VI PRESENTO CARMILLA
Di Rogiari
E’ il seguito della fanfiction “…E ritorno da te”.
Dedicato a : Buffy e Spike, ma anche agli altri Scoobies
Sommario: Inizio (presunto) della settima stagione. Spike è
tornato a Sunnydale, in parte umano, Buffy cede alla sua passione per lui, ed i
due cominciano una difficile relazione, dai contenuti incerti. Gli altri
Scoobies, intanto, fanno delle nuove conoscenze…
Spoilers: per gli italiani, da “The Body” fino alla fine
della sesta stagione. Spoilers per il gran finale della sesta stagione, e per
l’inizio della settima.
Disclaimer: non è mio. In nulla. Tutto di Joss, e della
Mutant Enemy. E del Berlusca, se l’ha comprato…
Feedback: per favore, sì!!! Mi piace avere risposte oneste.
Distribuzione: ovunque, basta chiedere.
Rating: Vietato ai minori di diciotto anni, per stare
sicuri…
“Carmilla” è un personaggio tratto dall’omonimo romanzo di
Le Fanu, di cui consiglio la lettura a tutti coloro che amano le storie di
vampiri.
I parte.
“Possiamo
amare anche noi…anche se non in modo saggio”
(Drusilla,
in “Crush”).
Casa
Summers. Ore 8 del mattino. Ottobre.
Buffy
osserva il suo amante che si prepara per uscire. Guarda con quanta meticolosità
lui raccoglie i suoi jeans da terra, dove li ha abbandonati la sera prima, ed
infila la camicia nei pantaloni. Poi, si pettina con attenzione, lottando con
quei capelli troppo naturalmente ondulati per stare a posto. Comincia a
rimpiangere la pettinatura di un tempo, e comincia a pensare di adottarla di
nuovo.
“
Che ne dici, cacciatrice…torno al biondo platino? “
Lei
ride, stringendosi le lenzuola fin sul petto. “Quello che veramente rimpiango è
lo spolverino di pelle nera. Dov’è finito?”
“L’ho
dovuto cedere in cambio di un biglietto di ritorno per gli Stati Uniti. Ne è
valsa la pena, non credi? “
Lei
non sa cosa pensare. Spike è tornato da un mese, nella sua vita e nel suo
letto, ma ancora non le ha detto quasi nulla del suo viaggio in Africa. Lei
continua ad ignorare molte cose…e lui non è diventato particolarmente
comunicativo. Buffy comincia a pensare di volerne sapere di più sul suo conto.
“
Spike…cosa voleva da te quel demone? E cosa ti ha dato in cambio…veramente? –
Lui
si china per fissarla negli occhi. Lei, come al solito, annega in quello
sguardo azzurro.
“E’
così importante, dolcezza?”
“Sì,
lo è” dice lei, seriamente. “Non mi parli più come un tempo. Sei…misterioso”
“
E tu sei troppo curiosa” sorride lui. “Torna a letto, Buffy. Alle dieci hai
quel colloquio.”
“Non
sono sicura di andarci” si lamenta lei. Spike le ha procurato un colloquio
presso una società di assicurazioni. E’ solo un lavoro di segreteria, ma
comunque sarebbe mille volte meglio del Doublemeat Palace. Ha paura di fallire,
e di deluderlo.
“Ti
conviene sbrigarti” le dice lui, non particolarmente impressionato dalle sue
incertezze. Poi, si china, la bacia. Lei chiude gli occhi, assapora il contatto
delle sue labbra morbide sulle proprie…
Quando
riapre gli occhi, lui è già sparito.
Ore
8.30
“Dove
andava Spike, così di corsa?”
Buffy
solleva il capo alla domanda della sorella, e poi tuffa un biscotto nel
caffelatte. “Non lo so. Di questi tempi non mi dice mai niente. Sapevo di più
di lui quando eravamo mortali nemici”
“Non
te la prendere, Buffy” suggerisce Willow, che è venuta a far colazione con le
due sorelle. “Te la sta facendo ancora un po’ pagare. E’ la sua rivincita”
“Non
lo credevo così vendicativo”
“Con
me è sempre lo stesso” osserva Dawn, che sta versando i cereali nella sua
tazza. “Gentile, cortese, disponibile. Mi ha persino insegnato a giocare a
poker”
“Non
toccherai il gatto, vero?” chiede Buffy, allarmata, che suo malgrado si è
affezionata al micino divoratore di croccantini.
“Il
gatto…che c’entra?” si stupisce Dawn. Sollevata, Buffy si concentra nuovamente
sulla sua colazione.
“Vorrei
sapere cosa gli frulla per la testa. E’ così grave che voglia sapere tutto di
lui, in fondo? Non ho il diritto di conoscere i suoi segreti?”
“Se
ti sentissi…” sorride Willow, che da quando ha ripreso ad andare all’Università
si sente decisamente meglio. “Possessiva, gelosa…non sembri certo la Buffy di
un tempo. Dì la verità, sei innamorata pazza di lui”.
“No”
dice Buffy. “No, no, no, no. Ma lui è mio, e non ha il diritto di tenermi
nascosto niente”
“Già,
già, raccontati pure questa favoletta” sbuffa Dawn “A te di Spike non importa
niente, è solo una storia di sesso, tu hai amato solo Angel…intanto, sono due
anni che lui è dentro la tua vita, dentro per davvero, e che nessuno dei due
riesce a scrollarsi l’altro di dosso. Tanto vale ammettere la realtà. Siete
fatti l’uno per l’altro. Amen”
“No!”
esclama Buffy, spaventata a morte. “Se così fosse, mi porterebbe alla follia”
“Non
prima che tu abbia fatto altrettanto con lui” commenta Dawn. “Mio Dio, i
grandi, che frane…”
Willow
sorride all’amica.
“Almeno,
Buffy, non sei più sola”
Già,
ma fino a quando? Buffy se lo chiede, addentando una mela con rabbia.
Un
colloquio di lavoro. Ore 10.
“Signorina
Summers…quali sarebbero le sue qualità principali?”
(Cacciare
demoni e vampiri. Sventare Apocalissi. Al plurale)
“Credo
di avere una certa sensibilità con le persone, signor Torey”
“Uhm…e
cosa mi dice della sua vita personale? Mi pare di aver letto che è orfana…”
“Sì,
purtroppo. Ho perso mia madre un anno e mezzo fa”
“E’
fidanzata, Miss Summers?”
(No.
Ho un compagno di letto che non mi dice più che mi ama da mesi, ormai, e che è
un vampiro. E nemmeno di quelli normali.)
“No,
non sono fidanzata, signor Torey. Ma ho molti amici”
“Molto
bene. Crede che questo lavoro possa interferire con i suoi studi universitari?”
“No,
signor Torey. Sono abituata a lavorare molto”
“D’accordo.
Sarà nostra cura farle sapere qualcosa”
Buffy
si alza. Si è vestita con cura, tailleur blu e camicia bianca, semplice e di
classe. Ha tirato su i capelli, e si è messa un filo di perle che erano di sua
madre. Ha la sensazione che il colloquio sia andato bene.
Si
sentirebbe euforica. Se non fosse che il comportamento reticente di Spike la
preoccupa e la inquieta.
Così,
casca dalle nuvole quando esce dall’ufficio del signor Torey e, sull’altro lato
della strada, vede Spike, con un mazzo di rose in mano. Lui le sorride,
inondato di sole.
“Ciao,
Buffy” le dice, quasi timidamente, e le porge le rose. Lei le aspira,
nascondendo la sua felicità al vederlo. Le è dispiaciuto il modo in cui si sono
lasciati quella mattina. Le cose non dette…
“Come
è andato il colloquio?”
“Mi
sembra bene. E dovrebbero pagare di più del Palace”
“Bene.
Festeggiamo, allora”
Lei
lo guarda, stupita. La sua giornata è ancora piena di impegni.
“Ho
già telefonato io al fast – food…ti informo che ti sei presa un giorno di
vacanza. Anche dall’Università”.
“Ma…”
“Vieni”
La
porta in un ristorantino fuori città, stupidamente denominato “Via col vento”.
Dentro, finte Rosselle O’ Hara servono cucina tex – mex in piatti di ceramica
decorata.
Lei
si chiede con che soldi lui stia pagando tutto questo. Ripensa allo stupido,
umiliante incidente delle uova. E poi, sente di doversi fidare. Mette tutto da
parte, e si gode la novità.
Mangiano
presto, e nella sala sono quasi soli. Spike le tiene la mano, e ad un tratto
tira fuori dalla tasca della giacca una scatoletta di velluto blu.
Lei
trattiene il fiato.
E’
un piccolo brillante, montato su oro bianco. Sorridendo, lui fa scivolare la
gemma sull’anulare della sua mano sinistra.
“Lo
porterai, Buffy?”
Lei
è troppo emozionata per parlare. E’ da quando ha lasciato nella sua scatola
portagioie l’anello Claddagh che le aveva donato Angel che non porta più
gioielli all’anulare della mano sinistra, la mano del cuore.
“Certo”
gli dice lei.
Senza
troppe parole, si ritirano insieme in una delle stanzette al piano di sopra. Fa
caldo, per essere ottobre, e lei comincia a spogliarsi. Spike la blocca, con un
sorriso diabolico, e la spoglia con le sue stesse mani. Lei è affascinata dalla
vista delle sue lunghe, eleganti dita. Il tailleur severo con cui ha affrontato
il colloquio di lavoro finisce sul pavimento, e così la sua biancheria di
pizzo. Quando è completamente nuda, sdraiata sulle lenzuola candide del letto
d’ottone, lui la raggiunge, e per l’ennesima volta Buffy capisce che il patto
che li unisce non è stato sancito in paradiso, bensì all’inferno. Brucia,
brucia…
Non
per questo è meno difficile da dissolvere. Malgrado loro.
Ore
15.30.
Nel
primo pomeriggio, con le persiane abbassate, giacciono entrambi con gli occhi
aperti, troppo esausti per muoversi. Si sono amati con rinnovata passione, e
lei porta al dito il suo brillante. Per quanto possa sembrare assurdo in quel
momento, Buffy comincia a pensare che, un giorno, potrebbero in qualche modo
ufficializzare la loro unione. Quello che li accomuna è troppo forte per
tenerli lontani a lungo.
“Dobbiamo
tornare a Sunnydale, Spike” gli dice lei. “Dawn aspetta che passi a prenderla a
danza”
“D’accordo.
Alzati prima tu”
“No,
prima tu”
Litigano
dolcemente. Infine si alzano insieme, e si buttano insieme dentro la doccia.
Senza pudore, fanno l’amore anche lì, la loro voglia non ancora spenta.
Quando
hanno finito, lei torna a fatica nel suo tailleur blu, ora tutto spiegazzato.
Spike la riaccompagna a casa con la De Soto.
“Ci
vediamo, dolcezza. Riguardati”
“Non
vieni…stasera?” gli chiede lei, già inquieta.
“No,
mi spiace. Ho delle cose da fare”
“
E sarebbero?” chiede lei, con le mani sui fianchi.
“Deve
arrivare una mia amica.” Sorride lui “Non conosce la California…l’ospitalità,
sai..”
“Un’amica
che teme il sole, per caso?” chiede lei, per niente placata.
“Sei
per caso gelosa?”
“Sai
che quel tipo di <nuovi arrivi> in città non può non essere di mio
interesse”
“Sta’
calma, cacciatrice. Ho detto un’amica…non una minaccia munita di zanne”
“Potrebbe
essere comunque un pericolo…per me”
“Mi
piace quando sei così possessiva” ride lui, accarezzandole una guancia. Buffy
si irrigidisce. Non riesce nemmeno più a far finta di non essere gelosa. Del
resto, dopo il pomeriggio che hanno trascorso insieme, non riesce a rassegnarsi
di vederlo andar via.
Forse
è arrivato il momento di chiedergli di venire a vivere con lei e Dawn.
Lui
non le lascia il tempo. E’ già andato via.
II parte.
“Se
volessi una dark lady, non cercherei te. Dio solo sa quante ne ho già avute…”
(Angel,
III stagione di BTVS)
Ore
17. Sobborghi di Sunnydale.
La
limousine nera si avvicina al complesso industriale in disuso. Spike si toglie
gli occhiali da sole. La luce di quel pomeriggio è troppo forte per i suoi
occhi ancora in parte vampireschi…ma non resiste alla tentazione di guardarla
in viso, dopo tutto quel tempo.
Lei
non scende dalla limousine. Lo fissa dal vetro aperto, mentre il suo chauffeur
si affretta ad aprirle la portiera.
“Sei
sempre bellissima” le dice lui, spassionatamente. “Il viaggio è andato bene?”
“Abbastanza.”
“Com’era
Praga?”
“Più
simile a Disneyland di quanto tu non creda”
Spike
sorride.
“Belle
donne, in giro?”
“Meno
di quante tu non creda” risponde lei.
La
macchina è parcheggiata all’ombra di una tettoia. Lei scende, le lunghe gambe
inguainate in collant di marca, alti sandali italiani. Non fa in tempo a
scendere sul marciapiede, che l’autista ha già messo in moto, ed è fuggito via,
rombando.
“Ma
fa sempre così?” osserva Spike, divertito.
“Non
è cambiato in nulla” ride lei, togliendosi a sua volta gli occhiali da sole.
“Negli ultimi quattrocento anni”.
Ore
19.30. Biblioteca dell’Università di Sunnydale.
Willow
è rimasta quasi sola nella saletta della biblioteca di psicologia. E’ ora di
cena, ed un sontuoso tramonto di una calda giornata di sole splende di rosso e
d’oro fuori dalle finestre piombate.
Willow
adora studiare. L’amore per la magia, ad un tratto, era diventato più forte,
era divenuto più potente di ogni altro istinto, di ogni altro desiderio. Ma ora
è passata. Willow non può che pensare con disagio alla magia. Dopo la morte di
Tara, e la sua “caduta”, lei non pratica più le arti magiche. Né quelle
bianche, né quelle nere o nerissime.
Ha
ripreso a studiare sul serio.
E’
il crepuscolo, ma il sole ancora splende nel locale. Willow, dopo, ricorderà
bene questo dettaglio. Anche perché solleva lo sguardo verso la pendola di
mogano, e vede che sono le 19 e 32.
Ancora
giorno.
“Lei”
non può essere una vampira, quindi.
Willow
lotta contro l’istinto, e reprime il desiderio di cercare sul fondo della sua
borsa il paletto di legno che porta sempre con sé per autodifesa. Tutto in lei,
cuore, sangue, esperienza di anni di cacce, le grida di trovarsi di fronte ad
una “non – morta”. Nosferatu.
Se
non fosse che c’è ancora il sole.
Mio
Dio, è persino più bella di Darla e Drusilla.
Alta
e sinuosa come una modella, magra al limite dell’anoressia, capelli biondo oro
folti e lunghi fino alla schiena, occhi verdi come il mare, viso perfetto.
Abbigliamento da ragazza moderna di buona famiglia, jeans e maglietta Kelvin
Clain. Da copertina.
Denti
bianchi, lucenti e perfetti, che si aprono in un sorriso…appena un attimo
inquietante.
Willow
indietreggia, e le cade un libro.
“Divertente!”
esclama la ragazza. Parla con un lieve accento straniero…Europa centrale,
sembrerebbe, alle orecchie inesperte di Willow. “Ti interessi di esoterismo?
Adoro quel libro”
“Lo
conosci?” si stupisce Willow, cercando di soffocare l’istinto di fuga. “Non è
molto noto. Quest’edizione è molto antica. E’ un regalo di un mio amico
inglese”
“Il
tuo amico è ben informato. E fa regali preziosi” esclama la sconosciuta. Poi,
tende la mano a Willow. E’ fresca, non fredda. “Io sono Millarca”.
“Ciao…io
sono Willow”
La
bionda sussulta al contatto. “Sei molto forte, Willow” le sussurra, e le
sorride. “Immagino che tu lo sappia”
“La
mia forza non è nulla, quando il mio spirito è debole”
“Puoi
lavorare per rinforzarlo. Credo che tu lo sappia”
“Sì…credo
di sì”.
“Sto
per uscire…vieni con me?”
Willow
coglie la palla al balzo. Se la sconosciuta è un vampiro, non potrà uscire nel
patio. C’è ancora il sole.
Millarca
la precede con il suo passo svelto ed elegante. Non appena mette piede nel
cortile, una grossa nuvola oscura il sole. Che quindi, tramonta.
“Che
disdetta!” ride la ragazza. “Adoro il sole della California”
“Sei
straniera?”
“Vengo
dalla Stiria”
“Siria?”
capisce male Willow. La sconosciuta ride.
“Stiria.
E’ una regione dell’Austria orientale”.
“Ah…molto
lontana”
“Gia’.
E finalmente posso visitare gli Stati Uniti”.
Millarca
ritira i suoi occhiali da sole, che portava negligentemente sul capo, a
trattenerle i magnifici capelli biondi.
“Ci
vediamo..Willow. Mi attende una lunga serata. Prima di tutto, devo nutrirmi…lo
capisci, vero?” Willow si aspetta un attacco. Nonostante la faccenda del sole,
è quasi certa di trovarsi di fronte ad un vampiro. Sta già quasi per tirare
fuori il suo paletto.
Invece,
Millarca si china su di lei per darle un bacio in fronte. E quindi si
allontana.
III parte.
“Il
male ha sempre cose…malvage da fare”
(BTVS,
IV stagione)
Martedì,
ore 16. Al centro commerciale.
“Sono
disoccupato” si lamenta Spike. Dawn scoppia a ridere.
“Cerchi
lavoro?”
“In
verità ne ho già uno, ma non mi occupa che raramente.”
“Buffy
ne sa qualcosa?”
“Un
mondo di <no> a questa domanda” risponde Spike. “E tu non le rivelerai i
nostri segreti, giusto, Briciola?”
“Solo
se tu mi dirai di cosa si tratta” insiste Dawn, trascinandoselo per negozi. E’ contenta
di poter finalmente passare un po’ di tempo con lui. Senza Spike, non sarebbe
mai riuscita a sopravvivere a quella lunga estate di un anno fa…l’estate in cui
Buffy non c’era.
“D’accordo”
commenta lui, sedendosi ad un chiosco ed ordinando due gelati. “Penso di
potermi confidare con te. Faccio…ahem, diciamo da agente di viaggio”
“In
che senso?” scoppia a ridere Dawn. “Dall’Inferno e ritorno?”
“Missy,
sei più vicina al vero di quanto credi. E’ l’essere stata una chiave mistica
che ti ha reso tanto perspicace?”
Dawn
gli sorride. “Quello, e l’osservare quanto poco perspicace sia invece mia
sorella.”
“Buon
punto. Allora, che te ne pare? Sono una specie di…intermediatore culturale. Tra
questo mondo…e quello demoniaco”
“Penso
che le cose si potrebbero mettere male se Buffy lo scopre”
“Non
faccio nulla di male” si difende Spike, punto sul vivo. “Clem è un demone…ti
sembra una persona malvagia? Molti come lui vivono a cavallo tra questa e
l’altra realtà…e vanno aiutati”
Dawn
scoppia a ridere. “Così …faresti del volontariato per minoranze represse?”
“No,
mi pagano”
“Parlami
del tuo ultimo cliente, fammi divertire, Spike”
Lui
sorride. “Bionda, splendida. Vecchia di quattrocento anni. Mai stata in America
prima. Adora Calvin Klein e Tommy Hilfinger. Una Charlize Theron degli abissi
infernali...ma molto più intelligente, se mi permetti“
“Buffy
ti polverizzerà”
“No,
se non lo scopre”
“Non
è un buon inizio per una relazione”
“Abbiamo
iniziato la nostra giurando di ucciderci a vicenda”
“Bene,
non dico più nulla.” Dawn sorride. “Io ti accetto per quello che sei,
Spike…l’ho sempre fatto. Beh, quasi sempre…ma devi ammettere anche tu che
quella volta con Drusilla avevi veramente esagerato! Ma Buffy…lei, lo sai come
è fatta. Devi infiocchettargliele, certe realtà”
“Non
faccio nulla di male” ripete Spike “Aiuto nei dettagli logistici esseri
demoniaci che, comunque, verranno qui, perché questa è la bocca
dell’inferno…..o te lo sei scordata?”
“Ma
se i tuoi clienti mordono…o devastano…od uccidono…lei interverrà. Lo sai, non è
vero?”
“Sì…l’ho
sempre saputo”
“Cerca
di non trovarti nella linea del fuoco, allora. Se puoi accettare il mio
consiglio”
“Lo
farò, sorellina” promette lui, finalmente sincero. “Lo farò davvero”
“Allora…la
smetterai di tenerla in punta di forchetta? Lei ci sta soffrendo, per la tua
reticenza”
“Dawnie,
non ci crederai, ma un giorno mi sono venuti in mano quei libri che Harm teneva
in giro per la cripta. <Realizza te stesso>, <Non dare amore a chi non
ti merita>…beh, li ho letti. Non dicevano solo scemenze. Ho veramente
permesso a Buffy troppo, in passato: non sono il suo zerbino”
“Ma…le
vuoi ancora bene?”
“Secondo
te?”
“Secondo
me, non sei il tipo che cambia idea”
“Non
voglio farla soffrire, Dawn, ma non posso tornare alla relazione che avevamo
prima. Sarebbe ingiusto per entrambi.”
“Lo
so. Ti chiedo solo di non esagerare. Lei potrebbe…potrebbe anche decidere di
mandare tutto al diavolo”
“E
non sarebbe la prima volta, lo so…” Spike riflette, e poi fissa Dawn. “Mi hai
dato un’idea, briciola. Qualcosa di grandioso!”
“Implica
del sesso, od altri dettagli scabrosi che io dovrei ignorare?”
“Può
darsi” medita lui “Può darsi”.
Al
Campus. Ore 21.
Willow
apre la porta della sua stanza, quasi certa che si tratti di Buffy. Avevano
discusso della possibilità di andare al cinema stasera: è molto tempo che non
lo fanno più. Da prima che Tara morisse.
Il
cuore le balza in gola. E’ Millarca.
“Ciao”
le dice la bionda. “Mi fai entrare?”
Willow
la fissa. Suo malgrado, non ha potuto dimenticare il loro incontro. Sono giorni
e giorni che ci pensa.
Invece
di invitarla dentro, esce lei fuori, e si appoggia allo stipite della porta.
Grazie a Dio, non c’è nessuno nei corridoi del convitto universitario.
“Ascolta…Millarca.
Come mi hai trovato?”
La
bionda si stupisce. “Ho chiesto in segreteria, naturalmente. Avevo letto il tuo
nome sulla copertina del libro, quando ti era caduto…l’altro giorno, in
biblioteca. Ricordi?”
Willow
la fissa fino in fondo agli occhi.
“Perché
ti dovrei far entrare in camera mia…perché tu possa…mordermi?”
La
bionda scoppia a ridere. “Veramente, volevo solo parlarti. Cos’è questa cosa
del morso…un bizzarro rito di qualche confraternita?”
“Io
so chi sei” comincia Willow, coraggiosamente. “E so che non puoi entrare, se
non ti invito io”
Millarca
si avvicina, guarda Willow intensamente. Il suo sguardo è pieno di dolcezza.
“Anch’io
so chi sei” le sussurra, con quel suo roco accento tedesco che la fa
assomigliare ad una Marlene dell’età dell’oro. “Davvero credi che se io
volessi…morderti, tu non potresti fermarmi? Sei molto più potente di me. Con un
po’ di magia mi polverizzeresti in un istante. Con la magia, o con quel paletto
che tieni sempre nel fondo della tua borsa…”
“Non
uso più la magia” dice Willow
“Bugiarda”
mormora Millarca. “Altrimenti, non sarei qui stasera. Mi hai fatto un
incantesimo”
Willow
chiude gli occhi.
