LIGHTS & SHADOWS

Di Sarakkk

 

 

 

 

 

1. I WILL ALWAYS LOVE YOU

 

 

Buffy si affacciò distrattamente alla finestra.

Pioveva, e il cielo grigio piombo non prometteva niente di buono per le prossime ore.

Si controllò le unghie laccate di nero. Al suo ragazzo non piaceva, ma lei era sempre stata un’amante del dark. Non che si vestisse sempre di nero o usasse un rossetto in tinta, ma lo smalto era un piccolo particolare a cui non rinunciava mai.

Sorrise pensando a lui…oggi avrebbero festeggiato il loro terzo anniversario.

Si erano conosciuti ad una festa. E pensare che lei non voleva neanche andarci, impegnata com’era a piangersi addosso dopo che aveva finalmente capito che a Scott non importava niente di lei.

Stava pensando seriamente alla vita monastica…Non era possibile che alla sua età non avesse ancora avuto un ragazzo!! Nell’esclusivo club delle zitelle erano rimaste lei ed un’altra ragazza nella sua cerchia di amiche. E stava seriamente rischiando di ritrovarsi membro esclusivo. E non ne capiva il motivo. Era una ragazza molto carina, con i capelli biondi e gli occhi verdi, e un fisico da atleta. Ma sembrava che questo non interessasse ai ragazzi. Strane creature gli uomini!

Alla fine Willow e Tara l’avevano convinta, e lei, pur controvoglia, si era preparata ed era andata.

Era rimasta seduta accanto alla tavola delle bibite con un bicchiere di plastica in mano, a guardarsi intorno e ad osservare le facce felici degli altri che ballavano al centro della sala.

“Chi diavolo me l’ha fatto fare? Potevo essere al caldo nel mio letto ora…”

Willow si gettò accanto a lei, a corto di fiato. Bevve un sorso di tè dal bicchiere di Buffy e guardò con gli occhi brillanti l’amica.

- Bella festa eh? Si stanno divertendo tutti un mondo!!

Buffy sorrise entusiasta.

- Già! Davvero un party da sballo!

La rossa la guardò con aria amareggiata.

- Almeno fai finta di essere allegra…sono due ore che sei qui seduta ad affliggerti…sembra che ti sia morto il gatto…

Buffy abbassò la testa senza dire niente. Possibile che neanche Willow capisse quanto era giù di morale?

- Cordelia non aveva detto che sarebbe venuta sicuramente?- chiese poi per cambiare discorso.

Non ci teneva poi così tanto alla presenza di Cordelia…come diceva sempre, bisognava prenderla a piccole dosi, altrimenti avevi il rigetto. La conosceva da anni ed erano amiche, ma dopo un po’ si appiccicava come una gomma da masticare sulle scarpe, e come questa, era difficile liberarsene…

- Sai meglio di me che adora farsi attendere…

Buffy ridacchiò divertita.

- Oh mio dio! Il primo sorriso che ti vedo fare questa sera!

Poi Willow girò la testa verso la porta d’entrata, che era stata spalancata con forza.

- Credo sia arrivata la reginetta…

Ma Buffy era rimata senza parole. Accanto a Cordelia, che dispensava baci e abbracci a tutti, stava un ragazzo moro, con profondi occhi scuri. Era bellissimo. E sembrava a disagio almeno quanto lei.

Un lieve sorriso le si dipinse in volto.

“E se…ma si! Figurati, mia cara illusa, se uno del genere guarda te con tutte le ragazze che ci sono stasera…”

Fu distratta dai suoi pensieri da Willow, che trascinandola per un braccio, la stava conducendo proprio verso di lui.

- Will! Che diavolo fai??- cercò di opporsi lei.

Ormai però era troppo tardi e si trovava proprio di fronte al nuovo arrivato.

- Ciao ragazze!- esclamò Cordelia vedendole arrivare.

- Voglio presentarvi mio cugino Angel! La sua casa è in ristrutturazione, e starà da me per un po’…!

Il ragazzo porse la mano a Willow e poi a Buffy, indugiando di più su quest’ultima.

- Piacere…- disse timidamente lei.

Lui le sorrise.

“Oh dio…ha il sorriso più bello che abbia mai visto!!”

- Ciao…- rispose lui arrossendo un poco.

- Come avrete notato, non è un tipo di molte parole! E pensare che l’ho dovuto trascinare qui con la forza!!- continuò Cordelia.

“Per una volta hai fatto una cosa giusta…”pensò ancora Buffy.

E da quel momento la festa era cambiata. Convinta che tanto Angel non l’avrebbe notata, si scatenò saltando e ballando su una sedia.

- Tara…guarda Buffy…sembra un’altra persona…- disse Willow dando di gomito all’amica.

- Dì la verità…L’hai sostituita mentre ero in bagno?- rispose la bionda.

La rossa scosse il capo divertita.

- E’ da quando è arrivato il cuginetto di Cordy che si comporta così…e lui non sembra staccarle gli occhi di dosso…

Tara guardò dall’altra parte della stanza. Angel se ne stava appoggiato al muro e fissava Buffy con molto interesse.

- Sarà necessario un piccolo aiuto…- disse poi prendendo Willow per mano e dirigendosi verso Buffy.

 

 

Si ritrovarono tutti fuori in giardino, con la scusa di fumarsi una sigaretta in compagnia. Angel tirò fuori un pacchetto di Marlboro e ne accese una. Buffy nel frattempo aveva ripreso l’espressione tetra di prima.

- Cos’hai ora?- le chiese Tara preoccupata.

- Niente…è solo che dovrei imparare a non volare con la fantasia…

- Ti piace eh?- chiese l’altra con fare malizioso indicando Angel con un cenno del capo.

- Si…è molto carino…ma di certo non si può dire che ho fatto colpo…è tardi…credo che andrò a casa…

Tara la guardò triste.

- Di già? Ma…a piedi?

- Si…non mi farà male fare due passi…ciao a tutti!

Gli amici la salutarono e lei si avviò verso il cancello. Sobbalzò quando sentì una voce alle sue spalle.

- Se vuoi ti accompagno…

Si voltò e si trovò annegare in quei due meravigliosi occhi scuri come la notte che li avvolgeva.

- Va…va bene…se hai voglia…- rispose lei sorridendo.

Si incamminarono lungo il vialetto. Nessuno dei due parlava.

“Ok…digli qualcosa!!”

- Cosa fai nella vita?- chiese improvvisamente Buffy.

“ Penserà che sono idiota!”

- Studio. Ma non al Sunnydale High…

Di nuovo un silenzio insopportabile.

- E tu?

Buffy colse al volo l’occasione e cominciò a parlare a raffica, come faceva quando non era a suo agio. Ma a lui non sembrava dispiacere. Anzi, quasi quasi sembrava interessato!

All’improvviso sentirono dei rumori alle loro spalle, un vocio che si avvicinava sempre di più.

- Sarà meglio toglierci dalla strada…a quest’ora non girano bei tipi…- disse lui tirandola all’ombra di una siepe. Erano a pochi centimetri l’uno dall’altra. Angel si avvicinava sempre di più.

“Sta per baciarti!!”

Il ragazzo le posò un bacio dolce sulle labbra, che via via divenne sempre più intenso. Quando la lingua di lui si fece strada nella sua bocca inesperta, Buffy sentì un calore fortissimo esploderle dentro.

Le voci si facevano più vicine e minacciose, e la ragazza si separò da lui, pur a malincuore, e prendendolo per mano cominciò a correre.

- Vieni!- disse ridendo.

Angel la seguì. Lei ogni tanto si voltava indietro e lo guardava con gli occhi che splendevano.

- Non ti ho neanche detto come mi chiamo…- disse lei, una volta giunta sulla porta di casa.

- Hai ragione…Come ti chiami?- chiese lui guardandola fisso.

- Buffy…

Gli diede un leggero bacio sulla bocca e chiuse la porta dietro di sé, con il cuore che le andava ancora a mille. E non per la corsa.

Da quel giorno non si erano più lasciati.

Si guardò allo specchio. Aveva indossato una mini di jeans, gli stivali e un maglioncino scollato. I capelli biondi erano sciolti sulle spalle. Guardò l’orologio: Angel sarebbe arrivato a momenti.

Scese le scale eccitata e scrutò fuori dalle tendine della cucina.

- Il tuo cavaliere non è ancora arrivato?- chiese sua sorella Dawn, intenta a preparare uno spuntino.

Buffy fece una smorfia.

- No…ma non tarderà…

Una macchina scura si fermò davanti la loro casa e Buffy cominciò a saltellare.

- Eccolo!! Come sto?

Dawn le sorrise.

- Sei perfetta…buon divertimento!

Ma sua sorella era già uscita. Alzò le spalle, addentò il panino e si diresse davanti alla tv.

Angel la accolse con un bacio.

- Ciao tesoro…

Buffy lo guardò adorante.

- Dove mi porti?- chiese raggiante.

Angel fece finta di pensarci.

- Cinema e poi cena? Oggi dobbiamo festeggiare alla grande…

Lei gli accarezzò una guancia e lui la baciò sulla fronte.

- Sei la cosa più importante della mia vita…senza di te mi sentirei perso…

Buffy sorrise compiaciuta.

- Ti amo…e lo farò sempre…

Lo baciò a lungo.

- Anche io amore…

 

 

2. ONCE UPON A TIME IN MEXICO

 

 

Buffy camminava avanti e indietro nervosamente con il cordless in mano.

- Xander! Non è possibile che non ti abbia detto niente! Tra poco dovrò raggiungerlo al Bronze. E non ho idea di cosa debba parlarmi!!

Poi prese un tono di voce più calmo.

- Sei il mio migliore amico, ma per mia sfortuna, anche il suo…No! Niente di strano…Abbiamo litigato come al solito, ma poi abbiamo fatto pace…come sempre, insomma! Ok…ora vado…ti chiamo più tardi…

Riattaccò il telefono e si sedette sul tavolo della cucina.

- Ce l’hai fatta a liberare il telefono!! Devo ricevere una telefonata!- esclamò Dawn prendendo il portatile fulminea.

Buffy, dimenticando per un attimo il suo appuntamento, si fece inquisitrice.

- Chi ti deve chiamare??

Dawn scosse la testa.

- No! Non te lo dirò mai!!

- Questo significa che qualcuno si è innamorato…Allora?

La ragazza sospirò e poi si decise a parlare.

- Io te lo dico, ma ti ammazzo se racconti qualcosa ad anima viva!

Buffy si disegnò una croce sul cuore e poi alzò due dita della mano destra.

- Parola di lupetto!

Cominciò ad accarezzarsi i lunghi capelli, con fare incerto.

- E’ più grande di me…

- Quanto grande?- la interruppe Buffy sospettosa.

Dawn le lanciò uno sguardo di rimprovero.

- Non sono scema…solo qualche anno in più…ma vuoi che ti racconto si o no?

Buffy la incoraggiò a proseguire.

- …è affascinante, dolce, sensuale…

- …ma?- chiese la sorella.

- …è fidanzato, e io non voglio rovinare niente tra loro…dice che lascerà la sua ragazza se io mi metto con lui, ma io non gli ho risposto. Se mi vuole bene la lascerà a prescindere di quel che io gli dirò…finora tra noi non è successo niente, usciamo e basta…

Buffy guardò fiera la sorellina. Era cresciuta, aveva le sue storie, ma era una ragazza piena di sale in zucca…

- A te invece cosa accade?- le chiese fissando il telefono con apprensione.

- Niente di che…Angel deve parlarmi…

- Avete di nuovo litigato??

- Si ma abbiamo fatto pace!- si difese lei. Chissà perché ogni volta che loro due dovevano parlare per gli altri era sinonimo di litigio! In effetti era così al novanta per cento, ma era quello che li faceva innamorare ogni giorno di più! Un po’ di pepe nel rapporto era necessario!!

La discussione fra le due sorelle fu interrotta dallo squillo del telefono.

- E’ lui! Non fare come tuo solito!

Buffy ridacchiò: il suo “solito” consisteva nell’intervenire nelle conversazioni telefoniche di Dawn con i ragazzi trasformando una telefonata privata a due in un’allegra chiacchierata a tre. Era solo un modo per capire di che pasta fossero fatti i suoi boyfriends. Si schiarì la voce e con fare circospetto seguì la sorellina in camera sua.

- Come va? Tutto bene? No…sai come la penso…devi decidere tu e io poi mi comporterò di conseguenza…

Dawn sembrava agitata. Si agitò ancora di più quando vide Buffy entrare.

- Vai via!- esclamò quando lei si sedette sul letto con un sorriso.

- No, non dicevo a te…è mia sorella…

- Ed è carina come te…?- disse la voce dall’altra parte, facendo correre un brivido lungo la schiena di Dawn.

Buffy fece finta i controllarsi il trucco allo specchio.

- Perché non mi passi il tuo nuovo amico?- chiese con non chalance alla sorella.

- Dai…passamela Dawnie…- continuò lui malizioso.

Dawn si irrigidì.

- Tieni…- pronunciò seria passando l’apparecchio alla sorella.

Buffy prese il telefono con sicurezza.

- Ciao! Così tu sei il fidanzato di Dawn?

Dall’altro capo ci fu un silenzio calcolato.

- Ci frequentiamo…

Quella non era la voce di uno sbarbatello. Quell’intonazione calda le faceva venire in mente un uomo, e consapevole del suo fascino.

- Comunque io sono Buffy…piacere di averti conosciuto……

- …Spike…- finì lui per lei.

Un po’ turbata, restituì il cordless a Dawn e uscì, non prima di aver visto la sua faccia omicida.

Andò a prendere il cappotto, e prima di chiudere la porta della sua stanza lanciò uno sguardo al biglietto d’aereo che Angel le aveva regalato per l’anniversario: Messico!

Fantasticavano fin dalle loro prime uscite su quel viaggio, e ora si realizzava davvero.

Sarebbe stato meraviglioso.

 

 

Arrivò al Bronze con il solito quarto d’ora di ritardo. Angel era seduto ad un tavolo. Era scuro in volto.

Buffy si sedette accanto a lui e fece per dargli un bacio, ma lui non contraccambiò.

- Che succede?- chiese lei accorgendosene.

Lui sollevo gli occhi scuri e la fissò intensamente. Buffy non gli aveva mai visto quello sguardò.

- Dobbiamo parlare…

“ Quando un uomo ti chiede di parlare non è mai buon segno…”

- Dimmi…

Adesso si stava davvero preoccupando. Se prima era un campanello d’allarme che la metteva in guardia, ora era una sirena che urlava a pieni polmoni.

Lui trasse un profondo respiro.

- Avrai notato che ultimamente abbiamo dei problemi…

Buffy fece mente locale: era stato piuttosto assente nei suoi confronti negli ultimi giorni, ma lei non gli aveva dato importanza. Angel era sempre stato poco comunicativo.

- Abbiamo discusso…ma poi abbiamo risolto…no?- chiese un po’ titubante.

- Credo che sarebbe meglio per tutti e due se la finissimo qui.

Buffy scosse la testa incredula. Il suo cuore era andato in frantumi. Sentiva gli occhi bruciare, ma si trattenne. Non voleva piangere davanti a tutti.

- Possiamo uscire fuori…?- chiese con voce tremante.

Raggiunsero il parcheggio.

Angel non aveva più detto niente.

- Perché? Qualsiasi problema si può risolvere…insieme…

Adesso sentiva le lacrime rigargli il volto.

- No Buffy. Sono mesi che ci sto pensando…ma tu non hai neanche provato a cambiare comportamento…a me non sta più bene…ti arrabbi sempre per delle sciocchezze, e finiamo per litigare.

Mesi? Erano mesi che pensava di lasciarla e non le aveva detto niente?

Anzi, si era comportato come al solito, tanto che lei non si era resa conto di niente.

Aveva dato per scontato che Angel ci sarebbe sempre stato?

- Non puoi buttare via tutto così…io ti amo!- singhiozzò Buffy.

Angel parlava, ma non la guardava negli occhi.

- Dimmelo in faccia!- urlò lei accecata dal dolore.

Lui alzò lentamente la testa.

- Ti voglio un bene immenso, ma non è più come prima…mi dispiace…

Buffy annuì e si avviò verso la sua macchina. Lui la seguì.

- Buffy…aspetta!

Lei si girò furente.

- Cosa? Devi dirmi qualcos’altro? Penso che tu mi abbia già rovinato la giornata oggi!

Detto questo entrò in auto. Angel bloccò lo sportello.

- Posso…chiamarti?

- No.- fu la secca risposta.

Il ragazzo si mise una mano sulla testa osservando la macchina che si allontanava a gran velocità.

- Mi dispiace…

 

 

Guidava senza sapere dove andare, quando si ritrovò a casa di Xander.

Suonò e il ragazzo si ritrovò di fronte una Buffy sconvolta, trasformata in una maschera dal trucco che colava insieme alle lacrime. Gli si gettò tra le braccia.

- Mi ha lasciata…

- No…non può essere…scherzi vero?

Ma vedendo che lei continuava a piangere, si convinse che quella fosse la verità.

La fece accomodare e le preparò una camomilla.

- Allora? Che ti ha detto?

Buffy tirò su col naso.

- Ti racconterà lui…ora non ho proprio voglia di riparlarne…ti basti sapere che mi ha lasciata…

- Ma non ti ha detto il perché?

Buffy sentì di nuovo il cuore scoppiarle.

- Non mi ama più…E me l’ha detto senza provare un minimo di dispiacere.

In quel momento squillò il telefono e Xander andò a rispondere.

- Ciao Angel…

Buffy gli fece cenno di non dirgli che era lì.

- No non l’ho vista…perché? Oh…mi dispiace…senti, ti richiamo tra dieci minuti…ho dimenticato il caffè sul fuoco…

Riappese e si girò verso l’amica.

- Stava piangendo. Non pensare che lui non ci stia male.

- Oh poverino! Se sta tanto male perché mi ha piantato? Beh…ora vado a casa. Voglio infilarmi nel letto e dormire per sempre…

Abbracciò Xander.

- Chiamami a qualsiasi ora del giorno e della notte…Ti voglio bene…

- Anche io Xan…

- Non ti abbattere…

Buffy si liberò dell’abbraccio e uscì.

 

 

- Sono a casa!- disse entrando.

C’era un biglietto appeso al frigo.

 

“Sono fuori per lavoro. Torno domani. Un bacione, mamma”

 

Buffy sbuffò. Proprio ora che avrebbe tanto voluto piangere tra le sue braccia… e neanche Dawn sembrava esserci. Forse era uscita con il suo ragazzo. Sentì il rombo di una macchina, che si fermava sul suo vialetto. Forse era Angel che veniva a dirle di aver cambiato idea…

Corse alla porta e la aprì. Con delusione, scoprì che si trattava di una De Soto nera, e sua sorella ne stava uscendo. Doveva essersi divertita a giudicare dal sorrisino ebete che aveva stampato in faccia.

Almeno una delle due sorelle Summers aveva avuto una bella giornata…

Dawn fece un cenno di salutò mentre l’auto ripartiva.

Buffy avrebbe giurato che la persona al volante la stesse fissando.

- Ciao sorellona! Cos’è quel viso triste??- esclamò entrando la ragazza.

- Guarda che occhiaie! Sembra che hai pianto per…

Il sorriso le si spezzò quando si accorse che Buffy non aveva pianto, ma che stava piangendo. Ora.

- Che è successo?- chiese preoccupata abbracciandola.

- Niente…Io e Angel abbiamo rotto…- rispose lei tra i singhiozzi.

- E immagino che non sia stata tu a lasciarlo…vai a fare un bagno…ti preparo una cenetta da leccarti i baffi!!

Buffy seguì il consiglio della sorella, salendo mestamente le scale.

A Dawn veniva da piangere per lei. Ma non riusciva a odiare Angel. Gli aveva sempre voluto un gran bene e avrebbe continuato a volergliene. Si domandò come si sarebbero comportati: avevano gli stessi amici e non credeva che nessuno dei due si sarebbe fatto da parte, anche se era sta Buffy ad introdurre Angel nel gruppo.

Tra tutti questi pensieri, trovò anche un piccolo spazio per la sua nuvoletta rosa: Spike le aveva detto che avrebbe lasciato a giorni la sua ragazza…!

Si mise il grembiule con i gatti e si apprestò ai fornelli.

Buffy era appena uscita dalla doccia. Non sapeva se era bagnata per colpa dell’acqua o delle lacrime.

Però si sentiva meno peggio. Meglio era una parola troppo grande.

Prese una scatola e ci mise tutto ciò che gli ricordava loro due. Meno cose vedeva di Angel e meno avrebbe sofferto. Per ultimo vi ripose il Claddagh che le aveva regalato un anno prima.

- Buff!! E’ pronto in tavola!!

Dawn la stava chiamando. Chiuse la scatola e la ripose con cura sotto al letto.

Stava per andare di sotto, quando si accorse di aver dimenticato qualcosa.

Con la morte nel cuore prese il voucer dell’aereo tra le mani.

Una lacrima scese lenta sulla sua guancia mentre lo strappava.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3. GOIN’ DOWN

 

 

Erano passate due settimane.

Se ne stava distesa sul letto a pancia all’aria, con un libro appoggiato sul viso.

