CONVERSATION
WITH FAITH’S PEOPLE
Di PrincesOfTheUnivers
Autrice: Princes_of_the_Univers
Titolo: Conversation
with faith's People
Rating: Per tutti
Pairing:
Wes/Faith, più o meno
Disclaimer: E' tutto di Joss Whendon,
della Fox, della Mutant Enemy
e chi per loro. La scrittrice non scrive a fine di lucro.
Note:
la vicenda è un'ideale continuazione della mia “Conversation
With Coma People.” Leggete quella prima di leggere
questa, che sennò non capireste alcuni accenni.
Feedback:
sempre gradito sui vari forum o, se preferite, al mio indirizzo mail monica_placebo@libero.it
CONVERSATION
WITH FAITH'S PEOPLE
La
chiesa l'accoglieva in silenzio, con la candele che
spandevano la loro luce dorata in pochi selezionati angoli.
Era
l'unico posto dove lei potesse andare, nessuno l'avrebbe altrimenti capito e
non giudicato. Nessuno. In fondo Faith sapeva
benissimo di essere sola al mondo. Aveva lasciato Boston senza rimpianto, suo
padre non sapeva neppure chi fosse e sua madre era una povera alcolizzata
dimentica di avere una figlia da crescere, quindi che starci a fare?
Sinceramente
aveva sperato che diventare Cacciatrice l'aiutasse ad avere qualcuno che si
preoccupasse di lei, ma la sua Osservatrice era morta ancora prima di poter
iniziare qualcosa di buono. E poi Sunnydale,
l'ennesima delusione. Aveva trovato Buffy ed era
stato favoloso, perchè lei poteva capire sul serio
quello che ogni giorno passavano.
Solo
che qualcosa si era incrinato.
Ed
era per questo che era entrata in chiesa, voleva parlarne con qualcuno che
avrebbe mantenuto il più stretto riserbo e anche che non le spillasse 100
dollari a seduta.
Si
sedette su uno dei banchi vicino al confessionale: aveva visto la tendina
muoversi, dimostrando che ci fosse qualcuno già a colloquio. Avrebbe aspettato
il suo turno. Fece uscire dalla tasca la collana che aveva trovato al polso al
suo risveglio. La pietra rossa brillava cupamente mandando riflessi porpora
sulle dita, grazie alla luce delle candele. L'argento
le dava un'idea di antichità che le piaceva: non aveva mai avuto in mano
qualcosa di così prezioso, fragile e delicato. Le si strinse il cuore al
pensiero di Wesley, perchè sapeva che glielo aveva
regalato lui.
Era
anche per lui che ora era seduta lì in attesa di essere ascoltata e perdonata, perchè, in realtà, era questo quello
che Faith voleva di più.
Finalmente
dalla cabina uscì una vecchina facendosi la croce tre volte in velocità
supersonica. Faith si alzò ed entrò, tirando la
tendina.
“Mi
perdoni, Padre, perchè ho
peccato.” Disse con voce incerta. Stava ancora pensando se fosse la cosa giusta
da fare, ma quando il prete parlò, si disse che ormai era fatta.
“Che
cosa hai fatto, figliola?”
Faith
prese un grosso respiro.
“E' una lunga storia. Io...” iniziò tentennando
“Io ho fatto cose molto cattive, ma inizialmente non volevo. Sono venuta a Sunnydale pensando di cambiare la mia vita, pensando di
poter non essere più sola. Per un po' è stato così, ho trovato una ragazza che
mi capiva perchè...uhm...
diciamo che ha subito le stesse situazioni. Speravo di poter avere con lei un
rapporto unico, di diventare quasi sorelle, ma lei aveva già un mondo tutto
suo, degli amici che le volevano bene, qualcuno che si prendeva cura di lei. E
allora mi sono detta...Perchè
io non posso averli come li ha lei?” Si passò una mano tra i folti capelli, poi
riprese a parlare.
“Adesso capisco che non posso pensare di prendere il posto
di una persona, ma allora ho sbagliato. Volevo essere come lei...meglio di lei,
imponendomi agli altri. Poi un giorno da Londra è arrivato un uomo e io,
stupidamente, non mi sono affiancata a lui, quando lui era arrivato per me. Capisce, padre? Solo per me. Oh certo, non è che sia tutta
colpa mia, lui si è approcciato a me come se fossi una bambina e in maniera
assolutamente inadeguata, però io ce ne ho messo del mio.”
Sbottò infine.
Il
prete stava cercando di immagazzinare al meglio le notizie che lei gli dava, ma
ogni tanto perdeva il filo.
“Figliola,
posso sapere il suo nome.”
“Faith.” Il prete sorrise per l'ironia della cosa:
“E
come è finita con questo uomo, Faith?”
“Ho
fatto del male anche a lui, padre. L'ho trattato come se fosse della
spazzatura, come se non valesse nulla. L'ho tradito, l'ho allontanato e lui?
Lui mi ha regalato un oggetto bellissimo, pensando che la colpa fosse sua.” Sospirò. “Io ero in coma fino a tre
giorni fa. Sono stata pugnalata e cadendo dal tetto ho sbattuto contro
un camion. Sono viva solo perchè
ho i poteri della Cacciatrice in me.”
