LASCIA CHE TI RACCONTI ….


ADDIO ALLA MASCHERA





DISCLAIMER: I personaggi di Buffy the Vampire Slayer ed Angel: the Series appartengono a Joss Whedon, la ME, la WB e la Fox. Tanya, Eleonor, Legrand e il principe Nakar sono creazione delle autrici.

Non scriviamo a scopo di lucro e non intendiamo violare alcun copyright.

AUTHOR: Mary & Sue.

PAIRING: Spike/ Tanya

RATING: G

SPOILERS: Nessuno

TIMELINE: San Pietroburgo, 1912

SUMMARY: Spike non ha idea di come gestire il suo amore per l’ incredibile Tanya. Ci penseranno un terribile incidente e una paura ancor più terrificante a dargli una mano, con quei sentimenti… come con altri non meno sorprendenti.

DISTRIBUTION: Il nostro sito: Due Uomini e Una Gatta, chiunque altro…basta che chieda.

MARY’S NOTE: Innanzitutto teniamo a ri- sottolineare che tutti i riferimenti storici e geografici, di questo come dei capitoli precedenti e successivi, sono assolutamente accurati, e frutto di seri studi di storia, di cui la gatta Mary è modestamente appassionata.

Ci sentiamo poi in dovere di avvisare che Tanya è sempre più buona e sempre più dolce!

E piange sempre di più!

Per cui se, c’è qualcuno che teme di poterla giudicare noiosa o priva di interesse, può tranquillamente saltare questa come le quattro prossime Fan Fiction.

I commenti, comunque, continuano ad essere graditi.

FEEDBACK:

A Sabrina, che ci ha fatte incontrare, che ci regala ogni giorno il dono inestimabile della sua magia, e che ha riempito una fetta dei nostri cuori con qualcosa di inestimabile e prezioso... lei stessa.


Da Mary a Sue.

Non esistono parole per esprimere quello che sei diventata per me.

E, forse, non devo neanche cercarne perché tu comprenda.

Solo… apri il tuo cuore…


A David e James, due attori meravigliosi, per aver dato un sogno a due ragazze, e, follia per follia, a Angel e Spike, che a questo sogno hanno dato un nome.

Grazie.



Addio alla maschera



San Pietroburgo, 1911, Primavera


Angel aveva creduto che il minuscolo ricovero in cui la madre di Spike lavorava fosse un posto squallido, ma adesso gli sembrava una reggia, confrontato a quello .


Ricavato da una fabbrica abbandonata, e ripulito alla meglio, l’ istituto ospitava un ‘enorme numero di bambini abbandonati, ammalati o resi invalidi dal lavoro nelle fabbriche.

Piccoli fantasmi che sapevano di medicine e che non avevano avuto la fortuna di trovare posto in una delle tante istituzioni benefiche patrocinate dalla chiesa ortodossa o dalle grandi famiglie di Russia.


Occhi enormi su volti scavati, capelli rasati per non diffondere le epidemie, sguardi che scrutavano Angel e sembravano chiedergli chi fosse.

Cosa nascondesse la sua maschera umana.


E se non avesse pietà anche il suo demone per le loro piccole vite spente.

E lui non riusciva a fare altro che restare lì, appoggiato alla porta della stanza, mentre il cuore gli si stringeva in una morsa.

E si chiedeva quando avrebbe visto abbastanza sofferenza da non esserne più così colpito.

Quel luogo era così saturo di dolore… così grondante di lacrime.

Erano nelle pareti, nell’aria, nella polvere che volteggiava leggera, nell’odore di sangue e medicine

Erano ovunque.

Eppure, in quel momento, in quello stesso posto, qualcuno rideva

E le sue risa vibravano nell'aria, cancellando per un istante quel tanfo terribile… e quello disgustoso dei demoni… di creature come lui… tanto abbiette da entrare in quel luogo di dolore per procurarsi facilmente il cibo che non riuscivano a cacciare.

Ma questo era stato un tempo…

Prima che arrivasse lei.

E da allora i demoni temevano quel luogo.

Tanya sollevò il bambino fra le braccia, lo lasciò andare e poi lo afferrò al volto, e lui rise, stringendosi al suo petto, mentre lei lo rimetteva a terra.

"Io! Io!" Esclamarono gli altri, praticamente tutti quelli che potevano alzarsi dai letti, e che in quel momento formavano un cerchio stretto attorno alla ragazza.

"No, no…" Rispose lei, sollevando nella mano una bottiglietta di vetro scuro. " prima lo sciroppo, poi il volo…

Avanti, vediamo chi di voi ha voglia di essere il prossimo…"

"Mi fai arrivare al soffitto, Tanyuska!" Strillò una bambina, attaccandosi alla sua lunga gonna- pantalone.

"Assolutamente si, se prendi la medicina!"

La bambina emise un grosso sospiro, ma si lasciò imboccare, lanciandosi poi fra le braccia di lei, che la baciò sul viso più volte, prima di alzarla in alto.

Era così magra… sembrava più un uccellino che una bambina…

"Non capisco come faccia ad avere tante energie…" Mugugnò Spike, appena dietro di lui." Ma non si stanca mai?!"

Angel gli lanciò uno sguardo, ma come sospettava fu completamente inutile.

Gli occhi di Spike erano solo per Tanya.

Come sempre, del resto.

Sospirò.

Ormai, urgeva che gli parlasse, e gli parlasse seriamente…

"E' giovane,"Rispose. " e ha un enorme surplus di amore da distribuire…. "

"Il che" Sbottò lui. " la esime dal bisogno di dormire?!" Gli sembrò quasi che ringhiasse quando continuò." Non riesco a capirla!

Proprio non posso!"

"Anche tua madre aiutava in un ospizio…"

"Mia madre non aveva altro da fare!

Questa… questa è la Cacciatrice!

Dico io: vuoi aiutare il prossimo?

Fallo!

Sei la Cacciatrice, be caccia!

Trova i vampiri, ammazzali, cos’ è questo… consumarsi… dietro a tutti i derelitti di San Pietroburgo?!

E quando non sono bambini sono mendicanti, o invalidi, o malati… e tutte le notti , di nuovo, a pattugliare!

Arriverò il giorno che sarà così stanca che qualcuno le calerà alle spalle, e lei non se ne accorgerà nemmeno!"

Un pigro sorriso sfiorò gentilmente le labbra di Angel.

"Hai mai visto Tanya impreparata ad un attacco?"

Spike mugugnò.

"Se fosse così semplice il generale Giles non ci avrebbe spediti qui a prenderla!"

"Non ci ha spediti a prenderla…

"Noo!

Ci ha detto solo dov'era, e che se volevamo fare la ronda insieme "potevamo" passare di qui!

E' molto diverso!

Ammettilo, Angel, nemmeno lei riesce a capirla!

Nessuno potrebbe mai farlo!"

Aveva alzato il tono della voce, e così non fu sorpreso quando Tanya sollevò il viso, e gli sorrise dolcemente.

"Vengo subito…" Mormorò.

Al che si alzò un piccolo coro di proteste concitate da parte dei bambini, a cui lei rispose sollevandone uno e facendolo saltare fra le sue braccia.

Di nuovo, Angel si voltò verso Spike.

Di nuovo, lo trovò che fissava la ragazza.

E stavolta non c'era traccia di scherno nella sua espressione.

La fissava con un 'intensità che ormai era quasi rabbia.

Spike amava Tanya.

Lo vedeva, lo sentiva, lo percepiva nell'aria.

E ne era spaventato.

Quasi come Spike.

E per lo stesso motivo.

Perché Spike non sapeva gestire i suoi sentimenti per Tanya.

Non aveva mai provato nulla di simile.

E non voleva provarlo.

Lei era la Cacciatrice, era umana, era il suo nemico naturale.

Il suo cuore si stava opponendo a tutte le leggi della terra, gridando così per lei.

Spike lo sapeva, e la sua natura si ribellava.

Esattamente come si era opposta all'idea di non uccidere.

E lo faceva tanto più quanto sentiva che l'amore per Tanya era qualcosa di molto diverso da qualunque cosa lui avesse mai provato per nessun 'altra…

Perché era lei ad essere molto diversa da qualunque altra creatura lui avesse mai conosciuto… da qualunque altra creatura sulla faccia della terra.

Tanya era innocente, e allegra, e fragile, e forte come il suo paese…

Era come un arcobaleno… e bianca come la luce…

Chiunque avrebbe avuto dei problemi a rapportarsi con lei.

A maggior ragione Spike…

Che non voleva amarla e contemporaneamente non riusciva ad impedirsi di guardarla, di toccarla, di parlarle ad ogni occasione.

Che aveva cercato disperatamente di attirare la sua attenzione dalla prima volta che l'aveva vista.

E, dalla prima volta, aveva miseramente fallito.

Angel sospirò.

Si.

Doveva parlare con lui.

Anche se non aveva idea di cosa mai potesse dirgli.

Dopotutto… lui non era mai stato innamorato in vita sua…

Si riscosse dai suoi pensieri quando Tanya, finalmente , venne loro incontro, seguita da un codazzo di bambini.

Sorridendo.

Come sempre.

"Scusate veramente!" Esclamò." Ma se non gliela do io la medicina va a finire che nemmeno la prendono!"

Angel le sorrise a sua volta.

"Non c'è niente di cui scusarti.

Sei bravissima…"

Lei scosse le spalle.

"Abitudine.

Lo facevo anche a casa…"

Casa…

Tanya era l'unica creatura al mondo che avrebbe mai potuto chiamare casa un buco nel nulla bianco della Siberia.

"Forza" Incitò i bambini." Tutti a dormire ora.

Ci vediamo domani!"

"Buonanotte Taniuska!" Risposero, quasi in coro, ritornando ai loro letti.

Angel sorrise ancora, un fioto caldo di tenerezza nel cuore, mentre li vedeva andare.

"Ti piacciono i piccini…" Mormorò Tanya. " perché non provi a darmi una mano , se ti va?"

Sentì Spike digrignare i denti, e allontanarsi, come se non sopportasse più di stare in quella stanza.

"Si…" Borbottò. " aiutiamo anche i bambini, ora!"

Quando Tanya era vicina qual ragazzo diventava anche più isterico del solito.

"No…" Rispose, imbarazzato, ricordando la sensazione che aveva provato quando aveva portato fra le braccia il piccolo James, dieci anni prima, così fragile e debole che avrebbe potuto ucciderlo in un solo istante." Veramente io avrei… paura…"

"Di fargli male?" Finì per lui Tanya, un po’ sorpresa.

Ma un attimo dopo gli prese il braccio e lo accompagnò verso l'uscita.

"Ti comprendo… anche io avevo la stessa identica paura quando sono stata attivata… me ne stavo per ore in giardino, contro la ringhiera, in un punto in cui non riuscivano mai a trovarmi, per paura che se solo avessi dato la mano a qualcuno gli avrei fatto del male…"

Sorrise ancora, e Angel le rispose.

Non era mai in imbarazzo con Tanya.

Mai.

Ed era una cosa che molto raramente provava con gli esseri umani.

Ma lei non era come gli altri esseri umani…

Lei era … Tanya…

"Vorrà dire…" Mormorò. " che proverò ad avvicinarmi… se tu mi sarai accanto."

"Contaci. E…

Angel…"

"Si?"

"Sono tanto felice di aver visto la tua anima…"

"E io… " Rispose lui piano. " sono lieto che tu l'abbia fatto."

"Ecco!" S'intromise Spike, che li aspettava all'ingresso. " Visto che siete tutti felici, rendete felice anche me, ed usciamo da qui!

Avete idea di cosa significhi tutto quest'odore di sangue e sofferenza per un demone senz'anima?!"

Angel fece per rispondere, ma fu Tanya a farlo per lui.

"Hai ragione… " Mormorò. " scusa… vado a prendere il cappotto e…"

"Lascia perdere… " Mugugnò Spike, alzando il braccio per mostrare ciò che vi teneva sopra." L'ho già preso io…"

Tanya si avvicinò di qualche passo, e tese una mano, mormorando un "Grazie" a fior di labbra, ma Spike la aggirò, e sollevando il cappotto glielo tenne perché lei lo infilasse.

La ragazza esitò solo per un momento, e poi lasciò che l'aiutasse a metterlo, voltandosi di poco per guardarlo.

E i loro visi furono così vicini che Angel pensò che l’ avrebbe baciata…

Persino da lì poteva vedere le mani di lui, quelle stesse mani che avevano torturato e straziato, tremare leggermente quando le sfiorò i capelli.

E si ritrovò a chiedersi con struggente malinconia come dovesse essere amare così tanto qualcuno…

Abbassò gli occhi.

Lui no meritava di amare qualcuno.

Nè di essere amato.

E mai lo avrebbe più meritato.

Sentì il cuore di Tanya aumentare leggermente il proprio battito prima che lei si scostasse da Spike e li guidasse fuori, passandosi senza parlare le mani fra i capelli.

