TIRANNA
MIA
Di MariaFlavia
Scritto
da : Maria Flavia (mariaflavia@libero.it)
Spoiler: la fine della
settima stagione
Pairing: B/ S ..,
Rating: Angst.
Nc: per tutti
Timeline: dopo "Chosen"
Disclaimer: i personaggi della serie "Buffy. the Vampire Slayer",
appartengono a
Joss Whedon,
per il suo diletto. E non intende violare alcun copyright.
Trama: Una spiaggia
all'inizio di una notte. Dei falò. Suoni di chitarre e il lamento di
un sax. E, oltre la luce magica di un falò, un'ombra.
Note
dell' autore:
Un
ringraziamento speciale a Mia Martini per le splendide canzoni che ci ha
cantato e che ha un posticino tutto suo e speciale
nel mio cuore.
E
grazie anche ad Angelo Branduardi, menestrello che fa volare la mia fantasia.
Ispirato
dalla canzone "Inno" di Mia Martin; e "Fou
de Love" di Angelo Branduardi
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"Non
l'ho impedito."
La
risacca scandisce i pensieri, cupi e ossessivi, che la stringono in una morsa
soffocante. Soffocante come la polvere sollevata da un'intera città
che sprofonda.
E'
tornata.
Inutile
attraversare l'oceano per ricominciare, immergendosi di nuovo nella
consuetudine degli allenamenti, della lotta. Quel senso di estraneità è
ormai una
cortina che la separa dagli altri.
Si
è allontanata da tutti.
La
routine che si è imposta non ha più senso. E poi, perché? Non aveva trovato
neppure
una ragione per rimanere di là dall'oceano, con Giles.
E
inoltre c'era stato quel richiamo fortissimo, quell'irresistibile
consapevolezza di
dover tornare proprio lì.
Sunnydale non c'è più.
Dawn, Willow, Xander non
sono più lì.
La
sua vita non c'è più. E' rimasta sola.
Sola
a cercare di dare un senso alla sua nuova vita. A cercare una ragione per
continuare a vivere.
I
legami si sono allentati. I doveri sono stati divisi. La trama delle loro vite
non è più
strettamente legata. E' diventata leggera come la tela di un ragno.
Solo
quel dolore, quel vuoto che l'ha costretta di nuovo sull'orlo di quel cratere,
non si
attenua.
"Non
sono stata capace di salvarlo"
La
frase sembra l'eco di un'altra confessione. Quella voce sommessae
dolorosa che
sussurra ancora dentro di lei.
Tanto
tempo fa.
Una
vita prima.
Solo
qualche minuto fa. ;
Tutto
si lega, fondendosi in grovigli inestricabili, e il dolore di allora è quello
di oggi.
"Ogni
notte io ti ho salvato ...nei miei sogni."
Ora
quei sogni sono suoi, sua l'inutile ricerca di mille e un modo perché quella morte
non avvenga, perché quella morte non scavi nella sua carne una voragine
come quella
che ha inghiottito le sue ceneri, un gorgo di solitudine e dolore che le
toglie il respiro
un
poco ogni giorno, ogni ora, ogni singolo secondo della sua inutile vita.
I
piedi affondano nella sabbia calda senza una meta tranne, forse, la fuga.
O
cerca lui?
Ancora
lui, anche se sa che è impossibile. Ma quel cuore ballerino non riesce a non
sussultare, con un moto di speranza e paura, ad ogni testa bionda
intravista da
lontano.
Continuare.
Respirare. Camminare.
Vivere.
Respirare.
Come
può l'assenza di un respiro, di un cuore senza battito da centoventi anni, essere
così assordante nel sommesso mormorio dell'oceano al tramonto?
La
luce rossa trascolora nel viola cupo della notte. I suoi occhi si abbeverano a
quel
buio in cerca di consolazione, di tregua da quel dolore sempre
lancinante.
E
come fiori improvvisi, solitari falò iniziano a sbocciare nel buio.
La
luce ondeggiante l'attira e lentamente i suoi passi la portano là, dove ombre
abbracciate ridono al suono di chitarre.
Le
braccia strette al corpo non riescono ad attenuare il crudo freddo dentro di
lei.
L'odore
del fumo di legna la raggiunge con le note tristi di un fax.
La
notte nera, senza luna, è un lenzuolo di seta che l'avvolge, fresca e leggera
come le
carezze della sua mano gelida.
Poche
carezze.
Indelebili
carezze.
