Sanjhain…
incredibile… impossibile… eppure… vero….
Come
era vero che erano ancora vivi…
Come
era vero che combattevano…
E
che Buffy gridava ancora, con le mani affondate nell’acqua in cui Wesley aveva
appena spento il fuoco. Senza la forza di avanzare di un passo.
Come
era vero che era disperata.
Come
era vero che la battaglia, dal loro lato della laguna, era già finita, e che i
sopravvissui fra gli alleati di Angel avevano avuto la meglio su quel che era
rimasto dei nemici.
E
come era vero che tuto sarebbe ugualmente stato perso se l’incantesimo non
fosse stato spezzato.
“Spike,
uccidilo!” Gridò ancora. Ma , ancora, l’altro non sebrò udirlo.
E,
del resto… come avrebbe potuto… se non udiva nemmeno le grida di Buffy…
Fece
un passo in avanti, ma fu bloccato da Wesley, che lo raggiunse con Faith in
braccio, deponendola ai suoi piedi.
“Prenditi
cura di lei! “ Esclamò, con l’autorità di un capo. E un attimo dopo Giles lo
vide gettarsi in acqua.
E
quasi contemporanemante le fiamme sullo spolverino di Spike estinguersi.
E
non riuscì a capire se ciò che Wesley voleva fare era raggiungere lui, o
recuperare ciò che restava di Angel.
E
non se lo chiese. Troppo occupato ad afferrare Buffy, ed impedirle di cadere in
acqua.
Mentre,
disperata, ancora gridava :” Spike… non morire!”
“E’
vivo… Spike, ti prego… alza la testa…
guarda… è vivo…”
Strinse
gli occhi, e qualcuno dentri di lui si chiese come facesse Kate a parlare…
Lei
non poteva parlare. Lei aveva perso troppo sangue. Lei era troppo debole.
Lei…
stava morendo…
Come
Buffy… come tutti quelli che si trovavano in quella grotta.
Come
Angel… Angel che era bruciato come un libro pieno di cose meravigliose, che lui
non avrebbe mai letto…
Kate
non poteva parlare…
Kate
era solo… sangue… adesso…
Quello
stesso sangue che gli inzuppava i vestiti.
E
così… forse… era il suo sangue a parlare… in quel modo assurdo in cui parlava a
Drusilla.
E,
forse, lui era impazzito, come lei… e sarebbe finito a parlare con le stelle…
in un mondo vuoto… dove nessuno più avrebbe ricordato il suo nome… o quello di
Angel…
E
dicevano… che avrebbe dovuto salvare il mondo…
“Spike,
vuoi alzare quella cavolo di testa?! Angel è vivo… e magari lo saremo anche noi
se ti degni di finire il lavoro!”
“…
non morire… per piacere… non morire…”
Kate…
Buffy…
Buffy?!?!
Buffy
che chideva qualcosa “ per favore”… a lui?
Che
gli chiedeva di non morire?
A
lui? A una cosa morta?
Sollevò
il volto. Senza sapere dove avesse trovato la forza.
Senza
sapere cosa cercasse.
Forse
se stesso. O forse Buffy.
Ma
non poteva vederla, Buffy… perché c’era Wesley davanti a lui.
Wesley
che ansava, appena venuto fuori dall’acqua.
Wesley
che teneva fra le braccia il corpo di Angel.
Ansò,
sollevandosi sui gomiti.
Era
… lì… ed era… intero…
Non
era … polvere…
Era
andato a fuoco, bruciando come un fiammifero… e la sua pelle era nera, e
ustionata, ma era lì… era lì’…
Si
puntellò sulle mani, e un riso isterico gli sfuggì dalle labbra.
Lo
sapeva… ci voleva troppo tempo… per consumare tutta quella roba…
Si
voltò, ridendo, e si alzò in piedi. Mentre le parole di Kate gli rimbombavano
nelle orecchia.
“…
lo saremo anche noi, se ti degni di finire il lavoro!”
Salvare
tutti… salvare il mondo… bello… ma francamente in quel momento voleva solo
ammazzare quel gran figlio di puttana!
Rise
di nuovo, osservando uno degli arcieri, l’ultimo rimasto delle decine di
demoni che li avevano attaccarti, affannarsi a soccorrere il suo padrone, senza
riuscire a far altro che passargli attraverso.
Rise,
con il volto ancora umido di lacrime.
“Sai…”Mormorò
piano.” Non ho idea del perché riesco a colpirti… e, sai… non me frega un
cazzo!”
Vide
l’arciere alzarsi, e tendere il suo arco. Quell’unica arma che avrebbe potuto
ucciderlo.
E
coi suoi occhi da vampiro potè vedere la pallottola che gli trapassò il cranio
da una parte all’altra.
E
ancora rise, lanciando uno sguardo a Kate, riversa in terra poco più avanti di
dove l’aveva lasciata, il braccio allungato che tremava per lo sforzo.
E
pensò che adorava quella ragazza. Almeno quanto odiava il bastardo ai suoi
piedi.
Così
stronzo da essere ancora vivo, con tutto quel legno che gli passava nel
cervello.
Si
chinò su di lui. E smise di ridere.
E
doveva esserci qualcosa di spaventoso nei suoi occhì, perché l’altro sgranò i
propri, e un suono quasi inarticolato gli lasciò le labbra, nonostante le
frecce che gli bloccavano la mascella.
“La
profezia…”Capì, più che sentirlo.” La profezia era… per te… era… se mi uccidi…
tu non saprai mai… della profezia…”
Spike
lo fissò, sbattendo piano le ciglia. Una, due volte. Volutamente.
Per
un tempo che per l’altro dovette essere infinito. E che eppure, durò solo pochi
istanti.
“Spiacente,
stronzo…” Sibilò. “Mi confondi con mio padre!”
Ecco.
Lo aveva detto.
E
l’unico essere che lo aveva udito morì con un crack.
Con
il rumore sordo del suo collo rotto.
E
le mani di Spike sulla sua faccia.
Con
una sorpresa ancora più grande negli occhi che il vampiro smise di guardare un
solo istante dopo.
Voltandosi.
E
stupendosi… di non aver voluto infierire ancora…
Guardò
Wesley uscire dall’acqua, trascinando faticosamente fuori Angel, e
infischiandosene del mondo, della sua fine o della sua sopravvivenza corse da
lui, afferrando dalle spalle suo padre.
Fissandolo
in volto.
Anche
se non c’era quasi più niente da guardare. Niente, se non due occhi scuri che
lo fissavano, circondati dalla sua pelle spaccata e arsa.
Niente,
se non l’anima di Angel.
Oh,
si… avrebbe dovuto infierire…
Avrebbe
dovuto farlo soffrire, quel figlio di puttana… avrebbe dovuto strappargli a una
a una le ossa dal colpo… e ancora… non sarebbe stato niente… di fronte a …
quello…
Si
inginocchiò, con il corpo di Angel fra le braccia, e si chiese con quale forza
l’uomo riuscisse ancora a rimanere cosciente…
Lui…
Spike… non riusciva nemmeno a concepire il dolore che doveva provare…
Il
dolore che aveva affrontato… per lui…
E
non riusciva a capire come potesse parlare… come potesse provarci… sebbene non
ne avesse la forza…
E
nonostante i suoi sensi da vampiro Spike si dovesse piegare su di lui, per
comprendere davvero.
“Stai…
bene…?” Ansò piano Angel. E lui non riuscì a rispondere. E, per come si sentiva
in quel momento, gli pareva che non sarebbe mai più riuscito a farlo…
Annuì,
tirando su con il naso.
Lottando
contro le lacrime che rischiavano nuovamente di travolgerlo…
Dubitava
che persino quando era il lattante che tutti rimpiangevano avesse mai pianto
tanto…
“… K… K… Kate…?!”
Deglutì,
lanciando un’occhiata alla ragazza, che, stesa a pochi passi da loro, si
premeva convulsamente le mani al ventre, mentre Wesley la trascinava
gentilmente lontano dal corpo di Sanjhan.
“E’…
viva…”Rispose, lottando anche lui per trovare la forza. “ ci vuole molto più di
un ‘orda di demoni, un incantesimo, un maciullamento di ovaie, qualche
scazzottata e una notte di sesso con te per mettere Kate fuori combattimento…
sempre… che poi non venga fuori… che è stata lei a ridurre te così… ma… lo
escuterei…
Mi
pare troppo dolce…”
Allungò
una mano, senza sapere nemmeno che cosa volesse fare, ma fermò le dita
vicinissime alla fronte di lui, senza toccarlo.
Perché
anche quel semplice contatto, gli
avrebbe fatto troppo male.
Nello
stesso istante in cui Angel sospirava, e con quel che restava delle sue labbra,
gli sorrideva… prima di chiudere gli
occhi… finalmente…
Si,
oh, si… avrebbe dovuto fare molto, molto di peggio… e forse avrebbe continuato
a ripeterselo per i prossimi cento anni.
Eppure,
in quel momento… non gli importava nulla…
“Riposa…”Sussurrò,
sollevando gli occhi per cercare quelli di Buffy.
E
mentre li incontrava, intorno a lui, tutto cominciò a tremare. Come se qualcuno
stesse squotendo dalle viscere la terra.
Una
mano minacciosa e feroce, o, forse, l’equilibrio frantumato della magia.
Eppure,
nemmeno di questo a Spike importò nulla.
Capitolo
XIX- E il mondo tremò
Kate
sentì il mondo tremare, e, senza bisogno che nessuno le spiegasse, capì.
Assordata
di urla e frastuono, mentre l’acqua della laguna la bagnava, e Wesley non riusciva a proteggerla. Mentre
qualcuno gridava e qualcun ‘altro rispondeva, e a pochi passi da lei la terra
si squarciava per assorbire l’energia malevola di Sanjhan.
Mentre
gente correva asalvare i bambini e l’influsso della magia su di loro finiva,
facendoli scoppiare in un pianto dirotto.
Mentre
tutto sembrava torcersi e gemere, e rivoltersi su se stesso… mentre il dolore
finiva in un istante… Kate capì.
Capì
che era finita.
Capì
che avevano vinto.
E
che ancora una volta, al mondo, nessuno avrebbe capito, o ringraziato chi li
aveva salvati.
Capì
che avrebbero cercato una spiegazione razionale… e capì che altri bambini
sarebbero venuti al mondo.
Capì
che ci erano riuscitì.
E
l’unica cosa che le importò davvero capire, fu che Angel c’era ancora.
Poi,
fu solamente il buio…
Cordelia
non sapeva per quanto tempo il mondo avesse continuato ad agitarsi… non sapeva
perché qualcuno non si fosse deciso prima a dargli un digestivo e anche se
sapeva chi, con ogni probabilità, gli aveva tirato un bel pugno nello stomaco,
la cosa al momento non era in cima alle sue priorità…
Non
quanto liberarsi della schiena di Doyle sulla sua!
No,
rettifica… perché quella era, senza ombra di dubbio, la schiana di Lorne…
La
schiena di Doyle era di gran lunga più piccola e il “suo” mezzo demone le
avrebbe fatto molto meno male finendole addosso nel tentativo di proteggerla
dai mobili che cadevano e i calcinacci che si staccavano, dopo averla gettata…
non aveva idea con cosa e non voleva chiederselo, dal momento che aveva
entrambe le braccia ingessate, nel sottoscala stretto, scomodo e
vergognosamente impolverato del sotterraneo…
Ma
perché quell’uomo doveva sempre fare l’eroe!!
Potevano
frullarlo in una luce accecante, trasformarlo in puro spirito, imbottigliarlo
nel corpo di un altro, ma, cavolo, quel vizio non se lo levava mica!!
Senza
contare poi che quando lo faceva la cosa tendeva ad avere conseguenze
spaventose… nello specifico la sua schiena probabilmente rotta e i suoi jeans
strappati in posti che non voleva nemmeno immaginare!!
Comunque…
il lato positivo era che… a quanto pareva… qualcuno si era deciso a dare quel
cavolo di digestivo al mondo…
“E’…
finita…?” Mormorò, cercando inutilmente di voltarsi nonostante il peso dell’uomo.
Che non si degnò minimamente di risponderle.
Ecco.
Perfetto.
Da
uno a dieci, si preparava ancora a fare l’eroe.
“Doyle!!”
Sbottò.” Guarda che se per lo meno non ti volti non funziona… ehm… scusa,
Lorne!!”
“E’
tutto okay, principessa… “ Sussurrò lui.
Oh…
cazzo…
“E
allora… perché la tua voce mi fa paura ?!”
Cercò
di muoversi, e, per la prima volta dacchè la terra aveva smesso di tremare, si
chiese se Lorne non stesse cercando di proposito di tenerla ferma…
“Doyle,
che succede?!” Esclamò. “Siamo bloccati?! E’ caduto qualcosa e siamo chiusi
qui?! Hai… visto qualcosa?!
Cavolo,
Doyle, non lasciarmi così o giuro che ti cavo gli occhi con le pinzette per le
ciglia!!
E’
successo qualcosa ad Angel e Wes?!?!”
“Shhh…”Lo
sentì staccarsi da lei. Molto, molto lentamente. “ sta calma, principessa…”
“Bè,
se quella rumba cosmica voleva dire che il mondo è salvo e tutta questa
commedia era per sbattermi contro una parete giuro che …”
Si
bloccò, e la mano corse ad afferrare la spalla dell’uomo, mentre il respiro le
aumentava di intensità, ed aspirava il suo profumo.
E
rischiava molto, molto, molto di soffocarla…
Perché
qualcosa si era staccato dal muro,e non era affatto un calcinaccio…
Era
la caldaia…
Quella…
cavolo di… caldaia… vecchia e… sporca e… e lei lo aveva detto che avrebbero
dovuto eliminarla… tanto… usavano il gas di città ora… a che poteva servire
quella bestiona scura, se non a … creare casini… e a fare da prigione a una
vampira pazza… solo per… staccarsi dalla parete e… e… oh, cavolo… si… un
cavolo… un cavolo di vecchia, stupida caldaia!!
La
caldaia più stupida che avesse mai visto… e probabilmente anche l’ultima,
considerò, mentre fissava negli occhi Drusilla…
E
lei, fresca come una rosa, passava lo sguardo
da Cordelia a Doyle, dondolandosi lentamente a destra e sinistra… e
fisandoli come due bei panini imbottiti…
“Sono
indigesta!!” Urlò quasi.” Sono terribilmente indigesta… ho… devo avere un bel
po’ di sangue demone da qualche parte, e lui… lui sa di verderame! Di rucola!!
Non ti piace la rucola vero?!?! No che non ti piace… sei troppo di classe per
mangiare roba del genere… noo…
Ti…
ti verrebbe l’acido!!
A
meno che… naturalmente, tu non voglia, semplicemente ucc…”
Doyle
si girò a guardarla… o forse era Lorne… e in questo caso la parolaccia che gli lesse
negli occhi era probabilmente in Phileaese…
“Spiacente…”
Mormorò, cercando anche di abbozare un sorriso, mentre l’uomo tornava a fissare
Drusilla.
“Non-fare-l’-eroe!!”
Gli esclamò nelle orecchia.
“Ascolta…”Mormorò
Doyle.
“Niente-eroismi!”
“Principessa!!”
“Scusa!!”
“Ascolta,
“Riprese, mentre il sorriso di Drusilla si allargava sempre più.
Ma
lei lo interruppe, cominciando a neniare con voce acuta:” i topi nel barile… i
topi nel barile…”
Per
circa dieci secondi, prima che Doyle scattasse letteralmente fuori, con un
sonoro. “ Ma va a farti friggere!” che strappò a Cordelia un gemito disperato.”
Tutta questa messinscena da teatrino degli orrori, e poi… niente!! Ma che
serietà è!!
Non
ti mettere a infartuare la gente se poi non hai intenzione di ucciderla!!”
Ecco…
era uscito di senno… tutto assolutamente normale…
“Lorne…”Ansò,
trovandosi faccia a faccia con Drusilla, mentre le sue mani cercavano
freneticamente un’arma. “Lorne!!”
“Niente
panico, principessa…non ti ucciderà…”
“Perché
le sto simpatica?!?!”
“Perché…”Rispose
lui, per niente impressionato.” Non lo farà e basta… io lo so, lei lo sa, per
cui, per cortesia, se devi scappare scappa e levati dalle scatole!!
Che
tra l’altro Angel sarà qui tra poco e quando vedrà tutto questo disordine gli
prenderà un colpo…”
“Doyle!!”
Urlò lei.”Mi hai lasciata sola con la maniaca e il pazzo da legare?!?!”
“Sono
qui, principessa… “Risposero le stesse identiche labbra che avevano parlato
poco prima.” Non ti preoccupare… ha ragione lui…”
Le
stava venendo mal di testa… e se le veniva mal di testa dopo tutto il casino
fatto con le visioni… qualcuno avrebbe pagato!! Non sapeva chi, ma qualcuno
avrebbe pagato!!
“Nel
futuro non c’è che Drusilla vi uccida… e lei lo sa benissimo…”
“Solo…
in questo… futuro…”Lo interruppe la vampira.
Ecco.
Lo sapeva che c’era l’inghippo.
“Già…
e in questo stesso futuro c’è qualcosa di molto divertente… che però non si
verificherà, se tu ci fai fuori… non è così , Drusilla…?!”
La
vampira li fissò, passandosi pigramente le mani sul ventre.
“Lo
sapevo che il mio bambino era tanto cattivo…”Mormorò. “ma il mio papà gli darà
tante botte…”Ghignò, allontanandosi lentamente all’indietro.” Tante botte… “
“Allora!”
Esclamò spazientito Lorne.” Te ne vuoi andare?!?! Mi fa male dove mi ricresce
il corno!!”
Drusilla
sorrise ancora, salendo le scale. Sempre all’indietro, senza mai voltarsi.
Ed
era già con la maniglia della porta in mano, quando dondolò al’indietro la
testa, passandosi la mano sul collo con fare sensuale.
“Non
è questa… “Mormorò. “ la fine del mondo… non è questo… il figlio che Angel
piangerà…”
Rise,
scomparendo oltre la porta, e mentre Cordelia si lasciava scivolare contro il
muro sentì Lorne sbuffare di nuovo.
“E
ti pareva!! Non poteva andarsene senza una delle sue sciarade!!”
Cordelia
ansò, venendo fuori come una furia dal sottoscala. Decisissima a gridare in
faccia a qual folle doppio spiritato che se per caso per una volta nella sua
inutile vita non ci avesse preso, e la pazza avesse allungato le sue belle unghie
laccate per sfiorare il suo preziosissimo collo, le avrebbe chiesto come favore
personale di potergli prima staccare a mozzichi l’atro corno!!
“Ma
che cavolo ti è passato in quella testa di lattuga!”Urlò. “Che è questo?!?! Uno
fa l’eroe e l’altro…”
Si
bloccò, quando lo vide nel buio.
Quando
si accorse che era appoggiato alla parete, la testa inclinata al’indietro, e la
fissava.
E
nei suoi occhi c’era qualcosa che somigliava sospettosamente alle lacrime.
E
le fecero molta più paura di Drusilla…
“Doyle…”Ansò.”
Che cosa c’è?!”
E
lui le sorrise. Con infinita dolcezza ed infinito dolore.
“Il
mondo è salvo, principessa…”Rispose solamente.
Lilah
sbattè le palpebre, richiamata alla vita dalla vaga consapevolezza di braccia
che la sollevavano con qualche rudezza, portandola via.
E
con la certezza, dolosa, che non erano le braccia di Linsdey.
Respirò,
aspirando odore di polvere , e tabacco, e sangue… odore di vecchio, che le fece
scorrere un brivido lungo la schiena.
Era
passato.
Il
bruciore. Quel dolore terribile… era passato… lasciandola come… vuota,e con l’assurda sensazione di essere stata…
usata…
Pensò
di muoversi.
Non
le piaceva restare così… passiva, in balia delle braccia di un uomo. Non aveva
mai potto permetterselo. Non aveva mai potuto volerlo.
Ma
fu la sua voce a fermarla. La voce dell’uomo che la stava portando.
Dura,
un po’ arrochita, come quella della donna al suo fianco.
“Vorrei
capire perché la stai portando via…” Mormorò lei, decisa, mentre Lilah, per
abitudine e calcolo, ascoltava. Rabbrividendo, quando fu il turno dell’uomo.
“Perché
era nel covo di Drusilla… e ci deve essere un motivo … “
Conosceva
quella voce… le era… le era impossibile sbagliarsi…
“Ma
sei certo che fosse Drusilla?” Riprese lei.” E se lo era veramente… sei certo
che abbia a che vedere con… con quella scossa e quel… dolore?!”
“Drusilla
arriva a Los Angeles … non fa altri danni che rapire lei… dopo di che si
scatena un enorme terremoto e le donne di tutta la città cominciano a stare
male… direi… che è più di una coincidenza…”
“Si…
certo…”
“Tu
come stai?” L’interruppe, e la donna parve compita, stupita dalla sua
preoccupazione.
“Bene…”Rispose.”
Grazie… Io… è finita…”
Tacquero,.
Come se fossero andati troppo in là. Su un terreno che non avrebbero dovuto
calpestare.
E
Lilah conosceva bene quella sensazione.
Socchiuse
gli occhi, lasciando che la luce tenue delle strade di Los Angeles filtrasse
attraverso le sue ciglia scure.
E
all’improvviso non le importò più che lo sconosciuto l’avesse salvata,
perché
all’improvviso non era più uno sconosciuto.
Richiuse
gli occhi, e un sorriso pigro le salì alle labbra. Cancellando in parte la
rabbia e il ricordo del dolore.
Persino
Holland, in quel momento, sarebbe stato fiero di lei.
Aveva
trovato Holtz.
Lentamente,
dolcemente, Drusilla dondolò tra le ombre, e una lacrima, silente, le lasciò il
volto, che non riusciva a smettere di sorridere, nonostante il dolore di una
parte del suo cuore.
Il
suo amore se ne andava con la donna senza pentimento… il suo amore camminava di
fianco alla sua assassina…
E
non avrebbe mai saputo che lei era destinata ad amarlo…
E
non l’avrebbe mai vista se non come un mostro…
E
non avrebbe mai desiderato se non annientare ciò che lei era…
E
non avrebbe potuto farlo…
Perché
nessuno avrebbe mai potuto farlo… per molto… molto tempo….
Poggiò
la testa a un pilastro di cemento, nel vecchio palazzo abbandonato…
In
un teatro come quello… la cacciatrice aveva impalettato il cuore del suo
bambino… e lui le aveva regalato la sua anima…
E
in un teatro come quello… la ragazza che odorava di acqua aveva visto il volto
del suo amore… per la prima volta…
E
nessuno di loro sapeva… come Drusilla sapeva…
Chiuse
gi occhi, aspirando a fondo l’odore del suo amore… di quell’amore che non
sapeva di esser tale…
Perché
non sapeva che lei poteva amare… e che lo amava… dalla notte dei tempi…
Ecco.
