Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

I SENTIERI DELL’AMORE

di Sara, alias io, alias clariceangel ( beh insomma avete capito eheheh)

 

Coppia: Buffy Spike

Trama: Au.... beh è lunga da spiegare lo scoprirete leggendo

 

capitolo 1

 

- Accidentaccio a me e a questa splendida idea.

imprecò Buffy mentre cercava di scalare lultima roccia. Arrivò in cima e si sedette stremata. Due settimane prima la sua vita era andata a rotoli e lei aveva deciso che una boccata daria le avrebbe fatto bene.

Aveva preparato quellescursione nei minimi dettagli. Aveva tracciato il percorso, preparato i viveri, comperato una bussola, che tanto non sapeva usare e avvisato tutti di non cercarla.

Aveva avvertito i suoi amici che sarebbe partita per una vacanza tranquilla e rilassante. Libera da tutto e tutti per almeno un mese, e la sua avventura era appena iniziata.

Quelli che la conoscevano la credevano in qualche isola tropicale ad abbronzarsi. Nessuno lavrebbe cercata e lei non si sarebbe fatta trovare. Correva forte su per quelle montagne. Senza fermarsi e senza guardarsi indietro. Era certa che avrebbe seminato i suoi pensieri e i suoi guai.

Esausta e ancora lontana dal rifugio decise che si sarebbe fermata a mangiare qualcosa e a riposarsi. Si avventurò un po nel bosco e appena raggiunse il torrente si sedette a riposare. Mangiò qualcosa e si guardò attorno. Tutto era silenzioso e tranquillo. Totalmente diverso da Los Angeles.

Quel posto le avrebbe fatto bene, un po di pace e tranquillità era proprio quello che le serviva.

Dopo poco riprese il viaggio. Il cielo si stava rannuvolando e non era una bella prospettiva quella di trovarsi in mezzo ad una foresta, durante il temporale magari poi faceva notte. Buffy rabbrividì e si pentì di non aver invitato qualcuno ad andare con lei.

Accelerò il passo, ma allimprovviso un piede messo male e si ritrovò a rotolare fra gli alberi. Ad un tratto urto violentemente contro un albero, che le aveva fatto un gran male, ma almeno aveva fermato la sua discesa. Tutta la fatica che aveva fatto per salire e ora cercò di rialzarsi e scoprì presto che la salita da rifare non era il suo maggio problema.

Appena si mosse iniziò ad urlare dal dolore. La spalla con cui aveva sbattuto le faceva un male incredibile. Non riusciva a muoverla. La caviglia le si stava gonfiando come un cocomero e stava iniziando a piovere.

Buffy avrebbe voluto urlare. Sola in mezzo ad un bosco, con una spalla rotta e una caviglia probabilmente slogata. In un posto dove non cera anima viva, con la pioggia che sembrava scendere a secchiate e con il tempo che passava. Presto sarebbe giunta la notte e era certa che qualche animale selvatico lavrebbe sbranata. Sicuramente sarebbe stato uno piccolo, così avrebbe dovuto soffrire delle ora.

Fortuna che quella vacanza le serviva per lasciarsi alle spalle i problemi. Perché non aveva deciso di rilassarsi andando da uno psichiatra come fa tutta la gente normale.

Ad un tratto un suono la spavento ancora di più di quello che già non era. Un abbaiare abbastanza vicino la fece entrare completamente in panico.

- non è possibile, i lupi non possono attaccare di giorno aiuto

- i lupi non abbaiano disse una voce alle sue spalle.

Una figura coperta da un mantello impermeabile le si parò davanti. Buffy non riusciva a vederlo, ma qualcuno che si aggira nel bosco da solo, in mezzo ad un temporale, poteva solo essere o uno scriteriato o un maniaco. Dato che di scriteriati cera già lei, non rimaneva che la seconda opzione.

Buffy iniziò ad agitarsi e urlare, ma appena mosse la spalla un dolore lancinante la colpì e quasi perse i sensi.

Luomo le si inginocchiò davanti e si sollevò il cappuccio. Osservò attentamente la sua spalle e la caviglia. Sbuffò e si alzò cominciando a guardarsi attorno.

Ad un tratto prese lo zaino di lei sulle spalle per poi prendere anche la proprietaria in braccio.

Buffy continuava a non parlare. Il dolore era troppo forte e ogni movimento era una tortura.

Luomo fischiò e un cane gli corse incontro. Guardò attentamente il suo padrone e poi iniziò a correre avanti a lui.

- Andiamo Kira, credo avremo ospiti a cena stasera.

Buffy si strinse al petto delluomo, il dolore era troppo forte per protestare. Prima di svenire pensò che alla peggio sarebbe stata lei la cena.

 

capitolo 2

 

Buffy riaprì gli occhi e cercò di mettere a fuoco dove fosse. Era distesa su un divano ed era coperta da una trapunta colorata. Si guardò attorno e vide un uomo di spalle, inginocchiato davanti al camino, intento a ravvivare il fuoco. Forse era lui quello che laveva salvata da lupi no calma non cerano lupi. Accidenti il mal di testa la stava uccidendo.

- ben svegliata.

Buffy sobbalzò a quelle parole, lui non si era mosso e continuava a guardare il fuoco.

