CHARADE
Di
Pandora79
Subject:
Buffyverse che non segue la serie
Warnings: no.
Rating: NC17.
Genere: Romance.
Storyline:
no.
Spoilers:
no.
Lunghezza:
24 capitoli.
Summary:
Buffy è la cacciatrice, lavora come cameriera in un bar e vive sola. I suoi
amici ignorano la verità...non ha un osservatore ma...qualcuno che la osserva
c'è...e forse trama qualcosa contro di lei...o forse no?
Prologo
Nonostante
i suoi sforzi non era ancora riuscita a scoprire il nascondiglio del maestro
della città.
Lui
le mandava solo i suoi emissari per cercare di farla fuori, convinto che
bastassero ad eliminare la cacciatrice.
Lui
la sottovalutava…o si divertiva soltanto.
Buffy
Summers giocava da sola alla guerra della notte.
Lei
era la cacciatrice, e quelle come lei combattono sole.
Aveva
due vite: durante il giorno faceva la cameriera in un bar dove si era creata un
folto gruppo di amici; dopo il lavoro però…la musica cambiava e lei cominciava
a ballare con i vampiri.
Aveva
23 anni.
Naturalmente
nessuno a Sunnydale sospettava dell’esistenza di una cacciatrice e di
conseguenza di quell’oscuro e sotterraneo mondo che apparteneva ai non-morti.
I
non-morti, i vampiri, le creature che rivendicavano Sunnydale come loro
territorio di caccia, non avrebbero mai permesso ad una ragazzina di
eliminarli.
Era
poco più di un anno che Buffy si era stabilita in quella cittadina, tranquilla
in apparenza; viveva sola, nella casa che sua madre aveva lasciato per lei dopo
essersi trasferita in Europa col nuovo marito e la sorella Down.
Lei
era arrivata sola a Sunnydale, pronta a ricominciare una nuova vita.
Nuova
si fa per dire.
Credeva
che arrivando lì si sarebbe lasciata alle spalle il suo passato ed insieme il
fardello del suo destino.
Bhè…si
sbagliava.
Capitolo
1
Il
Theatre Cafè era affollato anche quella sera: aveva finito il suo turno lì alle
19, ora le sarebbe bastato prendere qualcosa con gli amici per sentirsi meglio
e abbastanza carica da affrontare una nuova ronda.
Stare
con loro, anche solo qualche minuto prima di tuffarsi nel suo oscuro mondo le
alleggeriva l’animo e il compito.
Si
sistemò la giacca, le armi erano nella borsa, il trucco impeccabile, i lunghi
capelli biondi in ordine, raccolti in una morbida coda di cavallo.
<
Pronta per entrare Buffy? > si chiese < Al solito, come se non stessi per
andare a far strage di vampiri, sporcandoti la giacca nuova di cenere! >
Entrò
al bar: l’atmosfera era calda in quel posto, un ambiente fine ispirato al mondo
di celluloide del cinema.
Rideva
ogni volta che il suo sguardo cadeva sulla locandina di “Nosferatu”.
Dopo
averle dato l’ennesima occhiata ironica, raggiunse il bancone e ordinò un
cappuccino, poi andò al tavolo dai suoi amici: Xander e Anya, la coppietta
felice, Willow e Tara, le inseparabili amiche, Andrew, il suo migliore amico ed
infine lui, Paul.
Avevano
avuto una breve e tormentata relazione, al termine della quale lui naturalmente
l’aveva scaricata.
Lui
l’aveva usata, lo stronzo.
Buffy
si sentiva a disagio, ogni volta che lui era presente non riusciva nemmeno a
guardarlo negli occhi.
Da
non credersi!
Avvertì
lo sguardo di Andrew su di se: tra tutti i suoi amici, lui era l’unico a
conoscenza del suo segreto; gli occhi azzurri del ragazzo la scrutarono,
cercando di carpire i suoi pensieri.
Buffy
se ne accorse ed arrossì.
-
Va tutto bene? – le domandò lui.
La
cacciatrice annuì – Devo andare… - fece per alzarsi ma la mano di Andrew la
bloccò, costringendola a fermarsi; era una parola esagerata naturalmente, se
lei avesse voluto lo avrebbe scaraventato contro il muro.
Alzò
gli occhi al cielo, poi lo guardò – Che c’è Andrew? Sai che non ho tempo per
fermarmi qui… -
L’amico
la fulminò con lo sguardo – Bugiarda…di solito resti fino a dopo mezzanotte! –
le mostrò l’orologio – Ti informo che non sono nemmeno le undici! –
Buffy
spostò la sedia, mettendosi al suo fianco – Non riesco a stare qui dentro! –
gli sussurrò in un orecchio, conscia che Anya carpiva ogni segreto…di chiunque!
Andrew
volse lo sguardo verso Paul – Per quell’idiota? Dio Buffy sei il terrore di
tutti i vampiri e ti riduci così per lui? Potresti ribaltarlo con un dito! – le
rispose a bassa voce.
Lei
sospirò – Dammi tempo Andrew, vedrai che guarirò! Mi basta sfogarmi sui miei
demoni succhiasangue per rilassarmi un po’! –
-
Allora se le cose stanno così… - terminò l’amico - …vai e fagli il culo! -
La
cacciatrice rise – Si…e mentre gli do calci a più non posso penserò che abbiano
tutti la stessa faccia di cazzo! – e con quelle parole si alzò, salutando quasi
tutti ed uscendo dal locale.
La
danza aveva inizio…
Capitolo
2
Eccola
nei pressi del cimitero, il più grande di Sunnydale. Non ci entrava spesso, di
solito gironzolava qua e la ed i vampiri la trovavano sempre.
Quel
dannato maestro credeva che prima o poi sarebbe riuscito a farla eliminare da
uno dei suoi servi.
Ma
con chi credeva di avere a che fare? Buffy non era una cacciatrice comune, lei
era forte, più delle altre, perché quel dannato e sconosciuto vampiro non si
mostrava e l’affrontava faccia a faccia?
Per
mesi lo aveva sfidato, uccidendo i suoi tirapiedi, mandandogli dei poveri
relitti come superstiti.
Voleva
che lui tremasse all’idea di Buffy Summers…ma nulla.
Tutto
questo la mandava in bestia, non lo aveva mai visto in volto ed aveva l’estremo
bisogno di spaccargli quella faccia rugosa che sicuramente si ritrovava!
I
vampiri mancavano completamente di fascino!
Entrò
scavalcando facilmente il cancello, ritrovandosi nel suo mondo notturno:
arietta fresca, silenzio e il suo inseparabile paletto nella mano.
Saltellò
tra le lapidi, come se fosse una bambina in un parco giochi, incurante dei
pericoli che potevano coglierla di sorpresa; raggiunse il centro del cimitero e
si fermò, respirando a pieni polmoni l’aria della notte.
I
suoi sensi non erano mai in pausa caffè.
Appoggiandosi
ad un vecchio albero controllò l’ambiente intorno a lei: niente di nuovo,
evidentemente era ancora troppo presto perché i signorini uscissero dalle loro
tane.
Quella
sera avrebbe cercato di carpire informazioni sul maestro, torturando qualsiasi
vampiro le fosse capitato sottomano: era ora di trovare un po’ di pace in
quella città.
Sospirò,
cominciando ad annoiarsi, poi sentì un lieve rumore di foglie calpestate, poco
distante da lei.
I
suoi sensi sembrarono impazzire, mettendola in allarme su qualcosa che non
vedeva…ma che percepiva.
Strizzò
gli occhi per cercare qualcosa, strinse il paletto nella mano destra e avanzò
di qualche passo verso il punto oscuro.
Altri
rumori di foglie e rami che si spezzavano.
Questa
volta la luna piena illuminò una figura a lei sconosciuta.
Si
era mostrato finalmente…
Allontanò
distrattamente una ciocca di capelli dagli occhi e mise a fuoco la vista:
scrutando da capo a piedi quell’uomo…
Non
lo aveva mai visto, ne era sicura ora che la luce lo mostrava appieno: i
capelli corti erano ingellati e disgustosamente ossigenati mentre gli occhi blu
profondo la scrutavano con curiosità, incorniciati da un viso dai lineamenti
spigolosi ma molto sexy.
Vestiva
di nero, con dei jeans e una maglia a maniche corte.
La
fissava con un sorriso strafottente ma Buffy non poté fare a meno di notare
quanto le sue labbra fossero morbide e seducenti.
<
Dio Buffy ma cosa ti salta in mente? Credi che quelle labbra sexy siano il
lasciapassare per il paradiso? > scosse il capo infuriata con se stessa <
ma che razza di domande mi faccio? >
Si
concentrò di nuovo, tornando a scrutare lo sconosciuto che in quel momento
aveva ridotto la loro distanza.
-
Non ti sembra un posto poco indicato per una ragazza questo? – domandò lui
tranquillo, la voce profonda e morbida.
<
…e che voce… > continuò Buffy con i pensieri che vagavano troppo verso le
nuvolette del sesso.
Arrossì,
agitandosi – Potrei fare la stessa domanda a te… - ribatté lei secca, e quel
tono di voce era più rivolto a se stessa che allo sconosciuto.
-
Io dico che tu sei qui in cerca di guai… - continuò lui, accendendosi una
sigaretta.
Buffy
appoggiò il peso sulla gamba destra, rilassandosi: il senso di pericolo che
aveva avvertito prima stava svanendo, stranamente.
-
E che guai starei cercando? -
Lui
sorrise mentre soffiava fuori il fumo – Ci saranno delle rivoluzioni in questa
città prossimamente…cacciatrice… - aspirò nuovamente - …credi di essere pronta
a tutto? –
Buffy
strabuzzò gli occhi incredula: chi era quel tipo? E come sapeva chi era lei?
-
Sei un vampiro… - sibilò lei mettendosi in posizione di difesa – Avrei dovuto
capirlo subito! Solo una sciocca non ci sarebbe arrivata! Ormai non capitano
più mortali nei cimiteri di notte! – sorrise sfidandolo con lo sguardo.
Il
vampiro ossigenato continuò a fumare, camminando lentamente verso di lei –
Abbassa le tue armi mortali raggio di sole…non voglio combattere con te… - si
fermò un istante per spegnere la sigaretta - …almeno non questa notte… -
La
distanza tra loro si era ridotta a poco più di un metro.
Buffy
non smetteva di scrutarlo negli occhi, perdendosi in quel blu e maledicendosi
per la sua leggerezza.
-
Sei qui da un anno e non hai ancora trovato il maestro… -
-
Mi stai prendendo in giro forse? – sbraitò lei animandosi ed arrossendo in
volto.
Quasi
come un fulmine lui la prese per le spalle, cogliendo la temibile cacciatrice
alla sprovvista, spingendola con violenza contro un albero e lì inchiodandola
con la sua stretta.
-
Hai visto come ti lasci distrarre facilmente raggio di sole? – le chiese lui,
assumendo per un istante il volto della caccia – Credi di poter fronteggiare il
maestro con questi riflessi? – schioccò la lingua con l’aria di chi la sa
lunga.
<
Io mi sono distratta per colpa tua… > pensò Buffy inviperita, ma mai glielo
avrebbe detto, gli avrebbe dimostrato che era superficiale e questo sentiva di
non doverlo fare.
Ma
si era accorta di quanto fossero vicini i loro visi? Poteva sentire il respiro
gelido del vampiro.
-
Vuoi uccidermi? – chiese lei senza esitare. Pur non sentendo pericolo, doveva
ammettere di essere in netto svantaggio in quella posizione; lui era molto
forte e le bloccava le braccia con una stretta di ferro.
-
Cacciatrice… - sospirò lui, avvicinandosi al suo collo ma senza mutare volto; strusciò
il viso sulla guancia della ragazza e la morse senza però ferirla.
Le
procurò “solo” dei brividi in tutto il corpo.
<
Ma cosa fa… > si chiese lei, faticando a comporre un pensiero.
La
vocina nella sua testa le diceva con insistenza prendi il paletto e uccidilo…
ma chissà perché non ci riusciva.
Lui
scoppiò a ridere, allontanandosi da lei, liberandola e indietreggiando di
qualche passo – Hai un buon sapore… - le disse, passandosi la lingua sulle
labbra – Buffy… -
<
Ma chi ti ha dato il mio nome zotico? > si chiese lei, ancora paralizzata.
-
Io so tutto di te… - le rispose il biondo, come se le avesse letto nel pensiero
– Ricordati il mio nome cacciatrice…Spike…non scordarlo… -
Lei
si scosse nel sentire quel nome, sciogliendosi da quello stato di torpore – Ma
cosa diavolo vuoi da me? –
Ma
lui non rispose, facendo spallucce e voltandosi per tornare nell’oscurità da
dove era venuto.
*****
La
vide agitarsi, cominciando a calciare l’albero e inveendo contro di lui: sapeva
di averla messa in difficoltà con il suo gesto, era a conoscenza del fascino
che aveva esercitato su di lei.
Ma
anche lei non scherzava…
Aveva
realmente un buon sapore. L’avrebbe morsa se non si fosse imposto di non farle
male, almeno quella notte.
Quei
capelli biondi erano così morbidi che ci avrebbe immerso il viso, sentire la
pressione dei suoi seni mentre la bloccava all’albero avevano risvegliato i
suoi istinti più animaleschi.
Quella
ragazza era un fuoco! E aveva già capito che l’orgoglio era il suo punto
debole. Sapeva già come farla infuriare…si sarebbe divertito alla grande con
lei, prima di finirla.
La
cacciatrice…a Sunnydale durava da troppo tempo!
*****
Ma
chi diavolo credeva di essere quel maledetto vampiro ossigenato? Due minuti con
lui e già lo detestava immensamente!
<
Come si è permesso di sbavare sul mio collo? > si chiese, fissando l’erba
mentre raggiungeva l’uscita del cimitero; in quell’istante un vampiro novello
uscì dalla bara, ringhiando e guardandola con i suoi gialli occhi famelici.
Buffy
continuò a camminare e con un rapido movimento impalettò il nuovo nato senza
nemmeno degnarlo dell’attenzione che si sarebbe meritato in un altro momento.
Mentre
la cenere che era stato quel vampiro si spandeva nell’aria, la cacciatrice ci
passò in mezzo scostandola con un gesto rapido dalla sua giacca e continuando
ad avanzare in preda alla rabbia.
<
Zotico vampiro…la prossima volta ti farò vedere chi sono io! > continuò
ringhiando e scavalcando il muro.
Ma
mentre l’aria della notte le agitava i capelli, dall’alto del muro del cimitero,
ripensò alla sensazione che le aveva dato quel leggero morso, dato con denti
normali e la sensazione della pelle calda con quella gelida di Spike.
<
Stupida cacciatrice volubile! > si disse e saltò giù, correndo verso casa.
Per
quella notte basta ronda, che i vampiri facessero un po’ di vacanza.
Capitolo
3
-
Hey Buffy! Che ti prende oggi? – la voce di Andrew la distolse da un pensiero
fisso che aveva nella testa dalla notte precedente, identificabile come una figura
nera con i capelli giallo lampione; le piaceva deriderlo in quella maniera tra
se e se.
La
ragazza sbatté le palpebre più volte, come per tornare sul pianeta, poi
focalizzò l’amico – Ciao Andrew…scusa ero soprappensiero… -
Lui
sorrise come se avesse capito quale fosse la causa – È il lavoro?
Cioè…quell’altro? – domandò.
Buffy
sospirò annuendo – Cosa ti do? –
Lui
ordinò un analcolico alla frutta come aperitivo – Non ti ho mai vista così…è
successo qualcosa? –
Lei
scosse il capo – Niente di particolare stai tranquillo… - disse un po’ tesa,
indicando con lo sguardo Anya che si stava avvicinando al bancone.
Quello
era il segnale per chiudere il becco su qualsiasi argomento volesse rimanere
tra loro due: quella ragazza aveva la bocca come una ciabatta, non riusciva a
tenere stretto niente.
-
Ciao ragazzi che si dice? – esordì, chiedendo una birra e un succo di frutta
per lei e Xander.
Andrew
fece spallucce e Buffy lo imitò – Al solito Anya – rispose la bionda – Non c’è
niente di nuovo… -
Il
ragazzo fissò Anya e sorrise – Fammi pensare…adesso però mi è venuta in mente
una cosa! Stanotte c’è una maratona di star trek in tv! –
Anya
si appoggiò al bancone dondolandosi un po’ con aria sorniona, facendo finta che
il ragazzo non avesse detto nulla – Oh andiamo…lo so che mi nascondente
qualcosa…lo vedo dai vostri sguardi…dai su…a me potete dirlo…quale scabrosa
relazione tenete nascosta al gruppo? –
Ci
mancò poco che l’analcolico non andasse di traverso ad Andrew per quelle parole
– Anya! – esclamò rimproverandola – Non credi di doverla smettere ormai con
questa storia? –
La
ragazza arricciò il naso e si allontanò con le sue ordinazioni, raggiungendo il
tavolo.
Buffy
rise mentre affettava un’arancia per spremerla – Quella lì cerca ogni volta di
estorcerci una relazione tra noi che non esiste…non può concepire che io e te
siamo solo amici! –
Andrew
sorrise, tossendo per riprendere il controllo delle sue funzioni vitali – È
curiosa e impicciona…e forse un giorno dovremmo darle la lezione che si merita!
– rise ancora con più gusto – Qui credono che io e te si vada a letto di
nascosto da quando ci conosciamo! –
-
Si – rispose Buffy dolce – Ma non hanno capito proprio niente! Ma si,
lasciamogli credere questa cosa…in fondo ci siamo sempre divertiti a farli
morire… -
L’amico
la guardò sospettoso – Hey bimba…non sarà che ora ti fa comodo questo sospetto
nel gruppo per far ingelosire una certa persona? –
Buffy
arrossì – Naaa… - guardò l’ingresso del bar: Paul non era ancora arrivato
quella sera, chissà dov’era…
Lo
sguardo vagava sempre verso la porta quando lui non c’era, sempre con la
speranza che lui entrasse e andasse verso di lei.
-
Mi conosci troppo bene ok, non posso mentire…si forse questa cosa mi fa
piacere…ma non è con questi mezzi che puoi riavere l’amore di una persona se
non ti ha mai amato soprattutto… -
Lui
le diede un buffetto sul naso – Hey…via i musi lunghi cacciatrice! –
Buffy
sgranò gli occhi: al sentirsi chiamare in quel modo ripensò alla voce di Spike.
<
Via via…cattivi pensieri! >
L’amico
la interrogò con lo sguardo – Ti stavi estraniando ancora…su dai…non parleremo
più di quell’idiota ok? –
-
Quell’idiota è tuo amico fino a prova contraria… - ribatté lei.
-
Si, ma tu sei la mia migliore amica!! – le rispose pronto – E non ho dubbi su
chi viene prima nella scala gerarchica dell’amicizia… - dopo una breve pausa
Andrew decise di cambiare argomento – Allora…quanti ne hai fatti fuori ieri? –
domandò, dopo essersi assicurato che Anya fosse lontana dal raggio della sua
voce.
Buffy
si girò per prendere un bicchiere – Uno…mormorò timidamente –
Andrew
strinse gli occhi non capendo – Uno? –
-
Si… - sbottò lei – C’è stato un contrattempo… -
-
E cioè? – chiese lui. Detestava interrogarla, ma detestava ancora di più quando
lei era così evasiva.
Buffy
scosse il capo aggrottando le sopracciglia – È che ho avuto dei problemi con un
vampiro che mi…mi ha messa in difficoltà – si portò istintivamente una mano al
collo, sentendo calore.
-
Wow…uno è riuscito a tenerti testa? E chi era, il maestro? -
La
ragazza lo fissò negli occhi – No…o almeno, non lo credo possibile! Il maestro
non si presenterebbe mai a me in quel modo…e non mi lascerebbe mai andare
via…viva… -
-
Vuoi dire che lui ti ha battuta? – chiese lui incredulo.
Buffy
annuì – Diciamo in un certo senso di si…ha avuto la meglio su di me perché mi
ha colta di…sorpresa… - rispose.
<
Ma perché non gli dico quello che è successo veramente? Te ne vergogni così
tanto Buffy? > non riusciva a dire al suo migliore amico che il vampiro si
era strusciato al suo corpo facendola rabbrividire di…desiderio?
<
Diavolo! > imprecò mentalmente.
-
Wow… - reagì lui – Il terrore del mondo oscuro messo in difficoltà? Quasi non
ci credo… -
-
Non scherzare Andrew! – grugnì lei, pulendo il bancone, spinta dal suo orgoglio
ferito – Non c’è niente di ridere…io rischio la pelle la notte… -
L’amico
indietreggiò, alzando le mani in segno di resa e sorridendo lievemente – Ok
ok…scusa Buffy, non volevo scherzare così…so quello che fai e lo apprezzo,
sicuramente più di tutti visto che sono l’unico a saperlo…ma ogni tanto mi
piace sdrammatizzare per alleggerirti lo spirito… -
Con
quelle parole il sorriso tornò sul volto della cacciatrice: solo lui poteva
farlo!
Buffy
guardò l’orologio appeso al muro di fronte a lei: erano le sette, tra meno di
un’ora avrebbe finito il turno.
<
Finito un lavoro inizia quello vero… > pensò sbuffando. Dentro di se però
quasi desiderava tornare al cimitero per cercare di incontrare di nuovo Spike.
-
Pensi di scovare quel vampiro? – domandò Andrew facendola rabbrividire.
Lo
guardò torvo – Ma sono così cristallina? – domandò spostandosi in un altro
angolo del bancone e lasciando l’amico perplesso ma divertito.
Solo
lui poteva trovare un’amica così…unica.
*****
<
Stanotte si evita un certo cimitero… > si ordinò mentalmente la cacciatrice
passeggiando in una stradina poco illuminata mentre raggiungeva il bar per il
solito caffè pre-caccia < Stasera si gironzola camminando allegramente in
mezzo al pericolo di un assalto da parte di qualche vampiro affamato…e niente
lapidi e prati verdi bagnati dalla rugiada! >
Sbucando
dalla via vide l’insegna del Theatre Café e allungò il passo.
Voleva
assolutamente una dose doppia di caffeina per poter affrontare la notte: a
volte si chiedeva come facesse a dormire così poche ore solo al mattino e
riuscire ad affrontare una giornata di lavoro diurno…ma probabilmente la
risposta stava nei suoi poteri di cacciatrice.
Vide
Paul in lontananza, fuori dal bar che fumava una sigaretta in solitudine.
Presa
da una stretta allo stomaco, Buffy iniziò a camminare nervosamente, con passi
piccoli e rapidi.
Lui
la vide e le sorrise, salutandola.
<
Come diavolo fa questo idiota a salutarmi come se niente fosse? Dopo quello che
mi ha fatto…potessi prenderlo a calci… > supplicò lei ricambiando il saluto
fredda.
-
Non hai paura a venire qui a piedi la sera? – le chiese lui.
<
Ma non hai nient’altro da chiedere? > pensò lei.
-
No…sono i cattivi a dover avere paura di me… - puntualizzò lei con un sorriso a
trentadue denti.
Improvvisamente
il gelo la colse lungo la schiena.
Perché?
Dall’ingresso
del bar vide una figura di spalle: poteva essere chiunque? No.
<
Spolverino nero…jeans neri…capelli ossigenati? > Buffy si agitò mentre Paul
accanto a lei le parlava, sicuramente di qualche idiozia sui suoi videogiochi
infantili.
<
Spike? > Buffy continuava il suo ragionamento mentale < Qui? Perché? >
Mosse
i primi passi verso quella figura.
-
Lo conosci? – le chiese Paul, ma la ragazza non lo sentì affatto, forse di
proposito, forse perché era stata catturata da qualcun altro…
Andrew
arrivò alle spalle del ragazzo – Ma dove va Buffy? – chiese.
Paul
scosse il capo – Ha visto uno…e lo sta seguendo… - rispose vago. Andrew
sorrise, comprendendo cosa forse poteva essere successo: allarme vampirico al
bar!
Buffy
raggiunse il presunto Spike e lo bloccò con una mano sulla spalla – Hey tu! –
esclamò – Perché sei qui? – lo costrinse a voltarsi, ma quando questi si voltò,
la ragazza ebbe un’amara sorpresa: non era Spike.
-
Dici a me? – domandò brusco lo sconosciuto.
Estremamente
in imbarazzo la cacciatrice si scusò col ragazzo.
<
Ma ossigenarsi i capelli è tornato di moda? > si chiese dubbiosa:
fortunatamente era abbastanza distante dal bar da non essersi fatta notare
dagli amici. Chissà cosa avrebbero pensato.
Girò
i tacchi ma la risata di un uomo la fece voltare di nuovo.
-
Che c’è…ora mi vedi ovunque? – come la sera prima, dal buio sbucò fuori…Spike;
stringeva per il cappotto il tizio che Buffy aveva scambiato per lui.
Evidentemente era morto.
La
cacciatrice lo guardò esterrefatta – L’hai ucciso… -
Spike
annuì, lasciando cadere a terra il cadavere e prendendo lo spolverino di pelle
del tizio – Questo era mio – disse, indicando il capo d’abbigliamento – Ho
pagato io questo qui per portarti lontana dal tuo posto di lavoro… -
<
E questo qui sa anche dove lavoro? Ma dove ha preso tutte queste informazioni?
> pensò allibita.
-
Stai tranquilla…era uno da niente questo qui… - disse dando un colpetto con la
scarpa al torace dell’uomo.
-
Non potevi usare altri mezzi per parlarmi o aggredirmi? Tra poco sarei comunque
andata via da qui… - sbottò lei raggiungendolo. Non lo temeva? Da morire…
-
Non sono un tipo paziente raggio di sole…e poi mi sembrava che la compagnia del
tuo damerino ti stufasse… - rispose lui con un sorriso strafottente ma
molto…molto sexy.
Buffy
arrossì – Non sono affari tuoi! E poi…dannazione tu sei un vampiro, è la legge
della natura, io ti devo combattere, tu devi morire…perché siamo qui a parlare?
–
Spike
rise e si accese una sigaretta, offrendone una alla ragazza – Non fumo –
rispose lei secca.
Lui
fece spallucce e s’infilò il pacchetto in tasca – Noi stiamo parlando
piccola…ma non abbiamo concluso ancora nulla… -
Buffy
si sentì avvampare e temette per un istante che il rossore fosse evidente al
viso.
Le
parve di no perché Spike non la degnò di attenzioni…particolari.
-
Concluso? – cercò di domandare lei con voce ferma – Io non capisco le tue
intenzioni…vampiro… - rimarcò lei l’ultima parola.
Lui
scosse il capo – Non pensare male…raggio di sole ti scandalizzi troppo in
fretta…chissà perché quel tipo ti avrà mai scaricata! –
-
Noi non siamo qui per parlare di me! – sbraitò lei, poi si pentì di aver usato
quel tono di voce, più che altro perché non voleva attirare attenzione.
-
A no? – Spike inarcò un sopracciglio – Vuoi proporre altro raggio di sole? Io
sono disposto ad ogni esperienza… - proseguì, abbassando la voce e toccando il
cuore di Buffy, facendola quasi sobbalzare.
<
Ma che fa? Deve essere impazzito…e io con lui se non gli ho ancora infilato un
paletto nel cuore… >
Buffy
si voltò – Sono stufa di questi discorsi idioti…idiota! – sbottò – Vattene
Spike… -
Ma
lui la colse ancora di sorpresa, bloccandola con una mano – Aspetta
cacciatrice… - l’attirò a se.
Lei
andò a sbattere contro il suo torace e poté appurare quanto fosse sodo quel
corpo gelido: il calore le salì ancora al volto, ma era solo rabbia?
Lui
la bloccò, stringendola in una morsa che era più un abbraccio.
Spike
annusò i suoi capelli, poi le sfiorò il collo con le labbra – Potrei ucciderti
lo sai…cacciatrice? – le disse in un sussurro – È già la seconda volta che ne
ho l’occasione e non lo faccio…non ti sei chiesta perché? –
Buffy
deglutì a fatica e in un momento di pazzia girò il viso per incontrare quello
del vampiro. Erano occhi negli occhi, le labbra a millimetri di distanza.
-
Non…non lo so… - rispose lei a fatica.
-
Ho bisogno del tuo aiuto… - le sussurrò lui, sfiorando più volte le sue labbra
mentre parlava.
Buffy
si sentì cedere ma la stretta del vampiro era salda e non sarebbe caduta.
-
Aiuto? Da me? – domandò con voce roca – Cosa…cosa può volere un vampiro dalla
cacciatrice? -
Spike
la lasciò andare e Buffy quasi cadde a terra.
Fece
qualche passo confuso in avanti cercando di recuperare equilibrio, poi si voltò
– Aiuto da me? – chiese ancora – Cosa diavolo vuoi? –
-
Ti sei ripresa… - constatò lui – Mi rendo conto di averti scossa troppo…col mio
gesto – ridacchiò lui – Vai al tuo bar per riprendere possesso delle tue
facoltà mentali raggio di sole…io ti aspetterò al cimitero tra due ore…in fondo
la notte è giovane… -
Senza
darle possibilità di ribattere, Spike si voltò e tornò come la sera prima
dall’oscurità dalla quale era venuto.
Capitolo
4
Andrew
la aspettava all’esterno del bar, ancora in compagnia di Paul – Sembra scossa…
- notò quest’ultimo.
Il
biondo aggrottò la fronte guardando l’amico: da quando notava il malessere in
un’altra persona che non fosse lui?
Scosse
il capo ancora incredulo e andò incontro a Buffy: aveva lo sguardo sconvolto,
le guance arrossate, gli occhi distanti.
-
Tutto bene Buffy? – le chiese.
Lei
annuì distrattamente.
-
Era quello che penso io? – proseguì.
-
Peggio… - rispose lei; stava per raccontargli tutto, poi si accorse finalmente
di Paul e si zittì – Te lo dirò in un altro momento… - tagliò corto.
-
Hey raggio di sole…stai bene? – le domandò Paul.
<
Raggio di sole? > il modo in cui l’aveva chiamata le fece accapponare la
pelle.
-
Non chiamarmi mai più in quel modo! – sbottò rivolgendosi acida all’ex.
Paul
si meravigliò della reazione di Buffy mentre Andrew quasi scoppiò a ridere, ma
si trattenne.
Buffy
si passò nervosa la mano tra i capelli: due ore…doveva aspettare due lunghe ed
interminabili ore prima di vedere Spike?
Perché
voleva il suo aiuto? Diamine, lei era così curiosa…
-
Vado dentro a bere qualcosa… - disse, rivolgendosi però soltanto ad Andrew.
-
Ti raggiungo tra un attimo… -
una
volta rimasti soli, Paul offrì ad Andrew una sigaretta – ma perché mi ha
trattato in quella maniera poco fa? – domandò stranito.
L’amico
arricciò il naso disgustato.
Alzò
gli occhi al cielo ed entrò al bar senza dargli risposta…in fondo non la
meritava!
*****
<
Perché sto andando al cimitero? Avevo detto che questa notte non ci sarei
andata… > si rimproverò Buffy uscendo dal bar e guarda caso, incamminandosi
verso il luogo dove Spike le aveva dato appuntamento.
Andrew
non le aveva chiesto nulla, non voleva sapere mai dove andava e lei apprezzava
il suo comportamento.
Paul
invece le dava i nervi anche solo con la sua presenza: era un verme, senza
rimorsi! Come poteva cercare di fare l’amico…quando non lo era affatto? Buffy
lo detestava, non c’erano dubbi.
A
volte odiava anche le amiche perché facevano le superiori, difendendolo e
intimandola di far finta di niente.
Come
fai a far finta di niente?
Scosse
il capo allontanando il pensiero, ora stava lavorando, non poteva
deconcentrasi…
Qualche
minuto e sarebbe arrivata: sperava solo di non far tardi…
<
Tardi? Aspetterà se necessario quello lì…dopo tutto è immortale, può benissimo
aspettarmi degli anni! > ma chissà perché la sua andatura non rallentava.
Il
cancello del cimitero era chiuso come sempre, Buffy però scavalcò il muro di
fianco con facilità: avevano appuntamento tra più di trenta minuti e lei era
già arrivata.
Buffy
pensò che nel caso avrebbe ridotto qualcuno in polvere…per ammazzare il tempo.