Ora
tutto era come doveva essere…
Nessuno
sapeva che le carte erano state mischiate.
Nessuno
aveva idea che la partita fosse ancora all’inizio.
E,
ancora una volta, nel cuore di Drusilla, restava posto, solo, per il suo
nero padre…
Capitolo
XX- Domani
Sangue.
Una…
due… tre gocce di sangue…
Quattro…
cinque… lentamente…
Come
doveva essere…
O
l’avrebbe uccisa…
Riuscendo
dove avevano fallito la crudeltà, il dolore… e un mondo che sembrava in agonia…
E
pareva assurdo… che un ago potesse riuscire… dove tutto ciò aveva fallito..
Sei…
sette… otto…
E
Spike si chiedeva se si fosse mai accorto… di quanto poco il sangue potesse sembrargli
cibo…
Era
rosso, vivo, come l’occhio misterioso di un rubino… scuro, contro la pelle
pallida del braccio di Kate… così esague da sembrare trasperente…
Vitale…
quento lei sembrava stanca… e spenta…
Eppure
c’era così tanta vita in quel corpo adagiato sul letto, in quelle dita,
leggermente protese in avanti… e nel respiro sottile che le usciva dalle
labbra…
Caldo…
profumato come vento… contro la pelle ustionata di Angel…
Eppure
c’era stata così tanta forza nella sua voce, quando a coloro che volevano
portarla via… in ospedale… aveva detto no… per ripiombare subito
nell’incoscineza… come se la sua anima stessa avesse risvegliato il suo corpo,
perché potesse pronunciare quel no…
Perché
potesse stare ancora insieme a lui…
E
Angel l’aveva cercata… mentre lo mettevano a letto… risvegliato da un dolore
così atroce da farlo gridare… quando gli avevano tolto i vestiti da dosso… in
fretta… prima che la pelle, rigenerandosi… lo legasse ad essi…
Ed era stato Spike a volerlo fare… insieme a
Wesley e Faith, mentre Giles pronunciava un incantesimo per calmare il dolore,
e affrettare la guarigione… anche se lui non se n’era forse accorto…
Gli
aveva afferrato la mano, stringendola forte… e gli aveva chiesto come stava
Kate… per poi svenire di nuovo, continuando a stringerlo.
E
Spike non si era liberato da quella stretta… mentre continuava a tagliare la
sua camicia… e gli era sembrata così calda… anche se il calore non era quello
del corpo di lui…
E
Sapeva che Buffy, dietro di loro, aveva sofferto…
Perché
una parte di Buffy avrebbe sempre continuato ad amare Angel. Non importava il
perché e il come fosse nato quell’amore, e in quel momento, nell’unico attimo
di lucidità che il dolore gli aveva concesso, mentre la sua pelle venita
tirata, e strappata, Angel non aveva chiesto di lei… o di Cordelia, o di
Wesley, o del mondo intero… Angel aveva chiesto di Kate…
Di
una donna che fino a pochi giorni prima aveva pensato fosse uscita dalla sua
vita…
E
adesso… era insieme a lei… su quel letto , come Spike aveva voluto…
Così
vicino a lei che i loro volti si sfioravano quasi… e se Kate non lo aveva
stretto a se, durante uno dei suoi risvegli… era stato solo perché aveva
saputo… che gli avrebbe fatto male…
Lo
aveva guardato…
Aveva
visto da così vicino il suo volto ustionato e annerito… e a Spike era sembrato
che guardasse la cosa più bella sulla faccia della terra…
Aveva
osservato i suoi occhi brillare come acqua pulita, e le sue labbra sorridere,
mentre gli sussurrava “ ti amo…” .
E
aveva visto lui muovere piano le palpebre… solo per guardarla un istante… e per
sorriderle a sua volta… quando anche quel gesto d’amore doveva provocargli una
sofferenza atroce.
Aveva
visto tutto, Spike… assistito a ogni momento di quelle ultime sei ore…
Semi
sdraiato su quella stessa potrona su cui sedeva suo padre, quando lui non
voleva addormentarsi… e gli piangeva fra le mani, aspettando che lui mutasse
volto per divertire il suo bambino…
Lo
ricordava ora… ricordava tutto… e non gli importava che sembrasse assurdo…
Tutto
era assurdo al mondo… ogni soffio di vento fra gli alberi… ogni battito di
cuore umano…
E
dopo tutto ciò che era accaduto… dopo tutto ciò che aveva provato… che Angel
fosse suo padre non gli sembrava più la cosa più assurda di tutte…
Forse…
passato quel momento… non lo avrebbe più ammesso…
Forse…
quando i notiziari avessero smesso di parlare dello straordinario terremoto di
poche ore prima, e tutti avessero dimenticato… forse… quando le ferite dei
combattenti fossero guarite e il pallore fosse scomparsi dal volto grave con
cui Buffy si affacciava, di tanto in tanto, alla porta… forse allora sarebbe
tornato lo Spike di sempre… lo Spike che non avrebbe mai permesso a nessuno di
ricordare come aveva pianto… sulla riva di una laguna sotterranea, con il corpo
di Angel abbandonato fra le braccia…
Forse…
ognuno di quegli assurdi giorni se ne sarebbe andato per sempre… perso nella
memoria e nel tempo…
ma
per ora… lui era lì… a vegliare il sonno di suo padre… come lui aveva fatto
innumerevoli volte, col bambino che non avrebbe mai più dormito nella sua
culla, e non avrebbe mai più stretto fra le dita il piccolo timone d’oro,
legato a un nastro di raso blu, che Spike aveva ritrovato in terra, fra le
macerie di una vecchia vita…
Un
simbolo di mare… per un uomo nato sul mare di una terra lontana… l’augurio per
un bambino in fasce, di tenere salda la rotta della vita…
Anche
questo ricordava… ed il ricordo era velato di malinconia, mentre rigirava fra
le dita il ciondolo.
Mai…
in tutta la sua esistenza… Spike aveva scelto da solo la rotta da seguire…
Era
sempre stato quello un altro a influenzare il suo cammino… e che quest’altro
avesse il voto offeso di Cecily, o quello pallido di Dru, o il broncio di Buffy
Summers, dopotutto… non faceva differenza…
Aveva
sempre pensato di essere lui a decidere… e non lo aveva mai fatto… e, forse,
ora, era chiaro il perché…
Dopotutto…
come avrebbe potuto farlo… se aveva perso il suo timone?!?!
Davanti
a lui, Angel gemette quietamente, facendolo volgere versao la sua direzione e
sollevare a sedere.
Ma
era stato solo un momento… un sogno forse… e un attimo dopo lo vide muovere la
testa, strofinando leggeemenete il naso contro quello di Kate, che
rispose, con un movimento molto simile.
Sorrise.
Dopo
sei ore, le ustioni sul corpo di Angel, anche grazie all’intervento di
Giles, cominciavano a guarire, e i due
sul letto sembravano quasi bambini… due ragazzini innamorati addormentatasi
vicini durante una gita scolastica…
Abbracciati
dallo stesso sonno, e dalla stessa espressione rilassata.
Se
solo non ci fossero state le piaghe sul volto di lui…
E
quel filo rosso… sottile, che portava a Kate il sangue che non le salvava la
vita, ma le ridava la forza…
Si
alzò, mentre le ultime gocce di sangue cadevao nel deflussore. E fu lieto che
avessero finito con le trasfusioni.
Era
certo che una volta libera, Kate avrebbe disteso il braccio, e sfiorato Angel…
Non
importava che stesse dormendo…
Come
era certo che qualcosa, in lei, le avrebbe detto… che non gli avrebbe più fatto
male come prima…
Si
chiese… se lui e Buffy avrebbero mai avuto qualcosa di simile a quello che
aveva trovato Angel… e come avevano fatto quei due a essere così idioti da
lasciarselo sfuggire… per così tanto tempo…
Si
piegò su di lei, e con un batuffolo di cotone fra le dita le sfilò l’ago,
tamponando immediatamente la ferita.
Non
perse sangue, e un attimo dopo allungò il braccio davanti a se, e sospirò
beatamente nel trovare la spalla di Angel…
Appunto…
Tornato
a Sunnydale, doveva ricordarsi di giocare alla lotteria…
Tornò
indietro, e senza un motivo si lasciò di nuovo scivolare sulla poltrona.
Dicendosi
che restava solo il tempo per essere
certo che Kate non avesse un rigetto… e sapendo che era un’ altra delle sue
stronzate…
Cercando
di dare la colpa alla sua nuova e vecchia anima… senza sapere nemmeno di cosa…
dovesse darle la colpa…
Fra
le sue dita, il piccolo timone d’oro era diventato caldo, a forza di sfregarlo.
E
fuori, incessante, cadeva una pioggia fitta come i suoi pensieri.
Sembrava
quasi che il cielo piangesse…
Che
versasse lacrime su quel mondo spezzato… su quel sangue versato invano… per la
follia di un demone, e quasi come riscatto a quella degli uomini.
E
che volesse pulire il mondo… da tutto quel dolore… dal pianto di quei bambini
usati… sporcati… le cui anime chiedevano invano una vendetta che non sarebbe
venuta…
Perché
non c’era vendetta per ciò che era stato fatto. Per la natura che era stata
violata… e Wesley sperava solamente che, un giorno, ci sarebbe stato almeno il
perdono…
Sospirò
piano, lanciando un ultimo sguardo alla figura di spalle, appoggiata
stancamente al divano di una delle tante, anonime stanze di quall’hotel… il
volto poggiato al dorso della mano… e gli occhi lontani, persi… in uno sguardo
che non avrebe mai più visto…
Cordelia
non gli aveva risposto.
Benché
l’avesse chimata più volte, non si era girata… non l’aveva nemmeno sentito,
forse.
Si
era limitata a rimanere immobile, lo sguardo perso nel vuoto, e gli occhi così
lucidi che facevano male… terribilmente male…
Non
riusciva a piangere… e forse non voleva farlo.
Perché
piangere non sarebbe servito. Come non era servito l’altra volta.
Doyle
se n’era andato…
Pochi
minuti dopo la fine del terremoto… pochi minuti dopo che il mondo era stato
salvato… proprio come aveva detto…
Ma
il fatto di saperlo in anticipo non lo aveva reso meno terribile per lei… ne
doveva averlo fatto per lui…
Se
n’era andato… senza poter salutare nessuno… senza poter parlare con Angel… ne
dire addio al suo amico…
Proprio
come l’altra volta…
E
quanto a Cordelia… probabilmente nessuno di loro avrebbe mai saputo… che cosa
si erano detti…
In
quegli ultimi secondi rubati…
Cordelia…
lei… avrebbe reagito… sarebbe tornata a sorridere… a combattere… e di nuovo
sarebbe parso che nemmeno il mondo la potesse sconfiggere…
Ma
una parte di lei era già sconfitta… la
parte di lei che le batteva in petto…
E
Wesley sapeva come si sentiva… adesso…
Wesley
sapeva cosa voleva dire… perdere la persona che amava…
Chiuse
gli occhi, tirandosi davanti la porta, e le scale che percorse fino al piano di
sotto scandirono uno a uno i suoi pensieri, nel silenzio di quella strana, cupa
alba…
Raccontandogli
la storia di un altro addio, che lui non voleva pronunciare…
Un
addio così ingiusto…
Perché
Cordelia e Doyle non avevano avuto alternative… mentre lui, Wesley, una scelta
ce l’aveva…
La
trovò con gli occhi, anche se non sapeva dove fosse…
Un’altra
figura di spalle… contro la porta finestra che dava sul guardino… così vicina…
così diritta davanti a lui, che se avesse allungato le braccia avrebbe potuto
toccarla…
Come
era accaduto poche ore prima… quando l’aveva stretta a se… e lui… l’Osservatore
fallito, il figlio fallito, l’amico imperfetto… aveva difeso la donna più forte
del mondo… e la più sola…
Con
la pelle pallida come una statua, su cui il riflesso della pioggia disegnava
strani giochi di luce, come lacrime infinite dai suoi occhi scuri…
Ma
Faith non stava piangendo… Faith non sembrava nemmeno triste…
Solo…
malinconica…
“Vorrei
salutare Angel…”Mormorò.” Prima di andare…” E le sue parole gli penetrarono
diritte nel cuore. “ spero che non mi trovino… prima di allora…”
Wesley
non rispose, limitandosi a camminare ancora… fino a che non fu al fianco di
lei, e il suo silenzio la portò a voltarsi, e a cercare i suoi occhi.
Bella…
e fragile… come una bambina… tanto da fargli chiedere che cosa avessero fatto a
quella bambina… per trasformarla nella donna violenta e disperata di due anni
prima…
E
cosa sarebbe stato di quella bambina… dove sarebbe andata…
“Che
cosa c’è?!” Mormorò piano Faith, scrutando sul suo volto… cercando una
risposta… “E’ successo qualcosa?! Wes…”
“Io
non voglio… che tu torni in prigione…”
Per
un attimo, Faith continuò a guardarlo, il seno che improvvisamente le sia
alzava ed abbassava, scosso dal suo respiro in corsa. Quindi si volse, e
sollevò il capo,e la sua voce fu dura, e decisa, quando gli rispose: “ Sai che
non è possibile…”
“L’incantesimo
è fallito…”Spiegò Wesley.” Tu sei un ‘evasa per loro…”
“Io
sono un ‘evasa… e basta…”
“Omicidio…
ed ora evasione… non ci sarà pietà… non ci saranno attenuanti… non ci sarà…
niente, per te…
Faith…
essere scappata sarà vista ceme un ‘ulteriore prova della tua irrecuperabilità…
anche se confesserai ancora…
Probabilmente
sarai trasferita e … messa in isolamento e…”
“Non
è la prima volta…”
“Condannata…
e sarebbe una fortuna… se ti dessero l’ergastolo…”
Davanti
a lui, Faith scosse la testa, e Wesley sapeva che cercava la forza…
“Ho
ucciso, Wes… “Sussurrò.” Ho torturato… ho rubato, ho preso la vita della gente
e ho pensato che fosse legittimo… perché io ero la Cacciatrice… perchè salvavo
delle vite, senza che nessuno lo sapesse… senza che nessuno si sentisse in
dovere di venirmi a dire grazie…
Ho
messo in pericolo la tua vita… e quella di Angel… e quella di B… e ora è
giusto… che io paghi…”
“NO!
Tu hai già pagato… tu hai pagato ogni giorno, per due lunghi anni… tu hai
pagato oggi, con il tuo sangue, tu hai pagato con il dolore, quando avresti
potuto fuggire…”
“Ma
non capisci!” Esclamò lei, voltandosi di scatto.” Io devo tornare in prigione!
Che cosa potrei fare altrimenti?!?! Restare qui, e mettere in pericolo tutti
voi?!?!
Farli
venire a perquisire e perquisire… fino a che non troveranno qualcosa… e sarete
tutti spacciati come me…
O
scappare e riprendre a nascondermi… fino a che non ricomincerò a rubare e a
uccidere… perché non c’è nessuno per cui fare la brava… nessuno a cui importi…
nessuno che aprirà la porta dello stanzino delle visite, il giovedì
pomeriggio?!
Io…
non voglio ricominciare quella vita, Wes… non ce la faccio… non voglio più
sentirmi così… sporca e… cattiva…
Non
voglio più desiderare di morire… e non avere il coraggio di farla finita con le
mie stesse mani…”
“Ma
non sarai sola!”
Wesley
allungò le braccia, afferrandola per le spalle. Tenendola, come per paura che
fuggisse via. Come per paura che si trasformasse in luce e corresse lontano da
lui.
“Vieni
via con me…” Deglutì, cercando la forza di continuare, mentre gli occhi di lei
si sgranavano per la sorpresa. “ Andiamo via insieme…
Io
… l’ho già fatto… andremo in giro a… cacciare demoni, o … cercheremo un posto
tranquillo… dove stare per un po’… magari… lontano da qui… dove la polizia non
ti possa cercare…
In
Europa o… in Asia… o…”
“No…”
Faith gemette, allungando una mano. E le sue dita erano calde sulle labbra di
lui, e gentili.
“No…”Ripetè.”
Per favore… non chiedermelo mai più… per favore…”
“Ma
perché?!”
“Perché…”
Faith deglutì, e Wesley si chiese se avesse sentito la disperazione nella sua
voce… e se mai qualcuno avrebbe potuto non sentirla. “ perché io sono merda,
Wesley, te l’ho già detto… e non ho intenzione di farti affondare con me… “
“Oh, Dio, Faith…”
“No...”
Scosse il capo, sfiorandogli la guancia con la mano.” Sai che non lo farò…”
Wesley
le afferrò la mano, coprendola con la
propria, stringendola forte. Cercando disperatamente dentro di se le parole che
avrebbero potuto convincerla… che avrebbero potuto impedirle di lasciarlo…
E
intanto… lei era così vicina… e sul suo volto la pioggia somigliava sempre di più
a una danza di lacrime… e le sue labbra erano così piene che avrebbe potuto
morire, per sfiorarle solo una volta…
Sentì
la mano di lei accarezzarlo ancora, e si ritrovò a chinarsi… e a chidersi che
cosa avrebbe fatto, Faith… se l’avesse baciata…
“Mmm…
mmm…. Perdonatemi… ma ho idea che se non intervengo ora poi mi sarà molto più
difficile!”
In
verità, Wesley non era mai stato un bambino colto a rubare la marmellata, e
dubitava che se mai suo padre lo avesse trovato a fare una cosa simile si
sarebbe limitato a parlare, ma la sensazione che provò in quel momento dovette
essere esattamente quella che avrebbe provato in quel caso.
Abbassò
il volto, deglutendo, un attimo prima che le sue labbra sfiorassero quelle di
Faith, ritrovandosi a desiderare disperatamente… di scaraventare Ruper Giles
fuori dalla porta- finestra!
Desiderio
amplificato mille volte dal sorrisetto soddisfatto che gli vide sulle labbra.
“No!”
Esclamò Faith, scostandosi da lui e scendendo in fretta le scale.” Figurati…
non … non hai interrotto niente!” Ecco.
Ora avrebbe voluto buttarcisi lui fuori dalla porta-finestra! “Solo delle…
piccole … follie…”
“Bè…”Mormorò
Giles, passando gli occhi dall’una all’altro, le mani affondate nelle tasche
dei pantaloni. “ se è così vi lascio… se invece uno dei due è disposto a
parlare seriamente… del futuro di Faith…”
Si
voltarono entrambi, fissandolo, ma fu Faith a scotere per prima il capo,
sconsolatamente.
“Il
mio futuro è in galera, Giles.
Non
ci sono altre possibilità…”
“A
meno…”L’interruppe l’altro.” Di non considerare il Concilio…”
“Sei
pazzo?!” esclamò Wes, scendendo a precipizio i pochi gradini che lo separavano
dalla Hall.” Il Concilio vuole uccidere Faith, e lo sai benissimo!”
“Il
Concilio vuole solo ciò che è più conveniente per lui… e una Cacciatrice forte
e motivata è molto, molto conveniente. Molto più di una Cacciatrice morta!”
“E’
assurdo… il Concilio reputa Faith una traditrice, non appena le metterà le mani
addosso…”
“Non
farà nulla. Non dopo che avrò raccontato loro due cosette…”
“Oh…”Faith rise.” Di come ho aiutato a salvare il mondo? Credi che
gliene importerebbe?”
“No…
diciamo piuttosto di come esiste una profezia che impedisce loro di torcere un
capello a Angel, se non vogliono giocarsi il mondo, e che quello stesso Angel
arriverebbe a passo di marcia e molto, molto arrabbiato se loro facessero del
male a Faith?!
Messo
in chiaro questo… e vi assicuro che la prospettiva di un vampiro fuori di testa
e intoccabile farà ballare Quentin Travers come un tarantolato… la cosa più
conveniente diventerà appurare se Faith è davvero recuperabile… e in caso
positivo… sfruttabile…”
Wesley
deglutì, guardando la ragazza.
Incontrando
i suoi occhi sgranati e pieni di speranza.
Eppure,
ancora una volta, lei di trasse indietro, come… se avesse una gran paura di
sparare…
“Tu…
lo fai sembrare così facile…”Mormorò.” E invece non c’è una ragione al mondo
pèerchè debba andare bene… non c’è una ragione al mondo perché tu debba
aiutarmi…”
“Mm…magari…
perché se fossimo stati tutti meno… ingiusti… con Wesley… se lo avessimo
trattato come una persona anziché come un terzo incomodo… ora non ci sarebbe
bisogno di irretire il Concilio…
Vi
dirò cosa farò…” Continuò, deciso.” Ora chiamerò in Inghilterra, gli parlerò… e
quando tutto sarà apposto, tu tornerai assieme a me…”
“In
… Inghilterra?!” Ripetè Wes. Dio… l’Inghilterra era così terribilmente lontana…
“Il
tempo necessario a convincerli che Faith è cambiata… e dopo, se tutto va come
spero, avrà una nuova identità, un nuovo nome… persino nuove impronte digitali…
e il suo nome sparirà come per magia da tutti gli archivi di tutte le polizie
degli Stati Uniti…”
“Libera…”Ansò
Faith.” Tornare… libera… no, non… non può essere! Ci deve essere la fregatura,
sotto!”
“Oh,
si…”Giles si voltò verso di lei, serissimo in viso. “ si che c’è…
C’è
che dovrai stare calma e buona, e obbedire ai miei ordini senza fiatare, e c’è
che al primo sgarro ti ritrovi nelle prigioni del Concilio, che , ti assiuro,
ti farebbero rimpiangere mille volte quelle di Los Angeles.
Ma
credo…”Sorrise, e la sue espressione si addolcì percettibilmente.” Che tu abbia
molto per cui vale la pena di filare diritto… e poi… siamo stati noi a metterti
in questo casino…”
Si
voltò, diretto allo studio di Wes, le mani sempre affondate nelle tesche,
quando l’uomo lo richiamò indietro.
“Aspetta…”Mormorò.”
Se chiami Travers a quest’ora… lo sveglierai…”
“Non
mi dire! “Sogghignò Giles.” Non mi dire…
Ah,
Wesley… non andare via. Chiarita questa storia dovremo capire come ha fatto
Spike ad uccidere un demone senza corpo!”
Scomparve
oltre la porta del suo studio, lasciandolo solo con Faith, a fissarsi come due
bambini idioti… di fronte a un prodigio…
“Tu
credi… che sia possibile?” Chiese lei.
Piano,
quasi con timore.
“Si…”Annuì.”