- salve grazie per avermi portato qui e - parlando si mosse e la coperta scivolò a terra. Solo allora si accorse che aveva il braccio e la spalla fasciata al corpo sì ma i suoi vestiti doverano?

- ehi, ma tu tu tu mi hai spogliato.

- ti ho sistemato la spalla

- no, no tu mi hai spogliato. Ma come

Lui si votò di scatto e si mise davanti a lei fissandola intensamente. Lei lo guardò con aria di sfida, a testa alta, ignorando il balzo del suo cuore, quando era annegata nei suoi occhi.

- signorina pensala come vuoi. Ti ho sistemato la spalla così tu possa andartene al più presto. Sì ti ho tolto i vestiti per fasciarla e tenerla ferma. No, non ti ho ne guardato ne toccato, non mi interessa. Ora puoi arrabbiarti o ringraziarmi, per me fa lo stesso. La porta è quella se vuoi avventurarti nel bosco di notte fai pure, altrimenti il divano è tuo per questa notte, ma appena sorge il sole ti voglio fuori di qui.

Luomo continuava a fissarla, cercando di mantenersi duro e deciso, mentre gli occhi verdi di lei bruciavano sulla sua pelle.

Buffy lo fissò attentamente. Lui era un uomo strano e molto affascinante. Niente moine da gentiluomo, tuttaltro. Era stato scontroso e antipatico e lei non vedeva lora di andarsene.

- bene accetto linvito, anche se forzato, per la notte e me ne andrò al più presto domattina. Ora se potessi riavere i miei vestiti

si alzò in piedi e un dolore lancinante alla caviglia la costrinse a sedersi di nuovo. lei era quasi caduta e lui non si era minimamente mosso per soccorrerla, indubbiamente diverso dagli uomini che conosceva. Si guardò il piede e vide che la caviglia si stava gonfiando. Indubbiamente una giornata disastrosa. Alzò il viso verso luomo, ma lui continuava a rimanere immobile, e la fissava come a dire se non lo chiedi per favore io non ti aiuto.

Buffy sbuffò, non chiedeva aiuto, lei era abbastanza forte da farcela da sola, e sicuramente non avrebbe fatto la svenevole con un uomo solo per farsi soccorrere. Aveva già dato e ci aveva rimesso il cuore, ora basta. Avrebbe fatto da sola.

Cercò di massaggiarsi la caviglia, ma indubbiamente con una mano sola e con laltro braccio fasciato che le impediva i movimenti, era un impresa.

Lui la guardava attentamente, laveva vista mentre un lampo di orgoglio le attraversava gli occhi. si sarebbe morsa la lingua piuttosto che chiedergli una mano. Donna testarda. Sbuffò e alzò gli occhi al cielo, lavrebbe lasciata ad arrangiarsi, ma la voleva fuori di casa sua al più presto, quindi doveva far sì che si rimettesse in forma. Si allontanò e tornò con un unguento e delle garze.

Si inginocchiò ai piedi di Buffy e allontanò la mano di lei dalla caviglia.

- posso farcela da sola

- si vedo. Beh ti voglio fuori di qui al più presto, quindi devi risistemarti. Lascia faccio io.

le toccò la caviglia come a cercare qualcosa, poi si fermò un attimo e la guardò.

- farà male?

- non quanto risistemare la spalla.

- ma io ero svenuta, non lo so. disse quasi piagnucolando

- su forza, hai paura? Se vuoi puoi gridare - disse mentre sorrideva quasi a sfotterla

- forza fai questa cosa.

Lui dopo un attimo le risistemò la caviglia, ma lei non urlò. Alzò di nuovo il viso verso quello di Buffy e la vide sforzare un sorriso mentre qualche lacrima le scendeva dal viso.

Sorrise mentre spalmava un unguento e iniziava a fasciarla.

- grazie

- di niente

- io sono Buffydato che dovremmo passare del tempo assieme

- speriamo poco Buffy, odio gli ospiti e non sono assolutamente di compagnia. Quindi speriamo tu guarisca presto comunque io sono William.

Si alzò e ripose le bende, lasciando lei senza parole. Si avviò alla porta e appena la aprì un cagnone entrò facendo le feste a William.

- Kira, ti davo per dispersa. Abbiamo ospiti stasera. Lei è Buffy.

Mentre parlava il Labrador si avvicinò alla nuova arrivata. Buffy sembrava pietrificata, soprattutto dal fatto che lui fosse stato molto più gentile con il cane che con lei.

- non ama gli estranei, tu non fare movimenti bruschi e lei ti ignorerà disse William avvicinandosi a Kira per portarla fuori.

Il cane si fermò di fronte a Buffy e lannusò, poi si avvicinò al suo viso e iniziò a leccarla.

Buffy continuava a rimanere immobile e spaventata, mentre William sbarrava gli occhi dallo stupore.

- mi sta assaggiando per poi mangiarmi?

- no le piaci. a quelle parole lei si tranquillizzò e iniziò ad accarezzarla. Kira sembrava molto entusiasta della nuova arrivata.

- beh i tuoi vestiti e il tuo zaino sono vicino al divano. Io esco, tu vestiti. Andiamo Kira.

Così dicendo si avviò alla porta, ma il cane non sembrava intenzionato a seguirlo.