Dopo
un po’ li riapre. Millarca è sempre lì.
“Entra”
le dice allora.
E
le due donne spariscono dentro il piccolo appartamento.
Ore
24. Al Bronze.
E’
la fine di una lunga giornata, e Xander Harris sta ballando sulla pista, da
solo. Buffy è rimasta a casa con Spike, Dawn non è uscita, e di Willow non sa
più nulla da quando l’ha chiamata, verso le 8. Aveva detto che se non era
troppo stanca, e se non fosse andata al cinema con Buffy, l’avrebbe raggiunto
al Bronze. Evidentemente, ha cambiato idea.
Questa
sera, Anya non è venuta. Non che avessero un vero e proprio appuntamento, non
sono affatto a questo punto, ma se ne era parlato. Xander non sa cosa pensarne.
Da un lato, non riesce ad accettare che lei se lo sia lasciato così facilmente
alle spalle, ed abbia avuto quella squallida relazione con Spike. Dall’altro,
sa di essersi comportato atrocemente con lei, e di averla ferita come mai lo
era stata prima.
“Vorrei
uscire da quest’empasse” si dice Xander, sedendosi al tavolo, e bevendo una
birra. “Trovarmi qualcun’altra…qualcuna che non abbia motivo di odiarmi, e che
io non abbia ragione di disprezzare. Ecco…una come quella bionda laggiù. Che
sventola!”
La
bionda in questione sente il richiamo del suo sguardo, si volta. Dopo un po’,
si dirige verso di lui. Jeans ed un top, capelli d’oro sciolti fino alla vita,
viso e corpo perfetti. Probabilmente è una modella, si dice Xander.
“Ciao!”
lo saluta lei con un sorriso, e con un leggero, accattivante accento straniero.
“Ciao”
le risponde lui, dopo essersi guardato intorno. Per un lungo istante, ha
dubitato che lei si stesse veramente rivolgendo a lui. Non gli sembra vero.
“Bevi
qualcosa?” le chiede, dopo un altro penoso momento di silenzio. Lei scuote il
capo, sedendosi accanto a lui. Ha gambe lunghissime, e porta scarpe di Prada.
Originali. Xander ha frequentato Cordelia abbastanza a lungo per saperlo.
“No,
non ho sete…ancora” risponde lei, scuotendo il capo. “Vuoi ballare?” gli
chiede, invece, con un altro dei suoi splendidi sorrisi. Xander nota che i suoi
denti sono picoli, aguzzi e lucenti. Perfetti come perle.
“Io
sono Xander!” le urla, per sovrastare la musica.
“Lo
so!” risponde lei, con un sorriso da gatta soddisfatta. Ma Xander non capisce,
e fa cenno di “no” con la testa.
Ballano
insieme, e lei si muove divinamente. Per quanto appaia improbabile, a Xander
sembra di piacerle. Così, non si stupisce troppo quando lei appoggia le labbra,
fresche e morbide, al suo orecchio.
“Andiamo?”
gli chiede, sussurrando.
“Sì”
esclama lui, e la segue fuori dal Bronze. Lei si dirige con passo veloce verso
l’automobile sportiva di lui. E’ un piccolo regalo che Xander si è fatto da che
è solo, e con un buon lavoro. Xander si chiede come abbia fatto la bionda a
sapere che quella è la sua auto.
“Portami
in qualche posto…all’aperto. Voglio vedere le stelle” sussurra lei.
Xander
è fin troppo felice di accontentarla. Non gli sembra vero di averla
rimorchiata.
Quando
arrivano in una radura poco fuori città, lei si passa le mani tra i capelli, e
lo fissa con un sorriso.
“Non
mi hai ancora detto il tuo nome” le chiede lui, spegnendo il motore.
Lei
sorride di nuovo.
“Mi
chiamo Mircalla”.
IV parte.
“E’
sbagliato mescolarsi con le forze del male. Ora lo vedo.”
(Xander,
prima stagione di BTVS, “The Witch”)
Il
bacio della ragazza gli sta dando alla testa. E le cose che lei sta facendo con
le sue lunghe dita, non aiutano di certo. Xander sa che faranno l’amore. Lei è
partita come un treno, appena lui ha spento il motore, e non ci sono che grilli
e stelle, e per Dio, lui intende approfittarne. Vuole buttarsi alle spalle il
ricordo doloroso di Anya, almeno per quella sera. E, Cielo, non poteva trovare
di meglio.
Lei
sorride un istante, ed i suoi denti impossibilmente bianchi splendono nel buio.
Poi, di colpo, lei tuffa il capo verso il suo collo. Lui sussulta nel sentire
la sua bocca fresca, la sua lingua, sulla pelle morbida della sua gola. Per un
istante, ha quasi avuto paura. E’ una perfetta sconosciuta. E se fosse un
vampiro? Fortuna che ha quel paletto nel cruscotto…
Lei
risolleva il capo, lo fissa.
“Non
mordo, Xander.” Gli dice.
Poi,
la ragazza abbassa il capo di nuovo, e lui, sospirando, deve dargliene atto.
Lei proprio non morde.
Ore
1 del mattino. Casa Summers.
Buffy
studia con accanimento. Ora che ha ottenuto quel lavoro presso la compagnia di
assicurazioni, non intende trascurare l’Università. Ha così buttato Spike fuori
di casa alle nove e mezza, e si è messa a studiare. Del resto, lui voleva solo
guardare quel noiosissimo football inglese alla tivù. Cielo, come si è
addomesticato, il suo vampiro…
Quando
gli occhi le si chiudono, capisce che è ora di smetterla. Ma si sente
soddisfatta. Tra tre giorni avrà un esame di letteratura inglese, e si sente
finalmente pronta. E’ da molto tempo che le cose non giravano più così bene.
Dawn
è già a letto da ore, e Buffy chiude con attenzione porte e finestre. Ad un
tratto, il suo fine udito capta un rumore. Ma non è nulla, solo il vento che ha
fatto sbattere un ramo contro il tetto. Salendo le scale verso la sua stanza
lei osserva il suo anello di brillanti.
Non
riesce quasi ad ammetterlo neanche con se stessa, ma quel gesto l’ha commossa.
Nonostante tutte le sue arie, sente che Spike tiene ancora a lei. Molto ancora
li divide, ma altrettanto li unisce.
Con
quel pensiero felice, Buffy si rifugia nella sua stanza. La finestra è aperta,
e lei fa per chiuderla.
Qualcosa
di nero e veloce le blocca la strada. Prima che lei possa reagire, forti
braccia la cingono, e lei sente le zanne di un vampiro premerle contro la
giugulare.
Pronto
soccorso medico. Ospedale di Sunnydale.
“Un’altra
emergenza” sbotta l’infermiera di turno. “Dopo un po’ di tranquillità, questa
città è tornata un inferno. Avanti, di chi si tratta?”
“Non
lo so” ribatte l’internista. “Massiccia perdita di sangue…pare. Tanto per
cambiare”
“Come
avete avuto la chiamata?”
“Un
911 anonimo. Siamo andati …ed eccoci qua”
“Lo
odio, questo lavoro” ribatte l’infermiera. A Sunnydale, ne ha viste veramente
troppe.
Casa
Summers
Buffy
fa presa sul braccio che la trattiene, e riesce a far volare lontano da sé il
suo assalitore. Alla luce della luna, lo intravede meglio.
“Cosa?”
chiede, sbalordita. “Tu?!”
Spike
si siede sul letto, lo spolverino nero con lui, ed i suoi capelli tornati
gloriosamente corti…e platinati.
“Non
ci sei cascata nemmeno per un attimo” afferma sconsolato
“No,
invece…no…ci ho creduto quasi per tutti i primi cinque secondi. Ma…come ti sei
conciato?”
“Volevo
tornare quello di un tempo…almeno per una sera. E fare un giochetto…se ti
andava”
Buffy
lo guarda, severamente. Lui quasi arrossisce. Gli era sembrata un’idea tanto
furba…con Harmony aveva funzionato. Ma ora se ne pente amaramente. Buffy non
ama giocare in questo modo…
Lei
gli si avvicina. Apre un cassetto, e tira fuori un paletto.
“Ehy,
se sapevo che ti arrabbiavi così tanto…”
Buffy
lo spinge sul letto, e poi lo sovrasta, il paletto dritto sul cuore.
Spike
la fissa, seriamente spaventato.
“Brutto
schifoso vampiro” sussurra lei “Sei penetrato di soppiatto nella mia stanza…per
uccidermi? Per stuprarmi? Per succhiarmi il sangue?” Lei si avvicina ancora.
“Ma non sapevi a cosa andavi incontro! IO SONO LA CACCIATRICE!”
Spike
chiude gli occhi, quasi certo di essere giunto al termine della sua non –
esistenza.
Quando
li riapre, Buffy è china su di lui. Non intende affatto polverizzarlo, questo è
reso piuttosto evidente da quello che lei sta facendo.
“Oh,
dannazione…”sussurra lui, incapace di resistere.
Ore
4 del mattino. Casa Summers.
Il
telefono strappa i due amanti dal loro profondo sonno. Spike si stropiccia gli
occhi. Dopo tutto, il gioco è stata una buona idea. Soprattutto quando lei lo
implorava di aver pietà di una povera cacciatrice indifesa…od era lui ad
implorare?
“Pronto?”
sta dicendo Buffy, ancora insonnolita.
“Miss
Summers?”
“Sì?”
“E’
il pronto soccorso dell’ospedale di Sunnydale. Hanno ricoverato da alcune ore
una persona con una forte perdita di sangue. Nei suoi documenti abbiamo trovato
un suo biglietto da visita, Miss Summers. Crediamo che lei la conosca”
“Sangue?”
si riscuote Buffy. “E chi sarebbe?”
“Sta
molto male. Sarebbe meglio se lei venisse subito”
“Chi
è?” ripete Buffy, sempre più angosciata.
La
donna fa una breve pausa. Cerca un nome, è evidente.
“Si
tratta di Willow Rosenberg. La conosce?”
V parte.
“L’amore
ti fa fare un sacco di stranezze”
(Willow, II stagione di BTVS, “Some
assembly required”)
Ore
10 del mattino. Ospedale di Sunnydale.
Di
nuovo qui. Odore di disinfettante.
Non
vuole ripensare alla lunga malattia ed alla morte di sua madre. E neppure a
Ben, e Glory. Ma è di nuovo qui, in questo dannatissimo ospedale.
Buffy
butta la tazza di carta del caffè, e prende di nuovo tra le sue le mani esangui
di Willow. E’ pallidissima. Dio, l’ha quasi persa…non può credere a quello che
è successo. Un vampiro. Willow! Le sembra incredibile!
Non
dopo tutti quegli anni di cacce, pattugliamenti, avventure. Non Willow. Lei può
polverizzare un vampiro con il pensiero…o con una matita, come ha fatto molti
anni prima nell’ufficio del Sindaco Wilkins…
Il
cellulare che le ha prestato Anya suona. E’ Dawn.
“Come
sta?” le chiede la sorella.
“Male”
risponde Buffy, sottovoce. “Non ha ancora ripreso conoscenza”
“Ma…si
salverà?”
“Le
hanno praticato delle trasfusioni. Ora, bisogna solo aspettare”
“Sai…cos’è
stato?”
“Il
solito” risponde Buffy, amara.
“Cosa
intendi fare?”
Buffy
non risponde. Non subito. Ripensa per l’ennesima volta all’assurdità della sua
vita. Lei porta un brillante al dito. Gliel’ha donato uno di loro.
“Chiunque
sia stato…qualunque cosa abbia fatto questo a Willow…” Buffy si interrompe, poi
riprende. La sua voce è d’acciaio, ora. “Io vado, e la distruggo”
“Miss
Summers!” la ferma una voce, mentre lei si dirige verso l’infermeria, per
avvisare che la flebo è finita.
Buffy
si gira. E’ un giovane dottore, con un camice verde.
“E’
lei l’amica di Miss Rosenberg, vero?”
Buffy
annuisce. Il medico ha dei begli occhi verdi, occhiali con la montatura di
metallo, e la fissa con attenzione.
“La
sua famiglia è fuori città. Abbiamo tentato più volte di chiamarla, ma…”
“Sono
io la sua famiglia” dice Buffy. “Può dire a me”
“E’…la
sua ragazza?” chiede il medico, stupito.
“No…non
in quel senso. Ma sono la sua migliore amica. Da moltissimi anni”
“Bene.
Vorrei allora che mi dicesse cosa crede abbia causato questa emorragia. Perché
io, francamente, non l’ho capito”
Buffy
non sa cosa dire. Quasi quasi, rimpiange Snyder ed il sindaco. Ai loro tempi,
non c’era bisogno di mentire bene.
“Penso…una
bestia feroce. Ha un …morso, no?”
“Già”
annuisce il medico. “Ma c’è un altro dettaglio strano”
“E
sarebbe?” chiede Buffy.
“La
sua amica aveva del sangue nella bocca. E, mi creda, non era il suo”
Buffy
si ferma, immobile. Fissa il medico.
“Come
fa a sapere…che non fosse il suo?”
L’uomo
si toglie gli occhiali. Buffy non può fare a meno di notare che, a suo modo, un
modo piuttosto tranquillo, è molto attraente.
“Perché
l’abbiamo esaminato, Miss Summers.”
Buffy
lo fissa a bocca aperta.
“E
vuol sapere cosa abbiamo scoperto?”
Sunnydale
High. Ore 16.
“Meno
male che sei venuto tu!” escalama Dawn, buttandosi nelle braccia di Spike, che
l’aspetta fuori dalla scuola. E’ ancora sconvolta per quello che è successo a
Willow. Buffy non è ancora tornata dall’ospedale.
“Vieni
qui, briciola” le dice lui. Non è tranquillo, per niente. Non ha più saputo
nulla di Buffy da quando lei ha lasciato il loro letto nel cuore della notte,
per precipitarsi all’ospedale. Sente il peso dei suoi pensieri, anche da
lontano. Sa che è stato un vampiro a far questo a Willow…e sa che Buffy è di
nuovo in conflitto con se stessa. Su di loro, e sulla loro relazione. Come
sempre.
“Tu
non c’entri niente, Spike” tenta di consolarlo Dawn. “Lo sai come è fatta. Deve
venire a termini con la realtà…come sempre. Ci metterà del tempo, ma poi ce la
farà”
“Quando
credo che stiamo per avvicinarci…lei mi sfugge di nuovo”
“Tornerà
“ dice Dawn. “Dopo che avrà ucciso chi ha fatto questo a Willow, naturalmente”
I
due tornano a casa, in silenzio. Sono da poco arrivati, che il campanello suona
nuovamente.
“Ehy,
ragazzi, un po’ di entusiasmo!” esclama Xander. “Dov’è Buffy? Non ci crederà
mai, quando le racconterò cosa mi è capitato ieri sera…”
“Cosa?
Ti è cresciuto un cervello al posto di quel buco che ti ritrovi tra le
orecchie?” commenta Spike, di pessimo umore.
“Ah
– ah, divertente…” replica Xander “Non stavo parlando con te, razza di
fallito!”
“Xander”
lo ferma Dawn. “C’è una cosa che devi sapere”
“Dawn,
che succede? Perché quelle facce?”
“Buffy
è all’ospedale. Si tratta di…Willow. L’hanno ricoverata ieri sera”
“Willow…ricoverata?”
“Massiccia
perdita di sangue”
Xander
tace per un attimo. Poi, lancia un’occhiata di odio verso il vampiro, e corre
via.
La
sua Willow è in pericolo. Per colpa di una di quelle bestie immonde.
Ospedale
di Sunnydale.
“Finalmente
sei arrivato, Xander!” esclama Buffy, abbracciandolo. Lui la bacia in fronte, e
poi fissa Willow. Sta meglio, ora dorme, ma è ancora debolissima. Xander sente
una furia immensa invaderlo.
“Chi
è stato?”
“Non
lo so…ma lo scoprirò” fa Buffy.
“Davvero?
Da come familiarizzi con il nemico, non si direbbe tu sia ancora la cacciatrice
di un tempo…”
Buffy
rimane immobile sotto l’accusa. “Xander…”
“Scusami”
dice lui. “Non ho potuto trattenermi. E’ troppo…e tutto insieme. Spike ed Anya.
Tu che te lo riprendi, come se niente fosse. Ed ora questo. Una di quei mostri
che fa questo alla mia Willow…non posso accettarlo. Ricordi cosa mi dicesti
quando ci siamo conosciuti? Quando esitavo ad uccidere Jesse? Il vampiro è un
demone. Non è ciò che sembra…e non è la persona il cui corpo abita. Mi sembra
che tu te lo sia dimenticato, Buffy”
Lei
lo fissa. “Non farmi star male. Più di quanto già non lo sia. Tu non sai...”
«
Cosa non so ? » ribatte Xander. “Che a te piace sbatterti i non – morti?”
“Xander…”
Entrambi
si girano, a quell’esile richiamo. E’ Willow. Ha gli occhi aperti.
“Buffy…Xander…ascoltatemi”
“Willow!
Non affaticarti…shh…”
“No,
Buffy…” Willow si tira su, con un enorme sforzo di volontà. “Non è come pensi.
Non è come pensate…”
Willow
li fissa entrambi. I suoi amici. La comprenderanno mai?
“Io…sono
stata io a volere che lei mi facesse questo. Non lo capite?”
“Lei,
chi?!” esclama Buffy.
VI parte.
“Il
tuo potere ha radici nell’oscurità”
(Dracula,
V stagione di BTVS)
La
porta della piccola stanza si apre di scatto. “Miss Summers” chiama il medico
“Dobbiamo finire quella conversazione, se non le spiace…”
“Willow…ora
riposa. Mi dirai tutto dopo. E quando dico tutto, intendo tutto! Ora, devo
parlare con il tuo dottore…”
Willow
si distende nuovamente sui suoi cuscini. Parlare anche solo per pochi istanti
l’ha affaticata.
Xander
le rimane accanto, e Buffy segue il medico nel corridoio.
“Se
non le spiace, potremmo andare nella caffetteria. Quello che le devo dire è
piuttosto riservato. Mi spiace per prima, ma c’era un’emergenza. Non abbiamo
potuto finire il discorso”
“No…non
importa” Buffy lo segue fino al bar. Lì, si siedono ed ordinano un cappuccino.
Il medico le sorride. “Mi chiamo Steve Frazier. Sono specializzato in
ematologia.”
“Immagino
che il sangue trovato nella bocca di Willow…presenti qualche particolarità,
vero?” lo interrompe lei. “E può chiamarmi Buffy. E’ il mio nome”
“D’accordo,
Buffy. Lei sa qualcosa di ematologia?”
“Qualcosa”
ammette lei, senza sbilanciarsi. Rivede nella mente immagini confuse. Quando ha
assaggiato il sangue di Dracula…cellule, anticorpi, lotte e cacciatrici.
Antichi passati, troppo antichi per essere ricordati…od anche solo narrati..
“Il
sangue di un morto è diverso da quello di un vivo”
“Sì”
“E
quello che abbiamo trovato sulle labbra della sua amica è ancora diverso…un
terzo genere, se mi consente.”
Buffy
non risponde.
“Perché
ho l’impressione che lei non ne sia affatto…stupita?”
“Perché
non lo sono” ammette lei. “Steve…posso chiamarla così?”
Lui
annuisce.
“Se
andrà alla polizia, loro diranno che le sue apparecchiature hanno fatto
cilecca. Se andrà all’FBI, le rideranno in faccia. Loro sanno benissimo di cosa
parla. Ne hanno anche dei campioni. In sostanza, le conviene far finta di
niente.”
“Cos’è?”
si arrabbia il medico “Una puntata speciale di X – Files?”
“No”
sorride lei, tristemente. “E’ la mia vita”
“Buffy…lei
non può dire sul serio. Ho di là la prova ematologia che esiste una specie
biologicamente affine e diversa dall’uomo..vivo o morto che lo si intenda.
Alieni?”
“Ha
mai sentito parlare di “vampiri”, Steve?”
“Io
non credo ai vampiri. Sono un’invenzione letteraria. Che ha prodotto numerosi
casi di manie ossessive, e sdoppiamenti patologici della personalità. Ma non
esistono”
“Ed
il suo sangue, allora?”
“Troverò
una spiegazione scientifica. Sembra il sangue di un morto, quanto a contenuto
in ossigeno, ma è del tutto privo di anticorpi”
“Sono
morti. E non si ammalano mai”
“Contenuto
in piastrine cento volte superiore a quello normale”
“Guariscono
in un batter d’occhio”
“Stesso
DNA”
“Umani,
quanto ad aspetto. E sentimenti, emozioni…creda, io so tutti sui vampiri”
Lui
la guarda, stupito.
“Buffy…lei
crede di essere un vampiro?”
“Steve…io
sono un a cacciatrice. Quella che li stermina”
Lui
la fissa. Buffy è quasi certa che la stia prendendo per pazza.
Lei
gli tende il polso.
“Esamini
il mio sangue, allora. Potrebbe scoprire qualcosa di interessante”
Lui
le prende la mano. Nota l’anello di brillanti.
“E’
fidanzata” osserva, suo malgrado.
“No.”
Replica lei.. “Sì…non so. Siamo…molto diversi”
“Magari,
lui è un vampiro” replica il medico, ridendo.
Buffy
non ride affatto.
“Venga
nel mio ufficio.” Le dice il medico. “Le farò quel prelievo.”
Ore
18.
Buffy
torna nella stanza di Willow, il braccio incerottato dove Steve le ha prelevato
un po’ di sangue.
Willow
si sveglia.
“Allora”
dice Buffy, in piedi accanto a Xander. “Ora, possiamo parlare un po’. Se te la
senti, naturalmente. Dimmi chi ti ha fatto questo…ed io la elimino”
“Non
prima che tu abbia ascoltato quello che ho da dirti, Buffy” dice Willow. “Credo
proprio che sia meglio che tu ti sieda.”
Buffy
la accontenta. Willow li osserva entrambi.
“Potrete
mai perdonarmi? Per lo spavento..ed i problemi che vi ho procurato?”
“Cosa
dici? Non è certo colpa tua se..”
“Aspetta
a giudicare. Ascolta prima la mia storia”
E
loro attendono che Willow cominci a parlare.
VII Parte
“Quella
sono io, da vampiro? Cielo, sono malvagia, volgare…e credo anche piuttosto
gay!”
(Willow,
Doppelgangland, III stagione BTVS)
Ospedale
di Sunnydale.
Willow
ha tutta la loro attenzione. Buffy e Xander siedono accanto al suo letto. Sono
pronti ad assorbire la sua verità, qualunque essa sia. Sono tornati ad essere
gli Scoobies di un tempo, così almeno pare loro. Tutti per uno, ed uno per
tutti.
Willow
sta male al pensiero di doverli deludere di nuovo.
“Presumo
di dover cominciare dall’inizio. E’ sempre la cosa più facile. Bene, comincio.
Alcuni giorni fa, mi trovavo nella biblioteca di psicologia dell’Università.
Era quasi il tramonto. Rammentate questo dettaglio perché è importante. Mi si
avvicina una ragazza, una bionda. Mai vista prima. Bellissima”
A
Willow sfugge il movimento nervoso di Xander sulla sua sedia.
“Mi
dice di essere straniera. Ed infatti ha un bizzarro accento. Ha qualcosa di
strano: istintivamente, penso di trovarmi di fronte ad un vampiro. Ma c’è il
sole, ricordate? Come può andare in giro per il campus se è ancora giorno? Lei
sembra leggermi nel cervello. Parliamo un po’. Quando usciamo nel patio, é
subito notte. Lei sorride, e dice di chiamarsi Millarca”
“Millarca?”
interviene Xander. “Sei…sicura? Non …Mircalla?”