Si… è possibile… ma qualunque cosa dovesse accadere…”
“Shh…”Faith
allungò una mano, bloccando ancora una volta le parole che voleva dirle. E
senza emettere un suono scivolò in terra, le gambe allungate di fronte a de, e
la testa appoggiata al divano.
“Libera…”Ripetè
con un filo di voce.” Libera…”
“Libera…”
Le fece eco Wes, sedendole accanto, sul pavimento.
Senza
osare sfiorarla.
Leggendo
negli occhi di Faith parole che non gli avrebbe detto, e che lui non si
azzardava a interpretare.
Libera…
si… e così lontana da far male al cuore…
Forse
era mezzogiorno… forse l’una del pomeriggio… e a Spike non importava un fico
secco…
Al
momento c’erano pochissime cose… di cui gli importava un fico secco…
Sospirò,
quando il cotone delle lenzuola gli carezzo la pelle, e trattenne il fiato fra
le labbra, per non disturbare la ragazza stesa di fianco a lui.
Intravedeva
la curva morbida della sua spalla, e la schiena bianca… e la sola cosa che
avrebbe voluto fare era allungare la mano, e carezzarla…
L’unica
cosa che avrebbe desiderato fare era stringerla
a se… dolcemente… e potersi addormentare… col profumo della sua pelle
dentro…
Ed
era l’unica cosa… che non osava…
Domani.
Chiuse
gli occhi, posando la testa sul cuscino.
Domani
Domani
si sarebbe chiesto quel che era successo. Domani si sarebbe domandato perché…
domani avrebbe analizzato ciò che sentiva per Angel.
E
domani, ancora, sarebbe tornato a vedere come stava.
Domani…
Domani
forse si sarebbe dato dell’idiota, e se ne sarebbe andato, desiderando di non
vederlo mai più…
E
avrebbe scacciato quello strano senso di pace che i suoi nuovi ricordi gli
avevano messo dentro. E gettato via il piccolo timone di oro che stringeva
ancora fra le dita.
Forse…
si, ma solo… domani…
Sobbalzò,
quando avvertì sul petto la carezza gentile della mano di Buffy.
Dolce…
dolce come non era mai stata.
E
quando sgranò gli occhi la trovò china su di lui, nuda e bellissima.
Che
lo fissava con uno sguardo indecifrabile negli occhi.
Deglutì,
mentre la guardava abbassarsi, e sfiorargli le labbra con le sue , lentissime,
mentre il suo corpo già rispondeva alle carezze di quello di lei.
Bruciando.
Le
braccia che correvano ad avvolgerle la schiena, spingendola contro di se,
Quasi
con paura.
Perché
quel miele era troppo dolce perché fosse per lui.
Ricambiò
i suoi baci, e le carezze. E quando si girò, attirandola sotto di se, lei
glielo lasciò fare, gemendo leggermente.
Mentre
il cuore le batteva forte in petto.
Ed
era così facile amarla. Perdersi dentro di lei.
In
quella dolcezza infinita e nuova. In quel calore che, per la prima volta,
pareva ardere piano… così piano…
Era
facile farsi guidare dal ritmo del suo respiro, lottando, perché quel qualcosa
di così nuovo e bellissimo, quel qualcosa di così intimo, durasse il più
possibile.
Senza
osare illudersi che fosse per sempre.
Che
ci sarebbe stata un ‘altra notte al mondo, in cui lei sarebbe stata così sua…
Affondò
in quell’amore, e per la prima volta le sentì dire il suo nome.
Ed
ebbe voglia di piangere.
E
quasi con rabbia cacciò via le domande.
Perché
ora… perché li?
Perché
adesso, che sapeva che lui aveva un ‘anima?
Perché,
anche se era lo stesso, identico del giorno prima?
La
sentì accarezzargli il collo, senza graffiarlo.
E
le gridò che la amava. Sulle labbra e nelle viscere.
Mentre
le domande, soffocate, scomparivano.
Domani…
Domani…
Capitolo
XX I- Segreti e confidenze
“Ce
la fai?!” Mormorò Kate, stringendogli con dolcezza infinita il braccio attorno
alle spalle, e Angel la guardò, e pensò che doveva essere stato cento volte
cieco, e sordo, e pazzo, per non rendersi conto di quanto gli bastasse solo
sfiorare il suo volto con gli occhi per sentirsi leggero, come… liberato dal
peso che per troppo tempo lo aveva oppresso.
O
forse… se n’era accorto… ed era stato proprio questo a spaventarlo tanto…
Annuì
piano, sorridendole, e avrebbe voluto chinarsi, e baciarla, se non avesse
temuto il suo disgusto.
La
maggior parte delle ustioni visibili era ormai guarite, ma sul suo volto e sul
corpo restavano ancora delle grandi piaghe, e le sue labbra erano spaccate e
secche. Per non parlare dei capelli, che ci avrebbero messo giorni e giorni per
smettere di essere disgustosi…
Tutto
in lui era disgustoso… eppure Kate non sembrava notarlo… mentre pareva leggere
nella sua mente, quando girò piano la testa, sfiorandogli le labbra con le
proprie. Quietando, con la sua freschezza, il fuoco che lo bruciava.
E
non c’era un solo segno di disprezzo in lei… ne di disgusto…
Solo…
amore…
La
strinse, con la poca forza che aveva, e insieme a lei percorse i passi che lo
separavano dalle scale, dove, prima ancora di vederlo, lo bloccò la voce di
Spike.
“Cazzo,
ma siete Inglesi o deficenti!” Stava urlando.” Come ve lo devo ripetere che non
lo so! Non lo so!
Ero
là, ho allungato le mani e l’ho fatto fuori! Che ne so come, o perché, o con
che trucco!!
La
prossima volta prima di far fuori uno stronzo, ricordatemi di fermarmi e
chiedergli :” scusi, signor bastarlo, com’è che io la riesco ad ammazzare e tutti i mieie amichetti no?!?! Sa, a loro interesserebbe
una scusa per rompermi le palle appena sveglio!!” !”
“cerca
di avere pazienza, Spike…”Mormorò quietamente Wesley. “ quello che tu sei
riuscito a fare esula da qualunque legge della fisica ultraterrena…
Sanjhan
non aveva consistenza solida… tu non dovevi poterlo toccare… è escluso… “
“Scusa
tanto se invece l’ho fatto, salvando il sedere a tutti!”
“Non
è questo il punto… il punto è… perché… come?!?! Cos’hai tu di diverso dagli
altri…”
Angel
trattenne a stento una risata, di fronte all’espressione di Spike.
Era
seduto sul bansone dell’atrio, con le gambe che gli penzolavano in avanti,
mentre Wesley e Giles gli ronzavano attorno come due vespe impazzite armate di
libri e blocchi per appunti. Dall’atra parte della stanza, seduta sul divano,
Buffy si godeva la scena appoggiata a una mano, mentre Tara e Faith stavano
discutendo a bassa voce di qualcosa alla scrivania di Cordelia.
“Che
cosa ho… di diverso?!” Ripetè Spike, guardando Wes come se fosse appena
impazzito.” Oltre a un ‘anima, un padre che è un vampiro, una madre zoccola
oltre che anch’essa vampira, un paradosso temporale di un secolo inside, un cip
nel cervello che si è fuso con quella scatola di fagioli che ho al posto del
medesimo e un innegabile sex appeal?!?! Non lo so, bambino, fa un po’ tu!”
Wesley
sollevò la testa dal libro, piccato.
“Io
sto cercando di aiutare te!” Sbuffò. “ Di capire qualcosa che potrà servirti in
futuro! E sei pregato di non darmi del bambino… Connor! “
“Non
chiamarmi così!” Scattò l’altro. “ Il mio nome è Spike! E rispetto a me tu sei
un neonato in fasce!”
“Solo
che sono io ad aver tenuto in braccio te!”
Spike
ringhiò, sollevando le braccia al cielo.
“Ma
che cos’è questa cosa di farmi prendere in braccio da tutti, si può sapere?!
Ero un bambino o un peluche da passare agli amici?! Poi ci si lamenta se uno
viene su asociale!”
“Spike…”Mugugnò
piano Giles, continuando a sfogliare il suo libro.” Non usciamo dal seminato…”
“Tu
taci!” Sbottò Spike. “ E dammi un motivo per cui non dovrei torcertio il collo,
ora che posso! Non solo non mi hai tenuto in braccio, ma mi hai anche cacciato
di casa e mandato a stare da Xander Harris!!”
“Eh?!?!?!?!”
Angel avanzò, portando Kate con se e rischiando di far precipitare entrambi già
dalle scale. “ Tu hai mandato il mio unico figlio ad abitare con Xander
Harris?!?!”
“Angel…”Wesley
gli si fece incontro, sorridendo.” Sei in piedi… come stai…?”
“Bene!”
Rispose lui, gli occhi ancora puntati su Giles, me prima che potese continuare
anche Faith gli fu al finco , epersino Buffy si alzò dal divano.
“Sembri
un wurstel andato a fuoco!” Rise la Cacciatrice bruna.” Ma sei fighissimo
ugualmente… “
“Ehm…
grazie… “
“Noi”
Riprese Wes. “ cercavamo di capire come ha fatto Spike a uccidere Sanjhain,
coadiuvandoci con antichi testi e con le due profezie che vi riguardano… Angel…
io e Giles pensiemo di avere capito come intepretare il testo sul vampiro con
‘anima… “
Angel
lo guardò per un momento, allungando una mano per battergli vigorosamente sulla
spalla.
“Ottimo!”
Esclamò.” Fantastico lavoro, Wes, davvero!
Ma
io riproporrei un attimo la questione Xander Harris! “
Dopotutto…
la sua faccia doveva essere veramente disgustosa, perché vide una strana
espressione dipingersi sul volto di Giles, mentre Wesley tantava di nuovo di
calmare le acque, saltando letteralmente dietro il bancone e lanciandoci su una
serie di libri e rotoli.
“Abbiamo
analizzato i testi alla luce dei nuovi accadimenti e abbiamo pensato che…”
“Wesley!
Voglio sapere com’è che mio figlio si è trovato a vivere sotto lo stesso tetto
con Xander Harris!!!!!”
“Il
quale… “Esclamò Spike con voce melodrammatica.” Approfittando del mio handicap…
ha cercato anche di abusare di me!”
Esclamazione
che fu seguita dal più grande coro di “Spike!!!!!” che orecchio umano avesse mai
sentito, ma che non sarebbe servito a calmare la furia che montava nel petto di
Angel, se lo stesso Spike non fose all’improvviso scoppiato a ridere, come un
ragazzino dispettoso.
“Okay,
okay… non mordetemi… “Appoggiò la testa alla parete, inclinandola leggermente
di lato, e sorrideva ancora quando mormorò. “ come stai, Angel…?”
Angelo
sgranò gli occhi, guardandolo, mentre la rabbia di poco prima lasciava
velocemente il posto al… panico?!?!
Gli
aveva sorriso… Connor… Spike!!!… gli aveva sorriso… e gli aveva chiesto come
stava… e il mondo era già stato salvato… e lui non stava brucando, o andando in
polvere… e non c’era una battaglia che infuriava attorno a loro… per cui… per
cui il panico era assolutamente giustificato!
“B…
bene…” Mormorò. Ma… andava bene come risposta, bene?!?! Non lo faceva sembrare…
troppo sicuro… non dava l’impressione che si ritenesse indistruttibile… e forse
aveva risposto troppo in fretta… poteva sembrare falso… allora, forse, doveva
aggiungere qualcosa… ma allora lui avrebbe potuto credere che non fosse
spontaneo… o che avesse mentito prima…
O
che non gli volesse rispondere…
E
poteva sorridergli… non avrebbe pensato che lo voleva per forza conquistare?!?!
Non l’avrebbe presa come un ‘imposizione?!?!
“Bene…
“Spike annuì, saltando giù dal bancone.” Kate?”
“Ti
interessa la mia salute, Spike?!” Rispose la ragazza, assolutamente a suo agio.
“Veramente…”
Ridacchiò lui.” Ti volevo annusare…”
“Provaci
e ti rompo il naso!”
“A
me!! Ma se ti ho dato il mio sangue! Nel senso… che ti ho dato la mia cena… “
“Ma
si, perché sottilizzare…”
“E…
tu… “ Riuscì finalmente ad articolare Angel.” Stai… voglio dire…”
“Sono
intero. E se i fratelli triturapalle, qui, non mi fanno uscire di testa, pare
che me la sia cavata!”
“Ne
sono… felice…”
Sike
annuì, abbassando per un attimo gli occhi. E parve sul punto di dire qualcosa.
Ma all’ultimo istante si fermò, limitandosi ad annuire.
Non
aveva importanza… era il gesto la cosa importante…
“Scusate…”
Esclmaò Wes, agitando la mano da dietro il bancone.” A qualcuno interessano le
profezie?!?!”
Angel
sbattè gli occhi.
“Che…
profezie?!”
Stavolta fu Wesley a sembrare sul punto di
dire qualcosa. Ma anche lui si fermò, e scotendo il capo svolse sul bancone il
rotolo di Aberjian ….
“Inanzitutto…”Cominciò.”
È evidente che quella di stanotte non è stata l’apocalisse citato qui, dal
momento che… bè… chiunque di voi sia il vampiro con l’anima di cui quie si
parla, pare evidente che nessuno è diventato umano…”
“Grazie
al Cielo…” Masticò Spike.” È un onore che di certo non voglio!” Sollevò il
capo, guardando verso l’alto.” Capito, lassù?! Non lo voglio!!”
“Tuttavia…
“Riprese Wes, ignorandolo. “non è questa la cosa più importante…”
Angel
sospirò. Sperando che Spike non commentasse anche questo.
Povero
Wes… pareva che lo facesse apposta…
“…
la cosa più importante…”Ripetè, alzando leggermente il tono quando Spike fece
di nuovo per parlare.” È che pensiamo di
avere capito come Spike… Connor… possa dover salvare o distruggere il mondo, in
relazione al TUO destino di salvare il mondo… è chiaro?!?!”
Angel
tacque. E Wesley cercò disperatamente gli occhi di Faith.
“E’
elementare!” Esclamò quindi, esasperato.” Avanti!
E’
quello che abbiamo visto …
Angel
tu non … non potevi abbattere quella barriera magica. Era impossibile. Assolutamente
impossibile.
Abbiamo
consultato qualunque libro, per cercare una spiegazione plausibile, ma niente…
l’unica che abbiamo trovato è che tu… lo hai fatto…
Che
vedere tuo figlio in pericolo ti ha dato il… potere… di farlo…
Come,
perché… in che modo… non lo sappiamo, e fors enon lo sapremo mai… ma se è così,
questa è anche la spiegazione del ruolo di Connor nella salvezza del mondo…”
“Spike
non ha particolari poteri di per se…” Continuò Giles. “ ma saperlo in pericolo
ne ha dati a te…
Ha
fatto si che tu facessi qualcosa che non poteva essere fatto…”
“Per
cui, quando si parla, nella profezia, del potere del Tro-clans di salvare o
distruggere il mondo, probabilmente si intende questo… se tu sei insieme a lui,
lui può dare a TE il potere di salvare il mondo… se non c’è… se non hai paura
per lui,o comunque la sua presenza non ti è di… sprone… potresti non essere in
grado di farlo…
Per
cui… lui può salvare o distruggere il mondo… e insieme sei tu a dover avere
qual ruolo fondamentale… nell’apocalisse…
Mi
pare… chiaro…”
“E
questo… “Terminò l’altro.” Può essere anche ciò che ha voluto dire Doyle… che
voi due dovevate ritrovarvi… che i… come li chiamate… PTB… hanno fatto in modo
che Spike fosse concepito, e poi protetto, e che tu e lui vi ritrovaste… perché
senza voi due… insieme…”
“Il
mondo finirà!” Sputò Spike.” Okay, hai reso, che palle!!
Tutte
le vostre seghe mentali, però…”Angel si schiarì la voce, lanciando un ‘occhiata
a Tara, col risultato che Spike sollevò di nuovo la testa al cielo,
esasperato.” Tutti i vostri eletti
ragionamenti non vi hanno fatto scoprire ne quando ne dove, ne come ci sarà
questo cavolo di fine del mondo, per cui non ci servono a un… niente!”
“Ci
aiuta a capire molte cose, invece… per esempio che tu e Angel dovreste restare
insieme e…”
“Tuttavia…”Stavolta
fu Wesley a interrompere Giles. E non si accorse… non si accorse di come Angel
avesse distolto gli occhi davanti alle ultime parole di Giles…
Forse…
solo Kate se ne rese conto…
“…
il ragionamento s’incaglia nel momenti in cui Spike ha ucciso Sanjhain… perché
se Spike invece ha dei poteri rimasti latenti finora… come confermerebbe anche
la storia del chip… allora Spike non è più il catalizzatore dell’agire di
Angel, ma ha un ruolo proprio… e allora potrebbe essere lui a dover salvare il
mondo, ma non si spiegherebbe la profezia del vampiro con l’anima…”
“A
meno che non sia Spike “ quel” vampiro con l’anima, ed entrambe le profezie
parlino di lui…”
“MA
allora come avrebbe fatto Angel ad abbattere…”
“Ma
che cos’è ?! “Urlò quasi Buffy.” Mi scoppia la testa!”
“Wes…”Sorrise Angel.” Non avere fretta... non puoi pretendere di capire
tutto in una volta… sono successe così tante cose…”
“”Già…”Sputò
Spike, continuava ad agitarsi per la Hall.” E personalmente sono ancora al
“ciao Connor”!”
Angel
respirò piano.
Doveva
dirlo. Doveva dirlo adesso… eppure… aveva così paura…
Fece
per parlare. Ma ancora una volta fu
interrotto da Giles.
“Prima
di morire, Sanjhain sembrava quasi aver… riconosciuto Spike, e gli ha parlato
di un ‘altra profezia… ma Spike lo ha ucciso prima che potesse continuare…”
“Salvando
tutto il fottuto mondo!” Esclamò Spike.” Perché non si enfatizza mai quella
parte?! E poi quante storie!
Apri
un cassetto e nove su dieci ci trovi dentro la tua profezia!
Non
è così che vanno le cose, qui dentro?!
Scarti
un dolcetto della fortuna, e invece del bigliettino ci trovi una profezia!”
“Spike… “ Mormorò Giles.” Qui si parla di una profezia... di
cui non sappiamo assolutamente niente… nemmeno se esista ancora o meno.
Trovarla
è assolutamente impossibile! Sarebbe più facile che quella porta si aprisse ed
entrasse una bella donna esclamando:” salve, qualcuno ha bisogno di una
profezia?!”!”
“Salve,
qualcuno ha bisogno di una profezia?!”
Angel
sentì Kate sobalzare, e capì immediatemnte che stava lottando contro l’eccesso
di riso che rischiò di travolgerla quando la porta d’ingresso di aprì, e
Cordelia entrò con uno sfolgorante sorrido sulle labbra e le dita strette
attorno a un rotolo scuro.
“Dimmi…
che stai scherzando…”Ansò Wes, guardando lei e Lorne, che la seguiva da vicino,
avanzare nell’atrio.
“Sto
scherzando!” Rispose immediatamente la ragazza.” Ma se invece vuoi la verità…
bè… la verità è qua dentro!”
Superò
gli altri, avvicinandosi ad Angel e tendendogli il rotolo.
“E…
l’ultimo regalo di Doyle…”Spiegò, mentre il sorriso le sie spegneva sulle
labbra.” Lui… era molto dispiaciuto… di non poterti parlare…”
Angel
deglutì, abbassando gli occhi sul rotolo che le sue dita sfioravano appena.
Il
cuore pieno di quel dolore ormai noto, ma non per questo meno terribile. E di
un rimpianto che era proprio delle parole non dette, e delle scuse non
pronunciate…
“Permetti…”Si
intromise gentilmente Wesley, prendendogli il rotolo dalle mani. Mentre Angel
alzava gli occhi su Lorne.
Un
‘altro degli innumerevoli a cui doveva delle scuse…
“Tu…
“mormorò” come stai?!
L’uomo
sollevò le sopraccigli come avrebbe sollevato le spalle, se non avesse avuto le
braccia steccate.
“Solo…”
Confessò alla fine. “ è duro tornare al monolocale.. quando ti sei abituato al
condominio… “
Lo
fissò, e Angel vide Kate ritrarsi, come …per lasciarlo solo con i suoi amici. E
immediatamente allungò una mano, per bloccare quella di lei.
“Doyle…
“Continuò Lorne. “ avrebbe voluto che tu sapessi… che… non è mai stata colpa tua,
e che ti considera il miglior amico che… “
“Ma… non è possibile…” L’interruppe Wesley,
sollevando il volto dal rotolo su cui anche Giles era chino.” Questa è… la
profezia di Nyazian!!
Eppure…
è diversa… ci sono alcuni versi che sono… completamente cambiati… e l’intero
rotolo sembra scritta da una diversa mano…”
“E’
evidente… “Aggiunse Giles. “ che uno dei due è un falso…”
“Magari!”
Esclamò Lorne, scambiando un ‘occhiata con Cordelia. “ Qualcuno vuole un
‘aspirina o è già troppo tardi?!?!”
“La
seconda…”Sbuffò Buffy. “ ma va avanti…”
“Per
piacere!” Aggiunse Cordelia polemica.
“Bè…”Spiegò
Lorne. “Doyle non è mai stato un messaggero molto mansueto…
Non
avrebbe dovuto rivelare molte delle cose che invece ha detto, ed altre… bè,
quelle le ho tirate fuori io… e così… alcune cose gli sono state taciute, altre
dette all’ultimo momento… e fra questi annunci del’ultima ora c’era anche “
udite , udite, lord mi- faccio- la- maschera- con- l’acido- borico era andato
indietro nel tempo e aveva manomesso la famosa profezia del Tro-clan, per
creare un bel po’ di casino, quando Wesley, o chi per lui, fosse riuscito a
tradurla. Senza sapere però che della stessa profezia erano state stilate due
copie… una delle quali è rimasta nascosta in un ex monastero poco lontano di qui
per più di trecento anni, senza che nemmeno la W & H ne sapesse niente…
Cosa
ne dite… non fa molto “ terminator”?!”
“Asta
la vista, baby!” Commentò Spike.
“Vuoi
dire che… questa è la profezia falsa…” Wesley sollevò uno dei due rotoli.” E questa
quella vera?!”
“Ah
ah… “Annuì Cordelia. “ e a quanto ho capito se il rotolino vero non fosse
saltato fuori ci sarebbe stato… bè… un vero casino! Il perché, non chidetemelo!
Io
l’ho anche domandato a Doyle…”
“E
lui?!”
“Bè…
mi ha risposto… sono loro i geni… che traducano!”
Spike
sghignazzò ancora.
“Io
lo sapevo che la rosa d’Irlanda mi piaceva!” E rivolgendosi a Giles.” Ma non
potevi schiattare tu al suo posto?!?!”