"Non c'è bisogno…" Sussurrò appena uscirono. " che veniate a prendermi, se vi da noia…

So che è Eleonor a chiedervelo, ma lei si preoccupa troppo… dopotutto, prima che vi incontrassi , avevo sempre fatto da sola…

Ci possiamo trovare direttamente in strada…"

"Ma non ti viene mai in mente…" Le chiese Spike, che, come sempre, le si era affiancato, mentre Angel restava leggermente discosto, dietro di loro. " che il generale Inverno possa avere ragione?"

Tanya lo guardò e sorrise.

"Ma lei ha ragione… solo che io non posso fare altrimenti."

"Non puoi o non vuoi?"

Tanya sospirò.

"Non posso.

Veramente.

Mi sentirei così… sporca, a restare a casa, mentre fuori c'è qualcuno che sta male…"

"Restare a casa non è proprio il termine che userei io!"

"Avrò fatto questa conversazione mille volte!"

"Ripetiti!"

Perché poi quella ragazza stesse perdendo tempo a spiegare le ragioni della sua vita a due vampiri… quello veramente sarebbe stato incomprensibile … se lei non fosse stata Tanya!

"Spike… " Sospirò lei. " ti assicuro che sarò la prima a ridimensionare me stessa quando mi accorgerò di non fare più bene il mio dovere.

Quando capirò di essere troppo stanca, o troppo distratta per… oh…."

Angel l'aveva vista mettere un piede in fallo, ma prima che avesse potuto avvisarla lei era già scivolata, e Spike l'aveva afferrata per la vita

Ecco.

Un 'altra contraddizione di Tanya.

In tutto il tempo che avevano passato insieme non aveva mai visto un demone o un qualunque nemico riuscire ad avvicinarlesi abbastanza da compirla, ma fuori dalla sua "veste" di Cacciatrice pareva quasi che alcuni dei suoi poteri, quelli fisici almeno, scomparissero del tutto.

Spike la rimise in piedi, ma continuò a tenerla, fissandola negli occhi, che , per via della sua altezza, erano al livello dei suoi.

E lei rimase per qualche istante appoggiata al suo petto.

"G… grazie… " Mormorò piano, e lui scosse la testa.

Continuando a guardarla.

Con una tale intensità da metterla in imbarazzo.

"Puoi lasciarmi, ora… " Sussurrò.

Per tutta risposta, un sorriso cattivo piegò in una curva le labbra di lui.

"Hai paura di me, dolcezza?"

Lei reclinò il capo, leggermente.

"No… non ho mai avuto paura di te…"

"E allora perché ti batte tanto il cuore?"

Tanya arrossì, nonostante l'aria fredda della strada.

"Perché mi metti in imbarazzo…"

"Per così poco?

Cosa faresti se ti dessi un bacio?"

"Io… "Tanya esitò. " credo che ti stenderei…"

"Solo?

Non mi ridurresti in polvere?"

"Per un bacio… non penso che sarebbe giusto…"

Di nuovo, Spike sogghignò.

"Dipende dal bacio…"

Angel vide Tanya spalancare la bocca, il che poteva rivelarsi molto, molto pericoloso.

Quindi si schiarì la gola, prima che Spike potesse fare qualcosa per cui lui, dopo, lo avrebbe fatto pentire.

"Che cosa vuoi?" Ringhiò il vampiro più giovane." Non vedi che ho da fare?!"

Perfetto, Spike, complimenti!

E' la cosa più sbagliata che potessi dire!

Immediatamente, Tanya si divincolò dalle sue braccia, e gli lanciò uno sguardo di ghiaccio, prima di ricominciare a camminare.

"Stai scappando, dolcezza!" Esclamò Spike, seguendola immediatamente." Devo essere veramente terribile per farti così spavento!"

Tanya non lo guardò.

"Inizio davvero a credere che tu lo sia!"

"Per un bacio?"

Tanya sospirò.

"Non mi hai baciata, Spike."

"Ma avrei potuto…"

"Sinceramente, non ne sarei così sicura…"

"Ah, no?"

Le saltellò di fianco, il suo solito sorriso spavaldo dipinto sul volto.

E lei, come sempre, lo ignorò.

Seguendoli in silenzio, Angel lasciò andare un sospiro.

Ecco.

Erano alle solite.

Sei mesi e non una volta che, in un modo o nell' altro, non si fosse ripetuta la stessa storia.

Incontravano Tanya, pattugliavano insieme le strade di San Pietroburgo, Spike cominciava a ronzarle attorno come uno sciame di komari, e lei si chiudeva nel suo guscio.

Se andava bene incontravano qualche demone disposto a farsi ammazzare, altrimenti era costretto a sorbirsi quella storia per tutto il tempo.

A serio rischio della sua sanità mentale.

Ma era mai possibile che Spike non facesse altro che ripetere lo stesso errore?

Non si accorgeva che più cercava di far colpo su di lei e più Tanya si allontanava?

E non si accorgeva di quanto lei soffrisse per questo suo atteggiamento?

Sospirò.

Quasi rimpiangeva i tempi in cui Eleonor era così diffidente nei loro confronti da seguirli ogni notte.

Almeno allora la ragazza era stata tanto preoccupata per la sua Osservatrice da non dare retta a Spike, e lui, ancora, non si era spinto a corteggiarla sotto gli occhi di Eleonor… ancora!

Mentre Angel… be, naturalmente era come se non esistesse, come se fosse una… parte del paesaggio!

Il vero problema era che quei due ragazzi stavano entrambi male!

Lei si chiudeva in se e prendeva il sorriso, e lui , dopo, era così nervoso che pareva tornare ai tempi della Cina!

Ancora una volta si disse che doveva palargli … eppure, non voleva diventare invadente, e poi, di nuovo, si sentiva spaesato, incerto.

Liam Malhaide aveva avuto molte donne, ma non ne aveva mai amata nessuna, e lui, Angel, non aveva mai provato nulla di vagamente simile a ciò che univa Spike a Tanya… come poteva, dunque, parlargli d’amore, se non era mai stato innamorato?


*****


Los Angeles, 2001


"Ti parlò, dopo?" chiese Kate.


Davanti a lei, Spike sorrise pigramente.

"Oh, si… e pareva che gli stessero cavando i denti dalla bocca!


Sarei scoppiato a ridere se la cosa non fosse stata così seria.


Lo fece dopo che riaccompagnammo Tanya dalla ronda…mentre tornavamo a casa…"


Kate si passò le dita su una gamba, con fare casuale.

"Spike…"

"Mm…" Mugugnò lui.

"Avevate una casa a San Pietroburgo?"


Spike aggrottò la fronte, come se non comprendesse affatto la pertinenza della sua domanda.

"Certo!

Dove credevi che dormissimo?


Avevamo una bella casa nella Petrogradskaja, la parte antica della città, in una palazzo a due piani, in stile decò.

Un bel posto, perché?"


Kate si schiarì la gola.

" Niente… mi chiedevo solo… dove avete preso i soldi?!"


Le sopraciglia di Spike schizzarono verso l’alto, mentre un ‘espressione serissimi gli si dipingeva in volto.

"Li abbiamo rubai." Rispose.


Kate deglutì.

E aspettò che le dicesse che scherzava.


Perché … doveva stare scherzando…


Certo… non che rubare fosse peggio che uccidere, però… però doveva scherzare!


Tuttavia… Spike non parlava.


Continuava a guardarla.

Serissimo.

E non le diceva che scherzava!


Alla fine, scoppiò.


"Non ci credo neanche se me lo metti per iscritto!"

" E fai male!" Sibilò Spike." Perché è esattamente così.

Abbiamo rubato più denaro di quanto tu riesca a immaginare, proprio all’inizio della nostra avventura.

Ma ti assicuro che il proprietario non può più reclamare!"


"Il che… " Mormorò Kate." Mi dovrebbe rincuorare?"

Spike sogghignò.

"Oh, non dispiacerti per lui, Kate.

E’ il più grosso bastardo che tu possa immaginare!"

"E’… era…"

"Oh, no. Lo è ancora."


*****


Londra,1901


Angel sollevò gli occhi a guardare Spike.


Comprendeva il suo punto di vista, ma francamente avrebbe preferito che lo avesse preso a pugni


"Senti qua, occhioni malinconici!"Esclamò il vampiro più giovane." Eravamo d’accordo di lasciare l’Inghilterra!"

"Si.. certo."

"Si?

E come?

A nuoto?

O su un ‘altra bagnarola come quella con cui siamo venuti dalla Cina?

Nella stiva a mangiare sorci?!


Era questa la tua intenzione?


E una volta sbarcati?

A mendicare per la strada perché tu hai democraticamente deciso che non si ammazza e no si depreda?"


Sospirò.

"Io l’ho fatto…"

"Io no!"Gridò l’altro." E non ho intenzione di cominciare adesso!


L’hai vista casa mia!

Avevo una bella vita comoda quando ero quel deficiente di William e adesso dovrei strisciare in strada!


Neanche se mi costringi con la forza!


Vuoi che percorra la via della redenzione?

Bè, io voglio percorrerla in transatlantico!"


"Spike…"

"Angelus, io non ci torno a magiare topi!"


Strinse gli occhi, imprecando fra se.

"Angel!"Scattò." Angel, lo so bene!"

"Non importa…"Mormorò lui, alzandosi con un sospiro.


"E adesso che fai, ti impaletti perché ho sbagliato un nome?!"

"Volevi andare in banca... "


Spike aggrottò la fronte.

"No… fami capire… hai ceduto dopo solo due ore di lotta?!

Cos’è, non avrai la febbre?"


Angel si infilò il cappotto, lentamente.

"Hai ragione tu." Ammise." Non posso costringerti ad altre privazioni…"

" E se faccessimo che invece posso ammazzare e viviamo nelle fogne?!"


Angel sollevò gli occhi, e gli riuscì uno sguardo molto, molto severo, anche se sapeva bene che Spike non diceva sul serio.


"Ehi!"Esclamò l’altro. " scherzavo!"


Spike inclinò la testa, sbirciando il suo volto scuro mentre uscivano di casa.

"E dai! Non ti ho mica chiesto di scannare il tuo migliore amico!

Pensa alla faccia che farà Darla quando si troverà i fondi esauriti!"


Angel sollevò il volto, fissando le stelle in cielo, prima di mormorare:

"Veramente Darla non può accadere a quei fondi…"


"Che cosa?" Strillò Spike, così forte che ogni persona in strada si voltò verso di loro.


Angel si strinse nuovamente nelle spalle.


"Usai i documenti di un uomo che avevo ucciso, e poi ne feci fare una copia e la nascosi in città nel caso avessi perso l’originale… però… non disposi mai nessun accesso per Darla…"


"Cioè… " Ripetè Spike allibito. " Si sono ritrovate in Cina… senza il becco di un quattrino!"

" Non proprio senza il becco di un quattrino… però con molto meno di quanto Darla non pensasse."


Spike scoppiò a ridere, gettando la testa all’indietro.

"Di, Angel, lo sai che eri proprio un mostro!"

*****

Los Angeles, 2001


"E c’era molto denaro in quella banca?"

Spike sogghignò.

" Un secolo di orrori che Angelus teneva ben al sicuro nella Banca di Inghilterra.


Si, Kate, credimi.

Molto, molto denaro.


E Angel non voleva neanche toccarlo!

Dico io se di può essere più idioti!"


"Comunque, alla fine, lo prese."

"Tecnicamente, visto che a Angel piacciono le minuzie, lo presi io… tecnicamente mi ci buttai sopra prima che cambiasse idea!"

"E non avete mai pensato di lavorare?!"

"Come no!" Esclamò Spike." Di giorno e diventare polvere o di notte e non salvare i disperati?


Ecco, questa è una cosa che Angel aveva in comune con Tanya: non ha mai voluto capire che non può fare tutto, salvare tutti e aiutare tutti!"

"E tu?"

"Mm…" Mugugnò lui. " io sono ottant’ani che lavoro…


ma questo cominciò dopo…


dopo la Russia."

*****




San Pietroburgo, Primavera 1912


Le notti sembravano essere diventate brevi, troppo brevi per Spike.

Le ore sembravano scorrere velocemente, più velocemente del normale.

Il tempo per lui era diventato un concetto relativo da quando era stato vampirizzato, anni erano passati senza che se ne accorgesse, e tutto era rimasto immutato.

Quella era l'eternità....o così aveva creduto.

Eppure, da quando aveva conosciuto Tanya, il tempo sembrava aver accelerato il suo corso.

Le ore che passava al suo fianco erano sempre troppo corte, e si ritrovava a volerne di più... a pensare, in alcuni momenti, che l'eternità stessa gli sarebbe sembrata un lasso di tempo troppo breve da passare con la ragazza.

Inutile dire che ringhiava poi per una mezz'ora buona dopo quel pensiero.

Sembrava quasi che ringhiare fosse l'unica cosa che gli riuscisse ancora bene, negli ultimi mesi.

