LASCIA CHE TI RACCONTI ….


SPIKE E TANYA





DISCLAIMER: I personaggi di Buffy the Vampire Slayer ed Angel: the Series appartengono a Joss Whedon, la ME, la WB, la UPN e la Fox. Tanya e tutti gli altri personaggi che non avete mai visto nella serie sono creazione delle autrici.

Non scriviamo a scopo di lucro e non intendiamo violare alcun copyright.

AUTHOR: Mary & Sue.

PAIRING: Spike/Tanya

RATING: AU

SPOILERS: Nessuno

TIMELINE: San Pietroburgo, 1913

SUMMARY: Dopo un anno di amore con Tanya, Spike prende una decisione che muterà le esistenze di entrambi… più di quanto ancora loro non possono nemmeno immaginare.

DISTRIBUTION: Il nostro sito: Due Uomini e Una Gatta, chiunque altro…basta che chieda.

NOTE: credevate di essere giunti al limite del mieloso… e invece no!!!!

FEEDBACK:

A Sabrina, che ci ha fatte incontrare, che ci regala ogni giorno il dono inestimabile della sua magia, e che ha riempito una fetta dei nostri cuori con qualcosa di inestimabile e prezioso... lei stessa.


Da Mary a Sue.

Non esistono parole per esprimere quello che sei diventata per me.

E, forse, non devo neanche cercarne perché tu comprenda.

Solo… apri il tuo cuore…


A David e James, due attori meravigliosi, per aver dato un sogno a due ragazze, e, follia per follia, a Angel e Spike, che a questo sogno hanno dato un nome.

Grazie.


Spike e Tanya




San Pietroburgo, 1913, Novembre.


Tanya accarezzò il volto di Spike, deglutendo piano, la gola serrata da un nodo di commozione.


Era così bello, con la testa appoggiata alle sue ginocchia e gli occhi nei suoi.


Sorridente.

Sereno.

Come una creatura come lui si supponeva non potesse essere.


Mentre giocava con i suoi capelli e le raccontava della sua infanzia, con lo sguardo acceso di un ragazzo entusiasta.


Era così bello il loro amore.


Era così bello il mondo.


Illuminato da una luce che le scaldava il cuore, e le faceva dimenticare quanta miseria, quanto dolore e quanta desolazione abitassero fuori da loro.

Fuori dal cerchio di felicità che creavano con il loro amore.


Erano in camera di Spike, e fuori vibrava incerta la luce che precedeva l’alba.


Sul comodino bruciavano lentamente delle candele. Sussurrando per loro, danzando per loro come ombre sulle pareti, spandendo per loro un tenue e piacevole odore.

Come quello di vento dei capelli di Spike, e quello leggermente salato della sua pelle, quando la stringeva a se.


Le piaceva tenerlo così, con le sua gambe a fargli da cuscino e i suoi capelli sciolti come una cortina a dividerli da tutti, a ricordare la prima volta, quando aveva cercato di spingerli indietro e lui, gentilmente, le aveva preso la mano.


"Lasciali…" Aveva mormorato. E poi l’aveva baciata.


Gli accarezzò il volto, mentre lui giocava un po’ con i suoi capelli e un po’ con la spallina di cotone della sua sottovaste, arricciandosela attorno alle dita.


E quando la lasciava cadere sulla sua spalla e lei piegava il braccio per rimetterla a posto, sollevava il capo, e le baciava il seno coperto di cotone.


Per un ‘infinità dai volte.

Senza che nessuno dei due si stancasse mai.


Come non si stancavano mai di parlare, raccontandosi del loro passato, o semplicemente descrivendosi a vicenda quello strano groviglio di pensieri che talvolta si formava nelle loro menti, e che sembrava avere più senso per chi fra loro ascoltava che per colui al quale apparteneva.


Come non si stancavano di guardarsi, nutrendosi di ciò che vedevano.

Come non si stancavano di discutere, quando le oro idee cozzavano, e ciascuno a modo proprio cercava di difendere le sue.


Come non si stancavano di scoprirsi.

Ogni notte.


In silenzio… l’uno nelle braccia dell’altra.


E tornavano ogni volta a far sparire il mondo.

E a dar vita alla luce.


E lei tornava ad essere la stessa Tanya di quasi un anno prima, ormai, con lo stesso stupore per ogni gesto di Spike, e per ognuna delle sue reazioni.


E lui era di nuovo lo Spike di quella notte del suo compleanno, con la stessa paura di farle male, e la stessa dolcezza.


E tornava a bruciare la stessa passione.

Ogni volta.


Un anno… quasi un anno.


Tracciò la linea del suo sopracciglio, fermandosi sulla cicatrice di cui tante volte le aveva narrato la storia.


Un anno…


Un anno per renderla una donna.

Un anno per renderla felice.


Per insegnarle a ridere.

Per insegnarle a piangere così spesso che pensava sempre che lui, alla fine, l’avrebbe odiata.


Un anno di amore che precedeva e seguiva l’alba, e di notti trascorse a pattugliare insieme, e di giorni in cui le ore che passava negli ospedali e negli ospizi non erano solo più per la gente che cercava di aiutare, ma per lui… nell’attesa che lui venisse a prenderla.


Nell’attesa di rivedere i suoi occhi.


Scoprendo che le mancavano moltissimo.

Come se non lo avesse visto da giorni.


E invece erano ore.

Solo ore.


L’eternità, forse, e niente di meno.


Un anno di passeggiate sulla Newsky Prospect e lungo i fiumi e i canali.

Un anno di gite fuori città, sotto la luna e le stelle, o, a volte, immersi in notti così buie che lui doveva sostenerla perché non cadesse.


Un anno di ore passate a pattinare sul ghiaccio.

Un anno di silenzi. E di sorrisi , mentre lei suonava la balalaica per lui.

O gli leggeva le sue poesie.


Era rimasto esterrefatto quando aveva scoperto che ne scriveva.

Quasi sconvolto.


E solo dopo Tanya aveva capito perché.

E si era sentita in colpa per aver riportato alla luce brutti ricordi.


"E adesso non scrivi più poesie?" Gli aveva chiesto.


"Per favore!" Aveva risposto lui, sollevando entrambe le mani. "Quella parte di William Appleton se n’è andata per sempre, per mia somma fortuna!"


"Perché dici così…?"

"Oh, Luce, ero un … barattolo di melassa andato a male! E le mie poesie facevano schifo!"


Gli aveva appoggiato le mani sul petto.

"No… niente poteva essere così brutto… se veniva da qui…"


Spike l’aveva abbracciata.

"Come no!

Angelus leggeva le mie poesie alle sue vittime come tortura finale!

Qualunque cosa volesse da loro, gliela davano correndo!"


Lei aveva riso, ma la sua voce era stata dolce e calma quando, appoggiandogli la guancia sulla spalla, aveva mormorato: "Magari… non era quella la via del tuo cuore per parlare al mondo… Perché… perché non gli chiedi un altro modo?"


Spike aveva scosso le spalle.

"Sei tu il modo che il mio cuore ha scelto… e tutto quello che devo dire al mondo… lo dico già a te.."


Però… qualche mese dopo, aveva ripreso a suonare la chitarra.

E a Tanya era sembrato che di nuovo fosse il giorno più bello della sua vita.


Ma, forse, era solo perché, da quando c’era Spike, ogni giorno era quello più bello.


E i giorni di quell’ultimo anno… i giorni di quell’ultimo anno…


Sentì una lacrima formarlesi all’angolo dell’occhio, e lottò contro di lei… ma non poté asciugarla, perché sperò che così lui non la vedesse.


Gli dispiaceva sempre quando Tanya piangeva, ma lei non era mai riuscita a tenere a freno ciò che provava… come avrebbe mai potuto riuscirci ora, mentre lui le raccontava di quando era bambino, e ascoltava rapito sua madre mentre leggeva per lui, abbandonato sul suo seno, come adesso era sulle gambe di Tanya?


E come adesso faceva lei, pensava che il mondo finisse fra le braccia di quella donna straordinaria che Tanya non avrebbe mai incontrato.


Come poteva trovare la forza per fermare le lacrime se pensava che qual bambino così allegro, così gentile, aveva perso tutto,… per la scelta crudele di un demone… e che non avrebbe mai più giocato… non avrebbe più avuto il futuro che voleva?


E come poteva se nelle parole di Spike, nonostante tutto, nonostante lo scherno che ci metteva e il noto scanzonato, vibrava una specie di gioia, luminosa e malinconica insieme, mentre raccontava della sua infanzia?


Come poteva se riusciva a trasmetterle un misto così grande di tenerezza e tristezza insieme?


Una lacrima le rotolò sulla guancia, e cadde sulla fronte si Spike che sollevò gli occhi, stupito.

E il sorriso scomparve dal suo volto.


"Scusami…" Disse lei, affrettandosi a tergere gli occhi dalle lacrime." Non l’ho fatto apposta…"


"Oh, luce!" Esclamò Spike, sollevandosi a sedere, e lei si affrettò a prevenirlo, appoggiandogli le mani sulle spalle nude.

"No… veramente… non sono triste… è solo che le tue parole erano così dolci… e io ho pensato… ho pensato…" Singhiozzò, e Spike l’attirò contro di se.


