By
Pandora79
Prologo
Dagli
annali dell’Ordine Segreto di S.ta Caterina
Anno
del Signore 1982
Le
bambine trovate questa notte sono due, entrambe in ottima salute.
La
congiunzione astrale è corretta, gli esperti hanno interpretato tutti i segni.
La
discendenza del peccato è giunta a noi.
La
figlia della luce sarà accolta da noi, protetta e addestrata, la sua anima è
pura e sarà salvata dalle nostre cure e dalla nostra
educazione.
La
figlia delle tenebre verrà affidata alle autorità, la sua anima nera seguirà un
percorso rieducativo all’interno di un Istituto, nel
tentativo
di portarla nella Grazia del Signore.
Ma
non compete a noi.
Il
volere di Dio è compiuto, ciò che non può essere compreso da occhi mortali è al
sicuro.
Lucius,
Maestro dell’Ordine
Anno
del Signore 2002
In
questa notte scrivo il nostro fallimento.
Abbiamo
fatto la scelta sbagliata, vent’anni fa.
Colei
che credevamo la figlia della luce si è incamminata nel sentiero oscuro. La sua
aura era in realtà malvagia, ci ha ingannati con
il
suo volto angelico. È stata irretita dal Maestro della città, ha scelto di
cibarsi del sangue degli uomini mortali, volontariamente si è
donata
a lui abbandonandosi nelle braccia del male che l’ha generata.
Vent’anni
or sono abbiamo interpretato male i segni, l’errore è stato nostro.
Colei
che è stata allontanata tornerà a noi per eliminare la sua metà oscura.
Forse
siamo ancora in tempo.
Il
male del mondo svanirà al suo arrivo.
Verrà
introdotta alla conoscenza del suo diritto di nascita.
Ciò
che non può essere letto da occhi mortali diventerà lentamente lo strumento del
bene, rivoltandosi al suo nero Creatore.
Lucius,
Maestro dell’Ordine
Capitolo
1
Willow
rientrò nella sua stanza dopo una lunga giornata trascorsa nelle aule
dell’Università. Le vacanze estive erano alle porte e lei
non
vedeva l’ora di…trascorrere l’estate nel negozio del Sig. Giles a fare
ricerche…bella prospettiva!
Tara
l’accolse con un tenero bacio, proprio mentre il telefono iniziava la sua
allegra melodia con la sigla di “Strega per Amore”
–
Pronto? –
Dall’altra
parte una voce la salutò, voce che lei conosceva molto bene.
-
Oh mio Dio Buffy! – esclamò la rossa – Che gioia! – saltellò fino a sedersi sul
letto, incrociando le gambe.
Tara
la raggiunse - Mettila in viva voce… - le disse.
Willow
schiacciò un tasto rosa sulla base del telefono e la voce entusiasta di Buffy
risuonò nella stanza.
-
Dove sei? – chiese la strega bionda.
La
vampira raccontò ciò che era accaduto nella città di Venezia, catturando
l’attenzione delle due amiche ed al termine del riassunto
mise
al corrente le due della decisione che avevano preso lei e Spike di vivere a
Venezia per un po’.
-
Resterete a Venezia? – domandò incredula Willow.
La
delusione si stava facendo strada sul suo viso, Tara le mise una mano sulla
spalla per confortarla, ma le parole di Buffy sortirono
un
effetto inaspettato.
-
Vorrei che tu e Tara trascorreste qui le vostre vacanze estive! La casa è
grande, io e Spike saremmo contenti di avervi come ospiti!
–
Tara
annuì timidamente alla compagna e le strinse la mano - Direi che è un’ottima
idea! – commentò poi.
Buffy
la sentì – Brava Tara! Preparate le valigie! Willow è inutile che stai zitta,
lo so che non vedi l’ora di raggiungermi! Ho così tanta
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 2
voglia
di vedervi! –
Willow
trattenne a stento una risata, poi scoppiò a ridere, ringraziando l’amica per
la splendida proposta.
Ci
fu un veloce scambio di informazioni sugli aerei e sul luogo d’incontro, visto
che Buffy aveva già preso informazioni sugli orari.
Quando
Willow riagganciò Tara l’abbracciò facendola sdraiare sul letto ed insieme
scoppiarono a ridere – venezia…arriviamo! –
urlarono
all’unisono.
-
Non sono mai stata in Italia… - mormorò Tara con occhi sognanti.
-
Potremo trovare testi di magia, sicuramente più antichi di quelli che ha il Sig.
Giles! – suggerì Willow – La città sarà avvolta da
un’atmosfera
magica e mistica…lo scommetterei! –
Le
due si scambiarono un’occhiata indagatrice, poi Willow si alzò dal letto –
L’agenzia di viaggi fuori dal campus sarà ancora aperta?
–
Mentre
anche la bionda si muoveva rapidamente per raggiungere la compagna che era già
sulla soglia dell’appartamento, qualcuno
bussò.
Willow
aprì e si ritrovò di fronte una giovane rossa che conosceva molto bene.
-
Mina! – esclamarono entrambe.
La
cacciatrice era sulla soglia, sommersa da libri di archeologia – Dove andate? –
chiese tentando di mantenere l’equilibrio.
Le
due streghe si guardarono sorridenti e un po’ imbarazzate – Stavamo per uscire
e prenotare le nostre vacanze estive! –
-
Sai…Buffy ci ha invitate e Venezia, nella sua nuova casa… - c’era sempre una
punta di imbarazzo nella voce di Willow quando
nominava
Buffy; Tara invece era molto tranquilla al riguardo visto che aveva da subito
compreso che tipo era la nuova cacciatrice, una
persona
chiara e diretta, senza peli sulla lingua che non aveva nessun problema
riguardo al fatto che Buffy fosse un vampiro.
Mina
entrò nella stanza e rovesciò i libri sul letto matrimoniale delle ragazze –
Scusate… - disse – Ero qui solo per restituirveli! Ma
dicevate?
Buffy? Venezia? – domandò ancora trafelata.
Tara
annuì.
-
Ma se hai bisogno di noi resteremo! – si affrettò a precisare Willow.
La
cacciatrice rise della rossa – Stai tranquilla Will…dopo tutto quello che è
accaduto in quest’anno con Glory ci meritiamo tutti un po’
di
vacanze! E poi c’è Philip con me, lui sarà la mia vacanza! Giles poi non
lascerà di certo il negozio… - rise.
Anche
le due streghe si unirono alla cacciatrice nel momento di ilarità – Sei sicura
di non aver problemi nel restare qui senza di noi?
–
Tara
fece una faccia stranita – Willow…ma che dici? Lei se la può cavare anche senza
di noi… -
Mina
sorrise e prese la mano di Willow tra le sue – Stai tranquilla! Salutatemi
Buffy e Spike e dite loro che non vedo l’ora di conoscerli!
E
mi raccomando…cercate di non ficcarvi nei guai! –
Capitolo
2
Buffy
si tolse gli occhiali da sole, passandosi una mano tra i capelli sciolti al
vento leggero di inizio estate. Il taxi l’aveva lasciata agli
Arrivi
dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, venti minuti prima dell’arrivo previsto
del volo delle sue amiche.
Per
quell’occasione speciale aveva scelto un paio di pantaloni neri di lino e una
camicia senza maniche dello stesso colore.
Era
ansiosa di vedere le sua amiche, aveva pensato molte volte a loro nell’ultimo
mese e voleva mostrare la città che l’aveva
adottata.
Da
quando lei e Spike avevano deciso di fermarsi a Venezia, ospiti fissi di Jean Claude,
aveva spesso rivolto i suoi pensieri a
Sunnydale.
Il
suo tanto amato compagno si era accorto di questa sua nostalgia e le aveva
suggerito di invitarle; Jean Claude e Anita non avevano
obbiettato,
anzi, si erano mostrati incuriositi dalle due streghe.
La
città era ormai il suo territorio di caccia, aveva iniziato a conoscerne le vie
grazie alla conoscenza di Anita e alle lunghe notti
trascorse
insieme a lei a passeggiare e…uccidere.
L’attesa
trascorse in fretta: vide una chioma rossa familiare uscire dall’ingresso degli
arrivi, seguita da una bionda.
L’abbraccio
fu intenso per tutte e Willow si lasciò sfuggire qualche lacrima: erano sempre
le sue amiche, le stesse che aveva lasciato
quella
notte a Sunnydale, con la sola differenza che erano innamorate l’una
dell’altra.
-
Avete fatto buon viaggio? – chiese loro Buffy mentre chiamava un taxi.
-
Si! – esclamò Willow mentre si perdeva a guardare il paesaggio dal finestrino
della vettura che le conduceva al traghetto per la città
lagunare.
Buffy
chiese notizie degli altri.
Willow
fece spallucce col suo solito sorriso – Il Sig. Giles è sempre preso dal suo
negozio che va a gonfie vele! Nell’ultimo periodo
l’attività
della Bocca dell’Inferno è diminuita, ma la gente è sempre alla ricerca di
nuovi amuleti contro le forze del male…e lui
guadagna!
Anya e Xander…bhe, sembra che ci sia un matrimonio nell’aria! –
Buffy
esultò entusiasta – E la cacciatrice…Mina? – domandò poi curiosa – Come se la
cava? – Fu Tara questa volta a raccontare ciò
che
era accaduto negli ultimi mesi: Mina era un’ottima cacciatrice, aveva salvato
il mondo da una Dea infernale, Glory, che tentava
di
tornare nella sua dimensione usando il sangue di sua sorella Down che in realtà
era
-
Aspetta! – la bloccò Buffy agitando le mani e ridendo – C’è troppo materiale in
questa storia e mi sto fondendo il cervello! Mi
racconterete
tutto con calma più tardi! –
-
È fidanzata con uno stregone sai? – proseguì imperterrita Willow – CI ha
aiutato molto negli ultimi mesi contro i demoni! –
Buffy
annuì seria – È fidato? – chiese.
Tara
inarcò le sopracciglia – A dire il vero…è il nipote del Sig. Giles! Lavora al
Magic Shop con lui! –
Buffy
scoppiò a ridere – La cacciatrice col nipote di Giles? È incredibile! Allora ci
sarà tempo per conoscere anche lui! – terminò lei,
poi
indicò la distesa d’acqua di fronte a loro e la città immortale – Guardate,
siamo arrivate! –
Spike
non riusciva a dormire, nonostante fosse giorno era seduto sul divano di casa
aspettando il ritorno di Buffy e delle sue
amiche.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 3
Le
pesanti tende nere del loro appartamento erano chiuse per evitare che la luce
del sole entrasse dalla grandi porte finestre che
davano
su uno splendido terrazzo.
Si
erano trasferiti una settimana prima nell’appartamento sotto quello di Jean
Claude e Anita: era elegante e arredato con lo stesso
buon
gusto di quello del Master.
La
terrazza che si affacciava sulla città era diventata il punto di incontro della
coppia: la prima notte, rimasti soli nella nuova
sistemazione
avevano festeggiato facendo l’amore al chiaro di luna, con le stesse e la
laguna come testimoni della loro passione.
La
porta d’ingresso venne aperta e lui sentì le voci familiari delle due streghe
che commentavano esaltate lo sfarzo della casa.
Buffy
corse fra le sue braccia e lo salutò con un bacio focoso, poi lo lasciò alla
mercé di Willow e Tara che a turno lo abbracciarono.
Non
si aspettava nulla di simile dalle due streghe.
-
È una gioia vederti Spike! – esclamarono all’unisono.
Spike
fissò Buffy interdetto, poi lei scoppiò a ridere, mettendogli le mani sul petto
e abbracciandolo con affetto.
-
Tranquillizzati amore! – gli disse lei – È normale salutarsi così tra vecchi
amici! –
Lui
annuì non del tutto convinto.
Buffy
lo lasciò ancora solo, accompagnando Willow e Tara nella loro stanza.
La
sera era giunta anche su Venezia: i quattro amici sedevano al tavolo della
terrazza, ammirando il panorama che gli si mostrava.
Willow
e Tara, nonostante fossero sfasate dal jet-lag, volevano raccontare a Spike e
Buffy tutte le notizie che portavano con se da
Sunnydale:
li avevano sommersi di informazioni sulla cacciatrice e le sue prodezze, su sua
sorella…la chiave e su Philip, il nipote di
Giles.
-
Ora sembra che la situazione sia tranquilla…e speriamo che duri! – scongiurò la
strega bionda incrociando le dita di entrambe le
mani.
Buffy
sorrise – Qui è il paradiso ragazze, tranquillo e rilassante! Vedrete che
trascorrerete delle semplici vacanze da normali turiste!
Presto
Jean Claude e Anita ci raggiungeranno! –
-
Quando smetteranno di fare i conigli? – sogghignò Spike.
La
compagna gli assestò una gomitata nello stomaco – Parli tu amore? –
Il
gruppo si lasciò andare ad una sonora risata, mentre i vampiri appena menzionati
si univano al gruppo.
-
Non ci presentate? – domandò Anita facendo irruzione sul terrazzo.
Jean
Claude era alle sua spalle.
Willow
e Tara fissarono i nuovi arrivati imbambolate e affascinate.
Dopo
le presentazioni di rito, la serata trascorse tranquillamente ed il gruppo
conversò per quasi tutta la durata della notte.
Quando
le due coppie di vampiri avvertirono l’incombere dell’alba, salutarono le due
streghe e si congedarono per il riposo.
-
Non vorrei lasciarvi in giro per la città da sole durante il giorno… - si
lamentò Buffy sulla soglia della finestra.
Willow
scosse il capo – Non devi preoccuparti, noi contavamo di dormire qualche
ora…sapevamo che il nostro orologio biologico
avrebbe
subito dei cambiamenti radicali venendo qui da voi, ma…non sarebbero vacanze se
non fossero a base di orari sballati!
–
precisò allegra- Usciremo qualche ora nel pomeriggio… -
Le
tre amiche si salutarono e Buffy raggiunse Spike nella camera da letto per
abbandonarsi ai suoi piacevoli doveri d’amore, mentre
Willow
e Tara attendevano ancora qualche minuto il sorgere del sole.
Capitolo
3
I
corridoi delle stanze segrete della Chiesa di S.ta Caterina erano illuminati a
giorno da torce che bruciavano appese al muro: una
lenta
processione di religiosi si stava recando nel salone principale dell’Ordine per
riunirsi.
Erano
locali spartani, senza alcuna decorazione, in pietra grezza, nati
esclusivamente per il rigore della religione e per la concentrazione
dei
membri dell’ordine.
Non
appena tutti si furono accomodati il silenzio venne rotto dal Maestro Lucius –
Antonio è partito? –
-
Ieri mattina ha lasciato la nostra sede alla volta di Milano, dove addestrerà
nuove sterminatrici! –
-
Bene! Ha espresso dubbi? – domandò Lucius.
-
A dire il vero ha opposto un po’ di resistenza, ma alla fine lo abbiamo
convinto che era la cosa migliore per lui! Sembrava che
volesse
ancora avere rapporti con la rinnegata ma ha compreso che la cosa più giusta
era addestrare nuove ragazze per la causa
dell’ordine!
–
Ci
fu un minuto di silenzio in cui i presenti osservarono il Maestro in attesa di
altre domande – È arrivata? – domandò grave.
-
Si! – rispose affermativamente uno – Si è sistemata nella camera che era di
Anita! Avevamo già provveduto a liberarla dagli effetti
personali
della vampira – terminò col disgusto dipinto in volto.
-
già stata messa al corrente della sua condizione? –
-
Le abbiamo raccontato ciò che doveva sapere, quello che avevamo già stabilito!
– parlò un altro religioso, fino a quel momento
rimasto
muto – Si deciderà presto ad eliminare la sua nemesi per salvare la sua anima,
la convinceremo! Siamo stati fortunati perché
è
cresciuta in un istituto religioso dove regnava la disciplina e l’ordine: ciò
ha forgiato e fortificato il suo carattere! È atletica e sportiva,
molto
più di Anita! Sarà facile prepararla alla missione in poco tempo! –
-
Bene fratelli, abbiamo dovuto celarle il suo diritto di nascita, la macchia
della sua discendenza, proprio come ad Anita, speriamo
solo
di aver successo! –
-
Potrebbe venire a conoscenza di ciò che le appartiene di diritto e che è
custodito nella camera diciassette? – chiese uno.
Lucius
lo fissò duro – Dio ci assisterà fratello, lei non verrà mai a conoscenza della
sua discendenza peccaminosa! Ucciderà Anita
e
Jean Claude e controllerà l’ordine della città per nostro conto! È sicuramente
più forte di colei che l’ha preceduta perché il suo
cammino
è nella luce! Anita ci ha ingannato anni fa, ora non possiamo più sbagliare! –
Quelle
parole segnarono la chiusura della riunione per quella notte, mentre fuori, i
primi raggi del sole illuminavano le acque della
laguna
veneziana.
I
religiosi tornarono nelle loro celle per prepararsi ad affrontare una nuova
giornata di lavoro e preghiera.
WBS -
www.lovesbitch.altervista.org 4
Jean
Claude accarezzò la chioma della compagna che continuava ad agitarsi tra le
lenzuola, non riuscendo a trovare la posizione
più
adatta per riposare.
-
Forse non hai voglia di dormire…ma petite? – domandò in tono lieve.
Anita
alzò il capo e lo fissò seria – Si! – poi si accorse di essere stata troppo
precipitosa nel rispondere – Scusa amore…è che mi
sento
inquieta e non ne capisco il motivo! Dovrei essere felice per tutto, tu accanto
a me per l’eternità, Buffy e Spike che vivono con
noi
e ora le due streghe che sono fonte di interesse per la mia sete di
conoscenza…eppure…sento uno strano peso nel cuore! Forse
sono
troppo felice e non credo sia possibile? –
Jean
Claude la strinse forte per rassicurarla – Su piccola mia…sarà solo un
momento…ora farò passare ogni tuo dubbio…ogni tuo
pensiero…
- sussurrò baciandola subito dopo.
Willow
sistemò gli ultimi capi d’abbigliamento nell’armadio, poi raggiunse Tara sotto
le fresche lenzuola di lino del loro letto.
-
Questa città è ricca di magia, non trovi? – le chiese la compagna.
Lei
annuì – Si, è carica di misticismo e magia antica! Avverto un forte potere che
non si è del tutto rivelato, qualcosa che risale a
migliaia
di anni fa… -
-
malvagio? – domandò Tara preoccupata.
-
Non lo so…non riesco a definirlo perché è come se fosse in attesa… -
E
lui attende…
La
camera diciassette, la stanza nascosta nei sotterranei di S.ta Caterina, luogo
proibito a tutti tranne che al Maestro dell’ordine,
custode
del segreto e delle chiavi di accesso.
Quale
terribile segreto si cela al suo interno?
Quale
fonte di conoscenza e potere nasconde la camera diciassette?
Capitolo
4
La
sveglia aveva suonato alle tredici per Willow e Tara che si erano subito armate
di guida della città ed erano andate all’avventura.
Girovagavano
meravigliate dallo splendore della Serenissima e dalla moltitudine di gente che
la visitava: dopo aver trascorso quasi
tutto
il pomeriggio in Piazza San Marco, tappa indispensabile per il perfetto turista,
si erano abbandonate ad una lunga passeggiata
nei
luoghi meno affollati.
Si
erano trovate di fronte ad una chiesa di modeste dimensioni ed austera che di
certo non invogliava ad entrare.
Ma
la curiosità si sa…è donna!
Willow
non l’aveva trovata sulla guida ed in effetti sembrava una costruzione di
scarso interesse culturale.
-
È strano… - mormorò Tara – ogni luogo religioso dovrebbe essere di interesse…ma
questa chiesa… -
-
Nascosta agli occhi dei passanti…ed è come se fosse fatto di proposito! – terminò
Willow per lei – Sembra che vogliano nascondere
la
sua presenza il più possibile! –
La
compagna annuì – Anche la sua ubicazione è strategica, fuori dai percorsi
turistici convenzionali – guardò Willow – Noi come ci
siamo
arrivate? –
La
rossa fissò la costruzione – Non lo so… - sussurrò.
-
C’è qualcosa qui dentro… - proseguì poi - …qualcosa celato dal potere della
chiesa! –
Tara
la osservò pensierosa - il potere di cui parlavi ieri? –
-
Non lo so. Potrebbe essere qualunque cosa, non riesco a identificarlo! –
-
Entriamo! – suggerì Tara.
Willow
guardò la compagna negli occhi e annuì: salirono la gradinata che le separava
dal portone principale ed anche su quella
pietra,
la strega rossa percepì una forte energia mistica.
Si
sentì come bloccare da un muro invisibile che le impediva di andare oltre.
-
Will…che ti prende? – le chiese Tara che non aveva difficoltà nel camminare.
Willow
scosse il capo confusa e allarmata – Sento…c’è dolore in questo luogo...no, in
questo punto! – e indicò il gradino sul quale
era
ferma – Qui è successo qualcosa di molto triste…un abbandono… -
Tara
la osservò, con comprendendo appieno le sue parole.
-
Non riesco ad andare oltre… - sussurrò perplessa la rossa, fino a quando la sua
attenzione venne attirata dal portone della chiesa
che
veniva spalancato.
Un
prete sulla trentina fece qualche passo oltre la soglia e squadrò le due
ragazze sconosciute attraverso un paio di lenti da vista
spesse.
Cosa
stavano facendo? Una era imbambolata su un gradino e sembrava bloccata da
qualcosa mentre l’altra la fissava interdetta.
Qualche
rogna nuova? Sperava di no.
Quando
Willow vide il prete, la sua concentrazione sulla forza misteriosa venne meno e
le sue gambe si sbloccarono misteriosamente:
fece
qualche passo in avanti e raggiunse Tara che la prese per un braccio – Va tutto
bene? – le chiese.
Willow
annuì, poi alzò il viso osservando quel prete che aveva fatto il suo ingresso
poco prima e le stava ancora fissando in silenzio
con
sguardo severo.
La
rossa, con un italiano accettabile, chiese se era possibile visitare la chiesa.
-
Mi dispiace, ma questo luogo non è aperto ai turisti! Andate in Piazza San
Marco se volete visitare una chiesa! – rispose asciutto
il
religioso sistemandosi la montatura degli occhiali: quelle due sembravano
essere delle sbandate e la chiesa di S.ta Caterina non
poteva
permettersi di fare notizia, doveva mantenere il più possibile la reputazione
di chiesa anonima.
Offesa
per la risposta ed il tono di voce assunto da quello scorbutico pinguino,
Willow strinse la mano di Tara e la condusse giù dai
gradini,
borbottando parole poco convenienti in direzione del prete.
-
C’è qualcosa di strano in questo posto! – disse ad una distanza sicura dal
prete che le osservava ancora – E ho tutte le intenzioni
WBS -
www.lovesbitch.altervista.org 5
di
capire cosa nascondono qui dentro! –
Capitolo
5
La
notte l’aveva sempre chiamata a se, fin da bambina, quando cercava conforto
nell’oscurità della sua camera, affacciata alla
finestra.
I
raggi della luna la scaldavano più del sole che le feriva gli occhi: osservava
la gente che passava sotto i suoi occhi e li commiserava
perché
erano patetiche marionette guidate da fili invisibili.
Lei
sapeva che un giorno avrebbe tirato quei fili…
Li
guardava, individuo per in divido, riuscendo a percepirne la natura.
Guardandoli
attentamente avvertiva intorno a loro una nube di colore differente per
ciascuno! Quanto blu, rosso, verde…eppure
molte
volte vedeva tanto nero attorno ad individui estranei e minacciosi che non si
avvicinavano mai a lei…chissà, forse per paura?