Le
due amiche lo osservano. Lui arrossisce.
“Beh…ieri
sera ho conosciuto una ragazza che risponde in pieno alla descrizione di Will.
Bionda, bellissima, straniera…”
“…e
sembrava un vampiro?” conclude Buffy per lui.
“Beh,
l’ho pensato” ammette Xander. “Ma non mi ha affatto morso. E…cielo, ne ha avuta
l’occasione”
“Te
la sei rimorchiata?” intuisce Buffy.
“Già.
E mi ha detto di chiamarsi…Mircalla”
Willow
si abbandona sui cuscini. Non dice nulla.
“Ehy,
non può essere un caso!” sbotta Buffy. “Ho imparato che le coincidenze non
esistono…ma sui folletti sono ancora indecisa”
“Millarca…Mircalla…due
nomi decisamente simili”
“Sono
l’uno l’anagramma dell’altro.” Osserva Willow. “E c’è una terza possibilità di
anagrammarli formando un nome di donna”
“E
cioè?”
Willow
li fissa.
“Carmilla”
“Non
quella Carmilla” sbotta Buffy. “No, no, no. Ho dovuto constatare che Dracula
non era un’invenzione, ma anche…Carmilla? Cosa mi manca ancora? Il mostro della
laguna nera? L’uomo ragno?”
“Ehy…ma
di che state parlando?”
“La
tua ignoranza, Xander, come sempre mi stupisce…e non dovrebbe” replica Willow.
“Carmilla è il personaggio di un racconto di vampiri di Le Fanu. Strano, ma
fino a questo momento non avevo fatto l’associazione”.
“Continua
il tuo racconto. Mancano ancora parecchie miglia tra l’incontro con questa
“Carmilla” e la tua massiccia perdita di sangue” incalza Buffy.
“Ieri
seri, l’ho trovata alla porta del mio dormitorio. Faceva finta di nulla. Mi ha
detto di dovermi parlare”
“Naturalmente,
nel dubbio, non l’hai fatta entrare…”
“Veramente,
ho cercato di resisterle. Ma lei è stata molto persuasiva. Mi ha detto di
conoscere il mio potere, e di sapere che io, con il solo pensiero, potevo
polverizzarla”
“E’
vero?”
“Non
lo so, può darsi” si schermisce Willow. “Non uso più la magia…lo sapete”
“E
quindi…l’hai fatta entrare?”
“Sì”
Xander
balza in piedi. “Sei colossalmente stupida, Will, o cosa?!”
“Volevo
anch’io parlarle”
“Perché?!
Quella voleva solo il tuo sangue! Tu eri solo…la cena!”
Willow
scuote il capo. “No. Io sapevo che non era solo quello che voleva da me”
“E…cosa
voleva?” chiede Xander, sempre meno a suo agio e con la coscienza sempre meno
pulita.
“Ci
siamo sedute sul mio divano. Lei mi ha preso la mano. Dice che sente tutto di
me. Il mio potere, il mio dolore. Sa che ho perso l’amore ed anche la stima di
chi mi è accanto”
“Questo
non è vero, Willow” commenta dolcemente Buffy. “Noi siamo sempre i tuoi amici”
“Lei
ha visto la foto di Tara” continua Willow. “Mi ha detto quanto era bella…e che
dolce compagna deve essere stata. Lo era, le ho detto io, ed io mi sono
comportata da idiota con lei, giocando con la sua mente e la sua memoria. Non
avrebbe potuto perdonarmi, le ho spiegato, ma l’ha fatto. E le è costato la
vita”
“Will..non
è colpa tua se Tara è morta. E’ stato Warren ad ucciderla” le dice Xander,
raddolcito dal suo dolore. Buffy annuisce.
“Poi,
le ho parlato della magia. Della mia vendetta. E del sangue che ho sulle mani”
“Perché
era così curiosa di te?”
“Perché
ardeva dal desiderio di raccontarmi a sua volta la sua vita.”
“E…l’ha
fatto?”
“Sì.
Ma prima ha voluto vedere le foto dei miei amici. Di te, Xander…e di Buffy.”
“Ecco
perché sembrava mi conoscesse” commenta Xander. “E’ venuta a cercarmi a colpo
sicuro”
“Aspettate!”
interloquisce Buffy. “Willow…come ti spieghi che dopo averti lasciata quasi
senza vita si sia rivolta a Xander…e non lo abbia morso?”
“La
spiegazione sta tutta nella sua storia”
Sunnydale
Residence. Ore 11.
La
ragazza vicino alla piscina si spalma di crema solare. Protezione totale. E’ un
azzardo, ma ne vale pena.
Accanto
a lei si staglia un’ombra. L’uomo osserva il suo corpo perfetto, rivestito
appena di un minuscolo bikini.
“Riesci
anche a prendere la tintarella? Non finirai mai di stupirmi. Quanti ce ne sono
al mondo di noi che possono farlo?”
Lei
ride. “Siediti accanto a me, Spike, e bevi qualcosa. Adoro questi cocktail
colorati. Prendere il sole è tutta una scusa per poterli ordinare”
Entrambi
portano occhiali da sole. Massimo fattore di protezione possibile.
“Allora?”
le chiede lui, incuriosito. “Oltre a me, beninteso”
“Oh,
un paio in Europa, e tre o quattro in Cina. E poi, il nostro comune amico Vlad,
beninteso…che porta tuttora con sé un ottimo ricordo della tua bella”
“Quel
miserabile pezzo di pattume europeo” commenta Spike “Cielo, sono europeo
anch’io! A volta me lo dimentico”
“Benvenuto
nel club” fa lei “A te, come è capitato? Di diventare resistente al sole,
voglio dire…”
“Andato
in Africa, incontrato un demone, fatto un patto con lui” sintetizza lui.
“Dio,
sei spassoso, Spike!” ride lei. “Che fine ha fatto Dru?”
“Vorrei
saperlo anch’io. Come puoi immaginare, lei e la mia attuale ragazza non vanno
molto d’accordo”
“Come
si sta nel letto di una cacciatrice?” indaga lei.
“Comodi”
risponde Spike, asciutto. “Fino a quando lei mi permetterà d’entrarci, beninteso.
Cosa che potrebbe smettere presto di fare se scopre che sono stato io ad
aiutarti a sistemarti qui a Sunnyhell”
“Oh,
andiamo…povero Spikey” lo prende in giro lei. “Hai paura di restare fuori al
freddo? Sei diventato così dipendente dai capricci di una cacciatrice
isterica?”
“Buffy
non è affatto isterica. Ed è pericolosa, molto più di quello che credi. Ha
fatto fuori una dea infernale, ed anche il Maestro. Tra gli altri. Ed è proprio
quello che farà a te se ti ostini ad avvicinarti ai suoi amici. Hai dissanguato
la Rossa”
“Willow?
“ replica la ragazza. “L’ha voluto lei!”
“Ed
era proprio il caso di sedurre lo zuccone?”
“E’
molto vigoroso” sorride la vampiressa.
“Già…continuano
a dirmelo, ma chissà perché non riesco a farmene una ragione” commenta Spike.
“Ascoltami bene, Carmy. Te lo dico per il mio…e per il tuo bene. Stai lontana
da loro”
“Sennò?
La tua ragazza mi fa la bibi?”
“Qualcosa
del genere, sì. Ma con più sangue, polvere – la tua - e violenza”
“Non
ho paura di lei” sussurra Carmilla. “E nemmeno tu dovresti. Cos’è che la rende
tanto speciale? E’ così bella? Più di me? Persino Vlad le faceva gli occhi
dolci…”
Spike
la guarda spassionatamente. “La bellezza non è tutto. Buffy è speciale. E’ come
una malattia…e io l’ho presa nella forma più acuta. Ora ho bisogno della mia
dose, per sopravvivere”
Carmilla
si alza. Si riaggiusta il bikini sul corpo, e si mette un cappellone di paglia
sui bellissimi capelli biondi.
“Ci
vediamo, Spike. Ma lascia che ti dia io un consiglio, uno solo..” lo fissa
dolcemente. “Non attraversare la mia strada. E dillo anche alla tua bella”
E
poi, si allontana.
VIII parte.
“Cielo,
qual è stato il tuo trauma infantile?”
(Buffy, Welcome to the Hellmouth)
La
storia di Millarca di Karnstein, quale racontata da lei stessa a Willow, e da
Willow ai suoi amici.
Il
mio nome è Millarca dei conti di Karnstein e sono nata in Alta Stiria, Austria,
nel 1614. Sono cresciuta in perfetta solitudine, seppur educata come la
nobildonna che ero, nella mia magione avita, persa tra antichi e fitti boschi.
Mia madre era morta quando avevo solo due anni, durante un’epidemia di peste
nera, e non avevo fratelli. Mio padre era molto malato, e crebbi con la sola
compagnia di una balia boema, una donna fedele, di poche parole. L’estate che mio
padre morì, avevo solo sedici anni. Fu in quei giorni che ebbi la sorpresa più
grande di tutta la mia vita.
Una
notte di tempesta, qualcuno bussò alla porta del nostro castello. Era una
donna, alta e bella, che disse di essere mia madre, Carmilla di Karnstein.
Disse che non era morta, e che solo un malinteso l’aveva tenuta lontana dal
marito per tutti quegli anni.
Disse
anche che dovevo andar via con lei: era una questione di vita, o di morte. Mi
fece preparare in fretta e furia le mie quattro cose. La carrozza, disse, non
aspettava.
La
mia balia non sollevò alcuna obiezione. La salutai con un bacio, ed andai via
con la donna che diceva di essere mia madre. La carrozza, una bellissima,
elegante carrozza trainata da sei cavalli neri come l’inferno, volò via, ad un
ritmo forsennato. Mi colse un sonno profondo, anzi, un profondo torpore. Mi
addormentai con la spalla sul capo di mia madre.
Mi
sembrò che quel sonno durasse in eterno. Quando mi svegliai, era ancora buio.
Mi domandai come mai non diveniva mai giorno, e quanto ancora sarebbe durato
quel folle viaggio.
Mia
madre mi porse allora una bevanda, e mi ordinò di bere. Bevvi. Mi era stato
insegnato ad ubbidire. Aveva un gusto strano, metallico, ma finii tutto il
contenuto del calice, come mi era stato ordinato.
Ripiombai
in quello strano torpore. Quando mi svegliai, e mi sembrò passato un secolo da
allora, sentii freddo. Ero al buio.
Ero
in una bara.
Gridai.
Usai le unghie, i denti. Non era possibile, era assurdo! Mi avevano sepolta
viva! Sapevo che di lì a poco mi sarebbe mancato il respiro. Mi feci forza:
dovevo a tutti i costi uscire di lì…
“Mi
dispiace, Buffy” mormora Willow, osservando il volto ora pallidissimo
dell’amica.
“Non
fa niente…è passato”, replica Buffy. E’ molto tempo che non ha più quegli
incubi…che non ricorda più cosa è stato risvegliarsi in una bara e lottare con
le mani verso la luce…
“Se
non altro, abbiamo qualcosa in comune, io e questa Carmilla. Continua, ti
prego..”
Fui
fortunata.
Grazie
a Dio, la bara non era ancora stata messa nel pesante sarcofago di pietra posto
lì vicino, e già pronto all’uso.
Sapevo
senza che nessuno dovesse spiegarmelo che Millarca di Karnstein non esisteva
più.
Nonostante
fosse buio pesto, ci vedevo bene. Eravamo nella cripta del mio castello: a quanto
pareva, eravamo tornati a casa. Per seppellirmi. Mi osservai: ero cresciuta,
diversa…come se fossi stata via tre o quattro anni, e non solo una notte. Mi
sentivo più donna, più bella.
Presi
la scala secondaria e mi ritrovai nei campi. Era una bella notte, illuminata da
una luna piena. La sagoma scura del castello si stendeva alle mie spalle. Era
una notte silenziosa. Non avevo mai sentito un silenzio così profondo…
Mi
diressi verso i campi. C’erano due contadini, nudi, a terra, avvinghiati. Capii
subito cosa stava succedendo.
Quando
mi videro, si misero ad urlare.
“E’
la contessina! Il suo fantasma!”
“No…non
è possibile! L’abbiamo seppellita tre giorni fa!”
Tre
giorni? Ma se ero partita di casa solo la sera prima!
Godevo
del loro terrore. La paura che emanavano arrivava fino alle mie narici, le
faceva dilatare. Non ero ancora consapevole che il mio cuore non batteva più,
che i polmoni non pompavano più l’aria. Ma ero conscia del loro orrore. E lo
trovavo stranamente dolce.
Mi
avvicinai all’uomo. Lo annusai. Lui fece per scappare, ed io lo strinsi per le
spalle, stupendomi per la mia forza. Agii d’istinto. Affondai il viso nel suo
collo, e penetrai con i denti nella sua pelle. Il suo sangue mi invase la
bocca, caldo, delizioso. Non ne avevo mai abbastanza.
Lo
lasciai cadere come una bambola rotta. La ragazza stava correndo, ancora nuda.
La raggiunsi in un lampo. Non ero mai stata così veloce. La fissai con
interesse.
E
poi me la bevvi.
“Ehy,
che bell’esempio di assassina!” esclama Xander, sentendosi piuttosto in colpa.
Non riesce a dimenticare che la sera prima hanno fatto l’amore…
“Almeno,
tutto questo è servito a qualcosa” commenta Buffy, sarcastica
“E
sarebbe?”
Lei
sorride, con finta dolcezza. “A capire che anche a te, Xan, piace sbatterti i
non – morti”
Ritornai
verso il castello. Approfittando del buio mi recai nella stanza della mia
balia. La povera donna impallidì come un lenzuolo al vedermi. Prese un oggetto
da un baule lì vicino e mi tenne a bada con quello.
“Vade
retro…nosferatu” mi disse. “Via…vai via”
Osservai
la croce orripilata. Cielo, che orribile oggetto! Prima di allora, non avevo
mai provato repulsione per gli oggetti sacri. Ero una buona cristiana, andavo a
Messa tutti i giorni…come si usava all’epoca.
Ma
ora lo trovavo ripugnante, come un grosso, orrendo ragno nero.
“Sono
la tua bambina, balia” le dissi dolcemente “Fammi venire vicino…posa…quella
cosa”
“Via!”
gridò lei. “TU non sei più la mia Millarca. La mia bambina è morta!”
“Così
pare” commentai, con una freddezza che stupì me stessa “Tre giorni fa, mi hanno
detto? Ma se sono partita di qui solo ieri sera!”
La
balia mi fissò. “E’ passato un mese”
“Un
mese? Non è possibile!” la guardai. “Andiamo, balia, abbracciami. Posa
quell’oggetto immondo…”
Lei
mi fissò con raccapriccio. “Vade retro, demonio!”
Annoiata,
la guardai “Sono Millarca, balia…non vedi? Sono così cambiata?”
Sapevo
di non averla convinta. Non ero tanto convinta neppure io. Sapevo di essere
cambiata.
“Va
via…”implorò lei. “Non c’è nulla qui per te.”
“E’
tutta colpa tua!” la accusai. “Se non mi avessi affidato a quella donna, tutto
questo non sarebbe successo!”
Lei
si sedette, sconvolta dalle mie parole. Teneva sempre la croce attaccata a sé,
ben stretta. “Ho sbagliato, lo so…ho creduto alle sue parole. Ha detto di
essere tua madre…ed era proprio come lei. Solo che tua madre è morta. Ho
seppellito io stessa il suo corpo in un lenzuolo di lino”
“Perché
allora ti sei fidata delle sue parole?” la accusai io.
“Perché…ho
pensato di sbagliarmi, di ricordare male. In quei tempi, c’era la peste, tutti
morivano, io stessa stavo male…puoi perdonarmi?”
Non
le risposi. Indietreggiai lentamente, e poi corsi giù per le scale. In un
baleno, mi ritrovai sullo spiazzo del castello.
La
carrozza nera a sei cavalli mi attendeva. Ne uscì una donna, quella che
sosteneva di essere mia madre, e mi esortò ad andare via con lei. Era questione
di vita o di morte. Io risi.
Sembrava
un gioco di specchi. Quel mese era trascorso, e nulla era cambiato. Non sapevo
chi ero, ma mi ritrovavo al punto di partenza.
Salii
di nuovo su quella carrozza.
“Devi
odiarmi” mi disse la donna. La carrozza volava nel buio, così come aveva fatto
la prima volta. “Ti ho strappato dalla vita..e sai perché?”
Così,
ero davvero morta. Bene, almeno mi stavo chiarendo le idee.
Lei
continuò. “La trama del tempo è lunga e complessa. Questo è un periodo
particolarmente buio. Volevo futuri più splendenti e ricchi di luce per te, mia
unica figlia”
“Sei
davvero mia madre, allora?” le chiesi freddamente. Non provavo né odio, né
rancore, né amore. Mi sentivo tremendamente distaccata. L’unico barlume di
emozione che avevo sentito era stato quando avevo preso tra le mie labbra la
vita dei due contadini.
“Sì”
“Ma
sei morta quattordici anni fa”
“E’
vero” annuì lei con un sorriso “Ma il bacio di uno straniero mi risvegliò dalla
tenebra. Volevo lo stesso per te, Millarca”
“Perché?”
le chiesi, anche se in parte mi aveva già risposto.
“Perché
saresti morta lo stesso. In paese sta per arrivare un’epidemia di vaiolo. E poi,
c’è la guerra. O saresti potuta morire di parto, mettendo al mondo la creatura
nata da un vincolo odioso, imposto da un matrimonio combinato.”
“Cosa
mi offri, in cambio?” le chiesi, sempre distaccatamente.
“L’immortalità”
rispose lei, con un sorriso. “Dovrai temere ben poche cose. I paletti di legno
nel cuore, il fuoco. Dovrai nutrirti di sangue. C’è chi ricorre agli animali,
ma nulla ci trattiene dall’uccidere umani. Nulla. Il loro sangue è caldo e
delizioso”
“Lo
so” le dissi, pensando ai contadini.
“Ci
chiamano vampyr…nosferatu. Vampiri. Non – morti. Non più vivi…non veramente
defunti”
“Ho
capito” le dissi, e mi tenevo il polso tra due dita. Non batteva più. Ne ero
lievemente stupita.
“Noi,
in verità, siamo vampiri un po’ speciali, figlia mia. Veniamo da una stirpe
antica. Contrariamente alla maggior parte dei vampiri, possiamo resistere al
sole. Non a quello forte, di mezzogiorno….ma possiamo circolare di giorno. E’
una fortuna rispetto agli altri vampiri, condannati a vivere nell’oscurità”
“Bene”
le dissi. “E gli svantaggi?”
“Svantaggi?”
mi disse lei “Ah, cara mia, tutto si paga. Io sono costetta a viaggiare per
l’eternità, a bordo di questa carrozza infernale. Non ho mai visto il guidatore
in faccia, non lo vedrò mai. Posso fermarmi solo per pochi istanti per volta.
Lui non aspetta”
“Ed
io?” le chiesi. Mi stava già venendo il mal di mare. Non avrei resistito
un’eternità sballottata su quella carrozza.
“Non
potrai mai più tornare a casa. Karstein è perso per sempre per te. E non potrai
mai chiamarti diversamente…ti saranno permesse solo forme anagrammate del tuo
nome. Millarca…Mircalla…Carmilla. Puoi prendere in prestito il mio nome, se
vuoi”
“Perché
no” le dissi “Immagino avrò molte vite per usare ciascuno di essi”
“Bene”
mi disse lei, soddisfatta. “Tutto sta andando bene. Ti sei già nutrita?”
Annuii.
“Bene,
è il momento di trovarti una casa. Non sta bene che una giovane nobildonna come
te vaghi senza nome per il mondo. Ora, faremo una piccola commediola. Quando ti
sarai stancata di questa vita, chiamami: ricominceremo da un’altra parte”.
Non
sapevo che dire. La testa mi girava. Avevo di nuovo fame.
“Vieni”
mi disse, porgendomi il calice. “Bevi”
Il
sapore strano che mi aveva sconvolta durante il primo viaggio non c’era più.
Ora il liquido, sangue fresco, era caldo ed inebriante.
“Iniziazione
di un vampiro” dice Xander. “Neanche un rimorso. Plaudo alla freddezza della
signorina”
“Davvero?
La trovi fredda? Credevo che ieri notte pensassi che fosse molto…calda” lo
prende in giro Buffy. Prova una certa soddisfazione. Dopo molti anni di beffe e
sarcasmi, finalmente anche Xander ha provato il frutto proibito del sesso con
un non – morto.
“Piantatela,
voi due” dice Willlow. “E lasciatemi continuare”
Il
copione delle recite mie e di mia madre era sempre lo stesso. Collaudatissimo.
Arrivavamo con la nostra carrozza in qualche castello isolato, e mia madre, con
i suoi nobili modi, chiedeva rifugio per me, che “stavo molto male”. Nessuno
osava negare così poco ad una signora così distinta. L’istante dopo, lei
fuggiva sulla sua carrozza infernale.
Di
volta in volta, mi presentavo come Millarca, Mircalla o Carmilla. Alternavo i
nomi come altre scambiavano i vestiti. A volte rimanevo ospite per mesi, altre,
per anni. Di solito, andavo via quando troppi anni trascorrevano senza che il
mio aspetto fisico mutasse in nulla, o quando i morti per dissanguamento nella
contea diventavano troppi.
Allora,
come per magia, mia madre tornava a prendermi, pagava per il disturbo, e la
commedia ricominciava da qualche altra parte. Stesse battute, stesso copione.
Stavo
ben attenta a nutrirmi solo al di fuori del castello che mi ospitava. Giravo di
notte, e – cielo – quante cose ci sono in giro di notte! Uccidevo con la
massima tranquillità. E poi tornavo con il sorriso sulle labbra nella casa che
mi ospitava.
Alla
mia seconda visita, scoprii un nuovo tipo di divertimento.
Ero
in casa di una nobile signora molto annoiata. Come al solito, facevo finta di
essere molto debole, per non essere costretta a pericolose passeggiate
pomeridiane sotto il sole. Ah, devo dire che con il tempo, con i secoli, sono
diventata molto più resistente al sole. Allora, agli inizi della mia non –
vita, ero ancora piuttosto fragile.
Un
pomeriggio, la mia ospite mi si infilò nel letto.
Devo
ammettere che proprio non capivo cosa volesse da me.
Lei
me lo mostrò.
Maman
non mi aveva detto nulla di queste cose!
Quella
mia visita durò molto più a lungo della precedente. Fino a che, un giorno, la
mia nobile amica si arrabbiò assai.
“Carmilla,
mio dolce tesoro…non va bene, non va bene! Sei l’unica vergine ventenne che io
conosca! Come ci potremmo divertire di più se tu conoscessi anche degli
uomini!”
Uomini?
Ventenne? Erano passati cinque anni dal giorno della mia “morte” ed io non ero
cambiata in nulla. Era vero però che fossi ancora vergine.
Accettai
per farla contenta un incontro a tre con un suo amico ufficiale.
Dopo,
insoddisfatta, me li mangiai tutti e due.
“A
me non mi ha mangiato” osserva Xander, fiero suo malgrado.
“Taci”
gli dice Buffy. “Ti prego, taci, almeno!”
Avevo
provato le vie delle donne, ed anche quelle degli uomini. Ma il mio cuore era
ancora in cerca di…non so. Forse non potevo provare amore.
Mi
sbagliavo. Mi innamorai perdutamente.
Capitò
trent’anni dopo la mia morte. Ero arrivata in casa di un ufficiale a riposo. La
sua unica figlia era una meravigliosa creatura. L’amai come non avevo mai
amato. La colmai di baci e di carezze. Lei si abbandonò a me. E poi morì di
tisi, a soli diciannove anni.