"Shh…" Mormorò. "Non piangere… non sopporto di vederti piangere… per favore… o qualcuno di là penserà che ti stia picchiando…"


Tanya soffocò una risata, tirando su con il naso, e quando lui la guardò stava ancora sorridendo.


"Così va meglio…" Le disse. "L’ assurdo è che sei bellissima persino quando piangi!" Le baciò la fronte, dolcemente. "E io ti darei tutto il mondo…"


Tanya sospirò, appoggiata contro di lui.


Adorava la voce di Spike. Adorava il modo in cui le accarezzava la pelle.

Adorava l’amore che vi sentiva dentro.

Adorava che fosse la sua.


" …veramente…" Continuò, prendendole con delicatezza il volto fra le mano. "Non lasciarti ingannare dalla mia fama!


Diciamo che tu voglia… il trono!

Benissimo, che ci vuole, basta beccare uno che mi inviti a entrare!


Oppure…. oppure potresti volere… un orso!

A voi Russi piacciono gli orsi…


Ti potrebbe anche accompagnare il giorno, purché di notte non si prenda tutte le coperte!"


Tanya rise e lo attirò a se per baciarlo, e quando le labbra di lui lasciarono le sue, indugiando per un attimo ad accarezzarle la bocca, nei suoi occhi c’era quell’intensità che conosceva, ma che era sempre nuova, e che sempre, sempre, sempre le bruciava il cuore.


"Se tu volessi il mare…" Mormorò, serissimo. "Allagherei San Pietroburgo.

Se volessi le acqua delle Neva per irrigare la tua Siberia, costruirei un intero labirinto di canali e devierei il suo corso.

Se volessi la luna…" Sorrise. "Bè… chiederei ad Angel di prendertela."


Tanya lo abbracciò forte, e lui rispose.


"Però…" Le sussurrò sulla sua guancia. "Dimmelo un po’ prima se dovessi volere la luna…"


"Ti darò un ampio preavviso…"

"E per ora…"

"Si?"

"Potresti cominciare con cosa vuoi per il tuo compleanno."


"Cosa?" Tanya aggrottò la fronte.

"Non manca molto, ormai…"


Scosse il capo, senza lasciarlo andare.

"Niente… non ti preoccupare…"

"Non mi preoccupo!" Sbuffò. "Voglio solo farti un regalo!"

"Ma io ho già tutto…"


Stava evidentemente per dire qualcosa, ma cambiò idea e si corresse.

"Allora un capriccio!

Avanti, Tanya, tu mi hai fatto un regalo per il mio!

Pensa a qualcosa che ti potrebbe piacere!

Qualcosa di bello!"


"Di bello?" Ripetè lei.

"Come minimo…"


Tanya finse di pensarci su.

"… e… posso chiedere anche una cosa preziosa?"


Lui scosse le spalle.

"Sicuro."

"Una cosa… unica… di cui esista un solo esemplare uguale in tutto il mondo…?"


Stavolta, Spike sollevò le sopracciglia, ma era ugualmente sicuro quando disse:

"Spara."


Tanya prese un grosso respiro prima di farlo.

"Una bacio!" Rivelò alla fine.

"Un … bacio!" Esclamò lui, le sopraciglia che rischiavano fortemente di non trovare più la strada di casa.


"Un bacio."

"Un bacio…" Sorrise Spike, e continuando a sorridere tornò a sdraiarsi, appoggiando di nuovo la testa alle ginocchia di lei.

"E come lo vuoi questo bacio?" Domandò, divertito.


"Speciale…." Rispose lei, tornando ad accarezzargli i capelli.

"Come… speciale?"

"Speciale e basta…"


"Speciale…"

"Si…"


Le prese la nuca, attirandole la testa alle sue labbra.


"Così… speciale?"Mormorò.


"Si…"Sospirò Tanya.


"E non è un po’ poco come regalo di compleanno?"


Di nuovo, lei sorrise.

"Ti sembra poco il mondo?"


*****


Los Angeles, 2001


"Che ti aveva regalato per il tuo compleanno?" Chiese Kate, senza nemmeno accorgersi di essere invadente.


Forse perché ormai era così presa da quel racconto che le pareva quasi parte della sua stessa vita.


O perché Spike sembrava così tranquillo nel raccontare gli eventi di quel periodo, così sereno, quasi felice, che non pensò nemmeno che potesse dispiacergli.


E, infatti, la sua reazione non fu di fastidio o dispetto.

Fu un sorriso.


Un giovane sorriso colmo di tenerezza.


"Una scatola Palekh." Disse, e dopo un secondo spiegò: "Si tratta di una scatola intagliata e dipinta a mano, tipicamente russa.

Quella di Tanya era rotonda, grande all’incirca così… molto bella.


Ricorderò sempre quando me la diede…


Era maggio, e l’aria diventava già un po’ tiepida… per quanto può essere tiepida l’aria di Russia…"


"Maggio?" Lo interruppe Kate. "Sei nato a maggio?"


Spike sollevò le sopraciglia.

"Con le rose, Kate!

Perché, avresti preferito un altro mese?!"

"No, no, figurati!"


"Comunque, da quando ero stato vampirizzato non lo avevo più festeggiato.


Non che i vampiri non possano tenere a queste cose… Darla e Angelus festeggiavano il giorno in cui Liam era stato morso… solo… non lo avevo più fatto.


Forse era parte del rifiuto che sentivo verso William Appleton.


Tanya ricominciò a festeggiarlo. E inaugurò una tradizione."


Sorrise di nuovo, e Kate pensò che dovesse sorridere così quando c’era lei.

Sempre, immaginava, solo… con meno malinconia…


"Quella prima volta eravamo in giro per strada, a pattugliare, e stavamo parlando, tutti e tre, quando Tanya sbirciò per l’ennesima volta qualcosa che teneva in tasca…


Mi sembra di vederla…


Era l’orologio di Eleonor, e lei lo guardò per alcuni istanti.

Poi sollevò il viso e mi lanciò le braccia al collo…"


*****


San Pietroburgo, 1913, Maggio


"Come tanti auguri?!" Disse Spike, così stupito da sembrare comico. "Di che ?!"


"E’ mezzanotte!" Rispose lei, sorridendo entusiasta. "E’ il tuo compleanno!"


Angel sollevò le sopracciglia.


Il suo compleanno?!

Lui non aveva mai saputo quando fosse il suo compleanno!


Glielo aveva anche chiesto, una volta, ma Spike gli aveva risposto che non aveva importanza, perché il William che aveva avuto un compleanno, ormai, non esisteva più.


E adesso, di botto, era il suo compleanno!


Spike lo fissò, imbarazzatissimo, ma lui incrociò le braccia sul petto, deciso a non fornirgli alcun aiuto.


"Tanya… Luce…"Sussurrò. "come cavolo hai fatto a ricordartene?!"


Lei scosse le spalle.

"Volevo…" Fece un passo indietro e trasse dalla tasca un pacchetto incartato con cura. "questo è il mio regalo…"


"Un regalo? A me?!"


Angel trattenne a stento una risata.

"No." Disse, imitando il tipico tono di Spike, e una delle frasi preferite del suo ampio repertorio. "Credo che parlasse alla parete!"


"Piantala!" Sbottò l’altro. "Tu non ti sei ricordato…"

"Spike! Io non lo sapevo!"

" Non me lo hai chiesto!"

"L’ho fatto!"

"Allora lo hai chiesto male!"

"Vuoi aprire quel regalo o no?!"

"Si, si!"


Guardò Tanya, e poi armeggiò con il nastro, strappandolo, e passando poi alla carta.


Dentro, c’era una scatola.

Una bellissima scatola rotonda, intagliata.

E Angel non dubitava che Tanya avesse passato ore intere a sceglierla.


"Aprila…" Incitò la ragazza, e Spike, stupito, lo fece immediatamente.


Subito dopo un’espressione di tenerezza e stupore gli si dipinse sul volto, e lui l’attirò a se, abbracciandola forte fra le ombre del vicolo.


Stretta nella sua destra, la scatolina ondeggiava con la mano si Spike, e dentro, illuminato dalla tenue luce dei lampioni, Angel potè scorgere scintillare un piccolo cuore d’argento.


Sospirò.


Spike poteva non avere più un cuore che batteva, ma adesso ne aveva almeno due per prendere il suo posto.


Si allontanò, deciso a lasciare soli i due innamorati, e intanto pensò che avrebbe dovuto trovare un regalo.


Magari un orso di legno.

O una chitarra.


*****


Los Angeles, 2001


"Optò per la chitarra. Salvo poi mugugnare per un ‘infinità di volte quando mi esercitavo, la mattina, mentre Tanya era via.


Se avesse dovuto mettere in pratica tutte le sue minacce quella chitarra sarebbe già stata ridotta in mille pezzi in un milione di occasioni minimo!

Per non parlare della fine che avrebbe dovuto fare la mia testa!

O tutt’e due le cose insieme!"


Kate non riuscì a impedirsi di aggrottare la fronte.


Anche senza pensare a Angel, il che era ormai da tempo pressochè impossibile per lei, aveva di fronte un vampiro che aveva scritto poesie, che suonava la chitarra, che si era innamorato come il più romantico dei sedicenni, e che aiutava la gente.