Lei
era diversa, lo sapeva, lei era un’orfana, lei aveva il potere.
Non
aveva compreso la chiamata di quello sconosciuto ordine religioso: l’avevano
rintracciata tramite l’istituto di suore in cui era
cresciuta:
era stata invitata a raggiungerli per un incontro dall’aria segreta ed
importantissima, visto il tono grave ed urgente del suo
interlocutore.
Non
poteva avere nessuna anticipazione dell’argomento? A quanto pareva no.
Il
viaggio era completamente spesato, alla volta di Venezia.
Era
tutto così insolito, ma era per questo che aveva deciso di andare.
Quella
città l’attirava.
Forse
dovevano rivelarle l’identità dei suoi genitori, forse era una ricca ereditiera
o peggio, la figlia di una monaca!
E
perché non andare a scoprirlo? In fondo, nulla di particolare la tratteneva a
Milano!
La
miriade di informazioni avute dal prete che l’aveva ricevuta al suo arrivo
erano state peggio di una sbronza colossale! Si sentiva
proprio
come un’ubriaca, colma fino al limite di notizie che l’avevano sconvolta e
confusa invece che averle chiarito il buio sulle sue
origini.
Ora,
nella stanza che le avevano assegnato all’interno del monastero, era sola e
stava tentando di raccogliere le idee che le avevano
gettato
addosso come un secchio d’acqua gelida.
Ricapitolando,
non le avevano detto chi erano i suoi genitori, ma le avevano parlato del suo
dovere di…uccidere i vampiri?
I
vampiri?
Ma
non esistono!!
Lei
aveva una…gemella?
Cercò
di ricordare il discorso fattole dal prete poco prima.
-
Ti abbandonarono vent’anni fa sui gradini di questo santo luogo, insieme alla
tua gemella; purtroppo non sappiamo nulla dei tuoi
genitori,
non hanno lasciato nessun segno o scritto che potesse definire la vostra
provenienza! Tu fosti affidata alla cure delle suore
dell’istituto
dove sei cresciuta fino alla maggiore età, mentre tua sorella rimase con noi
per essere educata ed addestrata alla lotta
contro
le forze del male! –
Amelia
aveva sgranato gli occhi incredula – Le forze del male? –
Il
prete aveva assunto un’aria quasi impaziente, ben sapendo di dover spiegare
almeno a grandi linee ciò che era il loro ordine
segreto-
Sono secoli che l’ordine segreto di S.ta Caterina agisce in tutto il mondo per
tenere controllate le creature demoniache; in
ogni
città del vecchio continente esistono sedi del nostro ordine, dove vengono
addestrati soldati che vegliano sulle proprie città.
Qui
a Venezia, il nemico principale degli sterminatori sono i vampiri, predatori
notturni, esattamente uguali a ciò che la cultura di
questo
secolo e di quello passato ha dipinto. Succiasangue maledetti che affascinano e
uccidono senza pietà i poveri sprovveduti
che
cadono nella loro rete! –
-
Perché mia sorella faceva…questo? –
Il
prese si era imbarazzato a quella domanda – Siamo stati ingannati…credevamo che
lei fosse la prescelta per questa missione
ma…
-
-
Ma? –
-
Fino a pochi mesi fa ha svolto con estremo successo il suo lavoro, superando
sterminatrici più esperte di lei…ma tutto questo
apparentemente!
Nell’ombra invece, il male la irretiva, corrompendo la sua anima e portandola
dalla parte del male! Un vampiro l’ha
tramutata
perché la sua anima era già corrotta alla nascita… -
-
Cosa? È diventata un vampiro? –
-
Si, ed ora è giunto il tempo di raddrizzare i torti e riprenderci la città!
Stiamo soccombendo al dominio del Master Jean Claude e di
tua
sorella! La città deve essere difesa da una nuova sterminatrice che ne abbia le
capacità…e tu sei quella giusta! –
Amelia
tornò alla realtà sbattendo gli occhi: aveva fissato per lunghi attimi il muro
bianco della camera, dove si potevano però ancora
vedere
i segni lasciati dai poster di qualcuno che aveva vissuti in quella camera
prima di lei…forse sua sorella?
Alcuni
particolari di quella conversazione non le erano ancora chiari, sembrava che in
alcuni punti, il discorso facesse acqua, ma
credeva
di aver tempo per chiarire tutto.
Aveva
una sorella…gemella…gli stessi capelli rosse, almeno fino a quando anche i suoi
erano rimasti di quel colore, lo stesso fisico,
gli
stessi occhi…non le sembrava vero che una persona con le sue caratteristiche
avesse potuto vivere lontana da lei.
Erano
l’una parte dell’altra e per tutti quegli anni nessuno aveva detto loro la
verità? Ma in quale strano gioco del destino si era
imbattuta?
È
un vampiro…e secondo quel prete io dovrei uccidere i vampiri?
Questi
dannati religiosi credono che io possa bermi tutte le stronzate che cercano di
inculcarmi sulle mie origini?
Eppure
tra le mani stringeva una foto che il prete le aveva lasciato prima di uscire
dalla stanza: ritraeva una ragazza che era la sua
WBS -
www.lovesbitch.altervista.org 6
copia
esatta, stretta nell’abbraccio di un uomo che apparteneva all’orine
Era
la sua copia esatta…
-
È tutto così assurdo…io non sono in grado di farlo! Uccidere i vampiri? Ma se
nemmeno so se questi preti siano sani di mente!
In
quale disegno sono contemplata? E ho una sorella che non conosco e che devo
eliminare? – esclamò a se stessa, agitando le
braccia
e camminando nervosamente per la stanza, stringendo convulsamente la foto tra
le mani.
-
Il suo nome è Anita…ed è l’unica cosa che ti è concessa sapere, visto che
dovrai eliminarla non appena sarai pronta! –
La
ragazza si fermò sorpresa e spaventata: senza che se ne accorgesse, un vecchio
prete, alto e dall’aspetto molto severo era
entrato
nella sua camera – E lei chi è? –
Capitolo
6
Anita
si rigirò nel letto: stava sognando.
Si
trovava nel monastero di S.ta Caterina, quel luogo a lei così familiare che
l’aveva vista crescere e diventare donna e
sterminatrice.
C’era
un prete, un religioso che lei ricordava di aver visto una sola volta durante
la sua permanenza in quel luogo; le era di fronte ed
entrambi
si trovavano nella vecchia camera di Anita.
Tutto
era stato tolto dalla stanza, i ricordi, le foto e tutto ciò che era
appartenuto alla sterminatrice.
Non
sognava il passato, era qualcosa che non era mai accaduto.
Lui
era il terribile Lucius, il Maestro supremo dell’ordine segreto che l’aveva
voluta come sterminatrice! Si ricordava perfettamente di
lui,
ora, lo aveva visto quando aveva quindici anni, la sera della sua prima
missione in solitario!
La
stava guardando dall’alto del suo metro e ottanta, severo e scuro come sempre.
Lei
era impietrita, seduta sul letto, gli occhi fissi nei suoi.
Lucius
parlava, ma Anita non coglieva il senso del suo discorso – Lei ha scelto la via
dell’oscurità, e tu devi prendere finalmente il
posto
che è tuo di diritto nell’ordine delle cose! Sei la parte di luce nella coppia
e devi eliminare il male che è stato fatto a questa
città!
–
Qual
era il male di cui parlava? Ma che senso avevano le sue parole? Chi era questa
lei? Si riferiva forse alla sua scelta di seguire
Jean
Claude?
-
Noi siamo i custodi della città, la difendiamo dai demoni e tu appartieni a
noi! Devi prendere il posto che era suo, il posto che ti spetta
dalla
nascita e che a causa della nostra debolezza ti è stato negato! –
quelle
erano parole senza senso per Anita, non significavano nulla per lei!
C’era
qualcosa che però le sembrava molto strano: quello non sembrava per nulla un
sogno, aveva più i connotati della visione!
Improvvisamente
si sentì uscire dal suo corpo, proiettata contro il muro della camera: ora non
era più lei l’interlocutrice del prete,
bensì
un’altra donna dai lunghi capelli corvini.
Perché
prima parlava a lei e ora a quella sconosciuta che non vedeva in volto? Si
sentì cadere nel vuoto quando la sconosciuta iniziò
a
voltare il capo nella sua direzione.
Aprì
gli occhi di scatto, madida di sudore freddo; si rannicchiò sotto le coperte
cercando il corpo di Jean Claude.
Un
braccio familiare l’avvolse e lei sentì il contatto freddo del suo corpo,
tranquillizzandosi.
Ma
perché non era riuscita a vederla in volto?
Willow
e Tara erano rientrate stanche ma soddisfatte nell’appartamento di Buffy e
Spike; i padroni di casa non si erano ancora
svegliati
visto che il sole estivo tardava a tramontare.
Decisero
di riposare un po’, sedute in terrazza a godersi il finire del giorno.
-
Quella chiesa… - cominciò la rossa, fissando l’enorme palla rossa che
scompariva all’orizzonte - …non mi convince sai? –
Tara
annuì – Hai perfettamente ragione! Ho avvertito quel potere di cui mi parlavi!
–
-
È molto confuso, c’è il bene in quel luogo, ma anche un’antica forza che non
appartiene a nessuna delle forze perennemente in
lotta!
–
-
è in bilico… - proseguì Willow, imbambolata - …qualcosa che sta tra il bene ed
il male è custodito in quel luogo, ne sono certa! Mi
incuriosisce…
-
-
Immaginavo anche questo… - rispose la bionda leggermente preoccupata dal nuovo
interesse della compagna – Facciamo un
approfondimento
sul campo? – chiese titubante.
Willow
annuì – Domani, ma solo dopo aver cercato notizie in rete su quella chiesa! –
Lucius
sedeva al tavolo delle riunioni delle stanze segrete di S.ta Caterina, accanto
a lui un solo prete, anziano quasi quanto lui.
-
Sono quarant’anni che custodisco i segreti di questo ordine fratello…e non ho
mai commesso errori! – iniziò lui stancamente.
Il
suo interlocutore verso dell’acqua bollente in due tazze di fronte a loro –
Vedrai che questa volta no fallirai! Non si può sbagliare
due
volte, sono gemelle e la prima scelta è stata quella sbagliata! La seconda per
forza sarà quella perfetta! –
Lucius
annuì perplesso – Le ho mentito su sua sorella ed il Master, dicendo che stanno
minacciando la città! Con i suoi occhi, gli
stessi
di Anita, mi interrogava sul perché le abbiamo divise…le ho descritto sua
sorella come un essere infido e calcolatore, che ha
ingannato
tutti e si è lasciata affascinare dal male, portando fuori il suo lato oscuro!
Che Dio mi perdoni per tutte queste menzogne!
–
-
Non è forse la verità? Ma questo non ha importanza, lo hai detto a fin di bene,
altrimenti incontreremmo delle difficoltà in futuro con
i
sentimenti delle gemelle! Dobbiamo inculcarle la disciplina e l’ordine,
direzionare la sua mente verso la giusta via! Deve essere il
nostro
strumento di giustizia! Falle odiare il male che porta dentro di se col legame
di sangue! –
-
Non pronunciare parole simili! Non è mai stata la vendetta a guidarci in questi
secoli! La nostra è una missione di protezione degli
innocenti
e della città di cui siamo custodi! Noi non possediamo la leggendaria
Cacciatrice, quindi siamo costretti ad addestrare
rinnegati
dalle famiglie per la nostra causa! Queste gemelle sono la cosa più
straordinaria che ci sia mai capitata…anche se
camminiamo
sul filo dell’Apocalisse con loro! –
-
Si, è vero, solo noi abbiamo in custodia la loro eredità, e non è certamente un
caso che siano capitate sulla soglia della nostra
Chiesa!
Una è per il bene…l’altra è per il male… - terminò il prete.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org
Lucius
sospirò – E fortunatamente l’abbiamo scampata fino ad ora…se Anita avesse
sentito il richiamo di quell’abominio saremmo
stati
perduti! La sua mente era però distratta dai sentimenti per quel vampiro, il
legame di sangue che hanno stabilito ha creato una
barriera
spirituale tra lei q…quella cosa…Amelia lo userà a nostro favore per eliminare
i demoni, così è scritto…chi ci ha preceduto
ha
interpretato i segni e la sua discendenza! È la loro possibilità di redenzione
dal peccato! –
-
Ne sono sicuro… - sussurrò l’altro.
Buffy
si mosse sotto le lenzuola: aveva dormito tutto il giorno tra le braccia di Spike,
felice per come procedeva la loro permanenza
a
Venezia, resa ancora più perfetta dalla presenza delle sue amiche.
Lui
si era già svegliato ma non si era mosso di un millimetro per mantenere il
contatto con lei: era riuscito ad afferrare una sigaretta
dal
pacchetto poggiato sul comodino e l’aveva accesa, gustandosela in attesa che
Buffy si svegliasse.
Si
ritrovò a pensare alle due streghe e a quanto facesse bene a Buffy la loro
presenza…anche se doveva ammettere che le trovava
piacevoli
lui pure!
Sperava
solo che non si cacciassero in qualche guaio!
Lei
aprì gli occhi lentamente, stiracchiandosi e mugolando; si allungò per baciare
il suo Sire poi appoggiò la testa sul suo petto.
-
Ben svegliata… - le sussurrò lui spegnendo la sigaretta.
La
cinse con un braccio e sprofondò insieme a lei tra le lenzuola, baciandola con
passione, mentre la sua mano vagava sulla pelle
candida
di lei.
-
Ti sei svegliato bene… - commentò lei, eccitata dal piacevole risveglio – Credo
che non ne avranno a male le mie amiche se
facciamo
il nostro ingresso con un po’ di ritardo… - terminò.
Spike
annuì e scese a baciarle il seno, mentre lei gli circondava la testa con le
braccia, sospirando e sussurrandogli poi dolci parole
d’amore.
-
Amore sei così… -
-
Calda? – terminò lei – Sai…ieri ci siamo ritirati e non abbiamo fatto
l’amore…ora sono in arretrato…non senti come sono eccitata?
–
Lui
rise sornione, le accarezzò il ventre e scese verso la sua femminilità,
sentendo quanto lei gli stesse dicendo il vero; inarcò un
sopracciglio
e rise – Passerotto…non mancherò mai più i miei doveri di Big Bad…veder
soffrire in questo modo la mia signora…non
succederà
mai più! – la rassicurò, e dette queste parole, tra il vero e lo scherzo iniziò
a torturarla ottenendo da parte di lei lunghi
gemiti
di soddisfazione e piacere.
-
Spike…non tergiversare… - lo intimò lei al limite.
Capitolo
7
-
Eccola! Deve essere questa! – esclamò Willow esultante, mentre Tara ancora
dormiva – Devo solo attendere che si carichi
l’immagine!
– aggiunse.
Si
era seduta sul letto, troppo curiosa per aspettare oltre, cercando sulla rete
la chiesa che avevano incrociato il giorno prima.
Il
suo palese entusiasmo aveva svegliato la compagna che si stava stropicciando
gli occhi mettendo a fuoco la vista – Cosa?
–
domandò con la voce ancora impastata dal sonno.
Willow
puntò il dito verso la foto della chiesa in questione - È lei, la riconosci?
Santa Caterina! Guarda, è nominata solo in un articolo
della
“Nuova Venezia” di qualche anno fa! Se fosse una chiesa di interesse culturale
verrebbe inclusa negli itinerari culturali turistici!
–
Tara
annuì, concorde con le congetture di Willow – Dimmi di più se puoi! –
-
Santa Caterina, chiesa di antichissima fondazione, a cui facevano già
riferimento i primi fuggiaschi della terraferma, non presenta
particolare
rilievo architettonico. Interni cinquecenteschi, unica navata sostenuta da un
doppio ordine di pilastri…bla bla…nella
cappella
è sepolta Caterina XXXXXX regina di Cipro…bla…bla…parla della dedizione dei
religiosi verso gli orfani che da secoli sono
abbandonati
sul selciato…è una tradizione che si protrae da secoli ed in questo luogo non
si rifiuta aiuto ai più bisognosi… -
-
Quelli come Anita! – disse Tara incerta, poi la folgorazione – Vuoi forse dire
che quella è la chiesa dove lei è stata trovata e
cresciuta?
–
La
rossa annuì – Credo che sia proprio questa!!! Anzi, ne sono certa! E sai una
cosa? Se ho ragione potremmo chiederle se ha notato
o
avvertito strani poteri aleggiare nell’aria quando ci viveva… -
La
bionda annuì anche s e perplessa – Ma lei non è una strega… -
-
Non ha importanza, era comunque una persona più ricettiva delle altre quando
era viva…forse ha avvertito qualcosa… -
-
Potrebbe essere – rispose Tara dubbiosa – ciò non toglie che quel posto getta
un’ombra nel mio cuore… - strinse le mani a
pugno.
Willow
prese le sue mani e se le porto alle labbra per baciarle – Amore stai
tranquilla, non ci cacceremo nei guai, indagheremo
discretamente
senza scatenare forze oscure! La mia è solo una piccola curiosità, voglio
scoprire cosa provoca quel potere! E credo
che
sia qualcosa di poco religioso! –
Avevano
aperto un nuovo locale nelle vicinanze della Corte del Diavolo, da poche
settimane: era un posto frequentato da giovani
alternativi,
atmosfera fumosa a base di musica heavy metal, hard rock e punk.
Spike
lo aveva scovato durante una sua passeggiata notturna in solitario; amava
quella zona, passeggiare da solo, col rumore dei
suoi
passi.
Aveva
deciso che quella sera avrebbe portato Buffy e le sue amiche; sapeva che Jean
Claude e Anita non avrebbero apprezzato
l’ambiente
troppo caotico ed infatti avevano cortesemente declinato l’invito.
-
Non sanno cosa si perdono! – aveva commentato Spike divertito, mentre spingeva
una riluttante Buffy all’interno.
Il
posto non era molto grande: un’unica sala divisa in due metà, tavolini e
bancone del bar da una parte e pista da ballo nell’altra.
Dalle
grandi casse situate nelle posizioni strategiche usciva un’assordante canzone
dei Disturbed, gruppo che non dispiaceva al
vampiro
biondo.
Trovarono
un tavolo lontano dalla pista ed i quattro si accomodarono – Quanta gente! –
esclamò Willow, indicando le persone in pista
–
Credo che il Bronze a confronto non sia mai stato così pieno! –
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 8
-
Deve essere la musica! – intervenne Tara, urlando per farsi intendere da tutti
– Questo sarà un genere molto…seguito! – corrugò
la
fronte perplessa.
-
Io non capisco come si possa considerare questa…musica! – esclamò Buffy
contrariata, interessata più che alla musica, ai corpi
sudati
che si dimenavano in pista; riusciva a seterie l’odore del loro sangue,
eccitato dalle forti vibrazioni della canzone.
-
Passerotto…tutto questo è sicuramente meglio della tua Britney! – la canzonò
lui.
Buffy
gli rispose con una smorfia.
Il
Dj cambiò la canzone che Spike riconobbe all’istante: afferrò la compagna per
una mano e la trascinò in mezzo alla pista.
-
Non mi costringerai in mezzo a quella ressa! – protestò lei tirando dalla parte
opposta, ma lui la zittì con lo sguardo – Ascolta! – le
disse
– Avverti la sensualità in questa canzone? –
Buffy
chiuse gli occhi, sforzandosi di accontentare il suo amore: le note di Blue
Monday degli Orgy le inondarono il corpo.
Spike
iniziò a muoversi a ritmo, mentre Buffy si lasciava rapire dalle note; imitò il
biondo, mettendogli le braccia intorno al collo e
strusciandosi
contro il suo corpo.
La
canzone le piaceva, non poteva più negarlo, il suo corpo la tradiva. Si sentiva
istigata a stuzzicare con ogni mezzo i sensi di
Spike.
Rovesciò
la testa all’indietro mentre lui la baciava.
-
È ancora così brutta? – le domandò lui, turbato da ciò che le avrebbe fatto sul
posto: la demonietta lo stava provocando con le sue
forme
e la sua pelle liscia. Lo stava deliberatamente provocando, eccitando con i
suoi mezzi più naturali.
Lei
aprì gli occhi lentamente, guardandolo maliziosa e gustandosi le ultime note
della canzone.
-
Non istigarmi passerotto… - la minacciò lui sogghignando.
-
Sennò cosa mi farai? –
Spike
alzò gli occhi al soffitto e la spinse verso il muro, comandato ormai solo dal
suo istinto più basso e animale.
L’avrebbe
presa in quel punto, poco gli importava degli altri: la baciò appassionato,
esplorando la sua bocca come se fosse la prima
volta,
poi scese lungo il collo dove sicuramente di li a poco l’avrebbe morsa.
Non
fece in tempo invece, perché lei lo bloccò con una mano sul petto, spingendolo
lontano.
Lui
inclinò il capo e la osservò confuso, le labbra imbronciate che chiedevano solo
di essere baciate e mordicchiate.
Attendeva
una spiegazione.
Buffy
non badò a lui ma iniziò a vagare con lo sguardo per la sala, cercando qualcosa
o qualcuno; incontrò due occhi freddi che la
fissavano.
-
Anita? – domandò Spike non appena si accorse della ragazza, immobile dall’altra
parte della pista.
Buffy
non interruppe il contatto visivo con lei ma rispose – Non è Anita, non la
vedi? I suoi capelli sono neri…e…questa ragazza è
viva!
– in quel momento un gruppo di ragazzi passò davanti a Buffy, facendole perdere
di vista la misteriosa ragazza. Quando la
ritrovò,
era di spalle, diretta all’uscita del locale.
Buffy
la seguì, Spike al suo fianco.
Capitolo
8
Era
indubbiamente una strana ragazza, di questo Buffy ne era sicura: innanzitutto
l’incredibile somiglianza con Anita, e poi…lo
sguardo
con cui l’aveva fissata prima.
Lei
sapeva che era un vampiro?
Proprio
come Anita…
Doveva
scoprire di più, la cosa non le piaceva affatto, soprattutto perché quella
sconosciuta aveva interrotto un’eccitante momento
col
suo uomo!
Nel
frattempo, Willow e Tara continuavano a chiacchierare al tavolo, ignare di
tutto.
Una
volta fuori dal locale, i due osservarono la zona, cercando con lo sguardo la
ragazza – È sparita… - sussurrò Buffy delusa.
Improvvisamente
qualcosa si mosse nell’aria, sibilando.
Buffy
si sentì afferrare per un braccio da Spike, attirando così la sua attenzione:
lei lo guardò e spalancò gli occhi terrorizzata.
Spike
stava guardando il suo petto, dove, precisamente all’altezza del cuore spuntava
una freccia nera.
Se
il cuore di Buffy fosse stato ancora vivo, si sarebbe sicuramente fermato alla
vista di tutto quello.
Perché
non diventa polvere? Si domandò una figura dall’alto di un palazzo di fronte
alla scena dei due vampiri.
-
Sei sicura che sia un vampiro? Potrebbe essere un demone di qualche altro tipo!
– chiese una voce maschile al suo fianco.
-
No! Sono certa di quello ce ho detto! – ringhiò lei risentita per essere stata
messa in dubbio.
-
S…Spike… - balbettò Buffy con un filo di voce - …amore mio… -
Lui
alzò la mano sinistra, mostrandola alla compagna, facendole notare
con
un unico gesto deciso la estrasse, lasciando la pelle liscia e candida come
prima.
-
Tranquilla passerotto, il tuo Big Bad è di corazza dura! – le disse,
sfoggiandole poi il suo più luminoso e strafottente sorriso.
Buffy
lo strinse a se, saltandogli addosso come se avesse paura che diventasse
polvere, poi però si ricordò del pericolo che forse
non
era del tutto scacciato.
