VI PRESENTO CARMILLA

 

Di Rogiari

 

E’ il seguito della fanfiction “…E ritorno da te”.

Dedicato a : Buffy e Spike, ma anche agli altri Scoobies

Sommario: Inizio (presunto) della settima stagione. Spike è tornato a Sunnydale, in parte umano, Buffy cede alla sua passione per lui, ed i due cominciano una difficile relazione, dai contenuti incerti. Gli altri Scoobies, intanto, fanno delle nuove conoscenze…

Spoilers: per gli italiani, da “The Body” fino alla fine della sesta stagione. Spoilers per il gran finale della sesta stagione, e per l’inizio della settima.

Disclaimer: non è mio. In nulla. Tutto di Joss, e della Mutant Enemy. E del Berlusca, se l’ha comprato…

Feedback: per favore, sì!!! Mi piace avere risposte oneste.

Distribuzione: ovunque, basta chiedere.

Rating: Vietato ai minori di diciotto anni, per stare sicuri…

“Carmilla” è un personaggio tratto dall’omonimo romanzo di Le Fanu, di cui consiglio la lettura a tutti coloro che amano le storie di vampiri.

 

I parte.

“Possiamo amare anche noi…anche se non in modo saggio”

(Drusilla, in “Crush”).

 

Casa Summers. Ore 8 del mattino. Ottobre.

 

Buffy osserva il suo amante che si prepara per uscire. Guarda con quanta meticolosità lui raccoglie i suoi jeans da terra, dove li ha abbandonati la sera prima, ed infila la camicia nei pantaloni. Poi, si pettina con attenzione, lottando con quei capelli troppo naturalmente ondulati per stare a posto. Comincia a rimpiangere la pettinatura di un tempo, e comincia a pensare di adottarla di nuovo.

“ Che ne dici, cacciatrice…torno al biondo platino? “

Lei ride, stringendosi le lenzuola fin sul petto. “Quello che veramente rimpiango è lo spolverino di pelle nera. Dov’è finito?”

“L’ho dovuto cedere in cambio di un biglietto di ritorno per gli Stati Uniti. Ne è valsa la pena, non credi? “

Lei non sa cosa pensare. Spike è tornato da un mese, nella sua vita e nel suo letto, ma ancora non le ha detto quasi nulla del suo viaggio in Africa. Lei continua ad ignorare molte cose…e lui non è diventato particolarmente comunicativo. Buffy comincia a pensare di volerne sapere di più sul suo conto.

“ Spike…cosa voleva da te quel demone? E cosa ti ha dato in cambio…veramente? –

Lui si china per fissarla negli occhi. Lei, come al solito, annega in quello sguardo azzurro.

“E’ così importante, dolcezza?”

“Sì, lo è” dice lei, seriamente. “Non mi parli più come un tempo. Sei…misterioso”

“ E tu sei troppo curiosa” sorride lui. “Torna a letto, Buffy. Alle dieci hai quel colloquio.”

“Non sono sicura di andarci” si lamenta lei. Spike le ha procurato un colloquio presso una società di assicurazioni. E’ solo un lavoro di segreteria, ma comunque sarebbe mille volte meglio del Doublemeat Palace. Ha paura di fallire, e di deluderlo.

“Ti conviene sbrigarti” le dice lui, non particolarmente impressionato dalle sue incertezze. Poi, si china, la bacia. Lei chiude gli occhi, assapora il contatto delle sue labbra morbide sulle proprie…

Quando riapre gli occhi, lui è già sparito.

 

Ore 8.30

 

“Dove andava Spike, così di corsa?”

Buffy solleva il capo alla domanda della sorella, e poi tuffa un biscotto nel caffelatte. “Non lo so. Di questi tempi non mi dice mai niente. Sapevo di più di lui quando eravamo mortali nemici”

“Non te la prendere, Buffy” suggerisce Willow, che è venuta a far colazione con le due sorelle. “Te la sta facendo ancora un po’ pagare. E’ la sua rivincita”

“Non lo credevo così vendicativo”

“Con me è sempre lo stesso” osserva Dawn, che sta versando i cereali nella sua tazza. “Gentile, cortese, disponibile. Mi ha persino insegnato a giocare a poker”

“Non toccherai il gatto, vero?” chiede Buffy, allarmata, che suo malgrado si è affezionata al micino divoratore di croccantini.

“Il gatto…che c’entra?” si stupisce Dawn. Sollevata, Buffy si concentra nuovamente sulla sua colazione.

“Vorrei sapere cosa gli frulla per la testa. E’ così grave che voglia sapere tutto di lui, in fondo? Non ho il diritto di conoscere i suoi segreti?”

“Se ti sentissi…” sorride Willow, che da quando ha ripreso ad andare all’Università si sente decisamente meglio. “Possessiva, gelosa…non sembri certo la Buffy di un tempo. Dì la verità, sei innamorata pazza di lui”.

“No” dice Buffy. “No, no, no, no. Ma lui è mio, e non ha il diritto di tenermi nascosto niente”

“Già, già, raccontati pure questa favoletta” sbuffa Dawn “A te di Spike non importa niente, è solo una storia di sesso, tu hai amato solo Angel…intanto, sono due anni che lui è dentro la tua vita, dentro per davvero, e che nessuno dei due riesce a scrollarsi l’altro di dosso. Tanto vale ammettere la realtà. Siete fatti l’uno per l’altro. Amen”

“No!” esclama Buffy, spaventata a morte. “Se così fosse, mi porterebbe alla follia”

“Non prima che tu abbia fatto altrettanto con lui” commenta Dawn. “Mio Dio, i grandi, che frane…”

Willow sorride all’amica.

“Almeno, Buffy, non sei più sola”

Già, ma fino a quando? Buffy se lo chiede, addentando una mela con rabbia.

 

Un colloquio di lavoro. Ore 10.

 

“Signorina Summers…quali sarebbero le sue qualità principali?”

(Cacciare demoni e vampiri. Sventare Apocalissi. Al plurale)

“Credo di avere una certa sensibilità con le persone, signor Torey”

“Uhm…e cosa mi dice della sua vita personale? Mi pare di aver letto che è orfana…”

“Sì, purtroppo. Ho perso mia madre un anno e mezzo fa”

“E’ fidanzata, Miss Summers?”

(No. Ho un compagno di letto che non mi dice più che mi ama da mesi, ormai, e che è un vampiro. E nemmeno di quelli normali.)

“No, non sono fidanzata, signor Torey. Ma ho molti amici”

“Molto bene. Crede che questo lavoro possa interferire con i suoi studi universitari?”

“No, signor Torey. Sono abituata a lavorare molto”

“D’accordo. Sarà nostra cura farle sapere qualcosa”

Buffy si alza. Si è vestita con cura, tailleur blu e camicia bianca, semplice e di classe. Ha tirato su i capelli, e si è messa un filo di perle che erano di sua madre. Ha la sensazione che il colloquio sia andato bene.

Si sentirebbe euforica. Se non fosse che il comportamento reticente di Spike la preoccupa e la inquieta.

Così, casca dalle nuvole quando esce dall’ufficio del signor Torey e, sull’altro lato della strada, vede Spike, con un mazzo di rose in mano. Lui le sorride, inondato di sole.

“Ciao, Buffy” le dice, quasi timidamente, e le porge le rose. Lei le aspira, nascondendo la sua felicità al vederlo. Le è dispiaciuto il modo in cui si sono lasciati quella mattina. Le cose non dette…

“Come è andato il colloquio?”

“Mi sembra bene. E dovrebbero pagare di più del Palace”

“Bene. Festeggiamo, allora”

Lei lo guarda, stupita. La sua giornata è ancora piena di impegni.

“Ho già telefonato io al fast – food…ti informo che ti sei presa un giorno di vacanza. Anche dall’Università”.

“Ma…”

“Vieni”

La porta in un ristorantino fuori città, stupidamente denominato “Via col vento”. Dentro, finte Rosselle O’ Hara servono cucina tex – mex in piatti di ceramica decorata.

Lei si chiede con che soldi lui stia pagando tutto questo. Ripensa allo stupido, umiliante incidente delle uova. E poi, sente di doversi fidare. Mette tutto da parte, e si gode la novità.

Mangiano presto, e nella sala sono quasi soli. Spike le tiene la mano, e ad un tratto tira fuori dalla tasca della giacca una scatoletta di velluto blu.

Lei trattiene il fiato.

E’ un piccolo brillante, montato su oro bianco. Sorridendo, lui fa scivolare la gemma sull’anulare della sua mano sinistra.

“Lo porterai, Buffy?”

Lei è troppo emozionata per parlare. E’ da quando ha lasciato nella sua scatola portagioie l’anello Claddagh che le aveva donato Angel che non porta più gioielli all’anulare della mano sinistra, la mano del cuore.

“Certo” gli dice lei.

Senza troppe parole, si ritirano insieme in una delle stanzette al piano di sopra. Fa caldo, per essere ottobre, e lei comincia a spogliarsi. Spike la blocca, con un sorriso diabolico, e la spoglia con le sue stesse mani. Lei è affascinata dalla vista delle sue lunghe, eleganti dita. Il tailleur severo con cui ha affrontato il colloquio di lavoro finisce sul pavimento, e così la sua biancheria di pizzo. Quando è completamente nuda, sdraiata sulle lenzuola candide del letto d’ottone, lui la raggiunge, e per l’ennesima volta Buffy capisce che il patto che li unisce non è stato sancito in paradiso, bensì all’inferno. Brucia, brucia…

Non per questo è meno difficile da dissolvere. Malgrado loro.

 

Ore 15.30.


 

Nel primo pomeriggio, con le persiane abbassate, giacciono entrambi con gli occhi aperti, troppo esausti per muoversi. Si sono amati con rinnovata passione, e lei porta al dito il suo brillante. Per quanto possa sembrare assurdo in quel momento, Buffy comincia a pensare che, un giorno, potrebbero in qualche modo ufficializzare la loro unione. Quello che li accomuna è troppo forte per tenerli lontani a lungo.

“Dobbiamo tornare a Sunnydale, Spike” gli dice lei. “Dawn aspetta che passi a prenderla a danza”

“D’accordo. Alzati prima tu”

“No, prima tu”

Litigano dolcemente. Infine si alzano insieme, e si buttano insieme dentro la doccia. Senza pudore, fanno l’amore anche lì, la loro voglia non ancora spenta.

Quando hanno finito, lei torna a fatica nel suo tailleur blu, ora tutto spiegazzato. Spike la riaccompagna a casa con la De Soto.

“Ci vediamo, dolcezza. Riguardati”

“Non vieni…stasera?” gli chiede lei, già inquieta.

“No, mi spiace. Ho delle cose da fare”

“ E sarebbero?” chiede lei, con le mani sui fianchi.

“Deve arrivare una mia amica.” Sorride lui “Non conosce la California…l’ospitalità, sai..”

“Un’amica che teme il sole, per caso?” chiede lei, per niente placata.

“Sei per caso gelosa?”

“Sai che quel tipo di <nuovi arrivi> in città non può non essere di mio interesse”

“Sta’ calma, cacciatrice. Ho detto un’amica…non una minaccia munita di zanne”

“Potrebbe essere comunque un pericolo…per me”

“Mi piace quando sei così possessiva” ride lui, accarezzandole una guancia. Buffy si irrigidisce. Non riesce nemmeno più a far finta di non essere gelosa. Del resto, dopo il pomeriggio che hanno trascorso insieme, non riesce a rassegnarsi di vederlo andar via.

Forse è arrivato il momento di chiedergli di venire a vivere con lei e Dawn.

Lui non le lascia il tempo. E’ già andato via.

 

II parte.

“Se volessi una dark lady, non cercherei te. Dio solo sa quante ne ho già avute…”

(Angel, III stagione di BTVS)


 

Ore 17. Sobborghi di Sunnydale.

 

La limousine nera si avvicina al complesso industriale in disuso. Spike si toglie gli occhiali da sole. La luce di quel pomeriggio è troppo forte per i suoi occhi ancora in parte vampireschi…ma non resiste alla tentazione di guardarla in viso, dopo tutto quel tempo.

Lei non scende dalla limousine. Lo fissa dal vetro aperto, mentre il suo chauffeur si affretta ad aprirle la portiera.

“Sei sempre bellissima” le dice lui, spassionatamente. “Il viaggio è andato bene?”

“Abbastanza.”

“Com’era Praga?”

“Più simile a Disneyland di quanto tu non creda”

Spike sorride.

“Belle donne, in giro?”

“Meno di quante tu non creda” risponde lei.

La macchina è parcheggiata all’ombra di una tettoia. Lei scende, le lunghe gambe inguainate in collant di marca, alti sandali italiani. Non fa in tempo a scendere sul marciapiede, che l’autista ha già messo in moto, ed è fuggito via, rombando.

“Ma fa sempre così?” osserva Spike, divertito.

“Non è cambiato in nulla” ride lei, togliendosi a sua volta gli occhiali da sole. “Negli ultimi quattrocento anni”.

 

Ore 19.30. Biblioteca dell’Università di Sunnydale.

 

Willow è rimasta quasi sola nella saletta della biblioteca di psicologia. E’ ora di cena, ed un sontuoso tramonto di una calda giornata di sole splende di rosso e d’oro fuori dalle finestre piombate.

Willow adora studiare. L’amore per la magia, ad un tratto, era diventato più forte, era divenuto più potente di ogni altro istinto, di ogni altro desiderio. Ma ora è passata. Willow non può che pensare con disagio alla magia. Dopo la morte di Tara, e la sua “caduta”, lei non pratica più le arti magiche. Né quelle bianche, né quelle nere o nerissime.

Ha ripreso a studiare sul serio.

E’ il crepuscolo, ma il sole ancora splende nel locale. Willow, dopo, ricorderà bene questo dettaglio. Anche perché solleva lo sguardo verso la pendola di mogano, e vede che sono le 19 e 32.

Ancora giorno.


“Lei” non può essere una vampira, quindi.

Willow lotta contro l’istinto, e reprime il desiderio di cercare sul fondo della sua borsa il paletto di legno che porta sempre con sé per autodifesa. Tutto in lei, cuore, sangue, esperienza di anni di cacce, le grida di trovarsi di fronte ad una “non – morta”. Nosferatu.

Se non fosse che c’è ancora il sole.

Mio Dio, è persino più bella di Darla e Drusilla.

Alta e sinuosa come una modella, magra al limite dell’anoressia, capelli biondo oro folti e lunghi fino alla schiena, occhi verdi come il mare, viso perfetto. Abbigliamento da ragazza moderna di buona famiglia, jeans e maglietta Kelvin Clain. Da copertina.

Denti bianchi, lucenti e perfetti, che si aprono in un sorriso…appena un attimo inquietante.

Willow indietreggia, e le cade un libro.

“Divertente!” esclama la ragazza. Parla con un lieve accento straniero…Europa centrale, sembrerebbe, alle orecchie inesperte di Willow. “Ti interessi di esoterismo? Adoro quel libro”

“Lo conosci?” si stupisce Willow, cercando di soffocare l’istinto di fuga. “Non è molto noto. Quest’edizione è molto antica. E’ un regalo di un mio amico inglese”

“Il tuo amico è ben informato. E fa regali preziosi” esclama la sconosciuta. Poi, tende la mano a Willow. E’ fresca, non fredda. “Io sono Millarca”.

“Ciao…io sono Willow”

La bionda sussulta al contatto. “Sei molto forte, Willow” le sussurra, e le sorride. “Immagino che tu lo sappia”

“La mia forza non è nulla, quando il mio spirito è debole”

“Puoi lavorare per rinforzarlo. Credo che tu lo sappia”

“Sì…credo di sì”.

“Sto per uscire…vieni con me?”

Willow coglie la palla al balzo. Se la sconosciuta è un vampiro, non potrà uscire nel patio. C’è ancora il sole.

Millarca la precede con il suo passo svelto ed elegante. Non appena mette piede nel cortile, una grossa nuvola oscura il sole. Che quindi, tramonta.

“Che disdetta!” ride la ragazza. “Adoro il sole della California”

“Sei straniera?”

“Vengo dalla Stiria”

“Siria?” capisce male Willow. La sconosciuta ride.

“Stiria. E’ una regione dell’Austria orientale”.

“Ah…molto lontana”

“Gia’. E finalmente posso visitare gli Stati Uniti”.

Millarca ritira i suoi occhiali da sole, che portava negligentemente sul capo, a trattenerle i magnifici capelli biondi.

“Ci vediamo..Willow. Mi attende una lunga serata. Prima di tutto, devo nutrirmi…lo capisci, vero?” Willow si aspetta un attacco. Nonostante la faccenda del sole, è quasi certa di trovarsi di fronte ad un vampiro. Sta già quasi per tirare fuori il suo paletto.

Invece, Millarca si china su di lei per darle un bacio in fronte. E quindi si allontana.

 

III parte.

“Il male ha sempre cose…malvage da fare”

(BTVS, IV stagione)

 

Martedì, ore 16. Al centro commerciale.

 

“Sono disoccupato” si lamenta Spike. Dawn scoppia a ridere.

“Cerchi lavoro?”

“In verità ne ho già uno, ma non mi occupa che raramente.”

“Buffy ne sa qualcosa?”

“Un mondo di <no> a questa domanda” risponde Spike. “E tu non le rivelerai i nostri segreti, giusto, Briciola?”

“Solo se tu mi dirai di cosa si tratta” insiste Dawn, trascinandoselo per negozi. E’ contenta di poter finalmente passare un po’ di tempo con lui. Senza Spike, non sarebbe mai riuscita a sopravvivere a quella lunga estate di un anno fa…l’estate in cui Buffy non c’era.

“D’accordo” commenta lui, sedendosi ad un chiosco ed ordinando due gelati. “Penso di potermi confidare con te. Faccio…ahem, diciamo da agente di viaggio”

“In che senso?” scoppia a ridere Dawn. “Dall’Inferno e ritorno?”

“Missy, sei più vicina al vero di quanto credi. E’ l’essere stata una chiave mistica che ti ha reso tanto perspicace?”

Dawn gli sorride. “Quello, e l’osservare quanto poco perspicace sia invece mia sorella.”

“Buon punto. Allora, che te ne pare? Sono una specie di…intermediatore culturale. Tra questo mondo…e quello demoniaco”

“Penso che le cose si potrebbero mettere male se Buffy lo scopre”

“Non faccio nulla di male” si difende Spike, punto sul vivo. “Clem è un demone…ti sembra una persona malvagia? Molti come lui vivono a cavallo tra questa e l’altra realtà…e vanno aiutati”

Dawn scoppia a ridere. “Così …faresti del volontariato per minoranze represse?”

“No, mi pagano”

“Parlami del tuo ultimo cliente, fammi divertire, Spike”

Lui sorride. “Bionda, splendida. Vecchia di quattrocento anni. Mai stata in America prima. Adora Calvin Klein e Tommy Hilfinger. Una Charlize Theron degli abissi infernali...ma molto più intelligente, se mi permetti“

“Buffy ti polverizzerà”

“No, se non lo scopre”

“Non è un buon inizio per una relazione”

“Abbiamo iniziato la nostra giurando di ucciderci a vicenda”

“Bene, non dico più nulla.” Dawn sorride. “Io ti accetto per quello che sei, Spike…l’ho sempre fatto. Beh, quasi sempre…ma devi ammettere anche tu che quella volta con Drusilla avevi veramente esagerato! Ma Buffy…lei, lo sai come è fatta. Devi infiocchettargliele, certe realtà”

“Non faccio nulla di male” ripete Spike “Aiuto nei dettagli logistici esseri demoniaci che, comunque, verranno qui, perché questa è la bocca dell’inferno…..o te lo sei scordata?”

“Ma se i tuoi clienti mordono…o devastano…od uccidono…lei interverrà. Lo sai, non è vero?”

“Sì…l’ho sempre saputo”

“Cerca di non trovarti nella linea del fuoco, allora. Se puoi accettare il mio consiglio”

“Lo farò, sorellina” promette lui, finalmente sincero. “Lo farò davvero”

“Allora…la smetterai di tenerla in punta di forchetta? Lei ci sta soffrendo, per la tua reticenza”

“Dawnie, non ci crederai, ma un giorno mi sono venuti in mano quei libri che Harm teneva in giro per la cripta. <Realizza te stesso>, <Non dare amore a chi non ti merita>…beh, li ho letti. Non dicevano solo scemenze. Ho veramente permesso a Buffy troppo, in passato: non sono il suo zerbino”

“Ma…le vuoi ancora bene?”

“Secondo te?”

“Secondo me, non sei il tipo che cambia idea”

“Non voglio farla soffrire, Dawn, ma non posso tornare alla relazione che avevamo prima. Sarebbe ingiusto per entrambi.”

“Lo so. Ti chiedo solo di non esagerare. Lei potrebbe…potrebbe anche decidere di mandare tutto al diavolo”

“E non sarebbe la prima volta, lo so…” Spike riflette, e poi fissa Dawn. “Mi hai dato un’idea, briciola. Qualcosa di grandioso!”

“Implica del sesso, od altri dettagli scabrosi che io dovrei ignorare?”

“Può darsi” medita lui “Può darsi”.


 

Al Campus. Ore 21.

 

Willow apre la porta della sua stanza, quasi certa che si tratti di Buffy. Avevano discusso della possibilità di andare al cinema stasera: è molto tempo che non lo fanno più. Da prima che Tara morisse.

Il cuore le balza in gola. E’ Millarca.

“Ciao” le dice la bionda. “Mi fai entrare?”

Willow la fissa. Suo malgrado, non ha potuto dimenticare il loro incontro. Sono giorni e giorni che ci pensa.

Invece di invitarla dentro, esce lei fuori, e si appoggia allo stipite della porta. Grazie a Dio, non c’è nessuno nei corridoi del convitto universitario.

“Ascolta…Millarca. Come mi hai trovato?”

La bionda si stupisce. “Ho chiesto in segreteria, naturalmente. Avevo letto il tuo nome sulla copertina del libro, quando ti era caduto…l’altro giorno, in biblioteca. Ricordi?”

Willow la fissa fino in fondo agli occhi.

“Perché ti dovrei far entrare in camera mia…perché tu possa…mordermi?”

La bionda scoppia a ridere. “Veramente, volevo solo parlarti. Cos’è questa cosa del morso…un bizzarro rito di qualche confraternita?”

“Io so chi sei” comincia Willow, coraggiosamente. “E so che non puoi entrare, se non ti invito io”

Millarca si avvicina, guarda Willow intensamente. Il suo sguardo è pieno di dolcezza.

“Anch’io so chi sei” le sussurra, con quel suo roco accento tedesco che la fa assomigliare ad una Marlene dell’età dell’oro. “Davvero credi che se io volessi…morderti, tu non potresti fermarmi? Sei molto più potente di me. Con un po’ di magia mi polverizzeresti in un istante. Con la magia, o con quel paletto che tieni sempre nel fondo della tua borsa…”

“Non uso più la magia” dice Willow

“Bugiarda” mormora Millarca. “Altrimenti, non sarei qui stasera. Mi hai fatto un incantesimo”

Willow chiude gli occhi.