L’uomo
sospirò, togliendosi gli occhiali e pulendoli con il fazzoletto.
“Spiacente
di aver frustrato le tue aspirazione di socialità, Spike… e di non poterti dare
la risposta che meriti… ma ho idea che dovremo passare le prossime ore a
tradurre una profezia…”
“Ma
rilassatevi! “Espose il vampiro, passando dall’altra parte della Hall, e
girando attorno a Tara.” Non siete usciti da un casino che avete fretta di
entrare in un altro!
Ma
cos’è, la gara a chi apre prima la bocca dell’inferno?!?!
Rilassatevi!
Godetevi la vittoria!
Cercatevi
una donna!” Abbassò gli occhi, sbirciando oltre la spalla della poci distante
Tara.
“Avanti,
lasciamo a casa vecchi e feriti e usciamo a divertirci! Siamo a Los Angeles,
gente!!”
La
ragazza alzò la testa, sorridendo, e coprendo con la mano la cornetta del
telefono.
“Dai,
Spike… sto cercando di chiamare Willow…”
“Fa
venire anche lei…”
“NO!”
Angel
sgranò gli occhi. Balzando in piedi. E nonostante la testa che subito riprese a
girargli si avvicinò, cercando disperatamente una manciata di parole.
Spike
aggrottò la fronte, e lo guardò, stupito quanto gli altri.
“Non…
vuoi che inviti Willow?!”
“No,
io… “ Prese la cornetta dalle mani di lei, appoggiandola al ricevitore.” Io non
voglio che tu dica a nessuno quello che è successo…”
Per
un attimo, nessuno parlò… e Angel immaginava bene quanto pazzo lo dovessero
ritenere. Poi fu Buffy a rompere il silenzio.
“Non
vuoi che dica a nessuno che abbiamo appena salvato … di nuovo… il mondo?! Bè…
in effetti è un po’ una noia…”
“No,
io… “ Dio, qual’era il modo giusto per dirlo?!” non voglio che dica anessuno
che Spike è mio figlio…”
Di
nuovo, nessuno parlò. E Angel ebbe come l’impressione che qualcosa di enorme e
terribile lo stesse inseguendo. “ Io non voglio che non lo sappia nessun altro
oltre la gente in questa stanza… “
“Ma
è… “ Cominciò la Cacciatrice.
E
forse per la prima volta dacchè la conosceva, Angel le impedì di continuare,
sollevando il capo di scatto.
Deciso.
Quanto non era mai stato di fronte a lei.
“Nessuno!”
Ripetè.” Né Xander, ne Dawn, ne Willow, nessuno… e non sto scerzando, Buffy!”
La
ragazza boccheggiò, sgranando gli occhi per la sorpresa, sconvolta dal suo modo
di parlarle. Proprio a lei…
Ma
non fu Buffy la persona più colpita in quella stanza…
“Nessuno…”
Ripetè piano Spike. Con un tono di voce così basso e gutturale, quasi un
ringhiò fra le labbra, che Angel si voltò di scatto… e capì di avere scelto,
fra tutte, le parole peggiori…
Vide
suo figlio annuire piano, allontanandosi da lui, le mascelle così serrate che
avrebbero potuto romperglisi da un momento all’altro. Ferito. Ed era stato lui
a farlo.
“
certo… nessuno deve sapere che il perfetto, infallibile Angel ha per figlio…
me!
Che
da cotanto genio è venuto fuori un simile scherzo di natura! Un… vampiro che
non è un vampiro e un umano che non è un amano, un… niente! Un… come mi ha chiamato
Buffy quella volta… si… neanche un fallito, l’ombra di un fallito!
Sarebbe
una vergogna troppo grande!”
“Connor…”
Angel si tese in avanti, cercando di
toccarlo, ma lui scacciò la sua mano con tanta violenza che rischio di
mandarlo in terra.
“Non
chimarmi così!” Urlò.” Dovrò ammazzarti per fartelo capire?!?!
Cazzo…”
Si allontanò ancora, dilatando le narici. Ansando.” Tu sei così… nobile…
vero?!… così… superiore… e ti va anche bene di avere un figlio come me… ma non
vuoi che si sappia! Diventi più feroce di Angelus se si prospetta il rischio!
Dovesse sporcare il tuo candido buon nome di penitente avere messo al mondo un
assassino e un ladro!
Ma
che diamine volevi che venisse fuori, me lo spieghi?!?!
Io
sono una scopata, non sono un grane amore!!”
“Spike
, ti prego… “ Ansò Angel, appoggiandosi al muro, il cuore che sembrava
spaccarglisi in mille pezzi. “ Io ti voglio bene… sei… la cosa più …”
“Sta
zitto! Giuro che se lo dici ti ammazzo con le mie mani!
Ti
ridò fuoco e ti guardo bruciare, stavolta!
Ma
che… che avete tutti, con me?!?!” Si guardò intorno, e per un attimo sembrò un
bambino… solo un bambino ferito.” A te… va bene scoparmi… ma guai a… rivolgermi
solo una parola gentile… di fronte ai tuoi preziosi amici… e tu… tu…”
Scosse
il capo con violenza, voltandosi di scatto.
Dovorando
gli scalini con una furia che era in ogni suo gesto.
“Spike…”Lo
richiamò Angel, andandogli dietro. Ma la frase che lui gli lanciò lo gelò
immediatamente, prosciugando la vita dal suo corpo.
“Va
all’inferno, Angel!” Ringhiò.” E stavolta restaci!”
Chiuse
gli occhi. E desiderò veramente essere bruciato…
E
un attimo dopo, la voce di Buffy, dura, sferzante come una frusta.
“Sei
fortunato…”Sibilò.” Che io non abbia una spada…”
“E
tu sei fortunata!” Scattò Kate.” Che non abbia la forza di prenderti a
schiaffi!”
La
Cacciatrice avanzò di un passò, fulminandola con gli occhi.
“Vorrei
sempre vederti provare!”
“E
io vorrei vederti ammettere per una volta le tue responsabilità, invece di
scaricare la tua vergogna sugli altri!
Spike
si è rivolto anche a te, ma questo non
sembra che tu lo abbia notato!”
“Io
non l’ho rinnegato davanti a tutti!”
“No?!
E cosa hai fatto negli ultimi mesi?! Angel ha avuto l’onestà di dirgli che lo ama
davanti a tutti! Fa la stessa cosa, invece di cercare spade!”
Esausto,
col corrimano che sembrava incapace di
sostenere il suo peso, Angel vide Buffy ansare, e voltare gli occhi agli altri
presenti … a Giles, a Wesley, a Cordelia… prima di stringere le labbra.
E
correre via.
Passandogli
davanti senza nemmeno guardarlo. Lungo le scale, e fino al piano di sopra.
Eppure…
non ci fu un ‘altra porta che si apriva… e Angel conosceva Buffy troppo bene
per non sapere che non sarebbe andata da lui…
Non
dopo ciò che aveva detto…
Chiuse
di nuovo gli occhi. Mentre qualcuno, davanti a lui, parlava.
E
Angel si chiedeva se non fosse stato meglio per Connor, essergli rapito…
Se
non fosse meglio non avere nulla, per Spike… che un padre come lui… che non
sapeva nemmeno spiegargli quanto disperatamente lo amava…
Che
era solo capace di ferirlo, anche quando voleva proteggerlo…
Solo…
di fargli del male..
E
di rovinare tutto…
Dio…
aveva rovinato tutto…
Sentì
le mani su Kate sulle braccia.
Dolci.
Calde come il suo cuore.
E
la voce di lei, che gli carezzava l’anima.
“Io
so” Mormorò.” perché lo hai detto… e lo
capirà anche lui…”
Scosse
il capo, aprendo gli occhi solo per cercare lei. Per aggrapparsi alla sua
forza.
“Non
lo farà…”Ansò.” È troppo arrabbiato e … ferito… non mi perdonera mai per quello
che crede …”
Kate
sospirò piano, carezzandogli la guancia. E nello stesso istante, dal piano di
sopra, provenne il rumore di una porta che si apriva. Colpendolo come una
mazzata.
Era…
entrata…
Buffy
era … andata da Spike…
“Io…
“Mormorò di nuovo Kate.” Non sarei così sicura di prevedere il futuro…”
Era
… strano come tutto potesse mutare di prospettiva in un solo giorno.
Così
strano da sembrare incredibile.
Seppure
la prola incredibile aveva ancora un senso, ormai…
Solamente
il giorno prima vedere Buffy che entrava nella sua stanza, dopo ciò che le aveva setto, vincendo un orgoglio
che sembrava non potesse essere vinto, lo avrebbe reso l’uomo più felice della
terra.
Mentre
adesso… sembrava quasi normale…
E
forse era per quello… perché ora sapeva di avere un’anima…
Perché
ora avrebbe potuto urlarle in faccia che non era solo una cosa morta… che tutto
ciò che sentiva era vero e reale…
O
forse era solo perché c’era così tanta rabbia dentro di lui…
E
allora, dopotutto, era sempre il vecchio Spike.
E
non importava affatto che avesse un ‘anima o meno…
Non
le disse nulla. Non le parlò nemmeno
E
lei restò ferma, appoggiata alla porta.
In
silenzio.
L’orgoglio
che, dopotutto, era ancora il più forte… mentre Spike si strappava di dosso la
maglia che Wesley gli aveva prestato, e afferrava la sua, bruciata e sporca del
sangue di Kate.
Non
voleva niente da loro…
Non
voleva niente da lui…
Era
stato solo uno… stupido… patetico idiota a … fidarsi…
Perché
lui era Angel, giusto? Perché lui doveva dire la verità…
Perché
lui era suo pade…
Era
strano come tutto potesse mutare di prospettiva in un solo giorno.
Così
strano da sembrare incredibile.
Perché
solo il giorno prima non gli sarebbe importato rendersi conto di come lui fosse
uguale agli altri… di come in realtà non fosse cambiato niente…
Mentre
adesso faceva così male.
Essere
rifiutati faceva male. E se aveva pensato di essersi abituato… bè, era ancota
più idiota di qual che credeva!
Solo
il giorno prima…
“Va
a farti fottere!” Ringhiò, voltandosi verso la posta che si apriva. Con tanta
ferocia che Buffy sobbalzò per lo stupore.
Pronto
ad avventarsi su suo padre.
Solo…
che non era sua padre… era Wesley…
Si
voltò, ignorandolo. Tirando un calcio contro la parete.
Perfetto.
Gliene fregava così poco di lui da non scomodarsi nemmeno!
“Lo
fa per salvarti…”Mormorò piano l’uomo.
“Vattene,
Wesley, prima che ti ammazzi!”
“Prima
di provarci!”
Non
c’era paura nella voce dell’uomo. Nemmeno la benché minima traccia.
E
Spike desiderò davvero ucciderlo. Affondare i denti nella sua gola, e sentire
scorrere il sangue… caldo… vivo… dopo tanto tempo…
Ma
lui era Wesley… lui… si faceva sputare in faccia quando gli dava da mangiare…
ed era così ridicolo col latte che gli colava sugli occhiali…
Oh
cazzo! Dannatissima memoria!
“Vattene
Wesley!”Sibilò Buffy, stringendo gli occhi.” Se Angel vuole tentare di
spiegare… che venga di persona!”
“Angel
non ce la fa…”Rispose lui.Senza un ‘esitazione al mondo.” E non ce la fa perché
ti ama tanto da essere andato a fuoco per te. Letteralmente.
E
se provi a dire che lo ha fatto per Kate… bè, allora eri più intelligente a tre
settimane!!”
Spike
si passò una mano sulla nuca, voltandosi nervosamente.
Non
voleva ascoltarlo… non voleva … caderci di nuovo… stare male… di nuovo…
Eppure
la luce di quelle fiamme gli balenava nel cervello… come un incubo senza fine…
Rimbombandogli
dentro come un ‘unica parola… “ idiota!!”.
“Già…”
Lo schernì.” Kate… non è lei che di solito viene a fare queste… ambasciate in
difesa di Angel ?!?!
Cos’è…
ti ha lasciato il posto di innamorata numero uno?!”
Wesley
sospirò piano, e Spike ebbe come l’impressione che fosse al limite estremo
della pazienza.
“No…”Rispose.”
Ma se veniva su Kate, come aveva intenzione di fare, cedo che ti avrebbe PRIMA
strappato gli attributi, e poi parlato… e francamente, dopo tante sofferenze,
non volevo che un simile, malaugurato incidente rovinasse i suoi rapposti con
Angel!”
“Ci
avrebbe provato…” Lo citò Spike.
E
, di nuovo, Wesley non ebbe esitazioni.
“No,
Spike…” Sorrise.” ci sarebbe riuscita!!”
Dopotutto…
Kate aveva avuto ragione.
Spike
era lì, fermo sulla porta del giardino, con il volto di Buffy che appena si
intraveda alle sue spalle, e… arrabbiato…
Kate
lo aveva detto che sarebbe venuto…
E
a volte gli sembrava che avesse imparato a conoscerlo più lei in quei pochi
gorni di quanto non avesse fatto Angel negli anni che aveva trascorso con lui…
ad odiarlo…
Lo
guardò , mentre la mano si Kate si stringeva sulla sua. E nessuno di loro
parlava.
Anche…
se c’era così tanto da dire…
Fino
a che le dita di lei non lo lasciarono, e Kate si alzò dalla panchina, la “
loro” panchina, e sorridendogli si allontanò da lui, scivolando di fianco a
Spike.
“Stavolta,”Mormorò.“Aziona
il cervello… prima di parlare!”
“Attenta
a dove metti i piedi!” Rispose lui.” Non ho intenzione di passare la vita con
te in braccio!”
Angel
seguì la donna con gli occhi, e un attimo dopo la vide scomparire all’interno.
Lasciandoli soli. E con un muro di imbarazzo a separarli.
“Connor…”
Cominciò. E non capì nemmeno di aver pronunciato quel nome, fino a che Spike
non scattò, rivoltandoglisi contro.
“Non
chiamarmi Connor!” Esclamò con rabbia.
“Scusa…”
Scosse il capo, dandosi dell’idiota.” Spike…”
“Non
chiamarmi neanche Spike!” Sollevò le sopracciglia, mentre l’altro,
nervosamente, si avvicinava a lui.” Sembra che tu non faccia altro che
sfottere! Mi chiami Spike, ma mi “ pensi” Connor!”
“Va
bene… dimmi tu… come vuoi che ti chiami…”
“Non
voglio che mi chiami, okay?!”
Inaspettatamente,
Spike si abbandonò sulla panchina, quanto più lontano possibile da lui, con i
gomiti sulle ginocchia e gli occhi rivolti in avanti. Quasi non volesse
guardarlo.
“Non
sono un bambino, Angel!” Mormorò. E adesso sembrava… ferito…” E non sono un
‘idiota!
Corro
rischi da più di cento anni, ho sempre sce3lto io di farlo, e ne ho sempre
pagato io le conseguenze! E adesso arrivi tu a tenere la mia piccola mano e
impedire alla gente cattiva di venirmi a cercare?!?! E pensi che ti dovrei
essere riconoscente?!
“Grazie
Angel se mi tratti come un imbecille menomato che non può difendersi da solo?!
O grazie, Angel, ti sono enormemente grato se non vuoi far sapere che in questo
schifo di esistenz potrebbe forse esserci anche qualcosa di buono?!””
Angel
non rispose, limitandosi a guardarlo. E soltando quando l’altro sbottò in un “
insomma, vuoi dire una parole”, che fu più ringhiato che parlato, si decise a
sospirare, sollevando leggermente le spalle.
“Dimmi
tu che cosa vuoi che ti risponda…” Mormorò.
“Mi
prendi per idiota?!”
“No… William…”Rispose piano. “ non ti prendo
per idiota… non ho mai pensato che tu fossi un idiota… Ma sei arrabbiato… e
qualunque cosa io ti dica in questo momento non andrà bene per te…”
“Di
che hai sbagliato!” Lo sfidò Spike.” Ammetti di non poter essere sempre il più
saggio di tutti! Di non poter sempre risolvere i problemi di tutti e scegliere
ciò che è meglio per tutti!
Ammetti
che possono esserci un milione di sette pronte a divorarmi, un miliardo di
avvocati che vogliono prendermi e squarciarmi o farmi diventare oscuro… ma io
ho il diritto di decidere se correre il rischio o meno! Ho il diritto di
scegliere cosa…”
“No,
non ne hai il diritto…”
“Che
ca…”
“Ascoltami!”
Angel si voltò, prendendo di sorpresa lui e se stesso, e afferrandolo
saldamente per i polsi.” Vuoi che dica a tutti che sei mio figlio?… vabbene… lo
farò… e sarò felice di farlo… anche se non mi crederai… e sarò felice di non
dovermi nascondere, se sentire parlare di te mi renderà felice o inquieto, di
non dover fingere indifferenza quando sentirò una notizia che rti riguarda, e
non doverti cercarti di nascosto o elemosinare un… un demone o un pericolo che
mi diano una scusa per vederti…
Ma
che cosa ne sarà di Buffy, allora, e di Down?! Che ne sarà di quelli che
ami?!?!
Perché
ti assicuro che quelli che cercheranno te non scanseranno loro, ma li useranno…
per ferirti… per costringerti in loro potere… per farti solamente soffrire…”
Lo
vide aggrottare la fronte, e distogliere gli occhi, cercando qualcosa di molto
distante. Come il volto di una donna, o il sorriso di una bambina.
“Sono
entrati nei miei sogni…” Sussurrò, continuando” hanno ferito le persone che
amavo, a una a una… hanno cercato di mettermi contro la donna che amo… e
rischiato di far impazzire Cordleia, e messo in pericolo lei, e Wes, infite
volte…
Ora
Gunn è in coma… e Lorne ha entrambe le braccia rotte… per prendere mio figlio…
per prendere te…
Ma
se sapessero che tu sei Connor… potrebbe esserci Dawn in coma… e potrebbe
essere Buffy ad essere ferita…
Dovresti
lasciare tutti quelli che ami… e non
sono neanche certo che farlo li metterebbe al sicuro…
Ma
so che lo farebbe…”
“Tornare
nel fango… come il povero vampiro chippato senza interesse per nessuno…”
Angel
gli teneva ancora le braccia, con delicatezza, e piano gliele strinse con le
dita… sperando che lui capisse. Sperando, ancora una volta… che non lo
scacciasse…
“Io
non ti mentirò… “ Continuò, chiamando a se tutto il coraggio. “ e non ti dirò
che… ti lascerò scegliere come pensi o come ti fa pensare la rabbia… perché se tu
vuoi proteggere loro… io voglio proteggere te… e se dovrò mentire per farlo,
mentirò… se dovrò convincere gli altri a mentire, ci riuscirò… e se dovrò
inventarmi un altro figlio, o negare di averne mai avuto uno, se dovrò farmi
odiare da te… io lo farò…e penso che non farà più male… di questo…
Io
non ho scelta, Spike… la gente che mi ama non ne ha… perché “fuori” sanno della
mia esistenza… ma di te no… nessuno sa di te…
E
tu hai la possibilità di avere e di dare quello che io non posso…
E
ti giuro… solo per questo varrebbe la pena di morire…”
Attese.
Per
lunghi minuti
Attese
che lui parlasse.
Che
si opponesse, che lo insultasse, che cercase di colpirlo, che lo uccidesse
forse…
Mentre
il cuore che non viveva più in lui pareva ricominciare a battere… scandendo un
tempo che non voleva passare.
Senza
che Spike proferisse una parola… senza che muovesse un solo muscolo.
Tanto
ch,e quando infine lo fece, lui sobbalzò, come se avesse appena visto una
statua prendere all’improviso vita.
“Io
non ho bisogno di un angelo custode…”Mormorò piano, cupamente. “ e non ne
voglio uno.”
Si
liberò dalla sua stretta, alzandosi e volgendogli le spalle, mentre si frugava
in tasca per una sigaretta.
“Non
dirò niente a nessuno…”Continuò, portandola alle labbra. Un attimo prima di voltarsi,
ed affrontarlo di nuovo.” nessuno saprà che sono tuo figlio… ma questa è
l’ultima volta che tu decidi della mia vita…
Io
non sono Buffy.Non ho intenzione di passare il mio tempo a voltarmi perché un
solletico alla nuca mi avverte che sei nei paragi, o che ti nascondi nel buio
per non turbare la mia innocenza!
O
che freni una freccia destinata a me!
Io
sono un uomo, Angel, e adesso, cazzo, posso anche permettermi un calcio in
bocca a chi dirà il contrario… e non il tuo pupazzo, o il tuo bambino da proteggere!
Io
pretendo di essere trattato da uomo, e pretendo rispetto!
E
pretendo di poter pensare e riflettere su questo… marasma di cose che mi è
piombato addosso! E di decidere, io, se voglio o non voglio essere tuo figlio!
Io
non voglio più vederti, Angel…”
Dio…
Si
sentì morire, bruciare di nuovo, e fece male… molto male…
Eppure
si costrinse a rimanere immobile. A continuare a guardarlo.
E
a consentirgli di parlare ancora.
Di
ferirlo ancora.
Perché
di tutto ciò che aveva detto… non c’era niente che non condividesse… anche se
faceva così terribilmente male…
“Guai
a te se ti scopro a spiarmi, o a vegliare da lontano… guai a te se scorgo anche
solo la tua ombra nelle vicinanze di Sunnydale!
Sarà
finita, Angel. Sarai morto per me, una volta per tutte.
E
se mi conosci anche solo un po’, sai che sto dicendo sul serio.
Si
gioca secondo le mie regole, adesso, e le mie regole dicono che sarò io a
decidere quando e se vederti di nuovo…
Quando
e se avrò avuto il tempo… di capirci qualcosa…
e di decidere… si… di decidere anche se tornare a mordere gente o meno, senza
te che mi guardi con i tuoi occhi da cane bastonato!
Non
ho intenzione di sopportarlo, hai capito! Devo essere io a decidere di me
stesso! E quello che non voglio è un fantasma alle mie spalle!”
Lo
vide respirare a fondo, piano… e si chiese… se anche a lui fosse costato dire
quelle parole… cme ad Angel era costato ascoltarle… ed era costato un prezzo
troppo.. terribilmente alto…
Tanto
alto che gli parve di non avere nemmeno la forza per proferire una parola.
Eppure,
Spike le aspettava le sue parole.
In
piedi davanti a lui, le mascelle serrate, e un fiato di cui non aveva bisogno
che gli lasciava nervosamente le narici.
Aspettava
che lui gli concedesse quella fiducia, che nessuno gli aveva mai dato prima…
“Va
bene…”Mormorò, cercando di rendere ferma la sua voce.