Che le riservasse ancora qualche altra sorpresa?


Naturalmente.


Detto.

Fatto.


" E tu" Gli chiese. "Facesti un regalo a Tanya, poi, per il suo compleanno?"


Di nuovo, Spike sorrise.


" Altro che," Rispose. "la sposai."


*****


S.Pietroburgo 1913


La fronte di Angel era corrugata mentre dipingeva.


Spike osservava come la sua mano si muovesse agile, mentre con uno dei pennelli sfumava un cielo azzurro.


Un azzurro rischiarato da un sole abbagliante.


Un sole che Angel desiderava sentire sulla pelle, che desiderava riscaldasse il suo cuore.


Sapeva che si era reso conto della sua presenza.

Angel ci riusciva sempre, sembrava sempre sapere dove si trovasse.


Era forse nata come una necessità in Inghilterra, quando lo aveva seguito per evitare che uccidesse, che si nutrisse di umani.


Erano passati tredici anni...eppure Spike quasi faticava a credere di essere ancora la stessa persona.

Quasi faticava a credere che ci fosse stato un momento nella sua vita da vampiro in cui Angel o la sua adorata Tanya non fossero stati presenti, non fossero stati la sua famiglia.


Angel continuava a dipingere, sebbene più lentamente ora.


"Spike?" Disse improvvisamente.

"Va tutto bene?"


L'universo è fatto di luce.


"Sì.." Disse Spike, facendo un passo avanti, verso il centro del salotto.


Dannazione, da quando gli si era bloccata la lingua?


Non era la prima volta che chiedeva un consiglio ad Angel.

Non era la prima volta che chiedeva un consiglio al suo Sire.


"Spike?" Ripetè Angel, abbassando la tavolozza che reggeva in una mano ed appoggiandola su uno sgabello.


"Perché quando dici il mio nome ho la sensazione che tu voglia sospirare esasperato?"


Angel scosse la testa.

"Non è vero...è che di solito non stai lì fisso a guardarmi." Si strinse nelle spalle, "Mi sono sporcato?"


"Il giorno che ti vedrò sporco dopo aver dipinto, vorrà dire che la fine del mondo è pericolosamente vicina, amico..." Commentò Spike con un'alzata di spalle. Fece un passo avanti verso di lui e sospirò prima di dire: "Comunque hai ragione..."


Angel lo guardò incuriosito.

"Davvero?" Domandò, incrociando le braccia contro il petto.


"Sì…di solito non rimango a fissarti come un’idiota…"


"Non sei un’idiota, Spike…" Commentò Angel pazientemente.


Spike fu quasi tentato di ridere, scosse la testa e mormorò: "Aspetta che finisca di parlare…"


"Vorrei che cominciassi, prima…"


"Giusto…" Spike fece un altro passo avanti. "Come sai il rapporto tra Luce e me, è…" Si interruppe per un istante. "insomma, volevo chiederti se sei a conoscenza di un rito che possa legarci…"


"Legarvi?" Domandò Angel incredulo.


No…

Non incredulo.


Angel lo stava guardando come se improvvisamente gli fosse spuntato un terzo occhio.


"Sì…legarci…qualcosa che faccia capire che apparteniamo l’uno all’altra e…"


Si interruppe quando vide lo sguardo di Angel adombrarsi, ed un velo di preoccupazione calare sul suo volto.


Aveva imparato a riconoscere le espressioni del suo sire, e ad interpretare i suoi stati d’animo piuttosto bene negli ultimi quattordici anni.


E aveva intuito i suoi pensieri con una facilità che in altri momenti l’avrebbe forse spinto ad interrogarsi sulla profondità del legame nato tra di loro.


"Sei completamente impazzito?" Urlò invece. "Marchiare Luce? Neanche fra un milione di anni!"


*****


Los Angeles, 2001


"Marchiare?" Domandò Kate, interrompendo il racconto di Spike.

"Cosa vuol dire?"


Spike sorrise, appoggiandosi contro lo schienale della sua poltrona. Le cose sarebbero potute divenire interessanti di lì a poco.


"Quando noi vampiri vogliamo reclamare una donna come nostra...la mordiamo...apponiamo il nostro marchio su di lei, di modo che *tutti* sappiano come stanno le cose"


Kate sgranò gli occhi, tanto che per un attimo Spike temette le sarebbero schizzati fuori dalle orbite.


Aprì la bocca, ma non emise un suono, poi sollevò piano una mano, e l'avvicinò al collo, lì dove Angel l'aveva morsa mesi prima, ma la lasciò ricadere


"Pensavo lo sapessi" Mormorò Spike osservando la scena divertito.


Angel, vecchio mio...ripeto: dovresti esserci tu, qui, in questo momento.


Kate scosse la testa, e Spike indicò con lo sguardo la libreria.

"Ti informasti sui vampiri, se non ricordo male...e questa è una pratica piuttosto comune."


Di nuovo Kate scosse la testa, corrugando la fronte prima di dire: "Devo aver saltato il capitolo"


Spike annuì, ed il suo divertimento dovette penetrare nella cortina di incredulità che aveva avvolto la donna, poiché un Attimo dopo lei si affrettò ad esclamare: "Beh, suppongo che si debba volerlo, no? Deve essere una cosa intenzionale."


Il sorriso di Spike si allargò.

"Oh, sì..."


"Sebbene in alcuni casi, possano esserci delle attenuanti, "Continuò Kate, ed aveva tutta l'aria di star provando a convincere se stessa. " la cosa possa non essere voluta..."


"In alcuni casi, certo..."


Era troppo divertente.

Gli occhi di Kate erano ancora sgranati, ed il suo volto pallido era ora soffuso di uno strano rossore.


Attese per qualche secondo prima di aggiungere: "Ah, Kate? So a cosa stai pensando...."


Kate sollevò la testa di scatto, schiudendo le labbra, come per parlare, ma Spike non glielo permise, e continuò dicendo: "La cosa era voluta.


C'erano altri modi...e lo sappiamo entrambi"


"Ti sbagli" Mormorò lei.


"Davvero?

Sono un vampiro...e conosco Angel"


Gli occhi di Kate si sgranarono ancora di più, se possibile.


La donna, si passò una mano tra i capelli e a bassa voce disse: "Non stavamo parlando di me, comunque...stavi parlandomi di..." Kate aggrottò la fronte. "Di cosa stavi parlandomi esattamente?"


"Del fatto che volevo sposare Tanya...volevo una cerimonia, un legame permanente tra noi..."


"Angel credeva che volessi marchiarla?" Domandò


"No, non lo credeva, ma aveva paura che intendessi questo per legame..."


*****


S. Pietroburgo, 1913


"Una cerimonia?" Domandò Angel.


"Un rito" Rispose Spike. "Sei ultracentenario, avrai sentito parlare di qualcosa di simile..."


Angel, si sedette piano sul divano e si strinse nelle spalle.

"Sì...ne ho sentito parlare, ma...perché Spike?"


Spike si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, osservando per un'istante la Claddagh al dito di Angel. Sbuffò prima di dire: "Perchè voglio...insomma, se ti dicessi che il vittoriano in me vuole fare di Tanya una donna onesta?"


"Non sarebbe un vero matrimonio..."


"Lo so anch'io...." Spiegò Spike.

"Se ti dicessi che vorrei che portasse un anello al dito, e che insieme pronunciassimo delle parole che ci leghino per sempre?


Un giuramento..."


"Un anello?" Domandò Angel, e Spike in altri momenti avrebbe sorriso dell'incredulità e lo sbigottimento nella sua voce.


"Già...magari una Claddagh, come la tua...." Sorrise. "Potremmo iniziare una nuova tradizione di famiglia...."


Angel si era appoggiato contro lo schienale del divano, guardandolo, e Spike quasi ringhiò quando disse: "Ehi, non guardarmi così! Non eri tu che dicevi che William viveva ancora in me?" Allargò le braccia. "Beh, Angel...eccolo, in tutto il suo splendore!"


Angel scosse la testa sorridendo.

"Credo si possa fare."


Spike si avvicinò.

"Davvero?"


Angel si strinse nelle spalle.

"Naturalmente."


Spike abbassò la testa.

Aveva creduto che dire ad Angel del suo desiderio di legarsi a Tanya sarebbe stata la parte difficile.


Bè, si era sbagliato.


"Ah, Angel? Io...sarei...onorato....insomma, mi farebbe piacere..." Sollevò la testa e velocemente finì: "Potresti essere tu a celebrare il rito?"


Angel ammiccò sorpreso, mentre un sorriso, un grande sorriso gli si dipinse sul volto.

"Naturalmente." Ripetè. "Sarà un piacere per me...."


Spike abbassò la testa, sollevato, e quando la rialzò il sorriso di Angel non aveva ancora lasciato il suo volto.


"Bene" Disse. "Adesso non mi resta che chiederlo a Tanya"


"Vuoi dire che ..." Angel sbatté gli occhi

"Vuoi dire che non glielo hai chiesto ancora?"


Spike si strinse nelle spalle.

"Volevo essere sicuro che esistesse un rito...e che tu...in qualità di mio sire...acconsentissi..."


"E da quando rispetti le gerarchie?" Domandò Angel.