Per
il dolore, sterminai un intera comunità. Dovette venire mia madre a salvarmi:
stavano venendo a cercarmi con i forconi e le torce. Allora, non sapevo che
potevo creare creature tali quali a me. Quando mia madre me lo disse, dopo, la
odiai. Ma lei aveva ragione: sarebbe stato meglio non saperlo.
Ebbi
altri amanti, dell’uno e dell’altro sesso, e qualche amore. Ma nessuno poteva
ricordarmi la mia dolce Margarethe. Qualcuno, lo resi vampiro: non durarono a
lungo. Non resistevano al sole, come me, e vennero uccisi da vampiri più esperti
ed anziani. Mia madre mi spiegò che era qualcosa nel nostro sangue a renderci
così particolari, lei, io, e pochi altri. Un qualcosa di non trasmissibile.
Avevo
qualche contatto con le altre creature della notte, ma per lo più fingevo di
essere umana. Sapevo di essere bella, e lusingavo la mia vanità con bei vestiti
e feste. I soldi non mi mancavano. Maman me ne procurava con larghezza.
Non
ho mai amato un vampiro. La fragilità della vita umana rendeva le mie vittime
umane assai più appetibili. Sono volata di compagna in compagna attraverso i
secoli. Di delusione in delusione…di morte in morte.
Non
sono infelice. Ma sono sola. Molto sola. Ora, Maman mi ha fatto venire qui a
Sunnyhell.
“E
tu, Willow…saresti la prossima?” chiede Buffy, preoccupata. “Ha messo gli occhi
su di te?” ”Sì” ammette la ragazza, ancora pallidissima contro il cuscino.
“Vuole amarmi come ha amato Margarethe. Dice che il mio potere la inebria.”
“Dio
mio…non posso crederci!” esclama Xander. “E tu le credi?”
“Si,
io le credo” dice Willow.
“Non
puoi ricambiarla…non dopo aver amato una creatura pura come Tara” afferma
Buffy, conscia fino in fondo del proprio stesso dilemma. Non poter amare Spike
per quello che é..pur essendo attratta da lui come una falena dalla fiamma.
“E’
diverso. Tara era la luce. Millarca…è la tenebra”
“Non
dirai sul serio”
“Ti
è andata bene, per una notte, Xander, non è vero?” lo accusa Willow. “Quindi,
chi sei per giudicare?”
“Davvero,
Xander, sono stufa anch’io del tuo atteggiamento moralista!” lo attacca Buffy.
Il ragazzo si alza, le fissa entrambe.
“Non
vi riconosco più. Pronte entrambe a gettarvi tra le braccia di un non –
morto…ed entrambe disposte a pagare con la vita. Io, almeno, non sapevo che
fosse una vampira, quando me la sono portata nei boschi!”
“Perché
hai stretto quel legame con lei?” chiede Buffy a Willow. “Non è un tipo fedele.
Ti ha subito tradita con Xander, la sera stessa”
“Perché
sentivo di doverlo fare. Millarca mi affascina come nessuno mai prima. Ma sono
io che le ho detto di cercare altrove. Ero disposta ad essere la sua
compagna…ma non in quel senso. Non dopo Tara. Non subito, almeno”
“A
quanto pare, la nostra signorina non si accontenta di succhiare il sangue”
osserva Xander, allusivamente.
“Basta”
dice Buffy. “Come sempre, accetteremo le scelte che ciascuno di noi fa. Se mi
garantisci che il vostro…scambio di sangue è stato consensuale, io non la
ucciderò. Non ancora. Se la sua dieta, peraltro, si mantiene strettamente
animale”
“Gliel’ho
chiesto” sussurra Willow. “Mi ha detto che l’avrebbe fatto…per me”
“Bene”
Ancora
imbarazzati, i tre amici si salutano.
Quando
sono fuori, Xander si scusa con Buffy. “Mi dispiace. Non riesco a perdonare
te…ed il tuo ragazzo. Per la storia di Anya, capisci.”
“La
colpa non è certo nostra” afferma Buffy. “Comunque, capisco che ti bruci
ancora. Restiamo vicini, Xander. Ho idea che Willow avrà ancora bisogno di noi”
Xander
annuisce. Le loro strade si separano.
Tornata
a casa, Buffy vede Spike in salotto con Dawn. La sta aiutando con i compiti.
Lui solleva il capo, ed i loro sguardi si incrociano. Lei non ha ancora deciso
cosa dirgli, quando il telefono suona.
“Pronto?”
dice Buffy, lo sguardo sempre fisso su Spike.
“Buffy,
sono Steve Frazier. Si ricorda? All’ospedale”
“Salve,
Steve.”
“Ho
i risultati del suo esame. Ci vediamo domani? Un cappuccino?”
Lei
esita. Spike fa finta di niente, ma lei sa che i suoi sensi sono sintonizzati
su di lei, e sulla sua conversazione. Abbassa istintivamente la voce.
“Sì…al
caffè dell’università. Alle due”
“D’accordo!
Sarò lieto di vederla”
“Anch’io”
dice lei, e riattacca.
Spike
ha riabbassato il capo sui libri.
IX parte
“La solitudine è la cosa
più tremenda che esista”
(Angel, “Ted“, II stagione
BTVS)
Caffetteria del Campus.
“Sono felice che tu sia
venuta qui…Buffy. Possiamo darci del tu?” Lei annuisce. Steve nota che l’anello
di brillanti è ancora al suo posto, sul dito anulare della mano sinistra.
“Volevo parlarti dei tuoi
esami. Sono regolari. Il tuo sangue non presenta alcuna particolarità”
“Lo immaginavo” dice lei.
“Sono finita parecchie volte in ospedale, e nessuno ha mai notato nulla di
strano”
“Credi ancora…di essere
una cacciatrice?”
Lei sorride. “Devo
sembrarti pazza, non è vero? Non posso far nulla per convincerti.”
“Invece, no” risponde il
medico. “Io ti credo. Come credo che la creatura che ha lasciato il suo sangue
nella bocca della tua amica sia…diversa da un essere umano. Fondamentalmente
diversa” “Lo è infatti. Ci sono cose che vagano nella notte da centinaia di
anni, e macinano esperienze guidate solo dall’istinto e
dal cuore, che l’anima non
l’hanno…ma non troverai quelle verità in un campione di sangue, in un’analisi”
“Devo…dimenticare?”
“Sarebbe meglio per tutti”
“Ma…sono un pericolo!”
“Che le autorità non
possono sconfiggere. Credimi, ci hanno provato. L’esercito degli Stati Uniti sa
tutto di loro, li chiamano ostili subterrestri. Ma non ci sono riusciti.
Ciò che è arcano non si sconfigge con la scienza. Ma con un potere ancora più
arcano…ancora più antico” gli occhi di Buffy splendono, mentre racconta queste
cose. Sente di essere sull’orlo di un precipizio…sul bordo di una comprensione finale.
“Il…tuo potere?”
“Sì.” Lei lo fissa.
“Prendimi pure per matta, ma so bene di cosa sto parlando. Dimentica il morso
di Willow, il sangue della sua assalitrice…e lascia che qualcuno, nella notte,
protegga i cittadini di questa tranquilla città. Lo sai che è “la
boca del infierno”?
“Non sapevo nemmeno che
esistessero cose del genere”
Lui la guarda.
“Quanti…sanno di te?”
“Qui a Sunnydale? Solo i
miei amici”
“Ed il tuo ragazzo,
immagino”
“Già”
Steve la fissa. “Allora,
le cose vanno meglio, tra di voi”
Lei lo guarda. Si chiede
come sarebbe ricominciare da capo con qualcuno che non si porta addosso un
centinaio d’anni di devastazioni e crimini…
“Nulla è perfetto a questo
mondo” gli risponde. “Ma ci unisce qualcosa di forte. Qualcosa che non mi sento
di spezzare”
Steve si arrende. E’
evidente che lei ama il suo fidanzato…chiunque egli sia.
Buffy solleva lo sguardo.
Sull’altro lato della strada, una ragazza alta e bionda con jeans firmati la
sta fissando da dietro un paio di occhiali da sole neri.
“Steve…ti chiedo di
scusarmi. Ma ho appena rivisto…una mia amica.”
Lui si alza, si salutano.
Il medico, piuttosto deluso, torna in ospedale.
Buffy attraversa la
strada. Alza il capo, e la sconosciuta solleva di qualche centimetro gli
occhiali da sole.
Il loro sguardo si
incrocia.
“Sei piccolina” dice
l’altra “Ma graziosa, devo ammetterlo”
“Non sottovalutarmi”
commenta tranquillamente Buffy. “Mi annoio tremendamente quando lo fanno”
“Cerchi nuove amicizie maschili?” la prende in giro la vampiressa. “William non
ti basta più?”
“Conosci Spike?”
“Siamo su questa terra da
parecchio tempo, io e lui. Beh, soprattutto io, come saprai. Li ho rivisti di
recente a Praga…lui e Dru. Splendida coppia”
“Non sono più una coppia”
“Così mi hanno detto”
Buffy sorride.
“Carmilla…Millarca…chiunque tu sia. Stai lontana dai miei amici. Toccali, ed io
ti disintegro”
“Vale anche per Spike?”
Buffy la fissa. Una furia
cieca la invade.
“Per Spike più che per
chiunque altro!”
“Mia cara” dice la bella
Carmilla, con la sua voce sinuosa ed insieme dura. “Chi non ha peccato, scagli
la prima pietra…”
Buffy la guarda andar via.
Sotto il sole, come una qualunque mortale. Intuisce la sua forza. Sa che è
immensa,
affinata dagli anni, dai
secoli.
Si chiede, per l’ennesima
volta, quale sia la radice del proprio stesso potere.
“Aspetta!” le urla dietro.
Carmilla si volta.
Buffy la raggiunge,
ansimante. “In tutti i tuoi anni di non – vita, in tutto il tuo tempo…non
hai appreso nulla sulle cacciatrici? Sarei disposta a pagare bene per questa
informazione…”
“Prima tutte minacce, ora
tutta dolcezza?” la prende in giro la vampiressa. “Perché dovrei aiutarti?”
“Perché vuoi l’affetto di Willow. E perché lei tiene a me. E tu vuoi farla
felice”
Carmilla si stupisce. Non
credeva che Buffy potesse aver fiducia nella bontà dei suoi sentimenti per la
strega dai capelli
rossi.
“Sarebbe…un gesto
d’amicizia?”
“Sì” la sfida Buffy. “lo
faresti per Willow. Lei si è fatta prosciugare, per te”
Carmilla sembra
riflettere.
“Andiamo nel mio
appartamento”
Buffy la segue, Mr. Punta
ben nascosto nei jeans. “Ti sei sistemata bene” le dice Buffy. L’appartamento
nel Residence è gradevole, comodo ed arioso. Carmilla si siede in terra su di
un tappeto orientale, le lunghe gambe intrecciate.
Buffy si avvicina a lei.
Le prende un polso tra le mani.
“Perché non lo fai con il
tuo ragazzo? Penso che sarebbe più che disponibile a questi giochetti…”
“Spike? Non sono affari
tuoi. Allora, posso?”
Carmilla, divertita,
annuisce. Buffy prende il paletto. Con la punta, traccia una linea sul polso di
Carmilla. Il sangue, ricco e scuro, sgorga copioso. Buffy si fa forza. Si porta
il polso alle labbra. Esita un istante. E poi assapora il suo sangue.
Il flash di immagini che
invade la sua mente, i suoi terminali nervosi, è ancora più intenso, più forte
di quando aveva
bevuto il sangue di
Dracula. Vede buio, buio pesto, ed un’improvvisa luce, ed altro sangue, e
croci. Sacrifici umani. Ed
un demone dal volto di
serpente.
Si ritrae, scioccata. Sta
tremando.
Carmilla si alza, si
avvicina al lavabo, e lava via il sangue che ancora le macchia il polso. La sua
pelle è già guarita, come rigenerata.
“Allora?” le chiede. “E’
un genere di trip che ti piace, vedo. Anche le cacciatrici hanno le loro
debolezze. Mi chiedo se tu sia poi così diversa da me. Stai al sole…e bere il
sangue ti esalta”
“Io sono umana”
“Ed io lo ero” “Ma mi
sembra di aver capito che preferisci molto di più la tua veste attuale”
“Ed a chi non piacerebbe essere immortale, potente, bellissimo, e pericoloso?”
la prende in giro Carmilla. “Non dirmi che non ci hai mai pensato. Basterebbe
che durante uno dei vostri giochi d’amore tu ed il tuo ragazzo andaste un
po’
oltre. E saresti anche tu come me. Forse anche più potente,
visto che sei una cacciatrice…qualunque cosa ciò si
significhi”
“Spike non mi
trasformerebbe mai in un vampiro. Mi ama troppo”
“Ed Angelus?” le chiede
Carmilla.
“Cosa sai di lui?”
“Più di quello che tu
immagini. La nostra è una piccola comunità, tesoro, tutti sanno tutto…di tutti”
“Non sono qui per
discutere con te della mia vita sentimentale.” Ribatte Buffy “Se sai qualcosa
sulle cacciatrici…è il momento per dirla”
“Mia madre non è mai stata
molto loquace, come immaginerai. Ma sa molte cose. Ci sono varie specie di
vampiri. Noi, per esempio, sopportiamo piuttosto bene il sole. Altri, sembra
possano fare a meno di bere il sangue. E’ una specie particolare, ha altre
limitazioni, per esempio, non tollera gli oggetti religiosi, ma non teme il
sole. Chissà, forse anche
tu sei una specie di
vampiro…solo, speciale”
“No!” esclama Buffy,
orripilata. “Questo non lo crederò mai. Ho un’anima, una coscienza. Lotto per
il bene”
“Per il tuo bene?”
la prende in giro Carmilla. “Lotti contro il male, ed i tuoi fidanzati sono
tutti dei vampiri? Ti sembra di essere coerente?” Buffy non risponde. Da quando
è tornata dall’aldilà, la sua lotta si è molto stemperata. Per lungo tempo, non
ha avuto nemici…ma solo necessità. Ha lottato per sopravvivere, non per
sterminare il male.
“Ti piacciono, vero?” le
sussurra Carmilla “La loro pelle fredda…il loro mistero. Il legame del sangue.
Tutti e due ti hanno bevuta, non è vero?”
Buffy lo ammette, ad occhi
chiusi.
“E a te è piaciuto. Ed hai
cercato il mio sangue…e quello di Dracula”
“Come lo sai?” si stupisce
Buffy. “Ancora se ne sta vantando, quell’arrogante. Ma siamo di famiglia, in un
certo senso, e perciò lo perdono”
Carmilla le accarezza una
guancia. “Comincio a capire perché siano pazzi di te. Anche Angelus…che era
pura malvagità. In te c’è tanta tenebra…tanta quanta ce n’è in me. Le tue
radici non possono che essere oscure come le mie. Facciamo parte di un’unica
perversa umanità…pensaci. E siamo eternamente soli…comunque”
In quell’istante, qualcuno
bussa alla porta. “Avanti!” invita Carmilla, e la sua mano è ancora sul viso di
Buffy.
Spike impietrisce nel
vedere la sua donna lì.
E viceversa.
Carmilla non si affretta
affatto a scostarsi dalla cacciatrice. Buffy non lo sa, ma bevendo il suo
sangue ha creato un
legame con la vampiressa.
Come l’aveva a suo tempo legato con il principe dei Carpazi. “Carmilla,
lasciala subito andare!”
“Non la sto per niente
minacciando”commenta in modo languido Carmilla, sdraiandosi sul divano e
stendendo le lunghe gambe “Siamo qui come due buone amiche…due ottime amiche. E
stiamo avendo una conversazione amichevole. Del resto, ho idea che lei sappia
perfettamente badare a se stessa”
“Spike…dice il vero.
Abbiamo parlato di Willow”
“Come sta?” lui si
avvicina a Buffy, solleva una mano per accarezzarle i capelli. Buffy assapora
la dolcezza di quel
gesto, che è suo proprio.
“Meglio, grazie a Dio.
Parlano di dimetterla domani mattina”
“Avete..chiarito?”
“Le circostanze del
ferimento di Will? Sì. Pare sia stata una cosa consensuale. Stupida,
azzardata…ma consensuale”
“Bene, allora andiamo, se
non hai più nulla da fare qui…”
Buffy lo guarda.
“Veramente, sarei curiosa di sapere cosa ci fai tu qui” “Già, Spike”
interviene la vampiressa, divertita. “Spiegacelo”
X Parte.
“Cominciano le stranezze.”
Spike, BTVS
“Davvero, Spikey,
spiegacelo. Sono piuttosto curiosa”.
Quando Buffy ha quel tono,
e lo chiama “Spikey”, non promette nulla di buono. Spike guarda Carmilla, che
sta sorridendo con quel sorriso da gatta sazia e soddisfatta.
“Io…e lei ci conosciamo,
Buffy. Da Praga. Ho saputo che è rientrata in città, e sono venuto a
convincerla…a non far
danni”.
Buffy si rilassa. Le
sembra abbastanza plausibile: anche Carmilla le ha parlato di Praga. La
vampiressa continua a sorridere. Ha capito che lui non le ha mai detto nulla del
suo lavoro.
“Sono già convinta” dice
Carmilla “Credo che questo sia il prezzo della mia permanenza a…Sunnydale”
“E’ proprio così” commenta
asciutta Buffy. “Questo è un pianeta libero. Ma certe cose, nella mia città,
non sono
ammesse”:
Carmilla non risponde.
Continua a sorridere.
Buffy e Spike si ritrovano
in strada, sotto il sole.
“Allora…Willow sta meglio.
E’ stata lei a…prosciugarla?”
Buffy annuisce. Vederlo
con gli occhiali da sole la inquieta. Non riuscire a leggergli fino in fondo
agli occhi, fino in fondo
al cuore, la disturba.
“La vuole come compagna,
Spike. Non credo che Willow sia emotivamente pronta per una relazione del
genere. Si stava appena riprendendo da tutto quanto è successo quest’estate…”
”Forse, ne ha bisogno” le spiega Spike. “Ha bisogno di un po’ di tenebra. E’ un
modo per reagire al dolore, e per non ricadere di nuovo negli eccessi di un
tempo. Carmilla è al mondo da quattrocento anni. Non sarà così stupida da
uccidere la tua migliore
amica. E poi, credo che Willow sia molto più forte di lei.”
“Ha sedotto anche Xander,
e…” Buffy si blocca, arrossendo.
“Ha sedotto anche te?” La
perspicacia di Spike, la sua solita, maledetta perspicacia, le fa tremare le
gambe.
“Non è come pensi. Non
sono interessata a quel tipo di esperienze. Non fanno per me. Ma in
parte mi ha…sedotta, è vero. Sono andata da lei per chiederle se sapesse
qualcosa dell’origine delle cacciatrici. Era un discorso che avevo già fatto
con Dracula. E…ho bevuto il suo sangue.”
Spike si toglie gli
occhiali da sole, e la fissa con uno sguardo che è puro ghiaccio blu. “Tu hai
bevuto…cosa?!”
“Ho bevuto il suo sangue.
Avevo già bevuto quello di Dracula. E…ho visto delle cose”
“E perché diavolo non hai
preso il mio, di sangue!” sbotta lui incredulo. “Non sono più abbastanza buono,
come vampiro? Sono buono solo per…”
“Basta!” lo ferma lei. “Io
ti rispetto troppo per…questo genere di cose”
Spike la sta guardando
infuriato “Mi fai sentire come doveva sentirsi quello stupido soldato! Mi stai
tenendo fuori dalla tua vita, Buffy! Pensavo di essere io l’unico vampiro della
tua vita!”
“Sei irragionevole” si
arrabbia lei. “E’ che io…a volte non ti vedo più come un vampiro. Sei cambiato,
e lo sai anche tu…guarda, è mezzogiorno, e siamo sotto il sole! E non è solo
questo…ti prendi cura di Dawn come se fossi un padre. Nessuno, a parte nostra
madre, si era mai preso cura di lei in questo modo. Ho fiducia in te. So che tu
sarai sempre accanto a me…questo mio desiderio di conoscere le mie origini è
sporco, oscuro…tenebroso. Sento che potrebbe insudiciare il nostro rapporto,
rovinarlo…”
“Stai sbagliando, Buffy”
le dice lui. “E’ vero, amo Dawn, ma non sono così cambiato. Non sono
Angel, e non ho
un’anima. Non uccido più per nutrirmi, ma potrei ancora farlo.
Cielo, a volte ne sento il desiderio…Il demone è sotto la mia pelle, nel mio
sangue, tanto quanto lo è nella pelle e nel sangue di Carmilla. Ed il mondo
intero potrebbe perire,
per quello che mi importa,
purché tu e Dawn, la mia famiglia, siate salve…e felici.” Lei tace. Sa che lui
ha ragione. Non è passato molto da quando ancora lo temeva...anche fisicamente.
In parte, lo teme ancora. Fa parte della dinamica del loro rapporto.
“A volte mi fai sentire in
colpa per quello che sono” continua Spike, ormai inarrestabile. “Troppo
malvagio per te, troppo…sporco. Credi che non ti abbia sentito parlare
con quel tipo, ieri, al telefono?”
“Mi hai seguito?” si
stupisce lei. “Certo! Da quel demonio succhiasangue senz’anima che sono. E’
andato bene l’appuntamento?”
“Io…non era un
appuntamento”
“Scommetto che per lui lo
era!”
Buffy tace.
“Altre volte” continua
Spike, quasi senza fiato “Io divento troppo poco tenebroso per te. Non
ti accorgi che così facendo mi stai castrando?”
Lui la guarda, la mascella
serrata.
“Adesso basta, Buffy. Devi
deciderti. Siamo stati amanti abbastanza a lungo per sapere che il sesso, da
solo, non ci può bastare. Vorrei dirti parole di scusa e di rimorso per tutto
il male che ho commesso nella mia non vita: ma non posso. Onestamente, non è in
me. Tu sai chi sono ora, e cosa voglio. Ho trovato finalmente alloggio: è un
appartamento al n. 34 di Sesame Road. Se hai bisogno di me, bisogno davvero,
sai dove cercarmi”
Buffy lo guarda andar via,
lo spolverino nero che ondeggia intorno a lui. Quello spolverino
miracolosamente riapparso la notte in cui avevano giocato al vampiro cattivo ed
alla cacciatrice…
Un eterno gioco, il loro.
Fin dal primo istante, quella notte al Bronze, quando lui aveva applaudito la
sua performance.
Il vampiro cattivo e la
cacciatrice…e poi, un uomo ed una donna. Innamorati?
Gli occhi di Buffy si
riempiono di lacrime, anche se nella bocca ha ancora il sapore del sangue di
Carmilla. Ricco, prezioso, tenebroso.
Ecco, così è Spike. Ricco
di vita, prezioso come un diamante, tenebroso come la notte. Sta pensando a
lui, ed a come fare a convincerlo della sincerità dei propri sentimenti, quando
una lunga macchina nera
le si avvicina. “Buffy
Summers?” le chiede una voce straniera.
Si gira d’istinto. Troppo
tardi. L’uomo le spruzza in volto il contenuto di una bomboletta e poi la
prende tra le braccia, esanime.
La carica in macchina, e
fila via.
XI Parte
“I mostri di solito non
mandano messaggi. E’ tutto un distruggi!Ammazza!Devasta!”
(Buffy, “Out of Mind, out of Sight”, I stagione BTVS)
Campus di Sunnydale. Ore
21.
L’acqua della vasca si
rifrange dolcemente contro l’ochetta di plastica gialla. Willow sorride,
lasciando che l’acqua calda
e profumata di sandalo
allevi la sua debolezza. La sua schiena è trattenuta dal morbido petto di lei…e
le sue mani dalle
lunghe dita nervose le
stanno massaggiando il capo, aiutandola a rilassarsi.