Spike
si pose tra lei e il loro cecchino sconosciuto, schiacciandola quasi contro il
muro – La freccia proveniva dall’alto! – sussurrò lui,
scrutando
nell’oscurità con la sua vista da vampiro – Potremmo essere ancora sotto tiro
piccola… -
Buffy
spuntò da dietro lo spolverino, grata per la protezione del suo compagno, ma
anche molto, molto infuriata per quello che era
appena
accaduto: qualcuno aveva tentato di uccidere il suo Spike, qualcuno che non
avrebbe vissuto a lungo!
Dall’alto
del palazzo, una ragazza e un uomo, armato di arco, fissavano la coppia di
vampiri in basso.
-
Ci vedranno? – chiese lei.
L’uomo
scosse il capo – Amelia, questi due non fanno per te, almeno per il momento!
Hanno qualcosa di strano e come vedi, non
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org
muoiono
con una normale freccia nel cuore! Tu devi ancora imparare… -
-
Forse tu hai mancato il cuore? Sei sicuro di aver centrato il bersaglio? – lo
stuzzicò lei, annoiata dall’aria di superuomo che si
dava
quel tipo – Fa provare me devi darmi la possibilità! – lo implorò poi, pentita
di essere stata forse troppo pungente con la sua
battuta.
-
Non reclamare! – sibilò lui per paura che i vampiri lo sentissero – Non devi
più discutere le mie decisioni, non hai abbastanza
esperienza!
– quella ragazza era insopportabile, ansiosa di imparare, brava e sveglia,
questo sicuramente, ma impertinente e di
umore
troppo, troppo variabile!
Amelia
si morse il labbro inferiore per reprimere altre proteste: aveva trascorso gli
ultimi giorni a stretto contatto con quell’uomo,
sottoposta
ad un programma di allenamenti intensi che l’avevano preparata alla lotta
contro i vampiri.
Quella
era la sua prima uscita e non aveva ancora avuto il permesso di prendere il suo
arco e uccidere i demoni!
-
La notte è ancora lunga – proseguì lui – Troveremo qualcuno che fa al caso tuo!
Andiamo! –
Spike
avvertì un movimento e fece appena in tempo a scorgere due figure su un tetto,
proprio di fronte a loro – Li hai visti? – chiese
a
Buffy.
Lei
annuì – Era lei…quella brutta copia di Anita! Lei ci ha attirato fuori di
proposito per colpirci! –
-
Nuova sterminatrice? –
-
Peggio…credo ci sia qualcosa di più complicato sotto! – abbracciò Spike e gli
passò possessivamente le mani tra i capelli – Non so
chi
debba ringraziare per quella piccola gemma che porti al dito amore…se il
diavolo o chi altro… -
Spike
imitò il suo gesto – Non lo so passerotto, so solo che dovrebbe esisterne
un’altra...almeno saremmo al sicuro entrambi! Devi
indossarla
tu! – le ordinò e fece per sfilarsi l’anello..
Buffy
scosse il capo e lo fermò – Di questo ne parleremo in un altro momento, ora
torniamo da Willow e Tara, mettiamole al corrente
di
quello che è appena successo… - Buffy alzò gli occhi al cielo – Penseranno di
non poter fare nemmeno una vacanza in santa pace
povere
care… -
Spike
sorrise – Credo che ora invece si staranno domandando dove ci siamo infilati a
fare le cosacce io e te! – sdrammatizzò lui.
Capitolo
9
Anche
Anita e Jean Claude erano usciti quella sera, ma la loro meta era ben diversa
da quella di Spike e Buffy: avevano scelto un
intimo
jazz club gestito da un amico e servitore del Master, per ascoltare in tutto
relax la musica che lui amava.
-
Non capisco come tu e Spike possiate amare quel rumore…non ho mai compreso il
senso di quei suoni così violenti! –
-
È perché sei vecchio! – lo canzonò lei all’uscita – Ti devo istruire a questo
nuovo mondo amore mio, sei rimasto ancorato agli anni
quaranta…
-
-
Preferisco quegli anni al rumore che ti propongono ora! È meglio la
tranquillità e la buona musica di un locale come questo! Ma…
forse
sono diventato troppo vecchio…ma petite… - Lei in risposta lo afferrò per le
spalle e lo spinse contro il muro, baciandolo – Non
sarai
mai vecchio, soprattutto ai miei occhi amore…tu sei eterno, proprio come il
nostro amore… -
Lui
la baciò profondamente, assaporando quel momento e la sua bocca che aveva il
sapore del caffè appena gustato nel locale; la
strinse
forte a se – Hai fame? – le domandò.
Anita
aggrottò le sopracciglia e lo guardò dubbiosa mugolando – Non di sangue…o
meglio…non di sangue mortale… - terminò
maliziosa.
-
Viziata… - le sussurrò lui con voce carica di desiderio.
Lei
mostrò la punta della lingua apparendo come una bambina che ha appena combinato
una marachella, poi si aggrappò al collo
di
lui per tappargli la bocca in un rovente bacio.
Tenendola
tra le braccia, Jean Claude la sollevò di qualche centimetro da terra e si
infilò nel vicolo di fianco al locale, una stradina
stretta
e senza luci, dove non riuscivano a passare due persone affiancate.
Nessuno
sarebbe passato in quel posto, tanto meno a quell’ora della notte.
Era
eccitante fare l’amore senza curarsi dei mortali che li avrebbero potuti
sorprendere in mezzo alla strada, la sua piccola Anita lo
istigava
a fare cose che nei suoi centinaia di anni di non-vita mai si sarebbe sognato!
Lei
sentì la parete del palazzo contro la schiena mentre la fredda mano del
compagno sollevava la sua lunga gonna di lino,
accarezzandole
avidamente una gamba: amava quei giochi, le sembrava di essere in “9 settimane
e mezzo”!
-
Sono ancora vecchio…ma petite? – le chiese in un sussurro Jean Claude mentre le
strappava le mutandine (Spike insegna).
Anita
rise per la sorpresa, poi si sentì avvampare mentre le mani esperte di Jean
Claude la torturavano abilmente, portandola
all’apice.
Lei
gli strinse la camicia e la strappò sul davanti, lasciando libero il torace
bianco e liscio che tanto amava accarezzare.
Con
i denti acuminati, Anita lacerò la carne del suo petto, strusciandosi il viso e
leccando le ferite inferte: salì fino alla base del collo
e
lì affondò le zanne, mentre Jean Claude la sollevava da terra e lei lo
circondava con le gambe, unendosi a lui corpo e sangue.
Quella
notte era destino che i vampiri padroni di Venezia incontrassero la nuova
nemica!
Toccava
ad Amelia scoccare la freccia quel turno e non vedeva l’ora di mettersi alla
prova; come prima missione era obbligata a
tenersi
ad una distanza di sicurezza, quindi anche questa volta si trovava sul tetto di
un palazzo.
Aveva
fiutato i due vampiri come la volta precedente: anche questi erano una coppia,
e a giudicare dai loro movimenti e dai gemiti
della
ragazza, Amelia aveva intuito che si stavano divertendo alla grande! Sarebbe
stato interessante vedere le loro espressioni non
appena
la freccia li avrebbe trafitti! Morire mentre si fa sesso…morte e sesso…dopo
tutto i vampiri vanno a braccetto con queste
due
cose!
Si
preparò a puntare e trattenne il respiro.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 10
Capitolo
10
Non
tirava un filo d’aria quella notte, la freccia sarebbe arrivata al cuore del
vampiro dalla schiena.
Sapeva
che non avrebbe fallito!|
Strinse
gli occhi per mettere meglio a fuoco, ma si fermò: la donna, il volto di quella
vampira era illuminato da un lieve raggio di
luna.
Amelia
sussultò e la freccia partì dall’arco senza però la forza necessaria per
arrivare a destinazione e uccidere.
-
Che diamine ti ha preso? – sbraitò l’uomo accanto a lei.
L’arco
le cadde dalle mani che improvvisamente si erano fatte fredde e sudate mentre i
suoi occhi rimasero fissi sulla vampira.
Anita
e Jean Claude si bloccarono, allarmati da una freccia che era caduta
maldestramente a terra accanto a loro.
Alzarono
insieme lo sguardo al cielo, vedendo due figure sul tetto di un palazzo: Anita
rimase agghiacciata alla vista della donna.
Era
la sua copia esatta!
Amelia
non respirò: quella era sua…finalmente la vedeva…no, non era possibile!
Quella
era Anita, era innegabile, la sua gemella e lei l’aveva sorpresa con il suo
compagno, il Master della città!
I
loro sguardi rimasero a lungo incrociati, senza che nessuna delle due reagisse.
Jean
Claude osservò Amelia sbigottito: era uguale alla sua Anita, se si escludeva il
colore dei capelli…ma chi era?
-
È tua sorella? – chiese l’addestratore ad Amelia.
La
ragazza non si mosse, e servì uno scossone dell’uomo per destarla da quello
stato.
Lei
sbatté gli occhi per mettere a fuoco la vista – Non mi toccare! – gridò
allontanandolo con uno scossone e guardandolo con occhi
carichi
di rabbia.
Lui
tossì, per la prima volta impressionato dallo sguardo della ragazza – Capisco
quanto sia duro il colpo per te, prima o poi doveva
accadere…ma
è un vampiro come gli altri e tu devi fare il tuo dovere! – la intimò lui con
un filo di voce.
-
Chi è lei? – chiese Jean Claude.
-
Non so… - rispose come in trance Anita, poi aggrottò la fonte – È la nuova
sterminatrice… - proseguì.
-
Ma perché…ti somiglia così? Anzi, è uguale a te, la tua gemella! –
nel
sentire quelle parole, lei sgranò gli occhi – La mia gemella? –
-
La mia gemella… - Amelia aprì bocca per emettere un urlo di sfogo che però
faticò ad uscire: le sue prime note sembrarono un
rantolo
di sofferenza, poi, la forza delle sue corde vocali si fece sentire. Ripresasi
dalla vista di Anita sollevò l’arco e afferrò una freccia
con
gesti decisi.
Fissò
negli occhi la sorella, i suoi stessi occhi.
Come
poteva guardarsi nello specchio e uccidere se stessa?
Il
richiamo del sangue era così forte in lei, anche se non conosceva per niente
Anita! Era come una voce dentro che le sussurrava di
non
fare del male alla sua metà!
È
carne della tua carne, le diceva, generata dalla stessa madre, sangue del tuo
sangue!
-
Come posso? – sussurrò cedendo al dolore e alla coscienza.
Una
goccia di sudore le colò lungo il viso: il suo corpo tremava, la vista si
annebbiò…per le lacrime?
-
Amelia! – le gridò l’uomo – Cosa aspetti? –
La
freccia partì dall’arco con forza, ma mancò il bersaglio.
Lo
hai fatto di proposito? Si chiese lei respirando a fatica.
-
Hai sbagliato! Come hai potuto di nuovo? Uccidili, cosa aspetti? –
-
No! – gridò Amelia, gettando a terra l’arco e scappando via.
-
Aspetta! – ebbe la forza di urlare Anita, mentre anche l’uomo svaniva nella
notte; si strinse il petto appoggiandosi al muro e crollando
a
terra.
Jean
Claude si accucciò accanto a lei, stringendola tra le braccia.
-
Lei è uguale a me…la mia immagine riflessa… - mormorò lasciandosi andare alle
lacrime – Com’è possibile… - sembrava in un altro
mondo,
come una folle, gli occhi sgranati e persi nel vuoto.
-
Sssss…. – le sussurrò il compagno, accarezzandole il viso bagnato – Andiamo a
casa piccola… - le prese in braccio e lentamente,
nell’oscurità,
la portò via.
Capitolo
11
-
Anita ha una gemella? - urlò Willow incrociando le gambe sul divano.
Buffy
annuì mentre prendeva una sigaretta dal pacchetto di Spike - O è la sua sosia o
è sua sorella! - rispose accendendola - Ma
come
può essere? Cioè... - proseguì confusa - Anita non lo sapeva? - soffiò fuori il
fumo.
Tara
spalancò la finestra che dava sul grande terrazzo - Forse è come nei grandi
romanzi! Per qualche strano complotto le hanno
separate
alla nascita e sono cresciute ignorando l’una l’esistenza dell’altra! –
Calò
il silenzio nella stanza fino a quando Spike si lasciò scappare una risatina,
rubando la sigaretta a Buffy e commentando con un
-
Assurdo... –
-
No aspetta... - lo interruppe Buffy - Non è assurdo Spike! Tara potrebbe avere
ragione! In fondo Anita non sa nulla del suo
passato,
è orfana, cresciuta da preti! chissà come Hanno macchinato la sua vita!
pensiamo solo al destino che le avevano riservato!
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 11
Sterminatrice
fino alla morte! - gesticolò animata - Meno male che ha avuto la fortuna di
incontrare Jean Claude sul suo cammino che
l’ha
strappata all’orrore e alla solitudine! - strinse i pugni, coinvolta in prima
persona dalle sue stesse parole.
-
Passerotto... - sussurrò Spike, affrettandosi ad abbracciarla e affondando il
viso nei suoi capelli, assaporandone il profumo.
Sapeva
quanto Buffy si sentisse simile ad Anita e, se possibile, in quel momento la
amava ancora di più.
Lei
sembrò rincuorarsi al contatto col suo amore: lo guardò in volto e gli
accarezzò una guancia, dolcemente, sorridendogli - Dolce,
insensato
vampiro...quanto ti amo per avermi salvata dal mondo... –
In
quel momento la porta del loro appartamento si aprì violentemente, sbattendo
contro il muro: i presenti si voltarono tutti, osservando
Jean
Claude che stringeva tra le braccia Anita, priva di sensi.
Capitolo
12
Una
piccola mano le accarezzò il viso: Anita aprì gli occhi ma intorno a lei era
tutto buio.
Dov’era?
Perché, nonostante la sua vista soprannaturale non riusciva a vedere
nell’oscurità?
L’ambiente
era umido, lo avvertiva sulla pelle, imperlata da mille goccioline d’acqua.
Allungò
le braccia e avvertì a poca distanza la pietra dura di uno stretto muro che la
circondava: pareva un corridoio.
Ma
non era…pochi minuti prima…lei stava facendo l’amore con Jean Claude in quel
vicolo fuori del locale, poi erano stati attaccati…
si,
ma da chi?
La
sua copia, sua sorella? No, lei non aveva una sorella!
E
poi forse non era quello il momento di pensarci…forse era più importante
scoprire dove si trovava e perché!!
-
Anita… - si sentì chiamare da una voce senza età, proprio di fronte a lei. Era come
una carezza sulla sua pelle, velluto al contatto
con
le goccioline di umidità che le imperlavano il viso.
Era
come quando Jean Claude l’avvolgeva tra le sue braccia, però questa sensazione
era diversa, calda.
-
Chi mi chiama? – chiese all’oscurità. Non si mosse, nonostante sentisse la
necessità di raggiungere quella voce che in profondità
sentiva
familiare.
Strinse
i pugni finché le unghie non le si conficcarono nella carne, ferendola: alle
sue spalle, la voce del suo amato sire cercava di
riportarla
alla realtà.
Quindi
quel luogo faceva parte dei suoi sogni?
-
Non andare da lui…vieni a me, verso la conoscenza di ciò che sei… - proseguì la
voce in tono quasi supplichevole.
Anita
osservò ancora nell’oscurità, in direzione di quel richiamo, poi si voltò verso
la voce di Jean Claude e si rialzò, muovendo poi i
suoi
passi verso di lui.
-
Io so già chi sono… - si disse.
-
Amelia… - una voce la chiamava: aprì gli occhi ma non vide nulla.
Tutto
intorno a lei era nero e umido.
Con
le mani tastò il pavimento sul quale era sdraiata, avvertendo la pietra fredda
e liscia, resa tale probabilmente dalle migliaia di
scarpe
che l’avevano calpestata.
-
Dove mi trovo? – si chiese.
Ricordò
gli ultimi fatti di quella notte, lentamente, cercando di dissolvere la nebbia
che le offuscava la mente da quando si era
risvegliata.
Aveva
incontrato sua sorella per la prima volta e quasi l’aveva uccisa...ma in fondo
non era quello che doveva fare? Non ne era molto
convinta
in fondo.
Era
fuggita dal suo addestratore, rientrando in solitario nella sua stanza tra i
preti; era crollata sul letto distrutta e completamente
vestita,
scivolando lentamente nell’incoscienza e in quello strano sogno.
Perché
era un sogno vero?
Doveva
esserlo perché lei non si era mossa dalla stanza e si era anche chiusa a chiave
prima di crollare! Ma perché le sembrava
tutto
così vero in quel momento? Pure la sensazione della pietra sui polpastrelli!
-
Vieni Amelia… - di nuovo quella voce. Non era conosciuta, non era né uomo né
donna, proveniva da lontano…
Non
c’era nessuno che le impedisse di scoprire chi la chiamava, in fondo era solo
un sogno!
A
tentoni si rialzò e avanzò con cautela, cercando possibili ostacoli nel buio,
mettendo avanti le mani per non sbattere contro il
muro.
Improvvisamente,
alla sua sinistra una luce si accese illuminandole la via: era una torcia a
muro che bruciava rivelandole finalmente il
luogo
in cui si trovava.; era un lungo corridoio in pietra, di antica fattura
sicuramente, medievale forse, ma lei non se ne intendeva.
Le
sembrava il sotterraneo oscuro di qualche castello.
Fissò
la luce della torcia: come poteva illuminare così tanto quel corridoio?
-
Amelia… - di nuovo la voce – davanti ai tuoi occhi, oltre la porta si cela la
conoscenza di ciò che sei… -
La
ragazza guardò dritto di fronte a se e la vide solo in quel momento: una
massiccia porta di grigio ferro si trovava in fondo al
corridoio!
-
La camera che nessuno può aprire…è il segreto che si nasconde nella
terra…diciassette è il suo numero, il tuo sangue conosce la
strada…
-
Noncurante
del reale significato di quelle parole, Amelia camminò a grandi falcate fino a
destinazione, spinta forse solo dalla
curiosità.
Non
aveva paura, di questo ne era certa.
Sfiorò
lievemente il metallo e la sensazione che le trasmise fu spaventosa ed
esaltante allo stesso momento; le sembrò di avvertire
potere,
solo ed esclusivamente potere.
La
scossa che la attraversò quando invece posò le mani sulla maniglia per aprirla
fu allarmante: c’era qualcosa che sfuggiva al suo
controllo
oltre quella porta, qualcosa di antico e molto potente che la spaventava.
Ritrasse
la mano mentre qualcuno la scuoteva per le spalle, riportandola alla realtà.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 12
Capitolo
13
Riprendendo
i sensi, la prima cosa che vide furono due intensi occhi che la osservavano con
ari preoccupata.
I
morbidi ricci di Jean Claude le ricadevano leggeri sul viso, solleticandola;
lui l’aveva riportata alla realtà, il principe millenario della
sua
fiaba oscura l’aveva fatta uscire da quel corridoio con la sua voce
carezzevole.
Giocherellò
con una ciocca dei suoi capelli mentre lui le accarezzava il viso con un dito,
sorridendole – Ben tornata ma petite… - le
sussurrò
rincuorato.
Lei
lo ricambiò – Quanto sono stata svenuta? – domandò, mentre le loro labbra si
incontravano in un rovente bacio.
Era
come se sfiorare quella morbida pelle le avesse fatto capire cosa veramente era
importante.
In
quel corridoio sapeva di aver rinunciato a qualcosa che la riguardava da molto
vicino…ma Jean Claude e quello che stavano
costruendo
insieme era più importante! Il passato non aveva importanza per lei, Anita era
nata il giorno in cui era morta per mano
del
suo Sire!
Ma
perché faceva quelle riflessioni proprio ora?
-
Te la senti di uscire? Gli altri sono in pensiero per te! –
-
Gli altri? – mormorò lei, tornando alla realtà, scacciando quei pensieri dalla
testa; si guardò intorno focalizzando l’ambiente intorno
a
se.
Non
era nel suo letto, bensì in quello di Buffy, lo riconobbe dalla scelta del
colore delle lenzuola: lei non avrebbe mai accettato di
dormire
nel nero! Sorrise.
-
Ti ho riportata subito qui dopo il tuo svenimento mia cara…non accennavi a
riaprire gli occhi! –
Anita
annuì – Ho udito una voce nell’oscurità… - sussurrò – mi chiamava per nome…mi
invitava a seguirla… - si alzò dal letto,
prendendo
la mano di Jean Claude e posandola sul suo seno – Ora che sei qui vicino a me
mi sento tranquilla…ma nel luogo dove
mi
trovavo…ho avuto paura di non vederti mai più… -
Jean
Claude la strinse a se – È impossibile mia adorata…non potrai mai sfuggirmi… -
le sussurrò all’orecchio mentre la stringeva
forte,
come se avesse per un attimo realmente temuto di perderla.
-
Possibile che non si sia ancora ripresa? – domandò Buffy, sinceramente
allarmata dalle condizioni di Anita.
-
Il suo corpo non è ferito, ma ha subito uno shock che l’ha provata nell…animo…
- tentò di spiegare Tara, balbettando sulle ultime
parole.
In
fondo Anita non avrebbe più dovuto avere l’anima…forse la strega bionda aveva
usato le parole meno appropriate.
La
porta della camera da letto dei due biondi si aprì: la prima ad uscire fu
Anita, subito avvolta dall’abbraccio di Buffy.
-
Ci hai fatto prendere un bello spavento sai? – le disse, sciogliendola dalla
sua stretta e controllando che Anita stesse realmente
bene.
Lei
annuì all’amica e si lasciò condurre al divano, accanto a Tara, mentre Buffy si
sistemava sul tavolino di cristallo.
Nella
sala erano ormai tutti presenti: Jean Claude si era appoggiato alla porta della
camera da letto, osservando in silenzio la
compagna,
senza mai toglierle gli occhi di dosso.
-
Devi...spiegarci tutto! – la esortò Buffy – Dobbiamo capire… -
-
Cosa? – la interruppe Anita – Perché c’è la mia sosia in giro per Venezia? Non
lo so Buffy, non ne ho idea! –
-
Tu non sai nulla delle tue origini… - si intromise Willow con fare da ispettore
di polizia – È probabile che i preti che ti hanno cresciuta
abbiano
giocato un po’ troppo pesante con il tuo destino! Forse quella ragazza è
realmente tua sorella! –
Anita
abbassò gli occhi – Anche se fosse vero, il legame di sangue si è spezzato
quando sono diventata un vampiro! –
Tara
si alzò dal divano, raggiungendo Spike alla finestra – Non si spezza il legame
tra fratelli! Se lei è tua sorella, oltretutto la tua
gemella,
il vostro sangue ve lo confermerà non appena vi rivedrete! – Willow e Buffy
annuirono in pieno accordo con la strega
bionda.
-
Per un attimo… - riprese poi Anita – Ho avuto la sensazione che avesse sbagliato
la mira del suo colpo… - e mentre pronunciava
quelle
parole, i suo occhi si posarono su quelli di Jean Claude che le confermarono
quanto aveva appena detto.
Tara
riprese in mano la discussione – Ora, io e Willow potremmo fare delle indagini
su chi sei in realtà! – cercò appoggio nella rossa
che
le sorrise e annuì con un lieve cenno del capo – In fondo specialità curiosare…
- sorrise la bionda.
-
Ci occorre solo il punto di partenza, la chiesa dove sei stata trovata e
accolta – proseguì Willow facendosi professionale.
