Dalla sezione Mondi Paralleli di Vs.Ananke

 

 

NEVE

 

bySara

 

I personaggi delle serie "Angel" e "Buffy, the vampire slayer", appartengono a Joss Whedon, la WB, ME e la Fox, gli autori non ha alcuno scopo di lucro e non intendono violare alcun copyright. 

***Disclaimer & Note dell'Autore/Autrice***

 

 

sara_akela@yahoo.it

 

 

 

Adorava la neve! Le era sempre piaciuta, le ricordava i suoi natali da bambina, con il naso inchiodato al finestrino aspettando di vedere il primo fiocco. La neve le ricordava suo padre, i pupazzi di neve deformi, costruiti assieme. Quei pensieri la rendevano felice, forse un po’ malinconica, ma felice. Almeno un tempo! Erano passati tanti anni da quando si era fermata l’ultima volta a guardare la neve. Ora bloccata in aeroporto per via del maltempo, non era dell’umore adatto per ricordare quanto le piacesse. Il suo fidanzato Nick la stava aspettando a Los Angeles, e lei era bloccata a New York, per via di una bufera di neve e con il bagaglio disperso.

 

Perché dovevano capitare tutte a lei e da quando in qua nevica a febbraio?

 

Lei e Nick avevano deciso di passare del tempo assieme a Los Angeles, fino a San Valentino, poi lui sarebbe ripartito per lavoro. Ma da quello che le aveva detto la sua amica Willow, lui voleva passare del tempo con lei per chiederle di sposarlo. Erano quasi quattro anni che stavano assieme, ma causa il lavoro di entrambi non erano mai stati molto tempo vicini. Scosse velocemente la testa, voleva cacciare quel pensiero. Lei non aveva nessuna intenzione di sposarlo. A volte sentiva quasi di non conoscerlo, non sapevano nulla l’uno dell’altro. Beh certo si conoscevano, ma lei sapeva che lui non conosceva che cose importanti di lei. Quando era piccola, circa lo stesso periodo in cui ancora amava la neve, aveva sognato il suo “principe azzurro”. Niente cavallo bianco o calzamaglia blu, ma lui aveva quel qualcosa di particolare. Il suo amato l’avrebbe guardate in un modo tale da farle tremare le gambe. Alla sua vicinanza il cuore le avrebbe battuto forte. E lui l’avrebbe conosciuta, più di chiunque altra persona al mondo. L’avrebbe capita, prima ancora di parlarsi e l’avrebbe stupita ogni attimo. Questo era il suo principe azzurro. Ma poi il sogno con gli anni era svanito e lei non l’aveva più trovato. Nick, non era nulla di tutto ciò, ancora dopo quattro anni le chiedeva come prendesse il caffè. Lei gli voleva bene ma non tanto da sposarlo. Sua madre, a diciotto anni, le aveva detto che quando i sogni non si avverano, bisogna adattare propri sogni alla realtà. Lei in quella sera, bloccata in aeroporto, da sola, si era sentita triste. No voleva, a ventitré anni, adattare i suoi sogni alla realtà. Si sentiva quasi delusa da se stessa, per aver smesso di sperare e per non aver più cercato il principe azzurro.

 

Il suono dell’altoparlante interruppe i suoi pensieri.

 

A: la signorina Buffy Summers è attesa allo sportello numero 3 per ritirare il suo bagaglio.

 

La voce ripeté il messaggio mentre lei si avviava allo sportello. Almeno le avevano ritrovato il bagaglio.

 

Quando arrivò, una signorina dall’aria stanca e scocciata le porse la sua valigia.

 

B: mi scusi, sa dirmi quando riprenderanno i voli?

 

Signorina: no! Ma le consiglio di mettersi comoda e godersi l’alba domattina. Da qui si vede bene.

 

L’alba? Ma questa è impazzita. Cosa faccio io qui da sola fino a domattina. Sbuffando si diresse al ristorante con il proprio bagaglio, si sedette vicino al vetro e aspetto il cameriere, guardando fuori la neve che cadeva. Indubbiamente in quell’istante non le piaceva.

 

Gli altoparlanti continuavano a comunicare ritrovamenti di bagagli, ma il cameriere sembrava essersi perso. Ad un tratto una figura si fermò alle sue spalle.

 

W: scusi…

 

B: sì, intanto prendo un caffè espresso liscio con del latte freddo a parte, poi ordinerò la cena.

 

W: signorina veramente…

 

Lei si voltò e l’uomo che aveva di fronte non sembrava il cameriere. Aveva un paio di jeans, una maglietta nera attillata e una giacca di pelle. I suoi capelli erano castani e alquanto indomabili , visti i ricci tenuti a bada col gel. Aveva  gli occhiali da sole sulla fronte e due occhi blu che la guardavano. Per un momento Buffy si sentì mancare il terreno sotto i piedi, poi tornando sulla terra si scosse e smise di fissarlo.

 

B: mi scusi, pensavo fosse il cameriere, sono ore che l’aspetto. Lei è?

 

W: non si preoccupi. Io sono il proprietario della valigia che si è portata via?

 

B: scusi?

 

W: quando sono andato a riprendere il bagaglio mi hanno dato quello di una certa Buffy Summers, che non sono io. Hanno detto che probabilmente c’è stato uno scambio, e che il mio l’avevano appena dato a una bella ragazza che si era diretta al ristorante.

 

Buffy dopo essersi fermata con la mente, per qualche secondo, alla “bella ragazza”, si diede della scema, non aveva neppure controllato il cartellino. Guardò quello appeso alla sua presunta valigia.

 

B: William Shelby. È lei?

 

W: in persona. Per fortuna l’ ho trovato, non me ne stava andando una dritta.

 

B: non me ne parli. Io odio aspettare, soprattutto da sola in aeroporto.

 

Si sorrisero un attimo, consapevoli delle proprie sventure.

 

W: ben grazie per i bagaglio, e arrivederci.

 

B: arrivederci.

 

Lei tornò a guardare fuori da finestrino. Ripensò al giovane appena incontrato, uno stano tipo. Anche se indubbiamente sexy.

 

Dopo qualche minuto, sentì ancora una presenza alle spalle, e si voltò a controllare, prima di ordinare qualcosa ad un altro sconosciuto.

 

Alzò il viso e incontrò nuovamente quello di William, che le sorrideva e teneva in mano un vassoio.

 

W: i camerieri non arrivano, bisogna andare a ordinare alla cassa.

 

B: oh, grazie, se non era per te domattina ero ancora qui ad aspettare.

 

W: beh, se non ti spiace, posso sedermi con te? Anche io odio aspettare da solo. Magari due chiacchiere faranno passare il tempo.

 

B: certo accomodati pure, io…

 

W: caffè ristretto liscio con latte freddo a parte vero?

 

Le disse porgendole una tazzina e un brico con del latte.

 

B: grazie ma come?

 

W: me l’ hai ordinato prima, pensando fossi il cameriere. Era brutto presentarsi a mani vuote.

 

Le sorrise e lei rispose. L’aveva sorpresa e, ultimamente, difficilmente un uomo c’era riuscito. Ricordava come le piaceva il caffè, o meglio aveva ascoltato quello che aveva detto, pur non conoscendola. Tre punti a suo favore. Avrebbe volentieri passato quella notte a chiacchierare con lui.

 

William intanto continuava ad osservarla e a pensare che fosse la donna più bella che aveva mai visto. L’aveva incantato dal primo momento in cui si era voltato verso di lei. Chissà chi era, da dove veniva o cosa faceva. Al momento non gli importava nulla. Voleva solo stare seduto al tavolo e passare del tempo con lei. Anche a parlare di nulla, ma con lei.

 

B: è strano non capita spesso di passare del tempo con qualcuno che non conosco.

 

W: beh anche per me. Sarà divertente. Comunque io sono William.

 

Si strinsero la mano e quando si toccarono lei sentì il suo cuore perdere un colpo. C’era elettricità tra loro.

 

B: piacere Buffy. Allora William come ti piace il caffè?

 

 

 

Avevano trascorso l’intera serata a parlare, di tutto e di niente. Da come prendevano il caffè alle loro rispettive famiglie. Tutta quell’intimità e quella sincerità stava sbalordendo entrambi. Si conoscevano solo da qualche ora, ma sapevano l’uno dell’altro, più di quanto le persone che li conoscevano da una vita.

 

Buffy aveva parlato di suo padre e di quanto gli fosse affezionata, e William le aveva raccontato dei suo fratelli e di come fossero legati. Si erano raccontati aneddoti imbarazzanti, che quasi loro stessi avevano dimenticato e avevano riso. Mentre cenavano si erano mesi ad osservare le altre persone, bloccate in aeroporto come loro. Aveva fantasticato su chi potessero essere e dove erano diretti.

 

Chi li guardava vedeva il loro forse una coppia, forse due amici o addirittura fratello e sorella ma nessuno avrebbe mai pensato che erano due perfetti sconosciuti fino a qualche ora prima.

 

Ad un tratto il telefono di Buffy squillo e lei ne fu quasi disturbata. Lesse sul cellulare chi chiamava: Nick.

 

E chi era Nick? Rispose senza avere la più pallida idea di chi ci fosse all’altro capo.

 

B: pronto?

 

N: eh ciao dispersa. Ma dove sei finita?

 

B: ma con chi parlo? - oddio un lampo le attraversò il cervello, in un momento le sembrò di riacquistare la memoria. Nick, il suo fidanzato. Aveva detto con chi parlo all’uomo con cui stava da quattro anni. Non aveva riconosciuto l’uomo che probabilmente le avrebbe chiesto di sposarla.

 

N: Buffy? Sono io Nick.

 

B: Nick? Beh avevo un fidanzato che si chiamava Nick, ma non lo sento da due giorni… - finse di ridere e scongiurò che lui ci avesse creduto.

 

N: spiritosa. Per un attimo ho pensato che fossi con un altro uomo e ti fossi dimenticata di me. – e scoppio in una fragorosa risata.

 

Ridi, ridi, pensò Buffy, c’è ben poco di divertente in tutto questo.

 

Intanto William continuava ad osservarla, notando i suoi cambiamenti d’espressione. Quindi era fidanzata? Peccato. No, non era un peccato, era un disastro.

 

B: come va lì a Los Angeles?

 

N: bene è bello l’aeroporto, ma ti sto aspettando da mezz’ora. Dove sei?

 

B: a New York. C’è stata una bufera e i voli sono sospesi.

 

N: e pensavi di avvisarmi?

 

B: beh, mi è successo di tutto. Ho perso il bagaglio e me ne sono dimenticata. – dannazione come faceva ad essere così stupida. Si era totalmente scordata del suo fidanzato. Le erano bastate un paio d’ore con un… - mentre lo pensava alzò il viso verso William  - … un uomo che sa di me più di quanto ne sappia quello al telefono.

 

Abbassò il viso sconsolata. Doveva tornare con i piedi per terra, non si butta via la vita per un sogno.

 

B: ma prometto che mi farò perdonare quando arrivo – un senso di nausea la pervase, ma pensò che il cibo dell’aeroporto non fosse un granché.

 

N: bene, lo spero proprio. Quando arrivi?

 

B: spero di poter partire domattina. Quando mi imbarco ti telefono.

 

N: bene, ma dove dormi?

 

B: credo mi fermerò qui in aeroporto.

 

N: stai scherzando? Ma è pericoloso.

 

B: no tranquillo, sono con un amico.

 

E alzando il voltò sorrise a William, che ricambio.

 

Quindi lei lo vedeva come un amico. Interessante. Interessante un corno, era pessimo. Gli amici sono solo… amici. Si dette del pazzo ma avrebbe voluto molto di più da quella donna appena conosciuta. Lei sembrava accenderlo… ma era un gentiluomo e avrebbe rispettato la sua decisione. Amici. E il sorriso divenne più una smorfia.

 

N: beh… domani mi racconti.

 

B: ok, buona notte Nick

 

N: ah Buffy, domani dobbiamo parlare di una cosa importante. – e a quelle parole il suo stomaco si fece piccolo piccolo – ti amo.

 

B: ok. A domani

 

E senza aspettare altro riagganciò. Scosse la testa. Avrebbe voluto che quella telefonata non ci fosse mai stata. Avrebbe voluto tornare nel paese della favole di prima, a parlare con il suo principe azzurro.

 

W: fidanzato?

 

B: già. – disse quasi triste. – Tu sei fidanzato?

 

William ci pensò un attimo e… dannazione, anche lui era fidanzato, viveva con Fred da due mesi. Non era l’uomo più innamorato del mondo ma le voleva bene. Forse aveva bevuto qualcosa. Come aveva potuto scocciarsi che lei fosse fidanzata e scordarsi che anche lui era impegnato. Quasi non ci credeva. La donna che aveva di fronte l’aveva completamente stregato. Avrebbe solo voluto ritrovare quell’amnesia e tornare alla mondo di favola in cui si trovava.

 

W: sì.

 

Abbassarono lo sguardo e sigillarono un tacito accordo. Sapevano che sarebbe stato solo per una notte, sapevano che l’indomani arrivati a Los Angeles, ognuno sarebbe tornato alla propria vita. Sapevano che non poteva funzionare così, che era solo una bugia, ma decisero che volevano viverla. Decisero che per quella notte sarebbero tornati ad essere i ragazzini che sognavano il principe azzurro e la dama sulla torre. Solo per quella notte, sarebbero tornati ad amare guardare la neve cadere.

 

Solo per una notte. Un sogno per sopravvivere ancora un po’.

 

Alzarono contemporaneamente il viso e tornarono a sorridersi.

 

B: allora mi stavi raccontando della tua prima sbronza…

 

Parlarono ancora per ore. Si spostarono in sala d’attesa e verso le tre di mattino si addormentarono uno vicino all’altro.

