LA DISCENDENZA

By Pandora79

 

 

Prologo

Dagli annali dell’Ordine Segreto di S.ta Caterina

Anno del Signore 1982

Le bambine trovate questa notte sono due, entrambe in ottima salute.

La congiunzione astrale è corretta, gli esperti hanno interpretato tutti i segni.

La discendenza del peccato è giunta a noi.

La figlia della luce sarà accolta da noi, protetta e addestrata, la sua anima è pura e sarà salvata dalle nostre cure e dalla nostra

educazione.

La figlia delle tenebre verrà affidata alle autorità, la sua anima nera seguirà un percorso rieducativo all’interno di un Istituto, nel

tentativo di portarla nella Grazia del Signore.

Ma non compete a noi.

Il volere di Dio è compiuto, ciò che non può essere compreso da occhi mortali è al sicuro.

Lucius, Maestro dell’Ordine

Anno del Signore 2002

In questa notte scrivo il nostro fallimento.

Abbiamo fatto la scelta sbagliata, vent’anni fa.

Colei che credevamo la figlia della luce si è incamminata nel sentiero oscuro. La sua aura era in realtà malvagia, ci ha ingannati con

il suo volto angelico. È stata irretita dal Maestro della città, ha scelto di cibarsi del sangue degli uomini mortali, volontariamente si è

donata a lui abbandonandosi nelle braccia del male che l’ha generata.

Vent’anni or sono abbiamo interpretato male i segni, l’errore è stato nostro.

Colei che è stata allontanata tornerà a noi per eliminare la sua metà oscura.

Forse siamo ancora in tempo.

Il male del mondo svanirà al suo arrivo.

Verrà introdotta alla conoscenza del suo diritto di nascita.

Ciò che non può essere letto da occhi mortali diventerà lentamente lo strumento del bene, rivoltandosi al suo nero Creatore.

Lucius, Maestro dell’Ordine

Capitolo 1

Willow rientrò nella sua stanza dopo una lunga giornata trascorsa nelle aule dell’Università. Le vacanze estive erano alle porte e lei

non vedeva l’ora di…trascorrere l’estate nel negozio del Sig. Giles a fare ricerche…bella prospettiva!

Tara l’accolse con un tenero bacio, proprio mentre il telefono iniziava la sua allegra melodia con la sigla di “Strega per Amore”

– Pronto? –

Dall’altra parte una voce la salutò, voce che lei conosceva molto bene.

- Oh mio Dio Buffy! – esclamò la rossa – Che gioia! – saltellò fino a sedersi sul letto, incrociando le gambe.

Tara la raggiunse - Mettila in viva voce… - le disse.

Willow schiacciò un tasto rosa sulla base del telefono e la voce entusiasta di Buffy risuonò nella stanza.

- Dove sei? – chiese la strega bionda.

La vampira raccontò ciò che era accaduto nella città di Venezia, catturando l’attenzione delle due amiche ed al termine del riassunto

mise al corrente le due della decisione che avevano preso lei e Spike di vivere a Venezia per un po’.

- Resterete a Venezia? – domandò incredula Willow.

La delusione si stava facendo strada sul suo viso, Tara le mise una mano sulla spalla per confortarla, ma le parole di Buffy sortirono

un effetto inaspettato.

- Vorrei che tu e Tara trascorreste qui le vostre vacanze estive! La casa è grande, io e Spike saremmo contenti di avervi come ospiti!

Tara annuì timidamente alla compagna e le strinse la mano - Direi che è un’ottima idea! – commentò poi.

Buffy la sentì – Brava Tara! Preparate le valigie! Willow è inutile che stai zitta, lo so che non vedi l’ora di raggiungermi! Ho così tanta

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voglia di vedervi! –

Willow trattenne a stento una risata, poi scoppiò a ridere, ringraziando l’amica per la splendida proposta.

Ci fu un veloce scambio di informazioni sugli aerei e sul luogo d’incontro, visto che Buffy aveva già preso informazioni sugli orari.

Quando Willow riagganciò Tara l’abbracciò facendola sdraiare sul letto ed insieme scoppiarono a ridere – venezia…arriviamo! –

urlarono all’unisono.

- Non sono mai stata in Italia… - mormorò Tara con occhi sognanti.

- Potremo trovare testi di magia, sicuramente più antichi di quelli che ha il Sig. Giles! – suggerì Willow – La città sarà avvolta da

un’atmosfera magica e mistica…lo scommetterei! –

Le due si scambiarono un’occhiata indagatrice, poi Willow si alzò dal letto – L’agenzia di viaggi fuori dal campus sarà ancora aperta?

Mentre anche la bionda si muoveva rapidamente per raggiungere la compagna che era già sulla soglia dell’appartamento, qualcuno

bussò.

Willow aprì e si ritrovò di fronte una giovane rossa che conosceva molto bene.

- Mina! – esclamarono entrambe.

La cacciatrice era sulla soglia, sommersa da libri di archeologia – Dove andate? – chiese tentando di mantenere l’equilibrio.

Le due streghe si guardarono sorridenti e un po’ imbarazzate – Stavamo per uscire e prenotare le nostre vacanze estive! –

- Sai…Buffy ci ha invitate e Venezia, nella sua nuova casa… - c’era sempre una punta di imbarazzo nella voce di Willow quando

nominava Buffy; Tara invece era molto tranquilla al riguardo visto che aveva da subito compreso che tipo era la nuova cacciatrice, una

persona chiara e diretta, senza peli sulla lingua che non aveva nessun problema riguardo al fatto che Buffy fosse un vampiro.

Mina entrò nella stanza e rovesciò i libri sul letto matrimoniale delle ragazze – Scusate… - disse – Ero qui solo per restituirveli! Ma

dicevate? Buffy? Venezia? – domandò ancora trafelata.

Tara annuì.

- Ma se hai bisogno di noi resteremo! – si affrettò a precisare Willow.

La cacciatrice rise della rossa – Stai tranquilla Will…dopo tutto quello che è accaduto in quest’anno con Glory ci meritiamo tutti un po’

di vacanze! E poi c’è Philip con me, lui sarà la mia vacanza! Giles poi non lascerà di certo il negozio… - rise.

Anche le due streghe si unirono alla cacciatrice nel momento di ilarità – Sei sicura di non aver problemi nel restare qui senza di noi?

Tara fece una faccia stranita – Willow…ma che dici? Lei se la può cavare anche senza di noi… -

Mina sorrise e prese la mano di Willow tra le sue – Stai tranquilla! Salutatemi Buffy e Spike e dite loro che non vedo l’ora di conoscerli!

E mi raccomando…cercate di non ficcarvi nei guai! –

Capitolo 2

Buffy si tolse gli occhiali da sole, passandosi una mano tra i capelli sciolti al vento leggero di inizio estate. Il taxi l’aveva lasciata agli

Arrivi dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, venti minuti prima dell’arrivo previsto del volo delle sue amiche.

Per quell’occasione speciale aveva scelto un paio di pantaloni neri di lino e una camicia senza maniche dello stesso colore.

La Gemma di Amara era l’unico gioiello ad ornare la sua pallida figura in quella calda giornata di metà giugno.

Era ansiosa di vedere le sua amiche, aveva pensato molte volte a loro nell’ultimo mese e voleva mostrare la città che l’aveva

adottata.

Da quando lei e Spike avevano deciso di fermarsi a Venezia, ospiti fissi di Jean Claude, aveva spesso rivolto i suoi pensieri a

Sunnydale.

Il suo tanto amato compagno si era accorto di questa sua nostalgia e le aveva suggerito di invitarle; Jean Claude e Anita non avevano

obbiettato, anzi, si erano mostrati incuriositi dalle due streghe.

La città era ormai il suo territorio di caccia, aveva iniziato a conoscerne le vie grazie alla conoscenza di Anita e alle lunghe notti

trascorse insieme a lei a passeggiare e…uccidere.

L’attesa trascorse in fretta: vide una chioma rossa familiare uscire dall’ingresso degli arrivi, seguita da una bionda.

L’abbraccio fu intenso per tutte e Willow si lasciò sfuggire qualche lacrima: erano sempre le sue amiche, le stesse che aveva lasciato

quella notte a Sunnydale, con la sola differenza che erano innamorate l’una dell’altra.

- Avete fatto buon viaggio? – chiese loro Buffy mentre chiamava un taxi.

- Si! – esclamò Willow mentre si perdeva a guardare il paesaggio dal finestrino della vettura che le conduceva al traghetto per la città

lagunare.

Buffy chiese notizie degli altri.

Willow fece spallucce col suo solito sorriso – Il Sig. Giles è sempre preso dal suo negozio che va a gonfie vele! Nell’ultimo periodo

l’attività della Bocca dell’Inferno è diminuita, ma la gente è sempre alla ricerca di nuovi amuleti contro le forze del male…e lui

guadagna! Anya e Xander…bhe, sembra che ci sia un matrimonio nell’aria! –

Buffy esultò entusiasta – E la cacciatrice…Mina? – domandò poi curiosa – Come se la cava? – Fu Tara questa volta a raccontare ciò

che era accaduto negli ultimi mesi: Mina era un’ottima cacciatrice, aveva salvato il mondo da una Dea infernale, Glory, che tentava

di tornare nella sua dimensione usando il sangue di sua sorella Down che in realtà era la Chiave

- Aspetta! – la bloccò Buffy agitando le mani e ridendo – C’è troppo materiale in questa storia e mi sto fondendo il cervello! Mi

racconterete tutto con calma più tardi! –

- È fidanzata con uno stregone sai? – proseguì imperterrita Willow – CI ha aiutato molto negli ultimi mesi contro i demoni! –

Buffy annuì seria – È fidato? – chiese.

Tara inarcò le sopracciglia – A dire il vero…è il nipote del Sig. Giles! Lavora al Magic Shop con lui! –

Buffy scoppiò a ridere – La cacciatrice col nipote di Giles? È incredibile! Allora ci sarà tempo per conoscere anche lui! – terminò lei,

poi indicò la distesa d’acqua di fronte a loro e la città immortale – Guardate, siamo arrivate! –

Spike non riusciva a dormire, nonostante fosse giorno era seduto sul divano di casa aspettando il ritorno di Buffy e delle sue

amiche.

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Le pesanti tende nere del loro appartamento erano chiuse per evitare che la luce del sole entrasse dalla grandi porte finestre che

davano su uno splendido terrazzo.

Si erano trasferiti una settimana prima nell’appartamento sotto quello di Jean Claude e Anita: era elegante e arredato con lo stesso

buon gusto di quello del Master.

La terrazza che si affacciava sulla città era diventata il punto di incontro della coppia: la prima notte, rimasti soli nella nuova

sistemazione avevano festeggiato facendo l’amore al chiaro di luna, con le stesse e la laguna come testimoni della loro passione.

La porta d’ingresso venne aperta e lui sentì le voci familiari delle due streghe che commentavano esaltate lo sfarzo della casa.

Buffy corse fra le sue braccia e lo salutò con un bacio focoso, poi lo lasciò alla mercé di Willow e Tara che a turno lo abbracciarono.

Non si aspettava nulla di simile dalle due streghe.

- È una gioia vederti Spike! – esclamarono all’unisono.

Spike fissò Buffy interdetto, poi lei scoppiò a ridere, mettendogli le mani sul petto e abbracciandolo con affetto.

- Tranquillizzati amore! – gli disse lei – È normale salutarsi così tra vecchi amici! –

Lui annuì non del tutto convinto.

Buffy lo lasciò ancora solo, accompagnando Willow e Tara nella loro stanza.

La sera era giunta anche su Venezia: i quattro amici sedevano al tavolo della terrazza, ammirando il panorama che gli si mostrava.

Willow e Tara, nonostante fossero sfasate dal jet-lag, volevano raccontare a Spike e Buffy tutte le notizie che portavano con se da

Sunnydale: li avevano sommersi di informazioni sulla cacciatrice e le sue prodezze, su sua sorella…la chiave e su Philip, il nipote di

Giles.

- Ora sembra che la situazione sia tranquilla…e speriamo che duri! – scongiurò la strega bionda incrociando le dita di entrambe le

mani.

Buffy sorrise – Qui è il paradiso ragazze, tranquillo e rilassante! Vedrete che trascorrerete delle semplici vacanze da normali turiste!

Presto Jean Claude e Anita ci raggiungeranno! –

- Quando smetteranno di fare i conigli? – sogghignò Spike.

La compagna gli assestò una gomitata nello stomaco – Parli tu amore? –

Il gruppo si lasciò andare ad una sonora risata, mentre i vampiri appena menzionati si univano al gruppo.

- Non ci presentate? – domandò Anita facendo irruzione sul terrazzo.

Jean Claude era alle sua spalle.

Willow e Tara fissarono i nuovi arrivati imbambolate e affascinate.

Dopo le presentazioni di rito, la serata trascorse tranquillamente ed il gruppo conversò per quasi tutta la durata della notte.

Quando le due coppie di vampiri avvertirono l’incombere dell’alba, salutarono le due streghe e si congedarono per il riposo.

- Non vorrei lasciarvi in giro per la città da sole durante il giorno… - si lamentò Buffy sulla soglia della finestra.

Willow scosse il capo – Non devi preoccuparti, noi contavamo di dormire qualche ora…sapevamo che il nostro orologio biologico

avrebbe subito dei cambiamenti radicali venendo qui da voi, ma…non sarebbero vacanze se non fossero a base di orari sballati!

– precisò allegra- Usciremo qualche ora nel pomeriggio… -

Le tre amiche si salutarono e Buffy raggiunse Spike nella camera da letto per abbandonarsi ai suoi piacevoli doveri d’amore, mentre

Willow e Tara attendevano ancora qualche minuto il sorgere del sole.

Capitolo 3

I corridoi delle stanze segrete della Chiesa di S.ta Caterina erano illuminati a giorno da torce che bruciavano appese al muro: una

lenta processione di religiosi si stava recando nel salone principale dell’Ordine per riunirsi.

Erano locali spartani, senza alcuna decorazione, in pietra grezza, nati esclusivamente per il rigore della religione e per la concentrazione

dei membri dell’ordine.

Non appena tutti si furono accomodati il silenzio venne rotto dal Maestro Lucius – Antonio è partito? –

- Ieri mattina ha lasciato la nostra sede alla volta di Milano, dove addestrerà nuove sterminatrici! –

- Bene! Ha espresso dubbi? – domandò Lucius.

- A dire il vero ha opposto un po’ di resistenza, ma alla fine lo abbiamo convinto che era la cosa migliore per lui! Sembrava che

volesse ancora avere rapporti con la rinnegata ma ha compreso che la cosa più giusta era addestrare nuove ragazze per la causa

dell’ordine! –

Ci fu un minuto di silenzio in cui i presenti osservarono il Maestro in attesa di altre domande – È arrivata? – domandò grave.

- Si! – rispose affermativamente uno – Si è sistemata nella camera che era di Anita! Avevamo già provveduto a liberarla dagli effetti

personali della vampira – terminò col disgusto dipinto in volto.

- già stata messa al corrente della sua condizione? –

- Le abbiamo raccontato ciò che doveva sapere, quello che avevamo già stabilito! – parlò un altro religioso, fino a quel momento

rimasto muto – Si deciderà presto ad eliminare la sua nemesi per salvare la sua anima, la convinceremo! Siamo stati fortunati perché

è cresciuta in un istituto religioso dove regnava la disciplina e l’ordine: ciò ha forgiato e fortificato il suo carattere! È atletica e sportiva,

molto più di Anita! Sarà facile prepararla alla missione in poco tempo! –

- Bene fratelli, abbiamo dovuto celarle il suo diritto di nascita, la macchia della sua discendenza, proprio come ad Anita, speriamo

solo di aver successo! –

- Potrebbe venire a conoscenza di ciò che le appartiene di diritto e che è custodito nella camera diciassette? – chiese uno.

Lucius lo fissò duro – Dio ci assisterà fratello, lei non verrà mai a conoscenza della sua discendenza peccaminosa! Ucciderà Anita

e Jean Claude e controllerà l’ordine della città per nostro conto! È sicuramente più forte di colei che l’ha preceduta perché il suo

cammino è nella luce! Anita ci ha ingannato anni fa, ora non possiamo più sbagliare! –

Quelle parole segnarono la chiusura della riunione per quella notte, mentre fuori, i primi raggi del sole illuminavano le acque della

laguna veneziana.

I religiosi tornarono nelle loro celle per prepararsi ad affrontare una nuova giornata di lavoro e preghiera.

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Jean Claude accarezzò la chioma della compagna che continuava ad agitarsi tra le lenzuola, non riuscendo a trovare la posizione

più adatta per riposare.

- Forse non hai voglia di dormire…ma petite? – domandò in tono lieve.

Anita alzò il capo e lo fissò seria – Si! – poi si accorse di essere stata troppo precipitosa nel rispondere – Scusa amore…è che mi

sento inquieta e non ne capisco il motivo! Dovrei essere felice per tutto, tu accanto a me per l’eternità, Buffy e Spike che vivono con

noi e ora le due streghe che sono fonte di interesse per la mia sete di conoscenza…eppure…sento uno strano peso nel cuore! Forse

sono troppo felice e non credo sia possibile? –

Jean Claude la strinse forte per rassicurarla – Su piccola mia…sarà solo un momento…ora farò passare ogni tuo dubbio…ogni tuo

pensiero… - sussurrò baciandola subito dopo.

Willow sistemò gli ultimi capi d’abbigliamento nell’armadio, poi raggiunse Tara sotto le fresche lenzuola di lino del loro letto.

- Questa città è ricca di magia, non trovi? – le chiese la compagna.

Lei annuì – Si, è carica di misticismo e magia antica! Avverto un forte potere che non si è del tutto rivelato, qualcosa che risale a

migliaia di anni fa… -

- malvagio? – domandò Tara preoccupata.

- Non lo so…non riesco a definirlo perché è come se fosse in attesa… -

E lui attende…

La camera diciassette, la stanza nascosta nei sotterranei di S.ta Caterina, luogo proibito a tutti tranne che al Maestro dell’ordine,

custode del segreto e delle chiavi di accesso.

Quale terribile segreto si cela al suo interno?

Quale fonte di conoscenza e potere nasconde la camera diciassette?

Capitolo 4

La sveglia aveva suonato alle tredici per Willow e Tara che si erano subito armate di guida della città ed erano andate all’avventura.

Girovagavano meravigliate dallo splendore della Serenissima e dalla moltitudine di gente che la visitava: dopo aver trascorso quasi

tutto il pomeriggio in Piazza San Marco, tappa indispensabile per il perfetto turista, si erano abbandonate ad una lunga passeggiata

nei luoghi meno affollati.

Si erano trovate di fronte ad una chiesa di modeste dimensioni ed austera che di certo non invogliava ad entrare.

Ma la curiosità si sa…è donna!

Willow non l’aveva trovata sulla guida ed in effetti sembrava una costruzione di scarso interesse culturale.

- È strano… - mormorò Tara – ogni luogo religioso dovrebbe essere di interesse…ma questa chiesa… -

- Nascosta agli occhi dei passanti…ed è come se fosse fatto di proposito! – terminò Willow per lei – Sembra che vogliano nascondere

la sua presenza il più possibile! –

La compagna annuì – Anche la sua ubicazione è strategica, fuori dai percorsi turistici convenzionali – guardò Willow – Noi come ci

siamo arrivate? –

La rossa fissò la costruzione – Non lo so… - sussurrò.

- C’è qualcosa qui dentro… - proseguì poi - …qualcosa celato dal potere della chiesa! –

Tara la osservò pensierosa - il potere di cui parlavi ieri? –

- Non lo so. Potrebbe essere qualunque cosa, non riesco a identificarlo! –

- Entriamo! – suggerì Tara.

Willow guardò la compagna negli occhi e annuì: salirono la gradinata che le separava dal portone principale ed anche su quella

pietra, la strega rossa percepì una forte energia mistica.

Si sentì come bloccare da un muro invisibile che le impediva di andare oltre.

- Will…che ti prende? – le chiese Tara che non aveva difficoltà nel camminare.

Willow scosse il capo confusa e allarmata – Sento…c’è dolore in questo luogo...no, in questo punto! – e indicò il gradino sul quale

era ferma – Qui è successo qualcosa di molto triste…un abbandono… -

Tara la osservò, con comprendendo appieno le sue parole.

- Non riesco ad andare oltre… - sussurrò perplessa la rossa, fino a quando la sua attenzione venne attirata dal portone della chiesa

che veniva spalancato.

Un prete sulla trentina fece qualche passo oltre la soglia e squadrò le due ragazze sconosciute attraverso un paio di lenti da vista

spesse.

Cosa stavano facendo? Una era imbambolata su un gradino e sembrava bloccata da qualcosa mentre l’altra la fissava interdetta.

Qualche rogna nuova? Sperava di no.

Quando Willow vide il prete, la sua concentrazione sulla forza misteriosa venne meno e le sue gambe si sbloccarono misteriosamente:

fece qualche passo in avanti e raggiunse Tara che la prese per un braccio – Va tutto bene? – le chiese.

Willow annuì, poi alzò il viso osservando quel prete che aveva fatto il suo ingresso poco prima e le stava ancora fissando in silenzio

con sguardo severo.

La rossa, con un italiano accettabile, chiese se era possibile visitare la chiesa.

- Mi dispiace, ma questo luogo non è aperto ai turisti! Andate in Piazza San Marco se volete visitare una chiesa! – rispose asciutto

il religioso sistemandosi la montatura degli occhiali: quelle due sembravano essere delle sbandate e la chiesa di S.ta Caterina non

poteva permettersi di fare notizia, doveva mantenere il più possibile la reputazione di chiesa anonima.

Offesa per la risposta ed il tono di voce assunto da quello scorbutico pinguino, Willow strinse la mano di Tara e la condusse giù dai

gradini, borbottando parole poco convenienti in direzione del prete.

- C’è qualcosa di strano in questo posto! – disse ad una distanza sicura dal prete che le osservava ancora – E ho tutte le intenzioni

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di capire cosa nascondono qui dentro! –

Capitolo 5

La notte l’aveva sempre chiamata a se, fin da bambina, quando cercava conforto nell’oscurità della sua camera, affacciata alla

finestra.

I raggi della luna la scaldavano più del sole che le feriva gli occhi: osservava la gente che passava sotto i suoi occhi e li commiserava

perché erano patetiche marionette guidate da fili invisibili.

Lei sapeva che un giorno avrebbe tirato quei fili…

Li guardava, individuo per in divido, riuscendo a percepirne la natura.

Guardandoli attentamente avvertiva intorno a loro una nube di colore differente per ciascuno! Quanto blu, rosso, verde…eppure

molte volte vedeva tanto nero attorno ad individui estranei e minacciosi che non si avvicinavano mai a lei…chissà, forse per paura?