Ma
il pensiero di non vederlo… di non poterlo nemmeno guardare da lontano… per
chissà quanto tempo… di non poterlo aiutare… se lui ne avesse avuto bisogno ….”
Però promettimi che mi chiamerai…”
“Se
un serpente di sette metri mi inseguirà intenzionato a mordermi le chiappe?!?!
“Spike sollevò le sopracciglia, e un attimo dopo si lasciò di nuovo cadere
sulla panchina di pietra.” Ovvio! Un masochista basta e avanza… in famiglia!”
Lo
fissò, ma Spike non gli lasciò nemmeno proferire verbo.
“Non
meterti a piangere!” Esclamò.” E non tirare fuori i tuoi occhi da cucciolo!”
“Vuoi…
che metta un sacco in testa?!”
“Sto
rotolandomi dalle risa!”
“Mm…”
Si fermò per un attimo, fissando il modo in cui l’altro teneva le meni
abbandonate fra le ginocchia… nello stesso, identico modo… in cui lo faceva
Kathy…” non mi hai ancora detto…
come vuoi che ti chiami…”
Spike
scosse le spalle.
“Non
lo so… William non fa proprio schifo… per come lo pronunci… bha… chiamami anche
Josephine, purche non mi chiami Connor!!
Ma
che diamine di nome è?!?! E poi pretendevi anche che non ti odiassi!!”
“Era
il nome… di un amico… quando ero anora vivo…”
“Scozzese!”
Annuì,
mentre l’ altro sospirava melodrammaticamente.
“Lo
sapevo! Figlio di un irlandese, con un nome scozzese, cresciuto in Inghilterra…
che diamine pretendete da … eh… un momento…” Battè gli occhi, guardandolo. “ Tu
sei Irlandese… Darla era una sgualdrina… per cui… sinteticamente… io non sono
Inglese! Non ho nemmeno una goccia di sangue inglese nelle vene!”
Probabilmente
nemmeno si attendeva una sua risposta. E, difatti, non gli diede la minima
possibilità di darne una.
“In
fin dei conti,” Esclamò sorridendo.” Forse non ti odio del tutto!”
Si.
Probabilmente non si attendeva una risposta da lui… ma stavolta, Angel gliela
diede ugualmente.
E
la sua risposta fu un sorriso che gli riscaldò il cuore.
“Credi…
che possiamo andare?!” Domandò Wes, sbirciando dalla finestra i due vampiri.
Dietro
di lui, Kate non rispose.
“Voglio
dire… è imbarazzante dover interpretare in continuazione il ruolo di quello che
interrompe le situazioni, o si intromette in affari privati per diffondere
profezie o avvertire di guai o…”
Guardò
Buffy, che non emise nemmeo una sillaba.
“E
del resto… quel che abbiamo scoperto è importante… dovrebbero saperlo… riguarda
loro dopotutto…
Non
… pensate?!”
Le
fissò entrambe, e nessuna delle due si mosse.
E
nessuna delle due smise di fissare l’altra.
Come
due sfingi che si fissavano nella speranza molto poco segreta di trasformare in
pietra quella che le stava davanti…
Immobili,
Kate a braccia conserte e Buffy con le mani sui fianchi, ferme ai due lati
della posta finestra. Mentre un fiume di elettricità a un milione di volt
rischiava di ridurre in cenere tutti coloro che gli stavano attorno.
Imbarazzato,
Wes si rivolse a Giles, in piedi poco discosto da lui.
“Io
credo davvero che dovremmo… insomma…”
“Vai,
Wesley!”
“Io?!”
L’uomo si raddrizzò, sfidando l’altro per la salvaguardia del suo onore. E di
quant’altro avrebbe potuto perdere se avesse interrotto i due vampiri che,
finalmente, sembrava stessero riuscendo a parlare senza ricorrere all’uso di
armi improprie! ” Perché ci devo andare io?! “
“Perché
io non sono bravo a interrompere riunioni di famiglia…”
“E
io si?!?!”
“Inoltre
sei stato tu a tradurre le ultime due righe della profezia autentica…”
“E
tu hai tradotto le ultime di quella falsa…”
“Devo
prenotare il biglietto aereo…”
“
Lo ha già fatto Tara…”
“Sei
tu l’amico di Angel…”
“E
tu sei quello che ha mandato Spike a dormire da Xander Harris!”
“E
questo che c’entra?! “Esclamò Giles, aggrottando la fronte.
“Non
lo so! Ma dovrà pur entrarci qualcosa!”
“Wesley,
stai arrampicandoti sugli specchi…”
“Fammi
causa!”
Giles
strinse leggermente gli occhi, preparandosi a quella che sembrava l’ulteriore
bordata di un’infinita battaglia, quando nella Hall proruppe un sonoro e
chiarissimo: “E che palle!” , esclamato da una Faith che un secondo dopo saltò
sui gradini, trascinandosi letteralmente dietro Tara, e afferrando dalla mano
di Wes i due rotoli delle profezie.
“Avanti,
zuccherino,” Sbottò, uscendo nel guardino.” Facciamo vedere ai “ maschi” che
vuol dire avere fegato!”
Wesley
spalancò la bocca, ma l’unica cosa che riuscì a mormorare, prima di seguire
fuori le ragazze fu uno strozzato:” Faith… le profezie sono… delicate…”
Si…
delicate come due salami, a giudicare dal modo in cui la cacciatrice le lanciò
in grembo a Angel e Spike, facendoli sobbalzare.
“Okay!”
Esclamò.” Quella è falsa, quella è vera…”
“N…
no…” La contraddisse Tara.” Q… quella è falsa… quella è vera…”
Spike
si guardò sulle gambe, aggrottando la fronte.
“Ehi,
perché la devo tenere io quella falsa!”
“Ahhhhhhhhhh”Faith
afferrò la profezia, facendo leteralmente saltare il vampiro… probabilmente per
la paura!
“Ragazzina!”
Esclamò lui, piccato.” Vedi di andarci piano! Potevi strappare qualcosa di
importante!”
“Si,
d’accordo, mi fido sulla parola!”
“E
su ricordi remoti!”
Faith
sollevò il braccio, facendo per colpire Spike con il rotolo, quando,
contemporanemante, Angel tese una mano in avanti e Wes le fu addosso,
bloccandola.
“NO!”
Urlò.” Con la profezia di millecento anni no!”
“Insomma!”
Sbottò Spike.”Si può sapere che cacchio volete?! “
“Wes…”Rincarò
Angel.” Tra qualche ora ripartiranno… a noi… a me piacerebbe …”
“Lo
so, lo so, scusa!” L’interruppe, sempre più imbarazzato.” Sono spiacente… ma… è
che … noi… io e Giles… insomma…”
“Avete
tradotto le profezie…”
“Si…”
“E…”
“E
abbiamo capito come mai Spike è riuscito a uccidere Sanjhain…”
“Ossia?”
“Non
lo sappiamo!”
“Ah…”
Wesley
trasse un profondo respiro… chiedendosi come avesse fatto in dieci minuti a
retrocedere di tre anni!
“Con
calma!” Esclamò.
“D’accordo…”
“Ehm… Wesley…”Lo chiamò Giles alle sue spalle.
“Cosa?!?”
“Non
sarebbe meglio… che lasciasi andare Faith?”
Wes
sgranò gli occhi, abbassandoli alla ragazza a ciu ancora neteva entrambi i
polsi, e che lo fissava , appoggiata al suo torace, con il volto percorso da
qualcosa che… se fosse stata chiunque altra… avrebbe potuto sembrare imbarazzo…
E
capendo all’improvviso “come” aveva fatto a retrocedere di quei tre anni!
Respirò
a fondo, raddrizzando la schiena.
Okay.
Calma.
Per
prima cosa doveva risucire a lasciare Faith…
“Il
padre ucciderà il figlio…”Spike sollevò le sopracciglia, emettendo un basso soffio di sorpresa.” Certo è un bel
cambiamento!!”
“Già…”
Wesley si mosse, allargandosi di più la pergamena sulle gambe… e tirandogli una
sonora gomitata.” Voleva essere certo di scatenare il panico…”
“Il
bastardo…”Sibilò Faith…
“”e
penso che avesse previsto che in qualche modo ti avrebbe allontanato da Angel…
credo fosse la sua ultima spes, nel caso non fosse riuscito a rapirti…”
“Ma
poi…”Aggiunse Giles.” Il suo intento di sterminare la razza umana ha avuto più
adepti di quel che lui stesso pensava e l’amico si è ritrovato con un vero
esercito…”
“Un
esercito… per rapire un bambino…”
Wesley
sospirò, e Spike strinse i denti stizzito, spostandosi verso sinistra… per la
decima volta…
Perché
poi per spiegare due righe di profezia si fosse dovuto accomodare fra lui e
Angel e non lo avrebbe mai capito!!
E
perché Faith e Tara vessero dovuto seguire il suo sempio, mentre Giles si
chinava su Angel mostrandogli l’altro rotolo… questo gli era ancora meno
chiaro!!
Ma,
se si aspettavano che fosse lui a sloggiare erano cascati male!!
Erano
in cinque su una panchina grande a malapena per tre, stretti come acciughe, era
seduto per metà sul bordo e si stava mantenendo sfidando la forza di gravità…
ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di alzarsi neanche morto… di nuovo!!
“Così…
la profezia si è avverata… due volte…”
“Che
vuoi dire?” Chiese Giles a Angel, e quando l’uomo parlò non si rivolse a nessuno di loro in particolare… o forse si
rivolse a se stesso…
“La
vera profezia dice… “Colui che sarà addestrato… dal vampiro con l’anima,
crescerà fino a diventare un uomo… e ucciderà Sanjhain…””
“E
questa…” Mormorò Giles.” Si riferisce chiaramente a Spike…”
“Spike…William…
era… destinato fin dalla nascita a uccidere Sanjhain… forse…”Angel sospirò.”
Non avrà altre… abilità particolai, come dite voi… ma forse era solo questa che
doveva avere… e lui lo sapeva…
Sanjhain non sapeva chi fosse il figlio del miracolo,
ne cosa avesse di speciale.. ma aveva capito che il tro-clans e colui che
sarebbe stato addestrato dal vampiro con l’anima erano la stessa persona…”
“Perché
Angel è stato…”Spike esitò per un attimo.” Il mio sire de facto…”
Gli
vide abbassare e gli occhi, e anche se non lo avrebbe mai ammesso, non gli piacque
il dolore che gli lesse in volto.
“Si…
“Continuò Angel.” Ma anche perché… come ha detto Wesley… questa stessa frase
può essere letta come “colui che fu vampirizzato… dal vampiro con l’anima”… e
in realtà sono io… il responsabile…se William è un vampiro… io …”Deglutì
piano.” Ho vampirizzato Drusilla… e Drusilla… ha ucciso William… e così… per
assurdo… anche l’altra profezia si è alla fine avverata…”
“Il
padre…” Citò piano Wesley, le parole che gli rimanevano come… sospese…
attorno.” Ucciderà il figlio… “
“Il
padre…”Ripetè Angel.” Ucciderà… il figlio…
Mio
figlio… ucciso da Drusilla… che io ho … ucciso…” Si guardò le mani… e le guandò
con orrore.” È su di me che… ricade… il suo sangue…”
Wesley
tacque. Come tacquero Giles e Faith…
Come
sembrò tacere persino l’acqua della fontana…
E
forse era normale… perché… chi poteva aggiungere, o commentare, o solo …
comprendere completamente ciò che Angel aveva detto…
Chi
poteva comprendere un padre che aveva ucciso il proprio figlio.
E
chi poteva trovare qualcosa da dire… in un momento come quello…
Qualcosa
di abbastanza profondo e… sentito…
“E
che cacchio!” Urlò Spike, alzando platealmente le mani al cielo, in un gesto
che stava diventandogli drammaticamente usuale.” La madre pantegana e il padre
tossicomane!! Ma poi vi lamentate che sono cattivo!!!!”
Ecco…
profondo e sentito!
Tanto
sentito che se non lo avesse detto sarebbe esploso!
“Avete
finito adesso con le profezie?!?! Avete intenzione di scannare un piccione,
aprirlo, e trovarci dentro un rotolo babilonese?!?! No?!?! Allora, Wesley, giù
dalle mie ginocchia!!”
“Non
sono sulle tue ginocchia!!” Si difese Wesley oltraggiato.
“Giù
lo stesso!”
“Kate…”
“Ecco,
se ci volesse salire Kate… ehi, un momento… che c’entra Kate?!?!”
Aggrottò
la fronte, guardando Angel in volto, e leggendovi chiaramente, distintamente…
panico?!?!
“Voi…”Ansò
il vampiro.” Avete lasciato… da sole… Buffy e… Kate?!”
Di
nuovo, un silenzio lungo un attimo tornò a discendere nel giardino.
Infranto
dalle parole, leggermente risentite, di Giles.
“Angel…
non credo che ci sia bisogno…”
“Voi…”Ripetè
Angel, scandendo ogni parola e sollevandosi un po’ di più ad ognuna.” Avete
lasciato Buffy e Kate… sole?!”
“NO!” Wesley deglutì. “Ci sono Cordelia e Lorne... da
qualche … parte… “
Ecco.
Un
‘altra cosa che avrebbe dovuto imparare di suo padre.
Da
quando aveva riacquistato l’anima aveva sviluppato ancor più la sua propensione
per la magia…
Un
attimo era lì… un altro era letteralmente scattato sulle scale, verso
l’albergo, in barba alle profezie, alle scottature e alle ferite varie…
E
Spike aveva la netta sensazione che la sua faccia fosse ancor più spaventata di
quando si era fatto mezza laguna in fiamme per affrontare Sanjhain…
“Dietro
di lui, Anche Wesley e Giles si alzarono, seguiti immediatamente da Tara,
mentre Faith sbuffava sonoramente.
“Non
vi preoccupavate così!” Sbottò.” Quando eravamo sole io e lei!”
Scavalcò
la panchina, accodandosi agli altri. E dopo un attimo anche Spike si alzò, e
prima di seguirli lanciò una breve occhiata al giardino in ombra.
Gli
piaceva quel posto… fin da quando era bambino… e ora… chissà quando lo avrebbe
rivisto…
Sospirò.
Avevano
avuto dieci minuti di civile conversazione…
“Non
sarà troppo?!” Ringhiò, dirigendosi alla porta.
Capitolo
XXI- Fuoco e pioggia
Una
notte… e l’odore del sangue che ancora non si placava per le strade della
città…
Sottile,
insistente… che nemmeno la pioggia aveva potuto cancellare…che si sarebbe
attaccato alle cose, e alla terra… e sarebbe rimasto per anni… a ricordare a
chi, come lui, poteva avvertirlo, ciò che era accaduto solo una notte prima…
A
ricordare a lui come aveva rischiato di perdere tutto… ancora una volta… e come
era preziosa… ogni briciola di quello che aveva…
Una
notte… e quel sangue che aveva l’odore di ognuno di coloro che amava… o che
aveva amato… di tutti coloro il cui sangue era sulle sue mani, o dentro di lui…
Che
sarebbero rimasti… o sarebbero andati…
Scomparendo
in quella notte…
Scomparendo
ora…
E
facendogli male al cuore…
Una
notte… e gli occhi di un vampiro che scrutavano in un buio che non poteva
niente…
Mentre
il baluginio dei fari della auto si intrecciava in un ‘enorme tela di ragno…
E
le stesse brillavano nel cielo…ed era assurdo come potessero scintillare…
riflettendosi in tanto sangue…
Come
gli occhi di Kate… e di Spike…
Avrebbe
voluto che quella notte non trascorresse, Angel…
Avrebbe
voluto creare una barriera, intorno alla sua casa… per tenere con se tutti
quelli che stavano per andare…
Per
partire…
Disperdendosi…
dove sarebbero passati mesi, prima che potesse ritrovarli…
E
che portavano via il suo cuore…
Era
assurdo… ma nemmeno tenendo il suo bambino in braccio, o guardandolo dormire…
nemmeno raccontadogli le favole della sua terra, che ora non poteva ricordare,
o cullandolo contro il suo petto… si era mai sentito così tanto padre…
E
aveva mai desiderato proteggere tanto la creatura che gli era stata regalata…
Mai…
quando addesso… che di nuovo lo perdeva.
E
che non poteva far altro che guardare oltre quella finestra…
A
quella strada… in quella città che sapeva di sangue… e di pioggia appena
passata e che già tornava… e di dolore…e di risate…
Scutando
nel buio, e guardando nel suo passato… perché non osava indovinare il futuro…
E
sobbalzando… lui… che avrebbe dovuto salvare il mondo… quando un vecchio taxi
malmesso si fermò, davanti alla porta d’ingresso.
“A
guardare quei due… “Mormorò Faith.”Direi che le cose non dette supereranno di
gran lunga quelle che si faranno venir fuori…
Guardali
lì… lei odia lui perché la lascia di nuovo
sola e abbandonata, lui si sente in colpa ma crede di agire per il suo bene… e
intanto nessuno dei due riesce ad essere sincero…
E
naturalmente entrambi ce l’avranno su con me perché è anche per colpa mia se
Giles se ne ritorna in Inghilterra…
Ma
che palle!
Dico
io… se si può essere più idioti…”
Strinse
le dita le une nelle altre, così forte da farsi male. E sentì le ossa tendersi,
fin quasi a spezzarsi…
Mentre,
davanti a lei, Wesley sorrideva.
Ed
era qual sorriso a spezarle le ossa… e il cuore… e a farlo battere più forte.
Quel
sorriso che aveva notato così tardi… e che tra pochi minuti sarebbe scomparso
dalla sua vita per molto… moltissimo tempo…
E
sperò che lui non notasse quanto era nervosa… che non si rendesse conto che non
gliene fregava niente dello straziante addio fra Buffy e Giles, e che non aveva
più provato quel sentimento che per tanto l’aveva tenuta viva, quando aveva
abbracciato Angel, stando attenta a non ferire il suo corpo ancora così debole…
e che non le importava niente nemmeno della prospettiva di tornare liberà…
Sperò…
che non notasse il tremore delle sue dita… quelle dita che avevano ucciso senza
perdere per un attimo di freddezza…
Eppure,
quando lui allungò una mano e catturò le sue… seppe che Wesley lo aveva notato,
il suo tremore… e che non rideva di lei… perché lui ra… era Wes… soltanto
quello…
Il
più assurdo e pazzo cavaliere che mai avrebbe potuto attraversare la strada di
un ‘assurda e pazza stronza come lei!!
“Fa…
freddo…” Mormorò, distogliendo gli occhi.
“E’
vero…”
“Guarda…
che non sto scherzando!” Esclamò.
“No…”Wesley
sorrise di nuovo.” Nemmeno io… fa freddo stasera… probabilmente pioverà di
nuovo… se ne sente… l’odore…”
L’odore…
L’odore
della pioggia… che in prigione si confondeva con quello cel cemento bagnato…
l’odore della pelle di lui, che Faith non aveva provato…
“…
potrebbero anche… sospendere il volo… se la pioggia è abbastanza fitta…”
Faith
respirò forte, tornando a guardarlo, e con decisione sottrasse le mani a quelle
di lui. “Sarebbe il prossimo …” Affermò
semplicemente.
Troppo
dura. Con troppa paura.
Troppo… Faith…
“Faith…” Si girò di scatto, mentre la voce di Giles la
chiamava, e guardò l’uomo muovere la mao nella sua direzione, fermo accanto al
taxy giallo…
Lei…
lei odiava quel taxy giallo…
Sentì
Wesley muoversi, e lo vide infilare in tasca la mano, ma lo bloccò con la sua,
facendogli aggrottare la fronte, prima che tirasse fuori le chiavi della macchina.
“No…”Mormorò.”
Io vado in taxy… con Giles… e vado… sola… “
Per
un attimo, Wes non sembrò capire… e dopo… dopo parve farlo anche troppo bene.
“Ma
avevi detto…”Cominciò.
“Che
il taxy era per lui… si… lo so… e che volevo stare un altro po’… con te…”
“E…
non era … vero…?Sussurrò lui, la voce poco più di un soffio.
Che
le fece più male di quel coltello nella carne, due anni prima…
“No,
Wes…”Mormorò, scotendo piano il capo.” Mi dispiace… ma servirebbe solo a farmi
sentire più… stupida…
Io…
odio gli adii… e odio sentirmi… come mi fai sentire tu …”
Stava
per parlare, ma si fermò da solo, chiudendo piano le labbra, e fissandola con
qualcosa di tanto simile ad una preghiera negli occhi azzurri. E tuttavia,
consentendole di andare avanti.
Perché
solo Wes avrebbe potuto capire quanto bisogno ne aveva.
“Io…
non lo capisco…”Spiegò infatti. “ e non credo che sia giusto…
Non
credo che sia giusto entrare l’una nella vita dell’altro… ancora … di più…
Non
adesso…
E’
meglio lasciare le cose così… vedere… che succede, e se io… riesco a venirne
fuori …
Meglio
non… invischiarti ancor più con me…
Io
sono melma, ricordi? E sei stato tu a dirlo per primo… un gran pezzo di…”
“Faith…”
“Shhh…
avevi... ragione… e ne avresti anche ora… se me lo ripetessi…
Io…
cazzo, Wes, non rendermelo così difficile!”
Scosse
la testa, passandosi le mani nei capelli. Senza riuscire a trovare le parole
per fargli capire… senza dirgli che lo amava…
Perché
sarebbe stata veramente la più grande bastardata che mai avrebbe potuto fargli…
Dirgli
che lo amava… incatenarlo a una ragazza che con ogni probabilità tra una
settimana sarebbe di nuovo scappata e sarebbe stata accoppata per strada…
Trascinarlo
a fondo con lei… se non fosse riuscita…
E
soprattutto… farlo sentire… in obbligo… quando… ne era quasi sicura… il giorno
dopo o tra due giorni Wes si sarebbe voltato, e avrebbe capito che quel
qualcosa che Faith sentiva così forte, e così dolce insieme, e che li legava
come una persona sola… per lui era stato solamente… la follia di un momento
strano… sopeso nel tempo… quando tutto sembrava perduto e due anime così
stanche e disperate si erano trovate a intrecciare il loro cammino…
Lei…
non lo avrebbe costretto a sentisi male… perché doveva dirle… che non
ricambiava quello che provava…
E
non avrebbe costretto se stessa… a sentirsi ancora di più… quella bambina
stupida che sua madre avrebbe odiato tanto…
No…
non gli avrebbe detto che lo amava… ma per riuscirci… lui doveva restare lì… e
non ci doveva essere un aereo alle sue spalle…e la consapevolezza che una volta
varcata una soglia, sarebbe volata lontana da lui…
Per
farlo… doveva illudersi che ci fossero ancora un ‘ora, o un minuto… doveva
illudersi di potersi girare, e correre indietro…
“Io…”Cominciò
lui, sollevando il volto, su cui la barba appena accennata disegnava una
gradevole ombra scura.” Preferisco… non venire all’aereoporto… hai… fatto bene…
a chiamare il taxy…”
Faith
si portò le dita alle labbra, deglutendo all’impazzata, nel tentativo di
fermare le lacrime. “ Sono stanco e… domani sarà… una gionata faticosa e…”
“Perché?!”