 

Buffy si appoggiò alla sua spalla e lui la accolse tra le sue braccia.

 

Si addormentarono come due bambini e sognarono di un’altra vita, in cui forse quella notte si sarebbe prolungata a molte altre.

 

Il sole svegliò Buffy. Aveva dormito solo quattro ore, ma non aveva mai riposato meglio. Si stiracchiò e alzando il volto vide l’uomo accanto a sé ancora addormentato. Per un attimo ebbe la forte tentazione di sollevarsi e baciarlo. Ma il giorno era arrivato e la notte finita. Con delicatezza si sfilò dal suo abbraccio e andò a prendere due caffè.

 

William stava sognando di lei. La teneva fra le braccia e poi la baciava. Un bacio pieno d’amore. Non era solo attrazione, c’era molto di più. Poi un dolce aroma di caffè lo svegliò e lentamente aprì gli occhi.

 

Vide il suo viso che gli sorrideva e gli porgeva una tazza fumante. Il sole la illuminava da dietro e a lui parve di veder un angelo. Conscio di essere ancora abbastanza addormentato da non pensare troppo, si avvicinò pericolosamente a lei e le diede un bacio. Un bacio dolce, quasi uno sfiorarsi di labbra. Ma non aveva resistito. Forse si sarebbe preso uno schiaffo ma ne valeva la pena. Lei rimase scioccata, lui la stava baciando. Quest’uomo che neppure conosceva le stava donando il bacio più dolce che potesse ricordare. Era uno splendido risveglio e lei non reagì. Non si tirò indietro, lasciò le labbra appoggiate alle sua, ancora un attimo. Lui si stacco da lei e il suo cervello improvvisamente si mise in funzione. Una spia rossa, completa di sirena, si accese nella sua mente. Cosa aveva fatto? L’aveva baciata e lei… lei non lo aveva ancora schiaffeggiato. La spia si spense e lui sorrise.

 

W: scusami io non…

 

Lei scosse la testa. Non voleva scuse per quel dono.

 

B: caffè?

 

Sorseggiarono il caffè in silenzio, osservando il sole illuminare tutte le piste e gli addetti liberarle. Fra non molto sarebbero potuti ripartire. Non nevicava più e ne furono dispiaciuti.

 

Dopo un ora il loro volo per Los Angeles partì, e quel aereo si stava portando via tutti i loro sogni, come se li facesse cadere dall’alto, finendo schiantati a terra.

 

Quando giunsero a Los Angeles, si sentivano tristi.

 

William le porse il suo biglietto da visita.

 

W: se mai ti servisse un editore… magari ci si può sentire per un caffè. Sto ancora aspettando il racconto del tuo primo giorno di università.

 

Si sorrisero e Buffy gli diede il suo numero di telefono.

 

B: se mai ti servisse una cuoca… spero di rivederti William.

 

Quando le porte dell’aeroporto si aprirono il loro cuore si fermò. E quando i loro rispettivi compagni gli andarono incontro la dura realtà busso alle loro porte. Il sole splendeva su Los Angeles quella mattina, e la neve era tornata a non piacere più.

 

Era passata una settimana dal suo arrivo a Los Angeles. Nick non le aveva chiesto di sposarla, ma c’era andato molto vicino. Buffy era stesa sul letto, avvolta nell’asciugamano e guardava fuori dalla finestra. Il suo arrivo era stato alquanto travolgente. Avevano passato la giornata in giro, per il lavoro di Nick e quando finalmente si erano fermati era quasi ora di cena. Durante tutto il tempo lei non aveva fatto che pensare a due splendidi occhi blu e a un leggero bacio appena sussurrato.

 

 

 

N: Buffy, come è andato il viaggio?

 

B: oh bene, a parte l’intoppo di dover attendere bloccata in aeroporto.

 

N: ascolta, noi dobbiamo parlare di una cosa importante.

 

B: certo dimmi.

 

N: prendi un aperitivo prima?

 

B: certo.

 

N: cosa vuoi?

 

A quella domanda Buffy guardò l’uomo di fronte a lei e si chiese perché? ma poi scosse la testa, in fin dei conti mica tutte le persone si ricordano tutto.

 

B: Martini con ghiaccio.

 

Lo osservava mentre si dirigeva al bancone del bar e la parte più profonda di lei si chiese chi fosse quell’uomo.

 

Quando tornò le si sedette davanti e la osservò attentamente.

 

N: Buffy. Noi stiamo assieme da quasi quattro anni.

 

B: si

 

N: e le cose vanno bene tra noi? Andiamo d’accordo.

 

B: certo. – vorrei anche vedere ci vediamo una volta al mese, manca solo che litighiamo.

 

N: io credo sia giunto il momento.

 

B: per cosa? – ti prego, ti prego non chiedermi di sposarti.

 

Il fatto che una donna desideri ardentemente che l’uomo con cui sta non le chieda di sposarla, avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme. Ma non doveva pensarci. Le parole di sua madre riecheggiavano: “ non gettare la realtà per un sogno. Adattati!” come se adattarsi fosse facile, e come se farlo significasse vivere.

 

N: beh per vivere assieme?

 

Buffy sospirò rilassata. Ringraziò mentalmente Dio e si disse salva. Alt un momento, salva un corno. Vivere assieme? Era come sposarsi, e poi vivere dove?

 

N: ti vedo pensierosa, ma ti capisco, è una cosa importante. Prenditi il tempo che vuoi, è una scelta difficile trasferirsi.

 

B: e perché mi dovrei trasferire io? Non potresti venire tu a New York?

 

N: io ho il mio lavoro qui.

 

B: e io ho il mio ristorante li.

 

N: beh non starai per caso paragonando i nostri lavori vero?

 

Buffy ebbe l’istinto di piantargli una forchetta in un occhio. A volte era così pieno di sé, che si chiedeva come avesse resistito con lui quattro anni. Ma a volte era dolce, sembrava l’uomo giusto per lei… l’uomo dei sogni? No quello no. Quello l’aveva salutata appena scesa dall’aereo. Basta, non doveva pensare a lui. Lui era andato e non era reale. Sorrise a Nick e gli promise che ci avrebbe pensato.

 

 

 

Ora una settimana dopo, distesa sul letto ancora bagnata dopo la doccia, pensava. Pensava che in fondo la proposta del suo fidanzato non era così male, che vivere assieme li avrebbe uniti, fatti crescere assieme. Inoltre il ricordo di William era quasi sparito, si ripeteva. Era per questo che teneva il suo biglietto da visita vicino al telefono!

 

I suoi pensieri furono interrotti dal bussare alla porta.

 

B: avanti.

 

La porta si spalancò e un bell’uomo, alto, moro e dagli occhi scuri apparve. La osservava attentamente.

 

B: Angel.

 

Gli corse incontro e lo abbraccio.

 

A: Buffy dimmi che non è vero? Dimmi che non stai per andare a vivere con Mister “non vorrai paragonare il nostro lavoro”

 

B: Angel non cominciare.

 

A: eh no, io comincio. Tu sei impazzita, come puoi farti e farmi questo.

 

B: niente scenate di gelosia.

 

A: niente gelosia un corno. Non ti rovinerai la vita così.

 

B: a proposito come l’ hai saputo… ho capito non dirmi nulla: mamma.

 

A: lo sai che non sa tenere i segreti.

 

B: Angel ti prego è già difficile così. Non ti ci mettere anche tu.

 

A: non è difficile. Gli dici di no. Che non puoi vivere con lui, perché sei una splendida donna e non ti rovinerà l’esistenza.

 

B: sei stressante quando ti ci metti. Cosa ti ha detto mamma?

 

A: la conosci. Immagina la telefonata: “ Angel caro, ho una splendida notizia. Tua sorella va a vivere con Nick… e non iniziare con la storia che non è l’uomo per lei, non esiste il suo principe azzurro, a volte la realtà bla bla bla…”

 

B: veramente lui me l’ ha chiesto e io gli ho detto che ci avrei pensato.

 

A: e dove andrete a vivere.

 

B: beh… qui!

 

A: oh capisco, e il tuo ristorante?

 

B: beh mi ha detto….

 

A: non vorrai paragonare il mio lavoro al tuo – disse distorcendo la voce e facendo strane espressioni con la faccia.

 

B: smettila! Io… voglio molto bene a Nick e lui mi potrebbe rendere felice.

 

A: si certo. È per questo che all’idea che ti chiedesse di sposarlo hai avuto una crisi di nervi?

 

B: ma… Willow! Ma perché senti la mia migliore amica. Perché fai così?

 

Disse sedendosi sul letto e tenendosi la testa fra le mani.

 

A: sorellina, non fare così. Lo sai che ti voglio bene e lo dico solo per te. Non farti condizionare dalla mamma. Che fine ha fatto il sogno del principe azzurro. Non è facile trovarlo, ma non è un buon motivo per non continuare a cercarlo…

 

Lui la stava guardando e vide un lampo attraversarle gli occhi e il suo viso arrossire.

 

A: l’ hai trovato.

 

B: ma no cosa dici.

 

A: sono tuo fratello. Ti conosco da ventitré anni quindi non provare ad imbrogliarmi. Ho visto quello sguardo, lo stesso di quando lo immaginavi. Dimmi tutto.

 

B: uffa, proprio a me doveva capitare un fratello come te. Beh mi vesto e ti racconto tutto solo se mi inviti a cena.

 

A: ok. Ci fermiamo a prendere un martini con ghiaccio prima?

 

Lei gli sorrise e annuì con la testa.

 

 

 

Dopo un’ora erano in un bel ristorante. Tavolo vicino alla finestra, come piaceva a loro, e Angel stava solo aspettando il racconto di Buffy.

 

B: ma quando sei arrivato a Los Angeles?

 

A: sono partito non appena mi ha chiamato mamma. Ora non cambiare discorso. Come si chiama?

 

B: ma non c’è nessun principe azzurro…

 

A: Buffy! – disse in tono severo il fratello. La fisso con sguardo serio, lo stesso che usava quando erano piccoli. Non la spaventava, ma la divertiva a tal punto che non poteva dirgli di no.

 

B: William.

 

A: ok, patti chiari amicizia lunga. Non pensare minimamente che ti tiri fuori le parole dalla bocca. Raccontami tutto o ti lascio pagare la cena.

 

Buffy scoppiò a ridere e poi raccontò ad Angel l’incontro con William. Nei mini mi dettagli, senza tralasciare nulla.

 

A: quindi si ricorda come prendi il caffè.

 

B: già, lo sai che amo quando le persone si ricordano i piccoli particolari di me.

 

A: come faceva papà.

 

B: e come fai tu.

 

Si sorrisero. Erano molto affezionati come famiglia, e tra loro due c’era sempre stata una forte complicità, soprattutto dopo la morte di suo padre. Non si erano mai nascosti nulla e avrebbero difeso l’altro fino all’ultimo.

 

A: bene. Qual è il problema?

 

B: mi chiedi qual è il problema? Stai scherzando vero?

 

A: da quello che mi hai detto è un bell’uomo.

 

B: sì molto carino, ma sia io che lui siamo fidanzati.

 

A: beh il fatto che tu sia fidanzata non è un così gran problema.

 

B: Angel! – E ridendo gli tiro un pugno sulla spalla. Continuarono a ridere finché non sentirono picchiettare al vetro.

 

Lei si voltò e incontro due occhi blu che la fissavano. L’uomo di là del vetro la salutò con la mano e le fece segno che sarebbe entrato.

 

Buffy annuì con la testa e rimase a bocca aperta.

 

A: tesoro, cosa succede. Chi è quello?

 

B: William – quasi bisbiglio.

 

A: quello è il tuo lui? Avevi detto che era carino. Tesoro sono un uomo, ma lo ammetto anche io quando qualcuno è da dieci. È bello quasi quanto me? – e fece un sorriso mentre diceva questo. – e tu hai anche solo avuto un dubbio tra lui e mister “il doppio petto è una seconda pelle”?

 

B: smettila è qui. – le disse appena in tempo. Prima che William arrivasse al tavolo.

 

W: Buffy ciao.

 

B: ciao, non pensavo di incontrarti così presto.

 

W: già. Aspettavo una tua chiamata per quel caffè.

 

B: è stata una settimana lunga e… - il telefono di lui squillo. Si scusò e si allontanò un attimo.

 

A: certo una settimana lunga e impegnativa…

 

B: beh, dovevo usare il mio tempo per pensare.

 

A: se chiamarlo o no? Ma non mi avevi detto che non avevi il suo numero?

 

Lei gli fece un sorriso ingenuo.

 

B: piccola bugia. Ti conosco – disse tornando seria – poi lo avresti voluto e avresti finito per chiamarlo tu.

 

A: credi arriverei a questo punto?

 

B: sì.

 

Si sorrisero e dopo un attimo William tornò.

 

W: scusatemi. È stato bello rincontrarti. Se hai ancora il mio numero, aspetto una chiamata per quel caffè.

 

B: certo.

 

William fece per andarsene ma Angel non resistette.

 

A: perché vai via così presto. Potresti fermarti a cena con noi.

 

Buffy lo fulminò con lo sguardo.

 

W: volentieri, ma sto aspettando la mia ragazza.

 

A: beh magari ceniamo tutti assieme.

 

W: bene, allora grazie, vado ad aspettarla e avviso il cameriere.

 

A: perfetto ti aspettiamo.

 

Angel sorrideva soddisfatto, mentre Buffy avrebbe voluto ucciderlo.

 

B: sei impazzito?

 

A: ma è un ottima opportunità. Non capisci.

 

B: c’eri anche tu qui prima? Non so se hai sentito la parola fidanzata.

 

A: beh di che ti preoccupi. Sicuramente lei, confronto a te sarà una racchia.

 

B: sei di parte, parli da fratello.

 

A: parlo da uomo. Fidati.