Ad un osservatore esterno sarebbe potuto sembrare arrabbiato, ma non a Spike.

Vi era divertimento nella sua voce e nel suo sguardo.


"Io non rispetto le gerarchie..." Protestò veementemente.

"Rispetto te, è diverso!"


Carino....tutti i Sire desiderano sentirsi dire queste cose dal proprio Childe....sicuro di essere un vampiro?


Spike digrignò i denti, sembrava quasi che ormai la sua parte umana stesse avendo il sopravvento su tutto il resto.


Di lì a poco, avrebbe chiamato Angel papà, se non fosse stato attento.


Angel, comunque, non sembrava aver notato il momentaneo conflitto interiore tra il suo demone e la mammoletta che era stato da umano, perché aveva abbassato la testa trovando improvvisamente molto interessanti le sue scarpe.


"Angel?" Domandò, decidendo che uno dei due doveva almeno provare a recuperare un minimo di dignità.


"Sì?"


Spike sospirò.

"Dici che Luce acconsentirà?"


Angel alzò gli occhi al cielo esasperato.

"Dico che improvvisamente ho voglia di prenderti a calci...."


Sospirò


"Ma certo che acconsentirà.

Spike, Tanya ti ama da impazzire..."


Spike sorrise.


Amava sentire quelle parole.


Vi era una parte di se che temeva ancora che quello che stava vivendo fosse solo un sogno e che temeva il risveglio.


Insicurezza forse. Echi dell'uomo che era stato o del giovane vampiro che aveva amato senza speranza una regina nera.


Che dicevamo a proposito di dignità?


"Mi ama..."

Repetè Spike, e notò lo sguardo che Angel gli rivolse.


Sembrava volesse dirgli: "Ora te ne accorgi?"


"Non guardarmi così!" Protestò. "Sono un'idiota, va bene? Capirai la novità!"


"Spike?" Disse Angel.


"Si?" Quasi ringhiò lui.


"Va da Tanya...." Angel si alzò, rivolgendogli un sorriso. "Io ho un matrimonio da organizzare"


******


Era un'idiota.

Un maledetto vigliacco.

Persino il suo demone gli stava urlando di farla finita con quel silenzio idiota, e parlare.

Senza contare Angel, che se ne era andato scuotendo la testa, dopo la loro ronda, esasperato per il suo comportamento.


Spike lo sapeva.

Così come sapeva che Tanya lo stava osservando, preoccupata.

Così come sapeva alla perfezione quanto voleva dirle.


Lo sapeva...

Ma era colpa sua se la lingua gli si era attorcigliata, ed era il primo vampiro sulla faccia della terra...ad avere le mani sudate dall'emozione, in Russia, nel mese di Novembre?


Era un'idiota.


Perché solo un'idiota avrebbe continuato a camminare in un cimitero, di notte, mano nella mano con una bellissima donna.


"Amore mio," Disse Tanya. "va tutto bene?"


Spike annuì, sorridendole.

"Tutto alla perfezione"


Se non consideri il fatto che il tuo ragazzo è un fottuto idiota, aggiunse poi tra se e se.


"Angel continuava a rivolgerti strane occhiate..." Continuò lei."Sicuro che non ci siano problemi?"


Spike annuì, stringendola a se.

"Sì, Luce, va tutto bene...."


Sussultarono entrambi quando in lontananza udirono dei lampi, eppure, continuarono a camminare, avviandosi lentamente verso l'uscita del cimitero.


La ronda era stata breve quella notte. Angel, Tanya e lui formavano una formidabile squadra.


Anni passati a combattere fianco a fianco avevano forgiato un'intesa fatta solo di sguardi, che si rivelava sempre di grande aiuto.


"C'è qualcosa che dovrei dirti, Luce..." Si decise finalmente.


Stavano ancora camminando, dirigendosi verso casa sua, dove ormai Tanya passava quasi tutte le notti.


La stretta della ragazza sulla sua mano si intensificò, diventando per un istante quasi dolorosa, e Spike tenne la testa bassa.


...Dannazione, doveva chiedere di sposarla...non se poteva giocare a biglie con gli occhi di Eleanor!


Perché non si dava una calmata?


"Cosa?" Domandò Tanya, e Spike non poté fare a meno di notare la preoccupazione nella voce della ragazza,.


Sollevò la testa, incontrando gli occhi di lei.


"Non è..." Cominciò, ma la sua voce fu interrotta sa un lampo improvviso, che squarciò la semioscurità di quella notte.


Grosse gocce di pioggia cominciarono a cadere, rade dapprima, poi sempre più numerose, e Spike attirò a se la ragazza, mentre entrambi sollevavano il volto.


Senza fiato.


Ecco come si sentì Spike quando Tanya alzò la testa e chiuse gli occhi, lasciando che la pioggia le bagnasse il volto stupendo.


Sorrideva, mentre la pioggia battente le bagnava i capelli, mentre le sue braccia gli circondavano la vita, e Spike si ritrovò a sorridere insieme a lei.


Se qualcuno fosse passato di lì, in quel momento, avrebbe visto due ragazzi, stretti l'uno all'altra, che non cercavano riparo sotto una pioggia sempre più forte.


Eppure, Spike quasi non sentiva l’ acqua inzuppargli gli abiti.


Sentiva solo l'odore di Tanya, reso più penetrante da quella pioggia. Vedeva solo il suo volto, sorridente, mentre le gocce, impudenti, lo baciavano. Avvertiva solo il peso leggero del corpo della donna stretto al suo.


Ed era felice, di una felicità semplice, perfetta, senza orpelli...come tutto nella sua vita con Tanya.


Come sempre nell'ultimo anno.


"Adoro la pioggia" Disse lei, appoggiando la testa contro una spalla di Spike.


"E a giudicare da quanto sei zuppa, la pioggia adora te..." Rispose lui, sorridendo.


Tanya sospirò.

"Hai ragione..." Si scostò leggermente da lui. "Ma sei così...bello, sotto la pioggia."


Spike scosse la testa, mentre il sorriso sulle sue labbra si allargava.


La prese tra le braccia, con la pioggia che ancora bagnava entrambi, e la fece volteggiare per un istante.


Tanya si aggrappò a lui, mentre ciocche di capelli le lambivano il volto, ed i suoi occhi erano più scuri, più intensi.


Avvicinò le labbra al suo orecchio, e piano, cominciò a soffiare la melodia del Valzer delle candele.


Il loro ballo.

Il ballo della loro notte.


Tanya lo strinse più forte, soffiando la melodia insieme a lui, mentre ancora Spike la faceva volteggiare.


E la musica era nel loro cuore e nelle loro orecchie.


Come quella notte.

Come tutte le notti.


E nemmeno i lampi ed il rumore della pioggia riuscivano a coprirla.


Tanya, con la sua voce armoniosa, cristallina, stava ancora soffiando la musica, quando Spike parlò, e le parole gli sgorgarono dalle labbra così semplicemente che le paure delle ore precedenti sembrarono appartenere ad un'altra persona.


"Tanya Nimikova...vuoi sposarmi?" Domandò.


Tanya rimase in silenzio, mentre la melodia che aveva cantato vibrava ancora nell'aria, insieme all'odore di pioggia, e ai lampi.


Lo guardò, inclinando la testa da un lato, sgranando gli occhi.


"Sì" Mormorò, e le lacrime che le riempirono gli occhi si unirono alla pioggia.


"Sì?" Ripeté lui.


Tanya annuì, mentre un largo sorriso le si dipingeva sul volto.


Lo strinse più forte a se, continuando a sussurrare il suo assenso contro la pelle del suo volto, e lo baciò, ripetutamente, e le sue labbra sapevano di pioggia, di lacrime ...e di luce.


"Sì!" Disse infine, scostandosi da lui. "Sì, Spike, voglio sposarti...."


"Non sarà un vero matrimonio...." Specificò lui.


"Ci saremo tu ed io....sarà la cosa più vera della mia vita"


Spike sorrise, sperando che la pioggia mascherasse la sua commozione.


Delicatamente, l'appoggiò a terra, e le prese una mano mormorando: "Allora, facciamo le cose per bene...." Fece per inginocchiarsi, ma Tanya glielo impedì.


Si sollevò sulle punte e gli baciò la fronte.

"E' tutto perfetto, Spike." Mormorò

"Ci siamo noi. E' tutto perfetto."


*****


Los Angeles 2001


"Luce acconsentì…" Disse Spike sorridendo." e quando la sera dopo mi svegliai trovai una Claddagh sul mio comodino".


Guardò Kate, che si era appoggiata contro il bracciolo del divano, e stringeva tra le dita I lembi di un cuscino.


"Andai da Angel, domandandogli il perché l’avesse già comprata…" Si strinse nelle spalle. "Infondo… non avevamo ancora parlato con Eleanor…"


"Cosa disse Angel?" Domandò Kate sottovoce.


Il sorriso di Spike si allargò, e non si rese nemmeno conto di aver sfiorato col pollice il suo anello fino a quando non seguì lo sguardo di Kate.


Abbassò la testa per un istante, poi continuò.

"Angel disse: ‘Se dobbiamo farlo, allora deve essere perfetto’.