Scintille
di fuoco sulla pelle.
Brividi
d'attesa subito colmata dalla passione scatenata.
-
Vieni, siediti con noi. -
La
ragazza ha una voce gioiosa e le stelle nel sorriso.
-
Canta con noi. -
-
Se vuoi. .. canterò ... - la voce esce roca dalla gola
stretta. "Ma non ho più stelle
dentro di me."
"Sono
tutte scomparse nel fuoco, con il suo sorriso."
Si
lascia cullare per pochi attimi dalla melodia, pochi attimi di tregua dalla
disperazione.
"Tutto
è bruciato in quella luce accecante, nel fuoco del sacrificio, asciugando le
lacrime, prosciugando tutto dentro di me, lasciando un fiume di
lava incandescente,
rimpianto e tormento senza fine."
Perché?
Odiosa
parola che tormenta. Piccolo suono feroce, che strappa dentro di lei,
millimetro per millimetro, tutto quello che di positivo le rimane di
lui.
Lo
sguardo perso oltre il fuoco, i rumori che piano piano
si spengono nella sua
coscienza, guarda un'ombra avvicinarsi.
Lentamente
la luce del fuoco le restituisce quel viso, quei capelli appena mossi, liberi
dal gel. Solo poche ciocche sono ancora bionde, quel biondo ossigenato così
assurdo,
che l'aveva sempre stupita.
Uno
sguardo blu, brillante, la scruta.
“Davvero sei tu?"
Non
si accorge di muoversi. Senza perdere di vista quel sorriso appena accennato, si
avvicina. Adesso è a un soffio dal suo tormento.
"Non
ti ho salvato"
"Tiranna
mia."
"Dimmi
che possiamo fermarci." Dolcemente le mani si incontrano, si intrecciano.
"Dimmi
che mi ami." •
"Unica mia vita" .
Sono
brividi quelli che fanno cantare di nuovo il suo cuore al suono della voce amata.
"Dimmi
che la felicità è ancora per noi."
"Mio
pianto, mio riso, mio desiderio."
Sotto
le sue dita il fresco della pelle. Sotto le sue labbra ancora il suo sapore.
Le
note, la dolce voce della ragazza si aprono un varco nella sua
coscienza.
-
...dimmi che vuoi,
che puoi darmi felicità,
e sotto la mia pelle nascerà per te
un dolce fiume che canterà la mia speranza d'esser donna
e la tua bocca poi lo berrà … -
Le
sue labbra su di lei.
La
sua bocca instancabile, fonte eterna di piacere.
"Perché?"
Sospiri
impercettibili nella notte.
"Mai
... non hai mai... Non mi hai mai..."
"No."
Abbassa
la testa su quel petto così familiare ed estraneo nella lontananza.
Quel
no la lacera, ma sa. Lui ha ragione.
Non
occorreva. Non ce ne era bisogno. Lei era sua sin dall'inizio. Era sua da prima
dell'inizio. Sua anche senza il suo segno di possesso.
Una
carezza e le scintille sono di nuovo in lei. E bruciano nella follia di una
notte.
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La
luce livida dell'alba stende le sue dita verso il loro abbraccio.
"Non
puoi restare ... lo luce... non di nuovo, ti prego
...non posso perderti di nuovo..."
"Non
mi perderai."
La
luce illumina sempre di più quei lineamenti scolpiti.
"Non
so come, non so dove, ma sono di nuovo qui."
Le
mani di lei si aggrappano al suo collo.
"Non
posso stare lontano da te, mia tiranna."
"Allora
non mi lascerai ..."
Improvvisamente
sotto le sue mani quello che sino ad un istante prima era concreto,
inizia a perdere consistenza.
"Ti
prego ... ti prego .. no!" i singhiozzi senza
lacrime rendono lo sua voce aspra,
graffiante.
"Non
puoi andartene!... Non mi lasciare!"
L'urlo
esplode mentre ormai di lui non vede altro che una trasparenza.
Ma
lo sua voce è ancora lì e sussurra al suo orecchio.
"Non
ti lascerò mai. Non so dove sono, ma ci sono. E non me ne
andrò."
Il
sole ormai è oro fuso e ogni ombra è fuggita.
Ogni
ombra, ma non quella voce.
"Nulla
mi terrà lontano da te."
Lei
solleva il viso verso il calore del sole.
"Ti
troverò."
Un
piccolo sorriso sfiora le labbra stanche dai baci.
"Ovunque
tu sia, io ti troverò".
Fine