La frustrazione, la rabbia per il comportamento di Tanya lo stavano facendo impazzire.

Stare accanto a lei, giorno dopo giorno, guardarla combattere, osservarla mentre si prendeva cura di tutti I derelitti di S.Pietroburgo, mentre il sorriso, quel suo bellissimo sorriso solare, non le lasciava mai il volto, lo riempiva di frustrazione, di rabbia....e di amore.

Era furioso con lei, per essere entrata nella sua vita ed averla sconvolta. Era furioso con lei, per il fatto che lo ignorasse. Era furioso con lei perché era bella, troppo bella...tanto bella che guardarla gli faceva male agli occhi, al cuore. Era furioso per la sua voce, per le sue parole, piene di una saggezza che mai aveva riscontrato in altri esseri umani...o vampiri, fatta forse eccezione per Angel.

Era furioso con lei perché amarla era la cosa più folle che sarebbe potuta capitargli...ma non riusciva a smettere di farlo.

Ogni giorno si ripeteva che doveva piantarla di agire come un ragazzino idiota, come *il* ragazzino idiota che era stato in vita, e comportarsi se non da demone, almeno da uomo...

Ogni giorno si ripeteva che doveva dimenticarla, che doveva ignorarla, che doveva farsi crescere finalmente gli attributi, persi probabilmente da qualche parte in Europa, e dare un taglio netto a quella follia.

Ma poi la vedeva...e tutti I suoi buoni propositi, i suoi razionalissimi discorsi finivano nel dimenticatoio non appena i loro sguardi si incrociavano, non appena lei gli sorrideva...ed allora ricominciava tutto da capo: la voglia di starle vicino, sempre più vicino, la necessità quasi fisica di toccare la sua pelle...la voglia di fare colpo su di lei...

...e quella morsa allo stomaco, quando poi, dopo le loro ricognizioni, l’ accompagnavano a casa, e lui si rendeva conto che ore sarebbero dovute passare fino al giorno dopo.

"Siamo arrivati" Disse Angel, interrompendo il corso dei suoi pensieri.

"Acuto..." Borbottò Spike, cercando di non guardare Tanya, che si stava avvicinando alla porta, e fallendo miseramente, come suo solito.

"Buona notte Angel, Spike..." Mormorò Tanya sorridendo loro.

"Buona notte Tanya" Rispose Angel.

Spike si limitò a sollevare una mano per salutarla, e Tanya fece lo stesso.

Poi, incapace di resistere alla tentazione, le sorrise, mentre si sentiva la più grossa mammoletta sulla faccia della Terra, per il fatto che già lei gli mancasse...e Tanya era appena entrata in casa…

Sentiva I suoi passi salire le scale.

Quanto era passato, un minuto?

Ecco...quella era un'eternità.

Sei patetico, Spike...sei senza speranza... Commentò una vocina dentro di lui, e Spike sbuffò, voltandosi poi verso Angel, che lo guardava, una strana espressione dipinta sul volto.

"Alziamo le tende?" Domandò.

Angel si limitò ad annuire, e Spike scrollò le spalle, e, mentre infilava le mani nelle tasche del cappotto, sollevò la testa in direzione della finestra della camera di Tanya, lasciandosi andare ad un inutile sospiro.

Camminarono in silenzio per qualche minuto.

Spike sentiva lo sguardo del vampiro più anziano su di se, e doveva frenare a stento l'impulso di ringhiare nella sua direzione.

Anche se generalmente non amava ammetterlo nemmeno con se stesso, era bello avere un amico, una persona come Angel nella sua vita.

Qualcuno che si preoccupava per lui, che non si lasciava ingannare dai suoi atteggiamenti, e che lo conosceva abbastanza da sapere quando tacere...e quando non farlo, come in quel momento.

"Sono patetico" Disse improvvisamente a bassa voce, così bassa, che solo Angel avrebbe potuto sentirlo. Si voltò a guardarlo ed Angel aveva aggrottato la fronte. "Sono il re dei patetici..." Continuò squotendo la testa.

"Non è vero, Spike..."

"Ah, no?" Domandò lui con voce tagliente. "No, hai ragione...non sono il re...sono l'imperatore dei patetici..." Sbuffò. "Non so cosa fare Angel..."

"Con Tanya?" Domandò Angel con aria esitante, ed ancora una volta Spike gli fu grato per il rispetto che gli mostrava.

"Chi altri?" Ammise.

Si fermò e di nuovo, e come poco prima sospirò, scalciando poi una pietra.

"Accidenti, Angel...mi sembra di impazzire! Guardami! Sospiro come ...come..."

"Come una persona innamorata?" Finì Angel per lui.

"Come un fottuto cadavere che cammina...che non avrebbe bisogno di respirare, ma si sente senza fiato! Senza fiato, capisci?" Scosse la testa. "Non so cosa mi stia succedendo, amico...non riesco a...a smettere di guardarla...non riesco a fare a meno di pensare a lei...

E’ ufficiale: sono fottuto, sono patetico...impalettami!"

"Spike?" Lo interruppe Angel. "Sei solo confuso..."

"No!" Sbottò Spike. "Non sono confuso...sono sei mesi che non sono più confuso...

Sono un'idiota, è diverso!

Amo una Cacciatrice, il che già sarebbe folle...ma amo una Cacciatrice che aspira alla santità...e che non mi guarda nemmeno!" Sbuffò, "Non so più che fare per farle capire quello che provo per lei!"

Ringhiò, dando un pugno contro la parete di un palazzo, digrignando poi i denti, quando sentì le ossa delle dita spezzarsi. "Al diavolo!" Sibilò e sobbalzò quando sentì una mano di Angel appoggiarglisi su una spalla.

"Che devo fare?" Domandò. "a lei non importa che tu ed io siamo due vampiri...so di non esserle indifferente...riesco a sentire il suo cuore accelerare I battiti quando siamo vicini...e Dio Angel, mi sembra di annegare...nel battito del suo cuore, nei suoi occhi..." Rise improvvisamente, una risata amara. "Per l'inferno...neanche da umano avevo mai provato qualcosa di simile...non ho la minima idea di come comportarmi."

Senza nemmeno guardarlo, accettò il fazzoletto che Angel gli porse, e se lo avvolse attorno alla mano, sebbene essa avesse smesso di sanguinare, e le ferite si stessero già rimarginando, cominciando poi a camminare lentamente.

Angel era al suo fianco, in silenzio, e Spike sorrise, pensando a quanto il suo rapporto con il suo sire fosse migliorato negli ultimi mesi, da quando, cioè, Tanya era entrata nelle loro vite.

Fino a sei mesi prima non si sarebbe nemmeno sognato di rivelare i suoi sentimenti, quello che gli si agitava dentro, ad Angel...

...adesso, però, era tutto cambiato."

"Hai provato ad essere te stesso?" Domandò improvvisamente Angel, sotto voce.

Spike si fermò.

"Me stesso?" Disse senza guardarlo. Inclinò la testa da un lato, scotendo le spalle. "Dovrei sapere chi sono per poterlo fare, non credi?"

"Non lo sai?" Domandò Angel.

Spike allargò le braccia.

"Un demone annacquato?

Quel che rimane di un ragazzino idiota?

Una combinazione di entrambi?"

"Tu hai paura..." Disse Angel, e Spike non fu sorpreso nel non udire scherno nella sua voce...ma solo preoccupazione.

Non ripose all'inizio, e dovettero percorrere ancora qualche altro metro prima che sotto voce dicesse: "Paura? Sono terrorizzato Angel..."

Lo guardò e ripeté: "Sono terrorizzato...

Diciamocelo francamente: non ho mai avuto una gran fortuna con le donne...

Drusilla..." Strinse le labbra, "Drusilla non mi amava...e da umano...beh, lasciamo perdere..."

"Tanya non è come le altre..." Mormorò Angel.

Spike scosse la testa.

"Decisamente no..."

sollevò il volto al cielo e chiuse gli occhi.

"E’ unica..." Mormorò, abbassò la testa, e guardandolo domandò: "Tu cosa faresti?".

Spike vide Angel abbassare il volto alle sue parole, e tacere per qualche istante, e quando finalmente parlò il tono della sua voce era tranquillo, eppure, nei suoi occhi, Spike poté vedere rimpianto, e per un istante ancor prima che egli parlasse, desiderò non aver pronunciato quelle parole.

Generalmente non gli importava di ferire le persone, nel caso di Angel però, cercava di trattenersi, si ritrovava a desiderare che non soffrisse...aveva già abbastanza dolore senza che lui, suo figlio, gliene provocasse altro.

Figlio? E questa da dove salta fuori?

Se lo domandò, ma la voce di Angel lo distrasse da quelle riflessioni quando disse: "Non sono la persona più indicata per questo genere di cose, Spike..." Il vampiro si strinse nelle spalle mentre continuava. "Io non mi sono mai innamorato..."

Spike ammiccò sorpreso.

Angelus era stato un bastardo senza appello, l'essere più crudele che avesse mai conosciuto...ma Angel era stato umano una volta, possibile che non avesse mai conosciuto l'amore?

Che razza di vita poteva mai aver fatto?

Spike deglutì e commentò: "Certo che siamo messi proprio bene, eh?"

Sorrise amaramente e scosse la testa.

"Non so tu...ma io berrei volentieri una vodka, dovrebbe esserci una ...." Tacque, quando, improvvisamente, una corrente fredda, di un freddo che non aveva nulla a che vedere con la temperatura, gli attraversò il corpo.

I peli sulla sua nuca si rizzarono, ed uno sguardo ad Angel fu sufficiente ad assicurarlo che anche lui aveva avvertito le stesse sensazioni.

Magia nera...

Forte, potente...e dannatamente pericolosa.

Sentì un ruggito nascere dentro di se, mentre il suo demone veniva quasi richiamato da quegli influssi, riconoscendoli come una cosa naturale, amica.

"Perché ho come l'impressione che la vodka dovrà aspettare?" Domandò sottovoce, massaggiandosi la nuca con la mano fasciata.

"Perché sei sveglio..." Mormorò Angel.

Spike si guardò attorno, alzando la testa, dilatando le narici, e infine voltò lo sguardo in direzione di un vicolo.

"Proviene da lì'..." Si limitò a dire.

Non volle nemmeno pensare al perché per una volta non protestasse all'idea di andarsi volontariamente a cacciare nei guai...

...nella sua mente, ormai, ogni demone ucciso da Angel e lui era un demone in meno per Tanya, ogni pericolo sventato era una sfida in meno per la ragazza.

Un po' di sana violenza avrebbe sicuramente distratto il suo sire… dai suoi ricordi e da una delle sue ormai tradizionali sessioni di rimugino....per non parlare di quanto un po' di sangue avrebbe calmato i suoi di nervi.

"Andiamo?" Domandò, mentre già si avviava verso il vicolo.

Angel non rispose, ma Spike non ci badò.

Era accanto a lui, come sempre.

******

La piazza dove sbucarono, una volta usciti dal vicolo, era piccola.

Non doveva essere molto frequentata di solito, e questo spiegava il perché fosse stata scelta.

Al centro era stato disegnato un cerchio, con sale, e, a giudicare dall'odore, ceneri umane, pensò Spike, squotendo la testa.


Un uomo era al centro del cerchio, in ginocchio, con il capo chino, così concentrato sulla figura davanti a se, e dal suo tremito convulso, che inizialmente non li vide nemmeno accostarsi.

Un terzo personaggio, infine, si teneva leggermente in disparte, il volto coperto da una pesante sciarpa nera, e un lungo cappotto dello stesso colore, il cui bavero sollevato nascondeva quel poco che la sciarpa aveva lasciato scoperto.

Spike intravide il verde-azzurro degli occhi dell'uomo ed un'espressione in essi che per qualche strano motivo gli ricordò Drusilla.

Sembrava nascondersi, a differenza di quello che era di fronte al deficiente all'interno del cerchio.

Teneva la testa sollevata, gli occhi rivolti verso il cielo, le mani alzate, mentre mormorava parole in una lingua che Spike riconobbe essere Latino.

Andiamo bene.

Pensò.

Un mago....

Sbuffò, voltandosi in direzione di Angel, che osservava la scena, un'espressione seria sul volto.

"Stanno evocando qualcosa..." Mormorò il vampiro più anziano.

Spike sollevò le sopracciglia ed annuì, ma strinse gli occhi, quando una luce, improvvisa, sembrò scaturire dall'interno del cerchio.

La luce era violacea, e Spike si sorprese nel constatare che la pelle del viso gli si stava accapponando.

"Cos'è?" Domandò improvvisamente facendo un passo avanti. "Una nuova attrazione per turisti?"

Il mago abbassò di scatto la testa, stringendo gli occhi nella sua direzione. Occhi azzurri ed uno sguardo da predatore che piacque molto poco a Spike.

"Carino," continuò poi facendo un altro passo avanti. "non il genere d'intrattenimento che preferisco, ma apprezzo la buona volontà"

"Come osi?" Sibilò il mago.