Raggiunse
il punto dove si erano incontrati la notte prima: osservò il grande albero dove
lui l’aveva inchiodata e quasi “aggredita”, decidendo di salirci sopra.
Si
arrampicò con agilità e osservò l’ambiente intorno a se.
Aspettò.
Allo
scoccare delle due ore di attesa, Buffy sentì dei passi venirle incontro: era
Spike.
Camminava
tranquillamente, con la sigaretta tra le labbra, l’andatura sexy, gli occhi blu
intensi e magnetici.
<
Oh… > pensò Buffy rapita, poi tornò alla realtà.
Lui
ora era sotto di lei, appoggiato alla corteccia dell’albero, continuando ad
assaporare la nicotina.
Buffy
decise di fare il suo ingresso trionfale e saltò a piè pari dall’alto del ramo
dove si era appollaiata.
Spike
non fece una piega, limitandosi a fissarla col suo sorrisetto strafottente
sulle labbra.
<
Bhè? Perché non fa una piega? > credeva di stupirlo ma evidentemente si
sbagliava.
-
Ciao raggio di sole…aspettavo che tu volteggiassi giù dall’albero… -
Buffy
strabuzzò gli occhi.
-
Non fare quel musetto… - si portò un dito al naso - …riconoscerei il tuo odore
anche in mezzo a cento persone! -
Lei
sbuffò.
-
Vieni qui! – la invitò il vampiro allungando la mano verso di lei – Sediamoci
sul prato, abbiamo molte cose da dirci… -
Buffy
lo interrogò con lo sguardo – Io non ho nulla da dirti…semmai sei tu che mi
devi delle spiegazioni…vampiro! Cosa può volere da me uno come te? –
Un
leggero vento primaverile le mosse i capelli e il profumo di vaniglia arrivò
intenso alle narici del vampiro.
-
Siediti raggio di sole…non ti mordo…va bene, ti dirò tutto… - terminò serio.
Ancora
riluttante, Buffy ignorò la mano del vampiro e incrociò le gambe sul prato,
guardandolo ancora in piedi con aria impaziente.
Lui
capì al volo quell’espressione e si accomodò, molto vicino a lei: sembrava
stupido, ma le loro ginocchia si sfioravano e questo metteva in imbarazzo la
cacciatrice.
Si
mosse nervosa, ottenendo un leggero distacco.
Spike
se ne accorse perché trattenne a stento un ghigno.
-
Allora…Spike…cosa vuoi da me? – domandò lei.
-
Ho bisogno del tuo aiuto cacciatrice – rispose serio – Ma l’aiuto che tu dai a
me…servirà anche a te credimi… -
Lei
lo fissò dubbiosa – Cosa intendi? Non parlare per enigmi Spike, non ho tempo da
perdere con delle stupide parole senza senso… - sbuffò spazientita alla fine.
Forse
era stata una cattiva idea andare a quell’appuntamento.
Il
vampiro socchiuse gli occhi e prese qualche istante prima di ricominciare a
parlare – Conosci
Buffy,
che in quel momento stava decidendo se restare, si bloccò.
<
La lancia di che? > pensò. Voleva dirlo ad alta voce ma chissà perché non
voleva apparire così ignorante agli occhi del vampiro.
Spike
attese una risposta e lei fu costretta ad ammettere la sua mancanza – Poco male
raggio di sole, te lo dirò io…
Buffy
lo ascoltava attentamente, chiedendosi dove volesse arrivare con questa storia.
-
Nel corso dei secoli, quest’arma miracolosa, è passata dalle mani più potenti
ed illustri della storia della razza umana…si narra che chiunque la possieda
può vincere su qualsiasi nemico. Carlo Magno e Costantino il Grande sono solo
due dei nomi più famosi che l’hanno posseduta…l’ultimo suo possessore è stato
niente meno che Adolf Hitler… -
La
cacciatrice spalancò la bocca incredula.
-
Ti stupisce? Chissà come ha fatto a perdere
-
Il destino di una nazione nelle mani di una Lancia… - sussurrò Buffy.
Spike
annuì.
-
Perché mi stai dicendo tutto questo? – gli chiese poi lei.
Il
vampiro prese una mano della ragazza tra le sue – Ricordati che faccio tutto
questo solo perché ti accorgerai che i nostri interessi sono gli
stessi…cacciatrice – mise in chiaro lui – Non lo faccio per te…ma ho bisogno
del tuo aiuto! –
Buffy
lo guardò impaziente – Va bene…vampiro, allora vuoi dirmi dove vuoi arrivare? –
Ogni
volta che lui la chiamava “cacciatrice” lei lo chiamava “vampiro”.
-
Il maestro – e a sentire quella parole le orecchie di Buffy si drizzarono –
l’ha trovata! Non so dove l’abbia recuperata, nessuno era a conoscenza del suo
vero nascondiglio.
-
E quindi? Cosa se ne vuole fare con quella lancia? – domandò la ragazza,
cercando invano di sciogliere la stretta sulla sua mano.
-
Vuole ottenere la vera immortalità… -
-
La vera immortalità? – ripeté Buffy.
-
Per l’inferno maledetto cacciatrice, non hai un osservatore che t’istruisca? –
sbottò Spike spazientito – Ogni vampiro maestro ambisce a questo…come puoi non
esserne a conoscenza? -
Buffy
si fece piccola piccola a quel rimprovero: lo avrebbe preso volentieri a calci,
ma non ne aveva la volontà.
-
Io non ho un osservatore…è morto… - rispose lei laconica – Nessuno mi ha mai
istruita…io ho lottato…e ho imparato sulla mia pelle ad essere una cacciatrice
– rispose aumentando il tono di voce – Non ho bisogno di un vampiro come te che
mi dica che mi mancano l’istruzione e la conoscenza! Io agisco e queste è
sufficiente! – con uno strattone si liberò da Spike e si alzò ma lui fu rapido
nel raggiungerla e bloccarla per un braccio.
-
Aspetta! – urlò lui – Non volevo offendere il tuo orgoglio di cacciatrice… - le
disse sarcastico – Ma non è il momento per stupidaggini come questa! Non
dimostrare di essere una bambina! Renditi conto ragazzina che il maestro è
molto più potente di te…e se attuerà il suo piano ti schiaccerà
definitivamente! -
Buffy
chiuse gli occhi per non incontrare quelli blu di Spike – Cosa vuole fare con
quella lancia? – ripeté la domanda di prima.
Spike
mollò la presa su di lei dopo essersi reso conto che non opponeva più
resistenza – C’è un rituale… - ricominciò - …ancora non so bene di cosa si
tratti…però attraverso la lancia potrà diventare immortale in maniera
definitiva…e per la razza umana sarebbe la fine… -
-
Per immortale intendi… -
-
Immune alle croci, ai paletti, al sole…a qualsiasi cosa…immune persino alla
forza della cacciatrice… -
Buffy
sentì il sangue gelare nelle vene e si irrigidì: Spike sosteneva che lei non
fosse abbastanza forte per il maestro…e se lui avesse ottenuto quell’immunità
sarebbe stata la fine, non solo per lei… -
-
Tu combatti i suoi servi ogni notte, ma a lui non costa fatica crearne
altri…lui si sta divertendo con te, vuole vedere fino a dove arriverai…vuole
vederti cedere… -
-
È per questo che non si è mai mostrato? -
Spike
annuì – Lui sostiene di essere più forte di te e di poterti schiacciare quando
vuole…ma ama divertirsi… -
-
E tu perché mi dici questo? Perché mi metti al corrente di tutto? – chiese.
Dopo tutto, a lui cosa veniva in tasca se lei sapeva?
-
Io lo odio… - rispose secco – Se c’è una creatura sulla terra e all’inferno che
io odio è lui…e voglio fare qualsiasi cosa per eliminarlo… -
-
E non sei in grado di farlo da solo? -
Il
vampiro la avvicinò a se, quasi abbracciandola – Non capisci? Ingaggiare una lotta
da solo con lui sarebbe troppo rischioso per me…ho bisogno di un alleato…e chi
meglio della cacciatrice che lo vuole eliminare almeno quasi quanto me? Io
voglio ridurlo in miseria, voglio mandare a monte il suo piano di gloria…e
voglio che sia tu ad ucciderlo…perché essere sconfitto dalla cacciatrice che ha
sempre sottovalutato…sarà lo smacco finale… -
Buffy
cercò di divincolarsi – Hai detto che non sono pronta… -
Spike
aumentò la presa – Io ti aiuterò… - rispose lui con voce roca, guardandole
ossessivamente le labbra.
-
Lasciami andare… - lo supplicò la cacciatrice con un tono di voce poco
convincente.
-
Mi chiedo ancora come quel cazzone ti abbia scaricata… - le sussurrò lui a fior
di labbra, prima di appoggiare le sue per un casto bacio.
<
Mi sta baciando! > gridò Buffy nella sua testa < Liberati Buffy! > si
ordinò, ma il suo corpo gridava tutto il contrario.
Ma
non dovette far fatica a pensare sul da farsi perché fu lui ad allontanarsi.
-
Non mi toccare mai più! – gridò lei passandosi una mano sulla bocca – Nessun
vampiro deve toccarmi chiaro? -
Spike
alzò le mani in segno di resa – Vuoi picchiarmi? Ricordati che senza di me…non
hai speranze cacciatrice… -
Lei
lo fissò, senza reagire, poi lui si voltò cominciando ad allontanarsi.
-
Dove vai? – gli urlò Buffy.
Spike
si voltò – Me ne vado…sbollisci la rabbia e la repulsione per me raggio di
sole…se vuoi sopravvivere per qualche mese in più della media delle
cacciatrici, dovrai vivere a stretto contatto con me piccola…abbiamo molto
lavoro da fare… -
Buffy
strinse i pugni – Cosa devo fare? – chiese stizzita.
-
Presentati all’ingresso del cimitero domani notte…ti verrò a prendere io per
andare in un posto… - le rispose lui, poi sparì nell’oscurità, lasciando Buffy
come sempre, furiosa.
*****
<
Maledetto vampiro! > imprecò tra se Buffy mentre camminava verso la casa di
Andrew. Erano da poco passate le quattro del mattino ma sapeva che lo avrebbe
trovato sveglio.
Suonò
il citofono e dopo qualche istante una voce amica rispose, anche se un po’
assonnata.
-
Chi è? -
-
Andrew sono io…fammi salire! – sussurrò attaccata alla griglia di metallo
dell’apparecchio.
-
Buffy? – bofonchiò lui incredulo, ma non attese oltre e subito dopo si sentì il
gracchiare dell’interruttore del cancello.
-
Mi dici che ci fai qui a quest’ora? – le domandò con fare militaresco non
appena la ragazza fu dentro l’appartamento.
Naturalmente
Andrew viveva solo.
-
Puoi mettere in onda del caffè? – gli chiese Buffy abbandonandosi su una sedia
in cucina.
Andrew
rimase allibito – Non ti sembra di dovermi chiedere scusa per avermi disturbato
nel bel mezzo di una maratona di star trek? L’Enterprise era nel bel mezzo di
una tempesta spaz… -
Buffy
non lo lasciò finire – Andrew…ti eri addormentato non fare il gradasso! L’ho
capito dalla tua voce al citofono! – l’amico non replicò – So che non avresti
rifiutato di farmi salire da te… -
-
Infatti… - mugugnò lui a denti stretti - …la cacciatrice è la mia migliore
amica…e me la devo tenere così… -
Buffy
sorrise compatendolo – Poverino…come sei dispiaciuto… -
Il
ragazzo si voltò per preparare il caffè – Allora…suppongo che tu venga
da…mmm…vediamo…il cimitero? –
Buffy
fece un verso per confermare – Esatto… - accolse con un largo sorriso la tazza
di caffè fumante che l’amico le porse qualche minuto dopo.
-
E perché ti sei fiondata da me nel cuore della notte? – domandò lui.
Fece
un piccolo assaggio dalla sua tazza rossa, quella che Andrew teneva sempre
pronta per lei – Ho bisogno che tu faccia una verifica…diciamo parallela… -
-
Parallela? – domandò lui confuso.
-
Per il momento ti chiedo di non fare domande, ti spiegherò appena potrò…sono
abbastanza confusa, devo cercare di capire… -
Andrew
sapeva rispettare la sua privacy e ancora di più non faceva domande quando non
doveva; annuì all’amica – Cosa devo cercare? –
Capitolo
5
-
Sono qui… - la voce di Spike spezzò il silenzio del cimitero.
Buffy
si voltò di scatto: era ancora sotto il solito albero, sempre in anticipo :
perché non arrivava lei per una volta in ritardo?
-
Sei sempre in anticipo raggio di sole… - osservò lui, come se le avesse letto
nel pensiero.
Buffy
si sentì in imbarazzo ed arrossì vistosamente in volto.
Il
vampiro si avvicinò a lei e le accarezzò il viso.
La
cacciatrice si scostò goffamente da lui ma perse l’equilibrio, costringendo
così Spike a salvarla da una spiacevole botta al fondoschiena.
L’afferrò
per un braccio e le circondò la vita con l’altro, di modo che i loro sguardi si
incontrassero in un lungo ed intenso momento carico di tensione.
-
Spike…lasciami… - lo intimò lei con voce tremante.
-
E se non lo facessi? – domandò lui in un sussurro, avvicinando le labbra a
quelle di lei.
-
Ti ucciderò… - mormorò Buffy con poca, anzi, pochissima convinzione.
-
No…non lo farai… - proseguì lui, appoggiando le labbra alle sue, questa volta
per restarci incollato molto più della notte prima.
Buffy
cercò inizialmente di opporre resistenza, divincolandosi senza troppa forza e
serrando le labbra, ma lui chiedeva, anzi, pretendeva di entrare e il muro alla
fine cedette; si abbandonò al bacio, aggrappandosi a lui non per paura di
cadere, al contrario per portarlo sul prato con se.
Il
vampiro, senza scollarsi da lei l’adagiò sull’erba e si distese sul corpo caldo
della ragazza, senza mai smettere di baciarla.
Piccoli
baci gelidi si posavano sul suo collo, nell’incavo dei seni, attraverso la
maglia: le mani di lui scavavano tra gli indumenti per cercare il contatto con
la sua pelle, accarezzandola con possessione.
-
Spike… - lo supplicò lei – Devi lasciarmi andare… - ma in fondo non credeva di
volerlo veramente.
Il
vampiro tornò a baciarle il viso, poi si fermò.
Buffy
riaprì gli occhi e si perse nei suoi.
-
Cacciatrice… - sussurrò lui, baciandole la vena pulsante del collo e facendola
rabbrividire.
Buffy
lo fissò per un istante che sembrò durare un’eternità: le parole cercavano di
farsi strada, le conosceva, desiderava pronunciarle dal momento in cui lo aveva
visto, eppure faticava ad aprire bocca per dar loro un suono - Mordimi Spike… -
Il
vampiro emise un basso, dolce e sensualissimo ringhio.
Buffy
Sentì il dolore dei denti acuminati sulla sua pelle e fu l’oblio…
Buffy
aprì gli occhi, madida di sudore e sconvolta: era stato un sogno!
Le
lenzuola erano appallottolate nel limite estremo del letto, stropicciate come
se avessero passato la terza guerra mondiale.
Si
affrettò a sistemarle e si coprì.
La
casa era avvolta nel silenzio più totale: ma che ore erano?
Appoggiò
i gomiti alle ginocchia e si portò le mani al viso, immergendole nei capelli
spettinati; cercò la radiosveglia che non si era ancora attivata: erano le
dieci di mattina, dannazione, aveva ancora un’ora di sonno di cui godere.
<
Qualche neurone della mia testa vuole spiegarmi cosa diavolo ho sognato? >
si chiese quasi strappandosi una ciocca di capelli < Tra tutti…proprio
Spike? E cavolo mi ha morso in sogno? E sono stata io a chiederlo! >
Sconvolse
di nuovo le lenzuola calciandole e si ributtò sul materasso, fissando il
soffitto con le stelline che si illuminavano al buio: dormire ancora? Poteva riposare
ancora un po’ ma appena chiudeva gli occhi rivedeva il dannato vampiro che si
avvicinava per baciarla.
Con
una sonora ed irripetibile imprecazione rivolta al biondo si mise a sedere di
nuovo sul letto, optando per un’abbondante colazione e una lunga e calda
doccia.
Chissà
perché però il suo inconscio la portava sempre a quel sogno.
<
Ma i sogni non si dimenticano subito al risveglio? > si chiese mentre un
getto d’acqua bollente la investiva.
Capitolo
6
Il
turno del giovedì al Theatre cominciava a diventare pesante come quelli del
fine settimana. Ma la gente non aveva niente di meglio che andare a fare
l’aperitivo? Non avevano delle famiglie?
In
quei momenti Buffy tollerava solo ed esclusivamente i suoi amici, Anya
compresa.
Dopo
aver gettato la borsa col cambio nell’ingresso di casa si era tuffata in cucina
per prepararsi qualcosa di sostanzioso da mangiare: voleva pasticciare con la
cucina italiana, pasta e sughetti vari, prima di preparasi alla nuova notte di
caccia e al tête-a-tête con Spike.
Era
quasi terrorizzata dal pensiero di doverlo incontrare: come avrebbe reagito?
<
Semplice Buffy…naturale! Era solo un sogno, tieni per te le tue smanie e follie
verso quel vampiro, sono solo elucubrazioni di una mente stressata! > si
disse accendendo il fornello e mettendo una capiente pentola piena d’acqua.
Il
cellulare squillò proprio mentre metteva gli spaghetti in cottura: il sugo non
doveva essere preparato, aveva dell’ottimo pesto comprato al supermercato pochi
minuti prima!
-
Pronto? -
Dall’altro
capo del ricevitore risuonò la voce sempre simpatica di Andrew.
-
Hey dolcezza! – le fece lui sdolcinato – Scusa se non sono passato
all’aperitivo, mi hanno trattenuto… -
Buffy
storse il naso – Chi…da una banda di wookie impazziti? –
Andrew
rise dall’altra parte – No…era lavoro giuro! –
-
Mmm… - fece Buffy – non sarà tutto riconducibile ad una morettina nuova, carina
e di nome Cordelia? -
-
Eh? No, ti sbagli Buffy… - balbettò lui, ma l’amica già s’immaginava la sua
faccia paonazza e rise a bocca chiusa.
Dopo
un attimo di imbarazzante silenzio e uno scoppio di risa della ragazza, Andrew
si riprese – Buffy…piantala di sfottermi! Ti ho fatto quella ricerca sulla
Lancia di Longino! –
Lei
smise di ridere – Hai trovato qualcosa? –
-
Oddio amica mia…su internet ci sono migliaia di siti e articoli dedicati a
questa reliquia…ti ho stampato le fonti più autorevoli, ma ti accorgerai che
dicono sempre le stesse cose…e cioè quelle che già mi hai detto tu! Te le
porterò questa sera al bar… -
Buffy
mugugnò qualche suono senza senso – Ok, darò un’occhiata durante il caffè…oh
caz… - imprecò improvvisamente.
L’acqua
bolliva ed era uscita dalla pentola.
-
Andrew…ci vediamo stasera…cerco di salvare la cena!! – gridò chiudendo la
comunicazione.
*****
Willow
si appoggiò alla spalla di Andrew, sbadigliando – Che hai Will…sei stanca? –
La
ragazza annuì svogliatamente - Sono due notti che continuo a studiare…credo di
avere il disco fisso pieno… - rispose.
-
Tu…il disco fisso pieno? Hey genio, ma chi stai prendendo in giro? – la derise
lui.
-
Era una finta lo ammetto… - aguzzò la vista verso l’inizio della via – Quella è
Buffy! – esclamò animandosi.
La
bionda raggiunse gli amici: oltre a Andrew e Willow, anche Xander, Anya e Paul
erano fuori dal bar: chi si fumava una sigaretta e chi stava per solidarietà
con i tabagisti.
-
Hey Buffy! Come sei elegante questa sera! – notò Anya con una punta di invidia.
In
effetti la ragazza era più in tiro del solito: i soliti jeans erano stati
sostituiti da un paio di pantaloni di pelle nera, la maglietta pratica da
caccia era stata eliminata prediligendone una più aderente e scollata.
-
Ma dove vuoi andare dark lady? – domandò Xander fischiando d’approvazione e
ricevendo una gomitata dalla fidanzata.
-
È vero Buffy… - attaccò lei verde d’invidia per le attenzioni che il suo
ragazzo e gli altri le dedicavano – Non esci quasi mai con noi…vieni sempre e
solo per poche ore poi…svanisci…ma sei sicura di andare a casa? E non mi dire
che questa sera vai a letto presto perché vestita così non ti crederebbe
nessuno… -
La
ragazza sorrise con un certo imbarazzo – No Anya…questa sera ho un impegno… -
il suo sguardo non poté fare a meno di cadere su Paul che la fissava
inespressivo.
-
Un impegno piccante direi… - commentò maliziosa.
-
Anya! – la rimproverò Xander strattonandola.
Tutti
erano a conoscenza del periodo che Buffy aveva passato dopo che Paul l’aveva
usata e scaricata, dovevano essere solo felici per lei se ora usciva con
qualcun altro e questo, Xander lo aveva capito…evidentemente Anya non molto.
Aveva
la bocca senza freni…se poi si parlava di soldi e sesso…senza ritegno!
Buffy
abbassò il capo e sorrise imbarazzata: naturalmente fingeva, anche perché il
suo impegno non era galante.
<
E allora perché ti sei vestita così? > si chiese < Vuoi fare corredo con
lo spolverino di Spike? No…meglio, potrei impalettarlo e rubarglielo! > quel
pensiero la fece sorridere sul serio.
-
Bhè, non vuoi dirci dove ti porta il tuo accompagnatore segreto? – non mollò
Anya.
Buffy
tossì: e adesso? Reggeva il gioco oppure negava tutto? Sarebbe stato bello far
morire Paul inventando un ammiratore segreto ma…Spike?
-
Ragazzi state tranquilli…non ho nessun appuntamento piccante… - cercò di
rispondere lei, ma una voce spezzò le sue intenzioni, gelandole il sangue.
-
E io raggio di sole? Chi sono? –
Buffy
avrebbe girato la testa di trecentosessanta gradi in pieno stile “L’Esorcista”
se avesse potuto ma si limitò a girarla fino a farsi quasi male.
-
S…S… - non riusciva a pronunciare il suo nome.
Tra
l’altro i presenti erano ammutoliti all’arrivo dell’affascinante sconosciuto.
-
Spike? – riuscì a bofonchiare la bionda dopo aver mandato giù a fatica la
saliva.
Il
vampiro la raggiunse col suo più raggiante sorriso, avvolgendola nel suo
abbraccio e baciandola dolcemente sulle labbra.
Buffy
rimase impietrita e si irrigidì ma nessuno sembrò accorgersene.
Anya
mugolò, rosa dall’invidia, Paul continuò a spostare il peso da una gamba
all’altra, Andrew guardava senza commenti: lui sapeva che c’era qualcosa di
più.
-
E così è lui il tuo appuntamento! – esclamò Willow sinceramente contenta per
l’amica: allungò la mano e si presentò a Spike.
-
Da quanto tempo Buffy ti teneva nascosto? – chiese Xander gioviale.
Spike
prese la mano di Buffy nella sua e la strinse: la cacciatrice sentì che quel
gesto le donava stranamente una certa sicurezza.
-
Sono stato relegato secoli in una cripta per colpa di questa ragazza! – scherzò
lui – Ma questa sera avevo voglia di mettermi in mostra! – i presenti risero
alla battuta, tutti tranne Buffy che vi lesse un altro significato.
<
Dove vuole arrivare? > si domandò isterica.
Spike
la guardò negli occhi e lei quasi si perse, avendo un rapido flashback del
sogno.
Si
sentì quasi cedere.
-
Ti stavo aspettando ma… - le sussurrò lui all’orecchio, sfiorandolo coi denti -
… non ho avuto pazienza e ti ho cercata…sapevo di trovarti qui…raggio di sole
sei splendida… -
Buffy
rabbrividì, sia per il contatto che per le parole: l’imbarazzo era troppo,
doveva togliersi dall’impiccio e prenderlo a calci subito dopo essere uscita
dal raggio d’azione degli amici.
-
Dobbiamo andare… - sussurrò lei.
Spike
inclinò il capo – Ma se vuoi restare ancora un po’…io posso aspettare… - le
rispose lui con un lampo di strana lussuria negli occhi.
Buffy
sapeva che agiva così solo per metterla in difficoltà con gli amici: gli
avrebbe assestato un gancio di fronte a tutti, ma voleva che il suo segreto
restasse tale per molto…molto tempo!
-
No…io voglio andare… - sibilò irritata atteggiando la bocca in una smorfia
indefinita.
Il
biondo fece spallucce – E va bene piccola…come posso non esaudire ogni tuo
desiderio? – rispose aumentando il tono di voce e guardando Paul dritto negli
occhi.
<
Oddio! Che brutta situazione > pensò Buffy. Incontrò gli occhi esterrefatti
di Andrew e gli rispose con un’espressione del tipo “Ti spiego poi”, in seguito
osservò Paul, occhi negli occhi con Spike: sembrava che dovessero partire
saette da ognuno di loro.
Tirò
il vampiro per la giacca – Andiamo? – lo supplicò con occhi imploranti.
Spike
interruppe il contatto visivo col “rivale” per concentrarsi sulla cacciatrice –
Mmm…quegli occhi imploranti…raggio di sole sai già come convincermi? Adoro
vederti implorare… -
Altro
flashback del sogno, Buffy stava per impazzire.
Prese
Spike per mano, salutò di fretta gli amici e lo trascinò lontano: se solo lui
avesse opposto resistenza lei avrebbe definitivamente perso la sua copertura
perché non si sarebbe più fatta scrupoli nell’impalettarlo!
Capitolo
7
Il
gancio che partì dalla mano di Buffy mandò Spike diretto sull’asfalto.
Improvviso,
rapido, efficace.
Si
sentiva indubbiamente meglio.
-
Questo è per la figuraccia che mi hai fatto fare con i miei amici! E per
l’imbarazzo procurato! – urlò.
Naturalmente
erano lontani dal bar.
-
Non osare mai più presentarti al bar, sono stata chiara? – ordinò poi. Loro
dovevano starne fuori, ignorare la sua vera identità fungeva da protezione per
l’incolumità dei suoi amici, almeno un po’. Non sapere che lei era la
cacciatrice permetteva loro di stare fuori dai guai, nei limiti e ad evitare a
lei stupide seccature in stile Anya.
Spike
si leccò l’angolo della bocca dove lei lo aveva ferito.
-
Brava raggio di sole… - le disse rialzandosi – …sei stata magnifica con quel
cazzotto…non me lo aspettavo – le sue parole erano sincere, aveva sottovalutato
la cacciatrice – Mi hai colto di sorpresa perché non ti credevo così veloce! -
-
Ci sono molte cose di me che ancora non sai… - rispose lei vantandosi.
E
Spike si maledì perché lei aveva ragione: non sapeva proprio tutto di Buffy
Summers, ed era un male.
-
Non ti aspettare delle maledette scuse però! – esclamò lui secco – Mi sono
divertito troppo a mostrarmi ai tuoi amici come il tuo ragazzo! -
Buffy
sorrise suo malgrado: avrebbe dovuto ammettere che a lei invece aveva fatto
piacere pavoneggiarsi per quel bel esemplare di non-morto, molto seducente…e
provocante. Ma era meglio non dirlo ad alta voce, il sogno continuava a
riaffiorare e questo non era bene!
Si
fece professionale – Dobbiamo andare no? –
Spike
annuì e le fece cenno di seguirla – La mia macchina è qui dietro… -
Gli
camminò affianco, raggiungendo una Desoto con i vetri anneriti da qualche
strano trucco da imbianchino maldestro.
-
Questa è la tua macchina? – domandò un po’ schifata.
Spike
fece una smorfia voltandosi verso di lei – C’è forse qualche problema? Non è di
tuo gradimento? –
Buffy
scosse il capo poco convinta – No no…non sia mai…l’importante è che cammini! –
Il
vampiro ringhiò e lei lo minacciò di nuovo mostrando la mano chiusa a pugno.
-
Tregua raggio di sole…non dobbiamo litigare noi due anzi… -
<
E quell’anzi…cosa vuol dire? > si domandò allarmata, poi scrollò la testa e
seguì il vampiro che le stava galantemente aprendo la portiera.
La
macchina proseguiva a velocità sostenuta raggiungendo la periferia di Sunnydale:
negli ultimi due minuti nessuno dei due aveva spiccicato parola.
Buffy
era imbarazzata ma soprattutto concentrata sulla strada: nonostante tutto non
si fidava di quell’ossigenato, nonostante le cose strane che aveva provato con
lui.
Spike,
dal canto suo, sembrava serio e pensieroso: la stava studiando, con la coda
dell’occhio ogni tanto la scrutava, chiusa nel suo silenzio; si chiedeva a cosa
stesse pensando e se sarebbe riuscito nel suo intento.
-
Spike… - spezzò lei il silenzio – dove stiamo andando? Vuoi dirmelo? -
-
Ora vedrai…- le disse lui - …siamo arrivati! -
<
Cosa pensa di fare, portarmi in camporella? Ma ho scritto Gioconda sulla
faccia? > si domandò Buffy, cominciando ad alterarsi.
-
Non pensare male… - attaccò lui, come sempre precedendo le sue parole – il
posto è nascosto bene…non ti sto portando nel viale degli innamorati raggio di
sole! – terminò, allungandosi verso di lei e schioccandole un fugace bacio
sulla bocca.
-
Spike! – urlò lei allontanandolo – La mia bocca non è alla tua mercé…devi
smetterla di prenderti tutte queste libertà o la prossima volta giuro che ti
impaletto! -
Lui
rise e scese dalla macchina.
Si
stavano inoltrando pericolosamente nel bosco, la tranquillità della cacciatrice
veniva sempre meno.
Nella
tasca della giacca aveva un paletto.
<
Quale giacca? > Buffy si portò una mano alla fronte: diavolo, era uscita
senza giacca…senza armi…come aveva potuto essere così superficiale?
Spike
non se ne era accorto fortunatamente.
-
Eccolo… - Spike indicò un punto indistinto nella vegetazione.
Ripresasi
dallo spavento per causa sua, Buffy cercò di scorgere qualcosa, ma nulla.
-
Dimenticavo… - proseguì lui, prendendola per mano e trascinandola verso un
albero.
-
Dove… - aprì bocca Buffy, ma una volta arrivata all’albero si zittì: Spike si
era inginocchiato e, dopo aver trafficato con dei rovi e averli leggermente
spostati, aveva aperto una sorta di passaggio.
-
Cosa c’è qui sotto? – domandò allora.
Spike
saltò giù – Abbi fiducia in me e vedrai… - le rispose, la voce resa cavernosa
dalla profondità del buco.
-
È questo il problema Spike…non ho fiducia in te… - fu la sua risposta, ma il
vampiro fece finta di niente.
<
Non posso certo restare qui perché non mi fido di lui…in fondo so difendermi…si,
dai suoi colpi…ma se fosse altro? > si chiese mentre saltava nel buio.
Una
volta sottoterra, Buffy vide che alcune torce illuminavano un corridoio con una
porta in fondo – Che diavolo di posto è questo? – chiese.
Spike
le indicò la direzione da prendere, proprio verso quella porta – Questa…è la
biblioteca del precedente maestro di Sunnydale… -
Buffy
rimase con la bocca spalancata, incredula dalle parole di Spike – Cosa? Tu mi
hai portata…come fai a… -
-
Tranquillizzati raggio di sole… - le sussurrò conducendola alla porta – L’ho
trovata io, nessuno sa della sua esistenza e non è tutto…è fornita di libri di
occulto almeno come la biblioteca del consiglio degli osservatori! -
Buffy
restò in silenzio mentre la porta si faceva più vicina: la sua vocina continuava
con insistenza a dirle di non fidarsi, ma il pensiero di avere le armi per
distruggere il maestro era troppo forte.
-
Sei stato al consiglio degli osservatori? – chiese poi.
Spike
sogghignò – Sono di Londra piccola…vuoi che non abbia sbirciato dai signori che
comandano il tuo destino? –
-
Nessuno mi comanda! – sbottò lei secca.