Non vedeva Angel da quel giorno.

Aveva ricevuto sue telefonate, ma si era sempre fatta negare, tranne una volta.

In quell’occasione l’aveva supplicato di tornare con lei, ma era stato irremovibile.

- Sono preoccupato per te…non puoi rimanere chiusa in casa a piangere…devi dimenticarmi…vorrei tanto che potessimo restare amici, ma so che non è il momento di chiedertelo…

Buffy lo aveva salutato velocemente, prima che capisse che stava per singhiozzare di nuovo.

Non sapeva se era meglio sentirlo o no…se lui chiamava, lei stava male perché sapeva che non era più suo…ma se non chiamava, forse era peggio, perché voleva dire che se ne fregava di lei…o forse aveva un’altra. Si alzò di scatto a sedere sul letto. Se l’avesse visto con un’altra ragazza, lo avrebbe ammazzato. Lui e la sua puttanella. Tutte le sue amiche avevano chiamato…persino Cordelia! Tara, Willow e Anya erano anche venute casa sua, riuscendo a non farla pensare ad Angel per qualche minuto.

Le avevano detto che Angel si era fatto sentire solo con Xander, ma non sapevano come stesse.

- Sabato scorso non c’eravate né te né lui…l’atmosfera era pesantissima…- disse Tara abbracciandola.

- Spero che stasera uscirai…ti farebbe bene…- proseguì Willow.

Anya non le diede il tempo di rispondere.

- E se c’è anche lui, prendilo a calci dove lo sente meglio!

- Anya!!- esclamarono le altre tutte insieme, fingendosi sconvolte da ciò che aveva detto. Poi scoppiarono a ridere. Anya non aveva proprio peli sulla lingua!

Avevano passato un bel pomeriggio e Buffy aveva anche riso una o due volte.

Aveva assicurato che sarebbe uscita. Appuntamento al Bronze. Quella sera l’avrebbe rivisto e affrontato Almeno credeva. Con uno scatto felino prese il telefono alla sua destra.

- Xan? Ciao! Si, sto un po’ meglio…lui c’è stasera? Perfetto a dopo! Non preoccuparti…va tutto bene…

Riattaccò. Angel sarebbe uscito.

L’avrebbe riconquistato. Con ogni mezzo.

Arrivò al Bronze in anticipo per una volta, anche perché Anya era passata a prenderla. Si guardò intorno. Angel non era ancora arrivato, ma non poteva sfuggire al suo piano. Rispose con un sorriso agli sguardi ammirati di due ragazzi al bancone.

Vide entrare Xander e poi lui, bello come sempre. Si sentì mancare.

Non poteva sentirsi male ogni volta che lo vedeva…

Si avvicinarono ai ragazzi.

- WOW! Stasera sei meravigliosa!- esclamò Xander vedendola.

Quella sera aveva dato il meglio di sé: oltre ad una gonna grande come un fazzoletto, aveva anche indossato le scarpe col tacco a spillo che piacevano tanto a lui. Si era esercitata ore quel pomeriggio per riuscire ad avere un’andatura sexy e non sembrare una bambina che impara a camminare!

- Grazie Xan…Sei sempre il solito cavaliere…- esclamò Anya un po’ alterata per la mancanza di complimenti al suo indirizzo.

- Scusa…Sei bellissima anche tu…- affermò lui abbracciandola.

Angel non sembrò curarsi molto del suo abbigliamento, e la salutò con un ciao molto indifferente.

Buffy rispose con sorriso accecante.

- Così non risolvi però…si vedeva lontano un km quanto eri finta!!- le disse Xander all’orecchia.

Nel frattempo erano arrivate anche Willow e Tara.

Buffy era seduta al tavolo insieme a loro, mentre Angel e Xander erano andati a prendere qualcosa da bere.

- Non mi ha nemmeno degnata di uno sguardo…- annunciò cancellandosi l’espressione allegra ora che poteva.

Willow sospirò.

- Tesoro…ti ha appena lasciata…non puoi pretendere che si comporti come al solito, no?

Buffy annuì rassegnata.

- Mi sento male…come se mancasse una parte di me…e sento un peso in mezzo al petto che non mi fa respirare…

Tara le strinse la mano.

- Starai meglio…vedrai…

- Già!- la interruppe Anya.- Adesso andiamo a ballare!!- esclamò trascinando Buffy in pista.

La ragazza si fermò imbarazzata davanti all’amica che si dimenava al ritmo della musica, e la incoraggiava a seguire il suo esempio.

Mosse alcuni passi lenti e impacciati, ma poi le note le entrarono in circolo come una droga.

Il top rosa luccicava insieme alle luci e i capelli biondi serpeggiavano intorno come un’aura mistica.

Anya sorrise. Quando Buffy ballava trasudava sesso da ogni poro. Aveva lei stessa voglia di saltarle addosso.

Tutti la stavano guardando, tranne chi avrebbe dovuto.

In particolare, due occhi la fissavano con più intensità, voluttuosi e carichi di sensualità, di un blu intenso che andava accentuandosi ad ogni movimento in più che lei faceva.

- Cosa prende?- chiese il barista spazientito. Lui non distolse lo sguardo da Buffy, e rispose distrattamente.

- Un Bourbon…

Sorseggiò lentamente, con il gomito appoggiato al bancone.

Con un dito accarezzò il bordo del bicchiere, e un sorriso malizioso gli si disegnò sulle labbra, mentre sentiva crescere in lui l’eccitazione. Capì che ballava per qualcuno, come una specie di tacita dichiarazione di possesso nei confronti di un fantomatico e fortunato “lui”: lei era solo sua.

Si strinse lo spolverino nero attorno al corpo snello e muscoloso e si fece strada verso l’uscita.

Un giorno era sicuro che avrebbe ballato per lui. E soprattutto, CON lui.

Buffy cercò con lo sguardo. Angel stava parlando con Xander e sembrava totalmente assorto nella discussione.

Sbuffando si spostò i capelli dal viso, continuando ad ancheggiare languidamente.

“ Maledetto Xander!! Non devi distrarlo!!”

Quando finalmente lui le concesse una fugace occhiatina, la musica si fermò per lasciare posto ad un romantico lento.

Buffy gli sorrise e gli fece un cenno, che lui contraccambiò un po’ impacciato.

Stava per tornarsene al tavolo, quando Anya la bloccò di nuovo.

- Ha avuto effetto il tuo ballo sexy?

Lei alzò le spalle e le indicò il bersaglio.

- Non mi pare, a parte un timido saluto…

Poi tornò a concentrarsi sull’amica.

- Secondo te cosa dovrei fare? Io voglio riconquistarlo ad ogni costo…

- Hai provato col sesso? Gli uomini cadono come pere dagli alberi in certe situazioni…- propose con semplicità.

Gli occhi di Buffy si fecero pensierosi. Anya non aveva tutti i torti.

La sua vita sessuale con Angel non era mai stata ricca…Le volte che avevano fatto l’amore si potevano contare sulle dita di una mano…Era stato emozionante, ma mai soddisfacente come lei se lo aspettava.

Inoltre c’erano cose che lei aveva sempre rifiutato di fare con lui, non perché non lo amasse, ma semplicemente perché la disgustavano. A volte aveva pensato di essere diventata frigida.

Lui l’aveva sempre rassicurata, dicendole che non aveva importanza e che avrebbe aspettato senza chiedere…invece le sue pressioni si erano fatte sempre più insistenti. Ma una cosa di cui andava fiera era che, nonostante si sarebbe fatta tagliare un braccio per lui, non aveva mai ceduto.

Possibile un uomo avrebbe venduto persino la propria anima per un rapporto orale???

Buffy non capiva cosa ci fosse di tanto attraente in tale atto. Forse era arrivato il momento di accontentare Angel, e se era l’unico modo per riportarlo da lei, si sarebbe piegata.

 

 

- Sta facendo quello show per te, amico mio…- disse Xander in direzione di Angel.

Il ragazzo abbassò lo sguardo verso il bicchiere di rum e coca che stava sorseggiando.

- Lo so…

Gli occhi dei due andarono di nuovo a posarsi su di lei, che si agitava freneticamente accanto ad Anya.

- Che pensi di fare?

Angel trasse un lungo sospiro.

- La riaccompagnerò a casa e ci parlerò un po’…ma non potrò risolvere la situazione, perché non c’è niente da risolvere…io non la amo più…le voglio un bene dell’anima, ma non è più come prima…

Buffy gli sorrise da lontano e lui contraccambiò il saluto con la mano. Poi si voltò verso il bancone per ordinare un altro drink.

- E quindi non ti interessa se qualcuno flirta con lei, come quel tipo biondo che ci sta parlando…- insinuò Xander indicandolo.

Angel lo squadrò distrattamente.

- No…prima si rifà una vita, meglio è per tutti…

Xander scosse la testa, contrariato. Se fosse stata la sua fresca ex, le avrebbe staccato la testa a morsi.

 

 

- E’ stato un piacere…allora ti chiamo…- disse il ragazzo congedandosi.

Buffy gli sorrise e annuì col capo.

- Ci conto! Buona serata!

Anya le si fece subito incontro.

- Chi era quel tipo? Non avevi detto di voler riconquistare il tuo amato?

Buffy alzò le spalle.

- Si chiama Riley. Volevo solo far ingelosire il bastardo…

- E ci uscirai?

- Perché no? Non sono in lutto, dopotutto…- rispose lei sardonica.

Tornarono al tavolo, mentre gli altri si preparavano ad andare via.

- Già si torna a casa?- chiese Anya delusa.

- E’ tardi e siamo tutti stanchi…- rispose Tara.

- Credo che rimarrò…ho ancora adrenalina da scaricare…- rispose Anya tornando in pista – Buonanotte!

Gli amici la salutarono.

- Chi mi riporta? Sono rimasta a piedi…- disse Buffy triste.

- Vuoi venire con me?- chiese Angel.

Gli altri si scambiarono uno sguardo complice.

- Allora io e Tara andiamo con Xander…Buonanotte!!- esclamò Willow sparendo fuori della porta con gli altri due, prima che qualcuno dicesse qualcosa.

Angel e Buffy erano rimasti da soli. Nella mente di lei si affollavano mille pensieri. Forse non era in grado di attuare il suo progetto.

Il parcheggio risuonava dei loro passi, in un silenzio quasi irreale.

Nessuno dei due sapeva cosa dire. Si accomodarono in macchina, rimanendo al buio.

- Come va?- chiese poi Angel, rompendo l’imbarazzo. Buffy tirò un sospiro di sollievo. Se fosse stato per lei non avrebbero parlato mai.

- Credo bene, tutto sommato…Te?

- Tutto bene…

Angel evitò di guardarla, picchiettando le dita sul volante. Buffy scrutava fuori dal finestrino.

- Sono contento che in certo senso hai superato la cosa…ho visto che parlavi con un ragazzo…

“ Cara vecchia gelosia…Funzioni sempre…” pensò lei soddisfatta.

- Si, ma niente di importante…

- Non serve che ti giustifichi…non siamo più una coppia, e puoi fare ciò che vuoi…

Buffy si sentì ferita. Davvero non gli interessava se lei usciva con altri ragazzi?

- Voglio dire…non che non mi interessi ciò che fai, ma non nel senso di…

La timidezza di Angel emergeva tutta insieme. Non era mai stato un gran oratore, e di solito finiva sempre per impappinarsi in discorsi enigmatici e di difficile comprensione.

- Ciò che voglio dire è che siamo amici ora, giusto?

La parola “amici” la investì con tutta la sua freddezza. Sentì che doveva agire.

- Posso chiederti un favore?- disse infine facendosi coraggio.

- Dimmi…

Buffy si fece più vicina e gli poggiò una mano tremante su una coscia. Angel si irrigidì.

- Buffy…non credo che…

- Shh…- lo zittì lei poggiandogli l’altra mano sulle labbra.

- Ci sono delle esperienze che vorrei fare solo con chi amo…- disse chinandosi verso la patta dei pantaloni di lui, sfiorandola con la bocca. Forse qualche emozione era riuscita a suscitarla.

Sbottonò i pantaloni con velocità ricevendo la conferma di ciò che aveva pensato.

- Questo non succede tra amici…e non credo che possa persuadermi a cambiare idea.

- Lo so…ma non mi importa…voglio solo dimostrarti quanto ti amo…- sussurrò lei accarezzando la stoffa dei suoi slip con la lingua.

Angel si sentì avvolgere dal calore del suo alito, eccitato come non mai.

- Oh Buffy…- ansimò mentre i movimenti di lei si facevano sempre più rapidi.

Lei si tirò su, cercando di baciarlo. Ma lui la allontanò, spingendole in giù la testa.

- Continua…

Nel frattempo la mani del ragazzo si erano insinuate sotto la maglietta, stringedole i seni con forza, quasi a farle male. Buffy non protestò.

Poi la fece smettere, invitandola a continuare con la mano.

- Parlami Buffy…

Lei rimase stupita dalla richiesta.

- Cosa…devo dirti?- chiese un po’ turbata.

Fu allora che vide uno sguardo nuovo in lui.

I suoi occhi erano neri come il buio più oscuro, senza la minima traccia della tenerezza che vi aveva visto sempre.

- Dimmi le cose più sporche che ti vengono in mente…parole che non riusciresti neanche a pronunciare…devi essere la mia puttana…

Buffy sentì salirle un groppo in gola, e le lacrime inumidirle gli occhi.

Ma lo fece.

Eseguì alla lettera gli ordini di Angel, fin quando non la spinse ancora verso il suo membro, quasi costringendola a prenderlo di nuovo in bocca.

Un sapore vischioso e indefinibile si mischiò al gusto amaro delle lacrime che reprimeva con fatica.

Si rimise dritta, quasi rannicchiata contro il sedile. Angel riabbottonò i jeans e mise in moto la macchina.

Dopo un viaggio che sembrò a Buffy non finire mai, finalmente arrivarono in Revello Drive.

- Buffy…teniamo questa cosa per noi. Non voglio che gli altri sappiano ciò che è successo…- disse Angel mentre lei scendeva dall’auto, continuando a guardare fisso davanti a lui.

La ragazza annuì in silenzio.

- Buonanotte…- disse poi voltandosi e dirigendosi lentamente verso casa.

- Ti chiamo per domani sera.

Angel era andato via, e lei non trattenne più il pianto. Quello non era il suo Angel…e lei si sentiva così sporca…e in colpa…

Si sedette su un gradino del portico, asciugandosi gli occhi con la manica del giubbotto.

- Sei tornata con lui?- chiese Dawn sedendosi accanto a lei con un barattolino di gelato.

- Non dovresti essere ancora in piedi a quest’ora…- bofonchiò Buffy cercando di non dare a vedere la sua disperazione.

- Non sono più una poppante, ricordi? E comunque sono a casa da un’oretta…non riuscivo a dormire…- sbuffò la ragazza.

Buffy non voleva parlare di Angel e dato che la sorellina avrebbe sicuramente fatto domande riguardo al fatto che lui l’aveva riaccompagnata a casa, la prevenne.

- Sei uscita con Spike?

Dawn scoppiò in una risatina e mise in bocca il cucchiaio con il gelato.

- Si, c’era, ma non eravamo soli…è da un po’ che non ci frequentiamo più…abbiamo deciso di rimanere amici, ma continua a uscire con il mio gruppo. La sua ragazza lo ha piantato…ha scoperto che non era il tipo fedele che diceva di essere. Ma nessuno di noi due ha sofferto…anzi, forse stiamo meglio ora…

Immerse di nuovo il cucchiaio nel gelato.

- A metà serata è scomparso dicendo che andava a bere qualcosa al Bronze…

Buffy sembrò meravigliata.

- Pensa che coincidenza! Ero anche io al Bronze! Peccato che non so come sia fatto, mi sarebbe piaciuto incontrarlo…

Dawn alzò gli occhi verso il cielo stellato.

- Non puoi neanche immaginare cosa ti sei persa…

Le due sorelle rientrarono in casa, augurandosi la buonanotte.

Buffy entrò in bagno e si guardò allo specchio.

Il suo bel viso sembrava stanco, quasi invecchiato. Lo sguardo le scivolò verso le labbra, e istintivamente suscitò in lei un conato di vomito. Tremando, prese lo spazzolino e cominciò a strofinarsi energicamente i denti, sollevata dalla freschezza del dentifricio alla menta.

Di nuovo si guardò allo specchio. Sembrava una bimbetta impaurita con quei grandi occhi verdi spalancati. Ciò che aveva detto Angel prima di andarsene lasciava presagire che il loro incontro di quella notte non sarebbe stato un caso sporadico.

“Ti chiamo PER domani sera”. Queste parole continuavano a frullarle in testa. Quindi per forza lui voleva rivederla. Buffy non ne fu del tutto felice. Non voleva essere la sua “scopata quotidiana”.

Pensò però che in fondo era una questione di abitudine: se avessero continuato ad avere questo tipo di uscite, lui non avrebbe avuto il bisogno di trovarsi un’altra, e quindi sarebbe stato di nuovo suo. E lei avrebbe smesso di sentirsi repellente come adesso.

Si appoggiò al bordo della vasca, stringendosi le ginocchia contro il petto.

In fondo, non c’era niente di male ad essere la puttana del proprio uomo. Cercando di convincersene, andò a dormire.

 

 

Come Buffy aveva previsto, la storia procedeva nel più stretto riserbo.

Angel riaccompagnava sempre più spesso Buffy a casa, avendo la premura di riportarla per ultima se aveva anche altri passeggeri.

Nessuno sembrava aver visto in questo comportamento atteggiamenti sospetti.

Xander era l’unico che sapeva, informato da Buffy, che aveva assolutamente bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, che non la giudicasse. Tara, Willow e Anya non avrebbero mai capito.

Lui non approvava la decisione dell’amica, ripetendole spesso che si stava umiliando per il suo sentimento, riducendosi ad uno zerbino per Angel, e che lui la stava solo usando, tenendo il tutto nascosto, per salvarsi la faccia di fronte a tutti loro.

Doveva assolutamente dimenticarlo e smettere di stare ai suoi comodi.

Ma Buffy non sentiva. Era convinta che anche Angel doveva provare qualcosa per lei, altrimenti non ci avrebbe fatto quelle cose.

Lui non la baciava in bocca, non la guardava negli occhi, e non aveva assolutamente voluto fare sesso. Ovviamente qualsiasi altra pratica era ben accetta.

Pensava al suo piacere personale prima, ma non era egoista, e regalava anche a lei momenti di intenso appagamento. Non sempre usciva quando Buffy glielo chiedeva. Solo quando aveva voglia.

Tutto sommato però Buffy era un’altra persona.

La convinzione che era di nuovo il suo ragazzo, anche se nessuno lo sapeva, la rendeva gioiosa e piena di vita, e, dall’esterno, era parso chiaro a tutto il gruppo come il rapporto fra lei ed Angel fosse migliorato: si scambiavano battute, ridevano e parlavano amichevolmente, come se niente fosse accaduto.

La situazione le aveva regalato una certa stabilità emotiva.

Sapeva bene anche lei che il suo era un equilibrio davvero fragile.

 

 

Quella sera erano andati al Bronze. Buffy non vedeva Angel da qualche giorno. Cominciava a sentire la mancanza delle sue carezze.

- Tra poco arriverà…non essere impaziente!- le bisbigliò Xander.

Lei sorrise radiosa.

- Lo so…ma non ci riesco!

Willow e Tara fecero capolino tra la folla e cercarono di far ballare i due.

- Venite!! Vi divertirete!!

Xander fu preso di peso e trascinato in pista, mentre Buffy se la scampò con la scusa più banale di questo mondo.

- Vado a prendere il cellulare…devo averlo lasciato in macchina…torno subito!- disse dirigendosi verso l’uscita.

Tirò un sospiro di sollievo. Non aveva davvero l’ispirazione quella sera per buttarsi in mezzo ad una calca di persone sudate…e poi Angel sarebbe arrivato a minuti.

Si accorse che aveva davvero lasciato il telefonino in auto e si diresse verso il parcheggio. Recuperò l’aggeggio e mentre controllava se aveva ricevuto delle chiamate, fu attirata da dei gemiti che provenivano dall’ombra del vicolo dietro alla porta secondaria del locale.

Forse era una coppia appartata, ma poteva esserci anche qualcuno in difficoltà…

La borsetta le scivolò via e i suoi occhi si fermarono impietriti su una mano che si faceva strada tra le gambe di una bionda appoggiata al muro, che sembrava gradire molto. Quella mano apparteneva ad una persona che lei conosceva più che bene.

Il viso di Angel, rosso e accaldato, riemerse con uno scatto dal seno della ragazza, allarmato dal tonfo della borsetta che toccava terra.

Buffy si sentì mancare la terra sotto i piedi, mentre sentì le ginocchia che lentamente cedevano.

Angel parve visibilmente scocciato dall’interruzione, e la sua espressione non mutò neanche quando si accorse che ne era la sua ex ragazza la causa. Quella che da due mesi a questa parte aveva esaudito le sue voglie più nascoste, senza battere ciglio. Ma questo a lui sembrava non importare.