Esclamò lei, incapace di impedirselo… o forse… lo fece solo per non
abbracciarlo.” Che cosa devi fare domani?!”
Wes
la guardò… e anche lui parve combattere contro qualcosa.
“Non
lo so… “ Confessò alla fine. “Qualcosa… ci sarà sempre…”
Lei
annuì, voltandosi dopo un istante. La mano che ancora era premuta contro le sue
labbra, e gli occhi di tutti addosso.
Senza
che le importasse…
Senza
che le interessasse un fico secco se Buffy, o Giles, o Angel la consideravano
una stupida, patetica idiota, quando si voltò di scatto, per tornare da lui. Le
mani strette a pugno perché non tremassero.
Fermando
il passo che Wes vece verso di lei con la decisione della propria voce.
“Io
tornerò…”Promise. E lo prometteva anche a se stessa. “ Te lo prometto.
Farò… ingoiare a quei palloni gonfiati tutte
le loro prove e i loro corsi di buone maniere e tornerò… come la migliore
cacciatrice di cui tu abbia mai letto sui tuoi enormi libri o le tue stupide
profezie!
Sei
tu il mio Osservatore, Wes… “Terminò, e gli occhi di lui non erano mai stati
così luminosi, ne il suo volto così sorpreso. “ io voglio te… e nessun altro…
“Sorrise, prima di volvarsi e fuggire via.” Io voglio il migliore!!”
Si
chiuse la portiera alle spalle, accucciandosi contro di essa.
Ripromettendosi
di non voltarsi a guardare.
Eppure,
quando l’auto cominciò a muoversi, non riuscì ad impedirsi di farlo.
E
si ritrovò a girarsi come una furia, e a poggiare le mani al finestrino, come
una bambina, anchilosandosi le labbra, per fingere un sorriso.
Mentre,
davanti a lei… e già così distante da spezzare il cuore… Wesley non riusciva a
fare nemmeno quello.
E
la guardava andare via, immobile. Il volto serio e scuro…
E
non sapeva, quanta parte di se Faith si lasviasse alle spalle.
Lentamente,
il taxy giallo li portò via.
Mentre
Buffy rimaneva a guardarlo. E a domandarsi quando avesse cominciato la sua vita
ad essere così terribilmente sbagliata.
E
perché.
Perché
quella macchina si portava via di nuovo il suo Osservatore? Il suo amico?
Perché
ancora una volta aveva scelto di lasciarla?
E
perché era Faith ad essere con lui, e non Buffy?
Era…
così ingiusto… così terribilmente ingiusto.
Le
aveva detto di non essere più certo… che quella fosse la cosa migliore per lei…
non dopo il modo in cui era andata l’ultima volta.
Eppure…
non era voluto restare.
Per
lei. Per Faith. Perché Giles era la sua unica speranza.
E
così… Faith aveva ancora una speranza… e Buffy era di nuovo sola, ad affrontare
tutto ciò che era successo. Tutto ciò che aveva saputo.
E
quel sentimento assurdo che non voleva, ma che non riusciva a smettere di
provare.
Per
lui… per Spike…
E
non c’era nessuno ad indicarle la cosa giusta da fare.
Mentre
Faith… lei sarebbe stata guidata,e
accudita, e consolata le mille e mille volte in cui avrebbe sbagliato.
Mentre
Faith, come sempre, aveva tutto. E, come sempre, voleva anche ciò che era di
Buffy.
Li
vide rientrare nell’albergo. Uno per uno.
Mentre
rimaneva ancora fuori, con l’aria fredda della sera sulla pelle.
A
fissare il ricordo di un taxy giallo.
Come
Wesley… quello stesso Welsey che un tempo aveva voluto consegnare Faith al
Concilio, e che lei aveva torturato.
E
che, eppure, adesso… la amava…
“Ma
come fa…”Mormorò piano. Le parole amare sulle labbra. Come sale. “ Come fa a
conquistare sempre tutti… come fa … a farsi amare tanto?!”
Non
parlava alla notte, Buffy, e una parte di lei desiderava che Wesley la
sentisse.
Ma
Wesley , immobile a fissare un fantasma, non la udì. E al suo posto, fu la
notte a risponderle.
“L’amore
non si fabbrica, Buffy…”Sussurrò, piano, la notte, e lo fece con la voca di
Angel.” L’amore si dona… o si ispira… e
non si può fare niente… per impedirlo…”
Si
voltò. E lo vide al suo fianco, gi occhi fissi sul suo immobile amico.
E
le parve assurdo… sempre più assurdo…
Essere
lì, con lui… e non provare più quel marasma di emozioni che le aveva scosso il
petto… e ritrovarsi arrabbiata… perché era così… e perché per lui… sembrava una
cosa normale…
“Sei
esperto d’amore, Angel,”Domandò piccata.” o solo di Faith? Perché, se quello
che ha detto il tuo amico è vero, quel che c’era tra noi era … falso…”
“No…”Angel
scosse il capo.” Se era falso quello… allora era falzo vivere… ed era falso…
tutto…
Io…”Distolse
gli occhi. Puntandolesi davanti a se.” Ho passato troppo tempo a… farmi domande
su quel che provavo… su quanto fosse giusto o… normale…
Allora…
a Sunnydale… e poi adesso… dopo aver saputo…
Ore
intere pessate a interrogarmi… quando non potrò mai avere una risposta…
Pensavo
potesse darmela Doyle… e ho sprecato il poco tempo insieme.
Pensavo
che fosse ciò che Spike voleva da me… e ora lui se ne va…
Mi
facevo milioni di domande e non mi accorgevo che …”Sospirò, e Buffy seppe che
non avrebbe finito quella frase.
“io
non voglio più sprecare niente, Buffy…”Disse infatti.” Nemmeno una singola ora.
E
non voglio avvelenare ciò che ho adesso con altre domande.
Ho
ritrovato mio figlio… e non voglio sciupare questa gioia continuando a
tormentarmi mperchè ho amato la donna che è nel suo cuore.., ne chiedendomi
cosa sarebbe accaduto se fossi rimasto a Sunnydale… o quanto avremmo potuto
sconvolgere l’ordine delle cose…
E’
accaduto. E il passato mi tormenta già abbastanza…”
“E’
questo…”Rispose lei lentamente.” Che sono per te, adesso? La ragazza che Spike
ama?
Questo
sono diventata?! Una sua… appendice?!”
Lui
non risponde, e improvvisamente Buffy desiderò colpirlo… e colpirlo… fino ad
ucciderlo…
Perché
Angel poteva avere duecento e rotti anni… ma non aveva mai imparato a mentire.
Strinse
le labbra, movendosi verso l’albergo, e quando lui l’afferrò per il braccio
reagì immediatemnte, divincolandosi e avanzando di un passo.
E
anche se niente nell’atteggiamento di Angel avrebbe potuto suggerire una
minaccia… anche se lei sapeva di essere la Cacciatrice… di essere… la più
forte… dovette stringere forte le dita a pugno, per impedire a un brivido di
attraversarle la schiena.
Perché
ci fu qualcosa nei suoi occhi… una… determinazione nuova o, magari, una… forza…
che non gli conosceva… e che la spaventò. La spaventò davvero.
E
nemmeno quando aveva perso l’anima gli occhi di Angel avevano avuto questo
potere.
“Non
fargli del male, Buffy…”Mormorò piano. Poco più che un sussurro, che forse non
avrebbe nemmeno dovuto udire… ma che non avrebbe potuto non sentire… nemmeno se
lo avesse voluto.
“Tu
hai il potere di rendere molto felici le persone… o di scaraventarle in una
disperazione senza fine…
Non
farlo con lui…”
“Tu
non hai nessun diritto…” Cominciò.
“Sarebbe
meglio che lo lasciassi”L’interruppe.”, piuttosto, ma tu non lo farai.
Io
ti conosco più di quanto ti conosca lui e più di quanto ti conosca tu stessa…
Tu
lo ami… come non amavi Riley Finn… e in un modo in cui non hai mai amato me …
Lo
hai nel sangue…
Dipende
da te fare felici entrambi… o bruciare ogni cosa…”
“Come
ho bruciato quel che c’era fra di noi?!” Lo sfidò, ansando. E fu sorpresa,
quando lui scosse piano la testa. E si chiese disperatamente, quando avesse
smesso di capirlo.
“Spike
è più forte di me, Buffy… lui non si farà annientare… non si chiuderà in una
stanza buia… a tormentarsi…
Si
è già in parte adattato a tuto ciò che ha scoperto… e troverà il modo di
reagire…
Forse…è
questo il suo potere speciale…
Ma
può soffrire…
Il
suo cuore si può spezzare… e la sua anima smarrire…
E
io non voglio…”
“Non
vuoi ora… perché sai che è tuo figlio… me ieri, e una settimana fa… non ti
importava niente di lui… se viveva, se moriva… quanto soffriva…
Credi
davvero di essere tanto meglio di me se ti preoccupi per lui solo ora, che sai
che ha il tuo sangue?!?!
Al
posto tuo non sarei così ipocrita da chiederlo!”
“Sono
un ipocrita… si…”Rispose piano lui. Fisandola con quegli occhi che la stavano
ferendo, come nessun ‘arma avrebbe mai potuto fare… perché niente di ciò che
lei diceva o faceva si rispecchiava più in quegli occhi. Come… se
all’improvviso fra loro si fosse alzato un muro… che niente e nessuo sarebbe
mai riuscito ad abbattere.” E un bugiardo… e un ladro… e un assassimo… cento
volte assassino! Non lo nego e non voglio negarlo!
E
sono probabilmente molto peggio di questo… perché non sono stato in grado di
capire da solo che lui era mio figlio…
Perché
lo amo oggi, e non lo amavo ieri. E perché lo amo per il sangue che ci unisce.
E perché non posso giurarti che se lo avessi frequentato senza sapere chi era…
come… prima… lo avrei amato nello stesso modo…
Ma
sono suo padre, Buffy.
E
non voglio che soffra. “Ansò, mentre continuava, piegato leggermente su di lei.
E solo allora Buffy si accorse che Wesley li guardava. Ma per quanto lo
desiderasse non riuscì a imporsi di agire, e fermare Angel… non riuscì a far altro
che continuare a guardarlo, stordita e sconvolta dalle sue parole.” farò qualunque cosa in mio potere per
impedirlo.
E
non cambierò idea nemmeno se entrerai in casa e gli riferirai ogni cosa,
facendo in modo che mi odi ancor più di quanto forse non mi odia già.
E non lo farò se mi strapperai dal corpo ogni
brandello di pelle!
Io
ti ho amata, Buffy…
Ti
ho amata disperatamente… ti ho amata più della vita e della mia umanità… ti ho
amata…” Abbassò gli occhi, ma solo per un singolo, velocissimo attimo.” Forse
come non amerò mai nessun altro essere al mondo…
Sarei
morto e morirei per te… ogni giorno, e
ogni ora della mia vita…
E
niente al mondo potrà mai cambiare questo…
Ma
brucia mio figlio, Buffy… e saprai cosa vuol dire bruciare!”
Forse
Wesley… o Faith, o qualcuno dei suoi amici avrebbe detto che Angel era molto
più sconvolto di lei per ciò che le aveva detto…
Forse…
avrebbe affermato che lo mostravano il suo volto, e i suoi occhi, e il modo in
cui si allontanò, sparendo nell’albergo…
E
forse Buffy non gli avrebbe creduto… fose si sarebbe scagliata su ognuno di
loro, attaccandolo…
Ma
in quel momento… Wesley la guardava in silenzio… e nessun altro conosceva le
parole di Angel…
Nessun
altro prendeva le difese del vampiro con l’anima… contro una ragazza confusa e
infreddolita…
A
cui avevano appena gettato addosso la fine di un sogno a cui una parte di lei
non aveva mai rinunciato…
Si
portò una mano al volto, coprendosi piano gli occhi.
E
desiderando disperatamente che Faith non si fosse portato via anche Giles…
Desiderando
non essere così sola, per una volta…
E
mentre lo pensava, così improvvisa da farla trasalire, le giunse all’orecchio
la voce di Spike.
“Tutto
bene, amore?!” Mormorò, la mano poggiata allo stipite della porta.
Buffy
sollevò il volto, guardandolo, e per un attimo desiderò dirgli tutto…
riferirgli ogni parola… ferirlo… colpire Angel come lui aveva colpito lei…
E
l’unico motivo per cui non lo fece… furono degli occhi azzurri, penetranti come
strani fari nel buio.
Quelli
di Spike, che la fissavano con un misto di preoccupazione e amore… e quelli di
Wesley, che le bucavano la schiena… trasmettendole la consapevolezza che
qualunque cosa avesse detta, lui l’avrebbe saputa…
“Si…”Mormorò
piano, avanzando verso di lui.” Mi spiace solo che Giles se ne sia andato…”
Vide
Spike allungare una mano per sfiorarla, e un moto infinito di avvilimento le
prese il cuore, quando la lasciò andare…
E
si chise, per la prima volta… se fosse stata veramente lei … a creare tutto
questo…
“Ah…”Le
sorrise, seguendola nella hall.” Non resisterà un altro mese lontano da
Sunnydale… l’Inghilterra è di gran lunga troppo noiosa per un finto- calmo come
lui!!
E
se proprio non torna… posso sempre dirgli che ti sto trattando male… mi ha
ripetuto un ‘infinità di volte che se ti faccio del male mi ridurrà il più
brutto mucchietto di cenere di tutta la costa!”
Le
sorrise, ma Buffy non rispose, incrociando, davanti a lei, gli occhi di Angel.
Voleva
andarsene da qual posto.
Il
più presto possibile.
Solo
dopo lunghi minuti, in cui tutti cominciarono a prepararsi per la partenza, si
rese conto che Wesley non era ancora tornato.
Spike
non poteva esserne certo, ma aveva l’impressione che tra Buffy e Angel fose
successo qualcosa. E qualcosa di non piacevole.
Lo
gridavano gli occhi di lui, all’improvviso velati, scuri, e che eppure non
sfuggivano ai suoi, come avrebbero fatto se si fosse vergognato di qualcosa.
E
tutto l’atteggiamento di lei, ogni suo movimento… per ringhiargli, quasi, che
era arrabbiata. Molto arrabbiata.
Anche
se cercava di trattenersi.
E
se Buffy cercava di trattenersi… doveva essere qualcosa di importante…
Li
conosceva. E li capiva entrambi.
E
aveva passato lunghi minuti, lottando con se stesso, per decidere se
affrontarli o meno, chiedendo loro spiegazioni. Chiedendo loro se avessero
discusso per causa sua.
Ma
avea paura… che lo avessero fatto… e aveva paura di ciò che avrebbe fatto lui e
s lo avesse scoperto…
Aveva
chiesto ad Angel di non ingerirsi nella sua vita… ma sepave che lui, al posto
lui, lo avrebbe fatto. E forse per questo provava così tanta rabbia.
Perché
si rendeva conto che se lo capiva così bene… era perché gli somigliava tanto…
E
forse era per questo che, alla fine, non aveva chiesto. E che aveva deciso di
ingoiarsi il suo dubbio.
Dopotutto…
sarebbe partito così presto…
Deglutì,
chiedendosi come avessero fatto a riunire così in fretta la loro roba… ma c’era
così poco da riunire…
“Pare
che Buffy abbia una gran fretta di andarsene…”Mormorò piano una voce.
E
Spike rispose, voltandosi per incrociare gli occhi azzurri, incredibili, di
Kate.
“E
a te”La schernì.” La cosa da molto fastidio, vero?!”
Lei
sorrise, le mano infilate nelle tasche posteriori dei jeans puliti che le erano
stati portati da casa e la camicia, enorme , di Angel, che le scendeva
leggermente su una spalla, scoprendola. E strappando un sorriso anche a Spike.
Quella
donna aveva una carica di sensualità da far paura… e riusciva a sembrare un
gattino sperduto per le strade di una grande, brutta città…
Probabilmente
non aveva nemmeno idea di quanto fosse bella.
“Mi
dispiace che vada via tu…”Gli rispose, sinceramente.” Perché Angel ci
soffrirà…”
“Angel
soffre sempre…” Scosse le spalle, fingendo indifferenza.
“Mm…
allora… dovrei pensare che te ne vai
così in fretta… solo perché lui non sia troppo felice?!”
“Certo!
Lo faccio per te!”
“Un
vampiro filantropo!”
“Un
vampiro sessuoname! Con una parte di cuore che sanguina per il virgulto lontano
non correrà il rischio di perdere l’anima nemmeno se voi…”
“Spike…”Lo
ammonì, trattenendo un sorriso.
“Se
lui…”
“Spike!”
“Se
tu…”
“Smettila!”
“puzzerai
come il più grande…”
“Spiantala!”
Esclamò, scoppiando a ridere e premendogli entrambe le mani sulla bocca.
Spike
indietreggiò, prendendola per la vita e ridendo insieme a lei, e solo dopo un
attimo si accorse dello sguardo corrucciato di Buffy.
“Odia
me…”Commentò Kate.” Ed è gelosa di te…
MI
sembra… perfetto…”
“Mm…
purchè non mi costi un bel pugno sul naso…”
“Bè…
tu impediscile di dartelo! Sei un vampiro, hai dei bei riflessi.
Usali.”
Spike
schiuse le labbra per risponderle, ma si fermò dopo un attimo, aggrottando
invece la fronte e guardandola.
“Kate…”Mormorò.”
Tu sei una donna bellissima, io un uomo… perché invece di provare a portarti a
letto ti sto trattando come il mio vecchio amico Bryan?!”
Stavolta
fu lei ad aggrottare la fronte.
“Bè…
finirti fra le braccia grondante sangue, partecipare a una rissa e svenirti
addosso seminuda crea una certa intimità… e poi… io … e te… a letto…?”
Si
guardarono per un attimo. Un piccolo, singolo attimo, prima di scoppiare
entrambi in un riso irrefrenabile.
Che
fece sembrare lei una bambina e sentire lui leggero… e libero…
Così…
umano.
Eppure,
Spike non era umano, e se ricordò quando gli giunse violento alle narici
l’odore del sangue, e smettendo di ridere vide il liquido rosso colare dalle
mani che Kate teneva contro la bocca.
“Kate…
“La chiamò, posandole una mano sulla spalla, mentre lei scoteva piano il capo,
allontanando le mani dal viso.
“Non
è niente…”Mormorò, abbozzando un sorriso.” Non preoccuparti…”
“Mm…
ci mancherebbe anche che mi preoccupi per te!” Mugugnò.” Se non ti conosco
neanche! Mi hai preso per il Buon Samaritano?!?!”
Kate
tossì ancora, e stavolta l’afferrò più saldamente, tenendola fino a che Wesley
non le fu accanto.
“Che
succede?!” Domandò, preoccupato.
“niente…”Di
nuovo, Kate scosse la mano, imbarazzata.” È passata… ce l’avevo… in gola…”
Si
allontanò, scomparendo nel bagno, e un attimo dopo Spike sentì scorrere l’acqua.
“Dovrebbe
stare a riposo… “ Mormorò cupamente Wesley. “Era troppo vicina a Sanjhain… ha
ricevuto l’onda in pieno… potrebbe anche essere stata più danneggiata delle
altre… “
Spike
strinse leggermente le labbra, annuendo.
Erano
tutti accorsi lì vicino… Wesley, Tara, persino Buffy… e forse fu per questo…
per istinto o perché era un malfidato di natura… o solo… perché così doveva
essere… che Spike cercò con gli occhi l’unico che invece non c’era… e lo trovò
appoggiato alla parete di fronte a lui, accanto all’ascensore, con gli occhi
rossi fissi alle sue spalle… verso il bagno…
Verso
Kate…
E
Spike stava per avanzare, e chiedere senza mezze misure a Lorne il perché di
quel volto serio, quando sentì i passi di Angel sulle scale, e, sollevato il
volto, lo vide scendere, un ‘espressione preoccupata che le bruciature ancora
visibili non riuscivano a mascherare.
“Kate…”
Chiamò, cercandola. E, quando la ragazza uscì dal bagno alle sue spalle, a
Spike parve quasi che lui riuscisse a camminare meglio, come se un peso enorme
gli fosse stato tolto dalle spalle.
“Stai
bene?!” Esclamò, raggiungendola.” Ho sentito l’odore del tuo sangue…”
“Dal
secondo piano!” Scoppiò Cordelia, fissando dall’uno all’altra con un
‘espressione incredula sul volto.” Hai un naso da far paura!! Non ti funzionerà
anche per il petrolio, magari?!?!”
Spike
sorrise, allungando leggermente la mano e sfiorando con un dito il segno sul
collo di Kate, che lo lasciò fare.
“E’
questo, bellezza…” Commentò.” Potrebbe essere all’equatore e tagliarsi un dito
con della carta… e lo sentirebbe lo
stesso… questo… e un altro paio di altre cosette…”
“ohhh…”Cordelia
sgranò gli occhi.” È… imbarazzante!!!” Esclamò, allentandosi, seguita un attimo
dopo da Wesley.
Lasciando
Angel ad aggrottare la fronte, lontano anni luce dal capire.
“Lascia
perdere…” Sbottò Spike, sorridendo dell’imbarazzo che si era dipinto anche sul
volto di Kate.” Ti farà un disegnino…”
“Spike,
piantala!” Esclamò lei, piantandogli letteralmente sullo stomaco un asciugamano
azzurro.” Tieni, pulisciti le mani, e magari anche la bocca!!”
Di
nuovo, Spike sogghignò, e stavolta furono le parole di Buffy ad attrarre la sua
attenzione.
“Le
tue mani…”Sussurrò. “ grondano… del suo sangue… Drusilla… lo aveva previsto…”
Spike
abassò gli occhi, deglutendo piano alla vista delle macchie sulla sua pelle
chiara.
Certo…
e loro avevano subito pensato…
E
del resto… cos’ altro si aspettava…
Strofinò
forte la spugna, sapendo bene che il sangue non sarebbe venuto via, e poi la
ripassò a Kate, apparentemente incurante delle parole di Buffy.
“Mi
raccomando, dolcezza…” Ghignò.” Non me lo rendere troppo felice!!”
Si
allontanò, e la sentì mormorare piano…
così piano che solamente lui ed Angel avrebbero potuto udirla:” E tu prenditi
cura di te stesso…”
“Si,
mamma…” Rispose a fior di labbra.