Spike
non replicò, limitandosi ad aprire la pesante porta e richiudendola alle loro
spalle con un forte rumore.
Buffy
sussultò: erano chiusi dentro.
<
Mammina… >
-
Avanti raggio di sole…abbiamo tutta la notte per cercare…mettiamoci al lavoro!
-
La
cacciatrice spaziò con lo sguardo: la stanza non era di certo con il soffitto
alto, in compenso però si estendeva in lunghezza, con vecchi scaffali di legno
colmi di libri antichi ed un grande tavolo massiccio al centro
Da
dove partire?
-
Dividiamoci – propose lui – Io a sinistra, tu a destra! -
*****
Le
parole si confondevano nella sua testa: entrambi stavano cercando da un tempo
infinito in mezzo a quei volumi puzzolenti.
Buffy
non amava molto leggere, era Andrew che faceva il lavoro di testa per lei.
Sedevano
uno di fronte all’altro sul tavolo, in assoluto silenzio.
Buffy
chiuse l’ultimo libro che aveva tolto dagli scaffali: ne mancavano ancora
almeno mille da guardare tra quegli scaffali; si alzò dalla sedia, notando che
Spike, non alzava gli occhi dal libro.
-
Trovato qualcosa? – gli chiese.
Spike
mugolò distrattamente un forse, senza però degnare nemmeno di uno sguardo
Buffy.
<
Meglio così > pensò lei un po’ irritata.
Pochi
minuti dopo tornò con altri libri da sbirciare, sedendosi però di fianco al
vampiro.
Non
ne poteva più, era stanca, le bruciavano gli occhi: la stanza era illuminata
scarsamente e le parole scritte talmente piccole le avevano fatto venire mal di
testa.
<
Non piagnucolare Buffy, guarda lui, non fa una piega! Vuoi passare per una
fannullona? Concentrati! > si ordinò mentre sospirava dando un’occhiata
fugace al vampiro accanto a lei.
Anche
Spike dal canto suo si stava deconcentrando via via che passava il tempo:
avrebbe preferito tormentare la cacciatrice oppure addirittura fare altro con
lei, ma quel pensiero doveva farselo passare, stava lavorando, niente
distrazioni.
Chiuse
il libro con violenza, ringhiando infuriato a facendo sussultare Buffy.
-
Scusa! – brontolò.
Lei
scosse il capo e tornò sulle pagine: c’era un’illustrazione molto dettagliata
di un’arma, precisamente una lancia, impugnata da un guerriero…sulla sinistra
una croce, no, un uomo sulla croce…
-
Forse ci siamo! – esclamò entusiasta – Guarda! – strattonò il vampiro per
attirare la sua attenzione.
Spike
si stropicciò gli occhi e osservò attentamente – È un’illustrazione di Cassio
Longino che colpisce Gesu… -
Buffy
voltò pagina: la fine scrittura in inglese antico titolava “
-
Va avanti! – le disse Spike.
Buffy
fece scorrere i titoli ed i rituali legati all’arma miracolosa: si poteva ottenere
qualsiasi cosa, la lancia poteva tornare utile a chiunque, dal demone più basso
all’imperatore più potente.
-
Non si parla di vampiri Spike… - sbuffò la ragazza continuando a sfogliare.
-
Ci deve essere qualcosa! – esclamò Spike togliendole il libro e cercando lui
stesso, sfogliando con frenesia le fragili e antiche pagine, finché non si
fermò.
-
Spike? – Buffy lo chiamò, cercando di capire cosa stesse leggendo, ma non
ottenne risposta: gli mise una mano sulla spalla, costringendolo con la sua
forza a spostarsi per farla leggere.
-
Spike
scorse con le dita le righe di parole – La cacciatrice dovrà volontariamente
donare il proprio sangue al vampiro maestro, sangue che scaturirà da una ferità
che lei stessa si procurerà con
Non
era il caso di proseguire nella lettura.
-
Buffy… - sussurrò lui.
Lei
tornò alla realtà – Dunque gli servo io…ma…perché non mi mandano a prendere ? –
Spike
scosse il capo – Posso solo supporre che abbiano la lancia ma non sappiano come
usarla! Forse il rituale è scritto solo in questo libro e il maestro lo sta
cercando! –
-
Allora finché non troverà questo posto io sarò al sicuro! – rispose lei
guardando il vampiro un po’ spaventata.
-
Buffy sono solo supposizioni! -
Lei
annuì – Hai ragione, mi sono lasciata prendere dallo spavento iniziale! Devo
approfittare di questo, io so una cosa che lui non sa… -
-
Devi eliminarlo prima che lui arrivi a questo! – ed indicò il libro.
Buffy
annuì e si passò una mano tra i capelli, stanca morta.
-
Non siamo abituati a stare sui libri raggio di sole? – avrebbe voluto
rispondergli a tono ma in quel momento non poté fare a meno di annuire e
scoppiare a ridere.
Si
lasciò cadere sulla sedia, occhi negli occhi con il vampiro, occhi in cui per
un lungo istante di silenzio, entrambi si tuffarono reciprocamente.
Spike
allungò la mano e le accarezzò il viso, per la prima volta con lentezza e
dolcezza, senza malizia; Buffy non si allontanò, anzi, inclinò il capo come per
godere meglio di quel contatto.
Il
momento era magico, dopo aver ottenuto quel risultato, entrambi volevano solo
riposare – Spike…- sussurrò Buffy chiudendo gli occhi.
Il
biondo la vide così arrendevole che non poté fare a meno di desiderare di
baciarla per la prima volta senza sfidarla o metterla in imbarazzo.
Si
avvicinò alla sua bocca, pronto a quel contatto: ormai le labbra si sfioravano,
Buffy non aspettava altro che quello.
La
porta venne buttata giù con un sonoro botto.
Capitolo
8
Dei
ringhi si susseguirono alla caduta della porta di legno massiccio; Buffy si
destò all’istante, osservando prima i nuovi arrivati, in seguito Spike.
-
Hey! – gli fece con disapprovazione – Non avevi detto che il posto era
sconosciuto a chiunque? -
Il
biondo le si affiancò – Bloody Hell! L’ho detto solo per tranquillizzarti in
realtà! –
Buffy
alzò gli occhi al cielo.
La
situazione era la seguente: cinque vampiri famelici e rugosi contro una
cacciatrice senza armi ed un vampiro dalla dubbia forza.
<
Andiamo bene! > pensò Buffy, prima di sollevare la sua sedia e fracassarla
contro il tavolo, ricavandone dei paletti.
Ne
lanciò uno a Spike che lo afferrò saldo.
-
Te la senti di polverizzare i tuoi simile? – chi chiese lei.
Spike
annuì – Non chiedo di meglio raggio di sole! –
Due
contro cinque si poteva anche fare.
In
quella biblioteca antica e segreta venne ingaggiata una dura lotta.
Buffy
si prese galantemente tre vampiri mentre Spike i restanti due; lei salì sul
tavolo, riuscendo così a gestirsene uno per volta e non ci mise molto a
polverizzarli.
Avrebbe
voluto vantarsene con Spike ma non appena si voltò lo vide cadere a terra
ferito.
Buffy
corse da lui, saltando a piè pari dal tavolo – Spike! – gridò allarmata: si
accorse subito che il paletto che gli aveva dato era conficcato profondamente
nel suo fianco sinistro – Oh mio Dio! – esclamò.
Lui
aprì gli occhi e trovò la forza per sorridere – No… - rispose con ironia - …qui
Dio proprio non c’entra… - rise suo malgrado e mugolò di dolore subito dopo.
-
Non fare il cretino! – lo rimproverò lei.
-
Non è mortale raggio di sole… - la tranquillizzò – il cuore è lontano… -
Buffy
annuì – Si, ma è meglio andare via da qui… - fece per spostarlo ma lui la
bloccò.
-
Devo dirti una cosa prima… - ricominciò lui, e Buffy attese - …quei due hanno
preso il libro…è stato mentre cercavo di riprenderlo che mi hanno colpito! -
Lei
gli accarezzò il viso – Non importa… - sospirò e lo guardò negli occhi
sorridendo per rassicurarlo - Ora ti porto a casa mia, devo estrarre il paletto
e medicare la ferita…anche se non è mortale per te stai perdendo molto
sangue…dammi le chiavi! – tese la mano.
Spike
strabuzzò gli occhi – Cosa? Casa tua? Chiavi? Di cosa? –
Buffy
si atteggiò ad angelo soccorritore – Si! A casa mia…e non credo tu possa
guidare con quel coso nel fianco! Vuoi ammazzarci entrambi? – il suo tono non
ammetteva repliche.
Spike
sospirò in gesto di resa e con uno sforzo tirò fuori le chiavi della Desoto
dalla tasca dello spolverino.
*****
Mancava
poco al sorgere del sole quando Buffy spalancò la porta di casa: mentre entrava
però, qualcosa oppose resistenza.
-
Devi invitarmi… - mormorò Spike, aggrappato a lei.
-
Che sciocca! – si rimproverò – Entra Spike... – la barriera cadde e Buffy entrò
col suo fardello di carne e sangue.
Chiuse
la porta con un calcio e accompagnò Spike su dalle scale.
Era
debole, aveva perso molto sangue durante il viaggio di ritorno.
La
ferita doveva fargli molto male perché continuava a gemere di dolore.
Buffy
lo portò nella camera degli ospiti e lo aiutò a stendersi sul morbido
materasso, poi corse in bagno a prendere degli asciugamani ed il necessario per
la medicazione.
Si
preparò all’estrazione.
-
Cosa credi di fare? – le chiese Spike allarmato.
Buffy
si bloccò ai piedi del letto e lo guardò torva in viso picchiettando un piede
sul pavimento – Pensi di far diventare la gamba di una sedia parte integrante
del tuo corpo? –
-
No…no…è che pensavo di farlo io… - fu la sua risposta titubante.
-
Oh certo, che stupida sono! – fece lei – Accomodati! – e con un gesto lo invitò
a togliersi il paletto da se.
Spike
fece una smorfia e afferrò il paletto con una mano, ma dopo due tentativi
falliti si accasciò sul letto ringhiando di disappunto e a denti stretti ammise
di non farcela.
-
Ma tu pensa… - commentò Buffy con sarcasmo e si mise a cavalcioni su di lui.
-
Hey raggio di sole…potrei pensare che tu voglia approfittarti di me! -
Buffy
corrugò la fronte ma non rispose alla provocazione, si limitò a sospirare senza
speranza.
Spike
rimase in silenzio, fissandola.
La
bionda non rispose al suo sguardo: in effetti la sua posizione poteva apparire
equivoca ed imbarazzante, ma non era quello il momento di pensarci.
Si
scostò i capelli dal viso e afferrò il paletto con una mano mentre l’altra
l’appoggiò sul petto del vampiro per fare forza, poi tirò.
Il
pezzo di legno era conficcato con profondità nel fianco, ma con la sua forza
non trovò eccessive difficoltà.
Spike
emise un lamento strozzato in quel momento, poi più nulla; chiuse gli occhi.
<
Forse è svenuto > pensò Buffy.
Una
volta medicata, la ferita si sarebbe rimarginata nel giro di un giorno o due.
Un
vantaggio di essere vampiri!
Tolto
il paletto, Buffy aprì la camicia e tamponò la ferita con un asciugamano,
premendo forte per fermare l’emorragia.
Il
vampiro era molto debole.
Lo
guardò: indossava ancora la giacca, ma era aperta insieme alla camicia,
mostrando finalmente agli occhi della cacciatrice il suo fisico tonico di
immortale.
Con
la mano libera disegnò i suoi muscoli, saggiando la sericità e la freddezza
della pelle.
In
quel momento Spike riaprì gli occhi e catturò i suoi.
Buffy
non tolse la mano.
-
Ho perso molto sangue… - le sussurrò lui con voce roca e, senza interrompere il
contatto visivo, le prese la mano, avvicinandosi il polso alla bocca.
<
Ma che fa? > pensò lei, senza però reagire, nemmeno quando lui mostrò il suo
demone per fissarla con occhi gialli.
-
Posso? – domandò – Solo un assaggio… -
Attese
risposta, ma lei si limitò a chiudere gli occhi.
La
trafittura fu un dolore da niente se paragonata all’estasi successiva.
Buffy
si lasciò sfuggire un gemito di piacere, ma si morse subito le labbra per non
far più sentire quanto le piacesse.
Non
si accorse dello strano sorriso che si dipinse sul volto di Spike non appena
ebbe riassunto il suo volto sexy e si staccò da lei.
Buffy
riaprì gli occhi solo quando avvertì la lingua di Spike che leccava il suo
polso.
Arrossì
e lo staccò bruscamente da lui, massaggiandoselo.
-
Grazie… - mormorò lui languido – Ora sto meglio… -
<
Ma cosa… > la mente della cacciatrice tornò a lavorare alacremente <
crede di aver attinto al rubinetto? >
Si
sentì avvampare di rabbia e si alzò indignata dal letto.
-
Dove vai? – le domandò Spike, visibilmente divertito.
-
A prendere le garze…le ho dimenticate! – rispose lei frettolosa, correndo via.
*****
Era
corsa in cucina, al piano di sotto: mentre si fasciava il polso, brontolava
infuriata ad alta voce – Come ha osato…assaggiarmi…come ho potuto lasciarlo
fare… - fermò la benda con un gancio e si mise a sedere su uno sgabello alto,
appoggiando i gomiti al tavolo.
Sospirò
– Se Merrick fosse ancora vivo…non sarebbe successo nulla di tutto questo, non
mi sarei mai affidata ad un vampiro… - scoppiò a piangere - …sono una
cacciatrice volubile e superficiale! –
-
Non è vero… -
Alzò
lo sguardo: Spike la osservava, appoggiato al muro: era a torso nudo, la ferita
si era quasi del tutto rimarginata.
-
La…la tua ferita… - balbettò lei asciugandosi rapidamente le lacrime con mani
tremanti.
Spike
si mosse nella sua direzione – Deve essere stato il tuo sangue… - l’aveva
raggiunta – È miracoloso… - continuò lui prendendole la mano e portandosela
alla bocca per posarvi un lieve bacio – Non hai fatto nulla di superficiale
Buffy, mi hai salvato! – non le lasciò la mano, anzi la strinse tra le sue.
-
Io…io… - Buffy era confusa, il calore le salì al viso: quante volte l’aveva
chiamata per nome? Che strano effetto sentirlo uscire da quella bocca.
-
Sccc… - le fece lui, zittendola con un dito sulla sua bocca – Ti devi fidare di
me…Buffy, stiamo dalla stessa parte… -
Le
accarezzò il viso, avvicinandosi a lei per baciarla.
-
Spike… - ma lei non riuscì a proseguire perché le labbra del vampiro erano già
sulle sue.
Rispose
al bacio, dapprima titubante, poi si azzardò a mettergli le braccia intorno al
collo.
Il
suo bacio era freddo e aveva il sapore del sangue, ma a Buffy non dispiaceva
affatto.
Spike
era il primo uomo che baciava dopo Paul.
<
Paul chi? >
Si
staccò da lei solo per lasciarla respirare: le accarezzò il viso e le sorrise.
Buffy,
ansimante per il bacio si mordicchiò il labbro inferiore.
<
È il sogno… > si disse guardando Spike < Come posso lasciarmi andare così
a lui…come posso essere attratta da lui…è un vampiro… >
I
suoi pensieri ebbero vita breve perché Spike le stava succhiando il labbro
inferiore, facendo vagare le sue mani sulla sua schiena.
-
Spike… - mugolò lei allontanandolo.
-
Che c’è? – si lamentò lui cercando nuovamente il contatto con le sue labbra.
-
Perché lo stai facendo? -
Lui
si fermò, guardandola sorpreso: allargò le braccia e sfoggiò un sorriso
disarmante – Io ti desidero Buffy…perché, vuoi forse dirmi che non è lo stesso
per te? -
Buffy
non rispose.
Con
una spinta allontanò Spike da se e si alzò dallo sgabello, dirigendosi alle
scale – È quasi giorno, tu devi andare in un posto buio, io devo dormire…tra
poche ore inizio il turno al bar… -
-
Non hai risposto alla mia domanda… -
Buffy
si fermò a metà scala – Spike…è venerdì, mi aspetta una dura giornata di lavoro
e… -
-
Non hai risposto alla mia domanda… - ripeté lui.
Lei
si voltò per affrontarlo – Spike… - sospirò – Smettila! È contro natura! Io
sono la cacciatrice, tu un vampiro! Quelli come te io li uccido! –
-
Ti correggo piccola…tu mi baci…tu mi desideri raggio di sole… -
-
Ma non è naturale! Ci deve essere qualcosa di sbagliato! Io e te stiamo
semplicemente collaborando! Appena avremo ucciso il maestro torneremo ad essere
nemici! -
Spike
salì il primo gradino verso lei – Dicendo questo ti rendi conto di ammettere
che mi desideri? E poi…avresti realmente il coraggio di conficcarmi un paletto
nel cuore…dopo avermi salvato poco fa? Non ti credo capace… -
Buffy,
presa in castagna non rispose; gli diede le spalle e continuò a salire le
scale, poi si fermò di nuovo, voltandosi di tre quarti – Assicurati di aver
oscurato bene la stanza, non vorrei spazzar via le tue ceneri al mio risveglio!
– poi, si chiuse nella sua stanza, non permettendo a Spike di ribattere.
*****
Si
appoggiò alla porta, scivolando fino al pavimento: rimase lì, rannicchiata in
silenzio.
Sentì
i passi di Spike che raggiungeva la camera degli ospiti e chiudeva la porta
sbattendola.
Sospirò
confusa, gli occhi lucidi: ci era andata molto vicino, vicina a cedere a lui,
vicina ad abbandonarsi tra le sue braccia.
E
Dio solo sapeva quanto voleva lasciarsi andare.
Con
le lacrime agli occhi raggiunse il letto gattonando e abbandonandosi sul
materasso, completamente vestita.
Si
addormentò all’istante in un sonno senza sogni.
*****
Spike
dormiva nella camera degli ospiti.
La
camera era salva da qualsiasi spiraglio di luce solare, fuori ormai albeggiava.
La
porta venne il più silenziosamente possibile aperta: Buffy entrò e lo vide
disteso, inerme sul letto.
Dormiva
come un angelo, innocuo, bellissimo.
Fece
più piano che poteva mentre si stendeva su di lui.
Il
vampiro aprì gli occhi, rimanendo sorpreso nel trovarsi faccia a faccia con
lei.
-
Hai cambiato idea raggio di sole? – le sussurrò.
Buffy
non rispose: gli accarezzò il viso, strusciandosi contro il suo corpo.
Era
nuda sopra di lui.
Spike
ammiccò malizioso – Cattiva Buffy… -
-
Cattivo Spike… - gli fece eco lei, accarezzandolo possessivamente ed
inginocchiandosi sul letto.
-
Cosa fai? – domandò lui, osservandola sbalordito mentre si toglieva la
fasciatura al polso.
-
Cosa vuoi? – chiese ancora.
Buffy
sorrise e lo tirò su per le braccia, incollandosi alla sua bocca per un bacio
famelico.
Sollevò
una gamba, mettendosi a cavalcioni su di lui.
-
Cattivissima… - commentò il biondo con un ghigno – Cosa desideri che faccia il
tuo vampiro per te? -
Buffy
gli porse il polso – Assaggiami ancora Spike…ti prego… - lo supplicò col
sorriso sulle labbra.
-
Mmm…adoro quando mi supplichi… - e mutò i lineamenti per morderla di nuovo.
Buffy
questa volta non si tappò le ali ma si lasciò andare a lunghi sospiri e gemiti
di piacere mentre lui beveva.
Spike
ringhiò compiaciuto, staccandosi dalla ferita e spingendola sotto di lui; lei
cercò di nuovo la sua bocca mentre il vampiro esplorava il suo corpo,
raggiungendo il suo punto più intimo e facendola gridare.
Spalancò
gli occhi; piccole gocce di sudore le imperlavano il viso.
Sudore
freddo, nonostante il suo corpo fosse in fiamme.
La
radiosveglia suonava le dieci di mattina.
Si
mise a sedere sul letto, nuovamente sconvolta.
<
Un altro sogno… > meditò < Come posso continuare a stargli vicino se non
riesco a resistergli? >
Si
alzò dal letto e scostò le tende per far entrare il sole; appoggiò la fronte al
vetro e si lasciò scaldare: doveva andare a lavorare, dopo aver messo qualcosa
sotto i denti, ma la bocca del suo stomaco la pensava diversamente!
<
Come posso sconfiggere il maestro da sola? >
Capitolo
9
-
Allora…com’è andata ieri sera? – Willow era entrata al Theatre insieme a Tara e
subito aveva raggiunto Buffy al bancone.
A
quella domanda Paul alzò lo sguardo per ascoltare la risposta.
Buffy
servì il solito analcolico alle due amiche.
-
Allora non rispondi? – replicò la rossa.
Buffy
fece spallucce – Al solito… - rispose vaga.
-
Solito? -
-
Lasciala stare… - la pregò Tara ma Willow non le diede retta.
-
Oh andiamo Buffy…non puoi dirci che con quel sexy biondino sia andata come al
solito…cos’è il vostro solito? E dimmi almeno da quanto vi frequentate! -
La
bionda sospirò arrendendosi – Da circa una settimana –
-
E siete già così intimi? Ieri sera sembrava che ti conoscesse da sempre! Ti
mangiava con gli occhi! – Anya sbucò dal nulla – Com’è a letto? -
*****
Buffy
uscì dal bar esausta: il turno era finalmente finito! Gli unici a non aver
ancora raggiunto casa per cenare erano Paul ed Andrew, impegnati in una viva
discussione sulla Play Station2!
Aspettava
che l’amico uscisse per subire il vero terzo grado!
A
confronto, le domande delle amiche erano nulla!
E
con lui, sapeva di non poter mentire…non più di tanto almeno!
Fissò
il cielo che lentamente si oscurava e non si accorse dell’arrivo di Paul; lo
salutò con un cenno del capo e tornò a guardare in alto.
-
A quanto pare sei sulla bocca di tutti qui… - incominciò lui.
Buffy
sbuffò – Già – rispose senza degnarlo di uno sguardo – È una seccatura –
-
Se volevi evitare seccature dovevi evitare di portar qui il tuo amichetto! -
Lei
lo guardò, fronteggiandolo – Lui non è il mio amichetto chiaro? – puntualizzò
stizzita.
Paul
arricciò il naso – Scusa – disse con un tono di voce urtante – volevo dire il
tuo fidanzato… -
Buffy
puntò le mani sui fianchi – E anche se lo fosse? Non credo che siano affari
tuoi! –
-
Quello non è il tipo giusto per te! .
-
E chi sei tu per stabilirlo? Che diritti hai? – fece un passo verso di lui – Tu
hai perso ogni diritto su di me! -
Paul
indietreggiò, sbalordito da tanta determinazione – Lo dico solo per il tuo
bene…Buffy sono tuo amico… - continuò mortificato.
-
Fai così carino…tu pensa al tuo bene, al mio ci penso io! E ricordati che io e te
non siamo amici! – mentre pronunciava quelle parole, Andrew usciva dal bar.
Buffy
lo guardò nera di rabbia – Ciao! – gli disse telegrafica.
L’amico
ricambiò il saluto.
-
Puoi accompagnarmi per un pezzo di strada? – gli domandò.
Andrew
annuì e la prese per mano, trascinandola verso la sua macchina.
Paul
rimase lì, osservandola mentre si allontanava.
*****
L’auto
di Andrew si fermò pochi isolati prima di casa Summers: per tutto il viaggio i
due amici non avevano spiccicato una parola, ma ora era tempo di chiarire.
-
Perché non posso lasciarti davanti a casa? – cominciò lui serio.
Buffy
si passò nervosamente una mano nei capelli, scompigliandoli – Lui è sveglio
ormai… -
-
Lui? Lui chi… -
-
Spike… -
-
È a casa tua? – domandò Andrew esterrefatto – Quello è un vampiro, vero? -
Buffy
annuì, sorridendo lievemente – Hai occhio… -
Anche
Andrew sorrise suo malgrado – Certo! Vivere a stretto contatto con la
cacciatrice servirà pur a qualcosa…ma ora raccontami tutto! –
La
bionda si mise di tre quarti sul sedile ed iniziò il suo racconto.
-
Oh cazzo! – esordì Andrew non appena lei ebbe terminato – Sta dalla tua parte…
-
-
Per il momento… - fece Buffy, sentendosi colpevole per aver omesso certe parti
dalla storia.
Andrew
si accese una sigaretta – Diamine…Lancia di Longino, vampiri, cacciatrice…rito
di sangue… - gli occhi si illuminarono per un istante – Ci si potrebbe fare una
serie televisiva! E poi… - sembrò riaversi dal momento di gloria – Diamine
Buffy quello lì è in casa tua! Come puoi fidarti? –
Buffy
sospirò massaggiandosi gli occhi stanchi e fu così che Andrew notò la
fasciatura al polso.
-
Buffy…cosa ti sei fatta? Non è quello che la mia mente crede vero? -
Lei
si guardò la benda – No! – si affrettò a rispondere – È una slogatura, mi sono
fatta male combattendo contro quei tre vampiri nella biblioteca! –
Andrew
la guardò attentamente: mentiva? Non poteva dirlo con certezza.
Gli
occhi verdi della ragazza indugiarono in direzione di casa sua – Ora devo
andare –
L’amico
annuì poco convinto – Passerai più tardi? –
Buffy
scosse il capo – Sono stanca morta, ho dormito troppo poco. Credo che farò una
breve ronda e mi infilerò sotto le lenzuola… - aprì la portiera e scese per
metà.
-
Buffy… - la fermò lui per un braccio – Butta fuori di casa quel vampiro!
Promettimelo! -
Lei
sorrise – Non vedo l’ora! –
-
Un’ultima cosa… - proseguì – Fai attenzione, ora sei più che mai in
pericolo…sii prudente! – La guardò serio – Posso aiutarti in qualche modo? Non
mi piace che tu viva sola in quella casa… -
Buffy
risalì in auto per un istante – Stai lontano dai guai sovrannaturali, è
l’ideale Andrew! Lavoro meglio se tu e gli altri non correte rischi inutili…nei
limiti del possibile! E non preoccuparti, in quella casa io sono al sicuro! –
Lui
annuì e la bionda scese dalla macchina, dopo averlo baciato su una guancia;
mise in moto e sospirò mentre la vedeva correre via.
Non
era per nulla tranquillo.
Capitolo
10
<
Sarà ancora qui? > si domandò mentre girava la chiave nella serratura.
Una
parte di lei sperava fosse andato via ma l’altra…bhè, non c’era da chiederselo,
l’altra lo sognava la notte!
La
televisione in cucina era accesa: Buffy chiuse la porta a chiave e la
raggiunse.
Spike
sedeva al bancone con un secchiello di ali di pollo fritte mentre faceva
zapping col telecomando.
Buffy
si stupì della scena: avrebbe voluto scoppiare a ridere ma lui la stava già
fissando con i suoi occhi blu.
-
Ciao raggio di sole, bentornata! – sventolò un’ala fritta – Vuoi cenare? Mi
sono preso la briga di ordinare qualcosa, il tuo frigo aveva solo verdurine e
formaggi magri! -
Buffy
scosse il capo divertita – Spike…tu stai mangiando! –
Lui
finì di masticare – Si raggio di sole…io amo le ali di pollo! –
-
Ma sei un vampiro! -
-
E con questo? – allungò il secchiello verso di lei che ne prese un pezzo,
andando a sedersi accanto a lui – Io amo il cibo! -
Buffy
sorrise – Non ho mai visto un vampiro mangiare…ali di pollo fritte! – scoppiò a
ridere – Scusa… - risata – Ma sei il non-morto più strano che abbia mai visto!
– altra risata.
Una
volta svuotato il secchiello, Buffy sistemò la cucina: la ronda poteva
aspettare per il momento.
-
Dove hai preso quella maglia? – gli domandò lei.
-
Dentro l’armadio che c’è nella camera dove mi hai sistemato -
Buffy
annuì – Era di mio padre…puoi tenerla se vuoi…il nero ti dona… - commentò con
un certo imbarazzo.
Chissà
perché, di punto in bianco, si era ricreata la stessa tensione sessuale della
scorsa notte.
Buffy
chiuse l’acqua del rubinetto con la mano che le tremava e rimase pietrificata:
il corpo di Spike aderiva perfettamente al suo, spingendola contro il ripiano.
Le
cinse i fianchi con le mani, affondando il viso nei suoi capelli.
-
Spike…perché lo fai… - mormorò lei socchiudendo gli occhi e rovesciando la testa
all’indietro contro di lui, le mani chiuse a pugno sopra il lavandino.
-
Perché entrambi lo vogliamo… - fu la sua risposta.
La
costrinse a voltarsi e le sollevò il viso con un dito per leggere il desiderio
nei suoi occhi.
Lei
avvicinò la bocca alla sua, torturandogli il labbro inferiore come aveva fatto
lui la notte prima.
-
Allora mi vuoi… - constatò soddisfatto lui mentre le mani di lei scendevano
sotto la maglia per accarezzarlo.
-
Sto facendo la cazzata più grossa della mia vita… - mormorò Buffy mentre lo
spogliava.
-
Non si smette mai di sbagliare raggio di sole… - rispose lui tra un bacio e
l’altro, mentre la accarezzava in mezzo alle gambe attraverso i jeans – Andiamo
di sopra… - le ordinò poi ma non aspettò alcuna replica da parte di lei perché
la prese in braccio e salì le scale.
-
Cosa sto facendo Spike… - gli domandò mentre lui la distendeva sul letto.
-
È quello che vuole il tuo cuore… - sussurrò lui sbottonandole i pantaloni.
-
Il mio cuore… - ripeté lei poco prima che lui le tappasse di nuovo la bocca con
un bacio.
La
stringeva tra le braccia, accarezzandole lievemente, con la punta delle dita,
un braccio: guardava fuori dalla finestra il cielo senza stelle; lei,
rannicchiata contro il suo petto, osservava un punto indefinito della camera.
-
Spike…dormi? -
-
No raggio di sole… - rispose: la tirò su per poterla baciare.
Ora
giacevano entrambi su un fianco, uno di fronte all’altra: Buffy sfiorò il suo
viso spigoloso fino a toccargli le labbra.
-
Ti sei fidata di me… - sussurrò lui col sorriso in volto.
Buffy
arrossì, ma al buio fortunatamente non si notava.
In
ogni caso, Spike conosceva la risposta: aveva ottenuto la fiducia della
cacciatrice e forse qualcosa di più.
Comunque
era stato splendido fare l’amore con lei, possedere l’anima ed il corpo di
quella giovane donna, averla senza inibizioni mentre ballava con lui nella
danza dell’amore.
Non
l’avrebbe mai più lasciata andare, ma le cose dovevano proseguire…non quella
notte però, lei era tutta sua.
-
Mia…per sempre… - mormorò il vampiro soprappensiero.
-
Hai detto qualcosa? – chiese Buffy.
Spike
scosse il capo – Chi è Merrick? – le chiese invece.
Buffy
si mise a pancia in su – Era il mio osservatore…a Los Angeles –
-
Com’è morto? -
-
Poco più di un anno fa, ero da poco la cacciatrice…il mio nemico era il maestro
della città, voleva vampirizzarmi ad ogni costo…e stava per riuscirci visto che
mi aveva ipnotizzata per bene…io ero inesperta, non ero in grado di resistere a
quegli occhi… -
-
Detesto i vampiri che usano questi dannati trucchetti! – sbottò Spike.
Buffy
sorrise accarezzandogli il petto lentamente – Merrick si sacrificò per salvarmi
quella notte…il maestro lo uccise con lo stesso paletto che lui gli aveva
puntato contro per difendermi… - si rattristò al pensiero di quell’esperienza.
-
Poi cosa ne hai fatto del maestro? -
-
È diventato polvere durante una festa al college…ho dato fuoco alla casa di una
confraternita dove lui stava facendo una strage…e sono stata sbattuta fuori dalla
facoltà! Fine della mia carriera universitaria! – fece spallucce.