Si allacciò la camicia sbottonata, mentre la sua amichetta si scostò dalla parete con un sbuffo, riavviandosi la bella chioma bionda.

- Scusate l’interruzione…- disse Buffy con un filo di voce prima di voltarsi e scappare via.

Angel si passo una mano fra i capelli.

- Scusa Darla…devo sistemare una faccenda…ci vediamo dentro tra un po’…- disse poi partendo alla ricerca di Buffy.

La trovò qualche minuto dopo, mentre cercava di raggiungere la sua auto. La bloccò per un braccio. Lei, ferina, si voltò e con uno strattone si liberò della presa.

- Non toccarmi.

Angel alzò le mani in segno di resa.

- Cosa credevi, Buffy? Che saremmo ritornati insieme solo perché ci siamo divertiti un po’? Per me non significava niente.

Lei serrò le labbra, scossa dalla rabbia e dalla disperazione.

- Allora? Cosa credevi? Che ti avrei detto “amore sono stato un’idiota” e che ti avrei stretta forte forte tra le braccia?

La ragazza tentò una reazione.

- Tu…sei un bastardo…mi hai usata e gettata via come un fazzoletto usato…non volevi vedermi soffrire? Pensa, ci sei riuscito per due volte!! Mi hai umiliata, e io non ho fiatato…ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto, perché sapevi che ti amavo, per poi farti beccare con quella…

- Tu non mi hai “beccato”…quella è la mia nuova ragazza.

La mano di Buffy colpì la guancia di Angel con un rumore sordo.

- Mi fai schifo…

Entrò in macchina e partì a tutta velocità.

Angel rimase incredulo a massaggiarsi il viso. Darla apparve alle sue spalle.

- Cosa è successo?

Lui le cinse la vita con un braccio.

- Niente. Entriamo, ti presento i miei amici…

 

Buffy rientrò in casa come una furia.

“ Stupida, stupida, stupida…come hai potuto ridurti così? Quello non è l’Angel che conoscevi…”

Ormai non piangeva più.

Non meritava che si versassero lacrime per lui. Ma il suo cuore in pezzi piangeva per lei.

Si buttò sconfitta sul letto. Non voleva vederlo mai più. E se questo significava non uscire più con gli altri, non importava. Se le volevano bene si sarebbero divisi equamente tra lei ed Angel.

L’indomani avrebbe spiegato la situazione a Xander.

Il cellulare suonò. Willow.

Decise di non rispondere. Non aveva voglia di parlare con nessuno.

Poi un’idea si fece strada tra i suoi pensieri.

Digitò velocemente un messaggio sulla tastiera.

Riley rispose quasi subito al suo invito ad uscire per la sera dopo.

 

 

Qualche settimana dopo, le sorelle Summers stavano mettendo in ordine la cucina dopo aver cenato. Joyce era di nuovo in viaggio e sarebbe stata fuori per qualche giorno.

- Buffy, perché non esci con me ed i miei amici stasera?

Dawn sembrava in pena da un po’ per la sorella dopo aver saputo della sua decisione di non uscire più col suo gruppo.

Buffy stava sorseggiando una tazza di caffè sfogliando il giornale.

- Ho un appuntamento…mi vedo al parco con Riley…è davvero carino…

Dawn si sedette accanto a lei.

- Mi dispiace, ma io credo che si tratti di una ripicca. Questo ragazzo non ti interessa davvero, ma dato che Angel ha una nuova ragazza, tu non vuoi essere da meno…

- No…non è così…Riley mi interessa sul serio. Altrimenti non ci starei insieme.

Dawn sospirò.

- Ti ci sei messa il giorno dopo che hai visto Darla…

Buffy chiuse con forza la rivista.

- Ti ho detto che mi piace e mi da sicurezza. Cos’altro vuoi che ti dica?

- Scusa…non volevo offenderti…comunque sarò anche io al parco…e il mio invito è sempre valido…

Dawn prese il giubbetto ed uscì.

Buffy rimase da sola. Con mestizia andò a prepararsi. Forse sua sorella aveva ragione. Per Riley non provava un briciolo di attrazione, ma con lui era serena…ed era tranquillità ciò di cui aveva bisogno.

Non aveva più pensato ad Angel, se non con odio puro. Ma come diceva sempre sua madre, l’odio è pur sempre un sentimento…

Da quanto le raccontavano gli amici quando uscivano insieme a lei, sembrava che Darla fosse l’amore della sua vita. Si vedevano di rado perché lei abitava a Los Angeles, ma non pareva essere un ostacolo per Angel. La rabbia la colse come un fiume in piena: prima o poi l’avrebbero pagata entrambi…

Il clacson dell’auto di Riley la distolse dai suoi propositi di vendetta. Si armò del suo sorriso più bello e uscì di casa.

Come al solito, le serate con Riley non passavano mai. Era dolce e simpatico, ma avevano zero argomenti in comune. Lui sempre tutto preso dalla sua carriera militare, le raccontava in ogni minimo dettaglio marce, sveglie all’alba e addestramenti. E lei fingendo interesse annuiva con entusiasmo.

Avrebbe voluto che la panchina su cui sedevano la inghiottisse.

- Buffy!

Che fosse il famoso intervento divino? Era Dawn!

Arrivava con una comitiva di persone. Salutò Riley e fece alzare in piedi la sorella.

- Voglio presentarti qualcuno…- disse con sorrisino che non prometteva nulla di buono. Buffy sbuffò: Dawn sapeva bene che odiava questo genere di cose.

- Dawn…per favore…

- Su! Sii più socievole! Questo è Spike!

Buffy alzò lentamente gli occhi da terra. Un ragazzo biondo platino si trovava di fronte a lei e la scrutava con dei meravigliosi occhi azzurri, che la fecero sentire nuda come un verme. Era bello da mozzare il fiato.

- E così tu sei la famosa sorellina! Dawn mi ha parlato molto di te…

Le guardò malizioso mentre si avvicinava per stamparle due baci sulle guance.

- Piacere…- balbettò lei a disagio. Pregò che il suo viso non si fosse trasformato in un’enorme pomodoro.

- Buff, noi siamo qua in giro…Ci vediamo dopo…- la salutò Dawn.

- E’ stato un piacere, Buffy…- disse lui con un cenno della mano e un sorriso disarmante.

Lei ricambiò il saluto quasi in trance. Lo osservò allontanarsi, con lo spolverino nero che danzava al ritmo della sua andatura sicura ed elegante.

Buffy si sedette. Il cuore che le batteva a mille.

Riley le stava parlando, ma lei non capiva cosa stesse dicendo.

Riley non esisteva più.

Spike.

E nient’altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4. HE

 

 

 

Dawn lasciò il braccio di Janice per raggiungere Spike, che camminava davanti a lei.

- Perché stai solo soletto davanti a tutti?

Lui non si voltò verso di lei, ma sorrise, continuando a guardare davanti.

- Sono un tipo solitario bambina…

Dawn gli diede una gomitata, ridendo.

Finalmente lui le dedicò il suo viso strafottente e bellissimo.

- Non starai sbeffeggiando me, vero Briciola?

La ragazza scosse la testa solennemente, senza riuscire a trattenere l’ilarità.

- Sai…- disse poi tornando serio - tu e tua sorella vi somigliate molto…

- Nooo! Ti sbagli!!

- Ma quello era il suo ragazzo?- chiese poi.

Dawn annuì sbuffando.

- Si…ma non credo che sia il tipo adatto a lei…

Spike fu d’accordo.

- Non capisco cosa ci faccia con uno come quello…

Il viso d’angelo di Buffy e l’innocenza che traspariva dai suoi occhi l’avevano colpito più di ogni altra cosa, e l’avevano lasciato allo stesso tempo interdetto: eppure era proprio lei quella che aveva visto ballare selvaggiamente al Bronze. Nella stessa ragazza coesistevano due entità molto diverse e lui voleva tirarne fuori la parte più nascosta, quella celata più gelosamente.

Quella che più stuzzicava la sua fantasia.

Da quando la sua Dru lo aveva lasciato, si era dato alla pazza vita.

Volava da una ragazza all’altra e non si faceva problemi nell’averne anche tre contemporaneamente, riuscendo a non far sapere ad ognuna l’esistenza delle altre.

Era l’arte del mentire e non farsi scoprire.

D’altra parte duravano così poco…

Non era stato un santo con la sua ragazza, e qualche scappatella c’era stata, ma quando lei aveva minacciato di lasciarlo, si era decisamente calmato.

E in ogni caso, l’aveva amata sinceramente.

Solo che non era fatto per la monogamia.

Lasciato su due piedi per un altro uomo! Non poteva crederci.

I suoi rapporti con Dru erano del tutto tagliati. Non aveva più voluto vederla da quando aveva saputo del suo nuovo fidanzato e le aveva restituito tutti i regali, ovviamente ridotti in pezzi.

Ed era stato male per lei, ma poi era scomparso tutto, lasciando spazio solo all’indifferenza, forse peggio dell’odio.

Si rendeva conto del suo cinismo, ma non gli importava. Non gli importava se non provava un minimo di sentimento per le donne che frequentava. Si sentiva soddisfatto solo mentre ci faceva sesso, l’unico momento in cui si sentiva veramente vivo.

Finito l’atto, finito tutto.

Niente calore, niente dolcezza, nessun impegno.

Si sentiva come un esploratore, alla ricerca di qualcosa.

Poi aveva conosciuto Dawn. Con Briciola non aveva mai fatto sul serio. Si era accorto di star giocando con una ragazzina poco più che adolescente e alle prime armi, pura e tenera. Era l’unica che frequentava senza avere come scopo ultimo di portarsela a letto: non aveva intenzione di sporcarla. Con lei si sentiva un po’ il fratello maggiore, che doveva proteggere la sorellina. Ma questo rapporto non bastava.

Voleva qualcuno che sapesse accendere in lui la scintilla.

Poi era arrivata lei, Buffy.

Colpito la prima volta che aveva sentito la sua voce, affondato la prima volta che l’aveva vista.

Buffy…

Probabilmente si trattava di un altro capriccio, un’altra tacca da aggiungere alla sua collezione di conquiste.

Ma in fondo che importava?

Si sarebbe tolto anche quello sfizio.

- Spike?

Dawn lo riportò alla realtà.

- Avevi una faccia strana…

Si accorse di essere eccitato. Non era possibile che solo il pensare a lei gli facesse questo effetto.

- Ci sediamo al bar?- propose cercando di nascondersi il più possibile nello spolverino.

Grazie al cielo la proposta era stata accettata.

Ordinò una birra. Bionda. La sorseggiò con avidità.

 

 

Buffy fremeva sopra la panchina.

Stava disperatamente cercando un modo elegante per liberarsi di Riley.

- C’è qualcosa che non va?- chiese lui.

Buffy sembrò colta alla sprovvista. Cosa dire al suo ragazzo?

“Sai, sono rimasta praticamente folgorata da un perfetto sconosciuto…forse è meglio che non ci vediamo più…”?

- No…niente…è che ho un po’ sonno…credo sia meglio che torni a casa…

Riley guardò l’orologio.

- E’ davvero presto…ma non importa…ti accompagno a casa…

- No! Non occorre…Dawn è venuta con la sua amica in macchina e le chiederò un passaggio…

Lui sembrò visibilmente dispiaciuto, e Buffy si sentì in colpa per il suo comportamento, fino a quando non le ritornarono in mente gli occhi azzurri di Spike.

Gli diede un rapido bacino sulle labbra e scappò via di gran carriera.

- Mi telefoni domani?- le grido Riley.

Lei rispose di si senza voltarsi.

Cavò di tasca il cellulare cercando di rintracciare la sorella.

- Dawn…dove sei? Bene, ti sto raggiungendo…

Attraversava a passi spediti il parco, superando di slancio le aiuole. Finché non si mise a correre senza accorgersene. Quando finalmente si rese conto del suo passo da centometrista nel momento in cui schivò per miracolo una coppietta, decise di darsi una calmata.

Si frenò, inspirò profondamente e soffiò fuori con forza l’aria dai suoi polmoni. Si aggiustò i capelli, controllò lo stato del suo trucco allo specchietto, provò il suo sorriso più accattivante e si rimise in cammino convincendosi di essere tremendamente sexy.

Scorse Dawn da lontano, semi nascosta da una coppa di gelato gigante. Con Spike alla sua destra.

- Ah!! Eccoti finalmente!- esclamò raggiungendola e sedendosi accanto a lei al tavolo. Si accorse che la stava scrutando. Dio…di nuovo quella sensazione di essere nuda davanti a lui! E quello strano calore nel ventre…Voleva con tutte le forze che fosse suo…

- Dove hai lasciato Riley?- chiese la sorella.

Buffy sembrò cadere dalle nuvole.

- Riley? Aveva sonno…e io non avevo voglia di tornare a casa…

Si aggiustò la maglietta con un mezzo sorriso.

Evitò con azioni calcolate di alzare il viso e guardare Spike.

Lui continuava ad osservarla, aspettando il momento giusto per lanciare il suo amo, non capendo però che l’esca era già stata buttata da colei che gli sedeva di fronte.

Buffy si stupì di se stessa: non era mai stata abile nel flirtare con qualcuno, ma quella sera sembrava che l’avesse sempre fatto. Era come se una parte di lei che non conosceva stesse imponendosi con vigore. E la faceva sentire forte. Probabilmente Angel aveva fatto emergere questa Buffy. In fondo era stato lui, il suo ex, ad educarla su come si soddisfa un uomo in tutte le maniere. E nonostante questo l’avesse fatta sentire un rifiuto umano, da un lato le era piaciuto, ed era come se Spike richiamasse fuori quella Buffy.

Una Buffy oscura, nascosta nell’ombra.

Finalmente alzò gli occhi, e si fermò su ogni parte del suo viso. Gli occhi meravigliosamente azzurri, gli zigomi pronunciati che davano al viso un andamento spigoloso e sensuale, la cicatrice sul sopracciglio, la bocca piena e angolata in quel sorriso enigmatico e allo stesso tempo malizioso. Seguì la linea del collo, scendendo verso il basso, e non poté non notare la muscolatura accennata dalla maglia attillata. Infine si soffermò sulle mani forti ma affusolate, e in simultanea immaginò che la stessero toccando, accarezzando ovunque.

Si morse le labbra, sentendo il calore diventare insopportabile. Il suo corpo fremeva, pulsava, lo voleva come aveva bisogno di ossigeno. Neanche Angel le aveva fatto provare tutto quel desiderio di essere posseduta. E invece questo estraneo che si trovava di fronte… Si domandò se avesse fatto lo stesso effetto su sua sorella. Poi guardò Dawn. No…lei era una romantica nata, e soprattutto troppo piccola e innocente per pensare al sesso…ma ora aveva la stessa età di quando lei e Angel… Dawn le avrebbe parlato di una cosa così importante, ne era certa.

Poi un nuovo pensiero si insinuò in lei. E se Dawn non avesse voluto che frequentasse Spike perché etichettato come suo ex?

“Calma Buffy…non farti i film…neanche sai se ricorda il tuo nome…”

- Così quello era il tuo ragazzo, Buffy?- chiese Spike osservandola attentamente.

Ok. Il nome lo sapeva. E come era bello pronunciato da lui…

- No…si… Usciamo da qualche tempo.- rispose lei indecisa.

Lui sorrise guardandola di sottecchi.

- Davvero?

Dawn era tentata di dargli una gomitata. Lei lo conosceva bene, e aveva capito che stava cominciando a giocare.

Doveva lasciarlo fare?

Sembrava che Buffy lo gradisse… Rimase in attesa, pronta ad intervenire. Non voleva che la sua adorata sorellina soffrisse di nuovo, e stavolta per colpa sua che le aveva presentato Spike. Non poteva darle certo torto: quel ragazzo lasciava a bocca aperta per quanto era affascinante, ma avrebbe avuto modo a casa di dare a Buffy le controindicazioni del pacchetto luccicante.

- Si ma niente di serio… Ci esco per svagarmi un po’…- minimizzò lei.

Se Riley avesse ascoltato ciò che diceva, sarebbe stato più che giustificato quando l’avrebbe ammazzata di schiaffi.

Spike sorseggiò la birra e annuì.

- Tua sorella mi ha detto del tuo ex…lo conosco di vista…e comunque, mal comune mezzo gaudio: anche io sono stato piantato come te…

Buffy rispose, ancora mezza stordita dal suo sorriso.

- Adesso lui ha un’altra…sono così carini insieme…

Avvertì il sapore aspro dell’odio in gola.

- Che vuoi farci? Anche Dru ha un nuovo ragazzo, ma io me ne sbatto altamente. Dovresti fare anche tu la stessa cosa, altrimenti ti avvelenerai l’anima. E lui non lo merita giusto?

Buffy rimase piacevolmente sorpresa dal tono confidenziale del loro discorso.

- Hai ragione… Quel bastardo non merita niente…

- E neanche quella stronza della mia ex…- concluse lui con un’alzata di spalle.

Furono interrotti da Dawn.

- Buffy, Janice deve tornare a casa…dobbiamo andare…

Si alzarono in piedi. Dawn diede un bacio a Spike e poi si incamminò con l’amica verso l’auto.

- Beh…è stato un piacere…- disse Buffy porgendogli la mano timidamente.

Lui la prese stringendola, e senza che lei potesse rendersene conto, la tirò a sé.

- Il piacere è stato mio, Buffy…- le sussurrò all’orecchio. Poi si allontanò, e con un cenno della mano, si incamminò verso la sua auto.

- Buffy! Ti sbrighi?

Era Dawn che la chiamava.

Ancora inebriata dal calore del suo alito sulla guancia, raggiunse sua sorella.

I suoi occhi verdi brillavano d’emozione.

 

 

Dawn salutò Janice e poi si avviò con Buffy verso la porta di casa.

- Sputa il rospo…- le disse poi.

- Che cosa?- chiese Buffy fingendo meraviglia per l’assurdità delle parole appena udite.

Le labbra di Dawn si incresparono in un sorriso di sfida.

- Chi vuoi fregare? Soprattutto con quell’espressione da pesce lesso e gli occhioni sognanti… Non mi dirai che un nuovo principe azzurro è entrato nella tua favola…

Buffy arrossì violentemente.

- Smettila Dawn! Va bene, mi piace, e allora?

Dawn cominciò a saltellare per il salotto soddisfatta.

- Avevo ragione allora!! Spikey ha fatto centro nel tuo cuoricino!!

Buffy si lasciò cadere sul divano.

- Mi attrae, e molto, ma da qui a parlare d’amore la strada è lunga…e poi lo sai bene…non sento di avere più amore dentro di me da donare ad un uomo. Né amore, né lacrime.

Dawn vide gli occhi di Buffy velarsi di tristezza.

- Ascolta…se pensi che Spike sia quello che ti farà dimenticare Angel ti sbagli…io ho visto come tratta le donne, e non è sicuramente ciò che cerchi…

La ragazza si trattenne dall’urlare contro la sorella di evitare di darle consigli perché sapeva badare a sé stessa perché vide il suo viso sinceramente preoccupato.

- Non angosciarti per me Dawnie…davvero…ancora non è successo niente tra noi e non so se mai succederà, ma ho bisogno di avere qualcuno accanto, e non intendo vicino per tutta la vita…anche per poco…io non ho avuto altri ragazzi all’infuori di Angel, e voglio vedere cos’altro c’è intorno a me…tutto qua…

Dawn si sentì sollevata. Sperava davvero che sua sorella non si infatuasse troppo di Spike.

- Non è che sarai gelosa di lui…- disse poi Buffy ridacchiando.

Come risposta ricevette una cuscinata.

- Figurati…Non me ne importa niente se ci esci…Però non venire a piangere da me…- disse salendo le scale e facendole una linguaccia.

Buffy rimase da sola, pensierosa.

 

 

Era mattina in casa Summers.

Joyce stava correndo a destra e a manca con le valige dopo aver preparato la colazione.

Dawn si era appena seduta a tavola e un’assonnata Buffy fece il suo ingresso in cucina sbadigliando.

- Ragazze, allora io vado…i numeri di telefono sono sul frigo, le raccomandazioni le sapete già…ah…Dawn, stasera puoi andare a quella festa all’aperto…

Dawn era già in procinto di gridare dalla gioia.

-…solo se Buffy viene con te.

La felicità si smorzò quasi subito.

- Guarda che tanto non vai, perché io non ho voglia di uscire…- disse sbadigliando.

- No! Devo assolutamente andarci! E’ la festa dell’anno!!- gridò Dawn pregandola.

- Bimbe mie, vedetevela da sole…- disse Joyce baciando le figlie sulla fronte.

- Ci vediamo tra una settimana!

Joyce uscì lasciando le due sorelle a battibeccare.

Dawn ebbe l’illuminazione.

- C’è anche il tuo Spike…quant’è che non lo vedi?

Buffy fu punta sul vivo. Dopo la sera al parco aveva continuato ad uscire con Dawn e quindi con Spike, e

ovviamente aveva mollato Riley senza tanti complimenti, prima che lui potesse innamorarsi. L’aveva presa molto serenamente… Con Spike non c’era stato nessun contatto più approfondito di una chiacchierata. Forse era inibito dalla presenza di sua sorella. Comunque avevano avuto modo di conoscersi meglio, e lei non aveva più pensato ad Angel. Aveva scoperto il suo amore per la poesia e la filosofia, trovandolo anche molto intelligente e sveglio oltre che avvenente. Era da una settimana però che lui non si faceva vedere.