Più
tardi… più vecchio di non molti minuti, la fissò parlare con Angel, che le
teneva piano un polso fra le dita, chiedendosi ancora una volta che cosa mai
potessero avere in comune uno stupido
vampiro ossigenato ed un ‘ex poliziotta…
“Che
cosa hai visto?!” Chiese, tirando fuori le sigarette ed il suo zippo. E il fumo
era acre, amaro nella sua bocca e nel naso, che ancora sembrava bruciare per
l’odore del sangue di Kate.
Accanto
a lui, ancora appoggiato alla stessa, identica parete, Lorne battè piano le
palpebre, senza muovere per il resto neanche un muscolo.
“Dove?!”
Domandò, troppo serio per la sua domanda.
“Dove
stai guardando anche adsso, finocchio(?)!!”
Fnalmente,
Lorne di stolse gli occhi, fissandoli su di lui.
“Spero…”Cominciò
piccato.” Che il riferimento fosse al colore della pelle!”
“Che
cosa hai visto nel futuro di Kate?!”
“mm…”Storse
le labbra.” Dovrebbe cantare perché possa vedere qualcosa di chiaro… così…
cosa
vuoi che possa leggere…”
“Okay,
diciamo a Angel che gli fissavi la ragazza per interesse personale!”
“…
e del resto… a volte… ci sono immagini così forti che anche volendo… “
“Cirano,
cosa?!” Esclamò, lottando per tener basso il tono.
Finalmente,
lorne sospirò, abbassando per un attimo gli occhi.
E
quando li rialzò Spike ebbe la netta sensazione che non gli sarebbe piaciuto
affatto ciò che avrebbe udito.
“Dolore…”Mormorò
infatti.” Molto… “
“E
ti pareva… “Ringhiò.
“Un
dolore lancinante… viscerale… come… il dolore di un parto…”
“Ancora?!”
Urlò quasi lui, voltandosi a bocca spalancata. “ Vuoi dire che …”
“Non
ci penso neanche…”
“Ma
potrebbe…”
“Non
lo so!”
“Lui
o lei…”
“Mi
hai preso per un ostetrico?!?!”
“Ma
se hai appena…”
“Io
ho visto il dolore, nessuna creaturina polemica!”
“Senti…”
“Magari
si romperà una gamba!”
“Non
è questo che credi!”
“Vorresti
un fratellino o una sorellina?!”
Spike
si girò, lottando disperamene con la sua mascella, spalancata e con ogni
probabilità fratturata per sempre.
Mentre
gli occhi, per l’ennesima volta, tornavano sulla coppia davanti a lui.
“Ma
diamine…”Soffiò. “ ha duecentocinquant’anni… spiegategli cos’è il sesso sicuro!”
Forse
per caso, o forse per intuito, ma fin da quando tutto aveva avuto inizio, Kate
aveva saputo… che i saluti sarebbero stati rapidi… e dolorosi…
Che
all’improvviso la porta dell’Hyperion si sarebbe aperta, e tutti sarebbero
usciti… come erano entrati…
Lasciando
in quell’albergo molto più di quel che all’inizio non ci fosse, e portando via
molto più di quanto si potesse credere…
Si
guardò intorno, nella grande hall, e fu solo un momento. Prima di seguire gli
altri all’esterno, in quella notte senza demoni… perché i demoni della città,
quella sera, erano ancora a leccarsi le ferite…
Solo
un momento, per stupirsi di come tutto sembrasse esattamente lo stesso di
quando aveva varcato quella stassa porta, due gironi prima, col cuore pieno di
pena… e tutto il dsangue nelle sue vene…
E
di come, invece tutto fosse diverso… così… incredibilmente… diverso…
C’era
un ‘auto… una vecchia Ford all’esterno… e le capitò di pensare che doveva
essere gradevole da guidare, in una sera senza nuvole, mentre il vento le
portava alle narici un odore di pioggia appena accennato, come quello che la
carezzava quella notte.
O
chiudere gli occhi, mentre qualcun ‘altro guidava… come accedava quando era
bambina… e si addormentava sulle gambe di sua madre…
E
le accadde di chiedersi… se Spike fosse consapevole che si appoggiava alla
carrozzeria nello stesso, identico modo in cui lo faceva Angel… o che aveva
reagito come lui… esattamente come lui… là sotto… quella notte… con un grido
che era stato come un ‘eco più profondo di quello di lui…
Le
capitò di chidersi se si rendeva conto di quanto gli somigliasse in così tanti
gesti… almeno quant’ era differente da lui per l’aspetto…
E
le sarebbe piaciuto domandargli se incrociava le braccia per difendersi quando
era nervoso, o si appoggiava alla poltrona con il capo leggermente inclinato
all’indietro…
E
le sarebbe piaciuto chiedergli di non andare via…
Di
non lasciarlo, ancora per un po’…
Almeno
fino a che non fosse guarito…
Di
vegliare su di lui… come aveva fatto, credendo che lei non lo vedesse, mentre
giacevano entrambi nello stesso letto…
Perché
in quel momento l’espressione di Angel era così affranta, e c’erano lacrime così
trasparenti nei suoi occhi, che sembrava lui il più debole… il bambino da
stringere, e proteggere…
Avrebbe
voluto… o forse dovuto dire così tante cose… ma Angel le aveva detto… e quella
partenza era così veloce…
Come
lei aveva saputo fin da principio…
Per
intuito… o per caso, forse…
Sfuggente…
come acqua fra le dita…
Come
gli occhi di Buffy, che non vollero incontrare quelli di Angel…
E
leggera, come il sorriso dolce di Tara… che le stringeva le mani e le diceva
che era stata felice di conoscerla… anche se in tutto non l’aveva vista che
poche ore…
“E
io sono contenta…”Le rispose sorridendo.” Che con la tua amica si sia chiarito
tutto…”
Tara sorise a sua volta, radiosa.
“C…
ci sono ancora dei problemi…”Mormorò.” Ma abbiamo parlato tanto… e quando sarò
tornata parleremo ancora…
Capisci
così tante cose… quando rischi di perdere tutto…”
Silenziosamente,
Kate annuì.
E
silenziosamente fissò Spike.
E
si chiese cosa avrebbe fatto… e detto…
E
cosa Angel avrebbe risposto…
Fino
a che non seppe… che Spike non avrebbe detto… ne fatto niente…
E
un attimo dopo lo vide muoversi, con le labbra strette in una linea sottile… e
montare in macchina…
Mentre
Cordelia, sconvolta, mugugnava qualcosa…
E
lei si voltava a guardare Angel.
Il
suo volto, che all’apparenza non era mutato di una virgola… e che le spezzava
il cuore.
Partì.
E
anche quello fu veloce.
Troppo…
troppo veloce…
Appena
il tempo di accendere un motore…
Senza
voltarsi indietro un attimo.
Senza
fermarsi sul ciglio di una strada, il tempo per un rapido abbraccio… come
sarebbe accaduto in un film…
Lasciando
Angel a guardarlo in silenzio… con quella stessa, identica espressione sul
volto.
E
nemmeo la forza di versare una lacrima.
Dolcemente,
Kate lo prese per un braccio, appoggiandogli il capo alla testa mentre lo
conduceva nuovamente all’albergo.
Desiderando
solo poter tornare nella loro stanza.
E
sentirlo addormentare fra le braccia.
Col
dolore fori dalla porta del suo cuore.
Mentre
sapeva che il dolore non sarebbe mai stato fuori da quella porta… fino a che
Spike non avesse ripercorso all’indietro la strada che lo aveva rapito.
Se
n’era andato senza una parola… senza un arrivederci… e Kate sperava solo… che Angel avesse fatto
in tempo a guardare i suoi occhi, e a capire… da quelli…
Cercò
i suoi occhi, e lui cercò persino di sorriderle.
E
Kate si innamorò di nuovo.
“Angel…”Li
accolse Wes, abbassando il telefono, con lo sguardo che gli brillava di gioia. “Cordelia, era
Fred…
Gunn
è uscito dal coma… pare… “Sorrise.” Non c’è più pericolo…”
“Ah,
“Urlò Cordelia, voltandosi per abbracciare Angel.” È meraviglioso! E’… è
splendido!!”
Kate
lo vide rispondere al suo abbraccio, e non fu gelosa, nonostante quel che lui
stesso le aveva raccontato.
In
quel momento, avrebbe potuto assistere a un abbraccio dato due anni prima…
all’abbraccio di un fratello e una sorella… e non avrebbe mai potuto essere
gelosa… di quello…
“Dio…”Mormorò
Angel.” Si… dobbiamo… dobbiamo andare all’ospedale…”
“Si!”
Rispose Cordelia, saltando letteralmente via dalle sue braccia.” Dobbiamo…
“noi”… dobbiamo andare all’ospedale!! Tu non ti muovi di qui!!”
“Cordleia…”
Angel
sorrise, allargando leggermente le braccia. Ma la ragazza non aveva intenzione
di fargli aggiungere nemmeno una parola.
“Cordelia
niente! “ Lo stoppò. “ Non sei in condizione di andartene in giro! Non ti reggi
nemmeno in piedi, dovremmo star li tutto il tempo a sorreggerti, col rischio di
gravi danni fisici!! No, non se ne parla nemmeno! E resta qui anche lei!”
Continuò indicando Kate.” Non voglio gente svenevole e donne che sputano sangue
sul pavimento! “
“Cordelia…”Riprovò
lui.
“Niente!
Voi restate a casa, vi riposate, guarite e non rompete le scatole con la vostra
mania di protagonismo!! Ci manca anche che tu ti dia fuoco nella corsia dell’ospedale
per salvare un portantino dall’artrosi!”
“Kate!”
“Ha
ragione…”Commentò lei, incrociando le braccia sul petto.
Angel
la guardò con uno sguardo afflitto negli occhi dolcissimi, così avvilito che le
venne voglia di abbracciarlo.
“Ma
io devo… delle scuse…”Tentò debolmente.” A Gunn…”
“Bene!
Come a tutto il resto dell’universo!! Avanti…” Sbottò Cordelia, afferrando dal
divano la giacca di Wesley e tirandola all’uomo.” Tu, viceversa vieni con me,
esci!! Un altro po’ e ti crescerà la barba per la depressione! Forza! March!”
“Cordelia…”
“Silenzio!”
“Cordelia,
il capo sarei io!”
“Okay,
sei il capo!” Cordelia sollevò le sopracciglia.” Ma questo non vuol mica dire
che comandi tu!”
Si
avviò alla porta, mentre Wes la fissava a bocca a aperta, e Lorne si affettava
a seguirla, mormorando con un sorriso: “Non so se mi voglia, ma non potrei
neanche reggervi il moccolo, con le braccia così…”
“Wesley!!!!!!!!”Chiamò
di nuovo la ragazza, tenendo aperta la porta.
Col
risultato di far ergere Wes in tutta la sua altezza, e sfoderare un’espressione
offesa.
“Cordelia!”
Esclamò, camminando verso di lei.” Ti ricordo che sono un uomo adulto,
perfettamente in grado di sapere cosìè meglio per lui… “
“Cordelia…”Si
aggiunse Angel.” Vorrei che dicessi a Gunn…”
“
Non che non voglia andare in ospedale…” Continuava intanto l’altro.” Ma è il
tuo tono che non mi pare opportuno…”
Kate
sorrise, scotendo piano la testa, e lentamente raggiunse la porta finestra, che
per tutto il tempo era rimasta aperta.
Chiuse
gli occhi, mentre usciva nel guardino, lasciando che le i mille odori della
notte le carezzassero i sensi.
E
perdendosi in quello potente, meraviglioso, della pioggia che arrivava…
Presto…
E
poteva sentirlo dentro, più di quanto non fosse mai accaduto pirma…
Ora…
Guardò
in alto, mentre la prima goccia le bagnava il volto.
E
lei sorrise ancora, e ancora, il cuore che le batteva forte in petto,
assordandola…
E
la voglia assurda, irrazionale, di mettersi a urlare.
Era
finita…
Forse…
non per sempre…
Certamente…
non per sempre…
Ci sarebbero stati presto nuovi nemici… e nuovi
pericoli… e nuovo dolore…
Ma
per stavolta… almeno… era finita…
E
ne era così certa da averne paura…
Anche
se per la prima volta, da cos’ tanto tempo, trovava in se stessa la forza di
scacciarla quella paura…
Mentre
la pioggia le cadeva sul volto.
Pulendole
l’anima da tutto il tormento e il dolore degli ultimi giorni…
Da
tutte le domande…
E
l’incertezza…
Come…
come un anno prima aveva fatto l’acqua pura che sprizzava da una doccia…
Sentì
i rivoli freddi che le colavano lungo il corpo, e la stoffa della camicia appiccicarlesi addosso… e si sentì leggera… e
in pace … con la pioggi che l’accecava e le schizzava nel naso, e fra le labbra
semiaperte.
E
si sentì felice… come non le era mai accaduto… quando avvertì le mani di Angel
cingerle la vita, e incontrò i suoi occhi… scuri… intensi… che le fecero credere di poter volare…
Lo
baciò, mentre la pioggia li inzuppava entrambi. E mentre a entrambi non
importava…
Mentre
entrambi si beavano di quell’acqua sulla pelle e nell’anima…
Vicini…
più vicini di quando fossero stati quando avevano fatto l’amore…
Kate
gli sfiorò il volto, toccando la pelle martoriata dalle bruciature, e
sollevando la testa per baciargli la fronte, e la guancia piagate.
“Ti
amo…”Sussurrò Angel. Guardandola. Stringendola più forte fra le braccia. E
voltando il capo per baciarla lui questa volta. Con una passione che era più
forte della pioggia, e del battito forsennato del cuore di Kate.
Quasi
la sollevò da terra, come se avesse all’improviso recuperato tutte le sue
forze. Continuando a baciarla. Mentre la pioggia continuava a cadere.
E
qualunque pensiero razionale scompariva dalla mente di Kate, sostituito da
quella luce e quel calore che la illuminavano dentro… fino ad accecarla…
Per
ritornare solo quando interruppero il bacio… e non avrebbe saputo dire chi dei
due fosse stato per prmo…
“Lo
sai…”Mormorò sulla sua bocca, mentre lui, fradicio e leggermente ansante, le
teneva la fronte premuta sulla sua . “ che giorno è oggi?!”
Pensava…
non si era illusa nemmeno per un momento che lui se ne ricordasse…
E
invece lo vide sorridere… come un ragazzo che avesse appena preso in fallo una
compagna più grande e saggia. E adorò quel sorriso… come lo aveva adorato tette
le rare volte che lui le aveva permesso di scorgerlo.
“se
potessi tornare indietro…” Le mormorò lui dolcemente, carezaandole con la bocca
la pelle dell’orecchio. “ Ti stenderei sul pavimento di quel bagno…”
“Mm…
“Kate voltò la testa, assaggiando le sue labbra.” Se potessi tornare indietro…
ti costringerei a farlo…”
Si
sorrisero. Come i due bambini che non erano statai.
E
un attimo lui la baciò di nuovo, e la strinse a se in un abbraccio che era
tutto ciò che Kate voleva dalla vita.
Che
era il suo amore e la sua speranza. E parlava di una confidenza nuova, o
antichissima… ma che solo ora, entrambi, avevano trovato il coraggio di
ammettere…
Lo
tenne stretto, baciandogli la nuca.
Accarezzandogli
i capelli come a un bambino .
Mentre
la pioggia, profumata e frusciante, continuava a cadere su di loro…
“Andrà
tutto bene…” Mormorò dolcemente. E a ogni parola lui la stringeva più forte.”
Andrà tutto bene…”
Epilogo
Era
difficile pensare ad un solo motivo per cui Spike non dovesse essere felice.
Era
difficile immaginare una ragione, se non che era un idiota, ancora più idiota
di quanto avesse pensato!
Era
difficile… addirittura assurdo… con Buffy che dormiva accanto a lui, la mano
appoggiata alla sua spalla. Nel suo letto… nella sua casa… affitata con il suo…
gli pareva ancora impossibile crederci… lavoro…
Era
assurdo, quando aveva passato gli ultimi sei mesi della sua esistenza a dare un
senso a quel che aveva attorno… a cercare un eliquilibrio… ed era ancora più
assurdo… se pensava che quell’equilibrio, lui lo aveva trovato…
Faticando,
lottando, strappando con i denti e le unghie… ma lo aveva fatto…
Durante
le notti passete a girovagare per le strede buie di Sunnydale, sapendo che il
chip che lo menomava non funzionava più… e tendendo ognuno dei suoi sensi… per
cercare il suono di un lamento, o l’afflato di un rivolo di sangue… e chiudere
gli occhi… per capire che cosa ogni suono, ogni odore, ogni immagine suscitava
in lui.
Senza
più scacciare tutto ciò che gli pareva ridicolo, o contronatura.. perché non
esisteva nell’universo un altro essere con la sua stessa natura… non esisteva
nell’universo una legge che andasse bene per lui…
Perché
la legge di Spike… doveva scriverla Spike…
Durante
le giornate con gli altri, inclinando leggermente di lato la testa, quando
Xander Harris se ne usciva con un ‘altra delle sue sagaci battute su quanto
fosse animalesco e privo di umanità… e scoprendosi a ridere dentro, quando
poche settimane prima avrebbe solo voluto avere il suo collo fra le mani…
E
poi quando faceva l’amore con Buffy… e scopriva una dolcezza che non aveva mai
avuto… e si chiedeva quanta fosse veramente per lui… e quanta per l’essere con
l’anima che da così poco era apparso nella sua vita …
Incerto
se arrabbiarsi, o tenersi stretto ciò che aveva…
E
dopo… durante il tempo trascorso a pensare… nelle ore insonni in cui la teneva
fra le braccia…
E
all’improvviso si chiedeva che cosa volesse, lui, per la sua vita… e per il suo
futuro… chi volesse essere… e come volesse vivere… quando aveva pensato che
tutto ciò che di desiderabile esisteva al mondo cominciasse e finisse fra le
braccia della Cacciatrice…
E
forse era davvero il patetico pazzo che a volte, ancora, si reputava… o il
bastardo senza dignità gridato da Xander quella prima volta, cinque mesi prima…
quando alla proposta di un compenso da parte di quella bella donna… salvata per
caso da un demone… aveva detto si…
Perché
per lui non ci poteva essere un posto in banca o alla cassa di un supermercato…
Perché
la natura di Spike gli dava poco da scegliere…
Ma
quella stessa, strana natura… Faceva si che non volese più rubare…
Perché
il giorno del compleanno di Dawn fossero puliti i soldi con cui le aveva
comprato un regalo…
O
perché qualcuno… a Los Angeles… non sentisse parlare di Spike come di un ladro…
E
adesso quel cellulare su cui Buffy lo aveva cercato così tante volte, per
trattarlo come una cosa sua, lo usava per farsi cercare dalla gente… dai suoi…
clienti… che liberava da quelle strane,
fastidiose creature che infestavano Sunnydale di notte…
E
aveva una casa… dove vedere Buffy… con ‘un’ assurda porta rossa che sarebbe
stata la delizia di Lorne…
E
adesso quando Giles telefonava, quasi non sembrava più che lo volesse bruciare
su una graticola…
E
Buffy… quella sera… gli aveva chiesto di andare a vivere con lei…
Con
Down… come una famiglia… nella casa che era stata di Joyce…
Avrebbe…
avrebbe voluto piangere, Spike…
E
invece, quel bastardo di Connor Malhaide… o forse era William Appleton… non
poteva saperlo… si era messo a bussare a quell’altra carogna della sua anima…
E
lui aveva risposto di no…
Perché
se davvero voleva… doveva essere lei a portare sua sorella da Spike… se davvero
voleva stare con lui… così… allora doveva essere una scelta… e non sembrare una
concessione…
Perché
non era più il tempo dei sotterfugi e non lo sarebbe mai più stato…
Perché
Spike non sarebbe mai più stato quello Spike…
Avevano
litigato… ed erano scese su loro parole di veleno… ma nemmeno quello era più
come una volta…
Come
Spike non lo era più… ne la sua vita… ne ciò che gli altri pensavano di lui…
Solo…
solo Buffy era sempre la stessa…
Eppure,
prima di addormentarsi fra le sue braccia… quella identica Buffy… gli aveva
detto che lo amava…
Lasciandolo
a voltare la testa, perché non vedesse la lacrima che gli scivolava sul
cuscino.
E
avrebbe dovuto essere felice adesso… non c’era… no, non c’era più una ragione
al mondo per cui non lo dovesse essere…
Eppure…
non ci riusciva…
Nemmeno
con l’eco delle parole di Buffy nelle orecchia e nel cuore, riusciva a far tacere quel vuoto che sentiva dentro…
Quella
sensazione di freddo… sottile… minuscola… nascosta , solitamente, o soffocata
dalla vita… dall’amore… dall’azione… ma che tornava semrpe… ogni volta che
chiudeva gli occhi per riposare…o smetteva di pensare…
Ogni
volta che baciava la ragazza… o sedeva da solo nella sua casa…
Come…
se mancasse qualcosa… un pezzo… alla sua anima…
E
quel buco, dove esso mancava.. gli faceva male… e gli faceva sembrare che tutto
il resto fosse inutile… solo… una bugia… una sciocca messa in scena…
Da
parte di un vigliacco, che non aveva ancora avuto il coraggio di accettare se
stesso…
Sollevò
il braccio, e un attimo dopo si mise a sedere, fissando il suo polso, e il
braccialetto a maglia spessa che portava.
Fissando
il piccolo pendente a forma di timone, che sei mesi prima aveva messo in tasca…
in un ‘altra giornata di pioggia…
Senza bisogno di luce per vederlo… ne per
leggere le parole incise sul metallo…
Come
non avrebbe avuto bisogno… persino se non fosse stato un vampiro…
Le
aveva lette troppe volte… incidendo nella sua memoria ogni curva, ogni carattere
… e ripetendole, a volte, nella sua mente, quando le cose sembravano
precipitare, e ancora e ancora, Spike tornava chiedersi chi fosse.
Si
alzò, vestendosi in fretta e in silenzio.
Anche
se sapeva di aver svegliato Buffy.
E
poteva sentire i suoi occhi accendergli di fuoco la schinea.
Sapeva…
che non gli avrebbe chiesto nulla… e sapeva che luii non si sarebbe voltatao
per spiegare…
Era
sempre la stessa, identica Buffy… ma lui non era più quello Spike…
Si
voltò a guardarla, incontrando i suoi occhi.
Ripetendosi
che non doveva chinarsi, e ritrovandosi a farlo… per cercare le sue labbra e
sistemarle il lenzuolo sulle spalle.
Prima
di uscire dalla stanza. Senza una parola.
Come
sei mesi prima era partito da Los Angeles.