Lei era diversa, lo sapeva, lei era un’orfana, lei aveva il potere.

Non aveva compreso la chiamata di quello sconosciuto ordine religioso: l’avevano rintracciata tramite l’istituto di suore in cui era

cresciuta: era stata invitata a raggiungerli per un incontro dall’aria segreta ed importantissima, visto il tono grave ed urgente del suo

interlocutore.

Non poteva avere nessuna anticipazione dell’argomento? A quanto pareva no.

Il viaggio era completamente spesato, alla volta di Venezia.

Era tutto così insolito, ma era per questo che aveva deciso di andare.

Quella città l’attirava.

Forse dovevano rivelarle l’identità dei suoi genitori, forse era una ricca ereditiera o peggio, la figlia di una monaca!

E perché non andare a scoprirlo? In fondo, nulla di particolare la tratteneva a Milano!

La miriade di informazioni avute dal prete che l’aveva ricevuta al suo arrivo erano state peggio di una sbronza colossale! Si sentiva

proprio come un’ubriaca, colma fino al limite di notizie che l’avevano sconvolta e confusa invece che averle chiarito il buio sulle sue

origini.

Ora, nella stanza che le avevano assegnato all’interno del monastero, era sola e stava tentando di raccogliere le idee che le avevano

gettato addosso come un secchio d’acqua gelida.

Ricapitolando, non le avevano detto chi erano i suoi genitori, ma le avevano parlato del suo dovere di…uccidere i vampiri?

I vampiri?

Ma non esistono!!

Lei aveva una…gemella?

Cercò di ricordare il discorso fattole dal prete poco prima.

- Ti abbandonarono vent’anni fa sui gradini di questo santo luogo, insieme alla tua gemella; purtroppo non sappiamo nulla dei tuoi

genitori, non hanno lasciato nessun segno o scritto che potesse definire la vostra provenienza! Tu fosti affidata alla cure delle suore

dell’istituto dove sei cresciuta fino alla maggiore età, mentre tua sorella rimase con noi per essere educata ed addestrata alla lotta

contro le forze del male! –

Amelia aveva sgranato gli occhi incredula – Le forze del male? –

Il prete aveva assunto un’aria quasi impaziente, ben sapendo di dover spiegare almeno a grandi linee ciò che era il loro ordine

segreto- Sono secoli che l’ordine segreto di S.ta Caterina agisce in tutto il mondo per tenere controllate le creature demoniache; in

ogni città del vecchio continente esistono sedi del nostro ordine, dove vengono addestrati soldati che vegliano sulle proprie città.

Qui a Venezia, il nemico principale degli sterminatori sono i vampiri, predatori notturni, esattamente uguali a ciò che la cultura di

questo secolo e di quello passato ha dipinto. Succiasangue maledetti che affascinano e uccidono senza pietà i poveri sprovveduti

che cadono nella loro rete! –

- Perché mia sorella faceva…questo? –

Il prese si era imbarazzato a quella domanda – Siamo stati ingannati…credevamo che lei fosse la prescelta per questa missione

ma… -

- Ma? –

- Fino a pochi mesi fa ha svolto con estremo successo il suo lavoro, superando sterminatrici più esperte di lei…ma tutto questo

apparentemente! Nell’ombra invece, il male la irretiva, corrompendo la sua anima e portandola dalla parte del male! Un vampiro l’ha

tramutata perché la sua anima era già corrotta alla nascita… -

- Cosa? È diventata un vampiro? –

- Si, ed ora è giunto il tempo di raddrizzare i torti e riprenderci la città! Stiamo soccombendo al dominio del Master Jean Claude e di

tua sorella! La città deve essere difesa da una nuova sterminatrice che ne abbia le capacità…e tu sei quella giusta! –

Amelia tornò alla realtà sbattendo gli occhi: aveva fissato per lunghi attimi il muro bianco della camera, dove si potevano però ancora

vedere i segni lasciati dai poster di qualcuno che aveva vissuti in quella camera prima di lei…forse sua sorella?

Alcuni particolari di quella conversazione non le erano ancora chiari, sembrava che in alcuni punti, il discorso facesse acqua, ma

credeva di aver tempo per chiarire tutto.

Aveva una sorella…gemella…gli stessi capelli rosse, almeno fino a quando anche i suoi erano rimasti di quel colore, lo stesso fisico,

gli stessi occhi…non le sembrava vero che una persona con le sue caratteristiche avesse potuto vivere lontana da lei.

Erano l’una parte dell’altra e per tutti quegli anni nessuno aveva detto loro la verità? Ma in quale strano gioco del destino si era

imbattuta?

È un vampiro…e secondo quel prete io dovrei uccidere i vampiri?

Questi dannati religiosi credono che io possa bermi tutte le stronzate che cercano di inculcarmi sulle mie origini?

Eppure tra le mani stringeva una foto che il prete le aveva lasciato prima di uscire dalla stanza: ritraeva una ragazza che era la sua

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copia esatta, stretta nell’abbraccio di un uomo che apparteneva all’orine

Era la sua copia esatta…

- È tutto così assurdo…io non sono in grado di farlo! Uccidere i vampiri? Ma se nemmeno so se questi preti siano sani di mente!

In quale disegno sono contemplata? E ho una sorella che non conosco e che devo eliminare? – esclamò a se stessa, agitando le

braccia e camminando nervosamente per la stanza, stringendo convulsamente la foto tra le mani.

- Il suo nome è Anita…ed è l’unica cosa che ti è concessa sapere, visto che dovrai eliminarla non appena sarai pronta! –

La ragazza si fermò sorpresa e spaventata: senza che se ne accorgesse, un vecchio prete, alto e dall’aspetto molto severo era

entrato nella sua camera – E lei chi è? –

Capitolo 6

Anita si rigirò nel letto: stava sognando.

Si trovava nel monastero di S.ta Caterina, quel luogo a lei così familiare che l’aveva vista crescere e diventare donna e

sterminatrice.

C’era un prete, un religioso che lei ricordava di aver visto una sola volta durante la sua permanenza in quel luogo; le era di fronte ed

entrambi si trovavano nella vecchia camera di Anita.

Tutto era stato tolto dalla stanza, i ricordi, le foto e tutto ciò che era appartenuto alla sterminatrice.

Non sognava il passato, era qualcosa che non era mai accaduto.

Lui era il terribile Lucius, il Maestro supremo dell’ordine segreto che l’aveva voluta come sterminatrice! Si ricordava perfettamente di

lui, ora, lo aveva visto quando aveva quindici anni, la sera della sua prima missione in solitario!

La stava guardando dall’alto del suo metro e ottanta, severo e scuro come sempre.

Lei era impietrita, seduta sul letto, gli occhi fissi nei suoi.

Lucius parlava, ma Anita non coglieva il senso del suo discorso – Lei ha scelto la via dell’oscurità, e tu devi prendere finalmente il

posto che è tuo di diritto nell’ordine delle cose! Sei la parte di luce nella coppia e devi eliminare il male che è stato fatto a questa

città! –

Qual era il male di cui parlava? Ma che senso avevano le sue parole? Chi era questa lei? Si riferiva forse alla sua scelta di seguire

Jean Claude?

- Noi siamo i custodi della città, la difendiamo dai demoni e tu appartieni a noi! Devi prendere il posto che era suo, il posto che ti spetta

dalla nascita e che a causa della nostra debolezza ti è stato negato! –

quelle erano parole senza senso per Anita, non significavano nulla per lei!

C’era qualcosa che però le sembrava molto strano: quello non sembrava per nulla un sogno, aveva più i connotati della visione!

Improvvisamente si sentì uscire dal suo corpo, proiettata contro il muro della camera: ora non era più lei l’interlocutrice del prete,

bensì un’altra donna dai lunghi capelli corvini.

Perché prima parlava a lei e ora a quella sconosciuta che non vedeva in volto? Si sentì cadere nel vuoto quando la sconosciuta iniziò

a voltare il capo nella sua direzione.

Aprì gli occhi di scatto, madida di sudore freddo; si rannicchiò sotto le coperte cercando il corpo di Jean Claude.

Un braccio familiare l’avvolse e lei sentì il contatto freddo del suo corpo, tranquillizzandosi.

Ma perché non era riuscita a vederla in volto?

Willow e Tara erano rientrate stanche ma soddisfatte nell’appartamento di Buffy e Spike; i padroni di casa non si erano ancora

svegliati visto che il sole estivo tardava a tramontare.

Decisero di riposare un po’, sedute in terrazza a godersi il finire del giorno.

- Quella chiesa… - cominciò la rossa, fissando l’enorme palla rossa che scompariva all’orizzonte - …non mi convince sai? –

Tara annuì – Hai perfettamente ragione! Ho avvertito quel potere di cui mi parlavi! –

- È molto confuso, c’è il bene in quel luogo, ma anche un’antica forza che non appartiene a nessuna delle forze perennemente in

lotta! –

- è in bilico… - proseguì Willow, imbambolata - …qualcosa che sta tra il bene ed il male è custodito in quel luogo, ne sono certa! Mi

incuriosisce… -

- Immaginavo anche questo… - rispose la bionda leggermente preoccupata dal nuovo interesse della compagna – Facciamo un

approfondimento sul campo? – chiese titubante.

Willow annuì – Domani, ma solo dopo aver cercato notizie in rete su quella chiesa! –

Lucius sedeva al tavolo delle riunioni delle stanze segrete di S.ta Caterina, accanto a lui un solo prete, anziano quasi quanto lui.

- Sono quarant’anni che custodisco i segreti di questo ordine fratello…e non ho mai commesso errori! – iniziò lui stancamente.

Il suo interlocutore verso dell’acqua bollente in due tazze di fronte a loro – Vedrai che questa volta no fallirai! Non si può sbagliare

due volte, sono gemelle e la prima scelta è stata quella sbagliata! La seconda per forza sarà quella perfetta! –

Lucius annuì perplesso – Le ho mentito su sua sorella ed il Master, dicendo che stanno minacciando la città! Con i suoi occhi, gli

stessi di Anita, mi interrogava sul perché le abbiamo divise…le ho descritto sua sorella come un essere infido e calcolatore, che ha

ingannato tutti e si è lasciata affascinare dal male, portando fuori il suo lato oscuro! Che Dio mi perdoni per tutte queste menzogne!

- Non è forse la verità? Ma questo non ha importanza, lo hai detto a fin di bene, altrimenti incontreremmo delle difficoltà in futuro con

i sentimenti delle gemelle! Dobbiamo inculcarle la disciplina e l’ordine, direzionare la sua mente verso la giusta via! Deve essere il

nostro strumento di giustizia! Falle odiare il male che porta dentro di se col legame di sangue! –

- Non pronunciare parole simili! Non è mai stata la vendetta a guidarci in questi secoli! La nostra è una missione di protezione degli

innocenti e della città di cui siamo custodi! Noi non possediamo la leggendaria Cacciatrice, quindi siamo costretti ad addestrare

rinnegati dalle famiglie per la nostra causa! Queste gemelle sono la cosa più straordinaria che ci sia mai capitata…anche se

camminiamo sul filo dell’Apocalisse con loro! –

- Si, è vero, solo noi abbiamo in custodia la loro eredità, e non è certamente un caso che siano capitate sulla soglia della nostra

Chiesa! Una è per il bene…l’altra è per il male… - terminò il prete.

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Lucius sospirò – E fortunatamente l’abbiamo scampata fino ad ora…se Anita avesse sentito il richiamo di quell’abominio saremmo

stati perduti! La sua mente era però distratta dai sentimenti per quel vampiro, il legame di sangue che hanno stabilito ha creato una

barriera spirituale tra lei q…quella cosa…Amelia lo userà a nostro favore per eliminare i demoni, così è scritto…chi ci ha preceduto

ha interpretato i segni e la sua discendenza! È la loro possibilità di redenzione dal peccato! –

- Ne sono sicuro… - sussurrò l’altro.

Buffy si mosse sotto le lenzuola: aveva dormito tutto il giorno tra le braccia di Spike, felice per come procedeva la loro permanenza

a Venezia, resa ancora più perfetta dalla presenza delle sue amiche.

Lui si era già svegliato ma non si era mosso di un millimetro per mantenere il contatto con lei: era riuscito ad afferrare una sigaretta

dal pacchetto poggiato sul comodino e l’aveva accesa, gustandosela in attesa che Buffy si svegliasse.

Si ritrovò a pensare alle due streghe e a quanto facesse bene a Buffy la loro presenza…anche se doveva ammettere che le trovava

piacevoli lui pure!

Sperava solo che non si cacciassero in qualche guaio!

Lei aprì gli occhi lentamente, stiracchiandosi e mugolando; si allungò per baciare il suo Sire poi appoggiò la testa sul suo petto.

- Ben svegliata… - le sussurrò lui spegnendo la sigaretta.

La cinse con un braccio e sprofondò insieme a lei tra le lenzuola, baciandola con passione, mentre la sua mano vagava sulla pelle

candida di lei.

- Ti sei svegliato bene… - commentò lei, eccitata dal piacevole risveglio – Credo che non ne avranno a male le mie amiche se

facciamo il nostro ingresso con un po’ di ritardo… - terminò.

Spike annuì e scese a baciarle il seno, mentre lei gli circondava la testa con le braccia, sospirando e sussurrandogli poi dolci parole

d’amore.

- Amore sei così… -

- Calda? – terminò lei – Sai…ieri ci siamo ritirati e non abbiamo fatto l’amore…ora sono in arretrato…non senti come sono eccitata?

Lui rise sornione, le accarezzò il ventre e scese verso la sua femminilità, sentendo quanto lei gli stesse dicendo il vero; inarcò un

sopracciglio e rise – Passerotto…non mancherò mai più i miei doveri di Big Bad…veder soffrire in questo modo la mia signora…non

succederà mai più! – la rassicurò, e dette queste parole, tra il vero e lo scherzo iniziò a torturarla ottenendo da parte di lei lunghi

gemiti di soddisfazione e piacere.

- Spike…non tergiversare… - lo intimò lei al limite.

Capitolo 7

- Eccola! Deve essere questa! – esclamò Willow esultante, mentre Tara ancora dormiva – Devo solo attendere che si carichi

l’immagine! – aggiunse.

Si era seduta sul letto, troppo curiosa per aspettare oltre, cercando sulla rete la chiesa che avevano incrociato il giorno prima.

Il suo palese entusiasmo aveva svegliato la compagna che si stava stropicciando gli occhi mettendo a fuoco la vista – Cosa?

– domandò con la voce ancora impastata dal sonno.

Willow puntò il dito verso la foto della chiesa in questione - È lei, la riconosci? Santa Caterina! Guarda, è nominata solo in un articolo

della “Nuova Venezia” di qualche anno fa! Se fosse una chiesa di interesse culturale verrebbe inclusa negli itinerari culturali turistici!

Tara annuì, concorde con le congetture di Willow – Dimmi di più se puoi! –

- Santa Caterina, chiesa di antichissima fondazione, a cui facevano già riferimento i primi fuggiaschi della terraferma, non presenta

particolare rilievo architettonico. Interni cinquecenteschi, unica navata sostenuta da un doppio ordine di pilastri…bla bla…nella

cappella è sepolta Caterina XXXXXX regina di Cipro…bla…bla…parla della dedizione dei religiosi verso gli orfani che da secoli sono

abbandonati sul selciato…è una tradizione che si protrae da secoli ed in questo luogo non si rifiuta aiuto ai più bisognosi… -

- Quelli come Anita! – disse Tara incerta, poi la folgorazione – Vuoi forse dire che quella è la chiesa dove lei è stata trovata e

cresciuta? –

La rossa annuì – Credo che sia proprio questa!!! Anzi, ne sono certa! E sai una cosa? Se ho ragione potremmo chiederle se ha notato

o avvertito strani poteri aleggiare nell’aria quando ci viveva… -

La bionda annuì anche s e perplessa – Ma lei non è una strega… -

- Non ha importanza, era comunque una persona più ricettiva delle altre quando era viva…forse ha avvertito qualcosa… -

- Potrebbe essere – rispose Tara dubbiosa – ciò non toglie che quel posto getta un’ombra nel mio cuore… - strinse le mani a

pugno.

Willow prese le sue mani e se le porto alle labbra per baciarle – Amore stai tranquilla, non ci cacceremo nei guai, indagheremo

discretamente senza scatenare forze oscure! La mia è solo una piccola curiosità, voglio scoprire cosa provoca quel potere! E credo

che sia qualcosa di poco religioso! –

Avevano aperto un nuovo locale nelle vicinanze della Corte del Diavolo, da poche settimane: era un posto frequentato da giovani

alternativi, atmosfera fumosa a base di musica heavy metal, hard rock e punk.

Spike lo aveva scovato durante una sua passeggiata notturna in solitario; amava quella zona, passeggiare da solo, col rumore dei

suoi passi.

Aveva deciso che quella sera avrebbe portato Buffy e le sue amiche; sapeva che Jean Claude e Anita non avrebbero apprezzato

l’ambiente troppo caotico ed infatti avevano cortesemente declinato l’invito.

- Non sanno cosa si perdono! – aveva commentato Spike divertito, mentre spingeva una riluttante Buffy all’interno.

Il posto non era molto grande: un’unica sala divisa in due metà, tavolini e bancone del bar da una parte e pista da ballo nell’altra.

Dalle grandi casse situate nelle posizioni strategiche usciva un’assordante canzone dei Disturbed, gruppo che non dispiaceva al

vampiro biondo.

Trovarono un tavolo lontano dalla pista ed i quattro si accomodarono – Quanta gente! – esclamò Willow, indicando le persone in pista

– Credo che il Bronze a confronto non sia mai stato così pieno! –

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- Deve essere la musica! – intervenne Tara, urlando per farsi intendere da tutti – Questo sarà un genere molto…seguito! – corrugò

la fronte perplessa.

- Io non capisco come si possa considerare questa…musica! – esclamò Buffy contrariata, interessata più che alla musica, ai corpi

sudati che si dimenavano in pista; riusciva a seterie l’odore del loro sangue, eccitato dalle forti vibrazioni della canzone.

- Passerotto…tutto questo è sicuramente meglio della tua Britney! – la canzonò lui.

Buffy gli rispose con una smorfia.

Il Dj cambiò la canzone che Spike riconobbe all’istante: afferrò la compagna per una mano e la trascinò in mezzo alla pista.

- Non mi costringerai in mezzo a quella ressa! – protestò lei tirando dalla parte opposta, ma lui la zittì con lo sguardo – Ascolta! – le

disse – Avverti la sensualità in questa canzone? –

Buffy chiuse gli occhi, sforzandosi di accontentare il suo amore: le note di Blue Monday degli Orgy le inondarono il corpo.

Spike iniziò a muoversi a ritmo, mentre Buffy si lasciava rapire dalle note; imitò il biondo, mettendogli le braccia intorno al collo e

strusciandosi contro il suo corpo.

La canzone le piaceva, non poteva più negarlo, il suo corpo la tradiva. Si sentiva istigata a stuzzicare con ogni mezzo i sensi di

Spike.

Rovesciò la testa all’indietro mentre lui la baciava.

- È ancora così brutta? – le domandò lui, turbato da ciò che le avrebbe fatto sul posto: la demonietta lo stava provocando con le sue

forme e la sua pelle liscia. Lo stava deliberatamente provocando, eccitando con i suoi mezzi più naturali.

Lei aprì gli occhi lentamente, guardandolo maliziosa e gustandosi le ultime note della canzone.

- Non istigarmi passerotto… - la minacciò lui sogghignando.

- Sennò cosa mi farai? –

Spike alzò gli occhi al soffitto e la spinse verso il muro, comandato ormai solo dal suo istinto più basso e animale.

L’avrebbe presa in quel punto, poco gli importava degli altri: la baciò appassionato, esplorando la sua bocca come se fosse la prima

volta, poi scese lungo il collo dove sicuramente di li a poco l’avrebbe morsa.

Non fece in tempo invece, perché lei lo bloccò con una mano sul petto, spingendolo lontano.

Lui inclinò il capo e la osservò confuso, le labbra imbronciate che chiedevano solo di essere baciate e mordicchiate.

Attendeva una spiegazione.

Buffy non badò a lui ma iniziò a vagare con lo sguardo per la sala, cercando qualcosa o qualcuno; incontrò due occhi freddi che la

fissavano.

- Anita? – domandò Spike non appena si accorse della ragazza, immobile dall’altra parte della pista.

Buffy non interruppe il contatto visivo con lei ma rispose – Non è Anita, non la vedi? I suoi capelli sono neri…e…questa ragazza è

viva! – in quel momento un gruppo di ragazzi passò davanti a Buffy, facendole perdere di vista la misteriosa ragazza. Quando la

ritrovò, era di spalle, diretta all’uscita del locale.

Buffy la seguì, Spike al suo fianco.

Capitolo 8

Era indubbiamente una strana ragazza, di questo Buffy ne era sicura: innanzitutto l’incredibile somiglianza con Anita, e poi…lo

sguardo con cui l’aveva fissata prima.

Lei sapeva che era un vampiro?

Proprio come Anita…

Doveva scoprire di più, la cosa non le piaceva affatto, soprattutto perché quella sconosciuta aveva interrotto un’eccitante momento

col suo uomo!

Nel frattempo, Willow e Tara continuavano a chiacchierare al tavolo, ignare di tutto.

Una volta fuori dal locale, i due osservarono la zona, cercando con lo sguardo la ragazza – È sparita… - sussurrò Buffy delusa.

Improvvisamente qualcosa si mosse nell’aria, sibilando.

Buffy si sentì afferrare per un braccio da Spike, attirando così la sua attenzione: lei lo guardò e spalancò gli occhi terrorizzata.

Spike stava guardando il suo petto, dove, precisamente all’altezza del cuore spuntava una freccia nera.

Se il cuore di Buffy fosse stato ancora vivo, si sarebbe sicuramente fermato alla vista di tutto quello.

Perché non diventa polvere? Si domandò una figura dall’alto di un palazzo di fronte alla scena dei due vampiri.

- Sei sicura che sia un vampiro? Potrebbe essere un demone di qualche altro tipo! – chiese una voce maschile al suo fianco.

- No! Sono certa di quello ce ho detto! – ringhiò lei risentita per essere stata messa in dubbio.

- S…Spike… - balbettò Buffy con un filo di voce - …amore mio… -

Lui alzò la mano sinistra, mostrandola alla compagna, facendole notare la Gemma di Amara; con la destra invece afferrò la freccia e

con un unico gesto deciso la estrasse, lasciando la pelle liscia e candida come prima.

- Tranquilla passerotto, il tuo Big Bad è di corazza dura! – le disse, sfoggiandole poi il suo più luminoso e strafottente sorriso.