- E’ la tua occasione…io non ti starò tra i piedi, sarà buio… E poi basta! E’ un mese che vi siete conosciuti e ancora non avete concluso niente!- esclamò Dawn.

“La mocciosa non ha tutti i torti…”pensò Buffy.

- E va bene… Verrò con te a questa festa imperdibile…

Dawn addentò una ciambella.

- Certo…vieni proprio per me…

 

 

Buffy rimase disorientata dalla folla urlante. Dawn aveva ragione: doveva proprio essere un grande evento…

Dawn avvistò Janice e abbandonò la sorella.

Buffy cominciò a guardarsi intorno, cercandolo con lo sguardo. Si sentiva in imbarazzo sia perché odiava la calca, sia perché Dawn l’aveva obbligata a mettere una maglietta aderentissima dotata di scollatura abissale.

“ Maledette sorelle minori!” sbuffò mentalmente.

Una mano le si poggiò sulla spalla nuda. Il contatto la fece trasalire.

- Ciao Buffy…anche tu qui?

Spike!

- Eh già…doveri di sorella…

Era ancora più bello del solito, se era possibile…

Oltre all’immancabile spolverino(evidentemente non gli importava del caldo), indossava una maglia nera attillata e un paio di jeans che non lasciavano spazio all’immaginazione.

Lui notò soddisfatto il suo sguardo scorrere su di lui. Stasera avrebbe dato la svolta decisiva.

Forse l’aveva sopravvalutata. Era decisamente bella, quello si, ma conoscendola le era sembrata un tipo casa e chiesa, cosa che non faceva per lui. Sarebbe stato come con le altre, una sera e via.

- Balli?- chiese lei prendendolo per un braccio.

- No…non ne ho voglia…sono al bar comunque…

Buffy si gettò nella mischia. Lui la osservò cominciare ad ancheggiare seducente, i suoi occhi verdi brillare e fissarlo. Due fuochi.

Ballava per lui. Spike non le staccò gli occhi di dosso, finché lei non lo raggiunse, accaldata e bellissima.

- Ho bisogno di aria…con tutta questa gente si soffoca, anche se siamo all’aperto…- disse con un sorriso.

Le fece cenno di seguirlo e si allontanarono.

Era una notte stellata, ma senza luna. Il buio ora li avvolgeva. Il falò della festa appariva come un lumicino lontano.

- Che intenzioni hai?- chiese lei ridendo.

- Hai detto tu che volevi allontanarti, quindi sono io che dovrei avere paura di te…- disse lui appoggiandosi con la schiena ad un albero.

Lei si mise di fronte a lui.

- Fai bene…io sono una cattiva ragazza…- disse lei maliziosa.

Spike sorrise nell’oscurità. Era lei la sua Buffy.

- E io che pensavo che fossi una ragazza pudica e virtuosa…

Buffy si incuriosì.

- Cosa vuoi dire?

- Da quando ci siamo conosciuti è la prima volta che ti vedo consapevole…

- Consapevole?

Spike inclinò da un lato la testa.

- Già…consapevole della tua sensualità…mentre balli tiri fuori la tigre che è in te, e graffi. Dovresti farlo sempre e non avere paura degli altri.

- Non puoi neanche immaginare cosa sono capace di fare…- disse lei cupa ricordando i suoi trascorsi con Angel.

Spike la prese per i fianchi e la avvicinò a sé.

Lei non oppose resistenza.

- Allora, bambina cattiva, hai trovato ciò che è adatto a te.

La sua bocca si schiuse su quella di Buffy.

Dolcemente, la sua lingua esplorò, assaporandone il gusto di fragola.

Il bacio si fece via via più intenso.

Le mani di Buffy erano scivolate sulla schiena forte di lui e la accarezzavano. Lentamente, il ragazzo passò la lingua sul suo collo, mentre una mano si insinuava nella maglietta, accarezzandole il seno e facendola gemere. Buffy sentì il bisogno di farsi più vicina, ancora più stretta, per sentire forte l’erezione di Spike. Si sarebbe strappata i pantaloni se avesse potuto.

Improvvisamente, il cellulare di Buffy squillò.

- Lascia stare…non rispondere…- bisbigliò lui mordicchiandole l’orecchio.

- Non posso…E’ Dawn.

A malincuore, si staccò da lui.

- Arrivo…non ti muovere.

Riattaccò.

Spike si stava rimettendo la maglia.

- Devo andare…mia sorella ha bevuto un po’ troppo e si sente male…mi dispiace…

- Non fa niente piccola. Tanto ci vediamo domani sera…- rispose con un sorriso.

Buffy si sentì investire da un’ondata di felicità.

- Ti prometto che riprenderemo da dove abbiamo lasciato…- disse poi maliziosa.

Diede ancora un ultimo bacio a Spike e poi si allontanò nella notte.

Era soddisfatto. Non si era sbagliato.

Moriva dalla voglia di ballare con lei.

 

5. FOOL FOR SEX

 

 

Buffy trovò Dawn accasciata in un angolo un po’ distante dal trambusto, ma non lontano dal tavolo degli alcolici.

Accanto a lei facevano bella mostra di sé cinque o sei bottiglie di birra vuote, pigramente abbandonate alla rinfusa.

Quando Dawn la vide, si sciolse in un largo sorriso.

- Ciao…credo di aver bevuto troppo…- le disse senza togliersi l’espressione demente.

Buffy, con le mani sui fianchi, la osservava con sguardo duro.

“ Sorelle minori del cavolo…”si disse ripensando con rimpianto al suo incontro ravvicinato con Spike.

- Sei la solita incosciente… se mamma lo viene a sapere ti lincia questa volta…

- Ma tu non le dirai niente…non è vero?- le rispose speranzosa.

Buffy si passò una mano fra i capelli e poi la aiutò a rialzarsi.

- No…ma solo perché questa sarà la prima e l’ultima volta che fai una cosa del genere, ok?

- Prometto!!- esclamò Dawn appoggiandosi a lei.

- Vieni…andiamo a casa…

Dawn annuì con convinzione, cercando di mantenere l’equilibrio.

- Allora? L’hai incontrato?

Buffy non rispose, continuando a camminare.

- Se non l’hai visto, potrai vederlo domani sera…abbiamo organizzato un pic-nic notturno per vedere le stelle cadenti…

La sorellina sembrava molto loquace, ma Buffy non aveva voglia di parlarne. Voleva gustarsi ancora il profumo del suo dopobarba che le inondava la pelle.

E in silenzio.

- Smettila di blaterare…potresti sentirti male e non ho voglia di passare la notte a farti assistenza medica…- le intimò.

Dawn si fermò.

- Ora cos’hai?- sbuffò Buffy spazientita.

- Credo che sto per vomitare…

 

 

Il giorno dopo Buffy si dirigeva frettolosamente a casa di Willow.

Non vedeva l’ora di raccontarle tutto.

Era un po’ che non la rivedeva, e più tardi le avrebbe raggiunte anche Xander.

- Allora? Cos’era quell’aria misteriosa al telefono?- le chiese subito dopo averla salutata.

- Con calma Will…prima raccontami cosa avete fatto in queste settimane che non ci siamo viste…- disse Buffy buttandosi sul letto dell’amica.

- Da dove vuoi che cominci? Dalla lite di Anya e Angel o dai problemi che ha Angel con Darla?- domandò la rossa con un ghigno furbesco sul volto.

Buffy finse di pensarci.

- Non saprei…è un vero dilemma…direi dai problemi!

Willow applaudì soddisfatta e si sedette accanto a lei.

- Angel dice che è stanco della lontananza…sai, Darla studia a New York…

- Oh poveri!- esclamò con ironia.

- Buffy!! Fammi finire e non interrompermi! Dicevo della lontananza…Il tuo ex è innamoratissimo, ma non sa proprio come fare senza di lei…non la vede mai e spende soldi in bollette chilometriche…pensa che vuole cercarsi un lavoro!

Buffy si controllò le unghie.

- Se vuole può venire a pulirmi casa…lo pagherei bene!!

Willow rise di gusto.

- E poi noi tutti siamo convinti che porti più corna di un cesto di lumache…

- Figurati! Non mi sembra una tipa molto fedele…e perché lui e Anya hanno litigato?

Willow si fece seria.

- Veramente ci abbiamo litigato un po’ tutti… Xander si è lasciato sfuggire la cosa della vostra storia segreta e…

Buffy arrossì violentemente.

- Non volevo che lo sapeste. Mi vergogno come una ladra…

- Non ti ha giudicata nessuno, se è questo che ti preoccupa…Ma abbiamo sparato a zero su di lui e su come si è approfittato della tua debolezza…Anya più di tutti…sai com’è fatta…

- Mi sarei tagliata un braccio se lui me l’avesse chiesto…

Willow la abbracciò forte.

- Potevi parlarmene…ti avrei aiutata…

- Non volevo ammetterlo nemmeno con me stessa quanto ero ridotta in basso…figurati con la mia migliore amica…

Poi si sciolse dall’abbraccio e sorrise.

- Ora sto bene. Non vederlo più mi ha aiutato a dimenticarlo…

- Davvero?

- Davvero. Non lo amo più.

Willow le strinse una mano.

- Sono felice di sentirtelo dire!

Suonò il campanello.

- Questo deve essere Xander. Torno subito…

Xander salutò calorosamente Buffy, la quale decise che era giunto il momento di parlare agli amici di Spike.

- Devo dirvi una cosa molto importante…

Willow sembrava scalpitare.

- Andiamo Buffy! E’ una vita che aspetto!!

- Ok, ok! Ho conosciuto un ragazzo…e ci sto uscendo!

Xander e Willow la guardarono contenti.

- E’ grandioso! E com’è?- chiese la rossa, ormai inarrestabile.

- E’ bellissimo e…mi piace davvero…

Continuò a descriverlo e a raccontare tutto ciò che aveva fatto e detto, fino a che non diede un’occhiata all’orologio.

- Ragazzi, devo andare…stasera lo vedo…- disse alzandosi.

- Mi raccomando, fatti onore!- la incoraggiò Willow.

- E soprattutto, faccelo conoscere al più presto!- continuò Xander.

Buffy promise, li salutò e tornò verso casa.

Mentre parlava con gli amici aveva tralasciato di dire una cosa: lei e Spike stavano insieme o no?

Scacciò subito il pensiero dalla testa: non aveva importanza.

Stava bene così e non aveva la minima intenzione di spaventarlo con simili richieste.

Si accorse di avere una sciocca espressione sul viso, quasi uguale a quella di Dawn la sera prima.

Solo che lei non aveva bevuto.

Ancora peggio!

 

 

 

Spike lasciò cadere stancamente la mano sul bicchiere di bourbon poggiato sul piccolo tavolo che teneva nel “suo ufficio”. Era mollemente adagiato su una poltrona. Davanti a lui c’era una televisione e alla sua destra un grande letto a baldacchino, con lenzuola di seta, nere. Il pezzo forte della stanza.

Oz, il suo migliore amico, lo aveva raggiunto dopo averlo cercato invano nella grande casa lasciata vuota e aperta.

- Se tua madre lo viene a sapere le prende un colpo…- disse entrando.

Spike non distolse lo sguardo dalla tv.

- Di cosa? Della mia stanza “privata”? Sai bene che è chiusa rigorosamente a chiave quando non è occupata da me…

- Intendevo la casa…L’hai lasciata spalancata…

Spike fece un cenno di noncuranza con la mano.

- Cosa fai stasera? Vieni al Bronze con me?

Finalmente spense il video e si dedicò al ragazzo.

- No…ho da fare…

Oz sospirò.

- Qualche altra pollastrella da portare qui?

Spike si voltò.

- Ma è ovvio mio caro. Mi hai mai visto senza compagnia femminile negli ultimi tempi?

Il ragazzo fece cenno di no e rise.

- Ancora Harm?

Il biondo scosse la testa con lentezza, mentre porgeva all’amico un bicchiere di vodka.

- Mi deludi. Sai che me la scopo ogni tanto, ma addirittura essere nominata come prima scelta…No.

Quel mantenersi sul vago aveva stuzzicato la curiosità di Oz.

- Chi è la Prescelta?

Spike si fermo con lo sguardo perso nel vuoto.

- Stavolta è diverso…sarà il mio capolavoro…

- Piantala. Mi fai paura quando fai così…sembri un maniaco assassino.

- Stavo scherzando…ma non sul fatto che è diverso…- continuò il biondo lasciandosi cadere pesantemente sul letto.

- Che vuoi dire?

Spike alzò il sopracciglio.

- Ho idea che con questa ragazza mi toglierò molte soddisfazioni…

Oz rise forte.

- Oh mio Dio! Non ti sarai innamorato???

Il biondo gli diede una forte pacca sulla schiena.

- Non essere blasfemo…io non mi innamoro di nessuno. Solo che è diversa dalle altre. E’ sesso allo stato puro e ancora non lo sa…ha bisogno di un buon maestro, che affini le sue potenzialità…con me sarà perfetta…

Oz si alzò in piedi.

- Un’altra vittima per questo succhiasangue…

- Tu non capisci…lei è come una piccola luce nel buio ora, ma può risplendere ancora di più, fino a sconfiggere le ombre…e io la aiuterò…

Il ragazzo scosse la testa di nuovo.

- Secondo me non hai tutti i venerdì a posto da quando Dru ti ha lasciato…tutte queste manie da redentore, i tuoi vaneggiamenti su ragazze che sono sesso e luce…piuttosto, tu mi sembri una grossa falena, e sai cosa succede alle falene quando c’è una luce intorno…

Spike sorrise divertito.

Non c’era niente da fare… Oz non capiva proprio cosa intendeva… Voleva divertirsi e avrebbe insegnato a Buffy come farlo. Voleva…una “compagna di giochi”…ecco, forse era questo il termine…una che sapesse giocare come lui. E lei sembrava desiderosa di apprendere…

- Ho già toccato la luce, e sono ancora qui…

- Ah…ecco lo spirito di Casanova che emerge…

Il ragazzo tornò a sedersi.

- Mi sembrava che stessi andando…- disse Spike dandogli un altro bicchiere.

Oz glielo tolse di mano.

- Falla finita e racconta. I Dingoes possono aspettare per uno dei tuoi racconti…- disse con un sorrisetto.

 

 

 

Buffy era agitatissima. Inserì la retromarcia per uscire dal vialetto, grattando. Cosa gli avrebbe detto? Era così difficile visto come era andata la sera prima. Dare il secondo bacio era davvero più difficile che dare il primo… Brusca frenata. Poi la marcia riprese con qualche strattone.

Dawn al suo fianco si schiacciava contro il sedile dell’auto, ringraziando in silenzio l’inventore delle cinture di sicurezza.

- Buff…vorrei arrivarci a domattina…sei un po’…come dire…nervosa?

Buffy scattò verso di lei, fissandola.

- Io? Nervosa? Cosa stai dicendo?

Dawn, terrorizzata dalla guida della sorella, stringeva con forza il cestino con dentro il dolce che aveva preparato e i teli da stendere sul prato.

- Buffy…come non detto…Guarda avanti!

La ragazza si concentrò sulla strada.

- Spike ha detto che ci aspetta davan…

Buffy perse per un lungo momento il controllo della vettura.

- Sei impazzita?? Tu non prendi la macchina… La lascerai da Spike e andiamo con la sua…- esclamò Dawn risoluta, cercando di calmare i battiti accelerati dl suo cuore.

Per una volta Buffy annuì senza contraddire la sorella.

Arrivarono davanti casa di Spike. Anzi, la villa di Spike.

Lui era ad aspettarle, con un paio di Rayban neri e una t-shirt senza maniche che metteva in risalto i muscoli.

Per non parlare dei jeans e di quello che mettevano in risalto...

“Ok…basta così. Non sei una ninfomane.” pensò Buffy.

Lui si avvicinò sorridente e salutò Dawn.

Poi si avvicinò a lei e le diede un lieve bacino, prima su una guancia, poi sull’altra.

“Cosa ti aspettavi Buffy?? Corpi sudati e avvinghiati con bocche che si esplorano avidamente?”

- Ciao dolcezza…Andiamo? Gli altri saranno già a S.nt James Valley…

Dawn sembrava entusiasta.

- Quella radura è bellissima, col bosco…Che aspettiamo? Janice e gli altri ci stanno aspettando!!

La ragazza salì con impazienza sulla De Soto, e Buffy si accomodò accanto a Spike.

Dawn si estraniò quasi subito infilando le cuffiette del walkman e lasciando i due potenzialmente soli.

- Come hai passato la notte?- chiese lui per rompere il silenzio imbarazzato.

- Come?- chiese lei di rimando un po’ stupita. Non stava davvero pensando che lei non aveva chiuso occhio(come era stato!) per ciò che era successo tra loro, vero?

- Beh…la sbronza di Briciola…

- Ahhh! No…tutto bene…si è sentita male durante il tragitto per tornare a casa, e poi è andata in coma fino al mattino dopo…- rispose tirando un sospiro di sollievo.

Lui sorrise e accese la radio e una sigaretta.

Buffy si aggiustò la mini che continuava a salire lasciandole scoperte le cosce più del dovuto. Notò con piacere che lui le stava guardando da sotto le lenti scure.

Spike sentì una parte di se prendere vita propria a quella visione.

Era sexy anche quando non voleva…

Cercò di pensare a qualcosa di disgustoso, come a Oz vestito da coniglietta di Playboy, e gli venne da ridere. Ma ebbe successo.

Per eccitarsi avrebbe avuto tutta la sera…

Finalmente arrivarono alla meta.

Un gruppo di ragazzi di ogni età capeggiati da Janice aveva preso possesso di un paio di tavoli e li stava aspettando.

Mentre Dawn e le sue amiche erano sdraiate a prendere il sole, Spike giocava a poker con altri ragazzi.

Sembrava essersi dimenticato di lei.

Quando scese la notte accesero il fuoco e Buffy si sedette su un tavolo un po’ in disparte, con le gambe poggiate sulla panca, conversando con Dawn e altre quattro ragazze.

Forse mettere la gonna era stato un errore…nonostante il caldo afoso del giorno, la sera era ancora un po’ fresco, e le sue gambe protestavano.

E poi non aveva sortito l’effetto sperato su Spike…

L’aveva ignorata per tutto il pomeriggio…

Dawn le passò una specie di grosso lenzuolo.

- Non so di chi sia…mettilo sulle gambe…

- Certo! Così sembro mia nonna…- protestò Buffy coprendosi.

- Allora soffri il gelo!

Qualcuno interruppe la lite che si prospettava.

- Le sorelle Summers sono tutte così irascibili?- chiese Spike sedendosi sulla panca accanto alle ginocchia di Buffy.

- Tu zitto!!- esclamò Dawn ridendo.- Vado a vedere se al fuoco hanno bisogno di qualcosa…

Spike si accese una sigaretta, mentre lei aveva appoggiato la testa sulle proprie gambe.

I loro visi erano vicinissimi.

- Cosa c’è principessa? Sembri triste…- chiese avvicinandosi ulteriormente.

- No…ho solo un po’ freddo…- rispose lei.

Il ragazzo la baciò con dolcezza sulle labbra, accarezzando la lingua di Buffy con la sua.

- Freddo? Non mi sembra…- sussurrò facendosi strada sotto il lenzuolo con un mano fresca, toccando l’interno coscia caldo, e ora fremente, di Buffy. Lei soppresse a fatica un gemito, vista la presenza di altre persone.

- Mi piace la tua pelle morbida…- disse piano sul suo orecchio mentre stuzzicava con la mano le mutandine e giocava con il loro elastico, spostandolo.

- Sto ancora aspettando che tu rispetti la tua promessa…- continuò guardandola fissa negli occhi e sorridendo malizioso.

Buffy si stava liquefacendo.

La mano di Spike la stava facendo impazzire, ma non poteva far trapelare la minima emozione visto che non erano da soli.

Voleva farla urlare, lo aveva capito da come la stava guardando.

La stava portando con rapidità al culmine, con le dita esperte che si muovevano tra le sue gambe. Era una tortura, ma desiderava che non finisse.

Sapere che erano sotto lo sguardo di tutti la faceva eccitare ancora di più e lui lo sapeva.

I movimenti di Spike si fecero più rapidi, mentre affondava sempre di più in lei.

L’orgasmo arrivò impetuoso e lei si morse le labbra, nascondendo il viso sulla spalla di lui.

Nessuno si era accorto di nulla.

Le guance accaldate di Buffy e la mano umida di Spike erano le uniche testimonianze di ciò che era successo.

Con la testa ancora abbandonata su di lui, la ragazza cercò di riacquistare una respirazione regolare.

- Io sono una ragazza di parola…- gli mormorò nell’orecchia.

Spike la baciò ancora.

- Aspetto con ansia…- disse poi alzandosi e accendendo un’altra sigaretta.

Buffy lo vide allontanarsi verso il fuoco.

Quel ragazzo la sconvolgeva.

Era consapevole che lui avrebbe potuto farle di tutto e che lei lo avrebbe lasciato fare.

