UNA
NUOVA FAMIGLIA
Di PrincesOfTheUnivers
Discalimer: come sempre è tutto di Joss Whendon,
della Fox e della Mutant Enemy. Il personaggio di Sharin è interamente mio.
Grazie alla mia sire per l’aiuto sul nome.
Pairing: Spike/Buffy, visto che sono una spuffiana
convinta, ma anche Wes/Sharin
Raiting: Andiamo sul sicuro. NC-17
Sommario: A Sunnydale arriva una coppia di vampiri
che vogliono uccidere
Autrice:
Princes_of_the_univers
e-mail:
monica_placebo@libero.it
Prologo
C’era una volta, tanto tempo fa, una famiglia, non
una normale come intendete voi, con il classico papà, la classica mamma e i
classici figli. Era una famiglia particolare, oscura, cinica e amorale, una
famiglia di vampiri. La mia famiglia.
“Paparino non vuole giocare?” chiede Drusilla ad
Angelus. Drusilla è una vampira alta con
i capelli neri corvini e lisci, gli occhi di uno strano colore violetto, i
lineamenti del volto delicati e un modo di fare da pazza scatenata: dice di
parlare con le stelle, lei!
L’Angelus è il suo sire, l’ha vampirizzata prima che
diventasse suora, l’ha corteggiata, le ha insinuato il dubbio e l’ha fatta
impazzire. Solo dopo tutto questo l’ha resa vampira. Lui è bello, in modo quasi
fastidioso, alto e massiccio con i capelli castani lunghi fino alle spalle che
ora lascia liberi. Ma ciò che attira di più in lui, sono i suoi occhi scuri e
profondi, che paiono pozzi senza fine, impossibile da leggerci dentro. È
chiamato il Flagello d’Europa, perché adora uccidere, torturare e dilaniare le
sue vittime e solo dopo ciò, berle.
“No, Dru, giocherò più tardi. Voglio sapere da Willy
perché l’ha fatto.” Angelus lancia un’occhiata assassina al giovane Willy, in
realtà William, vampiro da appena dieci anni, ma già grande combina guai. Sono
in conflitto fra loro, William ed Angelus e appena possono si punzecchiano.
William è morto che aveva appena ventidue anni. Era
un povero fallito nella Londra vittoriana, ma da quando Dru l’ha dissanguato in
quel vicolo londinese, è diventato molto più affascinante. I suoi occhi, sempre
coperti da un paio di lenti spesse, finalmente possono sfoggiare il loro
bellissimo colore blu. Se gli occhi di Angelus non ti fanno capire quello che
lui prova per la loro immobilità, gli occhi di William ti rubano il cuore per la
loro capacità di cambiare sfumatura in pochi secondi. Si capisce subito se lui
è arrabbiato o meno solo scrutandogli le iridi. Ma William non ha solo gli
occhi belli, quelli sono solo la classica ciliegina sulla torta. Lui è perfetto
anche in tutte le sue parti. I capelli colore biondo cenere, per esempio,
perfetti per accarezzare, per poter far scorrere le dita, sono quasi sempre
legati da un codino disordinato. Ha gli zigomi pronunciati e terminano verso
una bocca fatta a posta per baciare, labbra piene e dolci, che si trasformano
in un attimo in una perfetta arma per uccidere. Ha un fisico longilineo, fatto
di muscoli guizzanti e snelli. Contrariamente ad Angelus che adora vestirsi con
abiti impeccabili da borghese di buona famiglia, a William piace vestire come
un proletario: molto spesso viene sgridato da Darla, ma lui non se ne cura. Chi
è Darla, mi chiedete? Bhe, è la nostra grande nonna. È la sire di Angelus,
quindi il capo della nostra stirpe, se togliamo il Maestro, ma lui non ci
calcola per nulla, ci trova insipidi, tiene in considerazione solo Darla, ma me
che mi frega? Io ho il mio sire e tutto il resto non conta. Chi è? Ovvio, è
William, per questo stanno litigando ora.
“L’ho fatto perché la ragazza prometteva bene ed è
stato così. Avresti dovuto vederla mentre si beveva quel puttaniere in Piazza
Unità. Favolosa! E potrebbe darci una mano ad imparare l’italiano.” E sì,
perché non ve l’ho detto, ma io abitavo in Italia, mentre loro erano tutti
inglesi, o comunque di quelle parti là. “E per mettere in chiaro le cose, per
te sono Spike, non William o Willy.” Conclude il mio amato sire. Dovete sapere
che William odia il suo nome, perché gli ricorda i tempi in cui era ancora
umano. Ha cambiato il nome in Spike, in onore alle torture che si divertire ad
infliggere a chiunque inciampasse nella sua vita. Eh già, gli piaceva un sacco
infilzare la gente con i vecchi chiodi
della ferrovia. Dopo che passava lui, il corpo sembrava un colabrodo.
“È solo una maledettissima Childe, non ne avevamo
bisogno.” Urla Angelus.
“Senti un po’, tu hai Dru e Darla ha te. Io voglio
lei. Non mi interessa se tu ne sei contento o meno, sai quanto mi frega di
quello che vuoi.” Risponde Spike con insolenza. Potrebbe costargli caro, e lo
sa. Angelus non è uno che lascia correre un insulto, ma in questo momento non
sembra molto interessato a quello che gli dice Spike, infatti mi sta fissando.
Credo che mi stia sondando per capire quanto posso essere utile alla sua
famiglia, non ho dubbi che se gli girassero appieno mi polverizzerebbe. Dico a
me stessa che non devo aver paura e tengo lo sguardo ben alto su di lui. Lo
fisso negli occhi in cerca di un segno di accettazione, ma lui non me ne da.
“Sai, a vederti così mi sembri proprio insipida,
ragazzina.” Mi dice infine, solo che lui non sa che neppure io apprezzo chi mi
sfotte e non sto zitta a subire.
“Dovresti prendere un paio di occhiali nuovi, forse
vedresti meglio.” In questo momento cala il silenzio. Drusilla mi guarda con
occhi spalancati, neppure Spike aveva parlato con quella irriverenza durante il
loro primo incontro. William, invece, ha un sorriso malizioso dipinto sul
volto, consapevole di aver fatto una scelta perfetta quando ha deciso di
prendermi come Childe. E Angelus… non ha cambiato fisionomia, mi guarda sempre
fisso, come se io non avessi detto nulla, ma vedo che i suoi occhi stanno
virando verso un pericoloso color giallo oro. È infuriato, me ne rendo conto
anche io.
“Bene, bene, come se non bastasse un vampiro
irriverente in questa famiglia, arriva la degna sorellina di Spike.” Dice con
voce profonda avvicinandosi a me e appena mi arriva davanti mi dà uno schiaffo
talmente forte che volo per la stanza.
“Ehi!” sento che Spike cerca di prendere le mie
difese, ma viene bloccato da Drusilla per un braccio. Devo necessariamente
cavarmela da sola. Mi rialzo sputando un po’ di sangue per terra e lo fisso. Mi
colpisce di nuovo e ritorno per terra. Ok, due sono troppe. Come ritorna su di
me, cerco di schivare e colpirlo, peccato che lui abbia qualche decina di anni
più di me e mi mette al tappeto di nuovo. Riesco a colpirlo qualche volta,
piano però e sto cominciando a temere che prenda un paletto, ma dopo che sono
volata per l’ultima volta sulla parete della stanza lui mi lascia stare.
“Non sei male. Sei combattiva e fiera, forse ce la
farai a resistere. Un solo sgarro a noi, che siamo tutti tuoi padroni, e sei
polvere. Da domani inizia ad allenarti con Willy.”
“Spike!” urla il mio sire. E Angelus scompare nella
stanza attigua tirandosi dietro Drusilla, già pronta per la mattinata di sesso
che la aspetta.
Grazie al cielo c’è Spike. Mi aiuta ad alzare e
cerca di capire se sono umiliata o rassegnata.
“Gli piaci, piccola, esattamente come piaci a me.”
Mi dice calmo.
“Chissà cosa fa a chi non gli piace.”
“Ti auguro di non provarlo mai sulla tua pelle
bianca, amore.” Il mio sire è dolce a modo suo. Siamo vampiri, la dolcezza non
dovrebbe essere inclusa nel pacchetto, ma non è vero, c’è, a modo nostro.
Comincia a pulirmi dal sangue che mi scivola sulla faccia leccandolo via. Il suo
odore su me è inebriante: è un profumo di nebbia, quasi, di terra umida, ecco.
Io lo amo e non riesco a farne a meno, ancora oggi che le cose sono tanto
cambiate. Mi toglie tutti i vestiti e io mi sorprendo ancora a quanto poco
pudica sia diventata. Prima di morire ero molto riservata, non mi piaceva farmi
vedere senza nulla addosso, neppure al mio fidanzato, invece ora resterei così
tutto il tempo. Lui guarda il mio corpo pieno di lividi dovuti alle percosse
dell’Angelus e riprende la sua personale opera di pulizia fino a quando non è
anche lui nudo e mi fa capire che sesso e sangue è il connubio migliore che ci
sia al mondo.
Dopo ripetute dimostrazioni, giacciamo a letto,
pronti a dormire un po’ prima di andare a caccia e lui mi parla. Mi racconta di
Londra, delle sue gesta e di quelle di Angelus, mi parla delle cacciatrici,
maledette ragazze che uccidono i nostri simili e mi parla del sangue, la nostra
vera benzina, il vero fuoco di noi vampiri. È in quel mentre che fa la sua
apparizione Darla.
“Dov’è Angelus?” chiede con voce fredda. Mio
malgrado devo reprimere un brivido.
“È di la a giocare con Dru.” Risponde Spike con
calma.
“E chi è questa… immondizia?” Sento ringhiare il mio
sire, non vuole che mi si insulti.
“È la mia childe.”
“E lui l’approva?”
“Sì, non vedi che è ancora qui?” Darla si avvicina
al nostro letto. Posso finalmente vederla in tutto il suo splendore: è vestita
da gran dama, con un vestito di broccato rosso, che fa risaltare al meglio la
sua carnagione pallida da vampira. Ha una cascata di capelli biondi legati in
una crocchia e con dei gioiello che li tengono fermi, il volto angelico e un
gran corpo. È bellissima, non avesse quegli occhi freddi e spietati.
“Alzati e vieni qui, piccola.” Mi dice con fare
dolce. Io eseguo, non mi copro neppure e vedo che lei sorride, forse quello che
vede non le dispiace. “Non sei poi malissimo, bel corpo tonico” e così dicendo
mi tocca senza pudori “sei piena di curve, morbida come una buona italiana,
vero? E piaci ad Angelus… vorrà dire che c’è del buono in te. Potresti
benissimo diventare una di noi, anche se faccio fatica a crederlo.” Ha la voce
sprezzante, i suoi occhi azzurri ghiaccio stanno cercando di incenerirmi e io
ho la certezza assoluta di starle antipatica. Se devo stare attenta ad un
paletto, quello sarà il suo. Mi prende il volto in mano e mi accarezza per poi
baciarmi. La prima cosa che sento è il sapore del sangue, deve aver appena
mangiato. Ma sotto sento il sapore di antico, che la caratterizza, capisco
subito che lei è potente e mi abbandono completamente alle sue braccia. Le
nostre lingue duellano e io mi aggrappo alle sue labbra per sentirmi bene. Poi
lei si stacca.
“Ha un buon sapore… di fragola e sangue. Hai scelto abbastanza
bene, cucciolo, ma stacci attento, non voglio che rovini tutto.” E così dicendo
si gira e se ne va, verso la stanza dove dovrebbero esserci Angelus e Drusilla.
Spike mi abbraccia e mi riporta a letto con un
sorriso diabolico stampato in faccia.
“Bella, vero? Una puttana molto cara.” E io
annuisco. Quel bacio mi ha lasciato un po’ scossa. Preferisco di gran lunga
sentire su di me le labbra fredde e piene di Spike, ma anche quelle di Darla
non mi hanno disturbato. Come sono cambiata…
“Io preferisco te, Spike. E ti voglio ancora.” Dico
senza pudore e lui senza replicare si avventa su di me e mi fa sua, ancora e
ancora.
Siamo andati avanti così per qualche decennio. La
famiglia mi aveva accolta perfettamente, giocavamo a turno con tutti senza
scandali o problemi. Angelus si è dimostrato un grande maestro di perversione,
ma soprattutto di dolore, Darla di esperienza e giochetti, Drusilla adorava
viaggiare con la mente e il mio amato sire era un dio di passione e amore.
Purtroppo la nostre vite si sono sgretolate in una notte a Madrid, poco prima
dell’inizio della seconda guerra Mondiale. Io e Spike eravamo usciti per la
nostra sessione di caccia e gli altri tre avevano preferito restare a casa a
scopare ancora un po’. Meno di un’ora dopo Spike sentì che Drusilla era nei
guai, grazie al loro legame. Arrivammo alla nostra dimora e trovammo solo
cenere. La più grande banda armata di demoni mai vista in città aveva
circondato il palazzo e gli aveva dato fuoco, per vendetta contro di noi.
Dovemmo scappare anche noi, altrimenti io non sarei qui a raccontarvi questa
storia. Ci rifugiammo in una vecchia cripta e li attendemmo la notte dopo.
Scoprimmo che solo Angelus era sopravvissuto alla strage, però era
tremendamente sfigurato dalle fiamme. Giurò vendetta e noi con lui. Le nostre
donne la esigevano e l’avrebbero avuta. Ci mettemmo tre mesi, ma li uccidemmo
tutti. Massacrammo ogni singolo membro presente quella notte e poi impiccammo i
cadaveri davanti i covi delle varie gang demoniache della città come avvertimento.
Nessuno ci diede più fastidio.
Solo che Angelus non aveva più voglia di stare con
noi. Se ne andò, senza salutare, come era solito fare. E io e Spike rimanemmo
da soli.
Mi direte: ma come, la storia della tua famiglia è
già finita? No, ragazzi, non è nemmeno iniziata. Ho scritto tutto questo per
farvi capire che razza di personaggi siamo, per farvi capire i nostri legami.
La vera storia comincia ora, con l’arrivo a Sunnydale, Bocca dell’inferno,
2005. È qui che io e Spike abbiamo messo su famiglia.
Capitolo 1
Una macchina nera solca la notte, ha i vetri
oscurati da vernice scura e dentro ci sono due persone. Non sono persone
normali, sono una coppia centenaria dalla pelle d’alabastro e le fattezze di
angeli, ma con le zanne acuminate e i sensi degni dei migliori predatori.
La macchina sbanda pericolosamente e centra in pieno
il cartello di benvenuto della città, i due scendono e il ragazzo dice:
“Casa dolce casa” facendo ridere la sua compagna.
Lui è Spike, detto William the Bloody per la sua sete di sangue, mentre lei è
la sua childe, Sharin. Sono arrivati
perché hanno sentito che la nuova Cacciatrice è qui. Loro non scappano
da lei, anzi la cercano per poterla uccidere. Spike ne ha già fatte fuori due e
Sharin una, ma solo per caso, la voleva lui in realtà.
Lui è bello, con i capelli tagliati corti ed
ossigenati. Cerca di tenerli fermi con del gel, ma con scarsi risultati,
sembrano più che altro delle onde di grano. È vestito completamente di nero,
jeans, maglietta e camicia. Per completare il look porta uno spolverino di
pelle che gli arriva fino alle caviglie e degli anfibi pesanti.
Lei, invece, preferisce qualcosa di più sportivo.
Immancabili jeans blu elettrico, una camicetta bianca e delle scarpe da
ginnastica della Nike, giubbotto jeans. I lunghi capelli castani sono raccolti
in una coda alta e ricadono sul collo nudo, i profondi occhi nocciola scrutano
attentamente la notte. Porta gli occhiali, ma solo per vezzo: le piacciono come
accessori da coordinare, ne ha una collezione intera, solo che le lenti sono di
plastica e non servono a nulla. Il corpo è arrotondato, non grasso, ma morbido,
un bel seno pieno e un dolce ingannevole sorriso. Se non si nutrisse di sangue
potrebbe benissimo passare per la classica ragazza della porta accanto.
“Città pidocchiosa.” Sentenzia Sharin. “Saremmo
stati meglio a Boston.”
“Ma a Boston, passerotto, non c’era la cacciatrice.
Vorremmo mica perderla.”
“Hai ragione. Amore, io ho fame.” Dice civettuola
lei, facendolo ridere.
“Giusto, andiamo a vedere cosa offrono i bassifondi
di Sunnydale.”
Ci mettono poco ad arrivare, la città è proprio
piccola. Pochissime anime in giro, forse sanno che è pericoloso aggirarsi per
Ecco, lo trovano: è un tizio di una trentina di
anni, sta vendendo della polverina bianca ad una ragazza vestita come una
puttana che avrà si e no quindici anni. Lei ha delle occhiaie pesanti e trema
come una foglia: è sicuramente in crisi d’astinenza. Quando se ne va, Sharin
esce dall’auto.
“Ehi, a quanto la fai?”
“Non so di che parli.” Cerca di difendersi lui. Non
si fida, non vorrebbe che fosse un’imboscata della polizia.
“Non prendermi per scema, credi che non abbia visto
quello che hai dato alla ragazzina. Muoviti, io e il mio stallone in macchina
vogliamo sballare del tutto questa notte.” E per far capire che non ha
problemi, fa sgusciare fuori dalla tasca un biglietto da cinquanta dollari. Lui
sgrana gli occhi. Non è un pesce molto grosso e tanti soldi in una volta non ne
vede. Cerca di tirare il prezzo al massimo.
“Questa è roba buona, venticinque dollari alla
dose.” Sharin sorride crudelmente e lui per la prima volta ha paura e lei lo
capisce subito.
“Tu ti fai della stessa cosa?” chiede lei.
“No, io non mi faccio, vendo solo, così mi pago
l’auto.” Spiega lui.
“E lasci morire gli altri.” Conclude lei. Intanto
Spike è uscito dalla macchina, sa che Sharin sta per attaccare e lui adora
vederla all’opera.
“Nessuno li obbliga a comprarsi la roba.” Fa lui incurante
di tutto.
“Hai ragione, ma tu potresti non venderla. Sai… ho
bevuto spesso sangue di gente come te ed ha un retro gusto di sensi di colpa da
farmi infiammare.” Lui la guarda con occhi pieni di terrore: lei si è appena
trasformata in un mostro. Gli occhi castani hanno lasciato posto a delle iridi
dorate, come se fosse un gatto, il volto è solcato da protuberanze orrende. Se
la fa sotto e cerca di correre, mentre una risata fredda e cristallina lo
raggiunge. Non riesce ad arrivare alla fine del vicolo, che si ritrova a
sbattere contro il muro. Sente il fiato freddo della ragazza sul collo.
“Ti prego, non farmi del male. Non spaccerò più, lo
giuro.” Cerca di impietosirla.
“Oh povero bambino, deve pagarsi la macchina.” Lo
sbeffeggia lei con crudeltà. “Esistono i lavori onesti. Hai ragione, potrei
lasciarti, ma quanti ragazzi sono morti per causa tua? Quanti pasti ci siamo
persi io e il mio Sire? Non mi sembra giusto lasciarti.” Dice strattonandolo.
Lo porta verso l’auto, più vicino a Spike. “E poi, sai, al mio uomo piace
vedermi mentre bevo qualcuno. Non vorremmo mica deluderlo?” e ride, mentre
Spike le sorride indulgente. Lo spacciatore mugola e geme, incapace di dire una
sola parola, sente che i suoi pantaloni sono caldi e bagnati: se l’è fatta
addosso e si vergogna.
“Cosa si prova a sapere di star per morire?” gli
chiede in un orecchio Sharin, ma lui non risponde, non ci riesce. Lei affonda i
canini nella tenera carne del collo e subito sente il fiotto potente della
giugulare, reso ancora più forte dal battito impazzito per la paura. Continua a
bere, fino a quando il cuore ha smesso di battere, poi lo lascia a terra. Si
tiene solo soldi e droga. I soldi serviranno per prendere qualcosa e la droga
la farà finire nel lavandino. Sharin odia le droghe.
Lo spacciatore sente l’ultimo alito di vita e
l’ultimo pensiero che passa per la sua mente è che la morte ha il volto di
donna.
“Ben fatto. Andiamo a cercare un posticino per
dormire? A breve arriva l’alba.” Dice Spike baciandola. È un bacio appassionato,
nonostante più di un secolo passato assieme.
“C’è ancora un po’ di tempo prima… guarda che bel
vicolo tutto per noi.” Risponde Sharin sorridendo maliziosa e portando la mano
del suo sire sotto la camicetta bianca. “potremmo usufruire del tempo rimasto…”
Lui non se lo fa ripetere due volte, non gli serve per decidere, vederla
uccidere quel tipo l’ha eccitato enormemente e si ritrova il cazzo duro come
marmo. La sbatte sul muro senza troppa grazia e la prende facendola urlare come
voleva.
Per fortuna riescono a trovare una fabbrica
abbandonata prima che il sole faccia capolino da dietro le colline di
Sunnydale. Li riposeranno fino alla notte dopo, quando torneranno a caccia di
cattivi.
Capitolo 2
Il sole sorge e in una piccola stanza da letto una
ragazza si sveglia. Non ha dormito molto e il suo sonno è stato tormentato da
incubi ricorrenti. Ha sognato di essere rincorsa da decine di vampiri e
nonostante la sua forza non riusciva a sconfiggerli. Eppure un nuovo volto si
affacciava, una figura completamente nera con i capelli biondi platinati
avvinghiata ad un’altra figura, sempre scura, ma lei non riesce a vederli in
faccia, non sa chi sono.
Si alza e si prepara la colazione, solo un po’ di
biscotti ed una tazza di caffè lungo. Non ha chi si prende cura di lei, vive
sola a Sunnydale. Sua madre non riusciva più a tollerare il lavoro che doveva
svolgere la figlia e quindi le aveva lasciato la casa e si era trasferita a Los
Angeles. Non le faceva mancare nulla, ma abitavano lontane.
Buffy Summers, questo è il nome della ragazza, si
veste: niente di troppo vistoso, jeans e top con un paio di scarpe con il
tacco. Poi prende la sua borsa con i libri e ci aggiunge una bottiglietta di
acqua santa ed un paletto. È questo che la rende diversa dalle altre ragazze,
ma lei non se ne cruccia, le piace quello che fa e se a scuola la considerano
tutti una matta, a lei non importa. Non ha amici, da quando Willow Rosemberg e
Xander Harris sono stati vampirizzati dal Maestro. Uscivano sempre loro tre
assieme, un piccolo gruppo di nerd, ora è rimasta sola con il suo Osservatore.
Rendere vampiri i suoi migliori amici era stato un vero schiaffo per Buffy. Lo
sapeva che il Maestro voleva sbeffeggiarla ed un giorno lo avrebbe impalettato.
Era riuscita a fermare la sua ascensione, ma ancora non potevano dirsi al
sicuro.
Va a scuola in bicicletta, non ha ancora l’auto. Sa
che se si mettesse a correre farebbe prima, ma la mattina non ama sudare.
Arriva in tempo per il suono della campanella e così inizia la sua falsa vita.
Le lezioni, le classi, la mensa… Buffy sa che questa è una facciata bella e
buona per nascondere l’assassina che c’è in lei. Non vede l’ora che finisca la
scuola per correre via, per essere libera. Qui la guardano come se fosse malata
e lei è sempre sola, raramente scambia qualche parola con le ragazze, mentre i
maschi si tengono a debita distanza. L’ultima volta che uno ci ha provato con
lei, si è ritrovato con i coglioni spappolati. Sorride a quel ricordo e spera
di trovare un ragazzo che sappia tenerle testa.
Finalmente la campana finale suona e lei corre via.
Il preside Snayder la guarda con odio, lui sa chi è lei e cerca di metterle i
bastoni tra le ruote appena può. Ma stavolta la deve lasciar andar via. Buffy
vola superando la città, si lascia dietro case e negozi, fino ad arrivare ad
una comprensorio di case. Entra nella piccola corte, lascia la bicicletta e
bussa ad una porta rossa con il numero 14 sopra. Le viene ad aprire un uomo che
ha quasi raggiunto la trentina. È alto, con delle belle spalle larghe,
abbastanza snello, non dà l’idea di un armadio. Ha i lineamenti regolari,
delicati; gli occhi azzurri brillanti dietro le lenti degli occhiali che
tentano di nasconderli, una bocca dolce e delicata, molto spesso aperta ad un
sorriso, specie per Buffy. Tiene un accenno di barba, che lo rende più
affascinante. La sua unica pecca estetica è di vestire completamente di tweed
inglese. Vuole apparire serio e studioso, anche, però ama quel tessuto perché
gli ricorda la sua patria, lasciata per seguire questa ragazza dal futuro
incerto.
“Ciao Buffy, entra.” Dice lui.
“Ciao Wes.” Risponde lei. Wesley Wyndham-Price è il
suo Osservatore. Discende da una lunga stirpe di osservatori, membri del
Consiglio, era abbastanza chiaro che un giorno sarebbe diventato osservatore
lui stesso. Però, molto spesso, si chiede se quella vita è giusta. Ha studiato
a fondo i diari dei suoi predecessori, trovandoli vuoti e freddi. Sono tutti
pieni di date e avvenimenti, ma non traspare calore per le proprie protette da
quelle pagine. Lui vuole bene a Buffy, la considera una sorella minore, l’idea
che possa succederle qualcosa lo spaventa. Una volta l’ha quasi persa, durante
l’ascesa del Maestro: lui l’aveva annegata, non c’era più battito, ma Wesley
l’aveva salvata facendole la respirazione bocca a bocca. Questo aveva cementato
il loro rapporto ancora di più, ormai passavano assieme moltissimo tempo,
studiando o allenandosi.
Oggi Wes va di fretta, deve aprire il negozio: ha
aperto la prima libreria dell’occulto della città. Non ha molti clienti di
solito, perché a pochi interessa l’argomento ed i veri libri importanti li
tiene nel magazzino, in modo che possa consultarli ogni volta che gli serve.
“Come è andata a scuola?” gli chiede mentre prende
due bicchieri di latte.
“Come vuoi che sia andata? Come al solito… tutti mi
odiano e sono sola. Ancora latte? Non sono una bambina Wesley!” risponde Buffy
prendendo il bicchiere che le porge il suo osservatore.
“Vero, però fa sempre bene e visto che ti rompi le
ossa spesso, questo aiuta a rinforzarle.” Devono in silenzio mentre lei prende
i libri di scuola: anche se è una Cacciatrice deve fare i compiti.
“Ho fatto di nuovo quel sogno.” Esclama lei tra un
esercizio di chimica e l’altro.
Wes la guarda con sguardo triste. Sa che la sua
protetta soffre di incubi dovuti al Maestro, ma non può fare nulla per
aiutarla.
“Passeranno, Buffy. Prima o poi batteremo il
maestro, stai tranquilla.”
“Era diverso. Non morivo, apparivano due figure e mi
salvavo.” Wesley era interessato.
“Che intendi per due figure? Riesci a descriverle?”
“Erano un uomo e una donna. Lui tutto nero, capelli
chiari, lei tutta nera, non sono riuscita a vederli bene, era solo un sogno.
Secondo te vuol dire qualcosa?”
“Non lo so. Magari sì, magari no. Potrebbe essere il
tuo inconscio che cerca aiuto. Vedremo come si svilupperanno i tuoi sogni e poi
sapremo.” Conclude Wes accarezzandole la testa per infonderle coraggio.
“Piccola, devo andare al lavoro. Vuoi venire con me o ci vediamo al Restfield
direttamente stasera?”
“Vado a casa. Ci vediamo dopo. Ciao Wes.”
La sera giunge in fretta. Due figure oscure si
aggirano per la città. Hanno già banchettato con alcuni onesti cittadini di
Sunnydale, magari onesti non molto, visto che avevano da poco rubato ad una
coppia. Questa notte vogliono trovare un posto dove vivere, la fabbrica non li
soddisfa molto, è piena di polvere e calcinacci, sono gente di classe, loro.
“Una bella cripta al cimitero più chic della città…
un demone ha detto che si chiama Restifield.” Dice Spike con la consueta
sicurezza.
“Bene, andiamoci.” Abbracciati come due teneri
amanti, si avviano verso cimitero. Ridono e scherzano come se fossero due
ragazzi qualunque.
“Sembra che non ci siamo solo noi qui.” Osserva
Sharin da dietro una lapide. In lontananza una ragazza sta combattendo contro
due vampiri in assetto da caccia.
“Uh uh, invece della casa troviamo la nostra futura
preda.” Cominciano a fissarla: lei si muove bene, pochi movimenti tutti giusti
e dopo poco intorno a lei non resta che polvere.
“Si muove bene, per essere una ragazzina.”
“Si, non male, ma con noi non durerebbe molto.” Dice
Sharin allegra.
“Io non ne sarei così sicuro. Mi ricorda Nikky.”
Sharin lo guarda stupita. Nikky era la seconda cacciatrice uccisa da lui a new
York negli anni sessanta. Spike l’aveva sempre declamata come la migliore
combattente che avesse mai conosciuto. Paragonare quella ragazza a Nikky era
una cosa piuttosto forte. “Non ne sei convinta, Sharin?”
“Sei tu l’esperto di cacciatrici, non io. Che vuoi
fare, ucciderla subito?”
Spike non risponde, segue Buffy che mi muove tra le
lapidi in cerca di altre prede. Non la vuole perdere di vista, nella sua mente
comincia a prendere forma un progetto leggermente diverso rispetto l’originale.
“Penso che prima di ucciderla mi ci divertirò. Ho
sempre pensato che ci deve essere una cosa migliore di uccidere una cacciatrice
ed è scoparla. Voglio vedere se è vero.”
“Ti stai infilando in un ginepraio tesoro. Stai solo
attento ai paletti, non mi va di perdere il papà…”
Ora Buffy sta combattendo con un demone alto quasi
due metri che la sovrasta di non poco, visto che lei non è molto alta. È
squamato, blu e con le corna ricurve.
Sembra piuttosto forte, ma lei non si perde d’animo e lo colpisci a ripetizione
con calci e pugni. Poi, tutto ad un tratto, da un cespuglio li a fianco,
compare Wes armato di balestra, che uccide così la bestia di turno.
“Grazie Wesley, così abbiamo finito e posso andare a
dormire prima. Sono distrutta, domani non ho voglia di andare a scuola. Mi puoi
fare una giustificazione? Dì che sto male, tanto non interessa a nessuno.” Da
quando la madre di Buffy se ne è andata, Wesley è diventato il suo tutore
legale.
“Buffy, io capisco che quell’ambiente non sia il
meglio per te, ma non puoi saltare troppo la scuola.”
“Ti prego. Ti prego. Ti prego.” Cerca di
impietosirlo lei. “Sono notti e notti che continuo a fare incubi e a dormire
malissimo. Fammi stare a casa, sarò ancora più efficiente domani sera.” Wes
sospira e cede.
“Va bene, ma solo un giorno. Scriverò che non ti sentivi
troppo bene e che ho preferito tenerti a casa.”
“Grazie!” dice lei abbracciandolo forte. È l’unico
amico che ha e vuole tenerselo ben stretto.
I due vampiri li osservano nascosti nell’ombra. Un
lampo dorato solca le iridi castane di Sharin.
“Secondo te quello è il suo osservatore?” chiese
Spike curioso.
“Certo che lo è e lo conosciamo pure, honey.”
Risponde Sharin convinta, mentre il suo compagno la osserva stupito. Non si
ricorda di aver mai visto quel damerino in Tweed prima, anche se ammette che
tutti gli osservatori hanno uno stile piuttosto retrò per i vestiti.
“Non me lo ricordo.”
“In effetti non conosciamo lui, ma suo padre.”
“Uh?”
“Quello è Price junior. Suo padre è Roger
Wyndham-Price, conosciuto nel ’63 se non sbaglio, in un orfanotrofio svizzero.
Abbiamo mangiato un paio di suoi amichetti. Credi che lui ci odierebbe come il
caro paparino?”
“Non ci posso credere… un altro Price sul nostro
cammino.”
“Cosa vuoi, una stirpe di osservatori in famiglia.
Prima o poi lo avremmo beccato, credo.” Continuano a fissarli interessati.
“Da quando in qua un Osservatore agisce, invece di
rimanersene chiuso in un polveroso ufficio? Non sapevo che il Consiglio avesse
cambiato le regole.” Dice Spike, mentre vede i due pedinati uscire dal
cimitero.
“Non lo so, forse è Junior che è un’eccezione.”
“Vuoi giocarci un po’, zuccherino?” Negli occhi di
Sharin passa un lampo dorato di eccitazione. A guardarlo con quella balestra,
si è eccitata. Gli osservatori che ha visto sono tutti topi da biblioteca che preferiscono
rinchiudersi dentro una stanza piuttosto che andare a rischiare la pelle,
invece Wes non le è sembrato così. Lei è convinta che all’occorrenza avrebbe
saputo benissimo maneggiare un paletto, anche in una situazione
particolarmente…calda e questo le dà ancora maggiori brividi.
“Tu sei deciso a conquistare lei, mi pare di aver
capito.” Glissa senza convenevoli.
“Certo. Se vedo che è proprio un manico di scopa la
uccido prima, ma ho il pensiero che non sia così.”
I due camminano per il cimitero presi dai loro
pensieri e alla ricerca di una dimora. Sanno benissimo che dietro di loro ci
sono almeno cinque vampiri che li seguono, ma vogliono far finta che non gli
importi molto.
“Questa mi sembra una cripta interessante. Chissà se
è vuota.” Si chiede Spike contemplando una costruzione piuttosto grande, con il
tetto a tempio greco. Era bianca in origine, ma il tempo passato l’ha resa
grigiastra. Apre i battenti della porta e si ritrovano in una stanza libera,
con solo un sarcofago nel mezzo. C’è un sacco di polvere e molte liane di
rampicanti che scendono dalle aperture tra il tetto e i muri. Non c’è neppure
una croce, segno che li dentro ci avevano abitato già comunità vampiriche. C’è
anche una specie di botola che si apre verso il basso. Guardandoci dentro
vedono che c’è un bel materasso a due piazze.
“Perfetta, amore, ma credo che ne usufruirò solo per
stanotte.” Risponde Sharin al suo amante.