Dopo un po’ li riapre. Millarca è sempre lì.

“Entra” le dice allora.

E le due donne spariscono dentro il piccolo appartamento.


 

Ore 24. Al Bronze.

 

E’ la fine di una lunga giornata, e Xander Harris sta ballando sulla pista, da solo. Buffy è rimasta a casa con Spike, Dawn non è uscita, e di Willow non sa più nulla da quando l’ha chiamata, verso le 8. Aveva detto che se non era troppo stanca, e se non fosse andata al cinema con Buffy, l’avrebbe raggiunto al Bronze. Evidentemente, ha cambiato idea.

Questa sera, Anya non è venuta. Non che avessero un vero e proprio appuntamento, non sono affatto a questo punto, ma se ne era parlato. Xander non sa cosa pensarne. Da un lato, non riesce ad accettare che lei se lo sia lasciato così facilmente alle spalle, ed abbia avuto quella squallida relazione con Spike. Dall’altro, sa di essersi comportato atrocemente con lei, e di averla ferita come mai lo era stata prima.

“Vorrei uscire da quest’empasse” si dice Xander, sedendosi al tavolo, e bevendo una birra. “Trovarmi qualcun’altra…qualcuna che non abbia motivo di odiarmi, e che io non abbia ragione di disprezzare. Ecco…una come quella bionda laggiù. Che sventola!”

La bionda in questione sente il richiamo del suo sguardo, si volta. Dopo un po’, si dirige verso di lui. Jeans ed un top, capelli d’oro sciolti fino alla vita, viso e corpo perfetti. Probabilmente è una modella, si dice Xander.

“Ciao!” lo saluta lei con un sorriso, e con un leggero, accattivante accento straniero.

“Ciao” le risponde lui, dopo essersi guardato intorno. Per un lungo istante, ha dubitato che lei si stesse veramente rivolgendo a lui. Non gli sembra vero.

“Bevi qualcosa?” le chiede, dopo un altro penoso momento di silenzio. Lei scuote il capo, sedendosi accanto a lui. Ha gambe lunghissime, e porta scarpe di Prada. Originali. Xander ha frequentato Cordelia abbastanza a lungo per saperlo.

“No, non ho sete…ancora” risponde lei, scuotendo il capo. “Vuoi ballare?” gli chiede, invece, con un altro dei suoi splendidi sorrisi. Xander nota che i suoi denti sono picoli, aguzzi e lucenti. Perfetti come perle.

“Io sono Xander!” le urla, per sovrastare la musica.

“Lo so!” risponde lei, con un sorriso da gatta soddisfatta. Ma Xander non capisce, e fa cenno di “no” con la testa.

Ballano insieme, e lei si muove divinamente. Per quanto appaia improbabile, a Xander sembra di piacerle. Così, non si stupisce troppo quando lei appoggia le labbra, fresche e morbide, al suo orecchio.

“Andiamo?” gli chiede, sussurrando.

“Sì” esclama lui, e la segue fuori dal Bronze. Lei si dirige con passo veloce verso l’automobile sportiva di lui. E’ un piccolo regalo che Xander si è fatto da che è solo, e con un buon lavoro. Xander si chiede come abbia fatto la bionda a sapere che quella è la sua auto.

“Portami in qualche posto…all’aperto. Voglio vedere le stelle” sussurra lei.

Xander è fin troppo felice di accontentarla. Non gli sembra vero di averla rimorchiata.

Quando arrivano in una radura poco fuori città, lei si passa le mani tra i capelli, e lo fissa con un sorriso.

“Non mi hai ancora detto il tuo nome” le chiede lui, spegnendo il motore.

Lei sorride di nuovo.

“Mi chiamo Mircalla”.


 

IV parte.

“E’ sbagliato mescolarsi con le forze del male. Ora lo vedo.”

(Xander, prima stagione di BTVS, “The Witch”)

 

Il bacio della ragazza gli sta dando alla testa. E le cose che lei sta facendo con le sue lunghe dita, non aiutano di certo. Xander sa che faranno l’amore. Lei è partita come un treno, appena lui ha spento il motore, e non ci sono che grilli e stelle, e per Dio, lui intende approfittarne. Vuole buttarsi alle spalle il ricordo doloroso di Anya, almeno per quella sera. E, Cielo, non poteva trovare di meglio.

Lei sorride un istante, ed i suoi denti impossibilmente bianchi splendono nel buio. Poi, di colpo, lei tuffa il capo verso il suo collo. Lui sussulta nel sentire la sua bocca fresca, la sua lingua, sulla pelle morbida della sua gola. Per un istante, ha quasi avuto paura. E’ una perfetta sconosciuta. E se fosse un vampiro? Fortuna che ha quel paletto nel cruscotto…

Lei risolleva il capo, lo fissa.

“Non mordo, Xander.” Gli dice.

Poi, la ragazza abbassa il capo di nuovo, e lui, sospirando, deve dargliene atto. Lei proprio non morde.

 

Ore 1 del mattino. Casa Summers.

 

Buffy studia con accanimento. Ora che ha ottenuto quel lavoro presso la compagnia di assicurazioni, non intende trascurare l’Università. Ha così buttato Spike fuori di casa alle nove e mezza, e si è messa a studiare. Del resto, lui voleva solo guardare quel noiosissimo football inglese alla tivù. Cielo, come si è addomesticato, il suo vampiro…

Quando gli occhi le si chiudono, capisce che è ora di smetterla. Ma si sente soddisfatta. Tra tre giorni avrà un esame di letteratura inglese, e si sente finalmente pronta. E’ da molto tempo che le cose non giravano più così bene.

Dawn è già a letto da ore, e Buffy chiude con attenzione porte e finestre. Ad un tratto, il suo fine udito capta un rumore. Ma non è nulla, solo il vento che ha fatto sbattere un ramo contro il tetto. Salendo le scale verso la sua stanza lei osserva il suo anello di brillanti.


Non riesce quasi ad ammetterlo neanche con se stessa, ma quel gesto l’ha commossa. Nonostante tutte le sue arie, sente che Spike tiene ancora a lei. Molto ancora li divide, ma altrettanto li unisce.

Con quel pensiero felice, Buffy si rifugia nella sua stanza. La finestra è aperta, e lei fa per chiuderla.

Qualcosa di nero e veloce le blocca la strada. Prima che lei possa reagire, forti braccia la cingono, e lei sente le zanne di un vampiro premerle contro la giugulare.

Pronto soccorso medico. Ospedale di Sunnydale.

“Un’altra emergenza” sbotta l’infermiera di turno. “Dopo un po’ di tranquillità, questa città è tornata un inferno. Avanti, di chi si tratta?”

“Non lo so” ribatte l’internista. “Massiccia perdita di sangue…pare. Tanto per cambiare”

“Come avete avuto la chiamata?”

“Un 911 anonimo. Siamo andati …ed eccoci qua”

“Lo odio, questo lavoro” ribatte l’infermiera. A Sunnydale, ne ha viste veramente troppe.

 

Casa Summers

 

Buffy fa presa sul braccio che la trattiene, e riesce a far volare lontano da sé il suo assalitore. Alla luce della luna, lo intravede meglio.

“Cosa?” chiede, sbalordita. “Tu?!”

Spike si siede sul letto, lo spolverino nero con lui, ed i suoi capelli tornati gloriosamente corti…e platinati.

“Non ci sei cascata nemmeno per un attimo” afferma sconsolato

“No, invece…no…ci ho creduto quasi per tutti i primi cinque secondi. Ma…come ti sei conciato?”

“Volevo tornare quello di un tempo…almeno per una sera. E fare un giochetto…se ti andava”

Buffy lo guarda, severamente. Lui quasi arrossisce. Gli era sembrata un’idea tanto furba…con Harmony aveva funzionato. Ma ora se ne pente amaramente. Buffy non ama giocare in questo modo…

Lei gli si avvicina. Apre un cassetto, e tira fuori un paletto.

“Ehy, se sapevo che ti arrabbiavi così tanto…”

Buffy lo spinge sul letto, e poi lo sovrasta, il paletto dritto sul cuore.


Spike la fissa, seriamente spaventato.

“Brutto schifoso vampiro” sussurra lei “Sei penetrato di soppiatto nella mia stanza…per uccidermi? Per stuprarmi? Per succhiarmi il sangue?” Lei si avvicina ancora. “Ma non sapevi a cosa andavi incontro! IO SONO LA CACCIATRICE!”

Spike chiude gli occhi, quasi certo di essere giunto al termine della sua non – esistenza.

Quando li riapre, Buffy è china su di lui. Non intende affatto polverizzarlo, questo è reso piuttosto evidente da quello che lei sta facendo.

“Oh, dannazione…”sussurra lui, incapace di resistere.

 

Ore 4 del mattino. Casa Summers.

 

Il telefono strappa i due amanti dal loro profondo sonno. Spike si stropiccia gli occhi. Dopo tutto, il gioco è stata una buona idea. Soprattutto quando lei lo implorava di aver pietà di una povera cacciatrice indifesa…od era lui ad implorare?

“Pronto?” sta dicendo Buffy, ancora insonnolita.

“Miss Summers?”

“Sì?”

“E’ il pronto soccorso dell’ospedale di Sunnydale. Hanno ricoverato da alcune ore una persona con una forte perdita di sangue. Nei suoi documenti abbiamo trovato un suo biglietto da visita, Miss Summers. Crediamo che lei la conosca”

“Sangue?” si riscuote Buffy. “E chi sarebbe?”

“Sta molto male. Sarebbe meglio se lei venisse subito”

“Chi è?” ripete Buffy, sempre più angosciata.

La donna fa una breve pausa. Cerca un nome, è evidente.

“Si tratta di Willow Rosenberg. La conosce?”

 

V parte.

“L’amore ti fa fare un sacco di stranezze”

(Willow, II stagione di BTVS, “Some assembly required”)


 

Ore 10 del mattino. Ospedale di Sunnydale.

 

Di nuovo qui. Odore di disinfettante.

Non vuole ripensare alla lunga malattia ed alla morte di sua madre. E neppure a Ben, e Glory. Ma è di nuovo qui, in questo dannatissimo ospedale.

Buffy butta la tazza di carta del caffè, e prende di nuovo tra le sue le mani esangui di Willow. E’ pallidissima. Dio, l’ha quasi persa…non può credere a quello che è successo. Un vampiro. Willow! Le sembra incredibile!

Non dopo tutti quegli anni di cacce, pattugliamenti, avventure. Non Willow. Lei può polverizzare un vampiro con il pensiero…o con una matita, come ha fatto molti anni prima nell’ufficio del Sindaco Wilkins…

Il cellulare che le ha prestato Anya suona. E’ Dawn.

“Come sta?” le chiede la sorella.

“Male” risponde Buffy, sottovoce. “Non ha ancora ripreso conoscenza”

“Ma…si salverà?”

“Le hanno praticato delle trasfusioni. Ora, bisogna solo aspettare”

“Sai…cos’è stato?”

“Il solito” risponde Buffy, amara.

“Cosa intendi fare?”

Buffy non risponde. Non subito. Ripensa per l’ennesima volta all’assurdità della sua vita. Lei porta un brillante al dito. Gliel’ha donato uno di loro.

“Chiunque sia stato…qualunque cosa abbia fatto questo a Willow…” Buffy si interrompe, poi riprende. La sua voce è d’acciaio, ora. “Io vado, e la distruggo”

“Miss Summers!” la ferma una voce, mentre lei si dirige verso l’infermeria, per avvisare che la flebo è finita.

Buffy si gira. E’ un giovane dottore, con un camice verde.

“E’ lei l’amica di Miss Rosenberg, vero?”

Buffy annuisce. Il medico ha dei begli occhi verdi, occhiali con la montatura di metallo, e la fissa con attenzione.

“La sua famiglia è fuori città. Abbiamo tentato più volte di chiamarla, ma…”

“Sono io la sua famiglia” dice Buffy. “Può dire a me”

“E’…la sua ragazza?” chiede il medico, stupito.


“No…non in quel senso. Ma sono la sua migliore amica. Da moltissimi anni”

“Bene. Vorrei allora che mi dicesse cosa crede abbia causato questa emorragia. Perché io, francamente, non l’ho capito”

Buffy non sa cosa dire. Quasi quasi, rimpiange Snyder ed il sindaco. Ai loro tempi, non c’era bisogno di mentire bene.

“Penso…una bestia feroce. Ha un …morso, no?”

“Già” annuisce il medico. “Ma c’è un altro dettaglio strano”

“E sarebbe?” chiede Buffy.

“La sua amica aveva del sangue nella bocca. E, mi creda, non era il suo”

Buffy si ferma, immobile. Fissa il medico.

“Come fa a sapere…che non fosse il suo?”

L’uomo si toglie gli occhiali. Buffy non può fare a meno di notare che, a suo modo, un modo piuttosto tranquillo, è molto attraente.

“Perché l’abbiamo esaminato, Miss Summers.”

Buffy lo fissa a bocca aperta.

“E vuol sapere cosa abbiamo scoperto?”

 

Sunnydale High. Ore 16.

 

“Meno male che sei venuto tu!” escalama Dawn, buttandosi nelle braccia di Spike, che l’aspetta fuori dalla scuola. E’ ancora sconvolta per quello che è successo a Willow. Buffy non è ancora tornata dall’ospedale.

“Vieni qui, briciola” le dice lui. Non è tranquillo, per niente. Non ha più saputo nulla di Buffy da quando lei ha lasciato il loro letto nel cuore della notte, per precipitarsi all’ospedale. Sente il peso dei suoi pensieri, anche da lontano. Sa che è stato un vampiro a far questo a Willow…e sa che Buffy è di nuovo in conflitto con se stessa. Su di loro, e sulla loro relazione. Come sempre.

“Tu non c’entri niente, Spike” tenta di consolarlo Dawn. “Lo sai come è fatta. Deve venire a termini con la realtà…come sempre. Ci metterà del tempo, ma poi ce la farà”

“Quando credo che stiamo per avvicinarci…lei mi sfugge di nuovo”

“Tornerà “ dice Dawn. “Dopo che avrà ucciso chi ha fatto questo a Willow, naturalmente”

I due tornano a casa, in silenzio. Sono da poco arrivati, che il campanello suona nuovamente.

“Ehy, ragazzi, un po’ di entusiasmo!” esclama Xander. “Dov’è Buffy? Non ci crederà mai, quando le racconterò cosa mi è capitato ieri sera…”

“Cosa? Ti è cresciuto un cervello al posto di quel buco che ti ritrovi tra le orecchie?” commenta Spike, di pessimo umore.

“Ah – ah, divertente…” replica Xander “Non stavo parlando con te, razza di fallito!”

“Xander” lo ferma Dawn. “C’è una cosa che devi sapere”

“Dawn, che succede? Perché quelle facce?”

“Buffy è all’ospedale. Si tratta di…Willow. L’hanno ricoverata ieri sera”

“Willow…ricoverata?”

“Massiccia perdita di sangue”

Xander tace per un attimo. Poi, lancia un’occhiata di odio verso il vampiro, e corre via.

La sua Willow è in pericolo. Per colpa di una di quelle bestie immonde.

Ospedale di Sunnydale.

“Finalmente sei arrivato, Xander!” esclama Buffy, abbracciandolo. Lui la bacia in fronte, e poi fissa Willow. Sta meglio, ora dorme, ma è ancora debolissima. Xander sente una furia immensa invaderlo.

“Chi è stato?”

“Non lo so…ma lo scoprirò” fa Buffy.

“Davvero? Da come familiarizzi con il nemico, non si direbbe tu sia ancora la cacciatrice di un tempo…”

Buffy rimane immobile sotto l’accusa. “Xander…”

“Scusami” dice lui. “Non ho potuto trattenermi. E’ troppo…e tutto insieme. Spike ed Anya. Tu che te lo riprendi, come se niente fosse. Ed ora questo. Una di quei mostri che fa questo alla mia Willow…non posso accettarlo. Ricordi cosa mi dicesti quando ci siamo conosciuti? Quando esitavo ad uccidere Jesse? Il vampiro è un demone. Non è ciò che sembra…e non è la persona il cui corpo abita. Mi sembra che tu te lo sia dimenticato, Buffy”

Lei lo fissa. “Non farmi star male. Più di quanto già non lo sia. Tu non sai...”

« Cosa non so ? » ribatte Xander. “Che a te piace sbatterti i non – morti?”

“Xander…”

Entrambi si girano, a quell’esile richiamo. E’ Willow. Ha gli occhi aperti.

“Buffy…Xander…ascoltatemi”

“Willow! Non affaticarti…shh…”

“No, Buffy…” Willow si tira su, con un enorme sforzo di volontà. “Non è come pensi. Non è come pensate…”

Willow li fissa entrambi. I suoi amici. La comprenderanno mai?

“Io…sono stata io a volere che lei mi facesse questo. Non lo capite?”


“Lei, chi?!” esclama Buffy.


 

VI parte.

“Il tuo potere ha radici nell’oscurità”

(Dracula, V stagione di BTVS)

 

La porta della piccola stanza si apre di scatto. “Miss Summers” chiama il medico “Dobbiamo finire quella conversazione, se non le spiace…”

“Willow…ora riposa. Mi dirai tutto dopo. E quando dico tutto, intendo tutto! Ora, devo parlare con il tuo dottore…”

Willow si distende nuovamente sui suoi cuscini. Parlare anche solo per pochi istanti l’ha affaticata.

Xander le rimane accanto, e Buffy segue il medico nel corridoio.

“Se non le spiace, potremmo andare nella caffetteria. Quello che le devo dire è piuttosto riservato. Mi spiace per prima, ma c’era un’emergenza. Non abbiamo potuto finire il discorso”

“No…non importa” Buffy lo segue fino al bar. Lì, si siedono ed ordinano un cappuccino. Il medico le sorride. “Mi chiamo Steve Frazier. Sono specializzato in ematologia.”

“Immagino che il sangue trovato nella bocca di Willow…presenti qualche particolarità, vero?” lo interrompe lei. “E può chiamarmi Buffy. E’ il mio nome”

“D’accordo, Buffy. Lei sa qualcosa di ematologia?”

“Qualcosa” ammette lei, senza sbilanciarsi. Rivede nella mente immagini confuse. Quando ha assaggiato il sangue di Dracula…cellule, anticorpi, lotte e cacciatrici. Antichi passati, troppo antichi per essere ricordati…od anche solo narrati..

“Il sangue di un morto è diverso da quello di un vivo”

“Sì”

“E quello che abbiamo trovato sulle labbra della sua amica è ancora diverso…un terzo genere, se mi consente.”

Buffy non risponde.

“Perché ho l’impressione che lei non ne sia affatto…stupita?”

“Perché non lo sono” ammette lei. “Steve…posso chiamarla così?”

Lui annuisce.

“Se andrà alla polizia, loro diranno che le sue apparecchiature hanno fatto cilecca. Se andrà all’FBI, le rideranno in faccia. Loro sanno benissimo di cosa parla. Ne hanno anche dei campioni. In sostanza, le conviene far finta di niente.”


“Cos’è?” si arrabbia il medico “Una puntata speciale di X – Files?”

“No” sorride lei, tristemente. “E’ la mia vita”

“Buffy…lei non può dire sul serio. Ho di là la prova ematologia che esiste una specie biologicamente affine e diversa dall’uomo..vivo o morto che lo si intenda. Alieni?”

“Ha mai sentito parlare di “vampiri”, Steve?”

“Io non credo ai vampiri. Sono un’invenzione letteraria. Che ha prodotto numerosi casi di manie ossessive, e sdoppiamenti patologici della personalità. Ma non esistono”

“Ed il suo sangue, allora?”

“Troverò una spiegazione scientifica. Sembra il sangue di un morto, quanto a contenuto in ossigeno, ma è del tutto privo di anticorpi”

“Sono morti. E non si ammalano mai”

“Contenuto in piastrine cento volte superiore a quello normale”

“Guariscono in un batter d’occhio”

“Stesso DNA”

“Umani, quanto ad aspetto. E sentimenti, emozioni…creda, io so tutti sui vampiri”

Lui la guarda, stupito.

“Buffy…lei crede di essere un vampiro?”

“Steve…io sono un a cacciatrice. Quella che li stermina”

Lui la fissa. Buffy è quasi certa che la stia prendendo per pazza.

Lei gli tende il polso.

“Esamini il mio sangue, allora. Potrebbe scoprire qualcosa di interessante”

Lui le prende la mano. Nota l’anello di brillanti.

“E’ fidanzata” osserva, suo malgrado.

“No.” Replica lei.. “Sì…non so. Siamo…molto diversi”

“Magari, lui è un vampiro” replica il medico, ridendo.

Buffy non ride affatto.

“Venga nel mio ufficio.” Le dice il medico. “Le farò quel prelievo.”

 

Ore 18.

 

Buffy torna nella stanza di Willow, il braccio incerottato dove Steve le ha prelevato un po’ di sangue.


Willow si sveglia.

“Allora” dice Buffy, in piedi accanto a Xander. “Ora, possiamo parlare un po’. Se te la senti, naturalmente. Dimmi chi ti ha fatto questo…ed io la elimino”

“Non prima che tu abbia ascoltato quello che ho da dirti, Buffy” dice Willow. “Credo proprio che sia meglio che tu ti sieda.”

Buffy la accontenta. Willow li osserva entrambi.

“Potrete mai perdonarmi? Per lo spavento..ed i problemi che vi ho procurato?”

“Cosa dici? Non è certo colpa tua se..”

“Aspetta a giudicare. Ascolta prima la mia storia”

E loro attendono che Willow cominci a parlare.

 

VII Parte

“Quella sono io, da vampiro? Cielo, sono malvagia, volgare…e credo anche piuttosto gay!”

(Willow, Doppelgangland, III stagione BTVS)

 

Ospedale di Sunnydale.

Willow ha tutta la loro attenzione. Buffy e Xander siedono accanto al suo letto. Sono pronti ad assorbire la sua verità, qualunque essa sia. Sono tornati ad essere gli Scoobies di un tempo, così almeno pare loro. Tutti per uno, ed uno per tutti.

Willow sta male al pensiero di doverli deludere di nuovo.

“Presumo di dover cominciare dall’inizio. E’ sempre la cosa più facile. Bene, comincio. Alcuni giorni fa, mi trovavo nella biblioteca di psicologia dell’Università. Era quasi il tramonto. Rammentate questo dettaglio perché è importante. Mi si avvicina una ragazza, una bionda. Mai vista prima. Bellissima”

A Willow sfugge il movimento nervoso di Xander sulla sua sedia.

“Mi dice di essere straniera. Ed infatti ha un bizzarro accento. Ha qualcosa di strano: istintivamente, penso di trovarmi di fronte ad un vampiro. Ma c’è il sole, ricordate? Come può andare in giro per il campus se è ancora giorno? Lei sembra leggermi nel cervello. Parliamo un po’. Quando usciamo nel patio, é subito notte. Lei sorride, e dice di chiamarsi Millarca”

“Millarca?” interviene Xander. “Sei…sicura? Non …Mircalla?”

