VIVERE INSIEME.
Autore:
rogiari2001 (rogiari@inwind.it)
E’ il seguito
delle fanfiction "…E ritorno da te" e "Vi presento
Carmilla".
Dedicato a :
Buffy e Spike, ma anche agli altri Scoobies
Sommario: Tre
anni e mezzo dopo gli eventi delle precedenti fanfiction. Spike e Buffy sono
una famiglia, ma – come ovvio a Sunnydale – non tutto fila liscio...
Spoilers: per gli
italiani, da "The Body" fino alla fine della sesta stagione. Spoilers
per il gran finale della sesta stagione, e per l’inizio della settima.
Disclaimer: non è
mio. In nulla. Tutto di Joss, e della Mutant Enemy. E del Berlusca, se l’ha
comprato…
Feedback: per
favore, sì!!! Mi piace avere risposte oneste.
Distribuzione:
ovunque, basta chiedere.
Rating: Vietato
ai minori di quattordici anni, per stare sicuri…
1.
I problemi di ogni
madre.
La giornata era
cominciata orribilmente, per Buffy. Gli eventi della sera prima la tormentavano
ancora, ed a nulla erano valse le rassicurazioni del marito. Mentre si avviava
verso l’entrata della scuola materna, le sembrava di sentire tutti gli
sguardi delle altre madri e delle insegnanti su di sé.
La mano stretta a
quella della sua creatura, attraversò l’atrio e si diresse verso il suo
armadietto. Sopra, vi era scritto il nome della bimba in vivaci colori, Sabrina,
accanto ad un’immagine da lei stessa disegnata del suo simbolo, una farfalla
multicolore.
Buffy cominciò a
togliere il maglioncino alla sua bimba, ed a cambiarle le scarpette. Si chinò
alla sua altezza, e le accarezzò i morbidi capelli biondo cenere.
"Sarai
buona, oggi, Bree?" le chiese, sfiorandole una morbida gota.
La bambina annuì,
gli occhioni blu, grandi ed intensi, nei suoi, la testa appena un po’ reclinata
per osservarla meglio, in quel gesto così suo da commuoverla ogni volta.
"Io sono
sempre buona, mamma" sbuffò la piccola.
"Già...quello
che è successo ieri sera, non deve mai più capitare" le disse Buffy,
severamente.
"Ma..."
"Mai
più!"
La bambina pensò
fosse meglio tacere. Umiliata, corse via verso la mano tesa della sua maestra.
"Signora
Summers" la voce dal di dietro stupì Buffy, che si girò a fatica, ancora
dispiaciuta per aver sgridato la sua bambina. Il peggio, però, doveva ancora
arrivare.
"Sono certa
che ha convinto la bambina della necessità di non fare mai più...quanto è
successo ieri, alla recita di fine anno"
"Sì"
facendosi piccola, Buffy fissò di sottecchi la direttrice. "mi ha promesso
che non capiterà mai più"
"Bene"
l’espressione della donna si addolcì. "Noi capiamo tutte le differenze, le
diversità di cultura, di razza, di religione...eccetera. E sappiamo bene che il
padre della bambina è un..."
"Inglese!"
la interruppe Buffy, imbarazzatissima. "E si comporta da...inglese"
"Già."
Ammette la direttrice. "Proprio quello che volevo dire. Insomma, non so
come si usi in Europa...ma nella mia scuola i bambini non mordono a sangue
i compagni di classe. In nessuna occasione"
(Non era mai
stata al liceo di Sunnydale, evidentemente, pensò Buffy).
"Non
capiterà più, signora Summers. Non è vero?"
Buffy annuì,
ancora troppo umiliata per parlare.
Tornata a casa,
sempre di pessimo umore, ed in ritardo per il suo lavoro, trovò un’altra
pessima sorpresa.
Davanti alla
porta di casa, munito di armi e bagagli, stava un demone Mashick, di due metri
di altezza e con tre corna sul capo.
"E’
qui..." cominciò il demone, imbarazzato, consultando un bigliettino da
visita dagli orli consunti. "La Sunnyhell Agency?"
Buffy sollevò lo
sguardo al cielo.
"SPIIIKE!!!"
gridò, oltrepassando a fatica l’ingombrante demone, e cercando di tuffarsi
velocemente verso le chiavi della macchina.
"Non
urlare" le disse invece Dawn, una maschera di bellezza sul volto, a
coprire i bei lineamenti. Buffy era sempre più stupita della bellezza della
sorella...e delle assidue cure alla stessa dedicate. Ormai, Dawn aveva diciotto
anni, ed era la reginetta della scuola. Ma non per questo era diventata in casa
meno pretenziosa e rompiscatole. "Lo stress mi fa venire le rughe. E
stasera c’è il ballo di fine corso...non so se ci siamo spiegate"
Buffy sbuffò di
nuovo. I trecento dollari che l’abito della ragazza era costato le pesavano
ancora sulla coscienza. Sebbene la sua famiglia non avesse propriamente
problemi economici, Buffy aveva le idee molto chiare circa il costo della vita.
Aveva da tempo abbandonato il suo lavoro al Doublemeat Palace, ed anche quello
nell’agenzia di assicurazioni, ma il suo attuale impiego nella polizia di
Sunnydale - anche se assai gratificante – non era meravigliosamente pagato.
Grazie a Dio, la professione di Spike aveva assai ingranato...anche se tutti in
famiglia cercavano di ignorarla.
Ma non si poteva
ignorare un demone Mashick di due metri di altezza accampato sulla soglia di
casa e appena giunto da una dimensione infernale.
Spike arrivò
dalla cantina, dove stava aggiustando la sua moto. La de Soto era parcheggiata
lì in garage, accanto alla nuova Suv che Buffy si era comprata da che era stata
assunta dalla polizia della contea. Aveva ancora delle macchie di grasso sul
volto, ma sorrideva con il suo consueto fascino, tutto rivolto al suo cliente.
"Queste sono
le regole" gli stava spiegando "Qui ci sono i documenti, la carta
verde, il permesso sanitario...ed il passaporto se vuoi andare in Messico. Un
permesso di lavoro, invece, se vuoi restare. In questo libretto, trovi la lista
di tutti i reati che non puoi commettere se resti qui a Sunnyhell. Se
trasgredisci, te la vedrai con mia moglie...la cacciatrice"
"Spike...devo
dirti una cosa" gli sussurrò Buffy, lottando per attirare la sua
attenzione da dietro la mole gigantesca del demone.
"Aspetta un
attimo, amico. La mia signora deve parlarmi"
Spike prese Buffy
per un braccio, e la trascinò in cucina. Buffy gli tolse una macchia di grasso
dal viso, e Spike le baciò la mano, con devozione.
"Ho parlato
con Bree. Mi ha promesso che non lo farà più"
Il volto di Spike
si incupì. "Non hai idea quanto mi dispiaccia...che debba sentirsi in
colpa per qualcosa che, semplicemente, fa parte della sua natura. Povera bimba
mia"
"Spike, è il
prezzo che deve pagare. Per essere figlia nostra"
Ne erano entrambi
consapevoli. La bambina era deliziosa: bella, affettuosa, intelligente. Ma la
sua dieta non era completa se non comprendeva anche del sangue. Grazie a
Dio, non assumeva il volto della caccia, ma fin da piccolissima aveva gradito
qualche decilitro di A negativo nel biberon. Per quanto fosse assurdo, era la
loro bambina, e la adoravano. Ma come spiegarlo al resto del mondo?
Con il tempo, quella era la loro speranza, avrebbe capito, ed avrebbe finto con
gli altri bambini di essere come loro. Resisteva al sole, anche se non avrebbe
mai preso la tintarella, e mangiava come tutti. Cresceva bella e sana, e non
era mai stata malata. Il suo pediatra diceva che era un miracolo, ma loro
conoscevano bene la verità.
Era un ibrido.
E mai nessun
altro al mondo era stato come lei.
2.
Mai dire mai.
Il ragazzo alto,
dai capelli biondo scuri, osservava la festa da lontano, con le palpebre
abbassate sui suoi occhi azzurro ghiaccio. Sua madre gli aveva spiegato
chi doveva cercare. Il suo istinto aveva portato il suo sguardo su di lei in un
secondo.
Dawn era
meravigliosa. Il corpo sinuoso avvolto in un abito da sera scollato in taffettà
viola, i bellissimi capelli bruni e lucenti sciolti sulla schiena, fino alla
vita, era davvero la regina della festa. Il suo cavaliere la stringeva rapito.
Sperava che quella notte lei gli dicesse sì.
Il giovane Peter,
il cavaliere di Dawn, pensò di essere sulla strada giusta quando la ragazza
acconsentì ad uscire in giardino con lui. Quando lei si lasciò baciare la
bocca, aprendo le labbra per accoglierlo meglio, osò la sua mossa.
"Ho preso
una stanza all’Holiday Inn, sull’autostrada. Lo so, non è molto romantico, ma
non c’è di meglio, da queste parti..."
Dawn lo fissò.
Amava Peter da due anni, e quando lui si era finalmente accorto di lei,
l’estate passata, si era sentita al settimo cielo. Poi, c’erano state delle
incomprensioni, lui era uscito con un’altra ragazza, e lei aveva avuto delle
avventure. Ma da un paio di mesi si erano ritrovati.
Ora, lui le stava
chiedendo di essere sua in tutti i sensi. Ne aveva l’età, dopotutto:
Buffy aveva avuto Angel a soli diciassette anni. Dawn aveva scelto, fino ad
allora, di rinviare la propria prima volta ad un momento memorabile, ed
ora quel momento sembrava arrivato. Mentre le labbra di Peter si avventuravano
sul suo collo, lei si distrasse, involontariamente. Il suo sguardo scivolò
lontano, sulla figura di un ragazzo appoggiato negligentemente ad un’auto
scura. Un ragazzo dagli occhi di ghiaccio, che la stava fissando.
Dawn rabbrividì.
Conosceva bene il significato di quello sguardo.
"Peter"
sussurrò. "Vai dentro. Portami qualcosa da bere"
"Eh?"
replicò il suo cavaliere, seccato. "Non ti va quello che stiamo
facendo?"
"Ascoltami...ho
proprio sete!"
Dawn lo spinse
via da sé. Peter non poteva assistere a quanto stava per accadere.
Peter si
allontanò a malincuore, chiedendosi se non fosse stato meglio invitare Kelly a
quel ballo. Per quanto fosse bellissima, Dawn era sempre stata una ragazza
piuttosto strana...
Non appena fu
sola, Dawn si avvicinò allo sconosciuto, l’abito di taffettà che frusciava
morbidamente contro l’erba. Lui abbassò lo sguardo, e lei si sentì rabbrividire
sotto quello sguardo di ghiaccio.
"Vai
via" gli disse Dawn. "Chiunque tu sia. Non c’è nulla per te, in
questa città...se non morte e distruzione."
"Chi
sei...la cacciatrice?" rise il ragazzo.
"No"
replicò lei. "Sono sua sorella." con un gesto rapido, Dawn cacciò
fuori dalla sua borsetta un appuntito paletto. "Ma so usare anch’io questo
tipo di gingilli. E non ho paura"
"Non cerco
né morte, né distruzione. E non sono un vampiro" commentò il ragazzo.
"Strano,
perché nei hai tutta l’aria. E, credimi, io me ne intendo"
"Non faccio
fatica a crederlo" rise il ragazzo. "Ma ti posso garantire che non
sono un vampiro. Non del tutto, almeno"
Prima che potesse
reagire, Dawn sentì che lui aveva tuffato la sua testa sul suo collo. Le labbra
del ragazzo la accarezzarono sensualmente, e mentre le dita di lei si
stringevano convulse intorno al paletto, lui affondò i denti nella sua pelle.
La sensazione era
troppo dolce. Dawn sentì che le gambe le si piegavano, e gli occhi le si
chiudevano. Sembrava un bacio, solo che era mille volte più intenso, mille
volte più rapinoso...
Quando riaprì gli
occhi, lui le sorrideva. Il suo volto era umano, bello, liscio. L’aveva morsa
senza trasformarsi. E si era fermato.
"Volevo
assaggiarti" le disse il ragazzo, sorridendo.
Lei lo
schiaffeggiò, irata.
Lo fissò andar
via, e quando Peter tornò con una diet coke, il ragazzo capì che, quella notte,
con lei non avrebbe combinato nulla.
3.
Qualche risposta.
Immusonita ed
infreddolita, Dawn tornò a casa. Spike la stava attendendo, facendo finta di
guardare un vecchio film in bianco e nero alla TV. Lei sorrise tra sé e sé,
come sempre commossa per la sua sollecitudine. Spike era stato negli ultimi
cinque anni molto più un padre per Dawn di quanto lo fosse mai stato Hank
Summers.
Al vampiro non
sfuggì il segno che Dawn aveva sul collo. Spike riconosceva a fiuto un morso da
un segno d’amore. Anche se, in questo caso, il livido sembrava qualcosa di
intermedio tra i due...
"Vampiri?"
le chiese. "Polverizzati, mi auguro. Immagino di sì, visto che sei
qui...tutta intera"
"E‘
stranissimo" gli rispose Dawn, sedendosi sul divano ed allargando la gonna
viola e lucente attorno a sé. "Mi ha morsa uno sconosciuto...un tipo
attraente, in modo fastidioso...credevo fosse un vampiro, ma non aveva il viso
della caccia quando mi ha succhiato il sangue."
Spike la fissò
con interesse. "Questo è strano"
"Qualche
vampiro non si trasforma. Carmilla, per esempio...ed anche Bree"
"Tua nipote
non è un vampiro"
"Beh...in
parte lo è. La parte di Spike..."
Dawn sorrise,
cercando di rabbonire il suo amico e cognato. Spike sospirò. "Carmilla e
Dracula appartengono ad un’antichissima razza, e così pure Boris. Ma ce ne sono
assai pochi di loro al mondo. Quanto agli ibridi...beh, a parte Bree,
naturalmente, c’è solo..."
"Connor"
intervenne la voce di Buffy dalle scale. La giovane donna portava la sua
piccola addormentata tra le braccia, ed era bella come una madonna. "Il
figlio di Angel."
Dawn la fissò.