Buffy lo strinse a se, saltandogli addosso come se avesse paura che diventasse polvere, poi però si ricordò del pericolo che forse

non era del tutto scacciato.

Spike si pose tra lei e il loro cecchino sconosciuto, schiacciandola quasi contro il muro – La freccia proveniva dall’alto! – sussurrò lui,

scrutando nell’oscurità con la sua vista da vampiro – Potremmo essere ancora sotto tiro piccola… -

Buffy spuntò da dietro lo spolverino, grata per la protezione del suo compagno, ma anche molto, molto infuriata per quello che era

appena accaduto: qualcuno aveva tentato di uccidere il suo Spike, qualcuno che non avrebbe vissuto a lungo!

Dall’alto del palazzo, una ragazza e un uomo, armato di arco, fissavano la coppia di vampiri in basso.

- Ci vedranno? – chiese lei.

L’uomo scosse il capo – Amelia, questi due non fanno per te, almeno per il momento! Hanno qualcosa di strano e come vedi, non

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muoiono con una normale freccia nel cuore! Tu devi ancora imparare… -

- Forse tu hai mancato il cuore? Sei sicuro di aver centrato il bersaglio? – lo stuzzicò lei, annoiata dall’aria di superuomo che si

dava quel tipo – Fa provare me devi darmi la possibilità! – lo implorò poi, pentita di essere stata forse troppo pungente con la sua

battuta.

- Non reclamare! – sibilò lui per paura che i vampiri lo sentissero – Non devi più discutere le mie decisioni, non hai abbastanza

esperienza! – quella ragazza era insopportabile, ansiosa di imparare, brava e sveglia, questo sicuramente, ma impertinente e di

umore troppo, troppo variabile!

Amelia si morse il labbro inferiore per reprimere altre proteste: aveva trascorso gli ultimi giorni a stretto contatto con quell’uomo,

sottoposta ad un programma di allenamenti intensi che l’avevano preparata alla lotta contro i vampiri.

Quella era la sua prima uscita e non aveva ancora avuto il permesso di prendere il suo arco e uccidere i demoni!

- La notte è ancora lunga – proseguì lui – Troveremo qualcuno che fa al caso tuo! Andiamo! –

Spike avvertì un movimento e fece appena in tempo a scorgere due figure su un tetto, proprio di fronte a loro – Li hai visti? – chiese

a Buffy.

Lei annuì – Era lei…quella brutta copia di Anita! Lei ci ha attirato fuori di proposito per colpirci! –

- Nuova sterminatrice? –

- Peggio…credo ci sia qualcosa di più complicato sotto! – abbracciò Spike e gli passò possessivamente le mani tra i capelli – Non so

chi debba ringraziare per quella piccola gemma che porti al dito amore…se il diavolo o chi altro… -

Spike imitò il suo gesto – Non lo so passerotto, so solo che dovrebbe esisterne un’altra...almeno saremmo al sicuro entrambi! Devi

indossarla tu! – le ordinò e fece per sfilarsi l’anello..

Buffy scosse il capo e lo fermò – Di questo ne parleremo in un altro momento, ora torniamo da Willow e Tara, mettiamole al corrente

di quello che è appena successo… - Buffy alzò gli occhi al cielo – Penseranno di non poter fare nemmeno una vacanza in santa pace

povere care… -

Spike sorrise – Credo che ora invece si staranno domandando dove ci siamo infilati a fare le cosacce io e te! – sdrammatizzò lui.

Capitolo 9

Anche Anita e Jean Claude erano usciti quella sera, ma la loro meta era ben diversa da quella di Spike e Buffy: avevano scelto un

intimo jazz club gestito da un amico e servitore del Master, per ascoltare in tutto relax la musica che lui amava.

- Non capisco come tu e Spike possiate amare quel rumore…non ho mai compreso il senso di quei suoni così violenti! –

- È perché sei vecchio! – lo canzonò lei all’uscita – Ti devo istruire a questo nuovo mondo amore mio, sei rimasto ancorato agli anni

quaranta… -

- Preferisco quegli anni al rumore che ti propongono ora! È meglio la tranquillità e la buona musica di un locale come questo! Ma…

forse sono diventato troppo vecchio…ma petite… - Lei in risposta lo afferrò per le spalle e lo spinse contro il muro, baciandolo – Non

sarai mai vecchio, soprattutto ai miei occhi amore…tu sei eterno, proprio come il nostro amore… -

Lui la baciò profondamente, assaporando quel momento e la sua bocca che aveva il sapore del caffè appena gustato nel locale; la

strinse forte a se – Hai fame? – le domandò.

Anita aggrottò le sopracciglia e lo guardò dubbiosa mugolando – Non di sangue…o meglio…non di sangue mortale… - terminò

maliziosa.

- Viziata… - le sussurrò lui con voce carica di desiderio.

Lei mostrò la punta della lingua apparendo come una bambina che ha appena combinato una marachella, poi si aggrappò al collo

di lui per tappargli la bocca in un rovente bacio.

Tenendola tra le braccia, Jean Claude la sollevò di qualche centimetro da terra e si infilò nel vicolo di fianco al locale, una stradina

stretta e senza luci, dove non riuscivano a passare due persone affiancate.

Nessuno sarebbe passato in quel posto, tanto meno a quell’ora della notte.

Era eccitante fare l’amore senza curarsi dei mortali che li avrebbero potuti sorprendere in mezzo alla strada, la sua piccola Anita lo

istigava a fare cose che nei suoi centinaia di anni di non-vita mai si sarebbe sognato!

Lei sentì la parete del palazzo contro la schiena mentre la fredda mano del compagno sollevava la sua lunga gonna di lino,

accarezzandole avidamente una gamba: amava quei giochi, le sembrava di essere in “9 settimane e mezzo”!

- Sono ancora vecchio…ma petite? – le chiese in un sussurro Jean Claude mentre le strappava le mutandine (Spike insegna).

Anita rise per la sorpresa, poi si sentì avvampare mentre le mani esperte di Jean Claude la torturavano abilmente, portandola

all’apice.

Lei gli strinse la camicia e la strappò sul davanti, lasciando libero il torace bianco e liscio che tanto amava accarezzare.

Con i denti acuminati, Anita lacerò la carne del suo petto, strusciandosi il viso e leccando le ferite inferte: salì fino alla base del collo

e lì affondò le zanne, mentre Jean Claude la sollevava da terra e lei lo circondava con le gambe, unendosi a lui corpo e sangue.

Quella notte era destino che i vampiri padroni di Venezia incontrassero la nuova nemica!

Toccava ad Amelia scoccare la freccia quel turno e non vedeva l’ora di mettersi alla prova; come prima missione era obbligata a

tenersi ad una distanza di sicurezza, quindi anche questa volta si trovava sul tetto di un palazzo.

Aveva fiutato i due vampiri come la volta precedente: anche questi erano una coppia, e a giudicare dai loro movimenti e dai gemiti

della ragazza, Amelia aveva intuito che si stavano divertendo alla grande! Sarebbe stato interessante vedere le loro espressioni non

appena la freccia li avrebbe trafitti! Morire mentre si fa sesso…morte e sesso…dopo tutto i vampiri vanno a braccetto con queste

due cose!

Si preparò a puntare e trattenne il respiro.

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Capitolo 10

Non tirava un filo d’aria quella notte, la freccia sarebbe arrivata al cuore del vampiro dalla schiena.

Sapeva che non avrebbe fallito!|

Strinse gli occhi per mettere meglio a fuoco, ma si fermò: la donna, il volto di quella vampira era illuminato da un lieve raggio di

luna.

Amelia sussultò e la freccia partì dall’arco senza però la forza necessaria per arrivare a destinazione e uccidere.

- Che diamine ti ha preso? – sbraitò l’uomo accanto a lei.

L’arco le cadde dalle mani che improvvisamente si erano fatte fredde e sudate mentre i suoi occhi rimasero fissi sulla vampira.

Anita e Jean Claude si bloccarono, allarmati da una freccia che era caduta maldestramente a terra accanto a loro.

Alzarono insieme lo sguardo al cielo, vedendo due figure sul tetto di un palazzo: Anita rimase agghiacciata alla vista della donna.

Era la sua copia esatta!

Amelia non respirò: quella era sua…finalmente la vedeva…no, non era possibile!

Quella era Anita, era innegabile, la sua gemella e lei l’aveva sorpresa con il suo compagno, il Master della città!

I loro sguardi rimasero a lungo incrociati, senza che nessuna delle due reagisse.

Jean Claude osservò Amelia sbigottito: era uguale alla sua Anita, se si escludeva il colore dei capelli…ma chi era?

- È tua sorella? – chiese l’addestratore ad Amelia.

La ragazza non si mosse, e servì uno scossone dell’uomo per destarla da quello stato.

Lei sbatté gli occhi per mettere a fuoco la vista – Non mi toccare! – gridò allontanandolo con uno scossone e guardandolo con occhi

carichi di rabbia.

Lui tossì, per la prima volta impressionato dallo sguardo della ragazza – Capisco quanto sia duro il colpo per te, prima o poi doveva

accadere…ma è un vampiro come gli altri e tu devi fare il tuo dovere! – la intimò lui con un filo di voce.

- Chi è lei? – chiese Jean Claude.

- Non so… - rispose come in trance Anita, poi aggrottò la fonte – È la nuova sterminatrice… - proseguì.

- Ma perché…ti somiglia così? Anzi, è uguale a te, la tua gemella! –

nel sentire quelle parole, lei sgranò gli occhi – La mia gemella? –

- La mia gemella… - Amelia aprì bocca per emettere un urlo di sfogo che però faticò ad uscire: le sue prime note sembrarono un

rantolo di sofferenza, poi, la forza delle sue corde vocali si fece sentire. Ripresasi dalla vista di Anita sollevò l’arco e afferrò una freccia

con gesti decisi.

Fissò negli occhi la sorella, i suoi stessi occhi.

Come poteva guardarsi nello specchio e uccidere se stessa?

Il richiamo del sangue era così forte in lei, anche se non conosceva per niente Anita! Era come una voce dentro che le sussurrava di

non fare del male alla sua metà!

È carne della tua carne, le diceva, generata dalla stessa madre, sangue del tuo sangue!

- Come posso? – sussurrò cedendo al dolore e alla coscienza.

Una goccia di sudore le colò lungo il viso: il suo corpo tremava, la vista si annebbiò…per le lacrime?

- Amelia! – le gridò l’uomo – Cosa aspetti? –

La freccia partì dall’arco con forza, ma mancò il bersaglio.

Lo hai fatto di proposito? Si chiese lei respirando a fatica.

- Hai sbagliato! Come hai potuto di nuovo? Uccidili, cosa aspetti? –

- No! – gridò Amelia, gettando a terra l’arco e scappando via.

- Aspetta! – ebbe la forza di urlare Anita, mentre anche l’uomo svaniva nella notte; si strinse il petto appoggiandosi al muro e crollando

a terra.

Jean Claude si accucciò accanto a lei, stringendola tra le braccia.

- Lei è uguale a me…la mia immagine riflessa… - mormorò lasciandosi andare alle lacrime – Com’è possibile… - sembrava in un altro

mondo, come una folle, gli occhi sgranati e persi nel vuoto.

- Sssss…. – le sussurrò il compagno, accarezzandole il viso bagnato – Andiamo a casa piccola… - le prese in braccio e lentamente,

nell’oscurità, la portò via.

Capitolo 11

- Anita ha una gemella? - urlò Willow incrociando le gambe sul divano.

Buffy annuì mentre prendeva una sigaretta dal pacchetto di Spike - O è la sua sosia o è sua sorella! - rispose accendendola - Ma

come può essere? Cioè... - proseguì confusa - Anita non lo sapeva? - soffiò fuori il fumo.

Tara spalancò la finestra che dava sul grande terrazzo - Forse è come nei grandi romanzi! Per qualche strano complotto le hanno

separate alla nascita e sono cresciute ignorando l’una l’esistenza dell’altra! –

Calò il silenzio nella stanza fino a quando Spike si lasciò scappare una risatina, rubando la sigaretta a Buffy e commentando con un

- Assurdo... –

- No aspetta... - lo interruppe Buffy - Non è assurdo Spike! Tara potrebbe avere ragione! In fondo Anita non sa nulla del suo

passato, è orfana, cresciuta da preti! chissà come Hanno macchinato la sua vita! pensiamo solo al destino che le avevano riservato!

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Sterminatrice fino alla morte! - gesticolò animata - Meno male che ha avuto la fortuna di incontrare Jean Claude sul suo cammino che

l’ha strappata all’orrore e alla solitudine! - strinse i pugni, coinvolta in prima persona dalle sue stesse parole.

- Passerotto... - sussurrò Spike, affrettandosi ad abbracciarla e affondando il viso nei suoi capelli, assaporandone il profumo.

Sapeva quanto Buffy si sentisse simile ad Anita e, se possibile, in quel momento la amava ancora di più.

Lei sembrò rincuorarsi al contatto col suo amore: lo guardò in volto e gli accarezzò una guancia, dolcemente, sorridendogli - Dolce,

insensato vampiro...quanto ti amo per avermi salvata dal mondo... –

In quel momento la porta del loro appartamento si aprì violentemente, sbattendo contro il muro: i presenti si voltarono tutti, osservando

Jean Claude che stringeva tra le braccia Anita, priva di sensi.

Capitolo 12

Una piccola mano le accarezzò il viso: Anita aprì gli occhi ma intorno a lei era tutto buio.

Dov’era? Perché, nonostante la sua vista soprannaturale non riusciva a vedere nell’oscurità?

L’ambiente era umido, lo avvertiva sulla pelle, imperlata da mille goccioline d’acqua.

Allungò le braccia e avvertì a poca distanza la pietra dura di uno stretto muro che la circondava: pareva un corridoio.

Ma non era…pochi minuti prima…lei stava facendo l’amore con Jean Claude in quel vicolo fuori del locale, poi erano stati attaccati…

si, ma da chi?

La sua copia, sua sorella? No, lei non aveva una sorella!

E poi forse non era quello il momento di pensarci…forse era più importante scoprire dove si trovava e perché!!

- Anita… - si sentì chiamare da una voce senza età, proprio di fronte a lei. Era come una carezza sulla sua pelle, velluto al contatto

con le goccioline di umidità che le imperlavano il viso.

Era come quando Jean Claude l’avvolgeva tra le sue braccia, però questa sensazione era diversa, calda.

- Chi mi chiama? – chiese all’oscurità. Non si mosse, nonostante sentisse la necessità di raggiungere quella voce che in profondità

sentiva familiare.

Strinse i pugni finché le unghie non le si conficcarono nella carne, ferendola: alle sue spalle, la voce del suo amato sire cercava di

riportarla alla realtà.

Quindi quel luogo faceva parte dei suoi sogni?

- Non andare da lui…vieni a me, verso la conoscenza di ciò che sei… - proseguì la voce in tono quasi supplichevole.

Anita osservò ancora nell’oscurità, in direzione di quel richiamo, poi si voltò verso la voce di Jean Claude e si rialzò, muovendo poi i

suoi passi verso di lui.

- Io so già chi sono… - si disse.

- Amelia… - una voce la chiamava: aprì gli occhi ma non vide nulla.

Tutto intorno a lei era nero e umido.

Con le mani tastò il pavimento sul quale era sdraiata, avvertendo la pietra fredda e liscia, resa tale probabilmente dalle migliaia di

scarpe che l’avevano calpestata.

- Dove mi trovo? – si chiese.

Ricordò gli ultimi fatti di quella notte, lentamente, cercando di dissolvere la nebbia che le offuscava la mente da quando si era

risvegliata.

Aveva incontrato sua sorella per la prima volta e quasi l’aveva uccisa...ma in fondo non era quello che doveva fare? Non ne era molto

convinta in fondo.

Era fuggita dal suo addestratore, rientrando in solitario nella sua stanza tra i preti; era crollata sul letto distrutta e completamente

vestita, scivolando lentamente nell’incoscienza e in quello strano sogno.

Perché era un sogno vero?

Doveva esserlo perché lei non si era mossa dalla stanza e si era anche chiusa a chiave prima di crollare! Ma perché le sembrava

tutto così vero in quel momento? Pure la sensazione della pietra sui polpastrelli!

- Vieni Amelia… - di nuovo quella voce. Non era conosciuta, non era né uomo né donna, proveniva da lontano…

Non c’era nessuno che le impedisse di scoprire chi la chiamava, in fondo era solo un sogno!

A tentoni si rialzò e avanzò con cautela, cercando possibili ostacoli nel buio, mettendo avanti le mani per non sbattere contro il

muro.

Improvvisamente, alla sua sinistra una luce si accese illuminandole la via: era una torcia a muro che bruciava rivelandole finalmente il

luogo in cui si trovava.; era un lungo corridoio in pietra, di antica fattura sicuramente, medievale forse, ma lei non se ne intendeva.

Le sembrava il sotterraneo oscuro di qualche castello.

Fissò la luce della torcia: come poteva illuminare così tanto quel corridoio?

- Amelia… - di nuovo la voce – davanti ai tuoi occhi, oltre la porta si cela la conoscenza di ciò che sei… -

La ragazza guardò dritto di fronte a se e la vide solo in quel momento: una massiccia porta di grigio ferro si trovava in fondo al

corridoio!

- La camera che nessuno può aprire…è il segreto che si nasconde nella terra…diciassette è il suo numero, il tuo sangue conosce la

strada… -

Noncurante del reale significato di quelle parole, Amelia camminò a grandi falcate fino a destinazione, spinta forse solo dalla

curiosità.

Non aveva paura, di questo ne era certa.

Sfiorò lievemente il metallo e la sensazione che le trasmise fu spaventosa ed esaltante allo stesso momento; le sembrò di avvertire

potere, solo ed esclusivamente potere.

La scossa che la attraversò quando invece posò le mani sulla maniglia per aprirla fu allarmante: c’era qualcosa che sfuggiva al suo

controllo oltre quella porta, qualcosa di antico e molto potente che la spaventava.

Ritrasse la mano mentre qualcuno la scuoteva per le spalle, riportandola alla realtà.

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Capitolo 13

Riprendendo i sensi, la prima cosa che vide furono due intensi occhi che la osservavano con ari preoccupata.

I morbidi ricci di Jean Claude le ricadevano leggeri sul viso, solleticandola; lui l’aveva riportata alla realtà, il principe millenario della

sua fiaba oscura l’aveva fatta uscire da quel corridoio con la sua voce carezzevole.

Giocherellò con una ciocca dei suoi capelli mentre lui le accarezzava il viso con un dito, sorridendole – Ben tornata ma petite… - le

sussurrò rincuorato.

Lei lo ricambiò – Quanto sono stata svenuta? – domandò, mentre le loro labbra si incontravano in un rovente bacio.

Era come se sfiorare quella morbida pelle le avesse fatto capire cosa veramente era importante.

In quel corridoio sapeva di aver rinunciato a qualcosa che la riguardava da molto vicino…ma Jean Claude e quello che stavano

costruendo insieme era più importante! Il passato non aveva importanza per lei, Anita era nata il giorno in cui era morta per mano

del suo Sire!

Ma perché faceva quelle riflessioni proprio ora?

- Te la senti di uscire? Gli altri sono in pensiero per te! –

- Gli altri? – mormorò lei, tornando alla realtà, scacciando quei pensieri dalla testa; si guardò intorno focalizzando l’ambiente intorno

a se.

Non era nel suo letto, bensì in quello di Buffy, lo riconobbe dalla scelta del colore delle lenzuola: lei non avrebbe mai accettato di

dormire nel nero! Sorrise.

- Ti ho riportata subito qui dopo il tuo svenimento mia cara…non accennavi a riaprire gli occhi! –

Anita annuì – Ho udito una voce nell’oscurità… - sussurrò – mi chiamava per nome…mi invitava a seguirla… - si alzò dal letto,

prendendo la mano di Jean Claude e posandola sul suo seno – Ora che sei qui vicino a me mi sento tranquilla…ma nel luogo dove

mi trovavo…ho avuto paura di non vederti mai più… -

Jean Claude la strinse a se – È impossibile mia adorata…non potrai mai sfuggirmi… - le sussurrò all’orecchio mentre la stringeva

forte, come se avesse per un attimo realmente temuto di perderla.

- Possibile che non si sia ancora ripresa? – domandò Buffy, sinceramente allarmata dalle condizioni di Anita.

- Il suo corpo non è ferito, ma ha subito uno shock che l’ha provata nell…animo… - tentò di spiegare Tara, balbettando sulle ultime

parole.

In fondo Anita non avrebbe più dovuto avere l’anima…forse la strega bionda aveva usato le parole meno appropriate.

La porta della camera da letto dei due biondi si aprì: la prima ad uscire fu Anita, subito avvolta dall’abbraccio di Buffy.

- Ci hai fatto prendere un bello spavento sai? – le disse, sciogliendola dalla sua stretta e controllando che Anita stesse realmente

bene.

Lei annuì all’amica e si lasciò condurre al divano, accanto a Tara, mentre Buffy si sistemava sul tavolino di cristallo.

Nella sala erano ormai tutti presenti: Jean Claude si era appoggiato alla porta della camera da letto, osservando in silenzio la

compagna, senza mai toglierle gli occhi di dosso.

- Devi...spiegarci tutto! – la esortò Buffy – Dobbiamo capire… -

- Cosa? – la interruppe Anita – Perché c’è la mia sosia in giro per Venezia? Non lo so Buffy, non ne ho idea! –

- Tu non sai nulla delle tue origini… - si intromise Willow con fare da ispettore di polizia – È probabile che i preti che ti hanno cresciuta

abbiano giocato un po’ troppo pesante con il tuo destino! Forse quella ragazza è realmente tua sorella! –

Anita abbassò gli occhi – Anche se fosse vero, il legame di sangue si è spezzato quando sono diventata un vampiro! –

Tara si alzò dal divano, raggiungendo Spike alla finestra – Non si spezza il legame tra fratelli! Se lei è tua sorella, oltretutto la tua

gemella, il vostro sangue ve lo confermerà non appena vi rivedrete! – Willow e Buffy annuirono in pieno accordo con la strega

bionda.

- Per un attimo… - riprese poi Anita – Ho avuto la sensazione che avesse sbagliato la mira del suo colpo… - e mentre pronunciava

quelle parole, i suo occhi si posarono su quelli di Jean Claude che le confermarono quanto aveva appena detto.

Tara riprese in mano la discussione – Ora, io e Willow potremmo fare delle indagini su chi sei in realtà! – cercò appoggio nella rossa

che le sorrise e annuì con un lieve cenno del capo – In fondo specialità curiosare… - sorrise la bionda.

- Ci occorre solo il punto di partenza, la chiesa dove sei stata trovata e accolta – proseguì Willow facendosi professionale.