Le due amiche lo osservano. Lui arrossisce.

“Beh…ieri sera ho conosciuto una ragazza che risponde in pieno alla descrizione di Will. Bionda, bellissima, straniera…”

“…e sembrava un vampiro?” conclude Buffy per lui.

“Beh, l’ho pensato” ammette Xander. “Ma non mi ha affatto morso. E…cielo, ne ha avuta l’occasione”

“Te la sei rimorchiata?” intuisce Buffy.

“Già. E mi ha detto di chiamarsi…Mircalla”

Willow si abbandona sui cuscini. Non dice nulla.

“Ehy, non può essere un caso!” sbotta Buffy. “Ho imparato che le coincidenze non esistono…ma sui folletti sono ancora indecisa”

“Millarca…Mircalla…due nomi decisamente simili”

“Sono l’uno l’anagramma dell’altro.” Osserva Willow. “E c’è una terza possibilità di anagrammarli formando un nome di donna”

“E cioè?”

Willow li fissa.

“Carmilla”

“Non quella Carmilla” sbotta Buffy. “No, no, no. Ho dovuto constatare che Dracula non era un’invenzione, ma anche…Carmilla? Cosa mi manca ancora? Il mostro della laguna nera? L’uomo ragno?”

“Ehy…ma di che state parlando?”

“La tua ignoranza, Xander, come sempre mi stupisce…e non dovrebbe” replica Willow. “Carmilla è il personaggio di un racconto di vampiri di Le Fanu. Strano, ma fino a questo momento non avevo fatto l’associazione”.

“Continua il tuo racconto. Mancano ancora parecchie miglia tra l’incontro con questa “Carmilla” e la tua massiccia perdita di sangue” incalza Buffy.

“Ieri seri, l’ho trovata alla porta del mio dormitorio. Faceva finta di nulla. Mi ha detto di dovermi parlare”

“Naturalmente, nel dubbio, non l’hai fatta entrare…”

“Veramente, ho cercato di resisterle. Ma lei è stata molto persuasiva. Mi ha detto di conoscere il mio potere, e di sapere che io, con il solo pensiero, potevo polverizzarla”

“E’ vero?”

“Non lo so, può darsi” si schermisce Willow. “Non uso più la magia…lo sapete”

“E quindi…l’hai fatta entrare?”

“Sì”

Xander balza in piedi. “Sei colossalmente stupida, Will, o cosa?!”

“Volevo anch’io parlarle”

“Perché?! Quella voleva solo il tuo sangue! Tu eri solo…la cena!”

Willow scuote il capo. “No. Io sapevo che non era solo quello che voleva da me”

“E…cosa voleva?” chiede Xander, sempre meno a suo agio e con la coscienza sempre meno pulita.

“Ci siamo sedute sul mio divano. Lei mi ha preso la mano. Dice che sente tutto di me. Il mio potere, il mio dolore. Sa che ho perso l’amore ed anche la stima di chi mi è accanto”


“Questo non è vero, Willow” commenta dolcemente Buffy. “Noi siamo sempre i tuoi amici”

“Lei ha visto la foto di Tara” continua Willow. “Mi ha detto quanto era bella…e che dolce compagna deve essere stata. Lo era, le ho detto io, ed io mi sono comportata da idiota con lei, giocando con la sua mente e la sua memoria. Non avrebbe potuto perdonarmi, le ho spiegato, ma l’ha fatto. E le è costato la vita”

“Will..non è colpa tua se Tara è morta. E’ stato Warren ad ucciderla” le dice Xander, raddolcito dal suo dolore. Buffy annuisce.

“Poi, le ho parlato della magia. Della mia vendetta. E del sangue che ho sulle mani”

“Perché era così curiosa di te?”

“Perché ardeva dal desiderio di raccontarmi a sua volta la sua vita.”

“E…l’ha fatto?”

“Sì. Ma prima ha voluto vedere le foto dei miei amici. Di te, Xander…e di Buffy.”

“Ecco perché sembrava mi conoscesse” commenta Xander. “E’ venuta a cercarmi a colpo sicuro”

“Aspettate!” interloquisce Buffy. “Willow…come ti spieghi che dopo averti lasciata quasi senza vita si sia rivolta a Xander…e non lo abbia morso?”

“La spiegazione sta tutta nella sua storia”

 

Sunnydale Residence. Ore 11.

 

La ragazza vicino alla piscina si spalma di crema solare. Protezione totale. E’ un azzardo, ma ne vale pena.

Accanto a lei si staglia un’ombra. L’uomo osserva il suo corpo perfetto, rivestito appena di un minuscolo bikini.

“Riesci anche a prendere la tintarella? Non finirai mai di stupirmi. Quanti ce ne sono al mondo di noi che possono farlo?”

Lei ride. “Siediti accanto a me, Spike, e bevi qualcosa. Adoro questi cocktail colorati. Prendere il sole è tutta una scusa per poterli ordinare”

Entrambi portano occhiali da sole. Massimo fattore di protezione possibile.

“Allora?” le chiede lui, incuriosito. “Oltre a me, beninteso”

“Oh, un paio in Europa, e tre o quattro in Cina. E poi, il nostro comune amico Vlad, beninteso…che porta tuttora con sé un ottimo ricordo della tua bella”

“Quel miserabile pezzo di pattume europeo” commenta Spike “Cielo, sono europeo anch’io! A volta me lo dimentico”

“Benvenuto nel club” fa lei “A te, come è capitato? Di diventare resistente al sole, voglio dire…”

“Andato in Africa, incontrato un demone, fatto un patto con lui” sintetizza lui.

“Dio, sei spassoso, Spike!” ride lei. “Che fine ha fatto Dru?”

“Vorrei saperlo anch’io. Come puoi immaginare, lei e la mia attuale ragazza non vanno molto d’accordo”

“Come si sta nel letto di una cacciatrice?” indaga lei.

“Comodi” risponde Spike, asciutto. “Fino a quando lei mi permetterà d’entrarci, beninteso. Cosa che potrebbe smettere presto di fare se scopre che sono stato io ad aiutarti a sistemarti qui a Sunnyhell”

“Oh, andiamo…povero Spikey” lo prende in giro lei. “Hai paura di restare fuori al freddo? Sei diventato così dipendente dai capricci di una cacciatrice isterica?”

“Buffy non è affatto isterica. Ed è pericolosa, molto più di quello che credi. Ha fatto fuori una dea infernale, ed anche il Maestro. Tra gli altri. Ed è proprio quello che farà a te se ti ostini ad avvicinarti ai suoi amici. Hai dissanguato la Rossa”

“Willow? “ replica la ragazza. “L’ha voluto lei!”

“Ed era proprio il caso di sedurre lo zuccone?”

“E’ molto vigoroso” sorride la vampiressa.

“Già…continuano a dirmelo, ma chissà perché non riesco a farmene una ragione” commenta Spike. “Ascoltami bene, Carmy. Te lo dico per il mio…e per il tuo bene. Stai lontana da loro”

“Sennò? La tua ragazza mi fa la bibi?”

“Qualcosa del genere, sì. Ma con più sangue, polvere – la tua - e violenza”

“Non ho paura di lei” sussurra Carmilla. “E nemmeno tu dovresti. Cos’è che la rende tanto speciale? E’ così bella? Più di me? Persino Vlad le faceva gli occhi dolci…”

Spike la guarda spassionatamente. “La bellezza non è tutto. Buffy è speciale. E’ come una malattia…e io l’ho presa nella forma più acuta. Ora ho bisogno della mia dose, per sopravvivere”

Carmilla si alza. Si riaggiusta il bikini sul corpo, e si mette un cappellone di paglia sui bellissimi capelli biondi.

“Ci vediamo, Spike. Ma lascia che ti dia io un consiglio, uno solo..” lo fissa dolcemente. “Non attraversare la mia strada. E dillo anche alla tua bella”

E poi, si allontana.

 

VIII parte.

“Cielo, qual è stato il tuo trauma infantile?”

(Buffy, Welcome to the Hellmouth)

 

La storia di Millarca di Karnstein, quale racontata da lei stessa a Willow, e da Willow ai suoi amici.

Il mio nome è Millarca dei conti di Karnstein e sono nata in Alta Stiria, Austria, nel 1614. Sono cresciuta in perfetta solitudine, seppur educata come la nobildonna che ero, nella mia magione avita, persa tra antichi e fitti boschi. Mia madre era morta quando avevo solo due anni, durante un’epidemia di peste nera, e non avevo fratelli. Mio padre era molto malato, e crebbi con la sola compagnia di una balia boema, una donna fedele, di poche parole. L’estate che mio padre morì, avevo solo sedici anni. Fu in quei giorni che ebbi la sorpresa più grande di tutta la mia vita.

Una notte di tempesta, qualcuno bussò alla porta del nostro castello. Era una donna, alta e bella, che disse di essere mia madre, Carmilla di Karnstein. Disse che non era morta, e che solo un malinteso l’aveva tenuta lontana dal marito per tutti quegli anni.

Disse anche che dovevo andar via con lei: era una questione di vita, o di morte. Mi fece preparare in fretta e furia le mie quattro cose. La carrozza, disse, non aspettava.

La mia balia non sollevò alcuna obiezione. La salutai con un bacio, ed andai via con la donna che diceva di essere mia madre. La carrozza, una bellissima, elegante carrozza trainata da sei cavalli neri come l’inferno, volò via, ad un ritmo forsennato. Mi colse un sonno profondo, anzi, un profondo torpore. Mi addormentai con la spalla sul capo di mia madre.

Mi sembrò che quel sonno durasse in eterno. Quando mi svegliai, era ancora buio. Mi domandai come mai non diveniva mai giorno, e quanto ancora sarebbe durato quel folle viaggio.

Mia madre mi porse allora una bevanda, e mi ordinò di bere. Bevvi. Mi era stato insegnato ad ubbidire. Aveva un gusto strano, metallico, ma finii tutto il contenuto del calice, come mi era stato ordinato.

Ripiombai in quello strano torpore. Quando mi svegliai, e mi sembrò passato un secolo da allora, sentii freddo. Ero al buio.

Ero in una bara.

Gridai. Usai le unghie, i denti. Non era possibile, era assurdo! Mi avevano sepolta viva! Sapevo che di lì a poco mi sarebbe mancato il respiro. Mi feci forza: dovevo a tutti i costi uscire di lì…

“Mi dispiace, Buffy” mormora Willow, osservando il volto ora pallidissimo dell’amica.

“Non fa niente…è passato”, replica Buffy. E’ molto tempo che non ha più quegli incubi…che non ricorda più cosa è stato risvegliarsi in una bara e lottare con le mani verso la luce…

“Se non altro, abbiamo qualcosa in comune, io e questa Carmilla. Continua, ti prego..”

Fui fortunata.

Grazie a Dio, la bara non era ancora stata messa nel pesante sarcofago di pietra posto lì vicino, e già pronto all’uso.

Sapevo senza che nessuno dovesse spiegarmelo che Millarca di Karnstein non esisteva più.

Nonostante fosse buio pesto, ci vedevo bene. Eravamo nella cripta del mio castello: a quanto pareva, eravamo tornati a casa. Per seppellirmi. Mi osservai: ero cresciuta, diversa…come se fossi stata via tre o quattro anni, e non solo una notte. Mi sentivo più donna, più bella.

Presi la scala secondaria e mi ritrovai nei campi. Era una bella notte, illuminata da una luna piena. La sagoma scura del castello si stendeva alle mie spalle. Era una notte silenziosa. Non avevo mai sentito un silenzio così profondo…

Mi diressi verso i campi. C’erano due contadini, nudi, a terra, avvinghiati. Capii subito cosa stava succedendo.

Quando mi videro, si misero ad urlare.

“E’ la contessina! Il suo fantasma!”

“No…non è possibile! L’abbiamo seppellita tre giorni fa!”

Tre giorni? Ma se ero partita di casa solo la sera prima!

Godevo del loro terrore. La paura che emanavano arrivava fino alle mie narici, le faceva dilatare. Non ero ancora consapevole che il mio cuore non batteva più, che i polmoni non pompavano più l’aria. Ma ero conscia del loro orrore. E lo trovavo stranamente dolce.

Mi avvicinai all’uomo. Lo annusai. Lui fece per scappare, ed io lo strinsi per le spalle, stupendomi per la mia forza. Agii d’istinto. Affondai il viso nel suo collo, e penetrai con i denti nella sua pelle. Il suo sangue mi invase la bocca, caldo, delizioso. Non ne avevo mai abbastanza.

Lo lasciai cadere come una bambola rotta. La ragazza stava correndo, ancora nuda. La raggiunsi in un lampo. Non ero mai stata così veloce. La fissai con interesse.

E poi me la bevvi.

“Ehy, che bell’esempio di assassina!” esclama Xander, sentendosi piuttosto in colpa. Non riesce a dimenticare che la sera prima hanno fatto l’amore…

“Almeno, tutto questo è servito a qualcosa” commenta Buffy, sarcastica

“E sarebbe?”

Lei sorride, con finta dolcezza. “A capire che anche a te, Xan, piace sbatterti i non – morti”

Ritornai verso il castello. Approfittando del buio mi recai nella stanza della mia balia. La povera donna impallidì come un lenzuolo al vedermi. Prese un oggetto da un baule lì vicino e mi tenne a bada con quello.

“Vade retro…nosferatu” mi disse. “Via…vai via”

Osservai la croce orripilata. Cielo, che orribile oggetto! Prima di allora, non avevo mai provato repulsione per gli oggetti sacri. Ero una buona cristiana, andavo a Messa tutti i giorni…come si usava all’epoca.

Ma ora lo trovavo ripugnante, come un grosso, orrendo ragno nero.

“Sono la tua bambina, balia” le dissi dolcemente “Fammi venire vicino…posa…quella cosa”

“Via!” gridò lei. “TU non sei più la mia Millarca. La mia bambina è morta!”

“Così pare” commentai, con una freddezza che stupì me stessa “Tre giorni fa, mi hanno detto? Ma se sono partita di qui solo ieri sera!”

La balia mi fissò. “E’ passato un mese”

“Un mese? Non è possibile!” la guardai. “Andiamo, balia, abbracciami. Posa quell’oggetto immondo…”

Lei mi fissò con raccapriccio. “Vade retro, demonio!”

Annoiata, la guardai “Sono Millarca, balia…non vedi? Sono così cambiata?”

Sapevo di non averla convinta. Non ero tanto convinta neppure io. Sapevo di essere cambiata.

“Va via…”implorò lei. “Non c’è nulla qui per te.”

“E’ tutta colpa tua!” la accusai. “Se non mi avessi affidato a quella donna, tutto questo non sarebbe successo!”

Lei si sedette, sconvolta dalle mie parole. Teneva sempre la croce attaccata a sé, ben stretta. “Ho sbagliato, lo so…ho creduto alle sue parole. Ha detto di essere tua madre…ed era proprio come lei. Solo che tua madre è morta. Ho seppellito io stessa il suo corpo in un lenzuolo di lino”

“Perché allora ti sei fidata delle sue parole?” la accusai io.

“Perché…ho pensato di sbagliarmi, di ricordare male. In quei tempi, c’era la peste, tutti morivano, io stessa stavo male…puoi perdonarmi?”

Non le risposi. Indietreggiai lentamente, e poi corsi giù per le scale. In un baleno, mi ritrovai sullo spiazzo del castello.

La carrozza nera a sei cavalli mi attendeva. Ne uscì una donna, quella che sosteneva di essere mia madre, e mi esortò ad andare via con lei. Era questione di vita o di morte. Io risi.

Sembrava un gioco di specchi. Quel mese era trascorso, e nulla era cambiato. Non sapevo chi ero, ma mi ritrovavo al punto di partenza.

Salii di nuovo su quella carrozza.

“Devi odiarmi” mi disse la donna. La carrozza volava nel buio, così come aveva fatto la prima volta. “Ti ho strappato dalla vita..e sai perché?”

Così, ero davvero morta. Bene, almeno mi stavo chiarendo le idee.

Lei continuò. “La trama del tempo è lunga e complessa. Questo è un periodo particolarmente buio. Volevo futuri più splendenti e ricchi di luce per te, mia unica figlia”

“Sei davvero mia madre, allora?” le chiesi freddamente. Non provavo né odio, né rancore, né amore. Mi sentivo tremendamente distaccata. L’unico barlume di emozione che avevo sentito era stato quando avevo preso tra le mie labbra la vita dei due contadini.

“Sì”

“Ma sei morta quattordici anni fa”

“E’ vero” annuì lei con un sorriso “Ma il bacio di uno straniero mi risvegliò dalla tenebra. Volevo lo stesso per te, Millarca”

“Perché?” le chiesi, anche se in parte mi aveva già risposto.

“Perché saresti morta lo stesso. In paese sta per arrivare un’epidemia di vaiolo. E poi, c’è la guerra. O saresti potuta morire di parto, mettendo al mondo la creatura nata da un vincolo odioso, imposto da un matrimonio combinato.”

“Cosa mi offri, in cambio?” le chiesi, sempre distaccatamente.

“L’immortalità” rispose lei, con un sorriso. “Dovrai temere ben poche cose. I paletti di legno nel cuore, il fuoco. Dovrai nutrirti di sangue. C’è chi ricorre agli animali, ma nulla ci trattiene dall’uccidere umani. Nulla. Il loro sangue è caldo e delizioso”

“Lo so” le dissi, pensando ai contadini.

“Ci chiamano vampyr…nosferatu. Vampiri. Non – morti. Non più vivi…non veramente defunti”

“Ho capito” le dissi, e mi tenevo il polso tra due dita. Non batteva più. Ne ero lievemente stupita.

“Noi, in verità, siamo vampiri un po’ speciali, figlia mia. Veniamo da una stirpe antica. Contrariamente alla maggior parte dei vampiri, possiamo resistere al sole. Non a quello forte, di mezzogiorno….ma possiamo circolare di giorno. E’ una fortuna rispetto agli altri vampiri, condannati a vivere nell’oscurità”

“Bene” le dissi. “E gli svantaggi?”

“Svantaggi?” mi disse lei “Ah, cara mia, tutto si paga. Io sono costetta a viaggiare per l’eternità, a bordo di questa carrozza infernale. Non ho mai visto il guidatore in faccia, non lo vedrò mai. Posso fermarmi solo per pochi istanti per volta. Lui non aspetta”

“Ed io?” le chiesi. Mi stava già venendo il mal di mare. Non avrei resistito un’eternità sballottata su quella carrozza.

“Non potrai mai più tornare a casa. Karstein è perso per sempre per te. E non potrai mai chiamarti diversamente…ti saranno permesse solo forme anagrammate del tuo nome. Millarca…Mircalla…Carmilla. Puoi prendere in prestito il mio nome, se vuoi”

“Perché no” le dissi “Immagino avrò molte vite per usare ciascuno di essi”

“Bene” mi disse lei, soddisfatta. “Tutto sta andando bene. Ti sei già nutrita?”

Annuii.

“Bene, è il momento di trovarti una casa. Non sta bene che una giovane nobildonna come te vaghi senza nome per il mondo. Ora, faremo una piccola commediola. Quando ti sarai stancata di questa vita, chiamami: ricominceremo da un’altra parte”.

Non sapevo che dire. La testa mi girava. Avevo di nuovo fame.

“Vieni” mi disse, porgendomi il calice. “Bevi”

Il sapore strano che mi aveva sconvolta durante il primo viaggio non c’era più. Ora il liquido, sangue fresco, era caldo ed inebriante.

“Iniziazione di un vampiro” dice Xander. “Neanche un rimorso. Plaudo alla freddezza della signorina”

“Davvero? La trovi fredda? Credevo che ieri notte pensassi che fosse molto…calda” lo prende in giro Buffy. Prova una certa soddisfazione. Dopo molti anni di beffe e sarcasmi, finalmente anche Xander ha provato il frutto proibito del sesso con un non – morto.

“Piantatela, voi due” dice Willlow. “E lasciatemi continuare”

Il copione delle recite mie e di mia madre era sempre lo stesso. Collaudatissimo. Arrivavamo con la nostra carrozza in qualche castello isolato, e mia madre, con i suoi nobili modi, chiedeva rifugio per me, che “stavo molto male”. Nessuno osava negare così poco ad una signora così distinta. L’istante dopo, lei fuggiva sulla sua carrozza infernale.

Di volta in volta, mi presentavo come Millarca, Mircalla o Carmilla. Alternavo i nomi come altre scambiavano i vestiti. A volte rimanevo ospite per mesi, altre, per anni. Di solito, andavo via quando troppi anni trascorrevano senza che il mio aspetto fisico mutasse in nulla, o quando i morti per dissanguamento nella contea diventavano troppi.

Allora, come per magia, mia madre tornava a prendermi, pagava per il disturbo, e la commedia ricominciava da qualche altra parte. Stesse battute, stesso copione.

Stavo ben attenta a nutrirmi solo al di fuori del castello che mi ospitava. Giravo di notte, e – cielo – quante cose ci sono in giro di notte! Uccidevo con la massima tranquillità. E poi tornavo con il sorriso sulle labbra nella casa che mi ospitava.

Alla mia seconda visita, scoprii un nuovo tipo di divertimento.

Ero in casa di una nobile signora molto annoiata. Come al solito, facevo finta di essere molto debole, per non essere costretta a pericolose passeggiate pomeridiane sotto il sole. Ah, devo dire che con il tempo, con i secoli, sono diventata molto più resistente al sole. Allora, agli inizi della mia non – vita, ero ancora piuttosto fragile.

Un pomeriggio, la mia ospite mi si infilò nel letto.

Devo ammettere che proprio non capivo cosa volesse da me.

Lei me lo mostrò.

Maman non mi aveva detto nulla di queste cose!

Quella mia visita durò molto più a lungo della precedente. Fino a che, un giorno, la mia nobile amica si arrabbiò assai.

“Carmilla, mio dolce tesoro…non va bene, non va bene! Sei l’unica vergine ventenne che io conosca! Come ci potremmo divertire di più se tu conoscessi anche degli uomini!”

Uomini? Ventenne? Erano passati cinque anni dal giorno della mia “morte” ed io non ero cambiata in nulla. Era vero però che fossi ancora vergine.

Accettai per farla contenta un incontro a tre con un suo amico ufficiale.

Dopo, insoddisfatta, me li mangiai tutti e due.

“A me non mi ha mangiato” osserva Xander, fiero suo malgrado.

“Taci” gli dice Buffy. “Ti prego, taci, almeno!”

Avevo provato le vie delle donne, ed anche quelle degli uomini. Ma il mio cuore era ancora in cerca di…non so. Forse non potevo provare amore.

Mi sbagliavo. Mi innamorai perdutamente.

Capitò trent’anni dopo la mia morte. Ero arrivata in casa di un ufficiale a riposo. La sua unica figlia era una meravigliosa creatura. L’amai come non avevo mai amato. La colmai di baci e di carezze. Lei si abbandonò a me. E poi morì di tisi, a soli diciannove anni.