Voleva lasciarlo fare.

Lo voleva con ogni parte di sé.

 

 

 

 

- Cos’hai? Sembri una sopravvissuta ad una tromba d’aria…- disse Dawn prendendola alle spalle.

Buffy sobbalzò.

- Mi hai spaventata!!

Dawn rise divertita e andò verso gli amici intorno al fuoco.

Buffy tirò fuori uno specchietto dal suo zaino.

Mio Dio!

Mancavano solo gli abiti stracciati per completare la sua nuova mise da scampato ad una calamità naturale!

Si alzò dal tavolo, si aggiustò la gonna e si diresse anche lei al falò.

Spike la guardava e, quando i loro sguardi si incrociarono, le sorrise e poi tornò ad occuparsi del marshmallow che stava abbrustolendo al calore delle fiamme.

- Devi stare attenta a lui…

Dawn le era di nuovo apparsa da dietro e non le era sfuggita l’espressione di estasi che si era dipinta sul viso della sorella quando aveva risposto al saluto del biondo.

- Devi smetterla di comparire all’improvviso…sembri un fantasma!!- esclamò Buffy spazientita.

- Sbaglio o hai i nervi a fior di pelle oggi, sorellina?

- No. E’ che non ho bisogno di un grillo parlante pronto a darmi consigli!

Dawn sbuffò.

- Lo dico per te. Non affezionartici troppo…ti farebbe soffrire…lui è abituato a frequentare più donne contemporaneamente…io lo so! Me le ha raccontate queste cose!

Buffy non rispondeva e si strinse le braccia sui fianchi, sentendo un brivido quando si rese conto che Spike la stava guardando di nuovo, anche se guardare forse non era il termine più adatto…se la stava letteralmente divorando con gli occhi.

Poi tornò a concentrarsi su Dawn.

- So quello che faccio. Sono grande ormai per avere una baby-sitter.

La voce di Buffy, di solito sempre dolce e allegra quando si rivolgeva alla sorella, era secca, quasi astiosa. Dawn non poté fare a meno di notarlo.

- Bha…fai come ti pare…- disse con una nota di dispiacere.

Poi la lasciò sola.

Buffy chiuse gli occhi.

Odiava se stesse quando trattava la sorella con questa indifferenza, ma era ora che le lasciasse avere una sua vita privata. Cosa pensava? Era passato da un pezzo il tempo in cui era una ragazzina scema. E aveva voglia di sentire palpitare ancora il suo cuore.

Non d’amore, non ambiva a tanto.

Si sentiva così arida e incapace di provare di nuovo sentimenti…non sapeva come era possibile, ma Spike era riuscito a sciogliere la cortina di gelo che le attanagliava il cuore. Questo le bastava. Al diavolo le altre!

Gli lanciò un’occhiata rapida: era sensuale persino con un marshmallow in mano!

Lui se ne accorse e le fece cenno di avvicinarsi.

Lei obbedì.

- Prendine uno. Sono un po’ bruciacchiati ma saporiti…

Lei rifiutò.

- Questi cosi non mi sono mai piaciuti…mi hanno sempre fatto…senso…!

Spike rise e ne mangiò uno con gusto.

- Non si direbbe…Prima li guardavi con aria così…lussuriosa…- le disse poi osservando le sue reazioni.

Buffy arrossì rimanendo in silenzio.

Il ragazzo le si avvicinò e le diede un tenero bacino sulla guancia.

- Sei adorabile quando sei in imbarazzo…

 

 

Dawn osservava la scena in disparte, un po’ meravigliata.

Quello non era Spike.

Lui non si sarebbe mai sognato di sedurre una ragazza con baci dolci e caramelle gommose di zucchero!

Qualcuno doveva aver rapito il ragazzo che conosceva lei, quello che aveva avventure a non finire e un parco-ragazze praticamente illimitato! Era assurdo come a sua sorella non importasse!

Forse aveva travisato l’intera situazione: Buffy voleva solo divertirsi… Cercò di convincersi, ma sapeva che non era il tipo da affrontare una storia di sesso senza implicazioni amorose…era fragile, e la storia di Angel l’aveva trasformata…i suoi occhi erano troppo brillanti quando guardava Spike per essere solo un’ ”amicizia affettuosa”…

Pregò che Buffy sapesse davvero cosa stava facendo.

 

 

Dopo aver mangiato, la comitiva stese i teli e si mise a naso all’insù, pronta a cogliere ogni minimo movimento del cielo.

- Ragazzi, io non vedo niente…- si lamentò Dawn dopo un po’.

- Briciola, devi avere pazienza…guarda! Ecco una stella cadente!!- esclamò Spike indicando un punto non precisato.

Buffy scoppiò in una fragorosa risata.

Il ragazzo, piccato, si sedette accanto a lei.

- Perché ridi, dolcezza?

- A sentire te, il cielo dovrebbe essere rimasto senza stelle da quante ne hai viste cadere!! Sei un pallonaro!!

Spike le lanciò uno sguardo malizioso.

- Allora siamo in due a dire bugie, mia cara…sapevo che non avesti rispettato la tua promessa…

Buffy si sentì punta sul vivo.

Si alzò in piedi di scatto, prendendo con una mano il suo telo e con l’altra la mano di Spike, che sorpreso dalla reazione, si lasciò trascinare via, tra i risolini del gruppo.

Dawn non disse niente.

Non si sarebbe più intromessa.

 

 

Buffy camminava al buio davanti a Spike, senza una meta precisa.

Si stava pentendo un po’ di come aveva agito: chissà cosa avrebbero pensato gli altri…e Dawn…

Si rese conto solo allora che stringeva ancora la mano di Spike.

Fece per lasciarla, ma lui la strinse più forte.

- Sei piena di sorprese Summers…- ammise poi compiaciuto.

Buffy alzò le spalle sorridendo.

- Sono ricca di risorse, mio caro…tu conosci solo una misera parte di me…

Spike continuava a seguirla senza chiedere la destinazione.

- Beh…quell’un per cento mi piace da impazzire…- disse poi.

Mentre pronunciava quelle parole, Spike si sentì strano.

Aveva detto a tante ragazze quella frase, ma con lei era diverso…quasi sembrava che fosse in difficoltà a dirle “mi piaci”…

Scacciò questi pensieri non appena sentì Buffy avvicinarsi, riacquistando almeno in parte il suo savoir faire.

- Non avrei mai creduto che l’avresti fatto…- le disse accarezzandole il collo.

- Cosa? Io non ancora fatto niente…ti ho solo “rapito” per ora…

Avvicinò le labbra alle sue, e succhiò piano il labbro inferiore di Spike.

-…ma ho intenzione di fare altro…

Continuò a mordicchiarlo, passando al lobo dell’orecchia.

Sentire l’alito caldo e profumato di lei sul collo lo fece andare su di giri in un attimo.

Prese il telo e lo stese a terra, poi fece sdraiare Buffy sotto di lui.

Cominciò ad accarezzarle le gambe con movimenti lenti, partendo dai polpacci, fino alle cosce. La ragazza fremeva ad ogni suo piccolo tocco.

- Dio benedica la gonna…- sussurrò poi prima che la sua mano sparisse tra le sue morbide pieghe.

Buffy inarcò la schiena.

Dio doveva benedire anche le sue mani!

- Ti piace?- chiese lui avvertendo il movimento.

Lei biascicò di si, concentrata sul suo piacere. Fu allora che Spike smise di toccarla.

Lei lo guardò interrogativa e lui si sciolse in un ampio sorriso.

- Vorrei baciarti…- mormorò.

Buffy fece per avvicinare le labbra alle sue, ma lui scosse la testa.

- Vorrei baciarti…- ripeté scendendo sul suo ventre, e poi sempre più giù, togliendole gli slip.

E la baciò con passione, strappandole sospiri sempre più profondi ad ogni spostamento della sua lingua.

Quando riaprì gli occhi Spike la fissava.

- Sai di buono…- le disse baciandole l’incavo dei seni.

Buffy sentì il bisogno di averlo più vicino, pelle contro pelle.

Perché con Angel non aveva mai provato tutto questo? Eppure lo aveva amato più di ogni altra cosa al mondo…mentre Spike…il sexy, bellissimo e enigmatico Spike cosa rappresentava per lei? Si stava svagando con lui…era…conveniente…eppure…

- Spike…- mormorò- voglio sentirti dentro di me…per favore…

Lui non se lo fece ripetere. Con delicatezza entrò in lei.

La ragazza assecondava i suoi movimenti, dapprima lenti, poi sempre più veloci, affondando le unghie sulla sua schiena.

Buffy, con la testa rivolta contro il cielo, vide finalmente le stelle cadenti.

 

 

Rimasero in silenzio.

Spike si accese una sigaretta.

Buffy era ancora stesa per terra con le mani lasciate mollemente sulla pancia.

- Sei stata fantastica…- le disse Spike ad un certo punto.

Lei sorrise soddisfatta tra sé e sé.

- Non sono mai stato con una come te…

Buffy si tirò a sedere e poggiò la testa sul suo petto.

- Si vede che mi tiri fuori il meglio…grazie…

Lui la guardò un po’ perplesso.

- E di cosa?

Lei abbassò lo sguardo un po’ confusa.

- Non lo so…riesci a farmi sentire viva…

Spike le diede un leggero bacio sulla fronte, senza risponderle.

Era incredibile come quella ragazza riuscisse a confonderlo.

- Sarà ora di tornare…Dawn sarà preoccupata…- disse poi lei alzandosi.

Spike annuì e la seguì.

 

 

Quando ritornarono, tre quarti dei ragazzi erano andati via. Janice era rimasta con altre due ragazze a fare compagnia a Dawn.

- Ma dove diavolo eravate? Vi ho chiamato per un’ora buona!- esclamò vedendoli arrivare.

Spike alzò le spalle.

- Siamo andati a fare un giro…

Dawn lanciò uno sguardo severo alla sorella, ma lei la ignorò.

- E’ tardi…Andiamo?- chiese poi senza guardare Buffy.

Salutate le amiche, Dawn raggiunse la macchina di Spike.

Lui e Buffy erano già dentro.

Il viaggio fu silenzioso e sembrò non finire mai. L’aria era pesante.

Arrivati a casa di Spike, Dawn salutò velocemente e si chiuse in auto.

- Mi dai il tuo numero di cellulare?- chiese Spike prima di salutare Buffy.

Lei gli sorrise e glielo dettò.

- Allora ti chiamo…buonanotte…

La baciò con dolcezza e poi si diresse verso la porta d’ingresso sorridendole.

Buffy lo guardò rientrare e poi raggiunse la sorella.

- Allora?- chiese appena chiuse la portiera.

- Cosa? Non devo dirti niente.

Era chiaro che Dawn era molto arrabbiata.

Forse sarebbe stato meglio dormirci sopra.

Ne avrebbero riparlato l’indomani.

 

 

Spike chiuse la porta dietro di sé soddisfatto.

Una gran bella giornata.

Prese il telefono e digitò.

“Buonanotte principessa…sei davvero la numero uno…”

Si.

Decisamente una gran bella giornata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6. THINK ABOUT IT

 

 

Oz arrivò di buon mattino a casa di Spike.

Suonò al campanello, ma non ottenne alcuna risposta.

Probabilmente i genitori di Spike non erano in casa…

Si diresse allora sicuro verso l’”ufficio”.

Lui adorava rinchiudersi in quella specie di loculo buio…

Non capiva come le ragazze che l’amico portava qui non si facessero venire dubbi sulle sue intenzioni…

Bussò due volte alla porta.

- Spike?- disse facendo capolino.

Gli occhi di Oz ebbero qualche difficoltà ad abituarsi al buio della stanza, ma il ragazzo entrò lo stesso senza intoppi.

Finalmente vide Spike sul letto, avvolto soltanto dalle lenzuola nere dalla vita in giù.

Oz si avvicinò, smuovendolo con un dito.

- Come diavolo fai a dormire nudo?? E con la seta poi…non senti neanche un po’ di freddo?

Spike si svegliò mugugnando. Aprendo un solo occhio sbirciò, l’amico.

- Non accetto né provocazioni né battute di dubbio gusto di prima mattina…quindi non continuare…

Si mise seduto guardando distrattamente l’orologio, e la presa visione dell’ora lo destò definitivamente.

- Sei impazzito?? Sono le nove…è l’alba…e ieri notte sono rientrato tardi…!- esclamò buttandosi sul cuscino.

Oz si fece più attento, ignorando le sue lamentele.

- Tardi quanto? Allora la caccia è andata bene…- disse eccitato buttandosi accanto al biondo.

- Dai! Racconta!

Spike si sentì un po’ infastidito dalla richiesta.

- Perché? E’ una cosa privata…e poi saresti venuto a buttarmi giù dal letto per questo???

Il ragazzo incrociò le braccia al petto.

- Si. Altrimenti sarei rimasto a dormire, ti pare? Com’è questa ragazza insomma? Hai fatto centro?

Spike sbuffò. Quando Oz partiva alla carica era quasi impossibile fermarlo.

- …E’ molto sveglia…e…

- …e…- lo imbeccò a continuare.

“…fantastica? Stupenda?”

- …e basta! Che altro devo dirti?

Oz si rialzò deluso.

- Era più divertente quando uscivi con Harm…almeno non eri così arido di dettagli…anzi…

Spike si avvolse alla meglio con la coperta e si sedette sulla poltrona.

- Harm era un’altra cosa…

Oz ridacchiò.

- Perché parli al passato? Ti ha cercato anche ieri sera al Bronze! Mi ha chiesto se sapevo dove fosse il suo Blondy Bear, e io le ho risposto che non conoscevo nessun orso… Allora lei ha urlato con quella sua vocina acuta che il suo Bubu era Spike… Solo quando tutto il locale stava sghignazzando le ho detto che non avevo idea di dove fossi…

Spike si passò una mano sugli occhi, immaginando che per qualche settimana il Bronze sarebbe stato

off-limits per lui. Per colpa di quell’oca gli avrebbero riso dietro per chissà quanto!

- Sei davvero un bastardo, Oz…!

- Amico, credo che non sia uno stupido soprannome il tuo problema…quella ragazza dice di essere la tua fidanzata, capisci?

Spike si versò un bicchiere di acqua.

- E allora?

- Dico solo che non dovresti giocare con i sentimenti…e questo giocare comprende anche la tua nuova fiamma…

- Harm sa bene che non stiamo insieme, e lo sai anche tu…

- Non mi è sembrata molto consapevole di questo…

Spike pensò a Buffy. Cosa sarebbe successo se avesse saputo di Harmony?

- Pensi di uscire di nuovo con “lei”?- chiese poi Oz.

- Volevo invitarla qui stasera…

Oz camminò avanti e indietro per la stanza.

- Ciò significa che devo andare avanti a fare lo gnorri con la tua fidanzata?

Spike si distese di nuovo sul letto.

- Non è la mia fidanzata! E comunque si…ora va e lasciami dormire…ti chiamo nel pomeriggio…

Poi scrollò la testa e sorrise.

- Grazie Oz…

- Prego, prego…- disse il ragazzo dirigendosi verso l’uscita.

- Buonanotte…Bubu!! E pensa a quello che ti ho detto!- disse chiudendo velocemente la porta dietro di se.

Spike si girò di lato. Come faceva a non pensarci? Doveva assolutamente vedere Harm e “lasciarla” prima che Buffy l’avesse scoperto…

Rimase un attimo interdetto.

Cosa caspita era tutta questa preoccupazione per Buffy?

Non avrebbe ricevuto un trattamento migliore delle altre.

Prese il cellulare.

“ Buongiorno dolcezza…ti aspetto stasera a casa mia…solo noi, un film e una pizza…a stasera…”

Di nuovo, pensare a lei lo fece diventare duro come il marmo.

Si convinse che non c’era altro che attrazione fisica per lei…la sua pelle morbida…quegli occhi incantatori…

Provò a dormire, ma l’unico risultato fu che continuò a pensare a quanto adorasse parlare con lei di qualsiasi argomento, e questo non faceva parte neanche un po’ del suo corpo.

Ma non sarebbe cambiato niente.

Lui non si sarebbe mai più innamorato.

L’aveva giurato.

 

 

Alle nove, Buffy era già in cucina, davanti al frigo.

Sbirciò sul libro di ricette e cominciò a mettere sul ripiano tutto il necessario.

Setacciò la farina, lo zucchero e si preparò mentalmente ad aprire le uova.

- Buongiorno sorellona! Sei caduta dal letto stamattina?- esclamò Dawn entrando nella stanza poco dopo.

Poi la ragazza vide l’enorme caos che regnava su ogni mobile, sul tavolo, sui fornelli.

Una scia di disordine che conduceva dritta dritta a Buffy, intenta a cucinare qualcosa evidentemente, fatto alquanto strano visto che lei e l’arte culinaria erano come due linee parallele.

- Cosa diavolo hai combinato qua dentro???

Una Buffy dall’aria colpevole si voltò lentamente. Sul suo viso spiccavano sbuffi di farina e il suo grembiule bianco era diventato di una tonalità non ben precisata. Tra le mani teneva un piatto con dentro delle forme ovoidali non ben definite.

- Ti ho preparato la tua colazione preferita…frittelle con sciroppo d’acero…ma lo sciroppo credo sia finito…forse c’è un po’ di caramello…

Dawn scosse la testa divertita.

- Guarda che non c’era bisogno di fare la guerra con uova e farina…se volevi farti perdonare qualcosa, ti assicuro che non è necessario…

Buffy posò le frittelle sul tavolo e si sedette.

- Come sarebbe? Pensavo che da ieri sera mi odiassi…Comunque ti chiedo ugualmente scusa…non avevo intenzione di trattarti male…

Dawn la guardò con dolcezza.

- Devo scusarmi anche io…so che sei adulta e sei una ragazza in gamba, ma sento comunque il bisogno di proteggerti…

Buffy la ascoltava in silenzio.

- Sono stata male anche io quando Angel ti ha lasciata…E non voglio assolutamente che tu soffra di nuovo, specialmente per causa mia…

- Per colpa tua?

Dawn respirò profondamente.

- Si…sono io che ti ho presentato Spike…

Buffy sorrise.

- Dawnie…ti ringrazio di avermi fatto conoscere una persona così, in qualunque modo andrà a finire tra di noi…ti prometto che ci starò attenta…non voglio stare male di nuovo, te lo assicuro…

Dawn abbracciò la sorella.

- Allora sono contenta per voi due…

Buffy la strinse forte.

Le due ragazze rimasero abbracciate per un po’, finché Dawn non cominciò a guardarsi intorno.

- Buff…chi rimette a posto questo macello? Se la mamma ci facesse una sorpresa e tornasse prima, credo ci caccerebbe di casa…e sei anche tutta sporca…

Scoppiarono entrambe a ridere e furono interrotte solo dal cellulare di Buffy, che la avvertì di aver ricevuto un messaggio.

- Dal sorrisetto schifosamente felice che hai sulla faccia, credo di immaginare chi sia…!- esclamò Dawn cominciando a rimettere in ordine.

Buffy cominciò a saltellare per tutta la cucina.

- Mi ha invitato a cena a casa sua! Stasera!

Dawn seguiva con gli occhi i movimenti sconclusionati di sua sorella, che camminava nervosamente senza una meta ben precisa.

- Mi accompagni da Janice nel pomeriggio? Credo che mi fermerò a dormire da lei…posso?

Buffy si fermò di colpo guardandola dritta in faccia. La ragazza ridacchiava maliziosamente.

- Non voglio stare a casa da sola durante la notte…oppure pensi di tornare?

- Dawn Summers! Cosa vai a pensare??- esclamò la bionda scandalizzata.

- Ti porterò da Janice e ti fermerai a dormire lì, ma solo perché farò tardi e non voglio lasciarti da sola…correrei il rischio di non trovarla più una casa, al mio ritorno…

Dawn continuava a sghignazzare.

- Certo…rispondigli almeno!!

Buffy le fece una linguaccia e se ne andò in salotto.

“Vengo volentieri…alle 8 sono da te…”

Si rese conto di fissare il nulla, imbambolata.

Il cellulare che aveva in mano squillò: Willow. Un po’ delusa rispose.

- Ciao Will…

- Immagino che nonostante il tono di voce tu sia felice di sentirmi!!

- Si…è che pensavo…

- Pensavi fosse Spike? E’ andata bene con lui?

Buffy non riuscì a trattenere un gridolino di gioia.

- Siii!!! E stasera vado a cena a casa sua!!!

- Mi sa che qualcuno è cotto…- la canzonò Willow.

- No, no…assolutamente! Mi piace, ma…sai che non voglio innamorarmi di nessuno…

- A me pare il contrario…Comunque esci nel pomeriggio? Ci vediamo con gli altri al Bronze…ci sono le prove dei Dingoes…

- Will, Will…qui ragazzo ci cova…chi c’è?- chiese Buffy curiosa.

- Ehm…no!

- Will…

- Ok…è il bassista del gruppo…Oz…

- Certo che vengo!- esclamo Buffy soddisfatta della rivelazione.

- Però…c’è anche Angel…è un problema?

Buffy rimase in silenzio per qualche secondo.

- Assolutamente!! Ho superato…sono mesi che non lo vedo e sto benissimo.