Lui
ridacchiò – Una studentessa modello! –
-
Ho salvato la vita a tutti! Bel ringraziamento! – brontolò lei.
Il
vampiro la accolse nuovamente tra le sue braccia e lei rabbrividì al freddo
contatto con quel corpo – Dovresti saperlo… - le ricordò lui – quello della
cacciatrice è un mestiere solitario…senza chi ti ringrazia o ti paga…destinata
a morire giovane…di morte violenta… -
-
Basta! – urlò lei – Non voglio più parlarne! -
-
Ti sei mai chiesta perché il maestro di Los Angeles ti voleva come compagna? –
lei scosse il capo in risposta – Sei simile a noi più di quanto tu creda! Ma
puoi sottrarti al tuo destino… -
-
Cosa vuoi dire? – Buffy non capiva e non sapeva spiegarsi il motivo, ma aveva
paura della risposta.
Spike
si accorse di averla turbata perché decise di non dire più nulla…per il
momento.
-
Non ha importanza piccola… - la rassicurò, baciandola di nuovo e risvegliando
ancora il desiderio in entrambi.
*****
Quando
aprì gli occhi, il cielo era chiaro: il sole sarebbe sorto tra meno di un’ora;
Spike era alla finestra, guardava la città uscire dalle tenebre.
Buffy
si accorse con timore di desiderare ardentemente che il sole smettesse di
sorgere.
Lui
si voltò dopo essersi assicurato che la stanza fosse al buio e tornò nel letto
da lei – Dormito bene? – le chiese coprendosi con le lenzuola e incontrando la
pelle di lei.
Buffy
annuì e lasciò che lui appoggiasse il capo sul suo grembo – Cosa faremo ora? –
gli chiese.
-
Non lo so piccola… - rispose lui - …andremo avanti…tu cosa desideri? -
Buffy
sospirò – Che la notte non abbia mai fine… -
-
Attenta a quello che desideri… - le sussurrò lui con un ghigno strano sul viso.
Lei
però non lo vide, impegnata a meravigliarsi di aver lasciato che i suoi
pensieri avessero voce.
Spike
non parlò più, limitandosi a posare lievi baci sulla sua pelle liscia e lei
ringraziò il suo silenzio.
*****
Dopo
essersi vestita tornò nel letto dove Spike riposava, indebolito dal sole alto
nel cielo.
Si
inginocchiò sul materasso e lo guardò.
-
È stata la notte più bella della mia vita… - gli sussurrò, certa che lui non la
sentisse – Non ho mai fatto l’amore con una tale intensità…se solo tu sapessi
quanto ti ho donato di me…e questa sera al mio ritorno cosa accadrà? – gli
diede un lieve bacio sulla guancia e lo lasciò dormire.
Lui
aprì gli occhi e sorrise.
Capitolo
11
-
Allora lo hai cacciato di casa? – la prima cosa che aveva fatto Andrew al suo
arrivo al Theatre era stato correre da Buffy per farle quella domanda.
-
Andrew…non devi preoccuparti di Spike…è innocuo! – aveva risposto.
-
Deduco che sia ancora in casa tua…che tipo di rapporto c’è tra voi Buffy? -
Non
aveva risposto a quella domanda: detestava mentire al suo migliore amico e
anche tutte quelle mezze verità che gli aveva propinato la facevano sentire una
traditrice.
-
Andrew…è ferito… - attaccò - …non posso lasciarlo solo! I vampiri lo farebbero
diventare polvere in un batter d’occhio! A casa mia è al sicuro! -
-
Ma perché ti fidi di lui? -
-
Perché lui ha chiesto il mio aiuto… - abbassò lo sguardo, evitando di parlare
troppo.
<
Ecco…ora capirà tutto! >
-
Buffy no… - fece lui scuotendo il capo – Non dirmi che c’è qualcosa di più
della collaborazione…anti-demoni! – lei lo guardò con gli occhi lucidi – Non dirmi
che è successo quello che penso io… -
Lei
ridusse gli occhi a due fessure, torturandosi le labbra e annuendo con timore.
-
Buffy! – sibilò picchiando i pugno sul bancone – Cazzo quello è un vampiro! -
Lei
lo pregò di fare silenzio – Vuoi che lo sappiano tutti? – ringhiò.
Andrew
respirò a fondo, cercando di calmarsi – Ora sii sincera…il polso… -
Buffy
si massaggiò sopra la fasciatura – È quello che sospettavo ieri vero? –
Lei
non rispose di nuovo.
Andrew
la guardò inorridito, lei non aprì bocca, nemmeno quando lui se ne andò dal
bar, gettandole addosso i soldi della consumazione – Non ti riconosco… -
sussurrò, ma lei non lo aveva udito.
Buffy
appoggiò i gomiti al bancone, ricacciando indietro le lacrime.
In
quel momento Paul entrò nel bar e la raggiunse – Hey…perché ho visto Andrew
andare via incazzato nero? – le fece l’occhiolino – Avete litigato? –
Buffy
lo fissò inespressiva, poi gli sorrise – Perché non ti fai i cazzi tuoi? – lo
prese per il collo della camicia e lo tirò verso di se – Cosa vuoi ottenere da
me comportandoti così? Che ti odi ancora di più? Sai una cosa, ci sono momenti
come questo in cui mi chiedo come abbia fatto a venire a letto con te! – e dopo
averlo liberato chiamò il suo capo Achille nel retro per avvertirlo che usciva
prima.
Mentre
l’aria tiepida del tardo pomeriggio l’accarezzava, vide la macchina di Andrew
passare e lui dentro che non si girava nemmeno per degnarla di una sguardo.
*****
Cosa
doveva fare adesso? Andrew praticamente l’aveva mandata a quel paese perché
aveva scoperto tutto, si era presa un permesso per uscire prima dal bar…ebbene…
<
Che faccio? > si chiese; tirò fuori dalla borsa il cellulare e provò a
chiamare Andrew che al primo squillo le riattaccò prontamente < Ok, non
vuole parlarmi > si rispose.
Non
poteva rientrare al bar, aveva spaventato il “povero” Paul che era rimasto
scioccato dalla sua reazione un po’ violenta, tornare da lui sarebbe stato
stupido.
<
Tornare dentro per cosa poi? > si domandò ancora: non riusciva a capirlo
nemmeno lei perché, ma il solo desiderio che provava in quel momento non era
riappacificarsi con Andrew o tornare dentro al bar. La risposta a quel bisogno
era così banale e forse sbagliata che si sentiva spaventata.
Voleva
tornare a casa perché sapeva che avrebbe trovato Spike ad attenderla.
Si
torturò l’unghia del pollice con i denti.
<
Avanti Buffy, ci sei andata a letto e ora neghi di voler stare con lui? > le
chiese la sua vocina interiore.
<
Si perché è stato un errore… > si rispose.
<
Ormai è fatta, non si torna indietro! Dovevi pensarci prima! >
Incredibile,
si stava rimproverando da sola! Eppure, il suo cuore non sentiva rimpianto per
la notte trascorsa col vampiro, solo pace e un appagamento che aveva sempre
cercato tra le braccia sbagliate.
Spike
placava il suo bisogno, la braccava come una preda, si lasciava dominare da
lei, dalla sua forza di cacciatrice.
Non
aveva mai potuto esprimere il suo potere e la sua forza con qualcuno per paura
di essere rude o sbagliata.
Lei
non era normale, la sua forza primordiale doveva sfogarsi, ma solo con quel
dannato vampiro riusciva ad appagare quel desiderio.
Lui
dominava e si lasciava dominare.
Lui…doveva
ammetterlo, la completava.
Cacciatrice
e vampiro erano luce ed ombra di un mondo sconosciuto a tutti, eppure, a volte
lei si sentiva oscura per i desideri che il suo cuore provava.
Desiderare
Spike non era forse qualcosa di oscuro?
Eppure
donandosi a lui sentiva di avergli dato tutto quello che di buono lei poteva
donare…ma forse non solo quello; quando lui l’aveva morsa, Buffy sentiva di
avergli donato più del nutrimento per rigenerarsi: una parte della sua anima
era dentro di lui ora, una parte di lei, una parte dei suoi desideri nascosti
ora facevano parte di lui…e ne era spaventata.
Buffy
si fidava di Spike.
Spike
poteva usare questo contro di lei.
Mentre
quei pensieri assolutamente da cancellare le passavano per la testa, si era
inconsapevolmente incamminata verso casa.
<
Ecco, torno a casa e faccio finta di niente, gli dico che è ora che lui mi
aiuti ad uccidere il maestro…voglio che questa collaborazione finisca… >
Si
bloccò un isolato prima di casa.
-
Spike…noi dobbiamo parlare… - disse.
<
Oddio sto facendo le prove! > si portò le mani al viso arrossendo < Sono
alla frutta ormai! >
Sospirò
abbattuta e proseguì a camminare.
Girò
la chiave nella serratura e prese coraggio: in fondo non vedeva l’ora di
vederlo e voleva trovarlo tra le lenzuola del suo letto, nudo come lo aveva
lasciato quella mattina, le braccia spalancate per avvolgerla nel suo abbraccio
freddo ma così pieno di calda passione.
Sbatté
gli occhi ripetutamente per riacquistare un minimo di lucidità e salì le scale
direttamente, ma l’attese una sorpresa in camera da letto.
Il
letto vuoto.
<
Dov’è andato? > si guardò intorno, cercò in bagno, nel resto della casa, ma
di Spike nemmeno l’ombra.
Rassegnata,
sollevata e delusa, andò in cucina: aveva troppe sensazioni dentro di se per
capire se era felice o no.
Si
versò un bicchiere di latte.
<
Dove può essere andato? Non può essersi allontanato troppo, il sole è tramontato
da poco più di trenta minuti…diamine di un vampiro! >
I
suoi pensieri andavano solo verso di lui.
Si
andò a sedere al bancone e notò un piccolo foglio di carta con gli angeli,
proveniente dal blocchetto degli appunti della sua camera; la scrittura era
elegante, fine, sembrava provenire da altri tempi.
“Buona
sera raggio di sole, sei appena arrivata a casa e senti la mia mancanza? Stai
tranquilla, sono solo semplici ed impellenti bisogni di vampiro! So che non
approvi ma…è la natura! Non ti rammaricare per la mia assenza, ti raggiungerò
presto seguendo il tuo profumo ovunque sarai”
Buffy
strinse il biglietto nella mano chiusa a pugno, fissando un punto indistinto
della stanza: era uscito per nutrirsi.
<
Avanti Buffy, senti la sua mancanza ma lui è uscito per uccidere…come puoi
permetterlo? > sempre la sua razionale vocina che la tormentava < è un
vampiro e questo non puoi cambiarlo, in questo momento lui sta dissanguando
qualcuno e poi? Tu avrai il coraggio di baciare quelle labbra grondanti sangue?
>
-
Basta! – gridò, alzandosi in piedi e gettando il biglietto nel tritarifiuti –
Io voglio solo capire, non voglio sensi di colpa per aver fatto l’amore con
lui! Voglio sentirmi completa e lui riesce a colmare il vuoto dentro di me! -
Ma
perché parlava al vuoto? Per autoconvincersi? Non c’era nessuno ad ascoltarla,
solo lei.
Andò
in camera da letto per lavarsi velocemente e cambiarsi d’abito: scelse un paio
di jeans neri larghi sul fondo e un top nero, forse come il suo umore?
Poi
scese di nuovo per mangiare qualcosa: chissà perché, il suo stomaco si
rifiutava di accettare qualsiasi cosa.
<
Va bene, stasera è destino che faccia dieta… > si disse prendendo in mano il
cellulare e cercando il numero di Andrew in rubrica.
<
Ti prego non riattaccare… > pregò mordendosi un labbro.
A
furia di farlo tutte le volte in cui era nervosa, rischiava di martoriarsi le
labbra a sangue!
-
Pronto? – dall’altra parte la voce impastata di Andrew rispose alla sua
chiamata.
-
Sono io… - parlò timidamente Buffy – Possiamo parlare? -
Si
sentì un sospiro dal capo opposto del ricevitore – Io non sono arrabbiato con
te… - rispose Andrew.
Buffy
arricciò il naso, anche se lui non poteva vederla – No? –
-
No…ho reagito d’impulso…cioè… - Andrew cominciava ad arrampicarsi sugli specchi
come ogni volta in cui era nervoso e non sapeva cosa dire – Non approvo quello
che hai fatto e che magari farai però…voglio dire… - ci fu un lungo momento di
pausa in cui si sentì un forte rumore.
Buffy
capì che il telefono era caduto a terra – Andrew? – fece.
-
Si eccomi… - si ricompose lui – Stavo dicendo che… - silenzio ancora seguito da
un sospiro furioso – Cazzo si Buffy, sono incazzato nero con te! -
-
Eccoci, siamo giunti finalmente alla realtà! – concluse lei sarcastica – Ci
voleva cosi tanto? Lo avevo già capito sai? -
Si
sentì il rumore dell’accendino: stava fumando, era nervoso.
-
Buffy capisci cos’hai fatto? Quello è un vampiro, tu li uccidi quelli come lui…
-
Buffy
si spazientì – E tu credi che io questo discorso non me lo sai già fatto? Sono
le stesse cose che mi sono chiesta anch’io migliaia di volte da trentasei ore a
questa parte! Andrew dannazione ho un cervello anche se non sembra negli ultimi
tempi! –
Andrew
rise – In effetti…tra Paul e quel biondo un po’ morto…non so chi sia meglio dei
due! –
Buffy
sentiva di potergli dare la risposta ma decise di non farlo, in fondo il suo
amico stava scherzando – Piantala! – gli disse invece ridendo anche lei.
-
Sei innamorata? – la domanda arrivò come un fulmine a ciel sereno.
Buffy
rimase di sasso: credeva che per una volta il suo migliore amico non sarebbe
arrivato al succo del discorso, invece anche questa volta non si era smentito.
Dannazione, lui sapeva sempre dove andare a colpirla! Quel dannato trecky era
il suo grande nemico! La colpiva sempre al centro!
Cosa
rispondere ora? La verità? Ma anche lei non la conosceva.
-
Non lo so… - decise di dire, ed in fondo era la cosa migliore quella risposta.
Era
la verità – Sono molto confusa Andrew, non riesco a capire la natura dei miei sentimenti.
Per questa…cosa…ho messo da parte anche il desiderio di uccidere il maestro e
di avere una vita normale! Non capisco cosa mi stia succedendo ma…forse è
meglio se ne parliamo di persona… - sospirò appoggiando i gomiti al bancone e
una guancia sulla superficie pulita e fresca.
-
Ci troviamo al bar più tardi? – chiese lui.
-
Esco subito, non ho fame, non ho voglia di stare da sola…ti aspetterò lì… -
stava per salutarlo quando una chicca gli venne in mente – Dimenticavo… -
ricominciò, raccontandogli di come avesse spaventato poco prima Paul.
Sentì
l’amico ridere di gusto – Perché mi hai fatto incazzare Buffy? Sarei rimasto a
godermi lo spettacolo almeno! –
Lei
sorrise e riagganciò, afferrando la sua borsa e uscendo per passeggiare fino al
Theatre.
Capitolo
12
La
schiuma del cappuccino di Achille era inimitabile, la migliore al mondo: alta
almeno tre centimetri, colmava quasi del tutto la tazza bianca di Buffy.
L’aroma di caffè mischiato al latte arrivava direttamente alle sue narici
scaldandola. Le piaceva quel profumo italiano.
Dopo
cena, il bar si animava, piano piano i suoi amici arrivavano tutti!
Quando
era arrivata, era sola, si era comodamente seduta ad un tavolo, aspettando
principalmente Andrew; in realtà, il primo della cerchia a raggiungere il bar
era stato Paul che ben si era guardato dal sedersi al tavolo con lei: la
guardava sospettoso, con una punta di paura negli occhi.
Sembrava
volesse dirle qualcosa, aveva una cosa sulla punta della lingua che voleva
uscire, ma aveva anche timore della sua reazione.
Bhè…Buffy
si crogiolava in tutto questo e si gustava meglio il cappuccino.
La
seconda ad arrivare fu Tara, seguita a ruota da Willow; loro, ignare
fortunatamente di tutto, l’avevano raggiunta immediatamente, cominciando a
confabulare del più e meno.
Buffy
sorrideva, rispondeva alle loro domande superficiali, ma la mente era lontana.
Una
parte attendeva Andrew per potersi confidare con lui, l’altra…quella metà
sperava soltanto di vedere miracolosamente Spike entrare nel locale e baciarla
a fondo.
Erano
le nove di sera, ormai il bar era quasi al completo dei suoi membri abituali.
Inaspettatamente
Buffy si sentì toccare una spalla mentre parlava con Anya di completi intimi
che fanno impazzire gli uomini: voltandosi, vide che era Paul – Che vuoi? – gli
chiese secca.
<
Diamine, non mi ero mai sognata di parlargli come faccio negli ultimi giorni!
> pensò < È da quando conosco… > ma frenò il suo pensiero.
-
Posso parlarti? – le chiese, cercando la sua mano.
Lei
scansò prontamente il contatto – Andiamo fuori! – gli ordinò, scusandosi con
Anya che aveva già rizzato le antenne.
Una
volta fuori, il ragazzo si accese una sigaretta.
-
Volevi dirmi qualcosa? – chiese Buffy con una punta di noia nella voce: era
strano, ma non avrebbe mai pensato di comportarsi così con lui! Solo pochi
giorni prima non riusciva a sostenere il suo sguardo e ora invece, lo
affrontava a testa alta!
-
Prima…quando mi hai…hum…parlato… -
Buffy
sorrise imbarazzata, trattenendo una risata – Si? Pensi forse che ti chiederò
scusa? –
-
No no… - si affrettò a ribattere lui.
-
Quindi? – lo sguardo di Buffy vagò in giro, alla ricerca di chissà cosa.
-
Ecco io…senti ma, tu e quel biondo… - Paul ottenne tutta l’attenzione della
ragazza - …è una cosa seria? -
Buffy
si fece scappare un colpo di tosse ma si riprese subito dallo stupore – Perché
me lo chiedi? Credevo di averti già detto di non immischiarti nella mia vita… -
Paul
le mise le mani sulle spalle e Buffy provò inizialmente un senso di malinconia
per il tempo passato con lui, subito sostituito da una sensazione di rabbia: lo
scansò.
-
Rispondi alla mia domanda ti prego…non lo faccio per farmi gli affari tuoi! –
Buffy
inarcò entrambe le sopracciglia incredula: non si stava facendo gli affari
suoi? Ma cosa voleva ottenere da lei?
-
Ti prego… - continuò.
Ricordò
quel tono di voce, lui lo usava quando erano soli e sapeva di poter ottenere
qualcosa da lei supplicandola in quel modo.
Buffy
andava sempre in visibilio per quel suo modo di fare e lui lo sapeva.
-
Ecco io… - fece lei imbarazzata – Non so ancora cosa sia veramente… - terminò
vaga.
Paul
aspirò il fumo e lo ricacciò subito fuori, con un lieve sorriso sulle labbra:
la guardava e sembrava volesse dirle qualcosa
-
Io…volevo dirti che… - pausa.
-
Cosa volevi dirle? -
Una
voce familiare e tanto attesa fece voltare Buffy di colpo: Spike era arrivato
alle sue spalle senza che lei se ne accorgesse: quel maledetto vampiro era
troppo bravo a celare la sua presenza anche a lei.
Fissò
Paul in cagnesco, quasi volesse colpirlo da un momento all’altro.
Non
si tocca la mia proprietà, dicevano i suoi occhi.
-
Spike… - mormorò, credendo di perdere l’equilibrio per un’improvvisa vertigine:
Paul cercò di afferrarla per sorreggerla ma il vampiro fu più rapido
accogliendola tra le sua braccia.
Un
casto bacio venne posato sulla fronte fredda di sudore della ragazza – Raggio
di sole… - le sussurrò all’orecchio - …mi sei mancata… -
Paul
li osservò imbarazzato e allo stesso tempo scocciato: sembrava proprio che quel
biondo ossigenato avesse interrotto qualcosa di importante per lui.
Buffy
appoggiò la fronte a quella di lui e sospirò – Spike… - mormorò ancora - …mi
hai trovata… -
Lui
annuì con quel sorriso sexy che si dipingeva sul suo viso ogni volta che voleva
sedurla – Il tuo profumo è il mio richiamo piccola…come potevo non trovarti?
Avevo voglia di sentire la tua pelle… -
Buffy
sorrise e cercò la sua bocca, mandando al diavolo i suoi propositi di
stoicismo.
Paul
indietreggiò di qualche passo, appoggiandosi all’albero secolare vicino
all’ingresso del bar: allora le cose erano serie tra loro…dannazione!
Il
suo bacio aveva il sapore del sangue, questa volta però era molto intenso.
Buffy ebbe quasi la sensazione di berlo lei stessa.
Aveva
appena ucciso.
-
Si… - le sussurrò lui, intuendo il suo pensiero - …ma il suo sapore non ti
dispiace vero? -
Buffy
scosse il capo – No…ma è male…tutto quello che sto facendo con te è male… -
Spike
la baciò ancora – Tu dici che questo è male? – un altro bacio – Come può essere
male raggio di sole? – bacio – Il cuore ti batte così forte che ho paura possa
scoppiarti dentro in questo momento! –
Buffy
arrossì e cercò di divincolarsi – Spike… - lo supplicò.
-
No…non ti lascio più andare piccola! Adesso ti porto via da qui…e trascorreremo
una notte solo per noi… - e la baciò di nuovo.
Buffy
lo allontanò da se – Aspetta Spike! – ordinò – Tu non puoi portarmi via ora!
Devo parlare con Andrew di alcune questioni e… -
-
E? – la incoraggiò lui, passandosi la lingua sulle labbra lentamente,
stuzzicando un punto nascosto nell’intimo della cacciatrice.
Lo
detestava, come faceva a conoscerla così bene?
-
Ho dei doveri…ho perso la ronda per due notti Spike, non posso mancare questa
notte! E poi…è giunto il momento che tu mi mostri dove si nasconde il maestro!
Comportandomi così non concludo nulla! -
Spike
si fece serio – Cosa? Vuoi andare dritta nelle fauci del lupo? – si accese una
sigaretta nervoso – Cacciatrice mi sembra di averti detto che non sei pronta
per lui…e ricordati della Lancia! –
Buffy
socchiuse gli occhi – Non mi importa di quella lancia Spike! Io devo ucciderlo!
È la mia ossessione, ogni volta che cammino per i cimiteri, penso al male che
lui emana e che arriva direttamente a me! – strinse le mani a pugno – Lo posso
sentire dentro, posso quasi toccarlo mentre giunge nel mio intimo! –
Il
vampiro inclinò il capo – Potresti non tornare… -
Lei
non rispose, gli occhi sbarrati per le parole del vampiro. Si strinse nelle
spalle, fissando a terra.
Spike
gettò la sigaretta lontano e la prese di nuovo tra le braccia accarezzandole i
capelli – Scusa piccola…non volevo spaventarti… -
-
Spike…io non sono spaventata dal maestro… - mormorò lei con la voce soffocata
dal contatto con lui.
-
No? – fece lui.
Buffy
scosse il capo – Il maestro non mi fa paura…lui è un nemico…solo quello!
-
Avanti Buffy… - lui la costrinse a guardarla negli occhi.
Sapeva
cosa non riusciva ad uscire da quella calda bocca.
-
Io…ho paura di te Spike… - lui inarcò il sopracciglio sinistro, quello più sexy
– E ho paura di quello che succede a me per causa tua…non mi riconosco più… -
Lui
la guardò freddo – E tu credi che lasciandoti uccidere risolverai il problema?
È solo perché sei venuta a letto con me la notte scorsa? Dannazione cacciatrice
tu lo volevi almeno quanto me! –
-
Ed è per questo che ho paura! – sbottò – Ho paura del mio cuore… - ma si tappò
la bocca prima di andare avanti.
Non
doveva esporsi troppo, non poteva, era sbagliato!
Un
sorriso fugace si intravide sul viso di Spike che però si fece di nuovo serio.
-
Raggio di sole… -
-
Non chiamarmi così Spike…mi confondi… -
Ma
lui non la ascoltò e la prese di nuovo tra le braccia – Dimmi che non vuoi più
questo… - e la strinse forte - …e questo… - e la baciò sulla punta del naso -
…oppure questo… - le disse di nuovo, posando le labbra sulle sue, dapprima
lievemente, poi leccandole il labbro superiore e chiedendo nuovamente di
entrare per sentire il calore della sua bocca.
Come
fai a ragionare quando il vampiro dei tuoi desideri ti bacia così?
Quando
lui si staccò, Buffy ci mise qualche istante prima di riconnettersi alla
realtà.
-
Sei ancora sicura di voler rinunciare a tutto questo? E anche al resto? -
Buffy
lasciò cha le sue mani fredde si posassero sul suo viso per porre fine alle
vampate di calore che le salivano.
-
Io…io… -
Spike
la zittì con un altro bacio – Non rispondere se non è la verità raggio di
sole…io so che tu mi vuoi…è inutile cercare appiglio nella tua missione…il
vampiro e la cacciatrice sono complementari, non troverai mai appagamento tra
braccia calde e mortali…non è nella tua natura…perché credi che le cacciatrici
sposino la morte? Perché è la loro legittima consorte…ed io sono la morte
Buffy…sono la tua morte… -
Sentì
la bocca improvvisamente secca, non riusciva a parlare, oltre tutto non sapeva
cosa dire!
Spike
la confondeva con le sue parole, lei non capiva il significato.
O
forse lo capiva ma non lo ammetteva.
Le
cacciatrici sono le amanti della morte? Lei sapeva in realtà cosa significava,
lei la morte l’abbracciava ogni notte, e ora la amava addirittura.
-
Io non posso… - biascicò, ma la gola sembrò bruciarle al solo pronunciare
quelle parole perché gli unici suoni che uscirono dalla suo bocca furono solo
dei rantoli.
-
Piccola… - sussurrò lui, affondando il viso nell’incavo del suo collo e
assaporando il profumo della sua pelle - …non temere quello che sta succedendo…tu
lo sai perché le cacciatrici muoiono giovani…non muoiono per meri errori nei
combattimenti o avversari più forti di loro…le cacciatrici… - le soffiò
nell’orecchio pronunciando l’ultimo vocabolo – la cercano…loro anelano ad
unirsi alla morte in eterno…e anche tu sei come tutte le altre… -
Buffy
si allontanò da lui bruscamente – Tu mi confondi! – esclamò facendo qualche
passo verso il retro del bar – Non capisco quello che dici, non è vero che io
cerco la morte! –
Spike
sorrise – Ed io chi sono? –
-
Un vampiro… - sussurrò lei confusa.
<
Il mio vampiro… > rimuginò.
Spike
la raggiunse di nuovo – Permettimi di dimostrarti che non sto sbagliando raggio
di sole…tu hai solo paura… - cercò di spiegarle - …paura di ammettere la
verità… - la costrinse ad appoggiarsi al muro dell’edificio, portandola
all’ombra.
-
Spike…io non voglio… - mormorò lei.
-
Non vuoi? – lui le leccò lentamente il collo, emettendo un sensuale ringhio di
piacere – La tua pelle ha un sapore inebriante…lasciami fare…fidati di me
Buffy, non ti farò nulla che tu non voglia… -
-
Io non ti ho detto di volerlo… - mugugnò lei chiudendo gli occhi, sul punto di
cedere mentre la mano del vampiro premeva tra le sue gambe attraverso il denim
dei jeans – Spike… - supplicò ansimando - …smettila ti prego… -
Lui
schioccò la lingua vicino al suo orecchio facendola rabbrividire – Non lo vuoi?
– le chiese in tono scherzoso ma sempre sensuale.
Buffy
incontrò i suoi occhi e vi si perse, come la notte prima – Non posso… -
-
Chi lo dice? – domandò lui diretto.
Lei
si trovò in difficoltà – Non lo so… - rispose.
Il
primo bottone dei jeans saltò al tocco delicato della mano esperta del vampiro,
mentre lui strusciava il viso contro quello di lei – Ho voglia di assaggiarti
di nuovo raggio di sole…voglio mostrarti come appagare il tuo bisogno…voglio
che tu capisca…ciò a cui realmente aneli è qui di fronte a te… - le mordicchiò
il lobo dell’orecchio – Solo con me completi i tuoi bisogni…solo tu completi i
miei Buffy… - spinse con forza il suo corpo contro quello della ragazza,
sentendola ansimare di nuovo mentre la sua mano raggiungeva il suo intimo.
-
Unisci i piaceri…perché privarsi della metà del godimento? - le mormorò
all’orecchio mentre mutava i lineamenti – Non lo vuoi? -
Buffy
socchiuse gli occhi mentre le sue mani salivano lungo la schiena del vampiro,
stringendosi intorno al suo collo: poteva tornare indietro? Sapeva cosa lui
voleva fare, la spaventava così tanto che avrebbe dovuto fermarlo
eppure…desiderava ancora più intensamente che lo facesse.
-
Mordimi Spike… - sussurrò – Ti scongiuro fallo… -
Quello
era il sogno? Luogo diverso ma identici personaggi, e come nella dimensione
onirica era lei a supplicarlo di morderla.
Spike
sorrise, mentre con i denti scalfiva leggermente la pelle calda della cacciatrice,
lasciando che qualche piccola goccia di sangue ne fuoriuscisse: con la punta
della lingua la leccò, sentendo il corpo della ragazza fremere e stringerlo a
se con più vigore mentre la sua mano spingeva la sua testa contro il suo collo
perché la mordesse a fondo.
-
Ti prego Spike… -
I
denti questa volta penetrarono la carne profumata della cacciatrice, ferendola
a fondo e lasciando che un caldo fiotto di sangue inondasse la bocca del
vampiro che inghiottì quel mare tumultuoso di emozioni.
Buffy
sentì le ginocchia cedere mentre lui suggeva il sangue dal suo corpo: lo
cullava con dolcezza, godendo del mare di emozioni che provava.
Non
credeva che essere morsa da un vampiro fosse così sensuale ed erotico, era
sempre stata convinta che fosse un dolore fortissimo che portava solo
all’incoscienza prima della morte.
Il
vampiro si staccò dalla ferita, leccandola con un movimento lento e sensuale.
Buffy
cercò di attirarlo ancora a se, gemendo di disappunto – Ancora… - lo supplicò,
sentendo allo stesso tempo un bisogno che non aveva mai provato.
La
sete.
-
No… - sussurrò lui dritto al suo orecchio – Ora ne hai bisogno tu…la senti? La
tua gola è secca, arsa dalla sete, ma sai di non volere acqua… - proseguì -
…cacciatrice vuoi placare il tuo bisogno fino in fondo? – domandò.
Buffy
aprì gli occhi e questa volta si perse in quelli gialli del demone: la sete la
stava divorando ed era come lui le aveva detto, non voleva acqua!
-
Lo vuoi? – le chiese ancora; stava diventando un gioco per lui, per Buffy
invece era qualcosa di nuovo, sensuale e spaventoso allo stesso tempo.
Lei
annuì: sapeva che se non avesse placato quel suo bisogno probabilmente sarebbe
caduta a terra rantolando per il fuoco che le bruciava la gola e che l’avrebbe
consumata fino alla morte.
Lui
si ferì il collo con un’unghia, procurandosi una lacerazione abbastanza
profonda da lasciar uscire un’abbondante quantità di sangue – Bevi raggio di
sole… - le sussurrò, mentre lei avvicinava la bocca al suo collo.
Il
tocco incerto e titubante delle sue labbra, la lingua timorosa lo fecero andare
in estasi, mentre con lentezza lei inghiottiva il primo fiotto di sangue.
Buffy
sentì il bruciore alla gola placarsi mentre il sangue del vampiro scendeva
lungo le sue pareti come se fosse miele.
Il
suo calore la riempiva, nutrendola e appagandola.
Spike
aveva ragione.
Inghiottì
più che poteva, mandando giù quel nutrimento e sentendosi per la prima volta
sazia.
La
fame, la sete che la consumavano ogni volta che giaceva tra le braccia di
qualcuno erano state placate come un incendio.
Spike
la allontanò da se con uno strattone; Buffy andò a sbattere contro il muro e
istintivamente si portò una mano alla bocca grondante sangue mentre lui si
incollava nuovamente a lei cercando la sua bocca.