 

Per un attimo si sentì rassicurata, le parole di Angel l’avevano rincuorata. Questo fino a quando lei non era apparsa. Alta almeno dieci centimetri più di lei. Con curve da mozzare il fiato, rinchiuse in un vestitino aderente. Viso molto dolce, contornato da soffici capelli scuri. Una vere bellezza ( ha solo il nome in comune con l’altra Fred, questa è di pura fantasia). Dopo il primo momento di smarrimento in cui aveva sentito una ghigliottina attorno al collo, aveva osservato Angel, sperando in lui. Quando però aveva visto il fratello fissare Fred con gli occhi sbarrati e quasi bocca aperta, aveva sentito il boia dare il via alla sua esecuzione.

 

Passarono la serata a chiacchierare del più e del meno, senza entrare in discorsi personali. Buffy continuava a passare lo sguardo tra gli altri tre presenti. Si soffermava su Fred, probabilmente solo per farsi del male. Era bella e per giunta intelligente. Avrebbe voluto odiarla e prenderla per il collo, mentre l’altra si limitava a sorriderle gentilmente. Ma poteva andarle peggio, mancava solo che le diventasse simpatica.

 

Poi i suo sguardo si spostava su Angel, che amabilmente intratteneva la discussione e ogni tanto  posava gli occhi su Fred. La guardava come se vedesse la donna più bella, mai incontrata. Le sorrideva, con quel modo di fare speciale, che solitamente riservava solo a lei. Una volta Angel si era voltato mentre Buffy lo guardava e aveva abbassato il viso, come se si sentisse in colpa. Buffy in quel momento si sentì definitivamente sconfitta. Probabilmente anche Angel si era reso conto, che contro di lei non aveva speranze.

 

Infine, con molta attenzione, posava gli occhi su William e lo scopriva a guardarla. Una vocina dentro di lei, probabilmente quello della sua tifoseria personale, le urlava che lui guardava lei e non Fred. Si sorridevano ogni volta che incrociavano lo sguardo, lei si perdeva in quel mare blu, che erano i suoi occhi. Non avevano parlato molto, di certo non tanto e non personalmente come all’aeroporto, ma si erano guardati. Scambiati occhiate per tutta la serata. Quando una minima scintilla di speranza si accendeva in lei, la tifoseria avversaria da dentro le urlava che lui non guardava Fred, perché tanto la vedeva sempre e in oltre a fine serata se ne sarebbe andato con lei.

 

Dopo due ore, Buffy si sentiva stanca e con un gran mal di testa. Si sentiva come appena uscita dallo stadio.

 

W: scusatemi, esco un attimo. Esigenze impellenti – disse indicando un pacchetto di sigarette.

 

A quelle parole Angel si illuminò, come attraversato da un idea.

 

B: Buffy, andresti a prendermi le sigarette al tabacchino qui vicino?

 

Buffy strabuzzò gli occhi e si chiese da quanto suo fratello fumasse, poi vide un lampo malefico attraversargli gli occhi, e capì.

 

W: se vuoi posso andare io…

 

A: no grazie, Buffy sa quali sigarette prendo. Inoltre la vedo accaldata, un po’ d’aria le farà bene.

 

Buffy era effettivamente rossa in viso, ma probabilmente dalla rabbia. Prese la giacca e uscì, ora avrebbe anche dovuto inventarsi le sigarette preferite di Angel.

 

Si incamminarono per la strada, in silenzio. Si sentivano quasi in imbarazzo, come sospettassero entrambi del complotto in atto.

 

Fecero la strada d’andata in totale silenzio e giunti dal tabacchino lei prese le sigarette con il pacchetto più carino. Si avviarono nuovamente verso il ristorante e William fumava nervosamente la sua sigaretta, come se dovesse dire qualcosa di importante.

 

Prima di entrare lui la trattenne per un braccio.

 

W: Buffy

 

Lei si limitò a guardarlo dritto negli occhi e lui si sentì le gambe tremare.

 

W: avrei veramente voluto vederti per quel caffè.

 

B: beh magari…

 

W: e probabilmente non solo per quello.

 

Buffy spalancò gli occhi. Cosa le stava dicendo.

 

W: dal primo istante che ti ho incontrato ho pensato fossi la donna più bella e intelligente che avevo mai visto. Avrei voluto che continuasse a nevicare per mesi.

 

B:… invece a smesso.

 

W: già, ma io vorrei ancora…

 

B: William, dentro quel ristorante c’è la tua fidanzata, non credo che…

 

W: potrebbe esserci anche il papa, io voglio stare qui con te ora, e non capisco perché. Ho sempre pensato fosse la donna della mia vita, ma quando ho incontrato te… Forse sono impazzito. Lei è la mia realtà e tu mi sei apparsa come i sogni che facevo da bambino.

 

B: non si può rinunciare alla realtà per un sogno.

 

Disse abbassando lo sguardo. Quanto male facevano quelle parole e forse erano più per se stessa che per lui.

 

W: ma a volte vale la pena, buttare tutto all’aria per un sogno.

 

Era vicino a lei mentre diceva queste parole e le prese il viso fra le mani, alzandolo fino a incrociare gli occhi con i suoi. Buffy deglutì e quasi trattenne il fiato.

 

B: questa è una di quelle volte?

 

W: si

 

E le sue labbra si fecero ancora più vicine. Ormai non le importava più nulla, poteva crollare il mondo, voleva solo quel bacio.

 

F: William!

 

Il cuore si fermò a entrambi e la delusione li pervase.

 

W: Fred – disse velocemente staccandosi da lei.

 

F: cosa succede? – sembrava preoccupata.

 

Buffy decise di intervenire e sfoderò un suo sorriso.

 

B: oh avevo qualcosa nell’occhio e William me l’ ha tolto.

 

Fred sorrise soddisfatta. Se ci aveva creduto non era poi così sveglia come pensava. Molto più probabilmente si accontentava di quella bugia, pur di tenersi stretto il suo fidanzato, e non dover ammettere che stava per baciare un'altra.

 

F: ah bene, pensate che per un momento ho pensato vi stesse per baciare. – disse ridendo.

 

I due risposero alle risate, sentendosi, oltre che insoddisfatti, pessimi bugiardi.

 

Rientrammo e Angel mi fisso curioso, forse intuiva qualcosa, dato che nonostante i zero gradi, le mie guance fossero ancora un fuoco.

 

Dopo poco ci avviammo alla cassa, prima di uscire Fred ci fermò al bancone per un brindisi.

 

F: bene, lo so che non ci conosciamo da molto, ma non resisto più e voglio condividere questa notizia con voi.

 

Tutti la guardammo stupiti e aspettammo l’arrivo della notizia.

 

F: beh io e William ci sposiamo. Me l’ ha chiesto oggi. – e con un sorriso enorme mostrò l’anello che aveva al dito.

 

Buffy si sentì morire, non sapeva se il cuore stesse rallentando o accelerando. Solo tanta confusione nella sua testa e tante parole. Solo una frase riecheggiò per ultima nella sua mente: “ma a volte vale la pena, buttare tutto all’aria per un sogno”, poi ci fu la calma in lei e la rabbia. Tanta rabbia. Si sentiva delusa e presa in giro. Sorrise a Fred e la abbracciò, facendole i migliori auguri. Si avvicinò a William ma non gli disse nulla. Lui abbassò lo sguardo e Buffy si sentì ancora più triste, per quell’ammissione di colpa.

 

B: bene, futuri sposi – disse sottolineando quelle parole – vi lasciamo festeggiare, noi dobbiamo andare. Devo andare a preparare un trasloco.

 

Loro la guardarono stupiti e lei sorrise falsamente. Faceva solo male a tutti, ma al momento non le importava, era solo furiosa.

 

B: vado a vivere col mio fidanzato.

 

William alzò di scatto la testa su di lei e il suo sguardo si sentì meno colpevole ma più tradito.

 

Angel la guardò sbalordito, o era impazzita o fuori, prima, era successo qualcosa che non sapeva.

 

F: bene allora festeggiamo doppio.

 

B: già, ora dobbiamo andare. Ancora congratulazioni.

 

Sorrise e trascinò fuori Angel. Prima di arrivare alla porta lei si sentì chiamare.

 

W: Buffy…

 

Lei si voltò e la rabbia era sparita, lasciando solo il posto all’amarezza. Lo guardò dolcemente e accennò un sorriso.

 

B: non ti preoccupare. Forse non era una di quelle volte.

 

Non aspettò una sua replica e usci.

 

A: Buffy, cosa è successo.

 

B: niente.

 

A: dimmi, ti prego.

 

B: no, Angel. Non ho voglia di parlare.

 

Lui non insistette più di tanto. Sapeva quando voleva stare sola.

 

A: beh se ti serve qualcosa… chiamami.

 

Lei sorrise e le lanciò il pacchetto di sigarette.

 

B: almeno hai qualcosa con cui tornare a casa.

 

Si avviò con calma verso l’appartamento. Nick per fortuna non c’era. Impegni di lavoro. Non avrebbe saputo spiegargli gli occhi rossi. Pianse per tutta la strada, senza nessun pensiero per la testa. Le tifoserie si erano placate, forse entrambe tenevano il silenzio per il lutto del suo sogno. Quando arrivò di fronte a casa iniziò a nevicare. Si fermò un attimo davanti alla porta e la guardò scendere, quando sentì che i fiocchi si mescolavano con le sue lacrime entrò chiudendosi la porta alle spalle. Lei non amava guardare la neve cadere.

 

 

 

Due giorni dopo era nuovamente a New York e Willow era andata a prenderla all’aeroporto. Salite in macchina non parlarono per tutto il tragitto.

Prima di arrivare a casa, finalmente l’amica interruppe il silenzio.

W: allora, vai veramente a vivere con Nick?

Buffy la guardò sorpresa, poi come capendo, alzò gli occhi al cielo e sospirò.

B: fammi indovinare: Angel! Ma è possibile che tu e mio fratello vi sentiate in continuazione. Certamente molto di più di quello che chiamate me. Cos’è avete una relazione segreta e non me lo volete dire?

W: Buffy non dire stupidaggini. È solo che io e Angel siamo in ottimi rapporti da sempre, inoltre dobbiamo tenerti d’occhio, onde evitare stupidaggini, come quella che stai facendo.

B: alt. Sbaglio o eri tu quella tutta eccitata all’idea che lui mi chiedesse di sposarlo?

W: beh sì, ma questo prima che io sapessi di William.

B: basta sono stanca di voi due. Che gusto c’è ad avere un’amica e un fratello, se non vi posso raccontare nulla che voi già non sappiate.

W: il problema è questo. Angel non sa cosa è successo. Quindi tu ora mi racconti i dettagli di tutto, così poi lo posso chiamare.

B: mi rassegno.

Sbuffò e si voltò verso il finestrino. Arrivarono a casa e si sedettero in cucina, davanti una tazza di caffè caldo. Buffy ovviamente non resistette, Willow sapeva esattamente cosa fare con lei, e le raccontò ogni cosa, quasi-bacio compreso, della intricata vicenda tra lei e William.

Dopo aver ascoltato in silenzio Willow rifletté un momento, per poi esplodere come un vulcano.

W: e tu per questo vai a vivere con Mister doppiopetto?

B: tu stai indubbiamente troppo con Angel.

W: cioè, io capisco la tua sofferenza, ma perché peggiorare il tutto.

B: no…

W: tua madre ti avrà riempito il cervello di idee sulla realtà e sui sogni ma perché abbandonarli così.

B: Willow ascoltami io non…

W: lui non è l’uomo per te.

B: WILLOW! – urlò Buffy, riuscendo finalmente a zittire l’amica – io non vado a vivere con Nick.

W: a no?

B: no! Mi credi davvero così meschina da andare a vivere con un uomo per ripicca?

W: non lo penso, ma credevo che volessi veramente vivere con Nick e che questa fosse solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

B: non ci si può innamorare di qualcuno, perché il nostro principe azzurrò ha un'altra. Probabilmente avrei rifiutato comunque, ma questa è stato ciò che mi ha convinto. Se fossi stata veramente innamorata di Nick, non me ne sarebbe importato nulla del matrimonio di William.

W: mi spiace.

B: beh non ti preoccupare, magari incontrerò un altro principe azzurro. Ma a proposito, da quando Nick non è l’uomo per me?

W: da sempre, ma andava bene finché non trovavi il tuo lui.

B: già e ora non so che fare.

W: non potresti provare a sentire William….

B: no, ho già rovinato una vita, lascerò in pace la sua.. ora devo andare al ristorante…

W: ok. Io intanto…

B: sì lo so, chiami Angel.

 

…UN ANNO DOPO

Era di nuovo febbraio e nuovamente quella dannata neve a infastidirla. Da quando era tornata a New York, dopo aver lasciato Nick, si era buttata a capofitto nel lavoro. Niente storie, stava bene così, continuava a ripetersi. Willow e Angel sembravano preoccupati per lei, ma lei cercava sempre di rassicurarli, con la solita frase: “ onde evitare di dover adattare la realtà ai miei sogni, eviterò di cacciarmi in realtà sbagliate.”

All’inizio avevano replicato, ma poi avevano accettato la sua arresa. A William, non pensava più, almeno così sembrava. Se non fosse stato per quel biglietto da visita costantemente vicino al telefono. Non l’aveva mai usato e non era intenzionata a farlo, ma sapeva che era lì, che forse qualche sogno è bene non dimenticarlo.

4 febbraio. Esattamente dieci giorni prima di San Valentino, il suo ristorante era sempre pieno e il lavoro non mancava. Ma a lei andava bene. Capitava spesso ci fossero feste di addio al nubilato o al celibato in quel periodo, probabilmente le persone amavano sposarsi con la neve. Erano circa le undici quando la cameriera entrò in cucina ridendo.