“Era tanto che non facevo
più un bagno così…” osserva Willow, alla luce delle candele di cera accese per
tutta la piccola stanza, la sua pelle morbida e ricoperta di goccioline.
“Da quando…non c’è più lei?”
“Anche da prima. Siamo
state separate per troppo tempo, e quando ci siamo riunite…era troppo tardi.”
La tristezza invade i
grandissimi, bellissimi occhi di Willow. La mano che le accarezza il capo si
posa sul suo collo,
accarezza i segni lasciati
dai suoi denti…
“Mi dispiace per l’altra
sera. Avrei dovuto fermarmi prima”
Willow si volta, fissa
Millarca.
“A me no. In caso
contrario, non avrei proprio saputo come spiegare tutto questo ai miei amici.
Sanno essere molto protettivi…a volte.”
“Non hanno molto da giudicare…Buffy
sta anche lei con un vampiro. Ed a Xander…ho pensato io” sorride Millarca. “Ti
da’ fastidio?” “No” dice
Willow. “Ho capito”
“Tu...non sei bisessuale,
vero? Si dice così, vero?”
“Non credo…ho avuto un
ragazzo, e l’ho amato moltissimo. Ma da quando ho conosciuto Tara…beh, non sono
più stata la stessa”
Millarca stende le lunghe
gambe e l’acqua della vasca si increspa.
“Devo ammettere che a
volte desidero veramente un uomo…se capisci cosa intendo. Ma l’amore più dolce
l’ho sempre avuto dalle donne” ammette la vampira.
“Buffy…ti piace?”
Millarca scuote il capo.
“E’ così…eterosessuale che si sente a distanza di un miglio. E poi…mi sono
innamorata di te,
Willow. A prima vista”
Willow arrossisce. “Io…non
sono ancora certa dei miei sentimenti. Il legame che mi chiedi…non è semplice.
Ho combattuto il male, la notte, per anni…e tu sei una creatura della tenebra,
se mai ce n’è stata una.”
Millarca le posa un bacio
su di una tempia, delicatamente. “Tu stessa hai corteggiato il male, Willow”
Willow annuisce, chiude
gli occhi. “Questi legami non sono mai finiti bene, Millarca…guarda Buffy con
Angel, Xander ed Anya…non c’è spazio per l’amore nella Bocca dell’Inferno”
Millarca guarda lontano.
“Hai ragione. Chi vivrà, vedrà”
Willow scoppia a ridere.
Millarca le fa eco.
“Beh…chi non è del tutto
morto, almeno…”
Sesame Road, 34.
“Spike...Buffy è scomparsa!”
Il vampiro lascia il libro
che stava leggendo, e fa entrare Dawn nel suo piccolo appartamento. La ragazza
è sconvolta.
“E’ già successo altre
volte che fosse assente per ore…ma oggi non è nemmeno andata al lavoro! E
neanche
all’università…ed ho già
telefonato all’ospedale. Nulla di nulla”
Un freddo fremito di paura
invade Spike. Ha un brutto presentimento. E’ da quando l’ha lasciata in strada,
quella mattina, che pensa a lei. E non solo alla loro ennesima lite.
“Hai sentito Willow?
Xander?” “No” replica Dawn, stringendosi a lui. “Sono venuta subito da te. Ho
paura, Spike.”
“Andiamo” dice lui. “La
troveremo. Cominciamo da Will”
Dawn annuisce. Lui prende
il suo spolverino da un attaccapanni vicino alla porta, ed entrambi escono.
Campus di Sunnydale. Ore
21.30
Millarca non è troppo
sorpresa, nel trovarsi di fronte a Spike. Lui la ignora, ed entra
nell’appartamento. Dawn guarda la ragazza con sorpresa. E’ la prima volta che
vede Willow con qualcun altro, da quando Tara è morta. “Buffy è scomparsa” dice
Spike. “Ho bisogno di parlare con Willow”
“Willow sta riposando. E’
ancora molto debole”
“Per causa tua” accusa
Spike. “Svegliala. Ho bisogno di lei”
“No” dice Carmilla, e fa
sul serio. Non disturberà il sonno di Willow. Alla luce della lampada, Dawn
osserva i lunghi canini della sconosciuta. Senza bisogno che nessuno glielo
spieghi, sente che si tratta di un vampiro. Che sta in quel momento
difendendo il suo territorio dall’attacco di un altro predatore…Spike.
“Ti prego” le dice Dawn,
con i suoi grandi occhi pieni di preoccupazione e stanchezza. “Abbiamo bisogno
di Willow. Buffy è scomparsa…e siamo preoccupati”.
La tensione tra i due
vampiri è evidente. Dawn sente l’aria tendersi, come prima di una lotta. Sono
due forze della natura, l’una contro l’altra, antiche come il tempo, trattenute
da una cortesia solo di facciata…
Millarca osserva la
ragazzina. Splende e vibra. E’ singolare…
“D’accordo” dice infine,
lanciando un’ultima occhiata furente a Spike, le iridi verdi abbaglianti come
gli occhi di un grosso felino.
Willow sta dormendo
pacifica. Al tocco fresco della mano di Carmilla sulla spalla si sveglia.
“Cosa è successo?” “I tuoi
amici…sono di là. Dicono che Buffy è scomparsa”
Willow indossa un
accappatoio, la copia esatta di quello indossato da Carmilla, e segue la
vampira nella piccola
anticamera.
“Dawnie, tesoro…cosa
succede?”
“Non sappiamo più nulla di
Buffy” le lacrime della ragazzina affiorano in superficie. “Ho un brutto
presentimento..”
“Spike…ne sai qualcosa?”
“Ci siamo lasciati in
strada, stamattina” Spike lancia un’occhiata in direzione di Carmilla: si
chiede se Willow sappia del suo incontro con Buffy. “…E poi non ne ho più
saputo niente”
“Avete…litigato?”
“Non più del solito”
ammette Spike, furioso. La vampiressa lo sta fissando divertita.
“Bene…allora non è questo
il motivo.”
“So che non usi più la
magia, ma…non potresti localizzarla?” le chiede Dawn. “Per sapere almeno se sta
bene…e se è
lontana di sua volontà”
Le mani di Willow tremano.
Non è più a suo agio con gli incantesimi.
“Posso farlo io”
interviene Carmilla. “Posso ritrovarla”
Tutti la fissano. Willow
rompe per prima il silenzio.
“E…come faresti? Hai dei
poteri speciali, che gli altri vampiri non hanno?”
(Insopportabile
succhiasangue snob, pensa Spike. Euro – pattume anche lei).
“No…ma ho creato un legame
con Buffy…come con te, Willow”
Willow la fissa a bocca
aperta.
“Prima che tu pensi male”
interviene Spike. “Io so tutto. Buffy è andata da Carmilla per farle delle
domande sulle
origini delle cacciatrici.
Ed ha bevuto il suo sangue…è un qualcosa che le permette di vedere delle
immagini particolari.
L’aveva già fatto con
Dracula” Willow guarda Carmilla senza parlare. Sta ancora elaborando
l’informazione.
“Ho bisogno del tuo aiuto,
Willow” le dice Carmilla. “Devi creare un campo di protezione. Devi isolarmi
dai suoni e dalle luci esterne, da tutto quanto costituisce la realtà. Posso
seguire il mio demone..quella parte del mio sangue che è fluita in Buffy”
Willow prende una candela.
Intima a Spike e Dawn di allontanarsi di qualche passo, e si siede di fronte a
Carmilla. Le tiene le mani tra le sue, la candela posta in mezzo a loro.
Carmilla si sente
percorrere da una dolce corrente. E’ il potere di Willow, ed è immenso, come ha
sempre saputo. Ora sa di non aver sbagliato. E di essere venuta lì a Sunnyhell
seguendo il suo cuore…indovinando cosa fosse meglio per
lei.
Poi, la magia di Willow le
fa chiudere gli occhi. Si concentra sul suo sangue, sul battito del cuore di
Buffy, dove il suo stesso sangue pompa, impetuoso, finalmente vivo…
Infine, la vede.
Buffy apre gli occhi,
sorpresa dallo spettacolo che le si para davanti come lo è raramente stata da
qualcosa.
Donne. Bellissime. Alte.
Vestite come prostitute.
“E’…è un bordello?”
sussurra, tra sé e sé.
“Buffy!” sussurra qualcuno
accanto a lei. Buffy si volta. E‘ Steve Frazier, il medico dell’ospedale. Il
suo sguardo si posa sul volto pallido del medico, e poi sui suoi polsi. Sono
trattenuti alla parete da manette di solido acciaio. Come i suoi polsi.
“Dove siamo finiti?”
“Non lo so…sembra un
sotterraneo”
“Ma che lingua parlano?”
si stupisce Buffy. Le ragazze in minigonna e stivali chiacchierano
incessantemente tra loro,
senza prestare la minima
attenzione ai due prigionieri.
“Sembra una qualche lingua
slava...russo, forse”
“Io ti spiezzo in due”
commenta Buffy, e da’ un forte strattone alla maniglia. Quella viene via, con
un pezzo di muro. Esterrefatto, Steve la osserva. Con un altro strattone, Buffy
libera anche l’altro braccio, e poi si sfrega i polsi. “Chiunque sia ad averci
fatto questo…beh, sono dei dilettanti”
Accovacciata accanto a
Steve, lo libera a sua volta dai suoi ceppi.
“Beh, vedo che non
mentivi” osserva il medico “Sei proprio Supergirl”
Lei sorride. “Non hai
ancora visto nulla” Buffy nota che le ragazze in minigonna si sono finalmente
accorte di loro.
“Vieni, andiamo…”
I due prigionieri scappano
per il lungo corridoio. “E’ un posto buio” comincia Carmilla. “Sotto terra. Oh,
l’odore del muschio, e della decomposizione…come è fresca la tenebra. Lei
respira. E non è sola. Vedo tanta gente. Donne, soprattutto. Parlano.”
Poi, Carmilla comincia ad
esprimersi in una lingua a loro sconosciuta.
“Cosa dici?” la invita
Willow, dolcemente, attenta a non spaventarla durante la sua trance.
“La stanno tenendo
prigioniera. E’ trattenuta contro la sua volontà. E ancora non sa perché…”
“Sapresti ritrovare il posto?”
Carmilla annuisce, gli
occhi ancora chiusi. Poi, di scatto, li riapre. “E’ qui sotto di noi. Proprio
sotto i nostri piedi”
“Sono quei bastardi
dell’Iniziativa” freme Spike, furioso. “Sono tornati. E se la sono ripresa”
“L’Iniziativa?” chiede
Carmilla. “Un’organizzazione militare segreta…che mi ha fatto la grandissima
cortesia di piantarmi un chip nella testa”
“Spike!” gli chiede
Willow. “Hai ancora il chip?” Spike sorride. “Sei sicura di volerlo sapere,
Rossa?”
Willow non risponde.
Carmilla si volta verso
Spike.
“D’accordo” gli dice.
“D’accordo cosa?” chiede
lui. “Vengo con te. A riprendercela”
Willow fissa la vampiressa
con sorpresa. “Tu…faresti questo per Buffy?”
Lei sorride. “No, Willow.
Io farei questo per te. E per divertirmi un po’. Mi sto così annoiando…”
“Quali sono le regole,
Spike?” Il vampiro fissa la sua compagna, ed entrambi si imbracano in lunghe
corde nere, prima di calarsi giù per il vecchio
ascensore della Lowell
House, già accesso segreto ai padiglioni dell’Iniziativa.
Lui sorride, trasformato
per la lotta.
“Nessuna regola, mia cara.
Distruggi. Uccidi. Devasta. C’è una sola regola: riportare Buffy a casa. Sana e
salva. A
qualunque costo”
“Benvenuta, signora mia”
Buffy gira sui tacchi.
Steve la sta ancora rincorrendo.
Cinque figure maschili con
lunghe armi automatiche spianate, kalashnikov e mitragliette, li circondano.
Altri quattro li bloccano dal lato opposto. “Vampiri?” chiede Steve, sottovoce.
“Nahh” risponde Buffy.
“Semplici cattivoni umani”
L’uomo che ha parlato è
alto e magro, con lunghi baffi scuri. Ed una camicia a fiori aperta sul petto.
Repellente, lo giudica Buffy.
“Non sono la tua signora,
grazie a Dio. Sennò, chissa che alimenti…Dimmi chi sei, e cosa vuoi da noi” “E’
molto semplice. Domani faremo un viaggetto. Noi tre. Ed andremo…negli Urali”
“Eh?” chiede Buffy,
osservando senza nessun entusiasmo l’armamento pesante dei suoi oppositori. “Nord
Dakota?”
Il medico scuote la testa.
“E’ in Asia, Buffy. E’ una delle antiche repubbliche sovietiche”
“Cosa?” chiede lei. “Io
domani devo andare al lavoro! E devo andare a prendere Dawn a danza! E non
dimentichiamoci
della tintoria…” Quando il
calcio di Buffy parte, il kalashnikov dell’uomo più vicino a lei salta in aria.
Lei se ne impadronisce, e lo punta al capo dell’uomo che ha parlato.
Intanto, gli altri si sono
asserragliati intorno al medico. Lei capisce che non può far molto, e maledice
la sua sfortuna. Se solo fosse stata sola…
“D’accordo” sospira.
“Parlami di questi Urali. C’è la TV via cavo anche lì?”
XII parte.
“Oh, piantala con “Il
potere alle donne!”
(Spike, “Something Blue”, IV stagione BTVS)
“Graziosi!”commenta
Carmilla, le mani affaccendate nel guardaroba in cui si sono rifugiati lei e
Spike. “Bei completini
da sgualdrina…e guarda
questi stivaloni!”
Spike le fa cenno di
tacere. Sono penetrati nei lunghi corridoi sotterranei che una volta
costituivano la sede dell’Iniziativa. Ma, finora, di militari, nemmeno l’ombra.
Un gruppo di ragazze in minigonna e stivali li ha costretti a rifugiarsi nella
prima stanzetta a disposizione. A quel che pare, è uno spogliatoio.
“Mi aspettavo qualcosa di
più …virile, da come me l’avevi descritto” si lamenta Carmilla. Con un rapido
gesto, si toglie
la tuta nera che lui l’ha
costretta ad indossare.
“Cosa…cosa fai?”
Lei sorride, di fronte
alla sua evidente confusione. Con gesti lenti e deliberati, si tira su i
capelli sul capo, li trattiene con un mollettone trovato per terra.
E poi, indossa una gonna
corta, con un bordo di strass, ed un top argentato. Per finire, veste un paio
di stivali dal
tacco a stiletto.
“Come ti sembro?” gli
chiede.
Spike sorride.
“Fenomenale. Avanti…qual è il piano?”
“Qui non c’é nessun
militare. Mi sembra ben altra storia…ragazze vestite come prostitute, lingua
slava…comincio a pensare alla mafia russa. Ne so qualcosa, credimi. Fin dai
tempi di Praga” “La mafia russa? E cosa può volere da Buffy?”
Carmilla gli sorride. E’
bella e seducente…e solo lui sa quanto sia anche pericolosa.
“Non lo so, ma non è in
tuta mimetica che lo scopriremo. Non credi che il mio nuovo look renda tutto
più facile?”
Lui annuisce. Lei, vestita
così, sembra proprio una prostituta slava. Una di quelle che costano molto
care.
Qualcuno spalanca la
porta. E’ un uomo tozzo e basso, con una camicia a fiori aperta sul petto.
“Chi sei tu?” chiede a
Carmilla, studiandone senza alcun pudore le lunghe gambe. Spike, intanto, si è
nascosto dietro la porta. “Tatiana” fa lei, e gli si getta al collo. “E ho
tanta fame, zietto” gli dice, parlandogli in russo. “Ah…vai nella sala
principale” ride lui, mettendole una mano sul sedere. “Troverai quello che
vuoi”.
Lei ride. “Ma io ho già
trovato quello che voglio…zietto”
I suoi lunghi denti si
immergono in un lampo, lucenti come perle, nella carotide dell’uomo, che non
riesce ad emettere
nulla più di un singhiozzo
strozzato.
Spike la sta guardando,
affascinato suo malgrado. Una vampiressa che si nutre. Un’immagine di ferale
bellezza.
Non può non pensare a
lei…a Drusilla. Ed a quella notte al Bronze, la loro ultima notte insieme.
Drusilla uccideva così…senza rimorso, con gioia quasi infantile. E con la
stessa grazia infinita con cui uccide Carmilla. Lui ne era quasi soggiogato. Ma
negli ultimi tempi non gli bastava più.
“Ne vuoi?” gli chiede lei,
la bocca ancora sporca di sangue, i canini lunghi e affilati. Lei non si
trasforma, nota Spike. Proprio come Dracula. Le si allungano solo i denti. Ed è
bellissima. E mortale.
“No” dice lui. “Non mi
nutro più di umani”
“Questo è un relitto. Solo
pattume” dice lei, lasciandolo cadere come un sacco di patate, ed asciugandosi
la bocca con la mano. Poi, guarda Spike, e sorride. “Lo fai…per lei?”
Spike scuote il capo. Non
è solo per Buffy che non si nutre più di sangue umano…ma questo non sa come
spiegarlo alla vampira. Cielo, non sa neanche come spiegarlo a se stesso!
”Andiamo” le dice, ansioso di ritrovare Buffy. Carmilla gli indica il
cadavere.”Metti la sua roba addosso. Darai meno nell’occhio che con quella
mimetica”
Lui annuisce, ed insieme
spogliano l’uomo.
Quando escono, Spike
indossa camicia a fiori, un medaglione sul petto lasciato scoperto, ed un paio
di occhiali da sole
rayban a specchio. I suoi
capelli corti e platinati sembrano particolarmente appropriati. Lei è perfetta
in minigonna e
stivaloni. Una prostituta
ed il suo protettore.
Con lunghi denti affilati.
Buffy e Steve sono stati
rinchiusi in una stanza con una porta d’acciaio, e nessuna apparente via
d’uscita. Viene loro servito il pranzo, e poi l’uomo che ha parlato loro nel
corridoio ricompare.
“Signorina…molto cattiva”
le dice, in pessimo inglese. “Mio uomo ancora dolorante.”
“Ne sono lieta” dice lei,
con un sorriso.
“Noi così non fare affari,
Miss Summers”
“Io non fare affari con te
comunque” sbotta lei, scimmiottando il suo linguaggio sgrammaticato. “Io
distruggo te ed
anche tuoi stupidi
uomini…e pure le ragazze!”
“Tu puoi fare minacce
quanto vuoi, ma fino a quando avremo in mano tuo amico medico, non puoi fare
molto. L’abbiamo preso apposta…quando abbiamo visto che parlavate insieme in
quel bar. Lui tuo ragazzo? Ci serviva una
cavia per farti rigare
dritta, signorina!”
Buffy trasale. Pensa a
Dawn: e se avessero preso lei, come cavia? Cielo…
“Lasciatelo andare” li
implora. “Lui non c’entra niente. Non è il mio ragazzo, ci conosciamo appena”
“Abbastanza da difenderlo”
osserva l’uomo. “Io sono Vassili. E tu tratterai con me”
“E perché dovrei?”
“Perché sennò Vassili
manda medico a casa…a pezzetti.”
Buffy tace. Spike, implora
tra sé e sé, ti prego, Spike, aiutami… “D’accordo” si fa forza. Buffy sa che
non è la prima volta che si trova in una situazione del genere: ne uscirà
fuori,
come sempre. “Parliamo.
Cos’è questa storia degli Urali? Perché dovrei venire con voi lì?”
Spike spinge Carmilla contro
una porta, e nasconde il capo nel suo collo. Lei chiude gli occhi, come
assaporando il tocco delle sue labbra, ed accarezza con la punta delle dita i
suoi fini capelli.
Non appena la coppia di
scagnozzi li supera, senza averli degnati di uno sguardo, i due vampiri si
sciolgono dall’intimo abbraccio.
Ne prendono uno ciascuno.
Spike spezza il collo ad uno dei due, e Carmilla affonda le zanne nella gola
dell’altro.
E poi procedono per la
loro strada.
XIII parte.
“In una scala da uno a
cento? Faceva schifo!”
Xander, II stagione BTVS
Buffy e Steve vengono
lasciati da soli in una sala, forse una palestra, dal momento che il soffitto
sembra nascondere
una tribuna coperta da
specchi, al di là dei quali non è dato vedere. Buffy approfitta del momento per
confidare a
Steve il suo più grande
interrogativo. Il medico la fissa.
“Alza le braccia” le dice,
e lei esegue.
Lui le mette le mani sui
fianchi, ai lati del seno.
“Che diavolo fa? Tocca la
mia ragazza?” si infuria Spike, al di là del finto specchio. Si è rifugiato lì
con Carmilla, dopo aver sentito degli uomini parlare dei prigionieri. Sia lui
che la vampiressa hanno letteralmente lasciato una scia di
sangue dietro di loro.
Carmilla sorride.
“Non si può dire che abbia
cattivo gusto”.
Siccome Spike è ancora di
pessimo umore, Carmilla si toglie il top. Ci vuole un po’ al vampiro per
accorgersi che lei
è…nuda, dalla vita in su.
“Sei matta?” le sussurra.
“Copriti immediatamente!”
“Perché?” ride Carmilla,
sazia e soddisfatta per tutto il nutrimento ottenuto da che sono penetrati nei
sotterranei. “Loro fanno lo stesso...”
Spike torna a guardare in
basso. Il medico ha messo le mani sui fianchi di Buffy, e poi la fa girare. Ma
il suo tocco è
distaccato…apparentemente,
solo professionale. “Cosa diavolo sta succedendo?”
“Se la sta per fare”
commenta Carmilla, da persona pratica, gettando le braccia al collo di Spike.
“Io non avrei niente
in contrario se…”
“Tu sei matta” le risponde
freddamente il vampiro, sganciandosela di dosso. “Sei vuoi durare a lungo, qui
a Sunnyhell, ascolta il mio consiglio: stai alla larga dagli amici del tuo
amore. Io l’ho imparato a mie spese”
Carmilla appoggia il top
contro il seno, non ancora convinta.
“Sei stato infedele…a
Buffy?” “Non proprio. Non stavamo insieme, all’epoca, non più. Ma, credimi, è
stato comunque un inferno”
Lo sguardo tormentato di
Spike le fa capire che lui non ha nessuna intenzione di cedere alle sue voglie.
Si riveste a malincuore.
“Tu la ami veramente”
osserva quindi la vampiressa. “O forse, sei solo un vampiro anomalo. Eri fedele
anche a
Drusilla…mi ricordo quella
volta a Praga. E’ la seconda volta che mi respingi, Spike. Eppure, lei non era
affatto sincera. Sapeva trovare il suo piacere altrove, credimi”
“Lo so” ammette Spike. “E
sei …bellissima. Ma io…noi…Buffy è diversa.”
“Lei merita questa tua
fedeltà?” lo provoca la vampiressa. “A che serve essere immortali e potenti, se
si è vincolati da stupidi scrupoli? Non mi aspetto che i miei amanti siano
fedeli. Ed io non mi nego nulla…ma di questo dovresti già essertene accorto”
“Non sono più così sicuro
di esserlo” ammette Spike
“Cosa…fedele?”
“No” lui scuote il capo
“Immortale”
Carmilla lo fissa stupita.
Un vampiro mortale? E chi ha mai sentito una simile stranezza? Del resto,
quanto anomalo è
Spike? Rifiuta lei, Carmilla di Karnstein, per fedeltà…ad
una cacciatrice? La peggiore nemica della sua stessa razza?
“Ne sei convinto?” “Ne sei
convinta?” Buffy annuisce. “E’ la prima volta che mi capita”
“E…potrebbe succedere?”