-
Com’è stato? – le chiese lui abbassandole i pantaloni mentre lei slacciava i
suoi.
-
Dolce…oscuro… - rispose ad occhi chiusi mentre lui premeva la sua erezione
contro la sua femminilità – proibito… - proseguì mentre lui la penetrava.
Lui
le leccò i contorni della bocca, pulendola del sangue, scendendo lungo il mento
e tornando alla ferita alla gola, scorrendo fino ai seni ancora coperti dal
top.
-
Devo fermarmi? – ghignò lui per metterla alla prova.
Buffy
scosse il capo e rise – No… - rispose – non osare… - e lui la prese alla
lettera, spingendo con forza dentro di lei, mentre i gemiti della cacciatrice
riempivano le sue orecchie come un dolce suono che lo portava all’apice.
Capitolo
13
Un
fazzoletto, aveva bisogno di quello immediatamente.
<
Questa volta non è un sogno… > si disse Buffy strofinandosi la ferita al
collo mentre Spike tornava a baciarla.
Lei
gli mise le mani sul petto facendo forza per allontanarlo da se – Aspetta… -
mormorò.
Lui
la interrogò con lo sguardo, le sue labbra sexy erano ancora rosse di sangue.
Buffy
socchiuse gli occhi e si rivestì.
-
Raggio di sole? – fece lui, cercando di attirare la sua attenzione.
Una
folata di vento scompigliò i capelli della ragazza.
-
Andiamo via da qui… - continuò il vampiro.
Lei
scosse il capo turbata – No…devo pulirmi… - si strofinò energicamente la bocca
per cercare di togliersi il sangue, ma più di tutto voleva eliminarne il sapore
caldo e sbagliato.
Nel
vederla comportarsi in quel modo, Spike la fermò, afferrandola energicamente
per i polsi e bloccandola al muro – Buffy! – esclamò – Che diavolo ti prende? –
La
cacciatrice lo fissò con occhi distanti: puntò la sua attenzione sulla ferita
al collo da cui lei aveva appena bevuto. Si stava rimarginando lentamente, ma
il processo era visibile ad occhio umano.
-
Spike… - sussurrò lei mentre una lacrima le scendeva sul viso – Scusami… -
terminò ed usando la sua forza di cacciatrice si liberò dalla presa del
vampiro, assestandogli un destro che lo fece cadere a terra confuso.
Il
vampiro imprecò, scuotendo la testa da una parte all’altra e massaggiandosi la
mascella: si rialzò appena in tempo per vedere Buffy allontanarsi da lui di
corsa.
Si
scrollò degli aghi di pino dalla giacca ed afferrò il pacchetto di sigarette:
ne accese una, aspirando a fondo la prima boccata di fumo ed osservandone le
spirali che salivano dall’estremità.
Un
sorriso lieve si formò sulla sua bocca, gli occhi si ridussero a due fessure
mentre osservava la sua preda fuggire via.
Cominciò
a fischiettare “london bridge is falling down” e s’incamminò nella direzione
opposta a quella di Buffy.
*****
-
Cos’è successo? –
Paul
alzò lo sguardo per osservare chi gli aveva posto quella domanda: Andrew lo
aveva appena raggiunto, proprio mentre Buffy fuggiva via – Dove corre Buffy? –
chiese preoccupato.
L’altro
fece spallucce – Non lo so…stavo parlando con lei quando quello lì…l’ossigenato
è arrivato e se l’è portata via! – Andrew corrugò la fronte sospettoso – Si
sono imboscati la in fondo al buio e poi lei è scappata via! –
-
Hanno litigato? – domandò.
Paul
scosse il capo imbarazzato – Veramente…non che abbia origliato…ma…ho sentito
dei gemiti… -
-
Uh? –
-
Si…ecco, credo che abbiano…sai… - terminò.
Andrew
si mise una mano nei capelli appena ingellati e scosse il capo, cercando di
riordinare le idee.
Paul
si accese una sigaretta – I due piccioncini avranno fatto le porcate nel vicolo
e poi… - rise amaramente mentre si voltava verso l’amico che era già sparito –
Hey! – sbottò – Ma che diavolo avete tutti da scappare stasera? –
*****
Buffy
spalancò la porta di casa, mandandola a sbattere contro il muro; raggiunse la
cucina e afferrò uno strofinaccio, cacciandolo sotto l’acqua bollente, poi se
lo passò energicamente sulla bocca e sul collo, quasi scorticandosi la pelle,
poi lo gettò nella spazzatura.
Si
guardò intorno con aria smarrita e buttò fuori tutta l’aria che aveva in corpo,
accasciandosi sul pavimento.
Aveva
frequenti conati di vomito, voleva infilarsi due dita in gola ma non ce la
faceva, il sapore del sangue di Spike era ancora intenso e lei nel profondo
voleva ancora assaporarlo.
*****
Bussarono
alla porta.
Buffy
alzò il capo di scatto < Spike? > la sua mente elaborò subito l’immagine
del vampiro che l’aveva rincorsa per stringerla di nuovo tra le sue braccia, ma
svanì non appena lei aprì la porta.
-
Andrew… - mormorò confusa – Cosa ci… - Stava per terminare la domanda quando si
rese conto che in realtà lei era andata al bar per parlare con lui!
-
Scusa… - terminò invece.
L’amico
inclinò il capo stranito ed entrò senza aspettare alcun invito – Ti ho vista
scappare dal bar… - attaccò – e Paul mi ha detto di averti visto nascondere con
Spike e… -
-
Non andare oltre! – lo zittì lei – Mi vergogno già così… -
Andrew
le prese una mano – Buffy…sono preoccupato per te…quel mostro ti ha fatto del
male? -
Lei
corrugò la fronte, scuotendo il capo poco convinta – Fisicamente sto bene… - si
sciolse dalla stretta dell’amico e si passò le mani sul viso per asciugare le
prime lacrime – L’animo è turbato…deviato… -
-
Cosa vuol dire? –
Scosse
il capo – Non lo so Andrew…non mi riconosco più… -
-
È per via di Spike? Se quello lì… -
Buffy
lo zittì di nuovo – No…non fa nulla senza il mio consenso…ed è quello che mi
spaventa! Sto scoprendo il mio lato oscuro Andrew – fece una pausa per
sospirare – Spike conosce la cacciatrice che è in me come nessuno al mondo!
Nemmeno il mio osservatore conosceva ciò di cui ho bisogno, ciò che ogni
cacciatrice desidera e cerca fino alla fine dei suoi giorni… -
Ci
fu una lunga pausa di silenzio.
-
Io…io temo di non capire Buffy… - ricominciò Andrew, fortemente perplesso per
quelle parole.
Buffy
si era rilassata mentre parlava, ora il suo viso appariva più disteso – Non ha
importanza… - fece – Io sto comprendendo…e credo che Spike mi stia aiutando a
vedere le cose per ciò che sono, rendendomi consapevole dei miei reali…bisogni…
- pronunciò quell’ultima parola con un filo di voce, quasi non volesse essere
udita da nessuno.
<
Sembra che solo i vampiri comprendano il mio animo… > proseguì nella sua
testa < Anche a Los Angeles fu così, ma la musica terminò…e l’incanto svanì…
>
-
Buffy! – Andrew la richiamò alla realtà.
Lei
sbatté più volte le palpebre, scuotendosi dai suoi pensieri: solo ora si
accorgeva che l’amico aveva tra le mani dei fogli piegati in quattro – Cosa
sono? – chiese curiosa.
Andrew
li aprì, distendendoli sul tavolo – Il tuo amico è un pignolo, dovresti
saperlo… - iniziò – Ho rintracciato un sito molto…molto inaccessibile di una
società segreta che si occupa di occulto e….della ricerca di sacre reliquie,
uno dei pochi in cui viene trattata la figura della cacciatrice e la sua sacra
missione – Buffy arricciò il naso senza rendersene nemmeno conto – C’è una cosa
che devi sapere Buffy…una cosa che non sai sulla Lancia di Longino e quel
rituale… -
-
Hai tutta la mia attenzione! – esclamò lei.
-
Se la cacciatrice verrà trafitta con
Buffy
osservò dove lui le mostrava e spalancò gli occhi - …la linea delle prescelte verrà
definitivamente spezzata… - mormorò atona.
I
due si guardarono negli occhi per un lungo istante – Mio Dio… - sussurrò lei.
-
Se prima era in pericolo la tua vita…ora sappiamo che il destino dell’umanità
sta nella tua sopravvivenza! –
-
Non ci saranno più cacciatrici, non una per ogni generazione… - mormorò Buffy
incredula e preoccupata; si appoggiò al bancone, tirandosi indietro i capelli,
permettendo ad Andrew di notare il morso sul collo.
Allibito,
il ragazzo allungò la mano per scostarle una ciocca di capelli sfuggita alla
sua presa, osservando attentamente.
Buffy
si scostò di scatto, allontanandosi e coprendosi istintivamente il collo.
-
Ti ha morso… - mormorò lui.
Buffy
abbassò il capo, sentendosi colpevole, mentre Andrew avvertiva un forte bisogno
di nicotina.
-
Non voglio parlarne… - piagnucolò lei - …non è il momento! –
L’amico
si accese una sigaretta con gesti nervosi, facendo cadere a terra l’accendino –
Dovrei forse trattenere la mia sorpresa? Oppure la mia preoccupazione per te?
Come posso? Mi hai appena detto di non riconoscerti più…ebbene è lo stesso per
me! Cazzo Buffy, hai permesso a quel cadavere ambulante di morderti! Dovrei
stare zitto? Dimmelo tu! –
-
Non ho bisogno delle tue prediche! – sbottò lei – Credi che non ci pensi già
io? Ho i miei problemi, con questa dannata Lancia e la confusione nella testa
mi disorienta! – Sbatté le mani contro il bancone.
Si
sentì scricchiolare il ripiano di granito.
Andrew
si massaggiò gli occhi, imponendosi calma – Quel morso…voglio dire…non implica
che tu diventi un… -
-
Vampiro? – terminò lei fissandolo – No! – rispose convinta.
Lui
sembrò rincuorarsi a quella risposta – Non succederà più vero? –
Buffy
sembrò voler prendere tempo – No…non accadrà mai più… -
-
Tu…puoi farcela senza il suo aiuto…voglio dire che non hai bisogno di Spike per
uccidere il Maestro, sei tu la cacciatrice! –
-
Si… - mormorò lei – …solo io posso fermarlo da sola… - si asciugò una lacrima.
Andrew
la strinse tra le sue braccia – Stare con lui ti fa solo male! Ora devi
riposare, pensare a tornare quella di prima e spaccare il culo a quel vampiro
del cazzo! – aumentò la stretta – Ti aiuterò io a trovarlo… - poi gli venne in
mente qualcosa – Non…non credi che sia arrivato il momento di farti trovare dal
consiglio? Potrebbero… -
-
No! – rispose secca lei – È meglio che continuino ad ignorare dove sono…sanno
che continuo a compiere la mia missione e so che prima o poi arriveranno qui…ma
per il momento non voglio un altro osservatore tra le scatole! –
Andrew
annuì, accettando la scelta dell’amica, seppur non approvandola.
-
Devi riposare… - le suggerì invece.
Buffy
voleva stare da sola e continuare a rimuginare sui suoi pensieri, desiderava
che il suo migliore amico la lasciasse in pace.
-
Ti senti sicura? Vuoi dormire da me? – le domandò.
-
Stai tranquillo… - rispose lei mentre lo accompagnava rapidamente alla porta –
Lui non si presenterà qui… -
<
Ma non è ciò che desidero in realtà? E poi…come faccio ad essere sicura che lui
non venga qui? > fu il suo pensiero mentre chiudeva a chiave.
Capitolo
14
Buffy
si agitava tra le lenzuola: non riusciva a dormire, consapevole di una strana
sensazione che cresceva in lei.
<
Non sono sola >
Spalancò
gli occhi e lo vide, seduto sul davanzale della finestra, intento a fumare una sigaretta,
serio in volto; quando però incontrò lo sguardo di lei le sorrise, gettando il
mozzicone fuori e raggiungendola sul letto.
Buffy
si scostò, coprendosi istintivamente e fissandolo come se fosse un estraneo.
Spike
sogghignò – Che ti prende piccola? – le chiese languido – Volevo lasciarti sola
stanotte, ma sono egoista e non posso fare a meno di stringerti tra le mie
braccia… - si tolse la giacca di pelle e si allungò sul letto accanto a lei –
Sembri tesa raggio di sole… - mormorò sfiorandole una guancia con le labbra –
Che hai? –
Buffy
scosse il capo, allontanandolo da se con una mano – Non ho niente! – rispose
secca – Spike vattene! – lo intimò.
Il
vampiro schioccò la lingua – Sei furiosa raggio di sole? –
Lei
arrossì incollerita, cercando nuovamente di scacciarlo con degli strattoni.
Spike
le bloccò i polsi, inchiodandola al letto – Ma che ti prende? Credi che potrei
farti del male bambina? Dannazione, prima fai l’amore con me, poi scappi…e ora?
Vuoi che me ne vada? –
Buffy
sembrò voler sprofondare nel materasso, fissando gli occhi del vampiro: erano
così intensi e grandi che lei si sentì perduta in quel blu.
La
sua bocca la invitava solo ad essere baciata.
<
Buffy non ci cascare… > si impose < …ma come posso resistergli? Io lo
desidero tanto… >
-
Buffy rispondimi! – la implorò lui, con uno strano tono nella voce. C’era
qualcosa di strano, di canzonatorio e provocante che però lei sembrò non
cogliere.
Le
liberò un polso per accarezzarle il viso, scendendo lungo il collo e la spalla
– Io so perché ti comporti così…è per quello che ti ho detto nel vicolo vero? E
per quello che è successo dopo…vero? – domandò.
Lei
annuì, senza batter ciglio.
-
È così grave se tra noi due c’è tutto questo? – domandò lui ancora.
Di
nuovo un cenno affermativo da parte di Buffy.
-
Io credo di no… - sussurrò lui scendendo sulla sua bocca per chiuderla con un
bacio di fuoco.
Le
liberò l’altro polso, così lei ne approfittò per avvinghiarlo a se; quando si
staccò per riprender fiato, lui le passò un dito sulle labbra rese rosse e
gonfie dall’impeto del bacio.
-
Io so quello che tu vuoi raggio di sole… - le sussurrò all’orecchio, scoprendo
completamente il corpo della cacciatrice che indossava solo uno slip e una
canottiera.
Le
passò un dito sul morso e la sentì gemere, poi scese disegnando il contorno del
suo seno, scoprendo l’ombelico e arrotolandosi intorno l’elastico dello slip –
Hai conosciuto il lato oscuro delle cacciatrici…vuoi che io ti porti ancora
dentro di esso? –
Buffy
lo baciò, gli occhi offuscati dalla passione crescente ed incontenibile,
divorando le labbra del vampiro come un’affamata – Ho fame Spike… - mugolò
disperata.
Il
vampiro si lasciò sfuggire un ghigno – Tutto ciò che desideri… - sussurrò,
ferendosi ancora il collo.
Buffy
si avventò su di lui, senza aver bisogno di essere guidata, succhiando con
avidità il suo sangue, mentre gemeva per un nuovo morso di Spike.
Mugolò
di piacere mentre anche lui beveva e lei lo divorava.
…Buffy
hai permesso a quel cadavere ambulante di morderti…
Le
parole di Andrew echeggiarono nella sua testa come la sirena di un allarme.
Sentì
il bisogno di riemergere dal fiume nero del suo io, doveva nuotare verso lo
spiraglio di luce che quelle parole avevano aperto in quell’acqua torbida.
Aprì
gli occhi e mandò giù sangue ma con una forte spinta allontanò Spike da se.
-
No! – gridò.
Si
ritrovò a spingere l’aria mentre il sole entrava prepotentemente nella sua
camera.
<
Era un sogno… > pensò.
Incrociò
le gambe e appoggiò i gomiti alle ginocchia, sorreggendo la testa che le pesava
come un macigno.
Sospirò
– Era un sogno… - ripeté ad alta voce.
Era
esausta: il sudore freddo le imperlava la fronte e le braccia.
L’incontro
in sogno con Spike e gli eventi di quella notte l’avevano svuotata < Sono un
involucro vuoto dopo questa notte…solo con Spike mi sento completa e forte…lo
desidero più di ogni altra cosa, il mio desiderio per lui supera la voglia di
uccidere il Maestro…cosa può succedermi se continuo ad uscire dalla mia strada?
Posso ancora rientrare? Si…questo era solo un sogno in fondo… >
Una
folata di aria fresca la fece rabbrividire.
-
Aria? – disse.
Si
voltò nella direzione della finestra, alzandosi di scatto per andare a
chiuderla < Ma…io non lascio mai le finestre aperte…e se…oh mio Dio… >
-
Ma era un sogno o no? – terminò il suo pensiero ad alta voce, sconvolta dalla
rivelazione.
Capitolo
15
Il
caffè non era dei migliori, lo aveva fatto troppo poco carico: a lei piaceva
l’aroma forte ed intenso che entrava nelle narici avvicinando la tazza al naso,
il sapore amaro che le risvegliava i sensi ogni mattina.
Quel
sogno, o presunto tale, l’aveva distrutta per la sua intensità.
Poteva
essere vero? La finestra era aperta, ma poteva anche averla scordata prima di
andare a letto…eppure era una distrazione che non era solita concedersi sulla
Bocca dell’Inferno.
Mandò
giù tutto il contenuto della tazza rossa e si alzò in piedi, pronta a buttarsi
sotto la doccia.
Quella
mattina sarebbe stata fredda: ne aveva bisogno.
<
Basta con i vampiri, o meglio, basta con le relazioni con i vampiri….o meglio
ancora…mai più innamorarsi di un vampiro! Basta con Spike! >
Appoggiò
la tazza a terra e si soffermò sulla veranda: si era innamorata di Spike? Ma
come poteva? Certo, era semplice, lui la conosceva troppo bene, lui aveva
scavato nel suo intimo, svelando un lato che lei era riuscita a nascondere
perfino a se stessa.
Ma
bastava per innamorarsi? No, non era solo quello, era il suo viso,
l’espressione strafottente che la sfidava in ogni istante ma che sapeva essere
dolce, sensuale e provocante, a tal punto da far cedere la corazza anti-uomo
che si era costruita dopo la recente scottatura con Paul.
Recuperò
la tazza, non aveva tempo per quei pensieri, più vi si soffermava, più soffriva
e tornava sui suoi passi.
Andrew
aveva ragione, lei era la cacciatrice, non importava quanto oscura fosse la sua
natura profonda, lei aveva una missione da compiere…e quella più imminente era
uccidere il Maestro.
Tutto
tornava come prima…di conoscere Spike…
Ma
come poteva tornare tale dopo aver fatto l’amore con lui, dopo aver assaporato
il suo corpo ed il suo sangue?
Doveva…
*****
L’acqua
gelata della doccia aveva intirizzito il suo corpo, facendola rabbrividire
mentre si avvolgeva nell’asciugamano.
Allo
specchio del bagno si fermò per controllare la pelle del viso: l’acqua fredda
aveva risvegliato tutto il suo corpo, doveva ammetterlo.
Ora
doveva solo prepararsi, scacciare via i cattivi pensieri ed i ricordi dolorosi
e…andare al lavoro…ma quanto mancava all’agognato martedì di riposo?
*****
Orario
di aperitivi, solite facce, tante facce, troppa gente, roba da impazzire.
Buffy
non si fermava un istante, preparava cocktail per tutti, ed i suoi amici
progettavano la serata.
-
Tu Buffy sei dei nostri? O hai…diciamo di meglio da fare? – domandò Anya con
aria maliziosa e supponente.
La
cacciatrice rispose con una smorfia che l’altra ignorò – No, mi fermo con voi a
cena…andrò a casa più tardi… - rispose evasiva: nella borsa dietro il bancone
gli armamenti da cacciatrice erano già pronti, le sarebbe bastato per andare
direttamente a fare la ronda.
Sbuffò.
In
quel momento Paul fece il suo ingresso al bar seguito da Andrew: il primo la
guardò imbarazzato, abbassando il capo e raggiungendo il resto della cricca,
l’altro le sorrise chiedendole con lo sguardo se andasse tutto bene.
Lei
annuì timidamente, poi distolse lo sguardo.
*****
Sedeva
al tavolo con gli amici, tra Andrew e Willow; Paul la fissava intensamente da
più di un quarto d’ora, mettendola a disagio.
Si
sarebbe alzata dalla sedia per mollargli uno schiaffo ma cercava in ogni modo
di ignorarlo: cosa diavolo voleva da lei? Metterla in imbarazzo, far battute o
altro?
Perché
la tormentava ora che lei non lo voleva più? C’era stato un tempo in cui lei
avrebbe fatto di tutto per avere la sua attenzione, un suo sguardo, un gesto
carino o altro…ma quel tempo sembrava essere passato da tanto.
Quanto
aveva sofferto per lui? Tanto…
Quanto
aveva combattuto per lui? Tanto…
Quanto
tempo aveva perso? Troppo…
Si
soffermò su di lui, incrociando i suoi occhi.
Buffy
sentì gli occhi bruciare, il primo allarme delle lacrime.
Ma
erano per Paul? O per Spike?
Le
fece cenno di seguirla fuori dal bar mentre lui prendeva le sigarette dalla
tasca della giacca.
Lo
seguì: cosa voleva dirle?
-
Devi dirmi qualcosa? – domandò Buffy appoggiandosi al muro.
Paul
chiuse il suo zippo mettendolo nella tasca dei jeans però non parlò.
Buffy
gli fece un cenno spazientito, poi sbuffò: non le piacevano quei silenzi.
-
Lui ti fa soffrire? – fu la prima domanda.
Lei
sapeva a chi si riferiva – Lui non c’entra…sono io quella sbagliata… -
-
Perché dici così? -
-
A te cosa importa? Credo di averti già detto di non intrometterti nella mia
vita…non ne hai più diritto… -
Paul
gettò la sigaretta appena iniziata e la guardò serio – Volevo solo dirti che… -
-
Tu mi hai fatta star male per mesi Paul…cosa vuoi ancora? Sapere se sto
soffrendo ancora per te o per lui? Vuoi ancora essere al centro dei miei
pensieri? Vuoi ancora essere il dolore che accompagna i miei giorni e le mie
notti? Non lo sei più ormai…io sono il dolore…io sono la morte… - terminò in un
sussurro, sperando che lui non la sentisse.
-
Ma cosa vuoi dire? La scorsa notte tu e lui… -
Buffy
si morse il labbro inferiore con nervosismo – Ti sei soffermato ad origliare i
nostri discorsi? Oppure hai sbirciato mentre facevamo sesso nel vicolo? – si
sentì malignamente soddisfatta mentre scandiva le ultime parole.
Lui
scosse il capo – Non voglio vederti star male…quella sera io volevo parlarti… -
-
E di cosa? – chiese lei brusca.
-
Di noi due… - mormorò lui.
Buffy
rimase a bocca aperta – Ma…noi due non esiste più…non è mai esistito Paul! Non
siamo mai stati una coppia, uscivamo di nascosto dal resto del gruppo, tu ti
vergognavi o altro…non volevi impegnarti…non hai mai creduto a NOI DUE! Perché
ora vuoi parlarne? Ora che è tardi? –
-
Speravo che ci fosse ancora una speranza… -
-
Perché ora? -
-
Io…non lo so… - rispose lui.
-
Ecco moccioso…è meglio se non ne parli allora! – la voce di Spike arrivò per l’ennesima
volta ad interrompere Paul.
Buffy
si sentì avvampare di collera, con entrambi: aveva motivi per ognuno di loro.
Spike
avanzò con la sua camminata sicura verso la ragazza, prendendola per un braccio
e fulminando Paul con lo sguardo – Vattene pidocchio! – gli fece.
Paul
lo fissò intimorito, poi cercò lo sguardo di Buffy che era pietrificato.
-
Lasciaci soli… - mormorò lei senza guardarlo.
Paul
rimase bloccato per qualche istante, poi Spike gli ringhiò letteralmente contro,
spaventandolo e facendolo scappare dentro il bar.
-
Spike… - mormorò Buffy - …perché sei qui? -
-
Raggio di sole… - lui la strinse tra le braccia - …non capisco il tuo
comportamento…perché sei fuggita ieri? –
<
Potevi venirmi a cercare… >
-
Io…Spike tu ed io non possiamo continuare questa…cosa…lo capisci? -
Il
vampiro scosse il capo – No…non capisco…ti ho già detto perché io e te siamo
complementari…perché tu non vuoi capirlo? –
Buffy
lo fissò – Tu mi stai facendo del male Spike…io sono la cacciatrice, te l’ho
già detto…non posso più vivere nel tuo mondo e farmi mordere da te…fare l’amore
con te…bere il tuo sangue…tutto questo mi sta cambiando! –
-
No…non è questo il motivo… - fece lui sorridendo – Tu hai paura… -
-
Paura? -
Lui
annuì – Tu hai paura di noi due…temi ciò che provi… -
Buffy
scosse il capo – Io non provo… -
-
Scccc… - fece lui - …non dire quello che non è vero…io lo so quello che provi,
lo sento dal tuo cuore…e tu vuoi sapere quello che provo io per te? -
-
No… - rispose tra i primi singhiozzi – Ti prego Spike non parlare più! Tu mi
tormenti…non mi lasci in pace un istante, mi fai visita nei sogni…quei
maledetti sogni che sembrano così veri…ed io non distinguo più la realtà… - gli
mise una mano sulla bocca appoggiando la testa al suo petto – Ti scongiuro
Spike non parlare… -
Il
vampiro si passò la lingua tra i denti – Buffy…perché? Non vuoi sapere ciò che
provo per te? Credi che per un vampiro sia facile ammettere di amare la
cacciatrice? –
Buffy
alzò di colpo la testa.
Bingo…
-
No…tu non mi ami…tu vuoi solo il mio aiuto…e un po’ del mio sangue…tutto qui! –
sbottò.
-
Non è vero… - sussurrò lui prendendo le mani nelle sue ed attirandola a se – Io
ti amo raggio di sole… -
-
Non è vero… -
-
Smetti di dire che non è vero! – sbraitò lui strattonandola – Sono venuto a
cercarti questa sera…non ti basta? Avrei potuto prosciugarti quando volevo, ti
ho dimostrato di essere più forte…perché non ti basta tutto questo? -
Buffy
sgranò gli occhi – Perché non è naturale… - e scoppiò a piangere, aggrappandosi
al petto di lui.
Spike
scosse il capo sorridendo – Io sono il tuo destino Buffy…non puoi scappare…ti
amo piccola, non negare quello che anche tu provi per me… -
La
cacciatrice fermò i suoi singhiozzi e lentamente tornò a fissarlo negli occhi –
Spike…tu mi ami? Come possiamo…siamo nemici naturali…come posso io? –
-
Dillo Buffy… - fece lui – Dimmi che mi ami anche tu e risolveremo ogni
problema, supereremo ogni ostacolo… -
Lei
dischiuse le labbra – Spike… - mormorò mentre una lacrima sfuggiva dal suo
occhio per raggiungere la bocca. L’assaggiò ed aveva il sapore del sangue e del
dolore – Anch’io ti amo…ma… -
Non
la fece terminare, quel “ma” venne bloccato dalla sua bocca contro quella della
ragazza.
Labbra
contro labbra, lacrime e sangue.
Andrew
uscì dalla porta del locale proprio in quel momento.
Qualcuno
colpì Spike alla schiena con un sonoro calcio, mandando lui e Buffy
violentemente contro il muro.
Capitolo
16
Buffy
sbatté violentemente la testa contro il muro, mentre il corpo di spike cozzava
contro il suo.
La
vista le si annebbiò momentaneamente ma l’effetto del colpo passò subito,
permettendole di tornare attenta a ciò che accadeva.
Spike
si girò di colpo, proteggendola con il suo corpo: erano stati attaccati.
Andrew
non aveva ancora capito molto di ciò che era successo: aveva visto i due
baciarsi e la delusione e la rabbia erano affiorate prepotentemente.
Avrebbe
voluto iniziare a fare il maestro jedi della situazione che difende l’amato
allievo ma Spike era stato colpito improvvisamente, ribaltando tutto.
Il
biondo stava proteggendo Buffy: il colpo non lo aveva toccato per nulla
nonostante la sua forza e mentre la cacciatrice si riprendeva dallo shock lui
teneva a bada il vampiro che lo aveva colpito.
-
Cosa diavolo… - fece Buffy confusa mentre Spike parava un calcio diretto al suo
bel viso.
-
Maledetto essere putrescente! – gridò lui restituendo il colpo.
Il
vampiro sconosciuto ringhiò ferocemente: era alto e robusto, di aspetto giovane
nonostante il volto trasfigurato, esperto nella lotta e agile; doveva avere
qualche decennio di non-vita alle spalle per dare del filo da torcere a uno
come Spike.
Spike
si mise in posizione di difesa, pronto a parare il prossimo colpo – Buffy va
dentro! – gridò.
-
No! – rispose lei pronta – Fatti da parte, è compito mio ucciderlo! -
Il
biondo le sorrise poi tornò ad occuparsi dell’energumeno che lo stava fissando
in cagnesco.
-
Cosa diavolo vuoi? – gli chiese Spike – Chi ti ha mandato qui nel territorio
della cacciatrice? – inarcò un sopracciglio aspettando risposta invano.
Il
mostro ringhiò di nuovo.
-
Ok…ho capito che sei un’idiota senza cervello e tutto muscoli… - fece lui
avanzando rapidamente: lui era più piccolo ma più forte e agile visti i suoi
secoli di esperienza.
Lo
colpì con un pugno sotto il mento, intontendolo abbastanza da farlo
indietreggiare – Tutto muscoli ma…niente resistenza pivello? – domandò Spike
cominciando a colpirlo ripetutamente con foga.
Nel
frattempo, la gente dentro al bar era stata attirata fuori dai rumori sospetti:
Andrew faticava a trattenerli, dicendo loro che era solo un balordo…ma si sa…la
curiosità è un peccato a volte mortale…
Buffy
voleva che Spike non combattesse, era compito suo.
-
Cosa devo fare per farti smettere, impalettarti? – gli gridò.
Spike
rise mentre non smetteva di muovere le mani – No raggio di sole…il paletto
potresti porgermelo per questo signorino molto carino e ben educato! – rispose.
Buffy
sbuffò e guardò Andrew – Va dentro e prendi quello che sai! – gli ordinò.
L’amico
non se lo fece ripetere due volte: facendosi strada in mezzo alla ressa dei
suoi amici raggiunse il retro del bancone, afferrando la borsa di Buffy.
Tirò
fuori un paletto e la lasciò cadere a terra, tornando all’ingresso e
lanciandolo alla cacciatrice.
Buffy
lo afferrò salda e scansò Spike con una spinta – Eccomi bestione…sono tutta
tua! – gridò al vampiro.
Saltò
e gli sferrò un calcio dritto in faccia, stordendolo, poi con un rapido
movimento del corpo si fece avanti e conficcò il paletto nel cuore
dell’energumeno che si sparse nell’aria in una frazione di secondo.
Spike
sbuffò avvicinandosi a lei – Ti avevo detto di stare lontana! –
Buffy
lo fissò con aria di sfida – Chi è la cacciatrice qui? Vuoi rubarmi lavoro e
stipendio? – gli domandò ridendo.
Il
vampiro ossigenato le prese la testa tra le mani e l’attirò a se per baciarla,
sotto gli sguardi di Andrew e altre facce conosciute e non, alquanto perplesse
e spaventate – Devi andare dentro… - le ordinò lui.
Buffy
lo interrogò con lo sguardo – Che dici? Spike… - non servì attendere risposta.
Dal
buio del vicolo di fianco al bar sbucarono altri vampiri, tre per la
precisione.
-
È un attacco in piena regola? – si domandò Buffy cercando conferma negli occhi
del vampiro.
Spike
annuì – Sono qui per… - e la guardò con preoccupazione negli occhi.
Buffy
si sentì il sangue gelare nelle vene per quelle parole lasciate morire
nell’aria. Sapeva come sarebbe terminata quella frase, sapeva che ormai era il
momento.