“I
poteri di cosa?” domandò il prete trasecolando.
“Per ogni generazioni una ragazza si erge contro le
forze del male. Lei è
“Io
avrei dovuto combattere per il bene. “Continuò imperterrita Faith,
che ormai aveva rotto gli argini e si sentiva come un fiume in piena. “Invece
ho usato il mio potere per far del male. Ma era così inebriante sentire che
scorreva in me. Ho ucciso un uomo innocente, anzi, due, e l'ho fatto con il
canto nel cuore. E ora le loro facce mi appaiono di notte
puntandomi il dito contro ed urlandomi che l'unica cosa che vale per me, è
l'inferno.” una piccola lacrima solcò la guancia pallida di Faith.
“Ma io ho bisogno di credere che se non sono morta, se
mi sono risvegliata è perchè posso avere una seconda
possibilità di fare qualcosa di buono.”
“Ah
sì?” domandò il prete con voce piccola. Si era spaventato quando la ragazza le
aveva confessato i suoi omicidi.
“Sì.
Nessuno può collegarmi ai due assassini, quindi sono libera, di fatto, dalla
legge, ma non dalla mia coscienza. L'unico modo che ho per ripagarli è
migliorare. E diventare
“E
come pensi di fare?”
“Troverò
Wesley e farò in modo che lui possa essere fiero di me.” il prete trasecolò.
“Wesley?
E lui chi è?”
“Il
mio osservatore...gliene ho parlato primo, l'uomo di
Londra. Oddio, uomo, ragazzo...è abbastanza giovane e
appetibile.” e ridacchiò pensando alla reazione che il prete davanti a sé aveva
avuto, poi tornò seria. “E' per lui che sono venuta qui.
Anche Wes era in ospedale con me. Prima di andarsene
è venuto a salutarmi, ma io ero in coma. Mi ha lasciato una collana splendida.
Mi ha detto un'infermiera che era stato lui, dicendomi, oltretutto, che me
l'aveva data come portafortuna. Capisce padre, io non sono meritevole di lui,
ma voglio diventarlo, perchè lui è l'unico che dopo
tutto il casino che ho fatto, ha creduto in me e io non voglio che si penta
della sua scelta.” Il parroco si passò un fazzoletto
sulla fronte. Quella conversazione lo stava stremando.
“E
dove si trova questo Wesley?” Faith sorrise.
“Non lo so, ma cercarlo sarà un passo importante per
la mia riabilitazione. Voglio essere la sua Cacciatrice!” E questo lo giurò a se stessa e
a Dio che la stava di sicuro guardando, visto il luogo dove si trovava.
“Credo
che se le tue parole sono sincere e la tua coscienza
anche, lo troverai senza problemi. Il Signore perdona, piccola, è
misericordioso. Ti assolvo dai peccati, Faith, cerca
di non tornare a tracciare la stessa perigliosa strada.”
E così dicendo fece il gesto della croce. “Recita dieci Padre Nostro e dieci
Ave Maria, poi vai in pace.”
“Grazie
padre.” Faith uscì dal confessionale decisamente
rinfrancata dalla chiacchierata appena avuta. Parlare con quel tipo l'aveva
aiutata a focalizzare alcuni punti fondamentali, primo
fra tutti, la voglia di trovare Wesley. Appena aveva visto la collana e parlato
con l'infermiera pettegola, aveva capito che tra loro due c'era qualcosa di più
forte che li legava, una specie di filo che li univa. Lei doveva solo, pian
piano, raggomitolare quel filo fino ad arrivare a lui. Si sedette sul primo
banco e iniziò a declamare a bassa voce quello che il parroco le aveva imposto,
poi si alzò ed andò davanti al piccolo altare dedicato alla Madonna. Lei la
stava guardando con il suo sguardo benevole di madre e
questo parve rasserenare Faith, che prese una candela
e la accese, promettendo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per non sbagliare
strada durante la sua redenzione.
Silenziosamente
si mise al collo la collana che Wes le aveva
regalato: ora che aveva fatto penitenza e che aveva tracciato il suo destino,
si sentiva meritevole di indossarla e giurò che non se la sarebbe tolta fino a
quando non lo avesse trovato.
Ora
Faith sentiva di non essere più un'anima sola, ma di
avere qualcuno, anche se solo in spirito, accanto.
Uscì
dalla chiesa e venne accolta dagli ultimi raggi di sole che tingevano il cielo
e la città di arancione. Respirò a pieni polmoni l'aria insolitamente pulita
dovuta ai recenti acquazzoni e si sentì stranamente felice, forse come non lo
era da anni.
“Faith!” Si voltò quando sentì il parroco che la chiamava:
aveva una tonaca marrone con il cappuccio, la classica chierica e lo sguardo
preoccupato.
“Sì,
padre?” domandò incuriosita. Non gli era bastata tutta la conversazione fatta
fino a poco prima?
“Come
farai a cercare questo Wesley?” Lei sorrise.
“Non
lo so, ma il mio senso di Cacciatrice mi dice che mi ci vorrà una moto.”
FINE