C: non ridere e non prendertela con me, ma i pazzi nella stanza dell’addio al celibato, vogliono congratularsi con il cuoco e offrirgli da bere.

B: non è il caso.

C: è quello che ho detto anche io, ma dopo che anno saputo che sei una donna ti chiamano a gran voce. Hanno detto che devi baciare lo sposo.

B: stai scherzando vero?

C: vedessi le mance che lasciano.

B: beh io avrei da fare….

C: su Buffy, niente storie, non hai nulla da fare qui. Poi dovresti vederlo lo sposo, lo bacerei volentieri io.

B: veramente sta venendo Angel a salutarmi e…

C: su, lo mando io di la – e senza esitare la spinse fuori dalla cucina.

Si pulì le mani e usci, approfittando per passare per i tavoli a chiedere come andava.

Giunta davanti alla porta respirò a fondo ed entrò. In quell’istante tutti si voltarono a guardarla. Un giovane dai capelli scuri si avvicinò a lei sorridendo.

X: tu devi essere lo chef, veramente complimenti. Io sono Xander il testimone dello sposo. Devo chiederti un favore. Lui ora è bendato se tu ti avvicinassi e lo baciassi ti saremmo infinitamente grati.

B: no, ragazzi io non posso.

X: su dai è solo uno scherzo. Così poi lo possiamo ricattare con la sposa.

Lei sorrise e si disse che non aveva nulla da perdere. Solo un lieve bacio ad uno sconosciuto.

Xander prese il sorriso di lei per un sì e la accompagnò davanti allo sposo.

Lui era bendato e non parlava. Aveva dei folli capelli ossigenati, ma i lineamenti le erano stranamente familiari.

X: Spike, ascolta bene, ora qualcuno si avvicinerà a te. Tu dovrai stare immobile e aspettare.

Spike, che nome strano pensò Buffy. Trattenne le risate, quello che stava facendo era insolito e buffo. Si avvicinò a lui e posò le sue labbra sulle sue. Una strana sensazione la pervase, ma non ci diede peso. Lui rispose al bacio e pensò che quelle labbra e l’emozione che gli procuravano, non era nuova.

X: ehi, ragazzi ci state prendendo gusto?

A quelle parole Buffy si scostò imbarazzata. Cosa le era preso?

Xander tolse la benda dagli occhi dello sposo e il sorriso che c’era sui loro volti, morì. Entrambi sbarrarono gli occhi e capirono perché avevano provato quell’attrazione.

B: William.

W: Buffy.

 

 

 

Erano scioccati. Si guardavano senza riuscire a dire nulla.

 

Xander passò lo sguardo dall’uno all’altra senza capire. Gli altri invitati tornarono a bere e chiacchierare, mentre loro non sembravano intenzionati a smettere di guardarsi.

 

X: vi conoscete?

 

Quella domanda fece tornare i due alla realtà.

 

W: si scusa, Xander questa è Buffy, Buffy lui è Xander il mio…

 

B: testimone di nozze, me l’ ha detto.

 

Abbassarono entrambi il volto, lasciando Xander ancora più confuso, finché alzò il viso di scatto come se avesse avuto un idea.

 

X: bene Buffy, già che sei qui perché non prendi qualcosa. – poi voltandosi verso gli altri, quasi urlò – Ragazzi versate da bere al nostro meraviglioso chef.

 

E senza poter far nulla lei si ritrovò circondata da bicchieri e sorrisi.

 

William nel frattempo si sentì strattonare da Xander, che lo trascinò un po’ in parte.

 

X: quella è Buffy?

 

Lo sposo lo guardò stupito.

 

X: la stessa Buffy dell’aeroporto? La Buffy per cui hai rinviato il matrimonio fino ad ora?

 

W: io non ho rinviato il matrimonio fino ad ora per lei…

 

X: William, non provare a prendermi in giro… ma avevi detto che era carina.

 

W: beh lo è!

 

X: no è una bomba. Ora capisco perché ti ha fatto perdere la testa.

 

W: ma non hai sempre detto che Fred era la donna per me. Che non ne avevi mai viste di più belle.

 

X: beh questo prima di vedere lei.

 

W: ma da quando ti piacciono le bionde.

 

X: ma non deve piacere a me. Lei è quella che combacia perfettamente con te.

 

W: questa poi. Ma se per sei mesi mi hai riempito la testa con: “muoviti, con questo matrimonio e smetti di rinviare”, e adesso lei è quella giusta per me?

 

X: perché pensavo che te la fossi inventata. Da come me ne parlavi era troppo perfetta.

 

Dopo qualche secondo Buffy li raggiunse nuovamente.

 

B: bene, grazie ancora, io ora devo tornare al lavoro…

 

X: ma no rimani qui con noi.

 

B: grazie ma proprio non posso e, William ancora congratulazioni.

 

A quelle parole, l’amaro in bocca toccò entrambi. Ancora quel silenzio imbarazzante, che fu però interrotto da una voce alle loro spalle.

 

A: Buffy

 

B: Angel

 

Lui si avvicinò e guardò i presenti.

 

A: William

 

W: Angel – disse guardandolo di traverso

 

X: Angel?

 

A: Xander?

 

I due si guardarono attentamente, lasciando gli altri stupiti che si conoscessero.

 

X: ma voi vi conoscete?

 

B: è mio fratello.

 

W: è tuo fratello?

 

A: sì

 

W: ma non era il tuo fidanzato, con cui dovevi andare a vivere?

 

B: no, chi l ‘ha mai detto.

 

W: voi due piuttosto come vi conoscete?

 

X: eravamo al liceo assieme.

 

A: già, non te lo ricordi Buffy? Veniva sempre a casa nostra?

 

X: lei è la piccola Buffy? La bimba bionda che ogni volta che mi vedeva mi raccontava del suo principe azzurrò…

 

Xander si bloccò di colpo. Buffy strabuzzò gli occhi, era vero! Raccontava a Xander ogni dettaglio di come era il suo principe azzurro. Angel trattenne quasi il fiato. Quello non era una coincidenza, ma un chiaro segno del destino. Il testimone passò lo sguardo da Buffy a William, e in un momento tutti i racconti dell’amico sull’incontro con lei lo colpirono.

 

C’era un silenzio imbarazzante.

 

A: allora Xander, ti sposi?

 

X: veramente io sono il testimone di William. – disse quasi triste.

 

Angel abbassò il capo, dopo aver visto il volto triste della sorella. Non gli era passata, come continuava a ripetere, e quella situazione non migliorava le cosa.

 

Alcuni invitati se ne andarono, salutando i quattro. Dopo un po’ la stanza era quasi vuota.

 

Se ne erano andati presto, forse perché erano stanchi, ma probabilmente anche perché Xander aveva fatto capire che la festa era finita.

 

W: beh se ne stanno andando tutti, e forse qui dovrete chiudere…

 

A&X: no!

 

Buffy guardò di traverso suo fratello.

 

A: beh, è da tanto che non rivedo Xander, aspettate un po’! noi dobbiamo chiacchierare, voi intanto parlate... Ciao

 

Senza aspettare risposta i due si eclissarono al bar, lasciando William e Buffy da soli.

 

Lui la guardò e si passò una mano tra i capelli.

 

B: hai cambiato look, vedo.

 

W: già, a volte serve un cambiamento decisivo.

 

B: il matrimonio lo è! – si morse la lingua a quella battuta – e Fred cosa ha detto.

 

W: non ha molto apprezzato.

 

B: beh è un po’ originale, ma a te sta bene. – abbassò il viso arrossendo.

 

W: grazie.

 

Si sedettero ad un tavolo, ma l’imbarazzo non sembrava diminuire. Nel frattempo al bancone del bar due menti contorte stavano tramando.

 

A: non è possibile, incontrarci qui dopo tanti anni.

 

X: già ne è passato di tempo. Ma io so perché è successo.

 

A: davvero?

 

X: sì, dobbiamo fare qualcosa per loro due – disse indicando l’altra sala.

 

A: sono d’accordo ma cosa?

 

X: a questo ci penseremo, per ora lasciamoli soli, chissà che non si accorgano anche loro che non possono fare a meno l’uno dell’altro.

 

A: allora anche per William, non è stato facile.

 

X: un vero disastro. Dopo lei tutto andava storto.

 

A: perché si sta per sposare allora?

 

X: perché è un codardo e non ha il coraggio di seguire un sogno.

 

A: beh sono in due allora. Dico due cose ai camerieri rimasti e poi andiamo. Tu intanto sistema i due cuor di leone.

 

I due amici si divisero e sul loro volto si dipinse un sorriso diabolico.

 

W: e così Angel è tuo fratello.

 

B: già, ti avevo detto che ne avevo uno.

 

W: si ma non pensavo fosse lui. Credevo fosse il fidanzato della telefonata.

 

Altro silenzio imbarazzante. come avrebbero voluto avere tanta gente attorno

 

W: e lui come sta? Vivete assieme?

 

X:… mmm scusate. Io e Angel pensavamo di andare a bere qualcosa qui vicino. Se poi ci volete raggiungere…

 

B: beh se tu vuoi andare, era la tua festa stasera…

 

X: no, no. William ti darà una mano, infondo lui è un gentiluomo. Poi io e Angel dobbiamo parlare dei vecchi tempi

 

E mentre diceva quelle parole nella mente di Buffy e William passo la stessa idea: “parlare… complottare piuttosto”.

 

X: a dopo. Chiamate quando avete finito.

 

Dopo cinque minuti che erano usciti si affacciò alla porta uno degli aiuto cuochi.

 

C: capo, qui sono andati via tutti, se non è un problema andrei anche io. Chiudi tu?

 

Buffy strabuzzò gli occhi. Come avevano fatto ad andarsene tutti in cinque minuti? Poi sospirò… Angel!

 

B: ok, chiudo io. A domani!

 

Ora era definitivamente nervosa, non voleva stare sola con lui. Era passato un anno, ma la sua vicinanza le faceva tremare le gambe.

 

Lei iniziò a controllare che fosse tutto a posto e a risistemare il più. William le dava una mano continuando a guardarla. Non era facile starle così vicino e non fare nulla. Dopo tanto tempo le sensazioni erano le stesse. Quasi non si conoscevano, lui si stava per sposare e lei forse già lo era, eppure avrebbe voluto prenderla fra le sue braccia. Invece di pensare alla sua fidanzata, nonché futura moglie, guardava una donna che rassettava una cucina e pensava che avrebbe voluto fare l’amore con lei.

 

Lei fingeva di sistemare, spostando le cosa da un mobile ad un altro. I suoi sensi erano concentrati su di lui. Sulla sensazione di stare vicino ad un uomo così bello. Anche quel biondo assurdo gli stava bene. Doveva concentrarsi sui suoi propositi: niente realtà sbagliate. E quella in assoluto era la più sbagliata di tutte. Lui amava un'altra, la stava per sposare, e lei nonostante tutto voleva solo baciarlo un'altra volta. Sentire i loro corpi vicini. Impegnati in questi pensieri “ finirono di sistemare” la cucina.

 

B: beh il più è fatto. Chiudo la porta davanti, poi usciamo dal retro.

 

W: ok. È un bel ristorante il tuo. Pensavo vivessi a Los Angeles ormai.

 

B: no, non mi sono trasferita. – il terreno era minato.

 

W: ah! È venuto il tuo fidanzato a vivere qui?

 

B: no, ci siamo lasciati.

 

W: mi spiace.

 

B: non ti preoccupare, ormai è un anno che sono single.

 

W: un anno?

 

Dannazione! Si maledì mentalmente lei. L’ultima cosa che voleva era che William pensasse che si fosse lasciata e fosse ancora sola per lui. Anche se in fondo era vero.

 

B: già, il giorno dopo il nostro incontro sono tornata a New York – non riusciva a mentirgli, infondo non aveva nulla da perdere, lui si stava per sposare.

 

W: forse è solo presunzione ma devo saperlo. Vi siete lasciati per colpa mia? – non sapeva cosa sperare. Da una parte voleva che gli dicesse di sì, significava che anche per lei quello che si era creato era importante. Dall’altra, sperava di no, stava per sposarsi, questo avrebbe incasinato ancora di più le cosa.

 

B: no, per colpa mia. Mi stavo per far baciare da te. E soprattutto volevo che tu lo facessi. Non era l’ideale come inizio di convivenza.

 

W: quindi penserai che sono un mostro, dato che io invece sto per sposarmi.

 

B: no, penso solo che il tuo sia stato un momento di follia. Ti sei fatto incantare dall’atmosfera, la neve, il posto romantico e hai pensato di baciarmi. Poi ti sei accorto che non era ne attrazione ne altro e tutto è tornato alla normalità.

 

Quanto le faceva male dire tutto questo. Le luci erano spente, e solo quella che proveniva da fuori illuminava leggermente il locale. Lui non poté vedere gli occhi di lei diventare lucidi, ne il fremito del suo corpo all’idea che fosse tutto vero. Era come un pugnale nel cuore pensare, che mentre lei era incantata da lui, lui… beh si fosse sbagliato. William non vide le reazioni di lei ma percepì le sue. Era arrabbiato con se stesso per essere stato tanto sciocco, e per aver permesso che lei credesse questo, credesse che per lui si fosse trattato di un momento.

 

Fu di fronte a lei in un attimo.

 

W: pensi davvero che sia stato tutto un errore del momento? Credi che io non fossi attratto da te?

 

B: beh può essere, ma quel che è stato è stato, ora le cose sono diverse.

 

W: no Buffy il problema è questo. La situazione è la stessa. Io mi sposo fra un mese, ma quando ci sei tu io mi scordo completamente di Fred. Dovrei pensare a lei e invece desidero solo… - esitò un momento, non poteva dirle questo.