Anita
sorrise al ricordo di Padre Antonio – È la chiesa di Santa Caterina… - mormorò
– vi darò le indicazioni per raggiungerla… -
Le
due streghe spalancarono gli occhi – È lei! – risposero all’unisono, come in un
perfetto incantesimo, poi Willow spiegò la loro
insolita
vicenda legata alla chiesa in questione.
Un
motoscafo nero si muoveva negli stretti canali di una Venezia completamente
addormentata: l’alba era ancora lontana, avrebbe
avuto
il tempo per sistemarsi nella dimora che aveva scelto per il suo soggiorno in
quel posto.
Era
così tranquilla, Jean Claude regnava in un luogo paradisiaco ed immortale,
proprio come lui.
Ma
sarebbe durato ancora per poco…
Capitolo
14
Anita
accese tutte le candele che aveva accuratamente sistemato nella camera da
letto: le pesanti tende erano tirate per impedire
all’alba
di entrare a disturbare lei e il suo compagno che si era trattenuto con Spike
sulle scale.
Voleva
per un attimo dimenticare quello che era successo in quelle ore, sua sorella,
il luogo nel quale si era svegliata, la voce
misteriosa,
per concedersi qualche momento di meritato amore con Jean Claude.
Sistemò
l’ultima candela accanto al comodino e l’accese. Era tutto perfetto.
Il
letto era stato rifatto la mattina precedente con croccanti lenzuola di lino
color crema, dal profumo di lavanda: era sempre stata una
sua
fissa avere il profumo della primavera tra le lenzuola.
Sentì
la porta d’ingresso chiudersi; Jean Claude stava arrivando.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 13
Si
lanciò sul letto, sollevando la camicia da notte nera che aveva appena
indossato, in modo che almeno una delle sue lunghe gambe
fosse
completamente scoperta, abbassò una delle sottili spalline di seta e si scoprì
leggermente un seno, poi attese.
Jean
Claude entrò nella stanza e non appena la vide s’imbambolò come un adolescente
di fronte alla sua prima rivista porno.
-
Ma petite? – disse con tono quasi imbarazzato.
Anita
sorrise lievemente, muovendosi in modo che la camicia da notte rivelasse quasi
del tutto quello che aveva da offrire - …dimmi…
-
mormorò come una gattina - …sai…pensavo che siamo stati interrotti bruscamente
nel vicolo da moscerini insulsi…volevo solo
terminare
la serata amore… -
Il
vampiro passò con occhi famelici ogni millimetro di pelle scoperta della ragazza:
era candida, liscia e bianca come il latte,
praticamente
perfetta!
Anita
sollevò languidamente un braccio in segno di invito, cose che il Master non si
fece ripetere.
Appoggiò
un ginocchio al letto e si mise a sedere accanto a lei: il suo dito indice
percorse il corpo di Anita, dalla punta del piede
destro,
salendo per la gamba, spostando ancora la seta nera della camicia da notte; in
quel momento spalancò gli occhi stupito: lei
non
portava gli slip, rivelando ciò che tanto adorava in lei.
Sorrise.
-
Jean Claude? – lo chiamò lei con fare tenero.
Lui
la fissò negli occhi per un lungo minuto: la stava divorando e questo la faceva
impazzire e fremere.
Quanto
adorava quel vampiro, quanto era contenta di appartenergli!
Finalmente
lui si decise ad entrare in azione e in un attimo le loro labbra si incollarono
per un dolce e sempre più esigente bacio.
-
Sei così dolce…le tue labbra hanno il sapore… -
-
…del sangue? – terminò lei accarezzandogli il viso – è ancora il tuo sapore che
ho in bocca, il gusto del tuo sangue mio sire…tu sei
sempre
dentro di me, in ogni momento… -
-
…ti amo… - le disse lui mentre scendeva a scoprirle completamente i seni,
cominciando quella lenta e dolce tortura che tanto
piaceva
ed entrambi.
Mentre
Jean Claude non smetteva di dedicarsi al suo corpo, Anita si morse il polso e
si sporcò un dito col sangue, avvicinandolo al
vampiro
per tentarlo col suo odore.
Lui
avvertì quel profumo inconfondibile e non appena vide da dove proveniva si mise
in bocca il dito di Anita, leccandolo e facendole
il
solletico con la lingua; quando ebbe terminato si attaccò come un lupo famelico
allo squarcio che la ragazza si era praticata al polso
ed
iniziò a succhiare lentamente, non per fame, solo ed esclusivamente per il
desiderio di entrare in comunione con lei, conoscere
ogni
volta come la prima volta il suo sapore, sentire quanto lo amava.
Anita
appoggiò la testa al cuscino mentre permetteva a Jean Claude di bere,
osservandolo con occhi sognanti mentre si nutriva.
Non
era necessario che lei facesse lo stesso, le bastava in quel momento donargli
una parte di se stessa, la parte che era più
preziosa,
la sua essenza, il gesto che gli dimostrava tutto il suo amore.
Quando
il vampiro si staccò da lei la baciò, le labbra ancora rosse si sangue; Anita
leccò con solerzia ogni centimetro di quella bocca,
bevendo
il suo stesso sangue, permettendo poi al suo sire di mordersi la lingua per
lasciarla bere mentre continuavano a baciarsi.
Nonostante
non ci fosse il bisogno, Anita sospirò, appagata pienamente da quel bacio,
mentre Jean Claude, senza staccarsi da lei,
le
sollevava completamente la camicia da notte, rivelando tutto il suo splendido
corpo nudo.
-
La mia regina… - sussurrò lui, allontanandosi per un breve attimo, giusto il
tempo per eliminare anche i suoi vestiti – non smetterò
mai
di ripeterti quanto ti ami mia signora… -
Anita
rise e lo attirò di nuovo sopra di se, baciandolo e lasciando che tutto il loro
rituale d’amore arrivasse al culmine.
Spike
raggiunse la camera da letto dopo aver lasciato Jean Claude pochi istanti
prima: quando entrò però non vide Buffy.
Dove
si era cacciata?
Sentì
il rumore dell’acqua provenire dal bagno li a fianco e del vapore uscire dalla
porta socchiusa; il vampiro si passò una mano sul
mento,
avanzando con passo felino in direzione della stanza.
Mantenendosi
sull’uscio sbirciò all’interno: Buffy gli dava le spalle e stava versando dei
sali colorati nella vasca che lentamente si
riempiva
di acqua bollente, creando una schiuma consistente al profumo di rosa.
Spike
la osservò mentre lei con lentezza si sfilava gli slip ed il reggiseno,
lasciandoli cadere a terra con noncuranza; quando il livello
dell’acqua
raggiunse l’altezza desiderata, chiuse il rubinetto.
Prese
nelle mani una piccola nuvola di bolle rose e le accostò al viso per sentirne
il profumo: con gli occhi chiusi poi, soffiò per liberare
nell’aria
una miriade di piccole bollicine che iniziarono a girare per la stanza.
Buffy
sorrise e solo in quel momento si voltò verso Spike.
-
Ciao…stavo preparando un bagno…rilassante – disse, caricando l’ultima parola
con uno sguardo che conteneva mille e più
significati
– Vuoi rilassarti con me? –
Spike
entrò nella stanza da bagno e la osservò mentre si infilava nella vasca,
immergendosi nell’acqua che avrebbe infastidito
chiunque
in quel periodo dell’anno, ma di certo non un vampiro!
Lei
ripeté il gesto di prima con la schiuma che questa volta raggiunse il volto del
compagno.
-
Allora? – lo esortò lei - …la vasca è triste senza te dentro…mancano poche ore
al sorgere del sole tesoro…vieni a lavar via le
brutture
di quello che abbiamo passato…ti farò sentire meglio vedrai… -
Il
vampiro si levò in un batter d’occhio la camicia e i pantaloni, gettando il
tutto, compresi i boxer, nell’angolo del lavandino, all’altro
capo
della stanza.
-
Se la vasca fosse più grande passerotto mi butterei dentro con un tuffo… - le
disse lui, raggiungendola dentro l’acqua e muovendo
le
bollicine rosa – Mi piace questo profumo… -
Buffy
allargò le gambe e lasciò che lui si appoggiasse a lei con la schiena.
-
Ti potrei massaggiare amore… - mormorò lei, accarezzandogli le spalle ed
iniziando a massaggiarlo.
Le
sue mani vagavano sul suo collo, la sua schiena, massaggiando le spalle, poi cominciò
a deporre piccoli baci sul suo collo, mentre
Spike
chiudeva gli occhi e mugolava di piacere per il rilassamento – Piccola tu mi
vizi… - le disse sognante.
-
È il mio passatempo preferito amore… - rispose Buffy leccandogli il lobo
dell’orecchio – se la nostra esistenza fosse più tranquilla
passerei
ogni notte solo ed esclusivamente a darti piacere in ogni modo… -
Lui
cercò di girarsi per guardarla negli occhi ma lei glielo impedì, bloccandogli
il collo con una mano – Comando io… - gli disse
nell’orecchio,
scendendo a cercare la giugulare e mordendolo.
-
Perversa creatura… - sospirò lui, chiudendo gli occhi e abbandonandosi alle
cure amorevoli della sua Childe - …tu mi dai piacere
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 14
in
ogni istante…anche solo assaporando il tuo profumo… - mormorò.
Quando
Buffy si staccò dalla ferita, leccandola e baciandola, Spike passò al
contrattacco voltandosi ed inchiodandola col suo corpo
–
Ora comando io… -
Lei
lo guardò divertita – Mi chiedevo cosa aspettassi a prendere le redini della
situazione… - gli disse prima dell’assalto del suo sire
che
la morse quasi con violenza, procurandole una ferita che avrebbe impiegato più
tempo a rimarginarsi.
Ma
a lei tutto questo piaceva…molto.
Quando
lo accolse dentro di se, mentre lui ancora beveva, Buffy si lasciò scivolare
sott’acqua, in un universo di schiuma rosa,
portando
con se il suo dolce e oscuro principe negli abissi del piacere più perverso, in
attesa che anche quella notte volgesse al
termine,
portando un nuovo giorno e, a quanto pareva, l’inizio di una nuova missione.
Capitolo
15
Tre
figure fissavano la chiesa di Santa Caterina da qualche minuto.
-
Cosa stiamo esattamente cercando? – chiese Buffy, alquanto perplessa.
Willow
e Tara la scrutarono confuse – Non lo so… - rispose la strega rossa dopo un
colpetto di tosse – camere segrete? Archivi,
registri
dei bambini che accolgono, qualcosa che abbia a che fare con l’attività
dell’ordine contro i demoni… - concluse.
-
Praticamente gireremo alla cieca! – commentò Buffy accigliandosi, giocherellando
con la gemma di Amara che spiccava al suo
dito.
Willow
tossì di nuovo e Buffy la guardò, proprio nel modo i cui si guarda una persona
senza senno – Esattamente… - rispose la rosse
–
Potrebbero avere un intero fascicolo su Anita lì dentro, è la cosa fondamentale
per partire! Se non troviamo qualche documento
non
potremmo mai sapere nulla! –
-
Potremmo anche incontrare la gemella di Anita! – aggiunse profetica Tara.
Le
altre due rimasero in silenzio, non avevano altro da aggiungere alle parole della
strega bionda.
-
A quest’ora del mattino i cari pretucci saranno sicuramente presenti alla prima
funzione della giornata – canterellò Buffy unendo le
mani
e imitando una preghiera.
Willow
la osservò alquanto perplessa, non le era mai capitato di vedere Buffy
così…eretica?
Fece
spallucce.
-
Scavalchiamo il muro? – domandò Willow cercando altre vie di ingresso sicuro.
-
Potrebbero vederci… - commentò Buffy – È giorno… -
-
Non se pratichiamo una piccola magia che ci renda invisibili agli occhi
estranei! – aggiunse Tara.
La
compagna le sorrise, ammirandola per le sue soluzioni sempre appropriate.
Amelia
si rigirò tra le lenzuola: era già mattina? Una smorfia di disgusto si dipinse
sul suo volto.
Odiava
quel posto: perché aveva accettato di andare a Venezia? Questi maledetti preti
si credevano già padroni della sua vita!
Non
avevano avuto la minima sensibilità nel parlare di sua sorella, descrivendola
come una persona malvagia e senza scrupoli!
Eppure
per anni l’avevano usata per i loro “scopi benevoli”, senza pensare a lei e al
suo bene!
E
lei, come un’ingenua si era lasciata guidare da loro, diventando il nuovo
strumento di sterminio dei vampiri!
Non
era poi così convinta di volerlo fare…
La
sua prima uscita notturna non aveva certo dato buoni frutti: prima quel vampiro
ossigenato immune alle frecce, poi l’incontro con
Anita.
Saresti
realmente in grado di uccidere un parte di te? Si chiese.
Fissò
il soffitto e rispose negativamente alla sua domanda.
Questi
religiosi schizoidi credevano di poter disporre a loro piacimento della sua
vita? Si sbagliavano di grosso!
Se
Anita aveva deciso di fare il grande salto diventando un vampiro…bhè, forse lo
aveva fatto realmente per amore!
E
doveva ammettere che il vampiro che si era scelta non era male…era
molto…affascinante era dir poco! In fatto di uomini dovette
ammettere
che avevano gli stessi ottimi gusti!
Sorrise
e si mise a sedere sul letto.
Osservò
l’ambiente intorno a lei, poi il pavimento: sotto di esso era nascosto il
segreto della sua discendenza?
Poco
importava, non voleva più avere niente a che fare con il mondo del
soprannaturale! Non le apparteneva! Lei era sempre stata
una
persona concreta, nonostante la sue doti sconosciute e misteriose.
Forse
lei era veramente nata per combattere il male, ma sentiva che questa cosa non
le apparteneva! Uno è padrone del suo destino,
e
lei lo avrebbe cambiato!
-
Io non sono come Anita, non resterò schiava di questo ordine per un giorno di
più! – con un rapido movimento si alzò dal letto e fece
quello
che doveva fare molti giorni prima: i bagagli.
-
Questo non è il mio posto, era di Anita ed io non sono lei! – esclamò aprendo
con rabbia il primo cassetto di biancheria ed iniziando
a
svuotarlo.
Avvertì
dei passi all’esterno.
-
Diavolo! – imprecò.
Forse
volevano controllarla?
Cautamente
si avvicinò alla porta per cercare di sentire qualche parola, ma forse era solo
qualcuno di passaggio.
Eppure…
Aprì
la porta di poco ma non vide nessuno.
Percepì
dell’energia.
Sgranò
gli occhi: tre figure invisibili ad occhio umano si aggiravano in quei
corridoi!
Lei
riusciva a vedere l’energia che le circondava, come un manto colorato, tre
diversi colori!
Quella
era magia e non portava nulla di buono.
Erano
sicuramente degli estranei e forse non avevano delle buone intenzioni.
Doveva
seguirli? La ragione le consigliava di infischiarsene, andare via da lì e non
intromettersi più nelle faccende col mondo oscuro,
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 15
eppure
una voce dentro di lei le diceva altro!
Poteva
fare i bagagli in seguito, in fondo non potevano trattenerla.
Ora
la sua curiosità aveva la priorità assoluta!
Capitolo
16
-
Nessuno a quanto pare ci sta seguendo… - mormorò Willow guardandosi le spalle.
-
Questo posto mette i brividi… - commentò invece Buffy.
-
Ti senti bene? – le chiese l’amica preoccupata.
-
Stai tranquilla Will, la gemma mi protegge da tutto questo…bene…cerchiamo
qualche ufficio con dei registri…forse troveremo
notizie
su Anita! –
Le
due streghe annuirono e proseguirono al passo con Buffy.
Possibile
che nessuna delle tre si fosse accorta che in realtà qualcuno le stava
seguendo?
Dopo
aver girato nel cortile interno, le tre intruse trovarono una porta di grigio
metallo che conduceva ad un grande open space di
recente
costruzione, adibito ad uffici; faceva uno strano effetto tutta quella
modernità all’interno di una costruzione così antica.
C’erano
quattro scrivanie con relativi computer di ultima generazione, grandi armadi lungo
il perimetro della stanza, fotocopiatrice e
immensi
schedari grigi.
Chiusero
la porta alle loro spalle.
Amelia
aveva visto le tre fonti di energia muoversi un po’ confuse lungo i corridoi,
fino ad arrivare agli uffici che le avevano detto
essere
dedicati alle pratiche dei bambini ritrovati e adottati.
Chissà
cosa cercavano…
-
Suppongo che questi schedari contengano i dati delle adozioni dei bambino
trovati… - Willow provò ad aprire uno dei grandi cassetti
che
scivolò facilmente, mostrandole impersonali cartelle marroni con delle piccole
etichette; sopra queste ultime era indicato il nome
dato
al bambino e all’interno c’era tutta la documentazione relativa.
-
Le carte di Anita devono essere più vecchie di quelle che stai guardando tu! –
le suggerì Buffy – Forse non sono nemmeno qui…
potresti
ingegnarti con i loro computer però… -
Willow
annuì, mettendosi a sedere sulla scrivania più vicina – Forse avrò bisogno di
una password di accesso per entrare…ma posso
risolvere
anche questo problema! –
Tara
nel frattempo si era messa a gironzolare per le scrivanie, dirigendosi verso il
fondo della stanza: lì c’era un piccolo schedario più
malmesso
degli altri: il colore era differente e sembrava aver subito più ammaccature
degli altri.
Provò
ad aprirlo ma trovò resistenza: era chiuso a chiave.
-
Ragazze… - richiamò l’attenzione delle altre due - …forse ho trovato qualcosa!
–
Le
altre due la raggiunsero all’istante, ritrovandosi quindi a fissare quello
schedario.
-
È vecchio… - disse Buffy fissandolo.
-
È chiuso a chiave… - proseguì Willow.
-
Questo non è un problema! – riprese la vampira, che con un gesto rapido e forse
un po’ troppo avventato, utilizzò la sua forza
sovrannaturale
e aprì il primo cassetto.
Willow
si mise una mano sulla faccia – Così si accorgeranno che qualcuno è stato qui!
– mormorò all’amica scuotendo il capo.
-
Poco importa, troviamo quello che ci serve! Questi qui sono più affiliati del
demonio secondo me! Altro che uomini di Dio! –
La
rossa iniziò a sfogliare l’archivio, dopo aver lanciato a Buffy uno sguardo
senza speranza.
-
Qui ci sono i bambini che non sono stati adottati e che hanno trascorso
l’infanzia tra queste mura… - disse la rossa, riponendo
uno
dei fascicoli che aveva estratto – Hanno dato ai trovatelli lo stesso cognome;
in questo elenco quindi sono suddivisi in ordine
alfabetico
e per anno di nascita! Che cosa ridicola! –
-
Non sono molti però – continuò Tara – Non dovremmo metterci molto a trovare
Anita! –
E
infatti ci vollero solo altri tre minuti prima che le ragazze individuassero la
cartella di Anita e Amelia.
-
Sono gemelle! Ora ne abbiamo la conferma – esclamò Buffy aprendo il fascicolo;
spalancò gli occhi – È vuoto! – mormorò allibita
–
ad eccezione di questo biglietto…c’è scritta una data…deve essere la loro data
di nascita! –
-
Solo la data di nascita… - mormorò Willow delusa.
-
Forse i loro documenti sono nascosti in qualche archivio segreto…si, deve
essere per forza così! – proseguì poi Buffy – In fondo
Anita
era la sterminatrice e questi preti hanno dvuto tenerla nascosta in qualche
maniera! Continuo a non capire però il motivo della
loro
divisone alla nascita… -
-
Hai ragione… - rifletté Willow torturandosi una ciocca di capelli e guardandosi
intorno; cominciò a camminare intorno alle scrivanie,
osservando
gli scaffali degli armadi aperti – Ma dove possono… - non fece però in tempo a
terminare la frase perché inciampò in un
tappeto
cadendo a terra.
Tara
e Buffy accorsero subito in suo aiuto, ma Willow era persa nel ricamo del
tappeto.
-
Will… - tentò di attirare l’attenzione Buffy passandole la mano aperta davanti
agli occhi – Ti piace così tanto questo tappeto? –
La
rossa scosse il capo tornando sulla terra – No Buffy…è orrendo, ma è proprio
questo il punto! È l’unico tappeto in questo ufficio!
–
La
vampira inclinò il capo (tipico di Spike) – Scusa, ma credo di non afferrare… -
-
È semplice – proseguì l’amica, avendo l’attenzione delle altre due – perché
mettere un orrido e vecchio tappeto in un ufficio zeppo
di
tecnologia all’avanguardia e pavimenti lustri? –
Buffy
osservò la stanza – Ora ho afferrato! – esclamò – Nascondono qualcosa qui sotto
e credono che il tappeto sia abbastanza per
impedire
agli estranei di notarlo! Un po’ superficiali… -
Willow
si scostò dal polveroso intrico di colori e lo sollevò, rivelando una porzione
di pavimento esattamente uguale al resto della
stanza;
sospirò delusa, ma Tara si inginocchiò accanto a lei, prendendo in mano le
redini della situazione – Guardate! Questo è
linoleum,
appoggiato sopra il pavimento originale! – indicò un punto preciso a terra –
Osservate la fuga della piastrella, è leggermente
rialzata!
–
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 16
-
È segno che viene sollevata abitualmente! – terminò Buffy, congratulandosi poi
con il buon occhio della strega; invitò le due amiche
a
farsi da parte.
Spostò
il tappeto e alzò la porzione di linoleum, rivelando un passaggio segreto
chiuso da una botola in legno con tanto di
serratura.
-
Però, è stato fin troppo facile! – esclamò Buffy, forzandola con la sola forza
di una mano.
-
Io la chiamerei fortuna! – ribatté Tara.
Willow
fece spallucce in risposta alle battute della altre due.
-
Avanti! Chi vuole scoprire cosa si nasconde nella camera dei segreti? – domandò
Buffy, sollevando la botola ed entrando per
prima.
Amelia
aveva osservato fino a quel momento i movimenti delle tre auree fuori dalla
finestra, vedendole poi scomparire da un passaggio
scoperto
quasi per caso.
-
Il segreto è sotto i tuoi piedi… - si ripeté mentalmente: doveva seguirle!
Le
tre ragazze, dopo aver sceso una stretta e scricchiolante scala a chiocciola,
si ritrovarono in un lungo corridoio in pietra.
Grazie
ad un incantesimo di Willow, la via era illuminata da una piccola sfera di luce
sospesa a mezz’aria.
-
Mi sento come Harry Potter… - ridacchiò Buffy, toccando la nuda pietra del muro
– Qui è maledettamente umido però! Ad Hogwarts
non
mi sembra sia così poco accogliente! –
-
Sembrano le prigioni di un castello… - osservò Tara, sorridendo alle parole di
Buffy – Guardate, è pieno di porte in ferro con le
sbarre!
–
-
Proviamo a curiosare! – suggerì Willow.
La
prima porta non oppose resistenza alla forza di Buffy che scoprì, insieme alle
compagne, scaffali colmi di carta, alcuni addirittura
erano
carichi di pergamene antiche.
Willow
ne sfogliò uno a caso – Questo è un diario dell’ordine segreto di Santa
Caterina! Guardate, reca la data del 17 Maggio 1556!
–
Tara
ne prese un altro – Raccontano le gesta delle sterminatrici che si sono
succedute nei secoli, le memorie dei preti e i fatti
sovrannaturali
di Venezia! –
-
Sono come i diari degli osservatori! – commentò Buffy, sfogliandone uno –
Questo parla di un Master delal città, un certo Marius, un
vampiro
molto antico! Chissà se è ancora vivo… -
-
Buffy non perdiamo tempo, dobbiamo trovare i più recenti! – la vampira ripose
con dispiacere ciò che aveva in mano e seguì l’amica
nella
stanza successiva.