Anita sorrise al ricordo di Padre Antonio – È la chiesa di Santa Caterina… - mormorò – vi darò le indicazioni per raggiungerla… -

Le due streghe spalancarono gli occhi – È lei! – risposero all’unisono, come in un perfetto incantesimo, poi Willow spiegò la loro

insolita vicenda legata alla chiesa in questione.

Un motoscafo nero si muoveva negli stretti canali di una Venezia completamente addormentata: l’alba era ancora lontana, avrebbe

avuto il tempo per sistemarsi nella dimora che aveva scelto per il suo soggiorno in quel posto.

Era così tranquilla, Jean Claude regnava in un luogo paradisiaco ed immortale, proprio come lui.

Ma sarebbe durato ancora per poco…

Capitolo 14

Anita accese tutte le candele che aveva accuratamente sistemato nella camera da letto: le pesanti tende erano tirate per impedire

all’alba di entrare a disturbare lei e il suo compagno che si era trattenuto con Spike sulle scale.

Voleva per un attimo dimenticare quello che era successo in quelle ore, sua sorella, il luogo nel quale si era svegliata, la voce

misteriosa, per concedersi qualche momento di meritato amore con Jean Claude.

Sistemò l’ultima candela accanto al comodino e l’accese. Era tutto perfetto.

Il letto era stato rifatto la mattina precedente con croccanti lenzuola di lino color crema, dal profumo di lavanda: era sempre stata una

sua fissa avere il profumo della primavera tra le lenzuola.

Sentì la porta d’ingresso chiudersi; Jean Claude stava arrivando.

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Si lanciò sul letto, sollevando la camicia da notte nera che aveva appena indossato, in modo che almeno una delle sue lunghe gambe

fosse completamente scoperta, abbassò una delle sottili spalline di seta e si scoprì leggermente un seno, poi attese.

Jean Claude entrò nella stanza e non appena la vide s’imbambolò come un adolescente di fronte alla sua prima rivista porno.

- Ma petite? – disse con tono quasi imbarazzato.

Anita sorrise lievemente, muovendosi in modo che la camicia da notte rivelasse quasi del tutto quello che aveva da offrire - …dimmi…

- mormorò come una gattina - …sai…pensavo che siamo stati interrotti bruscamente nel vicolo da moscerini insulsi…volevo solo

terminare la serata amore… -

Il vampiro passò con occhi famelici ogni millimetro di pelle scoperta della ragazza: era candida, liscia e bianca come il latte,

praticamente perfetta!

Anita sollevò languidamente un braccio in segno di invito, cose che il Master non si fece ripetere.

Appoggiò un ginocchio al letto e si mise a sedere accanto a lei: il suo dito indice percorse il corpo di Anita, dalla punta del piede

destro, salendo per la gamba, spostando ancora la seta nera della camicia da notte; in quel momento spalancò gli occhi stupito: lei

non portava gli slip, rivelando ciò che tanto adorava in lei.

Sorrise.

- Jean Claude? – lo chiamò lei con fare tenero.

Lui la fissò negli occhi per un lungo minuto: la stava divorando e questo la faceva impazzire e fremere.

Quanto adorava quel vampiro, quanto era contenta di appartenergli!

Finalmente lui si decise ad entrare in azione e in un attimo le loro labbra si incollarono per un dolce e sempre più esigente bacio.

- Sei così dolce…le tue labbra hanno il sapore… -

- …del sangue? – terminò lei accarezzandogli il viso – è ancora il tuo sapore che ho in bocca, il gusto del tuo sangue mio sire…tu sei

sempre dentro di me, in ogni momento… -

- …ti amo… - le disse lui mentre scendeva a scoprirle completamente i seni, cominciando quella lenta e dolce tortura che tanto

piaceva ed entrambi.

Mentre Jean Claude non smetteva di dedicarsi al suo corpo, Anita si morse il polso e si sporcò un dito col sangue, avvicinandolo al

vampiro per tentarlo col suo odore.

Lui avvertì quel profumo inconfondibile e non appena vide da dove proveniva si mise in bocca il dito di Anita, leccandolo e facendole

il solletico con la lingua; quando ebbe terminato si attaccò come un lupo famelico allo squarcio che la ragazza si era praticata al polso

ed iniziò a succhiare lentamente, non per fame, solo ed esclusivamente per il desiderio di entrare in comunione con lei, conoscere

ogni volta come la prima volta il suo sapore, sentire quanto lo amava.

Anita appoggiò la testa al cuscino mentre permetteva a Jean Claude di bere, osservandolo con occhi sognanti mentre si nutriva.

Non era necessario che lei facesse lo stesso, le bastava in quel momento donargli una parte di se stessa, la parte che era più

preziosa, la sua essenza, il gesto che gli dimostrava tutto il suo amore.

Quando il vampiro si staccò da lei la baciò, le labbra ancora rosse si sangue; Anita leccò con solerzia ogni centimetro di quella bocca,

bevendo il suo stesso sangue, permettendo poi al suo sire di mordersi la lingua per lasciarla bere mentre continuavano a baciarsi.

Nonostante non ci fosse il bisogno, Anita sospirò, appagata pienamente da quel bacio, mentre Jean Claude, senza staccarsi da lei,

le sollevava completamente la camicia da notte, rivelando tutto il suo splendido corpo nudo.

- La mia regina… - sussurrò lui, allontanandosi per un breve attimo, giusto il tempo per eliminare anche i suoi vestiti – non smetterò

mai di ripeterti quanto ti ami mia signora… -

Anita rise e lo attirò di nuovo sopra di se, baciandolo e lasciando che tutto il loro rituale d’amore arrivasse al culmine.

Spike raggiunse la camera da letto dopo aver lasciato Jean Claude pochi istanti prima: quando entrò però non vide Buffy.

Dove si era cacciata?

Sentì il rumore dell’acqua provenire dal bagno li a fianco e del vapore uscire dalla porta socchiusa; il vampiro si passò una mano sul

mento, avanzando con passo felino in direzione della stanza.

Mantenendosi sull’uscio sbirciò all’interno: Buffy gli dava le spalle e stava versando dei sali colorati nella vasca che lentamente si

riempiva di acqua bollente, creando una schiuma consistente al profumo di rosa.

Spike la osservò mentre lei con lentezza si sfilava gli slip ed il reggiseno, lasciandoli cadere a terra con noncuranza; quando il livello

dell’acqua raggiunse l’altezza desiderata, chiuse il rubinetto.

Prese nelle mani una piccola nuvola di bolle rose e le accostò al viso per sentirne il profumo: con gli occhi chiusi poi, soffiò per liberare

nell’aria una miriade di piccole bollicine che iniziarono a girare per la stanza.

Buffy sorrise e solo in quel momento si voltò verso Spike.

- Ciao…stavo preparando un bagno…rilassante – disse, caricando l’ultima parola con uno sguardo che conteneva mille e più

significati – Vuoi rilassarti con me? –

Spike entrò nella stanza da bagno e la osservò mentre si infilava nella vasca, immergendosi nell’acqua che avrebbe infastidito

chiunque in quel periodo dell’anno, ma di certo non un vampiro!

Lei ripeté il gesto di prima con la schiuma che questa volta raggiunse il volto del compagno.

- Allora? – lo esortò lei - …la vasca è triste senza te dentro…mancano poche ore al sorgere del sole tesoro…vieni a lavar via le

brutture di quello che abbiamo passato…ti farò sentire meglio vedrai… -

Il vampiro si levò in un batter d’occhio la camicia e i pantaloni, gettando il tutto, compresi i boxer, nell’angolo del lavandino, all’altro

capo della stanza.

- Se la vasca fosse più grande passerotto mi butterei dentro con un tuffo… - le disse lui, raggiungendola dentro l’acqua e muovendo

le bollicine rosa – Mi piace questo profumo… -

Buffy allargò le gambe e lasciò che lui si appoggiasse a lei con la schiena.

- Ti potrei massaggiare amore… - mormorò lei, accarezzandogli le spalle ed iniziando a massaggiarlo.

Le sue mani vagavano sul suo collo, la sua schiena, massaggiando le spalle, poi cominciò a deporre piccoli baci sul suo collo, mentre

Spike chiudeva gli occhi e mugolava di piacere per il rilassamento – Piccola tu mi vizi… - le disse sognante.

- È il mio passatempo preferito amore… - rispose Buffy leccandogli il lobo dell’orecchio – se la nostra esistenza fosse più tranquilla

passerei ogni notte solo ed esclusivamente a darti piacere in ogni modo… -

Lui cercò di girarsi per guardarla negli occhi ma lei glielo impedì, bloccandogli il collo con una mano – Comando io… - gli disse

nell’orecchio, scendendo a cercare la giugulare e mordendolo.

- Perversa creatura… - sospirò lui, chiudendo gli occhi e abbandonandosi alle cure amorevoli della sua Childe - …tu mi dai piacere

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in ogni istante…anche solo assaporando il tuo profumo… - mormorò.

Quando Buffy si staccò dalla ferita, leccandola e baciandola, Spike passò al contrattacco voltandosi ed inchiodandola col suo corpo

– Ora comando io… -

Lei lo guardò divertita – Mi chiedevo cosa aspettassi a prendere le redini della situazione… - gli disse prima dell’assalto del suo sire

che la morse quasi con violenza, procurandole una ferita che avrebbe impiegato più tempo a rimarginarsi.

Ma a lei tutto questo piaceva…molto.

Quando lo accolse dentro di se, mentre lui ancora beveva, Buffy si lasciò scivolare sott’acqua, in un universo di schiuma rosa,

portando con se il suo dolce e oscuro principe negli abissi del piacere più perverso, in attesa che anche quella notte volgesse al

termine, portando un nuovo giorno e, a quanto pareva, l’inizio di una nuova missione.

Capitolo 15

Tre figure fissavano la chiesa di Santa Caterina da qualche minuto.

- Cosa stiamo esattamente cercando? – chiese Buffy, alquanto perplessa.

Willow e Tara la scrutarono confuse – Non lo so… - rispose la strega rossa dopo un colpetto di tosse – camere segrete? Archivi,

registri dei bambini che accolgono, qualcosa che abbia a che fare con l’attività dell’ordine contro i demoni… - concluse.

- Praticamente gireremo alla cieca! – commentò Buffy accigliandosi, giocherellando con la gemma di Amara che spiccava al suo

dito.

Willow tossì di nuovo e Buffy la guardò, proprio nel modo i cui si guarda una persona senza senno – Esattamente… - rispose la rosse

– Potrebbero avere un intero fascicolo su Anita lì dentro, è la cosa fondamentale per partire! Se non troviamo qualche documento

non potremmo mai sapere nulla! –

- Potremmo anche incontrare la gemella di Anita! – aggiunse profetica Tara.

Le altre due rimasero in silenzio, non avevano altro da aggiungere alle parole della strega bionda.

- A quest’ora del mattino i cari pretucci saranno sicuramente presenti alla prima funzione della giornata – canterellò Buffy unendo le

mani e imitando una preghiera.

Willow la osservò alquanto perplessa, non le era mai capitato di vedere Buffy così…eretica?

Fece spallucce.

- Scavalchiamo il muro? – domandò Willow cercando altre vie di ingresso sicuro.

- Potrebbero vederci… - commentò Buffy – È giorno… -

- Non se pratichiamo una piccola magia che ci renda invisibili agli occhi estranei! – aggiunse Tara.

La compagna le sorrise, ammirandola per le sue soluzioni sempre appropriate.

Amelia si rigirò tra le lenzuola: era già mattina? Una smorfia di disgusto si dipinse sul suo volto.

Odiava quel posto: perché aveva accettato di andare a Venezia? Questi maledetti preti si credevano già padroni della sua vita!

Non avevano avuto la minima sensibilità nel parlare di sua sorella, descrivendola come una persona malvagia e senza scrupoli!

Eppure per anni l’avevano usata per i loro “scopi benevoli”, senza pensare a lei e al suo bene!

E lei, come un’ingenua si era lasciata guidare da loro, diventando il nuovo strumento di sterminio dei vampiri!

Non era poi così convinta di volerlo fare…

La sua prima uscita notturna non aveva certo dato buoni frutti: prima quel vampiro ossigenato immune alle frecce, poi l’incontro con

Anita.

Saresti realmente in grado di uccidere un parte di te? Si chiese.

Fissò il soffitto e rispose negativamente alla sua domanda.

Questi religiosi schizoidi credevano di poter disporre a loro piacimento della sua vita? Si sbagliavano di grosso!

Se Anita aveva deciso di fare il grande salto diventando un vampiro…bhè, forse lo aveva fatto realmente per amore!

E doveva ammettere che il vampiro che si era scelta non era male…era molto…affascinante era dir poco! In fatto di uomini dovette

ammettere che avevano gli stessi ottimi gusti!

Sorrise e si mise a sedere sul letto.

Osservò l’ambiente intorno a lei, poi il pavimento: sotto di esso era nascosto il segreto della sua discendenza?

Poco importava, non voleva più avere niente a che fare con il mondo del soprannaturale! Non le apparteneva! Lei era sempre stata

una persona concreta, nonostante la sue doti sconosciute e misteriose.

Forse lei era veramente nata per combattere il male, ma sentiva che questa cosa non le apparteneva! Uno è padrone del suo destino,

e lei lo avrebbe cambiato!

- Io non sono come Anita, non resterò schiava di questo ordine per un giorno di più! – con un rapido movimento si alzò dal letto e fece

quello che doveva fare molti giorni prima: i bagagli.

- Questo non è il mio posto, era di Anita ed io non sono lei! – esclamò aprendo con rabbia il primo cassetto di biancheria ed iniziando

a svuotarlo.

Avvertì dei passi all’esterno.

- Diavolo! – imprecò.

Forse volevano controllarla?

Cautamente si avvicinò alla porta per cercare di sentire qualche parola, ma forse era solo qualcuno di passaggio.

Eppure…

Aprì la porta di poco ma non vide nessuno.

Percepì dell’energia.

Sgranò gli occhi: tre figure invisibili ad occhio umano si aggiravano in quei corridoi!

Lei riusciva a vedere l’energia che le circondava, come un manto colorato, tre diversi colori!

Quella era magia e non portava nulla di buono.

Erano sicuramente degli estranei e forse non avevano delle buone intenzioni.

Doveva seguirli? La ragione le consigliava di infischiarsene, andare via da lì e non intromettersi più nelle faccende col mondo oscuro,

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eppure una voce dentro di lei le diceva altro!

Poteva fare i bagagli in seguito, in fondo non potevano trattenerla.

Ora la sua curiosità aveva la priorità assoluta!

Capitolo 16

- Nessuno a quanto pare ci sta seguendo… - mormorò Willow guardandosi le spalle.

- Questo posto mette i brividi… - commentò invece Buffy.

- Ti senti bene? – le chiese l’amica preoccupata.

- Stai tranquilla Will, la gemma mi protegge da tutto questo…bene…cerchiamo qualche ufficio con dei registri…forse troveremo

notizie su Anita! –

Le due streghe annuirono e proseguirono al passo con Buffy.

Possibile che nessuna delle tre si fosse accorta che in realtà qualcuno le stava seguendo?

Dopo aver girato nel cortile interno, le tre intruse trovarono una porta di grigio metallo che conduceva ad un grande open space di

recente costruzione, adibito ad uffici; faceva uno strano effetto tutta quella modernità all’interno di una costruzione così antica.

C’erano quattro scrivanie con relativi computer di ultima generazione, grandi armadi lungo il perimetro della stanza, fotocopiatrice e

immensi schedari grigi.

Chiusero la porta alle loro spalle.

Amelia aveva visto le tre fonti di energia muoversi un po’ confuse lungo i corridoi, fino ad arrivare agli uffici che le avevano detto

essere dedicati alle pratiche dei bambini ritrovati e adottati.

Chissà cosa cercavano…

- Suppongo che questi schedari contengano i dati delle adozioni dei bambino trovati… - Willow provò ad aprire uno dei grandi cassetti

che scivolò facilmente, mostrandole impersonali cartelle marroni con delle piccole etichette; sopra queste ultime era indicato il nome

dato al bambino e all’interno c’era tutta la documentazione relativa.

- Le carte di Anita devono essere più vecchie di quelle che stai guardando tu! – le suggerì Buffy – Forse non sono nemmeno qui…

potresti ingegnarti con i loro computer però… -

Willow annuì, mettendosi a sedere sulla scrivania più vicina – Forse avrò bisogno di una password di accesso per entrare…ma posso

risolvere anche questo problema! –

Tara nel frattempo si era messa a gironzolare per le scrivanie, dirigendosi verso il fondo della stanza: lì c’era un piccolo schedario più

malmesso degli altri: il colore era differente e sembrava aver subito più ammaccature degli altri.

Provò ad aprirlo ma trovò resistenza: era chiuso a chiave.

- Ragazze… - richiamò l’attenzione delle altre due - …forse ho trovato qualcosa! –

Le altre due la raggiunsero all’istante, ritrovandosi quindi a fissare quello schedario.

- È vecchio… - disse Buffy fissandolo.

- È chiuso a chiave… - proseguì Willow.

- Questo non è un problema! – riprese la vampira, che con un gesto rapido e forse un po’ troppo avventato, utilizzò la sua forza

sovrannaturale e aprì il primo cassetto.

Willow si mise una mano sulla faccia – Così si accorgeranno che qualcuno è stato qui! – mormorò all’amica scuotendo il capo.

- Poco importa, troviamo quello che ci serve! Questi qui sono più affiliati del demonio secondo me! Altro che uomini di Dio! –

La rossa iniziò a sfogliare l’archivio, dopo aver lanciato a Buffy uno sguardo senza speranza.

- Qui ci sono i bambini che non sono stati adottati e che hanno trascorso l’infanzia tra queste mura… - disse la rossa, riponendo

uno dei fascicoli che aveva estratto – Hanno dato ai trovatelli lo stesso cognome; in questo elenco quindi sono suddivisi in ordine

alfabetico e per anno di nascita! Che cosa ridicola! –

- Non sono molti però – continuò Tara – Non dovremmo metterci molto a trovare Anita! –

E infatti ci vollero solo altri tre minuti prima che le ragazze individuassero la cartella di Anita e Amelia.

- Sono gemelle! Ora ne abbiamo la conferma – esclamò Buffy aprendo il fascicolo; spalancò gli occhi – È vuoto! – mormorò allibita

– ad eccezione di questo biglietto…c’è scritta una data…deve essere la loro data di nascita! –

- Solo la data di nascita… - mormorò Willow delusa.

- Forse i loro documenti sono nascosti in qualche archivio segreto…si, deve essere per forza così! – proseguì poi Buffy – In fondo

Anita era la sterminatrice e questi preti hanno dvuto tenerla nascosta in qualche maniera! Continuo a non capire però il motivo della

loro divisone alla nascita… -

- Hai ragione… - rifletté Willow torturandosi una ciocca di capelli e guardandosi intorno; cominciò a camminare intorno alle scrivanie,

osservando gli scaffali degli armadi aperti – Ma dove possono… - non fece però in tempo a terminare la frase perché inciampò in un

tappeto cadendo a terra.

Tara e Buffy accorsero subito in suo aiuto, ma Willow era persa nel ricamo del tappeto.

- Will… - tentò di attirare l’attenzione Buffy passandole la mano aperta davanti agli occhi – Ti piace così tanto questo tappeto? –

La rossa scosse il capo tornando sulla terra – No Buffy…è orrendo, ma è proprio questo il punto! È l’unico tappeto in questo ufficio!

La vampira inclinò il capo (tipico di Spike) – Scusa, ma credo di non afferrare… -

- È semplice – proseguì l’amica, avendo l’attenzione delle altre due – perché mettere un orrido e vecchio tappeto in un ufficio zeppo

di tecnologia all’avanguardia e pavimenti lustri? –

Buffy osservò la stanza – Ora ho afferrato! – esclamò – Nascondono qualcosa qui sotto e credono che il tappeto sia abbastanza per

impedire agli estranei di notarlo! Un po’ superficiali… -

Willow si scostò dal polveroso intrico di colori e lo sollevò, rivelando una porzione di pavimento esattamente uguale al resto della

stanza; sospirò delusa, ma Tara si inginocchiò accanto a lei, prendendo in mano le redini della situazione – Guardate! Questo è

linoleum, appoggiato sopra il pavimento originale! – indicò un punto preciso a terra – Osservate la fuga della piastrella, è leggermente

rialzata! –

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- È segno che viene sollevata abitualmente! – terminò Buffy, congratulandosi poi con il buon occhio della strega; invitò le due amiche

a farsi da parte.

Spostò il tappeto e alzò la porzione di linoleum, rivelando un passaggio segreto chiuso da una botola in legno con tanto di

serratura.

- Però, è stato fin troppo facile! – esclamò Buffy, forzandola con la sola forza di una mano.

- Io la chiamerei fortuna! – ribatté Tara.

Willow fece spallucce in risposta alle battute della altre due.

- Avanti! Chi vuole scoprire cosa si nasconde nella camera dei segreti? – domandò Buffy, sollevando la botola ed entrando per

prima.

Amelia aveva osservato fino a quel momento i movimenti delle tre auree fuori dalla finestra, vedendole poi scomparire da un passaggio

scoperto quasi per caso.

- Il segreto è sotto i tuoi piedi… - si ripeté mentalmente: doveva seguirle!

Le tre ragazze, dopo aver sceso una stretta e scricchiolante scala a chiocciola, si ritrovarono in un lungo corridoio in pietra.

Grazie ad un incantesimo di Willow, la via era illuminata da una piccola sfera di luce sospesa a mezz’aria.

- Mi sento come Harry Potter… - ridacchiò Buffy, toccando la nuda pietra del muro – Qui è maledettamente umido però! Ad Hogwarts

non mi sembra sia così poco accogliente! –

- Sembrano le prigioni di un castello… - osservò Tara, sorridendo alle parole di Buffy – Guardate, è pieno di porte in ferro con le

sbarre! –

- Proviamo a curiosare! – suggerì Willow.

La prima porta non oppose resistenza alla forza di Buffy che scoprì, insieme alle compagne, scaffali colmi di carta, alcuni addirittura

erano carichi di pergamene antiche.

Willow ne sfogliò uno a caso – Questo è un diario dell’ordine segreto di Santa Caterina! Guardate, reca la data del 17 Maggio 1556!

Tara ne prese un altro – Raccontano le gesta delle sterminatrici che si sono succedute nei secoli, le memorie dei preti e i fatti

sovrannaturali di Venezia! –

- Sono come i diari degli osservatori! – commentò Buffy, sfogliandone uno – Questo parla di un Master delal città, un certo Marius, un

vampiro molto antico! Chissà se è ancora vivo… -

- Buffy non perdiamo tempo, dobbiamo trovare i più recenti! – la vampira ripose con dispiacere ciò che aveva in mano e seguì l’amica

nella stanza successiva.