"Cielo, come ho fatto a non pensarci! Il figlio di Angel! Era lui! Gli
assomigliava persino...anche se aveva i capelli più chiari, quasi biondi, e gli
occhi azzurri..."
"L’eredità
di Darla" commentò Spike tra i denti "Riposi in pace".
"Perché
diavolo si è presentato qui a Sunnydale? E perché..."
"Ti ha
aggredita?" intervenne Buffy, preoccupata.
"No"
ammise Dawn. "Non mi ha aggredita...avrei potuto fuggire in qualunque
momento. Ed avrei potuto polverizzarlo...od ucciderlo. Ha detto che voleva assaggiarmi"
"Perché
tutto ciò sa terribilmente di dejà – vu?" chiese Spike, esasperato.
Tendendo le braccia, prese la sua piccola dalla moglie e se la strinse al
petto. La bambina fece nel sonno un piccolo suono soddisfatto. Anche se aveva i
colori del padre, era bella come sua madre. "Il ritorno di Soul Boy Jr.
Dawn, stai attenta"
"Lui non ha
un’anima da perdere" rise la ragazza.
"Mai dire
mai" commentò Buffy. "Anche se non credo che la nostra vita possa
diventare più assurda di quanto già non sia."
Come al solito,
si sbagliava.
4. Notti di
Sunnydale.
Buffy giaceva nel
suo letto, a pancia in giù, ancora sveglia. Accanto a lei, Spike stava
in silenzio, con gli occhi spalancati nel buio. Il caldo della tarda primavera
invadeva la stanza.
"Non riesci
a dormire?" le chiese il vampiro, senza muovere neppure un muscolo.
"No"
replicò Buffy. "Sono sempre irrequieta. Nelle notti..."
"...in cui
non vai di pattuglia" concluse lui.
"Già"
commentò la moglie. Si girò su di un fianco, e lo fissò nel buio. "Non
credere che non sia contenta della mia promozione. Quando mi sono laureata, a
Natale, ho pregustato il mio nuovo titolo di Ispettore capo e l’aumento di
stipendio. Ma..."
"Ti manca
andare di pattuglia"
"Già.
Steward dice che un ispettore capo non può fare solo i turni di notte. E
così, mi devo limitare a tre sere a settimana..."
"Su,
forza" le disse Spike, alzandosi. "Prendi i paletti, ed andiamo a
farci un giro. Sono stufo anch’io di star qui."
Buffy lo fissò
con un sorriso. Spike sapeva bene come farla contenta.
"E...Bree?"
"C’è Dawn.
Dannazione, ha diciotto anni, non sette!"
Buffy represse
ogni sentimento di colpa. Bree era al sicuro nel suo lettino, e se voleva bere
un po’ d’acqua od andare in bagno, Dawn avrebbe potuto badare a lei. I due
sposi si vestirono in fretta, un top ed un paio di jeans per lei, il solito
completo nero per lui. Scivolarono fuori dalla grondaia, con sorrisini
colpevoli.
Quando furono
all’aperto, si sentirono entrambi meglio. Come Spike le aveva detto più volte,
erano entrambi due creature della notte. Abitudini e sentimenti non
cancellavano questo semplice fatto.
Camminarono con
passo spedito, diretti verso il Restfield, il più grande dei cimiteri di
Sunnydale. Non c’era un’anima in giro...letteralmente.
"A cosa pensi?"
chiese Buffy al marito, vedendolo pensieroso.
"Ad una
notte di molti anni fa...sei, anzi, sette anni fa." Spike le sorrise.
"Vidi una giovane dama in crinolina...mi chiedeva aiuto contro il mostro
cattivo. Come potevo deluderla?"
Buffy colpì il
marito sul petto, e lui rise.
"Sei tu il mostro...come
puoi rievocare simili, imbarazzanti momenti?"
"Eri
bellissima" le disse Spike, spassionatamente. "Conoscevo bene il tuo
corpo. Ti avevo osservato a lungo sui video che avevo fatto registrare, a tua
insaputa...sapevo come combattevi, come respiravi. Ma, quella notte, era
tutta un’altra storia. Potevi essere mia ...nell’unico modo che
concepivo allora"
"Ohhhh,
signore...." lo prese in giro lei. "Mi sono perduta. Ed omaccioni con
le zanne mi danno la caccia...mi aiuti, signore...."
Spike la prese
tra le braccia, e la sistemò sul muretto che costeggiava il cimitero.
Buffy chinò il
capo, osservandolo da sotto le lunghe ciglia, e lasciando che i fini capelli
biondi le scivolassero su di una spalla.
"Sono qui
per te, Madame. Per darti tutto quello che ho"
"Mi farete
del male, signore?" gli chiese lei, sbattendo gli occhioni ingenui.
"Neanche un
po’, mia signora. Sarà lento...e molto piacevole"
"Spike..."sussurrò
lei, quando lui si chinò a baciarla. La lingua di lui invase la sua bocca, con
un tocco squisitamente erotico. Lo conosceva abbastanza per sapere cosa
significava.
"Sì..."
mormorò, tra un bacio e l’altro. Non era la prima volta che lo facevano in un
cimitero. E non sarebbe stata certo nemmeno l’ultima. Semplicemente, era la
loro vita.
"Voglio
prenderti. Qui" le sussurrò lui.
" Dove ? "
rise lei.
"Qui"
ribatté lui, lasciandole scivolare una mano tra le cosce.
Buffy non capì
più niente. Le sue mani volarono alla cintura dei Levi’s neri di lui, e la sua
bocca sul suo collo, dietro l’orecchio, dove sapeva che a lui piaceva essere
mordicchiato...e poi...
"Capo!"
urlò una voce stridula. "Quest’uomo vi sta importunando?!"
Buffy sarebbe
voluta morire. Subito. Lì.
Invece si voltò,
piano, le dita ancora intrecciate alla fibbia della cintura di pelle di Spike.
"Ahem...sergente
Taylor" mormorò, riconoscendo il suo giovane sostituto.
"La signora
è Ispettore Capo" comunicò il ragazzo in uniforme a Spike, che lo
osservava divertito, incurante dell’imbarazzo di Buffy. "La lasci andare
immediatamente! Questo è oltraggio a pubblico ufficiale!"
"Ehm...Taylor"
mormorò Buffy. "Si dà il caso che a me piaccia essere oltraggiata...voglio
dire, quest’uomo è mio marito"
Il giovane
Taylor, vent’anni appena, divenne di tutti i colori.
"Io non
posso..."
"...crederci?"
concluse per lui Spike, sollevando un sopracciglio. "Ecco la fede"
gli disse, tendendo la mano. "La signora...è la mia signora"
"Già"
ammise con un sorriso Buffy, diventando altrettanto rossa. "Da quasi
quattro anni, ormai"
"Io..."
il giovane indietreggiò. "Mi spiace, Capo! Sono mortificato!"
I due sposi lo
guardarono allontanarsi a passo ben spedito. E scoppiarono a ridere.
"Ha rovinato
l’atmosfera" si lamentò Buffy.
"Per
niente" sorrise Spike, ormai lanciato. "Andiamo nella mia
cripta"
Lei annuì, subito
convinta. Spike teneva la sua vecchia cripta come indebita garçonnière per i
loro momenti di solitudine, lontano da amici, figli e parenti, e se questo a
chiunque altro sarebbe parso assurdo e macabro, per loro andava benissimo.
In fondo, erano
sempre il Vampiro e la sua Cacciatrice.
Due autentiche
creature della notte.
"Non ti
libererai mai di me" le disse dopo lui, avvinto a lei nel più
intimo dei modi.
"Lo so"
sorrise Buffy, accarezzando il suo volto elegante soffuso dalla luce delle
candele e stringendolo a sé per non perderlo...neanche per un istante. "Lo
so".
5. La consegna
dei diplomi.
Dawn fissò Peter
con cipiglio. La toga blu elettrico le stava d’incanto.
"Non ho
detto che è finita."
"Non è
nemmeno cominciata, Dawnie" si lamentò lui. "Mi hai lasciato solo
tutta la festa, l’altra notte, al ballo. Ti hanno vista baciarti con un altro.
Ho fatto la figura del fesso"
"Non ho
baciato un altro" insistette lei.
"Ti ha
baciato sul collo. Katie Dewkins ti ha visto benissimo"
"Ha visto
male. Era una bacio sulla guancia, perché lui è....è....una specie di
cugino."
"Non ti
credo"
"Devi
credermi"
"Dawn,
lasciamoci"
Dawn cominciò a
pensare di averne a basta di Peter e delle sue insicurezze. D’accordo, non era
riuscito a portarla a letto al ballo di fine corso...e allora? Era solo
orgoglio ferito, il suo?
Del resto, Dawn
non aveva nemmeno rivisto Connor, e non voleva pensarci.
Se solo volere
fosse potere...
Al diavolo gli
uomini!
"Comincia la
premiazione" gli disse freddamente, e Peter capì che era finita. Anche se
lei non l’avrebbe mai ammesso.
Spike e Buffy
stavano nella folla dei genitori, felici ed orgogliosi. Spike aveva addirittura
indossato giacca e cravatta, in suo onore, e teneva in braccio Bree, bellissima
in un abitino di pizzo bianco, con i capelli biondi chiaro raccolti in due
adorabili codini. Xander, Anya e Clem sedevano proprio dietro di loro. C’erano
tutti. Mancava solo Giles, sempre in Inghilterra, e Willow.
Ma nessuno
parlava molto più di lei, adesso. Anche se era arrivato un magnifico gioiello
in dono per Dawn, dalla Cina. "Alla chiave di molti portali..." c’era
scritto nel biglietto, e Dawn ne era stata contenta. Anche se Willow le
mancava. Per non parlare di Tara. Oh, come le mancava Tara...
Le parole di
commiato del preside non la commossero nemmeno un po’, ma vedere l’ombra di una
lacrima negli occhi di suo cognato, sì. Dawn non aveva bisogno di conferme
circa l’amore autentico che Spike, da sempre, provava per lei...ma questa sua
inconsueta reazione la commosse comunque.
Dopo la
cerimonia, si riunirono tutti in casa Summers per una festicciola, e mentre
Bree volteggiava in giardino, Buffy iniziò un brindisi in onore della sua
neodiplomata sorella.
"Alla mia
cara Dawn...che è riuscita a diplomarsi senza dover nel mentre distruggere la
scuola..come invece abbiamo fatto noi!"
Tutti risero, e
lo champagne californiano corse a fiumi.
Xander ed Anya
erano tenerissimi insieme...anche se da più di tre anni non stavano più
insieme. La loro breve riconciliazione dopo il matrimonio di Buffy e Spike non
era resistita fino al Natale successivo. Ora, però, erano se non altro amici. E
questo era già qualcosa.
Xander aveva
convissuto per un paio di anni con una ragazza di Pasadena, Carol, ma ora anche
quella storia era finita. Quanto ad Anya, aveva ricomprato il negozio di magia
da coloro ai quali l’aveva venduto, e non sembrava necessitasse altro al mondo
per essere..Anya. Senza peli sulla lingua, sincera, decisa. Dawn invidiava
molto la sua sicurezza.
"Cosa
c’è?" chiese Anya a Dawn, mentre tutti mangiavano e ridevano in salotto.
Mancavano solo Spike e Clem, usciti per comprare dell’altra birra. "Ti
manca già la scuola? Non era forse il tuo ragazzo, quello che parlava con te
alla cerimonia di consegna dei diplomi?"
"Credo che
ci siamo lasciati" disse Dawn, togliendosi la pesante toga. "Non ha
molto gradito l’improvvisa incursione di Connor al ballo di fine corso"
"Connor?"
si stupì Anya. "Il figlio di Angel?"
"Già. Perché
sia venuto a cercarmi, è un mistero"
"Vorrà
piacerti" le sorrise Anya. "Sei estremamente graziosa"
"Non più di
migliaia di altre ragazze a Los Angeles"
"Questo è
vero" ammise Anya, molto concretamente. "Ma tu sei speciale almeno
quanto lui"
"Vorrà
aprire qualche portale?" si inquietò Dawn.
"Non
credo....aspetta...si chiama così, adesso?"
Dawn la fissò
senza capire. Per i primi cinque secondi. E poi si strozzò con lo champagne.
"Anya..."
la ammonì, ridendo.
"Che c’è?
Sempre che vi scandalizzate, in questa casa...."
Dawn stava ancora
ridendo, quando qualcosa di piuttosto inatteso accadde....e la trama della
realtà improvvisamente si infranse.
6. Esperimenti.
"Ritorno,
intorno, ritorno" intonò la voce della strega. I suoi grandi occhi azzurri
si accesero di malizia. Le parole in italiano dell’antico incantesimo fluttuavano
intorno a lei, consolidandosi in fumo azzurrino. "Ritorno, intorno,
ritorno. Punisci i malvagi, premia i savi. Ritorno, intorno, ritorno. Tutto
com’era. Ritorno, intorno, ritorno"
Le sue parole
rimbalzarono contro le pareti interdimensionali.
Soddisfatta, la
strega chiuse gli occhi e sorrise.
La vendetta
sarebbe stata quanto mai dolce.
"Ecco,
adesso mi sveglio" pensò Buffy.
E, pouf, si
svegliò per davvero.
Anche se tutti
intorno a lei dormivano.
Si sentiva come
la bella addormentata nel bosco. Che buffa sensazione.
Sapeva bene
dov’era. Sunnydale, 1997. Era nella casa che sua madre aveva appena comprato, e
dove si erano trasferite da pochi giorni, dopo la loro fallimentare esperienza
a Los Angeles ed alla Emery High. Domani, sarebbe stato il suo primo giorno
nella sua nuova scuola.
"Mamma?"
chiamò. Joyce non rispose. Buffy uscì dal bagno: doveva aver avuto un malore,
ed essere svenuta. Solo così si spiegava quella strana sensazione. Prima di
chiudere la porta, lanciò un’occhiata allo specchio. Era una sedicenne,
dopotutto: come poteva resistere alla sirena della sua stessa effige in uno
specchio?
Buffy ebbe il suo
primo choc della serata.
Il viso ritratto
nello specchio non era il suo.
Ovverosia, non
era in alcun modo il suo volto di sedicenne.