“E perché, di grazia?” domanda lui con un applombe
da vero inglese con occhi sbarrati.
“Perché tu vuoi conquistare una Cacciatrice e io il
suo osservatore… questa cripta non è abbastanza grande per tutti e quattro. E
poi, sai che mi piacciono le casette pulite, qui c’è troppa polvere.”
“Uhmmm, fai come desideri, ma ogni tanto vieni a
trovarmi, vero?”
“Ovvio, come farei senza di te?” e così dicendo lo
bacia appassionatamente, facendo guizzare la lingua fredda nella bocca di lui
e, approfittando della loro intimità, gli morde il labbro fino a farlo
sanguinare, in modo da poter assaggiare il ricco succo del suo sire. Poi
soddisfatta si stacca. “Che ne dici? Chiediamo a quei rompi palle che
vogliono?”
“Ci stavo pensando pure io.” I due vampiri escono
dalla loro neo cripta e li trovano li, i cagnolini che li seguivano. “Allora, che ci fate qui? Volete parlare o
combattere? A noi non porta differenza.” Dice Spike con tranquillità.
“Siamo qui per ordine del Maestro, vi vuole
parlare.” Dice il primo vampiro per nulla impressionato.
“Perché dovremmo parlare con il vecchietto.” I loro
inseguitori iniziano a ringhiare.
“Come osate parlare di lui in questo modo?”
“Sentite, smettere di rompere e portateci da lui,
basta tornare qui per l’alba.” Decide Spike per tutti. Vuole sapere che cosa
vuole da loro il nonno. Seguono i vampiri fino ad una specie di grotta fuori
città. È circondata da un bosco di alberi completamente morti, come se la
cattiveria sprigionata dai demoni di quella zona li avesse uccisi tutti.
“Dentro.” Ordina il capo vampiro.
“È veramente un posto sudicio. Ti rendi conto che il
padrone di casa è parente nostro?” esclama scandalizzata Sharin.
“Al nostro nonnino non è mai piaciuta la pulizia. Te
lo ricordi l’ultima volta? Bah…”
Arrivano in un antro illuminato da molte torce. Nel
mezzo c’è un lago pieno di sangue e al muro sono incatenati ragazzi e ragazze,
la maggior parte svenuti. I pochi ancora svegli gemono di dolore. Hanno
evidenti segni di morsi sul collo. Spike sorride a vederli.
“Spuntini notturni?”
“La solita irriverenza, vero William?” la voce che
li fa girare è quella del Maestro. È uno dei vampiri più vecchi in
circolazione. È da così tanto tempo che è trasfigurato con il volto della
caccia, che nessuno ha mai visto i suoi veri lineamenti. Gli occhi dorati
svettano sul volto pieno di protuberanze. Le labbra sono rosse i sangue, è
probabile che abbia appena mangiato. Indossa un completo di pelle nera, ma
Sharin pensa che ad Angelus sarebbe stato molto meglio, il Maestro non l’è mai
piaciuto e non cambierà idea proprio ora.
“Non mi piace cambiare. Che vuoi da noi?” risponde
Spike, incurante degli sguardi assassini che gli vengono rivolti dai numerosi
childe presenti nella grotta.
“Voglio sapere che ci fate qui alla Bocca
dell’Inferno.”
“Facciamo i turisti, nonno.” Dice Spike sorridendo
crudelmente.
“Mettiamo le cose in chiaro, bambini, questa città è
mia. Toglietevi dalla testa ogni pretesa di possesso. IO sono il Maestro!”
tuona il vampiro millenario.
“Puoi tenertela questa pidocchiosa città. Sai che me
ne faccio di Sunnydale!” risponde Spike per nulla impressionato. “Se avessi
voluto essere padrone di una città, sarei rimasto a Madrid, visto che era già
nostra.” Il Maestro socchiude gli occhi scrutando i suoi due nipoti.
“Madrid… è dove è morta la mia Darla. Dovreste
essere a vendicare la vostra generatrice, invece di girare il mondo.”
“L’abbiamo già vendicata, più volte.” Decide di
parlare Sharin per la prima volta.
“Bene, la cuccioletta sa parlare.”
“Senti, abbiamo messo in chiaro che non ci interessa
questa città, possiamo andare? Questo posto sembra una discarica!” continua
lei, senza scomporsi per il sarcasmo del Maestro.
“Ti dovrei squarciare la gola per come ti sei
rivolta al grande Maestro.” Spike e Sharin si girano verso la voce e vedono una
coppia di vampiri, decisamente molto giovani, ma già abbastanza forti. Lei è
una bella rossa naturale, con i capelli tagliati corti, alla maschio, profondi
occhi grigi e freddi, mortalmente
pallida su cui spiccano le labbra piene colorate di rosso fuoco, mentre lui è
castano e alto, ma il resto si perde, visto che ha il volto della caccia addosso.
Sono vestiti entrambi di pelle nera, ma lui porta anche una t-shirt bianca ed
una collana dorata.
“E tu dovresti imparare a vestirti, caro mio. Lo sai
che il look da spacciatore non va più di moda?” risponde Sharin. Lui ringhia,
mentre la sua compagna si svincola dall’abbraccio e si avvicina a lei.
“Mi annoio.” Dice la rossa accarezzando Sharin.
“Vuoi giocare con me?”
“No, piccola cagnetta. Non mi va di giocare.”
“Buoni cuccioli. Xander, Willow, lasciate perdere
questi due. William è sempre stato un ribelle e la sua childe non può essere
troppo diversa. Andatevene voi due e vedete di non calpestarci i piedi stando
qui.”
Spike e Sharin si voltano e se ne vanno. Per loro è
stata solo una perdita di tempo, il loro vero obiettivo è di tutt’altra natura.
Arrivano alla cripta e decidono di inaugurare subito
il luogo facendo l’amore ovunque si possa fare per poi dormire. L’indomani
avrebbero dovuto cominciare il loro lavoro.
Cap. 3
Giunge una nuova notte a Sunnydale e una figura si
muove sinuosa per le strade. Sharin scruta attentamente le case disponibili:
grazie alla enorme mole di morti violenti c’è un continuo ricambio di posti.
Ha visitato già parecchie palazzine, ma ancora non è
pienamente soddisfatta. Adesso è a vedere un attico nella zona bene della città
e deve ammettere a se stessa che le piace molto. La pavimentazione è
completamente fatta di parquet di ciliegio che rilascia un gradevole profumo.
La porta dà direttamente su un piccolo soggiorno con un divano color azzurro
mare, un tappeto in coordinato e un piccolo tavolino con un piano di cristallo
davanti. Non c’è finestra, ma solo una porta a vetri scorrevole che dà su un
terrazzino pulito. C’è un mobile su cui è poggiato un televisore e una libreria
momentaneamente vuota. Separata da una isola con una piana di marmo c’è la
cucina con le piastrelle bianche e i mobili in legno coordinate al soggiorno,
quattro fuochi ed un lavello con una vasca sola.
Il bagno è lindo, pronto con delle piastrelle blu
che Sharin ama da subito. C’è una bella vasca per poter fare dei bagni comodi.
C’è anche una piccola camera con un letto
matrimoniale, un comodino e una armadio tutto in legno di ciliegio. Emana una
sorta di malinconia, ma Sharin decide di prenderlo.
“Costerà caro.” Dice l’agente immobiliare in giacca
e doppio petto.
“Fa nulla, non ci sono problemi per questo.”
Risponde lei noncurante gli lascia una mazzetta di banconote e lo sbatte fuori.
Vuole cominciare il trasloco al più presto. In realtà ha poche cose, viaggiare
con Spike implica essere leggeri di bagaglio, dato che girano con una scassata
DeSoto. Basta un viaggio solo e i suoi scatoloni di libri, cd e qualche vestito
sono nella loro nuova dimora.
“Passerotto, sei sicura di voler stare qui?” chiede
Spike che la ha aiutata.
“Certo. Oggi mi ambiento e domani andrò
all’attacco.” Il suo sire la lascia tranquilla, dopo un lungo bacio di
arrivederci: anche lui deve attuare un piano di conquista.
Sharin come prima cosa attacca un computer portatile
alla linea telefonica: essere un vampiro centenario non significa doversi
estraniare dal mondo e dal suo
progresso. L’usuale suono del modem riempie il soggiorno. Poco dopo si apre la
familiare finestra di Google. Digita il nome “Wesley Wyndham-Price” e un lungo elenco di siti appaiono.
“Internet, che pacchia.” Mormora allo specchio. “Ma
guarda, il nostro Osservatore è il proprietario di una libreria specializzata
nell’occulto. Credo che domani andrò a prendere un libro nuovo.” Dice
sogghignando.
Grazie al sito del suo college, Sharin scopre che
Wes è laureato in lettere antiche con il massimo dei voti, faceva parte della
squadra di spada medioevale e che scriveva per il giornale scolastico. Lei fa
un fischio ammirato.
Un pallido sole comincia a tinteggiare l’orizzonte e
Sharin capisce che è il momento di andare a dormire. Copre la piccola finestra
con un pesante drappo e si butta sul letto appena preparato con delle fresche
lenzuola rosse bordeaux e si addormenta lentamente, ripensando all’Osservatore
con la balestra e sorride.
Mentre Sharin fa le sue ricerche, Spike fa la sua.
Ha girovagato per qualche cimitero in cerca di Buffy, ma per ora non ne ha
visto neppure l’ombra. Ha paura che probabilmente non sia andata in ronda
quella sera. Proprio quando stava per decidersi a trovare un bar aperto per un
goccio di sangue extra, la trova. Sta polverizzando qualche novellino, solita
routine per una come lei, eppure Spike la trova superba. Sì, non ha altri
aggettivi per descriverla. Si muove alla grande, magari dovrebbe essere
affinata nella lotta, ma se la cava bene lo stesso. Spike guarda quei capelli
che seguono i suoi movimenti creando una tempesta bionda, dove lui vorrebbe
perdersi. Sì, la farà sua.
Buffy si aggiusta i vestiti, è ora di andarsene a
casa, in fondo l’indomani deve andare a scuola e Wesley non può giustificarla
ancora. All’improvviso si blocca: sente che c’è una creatura oscura li vicino,
ma non riesce a vederla: il cimitero è buio e lei non possiede una super vista.
Deve usare gli altri sensi per sopperire la sua mancanza. Passano pochi
secondi, ma a lei sembra un’eternità: è tesa, non sa che cosa aspettarsi e
perché il suo avversario non si muove.
“Chi c’è?” urla. Poi lo sente, un rumore secco, di
zippo che si apre e lo vede. È appoggiato su una lapide, che si accende una
sigaretta. Buffy non riesce a scorgerne i tratti e si avvicina con cautela, poi
il cuore le si ferma. Davanti a se ha l’uomo più bello che abbia mai visto in
vita sua, nessun ragazzo della scuola può minimamente paragonarsi a lui. il
fisico asciutto e foderato di nero in ogni sua parte, con quello spolverino
flessuoso che arriva quasi a toccare per terra. Le dita sottili che tengono la
sigaretta, fanno immaginare a Buffy una mano delicata e capace di accarezzare
con estrema dolcezza. E poi il viso, oh quel viso: inimitabile. Le labbra
dischiuse in un sensuale sorriso, gli zigomi splendidamente scolpiti e capelli
biondo platino la fanno sussultare.
“Ciao Raggio di sole!” la sua voce bassa le dà i
brividi, senza tener conto dell’accento inglese terribilmente sexy anche per lei
che è abituata a sentir parlare Wes.
“Chi sei?” chiede lei cercando di sopprimere
l’imminente bisogno di balbettare.
“Uno che passava di qua.” Risponde Spike tranquillo
e lei sbuffa.
“Oh, andiamo. Sei un vampiro, non puoi dirmi che sei
qui solo per farti una passeggiata notturna.” Lui si alza completamente e la
fissa sorridendo dolcemente.
“Hai ragione, zucchero, non è bello dire
bugie…quindi ti dirò che sono venuto qui per ucciderti. Sei più contenta ora?”
Buffy rimase come fulminata: le parole erano state
dette con estrema crudezza, eppure lui aveva mantenuto l’espressione dolce di
poco prima.
“Chi sei?” chiede di nuovo lei con voce tagliente.
Spike le si avvicina fino a pochi centimetri dal volto e lei può morire
annegando nel mare dei suoi occhi blu.
“Io mi chiamo Spike e sarò la tua morte.” Poi si
allontana per godersi al meglio la sua espressione. Buffy è stordita per
l’intensità delle sue parole e per il profumo che l’ha avvolta prima: è un mix
di fumo di sigaretta, uomo e terra umida. È già eccitata. Cerca di riprendersi
al più presto, diamine, lei è
“Non sottovalutarmi troppo, odio quando lo fanno. Lo
sai quanti me lo hanno detto? E guarda caso sono tutti polvere.” Lo aggredisce.
“Ma io non sono come tutti gli altri. Io sono un
vero vampiro, uno con le palle, piccola. Uno come me non lo hai mai
affrontato!” ribatte con sicurezza.
“Non sarai peggio del Maestro e guarda che io ho
combattuto contro di lui.”
Spike ride a pieni polmoni per quelle parole. Gli
piace la sicurezza che lei dimostra.
“Però non l’hai polverizzato, mi pare.” Buffy non
risponde. “Touchè, vero? È vero, quel bastardo è ancora in circolazione, il
nonno è piuttosto attaccato alla sua lurida vita.”
“Il nonno?”
“Già… siamo parenti, più o meno.” Spike annusa
l’aria e si volta. “Ciao Cacciatrice, per questa volta ti lascio vivere, mi sei
quasi simpatica, ma domani notte… domani si balla, voglio vedere se sai usare
bene quel paletto o se ti piace solo infilzarci un vampiro.” Buffy lo vede
andar via con una camminata ciondolante terribilmente sexy, cercando di capire
che cosa volesse dire lui con quelle ultime parole sul paletto. È solo quando è
distesa a letto che cerca di prendere sonno che capisce il doppio senso e
arrossisce furiosamente.
“Ecco, ora è decisamente impossibile dormire.”
Mormora lei.
La campanella
suona finalmente il via libera per tutti gli studenti della Sunnydale High
Shool e Buffy corre di filato verso la libreria del suo Osservatore. Ha un
disperato bisogno di sapere qualcosa di più di quel vampiro ossigenato che le
ha rubato irrimediabilmente il sonno. Durante il tragitto ripensa ad ogni
parola scambiata con lui, ogni suo minuscolo gesto e capisce che lui vuole
giocare con lei. Avesse voluta morta avrebbe avuto almeno cinque possibilità di
farlo ed invece lei è ancora lì, senza neppure un livido: se lo sente a pelle
che un combattimento con lui sarebbe stato difficile.
“Ciao Wes, ho bisogno di te.” Urla irrompendo nel
negozio quasi vuoto.
“Buongiorno a te Buffy. Anche per me è un vero
piacere vederti.” Le risponde lui con la solita calma.
“Sì, sì, basta con i soliti convenevoli.” Si butta
nel retro del negozio per aspettarlo: non si può permettere di parlare di
vampiri e demoni davanti a tutti i clienti. Comincia a cercare informazioni sui
primi libri che si ritrova davanti, senza troppa fortuna, poi finalmente giunge
Wes.
“Che cosa c’è? Hai avuto problemi ieri notte?”
“No, in realtà. Solite cose, vampiri polverizzati e
qualche demone in fuga. Però…” si blocca un attimo per cercare meglio le parole
“…però alla fine, prima di tornare a casa, si è fatto vedere un tizio.” Wes si
interessa maggiormente. “Dice di chiamarsi Spike.”
“Spike? Ma che razza di nome è?”
“È inglese.” Dice Buffy solo per completezza di
informazione.
“E che c’entra questo? È un modo gentile per dirmi
che il mio nome fa schifo?” Buffy arrossisce subito.
“No, no, Wes. Non voleva dire niente. Era così… per
dire qualcosa.”
“Il fatto che è inglese è la cosa che ti ha colpito
di più in lui? dimmi qualcosa di utile, è vecchio, forte o altre cose?”
Buffy pensa che la vera cosa che l’ha colpita è
quanto figo fosse lui, altro che capacità nel combattere.
“Non ci siamo tirati un solo pugno. Lui è arrivato, ha
detto che vuole uccidermi e poi se ne è
andato. Ti sembra normale?”
“Puoi descrivermelo?”
“Alto, ma non troppo, costituzione sottile,
longilinea, capelli biondo platino, occhi blu, zigomi favolosi, labbra da
baciare e sicuramente un culo come a ogni donna piace, se non avesse quello
spolverino che lo copre.” Wesley alza gli occhi al cielo a quella descrizione.
Non è che lui sia particolarmente ferrato in materia di posteriori di uomini.
“Ora sarà tutto molto più facile…” sospira lui.
“Bhe, vedi quello che puoi fare. Ah, se può esserti
d’aiuto, ha detto che è una specie di parente del Maestro, anche se non
sembrava molto felice di quella parentela.”
“Se è parente diretto, vuol dire che potrebbe far
parte dell’ordine di Aurelius… ti saprò dire qualcosa presto.”
“Grazie Wes, sei un angelo. Mi metto a fare i
compiti qui.”
Il campanello del negozio annuncia l’arrivo di un
cliente. Wes lascia il retro per accogliere come si deve il nuovo arrivato. È
un cliente dell’ultima ora, fuori è già buio e presto chiuderà le serrande.
Buffy è già andata a casa a prepararsi per la ronda e lui la vuole seguire.
Wesley si incuriosisce nel trovarsi davanti una
ragazza piuttosto giovane, vestita con un semplice paio di jeans blu e una
camicetta leggera scura. Si aggira per gli scaffali con aria interessata. Lui
si perde un attimo a guardarla: non è una classica American girl griffata e
anoressica, anzi è bella piena in ogni sua curva, gli ricorda i quadri di
Botticelli; i capelli le ricadono sulle spalle come una voluttuosa cascata
castana dai riflessi ramati e a Wes piace immediatamente.
“Buonasera, posso aiutarla signorina?”
Sharin sapeva già da tempo che lui era li a
guardarla, ma fa finta di accorgersene solo ora. Si ferma ad osservarlo meglio:
ha un maglione scuro da cui spunta il colletto della camicia nera che porta, i
pantaloni verde bottiglia di taglio elegante non riescono a nascondere del
tutto la muscolatura leggera. Le sta venendo l’acquolina in bocca.
“Stavo dando un’occhiata.” Risponde lei con voce
volutamente bassa.
Wesley sussulta: è un’europea, come lui, ma non
inglese. L’accento è più morbido, più rotondo. ‘Deve essere mediterranea’
pensa, visto anche la carnagione leggermente olivastra, nonostante traspari uno
certo elegante pallore.
“Faccia pure, mi chiami se ha bisogno.”
“Per qualsiasi bisogno?” chiede lei maliziosa,
lanciandogli un’occhiata languida.
“Eh?” lei sorride al suo imbarazzo rituffandosi fra
i volumi antichi. Ne trova uno simpatico sui filtri d’amore, lo prende e lo
porta al bancone.
“Scelta interessante. Cerca un fidanzato?”
“Chissà, magari l’ho appena trovato.” E così dicendo
Sharin alza gli occhi verso di lui rimanendo piacevolmente colpita dal colore
azzurro cielo delle iridi di Wes, che, da parte sua, si ritrova incatenato da
quelle due perle nocciola così magnetiche, nonostante gli occhiali.
“Ah…” Wesley cerca di riprendersi da quelle avances
così dirette. Lui non ne è abituato, frequentava una scuola maschile, le poche
ragazze che ha avuto erano tutte amiche di famiglia ed erano più tranquille.
“Ehm… lei è nuova qui in città?” ‘Che banalità, Wes, la prossima volta chiedile
del tempo!” si dice tra se.
“Sì, sono arrivata un paio di giorni fa. Mi sembra
un posto carino dove vivere.” Risponde Sharin continuando a fissarlo. “Carino
il nome del negozio: ‘Libreria il Consiglio.’ Ha qualche significato?”
“Diciamo che è una questione di famiglia.”
“Capisco…”
Wesley ancora non ha neppure incominciato ad
incartare il libro, è troppo preso da lei da farlo e decide di dare una
scrollata a quella conversazione.
“Posso essere così ardito da chiederle come si
chiama?” Sharin si mette a ridere rompendo il silenzio attorno a loro. “Perché
ride? Ho detto qualcosa che non va?” chiede lui imbarazzatissimo.
“No, no, figurati. È che hai un modo così… inglese
di chiedere le cose. Comunque puoi.”
“Cosa?”
“Chiedermi come mi chiamo.” Wesley sospira, non
gliene va una giusta, è proprio negato con le donne.
“Come si chiama?” capitola infine.
“Visto che non era così difficile? Mi chiamo
Sharin.”
“Sharin… nome particolare.”
“Lo trovo interessante. E tu che mi dici? Sei
inglese, che ci fai qui?” sta creando apposta una certa familiarità, vuole
cercare di mantenere segreta la sua identità di vampira.
“Sono venuto qui per seguire una persona. Come fai a
sapere che sono inglese?” lei sorride.
“Bhe, accento a parte, ti sei visto allo specchio?
Stile inglese dai capelli alle scarpe. Scommetto che quando sei in vacanza vai
in giro in calzoncini corti, orrendo cappello di paglia e sandali con i
calzini.” Ridacchia piano sulla espressione affranta di lui “anche se penso che
saresti affascinante anche vestito in quella maniera.” Lui la guarda sorpresa,
tanto che il libro gli scivola e una pagina gli taglia leggermente il dito.
Sharin sente immediatamente l’odore del sangue.
“Oh, ti sei fatto male, dammi qua.” Gli prende la
mano ferita sempre fissandolo negli occhi e si porta il dito fra le labbra
iniziandolo a succhiare. Lei lo assapora sulla punta della lingua e decreta che
il sangue di Wesley è dolce. Il ragazzo è ancora quasi del tutto puro ed
innocente e a Sharin viene da sorridere al pensiero di tutte le cose che gli
farà. Lui è sconvolto da questo gesto così sensuale e cerca di tirarsi
indietro.
“Ma che cosa…” balbetta lui, mentre lei lo guarda
come una gatta.
“Ma come, non ci ha mai provato nessuna con te,
Wesley?” lui la guarda improvvisamente sospettoso.
“Come sai il mio nome?” Sharin si mette a ridere
sbarazzina.
“Ops… mi hai scoperto.”
“Mi stavi seguendo?”
“No, ho solo preso informazioni su di te, anche se
la miglior cosa che ho scoperto è che hai un sangue terribilmente dolce. Chissà
se anche altri tuoi liquidi sono così buoni… credo che un giorno lo scoprirò!”
“Chi sei?”
“Te l’ho detto. Mi chiamo Sharin. Mi dai il libro?”
chiede porgendogli le mani. Lui, ancora diffidente, glielo porge e le mani si
incrociano. Wes si tira indietro come se avesse toccato un tizzone ardente.
“Sei fredda…”
“Ovvio che lo sono, sono morta. Che razza di
Osservatore sei?” lei gli porge alcune banconote, ma lui non si muove. “Me lo
regali? Grazie!”
“Perché sei qui?”
Sharin si appoggia sul balcone con i gomiti, facendo
sporgere così il seno in avanti, dando a Wes una bella visuale del suo balcone.
“Volevo vedere dove lavorava un bel ragazzo e
conoscerti. Ti piace quello stai vedendo, giusto?” dice lei seguendo lo sguardo
di Wes che si perde sul suo decoltè. “Chissà, magari un giorno…”
“Sei un vampiro, perché non mi hai mangiato?” negli
occhi della ragazza passa un lampo dorato che inquieta Wesley.
“L’altra notte ti ho visto in cimitero con
“Conosci mio padre?”
“Sì, il vecchio Roger ha qualche conto in sospeso
con noi. Anche lui è un osservatore, ma non credo di averlo mai visto tirare un
solo pugno.”
“Che cosa vuoi da me?”
Sharin si ferma un attimo, per cercare le parole
giuste per non sconvolgerlo troppo, ma poi si rende conto che non ne è capace e
spiattella tutto semplicemente.
“Io voglio scoparti, Wes. Voglio far uscire la parte
oscura che c’è in te, voglio fotterti letteralmente il cervello. In una parola:
ti voglio mio.” Lui la guarda sconvolto e completamente paonazzo. “Oh, hai
ragione, sono tre parole, ma non importa.” Lei prende un pezzo di carta e
scrive qualcosa, per poi porgerlo a lui. “Qui c’è il mio indirizzo. Se vuoi
sapere qualche cosa di me, vieni a trovarmi. Potresti avere un resoconto da una
vampira, quanti Osservatori possono vantarsi di questo?” si avvia sculettando
leggermente verso la porta. “Sia ben chiaro, io non ti mangio e tu non mi
impaletti. Patti chiari, amicizia lunga e… scopate grandiose. Ciao!” esce
lasciando Wesley a bocca aperta a guardare la porta ormai chiusa.
Cap. 4
Il Bronze è l’unico locale definito decente dai
ragazzi. L’ambiente è abbastanza grande, c’è un palco su cui spesso suonano
gruppi dal vivo, il balcone viene tenuto all’oscuro e i ragazzi non possono
bere alcolici. Sparsi in giro ci sono tavolini, divanetti e poltrone per gli
amici oppure per le coppiette desiderose di intimità. C’è anche un balcone che
sovrasta la pista da bello: quello è il luogo preferito dagli amanti, divani e
luci soffuse per chi cerca di dimenticare il resto del mondo.
Buffy e Wesley hanno scelto di iniziare da li la
loro ronda serale: il Bronze è un perfetto terreno di caccia per i vampiri,
grazie alla grande quantità di giovani che vanno li per divertirsi. Buffy
stasera indossa un vestito nero che le lascia le gambe scoperte e le abbonda il
seno, cosa che fa aggrottare la fronte a Wes ogni volta che la guarda: sta
andando a caccia o ad una sfilata di moda? Anche lui si è cambiato: si è messo
un paio di jeans, al posto dei suoi solito pantaloni di taglio elegante. Non
vuole ammetterlo, ma le parole di Sharin l’hanno colpito: c’è davvero un uomo
affascinante sotto la sua copertura da vecchio osservatore? Ha pure deciso di
mettersi le lenti a contatto: l’ultima volta che le ha usate era al ballo della
sua scuola.
La musica è assordante e le luci in pista vorticano
psichedeliche sui giovani scatenati. Ed è Wes ad accorgersi di qualcuno che già
conosce.
“Dobbiamo salvare quel ragazzo.” Dice alla sua
protetta indicando una coppia a centro pista. Spike e Sharin ballano
completamente presi dalla musica, incuranti che qualcuno li guarda. Lei è
vestita esattamente come lo era al negozio di Wes, si muove ancheggiando girata
di schiena al suo sire, che la abbraccia per darle dei lunghi baci sul collo e
sulle spalle, mentre le mani vagano per le gambe e i fianchi, provocandole
brividi di piacere. Molte coppie si fermano per guardarli, provano una certa
invidia a vederli così disinibiti, come se il resto del mondo non esistesse. Le
ragazze, oltretutto, sono rapite dall’avvenenza di Spike e già sanno che quella
notte sogneranno quelle mani sottili su di loro.
“Quel ragazzo non ha bisogno di me.” Risponde Buffy
quando vede a chi si riferisce Wesley.
“E perché no?”
“Perché lui è un vampiro. È il tizio del cimitero,
quello che ha detto di chiamarsi Spike.”
Decidono che è meglio non buttarsi in mezzo ai
ballerini con un paletto sguainato urlando ‘attenzione a quei due!’ e quindi
restano fermi li a guardarli.
‘Quel bastardo, prima mi fa proposte oscene sui
paletti e poi infila due chilometri di lingua in bocca ad un’altra! Ma non la
passerà liscia… oh no!’ pensa infuriata Buffy, mentre Wes ha in mente che con
Sharin si potrebbe divertire veramente molto. ‘Dei del cielo , è una vampira,
non puoi veramente volerla!’ esclama a se stesso.
Intanto l’amorale coppia è ancora presa ad eccitarsi
sulle note degli Evanecence: stasera niente dj, è stato inserito un cd e va
avanti fino alla fine, ma non sembra interessare molto a chi balla.
“Tesoro, io ho sete. Che dici di prendere un attimo
di pausa?” chiede Sharin sussurrandogli all’orecchio e approfitta per
lasciargli una leccata sensuale al collo.
“Mmmm, c’è qualcuno qui che ti aggrada, miss?”
“No, non vedi che sono tutti innocenti, se
escludiamo la tua Cacciatrice che ci sta mangiando con gli occhi.”
“Già, vedo. Ok, vado a prendere una birra. Siediti
su un divanetto che poi ci divertiamo.”
La coppia si scioglie e Sharin si siede su un
piccolo divano di colore rosso, molto intonato con la loro passione maggiore,
il sangue. Si ritrova a sorridere all’espressione dei due paladini della luce
dopo averli scannerizzati sulla pista da bello. È anche piacevolmente sorpresa
a vederlo senza occhiali. Di li a poco ritorna Spike con una bottiglia di
Bacardi Breezer alla pesca per lei, si siede vicino a lei circondandola con un
braccio.
“Cosa guardi, micetta?” le chiede, ben conoscendo la
risposta.
“La mia preda. Non è affascinante?” Spike si gira
per guardare Wesley alla luce di un faretto, ma è più interessato a Buffy, che
all’osservatore. È bellissima con quel vestito nero: il collo così esposto lo
fa desiderare come non mai di immergersi in lei, anche con i canini. I capelli
sciolti, poi, gli fanno tenerezza, perché ricorda molto più una bambola di
porcellana che la pericolosa macchina di morte che è in realtà. Un pensiero
fuggevole gli passa per la mente ‘Quanto in fretta è dovuta crescere per essere
quello che è?’
“Diciamo che per essere un uomo non è male.” Decreta
infine verso la sua Childe sempre preso dal pensiero di Buffy.
Improvvisamente il ritmo cambia, la musica rock veloce
lascia il posto ad una ballata: inizia ‘My Immortal’ e in pista restano solo
coppie avvinghiate. Sharin e Spike si guardano e si sorridono maliziosi.
Entrambi si alzano e vanno verso Buffy e Wes. Quando si trovano faccia a faccia
con loro li invitano a ballare.
“Che ne dici di un lento, Passerotto, per conoscerci
un po’?” chiede Spike alzando un sopracciglio dandogli ancora di più un’aria
sexy. Sharin si limita a prendere Wes per mano e a portarlo sotto le luci blu
della pista.
“Non credo sia la cosa migliore, io cacciatrice, tu
vampiro, ricordi?” risponde Buffy ancora allibita dal comportamento di Wes.
“Avanti, non vorrai che il tuo osservatore si
diverta e tu no? Hai un’età che te lo permette e sei vestita per farlo. Non
ascoltare sempre il cervello, segui l’istinto.” Detto ciò Buffy lo segue e si
lascia abbracciare da lui. Lei tiene una mano allacciata alla sua nuca, ma con
l’altra tiene un paletto bel saldo sul cuore di Spike.
“Così mi offendi, raggio di sole. Pensi che ti
ucciderei proprio qui, durante un ballo? Io voglio combattere con te, prima.”
“Sono sempre previdente. Non fa male essere
prudenti, ti sembra?” lui ride sinceramente colpito dalla strana intimità nata
con lei.
“Te l’ha già detto nessuno che stasera sei
splendida?” cambia abilmente discorso lui.
“No, sei il primo. E grazie.” Risponde compiaciuta
lei. È vero, Spike è un vampiro, ma è sempre un gran bel uomo, ricevere
complimenti da un ragazzo che per secoli ha visto ragazze di tutti i tipi la
lusinga. Sente le mani di Spike che le accarezzano la schiena dove il vestito
la lascia nuda e rabbrividisce: le dita sono fredde, eppure a lei sembra di
bruciare in ogni punto sfiorato da lui.
Intanto Sharin e Wes si muovono lenti, incuranti di
tutto e tutti. Lei ha le mani poggiate sul suo petto e le fa vagare: sente che
sotto il maglione il ragazzo è sodo e appetibile, in più il suo cuore va a
mille.
“Sei nervoso?” gli chiede sussurrandogli piano.
“Un po’.” Risponde Wes deglutendo eccitato. Non si è
mai trovato così veramente vicino ad una ragazza, non solo fisicamente. Lei lo
attira, come una falena verso la fiamma e lui ha una terribile paura di
bruciarsi.
“Perché?”
“Perché tu sei molto bella e io non so che fare.”
Risponde sinceramente facendo esplodere lei in una risata leggera ed argentina.
“Insomma, hai un centinaio di anni almeno, avrai fatto di tutto e di più e
vieni da me per ballare un lento da… coppie innamorate.”
“Wesley, sarò una vampira, tesoro, ma sono sempre
una ragazza sotto. E alle ragazze piace ballare avvinghiate al più bel esemplare
maschio della sala e guarda caso quello sei tu, oltre a Spike che è già
impegnato.” Dice guardando il suo Sire mentre aspira l’odore della Cacciatrice
e pensa che il suo Wes profumi di ammorbidente delicato e tè, una buona mistura
inglese.
“Tu e lui siete legati, vero?”
“Ovvio. Lui è il mio Sire.” Risponde Sharin, mentre
porta le mani dietro la testa di Wes per poter passare le dita fra i suoi
capelli. Lui chiude gli occhi a quella sensazione di piacere che lei gli dona.
“Ma che diavolo fa?” quasi urla Buffy vedendo il suo
osservatore e quella vampira avvinghiata.
“Quello che facciamo noi, amore. Ballano, e devo
dire che lui mi sembra meno stoccafisso del solito.” Sente che la punta del
paletto premuta più a fondo. “Vacci piano col paletto, Cacciatrice.”
“Non offendere Wesley, altrimenti me ne frego di
farti diventare polvere!” lui ridacchia incurante.
“Ci tieni a lui, eh.”
“Sì, è l’unica persona che mi è rimasta. Non voglio
gli succeda nulla.”
Lui la attira ancora più verso di se, prendendole il
polso dove Buffy tiene la sua arma, si abbassa verso il suo collo e dopo aver
soffiato sulla pelle nuda le dice:
“Ora non sei più sola, amore. C’è qui il tuo Spike e
lui non se ne andrà via.”