A tutt’oggi credo abbia minacciato il gioielliere che fabbricò la Claddagh…anche se lui non lo ha mai ammesso.


Voleva che l’anello fosse nuovo. Che non fosse mai stato usato prima.


Angel è fatto così.


Si immerse nelle ricerche per un rito…mentre Luce ed io…" Si strinse nelle spalle. "Luce ed io ne parlammo con Eleanor…"


"Suppongo che non fu entusiasta all’idea…" Commentò Kate.


Spike si lasciò sfuggire un ringhio.

"No…non lo fu…"


****


San Pietroburgo, 1913, Novembre.


"Sposarvi?"


Eleonor strinse una mano a pugno.


Istintivamente.

Senza neanche volerlo.


"Che vuol dire sposarvi?"


Tanya e Spike si guardarono per un secondo, come se, senza parole, stessero decidendo che cosa dire, e quale dei due dovesse farlo.

Come se stessero cercando di darsi coraggio a vicenda.


Coraggio…


Un vampiro e una Cacciatrice … e gli serviva coraggio per parlare … a lei?


Davvero faceva loro così paura?

Davvero era così dura?


Le dispiaceva.


Eppure non poteva. Non poteva fare diversamente.


Lei era dovuta diventare dura.


Per essere un ‘Osservatrice.

E poi per affrontare il viaggio dall’Inghilterra, e quel paese duro, ostile, che a Tanya sembrava così meraviglioso e che amava tanto.


Per separarsi dall’uomo che adorava e dalla vita che avevano appena cominciato insieme.

E per attraversare una nazione sterminata, sola, alla ricerca della sua Cacciatrice.

Alla ricerca di una guerriera…e trovando solo una bambina spaventata.


Per crescerla.

Come la figlia che non aveva avuto.


Per educarla.

Per vivere con lei e difendere entrambe dalla cattiveria del mondo.


Dai commenti della gente.

Dalle illazioni su queste due donne sole che vivevano con un alto tenore di vita, solo in parte giustificato dalla sua supposta agiatezza.


Per insegnarle ad essere una Cacciatrice e scoprire che, questo, Tanya lo sapeva molto meglio di lei.


E per lottare contro i propri sentimenti.

Perché un’ Osservatrice non avrebbe mai dovuto essere una madre per la propria Cacciatrice.

E invece Eleonor lo era diventata.


Per lei.

Per Tanya.

Per la sua dolce bambina che le aveva riempito il cuore di calore e di luce, facendole desiderare di poterla portare a Londra, , un giorno, a vivere con lei e con Edward.


Come una famiglia.


E poi… era arrivato quest’uomo…

Questo… vampiro.

E gliel’aveva portata via.


L’aveva fatta innamorare, l’aveva sedotta, e l’aveva spinta a trascorrere con lui tutto il suo tempo.

E lei, Eleonor, lo aveva accettato.


Per Tanya… esattamente come per Tanya , per la sua sicurezza, perché due vampiri avrebbero potuto assisterla come Eleonor non avrebbe mai saputo fare, aveva accettato l’aiuto di Spike e Angel.

Anche se non le piaceva.


All’inizio per sfiducia, e poi per paura.


Sempre per Tanya… per la sua bambina.


Perché se per la ragazza poteva non esserci differenza fra esseri umani e non, Eleonor non riusciva proprio a pensarla nello stesso modo.

E temeva che Spike potesse farla soffrire.


Anche se l’ amava.

E questo non poteva negarlo.


Come non poteva negare la felicità che lui dava a Tanya.


Oh… a volte avrebbe voluto non essere così sola…


Avrebbe voluto avere qualcuno a cui demandare parte della responsabilità che tanto spesso rischiava di schiacciarla.

Qualcuno che la spalleggiasse quando doveva dire delle cose dolorose per chi tanto amava.


Ma non c’era nessuno…


E così era lei sola a doversi mettere fra due persone… ma da quando aveva cominciato a considerare a Spike una persona?… così innamorate.


"Un giuramento…" Spiegò piano Tanya." Fra noi due… per sempre…"


Sorrise.


Era così nervosa… e felice…


"Non un vero matrimonio…"Continuò Spike. " ma è tutto quello che io posso offrirle. E per me sarebbe comunque un vincolo inscindibile."

"Per noi…"Lo corresse Tanya, prendendogli la mano e intrecciando le proprie dita a quelle di lui.


"Un vincolo inscindibile…"Ripetè piano Eleonor.


Si.

Certo.


Conosceva Tanya.


Per lei lo sarebbe stato.


Per sempre.


"No."


Vide Spike stringere i denti, ma non era lui che temeva.


Non l’aveva mai perdonata per la storia del Cruciamentum, e non avrebbe mai potuto dirle qualcosa di peggio di ciò che già non le avesse detto…

Ma Tanya…


"Ti prego, Eleonor… ascoltami…" Mormorò subito la ragazza.


"Tanya…" La interruppe. " voglio parlarti da sola…"


Spike le strinse più forte la mano, e sibilò:

"Noi lo faremo lo stesso."


"Allora fatelo!" Scattò lei." Tanto non vi è mai importato quel che penso io!

Ma lo farete senza la mia complicità e per me questa… cosa… non avrà mai nessun valore!"


"Perché?" Tanya avanzò di un passo, staccandosi da Spike. " Perché, Eleonor…


Io… non posso farlo se non sei con me…"


"Tanya…"Mormorò Spike dietro di lei, ma la ragazza strine le mani una all’altra, e continuò, gli occhi pieni di lacrime.


"Perdonami, Spike… ma lei… anche lei è la mia famiglia…e io non voglio perderla…"Sollevò la mano, sfiorandogli il volto." E non voglio perdere nemmeno te…"


Abbassò la testa, e un singhiozzo le sfuggì dalle labbra.


"Tu non mi perderai."Ringhiò Spike." Mai.

E se lei ti amasse…"Fulminò Eleonor con occhi." non ti farebbe soffrire così…"


Eleonor strinse più forte la mano, avanzando.


Quanto… quanto avrebbe voluto potersi arrendere ai sentimenti, quanto avrebbe voluto scordare che lui era quel che era.


"No, se tu l’amassi la lasceresti andare!" Esclamò. "Lasceresti che questo… sentimento sbatta di fronte contro la realtà.

Non la costringeresti ad un legame contro natura che la vincolerà per sempre!"


Tanya si voltò, guardandola allibita, ma lei continuò a fissare Spike.


E l’espressione, il lampo che passò nei suoi occhi le dissero che capiva.

Che, forse, aveva pensato anche lui a ciò che ora Eleonor stava dicendo.


"Non credi che lei potrebbe voler altro, un giorno, Spike?


Che potrebbe volere dei bambini?

Che potrebbe volere una persona da presentare ai suoi amici?

Che potrebbe volere una vita normale, come quella di tutti gli altri?"


Spike abbassò gli occhi, stringendo le mascelle così forte che un raggio di pena trafisse il cuore di Eleonor.


"Non può nemmeno aprire una finestra con te vicino…"


"No…"Mormorò Tanya.

Prese il volto di Spike fra le mani, ma lui non ce la fece a guardarla negli occhi.

"No, amore, no, no, per favore…"


Si voltò, gli occhi che sembravano ancora più grandi sul suo volto pallido.


"Mio Dio…"Mormorò. "Credi che mi serva il sole per essere felice?

Se fossi cieca non potrei vederlo.


Credi… credi che in questa casa, con le tende spalancate e le finestre aperte e senza di lui io sarei felice?"


Deglutì, e Eleonor si accorse che non piangeva più.


"Credi che voglia… cosa?

Una vita normale?

La vita… che avevo prima, in Siberia?

La vita che ho avuto per i giorni in cui sono stata senza i miei poteri?


La vita di chi devo volere, Eleonor?


Di una principessa, di una contadina… la tua vita?


E sarei felice così?! Ne sei sicura?!


Dovei desiderare una vita che non posso avere!

E questo mi renderebbe felice?!


Sognare di essere un ‘altra , quando sono Tanya, e la mia vita è questa, e io non ne ho mai voluta una diversa!


Dio, Eleonor, se avessi una vita normale non sarei la Cacciatrice!


Sarei… un ‘altra persona, non io!


Non potrei aiutare gli altri, non potrei combattere il male… non potrei chiudere gli occhi, la sera, sapendo che ho combattuto al posto di un ‘altra persona, che ora, forse, grazie a me, ha la vita normale che desidera!"


Spike deglutì, e quando parlò la sua voce aveva un tono molto diverso da quello di poco prima.


"Lei vuole dire…" Mormorò piano. "Che senza di me potresti provare ad avere… una vita… normale… quando non cacci…"


"Senza di te?!" Urlò quasi Tanya." Perché?!

Voi mi volete disperata!


Mio Dio, che me ne faccio del sole se mi manchi tu!

Che me ne faccio di un giorno se non posso vederti?

Che me ne faccio di un altro… di un essere umano, se non lo amo?


Devo stare con lui solo perché è normale mentre c’è qualcuno al mondo che amo più della mia vita?!


E’ assurdo, è ingiusto!


Io non la voglio una vita normale, Spike!" Gli prese ancora il volto fra le mani, e stavolta lui fu davvero costretto a guardarla." Io voglio una vita felice!