 

B: cosa? Cosa desideri William? Che sparisca dalla tua vita, così tutto può tornare alla normalità? Sarebbe più facile anche per me sai. Credi che sia facile stare qui vicino a te, e rimanere immobile perché tu hai una fidanzata che ti aspetta?

 

W: no, non voglio che tu sparisca. Io desidero solo fare l’amore con te. – disse piano, era imbarazzato dalla sua dichiarazione, ma non riusciva a mentirle.

 

Lei strabuzzò gli occhi. L’uomo meraviglioso che era davanti a lei, la desiderava.

 

B: sarebbe sbagliato. Abbiamo già visto che non si può buttare all’aria la realtà per un sogno.

 

Lui abbassò il viso, aveva ragione. Anzi no aveva torto, ma la prima volta era andata male, solo per colpa sua. si allontanò un attimo da lei e raccolse la sua giacca.

 

W: hai ragione Buffy, mi dispiace, sono stato uno sciocco a dirtelo. Avremmo solo confuso ancora di più le nostre vite.

 

Lei sentì quelle parole attraversarle il cervello. La sua vita era già un disastro. Si sentì invadere da un momento di follia. La disperazione e i rimpianti sarebbero arrivati, comunque. Tanto valeva aspettare l’indomani.

 

Andò verso di lui e lo fermò, prendendolo per un braccio e facendolo girare. Lui ebbe il tempo di pensare che avrebbe dovuto mandare al diavolo tutto per lei, che la ritrovò avvinghiata a se. Si stavano baciando, e non c’era più nulla di casto e puro. Era passione, della più sfrenata. Era bisogno l’uno dell’altra.

 

William le sfilò febbrilmente la maglia e il reggiseno, accarezzandola avidamente. Buffy lo stava a sua volta spogliando, mentre il suo corpo fremeva sotto le carezze e i baci di lui. Dopo un attimo erano entrambi nudi. Lui la prese in braccio e la adagiò sopra un tavolo. Lei gli accarezzava la schiena attirandolo sempre di più a sé. Lui non smetteva di baciarla, sul collo, sul seno e lei si sentiva bruciare ogni volta che le sue labbra sfioravano la sua pelle. Non c’era ragione, non c’erano scuse. In quella stanza c’erano solo loro. Lei gli prese la testa fra le mani e lo guardò negli occhi. Lo voleva, lo desiderava e niente altro aveva importanza.

 

B: ti voglio William. Ora! – disse ansimando.

 

W: si Buffy, anche io ti desidero da impazzire.

 

Senza aspettare altro lui entrò in lei e in quel momento ci fu solo pace. Fecero l’amore per tutta la notte, mentre fuori iniziava a nevicare.

 

 

 

Sentiva l’acqua della doccia scorrerle addosso. Assieme alle sue lacrime. Si era svegliata prima dell’alba, sul pavimento del ristorante. Completamente nuda e completamente sola. Niente biglietti, niente bacio del buongiorno. Avrebbe anche preferito stupide scuse su due piedi, piuttosto del nulla.

 

Si era rivestita con calma e era uscita dal ristorante. Decise di lasciare lì la macchina, voleva prendere un po’ d’aria e sentirsi sveglia, dato che il ricordo della notte appena passata cominciava già a sembrarle un sogno. Aveva camminato fino a casa, sotto la neve. Quella maledetta neve. Era tutta colpa sua se si erano incontrati, se si era innamorata di lui. Perché lei purtroppo si era innamorata di lui e non sapeva neppure come. Conosceva quell’uomo, praticamente da tre giorni, anche se era passato un anno dal primo incontro, e già lei piangeva per lui. Chiuse l’acqua e si avvolse in un asciugamano, che non la stava scaldando. Il calore di cui aveva bisogno in quel momento non c’era, e per un momento temette che non l’avrebbe più sentito.

 

Si sedette in soggiorno e accese una sigaretta. Non fumava quasi mai, tranne quando soffriva. Le sembrava che il fumo che usciva dalle sue labbra, avrebbe fatto uscire anche parte del suo dolore. Rimase immobile sul sofà per un tempo indeterminato, non sapeva se erano passate delle ore o dei minuti. Voleva solo smettere di sentire quella stretta al cuore, le immagini della notte passata continuavano a tornarle in mente. Le era capitato di fare del buon sesso nella sua vita, ma quello era molto di più. Avevano fatto l’amore tutta la notte, come se non riuscissero a fermarsi e lei ci aveva messo tutto il cuore. Poi si erano addormentati, e probabilmente quando William era uscito, nel cuore della notte, sentendosi probabilmente in colpa, se l’era portato via. Lasciandola svuotata e sola.

 

Aveva acceso un'altra sigaretta e tornò a pensare a lui. Lui che ora probabilmente era da lei, fra le sue braccia. Forse stavano pensando alla loro vita assieme, vita che la lasciava a piedi in mezzo al deserto.

 

La porta si aprì e vi entrò un Angel tutto sorridente. Probabilmente non avendoli visti arrivare avranno pensato … quello che realmente era accaduto. Ma lei lo sapeva benissimo che una scopata non fa miracoli. Era cattiva con se, ma preferiva i momenti in cui si insultava, rispetto a quelli in cui si autocommiserava. Quando lui la vide fumare, il sorriso si spense. L’ultima volta che glielo aveva visto fare, era quando il loro padre stava male.

 

Si sedette affianco a lei, e appena Buffy spense la sigaretta la strinse fra le sue braccia. Non poteva farla stare meglio, ma almeno poteva farle sapere che lui era lì per lei.

 

A: tesoro, cosa è successo.

 

B: nulla va tutto benissimo, ho passato una notte indimenticabile, mai fatto in quel modo…

 

A: Buffy ti prego…

 

B: no Angel non pregare, non ti ascolterà nessuno.

 

A: cosa ti è successo? Sembri un’altra persona.

 

B: lo sono infatti – disse mentre le lacrime cominciavano a scenderle dagli occhi – sono la Fred dei poveri. Quella con cui va bene passare una notte, ma il mattino non deve vederci vicini.

 

A: tu e William avete…

 

B: oh si, abbiamo fatto l’amore, almeno è quello che ho fatto io, beh lui probabilmente ha fatto del buon sesso. Infondo era il suo addio al celibato, mi sembra giusto.

 

A: capisco che tu sia arrabbiata con lui…

 

B: no, non sono arrabbiata con lui, ma con me. Sono stata io a iniziare, ero io che lo volevo, anche sapendo che ero solo la brutta copia di lei. Ma in quel momento non mi importava, mi sono detta che avrei sofferto solo domani… beh domani è arrivato e quindi non ho scuse.

 

A: tu non sei la brutta copia di lei – disse guardandola in viso.

 

B: oh si invece. Lei è bella, intelligente, simpatica, perfetta per lui.

 

A: non ci credo, altrimenti perché venire con te a un mese dal matrimonio? Tu sei giusta per lui, tu sei bella, intelligente e simpatica. Fred è la Buffy dei poveri.

 

Il fratello le sorrise, cercava sempre di tirarla su di morale, ma in quel momento lei non sentiva ragioni. Si alzò e iniziò a salire le scale.

 

B: già, sarà sicuramente per questo che lui ora è da lei.

 

Angel abbassò il viso, odiava sentirsi impotente.

 

B: Angel, vado a dormire, grazie che sei passato. Ci sentiamo dopo e dille di passare domani, oggi non sono in vena di visite.

 

A: dille a chi?

 

B: beh a Willow. Tanto lo so che passi da lei appena esci da qui.

 

A: se vuoi non le dico nulla.

 

B: no, è bello sapere che almeno certe cose non cambiano mai.

 

Salì le scale e si chiuse in camera. Si infilò sotto le lenzuola e desiderò solo addormentarsi. Quando stava male, dormiva. Al suo risveglio spesso le cose sembravano un po’ diverse, almeno non appannate dalle lacrime, e facevano un po’ meno male. Prima di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, sperò di svegliarsi a giugno quando quella dannata neve fosse sparita.

 

Aveva passato tutta la giornata senza fare nulla, cercando di non pensare e sforzandosi di smettere di piangere. Il giorno dopo era passata Willow e avevano parlato. O meglio Willow aveva cercato di consolarla, mentre Buffy rimaneva ferma sulle sue posizioni.

 

 

 

Da quella notte era passata ormai una settimana, e quindi mancavano tre settimane al matrimonio di lui. E lui… beh non l’aveva più visto. Qualche volta aveva anche preso in mano il suo biglietto da visita, per chiamarlo, anche solo per sentire la sua voce e riagganciare. Ma poi si era urlata di essere meno patetica. Lui non si era fatto sentire, quindi non gli importava nulla, quindi tutte le sue teorie erano esatte. Era stata solo una notte, un errore, un momento prima di passare tutta la vita con Fred. E ancora le lacrime che premevano. Odiava avere ragione.

 

Quella mattina era uscita con Willow. Erano passate al mercato a comprare alcune cose per il ristorante e poi si erano fermate in un bar per il caffè. C’era il sole, niente neve, e a loro sembrava di essere ai tempi della scuola, quando erano a casa la mattina e uscivano per fare colazione fuori.

 

Dopo qualche minuto che erano sedute al tavolo la porta si aprì e altre due donne entrarono. Buffy non si voltò a guardarle e continuò a chiacchierare con l’amica. Poi sentì la voce di una delle due e si voltò di scatto. Fred. Bella come sempre e soprattutto raggiante. Come deve esserlo una sposa a due settimane dal suo matrimonio. Si rigirò di scatto verso Willow e l’amica capì chi fosse la bellezza appena entrata. Le due donne parlavano a voce alta e Buffy non resistette alla tentazione di ascoltare.

 

M: allora, Fred, ormai è tutto pronto per il matrimonio.

 

F: già, William è a Los Angeles da una settimana, per sistemare le ultime cose.

 

Ecco perché non l’ ho più visto, pensò Buffy soddisfatta, e un pizzico di speranza tornò in lei. Ma loro si stavano comunque sposando. Ma la sposa in fondo non sapeva della notte brava del suo adorato e fedele fidanzato.

 

M: ma poi avete allora sistemato quella faccenda del suo addio al nubilato?

 

F: sì, l’ ho perdonato. In fondo si è concesso l’ultima pazzia prima di passare il resto della vita con me. È stato solo un ripiego momentaneo. Povera quella ragazza, chissà cosa avrà immaginato. Magari sta ancora sperando che lui la chiami, ignorando che per lui è stata solo un scopata liberatoria.

 

Risero e Buffy riprese a piangere. Il cuore era definitivamente spezzato. Quindi lui le aveva detto di quella notte. Contava veramente così poco, da non preoccuparsi neppure che Fred mandasse all’aria il matrimonio? Willow avrebbe voluto prendere Fred per i capelli e riempirla di botte, ma d’altronde che centrava lei? Si alzarono per uscire.

 

F: Buffy?

 

Lei si fermò e si asciugò velocemente gli occhi prima di voltarsi con un sorriso smagliante.

 

B: Fred, ciao, come va?

 

F: benissimo, ormai manca poco al mio matrimonio.

 

B: bene. Lo sposo come sta?

 

F: bene sì. Mi ha detto che ti ha incrociato al suo addio al celibato.

 

Buffy deglutì, probabilmente Fred non sapeva chi fosse la donna con cui era stato William.

 

B: sì, è mio il ristorante dove l’ hanno fatto.

 

F: sì e ho saputo che quel bel ragazzo con cui avevamo cenato è tuo fratello.

 

B: sì.

 

F: pensa che io e William pensavamo fosse il tuo fidanzato. Ho saputo che sei single.

 

B: già – perché quella donna sapeva così tanto della sua vita privata. Più Fred le sorrideva più lei la odiava.

 

F: beh, lo so che è inaspettato, ma sarei felice se venissi anche tu al nostro matrimonio.

 

Questo era troppo, oltre al danno la beffa. Buffy quasi scoppiò a ridere.

 

B: beh grazie, un invito inaspettato, non so se potrò…

 

F: su dai, niente scuse. Ti voglio presentare il testimone di William, prima che partisse li ho sentiti parlare di te. Parlavano di attrazione e amore, ma non ho capito. Credo che tu piaccia a Xander.

 

Buffy asciugò in fretta le lacrime che le scendevano e sorrise ancora.

 

B: beh, grazie ancora. farò il possibile per esserci.

 

Salutò e trascinando Willow uscì dal caffè. Non disse nulla fino a casa. Le due amiche entrarono e Buffy lasciò partire i messaggi della segreteria. Uno era di sua madre, che brontolava perché lei non si faceva sentire. Il secondo era di Nick:

 

N: ciao Buffy, lo so che è molto che non ci sentiamo, ma volevo sapere come stavi? Beh veramente devo chiederti se puoi venire a riprenderti le tue cose. Se preferisci te le spedisco io, non per metterti fretta ma vedi… mi sto per sposare e quindi… cambio casa. Mi trasferisco in Canada. Spero di avere tue notizie al più presto, ti darò il mio nuovo numero di casa e di lavoro, l’ ho cambiato sai? Beh ci sentiamo ciao.

 

Buffy rimase immobile, davanti all’apparecchio. Gli occhi sbarrati. Riprese la giacca.

 

B: Will, scusami, devo fare una cosa. Ci sentiamo dopo.

 

Uscì di corsa e si diresse al cimitero. Il sole era sparito e grossi nuvolosi addensavano il cielo. Dopo qualche minuto iniziò a piovere, ma a lei non importava. Arrivò davanti alla tomba di suo padre a si inginocchio di fronte. Per un po’ pianse, senza dire nulla.