Gli aveva parlato in Francese, ma Spike aveva riconosciuto l'accento russo nelle sue parole.

Sogghignò.

"Oh, sono spiacente...ho interrotto qualcosa?" Disse, in un Francese certamente migliore del suo, avanzando nel frattempo verso di lui.

Angel gli era accanto, e Spike doveva ammettere che la sua presenza era confortante.

Con la coda dell'occhio vide l'altro uomo allungare una mano sotto il cappotto, ma, ancor prima che potesse intervenire, Angel parlò, e la sua voce era piena di una fredda furia mentre sibilava: "Sarai morto prima di toccarla quella pistola..."

"Bene, bene...in cosa sono occupati i nostri amici?" Domandò Spike al mago.

Fu Angel a rispondergli, dicendo: "E' il rituale di Hoynamregh"

Spike si voltò per un istante in direzione del vampiro più anziano.

Aveva quasi dimenticato quanto Angelus fosse stato appassionato di magia nera...personalmente la magia non gli era mai interessata, menare le mani era decisamente più divertente.

"Questo dovrebbe illuminarmi?" Domandò di rimando, mentre il suo sguardo era ancora fisso sul mago.

I lineamenti, che in quel momento erano distorti dalla furia, dovevano renderlo generalmente un uomo attraente, ma Spike sentiva il male circondare quell'uomo, avvolgerlo al pari del lungo mantello e del cappuccio blu notte che gli coprivano il corpo ed il capo.

"Sì, se ti interessa richiamare demoni...." Rispose Angel.

Spike avanzò di un altro passo.

Era vicinissimo al cerchio ormai.

"Ah, davvero?

Richiamare un demone?

Quelli di San Pietroburgo non sono abbastanza?" Guardò a terra per un istante. "Eh, già" Commentò. "cerchio mistico...cos'è che si dice di questi affari?"

Sollevò la testa e guardò il mago, mentre con un piede spezzava il cerchio, cancellando la scia di sale e ceneri umane.

"Che sbadato..." Mormorò.

"Pagherai con la tua vita per questa insolenza" Ruggì il mago.

"Uccidili," Disse l'uomo vestito di nero, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, parlando così per la prima volta. "uccidili entrambi..."

Una folata di vento improvvisa si sollevò nella piccola piazza.

I lembi del mantello del mago sbatacchiarono ed il cappuccio gli cadde all'indietro scoprendogli il volto, mentre lui allungava prima una mano e poi l'altra verso Spike, ed egli vide praticamente l'aria fremere, riempiendosi di una potentissima energia, rappresentata da un enorme numero di particelle violacee.

Angel, velocissimo, gli si parò davanti, e l'onda d'energia lo colpì in pieno, facendolo stramazzare in terra, mentre Spike si ritrovava catapultato contro la parete di una palazzina.

"Non posso crederci" Spike sentì dire al mago.

Tenne gli occhi chiusi, sentendosi troppo debole per muoversi, aspettando di recuperare le forze per intervenire.

"Un vampiro" Continuò l’altro. Vi era divertimento nella sua voce mentre diceva: "Credo che le cose potrebbero divenire interessanti...."

"Concordo" Parlò l'altro uomo. "perché rischiare di farci scoprire...posto che..." Spike lo sentì muoversi, e poi udì un rumore sordo, che riconobbe essere un calcio, tirato probabilmente contro Angel.

Strinse gli occhi, sperando che i due uomini non notassero il fatto che non fosse privo di conoscenza.

"Credi esista un modo per controllare il suo demone, Legrand?" Domandò l'uomo. "Sarebbe molto più semplice che evocarne uno ex novo....oltre che produttivo"

Il mago, quel Legrand, rise, una risata leggera.

"Ma certo principe Nakaz"

Nakaz? Si domandò Spike.

Aveva già sentito quel nome, aveva già letto di lui, nei mesi precedenti.

"Spero tu non fallisca, Legrand..." Continuò l'uomo. "Sai, quanto io tenga a questa operazione..."

"Non fallirò, principe...

I vampiri sono creature relativamente deboli mentalmente...sono molto forti, ma facilmente assoggettabili"

"Boris?" Chiamò l'uomo, ignorando per un istante le parole del mago. "prendi quella...creatura..." Tacque per un istante, e Spike riuscì a sentire lo sguardo dei su di se."Dobbiamo liberarci di lui?"

"Non è necessario principe. Vi ho già detto che sono creature deboli mentalmente...non rappresenta un pericolo per noi."

Spike si morse l'interno delle guance per non ringhiare, e tenne gli occhi chiusi mentre attendeva che gli uomini si allontanassero.

Avrebbe voluto seguirli, ma la verità era che aveva a stento la forza di rimettersi in piedi, e non avrebbe mai potuto competere con quel mago, non in quel momento.

Sembrarono passare ore, prima che l’ auto dei due si allontanasse, prima che fosse sicuro di essere da solo.

Lentamente, le parole pronunciate da quell'uomo cominciarono a prendere significato. Un terribile significato.

Il mago aveva parlato di un incantesimo per controllare il demone di Angel.

Angelus.

Quel mago e quel principe, per ragioni che gli erano oscure, volevano portare alla luce Angelus.

Quei due uomini non avevano la più pallida idea di cosa fosse Angelus.

Non avevano la più pallida idea di cosa si stessero accingendo a fare.

"Mio Dio" Sussurrò, mentre si rimetteva lentamente in piedi. "che cosa ho fatto?"

Si guardò attorno nella piccola piazza, ansimando, mentre il dolore alle costole pulsava, quasi quanto quello più profondo che stava provando, al pensiero di aver messo in pericolo Angel.

Cosa aveva fatto?

La sua impulsività, la sua arroganza, lo avevano messo nei guai in passato, ma ne aveva sempre patite le conseguenze da solo.

Non gli era mai importato del fatto che qualcuno potesse pagare il prezzo dei suoi gesti avventati.

E proprio ora che stava realizzando che non era più solo, che Angel, il vampiro che oltre dieci anni prima lo aveva colpito alla testa, obbligandolo a fermarsi e a riconoscere l'umanità latente dentro di se, egli era in pericolo.


Le sue gambe si mossero velocemente, e lui cominciò a correre, ignorando il dolore alle costole, alla pelle, mentre la sua mente era invasa solo dalla preoccupazione per Angel.

E il fazzoletto che il suo sire gli aveva dato per medicarsi gli scivolava dalle dita, finendo in terra, abbandonato.

Non si rese nemmeno conto di dove stesse andando fino a quando I suoi pugni non cominciarono a battere contro una porta chiusa.

La porta dell'appartamento di Tanya.

Se c'era una persona che poteva aiutarlo a liberare Angel, quella era la Cacciatrice .

Non gli importava in quel momento, di essere innamorato di lei, non gli importava nemmeno del fatto che lei lo evitasse.

Ciò che contava era che era forte abbastanza da stare al suo fianco, mentre avrebbe strappato il cuore dal petto dal bastardo che aveva preso Angel.


*****


"Spike?"

Tanya si strinse lo scialle attorno alle spalle e si affettò ad aprire la porta, prima che lui, dall’altra parte, la facesse crollare.


Come sembrava avere butte le intenzioni di fare.


Entrò.

E lei si accorse subito che era sconvolto.


Più di quanto non avrebbe creduto possibile.


"L’hanno preso!" Gridò.


Era spettinato, e i suoi vestiti odoravano di bruciato.


"Che è successo?"Chiese Eleonor, accorsa subito dopo di lei, ma Spike non la guardò nemmeno.


Si voltò di scatto e afferrò Tanya.

"Hanno preso Angel!" Ripeté. "


"Sta calmo…" Mormorò lei, lottando per controllare il batticuore che la preoccupazione le aveva immediatamente procurato." Raccontami che cosa è successo…"


Aveva completamente dimenticato di essere in camicia da notte, e pareva che nemmeno lui ci avesse fatto caso.


Con una strana sensazione nel cuore, si accorse che, in quel momento, per Spike, lei non era Tanya… non era nemmeno una ragazza… in quel momento, per Spike, lei era solo la Cacciatrice.


Lui deglutì , passandosi la mano fra i capelli.

"Stavamo camminando…"Spiegò, cercando evidentemente di trattenere il nervosismo." E abbiamo scoperto due uomini che praticavano un incantesimo di Hoynamregh."

"Un Hoynamregh?" Ripeté Eleonor. " Volevano evocare un demone e porlo nel corpo di un uomo?"

"Proprio così…"

"Ma perché? E una cosa molto pericolosa…"


"Cosa me ne frega perché!" Strillò Spike." Per me possono sbatterci contro se vogliono!

E farsi divorare!


Ed è esattamente ciò che farò quando gli avrò messo le mani addosso!"


"Perché hanno preso Angel?" Lo interruppe Tanya." E come hanno fatto?"


Spike strinse i denti, così forte che Tanya temette che si ferisse da solo.

"Si è messo in mezzo…" Soffiò." Uno dei due… il mago… ha cercato di colpirmi, e lui si è messo in mezzo.


Era svenuto e io sbattuto contro una parete con… parecchia roba rotta…" Chiuse gli occhi per un secondo." Sapevo che in quelle condizioni non sarei riuscito a fere molto…"


"Ma certo…" mormorò Eleonor." Hai fatto la cosa migliore…"


"L’ho lasciato portare via!" Ringhiò Spike.


"E così ora puoi essere qui e noi possiamo avere l’ opportunità di trovarlo." Disse Tanya, risoluta." Hai idea di chi possano essere?"


"Certo!" Ripose lui stizzito." Non badavano certo alla riservatezza!

Il mago si chiama Legrand e l’altro… lo ha chiamato Nakaz. Principe Nakaz ."


Tanya boccheggiò quasi.

"Il principe Nakaz ! " Esclamò. " So dove vive!

Ha un palazzo sulla Fontanka!"


"Allora andiamo!" Di nuovo, Spike sembrò ringhiare, e Tanya annuì vigorosamente, facendo per correre in camera sua.

Ma Eleonor l’afferrò per il braccio, trattenendola.


"No." Disse, e continuò, prima che Spike la potesse interrompere." Tra pochissimo sarà l’alba… devi andare da sola…"

"Neanche a parlarne!" Esclamò Spike, digrignando i denti." Io non resto qui ad aspettare mentre…"

"Diventare un mucchietto di cenere" Lo zittì Eleonor." non aiuterà Angel!"


Tanya lo vide dilatare le narici per la rabbia, e si premette le mani sul petto.


Poi, impulsivamente, ne allungò una verso di lui.


"Ci proverò…" Mormorò, sfiorandogli la spalla." Ti giuro che ci proverò.


"Vengo io con te." Propose Eleonor, ma Tanya scosse risolutamente il capo.

"No. Resta qui."

Ma…"

Indicò con gli occhi Spike, la sua espressione disperata che non dava alcuna rassicurazione su ciò che avrebbe fatto una volta rimasto da solo.


E non ci fu bisogno di aggiungere altro.


*****


Angel riprese conoscenza lentamente, molto lentamente, come se la sua consapevolezza riuscisse a fatica a farsi strada nella bruma scura, lattiginosa, che lo avvolgeva. Che gli soffocava il cervello, impedendogli i pensieri, come una massa di liquido appiccicoso gli avrebbe impedito i movimenti.

Obnubilandogli i sensi con un penetrante odore di spezie.


Gli sembrava di non riuscire a respirare, ed era una sensazione così terribile che il suo primo movimento fu un eccesso di tosse che gli scosse il petto, riempiendogli di aria i polmoni.


Il che era … assurdo…


Lui… non poteva soffocare… lui non respirava nemmeno…


Angel era un vampiro…


Eppure la sensazione dell’aria fredda nei polmoni lo aiutò a schiarirsi le idee, a venire fuori da qual limbo che lo aveva trattenuto fino ad allora.


Cercò di muovere le braccia, e scoprì di non riuscirci.


Era legato, incatenato, bracciali troppo stretti gli serravano i polsi.


Ed era debole.

Tanto che le catene che lo tenevano gli sembravano pesantissime, e quando cercò di sollevarsi ricadde in terra, battendo le spalle contro la parete.


Ansimò, e finalmente socchiuse gli occhi.


Fumo.


Fu la prima cosa che notò.



Volute sottili di fumo ocra che si sprigionavano da decine di piccole ciotole piene di polvere dorata, poste tutt’attorno a lui, secondo una complessa forma geometrica.


Dall’odore forte, così forte che gli penetrava nel cervello.


Cercò di nuovo di strattonare le catene, e di nuovo ricadde all’indietro.

Senza alcuna forza.


Quindi, alzò gli occhi e si guardò attorno.


Era in una camera enorme, con le pareti decorate d’oro secondo lo stile elaborato del palazzo di Caterina, e grandi finestre schermate da tende anch’esse dorate.

Senza alcun mobile fuorché un carrello ricopertola un telo grigio.