- Kira! disse a voce più alta.

Il cane si voltò a guardarlo, e sembrava chiedergli cosa gli prendesse, ma dopo poco lo seguì fuori, lasciando Buffy risistemarsi.

William si sedette sui gradini fuori casa e si accese una sigaretta. Rimase un po a guardare il buio della foresta, per poi voltarsi verso Kira.

- traditrice, cosè preferisci lei a me? Sì è carina ma. speriamo se ne vada presto.

Aspirando un'altra boccata di fumo si mise a guardare le stelle, come a cercare di capire cosa stava accadendo. La sua vita negli ultimi cinque anni era stata molto sola. Aveva abbandonato ogni cosa e si era trasferito lì, tra le montagne, da solo. Senza nessuno che lo ferisse e da ferire. Vedeva suo fratello ogni quindici giorni, quando gli portava viveri e cose varie. Cenavano assieme, lui suo fratello e la moglie di suo fratello. nessun altro collegamento. Quelli del paese a valle, non lo vedevano più da anni e inventavano storie e leggende su di lui. Daltro canto a William non importava. La sua vita ora era sopravvivere e passare i giorni, eppure quel giorno qualcosa qualcosa era accaduto. Come se un soffio di vita fosse tornato ad attraversarlo. Ma chi ha paura della vita non torna ad amarla da un momento allaltro. Decise che forse quello che aveva sentito fosse solo vento, presto tutto sarebbe tornato alla normalità.

Spense la sigaretta e rientrò, noncurante se Buffy avesse finito di sistemarsi o meno. Una donna non avrebbe più condizionato in alcun modo la sua vita. Quando entrò lei era vestita e cercava di raccogliersi i capelli. Con una mano sola tutto era più difficile. Lui la guardò e rimase stupito nel vedere ancora quella fierezza nel suo sguardo. Ad un tratto Kira spinse col muso la gamba di William, come a farlo muovere. Lui sospirò e pensò nuovamente che quella donna doveva andarsene subito. Si avvicinò e le prese il fermaglio dalle mani.

- lascia - disse, cercando comunque di rimanere duro e distaccato.

Buffy lo lasciò fare, cercando di capire perché odiava tanto le gentilezze degli uomini nei suoi confronti, mentre sperava in quelle di William. Probabilmente era dovuto al fatto che oltre alla spalla aveva battuto la testa.

Lui le sistemò i capelli alla meglio e quando ebbe finito lei lo ringraziò sorridendogli. William sentì ancora quella brezza attraversarlo e decise che la casa era da sistemare troppo spifferi.

 

capitolo 3

 

Il mattino dopo Buffy si svegliò prima ancora dellalba, aveva fatto un incubo in cui un uomo, che assomigliava molto al suo ex, la inseguiva, poi lei inciampava e urtava la spalla. Si svegliò per il dolore e strinse i denti. Non voleva urlare e svegliare William, ma la spalla le faceva veramente male. Respirò a fondo e cercò di riprendere una posizione comoda, non trovandola decise di alzarsi.

Anche il camminare non le risultava facile, ma indubbiamente lui aveva fatto un ottimo lavoro e zoppicando riuscì a raggiungere la porta. Si era messa la coperta sulle spalle e una volta fuori si sedette sui gradini.

Era un bel posto lì, tranquillo, forse troppo. Sembrava quello di cui lei aveva bisogno ora ma viverci tutta la vita no! Quello era come scappare dalla vita, nascondersi in un posto dove nessuno possa arrivare. Non avere costantemente a che fare con gente antipatica, non dover fingere che tutto vada bene. Daltra parte però, non avere neppure la possibilità di incontrare le persone buone, quelle che ti rendono le giornate migliori chissà cosa spingeva qualcuno a fuggire tra queste montagne, chissà da cosa scappava William.

Mentre questi pensieri le occupavano la mente, il cielo iniziava a illuminarsi e lei si sentì bene. Avrebbe voluto essere altrove e senza una spalla dolente, ma soprattutto con un altra compagnia. Lui sembrava non gradire la sua presenza e a Buffy non piaceva essere di troppo. Non appena avesse potuto se ne sarebbe andata, ma per ora aveva deciso di godersi quello spettacolo della natura.

Dopo qualche minuto apparve Kira, che notando Buffy sui gradini le corse incontro per salutarla, poco distante da lei William passeggiava tranquillamente verso casa. La fissò e per un attimo sorrise vedendola, come fosse la cosa più normale del mondo che lei fosse sulla porta di casa sua; poi come scosso dalla realtà tornò serio. Si fermò di fronte a lei e la fissò scettico.

- come mai già in piedi?

- la spalla mi fa male, ma veramente dovrei essere io a chiederti come mai già in piedi. Eri ancora sveglio quando io sono andata a dormire ieri sera, e ora sei già qui che passeggi.

- non dormo mai più di qualche ora a notte disse sedendosi sui gradini a fianco a lei ti fa molto male la spalla?

- abbastanza però la caviglia va meglio sei stato molto bravo dove hai imparato?

- mio padre era un medico, ho imparato da lui magari dopo mettiamo ancora un po di unguento.