- Ci vediamo verso le 4 ok? A dopo!

Buffy salutò l’amica e si diresse di nuovo in cucina, pensierosa.

Come avrebbe reagito alla vista di Angel?

- Non preoccuparti…andrà tutto bene…- disse Dawn vedendola.

La ragazza aggrottò la fronte.

- C’è un se o un ma, vero?

Dawn annuì.

- Ovviamente. Ma tu non sei più presa da lui, vero?

Buffy annuì.

- Allora andrà bene. Prima o poi avresti dovuto rivederlo… Ora mettiamo in ordine, così poi potremo uscire a fare shopping…

- Perché? Non ne ho molta voglia…- bofonchiò.

- Immagino che vorrai fare colpo su Spike stasera…quindi shopping…

- E con quali soldi?- chiese Buffy riempiendo la lavastoviglie.

- Mammina ci ha lasciato la carta di credito…- disse Dawn con allegria.

 

 

 

Buffy era in camera sua, intenta a vestirsi.

Dal Bronze sarebbe andata direttamente da Spike.

Si guardò allo specchio. Il suo corpo perfetto era fasciato da un completo intimo nero, con slip a vita bassa e un reggiseno a balconcino che ne esaltavano le forme.

Soddisfatta, indossò i pantaloni e il top neri che le aveva fatto comprare Dawn: adorava quel colore.

Il suo abbigliamento la fece pensare allo spolverino di pelle di Spike, al modo in cui le faceva solletico sulle cosce quando loro…

Arrossì.

“Andiamo!! Ti è piaciuto da matti e non c’è nulla di cui vergognarsi…dillo! Abbiamo fatto sesso!”

-…sesso…- bisbigliò continuando a guardarsi.

Forse non era quella la parola adatta. Non avevano fatto sesso…

Avevano fatto dell’appagante e incredibile sesso!

-…sesso…

Aveva voglia di farlo di nuovo…per tutta la notte…con lui…

- Buff? Stai parlando da sola???- chiese Dawn affacciandosi dalla porta.

-…sasso! Ho un sasso nella scarpa!- esclamò lei colta alla sprovvista.

- Toglilo e andiamo, allora!! Janice mi sta aspettando…

Ringraziò il cielo che Dawn non avesse sentito.

Arrivarono a casa dell’amica di Dawn.

- Mi raccomando…occhio a ciò che fai…ci vediamo domattina…- le disse Buffy mentre scendeva.

- Potrei farti le stesse raccomandazioni, ma non sono antica come te…In bocca al lupo per stasera!! Sei perfetta!!- le rispose Dawn dandole un bacio sulla guancia.

- Crepi…

Dawn richiuse lo sportello e corse verso il portoncino.

Buffy aspettò che entrasse. Poi, dopo un respiro profondo, ingranò la marcia e si diresse verso il Bronze.

Sarebbe stata la prova finale.

 

 

Quando entrò nel locale, Buffy fu travolta da una musica assordante. I Dingoes erano al lavoro.

Si fece coraggio e avanzò, stringendo con forza la borsetta nel palmo della mano.

Cominciò a guardarsi intorno, finché non avvistò una conosciuta testolina rossa che si agitava sul tavolo sotto al palco.

- Buffy!! Siamo qui!!- urlò Xander vedendola. Willow era troppo presa a fare le lastre alla band.

La ragazza fece un cenno con la mano e si avvicinò sorridendo.

- Buffy! E’ un piacere rivederti fra noi!!- esclamò Anya facendole spazio tra lei e Tara.

- Già!- annuì quest’ultima.

- Ciao Buff…

Buffy avrebbe riconosciuto la sua voce anche nel bel mezzo di un uragano.

- Ciao Angel. Come va?- chiese meravigliandosi della sua calma.

Nessun battito accelerato.

Era andato tutto bene.

Salvo il fatto che avrebbe voluto dargli un pugno sui denti.

Ma in fondo, perché avrebbe dovuto migliorare la sua immagine?

- Tutto bene, grazie…Te?

Odiava queste domande di circostanza, elemento chiaro di mancanza di argomenti.

- A meraviglia!

Non era affatto cambiato. Sempre bellissimo. E stronzo.

- Guarda! Quello è Oz!- disse Willow costringendola a troncare quello sterile scambio di battute.

La rossa le indicò un ragazzo magrolino, con i capelli di una strana gradazione di blu. Comunque carino.

- Will…Non ti agitare, ma sta guardando proprio qui…- disse Xander serio.

- Oh mio Dio…oh mio Dio…cosa faccio?- balbettò allarmata.

- Niente! Cosa dovresti fare? Le capriole?- disse Anya un po’ acida.

- Beh…potrebbe sorridergli…- propose Tara.

- Oppure andare a fargli i complimenti per la sua musica…- concluse Xander.

Buffy non partecipava alla discussione perchè si accorse che Angel la stava fissando.

In imbarazzo, disse che andava al bancone a prendere un the ghiacciato.

Sentendosi in salvo, si rilassò.

Era contenta che non avesse avuto il solito attacco cardiaco nel rivederlo. Era davvero passata.

- Ti trovo bellissima stasera…

Il the le andò di traverso. Si voltò e i suoi occhi neri come un cielo senza stelle la stavano osservando.

- Mi hai spaventata…mi stai seguendo?

Angel si sciolse in un sorriso.

- Diciamo di si…volevo parlarti…

Buffy si mise sulla difensiva.

- Di cosa?

- Vieni…andiamo dove c’è un po’ più di calma…

Angel andò avanti e la bionda lanciò un’occhiata supplichevole al tavolo, dove tutti la guardarono senza muoversi di un millimetro.

Non le restò che seguirlo.

 

 

- Xander, sai per caso di cosa devono parlare?- chiese Willow un po’ preoccupata.

- Non so…forse dovranno chiarirsi…dopo quello che è successo non si sono più parlati…

Anya sorseggiò il suo drink.

- Spero solo che non abbia bisogno di lei per togliersi qualche prurito…

Il suo sguardo era duro.

- Non so voi, ma la storia della relazione segreta non l’ho ancora digerita…se dovessi venire a sapere che ha usato di nuovo Buffy…non risponderei delle mie azioni…

Rimasero in silenzio, poi Willow prese la parola.

- Non credo che succederà…Buffy mi ha detto di non provare più niente per lui e Angel ha una ragazza…sono sicura che voglia bene a Darla, e non le farebbe mai una cosa simile…

- Sopravvalutate un po’ troppo Mr. Tenebroso…Darla è lontana e lui è un uomo…- ribatté Anya un po’ alterata.

- Ti stai preoccupando troppo…- concluse Tara.

- Già…Buffy sta uscendo con un nuovo ragazzo…e sembra piacerle davvero molto…- disse Willow sorridendo.

Anya sembrò rassicurata.

- E chi è?

Willow alzò le spalle.

- Non ne ho idea, ma da come me lo ha descritto è davvero un bel tipo…

- Concentrati sul tuo, di bel tipo…sta venendo qui!- la interruppe Tara dandole di gomito.

 

 

Erano nel parcheggio del Bronze.

“Questo posto sta diventando un incubo ricorrente…” pensò Buffy.

Angel era di fronte a lei, appoggiato ad un’auto.

- Allora? Di cosa dobbiamo parlare?- chiese un po’ infastidita dalla situazione.

- Credo che abbiamo un po’ di cose da chiarire…non pensi?

Buffy fece per andarsene.

- Non ho intenzione di starti a sentire mentre tessi le lodi alla tua fidanzata…

Angel la fermò.

- Ti prego…

Suo malgrado, decise di restare.

- Vai…ti ascolto.

- Volevo chiederti scusa per tutto…non avrei mai dovuto trattarti in quel modo.

Buffy rise ironica.

- Non preoccuparti per me…l’occasione fa l’uomo ladro Angel…e ti assicuro che non hai provocato traumi nella mia vita sessuale, se è questo che ti turba…

“Anzi……”

- Non essere così astiosa…sto cercando di risolvere la situazione…

- Ah si? Guarda…tagliamo la testa al toro e facciamola finita, ti pare? Così l’unico risultato che otteniamo è perdere tempo, e io ho da fare…

Angel si fece attento.

- Appuntamento? Dal tuo abbigliamento si direbbe di si…

Buffy contò fino a dieci per non perdere la pazienza.

- Hai indovinato. Angel…non è che non voglia fare due chiacchiere con te…è che…

Per un momento tacque, incerta sulle parole da usare. Poi l’illuminazione.

- Per me non c’è alcun problema fra di noi, davvero. Amici?

Gli tese la mano, e il ragazzo la strinse con un sorriso sollevato.

- Amici…sono contento che tu sia andata avanti…

“Certo non ho bisogno del tuo permesso. Idiota.”

Buffy guardò l’orologio.

- Ora devo proprio andare…scusami…vado a salutare gli altri…

“Il genere umano maschile deve essere completamente impazzito…”pensò dirigendosi dentro il locale seguita dal suo ex.

 

 

- Suoni davvero bene! Complimenti!

Willow stava ubriacando Oz di parole.

I suoi amici si erano presentati e poi si erano chiusi in un ostinato mutismo.

Gli argomenti stavano per finire. Ed era imbarazzatissima.

Vedendo Buffy tornare, si sciolse in un grande sospiro di sollievo.

- Oh…lei è Buffy…Buffy, Oz!

I due si strinsero la mano.

Oz la squadrò. Se Spike l’avesse vista, avrebbe vissuto la sua vita in assoluta monogamia!

Decisamente bella…ma la rossa era più interessante…

- Piacere…scusa Will, ma devo scappare o arriverò tardi al mio appuntamento…

- Ok…- disse ridacchiando l’amica.- Ti telefono domani, così mi racconti…buona serata!

Salutati tutti gli altri, corse velocemente alla macchina.

Aveva voglia di rilassarsi. La chiacchierata con Angel le aveva tolto ogni forza vitale.

Ma sapeva che l’avrebbe recuperata non appena certi occhi si sarebbero posati su di lei…

 

 

 

Spike stava finendo di preparare il tavolinetto davanti alla tv.

Niente sedie. Solo un divano e una pizza. E qualche candela a creare l’atmosfera adatta per…che cosa?

Non lo sapeva neanche lui…voleva solo che fosse una serata impeccabile…

- Si può?

Era lei.

- Vieni pure…

il sorriso di Spike la investì, facendole tremare le gambe.

Possibile che avesse tutto questo potere su di lei???

- Ciao…- disse timidamente.

Lui si avvicinò e la abbracciò dolcemente, passandole le braccia intorno ai fianchi, e sfiorandole il collo con le labbra.

- Ciao piccola…non vedevo l’ora che arrivassi…sei bellissima…

“ Adesso svengo…”

Spike interruppe il contatto poco dopo, pendendola per mano e conducendola sul divano.

Buffy ne fu un po’ delusa, ma non diede segno di protesta.

- Cosa prevede la serata?- chiese prendendo la custodia del dvd in mano.

Spike la guardò di sottecchi mentre portava il cartone con la pizza e da bere.

- “Intervista col vampiro”, una quattro stagioni gigante, un po’ di pop corn, bevande a fiumi…e poi si vedrà…

Un brivido intenso le percorse la schiena.

Il ragazzo spense le luci e si sedette accanto a lei.

Buffy era tesa come una corda di violino. Lo guardò senza farsi notare: i bagliori della tv si riflettevano nei suoi occhi come lampi.

- Chi preferisci? Louis o Lestat?- chiese lui voltandosi all’improvviso verso di lei.

La ragazza sembrò pensarci.

- Louis. Sensibile e dilaniato dall’angoscia per la sua natura demoniaca…eppure così attratto da questo suo lato oscuro…

Spike rise divertito.

- Cosa ho detto di tanto sciocco?- chiese lei, un po’ ferita.

Il ragazzo se ne accorse.

- Non ridevo per ciò che hai detto! Pensavo che ti piacesse perché è biondo e ha gli occhi azzurri…

Buffy arrossì, benedicendo il buio.

- Ammetto che in parte è così…

Spike le passò un braccio sopra le spalle, avvicinandola a sé e lei ne approfittò per accoccolarsi contro il suo petto.

- Te invece? Immagino Lestat…

Il biondo annuì, mentre col dito le disegnava piccoli cerchi sulla pelle.

- Raffinato, egocentrico e crudele quanto basta…il mio ritratto!

Buffy non poté fare a meno di dargli un piccolo bacio sulla guancia.

- Perché?- chiese lui stupito.

Lei sorrise.

- Sei adorabile…

Tornarono a concentrarsi sul film, rimanendo allacciati l’uno all’altra.

Spike si sentì invaso da una pace mai provata prima.

Stava bene.

Tutto era perfetto.

Lei era perfetta.

 

 

Il film era finito.

Le candele consumate.

Rimasero nell’oscurità senza neanche accorgersene.

Spike giocava con una ciocca di capelli di Buffy, mentre lei continuava a poggiare la testa su di lui, desiderando che quel momento non finisse mai. Poi sentì che lui la stava osservando. Alzò il capo verso il suo viso. Sapeva che le sue labbra erano a pochi centimetri da lei.

Le loro bocche si incontrarono in un bacio tenero e voluttuoso.

Buffy si strinse ancora più forte a lui.

Di nuovo le sue mani che cercavano di aprirsi un varco verso la sua schiena, sotto il top.

- Credo che la cena si sia raffreddata…- bisbigliò Spike senza smettere di accarezzarla.

Buffy come risposta si alzò dal divano e lo condusse verso il letto. Lo fece sdraiare e cominciò a sbottonargli la camicia, baciandolo con leggerezza sul torace ormai nudo.

Stando a cavalcioni su di lui, si liberò della maglietta.

Spike si tirò su, affondando la testa tra i suoi seni e inspirando a fondo il profumo di vaniglia di Buffy.

Sentivano entrambi che la sottile barriera di cotone che li separava era insopportabile. Il ragazzo si liberò di pantaloni e boxer, e poi la aiutò a disfarsi dei suoi abiti, ormai inutili.

Il contatto tra i loro corpi nudi fu un’emozione che li lasciò senza fiato.

Buffy si sistemò di nuovo sopra di lui, sentendo tra le cosce l’eccitazione di Spike.

Lui la baciò e continuò a baciarla anche quando entrò in lei.

La ragazza emise un gemito soffocato, e poi cominciò a muoversi lentamente. Spike seguiva i suoi movimenti, assecondandoli.

Il ritmo lento e costante lo stava facendo impazzire.

Di colpo, Buffy accelerò, buttando la testa in dietro. Spike la sentì tremare e venne con lei, tenendola stretta.

- Non ti muovere…- le disse facendola adagiare su di lui.

- Voglio rimanere dentro di te…

Buffy chiuse gli occhi, esausta ma felice.

Spike le accarezzava la schiena.

- Rimarrei così per tutta la notte…- disse piano.

Lui le baciò la fronte.

- Allora rimani…

La ragazza si distese sul letto accanto a lui.

Erano viso contro viso.

- Buonanotte…- gli disse baciandolo.

- Buonanotte…- le fece eco lui abbandonando il capo sul suo grembo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7. FEELINGS

 

 

La luce cominciò a filtrare attraverso le fessure della finestra.

Buffy e Spike giacevano l’uno accanto all’altra.

Buffy non dormiva.

Voltata da un lato, osservava il ragazzo, seguendo le curve dei lineamenti del suo viso, con lo sguardo corrucciato e le labbra piegate in un delizioso broncio.

Non aveva mai pensato di provare delle emozioni così profonde.

Ed era stato completamente diverso rispetto alla sera prima.

Questa volta avevano fatto l’amore.

L’aveva capito perdendosi negli occhi azzurri di Spike, che non avevano smesso un attimo di guardare nei suoi.

Era sta una notte magnifica, che purtroppo ora finiva.

Sfiorò la sua guancia, liscia come la pelle di un bambino.

Lui aprì gli occhi e la guardò intensamente.

In quel momento sentì di amarlo.

- Buongiorno…dormito bene?- le chiese accogliendola fra le sue braccia.

Lei annuì con un sorriso.

Poi si rabbuiò. Si levò in piedi e cominciò a cercare i suoi vestiti.

Anche Spike si alzò dal letto, un po’ stupito dal repentino cambio d’umore di Buffy, indossando i jeans.

- Cosa c’è?- le chiese poggiandole una mano sulla spalla.

Buffy smise di agitarsi, e rimase immobile.

- Niente…pensavo che ora è tutto così complicato…

Spike non rispose, lasciandola continuare.

- Cosa facciamo ora?- gli chiese guardandolo con grandi occhi impauriti.

- O meglio…cosa siamo?

“La domanda da un milione di dollari…”pensò Spike sedendosi.

- Cosa vuoi che io sia per te?

Lei poggiò a terra la giacca e si mise accanto a lui.

- Non lo so…

Poi lo guardò di nuovo in volto.

- Ho paura…tutte queste emozioni, i miei sentimenti…i tuoi…tutto questo mi terrorizza…non ho mai provato niente del genere…non sono pronta per…

Spike si alzò senza dire una parola, lo sguardo incupito di colpo.

- Non ti ho chiesto niente…e non è neanche il primo dei miei pensieri avere pretese o risposte.

La ragazza abbassò lo sguardo, forse dispiaciuta di aver rovinato tutto con la sua domanda.

Lui si accomodò ai suoi piedi cercando di ristabilire un contatto.

- Non volevo dire che non m’importa niente di questa cosa che abbiamo…

Lei continuava a non guardarlo, e lui le sollevò il mento.

Fu allora che si accorse che Buffy stava piangendo.

Qualche lacrima cominciava a scenderle lenta sulla guancia.

Spike si sentì gelare.

- Ehi, piccola…non fare così…- disse prendendole il viso fra le mani e cercando di rassicurarla.

- Ho paura anche io…- ammise alla fine.

Buffy lo guardò sorpresa.

- So cosa stai pensando…non vuoi soffrire di nuovo, vero?

La ragazza annuì.

- Non so cosa è successo tra te e il tuo ex, e non voglio saperlo se non sei tu a decidere di parlarmene, ma posso raccontarti di me e Dru…se vuoi…

Lei annuì di nuovo, con le lacrime che continuavano a cadere.

Si sentì sciocca.

Spike era lì, che le stava aprendo il suo cuore, e lei piangeva.

- Ascoltami Buffy…lei ha preso il mio amore e lo ha calpestato, fatto a pezzi…per questo mi sono ripromesso di non innamorarmi mai più e di usare le donne a mio piacimento, cosa che ho fatto fino ad oggi…era mia intenzione fare lo stesso anche con te, ma tu sei diversa…sei una persona fantastica e sei riuscita a farmi ricordare cosa significa provare dei sentimenti per qualcuno…e voglio continuare a sentire questo fuoco dentro di me…con te… non ti chiedo niente di ufficiale, ma solo di poter continuare a passare serate, notti e mattine come quella che abbiamo appena vissuto…solo questo…

Spike la osservava stringendole una mano e aspettando una risposta.

Poi si accorse di essere inginocchiato ai suoi piedi.

- Anche se la posizione è questa, non ti sto chiedendo di sposarmi…- disse ridacchiando mentre si alzava in piedi, riuscendo a strappare un sorriso a Buffy, che si asciugò le lacrime.

La ragazza lo abbracciò, cogliendolo di sorpresa.

- Voglio continuare a sentire anch’io quel fuoco…voglio bruciarmi…

Lui sorrise e le cinse la vita.

“Ti amo Summers!” pensò scrollando la testa, subito fermandosi di botto.

Buffy avvicinò la sua bocca alle labbra di Spike, sciogliendosi in un bacio delicato e gentile.

- Ora devo tornare a casa…prima che quella strega di Dawn ritorni…- disse lei sciogliendosi controvoglia dall’abbraccio.

- Perché strega?- chiese Spike con un mezzo sorriso.

- E’ una storia lunga…

Il ragazzo la catturò e la gettò sul letto immobilizzandola.

- Sai bene che finché non parli non te ne andrai…quindi…

Buffy accennò una timida protesta, che si affievolì man mano che lui la baciava sul collo.

- Se fai così, potrei non dirtelo mai…- mormorò in estasi.

Ma Spike non smise.

Lei gli intrecciò una mano tra i capelli ossigenati, che ora disegnavano tanti piccoli ricci.

- Non vorrei, ma ora devo proprio andare…

Il ragazzo le diede un ultimo leggero bacino e la lasciò libera.

- Ci vediamo stasera?- chiese lei con sorriso radioso.

Lui la guardò serio.

- E me lo chiedi, tesoro?

Si baciarono di nuovo, amareggiati entrambi di doversi lasciare.

- Adesso vado davvero…

Spike rimase immobile per un po’ dopo che Buffy ebbe richiuso la porta dietro di sé, poi si buttò sul letto sorridendo.

Si era veramente detto che la amava.

Lui amava Buffy Summers.

Non poteva farci niente. Non reggevano né le promesse né le imposizioni che si era fatto.

L’amore colpiva sempre a tradimento.

 

 

 

- Xan…sai qualcosa del nuovo ragazzo di Buffy?

Angel aveva buttato là la domanda distrattamente, sperando che l’amico non si accorgesse della sua premeditazione.