Cielo, ne
dimostrava almeno venti di anni.
Forse di più.
Al suo grido,
risposero dei rumori confusi dal salotto.
"Mamma!"
urlò Buffy. La cercò di stanza in stanza. Non la trovò.
Scese al piano
terra. C’era un sacco di gente, distesa per terra, sul divano. Si stavano
svegliando, e sembravano confusi quanto lei.
"Mamma!"
gridò Buffy, sempre più disperata. Sapeva, sentiva che qualcosa stava andando
orribilmente storto.
Una bambina di
tre anni circa le si avvicinò correndo, e le si buttò nelle braccia.
Buffy, confusa,
la strinse a sé.
"Mamma!"
ripeté la bambina, con la sua vocina chiara.
"Qualcuno di
voi conosce Joyce Summers?" chiese Buffy, sempre più esterrefatta.
Nessuno le
rispose.
"Scusa...ahem,
chi sei? Voglio dire, dove siamo?"
Buffy fissò
l’uomo che aveva parlato. Sembrava sulla trentina, anche se forse era più
giovane, ed era attraente, bruno e con begli occhi scuri. Alla mano non portava
fedi.
"Io sono
Buffy" rispose. "E tu? Perché sei in casa mia? Dov’è mia madre?"
"Sono
Xander, Xander Harris" rispose lui "E vado al liceo di
Sunnydale!"
"Anch’io
vado al liceo di Sunnydale" rispose Buffy, sollevata. "Beh, a dire il
vero comincio domani"
"Anch’io!"
si intromise una ragazza carina, con capelli castani e molto snella.
"Ciao! Sono Anya Jenkins!"
"Perché siete
a casa mia...Anya? Xander?"
Si fissarono.
Nessuno di loro aveva una risposta. Poco lontano da loro si stava risvegliando
una ragazza assai più giovane di loro, con lunghissimi capelli castani.
"E tu chi
sei?" la fissò Buffy, con aria critica. "Mi sembri una fisionomia
familiare!"
La ragazza si
toccò il capo, cercando di schiarirsi le idee.
"Che sia
dannata, se lo so" rispose, sollevando un paio di stupendi occhi azzurri
su di loro. "Buio totale"
"Andiamo"
rispose Buffy, con tono leggero. "Tra poco, mia madre tornerà dalla
galleria, e tutto si sistemerà. Ci sarà una qualche spiegazione logica,
vedrete. E poi, siamo a Sunnydale, California, 1997"
Tutti annuirono.
E poi si
voltarono verso la parete centrale, dove stava affisso un calendario con la
foto della bimba, quella che Buffy ancora teneva tra le braccia.
"Sabrina", c’era scritto sopra la data. La data!
Maggio 2005.
"Fermi
tutti" esclamò Buffy. "Calma e sangue freddo. Io ho sedici anni...ed
è marzo del 1997"
"E..quel
calendario?" intervenne la brunetta dai capelli lunghi. "E poi,
andiamo, non dimostri affatto sedici anni. Neppure io dimostro sedici
anni!"
"Qualcosa di
decisamente strano sta accadendo!" esclamò l’uomo che aveva affermato di
chiamarsi Xander.
Tutte si girarono
e lo fissarono in silenzio.
"Parrebbe,
eh?" minimizzò l’uomo, improvvisamente imbarazzato.
"Documenti"
suggerì la ragazza di nome Anya "E perché poi tutto ciò mi sembra così
stranamente familiare? Come se ci fosse già successo!"
"Buona
idea" Buffy posò la bimba a terra, e corse verso la sua giacca, appesa
come al solito accanto alla porta d’entrata. Beh, almeno questo non era
cambiato.
Solo che accanto
alla sua giacca c’era uno spolverino lungo di pelle nera. Ne annusò l’odore, di
pelle conciata e sigaretta, e se ne sentì stranamente confortata.
"Di chi sarà
questo spolverino?" chiese.
"Probabilmente
è mio" rispose Xander.
Intanto, Buffy
stava osservando i suoi documenti. C’era la sua foto su una tessera della
polizia di Sunnydale. "Buffy Summers – Ispettore Capo. Stato Civile: coniugata"
"Eh?"
esclamò stranita. "Sono sposata? Ed ispettore capo di polizia? Ah, e
scommetto che la bimba è mia!"
"Mamma!"
commentò la bambina, stringendosi contro di lei.
"Dunque,
abbiamo tutti perso la memoria...o meglio, crediamo di essere sedicenni, e di
essere ancora nel 1997. Invece, siamo nel 2005, e la nostra amica qui....con i
capelli lunghi...addirittura non ricorda nemmeno il nome"
Tutti tacquero.
La ricostruzione sembrava perfetta.
"Credo che
la bimba sia mia" continuò Buffy. "Me la sento tale. E so che si
chiama Sabrina..c’è scritto sul calendario. E’ poi probabile che tu sia mio
marito, Xander"
"Beh"
sorrise il giovane uomo "Non mi dispiacerebbe affatto"
"Ehy!"
intervenne la ragazza di nome Anya "Perché non potrebbe essere mio
marito?"
"Tu non hai
la fede" intervenne la smemorata dai capelli lunghi. "Buffy, sì"
"C’è anche
un’altra cosa che so" commentò Buffy, che ora si sentiva meno confusa.
"Forse voi non lo ricordate, perché sembra che non mi conosciate. Ma
io..."
Lasciò vagare lo
sguardo su di loro, fece una pausa ad effetto.
"….Sono una
cacciatrice di vampiri!"
7. Incontri.
Spike si
risvegliò a due passi dal cimitero, in una sera d’estate, in un clima caldo e
temperato.
E capì che, per
quanto gli sembrasse assurdo, non era più a Praga.
Stati Uniti,
tutto gli diceva. Forse qualche stato del Sud, Texas o California.
Chissà dove si
era ficcata Dru. Era ancora molto debole, non doveva nutrirsi da sola!
Accanto a lui,
stava svegliandosi anche un demone dalla pelle raggrinzita.
"Ehi, amico,
che intenzioni hai?" gli chiese Spike.
"Nessuna,
vampiro" rispose gentilmente il demone. "Stavo badando ai fatti miei,
quando mi è girata la testa, e sono caduto. Ed ora non ricordo nulla. Comunque,
sono Clem"
"Ed io,
Spike" rispose il vampiro. "E che buco di paese è questo qui?"
"Sunnydale,
California"
"E come
diavolo ci sono arrivato?" si chiese Spike. Cercò nelle tasche dello
spolverino le sue Marlboro, e si accorse...che non aveva più lo spolverino.
Dove diamine l’aveva lasciato?
Si sentiva
orfano, senza lo spolverino. E stranamente incompleto. Come se l’avesse
lasciato...a casa.
Assurdo, lui non
aveva casa. Era una randagia creatura della notte...un malvagio vampiro.
Cavolo, la testa girava anche a lui..
"Beh, ci
vediamo" disse al demone, e barcollò verso il cimitero. Aveva fame, e
doveva nutrirsi.
L’istinto, però,
lo portava di più verso un bell’hamburger al sangue che verso un qualche umano
da sgozzare. Strana cosa, l’istinto.
"Spike"
disse una voce alle sue spalle. Una voce lontana, quasi dimenticata. Eppure
stranamente familiare.
Lui si voltò. E
poi sorrise. Finalmente i conti tornavano.
Era la sua
principessa. La sua bellissima Drusilla.
"Arrivo,
amore"
8. Risvegli.
Quando Willow
aprì gli occhi, sentì innanzi tutto che era una giornata insolitamente fresca.
E poi che non era
sola nel letto.
Sconvolta, si
tirò su di scatto. Il suo corpo nudo era intrecciato a quello di una....oh mio
Dio, era una donna! Alta più di lei, e con capelli biondissimi. Nuda come mamma
l’aveva fatta.
Willow Rosemberg
pregò Jeovah di risvegliarla subito da quell’incubo indecente.
"Mamma!"
chiamò, anche se non credeva certo che la sua coltissima ed impegnatissima
madre avrebbe risposto. E, cielo, non aveva ancora finito i compiti per la
lezione di storia!
La sua improbabile compagna di letto si svegliò.
"Liebling"
le disse, e le sorrise, rivelandole una serie di denti affilati e bianchissimi.
"Vieni qui da me. Ho voglia di..."
Le parole della
donna si spensero. Willow stava urlando dal terrore.
"La notte è
ancora giovane..e ho voglia di cacciare. Andiamo, Spike?"
Il vampiro annuì
distrattamente, mentre Drusilla – la sua Drusilla – lo stava portando in giro
per quella miserabile, pidocchiosa cittadina di provincia, dove non ricordava
assolutamente di aver mai messo piede prima. Eppure, c’era qualcosa di
familiare, nell’aria, come un profumo lontano, che lo spingeva su di una
traiettoria sconosciuta, eppure seducente.
"Sei
confuso, Spike" gli disse Drusilla, accarezzandogli una guancia. "E
sei lontano. Da me"
"Cosa?"
le chiese il vampiro, scuotendo il capo per chiarirsi le idee. "Come siamo
arrivati qui?"
"Cavalcando
le stelle!" rispose lei, con un sorriso.
Spike maledì la
sua sorte. Sentiva che tutto stava andando atrocemente storto, ed i soliti
nonsense di Drusilla non aiutavano certo.
Cacciare lo
avrebbe certo aiutato a sentirsi meglio.
"Chi diavolo
sei?" chiese Willow, stringendosi il lenzuolo intorno al corpo. "E
dove siamo?"
Carmilla
sbadigliò. "Sei matta? Hai forse bevuto sangue infetto?"
"Sangue...infetto?"
Willow spalancò i grandi occhi. "Cosa ti fa pensare che io possa aver bevuto
del sangue?"
"Cielo, oggi
sei proprio strana" commentò la vampiressa bionda, senza scomporsi.
"Will...davvero non ti ricordi di me? Di...noi?"
Willow scosse il
capo, impotente.
Carmilla le mostrò
il verde, meraviglioso paesaggio della Cina nord – orientale che circondava la
loro bellissima, antica villa.
"Questa
è...Chinatown, vero?" tentò Willow.
Carmilla la fissò
sbalordita.
"Tesoro, hai
bisogno di nutrirti. Non connetti più. Questa è la Cina ...quella
vera"
Willow sentì che
le stava venendo da piangere. Prese tra le lacrime la coppa che la bionda
sconosciuta le stava porgendo, e bevve avidamente.
Quasi vomitò
quando si accorse che era sangue.
"Devo andare
a caccia"
Buffy lo disse
con forza, cercando dei paletti. Ne trovò una marea, nei soliti posti che
ricordava, e d’improvviso si sentì meglio. Non tutto era cambiato, in quegli
otto anni, se lei era ancora una cacciatrice e teneva ancora i paletti in casa.
"Scommetto
che questa città pullula di malvagi vampiri"
Tutti gli altri
la guardarono come se fosse stata matta.
"Vampiri!"
spiegò Buffy, tutta sorridente. "Io vado...e li uccido!"
Mentre indossava
i suoi paletti, infilandoli con destrezza nei posti più impensati, Xander ed
Anya la fissarono.
"Beh...che
si fa da queste parti la sera? Per divertirsi, voglio dire?"
Xander si schiarì
la voce. Se quella era sua moglie...beh, il loro matrimonio non doveva certo
essere dei più normali.
"Io...vado
al Bronze, di solito"
"Cos’è, una
discoteca?"
"Una
specie"
"Beh,
allora...andiamo!"
Anya li fermò con
un gesto. "Credete che questa specie di amnesia retroattiva abbia
colpito solo noi...od anche il resto della città?"
"Non lo
scopriremo mai se non usciamo da questa casa" disse la brunetta dai
capelli lunghi.
"Qualcuno
però deve badare alla bambina. Lo farai tu...come vuoi che ti chiamiamo?"
La brunetta
sorrise.
"Kelly. Mi
piace molto come nome"
"D’accordo"
sorrise Buffy. "E mentre sei in casa, cerca nei cassetti, negli armadi,
qualche indizio. Torneremo presto".
Kelly e la
bambina salutarono Buffy, Xander ed Anya che andavano a caccia.
"C’è una
cosa che devo dirvi" sparò Anya non appena furono fuori dalla porta di
casa.
"E
cioè?" chiese Xander.
"Io non sono
quella che sembro"
Buffy rise.
"Chissà poi cosa siamo. Qualunque cosa potrebbe esserci successa
negli ultimi otto anni...e noi non la ricorderemo"
"Beh...il
mio caso è un po’ diverso. So di essere un demone. Un demone vendicatore.
Il mio vero nome è Anyanka: vedete il medaglione?"
Xander fece due
passi indietro, di scatto.
"Non aver
paura. Non mi sento pericolosa"
Buffy la fissò.
"Bene, chi sono io per avere dei pregiudizi? Direi che la situazione si fa
sempre più intricata. Sei stata tu a causare questa perdita di memoria
collettiva?"
"No...direi
di no"
"Bene.
Allora collaboreremo finché non ne saremo venuti a capo":
Xander continuava
a fissare Anya, e poi Buffy. Entrambe le donne erano belle, ed entrambe
familiari. Avrebbe potuto essere il marito di Buffy, sembrava anzi assai
probabile...ma era Anya ad inviargli le sensazioni più intense. Si chiese se
avessero avuto una storia, negli ultimi otto anni. Ma gli sembrava improbabile,
vista la sua natura demoniaca...
Non gli sembrava
una cosa semplice da accettare.
9. Ora come
allora.
Kelly aprì la
porta di casa.
"Ciao,
Dawn" le disse un ragazzo di bell’aspetto. "Posso entrare in
casa?"
"Io...non ti
conosco" mormorò lei.
"Eh?"
si alterò Peter. "Ora fai anche finta di non conoscermi? Dio mio, sei
proprio una sciocca!"
"Aspetta!"
la ragazza lo fermò per un braccio. "Come hai detto che mi chiamo?"
"Dawn....Dawn
Summers. Ovviamente. E’ chiaro che mi stai prendendo in giro. Ed io che ero
venuto per fare la pace..."
"Io sono
Dawn Summers?"
"Già, e
questa è la casa di tua sorella Buffy. Ti sei fatta dell’erba?"