Lì
la carta sugli scaffali era più recente, i fogli erano rilegati in cuoio e sul
dorso era riportato l’anno. Alle tre bastò scorrere l’ordine
cronologico
per trovare il fatidico 1982.
-
Eccolo! – esultò la strega rossa, alzandosi in punta di piedi per prenderlo –
Non abbiamo tempo per guardarlo qui, lo porteremo con
noi!
La durata dell’incantesimo di invisibilità sta scadendo! –
Amelia
si era rifugiata nella prima camera visitata dagli intrusi, origliando ogni
singola parola – Hanno rubato il registro corrispondente
al
mio anno di nascita…forse è proprio quello di cui parlava la voce nel mio sogno…
- si disse.
Attese
che le tre sconosciute, ora sapeva dalle voci che erano donne, uscissero dal
sotterraneo, poi tornò nel corridoio ormai buio.
Andò
verso le scale a tentoni: non vedeva l’ora di uscire da lì! Ora ne era certa,
la cosa migliore era fare i bagagli e squagliarsela
prima
che la faccenda si complicasse! Se avevano rubato qualcosa di importante, se la
sarebbero sbrigata i preti maledetti, non era
affar
suo quello!
Mentre
saliva il primo gradino però, uno spiffero gelido sul collo la fece fermare.
Le
torce al muro si accesero, una dopo l’altra, per effetto di qualche sortilegio.
-
non ho paura… - si disse Amelia, voltandosi lentamente.
Che
i preti l’avessero scoperta?
Il
lungo corridoio però era ancora deserto, e con tutta quella luce, poteva
vederne il fondo: c’era una porta, diversa dalle altre.
Amelia
la riconobbe all’istante: la camera diciassette, quella che nel suo sogno non
era riuscita ad aprire – E così esisti… - disse,
noncurante
del tono di voce alto, facendo il primo passo verso di essa.
-
Questa volta ti aprirò! – ricominciò, una volta arrivata di fronte.
Sfiorò
il pesante e freddo metallo, il numero diciassette che era stato attaccato in
tempi più recenti rispetto alla fattura originale,
scendendo
verso la catena che serviva come ulteriore sicurezza alla serratura.
Bastò
il suo semplice tocco per farla cadere a terra.
-
Questa è magia! – sorrise soddisfatta la ragazza, mettendo una mano sulla
maniglia, che non oppose resistenza non appena la
ebbe
abbassata.
Il
motivo era semplice, era lei la persona adatta per scoprire il segreto di
quella camera, solo ed esclusivamente lei…e forse anche
sua
sorella…
Capitolo
17
-
Ok signore, sediamoci a questo tavolo e sfogliamo i registri! – ordinò Buffy
gettando le chiavi di casa in un fine e alquanto delicato
portacenere
di vetro soffiato e oro a forma di foglia – Io torno subito! – lasciò sole
Willow e Tara, chiudendosi in camera d aletto.
Le
labbra fredde della sua Childe lo sfiorarono come un petalo di rosa,
accarezzandolo sensualmente – Ciao piccola perversa
creatura…
- le disse Spike catturandola tra le sue braccia per approfondire il bacio.
-
Spike! – lo rimproverò lei mettendogli le mani sul petto e allontanandolo da
se.
Lui
mugolò mentre le mani di Buffy assaporavano quei muscoli perfettamente
modellati: le leccò il collo e salì fino all’orecchio
–
Allora… - le disse mordicchiandole il lobo – Hai fatto i compiti a casa? –
Buffy
annuì, staccandosi dalle tentazioni del compagno – Si, li ho fatti e potremmo
iniziare a combinare qualcosa se tu…se tu non
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 17
mi
catturassi ogni istante! –
-
Allora perché sei venuta qui? Solo per svegliarmi? – chiese lui col broncio.
Buffy
rise e lo aiutò ad alzarsi dal letto, lanciandogli gli indumenti uno dopo l’altro
– Ti aspettiamo di la… - gli disse guardandolo di
traverso.
Prendendo
una sigaretta dal pacchetto di Spike, Buffy andò ad accomodarsi a gambe
incrociate ai piedi del divano dove sedevano
le
due streghe.
Willow
aprì il diario del 1982 e lesse alcuni estratti:
“Anno
del Signore 1982
Le
bambine trovate questa notte sono due, entrambe in ottima salute.
La
congiunzione astrale è corretta, gli esperti hanno interpretato tutti i segni.
La
discendenza del peccato è giunta a noi.
La
figlia della luce sarà accolta da noi, protetta e addestrata, la sua anima è
pura e sarà salvata dalle nostre cure e dalla nostra
educazione.
La
figlia delle tenebre verrà affidata alle autorità, la sua anima nera seguirà un
percorso rieducativo all’interno di un Istituto, nel
tentativo
di portarla nella Grazia del Signore.
Ma
non compete a noi.
Il
volere di Dio è compiuto, ciò che non può essere compreso da occhi mortali è al
sicuro.
Lucius,
Maestro dell’Ordine”
Le
tre amiche si guardarono in faccia, proprio mentre Spike faceva il suo ingresso
nella sala, sedendosi accanto a Buffy sul
tappeto.
-
Mi sono perso qualcosa? – chiese prendendo le sigarette dalle mani della
compagna.
-
A quanto pare si… - rispose Willow perplessa – Non riesco a capire, qui parlano
di congiunzioni astrali…di due gemelle, una buona
e
una cattiva! –
-
Anita e quell’altra… - aggiunse Buffy dubbiosa – Devono essere per forza
loro…le hanno divise pensando che Anita fosse la
gemella
buona e l’altra la cattiva? Ma come potevano stabilire quale delle due? –
Tara
aggrottò le sopracciglia – Lo hanno calcolato in base ai movimenti delle
stelle: qui parlano di un momento particolare, di una
discendenza
oscura e peccaminosa… -
Spike
aspirò il fumo – Ma che razza di diavoleria è questa? Congiunzioni delle
stelle…una buona e l’altra no… - scosse il capo
sorridendo
– Sono dei ciarlatani! –
-
Come possono decidere del futuro di due sorelle gemelle dividendole come se non
avessero un destino comune? Lo stesso
sangue…due
infanzie spezzate… - criticò la strega bionda diventando rossa in viso.
Willow
sfogliò altre pagine, andando avanti con gli anni, raggiungendo la data del 30
marzo 1997:
“Il
consiglio si è riunito questa notte per discutere dei progressi degli
sterminatori: ultimamente l’attività demoniaca è diminuita grazie
all’ingresso
nel gruppo della giovane Anita: svolge il suo compito con passione, è un ottimo
elemento, ma è ancora giovane e acerba.
Abbiamo
convenuto che non è ancora il momento per parlarle della sua stirpe e di colui
che l’ha generata, potrebbe essere troppo
rischioso
dare in mano ad una ragazzina un simile potere e una tale conoscenza[…]”
Poi
proseguì ancora, raggiungendo quasi la fine del volume:
“Anno
del Signore 2002
In
questa notte scrivo il nostro fallimento.
Abbiamo
fatto la scelta sbagliata, vent’anni fa.
Colei
che credevamo la figlia della luce si è incamminata nel sentiero oscuro. La sua
aura era in realtà malvagia, ci ha ingannati con
il
suo volto angelico. È stata irretita dal Maestro della città, ha scelto di
cibarsi del sangue degli uomini mortali, volontariamente si è
donata
a lui abbandonandosi nelle braccia del male che l’ha generata.
Vent’anni
or sono abbiamo interpretato male i segni, l’errore è stato nostro.
Colei
che è stata allontanata tornerà a noi per eliminare la sua metà oscura.
Forse
siamo ancora in tempo.
Il
male del mondo svanirà al suo arrivo.
Verrà
introdotta alla conoscenza del suo diritto di nascita.
Ciò
che non può essere letto da occhi mortali diventerà lentamente lo strumento del
bene, rivoltandosi al suo nero Creatore.
Lucius,
Maestro dell’Ordine”
-
Di cosa diavolo parlano questi qui? – domandò Spike spegnendo la sigaretta con
foga.
Buffy
annuì, d’accordo con lui – Non riesco a capire…questo Lucius continua a
menzionare una discendenza e un potere
illimitato…di
cosa si può trattare? –
-
Cosa credono di fare? – proseguì ancora - Che razza di discendenza del peccato
è la loro? E poi…si rendono conto che hanno
definito
Anita la parte cattiva? Come possono…solo perché ha seguito il suo cuore?
Maledetti preti! – ringhiò, lasciandosi prendere
la
mano da Spike che la strinse per tranquillizzarla.
-
Siamo punto e a capo… - sospirò delusa Willow – Non possiamo cavare più nulla
da questo volume…proverò a leggerlo
attentamente
questa sera, passando ogni pagina, ogni riunione, magari troverò altri indizi,
ma sembra che abbiano paura di
questa…cosa
che nascondono… -
-
Io dico che lì non troverai un bel niente! – sentenziò Spike acido – Bisogna
andare lì e fare una bella strage…sapete…tanto sangue
e
corpi smembrati… - ridacchiò perfido, ma si fermò quando gli occhi delle due
streghe si posarono minacciosi sulla sua figura.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 18
-
Calme ragazze… - si affrettò ad intervenire Buffy – Spike stava scherzando! –
gli occhi della vampira cercarono quelli del compagno,
lanciandogli
poi un’occhiata di piena approvazione.
-
Ok signore, prima che voi decidiate di farmi qualche minaccioso incantesimo, me
la filo, torno a letto… - disse Spike alzandosi e
trascinando
Buffy con se.
-
Anita e Jean Claude dormono ancora, sarebbe inutile svegliarli ora, non abbiamo
notizie concrete da fornirgli… - si affrettò a dire lei
–
Ci si vede al calare del sole… - le salutò correndo appresso al compagno e
sbattendo la porta.
Rimaste
sole, le due streghe sospirarono – Sono incorreggibili… - commentarono.
-
Purtroppo dobbiamo fare i conti anche con i loro demoni – concluse Willow
abbassando il capo col sorriso sulle labbra – Non
importa,
in fondo hanno ragione loro, o facciamo una strage di preti oppure aspettiamo…
-
-
Potremmo cercare la sorella di Anita questa notte…di sicuro andrà ancora a
caccia! – propose Tara.
-
E cosa vorresti fare? – domandò la rossa – Parlarle? –
Tara
annuì – Mostrarle il volume e farle capire ciò che quell’ordine ha fatto del
suo destino e di quello di sua sorella! Forse passerà
dalla
nostra parte e ci aiuterà a capire! –
Willow
si animò – Ci sto amore… - rispose – Vorrà dire che usciremo in cerca della
sterminatrice questa notte! –
Spike
afferrò Buffy di peso e la lanciò sul letto – Scusa amore… - le sussurrò una
volta sopra di lei – Mi sono lasciato trasportare al
pensiero
di una bella carneficina in mezzo a quelle checche religiose… -
Buffy
si lasciò sfuggire una risata – Non devi preoccuparti amore…ti ho capito
perfettamente – gli tolse la camicia e lo accarezzò con
possesso
– Avrei approvato in pieno la tua idea, ma non possiamo lasciarci andare a
simili istinti demoniaci…non finché ci sono le
mie
amiche almeno! – terminò.
Spike
rise – Si…hai ragione… - la baciò con passione – Sarà meglio sfogare i miei
istinti primordiali su di te passerotto… - ringhiò
affondando
i denti nel collo della compagna e mugolando compiaciuto mentre beveva.
-
Si… - sospirò Buffy – Di gran lunga meglio questi istinti… -
Capitolo
18
Buffy
e Spike girovagano per le calli oscure quella notte:ripercorrendo la strada
fatta la mattina prima, la bionda stava conducendo il
compagno
alla chiesa di Santa Caterina.
-
Passerotto… - la richiamò lui trattenendola per la mano – Dove mi stai portando?
– Buffy si voltò e con un rapido movimento lo
costrinse
spalle al muro.
-
Ricordi quell’idea di oggi pomeriggio? – gli chiese, percorrendo il suo viso
con un dito.
Spike
aggrottò un sopracciglio – Uh? –
-
Si dai… - lo rinfrescò lei – La strage dei preti… -
Il
volto del vampiro si illuminò – Cos’hai in mente demonio? –
Buffy
sorrise e guardò il cielo con aria innocente – Non possiamo entrare e fare una
carneficina, purtroppo
ma…
-
-
Ma? –
Lei
si passò la lingua sulle labbra – Ne attiriamo uno fuori e giochiamo con lui! –
saltellò entusiasta.
Spike
finse stupore ed indignazione – Signorina Summers! Mi meraviglio di lei! Come
può una persona così candida anche solo
pensare
una simile…idea geniale? – risero entrambi e lei si spinse contro il corpo di
lui.
-
Certo amore…uniremo il lavoro ed il divertimento! –
-
Lavoro? – domandò lui confuso.
-
Si! – gli ripose lei con aria superiore e gli occhi luccicanti come stelle – Lo
torturiamo finché non riusciamo ad estorcergli informazioni
utili!
–
Spike
rise ed approvò con un largo sorriso ed un cenno affermativo del capo la
proposta della sua Childe – Malefica… - le sussurrò
all’orecchio,
facendola rabbrividire.
-
Smetti Spike o il mio divertimento sarà torturare te… -
-
Mmm… - mugolò lui – Forse sarebbe più costruttivo… - commentò cingendole la
vita con un braccio e prendendole una mano con
l’altra
libera, per farle sentire quanto lui avrebbe preferito.
-
Spike! – esclamò Buffy contrariata, ma nonostante questo, la sua mano non si
spostò dal cavallo dei jeans di spike – Lo sai
benissimo
che non combineremo nulla se ci lasciamo andare ogni volta che i nostri istinti
emergono… -
-
Passerotto… - puntualizzò lui – Se fosse già così dovremmo essere perennemente
tra le lenzuola! –
Buffy
storse il naso e fissò lui corrugando la fronte – Gli altri ci vedranno come
conigli dici? –
Spike
sembrò pensarci qualche istante – Naaaa… - concluse poi.
Contemporaneamente,
in un’altra zona di Venezia, Anita passeggiava in solitario; non si era
allontanata molto da casa, aveva solo
bisogno
di qualche minuto per pensare e svuotare la mente, camminando soltanto.
Jean
Claude l’attendeva sulla terrazza, seduto sulla fredda pietra: sapeva che in
quel momento Anita aveva bisogno di solitudine per
capire.
Diavolo,
possibile che no potessero avere un minimo di pace?
Willow
sfogliava di quei dannati annali: sbuffò ad un certo punto, incrociando le
gambe sul letto – Qui parlano per mezzi termini in
ogni
frase, non fanno nomi specifici, non accennano a nulla! –
Tara
uscì dal bagno con lo spazzolino in bocca – Prova a pensare – disse, schizzando
bollicine di dentifricio qua e la – C’è qualcosa
che
loro continuano a menzionare! Quella definizione…”Discendenza del peccato” –
Willow
si mise un dito in bocca – Cosa credi possa essere? –
Tara
raggiunse il lavandino per sputare e sciacquarsi rumorosamente la bocca – Non
so – ricominciò asciugandosi la bocca con un
telo
bianco – Ma proviamo a riflettere! Tu sei un prete, ok? –
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 19
La
rossa annuì, seguendo il ragionamento di Tara con interesse.
-
A cosa si riferisce un prete…uno qualsiasi quando parla di peccato? –
Willow
si tolse il dito dalla bocca e lo puntò verso la compagna – Ti riferisci al
peccato originale? –
-
Giusto! –
La
rossa sorrise soddisfatta e si inginocchiò sul materasso – Si! E quindi vuoi
dire che questa discendenza ha a che fare con Adamo
ed
Eva? –
Tara
annuì – Potrebbe essere la via giusta per la soluzione! Possiamo controllare le
leggende legate alla Genesi! –
-
Si, su internet ci sarò sicuramente qualcosa! – Willow arricciò il naso – Anche
perché siamo sprovviste di tutti i nostri libri più quelli
del
negozio… -
-
Potremmo chiamare il Signor Giles e chiedergli aiuto! –
Le
due si guardarono perplesse – Naaaa…. –
Venezia
era una città troppo umida per i suoi gusti! Lui era un nuovo nato, il suo Sire
lo aveva scaricato tra quelle dannate calli due
notti
prima, senza insegnargli nulla!
Maledetto
bastardo! Come si poteva abbandonare un figlio inesperto?
Fortunatamente
l’istinto di sopravvivenza lo aveva guidato in quelle prime notti: si era
cibato di un venditore ambulante e aveva
trovato
rifugio in un vecchio teatro abbandonato.
Ora
girovagava nei paraggi della sua dimora provvisoria, alla ricerca di qualche
disperato di cui nutrirsi.
Lo
osservava muoversi in quelle strade buie: cercava da mangiare, il bastardo, ma
non sapeva che avrebbe lasciato il pianeta a
digiuno!
Era
indecisa su come entrare in scena, dopo tutto era la sua vera prima volta! Doveva
farsi un nome, costruirsi una fama da vera
sterminatrice,
l’unica.
Poteva
accontentarsi di un ratto quella notte? No, accidenti no!
Lui
non era un avanzo della società, era un promettente studente universitario,
doveva avere uno stile più in…anche da vampiro!
Uccidere…doveva
uccidere qualcuno col portafogli pieno…
-
Hey… - una voce umana…una donna!
Si
voltò, trovandosi di fronte a pochi metri di distanza un bel tocco di
ragazza…che lo stava chiamando!
-
Vuoi…un po’ di compagnia? – gli chiese lei avanzando verso di lui – Io sono
Amelia… -
E
Amelia era una vera incantatrice, come la fattucchiera dei fumetti, con i suoi
occhi profondi ed il trucco che ne risaltava il colore
castano
scuro…e quei capelli neri…così lunghi…vi avrebbe immerso il viso per assaporarne
il profumo!
Era
la sua notte fortunata! Sarebbe stato inebriante scoparla e poi ucciderla!
Forse avrebbe potuto anche sperimentare la creazione
di
una compagna…forse ci sarebbe riuscito!
-
Vuoi compagnia? – lei gli chiese di nuovo, muovendo i primi passi nella sua
direzione.
Lui
annuì, osservando Amelia che appoggiava la schiena al muro e lo invitava a
raggiungerla.
-
Non gira mai anima viva qui… - si lamentò lei, squadrandolo con interesse: era
belloccio, a parte i capelli un po’ arruffati ed i vestiti
sgualciti.
Se
fosse stato più in ordine avrebbe anche potuto divertirsi in maniera più
intima…però, pensò che ci sarebbero state altre occasioni…
e
poi lei voleva di più!
Il
nuovo nato le fu addosso, premendo il corpo contro il suo.
-
Sei gelido… - gli bisbigliò Amelia in un orecchio, poi lo fissò dritto negli
occhi e fu il buio.
Un
lamento straziante attirò l’attenzione di Buffy e Spike.
Un
urlo agghiacciante richiamò Anita.
Capitolo
19
I
due vampiri uscirono allo scoperto nella piccola piazza.
-
Proveniva da laggiù! – gridò Buffy correndo verso il lato destro della chiesa,
seguita da Spike.
Lo
spettacolo che si presentò di fronte a loro sarebbe risultato disgustoso e
terribile a qualsiasi occhio umano.
-
Per tutti i demoni dell’inferno! – esclamò Spike bloccando la sua corsa.
C’era
un uomo, seminudo, orribilmente crocifisso al muro della chiesa: era stato
inchiodato mani e piedi con dei rozzi pezzi di metallo
conficcati
nella roccia da qualcuno che sicuramente doveva possedere una forza
sovrannaturale; il sangue gocciolava lentamente
dai
buchi, formano una consistente pozza sul terreno.
La
tunica da prete era stata squarciata lasciando il torace nudo: in quel punto le
pelle aveva profondi graffi che parevano esser stati
provocati
da unghie umane.
-
È terribile… - sussurrò Buffy avvicinandosi.
Il
poverino mosse una palpebra, gemendo di dolore.
Buffy
quasi si spaventò – Non è morto! – gridò a Spike che si avvicinò a lei.
-
Chi ti ha fatto questo? – gli domandò il vampiro: era chiaro che quell’uomo era
spacciato, aveva perso troppo sangue, però avrebbe
potuto
dare qualche informazione sul suo aggressore.
-
L…le…lei…è stata lei… - furono le sue parole, prima di esalare un gemito
soffocato e spirare di fronte ai due vampiri.
Buffy
gli sollevò il viso, notando gli occhi rimasti spalancati – Deve aver sofferto
molto… - mormorò chiudendoglieli.
-
Chi o cosa avrà visto questo poveretto? Guardalo…chi può avere una mente così
malata da fare una cosa simile? Spike si avvicinò,
fissando
i polsi sanguinanti del prete – Qualcuno si è divertito più di noi questa
notte… - commentò mentre sul suo viso si formava un
lieve
sorrisetto divertito. Percorse la linea di sangue di uno degli squarci sul
petto del morto e se lo portò alla bocca.
-
Spike! – lo rimproverò Buffy quasi disgustata.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 20
-
Passerotto, non trovi tutto maledettamente eccitante? – le domandò lui, non
badando ai fulmini che lei gli lanciava con gli occhi:
adorava
farla arrabbiare in quel modo quando emergeva ancora il suo lato umano e
rispettoso.
Ripeté
il gesto sul cadavere, poi avvicinò il dito alla compagna, bagnandole le labbra
col sangue.
Buffy
chiuse gli occhi e leccò tutto, compreso il dito di Spike che si senti
infiammare – Si…è molto eccitante amore… - rispose lei
sciogliendosi
tra le braccia del suo sire, poi riaprì gli occhi, accarezzandogli il viso – Ma
questo è un fatto grave e…di solito siamo noi
a
fare questi giochetti, qualcuno ci ha tolto l’esclusiva! –
Spike
sorrise, poi entrambi avvertirono il rumore di una porta che si apriva.
-
Squagliamocela passerotto! – ordinò lui, afferrandola per una mano e
trascinandola via di corsa.
L’urlo
che aveva sentito le era arrivato fino al cervello, facendola rabbrividire
dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli.
Improvvisamente,
come era venuto, l’urlo si era troncato, lasciando un silenzio innaturale e
spaventoso, un silenzio di morte.
Anita
corse in quella direzione, forse poteva fare qualcosa…anche se lei stessa ne
dubitava ormai.
I
suoi passi echeggiarono per le calli vuote e semibuie: il suo olfatto di
vampiro le permetteva di sentire un forte odore di bruciato,
farsi
sempre più intenso mano a mano che avanzava.
La
guidava, allontanandola sempre più da Jean Claude.
Una
volta fermatasi, riconobbe la zona nella quale si era cacciata: era al vecchio
teatro, l’edificio abbandonato dove era stata tenuta
prigioniera
e dove era morta pochi mesi prima.
Si
fermò: l’odore era diventato insopportabilmente nauseabondo, penetrandole nelle
narici.
Una
leggera brezza notturna alzò la polvere dal terreno: Anita guardò in basso.
Non
era semplice polvere quella, erano le ceneri di un vampiro.
Qualcuno
era in azione quella notte!
-
Ciao sorellina! – una voce alle sua spalle richiamò la sua attenzione. Anita si
voltò di scatto e la vide.
La
sua gemella era comparsa nella via, saltellando come un bimba felice.
-
Ti ricordi di me? Sono Amelia, la tua gemellina! – si attaccò con una mano ad
un lampione e ci girò intorno senza mai perdere di
vista
la sorella – Finalmente sole… -
-
Già – rispose asciutta Anita – Siamo sole… - non si domandò nemmeno per un
secondo perché il suo cuore non provasse affetto
per
quella sconosciuta che nelle vene aveva il suo stesso sangue…o meglio, lo aveva
avuto.