Lì la carta sugli scaffali era più recente, i fogli erano rilegati in cuoio e sul dorso era riportato l’anno. Alle tre bastò scorrere l’ordine

cronologico per trovare il fatidico 1982.

- Eccolo! – esultò la strega rossa, alzandosi in punta di piedi per prenderlo – Non abbiamo tempo per guardarlo qui, lo porteremo con

noi! La durata dell’incantesimo di invisibilità sta scadendo! –

Amelia si era rifugiata nella prima camera visitata dagli intrusi, origliando ogni singola parola – Hanno rubato il registro corrispondente

al mio anno di nascita…forse è proprio quello di cui parlava la voce nel mio sogno… - si disse.

Attese che le tre sconosciute, ora sapeva dalle voci che erano donne, uscissero dal sotterraneo, poi tornò nel corridoio ormai buio.

Andò verso le scale a tentoni: non vedeva l’ora di uscire da lì! Ora ne era certa, la cosa migliore era fare i bagagli e squagliarsela

prima che la faccenda si complicasse! Se avevano rubato qualcosa di importante, se la sarebbero sbrigata i preti maledetti, non era

affar suo quello!

Mentre saliva il primo gradino però, uno spiffero gelido sul collo la fece fermare.

Le torce al muro si accesero, una dopo l’altra, per effetto di qualche sortilegio.

- non ho paura… - si disse Amelia, voltandosi lentamente.

Che i preti l’avessero scoperta?

Il lungo corridoio però era ancora deserto, e con tutta quella luce, poteva vederne il fondo: c’era una porta, diversa dalle altre.

Amelia la riconobbe all’istante: la camera diciassette, quella che nel suo sogno non era riuscita ad aprire – E così esisti… - disse,

noncurante del tono di voce alto, facendo il primo passo verso di essa.

- Questa volta ti aprirò! – ricominciò, una volta arrivata di fronte.

Sfiorò il pesante e freddo metallo, il numero diciassette che era stato attaccato in tempi più recenti rispetto alla fattura originale,

scendendo verso la catena che serviva come ulteriore sicurezza alla serratura.

Bastò il suo semplice tocco per farla cadere a terra.

- Questa è magia! – sorrise soddisfatta la ragazza, mettendo una mano sulla maniglia, che non oppose resistenza non appena la

ebbe abbassata.

Il motivo era semplice, era lei la persona adatta per scoprire il segreto di quella camera, solo ed esclusivamente lei…e forse anche

sua sorella…

Capitolo 17

- Ok signore, sediamoci a questo tavolo e sfogliamo i registri! – ordinò Buffy gettando le chiavi di casa in un fine e alquanto delicato

portacenere di vetro soffiato e oro a forma di foglia – Io torno subito! – lasciò sole Willow e Tara, chiudendosi in camera d aletto.

Le labbra fredde della sua Childe lo sfiorarono come un petalo di rosa, accarezzandolo sensualmente – Ciao piccola perversa

creatura… - le disse Spike catturandola tra le sue braccia per approfondire il bacio.

- Spike! – lo rimproverò lei mettendogli le mani sul petto e allontanandolo da se.

Lui mugolò mentre le mani di Buffy assaporavano quei muscoli perfettamente modellati: le leccò il collo e salì fino all’orecchio

– Allora… - le disse mordicchiandole il lobo – Hai fatto i compiti a casa? –

Buffy annuì, staccandosi dalle tentazioni del compagno – Si, li ho fatti e potremmo iniziare a combinare qualcosa se tu…se tu non

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mi catturassi ogni istante! –

- Allora perché sei venuta qui? Solo per svegliarmi? – chiese lui col broncio.

Buffy rise e lo aiutò ad alzarsi dal letto, lanciandogli gli indumenti uno dopo l’altro – Ti aspettiamo di la… - gli disse guardandolo di

traverso.

Prendendo una sigaretta dal pacchetto di Spike, Buffy andò ad accomodarsi a gambe incrociate ai piedi del divano dove sedevano

le due streghe.

Willow aprì il diario del 1982 e lesse alcuni estratti:

“Anno del Signore 1982

Le bambine trovate questa notte sono due, entrambe in ottima salute.

La congiunzione astrale è corretta, gli esperti hanno interpretato tutti i segni.

La discendenza del peccato è giunta a noi.

La figlia della luce sarà accolta da noi, protetta e addestrata, la sua anima è pura e sarà salvata dalle nostre cure e dalla nostra

educazione.

La figlia delle tenebre verrà affidata alle autorità, la sua anima nera seguirà un percorso rieducativo all’interno di un Istituto, nel

tentativo di portarla nella Grazia del Signore.

Ma non compete a noi.

Il volere di Dio è compiuto, ciò che non può essere compreso da occhi mortali è al sicuro.

Lucius, Maestro dell’Ordine”

Le tre amiche si guardarono in faccia, proprio mentre Spike faceva il suo ingresso nella sala, sedendosi accanto a Buffy sul

tappeto.

- Mi sono perso qualcosa? – chiese prendendo le sigarette dalle mani della compagna.

- A quanto pare si… - rispose Willow perplessa – Non riesco a capire, qui parlano di congiunzioni astrali…di due gemelle, una buona

e una cattiva! –

- Anita e quell’altra… - aggiunse Buffy dubbiosa – Devono essere per forza loro…le hanno divise pensando che Anita fosse la

gemella buona e l’altra la cattiva? Ma come potevano stabilire quale delle due? –

Tara aggrottò le sopracciglia – Lo hanno calcolato in base ai movimenti delle stelle: qui parlano di un momento particolare, di una

discendenza oscura e peccaminosa… -

Spike aspirò il fumo – Ma che razza di diavoleria è questa? Congiunzioni delle stelle…una buona e l’altra no… - scosse il capo

sorridendo – Sono dei ciarlatani! –

- Come possono decidere del futuro di due sorelle gemelle dividendole come se non avessero un destino comune? Lo stesso

sangue…due infanzie spezzate… - criticò la strega bionda diventando rossa in viso.

Willow sfogliò altre pagine, andando avanti con gli anni, raggiungendo la data del 30 marzo 1997:

“Il consiglio si è riunito questa notte per discutere dei progressi degli sterminatori: ultimamente l’attività demoniaca è diminuita grazie

all’ingresso nel gruppo della giovane Anita: svolge il suo compito con passione, è un ottimo elemento, ma è ancora giovane e acerba.

Abbiamo convenuto che non è ancora il momento per parlarle della sua stirpe e di colui che l’ha generata, potrebbe essere troppo

rischioso dare in mano ad una ragazzina un simile potere e una tale conoscenza[…]”

Poi proseguì ancora, raggiungendo quasi la fine del volume:

“Anno del Signore 2002

In questa notte scrivo il nostro fallimento.

Abbiamo fatto la scelta sbagliata, vent’anni fa.

Colei che credevamo la figlia della luce si è incamminata nel sentiero oscuro. La sua aura era in realtà malvagia, ci ha ingannati con

il suo volto angelico. È stata irretita dal Maestro della città, ha scelto di cibarsi del sangue degli uomini mortali, volontariamente si è

donata a lui abbandonandosi nelle braccia del male che l’ha generata.

Vent’anni or sono abbiamo interpretato male i segni, l’errore è stato nostro.

Colei che è stata allontanata tornerà a noi per eliminare la sua metà oscura.

Forse siamo ancora in tempo.

Il male del mondo svanirà al suo arrivo.

Verrà introdotta alla conoscenza del suo diritto di nascita.

Ciò che non può essere letto da occhi mortali diventerà lentamente lo strumento del bene, rivoltandosi al suo nero Creatore.

Lucius, Maestro dell’Ordine”

- Di cosa diavolo parlano questi qui? – domandò Spike spegnendo la sigaretta con foga.

Buffy annuì, d’accordo con lui – Non riesco a capire…questo Lucius continua a menzionare una discendenza e un potere

illimitato…di cosa si può trattare? –

- Cosa credono di fare? – proseguì ancora - Che razza di discendenza del peccato è la loro? E poi…si rendono conto che hanno

definito Anita la parte cattiva? Come possono…solo perché ha seguito il suo cuore? Maledetti preti! – ringhiò, lasciandosi prendere

la mano da Spike che la strinse per tranquillizzarla.

- Siamo punto e a capo… - sospirò delusa Willow – Non possiamo cavare più nulla da questo volume…proverò a leggerlo

attentamente questa sera, passando ogni pagina, ogni riunione, magari troverò altri indizi, ma sembra che abbiano paura di

questa…cosa che nascondono… -

- Io dico che lì non troverai un bel niente! – sentenziò Spike acido – Bisogna andare lì e fare una bella strage…sapete…tanto sangue

e corpi smembrati… - ridacchiò perfido, ma si fermò quando gli occhi delle due streghe si posarono minacciosi sulla sua figura.

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- Calme ragazze… - si affrettò ad intervenire Buffy – Spike stava scherzando! – gli occhi della vampira cercarono quelli del compagno,

lanciandogli poi un’occhiata di piena approvazione.

- Ok signore, prima che voi decidiate di farmi qualche minaccioso incantesimo, me la filo, torno a letto… - disse Spike alzandosi e

trascinando Buffy con se.

- Anita e Jean Claude dormono ancora, sarebbe inutile svegliarli ora, non abbiamo notizie concrete da fornirgli… - si affrettò a dire lei

– Ci si vede al calare del sole… - le salutò correndo appresso al compagno e sbattendo la porta.

Rimaste sole, le due streghe sospirarono – Sono incorreggibili… - commentarono.

- Purtroppo dobbiamo fare i conti anche con i loro demoni – concluse Willow abbassando il capo col sorriso sulle labbra – Non

importa, in fondo hanno ragione loro, o facciamo una strage di preti oppure aspettiamo… -

- Potremmo cercare la sorella di Anita questa notte…di sicuro andrà ancora a caccia! – propose Tara.

- E cosa vorresti fare? – domandò la rossa – Parlarle? –

Tara annuì – Mostrarle il volume e farle capire ciò che quell’ordine ha fatto del suo destino e di quello di sua sorella! Forse passerà

dalla nostra parte e ci aiuterà a capire! –

Willow si animò – Ci sto amore… - rispose – Vorrà dire che usciremo in cerca della sterminatrice questa notte! –

Spike afferrò Buffy di peso e la lanciò sul letto – Scusa amore… - le sussurrò una volta sopra di lei – Mi sono lasciato trasportare al

pensiero di una bella carneficina in mezzo a quelle checche religiose… -

Buffy si lasciò sfuggire una risata – Non devi preoccuparti amore…ti ho capito perfettamente – gli tolse la camicia e lo accarezzò con

possesso – Avrei approvato in pieno la tua idea, ma non possiamo lasciarci andare a simili istinti demoniaci…non finché ci sono le

mie amiche almeno! – terminò.

Spike rise – Si…hai ragione… - la baciò con passione – Sarà meglio sfogare i miei istinti primordiali su di te passerotto… - ringhiò

affondando i denti nel collo della compagna e mugolando compiaciuto mentre beveva.

- Si… - sospirò Buffy – Di gran lunga meglio questi istinti… -

Capitolo 18

Buffy e Spike girovagano per le calli oscure quella notte:ripercorrendo la strada fatta la mattina prima, la bionda stava conducendo il

compagno alla chiesa di Santa Caterina.

- Passerotto… - la richiamò lui trattenendola per la mano – Dove mi stai portando? – Buffy si voltò e con un rapido movimento lo

costrinse spalle al muro.

- Ricordi quell’idea di oggi pomeriggio? – gli chiese, percorrendo il suo viso con un dito.

Spike aggrottò un sopracciglio – Uh? –

- Si dai… - lo rinfrescò lei – La strage dei preti… -

Il volto del vampiro si illuminò – Cos’hai in mente demonio? –

Buffy sorrise e guardò il cielo con aria innocente – Non possiamo entrare e fare una carneficina, purtroppo la Gemma è una sola…

ma… -

- Ma? –

Lei si passò la lingua sulle labbra – Ne attiriamo uno fuori e giochiamo con lui! – saltellò entusiasta.

Spike finse stupore ed indignazione – Signorina Summers! Mi meraviglio di lei! Come può una persona così candida anche solo

pensare una simile…idea geniale? – risero entrambi e lei si spinse contro il corpo di lui.

- Certo amore…uniremo il lavoro ed il divertimento! –

- Lavoro? – domandò lui confuso.

- Si! – gli ripose lei con aria superiore e gli occhi luccicanti come stelle – Lo torturiamo finché non riusciamo ad estorcergli informazioni

utili! –

Spike rise ed approvò con un largo sorriso ed un cenno affermativo del capo la proposta della sua Childe – Malefica… - le sussurrò

all’orecchio, facendola rabbrividire.

- Smetti Spike o il mio divertimento sarà torturare te… -

- Mmm… - mugolò lui – Forse sarebbe più costruttivo… - commentò cingendole la vita con un braccio e prendendole una mano con

l’altra libera, per farle sentire quanto lui avrebbe preferito.

- Spike! – esclamò Buffy contrariata, ma nonostante questo, la sua mano non si spostò dal cavallo dei jeans di spike – Lo sai

benissimo che non combineremo nulla se ci lasciamo andare ogni volta che i nostri istinti emergono… -

- Passerotto… - puntualizzò lui – Se fosse già così dovremmo essere perennemente tra le lenzuola! –

Buffy storse il naso e fissò lui corrugando la fronte – Gli altri ci vedranno come conigli dici? –

Spike sembrò pensarci qualche istante – Naaaa… - concluse poi.

Contemporaneamente, in un’altra zona di Venezia, Anita passeggiava in solitario; non si era allontanata molto da casa, aveva solo

bisogno di qualche minuto per pensare e svuotare la mente, camminando soltanto.

Jean Claude l’attendeva sulla terrazza, seduto sulla fredda pietra: sapeva che in quel momento Anita aveva bisogno di solitudine per

capire.

Diavolo, possibile che no potessero avere un minimo di pace?

Willow sfogliava di quei dannati annali: sbuffò ad un certo punto, incrociando le gambe sul letto – Qui parlano per mezzi termini in

ogni frase, non fanno nomi specifici, non accennano a nulla! –

Tara uscì dal bagno con lo spazzolino in bocca – Prova a pensare – disse, schizzando bollicine di dentifricio qua e la – C’è qualcosa

che loro continuano a menzionare! Quella definizione…”Discendenza del peccato” –

Willow si mise un dito in bocca – Cosa credi possa essere? –

Tara raggiunse il lavandino per sputare e sciacquarsi rumorosamente la bocca – Non so – ricominciò asciugandosi la bocca con un

telo bianco – Ma proviamo a riflettere! Tu sei un prete, ok? –

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La rossa annuì, seguendo il ragionamento di Tara con interesse.

- A cosa si riferisce un prete…uno qualsiasi quando parla di peccato? –

Willow si tolse il dito dalla bocca e lo puntò verso la compagna – Ti riferisci al peccato originale? –

- Giusto! –

La rossa sorrise soddisfatta e si inginocchiò sul materasso – Si! E quindi vuoi dire che questa discendenza ha a che fare con Adamo

ed Eva? –

Tara annuì – Potrebbe essere la via giusta per la soluzione! Possiamo controllare le leggende legate alla Genesi! –

- Si, su internet ci sarò sicuramente qualcosa! – Willow arricciò il naso – Anche perché siamo sprovviste di tutti i nostri libri più quelli

del negozio… -

- Potremmo chiamare il Signor Giles e chiedergli aiuto! –

Le due si guardarono perplesse – Naaaa…. –

Venezia era una città troppo umida per i suoi gusti! Lui era un nuovo nato, il suo Sire lo aveva scaricato tra quelle dannate calli due

notti prima, senza insegnargli nulla!

Maledetto bastardo! Come si poteva abbandonare un figlio inesperto?

Fortunatamente l’istinto di sopravvivenza lo aveva guidato in quelle prime notti: si era cibato di un venditore ambulante e aveva

trovato rifugio in un vecchio teatro abbandonato.

Ora girovagava nei paraggi della sua dimora provvisoria, alla ricerca di qualche disperato di cui nutrirsi.

Lo osservava muoversi in quelle strade buie: cercava da mangiare, il bastardo, ma non sapeva che avrebbe lasciato il pianeta a

digiuno!

Era indecisa su come entrare in scena, dopo tutto era la sua vera prima volta! Doveva farsi un nome, costruirsi una fama da vera

sterminatrice, l’unica.

Poteva accontentarsi di un ratto quella notte? No, accidenti no!

Lui non era un avanzo della società, era un promettente studente universitario, doveva avere uno stile più in…anche da vampiro!

Uccidere…doveva uccidere qualcuno col portafogli pieno…

- Hey… - una voce umana…una donna!

Si voltò, trovandosi di fronte a pochi metri di distanza un bel tocco di ragazza…che lo stava chiamando!

- Vuoi…un po’ di compagnia? – gli chiese lei avanzando verso di lui – Io sono Amelia… -

E Amelia era una vera incantatrice, come la fattucchiera dei fumetti, con i suoi occhi profondi ed il trucco che ne risaltava il colore

castano scuro…e quei capelli neri…così lunghi…vi avrebbe immerso il viso per assaporarne il profumo!

Era la sua notte fortunata! Sarebbe stato inebriante scoparla e poi ucciderla! Forse avrebbe potuto anche sperimentare la creazione

di una compagna…forse ci sarebbe riuscito!

- Vuoi compagnia? – lei gli chiese di nuovo, muovendo i primi passi nella sua direzione.

Lui annuì, osservando Amelia che appoggiava la schiena al muro e lo invitava a raggiungerla.

- Non gira mai anima viva qui… - si lamentò lei, squadrandolo con interesse: era belloccio, a parte i capelli un po’ arruffati ed i vestiti

sgualciti.

Se fosse stato più in ordine avrebbe anche potuto divertirsi in maniera più intima…però, pensò che ci sarebbero state altre occasioni…

e poi lei voleva di più!

Il nuovo nato le fu addosso, premendo il corpo contro il suo.

- Sei gelido… - gli bisbigliò Amelia in un orecchio, poi lo fissò dritto negli occhi e fu il buio.

Un lamento straziante attirò l’attenzione di Buffy e Spike.

Un urlo agghiacciante richiamò Anita.

Capitolo 19

I due vampiri uscirono allo scoperto nella piccola piazza.

- Proveniva da laggiù! – gridò Buffy correndo verso il lato destro della chiesa, seguita da Spike.

Lo spettacolo che si presentò di fronte a loro sarebbe risultato disgustoso e terribile a qualsiasi occhio umano.

- Per tutti i demoni dell’inferno! – esclamò Spike bloccando la sua corsa.

C’era un uomo, seminudo, orribilmente crocifisso al muro della chiesa: era stato inchiodato mani e piedi con dei rozzi pezzi di metallo

conficcati nella roccia da qualcuno che sicuramente doveva possedere una forza sovrannaturale; il sangue gocciolava lentamente

dai buchi, formano una consistente pozza sul terreno.

La tunica da prete era stata squarciata lasciando il torace nudo: in quel punto le pelle aveva profondi graffi che parevano esser stati

provocati da unghie umane.

- È terribile… - sussurrò Buffy avvicinandosi.

Il poverino mosse una palpebra, gemendo di dolore.

Buffy quasi si spaventò – Non è morto! – gridò a Spike che si avvicinò a lei.

- Chi ti ha fatto questo? – gli domandò il vampiro: era chiaro che quell’uomo era spacciato, aveva perso troppo sangue, però avrebbe

potuto dare qualche informazione sul suo aggressore.

- L…le…lei…è stata lei… - furono le sue parole, prima di esalare un gemito soffocato e spirare di fronte ai due vampiri.

Buffy gli sollevò il viso, notando gli occhi rimasti spalancati – Deve aver sofferto molto… - mormorò chiudendoglieli.

- Chi o cosa avrà visto questo poveretto? Guardalo…chi può avere una mente così malata da fare una cosa simile? Spike si avvicinò,

fissando i polsi sanguinanti del prete – Qualcuno si è divertito più di noi questa notte… - commentò mentre sul suo viso si formava un

lieve sorrisetto divertito. Percorse la linea di sangue di uno degli squarci sul petto del morto e se lo portò alla bocca.

- Spike! – lo rimproverò Buffy quasi disgustata.

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- Passerotto, non trovi tutto maledettamente eccitante? – le domandò lui, non badando ai fulmini che lei gli lanciava con gli occhi:

adorava farla arrabbiare in quel modo quando emergeva ancora il suo lato umano e rispettoso.

Ripeté il gesto sul cadavere, poi avvicinò il dito alla compagna, bagnandole le labbra col sangue.

Buffy chiuse gli occhi e leccò tutto, compreso il dito di Spike che si senti infiammare – Si…è molto eccitante amore… - rispose lei

sciogliendosi tra le braccia del suo sire, poi riaprì gli occhi, accarezzandogli il viso – Ma questo è un fatto grave e…di solito siamo noi

a fare questi giochetti, qualcuno ci ha tolto l’esclusiva! –

Spike sorrise, poi entrambi avvertirono il rumore di una porta che si apriva.

- Squagliamocela passerotto! – ordinò lui, afferrandola per una mano e trascinandola via di corsa.

L’urlo che aveva sentito le era arrivato fino al cervello, facendola rabbrividire dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli.

Improvvisamente, come era venuto, l’urlo si era troncato, lasciando un silenzio innaturale e spaventoso, un silenzio di morte.

Anita corse in quella direzione, forse poteva fare qualcosa…anche se lei stessa ne dubitava ormai.

I suoi passi echeggiarono per le calli vuote e semibuie: il suo olfatto di vampiro le permetteva di sentire un forte odore di bruciato,

farsi sempre più intenso mano a mano che avanzava.

La guidava, allontanandola sempre più da Jean Claude.

Una volta fermatasi, riconobbe la zona nella quale si era cacciata: era al vecchio teatro, l’edificio abbandonato dove era stata tenuta

prigioniera e dove era morta pochi mesi prima.

Si fermò: l’odore era diventato insopportabilmente nauseabondo, penetrandole nelle narici.

Una leggera brezza notturna alzò la polvere dal terreno: Anita guardò in basso.

Non era semplice polvere quella, erano le ceneri di un vampiro.

Qualcuno era in azione quella notte!

- Ciao sorellina! – una voce alle sua spalle richiamò la sua attenzione. Anita si voltò di scatto e la vide.

La sua gemella era comparsa nella via, saltellando come un bimba felice.

- Ti ricordi di me? Sono Amelia, la tua gemellina! – si attaccò con una mano ad un lampione e ci girò intorno senza mai perdere di

vista la sorella – Finalmente sole… -

- Già – rispose asciutta Anita – Siamo sole… - non si domandò nemmeno per un secondo perché il suo cuore non provasse affetto

per quella sconosciuta che nelle vene aveva il suo stesso sangue…o meglio, lo aveva avuto.