Per il dolore, sterminai un intera comunità. Dovette venire mia madre a salvarmi: stavano venendo a cercarmi con i forconi e le torce. Allora, non sapevo che potevo creare creature tali quali a me. Quando mia madre me lo disse, dopo, la odiai. Ma lei aveva ragione: sarebbe stato meglio non saperlo.

Ebbi altri amanti, dell’uno e dell’altro sesso, e qualche amore. Ma nessuno poteva ricordarmi la mia dolce Margarethe. Qualcuno, lo resi vampiro: non durarono a lungo. Non resistevano al sole, come me, e vennero uccisi da vampiri più esperti ed anziani. Mia madre mi spiegò che era qualcosa nel nostro sangue a renderci così particolari, lei, io, e pochi altri. Un qualcosa di non trasmissibile.

Avevo qualche contatto con le altre creature della notte, ma per lo più fingevo di essere umana. Sapevo di essere bella, e lusingavo la mia vanità con bei vestiti e feste. I soldi non mi mancavano. Maman me ne procurava con larghezza.

Non ho mai amato un vampiro. La fragilità della vita umana rendeva le mie vittime umane assai più appetibili. Sono volata di compagna in compagna attraverso i secoli. Di delusione in delusione…di morte in morte.

Non sono infelice. Ma sono sola. Molto sola. Ora, Maman mi ha fatto venire qui a Sunnyhell.

“E tu, Willow…saresti la prossima?” chiede Buffy, preoccupata. “Ha messo gli occhi su di te?” ”Sì” ammette la ragazza, ancora pallidissima contro il cuscino. “Vuole amarmi come ha amato Margarethe. Dice che il mio potere la inebria.”

“Dio mio…non posso crederci!” esclama Xander. “E tu le credi?”

“Si, io le credo” dice Willow.

“Non puoi ricambiarla…non dopo aver amato una creatura pura come Tara” afferma Buffy, conscia fino in fondo del proprio stesso dilemma. Non poter amare Spike per quello che é..pur essendo attratta da lui come una falena dalla fiamma.

“E’ diverso. Tara era la luce. Millarca…è la tenebra”

“Non dirai sul serio”

“Ti è andata bene, per una notte, Xander, non è vero?” lo accusa Willow. “Quindi, chi sei per giudicare?”

“Davvero, Xander, sono stufa anch’io del tuo atteggiamento moralista!” lo attacca Buffy. Il ragazzo si alza, le fissa entrambe.

“Non vi riconosco più. Pronte entrambe a gettarvi tra le braccia di un non – morto…ed entrambe disposte a pagare con la vita. Io, almeno, non sapevo che fosse una vampira, quando me la sono portata nei boschi!”

“Perché hai stretto quel legame con lei?” chiede Buffy a Willow. “Non è un tipo fedele. Ti ha subito tradita con Xander, la sera stessa”

“Perché sentivo di doverlo fare. Millarca mi affascina come nessuno mai prima. Ma sono io che le ho detto di cercare altrove. Ero disposta ad essere la sua compagna…ma non in quel senso. Non dopo Tara. Non subito, almeno”

“A quanto pare, la nostra signorina non si accontenta di succhiare il sangue” osserva Xander, allusivamente.

“Basta” dice Buffy. “Come sempre, accetteremo le scelte che ciascuno di noi fa. Se mi garantisci che il vostro…scambio di sangue è stato consensuale, io non la ucciderò. Non ancora. Se la sua dieta, peraltro, si mantiene strettamente animale”

“Gliel’ho chiesto” sussurra Willow. “Mi ha detto che l’avrebbe fatto…per me”

“Bene”

Ancora imbarazzati, i tre amici si salutano.

Quando sono fuori, Xander si scusa con Buffy. “Mi dispiace. Non riesco a perdonare te…ed il tuo ragazzo. Per la storia di Anya, capisci.”

“La colpa non è certo nostra” afferma Buffy. “Comunque, capisco che ti bruci ancora. Restiamo vicini, Xander. Ho idea che Willow avrà ancora bisogno di noi”

Xander annuisce. Le loro strade si separano.

Tornata a casa, Buffy vede Spike in salotto con Dawn. La sta aiutando con i compiti. Lui solleva il capo, ed i loro sguardi si incrociano. Lei non ha ancora deciso cosa dirgli, quando il telefono suona.

“Pronto?” dice Buffy, lo sguardo sempre fisso su Spike.

“Buffy, sono Steve Frazier. Si ricorda? All’ospedale”

“Salve, Steve.”

“Ho i risultati del suo esame. Ci vediamo domani? Un cappuccino?”

Lei esita. Spike fa finta di niente, ma lei sa che i suoi sensi sono sintonizzati su di lei, e sulla sua conversazione. Abbassa istintivamente la voce.

“Sì…al caffè dell’università. Alle due”

“D’accordo! Sarò lieto di vederla”

“Anch’io” dice lei, e riattacca.

Spike ha riabbassato il capo sui libri.

 

IX parte


“La solitudine è la cosa più tremenda che esista”

(Angel, “Ted“, II stagione BTVS)

 

Caffetteria del Campus.

 

“Sono felice che tu sia venuta qui…Buffy. Possiamo darci del tu?” Lei annuisce. Steve nota che l’anello di brillanti è ancora al suo posto, sul dito anulare della mano sinistra.

“Volevo parlarti dei tuoi esami. Sono regolari. Il tuo sangue non presenta alcuna particolarità”

“Lo immaginavo” dice lei. “Sono finita parecchie volte in ospedale, e nessuno ha mai notato nulla di strano”

“Credi ancora…di essere una cacciatrice?”

Lei sorride. “Devo sembrarti pazza, non è vero? Non posso far nulla per convincerti.”

“Invece, no” risponde il medico. “Io ti credo. Come credo che la creatura che ha lasciato il suo sangue nella bocca della tua amica sia…diversa da un essere umano. Fondamentalmente diversa” “Lo è infatti. Ci sono cose che vagano nella notte da centinaia di anni, e macinano esperienze guidate solo dall’istinto e

dal cuore, che l’anima non l’hanno…ma non troverai quelle verità in un campione di sangue, in un’analisi”

“Devo…dimenticare?”

“Sarebbe meglio per tutti”

“Ma…sono un pericolo!”

“Che le autorità non possono sconfiggere. Credimi, ci hanno provato. L’esercito degli Stati Uniti sa tutto di loro, li chiamano ostili subterrestri. Ma non ci sono riusciti. Ciò che è arcano non si sconfigge con la scienza. Ma con un potere ancora più arcano…ancora più antico” gli occhi di Buffy splendono, mentre racconta queste cose. Sente di essere sull’orlo di un precipizio…sul bordo di una comprensione finale.

“Il…tuo potere?”

“Sì.” Lei lo fissa. “Prendimi pure per matta, ma so bene di cosa sto parlando. Dimentica il morso di Willow, il sangue della sua assalitrice…e lascia che qualcuno, nella notte, protegga i cittadini di questa tranquilla città. Lo sai che è “la

boca del infierno”?

“Non sapevo nemmeno che esistessero cose del genere”

Lui la guarda.

“Quanti…sanno di te?”

“Qui a Sunnydale? Solo i miei amici”

“Ed il tuo ragazzo, immagino”

“Già”

Steve la fissa. “Allora, le cose vanno meglio, tra di voi”

Lei lo guarda. Si chiede come sarebbe ricominciare da capo con qualcuno che non si porta addosso un centinaio d’anni di devastazioni e crimini…

“Nulla è perfetto a questo mondo” gli risponde. “Ma ci unisce qualcosa di forte. Qualcosa che non mi sento di spezzare”

Steve si arrende. E’ evidente che lei ama il suo fidanzato…chiunque egli sia.

Buffy solleva lo sguardo. Sull’altro lato della strada, una ragazza alta e bionda con jeans firmati la sta fissando da dietro un paio di occhiali da sole neri.

“Steve…ti chiedo di scusarmi. Ma ho appena rivisto…una mia amica.”

Lui si alza, si salutano. Il medico, piuttosto deluso, torna in ospedale.

Buffy attraversa la strada. Alza il capo, e la sconosciuta solleva di qualche centimetro gli occhiali da sole.

Il loro sguardo si incrocia.

“Sei piccolina” dice l’altra “Ma graziosa, devo ammetterlo”

“Non sottovalutarmi” commenta tranquillamente Buffy. “Mi annoio tremendamente quando lo fanno” “Cerchi nuove amicizie maschili?” la prende in giro la vampiressa. “William non ti basta più?”

“Conosci Spike?”

“Siamo su questa terra da parecchio tempo, io e lui. Beh, soprattutto io, come saprai. Li ho rivisti di recente a Praga…lui e Dru. Splendida coppia”

“Non sono più una coppia”

“Così mi hanno detto”

Buffy sorride. “Carmilla…Millarca…chiunque tu sia. Stai lontana dai miei amici. Toccali, ed io ti disintegro”

“Vale anche per Spike?”

Buffy la fissa. Una furia cieca la invade.

“Per Spike più che per chiunque altro!”

“Mia cara” dice la bella Carmilla, con la sua voce sinuosa ed insieme dura. “Chi non ha peccato, scagli la prima pietra…”

Buffy la guarda andar via. Sotto il sole, come una qualunque mortale. Intuisce la sua forza. Sa che è immensa,

affinata dagli anni, dai secoli.

Si chiede, per l’ennesima volta, quale sia la radice del proprio stesso potere.

“Aspetta!” le urla dietro.

Carmilla si volta.

Buffy la raggiunge, ansimante. “In tutti i tuoi anni di non – vita, in tutto il tuo tempo…non hai appreso nulla sulle cacciatrici? Sarei disposta a pagare bene per questa informazione…”

“Prima tutte minacce, ora tutta dolcezza?” la prende in giro la vampiressa. “Perché dovrei aiutarti?” “Perché vuoi l’affetto di Willow. E perché lei tiene a me. E tu vuoi farla felice”

Carmilla si stupisce. Non credeva che Buffy potesse aver fiducia nella bontà dei suoi sentimenti per la strega dai capelli

rossi.

“Sarebbe…un gesto d’amicizia?”

“Sì” la sfida Buffy. “lo faresti per Willow. Lei si è fatta prosciugare, per te”

Carmilla sembra riflettere.

“Andiamo nel mio appartamento”

Buffy la segue, Mr. Punta ben nascosto nei jeans. “Ti sei sistemata bene” le dice Buffy. L’appartamento nel Residence è gradevole, comodo ed arioso. Carmilla si siede in terra su di un tappeto orientale, le lunghe gambe intrecciate.

Buffy si avvicina a lei. Le prende un polso tra le mani.

“Perché non lo fai con il tuo ragazzo? Penso che sarebbe più che disponibile a questi giochetti…”

“Spike? Non sono affari tuoi. Allora, posso?”

Carmilla, divertita, annuisce. Buffy prende il paletto. Con la punta, traccia una linea sul polso di Carmilla. Il sangue, ricco e scuro, sgorga copioso. Buffy si fa forza. Si porta il polso alle labbra. Esita un istante. E poi assapora il suo sangue.

Il flash di immagini che invade la sua mente, i suoi terminali nervosi, è ancora più intenso, più forte di quando aveva

bevuto il sangue di Dracula. Vede buio, buio pesto, ed un’improvvisa luce, ed altro sangue, e croci. Sacrifici umani. Ed

un demone dal volto di serpente.

Si ritrae, scioccata. Sta tremando.

Carmilla si alza, si avvicina al lavabo, e lava via il sangue che ancora le macchia il polso. La sua pelle è già guarita, come rigenerata.

“Allora?” le chiede. “E’ un genere di trip che ti piace, vedo. Anche le cacciatrici hanno le loro debolezze. Mi chiedo se tu sia poi così diversa da me. Stai al sole…e bere il sangue ti esalta”

“Io sono umana

“Ed io lo ero” “Ma mi sembra di aver capito che preferisci molto di più la tua veste attuale” “Ed a chi non piacerebbe essere immortale, potente, bellissimo, e pericoloso?” la prende in giro Carmilla. “Non dirmi che non ci hai mai pensato. Basterebbe che durante uno dei vostri giochi d’amore tu ed il tuo ragazzo andaste un po’

oltre. E saresti anche tu come me. Forse anche più potente, visto che sei una cacciatrice…qualunque cosa ciò si

significhi”

“Spike non mi trasformerebbe mai in un vampiro. Mi ama troppo”

“Ed Angelus?” le chiede Carmilla.

“Cosa sai di lui?”

“Più di quello che tu immagini. La nostra è una piccola comunità, tesoro, tutti sanno tutto…di tutti”

“Non sono qui per discutere con te della mia vita sentimentale.” Ribatte Buffy “Se sai qualcosa sulle cacciatrici…è il momento per dirla”

“Mia madre non è mai stata molto loquace, come immaginerai. Ma sa molte cose. Ci sono varie specie di vampiri. Noi, per esempio, sopportiamo piuttosto bene il sole. Altri, sembra possano fare a meno di bere il sangue. E’ una specie particolare, ha altre limitazioni, per esempio, non tollera gli oggetti religiosi, ma non teme il sole. Chissà, forse anche

tu sei una specie di vampiro…solo, speciale”

“No!” esclama Buffy, orripilata. “Questo non lo crederò mai. Ho un’anima, una coscienza. Lotto per il bene”

“Per il tuo bene?” la prende in giro Carmilla. “Lotti contro il male, ed i tuoi fidanzati sono tutti dei vampiri? Ti sembra di essere coerente?” Buffy non risponde. Da quando è tornata dall’aldilà, la sua lotta si è molto stemperata. Per lungo tempo, non ha avuto nemici…ma solo necessità. Ha lottato per sopravvivere, non per sterminare il male.

“Ti piacciono, vero?” le sussurra Carmilla “La loro pelle fredda…il loro mistero. Il legame del sangue. Tutti e due ti hanno bevuta, non è vero?”

Buffy lo ammette, ad occhi chiusi.

“E a te è piaciuto. Ed hai cercato il mio sangue…e quello di Dracula”

“Come lo sai?” si stupisce Buffy. “Ancora se ne sta vantando, quell’arrogante. Ma siamo di famiglia, in un certo senso, e perciò lo perdono”

Carmilla le accarezza una guancia. “Comincio a capire perché siano pazzi di te. Anche Angelus…che era pura malvagità. In te c’è tanta tenebra…tanta quanta ce n’è in me. Le tue radici non possono che essere oscure come le mie. Facciamo parte di un’unica perversa umanità…pensaci. E siamo eternamente soli…comunque”

In quell’istante, qualcuno bussa alla porta. “Avanti!” invita Carmilla, e la sua mano è ancora sul viso di Buffy.

Spike impietrisce nel vedere la sua donna lì.

E viceversa.

Carmilla non si affretta affatto a scostarsi dalla cacciatrice. Buffy non lo sa, ma bevendo il suo sangue ha creato un

legame con la vampiressa. Come l’aveva a suo tempo legato con il principe dei Carpazi. “Carmilla, lasciala subito andare!”

“Non la sto per niente minacciando”commenta in modo languido Carmilla, sdraiandosi sul divano e stendendo le lunghe gambe “Siamo qui come due buone amiche…due ottime amiche. E stiamo avendo una conversazione amichevole. Del resto, ho idea che lei sappia perfettamente badare a se stessa”

“Spike…dice il vero. Abbiamo parlato di Willow”

“Come sta?” lui si avvicina a Buffy, solleva una mano per accarezzarle i capelli. Buffy assapora la dolcezza di quel

gesto, che è suo proprio.

“Meglio, grazie a Dio. Parlano di dimetterla domani mattina”

“Avete..chiarito?”

“Le circostanze del ferimento di Will? Sì. Pare sia stata una cosa consensuale. Stupida, azzardata…ma consensuale”

“Bene, allora andiamo, se non hai più nulla da fare qui…”

Buffy lo guarda. “Veramente, sarei curiosa di sapere cosa ci fai tu qui” “Già, Spike” interviene la vampiressa, divertita. “Spiegacelo”

 

X Parte.

“Cominciano le stranezze.”

Spike, BTVS

 

“Davvero, Spikey, spiegacelo. Sono piuttosto curiosa”.

Quando Buffy ha quel tono, e lo chiama “Spikey”, non promette nulla di buono. Spike guarda Carmilla, che sta sorridendo con quel sorriso da gatta sazia e soddisfatta.

“Io…e lei ci conosciamo, Buffy. Da Praga. Ho saputo che è rientrata in città, e sono venuto a convincerla…a non far

danni”.

Buffy si rilassa. Le sembra abbastanza plausibile: anche Carmilla le ha parlato di Praga. La vampiressa continua a sorridere. Ha capito che lui non le ha mai detto nulla del suo lavoro.

“Sono già convinta” dice Carmilla “Credo che questo sia il prezzo della mia permanenza a…Sunnydale”

“E’ proprio così” commenta asciutta Buffy. “Questo è un pianeta libero. Ma certe cose, nella mia città, non sono

ammesse”:

Carmilla non risponde. Continua a sorridere.

Buffy e Spike si ritrovano in strada, sotto il sole.

“Allora…Willow sta meglio. E’ stata lei a…prosciugarla?”

Buffy annuisce. Vederlo con gli occhiali da sole la inquieta. Non riuscire a leggergli fino in fondo agli occhi, fino in fondo

al cuore, la disturba.

“La vuole come compagna, Spike. Non credo che Willow sia emotivamente pronta per una relazione del genere. Si stava appena riprendendo da tutto quanto è successo quest’estate…” ”Forse, ne ha bisogno” le spiega Spike. “Ha bisogno di un po’ di tenebra. E’ un modo per reagire al dolore, e per non ricadere di nuovo negli eccessi di un tempo. Carmilla è al mondo da quattrocento anni. Non sarà così stupida da

uccidere la tua migliore amica. E poi, credo che Willow sia molto più forte di lei.”

“Ha sedotto anche Xander, e…” Buffy si blocca, arrossendo.

“Ha sedotto anche te?” La perspicacia di Spike, la sua solita, maledetta perspicacia, le fa tremare le gambe.

“Non è come pensi. Non sono interessata a quel tipo di esperienze. Non fanno per me. Ma in parte mi ha…sedotta, è vero. Sono andata da lei per chiederle se sapesse qualcosa dell’origine delle cacciatrici. Era un discorso che avevo già fatto con Dracula. E…ho bevuto il suo sangue.”

Spike si toglie gli occhiali da sole, e la fissa con uno sguardo che è puro ghiaccio blu. “Tu hai bevuto…cosa?!”

“Ho bevuto il suo sangue. Avevo già bevuto quello di Dracula. E…ho visto delle cose”

“E perché diavolo non hai preso il mio, di sangue!” sbotta lui incredulo. “Non sono più abbastanza buono, come vampiro? Sono buono solo per…”

“Basta!” lo ferma lei. “Io ti rispetto troppo per…questo genere di cose”

Spike la sta guardando infuriato “Mi fai sentire come doveva sentirsi quello stupido soldato! Mi stai tenendo fuori dalla tua vita, Buffy! Pensavo di essere io l’unico vampiro della tua vita!”

“Sei irragionevole” si arrabbia lei. “E’ che io…a volte non ti vedo più come un vampiro. Sei cambiato, e lo sai anche tu…guarda, è mezzogiorno, e siamo sotto il sole! E non è solo questo…ti prendi cura di Dawn come se fossi un padre. Nessuno, a parte nostra madre, si era mai preso cura di lei in questo modo. Ho fiducia in te. So che tu sarai sempre accanto a me…questo mio desiderio di conoscere le mie origini è sporco, oscuro…tenebroso. Sento che potrebbe insudiciare il nostro rapporto, rovinarlo…”

“Stai sbagliando, Buffy” le dice lui. “E’ vero, amo Dawn, ma non sono così cambiato. Non sono Angel, e non ho

un’anima. Non uccido più per nutrirmi, ma potrei ancora farlo. Cielo, a volte ne sento il desiderio…Il demone è sotto la mia pelle, nel mio sangue, tanto quanto lo è nella pelle e nel sangue di Carmilla. Ed il mondo intero potrebbe perire,

per quello che mi importa, purché tu e Dawn, la mia famiglia, siate salve…e felici.” Lei tace. Sa che lui ha ragione. Non è passato molto da quando ancora lo temeva...anche fisicamente. In parte, lo teme ancora. Fa parte della dinamica del loro rapporto.

“A volte mi fai sentire in colpa per quello che sono” continua Spike, ormai inarrestabile. “Troppo malvagio per te, troppo…sporco. Credi che non ti abbia sentito parlare con quel tipo, ieri, al telefono?”

“Mi hai seguito?” si stupisce lei. “Certo! Da quel demonio succhiasangue senz’anima che sono. E’ andato bene l’appuntamento?”

“Io…non era un appuntamento”

“Scommetto che per lui lo era!”

Buffy tace.

“Altre volte” continua Spike, quasi senza fiato “Io divento troppo poco tenebroso per te. Non ti accorgi che così facendo mi stai castrando?”

Lui la guarda, la mascella serrata.

“Adesso basta, Buffy. Devi deciderti. Siamo stati amanti abbastanza a lungo per sapere che il sesso, da solo, non ci può bastare. Vorrei dirti parole di scusa e di rimorso per tutto il male che ho commesso nella mia non vita: ma non posso. Onestamente, non è in me. Tu sai chi sono ora, e cosa voglio. Ho trovato finalmente alloggio: è un appartamento al n. 34 di Sesame Road. Se hai bisogno di me, bisogno davvero, sai dove cercarmi”

Buffy lo guarda andar via, lo spolverino nero che ondeggia intorno a lui. Quello spolverino miracolosamente riapparso la notte in cui avevano giocato al vampiro cattivo ed alla cacciatrice…

Un eterno gioco, il loro. Fin dal primo istante, quella notte al Bronze, quando lui aveva applaudito la sua performance.

Il vampiro cattivo e la cacciatrice…e poi, un uomo ed una donna. Innamorati?

Gli occhi di Buffy si riempiono di lacrime, anche se nella bocca ha ancora il sapore del sangue di Carmilla. Ricco, prezioso, tenebroso.

Ecco, così è Spike. Ricco di vita, prezioso come un diamante, tenebroso come la notte. Sta pensando a lui, ed a come fare a convincerlo della sincerità dei propri sentimenti, quando una lunga macchina nera

le si avvicina. “Buffy Summers?” le chiede una voce straniera.

Si gira d’istinto. Troppo tardi. L’uomo le spruzza in volto il contenuto di una bomboletta e poi la prende tra le braccia, esanime.

La carica in macchina, e fila via.

 

XI Parte

“I mostri di solito non mandano messaggi. E’ tutto un distruggi!Ammazza!Devasta!”

(Buffy, “Out of Mind, out of Sight”, I stagione BTVS)

 

Campus di Sunnydale. Ore 21.

 

L’acqua della vasca si rifrange dolcemente contro l’ochetta di plastica gialla. Willow sorride, lasciando che l’acqua calda

e profumata di sandalo allevi la sua debolezza. La sua schiena è trattenuta dal morbido petto di lei…e le sue mani dalle

lunghe dita nervose le stanno massaggiando il capo, aiutandola a rilassarsi.