C’era della luce che filtrava dalla finestra, riflettendosi sul pavimento tirato a lucido.


Era già giorno, e lui era rimasto privo di conoscenza come minimo per dieci ore…


Assurdo…


No.

Non assurdo.

Sovrannaturale.


"E’ quella polvere, vero?" Mormorò, gettando la testa all’indietro e appoggiandosi contro la parete." E’ quella che mi ha fatto addormentare, e che mi rende così debole…"


Per un attimo, nessuno rispose, e l’unico rumore nell’enorme stanza fu quello della sua gamba, mentre la tirava contro il petto.


Poi, dall’ombra della porta, emerse l’uomo che i suoi occhi da vampiro avevano già scorto.


Era alto e magro, molto magro, sebbene la sua figura fosse in parte camuffata dal lungo caffettano russo che indossava, ocra e ricamato d’oro, aperto su una tunica egualmente ocra e lunghi calzoni dorati.


Sembrava un mago uscito da un racconto popolare, perfetto per adattarsi a quella stanza.


E lo era…

Un mago…


Era il mago che, la sera prima, nella piazza vicina al Palazzo d’inverno, stava operando un incantesimo su quella sorta di colosso…


Ma l’espressione sul suo volto non era affatto adatta ad un racconto popolare.


Era astuta, predatrice, come quella di una volpe.

E molto, molto pericolosa.


"Mi stavo proprio chiedendo..." Disse in Francese, con un marcato accento russo." se te ne saresti accorto.

I vampiri passano per creature molto stupide."


Angel si prese un attimo per osservarlo avanzare, e per fissare il suo volto liscio, affilato, dai penetranti occhi azzurri, prima di decidere che la cosa era definitivamente seria.


"Solo alcuni.

Come lo sono solo alcuni uomini."


"Dammene una prova…" Lo sfidò il mago, avvicinandosi di un altro passo." Hai capito che è la polvere… e poi?"


Angel strinse leggermente gli occhi.

"Ho capito che il suo fumo deve penetrarmi in qualche modo nella pelle, dal momento che non respiro.

E ho capito che finirà.

Prima o poi."


"Oh, si…" Mormorò l’ altro.

Lentamente, pigramente, mosse le dita, e de ciotole attorno ad Angel cominciarono a muoversi, ruotando una dopo all’altra per poi ricomporre lo stesso disegno di prima." Ma sarà troppo tardi…"


All’improvviso si fermò, come se avesse di botto ricordato qualcosa.

"Ma perdonami," Esclamò." dove mai avrò messo le mie buone maniere?


Il mio vero nome ti sarebbe probabilmente oscuro, ma , di certo,essendo ciò che sei, mi conoscerai come Legrand!"


Angel dovette fare uno sforzo per mantenere la calma.

"Mai sentito…" Scandì." Ma non mi stupisce.

Con tutti i ciarlatani e gli illusionisti di bassa lega che tengono banco nell’alta società russa un nome può sempre sfuggire.

E del resto, non frequento spesso i salotto in cui si legge la mano!"


"Mm…" Mugugnò lui." Devo ammetterlo… in questo florilegio di basse imitazioni il vero talento, a volte, viene smarrito.

Ma, fortunatamente per me, il principe Nakaz sa riconoscere la vera classe quando la vede, e così ha deciso di offrirmi i mezzi per vivere secondo il mio stile in cambio di alcuni utili servigi…"


Angel strinse leggermente gli occhi.


Nakaz … Nakaz … certo.

Si parlava molto di lui, in città e sui giornali.


Era un nipote di Alessandro III, un libertino, con enormi ambizioni politiche…


Prima dell’assassinio di Stolipyn era da molti considerato un suo possibile successore, ma la Duma tutta lo aveva sempre osteggiato per via delle sue idee estrimiste…


"Sai, "Esclamò all’improvviso Legrand." è la prima volta che vedo un vampiro.

Altre creature della notte si, ma un vampiro… non mi era mai capitato…"

"Evidente, dal momento che sei ancora vivo."

"Sarà interessante confrontarmi con te…"


"Non lo chiamerei confronto, dal momento che tu sei libero e io stordito e incatenato al muro."

"Credi che non potrei batterti?"


L’uomo agitò una mano, e dal telo sopra il carrello schizzò un paletto appuntito, che corse verso Angel, fermandosi a un pollice dal suo cuore.


"Bella scena " Commentò lui asciutto." Ma tu resti libero e io incatenato a una parete."


L’altro scosse le spalle, annoiato.

"Mi aspettavo qualcosa di più da te…" Mormorò.

"Non mi dire: ringhi e zanne acuminate… d’accordo, allontana un po’ quelle ciotole e vedrò di accontentarti!"

"Naturalmente mi aspettavo qualcosa di più…" Continuò l’altro, come se Angel non avesse parlato." Sai, con tutta quella… forza distruttrice, quella.. energia selvaggia…"


Angel fece per rispondere, ma esitò quando il senso delle parole dell’uomo gli scese lentamente nel cervello, penetrando nello stato di bruma che ancora l’avvolgeva.


Atterrito.


"Tu…" Mormorò piano." hai visto il mio demone…"


Un sorriso sarcastico, perfido e sensuale, salì sulle labbra dell’altro.

"Già…

Non è un incantesimo difficile, sai… non per uno della mia razza.

Noi Russi siamo particolarmente portati per tutto ciò che è… invasivo… per tutto ciò che ci permette di penetrare nella mente o nell’energia degli altri…


Il tuo demone si è manifestato davanti ai miei occhi come una meraviglia assoluta e malvagia…"


Angel deglutì.

"Non è lo stesso temine che userei io…"


"E perché?

Una tale forza!

Un tal potere, e senza alcuno scrupolo!

La forza sovrumana di compiere qualsiasi delitto qui, a portata di mano.


Il principe Nakaz ha avuto un’ idea degna di lui.


Dopotutto, sarebbe stato assurdo evocare un demone perché trasformasse un uomo nell’assassino perfetto… quando ce lo abbiamo già qui… "


"Che vuoi dire?"Esclamò Angel, mentre un brivido freddo gli percorreva la schiena.


"Solo" Rispose l’altro, ridendo e girandogli intorno." Che sarà veramente una sfida riuscire ad imbrigliare il tuo demone per trasformarlo in un fedele alleato che, ad uno ad uno, eliminerà tutti i deputati della Duma avversi al mio principe, fino ad arrivare a Kokavistov(?) in persona… e in un modo così efferato che, con l’isteria collettiva che c’è a San Pietroburgo, tutti crederanno alla follia di un mostro sanguinario, e la paura farà si che nessuno voglia più assumere le cariche vacanti…"

"Nessuno…" Finì Angel per lui." Tranne il generoso principe Nakaz …"

"Esattamente."


"C’è una cosa che non hai considerato, mio caro… dilettante, ossia il fatto che quello che vedi di fronte a te non può essere assolutamente paragonato al mostro che tu vuoi evocare!


Se con il tuo incantesimo farai emergere il mio demone sta pur sicuro che la prima cosa che farà sarà scannarti usando queste mai!"


L’altro non parve affatto impressionato dal tono della sua voce.

"Come si dice: più una sfida è dura e più è interessante!

E metterti un guinzaglio è una prospettiva molto, molto eccitante!"


"Senti, idiota!"Scattò Angel, stringendo i denti con tutta le energie che aveva per riuscire a mettersi in piedi.

E anche così, solo la forza di volontà gli impedì di cadere in terra." Tu non hai nemmeno idea di cosa stai provocando!

Questa forza meravigliosa, come la chiami tu, è l’entità più malvagia che tu possa immaginare!


Non è un cagnolino con cui giocare.

E’ crudele, è sanguinaria, è assolutamente incontrollabile!

O credi che quando avrai finito con i tuoi giochetti verrò fuori da queste catene pronto a ringraziarti e ad obbedire ai tuoi ordini?!"

"Questa sarebbe l’idea." Scandì l’ altro, divertito."Non saresti il primo demone che assoggetto."

"Che tipo di demoni?

Animali che distinguevano solo cibo e paura?

Quello che mi porto entro non è così!

E’ un mostro che riuscirà a convincerti di essere disposto a fare tutto quello che vuoi prima di arrivarti alle spalle!"

Stava ansimando per la fatica che gli costava restare in piedi e parlare.

E gridava.

Per la rabbia.

Per la disperazione.

Perché solo il pensiero di poter tornare quello di prima, che Angelus, come si ostinava a chiamarlo Spike per distinguerlo da lui, fosse liberato, lo riempiva di un terrore folle.

"Rilassati."Lo schernì il mago." E’ la prima volta che sento un assassino così pericoloso avvisare le sue vittime potenziali.

Non sarà che invece hai davvero pura di finire al guinzaglio?"

Sorrise, facendo per allontanarsi, e Angel tese le catene più che poté, anche se sapeva che era tutto inutile.

"Non sono io!" Gridò." Io mio demone non è libero! Non è quello che hai visto ieri sera e che vedi oggi!"

L’altro non rispose, limitandosi ad indietreggiare ancora, guardandolo e sorridendo.

"Stai mettendo la testa nel cappio e non lo sai nemmeno!

Ascoltami!

Ci sarà una strage!"

"Lo so. E’ quello che voglio…"

"No, non capisci niente!

Io ho un ‘anima!"

L’altro si fermò per un attimo alla porta, quindi, inaspettatamente, scoppiò a ridere.

"Si!" Esclamò, uscendo." Certo, come no!"

Un vampiro con un ‘anima!"

Dietro di lui, strattonando disperatamente le carene, Angel urlò.

*****

"Ma perché non arriva?!" Urlò Spike, sbattendo così forte la finestra che i vetri e l’intelaiatura vibrarono fin quasi a spaccarsi.

Dall’ esterno, un filo di luce solare penetrava nella stanza.

Sottile.

Tutto ciò che consentiva l’ombra del palazzo, e quando Spike si voltò, fuori di se dalla rabbia e dalla preoccupazione, gli passò così vicino che Tanya poté vedergli sfiorare la sua manica, vicinissimo alla carne del polso.

Strinse le mani una nell’altra, e si affrettò alle sue spalle, per chiudere la finestra e tirare le tende.

Inutile.

Era la terza volta che lo faceva, e per la terza volta Spike sarebbe tornato indietro , avrebbe riaperto tutto e avrebbe guardato fuori, alla ricerca di Eleonor.

Stette per un attimo con la mano appoggiata al telaio, guardando Spike camminare avanti e indietro, con le mai fra i cappelli, come un animale in gabbia.

Disperato e rabbioso.

E per una volta di più si sentì impotente… e inutile.

Non riusciva a fare niente per calmare Spike.

Per rassicurarlo.

Esattamente come non era riuscita a fare niente per aiutare Angel.

Nonostante il suo potere… nonostante desiderasse farlo con tutta la sua anima.

Ma quando era arrivata a palazzo Nakaz due lacchè all’ingresso le avevano detto che il loro padrone era fuori città, e la sola cosa che aveva potuto fare era stata sgusciare dentro da una delle finestre laterali e perlustrare in silenzio l’enorme palazzo, strisciando fra le ombre per non farsi scoprire.

Per ore inere… senza trovare nulla.

Alla fine, il senso di sconfitta, di colpa, era stato così grande da trasformarsi in freddo, e lei aveva rabbrividito, stringendosi le braccia attorno al corpo, mentre tornava indietro, e aveva dovuto lottare disperatamente con se stessa per impedirsi di piangere.

Per sollevare la testa ed entrare in casa.

E una volata lì, il suo autocontrollo aveva rischiato di venire meno quando aveva incontrato gli occhi azzurri di Spike.

Così pieni di fiducia…

In lei…

E Tanya li aveva delusi.

Aveva deluso lui e Angel, che forse attendeva un aiuto che non era in grado di dargli.

Mai, prima di allora, si era sentita così indegna del suo ruolo.

Era certa… certa… che un ‘altra, al posto suo, sarebbe riuscita a trovare un indizio sul luogo in cui cercare Angel… o avrebbe avuto almeno una sensazione, un intuizione.

Mentre lei aveva dovuto affrontare gli occhi di Spike.

A aveva desiderato fuggire di fronte a quegli occhi.

Si era offerta di uscire di nuovo, di cercare ancora, senza una direzione…

Qualunque cosa pur di non restare lì… ma Eleonor l’aveva bloccata.

"Non puoi andare così, alla cieca."Aveva detto."Lascia fare a me.

La cosa migliore è chiedere notizie del principe Nakaz, raccogliere informazioni su di lui…

E’ un uomo ambiguo, che cerca di farsi benvolere sia dalla vecchia che dalla nuova corte… sono sicura che negli ambienti giusti riuscirò a sapere molto su di lui."

L’aveva baciata sulla fronte, rassicurandola.

"Non hai idea,"Le aveva sussurrato." Della quantità di notizie che si possono raccogliere attorno a una tazza di te…"

Era sembrata sicura.

Tranquilla.