- No…poco…è molto restia a parlarne…- rispose Xander continuando a studiare. Avrebbero avuto un esame a breve.

- Voglio dire…non sai neanche come è fatto? O il nome?

Xander alzò lentamente gli occhi su Angel.

- Non perché mi interessi…magari potrebbe essere un serial killer…

- Si chiama Spike e Buffy dice che è bellissimo e intelligentissimo, e un sacco di altri issimo…basta.

Angel fece per tornare a leggere il testo di filosofia.

- Il nome non promette niente di buono…non credi? Fa pensare ad un teppista…e se le facesse trascurare l’università?

Xander lo fissava in silenzio, mettendolo in imbarazzo.

- Angel…siamo in piena estate, e sai bene che Buffy ha finito gli esami già da qualche tempo…ha fatto persino prima di Willow…è una cervellona…

Il moro annuì, cercando di apparire convinto della cosa.

I due tornarono a studiare e Angel decise di far passare qualche minuto prima di arrivare alla domanda che davvero lo interessava.

Quando vide Xander completamente preso dalla lettura, agì.

- Ti ha…raccontato…qualcosa…del…sesso?

Xander chiuse il libro con forza, con un sorrisino stampato in faccia.

- Ho ricevuto il messaggio. Parliamo di Buffy. Credo che di questo argomento sappia di più Will…che però ha parlato con me, ovviamente…quanto sei disposto a sganciare per quest’informazione?- disse serie mostrando il palmo della mano ad un allibito Angel.

 

- Spero che tu stia facendo uno di quei tuoi stupidi scherzi…!- esclamò.

Xander alla fine assentì.

- Diciamo che stavo usando del sarcasmo…- si giustificò, ma poi vedendo la faccia impaziente dell’amico ritornò subito sull’argomento.

- Da ciò che so, si conoscono da qualche mese. Li ha presentati Dawn. Ieri sera è andata a casa sua, e a quanto pare ci ha dormito…

- Che ne sai?- chiese Angel sospettoso.

- Stamattina le ho telefonato a casa e non mi ha risposto nessuno. Ci ho riprovato un paio di volte, finché non mi ha risposto Dawn, che mi ha detto che Buffy non è rientrata stanotte…

Il ragazzo scattò in piedi.

- Se le ha fatto qualcosa giuro che…

- Calma Vendicatore! Credo che non le abbia fatto niente che lei non abbia voluto…- rispose caustico Xander prendendolo per un braccio.

- Adesso è il mio turno di fare domande…che significa tutto questo?

Angel fece finta di non capire.

- Mi prendi per scemo?

Il ragazzo si arrese all’evidenza.

- Ok…provo ancora qualcosa per lei…

Xander lo scrutò.

- Non sarà perché tra te e Darla non va molto bene, vero?

- Assolutamente! Penso di aver sbagliato a mollarla…

- Io credo che sia un po’ tardi…

Angel parve pensarci.

- Non importa…scoprirò chi è quel tipo che vuole portarmela via…

Xander sospirò.

Sperò che questo non avrebbe causato problemi a Buffy.

- Fai come vuoi…ma ora studia…e sappi che io non approvo. Cerca di lasciarla stare…è meglio per tutti…

I due tornarono ad occuparsi di filosofia, e il consiglio di Xander cadde nel vuoto.

 

 

Dawn era intenta a preparare il pranzo quando Buffy rientrò di soppiatto in casa.

Cercando di non fare rumore tentò di raggiungere la sua camera per evitare di raccontarle il motivo del suo ritardo stratosferico. Cautamente, chiuse la porta alle sue spalle e aguzzò le orecchie verso la cucina: la sorella stava fischiettando allegramente.

Appese silenziosamente la giacca e posò le chiavi della macchina sul mobile all’ingresso, e con passo felpato si diresse verso le scale.

- Bentornata…

Buffy si voltò lentamente. Dawn era appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto e un sorriso beffardo in volto.

- Stessi vestiti di ieri, aria assorta, tentativo di nascondere il ritorno, capelli scomposti…si direbbe che tu abbia passato la notte fuori…La prossima volta scommettiamo dei soldi, però…a quest’ora sarei milionaria!

“Per un pelo la scampavo…” pensò la bionda maledicendosi.

- Dawnie…sono stanca…lasciami arrivare al letto…per favore…- la supplicò con voce melliflua.

- Ci avrei scommesso che fossi esausta…chissà che faticata questa notte, eh?

Buffy arrossì fino alle punte dei piedi.

- Non ho intenzione di parlare di questi argomenti con mia sorella minore…e minorenne!!- esclamò dirigendosi decisa verso il piano superiore.

- Allora è successo qualcosa!- ribatté Dawn con l’indice puntato.

- E’ bravo?- chiese poi con aria complice.

Buffy sospirò, alzando gli occhi al cielo.

- Ti prego! Cosa vuoi che ti dica? Che ho dormito con Spike? Mi sembra piuttosto evidente, vista l’ora…

Dawn fece una smorfia di disgusto.

- Non continuare! Voglio solo sapere com’è…

- Il sesso?

- Ma no!!!! Spike!

Buffy si lasciò cadere sul divano, dicendo addio al suo letto.

- E’…fantastico…- ammise alla fine con aria rapita.

Dawn assunse un’aria delusa.

- Ma dove vuoi arrivare a parare?- chiese la bionda guardinga.

Il silenzio della sorellina fu eloquente.

- Sono sempre stata curiosa di sapere com’è sotto QUELL’ASPETTO…- disse infine sottolineando le ultime due parole.

- Non voglio più stare a sentire i tuoi deliri…- rispose Buffy alzandosi.

Dawn la seguì.

- Dai! Stavo scherzando!! Come siete rimasti? Adesso dovete prendere una direzione…state insieme?

Buffy ci pensò. Alla fine cosa avevano deciso? Non poteva certo dire alla sorella che “avrebbero continuato a sentire il fuoco”! Dawn avrebbe sicuramente frainteso. Tra loro c’era molto di più…

- Continueremo ad uscire…come coppia, credo…

Dawn ridacchiò.

- Con Spike la parola “coppia” non esiste.

- Intendila come vuoi…è certo che continueremo a frequentarci…e chi vivrà, vedrà…

Buffy annusò il contenuto della pentola.

- Che si cucina di buono?

Dawn mescolò il sugo.

- Cucina italiana oggi…spaghetti al sugo…ah! Vengono Will e Tara a pranzo…tra poco saranno qui…

La ragazza si guardò.

- Necessito di doccia e cambio abbigliamento…ora!

Buffy se ne scappò in bagno e Dawn cominciò ad apparecchiare.

 

 

 

Spike fece il suo ingresso al Bronze quando erano passate da poco le tre.

- Hai deciso di rimettere piede qui, Bubu?- lo prese in giro Oz posando il basso sul palco e raggiungendo l’amico.

- Smettila con questa storia…come vanno le prove?

- Benissimo! Stasera per il concerto ci sarà il pienone!

Il biondo notò la strana espressione sul volto del ragazzo.

- Chi aspettiamo stasera?

Oz sembrò cadere dalle nuvole.

- Ho conosciuto una ragazza ieri sera…e ha anche una bellissima amica per te…altro che la tua misteriosa amichetta!

I pensieri di Spike volarono subito a Buffy.

- Non mi interessa…al momento lei occupa tutta a mia mente…

Si morse la lingua, accorgendosi di essersi esposto troppo.

- Solo la mente? O anche un certo cuoricino, un po’ impolverato?- chiese Oz.

- Può darsi, ma non lo vengo certo a dire a te…

Oz riprese il suo strumento e cominciò ad accordarlo.

- Eppure sono sicuro che se vedessi l’amica di Willow partiresti per la tangente…

Spike sbuffò.

- Ti ho detto che non mi interessa. Può essere anche Sharon Stone…non mi farebbe né caldo né freddo…ho smesso di comportarmi male con le donne.

Oz si schiarì la voce.

- Cosa c’è ora?

Il ragazzo gli indicò un tavolo alle sue spalle e Spike sbiancò, cercando di nascondersi dietro di lui.

Harmony.

- Credo che dovresti parlarle…

Spike si fece coraggio e la raggiunse, sfoderando il più accattivante dei suoi sorrisi.

La biondina, con un gridolino, si lanciò tra le sue braccia.

- Finalmente sei tornato Blondy Bear! Sono settimane che vengo al locale per rivederti!

Spike cercava di liberarsi dalla morsa dell’abbraccio di Harm, e Oz rideva da lontano, gustandosi la scenetta.

- Harm! Lasciami! Mi stai stritolando!

La ragazza lo lasciò andare.

- Devo parlarti…andiamo in un posto più appartato?- le disse indicandole il piano superiore del locale.

Harmony ridacchiò maliziosa.

- Vedo con piacere che le vecchie abitudini sono rimaste…- mormorò seguendolo.

Spike si appoggiò al parapetto e la ragazza si inginocchiò ai suoi piedi prima che lui potesse dire una parola, cominciando ad armeggiare con la sua cintura.

Il biondo la bloccò, prendendola per le spalle e costringendola a tirarsi su.

- Pensavo che volessi…- tentò di giustificarsi con sguardo seducente.- Avrei proprio voglia di assaggiarti ora…

Le sue mani erano arrivate di nuovo all’altezza della patta dei suoi jeans.

- Ok…basta così. E’ finita Harm.

La bionda lo guardò smarrita.

- Perché? Pensavo che ci divertissimo insieme…

Spike si sentì stringere il cuore.

Adesso sapeva cosa avevano provato le ragazze che aveva scaricato al telefono.

- Si…ma ora voglio qualcosa di più…

Lo sguardo di Harmony era diventato duro e sferzante.

- Chi è la tua nuova puttana?

Era più difficile di quanto pensasse. Esitò.

- Anzi…non mi interessa. Sei piccolo, Spike. Un piccolo omino. Ci vediamo, stronzo.

La bionda scese a testa alta le scale ed uscì dal locale con un sorriso, salutando la sua compagnia.

Spike era rimasto ammutolito.

Oz lo raggiunse.

- Come l’ha presa?

- Sembrerebbe bene. Ma mi ha fatto sentire una merda.

L’amico gli diede una pacca sulle spalle.

- Ti avevo detto che era rischioso giocare con i sentimenti della gente… Ma non preoccuparti…E’ uscita sorridendo, non deve stare molto male…vieni, ti offro da bere.

I due si avviarono al bancone.

 

 

Una piccola figura singhiozzava in un angolo del parcheggio, raggomitolata su sé stessa.

I capelli dorati le coprivano il volto.

Sembrava impossibile da consolare.

 

 

 

Willow e Tara, dopo aver passato il pranzo a parlare di università, esami e vacanze, e vedendo che Dawn era uscita per andare in piscina, decisero di affrontare l’argomento scottante con Buffy.

La bionda stava preparando il caffè, mentre le due amiche la aspettavano in salotto davanti alla tv.

- Pensi sia il caso di andare dritte al punto? O meglio glissare ancora un po’?- chiese titubante la rossa.

Xander l’aveva chiamata non appena Angel era uscito di casa, e le aveva raccontato tutto, mettendo involontariamente in moto un tam-tam che portava filato a Buffy. E Willow aveva chiesto consiglio a Tara se rivelare o no alla sua migliore amica che il suo ex era di nuovo libero e intenzionato a riallacciare con lei.

- Credo sia meglio dirle tutto. Ora.

In quel momento tornò Buffy con le tazzine fumanti.

- Di cosa?

Le due ragazze si guardarono.

- Ehmmm…stasera c’è il concerto dei Dingoes, e Oz suona…perché non vieni?- disse Willow allegramente, mentre Tara le lanciava uno sguardo sbigottito. La rossa le diede una gomitata e riprese a sorridere, aspettando la risposta di Buffy.

- Allora hai approfondito con lui…- disse la bionda.

- Abbiamo parlato un po’ ieri sera dopo che sei andata via…e mi sembra interessato…- rispose Willow diventando paonazza.

- Allora? Verrai?- insisté Tara.

- Ma si…perché no? Potrei chiedere a Spike se ha voglia di venire…- disse Buffy pensierosa.

Tara ne fu felice.

- Bene! Così conosceremo questo fantomatico ragazzo!

- E soprattutto lo vedremo…- ridacchiò Willow.

- Ragazze…devo proprio dirvelo…mi piace davvero…finirò per innamorarmene, se continua così…- sospirò.

Le amiche rimasero in silenzio, aspettando che raccontasse.

- Ieri sera è stato stupendo…

La rossa annuì con sguardo furbo.

- Ci credo! Un uccellino mi ha detto che sei rientrata qualche ora fa…

Buffy sorrise di rimando.

- Eh si…

- Dalla faccia estasiata che hai, non credo ci sia bisogno di fare domande!- sghignazzò Willow.

Le tre ragazze si scambiarono uno sguardo complice e poi scoppiarono a ridere.

- E’ meraviglioso vederti così felice! Spike deve essere proprio speciale…- le disse Tara.

- Spero che questa sera accetti di venire al Bronze…vi piacerà sicuramente!

Buffy le accompagnò alla porta, dandogli appuntamento per la sera stessa.

- Abbiamo fatto bene a non dirle niente…- disse piano Willow controllando che la porta fosse chiusa.

- Devo ammetterlo…ma che succederà stasera se ci sarà anche Angel?- si chiese Tara.

- Non importa…finalmente è tornata allegra e vitale come un tempo, e non certo grazie a lui…la vita è fatta di corsi e ricorsi…ora è il turno di Angel provare cosa vuol dire non essere ricambiati…

Tara annuì poco convinta.

Le previsioni erano davvero poco rincuoranti.

 

 

 

Spike stava facendo ritorno a casa, accompagnato da Oz.

- Come mai non hai preso la macchina?- chiese affaticato rivolto al biondo, che si stava fumando una sigaretta.

- Annusa l’aria del tramonto! Fa risvegliare i sensi!- esclamò facendo una tirata.

- A me tutto questo rosso e arancione fa venire in mente solo i capelli di Willow…- rispose con spensieratezza il ragazzo.

- E questo non ti basta a far risvegliare i sensi?- gli disse Spike chiudendo gli occhi e abbracciandolo.

- Quando t’ innamori fai paura…- lo canzonò Oz allontanandolo.

- Sono davvero curioso di vederla, questa rossa…- disse gettando il mozzicone a terra.

- E io sono curioso di vedere la tua ragazza…

Spike sembrò pensarci.

- Sai che ancora non so se considerarmi in coppia o no?

Oz lo guardò con sguardo interrogativo.

- Non abbiamo mai affrontato chiaramente l’argomento…

L’amico alzò le spalle.

- Che ti importa? Stai bene con lei, e SOLO con lei?

Il biondo aspettò qualche secondo prima di ammetterlo.

Non voleva davvero nessun’altra.

- Dio…quasi non ti riconosco dallo Spike di due o tre giorni fa…ad ogni modo, non serve che vi mettiate l’etichetta di coppia…vivetela così come viene…

Spike lo squadrò divertito.

- Sei proprio saggio…

- Smettila! Come faresti senza di me che ti illumino il cammino?

I due risero, poi il biondo tornò serio.

- Comunque, hai ragione…se seguissi un po’ di più i tuoi consigli…

Il cellulare di Spike squillò. Diede una rapida occhiata al display e strizzò l’occhio a Oz.

- E’ lei…non può fare a meno di me… Ciao dolcezza! Al Bronze stasera? Certo che mi va…e mi va anche quest’altra cosa…più della prima! Passo a prenderti alle nove…lo so che il concerto inizia alle dieci e mezza, passerotto……certo……a dopo…

Chiuse il cellulare e guardò il cielo, dove già faceva capolino qualche stella.

- Spike! Non ti vedevo così dai tempi di Dru…anzi…forse non ti ho mai visto così, prima…- esclamò Oz serio.

-…e devo dire che mi piaci di più così…sei più…”vivibile”!

Il biondo gli lanciò uno sguardo malizioso.

- Potrei anche baciarti, adesso…

- Finiscila scemo! Il tuo lato gay sta prendendo il sopravvento?

Spike rise di gusto.

- No…non preoccuparti…la mia dea bionda l’ha completamente annullato…

- Le hai già raccontato del tuo passato?

Spike scosse energicamente la testa.

- No. Non è ancora il momento… Per ora voglio solo godermi l’attimo…

Continuarono a camminare in silenzio, entrambi felici e ansiosi che la notte arrivasse presto.

 

 

Ore 21. Bronze.

Angel picchiettava impaziente le dita sul tavolo, con il viso contratto in una smorfia.

Voleva assolutamente vedere il nuovo ragazzo di Buffy e strangolarlo.

Spike…quel nome non gli suonava affatto nuovo…

Darla era ripartita nel pomeriggio per New York, lasciandolo da solo a combattere contro questi nuovi sentimenti che lo stavano divorando.

Sapeva bene anche lui che non era giusto cercare di riaffacciarsi nella vita di Buffy dopo tutto ciò che le aveva fatto, ma non poteva farne a meno.

Qualsiasi cosa avessero fatto, sarebbero comunque rimasti collegati da un filo sottile, che li avrebbe uniti per sempre.

Sorseggiò la sua birra pensieroso.

Quella ragazza bionda era riuscita a fargli dimenticare la vita sregolata che conduceva allora, nonostante la sua parte perversa e senza cuore fosse riemersa qualche mese prima.

Prima di conoscere Buffy, la sua vita era scandita da festini, orge e alcool, con un gruppo di persone che vedeva solo in queste “occasioni” e con cui non avevano mai avuto contatti al di fuori.

I suoi compagni di giochi erano tutti perfetti estranei, tranne uno.

Solo con lui aveva approfondito l’amicizia.

Poi era uscito dal giro, e non ne aveva saputo più niente…

Ed infine era arrivata Buffy.

Solo lei era a conoscenza del suo segreto.

E non lo aveva mai giudicato per questo.

Forse aveva davvero fatto un grande errore con lei e questa sera glielo avrebbe detto, con o senza il permesso di questo Spike.

Strinse con violenza le dita sul bicchiere.

Lo avrebbe ammazzato come un cane.

 

 

Harmony entrò nel locale nel momento in cui Angel ordinava un’altra birra.

Si accomodò al bancone, salutando Carrie, la barista.

- Come va, Harm?- le chiese porgendogli un bicchiere di Pepsi.

- Non molto bene…io e Spike ci siamo lasciati…ha detto di avere un’altra. Me la pagherà cara, quello stronzo…

I suoi occhi erano carichi d’odio.

- Lascia perdere…sono uomini…sei così carina…punta ad altro…

L’espressione della bionda si fece furbesca.

- Dove vuoi arrivare?

La ragazza al bar fece un cenno con il capo mentre puliva un bicchiere.

- Guarda quel ragazzo laggiù…siede tutto solo…ed è veramente bello…

Harm si volo nella direzione indicatale.

- Il moro?

La barista annuì.

Carrie aveva ragione da vendere…

- E’ lì da una mezz’ora…perché non vai a vedere com’è la situazione?

La bionda sorrise a mezza bocca e si alzò.

Ancheggiando, lo raggiunse.

- Ciao…- disse sfoderando il suo sorriso bianchissimo e buttando all’indietro la chioma dorata.

Angel tirò su il viso e le sorrise.

- Ciao…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8. SURPRISES

 

 

Buffy controllava la lista della spesa, supervisionata da Dawn.

Le due ragazze avevano appena finito di cenare.

- Hai scritto due volte il burro d’arachidi…- le disse lanciando un’occhiata al foglietto.

Buffy non le rispose, mordicchiando distrattamente la penna con gli occhi rivolti verso l’alto.

Chissà cosa aveva organizzato Spike per la serata…

Un’ora e mezza prima di andare al Bronze era molto tempo… Le labbra le si incresparono in un sorriso pensando a lui che la riempiva di baci ovunque…

- Terra chiama Buffy!! Ehy! C’è nessuno in casa?- esclamò Dawn dandole un paio di colpetti sulla testa.

- Eh? Si…manca il burro d’arachidi…- rispose scribacchiando sul block notes.

Dawn sbuffò.

- Sei insopportabile!

Buffy ritornò alla realtà in un lampo.

- Cosa vuoi dire?? Anzi! Falla te la lista della spesa. Ho un appuntamento, io!- disse alzandosi e consegnando carta e penna a Dawn, senza lasciarle il tempo di ribattere.

La sorellina la inseguì fino in camera sua, e si sedette sul letto.

- Togliti di li! Mi spiegazzi tutti gli abiti!- strillò la bionda in panico.

Dawn guardò sotto il suo sedere.

Incredibile!

Buffy aveva trasferito tutto il contenuto dell’armadio sul letto!

- Pensi di tornare stanotte?- chiese poi innocentemente.

Buffy la fissò a bocca aperta per qualche secondo, poi tornò a truccarsi, rassegnandosi al fatto che ormai sua sorella sapeva che lei e Spike avevano fatto sesso.

Le si disegnò un sorrisino sulle labbra rosse.

- Non lo so…

- L’importante è che tu me lo dica in tempo, così se telefona mamma…

Buffy smise di passarsi l’ombretto sugli occhi.

- Se chiama, le dici che sono a dormire e che non vuoi svegliarmi. Semplice.