“Era tanto che non facevo più un bagno così…” osserva Willow, alla luce delle candele di cera accese per tutta la piccola stanza, la sua pelle morbida e ricoperta di goccioline.

“Da quando…non c’è più lei?”

“Anche da prima. Siamo state separate per troppo tempo, e quando ci siamo riunite…era troppo tardi.”

La tristezza invade i grandissimi, bellissimi occhi di Willow. La mano che le accarezza il capo si posa sul suo collo,

accarezza i segni lasciati dai suoi denti…

“Mi dispiace per l’altra sera. Avrei dovuto fermarmi prima”

Willow si volta, fissa Millarca.

“A me no. In caso contrario, non avrei proprio saputo come spiegare tutto questo ai miei amici. Sanno essere molto protettivi…a volte.”

“Non hanno molto da giudicare…Buffy sta anche lei con un vampiro. Ed a Xander…ho pensato io” sorride Millarca. “Ti

da’ fastidio?” “No” dice Willow. “Ho capito”

“Tu...non sei bisessuale, vero? Si dice così, vero?”

“Non credo…ho avuto un ragazzo, e l’ho amato moltissimo. Ma da quando ho conosciuto Tara…beh, non sono più stata la stessa”

Millarca stende le lunghe gambe e l’acqua della vasca si increspa.

“Devo ammettere che a volte desidero veramente un uomo…se capisci cosa intendo. Ma l’amore più dolce l’ho sempre avuto dalle donne” ammette la vampira.

“Buffy…ti piace?”

Millarca scuote il capo. “E’ così…eterosessuale che si sente a distanza di un miglio. E poi…mi sono innamorata di te,

Willow. A prima vista”

Willow arrossisce. “Io…non sono ancora certa dei miei sentimenti. Il legame che mi chiedi…non è semplice. Ho combattuto il male, la notte, per anni…e tu sei una creatura della tenebra, se mai ce n’è stata una.”

Millarca le posa un bacio su di una tempia, delicatamente. “Tu stessa hai corteggiato il male, Willow”

Willow annuisce, chiude gli occhi. “Questi legami non sono mai finiti bene, Millarca…guarda Buffy con Angel, Xander ed Anya…non c’è spazio per l’amore nella Bocca dell’Inferno”

Millarca guarda lontano. “Hai ragione. Chi vivrà, vedrà”

Willow scoppia a ridere. Millarca le fa eco.

“Beh…chi non è del tutto morto, almeno…”

 

Sesame Road, 34. “Spike...Buffy è scomparsa!”

 

Il vampiro lascia il libro che stava leggendo, e fa entrare Dawn nel suo piccolo appartamento. La ragazza è sconvolta.

“E’ già successo altre volte che fosse assente per ore…ma oggi non è nemmeno andata al lavoro! E neanche

all’università…ed ho già telefonato all’ospedale. Nulla di nulla”

Un freddo fremito di paura invade Spike. Ha un brutto presentimento. E’ da quando l’ha lasciata in strada, quella mattina, che pensa a lei. E non solo alla loro ennesima lite.

“Hai sentito Willow? Xander?” “No” replica Dawn, stringendosi a lui. “Sono venuta subito da te. Ho paura, Spike.”

“Andiamo” dice lui. “La troveremo. Cominciamo da Will”

Dawn annuisce. Lui prende il suo spolverino da un attaccapanni vicino alla porta, ed entrambi escono.

 

Campus di Sunnydale. Ore 21.30

 

Millarca non è troppo sorpresa, nel trovarsi di fronte a Spike. Lui la ignora, ed entra nell’appartamento. Dawn guarda la ragazza con sorpresa. E’ la prima volta che vede Willow con qualcun altro, da quando Tara è morta. “Buffy è scomparsa” dice Spike. “Ho bisogno di parlare con Willow”

“Willow sta riposando. E’ ancora molto debole”

“Per causa tua” accusa Spike. “Svegliala. Ho bisogno di lei”

“No” dice Carmilla, e fa sul serio. Non disturberà il sonno di Willow. Alla luce della lampada, Dawn osserva i lunghi canini della sconosciuta. Senza bisogno che nessuno glielo spieghi, sente che si tratta di un vampiro. Che sta in quel momento difendendo il suo territorio dall’attacco di un altro predatore…Spike.

“Ti prego” le dice Dawn, con i suoi grandi occhi pieni di preoccupazione e stanchezza. “Abbiamo bisogno di Willow. Buffy è scomparsa…e siamo preoccupati”.

La tensione tra i due vampiri è evidente. Dawn sente l’aria tendersi, come prima di una lotta. Sono due forze della natura, l’una contro l’altra, antiche come il tempo, trattenute da una cortesia solo di facciata…

Millarca osserva la ragazzina. Splende e vibra. E’ singolare…

“D’accordo” dice infine, lanciando un’ultima occhiata furente a Spike, le iridi verdi abbaglianti come gli occhi di un grosso felino.

Willow sta dormendo pacifica. Al tocco fresco della mano di Carmilla sulla spalla si sveglia.

“Cosa è successo?” “I tuoi amici…sono di là. Dicono che Buffy è scomparsa”

Willow indossa un accappatoio, la copia esatta di quello indossato da Carmilla, e segue la vampira nella piccola

anticamera.

“Dawnie, tesoro…cosa succede?”

“Non sappiamo più nulla di Buffy” le lacrime della ragazzina affiorano in superficie. “Ho un brutto presentimento..”

“Spike…ne sai qualcosa?”

“Ci siamo lasciati in strada, stamattina” Spike lancia un’occhiata in direzione di Carmilla: si chiede se Willow sappia del suo incontro con Buffy. “…E poi non ne ho più saputo niente”

“Avete…litigato?”

“Non più del solito” ammette Spike, furioso. La vampiressa lo sta fissando divertita.

“Bene…allora non è questo il motivo.”

“So che non usi più la magia, ma…non potresti localizzarla?” le chiede Dawn. “Per sapere almeno se sta bene…e se è

lontana di sua volontà”

Le mani di Willow tremano. Non è più a suo agio con gli incantesimi.

“Posso farlo io” interviene Carmilla. “Posso ritrovarla”

Tutti la fissano. Willow rompe per prima il silenzio.

“E…come faresti? Hai dei poteri speciali, che gli altri vampiri non hanno?”

(Insopportabile succhiasangue snob, pensa Spike. Euro – pattume anche lei).

“No…ma ho creato un legame con Buffy…come con te, Willow”

Willow la fissa a bocca aperta.

“Prima che tu pensi male” interviene Spike. “Io so tutto. Buffy è andata da Carmilla per farle delle domande sulle

origini delle cacciatrici. Ed ha bevuto il suo sangue…è un qualcosa che le permette di vedere delle immagini particolari.

L’aveva già fatto con Dracula” Willow guarda Carmilla senza parlare. Sta ancora elaborando l’informazione.

“Ho bisogno del tuo aiuto, Willow” le dice Carmilla. “Devi creare un campo di protezione. Devi isolarmi dai suoni e dalle luci esterne, da tutto quanto costituisce la realtà. Posso seguire il mio demone..quella parte del mio sangue che è fluita in Buffy”

Willow prende una candela. Intima a Spike e Dawn di allontanarsi di qualche passo, e si siede di fronte a Carmilla. Le tiene le mani tra le sue, la candela posta in mezzo a loro.

Carmilla si sente percorrere da una dolce corrente. E’ il potere di Willow, ed è immenso, come ha sempre saputo. Ora sa di non aver sbagliato. E di essere venuta lì a Sunnyhell seguendo il suo cuore…indovinando cosa fosse meglio per

lei.

Poi, la magia di Willow le fa chiudere gli occhi. Si concentra sul suo sangue, sul battito del cuore di Buffy, dove il suo stesso sangue pompa, impetuoso, finalmente vivo…

Infine, la vede.

Buffy apre gli occhi, sorpresa dallo spettacolo che le si para davanti come lo è raramente stata da qualcosa.

Donne. Bellissime. Alte. Vestite come prostitute.

“E’…è un bordello?” sussurra, tra sé e sé.

“Buffy!” sussurra qualcuno accanto a lei. Buffy si volta. E‘ Steve Frazier, il medico dell’ospedale. Il suo sguardo si posa sul volto pallido del medico, e poi sui suoi polsi. Sono trattenuti alla parete da manette di solido acciaio. Come i suoi polsi.

“Dove siamo finiti?”

“Non lo so…sembra un sotterraneo”

“Ma che lingua parlano?” si stupisce Buffy. Le ragazze in minigonna e stivali chiacchierano incessantemente tra loro,

senza prestare la minima attenzione ai due prigionieri.

“Sembra una qualche lingua slava...russo, forse”

Io ti spiezzo in due” commenta Buffy, e da’ un forte strattone alla maniglia. Quella viene via, con un pezzo di muro. Esterrefatto, Steve la osserva. Con un altro strattone, Buffy libera anche l’altro braccio, e poi si sfrega i polsi. “Chiunque sia ad averci fatto questo…beh, sono dei dilettanti”

Accovacciata accanto a Steve, lo libera a sua volta dai suoi ceppi.

“Beh, vedo che non mentivi” osserva il medico “Sei proprio Supergirl”

Lei sorride. “Non hai ancora visto nulla” Buffy nota che le ragazze in minigonna si sono finalmente accorte di loro.

“Vieni, andiamo…”

I due prigionieri scappano per il lungo corridoio. “E’ un posto buio” comincia Carmilla. “Sotto terra. Oh, l’odore del muschio, e della decomposizione…come è fresca la tenebra. Lei respira. E non è sola. Vedo tanta gente. Donne, soprattutto. Parlano.”

Poi, Carmilla comincia ad esprimersi in una lingua a loro sconosciuta.

“Cosa dici?” la invita Willow, dolcemente, attenta a non spaventarla durante la sua trance.

“La stanno tenendo prigioniera. E’ trattenuta contro la sua volontà. E ancora non sa perché…” “Sapresti ritrovare il posto?”

Carmilla annuisce, gli occhi ancora chiusi. Poi, di scatto, li riapre. “E’ qui sotto di noi. Proprio sotto i nostri piedi”

“Sono quei bastardi dell’Iniziativa” freme Spike, furioso. “Sono tornati. E se la sono ripresa”

“L’Iniziativa?” chiede Carmilla. “Un’organizzazione militare segreta…che mi ha fatto la grandissima cortesia di piantarmi un chip nella testa”

“Spike!” gli chiede Willow. “Hai ancora il chip?” Spike sorride. “Sei sicura di volerlo sapere, Rossa?”

Willow non risponde.

Carmilla si volta verso Spike.

“D’accordo” gli dice.

“D’accordo cosa?” chiede lui. “Vengo con te. A riprendercela”

Willow fissa la vampiressa con sorpresa. “Tu…faresti questo per Buffy?”

Lei sorride. “No, Willow. Io farei questo per te. E per divertirmi un po’. Mi sto così annoiando…”

“Quali sono le regole, Spike?” Il vampiro fissa la sua compagna, ed entrambi si imbracano in lunghe corde nere, prima di calarsi giù per il vecchio

ascensore della Lowell House, già accesso segreto ai padiglioni dell’Iniziativa.

Lui sorride, trasformato per la lotta.

“Nessuna regola, mia cara. Distruggi. Uccidi. Devasta. C’è una sola regola: riportare Buffy a casa. Sana e salva. A

qualunque costo”

“Benvenuta, signora mia”

Buffy gira sui tacchi. Steve la sta ancora rincorrendo.

Cinque figure maschili con lunghe armi automatiche spianate, kalashnikov e mitragliette, li circondano. Altri quattro li bloccano dal lato opposto. “Vampiri?” chiede Steve, sottovoce.

“Nahh” risponde Buffy. “Semplici cattivoni umani”

L’uomo che ha parlato è alto e magro, con lunghi baffi scuri. Ed una camicia a fiori aperta sul petto. Repellente, lo giudica Buffy.

“Non sono la tua signora, grazie a Dio. Sennò, chissa che alimenti…Dimmi chi sei, e cosa vuoi da noi” “E’ molto semplice. Domani faremo un viaggetto. Noi tre. Ed andremo…negli Urali”

“Eh?” chiede Buffy, osservando senza nessun entusiasmo l’armamento pesante dei suoi oppositori. “Nord Dakota?”

Il medico scuote la testa. “E’ in Asia, Buffy. E’ una delle antiche repubbliche sovietiche”

“Cosa?” chiede lei. “Io domani devo andare al lavoro! E devo andare a prendere Dawn a danza! E non dimentichiamoci

della tintoria…” Quando il calcio di Buffy parte, il kalashnikov dell’uomo più vicino a lei salta in aria. Lei se ne impadronisce, e lo punta al capo dell’uomo che ha parlato.

Intanto, gli altri si sono asserragliati intorno al medico. Lei capisce che non può far molto, e maledice la sua sfortuna. Se solo fosse stata sola…

“D’accordo” sospira. “Parlami di questi Urali. C’è la TV via cavo anche lì?”

 

XII parte.

“Oh, piantala con “Il potere alle donne!”

(Spike, “Something Blue”, IV stagione BTVS)

 

“Graziosi!”commenta Carmilla, le mani affaccendate nel guardaroba in cui si sono rifugiati lei e Spike. “Bei completini

da sgualdrina…e guarda questi stivaloni!”

Spike le fa cenno di tacere. Sono penetrati nei lunghi corridoi sotterranei che una volta costituivano la sede dell’Iniziativa. Ma, finora, di militari, nemmeno l’ombra. Un gruppo di ragazze in minigonna e stivali li ha costretti a rifugiarsi nella prima stanzetta a disposizione. A quel che pare, è uno spogliatoio.

“Mi aspettavo qualcosa di più …virile, da come me l’avevi descritto” si lamenta Carmilla. Con un rapido gesto, si toglie

la tuta nera che lui l’ha costretta ad indossare.

“Cosa…cosa fai?”

Lei sorride, di fronte alla sua evidente confusione. Con gesti lenti e deliberati, si tira su i capelli sul capo, li trattiene con un mollettone trovato per terra.

E poi, indossa una gonna corta, con un bordo di strass, ed un top argentato. Per finire, veste un paio di stivali dal

tacco a stiletto.

“Come ti sembro?” gli chiede.

Spike sorride. “Fenomenale. Avanti…qual è il piano?”

“Qui non c’é nessun militare. Mi sembra ben altra storia…ragazze vestite come prostitute, lingua slava…comincio a pensare alla mafia russa. Ne so qualcosa, credimi. Fin dai tempi di Praga” “La mafia russa? E cosa può volere da Buffy?”

Carmilla gli sorride. E’ bella e seducente…e solo lui sa quanto sia anche pericolosa.

“Non lo so, ma non è in tuta mimetica che lo scopriremo. Non credi che il mio nuovo look renda tutto più facile?”

Lui annuisce. Lei, vestita così, sembra proprio una prostituta slava. Una di quelle che costano molto care.

Qualcuno spalanca la porta. E’ un uomo tozzo e basso, con una camicia a fiori aperta sul petto.

“Chi sei tu?” chiede a Carmilla, studiandone senza alcun pudore le lunghe gambe. Spike, intanto, si è nascosto dietro la porta. “Tatiana” fa lei, e gli si getta al collo. “E ho tanta fame, zietto” gli dice, parlandogli in russo. “Ah…vai nella sala principale” ride lui, mettendole una mano sul sedere. “Troverai quello che vuoi”.

Lei ride. “Ma io ho già trovato quello che voglio…zietto”

I suoi lunghi denti si immergono in un lampo, lucenti come perle, nella carotide dell’uomo, che non riesce ad emettere

nulla più di un singhiozzo strozzato.

Spike la sta guardando, affascinato suo malgrado. Una vampiressa che si nutre. Un’immagine di ferale bellezza.

Non può non pensare a lei…a Drusilla. Ed a quella notte al Bronze, la loro ultima notte insieme. Drusilla uccideva così…senza rimorso, con gioia quasi infantile. E con la stessa grazia infinita con cui uccide Carmilla. Lui ne era quasi soggiogato. Ma negli ultimi tempi non gli bastava più.

“Ne vuoi?” gli chiede lei, la bocca ancora sporca di sangue, i canini lunghi e affilati. Lei non si trasforma, nota Spike. Proprio come Dracula. Le si allungano solo i denti. Ed è bellissima. E mortale.

“No” dice lui. “Non mi nutro più di umani”

“Questo è un relitto. Solo pattume” dice lei, lasciandolo cadere come un sacco di patate, ed asciugandosi la bocca con la mano. Poi, guarda Spike, e sorride. “Lo fai…per lei?”

Spike scuote il capo. Non è solo per Buffy che non si nutre più di sangue umano…ma questo non sa come spiegarlo alla vampira. Cielo, non sa neanche come spiegarlo a se stesso! ”Andiamo” le dice, ansioso di ritrovare Buffy. Carmilla gli indica il cadavere.”Metti la sua roba addosso. Darai meno nell’occhio che con quella mimetica”

Lui annuisce, ed insieme spogliano l’uomo.

Quando escono, Spike indossa camicia a fiori, un medaglione sul petto lasciato scoperto, ed un paio di occhiali da sole

rayban a specchio. I suoi capelli corti e platinati sembrano particolarmente appropriati. Lei è perfetta in minigonna e

stivaloni. Una prostituta ed il suo protettore.

Con lunghi denti affilati.

Buffy e Steve sono stati rinchiusi in una stanza con una porta d’acciaio, e nessuna apparente via d’uscita. Viene loro servito il pranzo, e poi l’uomo che ha parlato loro nel corridoio ricompare.

“Signorina…molto cattiva” le dice, in pessimo inglese. “Mio uomo ancora dolorante.”

“Ne sono lieta” dice lei, con un sorriso.

“Noi così non fare affari, Miss Summers”

“Io non fare affari con te comunque” sbotta lei, scimmiottando il suo linguaggio sgrammaticato. “Io distruggo te ed

anche tuoi stupidi uomini…e pure le ragazze!”

“Tu puoi fare minacce quanto vuoi, ma fino a quando avremo in mano tuo amico medico, non puoi fare molto. L’abbiamo preso apposta…quando abbiamo visto che parlavate insieme in quel bar. Lui tuo ragazzo? Ci serviva una

cavia per farti rigare dritta, signorina!”

Buffy trasale. Pensa a Dawn: e se avessero preso lei, come cavia? Cielo…

“Lasciatelo andare” li implora. “Lui non c’entra niente. Non è il mio ragazzo, ci conosciamo appena”

“Abbastanza da difenderlo” osserva l’uomo. “Io sono Vassili. E tu tratterai con me”

“E perché dovrei?”

“Perché sennò Vassili manda medico a casa…a pezzetti.”

Buffy tace. Spike, implora tra sé e sé, ti prego, Spike, aiutami… “D’accordo” si fa forza. Buffy sa che non è la prima volta che si trova in una situazione del genere: ne uscirà fuori,

come sempre. “Parliamo. Cos’è questa storia degli Urali? Perché dovrei venire con voi lì?”

Spike spinge Carmilla contro una porta, e nasconde il capo nel suo collo. Lei chiude gli occhi, come assaporando il tocco delle sue labbra, ed accarezza con la punta delle dita i suoi fini capelli.

Non appena la coppia di scagnozzi li supera, senza averli degnati di uno sguardo, i due vampiri si sciolgono dall’intimo abbraccio.

Ne prendono uno ciascuno. Spike spezza il collo ad uno dei due, e Carmilla affonda le zanne nella gola dell’altro.

E poi procedono per la loro strada.

 

XIII parte.

“In una scala da uno a cento? Faceva schifo!”

Xander, II stagione BTVS

 

Buffy e Steve vengono lasciati da soli in una sala, forse una palestra, dal momento che il soffitto sembra nascondere

una tribuna coperta da specchi, al di là dei quali non è dato vedere. Buffy approfitta del momento per confidare a

Steve il suo più grande interrogativo. Il medico la fissa.

“Alza le braccia” le dice, e lei esegue.

Lui le mette le mani sui fianchi, ai lati del seno.

“Che diavolo fa? Tocca la mia ragazza?” si infuria Spike, al di là del finto specchio. Si è rifugiato lì con Carmilla, dopo aver sentito degli uomini parlare dei prigionieri. Sia lui che la vampiressa hanno letteralmente lasciato una scia di

sangue dietro di loro.

Carmilla sorride.

“Non si può dire che abbia cattivo gusto”.

Siccome Spike è ancora di pessimo umore, Carmilla si toglie il top. Ci vuole un po’ al vampiro per accorgersi che lei

è…nuda, dalla vita in su.

“Sei matta?” le sussurra. “Copriti immediatamente!”

“Perché?” ride Carmilla, sazia e soddisfatta per tutto il nutrimento ottenuto da che sono penetrati nei sotterranei. “Loro fanno lo stesso...”

Spike torna a guardare in basso. Il medico ha messo le mani sui fianchi di Buffy, e poi la fa girare. Ma il suo tocco è

distaccato…apparentemente, solo professionale. “Cosa diavolo sta succedendo?”

“Se la sta per fare” commenta Carmilla, da persona pratica, gettando le braccia al collo di Spike. “Io non avrei niente

in contrario se…”

“Tu sei matta” le risponde freddamente il vampiro, sganciandosela di dosso. “Sei vuoi durare a lungo, qui a Sunnyhell, ascolta il mio consiglio: stai alla larga dagli amici del tuo amore. Io l’ho imparato a mie spese”

Carmilla appoggia il top contro il seno, non ancora convinta.

“Sei stato infedele…a Buffy?” “Non proprio. Non stavamo insieme, all’epoca, non più. Ma, credimi, è stato comunque un inferno”

Lo sguardo tormentato di Spike le fa capire che lui non ha nessuna intenzione di cedere alle sue voglie. Si riveste a malincuore.

“Tu la ami veramente” osserva quindi la vampiressa. “O forse, sei solo un vampiro anomalo. Eri fedele anche a

Drusilla…mi ricordo quella volta a Praga. E’ la seconda volta che mi respingi, Spike. Eppure, lei non era affatto sincera. Sapeva trovare il suo piacere altrove, credimi”

“Lo so” ammette Spike. “E sei …bellissima. Ma io…noi…Buffy è diversa.”

“Lei merita questa tua fedeltà?” lo provoca la vampiressa. “A che serve essere immortali e potenti, se si è vincolati da stupidi scrupoli? Non mi aspetto che i miei amanti siano fedeli. Ed io non mi nego nulla…ma di questo dovresti già essertene accorto”

“Non sono più così sicuro di esserlo” ammette Spike

“Cosa…fedele?”

“No” lui scuote il capo “Immortale”

Carmilla lo fissa stupita. Un vampiro mortale? E chi ha mai sentito una simile stranezza? Del resto, quanto anomalo è

Spike? Rifiuta lei, Carmilla di Karnstein, per fedeltà…ad una cacciatrice? La peggiore nemica della sua stessa razza?