Buffy scivolò nel
Bronze con la grazia di sempre. Ecco, proprio un bel posticino. Quasi rimpianse
di non averli più, sedici anni, e di non poter più essere la bella del locale.
Questo non
toglieva che avrebbe potuto ballare, quella sera...
"Vieni,
Xander!" gli disse, cercando di capire, ad istinto, se quell’uomo era il suo
uomo, il suo amante, il padre di sua figlia.
Lui non si fece
certo pregare. Ballarono insieme, e lei strofinò il suo corpo sensuale contro
quello di lui, come in una carezza.
Ma non le si
accendeva niente, dentro.
Delusa, non si
accorse subito di un paio di occhi blu notte che la seguivano dal bordo della
pista.
"Fammi
ballare, Spikey" gli disse Drusilla, stringendogli la vita con una presa
possessiva che – a dirla tutta – stanotte lo infastidiva soltanto. " E poi
cacciamo. Qui c’è un sacco di sangue giovane"
"Dopo"
disse lui. Non riusciva a togliere gli occhi di dosso a quella bionda sfacciata
che si stava strusciando contro quell’idiota. C’era qualcosa in lei che lo
attirava, come una falena alla luce.
Le sue curve
snelle erano come una faro nella notte...proprio come in una canzone degli anni
60. Se era un pensiero camp, chissenefrega. Si sentì eccitato,
fisicamente e psicologicamente.. E non per Drusilla, lì, attaccata a lui come
una grossa sanguisuga vestita di nero. Drusilla, in questa cosa, non c’entrava
nulla.
"Vuoi
farlo?" gli chiese la vampiressa con la sua dolcissima. "Non ho nulla
in contrario, sai?"
(Non con te,
pensò Spike, ma con quella bionda che mi sta mandando gli ormoni in corto, con
quella faccia da schiaffi...me la farò per cena, ma non prima di essermela...)
La bionda si
voltò, proprio verso di lui.
Ed i loro occhi
si incrociarono.
Oh, cavolo, pensò
Buffy. Vampiri. Anche qui. Avevo ragione a portarmi i paletti dietro.
E che vampiri.
Lo sguardo di
Buffy scivolò con disprezzo sulla vampiressa bella e bruna che si avvinghiava a
quella specie di punk con i capelli platinati, e la mascella serrata, che la
stava fissando con un’intensità disgustosa, rivoltante...
...che le faceva
piegare le ginocchia.
"Brutto
stronzo" pensò Buffy. "Sento i tuoi luridi pensieri. Ma io ti
polverizzo così in fretta che nemmeno ne te ne accorgi. Deficiente dai capelli
ossigenati. Cielo, che occhi. Mio Dio, che bocca. Cavolo, che mi sta
succedendo?"
Continuavano a
fissarsi. Non riuscivano letteralmente a staccarsi gli occhi di dosso. Era
iniziata una sfida mortale.
Buffy smise di
ballare. Spinse via Xander da sé, con gentilezza...ma anche con decisione.
Si avvicinò alla
coppia di vampiri.
Drusilla sorrise.
"Sei cenere, baby, cenere e morte"
Buffy non la
guardò nemmeno. I suoi occhi erano fissi in quelli impossibilmente azzurri di
lui...il vampiro biondo.
"Fuori di
qua."
"Perché?"
disse lui, con un lento sorriso da predatore.
"Perché il nostro
tipo di danza...richiede intimità"
"Hai proprio
ragione, Baby", sorrise lui, e gli sembrò per un istante di conoscerla da
una vita. Un’intera vita...anche se non l’aveva mai vista prima. Sentiva
infatti per istinto che non avrebbe mai potuto dimenticarla, se fosse stato
così...
"Porta i
tuoi paletti, baby. La mia arma...l’ho sempre con me".
Lei sorrise, per
nulla scandalizzata.
Prima che fosse
stato mattino, lui sarebbe stato polvere.
"Non
intenderai andare, vero?" le chiese Xander, spaventato.
"Siamo qui
per questo" gli ricordò Buffy, pazientemente. "Per uccidere i
vampiri. E’ il mio destino...me lo sento fin nel midollo. Tu, nel
frattempo...che so, balla con Anya"
I due la
fissarono come se fosse ammattita. Il vampiro biondo era già uscito, e lei gli
corse dietro. Drusilla sorrise come una gatta soddisfatta, e si mise in cerca
di una preda.
Si affrontarono
nel vicolo dietro il Bronze. Era tutto assurdamente nuovo...e familiare
insieme.
Buffy dondolò un
paletto tra le dita.
"E’ stata
una giornata orribile, oggi. Uccidere qualcosa non mi potrà che far sentire meglio"
"Lo sapevo,
che eri una cacciatrice, me lo sentivo!" commentò lui soddisfatto.
"Sai, ne ho già uccise due...e con la seconda avrei ballato tutta
notte. Fammi ballare, baby, fammi divertire!"
"Fin tanto
che lo vorrai" replicò lei con sorriso complice. "Dammi tutto quello
che hai...e vedrai che non sarà mai abbastanza"
Si osservarono da
vicino, gli sguardi incatenati, pronti alla lotta.
Spike le sorrise,
sincero come sempre fino alla morte.
"Pensare che
non voglio affatto ucciderti, baby" le sussurrò.
"E cosa
vuoi, allora?" replicò lei, gli occhi fissi sulla bocca morbida e sensuale
del vampiro.
Spike la afferrò
con uno scatto repentino, e la mise in posizione per un morso. Il cuore di lei
accelerò.
"Baby...voglio
solo scoparti fino a farti gridare"
Anya e Xander si
accorsero della mossa della vampiressa e la seguirono. Il suo piano era
chiarissimo: approfittare della loro distrazione per nutrirsi. La scovarono in
un angolo buio della galleria sopraelevata che stava avvicinandosi ad una
coppietta.
"Tieni"
sussurrò Anya, e passò a Xander uno dei paletti portati da Buffy.
Xander fissò il
pezzo di legno. Per quanto si sentisse insicuro, sapeva di dover agire.
Un’ombra scura si
stagliò tra lui e la vampiressa.
"Lasciala
andare" sibilò il giovane appena arrivato. "Baderò io a che non si
nutra...di viventi"
"E tu chi
saresti?" chiese Xander. "Un altro suo compare?"
"Sono
Connor...e mi prendo cura io di lei. La nutro con il sangue acquistato dai
macellai. Credeteci, non facciamo del male a nessuno"
"Perché ci
dovremmo fidare?"
Il giovane sbuffò
"Perché vi do la mia parola. Ditelo a Buffy"
Anya e Xander si
fissarono, confusi.
Prima che
potessero trovare la prontezza di spirito necessaria per rispondergli, il
ragazzo e la vampiressa erano già spariti nella notte.
10. Una questione
di fedeltà.
Buffy lanciò il
vampiro lontano da se, facendo presa sul suo braccio. Lui atterrò con un tonfo
accanto ad un bidone di immondizia, e la fissò.
"Ti sei
offesa? Per quello che ho detto? Sono stato sincero"
"Nei tuoi
sogni" replicò lei. Gli si avvicinò, e lo prese per la maglietta.
"Cosa diavolo vuoi dire? Come puoi credere che io e te abbiamo qualcosa in
comune?"
Spike le sorrise.
"Perché me lo sen..."
Non fece in tempo
a finire la frase. Buffy lo attirò a sé, strappandogli la t – shirt, e gli
divorò la bocca con la propria. Lui gemette, ed il suo gemito si perse tra le
sue labbra morbide e peccatrici, aperte e calde come l’inferno. La fiamma si
accese alta e cominciò a bruciare, con un’intensità che nessuno dei due ricordava
di aver mai provato...e che pure era per entrambi la più familiare
sensazione al mondo.
Quando la lingua
di lei scivolò nei più remoti recessi della sua bocca, Spike la allontanò da sé.
"Perché
l’hai fatto, cacciatrice?" le chiese, stupefatto.
"Perché
anch’io voglio scoparti fino a farti gridare. Evidentemente, sono completamente
pazza."
Lui le prese una
mano, le sfiorò la fede. Lei fece altrettanto con la sua. Si fissarono.
"E’ assurdo"
disse Buffy. "Tu sei un vampiro. Non posso essere..."
"Sposata con
me?" le disse lui. "Andiamo, non mi è mai capitato nei miei
centotrenta e passa anni di vita di perdere così la testa per qualcuno...in
questo modo folle. E poi, oggi mi ritrovo qui, in California, e dovrei essere a
Praga...e non ricordo un accidente di come ci sono arrivato. Non credi che stia
succedendo qualcosa di strano?"
"Più che
crederlo, lo so. Mi sono svegliata oggi pomeriggio, credendo di essere nel
1997..."
"Perché" la interruppe il vampiro. "Non siamo nel
1997!?!"
"No"
ansimò lei. "Abbiamo controllato: è il 2005!"
Tacquero
entrambi. Otto anni. Erano passati otto anni! Ed avevano entrambi un solo
pensiero. Un solo desiderio.
"Non
posso" disse Buffy, respingendolo.
"Ti prego..."
"Non fino a
che non avrò fatto chiarezza. Quando mi sono svegliata, ero in casa mia con un
altro uomo, due donne, ed una bambina. Tu non c’eri, Mister. Tu eri al Bronze
allacciato ad una vampiressa. Perché diavolo dovrei credere che un vampiro
faccia parte della mia vita?"
"Forse
perché provi un irragionevole desiderio di saltarmi addosso?" replicò lui.
"Andiamo, come mi spieghi questo?"
"Non me lo
spiego. Un’alterazione ormonale dovuta al caldo"
"Raccontati
le balle che vuoi" le sussurrò lui, impadronendosi di nuovo della sua
bocca. Lei cedette con un gemito soddisfatto.
"Buffy!"
la chiamò Xander. "Se hai...ehm... finito, potremmo tornare...a
casa"
Buffy e Spike si
staccarono dal bacio, a fatica.
Lei, con le
labbra gonfie per i deliziosi baci dati e ricevuti e piena di ingiustificati ma
reali sensi di colpa, lasciò il vampiro sconosciuto per raggiungere il suo
probabile, umano marito....al quale aveva presumibilmente giurato fedeltà
eterna.
11. Qualche
bugia.
Anya, Xander e
Buffy affrontarono il breve tratto a piedi dal Bronze a casa in silenzio. Buffy
non osava nemmeno alzare lo sguardo sui due suoi compagni: il pensiero di
essere stata sorpresa tra le braccia di uno sconosciuto vampiro la umiliava.
Dio, cosa poteva pensare di lei Xander, se era davvero suo marito?
Xander, in
verità, era troppo confuso per poter razionalizzare gli eventi della serata.
Continuava a sentirsi emotivamente più vicino ad Anya, con cui aveva trascorso
tutta la serata, che a sua moglie…se era davvero tale. Era anche
possibile che fossero stati sposati, lui e Buffy, e poi avessero divorziato.
Non sentiva nessuna corrente con lei…e preferiva non pensare all’evidente
desiderio di lei di finire tra le braccia di un’immonda creatura della notte…piuttosto
che tra le sue.
"Dove dormiamo,
stanotte?" chiese Anya, con la solita concretezza.
Buffy la fissò
stralunata. Dormire? Non aveva nessuna voglia di dormire. Desiderava solo
liberarsi di loro, ed andarlo a cercare…
"Direi nella
casa in cui ci siamo risvegliati. Pensi che possiamo sistemarci in
salotto?"
"Salotto?"
Buffy fissò Xander, ed arrossì. Grazie a Dio, non progettava di vantare alcuna
prerogativa matrimoniale!
"Credo ci
sia una camera degli ospiti, al primo piano. Vorrei solo sapere dov’è mia
madre…perché non è più qui a Sunnydale" Buffy si incupì. Aveva un pessimo
presentimento al riguardo.
"Forse Kelly
è riuscita a trovare degli indizi" disse Anya. "Andiamo. Ci sarà
sicuramente aspettando".
Buffy tirò fuori
di tasca le chiavi di casa, e passò le dita sul portachiavi. Portava la data
2003 ed era commemorativo di un raduno di auto storiche….delle De Soto. Si
chiese cosa diavolo c’entrasse lei con un simile evento.
"Ti
piacciono le macchine d’epoca?" chiese a Xander.
"Veramente,
adoro le familiari giapponesi" rispose lui.
"Ah"
Kelly aprì loro
la porta, eccitatissima.
"Venite! Vi
aspettavo…abbiamo qualche notizia"
"Dunque"
riassunse Xander. "Questo tuo amico dice che ti chiami Dawn, e che sei la
sorella di Buffy"
"E’
impossibile" commentò la cacciatrice. "Sono figlia unica"
Tutti fissarono
la ragazza dai capelli lunghi.
"Ricorderai
male, Buffy. Deve essere un effetto dell’amnesia"
"Dannazione!"
esclamò questa. "Odio sentirmi così insicura su di me…su di tutti!"
"Come quel
vampiro al Bronze?" commentò Anya. "Sembrava vi conosceste. Sembrava
anzi vi conosceste molto bene"
Buffy arrossì.
"E mia
madre? Nostra madre?"
Dawn scosse il
capo, impotente. "Mi dispiace, ma io non ricordo assolutamente
nulla."
"E’
questa?" chiese Anya, prendendo da una scrivania il ritratto di una bella
donna sulla quarantina, dal viso dolce e sorridente.
Buffy fissò il
ritratto sentendosi sempre più sola. Il suo presentimento si rafforzava: temeva
che sua madre non vivesse più.
"Sì, è
lei…qualche anno più vecchia di come la ricordavo"
"Ho trovato
delle altre foto, Buffy!" esclamò Dawn. "Indovina un po’! Il tuo album
di nozze!
Willow stava
ancora male. Le ginocchia raccolte al petto, sentiva Carmilla raccontarle con
la sua bella voce leggermente roca i loro ultimi tre anni e mezzo insieme, e
tutto quanto lei conosceva del suo passato. Non riusciva a credere nemmeno ad
una parola.
"Riassumendo"
disse Willow "Sono stata fidanzata con un lupo mannaro, sono divenuta la
migliore amica di una cacciatrice di vampiri, che nel mentre ha sposato un
vampiro ed ha avuto una figlia, il mio più caro amico ha lasciato all’altare un
demone vendicatore, mi sono rivelata una strega sopraffina, mi sono scoperta
lesbica, la mia amante è morta, ho conosciuto te e sono diventata una
vampira…con l’anima. E’ tutto?"