La fissò e si stupì di se stesso. Cosa stava facendo? Perché raccontava a questa estranea cose della sua vita che aveva deciso di dimenticare? Si staccò di scatto e si alzò in piedi.

- speravo andassi via questa mattina, ma immagino tu non ci riesca. sbuffò e Buffy ingoiò il nodo che le si era formato in gola beh io ora ho da fare, se vuoi fare colazione cè qualcosa in credenza.

Senza aggiungere altro rientrò in casa chiudendosi la porta alle spalle e lasciando lei e Kira senza parole.

Buffy respirò a fondo. Quelluomo era proprio insopportabile e lei non vedeva lora di andarsene. Con calma rientrò in casa e si diresse verso la cucina. Prese delle fette biscottate e del miele. Fece del suo meglio, ma con una mano sola non riusciva a spalmare il miele sul pane. Le lacrime, per la rabbia e per la frustrazione iniziarono ad uscire incontrollate.

- stupida, stupida fetta biscottata, stupido coltello e stupida Buffy.

Non riusciva a smettere di piangere, un po per il dolore e un po per limpotenza di fare una cosa tanto semplice, e più piangeva più si arrabbiava con se stessa.

- Buffy

lei si voltò di scatto e i suoi occhi fiammeggiarono, le mancava solo lui a dirle parole per qualcosa e a farla sentire indesiderata.

- scusa se ti ho disturbato, o se sto usando le tue poche provviste quasi urlò ti pagherò il disturbo. Mi spiace essere qui, mi spiace che la mia presenza ti infastidisca tanto. Se potessi me ne andrei ma non ci riesco. Sarò invisibile e ti lascerò nella tua solitudine, ma ora non voglio sentirmi dire ancora che sono un disastro, o una femminuccia piagnucolosa e che sono indesiderata, quindi

e così dicendo si recò verso il divano zoppicando, e stendendosi si voltò con la faccia allo schienale singhiozzando.

William rimase immobile a guardarla, mentre lei si rannicchiava su se stessa, come a volersi difendere difendere da lui. Si diede dello sciocco. Era vero non la voleva, ma farla piangere perché si sentiva tanto incolpa e tanto dispiaciuto nel vederla così? Si era promesso niente sentimenti, di nessun tipo, per nulla e nessuno e beh ci avrebbe pensato dopo. Ora si sarebbe sforzato di essere gentile e avrebbe fatto smettere di piangere Buffy. Non perché lo feriva vederla piangere, ma perché lo infastidiva il suo piagnucolio, si ripete nella mente più volte.

 

Dopo qualche minuto Buffy lo sentì avvicinarsi e posare qualcosa sul tavolino di fianco al divano.

- mi spiace, so di essere scorbutico e insopportabile, ma non sono abituato ad avere qualcuno per casa. Puoi rimanere finché starai meglio.

Buffy calmò i singhiozzi e rimase immobile fino a che lo sentì uscire.

Perché se lera presa con lui? Probabilmente perché era solo isterica, o forse anche perché voleva piacergli, essergli simpatica. Infondo lei aveva sempre odiato non piacere alla gente aveva sempre fatto di tutto per essere diversa, pur di andar bene a qualcuno, ed ora che era se stessa, non piacere a lui cioè non piacere in generale la infastidiva. Quellultima correzione laveva turbata, ma decise di non pensarci. Si voltò lentamente e vide sul tavolino un piatto con due fette biscottate e miele. Sorrise, forse avevano raggiunto una tregua.

 

 

capitolo 4

 

Dopo due giorni di convivenza, le cose sembravano migliorare. William passava molto poco tempo in casa, e quando cera sembrava in imbarazzo e a disagio vicino a Buffy, ma non litigavano ne discutevano, sembrava quasi si ignorassero.

Buffy era giunta alla conclusione di non piacergli per nulla. Non vedeva lora di andarsene. Cercava di essere scontrosa e distante, mentre invece non che lui le piacesse. Anzi proprio per nulla si ripeteva mentalmente era scorbutico e antipatico, solo che quando arrivava a questo punto del discorso, non sapeva continuare.

Più che altro si era imposta che lui non le piacesse, dato che non era interessato minimamente a lei. Infondo lui non aveva fatto assolutamente nulla per farsi piacere da lei, tranne girare a petto nudo quando tornava dal torrente, con i capelli arruffati e milioni di goccioline che gli correvano sul corpo.

- solo ormoni, sono solo ormoni Buffy si ripeteva come un mantra lui non ti piace è solo che è da un po che non vedi un belluomo. Lui è insopportabile e infondo non è poi così carino. Convincitene Buffy, devi solo convincertene. Fra poco tornerai a casa e ti scorderai di lui. Anzi te lo sei già scordato. Non è un granché, hai visto di meglio.

- cos hai detto?

A quelle parole lei si voltò di scatto e se lo trovò di fronte con quegli occhi blu intensi, mentre era intento a passarsi un asciugamano tra i capelli.

Quasi ringhiò e mentre abbassava lo sguardo al pavimenti si ripeteva mentalmente sono solo ormoni, solo ormoni.

- nulla solo avresti un asciugamano da prestarmi, e magari mi dici dovè il ruscello

- ok.