“Io non ti voglio, sei una creatura oscura, io sono
una paladina della luce.” Lui sorride a sentire le convinzioni della ragazza e
continua imperterrito.
“Tu lo credi? Vampiri e cacciatrici sono le due
facce della stessa medaglia. Nasciamo dalla stessa oscurità, siamo due
assassini entrambi. Dimmi, Buffy, la senti veramente la tua vocazione? Vorresti
veramente morire per la tua missione?”
Buffy è ancora persa al momento in cui lui l’ha
chiamata con il suo vero nome e non con un nomignolo. Quanto è stato
sconvolgente? Tanto, si risponde. Poi pensa al resto del discorso, scoprendo di
non avere veramente una risposta da dargli.
“Non sai cosa dire, vero? Bhe sappi una cosa, se tu
lo vorrai, ti aiuterò a scoprire il tuo lato oscuro e poi mi saprai dire se
siamo così diversi io e te. So che ti piace l’idea, lo posso annusare da qui,
nonostante questa massa di ormoni volteggianti.” Dice facendo finta di annusare
intorno a se. La lascia un po’ andare, prima che la canzone finisca, facendola
rimanere inebetita e imbarazzata per essere stata scoperta in modo così
semplice.
Intanto Wesley è rapito dal tocco magico di Sharin
che ha preso a lasciargli dei piccoli baci sotto il mento.
“Stai solo giocando vero?” le chiede in un attimo di
lucidità.
“Certo, il più perverso dei giochi mio caro. Non
dirmi che non ti piace?”
“Oh no… è bellissimo.” ‘cazzo Wes, sei completamente
fuso!”
La canzone sta per terminare, Sharin lo sa bene.
Decide di dare una scossa a quel ballo così pieno di dolcezza. Lo fissa negli
occhi e legge un po’ di disappunto nel volto di lui, forse perché ha smesso di
coccolarlo. Sharin si alza sulle punte dei piedi, visto che Wesley è alto
almeno dieci centimetri più di lei e, attirandolo a se, lo bacia sulle labbra.
Inizialmente il contatto è dolce, nessuna invasione da parte di entrambi, poi
la bocca di lei si apre di un po’ e fa guizzare la lingua fredda sulle labbra
bollenti di lui. Wesley completamente rapito, non può che accogliere quella
piacevole intrusione in se facendo cominciare una dolce ed appassionata lotta
fatta di labbra, lingua e saliva, mentre le loro mani vagano sui corpi per
cercare di conoscersi meglio. Wesley sente che i Jeans sono diventati
improvvisamente più stretti e sa con certezza che anche lei ne è a conoscenza,
perché con le cosce si sta strusciando proprio li, mandandolo in orbita e
Sharin è piacevolmente colpita dal buon sapore di uomo che lui le sta lasciando
in bocca. Wesley è così puro e delicato che quasi a paura di sporcarlo, eppure
sente quel retrogusto di oscuro anche in lui.
La canzone finisce e i due si staccano guardandosi
negli occhi. Lui è sorpreso dalla passione che ci ha messo per lei e lei lo
guarda con un sorriso dolcissimo. Prima che cominci la canzone successiva è lei
a parlare.
“Questo è solo l’inizio, Wesley.” Si volta verso
Spike che la osserva con sguardo compiaciuto e facendosi abbracciare da lui, se
ne va verso la porta, assaporando ancora il gusto di Wes sulle labbra.
“Quei due hanno un potenziale enorme, vero
cucciola?” le chiede Spike.
“Sì, sono perfetti.”
“Bacia bene?” domanda malizioso.
“Come un dio.”
“Che puttana che sei!” Esclama una ragazza a fianco
la porta di uscita del locale. È una biondina, non molto alta, ma carina. Gli
occhi celesti sono fiammeggianti.
“Dici a me?” chiede Sharin per nulla interessata.
“Certo. Prima ti strusci su questo fusto e poi ti slingui
l’altro figo del locale. Sei una puttana.” A Spike viene da ridere all’invidia
di quella mocciosa. Sharin si slega dal suo abbraccio e si gira verso la
ragazza che è spalleggiata da alcune amiche griffatissime.
“Come ti chiami, piccola?” calca molto sull’ultima
parola, sapendo che l’avrebbe fatta arrabbiare ancora di più.
“Harmony e non sono piccola.” Risponde la bionda
furiosa.
“Senti, Harmony, se non sei capace di prenderti un
uomo, non dare la colpa a me. Magari se la smettessi di camminare come se
avessi un manico di scopa nel culo troveresti qualcuno anche tu.” Fa per
girarsi quando Harmony la blocca per un braccio. Sharin si volta furiosa:
nessuno la può trattare così. Gli occhi sono già virati al giallo e la bionda
se ne accorge impaurita.
“Vedi di non rompermi più le palle, ragazzina, o ti
mangio la prossima volta.”
Harmony e le sue amiche sono di Sunnydale, sanno che la città è pericolosa e
più di una volta hanno visto cose strane facendo finta che non esistessero,
quindi annuiscono piano e la lasciano andare.
Buffy e Wes, invece, stanno discutendo animatamente.
“Che ti è saltato in testa?” urla Buffy “Baciarla
davanti a tutti!”
“Bhe, tu hai ballato con lui.”
“Sì, ma non gli ho infilato la lingua in bocca.” Wes
sospira.
“Tecnicamente è stata lei ad infilarla dentro a me.
Comunque, che stai cercando di fare? Vuoi riempirmi di sensi di colpa? Non ti
affannare, ce li ho già da me.” Risponde lui laconico.
“Scusa Wes, è che non ti ho mai visto così.”
“Ci credo! Non mi sono mai trovato davanti ad una
vampira così.”
“Stai attento, credo che sia parecchio pericolosa.”
Dice Buffy guardando la porta da cui erano usciti i due vampiri.
“Lo so. Ma stai attenta anche tu, lui ti ha
puntata.”
Lei annuisce, ma intanto pensa anche che Spike l’ha
capita solo guardandola una volta. Già, l’oscurità che è in lei…
Cap. 5
Il cimitero è vuoto questa sera, sembra che tutti i
vampiri di Sunnydale siano andati in ferie. Buffy sbuffa frustrata ad ogni
controllo di lapide. Sono passati un paio di notti dalla serata al Bronze e dal
relativo tete-a-tete con Spike e da allora non si sono più rivisti. Non vuole
ammetterlo a se stesso, ma è molto interessata a scoprire cosa intendeva per il
lato oscuro.
Si ferma e si siede ai piedi di un grande salice
piangente. Trova quell’albero molto intonato all’ambiente circostante. È come
se desse una qual sorte di pace.
Buffy non lo ha mai detto a nessuno, ma le sarebbe
piaciuto restare morta. Nel momento in cui il Maestro le teneva la testa sotto
l’acqua, aveva capito di aver trovato il suo oblio, la sua pace. Invece è
tornata a soffrire. La cosa che le fa più ridere è che la sua sofferenza si
manifesta durante il giorno. Quando cala la notte si sente libera, si sente se
stessa. Pensa che non sia normale che una ragazza della sua età si diverta di
più a passare le notti al campo santo polverizzando vampiri, piuttosto che
andare a ballare al Bronze. Avrebbe voluto parlarne con Wes, ma sa che gli si
spezzerebbe il cuore e lei non vuole fargli del male, ha fatto tanto per lei in
quei due anni di caccia assieme.
Adesso ha paura di morire, come ogni persona
normale, eppure è intimamente attratta dalla morte. Rabbrividisce a questi
pensieri e non si accorge di un’ombra che la guarda da lontano, indecisa su
come presentarsi. Spike decide che se vuole parlare di oscurità, è meglio che
inizi subito con violenza e dolore. Silenzioso si avventa si di lei bloccandola
a terra.
“Passerotto, dovresti essere più recettiva. Se al
posto mio ci fosse stato un brutto vampiro, che avresti fatto?”
“Tu sei un vampiro, idiota!” dice lei furiosa.
“Hai ragione, ma non sono brutto.” Lei riesce a
divincolarsi un po’, in modo da tirargli un calcio per farlo ruzzolare via
sull’erba.
“Sei venuto a farti polverizzare? Accomodati.” Dice
Buffy mettendosi in posizione di guardia e Spike si mette a ridere.
“Non ce la farai, cucciola, non hai le capacità per
farcela.” La sfotte lui. lei, infuriata, gli si avventa contro. Gli dà un pugno
sulla guancia sinistra, che lui incassa e rilancia senza colpo ferire. La
schermaglia dura poco. Buffy ha il fiatone e si rende conto che Spike non è un
novellino fresco di tomba, non riuscirà a sconfiggerlo con pungi e calci. Non
ancora almeno.
Spike, invece, si appoggia all’albero, accendendosi
una sigaretta tranquillo.
“Visto? Non hai la forza adatta. E poi che cosa ci
si poteva aspettare da una Cacciatrice che non è neppure riuscita ad
impalettare il Maestro.” Dice per provocarla.
“Tu non sai nulla di quello che è successo!” urla di
rimando lei.
“Parlamene. Sono quasi curioso.”
Buffy si spolvera i vestiti impolverati dal
combattimento, lo guarda torva senza rispondere, incapace realmente di dargli
contro come vorrebbe.
“Non ti va? Pazienza, vorrà dire che continueremo a
prenderci a pugni, la cosa non mi dispiace.”
“Tu conosci bene il Maestro?” chiede improvvisamente
Buffy.
“Non benissimo, l’avrò visto un paio di volte. Non
mi è mai piaciuto molto e non piaceva al mio gran Sire, quindi meglio starsene
alla larga, ti pare?” risponde lui tranquillo. Buffy si alza lo sguardo verso
il cielo: brillano fredde le stelle lassù e lei pensa che non vegliano per
nulla sul popolo della notte. Sono lontane e di sicuro non si curano di loro.
“Il Maestro mi ha uccisa.” Mormora piano, ma Spike
sente lo stesso. Rimane sorpreso, non sapeva che
“Cosa?”
“Sì, l’anno scorso. Lui era bloccato in una caverna
e voleva uscirne portando terrore e morte in tutta Sunnydale. Ho provato a
fermarlo e lui mi ha annegato. Se non fosse stato per Wes sarei polvere ora.”
“Per questo non vai più a combattere con lui? Hai
paura di morire.”
“No, o meglio sì. Ho paura ma non è per questo. Io
voglio polverizzarlo con queste mie stesse mani, senza l’aiuto di nessuno, ma
so che ora non ne sarei capace.”
Spike la guarda sorpreso. “Già, non sono ancora
abbastanza distaccata. Ma quando lo sarò… sarà la fine per lui.” finisce con
gli occhi duri di rabbia.
“Per curiosità, che cosa ti ha fatto? Di sicuro non
ti ha torturato, altrimenti ti sarebbe rimasto qualche segno. Il bastardo ci sa
fare.” Dice Spike ripensando a quello che aveva imparato in gioventù.
“Lui ha… lui…” Buffy prende una grande boccata di
aria. “Lui ha preso i miei migliori amici e… li ha vampirizzati. Pensavo che li
avesse solo uccisi, però poi me li ha mandati contro. Non ti dico quello che ho
provato.” Una lacrima solitario le scende sulla guancia. Spike pensa che forse
potrebbe prendere due piccioni con la classica fava:
“Quindi tu ora vuoi vendetta. Mi sembra giusto.”
“Ovvio che la voglio! Tu che faresti a qualcuno che
uccide la tua famiglia?” si gira di scatto per fronteggiando, vedendo che i
suoi occhi sono virati ad un dorato pericoloso.
“Io li ho uccisi uno ad uno tra atroci sofferenze.”
“Oh.”
“Senti, cuccioletta, perché non facciamo una cosa
conveniente per entrambi?” propone lui con un sorriso seducente. Lei si
sorprende di ritrovarsi le ginocchia improvvisamente tremanti.
“Che cosa hai in mente?” chiede incuriosita. Lui
sorride ancora di più, sa che la sua preda ha abboccato all’esca.
“Io ti aiuto ad allenarti, ogni sera da qui in
avanti così sarai pronta per uccidere il Maestro e tu non impaletti me e la mia
childe mi sembra giusto. Sai bene che per quanto bravo sia il tuo Osservatore,
non può realmente gestire tutta la tua forza. Io posso.”
“La tua childe è quella che ha fatto la tracheotomia
a Wes al Bronze?” chiede con tono acido e lui ride.
“Sei gelosa, passerotto?”
“Gelosa io? Di te? Figurati!” sbotta lei arrossendo
leggermente.
“Io pensavo che tu fossi gelosa del tuo osservatore,
in realtà. Contento di essere sempre nei tuoi pensieri, allora.” Dice lui
ridendo a voce alta, facendo sprofondare dalla vergogna Buffy che si è resa
conto troppo tardi di quello che ha detto.
“Io…e che cosa ci guadagneresti tu?” cerca di
rimediare.
“Non ho voglia di rischiare con te. Non che non mi
piaccia colpirti a ripetizione, ma i tuoi paletti sono pericolosi sempre. Così
ho una specie di immunità.”
“Ed in più ci guadagni una città, vero?” Conclude
Buffy centrando il vero punto focale.
“Ottimo, amore. Ragioni già come uno di noi.
Diventerò il Big Bad della Bocca dell’Inferno, è una bella carica sai?”
Buffy lo scruta bene e a lungo. Le rotelline del suo
cervello ruotano velocemente per decidere se il gioco vale la candela. Batterebbe
il Maestro e sicuramente diventerebbe più forte, ma così facendo si
ritroverebbe a dover combattere contro Spike. Lo vuole veramente? Non lo sa
neppure lei, in realtà. La attira scoprire il massimo su di se, ma ha paura di
quello che potrebbe uscirne.
“E va bene, Spike. Non ti attacco e tu mi aiuti.”
Gli porge la mano in segno di accordo. Lui gliela prende e la tira a se con
forza.
“Dalle mie parti si suggella l’accordo con un bacio,
micetta mia.” Le dice con voce bassa e roca.
“Dalle mie parti, invece, posso suggellarlo con un
paletto.” ‘Ah, grande risposta! Non farti mettere i piedi in testa da questo
ossigenato.’ Pensa Buffy, mentre lui la lascia.
“Touchè. E mi raccomando, il patto vale anche per
Sharin.” Lei fa una smorfia al nome della vampira.
“Se fa del male a Wesley, non avrò pietà, né per
lei, né per te.”
“Ok. Ci vediamo qui sotto il salice domani alle
undici. Preparati.” Se ne va lentamente, con la sua camminata felpata che a
Buffy ricorda quella di un grosso felino. Anzi, correzione, un grosso e
pericoloso felino dai denti molto acuminati.
Wesley è nella sua personale biblioteca situata nel
retro della libreria aperta al pubblico. Sta cercando notizie su i due vampiri
che stanno ‘tormentando’ lui e la sua Cacciatrice. Purtroppo i diari dei suoi
colleghi non gli stanno dando soddisfazioni. Sospira rumorosamente: non ci sono
praticamente clienti e Buffy è al balcone a studiare, in attesa di qualche
interessato di occulto.
Nonostante la sua indole da topo di biblioteca, oggi
Wes non riesce a staccarsi dalla mente il bacio ricevuto al Bronze da Sharin.
Gli sembra strano, ma crede di sentire ancora il sapore di lei in bocca, un
gusto di fragola e di qualcosa che non riesce ad intuire, anche se teme essere
sangue. Ricorda benissimo le mani di lei che si insinuano sotto il maglione a
pizzicare i punti fra un bottone e l’altro della sua camicia, il profumo della
notte impigliato nella sua cascata di capelli che gli solleticavano il naso e i
suoi occhi castani che lo guardavano maliziosi facendola assomigliare ad una
cerbiatta malandrina. Al solo pensiero di quella sera, Wesley si eccita e si
deve mettere a fare grossi respiri per tranquillizzarsi. Poi vede Buffy e un po’ si vergogna. Lei gli ha detto del suo
accordo con Spike e che, stranamente, si fida, ma lui no. Insomma, è un
vampiro, quanto conta la sua parola? Si sa che i vampiri mentono spesso, cosa
indica che questo sia un caso diverso. Eppure, in quei occhi nocciola, lui
aveva letto solo verità.
‘Questo è solo l’inizio, Wesley.’ Sente riecheggiare
in testa le parole di Sharin e sospira nuovamente.
“Già, l’inizio di cosa, però?” si chiede a voce
alta, tanto che Buffy lo sente e lo osserva. Lei capisce che lui è attirato da
quella strana vampira in camicetta, lo capisce perché lei è attirata da Spike e
da quella sua aura di tenebra che si porta dietro. Eppure, possibile che un
ragazzo così pulito come Wes si sia fatto catturare dalla notte? Scuote la
testa senza sapersi dare una risposta.
Wesley continua a cercare ininterrottamente su
qualsiasi libro gli capita tra le mani, passano le ore e il buio avanza.
Finalmente qualcosa si smuove. Trova un libro dalla copertina nera, non è
propriamente un diario, bensì un quaderno di appunti di un ex Osservatore. E
dentro trova la discendenza di Aurelius, i nomi di tutti i discendenti fino a
quel momento ritrovati, del Maestro. Pagine e pagine di nomi, un lavoro immane,
di sicuro, che Wesley potrebbe tranquillamente terminare. E li lo trova.
Spike.
E Sharin subito dopo, come Childe di Spike.
Non è molto, ma è un punto di inizio. Adesso, per
esempio, sa che ha vissuto per circa un secondo con un vampiro di nome Angelus,
ricordato anche come flagello d’Europa. Wesley ha studiato molto su di lui, sa
che ha messo a ferro e fuoco un intero continente. E sa anche che la sire di
Spike si chiama Drusilla.
“Trovato qualcosa?” chiede Buffy magicamente apparsa
davanti a lui.
“Sì. Ho scoperto tutta la sua discendenza.”
“Buono. È questo nome?” dice Buffy indicando una
specie di graffio a lato il nome di Spike. Wes non lo vede, prende una lente di
ingrandimento e legge:
“William the Bloody.” è segnato in matita, sbiadito
con il tempo.
“Che cosa vuol dire?” Wesley si alza di fretta,
facendo cadere qualche libro a terra e si mette a cercare qualcosa buttando
all’aria qualsiasi cosa si trovi nel mezzo. “Wes, che diavolo cerchi?” chiede
Buffy, non molto abituata a questi modi da parte sua, ma lui non sembra
ascoltarla, fino a quando non alza trionfalmente un libro dalla copertina rossa
abbastanza nuovo.
“Questo è una pubblicazione dell’88 del Consiglio.
C’è la descrizione di tutti i vampiri più pericolosi di quest’ultimo secolo,
tra cui il nostro William. Ah, eccolo qui.” Esclama soddisfatto Wes.
“E che dice?” chiede Buffy ora veramente curiosa.
“Spike ha preso il suo nome per l’abitudine a
torturare le sue vittime con i chiodi delle ferrovie. È relativamente giovane
per essere un vampiro maestro, è stato vampirizzato nel
“Bhe, non dice nulla di interessante, però.” Quasi
delusa.
“Oh.”
“Oh? Che vuol dire, oh? Di solito porta sempre
guai.”
Wesley la guarda molto preoccupata.
“In quest’ultimo secolo ha combattuto con due
Cacciatrici e le ha uccise entrambe. In più, Sharin ne ha ucciso una terza.”
I due si guardano tesi ed increduli. Una coppia così
non è la cosa migliore che gli potessero capitare.
“Stai attenta, quello è veramente pericoloso. Appena
vedi che può esserci qualche pericolo, non esitare ad impalettarlo, fottiti del
tuo patto con lui.” Buffy lo guarda con occhi sgranati: Wes che usa quelle
parole? L’apocalisse deve essere dietro l’angolo, però annuisce per farlo stare
tranquillo. Nonostante quello che ha letto, lei sa a pelle che per ora può
fidarsi di Spike senza problemi.
Cap. 6
Buffy vola per la decima volta nella cripta.
Nonostante lei riesca a portare a termine parecchi colpi, non riesce sempre a
schivare le risposte di Spike. Si alza
gemendo e sentendo che un paio di costole le si sono incrinate. Anche Spike non
è al suo massimo della forza: Buffy gli ha spaccato il labbro che sembra non
vuol smettere di sanguinare, in più ha un brutto occhio nero. Tutte cose che
passeranno in meno di un giorno di sicuro, ma per ora gli danno fastidio, non
riesce ad essere concentrato come vorrebbe. Oltretutto osservare
“Stanca, passerotto?” le chiede sarcastico.
“Non sono un passerotto, smettila di chiamarmi in
questa maniera.” Risponde lei alzandosi a fatica. Forse la costola è anche
rotta.
“Va bene, Raggio di sole.” Buffy sospira
pesantemente, sembra incredibile la miriade di nomignoli che lui ha trovato per
lei. “Facciamo che per questa notte hai concluso l’allenamento. Ti vedo
leggermente provata.” La prende in giro.
“Prova a ripeterlo, vampiro! Sto perfettamente
bene.” Risponde mentendo spudoratamente. Poi si siede sul sarcofago piazzato in
mezzo alla stanza e cerca di riprendersi prima di avviarsi verso casa.
“Com’è essere vampiro?” gli chiede infine. Lui la
guarda sorridendo, capisce che ormai la strada della ragazza verso l’oscurità
sta iniziando e lui non ha dovuto far altro che gettare un piccolo seme di
dubbio dentro di lei.
“Spettacolare. Una vita nuova.” Risponde lui
accendendosi una sigaretta con gesti lenti e misurati. “Diventi… un re.”
“Solo perché scali la catena alimentare?” chiede
acida lei.
“No, così la fai sembrare un discorso da Discovery
channel.” Risponde sdegnoso lui. Buffy nota che le sue unghie sono smaltate di
nero, degne di un vampiro punkettaro. “Diventare un vampiro è una profonda e
potente esperienza. Sentii una nuova forza scorrere in me.” Sorrise, Spike, al
ricordo. “Essere ucciso mi ha fatto sentire vivo per la prima volta. Puoi
vivere secondo le tue regole e non quelle della società.”
Lei lo guarda pensierosa. Sta pensando che in
effetti le loro due esperienze sono molto simili. Forza nuova, oscurità nella
propria vita e niente regole normali. ‘Sembro un vampiro, solo che non bevo
sangue.’ Pensa poco contenta di questo.
“Ti ritrovi con un bagaglio di sensazione
moltiplicate per mille. Ogni sentimento che provavi da umano è più forte e
devastante, odio, desiderio e amore.”
“Voi non potete amare. Siete senza anima.” Dice
convinta Buffy, ma Spike sorride e guardando lontano verso l’orizzonte, le
risponde:
“Noi possiamo amare, anche se non in maniera
saggia.” Ha la voce persa, come a ricordare qualcosa del proprio passato. Buffy
lo guarda senza capire molto. Possono amare? A quanto dice lui, sì.
“Scommetto che tu non hai mai amato, vero cucciola?”
chiede poi Spike.
“Certo che ho amato. Io so amare.” Risponde piccata.
“Guarda che io non parlo dell’amore per un
ragazzetto qualunque. Io parlo del vero amore, di quella passione che ti cambia
e ti sconvolge la vita. Quell’amore per cui tu butteresti tutto al rogo.” La
sta fissando negli occhi e lei si sta perdendo in quel profondo blu che sono le
due iridi. Si sente azzerare la saliva in bocca, il cuore che batte a mille e
le ginocchia di burro.
“Visto, non lo hai mai provato, perché credimi,
quando lo troverai lo capirai. Io l’ho fatto.”
“Con Sharin?” domanda a bassissima voce, quasi
vergognandosi. Lui sorride.
“Sharin è una childe a dir poco perfetta, ma non è
l’amore della mia non-vita. Quella era, in parte, la mia Sire. Lei mi ha scelto
in un lurido vicolo di Londra e mi ha fatto diventare un vampiro.”
“Solo in parte? Un vero amore non è fatto solo di
una parte.”
“Dru non era mia. Mi amava, certo, ma amava di più
Angelus, il suo di Sire. Per quanto la volessi, non avrei mai avuto
possibilità. Per questo ho creato Sharin… volevo smetterla di sentirmi solo.”
Quella inattesa confessione da parte di Spike, fa
trasalire Buffy. Fino a quel momento lo aveva visto come una creatura diversa
da lei, senza i problemi che di solito hanno le persone umane, invece ora le
sembra un ragazzo qualunque, così simile a lei e alle persone come lei.
Possibile che dentro di se avesse un residuo di quello che era? Wesley le aveva
detto che i vampiri cambiano radicalmente e che nulla di quello che erano stati
in vita rimaneva nella non-vita.
“Sharin ha colmato il vuoto che c’era, è stata…come
una sorella in realtà. Una sorella piuttosto impertinente veramente, ma con un
sire come me non poteva venir su diversa. Ha la lingua tagliente come un
coltello quando ci si mette e solo il diavolo sa se non abbia avuto voglia di
impalettarla qualche volta.” Si mise a ridere. “Eppure avrei difficoltà a stare
senza di lei.” Buffy ha un improvviso moto di gelosia.
“Mi spieghi perché sei qui con me se l’unica che
vuoi è lei?”
Spike la guarda ridendo di gusto, godendosi la
palese invidia che le sue parole creano in Buffy.
“Guarda che ti sbagli. Se sono qui è perché voglio stare
qui. Io ho qualcosa da fare e Sharin qualcuno da farsi. Mi sembra un buon
compromesso per divertirsi senza creare troppi problemi. E tu? A parte il tuo
Percy-boy non mi sembra che tu abbia una gran vita sociale.” Buffy sospira
forte.
“Bhe, in effetti. Qui a Sunnydale vivo da sola, mia
mamma mi passa i soldi, ma non è voluta venire qui.”
“Come mai?”
“Creo troppi disastri. Essere
“Quando i miei poteri di super donna si sono
manifestati, io abitavo a Los Angeles, ero la quasi reginetta della scuola, ero
ricercatissima. Poi, tutto ad un tratto, il mio mondo è stato rovinato. Sono
stata cercata da un certo Giles, il mio primo osservatore, ma lui è morto
presto per difendermi. Ho bruciato la palestra della mia scuola per fare una
strage di vampiri, solo che i miei non mi credettero quando lo raccontai e… mi
internarono in una casa di cura. C’è voluto Wesley, solo lui mi ha aiutato. Ha
mostrato a mia madre quello che passavo ogni notte e mi ha portato via. Lei non
ha voluto seguirmi, aveva paura. Di me, probabilmente e di quello che
rappresentavo.” Sospira pesantemente al ricordo. “E ora vivo qui, da sola, in
una casa praticamente vuota, frequento una scuola colma di gente che mi ignora
e mi disprezza e sono destinata a morire giovane. Proprio una bella vita.”
Finisce in un sussurro. Spike si scopre di guardarla con dolcezza eccessiva per
un vampiro e un po’ se ne sorprende, ma senza lasciarlo capire.
“Bhe, è il tuo destino, amore, non puoi cambiarlo.”
“Certo che posso. Mi basta morire.”
“Mi sembra che tu sei già morta, eppure non è
servito a nulla.” Lei incassa senza replicare. Ha dannatamente ragione e lei lo
sa. Deve riportare il discorso su toni più favorevoli per lei.
“E di che mi dici? Uccidere cacciatrici era il tuo
hobby pure da vivo?” chiede pungente Buffy e lui la guarda sorpreso.
“Hai fatto i compiti, piccola, brava. In realtà no,
uccidere le Cacciatrici è stato un lavoro fatto solo da vampiro, prima non
sapevo esistessero queste cose.” Si
accende una sigaretta con lentezza, tirando fuori il pacchetto dalle pieghe
dello spolverino. “La mia vita era monotona e vuota. Sono nato diventando
vampiro.” Aspira qualche boccata di fumo, prima di tornare a parlare. “Sei
curiosa di sapere cosa si prova, vero?”
Buffy rimane interdetta, non voleva apparire così
trasparente.
“Sì.” Risponde con un sussurro appena accennato.
“Il problema è che per saperlo devi essere
perfettamente consapevole. Vedi, sei abbastanza forte da rinunciare al sangue
se tu non lo volessi, quindi devi veramente volerlo. Lo vuoi? Basta un sì e io
ti darò il bacio oscuro.”
Lei lo guarda con occhi sbarrati: vorrebbe farla
diventare una sua childe?
“Visto? Mi basta guardare la tua espressione per
capire che non sei ancora pronta per perdere.”
“Io non perdo mai o quasi.” Dice lei convinta e
risoluta.
“Certo che perderai, tutte perdono, altrimenti non
saresti qui. Le cacciatrici muoiono e vengono attivate delle altre, succederà
la stessa cosa a te.”
“Perché qualcosa mi batterà.” Finisce lei
tranquilla, ma lui scuote la testa, gettando a terrà il mozzicone di cicca
rimasta.
“Non funziona propriamente così.”
Riprende Spike. La fissa e le si avvicina piano. “Ti svegli ogni mattina con
l'interrogativo che ti ronza nel cervello: oggi sarà il giorno della mia
morte?” Lei è completamente presa dal discorso che le sta facendo, sa che è
questo il nucleo vero delle sue lezioni.
“La morte ti sta alle costole, e prima o
poi ti piomberà addosso. Una parte di te lo vorrebbe, per mettere fine alla
paura e all'incertezza, ma anche perchè sei innamorata della morte. La morte è
un’opera d’arte. La modelli con le tue mani giorno dopo giorno. L'ultimo
respiro. Quel senso di pace. Parte di te lo vuole disperatamente. Come sarà?
Dove ti porterà? Ora lo vedrai.” Dice lui. Velocemente la prende fra le braccia
e lei lascia fare senza pensare troppo. Sente l’odore del fumo della sigaretta
appena fumata e il suo personale odore di uomo e si inebria. Le sue mani sono ferme
e lei si sente stranamente al sicuro li con lui e poi dove lo troverebbe un
ragazzo con due occhi azzurri come i suoi? Sono così belli, lui è così bello.
”Ecco il segreto. Non è nei pugni che non
hai dato, o nei calci che non hai sferrato. Ogni Cacciatrice desidera la morte.
Anche tu. L'unica ragione per cui duri da tanto tempo è che hai ancora un
legame che ti tiene, Wesley a cui devi tanto, lo hai detto proprio tu, ma stai
solo rimandando l'inevitabile. Presto o tardi vorrai morire, e in quel momento..
nel momento in cui lo vorrai, io sarò lì per te. A tutti i costi. La lezione è
finita.” La sta guardando fissa negli occhi e dentro di lei legge soltanto una
sorta di quieta disperazione.
“Capisco.” Mormora lei. Le labbra di
Spike sono a pochi centimetri dalle sue, si sta chiedendo se a baciarlo farebbe
così male.
“Fallo, Buffy, altrimenti lo faccio io.”
Gli dice lui intuendo i pensieri di lei.
Buffy si sporge un po’ di più verso di
lui e gli posa le labbra piano. Sente il freddo che proviene da lui, eppure non
le dà fastidio, anzi è la cosa più piacevole che abbia provato da molto.
L’euforia che prova baciandolo così semplicemente le ricorda quando era piccola
ed ogni cosa era perfetta, prima della Emery, prima della sua missione, prima
del Maestro. Le stanno salendo le lacrime agli occhi. Vuole sentire di più,
vuole provare di più. Lui si lascia usare, ha intenzione di vedere fino a dove
lei si spingerà. Buffy apre leggermente le labbra e chiede delicatamente di
entrare nella sua bocca con la lingua e lui le permette il passaggio duellando
con la sua. Il profumo di vaniglia e di eccitazione della ragazza lo sta mandando in orbita, gli
piace da matti. La prende per la vita attirandola a se, in modo che i due corpi
aderiscano uno all’altro. Anche Buffy inizia ad usare le mani, così passa le
dita fra i capelli ingellati, rischiando di spettinarlo, per poi scendere ed
accarezzare le spalle e le braccia
muscolose. Il bacio si trasforma in una gara di apnea, nessuno dei due vuole
cedere, resterebbero incollati così per tutto il resto della notte. Spike la
alza prendendola in braccia e lei gli stringe le gambe a se, mentre lui la
sbatte sul muro.
“Piccola, sei perfetta.” Dice lui
soffiandole sulle labbra.
“Devo andare via.” Risponde lei, un po’
spaventata da quello che ha provato e lui la fissa sorpreso.
“Cosa? Non puoi lasciarmi così. Guarda
che cosa mi hai fatto.” E abbassa gli occhi verso
il proprio cavallo, Buffy segue il suo
sguardo e arrossisce nel vedere il rigonfiamento pronunciato di Spike.
“Oddio… io no… oh cielo.” Lei lo spinge
via non riuscendo a staccare lo sguardo dai suoi pantaloni.
“Dai, non dirmi che non ne hai mai visto
uno?” la prende in giro lui e lei sgrana gli occhi e scappa via
imbarazzatissima, lasciando Spike stretto, ma soddisfatto.
“Dunque è così… bene, bene, sarà
interessante.” Mormora alla notte.
Buffy si gira e rigira nel letto senza
sonno. Il bacio l’ha sconvolta più di quanto abbia mai provato prima. È stato
appassionato, sconvolgente e umido. A Los Angeles aveva dato qualche bacio al
quoterback della scuola, ma erano baci semplici, solo labbra, niente lingua o
mani in concorso. Spike sapeva quello che faceva, lei lo aveva sentito. Lei era
una principiante. Fosse stato solo il
bacio, magari sarebbe più calma, ma era tutta la serata ad averla sconvolta.
Sentirlo parlare di passione e morte la
stessa notte l’aveva scioccata. Aveva
ragione, lei non aveva mai amato con tutto il cuore, allora perché adesso
vorrebbero essere nella sua cripta invece che nel suo letto caldo?
Ma, soprattutto, perché non vede l’ora si
sapere cosa si prova ad essere un vampiro ed in specifico, essere la sua
childe?
“Basta, Buffy! Smettila con queste
scemenze. Dormi e domani vedrai che passerà ogni cosa.”
Peccato che non ci creda neppure lei.
Cap. 7
È ancora chiaro fuori, una tranquilla e
soleggiata domenica. Sharin aspetta con impazienza che cali il sole per andare
a mangiare qualcuno. Sono giorni che non vede Wes, ha aspettato che la sua
curiosità di Osservatore prevalesse sulla ritrosia, per normale paura
dell’uomo, ma ancora non ha ricevuto soddisfazioni.