"All’incirca"
sorrise Carmilla "E lo sei ancora…lesbica"
"E lotto
sempre per il bene?"
"Già"
"Ed è per
questo che siamo in Cina…qui tra questi verdi monti?"
"Siamo qui
perché tu possa imparare antiche e raffinatissime tecniche magiche"
"Sono una
maga…potente?"
Carmilla la
fissò. "Credo che tu sia la maga più potente del mondo"
"Avevi
dimenticato il pezzo migliore: ho tentato di distruggere il mondo!"
aggiunse Willow con amarezza.
"Si
commettono un sacco d’errori, da giovani" commentò Carmilla, amabilmente.
"Se tutto ciò
è vero…e non ho ragione alcuna per dubitarlo…tutta questa faccenda puzza di
stregoneria lontano un miglio. Dobbiamo trovare una soluzione"
"Forse
qualcuno sta cercando di addormentare i tuoi poteri…intervenendo sulla tua
memoria"
"E’ assai
probabile. Hai il numero di telefono di quel mio amico inglese di cui mi
parlavi? L’osservatore?"
Carmilla annuì.
"E’ nel tuo laptop"
"Allora,
credo sia proprio il caso di chiamarlo".
"Album …di
nozze?" la voce di Buffy tremò. In quell’istante, non desiderava affatto
vedersi sbattere addosso tutte le peggiori disillusioni. Sua
madre…probabilmente morta. Lei….una puttana. Che andava in calore per un
vampiro che aveva incontrato per la prima volta in vita sua in una buia
discoteca…ed a cui non riusciva a smettere di pensare. Ignorando il suo vero
marito.
Lo aprì con mano
tremante, e lo sfogliò piano. Gli altri si chinarono sulla sua spalla per
osservare le foto.
C’era lei, in
tailleur bianco, e poi in un abito da sposa sobrio ed elegante. C’erano Anya e
Dawn, elegantissime, ed un’altra ragazza snella dai capelli rossi.
"Willow!"
esclamò Xander. "La mia amica d’infanzia! E’ lei!"
Buffy osservò la
rossa. Le sembrava effettivamente familiare, così come l’uomo sulla quarantina
con gli occhiali a lei vicino. Sua madre, purtroppo, non c’era da nessuna
parte.
Ma fu la foto
seguente che la colpì al cuore.
Buffy era
ritratta in piedi, con il bouquet in mano, ed accanto a lei stava un uomo
vestito di scuro.
Xander.
"Oh, mio
Dio!"
Buffy si sollevò
di scatto, e si rifugiò in bagno.
Xander era suo
marito.
"Non sembra
l’abbia presa bene" commentò Anya. "Ma non mi pare una prova
assoluta. Si fanno sempre delle foto con gli invitati. Guarda…qui Xander era
con me. Devo dire che stavo benissimo in blu!"
"E lo
sposo?" chiese Dawn. "Se non è lui, chi altri? L’uomo con gli
occhiali? Non ti sembra un po’ troppo…vecchio?"
Anya non rispose.
Continuava a pensare al vampiro biondo incontrato in discoteca. Aveva una
fisionomia quanto mai familiare…e quello che era accaduto tra lui e Buffy sembrava
tutto, tranne che una coincidenza. Si erano presi troppo, e troppo in
fretta. Il legame tra loro era così intenso, così naturale, da colpire gli
altri come un’ondata di energia fisica.
"Tua sorella
ha incontrato un uomo, stanotte…un vampiro. E…sono finiti a baciarsi. Li
abbiamo visti anche noi"
Dawn fissò sia
Anya che Xander.
"Non è
possibile"
"Lo è"
commentò Xander, con il volto teso. "E mi chiedo sinceramente cosa tutto
ciò possa significare…per lei. E per noi"
Buffy uscì dal
bagno. Era pallida.
"La
bambina?"
"Le ho dato
da mangiare, Buffy…e l’ho messa a letto. E’ buonissima"
Buffy annuì. Salì
le scale, come in trance, ed andò nella stanzetta di Sabrina. Si sedette
accanto a lei, che dormiva, e le accarezzò la fronte.
Non assomigliava
affatto a Xander.
A dire il vero,
assomigliava di più all’altro. All’innominabile creatura della notte. Al
malvagio succhiasangue dai capelli platinati.
Quando tornò in
salotto, tutti sollevarono lo sguardo. Sembrò che fosse caduto un macigno.
Buffy prese la
tessera della polizia, e si avvicinò al telefono. Fece il numero segnato sulla
tessera ed aspettò la comunicazione.
"Buonasera.
Sono Buffy Summers. Volevo sapere…quali erano i miei turni per questa
settimana. Sì, ho perso il programma. Grazie"
Il suo
interlocutore la lasciò brevemente in attesa. Poi, la conversazione riprese.
"Stanotte?
Di pattuglia? No, va bene, posso venire. D’accordo, esco adesso di casa"
Solo Dawn, dalla
sua posizione, vide che – per tutto il tempo – il dito di Buffy era rimasto
premuto sul selettore di chiamata.
10. Finalmente
soli.
Buffy attese un
paio di minuti all’imbocco del vialetto d’ingresso. Come aveva intuito, dopo
pochi istanti lui uscì allo scoperto, da dietro un albero, una sigaretta
accesa tra le dita.
"Come facevi
a sapere…che ero qui?"
Lei sorrise.
"Ho visto che ci seguivi quando siamo usciti dal Bronze."
"Credevo di
essere stato prudente"
"Non tanto
da seminare una cacciatrice"
"Dobbiamo
parlare" disse lui, squadrandola da capo a piedi. "Hai messo il maritino
a letto?" le chiese con ironia.
"Qualcosa
del genere. Ho contato una balla a lui ed agli altri, e sono uscita."
"E questo
non ti dice niente?"
Lei osservò il
suo volto cesellato alla luce della luna. "Che ho perso completamente la
ragione"
"Non sei la
sola" mormorò lui. "Buffy"
Il suo nome suonò
morbido e seducente sulle sue belle labbra.
"Come fai a
conoscere il mio nome?"
"L’ha
pronunciato quel tuo finto marito"
"Non sembra
sia poi così finto"
"Hai delle
prove certe? Fatti incontrovertibili? Perché io non ci credo nemmeno un
po’"
"No, ma…via,
andiamo!" gli disse Buffy. "Dobbiamo trovare un posto dove
parlare"
"Al
Restfield c’è una cripta disabitata. Me l’ha mostrata un demone che ho
incontrato da quelle parti…e che ha perso anche lui la memoria"
"D’accordo"
disse lei, e le gambe le tremarono.
Si diressero
veloci verso il cimitero. Quando furono davanti alla porta della cripta, Buffy
si fermò.
"Tutto ciò è
assurdo. Dovrei essere a casa…con mio marito. E mia figlia"
Lui spalancò quei
suoi incredibili occhi blu, che le toglievano il fiato.
"Hai…una
figlia?"
"Sì,
Sabrina. Ha…credo abbia circa tre anni"
"E…assomiglia
a quello là?"
Buffy sospirò.
"Veramente, no"
Spike non osava
porre la domanda successiva.
"Sì…ti
assomiglia." ammise lei, a denti stretti, "E’ assurdo. Ma ha i
tuoi occhi, i capelli biondi…ed è molto simile a te. Ma io non credo che questo
voglia dire nien…"
La bocca di lui
scese su quella di Buffy, e lei tacque. Si abbandonò completamente al bacio, e
per nessuno dei due il mondo esterno contò più nulla.
"Andiamo"
le disse lui, dopo, e la spinse nella cripta buia.
"L’effetto
dell’incantesimo sta chiaramente venendo meno" si lamentò la strega.
"Dawn ha già scoperto la sua vera identità, e Spike e Buffy sono di nuovo
insieme. E non sono trascorse nemmeno dodici ore".
"Questa non
è magia" rise il suo mentore. "Questa è la forza del vero amore.
Quei due sono legati per la vita…e per la morte. Si troverebbero persino all’inferno.
Il tuo incantesimo è formidabile…è solo che certe catene non si possono
spezzare"
"Ma quella
che mi preoccupa davvero è Willow" ammise la strega. "Dannazione, su
Carmilla la magia non ha funzionato"
"E’ un
essere antico, molto potente. Mi sarei stupito del contrario"
"Forse,
dovrei…fuggire?"
Il mago rise.
"Tesoro mio, non essere pusillanime. Almeno, prima, goditi lo
spettacolo".
"Signor
Giles? C’è ancora? E’ caduta la linea? Signor Giles!"
Spaventata,
Willow cedette il telefono a Carmilla.
"Signor
Giles, mi ascolti. Non è uno scherzo. Sono Carmilla di Karnstein, e la chiamo a
nome di Willow Rosenberg"
Dopo un istante,
si sentì un sospiro.
"Carmilla...di
Karnstein"
„Ah – ah"
„Quella Carmilla?"
„Ah – ah"
„Non so chi sia
Willow Rosenberg"
"Signor
Giles, lei soffre di un’amnesia probabilmente di origine magica. Si ricorda di
Buffy Summers?"
Dall’altra parte
del filo, fu di nuovo silenzio. E poi, con fatica...
"Buffy, chi?
Ah, la nuova cacciatrice di Sunnydale..."
"La usi tu,
la doccia?" chiese Anya. "Voglio dire…se non ti secca aspettare"
"Buffy mi
sembra sconvolta" commentò Xander. "Scusami. Parlavi della doccia.
No, vai pure tu, per prima"
"Grazie"
Anya lo scrutò. "Fossi in te non prenderei troppo sul serio questa storia
delle foto. Non sento tra di voi un legame intimo"
Xander la fissò.
"Se devo
essere onesto, non lo sento nemmeno io"
"Bene…allora,
non prendere nessuna decisione affrettata. Sono sicura che questa situazione,
prima o poi, si chiarirà"
Xander la guardò.
"Quelle che sento, invece, è un legame con te"
Anya non disse
nulla.
"Ho una
strana sensazione" commentò Xander. "Che qualcosa di forte ci
leghi"
Lei rispose, dopo
un istante di riflessione.
"Io,
invece…sento che tu mi hai fatto molto soffrire, in passato"
Si guardarono
entrambi.
"Allora,
devo essere proprio stato un perfetto imbecille".
Anya lo guardò, e
poi entrò in bagno.
"E’
assurdo" mormorò Buffy. "Tutto ciò che stiamo dicendo non ha alcun
senso. Io cacciatrice, tu vampiro? Ricordi?"
"Sì,
no...dannazione, non mi importa nulla"
"A me deve
importare" commentò Buffy, osservandosi intorno. La cripta era pulita, ben
tenuta...ed una scaletta in legno conduceva ad un piano inferiore. Si voltò e
fissò il vampiro.
"Chi mi
assicura che tu non stia progettando la mia morte?"
"Ti ho già
detto cosa voglio da te" sussurrò lui, fissandola con il suo sguardo
ipnotico. "Sarà la morte, Buffy. Solo che sarà quella piccola"
Lei tremò.
"Non posso
crederci. Siamo qui...e nessuno dei due ricorda l’altro. E nessuno dei due
riesce a stare lontano dall’altro. Io so solo che devo ucciderti.
E tu mi parli di sesso. E, dannazione, ha incredibilmente senso"
"Corri il
rischio" le sussurrò lui. "Dimentica il confine tra bene e male,
ignora il tuo dovere. Non uscirai morta da questa notte...ma non
sfuggirai al mio possesso. Ti offro il buio, il pericolo, il
rischio."
"Non posso
accettarlo"
"Non puoi rifiutare"
Lei lo fissò.
La sua ragione
diceva "no", ma il suo corpo gridava sì.
"Finalmente
sono a Sunnydale" si disse il vampiro "Ecco dove inizia la mia
missione. La mia missione di redenzione"
Il vampiro con
l’anima si incamminò per la notte, per i vicoli bui.
Angel era
finalmente arrivato nella bocca dell’inferno, per aiutare la nuova cacciatrice
– Buffy Summers – a combattere le forze del male guidate dal Maestro.
Almeno, gli
sembrava di ricordare che fosse questa la sua missione.
13. Seduzione.
"Aspetta...c’è
un problema!" esclamò Buffy, mettendogli una mano sul petto per tenerlo
lontano.
"E
sarebbe?" commentò scettico il vampiro, sollevando un sopracciglio.
Lei si fece
coraggio, osservandolo fino in fondo agli occhi. "Sono vergine"
"Eh?"
Buffy arrossì. "Sì...insomma, non ricordo nulla degli ultimi otto anni. E
non ricordo certo di averlo fatto. So che forse la bambina è mia, ma ciò
non toglie che....oh, cielo, non ho nessun ricordo...di questo tipo di
cose!"
Spike scoppiò a
ridere.
"Stai scherzando,
vero?"
"No"
Buffy arrossì ancora di più "Ho paura"
"Buffy"
le disse lui, accarezzandole una guancia. "Non credo tu sia vergine. Non
all’età di...insomma, non sei più una ragazzina. Pare che hai addirittura una
figlia. E poi, credimi, se sono davvero già nella tua vita...è semplicemente
impossibile che tu sia ancora vergine".
"Però, è
così che mi sento."
"Vai via,
allora" le disse lui, duramente. "Forse, ci siamo appena conosciuti.
Forse, dovresti usare i tuoi paletti ed eliminarmi"
Lei rimase ferita
dalla sua evidente incomprensione.
"Non ho
detto che non voglio farlo"
"Chiarisciti
le idee, una volta per tutte" le disse lui, amaramente. Anche questo tipo
di conversazione gli sembrava familiare.
Spike si diresse
automaticamente verso un mobiletto. Il bourbon era esattamente dove ricordava...
"Ehy!"
esclamò il vampiro. "Conosco questo posto! Sapevo dov’era la
bottiglia!"
"Forse,
abiti qui" osservò lei.
"Forse.
Guarda!" le disse, osservando il paio di chiavi con cui lei stava
distrattamente giocherellando per nascondere il suo nervosismo. "Hai le
chiavi della mia macchina!"