“Ne sei convinto?” “Ne sei convinta?” Buffy annuisce. “E’ la prima volta che mi capita”

“E…potrebbe succedere?”

Lei sospira. “E’ possibile…almeno credo”

Il medico tace. “Cosa…ne pensi?” gli chiede lei, arrossendo.

“E’ un po’ presto…per dire. Può darsi. Non è la mia specializzazione”

Vengono interrotti bruscamente. Vassili entra con quattro scagnozzi, tutti armati fino ai denti. “Signorina Summers, prego, avvicinarsi”

I due prigionieri si fanno avanti. Vassili apre sul tavolo la carta di un vasto territorio montuoso.

“Questi essere monti Urali. Molto, molto petrolio. E minerali preziosi. E passaggio droga e ragazze. Noi lavorare molto con ragazze”

“Ce n’eravamo accorti” esclama Buffy, sprezzante. Se c’è un crimine che aborrisce è lo sfruttamento di povere donne indifese.

“Troppo spirito, signorina! Non fare furba! Tu non valere poi tanto su quel mercato! Piccola!”

Infuriata, Buffy lo incenerisce con lo sguardo. “Noi dover far passare minerali e ragazze da questa foresta…qui. Non riuscire più”

“Perché?” chiede Steve.

“Per brutti vampiri cattivi. Loro si bevono le ragazze e si rubano minerali. E noi non fare più dollari”

“Come mi dispiace!” commenta Buffy.

“Poche storie, signorina! Tu venire Urali e ammazzare vampiri. Noi lasciare te e tuo ragazzo qui vivi”

Per quanto sgrammaticata, la minaccia è chiarissima.

“E se io non lo facessi?” sbotta lei, infuriata. La risposta di Vassili si perde in un boato.

La vetrata a specchio della tribuna si infrange, e due corpi si slanciano nel vuoto. Prima che gli scagnozzi di Vassili

riescano ad impugnare i kalashnikov, Buffy ne ha già stesi due.

Spike e Carmilla, sporchi di sangue per i vetri che hanno infranto volando giù dalla tribuna, si avventano sugli altri due. Carmilla ne uccide uno, e poi si precipita verso Vassili, i denti come baionette a pochi centimetri dalla sua

giugulare.

Spike tramortisce il quarto con il calcio della pistola che ha rubato ad una delle sue vittime. “Basta…tu lasciarmi andare!” strilla Vassili, spaventato a morte. Carmilla prende l’uomo per il collo con una mano, in una stretta d’acciaio, e si avvicina al medico. Si accorge dopo un istante di smarrimento che Buffy e Spike si sono già ritrovati.

Sono l’uno nelle braccia dell’altro, stanchi e sporchi di sangue. Sia Carmilla che il medico si distraggono, fissandoli. Buffy e Spike si stanno baciando come se non esistesse domani. E lui ha indosso il volto della caccia.

Vassili ne approfitta per fuggire dalla terribile vampiressa. Carmilla lo lascia strisciare via, dopo avergli rotto il polso della mano destra con uno strattone quasi distratto. E poi si avvicina al medico, che è tuttora a bocca aperta. Buffy sta

baciando..un mostro. Dotato di zanne e sporco di sangue. E tutto sembra a Steve Frazier, medico ematologo, stranamente, assurdamente poetico. Anche quanto lei gli ha appena confidato… Prima che se ne renda conto, Steve si sente avvolgere da un terribile, dolcissimo languore. Carmilla lo sta stringendo tra le braccia, i denti affondati nel suo polso. E sta bevendo il suo sangue. E lui non si è mai sentito meglio.

“Ehy…Ehy...EHY!!!” Buffy si strappa a malincuore dall’abbraccio di Spike, e spinge Carmilla lontano da Steve. Il medico cade a terra, il polso ancora sanguinante, ma ancora in sé. “Sei matta? Lui è uno dei buoni!” le dice. Carmilla ride. “Buoni, cattivi…credi ancora a queste distinzioni?” Si pulisce la bocca, sporca di sangue, e poi si lecca le

dita, divertita. “Non è male, tesoro. Il suo sangue è dolce. E scommetto che non è l’unica cosa dolce che ha da offrire ad una signora… volevo solo assaggiarlo, calmati” Spike non riesce a lasciare Buffy. Il suo volto è tornato umano, con gran stupore di Steve, ed ora la sta tenendo per la vita. Sembra che siano entrambi ansiosi di riallacciare il loro legame, con il loro tocco, senza parole. Steve, pur intontito dalla perdita di sangue, e da quel misterioso languore, capisce di non avere mai avuto nessuna chance con lei. Per quanto questo sembri assurdo. Vassili indietreggia, come un insetto velenoso che ha paura di essere schiacciato. I sue uomini, i tre svenuti ed il morto, sono ancora a terra.

“Andiamo” dice Spike, la mano strettamente intrecciata a quella della sua donna. “Potrebbero tornare in forze”

Carmilla si trascina dietro Steve, ancora troppo incredulo per parlare. Tutti e quattro si allontanano per i lunghi corridoi, Buffy e Spike imbracciando i kalashnikov che hanno rubato ai loro oppositori…e tenendosi per mano.

Quando arrivano all’ascensore principale, Spike si carica Steve addosso. Uno dopo l’altro, escono all’aperto. L’uomo che li aspetta fuori dalla botola sorride loro.

“Benvenuta, Miss Summers. E’ lievemente in ritardo”

 

XIV parte

“Spike…rifatti una vita”

(Giles, “I was made to love you”, V stagione BTVS)

 

L’uomo lancia occhiali da sole sia a Carmilla che Spike. Dopo un attimo di esitazione, entrambi i vampiri li indossano. Anche lo sconosciuto ne porta un paio, sobri e neri.

“Siamo in un film di Tarantino?” indaga Buffy, per niente impressionata. Steve si sente invece al di là della ragione. Troppe cose assurde da assimilare in un giorno solo. E, Dio, quel languore meraviglioso… “Affatto, Miss Summer. Mircalla...”

“Ciao, Boris” lo saluta lei. “Quanto tempo” dice lui.

“Non abbastanza” replica la vampiressa.

“Ho bisogno di un aggiornamento urgente” commenta Buffy, rivolta alla vampiressa. “Tu…lo conosci?”

“E’ evidente, dolcezza” replica Spike. “Io, invece, no…se la cosa ti può essere di consolazione”

“Siamo amici da lungo tempo” risponde Carmilla, sorridendo al nuovo venuto. E’ un uomo alto, di bell’aspetto, apparentemente sulla quarantina, con un lievissimo accento straniero. “Lui è più vecchio di me”

“Sono del ‘500” spiega lui, come se fosse un pezzo di mobilio particolarmente pregiato. “C’è ne pochi di più anziani di

me ancora in giro”

“Vlad ti batte” replica Carmilla. “E non è l’unico”

“No, lo ammetto” sorride l’uomo. “Mi chiamo Boris…ma questo l’avevate già capito, immagino.”

Un rumore alle loro spalle li interrompe.

“Vassili…” sbuffa il nuovo venuto. “Non ne combini una giusta.”

“Ma..signor Ministro…”

“Ministro?” chiede Buffy, allarmata. “Ti devo subito confessare che vado poco d’accordo con le figure istituzionali. Sai, ho avuto delle brutte esperienze…il Preside, il Sindaco, l’Iniziativa…”

“Vassili…puoi andare” lo congeda il vampiro “Risolvo io la questione”

“Sì, signor Ministro” Vassili è l’immagine dell’abiezione. Striscia via, non prima di aver lanciato un’occhiata terrorizzata a Carmilla. “Mia cara…posso chiamarti Buffy, non è vero?”

Il vampiro è tutto fascino. Sembra un manager d’azienda occidentale. Vestiti italiani, occhi grigi e luminosi. Denti bianchi. Troppo bianchi e lucenti per essere tranquillizzanti.

“Procediamo” lo interrompe Spike “La mia ragazza qui è stanca. Non abbiamo tutto il giorno”

“Già…”commenta lo straniero. “Quello che – goffamente, lo ammetto – Vassili stava cercando di comunicarvi è che

abbiamo bisogno del vostro aiuto. Quale ministro dell’economia della Repubblica degli Urali, vi confermo che necessitiamo di un’urgente opera di pulizia…posso definirla etnica?” “Tu cacci i tuoi stessi simili?” commenta Buffy, stupita.

“Ne sono costretto” ammette lui, con uno sguardo di apprezzamento nei suoi confronti. “Se voglio continuare a stare

nel sistema. Credimi, non sarei sopravvissuto così a lungo, al contrario”

“Io ci riesco benissimo” interviene Carmilla, con un gran sorriso. “Al diavolo il sistema, qualunque cosa voglia dire. Di giorno vado alle feste, e di notte caccio. E mi sento ancora più viva…”

Steve la fissa. Ancora non riesce ad accettare il fatto che quella bellissima donna gli abbia appena succhiato il sangue,

come se fosse stato un qualche dolce, perverso gioco, lasciandolo debole come un gattino…

“Carmilla, che bambina che sei” le dice Boris, accarezzandole la guancia pallida. “Sapete…lei è come una figlia per me”

Lo sguardo che Buffy lancia a Spike dice tutto. Anche per lei, la giornata sta davvero diventando troppo bizzarra.

“E’ il mio papà adottivo” spiega Carmilla. “E’ lui che ha vampirizzato mia madre”.

“Benvenuti nella famiglia meno funzionale del mondo” commenta Buffy sottovoce.

“Quello che Vassili non è riuscito a dirvi” continua Boris “Il messaggio che non è passato, insomma…e che è prevista

una ricompensa per questo lavoro”

“E sarebbe?” chiede Buffy, per nulla impressionata.

Lui la fissa. Lei riesce a sfuggire con difficoltà a quello sguardo penetrante. Lui pare trarre un particolare piacere dal

vederla…un piacere puro che a lei fa piegare le ginocchia, e che fa inquietare Spike. “Tu non sai chi sei. Non lo intuisci ancora. Non hai nemmeno cominciato.” Lei risente quelle parole, le assapora sulle labbra…

“Vuoi delle risposte, Buffy Summers?” continua lui, con voce ipnotica. “Vieni con me, e le avrai”

Dawn fissa di nuovo l’orologio a parete.

“Non sono ancora tornati. Dannazione, Willow, fa qualcosa!”

Willow è reclinata sul divano, ancora debole. Solleva il capo per fissare la ragazzina. Dawn la guarda a sua volta,

sempre più incredula. “Come puoi accettare nella tua vita quella cosa…quella vampira? Ha l’aria di essere crudele e spietata”

“Lo è, Dawnie” replica Willow, pazientemente. “Ma come giudicavi Spike quando l’hai conosciuto? Forse che fosse

meno crudele e spietato?”

“Spike è diverso!” ribatte Dawn. “E lo è sempre stato. Io amavo Tara…Cielo, solo tu sai quanto. Quando la mamma è

morta…ed anche Buffy…insomma, se non fosse stato per Tara, e Spike…non voglio sminuire l’affetto tuo e di Xander, lo sai, ma loro mi hanno letteralmente salvato la vita. Non riesco proprio ad accettarlo. Non mi piace, Willow. Questa Carmilla non mi piace nemmeno un po’”

Willow le tende una mano, che Dawn prende tra le sue. “Non sono innocente come te, Dawnie” le risponde, dolcemente, fissandola fino in fondo agli occhi. “Forse, ho bisogno

di un po’ di buio dentro di me…e Carmilla lo è. Buia. Ed insieme viva…come la fiamma”

“E’ sbagliato. Ti scotterai”

“Probabilmente”

“E se lei si infuriasse, e minacciasse di ucciderci tutti…come Angelus?”

Willow sorride. Nonostante lo sconfinato senso di colpa, conosce bene il proprio reale potere…

“Allora, Dawnie, credo che vedresti qualcosa

“Vieni con me. A Savannah. Conosco una persona che può darti delle risposte”

Buffy non risponde. Tiene tra le dita il cartoncino sgualcito che il vampiro le ha appena dato. Porta un

indirizzo….Burning Lee, Savannah.

“Se sarai soddisfatta di queste risposte, verrai con me negli Urali. Tu…ed il tuo vampiro, se lo desideri. E darai la

caccia ai vampiri ribelli. Per me”

“Non accettare, Buffy” le dice Spike. “Mente. Nessuno sa nulla dell’origine delle cacciatrici…neppure il Consiglio degli

Osservatori. Vuole solo che tu lavori come killer, per i suoi sporchi scopi” “Io sono un killer” ammette Buffy, suo malgrado. “Lo sono sempre stata”

Boris sorride. “Ci vediamo a Savannah, Buffy Summers”

Carmilla lo prende a braccetto, ed i due antichi vampiri si allontanano ridendo, discorrendo di tempi e mondi passati.

Buffy non ha parlato per tutto il tragitto verso la casa di Steve. Il medico sta meglio, ora, e viene lasciato nel suo

appartamento.

“Mi dispiace, Buffy” le dice sulla soglia di casa, lanciando uno sguardo verso il vampiro biondo, che fa finta di non

osservarli. “Sono stato solo uno stupido ostacolo. Avresti potuto fuggire, senza di me”

“E’ il mio lavoro” sorride lei. “Aiutare e servire. Stai meglio? Ti serve qualcosa?” “No…va bene. Ora credo proprio che riposerò. E che berrò molti liquidi”

“Bene” Buffy si china, gli sfiora la guancia con un bacio. “Ti ringrazio…per essermi stato ad ascoltare, prima”

“Dovere” replica lui, e la guarda andare via. Non riesce ancora ad accettare tutto quanto ha visto e sentito in

quell’unico giorno.

Buffy torna nella de Soto.

“Quanti ne avete uccisi?” chiede a Spike. Lui sorride. “Quanti basta”

“Bene. Allora, ora possiamo tornare a casa, fare una doccia…e preparare le nostre cose. Andiamo a Savannah…”

“Buffy” Spike accarezza il volto morbido di lei con la punta delle dita. Quanto gli è mancata…lei chiude gli occhi contro il calore della sua pelle, e bacia il palmo della sua mano. Le loro labbra si sfiorano, e poi non si lasciano…Lui si stacca

infine, senza fiato. La fissa. “Non credere a quello che ti ha detto Boris. Non ci sono risposte per questo tipo di domande”

“Lo so” dice lei. “Ma devo sapere. Questo è più importante che mai, credimi”

Si stringono le mani, riluttanti a lasciarsi, anche solo per pochi istanti. La lite di prima è dimenticata. “Andiamo.” Lo sprona lei. “Savannah è lontana”

Dopo una breve doccia, ed una cena leggera, Spike e Buffy lasciano Dawn da Willow, e si allontanano sull’autostrada a

bordo della de Soto. Verso notte, si rifugiano in un motel. La stanza è piccola e stantia, ma appare loro incredibilmente

intima. E’ la prima volta che viaggiano insieme, e si sentono entrambi euforici per l’inattesa intimità.

Spike la attende a letto, guardando le notizie alla TV. E’ preoccupato per Dawn, ma sa bene che Willow non permetterà che le accada nulla. Carmilla o non Carmilla. Buffy finisce di prepararsi per la notte e lo raggiunge, con indosso un buffo pigiama con degli elefantini rosa.

“Non sei mai stata così sexy” la prende in giro lui. “Ah – ah” replica lei, per niente imbarazzata. “La prossima volta mi metto anche la crema”

Stretti nel letto piuttosto scomodo, si rilassano entrambi. E’ tutto passato: lo spavento di prima, ed anche la loro

naturale, mutua aggressività. Buffy lo guarda, mentre lui osserva la TV. Si rende conto di quante cose è per lei Spike.

Il suo nemico, la sua nemesi. Il suo amante, il suo compagno. A volte tenero, altre disperato, spesso ironico, infine

malvagio, crudele. La sua croce e delizia, in confezione super – sexy. La sua maledizione in soprabito di pelle nera e

capelli di platino. Il suo ribelle.

Il suo Spike. Lui è sempre stato così. Suo. E qualcosa in lei è definitivamente mutato per sempre, se da qualche tempo, quando

ripensa ad Angelus, ed al colpo di spada che lo ha mandato all’inferno, rivede solo Spike, imbarazzato, nel salotto di

sua madre.

Un nuovo inizio, dove non c’era che dolore. E lei non lo sapeva…

Fino ad ora.

“Spike…” gli dice, assonnata.

“Uhm?” risponde lui, distratto.

“Spike…c’è qualcosa che devo dirti”

N.B. La teoria qui proposta sulle origini delle cacciatrici trae spunto da un’autentica tradizione folcloristica dell’Europa

centrale, da me liberamente rielaborata. XV. parte.

“Non sono buono, ma sono O.K...!”

Spike, V stagione BTVS “Spike...c’è qualcosa che devo dirti.”

Ora, Buffy ha tutta la sua attenzione. Spike la tiene stretta, come se avesse paura di perderla...di nuovo. E fuori dal

polveroso motel ha cominciato a piovere, una pioggia gentile, come una carezza sui tetti.

Lei lo guarda nella penombra. E poi accarezza il suo viso, bello ed angoloso, così unico, così suo.

“Quando è morta mia madre...beh, pensavo che non avrei più provato qualcosa di simile per qualcuno. Che non avrei

più sentito qualcuno mio fino in fondo...la mia famiglia era come finita. C’era Dawn, certo, ed ho dato la vita per lei...ma una parte di me è morta con mia madre”

“Lo so” dice lui. “E’ quello che ho provato io quando tu...quando tu...” non riesce nemmeno a dirlo. Non riesce nemmeno a pensare ai 147 giorni trascorsi senza di lei, con solo una lapide di pietra a suo impossibile ricordo... Lei lo fissa fino in fondo agli occhi, quei suoi occhi blu notte, che le hanno rubato il cuore molto tempo prima che lei si accorgesse di averne di nuovo uno.

“Ma adesso ho di nuovo qualcuno di mio...sei tu”

Spike sorride. Quanto ha atteso queste parole. Lei gli mette una mano sulla bocca.

“Ma non è solo questo”

Spike la guarda, una domanda inespressa negli occhi.

“William...ho un ritardo”.

“Eh?” risponde lui. “Un ...ritardo ritardo?

Lei annuisce. “Proprio uno di quelli. Lungo. Sta diventando sempre più lungo...ed io sono sempre stata regolare come un orologio”

La voce di Spike si incrina. Gli sembra che si sia aperto uno squarcio d’azzurro nella sua vita, dove prima c’era solo

buio.

“Hai fatto...uno di quei test?” Lei scuote il capo. E poi, indica la sua borsa. “Ne ho comprato uno oggi...prima di venire qui. Non ho il coraggio”

“Perchè?” chiede lui, ed i suoi occhi, in questo momento, sono azzurro cielo. “Non....non lo vuoi?”

Lei lo fissa. La felicità di Spike è talmente evidente da essere commovente. Lui non ha bisogno di parole, per

esprimerla: i suoi occhi, le sue mani improvvisamente tremanti dicono tutto. Lei sa che se lui avesse un’anima da

perdere...questo sarebbe il momento.

Lei sorride, e non è più una bambina, e nemmeno una ragazza. E’ finalmente diventata una donna.

“Certo che lo voglio...lo voglio come non ho mai voluto niente altro al mondo”

Spike la stringe, così forte da farle mancare il respiro. Qualcosa le bagna i capelli. Lei si accorge che sono lacrime.

“Io non merito questa felicità, Buffy...per la prima volta, ho paura. E se...qualcosa andasse storto? Questo bambino, se

è un bambino, e non solo un ritardo...è un miracolo. Tu...io...ci sono mai stati due genitori più improbabili?”

Lei scuote il capo, sempre sorridendo. “No...ma lo amerei anche se fosse un demone Fyarl. Lo voglio e basta. E lo voglio perché è tuo

Spike si alza dal letto, le prende la mano “Vieni” le dice. “Adesso io e te facciamo il test”

Buffy esita un istante. Sa bene che nel momento in cui accetta l’idea di questo figlio...non ci sarà più ritorno. Ma Spike la sta trascinando verso il piccolo bagno di quella squallida stanza di motel. Come al solito, non le da’ tregua.

Come al solito, non ha pietà. E’ impetuoso come la vita, inarrestabile come la vita. E lei, in fondo, sa che è questo che

lo distingue da Angel.

Lei prende la scatola dalla borsa, ed entrambi leggono le istruzioni, ansiosi. Dopo, aspettano guardandosi negli occhi che appaia il risultato. Sunnydale.

Steve si alza per aprire la porta, ancora intontito. E’ mattino presto, forse le sette...ha preso un paio di giorni di riposo dall’ospedale. Si deve ancora riprendere.

E non si attende certo di rivederla sulla soglia di casa sua.

“Ciao, Steve” dice lei. Jeans, maglietta di Calvin Klein, indosso qualche goccia di Tommy Girl. Perfetta...all american girl. Capelli lunghi e biondi, lisci ed ordinati sulle spalle. Una brava ragazza.

“Cosa vuoi?” le chiede lui, indossando i suoi occhiali e mettendola a fuoco. “Finire il lavoro? Non ho più molto sangue

da darti. Te lo sei già preso quasi tutto”

Lei sorride. “No. Se mi fai entrare, te lo dico. Parola di giovane marmotta...si dice così? Non intendo affatto dissanguarti. Willow e Buffy mi polverizzerebbero, se lo facessi. E lo dico letteralmente, sai?”

“D’accordo” dice lui allora, piuttosto duramente. Lei scuote il capo. “Non basta, tesoro. Devi dirmi ‘entra’, altrimenti non funziona”

Carmilla allunga una mano, per mostrargli l’invisibile barriera che li divide.

Steve cede, esterrefatto per l’ennesima assurdità rivelatagli da che ha conosciuto Buffy Summers. “Entra” le dice infine, sperando in bene.

Savannah, Burning Lee. “Muschio spagnolo...ci siamo. Piantagioni tetre e decadenti...eccole. Oh, Cielo” commenta Buffy, mentre la de Soto gira piano per le vecchie strade di campagna. “Credo che siamo arrivati. Guarda quel cartello”

Spike si volta, ed infila il viottolo a destra. Buffy sta ridendo. “Perché ridi?” le dice. “Stamattina non hai neanche vomitato”

“E’ vero” ammette lei, riandando con la memoria a quei loro giorni felici trascorsi in giro per le strade polverose del profondo Sud. Non sono mai stati così vicini, così uniti. Il mondo esterno non esiste. Solo lei, lui, il vasto universo pieno di luce e buio...e le sue nausee mattutine.

Lei è elettrizzata, e Spike è completamente fuori di testa. Nessuno dei due riesce ancora ad accettare quella

meravigliosa realtà. Lei sa che Spike morirebbe per lei, e per il loro bambino. Letteralmente.

“Rido perché mi sembra di essere in un racconto di Ann Rice. Una decadente piantagione del sud...vi troverò qualche

vecchio vampiro incartapecorito di nome Lestat?”

Lui, guidando, allunga una mano, e le accarezza il pancino morbido, ancora piatto.

“L’unico vampiro della tua vita sono io. Te l’ho gia detto, baby”

“Sì...come no” ride lei. “Tu...e lui. O lei. Cosa dici ?”