È seduta sul divano a guardare
Poi, quando sta per gettare la spugna ed andare
da lui, suona il campanello. Lei sa che è lui! Si alza dal divano scattando
come una molla e apre la porta senza nascondere un sorriso smagliante. Eccolo,
in tutto il suo splendore, Wesley, senza occhiali e con una giacca di
scamosciato che fa letteralmente sbavare Sharin (♥).
“Ciao bel uomo!” esclama contenta.
“Ciao.” Risponde lui imbarazzato. Ci ha
pensato a lungo se accettare o meno il suo esplicito invito. Ha paura di
lasciarsi andare, lui che è sempre stato un modello di autocontrollo e tranquillità.
Però la voglia di vederla è troppo forte e quindi ha ceduto. Il fatto che lei
possa dargli informazioni sulla vita notturna, non gli importa nulla. Lui è li
solo per lei, per stare con lei e di questo ha una paura folle.
“Entra, Wes, benvenuto. Fa come se fosse
casa tua.”
Wesley entra nel piccolo attico rimanendo
sorpreso dall’arredamento molto semplice scelto dalla vampira.
“Accomodati dove trovi posto. Non che tu
abbia bisogno di un vero invito, ma è per essere cortesi.”
Lui si siede sul divano e si accorge del
pc e di un telefonino. Gli sembrano stonati.
“Qualcosa da bere, tesoro?” chiede Sharin
dalla cucina.
“Sì, grazie.”
Lei ritorna in soggiorno con un vassoio
con due bicchieri e una bottiglia di vino, riempie i due bicchieri e ne offre
uno a Wes che lo prende, poi Sharin si siede anch’essa sul divano, ma
appoggiata al lato opposto rispetto all’osservatore.
“Cin, Wesley, a noi.” Dice alzando il
calice e sorridendo maliziosa.
“A noi.” Mormora lui bevendo. Il vino è
rosso, ricorda il sangue, pensa, ma scende bene nella gola.
Sharin dentro esulta. Lui è li in casa
sua, venuto di sua spontanea volontà per stare con lei. Si sente come se avesse
vinto al lotto. Con fare da gatta allunga le gambe verso di lui, lasciando
scoperte le cosce, mentre Wes si sente sempre più impacciato. È seduto tutto
rigido e sente che suda fredda. ‘Dove sono andato a finire?’
“Ehm…allora… come va?” domanda lui
balbettando e Sharin sorride divertita.
“Direi che va bene. Guarda che bella casa
che ho! E poi cammino due minuti ed ho una cena perfetta.” Risponde con tono
quasi diabolico, tanto che lui rabbrividisce. “E tu come stai?”
“Uhm…bene?” lei ride al suo tono di
risposta. “Ok, sto bene e basta.” Sharin prende ad accarezzargli la gamba con il
piede e lui deglutisce forte.
”Non giocare con me, per favore.” Chiede
piano Wesley. Sharin si ferma, appoggiandogli il piede sulla coscia.
“Tesoro, io non gioco. Sto portando
avanti una conquista con tutti i metodi che conosco. Ma se vuoi che mi fermi,
lo faccio. Dimmi tu quello che sei venuto a fare.” Dice lei bevendo il resto
del suo vino. Vuole il gioco duro? Bhe lo avrà. Con un telecomando fa partire
la musica e aspetta che lui faccia qualcosa, ma Wesley sembra preso da mille
altri pensieri. In realtà sta cercando un buon punti per far partire un
discorso.
“Che ci fate qui?” parte a razzo, pensa
Sharin.
“Io abito qui. Ho pagato un bel po’ per
questo appartamento, sai?” lui sbuffa.
“Non era questo che intendevo e lo sai.
Perché siete venuti a Sunnydale?”
Sharin non ha esitazioni, ha deciso tempo
addietro che la miglior tattica è sempre la verità, a costo di far molto male.
“Spike voleva uccidere
“Certo che lo fa, ma mi puoi giurare che
poi lui non decida di ucciderla?” per la prima volta non ha remore a guardarla
negli occhi e lei se ne meraviglia.
“Mi spiace per te, ma non posso farlo. In
realtà non so cosa voglia fare, io lo seguo a prescindere, ma non ho idea di
quello che gli passa per il cervello.”
Wesley finisce quello che gli era rimasto
nel bicchiere e ne versa ancora un po’: ha idea che quella sarà una lunga
notte.
“Pensavo volessi sapere qualcosa di più
divertente.” Sharin si stiracchia come un gatto facendo intravedere a Wesley un
roseo capezzolo, già turgido. Lui arrossisce, mentre si immagina di succhiarlo.
Sharin si accorge del suo imbarazzo ed esulta dentro di se.
“Bhe, parlami di te, allora.” Sbotta Wes.
“Chiedi tutto, sono qui.”
“Per esempio, come ti chiami in realtà?”
Sharin non è un nome italiano e so con certezza che tu lo sei.” Un’ombra passa
sul volto di Sharin a quella richiesta.
“Mi chiamo Sharin e basta. Il mio nome è
morto quando sono morta io, non è importante.” Risponde categorica, ma Wes non
demorde.
“È importante, altrimenti non avresti
bisogno di nasconderlo.” Sembra che sia riuscito a sciogliersi un po’, forse
grazie al vino.
“Monica, mi chiamavo Monica, ma non osare
chiamarmi così. Per te sono Sharin e basta.”
“Perché hai cambiato nome?” gli occhi
della ragazza diventano due fessure dorate e la rabbia sembra prendere il
sopravvento, poi Sharin capisce che prendersela con lui è inutile, in fondo è
stata lei a dirgli che avrebbe potuto chiederle qualsiasi cosa, al massimo può
prendersela con se stessa.
“Quello che ero prima di diventare una
vampira non esiste più. Ho finito da tempo con quella vita di merda.” Il tono è
freddo, ma Wes intuisce che dentro lei è furiosa.
“Mi spiace.”
“E per cosa? A quei tempi tu nemmeno
esistevi. Non ti crucciare per niente.”
“Che ti è successo?”
Sharin si alza e cambia CD, pensa che una
musica soft sia più adatta rispetto al rock duro precedente, poi accende
qualche candela e spegne le luci elettriche. Adesso l’ambiente sembra ancora
più caldo. Ha capito che quella notte non sarebbe uscita, quindi si dirige in
cucina con gli occhi di Wes puntati addosso. Dal frigo prende due sacche di
sangue e le scalda al fornello. Un delizioso aroma si spande nella stanza, poi
torna sul divano, questa volta a fianco a Wesley.
“Trieste di fine ‘800 non era un brutta
città, anzi. Era il porto dell’Impero Asburgico, ordine e disciplina erano di
casa… non per tutti, però.” Sharin poggia la testa sulla spalla di Wes e viene
inondata dal buon profumo di ammorbidente che usa il ragazzo. A Wesley viene
spontaneo circondarla con un abbraccio.
“Sono nata orfana, o meglio, lo sono
diventata quando la mia cara mammina mi ha scaricato sugli scalini di San
Antonio. Alla fine sono cresciuta in un orfanotrofio e non l’ho mai lasciato.
Verso i quattordici anni, il prete che gestiva la casa famiglia ha cominciato a
molestarmi. Lo odiavo, ma non sapevo come fare a togliermelo di torno. Ho
dovuto aspettare tre anni per avere il coraggio di minacciarlo di evirazione.
Spike è stato il primo uomo che ha fatto l’amore con me, ma almeno il porco non
mi toccò più!”
“E come mai? Io non farei altro.” Esclama
sincero Wesley e Sharin ride.
“Bhe per due motivi. Il primo è che a lui
interessavano le più giovani e secondo, sapevo usare bene il bisturi. Ero una
levatrice, almeno potevo lavorare. Si sarà spaventato quando mi ha visto con
quello in mano. Poi è arrivato Spike e la tenebra mi ha avvolto. Da qui è
partita la mia vita migliore, fatta di sangue, sesso e amore.” Si volta e lo
sfiora con dita sul mento. “Credo che a te sia andata decisamente meglio, anche
se con un padre come il tuo non ci metto la mano sul fuoco.” Stavolta è il
turno di Wes a ridere.
“È vero. Papà sa essere… sfibrante.”
“È stato lui a obbligarti a diventare
Osservatore?”
“Oh no, lui non ha detto niente. Però è
una questione di famiglia, è stato qualcosa che dovevo fare.”
“E non ti senti limitato in questo ruolo?
Insomma, sei giovane, potresti fare quello che più ti piace, invece sei qui a
tenere d’occhio una ragazzina.”
“Sì, è vero, ma tu parti dal principio
che a me non piaccia farlo, invece è il contrario. Forse è per questo che creo
tanti problemi.”
Sharin tende le orecchie, quella parte le
interessa.
“Perché dovresti dare problemi al
Consiglio?”
Wesley prende qualcosa dalla tasca
interna della giacca, che ancora non si è tolto
e lo dà a lei che prende a sfogliarlo.
“Questo è uno dei diari di un Osservatore
prima di me. Leggi, forse riuscirai a capire anche tu.”
Sharin sfoglia qualche pagina e legge
alcuni passi: schematici, molto obiettivi, nessun sentimento. Guarda l’ultima
pagina scritta e legge una specie di resoconto di una lotta tra la
ex-Cacciatrice e un vampiro. Non è minimamente paragonabile a nessuna delle
sensazioni da lei provate quando uccise lei stessa una di loro. Era come se
l’osservatore non provasse nulla per la sua protetta.
“Comincio a capire. Tu non sei come
loro.”
“Esatto. Hanno minacciato più volte di
togliermi l’incarico, ma fino ad adesso non hanno fatto niente di concreto. Se
succedesse non so come riuscirei a dirlo a Buffy.”
Sharin attacca la seconda busta di
sangue, cosa che non sfugge a Wes.
“Pensavo che mangiassi solo sangue vivo…”
“Oh lo faccio ed è anche più
soddisfacente di questa roba inscatolata, però sai, ogni tanto mi sveglio
durante il giorno con un languorino allo stomaco e quindi… tengo un po’ di
sangue in frigo perché non si sa mai. Come hai visto stasera mi è servito,
altrimenti a te sarebbe toccato a vedermi mangiare e per quanto io sia
affascinante e sexy in qualsiasi situazione, non credo che ti sarebbe piaciuto.
Vuoi ballare?”
Si alzano dal divano e Sharin prende Wes
per una mano e per un fianco, per poi stringerlo a se.
“Sei contento di quello che hai saputo di
me?” gli chiede.
“Diciamo di sì. Ci sono ancora cose di te
che vorrei capire, per esempio tutto questo.” Dice Wes facendo un gesto con la
mano che serviva a comprendere tutto quello che li circondava.
“Bhe, non ci vuole un genio: soldi,
agente immobiliare, casa.” Fa lei guardandolo maliziosa.
“Intendo dire, sei una vampira, di solito
dovreste stare in cripte umide, o non lo so, in posti simili. Invece tu stai in
una casa incredibile, con un computer portatile, un cellulare di nuova
generazione vestiti alla moda o comunque diversi dal solito.”
Lei sbuffa, come infastidita.
“Perché dovete sempre pensare per clichè?
Siamo vampiri e quindi dobbiamo pensare in maniera arretrata, facendo i grandi
signori ottocenteschi, che odiano i tempi nuovi, oppure il fatto che dobbiamo
sempre vestire con abiti di pelle. Bhe, si dà al caso che io sia nata a cavallo
dei due secoli e ho viaggiato per tutto il 900. Sono cresciuta a passo con i tempi.
Mi interessano le nuove tecnologia, amo il cinema, la musica rock degli anni 80
e 90 e adoro cucinare. Secondo te è strano?”
“Sì…non ho mai conosciuto un vampiro che
facesse cose del genere.”
“Punto uno: io e Spike non siamo vampiri
comuni. Deriviamo da una stirpe di pazzi scatenati, è ovvio che noi saremmo
cresciuti anticonformisti; punto secondo: quanti vampiri hai intervistato prima
di impalettarli? Dubito che Buffy faccia una chiacchierata in cui chiede le
loro abitudini, prima di ucciderli. È vero che di solito i classici vampiri che
bazzicano nei cimiteri sono di solito poco più delle bestie. Fanno schifo,
puzzano e non hanno un minimo di classe, ma io…non sono così.” Risponde lei
strusciandosi addosso al corpo dell’uomo.
“La sai una cosa Wes, hai un corpo
eccezionale.” Continua con voce più bassa e roca, tanto che Wes non riesce a
trattenere un brivido d’eccitazione. Gli tira via la giacca e poi il maglione,
incurante delle proteste di lui. Lo guarda con indosso solo una camicia
celeste, che richiama solo in parte i suoi occhi.
“Sharin, che cosa vuoi?” chiede lui
balbettando.
“Io avrei voglia di riprendere il
discorso da dove l’abbiamo lasciato al Bronze. Ti ricordi?” chiede lei
accarezzandogli il collo. Abbassa lo sguardo e capisce che anche lui ricorda
molto bene. “Ottimo!”
“Oh Dio…” mormora Wesley completamente
preso dalle sue carezze. Può fare una cosa del genere? Può lasciarsi andare
completamente con una creatura oscura come lei? L’ha appena vista bere sangue.
Eppure quella vampira lo avvolge, lo prende come non ha mai fatto nessuno
prima, neppure Buffy, a cui vuole bene come una sorella. Si rende conto che lei
lo sta trascinando verso qualcosa di più forte della sua vita, forse la propria
morte.
Stavolta a lui a prendere l’iniziativa,
stanco di essere usato come una bambola da lei, le prende la testa e la bacia
con passione. Non vuole pensare a nulla quella sera, gli interessa perdersi
completamente e magari non ritrovarsi più.
Sharin, invece, esulta dentro. Sapeva che
Wes aveva un grande potenziale e glielo sta dimostrando proprio ora,
lasciandosi andare a lei. Decide di non prevaricare Wesley con la sua forza,
partirebbe troppo avvantaggiata, e lo lascia fare.
Lui la prende e la porta verso il muro
più vicino poggiandola sopra, mentre lei si aggrappa a lui con le gambe. Wes le
apre la vestaglia con un gesto secco, rimanendo incantato a guardarle le forme,
poi fa quello che aveva immaginato prima, prendendole un capezzolo in bocca,
con Sharin che apre velocemente la cintura e gli abbassa i pantaloni.
Attraverso i boxer di cotone nero, sente la sua virilità già pronta, senza
esitare la tira fuori e la massaggia piano.
“Fermati…” geme lui. “Se vai avanti così
non credo di riuscire a resistere troppo.” Lei ridacchia e porta la mano di lui
verso il suo piacere bagnato e si fa toccare. Nota che Wes è inesperto, non
deve aver avuto molte donne prima di lei, ma ci mette molta passione nel suo
lavoro: gli prende la mano di nuovo e gli dà il giusto ritmo per farla
impazzire.
“Perfetto, tesoro, impari in fretta.”
Dice lei tra un gemito e l’altro. Quando capiscono che è il momento giusto, Wes
la prende inchiodandola al muro: si stupisce di quanto sembri calda, proprio
lei che è morta e dovrebbe essere gelida. Invece gli sembra di essere dentro ad
una piccola fornace umida ed eccitata.
Sharin lo bacia, mentre stanno
raggiungendo il culmine e Wesley si sente irrimediabilmente perso di lei.
Cap. 8
Sharin è sveglia. Sono a letto, dopo una
estenuante maratone tra tutte le stanze della casa. Fuori l’alba sta per
giungere e lei si sente diversa. Il demone scalcia dentro di lei per l’enorme
sensazione di pienezza che sente accanto a Wesley. Ormai lo guarda almeno da
un’ora, non si stanca di seguire quel suo dolce profilo, quella rada barba che
gli incornicia il mento e quel corpo così perfetto, nonostante sia solo il
corpo di un umano. È così strano, pensa, per decenni ha adorato Spike e adesso
ha paura di perdere Wes, che è così diverso dal suo Sire. Capisce che c’è
qualcosa che non va ed esce dal letto velocemente, ha deciso che andrà a
mangiare qualcosa di vivo.
È andata al parco, fiutando una flebile
scia di sangue. Ancora non lo sa, ma anche Spike sta per arrivare, guidato
dallo stesso odore. L’aroma dolciastro ormai è intossicante e lei ha quasi
paura di quello che potrebbe provare. È lì, sotto un cespuglio, un fagotto di
vestiti e carni dilaniati.
“Non è un bello spettacolo.” Lei sa che
lui è arrivato, non per l’odore, coperto dal sangue, bensì per il mistico
legame che li unisce.
“E non è stato un demone.” Analizza lei.
È una ragazza, molto giovane, non aveva
più di 14 anni, con una cascata di capelli castani ormai incrostati, che le
incorniciavano un volto piacente. Adesso è riversa in una pozza di fango, con i
pantaloni e la camicetta ridotti a brandelli, le mutandine lasciate lontane.
“È stata violentata.” Dice con molta
serietà, Spike. Sa che l’argomento ‘violenza sessuale’ è critico con Sharin.
“Sì, lo so.” Risponde lei con sguardo
fisso sulla giovane. Prova pietà per lei: Sharin ha ucciso centinaia di
persone, ma non ha mai infierito così, oltretutto lei ha il demone dentro si
se, è la sua sete che va a colmare. A volte ha quasi spavento della malvagità
umana. Trova la borsetta con la tracolla strappata, prende in mano un piccolo
portafoglio dei Peanuts un po’ scolorito, lo apre e vi trova pochi dollari. Non
li prende, sarebbe un ulteriore affronto a quel corpo martoriato, ma trova un
documento di identità. La piccola Jenny non potrà più camminare in quel parco.
“Andiamo via di qui, tesoro.” La esorta
Spike prendendola per le spalle, ma lei non lo segue.
“Dobbiamo fare ancora una cosa.” Prende
il cellulare da un tasca e compone tre numeri.
“Al parco c’è il corpo di una ragazza
uccisa. Fate qualcosa.” E chiude la trasmissione.
“Chi hai chiamato?”
“La polizia. Credo che i suoi meritino di
riavere la figlia, possibilmente senza essere mangiata da cani randagi o dai
ratti.” Lui la guarda senza sorpresa, se l’aspettava quella reazione da parte
sua.
“Non lo troveranno.”
“Infatti, lo faremo noi.” Sharin annusa
l’aria a fondo, poi scatta. Ha trovato la scia dell’odore del violentatore. È
ancora piuttosto forte, segno che se ne è andato da poco. I due vampiri
superano le vie scure fra i palazzi addormentati, ancora per poco, corrono
incuranti di ogni cosa, fino ad arrivare ad una bella casa poco lontano
dall’attico di Sharin, dove Wesley è ancora beatamente ignaro della barbarie
compiuta quella notte. Salgono gli scalini due a due, fino ad una porta rossa
con il numero
“Chi siete?” chiede lui.
“Nessuno di importante, vorremmo
scambiare due parole. Questa casa ci piace molto.” Risponde Sharin
pericolosamente calma.
“Potevate passare in un orario più
decente?”
“Ci scusi, ma dobbiamo partire a breve.
Possiamo entrare due minuti?” chiede sfoderando un sorriso, con Spike che si
pregusta quello che sarebbe successo di lì a poco. L’uomo si sposta incuriosito
da quella strana coppia.
“Entrate.”
Come dice quella parola magica, Sharin si
fionda a prendergli il collo con la mano e lo trascina fino al muro.
“Che cazzo volete?” bofonchia il tizio
ormai paonazzo.
“Mi sembra ovvio a questo punto. Sono qui
per ucciderti, un po’ come tu hai fatto con Jenny.” Ringhia lei e Spike chiude
la porta a chiave per poi sedersi sul divano a godersi lo spettacolo.
“Voi non avete nessuna prova.”
“A me non servono prove. Io so che l’hai
ammazzata, sento il suo odore su di te. E sai perché?” tramuta il volto in
quello della caccia. “Lo so perché io sono più cattiva di te, verme.” Gli molla
un pugno in pieno stomaco che lo fa piegare in due. “Ma a differenza di lei, tu
saprai chi ti mangerà. Io sono Sharin, lui è Spike. Io sono la tua morte.” E lo
scaraventa sul tavolino di vetro, frantumandolo.
Ormai negli occhi dell’uomo si leggeva
chiaramente una paura fottuta.
“Vi prego… non fatemi del male, posso
pagarvi.” Una risata agghiacciante riempie la stanza.
“La tua unica moneta di scambio è il
sangue e ti assicuro che pagherai salato!” e lo morde ad una spalla e lui urla
per il dolore. Il morso è violento e fatto con voluta ferocia. “Il tuo sangue
sa di paura, è addirittura intossicante. E la paura di Jenny? L’hai sentita?”
dice Sharin sbattendolo nuovamente sul muro e l’uomo, assassino e stupratore di
ragazzine ricercato in cinque stato d’America, si mette a piangere, capendo che
la sua vita terminava quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno.
Poche ore più tardi, una pattuglia di
poliziotti, allertati da una telefonata anonima, fa irruenza nell’appartamento,
rimanendo scioccati. I mobili sono sfasciati, la cassaforte a muro vuota e un
corpo sanguinante è inchiodato al muro mediante degli arpioni di rotaie, dolce
regalo di Spike alla sua amata childe. È completamente nudo, ricoperto di tagli
ovunque, tagli non troppo profondi, ma fatti con maestria per dare dolore. È
morto dissanguato. Il membro è stato tagliato e gettato ai piedi e l’ano
riempito con un ortaggio trovato in cucina, gli occhi cavati, la bocca tenuta
aperta con un grezzo morso fatto con un piccolo matterello, uno di quelli per
bambini, e un elastico. Una parte dello scalpo è stato staccato, un po’ come
facevano gli indiani americani. Qualche agente si sente salire in gola un
conato di vomito.
Davanti a quell’ammasso di carne, una
carta di identità che recita il nome di Jenny Hopkins, 14 anni, violentata ed
uccisa in un parco. Giustizia è stata fatta, da due creature senza anima.
“Ti sei sfogata?” chiede Spike, seduto
sul suo sarcofago.
“Abbastanza.” Risponde laconica Sharin.
“Però, scommetto che il tuo turbamento
non è legato solo a quel tizio, ma che ha anche a che fare con l’osservatore.
Hai il suo odore addosso.”
Sharin alzo lo sguardo su di lui e Spike
si chiede da quando ha gli occhi così confusi, prima non li aveva notati. “Te
lo sei scopato, questo è ovvio e poi?” chiede accendendosi una sigaretta.
“E poi… e poi sai cosa? Abbiamo parlato!
Lui sa il mio nome, io gliel’ho detto, capisci? E io detesto il mio nome! Lui
riesce a farmi uscire le cose più incredibili. Mi ha raccontato di Londra, di
quando era piccolo e io gli ho spiegato che significa essere un vampiro.”
Gesticola con le mani, cosa che fa solo quando è nervosa. Spike crede di capire
che cosa le sta succedendo, in fonda sta capitando anche a lui con Buffy.
“Ti stai innamorando, è chiaro.” Sharin
strabuzza gli occhi.
“No! Io no…” poi ci pensa “io…forse mi
sto innamorando. Ma Porca!” Spike ride divertito.
“Ti è entrato dentro proprio alla
grande.”
“Sì! E se penso che lui è un umano, anzi,
peggio, un osservatore! Lavora per il Consiglio, sono i nostri nemici
naturali.” Sospira anche se non ne ha bisogno. “Smettiamola con sti discorsi e
dimmi come va con
“È forte, testarda ed eccitante. Ama
giocare con la morte e sento che la desidera. Sai che è già morta una volta? Il
tuo amico l’ha riportata indietro per il rotto della cuffia. Sarà mia molto
presto.”
Sharin lo osserva. Nota che i suoi occhi
azzurri sono solcati da pagliuzze dorate e ancora una volta si sorprende di
quanto il suo Sire sia affascinante: la camicia blu elettrico riprende il
colore delle sue iridi, i jeans neri gli fasciano le gambe toniche e quello
spolverino, trofeo di guerra della seconda Cacciatrice da lui uccisa, è ciò che
lei ama di più, così morbido, così nero, così degno di una creatura oscura come
lui.
“Vuoi portarla nella notte?” Gli chiede.
“Lei è già parte integrante della notte,
non devo fare molto per convincerla. Comunque sì, è quello che voglio.”
“Quindi resterò sola.” Spike si blocca
per guardarla meglio: la vampira le sembra triste. Va da lei e la abbraccia,
vuole farle capire che lui c’è.
“Perché dici questo?”
“Bhe, lei diventerà la tua childe, io a
che ti servirò?” Spike le prende il volto e la bacia: assapora il suo sapore,
mescolato a quello del sangue dello stupratore e all’odore di Wes, poi si
stacca.
“Lei potrà diventare la mia nuova childe,
ma tu rimani sempre la mia Sharin. Non ti abbandonerò mai e lo sai.” Lei
sorride dolcemente. Per quanto possa piacerle, o amare, Wesley, non potrà mai
far a meno di venerare Spike e non solo perché è il suo sire, ma anche perché è
un uomo favoloso.
“Io è meglio che vada ora. Vorrei fare un
sonnellino prima della caccia.”
“Ma è giorno, non vorrai diventare cenere
prima del tempo, vero?” Sharin lo ignora, apre la porta e tutto si spiega.
“Piove, amore. Non ci sono problemi.” E
così dicendo sparisce nell’acqua scrosciante.
È seduta davanti alla porta dell’ufficio
del preside. È stata mandata li per aver picchiato un ragazzo che la stava
molestando. Non che a lei interessi, la sua vita comincia di notte, di giorno è
un’altra Buffy quella va a scuola. Si alza ed entra, non si siede di fronte a
Snyder, lui non l’ha invitata a farlo.
“Signorina Summers, lei è nei guai.” Le
dice compiaciuto e lei vorrebbe spaccargli qualcosa, ma si trattiene. “Ha rotto
il naso a Peter Parker, che ora è in infermeria spaventato. Che ha da dire?”
Buffy lo guarda sprezzante, lo odia.
“Mi molestava.”
“Ah, la molestava. Vuole mandare
all’ospedale tutti i ragazzi che le parlano?”
“Se è necessario perché mi lascino in
pace, sì.” Non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da quel borioso
e inutile uomo. Snayder si alza di scatto smettendo di sorridere.
“Summers, vuole che la espella?”
“Non credo che la decisione dipende da
me.”
Si sfidano con gli occhi, è lui a
distogliere lo sguardo per primo e Buffy pensa che questa è una vittoria, poi
lui prende un foglio dalla scrivania e glielo porge.
“Non è ancora espulsa, però la sospendo
per tutta la settimana. Non si faccia vedere qui per i prossimi sette giorni. A
lunedì.”
Buffy prende il foglio che le viene dato.
Ripete solo quello che le ha detto Snyder. Esce senza nemmeno salutare, va in
classe, prende la sua borsa e se ne va, con tutti i suoi compagni che la
fissano ridacchiando. A lei non importa della scuola, anzi questa la trova una
fortuna, potrà dare il meglio nella ronda notturna.
Piove quel lunedì e lei non ha
l’ombrello. Si mette a correre incurante dell’acqua che la inzuppa. Pensa che
sono tre notti che non vede Spike e le manca, ma non può ammettere che vuole
vederlo o che quel bacio le è entrato dentro. Niente a che vedere con qualsiasi
cosa abbia provato prima. ‘Chissà come sarebbe fare l’amore con lui.’ pensa e
un flash di loro due nudi nella cripta le passa per la mente, facendola
arrossire. Si scrolla quei pensieri e si dirige decisa da Wesley.
Lo trova ovviamente al negozio. Resta
sorpresa nel vederlo: barba sfatta, strano, per lui sempre così puntiglioso,
vestiti leggermente spiegazzati, niente occhiali e un’aria di vero uomo che non
aveva mai avuto prima. È come se fosse cambiato in una notte.
“Ciao Wes.”
“Buffy? Che ci fai qui? Non dovresti
essere a scuola?” chiede lui.
“Già dovrei, ma Snyder non è della stessa
opinione tua. Ecco…” gli dà il foglio e si siede sul suo sgabello personale.
“…firma.”
“Sei stata sospesa? Che diavolo hai
combinato?” urla lui.
“Non è colpa mia. Quell’idiota di Parker
mi ha rotto le palle: mi ha preso il culo con due mani e lo palpava. Lo
lasciavo fare? Ora sono sicuro non ci proverà più.” Wes si sfrega gli occhi
arrossati per la mancanza di sonno. Sharin non lo ha fatto dormire molto, non
che a lui dispiaccia, è chiaro, ma quella mattina doveva comunque lavorare. Per
fortuna che il pomeriggio era turno di chiusura, ne avrebbe approfittato per
fare un pisolino.
“Gli hai dato uno schiaffo?”
“No, un pugno, diretto sul naso, solo che
la forza della Cacciatrice è un po’ troppa per lui. Pensa se gli mollassi i
colpi che do all’ossigenato!”
“L’ossi… ah, Spike. Come va con lui, a
proposito? Mantiene la sua promessa.” Lei arrossisce un po’, non ha ancora
detto a Wesley del suo bacio.
“Sì. Combattiamo e basta, mi dà consigli
veramente utili, mosse che il Consiglio non saprebbe darmi, però…” e adesso
come glielo dice?
“Però?” la esorta lui.
“Cisiamobaciati!” dice tutto ad un fiato
con Wesley che la guarda sorridendo. “Bhe, non mi dici nulla?” lui sospira.
“Sarebbe come minimo ipocrita che io ti
dica qualcosa, visto che ho fatto ben di peggio.”
“Peggio? Wes, non dirmi quello che…” lei
lo guarda quasi inorridita. Chi è quel ragazzo?
“Buffy, a parte che qui sono io il maggiorenne,
ma tralasciando, lei mi piaceva, è stata una notte spettacolare e poi lei se ne
è andata. Evidentemente non sono stato un gran che per lei.” Risponde facendo
spallucce. Finge, non aver trovato Sharin gli ha fatto male da morire.
“Forse se ne è andata per questo.” Dice
Buffy lanciandogli il giornale. In prima pagina c’è un articolo a lettere
giganti sui fatti del parco e del ritrovamento del corpo dell’assassino con la
carta d’identità della vittima. I chiodi e la grande quantità di sangue, secondo
Buffy è come una firma dei loro due vampiri preferiti.
“Ha ucciso.”
“Come fa ogni notte, Wesley. Ma qui ha
anche giustiziato un assassino. Non la impaletterò per questo, quando la vedrò.
Al massimo posso ucciderla per averti portato nel mondo oscuro.”
“Non mi ha portato da nessuna parte,
Buffy. Sono io che ho scelto di seguirla e ammetto con enorme piacere
personale. Un po’ di the?” le chiede porgendole una tazza colma di liquido
ambrato.
“No, grazie, non è la mia bevanda
preferita.” Si stiracchia un attimo “Siamo andati a prenderci una bella coppia,
vero Wes?” chiede Buffy con un sorrisino malizioso stampato in faccia.
“Già, proprio una bella gatta da pelare.”
Ma si sa, le cose non sempre vanno per il
verso giusto. In quel momento entra in negozio il postino di Sunnydale.
“Buongiorno, Mister Price, abbiamo posta
per lei.”
“Le solite bollette, signor Chattery?” il
rubicondo personaggio si fa una grassa risata.
“No, oggi arriva una lettera dalla
Madrepatria.” Sventola una busta bianca, anonima, con il timbro di Londra e il
francobollo che ritrae sua Maestà la regina Elisabetta. Non un mittente, non un
segno di riconoscimento.
“Grazie.” Risponde Wesley guardando
curioso la lettera. Chattery se ne va fischiettando e Wes apre la busta.
Lentamente legge le parole scritte da una vecchia Olivetti italiana, come
quella che si trova nell’ufficio del padre nel palazzo del Consiglio. Ogni riga
che passa, il suo volto si corruccia di più, le mani iniziano a tremare e una
rabbia cieca prende possesso di tutto il suo essere.
“Wesley, che succede?” Lui non parla, non
dice una parola, sa che si metterebbe ad urlare contro Buffy che non c’entra
nulla, le passa il foglio. Buffy legge a voce alta.
“Wesley Wyndham-Price, con queste parole
Lei viene destituito dal suo ruolo di Osservatore della Cacciatrice,
momentaneamente identificata come Elisabeth Anne Summers. L’incapacità di
suddetta ragazza ad uccidere il Maestro, vampiro capo di Sunnydale, ci ha fatto
capire che Lei non è riuscito ad allenarla nella migliore delle maniere. A
giorni arriverà il suo sostituto, a cui Lei darà i resoconti della caccia e
delle attività demoniache, fino a quel giorno lei resterà l’Osservatore della
Cacciatrice. Quando avverrà il cambio, Lei è richiamato nel Regno Unito.
Distinti saluti Roger Wyndham-Price.” Ad ogni parola gli occhi di Buffy si
inumidiscono di più, fino a rompere la diga delle palpebre, lasciando una scia
umida sulle guance.
“Non possono farti andare via. Io non
posso stare senza di te.” Urla Buffy disperata.
“Potrò non essere il tuo Osservatore, ma
non andrò via da qui.” È triste, ma su quest’ultima parte sa che non
transigerà.
Buffy continua a piangere e incapace di
restare chiusa li dentro, prende la borsa e corre fuori, veloce come il vento,
completamente incurante della pioggia che cade in maniera ancora più forte
rispetto a prima.
Wesley, invece, decide che quello è il
momento migliore per chiudere in negozio. Si butta nel retro aprendo una
bottiglia di Scotch intatta. La alza per un brindisi solitario.
“Salute, Papà.”
Cap. 9
La porta della cripta si apre in maniera violenta, fa così rumore che Spike si
sveglia di soprassalto ed è sul letto del piano di sotto. Si mette addosso un
paio di jeans e basta, sale le scale e si trova davanti ad un pulcino bagnato
che porta il nome di Buffy. Gli sembra di vedere una bambina di dieci anni, i
capelli che ricadono a cordicelle, i vestiti che le si incollano al corpo e gli
occhi gonfi, arrossati, di sicuro non a causa della pioggia.
“Passerotto, che bella sorpresa. Che ci
fai qui?”
Buffy piange, è dal negozio che non
riesce smettere, deve però ammettere che vedere Spike a torso nudo è un gran
bel spettacolo.