"Tu...hai
una De Soto?" chiese lei, stupita.
"Sì...magnifica,
nera. Un modello del ’63!"
"Ho trovato
queste chiavi a casa mia. Dentro la tasca di un’impermeabile di pelle
nera"
"E’ il mio!
Credevo di averlo perso"
Si fissarono.
"Tesoro,
paparino vuole tornare a casa...da te"
"No."
Lo accusò lei. "Non ci sei nelle mie foto di nozze"
"Forse
perché sono un vampiro! Non ci hai mai pensato? Non appariamo nelle
foto, e neanche negli specchi, e nei video!"
Buffy lo guardò
sconvolta. Spike approfittò del suo stupore per impadronirsi della sua bocca.
Lei si abbandonò,
le braccia intorno al suo collo, le dita che scivolavano sulla linea decisa
delle sue spalle. Quando lui la toccava, non capiva più nulla. Se non...che gli
apparteneva.
"Buffy..."mormorò
lui. "La casa può aspettare. Il mondo può aspettare. Facciamo l’amore. Ho bisogno
di te"
Lei si staccò da
lui, ansimante. Gli occhi negli occhi.
"Ti
prego" gli sussurrò. "Chiunque tu sia...sii gentile"
"Non...non
mi sento pronta"
Carmilla si
allontanò da Willow, ferita suo malgrado.
"Non è che
non creda alle tue parole...e, cielo, ormai mi sono convinta di essere un vampiro.
Ma non mi sento pronta...ad averti nel mio letto"
"Devo
uscire." Disse la vampiressa bionda, con tono pratico. "Ma tornerò.
Ti porterò il maestro Cheng...e parlerete"
"Mi
dispiace" sussurrò Willow, mentre la porta si chiudeva. "Mi
dispiace"
"Non può
essere la prima volta" ripeté Spike, baciandola piano, con tenerezza, ogni
istante un poco di più, più profondamente, con più passione. "Non ci
credo. E’ dal primo istante che ti ho vista, in quella discoteca, che so che il
mio corpo ti ha già posseduto, e ti conosce intimamente. Ecco, vedi...la linea
dei tuoi seni. Sono miei"
Buffy tremò, per
le sue parole e le sue carezze. Lui la sollevò contro di sé, le gambe di lei
intorno alla sua vita, e la appoggiò delicatamente contro la parete umida e
fredda della cripta. Lei rabbrividì, ed accarezzò con dita leggere i suoi
capelli, mentre entrambi si perdevano nel milionesimo bacio...
"Non farmi
male" sussurrò lei.
"Non ho
alcuna intenzione di fartene, amore" le rispose il vampiro. "Voglio
farti stare bene. Voglio soddisfare ogni tua fantasia. Voglio essere il tuo
amante...fino in fondo"
"Sì, fino in fondo" mormorò lei. "Amami..."
"William"
"Sì...amami,
William"
"Con
piacere, tesoro. Con piacere"
Lei chiuse un
istante gli occhi. Quando li riaprì, vide che lui le stava sorridendo. Con mani
tremanti, Buffy cominciò a sciogliere i bottoncini del suo giubbotto di jeans.
"No" le
disse lui, con decisione. "Le mie donne le spoglio io"
Lei sorrise.
Spike le tolse con delicatezza il giubbotto, e le tese con le palme delle mani
la stoffa liscia del top che indossava sui suoi seni. "Sei bellissima...mi
fai impazzire. Non ho mai provato per nessuna quello che provo per te"
Lei si rabbuiò.
"E la
vampiressa? Quella con i capelli scuri?"
"Drusilla?"
Spike sospirò. "Francamente, non so rispondere. Ricordo che io e lei siamo
stati uniti per molti, moltissimi anni. Ma ora credo che il nostro incontro sia
stato...casuale. Non provo più niente per lei. Potrai non credermi, ma è dal
momento in cui ti ho vista che per me esisti solo tu"
"Ti
credo" disse lei. "Sono pazza. E ti credo"
Le loro labbra si
unirono. Buffy ricordava qualche bacio da ragazzina, alla Emery High....ma
questo era qualcosa di totalmente diverso. Il sangue le si incendiò nelle vene.
La lingua di lui scivolava nella sua bocca calda, e quella di lei gli
rispondeva nello stesso modo, e si separavano a tratti per prendere fiato, e
poi di nuovo...
(Perché respira?
Si chiese Buffy. Non è un vampiro? Ma poi dimenticò tutto...)
Le dita di Spike
si chiusero intorno al bordo del top di Buffy. Lei si inarcò, sospirò, e gli
sorrise. Lui le tolse il top dalla testa, e poi lasciò scivolare le dita dietro
la schiena, per scioglierle l’allacciatura del reggiseno di pizzo nero.
Buffy ansimò.
Ricordava quella volta che Tyler, alla festa di Sadie Hawkins, alla Emery, le
aveva infilato una mano dentro il reggiseno...
...ma questa era
tutt’altra storia. Spike le coprì i seni con le mani, e lei si inarcò contro il
suo calore.
(Calore? Ma non
dovrebbe essere...freddo? Eppure, le sue mani bruciano, si disse Buffy. E la
sua bocca...è un inferno)
"Voglio
conoscerti con la mia bocca...Buffy"
Lei tremò, mentre
le labbra ed i denti del vampiro giocavano con le punte dei suoi seni,
succhiandole dolcemente, quasi dolorosamente...
"Ah!"
protestò lei. Poi, si accorse che lui stava traendo dalla lieve ferita che le
aveva procurato qualche goccia di sangue, gli occhi chiusi, l’espressione
estatica. Buffy chiuse anche lei gli occhi, e si lasciò invadere dal piacere.
Lui non si era
trasformato. Fissava, come ipnotizzato, un’unica goccia di sangue che macchiava
la perfezione di crema del suo seno, e poi tornava a baciarle il seno, lenendo
il lieve dolore lasciato dal morso dei suoi denti con la lingua.
Buffy era in
fiamme.
"William..."
sussurrò, ed il suo nome le sembrava perfettamente appropriato...perfettamente
suo.
"Shh...amore."
le disse lui. "Togliamo anche il resto"
(Non sotto la
cintura, Buffy. Glielo diceva sempre, sua madre. Non sotto la cintura)
"Sì"
mormorò lei, aiutandolo a sfilarle i jeans di dosso. Spike tornò ad
impadronirsi della sua bocca, e poi le lasciò scivolare una mano tra le cosce.
Lei sussultò.
Questo nessuno
gliel’aveva fatto mai.
Nei suoi ricordi,
almeno.
Ohh....era
delizioso.
"Voglio
proprio comportarmi male" sorrise lui. E poi, con due dita, le
sfilò gli slip. Anch’essi erano di pizzo nero, in coordinato con il reggiseno.
"Hai della splendida biancheria, Buffy. Credo proprio di sapere
perché...."
"Perché?"
chiese lei, aprendo gli occhi.
"Perché a me
la biancheria di pizzo nero mi fa impazzire"
Buffy sollevò una
mano, e la lasciò cadere con una certa forza sul suo volto bello ed angoloso.
Non gli fece male, però, e lui rise, mentre le sue dita giocavano dentro e
fuori di lei. Buffy sussultò dalla sorpresa e dall’oltraggio. Ma lui aveva in
mente dell’altro.
La fece
distendere sul letto dalla coperta di broccato giallo, e le sorrise.
"Voglio assaggiarti,
baby"
Lei si portò un
braccio sugli occhi, timorosa di quanto avrebbe potuto vedere.
Spalancò la bocca
dalla sorpresa quando sentì la sua bocca e la sua lingua sostituire le sue
dita.
"Oh,
cielo...." sussurrò Buffy. "William..."
Le dita di lei
scivolarono tra i capelli del vampiro, e li tirarono, dolorosamente. Ma lui non
si fermò.
"William, ti
prego..."
Lui le sorrise,
sollevando il capo per guardarla, maliziosamente.
"Buffy"
le disse, lasciandole scivolare due dita dentro. "Non sei vergine. Nel
modo più assoluto. Altrimenti...a questo punto sentiresti male. Non c’è nessuna
barriera."
Lei sospirò,
arrossendo ancora di più. Non faceva fatica a crederlo, anche se ogni cosa che
lui faceva, e che lei gli permetteva di fare, era una deliziosa, eccitante
novità.
Con le dita
dentro e fuori di lei, con forza e delicatezza, lui le succhiò il tenero
bocciolo da cui si diramava il suo piacere. Buffy assaporò fino in fondo, con
un lieve grido, la dolcezza del suo primo orgasmo.
Il primo che ricordasse,
almeno.
Angel vagava per
le strade. Non conosceva la città...e non sapeva come ci era arrivato. Sapeva
solo che era giusto così: era tempo che lui arrivasse, e che salvasse Buffy
Summers dal suo destino.
Buffy Summers stava
invero per affrontare un destino molto particolare.
"No"
disse solo.
"Ti
prego" disse lui. "Ricambia...il piacere"
Lei lo fissò, con
un certo scetticismo. Quello che le aveva fatto lui era stato delizioso,
meraviglioso...ma era quasi certa di ricordare quello che sua madre diceva a
proposito delle ragazze che fanno...quella cosa. Con la bocca.
Eppure...la
curiosità era forte, imperiosa.
Spike la fissò,
divertito.
"Non penserò
male di te, se è questo che temi. Penserò solo che mi hai fatto morire dal piacere..
ti prego. Buffy."
La schiena contro
la testiera del letto, i suoi vestiti sparsi sul pavimento della cripta insieme
a quelli di lei, Spike la osservava sorridendo. Sembrava non provasse alcuna
vergogna della sua nudità. Buffy, al contrario, sentiva il rossore diffondersi
per il corpo.
"Hai...paura?"
"Un
po’" rispose lei.
"Comincia a toccarlo.
Prendi confidenza."
Lei allungò una
mano...e poi la ritrasse.
Spike continuava
a sorridere.
Lei ci riprovò.
Lui si tese sotto il suo tocco eccitante, ed esitante.
"Oh,
amore" sussurrò lui. "Ti prego. Sei deliziosa."
Lei si chinò.
Posò le labbra su di lui, le fece scorrere lungo tutta la superficie...e ne
assaporò il sentore leggermente salato, eccitante.
"Ti
prego..." sussurrò Spike, gli occhi chiusi.
Lei si fece
forza. Le sue dolci, morbide labbra gli si chiusero intorno, mentre lui gemeva.
Angel trasalì.
Quella donna dai capelli scuri, e l’abito lungo...quando lei si voltò, il suo
profilo alla luce della luna lo sconvolse.
Drusilla!
Drusilla era lì a Sunnydale!
Il solito,
insostenibile miscuglio di senso di colpa, attrazione, affetto, gli attanagliò
l’anima.
Drusilla.
Il suo più grande
peccato.
La inseguì nella
notte.
"Basta"
le disse lui. "Per ora, basta, o non potrò più fermarmi"
La staccò dolcemente
da sé. Buffy trasalì, ubriaca del suo sapore, e della consistenza della sua
pelle. Era delizioso. Oddio. Non l’avrebbe mai creduto, ma era delizioso. Aveva
superato tutte le barriere del noto. Ora, le restava solo ...il possesso
finale.
"Vieni"
le disse lui, e la stese accanto a sé, lasciando scivolare le mani sul corpo,
ritrovando i suoi familiari contorni, il fuoco che bruciava forte dentro di
loro, ma più forte era l’intenzione di prenderla con dolcezza...con
delicatezza. Almeno questa volta.
"Vuoi fare
l’amore..Buffy?"
"Sì,
William" rispose lei.
"Anche se tu
sei la cacciatrice...ed io un vampiro?"
"Anche se tu
fossi il diavolo in persona!" rispose lei, spalancando i suoi grandi occhi
verdi.
Lui le schiuse
dolcemente le gambe. E poi le sorrise.
"Adesso so
per certo che questa non è la nostra prima volta", le sussurrò,
mentre scivolava dentro di lei come una spada in un fodero di seta. Era
meravigliosa. Era sua. E lo era sempre stata. Se lo sentiva nello stomaco.
"Tu sei mia...ed io sono tuo. Mi scorri nelle vene. Sto annegando in te,
Buffy, voglio annegare."
"Sì!"
disse lei, chiudendo gli occhi, e godendosi la sua forza, la sua tenera
brutalità. Non le fece per niente male, ovviamente...eppure, lei provava un
sottile dolore, fatto di eccitazione, piacere, rimpianto.
Sperava con tutto
il cuore che quella non fosse davvero la loro prima volta. In caso
contrario, avrebbero semplicemente sprecato gli ultimi otto anni!
14.
Scoperte...inattese.
"Ormai non
ho più dubbi" disse Buffy, sollevandosi appena per passare la punta delle
dita sul volto cesellato di lui. "Ci apparteniamo. Negli ultimi otto anni
ci sono accadute...cose, che hanno in qualche modo alterato l’equilibrio
iniziale: io cacciatrice, tu vampiro. E stiamo insieme...od almeno, siamo stati
insieme. Di questo sono assolutamente certa"
"Buffy"
le disse lui, fissandola con quei suoi incredibili occhi blu notte.
"Quando questa amnesia dovesse...passare, tu sarai ancora ...mia?"
Lei annuì.
"Anche
se....tutto ci separasse?"
Lei non sapeva
cosa rispondere. Sperava che non fosse così. Lo sperava con tutto il cuore.
Gli mise una mano
sul petto, e si chinò per baciargli la pelle liscia, il cui profumo la
inebriava.
Improvvisamente,
Buffy trasalì.
Lo sentiva
chiaramente. Il cuore del vampiro batteva. Furiosamente.
"Esattamente...cosa
dovrei fare?" chiese Willow, allarmata.
Il mistico cinese
e Carmilla la fissavano con facce compunte.
"Devi vedere
dentro di te" le disse l’uomo, osservandola senza espressione con i suoi
profondi occhi color ossidiana.
"Parla...inglese?"
"No"
sorrise il mago "Ti sto parlando su un piano astrale. Per farla breve, è
la magia a far da traduttore"
"Devi riprenderti la tua magia, e vedere oltre la cortina creata da
questo incantesimo" le spiegò Carmilla, pazientemente. Non sembrava troppo
frustrata dalla sua reazione scioccata.