 

B: papà, perché va tutto così male? Sono proprio sbagliata? Tu mi hai insegnato a sognare, a lottare sempre e soprattutto per amore. Mi dicevi che l’amore è l’unica cosa importante. Che avrei trovato il mio principe azzurro, e lui sarebbe stato perfetto per me, e io perfetta per lui. Invece guardami. Sono solo la brutta copia di qualcun altro. Perfino Nick si sposa. È stato con me quattro anni e al massimo mi ha chiesto di trasferirmi da lui, e ora dopo un anno sta per sposarsi con qualcuno, che lo farà trasferire e che gli fa cambiare lavoro. William sta per sposarsi con miss perfezione, e io sono stata solo una notte di svago. Io ho fatto come mi hai detto tu, ho continuato a sognare, ma a cosa è servito?-

 

Angel era alle sue spalle, aveva sentito anche troppo, e il suo unico sogno era spaccare la faccia a William. Ma prima doveva occuparsi di lei. Willow gli aveva raccontato dell’incontro con Fred e del messaggio in segreteria. Lui sapeva dove lei sarebbe andata e infatti l’aveva trovata lì. Stava per avvicinarsi quando una mano sulla spalla lo bloccò.

 

Si voltò di scatto e gli occhi gli si sbarrarono. La donna davanti a lui gli fece cenno di tacere e si avvicinò a quella piccola figura, inginocchiata davanti ad una lapide. Era bagnata fradicia e continuava a parlare con un uomo morto.

 

B: papà io non so cosa fare? Fa tutto troppo male. Vorrei che fossi qui per dirmi che mi sto sbagliando, che non sono sbagliata come penso. Forse ha ragione la mamma, forse dovrei solo smettere di sognare e tornare con i piedi per terrà.

 

J: no bimba mia, non smettere di farlo.

 

Buffy si voltò di scatto e si trovò di fronte Joice che la copriva con un ombrello. Corse fra le sue braccia e assieme andarono verso casa, mentre Angel doveva cercare qualcuno. Era fondamentalmente un pacifista, ma non avrebbe permesso a nessuno di far soffrire così sua sorella.

 

 

 

Erano arrivate a casa. Joice era in cucina a preparare un tè caldo, mentre Buffy si faceva una doccia. Appena scesa si erano sedute attorno al tavolo. Sorseggiavano il tè senza parlare, Buffy si sentiva in imbarazzo, odiava piangere davanti a qualcuno, e soprattutto davanti a sua madre. Sapeva come sarebbe andata. Appena si fosse calmata, lei le avrebbe chiesto cosa fosse accaduto, Buffy, nonostante qualche resistenza, glielo avrebbe raccontato e sua madre avrebbe parlato per un po’ concludendo che era tutta colpa sua, che lei si era cercata i guai, gli uomini sbagliati o le situazioni complicate. A fine serata si sarebbe sentita solamente peggio di ora, anche se al momento le sembrava impossibile.

 

J: mi dispiace.

 

Le parole della madre la destarono dai suoi pensieri. Da dove arrivava quel mi dispiace?

 

B: cosa?

 

J: mi dispiace è tutta colpa mia.

 

B: ma di cosa stai parlando?

 

J: dei tuoi sogni. Ero arrivata qui per venirti a trovare. Ma prima ho deciso di passare a trovare tuo padre e ti ho sentito. – Buffy abbassò il volto, sempre più imbarazzata. – non rinunciare ai tuoi sogni Buffy. Tu sei come tuo padre, sei una sognatrice e ci vuole coraggio per esserlo. Quando l’ ho conosciuto pensavo che non avrebbe funzionato tra noi. Io ero realista e lui… beh lui era un uomo che viveva in un altro mondo. Amava le piccole cose. Per lui i particolari erano fondamentali e tu sei uguale. Ti sei innamorata di un uomo perché si è ricordato come prendi il caffè.

 

B: ma… perché dovete essere tutti al corrente della mia vita?

 

J: perché siamo la tua famiglia. Sei mai riuscita a tenere un segreto?

 

B: no!

 

J: vedi e con gli anni le cose non cambiano. E nemmeno tu! Sei sempre troppo preoccupata di non essere giusta per qualcuno. Tu sei perfetta così per te. E devi esserlo solo per te. Io ti ho sempre detto di basarti solo sulla realtà, ma perché non sapevo come farti sognare. Quello che lo sapeva fare era tuo padre, l’ ha quasi insegnato anche a me. Ma senza di lui io non lo voglio più fare, ma tu continua, perché è la tua natura credere nelle cose. Tu vedi le cose più belle di quello che siano, tu li sogni ancora i castelli e i principi, e devi continuare a farlo. Non smettere di sorridere quando noti un particolare che ti mette di buon umore. Continua ad innamorarti degli uomini che si ricordano i particolari, quelli che sono come tuo padre.

 

B: ma fa male mamma, io da sola non ne sono capace.

 

J: si che lo sei. Sei una Summers e noi non ci arrendiamo mai.

 

B: sta andando tutto a rotoli. Anche Nick si sposa. Ma ti rendi conto, ha mollato il suo prezioso lavoro e si trasferisce in Canada.

 

J: beh non piangerci sopra, Nick non era l’uomo per te.

 

B: oh questa. Ma perché me lo dite adesso che lui non era l’uomo per me, quando per quattro anni andava bene? Non potevate dirmelo prima?

 

J: beh se l’avessimo fatto l’avresti lasciato?

 

B: no.

 

J: Allora tanto valeva dirti che andava bene.

 

B: voi siete tutti pazzi.

 

J: non lo sapevi?

 

Risero di gusto e forse Buffy si sentiva meno male.

 

J: e il tuo principe azzurro? Questo William?

 

B: si sta per sposare. Esattamente tra tre settimane. Ora ti prego non cominciare con…

 

J: beh hai tre settimane per fargli cambiare idea.

 

B: cosa scusa? Dov’è mia madre?

 

J: niente sarcasmo. Se lui è il tuo lui devi solo farglielo capire.

 

B: io non manderò all’aria il suo matrimonio, e poi non ci riuscirei, tu non l’ hai vista la sposa. È praticamente perfetta.

 

J: ah… no, non voglio neppure sentirlo quel discorso della brutta copia. Tu sei cento volte meglio di qualunque bambolona. Inoltre lei può essere bella per tutti, ma tu devi essere l’unica bella per lui. (scusa questa l’ ho presa da “non è un valzer” ma è un concetto troppo bello. Pagherò i diritti d’autore) ora asciugati quegli occhi e raccontami tutto di quest’uomo.

 

Buffy sorrise e forse non sarebbe andata poi così male.

 

 

 

Nel frattempo Angel era davanti al ristorante di Buffy. Doveva trovarsi con Willow. Avvicinandosi vide qualcuno che guardava dentro, come a cercare qualcuno.

 

A: se cerchi lei, non c’è.

 

A quella voce l’uomo ebbe un sussulto. Non l’aveva sentito arrivare.

 

W: Angel

 

A: William

 

Si guardarono per un po’ e Angel si trattenne dal desiderio di picchiarlo.

 

W: ti prego se devi farlo, sullo stomaco. Ho già rotto una volta il naso.

 

A: cosa ti fa credere che ti voglia picchiare?

 

W: primo la tua faccia, e secondo perché me lo merito. Chi meglio di te può farlo?

 

Angel sorrise, non si picchia un uomo che te lo chiede.

 

A: dai entra ti offro da bere.

 

Si sedettero al bancone e restarono in silenzio per un po’.

 

A: ora dammi un buon motiva per picchiarti?

 

W: non dovrei dartelo per non farlo?

 

A: in questo caso no. Non voglio scuse, voglio solo la verità.

 

W: beh, credo che un buon motivo sia perché mi sono portato a letto tua sorella.

 

A: risposta sbagliata. Forse perché la mattina dopo lei si è svegliata da sola, o forse perché nonostante tutto, tu ti sposerai fra un po’.

 

W: sì, i tuoi motivi sono migliori.

 

A: se vuoi, ne ho altri.

 

W: che bello, così mi sento ancora più bastardo.

 

A: meriteresti una lezione perché lei si sente solo la brutta copia di Fred, perché pensa che per te sia stato solo un momento di passione, una buona conclusione per la tua festa. O magari perché lei invece di odiarti e pensare che sei uno bastardo, si sente solo sbagliata.

 

W: non è vero, lei non centra.

 

A: ti sbagli William, lei centra, è in mezzo a questa storia.

 

W: lo so, volevo dire che non è sbagliata, sono io che sono un idiota. Quella notte non è stato un errore e il mattino dopo me ne sono andato, perché se lei fosse stata sveglia io non sarei riuscito a farlo.

 

A: perché ti sposi lo stesso?

 

W: forse perché sono un codardo, o forse perché non so se riesco a buttare la realtà con Fred, per un sogno che forse si scioglierà come neve al sole. Infondo io e Buffy non ci conosciamo neppure. Magari scopriamo di non sopportarci neppure.

 

A: sono scuse queste e tu lo sai. Sai cosa ha detto Buffy quando ha lasciato Nick, il giorno dopo la nostra cena?

 

William lo guardavo sorpreso. L’uomo davanti a lui sapeva tutto di Buffy e lui lo invidiava.

 

A: che non ci si può innamorare di qualcuno solo perché il principe azzurro ha un’altra.

 

Angel si alzò, lasciandolo solo al bancone.

 

W: e la mia lezione. Hai trovato sufficienti motivi per picchiarmi credo.

 

A: sì, ma sono troppi. Inoltre devi fare i conti con te stesso, credo che ti basti e che faccia più male dei miei pugni.

 

Gli sorrise e uscì dal ristorante. William finì il suo il suo rum. Quanto avrebbe preferito i pugni di Angel in quel momento.

 

 

 

San Valentino, in quel periodo era indubbiamente il giorno peggiore che potesse esserci. Il “Sun” ( ho finalmente trovato un nome per il ristorante) era pieno e fuori nevicava. Ogni tanto si affacciava alla sala e vedere tutte quelle coppiette sdolcinate, e la cosa la disgustava. Preferiva tornare a cucinare, almeno si distraeva. Era alle prese con la decorazione dei dessert quando Carmen, la barista, entrò come un fulmine in cucina.

 

C: Buffy, c’è un uomo che ti cerca.

 

B: mi spiace, ma di ad Angel che ho da fare.

 

C: non è tuo fratello, è un ragazzo castano, super sexy.

 

B: beh, allora di all’amico di Angel che ho da fare. Mi spiace, niente appuntamenti a sorpresa, oggi si lavora.

 

C: beh ok. Peccato però ha i più begli occhi che abbia mai visto.

 

Buffy quasi rischiò di tagliarsi un dito. Non poteva esser lui, non qui, non ora e non il giorno di San Valentino.

 

B: Carmen aspetta. Vai di là e digli di aspettare un attimo… ah chiedigli come si chiama.

 

Appena uscì, lei corse a lavarsi le mani e sistemarsi i capelli. Poteva essere chiunque altro, o poteva essere lui con Fred… no non sarebbe stato così carogna. Dopo poco la cameriera entrò e la guardò stranamente.

 

B: allora come si chiama?

 

C: non lo so, appena gliel’ ho chiesto mi ha sorriso, e lì mi sono tremate le ginocchia, e poi mi ha risposto, caffè liscio con latte freddo a parte. Era un’ordinazione, o un messaggio in codice per te?

 

Buffy sorrise, nonostante tutto e l’assurdità della cosa lui la faceva ridere. Scosse la testa e si preparò ad andare di là. Si fermò davanti alla porta e respirò a fondo. Non gli avrebbe dimostrato che soffriva per lui.

 

C: è una persona speciale?

 

B: si molto, ma si sta per sposare.

 

C: oh, e tu cosa farei?

 

B: sorrido e vado in scena. – e senza esitare ancora un momento aprì la porta e se lo trovò davanti.

 

W: Buffy.

 

B: William, ciao, so che sei stato a Los Angeles

 

W: sì, è per questo che non mi sono fatto sentire e anche…

 

B: non ti preoccupare, non ce n’era motivo.

 

W: io credo di sì, forse dovremmo parlare…

 

B: Fred non è qui? Dove festeggiate San Valentino? Vedo che hai cambiato nuovamente look, sei tornato al naturale.

 

W: è a casa, ma noi dobbiamo parlare dell’altra sera.

 

B: spero tu le abbia preso delle rose, a molte donne piacciono.

 

Lui la prese per le spalle, come a poter fermare la sua fuga di parole e puntò gli occhi sui suoi. Lei aveva evitato il suo sguardo e ora capiva perché. Aveva gli occhi lucidi e il viso contratto, ma continuava a sorridere.

 

W: Buffy ti prego, io ho bisogno di parlare con te.

 

B: mi spiace ma ho molto da fare, come vedi ci sono molti innamorati qui…

 

W: l’altro giorno ho parlato con Angel

 

B: santo cielo, devo sbarazzarmi di mio fratello.

 

W: e mi ha detto come stavi.

 

B: qualunque cosa ti abbia detto non conta, ora sto bene.

 

W: non è vero, non mi mentire.

 

B. e perché non dovrei? – ora aveva alzato la voce e il suo sorriso si stava trasformando in una smorfia – tu non l’ hai fatto con me?

 

W: no, non ti ho mai mentito, io quella sera volevo essere qui con te.

 

B: ma il mattino dopo no.

 

W: ascoltami…

 

B: no. Non mi importa più se mi hai mentito o meno, anzi non lo voglio sapere. Non ha neppure importanza come sto, o come sono stata, quindi non chiedermelo e non commiserarmi, lo faccio benissimo da sola. Dimmi solo una cosa. Ti sposerai fra dieci giorni?

 

W: si.

 

B: bene, non c’è altro che io o te dobbiamo sapere e ricordare. – si alzò in punta di piedi e gli posò un leggero bacio sulla guancia – congratulazioni.

 

Si voltò e tornò in cucina. Amava le uscite trionfali e le frasi d’effetto. Appena al riparo, si sedette su una sedia e si asciugò gli occhi con un canovaccio.