“Io devo uccidere il Maestro, stanotte!”
gli urla, lasciando spruzzi d’acqua ovunque.
“Non sei ancora pronta, Raggio di sole. Non
ce la farai mai a uccidere il Maestro e tutti i suoi childe da sola. Neppure tu
puoi.”
“Non mi frega niente. Meglio morire a
questo punto.” Spike si sorprende: è la prima volta che la trova così
disperata. Durante i suoi allenamenti lei è determinata, concentrata, disposta
a tutto per imparare. Ora, invece, è diverso, lei ha qualcosa di più di una
semplice determinazione.
“Che ti è successo?”
Buffy si muove, leggermente a papera, i
vestiti e le scarpe bagnate la ingombrano nei movimenti. Non riesce a rispondere
a Spike, le parole le si bloccano in gola e si rimette a piangere, quietamente.
“Ok, piccola, facciamo così… ti vado a
prendere un asciugamano di sotto, ti tiri via quei vestiti bagnati e ti
riscaldi un po’.”
Spike scende e ritorna con un grande
asciugamano blu. Buffy è ancora vestita, non si è mossa dalla sua posizione, la
porta della cripta aperta lascia entrare la pioggia. Spike la chiude e poi va
da lei che fissa un punto indistinto del muro bianco.
“Vuoi che ti aiuti?” lei annuisce piano.
Lui prende a spogliarla. Le tira via la
giacca gettandola sul sarcofago, seguita a ruota dal maglioncino e poi dai
jeans. È rimasta in biancheria nera, incurante di essere davanti ad un vampiro
che la guarda lussurioso, eppure non le importa, sa che lui non le farà nulla.
La circonda con l’enorme asciugamano, prendendo a frizionare bene la pelle per
asciugarla.
“Ecco fatto, passerotto. Adesso stendiamo
questi abiti bagnati e scendiamo giù. Ho una stufetta che si porta dietro
Sharin, magari ti aiuta a riscaldarti.”
Scendono nella parte bassa della cripta e
lei si siede sul letto sfatto con le lenzuola nere di seta. Spike cerca tra i
suoi mille scatoloni fino a quando non tira fuori una stufa da bagno, di quelle
portatili.
“Sai, Sharin ama il caldo, specie quando
si fa il bagno. Adesso la accendo. Ho dovuto sborsare un sacco di soldi per
portare qui la corrente, fruttiamola, ti pare?” Ma lei non dice nulla continua
a stare seduta stringendo l’asciugamano a se. Piano piano l’aria calda comincia
a girare per la stanza.
“Vogliono mandare via Wesley.” Dice tutto
un tratto Buffy e Spike capisce il perché si trova in quello stato.
“Mi spiace, amore.”
“Ma io non lo permetterò. Per questo devo
uccidere il Maestro!”
“Ti ho già detto che da sola non ce la
farai. Però potrei aiutarti io. Non ho mai sopportato il vecchio.” Il volto di
Buffy si riaccende di speranza. “E potrebbe aiutarci anche Sharin.” Al
pronunciamento del nome della childe, lei si rabbuia.
“Perché vuoi anche lei? Non bastiamo solo
noi due?” Spike sorride compiaciuto.
“Sei gelosa, passerotto?” Lei lo guarda
fisso. Era gelosa? Probabilmente lo sono, pensa. L’idea di quella succhiasangue
avvinghiata a Spike la fa ribollire di rabbia.
“Sì, lo sono!” Lui si siede accanto a
lei, sul letto, e le accarezza il volto.
“Tesoro, se vuoi polverizzare il Maestro
avrai bisogno di tutto l’aiuto possibile e per quanto Sharin possa essere
snervante e seccante, sa combattere, è molto forte ed è questo che serve a noi.
Poi non ti devi preoccupare, avremo la nostra intimità.” Dice lui con voce roca
e volutamente seducente e lei rabbrividisce pensando a quello che lui vorrebbe
fare insieme. Poi, come colta da una rivelazione, si ricorda che lui l’ha
spogliata e che adesso è mezza nuda su un letto con lui. Il passo è breve per
arrossire violentemente.
“Mi dici perché sei venuta qui?” chiede
Spike gentilmente. Non gli è sfuggito l’imbarazzo della ragazza e ha deciso di
farla crollare.
“A parte Wes non ho nessuno in questa
maledetta città. Gli unici amici che avevo sono diventati vampiri.” Sospira
“Non potevo stare in negozio a piangere davanti a lui, sono dovuta scappare
via. La cosa veramente triste è che mi sento a mio agio solo qui, in cimitero.”
Esclama lei.
“E io che speravo tu stessi bene qui
perché ci sono io.”
“Anche. Con te sto benissimo e già questa
è una anomalia, tu sei un vampiro, ma…”
“Ma?” la esorta Spike.
“…ma ho anche paura di te.” Ecco, gli ha
detto ciò che prova e lui non sembra particolarmente sorpreso.
“Paura di cosa?”
“Tu mi confondi. Sei un vampiro eppure mi
aiuti, a me, che sono la tua naturale nemica. Prima dici di volermi uccidere e
poi…mi baci.” Conclude in un soffio.
“È stato un bel bacio, no?” chiede Spike
con un sorriso.
“È stato splendido! Ed è anche per questo
che ho paura. Io sono la cacciatrice, non posso andare in giro ad innamorarmi
di un vampiro!” Adesso sì che lui è sorpreso.
“Sei innamorata di me?”
“No! O sì, ma non importa. Io non posso
permettermelo. Eppure sono qui, perché non riesco a smettere di pensare a te,
alle tue parole sulla morte e sull’oscurità. Sono attirata da te come una
falena alla luce! E questo mi spaventa da morire, perché ho paura che una
Cacciatrice sia più vicina ai demoni che combatte, piuttosto che all’umanità
che protegge.” Esclama alzandosi.
Spike è sbalordito, non si aspettava una
confessione così di slancio.
“Passerotto, è normale che tu voglia
capire la tua natura oscura, non c’è nulla di cui preoccuparsi.”
“Invece c’è! Io non posso.” Dice Buffy
scandendo ogni parola. Spike si alza e la prende per la vita con fermezza, poi la
porta verso di se.
“Il problema, mio oscuro raggio di sole,
non è potere, è volere.” Le toglie l’asciugamano facendola rimanere in
biancheria. “Tu lo vuoi, amore?”
Buffy sente il torace freddo di Spike su
di se e si scioglie piano. Lo vuole? Il suo cuore le urla come un forsennato di
buttarsi, ma una piccola parte razionale del suo cervello dice di no, che non
deve cedere alle tenebre.
Spike intuisce la sua indecisione e
prende ad accarezzarle le braccia per poi scendere sui fianchi. Ondate di
brividi percorrono il corpo della ragazza, come può tirarsi indietro proprio
adesso? Non è corsa da lui sperando che qualcosa succedesse? Non sono notti che
sogna di sentire su di se quelle labbra gelide e quella lingua guizzante nella
sua bocca?
“Lo vuoi, Buffy?” le chiede sussurrandole
all’orecchio. Lei annega nel suo sguardo e, come un assetato accetta l’acqua,
lei accetta l’invito.
“Sì, lo voglio.” E così si perde.
Spike non se lo fa ripetere due volte.
Gli ci vuole un niente per toglierle il reggiseno. Fra le dita gli scivolano i
capezzoli già induriti dal freddo e prende a torcerglieli. Buffy geme per il
piacere e per il dolore che quelle due mani le stanno danno. La stende piano
sul letto, accarezzandola dolcemente ovunque riesca ad arrivare. Si è accorto
che nonostante la sua voglia, Buffy è intimorita e crede di sapere il perché.
“Cercherò di non farti troppo male,
amore.” La rassicura e lei annuisce
piano. Riesce anche a sciogliere la tensione che aveva accumulato.
Le loro labbra si incontrano
delicatamente, per poi iniziare una leggera battaglia fra le loro lingue. Buffy
capisce che questo è il passo che le cambierà la vita, nulla sarà come prima
quando uscirà da quella cripta.
Sente le mani del vampiro scendere verso
le cosce: istintivamente si irrigidisce, ma si tranquillizza dopo che lui
prende a baciarle i seni. Si sente imbarazzata, lei, non sa bene cosa deve
fare, anche perché Spike con la sua bocca e le sue mani, non le permette di
capire niente al di fuori del suo piacere. Lui si stacca e Buffy ci resta male,
per poi ricredersi un istante dopo, quando sente la lingua ruvida immergersi
nella sua intimità, strappandole un grido soffocato. Lei pensa che questo sia
il Paradiso, perché nulla può essere così dolce.
Per Spike quello non è il paradiso, ma poco
ci manca: il suo sesso sa di pulito ed innocenza e questo li infiamma ancora di
più. Si toglie i jeans in velocità per poterla sentire completamente sotto di
lui. È meravigliosa, gli occhi chiusi, il volto arrossato e le labbra socchiuse
dal piacere. Spike crede che raramente abbia visto spettacolo più dolce, sexy e
irresistibile. Non ce la fa più, deve possederla. Le apre ancora un po’ le
gambe e posiziona il suo membro duro all’entrata della piccola fessura di lei.
“Questo potrebbe farti male, tesoro.”
“Lo so.” Risponde Buffy a bassa voce. Lui
le sorride dolcemente e si immerge in lei. La trova stretta e bagnata, poi
rompe la femminile barriera e si ferma per vedere la reazione di lei.
Buffy prova dolore. L’intrusione di Spike
le fa lacrimare gli occhi, ma cerca in tutte le maniere di non urlare o gemere
e per farlo si morsica il labbro inferiore con forza, tanto da sanguinare.
Spike si inebria: quella stilla rossa sulla sua bocca è terribilmente invitante
e non vuole perdere questa possibilità. Si avventa su di lei, baciandola con
passione. Sente il sangue: forte, potente, eccitante. Il potere della
Cacciatrice è intossicante, dentro di lei c’è un oscurità che lo fa esultare. È
perfetta per lui e per il suo progetto.
Buffy sente scemare il dolore, anzi, una
sorta di profondo piacere sta venendo alla luce, coadiuvato dal languore dovuto
alla leggera bevuta di Spike. Si domanda cosa proverebbe con un vero morso. Sta
bene ora e si muove leggermente: il suo corpo, inconsciamente, cerca di avere
più piacere.
Spike comincia a muoversi a ritmo
costante, ormai sa che Buffy non prova più dolore e allora vuole portarla
all’estasi. Per farla aderire meglio a se, le passa un braccio dietro la
schiena e la tira su, così facendo può accogliere il seno destro nella sua bocca.
A questo punto Buffy non resiste e urla: per lei, così inesperta, quella doppia
stimolazione è troppo. Il membro di Spike colpisce un punto preciso, che
esplode ogni volta che viene toccato e il capezzolo è ormai un fascio nudo di
nervi eccitati. Sente qualcosa di potente nascerle nel ventre, qualcosa che
neppure quando si tocca da sola nella sua stanza, ha mai provato, ne ha quasi
timore.
Poi tutto accade.
L’orgasmo si scatena in lei, percepisce i
muscoli vaginali stringersi attorno al pene ancora duro di lui; un grido le si
blocca in gola, i seni le bruciano e nella mente il vuoto, solo piacere.
Poco dopo sente qualcosa di freddo
colpirla dentro, guarda Spike e capisce che anche lui ha appena goduto.
Spike esce lentamente da lei,
rimpiangendolo nell’immediato. Ha trovato la sua collocazione ideale e gli
scoccia abbandonarla, ma vuole vedere in che stato si trova lei. Gote
arrossate, occhi lucidi, labbra gonfie e capelli in disordine: in breve,
stupenda.
La bacia languidamente sul collo e poi
sulle guance, aspettando che il respiro di lei si regolarizzi. Nota un piccolo
rivolo rosso di sangue fra le gambe: due Cacciatrici uccise, la terza
posseduta. Esulta dentro.
“Spike, hai un fazzoletto?” chiede Buffy
quando si è ripresa. Si sente bene, non è cambiata così tanto come pensava: ha
ancora paura della dipartita di Wesley, di morire per mano del Maestro o di
innamorarsi di Spike. Già, niente è cambiato.
“Certo. Aspetta, c’è qualcosa di meglio.”
Le prende una mano per farla alzare.
Annusa ancora il suo sangue, ricordando che cosa ha provato a berlo
direttamente dalla sua bocca. A piedi nudi camminano vero una piccola tenda,
che rivela una doccia.
“Ti sei fatto mettere una doccia dentro
ad una cripta?” chiede Buffy sorpresa.
“Mi piace lavarmi ed essere perfetto in
tutte le occasioni.” Gira un paio di manopole e uno scroscio d’acqua scende.
Quando la temperatura è ok, Spike spinge Buffy sotto il telefono.
“Uhmmm, ci voleva veramente tanto!” dice
lei mentre i rivoli d’acqua scendono sulle sue carni. Spike prende in mano un
po’ di bagnoschiuma e poi prende a lavarla, mentre lei rabbrividisce. Solo
adesso, che sente di nuovo le sua mani sopra di lei, capisce fino in fondo
quello che ha fatto e si sente veramente donna. Prende ad osservare il suo
vampiro- ‘il mio vampiro? Già a questo punto sono?’- mentre lui insinua la mano
fra le cosce per lavarle via i residui di sangue e sperma. È proprio legata
alla notte, lo capisce anche lei adesso.
“Mi vuoi mordere?” domanda lei a
bruciapelo e lui sorride diabolicamente.
“Oh, sì, ma non oggi. Sai, il tuo sangue
è buonissimo, degno di una Grande Cacciatrice, ma voglio berlo quando non saprà
così tanto di innocenza. Sei ancora troppo pura.” Lei annuisce.
“Cosa facciamo con il Maestro?” per quanto
presa da Spike, ha ancora in mente il suo proposito di salvare Wesley.
“Dopo chiamo Sharin e le chiedo che vuole
partecipare. Questa notte andremo a fare un sopralluogo, in modo da studiare
qualche abitudine dei childe. E tra due, tre giorni, attaccheremo, magari di
giorno, così saranno tutti intontiti. Vedremo…”
“Va bene, mi sembra un buon programma.”
Gli mette le mani intorno al collo, insinuando le dita tra i capelli bagnati.
“Che ne dici se comincio a togliermi di dosso un po’ di innocenza?” gli chiede
e lui alza il sopracciglio sinistro incuriosita. “Chiudi gli occhi.” Gli ordina
e lui, esegue, sa che non deve preoccuparsi. Quando sente la lingua di lei che
gli accarezza il membro, capisce che Buffy è ormai completamente sua.
Sharin osserva la pioggia scrosciante.
Ancora ripensa alla notte d’amore con Wesley, perché lo sa, quello che hanno
fatto assieme non era sesso, era qualcosa di più. Le piace molto e non solo per
la sfida di portarlo dalla sua parte. Sedurlo è stato facile, è un uomo e a loro
basta veramente poco, ma farlo innamorare di lei? Questo è più difficile, non
lo conosce abbastanza per poter capire se i suoi metodi stanno funzionando.
Lui tornerà da lei? Oppure deciderà di
abbandonarla. Non lo sa. Prende dalla dispensa un pacco di biscotti e continua
a guardare la pioggia. La città è completamente coperta da una cappa di
grigiore, non sembra quasi
Si riprende immediatamente vedendo
apparire tra l’acqua una figura vestita completamente in nero e sorride felice.
Suona il campanello e lei apre la porta seducente. Quell’uomo è sempre
splendido, in qualsiasi situazione.
“Ciao, Wesley.”
Cap. 10
“Sei completamente ubriaco.” Constata
Sharin guardando Wesley mentre entra caracollante in casa.
“Sì, fatto come non mai! Il bravo Wesley
Wyndham-Price si è sbronzato e sta da cani!” risponde lui sguaiato e lei lo
guarda critica. Poi Wes si butta sul divano, incapace di stare ancora in piedi.
“Se devi vomitare, puoi dirmelo prima?
Sai, odio pulire.” Sharin va in cucina a preparare una moka di caffè forte, gli
servirà parecchio. Lo osserva attentamente: ha i vestiti della sera precedente,
completamente spiegazzati, la barba lunga e gli occhi arrossati. Immagina che
abbia pianto. Quando il caffè è pronto, glielo porta su un vassoio, per
aspettare che si raffreddi.
“Allora, tesoro, mi dici che ti è
successo per ridurti in questo stato? Non stai dando il meglio di te così.”
Wesley tira fuori dalla giacca un foglio.
“Io sono un fallito, vero?” chiede ad una
Sharin sorpresa.
“No, perché dovresti esserlo?”
“Tu te ne sei andata via da me, senza
neppure dirmi niente. Ti sei divertita e hai capito che non sono bravo a
scopare, vero?”
“Non è proprio così, in realtà. È un
discorso un po’ più lungo.”
“Non è vero. Io sono un fallito, io non
valgo nulla. Né per te, né per gli altri.” Sharin prende quel benedetto foglio
dalle sue mani e lo legge. Quando ha finito, fa un sospiro profondo, adesso ha
capito tutto.
“Wesley, amore, tu vali cento volte più
di questi tizi che non sanno nulla. Avanti, tirati su.”
“Mi vogliono mandare via. E cosa farà
Buffy?” chiese con due lacrime che scivolarono giù sulle gote già arrossate
dall’alcol.
“Posso sempre mangiare il nuovo
Osservatore. Non ho problemi.” Wesley si mette a ridere, nel mezzo della sua
tristezza, quella semplice frase lo ha fatto felice.
“È la cosa più dolce che tu mi abbia mai
detto.”
Lei fa una smorfia, ma poi sorride. Nel
pacchetto vampiro, la dolcezza è relativa. Lei non stava scherzando con la sua
offerta, ma forse è meglio lasciarglielo credere.
“Sono un Osservatore pessimo. La mia
Cacciatrice è morta una volta, non ha ucciso il Maestro e adesso se la fa con
uno dei vampiri più sanguinari del secolo, senza offesa Sharin.”
“Figurati, sono perfettamente consapevole
di cosa sono io e di cosa è Spike. Vai avanti.” Lo esorta lei.
“Che c’è da dire, non valgo niente. Leggi
questa lettera… si capisce subito.”
Sharin scuote la testa nauseata da quello
che ha letto. È incredibile il freddo che traspare da quelle righe, neppure
lei, con tanto di demone, ci sarebbe riuscita meglio. Almeno la passione lei ce
la metteva.
“Senti, tuo padre è uno stronzo. Guarda qua,
una lettera indirizzata al proprio figlio e ti dà del Lei, come se tu non fossi
niente.”
“Perché io non sono niente!” urla lui
rovesciando il caffè sul tavolino. “Oh, scusa… non volevo, adesso pulisco.”
Cerca di alzarsi dal divano, ma un giramento di testa lo fa ripiombare giù.
“Stai tranquillo lì, altrimenti mi
distruggi casa.”
“Vedi… non riesco neppure a fare qualche
pulizia. Figurati essere un bravo Osservatore.” Sharin pulisce il tavolo
imprecando per il tappeto che dovrà portare in tintoria, ma capisce che quella
sera ci sono cose più importanti su cui discutere. Raccoglie la pezza per
pulire e i pensieri, poi parla schietta.
“Tu sei migliore di loro, di tutti loro.
In cent’anni di vita ho visto molti Osservatori e nessuno si può paragonare
minimamente a te. Tu combatti, tu… ci metti anima e corpo nel tuo lavoro, passi
le notti con lei a fare la ronda. Ma tu pensi che il coglione che prenderà il
tuo posto farà lo stesso? No, Wes, perché tu ami Buffy, le vuoi bene, lui no,
neppure la conosce. Sei meglio di loro, credimi.” Cerca di consolarlo lei.
Lui la guarda con occhi sbarrati, senza
riuscire a credere che quella ragazza che le parla in maniera così dolce, è un
demone.
“Dici?”
“Dico! E sai che dico anche? Bere da te
deve essere una esperienza favolosa, terribilmente passionale. Tuo padre non
capisce un cazzo!”
Gli prepara un secondo caffè, mentre lui
si riposa sul divano. Sta tornando leggermente lucido: si ricorda che Buffy è
corsa via dal suo negozio, che ha stappato la bottiglia si scotch e che se l’è
scolata tutta. Cavoli, il mal di testa era d’obbligo.
“Forse è meglio se io me ne vado a casa.”
Dice tutto ad un tratto Wesley.
“In quelle condizioni? È più facile che
tu venga preso sotto. Resta qui, il letto è grande e comodo, lo dovresti sapere
anche tu. Toh, tieni.” Gli passa la seconda tazzina di caffè e aspetta che beva
tutto il fragrante liquido nero. Non vuole che se ne vada, si sente una
ragazzina con lui vicino.
“Grazie.”
“E di che?”
“Di tenermi qui anche in questo stato, di
avermi ascoltato e… non so, di essere così poco demone!”
Lei ride di gusto.
“Mi vuoi insultare? Guarda che io sono
una cattiva bambina. Hai visto che cosa ho fatto ieri notte?” lui si rabbuia un
attimo al ricordo di quello che ha combinato. “Non guardarmi così, se lo meritava
quel bastardo.”
“Non ne sono così sicuro.” Borbotta lui,
mentre un dolore lancinante gli trapana il cervello. Un lampo dorato di furia
omicida passa negli occhi di Sharin.
“Non ne sei sicuro? Lo sai che ha fatto?
Ha violentato una ragazza di quattordici anni, l’ha picchiata a morte e poi
l’ha accoltellata. E solo qui a Sunnydale. Sai, bevendo il sangue di una
persona, si vede quello che ha fatto, qualche flash della vita della vittima, e
io ho visto… so che ne ha uccise altre, nella stessa maniera. E mi dici che non
se lo meritava. Pfiu, ho ucciso per molto meno.”
Lui deglutisce forte e decide che è
meglio lasciare perdere quel discorso.
“Posso dormire qui?” le chiede
implorante. Tra le poche ore passate a dormire la sera prima e la sbronza, è
distrutto. Non ha il fisico per fare delle bravate simili.
“Certo, ma credo che prima un bagno ti
farebbe bene, che ne dici?” Chiede Sharin e lui impallidisce. Un bagno? Oh,
Dio.
“Eh… non so… non vorrei creare disturbo.”
Cerca di svincolare lui elegantemente e lei ride.
“Figurati. Vado a prepararlo, con tanta
schiuma!” schizza in bagno e poco dopo Wes sente l’acqua uscire dal rubinetto.
Sharin lo prende e lo sorregge come se fosse fatto di carta e lo porta davanti
alla vasca. Un forte profumo di fragola regna in quella stanza. Le bolle del
bagnoschiuma quasi fuoriescono dalla vasca. Wesley comincia a togliersi le
scarpe, ma si ritrova per terra.
“Ahi!” Sharin ride divertita. “Ridi,
ridi… sei proprio senz’anima.” Dice lui massaggiandosi un piede.
“Alzati, faccio io.” Risponde lei. Wesley
è in piedi sentendosi di nuovo un bambino, quando sua mamma lo preparava per
andare a scuola. Sua madre, la sua unica e vera famiglia. Suo padre non lo
aveva mai considerato un figlio, solo un futuro Osservatore, lo aveva cresciuto
per farlo diventare il migliore membro del Consiglio. Che umiliazione deve
essere stato per lui sapere di doverlo licenziare, sapere che si era
affezionato alla sua Cacciatrice! Blasfemie per lui, sicuramente. Guarda Sharin
che lo spoglia con metodicità: prima le scarpe, poi le calze bagnate dalla
pioggia, la cintura e i pantaloni. Si chiede come è possibile sentirsi così
bene con lei, nonostante sia una vampira. È come se fosse di nuovo a casa, in
una famiglia. E non si sente neppure imbarazzato quando, ormai tutto nudo, lei
lo guarda compiaciuta.
“Sei splendido. E sarai ancora meglio
quando ti sarà passata la sbronza.”
Wesley entra dentro la vasca leggermente
storto, ma riesce a sedersi senza farsi troppo male. L’acqua è calda, ma non
bollente, a temperatura giusta. Sente il corpo stendersi piano, con quel
profumo inebriante. Chiude gli occhi per assaporare meglio tutte le sensazioni
piacevoli che sta provando. Si riscuote solo quando sente che dietro di lui sta
entrando anche lei.
“Che fai?”
“Pensi di goderti questo bagno tutto da
solo. Ingenuo!” Si siede cingendo il corpo di lui con le gambe, per poi
attirarlo a se, in modo che poggi la testa sull’incavo della spalla. “Ti sta
passando?”
“Sì. Ora resterà solo la testa pesante,
ma mi meritavo di peggio.”
Restano così abbracciati per lunghi
minuti, in silenzio, ognuno a pensare a quanto stanno bene avvinghiati così
strettamente, nessuno dei due vorrebbe essere in qualsiasi altro posto, se non
lì, nell’acqua calda e tra le bolle profumate.
“Sharin, perché fai tutto questo?” chiede
Wesley sommessamente, come timoroso di avere una risposta.
“Dire che lo faccio solo per divertirmi,
sarebbe una bugia. Non lo so… forse perché sei una persona speciale. A quanti
esseri umani credi che io abbia fatto un bagno? Te lo dici io, nessuno. La tua
passionalità mi ha preso.”
“Io sarei passionale? Mi sa che sei
andata a letto con un altro Wesley.” Fa una smorfia quando lo dice.
“La passione, tesoro mio, è qualcosa di
profondo, che nasce da qualcosa di oscuro, quasi di perverso, e tu dentro hai
la tua oscurità, perché ogni notte ne vieni avvolto, assieme alla tua
Cacciatrice. Tu hai passione per il tuo lavoro, per lei a cui dedichi tutto e
ora per me, che sono qui nuda nella vasca. Anche se hai sempre cercato di
passare per freddo e controllato, il tuo cuore ribolliva, perché non sei così.
È per questo che noi vampiri sappiamo veramente cos’è la passione, perchè se
sei inibito dalla società, dalle regole morali e altre cose, non potrai mai
lasciarti andare. Io non ho inibizioni, sono del tutto amorale, se fosse per me
scoperei davanti ad una folla di decine di persone e la cosa mi ecciterebbe più
che darmi fastidio. Tu sei passionale, ma la vera, profonda e devastante
passione non sai che cosa è.”
Lui pensa un po’ a quelle parole.
“E come faccio a scoprirlo, allora?”
domanda Wes e lei sorride.
“Tesoro mio, dovresti diventare uno di
noi. Fare il salto di qualità.”
“Ah.” Le rotelline del cervello di Wesley
lavorano alacremente. Una parte di lui vorrebbe veramente conoscere quella passione
di cui lei parla, ne ha avuto un breve assaggio la scorsa notte, ma non gli
basta, lo sa, però ha paura. Non è pronto.
“Quando lo vorrai, ti basterà
chiedermelo. Io non mi tirerò indietro, ma ricordati, io ti porterò nella notte
solo se tu lo vorrai. È un salto molto grande, devi volerlo perché è una scelta
molto profonda e radicale. Ok?” lui annuisce, poi lei si alza, toglie il tappo
e lascia scolare l’acqua ormai raffreddata, poi con il telefono della doccia
ripulisce entrambi dai rimasugli di schiuma. Completamente puliti e asciugati
escono dal bagno e si dirigono senza esitazione verso il grande letto di
Sharin.
“Non lo hai rifatto.” Analizza Wes
guardandolo.
“Odio i letti rifatti. Mi sembrano
freddi. Con le lenzuola aggrovigliate… è meglio.”
Si distendono uno vicino all’altra, Wes
poggia il capo sul seno di lei e la annusa profondamente. La fragola predomina
in quel letto e sorride ripensando al bagno di poco prima.
“Sai che era una vita che una donna non
mi faceva un bagnetto.” Esclama divertito.
“Bhe, mai dire mai, magari lo
rifacciamo.”
“Non mi dispiacerebbe.” Risponde lui,
poi, cambiando discorso sbotta. “Odio mio padre. A volte mi chiedo se sia
veramente umano.”
Sharin gli accarezza i capelli
dolcemente.
“Tuo padre ha votato la sua vita al Consiglio
e per farlo doveva per forza dimenticarsi l’esistenza di determinati
sentimenti. Geneticamente è umano, ma dentro è vuoto.”
“Quando avevo sette anni ho provato a
fare un incantesimo di resurrezione su un piccolo passero che aveva tentato di
planare nella mia stanza, sbattendo contro il vetro della finestra chiusa. Mi
faceva pena, volevo fare qualcosa per lui.”
Sharin lo fissa stupefatta.
“Tu hai fatto un incantesimo di
resurrezione… a sette anni?! Ma…ma… sono difficilissimi da fare. Wow…”
“Già. Non venne un gran che. Il passero
era vivo a metà: un’ala si muoveva e l’altra no, poverino. Alla fine lo
sopprimemmo, faceva più pena di prima.” Sospira. “Papà mi disse che ero un
incapace, perché non avevo avuto successo con l’incantesimo. Non importava che avessi
sette anni o che fosse la prima volta che mi cimentavo in quelle cose,
importava solo che avessi fallito. Credo che questo mi abbia segnato.” Dice lui
critico.
“È per questo che a scuola primeggiavi in
tutto?” domanda Sharin, improvvisata psicologa.
“E tu come lo sai?”
“Internet. Oxford ha tutti gli annuali in
linea. C’è scritto che tiravi di scherma, scrivevi nel giornale e che eri un
secchione.”
“Già, senza contare che a casa studiavo
anche per diventare Osservatore. Ero un nerd, vita sociale zero.”
“Povero cucciolo.”
“E ora tutto è finito. La mia carriera di
Osservatore è andata in fumo. Non ho più nulla.” Sharin gli lancia un
schiaffetto sulla testa.
“Hai me. E Buffy. Non vorrai
abbandonarla.” In quel momento il cellulare di Sharin suona. La suoneria è
quella di Spike e lei si alza e va a prenderlo in salotto, poi parlottando
torna in camera.
“Certo…figurati, sarà un bel piacere. Sai
com’è, parenti serpenti… sì…più tardi? Non sono sola… sì, lui… facciamo per le
quattro. Va bene, sì, così ho il tempo di andare a mangiare qualcosa. No, Wes
no! Cattivo! Ok, a dopo. Un bacio, ciao.” Spegne il telefono e si rimette
vicino al suo amante umano.
“Era Spike. Dice che dopo andiamo a fare
una ricognizione. Domani o dopodomani, andiamo a caccia. Insieme alla tua
Cacciatrice andremo ad uccidere il Maestro, quindi se non mi trovi vicino a te
quando ti svegli, sai il perché.” Lui annuisce, la guarda fissa e una domanda
prende forma nella sua mente. “Che c’è, Wes?”
“Nulla, mi chiedevo se mi morderai.”
“Adesso intendi?”
“Sì.” Lei sorride maliziosa e scuote la
testa.
“No. Ci sono dei momenti ben precisi per
mordere, perché ci sono morsi ben precisi. C’è quello per mangiare, che di
solito è rapido, brutale e doloroso. Poi c’è quello per generare un childe,
profondo e intenso, perché serve per cementare meglio il legame Sire/childe, ma
il morso che darei a te… è un morso d’amore, di passione. Questi morsi vengono
meglio durante il sesso, perché li rende più eccitanti.”
Wes capisce. Lo morderà solo a tempo
debito e questo è un bene per ora. Il sonno sta scivolando piano su di lui, la
stanchezza di quella giornata che pareva infinita si è abbattuta come un colpo
di accetta.
“Mi racconti una storia?” le chiede
mentre si bea delle carezze che gli lascia sul petto.
Sharin, reprimendo un sorriso, inizia a
raccontargli la storia di una ragazza catturata dall’oscurità, in una notte di
metà maggio in un lurido vicolo di Trieste. Gli racconta piano piano ogni
avventura passata con Spike, gli parla di Angelus, di Darla e di Drusilla, per
poi dirgli cosa ha provato arrivando a Sunnydale vedendolo per la prima volta
con la balestra in mano. Wesley è quasi addormentato quando sente la
confessione più intima di Sharin.
“Credo di essermi innamorata di te,
Wesley.”
“Anche io.” Borbotta lui in stato di semi
incoscienza “ti amo anche io.”
Sharin sorride dolcemente: non è così che
si è immaginata la sua prima volta. Nessuno le aveva detto di amarla. Spike non
le ha mai fatto mistero che per lui era solo una perversa sorella e che l’amava
per quello; Wesley è il primo uomo che le dice di amarla come amante, come
donna e perché no, come vampira.
Lo osserva, stupendosi di come si è
esposta per lui, in quel modo.
Non ha sonno, è presto per lei, quindi
continua a vegliare sul sonno di Wesley fino le tre, quando si alza per andare
da Spike. Prima vuole andare a mangiare qualcosa dei bassifondi di Sunnydale.
Per poter fare un buon appostamento, deve avere lo stomaco pieno.
Mettendosi le scarpe si sorprende della
intimità che ha condiviso con lui, senza essersi dati neppure un bacio.
Diavolo, è proprio innamorata.
Dopo questa rivelazione, esce di casa.
Cap. 11
Buffy si sta riprendendo dall’ennesimo
fantastico orgasmo che Spike le ha appena procurato. Ogni volta è meglio, ogni
volta si sente meno luminosa, meno pura, come direbbe lui. Sa con assoluta
certezza che sta andando incontro alla morte. Deve ammettere che ci sono morti
peggiori dell’essere dissanguata dalle fredde e dolci labbra di Spike. Lo
guarda: è ovviamente nudo. Prima hanno fatto allenamento e sul torace pallido
spiccano ancora nitidi i lividi bluastri. È incredibile, prima si picchiano a
sangue e poi fottono come conigli arrapati.
Si alza per bere un po’ d’acqua e vede
poggiata sul tavolo la mappa della collina dove si trova la grotta del Maestro.
Hanno fatto dei turni di guardia, lei e Wes di giorno sono andati a fare un
sopralluogo del territorio, approfittando della sospensione di lei, mentre
Spike Sharin, di notte, contavano i childe e segnavano il via vai. Di lì a poco
avrebbero agito.
In quel momento sente dei rumori
provenire dal piano di sopra. Anche Spike li sente e si sveglia rimanendo
piacevolmente colpito dal trovare Buffy nuda. Dalla botola fa capolino la testa
di Sharin e Buffy può solo ringraziare il cielo che non ci sia Wes con lei,
sarebbe troppo imbarazzante, lo è già così.