Felice, capisci!

Felice!

E non c’è, non esiste se non ci sei tu!


Potrei possedere il mondo intero, ma non avrei mai niente senza di te!"


Abbassò la voce, e Eleonor poté immaginare l’espressione disperata dei suoi occhi.

"Ti prego, Spike… non lo pensare… non pensare che starei meglio con un altro…


Una vita normale è un concetto così astratto … ma se una vita normale è una vita senza di te allora è la cosa più triste e desolata che possa esistere al mondo.


E tu…"Tirò su con il naso." Non vuoi questo per me, vero?"


Spike lanciò un ‘altra occhiata a Eleonor, e lei non potè far altro che deglutire.


"Per favore…" Mormorò ancora Tanya." Se non vuoi più sposarmi, va bene… se non vuoi più stare con me, d’accordo… a me basta solo vederti un pochino… per favore… per favore…" Si prese il volto fra le mani, e Spike l’abbracciò, cullandola piano.


"Certo che voglio ancora sposarti…"Mormorò nei suoi capelli." E non potrei mai lasciarti, neanche se mi supplicassi di farlo…

Mai…


Sono stato un idiota ad avere un dubbio, Luce.


Perdonami… faremo quello che vuoi tu…"


"Non capisco…"Singhiozzò lei." Perché ero così felice… e ora sono così disperata…"


"E’ colpa mia…"Eleonor si appoggiò alla parete.


Sconfitta.

Completamente sconfitta.


"Tu hai ragione. Io torto.


Meriti più di una vita normale, Tanya.

Meriti di essere felice…"


La ragazza si voltò, roteando fra le braccia di Spike, e corse nelle sue.


Come tante volte aveva fatto.

E come non avrebbe fatto più.


Ora che aveva Spike… lei diventava inutile…


"Oh, Eleonor, grazie…" Mormorò la ragazza, stringendola a se.


" Ringrazia te stessa."Sorrise lei, mentre l’abbracciava." Alzò il volto verso Spike. "E ora puoi lasciarci da sole, per favore?


Non temere, non cercherò di portartela via…

Solo…"Guardò Tanya, e le accarezzo una guancia, scostandole dal viso una ciocca di capelli." Non credo che sarà solo mia tanto spesso, dopo che vi sarete sposati…"


Spike la fissò per un attimo, come se non si fidasse, e poi annuì piano.


"Ci vediamo più tardi…" Gli sorrise Tanya, avvicinandosi, e lasciando che lui le baciasse piano le labbra." Per la ronda…"

"Ti passo a prendere…"La salutò Spike.


Quando si fu chiuso la porta alle spalle, Eleonor si passò le mani sulle guance, stanca come se avesse appena combattuto una battaglia.

E l’avesse persa.


"Grazie, Eleonor…"Esclamò Tanya, prendendole le mani."Grazie tante!"



Lei strinse le labbra, detestando se stessa, prima di dire:

"Non sarà un vero matrimonio, lo sai.

Per il mondo sarà come se non foste sposati… e tu…"


"Dormirei con un uomo che non è mio marito…" Tanya abbassò gli occhi. "Lo faccio già.


E a Dio ho giurato che il mio amore è puro, e che sarò sua per sempre.


Questo… è per noi… "Sorrise. " è la nostra promessa.


Questo vuol dire che Spike vuole stare con me per sempre.


E’ un vincolo che creiamo noi.

Ed è sacro.


Oh, Eleonor… ti sbagli.

Quando ci prometteremo si essere l’uno per l’altra sarò sua sposa.


E lo sarò per sempre."


*****


San Pietroburgo, 11 novembre 1913


"Spike? Vuoi stare calmo?

Ti si sente ringhiare dal salotto…"


"Io non ringhio!" Gridò quasi Spike." Sei un testardo Irlandese, egocentrico e con le travecole!

Io non sto ringhiando!" E intanto non smise un attimo di camminare avanti e indietro nella stanza di Angel… la sua stanza… prendendo a calci il suo tappeto quando gli si aggrovigliò fra i piedi.


E digrignando i denti come se lo dovesse spaventare.


"Non c’è una ragione al mondo per cui dovrei ringhiare!"

"Ecco, appunto, allora smetti."

"E non c’è una ragione al mondo per cui essere nervoso!"

"Non fa una piega."

"Anzi, a pensarci bene…"Si fermò, fissandolo." Io non sono affatto nervoso!"


Angel sospirò, allargando le braccia.

"Perfetto! Allora siediti e aspetta solo un attimo…"

"Non sono nervoso…"

"Benissimo…"


Prese il pomello della porta.

"Benissimo un corno!

Mi devo sposare e per te non ho nemmeno il diritto di essere agitato!"


Lo lasciò, sull’orlo dell’esasperazione.

" Deciditi, Spike, sei nervoso o non sei nervoso?"


Spike dilatò le narici.

"Si!"Esclamò." No! Non lo so!

Non ti riguarda!


E poi è tutta colpa tua!"

Angel spalancò la bocca.

"Perché cavolo ci metti tanto a preparare questa cerimonia?!

Che vuoi far piovere riso dal tetto?!"


"Ma se tu non mi lasci andare a vedere se Tanya è pronta come la facciamo questa cerimonia?

Senza sposa?"


"Mm…" Mugugnò Spike, che sembrò tranquillizzarsi… per cinque secondi." E secondo te è pronta?!"


"Come faccio a saperlo se non mi fai uscire?!"

"Ma quanto avrebbe dovuto metterci, secondo te?!"


Angel rischiò di mettersi a ringhiare.

Rischiò moltissimo di mettersi a ringhiare.


"Meno di te!"Esclamò alla fine."Questo è sicuro!"

"E certo, perché tu avresti voluto che mi sposassi nudo!"

"Oh, Dio, Spike, tu mi fai uscire di senno!"

"Ma sto bene, almeno?!"

"Eh?! Te l’ho detto un ‘ora fa!"

"Non è vero!"

"Spike!"

"Non me lo ricordo!"

"Spike!"

"Ripetimelo!"

"Bene!" Gridò." Stai bene, stai benissimo!

D’accordo?!"

"Non sei serio!"


Angel si appoggiò alla porta, disperato, prendendo seriamente in considerazione l’idea di frantumargli una lampada in testa e poi svegliarlo al momento della cerimonia.


"Spike…" Mormorò." te lo assicuro, stai bene…"

Lo guardò, sperando con tutto se stesso che gli credesse.

Perché, per giunta, era la verità!


Non aveva ancora visto Tanya con il suo vestito, ma Spike stava veramente bene.


Aveva scelto di indossare una tenuta tipicamente russa, con una lunga camicia bianca, alla cosacca, che gli arrivava a metà coscia, stretta in vita da una cinta nera, pantaloni neri e alti stivali lucidi, che mettevano in risalto la sua figura snella e muscolosa, anziché un abito da cerimonia occidentale , come quello di Angel.


In onore di Tanya.

E della terra che amava.


E sarebbe stato uno sposo molto, molto attraente, se fosse riuscito a non strapparsi tutto da dosso nei successivi quindici minuti !

E a non fare definitivamente impazzire il deficiente che aveva accettato di presiedere al giuramento!


"E se a Tanya non piace? ’"Mormorò Spike.

"Non glielo chiediamo."

"E se ha cambiato idea… Angel che faccio se ha cambiato idea?!"


"Spike, calmati, per piacere!


Te lo avrebbe detto se avesse cambiato idea !

E poi perché avrebbe dovuto farlo?! Era raggiante di felicità in questi ultimi giorni…"


"E se poi combino un guaio?"

"Rimedierai."


"No, non se ne parla!

Non sono cose che si rimediano!"

"E allora cerca di non sbagliare."

"E come faccio?! Che ho un manuale del marito perfetto?!


Ma perché mi sono messo in questa trappola?!"


"Spike…"Mormorò Angel, stringendosi le mani l’una all’altra fino a farsele dolere pur di non scoppiare a ridere." Guarda che se non sei sicuro si può sempre annullare tutto…"


"Ma tu sei scemo!" Gridò, caricandolo come un leone feroce." Provaci e ti ritrovi a Timbuctù!"


Angel lo prese dalle spalle, fissandolo negli occhi.


Due cose: o stava buono, o la martellata in testa!


"Allora," Scandì. "vedi di stare calmo per cinque minuti, e fammi uscire da questa stanza il tempo per controllare se Tanya è pronta!"

"Come lo sai che non lo è già…"

"Se mi tieni qua dentro come cavolo lo scopro, glielo chiedo urlando?!"

"Allora perché non sei già andato?!"


Angel boccheggiò, in cerca d’aria.


Non aveva bisogno di respirare, ma lo fece lo stesso.


E senza aspettare un altro istante aprì la porta. Con molta più forza di quanto sarebbe stato logico.


"Angel…"Fece Spike alle sue spalle." Sei sicuro che sto bene?"


Voleva piangere.


"Angel…"

"Che c’è ?!" Esclamò, voltandosi.

"Grazie…"


Sospirò, facendogli un cenno con la mano.


Da quando aveva riavuto l’anima non aveva mai faticato tanto!


E gli parlavano di mostri, vampiri, battaglie e spargimento di sangue?!