- Stai tranquilla Anita, non voglio attaccarti, voglio solo parlare! –

La sorella la fissò senza espressione – Lo hai ucciso tu? –

- Ucciso? Suvvia sorellina, era già morto…era un vampiro! E poi…recrimini su quello che era il tuo lavoro fino a poco tempo fa? Dopo

tutto io sto facendo il mio lavoro adesso! E ti dirò una cosa, inizia a piacermi… -

- Smetti! – la interruppe Anita di getto – Non puoi saltare a conclusioni dopo una notte di lavoro! Scommetto che questo è il primo che

uccidi! Tu non sai cosa vuol dire questa vita, non sai cosa comporta, i sacrifici e le rinunce! –

- Mi sembra che tu sia stata ben ripagata per i tuoi sacrifici! – la fermò questa volta Amelia guardandola di traverso – La vita eterna,

un compagno affascinante e potente, una bella casa immagino… -

Anita scosse il capo – Tu non vuoi capire…credi che dopo un po’ di anni che sarai la sterminatrice ti innamorerai di un vampiro e lui

ti donerà la vita eterna? Non succede sempre lo sai? Tante sono morte prima di te… - le rispose la vampira, provando un piccolo

piacere perverso nel dirle quelle cose – Vattene via da qui finché sei in tempo, sei solo uno strumento nelle loro mani! Quell’ordine

non è così santo come credi! –

- Aspetta… - Amelia scosse il capo – Ricominciamo, non sono qui per litigare con te! Caspita è la prima volta che due sorelle s

incontrano e devono anche litigare? –

Anita osservò gli occhi di Amelia: c’era una strana scintilla di luce, quasi sembrasse una luce di lucida follia.

- Anita… - ricominciò la gemella.

Che strana sensazione, sentire pronunciare il proprio nome da una sorella. Amelia fece qualche passo verso Anita – Non ti poni mai

delle domande su noi due? – la vampira annuì.

- Chi erano i nostri genitori? Perché ci hanno abbandonate? E perché quei dannati preti ci hanno sperate? –

- Si… - rispose Anita in un sussurro che si perse nel vento.

- Sai…io posso darti le risposte… - aggiunse Amelia diventando seria.

- Cosa? Come? –

- Anita…io sono qui per te…sei mia sorella, comprendo il nostro legame e voglio che diventi ancora più forte! Noi dobbiamo unirci,

diventare una forza sola… -

- Unirci? – Anita la guardò stralunata.

- Si…io ho scoperto la conoscenza…ho il potere di dominare… -

- Cosa stai dicendo? – la interruppe Anita, che non capiva ma era allo stesso tempo spaventata da quelle parole.

- Io… - proseguì la gemella – Ho percorso il corridoio e ho spalancato la porta proibita! –

Il sangue nelle sue vene si gelò: anche lei dunque sapeva di quel sogno…solo che lei aveva ascoltato la voce!

- Si, io ho ascoltato la voce! – esclamò divertita la sterminatrice, come se avesse letto nei pensieri della sorella – Io so chi siamo e

a chi apparteniamo! –

Anita la fissò fredda – Io so già a chi appartengo! –

- A chi, al tuo sire? Tesoro lui è niente in confronto al potere che è nostro di diritto! Credimi, è una sensazione inebriante possederlo!

- Tu stai farneticando! –

- No! Io sto dicendo la verità! Tu non puoi sapere cosa si prova quando lui ti scorre nelle vene per ristorare il tuo corpo e donarti la

forza di comandare gli elementi! È l’onnipotenza, è il calore che si irradia dalle mie mani! – le rispose Amelia, ,mostrando i palmi

sporchi di sangue.

- Sei pazza! –

Amelia si rabbuiò in viso – Pazza io? – domandò – Ti sto soltanto offrendo l’opportunità di dividere tutto questo con me…la stai forse

rifiutando?

Anita scosse il capo – Io non so di cosa parli, quasi non ti conosco e tu vieni qui, offrendomi questa…questa cosa o come diavolo lo

chiami tu…potere! Faccio fatica a non pensare che tu sia folle! –

Amelia sorrise di sbieco – Potrei dirti di pensarci Anita… - fece qualche passo indietro - …ma forse in fondo questo dono è solo per

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una delle due… -

- Vattene da Santa Caterina Amelia, è l’unica cosa che posso fare per te! Noi in fondo non siamo sorelle, non ci sono legami,

nemmeno di sangue! –

- Già… - sibilò l’altra – forse è proprio vero,, il sangue che scorre nelle tue vene è gelido e morto… - guardò la sorella come se avesse

potuto incenerirla con gli occhi – Ma se non vuoi dividerlo con me allora… -

i suoi gesti furono rapidi, paragonabili a quelli di un vampiro: l’arco e la freccia apparvero dal nulla ed il lancio fu immediato, cogliendo

Anita di sorpresa.

Non l’avrebbe mai schivata, anche la freccia aveva qualcosa di sovrannaturale.

Un’ombra si mosse, emergendo dalla più nera oscurità, avvolgendo Anita e allontanandola da una fine certa.

Lei si sentì fluttuare in aria, atterrando poi morbidamente sul tetto di un edificio – Appena in tempo! – esclamò una voce maschile a

lei sconosciuta.

Riaprì gli occhi e fissò il suo salvatore che le sorrideva.

- E tu chi sei? –

Capitolo 20

Buffy e Spike rientrarono in casa trafelati, chiamando a rapporto le due streghe che naturalmente non stavano dormendo.

- Saliamo da Anita e Jean Claude! – ordinò Buffy precedendoli.

Willow tornò un istante nella sua camera per afferrare il suo inseparabile computer portatile; una volta entrati al piano superiore però

trovarono solo il Master ad accoglierli.

- Anita? – domandò Spike.

- È uscita…ma voi? Mi sembrate scossi… -

Con rapidità la coppia di biondi si accomodò sul divano e raccontò agli altri quello che avevano visto a Santa Caterina.

- È terribile… - commentò Tara impallidendo a portandosi una mano al petto – Chi può aver fatto una cosa simile? –

Nessuno però le diede risposta perché tutti furono distratti da un rumore proveniente dal terrazzo.

Il primo ad accorrere fu Jean Claude che si bloccò alla finestra, alle sua spalle il resto del gruppo.

Fuori, c’era un’imponente figura ammantata di nero: non si muoveva, poi d’un tratto il manto si squarciò, rivelando Anita ed un

uomo.

I capelli erano folti, fili bianchi e dorati mescolati in onde che cadevano sciolte intorno al volto e sulla fronte ampia. Gli occhi azzurri

sarebbero apparsi cupi sotto le sopracciglia dorate se non fossero stati così grandi e dolci.

Un uomo nel fiore degli anni al momento del dono immortale. Ed il viso quadrato, con le guance leggermente scavate, la bocca larga

e piena, caratterizzato da una gentilezza terrificante e da un profondissimo senso di pace.

Anita sorrise timidamente ai presenti, poi corse tra le braccia di Jean Claude; lui la accolse, stringendola forte a se, senza però mai

smettere di fissare lo sconosciuto che sorrideva in attesa di un cenno del Master.

- Tu… - sussurrò Jean Claude rivolto all’uomo, poi un largo sorriso si dipinse anche sul suo volto, esplodendo poi in una sonora risata

– Marius! – esclamò.

Anita si sciolse dal suo abbraccio per osservare incuriosita ed anche un po’ sorpresa i due vampiri che si abbracciavano

fraternamente.

- Quindi tu avresti più di duemila anni? – domandò stupito Spike, accendendosi una sigaretta.

Non gli era mai capitato di incontrare un vampiro così antico, una creatura nata e vissuta ai tempi degli antichi romani, al tempo degli

dei…quel personaggio lo affascinava molto, sia per il suo aspetto che per il bagaglio di conoscenza che portava con se.

Lo faceva sentire così giovane ed inesperto…

Marius annuì silenziosamente alla sua domanda, sorridendogli di rimando.

Il gruppo si era finalmente ricompattato e pure allargato: Spike sedeva su una poltrona con Buffy in grembo, teneramente avvolta

dal suo abbraccio, Jean Claude era sul divano con Anita accoccolata e accanto a lei, Willow e Tara si tenevano per mano tese,

aspettando forse che qualcuno iniziasse a parlare del problema.

Il nuovo arrivato invece, si era aggiudicato l’ultima poltrona rimasta, catturando l’attenzione dei presenti.

Capì che forse avrebbe dovuto incominciare lui – Ho incontrato la tua bella compagna casualmente… - iniziò lui, rivolgendosi a Jean

Claude con aria divertita – Credo di non aver afferrato completamente il senso di quello che vi stavate dicendo, tu e quella ragazza

che ti somiglia tanto… - guardò negli occhi Anita, scuotendola dal torpore che l’aveva colta da quando era tornata a casa.

Marius appoggiò i gomiti sulle ginocchia, mantenendo comunque la sua grazia – Ma mi sembra di aver capito che la situazione qui

a Venezia non sia molto tranquilla… -

Buffy arricciò il naso, guardando uno ad uno i suoi amici – Chi comincia? -

Marius scosse il capo, alquanto stupito da tutto quello che aveva sentito in così poco tempo.

Spike fumava silenzioso, giocherellando con una ciocca dei capelli lucenti di Buffy _ non si può certo dire che la nostra sia un’esistenza

noiosa! – ridacchiò.

Marius osservò le due coppie di immortali – La cacciatrice e la sterminatrice… - mormorò – Le probabilità che due personaggi

del genere si incontrassero…e diventassero…. – non terminò la frase perché scoppiò in una risata calda e sensuale che riscaldò

l’atmosfera.

- Si…improbabile… - terminò Buffy.

Un colpetto di tosse di Willow attirò l’attenzione della vampira che la interrogò con lo sguardo – Ecco…noi avremmo scoperto una

probabile strada in base alla lettura dei diari… -

Anita, che fino ad allora non aveva parlato, sembrò animarsi. – Cosa? –

Anche Buffy si agitò a quelle parole, anche perché non si sentiva a suo agio con quel vampiro così antico accanto.

Spike avvertiva quel sospetto nella sua childe e tutto sommato, nonostante il fascino che in lui suscitava, diffidava di Marius.

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Willow arrossì in volto, visti tutti quegli occhi puntati addosso – Dunque…li abbiamo letti e riletti e questo ordine sembra parlare per

codici anche nei suoi dannati registri! – Spike la guardò inclinando il capo: da quando parlava come lui?

- Comunque… - proseguì la rossa - …passando e ripassando tra le righe abbiamo trovato due termini ricorrenti, discendenza e

peccato, sempre collegate tra loro! –

- E questo cosa diavolo vuol dire? – domandò secco Spike, mettendo più enfasi nella parte finale della domanda.

Willow lo guardò con aria di rimprovero per essere stata interrotta – Dicevo…quando si parla di peccato, si intende il peccato

originale…questo ci ha portato su una strada poco battuta! Ho fatto una ricerca in rete e ho trovato una leggenda che risale…si bhè…

alla notte dei tempi! Diciamo che è nata con Caino e Abele… - la strega verificò se aveva ancora l’attenzione di tutti…bhè, l’aveva.

- Questa leggenda sostiene innanzitutto che il primo vampiro a solcare questa terra sia stato Caino, punito da Dio per il delitto

commesso! –

- Mai sentita una storia più ridicola! – ridacchiò Spike, ma la strega lo fulminò con lo sguardo.

- Durante il suo vagabondare, si narra che egli abbia concepito un figlio con una donna mortale, dando inizio così ad una stirpe per

metà umana… -

Buffy corrugò la fronte _ Will…vuoi forse dire che… -

- Aspetta Buffy! – la interruppe l’amica – Ci arriverò con calma, prima c’è dell’altro! – fece una piccola pausa, poi riprese – Esiste una

reliquia che è nata con questa discendenza, un oggetto che dona potere… -

- Che potere? – chiese Anita secca.

- In questo frangente ho trovato diverse ipotesi! C’è chi dice che sia un libro, scritto col sangue di Abele, incomprensibile a chiunque,

chi sostiene che sia un amuleto che contiene il sangue del primo delitto della storia…tutte le versioni però concordano su più punti!

L’oggetto è accessibile solo da chi discende dalla stirpe umana e maledetta di Caino, così pure il potere che ne deriva… -

- Che potere? – chiese Buffy di nuovo.

Willow si schiarì la voce, preoccupata per la tensione che cresceva nella stanza – Dicono che chi attinge a quel potere…può

dominare il mondo…o distruggerlo… -

- No…non di nuovo… - si lamentò Spike, lasciandosi andare sul divano, mentre Buffy si girava e li accarezzava il viso con

comprensione.

- Ma che senso può avere? – Anita si allontanò da Jean Claude, camminando per la stanza nervosa – Dominare il mondo?

Distruggerlo? –

Buffy annuì sconsolata – Sai quanti ce ne sono in giro di tipi così… -

- Io…io avrei un’ipotesi mia… - parlò Tara, prendendo coraggio. A volte la sua timidezza era un ostacolo per la comunicazione con

gli altri – Forse l’ordine di cui facevi parte conosce qualche profezia che le sette virtuali ignorano! Nei loro registri parlano di te e tua

sorella come di un parte in ombra e una in luce…forse loro vogliono usare quel potere per… -

- Eliminare i vampiri… - terminò Spike – Distruggere il flagello della cristianità… -

Buffy si voltò di nuovo, cercando gli occhi del suo sire.

- Voi dovevate vederla… - ricominciò Anita, gli occhi sbarrati e terrorizzati – I suoi occhi…sembrava una folle… -

- Aspettate! – Buffy si avvicinò ad Anita confortandola con un abbraccio – Stiamo andando troppo di corsa qui…e stiamo dimenticando

il poveretto che abbiamo trovato io e Spike… - fissò il suo sire, rimpiangendo la serata di divertimento che aveva immaginato per

loro due.

- Non è certo che le due cose siano collegate…. – parlò Jean Claude – Anche se temo che lo siano…queste storie hanno sempre

risvolti più macabri… -

- Brancoliamo nel buio… - mormorò Willow – E se come tu sostieni tua sorella ha avuto accesso a quel misterioso potere…potremmo

essere nei guai seri… -

Anita sospirò – Cosa dobbiamo fare? –

Capitolo 21

Il sole avrebbe fatto capolino nel cielo tra poco meno di un’ora ed il cielo già si colorava di un tenue arancio.

Jean Claude si appoggiò alla balaustra, osservando lo spettacolo; Anita già si stava coricando a letto. Da quando la riunione di

emergenza era terminata, lei non aveva più aperto bocca, restando chiusa nel suo silenzio: era tesa, pensierosa, preoccupata.

Lui non si era sentito di assillarla con domande che avrebbero potuto urtare il fragile equilibrio di quei momenti.

E comunque…desiderava restare solo qualche istante.

Appoggiò i gomiti e fissò lo sguardo verso il punto più chiaro del cielo: poteva sentire il tenue calore del sole nascente, nonostante

fosse ancora lontano il momento del suo sorgere.

Qualcuno si avvicinò a lui: era Marius.

Quanti decenni erano trascorsi dal loro ultimo incontro? Quattro o cinque? Non lo ricordava più. Era così lontana quella notte in cui

Marius, signore di Venezia venne brutalmente spodestato dal suo trono di Master della città con l’inganno.

Marius si appoggiò esattamente come Jean Claude alla balaustra, fissando lo stesso punto del cielo – Pensieri? – domandò al

Master.

Jean Claude annuì.

- Lei ti impensierisce ? –

Lui di nuovo annuì – Tutto quello che ha scoperto in così poco tempo l’ha turbata profondamente! –

Marius sorrise teso – Non deve essere facile sopportare una notizia del genere…una sorella gemella e un simile segreto di nascita…

ma lei mi sembra forte… -

Il Master annuì e si girò per guardare in volto il vecchio amico.

- Hai un gruppo di persone molto interessanti in questa casa…tutte nello stesso luogo…il famoso William il sanguinario, la cacciatrice…

due streghe e una sterminatrice! –

- Già… - sorrise Jean Claude – Mancavi solo tu…cosa ti ha portato qui a Venezia? –

Marius fece spallucce – Volevo rivedere la mia città, allontanarmi dal caos del nuovo mondo e tornare alle origini…sai quanto io ami

l’Italia e come sia legato a questa città! E poi… - continuò – Volevo proprio vedere come te la cavi in questo posto! –

Jean Claude rise, poi annuì – Curioso…o invidioso? –

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- Chi lo sa… - fu la risposta del vampiro.

Il Master fece una smorfia divertita e scosse il capo.

- …forse orgoglioso… - rispose quasi sottovoce, parole che solo un altro vampiro avrebbe potuto udire – Lei è speciale vero?

Altrimenti non l’avresti mai trasformata… -

Jean Claude annuì – Poco tempo fa qualcuno mi ha detto: lei è il mio amore…Anita è la ragione per la quale cammino su questa

terra… -

- Deve essere speciale…un po’ come tutti quelli che vivono qui devo dire… - Marius scosse il capo divertito – Non ti ho mai visto così

Jean Claude… - commentò – Ma è un bene per te, posso solo essere contento di questa tua felicità! –

Jean Claude rise – Devo essere uno spettacolo per te ! –

Marius annuì – Devo ammettere che è una novità vedere il glaciale vampiro, potente signore di Venezia sciogliersi in lava colata per

una donna! Non credevo che su questa terra esistesse una simile creatura, anzi…non credevo potesse nascere la donna per te! –

Risero entrambi, mentre rientravano a braccetto nell’appartamento, riparandosi dall’alba ormai incombente.

Buffy si lanciò nel letto, saltando a cavalcioni addosso a Spike, sdraiandosi poi al suo fianco.

- Hey passerotto! – esclamò lui – Tutta questa euforia? Da dove proviene? – le chiese, avvolgendola nel suo abbraccio.

Buffy mise fuori la lingua – Diciamo che…uno è perché sono tra le tue braccia e ti amo da morire…la seconda… -

Spike la zittì, mettendole una mano sulla bocca – Fammi indovinare…mmmm…tutto il mistero di questa storia ti eccita…e non vedi

l’ora di rientrare in azione? –

Lei annuì, liberandosi della sua mano e assaltandogli la bocca per un rovente bacio – Direi che hai colto nel segno amore… -

- Ti conosco troppo bene piccola…dovresti aprire un’agenzia di investigazioni occulte! –

Buffy rise – potrebbe essere un’idea…ma…non è tutto… -

Lui inarcò un sopracciglio – Cosa manca? –

Lei fece le fusa, graffiandogli il torace fino a far uscire sangue, poi leccò quelle poche gocce – È che…non vedevo l’ora di saltarti

addosso e aggredirti mio bel vampiro…questa notte avevamo quel programmino divertente per cena…ed è saltato tutto purtroppo…

allora pensavo che… -

- Potresti rifarti su di me? – chiese lui fingendo spavento ma nel frattempo salendo con le mani lungo la sua schiena.

Buffy si passò la lingua tra i denti e ringhiò, poi spense la luce e tutto quello che si sentì nella stanza, furono lunghi gemiti e sospiri

di piacere…misti a urla divertite…

Amelia piegò i pantaloni di lino e li ripose con cura sulla sedia della scrivania.

Un sorriso si formò sulle lue labbra: sentiva calore sotto i suoi piedi, avvertiva il potere che giaceva sotto di lei, il potere che ormai le

apparteneva di diritto.

- È solo mio… - sussurrò guardandosi allo specchio.

Si guardò le mani, sentendo la forza racchiusa in esse come un crescente formicolio.

Ebbene, quello era ciò che da sempre aveva desiderato, il potere che riposava lì sotto e che di diritto appartenenza a lei e a sua

sorella.

Si passò le mani tra i capelli, operando una piccola magia, tornando al suo colore naturale.

Rise – Ma Anita non lo vuole tutto questo… - disse poi sconsolata alla sua immagine riflessa, ormai identica in tutto e per tutto a

quella della sorella, poi gli occhi brillarono d’inventiva – Lei ha il suo amore…quel bellissimo vampiro… - sfiorò il viso allo specchio

con un dito - …e se non lo avesse più? –

- Come pensi che dovremmo muoverci? – domandò Buffy, rigirandosi tra le coperte; si era appena svegliata e già era desiderosa di

agire.

Spike la cinse da dietro e le baciò una spalla con fare protettivo – Non riesci a stare con le mani in mano vero passerotto? –

Lei ghignò – Lo hai detto tu che è più forte di me! E poi…Anita è mia amica, non posso sopportare di vederla così giù… -

Spike sospirò – Le due streghe staranno indagando su quella storia della discendenza…noi…bhè…noi potremmo…uccidere Amelia?

Buffy si voltò di scatto – Stai scherzando vero? – lo guardò tra il serio ed il divertito – Non possiamo fare una cosa simile…non prima

di sapere se quella ragazza sia recuperabile…è pur sempre la sorella di Anita! –

- Si…una pazza assassina che ha cercato di uccidere il sangue del suo sangue! Tu credi che sia ancora recuperabile? – domandò

lui, poco convinto.

Buffy scosse il capo – Non lo so…ma quel potere potrebbe essere così tanto da diventare ingestibile e possedere la sua mente! –

- Mmmmm… - lui si passò una mano tra i capelli – Solo il tempo ce lo dirà… -

- Intanto… - riprese lei, alzandosi dal letto e raggiungendo nuda la finestra – Potremmo andare a caccia amore… - scostò le tende

rivelando uno splendido cielo stellato – Ho fame… -

Anita si sciolse dall’abbraccio di Jean Claude, abbandonando il letto.

- Dove vai ma petite? – chiese lui assonnato.

Lei indossò intimo – Voglio fare due passi… - cercò un paio di pantaloni nell’armadio.

- Da sola? – domandò lui serio.

Anita annuì, poi si infilò una maglietta nera e si spazzolò i capelli.

Guardò il suo sire con aria colpevole, poi chiuse gli occhi e uscì dalla stanza.

Jean Claude rimase impassibile a quell’espressione e si rigirò tra le lenzuola sbuffando.

Sapeva che lei desiderava stare sola per riflettere, ma doveva rendersi conto che non poteva tenere tutto dentro…loro due erano una

cosa sola, non poteva escluderlo dalla sua vita, tanto meno dai suoi problemi!

- Le donne… - sospirò.

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Capitolo 22

Voleva la solitudine, ma camminava tra le vie più affollate della città.

Si detestava per come aveva lasciato Jean Claude poche ore prima, ma sentiva di dover restare sola per riflettere.

Riflettere su cosa poi? Sua sorella era una pazza con un potere spaventoso tra le mani! Qualcosa in grado di sterminare ogni vampiro

sulla faccia della terra! E lei invece sentiva che avrebbe dovuto restare sotto le lenzuola, avvolta dalle fredde braccia del suo sire.