Lei sospira. “E’
possibile…almeno credo”
Il medico tace. “Cosa…ne
pensi?” gli chiede lei, arrossendo.
“E’ un po’ presto…per
dire. Può darsi. Non è la mia specializzazione”
Vengono interrotti
bruscamente. Vassili entra con quattro scagnozzi, tutti armati fino ai denti.
“Signorina Summers, prego, avvicinarsi”
I due prigionieri si fanno
avanti. Vassili apre sul tavolo la carta di un vasto territorio montuoso.
“Questi essere monti
Urali. Molto, molto petrolio. E minerali preziosi. E passaggio droga e ragazze.
Noi lavorare molto con ragazze”
“Ce n’eravamo accorti”
esclama Buffy, sprezzante. Se c’è un crimine che aborrisce è lo sfruttamento di
povere donne indifese.
“Troppo spirito,
signorina! Non fare furba! Tu non valere poi tanto su quel mercato! Piccola!”
Infuriata, Buffy lo
incenerisce con lo sguardo. “Noi dover far passare minerali e ragazze da questa
foresta…qui. Non riuscire più”
“Perché?” chiede Steve.
“Per brutti vampiri
cattivi. Loro si bevono le ragazze e si rubano minerali. E noi non fare più
dollari”
“Come mi dispiace!”
commenta Buffy.
“Poche storie, signorina!
Tu venire Urali e ammazzare vampiri. Noi lasciare te e tuo ragazzo qui vivi”
Per quanto sgrammaticata,
la minaccia è chiarissima.
“E se io non lo facessi?”
sbotta lei, infuriata. La risposta di Vassili si perde in un boato.
La vetrata a specchio
della tribuna si infrange, e due corpi si slanciano nel vuoto. Prima che gli
scagnozzi di Vassili
riescano ad impugnare i
kalashnikov, Buffy ne ha già stesi due.
Spike e Carmilla, sporchi
di sangue per i vetri che hanno infranto volando giù dalla tribuna, si avventano
sugli altri due. Carmilla ne uccide uno, e poi si precipita verso Vassili, i
denti come baionette a pochi centimetri dalla sua
giugulare.
Spike tramortisce il
quarto con il calcio della pistola che ha rubato ad una delle sue vittime.
“Basta…tu lasciarmi andare!” strilla Vassili, spaventato a morte. Carmilla
prende l’uomo per il collo con una mano, in una stretta d’acciaio, e si
avvicina al medico. Si accorge dopo un istante di smarrimento che Buffy e Spike
si sono già ritrovati.
Sono l’uno nelle braccia
dell’altro, stanchi e sporchi di sangue. Sia Carmilla che il medico si
distraggono, fissandoli. Buffy e Spike si stanno baciando come se non esistesse
domani. E lui ha indosso il volto della caccia.
Vassili ne approfitta per
fuggire dalla terribile vampiressa. Carmilla lo lascia strisciare via, dopo
avergli rotto il polso della mano destra con uno strattone quasi distratto. E
poi si avvicina al medico, che è tuttora a bocca aperta. Buffy sta
baciando..un mostro.
Dotato di zanne e sporco di sangue. E
tutto sembra a Steve Frazier, medico ematologo, stranamente, assurdamente
poetico. Anche quanto lei gli ha appena confidato… Prima che se ne renda conto,
Steve si sente avvolgere da un terribile, dolcissimo languore. Carmilla lo sta
stringendo tra le braccia, i denti affondati nel suo polso. E sta bevendo il
suo sangue. E lui non si è mai sentito meglio.
“Ehy…Ehy...EHY!!!” Buffy
si strappa a malincuore dall’abbraccio di Spike, e spinge Carmilla lontano da
Steve. Il medico cade a terra, il polso ancora sanguinante, ma ancora in sé.
“Sei matta? Lui è uno dei buoni!” le dice. Carmilla ride. “Buoni,
cattivi…credi ancora a queste distinzioni?” Si pulisce la bocca, sporca di
sangue, e poi si lecca le
dita, divertita. “Non è
male, tesoro. Il suo sangue è dolce. E scommetto che non è l’unica cosa dolce
che ha da offrire ad una signora… volevo solo assaggiarlo, calmati” Spike non
riesce a lasciare Buffy. Il suo volto è tornato umano, con gran stupore di
Steve, ed ora la sta tenendo per la vita. Sembra che siano entrambi ansiosi di
riallacciare il loro legame, con il loro tocco, senza parole. Steve, pur
intontito dalla perdita di sangue, e da quel misterioso languore, capisce di
non avere mai avuto nessuna chance con lei. Per quanto questo sembri assurdo.
Vassili indietreggia, come un insetto velenoso che ha paura di essere
schiacciato. I sue uomini, i tre svenuti ed il morto, sono ancora a terra.
“Andiamo” dice Spike, la
mano strettamente intrecciata a quella della sua donna. “Potrebbero tornare in
forze”
Carmilla si trascina
dietro Steve, ancora troppo incredulo per parlare. Tutti e quattro si
allontanano per i lunghi corridoi, Buffy e Spike imbracciando i kalashnikov che
hanno rubato ai loro oppositori…e tenendosi per mano.
Quando arrivano
all’ascensore principale, Spike si carica Steve addosso. Uno dopo l’altro,
escono all’aperto. L’uomo che li aspetta fuori dalla botola sorride loro.
“Benvenuta, Miss Summers.
E’ lievemente in ritardo”
XIV parte
“Spike…rifatti una vita”
(Giles, “I was made to love you”, V stagione BTVS)
L’uomo lancia occhiali da
sole sia a Carmilla che Spike. Dopo un attimo di esitazione, entrambi i vampiri
li indossano. Anche lo sconosciuto ne porta un paio, sobri e neri.
“Siamo in un film di
Tarantino?” indaga Buffy, per niente impressionata. Steve si sente invece al di
là della ragione. Troppe cose assurde da assimilare in un giorno solo.
E, Dio, quel languore meraviglioso… “Affatto, Miss Summer. Mircalla...”
“Ciao, Boris” lo saluta
lei. “Quanto tempo” dice lui.
“Non abbastanza” replica
la vampiressa.
“Ho bisogno di un
aggiornamento urgente” commenta Buffy, rivolta alla vampiressa. “Tu…lo
conosci?”
“E’ evidente, dolcezza”
replica Spike. “Io, invece, no…se la cosa ti può essere di consolazione”
“Siamo amici da lungo
tempo” risponde Carmilla, sorridendo al nuovo venuto. E’ un uomo alto, di
bell’aspetto, apparentemente sulla quarantina, con un lievissimo accento
straniero. “Lui è più vecchio di me”
“Sono del ‘500” spiega
lui, come se fosse un pezzo di mobilio particolarmente pregiato. “C’è ne pochi
di più anziani di
me ancora in giro”
“Vlad ti batte” replica
Carmilla. “E non è l’unico”
“No, lo ammetto” sorride
l’uomo. “Mi chiamo Boris…ma questo l’avevate già capito, immagino.”
Un rumore alle loro spalle
li interrompe.
“Vassili…” sbuffa il nuovo
venuto. “Non ne combini una giusta.”
“Ma..signor Ministro…”
“Ministro?” chiede Buffy,
allarmata. “Ti devo subito confessare che vado poco d’accordo con le figure
istituzionali. Sai, ho avuto delle brutte esperienze…il Preside, il Sindaco,
l’Iniziativa…”
“Vassili…puoi andare” lo
congeda il vampiro “Risolvo io la questione”
“Sì, signor Ministro”
Vassili è l’immagine dell’abiezione. Striscia via, non prima di aver lanciato
un’occhiata terrorizzata a Carmilla. “Mia cara…posso chiamarti Buffy, non è
vero?”
Il vampiro è tutto fascino.
Sembra un manager d’azienda occidentale. Vestiti italiani, occhi grigi e
luminosi. Denti bianchi. Troppo bianchi e lucenti per essere tranquillizzanti.
“Procediamo” lo interrompe
Spike “La mia ragazza qui è stanca. Non abbiamo tutto il giorno”
“Già…”commenta lo
straniero. “Quello che – goffamente, lo ammetto – Vassili stava cercando di
comunicarvi è che
abbiamo bisogno del vostro
aiuto. Quale ministro dell’economia della Repubblica degli Urali, vi confermo
che necessitiamo di un’urgente opera di pulizia…posso definirla etnica?” “Tu
cacci i tuoi stessi simili?” commenta Buffy, stupita.
“Ne sono costretto”
ammette lui, con uno sguardo di apprezzamento nei suoi confronti. “Se voglio
continuare a stare
nel sistema. Credimi, non sarei sopravvissuto così a lungo, al
contrario”
“Io ci riesco benissimo”
interviene Carmilla, con un gran sorriso. “Al diavolo il sistema, qualunque
cosa voglia dire. Di giorno vado alle feste, e di notte caccio. E mi sento
ancora più viva…”
Steve la fissa. Ancora non
riesce ad accettare il fatto che quella bellissima donna gli abbia appena
succhiato il sangue,
come se fosse stato un
qualche dolce, perverso gioco, lasciandolo debole come un gattino…
“Carmilla, che bambina che
sei” le dice Boris, accarezzandole la guancia pallida. “Sapete…lei è come una
figlia per me”
Lo sguardo che Buffy
lancia a Spike dice tutto. Anche per lei, la giornata sta davvero diventando troppo
bizzarra.
“E’ il mio papà adottivo”
spiega Carmilla. “E’ lui che ha vampirizzato mia madre”.
“Benvenuti nella famiglia
meno funzionale del mondo” commenta Buffy sottovoce.
“Quello che Vassili non è
riuscito a dirvi” continua Boris “Il messaggio che non è passato,
insomma…e che è prevista
una ricompensa per questo
lavoro”
“E sarebbe?” chiede Buffy,
per nulla impressionata.
Lui la fissa. Lei riesce a
sfuggire con difficoltà a quello sguardo penetrante. Lui pare trarre un
particolare piacere dal
vederla…un piacere puro che a lei fa piegare le ginocchia, e
che fa inquietare Spike. “Tu non sai chi sei. Non lo intuisci ancora. Non hai
nemmeno cominciato.” Lei risente quelle parole, le assapora sulle labbra…
“Vuoi delle risposte,
Buffy Summers?” continua lui, con voce ipnotica. “Vieni con me, e le avrai”
Dawn fissa di nuovo
l’orologio a parete.
“Non sono ancora tornati.
Dannazione, Willow, fa qualcosa!”
Willow è reclinata sul
divano, ancora debole. Solleva il capo per fissare la ragazzina. Dawn la guarda
a sua volta,
sempre più incredula.
“Come puoi accettare nella tua vita quella cosa…quella vampira? Ha
l’aria di essere crudele e spietata”
“Lo è, Dawnie” replica
Willow, pazientemente. “Ma come giudicavi Spike quando l’hai conosciuto? Forse
che fosse
meno crudele e spietato?”
“Spike è diverso!” ribatte
Dawn. “E lo è sempre stato. Io amavo Tara…Cielo, solo tu sai quanto. Quando la mamma
è
morta…ed anche
Buffy…insomma, se non fosse stato per Tara, e Spike…non voglio sminuire
l’affetto tuo e di Xander, lo sai, ma loro mi hanno letteralmente salvato la
vita. Non riesco proprio ad accettarlo. Non mi piace, Willow. Questa Carmilla
non mi piace nemmeno un po’”
Willow le tende una mano,
che Dawn prende tra le sue. “Non sono innocente come te, Dawnie” le risponde,
dolcemente, fissandola fino in fondo agli occhi. “Forse, ho bisogno
di un po’ di buio dentro
di me…e Carmilla lo è. Buia. Ed insieme viva…come la fiamma”
“E’ sbagliato. Ti
scotterai”
“Probabilmente”
“E se lei si infuriasse, e
minacciasse di ucciderci tutti…come Angelus?”
Willow sorride. Nonostante
lo sconfinato senso di colpa, conosce bene il proprio reale potere…
“Allora, Dawnie, credo che
vedresti qualcosa”
“Vieni con me. A Savannah.
Conosco una persona che può darti delle risposte”
Buffy non risponde. Tiene
tra le dita il cartoncino sgualcito che il vampiro le ha appena dato. Porta un
indirizzo….Burning Lee,
Savannah.
“Se sarai soddisfatta di
queste risposte, verrai con me negli Urali. Tu…ed il tuo vampiro, se lo
desideri. E darai la
caccia ai vampiri ribelli.
Per me”
“Non accettare, Buffy” le
dice Spike. “Mente. Nessuno sa nulla dell’origine delle cacciatrici…neppure il
Consiglio degli
Osservatori. Vuole solo
che tu lavori come killer, per i suoi sporchi scopi” “Io sono un killer”
ammette Buffy, suo malgrado. “Lo sono sempre stata”
Boris sorride. “Ci vediamo
a Savannah, Buffy Summers”
Carmilla lo prende a
braccetto, ed i due antichi vampiri si allontanano ridendo, discorrendo di
tempi e mondi passati.
Buffy non ha parlato per
tutto il tragitto verso la casa di Steve. Il medico sta meglio, ora, e viene
lasciato nel suo
appartamento.
“Mi dispiace, Buffy” le
dice sulla soglia di casa, lanciando uno sguardo verso il vampiro biondo, che
fa finta di non
osservarli. “Sono stato
solo uno stupido ostacolo. Avresti potuto fuggire, senza di me”
“E’ il mio lavoro” sorride
lei. “Aiutare e servire. Stai meglio? Ti serve qualcosa?” “No…va bene. Ora
credo proprio che riposerò. E che berrò molti liquidi”
“Bene” Buffy si china, gli
sfiora la guancia con un bacio. “Ti ringrazio…per essermi stato ad ascoltare,
prima”
“Dovere” replica lui, e la
guarda andare via. Non riesce ancora ad accettare tutto quanto ha visto e
sentito in
quell’unico giorno.
Buffy torna nella de Soto.
“Quanti ne avete uccisi?”
chiede a Spike. Lui sorride. “Quanti basta”
“Bene. Allora, ora
possiamo tornare a casa, fare una doccia…e preparare le nostre cose. Andiamo a
Savannah…”
“Buffy” Spike accarezza il
volto morbido di lei con la punta delle dita. Quanto gli è mancata…lei chiude
gli occhi contro il calore della sua pelle, e bacia il palmo della sua mano. Le
loro labbra si sfiorano, e poi non si lasciano…Lui si stacca
infine, senza fiato. La
fissa. “Non credere a quello che ti ha detto Boris. Non ci sono risposte per
questo tipo di domande”
“Lo so” dice lei. “Ma devo
sapere. Questo è più importante che mai, credimi”
Si stringono le mani,
riluttanti a lasciarsi, anche solo per pochi istanti. La lite di prima è
dimenticata. “Andiamo.” Lo sprona lei. “Savannah è lontana”
Dopo una breve doccia, ed
una cena leggera, Spike e Buffy lasciano Dawn da Willow, e si allontanano
sull’autostrada a
bordo della de Soto. Verso
notte, si rifugiano in un motel. La stanza è piccola e stantia, ma appare loro
incredibilmente
intima. E’ la prima volta
che viaggiano insieme, e si sentono entrambi euforici per l’inattesa intimità.
Spike la attende a letto,
guardando le notizie alla TV. E’ preoccupato per Dawn, ma sa bene che Willow
non permetterà che le accada nulla. Carmilla o non Carmilla. Buffy finisce di
prepararsi per la notte e lo raggiunge, con indosso un buffo pigiama con degli
elefantini rosa.
“Non sei mai stata così
sexy” la prende in giro lui. “Ah – ah” replica lei, per niente imbarazzata. “La
prossima volta mi metto anche la crema”
Stretti nel letto
piuttosto scomodo, si rilassano entrambi. E’ tutto passato: lo spavento di
prima, ed anche la loro
naturale, mutua
aggressività. Buffy lo guarda, mentre lui osserva la TV. Si rende conto di
quante cose è per lei Spike.
Il suo nemico, la sua
nemesi. Il suo amante, il suo compagno. A volte tenero, altre disperato, spesso
ironico, infine
malvagio, crudele. La sua
croce e delizia, in confezione super – sexy. La sua maledizione in soprabito di
pelle nera e
capelli di platino. Il suo
ribelle.
Il suo Spike. Lui è sempre
stato così. Suo. E qualcosa in lei è definitivamente mutato per sempre,
se da qualche tempo, quando
ripensa ad Angelus, ed al
colpo di spada che lo ha mandato all’inferno, rivede solo Spike, imbarazzato,
nel salotto di
sua madre.
Un nuovo inizio, dove non
c’era che dolore. E lei non lo sapeva…
Fino ad ora.
“Spike…” gli dice,
assonnata.
“Uhm?” risponde lui,
distratto.
“Spike…c’è qualcosa che
devo dirti”
N.B. La teoria qui
proposta sulle origini delle cacciatrici trae spunto da un’autentica tradizione
folcloristica dell’Europa
centrale, da me
liberamente rielaborata. XV. parte.
“Non sono buono, ma sono
O.K...!”
Spike, V stagione BTVS
“Spike...c’è qualcosa che devo dirti.”
Ora, Buffy ha tutta la sua
attenzione. Spike la tiene stretta, come se avesse paura di perderla...di
nuovo. E fuori dal
polveroso motel ha
cominciato a piovere, una pioggia gentile, come una carezza sui tetti.
Lei lo guarda nella
penombra. E poi accarezza il suo viso, bello ed angoloso, così unico, così suo.
“Quando è morta mia
madre...beh, pensavo che non avrei più provato qualcosa di simile per qualcuno.
Che non avrei
più sentito qualcuno mio
fino in fondo...la mia famiglia era come finita. C’era Dawn, certo, ed ho
dato la vita per lei...ma una parte di me è morta con mia madre”
“Lo so” dice lui. “E’
quello che ho provato io quando tu...quando tu...” non riesce nemmeno a dirlo.
Non riesce nemmeno a pensare ai 147 giorni trascorsi senza di lei, con solo una
lapide di pietra a suo impossibile ricordo... Lei lo fissa fino in fondo agli
occhi, quei suoi occhi blu notte, che le hanno rubato il cuore molto tempo
prima che lei si accorgesse di averne di nuovo uno.
“Ma adesso ho di nuovo
qualcuno di mio...sei tu”
Spike sorride. Quanto ha
atteso queste parole. Lei gli mette una mano sulla bocca.
“Ma non è solo questo”
Spike la guarda, una
domanda inespressa negli occhi.
“William...ho un ritardo”.
“Eh?” risponde lui. “Un
...ritardo ritardo?”
Lei annuisce. “Proprio uno
di quelli. Lungo. Sta diventando sempre più lungo...ed io sono sempre stata
regolare come un orologio”
La voce di Spike si
incrina. Gli sembra che si sia aperto uno squarcio d’azzurro nella sua vita,
dove prima c’era solo
buio.
“Hai fatto...uno di quei
test?” Lei scuote il capo. E poi, indica la sua borsa. “Ne ho comprato uno
oggi...prima di venire qui. Non ho il coraggio”
“Perchè?” chiede lui, ed i
suoi occhi, in questo momento, sono azzurro cielo. “Non....non lo vuoi?”
Lei lo fissa. La felicità
di Spike è talmente evidente da essere commovente. Lui non ha bisogno di
parole, per
esprimerla: i suoi occhi,
le sue mani improvvisamente tremanti dicono tutto. Lei sa che se lui avesse un’anima
da
perdere...questo sarebbe
il momento.
Lei sorride, e non è più
una bambina, e nemmeno una ragazza. E’ finalmente diventata una donna.
“Certo che lo voglio...lo
voglio come non ho mai voluto niente altro al mondo”
Spike la stringe, così
forte da farle mancare il respiro. Qualcosa le bagna i capelli. Lei si accorge
che sono lacrime.
“Io non merito questa
felicità, Buffy...per la prima volta, ho paura. E se...qualcosa andasse storto?
Questo bambino, se
è un bambino, e non solo
un ritardo...è un miracolo. Tu...io...ci sono mai stati due genitori più
improbabili?”
Lei scuote il capo, sempre
sorridendo. “No...ma lo amerei anche se fosse un demone Fyarl. Lo voglio e
basta. E lo voglio perché è tuo”
Spike si alza dal letto,
le prende la mano “Vieni” le dice. “Adesso io e te facciamo il test”
Buffy esita un istante. Sa
bene che nel momento in cui accetta l’idea di questo figlio...non ci
sarà più ritorno. Ma Spike la sta trascinando verso il piccolo bagno di quella
squallida stanza di motel. Come al solito, non le da’ tregua.
Come al solito, non ha
pietà. E’ impetuoso come la vita, inarrestabile come la vita. E lei, in fondo,
sa che è questo che
lo distingue da Angel.
Lei prende la scatola
dalla borsa, ed entrambi leggono le istruzioni, ansiosi. Dopo, aspettano
guardandosi negli occhi che appaia il risultato. Sunnydale.
Steve si alza per aprire
la porta, ancora intontito. E’ mattino presto, forse le sette...ha preso un
paio di giorni di riposo dall’ospedale. Si deve ancora riprendere.
E non si attende certo di
rivederla sulla soglia di casa sua.
“Ciao, Steve” dice lei.
Jeans, maglietta di Calvin Klein, indosso qualche goccia di Tommy Girl.
Perfetta...all american girl. Capelli lunghi e biondi, lisci ed ordinati sulle
spalle. Una brava ragazza.
“Cosa vuoi?” le chiede
lui, indossando i suoi occhiali e mettendola a fuoco. “Finire il lavoro? Non ho
più molto sangue
da darti. Te lo sei già
preso quasi tutto”
Lei sorride. “No. Se mi
fai entrare, te lo dico. Parola di giovane marmotta...si dice così? Non intendo
affatto dissanguarti. Willow e Buffy mi polverizzerebbero, se lo facessi.
E lo dico letteralmente, sai?”
“D’accordo” dice lui
allora, piuttosto duramente. Lei scuote il capo. “Non basta, tesoro. Devi dirmi
‘entra’, altrimenti non funziona”
Carmilla allunga una mano,
per mostrargli l’invisibile barriera che li divide.
Steve cede, esterrefatto
per l’ennesima assurdità rivelatagli da che ha conosciuto Buffy Summers.
“Entra” le dice infine, sperando in bene.
Savannah, Burning Lee.
“Muschio spagnolo...ci siamo. Piantagioni tetre e decadenti...eccole. Oh,
Cielo” commenta Buffy, mentre la de Soto gira piano per le vecchie strade di
campagna. “Credo che siamo arrivati. Guarda quel cartello”
Spike si volta, ed infila
il viottolo a destra. Buffy sta ridendo. “Perché ridi?” le dice. “Stamattina
non hai neanche vomitato”
“E’ vero” ammette lei,
riandando con la memoria a quei loro giorni felici trascorsi in giro per le
strade polverose del profondo Sud. Non sono mai stati così vicini, così uniti.
Il mondo esterno non esiste. Solo lei, lui, il vasto universo pieno di luce e
buio...e le sue nausee mattutine.
Lei è elettrizzata, e
Spike è completamente fuori di testa. Nessuno dei due riesce ancora ad
accettare quella
meravigliosa realtà. Lei
sa che Spike morirebbe per lei, e per il loro bambino. Letteralmente.
“Rido perché mi sembra di
essere in un racconto di Ann Rice. Una decadente piantagione del sud...vi
troverò qualche
vecchio vampiro
incartapecorito di nome Lestat?”
Lui, guidando, allunga una
mano, e le accarezza il pancino morbido, ancora piatto.
“L’unico vampiro della tua
vita sono io. Te l’ho gia detto, baby”
“Sì...come no” ride lei.
“Tu...e lui. O lei. Cosa dici ?”