"Non
posso" rispose Willow. "Non so neanche da dove partire!"
"Farò io da
tramite" le spiegò il mago. "Prenderò il tuo potere in prestito per
"sollevare" il velo della magia nera che ti è stata scagliata
incontro. Basterà un istante, ma ritroverai te stessa"
Willow annuì.
Niente sarebbe stato peggio di quella confusione, di quel pozzo nero.
Il mago sollevò
le mani. Crepitavano di energia.
Quando le sue
dita toccarono il petto di Willow, lo schermo magico si sollevò. Il potere fluì
da Willow nel mago, e lei finalmente "vide".
"Il tuo
cuore batte" disse Buffy. "William...il tuo cuore batte. E
tu...respiri. E sei caldo al tatto!"
"Dannazione!"
gridò lui. "Non è possibile"
Lei annuì.
"Tu sei umano. E pertanto puoi essere mio marito...ed il padre di
mia figlia"
"Non è
possibile" ripeté Spike. "Ho preso il tuo sangue, prima. Ed
era...delizioso. Tu stessa hai pensato che ero un vampiro...non appena mi hai
visto."
"Sì...e lo
penso ancora. Ma l’evidenza è un’altra"
"Deve
esserci un’altra spiegazione!" disse lui, e si sollevò dal letto,
incurante della sua nudità. "Se fossi umano, non potrei fare...questo"
Senza fatica, Spike assunse il volto della caccia.
Buffy non trasalì
nemmeno.
"Vieni
qui" gli disse solo, sollevando il lenzuolo.
"Cosa?"
"Vieni qui.
Voglio fare l’amore con un vero vampiro!"
Spike rise. La
raggiunse, ed affondò i denti nel suo collo.
Il mondo si
schiarì intorno a Willow.
Willow Rosenberg.
Amica di Xander. Amica di Buffy. La più intelligente degli Scoobies. Amica di
Rupert Giles. Fidanzata di Oz. Fidanzata di Tara.
Tutto cominciò a
ruotare intorno.
Tara è morta. Ed
io ho voluto la vendetta. Ho preso la vita di Warren. E poi, stavo per
distruggere il mondo. Se non fosse stato per Xander...
Ma non guarivo.
Il dolore, il rimorso, mi mangiavano dentro. Fino a che non è arrivata
Carmilla. Lei ed il suo sangue scuro, ricco...lei e la sua tenebra.
Il globo di
Tesulah. Ecco come ho mantenuto l’anima.
Io sono Willow,
la vampira. Buona.
La maga più
potente del mondo.
E la più sola.
"Non dico
che l’altra volta non mi sia piaciuto" osservò Buffy dopo, ridacchiando.
"Al contrario, è stata una deliziosa, indimenticabile, romantica prima
volta. Ma mi sa che questo è più il nostro stile"
"Già" ammise
Spike, alzandosi da lei, che giaceva a pancia in giù in terra, sui tappeti
orientali che ricoprivano il pavimento di pietra della cripta, un cuscino sotto
i fianchi per sollevarla convenientemente...era stato magnifico e selvaggio.
Sesso e sangue. Sangue e sesso. Lui si pulì la bocca con le mani, e tornò a
dedicarsi a lei, al suo corpo, che gli sembrava di riscoprire come un marinaio
ritrova la propria casa dopo decenni di mare.
"Ti ho fatto
male?" le chiese, passando le dita sulla ferita che le aveva lasciato sul
collo, ed eccitandosi di nuovo nel sentire che lei sollevava il fondo schiena
contro il suo bacino, strofinandolo sensualmente.
"Per niente,
amore mio. Per niente".
Oh, Cielo...
La corrente
magica si spense, e Willow tornò in sé.
"La magia
negativa non si è spezzata" l’avvisò il mago. "Ma tu, ormai, ne sei
immune"
Ma Willow non lo
stava più ascoltando. Fissava Carmilla, i suoi occhi apparentemente
indifferenti, in realtà apprensivi.
Ora sapeva. Ora
capiva.
Senza Carmilla,
senza la sua tenera, quasi inespressa ma sempre presente devozione, non avrebbe
mai potuto superare l’immenso dolore per la perdita di Tara e la delusione per
ciò che era diventata, cedendo alla magia nera ed al desiderio di vendetta.
"Puoi
perdonarmi?" le disse, accarezzandole il bellissimo volto. "Posso
ancora essere...tua?"
La vampiressa
bionda sorrise. "Certamente. Ich liebe dich"
„Ich liebe dich..auch" rispose Willow.
Poi, con un
sorriso, Willow chiuse gli occhi.
Quando li riaprì
erano scuri.
"Portami
alla fonte. Portami alla fonte dell’incantesimo. Portami alla fonte della
magia."
Willow scomparve
in un turbinio di luci.
"Andiamo a casa"
disse Spike, e Buffy non poteva essere più d’accordo.
Voleva finire
quella notte tra le sue braccia...ma nel suo letto, in casa sua, dopo aver
riabbracciato la loro bambina. Non in una cripta umida e buia. La follia,
’essere selvaggiamente avversari ed amanti, facevano semplicemente parte del
loro mondo. Ma non lo esaurivano.
"Domani
torneremo, e metteremo un po’ a posto" le disse Spike.
"Andiamo...sono impaziente di vederla. Sabrina"
Si rivestirono in
fretta, ridacchiando per il disordine che avevano lasciato in giro con la loro
irruenza, ed uscirono di casa.
Avanzarono mano
nella mano. La notte era calda e profumata, ed il corpo di Buffy, saziato di
baci e carezze, colmato dal possesso, cantava. Tutto era a posto.
Beh, quasi tutto.
Due vampiri, un
maschio ed una femmina, si stavano affrontando in un vicolo male illuminato.
E Spike conosceva
entrambi.
"Oh,
caz...cavolo. Angelus...e Drusilla. Cacciatrice, non ci facciamo vedere"
sussurrò a Buffy, spingendola dietro un cassonetto.
"Perché?"
si alterò lei. "Hai paura che lei possa vederti con me?"
"Non dire
sciocchezze!" la sgridò lui. "Non potrebbe importarmene meno".
"Ed allora?"
"Angelus è
uno dei vampiri più pericolosi e malvagi che esistano al mondo. Io lo so bene.
E’ stato lui a vampirizzare Drusilla...e lei ha trasformato me"
"Ma che
bella famiglia" sorrise ironica Buffy. "Ti spiace? Credo che il mio
paletto ed io abbiamo un po’...da fare"
"No...Buffy!
Aspetta!"
Ma lei non lo
aveva ascoltato, ed era già nella radura. Decisa a fronteggiare da sola i due
pericolosi, antichi vampiri.
15. Legami di
sangue.
"Bene, bene,
bene...grossi, veloci, e pericolosi. Proprio come piacciono a me"
I due vampiri
vestiti di nero sollevarono lo sguardo sulla nuova arrivata. Buffy, sorridente,
dondolava tra le dita il suo paletto appuntito.
"Buffy?"
le chiese il vampiro maschio, con un’espressione stupita...e per nulla
aggressiva. "Buffy Summers?"
"Parrebbe"
rispose la cacciatrice, occhieggiando la vampiressa, che le sorrideva
maliziosa.
"Accidenti!"
imprecò Spike, sollevando lo sguardo al cielo e correndole dietro.
"Spike?"
esclamò il vampiro bruno, abbandonando a malincuore la vista deliziosa della
nuova cacciatrice, i suoi capelli biondi e fini, il suo eccitante sorriso.
Cielo, come era cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista, fuori
dalla Emery High...
Troppo cresciuta, considerato che non era passato nemmeno
un anno, da allora!
"Angelus...quale
piacere" disse Spike, senza nessun entusiasmo. "Quale cattivo vento
ti porta dalle nostre parti?"
Drusilla scoppiò
a ridere. "E’ venuto per lei...ma tu sei arrivato prima,
stavolta. Non è buffo?"
"Per lei?
Per Buffy?" la voce di Spike grondava minaccia
"Non sono
fatti tuoi...fatti da parte" Angel spinse via Spike e si diresse verso la
cacciatrice. La prese per le spalle, con una presa salda. Lei sollevò il suo
sguardo sul vampiro bruno, e si stupì per la sua evidente...mansuetudine.
"Ti ha dato
fastidio? Gli stavi dando la caccia?"
"Eh?"
replicò lei, lo sguardo che passava da uno all’altro. "Come l’hai
chiamato? Spike? Non...William?"
Angel sospirò.
"Sì...William. William il sanguinario. Detto anche Spike. Qualcuno da cui
dovresti stare alla larga, ragazzina!"
Buffy lo fissò.
"Amnesia anche tu, vero?"
"Amnesia?"
"Come puoi
chiamarmi "ragazzina"? Ho ventiquattro anni! E siamo nel 2005!"
"Oh...sempre
più divertente!" commentò Drusilla, scoppiando in un’altra delle sue
argentine risate. "Mi viene da pensare che tu ti sia mangiata il
tempo...solo per portarmeli via di nuovo"
"Chi ti
avrei portato via?" indagò Buffy, sempre più confusa.
"Tutti e
due. Prima Angel, e dopo Spike. O William...come ti pare"
Buffy sorrise.
"Andiamo, io questo Angel lo sto conoscendo in questo istante...e quanto a
William...un momento! Ci stiamo conoscendo in questo istante, vero?"
Angel annuì.
"Ti ho vista da lontano, lo scorso anno...lo scorso anno? Che anno avete
detto che è?"
(Idiota, pensò
Spike). "E’ il 2005, bello. Soffri anche tu, come noi, di una specie di
amnesia. Sono passati otto anni...e giù le mani dalla mia signora!"
"La tua...cosa?"
Qualcun’altro
arrivò nel piccolo spiazzo.
"Lo sapevo
che saresti arrivato anche tu" sospirò il ragazzo. "Papà".
Willow pensò che
il teletrasporto non era più quello di un tempo. Atterrò, se così si può dire,
in un fabbricato decadente dalle parti di Baton Rouge, in Lousiana.
Passò veloce di
stanza in stanza. Ovunque, resti sparsi di erbe magiche, e segni mistici. Ma
non un’anima.
Willow sorrise.
"Luogo...narrami
gli eventi!"
Un turbine di
polvere si radunò intorno a lei, prese forma umana.
E le spiattellò
tutta la verità.
Drusilla,
intanto, stava ridendo sempre più follemente.
"Chi saresti
tu...e chi sarebbe tuo padre?" chiese Buffy.
Il ragazzo
avanzò. Era alto, atletico, attraente. I capelli castano chiari e gli occhi
azzurri, e non sembrava un vampiro. Non del tutto, almeno.
"Io sono
Connor. E lui...Angel...è mio padre"
"E’
impossibile" disse Spike. "Non ho mai sentito nulla del genere nella
comunità vampirica. I vampiri non possono procreare."
"Senti chi
parla!" rise Connor. "Anche tu hai una figlia!"
Buffy e Spike si
fissarono.
Drusilla cominciò
a piangere, piano.
"Connor"
cominciò Buffy. "A quanto pare, chiunque tu sia, non soffri di questa
assurda amnesia. Vuoi spiegarci con calma chi siamo...e quali sono i
rapporti tra di noi?"
Il ragazzo la
fissò sorpreso. "Da dove inizio?" chiese solo.
"Abbiamo
tutta la notte" rispose Buffy, spazientita.
"Ah...bene.
Angel è un vampiro con l’anima. Drusilla è una vampiressa resa tale da lui nel
1860. Io sono il figlio di Angel. Mia madre era Darla, una vampiressa del 1600
...polverizzata per ben due volte. Drusilla ha rivampirizzato Darla dopo la sua
resurrezione in forma umana...ed erano molto legate. Sono state insieme per
secoli. Io mi prendo cura di Drusilla...per amore del ricordo di mia
madre"
"La santa donna" ironizzò Spike, a bassa voce.
"Era
comunque mia madre!" sbottò il ragazzo. "Non l’ho mai conosciuta.
Drusilla ha bisogno di me...sono certo che mia madre l’avrebbe aiutata, se
avesse potuto"
"E’assurdo"
intervenne Angel. "Nel 1997...tu non eri ancora nato"
"Sono nato
nel 2001. Il tuo nemico, Holtz, il cacciatore di vampiri, mi ha rapito e
portato in una dimensione infernale dove il tempo scorre diversamente che qui.
Ecco perché ora ho l’età apparente di diciannove anni"
"Wow"
disse solo Buffy.
"Tu sei mio
padre." Insistette il ragazzo. "Che ci piaccia, o no"
"Non posso
credere che io...e Darla..."
"Ah,
no?" intervenne nuovamente Spike. "Strano, dopo essere stati amanti
per solo due
secoli...."
"No...intendevo
dire....."
"Ora che hai
l’anima?" gli rispose il figlio. "Ti ha reso migliore di lei,
averla?"
Angel non
rispose. L’amarezza nella voce di quel suo inverosimile figlio era palese.
"Io come
entro in questo bel quadretto familiare?" chiese Buffy, sollevando una
mano per prendere la parola.
"Tu sei il
suo grande amore"
"Di
William?" chiese la ragazza.
"Di Angel"
rispose Connor.
"Eh?"
replicarono all’unisono Buffy e Spike.
"Noi...ci
amiamo?" intervenne Angel.
"Vi siete
amati. Moltissimo. Ma il vostro amore ha avuto conseguenze devastanti...tu hai
perso l’anima, dopo averla posseduta... e l’hai ritrovata solo dopo un
viaggetto all’inferno. E lei si è consolata"
"Con
William?" chiese Buffy, osservando il suo amante.
"Va’ al
diavolo, soulboy" imprecò Spike. "Come al solito, Angelus, devi
rovinare tutto"
Buffy fissò il
suo presunto grande e tragico amore ....ed inseguì Spike, giù per la
stradina che li riportava verso il Restfield.
"Aspetta!"
gli disse, correndo. "William....Spike!"
Lui si fermò. La
sua rabbia stava già sbollendo.
"Sei
arrabbiato per quello che ha detto quel ragazzo?" gli chiese lei, senza
fiato. "Andiamo, il passato è passato" Buffy gli sorrise. "E di
sicuro non esisteva questa notte...tra di noi."