Ma ne avrebbe affrontati per cento anni pur di non organizzare più un altro matrimonio!


Si terse la fronte dal sudore prima di bussare alla porta della camera di Spike.


Su Tanya non aveva dubbi, ma se Eleonor era nervosa la metà dai quanto lo era Spike affogava qualcuno nella vasca da bagno!


Come volevasi dimostrare, la donna gli spalancò la porta in faccia, sbranandolo con gli occhi.

"Allora!" Esclamò. "Dobbiamo invecchiare qua dentro?!"


" Eleonor…" Mormorò Tanya dietro di lei, mentre Angel, esasperato,lasciava ricadere le braccia.


Evidentemente era pronta!


"Prego…" Sospirò. "se volete venire in salotto…"

"E’ ovvio che vogliamo venire…"Scattò Eleonor, mentre lui stava già riattraversando il corridoio. "Perché pensi che siamo venute!"


Noo!

Lui si dava alla fuga!

Che si facessero tutto da soli, non poteva impazzire in quel modo!


"Esci, isterico!" Chiamò Spike, aprendo la porta delle sua stanza. "Siamo tutti pronti!"


"Sei sicuro?!" Esclamò il ragazzo, precipitandosi alla porta." Proprio certo?!"

"Muoviti! O Tanya se ne va e ti sposi Eleonor!"

"E’ già sposata!"

"La rendo vedova!"

"Grr,…"

"Stai ringhiando!"

"NO!"

"Si!"

"No!"

"Si!"

"N…"


La voce di Spike si spense in un sussurro quando, appena entrato nel salotto, vide Tanya, che subito si girò verso di lui, in un ondeggiare di seta candida e capelli biondi.


Bellissima.


Come una visione.


Come l’amore.


Aveva un abito semplicissimo, bianco come la sua pelle, ancor più pallida per la tensione, con un ampio scollo che le scopriva quasi le spalle, una cintura di seta lucida e due mazzolini di fiori di campo a trattenerle il tutte che le ornava il bustino e la gonna.

Copie in piccolo di quello che stringeva fra le mani.


I capelli, sciolti e appena trattenuti dalle forcine, le ricadevano in morbide onde lungo il corpo, scintillando alla luce delle decine di candele che Angel aveva acceso per lei e per Spike.


Come sempre, non portava gioielli, e non era truccata, e come sempre le sue guance e le sue labbra erano così rosse da contrastare con il candore del suo incarnato.


Era emozionata.

Tanto da respirare a fatica.


Eppure, non appena vide Spike, un sorriso radioso le salì alle labbra, rivelando ad Angel quanto anche lei avesse avuto le stesse paure del ragazzo.


Il terrore che cambiasse idea.

E quello di sbagliare qualcosa, e compromettere tutto.


Eppure, non appena si guardarono negli occhi , tutto scomparve, e rimasero soltanto loro… e il loro amore.


E Angel fu lieto di avere detto di si a Spike.

Anche se ancora non si sentiva degno dell’onore che gli aveva chiesto.


Non si sentiva all’altezza di venire davvero considerato da lui come suo padre.


Sperava solo di aver fatto tutto per il meglio.


Spike e Tanya si presero per mano, e lui si portò le dita di Tanya alle labbra, baciandole con dolcezza.


Ecco.

Li avesse fatti incontrare due ore prima si sarebbe risparmiato un gigantesco travaso di bile.


Sorrise. Un groppo che gli serrava la gola.

Mentre loro non smettevano di guardarsi. Come se non lo facessero da ore.


Aveva sgomberato tutto il salotto, addossando i mobili alle pareti, e lasciando solo il grande tavolo rettangolare su cui aveva disposto, in cerchio, gli ingredienti per la cerimonia.


Spike non poteva saperlo, e non doveva saperlo, ma ci aveva messo quattro giorni per preparare tutto.


Per riscrivere quasi completamente la formula, per reinventare la procedura, per compiere gli incantesimi su ognuno degli elementi.

E per vincere il freddo istintivo che gli serrava il cuore ogni volta che praticava la magia, e la sua mente riandava a quanto lo divertisse farlo, prima…


Per questo adesso non la praticava più, rifuggnedola…

Perché prima gli era piaciuta.


Ma era stato contento di affrontare il proprio disagio per Spike.

Perché sapeva che quella era la cosa più importante che lui avesse mai scelto di fare.


Raggiunse il tavolo, dalla parte opposta a quella di Tanya e di Spike, e cercò di nascondere il profondo respiro che fece per darsi coraggio, mentre i due ragazzi gli si avvicinavano.


Aveva paura.

Ed era emozionato.


Quanto loro, forse.


L’unica cosa che riusciva a pensare era che Spike si stava sposando, tanto che non sapeva nemmeno come avrebbe fatto a ricordarsi le parole da pronunciare.


Eppure lo fece, quando sorride timidamente ai due ragazzi davanti a lui e poi prese fra le mani una lunga treccia di spighe di grano, che avvolse attorno ai loro polsi uniti.


"Questa è una catena…" Mormorò piano." Che lega… che unisce… che rende la mano di Spike parte di quella di Tanya, e l’essenza di Tanya parte di quella di Spike.


Un vincolo… che stringe e avvolge cuore e cuore.

Esistenza ed esistenza.

Volontà e volontà.


Perché il vincolo non esiste senza volontà.

E il giuramento non vincola senza volontà.


Voi sapete questo?"


Tanya e Spike si guardarono, la serietà dei loro volti che non poteva essere cancellata nemmeno dai loro dolci, reciproci sorrisi.


"Si.."Dissero insieme.


"Volete questo?"

"Si…"Risposero, e Angel sentì il cuore di Tanya impazzire nel suo petto.


Liberò i loro polsi dalla ghirlanda di spighe, e agirato il tavolo la depose in una grande ciotola di porcellana blu e argento, avvolgendola attentamente attorno alla claddagh di Tanya, che piano riluceva al fuoco delle candele.


"Per la terra…" Mormorò serio, prendendo un pizzico di polvere rossa da una ciotolina, e spolverandola sulle spighe.


Immediatamente, alte fiamme rosse, trasparenti, si generarono all’interno della ciotola.

"Per il fuoco…"


Sentì Tanya trattenere il respiro e vide gli occhi di entrambi, suoi e di Spike, fissare tesissimi il fuoco.


"Per l’acqua" Continuò, sollevando un ‘ampolla e lasciando cadere il suo contenuto sulle fiamme, che subito si estinsero , lasciando al loro posto una voluta di fumo bianco, profumato di aria gelida e vento.


Angel vi passò sopra la mano una volta, e poi lo fece ancora, allargando le dita perché il fumo vi passasse attraverso.


"Per l’aria…"Disse.


Abbassò la mano e chiuse il pugno sulla cenere bollente.


E quando la sollevò, aprendo le dita, nel suo palmo, al centro del mucchio di polvere grigia, la claddagh di Tanya brillava in modo sovrannaturale, lanciando ovunque bagliori accecanti.


"Per ciò che si vede…" Disse Angel, prendendo l’anello nella sinistra, e un attimo dopo continuò: "e per ciò che non si vede…" lanciando in alto la cenere, verso Spike e Tanya, altissima.


In uno sfolgorio di luce, la cenere discese su loro, trasformata in una pioggia finissima di polvere argentata, che rimandava ovunque bagliori chiari, puri come gli occhi di Tanya.


Entrambi la fissarono, stupiti, e si strinsero ancor più forte la mano.


"Con il cuore…" Andò Avanti Angel, portando al petto la sinistra chiusa in cui stringeva l’anello.

"Con la mente…" Continuò, appoggiandola alla fronte. "Io suggello come testimone questo giuramento.


E per la terra, e il fuoco, e l’acqua, e l’aria, e per il mondo che si vede e quello che non si vede, da adesso, voi siete una cosa sola…"


Allungò la mano, aprendola.

Ed entrambi i ragazzi fissarono per un attimo l’anello, prima di allungare le dita che ancora tenevano intrecciate e prenderlo, insieme.


Si guardarono, e in attimo dopo Tanya ritrasse la mano, stringendola al petto, mentre Spike, con la claddagh fra le dita, ripeteva le parole del giuramento.


"Con il cuore…" Mormorò, portandosi la mano al cuore. "Con la mente…" Continuò, avvicinandola alla tempia. "tuo…. per sempre…"


Angel vide Tanya tremare, e delle lacrime brillarle negli occhi mentre, timidamente, porgeva la mano a Spike, e lui, deglutendo, le infilava all’anulare il suo anello.


Chiuse il pugno e lo portò al seno.


"Con il cuore … " Sussurrò flebilmente. "con la mente… tua…"


Lo guardò, e qualcosa sembrò scoppiarle dentro, con il pianto, portando via in un istante tutta la compostezza dimostrata fino a quel momento.


Gettò le braccia al collo di Spike, piangendo.


"Per sempre!" Singhiozzò. "Te lo giuro! Te lo giuro!

Te lo giuro , amore!

Per sempre!


Resterò con te!

Vicina a te!"


Affondò la testa nell’incavo della sua spalla e Spike la strinse, baciandole i capelli.


Eppure, alla luce delle candele, Angel potè vedere nei suoi occhi brillare delle lacrime che non erano diverse da quelle di Tanya.