Mentre lui usciva Buffy si mise un paio di pantaloncini corti. Era incredibile quanto tempo ci mettesse a fare le cose con una mano sola. prese una saponetta e lo attese fuori.

Lui la accompagnò al ruscello e laiutò a sedersi su una roccia vicino allacqua. Poi si allontanò con discrezione e rimase a guardarla.

Lei aveva immerso le gambe in acqua e cercava alla meglio di lavarsi.

William sembrava invece incantato a guardarla. In quei giorni era stato più possibile lontano da lei, daltronde lei non sembrava gradire la sua presenza e a lui beh a lui Buffy non piaceva per nulla. Assolutamente no. Solo che ora mentre la luce riflessa dallacqua illuminava le sue belle gambe

Respirò a fondo e si mise a guardare altrove. Dovunque ma non lei. Buffy non era un granché, inoltre era scorbutica e antipatica. A lui non piaceva, era solo che non aveva una donna attorno da tantissimo tempo.

- dannazione la sentì imprecare

- tutto bene? chiese William senza guardarla.

- no non va niente bene. Con una mano sola è tutto più difficile. Accidenti.

- Se vuoi posso darti una mano

le parole gli morirono in gola quando si voltò a guardarla. Lei si era tolta la maglia e cercava di spostare i capelli per lavarsi la schiena. Cosa complicata data la fascia che le teneva al collo laltro braccio e le copriva parte della schiena.

William abbassò il viso di scatto e si concentrò su Kira che sembrava guardarlo divertita.

- bene, devo essere proprio un mostro. Non riesce neppure a guardarmi. pensò mentre sospirava a fondo.

- beh se non fosse un problema per te e non fossi tanto disgustato aggiunse poi a bassa voce magari potresti

lo vide mentre si allontanava a passo spedito verso casa, lasciandola con gli occhi sbarrati.

- ottimo, gli faccio così schifo che preferisce lasciarmi qui da sola ad arrangiarmi. E io adesso come faccio. Non so neppure se riesco a tornare su pensava triste.

Poco dopo lo vide tornare, scendere fino al torrente e sedersi vicino a lei senza guardarla. Tirò fuori delle garze e una forbice e si mise alle sue spalle.

- ho altre garze. Se vuoi posso togliere quella che hai, così riesci a lavarti meglio. Poi ne mettiamo un'altra.

- buona idea, grazie.

William prese la forbice e tagliò la benda, per poi toglierla, cercando di non toccarla in alcun modo.

Buffy teneva il braccio al collo. Per coprirsi il seno e manteneva la concentrazione sullacqua. Lessere quasi nuda, con lui alle sue spalle la rendeva alquanto nervosa.

- grazie disse dopo che la benda fu tolta del tutto.

Mise i capelli da una parte e iniziò a buttarsi dellacqua sulla schiena.

- ti aiuto io le disse William cercando di mantenere il tono della sua voce calmo. Nella sua mente una voce continuava a gridargli di andarsene il più possibile lontano da lei, ma il suo corpo non sembrava intenzionato ad ascoltarla.

Prese il sapone e iniziò a lavarle la schiena, mentre laria si faceva quasi irrespirabile.

Buffy rabbrividì sentendo le sue mani sulla schiena, ma si impose che era per lacqua fredda. Lui era sempre stato rude e scontroso con lei, eppure il suo tocco era dolce e quasi sensuale.

William percorreva la schiena di lei, come se la stesse accarezzando. Intanto si ripeteva che il calore che sentiva era perché il sole quel giorno era indubbiamente caldo.

Quando finì la asciugò, ma rimase ancora un attimo a fissarla. La sua attenzione fu attirata da una piccola goccia dacqua che le scendeva lungo il collo. Fu quasi tentato di avvicinarsi e baciarla, seguendo il percorso di quella goccia. A quel pensiero si allontanò di scatto da lei, cercando di sembrare il più naturale possibile.

- grazie disse Buffy rossa in viso se ora potessi

e così dicendo gli fece il segno di voltarsi, affinché finisse di lavarsi.

- si certo, appena finisci, rimettiamo la benda. Io sono qui su.

Mentre lei finiva di sistemarsi William si era messo a guardare Kira.

- questo è un problema, lei deve andarsene al più presto. il cane continuava a fissarlo mentre lui camminava avanti e indietro non che mi piaccia, non mi interessa per niente, e se prima ho pensato beh era un momento di distrazione, causato dagli ormoni. Lei lei sta solo mettendo disordine nella nostra vita, ma appena se ne andrà tornerà tutto come prima lei non significa nulla, non è neppure carina, anzi e tu perché mi guardi così? disse rivolto al cane, per poi passarsi una mano tra i capelli sto impazzendo.

Intanto Buffy si era asciugata e cercava di riprendere fiato.

- William io avrei finito, se

lui si fermò di scatto e andò verso di lei, cercando di pensare a quando guardava suo padre allopera. Cercò di ricordare le sue parole, perché ora gli sarebbero servite.

ricorda William io sono un dottore, quindi è indifferente chi ho davanti, mentre lo sto curando. Immagina che ci sia tuo fratello qui, vedrai che anche se ci sarà la donna più bella del mondo nulla ti distrarrà da quello che stai facendo.