Spike non dice nulla. Gli gira ancora la testa, se ci pensa. Lei è incinta. E’ assurdo. Ed è vero. E, Cielo, valeva la pena

di arrivare fin qui dalla fumosa Londra del 1880, se questo é il risultato... “Sarà normale, Buffy” mormora, dopo un lungo istante di silenzio.

“Già...già. Almeno spero” ride lei. “ Nemmeno noi siamo troppo normali. Ma l’amerò lo stesso. Tu lo sai...non è vero?”

Lui annuisce. Non riesce a credere alla sua fortuna. E’ nel sole. L’ombra, la notte, Drusilla e la sua follia...tutto ciò appartiene inesorabilmente al passato. E’ nel sole, con una donna viva, che lo ama, ed il suo cuore batte. E dentro di

lei batte un altro piccolo cuoricino... non avrebbe mai creduto che questo fosse possibile, quando aveva lasciato Sunnydale a bordo della sua moto, furioso con lei e con se stesso, incapace di intravedere un futuro, con il cuore

spezzato, e la stima di sé infranta per quello che aveva fatto...

La piantagione di Burning Lee si staglia all’orizzonte. E non è affatto decadente.

Una magnifica casa in stile coloniale, con otto colonne doriche, perfettamente tenuta. Una lussuosa cancellata in ferro

battuto. Giardini di sogno. “Però!” ammette Spike, parcheggiando la de Soto. “I proprietari, qui, vivono alla grande!”

Buffy scende dall’auto, ed entrambi si dirigono verso l’entrata. Un maggiordomo nero, perfetto in ogni dettaglio, li fa accomodare in un magnifico salone, ricco di quadri dell’ottocento inglese e di stampe italiane più antiche. Buffy e Spike

si fissano, sempre più sorpresi. Qual’è il legame tra tutto questo...e loro? “Benvenuti, signori. Un mint juleep, per cominciare ?”

La nuova venuta avanza nella stanza. E’ una donna, vecchissima, ma salda e diritta sulla sua sedia a rotelle.

 

XVI parte.

“Resta tranquilla, Cacciatrice! Quando tornerò, tutto sarà diverso...”

Spike, Seeing Red, VI stagione BTVS.

 

Buffy e Spike accettano la tradizionale bevanda del sud in bicchieri ghiacciati, sciroppo di menta e bourbon, e siedono su un ricco divano di broccato verde, di fronte alla loro ospite. Che sorride.

“Vi ha mandati Boris” dice la donna. “E spero che venga anche lui. E’ parecchio che non ci vediamo”

“Signora” comincia Buffy. “La ringraziamo per la sua ospitalità. Noi...”

“So tutto” ride lei. “Buffy Summers e William the Bloody. Che coppia, davvero!”

“Già” ammette Spike, per niente offeso. “Siamo ansiosi di ascoltare ciò che lei può dirci..signora”

“Cielo, non mi sono neanche presentata!” si accorge l’anziana signora. “Dio, che sbadata! Rimediamo subito”

La donna mette mano ad un vicino cassetto, e trae dalle sue profondità un portaritratti d’argento. Lo porge alla coppia

di fronte a lei.

Buffy studia l’immagine: una ragazza in un abito lungo d’inizio secolo, con i capelli mollemente raccolti sul capo. Ed

accanto a lei un uomo pallido in un’uniforme scura.

Solleva lo sguardo sulla sua ospite. Nonostante l’eternità trascorsa da allora, capisce che la ragazza dagli occhi chiari lì

ritratta è lei.

“Sono Roxana Lee. In Vargas.” Comincia l’anziana signora. “Prima che facciate strani calcoli, ve lo dico io: ho 102 anni. Sono nata nel 1900...allo scoccare del secolo. Questa foto è del 1917. L’uomo accanto a me è Vladimir Vargas...il mio unico marito”

“E lui...era...”

Roxana sorride. “Un vampiro, naturalmente. Come lui.”

Roxana sta indicando verso la porta. Boris vi appare, elegante e distaccato e giovane come quando lo hanno incontrato

alcuni giorni primi, fuori dai vecchi sotterranei dell’Iniziativa.

Boris avanza nel salone, e bacia con affetto la mano dell’anziana signora. I due si scambiano uno sguardo che Buffy

non esiterebbe a definire appassionato.

Boris si siede accanto a loro, ed accetta a sua volta dal maggiordomo nero, impassibile, del mint juleep.

“Mia cara” sorride la vecchia. “Credevi davvero di essere la prima cacciatrice ad aver avuto non uno, bensì due amanti vampiri?”

“Lei...lei è una cacciatrice?”

Roxana annuisce. “Come vedi, non tutte le cacciatrici muoiono entro i venticinque anni. Ne sono la prova vivente. Beh,

naturalmente, ho iniziato a cacciare piuttosto presto. Anche perché mi sono sposata molto giovane...a soli sedici anni.”

“Con un...vampiro?”

Roxana annuisce. “Lui era un vampiro molto particolare. Ho conosciuto Vladimir in questa casa...proprio qui, su quella terrazza aperta che si vede dal viale d’ingresso. Avevo sedici anni. Mio padre era Reginald Lee, ed era il governatore di questo Stato. Quel giorno diede una festa per la sua rielezione...ed io conobbi Vlad. Due mesi dopo, eravamo sposati.

Cinque mesi dopo, attendevamo un figlio”

“Lei...ha avuto un figlio da un vampiro?” lo fissa Buffy. “Come è stato possibile?”

La vecchia signora sorride. “ E per te? Come è stato possibile?

Bella domanda. Buffy non sa proprio cosa rispondere.

“L’amore è la più potente delle forze.” Risponde la donna. “Talmente potente, da abbattere ogni ostacolo. E’ l’amore

che tiene i vampiri lontano dalla tua porta...o dentro il tuo letto, a seconda dei casi. Beh, a quanto pare tu ed io apparteniamo alla seconda categoria, Buffy. Forse tu non sai che ci sono molte specie di vampiri. Quella di gran lunga più numerosa, ed infame, è refrattaria al sole, vive di notte, e caccia spietatamente in branchi. Ma vi sono vampiri

antichi, così antichi che del loro passato si è persa ogni traccia. Vampiri che resistono al sole, e altri che procreano figli. Con donne normali, non è possibile, naturalmente, ma con le cacciatrici, sì. E, talvolta, anche con vampiresse”

“Darla” sussurra Buffy “Darla ed Angel hanno avuto un figlio”

“Lo so” ammette Boris, rompendo il suo interessato silenzio. “Se ne è parlato per mesi, nella nostra comunità”

“E tu sai perché questo avviene?”

Buffy scuote il capo, come in trance.

“Perché anche le cacciatrici sono una specie di vampiro. Un vampiro ereditario. Che non teme il sole, non ha paura

degli oggetti sacri, e non si nutre di sangue. Non per vivere, perlomeno. Ma le cacciatrici adorano bere il sangue. E’ la loro droga. Solo che bevono solo il sangue di altri vampiri. E’ una specie di regolamentazione della razza: il predatore

viene a sua volta cacciato da altri membri della stessa specie. Le cacciatrici diventano tali per forza ereditaria. E’ una forza oscura, che si rivela ogni cinque, sei, sette generazioni. A volte, persino più raramente. Ed è una forza che deriva

dall’essere eredi di vampiri. Le cacciatrici sono nipoti o pronipoti di vampiro. Solo che non lo sanno. Io non lo sapevo, almeno. Prima di leggere il suo diario”: “Il suo diario?” chiede Buffy, sbalordita.

“Devi sapere” continua l’anziana signora “Che ho per molti anni pensato che il mio ramo materno fosse il più

interessante della famiglia. Ma mi sarei ricreduta.” Ammette l’anziana signora. Indica a Buffy il ritratto di una

magnifica donna bionda, in crinolina. “Mia madre, Solange van der Boek. Suo padre, mio nonno, apparteneva ad una famiglia olandese molto facoltosa. Ma il membro veramente interessante della mia famiglia materna è sempre stato il mio bisnonno, Jean – Paul Brevigny. Era un francese, un popolano di Parigi, ed aveva vissuto ai tempi di Napoleone. Era stato anche soldato nella sua armata. Sua moglie, la mia bisnonna Serena, era invece una donna dalle origini

piuttosto misteriose. Pareva di umili origini, ed invece era la figlia illegittima di una contessa italiana”. Roxana sorride. “Mia madre Solange amava raccontarmi delle avventure dei suoi nonni, Jean – Paul e Serena. Lei stessa aveva avuto

una vita piuttosto movimentata. Era rimasta in questa piantagione durante la guerra di successione, ed era sfuggita

alla morte per puro miracolo. Non era purtroppo sfuggita allo stupro. Questo crimine le aveva segnato la giovinezza.”

Spike fissa Buffy, e poi abbassa lo sguardo, ancora vergognoso di se stesso, e di quanto ha tentato, in preda alla

disperazione, di farle. Lei gli stringe una mano, con un chiaro gesto d’affetto e di perdono.

“Mio padre, Reginald Lee, era il suo secondo marito. Mia madre aveva già avuto una figlia da un precedente

matrimonio”. La vecchia signora si ferma un istante, sorride. Ripercorre con la mente la sua privilegiata infanzia di bambina ricca nel sud del primo novecento. “Mia sorella è morta negli anni ’40...ed io sono ancora qui. Incredibile,

vero? Comunque, con una famiglia materna tanto interessante si potrebbe pensare che le mie origini vampiriche siano

da rintracciare lì...ed invece no. Il tutto nasce invece dal personaggio in assoluto meno interessante della famiglia: la mia bisnonna paterna Katia.” Buffy pensa di mettere da parte la sua bibita alcolica: le sta già girando la testa. E poi, forse, non dovrebbe bere

bourbon nelle sue condizioni...

L’anziana signora riprende il suo racconto. La sua lucidità mentale, alla sua età, è semplicemente stupefacente. “La nonna di mio padre era arrivata in America agli inizi dell’ottocento dalla regione del Montenegro. Era una donna

piuttosto brutta, tremendamente ignorante e spaventosamente timida. In una parola sola: un disastro. La famiglia Lee

era già allora benestante: quella sposa europea arrivava come una specie di pagamento di un debito commerciale. Il mio bisnonno la odiò a prima vista, e si fece scrupolo di mantenere non una, bensì tre amanti mulatte durante tutto il

corso del loro matrimonio. Katia capiva a malapena l’inglese, e non si applicò mai più di tanto. Aveva un’unica

certezza: quella di essere la nipote di un brukolakii

“Un brukolakii?” chiede Spike, sempre più incuriosito.

“Sì...una specie di creatura mitica, figlio di vampiro. Solo i brukolakii sono in grado di sentire i vampiri, e di sconfiggerli. Anzi, traggono forza e riconoscimento sociale da queste loro speciali caratteristiche. Umani, mortali,

eppure forti, quasi invincibili. E devoti alla missione di sterminare le forze del male. La famiglia di Katia aveva avuto

numerosissimi esemplari di questo tipo. Sembra che non fossero solo donne, ma anche uomini. Naturalmente, quando

lei ne parlò con il suo poco sensibile marito, il mio bisnonno si mise a ridere, e poco ci mancò che la prendesse per

pazza.” La vecchia signora scoppia a ridere “Immaginate! Nella bigotta Georgia dell’inizio ottocento un’europea rozza

ed ignorante dice di essere la discendente di una stirpe di cacciatori di vampiri! Nessuno le credette, naturalmente.

Nessuno...tranne coloro che, al tempo, nulla contavano.”

“La comunità degli schiavi” intuì Buffy.

“Esatto” la vecchia signora lancia uno sguardo al suo maggiordomo di colore, che le sorride, ironico. “Loro sapevano che la padrona Katia non mentiva. E quando nella notte forze misteriose esigevano il loro tributo, Katia lasciava il suo letto solitario, e si avventurava nella piantagione. Con un paletto.”

“E li uccideva” mormora Buffy. (Tu sei una killer...tu cacci. Tu uccidi.) “Sì. Per più di un decennio, la straniera ignorata e derisa liberò la contea dal male...almeno, dal male demoniaco. Morì dando alla luce il suo secondo figlio. Non fu affatto compianta dal suo distratto marito...ma dagli schiavi di Burning

Lee, sì. Cantarono attorno al fuoco per dieci notti. E non la dimenticarono. Nessuno dei suoi discendenti ebbe più alcun contatto con il mondo dell’occulto. Nessuno. Fino ad una sera di

primavera del 1916. In Europa c’era una guerra, ma non da noi, non a Savannah...la piantagione era in fiore. Mia

sorella era il fiore più bello...in tutta la contea, non c’era ereditiera più ambita. Io ero ancora molto giovane, insicura.

Andai sulla terrazza, per prendere il fresco, e sentii una presenza. Mi voltai. C’era un uomo, di fronte a me, vestito di

scuro. Un uomo bellissimo...bello in modo irritante”

Buffy quasi si strozza con il mint juleep…le sue esatte parole di quando incontrò Angel per la prima volta. Alla stessa

età. “Parlammo. Mi disse che era in arrivo un grosso pericolo...e che avrei dovuto combatterlo. Quando ritornai in casa,

nessuno mi credette. Nessuno aveva visto quell’uomo, nessuno lo conosceva. Nei giorni seguenti, continuavo ad

incontrarlo nei posti più impensati...ed ero l’unica a vederlo, a “sentirlo”. Percepivo la sua presenza in una folla, al mercato, tra i lavoranti della piantagione. Finii tra le sue braccia prima ancora di conoscere il suo nome.”

“Perdette anche lui l’anima?” chiede Buffy, che non può fare a meno di pensare alla sua storia con Angel, alla purezza di quel sentimento...fino a quel tremendo, atroce risveglio. “No. Mi sembrava tutto meraviglioso. Chiese a mio padre la mia mano. Pareva benestante, ed aveva un titolo nobiliare. Aveva acquistato una vecchia casa vicino alla nostra piantagione. Il titolo, soprattutto, impressionò i miei.

Acconsentirono. La notte delle mie nozze, i tamburi della piantagione suonarono senza sosta. Facemmo l’amore, e fu bellissimo. Al culmine di quel nostro primo incontro, lui mi morse. Quasi mi dissanguò. Mi risvegliai debolissima. Ed

allora mi spiegò tutto.”

“Tutto?” chiede Spike. “Le spiegò che era un vampiro e che adorava bersi il suo sangue giovane...oltre a fare sesso

con lei, beninteso?”

L’anziana signora scosse il capo. “Era come un incantesimo. Un incantesimo di protezione. Doveva far accettare alla

mia diversa vampirità la sua natura. Mi disse che occorrevano almeno tre morsi ad una cacciatrice per potere...”

“Per potere?” interviene Buffy.

“Per consentire al suo corpo di procreare un figlio”

Il silenzio è caduto nella stanza. Boris ora beve del té, e di tanto in tanto spia il suo Rolex d’oro. Buffy pensa ai vampiri che l’hanno assaggiata. Il Maestro, Angel, Dracula...e da ultimo Spike. Quattro. “Come sapeva...che lei era una cacciatrice?”

“Lo sapeva” spiega Roxana. “Lo sentiva...come io lo sentivo. Fu lui il mio osservatore. Era un vampiro anomalo, come

ho già detto. Non resisteva al sole, ma era molto antico. Aveva collaborato con il Consiglio degli Osservatori in più di

un’occasione. Non aveva un’anima, ma aveva una spiccata personalità. Non permetteva al suo demone di dominarlo”

“Anche il mio Spike è così” dice Buffy, fiera.

“Lo so. Altrimenti non sareste qui....con il vostro bambino. Amavo moltissimo Vlad. Era la mia tenebra, ed insieme la

mia luce. L’ho amato come si ama una sola volta nella vita...ma forse tu, Buffy, sai cosa intendo”

Buffy annuisce.

“Cominciai ad addestrarmi, ed a cacciare. Era un osservatore meraviglioso, ed era mio marito. Mi morse ancora due

volte, e la terza quasi non riuscì a fermarsi. Nella sua eterna lotta il demone quasi prevalse. Sopravvissi per miracolo.

Dopo di quello, rimasi incinta. Mio figlio nacque, bello e perfettamente normale, e quella stessa notte Vlad morì”

Buffy si riscuote dal suo incantesimo. “Morì? Perché?”

“Era andato a combattere al posto mio. Cinque demoni lo circondarono. Naturalmente, trovammo solo le sue ceneri. Il nonno di Alec – il mio maggiordomo – mentì a mio favore. Organizzammo un finto funerale. Ed io piansi la sua fine. Mi

si era spezzato il cuore”

Roxana si riscuote. Il dolore è ancora palese sul suo volto...dopo tutti quegli anni. Quasi un secolo di dolore.

“Non riuscivo più a sopportare quella vita. E neanche la piantagione dove avevo vissuto, e amato, e cacciato...con lui. Il ricordo mi stava uccidendo. Sapevo che Vlad possedeva un qualche scalcinato castello in Europa. Presi mio figlio, e partii. La casa dei Vargas era in una regione montuosa dell’Ungheria meridionale. La miseria regnava sovrana

ovunque. Naturalmente, pullulavano i vampiri. Non cacciai mai così tanto. In presto, divenni una figura amata e

rispettata dalla comunità. Ero la contessa Vargas, ma mi chiamavano la brukolakii, la cacciatrice. Poco prima della mia

partenza da Savannah, gli antichi schiavi della piantagione mi avevano raccontato della mia bisnonna Katia, e del suo

diario. Imparai tutto della caccia. Tutto quello che non avevo già appreso grazie a Vlad, beninteso. Amavo la mia

perfetta solitudine. Ma, un giorno, venni invitata come esponente della nobiltà locale a corte. Quel giorno, mi successe qualcosa di incredibile”

“Mi sembra ieri” commenta Boris. I due si sorridono, con un sorriso complice.

“Non avevo da mettermi che vecchi vestiti che avevo portato dalla Georgia. Quando arrivai al ballo, mi sembrò di

essere entrata nel mondo delle fiabe. La guerra era appena finita, e l’Europa orientale era scossa da fremiti e

sussulti...ma, quella notte, i salotti splendevano degli ultimi fuochi di un’epoca ormai terminata per sempre. Fu lì che

conobbi il compagno Boris. “

“Già” commenta Boris. “Avevo fiutato in fretta il vento dei vincitori. Mi ero per un breve periodo unito ai bianchi, che

lottavano per la restaurazione del regime zarista. Ma poi, dopo il massacro di Ekaterinburg, ero ritornato sui miei passi. Erano tempi meravigliosi, per un vampiro. Stragi, uccisioni, tragedie. Un bagno di sangue. In quell’anno 1921

ero già un esponente della nomenclatura sovietica. E lo sono rimasto fino alla caduta del Muro. Nessuno ha avuto una

carriera politica lunga come la mia...ovviamente

“Capii che era un vampiro nei primi tre secondi dal nostro incontro, anche se c’era ancora il sole” ricorda Roxana,

sorridendo. “E pensai a come fare per ucciderlo. Naturalmente, avevo un paletto con me. Ma non volevo impolverare il mio bel vestito” “Mi diede la caccia fin nei giardini. Ed io le tenni testa.”

“Non capivo perché non si lasciava graziosamente uccidere...come succedeva di solito con i suoi simili.” “Ed io non capivo perché lei non si lasciava baciare. Era così carina...”

“Per farla breve, divenimmo amanti quella notte stessa. E fu una cosa folle. Totalmente senza testa. Avevo amato. Avevo avuto un amore. Ma non avevo mai avuto un amante. Se cogli la differenza, mia cara Buffy”

“Perfettamente” commenta la ragazza, sorridendo.

“Boris ed io siamo stati insieme ad intermittenza per circa vent’anni. Lui insisteva per sposarmi...ed io non lo volevo. Lui non era Vlad. Non rimpiangeva il male commesso. Lui si gloriava del potere, e della sua immortalità. Lui non era

redento, e non lo sarebbe mai stato. Ed io, se potevo accettarlo come amante, non riuscivo ad accettarlo come

compagno.”

“Abbiamo perso molto, Roxie” dice il vampiro, prendendole una mano. “Ed ora quel tempo è inesorabilmente passato

Buffy e Spike si fissano. Anche loro sono stati mille volte sul punto di perdersi, di perdere quello che c’era tra di loro.

Eppure, alla fine si sono ritrovati...

Roxana sorride a Buffy. “Non fare il mio stesso errore, dolcezza”.

“Non credo neanche ad una parola” dice Spike. “ Cacciatrici...vampiri. Possibile che loro sappiano quello che il Consiglio ignora?”

“Io invece le credo” dice Buffy, dondolandosi sulla terrazza, la stessa terrazza in cui Roxana, la giovane cacciatrice, ha

conosciuto il vampiro Vlad. L’anziana signora li ha invitati a trascorrere almeno qualche giorno in sua compagnia, nella

grande casa, e loro hanno accettato. Potranno ancora parlare di vampiri e cacciatrici.

“Buffonate” commenta Spike. “Io conosco i vampiri. Sangue e divertimento. E’ questo che cercano. Non amore e

canzoni”

“Senti chi parla!” lo prende in giro lei. “Proprio tu. Il mio poeta.”

Restano in silenzio entrambi. Rivedono lo sguardo di rimpianto che il vampiro Boris, l’immortale, potente vampiro, ha lanciato alla sua antica amante, ormai decrepita. Non hanno vissuto in pieno il loro sentimento, quando era il

momento. Sono stati separati non dalla morte, ma dalla loro stessa reticenza ad amare davvero...quali che siano le condizioni. Ed ora è inesorabilmente troppo tardi.

“L’amore strano è meglio di nessun amore...” aveva detto la prima cacciatrice, nel deserto. Spike si alza in piedi. Tende la mano a Buffy, la stringe a sé. Sente il suo cuore che batte. Nei suoi occhi blu c’è uno

sguardo deciso, che quasi la spaventa.

“Ho un’idea maledettamente brillante, baby” le dice. “E adesso, mettiamoci al lavoro!”

 

XVII ED ULTIMA PARTE.

“Dopo il dolore, c’è sempre la speranza”

(Joss Whedon, creatore di BTVS)

 

Aereoporto di Sunnydale.

 

Hanno tutti la busta in mano. E ne hanno tutti letto il contenuto.

Ora, non resta che aspettare.

L’areo della Continental Airlines atterra con dieci minuti di ritardo. E’ stato un lungo viaggio, da Sunnydale a Los

Angeles, da Los Angeles a New York, da New York a Mosca. E poi, con un piccolo areo privato, da Mosca alla capitale

degli Urali. E ritorno. Dawn non nasconde la sua apprensione.

“Calmati, scricciolo” le dice Xander. “Sono tranquillo perché c’è Spike con lei. E l’erba grama...”

Dawn gli risponde con una gomitata.

L’annunciatore ha già nominato il loro volo.

“Ecco il cartello” dice Willow, ed Anya tira fuori i palloncini. Tutto è pronto per festeggiare il loro arrivo. Quando la testa bionda di Spike si intravede sulla scaletta, Dawn esulta.