Non
era venuto… come aveva promesso…
Come
aveva promesso aveva consentito a Spike di fare le sue scelte… e di pensare…
senza immaginare, probabilmente, che quai pensieri lo avrebbero un giorno
ricondotto a lui…
Non
era venuto… e a volte Spike si era ritrovato a odiarlo per questo… e a chiedersi
se non lo avese già scordato…
E
a chiedersi se non fosse stato ucciso… e a provare paura…
Un
tipo di paura diverso da qualsiasi cosa al mondo avesse mai sperimentato… fino
a che una telefonata di Giles, o Tara, o un commento, fatto per caso, fugava quel
terrore ch non era mai giunto a fargli prendere un telefono in mano.
Raddrizzò
la sua moto nera, sollevando la testa per aspirare la pioggia.
Ripensando
a quante volte aveva pensato di farlo. E non lo aveva fatto.
Odiandosi
per la sua codardia.
Ma
ora no… ora aveva bisogno di sapere chi era.
Ora…
non ce la faceva più a stare sena vederlo…
Piegò
il pugno, e mentre montava strinse fra le dita il timone di oro, così forte che
per l’ennesima volta gli si incisero nella carne quelle parole che conosceva a
memoria…
E
che per quel breve viaggio continuarono a sfrecciargli nel cervello, più veloci
della moto che portava…
“A
Connor, perché possa seguire sempre la rotta che hai scelto. Con tutto l’amore
del mondo, papà.”
Spike
inclinò il capo di lato. La fronte aggrottata, le labbra dischiuse, gli occhi
leggermente dilatati per la sorpresa.
Così
sconvolto da ciò che stava accadendo proprio davant ai suoi occhi che qualunque
parola svanì dalla sua mente, e lui rimase lì, immobile, impalato sulla soglia
della stanza.
L’unica
reazione razionale del suo corpo, quella che gli consentiva di restare in piedi
anziché stramazzare per terra.
Letteralmente
paralizzato.
Perché
in centovent’anni di esistenza e di sregolatezza da vampiro non aveva mai
assistito ad una scena simile.
“Avanti!”
Esclamò Lorne, che sembrava non rendersi
conto di quanto sconvolgente potesse essere il suo atteggiamento. “Non
hai mai visto un affascinante, elegante gentleman che… stira?!”
Sospirò,
appoggiando il ferro su una incedibile asse foderata di panno bianco a “mele”
rosse, e tirando su una giacca dello stesso, identico, rosso delle mele.
Mentre
Spike, non aveva idea con quale forza, riusciva a liberarsi dalla paresi.
“Posso
avere una vodka?!”
Ansò.”
O, in alternativa.,.. un paletto…?!”
“Povero
little-Connor! Anche da bambino eri tanto sensibile…”
“Ho
cambiato idea… Datemi un ‘ascia!”
Lorne
sorrise, scotendo il capo e mettendo da parte l’asse, per poi erompere in un
micidiale” Buonasera!” , che ebbe il potere di farlo sobbalzare.
“Era
ora che ti facessi vivo!
Ormai
Angel ci ha fatti tutti influenzare a forza di sospiri!!
Sarà
felice di vederti così in forma!
“A
te pare?!” Spike storse le labbra, entrando nella camera.
Per
un attimo gli corsero in gola risposte così caustiche da ustionare un
mangiatore di fuoco.
Eppure,
finì con l’appoggiarsi alla perete, abbassando per un attimo gli occhi.
“A
me sembra di avere una palla da Football al posto della testa… e che sia una
partita molto, molto lunga…”
“mm…”Lorne
aprì con una mano un cassetto dell’armadio , deponendoci dentro le camicie
stirate.” Sai, Connor, una volta… oramai è un anno… mi è stata detta una cosa…
una cosa che io non volevo accettare… anche se sapevo che era vera.
Una
cosa che sono stato costretto ad accettare… e ci ho quasi rimesso la testa…”
“Lorne,
taglia la parte della favola e vieni al dunque!”
“Il
dunque…”Sospirò l’altro.” È che non troverai mai il tuo equilibrio, e la tua
strada, se prima non affronti il tuo passato…”
Spike
roteò la testa, mugugnando sonoramente.
“Mmmmmm…
ho perso Dru e ho trovato te !”
“Solo
che lei…” Lo interruppe Lorne.” Ha degli occhi di gran lunga più belli!”
Spike
sorrise, riprendendosi però in un attimo.
“Solo
perché tu lo sappia… non sono qui per vedere Angel!!”
“No?!
Vuoi che ti stiri la camicia?!”
“Passavo
per caso!”
“Ahhhh…”
“E
comunque, anche se fosse… e non è… avrei fatto un viaggio a vuoto… perché lui
non è nemmeno in casa!”
“E
tu come lo sai?!?!”
Spike
non rispose, cercando di assumere un ‘espressione feroce. Che non parve
impressionare l’altro per niente.
“Non
sei venuto qui per lui…”Mormorò piano.” Ma sei pasato prima dalla sua stanza…
guarda… che potrei offendermi…”
“Guarda…
che potrei ammazzarti!”
“Me?!?!”
Lorne sollevò le sopracciglia, in uno sguardo di puro stupore.” Ma se sono
l’unico con cui ti senti a tuo agio?!?! E non di disturbare a dirlo… perché se
ti interessa saperlo… non ti sffatto leggendo l’anima… servono solo gli occhi,
per vedere certe cose…”
Per
un attimo, Spike pensò di controbattere
con una frase tagliente… per un atimo, pensò di negare… ma dopotutto… a
che cosa sarebbe servito…
“Il
vero casino…” Soffiò con un sospiro.” È che è pure vero…
Avanti…”Si
arrese.” Dov’è lui?!?!”
“Oh,”Rispose
Lorne, agitando un polso.” A casa di Kate, suppongo…
Uscivano
insieme.
Due
giorni fa si è fatta un po’ di baldoria, sai, una banda di vampiri raminghi che
cercava di organizzare in una sorta di mafia il demoname cittadino… e così
questa era la prima serata di quiete dopo quai un mese…”
“Non
dirmi!” Esclamò Spike, che già stava voltandosi verso la porta.” Mi sono perso
la festa!”
“Tuo
padre sarà lieto di vederti, Connor!” Gli gridò dietro Lorne.” Va pure a
incunearti fra lui e Kate come un paletto in un cuore, invece di aspettarlo qui
come un bravo bambino!”
Spike
sbuffò, posando la mano sullo stipite della porta.
“Che
poi devo ancora capire…”Soffiò.” Perché ti permetto di chiamarmi Connor!”
Non
si voltò a guardarlo, e non udì alcun suono provenire dalle sue spalle.
Eppure,
sapeva lo stesso che Lorne sorrideva.
Ecco.
Faceva
schifo. Era patetico. Una mamola. Una vergogna per uomini, demoni e frullati
dei due.
Se
Dru l’avesse visto gli avrebbe riso in faccia.
Se
Angelus lo avesse visto gli avrebbe riso in faccia.
E
Xander, e Buffy, e tutto il fottuto mondo.
Okay.
Era cresciuto abbastanza per ammetterlo. Cresciuto fino a diventare un uomo…
come diceva quella stramaledetta profezia…
Però
era felice di vedere Angel.
Quanto
non aveva pensato che lo sarebbe mai stato, persino dopo aver scoperto che era
suo padre.
Ed
era felice di non aver seguito quella vocina insistente e petulante che
continuava a ripetergli di andarsene, che si stava comportando nel modo più
ridicolo che si potesse immaginare… mentre, acquattato in un angolo buio,
aspettava che Kate tornasse a casa. Gli occhi fissi su quella porta, identica
alle tante altre del corridoio… eppure speciale… perché odorava di lui, quando
l’aveva sfiorata…
Si
era ripetuto mille volte e in mille differenti versioni quel che gli avrebbe
detto, se Angel fosse venuto ad aprirgli la porta, con quell’espressone
allibita e commossa che solo lui riusciva ad avere… e quando nessuno aveva
risposto al campanello, per un attimo, ne era stato così deluso da pensare
veramente di andarsene…
E
certo sarebbe stato più dignitoso che sedersi lì, con le ginocchia sollevate,
confuso fra le ombre del corridoio… a veder passare chiunque.
Tranne
coloro che attendeva.
Ma
se lo avesse fatto.. adesso… non sarebbe statao lì…
E
non avrebbe visto Angel e Kate avanzare piano, dall’altra parte del corridoio,
al termine di quella che doveve essere stata la regina delle serate romantiche…
E
non sarebbe stato così assurdamente, stupidamente, infantilmente,
deficentemente felice…
E
non si sarebbe acquattato ancor più nel buio, osservandoli. Sapendo che la
porta di Kate era troppo lontana perché Angel si potesse accorgere di lui…
specialmente dal momento che tutti i suoi sensi sembravano concentrati sulla
donna al suo fianco.
Era
bellissima, con i capelli legati sulla testa e alcune ciocche che le
incorniciavano il volto e un lungo abito
di velluto nero che le scendeva lungo il corpo, interrotto da due alti spacchi
laterali.
Il
ritratto della classe… se non fosse stato… che il lungo abito di velluto nero
era almeno di due taglie troppo largo per lei e aveva le spalle coperte dalla giacca
di Angel!!
Tipico…
rise Spike… tipico di Kate Lockley trasformare un qualcosa di così sexy in un
rassicurante sacco di velluto… e non avere la benché minima idea di quanto
potesse far fresco con un simile vestito in una serata di pioggia come quella,
nonostante si fosse in piena estate.
Certe
cose… devvero non sarebbero mai cambiate.
“Per
cui Faith…” Le sentì mormorare, mentre
si fermava davanti all’uscio di casa.
“Non
ne vuole a che sapere…”Sospirò Angel, voltandosi per guardarla. “ non vuole
parlare con Wesley! Sia io che Giles abbiamo provato a farle cambiare idea, ma
non c’è stato niente da fare.
Si
scrivono decine di mails, Wes ha praticamente trasformato il suo ufficio in una
sala chat, ma non c’è verso di convincerla a parlargli !”
Kate
scosse piano il capo, sospirando.
“La
capisco… sarebbe troppo doloroso sentire la sua voce… e sapere di non poterlo
vedere… di non poter prendere il primo volo e correre da lui…”
“Lo
so!” Ansò letteralmente Angel.” Provo una… pena infinita per tutti e due… ma
così io esco di senno! Sai che vuol dire parlare per sei mesi, tutte le sere, a
Faith, con Wes da una parte che mi dice
di chiederle qualcosa e lei che mi risponde dall’altra?!?! Se va bene!
Altrimenti siamo io e Giles a chiacchierare amabilmente con quei due che ci
ronzato attorno come anime penitenti!
In
tutta la mia vita non sono mai stato tanto in imbarazzo… e francamente mi
chiedo se non sia una punizione troppo terribile persino per me!!”
Kate
rise, sollevando una mano per sfiorargli il volto.
“Povero
amore…”Mormorò.
“E
la cosa peggiore sono i momenti di malinconia! Nessuno dei due che parli!
Ormai
so tutto di Giles! Ogni più recondito segreto…
E
lui deve aver scritto almeno tre o quattro volumi sulla storia dei più famosi
vampiri di ogni tempo!
Il
lato positivo… è che dopo tutto ciò che è successo cinque anni fa… finalmente
siamo giunti a una civile conversazione… e alla risoluzione comune che o quei
due si danno una regolata o si trova un modo per convincere il Concilio a
rimandare Faith qui! Cruento o meno!!
E
non mi servirà nemmeno perdere l’anima!”
“Oh,
Dio…”Esclamò Kate.” Ti ci vedo… da terrore d’Europa a solutore di problemi di
cuore!”
Rise,
e Angel la prese di sorpresa, chinandosi a baciarla.
Davanti
agli occhi di Spike, Kate gli avvolse le braccia attorno al collo, stringendosi
a lui , e rispondendo al suo bacio con altrettanta passione.
Mentre
la giacca sulle sue spalle scivolava in terra con un fruscio. E col rischio di
essere presto seguita dal resto dell’abbigliamento!
“Kate…”Ansò
Angel, baciandole con trasporto le labbra,
la fronte, il volto.” Kate… Kate…
potrò… espiare… qualunque cosa… ma non riuscirò mai a perdonarmi… per ciò che
ti ho fatto…”
“A
me?!” Esclamò lei, smettendo improvvisamente di baciarlo.
A
lei? Ripetè Spike nella sua mente.
“Vorrei…
così tanto… tornare indietro…”Mormorò Angel, sfiorandole il volto con dolcezza
infinita. Aumentando a dismisura lo sbigottimento di Kate.
…
e naturalmente di Spike!
“Angel…”Esclamò
la donna, allontanandosi leggermente.” Ma di che stai parlando?!”
Lui
abbassò gli occhi, mentre con la mano, dolcemente, carezzava il morso sul collo
di Kate.
“Della
notte…”Rispose piano, imbarazzato.” Che noi abbiamo.,..”
“Ma
non è possibile!”Urlò quasi lei.” Ancora quello! Angel, sono passati sei mesi!
Sei mesi!
Quando
la smetterai di scusarti per qualcosa che è accaduta sei mesi fa, che è
successa in un momento terribile e che io volevo quanto te!
Pensavo
che lo avessimo ampiamente superato!”
Angel
la fissò allontanarsi, incrociando le braccia al petto.
“Io…”Mormorò.”
Non riesco a levarmelo dalla mente…”
“E
invece dovrai!
Angel,
segui il labiale… non-è-successo-niente!!”
“Vorrei…
riuscire… a crederci…”
“Angel,
ti prego!”
“Si,
Angel, ti prego!!!!!!!” Urlò finalmente Spike. E senza nemmeno rendersene conto
saltò in piedi, uscendo dall’ombra del corridoio. “ Ti supplico, ti scongiuro!
Piantala!
Tre
minuti e mi hai fracassato tutto il fracassabile! Ma coma si fa, dico io, a
essere così noiosi?!”
Si
fermò davanti a loro, con le dita infilate nei jeans, specchiandosi nella
sorpresa di Angel e nell’imbarazzo di Kate.
E non riuscendo a trovarci nulla… assolutamente nulla… di comico.
“William…”Mormorò
Angel, con una voce che non pareva la sua.
E
di certo molto più bassa di quella di Kate.
“Ci
stavi… spiando!!”Esclamò la donna.
Spike
li fissò, storcendo le labbra.
“Si!
Se aspettavo voi per farmi una cultura facevo prima a entrare in monastero!”
“Come
stai…?” Deglutì Angel, che sembrava quasi non riuscire a parlare.
“Io?
Tutto intero!
Col
dubbio di essere orfano, dal momento che sei sparito, ma tutto intero!”
“Io..”Angel
avanzò di un passo, il volto improvvisamente impallidito.” Credevo che
volessi…”
“Non
volevo che mi spiassi come un ladro…”
“Come
stavi facendo tu…”S’intromise Kate.
“Non
che sparissi, disinteressandoti del fatto che
io camminassi ancora o mi fosse trasformato in polvere!”
“Ma
io… non l’ ho mai fatto!”
“Ah
no?! Ti sei interessato?!”
“Si!”
“Mi
hai spiato!”
“No!”
“Ma
sapevi ciò che facevo!”
“Si!”
“Allora
mi hai spiato!”
“Si…
no! Non sono venuto a Sunnydale una sola volta!”
“Mi
hai fatto pedinare!”
“No!”
“Menti!”
“Te
lo giuro!”
“Hai
usato la sfera di cristallo?!”
“No!”
“Un
altro incantesimo?!”
“Certo
che no!”
“Cazzo,
Angel, cosa?! Voglio sapete come sono stato spiato!
Hai
usato un telepate, un computer… Lorne?!”
“Ho
usato il telefono!”
Spike
aggrottò le sopracciglia.
“Eh?!”
“Io…
ho…” Ecco. Ora sembrava davvero in fibrillazione. Peccato solo che Angel non
potesse fibrillare.” chiesto a Tara…il suo numero… e ho chiamato lei… per sapere…
che facevi…”
tara…
Spike
sbattè le palpebre, continuando a guardare Angel.
Tara…
Doveva
ricordarsi di uccidere quella ragazza una volta tornato a Sunnydale… o magari…
di darle un bacio…
Per
un attimo, i due si imitarono a guardarsi.
Fino
a che non fu di nuovo Spike a parlare.
“Allora…”Mormorò,
schiarendosi la gola.” Tara ti ha raccontato ciò che faccio…
E
a te…”Deglutì.” Piace… ciò che lei ti racconta?!”
Ecco.
Lo aveva chiesto.
Adesso
avrebbe risposto no, e Spike lo avrebbe mandato a…
“Si…
molto…”
“Mi
prendi in giro?!”
“No,
perché lo pensi sempre?!” Angel avanzò di un passo, la tensione che lentamente
si scioglieva sul suo volto. “Io credo che tu stia facendo un meraviglioso lavoro, William.”
“mm…
Spike abbassò gli occhi per un istante.” Anche se va contro natura… qualunque
natura io abbia?!”
“E
se ti aiutasse, invece, a capire qual è… la tua natura?
Se
fosse stato tutto quello che è passato… contro natura?”
Era
incredibile. Incredibile come Angel stesse dicendo… qualcosa di così identico a
ciò che Spike aveva pensato così tante volte.
A
ciò che una parte di lui aveva continuato a ripetergli, ma che Spike aveva
sempre rifiutato.
Perché
era troppo facile.
E
nella sua esistenza niente era mai stato facile.
Nemmeno
accettare suo padre.
Lo
guardò. E all’improvviso si rese conto che Angel sarebbe sembrato sempre più
giovane di lui…
E
gli venne da ridere, e piangere… e desiderò… così tante cose…
Lo
vide sorridere. E se lo ricordò, quel sorriso.
Ed
ebbe paura. Perché quel senso di vuoto dentro era scomparso.
E,
di nuovo, era troppo facile.
“Io…”Mormorò
Angel, gli occhi lucidi di lacrime.” Sono così felice di vederti, William…”
“Felice?!”
Ripetè, battendo le palpebre.
“Si…
più di quanto…”
“Scusa,
papà…”Lo bloccò… con un pugno in pieno mento.
Così
forte da far voltare ad Angel la testa. E indolenzirgli le nocche.
“Niente
di personale! Ma tu sei pericoloso quando sei felice!”
Si
domandò perché gli dolese anche lo stomaco.
E
perché non stesse cadendo in cenere… dato lo sguardo che gli lanciò Kate
Lockley, mentre correva da Angel.
Il
vampiro si teneva una mano sul mento. Gli occhi sgranati, la bocca dischiusa.
Come
se cercasse aria, e non riuscisse a respirare.
E
qualcosa di molto simile a un dubbio stava già nascendo nella mente di Spike,
quando Angel guardò da lui a Kate, mormorando senza fiato: “Mi ha chiamato
papà…”
Ma diamine!
Lo
faceva apposta?!?!
Tirò
indietro il pugno, per colpirlo di nuovo, ma stavolta Kate fu più veloce,
frapponendosi tra di loro un attimo prima che potesse farlo.
“Eh
no!!”Esclamò.” Non se ne parla!
Tu
sta fermo con le mani… e tu…” Continuò, volgendosi a guardare Angel.” Pensa ai
tuoi peccati!”
Incorociò
le braccia sul petto, mentre nessuno dei due emetteva un fiato, e un momento dopo
si scostò di lato, squadrandoli entrambi.
“Avanti!
Piantatela di fare i bambini! Non vi chiedo di abbracciarvi perché…”
“Ehi…”Cominciò
Spike.
“Perché
qualcuno inizierebbe a dare di matto!
Ma
adesso fate un po’ finta di essere due persone adulte e responsabili, uscite da
qui, fate quattro passi, e parlate!!
Senza
pugni, senza lacrime, senza recriminazioni e senza idiozie varie!!”
Stavolta
fu Angel a tentare di prendere la parola, pronunciando piano il nome di lei, ma
Kate non aveva nessuna intenzione di permetterglielo…”
“No,
Angel, ascoltami…
Sono
sei mesi che smani di vederlo… Spike non sghignazzare o giuro che stavolta ti
cavo gli occhi… e tu …” Lo guardò, gli occhi che scintillavano del loro
incredibile fuoco azzurro.” Se credi di poter incantare me come fai con tutti
gli altri ti sbagli di grosso!
Sei
venuto fin quei per vedere tuo padre, per cui piantala di recitare il ruolo del
duro, e levatevi dai piedi tutti e due!!”
“Lo
faccio solo se e perché lo voglio fare!”
Polemizzò Spike.
“Si,
certo, l’importante è che ti decida a volerlo!”
“Kate…”Cercò
ancora Angel.” Io volevo solo dire… che mi dispiace… di lasciarti… proprio
stasera…”
“Oh,
Dio, scusa…” Kate si sfiorò la fronte, imbarazzata, prima di poggiargli una
mano sul petto. Totalmente, assolutamente, disgustosamente adorante. “Non farti
problemi per me… ci vediamo domani… o… se Spike è ancora qui… un altro giorno…
Non
preoccuparti…
Non
è così grave… “Gli sorrise.” Che
preferisca stare con lui…
E
spero che non inizierai a sentirti in colpa per questo da qui ad altri cento
anni!”
“Sei…
sicura…” Insistette lui.
“Angel…
si!! Te lo assicuro!! “
Gli
infilò la mano in tasca, tirando fuori le chiavi del suo appartamento.
E
un attimo dopo aprì la porta, tenendola poi con le dita.
“Divertitevi!!”
Gli sorrise.” E per piacere…
Noi
possiamo rimandare a domani qualunque cosa, per cui… non pensare neanche a me o
a quel che faccio!
Io
entrerò in casa, farò una doccia e mi butterò a letto… sempre che i lividi di
queste settimane non mi facciano troppo male!
Forza…”
Si allungò, baciandolo rapidamente sulle labbra.” Che aspettate?! Andate!!
Non
fatemi perdere tempo!!
Oltretutto”Continuò.”
Lo sai che non mi sento a mio agio con … cose come questa …” E nel dirlo
prese fra le dita lo scollo del suo abito nero, e lo agito enfaticamente, dando
a Spike una fin troppo ampia visione del suo seno, alto e liscio come
porcellana, e delle gambe più lunghe che lui avesse mai visto. “ non vedo solo
l’ora di levarmele di dosso!!”
Sorrise
ancora, a entrambi, mentre si chiudeva la porta davanti.
Totalmente
inconsapevole dell’espressione, probabilmente identica, che si era dipinta sul
volto dei due uomini.
Per
un secondo, padre e figlio rimasero immobili, fissando entrambi quella porta
chiusa.
Quindi,
contemporaneamente, si voltarono.
E
Spike faticò a deglutire.
“Tu…”Soffiò.”
Potrai essere anche mio nonno… ma sei un grande idiota!!”
Fine