E Tanya era certa che quella tranquillità avesse urtato i nervi di Spike come una spada nel cervello.

Ora erano passate più di cinque ore.

Il sole, di nuovo, si avviava al tramonto, e di Eleonor nessuna traccia.

Chiuse per un attimo gli occhi, per salvare il suo cuore dalla vista di Spike .


Sapeva che Eleonor aveva ragione, ma sapeva anche che se il tramonto li avesse trovati ancora nelle stesso condizioni nessuno avrebbe potuto impedire a Spike di uscire di casa e cercare Angel.

E che lei lo avrebbe seguito.

Riaprì gli occhi, il cuore allagato di tenerezza quando lo vide venire verso di lei, senza guardarla.

Non c’ era più scelta per Tanya.

Da molto, molto tempo.

"Ma perché deve sempre essere un dannato, fottuto idiota?!" Gridò Spike, afferrando lo schienale del divano. "Perché si è messo in mezzo a quell’incantesimo?!

Maritava di essere preso!

Merita di schiattare!"

Sia lasciò andare, crollando sul divano, come se all’improvviso un peso enorme gli fosse caduto addosso.

"Ma perché…" Ripeté, prendendosi la testa fra le mani." Non sapeva che non sarei stato in grado di aiutarlo?

Perché ha dovuto fare un cosa così stupida?!"

Tanya sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma le ricacciò indietro, sedendo al suo fianco e allungando una mano per sfiorargli timidamente la fronte.

"Perché tu vuole bene…"Sussurrò." Come tu ne vuoi a lui…"

Spike si voltò a guardarla.

Stupito, colpito, e libero dalla sua solita maschera di cinismo e fascino.


Dio, Dio quanto lo amava!

L’amava così tanto che le faceva male il cuore.

Lo amava più di quanto avesse mai amato niente al mondo.

Ne Eleonor, ne la sua missione.

E doveva essere una donna crudele e perversa per questo… ma era così…

Quell’amore le bruciava l’anima da sempre.

Da quando appena conosceva il suo volto.

E la spaventava.

E la riempiva di gioia infinita ogni volta che poteva vederlo.

E di dolore.

Perché quello che Tanya amava era qualcuno che aveva solo potuto intravedere oltre la maschera che la feriva.

L’uomo che si era lanciato su di lei per salvare Angel, quello che, talvolta, scopriva a guardarla, prima che la maschera calasse, e quello… quello che era lì, davanti a lei, adesso.

Quel ragazzo disperato per qualcuno che amava.

"Fa male volere bene, Tanya…"Mormorò." Non ricordavo più che ne facesse tanto…"Abbassò gli occhi, come se si vergognasse delle sue parole." E non mi piace…"

Lei lo accarezzò di nuovo, e quando vide qualcosa brillare in un angolo del suo occhio non riuscì a resistere, e lo abbracciò.

D’impulso, come d’impulso lui rispose, stringendola a se.

"Lo so…" Mormorò piano." Più ami qualcuno e più questo amore ti porta gioia… e dolore…"

"Non lo doveva fare…" Ringhiò Spike sulla sua spalla, stringendola così forte da farle male."dieci anni e lui… lui mi ha sempre tolto dai guai… lui… è sempre riuscito a cavarsela… non riesco a pensare a cosa accadrebbe se…"

"Shh…"Lo zittì lei, dolcemente, accarezzandogli la nuca con la mano."Non accadrà… ne sono sicura… noi riusciremo a tirarlo fuori…"

"Tu non sai chi è Angelus…"Soffiò Spike sulla sua spalla. "E se riuscissero a richiamarlo…"

"Se lo richiameranno noi lo rimanderemo indietro."Rispose lei, sicura." E ci riprenderemo Angel.

Te lo prometto…

Tu non sarai da solo…

Darei… darei la mia vita per non vederti più così…"

Chiuse gli occhi, ma li riaprì immediatamente quando lo sentì staccarsi leggermente da lei, allontanandola.

Le sfiorò la guancia con la sua, e immediatamente il cuore di Tanya accelerò il suo battito.

E questa volta non fu per la pena o il dolore.

Questa volta fu perché il viso di Spike era lì, davanti al suo, così vicino che i loro nasi si sfioravano.

E quando inclinò leggermente il proprio, per guardarlo, anche la sua bocca toccò quella di Spike, e lui chiuse gli occhi per un momento.

Pensò che l’avrebbe baciata, allora, e che lei sarebbe mandata in cenere con quel bacio.

Lo voleva.

Desiderava le labbra di Spike sulle sue.

Disperatamente.

Voleva un soffio del suo amore… anche solo una briciola…

Poi lui aprì gli occhi, e voleva davvero baciarla, e inclinò il volto per farlo… ma lei, adesso, non poteva più…

Lei adesso aveva visto il suo sguardo…

Si allontanò appena in tempo , quando la bocca di Spike già sfiorava la sua.

Divincolandosi e alzandosi di scatto.

"No…"Mormorò." Ti prego…"

La reazione di lui fu frustata, quasi rabbiosa.

"Ma certo!"Esclamò." per un secondo avevo scortato di essere solo uno sporco demone!"

Tanya si voltò di scatto, squotendo disperatamente il capo.

"Non è così!

Non è questo!

Spike, te lo giuro… per me non ci sono uomini o… vampiri o… demoni, ma solo … buoni o … cattivi…"

"Ma non mi dire!"Scattò lui, alzandosi, un sorriso di scherno sul volto." E allora perché?!

Vuoi spiegarmelo perché?"

Di nuovo, Tanya sentì le lacrime sfiorarle gli occhi, e di nuovo lottò per rispedirle indietro.

"Perché tu non volevi baciare me…"Mormorò." Tu… volevi solo dimenticare il dolore… per… per un momento…"


Le braccia di Spike ricaddero, la rabbia che rapidamente lo lasciava andare.

Ma continuò a fissarla.

"Sarebbe così… terribile?" Mormorò piano.

Di nuovo, lei scosse la testa.

"No… ma io non ce la faccio…"

Le parve sul punto di dire qualcosa, ma alla fine ciò che fece fu allungare un braccio, e attirarla contro di se.

Stavolta, fu Spike a stringerla, e lei ricambiò il suo abbraccio.

Dolcemente.

Desiderando di potersi prendere tutta la sua ansia e il suo dolore.

"Perdonami…"Sussurrò nei suoi capelli, e Tanya sapeva quanto terribile fosse per lui chiedere scusa." Ho solo…"

"Lo so…" Lo interruppe." Lo so bene… ma non devi avere paura… siamo in tempo…"

Di nuovo, lui l’allontanò da se, e la fissò in volto, serissimo.

"Come lo sai?"

Lai sorrise, rassicurante.

"Lo penso," Rispose." e lo sento."

Lanciò un ‘ occhiata alla finestra.

"Noi siamo un popolo… profondo, Spike…

Alcuni di noi riescono a raggiungere uno stato di concentrazione inconcepibile per la maggior parte della gente… ma non tutto questo potere è merito nostro…

Ci viene dalla nostra fede, o, nel caso della magia, da ciò che vive fuori di noi.

Dal sole.

Dalla tempesta.

O in questo caso, dalla notte.

Ti assicuro che nessun Russo cercherebbe mai di compiere un incantesimo complesso come quello di cui mi hai parlato senza il favore delle tenebre…

La notte… fornisce molto potere…

Inoltre…" Respirò profondamente, sperando che lui capisse." Io so che Angel è ancora qui… che la sua anima esiste… lo sento… "Gli prese le mani, stringendole fra le sue." E anche tu puoi sentilo…"

Spike aggrottò la fronte, e dopo un attimo liberò le mani, squotendo il capo.

"No.Io…"

"Prova!"Esclamò Tanya." Cerca…"

"Tanya, io non ho il tuo potere…"

"Cercalo, Spike…"Insistette lei, aggirandolo per ritrovarsi davanti a lui." Sono certa che se non ti sforzi, se non… mio Dio, non si esprimermi nella tua lingua… se non reciti formule o non provi a non pensare ad altro… se semplicemente aspetti…

Se lasci che il mondo esista… tu… potrai sentire… che lui c’è ancora…"

Di nuovo, Spike scosse la testa.

"Non sono fatto per queste cose, Tanya…"

Lei sospirò, ma prima che potesse aggiungere nulla sentirono entrambi aprirsi la porta d’ingresso, e corsero nel soggiorno, una accanto all’altro, fermandosi, vicinissimi, davanti ad Eleonor.

"Allora?" Esclamò Spike, e Tanya poté sentire la sua tensione vibrare attorno a se.

Eleonor li guardò, e dopo un attimo entrò, superandoli.

"Ha una villa"Disse." a Peterof.

E una casa a Mosca.

Ma nessuno sa dove sia adesso."

Tanya sentì Spike ringhiare.

"No!" Gridò."Potrebbe essere ovunque!"

Chiuse gli occhi.

Solo per un secondo.

"No…" Mormorò." È a Peterof."

"Tanya…"Fece Eleonor avvicinandosi." Ne sei certa?"

Lei sollevò il viso.

"Antichi boschi… un luogo lontano dall’influenza di altre menti, di altro potere, di qualsiasi tipo di distrazione… sono lì."

Eleonor la fissò per un altro istante, dopo di che scosse le spalle e scomparve nella sua camera da letto.

Ne riemerse dopo un attimo, durante il qualche ne lei ne Spike emisero un suono.

Con una grande balestra di legno stretta fra le mani.

"D’accordo."Affermò." se tu dici che è lì, andiamo.

Mi auguro solo che non sia già troppo tardi."

"Non lo è…"

Tanya si voltò di scatto, ma Spike non la guardò, quando proseguì.

"Lo so."

*****

"Ma di cosa sta parlando?"Domandò il principe, spostando dall’uno all’altro i penetranti occhi chiari.

"Non fateci caso…" Rispose Legrand, finendo di spargere la polvere nera tutt’attorno ad Angel,

secondo lo stesso schema delle ciotole." È tutto il giorno che farnetica di… anime, e di come ci farà fuori tutti non appena sarà liberato."

Angel si appoggiò alla parete, esausto.

E molto vicino alla disperazione.

"Ed è vero?" Mormorò il principe, prendendosi il mento fra le mani." Potrebbe avere un ‘anima?"

Legrand lo fissò come se fosse un idiota.

"Un vampiro con un ‘anima?

Non ho mai sentito una cosa del genere!"

"Si," Insistette l’altro." ma potrebbe essere?"


Angel sollevò il capo, una flebile luce di speranza che si accendeva nel suo cuore.


Poteva… poteva darsi che quell’uomo,il principe, fosse più intelligente del suo mago…


Sperava che gli credesse.

Sperava che capisse il pericolo che avrebbe rappresentato anche per lui.


Che cambiasse idea.

Che lo impalettasse piuttosto che compiere l’incantesimo.


E sperava… si… sperava che Tanya stesse vicina a Spike se ciò fosse avvenuto.

Perché non era ancora certo che senza di lui il vampiro più giovarne avrebbe proseguito la strada che avevano cominciato insieme.


Legrand scosse la testa, spazientito.

"Non lo so!" Scattò." Immagino che poche cose siano impossibili in certi… ambiti."

"E, se fosse, ci sarebbero problemi?"

Angel aggrottò la fronte.

No… non era possibile…

Quei due meritavano davvero di riuscire nel loro intento… ma non sarebbero stati i soli a pagare per la loro follia.

Un sorriso obliquo si dipinse sul volto di Legrand.

"No. Nessun problema."

L’ altro lanciò uno sguardo ad Angel, prima di scuotere la testa.

"Bene," Disse" cominciamo allora."

*****

Tanya aveva avuto ragione: era stato in grado di sentire Angel.

Aveva saputo, sentito dentro di se, che il suo sire era ancora vivo.

Era stata una voce che aveva gridato, improvvisa, dentro di lui, che gli aveva bruciato il cuore, le viscere.

Mai aveva sentito una cosa simile prima, nella sua vita.

La certezza che Angel fosse ancora vivo...che ci fosse ancora, che non fosse troppo tardi, gli aveva restituito le forze.

Non aveva fatto caso a nient'altro, durante il tragitto verso la villa in campagna del principe Nakar. La sua mente, I suoi sensi, avevano seguito quella scia invisibile, eppure fortissima, lasciata da Angel.

Era furioso con lui, tanto quanto gli era grato.

Il mondo non aveva bisogno di un vampiro senz'anima, che odiava gli umani, che non aveva voglia, né bisogno, di espiare per le atrocità commesse in passato.

Se fosse finito in cenere non avrebbe fatto una grande differenza.

Questo avrebbe detto ad Angel, cercando di fargli entrare in quella testaccia dura, da testardo Irlandese, che la cosa non valeva per lui.

Lui, che notte dopo notte, mentre ancora la sua anima era scossa, abbacinata dall'orrore e dal dolore, lottava per liberare il mondo, gli uomini, dalle forze del male.

Lo sguardo di Tanya sembrava bruciargli la pelle della nuca.