- Spaventoso vero? –

Anita trasalì – Credevo di essere sola! – sbottò contrariata dall’incursione inaspettata di Marius.

- Perdona la mia sfacciataggine Anita… - riprese lui, invitandola con un gesto della mano ad accomodarsi ad un tavolino di un bar lì

vicino.

Lei lo seguì riluttante.

Marius rise – So che preferiresti essere qui da sola ma…credo che sia rischioso per tutti noi in questo momento girare soli… -

Anita annuì – Bhè…non capita tutti i giorni di avere una gemella psicopatica in circolazione…e chissà cos’ha in mente! –

Willow e Tara correvano, cercando di raggiungere casa il più in fretta possibile.

Durante il giorno si erano dileguate per indagare chissà dove e ora correvano alla ricerca forsennata di Spike e Buffy.

- Credi che siano a casa? – gridò la bionda.

- Non lo so! Potrebbero essere rintanati come conigli sotto le coperte o… - la frase fu interrotta bruscamente perché la strega andò

a sbattere contro qualcosa di duro e nero.

- Chi sarebbero i conigli? – domandò una voce maschile dall’alto.

Willow alzò gli occhi al cielo – Spike! – esclamò contenta.

- Stavamo cercando voi! – proseguì Tara aiutando Willow a rialzarsi, dopo che anche Buffy ebbe fatto la sua comparsa.

- Ebbene? Quale demone dell’inferno vi stava inseguendo? Sembravate avere il fuoco… -

- Spike! – lo ammonì Buffy, zittendolo con lo sguardo – Avete scoperto qualcosa? Che vi è successo di così grave da correre così?

– domandò alle amiche.

La rossa annuì – Si…e non sono buone notizie…ma… -

- Forse è meglio salire in casa… - proseguì Tara - …saremo più al sicuro… -

Spike guardò Buffy perplesso, poi seguì le due streghe tenendo la sua childe per mano.

- Sapevo che la mia vita non era normale… - sospirò Anita, bevendo un cocktail da un bicchiere di vetro alto, seduta con Marius al

tavolino di un bar.

Lui la ascoltava attentamente.

- …ma non credevo fosse…così! – allargò le braccia e rise – Chi diavolo ha chiesto tutto questo? Credevo che la mia vita sarebbe

stata tranquilla dopo aver fatto la scelta di stare con Jean Claude e invece…mi si presenta una sorella gemella con annesso un

bagaglio di passato remoto e oscuro! –

Marius scosse il capo divertito dal suo atteggiamento – In effetti non è da tutti… -

Anita lo guardò stranita.

- Quel potere poteva essere tuo…potevi esserci tu al posto di Amelia! –

- Ma io l’ho rifiutato! – gesticolò la ragazza, poi raccontò al vampiro la visione avuta giorni prima.

- E così una voce ti ha invitata a varcare quella porta nel corridoio… - commentò Marius dubbioso – Ma…il tuo legame con Jean

Claude è più forte di qualsiasi potere! –

Anita annuì – Ho avvertito quella forza, mi attirava così tanto…ed era così…famigliare eppure…quando Jean Claude mi ha chiamata

io ho scelto lui, senza indugio! –

- È semplice Anita! –

- Uh? –

- È il vostro amore…tu lo ami più di qualsiasi altro legame di discendenza! Il vostro sangue è uno…così pure il vostro cuore! Niente

può spezzare tutto questo! –

Anita sorrise e tornò a dedicarsi al suo cocktail – Parli come se…anche tu provassi le stesse cose… - disse lei, poi però notò un

cambio di espressione nell’antico vampiro e sentì di essere stata forse invadente. Diede un piccolo colpo di tosse, posò il bicchiere

sul tavolo e sussurrò timida – Forse è meglio che vada da lui… -

Sentiva il desiderio profondo di farsi stringere dalle braccia del suo master, non vedeva l’ora di correre da lui.

Si alzò e guardò Marius negli occhi.- Un’ultima cosa Anita… - disse lui – Non tagliar fuori Jean Claude dai tuoi pensieri o dai tuoi

dubbi! Non lasciare che storia come questa vi allontanino! –

Lei annuì e si incamminò sulla strada di casa.

Jean Claude era uscito a cercare Anita: c’era un’aria pesante quella notte, carica di…odore di morte.

Non riusciva a definire quella sensazione, ma era come se gli immortali di Venezia stessero cadendo uno ad uno come fiori secchi.

Pareva di respirare cenere, la loro cenere…e quell’oppressione gli impediva di percepire Anita.

Poteva essere in pericolo, in giro per la città da sola…con quella pazza in circolazione!

Non avrebbe dovuto permetterglielo, anche a costo di incatenarla al letto!

Corse lungo le vie buie e poco frequentate, forse lei era andata a caccia.

Arrivò al Ponte dei Sospiri e lì si fermò: una figura famigliare contemplava lo scorrere placido dell’acqua, con i gomiti appoggiati alla

pietra, lo sguardo perso e sognante.

- Sei qui… - sussurrò.

Anita si voltò e gli sorrise, mentre il vampiro le andava incontro, allargando le braccia per avvolgerla.

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Capitolo 23

- Comincia dal principio Will…e calmati per la miseria! – ordinò Buffy all’amica, accomodandosi sul divano.

- Si dai! Tanto qui sono spariti tutti, ci siamo solo noi! – aggiunse Spike accendendo una sigaretta – Dove diavolo saranno finiti? –

Buffy fece spallucce, poi fissò la rossa in attesa del suo racconto.

- Bhè…non avendo trovato altro su internet, io e Tara abbiamo deciso di tornare a Santa Caterina per indagare… -

- Siete tornate nei sotterranei? – domandò Buffy contrariata. Detestava essere esclusa da certe missioni!

- si ma…non è stato semplice…a dire il vero ci siamo rese di nuovo invisibili e ci siamo intrufolate dentro – la strega fece una breve

pausa – Lì era tutto in fermento, c’era polizia ovunque… -

- Per via dell’omicidio! – commentò Spike secco.

- No! – ribatté Tara – Non solo! –

- C’era un continuo andirivieni dalla chiesa, così siamo entrate anche noi e… - Willow si mise una mano sugli occhi inorridita – C’era

un cadavere… - non riuscì a proseguire, così Tara prese in mano le redini del discorso.

- Il cadavere di un uomo era appeso al grande crocifisso sospeso sopra l’altare, crocifisso e squartato all’altezza dell’addome! C’era

una pozza enorme di sangue sotto e… -

- Cosa? – cercò di domandare Buffy.

- Abbiamo sentito due agenti dire che lo squarcio pareva provocato da mani umane… -

I due vampiri si guardarono allibiti negli occhi.

- Era uno spettacolo raccapricciante – proseguì Willow – Siamo uscite da lì disgustate, temevamo che l’incantesimo di invisibilità

perdesse la sua efficacia…ma così non è stato. Lì fuori abbiamo appreso che il morto era Lucius, il maestro di quell’ordine segreto e

che…la sterminatrice era scomparsa! –

- Scomparsa? – esclamò Buffy – Allora è stata lei! –

- In effetti è una possibilità! – rispose Willow – Ma non è tutto –

- Continua! – le ordino Spike.

- Siamo scese di nuovo nei sotterranei e… -

- L’abbiamo avvertito! – continuò Tara rubando il microfono alla compagna – Il potere! Una forza inimmaginabile che aleggiava in quel

corridoio, diventando più intensa mentre procedevamo verso la porta sul fondo! –

- E siete entrate? – chiese Buffy.

Willow scosse il capo – Appena abbiamo tentato di aprirla, sfiorando la maniglia, qualcosa di invisibile ci ha scagliate contro il muro

dalla parte opposta! –

- Si! Era una forza inaudita che ci ha colte di sorpresa! Quella camera è protetta da un potente incantesimo! –

- Solo chi ha diritto a quel potere, solo le gemelle possono entrare… - sospirò la rossa.

Buffy aprì la finestra e si accese una sigaretta – Quindi…i vampiri muoiono e così pure i preti? – le sfuggì una risatina divertita – Se

è stata lei a fare entrambe le cose…è una maledetta pazza sanguinaria! –

- E quindi? – fece Spike inarcando un sopracciglio e intendendosi con la sua Childe – Cosa stiamo aspettando ad eliminarla? –

- Ti ho trovata! – esultò Jean Claude abbracciando Anita che si sciolse arrendevole contro di lui.

Le alzò il viso con un dito – Non avrei dovuto lasciarti sola in giro…con tua sorella che cerca di ucciderti… -

Anita si irrigidì, poi si allontanò da lui – Hai ragione – sussurrò fredda, poi appoggiandosi di nuovo al ponte – Sono stata una sciocca

e anche infantile…scusa amore… -

- Ma petite… - sussurrò lui circondandola con le braccia e accarezzandole una mano.

Lei si protese, in attesa di un bacio che non tardò a giungere.

- Jean Claude… - sospirò lei, prima di arrendersi all’invasione di quella fredda bocca.

- Nooooo… - gridò una voce di donna poco distante.

Capitolo 24

L’urlo di Anita si perse nel vuoto, la gola si seccò improvvisamente, si sentì soffocare, nonostante non avesse più bisogno di

respirare.

Chi stava baciando il suo uomo? Chi osava? Sentì la disperazione iniziale svanire nel nulla, scalciata violentemente da una nuova

sensazione: rabbia, totale, completa rabbia di donna.

Chiunque stesse violando la bocca del suo uomo sarebbe morto atrocemente…e questa volta nessuna pietà, nessuna ricerca di

anime dannate da uccidere…avrebbe potuto essere la più innocente delle persone, ma sarebbe morta sotto atroci torture!

Jean Claude si staccò dalla presunta Anita e osservò quella vera: rimase per un istante interdetto, poi fissò la donna al suo fianco

che aveva un ghigno maligno dipinto sul volto.

- Chi diavolo sei… - sibilò il vampiro, osservandole entrambe.

Erano due gocce d’acqua, ma come era stato possibile?

L’impostora rise sonoramente, schernendo prima il master, poi Anita – Siete divertenti! – esclamò tenendosi lo stomaco per le troppe

risate – Se poteste specchiarvi…avete delle facce…ma non avete ancora capito? –

Anita corse vicino ai due, senza mai guardare Jean Claude negli occhi: ancora non se la sentiva, doveva prima capire come lui aveva

potuto baciare la sua immagine speculare…come aveva fatto? Doveva essere stato ingannato di sicuro!

La falsa Anita smise di ridere e guardò quella vera – Devi stare tranquilla Anita… - disse a bassa voce – L’ho solo baciato… - scosse

il capo velocemente e la massa di capelli rossi si tramutò in una folta capigliatura nera.

- Amelia… - sussurrò Anita completamente interdetta a quella vista – Come hai fatto… -

La gemella si lasciò sfuggire un ghigno – Magia sorellina…semplice ed elementare…del resto fa parte del bagaglio che tu hai

rifiutato…e me lo sono preso io… -

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Amelia raggiunse Jean Claude e gli sfiorò il viso con un dito: lui si scostò e la spinse via con uno strattone.

- Non essere così indignato bel vampiro…non è stata colpa tua credimi… - Amelia si avvicinò alla sorella e le girò attorno lentamente

– È stato semplice ingannarlo…ti chiederai come ha fatto a non accorgersi del mio calore? Del mio battito cardiaco? È semplice…con

la magia puoi ottenere tutto …Anita… -

- Sei una creatura immonda! – sibilò Anita.

- Perché tu cosa sei? Creatura dannata! Ma sei sempre mia sorella…non posso negarlo…ti voglio bene sai? – pronunciò quelle

ultime parole con un tono sarcastico – E poi… - proseguì – confidenza tra sorelle… - si avvicinò ulteriormente - …il tuo vampiro bacia

da dio!! – e detto questo scoppiò nuovamente a ridere.

Anita sentì la rabbia scoppiare dentro di se e cercò di afferrare Amelia per i capelli: l’avrebbe disintegrata, solo per quello che aveva

detto, solo per aver osato poggiare le sue labbra putride su quelle di Jean Claude.

Amelia si scansò per un pelo, salvandosi dalla stretta mortale della vampira, portandosi ad una distanza di sicurezza: per un attimo

aveva temuto di non sfuggire alla gelosia di Anita…l’aveva sottovalutata.

Jean Claude si avvicinò alla sua childe con aria colpevole ma lei non gli diede tempo di parlare.

- Non devi sentirti in colpa, la responsabilità è mia! – affermò lei, senza togliere gli occhi da Amelia – Sono stata debole, ti ho

allontanato da me, mi sono chiusa in questo guscio di stupidità, rischiando di perderti! L’ho lasciata diventare più forte di me…ma

questo non deve ripetersi! –

- Devi ucciderla… - sussurrò il Master freddo.

Anita annuì – E credimi, sarà un piacere farlo… -

Amelia si mise di nuovo a ridere, facendo saltare i nervi alla sorella – Perché continui a ridere? C’è qualcosa che mi sfugge Amelia?

La gemella la fissò – No…è che le storie romantiche mi hanno sempre fatto ridere di gusto…l’amore estremo, il sacrificio, la fiducia

reciproca…amare fino alla distruzione…oddio mi sbellico fin da bambina per queste cose…io e te siamo proprio agli opposti! Tu sei

una romantica assassina che chiede perdono quando bacia le sue vittime prosciugandole? Potrebbe essere…tu ami il tuo Master

fino alla distruzione del tuo io? Lo ami a tal punto? –

Quella domanda gelò l’atmosfera tra i tre.

Amelia attese una risposta dalla sorella che la guardava dritto negli occhi.

- Sono disposta a tutto per lui…si, anche a distruggere me stessa se necessario…tu non hai nessuno che ti porterebbe a questo

punto? No, non ce l’hai…tu non conosci il cammino che porta all’amore assoluto…io si…io ho vinto il mio inferno interiore per lui…ho

fatto quello che tu non capirai mai! Si, noi siamo gli opposti! –

Amelia sbuffò come un drago sputafuoco, colta nel vivo dalle parole della sorella.

- Tu non provi sentimenti… - terminò Anita, colpendo più a fondo e facendo esplodere la rabbia dell’altra.

Amelia gridò e corse via, infuriata come non mai, lasciando soli i due vampiri su quel ponte ormai buio.

Calò il silenzio su quella scena, un silenzio decisamente teso.

L’antico Master si sentì impietrito di nuovo: non sapeva cosa fare.

Gli uomini, pensò Anita alzando gli occhi al cielo. Fece due passi, azzerando la distanza che la separava da lui e lo abbracciò forte,

affondando il viso nella sua giacca, assaporandone il profumo familiare di sempre.

- Stupido vampiro… - lo rimproverò scoppiando a piangere – Volevi farmi morire…di nuovo? –

Jean Claude la strinse forte – Scusa...mi sono lasciato ingannare come un principiante...avrei dovuto capire che era magia...solo

magia… -

Anita si scostò per guardarlo negli occhi – Non importa…è stata colpa mia…ti ho lasciato solo senza darti spiegazioni…perdonami

amore…quando ti ho visto sul ponte con quella lì ho creduto di morire! Stavo tornando a casa per abbracciarti e chiederti scusa ma…

-

Lui le chiuse la bocca con un bacio – E io stavo cercando te… - rispose lui prima di incollarsi di nuovo a lei.

- Torniamo a casa… - suggerì lei, sfiorandogli il mento con le labbra – Ho voglia di fare l’amore con te…dobbiamo entrambi farci

perdonare qualcosa…non credi? –

Jean Claude annuì, poi spalancò gli occhi paralizzato.

Anita si allontanò da lui e lo fissò inorridita: una freccia spuntava dal suo torace, appena poco distante dal cuore.

- Jean Claude… - sussurrò la vampira con un filo di voce.

Era stato solo un attimo, un attimo solo…quelle dannata freccia lo aveva colpito…ma non lo aveva ucciso, il cuore era salvo.

Lui si accasciò al suolo, senza forze, mentre Anita si accucciava al suo fianco, le mani tremanti che andavano ad afferrare la

freccia.

- Fossi in te non lo farei! – gridò una voce in lontananza, dall’alto di un palazzo.

La vampira alzò lo sguardo e vide sua sorella, due piani più in alto che la osservava, l’arco ancora tra le mani.

- Schifosa puttana! – urlò Anita contro la gemella – Perché lo hai colpito? –

Amelia sorrise – Se io non posso avere una meraviglia simile…perché la devi avere tu? – fece spallucce e abbassò l’arma – Un

consiglio sorellina, non cercare di estrarre la freccia…c’è un potente veleno sulla punta che sta lentamente entrando nel sistema

sanguigno del tuo bel Master…se la estrarrai, il veleno agirà ancora più velocemente… -

- Che cosa vuoi? – gridò Anita infuriata, stringendo la mano di Jean Claude.

Amelia la guardò dall’alto – Hai tempo quattro ore prima che il veleno faccia del tutto effetto e uccida il tuo vampiro…intanto noi

possiamo giocare… -

- Giocare? – domandò Anita esasperata – Dimmi cosa vuoi dannata! –

Amelia scosse il capo divertita – No sorellina, qui tra le due la dannata sei tu ricordalo! Il gioco è molto semplice…devi solo trovarmi…

e cercare di uccidermi! Se mi uccidi, lui è salvo! Non è divertente? – e con queste ultime parole si dileguò.

Anita si voltò di scatto preoccupandosi di Jean Claude che la fissava con assoluta tranquillità.

- Amore… - sussurrò lei – amore mio… - non trovava altre parole, ma lui prese la sua mano e se la porto alle labbra per baciarla.

- Mi salverai…lo so ma petite… - le rispose.

Anita annuì – Non ti permetterò di abbandonarmi! Devi resistere… - si rialzò e lo sollevò – riesci a camminare? – gli chiese mentre

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lo sorreggeva.

Lui annuì – Questo veleno deve essere molto lento perché non sento alcun dolore per il momento…solo una vaga debolezza… -

Anita sorrise, anche se dentro era preoccupata e allo stesso tempo desiderosa di vedere le sue mani macchiate dal sangue di

Amelia.

La troverò, si disse, e la farò pentire di essere venuta in questa città! Venezia è mia…e con essa questo meraviglioso vampiro…

Capitolo 25

Buffy stava giocherellando con la mano di Spike, guardando fuori dalla finestra: perché Anita non tornava? E Jean Claude dov’era?

Era uscita per cacciare ma non aveva voglia di strani giochi, tutto quello che stava accadendo la metteva a disagio: voleva solo che

Anita tornasse a casa…e desiderava con tutto il cuore uccidere sua sorella.

Willow e Tara studiavano da diversi volumi che avevano recuperato in una libreria esoterica: non staccavano gli occhi dalle righe,

concentrate sullo studio di quel misterioso segreto legato alle gemelle.

Spike fumava silenzioso, stringendo ogni tanto la mano della compagna.

- Io non resisto! – sbottò Buffy all’improvviso – Devo fare qualcosa! – lasciò bruscamente la mano del compagno e raggiunse la porta

d’ingresso, spalancandola.

Di fronte a lei, Anita la fissava inespressiva, sorreggendo allo stesso tempo Jean Claude che aveva un’espressione sofferente.

- Il veleno… - sussurrò Anita.

Solo in quel momento Buffy vide la freccia…come aveva potuto non notarla?

- Il veleno sta facendo effetto… - continuò la vampira – Non ho molto tempo… - terminò.

Buffy si fece da parte per farla passare ed Anita raggiunse la camera, senza mai abbandonare il suo compagno: lo aiutò a distendersi

sul letto e gli accarezzò il volto, sussurrandogli parole d’amore.

- Tornerò presto… - gli disse – Dammi solo il tempo di ucciderla e tornerò da te… - la voce si ruppe per l’emozione, una lacrima le

scese lungo la guancia.

Non doveva perdere tempo!

Gli diede un lieve bacio sulle labbra che erano innaturalmente calde. Era come se avesse la febbre alta, un malato nel suo letto

condannato alla morte in breve tempo.

- Non lo permetterò! – esclamò Anita uscendo dalla camera e fissando i presenti.

Buffy la interrogò con lo sguardo, parandosi di fronte a lei – Chi…cosa? – chiese senza riuscire a concludere una domanda.

Anita chiuse gli occhi – Non ho molto tempo, devo andare al convento, lei deve essere lì di sicuro…mi restano poco più di tre ore,

devo ucciderla o lui morirà… -

Spike spalancò la bocca, lasciando cadere la sigaretta che aveva tra le labbra – Cosa stiamo aspettando? Andiamo!!!! – gridò

alzandosi in piedi – E non ti azzardare a dire che devi andare sola!! – terminò serio.

Buffy annuì – Verremo tutti con te, potresti aver bisogno di noi!! –

Anita annuì – Va bene, ma con lei me la vedrò io! Voglio essere io a spezzarle l’osso del collo e a fare il bagno nel suo sangue! –

La bionda annuì un po’ stupita da quelle parole, poi capì che anche lei avrebbe usato termini ben peggiori se al posto di Jean Claude

ci fosse stato il suo Spike.

- Andiamo! – esclamò Buffy, rivolgendosi alle streghe – I libri ora non servono più a nulla, ci serve il vostro aiuto, la vostra magia!

Amelia è una pazza assassina, deve finirla…di esistere! -

- Correte! – gridava Buffy a Willow e Tara che erano rimaste indietro; ormai il convento era vicino, ma poco a poco le due avevano

perso terreno rispetto ai vampiri.

Willow, allo stremo, trovò il coraggio per sprecare fiato per parlare – Hey voi! Noi dobbiamo respirare! Non siamo mor…hem…come

voi!! –

Spike sorrise senza commentare a quelle parole ma Buffy non osò più ribattere perché sapeva di aver torto.

Anita era alla testa del gruppo e si fermò per prima non appena la sua vecchia casa le si presentò davanti agli occhi: c’erano le

recinzioni delle forze dell’ordine che impedivano l’ingresso alla chiesa e a tutta l’area circostante.

- C’è un’atmosfera irreale… - commentò Buffy fermandosi dietro la vampira – Il silenzio è morto… -

- Sono tutti morti… - proseguì Spike annusando l’aria – L’odore della morte è troppo forte e fresco per essere del cadavere di ieri e

di quello di oggi…è troppo intenso… -

Buffy fece un passo in direzione dell’ingresso ma Anita la fermò – Vado io per prima – le ordinò lei – Devo essere io ad entrare… -

Tara scrutò le mura del convento – Dio ha abbandonato questo luogo…Egli non abita più questa casa…qui regna solo la morte

violenta e la crudeltà, un grande potere che non ha diritto di esistere ancora… - Spike e Buffy si voltarono per fissarla sorpresi – Ciò

che è qui dentro deve essere distrutto, ciò che vive qui non può ancora essere… - Tara fissò i suoi occhi in quelli di Anita che nel

frattempo si era voltata per ascoltarla - …devi eliminare la tua metà in ombra…o moriremo tutti quanti! –

La strega ebbe un fremito, come se si fosse appena ripresa da uno stato di trance: Willow le posò una mano sulla spalla facendola

trasalire – Tesoro… - mormorò la rossa preoccupata - …quelle parole… -

Tara scosse il capo per recuperare forse la completa lucidità – Ho avuto un vuoto…la mia testa è…come se fosse avvolta dalla

nebbia…cosa ho detto? – domandò alla fine cercando una risposta negli occhi della compagna.