Si fermò di fronte a lei e prese in mano la benda, senza guardarla. Respirò a fondo cercando di non farsi sentire e prese a bendarla. Quando finì, lei si rimise la maglia e entrambi ripresero a respirare. Laccompagnò alla casa e uscì nuovamente. Aveva bisogno daria e aveva bisogno di stare lontano da lei. Mai come nellultima mezzora aveva pensato tanto intensamente ad Angel.

Mentre William scompariva tra gli alberi, Buffy si sedette stancamente sul divano e sospirò. Doveva andarsene al più presto.

 

capitolo 5

 

La tensione e limbarazzo del pomeriggio sembrava essere passato, ora davanti ad un piatto di pasta, sembrava essere tornato tutto alla normalità. Ognuno era concentrato sulla propria cena senza guardare laltro, e senza rivolgersi la parola. Kira stanca del silenzio, grattò sulla porta per farsi aprire e poter uscire.

- è da molto che Kira è qui con te? chiese Buffy, anche lei stanca di quel noioso silenzio

- da un paio danni.

- dove l hai presa?

- veramente è lei che ha scelto me. Un giorno l ho trovata davanti alla porta, e non sono più riuscito a liberarmene. Buffy lo guardò di traverso ok, ok diciamo che la sua compagnia mi faceva piacere. Ci siamo abituati luno allaltro.

- che cane paziente disse sorridendo per prenderlo in giro.

William alzò gli occhi sospirando, per poi guardarla attentamente chiedendosi se lei stesse flirtando con lui. Scosse la testa e si alzò per poggiare i piatti sul lavandino.

- fortuna che fra qualche giorno togliamo la tua benda, così almeno non avrai più scuse per non lavare i piatti.

- pensavo che mi avresti sbattuto fuori di casa, una volta che mi fossi rimessa.

Entrambi rimasero un attimo in silenzio a quelle parole, perché a nessuno dei due piaceva quellidea? ricacciarono il pensiero e si ripeterono mentalmente che non vedevano lora che accadesse.

William si mise a lavare i piatti e Buffy spreparava la tavola, per quel che poteva. Quando ebbero finito si sedettero sul portico con una tazza di caffè. Stranamente quella sera sembravano sopportarsi a vicenda, quasi apprezzare la compagnia dellaltro.

- da quanto vivi qui William?

- da circa cinque anni.

- perché?

- che domanda è perché? come se io ti chiedessi perché vivi a Los Angeles.

- no è diverso. Uno che vive qui. Da solo. Per cinque anni, significa che o sta scappando da qualcuno o da qualcosa.

- ma tu devi essere pazza, e io più di te a starti qui a sentire. Non mi conosci neppure, e vieni a giudicare come vivo

- beh ci credo che non ti conosco, allontani la gente e non ti fai conoscere, so solo che tuo padre era un medico. Credo di non aver mai conosciuto qualcuno più scorbutico di te, inizio a capire perché vivi qui da solo, è difficile sopportarti.

Cadde un silenzio freddo, ma nessuno si muoveva. Buffy era dispiaciuta per quello che gli aveva detto, ma a volte lui sembrava tirare fuori il peggio di lei.

- non sto scappando. Sto solo bene qui.

- come vuoi William, ma credimi, questo è fuggire. Dalla gente, dai giudizi, da quelli che ti dicono quanto sei giusto o sbagliato. Io ne so qualcosa.

- io sto bene qui.

- deve essere per quello che non ti ho mai visto sorridere.

William ignorò lultima affermazione e si accese una sigaretta.

- e dimmi Buffy, tu da cosa fuggi?

- da tutta una vita sbagliata. Da gente che mi dice cosa fare, come essere e come non essere. Veramente speravo di fuggire a me stessa e a quella vocina che mi diceva che la mia vita è un disastro solo per colpa mia. Solo perché sono sbagliata. Ma non sono riuscita a correre abbastanza forte. È difficile piacersi a volte.

- è difficile perdonarsi.

- quindi è questo? Hai fatto qualcosa per cui non ti sei ancora perdonato?

- già, non mi sono ancora meritato il perdono.

- il perdono è un atto dettato dalla compassione William, non si concede in base al merito, ma perché se ne ha bisogno. Non credi di esserti punito abbastanza?

- non è una punizione stare qui. Almeno così non rischio di ferire nessuno. Inoltre anche tu sei qui. Anche tu sei fuggita dalla tua vita e dalle persone che ne fanno parte. Che differenza cè?

- che io tornerò a casa. Mi farò coraggio e riprenderò in mano la mia vita. Tu? Quando tornerai a casa?

- questa è casa mia. Non ho altri posti dove tornare.

- significa che non vedi nessuno da cinque anni?

- no, vedo mio fratello ogni mese. Viene a portarmi viveri e a cenare qui con sua moglie.

- hai un fratello?

- sì, Angel, e a proposito verrà qui domani.

- fantastico e immagino sia più simpatico di te.

- e questo chi lo dice?

- beh meno è assolutamente impossibile.

William si mise a fissarla e vide un luccichio divertito nei suoi occhi.

- ti diverte tanto prendermi in giro?

- non sai quanto, inoltre voglio vedere se prima o poi riesco a farti sorridere.