Improvvisamente,
Andrew prese Buffy per un braccio e l’attirò a se ma lei oppose resistenza –
Lasciami! – sbraitò Buffy presa di sprovvista.
Spike
la osservò tranquillo – Fai come dice lui, vai dentro! – e guardò l’amico della
cacciatrice –Tu sai cosa vogliono questi qui…tienila al sicuro! – Andrew annuì.
Non
credeva che si sarebbe trovato dalla stessa parte di Spike!
Buffy
si lasciò condurre stranamente arrendevole dentro al bar.
Andrew
chiuse la porta.
Capitolo
17
Sentiva
gli occhi di tutti puntati su di se dentro il bar: diede un rapido sguardo agli
amici più stretti.
Regnava
il silenzio più imbarazzante in quel posto, la stavano soffocando con i loro
sguardi spaventati e allo stesso tempo confusi.
Loro
non sapevano e non capivano cosa realmente stava accadendo fuori dal Theatre.
La
musica era cessata di colpo per mano sconosciuta; Buffy e Andrew si guardarono.
Lui
stringeva tra le mani la borsa delle armi della cacciatrice talmente forte che
le nocche erano diventate bianche.
I
suoi occhi erano terrorizzati. Lui sapeva, conosceva la realtà lì fuori ma non
si era mai trovato in una situazione simile.
Del
resto, Buffy lo aveva sempre tenuto il più lontano possibile dal suo mondo
oscuro.
-
Chi era quel tizio? – la voce baritonale di Achille ruppe il silenzio: era ancora
dietro il bancone, con un flute in mano e la spugna nell’altra.
Buffy
doveva rispondere? Era la persona alla quale era stata rivolta la domanda.
Una
cosa avevano capito loro: lei era coinvolta in tutto quel caos.
Eppure
lei voleva proteggerli…era riuscita a non metterli al corrente del suo lavoro,
della sua missione, ma ora…non poteva più nascondere nulla! Loro erano in
pericolo e anche Spike lì fuori!
-
Ne arriveranno altri! – esordì lei rivolgendosi ad Andrew ed ignorando la
domanda del suo capo.
<
Basta! È ora che prenda in mano la situazione! Ormai non devo più nascondere
nulla! > si disse decisa.
Strappò
la borsa dalle mani dell’amico e l’appoggiò rumorosamente sul tavolo, aprendo
la cerniera.
-
Cosa vuoi fare? – domandò Xander appoggiando le mani accanto e osservando
inorridito l’armamentario. Gli altri presenti impallidirono alla vista di
paletti e crocifissi.
Buffy
inspirò a fondo, tranquillizzandosi prima di parlare: era tesa, voleva uscire
per aiutare Spike, temeva per lui, voleva che fosse al sicuro, voleva salvarlo
più di tutti anche se era l’unico oltre a lei ad avere la forza necessaria a
sopravvivere.
Guardò
Xander, poi Anya, Willow, Tara…e Paul.
-
È il mio lavoro, solo il mio lavoro! – rispose secca.
Tirò
fuori un grosso crocifisso in argento, delle ampolle di acqua santa e qualche
paletto, mostrandoli a tutti, poi si rivolse ad Andrew – Spero che non dobbiate
usarli! Perché se succederà vorrà dire che… -
L’amico
la zittì con uno sguardo severo – Non dirlo nemmeno per scherzo Buffy! Non succederà
nulla di male a nessuno! – gli occhi erano lucidi.
Si,
anche lui aveva molta paura.
-
Ma…ma…stiamo dando la caccia ai vampiri? Siete fuori di testa voi due? –
domandò Paul divertito.
Buffy
lo fulminò con lo sguardo: Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto dargli
dimostrazione della sua vera vita, sbattendolo fuori allo sbaraglio, ma, per
quanto sembrasse inverosimile, anche lui era un innocente!
-
No… - si limitò a rispondere con un sibilo – Loro danno la caccia a noi… - e
con queste parole, afferrò il suo inseparabile Mr. Pungolo.
Si
voltò.
-
Dove vai? – Andrew la bloccò per un braccio.
Lei
si voltò – Non voglio che loro entrino qui! Sarebbe una strage! – rispose –
Loro vogliono me! –
-
Ma c’è Spike! – ribatté lui.
Scosse
il capo – Non può farcela da solo… - lo strattonò per liberarsi dalla sua presa
- …e non è lui la cacciatrice! –
Mentre
raggiungeva l’ingresso sentì il vociare dei suoi amici aumentare.
Ora
volevano spiegazioni? Spettava ad Andrew la patata bollente!
*****
Spike
aveva bisogno di lei.
In
fondo lo sapeva: il Maestro si era deciso a rapirla per il rituale della
lancia.
Aprì
la porta per richiuderla rapidamente alle sue spalle. Chi stava dentro doveva
risparmiarsi quella violenza.
Lanciò
una rapida occhiata verso Spike che si destreggiava con due vampiri, poi un
ringhio alla sua destra attirò la sua attenzione.
-
Bene bene… - ghignò lei mettendosi in posizione di guardia – Ecco la vostra
cacciatrice preferita che si guadagna il pane quotidiano… -
Sferrò
il primo pugno al vampiro, osservandone uno che cercava di attaccarla dalla
parte opposta – Cavolo! Siete così bravi da dovermi attaccare in due? – domandò
sarcastica.
Sentì
ridere Spike poco più in la mentre lei evitava un gancio e rispondeva
prontamente di sinistro.
-
C’è tanto da ridere? – urlò al biondo mentre afferrava il paletto e lo
conficcava facilmente nel cuore del primo dei suoi aggressori.
-
Credevi in un onesto combattimento raggio di sole? – domandò lui incenerendone
uno altrettanto – Questa volta siamo vicini alla fine piccola…lui ti vuole! -
Buffy
rabbrividì per un istante ma non poteva permetterselo! Si concentrò sulla
lotta.
*****
-
Dobbiamo chiamare la polizia! – esclamò Willow stringendo le mani a pugno sul
tavolo.
Tara,
accanto a lei, si stringeva nelle spalle, pallida in viso – Come può farcela da
sola? Lei è solo una ragazza… - disse.
Andrew
sgranò gli occhi alle parole di entrambe, fissando prima una poi l’altra amica.
Mostrò
ad entrambe il grosso crocifisso che stringeva in mano – Will…secondo te quelli
lì fuori sono normali delinquenti? – scosse l’oggetto per attirare l’attenzione
su di esso.
-
Ma Buffy… - deglutì - …qualunque cosa siano…lei non può… -
Andrew
sospirò: invidiava Buffy che combatteva lì fuori.
-
È il suo compito – rispose asciutto.
-
Cosa intendi dire? – si intromise Anya stretta tra le braccia di Xander.
-
Se chiudi la bocca forse posso spiegarvi! – sbottò Andrew.
La
ragazza arrossì, vistosamente irritata per quell’osservazione.
Fuori
si sentì un urlo maschile, o forse era meglio dire un ringhio misto ad un urlo.
Andrew
aggrottò le sopracciglia, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
Si
domandava, per la prima volta, se Buffy ce l’avrebbe fatta.
*****
Buffy
saltò, calciando in pieno stomaco l’ennesimo vampiro – Ma non finiscono mai? –
domandò a Spike una volta atterrata a terra, pronta ad impalettare il demone.
Spike
si affiancò a lei, pronto a ricevere nuovi vampiri – Credo che lui si sia
creato un folto numero di servi proprio per non lasciarti scappare piccola… -
La
cacciatrice lo fissò in un attimo di pausa: lui era in buone condizioni, aveva
solo un taglio sulla guancia che sanguinava lungo la linea del viso, rendendolo
sexy e duro.
-
Cacciatrice mi stai guardando in maniera poco consona alla situazione! – le
fece notare lui con un sorrisetto sardonico.
Buffy
arrossì – È colpa tua vampiro…mi distrai… - sorrise, tornando ad occuparsi di
un nuovo vampiro.
Spike
rise e si appoggiò al muro – Sembra che tu ce la faccia da sola piccola… - si
accese una sigaretta.
Buffy
incenerì anche quel vampiro e si appoggiò al muro accanto a lui, appoggiando il
capo sulla sua spalla – Si…forse questo era l’ultimo? – si domandò.
Il
biondo sorrise e la prese tra le braccia – Vieni da me raggio di sole…sei stata
bravissima, una vera cacciatrice… -
Lei
sollevò il viso in cerca della sua bocca, lasciandosi catturare.
Il
suo bacio aveva il sapore del tabacco e del sangue: gli piaceva, gli era sempre
piaciuto.
Gli
sfiorò il taglio sul viso e raccolse il sangue su due dita: lui la osservò
divertito.
-
Cacciatrice… - mormorò a bassa voce - …cosa fai… -
Buffy
non rispose ma si portò le dita alla bocca per assaggiare il sangue.
-
Cattiva Buffy… - mugolò lui prima di catturare ancora la sua bocca.
-
Cattivissima… - rispose lei staccandosi un istante e affondando le mani nei
suoi capelli.
*****
-
Aspetta aspetta! – esclamò Paul divertito – Vuoi dirmi che Buffy è la santa
cacciatrice di vampiri, che ucciderli è il suo compito, ha già salvato il mondo
più di una volta e altre stronzate simili? – scoppiò a ridere – Pensi che
questo basti per tranquillizzarci o altro? Forse quelli sono ex amanti di
quella troietta e sono qui per vendicarsi! Questo è più credibile! Oppure sono
creditori di quel biondo che lei frequenta! -
Andrew
sbatté il crocifisso sul tavolo, conficcandolo nel legno – Cosa credi che
dicendo queste cose la umilierai davanti a tutti? – gridò – Tu parli così solo
perché lei non ti vuole più! Lo sanno tutti che razza di idiota sei e che fiore
di ragazza ti sei lasciato sfuggire, parlar male di lei non servirà a nulla! –
spostò una sedia e si accomodò nervosamente di fronte a Paul – Se non credi
alle mie parole, ti basta andare fuori e controllare di persona! Magari
proverai l’ebbrezza del morso del vampiro…proverai piacere prima di essere
dissanguato e squartato! –
Nonostante
non credesse ad una parole di quelle che uscivano dalla bocca di Andrew, Paul
sentì un brivido freddo corrergli lungo la schiena.
Il
sorriso che si dipinse sulle sue labbra era tirato: aveva fatto una figuraccia.
-
Ma come pensi che noi crediamo alle tue parole? Vampiri? A Sunnydale? – domandò
Xander scettico.
-
Lei, è stata lei a tenervi all’oscuro di tutto! In questo anno, ha creato un
territorio attorno a questo bar in cui nessun vampiro si sarebbe azzardato ad
entrare…questo era il dominio della cacciatrice! Ci ha protetto per un anno
intero mentre fuori da qui i non-morti prolificavano e si preparavano a questa
notte! -
-
Ma… - attaccò Willow - …è tutto così assurdo…tu hai una fervida immaginazione
Andrew… -
Il
ragazzo aprì le braccia – L’invito ad uscire è esteso anche a te! -
La
rossa rimase senza parole.
Nessuno
gli credeva, ne era consapevole. Però ci aveva provato. Per buffy l’importante era
saperli vivi all’interno, ma forse dopo quella notte li avrebbe persi comunque.
Improvvisamente
una miriade di schegge di legno accompagnate da un rumore fortissimo li colse
alla sprovvista.
Buffy
era stata letteralmente scaraventata contro la porta, mandandola in mille
pezzi.
Se
non avesse avuto la forza di una cacciatrice, si sarebbe rotta sicuramente la
schiena a quell’impatto, invece si rialzò quasi immediatamente, nonostante
fosse intontita e leggermente dolorante.
Si
scostò i capelli dal viso, tossendo.
Tre
vampiri erano sulla soglia d’ingresso, pronti ad entrare.
-
Buffy! – esclamò Andrew avvicinandosi, ma lei lo bloccò con il cenno di una
mano.
Andrew
osservò i tre demoni: ma dov’era Spike?
-
Ma…possono entrare? E dov’è… - ma la paura della risposta bloccò la seconda
domanda.
Buffy
lo fissò per un istante con la coda dell’occhio – Lo hanno preso… - mormorò –
…e credimi, mi duole dirti che…si, possono entrare… -
-
Com’è possibile? -
La
cacciatrice afferrò un pezzo di legno che aveva la stessa punta di un paletto:
lo fece roteare tra le mani – Andrew cazzo! Questo è un luogo pubblico, non
hanno bisogno dell’invito! –
Ma
allora perché non erano entrati prima?
-
Non chiederti perché non lo hanno fatto prima! – intuì lei – Ti ho già detto
che sono qui per me… -
I
vampiri, che fino a quel momento erano rimasti all’ingresso, entrarono, facendo
qualche passo avanti.
Avevano
tutti e tre il volto della caccia, ma quello che stava in mezzo, il più piccolo
di stazza, assunse le sue sembianze umane e parlò.
-
Cacciatrice… - esordì - …finalmente ci incontriamo… -
Buffy
sbuffò, cercando di nascondere il terrore per la sorte di Spike – Finalmente
uno che sa parlare! – commentò mettendo le mani sui fianchi, fingendo
impazienza – Cosa vuoi? Non avete fatto abbastanza danni? –
-
Credi che qualche osso rotto e una porta bastino? Non è stata versata nemmeno
una goccia di sangue se non dalla ferita del tuo fidanzatino non-morto! Però
potremmo rimediare immediatamente! – e dopo aver detto quello, con una velocità
propria solo degli immortali, afferrò la persona che gli era più vicina, una
ragazza che buffy conosceva a malapena.
La
poveretta gridò inizialmente, poi però la voce le morì in gola nel momento in
cui i suoi occhi si fissarono in quelli del suo aggressore.
Lo
guardava terrorizzata, mentre mugolii uscivano dalla sua gola: piccole gocce di
sudore scesero dalla fronte, mescolandosi alle lacrime che ora scendevano
ininterrotte.
-
Lasciala stare! – gridarono Buffy ed Andrew contemporaneamente.
Il
vampiro rise, ma non diede ascolto alle sue parole – Cosa preferisci? Lei o il
tuo Spike? – strattonò la ragazza che si lamentò, poi, dopo un istante che
sembrò durare in eterno, senza attendere altra risposta, affondò le zanne nel
collo della ragazza che gridò con quanto fiato aveva in corpo, indebolendosi ad
ogni sorsata del demone.
-
La stai uccidendo! – gridò Andrew, muovendosi sulla sedia. Sapeva di essere
impotente, ma non capiva sinceramente perché Buffy non facesse nulla per
fermarlo.
O
forse…temeva di saperlo…
Il
vampiro lasciò la ragazza alle cure degli altri due che si presero la briga di
non versare nemmeno una goccia di sangue sul pavimento…uno per braccio morsero
la pelle pallida ed esangue della poveretta, come se fosse un’animale da
macello, una cosa.
Poi,
come se fosse stato un sacco di patate, lasciarono cadere il cadavere a terra.
Gli
amici di Buffy inorridirono: chi vomitò, chi pianse, chi gridò alla vista del
volto con gli occhi sbarrati della giovane ragazza senza colpa.
Buffy
stringeva convulsamente il paletto nella mano, lasciando che le schegge la
ferissero e facendo scorrere il sangue lungo il legno.
Il
vampiro scoppiò a ridere – Che bello, ho messo in difficoltà la cacciatrice! Il
maestro aveva ragione, Spike è diventato più importante della vita di qualunque
innocente per te! Quel misero vampiro da quattro soldi è dunque il tuo amante!
–
-
Smettila! – gridò Buffy con le lacrime agli occhi – Dov’è? -
Lui
fece spallucce, poi ghignò e osservò la cacciatrice: si avvicinò a lei,
restando a soli pochi centimetri dal suo viso, quasi sfiorandola con le sue
labbra.
Buffy
sentì l’odore di sangue fresco ma non provò piacere. Non era lo stesso di
Spike, era sangue di un innocente.
-
Non ti avvicinare oltre… - fece lei – O giuro che ti uccido prima di lasciarti
parlare… -
Lui
rise – Pensavo che volessi farti sbattere anche da me già che c’eri…tanto mi
sembra che il nostro uccello ti piaccia molto…ti piacciono le cose fredde e du…
-
Buffy
urlò, ma non lo uccise: si limitò a scagliarlo contro gli altri tre, facendoli
cadere a terra – Non osare paragonarti a Spike lurido assassino! –
Il
vampiro si rialzò e la guardò in cagnesco – Attenta a quello che fai o il tuo
bel non-morto finirà in cenere prima del mio batter di ciglia! E poi…sappiamo
entrambi che anche il tuo Spike uccide gli innocenti, solo che lui ti fa godere
come una cagna in calore e quindi non merita di morire! –
Buffy
si sentì fremere, ma non reagì: ora lui aveva la palla in mano.
-
Noi abbiamo il tuo vampiro, e tu lo rivuoi…siamo noi che conduciamo il gioco,
se non farai ciò che ti diciamo, lo esporremo ai primi raggi del sole piccola…
- si passò la lingua sulle labbra – quindi…piccola cagna…se vuoi salvarlo, devi
presentarti al Restfield tra mezz’ora, sola e senza armi! – si avvicinò ancora
a lei e le mostrò i denti insanguinati, poi si passò sopra la lingua per
pulirli, in un gesto che voleva apparire provocatorio.
Senza
aspettare risposta, il vampiro si voltò, seguito a ruota dagli altri due,
sparendo nella notte che ormai era tornata silenziosa.
Buffy
cadde in ginocchio, scoppiando a piangere: Andrew le si avvicinò ma non osò
toccarla. Aveva paura.
Aveva
sentito troppo, aveva capito che Buffy aveva lasciato morire quella poveretta
al posto di Spike.
La
cacciatrice aveva fallito.
Lei
si asciugò le lacrime ma si sporcò il viso con il sangue delle ferite della
mano.
Quando
alzò il viso e si voltò per guardare gli altri, si sentì colpevole.
<
Ho scelto Spike, ho lasciato che uccidesse quella ragazza…perdonatemi… >
avrebbe voluto dir loro, ma non ne aveva il coraggio.
<
Loro non capiscono niente…stupidi ignoranti… > un pensiero cattivo
attraversò fugace la sua mente.
Ora
doveva solo pensare a come agire: andare diritta nelle fauci del suo nemico,
rischiare la sua vita, la stessa stirpe delle cacciatrici future solo per
l’uomo che amava?
<
La missione è più importante della mia vita… > cercò di convincersi < ma
in questo momento non lo è… > terminò.
Capitolo
18
-
Tu vuoi salvare Spike? Tu sei completamente matta! – gridò Andrew afferrando
Buffy per le spalle e scuotendola violentemente.
Lei
non reagì ma si lasciò sballottare dall’amico, fissandolo con gli occhi ancora
lucidi di pianto e il sangue che le imbrattava il bel visino.
Gli
amici all’interno erano troppo sconvolti per reagire a quella scena: era ancora
troppo forte per loro la scena a cui avevano partecipato.
Il
cadavere della ragazza dissanguata giaceva ancor a terra con gli occhi senza
vita che fissavano il vuoto.
Qualcuno
la osservava di sfuggita, poi distoglieva lo sguardo scoppiando in lacrime
isteriche.
-
Non abbiate paura! – li rassicurò Andrew – Ormai è tutto finito! -
Buffy
lo osservò – È tutto finito? – chiese, poi un sorriso sarcastico si dipinse sul
suo volto – È appena cominciato… - terminò.
Lui
la guardò – Adesso andrai al Restfield vero? Lo sai che non puoi farlo? –
La
cacciatrice inclinò il capo da un lato – Non posso? – domandò a fil di voce –
Chi me lo impedisce? –
Andrew
sospirò – Io forse non posso Buffy…ma faccio appello alla tua coscienza! Tu sei
la cacciatrice, non puoi morire…non puoi permetterti di morire! –
-
E cosa devo fare? Lasciare che il maestro governi indisturbato su Sunnydale?
Credi che voglia solo salvare Spike? -
Andrew
annuì.
Buffy
sgranò gli occhi: il trucco di quella sera stava lentamente colando sul suo
viso, mescolandosi alle lacrime e al sangue.
Non
era un bello spettacolo in quel momento, ma poco le importava.
-
Si invece! – la contraddisse lui – Tu mascheri il desiderio di salvare quel vampiro
con la scusa di uccidere il maestro! Ma non ti rendi conto che cosa ti
succederà in quel cimitero? -
Buffy
scosse il capo seria.
-
Tu morirai…e le cacciatrici moriranno con te! Tutte quante! Tutte le speranze
future di salvezza per la razza umana spariranno all’istante, non si
attiveranno più, la profezia si spezzerà! Tu vuoi questo? Lo vuoi solo per puro
egoismo personale? Vuoi morire per salvare quel vampiro? -
Buffy
deglutì – Io…io… -
<
A me non importa di morire…non ha più importanza… >
Si
liberò dalla presa dell’amico e si appoggiò al bancone con la schiena, fissando
stranita i suoi amici.
Loro
ricambiarono lo sguardo, osservandola forse per la prima volta.
-
Vi piace quello che vedete? – domandò loro – Io sono quella che ogni notte
rischia il culo per farvi dormire sonni sereni, per evitare che i vostri colli
vengano squartati, che le vostre budella vengano sparse sull’asfalto o usate
come cibo! – sorrise – Siete solo carne da macello per loro! E solo io li
fermo…e sapete una cosa? Sono stanca di salvarvi la pelle! Ma… - si voltò verso
Andrew e fece schioccare la lingua – la missione prima di tutto vero amico? A
volte mi sembra che tu sia l’osservatore mandato dal consiglio…pare che mi
abbiano scoperta? -
Nessuno
rispose, calò nuovamente il silenzio, rotto solo da un singulto di una Tara
terrorizzata; Buffy la osservò e sembrò trovare un attimo di pace in quegli
occhi innocenti.
Lei
li proteggeva quelli come Tara…e le era sempre piaciuto!
La
cacciatrice sospirò e cercò un fazzoletto per pulirsi il viso, poi, si rivolse
ad Andrew – Scusa… - gli disse – io devo andare, devo fare il mio dovere o
quello che vuoi tu! Cercherò di uccidere il maestro, ma…devo salvare Spike! –
Andrew
sospirò – Non posso fermarti, lo sai…sei troppo forte per me…per chiunque! –
Lei
annuì con un lieve sorriso di scherno – C’è qualcuno che può fermare la mia
corsa…ma sto andando da lui…è la resa dei conti Andrew – continuò - …uno dei
due morirà questa notte…e se sarò fortunata, la stirpe delle cacciatrici sarà
salva,
-
E spike? – domandò lui – Che ne sarà di lui? -
Buffy
si avvicinò al cadavere – Spero possa riposare tranquillo tra le mie braccia,
nel mio letto per quello che resta della notte… -
Osservò
la ragazza morta e si abbassò per chiuderle gli occhi.
<
Perdonami… > le disse < …se puoi ovunque tu sia…ma lo rifarei ancora, ti
lascerei morire cento volte se necessario per lui… >
Poi
si alzò e guardò Andrew – Fate sparire il cadavere…non so come reagirebbero i poliziotti
nel vederla qui…fai ripulire il bar e riparare i danni…nessuno deve sapere
quello che è successo qui questa notte…a parte questi poveri disgraziati… -
Dopo
quelle ultime parole, si congedò dai presenti sempre più disperati e increduli.
Nella
notte si sentì solo il rumore dei suoi passi sull’asfalto.
Capitolo
19
La
strada ormai poteva farla a memoria per quel cimitero, ci aveva trascorso quasi
tutte le notti della sua permanenza a Sunnydale.
In
quel posto aveva riscontrato il maggior numero di vampiri appena risorti che in
qualunque altro cimitero della città.
<
Che stupida sono stata… > si disse mentre avanzava < in un anno non ho
mai capito, non ho mai collegato le due cose…così tanti vampiri che nascono in
un solo cimitero! Il maestro era qui vicino e non ci ero mai arrivata!
Cazzo!> si diede una sberla sul viso e si fermò di colpo in mezzo alla
strada deserta.
Era
nel viale alberato che conduceva al Restfield, il cimitero dove aveva
incontrato Spike per la prima volta.
Respirò
a fondo e l’umidità della notte le entrò nel corpo, provocandole un brivido
freddo. Paura?
<
Spike… > il pensiero per lui era fisso, temeva che gli facessero del male
< ma lui mi vuole… > proseguì riferendosi al maestro.
Quell’essere
spregevole e vigliacco la stava aspettando in chissà quale punto del cimitero
per la resa dei conti.
<
Uno dei due non sopravvivrà a questa notte… > continuò a pensare < posso
morire e spezzare la catena delle cacciatrici, ma Spike ha bisogno di me…e io
non posso più vivere senza di lui… >
Ricacciò
indietro le lacrime che volevano fuggire dal suo intimo: non ne aveva tempo
ora.
Sollevò
il piede sinistro.
<
Il primo passo è il più difficile > si disse.
Poi
fece un altro passo, un altro ancora, un altro…fino al cancello.
Lo
trovò aperto.
Fece
cigolare il metallo quando lo aprì.
Lo
richiuse alle sue spalle.
Avanzò
dritto davanti a se, incerta sul dove andare.
Le
stavano forse tendendo una trappola? No, lei doveva arrivare viva al maestro,
non potevano farle nulla.
Il
ringhio di una creatura della notte attirò la sua attenzione: il vampiro che
era entrato nel bar uccidendo la ragazza poco prima era sbucato da dietro un
monumento funebre dalle fattezze di donna in preghiera.
Buffy
lo fissò gelida.
-
Puntuale cacciatrice… - notò lui sorridendo col volto della caccia – Ti stavamo
aspettando – e le porse il braccio per accompagnarla.
-
Dov’è Spike? – domandò, ma il vampiro fece finta di non sentire.
Buffy
avrebbe voluto correre e avventarsi su di lui per squartarlo a mani nude,
fracassandogli la gabbia toracica per estrargli il cuore, però la ragione per
una volta ebbe il sopravvento e fermò i suoi intenti.
-
Allora? – fece il vampiro incoraggiandola – Non ti mangio piccolo raggio di
sole… -
Buffy
sussultò nel sentire quelle parole: come sapeva?
Raggiunse
il vampiro ma rifiutò il suo braccio.
-
Come sei scorbutica… - commentò lui sarcastico – Eppure sono convinto che una
volta nella dimora del maestro ti divertirai…ci divertiremo tutti! – ghignò.
<
Buffy calmati… > si disse < Quando avrò ucciso il maestro, se sarò ancora
in piedi…giuro che farò a brandelli questo vampiro!! >
Sbuffò
rumorosamente e il suo accompagnatore sorrise, guidandola verso il centro del
cimitero – Vedrai raggio di sole…non sarà doloroso… -
Buffy
si fermò di colpo – Vuoi piantarla di chiamarmi così? Chiamami in tutte le
maniere, usa epiteti, insulti, ma non chiamarmi così! –
Il
vampiro fece spallucce e represse a stento una risata – Come vuoi…cacciatrice…
-
Perché
la chiamava così? Solo Spike lo faceva.
Quelle
parole pronunciate da lui avevano un significato che per lei era troppo
importante, non potevano uscire dalla bocca marcia di un essere qualunque!
Proseguirono
il loro cammino.
La
luce della luna, velata da una leggera foschia, illuminò un grande mausoleo
abbandonato, vicino al centro del cimitero.
-
Siamo arrivati – fece il vampiro e si voltò verso Buffy per guardarla in faccia
– Qui il mio compito termina cacciatrice… -
Buffy
lo fissò con occhi sgranati – Devo entrare da sola? – chiese stupidamente.
Il
vampiro scoppiò a ridere – Devi entrare di tua spontanea volontà piccolo
cucciolo, sarete solo voi due! –
-
Il maestro è così superbo da credere di farcela da solo? – domandò infuriata.
La
sottovalutava, come sempre.
Ma
lei lo avrebbe ucciso.
-
Allora, vuoi dirmi dov’è Spike? – chiese poi.
-
Al sicuro…lo libereremo quando tutto sarà finito… -
Buffy
afferrò il vampiro per il collo e lo sbatté contro il muro del mausoleo – Non
farmi scherzi mostro! Voglio la certezza che Spike sia ancora vivo… - gli
sibilò nell’orecchio.
-
Devi fare quello che diciamo noi cacciatrice, o il tuo vampiro diventerà
polvere all’alba! – il vampiro si liberò con uno strattone che fece
indietreggiare Buffy di qualche passo – Non hai scelta piccola! In ogni caso
vinciamo noi e tu perdi…ma puoi salvare l’esistenza del tuo uomo…sacrificare la
tua per la sua…che amore puro… - la schernì alla fine.
Buffy
non rispose.
Come
le pesava non poter reagire, ma la non-vita di Spike era legata alle sue
azioni, non poteva abbandonarlo per un eccesso di collera anche se giustificato.
Si
morse il labbro inferiore e fulminò il vampiro con gli occhi, aggirandolo per
aprire la pesante porta del mausoleo.
Sentì
il vampiro ridere di gusto mentre la richiudeva alle sue spalle.
Poi,
fu il buio.
*****
Una
volta dentro, Buffy attese che i suoi occhi si abituassero al buio per potersi
muovere all’interno di quel luogo.
Da
quanto tempo dimorava in quel luogo il maestro di Sunnydale?
Quel
posto era sudicio, umido, devastato dallo scorrere del tempo, dalla polvere dei
secoli.
Un
ratto le passò di fianco al piede.
Buffy
saltò: detestava i topi!
Aveva
fatto rumore.
<
Cazzo! > imprecò.
Aspettò
ferma, immobile per un lungo instante, cercando di carpire rumori, ma tutto
quello che sentì fu lo zampettare del topo verso un punto dove brillava una
fioca luce.
Proprio
verso il punto più oscuro della camera, all’altezza del pavimento, brillava una
fioca luce giallastra, fievole, quasi impercettibile.
Forse
era la luce di una candela? Ciò significava che c’era un livello inferiore in
quel mausoleo.
Buffy
fece un passo avanti < Vogliono che scenda… > pensò.
Non
aveva altra scelta.
I
suoi sensi non percepivano nulla all’interno della camera principale del
mausoleo.
I
suoi occhi, abituati al buio, riuscivano a carpire i contorni indistinti di una
grande tomba in pietra grigia, collocata al centro della stanza: si portò
abbastanza vicina da poterla toccare e orientarsi mentre si avvicinava alla
luce.
La
superficie della tomba non era impolverata come prevedeva, segno che in quel luogo
qualcuno ci viveva.
Avvertì
la superficie di gelido marmo raffreddarle la pelle della mano, camminando sul
suo braccio e facendola rabbrividire.
Paura?
No,
pensieri confusi, ma uno sopra tutti: Spike.
*****
La
luce si era fatta più forte.
Sotto
di lei ora poteva vedere perfettamente una scala di pietra grezza che portava
al livello inferiore; era illuminata da lunghe candele bianche, accese da non
molto tempo.
Poca
cera era colata lungo di esse.
<
Hanno preparato il comitato di benvenuto con le candele? E lo champagne? >
si chiese < Ah! Sono io quello… >
il
calore emanato da quelle candele non la scaldava, anzi, le sembrava di provare
brividi più forti a mano a mano che si avvicinava al primo gradino.
<
Siamo al momento decisivo, tra poco lo vedrò in faccia, tra poco scoprirò con
chi ho avuto a che fare per un lungo anno di lotta! Tra poco uno dei due vedrà
la sua morte in faccia… > terminò il suo pensiero.
Aveva
paura, ma dentro di se si faceva strada un altro miscuglio di sentimenti.
La
curiosità.
Il
desiderio di morte.
L’odio.
Il
rancore.
L’amore.
<
Spike… > il pensiero ultimo andò al suo vampiro.
Sopra
tutto quel mare di emozioni, Buffy voleva solo salvare lui, portarlo fuori da
lì.
Ma
era tutta la verità?
Le
parole che lui le aveva poco tempo prima echeggiavano nella sua testa: le
cacciatrici cercano la morte…perché è la loro consorte…
Era
vero? Lo avrebbe scoperto quella notte.
Sapeva
che quella era la sua notte, la notte della cacciatrice e del maestro.
Loro
avrebbero ballato finché uno dei due non si fosse fermato esausto, ferito,
morto.
Scese
i gradini, lentamente fino all’ultimo.