La ragazza lo guardava, e Spike non aveva bisogno di voltarsi per vedere la pena, la preoccupazione nei suoi occhi grigi.

Quei sentimenti lo lambivano, ed erano confortanti, in modo strano.

In altri momenti avrebbe forse cercato di approfittare della situazione, ma non adesso.

Adesso aveva bisogno di Tanya, su questo non c'erano dubbi, ma non del suo amore, delle sue labbra, della sua voce...


Aveva bisogno della sua forza, della passione che metteva nella sua missione.

Aveva bisogno della sua grazia felina, della precisione dei suoi movimenti.

Aveva bisogno della Cacciatrice...

"Siamo arrivati" Annunciò Eleanor, fermando l'automobile, e Spike non attese nemmeno le due donne.

Aprì lo sportello e si incamminò verso l'entrata della villa, incurante dei piani di cui avevano parlato durante il tragitto.

Angel era in quella villa.

Lo sentiva, lo sapeva.

Sfondò la porta con un unico calcio, mentre i suoi occhi scrutavano l'oscurità di un grande salone.

Sentì passi dietro di lui, ed un' istante dopo Tanya fu al suo fianco.

Attraversò la soglia e lo guardò per un' istante prima di mormorare: "Entra"

Spike ammiccò sorpreso, mentre entrava in casa.

Preso com'era stato dai suoi propositi di vendetta, aveva completamente dimenticato la barriera invisibile che impediva ai vampiri di entrare in luoghi in cui non fossero stati invitati.

"Il male è in questa casa" Mormorò la ragazza, senza guardarlo.

"Non per molto" Rispose Spike, e non fece nemmeno caso a quanto la sua voce fosse gutturale.

Il suo sguardo si posò per un' istante sulla ragazza.

Il viso di lei era serio, una maschera micidiale di concentrazione.

Spike aveva avvertito vagamente il mutamento nel suo volto, e non fu sorpreso quando si rese conto che Tanya non ne era spaventata.

La ragazza inclinò la testa di un lato, mentre il suo sguardo si posava su un angolo del salone, e mormorò: "Da quella parte"

Spike annuì senza parlare, e si incamminò verso l'altra estremità della stanza.

Non batté ciglio nemmeno quando da dietro un divano sbucò un uomo con una balestra in pugno.

Spike lo afferrò per il collo, scaraventandolo dietro di se, e senza nemmeno aspettare Tanya scalciò una porta, con tanta forza che schegge pesanti di legno gli colpirono il volto, ferendolo.

Tanya ed Eleanor erano al suo fianco, mentre attraversava la soglia.

Sentiva paura, battiti di cuori e magia...così forte, così potente, da eccitare il suo demone, tanto quanto la preoccupazione per ciò che poteva accadere ad Angel sconvolgeva la sua parte umana.

Non impugnava armi, al contrario di Tanya ed Eleanor.

Sentiva in qualche modo che gli sarebbero state solo d'impaccio.

La sua forza era sempre stata nelle sue mani.

Un lungo corridoio, immerso in un'oscurità densa, quasi innaturale, si stagliava di fronte a loro, eppure ne Spike, ne Tanya, ne Eleanor sembrarono farci caso.

Camminarono per qualche metro, prima che dei dardi cominciassero a colpirli.

Spike ne scacciò alcuni con una mano, proprio come avrebbe fatto con insetti molesti, e strappò via quello che gli si era conficcato in una gamba senza nemmeno badare al dolore.

Si avvicinò all'uomo che aveva tirato i dardi, e gli rivolse a mala pena un'occhiata mentre lo afferrava per I capelli e gli sbatteva la testa contro una parete, passando oltre.

Sentiva altri rumori di lotta, e una parte di se sapeva che anche Tanya ed Eleanor stavano combattendo.

Relegando in un angolo del suo cuore la preoccupazione per la ragazza, andò avanti, avvicinandosi ad una grande e pesante porta di legno, colpendo uomini che lo caricavano, vagamente consapevole del fatto di essere stato ferito.

Una coltre di furia sembrava essere scesa su di lui, acutizzandogli i sensi, tanto che riusciva a sentire distintamente le parole pronunciate al di là di quella porta.

La sua mente le traduceva, rifiutandone però il significato.

Liberare il demone del vampiro.

Assoggettarlo ad un volere umano.

Stupido, pericoloso, folle.

Non ci sarebbero riusciti, pensò.

Di nuovo, Tanya fu al suo fianco, e Spike non poté fare a meno di guardarla, lasciando che per un breve istante uno squarcio si creasse nella coltre nera di rabbia che gli era calata addosso.

E Tanya sembrò leggergli nel pensiero, perché un istante dopo si voltarono entrambi verso la porta, e come una sola persona la scalciarono.

Le loro forze, combinate, furono sufficienti a far crollare la porta. Essa cadde pesantemente a terra, con un frastuono che sembrò riverberare nell'intera villa.

"Salve tesoro," Ringhiò Spike, entrando nell'enorme stanza, illuminata da centinaia di candele. "Sono a casa..."

****

Gli occhi di Spike registrarono ogni singolo dettaglio di quella stanza, ogni singolo odore, prima di posarsi sui due uomini che fronteggiavano Angel.

Il principe, leggermente in disparte, sembrava essere spaventato, ma Spike non badò nemmeno a lui, lasciando che fuggisse, solo per essere colpito da Tanya, con un colpo che in altri momenti lo avrebbe forse spinto a fare commenti.

Altri due uomini si avvicinarono a Spike, ed un istante dopo erano riversi a terra, quando lui li fece cozzare l'uno contro l'altro.

Angel.

Angel era lì, in ginocchio al centro del salone.

Ansava, mentre un fascio di luce argentea lo colpiva, facendolo tremare convulsamente.

Il suo volto era mutato in quello del suo demone, ed un ringhio prolungato, di gola, gli sfuggiva dalle labbra esangui.

Il mago, quel Legrand, non sembrava spaventato.

"Arrivi tardi" Mormorò l'uomo, mentre il fascio di energia si intensificava.

Spike ammiccò, abbassando la testa per guardare Angel, lasciando che le parole del mago gli penetrassero piano sotto pelle.

Solo in quel momento si rese conto davvero di quanto stava accadendo.

Solo in quel momento sentì chiaramente quanto il demone di Angel stesse diventando potente, e quanto la sua anima stesse soccombendo all'incantesimo.

"Il tuo amico, è forte..." Annunciò il mago.

Spike sollevò la testa.

Vi era divertimento negli occhi azzurri dell'uomo. "una vera sfida..." Sorrise indulgentemente. "Temo non sufficiente, per me..."

Spike ringhiò, mentre con un balzo entrava nel cerchio, intromettendosi tra il fascio di energia ed Angel.

Sembrò per un istante che il suo stesso demone gli volesse strisciar via dalla pelle, e lui strinse i denti, appellandosi ad una forza che non immaginava nemmeno di possedere, e fece un passo avanti, verso il mago.

Egli abbassò le mani, e l'energia di colpo cessò, lasciandolo ansante.

Spike sentì le ginocchia cedergli, ma scosse la testa, mentre avvertiva del sangue nel palato, ed altro ancora scorrergli lungo il collo.

Il mago rise, una risata roca, stranamente affascinante.

"Ci vorrà un po' più tempo del previsto..." Soffiò stringendo gli occhi. "ma sarà divertente...."

Spike ammiccò, quando dal nulla comparvero alcune spade.

"Detesto la magia..." Ringhiò, schivando un fendente con un balzo.

Abbassò la testa quando un'altra spada gli fu diretta contro, e si ritrovò al di fuori del cerchio.

Legrand continuò a tenere lo sguardo fisso su di lui, mentre il fascio di luce argenteo riprese a colpire Angel.

Sembrava che vi fossero centinaia di spade, centinaia di soldati, una vera e propria armata.

Spike continuò a schivare colpi, mentre i suoi sensi erano tesi in direzione di Angel e della sua anima, che stava affievolendosi sempre più rapidamente.

Avanti, amico…pensò

Resisti, sei tu l'eroe qui...

Il ringhio di Angel stava diventando prolungato, disumano, primordiale.

Con la coda dell'occhio Spike vide Legrand sorridere compiaciuto, mentre Angel inarcava la testa in agonia.

Spade erano di fronte a Legrand, tese verso di lui, per proteggere il mago.

In un istante guardò Tanya, che stava difendendosi contro quelle spade, ed Eleanor, che teneva sotto tiro il principe Nakar.

Ed infine, nuovamente, il suo sguardo si posò su Angel, che teneva la testa sollevata, e boccheggiava, mentre la sua anima stava spegnendosi.

Nei recessi della sua mente, gli sembrò quasi di sentire Angelus ridere, mentre stava per essere liberato.

Una frazione di secondo, ecco quanto i suoi occhi e il suo cervello ci misero a registrare quelle immagini, e Spike si lanciò contro la spada che era di fronte a Legrand, lasciando che la lama gli penetrasse nello stomaco, urlando di dolore.

Legrand ammiccò, ed un'espressione stupore quasi comico gli si dipinse sul volto, quando Spike si avventò contro di lui.

La spada penetrò più profondamente nelle sue carni, mentre cadeva sul mago, mentre le sue mani gli affondavano nelle spalle, tanto profondamente che la seta del caffettano dell'uomo si impregnò rapidamente di sangue.

Sangue di entrambi, probabilmente.

Più tardi, le ramificazioni di quanto aveva fatto avrebbero invaso la mente ed il cuore di Spike, ma non c’erano che rabbia e dolore a riempirli quando con un ringhio che aveva ben poco di umano si avventò sull'uomo, dilaniandogli la gola con un unico rapido movimento.

Sangue gli schizzò il volto, le labbra, ma Spike non ci badò, scostandosi dal mago, che stava rapidamente morendo dissanguato.

Non aveva bevuto il suo sangue.

Non ci aveva nemmeno pensato.

Mentre il dolore cominciava a pulsare, rapido ed abbacinante, nel suo corpo, il suo sguardo si posò su Angel.

Era riverso a terra, immobile, e un ringhio basso e gutturale proveniva ancora da lui.

"Angel!" Gridò Tanya, correndogli accanto ed entrando nel cerchio.

"Attenta!" Esclamò Spike, sollevandosi in piedi, con la certezza, dentro di se, che stava aggrappandosi tenacemente alle ultime vestigia delle sue forze...e che, di lì a poco, avrebbe perso conoscenza.

Tanya si era inginocchiata accanto ad Angel, sfiorandogli con le mani i capelli umidi.

La ragazza sollevò la testa e sorrise verso di lui mormorando: "Non c'è niente da temere, non preoccuparti "

Spike fece un altro passo avanti.

Sentiva il sangue colargli lungo lo stomaco e l'inguine, e pensò che doveva avere un'emorragia interna...

...eppure il dolore sembrò svanire, ritirarsi, quando Angel sollevò piano la testa.

Gli occhi scuri del suo sire brillavano di lacrime non versate, ed in essi Spike riconobbe immediatamente il suo sguardo: pieno di dolore, di anima.

Quell'anima che gli aveva disprezzato, che aveva deriso, e che con gli anni aveva imparato ad amare.

"Ehi." Mormorò debolmente Spike.

"Spike?" Domandò Angel.

Spike scosse la testa.

"Nah, il...suo...fratello...idiota..." Bofonchiò.

Sentiva le ginocchia cedergli, mentre le forze velocemente lo stavano abbandonando...ed il confine tra la veglia e l'oblio si affievoliva.

Mentre perdeva i sensi, l'ultima immagine che vide fu Tanya, che stringeva Angel tra le braccia...e non poté fare a meno di sorridere.

Suo padre era salvo.

****

Sapeva di essere sveglio. Sapeva di non essersi trasformato in polvere.

Era in un letto.

E sapeva che non era il suo letto.

Morbido, con guanciali che gli tenevano sollevata la testa e le spalle.

Lenzuola fresche di bucato, ed un odore...di neve.

L'odore di Tanya.

Quanto tempo era passato da quando aveva perso i sensi?

Spike aprì gli occhi, sebbene quell'impresa gli costasse uno sforzo del quale avrebbe fatto volentieri a meno.

La stanza dove era stato sistemato era avvolta nella penombra pomeridiana.

I mobili erano semplici, ed erano ravvivati solo da alcuni centrini ed un vaso di fiori posto su una mensola, vicino alla finestra.

Era la stanza di Tanya, lo seppe con assoluta certezza ancor prima che i suoi sensi cogliessero il suono del cuore di lei, quella melodia che Spike si era scoperto a riconoscere, anche in mezzo a tanti altri battiti.

Udì la ragazza avvicinarsi e chiuse gli occhi, mentre sentiva una pressione allo stomaco, e allungava debolmente una mano per toccare la ferita.

Ma fu intercettato dalle dita di Tanya.

"Non toccare..." Mormorò lei. "anche con i tuoi poteri, ci metterà qualche giorno a guarire..."