William alzò gli occhi al cielo, quella donna stava stravolgendo la sua vita, e forse non gli dispiaceva così tanto. Si alzò in piedi e si mise ad osservare le stelle. Lui rivoleva la sua routine, arrivare al mattino e sperare che giungesse presto sera e arrivare a sera e pregare di dormire più di due ore per notte, affinché almeno quella fosse meno lunga. Eppure con Buffy attorno, risentiva il tempo tornare a scorrere quasi normalmente. I giorni trascorrevano senza che lui passasse tutto il tempo a odiarsi e le notti beh quelle erano ancora lunghe. Quando sarebbe riuscito a dormire un intera notte, allora forse sarebbe tornato a casa.

La voce di Buffy interruppe i suoi pensieri.

- tu non mi stai ascoltando.

- cosa?

- dicevo, cosa prepariamo domani per tuo fratello e tua cognata?

- prepariamo in che senso?

- beh per cena, ovvio

- assolutamente nulla. Mio fratello e Faith sono così gentili da portare tutto loro.

- non ci credo, sei scorbutico anche con loro? Ora capisco perché vengono una volta al mese.

- innanzitutto io non sono scorbutico.

- si lo sei, e comunque io voglio fare una bella figura.

- nel senso che sparirai per tutta la sera? inoltre perché vuoi far bella figura con mio fratello?

- come sei simpatico. Poi voglio fare una bella impressione a tuo fratello, perché magari mi salverà da te. quindi domani facciamo una torta.

- una torta? E soprattutto facciamo?

- beh certo, io con questo braccio non posso farla, quindi io ti dirò cosa fare e tu lo farai.

- tu sei impazzita

- ma no pensaci, noi facciamo la torta, tuo fratello e tua cognata si addolciscono e decidono di portarmi in paese, così io mi libero di te e tu di me. È un piano perfetto.

- potrebbe funzionare.

Buffy sorrise e si alzò felice e si diresse alla porta.

- bene. Buonanotte e preparati al lavoro per domani.

Ancora un po zoppicante entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle. Aveva passato una bella serata e domani se ne sarebbe tornata a casa. Si diresse al divano ignorando la stretta allo stomaco che aveva provato.

 

capitolo 6

 

Buffy aveva tirato fuori dal suo zaino i suoi cd e aveva cercato per tutta casa qualcosa per poterli ascoltare. William laveva osservata girare e frugare ovunque, chiedendo perché non potesse ascoltarli nel suo lettore. Quando Buffy aveva esordito che oltre a Kira, probabilmente anche le mura della casa si erano annoiate per tutto quel silenzio e quellaria da continuo punirsi e auto commiserarsi del proprietario, William aveva mostrato un impianto stereo nascosto in un mobile e coperto da polvere, mentre inveiva sulle donne che complicano la vita della gente.

Avevano litigato un po sul fatto che lui doveva imparare a divertirsi e a godersi la vita, mentre lei doveva farsi gli affari suoi.

Verso le quattro del pomeriggio, dopo che Buffy aveva risistemato casa e William dietro di lei aveva rimesso tutto come prima, si erano messi a preparare la torta.

Buffy sosteneva che William non sapesse sbattere le uova con lo zucchero, mentre lui si dichiarava un grandissimo chef.

- effettivamente la pasta la fai bene. Dove hai imparato?

- mia madre era italiana, ci ha insegnato a cucinare.

- hai imparato bene. Peccato non ti abbia insegnato a fare i dolci, aggiungi la farina.

- io so fare una buonissima crostata di mele.

- infatti da quando sono qui ne ho fatto indigestione. disse guardandolo con aria strafottente tu parli tanto, ma a fatti guarda che così butti tutta la farina in giro.

ma non fece a tempo a finire la frase che entrambi erano bianchi e sporchi ovunque.

William guardò lespressione imbronciata di Buffy, mentre la sua faccia era tutta bianca, a fatica trattenne una risata.

- non ci credo quello era un sorriso?

- no, tranquilla, era solo una smorfia di sofferenza, per sopportare le tue torture.

- grazie a Dio, mi ero spaventata, avevo quasi temuto ti stessi divertendo.

Trattenne un sorriso, mentre aspettava la sua reazione. Poco dopo lui scoppiò a ridere.

- dovresti vederti, tutta sporca di farina

- beh pensi di essere preso meglio? chiese mentre cercava di togliersi la farina dalla faccia e dai vestiti.

Risero ancora mentre le note di Crazy little thing called love cantata da Michael Bublè riecheggiavano per tutta la casa.

 

Nel frattempo Angel e Faith avevano chiuso lemporio prima, volevano arrivare da Spike per controllare che stesse bene. Un cacciatore aveva detto che passando vicino a casa sua gli era sembrato di vedere qualcun altro con lui.