Sono tornati!

Buffy corre nelle braccia della sorella. Si stringono piangendo. Sembra una vita, e Buffy è stata via solo due settimane.

Una settimana a Savannah, ospite della signora Roxana, ed una (scomoda) settimana negli Urali, a cacciare vampiri. Con Spike, naturalmente.

Xander saluta il vampiro senza sorridere, ed Anya lo guarda con affetto. E’ contenta per lui: almeno, uno di loro due c’è riuscito.

Willow abbraccia Buffy, e solo la loro lunga amicizia permette alle due donne di rendersi conto dei rispettivi, seppure quasi impercettibili cambiamenti. Willow ha uno sguardo deciso negli occhi che da lungo tempo le mancava...e Buffy ha finalmente un aspetto migliore, più sano, sembra persino lievemente ingrassata.

“La vampiressa?” chiede Buffy.

“Sempre a Sunnydale” risponde Willow. “Andiamo. Devi raccontarmi tutto

Buffy ride. Sembra finalmente felice. “Siamo andati, abbiamo cacciato, siamo tornati. Io ho mantenuto la mia parte dell’accordo...e ritengo che anche il vampiro Boris abbia fatto altrettanto”

Spike e Buffy si scambiano un’occhiata. Sono molte le confidenze che l’antica cacciatrice ha fatto loro in quella settimana...Buffy è sempre più convinta della verità delle sue parole. Ed ora, è come se avesse trovato la pace: se

anche lei è una specie di vampiro, l’assurdità di amare Spike, di aver amato Angel, le sembra finalmente più accettabile. Riesce finalmente a venire a patti con la propria coscienza.

“Andiamo” dice Buffy, sorridendo, e tutti si dirigono verso Casa Summers.

“Non abbiamo ancora parlato di questo” dice Xander alla terza birra, ed alla quinta fetta di pizza. “L’invito”

“Ah, già...” commenta Buffy. “Chiedi a Spike. L’idea è tutta sua”

Il vampiro si accende lentamente una sigaretta, e si toglie lo sfizio di inondare di fumo Xander.

“Come ai vecchi tempi, amico”

“Al diavolo” commenta Xander, sventolandosi con il cartone della pizza.

“Non potrò fare peggio di te...non è vero?” chiede Spike, con finta dolcezza.

“Dawn...Willow” chiama Buffy. “Venite su in camera mia...devo farvi vedere qualcosa”

Le ragazze salgono ridendo le scale. Una volta in camera, Buffy trae una grossa scatola da sotto il letto.

“Un regalo di benvenuto di Boris...se capite cosa intendo”

Willow lo osserva senza parole. E’ uno zibellino color champagne, perfetto.

“Io...io sono contro le violenze agli animali” riesce solo a dire, esterrefatta. “Anch’io” ammette Buffy, a malincuore. “Ma non ho avuto cuore di restituirglielo...e poi, era già morto, no?” Dawn sfiora la magnifica pelliccia e guarda la sorella. “L’hai già...indossato?”

Buffy arrossisce.

“Immagino come e quando” ride Dawn. “In albergo, nella vostra stanza...”

“...e senza nient’altro addosso” commenta Willow. “Già, già...mi sono fatta l’idea”

Buffy prende le mani della sorella tra le sue...e poi quelle di Willow.

“Ragazze...c’è qualcosa che devo dirvi. La pelliccia...è stata solo una scusa.”

“Lo immaginavamo” dice Willow. “Soprattutto dopo aver ricevuto questo” dice, agitando la busta color crema.

“Sei decisa, Buffy?” le chiede Dawn. “Vuoi andare...fino in fondo?”

Buffy sorride loro. Ha le lacrime agli occhi. “Potevo dirvelo al telefono, nei giorni scorsi...ma ho preferito aspettare. Volevo guardarvi negli occhi. Io...c’è un’altra novità. Una grossa novità”

Dawn le sorride, incoraggiandola a continuare.

“Io...Spike...noi.... aspettiamo un bambino!”

“Oh, Buffy!” Dawn le si butta al collo, felice. Un bimbo! Tutto loro! Un bimbo suo e di Spike!

Willow nasconde le lacrime, e si volta verso lo specchio, commossa.

Ripensa a Tara, alla luce che c’era nella sua vita quando c’era lei, alla luce che si è spenta quando la sua dolce compagna è morta.

Si guarda allo specchio, non una, ma due, tre volte.

Mentre Buffy e Dawn si stringono senza parole, Willow si fissa nello specchio, e sa già di aver preso una decisione. Giovedì mattina. Ore 9.30. “Fase uno e fase due” commenta Anya. “Cielo, è quasi divertente come allora. Dunque, sono pronta per la fase uno. La fase due...è uno scherzo. E’ la fase tre che mi spaventa. Cosa mi metto, per la fase tre?” Xander le si avvicina di spalle, la sfiora. Hanno accettato questo invito in coppia, quasi per gioco. E’ solo lui a sperare che si riveli qualcosa di più...od anche lei? Anya si gira, lo fissa, e lui si rende conto per l’ennesima volta di quanto lei sia splendida.

Anche se ora è un demone.

Xander ha le idee confuse. I confini del bene e del male, del giusto e dello sbagliato, cominciano a vacillare clamorosamente nella sua mente.

Lui ha già il costume pronto per la fase tre. E la scelta di Spike, al proposito, lo inquieta non poco.

“Sai già cosa metterti, Anya” le dice lui. “Spike ha preparato tutto, lo sai.”

“Non mi piace la sua scelta. Quel pullover bianco mi sta stretto” Xander tace. Non è ancora del tutto a suo agio con lei.

Anya gli fa scivolare la mano lungo il braccio. “Ma tu sarai perfetto, Xan”

Lui la fissa. E se lei avesse ragione? “Completamente matti” commenta Dawn, infilandosi a fatica nel vestitino blu scuro preparatole da Buffy per la fase uno. “Solo mia sorella e quel matto di Spike potevano ideare qualcosa di così bislacco”

Willow le sorride. E’ perfetta in un sobrio abito color bordeaux, con un capello a cloche in tinta sui bellissimi capelli rosso tiziano.

“Hai già il tuo costume per la fase tre?” le chiede Dawn, chiedendosi cosa diavolo abbia escogitato Spike per la sua dolce amica. Willow le sorride.

“Oh sì, Dawnie. E’ tutto pronto.”

“Andiamo, allora” sospira la ragazza. “Siamo già tremendamente in ritardo”

Carmilla si staglia sulla porta di Steve, fasciata in un Versace autentico. Capelli lunghi e lisci, occhiali da sole neri di Gucci...farebbe morire la Schiffer d’invidia.

“Solo per chiarire” dice la vampiressa al medico, elegantemente vestito in giacca e cravatta. “Sono con te solo per la fase uno. Per la fase due e tre starò con Willow...naturalmente”

“Naturalmente” sorride Steve, che ormai non si stupisce più di nulla. Le porge il braccio destro, e lei lo accetta con un sorriso. “Andiamo?” le dice, e si dirigono entrambi verso la sua automobile.

“Dobbiamo portarli noi?” Si lamenta la splendida ragazza dai corti capelli castani. Il suo compagno sbuffa, guardandosi intorno nella sala affollata dell’areoporto, assai più irritato di lei. Se l’irritazione facesse perdere l’anima.... “Noi, del resto, siamo attesi solo per la fase tre. Dico, ed è già tremendamente cheap, non trovi? Io, te, lei...Signor Giles!” grida la ragazza, sbracciandosi verso il compassato signore inglese che le si sta avvicinando. “Lei va anche alla fase uno,

vero? Porta le ragazze?”

“Solo una” risponde Rupert Giles, tendendo la mano ad una bellezza dai capelli scuri, per una volta sobriamente

abbigliata in un tailleur grigio.

“Ah...volevo ben vedere”

Il gruppetto di nuovi venuti si ricompatta. La maggior parte di loro non interverrà che nella fase tre. Fortunatamente.

Buffy è nella sua stanza, ed ancora una volta è indecisa tra un autentico Laura Ashley, ed un completino in stile

“mordimi sul collo”. L’ironia della scelta la fa sorridere. Prende infine un tailleur pantalone di sua madre, di stile italiano, color panna, e lo abbina a scarpe con il tacco alto.

Dawn fa capolino dalla porta.

“Sei pronta?”

Buffy si fissa nello specchio, annuisce.

Dawn le prende le mani tra le sue, la fissa.

“Sei bellissima” le dice, e scuote il capo, con il solo effetto di far splendere i suoi bellissimi capelli castani. “Sei più bella

che mai. Chi sai tu morirà di rabbia e gelosia”

“Shh” mormora Buffy. “L’idea è già abbastanza demente. Grazie a Dio, ho ancora parecchie ore prima della fase tre.

Tempo per farmene una ragione”

Dawn annuisce. La vendetta di Spike è semplicemente geniale. “Potresti sempre cambiare idea “ le sussurra Dawn.

“Nahhh!!!” ride Buffy, e raccoglie il bouquet di orchidee bianche.

Giovedì, ore 11.

“Demoni?” si chiede Buffy. “Check. Nessun demone” Si guarda nello specchio, e le si contrae lo stomaco. Ricorda bene quella stanza: i libri dell’Ascensione, il sindaco...

Il Sindaco è arrivato!

Tutti si riuniscono intorno al lungo tavolo. Buffy riesce a malapena a sollevare lo sguardo verso Spike. Lui indossa un vestito chiaro, ed è più sexy che mai. Il respiro le si blocca in gola.

Carmilla lascia il braccio di Steve per avvicinarsi a Willow. Le prende la mano nella propria, e Willow la fissa. Si sentono sempre più vicine. Carmilla, Millarca, Mircalla...non ha nulla a che vedere con Tara, è quanto di più diverso esista da Tara...eppure, le da’ qualcosa di buio e prezioso che non ha mai avuto prima, a cui ha anelato...

Anche se è infedele, e bisessuale.

Ma cosa importa, quando si ha l’eternità per amare?

Il Sindaco è una donna di mezza età e Buffy prega che non si trasformi in un verde serpentone.

Legge i nomi, e poi fissa i convenuti.

Buffy ascolta a mala pena la formula burocratica. Riesce solo a fissare le mani snelle, eleganti di Spike, intrecciate alle sue.Quasi non respira più. Non aveva mai pensato che questo potesse accadere. A lei. Alla Cacciatrice. “Fase uno terminata” commenta Dawn, soddisfatta, mentre Giles e Buffy si stringono senza parole, troppo commossi per parlare. “Non vedo l’ora che sia stasera”

Spike la prende in braccio, e lei lo stringe, felice. “Felice, sorellina?” le chiede.

Dawn nasconde il capo contro il suo collo. Non è mai stata più contenta. Le sembra quasi di sentire la presenza di sua madre. Oh, se solo Joyce fosse stata lì con loro...

Willow e Carmilla non riescono a stare lontane. La loro lunga attesa è quasi terminata. Steve le fissa da lontano. Sa benissimo che ciò che ha portato Carmilla nel suo letto è stato solo il gusto del suo sangue...ed una leggera emozione vissuta a fior di pelle. Ma che ciò che unisce Willow alla vampiressa è qualcosa di terribilmente più forte e cupo...

Rupert Giles si pulisce gli occhiali.

Quasi quasi, rimpiange quando era cieco.

“E’ tutta colpa tua” sta dicendo Buffy a Willow, dopo l’ennesima litigata con Spike. C’è un dettaglio sul quale lei ed il vampiro non sono proprio d’accordo...come al solito. “Se tu non avessi fatto quello stupido incantesimo, nulla di tutto ciò sarebbe accaduto! Ed invece...guarda! Che disastro!”

“Hai proprio ragione” sorride Willow. “E’ proprio colpa di un incantesimo. Siete ancora sotto la mia magia. Avete solo...perfezionato la tecnica” “Già ...già” ammette Buffy ridendo. “E guarda che non scherzavo! Non voglio quella canzone!”

“Vedi, non è stato difficile” dice Anya a Xander. “Un po’ di calma, un po’ di sangue freddo, e tutto si aggiusta! Se c’è

riuscito Spike...”

Xander la prende per la vita, la stringe a sé.

“Quanto sono stato idiota, Anya?” le chiede. Gli occhi di lei splendono. Si baciano proprio dove il Sindaco Wilkins aveva messo la buca del suo minigolf da camera.

 

Giovedì pomeriggio. Ore 16.

 

“E’ iniziata la fase 2” commenta Buffy “Ed adesso sono ufficialmente nervosa”

“Ferma lì” le dice Anya, e stringe il corsetto...ma non troppo. Buffy le sorride, e arrossisce. “Non ho più il giro vita di un tempo...e siamo solo al terzo mese”

Anya le sorride a sua volta. Questa fase due le piace ancora di più della prima. Il suo abito blu pervinca è splendido. La lunga gonna di satin, il top con sottili spalline, i capelli raccolti...Anya è più bella che mai. E Xander non riesce a starle

lontano...

Anche Willow indossa lo stesso tono di blu violetto, solo con maniche di voile. Dawn è deliziosa in una versione del

modello con spalline corte e rigonfie.

“Bianco” dice Buffy. “Non vi sembra...inappropriato?”

“Nessuno lo merita più di te, Buffy Anne Summers” le dice Willow, guardandola con dolcezza.

“Oggi niente demoni.” Dice Dawn. “Ma sui vampiri...non garantisco”

Ridono tutte.

“Di che culto è...voglio dire, il Pastore?”

“Ah...” risponde vaga Willow. “E’ un amico di Tara. E’ un culto animista, credo...o qualcosa del genere. Madre Natura, quel tipo di cose lì”

“Ma è legale?” si informa Dawn.

“Legalissimo” ammette Willow. “Così come in Comune, oggi”

“Oddio” Buffy si lascia cadere sulla sedia. “Comunque, Madre Natura non usa croci, vero?”

“Fermati...Spike. O non rispondo delle mie azioni” minaccia Rupert Giles. Per diavolo, perché mai si trova a fare da padrino ad un vampiro?! L’assurdità di tutta la vicenda lo lascia senza parole. Quello, e la felicità di Buffy.

Spike sbuffa, mentre Giles annoda il suo papillon nero. E’ splendido nel suo smoking nero. Sembra che non abbia mai

indossato altro. Giles capisce che è sempre quello che lo ha colpito del vampiro biondo. Non la battuta sempre pronta, non il sarcasmo sempre pronto a colpire.

Ma la sua innata eleganza. Il suo personalissimo essere al di sopra di mode e convenzioni. Persino al di sopra del suo

ruolo di vampiro cattivo. La sua stranissima, ma innegabile umanità.

“Oggi sono..:” comincia Rupert, indeciso su come continuare.

“Deluso?” gli chiede Spike, sollevando un sopracciglio.

“Soddisfatto” risponde l’osservatore.

I due uomini si sorridono in silenzio.

Buffy attende Giles ai piedi delle scale. Il piccolo palco è in giardino, appena fuori della porta di casa. Giles la fissa, con

un sorriso fiero. Oggi è suo padre...più che mai. Lei è bellissima in bianco. Vita ancora stretta, una discreta scollatura, una lunga gonna gonfia...ed il velo sui suoi splendidi capelli biondi.

“Se ci fosse Joyce...” le sussurra Giles. “C’è, ne sono sicura” gli risponde lei, tra le lacrime, e gli prende la mano.

Entrambi si avviano verso il pastore.

E’ il momento delle promesse reciproche.

“Sono William” comincia lui, nel silenzio generale. “Ed ho molto peccato. Solo Dio sa quanto...e quanto me ne pento. Ma il mio pentimento non può nulla. Ho creduto di non poter esser amato, per questo. Mi sbagliavo. Sono un uomo fortunato. Sono fortunato...di essere un uomo. E chi mi conosce sa cosa intendo...”

Buffy gli sorride, incoraggiante, anche se sente le gambe piegarsi.

“Sono arrivato in questa città per divertirmi...e per fare la mia terza conquista. L’ho vista una sera, al Bronze...e ho pensato che non avessi mai veduto prima nulla di più rifulgente. Volevo farla mia. Cielo, se mi ha fatto dannare...ma

alla fine ce l’ho fatta”. Spike si interrompe. “E solo lei sa quanto significhi per me. Buffy, sono tuo. Se c’è un motivo per cui ancora esisto...è questo. Essere tuo. Fino al mio ultimo momento”.

Buffy sorride. I suoi occhi sono lucidi.

“Sono Buffy Anne” comincia lei. “E la prima, ed anche la seconda cosa che ho pensato di lui è che fosse il più dannato, insopportabile bastardo che esistesse sulla faccia della terra. E che, fosse l’ultima cosa che facevo, l’avrei

eliminato...ed avrei eliminato quel suo maledetto sorriso dalla faccia. Non mi ha mai dato tregua. Ho dovuto cedergli in tutto. Quasi quasi scappo visto che sono ancora in tempo...”

Tutti ridono, ma Spike allunga una mano, le trattiene il polso. Lei sa che non può fuggire. Gli sorride.

“Ma non posso. Perché, per quanto bizzarro sia...lui è la mia vita

Il Pastore fa un cenno. Gli anelli sono scambiati.

“Lo sposo può baciare la sposa”

Spike prende Buffy per le spalle, prima che lei gli possa sfuggire di nuovo. Lei cede alla sua stretta, alle sue labbra, e per l’ennesima volta si chiede se non sia tutta colpa di quel maledetto incantesimo...

Anya e Xander ballano sulle note di “Wind beneath my wings”, la canzone scelta da Buffy per le sue nozze in un’assurda giornata di tre anni prima...beh, non più assurda della giornata odierna.

Carmilla, splendida in un lungo abito color granata, si stringe a Willow. Willow piange. “E’ tutto pronto?” le sussurra la vampiressa.

“Sì” dice Willow, soffocando un singhiozzo.

“Puoi ancora cambiare idea, se vuoi...”

“No” scuote il capo la ragazza. “Ormai, la decisione è presa” Dawn balla con Clem, troppo commossa per parlare.

Buffy invece balla con Spike, e sa che è sempre stata diretta qui... in questo posto, in questo momento, tra le sue braccia.

Ed al diavolo tutto il resto!

 

La Fase Tre. Giovedì, ore 22.

 

“A virgin state of mind” di K’s Choice suona al Bronze, e tutto sembra come sempre. Buio ed attraente. Pieno di

mistero.

La cacciatrice bionda si avvia verso la pista. Un top, una minigonna, stivali al ginocchio, capelli biondi sciolti sulle spalle. Buffy, anno zero.

La ragazza bruna, vestita di pelle nera, le si avvicina. Ballano insieme, sensualmente. E poi, si baciano. Una volta sola,

leggermente, sulle labbra.

“Lo sapevo che saresti venuta”

“Non potevo mancare, B.” le dice la cacciatrice bruna. “Ho avuto un permesso speciale. Buona condotta...”

Le due cacciatrici ridono. E’ bello, per una volta, dimenticare il passato.

Ballano ancora. Poi, un uomo vestito di pelle nera si avvicina a loro. Buffy balla con Xander. Xander divide le sue attenzioni tra Buffy e Faith. La tensione sale, ed il sangue bolle...

Anya, pullover bianco e look da brava ragazza, si avvicina a loro, e si porta via Xander. Finiranno la notte insieme, ed il mattino, finalmente, li vedrà ancora insieme... Buffy si ferma sui suoi passi quando lui le si avvicina sulla pista. Istintivamente, si porta una mano al collo, e stringe il

piccolo crocifisso d’argento che lui le ha donato...e che lei ha impresso per sempre sulla pelle liscia del suo petto.

Angel è più tenebroso che mai. Il cuore di Buffy si ferma. Non se lo ricordava così. Alto, vestito di velluto nero, una camicia di seta bianca contro la pelle d’alabastro.

“Non potevo mancare, Buffy” le dice lui. “Era tutto semplicemente troppo intrigante...”

Lei è senza parole. Si fissa la mano: la vera d’ora scintilla.

“E’ tutto come allora” dice Buffy “Ed insieme, non è mai stato così diverso

Angel annuisce. Capisce perfettamente come si sente, perché lui si sente nello stesso modo. Alle sue spalle, si materializza Cordelia. Alta, bellissima, elegante. E sua.

“Dio, Buffy, questo look è così datato...

Buffy continua a fissare Angel. E’ andato avanti, senza di lei. E lei...ha fatto altrettanto. Ed è tutto cos’ stranamente dolce. Angel la prende tra le braccia, e Cordelia non dice nulla. In silenzio, la ragazza si va a prendere Xander. Le può concedere almeno un ballo... “Non ti merita” sussurra Angel a Buffy, stringendola a sé, assaporando ancora un istante quel sentimento perduto...

“Nemmeno tu mi meritavi” dice lei. “Ma lui...ha avuto più costanza. E’ stato più forte”

Una voce li interrompe. Spike è lì, soprabito di pelle nera, e capelli platinati. E sorride. Al suo braccio, bella ed annoiata, Harmony.

“Amico” dice ad Angel, senza alzare la voce. Tende una mano, e Buffy, quasi a malincuore, la prende. Le loro vere d’oro splendono vicine.

Angel li guarda andare via. Non riesce proprio ad accettare che siano marito e moglie. Harmony corre in cerca di Cordelia per raccontarle gli ultimi pettegolezzi. E’ a malapena riuscita a perdonare Spike per il suo matrimonio con Buffy...ma la tentazione di tornare al Bronze al suo braccio, almeno per una volta, era semplicemente troppo forte.

Le coppie si ricompongono. Cordelia torna tra le braccia di Angel, e Xander tra quelle di Anya. Faith ed Harmony

cercano un compagno adeguato con il quale trascorrere la serata.

Buffy e Spike lasciano il Bronze a bordo della sua moto, la notte che li richiama come un’amante. Epilogo.

La folla del Bronze si allarga al passaggio delle due donne. Una bionda, una rossa. Willow si appoggia languidamente al braccio di Carmilla. Sono vestite tutte e due di pelle nera, e non riescono a lasciarsi. Anche se Willow è ancora

debolissima.

Ballano insieme, strette l’una all’altra. Willow chiude gli occhi, e sorride.

E non è più Willow.

Ma solo la forma immortale che il demone vampiro ha assunto. Ora, Willow ha l’eternità per conoscere il buio.

E per combattere per il bene, ora che la sua magia le ha procurato, comunque, un’anima. Un’anima che ha ancora sa piangere, come ha fatto prima, sulla tomba di Tara.

“Andiamo?” le dice Carmilla, in un sussurro. “Sei molto debole. Devi nutrirti”

Willow annuisce. Lancia un’ultima occhiata ai suoi amici, a Xander, ad Anya, a Giles. Ad Angel ed a Cordelia. Ripensa alle lacrime di Buffy, alla sua commozione, alla sua felicità. Allo sguardo che Buffy e Spike si sono lanciati prima di uscire di lì...lo sguardo intimo di due amanti, di due compagni. Ora, di due sposi.

Fuori dal Bronze, una limousine nera le attende. Le due vampiresse salgono a bordo, e l’autovettura riparte, a folla velocità.

 

FINE.