Spike annuì, troppo debole per ricordare a Tanya che un'infezione non avrebbe attecchito su di lui.

Di nuovo aprì gli occhi.

Tanya lo guardava, gli occhi grigi, enormi, enfatizzati dal pallore del suo volto.

Alcune ciocche bionde erano sfuggite dalla sua treccia, e le lambivano gli zigomi affilati.

Sembrava molto stanca, ed aveva l'aria di aver pianto.

Spike?

La voce di Angel, gli risuonò chiara nelle orecchie, e Spike si mosse, guardandosi attorno e cercando irrazionalmente la presenza del suo sire in quella stanza.

Le mani di Tanya si spostarono sulle sue spalle, e gentilmente, ma con fermezza, lo aiutarono a stendersi di nuovo.

Spike non fece nemmeno caso al fatto che le quelle mani fossero ancora sulle sue spalle nude.

"Non posso difendermi, amore..." Mormorò, e non vi era traccia della solita arroganza nella sua voce.

Era troppo stanco per fingere.

Sollevò la testa, e le sorrise continuando: "La mia vita è nelle tue mani in questo momento..."

Era la verità.

Tanya aveva la sua vita, il suo cuore tra le mani in quel momento....e per la prima volta negli ultimi sei mesi, Spike non aveva paura...

Non dei suoi sentimenti, non della sua umanità.

Si sentiva al sicuro...quasi come quando era con Angel.

Corrugò la fronte e guardò Tanya, i cui occhi si erano riempiti di lacrime che si ostinava a non versare, e domandò: "Dov'è Angel?"

Lei lo guardò per un istante, un'espressione strana sul suo volto espressivo, mentre le sue mani indugiavano ancora sulla pelle nuda delle sue spalle.

Spike dischiuse la bocca per parlare, per domandarle cosa fosse accaduto al suo sire, ma prima che potesse farlo, le labbra di Tanya, improvvise coprirono le sue.

Non avrebbe saputo dire quando si fosse avvicinata… non avrebbe saputo farlo nemmeno se la sua vita fosse dipesa da quello.

E non gli interessava … non in quel momento.

Timidamente, le labbra di Tanya sfiorarono le sue, ed erano morbide, come velluto, come le sue mani, che salirono per toccargli il collo, ed il volto, mentre il tempo si dilatava, espandendosi in secondi che divennero ore.

Spike dischiuse le labbra, più per la sorpresa che come incitamento.

Avvertiva la purezza di quella ragazza, e la sua paura.

Un tremito leggero le attraversava il corpo, e il respiro, caldo, le si riversava dalle labbra, dolce come miele.

Nutrendolo.

Saziandolo.

Spike inclinò la testa, dischiudendo un po' di più la bocca, facilitandole le cose, e stringendo i pugni contro i fianchi per non toccarla, per non spaventarla.

Tanya sospirò, mentre con un braccio gli cingeva il collo, e Spike strinse gli occhi, quando la punta della lingua della ragazza gli sfiorò le labbra.

Era una tortura dolce...della quale non si sarebbe mai stancato.

Le sue mani si mossero contro la sua volontà, contro il suo buon senso, quando si sollevarono per cingerle la vita, dolcemente, mentre cominciava a ricambiare quel bacio .

Era come annegare, come volare nel cuore di quella ragazza, nella sua passione, nel suo amore.

Il battito del cuore di lei sembrava assordarlo, sembrava riempire l'intera stanza, l'intera Russia.

Il suo sapore stava scorrendogli nel sangue, potente, cantando l'amore che quella ragazza provava per lui, ed ascoltando la sua canzone.

Il vampiro senz'anima, che si era innamorato disperatamente della Cacciatrice.

L'uomo che un tempo era stato, che trovava finalmente la pace, sfiorando i capelli di lei.

La strinse a se, e Tanya fremette tra le sue braccia, abbandonandosi poi, dando tutta se stessa in quel bacio.

Lei era quello, luce pura, passione assoluta. Anima e corpo, che aveva deciso di donare a lui.

E Spike sentì dentro di se che avrebbe conservato quella fiducia, quell'amore, quella luce, come la cosa più preziosa del mondo.

Non aveva voluto spaventare Tanya, così evidentemente inesperta, con la sua passione, con il desiderio che provava per lei, ma non riusciva a smettere di baciarla, la passione, il fuoco che non riuscivano ad essere placati.

Aveva fame di lei, sete di lei, una sete che non sarebbe mai stata consumata.

Una sete eterna.

Un amore eterno.

Eppure, in un angolo della sua mente, la sua razionalità, una voce che somigliava a quella di Angel, lo incitava ad allontanarsi, prima che fosse troppo tardi.

Prima che prendesse ciò che di più prezioso quella ragazza aveva da offrirgli.

Le accarezzò i capelli con una mano, mentre con l'altra, gentilmente l'allontanava da se, ignorando le proteste del suo corpo, del suo demone.

Aprì piano gli occhi e quasi la baciò di nuovo quando le vide il volto.

Gli occhi grigi di Tanya brillavano, di una luce che non credeva di averle mai visto.

Sono io...sono stato io , pensò.


Le labbra carnose erano gonfie per il bacio che si erano scambiati ed un caldo rossore le si era diffuso sul volto stupendo.

Allungò una mano per sfiorarle il viso, e con il pollice tracciò delicatamente i contorni della sua bocca.

Mio Dio, pensò

È così bella.

Le sorrise, un sorriso sornione, che nulla aveva a che vedere con quanto stava provando davvero in quel momento.

"Come Cacciatrice sei fenomenale, amore..." Disse, e il suo sorriso divenne più malizioso. "ma ho come l'impressione che tu non abbia molta esperienza in altri campi"

Tanya inclinò la testa, mentre il rossore sulle sue guance aumentava, eppure i suoi occhi non lasciarono mai quelli di lui, e sembrarono scavargli dentro, passando oltre le sue difese, il suo demone, l'uomo che era stato un tempo.

Gli sorrise, Tanya, mentre diceva. "Hai ragione..." Si strinse nelle spalle. "Era il mio primo bacio..."

Spike ammiccò sorpreso, mentre una parte di se...una considerevole parte di se, gioiva per le parole di Tanya.

Nessuno aveva toccato le sue labbra.

Nessuno aveva sfiorato i suoi capelli.

Nessuno conosceva il suo sapore.

Nessuno conosceva la sua passione.

Tanya era sua.

Solo sua.

Non apparteneva alla sua missione, al concilio, alla Russia.

Il suo demone la reclamava, la sua parte umana la reclamava.

Era sua, tanto quanto lui sentiva di appartenerle.

"Beh," Commentò. "non male, ma non hai risposto alla mia domanda, amore, come sta Angel?"

Inaspettatamente, Tanya sorrise alle sue parole, annuì col capo e disse: "Sta bene, sta riposando nella camera degli ospiti..."

Il sorriso di Spike si allargò, mentre tratteneva a stento un sospiro di sollievo.

Non appena si fosse ristabilito, il suo sire testardo come un mulo e lui avrebbero dovuto fare un discorso.

Di nuovo, si perse in lei, nei suoi occhi, nel suo profumo, e dovette schiarirsi la gola prima di domandare: "Tu come stai?"

"Bene" Disse lei.

Spike allungò una mano per sfiorarle il volto, e domandò a bassa voce: "Tanya?" Le accarezzò una guancia prima di soffiare: "Posso baciarti di nuovo?"

Il sorriso della ragazza fu radioso, e fu l'unica risposta che gli occorse, prima che le sue labbra ricoprissero quelle di lei.

*****


Si.

Si.

Si.


Si, puoi baciarmi di nuovo.


Si, puoi bere la mia anima.


Si , puoi prenderti il mio cuore, il mio corpo, il mio tutto.


Si…


Dio… com’era tutto chiaro, adesso, nella sua mante.

E com’era difficile pensare, mentre lui la baciava.


Mentre le accarezzava il collo, la pelle fredda di lui contro la sua che bolliva.


Mentre la faceva tremare, soltanto toccandole la bocca.


Tanya non aveva mai baciato nessuno.

Non era mai stata baciata.

E aveva creduto che per lei non fosse importante.


Aveva l’amore di Eleonor, ed era più di quanto avesse mai anche solo sparato, ed aveva la sua missione.


Che le riempiva il cuore.

E la vita.


Pensava che non fosse importante.


Poi era arrivato Spike.

Ed era importante.


E all’improvviso aveva scoperto che c’era un posto nel suo cuore che solo lui riusciva a colmare.

E che l’affetto di Eleonor non era più abbastanza.


Lo amava.


Totalmente.

Disperatamente.


Eppure, avrebbe rinunciato a lui.

Non gli avrebbe mai nemmeno detto nulla… se non le avesse chiesto di Angel.


Se in quel memento non fosse stato lui, e non la sua maschera, il suo personaggio, qualcuno che lei conosceva, e che non le piaceva.


Spike… lui no… Tanya non lo conosceva… ma era pronta a rischiare.


Tutto.


Anche il suo cuore.

Anche la sua mante.

Anche la sua vita.


Solo… per quello…

Per un bacio…


Lo aveva baciato.


Il suo primo bacio.


Paura e passione.


Emozione pura.


Un fuoco brillante che le scorreva dentro.


Luce.

Luce chiarissima.


E ancora paura.


Di sbagliare.

Di rendersi ridicola.

Di deluderlo.


Lei non sapeva così tante cose…


Quando aveva dischiuso le labbra e lo aveva toccato le era parso che il cuore le esplodesse nel petto.


Le aveva fatto male.

E poi era venuto lo stupore.


Perché lui aveva tremato.

E Tanya aveva sentito chiaramente il suo demone gridare, e Spike rimandarlo indietro.


Per lei…

Per non spaventarla…


Come se non avesse già visto il suo demone.

Come se esistesse davvero qualcosa in quel momento che potesse spaventarla, tranne… perdere lui.


Lei… Tanya, non sapeva come dovesse essere un bacio.


E quando lui l’aveva guardata, e sorridendo le aveva detto quanto sembrasse inesperta, si era sentita arrossire fin dentro l’anima.


Per per lei era stato come vivere per la prima volta.

E ora lui la baciava ancora.

E lei nasceva ancora.


La tenne premuta su di se, seduta sul letto.

E non c’era niente di sbagliato, niente di sporco nel modo in cui la stringeva.


Nel modo in cui lentamente le accarezzava le labbra con le sue, e poi si trasformava in un fuoco ghiacciato e discendeva dentro di lei.


Dalla sua bocca, in ogni angolo di Tanya.


Così lentamente… tanto che le sembrava di svenire.


Il suo cuore le martellava nel petto, e lui continuava baciarla, e Tanya, senza pensare, rispondeva al suo bacio.


Con la stessa lentezza.


Come se tutti e due volessero dilatare il tempo, e far durare per sempre quegli istanti .


Come se tutti e due avessero paura che finisse.


Ma non finiva…


Era una tortura… era estasi… era la sua testa che girava… erano le sue forze che l’abbandonavano, risucchiate dalle labbra di lui.


Fino a che il suo braccio non cedette e lei gli cadde addosso, ansimando, sconvolta quasi per l’intensità di quello che provava.

Per quei sentimenti così violenti che le squassavano il corpo e l’anima.


Avrebbe potuto ucciderla così, se avesse voluto.


Affondò la testa nell’incavo della sua spalla,respirando disperatamente, e un secondo dopo lui l’afferrò per le braccia, tirandola su.


"Tanya!?" Esclamò, fissandola.


Era spaventato, Spike, quasi quanto lo era stato per Angel.

Sul volto un ‘espressione piena di angoscia.


E domande che non aveva il coraggio di farle.


Ma lei rispose loro.

Anche se non furono mai pronunciate.


"Ti amo…" Mormorò, e fu solo un sussurro.

Un afflato sul volto di lui.


Un altro piccolo bacio.


Spike sgranò gli occhi, se possibile ancor più di quanto già non fossero.


E lei tremò di nuovo.

Ebbe di nuovo paura.


"Oh, mo Dio, piccola…" Sussurrò lui, attirandola a se.


Stringendola, cullandola, totalmente incurante della sua ferita.


Tanya si abbandonò contro il suo petto, sospirando, e ciò che le uscì dalle labbra fu molto simile a un piccolo singhiozzo.


"Oh, mio Dio…"Ripetè Spike.


Le baciò la testa, fermandosi con le labbra sui suoi capelli, e attirandola di più contro di se, mentre Tanya, sorridendo, apriva gli occhi.


E vedeva Angel che, pallido ed evidentemente provato, si ritraeva in silenzio dalla porta, chiudendo l’uscio davanti a se.


Sospirò, allungando una mano per intrecciare le sue dita a quelle di Spike,

e quando sollevò il volto gli tese le labbra, e lui, velocemente, la baciò di nuovo.


Non c’era vergogna in lei.

Ne imbarazzo.


Dio sapeva che amava Spike.


Del resto del mondo, non le importava.