- Qualcuno ha parlato per te… - affermò Anita – Chiunque sia stato ha solo ripetuto quello che so già… - si voltò verso la porta – È

ora che vada a fare il mio dovere… -

Buffy non si mosse, attese che la sterminatrice facesse il primo passo: sapeva che l’avrebbe accompagnata fino al limite massimo,

ma solo Anita poteva andare fino in fondo.

Solo lei aveva diritto e dovere di uccidere.

Anita strappò il nastro giallo e nero delle forze dell’ordine e spalancò con la sola forza di una mano la pesante porta d’ingresso del

convento.

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Il tempo stringeva, non sapeva quanto ci avrebbe messo ad uccidere quella puttana della sua gemella, doveva farlo in breve tempo

o sarebbe stata la fine per Jean Claude.

Il veleno faceva effetto ogni minuto che passava…chissà ora in che stato era il suo amore…

Capitolo 26

Marius attirò l’attenzione di Jean Claude con un colpetto di tosse: il Master voltò il capo pesantemente sul cuscino; quel dannato

veleno lo stava privando di tutte le sue forze.

Gli aveva avvelenato il sangue, lo stava uccidendo lentamente.

Aveva sopportato tutto nella sua esistenza, ora un veleno magico lo riduceva ad una larva? Non era possibile!

Cos’avrebbe fatto Anita? Lui non poteva abbandonarla in quel mondo nuovo…non era pronto a rinunciare all’amore adesso che era

accanto a lui, dopo aver lottato per averla…

- Sei sempre più debole… - mormorò Marius sinceramente dispiaciuto – Vedrai che lei ce la farà… -

Jean Claude annuì – Si… - rispose – Ho fiducia in lei… -

L’aria era stantia, l’atmosfera pesante il doppio in quel luogo che per secoli era stato la casa di Dio e dei suoi giustizieri.

Anita non entrava in quel posto da mesi, da quando aveva salutato Padre Antonio; credeva che non ci avrebbe mai più messo piede,

invece ora la vita del suo amore era legata alla distruzione di quel posto e di colei che vi si nascondeva.

- Dio non abita più in questa casa… - mormorò Tara triste – Gli omicidi e quella forza oscura lo hanno sconsacrato al Signore, Egli

non entrerà mai più tra queste mura che sono macchiate del sangue… -

- Non dire degli innocenti! – la intimò Anita secca – Chi è stato ucciso forse se lo meritava…almeno uno di loro…che ha deciso il mio

destino…l’uomo che mi ha impedito di essere una persona normale… -

Buffy tossì per zittire Anita che la guardò dritta negli occhi, poi abbassò mesta lo sguardo – Scusa… - disse.

Spike si guardava intorno, fiutando il forte odore di morte del luogo: era raro che lui si sentisse a disagio, eppure quel posto gli faceva

venire i brividi!!

- Lei è qui… - sussurrò Buffy, avvertendo l’odore di Amelia.

Anita annuì – Tu senti il suo odore… - disse – Io avverto la sua presenza fastidiosa come un herpes… -

La bionda sorrise ma non commentò la battuta, anzi, proseguì al fianco dell’altra.

Willow e Tara chiudevano la comitiva.

Ripercorsero il tragitto che Willow, Tara e Buffy avevano fatto quel giorno in cui, invisibili ad occhi mortali, si erano intrufolate nei

sotterranei.

Anita si fermò al limitare delle scale e gli altri dietro di lei fecero altrettanto – Fermi! – ordinò loro – Da qui in poi, proseguo io! –

- Perché? – domandò Willow perplessa.

Buffy mise una mano sulla spalla di Anita ma si rivolse alla strega – Perché per ora il nostro compito si ferma qui…è una questione

di famiglia…solo Anita può andare ad uccidere la sua gemella, solo lei ne ha il potere ed il diritto…dalla nascita! –

Willow rimase a bocca aperta per le parole di Buffy.

- Buffy ha ragione – rispose Spike – Noi saremo qui se avrai bisogno di aiuto…urla e noi saremo da te in un maledetto secondo! -

Anita annuì – Grazie… - li lasciò sugli ultimi gradini e si trovò nel corridoio, proprio di fronte alla porta oltre la quale sua sorella

sicuramente l’attendeva.

La fissò immobile, poi sorrise con una malignità che nessuno ancora aveva visto in lei – Ed ora…sorellina…a noi due… -

Pochi passi la separavano dalla porta che già aveva visto in un passato molto recente, ma le sembravano chilometri mentre li

percorreva.

Il desiderio di uccidere era molto forte, ma ancora di più quello di salvare la vita di Jean Claude…fortunatamente le due cose

andavano a braccetto!

Sfiorò la maniglia e la sentì bruciare al suo tocco: non aveva importanza, si sarebbe ustionata, le ferite sarebbero guarite.

La abbassò con decisione e all’improvviso la porta venne spalancata da una forza sconosciuta…o da qualcuno dall’interno.

Colta alla sprovvista da quel movimento, Anita cadde in avanti e per poco non andò a sbattere col muso contro un tavolo di legno

massiccio.

La porta si chiuse alle sue spalle, ridondando all’interno di una stanza non molto grande, pareti di nuda pietra e solo un tavolo di

fronte a lei.

La risata fastidiosa e malvagia di Amelia prese il posto del suono metallico della porta, echeggiando sinistra all’interno: erano loro

due…sole…no…

- Ciao Anita…ma quanto tempo ci hai messo a venir qui? – domandò Amelia trattenendo a stento le risate – Ah scusa…avevo

scordato che hai dovuto portare il fardello a casa per distenderlo nel lettino… - a quel punto non riuscì a trattenersi e scoppiò in una

fragorosa risata.

- Puttana! – gridò Anita rialzandosi e avventandosi sulla gemella – Non sei degna nemmeno di posare i tuoi occhi su di lui! -

- A si? – fece Amelia, scostandosi appena in tempo e mandando Anita contro un leggio che fino a poco prima era nascosto dal corpo

della gemella.

Anita si fermò appena in tempo, appoggiando pesantemente le mani ai lati del leggio, restando bloccata di fronte ad un vecchio e

pesante volume rilegato in…pelle?

- Che cosa… - furono le uniche due parole ad uscire dalla sua bocca.

- È bello vero? – domandò Amelia appoggiando la sua mano sopra quella di Anita, accarezzandola sensualmente – Lo senti il potere

al suo interno? -

Anita, come ipnotizzata non poté che annuire. Deglutì, sentendo il sangue salirle in bocca.

Perché avvertiva tutto quello…desiderandolo talmente tanto…da poter abbandonare tutto?

- Ti piace vero sorellina? -

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Amelia l’abbracciò, il viso vicino a quello della gemella: ora erano la stessa persona allo specchio.

- È tutto nostro Anita…solo se tu lo vuoi… -

Anita la fissò con occhi sgranati: non capiva più dove si trovava, era concentrata solamente sulla lunghezza d’onda di quella forza

misteriosa e la voce della sorella.

- Che cos’è? – riuscì a chiedere con un filo di voce: voleva toccare quel libro, desiderava più di ogni altra cosa aprirlo ma ancora non

capiva cosa la faceva esitare.

C’era un vago sentore di sangue che saliva da quelle pagine, come se l’inchiostro stesso fosse sangue umano.

Amelia incrociò la mano con quella di Anita e la mise sopra il libro – È ciò che siamo, da dove veniamo, chi siamo, cosa siamo

destinate a fare… -

- Cosa…cosa vuol dire? -

Amelia sorrise – Noi siamo il flagello, insieme siamo la peste del mondo oscuro…devi solo accettarlo dentro di te come io ho già

fatto… -

Calò il silenzio, Amelia smise il suo monologo, fissando intensamente Anita.

- Il flagello? – domandò quest’ultima – Cosa vuoi fare? Eliminare tutti i vampiri del mondo con questo libro? – rise – Hai dimenticato

il piccolo particolare su di me sorellina? Io sono un vampiro! -

Amelia scosse il capo tranquilla – Non ha importanza, lui ti perdonerà, credimi! –

- Lui? E chi sarebbe Lui? -

Amelia alzò gli occhi verso il soffitto – Non lo capisci? Noi discendiamo dalla prima stirpe che ha camminato sulla terra, noi siamo le

ultime della linea di sangue di Caino, coloro che possono redimere le anime dei nostri antenati ed ottenere il perdono da Lui! Egli mi

ha detto che salverà anche te! –

Anita sgranò gli occhi – Ma Lui…Amelia tu sei pazza! Dio non può parlare a te! –

- Si! – sbottò lei infuriata – Lui ha parlato ad entrambe, ma solo io ho ascoltato il suo richiamo! -

La vampira tornò con la mente alla visione del corridoio, al richiamo di quella voce sconosciuta che le prometteva conoscenza; era

dunque da quel libro che proveniva? Era quello il cimelio così terrificante che aveva reso pazza la sorella? Si, pazza ma potente…

quello era il peggio.

Amelia scoppiò a ridere – Sei così ridicola sorella! Fissi quel libro come se fosse una coppa di sangue! –

- Lo è… - sussurrò lei – È come se lo fosse realmente… -

- Cosa? – Amelia osservò il libro senza vedere nulla e la cosa non le piaceva per niente.

- Quel potere…sta cercando di tentarmi apparendo come una lauta offerta di sangue immortale… - rispose Anita. Sfiorò il leggio

– Cerca di insinuarsi in me…ma potrà avermi solo se lo accetterò spontaneamente… -

Amelia sospirò apparendo per un istante esausta, consumata – E allora fallo…ti prego! -

La vampira la fissò di sbieco – Perché? Non è che forse hai bisogno di corrompermi per ottenere il pieno potere? Ti ha detto questo…

il tuo Dio? –

La sorella sgranò gli occhi senza aprir bocca.

- Odio… - sibilò Anita avanzando di un passo – I preti ti han portata qui, convinti di poterti usare per i loro scopi al mio posto, ignorando

che il potere che custodivano si sarebbe rivoltato contro di loro…tu non hai saputo resistere al richiamo, ti sei lasciata corrompere da

questa cosa che dici ci appartiene…hai ucciso mortali e vampiri a tuo piacimento e ti stai accanendo contro il mio uomo… - scosse il

capo - …questo non dovevo farlo…sorellina! – un altro passo – Io sono più forte di te, non mi sono lasciata corrompere, non ho mai

sentito il bisogno di accrescere la mia forza, l’avidità non mi ha mai sfiorata…solo l’amore ha guidato i miei passi… -

Anita afferrò con la rapidità che era dei vampiri il pesante volume, sollevandolo dal suo leggio. Il potere la pervase: per un istante

avvertì il desiderio di lasciarlo entrare nel suo cuore, ma fu breve.

Fece forza con due mani per strapparlo a metà e sentì la rilegatura venir meno.

Amelia gridò in preda al panico e si avventò sulla sorella: afferrò metà libro e tirò dalla sua parte – Lascialo, tu non puoi! – gridò – Lui

è mio! Il potere…stupida cagna non morta lascialo!! –

Le loro forze si eguagliavano e tirando da entrambe le parti il libro si stava pian piano spezzando.

Non appena le pagine iniziarono a strapparsi, una luce rosse investì le due ragazze mandandole ai lati opposti della stanza.

Willow e Tara ebbero una vertigine nello stesso istante.

- Ragazze? – domandò Buffy allarmata – Che vi succede? –

Willow si toccò la fronte madida di sudore freddo e guardò Tara – È finita… - disse poi – Il potere è svanito, investendoci come

un’onda d’urto! –

Corsero verso la porta in fondo al corridoio, spalancandola senza alcuna resistenza.

La prima a metter piede dentro fu Buffy che si fiondò verso Anita non appena la vide a terra svenuta.

Le sfiorò una guancia con un dito, sussurrando il suo nome.

- Jean Claude… - pronunciò con un filo di voce Anita.

Buffy sorrise, sollevata nel constatare che l’amica stava bene, poi si accorse di quello che stringeva tra le mani: la metà perfetta di

un grosso libro.

Willow si accovacciò accanto alla vampira e lo tolse dalle mani di Anita.

- Sta attenta! – la intimò Buffy, ma la strega sorrise scuotendo il capo.

- Sta svanendo lentamente anche da questo libro…guarda le pagine… - rispose.

Buffy osservò attentamente: strane parole incomprensibili, che erano state scritte col sangue, stavano lentamente svanendo dalla

carta, sbiadendosi per magia e abbandonando quel libro maledetto, portando via con se il potere che possedevano.

- Ma come… - balbettò lei incredula.

Willow sparse alcuni fogli sul pavimento di pietra, mostrando il prodigio a tutti – Il potere si è spezzato nel momento in cui le due

gemelle lo hanno rotto! Sono state entrambe, tirando a romperlo, solo così potevano liberarsi…era così semplice… -

- Quando Anita lo ha rifiutato… - proseguì Tara.

- Ha rifiutato di sterminare la nostra razza… - continuò Spike serio, mettendo una mano sulla spalla di Buffy che annuì chiudendo gli

occhi tranquilla per lo scampato pericolo.

- Un potere terribile che ha atteso i suoi strumenti per millenni è andato in fumo in un istante… - terminò Willow – Fortunatamente!

- Ci avrebbe sterminati tutti… - sussurrò Buffy per un momento ancora terrorizzata.

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Anita aprì gli occhi e guardò uno ad uno i presenti – Ciao… - sorrise – È tutto finito? –

Buffy ricambiò il sorriso e l’abbracciò – Più o meno… - rispose, indicando poi Amelia che giaceva ancora svenuta all’angolo opposto

della stanza.

Anita si fece seria – Andate a casa! – ordinò loro alzandosi in piedi.

- E tu? – chiese Tara – Non vuoi tornare da Jean Claude? –

La vampira annuì mentre i suoi occhi brillavano di una luce sinistra – Prima ho ancora una cosa da sistemare… -

Buffy si rialzò dopo di lei, cercando la mano di Spike – Sarà meglio andare… - intimò gli altri.

Spike si lasciò sfuggire un ghigno malvagio, avendo già capito le intenzioni di Anita.

E proprio mentre abbandonavano quella stanza maledetta, Amelia riapriva gli occhi, incontrando quelli di una spietata vampira, sua

sorella.

Marius li attendeva sulla strada del ritorno: il suo volto rilassato li rassicurava sulla salute di Jean Claude.

Chiese loro dove fosse Anita e sorrise quando ricevette la spiegazione da uno Spike alquanto divertito.

- Jean Claude sta riposando, ma l’attende con impazienza. Il veleno lo ha debilitato molto ed il sortilegio legato ad esso sta svanendo

lentamente! – spiegò loro mentre salivano le scale di casa.

- Quando rivedrà Anita sono certa che starà meglio! – sussurrò timidamente Tara, attirando l’attenzione dell’antico immortale che la

guardò col sorriso sulle labbra.

- Figlia della luna… - le disse accarezzandole il viso e facendo ingelosire Willow che si affrettò a prendere la mano della compagna

per attirarla più vicino.

Spike tossì per reprimere una risata.

- Siamo tutti un po’ stanchi! – esordì Buffy pizzicando un fianco del compagno attraverso lo spolverino – Sarà meglio andare tutti

quanti a farci una bella dormita! –

- Dormita? – domandò Spike, inclinando il capo e interrogandola.

Buffy alzò gli occhi al cielo e rise, trascinandolo verso l’appartamento.

- Jean Claude… - una dolce voce lo stava chiamando, l’unica voce che voleva sentire e che l’avrebbe destato dal torpore.

Aprì gli occhi mettendo a fuoco la vista e la vide, splendida e coperta di sangue da capo a piedi.

Capitolo 27

- Ma petite…che ti è successo? – domandò Jean Claude, anche se sapeva con certezza che il sangue non era quello di lei.

Anita salì sul letto, allungandosi come un felino fino a raggiungere il viso del suo sire; emise un ringhio prima di baciarlo.

- Mi hai salvato… - le disse lui assaporando le sue labbra rosse di sangue.

Lei si strinse di più al corpo del vampiro, finalmente tranquilla – Ho avuto paura Jean Claude…paura di fallire e di ucciderti… -

- Ma non lo hai fatto… - rispose pronto lui, spogliandola degli indumenti sporchi di sangue.

Anita rise quando lui li osservò incuriosito – Assomiglio a Carrie…vero? – gli disse salendo a cavalcioni su di lui, bloccandogli le spalle

contro lo schienale del letto.

Finalmente si sentiva serena dopo tanto tempo.

- Questo sangue… - mormorò Jean Claude, accostando la maglia di Anita al viso per annusarla – ha un odore… -

Lei inarcò maliziosamente un sopracciglio – Ti sembra di conoscerlo? – si passò la lingua sulle labbra.

Jean Claude annuì.

Anita rise di nuovo, una risata cristallina che arrivava dritta alla mente.

Lui la guardò sospettoso.

- Sai… - sussurrò Anita, sfiorandogli il viso con la punta delle dita, graffiandogli poi il labbro inferiore e leccando lentamente la piccola

goccia di sangue che ne uscì – Mmm… - mugugnò lei – Quando ha riaperto gli occhi mi ha fissata con terrore ed io ho sorriso,

pregustando la vendetta… - nei suoi occhi Jean Claude vide un lampo di luce dorata, poi Anita intrecciò una mano nella sua.

- Amelia… - sussurrò il suo sire – Cosa le hai fatto? – domandò sempre più curioso.

- Amore…non vorrei scandalizzare il tuo animo nobile…credo solo che la polizia avrà un gran bel daffare nel ricomporre i suoi

pezzi… - fece schioccare la lingua, poi la spinse con forza nella bocca di Jean Claude, battagliando con la sua in un intenso bacio

appassionato.

Lui la prese per le spalle e ribaltò i ruoli – Ti stai riprendendo… - notò Anita compiaciuta – Sai amore…dovevi sentirla implorare…non

ha fatto altro che aumentare il mio piacere mentre giocavo con lei… - le mani di Jean Claude vagarono per il suo corpo facendola

ansimare - …e stringere tra le sue mani quel piccolo cuore pulsante…il centro del potere…il fulcro della sua inutile vita…ho bevuto il

suo sangue dal cuore…ed è stato così…intimo…il rapporto più stretto che abbia mia avuto con mia sorella… -

- Non ti credevo capace di una simile efferatezza piccolo demonio! – finse stupore lui mentre entrava in lei.

Anita si avvinghiò a lui – Lei ha commesso un solo grave errore – mormorò gemendo – Ti ha toccato…e tu sei mio, solo io ho diritti

su di te…mio sire… -

Jean Claude la baciò mentre il ritmo tra loro due aumentava.

- Perfida…gelosa…ma petite… - le sussurrò lui.

- Si… - mugolò lei, perdendosi nel piacere più intenso mentre lui affondava il viso nell’incavo del suo collo.

Spike giocò con una ciocca dei capelli di Buffy che giaceva morbidamente distesa sul letto a pancia in giù.

- Sei dannatamente splendida raggio di sole… - sussurrò lui perdendosi nel profumo della sua pelle.

- E tu non smetterai mai di dirmelo amore… - rispose Buffy.

Le baciò una spalla e si distese sopra di lei – Quella dannata avrebbe potuto sterminarci…e non avrei più potuto sentire la tua pelle

amore… -

- Ma non lo ha fatto… - rispose Buffy.

Spike le cinse la vita e sprofondò il viso nei suoi capelli – Non avrei più potuto fare questo… -

Lei aprì gli occhi e lo costrinse a spostarsi per farla girare – Ma potrai farlo in eterno… - rispose lei decisa, accarezzando il suo viso

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e baciando quelle labbra cos indecentemente sensuali.

- L’alba è vicina amore… - proseguì rannicchiandosi nel suo abbraccio – Stingimi forte e dimentichiamo quell’anima infelice…la linea

di sangue termina con Amelia…ora siamo salvi… -

Willow dormiva profondamente ormai, ma era sola nel letto.

Tara raggiunse il terrazzo per godere dell’alba sulla laguna.

Si accorse di non essere sola.

Marius era appoggiato con i gomito all’opposta estremità del terrazzo e la fissava con una strana espressione: sembrava la stesse

contemplando, come se fosse una creatura al di là della natura umana.

La strega lo raggiunse, un po’ intimidita – Non dovresti essere al sicuro dentro ormai? – domandò.

Lui sorrise – Tra poco, per me c’è ancora tempo – rispose – Sono abbastanza antico da potermi permettere qualche istante in più –

Tara ricambiò il sorriso e volse lo sguardo al cielo che si rischiarava, poi sentì la mano gelida del vampiro posarsi sul suo viso.

Non si ritrasse a quel contatto.

Marius l’attirò a se e posò le labbra su quelle della ragazza; Tara non indietreggiò, anzi, le sue mani salirono lungo le forti braccia del

vampiro e rispose al bacio.

Da quanto non baciava un uomo?

Quando si staccarono, lei, gli occhi ancora chiusi, si portò le dita alle labbra, per nulla turbata.

C’era una strana tranquillità nei suoi gesti.

Marius la strinse tra le sue braccia – Sei una creatura affascinante e pura… - le sussurrò – se non fossi già legata a qualcuno ti offrirei

la vita eterna… -

Tara aprì bocca ma nessuna parola ne uscì perché lui le mise un dito sopra per imporle il silenzio.

- Non servono parole, piccola e dolce Tara…io sono immortale, potrei anche saperti attendere… -

Gli occhi di lei non si staccarono dai suoi nemmeno un istante – Tu appartieni alla luna – continuò lui in tono dolce – Saresti una

splendida immortale…e se un giorno dovessi decidere di accettare il mio dono…saprai dove trovarmi… -

Tara, incapace di rispondere e sentendo avvicinarsi le lacrime, fece una cosa che mai si sarebbe sognata: lo attirò di nuovo a se per

un lungo e intenso bacio.

L’alba incombeva su Venezia, gli amanti giacevano addormentati, ormai tranquilli per lo scampato pericolo e la piccola scintilla di

un nuovo sentimento e una promessa di eternità forse erano appena nati nel cuore dolce e puro di una strega dai lunghi e candidi

capelli biondi.

Fine