Sentiva
la presenza di un vampiro, uno solo.
Possibile
che non si fosse veramente tenuto tirapiedi al seguito? Cavolo, sarebbe stato
uno scontro diretto!
Onesto.
<
No…ci deve essere qualcosa sotto… > la mente di Buffy lavorava in
continuazione, senza sosta, cercando di capire la strategia del maestro.
Ma
non l’avrebbe mai capito da sola, doveva affrontarlo faccia a faccia.
Non
aveva armi con se.
Aveva
rispettato i patti.
Si
guardò intorno alla ricerca di qualcosa di legno, qualsiasi cosa, anche una
matita!
Per
il momento non aveva visto nulla.
Una
volta sceso l’ultimo gradino, si ritrovò in uno spazio grande almeno il doppio
della stanza del mausoleo.
Non
esistevano muri, solo grezza pietra: i servi del vampiro avevano scavato fino
ad averne ricavato una stanza.
Era
strana però.
C’era
qualcosa di insolito: tutto era costellato di candele, come a ricreare una
situazione romantica, c’era un letto sfatto con delle lenzuola nere
appallottolate era alla sua destra e una cassettiera.
Quella
era una camera da letto, non una sala del trono di un maestro!
Ma
chi viveva lì dentro?
Buffy
strizzò gli occhi e continuò ad osservare.
Alla
sua sinistra, c’erano 3 alti gradini e alla sommità, una grossa poltrona nera,
voltata.
<
Che sia lì? > inarcò un sopracciglio.
Se
era seduto in quella poltrona, voltandole le spalle, perché non reagiva?
Aspettava una sua mossa?
Cosa
doveva dire?
Buffy
sentì il panico avanzare: possibile che una volta di fronte al maestro non
sarebbe riuscita a trovare le parole adatte ad iniziare?
Si
mise parallela alla poltrona e deglutì a fatica.
Aveva
la gola secca, molto secca, ma del resto non poteva restare ferma a vita, uno
dei due doveva pur fare il primo passo.
Un
respiro profondo…e via…
-
Sono arrivata! – esclamò, sentendosi subito dopo una stupida per quelle parole.
<
Non poteva uscirmi qualcosa più ad effetto? > si rimproverò.
La
poltrona scricchiolò lentamente, facendo mezzo giro verso sinistra.
Ora
era di tre quarti, ma la cacciatrice non riusciva a vedere il volto del
maestro, non ancora.
Tutto
quello che riusciva a scorgere era la mano bianca poggiata mollemente sul
bracciolo.
-
Benvenuta nella mia casa…cacciatrice… - rispose il maestro.
Buffy
strinse gli occhi, cercando di analizzare quella voce: era vecchio ad una prima
conclusione, una voce rantolosa ma forse…camuffata.
<
Vuole nascondere la sua vera voce? Perché dovrebbe… >
Si,
decise infine che il maestro era un vecchio vampiro, eppure quella nota stonata
continuava a tormentare il suo pensiero.
<
È camuffata? >
Scosse
il capo.
Mise
le mani sui fianchi e picchiettò il piede destro sul pavimento, in segno di
impazienza – Dov’è Spike? Dove lo tieni nascosto? –
Ci
fu una pausa lunga , nella quale Buffy si sentì morire.
L’attesa
della risposta le provocava un formicolio lungo le braccia: avrebbe voluto
avere in mano un paletto in quell’istante, per poterlo scagliare contro quella
poltrona, facendogli attraversare da dietro il cuore del maestro.
Ma
dove teneva Spike? E
-
Non temi la morte? - domandò lui.
Buffy
spalancò gli occhi, poi lui proseguì.
-
Sei così decisa ed innamorata da mettere di fronte a tutto la salvezza di un
essere inutile come Spike? -
-
Spike non è inutile! – sbottò lei in risposta.
Strinse
i pugni e la ferita sulla sua mano si riaprì.
-
Sanguini cacciatrice? – domandò il maestro – Sento già l’odore sublime del tuo sangue…
-
Lei
fece un passo indietro inorridita e si strinse la mano nell’altra.
-
Spike è fortunato ad aver bevuto il tuo sangue bambina…il sangue della
cacciatrice è il pasto migliore al quale un vampiro possa anelare… -
-
Perché continui a nominarlo? Dimmi dove sta! – gridò lei alla soglia
dell’esasperazione – Sono venuta di mia spontanea volontà, ti chiedo solo di
liberarlo! Cosa vuoi di più? -
La
poltrona scricchiolò: lui si stava muovendo, ma ancora non si alzava.
-
Vuoi combattere con me cacciatrice? Non è forse per questo che sei qui? – le
domandò.
Buffy
scosse il capo – Si…cioè… -
-
Sei confusa? -
Alzò
di nuovo lo sguardo verso la figura seduta < Perché invece di picchiarci a
sangue stiamo parlando? Mi sembra di non arrivare a nulla e nel frattempo Spike
potrebbe… >
Ma
il maestro interruppe i suoi pensieri – Tu pensi disperatamente a quel vampiro,
Spike…perché? Perché rischi la tua vita e la discendenza delle cacciatrici per
lui? È il tuo nemico naturale…tu li uccidi quelli come lui… -
Buffy
si mise la mano ferita all’altezza del cuore: batteva all’impazzata.
Perché
lui la distraeva? Era lì per combattere e morire se necessario, non per
analizzare i suoi sentimenti per Spike!
-
Ti ho fatto una domanda! – parlò lui insistendo, assumendo un tono di voce meno
roco e vecchio.
Sembrava
che ci fosse impazienza nelle sue parole, Buffy non capiva.
-
Cosa ti devo dire? Vuoi sapere perché? Io amo Spike, lo amo come non ho mai
amato nessun uomo mortale che cammina alla luce del sole! È l’unico che è
riuscito a completarmi, è l’unico che comprende i miei bisogni, le mie
necessità più intime e nascoste…lui… -
La
poltrona cigolò, girandosi di qualche centimetro – Lui… - suggerì il maestro -
…lui placa la tua sete…creatura oscura più vicina a noi di quanto tu non creda…
-
Buffy
alzò lo sguardo nel sentire pronunciare quelle parole – Come fai? – domandò
esasperata – Come puoi dire tutto questo? – sbraitò gesticolando a braccia
aperte – Sono cose così personali, sono solo di Spike e me… - terminò con un
filo di voce.
Gli
occhi scrutarono ogni singolo particolare, granello o sassolino che si trovava
sul pavimento.
Non
trovava forza per guardare anche solo la poltrona girata del maestro: quelle
parole erano di Spike, perché lui le conosceva? Come gliele avevano estorte?
Tortura?
Respirò
profondamente, chiuse gli occhi e alzò lo sguardo: una volta ritrovato un
briciolo di equilibrio, fissò torva in direzione del maestro – Perché non
rispondi? Perché non mi affronti? Vuoi attuare una meschina e bieca tecnica
psicologica per vedermi impazzire? –
Avvertì
il rumore di un accendino e subito dopo delle spire di fumo si levarono verso
l’alto.
Buffy
sgranò gli occhi non appena il maestro scaglio all’indietro il pacchetto di
sigarette: riconobbe la marca come quella fumata da Spike.
Il
suo cuore perse un battito.
-
Mostro! – gridò mentre le lacrime che tanto aveva cercato di reprimere si
facevano strada fino ai suoi occhi – Vuoi provocarmi fino a farmi esplodere? -
Buffy
decise che il tempo delle parole volgeva al termine e si mise in posizione
d’attacco – Mostrati vampiro o verrò personalmente ad alzare quel tuo maledetto
culo rugoso da lì! –
Il
maestro scoppiò in una sonora risata – Allora sei veramente pronta
cacciatrice…sei una perfetta e volontaria vittima sacrificale… -
La
poltrona ebbe un sussulto quando l’antico vampiro si alzò.
Buffy
non riusciva e vederlo ancora: era avvolto in un mantello nero o in qualcosa di
simile e lungo, la testa restava in penombra.
-
Cacciatrice… - fece lui - …sei pronta al momento della verità? Il tuo cuore
potrebbe non essere pronto… -
Buffy
non rispose ed attese in silenzio.
Il
maestro si voltò e la luce investì di colpo i lineamenti del suo viso, il
colore dei capelli, il mantello che in realtà era uno spolverino di pelle.
Gli
occhi della cacciatrice si puntarono su di lui, riflettendo la verità.
-
Non…non è possibile… - balbettò incredula.
Il
vampiro sorrise beffardo – Eccomi qui…in tutto il mio oscuro e potente
fascino…raggio di sole… -
Capitolo
20
Sentì
le gambe cedere.
Cadde
in ginocchio.
Le
labbra tremavano, nel vano tentativo di pronunciare una sola parola, un solo
nome.
Era
uno scherzo vero?
-
S…Spike… - balbettò Buffy – Cosa…cosa succede? -
Il
vampiro fece spallucce – Eccomi cacciatrice, sono qui… - rispose.
-
Perché? Dov’è il maestro? -
Ancora
non capiva?
-
Non ti è chiaro? – fece lui scendendo i gradini con aria disinvolta e
diminuendo la distanza tra loro.
-
No… - rispose lei asciugandosi le lacrime con le mani chiuse a pugno.
Spike
sorrise teneramente alla cacciatrice – Sono io raggio di sole, sono io il
Maestro di Sunnydale…io governo
Buffy
deglutì a fatica, poi tossì: il pianto era scoppiato, sfociando in una reazione
isterica.
-
Non…non può essere vero… - biascicò – Tu mi stai mentendo! -
-
E perché dovrei? – rispose lui – Non ho più motivo per farlo raggio di sole,
era giunto il momento di metterti di fronte alla verità! – puntò il dito indice
contro di lei – Tu hai voluto sapere chi ti faceva la guerra da un anno…e io ti
ho accontentata! – cominciò a camminarle intorno, aspettando una reazione
violenta della ragazza.
-
Perché… - sussurrò lei fissando il suolo – Mi hai portata a questo punto… -
alzò il viso, cercando di mostrarsi decisa e fiera ma il risultato non fu
quello che lei desiderava – Mi hai giocata, mi hai ingannata fin dall’inizio
solo per avermi qui, volontaria vittima del tuo maledetto sacrificio con
Si
alzò in piedi e affrontò il vampiro – Allora? – gridò – Rispondimi Spike!
Perché mi hai ingannata? Dov’è la lancia? Avanti! –
Il
vampiro si fermò, proprio di fronte a lei, fissandola serio – No…non è il
momento della rabbia… -
-
Cosa? Che diavolo stai dicendo? Credi che io possa ignorare chi sei e perché mi
hai…mi hai…fatta innamorare di te? -
Spike
sorrise – Tu mi ami… -
<
Si >
-
No! – mentì – Come posso amare una cosa senza vita? – dopo aver terminato
l’ultima parola si scagliò contro il vampiro, sferrandogli un potente calcio –
Mi volevi qui per avere l’immortalità vampiro? – sbraitò – Allora dovrai
conquistartela! -
Spike
parò il colpo ma si trovò subito in difficoltà vista la furia continua dei
colpi della cacciatrice.
Buffy
colpiva, guidata e sostenuta dalla rabbia e dall’odio.
-
Come hai potuto ingannarmi? Come hai potuto prenderti gioco di me? – un calcio
nello stomaco lo mandò dritto contro la roccia – Certo… - proseguì lei – Tu sei
malvagio, hai fatto tutto come un perfetto attore teatrale, l’amore, le tue
parole…scommetto che l’attacco alla biblioteca e al bar sono stati opera tua!
Hai sacrificato volentieri i tuoi servi per arrivare al mio cuore! -
Spike
le restituì il calcio una volta in piedi, permettendogli così di poterle
rispondere – Si…era tutto programmato…era tutta una messinscena solo per
arrivare a te… - ammise - …ma non nel modo che tu pensi! –
Buffy
si rialzò e cominciò a colpire con i pugni.
Spike
si abbassò per evitarne uno.
-
Volevi solo scoparmi? Mettere in crisi la mia coscienza? Se era per questo
motivo allora hai vinto, ci sei riuscito…ora tira fuori
Lui
la colpì sotto il mento con un sinistro, facendola sbandare.
Le
sanguinava il labbro inferiore.
-
Sei così bella quando combatti raggio di sole… - commentò lui con sguardo
lussurioso – Così mi ecciti… -
Buffy
ringhiò – Tenti di provocarmi? – si passò la mano sulla bocca per levar via il
sangue.
Spike
si passò la lingua tra i denti – Si… - rispose – Voglio sfinirti cacciatrice,
poi parleremo… -
-
A meno che io non ti uccida prima! – rispose lei saltandogli addosso ed
inchiodandolo al suolo con la forza delle sue gambe e bloccandogli le braccia
sopra la testa.
Ci
fu un lungo attimo di silenzio.
Buffy
ansimava: non era la stanchezza fisica ma quella mentale.
Erano
viso contro viso quasi.
Troppe
cose aveva vissuto quella notte, troppe cose avevano sconvolto il fragile
equilibrio della sua vita.
Spike
l’aveva ingannata e lei era pronta a morire per lui fino a pochi minuti prima!
Il
maestro sorrise e fissò Buffy che lo osservava scura in volto.
-
Raggio di sole… - fece lui col suo tono suadente - …cosa vorresti fare ora? -
Una
goccia di sangue cadde dal labbro della cacciatrice sulla bocca del vampiro che
l’assaporò, chiudendo gli occhi e sospirando di beatitudine.
Buffy
ringhiò.
-
Raggio di sole…a meno che tu non mi strappi il cuore…non hai paletti, non puoi
eliminarmi…e se mi liberi le mani io… -
-
Perché? – chiese lei – Perché ti sei preso gioco di me? Non era meglio un
combattimento unico…un vincitore e un vinto… -
Spike
ammutolì e la guardò per la prima volta, da quando si era rivelato, con dolcezza
– Buffy… - mormorò, leggendo una profonda delusione nei suoi occhi.
-
Spike… - rispose lei – Io ti amavo… -
Lui
aggrottò le sopracciglia – Ora non mi ami più? – domandò.
<
Che domanda… > pensò lei, ma non aveva la capacità di portare a termine una
frase, figurarsi i pensieri.
-
Io…no…non ti amo più… - ma non riuscì a guardarlo negli occhi mentre
pronunciava quelle parole.
Distolse
lo sguardo ma tornò subito su di lui; le lacrime copiose le impedivano quasi di
vedere chiaramente – Si…maledetto vampiro ti amo ancora…ma questo non cambia le
cose! –
-
Si che le cambia… - ribatté lui.
-
No! Tu mi hai voluta qui per il rituale della lancia! Hai ottenuto che ci
venissi di mia volontà…e ora potrai spezzare la linea delle cacciatrici come
dice la profezia! -
-
No Buffy… - tentò di replicare lui.
La
cacciatrice aumentò la presa sui polsi del vampiro – Smettila di dire
stronzate! Non credo più alle tue parole! Tutto quello che mi hai detto era
falso… -
Spike
scosse il capo – Buffy lasciami parlare! – urlò e si alzò di scatto liberandosi
i polsi e tirando una testata alla cacciatrice, stordendola e permettendogli di
ribaltare i ruoli.
Quando
Buffy riaprì gli occhi qualche attimo dopo, si trovava inchiodata al suolo,
Spike sopra di lei che però le aveva lasciati liberi i polsi; le accarezzava il
viso, deponendo piccoli baci sulle sue labbra ferite, scendendo lungo il collo.
-
Cosa fai… - mormorò lei allontanandolo da se – Non mi devi toccare mai più! –
gli ordinò.
Spike
la guardò con dolcezza e una punta di divertimento – Ti adoro quando sei
arrabbiata raggio di sole… -
Buffy
lo fissò confusa – Spiegami perché… - chiese calma. Non aveva scelta ormai.
Spike
socchiuse gli occhi – Ti ho dato molte volte il motivo…ma tu non lo hai colto
perché ignoravi chi fossi in realtà… -
Lei
lo interrogò con lo sguardo: la rabbia faceva posto alla curiosità.
Si
stava ammorbidendo? Ma poteva cedere anche se era lui il suo vero nemico?
-
Ti ricordi quando ti chiesi perché il maestro di Los Angeles ti voleva come
compagna? Perché la cacciatrice è la creatura più vicina ai vampiri tra tutte
le creature delle tenebre! Si perché anche tu sei nata nelle tenebre…proprio
come me! Ma tu non sei la sposa di semplici neonati senza potere, non di
sanguinari che uccidono per puro e animalesco appetito…la cacciatrice è stata
creata per ucciderli quelli così… - si fermò un istante per accarezzarle la
guancia – La cacciatrice è nata per essere una regina della notte…la
cacciatrice è l’unica creatura nata per essere la compagna di un maestro come
me…tu sei destinata a me…come io sono destinato a te…te l’ho già detto Buffy,
io sono la tua morte, sono la morte che tu insegui da quando sei la
cacciatrice! -
Buffy
sgranò gli occhi.
Spike
avvicinò il viso al suo – Ricordi le parole di Lothos? Tu ed io siamo uno… -
Lei
annuì tornando per un istante al ballo di quella notte a Los Angeles.
-
Io c’ero quella notte…quando tu lo hai ucciso…quando hai dato fuoco a tutto e
sei scappata sulla moto con quel ragazzino che avevi baciato… - pronunciò le
ultime parole con un tono rabbioso – Da allora non ti ho più lasciata! Ti ho
seguita fino a qui,
Buffy
scosse il capo incredula – Io…ma perché hai inscenato tutto questo? –
Spike
sorrise sornione e si avvicinò alla sua bocca – Avresti creduto alle mie
parole? Se fossi venuto da te e ti avessi detto chi ero e cosa volevo da te…non
mi avresti attaccato? Saresti forse uscita a cena con me? –
-
Io… - la cacciatrice sbuffò.
-
Vedi…ho ragione…ho dovuto portarti nel mio mondo, diventare il tuo unico aiuto
in questa finta guerra tra di noi, corteggiarti, sedurti e farti scoprire il
tuo vero io… -
-
È solo per quello che non ti mostravi? -
Spike
annuì e le sfiorò le labbra con le sue – Io ti osservavo ogni notte mentre uccidevi
i miei servi. Ti spiavo, ti ammiravo mentre ti muovevi come una predatrice tra
le lapidi, aspettando il momento propizio per iniziare la mia messinscena e la
mia seduzione…Buffy… - proseguì – Io non ho mai posseduto
Lei
chiuse gli occhi – Ma allora cosa vuoi ottenere da me… - lo implorò.
-
Niente di più di quello che ho già davanti…raggio di sole… - scese sulla sua
bocca e questa volta il bacio non fu casto.
Buffy
non si ritrasse a quel contatto, nonostante tutto lo desiderava, lo amava:
dischiuse la bocca per lasciare entrare la lingua del vampiro e lo circondò con
le braccia per approfondire il contatto.
Il
desiderio del suo corpo era completo, lo voleva, voleva possederlo e farsi
possedere di nuovo, anche se questo avesse significato la sua dipartita.
Quando
si staccarono però, la cacciatrice lo fissò seria – Stai mentendo… -
Spike
scoppiò in una risata leggera – È vero… - rispose - …voglio qualcosa di più… -
-
E cosa vuoi? – domandò lei.
–
Non lo hai ancora capito cacciatrice? –
Buffy
sorrise e lo attirò a se – Credo di averlo capito vampiro… -
Capitolo
21
Spike
stava per baciarla ma lei lo fermò mettendogli una mano sulla bocca: lui la
interrogò con lo sguardo.
Buffy
sorrise – Mi hai ingannata…e hai inscenato tutto questo solo per arrivare qui?
Non c’è nessuna lancia? Dove la tieni… - sibilò.
Il
vampiro ghignò – Non c’è nessuna lancia raggio di sole…la vera Lancia di
Longino non è ancora stata trovata…e quando verrà ritrovata…non credo sarà più
un tuo problema… - e si abbassò di nuovo per baciarla.
Questa
volta non incontrò nessun ostacolo.
-
Sei un bastardo… - sentenziò Buffy non appena si staccarono – Sapevi che non
avresti avuto possibilità con me…in nessun modo oltre a questo… -
Lui
annuì divertito.
-
E non avrei mai accettato una storia con te… - proseguì lei.
-
Non senza una componente di oscurità piccola…la stessa oscurità che sento
dentro di te… - il suo dito le sfiorò le labbra, scendendo lungo il mento e il
collo, raggiungendo l’incavo tra i seni.
Buffy
si sentì rabbrividire – La mia oscurità sei tu… - sussurrò lei.
-
Io sono la morte… - mormorò lui leccandole il collo e ringhiando sensualmente –
Nessuno oltre a me può starti vicino cacciatrice…lo sai vero? -
Buffy
lo fissò dritto negli occhi, perdendosi in quell’oceano.
Le
lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso.
-
Perché piangi raggio di sole? – domandò lui preoccupato.
Lei
scosse il capo e sorrise – Io ero sbagliata fin dall’inizio…tu lo avevi capito…
-
Spike
schioccò la lingua e la baciò a fior di labbra – No…tu non sei sbagliata… - le
mordicchiò il labbro inferiore, succhiandolo lentamente – Ogni cacciatrice è
nata nel buio…e nel buio torna nel momento della morte…ma solo tu…e altre poche
sono state guidate verso la loro natura profonda… -
Buffy
lo studiò incuriosita.
-
Se io non ti avessi risvegliata amore mio…tu avresti vissuto i pochi anni che
ti restavano combattendo come un guerriero e trovando pace solo nei brevi
momenti di uccisione, vivendo due vite a metà, il lavoro in quel bar, i tuoi amici,
l’idiota di Paul e la notte, unica dolce nota della tua esistenza… -
-
E ora? – chiese lei.
-
Ora… - iniziò Spike, alzandosi e prendendola tra le braccia - …ora potrai
godere per l’eternità…piccolo e oscuro fiore delle tenebre… -
Buffy
sorrise per quelle parole – Chi ti da la certezza che io ti seguirò nella
notte? Non ti ho detto di si… -
Per
un istante il viso di Spike si rabbuiò – Non hai scelta raggio di sole…lo
faccio per salvarti…o con me o sottoterra tra poco tempo! Cercherai la morte
altrove se mi lascerai – sorrise – e sarà quella sbagliata che ti farà visita
piccola… -
Buffy
gli mise le braccia intorno al collo – Perché solo tu sei la mia morte…quella
perfetta…quella oscura che cerco… - lo baciò - …avevi giurato di corrompere la
cacciatrice… - mormorò affondando il viso nell’incavo del collo - …e a quanto
pare sei riuscito nel tuo intento… -
Spike
scoppiò a ridere – Si…ero certo di vincere piccola…ti amavo già…da tanto
tempo…ed è difficile resistere al mio fascino oscuro… -
Buffy
mugolò qualcosa che lui non comprese.
-
Cosa? -
-
Hai detto di amarmi… - disse lei sorpresa.
Il
vampiro annuì e lei lo baciò di nuovo, poi si diresse verso il letto.
-
Dove mi porti? – domandò Buffy fingendo meraviglia.
Lui
la distese delicatamente sul letto – Dobbiamo farci la guerra raggio di sole
no? Abbiamo ballato fino ad ora…ora si fa sul serio… -
La
cacciatrice sorrise mentre lui si toglieva lo spolverino e la camicia; lei si
mise a sedere sul letto e gli sbottonò i jeans.
-
Impaziente… - commentò lui sornione, finendo di spogliarsi e facendo
altrettanto con lei.
Si
distese sopra di lei, beandosi del calore di quel corpo piccolo ma tanto forte,
almeno quanto il suo.
-
Non avresti mai vinto con me… - mormorò lui baciando il collo già ferito di
lei.
Buffy
scoppiò a ridere – Ne sei così sicuro? – domandò lei accarezzando la sua
virilità attraverso il tessuto del boxer nero che ancora indossava.
Spike
annuì mentre le sue mani vagavano per il corpo della ragazza – Non avresti mai
avuto il coraggio di uccidermi… -
-
Nemmeno tu… - proseguì lei, strizzandogli i glutei sodi mentre lui le si
strusciava contro, eccitandola.
Lui
ridacchiò – Ma io lo sto per fare raggio di sole… -
-
Col mio consenso… - terminò lei chiudendo gli occhi e sospirando.
-
Già…non credi che questa sia la morte migliore che una cacciatrice possa
desiderare? – le chiese; sentì lei gemere e spalancare gli occhi sotto di lui
mentre le sue dita esperte raggiungevano il centro del suo piacere.
-
Oh si… - mormorò lei in estasi – Non c’è morte migliore…che questa… - biascicò
tra un sospiro e l’altro.
Chiuse
di nuovo gli occhi mentre il vampiro le leccava di nuovo il collo, ringhiando
di piacere e soddisfazione.
-
La cacciatrice è mia… - sibilò mutando i lineamenti e mostrandosi a lei.
Buffy
l’osservò adorante, accarezzandogli i lineamenti demoniaci e mortali – Sei il
mio amore… - gli disse e sollevò il capo per raggiungere la sua bocca.
La
sua lingua sfiorò i canini appuntiti e letali, conficcandosi volutamente dentro
per fargli bere il suo sangue.
Il
loro ballo finale ebbe inizio così.
Spike
le fece appoggiare la testa sul cuscino senza mai staccarsi da lei, continuando
a danzare con la sua lingua e bevendo il suo sangue, poi si allontanò, senza
cambiare lineamenti.
Buffy
ansimò di piacere mentre lui la contemplava: le pulì gli angoli della bocca
sporchi di sangue con un dito, portandoglielo alle labbra per farle assaggiare
ancora il sangue.
-
Il sangue della cacciatrice… - mormorò lei – Il miglior nettare che un vampiro
possa desiderare… -
Spike
annuì ed entrò in lei con una spinta decisa, facendola sussultare – Mia…mia per
sempre… - disse mentre lei si inarcava verso di lui per approfondire il loro
intimo contatto.
-
Mordimi… - lo implorò lei ancora – Saziati Spike… - gli ordinò – Saziami… - gli
chiese.
Il
vampiro si avventò sul collo della cacciatrice e la morse, approfondendo la
precedente ferita.
Buffy
gridò nello stesso istante, raggiungendo il piacere fisico e sentendosi toccata
nel profondo dell’anima dal morso del vampiro.
-
Siamo una cosa sola… - mormorò mentre sentiva la bocca del vampiro che beveva
famelica da lei – Uccidimi Spike…fammi diventare come te… -
Mentre
le forze la abbandonavano, Buffy si avventò sul collo del suo amore, cercando
di morderlo con i suoi denti e scalfendo leggermente la pelle.
Spike
si staccò dalla ferita, sorridendo nel sentire i denti di Buffy.
La
staccò con delicatezza da se e lei si sentì cadere indietro verso il materasso,
troppo debole per sostenersi: lo fissò senza parlare.
Lui
le accarezzò i morbidi capelli – Raggio di sole… - mormorò lui contemplandola
nella morte imminente – Ti aiuto io… - e si ferì ancora il collo, proprio come
la notte prima.
Buffy
respirava a fatica: il battito del suo cuore le rimbombava nelle orecchie come
rintocchi di un lento orologio a pendolo.
Spike
fece passare una mano dietro la sua nuca, aiutandola a sollevarsi – Bevi raggio
di sole… - le disse – e al tuo risveglio sarai finalmente sazia e completa
accanto a me… -
Lei
riuscì a sorridergli prima di premere le labbra contro la ferita: inizialmente
sentì bagnarsi le labbra di sangue caldo e immortale, poi il primo fiotto le
inondò la bocca, dandole la scossa di vita che aspettava da tempo.
La
scossa, la completezza, l’oscurità del sangue vampiresco di Spike.
La
sazietà.
La
forza ricomparve nel suo corpo dissanguato, permettendole di aggrapparsi da
sola a Spike: lo strinse, lo accarezzò con possessione e quando lui la
allontanò da se, lei si lasciò cadere sul letto ridendo e mormorando – Mio…per
sempre… -
Capitolo
22
-
Ma dove diavolo mi stai portando? – Paul inciampò in una radice che fuoriusciva
dal terreno.
Andrew
Sbuffò nel vederlo incespicare e quasi perdere l’equilibrio – Non lo vedi?
Siamo al cimitero, al Restfield! È qui che Buffy è venuta, qui la troveremo! –
Paul
si fermò, appoggiando una mano ad un albero – Ma come potremo salvarla? –
domandò confuso – Hai visto quelle…cose al bar cos’hanno fatto… -
Il
biondo scosse il capo – Abbiamo le croci, i paletti, l’acqua santa…in qualche
modo ce la caveremo! Una volta trovata Buffy sarà facile avere il suo aiuto! –
-
E se è già… -
-
Non dirlo nemmeno per scherzo! – sbottò Andrew – E poi…Buffy vincerà contro il
maestro! È un osso troppo duro da sconfiggere, non può perdere! Ha aspettato
questo momento per un anno intero, preparandosi, combattendo e uccidendo
vampiri ogni notte per salvaguardare la nostra incolumità…è pronta, è forte,
talmente forte che tu non puoi nemmeno immaginare! –
-
Lei è speciale? – domandò Paul – Tu lo hai sempre saputo, tu eri l’unico… -
Andrew
annuì – Si, solo io sapevo…io e Spike in seguito… -
Paul
sospirò guardandosi intorno: non voleva farlo notare all’amico, ma le sue gambe
tremavano.
Aveva
paura.
Tanta.
-
Dove sarà? – domandò infine Paul – non possiamo cercarla in tutto il cimitero,
questo è il più grande della città! È immenso! –
Andrew
gli fece cenno di tacere all’istante, poi gli indicò un punto preciso – È un
antico mausoleo – bisbigliò al compagno di avventura.
Paul
lo interrogò con lo sguardo.
-
Qualcuno si è appena allontanato da lì… - gli spiegò – Non lo hai visto? –
L’altro
gli rispose con un cenno negativo del capo.
-
Poco importa, l’ho visto io…chi vuoi che si muova a quest’ora della notte in un
cimitero oltre alla cacciatrice e ai vampiri? –
I
peli del corpo di Paul si rizzarono per il gelo che lo investì.
Ancora
vampiri.
Strinse
il crocifisso che aveva in mano.
-
Andiamo! – lo esortò il biondo.
-
E se ce ne sono altri? – Paul lo bloccò per un braccio ma Andrew si liberò con
uno strattone.
-
Li uccideremo! – fu la risposta.
Paul
inghiottì saliva a fatica e seguì l’amico.
Erano
quasi giunti all’ingresso del mausoleo quando la porta venne spalancata
dall’interno, lasciando uscire una figura ricurva e zoppicante, interamente
nera.
La
luce della luna si fece strada prepotentemente tra le nuvole, illuminando
quella figura.
-
Spike! – esclamò Andrew mentre il vampiro cadeva a terra.
Paul
rimase alle spalle dell’amico che nel frattempo aveva soccorso l’altro.
-
Spike rispondimi… -
Il
vampiro emise un gemito di dolore: il viso portava ancora i segni della lotta
precedente, era visibilmente sofferente.
Inoltre…piangeva.
-
Dov’è Buffy? – gli chiese Andrew.
Spike
sbatté le palpebre più volte, mettendo a fuoco la figura del ragazzo che lo
sorreggeva.
Cercò
di parlare, ma le parole sembrarono morirgli in gola.
-
Rispondi! – lo rimproverò Paul con stizza.
Spike
lo osservò come se non lo avesse mai visto: dolore era ciò che si leggeva sul
suo viso.
Indicò
l’interno del mausoleo con la mano – Laggiù… - piagnucolò – Andate sotto… -
mormorò.
Andrew
lo aiutò ad appoggiarsi al muro ed insieme a Paul entrò.
Spike
sorrise.
*****
Scesero
le scale di corsa, raggiungendo il livello inferiore della cripta.
La
prima cosa che i due notarono fu il letto dove un corpo giaceva sdraiato,
apparentemente addormentato.
Paul
ed Andrew si precipitarono lì, restando a bocca aperta.
Buffy
giaceva sdraiata su quel letto, nuda e…morta.
Paul
le tastò il polso, non sentendo battito, Andrew la osservò.
Il
collo era sporco di sangue, segnato da un profondo morso di vampiro, la dolce e
piccola bocca era imbrattata anch’essa, così pure il mento.