Spike non dice nulla. Gli
gira ancora la testa, se ci pensa. Lei è incinta. E’ assurdo. Ed è vero. E,
Cielo, valeva la pena
di arrivare fin qui dalla
fumosa Londra del 1880, se questo é il risultato... “Sarà normale, Buffy”
mormora, dopo un lungo istante di silenzio.
“Già...già. Almeno spero”
ride lei. “ Nemmeno noi siamo troppo normali. Ma l’amerò lo stesso. Tu
lo sai...non è vero?”
Lui annuisce. Non riesce a
credere alla sua fortuna. E’ nel sole. L’ombra, la notte, Drusilla e la
sua follia...tutto ciò appartiene inesorabilmente al passato. E’ nel sole, con
una donna viva, che lo ama, ed il suo cuore batte. E dentro di
lei batte un altro piccolo
cuoricino... non avrebbe mai creduto che questo fosse possibile, quando aveva
lasciato Sunnydale a bordo della sua moto, furioso con lei e con se stesso,
incapace di intravedere un futuro, con il cuore
spezzato, e la stima di sé
infranta per quello che aveva fatto...
La piantagione di Burning
Lee si staglia all’orizzonte. E non è affatto decadente.
Una magnifica casa in
stile coloniale, con otto colonne doriche, perfettamente tenuta. Una lussuosa
cancellata in ferro
battuto. Giardini di
sogno. “Però!” ammette Spike, parcheggiando la de Soto. “I proprietari, qui,
vivono alla grande!”
Buffy scende dall’auto, ed
entrambi si dirigono verso l’entrata. Un maggiordomo nero, perfetto in ogni
dettaglio, li fa accomodare in un magnifico salone, ricco di quadri
dell’ottocento inglese e di stampe italiane più antiche. Buffy e Spike
si fissano, sempre più
sorpresi. Qual’è il legame tra tutto questo...e loro? “Benvenuti, signori. Un mint
juleep, per cominciare ?”
La nuova venuta avanza
nella stanza. E’ una donna, vecchissima, ma salda e diritta sulla sua sedia a
rotelle.
XVI parte.
“Resta tranquilla,
Cacciatrice! Quando tornerò, tutto sarà diverso...”
Spike, Seeing Red,
VI stagione BTVS.
Buffy e Spike accettano la
tradizionale bevanda del sud in bicchieri ghiacciati, sciroppo di menta e
bourbon, e siedono su un ricco divano di broccato verde, di fronte alla loro
ospite. Che sorride.
“Vi ha mandati Boris” dice
la donna. “E spero che venga anche lui. E’ parecchio che non ci vediamo”
“Signora” comincia Buffy.
“La ringraziamo per la sua ospitalità. Noi...”
“So tutto” ride lei.
“Buffy Summers e William the Bloody. Che coppia, davvero!”
“Già” ammette Spike, per
niente offeso. “Siamo ansiosi di ascoltare ciò che lei può dirci..signora”
“Cielo, non mi sono
neanche presentata!” si accorge l’anziana signora. “Dio, che sbadata! Rimediamo
subito”
La donna mette mano ad un
vicino cassetto, e trae dalle sue profondità un portaritratti d’argento. Lo
porge alla coppia
di fronte a lei.
Buffy studia l’immagine:
una ragazza in un abito lungo d’inizio secolo, con i capelli mollemente
raccolti sul capo. Ed
accanto a lei un uomo
pallido in un’uniforme scura.
Solleva lo sguardo sulla
sua ospite. Nonostante l’eternità trascorsa da allora, capisce che la
ragazza dagli occhi chiari lì
ritratta è lei.
“Sono Roxana Lee. In Vargas.”
Comincia l’anziana signora. “Prima che facciate strani calcoli, ve lo dico io:
ho 102 anni. Sono nata nel 1900...allo scoccare del secolo. Questa foto è del
1917. L’uomo accanto a me è Vladimir Vargas...il mio unico marito”
“E lui...era...”
Roxana sorride. “Un
vampiro, naturalmente. Come lui.”
Roxana sta indicando verso
la porta. Boris vi appare, elegante e distaccato e giovane come quando
lo hanno incontrato
alcuni giorni primi, fuori
dai vecchi sotterranei dell’Iniziativa.
Boris avanza nel salone, e
bacia con affetto la mano dell’anziana signora. I due si scambiano uno sguardo
che Buffy
non esiterebbe a definire appassionato.
Boris si siede accanto a
loro, ed accetta a sua volta dal maggiordomo nero, impassibile, del mint
juleep.
“Mia cara” sorride la
vecchia. “Credevi davvero di essere la prima cacciatrice ad aver avuto
non uno, bensì due amanti vampiri?”
“Lei...lei è una
cacciatrice?”
Roxana annuisce. “Come
vedi, non tutte le cacciatrici muoiono entro i venticinque anni. Ne sono la
prova vivente. Beh,
naturalmente, ho iniziato
a cacciare piuttosto presto. Anche perché mi sono sposata molto giovane...a
soli sedici anni.”
“Con un...vampiro?”
Roxana annuisce. “Lui era
un vampiro molto particolare. Ho conosciuto Vladimir in questa casa...proprio
qui, su quella terrazza aperta che si vede dal viale d’ingresso. Avevo sedici
anni. Mio padre era Reginald Lee, ed era il governatore di questo Stato. Quel
giorno diede una festa per la sua rielezione...ed io conobbi Vlad. Due mesi
dopo, eravamo sposati.
Cinque mesi dopo,
attendevamo un figlio”
“Lei...ha avuto un figlio
da un vampiro?” lo fissa Buffy. “Come è stato possibile?”
La vecchia signora
sorride. “ E per te? Come è stato possibile?”
Bella domanda. Buffy non
sa proprio cosa rispondere.
“L’amore è la più potente
delle forze.” Risponde la donna. “Talmente potente, da abbattere ogni ostacolo.
E’ l’amore
che tiene i vampiri
lontano dalla tua porta...o dentro il tuo letto, a seconda dei casi. Beh, a
quanto pare tu ed io apparteniamo alla seconda categoria, Buffy. Forse tu non
sai che ci sono molte specie di vampiri. Quella di gran lunga più numerosa, ed
infame, è refrattaria al sole, vive di notte, e caccia spietatamente in
branchi. Ma vi sono vampiri
antichi, così antichi che
del loro passato si è persa ogni traccia. Vampiri che resistono al sole, e
altri che procreano figli. Con donne normali, non è possibile, naturalmente, ma
con le cacciatrici, sì. E, talvolta, anche con vampiresse”
“Darla” sussurra Buffy
“Darla ed Angel hanno avuto un figlio”
“Lo so” ammette Boris,
rompendo il suo interessato silenzio. “Se ne è parlato per mesi, nella nostra
comunità”
“E tu sai perché questo
avviene?”
Buffy scuote il capo, come
in trance.
“Perché anche le cacciatrici
sono una specie di vampiro. Un vampiro ereditario. Che non teme il sole,
non ha paura
degli oggetti sacri, e non
si nutre di sangue. Non per vivere, perlomeno. Ma le cacciatrici adorano bere
il sangue. E’ la loro droga. Solo che bevono solo il sangue di altri
vampiri. E’ una specie di regolamentazione della razza: il predatore
viene a sua volta cacciato
da altri membri della stessa specie. Le cacciatrici diventano tali per forza
ereditaria. E’ una forza oscura, che si rivela ogni cinque, sei, sette
generazioni. A volte, persino più raramente. Ed è una forza che deriva
dall’essere eredi di
vampiri. Le cacciatrici sono nipoti o pronipoti di vampiro. Solo che non lo
sanno. Io non lo sapevo, almeno. Prima di leggere il suo diario”: “Il suo
diario?” chiede Buffy, sbalordita.
“Devi sapere” continua
l’anziana signora “Che ho per molti anni pensato che il mio ramo materno fosse
il più
interessante della
famiglia. Ma mi sarei ricreduta.” Ammette l’anziana signora. Indica a Buffy il
ritratto di una
magnifica donna bionda, in
crinolina. “Mia madre, Solange van der Boek. Suo padre, mio nonno, apparteneva
ad una famiglia olandese molto facoltosa. Ma il membro veramente interessante
della mia famiglia materna è sempre stato il mio bisnonno, Jean – Paul
Brevigny. Era un francese, un popolano di Parigi, ed aveva vissuto ai tempi di
Napoleone. Era stato anche soldato nella sua armata. Sua moglie, la mia
bisnonna Serena, era invece una donna dalle origini
piuttosto misteriose.
Pareva di umili origini, ed invece era la figlia illegittima di una contessa
italiana”. Roxana sorride. “Mia madre Solange amava raccontarmi delle avventure
dei suoi nonni, Jean – Paul e Serena. Lei stessa aveva avuto
una vita piuttosto
movimentata. Era rimasta in questa piantagione durante la guerra di
successione, ed era sfuggita
alla morte per puro
miracolo. Non era purtroppo sfuggita allo stupro. Questo crimine le aveva
segnato la giovinezza.”
Spike fissa Buffy, e poi
abbassa lo sguardo, ancora vergognoso di se stesso, e di quanto ha tentato, in
preda alla
disperazione, di farle.
Lei gli stringe una mano, con un chiaro gesto d’affetto e di perdono.
“Mio padre, Reginald Lee,
era il suo secondo marito. Mia madre aveva già avuto una figlia da un
precedente
matrimonio”. La vecchia
signora si ferma un istante, sorride. Ripercorre con la mente la sua
privilegiata infanzia di bambina ricca nel sud del primo novecento. “Mia
sorella è morta negli anni ’40...ed io sono ancora qui. Incredibile,
vero? Comunque, con una
famiglia materna tanto interessante si potrebbe pensare che le mie origini vampiriche
siano
da rintracciare lì...ed
invece no. Il tutto nasce invece dal personaggio in assoluto meno
interessante della famiglia: la mia bisnonna paterna Katia.” Buffy pensa di
mettere da parte la sua bibita alcolica: le sta già girando la testa. E poi,
forse, non dovrebbe bere
bourbon nelle sue
condizioni...
L’anziana signora riprende
il suo racconto. La sua lucidità mentale, alla sua età, è semplicemente
stupefacente. “La nonna di mio padre era arrivata in America agli inizi
dell’ottocento dalla regione del Montenegro. Era una donna
piuttosto brutta,
tremendamente ignorante e spaventosamente timida. In una parola sola: un
disastro. La famiglia Lee
era già allora benestante:
quella sposa europea arrivava come una specie di pagamento di un debito
commerciale. Il mio bisnonno la odiò a prima vista, e si fece scrupolo di
mantenere non una, bensì tre amanti mulatte durante tutto il
corso del loro matrimonio.
Katia capiva a malapena l’inglese, e non si applicò mai più di tanto. Aveva
un’unica
certezza: quella di essere
la nipote di un brukolakii”
“Un brukolakii?”
chiede Spike, sempre più incuriosito.
“Sì...una specie di
creatura mitica, figlio di vampiro. Solo i brukolakii sono in grado di sentire
i vampiri, e di sconfiggerli. Anzi, traggono forza e riconoscimento sociale
da queste loro speciali caratteristiche. Umani, mortali,
eppure forti, quasi
invincibili. E devoti alla missione di sterminare le forze del male. La
famiglia di Katia aveva avuto
numerosissimi esemplari di
questo tipo. Sembra che non fossero solo donne, ma anche uomini. Naturalmente,
quando
lei ne parlò con il suo
poco sensibile marito, il mio bisnonno si mise a ridere, e poco ci mancò che la
prendesse per
pazza.” La vecchia signora
scoppia a ridere “Immaginate! Nella bigotta Georgia dell’inizio ottocento
un’europea rozza
ed ignorante dice di
essere la discendente di una stirpe di cacciatori di vampiri! Nessuno le
credette, naturalmente.
Nessuno...tranne coloro
che, al tempo, nulla contavano.”
“La comunità degli
schiavi” intuì Buffy.
“Esatto” la vecchia
signora lancia uno sguardo al suo maggiordomo di colore, che le sorride,
ironico. “Loro sapevano che la padrona Katia non mentiva. E quando nella notte
forze misteriose esigevano il loro tributo, Katia lasciava il suo letto
solitario, e si avventurava nella piantagione. Con un paletto.”
“E li uccideva” mormora
Buffy. (Tu sei una killer...tu cacci. Tu uccidi.) “Sì. Per più di un decennio,
la straniera ignorata e derisa liberò la contea dal male...almeno, dal male
demoniaco. Morì dando alla luce il suo secondo figlio. Non fu affatto compianta
dal suo distratto marito...ma dagli schiavi di Burning
Lee, sì. Cantarono attorno
al fuoco per dieci notti. E non la dimenticarono. Nessuno dei suoi discendenti
ebbe più alcun contatto con il mondo dell’occulto. Nessuno. Fino ad una sera di
primavera del 1916. In
Europa c’era una guerra, ma non da noi, non a Savannah...la piantagione era in
fiore. Mia
sorella era il fiore più
bello...in tutta la contea, non c’era ereditiera più ambita. Io ero ancora
molto giovane, insicura.
Andai sulla terrazza, per
prendere il fresco, e sentii una presenza. Mi voltai. C’era un uomo, di fronte
a me, vestito di
scuro. Un uomo
bellissimo...bello in modo irritante”
Buffy quasi si strozza con
il mint juleep…le sue esatte parole di quando incontrò Angel per la prima volta.
Alla stessa
età. “Parlammo. Mi disse
che era in arrivo un grosso pericolo...e che avrei dovuto combatterlo. Quando
ritornai in casa,
nessuno mi credette.
Nessuno aveva visto quell’uomo, nessuno lo conosceva. Nei giorni seguenti,
continuavo ad
incontrarlo nei posti più
impensati...ed ero l’unica a vederlo, a “sentirlo”. Percepivo la sua presenza
in una folla, al mercato, tra i lavoranti della piantagione. Finii tra le sue
braccia prima ancora di conoscere il suo nome.”
“Perdette anche lui
l’anima?” chiede Buffy, che non può fare a meno di pensare alla sua storia con
Angel, alla purezza di quel sentimento...fino a quel tremendo, atroce
risveglio. “No. Mi sembrava tutto meraviglioso. Chiese a mio padre la mia mano.
Pareva benestante, ed aveva un titolo nobiliare. Aveva acquistato una vecchia
casa vicino alla nostra piantagione. Il titolo, soprattutto, impressionò i
miei.
Acconsentirono. La notte
delle mie nozze, i tamburi della piantagione suonarono senza sosta. Facemmo
l’amore, e fu bellissimo. Al culmine di quel nostro primo incontro, lui mi
morse. Quasi mi dissanguò. Mi risvegliai debolissima. Ed
allora mi spiegò tutto.”
“Tutto?” chiede Spike. “Le
spiegò che era un vampiro e che adorava bersi il suo sangue
giovane...oltre a fare sesso
con lei, beninteso?”
L’anziana signora scosse
il capo. “Era come un incantesimo. Un incantesimo di protezione. Doveva far
accettare alla
mia diversa vampirità la
sua natura. Mi disse che occorrevano almeno tre morsi ad una cacciatrice per
potere...”
“Per potere?” interviene
Buffy.
“Per consentire al suo
corpo di procreare un figlio”
Il silenzio è caduto nella
stanza. Boris ora beve del té, e di tanto in tanto spia il suo Rolex d’oro.
Buffy pensa ai vampiri che l’hanno assaggiata. Il Maestro, Angel, Dracula...e
da ultimo Spike. Quattro. “Come sapeva...che lei era una cacciatrice?”
“Lo sapeva” spiega Roxana.
“Lo sentiva...come io lo sentivo. Fu lui il mio osservatore. Era
un vampiro anomalo, come
ho già detto. Non
resisteva al sole, ma era molto antico. Aveva collaborato con il Consiglio
degli Osservatori in più di
un’occasione. Non aveva
un’anima, ma aveva una spiccata personalità. Non permetteva al suo
demone di dominarlo”
“Anche il mio Spike è
così” dice Buffy, fiera.
“Lo so. Altrimenti non
sareste qui....con il vostro bambino. Amavo moltissimo Vlad. Era la mia
tenebra, ed insieme la
mia luce. L’ho amato come
si ama una sola volta nella vita...ma forse tu, Buffy, sai cosa intendo”
Buffy annuisce.
“Cominciai ad addestrarmi,
ed a cacciare. Era un osservatore meraviglioso, ed era mio marito. Mi morse
ancora due
volte, e la terza quasi
non riuscì a fermarsi. Nella sua eterna lotta il demone quasi prevalse.
Sopravvissi per miracolo.
Dopo di quello, rimasi
incinta. Mio figlio nacque, bello e perfettamente normale, e quella
stessa notte Vlad morì”
Buffy si riscuote dal suo
incantesimo. “Morì? Perché?”
“Era andato a combattere
al posto mio. Cinque demoni lo circondarono. Naturalmente, trovammo solo le sue
ceneri. Il nonno di Alec – il mio maggiordomo – mentì a mio favore.
Organizzammo un finto funerale. Ed io piansi la sua fine. Mi
si era spezzato il cuore”
Roxana si riscuote. Il
dolore è ancora palese sul suo volto...dopo tutti quegli anni. Quasi un secolo
di dolore.
“Non riuscivo più a
sopportare quella vita. E neanche la piantagione dove avevo vissuto, e amato, e
cacciato...con lui. Il ricordo mi stava uccidendo. Sapevo che Vlad possedeva un
qualche scalcinato castello in Europa. Presi mio figlio, e partii. La casa dei
Vargas era in una regione montuosa dell’Ungheria meridionale. La miseria
regnava sovrana
ovunque. Naturalmente,
pullulavano i vampiri. Non cacciai mai così tanto. In presto, divenni una
figura amata e
rispettata dalla comunità.
Ero la contessa Vargas, ma mi chiamavano la brukolakii, la cacciatrice.
Poco prima della mia
partenza da Savannah, gli
antichi schiavi della piantagione mi avevano raccontato della mia bisnonna
Katia, e del suo
diario. Imparai tutto
della caccia. Tutto quello che non avevo già appreso grazie a Vlad, beninteso.
Amavo la mia
perfetta solitudine. Ma,
un giorno, venni invitata come esponente della nobiltà locale a corte. Quel
giorno, mi successe qualcosa di incredibile”
“Mi sembra ieri” commenta
Boris. I due si sorridono, con un sorriso complice.
“Non avevo da mettermi che
vecchi vestiti che avevo portato dalla Georgia. Quando arrivai al ballo, mi
sembrò di
essere entrata nel mondo
delle fiabe. La guerra era appena finita, e l’Europa orientale era scossa da
fremiti e
sussulti...ma, quella
notte, i salotti splendevano degli ultimi fuochi di un’epoca ormai terminata
per sempre. Fu lì che
conobbi il compagno
Boris. “
“Già” commenta Boris.
“Avevo fiutato in fretta il vento dei vincitori. Mi ero per un breve periodo
unito ai bianchi, che
lottavano per la
restaurazione del regime zarista. Ma poi, dopo il massacro di Ekaterinburg, ero
ritornato sui miei passi. Erano tempi meravigliosi, per un vampiro. Stragi,
uccisioni, tragedie. Un bagno di sangue. In quell’anno 1921
ero già un esponente della
nomenclatura sovietica. E lo sono rimasto fino alla caduta del Muro. Nessuno ha
avuto una
carriera politica lunga
come la mia...ovviamente”
“Capii che era un vampiro
nei primi tre secondi dal nostro incontro, anche se c’era ancora il sole”
ricorda Roxana,
sorridendo. “E pensai a
come fare per ucciderlo. Naturalmente, avevo un paletto con me. Ma non volevo
impolverare il mio bel vestito” “Mi diede la caccia fin nei giardini. Ed io le
tenni testa.”
“Non capivo perché non si
lasciava graziosamente uccidere...come succedeva di solito con i suoi
simili.” “Ed io non capivo perché lei non si lasciava baciare. Era così
carina...”
“Per farla breve,
divenimmo amanti quella notte stessa. E fu una cosa folle. Totalmente senza
testa. Avevo amato. Avevo avuto un amore. Ma non avevo mai avuto un amante.
Se cogli la differenza, mia cara Buffy”
“Perfettamente” commenta
la ragazza, sorridendo.
“Boris ed io siamo stati
insieme ad intermittenza per circa vent’anni. Lui insisteva per sposarmi...ed
io non lo volevo. Lui non era Vlad. Non rimpiangeva il male commesso. Lui si
gloriava del potere, e della sua immortalità. Lui non era
redento, e non lo sarebbe mai stato. Ed io, se potevo
accettarlo come amante, non riuscivo ad accettarlo come
compagno.”
“Abbiamo perso molto,
Roxie” dice il vampiro, prendendole una mano. “Ed ora quel tempo è
inesorabilmente passato”
Buffy e Spike si fissano.
Anche loro sono stati mille volte sul punto di perdersi, di perdere quello che
c’era tra di loro.
Eppure, alla fine si sono
ritrovati...
Roxana sorride a Buffy.
“Non fare il mio stesso errore, dolcezza”.
“Non credo neanche ad una
parola” dice Spike. “ Cacciatrici...vampiri. Possibile che loro sappiano quello
che il Consiglio ignora?”
“Io invece le credo” dice
Buffy, dondolandosi sulla terrazza, la stessa terrazza in cui Roxana, la
giovane cacciatrice, ha
conosciuto il vampiro
Vlad. L’anziana signora li ha invitati a trascorrere almeno qualche giorno in
sua compagnia, nella
grande casa, e loro hanno
accettato. Potranno ancora parlare di vampiri e cacciatrici.
“Buffonate” commenta
Spike. “Io conosco i vampiri. Sangue e divertimento. E’ questo che cercano. Non
amore e
canzoni”
“Senti chi parla!” lo
prende in giro lei. “Proprio tu. Il mio poeta.”
Restano in silenzio
entrambi. Rivedono lo sguardo di rimpianto che il vampiro Boris, l’immortale,
potente vampiro, ha lanciato alla sua antica amante, ormai decrepita. Non hanno
vissuto in pieno il loro sentimento, quando era il
momento. Sono stati
separati non dalla morte, ma dalla loro stessa reticenza ad amare davvero...quali
che siano le condizioni. Ed ora è inesorabilmente troppo tardi.
“L’amore strano è
meglio di nessun amore...” aveva detto la prima cacciatrice, nel deserto. Spike
si alza in piedi. Tende la mano a Buffy, la stringe a sé. Sente il suo cuore
che batte. Nei suoi occhi blu c’è uno
sguardo deciso, che quasi
la spaventa.
“Ho un’idea maledettamente
brillante, baby” le dice. “E adesso, mettiamoci al lavoro!”
XVII ED ULTIMA PARTE.
“Dopo il dolore, c’è
sempre la speranza”
(Joss Whedon, creatore di
BTVS)
Aereoporto di Sunnydale.
Hanno tutti la busta in
mano. E ne hanno tutti letto il contenuto.
Ora, non resta che
aspettare.
L’areo della Continental
Airlines atterra con dieci minuti di ritardo. E’ stato un lungo viaggio, da
Sunnydale a Los
Angeles, da Los Angeles a
New York, da New York a Mosca. E poi, con un piccolo areo privato, da Mosca
alla capitale
degli Urali. E ritorno.
Dawn non nasconde la sua apprensione.
“Calmati, scricciolo” le
dice Xander. “Sono tranquillo perché c’è Spike con lei. E l’erba grama...”
Dawn gli risponde con una
gomitata.
L’annunciatore ha già
nominato il loro volo.
“Ecco il cartello” dice
Willow, ed Anya tira fuori i palloncini. Tutto è pronto per festeggiare il loro
arrivo. Quando la testa bionda di Spike si intravede sulla scaletta, Dawn
esulta.