 

C: ehi, tutto bene?

 

B: tutto ok, sono solo le cipolle.

 

C: certo, me l’avevi detto che le avresti messe nel dessert – le sorrise – comunque se né andato.

 

B: bene grazie.

 

Carmen uscì e Buffy respirò a fondo. Finì di sistemare i dessert e poi si mise a lavare qualche piatto. La rilassava. Ad un tratto Carmen rientrò come se avesse visto un fantasma.

 

C: Buffy…

 

B: chi altro c’è?

 

C: ancora lui. Ha detto di darti questa e di dirti che sarebbe rimasto qui cinque minuti.

 

Le passo una busta e una margherita e poi la lasciò sola.

 

Buffy annusò la margherita e aprì con calma la busta.

 

“ a molte donne piacciono le rose, ma so che tu preferisci le margherite, com’è che le hai definite… ah sì! Simpatiche. Non sono riuscito a parlarti prima, ma ho bisogno che tu sappia.

 

L’altra notte non avrei voluto nessun altro al mio fianco. Tu mi hai stregato e non mi era mai successo prima. Non so cosa provo, ma so che qualunque cosa sia, è sincera. Mi spiace se ti ho fatto soffrire, non avrei voluto. Ma le scuse non servono ora, vorrei tornare indietro e conoscerti prima, prima di Fred, prima di Nick e provare. Provare a vedere se sono io il tuo principe azzurro e tu la mia dama sulla torre. Ma non si torna indietro. Vorrei essere un sognatore come te, e credere che le favole si realizzano, ma non riesco a buttare la realtà all’aria. Forse è paura, paura che non funzioni, che io mi innamori di te e tu sparisca nel nulla al mio risveglio. Non è un gran discorso, e capisco se non uscirai da quella porta, o se mi odierai per il resto della tua vita. Ma voglio che tu sappia che non sei la brutta copia di nessuno. Sei la donna più fantastica che abbia mai incontrato, e il tuo principe azzurro sarà fortunato, quando ti troverà.

 

Buona vita Buffy e sogna anche per chi non ha coraggio di farlo.

 

William”

 

Buffy rilesse quelle parole più volte e si sentì furiosa. Perché un conto era essere abbandonati perché non amati, un altro per sciocchi timori. Guardò in sala e lui era ancora lì seduto. Ma infondo era meglio non uscire. Forse le cose dovevano andare così. Forse. L’aveva detto, non aveva più importanza. Lui si sarebbe sposato e lei era uscita dalla sua vita. Lo vide indossare la giacca e uscire dalla porta. si meglio così.

 

Un attimo dopo si stava infilando la giacca, mentre si catapultava fuori da ristorante.

 

B: William aspetta.

 

Lui si voltò a guardarla e gli occhi di lui erano lucidi.

 

B: volevo… beh… grazie per la margherita.

 

W: è stato un piacere.

 

B: e… non ti odio. Non per quello che è accaduto. Forse sono solo rammaricata, perché ti sei arreso.

 

W: già, forse infondo non sono l’uomo che credevi.

 

B: io credo ancora di si. Ma questo continua a non avere importanza. Non sei tu quello sbagliato per me.

 

W: tu non…

 

B: ti prego, stai per sposare un'altra, almeno non dirmi che sono quella per te.

 

W: già. – abbassò il volto e alzò il bavero del cappotto. Si voltò e riprese a camminare.

 

B: dimmi solo se la ami, se la ami abbastanza da aspettarla in fondo alla navata. Se la ami abbastanza da volere il suo viso dietro il velo. Se la ami abbastanza da passarci tutta la vita, senza rimpiangere mai, nemmeno per un attimo, la tua scelta?

 

W: credo di sì.

 

B: e ti basterà quel credo?

 

W: me lo farò bastare.

 

Si allontanò, lasciandola sotto la neve. Quella dannata neve. Ma prima o poi sarebbe finita, avrebbe smesso di scendere. Rientrò al ristorante senza guardare nessuno. Tornò alla sua sedia in cucina. Quindi era quello adattare un sogno alla realtà? Se era così non le piaceva. Ma avrebbe imparato a farlo. Magari non ora. Magari quando avesse smesso di nevicare.

 

 

 

24 febbraio.

 

Buffy era ormai con le valigie alla porta, mentre aspettava Angel, che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto. Nevicava ancora. ma quando avrebbe smesso? Ok che era un anno freddo, ma anche New York, ogni tanto ha bisogno di vedere il sole. Sperò solo che a Los Angeles fosse bel tempo.

 

Aveva chiuso il Sun per qualche giorno, sarebbe passata a prendere le sue cose da Nick, si sarebbe torturata conoscendo miss perfezione 2, e avrebbe passato il fine settimana da sua madre.

 

Stava bene, nonostante tutto, stava bene. Il fatto che partisse esattamente il giorno del matrimonio di William era un caso.

 

Si ripromise che avrebbe imbarcato la sua valigia, solo una volta certa della partenza, e non avrebbe rivolto la parola a nessuno. Finalmente Angel arrivò. Caricò il borsone in macchina e si avviarono all’aeroporto.

 

A: tesoro… vuoi dormire?

 

B: cosa scusa? Sono venti minuti di macchina e sono le dieci di mattina. Perché dovrei dormire?

 

A: leggere?

 

B: Angel. Arriva al punto.

 

A: stanno facendo dei lavori.

 

B: ok, il problema qual è? Ho il volo tra due ore, facciamo a tempo.

 

A: no, il problema è che ad un certo punto, dobbiamo per forza fare una strada.

 

B: ve bene, cosa vuoi che mi importi che strada fai.

 

A: dobbiamo passare di fronte ad una chiesa.

 

B: beh ce ne sono centinaia in questa città è ovvio che…

 

Finalmente il messaggio di Angel arrivò al suo cervello.

 

B: quale chiesa?

 

A: beh quella in cui…

 

B: ok, ma proprio davanti a quella e ora? Non puoi fare un'altra strada, anche contro mano. Se ti multano te la pago io.

 

A: Buffy mi spiace. Ma se vuoi torniamo indietro.

 

B: no! – ora sembrava furiosa – non gli permetterò di rovinare la mia vacanza, come ha fatto con tutto il resto. Noi passeremo davanti a quella chiesa e non ce ne importerà nulla. Se vuoi ci fermiamo anche a salutare.

 

A: credo tu stia esagerando…

 

B: no, sono seria, lo sai che Fred mi aveva anche invitato? Avrei avuto un bellissimo brindisi da fare agli sposi.

 

A: si me lo immagino

 

B: no, senti: “vorrei fare un brindisi agli sposi. Che possano vivere a lungo e felici. Vorrei soprattutto sollevare i calici per la sposa, che è una donna fortunata, e io lo so, dato che mi sono portata a letto suo marito, durante l’addio al nubilato. A Fred, perché tu sappia che dovrai accontentarti di un marito che crede di amarti, ma in fondo c’è chi si sposa consapevoli che non ci si ama. E William…perché magari in un'altra vita, ci andrà meglio. Lunga vita agli sposi” – e imitò un applauso scrosciate – immagini le acclamazioni dopo un brindisi così?

 

A: sì, gente che ti lancia fiori, la sposa che ti lancia un piatto dietro. Indubbiamente un successo. – poi il suo viso tornò serio e la guardò – sembra tu stia meglio.

 

B: sì, molto meglio, e quando sarò miglia lontana da qui, sarà tutto sistemato.

 

A: questa è la mia Buffy. Lo sapevo che non ti saresti fatta buttar giù da nulla.

 

B: stiamo arrivando?

 

A: sì, dicevi sul serio sugli auguri agli sposi.

 

B: no, scherzavo, così curiosità… hai qualcosa da leggere? Perché dubito di addormentarmi così in fretta.

 

A: troppo tardi tesoro.

 

Passarono a tutta velocità davanti alla chiesa, ma lei riuscì comunque a vedere la sposa che scendeva dalla macchina, per poi entrare in chiesa. Quindi lui era già dentro.

 

B: fermati.

 

Angel frenò di colpo e la guardò scioccato

 

A: non vorrai andare in quella chiesa e interrompere il matrimonio vero?

 

B: no, sciocco, ma devo fare una cosa.

 

Angel tornò indietro, in retro, mentre Buffy scriveva qualcosa su un foglio. Si fermò di fronte alla chiesa e lei scese di corsa. Mentre tutti guardavano la sposa, che si avvicinava alla porta, lei posò un foglio sul cofano della macchina. appoggiò sopra la margherita che le aveva regalato lui e fermò il tutto con un sassolino. Tornò di corsa in macchina, aveva gli occhi lucidi, ma sorrideva, senza quel fiore nel taschino, si sentiva più leggera.

 

Dopo essere ripartiti e sufficientemente allontanati, Angel interruppe il silenzio.

 

A: cosa gli hai lasciato?

 

B: il suo biglietto da visita, non mi servirà più.

 

A: non l’ hai mai usato.

 

B: ok, allora è per non ricordarmi, che avrei dovuto farlo ma non l’ ho fatto.

 

A: cos’ hai scritto?

 

B: lo sai che sei curioso?

 

A: e tu lo sai che poi la tua migliore amica, vuole i dettagli?

 

B: beh, questa volta mi dispiace, ma è tra me e lui.

 

Angel sbuffò ma non disse altro. Erano quasi arrivati all’aeroporto.

 

 

 

Angel si era offerto di aspettare con lei fino alla sua partenza, ma lei aveva rifiutata. Non si sarebbe fatta spaventare da un aeroporto. Mezzogiorno e iniziarono i primi annunci di ritardi. Sbuffò, ma era da immaginarselo. Sempre tenendo stretta la sua valigia si avviò al ristorante. Avrebbe mangiato e letto un po’, aveva ancora un paio d’ore di attesa. Si sedette ad un tavolo vicino ad una vetrata e si mise a guardar fuori. Ancora lì. Tutto era cominciato in quel posto. In quel luogo si era innamorata di William. Ora che era sola poteva anche smettere di fingere. Le faceva male stare lì, era ancora innamorata di lui, e avrebbe voluto vederlo arrivare. Ma basta strane fantasie, si ripeté, lui probabilmente a quest’ora, stava brindando per la sua lunga e felice vita con Fred. Lei… beh lei avrebbe trovato qualcuno con cui brindare alla sua vita, ma non ora. Ora non voleva nessuno, perché l’unico che avrebbe desiderato, non poteva averlo. Si maledì, per non averci provato di più. Avrebbe potuto chiamarlo… beh se era interessato avrebbe potuto chiamarla anche lui.

 

Basta bugie Buffy – si disse mentalmente – lo sappiamo benissimo, che sei stata vigliacca quanto lui, che eri terrorizzata di scoprire, che l’uomo su cui avevi fantasticato era come tutti gli altri. Temevi di scoprire che il tuo principe azzurrò, non esisteva. Hai preferito sognarlo che viverlo.

 

B: beh, non era poi tanto il mio principe azzurro, dato che ha sposato un'altra

 

Disse a voce più alta. Sembrava un battibecco, parlava e si rispondeva pensando. Uno spettacolo per chi la vedeva.

 

B: oh, basta commiserarti Buffy, ora ti calmi, prendi un caffè e quell’aereo. Passerà. Lo so.

 

Rimase un po’ ferma a guardare fuori, quando un ombra si fermò alle sue spalle. Si voltò di scatto e si trovò di fronte un ragazzino che la guardava, quasi spaventato dal suo scatto.

 

R: mi scusi signora, volevo solo dirle che le è caduta questa.

 

B: grazie.

 

Raccolse la sciarpa e si rivoltò verso il vetro.

 

B: stupida stupida – bisbigliò – lo sapevi che non poteva essere lui. Così ti stai torturando Buffy.

 

Un'altra ombra si parò alle sue spalle, ma non si sarebbe fatta fregare questa volta, era sicuramente il cameriere.

 

B: caffè liscio con latte a parte, per favore.

 

W: lo so.

 

 

 

Questa volta rimase immobile. Era stanca e un po’ esaurita ma sentire anche la sua voce era troppo.

 

W: Buffy

 

Ancora. Non poteva esser lui. Lui era in quella chiesa a sposarsi e non alle sue spalle. Si voltò con calma e trattenendo il respiro. William era di fronte a lei, ancora con il vestito da cerimonia. Indubbiamente le allucinazioni indicavano che aveva superato il limite della normalità. Chiuse e riaprì gli occhi più volte. Respirando. Ma lui continuava ad essere lì. Ad un tratto un lampo. Lui le aveva detto di avere dei fratelli, magari quello era un suo gemello. Certo e cosa ci faceva lì con lei, mentre suo fratello si sposava? Ritornò a concentrarsi sull’idea dell’allucinazione.

 

W: posso sedermi?

 

B: William?

 

W: già proprio io.

 

B: sei veramente tu?

 

W: sì – e per un momento la guardò attentamente, si comportava in modo strano.

 

Una volta certa che fosse veramente lui, le tornò alla mente tutto e tornò seria.

 

B: cosa ci fai qui?

 

W: deve esserti caduta questa. – e così dicendo appoggiò la margherita davanti a lei.

 

B: beh, grazie, non ti dovevi disturbare. Siete già in partenza?

 

W: cosa?

 

B: beh, pensavo non partiste subito per il viaggio di nozze. Credevo pranzaste con gli invitati.

 

W: non sono qui con Fred.

 

B: hai lasciato tua moglie sola, il giorno del vostro matrimonio?

 

Stava dicendo qualunque cosa, pur di non pensare a quello che avrebbe voluto sentire.

 

W: non ho una moglie.

 

B: io… io l’ ho vista entrare in chiesa.

 

W: quando hai portato questa alla macchina?