Solo… lui si sforzava di rimandarle indietro.

Di non farle sgorgare…


Come pure stava facendo Eleonor, che sembrava volesse distruggere il suo fazzoletto.


Quanto ad Angel, non si era mai sentito così orgoglioso in vita sua, e non gli importava niente di sorridere come uno sciocco, o di avere gli occhi lucidi.


"Amore…" Mormorò Spike all’orecchio di Tanya. " Luce… dovremmo finire la cerimonia."


Tanya si allontanò da lui, tirando su col naso e asciugandosi le lacrime con le mani, come una bambina.


"Si…"Mormorò. " perdonatemi…"


Spike le accarezzò una guancia prima che entrambi si voltassero verso Angel.


Il quale, sorridendo, si strinse nelle spalle.


"E’ finita…"Mormorò." Puoi baciare la sposa."


"E adesso lo dici!" Scattò Spike, ma rideva quando prese Tanya fra le braccia e la baciò con passione prima di sollevarla… come se non avesse peso.


"Ti amo…"Mormorò lei sulle sue labbra." Ti amo…"

Ma Spike non la lasciava parlare.

Continuava a baciarla.


"Dopotutto…"Mormorò Eleonor, ponendosi al fianco di Angel. "Credo che tu avessi ragione… nessuno potrebbe mai farla più felice…"


Angel le sorrise al ricordo delle ore che aveva trascorso con lei a parlare di quei due ragazzi, e di come il loro amore sfidasse ogni logica.

Ogni legge di natura.


"Che cosa contano tutti i ragionamenti di questo mondo…." Mormorò. "di fronte a questo…"


Guardò la donna, e fu lieto di vedere sul suo volto, finalmente, un ‘espressione rilassata.

"Visto che qui ne avremo per molto…" Disse. "ti andrebbe di cominciare con lo champagne?"


Quasi un ‘ora dopo, Eleonor appoggiò il suo bicchiere, e con un sospiro guardò la giovane coppia che, per tutto il tempo, non aveva smesso per un attimo di coccolarsi.


"E quello sarebbe un vampiro, vero?!" Esclamò.


Angel prese il calice vuoto.


"Direi che quello è Spike…" Disse. "E che al momento potrebbe esplodergli un petardo fra i piedi e nemmeno se ne accorgerebbe!"


Sospirò a sua volta, e pensò nuovamente che per lui non ci sarebbe mai stato un amore come quello.


Ma non importava…

Non importava…


Spike si chinò sulla sua sposa e le disse all’orecchio qualcosa che la fece sorridere. Poi lei si guardò l’anello.


Come aveva fatto decine di volte.

Come se ancora non riuscisse a crederci.


"Penso proprio sia il momento di andare…"Annunciò al suo fianco l’Osservatrice, che, come lui, li stava fissando. "Mi sento trasparente come vetro, al momento."

"Conosco la sensazione."Concordò Angel. "Aspetta. Ti accompagno.


Spike… io porto a casa Eleonor…"


Il vampiro più giovane appena voltò la testa, sollevando leggermente un sopracciglio.


"Cosa? Si… si, certo, vai pure…"


Trasparente come vetro, eh…


Sorrise, scotendo il capo, e si infilò il cappotto, dopo aver aiutato Eleonor a mettere il suo.


Poi passò velocemente nella sua stanza, e senza fatica si mise su una spalla il grosso baule che per poco Spike non aveva distrutto a calci nel suo eccesso di nervosismo.


Era una fortuna che non lo avesse aperto, anche se, a giudicare dal suo stato mentale, avrebbe potuto farlo e non avrebbe capito nulla!

Mentre adesso, evidentemente, la tensione era svanita, poiché non fece in tempo a tornare in salotto e a indicare a Eleonor la porta che Spike gli fu addosso come un falco, tirandosi dietro Tanya per la mano.


"E tu dove credi di andare?!" Esclamò, sfidandolo.


Angel si sforzò di non sorridere.

"Accompagno a casa Eleanor."


"E quel baule da dove salta fuori?!"

"Era in camera mia."

"Quando?"

"Sempre!

L’hai preso a calci fino a un ‘ora fa!"

"Ah… mm…. Veramente?"

"Controlla le ammaccature!"

"E adesso che ci fai?"


Angel si morse una guancia.

"Guarda, Spike, se ti piace te lo lascio, e la mia roba la metto in un altro posto…"


"La tua… roba?" Esclamò Spike, dilatando le pupille.

"Solo una parte. Il resto lo prenderò poi."


"Angel… non è che per caso tu stai traslocando?!"


Sollevò le sopracciglia.

"Complimenti per l’acume!" Disse, facendo per prendere la porta. "Ora, se mi vuoi scusare…"

"Aspetta!Dove vai!"


Sembrava sull’orlo di una crisi di panico.


"Lo hai appena indovinato, Spike. Cambio casa."


"Ma perché?" Gridò, continuando a stringere la mano di Tanya. "Che ti ho fatto!


Va bene, sono stato un po’ intrattabile… un po’ molto intrattabile… per qualche giorno… però da questo ad andartene!


Cavolo, Angel, ti facevo più tollerante!"


Più… tollerante?

Detto a uno che se ne stava a chiacchierare con un baule su una spalla!


"Spike, sei sposato, le cose di Tanya le abbiamo sistemate in camera tua…"

"E allora?!"

"Allora vuoi che dorma nella stanza dall’altra parte del corridoio?"


"… non … avevamo mai… parlato che te ne andassi!"

"Avete bisogno di star da soli , per conto vostro…"

"Vabbè, ma tu non dai fastidio! Stai sempre in silenzio!"


Al fianco a Spike, Tanya soffocò una risata.


"Non è questo il punto, Spike, sii ragionevole.

Vi siete sposati oggi e avete bisogno di una casa solo per voi.

Senza contare che potrei essere io a non volermi mettere in mezzo."


"Mi abbandoni!"

"Si, ti metto in una culla al margine di una strada!"


"Ma dove vai esattamente?!"

"Te l’ho già detto… cambio casa."

"Si, ma dove ?!" Insistette, facendo un passo verso di lui.


Angel finse serietà.

"In Russia"


"Come in Russia!" Esclamò Spike. " In Russia Dove?!"

"Spike, calmati!

Resto qui, non ti preoccupare, a San Pietroburgo."

"Non mi preoccupo!


Per quel che mi interessa puoi andartene dove ti pare e piace!"

"Va bene…"


Fece per girarsi, ma Spike lo afferrò per la spalla, costringendo a guardarlo di nuovo.

"Però… dove a San Pietroburgo?

E’ un posto che conosco?"

" Che differenza vuoi che faccia?"

"Fa, fa, dimmi dove!"


Di nuovo, Angel assunse un ‘espressione seria.


"In una…"

"Si…"

"casa!"


"Angel!" Strillò lui, dimenando le braccia, quello di Tanya compreso.


Finalmente, Angel scoppiò a ridere.

"Di fronte, va bene?!

Ho preso in affitto l’appartamento dall’altra parte del pianerottolo!"


Spike lo guardò per un istante, gi occhi sgranati per la sorpresa.


"Va a farti fottere, Angel!" Proruppe poi, dandogli una spinta che, unita alle sue risate, rischiò di fargli cadere il baule.


Anche Tanya rideva, e Spike si voltò verso di lei, allibito.


"Lo sapevi!" L’accusò. "Tu sapevi tutto!"


"Per la verità,"Spiegò Angel, aprendo finalmente la porta." mi ha aiutato a sistemare la casa…"


"Io," Spike era la faccia dell’indignazione." io… io vi… vi…"


Abbassò gli occhi a Tanya, che ancora stava ridendo.

E fu fregato.


"Si… "Mormorò la ragazza. "Mio…" Si sollevò, deponendogli un rapido bacio su entrambe le guance. "amore… e mio…" Gli baciò le labbra. "sposo…"


Spike le afferrò le spalle e le baciò sulla bocca, con passione, mentre Angel, continuando a guardarli, apriva la porta del suo nuovo appartamento, e finalmente scaricava il baule.


"… io… ti … amo…" Mormorò Spike, appoggiando la fronte a quella di lei. Poi aprì gli occhi, e dalla soglia di quella che ora era la casa sua e di Tanya puntò un dito contro Angel.


"A te invece ti detesto!" Sbraitò." Sono immensamente felice che ti sia levato di torno!"


Angel sorrise, richiudendosi la porta alle spalle.


"Va bene…"


"Be…" Sbuffò Spike. " non dovevi accompagnare Eleonor?" Fece un eloquente movimento con la mano. "Vai! Forza!

Vuoi invecchiare sulla porta?!

Su!"


Angel sollevò un sopracciglio, ma comprese subito ciò che Spike voleva quando, scotendo le spalle, cominciò a scendere le scale, seguendo Eleonor, e arrivato nel mezzo della rampa si voltò, incuriosito.


In tempo per vedere Spike lanciargli un piccolo sguardo e sorridergli, a dispetto delle parole irate di poco prima, e poi, ancora, rivolgersi a Tanya, e sollevarla fra le braccia, in un ondeggiare di candida seta e serici capelli biondi, per varcar la soglia della loro casa.


E della loro nuova vita.

Insieme.