Sono tornati!
Buffy corre nelle braccia
della sorella. Si stringono piangendo. Sembra una vita, e Buffy è stata via
solo due settimane.
Una settimana a Savannah,
ospite della signora Roxana, ed una (scomoda) settimana negli Urali, a cacciare
vampiri. Con Spike, naturalmente.
Xander saluta il vampiro
senza sorridere, ed Anya lo guarda con affetto. E’ contenta per lui: almeno,
uno di loro due c’è riuscito.
Willow abbraccia Buffy, e
solo la loro lunga amicizia permette alle due donne di rendersi conto dei
rispettivi, seppure quasi impercettibili cambiamenti. Willow ha uno sguardo
deciso negli occhi che da lungo tempo le mancava...e Buffy ha finalmente un
aspetto migliore, più sano, sembra persino lievemente ingrassata.
“La vampiressa?” chiede
Buffy.
“Sempre a Sunnydale”
risponde Willow. “Andiamo. Devi raccontarmi tutto”
Buffy ride. Sembra
finalmente felice. “Siamo andati, abbiamo cacciato, siamo tornati. Io ho
mantenuto la mia parte dell’accordo...e ritengo che anche il vampiro Boris
abbia fatto altrettanto”
Spike e Buffy si scambiano
un’occhiata. Sono molte le confidenze che l’antica cacciatrice ha fatto loro in
quella settimana...Buffy è sempre più convinta della verità delle sue parole.
Ed ora, è come se avesse trovato la pace: se
anche lei è una specie di
vampiro, l’assurdità di amare Spike, di aver amato Angel, le sembra finalmente
più accettabile. Riesce finalmente a venire a patti con la propria coscienza.
“Andiamo” dice Buffy,
sorridendo, e tutti si dirigono verso Casa Summers.
“Non abbiamo ancora
parlato di questo” dice Xander alla terza birra, ed alla quinta fetta di
pizza. “L’invito”
“Ah, già...” commenta
Buffy. “Chiedi a Spike. L’idea è tutta sua”
Il vampiro si accende
lentamente una sigaretta, e si toglie lo sfizio di inondare di fumo Xander.
“Come ai vecchi tempi,
amico”
“Al diavolo” commenta
Xander, sventolandosi con il cartone della pizza.
“Non potrò fare peggio di
te...non è vero?” chiede Spike, con finta dolcezza.
“Dawn...Willow” chiama
Buffy. “Venite su in camera mia...devo farvi vedere qualcosa”
Le ragazze salgono ridendo
le scale. Una volta in camera, Buffy trae una grossa scatola da sotto il letto.
“Un regalo di benvenuto di
Boris...se capite cosa intendo”
Willow lo osserva senza
parole. E’ uno zibellino color champagne, perfetto.
“Io...io sono contro le
violenze agli animali” riesce solo a dire, esterrefatta. “Anch’io” ammette
Buffy, a malincuore. “Ma non ho avuto cuore di restituirglielo...e poi, era
già morto, no?” Dawn sfiora la magnifica pelliccia e guarda la sorella.
“L’hai già...indossato?”
Buffy arrossisce.
“Immagino come e quando”
ride Dawn. “In albergo, nella vostra stanza...”
“...e senza nient’altro
addosso” commenta Willow. “Già, già...mi sono fatta l’idea”
Buffy prende le mani della
sorella tra le sue...e poi quelle di Willow.
“Ragazze...c’è qualcosa
che devo dirvi. La pelliccia...è stata solo una scusa.”
“Lo immaginavamo” dice
Willow. “Soprattutto dopo aver ricevuto questo” dice, agitando la busta
color crema.
“Sei decisa, Buffy?” le
chiede Dawn. “Vuoi andare...fino in fondo?”
Buffy sorride loro. Ha le
lacrime agli occhi. “Potevo dirvelo al telefono, nei giorni scorsi...ma ho
preferito aspettare. Volevo guardarvi negli occhi. Io...c’è un’altra novità.
Una grossa novità”
Dawn le sorride,
incoraggiandola a continuare.
“Io...Spike...noi....
aspettiamo un bambino!”
“Oh, Buffy!” Dawn le si
butta al collo, felice. Un bimbo! Tutto loro! Un bimbo suo e di Spike!
Willow nasconde le
lacrime, e si volta verso lo specchio, commossa.
Ripensa a Tara, alla luce
che c’era nella sua vita quando c’era lei, alla luce che si è spenta quando la
sua dolce compagna è morta.
Si guarda allo specchio,
non una, ma due, tre volte.
Mentre Buffy e Dawn si
stringono senza parole, Willow si fissa nello specchio, e sa già di aver preso
una decisione. Giovedì mattina. Ore 9.30. “Fase uno e fase due” commenta Anya.
“Cielo, è quasi divertente come allora. Dunque, sono pronta per la fase
uno. La fase due...è uno scherzo. E’ la fase tre che mi spaventa. Cosa mi
metto, per la fase tre?” Xander le si avvicina di spalle, la sfiora. Hanno
accettato questo invito in coppia, quasi per gioco. E’ solo lui a sperare che
si riveli qualcosa di più...od anche lei? Anya si gira, lo fissa, e lui si
rende conto per l’ennesima volta di quanto lei sia splendida.
Anche se ora è un demone.
Xander ha le idee confuse.
I confini del bene e del male, del giusto e dello sbagliato, cominciano a
vacillare clamorosamente nella sua mente.
Lui ha già il costume
pronto per la fase tre. E la scelta di Spike, al proposito, lo inquieta non
poco.
“Sai già cosa metterti,
Anya” le dice lui. “Spike ha preparato tutto, lo sai.”
“Non mi piace la sua
scelta. Quel pullover bianco mi sta stretto” Xander tace. Non è ancora del
tutto a suo agio con lei.
Anya gli fa scivolare la
mano lungo il braccio. “Ma tu sarai perfetto, Xan”
Lui la fissa. E se lei
avesse ragione? “Completamente matti” commenta Dawn, infilandosi a fatica nel
vestitino blu scuro preparatole da Buffy per la fase uno. “Solo mia sorella e
quel matto di Spike potevano ideare qualcosa di così bislacco”
Willow le sorride. E’
perfetta in un sobrio abito color bordeaux, con un capello a cloche in tinta
sui bellissimi capelli rosso tiziano.
“Hai già il tuo costume
per la fase tre?” le chiede Dawn, chiedendosi cosa diavolo abbia escogitato
Spike per la sua dolce amica. Willow le sorride.
“Oh sì, Dawnie. E’
tutto pronto.”
“Andiamo, allora” sospira
la ragazza. “Siamo già tremendamente in ritardo”
Carmilla si staglia sulla
porta di Steve, fasciata in un Versace autentico. Capelli lunghi e lisci,
occhiali da sole neri di Gucci...farebbe morire la Schiffer d’invidia.
“Solo per chiarire” dice
la vampiressa al medico, elegantemente vestito in giacca e cravatta. “Sono con
te solo per la fase uno. Per la fase due e tre starò con Willow...naturalmente”
“Naturalmente” sorride
Steve, che ormai non si stupisce più di nulla. Le porge il braccio destro, e
lei lo accetta con un sorriso. “Andiamo?” le dice, e si dirigono entrambi verso
la sua automobile.
“Dobbiamo portarli noi?”
Si lamenta la splendida ragazza dai corti capelli castani. Il suo compagno
sbuffa, guardandosi intorno nella sala affollata dell’areoporto, assai più
irritato di lei. Se l’irritazione facesse perdere l’anima.... “Noi, del resto,
siamo attesi solo per la fase tre. Dico, ed è già tremendamente cheap,
non trovi? Io, te, lei...Signor Giles!” grida la ragazza, sbracciandosi verso
il compassato signore inglese che le si sta avvicinando. “Lei va anche alla
fase uno,
vero? Porta le ragazze?”
“Solo una” risponde Rupert
Giles, tendendo la mano ad una bellezza dai capelli scuri, per una volta
sobriamente
abbigliata in un tailleur
grigio.
“Ah...volevo ben vedere”
Il gruppetto di nuovi
venuti si ricompatta. La maggior parte di loro non interverrà che nella fase
tre. Fortunatamente.
Buffy è nella sua stanza,
ed ancora una volta è indecisa tra un autentico Laura Ashley, ed un completino
in stile
“mordimi sul collo”.
L’ironia della scelta la fa sorridere. Prende infine un tailleur pantalone di
sua madre, di stile italiano, color panna, e lo abbina a scarpe con il tacco
alto.
Dawn fa capolino dalla
porta.
“Sei pronta?”
Buffy si fissa nello
specchio, annuisce.
Dawn le prende le mani tra
le sue, la fissa.
“Sei bellissima” le dice,
e scuote il capo, con il solo effetto di far splendere i suoi bellissimi
capelli castani. “Sei più bella
che mai. Chi sai tu morirà
di rabbia e gelosia”
“Shh” mormora Buffy.
“L’idea è già abbastanza demente. Grazie a Dio, ho ancora parecchie ore prima
della fase tre.
Tempo per farmene una
ragione”
Dawn annuisce. La vendetta
di Spike è semplicemente geniale. “Potresti sempre cambiare idea “ le sussurra
Dawn.
“Nahhh!!!” ride Buffy, e
raccoglie il bouquet di orchidee bianche.
Giovedì, ore 11.
“Demoni?” si chiede Buffy.
“Check. Nessun demone” Si guarda nello specchio, e le si contrae lo stomaco.
Ricorda bene quella stanza: i libri dell’Ascensione, il sindaco...
Il Sindaco è arrivato!
Tutti si riuniscono
intorno al lungo tavolo. Buffy riesce a malapena a sollevare lo sguardo verso
Spike. Lui indossa un vestito chiaro, ed è più sexy che mai. Il respiro le si
blocca in gola.
Carmilla lascia il braccio
di Steve per avvicinarsi a Willow. Le prende la mano nella propria, e Willow la
fissa. Si sentono sempre più vicine. Carmilla, Millarca, Mircalla...non ha
nulla a che vedere con Tara, è quanto di più diverso esista da Tara...eppure,
le da’ qualcosa di buio e prezioso che non ha mai avuto prima, a cui ha
anelato...
Anche se è infedele, e
bisessuale.
Ma cosa importa, quando si
ha l’eternità per amare?
Il Sindaco è una donna di
mezza età e Buffy prega che non si trasformi in un verde serpentone.
Legge i nomi, e poi fissa
i convenuti.
Buffy ascolta a mala pena
la formula burocratica. Riesce solo a fissare le mani snelle, eleganti di
Spike, intrecciate alle sue.Quasi non respira più. Non aveva mai pensato che
questo potesse accadere. A lei. Alla Cacciatrice. “Fase uno terminata” commenta
Dawn, soddisfatta, mentre Giles e Buffy si stringono senza parole, troppo
commossi per parlare. “Non vedo l’ora che sia stasera”
Spike la prende in
braccio, e lei lo stringe, felice. “Felice, sorellina?” le chiede.
Dawn nasconde il capo
contro il suo collo. Non è mai stata più contenta. Le sembra quasi di sentire
la presenza di sua madre. Oh, se solo Joyce fosse stata lì con loro...
Willow e Carmilla non
riescono a stare lontane. La loro lunga attesa è quasi terminata. Steve le
fissa da lontano. Sa benissimo che ciò che ha portato Carmilla nel suo letto è
stato solo il gusto del suo sangue...ed una leggera emozione vissuta a fior di
pelle. Ma che ciò che unisce Willow alla vampiressa è qualcosa di terribilmente
più forte e cupo...
Rupert Giles si pulisce
gli occhiali.
Quasi quasi, rimpiange
quando era cieco.
“E’ tutta colpa tua” sta
dicendo Buffy a Willow, dopo l’ennesima litigata con Spike. C’è un dettaglio
sul quale lei ed il vampiro non sono proprio d’accordo...come al solito. “Se tu
non avessi fatto quello stupido incantesimo, nulla di tutto ciò sarebbe
accaduto! Ed invece...guarda! Che disastro!”
“Hai proprio ragione”
sorride Willow. “E’ proprio colpa di un incantesimo. Siete ancora sotto la mia
magia. Avete solo...perfezionato la tecnica” “Già ...già” ammette Buffy
ridendo. “E guarda che non scherzavo! Non voglio quella canzone!”
“Vedi, non è stato
difficile” dice Anya a Xander. “Un po’ di calma, un po’ di sangue freddo, e
tutto si aggiusta! Se c’è
riuscito Spike...”
Xander la prende per la
vita, la stringe a sé.
“Quanto sono stato idiota,
Anya?” le chiede. Gli occhi di lei splendono. Si baciano proprio dove il
Sindaco Wilkins aveva messo la buca del suo minigolf da camera.
Giovedì pomeriggio. Ore
16.
“E’ iniziata la fase 2”
commenta Buffy “Ed adesso sono ufficialmente nervosa”
“Ferma lì” le dice Anya, e
stringe il corsetto...ma non troppo. Buffy le sorride, e arrossisce. “Non ho
più il giro vita di un tempo...e siamo solo al terzo mese”
Anya le sorride a sua
volta. Questa fase due le piace ancora di più della prima. Il suo abito blu
pervinca è splendido. La lunga gonna di satin, il top con sottili spalline, i
capelli raccolti...Anya è più bella che mai. E Xander non riesce a starle
lontano...
Anche Willow indossa lo
stesso tono di blu violetto, solo con maniche di voile. Dawn è deliziosa in una
versione del
modello con spalline corte
e rigonfie.
“Bianco” dice Buffy. “Non
vi sembra...inappropriato?”
“Nessuno lo merita più di
te, Buffy Anne Summers” le dice Willow, guardandola con dolcezza.
“Oggi niente demoni.” Dice
Dawn. “Ma sui vampiri...non garantisco”
Ridono tutte.
“Di che culto è...voglio
dire, il Pastore?”
“Ah...” risponde vaga
Willow. “E’ un amico di Tara. E’ un culto animista, credo...o qualcosa del
genere. Madre Natura, quel tipo di cose lì”
“Ma è legale?” si informa
Dawn.
“Legalissimo” ammette
Willow. “Così come in Comune, oggi”
“Oddio” Buffy si lascia
cadere sulla sedia. “Comunque, Madre Natura non usa croci, vero?”
“Fermati...Spike. O non
rispondo delle mie azioni” minaccia Rupert Giles. Per diavolo, perché mai si
trova a fare da padrino ad un vampiro?! L’assurdità di tutta la vicenda lo
lascia senza parole. Quello, e la felicità di Buffy.
Spike sbuffa, mentre Giles
annoda il suo papillon nero. E’ splendido nel suo smoking nero. Sembra che non
abbia mai
indossato altro. Giles
capisce che è sempre quello che lo ha colpito del vampiro biondo. Non la
battuta sempre pronta, non il sarcasmo sempre pronto a colpire.
Ma la sua innata eleganza.
Il suo personalissimo essere al di sopra di mode e convenzioni. Persino al di
sopra del suo
ruolo di vampiro
cattivo. La sua stranissima, ma innegabile umanità.
“Oggi sono..:” comincia
Rupert, indeciso su come continuare.
“Deluso?” gli chiede
Spike, sollevando un sopracciglio.
“Soddisfatto” risponde
l’osservatore.
I due uomini si sorridono
in silenzio.
Buffy attende Giles ai
piedi delle scale. Il piccolo palco è in giardino, appena fuori della porta di
casa. Giles la fissa, con
un sorriso fiero. Oggi è suo
padre...più che mai. Lei è bellissima in bianco. Vita ancora stretta, una
discreta scollatura, una lunga gonna gonfia...ed il velo sui suoi splendidi
capelli biondi.
“Se ci fosse Joyce...” le
sussurra Giles. “C’è, ne sono sicura” gli risponde lei, tra le lacrime, e gli
prende la mano.
Entrambi si avviano verso
il pastore.
E’ il momento delle
promesse reciproche.
“Sono William” comincia
lui, nel silenzio generale. “Ed ho molto peccato. Solo Dio sa quanto...e quanto
me ne pento. Ma il mio pentimento non può nulla. Ho creduto di non poter esser
amato, per questo. Mi sbagliavo. Sono un uomo fortunato. Sono fortunato...di
essere un uomo. E chi mi conosce sa cosa intendo...”
Buffy gli sorride,
incoraggiante, anche se sente le gambe piegarsi.
“Sono arrivato in questa
città per divertirmi...e per fare la mia terza conquista. L’ho vista una
sera, al Bronze...e ho pensato che non avessi mai veduto prima nulla di più rifulgente.
Volevo farla mia. Cielo, se mi ha fatto dannare...ma
alla fine ce l’ho fatta”.
Spike si interrompe. “E solo lei sa quanto significhi per me. Buffy, sono tuo.
Se c’è un motivo per cui ancora esisto...è questo. Essere tuo. Fino al
mio ultimo momento”.
Buffy sorride. I suoi
occhi sono lucidi.
“Sono Buffy Anne” comincia
lei. “E la prima, ed anche la seconda cosa che ho pensato di lui è che fosse il
più dannato, insopportabile bastardo che esistesse sulla faccia della terra. E
che, fosse l’ultima cosa che facevo, l’avrei
eliminato...ed avrei eliminato quel suo maledetto sorriso dalla
faccia. Non mi ha mai dato tregua. Ho dovuto cedergli in tutto. Quasi
quasi scappo visto che sono ancora in tempo...”
Tutti ridono, ma Spike
allunga una mano, le trattiene il polso. Lei sa che non può fuggire. Gli
sorride.
“Ma non posso. Perché, per
quanto bizzarro sia...lui è la mia vita”
Il Pastore fa un cenno.
Gli anelli sono scambiati.
“Lo sposo può baciare la
sposa”
Spike prende Buffy per le
spalle, prima che lei gli possa sfuggire di nuovo. Lei cede alla sua stretta,
alle sue labbra, e per l’ennesima volta si chiede se non sia tutta colpa di
quel maledetto incantesimo...
Anya e Xander ballano
sulle note di “Wind beneath my wings”, la canzone scelta da Buffy per le sue
nozze in un’assurda giornata di tre anni prima...beh, non più assurda della
giornata odierna.
Carmilla, splendida in un
lungo abito color granata, si stringe a Willow. Willow piange. “E’ tutto
pronto?” le sussurra la vampiressa.
“Sì” dice Willow,
soffocando un singhiozzo.
“Puoi ancora cambiare
idea, se vuoi...”
“No” scuote il capo la
ragazza. “Ormai, la decisione è presa” Dawn balla con Clem, troppo commossa per
parlare.
Buffy invece balla con
Spike, e sa che è sempre stata diretta qui... in questo posto, in questo
momento, tra le sue braccia.
Ed al diavolo tutto il
resto!
La Fase Tre. Giovedì, ore
22.
“A virgin state of mind”
di K’s Choice suona al Bronze, e tutto sembra come sempre. Buio ed attraente.
Pieno di
mistero.
La cacciatrice bionda si
avvia verso la pista. Un top, una minigonna, stivali al ginocchio, capelli
biondi sciolti sulle spalle. Buffy, anno zero.
La ragazza bruna, vestita
di pelle nera, le si avvicina. Ballano insieme, sensualmente. E poi, si
baciano. Una volta sola,
leggermente, sulle labbra.
“Lo sapevo che saresti
venuta”
“Non potevo mancare, B.”
le dice la cacciatrice bruna. “Ho avuto un permesso speciale. Buona
condotta...”
Le due cacciatrici ridono.
E’ bello, per una volta, dimenticare il passato.
Ballano ancora. Poi, un
uomo vestito di pelle nera si avvicina a loro. Buffy balla con Xander. Xander
divide le sue attenzioni tra Buffy e Faith. La tensione sale, ed il sangue
bolle...
Anya, pullover bianco e
look da brava ragazza, si avvicina a loro, e si porta via Xander. Finiranno la
notte insieme, ed il mattino, finalmente, li vedrà ancora insieme... Buffy si
ferma sui suoi passi quando lui le si avvicina sulla pista.
Istintivamente, si porta una mano al collo, e stringe il
piccolo crocifisso
d’argento che lui le ha donato...e che lei ha impresso per sempre sulla pelle
liscia del suo petto.
Angel è più tenebroso che
mai. Il cuore di Buffy si ferma. Non se lo ricordava così. Alto, vestito di
velluto nero, una camicia di seta bianca contro la pelle d’alabastro.
“Non potevo mancare,
Buffy” le dice lui. “Era tutto semplicemente troppo intrigante...”
Lei è senza parole. Si
fissa la mano: la vera d’ora scintilla.
“E’ tutto come allora”
dice Buffy “Ed insieme, non è mai stato così diverso”
Angel annuisce. Capisce
perfettamente come si sente, perché lui si sente nello stesso modo. Alle sue
spalle, si materializza Cordelia. Alta, bellissima, elegante. E sua.
“Dio, Buffy, questo look è
così datato...”
Buffy continua a fissare
Angel. E’ andato avanti, senza di lei. E lei...ha fatto altrettanto. Ed è tutto
cos’ stranamente dolce. Angel la prende tra le braccia, e Cordelia non
dice nulla. In silenzio, la ragazza si va a prendere Xander. Le può concedere
almeno un ballo... “Non ti merita” sussurra Angel a Buffy, stringendola a sé,
assaporando ancora un istante quel sentimento perduto...
“Nemmeno tu mi meritavi”
dice lei. “Ma lui...ha avuto più costanza. E’ stato più forte”
Una voce li interrompe.
Spike è lì, soprabito di pelle nera, e capelli platinati. E sorride. Al suo
braccio, bella ed annoiata, Harmony.
“Amico” dice ad Angel,
senza alzare la voce. Tende una mano, e Buffy, quasi a malincuore, la prende.
Le loro vere d’oro splendono vicine.
Angel li guarda andare
via. Non riesce proprio ad accettare che siano marito e moglie. Harmony
corre in cerca di Cordelia per raccontarle gli ultimi pettegolezzi. E’ a
malapena riuscita a perdonare Spike per il suo matrimonio con Buffy...ma
la tentazione di tornare al Bronze al suo braccio, almeno per una volta, era
semplicemente troppo forte.
Le coppie si ricompongono.
Cordelia torna tra le braccia di Angel, e Xander tra quelle di Anya. Faith ed
Harmony
cercano un compagno
adeguato con il quale trascorrere la serata.
Buffy e Spike lasciano il
Bronze a bordo della sua moto, la notte che li richiama come un’amante.
Epilogo.
La folla del Bronze si
allarga al passaggio delle due donne. Una bionda, una rossa. Willow si appoggia
languidamente al braccio di Carmilla. Sono vestite tutte e due di pelle nera, e
non riescono a lasciarsi. Anche se Willow è ancora
debolissima.
Ballano insieme, strette
l’una all’altra. Willow chiude gli occhi, e sorride.
E non è più Willow.
Ma solo la forma immortale
che il demone vampiro ha assunto. Ora, Willow ha l’eternità per conoscere il
buio.
E per combattere per il
bene, ora che la sua magia le ha procurato, comunque, un’anima. Un’anima che
ha ancora sa piangere, come ha fatto prima, sulla tomba di Tara.
“Andiamo?” le dice
Carmilla, in un sussurro. “Sei molto debole. Devi nutrirti”
Willow annuisce. Lancia
un’ultima occhiata ai suoi amici, a Xander, ad Anya, a Giles. Ad Angel ed a
Cordelia. Ripensa alle lacrime di Buffy, alla sua commozione, alla sua
felicità. Allo sguardo che Buffy e Spike si sono lanciati prima di uscire di
lì...lo sguardo intimo di due amanti, di due compagni. Ora, di due sposi.
Fuori dal Bronze, una
limousine nera le attende. Le due vampiresse salgono a bordo, e l’autovettura
riparte, a folla velocità.
FINE.