Impossibile! Avevano esordito alla notizia. A mala pena sopportava la presenza di loro due per una sera al mese, se cera qualcun altro lì qualcosa non andava. Erano cinque anni che si era rintanato fra le montagne, per stare da solo. Forse dei malviventi si erano impossessati della sua casa, magari per sfuggire alla polizia. Avevano caricato il fuoristrada con viveri per un mese e la cena, ed erano partiti nel primo pomeriggio. Appena arrivati, si erano guardati attorno e tutto sembrava tranquillo. Forse il cacciatore si era sbagliato e magari aveva solo visto qualcuno di passaggio. Quando però avvicinandosi alla casa, sentirono la musica che proveniva da dentro si guardarono preoccupati. Angel tornò indietro e prese la mazza che aveva messo in macchina. Aveva regalato limpianto stereo a suo fratello, per il suo compleanno un paio di anni prima e lavevano visto mentre lo chiudeva in un armadio a prendere polvere. Probabilmente lo avevano catturato e ora i fuggiaschi vivano lì. Lunica consolazione è che lo stereo funzionava.

- ma magari forse spolverandolo si è acceso da solo.

- forse ma è meglio andare cauti. disse Angel spingendo la moglie alle sue spalle.

Quando avvicinandosi ancora di più sentirono delle risate, il terrore si dipinse sul loro volto.

Angel salì lentamente le scale, quando Faith lo fermò trattenendolo per un braccio.

- aspetta bisbigliò e se fossero assassini, magari armati, pensi che basterà quella mazza?

- li prendiamo di sorpresa e molto lentamente aprì la porta, quasi bloccandosi alla scena che gli si presentò davanti.

Faith alla faccia scioccata del marito guardò dentro, per rimanere a bocca aperta come Angel.

 

William e Buffy continuavano a ridere, mentre cercavano di finire la torta.

- William sei un disastro, ti ci vorranno ore per ripulire.

- ecco, ti pareva che mi tocca anche ripulire.

- beh vorrei vedere, chi ha buttato farina in giro? io mi sento Casper da quanto bianca sono.

 

Faith e Angel continuavano a fissarli a bocca aperta, e alle prime parole di lei avevano sbarrato gli occhi ancora più scioccati, per poi guardarsi e parlare allunisono.

- William?

 

Buffy cercò di pulirsi il viso, ma la sua mano sporca peggiorò la cosa. William si pulì le dita sui pantaloni, per poi toglierle dolcemente la farina dal viso, mentre la guardava sorridendo.

 

Angel sembrò illuminato da un idea perché si voltò verso sua moglie e disse sicuro

- ho capito. Alieni!

A quella voce William e Buffy si voltarono di scatto verso la porta, mentre lui si staccava velocemente da lei, come beccato con le mani nel barattolo dei biscotti.

Quasi sbiancò vedendo di chi era la voce.

- Angel, Faith, cosa fate già qui?

- mm dunque noi eravamo venuti a darti una mano con la cena ma cos hai fatto di mio fratello?

- Angel, non dire stupidaggini, sono io tuo fratello, inoltre la cena la porti sempre tu.

- effettivamente è scorbutico come lui, ma Spike sei certo di stare bene?

- come sempre. entrate ora o preferite lo stipite della porta? e Faith smettila di guardarmi in quel modo.

- no, è solo che la somiglianza è impressionante disse sottovoce

Buffy sentendosi di troppo, nonché imbarazzata, si avvicinò ai nuovi arrivati e dopo essersi pulita la mano sul grembiule la tese loro.

- ciao io sono Buffy, immagino voi siate Angel e Faith, ho sentito parlare molto di voi.

- piacere dissero entrambi titubanti, cercando di capire cosa fosse successo e soprattutto chi fosse la donna di fronte a loro.

Lei notò i loro sguardi perplessi e cercò il modo più veloce per spiegare il tutto.

- dunque, qualche giorno fa stavo facendo un escursione, sono caduta, William mi ha trovato e mi ha aiutato. Sono ancora fasciata e dolorante, e dato che non posso andarmene da sola, sono rimasta qui. Vi stavamo preparando una torta per stasera, ma abbiamo avuto qualche difficoltà.

Angel e Faith erano rimasti immobili ad ascoltarla mentre assorbivano le sue parole.

- ma scusate chi è Spike? chiese poi Buffy perplessa

I due si guardarono stupiti, per poi riprendersi e sorridersi.

- beh, è come Angel chiama William disse Faith, scandendo bene lultimo nome, come se fosse una soddisfazione pronunciarlo. ed è un piacere conoscerti Buffy. Ora noi andiamo un attimo a prendere le cose in macchina, torniamo subito e ancora parlando trascinò fuori Angel e si chiuse la porta alle spalle.

Una volta fuori si guardarono scotendo la testa, come se cercassero di svegliarsi da un sogno.

- Angel disse Faith mentre si recavano alla macchina l hai sentito ridere anche tu prima vero?

- si

- e da quando tuo fratello parla di noi? Angel fissava la moglie che continuava a parlare e raffica inoltre da quando aiuta le giovani e belle ragazze e le ospita a casa sua?

lasciò la domanda sospesa, mentre prendeva le borse e si recava di nuovo verso la casa.

- ma soprattutto, sbaglio o è da quando vive qui che non permette più a nessuno, neppure a te, di chiamarlo William?

Faith si fermò guardando il marito, per poi alzare le spalle e sorridere.

- beh solo che veramente credevo che gli alieni fossero omini verdi

Angel sorrise mentre guardava la moglie dirigersi verso casa. La donna dentro lì non era un alieno, ma dopo aver visto leffetto su Spike, si convinse dellesistenza degli angeli.

 

[WIP probabilmente parziale, non recuperato il resto]