Nonostante stiano collaborando da giorni,
non si sono mai trovati faccia a faccia dopo la serata al Bronze. Buffy non
capisce cosa ci trovano in lei. Non è bella, ammette che ha due occhi molto
profondi e grandi, ma a parte quello, niente.
“Ciao scopaioli!” saluta Sharin
allegramente.
“Ciao passerotto, che ci fai qui?”
“Ero di passaggio. Ciao cacciatrice.”
Buffy sperava di non essere tirata in ballo, ha cercato di coprirsi con la
prima cosa a portata di mano, la camicia di Spike.
“Ciao.”
Sharin la osserva attentamente: che abbia
appena goduto è chiaro come la luce del sole. Le fa ridere la palese gelosia
che luccica nei suoi occhi. Le si avvicina, annusando l’odore di Spike su di
lei.
“Sei interessante, Buffy.” Le dice
sorridendole maliziosa, mentre la cacciatrice si sorprende. La vampira lancia
un’occhiata d’intesa a Spike, che coglie e si alza per andare ad abbracciare Buffy,
impedendole di muoversi.
“Che cosa…?”
“Non ti preoccupare, è solo una
precauzione per non venire impalettata.” Le dice Sharin, che poi le prende il
viso con una mano e la accarezza. Buffy è come ammaliata: sente le mani fredde
di Spike cingerle la vita e già questo la eccita, in più le dita della vampira
le stanno facendo venire i brividi.
“Sei tutta tesa, Raggio di sole, non devi
aver paura, nessuno di noi ti farà del male.” Le sussurra Spike all’orecchio.
Sharin sente il corpo della ragazza tranquillizzarsi, così si permette di
avvicinarsi a lei. Le iridi di giada la stanno fissando curiose, più che
spaventate e lei le sorride dolcemente. Senza aspettare un secondo le copre le
labbra con le sue. Buffy è sorpresa e fa per muoversi, ma Spike la blocca. Da
pochi giorni non è più vergine e ora già si bacia con una donna. Vorrebbe
ribellarsi, la sua morale non le permette di baciarsi con una ragazza, però
quando Sharin le infila la lingua in bocca, non può far a meno di risponderle.
Quella vampira sa baciare, in più si ritrova con Spike che le sta slacciando la
camicia e prendendole i seni in mano, come non gemere? Il bacio continua,
sempre più profondo e appassionato. L’erezione di Spike le preme sulle natiche,
sente di essere di nuovo bagnata e si deve ricredere su Sharin. Ora capisce
perché Wesley e Spike sono così attratti da lei. Quando si staccano, Buffy si
sente mancare.
“Non male. Continueremo dopo che Spike ti
avrà scopato di più. Non sei ancora pronta per sentire la lingua di una vampira
sulla tua intimità quasi virginale.”
“A parte slinguare
“Volevo sapere se siamo pronti per
attaccare, ma vedo che voi avete ben altro da fare.” E ride divertita. “Bene,
fatemi un fischio quando avete voglia di distruzione.” Se ne va facendo un
gesto svolazzante con la mano.
“Ma è pazza?” chiede Buffy.
“No, perché?”
“Mi ha baciato… e toccato!” risponde
sconvolta.
“È abbastanza naturale. Cuoricino nero,
siamo creature amorali, baciarsi fra uomini e donne non è così strano. Non
dirmi che non ti è piaciuto, non ci crederei.” La fissa intensamente e lei
cede.
“Mi è piaciuto, ma non me lo aspettavo.”
“Dai, non ci pensare. Adesso aiutami, c’è
qui un bel ragazzetto che ha bisogno di un posticino caldo e umido dove stare.”
E così dicendo prende le mani di Buffy e le porta sul suo inguine pronto da
tempo. “Vuoi occupartene tu?” chiede ammiccando e Buffy sorride. L’idea di
Sharin che la bacia è eccitante, è stato splendido, lo deve ammettere a se
stessa, ma adesso vuole pensare solo a Spike e al suo fantastico membro. Si
distende sul letto aprendo sensualmente le gambe e lo invita ad entrare. Prima
di rischiare di morire, vuole provare in massimo piacere e solo lui può
darglielo.
È l’alba: i nostri eroi hanno deciso di
attaccare nel momento in cui i vampiri sono più stanchi dopo i bagordi
notturni.
“Ok, noi tre…” inizia Spike includendo
Buffy e Sharin, “…andiamo dentro. Tu, Price, resti qui.”
“Non ci penso neppure! Voglio aiutare.”
Protesta veemente l’osservatore.
“Wes,è pericoloso.” Continua Buffy,
mentre Sharin sorride.
“Sono commosso dal tuo spirito di
martirio, ma non abbiamo tempo per farti da badante.”
“So badare a me stesso, tranquillo
Spike.” Wes tira fuori la sua fedele balestra e si mette un paletto nella
giacca. “Andiamo.”
Spike alza le spalle disinteressato e la
piccola comitiva avanza. Il cunicolo è buio e maleodorante.
“Mio Dio che porcile.” Sussurra Buffy
mentre cammina. Sotto di lei scricchiolano ossa di esseri umani e piccoli
mammiferi.
“Una volta nel 1920 siamo andati a
trovarlo a Londra. Aveva il pavimento coperto di topi. Grazie al cielo era
già morta, altrimenti mi sarei presa
qualche malattia. Sarà per questo che si è scelto Darla come childe.”
“Chi è Darla.”
“È la loro progenitrice dopo il Maestro.
Darla era la sire di Angelus, che vampirizzò Drusilla, che, se non sbaglio, era
“E tu come le sai queste cose?”
“Studiando. Ricordati che sono un
Osservatore del Consiglio.”
“E chi se lo dimentica.” Risponde Spike a
denti stretti. Quel Price si sta dimostrando un osso duro.
Il tunnel termina e si ritrovano in uno
spiazzo molto grande. Ai lati ci sono ancora i corpi martoriati di alcuni
umani, ossa e cadaveri sono sparsi un po’ ovunque e un gruppo folto di vampiri
si è bloccato a fissarli con astio. Sanno che la bionda è
“Che volete?” ringhia uno. Nessuno
risponde, ma Wesley scocca una freccia che centra in pieno il cuore del
vampiro, facendolo esplodere in una nube di polvere.
“Credo sia chiaro il motivo della nostra
visita.” Dice con forza Buffy, paletto sguainato. Degli applausi risuonano
nella grotta. Il Maestro ha fatto la sua apparizione e Buffy non riesce a
reprimere un brivido. Il ricordo di quello che le ha fatto è ancora vivido in
lei, in fondo morire non è una cosa di tutti i giorni per una ragazza normale.
A fianco a lui, Xander e Willow, ugualmente
fasciati di pelle nera.
“Bella entrata d’effetto, Cacciatrice, ma
ora che sei qui? E voi due… Spike, Sharin, siete caduti proprio in basso ad
allearvi con lei.”
“Nah, io non credo. Con lei potremmo
polverizzare quel tuo culo vecchio, nonno.”
“Dovete provarci prima, cuccioli.”
I minion si avventano su di loro furiosi,
ma bastano pochi minuti per diventare dei ricordi. Sharin e Spike sono brutali
e selvaggi, lei ha anche strappato il cuore ad uno prima di decapitarlo con un
pugnale preso in prestito dall’armeria di Buffy, che dal canto suo, sta
sprecando il minimo delle energie su quell’ammasso di polvere deambulante.
Wesley cerca di avvicinarsi alle razioni di emergenza di cibo appese ai muri,
per capire se c’è qualcuno che ha qualche possibilità di sopravvivenza.
“Tutto qui?” chiede Sharin sbadigliando.
Xander e Willow scendono, lui con un
salto felino e lei camminando lenta e sensuale,
entrambi con il volto della caccia addosso.
“Bene, mi annoiavo. Ho tanta voglia di
giocare con te!” dice Willow facendo un cenno a Sharin.”
“Piccola, sono qui per te.” Le risponde
lei.
Willow si avventa canini sguainati, ma
Sharin para con estrema facilità: la rossa avrà anche il sangue del Maestro
dentro di lei, ma è giovane, ancora non può gestire completamente la sua forza,
mentre lei è una centenaria, sa come si combatte.
Intanto Xander si era avvicinato a Spike
assalendolo con un pugno, ma lo scontro più importante stava avvenendo tra
Buffy ed il Maestro. Lei è salita sul piccolo palco di pietra che sovrasta la
grotta con il paletto tenuto saldamente in mano.
“Pensavo volessi giocare con i tuoi
amichetti, Cacciatrice.” La prende in giro lui e lei si infuria ancora di più.
“Stanotte non uscirai vivo, o non-morto.
Diventerai polvere!” comincia a picchiare duro, la ragazza, ma il Maestro non
arretra di un millimetro, incassa, ma ad un ultimo pugno diretto allo stomaco,
geme. Buffy è presa da questo, non era mai successo. Si sente veramente forte,
gli allenamenti con Spike danno i suoi frutti. Con la coda dell’occhio vede Wes
che apre una ad una le catene che legano gli umani.
“Presto. Chi riesce a stare in piedi,
aiuti chi fa fatica. Corriamo.” Wes li guida dentro il nero cunicolo, ha una
torcia rubata dall’antro e la balestra ben caricata. Fuori c’è il sole, i
vampiri non possono seguirli là e questo è un bel vantaggio.
Spike sta picchiando duro Xander: è
veramente un pivello, niente a che vedere con uno che se l’è prese a sangue da
Angelus. Gli prende la testa con una sola mano e comincia a sbatterlo contro la
parete di roccia, una, due, tre volte e avanti. Il sangue ormai imbratta anche
la sua mano e Xander sembra un peso morto.
“Hai visto che hai fatto, brutto sfigato?
Il mio bellissimo spolverino è tutto sporco del tuo sangue del cazzo. Ti punirò
per questo.” E lo fa volare lontano. “Sharin, amore, me lo dai un paletto?”
urla alla sua childe e lei glielo lancia, lui lo prende al volo e si avventa su
Xander che si sta leggermente riprendendo. Spike lo prende per la giacca di
pelle e riprende a picchiarlo sul muro.
“Guardale le nostre donne, non sono
bellissime quando combattono?” gli chiede facendo un gesto rivolto a Sharin e
Willow che, canini sguainati, se le stavano dando di santa ragione. “Peccato
per te che adesso resteranno solo mie e che probabilmente quella rossa
scatenata diventerà polvere… come te!” con un gesto secco infilza il cuore di
Xander con il paletto e, in una smorfia di dolore, il vampiro ed ex amico della
Cacciatrice, scompare in una nube.
“Ecco, oltre al sangue pure la polvere.
Dovevo torturalo di più.” Dice accendendosi una sigaretta.
Poco lontano Sharin molla un calcio al
ginocchio sinistro di Willow. È tenace e resistente, quella dannata vampira,
forse aveva bevuto molto più sangue dal suo Sire, rispetto al tizio
polverizzato da Spike.
“Dai, arrenditi e facciamola finita. Sarà
più facile farti diventare polvere.” dice Sharin in finto tono conciliante.
“Fottiti! Anche se a sentire l’odore su
di te, ti devi essere data da fare con Wesley. Già, bel uomo. Quando facevo le
ricerche in biblioteca sognavo sempre di sbattermelo.”
“Ti toccherà continuare a sognare, perché
è sicuro che Wes non te lo molla neppure da vampiro.”
“Confidenze tra donne, prima di
ucciderti,” fa Willow curiosa “come scopa?” e Sharin ride.
“Sorella, come un Dio.” E le molla un
pugno sul naso che la fa sanguinare. Will ringhia e cerca di strapparle i
capelli. “Eh, no! Così non mi va bene.” Spike le ripassa il paletto che gli
aveva prestato lei poco prima e proprio quando Willow sta troneggiando su di
lei, la impaletta, mettendosi a tossire a causa dei rimasugli di lei.
“Bha…polvere di vampira antipatica.” E si
spolvera quel che resta di Willow dalla camicia blu che indossa questa sera.
“Sei stata brava.”
“Bhe, ne dubitavi per caso? Mi hai
insegnato tutto tu.” Spike la abbraccia per le spalle e si voltano a guardare
Buffy poco lontano. “Dobbiamo aiutarla?”
“Non credo sarebbe giusto. È una cosa che
vuole fare da sola. Mal che vada poi la vendichiamo. Perché fai quella
smorfia?” chiede Spike guardando l’espressione della sua childe.
“Al massimo TU la vendichi. Io non
rischio la pelle per una Cacciatrice.”
“E perché sei qui?”
“Per l’Osservatore, ovviamente.”
“Quanto ti piace?”
“Tanto. Spero di portarlo dalla nostra
parte.”
Intanto Buffy sta sanguinando da un
sopracciglio: la ferita non è grave, ma il sangue che sgorga le dà fastidio. Si
asciuga inzuppando la manica della sua maglia, incurante. Anche il Maestro è
ferito: è riuscito per un pelo ad evitare il paletto nel cuore, però non quello
diretto al fegato e quindi sanguina anche lui, molto più copiosamente di Buffy.
Lei fa uscire da una tasca dei pantaloni
una bottiglietta di acqua e si bagna le mani, come per pulirsi, poi si
ributta su di lui con un urlo. Le fanno male tutto i muscoli, non ce la fa più,
ma deve continuare. Un pugno, un altro e un altro ancora, il Maestro sembra
leggermente intontito per quella scarica di botte, poi Buffy gli mette i palmi
aperti sul viso che inizia a fumare.
“Ma guarda, acqua santa!” esclama Sharin
piacevolmente sorpresa dall’inventiva della ragazza. “Chissà come le è venuto
in mente!”
“Gliel’ho detto io di portarsi anche
l’acqua.” Risponde Wes. È sporco, scarmigliato e con un occhio nero, ma sembra
incolume.
“Che ci fai qui, amore? Dovresti essere
fuori al sicuro.” Lo rimprovera amorevolmente Sharin, tanto che Spike la guarda
incredulo.
“Volevo vedere se andava tutto bene.”
Le urla del Maestro riportano la loro
attenzione sul combattimento che si sta svolgendo poco lontano. Buffy ha
infilzato il vecchio con dei chiodi di ferro, di quelli grossi, indovinate
gentile omaggio di chi? Il suo volto è una maschera sanguinolenta e
“Qualcosa da dire ai postumi?” il Mestro
geme incoerente. “Pazienza.” Cala il legno e lei si ritrova seduta sul freddo
pavimento della grotta.
Il Maestro è morto.
Wesley corre verso di lei e la abbraccia,
gli occhi leggermente umidi per la felicità di averla ancora viva accanto a se.
“Sto bene, Wes, sto bene. Lasciami, mi
soffochi.” Balbetta lei addosso al suo pullover sporco.
“Oh… oh, scusa. Hai ragione” la lascia
sorridendo e poi tira fuori un piccolo barattolo, nel quale inserisce un po’
della polvere del Maestro. “Prova da mandare al Consiglio.”
Si avviano verso il cunicolo per andare
fuori accorgendosi solo in quel momento che Sharin e Spike si sono distesi su
uno scassato materasso.
“Che fate lì, non venite? È ora di
festeggiare!” esclama Buffy felice come una Pasqua.
“Raggio di sole oscuro, fuori è giorno.”
“Già, abbiamo quella fastidiosa
all’allergia agli UV che non ci permette una bella camminata nel parco.”
Buffy mette il broncio e Spike si chiede
se sa che effetto devastante ha quel gesto su di lui.
“Dormiremo qui, ci vediamo questa notte.”
Dice Sharin in piedi davanti a Wes accarezzandogli la barba lunga. “Tesoro,
datti una rasata, mi piaci molto in versione sbarbatello.” Lui arrossisce
leggermente, ma la bacia con passione.
“Dormirai con lui?”le chiede.
“Sei geloso?”
“Molto.” Lei ride gioiosa.
“E va bene, farò la brava…” dice lei con
tono infantile.
“E questo vale anche per te!” le fa eco
Buffy rivolto a Spike. Non le va l’idea che quei due abbiano delle effusioni in
cui lei non è presente, poi i due umani si avviano verso casa.
“Mi dici Spike dove siamo andati a
buttarci? Quei due sono gelosi e gli promettiamo niente sesso tra di noi? Siamo
proprio fusi.” Dice lei.
“Come cera di candele.” Risponde
poeticamente lui.
“Uh, uh… William si fa vedere.”
“Dillo in giro e ti uccido, Monica.”
“Ok, sto tranquilla. Buonanotte!” e si distendono,
addormentandosi poco dopo.
Wesley e Buffy camminano tranquilli verso
casa dell’Osservatore. Avevano fame e l’unico posto per farsi una colazione era
un bar, dove la cameriera li aveva sbattuti fuori visto lo stato in cui erano
ridotti. Diamine, era Sunnydale,
“Certo che questa gente è proprio
ingrata! Li salviamo tutte le notti e non mi permettono neppure di fare una
colazione decente!” ride Buffy. È felice, ha battuto la sua nemesi, i suoi
amici sono definitivamente polvere e quindi non potranno più essere i testimoni
del suo fallimento, è innamorata e il suo Osservatore non dovrà più andarsene:
si chiede che cosa potrebbe chiedere di più in quel momento. Forse essere a
letto con Spike a fare l’amore, oppure a farsi bere da lui. Rabbrividisce dal
piacere ricordando i suoi occhi blu come zaffiri e non vede l’ora che arrivi la
notte per stare con lui.
“Non sanno che lavoro fai, Buffy. I
cittadini di questo posto sono diventati bravissimi a far finta che nulla
accada. Sciocchi.” Sono arrivati nella piccola corte davanti a casa di Wes.
Mentre lui armeggia con le chiavi, Buffy esclama:
“Non dovrai più andartene, abbiamo
battuto il Maestro, il Consiglio non avrà più nulla da ridire!” finisce
urlando.
“Non ne sarei così sicuro.” La voce alle
loro spalle e fredda e arriva come una pistolettata. Cacciatrice ed Osservatore
si girano lentamente, Wesley sa già che cosa sta succedendo.
“Buongiorno, padre.”
Cap. 12
“Sei venuto qui per assicurarti che torni
in Inghilterra?” chiede Wesley.
Buffy osserva quell’uomo davanti a loro:
non è alto, cinquantenne tendente ai sessanta, barba rada, labbra serrate in
una smorfia di disprezzo. Gli occhi gelidi la stanno fissando.
“Anche, ma non solo per questo.” Risponde
pacato Price senior. “Entriamo.”
Il terzetto si ritrova nel soggiorno
pulito di Wesley, che si appresta a preparare il the.
“Wes può rimanere, vero? Insomma, abbiamo
sconfitto il Maestro, missione compiuta.” Rompe il silenzio Buffy.
“Avete ucciso il Maestro?”
“Sì. Ecco quello che rimane di lui.”
risponde Wes porgendo il vasetto con le polveri a suo padre.
“Meglio tardi che mai, ma questo non
cambia lo stato delle cose. Wesley è sollevato dal suo incarico come
osservatore. Tornerà in Inghilterra a cercare di lavare la vergogna che ha
portato nella nostra famiglia.”
“Quale vergogna? Wesley è un Osservatore
favoloso!” scatta Buffy cercando di difendere il suo amico.
“Stai calma, Buffy. Vedi, mio padre non
capisce la parola affetto e l’idea che io e te ci vogliamo bene è un
obbrobrio.” Risponde pacato Wes.
“Modera il linguaggio, figliolo. Comunque
questi non sono più affari che ti riguardano.
Vorrei che mi lasciassi solo con
“Perché?” chiedono in coro gli altri due.
“Perché sono io il nuovo Osservatore.
Qualcuno doveva pur fare qualcosa per riabilitare il nostro nome.”
“Tu? Ecco perché sei qui! E io che
credevo di essere il vero motivo.” Ride amaramente Wes.
“Lasciaci soli, Wesley.” Ordina il padre.
Rimasti soli, Roger Wyndham-Price e Buffy
si scrutano.
“Io non voglio un nuovo Osservatore. Mi
piace Wesley.” Sbotta alla fine Buffy, incapace di resistere a quel silenzio.
“Cacciatrice, l’osservatore non deve
piacere, deve solo allenare e questo io farò. Fino ad adesso le cose sono state
lasciate andare, ma questa situazione finirà.”
“Io mi chiamo Buffy, ho un nome e lo
preferisco a Cacciatrice. Così mi chiamano solo i vampiri.”
“Veramente il tuo nome è Elisabeth e se
dovrò usarne uno, sarà questo.” Buffy è allibita. È dello stesso sangue di Wes,
eppure sembra sbarcato da un altro pianeta. “Io per te sarò il Signor
Wyndham-Price e non mi chiamerai in altre maniere. Esigo rispetto dalla mia
Cacciatrice.”
“Si metta in testa che io non sono sua.”
“Sarà tutto da vedere. Domani ti voglio
nel retro del negozio di Wesley alle otto, cominciamo gli allenamenti.”
“Ma lei è pazzo! Ho appena ucciso il
Maestro, ho almeno tre costole rotte e voglio riposare!” Buffy è furibonda: lo
conosce da meno di un’ora e già lo vorrebbe strozzare.
“Cacciatrice, il riposo non ti serve.
Abbiamo molte cose da fare ed inizieremo da domani.”
“No, da lunedì.” Si impunta lei. “Alle
quattro.”
“Otto, lunedì mattina.” Cede Roger.
“Forse si dimentica di un particolare: io
vado a scuola di mattina.” Dice Buffy sillabando ogni parola, come se stesse
parlando ad un bambino particolarmente tardo.
“A te non serve la scuola. Sei
“Ma Wes dice che…” lui la interrompe.
“Non c’è più Wesley, è me che devi
ascoltare. Lui con te ha sbagliato ogni cosa, io devo rimediare.”
“È tutto da vedere, Price.” Risponde
sprezzante Buffy che esce dall’appartamento sbattendo la porta così forte, che una crepa si allarga un po’ di più. Il
vecchio Price fa una smorfia: quella ragazzina non gli piace, fa troppe cose di
testa sua.
“Io non torno a Londra.” La voce di
Wesley lo risveglia dai suoi pensieri.
“Certo che ci tornerai, qui sei inutile,
come sempre del resto.” Dice Roger furioso. “Dovevi solo occuparti di lei, non
mettere su una famiglia felice!” tuona.
“L’ho trovata disperata in un ospedale
psichiatrico perché la credevano pazza a parlare di demoni e vampiri, che
dovevo fare? Trattarla come se fosse una macchina?”
“Dovevi trattarla come una Cacciatrice.
Mandarla a scuola…” fa un gesto di stizza “Grazie a te siamo diventati lo
zimbello di tutto il Consiglio.”
“Ti interessa più del tuo nome che della
salute mentale di una ragazza di quattordici anni. Ha bisogno di andare a
scuola, quando sarà grande un titolo di studio la aiuterà.”
“Lei è solo una Cacciatrice. Cambierà a
breve, lo sai che non durano!”
“Sembra che tu stia parlando del cartone
di latte che c’è nel mio frigo. È un essere umano, non un demone.” Conclude
esasperato Wesley.
Il padre lo fissa, quasi con disprezzo.
Questo sentimentalismo non gli aggrada.
“Tu non sei portato a fare l’Osservatore,
è stato uno sbaglio portarti nel Consiglio.” Sibila al figlio.
“Non è stata una mia idea, sei tu che
volevi che io facessi il tuo lavoro. Mi sono limitato a seguire la tua strada e
mi sembra di ricordare che tu fossi abbastanza fiero di me.”
“Lo ero, adesso le cose sono cambiate.”
Prende una busta del tutto simile a quella che è stata recapitata a Wesley
qualche giorno prima e gliela porge. “Questo è il biglietto per tornare a
casa.”
Wes lo fissa, ma non lo prende. Lui non
ha intenzione di andarsene, deve rimanere a Sunnydale per aiutare la sua Buffy.
“Allora non hai capito niente. Io non
torno a Londra! Ficcatelo bene in testa. Sono il tutore legale di Buffy, dove
vado io viene lei. Sarò stato licenziato dal ruolo di Osservatore, ma
legalmente lei è ancora sotto la mia tutela. E, se anche non lo fosse, non sei
più tu a darmi ordini” dice prendendo la giacca. “Quando tornerò a casa, fai in
modo di non esserci, non ti voglio qui.” Dice Wesley uscendo. Ha bisogno di
andare al negozio, così magari riuscirà a svagarsi almeno un po’.
È lunedì. Buffy è finalmente tornata a scuola:
tutti i suoi compagni si chiedono come mai è coperta di graffi e lividi, ma
nessuno glielo va a chiedere. Ha passato il week-end chiusa in cripta con
Spike, allenandosi e facendo l’amore appena uno di due si avventava sull’altro.
Non andrà dal vecchio Price, non ne ha bisogno. In fondo è lei
Ora non ce la fa più: è tutto il giorno
piegato nel retro del negozio a leggere, si sente uno straccio, la barba sfatta
e gli occhi gonfi, deve assolutamente stare con lei, o perderà la ragione e non
vuole. Chiude tutto, serranda compresa e corre verso l’attico di Sharin,
inconsapevole di come il giorno che verrà cambierà completamente le cose.
“Mio padre è il nuovo Osservatore di
Buffy!”
“Buongiorno anche a te, Wesley.” Risponde
sarcastica Sharin chiudendo la porta del suo appartamento. Le pare che il suo
amante sia più trasandato del solito.
“È incredibile, è arrivato qui e vuole
soppiantarmi, non solo come Osservatore, ma anche in libreria!” sembra un leone
in gabbia, si muove per il soggiorno senza curarsi di nulla. “E ha voluto che
gli lasciassi la casa!” urla infine, per poi sprofondare sul divano. Sharin gli
si avvicina sensualmente… dopo la loro prima notte assieme non lo ha più
assaggiato e vuole rimediare. Sale sul divano anche lei e scavalcandolo con una
gamba, lo sovrasta e gli si siede in grembo. Lui sospira, in fondo aveva
agognato quel contatto per giorni.
“Sei molto teso, amore, dovresti
rilassarti un po’!” miagola lei stendendosi su di lui
“È facile da dirsi, ma non sei tu quella
a cui è cambiata la vita in due giorni. Io lo odio!” dice con rabbia Wesley.
Sharin capisce che lui ha un estremo bisogno di sfogarsi. Prende a leccarlo
piano, sul collo, ipnotizzata dal battito accelerato di lui.
“Sharin…” sospira lui, completamente
preso dai dolci tocchi della vampira. Non riesce a fare a meno di accarezzarle
la schiena infilando una mano sotto la maglietta.
Sharin segue la linea del mento,
indugiando sul pomo d’Adamo, provocando in lui una scarica di brividi
d’eccitazione.
“Stai meglio ora?” gli chiede con voce
roca e la risposta è un mugolio soffocato. Sharin sorride rinfrancato
dall’assenso di lui e si fionda sulle sue labbra semi aperte. Questa volta lei
non vuole essere dolce, vuole essere sua il prima possibile. Sente che lui è
pronto almeno quanto lei e non ci mette molto a liberarlo dai vestiti, in quel
momento, inutili.
“Ti voglio, Wes, ora!” ordina lei
perentoria e lui si prepara, con molta gioia, a provare un enorme piacere.
Cap. 13
Sono distesi tra le lenzuola spiegazzate.
Sharin sta dormendo, appoggiata al petto di Wesley, che fissa il soffitto
pensieroso, accarezzandole i capelli.
È combattuto: vorrebbe restare con lei
per sempre, però sa che lui invecchierebbe, mentre lei rimarrebbe giovane per
l’eternità. E poi non può dimenticare il suo lavoro: non è più un osservatore,
ma un sacco di ragazze potrebbero aver bisogno di lui, dopo Buffy. Qualcuno
deve poter voler bene alle future Cacciatrici, altrimenti il Consiglio le
corromperà tutte. Capisce che non può rimanere lì. Con delicatezza si scioglie dall’abbraccio della
vampira e si mette a cercare i suoi vestiti.
“Ma dove diavolo sono le mie mutande?”
mormora.
“Cerchi queste, tesoro?” la voce di
Sharin lo fa sobbalzare, credeva stesse dormendo. Lei ha in mano i suoi boxer.
“Ehm… sì.”
“E a che cosa ti servirebbero? Io ti
trovo perfetto così come sei, cioè nudo.”
“Credo di dover andare a casa.”
Lei lo fissa, l’espressione ferma.
Capisce dallo sguardo vergognoso di lui, che non voleva dirle nulla e sente
chiaramente il suo cuore rompersi.
“Scusa, Sharin.”
“Perché non vuoi stare con me? Pensavo di
piacerti.” Non c’è accusa nella sua voce e Wes si sente immediatamente un
verme.
“Ed è vero, tu mi piaci molto, ma la
nostra diversità ci divide inesorabilmente. Tu sei l’oscurità, io la luce.”
Sharin si muove nel letto, non vuole
rendergli la vita facile. Apre leggermente le gambe facendo intravedere la
leggera peluria castana. L’effetto è quello voluto: Wesley si sta eccitando.
“Tu vivi nell’oscurità come me. Sei un
Osservatore, la tua pupilla è tenebra allo stato puro. La vita assieme non
sarebbe tanto diversa.”
“Certo che lo sarebbe! Diventare un
vampiro cambierebbe un po’ le cose, ti pare?”
“Quindi è questa la tua paura.” Dice Sharin
più a se stessa che a lui. Ci pensa un po’ rigirando in mano l’indumento intimo
del suo amante. “Se vuoi io posso stare con te lo stesso. Ti ho già detto che
non ti porterò nel mio mondo se tu non lo vorrai, ma permettimi di stare con
te.” Dice seria. Wesley rimane interdetto, poi scuote la testa.
“Non è possibile, sarebbe come sminuire
la tua natura e io non posso chiederti di farlo.”
“Infatti non me lo chiedi tu, te lo offro
io.”
Wesley prende a vestirsi, senza i boxer
che Sharin tiene saldamente in mano. Lei lo guarda senza proferire parola,
sente come se un buco doloroso le si stesse aprendo in mezzo al petto. Ha
trovato l’uomo perfetto, canini assenti a parte, e lui la sta abbandonando.
Anche lui non sta bene e si sente di dover dirle qualcosa.
“Non pensare che me ne vado perché non ti
voglio o perché tu non mi piaci. Io sono innamorato di te, so già che non
troverò mai una donna che riuscirà a portarmi al limite come fai tu, ma non
posso rimanere. Non ho la forza per stare con te, mi sentirei in colpa per
farti cambiare vita. Sono debole e generalmente inutile, non posso restare con
te. “ sta per andarsene, quando Sharin lo blocca.
“Io resterò in città ancora un po’ di
giorni, se cambiassi idea, sai dove trovarmi.”
Lui annuisce guardandola, forse per
l’ultima volta, negli occhi e ne sente già la mancanza. “Ti amo, Wesley.”
Quando lui è uscito, Sharin si sente un
po’ più morta. Intorno a lei c’è ancora il profumo del suo dopobarba mescolato
a quello dell’ammorbidente da bravo ragazzo che usa. Si alza e cammina verso il
soggiorno: sente che gli occhi le pizzicano e si domanda se è possibile che lei
pianga. In cent’anni non ha mai versato una lacrima, neppure quando Darla e
Drusilla morirono tra le fiamme. No, lei non può piangere, dice a se stessa. Si
avvicina alla finestra e spalanca violentemente le tende. Una parte di lei
spera di vedere per l’ultima volta il sole, ma il suo istinto di demone l’ha
portato sul lato nord della stanza, impedendole, di fatto, la combustione.
Vede il mondo fatto di luce che va
avanti, innocente ed incosciente di quello che succede la notte. E lei? Che
posto ha lei in quel mondo? Guardando una coppia che amoreggia sotto un grande
platano, Sharin prende una decisione.
La sera è scesa in fretta, il freddo
vento del nord punge il volto dei visitatori del cimitero, lasciato
incautamente aperto.
Ci sono due creature a cui il freddo
esterno non interessa, hanno la pelle di alabastro, lunga memoria ed una
bellezza eterna.
“Ti prepari per uscire, amore?” chiede
Sharin al suo sire.
Spike è a petto nudo con solo un paio di
jeans neri addosso.
“Sì e per la prima volta non sa cosa
mettere.” Sharin ride.
“Spike, hai solo vestiti neri, non c’è
molta scelta.”
“Fai poco la spiritosa. Stanotte farò
diventare Buffy una di noi e voglio essere
al meglio.”
“Quando hai vampirizzato me eri vestito
come un proletario qualsiasi di bassa lega, per giunta. Mi sento discriminata.”
Lo prende in giro la sua childe.
“E dai che non è vero. Comunque ciò non
toglie che non posso andare fuori così, senza vestiti!” sbotta lanciando
lontani l’ennesima t-shirt nera.
“Sapevo che sarebbe andata così, tu non hai il minimo senso estetico!”
Sharin scende dal letto e tira fuori dalla borsa un pacchetto con un bel fiocco
rosso. “Tieni, questo è per te.”
“Per me? E quale è motivo?”
“Perché ci deve essere un motivo se
voglio farti un regalo? Prendilo e basta.” Spike non è del tutto convinto dalla
spiegazione di Sharin, ma sta zitto e scarta il pacco. Si ritrova in mano una
bella camicia blu elettrico, colore che lui sa, lei ama moltissimo e che gli
ricordano il colore dei suoi occhi.
“Metti una maglietta nera e sopra quella
lì, vedrai che farai un figurone con la tua bella.”
Spike accetta il suggerimento e si veste
veloce. Non è ancora l’ora per andare da Buffy, ma vuole essere pronto il prima
possibile.
“Adesso mi dici il perché di questa
camicia?”
“È un regalo di addio.”
Nella cripta cala il silenzio. Spike è
rimasto senza parole e Sharin sorride di questo, di solito il suo sire non
perde occasione di parlare a ruota libera.
“Perché?” è l’unica cosa che riesce a
formulare Spike nel suo cervello. Lei sospira, anche se non le serve a nulla,
solo a fare scena.
“Secondo tua ammissione oggi creerai una seconda
childe e questa non sarà come le altre che abbiamo creato e poi abbandonato.
Questa sarà la tua vera childe, la tua donna.” Dice lei con voce calma e
pacata.