-
Stai tranquilla Anita, non voglio attaccarti, voglio solo parlare! –
La
sorella la fissò senza espressione – Lo hai ucciso tu? –
-
Ucciso? Suvvia sorellina, era già morto…era un vampiro! E poi…recrimini su
quello che era il tuo lavoro fino a poco tempo fa? Dopo
tutto
io sto facendo il mio lavoro adesso! E ti dirò una cosa, inizia a piacermi… -
-
Smetti! – la interruppe Anita di getto – Non puoi saltare a conclusioni dopo
una notte di lavoro! Scommetto che questo è il primo che
uccidi!
Tu non sai cosa vuol dire questa vita, non sai cosa comporta, i sacrifici e le
rinunce! –
-
Mi sembra che tu sia stata ben ripagata per i tuoi sacrifici! – la fermò questa
volta Amelia guardandola di traverso – La vita eterna,
un
compagno affascinante e potente, una bella casa immagino… -
Anita
scosse il capo – Tu non vuoi capire…credi che dopo un po’ di anni che sarai la
sterminatrice ti innamorerai di un vampiro e lui
ti
donerà la vita eterna? Non succede sempre lo sai? Tante sono morte prima di te…
- le rispose la vampira, provando un piccolo
piacere
perverso nel dirle quelle cose – Vattene via da qui finché sei in tempo, sei
solo uno strumento nelle loro mani! Quell’ordine
non
è così santo come credi! –
-
Aspetta… - Amelia scosse il capo – Ricominciamo, non sono qui per litigare con
te! Caspita è la prima volta che due sorelle s
incontrano
e devono anche litigare? –
Anita
osservò gli occhi di Amelia: c’era una strana scintilla di luce, quasi
sembrasse una luce di lucida follia.
-
Anita… - ricominciò la gemella.
Che
strana sensazione, sentire pronunciare il proprio nome da una sorella. Amelia
fece qualche passo verso Anita – Non ti poni mai
delle
domande su noi due? – la vampira annuì.
-
Chi erano i nostri genitori? Perché ci hanno abbandonate? E perché quei dannati
preti ci hanno sperate? –
-
Si… - rispose Anita in un sussurro che si perse nel vento.
-
Sai…io posso darti le risposte… - aggiunse Amelia diventando seria.
-
Cosa? Come? –
-
Anita…io sono qui per te…sei mia sorella, comprendo il nostro legame e voglio
che diventi ancora più forte! Noi dobbiamo unirci,
diventare
una forza sola… -
-
Unirci? – Anita la guardò stralunata.
-
Si…io ho scoperto la conoscenza…ho il potere di dominare… -
-
Cosa stai dicendo? – la interruppe Anita, che non capiva ma era allo stesso tempo
spaventata da quelle parole.
-
Io… - proseguì la gemella – Ho percorso il corridoio e ho spalancato la porta
proibita! –
Il
sangue nelle sue vene si gelò: anche lei dunque sapeva di quel sogno…solo che
lei aveva ascoltato la voce!
-
Si, io ho ascoltato la voce! – esclamò divertita la sterminatrice, come se
avesse letto nei pensieri della sorella – Io so chi siamo e
a
chi apparteniamo! –
Anita
la fissò fredda – Io so già a chi appartengo! –
-
A chi, al tuo sire? Tesoro lui è niente in confronto al potere che è nostro di
diritto! Credimi, è una sensazione inebriante possederlo!
–
-
Tu stai farneticando! –
-
No! Io sto dicendo la verità! Tu non puoi sapere cosa si prova quando lui ti
scorre nelle vene per ristorare il tuo corpo e donarti la
forza
di comandare gli elementi! È l’onnipotenza, è il calore che si irradia dalle
mie mani! – le rispose Amelia, ,mostrando i palmi
sporchi
di sangue.
-
Sei pazza! –
Amelia
si rabbuiò in viso – Pazza io? – domandò – Ti sto soltanto offrendo
l’opportunità di dividere tutto questo con me…la stai forse
rifiutando?
Anita
scosse il capo – Io non so di cosa parli, quasi non ti conosco e tu vieni qui,
offrendomi questa…questa cosa o come diavolo lo
chiami
tu…potere! Faccio fatica a non pensare che tu sia folle! –
Amelia
sorrise di sbieco – Potrei dirti di pensarci Anita… - fece qualche passo
indietro - …ma forse in fondo questo dono è solo per
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 21
una
delle due… -
-
Vattene da Santa Caterina Amelia, è l’unica cosa che posso fare per te! Noi in fondo
non siamo sorelle, non ci sono legami,
nemmeno
di sangue! –
-
Già… - sibilò l’altra – forse è proprio vero,, il sangue che scorre nelle tue
vene è gelido e morto… - guardò la sorella come se avesse
potuto
incenerirla con gli occhi – Ma se non vuoi dividerlo con me allora… -
i
suoi gesti furono rapidi, paragonabili a quelli di un vampiro: l’arco e la
freccia apparvero dal nulla ed il lancio fu immediato, cogliendo
Anita
di sorpresa.
Non
l’avrebbe mai schivata, anche la freccia aveva qualcosa di sovrannaturale.
Un’ombra
si mosse, emergendo dalla più nera oscurità, avvolgendo Anita e allontanandola
da una fine certa.
Lei
si sentì fluttuare in aria, atterrando poi morbidamente sul tetto di un
edificio – Appena in tempo! – esclamò una voce maschile a
lei
sconosciuta.
Riaprì
gli occhi e fissò il suo salvatore che le sorrideva.
-
E tu chi sei? –
Capitolo
20
Buffy
e Spike rientrarono in casa trafelati, chiamando a rapporto le due streghe che
naturalmente non stavano dormendo.
-
Saliamo da Anita e Jean Claude! – ordinò Buffy precedendoli.
Willow
tornò un istante nella sua camera per afferrare il suo inseparabile computer
portatile; una volta entrati al piano superiore però
trovarono
solo il Master ad accoglierli.
-
Anita? – domandò Spike.
-
È uscita…ma voi? Mi sembrate scossi… -
Con
rapidità la coppia di biondi si accomodò sul divano e raccontò agli altri
quello che avevano visto a Santa Caterina.
-
È terribile… - commentò Tara impallidendo a portandosi una mano al petto – Chi
può aver fatto una cosa simile? –
Nessuno
però le diede risposta perché tutti furono distratti da un rumore proveniente
dal terrazzo.
Il
primo ad accorrere fu Jean Claude che si bloccò alla finestra, alle sua spalle
il resto del gruppo.
Fuori,
c’era un’imponente figura ammantata di nero: non si muoveva, poi d’un tratto il
manto si squarciò, rivelando Anita ed un
uomo.
I
capelli erano folti, fili bianchi e dorati mescolati in onde che cadevano
sciolte intorno al volto e sulla fronte ampia. Gli occhi azzurri
sarebbero
apparsi cupi sotto le sopracciglia dorate se non fossero stati così grandi e
dolci.
Un
uomo nel fiore degli anni al momento del dono immortale. Ed il viso quadrato,
con le guance leggermente scavate, la bocca larga
e
piena, caratterizzato da una gentilezza terrificante e da un profondissimo
senso di pace.
Anita
sorrise timidamente ai presenti, poi corse tra le braccia di Jean Claude; lui
la accolse, stringendola forte a se, senza però mai
smettere
di fissare lo sconosciuto che sorrideva in attesa di un cenno del Master.
-
Tu… - sussurrò Jean Claude rivolto all’uomo, poi un largo sorriso si dipinse
anche sul suo volto, esplodendo poi in una sonora risata
–
Marius! – esclamò.
Anita
si sciolse dal suo abbraccio per osservare incuriosita ed anche un po’ sorpresa
i due vampiri che si abbracciavano
fraternamente.
-
Quindi tu avresti più di duemila anni? – domandò stupito Spike, accendendosi
una sigaretta.
Non
gli era mai capitato di incontrare un vampiro così antico, una creatura nata e
vissuta ai tempi degli antichi romani, al tempo degli
dei…quel
personaggio lo affascinava molto, sia per il suo aspetto che per il bagaglio di
conoscenza che portava con se.
Lo
faceva sentire così giovane ed inesperto…
Marius
annuì silenziosamente alla sua domanda, sorridendogli di rimando.
Il
gruppo si era finalmente ricompattato e pure allargato: Spike sedeva su una
poltrona con Buffy in grembo, teneramente avvolta
dal
suo abbraccio, Jean Claude era sul divano con Anita accoccolata e accanto a lei,
Willow e Tara si tenevano per mano tese,
aspettando
forse che qualcuno iniziasse a parlare del problema.
Il
nuovo arrivato invece, si era aggiudicato l’ultima poltrona rimasta, catturando
l’attenzione dei presenti.
Capì
che forse avrebbe dovuto incominciare lui – Ho incontrato la tua bella compagna
casualmente… - iniziò lui, rivolgendosi a Jean
Claude
con aria divertita – Credo di non aver afferrato completamente il senso di
quello che vi stavate dicendo, tu e quella ragazza
che
ti somiglia tanto… - guardò negli occhi Anita, scuotendola dal torpore che
l’aveva colta da quando era tornata a casa.
Marius
appoggiò i gomiti sulle ginocchia, mantenendo comunque la sua grazia – Ma mi
sembra di aver capito che la situazione qui
a
Venezia non sia molto tranquilla… -
Buffy
arricciò il naso, guardando uno ad uno i suoi amici – Chi comincia? -
Marius
scosse il capo, alquanto stupito da tutto quello che aveva sentito in così poco
tempo.
Spike
fumava silenzioso, giocherellando con una ciocca dei capelli lucenti di Buffy _
non si può certo dire che la nostra sia un’esistenza
noiosa!
– ridacchiò.
Marius
osservò le due coppie di immortali – La cacciatrice e la sterminatrice… -
mormorò – Le probabilità che due personaggi
del
genere si incontrassero…e diventassero…. – non terminò la frase perché scoppiò
in una risata calda e sensuale che riscaldò
l’atmosfera.
-
Si…improbabile… - terminò Buffy.
Un
colpetto di tosse di Willow attirò l’attenzione della vampira che la interrogò
con lo sguardo – Ecco…noi avremmo scoperto una
probabile
strada in base alla lettura dei diari… -
Anita,
che fino ad allora non aveva parlato, sembrò animarsi. – Cosa? –
Anche
Buffy si agitò a quelle parole, anche perché non si sentiva a suo agio con quel
vampiro così antico accanto.
Spike
avvertiva quel sospetto nella sua childe e tutto sommato, nonostante il fascino
che in lui suscitava, diffidava di Marius.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 22
Willow
arrossì in volto, visti tutti quegli occhi puntati addosso – Dunque…li abbiamo
letti e riletti e questo ordine sembra parlare per
codici
anche nei suoi dannati registri! – Spike la guardò inclinando il capo: da
quando parlava come lui?
-
Comunque… - proseguì la rossa - …passando e ripassando tra le righe abbiamo
trovato due termini ricorrenti, discendenza e
peccato,
sempre collegate tra loro! –
-
E questo cosa diavolo vuol dire? – domandò secco Spike, mettendo più enfasi
nella parte finale della domanda.
Willow
lo guardò con aria di rimprovero per essere stata interrotta – Dicevo…quando si
parla di peccato, si intende il peccato
originale…questo
ci ha portato su una strada poco battuta! Ho fatto una ricerca in rete e ho
trovato una leggenda che risale…si bhè…
alla
notte dei tempi! Diciamo che è nata con Caino e Abele… - la strega verificò se
aveva ancora l’attenzione di tutti…bhè, l’aveva.
-
Questa leggenda sostiene innanzitutto che il primo vampiro a solcare questa
terra sia stato Caino, punito da Dio per il delitto
commesso!
–
-
Mai sentita una storia più ridicola! – ridacchiò Spike, ma la strega lo fulminò
con lo sguardo.
-
Durante il suo vagabondare, si narra che egli abbia concepito un figlio con una
donna mortale, dando inizio così ad una stirpe per
metà
umana… -
Buffy
corrugò la fronte _ Will…vuoi forse dire che… -
-
Aspetta Buffy! – la interruppe l’amica – Ci arriverò con calma, prima c’è
dell’altro! – fece una piccola pausa, poi riprese – Esiste una
reliquia
che è nata con questa discendenza, un oggetto che dona potere… -
-
Che potere? – chiese Anita secca.
-
In questo frangente ho trovato diverse ipotesi! C’è chi dice che sia un libro,
scritto col sangue di Abele, incomprensibile a chiunque,
chi
sostiene che sia un amuleto che contiene il sangue del primo delitto della
storia…tutte le versioni però concordano su più punti!
L’oggetto
è accessibile solo da chi discende dalla stirpe umana e maledetta di Caino,
così pure il potere che ne deriva… -
-
Che potere? – chiese Buffy di nuovo.
Willow
si schiarì la voce, preoccupata per la tensione che cresceva nella stanza –
Dicono che chi attinge a quel potere…può
dominare
il mondo…o distruggerlo… -
-
No…non di nuovo… - si lamentò Spike, lasciandosi andare sul divano, mentre
Buffy si girava e li accarezzava il viso con
comprensione.
-
Ma che senso può avere? – Anita si allontanò da Jean Claude, camminando per la
stanza nervosa – Dominare il mondo?
Distruggerlo?
–
Buffy
annuì sconsolata – Sai quanti ce ne sono in giro di tipi così… -
-
Io…io avrei un’ipotesi mia… - parlò Tara, prendendo coraggio. A volte la sua
timidezza era un ostacolo per la comunicazione con
gli
altri – Forse l’ordine di cui facevi parte conosce qualche profezia che le
sette virtuali ignorano! Nei loro registri parlano di te e tua
sorella
come di un parte in ombra e una in luce…forse loro vogliono usare quel potere
per… -
-
Eliminare i vampiri… - terminò Spike – Distruggere il flagello della
cristianità… -
Buffy
si voltò di nuovo, cercando gli occhi del suo sire.
-
Voi dovevate vederla… - ricominciò Anita, gli occhi sbarrati e terrorizzati – I
suoi occhi…sembrava una folle… -
-
Aspettate! – Buffy si avvicinò ad Anita confortandola con un abbraccio – Stiamo
andando troppo di corsa qui…e stiamo dimenticando
il
poveretto che abbiamo trovato io e Spike… - fissò il suo sire, rimpiangendo la
serata di divertimento che aveva immaginato per
loro
due.
-
Non è certo che le due cose siano collegate…. – parlò Jean Claude – Anche se
temo che lo siano…queste storie hanno sempre
risvolti
più macabri… -
-
Brancoliamo nel buio… - mormorò Willow – E se come tu sostieni tua sorella ha
avuto accesso a quel misterioso potere…potremmo
essere
nei guai seri… -
Anita
sospirò – Cosa dobbiamo fare? –
Capitolo
21
Il
sole avrebbe fatto capolino nel cielo tra poco meno di un’ora ed il cielo già
si colorava di un tenue arancio.
Jean
Claude si appoggiò alla balaustra, osservando lo spettacolo; Anita già si stava
coricando a letto. Da quando la riunione di
emergenza
era terminata, lei non aveva più aperto bocca, restando chiusa nel suo
silenzio: era tesa, pensierosa, preoccupata.
Lui
non si era sentito di assillarla con domande che avrebbero potuto urtare il
fragile equilibrio di quei momenti.
E
comunque…desiderava restare solo qualche istante.
Appoggiò
i gomiti e fissò lo sguardo verso il punto più chiaro del cielo: poteva sentire
il tenue calore del sole nascente, nonostante
fosse
ancora lontano il momento del suo sorgere.
Qualcuno
si avvicinò a lui: era Marius.
Quanti
decenni erano trascorsi dal loro ultimo incontro? Quattro o cinque? Non lo
ricordava più. Era così lontana quella notte in cui
Marius,
signore di Venezia venne brutalmente spodestato dal suo trono di Master della
città con l’inganno.
Marius
si appoggiò esattamente come Jean Claude alla balaustra, fissando lo stesso
punto del cielo – Pensieri? – domandò al
Master.
Jean
Claude annuì.
-
Lei ti impensierisce ? –
Lui
di nuovo annuì – Tutto quello che ha scoperto in così poco tempo l’ha turbata
profondamente! –
Marius
sorrise teso – Non deve essere facile sopportare una notizia del genere…una
sorella gemella e un simile segreto di nascita…
ma
lei mi sembra forte… -
Il
Master annuì e si girò per guardare in volto il vecchio amico.
-
Hai un gruppo di persone molto interessanti in questa casa…tutte nello stesso
luogo…il famoso William il sanguinario, la cacciatrice…
due
streghe e una sterminatrice! –
-
Già… - sorrise Jean Claude – Mancavi solo tu…cosa ti ha portato qui a Venezia?
–
Marius
fece spallucce – Volevo rivedere la mia città, allontanarmi dal caos del nuovo
mondo e tornare alle origini…sai quanto io ami
l’Italia
e come sia legato a questa città! E poi… - continuò – Volevo proprio vedere
come te la cavi in questo posto! –
Jean
Claude rise, poi annuì – Curioso…o invidioso? –
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 23
-
Chi lo sa… - fu la risposta del vampiro.
Il
Master fece una smorfia divertita e scosse il capo.
-
…forse orgoglioso… - rispose quasi sottovoce, parole che solo un altro vampiro
avrebbe potuto udire – Lei è speciale vero?
Altrimenti
non l’avresti mai trasformata… -
Jean
Claude annuì – Poco tempo fa qualcuno mi ha detto: lei è il mio amore…Anita è
la ragione per la quale cammino su questa
terra…
-
-
Deve essere speciale…un po’ come tutti quelli che vivono qui devo dire… -
Marius scosse il capo divertito – Non ti ho mai visto così
Jean
Claude… - commentò – Ma è un bene per te, posso solo essere contento di questa
tua felicità! –
Jean
Claude rise – Devo essere uno spettacolo per te ! –
Marius
annuì – Devo ammettere che è una novità vedere il glaciale vampiro, potente
signore di Venezia sciogliersi in lava colata per
una
donna! Non credevo che su questa terra esistesse una simile creatura, anzi…non
credevo potesse nascere la donna per te! –
Risero
entrambi, mentre rientravano a braccetto nell’appartamento, riparandosi
dall’alba ormai incombente.
Buffy
si lanciò nel letto, saltando a cavalcioni addosso a Spike, sdraiandosi poi al
suo fianco.
-
Hey passerotto! – esclamò lui – Tutta questa euforia? Da dove proviene? – le
chiese, avvolgendola nel suo abbraccio.
Buffy
mise fuori la lingua – Diciamo che…uno è perché sono tra le tue braccia e ti amo
da morire…la seconda… -
Spike
la zittì, mettendole una mano sulla bocca – Fammi indovinare…mmmm…tutto il
mistero di questa storia ti eccita…e non vedi
l’ora
di rientrare in azione? –
Lei
annuì, liberandosi della sua mano e assaltandogli la bocca per un rovente bacio
– Direi che hai colto nel segno amore… -
-
Ti conosco troppo bene piccola…dovresti aprire un’agenzia di investigazioni
occulte! –
Buffy
rise – potrebbe essere un’idea…ma…non è tutto… -
Lui
inarcò un sopracciglio – Cosa manca? –
Lei
fece le fusa, graffiandogli il torace fino a far uscire sangue, poi leccò
quelle poche gocce – È che…non vedevo l’ora di saltarti
addosso
e aggredirti mio bel vampiro…questa notte avevamo quel programmino divertente
per cena…ed è saltato tutto purtroppo…
allora
pensavo che… -
-
Potresti rifarti su di me? – chiese lui fingendo spavento ma nel frattempo
salendo con le mani lungo la sua schiena.
Buffy
si passò la lingua tra i denti e ringhiò, poi spense la luce e tutto quello che
si sentì nella stanza, furono lunghi gemiti e sospiri
di
piacere…misti a urla divertite…
Amelia
piegò i pantaloni di lino e li ripose con cura sulla sedia della scrivania.
Un
sorriso si formò sulle lue labbra: sentiva calore sotto i suoi piedi, avvertiva
il potere che giaceva sotto di lei, il potere che ormai le
apparteneva
di diritto.
-
È solo mio… - sussurrò guardandosi allo specchio.
Si
guardò le mani, sentendo la forza racchiusa in esse come un crescente
formicolio.
Ebbene,
quello era ciò che da sempre aveva desiderato, il potere che riposava lì sotto
e che di diritto appartenenza a lei e a sua
sorella.
Si
passò le mani tra i capelli, operando una piccola magia, tornando al suo colore
naturale.
Rise
– Ma Anita non lo vuole tutto questo… - disse poi sconsolata alla sua immagine
riflessa, ormai identica in tutto e per tutto a
quella
della sorella, poi gli occhi brillarono d’inventiva – Lei ha il suo amore…quel
bellissimo vampiro… - sfiorò il viso allo specchio
con
un dito - …e se non lo avesse più? –
-
Come pensi che dovremmo muoverci? – domandò Buffy, rigirandosi tra le coperte;
si era appena svegliata e già era desiderosa di
agire.
Spike
la cinse da dietro e le baciò una spalla con fare protettivo – Non riesci a
stare con le mani in mano vero passerotto? –
Lei
ghignò – Lo hai detto tu che è più forte di me! E poi…Anita è mia amica, non
posso sopportare di vederla così giù… -
Spike
sospirò – Le due streghe staranno indagando su quella storia della
discendenza…noi…bhè…noi potremmo…uccidere Amelia?
–
Buffy
si voltò di scatto – Stai scherzando vero? – lo guardò tra il serio ed il
divertito – Non possiamo fare una cosa simile…non prima
di
sapere se quella ragazza sia recuperabile…è pur sempre la sorella di Anita! –
-
Si…una pazza assassina che ha cercato di uccidere il sangue del suo sangue! Tu
credi che sia ancora recuperabile? – domandò
lui,
poco convinto.
Buffy
scosse il capo – Non lo so…ma quel potere potrebbe essere così tanto da
diventare ingestibile e possedere la sua mente! –
-
Mmmmm… - lui si passò una mano tra i capelli – Solo il tempo ce lo dirà… -
-
Intanto… - riprese lei, alzandosi dal letto e raggiungendo nuda la finestra –
Potremmo andare a caccia amore… - scostò le tende
rivelando
uno splendido cielo stellato – Ho fame… -
Anita
si sciolse dall’abbraccio di Jean Claude, abbandonando il letto.
-
Dove vai ma petite? – chiese lui assonnato.
Lei
indossò intimo – Voglio fare due passi… - cercò un paio di pantaloni
nell’armadio.
-
Da sola? – domandò lui serio.
Anita
annuì, poi si infilò una maglietta nera e si spazzolò i capelli.
Guardò
il suo sire con aria colpevole, poi chiuse gli occhi e uscì dalla stanza.
Jean
Claude rimase impassibile a quell’espressione e si rigirò tra le lenzuola
sbuffando.
Sapeva
che lei desiderava stare sola per riflettere, ma doveva rendersi conto che non
poteva tenere tutto dentro…loro due erano una
cosa
sola, non poteva escluderlo dalla sua vita, tanto meno dai suoi problemi!
-
Le donne… - sospirò.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 24
Capitolo
22
Voleva
la solitudine, ma camminava tra le vie più affollate della città.
Si
detestava per come aveva lasciato Jean Claude poche ore prima, ma sentiva di
dover restare sola per riflettere.
Riflettere
su cosa poi? Sua sorella era una pazza con un potere spaventoso tra le mani!
Qualcosa in grado di sterminare ogni vampiro
sulla
faccia della terra! E lei invece sentiva che avrebbe dovuto restare sotto le
lenzuola, avvolta dalle fredde braccia del suo sire.