-
Buffy… - mormorò Paul accarezzandole il viso noncurante del sangue che lo
sporcava.
-
Non toccarla… - sibilò Andrew.
-
Ma…dobbiamo portarla via da qui? - fece l’altro.
Andrew
si guardò intorno, la vista annebbiata dalle lacrime – Non c’è traccia della
lancia… - sussurrò.
-
Cosa? Andrew perché perdiamo tempo? Potrebbe arrivare qualche mostro e saremmo
spacciati anche noi! – fece un girò su se stesso, terrorizzato dai più piccoli
rumori, poi prese l’amico per le braccia – Dobbiamo andarcene! Lasciamola qui!
È morta ormai! –
Andrew
lo spinse lontano – Tu…avresti il coraggio di lasciare qui il suo corpo per
salvare la tua pelle? Lurido bastardo vigliacco! Dovresti vergognarti! Avevi
detto di volerla salvare…e ora… –
-
Ma…ma…è morta! - balbettò l’altro.
Andrew
si voltò verso il corpo di Buffy, contemplandola, poi prese il lenzuolo e la
coprì fino al collo, nascondendo la sua nudità - Non ha importanza ormai… -
rispose laconico, fissando la sua amica nell’immobilità della morte.
In
quel momento un singolo applauso giunse dalle scale dove i due amici erano
scesi poco prima.
Spike,
sorridente e in perfetta forma scendeva verso di loro.
-
Complimenti… - iniziò – Perfetta interpretazione… -
Paul
guardò il vampiro confuso e terrorizzato, poi sentì Andrew alzarsi alle sue
spalle.
-
Guardare tutti quei film può tornare sempre utile vero? Sei stato un attore
impeccabile…Andrew –
Andrew
rise – Grazie Spike… -
Paul
si voltò, vedendo che l’amico ora era in piedi, sorridente e per nulla
preoccupato.
Il
vampiro afferrò una catena da terra e raggiunse i due ragazzi – Sei stato
formidabile, lo hai portato da me senza alcun problema… -
-
È stato facile…il codardo voleva fare l’eroe alle mie spalle…salvando la
principessa e sperando di poterla stupire per il suo gesto… - rispose il
ragazzo.
-
Ma che diavolo state dicendo? Cos’è questa messinscena? – domandò Paul
allontanandosi dai due.
Spike
fu rapido e lo catturò, imprigionandolo con la catena – Ma non hai capito
ancora? Eri tu che volevo qui stupido pivello sciupafemmine e spezzacuori…è
stato facile convincerti a venire dritto da me…e da Buffy… -
-
Ma allora l’hai uccisa tu! – gridò Paul.
Andrew
scoppiò a ridere.
-
O certo…ma credi che non le farà piacere trovare qui un volto amico al suo
risveglio? – lo gettò a terra come un sacco dell’immondizia e Paul si mise a
piangere terrorizzato.
-
Cosa ne sarà di me? –
Andrew
si affiancò a Spike – Io vado – fece al vampiro – L’alba è vicina e dovrai
riposare per la prossima notte… -
Spike
sorrise maligno – Già godo al pensiero di quando lei si sveglierà…e troverà
questa merda umana come primo pasto… - poi si rivolse a Paul – Sei un perfetto
regalo per la mia dolce e oscura compagna Paul…dovresti ritenerti onorato di
essere il suo primo pasto… - e scoppiò a ridere, mentre Andrew si allontanava
fischiettando dal sotterraneo per tornare a casa sua.
Spike
si voltò nella direzione del ragazzo – Andrew… - gli disse – grazie per la
collaborazione… -
Lui
fece un cenno con la mano senza girarsi – Tutto ciò che vuoi per la felicità di
Buffy, la morte di quell’idiota e… - e proseguì per la sua strada.
Una
volta rinchiuso Paul in una stanza segreta del mausoleo, Spike tornò al corpo
della cacciatrice che giaceva senza vita sul letto.
La
scoprì ammirando la sua opera malvagia e dopo essersi tolto i vestiti giacque
con lei fino al suo risveglio, tenendola stretta per accompagnarla nel sentiero
che era stato segnato per lei dalla notte della prima cacciatrice.
Capitolo
23
Un
lieve tremore scosse il corpo di Spike: il sole stava tramontando, presto
Sunnydale sarebbe caduta nelle tenebre come ogni notte.
Ma
quella doveva essere una notte speciale.
Il
suo braccio circondava pigramente il corpo minuto della cacciatrice che ancora
giaceva senza vita accanto a lui.
Presto
avrebbe riaperto gli occhi.
Le
accarezzò il viso, scese lungo il collo, la spalla e la scoprì per toccare ogni
centimetro della sua pelle fredda.
Non
stava più nella pelle, voleva che si svegliasse il prima possibile perché stare
senza di lei era una tortura.
L’aveva
ottenuta, la sua compagna, l’unica degna di stargli accanto, l’unica in grado
di tenergli testa, l’unica che lui amava.
Le
scostò una ciocca di capelli dal viso.
-
Per l’inferno maledetto! – imprecò.
Si
sentiva uno sciocco, un ragazzino, eppure voleva che lei si svegliasse…e
subito!
Si
fermò a fissarla: giurò che non si sarebbe mosso di un millimetro fino a quando
lei non avesse aperto gli occhi.
Bastava
solo avere pazienza e lui…ne aveva…per lei si.
Qualcosa
si mosse.
Le
labbra di Buffy si dischiusero lentamente, mentre lei apriva gli occhi.
Sbatté
le palpebre per mettere a fuoco la vista, poi si voltò nella direzione di Spike
e sorrise.
-
Ciao… - le mormorò lui con voce roca, baciandole delicatamente le labbra.
Buffy
mosse una mano per accarezzargli il viso – Ciao – rispose con voce bassa – Ho
fatto un sogno bellissimo… -
Lui
la strinse a se – Cos’hai sognato? –
-
Te…e questo momento… -
Spike
cercò la sua bocca e Buffy rispose con impeto a quel bacio, assaporando le sue
labbra e duellando con la sua lingua.
-
Era così… - mugolò lei non appena si furono staccati.
Spike
sorrise.
-
Mi sei mancata tantissimo… - le disse.
Buffy
sorrise – Sono sempre stata qui con te… -
Lei
scosse il capo – Eri lontana ancora…dovevi tornare da me…rinata come me raggio
di sole… -
-
Non sono più un raggio di sole… - puntualizzò lei con un sorriso malizioso
dipinto in volto: le sue mani ormai fredde s’impossessarono del corpo del
vampiro, come a rivendicarne il possesso.
-
Oh…lo sarai per sempre invece piccola…mia per sempre… - terminò lui facendo
altrettanto con il corpo di lei.
Buffy
mugolò mentre lui risvegliava i suoi sensi con il suo tocco – Non mi sono mai
sentita così…viva e completa Spike… -
Lui
annuì – Sei un vampiro raggio di sole, ciò che sei stata destinata ad essere
dal giorno della tua nascita! – le baciò la fronte – Ora sei veramente completa
piccola mia…una dolce, romantica, passionale, letale signora della notte… -
Buffy
ridacchiò a quelle parole che la descrivevano – Una signora della notte hai
detto? – domandò baciandogli una spalla.
Lui
annuì passando sulla sua spalla con la lingua, raggiungendo il punto dove la
notte prima l’aveva morsa per trasformarla e ora la pelle era candida e
perfetta.
Buffy
si lasciò sfuggire una risata divertita mentre lui prendeva un seno tra le mani
e con la bocca scendeva a torturarle piacevolmente l’altro.
Lei
sospirò di piacere e con le mani affondò nei suoi capelli, ancorandosi poi con
le gambe al suo corpo.
-
Spike… - mormorò languida.
Lui
grugnì senza abbandonare quello che stava facendo.
Buffy
rise ancora e gli sollevò il viso: lui ringhiò di disappunto - Amore… - mormorò
poi lei accarezzandogli il viso – Ho fame… -
Il
vampiro si fermò a fissarla negli occhi che ora brillavano di scintille gialle:
il suo demone bramava il primo pasto, il suo demone doveva cibarsi e lui aveva
tutto pronto.
-
Usciamo a caccia? – domandò lei.
Spike
scosse il capo e in risposta Buffy aggrottò le sopracciglia.
-
No raggio di sole… - fece lui sorridendo maligno mentre lei lo fissava, in
volto un misto tra sospetto e divertimento crescente.
-
Hai pensato a qualcosa di particolare amore? – chiese lei stringendo gli occhi
per scrutare nei suoi pensieri.
Spike
si passò la lingua sulle labbra mentre lei invece si mordeva quello inferiore
come faceva quando era nervosa: lui si sentì infiammare a quel gesto e la
baciò, mordendole il labbro fino a farlo sanguinare.
Mugolò
di piacere mentre la baciava, assaporando dalla sua bocca il suo sangue.
Sapeva
che renderla sua simile sarebbe stata la cosa più giusta.
Si
staccò dalla sua bocca leccandole le labbra un’ultima volta prima di alzarsi.
-
Spike… - lo incitò lei – Cos’hai in mente? –
Il
vampiro ghignò e la prese per mano, costringendola ad uscire dal letto.
*****
“Ora
sono pronta ad ucciderti”
-
Vestiti raggio di sole… - le suggerì Spike mentre si infilava la sua maglia
nera e gli inseparabili jeans. Buffy si soffermò un istante ad osservarlo
mentre copriva il suo corpo, poi cercò i suoi pantaloni e la maglietta che
erano stati piegati e riposti sulla cassapanca ai piedi del letto.
La
sua testa bionda sbucò fuori dalla scollatura a V e Spike le sistemò i capelli
scompigliati con gesti lenti e delicati.
Lei
sorrise e gli prese una mano tra le sue, baciando ogni singolo dito.
-
Piccolo demone tentatore… - bisbigliò lui.
Buffy
come risposta lo fissò, leccandogli il dito indice.
Spike
l’attirò a se con un ringhio ma si limitò a quello – Attendi mia amata…. – le
mormorò con un soffio nell’orecchio – Prima ho un dono per te… -
La
sua giovane childe rispose con una risata cristallina – Mi sono appena destata
amor mio e già mi vizi? –
Spike
inarcò il sopracciglio sinistro – Aspetta e vedrai… - le sussurrò a fior di
labbra, allontanandosi prima che lei lo potesse baciare.
Buffy
mise il broncio per il bacio mancato, ma lui rise – Non arrabbiarti raggio di
sole…sono convinto che i tuoi baci saranno migliori dopo che avrai visto il mio
dono per te… - la prese per mano e la trascinò con se.
-
Dove mi porti? – domandò lei curiosa.
Il
vampiro raggiunse una pesante tenda di velluto nero e la tirò, scostandola ai
lati grazie ad una corda dorata, rivelando poi un corridoio oscuro.
-
Spike? – fece Buffy – Che significa? –
Lui
la prese tra le braccia – Percorrilo piccola, i tuoi occhi vedranno
nell’oscurità…in fondo troverai la tua sorpresa mia regina… -
Buffy
si leccò le labbra, avvertendo un languore crescente alla bocca dello stomaco.
La
sete.
-
Hai fame amore… - le disse lui, indicandole di nuovo il buio.
Buffy
annuì, cercando di nuovo la sua bocca e anche questa volta Spike indietreggiò.
Lui
scoppiò a ridere – Prima placa il tuo appetito amore…poi penseremo al resto… -
Buffy
ringhiò, poi con la coda dell’occhio scrutò il corridoio.
-
Vai amore… - sarai contenta di ciò che troverai… -
L’ormai
ex cacciatrice si voltò lentamente, inoltrandosi da sola nell’oscurità
profonda.
*****
Sfiorò
con le mani il muro, temendo l’oscurità, poi si rese conto di vedere.
Amava
la sua nuova natura, amava il suo sire…
Nell’aria
avvertiva qualcosa di familiare, un profumo, si doveva essere quello, mischiato
al sudore umano, al sale delle lacrime e alla paura.
Ma
lei lo conosceva quel profumo?
Si,
lo aveva già sentito…
Si,
ora lo riconosceva, il profumo dei suoi abiti, l’odore che lei si sentiva
addosso ogni volta che lui lasciava il suo letto, l’odore che rimaneva nelle
lenzuola e sulla sua pelle ogni mattina…
Chiuse
gli occhi e sorrise, reclinando lievemente la testa all’indietro e riempiendosi
i polmoni di quel profumo, riempiendosi dell’odore del corpo di Paul.
Il
respiro di Paul era regolare, forse dormiva, oppure era svenuto per la paura.
Poco
importava, l’angelo della morte lo avrebbe svegliato, portandolo nel mondo dei
sogni, ma non dei suoi.
Buffy
vide una cella in fondo al corridoio, la pesante porta appena socchiusa, una
lieve luce che usciva dalle sbarre: doveva esserci una candela o una lanterna
ad olio.
Meglio
così, Paul avrebbe visto in faccia la sua dolce cacciatrice.
Buffy
entrò silenziosamente, cercando di non svegliarlo, non ancora almeno.
*****
Era
seduto a terra, la schiena appoggiata al muro.
Le
catene lo tenevano bloccato per i piedi e le mani al terreno.
Doveva
essersi addormentato per lo stress fisico e mentale, i polsi erano
insanguinati, forse aveva cercato di liberarsi con la forza.
Buffy
si passò la lingua sulle labbra avvertendo l’odore inebriante del suo sangue e
il suo pensiero andò a Spike e alla sorpresa che le aveva preparato.
Come
lo aveva portato fin laggiù?
Si
accucciò accanto a Paul e gli accarezzò il viso, delicatamente.
Lui
mosse gli occhi e socchiuse la bocca, emettendo un verso sofferto.
Buffy
gli accarezzò i polsi feriti, soffermandosi sui tagli che lui si era procurato.
Voleva
aspettare…
Lentamente,
Paul aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco la vista: sentiva le mani di
Buffy su di se e trasalì quando la vide, schiacciandosi contro il muro il più
possibile.
-
Tu…tu… - balbettò terrorizzato - …tu eri morta! –
Buffy
sorrise, poi assunse un’aria preoccupata – No…non è come credi…ero solo ferita
gravemente! –
Paul
le strinse un braccio – Ma come hai fatto a riprenderti? –
-
Sono una cacciatrice Paul, il mio fisico si rigenera diversamente dal tuo! –
Il
ragazzo sembrò credere alle sue parole.
Possibile
che non si fosse accorto di quanto lei fosse fredda?
-
E…il vampiro? –
Buffy
chiuse gli occhi e sospirò – È morto… - mentì – L’ho ucciso io stessa pochi
minuti fa! Ho finto di essere morta e non appena ne ho avuto la forza, l’ho
colpito di sorpresa! –
Paul
sorrise – Sei stata bravissima Buffy… - alzò la mano, cercando di accarezzarla,
ma la catena glielo impedì.
Buffy
allora la afferrò con due mani e la spezzò, dandogli sollievo.
Lui
si massaggiò il polso, poi buffy lo liberò del tutto – Aspetta ad alzarti… -
gli fece lei – Restiamo un po’ qui soli… - si inginocchiò accanto a lui.
Paul
la guardò curioso: la paura sembrava averlo abbandonato del tutto.
-
Come hai fatto a finire qui? Eri venuto per salvarmi? –
Lui
annuì – Con Andrew…ma lui mi ha tradito…credeva che fossi morta e che Spike ti
avesse vampirizzata…era d’accordo con il vampiro, io sarei stato il tuo primo
pasto…come dono… -
Buffy
lo guardò sorpresa – È stato Andrew? – sbatté gli occhi incredula.
<
Andrew? > pensò dentro di se.
Paul
annuì – Lui era in combutta con Spike…ti ha tradita anche lui… -
Lei
gli baciò la fronte – Tu sei stato l’unico che ha cercato di salvarmi… -
sussurrò dolce – Grazie… -
Si
creò un silenzio imbarazzante.
-
Mi hai perdonato? – fece lui.
-
Per cosa? La nostra storia? –
Lui
annuì.
Buffy
strinse le labbra e per un momento il suo viso divenne una maschera di
cattiveria.
Un
fugace attimo.
-
Tu…pensi di farti perdonare ora? – gli domandò con una punta di malizia nella
voce.
-
Vuoi dire…noi due? –
Buffy
annuì.
-
Certo… - rispose prontamente lui.
Le
lacrime uscirono dal viso candido della cacciatrice – Paul… - mormorò
lasciandosi circondare dalle sue braccia – Io lo amavo…ma lui mi ha
delusa…ingannata… -
Lui
la strinse a se – Ci sono io con te ora… -
Buffy
sorrise – Ne sei sicuro? –
Paul
la allontanò da se – Cosa intendi dire? –
Lei
scoppiò a ridere – Tu sei così sicuro che io possa tornare con te? Dopo quello
che mi hai fatto? –
Lui
la guardò confuso.
-
Sei un cretino, un idiota se pensi questo! – lo fissò con occhi gelidi.
-
Sei così stupido che non ti sei nemmeno accorto che la mia pelle è gelida? –
gli strizzò l’occhio maliziosa.
-
Cosa…cosa vuoi dire? –
Buffy
gli diede uno schiaffo che gli fece sanguinare un labbro.
-
Paul….stai sanguinando troppo ormai….non credi di esagerare? – fece lei
sorridente, passandosi famelica la lingua tra i denti.
-
Buffy ma che significa? –
-
Ancora non ci sei arrivato? – gli prese un polso e leccò avidamente la ferita
sanguinante.
Paul
cercò di divincolarsi ma la stretta era ferma e troppo forte per lui.
-
Tu allora…eri veramente morta… -
Buffy
rise di nuovo – Bravo bambino…allora hai capito! – gridò lei, imitando la voce
di una bimba che gioca.
-
Spike non è morto quindi….era tutto vero…io sono il tuo… -
-
Primo pasto… - terminò lei – Si mio caro, sei il dono che il mio Sire ha
preparato per me…avevi ragione…ero morta su quel letto ieri…avrei potuto
entrare qui dentro e ucciderti immediatamente ma… - fece una piccola pausa -
…volevo vedere come ti saresti comportato vedendomi qui a salvarti! –
-
Sei crudele… - piagnucolò lui, ormai consapevole che non sarebbe uscito vivo da
quel posto.
-
Crudele io? Si…è vero! Ma tu come sei stato con me? Sincero? Amorevole? Mi
amavi? Non osare dirmi di si perché so che non è la verità! Sei un pezzo di
merda, mi hai usata, solo per portarmi a letto! Mi hai corteggiata fino allo
sfinimento, facendomi innamorare di te per poi? Buttarmi come una calza rotta e
vecchia! Mi meritavo questo? – gridò alzandosi e bloccandolo al muro per le
spalle – Dovevo essere usata come hai fatto tu? Dovevi ferire i miei sentimenti
in quel modo? Io ti amavo Paul, io avevo intenzioni serie con te! –
-
Ma io… - balbettò lui.
Lei
gli puntò un dito sotto il mento, costringendolo a guardarla.
-
Maledetta quella cagna che ti ha messo al mondo… - sibilò lei fredda - la
ucciderò per aver messo al mondo un abominio come te…tu non meritavi di
nascere… -
-
No no…- gridò lui cercando di divincolarsi, ma la stretta di Buffy era ferma e
salda.
-
Cerchi la libertà piccolo verme? - lo schernì lei respirandogli contro il viso,
leccandogli le labbra provocatoria – Povero piccolo uomo…tu non sai che libertà
ti donerò io tra poco…sarà la morte più dolce che un essere spregevole come te
si possa meritare…credimi…non è necessario che ti preoccupi per la tua
famiglia…sarà mia premura avvisarli della tua dipartita…amore… -
Paul
strinse gli occhi, cercando di non affrontare lo sguardo di Buffy.
-
Guardami! – gridò lei.
Lui
aprì gli occhi, emettendo contemporaneamente dei suoni indecifrabili.
-
Devi guardarmi in faccia mentre ti uccido stupido! – sibilò, mutando per la
prima volta i lineamenti.
Paul
urlò terrorizzato.
-
Che c’è…non ti piace la mia faccia? Ma se fino a pochi minuti fa volevi tornare
insieme a me…non ti piaccio più? Non sono abbastanza alla tua altezza? –
-
Io…io…ti prego…lasciami vivere… -
Buffy
sorrise, mostrando le zanne aguzze e letali – Adoro sentirti implorare… - lo
fissò coi suoi occhi dorati – Ma non servirà a nulla mi dispiace! Io ti ho
implorato abbastanza…ma non ti ha fatto cambiare…ora…io non cambierò idea! –
terminò lapidaria, avventandosi sul suo collo.
Paul
gridò.
Buffy
non si era limitata a morderlo, gli aveva letteralmente squarciato la gola,
provocandogli una ferita ampia che sanguinava copiosa e un dolore immenso.
Il
sangue entrava nella sua bocca, riscaldandola.
Si
sporcò il viso mentre si nutriva, lasciando che anche i suoi abiti si
riempissero di ciò che era stato Paul…solo un pasto.
La
vita scorreva in lei, abbandonando lui, quel piccolo uomo che l’aveva solo
fatta soffrire.
Povero
piccolo uomo…la sua vita terminava all’età di 33 anni, così, miseramente.
Aveva
ciò che meritava.
Lei
era stata giudice e giuria in quel processo, la morte era giunta come una
giustiziera di un cuore infranto, privato delle sue speranze e delle
aspettative di una vita.
Il
suo cuore smise di battere e Buffy tornò al suo volto umano, leccandosi gli
angoli della bocca, anche se era completamente sporca.
Lo
lasciò cadere a peso morto per terra, fissandolo inespressiva.
Il
suo primo pasto.
-
È stato bello Paul…la nostra ultima volta…non la dimenticherò mai amore mio… -
si passò una mano sulla bocca: le era piaciuto uccidere.
Del
resto, anche quando era la cacciatrice le era sempre piaciuto…ma ora…
La
vendetta, l’aveva finalmente gustata ed era stata una delle sensazioni più
belle mai provate.
Lui
meritava di morire, doveva smettere di fare del male alle donne.
Finalmente
il mondo era libero da quel bastardo!
Si
voltò per tornare da Spike.
Capitolo
24
Spike
fumava una sigaretta, sdraiato sul letto, attendendo lei.
Aveva
udito delle grida maschili e nel sentirle si era beato di quella splendida
melodia.
Lei
sarebbe stata una perfetta assassina, non ne aveva dubbi.
Ora
il silenzio venne spezzato dal rumore di passi, provenienti dal buio corridoio.
Buffy
sbucò dall’ombra, tirando le tende di velluto alle sue spalle.
Spike
l’ammirò: era completamente sporca di sangue, il bel viso angelico, il collo,
la maglia e anche i pantaloni.
Si
appoggiò mollemente al muro di pietra e lo contemplò con un lieve sorriso sulle
labbra vermiglie.
Lo
aveva divorato.
Si
era vendicata.
Lei
gli sorrise.
Lui
si alzò per raggiungerla ma lei fu più veloce e con uno scatto balzò sul letto,
inchiodandolo.
-
Piaciuto il regalo raggio di sole? – domandò lui annusando l’odore di sangue.
Buffy
annuì e si chinò per baciarlo.
-
Com’è stata la tua prima uccisione? – chiese ancora lui leccandole l’angolo
della bocca.
Lei
sorrise e lo fissò con uno sguardo monello: gli occhi emanarono un fugace
bagliore dorato.
Lui
intuì cosa volesse intendere.
-
È stato così…intimo…io e Paul non eravamo mai stati così uniti! Per la prima
volta sono stata parte di lui, del suo corpo, del suo sangue…della sua paura! Non
ho mai provato una sensazione così prima d’ora –
-
Lo so amore mio… - sussurrò Spike scostandole i capelli dal viso – Simili
sensazioni solo noi vampiri possiamo provarle…così intense ed intime…come fare
l’amore con la propria vittima…prenderla e possederla fino all’ultima cellula,
all’ultima goccia di sangue…all’ultimo alito di vita…diventa tua, ti appartiene
di diritto…la sua anima! Noi siamo le creature più privilegiate…noi possiamo
sentire la vera essenza della vita amore mio… -
Buffy
annuì, capendo per la prima volta il significato delle sue parole – Tutto
questo è sempre stato così vicino a me…ma se tu non fossi venuto a strapparmi
dalla mia vita non lo avrei mai conosciuto…ti amo Spike… - gli disse in un
sussurro – Grazie per questo dono… -
Spike
si mise sopra di lei, imprigionandola – Hai un buon sapore… - mormorò
leccandole prima il collo e poi il viso.
Lei
rise – È stato uno splendido regalo amore… -
Il
vampiro mugolò in assenso; subito dopo, Buffy avvertì il suo morso sul collo.
Stava
bevendo da lei.
Lo
circondò con le braccia e chiuse gli occhi sospirando.
Spike
le leccò la ferita ed iniziò a spogliarla – Dobbiamo buttare questi abiti
sporchi raggio di sole… - le disse guardandola malizioso.
Buffy
cercò la sua bocca – Si… - rispose affondando la lingua in una battaglia senza
vincitori né vinti.
Allargò
le gambe per aumentare il contatto con il corpo del vampiro e lui si strusciò
contro di lei.
-
Prima il sangue…poi l’amore… - bisbigliò lei al suo orecchio, gemendo di
piacere – La mia prima notte è splendida… -
Spike
ghignò sbottonandole i pantaloni ed infilando una mano dentro – Ma ce ne
saranno di migliori mia regina… - le rispose – Ogni maledetta notte della
nostra vita eterna piccola…ogni notte… - terminò mentre lei si inarcava contro
di lui con occhi sognanti.
*****
Buffy
gli stava facendo il solletico con una ciocca di capelli, proprio sotto il
collo.
Spike
sbuffò, scoppiando successivamente a ridere.
Lei
si tirò su, appoggiandosi su un fianco e scrutandolo con curiosità.
Il
vampiro aggrottò le sopracciglia e imbronciò le labbra, sporgendole infuori –
Che c’è raggio di sole? – domandò.
Buffy
imitò la sua espressione, come se lo stesse studiando in ogni minimo poro della
pelle – Mi domandavo… - fece lei sospettosa, stringendo gli occhi e riducendoli
a due fessure – Come hai corrotto Andrew? –
Spike
scoppiò a ridere e l’attirò con forza contro di se.
Buffy
non si arrese e si staccò a fatica da lui, mettendosi a sedere sul letto,
noncurante della sua nudità.
La
risata morì tra le labbra di Spike.
Tossì.
-
Ricordi la sera in cui ti presi dietro al bar? – iniziò lui, accentuando la
domanda con una nota maliziosa.
-
Si? – fece Buffy con sospetto.
Lui
ghignò – Sia mia adorata…il tuo amico era appena passato dalla mia parte… -
Buffy
spalancò la bocca incredula – Cosa? –
Lui
la zittì con un rapido bacio e questa volta la fece cadere contro di se,
stringendola in una morsa letale per qualsiasi mortale.
-
Ma sai… - proseguì lui accarezzandole un braccio lentamente – Il tuo amico è
una persona intelligente! –
Buffy
lo colpì con un leggero schiaffo sul viso – No! Il mio amico è facilmente
corruttibile! –
Spike
mise entrambe le mani dietro la testa, ben sapendo che lei non si sarebbe più
mossa da quella comoda posizione – Il tuo amico è molto intelligente! – ripeté
serio.
Buffy
mugugnò qualcosa di incomprensibile ma che appariva di disappunto.
-
Gli ho semplicemente esposto i fatti…che ti amavo, che tu potevi solo stare con
me…eccetera… - afferrò le sigarette e ne accese una.
-
Io invece credo che tu lo abbia minacciato… -
Spike
fece spallucce con aria innocente – Io? –
-
Che cosa gli hai proposto? – domandò lei arcigna.
-
Amore…lui ha semplicemente ammesso che io ero l’unico per te! Lo ha realizzato
da solo! –
Buffy
gli pizzicò un capezzolo facendolo trasalire.
-
Mmmm… - fece lei – E sentiamo signor vampiro…come la metti con tutti i dubbi
che lui ha insinuato nella mia testa? –
Spike
schioccò la lingua – Faceva parte del mio diabolico piano per conquistarti! I
dubbi servivano a metterti in difficoltà raggio di sole…ma già sapevo cosa
covava nel tuo animo oscuro… -
Buffy
scoppiò a ridere e lo baciò.
-
Perché ridi? – domandò lui inarcando un sopracciglio.
Lei
gli mise una mano nei capelli – Lo hai corrotto!! – esclamò lei con un sorriso
a trentadue denti – Gli hai offerto la vita eterna! –
Spike
sbuffò, ormai smascherato – Si… - borbottò e questa risposta non fece altro che
intensificare la risata della compagna che lo assalì, salendo a cavalcioni su
di lui.
Lo
baciò con irruenza, ferendogli la lingua con un vorace morso – Il tuo diabolico
piano… - lo schernì lei strusciandoglisi contro – Diabolico… - ripeté.
-
Diabolico…diabolico… - rispose a tono lui, accarezzandola.
Mia…mia
per sempre…
Epilogo
Certe
volte ci si sente incompleti, certe volte io mi sentivo incompleta.
Anzi,
forse mi sentivo sempre incompleta.
Ho
sempre inseguito l’amore, quello combattuto e tormentato dei romanzi che amavo,
ho cercato la passione travolgente, quella che brucia ma che non si esaurisce
mai.
Ho
sbagliato, credendo di aver trovato la persona della vita, eppure dentro di me
era come se sapessi che non era quello giusto.
Lo
desideravo, all’inizio mi faceva stare bene, mi dava attenzioni, poi è
cambiato, usandomi, lasciandomi a terra come uno straccio troppo usurato e
brutto per essere ancora utilizzato.
Ne
ha cercato un altro…di straccio.
Io
ero…passata di moda…
Mi
sono sentita vuota, piena di rabbia, pronta ad esplodere come una bomba ad
orologeria.
Ma
cosa dovevo fare? Parlare? Gridare? Picchiare? Vendicarmi? L’ho desiderato così
tanto, sognando la notte di ucciderlo, di farlo soffrire, ma non ci sono mai
riuscita.
Stare
nello stesso posto con lui mi dava solo fastidio, sentivo il mio stomaco che si
contorceva, pronto a vomitare.
Vomitare
dolore.
Vomitare
rabbia.
E
intanto io combattevo i mostri.
Intanto
io uccidevo i vampiri, vedendo nel loro volto quello di lui.
Ogni
notte io uccidevo un immagine di lui, ma non lui.
Lui
al mattino si svegliava sempre, lui rideva e scherzava con gli amici, lui
faceva del male, lui mi ignorava.
E
io soffrivo.
Io
morivo.
Io
avevo fame…fame di amore, fame di vendetta.
Poi
è arrivato Spike.
Tutto
è cambiato.
Tutto
è diventato più facile.
Io
ho trovato la vera passione che brucia in eterno.
Lui
è il mio fuoco.
Il
mio corpo ora è freddo, ma il sangue è fuoco liquido nelle mie vene, scorre nel
mio corpo immortale, grazie a lui.
Lui
mi ha dato una ragione per andare avanti.
Lui
era la mia meta, lui era il mio punto di arrivo.
Senza
di lui ero solo una cacciatrice che cercava di soddisfare il suo essere, senza
successo.
Lui
mi completa, esalta il mio essere, soddisfa i miei istinti più oscuri e
perversi.
Lui
è la metà del mio cielo, lui è la mia notte.
Con
lui sto bene, con lui…mi sono vendicata.
Ho
ucciso, la persona che per prima ha soddisfatto la mia fame si è accasciata al
suolo come un sacco di patate, scossa dagli ultimi spasmi di vita che lo
abbandonavano scaturendo da un orrido squarcio sul collo che io stesso avevo
provato piacere nel fargli.
Non
l’ho morso, l’ho divorato.
Ma
non è stato solo il suo sangue a nutrirmi.
È
stato il piacere perverso della rivincita, l’oscuro godimento nel sentirlo
tremare e sudare sotto la mia presa, sentire la sua paura crescente.
La
vendetta mi ha resa felice.
La
vendetta ha liberato il mio demone.
La
cacciatrice è un’assassina, la cacciatrice è una creatura delle tenebre.
Io
sono la notte.
Io
sono la morte.
Io
sono la cacciatrice.
Fine