“Anche tu sei una mia creatura, la prima
e la migliore. Non voglio che tu te ne vada.” Ribatte lui con forza.
“Lo sai bene anche tu che Buffy è gelosa.
Tu sei innamorato di lei e lei di te, io non troverei spazio fra voi. I
giochino si possono fare qualche volta, ma sono sicura che lei non vorrebbe
dividerti troppo con me. E poi, diciamoci la verità, è ora che mi faccio una
vita mia, non posso sempre dipendere da te.”
“Tutte cazzate!” sbotta lui prendendola
per le spalle. Gli occhi azzurri stanno lampando di raggi dorati, è furioso.
“Mi vuoi ordinare di stare con te? Vuoi
veramente usare il nostro legame per tenermi qui?” gli domanda lei con un
sorriso triste.
“No, voglio che tu resti qui perché tu lo
vuoi.”
“Io non lo voglio, me ne andrò da
Sunnydale e ci ritroveremo un qualche giorno e ci divertiremo. Ho una delusione
da smaltire e non posso farlo con voi due che fate i piccioncini innamorati.”
“Wesley ha detto no alla tua proposta di
morte?” lei annuisce senza rispondere. “Mi spiace, passerotto.” Lei fa
spallucce, fintamente disinteressata.
“Pazienza, lui ha fatto la sua scelta e
non sono io. Gli ho sempre detto che avrebbe avuto lui l’ultima parola su di
noi e non rimangio la mia promessa.” È sicura, eppure Spike sente sotto le sue
mani, la fragilità della sua childe. Hanno vissuto assieme molto anni e lei non
si è mai mostrata a lui e per lui, in questo stato.
“Vado a dirgli quattro a quel coglione di
Osservatore! Nessuno può far soffrire la mia Sharin e pensare di farla franca.”
Lei sbuffa.
“Lascia stare, ti ho già detto che non
importa. Adesso promettimi di divertirti come si deve e di creare la migliore
childe del mondo.”
“Oh, lo farò di sicuro. C’è niente che
posso fare per te?” chiede sperando di farle cambiare idea nel frattempo.
“Una cosa sola… mi abbracci?” chiede lei
sperando di ricevere un minimo di conforto dalle braccia del suo primo vero
uomo. Lui non dice nulla, ma le si avvicina e la circonda con le braccia,
stringendola a se con forza. Vuole farle sentire per l’ultima volta tutto
l’affetto che prova per lei. Sharin, con il volto immerso nel suo petto, annusa
a grandi respiri l’odore di Spike, per poterlo ricordare meglio quando sarà
sola nei lunghi giorni avvenire. Si ricorda di ogni momento passato con lui, da
quando lo conobbe ancora umana per i vicoli di Trieste, fino alla decisione di
andare ad uccidere la terza Cacciatrice di stanza a Sunnydale. Forse seguirlo è
stato un errore…
“Ora vado, ho ancora un po’ di cose da
fare prima di muovermi.” Dice infine lei, sciogliendosi da quel abbraccio. Non
vuole dargli l’impressione di essere una sentimentale, anche se un pezzettino
del suo cuore morto lo è. “Ci vedremo presto, Spike, non ti preoccupare.”
Apre la porta della cripta, facendo
entrare l’odore della notte all’interno.
“Dove andrai ora, Sharin?” chiede Spike.
“Ho ancora una piccola faccenda da
sbrigare, dopo sarò libera.” Risponde lei, poi si volta per guardarlo un’ultima
volta sorridendo maliziosa “Scommetto che la porterai a vedere come mangi. Ho
ragione, vero?” e poi se ne va, senza attendere risposta. Le è sempre piaciuto
avere l’ultima parola su una discussione.
“Sì, hai sempre ragione…” mormora lui
sospirando.
Buffy è in una terribile situazione: deve
uscire di lì a qualche ora con Spike e non sa cosa indossare! Un colpo
terribile per l’ex reginetta della Emery School di Los Angeles. In più, ecco in
arrivo il classico imprevisto. Suona il campanello e lei si precipita alla
porta lanciando un’occhiataccia al suo ospite parcheggiato in cucina.
“Sharin!” Urla sorpresa. La vampira la
guarda perplessa: è vero che non si sono mai viste da sole, ma non credeva di
fare quell’effetto devastante.
“Sì, è proprio il mio nome, non occorre
che lo urli in questa maniera.”
“Ehm, scusa, non mi aspettavo la tua
visita. Che ci fai qui?” chiede un po’ nervosa.
“Devo parlarti. Posso entrare?”
“Oh sì!” risponde Buffy facendosi di lato
per lasciarla passare. Capisce il suo errore solo dopo aver visto lei alzare il
sopracciglio esasperata. “Ah sì, entra.” La magica barriera si dissolve e la
vampira entra tranquilla, pulendosi le suole sul tappetino. Si ritrovano nel
soggiorno che è in uno stato da cataclisma: è pieno di vestiti di tutti i tipi
e scarpe sparse sopra e sotto i mobili.
“Avete lo stesso problema, siete proprio
fatti l’uno per l’altra.” Scherza Sharin davanti a quel disastro. Buffy
avvampa: non è mai stata una amante dell’ordine, ma questo è troppo anche per
lei.
“Scusa, ma devo uscire con Spike e non ho
idea di cosa mettermi.”
Sharin passa in rassegna tutti i vestiti
che vede ammonticchiati sul divano e poi le porge una gonna nera, lunga, di un
bel tessuto elastico e morbido allo stesso tempo.
“Questa, un paio di autoreggenti sotto.”
“Autoreggenti?”
“Sì, lo fanno impazzire, se poi eviti gli
slip è ancora meglio. Ama avere libero accesso in qualsiasi posto vi troviate, è
più perverso, potrebbe prenderti ovunque. Non che un pezzettino striminzito di
stoffa lo fermerebbe, sia ben chiaro.”
Buffy la guarda scandalizzata: lei di
quei discorsi non ne parla mai. Lo ha fatto mille volte con Spike in tutte le
posizioni da lei conosciute, ma parlarne… la invidia per quella schiettezza.
“Scusa se te lo chiedo, ma sei venuta
solo per darmi consigli sui vestiti?” domanda curiosa.
“Ovviamente no, ma già che ci sono do una
mano. Voglio che il mio sire sia felice.” Sharin annusa l’aria attorno a se:
sotto il prepotente profumo di vaniglia di lei, si sente leggero quello di
Wesley. In fondo è normale, lui era il suo osservatore, chissà quante volte
sarà stato lì dentro. Prova un crampo leggero allo stomaco ricordandolo, ma poi
si riprende.
“Come va con Price Senior?”
“Non ci ho fatto neppure un allenamento,
tanto che cosa può farmi? Sono io quella con il potere, in più stasera voglio
fare il grande salto e se tutto va bene quello me lo mangerò presto.” Ridacchia
seguita da Sharin.
“Ben fatto, sei proprio una cattiva
ragazza!”
“Lo hanno voluto loro, se mi lasciavano
Wesley forse le cose sarebbero diverse, ma ora senza di lui sarei sola e quindi
non c’è niente che mi trattiene qui. Posso seguire Spike nella notte. Lo amo
sai.” Dice sfidandola a contraddirla, ma Sharin non lo fa, anzi.
“Lo so, sarebbe difficile non
innamorarsene. Mi raccomando, prenditi cura di lui al posto mio.” Dice lei
tutto in un colpo. Inutile girarci attorno. Buffy è sbalordita.
“Scusa? E tu?” chiede lei.
“Io me ne vado presto. Andrò in Europa,
penso, vi lascio vivere la vostra non-vita da sposini.” Risponde ridendo.
“E Wesley?” Sharin smette di ridere.
“Lui resterà qui.”
“Non vuole stare con te?” domanda
allibita Buffy.
“No, ha deciso di restare nella luce e
non vuole neppure che io resti con lui lasciandolo umano.”
“Gliene dirò quattro!” dice risoluta la
cacciatrice.
“Uff…” sbuffa Sharin “…perché tutti
volete parlargli? Non c’è nulla da dire, io gli ho fatto una proposta e lui ha
rifiutato, fine della storia. Ha fatto una scelta e se quella scelta non sono
io, non posso far altro che accettarla e andare avanti.”
“Ma… no… non puoi lasciare andare così la
vostra storia. Tu non lo ami?” Sharin la fissa, occhi negli occhi e Buffy
riesce a leggerci dentro solo dolore.
“Più di ogni cosa al mondo, ma non voglio
impormi a lui, non sarebbe giusto. Non potrò mai dimenticare Wesley, anche
quando lui sarà morto, perché nessuno mi è entrato dentro in questo modo.”
Termina infine la vampira scrutando l’oscurità fuori dalla finestra. “Comunque
non è di Wesley che volevo parlarti, bensì di Spike. Stagli vicino quando si
ubriaca. Non capita spesso, è piuttosto tollerante all’alcool, ma quando si
avvicina l’anniversario della morte di Dru diventa un ubriacone di prima
categoria. Preparagli molto caffè, gli fa bene quelle volte. E poi aiutalo con
i vestiti, digli che il nero totale è superato da un po’.”
Prende di nuovo a frugare tra la montagna
di vestiti e fa un sorriso quando trova una cosa perfetta per far sbarellare
Spike: è una canottiera bianca, che si lega al collo, lasciando la schiena
scoperta. Con la gonna nera è praticamente perfetta.
“Stai attenta al sole, d’ora in poi.” Le
dice prima di uscire dalla porta.
Buffy osserva per un attimo l’uscio
vuoto, poi torna in cucina.
“Sei un idiota!” urla.
Wesley non può che darle ragione. Sospira
e fa cadere le braccia lungo i fianchi, sconsolato.
“Tu sei un idiota!” ripete Buffy “Te la
lasci scappare così?”
“Non puoi capire.” Cerca di difendersi
lui, ma lei fa un gesto veloce di stizza per zittirlo.
“Capisco benissimo. Io all’inizio avevo
gli stessi dubbi: seguire o no Spike?”
“E hai deciso?” chiede spaventato lui.
“Sì!” può una sola sillaba contenere
orgoglio, determinazione e amore? Buffy ci è riuscita perfettamente. Guarda Wesley
e nota la sua tristezza dipinta sul volto. “Non essere triste, Wes, io non lo
sono. Ho fatto una scelta, quella di seguire la notte con l’uomo che amo, ora
come ora non potrei volere di più. La vita da Cacciatrice mi ha dato solo
solitudine, sono stufa! Voglio poter amare senza freni e limiti e Spike è
l’unico che me lo può far fare. Ormai non mi è rimasto nessuno vicino, rimanevo
aggrappata a te perché ti voglio bene, ma tu prima o poi dovrai andartene per
farti una vita tua e io resterei qui con quel cazzone di tuo padre, senza
offesa.”
“Tranquilla, ho pensato di peggio.
“Risponde lui con un sorriso.
Buffy si veste e si rimira allo specchio:
sì, può andare. Esce e si fa vedere da Wesley.
“Tadaà! Che ti sembra? Mi vorrà?” chiede
con apprensione.
“Se non ti vuole è uno scemo o un cieco.”
“Grazie!” poi Buffy prende a rigirare la
piccola poquette tra le mani. “Wesley…ma tu, ami Sharin?”
Cala il silenzio, spesso e teso. Wesley
capisce che è arrivato il momento di fare chiarezza nella confusione che i suoi
sentimenti stanno creando. Poi, titubante, risponde.
“Io penso di essermi innamorato di lei la
prima volta che mi ha baciato, al Bronze. Mi sono completamente perso in lei, non faccio che pensare ad altro, ma tra
noi non può funzionare.” Dice con fermezza.
“Perché no?”
“Buffy! Lei è una vampira, io un umano,
non possiamo vivere assieme.”
“Vi separa solo la dieta, cosa facilmente
superabile, se fai anche tu il grande salto come me.”
“Il fatto è che io non voglio diventare
un vampiro, la mia umanità mi va più che bene. E così come vanno ora le cose è
sbagliato.”
“Perché? Tu sei felice con lei e lei lo è
con te! Non vedo dove la storia è uno sbaglio.”
“Chiederle di dimenticare la sua natura,
chiederle di fingere di essere qualcosa che non è, non va bene. Non posso farle
questo.”
“Glielo hai chiesto? Magari lo farebbe.”
“È stata lei a propormelo.” Buffy rimane
a bocca aperta sconvolta. Una rabbia sorda si impossessa di lei.
“Ma allora sei più stupido di quanto
credessi! Una vampira… no ripeto, una Vampira si è offerta per amore di stare
vicino a te, quante volte pensi possa succedere? Lei ti ama, questo lo dimostra
e se tu non fossi così cieco lo capiresti anche tu.”
“Ma…” balbetta lui.
“Ma niente! Sei un vigliacco, hai solo
paura di trovarti in una situazione che non conosci e per questo nemmeno ci
provi, avrai rimpianti per tutta la vita. Dove la trovi una come Sharin? Da
nessuna parte, lo sai anche tu.”
Wesley ci pensa. Buffy ha ragione, lo sa
anche lui, ha paura di innamorarsi così tanto del buio da volerne far parte,
eppure ora, seduto nel soggiorno della ragazza, tra una montagna di vestiti,
capisce che la sola idea di non rivedere Sharin per un solo giorno la fa stare
male. E quindi che può fare?
“Adesso tu alzi le tue inglesi chiappe e
vai da lei, pregandola in ginocchio di poter tornare con lei.”
Wes si alza e si mette la giacca, poi
guarda la sua ex pupilla e sorride.
“Sei dovuta crescere così in fretta
Buffy, per te avrei voluto una vita più normale.” La abbraccia, capendo che
quello è un addio. “Non ti rivedrò più, vero?” le chiede a bassa voce.
“Credo di no. Farò promettere Spike prima
che mi vampirizzi, di non portarmi da te. Cercherò di non mangiarti.”
“Grazie, sei molto gentile.” Ridacchia
lui, poi torno serio. “Sei la miglior cacciatrice che abbia mai conosciuto, mi
mancherai piccola principessa.” Buffy si commuove a sentir riesumare il
nomignolo che lui le aveva affibbiato quando andò a prenderla all’ospedale
psichiatrico.
“Mi mancherai anche tu Wesley. Sei
l’osservatore migliore che una ragazza possa avere. Non dar retta a quello che
ti dicono gli altri. Credi in te stesso, che è la cosa migliore tu possa fare.”
“Ok, vado… e che Dio me la mandi buona.”
Esclama Wes. “in groppa al riccio per tutto, Buffy.”
“Indossando le mutande di ghisa.”
Risponde lei ingoiando una lacrima. È decisa a non piangere, in fondo quella è
la sua notte. Indossa un paio di stivali neri con il tacco che la slanciano e
decreta che è pronta per lui. fa una smorfia vedendo come ha ridotto il
soggiorno, ma non è quello il momento di pensarci. Il campanello ha appena
suonato. Apre la porta emozionata come una bambina alla Vigilia di Natale.
“Buonasera, Raggio di sole.”
Cap. 14
Lui è lì, bello come il sole. No, no, niente
sole, lui è tenebra pura. Ha variato l’abbigliamento, indossa una camicia blu
elettrico che esalta ancora di più il suo splendido pallore. Qualsiasi dubbio
possa avere sulla sua ‘conversione’, si dissipa appena lo vede sorridere con
quell’espressione maliziosa e terribilmente sexy.
“Ciao bel vampiro, come stai?”
“Affamato e non solo di te, amore. Posso
entrare?”
“Ehm… meglio di no. È un casino il
salotto.” Cerca di difendersi Buffy.
“Allora andiamo!”
Le porge un braccio, che lei prende senza
esitare. È la prima volta che un uomo è così galante con lei.
“Dove mi porti?”
“Pensavo potesse piacerti una passeggiata
romantica al chiaro di luna.”
“Mi piace solo perché ci sei tu, Spike.”
Camminano mano nella mano per le strade
quasi deserte: sono ben pochi i pazzi disposti a rischiare sulla Bocca
dell’Inferno. Superano le zone bene, attraversando, mentre chiacchierano
ininterrottamente, il cimitero dimora di Spike.
“Da quando il Maestro è morto, la mia
attività di Cacciatrice è quasi superflua.” Dice Buffy mentre controlla una
tomba recente.
“Certo che non riesci a toglierti il
lavoro dalla mente. Sei instancabile.” Lei si alza e ride.
“Hai ragione, ma è più forte di me, sono
attirata, è come se qualcosa mi obbligasse a passare qui la notte.”
“È l’oscurità che è dentro di te. Ti fa
sentire viva, vero?”
“Già!” lo abbraccia di slancio e cerca le
labbra fredde del vampiro per potergli stampare un caldo bacio: lingue
duellano, come spade che si danno stoccate mortali e le mani vagano sui corpi
in modo da stampare nella memoria ogni più piccolo particolare.
“Amore, sei quasi perfetta.” Dice Spike
al termine del bacio.
“Quasi?” domanda Buffy leggermente
offesa.
“Sarai perfetta sa vampira.” Un brivido
le percorre la schiena. “Vieni piccola, ho ancora una cosa da farti vedere.”
Si avviano verso l’uscita abbracciati
come una normale coppia di fidanzati. Arrivano nella zona più popolata la
notte, il quartiere del Bronze. In fondo è l’unico locale aperto la sera e
quindi tutti i nottambuli si affollano là.
“Guarda che io conosco il Bronze.” Dice
Buffy indicando l’insegna.
“Non è questo che ti mostro. Io ti
aspetterò là, nel vicolo. Voglio che tu faccia una cosa per me.”
“Che cosa?” chiede Buffy incuriosita ed
eccitata.
“Cerca un ragazzo che ti sta sulle palle
e conquistalo, poi portalo qui.” Lei gli lancia un’occhiata curiosa, ma non
protesta gli ordini.
Il locale è affollato, riesce a
riconoscere parecchi dei suoi compagni di scuola. Incurante delle occhiate
cariche di lussuria che le vengono lanciate dai ragazzi attorno a lei, si butta
in pista ed inizia a ballare sensualmente, facendo in modo di attirare
l’attenzione di più uomini possibile. Vede che anche Spike la guarda e spera
che capisca che lei sta ballando per lui. Poi nota che tra gli arrapati c’è
anche Parker, quel cretino che l’ha fatta sospendere. A quanto pare ha trovato
la sua preda. Si muove verso di lui ammiccando.
“Ciao Parker.”
“Ehm… ciao Summers. Mica vorrai prendermi di nuovo a pugni?”
‘Magari!’ pensa lei, che invece sorride “No,
anzi, volevo scusarmi per quello che ti ho fatto. Sai ci ho pensato molto in
questa settimana e ho capito che devo farmi perdonare.” Gli dice con fare da
gatta. Negli occhi del ragazzo passa un lampo di eccitazione, forse la sua
serata non è proprio da buttare.
“E come vorresti farti perdonare, ricorda
che mi hai fatto parecchio male.” La provoca lui.
“Oh, non ti preoccupare.” Dice lei
strusciandosi sul suo corpo caldo. “Scommetti che se mi segui fuori non te ne
pentirai?” cerca con lo sguardo Spike, ma vede che è scomparso. Prende la mano
di Parker ed escono nel freddo della notte.
“Ehi, ma non potevamo restare dentro, si
stava meglio al caldo.” Dice il ragazzo, ma Buffy ride.
“Che uomo sei? Mica è così tremendo… dai,
vieni qui.” Lo attira nella parte più buia del vicolo e Parker, credendo che la
ragazza ci stia, si avventa su di lei, cercando di spogliarla, ma in quel
momento arriva proprio Spike.
“Uhm… ragazzacci, che fate? Non sapete
che è peccato?” chiede beffardo.
“Che diavolo vuoi tu? Vattene a trovarne
un’altra.” Sbraita Parker infastidito dall’intrusione di Spike.
“Abbassa le ali polletto. Sono venuto a
vedere che non vi mettiate nei guai. Signorina, mi meraviglio di lei.” Buffy
gli regge il gioco e abbassa pudicamente il volto mettendosi le mani in grembo.
“Ha ragione.” Mormora. “Sono stata
cattiva.”
Parker la guarda sbigottito: quella
specie di suorina pudica è la stessa ragazza che l’ha sedotto e che una
settimana prima l’ha mandata all’ospedale? La sospensione deve essere stata un
trauma per lei.
“Sì, Raggio di sole, sei stata proprio
una bimba cattiva e sai che cosa si fa alle bambine cattive? Si puniscono.”
chiede Spike con sguardo diabolico. Buffy sente un fiotto bollente fermarsi
sugli striminziti slip: ha appena immaginato una serie di punizioni da fare
nuda con lui.
“Senti biondo, levati dalle palle!
Stavamo facendo una cosetta io e
“Dicevi ragazzino?” Parker si volta verso
Buffy, ma lei non sembra spaventata, anzi! Sembra più…eccitata?
“Ok, ho capito, te la lascio se vuoi, in
fondo non mi interessa molto.” Balbetta Parker.
“Non è che mi devi dare il permesso,
anzi… io me la prendo da sola… e prendo anche te.” Gli dice afferrandolo per il
collo e sbattendolo contro il muro sporco. Il ragazzo, preso dal terrore,
comincia a piangere. Buffy è un po’ indecisa: il suo animo di Cacciatrice sta
urlando per farla reagire, ma poi che dovrebbe fare? Impalettare Spike?
Figuriamoci! A guardarlo mentre spaventa Parker lei si eccita… ama Spike nella
sua completezza, demone incluso. In
realtà non le interessa quello che lui vuole fare di quel verme di Parker,
quindi attende.
“La tua punizione, passerotto, è
guardarmi.” Dice Spike rivolto alla ragazza.
“Pensavo peggio.” Risponde lei ridendo.
Parker è attanagliato dalla paura, cerca
di svincolarsi dalla presa del vampiro, ma con nessun risultato valido, tranne
quello di serrare maggiormente la presa.
“Dì addio al mondo, piccolo.” Dice Spike
duramente, poi gli inclina il collo e lo morde. Buffy sussulta a quell’assalto,
ma non si muove, anzi, si sorprende di essere affascinata, è come vedere un
grosso felino cacciare in TV. Spike, dal canto suo, beve Parker tranquillo: sa
che
Il sangue del ragazzo sgorga furiosamente
nella bocca del vampiro: è saturo di paura e Spike ne è quasi inebriato.
Buffy è estasiata addirittura: in quei
due anni ha sempre ucciso i vampiri ed è sempre rimasta disgustata quelle poche
volte che ha visto qualcuno di loro mangiare, ma ora è tutta un’altra faccenda.
Può essere che l’affetto che prova per Spike la ottenebri fino a quel punto?
Inconsciamente si lecca le labbra affamata. Vorrebbe partecipare a quello
spuntino, ma sa che non è attrezzata… immagina come deve essere bere il sangue
caldo di un uomo e si ritrova ad ansimare eccitata.
“Noto che lo spettacolo ti è piaciuto!”
esclama Spike lasciando cadere il corpo di Parker sull’asfalto freddo. Lei
annuisce piano, constatando che vedere il sue ex compagno di scuola riverso per
strada non le fa né caldo, né freddo.
“Baciami!” gli ordina e lui sorridendo
esegue con molta gioia.
È un bacio famelico, Buffy anela scoprire
ogni più piccolo anfratto della bocca di Spike, in modo da assaggiare il sangue
rimasto. È intossicante anche per lei, possibile che ci sia un demone dentro di
lei, da farle apprezzare quel liquido vermiglio? Deve ammettere con se stessa
che quella è una possibilità piuttosto probabile, visto la sua forza e la sua
ricerca ossessiva della notte. Spike lo sapeva prima di venire da lei,
sicuramente.
“Vieni, amore, andiamo a fare due salti…”
le dice Spike avviandosi verso la rumorosa entrata del Bronze. Lei lancia
un’ultima occhiata a Parker e sorridendo segue il suo amante.
Le luci sono fisse sulla pista, qualche
coppia si sta dando al ballo, ma non sembrano molto convinti di quello che
fanno. Buffy lo prende per mano e lo porta a ballare con se. Si muove
sensualmente, ogni tanto alza la gonna con le mani e usa Spike come se fosse un
palo da lap-dance. Lui la prende piuttosto bene: non è un amante del ballo, lo
fa poche volte, preferisce di gran lunga guardare Sharin che lo fa, però questa
sera vuole dare a Buffy l’ultimo barlume di normalità, prima di farla
sprofondare nelle tenebre. Lei lo accarezza lasciandogli qualche bacio sul
mento, per poi risalire sulle guance, finendo , finalmente, sulle sue labbra.
Ama quando lo bacia: la passione che traspare da quell’essere è travolgente e
non riesce a capire come fa a non perdersi ogni volta. Deve ringraziare il
cielo per avere quel piccolo angolo di cervello sempre collegato, altrimenti
sverrebbe ad ogni bacio.
“Che cosa hai provato prima?” chiede
Spike durante un lento.
“Prima quando?”
“Quando ho mangiato il tuo amichetto.”
Buffy lo osserva un po’ curiosa… non si aspettava quella domanda.
“Non lo so.” Risponde candidamente “Una
parte di me voleva impalettarti, penso
Spike sembra decisamente compiaciuto di
quella risposta.
“Complimenti, passerotto! Parole degne di
una vampira perfetta.” E lei sorride contenta.
“Speravo di averlo fatto! Che ti ha detto
Sharin la prima volta.”
“Perché vuoi saperlo? Non cambia lo stato
delle cose.”
“Sono curiosa.”
“Oh bhe, basta che poi non ti stai a
lamentare o a dire qualcosa! L’avevo conosciuta una notte...ovvio. Ci siamo
scontrati in una strada, lei usciva da una casa di una partoriente e profumava
di sangue fresco. Per i miei sensi era una manna! Un paio di notti dopo l’ho
vampirizzata, mangiando davanti a lei il parroco che l’aveva cresciuta e per
buon conto violentata quando era diventata una donna. Le è piaciuto, mi ha
detto, e che voleva farlo anche lei. Così è stato.”
“Ti fai sempre vedere mentre mangi?”
“Dai miei childe? Solo quelli speciali e
quindi sei la seconda.”
Sorridono complici, poi lui guarda in
alto e trova il posto perfetto per stare con lei. Senza dirle nulla la fa
salire sulla scale, arrivando su un piccolo balconcino con dei divani. Ci sono
già delle coppiette appartate a sfogare i loro ormoni, ma Spike ringhia poco
cortesemente e quelli scappano di fretta… mica sono scemi, vogliono poter
vedere il sole l’indomani.
“Sei un prepotente.” Dice Buffy
ridacchiando.
“Lo so, ricorda che io sono un bel Big
bad… quello che voglio prendo!”
“E vuoi me?” gli chiede civettuola. Lui
la guarda con la lingua tra i denti e lo sguardo diabolico.
“Certo, altrimenti perché saremmo qui?”
La spinge sul cordolo del balcone, che dà
direttamente sulla pista da ballo. Appena sotto di loro c’è una serie di
lampade, che fanno in modo di mascherare le persone che stanno al di sopra. In
pratica i due amanti sono invisibili ai più. La bacia con passione,
strattonando con forza il piccolo top bianco per prenderle in mano i seni. Non
ha messo il reggiseno e quindi ci arriva subito. Stuzzica immediatamente i due
capezzoli già ritti e li torce facendola gemere.
“Spike… non… non puoi qui. Ci vedranno…”
tenta di dire lei, ma lui la zittisce baciandola di nuovo.
“No, sono ciechi… e anche se ci vedessero
potrebbero solo imparare qualcosa. Dai…” la fa girare, in modo da poter
guardare entrambi verso il basso. Buffy chiude gli occhi in estasi, quando lui
le alza piano la gonna e le accarezza le cosce. Si sente completamente bagnata
e lo vuole sentire dentro di se immediatamente. Muove il bacino dando un
messaggio di chiaro invito ad entrare.
“Non chiudere gli occhi e guardali… non è
eccitante farlo qui.” Leccandole il collo facendola fremere.
“Spike… se ci vedono?” gemette lei.
“No, qui siamo nell’oscurità… non possono
vederci.” Apprezza molto la scelta delle autoreggenti che gli lasciano libero
accesso alle parti intime che raggiunge in velocità. Ringhia eccitatati al
contatto con il minuscolo perizoma di seta che porta lei e senza troppi
complimenti lo straccia.
“Ti prego…” lo incita lei senza pudore
alcuno.
“Guardali, completamente ignari di tutto
quello che c’è dietro la loro piatta e noiosa vita. Per te non sarà così,
amore, tu ti godrai ogni dannata notte che sorgerà sul mondo.” Si apre i jeans
in velocità, già pronto a darle quello che lei anelava dall’inizio della
serata. La prende con facilità, inclinandola leggermente, per facilitare
l’entrata in lei del suo membro. Buffy ansima forte, quella situazione è
decisamente intrigante… il rischio di essere beccati la infiamma ancora di più.
Spike è completamente catturato dal suono del suo cuore impazzito. Vede le vene
del collo pulsare frenetiche e si lecca i canini al pensiero che a breve berrà
da lei.
Intanto Buffy si sta completamente
perdendo, il controllo che una volta aveva sulle sue emozioni, sono partite
via, perse nel buio del Bronze, su quel balcone che la porterà direttamente
all’Inferno. Il familiare senso di piacere le si sta formando nel ventre e i
suoi ansimi diventano irregolari.
“Spike… sto per venire.” Gli geme
nell’orecchio e per la prima volta lo vede trasformarsi così vicino a lei. Due
globi dorati di passione la guardano attendendo un piccolo gesto, un segnale
che è pronta e lei glielo dà: inclina leggermente il collo e Spike la morde.
Entra in lei lentamente, quasi con dolcezza. Le provoca un leggerissimo
fastidio, come se le facessero due punture all’ospedale, ma poi sente un
languore crescerle anche lì, qualcosa di totalmente nuovo e sconosciuto. I due
piaceri si fondono in uno solo e Buffy viene con un grido strozzato, le pare
impossibile provare qualcosa di così intenso e a man mano che il sangue scorre
nella bocca del vampiro, si abbandona a lui, sentendosi svuotata da ogni
energia.
Dal canto suo, Spike, si sta assaporando
l’orgasmo della Cacciatrice sia grazie ai muscoli vaginali che si serrano sul
suo membro che con il sangue insaporito dal piacere. È proprio per quel motivo
che l’ha portata in quel locale per vampirizzarla: voleva che ogni traccia di
purezza fosse scomparsa in lei e che la bevuta avvenisse nel momento in cui lei
veniva. Il sangue entra impetuoso in lui, con il suo sapore di donna forte e
piena di potere, eppure così fragile come solo una ragazzina di diciassette
anni può essere. Ha un sapore particolare, metallico, sì, grazie al ferro
dell’emoglobina, ma anche con una punta di vaniglia e a lui piace. Viene in
lei, poi la fa distendere su un piccolo divanetto: ancora pochi minuti e lei
morirà per la mancanza di sangue, deve agire in fretta.
“Sei sicuro di volerlo, amore?” le chiede
in ultima. Buffy raccoglie le poche forze rimaste e gli sussurra.
“Portami nell’oscurità, con te.”
Spike si taglia la vena di un polso e
gliela porge. Inizialmente Buffy è come nauseata di quel liquido che le entra in
bocca, ma dopo aver inghiottito qualche sorso di liquido vermiglio, comincia a
succhiare violentemente. Il sangue tiepido sa di Spike, lei lo capisce
immediatamente, e dentro di se esulta, finalmente è sua anche con il sangue.
Diventerà la childe migliore che lui abbia creato e non lo lascerà mai. Quando
Spike si stacca, lei scivola nel dolce sonno della non-morte. L’indomani
sarebbe diventata una vampira.
Spike la guarda con sguardo amorevole: è
impossibile, lo sa, ma la ragazza le sembra già più pallida. Si sistema un
attimo la camicia, che ormai è tutta spiegazzata, decide che anche i pantaloni
meritino una chiusura e poi prende Buffy in braccio. Non possono sicuramente
rimanere lì tutto il giorno in attesa che lei possa camminare di nuovo sulle
sue gambe. Alla porta viene bloccato dal buttafuori che guarda preoccupato la
ragazza.
“Nessun problema, amico. Ha bevuto un
goccio del mio drink, ma non è molto tollerante all’alcool. Una bella dormita,
un mal di testa con i fiocchi e sarà come nuova.” Il tipo annuisce
tranquillizzato e Spike se la porta amorevolmente nella cripta.
Cap. 15
Wesley corre per mezza città: ha cercato
Sharin nel suo attico, ma senza risultati. È andato al Bronze, intravedendo
Buffy e Spike che ballavano, ma non si è fermato, ha fatto un salto nel
quartiere malfamato, scovando un cadavere dissanguato di fresco.
“Dove diavolo può essere?” sbotta alla
fine. Si ferma sotto un lampione a riflettere: dove può ritirarsi una vampira?
In un cimitero, ma lei gli ha anche detto che polvere e ragnatele non le
piacciono. ‘Pensa, Wesley…ricordati chi è lei!” poi, come se avesse avuto una
illuminazione, si gira e prende a correre verso la piccola spiaggia di
Sunnydale. E lì, la trova.
È seduta a pochi metri dall’acqua,
raggomitolata con le ginocchia al petto e la testa inclinata in avanti come se
piangesse. A Wes viene un groppo al cuore.
“Come mi hai trovato?” la voce di Sharin
arriva calma e senza esitazione.
“Come fai a sapere…” inizia lui.
“Il tuo odore è inconfondibile per me,
anche se mescolato a tanti altri. Non hai ancora risposto, comunque.” Si alza
spolverandosi i pantaloni dalla sabbia fine e poi lo guarda. ‘Dio, quanto è
bello.’ Pensa. È ansante per la corsa appena fatta, gli occhiali poggiati
storti sul naso, i capelli arruffati e gli occhi lucidi: insomma, da violenza.
“Mi sono ricordato che mi avevi detto di
amare il mare e che quando vuoi pensare vai lì, ho tentato e ho avuto fortuna.”
Lei sorride: è vero, glielo ha detto mentre gli accarezzava il petto a letto.
“E ora che sei qui, vuoi dirmi qualcosa?”
domanda Sharin con una strana calma che non le appartiene appieno.
“Sì, devo parlarti.” Dice Wes con
sicurezza e le si avvicina. Cerca di capire cosa passa per la testa a Sharin,
ma non legge niente, quasi quasi gli si insinua il dubbio che lei possa
mangiarlo.