-
Spaventoso vero? –
Anita
trasalì – Credevo di essere sola! – sbottò contrariata dall’incursione
inaspettata di Marius.
-
Perdona la mia sfacciataggine Anita… - riprese lui, invitandola con un gesto
della mano ad accomodarsi ad un tavolino di un bar lì
vicino.
Lei
lo seguì riluttante.
Marius
rise – So che preferiresti essere qui da sola ma…credo che sia rischioso per
tutti noi in questo momento girare soli… -
Anita
annuì – Bhè…non capita tutti i giorni di avere una gemella psicopatica in
circolazione…e chissà cos’ha in mente! –
Willow
e Tara correvano, cercando di raggiungere casa il più in fretta possibile.
Durante
il giorno si erano dileguate per indagare chissà dove e ora correvano alla
ricerca forsennata di Spike e Buffy.
-
Credi che siano a casa? – gridò la bionda.
-
Non lo so! Potrebbero essere rintanati come conigli sotto le coperte o… - la
frase fu interrotta bruscamente perché la strega andò
a
sbattere contro qualcosa di duro e nero.
-
Chi sarebbero i conigli? – domandò una voce maschile dall’alto.
Willow
alzò gli occhi al cielo – Spike! – esclamò contenta.
-
Stavamo cercando voi! – proseguì Tara aiutando Willow a rialzarsi, dopo che
anche Buffy ebbe fatto la sua comparsa.
-
Ebbene? Quale demone dell’inferno vi stava inseguendo? Sembravate avere il
fuoco… -
-
Spike! – lo ammonì Buffy, zittendolo con lo sguardo – Avete scoperto qualcosa?
Che vi è successo di così grave da correre così?
–
domandò alle amiche.
La
rossa annuì – Si…e non sono buone notizie…ma… -
-
Forse è meglio salire in casa… - proseguì Tara - …saremo più al sicuro… -
Spike
guardò Buffy perplesso, poi seguì le due streghe tenendo la sua childe per
mano.
-
Sapevo che la mia vita non era normale… - sospirò Anita, bevendo un cocktail da
un bicchiere di vetro alto, seduta con Marius al
tavolino
di un bar.
Lui
la ascoltava attentamente.
-
…ma non credevo fosse…così! – allargò le braccia e rise – Chi diavolo ha
chiesto tutto questo? Credevo che la mia vita sarebbe
stata
tranquilla dopo aver fatto la scelta di stare con Jean Claude e invece…mi si
presenta una sorella gemella con annesso un
bagaglio
di passato remoto e oscuro! –
Marius
scosse il capo divertito dal suo atteggiamento – In effetti non è da tutti… -
Anita
lo guardò stranita.
-
Quel potere poteva essere tuo…potevi esserci tu al posto di Amelia! –
-
Ma io l’ho rifiutato! – gesticolò la ragazza, poi raccontò al vampiro la
visione avuta giorni prima.
-
E così una voce ti ha invitata a varcare quella porta nel corridoio… - commentò
Marius dubbioso – Ma…il tuo legame con Jean
Claude
è più forte di qualsiasi potere! –
Anita
annuì – Ho avvertito quella forza, mi attirava così tanto…ed era
così…famigliare eppure…quando Jean Claude mi ha chiamata
io
ho scelto lui, senza indugio! –
-
È semplice Anita! –
-
Uh? –
-
È il vostro amore…tu lo ami più di qualsiasi altro legame di discendenza! Il
vostro sangue è uno…così pure il vostro cuore! Niente
può
spezzare tutto questo! –
Anita
sorrise e tornò a dedicarsi al suo cocktail – Parli come se…anche tu provassi
le stesse cose… - disse lei, poi però notò un
cambio
di espressione nell’antico vampiro e sentì di essere stata forse invadente.
Diede un piccolo colpo di tosse, posò il bicchiere
sul
tavolo e sussurrò timida – Forse è meglio che vada da lui… -
Sentiva
il desiderio profondo di farsi stringere dalle braccia del suo master, non
vedeva l’ora di correre da lui.
Si
alzò e guardò Marius negli occhi.- Un’ultima cosa Anita… - disse lui – Non
tagliar fuori Jean Claude dai tuoi pensieri o dai tuoi
dubbi!
Non lasciare che storia come questa vi allontanino! –
Lei
annuì e si incamminò sulla strada di casa.
Jean
Claude era uscito a cercare Anita: c’era un’aria pesante quella notte, carica
di…odore di morte.
Non
riusciva a definire quella sensazione, ma era come se gli immortali di Venezia
stessero cadendo uno ad uno come fiori secchi.
Pareva
di respirare cenere, la loro cenere…e quell’oppressione gli impediva di
percepire Anita.
Poteva
essere in pericolo, in giro per la città da sola…con quella pazza in
circolazione!
Non
avrebbe dovuto permetterglielo, anche a costo di incatenarla al letto!
Corse
lungo le vie buie e poco frequentate, forse lei era andata a caccia.
Arrivò
al Ponte dei Sospiri e lì si fermò: una figura famigliare contemplava lo
scorrere placido dell’acqua, con i gomiti appoggiati alla
pietra,
lo sguardo perso e sognante.
-
Sei qui… - sussurrò.
Anita
si voltò e gli sorrise, mentre il vampiro le andava incontro, allargando le
braccia per avvolgerla.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 25
Capitolo
23
-
Comincia dal principio Will…e calmati per la miseria! – ordinò Buffy all’amica,
accomodandosi sul divano.
-
Si dai! Tanto qui sono spariti tutti, ci siamo solo noi! – aggiunse Spike
accendendo una sigaretta – Dove diavolo saranno finiti? –
Buffy
fece spallucce, poi fissò la rossa in attesa del suo racconto.
-
Bhè…non avendo trovato altro su internet, io e Tara abbiamo deciso di tornare a
Santa Caterina per indagare… -
-
Siete tornate nei sotterranei? – domandò Buffy contrariata. Detestava essere
esclusa da certe missioni!
-
si ma…non è stato semplice…a dire il vero ci siamo rese di nuovo invisibili e
ci siamo intrufolate dentro – la strega fece una breve
pausa
– Lì era tutto in fermento, c’era polizia ovunque… -
-
Per via dell’omicidio! – commentò Spike secco.
-
No! – ribatté Tara – Non solo! –
-
C’era un continuo andirivieni dalla chiesa, così siamo entrate anche noi e… -
Willow si mise una mano sugli occhi inorridita – C’era
un
cadavere… - non riuscì a proseguire, così Tara prese in mano le redini del
discorso.
-
Il cadavere di un uomo era appeso al grande crocifisso sospeso sopra l’altare,
crocifisso e squartato all’altezza dell’addome! C’era
una
pozza enorme di sangue sotto e… -
-
Cosa? – cercò di domandare Buffy.
-
Abbiamo sentito due agenti dire che lo squarcio pareva provocato da mani umane…
-
I
due vampiri si guardarono allibiti negli occhi.
-
Era uno spettacolo raccapricciante – proseguì Willow – Siamo uscite da lì
disgustate, temevamo che l’incantesimo di invisibilità
perdesse
la sua efficacia…ma così non è stato. Lì fuori abbiamo appreso che il morto era
Lucius, il maestro di quell’ordine segreto e
che…la
sterminatrice era scomparsa! –
-
Scomparsa? – esclamò Buffy – Allora è stata lei! –
-
In effetti è una possibilità! – rispose Willow – Ma non è tutto –
-
Continua! – le ordino Spike.
-
Siamo scese di nuovo nei sotterranei e… -
-
L’abbiamo avvertito! – continuò Tara rubando il microfono alla compagna – Il
potere! Una forza inimmaginabile che aleggiava in quel
corridoio,
diventando più intensa mentre procedevamo verso la porta sul fondo! –
-
E siete entrate? – chiese Buffy.
Willow
scosse il capo – Appena abbiamo tentato di aprirla, sfiorando la maniglia,
qualcosa di invisibile ci ha scagliate contro il muro
dalla
parte opposta! –
-
Si! Era una forza inaudita che ci ha colte di sorpresa! Quella camera è protetta
da un potente incantesimo! –
-
Solo chi ha diritto a quel potere, solo le gemelle possono entrare… - sospirò
la rossa.
Buffy
aprì la finestra e si accese una sigaretta – Quindi…i vampiri muoiono e così
pure i preti? – le sfuggì una risatina divertita – Se
è
stata lei a fare entrambe le cose…è una maledetta pazza sanguinaria! –
-
E quindi? – fece Spike inarcando un sopracciglio e intendendosi con la sua
Childe – Cosa stiamo aspettando ad eliminarla? –
-
Ti ho trovata! – esultò Jean Claude abbracciando Anita che si sciolse
arrendevole contro di lui.
Le
alzò il viso con un dito – Non avrei dovuto lasciarti sola in giro…con tua
sorella che cerca di ucciderti… -
Anita
si irrigidì, poi si allontanò da lui – Hai ragione – sussurrò fredda, poi
appoggiandosi di nuovo al ponte – Sono stata una sciocca
e
anche infantile…scusa amore… -
-
Ma petite… - sussurrò lui circondandola con le braccia e accarezzandole una
mano.
Lei
si protese, in attesa di un bacio che non tardò a giungere.
-
Jean Claude… - sospirò lei, prima di arrendersi all’invasione di quella fredda
bocca.
-
Nooooo… - gridò una voce di donna poco distante.
Capitolo
24
L’urlo
di Anita si perse nel vuoto, la gola si seccò improvvisamente, si sentì
soffocare, nonostante non avesse più bisogno di
respirare.
Chi
stava baciando il suo uomo? Chi osava? Sentì la disperazione iniziale svanire
nel nulla, scalciata violentemente da una nuova
sensazione:
rabbia, totale, completa rabbia di donna.
Chiunque
stesse violando la bocca del suo uomo sarebbe morto atrocemente…e questa volta
nessuna pietà, nessuna ricerca di
anime
dannate da uccidere…avrebbe potuto essere la più innocente delle persone, ma
sarebbe morta sotto atroci torture!
Jean
Claude si staccò dalla presunta Anita e osservò quella vera: rimase per un
istante interdetto, poi fissò la donna al suo fianco
che
aveva un ghigno maligno dipinto sul volto.
-
Chi diavolo sei… - sibilò il vampiro, osservandole entrambe.
Erano
due gocce d’acqua, ma come era stato possibile?
L’impostora
rise sonoramente, schernendo prima il master, poi Anita – Siete divertenti! –
esclamò tenendosi lo stomaco per le troppe
risate
– Se poteste specchiarvi…avete delle facce…ma non avete ancora capito? –
Anita
corse vicino ai due, senza mai guardare Jean Claude negli occhi: ancora non se
la sentiva, doveva prima capire come lui aveva
potuto
baciare la sua immagine speculare…come aveva fatto? Doveva essere stato
ingannato di sicuro!
La
falsa Anita smise di ridere e guardò quella vera – Devi stare tranquilla Anita…
- disse a bassa voce – L’ho solo baciato… - scosse
il
capo velocemente e la massa di capelli rossi si tramutò in una folta
capigliatura nera.
-
Amelia… - sussurrò Anita completamente interdetta a quella vista – Come hai
fatto… -
La
gemella si lasciò sfuggire un ghigno – Magia sorellina…semplice ed
elementare…del resto fa parte del bagaglio che tu hai
rifiutato…e
me lo sono preso io… -
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 26
Amelia
raggiunse Jean Claude e gli sfiorò il viso con un dito: lui si scostò e la
spinse via con uno strattone.
-
Non essere così indignato bel vampiro…non è stata colpa tua credimi… - Amelia
si avvicinò alla sorella e le girò attorno lentamente
–
È stato semplice ingannarlo…ti chiederai come ha fatto a non accorgersi del mio
calore? Del mio battito cardiaco? È semplice…con
la
magia puoi ottenere tutto …Anita… -
-
Sei una creatura immonda! – sibilò Anita.
-
Perché tu cosa sei? Creatura dannata! Ma sei sempre mia sorella…non posso
negarlo…ti voglio bene sai? – pronunciò quelle
ultime
parole con un tono sarcastico – E poi… - proseguì – confidenza tra sorelle… -
si avvicinò ulteriormente - …il tuo vampiro bacia
da
dio!! – e detto questo scoppiò nuovamente a ridere.
Anita
sentì la rabbia scoppiare dentro di se e cercò di afferrare Amelia per i
capelli: l’avrebbe disintegrata, solo per quello che aveva
detto,
solo per aver osato poggiare le sue labbra putride su quelle di Jean Claude.
Amelia
si scansò per un pelo, salvandosi dalla stretta mortale della vampira,
portandosi ad una distanza di sicurezza: per un attimo
aveva
temuto di non sfuggire alla gelosia di Anita…l’aveva sottovalutata.
Jean
Claude si avvicinò alla sua childe con aria colpevole ma lei non gli diede
tempo di parlare.
-
Non devi sentirti in colpa, la responsabilità è mia! – affermò lei, senza
togliere gli occhi da Amelia – Sono stata debole, ti ho
allontanato
da me, mi sono chiusa in questo guscio di stupidità, rischiando di perderti!
L’ho lasciata diventare più forte di me…ma
questo
non deve ripetersi! –
-
Devi ucciderla… - sussurrò il Master freddo.
Anita
annuì – E credimi, sarà un piacere farlo… -
Amelia
si mise di nuovo a ridere, facendo saltare i nervi alla sorella – Perché
continui a ridere? C’è qualcosa che mi sfugge Amelia?
–
La
gemella la fissò – No…è che le storie romantiche mi hanno sempre fatto ridere
di gusto…l’amore estremo, il sacrificio, la fiducia
reciproca…amare
fino alla distruzione…oddio mi sbellico fin da bambina per queste cose…io e te
siamo proprio agli opposti! Tu sei
una
romantica assassina che chiede perdono quando bacia le sue vittime
prosciugandole? Potrebbe essere…tu ami il tuo Master
fino
alla distruzione del tuo io? Lo ami a tal punto? –
Quella
domanda gelò l’atmosfera tra i tre.
Amelia
attese una risposta dalla sorella che la guardava dritto negli occhi.
-
Sono disposta a tutto per lui…si, anche a distruggere me stessa se
necessario…tu non hai nessuno che ti porterebbe a questo
punto?
No, non ce l’hai…tu non conosci il cammino che porta all’amore assoluto…io
si…io ho vinto il mio inferno interiore per lui…ho
fatto
quello che tu non capirai mai! Si, noi siamo gli opposti! –
Amelia
sbuffò come un drago sputafuoco, colta nel vivo dalle parole della sorella.
-
Tu non provi sentimenti… - terminò Anita, colpendo più a fondo e facendo
esplodere la rabbia dell’altra.
Amelia
gridò e corse via, infuriata come non mai, lasciando soli i due vampiri su quel
ponte ormai buio.
Calò
il silenzio su quella scena, un silenzio decisamente teso.
L’antico
Master si sentì impietrito di nuovo: non sapeva cosa fare.
Gli
uomini, pensò Anita alzando gli occhi al cielo. Fece due passi, azzerando la
distanza che la separava da lui e lo abbracciò forte,
affondando
il viso nella sua giacca, assaporandone il profumo familiare di sempre.
-
Stupido vampiro… - lo rimproverò scoppiando a piangere – Volevi farmi morire…di
nuovo? –
Jean
Claude la strinse forte – Scusa...mi sono lasciato ingannare come un
principiante...avrei dovuto capire che era magia...solo
magia…
-
Anita
si scostò per guardarlo negli occhi – Non importa…è stata colpa mia…ti ho
lasciato solo senza darti spiegazioni…perdonami
amore…quando
ti ho visto sul ponte con quella lì ho creduto di morire! Stavo tornando a casa
per abbracciarti e chiederti scusa ma…
-
Lui
le chiuse la bocca con un bacio – E io stavo cercando te… - rispose lui prima
di incollarsi di nuovo a lei.
-
Torniamo a casa… - suggerì lei, sfiorandogli il mento con le labbra – Ho voglia
di fare l’amore con te…dobbiamo entrambi farci
perdonare
qualcosa…non credi? –
Jean
Claude annuì, poi spalancò gli occhi paralizzato.
Anita
si allontanò da lui e lo fissò inorridita: una freccia spuntava dal suo torace,
appena poco distante dal cuore.
-
Jean Claude… - sussurrò la vampira con un filo di voce.
Era
stato solo un attimo, un attimo solo…quelle dannata freccia lo aveva colpito…ma
non lo aveva ucciso, il cuore era salvo.
Lui
si accasciò al suolo, senza forze, mentre Anita si accucciava al suo fianco, le
mani tremanti che andavano ad afferrare la
freccia.
-
Fossi in te non lo farei! – gridò una voce in lontananza, dall’alto di un
palazzo.
La
vampira alzò lo sguardo e vide sua sorella, due piani più in alto che la
osservava, l’arco ancora tra le mani.
-
Schifosa puttana! – urlò Anita contro la gemella – Perché lo hai colpito? –
Amelia
sorrise – Se io non posso avere una meraviglia simile…perché la devi avere tu?
– fece spallucce e abbassò l’arma – Un
consiglio
sorellina, non cercare di estrarre la freccia…c’è un potente veleno sulla punta
che sta lentamente entrando nel sistema
sanguigno
del tuo bel Master…se la estrarrai, il veleno agirà ancora più velocemente… -
-
Che cosa vuoi? – gridò Anita infuriata, stringendo la mano di Jean Claude.
Amelia
la guardò dall’alto – Hai tempo quattro ore prima che il veleno faccia del
tutto effetto e uccida il tuo vampiro…intanto noi
possiamo
giocare… -
-
Giocare? – domandò Anita esasperata – Dimmi cosa vuoi dannata! –
Amelia
scosse il capo divertita – No sorellina, qui tra le due la dannata sei tu
ricordalo! Il gioco è molto semplice…devi solo trovarmi…
e
cercare di uccidermi! Se mi uccidi, lui è salvo! Non è divertente? – e con
queste ultime parole si dileguò.
Anita
si voltò di scatto preoccupandosi di Jean Claude che la fissava con assoluta
tranquillità.
-
Amore… - sussurrò lei – amore mio… - non trovava altre parole, ma lui prese la
sua mano e se la porto alle labbra per baciarla.
-
Mi salverai…lo so ma petite… - le rispose.
Anita
annuì – Non ti permetterò di abbandonarmi! Devi resistere… - si rialzò e lo
sollevò – riesci a camminare? – gli chiese mentre
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 27
lo
sorreggeva.
Lui
annuì – Questo veleno deve essere molto lento perché non sento alcun dolore per
il momento…solo una vaga debolezza… -
Anita
sorrise, anche se dentro era preoccupata e allo stesso tempo desiderosa di
vedere le sue mani macchiate dal sangue di
Amelia.
La
troverò, si disse, e la farò pentire di essere venuta in questa città! Venezia
è mia…e con essa questo meraviglioso vampiro…
Capitolo
25
Buffy
stava giocherellando con la mano di Spike, guardando fuori dalla finestra:
perché Anita non tornava? E Jean Claude dov’era?
Era
uscita per cacciare ma non aveva voglia di strani giochi, tutto quello che
stava accadendo la metteva a disagio: voleva solo che
Anita
tornasse a casa…e desiderava con tutto il cuore uccidere sua sorella.
Willow
e Tara studiavano da diversi volumi che avevano recuperato in una libreria
esoterica: non staccavano gli occhi dalle righe,
concentrate
sullo studio di quel misterioso segreto legato alle gemelle.
Spike
fumava silenzioso, stringendo ogni tanto la mano della compagna.
-
Io non resisto! – sbottò Buffy all’improvviso – Devo fare qualcosa! – lasciò
bruscamente la mano del compagno e raggiunse la porta
d’ingresso,
spalancandola.
Di
fronte a lei, Anita la fissava inespressiva, sorreggendo allo stesso tempo Jean
Claude che aveva un’espressione sofferente.
-
Il veleno… - sussurrò Anita.
Solo
in quel momento Buffy vide la freccia…come aveva potuto non notarla?
-
Il veleno sta facendo effetto… - continuò la vampira – Non ho molto tempo… -
terminò.
Buffy
si fece da parte per farla passare ed Anita raggiunse la camera, senza mai
abbandonare il suo compagno: lo aiutò a distendersi
sul
letto e gli accarezzò il volto, sussurrandogli parole d’amore.
-
Tornerò presto… - gli disse – Dammi solo il tempo di ucciderla e tornerò da te…
- la voce si ruppe per l’emozione, una lacrima le
scese
lungo la guancia.
Non
doveva perdere tempo!
Gli
diede un lieve bacio sulle labbra che erano innaturalmente calde. Era come se
avesse la febbre alta, un malato nel suo letto
condannato
alla morte in breve tempo.
-
Non lo permetterò! – esclamò Anita uscendo dalla camera e fissando i presenti.
Buffy
la interrogò con lo sguardo, parandosi di fronte a lei – Chi…cosa? – chiese
senza riuscire a concludere una domanda.
Anita
chiuse gli occhi – Non ho molto tempo, devo andare al convento, lei deve essere
lì di sicuro…mi restano poco più di tre ore,
devo
ucciderla o lui morirà… -
Spike
spalancò la bocca, lasciando cadere la sigaretta che aveva tra le labbra – Cosa
stiamo aspettando? Andiamo!!!! – gridò
alzandosi
in piedi – E non ti azzardare a dire che devi andare sola!! – terminò serio.
Buffy
annuì – Verremo tutti con te, potresti aver bisogno di noi!! –
Anita
annuì – Va bene, ma con lei me la vedrò io! Voglio essere io a spezzarle l’osso
del collo e a fare il bagno nel suo sangue! –
La
bionda annuì un po’ stupita da quelle parole, poi capì che anche lei avrebbe
usato termini ben peggiori se al posto di Jean Claude
ci
fosse stato il suo Spike.
-
Andiamo! – esclamò Buffy, rivolgendosi alle streghe – I libri ora non servono
più a nulla, ci serve il vostro aiuto, la vostra magia!
Amelia
è una pazza assassina, deve finirla…di esistere! -
-
Correte! – gridava Buffy a Willow e Tara che erano rimaste indietro; ormai il
convento era vicino, ma poco a poco le due avevano
perso
terreno rispetto ai vampiri.
Willow,
allo stremo, trovò il coraggio per sprecare fiato per parlare – Hey voi! Noi
dobbiamo respirare! Non siamo mor…hem…come
voi!!
–
Spike
sorrise senza commentare a quelle parole ma Buffy non osò più ribattere perché
sapeva di aver torto.
Anita
era alla testa del gruppo e si fermò per prima non appena la sua vecchia casa
le si presentò davanti agli occhi: c’erano le
recinzioni
delle forze dell’ordine che impedivano l’ingresso alla chiesa e a tutta l’area
circostante.
-
C’è un’atmosfera irreale… - commentò Buffy fermandosi dietro la vampira – Il
silenzio è morto… -
-
Sono tutti morti… - proseguì Spike annusando l’aria – L’odore della morte è
troppo forte e fresco per essere del cadavere di ieri e
di
quello di oggi…è troppo intenso… -
Buffy
fece un passo in direzione dell’ingresso ma Anita la fermò – Vado io per prima –
le ordinò lei – Devo essere io ad entrare… -
Tara
scrutò le mura del convento – Dio ha abbandonato questo luogo…Egli non abita
più questa casa…qui regna solo la morte
violenta
e la crudeltà, un grande potere che non ha diritto di esistere ancora… - Spike
e Buffy si voltarono per fissarla sorpresi – Ciò
che
è qui dentro deve essere distrutto, ciò che vive qui non può ancora essere… -
Tara fissò i suoi occhi in quelli di Anita che nel
frattempo
si era voltata per ascoltarla - …devi eliminare la tua metà in ombra…o moriremo
tutti quanti! –
La
strega ebbe un fremito, come se si fosse appena ripresa da uno stato di trance:
Willow le posò una mano sulla spalla facendola
trasalire
– Tesoro… - mormorò la rossa preoccupata - …quelle parole… -
Tara
scosse il capo per recuperare forse la completa lucidità – Ho avuto un vuoto…la
mia testa è…come se fosse avvolta dalla
nebbia…cosa
ho detto? – domandò alla fine cercando una risposta negli occhi della compagna.