 

B: è stato un caso che passassi di là. Stavo andando all’aeroporto e… beh volevo restituirtelo.

 

W: se avessi atteso ancora qualche minuto mi avresti visto uscire.

 

Rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire. Non voleva chiedergli perché non si fosse sposato. Basta illusioni.

 

B: beh mi dispiace. Io devo prendere un aereo. Ci si sente.

 

W: l’aereo è fra due ore.

 

B: beh, devo imbarcare il bagaglio e…

 

W: non vuoi sapere perché ora sono qui?

 

B: me l’ hai già detto. Grazie di avermela riportata, ma non era necessario.

 

W: nel senso del perché non mi sono sposato?

 

B: no, forse non lo voglio sapere. Ma posso immaginarlo.

 

W: davvero? – ora sembrava sfidarla.

 

B: certo. Lei ha cambiato idea sul perdono per la tua scappatella, e ti ha piantato all’altare.

 

W: acqua.

 

B: ok, allora il parroco ha deciso di non sposarvi. Quindi tutto rinviato alla prossima settimana.

 

W: ancora acqua.

 

B: lei si è innamorata di un chierichetto e è scappata con lui.

 

W: fuochino.

 

B: è davvero scappata con un altro?

 

W: non lei.

 

B: sei scappato con un'altra? E cosa ci fai qui? Aspettate di imbarcarvi per scappare?

 

W: no, io sono scappato con un’altra un anno fa. L’ ho incontrata in questo aeroporto e da allora mi ha rapito.

 

B: si è sbagliata. Non avrebbe dovuto. Se lei fosse stata meno sciocca ora saresti sposato.

 

W: no, non si è sbagliata e lo sciocco sono stato io.

 

B: mi dispiace. Allora è perchè hai capito che non ti sarebbe bastato un credo.

 

W: non è questo Buffy. Non mi sono sposato con Fred, non perché non Le volevo bene, né perché le avrei fatto solo del male. Neppure perché l’avrei rimpianto per tutta la vita.

 

B: no? – disse con la voce che tremava. Non sapeva cosa pensare. Anzi non voleva pensare a nulla,  era troppo doloroso. – allora è perché hai scoperto che il matrimonio non è per te?

 

W: non mi sono sposato, perché sono innamorato di un’altra donna.

 

B: lei lo sa?

 

W: credo di no. Non gliel’ ho mai detto, e sono stato disastroso nel farglielo capire.

 

B: e se lei non ti amasse?

 

Alzò lo sguardo serio, e vide un lampo di terrore passare nei suoi occhi.

 

W: non è un buon motivo perché lei non sappia che io la amo.

 

B: non hai paura di essere rifiutato? Fa male, sai?

 

W: no, non lo so, ma posso immaginarlo. Sai mi sono innamorato di lei proprio a questo tavolo. Dal primo istante in cui l ‘ho vista ho pensato fosse un angelo. Poi ho incrociato il suo sguardo e mi sono sentito perduto. Perché sapevo che non avrei più potuto farne a meno. Ho passato la sera con lei, e le ho raccontato la mia vita, le ho raccontato cose che neppure ricordavo. L’ ho tenuta tra le mie braccia mentre dormiva, e non avrei voluto lasciarla andare. Il battito del suo cuore contro il mio petto, ha occupato molti dei miei sogni. Il mattino dopo l’ ho baciata, perché non desideravo altro, dal primo istante. Poi però sono stato uno sciocco. L ‘ho lasciata andare via. Ho pensato a lei dopo il nostro incontro e ogni volta, la ricordavo più perfetta. Alla fine ho creduto fosse un sogno e ho chiesto a Fred di sposarmi. Sai la cosa buffa? Il giorno stesso l’ ho rincontrata, e tutto è stato come il primo momento. Lei ha la capacità di farmi dimenticare ogni cosa, anche il fatto che avevo una fidanzata. Sono stato uno stupido e lei è sparita nuovamente. Avrei potuto chiamarla, ma non ne avevo il coraggio. Ho rinviato il matrimonio per mesi, forse speravo che… che mi cadesse dal cielo, senza dover far nulla. Quando poi decisi di sposarmi, fisso la data… lei riappare al mio addio al celibato. L’avevo riconosciuta da quel bacio. Prima ancora di vederla… e ho fatto l’amore con lei quella notte. Forse ora mi odia, perché pensa che io l’abbia usata. Ma io quella notte ho fatto veramente l’amore con lei, e il mattino dopo me ne sono andato. Perché non ci sarei riuscito con lei che mi guardava… si ok, sono scappato.

 

B:William… - Buffy aveva gli occhi lucidi

 

W: no, aspetta fammi finire. Lei mi ha fatto capire che non dovevo rinunciare ai miei sogni. Quando Fred è entrata in chiesa, ho capito casa voleva dirmi. Non volevo veder lei sotto il velo. Me ne sono andato. Ho lasciato una donna all’altare e quando sono uscito ho trovato questo sulla macchina – e parlando estrasse il suo biglietto da visita – l’ ho letto e ho capito che avevo fatto la cosa giusta. Poi sono corso a cercarla, dovevo trovarla ad ogni costo, e alla fine sono arrivato qui. -

 

Buffy non riusciva a parlare, le sembrava tutto così surreale, così bello… forse era un sogno. Lui intanto non smetteva di parlare, sembrava che dovesse dirle tutto quello che non era riuscito a farle capire prima.

 

W: una volta ho letto un libro, in cui si raccontava di un uomo, che scriveva lettere d’amore alla sua innamorata. Ma ancora non l’aveva incontrata. Comunque lui annotava ogni cosa, in modo che quando l’avesse finalmente trovata, lei avrebbe saputo. Avrebbe capito che lui la cercava e l’aspettava da tutta la vita. Lei era quella per lui e se io avessi una scatola di lettere d’amore, ora la porgerei a te. – aveva parlato tutto d’un fiato, e sembrava emozionato – perché ti ho cercato per tutta la vita, ma sono stato così sciocco da non accorgermi che eri tu, quando ti ho trovato.

 

Lei non resisteva più. Le lacrime le scendevano dagli occhi e si alzò di scatto.

 

B: William, ti prego non facciamoci ancora del male.

 

Lui si alzò, il suo viso era teso e posò le mani, sulle sue braccia. Come a tenerla ferma, come a impedirle di scappare.

 

W: non dirmi che è tardi. Io ti amo, e ti amo da sempre, probabilmente ancora prima di incontrarti. Sono stato uno stupido, ma non farò lo stesso errore. Io non ti chiedo di amarmi e lo so che ti ho ferito. Ma non impedire che io ami te, perché sarebbe impossibile. È vero, praticamente non ci conosciamo, e forse dopo qualche tempo assieme scopriremo di odiarci. Ma io non credo. Non sono un gran sognatore, ma vorrei imparare da te. Non sono neppure un granché con le parole, so solo che parlo troppo quando sono nervoso. Non ho nessuna promessa che le cose vadano bene, ne una realtà perfetta da proporti. Ho solo questo da offrirti: me e tutto l’ amore che ho qui. Per te. – e mentre parlava, portò la mano di lei sul suo petto. Buffy sentì il suo cuore battere all’ impazzata, ma sapeva che il ritmo era lo stesso del suo.

 

William si fermò, smise di parlare e la guardò. Aveva rischiato tutto e in quel momento non gli importava di perdere ogni cosa, pur di non perdere lei.

 

Buffy alzò il viso e incrociò il suo volto. Era verità e amore quella che vi leggeva dipinta.

 

W: Buffy…

 

B: William, hai ragione. Parli troppo.

 

Senza dargli tempo di replicare si avvicinò a lui e lo baciò, con tutto l’amore che aveva. Con tutto quello che aveva segregato nel cuore, temendo di non poterlo più usare. Mentre loro finalmente si ritrovavano l’altoparlante annunciava che il volo per Los Angeles non sarebbe partito.

 

 

 

EPILOGO

 

 

 

Angel entrò in casa della sorella. Aveva sentito al telegiornale dei disagi aerei e che molti voli erano stati sospesi. Aveva provato tutto il giorno a chiamarla al cellulare, ma era spento. A casa non rispondeva nessuno. Erano ormai le dieci di sera e non avendola ancora sentita, era andato a controllare. Aveva bussato ma nessuno aveva risposto. Il borsone era in casa, quindi era tornata. Salì piano le scale, forse stava già dormendo. La stanza era completamente al buio, ma sentì lo scosciare della doccia.

 

A: Buffy, tesoro tutto bene?

 

Nessuna risposta. Si affacciò alla stanza ma non vedeva nulla.

 

A: mi spiace che non sei riuscita a partire. Vedrai che andrà meglio anche se non sei a miglia da qui. Credo che William e Fred siano partiti per il viaggio di nozze, quindi…

 

Ancora nulla. Forse da sotto l’acqua non lo sentiva, o forse non voleva rispondergli.

 

A: io spero che tu non soffra ancora… se potessi fare qualcosa… beh se lo avessi qui sotto mano, credo che non gli risparmierei un pugno, questa volta. – disse furioso.

 

W: allo stomaco però, ho già rotto il naso, una volta.

 

William era addormentato quando Angel era entrato. Poi l’aveva sentito parlare e non aveva resistito alla tentazione di ascoltare in silenzio. Angel a quelle parole, quasi fece un salto per lo spavento. Accese la luce e lo vide, seduto sul letto. Coperto solo da un lenzuolo. C’erano vestiti sparsi per la camera e Angel in quel momento, forse per la prima volta, si sentì in imbarazzo.

 

I due uomini si guardarono, senza saper bene cosa dire. Era una situazione paradossale. Angel aveva di fronte un uomo praticamente nudo, che avrebbe dovuto essere in luna di miele con sua moglie, e che invece era sul letto di sua sorella. Letto che dalle condizioni in cui era, aveva affrontato una lunga battaglia. Il suono della doccia si fermò e Angel e William si guardarono, senza sapere cosa fare.

 

B: ma allora ti sei svegliato. Se lo sapevo ti avrei aspettato sotto la l’acq…

 

Rimase immobile, quando vide suo fratello in mezzo alla stanza. Strinse di più l’accappatoio che indossava.

 

B: Angel

 

A: Buffy… ho sentito che avevano annullato il volo e dato che non ti avevo sentito tutto il giorno – e lanciò un occhiata alla stanza – beh sono passato a controllare che andasse tutto bene.

 

B: sì, tutto bene e…

 

Altri passi che salivano le scale e dopo un attimo, i capelli rossi di Willow, si affacciarono alla porta.

 

W: Angel, Buffy è arrivata? Tutto be…

 

Le parole le morirono in bocca. Arrossì di colpo e guardò Angel sconvolta.

 

A: stavo giusto dicendo a Buffy, che ero passato a vedere se era tornata. Dato che va tutto bene, stavo per andarmene.

 

W: sì ottima idea. Noi Buffy ci sentiamo domani – disse salutando l’amica – e… ciao William.

 

Lui alzò la mano in segno di saluto. Angel e Willow, scesero velocemente le scale ridendo.

 

Buffy guardò William e dopo un attimo scoppiarono a ridere. Lei si distese sul letto e si accoccolò fra le sue braccia.

 

B: ben svegliato.

 

W: risveglio un po’ burrascoso, ma grazie. Così hai fatto la doccia senza di me? – disse mentre le faceva il solletico. Lei si divincolò per un po’, ridendo.

 

B: ti prego basta. – disse riprendendo fiato – beh io ho provato a svegliarti, ma non c’è stato verso.

 

W: beh mi hai sfinito amore. – e dolcemente posò le labbra sulle sue.

 

B: e ora che si fa?

 

W: beh potremmo cenare.

 

B: mmm… si sta bene fra le tue braccia, non so se mi voglio alzare. Comunque non intendevo quello… a questo proposito, mi ridai il tuo biglietto da visita, altrimenti come ti chiamo?

 

W: neanche per idea, non ho intenzione di staccarmi così tanto da te, da doverci telefonare -  e mentre parlava lo prese dalla tasca della giacca, che giaceva ai piedi del letto, come tutto il resto. – quando l’ ho letto mi sono sentito proprio un idiota. Dovevo assolutamente trovarti.

 

Lei cercò di prenderglielo dalle mani, ma lui spostò il braccio e iniziò a leggere.

 

W: “… io lo so che sei tu il mio principe azzurro, come so di essere innamorata di te. Vale sempre la pena lottare per i propri sogni. Io non l’ ho fatto abbastanza e tu te ne sei andato. Fa male perdere, ma questo non cambia ciò che sogniamo. Buona vita William. Con amore, Buffy.”

 

Lei diventò rossa, la imbarazzava risentire le sue parole, le sembravano così stupide. Lui le fece alzare il viso e la guardò negli occhi.

 

W: questa è la cosa più bella che qualcuno abbia mai scritto.

 

B: non è vero – disse cercando di abbassare il viso

 

W: oh si, ed è anche la più vera. Se all’aeroporto mi avessi cacciato, saresti comunque rimasta la mia dama sulla torre.

 

Si sorrisero.

 

B: ti amo. Lo sai?

 

W: si, ma mi piace sentirtelo dire.

 

Lei lo baciò nuovamente, lasciando scivolare via l’asciugamano. Lui la guardò estasiano, percorrendo il suo corpo con gli occhi.

 

Spense la luce della lampada e aprì le tende, in modo che il debole chiarore dei lampioni illuminasse leggermente la stanza. Voleva guardarla.

 

W: immagino che la mia idea della cena salti.

 

B: si credo di sì. Ho una proposta migliore per te.

 

Senza aspettare altro, si ritrovarono uno tra le braccia dell’altro. Come se avessero bisogno di sentirsi vicini, per essere vivi.

 

La neve scendeva su New York quella notte, e mentre una canzone che parlava di sogni, riempiva l’aria, due persone decidevano di esaudire i propri.