“Spara.”
Wesley prende un respiro profondo, quello
che le dirà ora gli cambierà la vita di sicuro.
“Io ti amo, Sharin.” Wow, più facile del
previsto.
“Anche io ti amo, ma questo lo sapevamo
già, mi pare.” Lo sta mettendo volutamente in difficoltà, una piccola vendetta.
“È vero, ma era una premessa che andava
fatta.” Sharin aggrotta la fronte in attesa e lui approfitta del suo silenzio
per continuare. “La mia vita è sempre stata votata al Consiglio, ho vissuto fra
Osservatori da quando avevo cinque anni. Era la mia luce, non c’era niente al
di fuori di questo. Essere l’osservatore di Buffy è stata la consacrazione. Poi
sei arrivata tu, che sei il contrario di tutto quello che volevo per me. Il mio
ideale di donna era un mix fra Grace Kelly e Audrey Hepburn e tu, sinceramente,
non incarni quel genere di persona. Eppure…” respira profondamente “…non riesco
a stare senza di te. L’idea di non guardarti negli occhi mai più, mi uccide.”
Sharin è sorpresa: sperava in quella
dichiarazione, ma non credeva arrivasse così presto.
“Cambia qualcosa tra noi, questo?”
domanda sempre lei.
“Sì, cambia eccome. Io ho paura del tuo
buio, perché potrebbe catturarmi, ma ho anche il timore di non poterti più
avere vicino a me.” Si ferma un attimo a raccogliere meglio i pensieri, si
umetta le labbra e poi gliela diede. “So che è egoista come richiesta, ma… vuoi
stare con me?” la guarda fissa negli occhi, ritrovandosi veramente innamorato
di quella vampira.
“Che cosa implica stare con te?”
“Implica che tu non te ne vai, che se
vuoi vengo a vivere con te, che cambierò ritmo di vita, non lo so, ma non
voglio vivere senza di te al mio fianco.”
Sharin gli prende il volto con una mano e
l’accarezza con un dito.
“Ne sei sicuro, Wes?”
“Come mai in vita mia. Però voglio che tu
sia consapevole che io non voglio abbandonare del tutto il mio ruolo di
Osservatore.”
“E come pensi di fare? Il Consiglio ti ha
già voltato le spalle, mi sembra.”
“È vero, ma le future Cacciatrici avranno
bisogno di una spalla, quando tutti la tratteranno come se fosse un niente. Io
devo farlo, voglio che un minimo di luce ci sia, nelle loro tenebre.”
Sharin lo bacia: la passione che lui ci
ha messo nel proteggere la sua professione l’ha infiammata. Non le frega nulla
del resto, lei lo vuole. E se Wesley vuole rincorrere ragazzine sperdute per
aiutarle, lei lo avrebbe seguito.
“Ok, stiamo assieme.” Gli dice
staccandosi un secondo dalle sue labbra. Wes raggiante la prende per la vita e
la alza, prendendo a girare in tondo. Entrambi si mettono a ridere e a Sharin
sembra di essere tornata ragazzina. Wes crolla sulla sabbia per la fatica e
Sharin si accoccola su di lui ascoltando ipnotizzata il suo cuore che batte
furiosamente.
“Penso che mai si vedrà coppia più strana
di noi. Un Osservatore e una vampira!”
“Chi se ne frega, il mondo può crepare,
l’importante è che tu sia con me!” risponde lei.
“Cosa che non sarà più possibile, grazie
al cielo.”
La voce fredda e dura taglia la notte,
arrivando dritta alle orecchie e ai cuori dei due amanti, ancora teneramente
abbracciati sulla sabbia.
“Chi cazzo rompe?” chiede Sharin non
proprio con grazia.
“Chi vuoi che sia? L’unica persona che
arriva sempre nei momenti meno appropriati. Che vuoi papà?” chiede con ira Wes.
Si alzano insieme ed eccolo lì, Roger Windham-Price in tutta la sua altera
figura.
“Dio che vergogna…mio figlio con una
lurida vampira.” Sharin ringhia all’insulto.
“Modera il linguaggio, se ce l’hai con
me, lascia perdere lei.”
“La proteggi pure? Mi fai schifo!” urla.
“Che novità! Non mi hai mai accettato per
quello che sono, cosa cambia ora?”
“Mi sembra ovvio, non ha mai fatto niente
che mi rendesse fiero di te, solo fallimenti uno dietro l’altro, per culminare
con un rapporto carnale con quell’essere. Sarai definitivamente buttato fuori
dal Consiglio e non sarai più un Windham-Price.”
Wes sbianca…diseredato. Poi guarda Sharin
arrabbiata vicino a se e capisce che non è un prezzo troppo alto da pagare per
stare con lei.
“Ti verrà tolto tutto e non sarai più
nessuno.”
“Non mi interessa Roger. Puoi togliermi
quello che vuoi, ma avrò sempre lei ed è questo che importa.” Dice convinto
Wesley.
“Non per molto.” Roger fa uscire come per
magia una balestra e punta una freccia al cuore di Sharin che si inquieta un
attimo.
“Non hai il fegato di combattere con me,
vero?” ringhia lei.
“Non mi piace il rischio.” Quando sta per
scoccare il dardo, Wes si frappone fra i due. “Togliti di lì, figliolo.”
“No, Roger, non ci penso neppure.”
“Lo sai, non esiterò ad ucciderti, se
questo servirà a ripulire il mondo da questa feccia demoniaca.”
“Oh, io ti credo. Sono stato cresciuto da
te, dopo tutto. Mi hai preso di tutto, Buffy, il Consiglio, la casa, ma lei
no!” e non si schioda, nonostante lei cerchi di mandarlo via.
“È pericoloso, Wesley.” Ma così facendo
si espone alla balestra di Roger, che scocca la freccia. La scena è come se
fosse fatta al rallentatore: Sharin si blocca, vedendo il suo amante
proteggerlo col corpo. Ora, dove doveva esserci il cuore della vampira, è
piazzato il fegato del ragazzo. L’odore del sangue impregna subito l’aria.
Sharin lo prende prima che cada a terra, poi vira il volto in quello della
caccia e fa per avventarsi su Price senior, che intanto ha preso un paletto.
“Hai fatto il tuo più grande errore,
vecchio!” gli urla.
Mentre si alza, la mano di Wes la ferma,
trattenendola per un piede. Lei torna con il volto umano e si inginocchia
vicino a lui e Roger capisce che forse è meglio se se ne và. Lei è stata
bloccata da suo figlio, ma non esiterà ad attaccarlo ed in un combattimento
corpo a corpo, lui avrebbe la peggio.
“Che c’è?” gli domanda con gli occhi
annebbiati dalle lacrime.
“Non lasciarmi… ti prego.” Sussurra lui,
sul maglione la macchia rossa si allarga di un po’.
“Facciamo che chiamo un’ambulanza, ok?”
“No… portami con te.”
“Wesley, stai morendo, se non mi lasci
non potremmo mai stare assieme.”
“Non hai capito un tubo.” Risponde lui
con lucidità. “Io sì. Devi portarmi con te, solo così potrò conoscere la vera
passione.” E Sharin capisce.
“Sei sicuro, non si torna indietro.”
“Fallo.” Così, sulla sabbia, Sharin alza
il maglione. La freccia fa in modo che il sangue non esca copioso, ma ora deve
toglierla. Non gli dice nulla, per non spaventarlo, poi l’estrae. Wes urla e
lei si fionda a bere dalla sua ferita. Lui si sente improvvisamente meglio: sa
che sta per morire, ma questa è una sua scelta, non di suo padre, ed è una
scelta dettata dall’amore che prova per lei.
Il sangue denso e dolce entra nella gola
di Sharin a grandi sorsi e lei capisce che, anche se lui sarà il suo childe, in
qualche modo subirà il suo fascino e dipenderà da lui. Si stacca e lo guarda.
Wes ha gli occhi appannati dalla morte, ma le sorride.
“Grazie.” Le dice piano.
“È un piacere. E ora bevi, amore.” Si
taglia l’esile polso con la punta della freccia appena tolta da lui e glielo
porge alla bocca. Lui non tenta neppure si scostarsi, anzi si attacca a lei
come se fosse una fonte nel deserto. Sharin vede l’estesi solo sentendolo bere.
Quando lui ha finito, lo bacia teneramente.
“Adesso dormi. Quando ti sveglierai io
sarò lì vicino a te, promesso.” Wesley si addormenta dolcemente e lei lo carica
sulle spalle per portarlo a casa.
Sharin ha passato la giornata a guardare
Wesley dormire. Ha fatto giusto un salto nei bassifondi per trovare qualcuno da
mangiare e poi ha fatto un po’ di shopping per lui. Ora è lì, disteso con lui
nel suo letto. La pelle ha perso quasi completamente il normale colore rosato,
assumendo quello avorio tipico dei vampiri. Lo ha spogliato del tutto, quindi
può scrutare il suo corpo fino in fondo. Gli accarezza il petto coperto da una
leggera peluria. Ama soprattutto quella strisciolina di peli che parte
dall’ombelico ed arriva nella zona intima. Comincia a palpare i muscoli delle
gambe: erano già forti da vivo, adesso sono sodi e duri come dovevano essere
quelli di un vampiro di classe A. Sa che l’affetto che provava per lui aveva
fatto in modo di metterci molto impegno della generazione.
In realtà è molto curiosa: vuole capire
quanto il suo Wesley è cambiato. Per la prima volta ha paura di aver fatto una
cazzata. Per l’ennesima volta gli passa le mani tra i capelli, per poi scendere
sulle guance e poi sul mento. Si sente fremere, la sera è scesa da un bel pezzo
e il risveglio avverrà a momenti. Si alza nervosa dal letto camminando nuda
verso la finestra: sotto di lei la strada è deserta e Sharin si bea della
fredda luce lunare che la colpisce.
“Non ho mai visto spettacolo più bello.”
La voce calda di Wesley la sorprende. Si gira e nota con maliziosa
soddisfazione che lui è già ben eccitato. “Inondata da quella luce di latte,
sembri una splendida ed elegante statua ellenica.” Lei scoppia a ridere e si
mette a cavalcioni su di lui.
“Certo che la tua vena di studioso non è
collassata!”
“Ovvio che no!” dice lui e intanto la
prende per la vita per farla aderire meglio a sé.
“Per fortuna, è una delle tue
caratteristiche che amo di più.” Risponde Sharin accarezzandogli il petto;
sente la sua erezione premerle tra le gambe.
“Ho fame e non solo di sangue.” Wes la
ribalta, facendo in modo di sovrastarla. Lei scruta negli occhi azzurri, resi
torbidi dal desiderio. Riesce anche a scorgere il demone dentro di lui: sorride
soddisfatta.
“Placala la tua fame, allora.” Gli dice
con voce roca e sensuale all’orecchio. Infiammato, lui la penetra senza
esitazione e senza preliminari. Lui sente dentro di se qualcosa di potente e
nuovo, è quasi sicuro sia il vampiro che vuole uscire. L’odore del sangue di
Sharin gli arriva alle narici: evidentemente non era del tutto pronta, eppure
il suo volto è una maschera di piacere, più che di dolore.
“Continua, Wes… più forte!” implora lei.
Per la prima volta fa capolino il volto
di demone di Wesley, attirato dall’odore di sangue e dal collo bianco di lei:
la morde portandola all’orgasmo, potente ed oscuro. Lui la segue a ruota,
staccandosi dal suo collo e leccando i due piccoli fori.
“Credo di aver fatto una buona scelta a
prenderti come childe.” Dice sorridendo Sharin.
“Grazie!”
“Amore, cosa ti ha fatto cambiare idea?”
chiede lei curiosa come una gatta e lui sospira.
“Quando ho capito che stavo per morire
per mano di mio padre, mi sono chiesto a cosa sarebbe servito un Osservatore
come me. Non ha esitato a scoccare la freccia, ben sapendo che io sarei potuto
restare colpito. In più, quando ero riverso sulla sabbia, non ha neppure
chiesto come stavo. Senza scordare che io volevo stare con te. Somma tutti
questi pensieri e capisci che non avrei potuto fare scelta diversa, ti pare?”
“Hai ragione… bhe, meglio per me.”
Risponde felice lei. Uno strano gorgogliare li distrae. “Uhmm, qualcuno ha
bisogno di sangue umano qui!” lo stuzzica.
“Ehm, sì. Ho fame.”
“Ok, andiamo.” Si alzano dal letto e si
vestono, Wesley si trova davanti a dei vestiti nuovi, comprati da Sharin mentre
lui dormiva: un paio di pantaloni di pelle nera che lo fasciando perfettamente,
una camicia viola, una giacca nera sempre di pelle e degli anfibi coordinati.
“Per una che non ama i clichè, ci sei
andata pesante.” Commenta lui.
“Qui non si parla di clichè, ma di cosa ti
può star bene e fasciato di pelle sei ancora più da violenza. Voglio guardarti
e fare pensieri perversi. Ora seguimi e tieni gli occhi chiusi, ho una sorpresa
per te, cuoricino mio!” lo prende per mano e lo porta in soggiorno.
“Tadaà!” urla lei e Wes apre gli occhi.
Legato ed imbavagliato c’è un ragazzo piuttosto giovane che li guarda con occhi
terrorizzati.
“Per festeggiare la tua prima notte!”
“Come sei dolce, Sharin…” ridacchia lui.
Si inginocchiano davanti al malcapitato.
“È un innocente?” chiede Wesley.
“Assolutamente no! Per il tuo primo pasto
ho cercato il meglio: un bel spacciatore. Smerciava dietro il Bronze, un
venditore di morte bello e fatto.” Sharin gli toglie lo scotch dalla bocca e il
tipo inizia a balbettare.
“Per favore… non fatemi del male… posso
pagarvi!”
“Stai zitto.” Gli intima Wes, che intanto
ascolta il ritmo impazzito del cuore della sua vittima. Capisce che quello è il
suono della paura, come l’odore che aleggia intorno a lui e gli piace la
cosa…gli slega le mani: vuole che il tizio combatta contro la morte, o almeno
ci provi.
Lo spacciatore liberato cerca di alzarsi
sulle sue gambe, ma la troppa immobilità lo fa cadere subito. Sharin si siede
sul divano per osservare meglio il pasto del suo vampiro. La fame porta Wes a
prenderlo immediatamente, ha capito che non ha proprio voglia di corrergli
dietro. Non attende oltre e lo azzanna alla gola. Mentre beve pensa alla
differenza dei due morsi: quello che ha dato a Sharin era carico di passione e
piacere, qualcosa di languido si era instaurato tra loro a letto, mentre quello
che sta dando al ragazzo è brutale e sembra anche doloroso. Meglio, vuole che
la sua vittima soffra mentre viene ucciso. Chissà, forse poteva torturarlo un
po’. Magari può rifarsi.
“Sei molto bravo, cucciolo mio.” Gli dice
Sharin e lui le lancia un’occhiata felice. Deve ammettere che ha sbagliato
tutto da vivo: i demoni come loro possono amare, anzi più che solo potere. Sono
loro i veri ad amare, il sentimento che provano gli umani è solo una pallida
copia del loro. La vera passione ora la conosce e non è mai stato più
soddisfatto di questo.
Cap. 16
“Amore, ancora!” urla Buffy dopo aver
gettato a terra il corpo della sua prima vittima, ha ancora la bocca sporca.
“Basta, passerotto, altrimenti mi diventi
una balena.” Ride Spike. Gli piace guardarla con il volto della caccia addosso:
è grinzoso, ma a modo suo armonioso. Gli occhi dorati brillano nell’oscurità,
eccitati per la caccia e la voglia di sangue.
“Uffa, Spike, io ho ancora un po’ di
fame. E poi dovresti sapere che l’appetito vien mangiando.”
“E va bene, andiamo.” Concede magnanimo
lui e Buffy, felice, si mette a saltare per strada.
“Dove mi porti?” gli chiede curiosa.
“Ovunque tu voglia. Hai qualche conto in
sospeso?” Buffy ci pensa un po’, poi sfodera un sorriso di pura malvagità.
“Un’ideuzza ce l’ho. Andiamo…” e lo porta
in un quartiere piuttosto buono della città, le case sono tutte villette
monofamiliari con il giardino ben curato.
“Chi diavolo abita qui, il Sindaco?”
“Non so se Wilkins abiti da ste parti,
però c’è un’altra figura di autorità che andiamo a trovare ora.”
Si fermano davanti al numero 5 di Privet
Drive, una casetta a due piani con un salice.
“Comportati bene, altrimenti non ci farà
entrare.” Avverte Buffy serio e lui aggrotta la fronte seccato.
“Ti faccio presente che la fresca di
tomba sei tu, non io. Ho più di un secolo di esperienza per queste cose. E ora
suona quel dannato campanello!” il suono soffocato arriva alle loro orecchie e
poco dopo la porta si apre.
“Buonasera, preside Snyder.”
Wes e Sharin sono passati a casa di lui
per prendere qualche vestito. Pensano di trovare Roger, ma pare evidente che il
vecchio non è neppure passato per di lì. Non c’è traccia di odore di lui.
“Che strano, chissà dove si è sistemato.”
Chiede Sharin a voce alta.
“Siccome il proprietario sono io, sa che
la casa non è sicura.”
“Già, non è stupido, in fondo.” Prendono
un paio di libri e qualche giacca, poi Wesley lancia un’ultima occhiata a
quella che è stata la sua dimora per due anni. Hanno deciso di andarsene da
Sunnydale, la città è un buco troppo piccolo per loro. Nel frattempo sarebbero
stati nell’attico di Sharin.
“Ehi, non è Spike quello?” chiede Wes
indicando una figura lontana.
“Sì, è lui. E c’è pure Buffy.” Dice
Sharin.
Si avvicinano curiosi e lei capisce
subito che
“Ma che bella coppia abbiamo qui!”
esclama Sharin. I due biondi si girano sorridenti, le zanne sguainate ancora
sporche di sangue fresco.
“Ciao dolcezza!”
“Oh, posso mangiare un Osservatore?”
chiede Buffy tutta esaltata, ma Wesley cambia volto e lei smette delusa.
“Hai fatto il grande salto, Price,
complimenti.”
“Per amore si fanno tante cose.” Risponde
serafico lui.
“Che fate questa notte?” domanda Spike
alla sua childe maggiore.
“Caccia. C’è ancora un vero Osservatore
in giro ed è nostro.”
“No!” sbotta Buffy “Era il Mio
Osservatore, lo voglio io!”
“Non fare i capricci. Era mio padre e me
lo mangio io.”
I due vampiri più grandi si abbracciano e
si baciano incuranti dei loro due childe.
“Non sono belli insieme?” chiede Sharin
guardando i due che litigano con uno sguardo quasi materno.
“Belli? Rompono le scatole e sono vampiri
da una notte.” Poi ci ripensa. “Bhe, sono simpatici, dai. Lui mi ricorda un po’
te, solo che si porta dietro una particolare calma che tu non avevi.”
Dopo qualche minuto di baruffa, i senior
mettono fine alla discussione.
“Ora basta Wesley si lavorerà suo padre.
È deciso. E poi noi potremmo fare fuori il Consiglio intero, passerotto.”
“Bella idea!” esclamano in coro gli altri
tre.
“Toh, Spike, queste sono le chiavi di
casa mia, aspettateci lì. Il letto è comodo.”
“Divertitevi con Price sn.”
“Oh, non ne dubito.” Risponde Sharin
prendendo la mano del suo amore. Decidono di passare per il negozio di Wesley,
è l’unico posto di cui Roger potrebbe avere le chiavi.
“E se non fosse lì?”
“Lo aspetteremo. In fondo il tempo è
della nostra, giusto?” invece del tempo, è la fortuna dalla loro: una luce
filtra dalla porta della libreria.
“Vado io, amore. Devo fare un discorsetto
a tuo padre.” Dice Sharin avviandosi. Si mette quasi a ridere quando nota che
l’uscio non è neppure chiuso con il lucchetto. Aprendolo, suona il campanello
che rompe il silenzio di tomba che aleggia.
“Siamo chiusi!” urla Roger dal retro.
Sharin tranquilla si siede sul bancone e attende. “Insomma! Ho detto che siamo
chiusi!” Sbotta Price senior.
“Lo so, ma a me dei libri non importa.
Volevo parlare con te.” Gli dice con molta calma. Il vecchio Osservatore tira
fuori dalla tasca una croce e il demone di lei esce per un momento.
“Metti via quella cosa, le perversioni
religiose le approfondiamo un’altra volta.”
“Dov’è Wesley?”
“Ti interessa davvero?”
“È mio figlio, in fondo.” Sharin scoppia
a ridere, fredda e crudele.
“Ti ricordo che lo hai diseredato. E comunque
sta bene, non per merito tuo, ovviamente.”
“Che cosa vuoi da me?”
“Sai, mi chiedevo se hai mai capito
quanto sei fortunato ad avere un figlio come Wes.”
“Fortuna? Non credo. Mio figlio è sempre
stato una completa delusione. Fin da piccolo non ha mai fatto nulla per
rendermi fiero.”
“Lo avevo già intuito, visto che lo hai
lasciato morire dissanguato.” Roger è preoccupato: l’unica uscita è la porta
del negozio e c’è Sharin frapposta fra loro.
“Come hai fatto ad entrare qui?”
“Ma che razza di Osservatore sei? Questo
non è una casa, è un esercizio pubblico. Possiamo entrare tutti anche senza
invito. E mettiamo pure che sia un’abitazione, sarebbe di Wes e lui è morto,
quindi si potrebbe entrare lo stesso!” spiega quasi pazientemente lei.
“Morto? Ma avevi detto che stava bene!”
“Infatti sta bene. Pensi che la sua vita
da vivo fosse bella? Te lo dico io: no. Adesso sta veramente bene.” Come
chiamato, fa la sua apparizione Wesley tranquillo.
“Oh Cristo!” esclama Roger.
“Invocare Dio non ti aiuterà.” Rispose lui
con voce profonda e calda. Sharin, da brava vampira, spranga l’entrata in modo
che nessuno possa scappare.
“Wesley, che cosa…?”
“Avanti, Roger, pensa. Mi hai infilzato
con una freccia, come pensi che possa
camminare così bene, appena una notte dopo?”
“Sei diventato un vampiro…”
“Din din, abbiamo un vincitore.” Esclama
Sharin da posizione privilegiata.
“Sai, padre…” dice con tono sarcastico
“…all’inizio avevo voglia di lasciarti tornare in Inghilterra con la notizia
della mia vampirizzazione. Immaginavo già lo smacco per te: Roger Wyndham-Price
ha il figlio vampiro. Chissà cosa avrebbe detto il Consiglio.” Fa con voce
fintamente meditabonda.
“Che cosa vuoi, Wesley?” terrore nella
voce di Roger e Sharin sorride maligna.
“Ucciderti, ovviamente.”
Sharin ha legato Roger su una sedia e poi
ha lasciato a Wesley il resto del lavoro. Si sa che i panni sporchi si lavano
in famiglia.
“Sai, per anni ho cercato la luce.
Credevo che le Cacciatrici fossero la luce contro le tenebre, invece mi sono
sbagliato. Le Cacciatrici fanno parte della stessa oscurità che combattono. Lo
sapevi Roger?” chiede Wes, mentre prede un piccolo taglierino dal bancone del
negozio. Lo usava per tagliare le buste… lo userà per altri scopi più
sanguinosi.
“Smettila di chiamarmi Roger, io sono tuo
padre! Sono la tua unica famiglia.” A
quell’esclamazione Wesley si volta verso di lui. il suo volto è furore allo
stato puro.
“Ti va bene di essere mio padre adesso,
perché speri che ti salvi, ma non è così. Sono un vampiro, non c’è pietà in me.
Eh sì che dovresti ricordarti le tue lezioni: ‘i vampiri sono esseri mostruosi
e ripugnanti. Non hanno anima, sono amorali, bla bla bla.’ Che noia. Non te
l’ho mai detto, ma eri soporifero nelle tue lezioni.” Veloce come un lampo,
infila il coltellino nella carne morbida dell’Osservatore, a livello del
muscolo della spalla: è una ferita lieve, ma lui urla per il dolore.
“Tu dici di essere la mia famiglia,
eppure non hai esitato a scappare, quando mi hai colpito. Avevi paura che
Sharin ti mangiasse, vero? Neanche una lacrima hai versato per me e osi
definirti un mio famigliare? Tu sei sempre stato un estraneo nella mia vita,
Roger. La mia Sire, lei è la mia famiglia. Lei ha saputo più cose in una notte
di me, che tu in ventotto maledettissimi anni. Bastava chiedere e io sarei
stato felice di parlarne con te, invece nulla.” Infilza l’altra spalla allo
stesso modo. “Non mi hai mai chiesto nulla. Tu non mi hai mai
sopportato come bambino, e non hai potuto sopportare il pensiero di me come
adulto. Dimmi, padre, cos’è tutta questa bile? Deriva dal fatto che io non sono
mai stato bravo nel lavoro come te ... o che io potevo essere migliore?”
Sorride guardando Sharin. Quella è vera
passione. Prende una manciata di puntine da disegno, che teneva in un cassetto
per appuntare le cose più importanti, e le applica al petto dell’ex padre.
Piccoli rivoletti di sangue prendono a scendere piano, ma non soddisfatto, Wes
ne mette anche a livello dei genitali, facendo ridere Sharin in maniera
sbarazzina.
“Non è una favola il mio piccolo Childe?”
chiede volutamente a Roger. “Altro che delusioni, è uno splendore. Che grande
errore di giudizio che hai commesso su di lui. È pieno di inventiva!”
Ma Wesley non sembra contento, anzi.
Comincia a fargli piccoli tagli su tutto il corpo, non troppo profondi, in modo
che possa soffrire, ma senza morire troppo presto. Vuole godersi tutte le tre
ore che gli restavano prima dell’alba. Va nel bagno e prende un secchio
d’acqua. Incurante dei libri e delle carte presenti in quella stanza, la getta
al padre: Roger non può che sospirare di liberazione. Il liquido fresco pulisce
tutte le ferite facendolo sentire meglio, ma ora teme quello che suo figlio
potrebbe inventarsi. Ha l’assoluta certezza che soffrirà ancora prima di morire.
Infatti, Wes, munito del suo fedele
taglierino, continua a tagliarlo, ma in maniera orizzontale, così da scuoiarlo
lentamente. Gli toglie piccoli brandelli di carne alla volta. Roger urla e
Sharin ride deliziata: si sta eccitando da matti a vedere quello spettacolo di
sangue e dolore. È dai tempi di Angelus che non vede una tortura così fine:
Spike non è un amante di quelle strategie, a lui la caccia piace più rude e
feroce. Non si fanno prigionieri, mai, le ripeteva.
Wesley torna in bagno a riempire di acqua
il secchio, ma dentro ci mette qualcosa che lei non riconosce, poi gliela
spruzza sulle ferite, facendo ululare letteralmente di dolore Roger.
“Che ci hai messo?” gli chiede curiosa.
“Sale.” Risponde lapidario lui. Ha la
voce ancora colma di odio e lei sa che non lo placherà per molto tempo. Quando
ha finito il lavoro, Roger è un ammasso di carne sanguinolente che geme. È
distrutto dal dolore e prega per la morte. In fondo è quasi tempo che il sole
sorga.
“Amore… dovremmo andare a casa.” Dice dolcemente
Sharin a Wes, sentendo avvicinarsi l’alba.
“Sì, dico solo una cosa ancora.” Si
avvicina al pezzo di orecchio rimasto a Roger e gli sussurra alcune parole.
“Ho sempre cercato la luce, ma non ero
nella posizione giusta per trovarla, perché la luce la puoi vedere solo se sei
nell’oscurità. Pensa a questo, padre.” Gli getta addosso l’acqua rimasta, per
farlo urlare ancora, poi prende la balestra con cui lui lo aveva colpito la
notte prima e lo centra al cuore. Non vuole rischiare che di lì a poco qualcuno
lo trovi e lo porti in ospedale: meglio se lo trova direttamente morto!
Sharin lo prende per mano e si avviano
verso il suo attico.
“Come ti senti?” gli chiede.
“Soddisfatto.” Risponde lui tranquillo.
“Ti amo, lo sai?”
“Sì, lo so…”
“Uhmm…. Wesley… sai che mi hai eccitato?
Lo facciamo il gioco dei tagli a casa?”
Lui ride felice come poche volte nella
sua vita.
“Certo! Mi faccio tagliare io, per
primo!”
Arrivati nell’appartamento, sentono le
urla di Buffy provenire dalla camera da letto. Entrano nella stanza e trovano
Spike che prende Buffy da dietro: l’immagine eccita entrambi.
“Che ne dici? Ci uniamo amore mio?”
Wesley non dice niente, mentre guarda la
sua Sire andare sul letto per catturare la bocca della ex Cacciatrice con un
bacio. Si mette a ridere davanti a quello spettacolo: la sua nuova famiglia è
decisamente più divertente di quella che ha appena lasciato alle spalle.
“Sì, Sharin… sii la mia luce per
l’eternità”
Epilogo
Ed è così che è nata la mia nuova
famiglia. Ho perso Darla e Drusilla, ma ho trovato Buffy e Wesley. Sono
favolosi assieme, bisogna ammetterlo. Si divertono un sacco ad uccidere, specie
i bravi ragazzi studiosi. Sarà un loro rifiuto assoluto verso la scuola o i
libri? Non lo so e sinceramente non me ne può fregare di meno, anche perché ora
il mio Sire mi sta chiamando. Alla fine non ci siamo separati, stiamo assieme
ancora adesso che sono passati due anni dai fatti di Sunnydale.
“Arrivo!” urlo. Non capiscono che ci
tengo a scrivere di noi, uff.
Vado nella stanzona da letto che abbiamo
comprato qui a Trieste: Spike mi ha fatto un gran regalo. Per il nostro
anniversario di legame, mi ha comprato questa casa nella mia vecchia città. Ben
poche cose sono cambiate nel centro storico da quando ero viva, ma la cosa non
mi disturba. C’è ancora lo stesso vicolo dove sono morta.
Mi trovo davanti ad uno spettacolo di
rara bellezza. I miei due uomini si stanno baciando voracemente, mentre Buffy
si sta dedicando al loro membri con la sua boccuccia di rosa. Adesso capisco
perché Spike mi ha chiamato: per quanto la sua piccola childe sia un fenomeno a
fare i servizietti, quei due sono troppo anche per lei. Mi piazzo davanti a lei
e la aiuto nel lavoro e ammetto che ne approfitto per infilare la lingua in
bocca anche a lei. Non pensate che a lei faccia schifo, anzi, partecipa più che
contenta, infatti lascia perdere i due maschi per palpare me.
“Ehi, signorine… ci siamo noi qui, non
dimenticatevene.” Mugugna Spike, non contento di essere stato messo da parte.
“Ma sei tremendo!” dico io. Prendo il mio
childe e lo porto su di me. Amo baciarlo dopo che lui lo ha fatto con Spike, è
come averli entrambi in bocca.
“Leccamela, tesoro!” gli ordino. Non che
serva obbligarlo, figuriamoci, ma mi piace fare il capo. Sono seduta appoggiata
alla testa del letto a gambe larghe e lui si insinua in ginocchio, lasciando il
suo bel culetto all’aria. Lancio un’occhiata a Spike che capisce al volo. È un
po’ umiliante per il mio amore, lo so, ma è proprio questo che volevamo… in fondo
deve capire che è lui il piccolo di casa. L’umiliazione di Buffy è non
partecipare al gioco, come se per noi non valesse nulla, dovrà fare tutto da
sola.
Sento Wesley che si blocca leggermente:
si sta assaporando l’entrata di Spike da dietro. Poi ricomincia a leccare. Che
diavolo di vampiro! Mi porta all’estasi più oscura e profonda, è proprio vero
amore questo. Le spinte del mio Sire diventano più frenetiche di secondo in
secondo… probabilmente vuole andare dalla sua di Childe per farla divertire un
po’. Infatti poco dopo lascia me e Wes da soli: lo vedo che spalanca le cosce
bianche di Buffy e vi si immerge urlando!
“Amore, ti fa male il culetto?” chiedo a
Wes tirandolo su.
“Un po’…”
“Tanto so che ti piace! Vieni, meriti un
premio.”
Lo faccio distendere sotto di me e
comincio a cavalcarlo piano. È duro come il marmo, sento che a momenti dovrà
rilasciare: il lavoretto fatto da Spike lo ha portato al limite. Vedo Buffy
venire grazie alle spinte poderose di lui. Saremo noi da meno? Assolutamente
no!!
“Wes, amore…”
“Non fermarti… sei così bagnata…
perfetta!” mi piace quando mi incita. Faccio uscire il mio volto demoniaco e lo
mordo sul petto. Quando lo faccio, lui geme di piacere e mi inonda di sperma
freddo. Basta poco anche a me per venire.
Giacciamo in quattro sull’enorme letto a
baldacchino. Abbiamo comprato un appartamento vecchio stile, mi ricorda
vagamente il nostro palazzo di Londra, pieno di sete e broccati.
“Dove andiamo a mangiare?” chiede Buffy.
È incredibile, è piccola come uno scricciolo, eppure è sempre che mangia! Mi fa
una rabbia! Deve avere il verme solitario del vampiro!
“Potremmo andare a caccia al
‘Mandracchio’. Oggi è il mercoledì universitario, sarà pieno.” Rispondo io.
“Oh, sì! Studenti… mi piace come idea.”
Dice Wes accarezzandomi in mezzo alle gambe.
Ci vestiamo ed usciamo. Il vento gelido
ci schiaffeggia, ma noi incuranti ci avviamo alla discoteca. Tutti si girano a
guardarci: in fondo non è una cosa di tutti i giorni vedere creature splendide
come noi. Spike e Wesley sono così belli che non c’è ragazza, fidanzata o no,
che non si ecciti al guardarli, lo sento chiaramente nell’aria, e neppure io e
Buffy facciamo tanto schifo. Infatti quando ci diamo agli spettacoli saffici
c’è un aumento di ormoni nell’aria.
“Non ho voglia di fare la fila!” esclama
Buffy, ma nessuno di noi le dà retta.
In fondo, abbiamo tutto il tempo del
mondo.
FINE