-
Qualcuno ha parlato per te… - affermò Anita – Chiunque sia stato ha solo
ripetuto quello che so già… - si voltò verso la porta – È
ora
che vada a fare il mio dovere… -
Buffy
non si mosse, attese che la sterminatrice facesse il primo passo: sapeva che
l’avrebbe accompagnata fino al limite massimo,
ma
solo Anita poteva andare fino in fondo.
Solo
lei aveva diritto e dovere di uccidere.
Anita
strappò il nastro giallo e nero delle forze dell’ordine e spalancò con la sola
forza di una mano la pesante porta d’ingresso del
convento.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 28
Il
tempo stringeva, non sapeva quanto ci avrebbe messo ad uccidere quella puttana
della sua gemella, doveva farlo in breve tempo
o
sarebbe stata la fine per Jean Claude.
Il
veleno faceva effetto ogni minuto che passava…chissà ora in che stato era il
suo amore…
Capitolo
26
Marius
attirò l’attenzione di Jean Claude con un colpetto di tosse: il Master voltò il
capo pesantemente sul cuscino; quel dannato
veleno
lo stava privando di tutte le sue forze.
Gli
aveva avvelenato il sangue, lo stava uccidendo lentamente.
Aveva
sopportato tutto nella sua esistenza, ora un veleno magico lo riduceva ad una
larva? Non era possibile!
Cos’avrebbe
fatto Anita? Lui non poteva abbandonarla in quel mondo nuovo…non era pronto a
rinunciare all’amore adesso che era
accanto
a lui, dopo aver lottato per averla…
-
Sei sempre più debole… - mormorò Marius sinceramente dispiaciuto – Vedrai che
lei ce la farà… -
Jean
Claude annuì – Si… - rispose – Ho fiducia in lei… -
L’aria
era stantia, l’atmosfera pesante il doppio in quel luogo che per secoli era
stato la casa di Dio e dei suoi giustizieri.
Anita
non entrava in quel posto da mesi, da quando aveva salutato Padre Antonio;
credeva che non ci avrebbe mai più messo piede,
invece
ora la vita del suo amore era legata alla distruzione di quel posto e di colei
che vi si nascondeva.
-
Dio non abita più in questa casa… - mormorò Tara triste – Gli omicidi e quella
forza oscura lo hanno sconsacrato al Signore, Egli
non
entrerà mai più tra queste mura che sono macchiate del sangue… -
-
Non dire degli innocenti! – la intimò Anita secca – Chi è stato ucciso forse se
lo meritava…almeno uno di loro…che ha deciso il mio
destino…l’uomo
che mi ha impedito di essere una persona normale… -
Buffy
tossì per zittire Anita che la guardò dritta negli occhi, poi abbassò mesta lo
sguardo – Scusa… - disse.
Spike
si guardava intorno, fiutando il forte odore di morte del luogo: era raro che
lui si sentisse a disagio, eppure quel posto gli faceva
venire
i brividi!!
-
Lei è qui… - sussurrò Buffy, avvertendo l’odore di Amelia.
Anita
annuì – Tu senti il suo odore… - disse – Io avverto la sua presenza fastidiosa
come un herpes… -
La
bionda sorrise ma non commentò la battuta, anzi, proseguì al fianco dell’altra.
Willow
e Tara chiudevano la comitiva.
Ripercorsero
il tragitto che Willow, Tara e Buffy avevano fatto quel giorno in cui,
invisibili ad occhi mortali, si erano intrufolate nei
sotterranei.
Anita
si fermò al limitare delle scale e gli altri dietro di lei fecero altrettanto –
Fermi! – ordinò loro – Da qui in poi, proseguo io! –
-
Perché? – domandò Willow perplessa.
Buffy
mise una mano sulla spalla di Anita ma si rivolse alla strega – Perché per ora
il nostro compito si ferma qui…è una questione
di
famiglia…solo Anita può andare ad uccidere la sua gemella, solo lei ne ha il
potere ed il diritto…dalla nascita! –
Willow
rimase a bocca aperta per le parole di Buffy.
-
Buffy ha ragione – rispose Spike – Noi saremo qui se avrai bisogno di
aiuto…urla e noi saremo da te in un maledetto secondo! -
Anita
annuì – Grazie… - li lasciò sugli ultimi gradini e si trovò nel corridoio,
proprio di fronte alla porta oltre la quale sua sorella
sicuramente
l’attendeva.
La
fissò immobile, poi sorrise con una malignità che nessuno ancora aveva visto in
lei – Ed ora…sorellina…a noi due… -
Pochi
passi la separavano dalla porta che già aveva visto in un passato molto
recente, ma le sembravano chilometri mentre li
percorreva.
Il
desiderio di uccidere era molto forte, ma ancora di più quello di salvare la
vita di Jean Claude…fortunatamente le due cose
andavano
a braccetto!
Sfiorò
la maniglia e la sentì bruciare al suo tocco: non aveva importanza, si sarebbe
ustionata, le ferite sarebbero guarite.
La
abbassò con decisione e all’improvviso la porta venne spalancata da una forza
sconosciuta…o da qualcuno dall’interno.
Colta
alla sprovvista da quel movimento, Anita cadde in avanti e per poco non andò a
sbattere col muso contro un tavolo di legno
massiccio.
La
porta si chiuse alle sue spalle, ridondando all’interno di una stanza non molto
grande, pareti di nuda pietra e solo un tavolo di
fronte
a lei.
La
risata fastidiosa e malvagia di Amelia prese il posto del suono metallico della
porta, echeggiando sinistra all’interno: erano loro
due…sole…no…
-
Ciao Anita…ma quanto tempo ci hai messo a venir qui? – domandò Amelia
trattenendo a stento le risate – Ah scusa…avevo
scordato
che hai dovuto portare il fardello a casa per distenderlo nel lettino… - a quel
punto non riuscì a trattenersi e scoppiò in una
fragorosa
risata.
-
Puttana! – gridò Anita rialzandosi e avventandosi sulla gemella – Non sei degna
nemmeno di posare i tuoi occhi su di lui! -
-
A si? – fece Amelia, scostandosi appena in tempo e mandando Anita contro un
leggio che fino a poco prima era nascosto dal corpo
della
gemella.
Anita
si fermò appena in tempo, appoggiando pesantemente le mani ai lati del leggio,
restando bloccata di fronte ad un vecchio e
pesante
volume rilegato in…pelle?
-
Che cosa… - furono le uniche due parole ad uscire dalla sua bocca.
-
È bello vero? – domandò Amelia appoggiando la sua mano sopra quella di Anita,
accarezzandola sensualmente – Lo senti il potere
al
suo interno? -
Anita,
come ipnotizzata non poté che annuire. Deglutì, sentendo il sangue salirle in
bocca.
Perché
avvertiva tutto quello…desiderandolo talmente tanto…da poter abbandonare tutto?
-
Ti piace vero sorellina? -
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 29
Amelia
l’abbracciò, il viso vicino a quello della gemella: ora erano la stessa persona
allo specchio.
-
È tutto nostro Anita…solo se tu lo vuoi… -
Anita
la fissò con occhi sgranati: non capiva più dove si trovava, era concentrata
solamente sulla lunghezza d’onda di quella forza
misteriosa
e la voce della sorella.
-
Che cos’è? – riuscì a chiedere con un filo di voce: voleva toccare quel libro,
desiderava più di ogni altra cosa aprirlo ma ancora non
capiva
cosa la faceva esitare.
C’era
un vago sentore di sangue che saliva da quelle pagine, come se l’inchiostro stesso
fosse sangue umano.
Amelia
incrociò la mano con quella di Anita e la mise sopra il libro – È ciò che
siamo, da dove veniamo, chi siamo, cosa siamo
destinate
a fare… -
-
Cosa…cosa vuol dire? -
Amelia
sorrise – Noi siamo il flagello, insieme siamo la peste del mondo oscuro…devi
solo accettarlo dentro di te come io ho già
fatto…
-
Calò
il silenzio, Amelia smise il suo monologo, fissando intensamente Anita.
-
Il flagello? – domandò quest’ultima – Cosa vuoi fare? Eliminare tutti i vampiri
del mondo con questo libro? – rise – Hai dimenticato
il
piccolo particolare su di me sorellina? Io sono un vampiro! -
Amelia
scosse il capo tranquilla – Non ha importanza, lui ti perdonerà, credimi! –
-
Lui? E chi sarebbe Lui? -
Amelia
alzò gli occhi verso il soffitto – Non lo capisci? Noi discendiamo dalla prima
stirpe che ha camminato sulla terra, noi siamo le
ultime
della linea di sangue di Caino, coloro che possono redimere le anime dei nostri
antenati ed ottenere il perdono da Lui! Egli mi
ha
detto che salverà anche te! –
Anita
sgranò gli occhi – Ma Lui…Amelia tu sei pazza! Dio non può parlare a te! –
-
Si! – sbottò lei infuriata – Lui ha parlato ad entrambe, ma solo io ho
ascoltato il suo richiamo! -
La
vampira tornò con la mente alla visione del corridoio, al richiamo di quella
voce sconosciuta che le prometteva conoscenza; era
dunque
da quel libro che proveniva? Era quello il cimelio così terrificante che aveva
reso pazza la sorella? Si, pazza ma potente…
quello
era il peggio.
Amelia
scoppiò a ridere – Sei così ridicola sorella! Fissi quel libro come se fosse
una coppa di sangue! –
-
Lo è… - sussurrò lei – È come se lo fosse realmente… -
-
Cosa? – Amelia osservò il libro senza vedere nulla e la cosa non le piaceva per
niente.
-
Quel potere…sta cercando di tentarmi apparendo come una lauta offerta di sangue
immortale… - rispose Anita. Sfiorò il leggio
–
Cerca di insinuarsi in me…ma potrà avermi solo se lo accetterò spontaneamente…
-
Amelia
sospirò apparendo per un istante esausta, consumata – E allora fallo…ti prego!
-
La
vampira la fissò di sbieco – Perché? Non è che forse hai bisogno di corrompermi
per ottenere il pieno potere? Ti ha detto questo…
il
tuo Dio? –
La
sorella sgranò gli occhi senza aprir bocca.
-
Odio… - sibilò Anita avanzando di un passo – I preti ti han portata qui,
convinti di poterti usare per i loro scopi al mio posto, ignorando
che
il potere che custodivano si sarebbe rivoltato contro di loro…tu non hai saputo
resistere al richiamo, ti sei lasciata corrompere da
questa
cosa che dici ci appartiene…hai ucciso mortali e vampiri a tuo piacimento e ti
stai accanendo contro il mio uomo… - scosse il
capo
- …questo non dovevo farlo…sorellina! – un altro passo – Io sono più forte di
te, non mi sono lasciata corrompere, non ho mai
sentito
il bisogno di accrescere la mia forza, l’avidità non mi ha mai sfiorata…solo
l’amore ha guidato i miei passi… -
Anita
afferrò con la rapidità che era dei vampiri il pesante volume, sollevandolo dal
suo leggio. Il potere la pervase: per un istante
avvertì
il desiderio di lasciarlo entrare nel suo cuore, ma fu breve.
Fece
forza con due mani per strapparlo a metà e sentì la rilegatura venir meno.
Amelia
gridò in preda al panico e si avventò sulla sorella: afferrò metà libro e tirò
dalla sua parte – Lascialo, tu non puoi! – gridò – Lui
è
mio! Il potere…stupida cagna non morta lascialo!! –
Le
loro forze si eguagliavano e tirando da entrambe le parti il libro si stava
pian piano spezzando.
Non
appena le pagine iniziarono a strapparsi, una luce rosse investì le due ragazze
mandandole ai lati opposti della stanza.
Willow
e Tara ebbero una vertigine nello stesso istante.
-
Ragazze? – domandò Buffy allarmata – Che vi succede? –
Willow
si toccò la fronte madida di sudore freddo e guardò Tara – È finita… - disse
poi – Il potere è svanito, investendoci come
un’onda
d’urto! –
Corsero
verso la porta in fondo al corridoio, spalancandola senza alcuna resistenza.
La
prima a metter piede dentro fu Buffy che si fiondò verso Anita non appena la
vide a terra svenuta.
Le
sfiorò una guancia con un dito, sussurrando il suo nome.
-
Jean Claude… - pronunciò con un filo di voce Anita.
Buffy
sorrise, sollevata nel constatare che l’amica stava bene, poi si accorse di
quello che stringeva tra le mani: la metà perfetta di
un
grosso libro.
Willow
si accovacciò accanto alla vampira e lo tolse dalle mani di Anita.
-
Sta attenta! – la intimò Buffy, ma la strega sorrise scuotendo il capo.
-
Sta svanendo lentamente anche da questo libro…guarda le pagine… - rispose.
Buffy
osservò attentamente: strane parole incomprensibili, che erano state scritte
col sangue, stavano lentamente svanendo dalla
carta,
sbiadendosi per magia e abbandonando quel libro maledetto, portando via con se
il potere che possedevano.
-
Ma come… - balbettò lei incredula.
Willow
sparse alcuni fogli sul pavimento di pietra, mostrando il prodigio a tutti – Il
potere si è spezzato nel momento in cui le due
gemelle
lo hanno rotto! Sono state entrambe, tirando a romperlo, solo così potevano
liberarsi…era così semplice… -
-
Quando Anita lo ha rifiutato… - proseguì Tara.
-
Ha rifiutato di sterminare la nostra razza… - continuò Spike serio, mettendo
una mano sulla spalla di Buffy che annuì chiudendo gli
occhi
tranquilla per lo scampato pericolo.
-
Un potere terribile che ha atteso i suoi strumenti per millenni è andato in
fumo in un istante… - terminò Willow – Fortunatamente!
–
-
Ci avrebbe sterminati tutti… - sussurrò Buffy per un momento ancora
terrorizzata.
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 30
Anita
aprì gli occhi e guardò uno ad uno i presenti – Ciao… - sorrise – È tutto
finito? –
Buffy
ricambiò il sorriso e l’abbracciò – Più o meno… - rispose, indicando poi Amelia
che giaceva ancora svenuta all’angolo opposto
della
stanza.
Anita
si fece seria – Andate a casa! – ordinò loro alzandosi in piedi.
-
E tu? – chiese Tara – Non vuoi tornare da Jean Claude? –
La
vampira annuì mentre i suoi occhi brillavano di una luce sinistra – Prima ho
ancora una cosa da sistemare… -
Buffy
si rialzò dopo di lei, cercando la mano di Spike – Sarà meglio andare… - intimò
gli altri.
Spike
si lasciò sfuggire un ghigno malvagio, avendo già capito le intenzioni di
Anita.
E
proprio mentre abbandonavano quella stanza maledetta, Amelia riapriva gli
occhi, incontrando quelli di una spietata vampira, sua
sorella.
Marius
li attendeva sulla strada del ritorno: il suo volto rilassato li rassicurava
sulla salute di Jean Claude.
Chiese
loro dove fosse Anita e sorrise quando ricevette la spiegazione da uno Spike
alquanto divertito.
-
Jean Claude sta riposando, ma l’attende con impazienza. Il veleno lo ha
debilitato molto ed il sortilegio legato ad esso sta svanendo
lentamente!
– spiegò loro mentre salivano le scale di casa.
-
Quando rivedrà Anita sono certa che starà meglio! – sussurrò timidamente Tara,
attirando l’attenzione dell’antico immortale che la
guardò
col sorriso sulle labbra.
-
Figlia della luna… - le disse accarezzandole il viso e facendo ingelosire
Willow che si affrettò a prendere la mano della compagna
per
attirarla più vicino.
Spike
tossì per reprimere una risata.
-
Siamo tutti un po’ stanchi! – esordì Buffy pizzicando un fianco del compagno
attraverso lo spolverino – Sarà meglio andare tutti
quanti
a farci una bella dormita! –
-
Dormita? – domandò Spike, inclinando il capo e interrogandola.
Buffy
alzò gli occhi al cielo e rise, trascinandolo verso l’appartamento.
-
Jean Claude… - una dolce voce lo stava chiamando, l’unica voce che voleva
sentire e che l’avrebbe destato dal torpore.
Aprì
gli occhi mettendo a fuoco la vista e la vide, splendida e coperta di sangue da
capo a piedi.
Capitolo
27
-
Ma petite…che ti è successo? – domandò Jean Claude, anche se sapeva con
certezza che il sangue non era quello di lei.
Anita
salì sul letto, allungandosi come un felino fino a raggiungere il viso del suo
sire; emise un ringhio prima di baciarlo.
-
Mi hai salvato… - le disse lui assaporando le sue labbra rosse di sangue.
Lei
si strinse di più al corpo del vampiro, finalmente tranquilla – Ho avuto paura
Jean Claude…paura di fallire e di ucciderti… -
-
Ma non lo hai fatto… - rispose pronto lui, spogliandola degli indumenti sporchi
di sangue.
Anita
rise quando lui li osservò incuriosito – Assomiglio a Carrie…vero? – gli disse
salendo a cavalcioni su di lui, bloccandogli le spalle
contro
lo schienale del letto.
Finalmente
si sentiva serena dopo tanto tempo.
-
Questo sangue… - mormorò Jean Claude, accostando la maglia di Anita al viso per
annusarla – ha un odore… -
Lei
inarcò maliziosamente un sopracciglio – Ti sembra di conoscerlo? – si passò la
lingua sulle labbra.
Jean
Claude annuì.
Anita
rise di nuovo, una risata cristallina che arrivava dritta alla mente.
Lui
la guardò sospettoso.
-
Sai… - sussurrò Anita, sfiorandogli il viso con la punta delle dita,
graffiandogli poi il labbro inferiore e leccando lentamente la piccola
goccia
di sangue che ne uscì – Mmm… - mugugnò lei – Quando ha riaperto gli occhi mi ha
fissata con terrore ed io ho sorriso,
pregustando
la vendetta… - nei suoi occhi Jean Claude vide un lampo di luce dorata, poi
Anita intrecciò una mano nella sua.
-
Amelia… - sussurrò il suo sire – Cosa le hai fatto? – domandò sempre più
curioso.
-
Amore…non vorrei scandalizzare il tuo animo nobile…credo solo che la polizia
avrà un gran bel daffare nel ricomporre i suoi
pezzi…
- fece schioccare la lingua, poi la spinse con forza nella bocca di Jean
Claude, battagliando con la sua in un intenso bacio
appassionato.
Lui
la prese per le spalle e ribaltò i ruoli – Ti stai riprendendo… - notò Anita
compiaciuta – Sai amore…dovevi sentirla implorare…non
ha
fatto altro che aumentare il mio piacere mentre giocavo con lei… - le mani di
Jean Claude vagarono per il suo corpo facendola
ansimare
- …e stringere tra le sue mani quel piccolo cuore pulsante…il centro del
potere…il fulcro della sua inutile vita…ho bevuto il
suo
sangue dal cuore…ed è stato così…intimo…il rapporto più stretto che abbia mia
avuto con mia sorella… -
-
Non ti credevo capace di una simile efferatezza piccolo demonio! – finse
stupore lui mentre entrava in lei.
Anita
si avvinghiò a lui – Lei ha commesso un solo grave errore – mormorò gemendo –
Ti ha toccato…e tu sei mio, solo io ho diritti
su
di te…mio sire… -
Jean
Claude la baciò mentre il ritmo tra loro due aumentava.
-
Perfida…gelosa…ma petite… - le sussurrò lui.
-
Si… - mugolò lei, perdendosi nel piacere più intenso mentre lui affondava il
viso nell’incavo del suo collo.
Spike
giocò con una ciocca dei capelli di Buffy che giaceva morbidamente distesa sul
letto a pancia in giù.
-
Sei dannatamente splendida raggio di sole… - sussurrò lui perdendosi nel
profumo della sua pelle.
-
E tu non smetterai mai di dirmelo amore… - rispose Buffy.
Le
baciò una spalla e si distese sopra di lei – Quella dannata avrebbe potuto
sterminarci…e non avrei più potuto sentire la tua pelle
amore…
-
-
Ma non lo ha fatto… - rispose Buffy.
Spike
le cinse la vita e sprofondò il viso nei suoi capelli – Non avrei più potuto
fare questo… -
Lei
aprì gli occhi e lo costrinse a spostarsi per farla girare – Ma potrai farlo in
eterno… - rispose lei decisa, accarezzando il suo viso
WBS
- www.lovesbitch.altervista.org 31
e
baciando quelle labbra cos indecentemente sensuali.
-
L’alba è vicina amore… - proseguì rannicchiandosi nel suo abbraccio – Stingimi
forte e dimentichiamo quell’anima infelice…la linea
di
sangue termina con Amelia…ora siamo salvi… -
Willow
dormiva profondamente ormai, ma era sola nel letto.
Tara
raggiunse il terrazzo per godere dell’alba sulla laguna.
Si
accorse di non essere sola.
Marius
era appoggiato con i gomito all’opposta estremità del terrazzo e la fissava con
una strana espressione: sembrava la stesse
contemplando,
come se fosse una creatura al di là della natura umana.
La
strega lo raggiunse, un po’ intimidita – Non dovresti essere al sicuro dentro
ormai? – domandò.
Lui
sorrise – Tra poco, per me c’è ancora tempo – rispose – Sono abbastanza antico
da potermi permettere qualche istante in più –
Tara
ricambiò il sorriso e volse lo sguardo al cielo che si rischiarava, poi sentì
la mano gelida del vampiro posarsi sul suo viso.
Non
si ritrasse a quel contatto.
Marius
l’attirò a se e posò le labbra su quelle della ragazza; Tara non indietreggiò,
anzi, le sue mani salirono lungo le forti braccia del
vampiro
e rispose al bacio.
Da
quanto non baciava un uomo?
Quando
si staccarono, lei, gli occhi ancora chiusi, si portò le dita alle labbra, per
nulla turbata.
C’era
una strana tranquillità nei suoi gesti.
Marius
la strinse tra le sue braccia – Sei una creatura affascinante e pura… - le
sussurrò – se non fossi già legata a qualcuno ti offrirei
la
vita eterna… -
Tara
aprì bocca ma nessuna parola ne uscì perché lui le mise un dito sopra per
imporle il silenzio.
-
Non servono parole, piccola e dolce Tara…io sono immortale, potrei anche
saperti attendere… -
Gli
occhi di lei non si staccarono dai suoi nemmeno un istante – Tu appartieni alla
luna – continuò lui in tono dolce – Saresti una
splendida
immortale…e se un giorno dovessi decidere di accettare il mio dono…saprai dove
trovarmi… -
Tara,
incapace di rispondere e sentendo avvicinarsi le lacrime, fece una cosa che mai
si sarebbe sognata: lo attirò di nuovo a se per
un
lungo e intenso bacio.
L’alba
incombeva su Venezia, gli amanti giacevano addormentati, ormai tranquilli per
lo scampato pericolo e la piccola scintilla di
un
nuovo sentimento e una promessa di eternità forse erano appena nati nel cuore
dolce e puro di una strega dai lunghi e candidi
capelli
biondi.
Fine