"Mi auguro
che sia così" rispose lui. "Dannazione, se solo quest’amnesia
passasse..."
Buffy sollevò una
mano, gli accarezzò il volto. "So per certo che non mi importa nulla di
quell’uomo...di quel vampiro con l’anima. Che scemenza! Voglio stare con
te. E so che quello che ho provato stanotte non è certo solo una
consolazione od un ripiego. E che tu non sei solo...conveniente"
Spike la prese
per le spalle, la osservò fino in fondo agli occhi.
"Nei sei
certa?" le chiese.
"Si"
annuì lei. "Ed ora...andiamo a casa"
16. Qualche
risposta.
"Altolà...chivalà!"
Buffy e Spike si
fermarono. L’agente in divisa si parò di fronte a loro, con fare minaccioso.
E poi si rilassò.
"Oh...è solo
lei, capo"
Buffy lo fissò
senza rispondere.
"Taylor, si
ricorda?" sorrise il ragazzo "Il suo nuovo assistente!"
"Ah –
ah"
"Signore..."
fece il poliziotto, salutando Spike e sfiorandosi il berretto con le dita.
Buffy si avvicinò
al giovane. "Tu...sai chi è quest’uomo, vero?!"
Taylor la fissò
come se fosse ammattita. Poi, capì tutto. Era uno scherzo.
"Andiamo,
capo...le ho detto che mi è dispiaciuto, per l’altra sera! Prometto che non la
disturberò mai più...quando è con suo marito"
Buffy e Spike si
fissarono.
Inebetito, Taylor
vide che si baciavano, come se non esistesse altro al mondo.
Quella
Summers...era decisamente un tipo strano.
"Ora, la
prova finale..." disse Spike, di fronte alla porta di casa. Lei lo fissò
stupita.
"E
sarebbe?"
"Apri la
porta" le rispose lui.
Buffy fece come
ordinato.
Immobile dinnanzi
alla porta, Spike allungò una mano. "I vampiri non possono entrare in una
casa...se non sono già stati invitati. Dovresti saperlo, cacciatrice"
Lei sbuffò.
Sentiva già che lo odiava quando faceva il saccente.
Trattenendo il
fiato, Spike si accorse che non c’era alcuna barriera.
La prese in
braccio, e lei trattenne a stento un urlo di sorpresa.
E poi
attraversarono insieme la soglia.
Come una vera
coppia di sposi.
"Buffy?"
chiese Xander, sollevandosi dal divano del salotto in cui si era sistemato per
la notte. "L’hai portato...a casa?" gemette, osservando il vampiro
che ancora la teneva tra le braccia.
"E’ tutto a
posto, Xander" replicò lei, quando Spike l’ebbe messa giù. "E’ lui
mio marito...non tu. Voglio dire...credo che siamo solo amici, Xander!"
Il ragazzo
sorrise. "A dire il vero, non ne sono affatto sorpreso. Io ed Anya eravamo
già giunti a simili conclusioni"
"Bene"
disse lei. "E..avete scoperto altro?"
"Non molto.
A parte che ti piace la birra inglese...e che hai una scorta di sangue in
freezer"
Buffy e Spike si
sorrisero.
Un turbinio
apparve nel loro salotto.
"Ciao,
ragazzi!" gridò Willow. "Felici di rivedermi?"
(ah – ah, pensò
Willow, soddisfatta. Ho sempre desiderato di essere io a dire questa
battuta!)
"Vampira?"
chiese Buffy, appena stupita da quella grande entrée nel suo salotto di
quell’estranea dai capelli rossi.
"Vampira?!"
urlò Xander. "La mia Willow?!?"
"Solleva il
velo" mormorò Willow, troppo stanca per fornire lunghe, intricate
spiegazioni.
La magia si
infranse.
Buffy fissò
Xander...e vide il suo migliore amico. E poi Willow...e con dolce tristezza
rievocò il suo dolore, il suo smarrimento, la sua lunga lontananza.
E poi guardò
Spike. Vampiro. Amante. Marito.
Era di nuovo caduta
per lui. Come sempre.
"Una sola
parola" disse Buffy. "Chi ci ha fatto questo?"
"Oh –
oh" disse la strega. "E’ finita. Hanno ripreso la memoria"
"Sì, però è
stato troppo divertente" commentò il suo compare. "Andiamo,
non capita tutti i giorni di riscrivere la storia"
"E’ tutto
andato storto. Avevamo previsto che Buffy avrebbe polverizzato Spike, che
Willow si sarebbe liberata di Carmilla, e chissà che altro..Caos, distruzione!
Follia!"
"Ed
invece" mormorò lo stregone. "Le famiglie si sono ricomposte, più
unite che mai. Non è triste?"
"E’ la
vita" commentò mestamente la strega. "Cosa intendi fare?"
"Proprio
niente" replicò Ethan Rayne con il suo simpatico sorriso "E’ stato un
piacere...ma purtroppo gli affari mi attendono. Au revoir, mia dolce
fanciulla"
Ethan sparì in
una nuova di fumo.
"Oh, che
mascalzone..." pensò la strega, sola in quella cadente casa nei sobborghi
di Atlanta in cui si era rifugiata.
"Non temere,
mi occuperò anche di lui...prima o poi" le disse Willow, apparendole di
fronte. "Quanto tempo...Amy"
"Già."
Commentò la strega. "Ti avevo lasciata tutta tremante per le magie di
Rack...e ti ritrovo succhiasangue."
"E sono
molto affamata" le sussurrò dolcemente Vamp Willow, indossando il volto
della caccia.
"Vuoi
...trasformarmi?" le chiese Amy, terrorizzata. "Andiamo...era solo uno
scherzo."
"Davvero?"
Willow le sollevò i capelli, e strisciò le sue zanne sulla gola bianca della
strega, assaporando il sangue di lei, attraverso il quale sentiva il suo cuore
che batteva furioso. "Sai come è dolce il morso di un
vampiro?"
Amy chiuse gli
occhi. Willow sapeva essere molto seduttiva...quando voleva.
"Willow...ti
prego..."
Gli occhi dorati
della vampiressa si accesero...come quelli di una belva.
"Perché
l’hai fatto? Non sai che conseguenze poteva avere questo gesto?"
"Tu mi hai
lasciato topo per tre anni...Willow! Ed in qualunque momento
avresti potuto liberarmi! Una volta ci sei persino riuscita, per sbaglio!
Dovevi pagare, per questo!"
"E perché
allora hai coinvolto Buffy, e tutti i miei amici?"
"Perché tu
non hai nessun’altro al mondo, Willow. Colpendo loro, colpivo te. Ti
avrebbero disprezzato, forse ucciso...per quello che sei diventata"
"Davvero?
"Willow sorrise, del suo dolce, inebriante sorriso. "Io ho me
stessa, Amy, e credimi, finalmente è più che sufficiente"
"Per
cosa?" chiese tremante la strega.
"Per
rimettere le cose a posto" sussurrò Willow. "Ciò che fu...ritorni ad
essere!"
Squittendo, Amy
il topo si infilò nella più vicina tana.
Sbadigliando,
Willow si accinse a tornare a Sunnydale per una breve rimpatriata.
17. Tutto al suo
posto?
"E’ già
luglio, e non mi sono ancora iscritta all’Università" sbuffò Dawn.
"Peter non mi ha perdonata, esce con quella strega di Carol, e sono
l’unica che quando abbiamo perso la memoria nemmeno ricordava il suo nome! E’
orribile essere me!"
Buffy scoppiò a
ridere. La breve follia amnesiaca di cui tutti avevano sofferto aveva avuto
qualche conseguenza...ed una di queste era stata la breve depressione in cui
era caduta Dawn. Avevano tutti toccato con mano la verità che, fino a pochi
anni prima, Dawn non esisteva. E la ragazza, già in una delicata fase di
transizione tra la scuola superiore e l’università, un po’ ci aveva sofferto.
Ora, un paio di
mesi più tardi, Dawn cominciava a farsene una ragione.
"Beh, se non
altro, non stai peggio di Xander. Continua ad inseguire Anya..."
"...e lei
continua a sfuggirgli. Non riesco a darle torto. Potevano essere sposati da
anni, a quest’ora...ed ancora giocano a nascondino"
"Vorrei
capirli, una volta per tutte" ammise Buffy, mettendosi in bocca un pezzo di
pesca. "Ed invece sono sempre di corsa...devo portare Bree alla scuola
estiva, e poi al lavoro. Voglio fare un po’ di arti marziali con quel zuccone
di Taylor"
"E
Spike?"
"Fuori per
lavoro. Un sacco di nuovi arrivi...il che vorrà dire, notte di pattuglia. Oh,
povera me. Mio marito produce, io distruggo"
"Dai, i suoi
demoni sono buoni..."
"...di
solito" conclusero le sorelle insieme, ridendo.
Buffy uscì con la
bambina in braccio, e Dawn sospirò. Noia, noia, noia...soprattutto da quando
Willow era ripartita per la Cina. Per un po’, avevano a lungo rievocato i
vecchi tempi...e sopratutto Tara.
Grazie al cielo,
ancora un mese e mezzo, e l’università sarebbe cominciata. Una nuova vita. Dawn
si sforzò di sentirsi eccitata.
Il campanello
suonò.
Dawn andò
svogliatamente alla porta, ed aprì. Fu piuttosto sorpresa di vedere chi era
venuto a trovarli.
"Ciao,
Dawn" disse il ragazzo. "Posso entrare?"
"Accomodati"
disse lei. "Vieni, Connor"
Connor entrò in
casa, e la seguì nel giardino posteriore, dove Dawn aveva stabilito la sua
"residenza estiva". Si erano visti in un paio di occasioni con Angel,
in quei due mesi, ma non avevano mai parlato di quanto avvenuto la sera del
ballo di fine anno.
"Credevo...credevi
che fossi tornato a Los Angeles"
"In verità,
pensavo di stabilirmi da queste parti"
"E...Drusilla?"
Il ragazzo
sorrise. "E’ andata via. Senza dirmi nulla. Pouf, sparita"
"Non mi
stupisce. Sta...meglio?"
"Fisicamente
è forte. Anche troppo. Ma la testa..."
"Se Buffy la
scova..."
"Lo so. E lo
sa anche lei. Caccerà ancora. Purtroppo. Non sono riuscito a trattenerla"
"Non puoi
cambiare la sua natura" lo consolò Dawn. "E’ una predatrice...e
tu?" la ragazza lo fissò negli occhi. "Cosa sei?"
"Questo..."cominciò
lui. "Questo è il motivo che mi ha portato qui....quella notte. Mi sono
preso cura di Drusilla perché ho voluto esplorare anche quel lato della
mia eredità. Non sono propriamente un vampiro: mi nutro normalmente, ma il
sangue mi piace. Sono il figlio di due vampiri: uno redento...ed una no.
Eppure, non caccio e non mi trasformo. Cielo, vorrei proprio sapere cosa sono!"
Lei sorrise.
"Allora,
Connor, sei venuto proprio nel posto sbagliato. Io ne so meno di te sulla mia stessa
natura. Sei anni fa non esistevo nemmeno"
"Neppure
io" rispose lui.
I due giovani si
fissarono, sorridendo.
"Vedi...abbiamo
qualcosa in comune"
"Parrebbe"
ammise lei, emozionata. Lui aveva occhi azzurrissimi...più chiari di quelli di
Spike e Bree, ma altrettanto luminosi.
"Ecco...forse
potremmo cercare insieme"
Dawn lo fissò.
"Mi
dispiace...per il tuo ragazzo. Si è offeso, quella notte..."
"Meglio
così" disse lei, pensando con un brivido a quella squallida stanza di
motel che Peter doveva aver prenotato per l’occasione "Credimi...è andata
meglio così. Una diet coke?"
Buffy mise Bree a
nanna, e raggiunse il marito nella sua stanza. Lui stava imprecando contro il
suo laptop: un vampiro di centotrenta anni alle prese con le amarezze della
tecnologia!
"Cosa
fai?" gli disse lei, arrivandogli alle spalle, e mettendogli le braccia
intorno al collo.
"Lavoro! Sei
nuovi arrivi...e solo questa settimana!"
"Qualche
nuova apocalisse?" si informò lei. "Li attira come le api il
miele"
Spike la prese
per mano e se la mise in grembo.
"Tu attiri
me come l’ape il miele"
Buffy lo baciò.
"C’è una
cosa che devo dirti"
"Si è di
nuovo allagato lo scantinato?"
Buffy scosse il
capo.
"Non ricordi
più chi sei...e vuoi tornare da quel bel vampiro sexy con i capelli impomatati
e l’anima?" la provocò Spike.
Buffy gli tirò un
pugno nello stomaco.
"Ow...scherzavo"
rise lui.
"Ricordi la
nostra prima volta?" gli disse lei, con voce dolce.
"Quale delle
due?" rispose Spike " Quella dove tu mi hai sbattuto contro un muro e
mi hai violentato...o quella dove mi sei saltata addosso all’uscita di
una discoteca, dopo avermi appena conosciuto?"
Buffy cercò di
calmarsi. Quando faceva così, la esasperava...
"La seconda
prima volta...ricordi? Io vampiro, tu cacciatrice?"
"Vagamente..."
Lei lo colpì di
nuovo.
"Ora,
meglio" ammise lui, con un gemito.
"Beh..."Buffy
si agitò sul suo grembo. "Una cosa sulla magia? Ci sono sempre
conseguenze!"
"Tipo?"
"Ehy, tu,
Mister "i vampiri non procreano"...nessuno dei due ci ha pensato!
Alle precauzioni!"
"E..."
"E stiamo
per diventare quattro...cinque, con Dawn"
Spike la baciò.
La sua Buffy. La sua impagabile, inimitabile Buffy.
"Allora,
valeva la pena di perdere la memoria di te, amore mio" le disse,
con dolcezza "Pur di avere questo regalo"
Lei gli sorrise.
"Una cosa me
la ricorderò sempre, anche se dovessi dimenticare chi sono" gli
disse.
"E
sarebbe?" le chiese Spike.
"Io ti
amo" sussurrò Buffy. "Con tutto il mio cuore".
FINE.