Dawn sospirò.

- Per te è tutto semplice! Tanto sono io che devo mentire per te! E sai che non sono brava a dire le bugie…

- Andiamo! Non agitarti! Se sei fortunata mamma telefonerà tra poco…- la rassicurò la bionda mentre sistemava i lunghi capelli sciolti sulle spalle.

Dawn lanciò uno sguardo alla baraonda di abiti che sua sorella aveva sparso per tutta la stanza.

- Cosa metterai?

Buffy, con una mano sul mento, scrutava con occhio clinico ogni capo.

- Longuette nera, canottiera bianca. Cosa dici?

Dawn alzò il pollice in alto.

- Perfetto…

Soddisfatta, si tolse la vestaglia celeste con le paperette e cominciò a vestirsi.

- Posso avere un po’ di privacy?- chiese scocciata.

Dawn le fece una linguaccia e uscì.

Trenta secondi dopo, il telefono cominciò a squillare insistentemente.

- Visto? Non dovrai dire bugie e la tua anima potrà raggiungere le grazie del Paradiso!!- gridò Buffy prima di portarsi la cornetta all’orecchio.

- Pronto?

- Affacciati alla finestra della tua camera, amore…- rispose la voce dall’altro capo e poi riappese.

La ragazza ridacchiò, poi si diresse dove le era stato detto.

Spalancando le tende, si ritrovò il viso di Spike a un metro da lei.

Il biondo era comodamente seduto su un ramo dell’albero che lei aveva usato un sacco di volte per uscire di nascosto.

Fumava una sigaretta e aveva stampato in faccia uno strano sorrisino.

- Cosa fai appollaiato là???- chiese lei stupita.

- Sorpresa…

- Non mi aspettavo che arrivassi in anticipo…- disse lei sorridendo.

Quando vide la sua espressione farsi interrogativa, un atroce dubbio colse Buffy.

Si voltò rapidamente verso la sua sveglia: le nove in punto.

Era lei ad essere in ritardo e assolutamente non pronta!

Si chinò sotto il letto per cercare i suoi stivali.

- Tesoro…non m’inviti ad entrare?- chiese Spike appoggiandosi al davanzale.

- Uh? Ma certo…entra pure!- esclamò lei riuscendo a trovare lo stivale sinistro.

- Questo non ti serve ora…- le disse lui sfilandoglielo dalle mani e lanciandolo dietro di lui.

Lei appoggiò le mani ai fianchi.

- Sai che non dovresti essere qui, vero?

Spike fece spallucce.

- Qual è il problema?

Buffy assunse un’espressione preoccupata.

- C’è Dawn di sotto…che succede se…

La bionda fu interrotta dalle labbra di Spike che catturavano le sue.

Ogni resistenza si sciolse e lei contraccambiò il bacio, buttandogli le braccia intorno al collo.

- Mi sei mancato oggi…- gli disse con tenerezza.

- Anche te bambolina…

Si allontanò leggermente da lei e la rimirò dalla testa ai piedi.

- Lasci senza fiato stasera…- disse Spike sincero.

Era meravigliosa.

Lei arrossì leggermente e il biondo le fu vicino in un attimo.

- Sai che non devi arrossire…mi fa andare su di giri…- le sussurrò in un orecchio.

- Allora cosa aspetti?- disse lei piano mordendogli il collo.

La prese per mano e la fece sedere sul letto, in maniera tale da dare le spalle alla porta.

Lui si inginocchiò ai suoi piedi.

Con un movimento lento, le tirò su la gonna.

Buffy sentì un tremito non appena lui le poggiò le mani sulle ginocchia.

La ragazza si appoggiò con le braccia sul letto e reclinò la testa indietro.

- Queste non ci servono…- disse lui sollevando con due dita gli slip di Buffy e sventolandoglieli davanti al naso.

- Non credo…- bisbigliò lei contraccambiando lo sguardo malizioso di Spike.

Senza fretta, cominciò ad aprirle le gambe.

Buffy rabbrividì quando sentì la sua lingua danzare sul suo interno coscia, soffocando un gemito quando raggiunse la meta.

- Oh Dio…- mormorò sentendolo farsi strada con un dito, mentre continuava a leccare insaziabile.

La bionda ebbe l’impressione di udire dei rumori lontani…sembrava il trillo di un telefono.

Non ci fece caso, continuando ad annegare nelle piacevolissime sensazioni che Spike gli stava regalando.

Poi la porta si spalancò.

La ragazza si sentì gelare, ma Spike sembrava non avere la minima intenzione di smettere, protetto dal letto e dal corpo di Buffy, che sembrava normalmente seduta.

- C’è la mamma al telefono…scendi?- chiese Dawn rimanendo sulla soglia.

Buffy girò solo la testa verso la porta, chiedendosi perché diavolo non era possibile per gli esseri umani girare il capo a 360 gradi.

- Ho qui il cordless…- rispose cercando di non pensare ai movimenti della lingua di Spike dentro di lei.

- Sbrigati…credo che Spike ti stia aspettando in macchina qua fuori…- le disse Dawn uscendo e richiudendo la porta.

- Sei impazzito?- esclamò prendendo il viso di Spike tra le mani e sollevandolo.

Lui si passò la lingua sulle labbra con un sorriso di sfida.

- Dimmi che non ti è piaciuto…e se mi dirai di no, non ti crederò. Una parte di te ha apprezzato molto…

Buffy ridacchiò.

- Non l’ho detto…va bene la trasgressione, ma non con Dawn!!!

Spike le accarezzò il ventre piatto.

- Passerotto…tua madre sta aspettando…

Buffy spinse il tasto verde sul telefono.

- Mamma!! Ero in bagno…

Il biondo le sollevò il lembo della maglia, scoprendo il reggiseno.

- Si tutto benissimo! Te?

Abbassò il push up, scoprendo un capezzolo, che cominciò a baciare e a succhiare piano piano.

- N-no…n-non farò tardi…stasera…- disse Buffy cercando di non urlare per il piacere che le martellava in ogni parte del suo corpo.

Lui se ne accorse e le infilò di nuovo una mano fra le gambe, continuando a tormentare il suo seno.

- Ok…ciao mamma…

Buffy non fece in tempo a chiudere il telefono che si ritrovo per terra, con Spike sopra.

- Piccola…- le disse con occhi supplichevoli.

La bionda non rispose, circondandogli la vita con le gambe.

Spike non potè resistere oltre.

Tirò giù la zip dei jeans e con un colpo unico e possente, affondò in lei.

Buffy non riuscì a trattenere un grido, stringendolo ancora di più a se.

Il biondo cominciò a muoversi dentro e fuori Buffy, con le labbra appoggiate su quelle di lei, e i respiri che diventavano sempre più corti e affannosi.

Vennero insieme e Spike si abbandonò esausto sul petto di lei, che lo abbracciò.

- Un giorno o l’altro mi ucciderai…il mio cuore non può tenere questi ritmi…- ansimò lui.

- Sei tu che ucciderai me…- rispose lei a corto di fiato.

Si guardarono negli occhi sorridendo.

- Buff! Sono le nove e tre quarti!! Spike è la fuori da una vita!!- urlò Dawn dal piano inferiore.

- Arrivo!!- le fece eco Buffy.

Spike si sollevò da sopra a lei a la aiutò a rialzarsi.

- Hai visto i miei slip?- gli chiese lei ridendo.

Qualche minuto dopo, scesero per mano dalle scale.

Dawn vide prima apparire sua sorella.

- Era ora!- esclamò e poi ammutolì vedendo comparire Spike alle spalle di Buffy.

- Ciao briciola…- la salutò lui un po’ imbarazzato.

Quando la porta si fu chiusa alle loro spalle, Dawn corse alla finestra.

- Divertitevi!!- li salutò ridendo facendo un cenno con la mano.

 

 

 

Harmony spalancò la bocca per la settima volta.

Aveva già rinunciato a nascondere la noia al quinto sbadiglio. Con una mano si teneva la testa, sperando che non le cadesse sonoramente sul tavolo.

Chissà… Magari a quel punto quell’essere borioso seduto di fronte a lei avrebbe smesso di parlare male della sua ex e del suo nuovo ragazzo e si sarebbe accorto di lei e della sua voglia di scopare…

Anche lei aveva perso Spike…Spike e la sua enorme, spropositata bravura a letto, ma non lo insultava ogni cinque minuti…ok, forse lo faceva ogni dieci, ma alla fine? Cosa aveva ottenuto?

Niente. Lo zero assoluto.

Roteò gli occhi verso il ragazzo, decisa a dare una svolta alla serata.

- Senti bello…vorrei proporti un affare…- gli disse con voce suadente.

Angel smise di discutere da solo e si fece attento.

“Oh cielo! E’ riuscito a stare zitto due secondi!” pensò Harm mentre sfoderava il suo sorriso perfetto e scintillante.

- Dimmi…

La ragazza gli accarezzò il dorso della mano con un dito.

- Se la smetti di parlare della tua maledetta ex per dieci minuti, ti manderò in paradiso…- sorrise mordicchiandosi l’unghia.

Angel era rimasto come una statua di sale.

Quella ragazza gli stava offrendo del sesso su un piatto d’argento con l’aria più innocente del mondo.

Ma si…basta pensare a Buffy…almeno per ora…

- Andiamo…- le disse prendendola per un braccio e conducendola dentro i bagni del Bronze.

Harmony ridacchiò scioccamente, mentre lui la spingeva contro il muro.

- Fammi vedere cosa abbiamo qui…- disse Angel facendo scivolare una mano sotto la mini di jeans.

- Allora non sai soltanto blaterare inutilmente…- gli fece eco Harm prendendo la sua mano e conducendola dentro il suo tanga.

La ragazza lo guardò dritto negli occhi.

Erano neri come un incubo terrificante.

- Vai giù…- le ordinò scuotendola dai suoi pensieri.

Lui si slacciò la lampo e infilò nella bocca di Harm il suo membro gonfio e eccitato.

- Fammi venire…- le comandò mentre la ragazza cominciava a pompare.

Qualche minuto dopo la bionda si rialzò in piedi, pulendo l’angolo delle labbra col dorso della sua mano.

- E’ stato piacevole, ma ora devo rientrare…

Harmony sembrò colta alla sprovvista e rimase a fissare le spalle di Angel mentre usciva dal bagno, senza neanche darle il tempo di ribattere.

Lei si appoggiò al muro con la schiena. Non avrebbe mai avuto il coraggio di contraddirlo.

Nei suoi occhi aveva letto il nulla più assoluto. Ma nei pochi attimi che l’aveva toccata, l’aveva fatta godere da morire. Ovviamente non come il suo Blondy Bear, ma…

Un brivido la scosse.

Decise di rientrare e vedere se Spike era arrivato.

Non avrebbe perso per niente al mondo il concerto di Oz, e magari lei sarebbe riuscita ad avere la sua vendetta…

 

 

Buffy scoppiò in una fragorosa risata non appena entrarono in macchina.

- Hai visto che faccia aveva Dawn quando ti ha visto scendere? Avrei pagato oro per avere una telecamera a portata di mano!!

Spike le diede un buffetto sul naso.

- Sei proprio una bambina cattiva…deridere così tua sorella…

Buffy sorrise.

- Ma a te piaccio così, no?

Lui la baciò teneramente.

- Certo, amore…

Spike mise in moto.

Buffy si appoggiò con la testa sulla sua spalla, mentre lui le poggiò la mano sul ginocchio.

- Vorrei parlarti di una cosa prima di andare al locale…- disse poi ad un certo punto abbassando il volume dello stereo.

- Ok…

Era una bella sera stellata con la luna ridotta ad una piccola falce sull’orizzonte.

Spike si diresse verso il mare.

Buffy scese dalla macchina, si liberò delle scarpe e corse verso il bagnasciuga, ridendo come una ragazzina.

Doveva assolutamente parlarle del suo passato. Non voleva assolutamente che lei lo venisse a sapere da qualcun altro.

Come dirglielo però?

“ Sai tesoro, qualche tempo fa adoravo il sesso di gruppo…e con il tuo…ex…”

Scosse la testa.

Non voleva perdere Buffy.

- Vieni a prendermi se ne sei capace!- esclamò la bionda facendogli un cenno con la mano.

Il ragazzo sorrise divertito e si lanciò al suo inseguimento.

- Scappa bambina…il Big Bad sta arrivando!

Si rincorsero per qualche minuto, poi Spike riuscì a metterla al tappeto.

- E ora? Dove pensi di andare?- le disse mentre la teneva per le braccia.

Buffy cercava di divincolarsi, ma la presa del biondo era ben ferma.

- Ok…mi arrendo…- gli disse lei sporgendo le labbra alla ricerca di un bacio.

- Così non vale…- rispose lui prima di cedere.

Si baciarono appassionatamente, stesi sulla spiaggia, con le mani impazienti di andare oltre.

Non riuscivano ad averne abbastanza l’uno dell’altra.

Poi Spike si allontanò.

- Ricordi…devo dirti una cosa…

Buffy si mise in attesa, attenta.

- Vedi…non so da che parte cominciare…

Il ragazzo si voltò e quando il suo sguardo incontrò gli occhi verdi e dolci di Buffy, capì che non ce l’avrebbe fatta.

- Io…

La ragazza lo incoraggiò.

- Avanti…ti ascolto…

Spike sospirò.

- Ti amo, Buffy.

“Stupido, inutile, codardo! Questa parte veniva dopo la confessione e il suo perdono!” si disse mentalmente.

La ragazza era rimasta in silenzio, e lo fissava inebetita.

- Passerotto?

Buffy continuava a non rispondere.

- Lo so…dopo tutti i discorsi dell’altra notte è stupido uscirsene ora con questa cosa…ma è ciò che sento…non è necessario che tu risponda. Volevo solo che tu lo sapessi…- disse lui quasi cercando di giustificarsi.

- Spike…- disse lei finalmente.

- No, no! Non dire niente!- la interruppe lui.

- Fammi parlare…

- So ciò che stai per dirmi…

Buffy gli poggiò un dito sulle labbra.

- Ti amo anche io, scemo!

Spike la guardò con occhi innamorati e lei lo baciò.

Forse era meglio per tutti celare gelosamente quel segreto opprimente.

 

 

 

Willow era in fermento.

Erano venti minuti che agitava la gamba spasmodicamente, senza riuscire a fermarsi.

- Will…mi stai facendo venire il mal di mare…- le disse Xander pallido in volto.

- Dio! Come fai ad essere così tranquillo??? Ci sono milioni di motivi per cui uno dovrebbe avere i nervi a fior di pelle e gli occhi pronti a schizzare fuori dalle orbite da un momento all’altro!!- esclamò lei sobbalzando sulla sedia.

- Primo: stasera suona Oz e dopo uscirò da sola con lui per la prima volta. Secondo: il nuovo ragazzo di Buffy. Terzo: Angel. Mi sembrano tre validi motivi!!

Xander si guardò intorno.

- A proposito del bel tenebroso…dov’è finito?

Willow scosse la testa.

- L’ho visto parlare qualche secondo fa con una biondina…guarda, eccolo…sta uscendo dal bagno…- disse poi indicandolo.

Angel li raggiunse al tavolo.

- Eccovi finalmente! Buffy è arrivata?

I due fecero cenno di no.

- Sai che verrà col suo nuovo ragazzo, vero?- chiese Willow.

- Certo. Scusate…- disse Angel allontanandosi.

- Xander…questa cosa non mi piace per niente…

Lui assentì.

- Guarda…Tara e Anya…

Le due ragazze presero posizione.

- Allora? Dov’è questo dio greco?- chiese Anya, come al solito senza peli sulla lingua.

Tara indicò con un sorriso l’entrata.

- Buffy è arrivata ora…e mi sembra che tenga qualcuno per mano, ma non riesco a vederlo…

Tutti gli amici si voltarono curiosi, ma persero di vista Buffy.

- Disdetta!- esclamò Willow.

- Cercavate qualcuno?

La voce di Buffy li fece scattare tutti. Accanto a lei, un ragazzo biondissimo e con gli occhi più blu che avessero mai visto.

Tara e Willow lo fissarono con la bocca aperta.

- E’ davvero figo…- bisbigliò Anya senza staccargli gli occhi di dosso.

Soddisfatta delle reazioni che aveva suscitato, Buffy si strinse a lui intrecciando le sue dita a quelle di lui.

- Ragazzi, questo è Spike!- annunciò con un sorriso radioso.

 

 

Angel osservò la scena dal bancone del bar.

E così era quello Spike.

Il caro “amico” Spike.

Harmony apparve di fianco a lui.

- Ecco la nuova sgualdrina del mio Spikey…le caverei gli occhi se potessi…

Finalmente ebbe tutta l’attenzione di Angel.

- Lo conosci?- le chiese.

- Siamo usciti insieme per qualche mese…- ammise lei.

Angel la prese per mano e si avviò verso l’uscita del Bronze.

- Vieni, tesoro…ho dei progetti per noi due…

Harmony, pur riluttante, lo seguì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9. THE CALM BEFORE…

 

 

- Allora… Xander, Willow, Tara e Anya…- indicò Buffy.

Spike alzò la mano in segno di saluto.

- Piacere…

Buffy lo guardò.

Se non avesse conosciuto la sua spavalderia, avrebbe quasi pensato che fosse a disagio di fronte ai suoi amici.

Se ne stava lì, con due enormi occhioni da cucciolo sperduto, ma sempre fiero e a testa alta.

La bionda si fece pensierosa. Forse aveva bruciato le tappe…sperò che metterlo di fronte ai suoi amici non lo avrebbe fatto scappare via.

Spike era ancora indeciso sulla correttezza o meno della sua decisione. Poi si rasserenò.

Era impossibile che Buffy venisse a conoscenza di quel piccolo particolare.

Solo Oz sapeva, e non lo avrebbe mai tradito.

- Tutto bene?

La voce di Buffy lo riportò alla realtà.

- Certo, piccola…qualcuno vuole qualcosa da bere? Offro io!- esclamò poi rivolto al tavolo.

Dopo aver preso le ordinazioni, andò verso il bancone, seguito dallo sguardo amorevole di Buffy.

La bionda non poté resistere alla tentazione.

- Allora? Che ne pensate?

Willow, Tara e Anya rimasero in silenzio, fissando dritte davanti a loro.

- Ragazze?- ripeté Buffy.

- Direi che…è davvero bellissimo! Ma dove l’hai scovato??- strepitò Tara.

Xander si alzò.

- Ok…vado a fare un giro in pista…prevedo l’arrivo di numerosi riferimenti sessuali espliciti da cui gli uomini sono esclusi…

Le quattro amiche scoppiarono a ridere.

- Ora che se ne andato, parla…sotto i vestiti è come sembra?- chiese Anya, più pudica del solito.

Buffy ridacchiò.

- Più di quanto sembra…

- A questo punto è necessario chiedere che dotazione abbia…- continuò Anya.

- Anya!!- strillarono le altre tre insieme.

- Cosa ho detto? Le dimensioni del pene sono fondamentali…

- Le dimensioni di cosa?- chiese Spike tornando con le bibite e sedendosi vicino alla sua ragazza.

Tara, Willow e Buffy diventarono rosse come tre aragoste.

Anya sbuffò e si preparò a ripetere la sua teoria.

- Gli stavo semplicemente spiegando dell’importanza delle dimensioni del pen…

-…siero!! Pensiero!- finì per lei Willow.

- Già… Anya studia filosofia…e non perde occasione per istruirci un po’! Vero An?- disse Buffy guardandola fissa.

- C-certo!- confermò infine la ragazza colpita da un calcio partito dalla parte di Tara.

Spike sorrise interessato.

- Ti interessi di filosofia? E’ una materia davvero affascinante…anche io studio filosofia, ma non ti ho mai vista in facoltà…cos’è questa teoria della dimensione del pensiero? Non ne ho mai sentito parlare…

Anya si ritrovò per la prima volta in vita sua in difficoltà, ma fu salvata dall’ingresso sul palco dei Dingoes.

- Ecco Oz!!- esclamò Willow entusiasticamente battendo le mani.

Spike sorrise. Quindi era lei la ragazza di Oz.

Gusti di tutto rispetto!

- Oz è davvero bravo…- disse Buffy fissando il palco rapita.

- E’ il minimo…strimpella da quando aveva sei anni…- le rispose Spike.

La ragazza si voltò stupita.

- Tu e Oz vi conoscete?

- Siamo amici fin da quando portavamo il pannolone…

- Che combinazione! Il tuo migliore amico con la mia migliore amica!- esclamò Buffy divertita.

Lui le sfiorò i capelli con le labbra, socchiudendo gli occhi.

- Perché non andiamo in un posto un po’ più tranquillo?

La bionda gli strinse la mano e si alzò, invitandolo a seguirla.

- Andiamo a fare un giro!- urlò poi in direzione di Tara, che annuì con un cenno della testa.

Si diressero al piano superiore del Bronze, luogo poco frequentato ma da cui il concerto si vedeva alla perfezione.

Buffy si appoggiò alla balconata e Spike la abbracciò, poggiando la testa sulla sua spalla per vedere il palco.

- Vuoi sapere una cosa buffa?- le chiese poi.

La ragazza si voltò vero di lui.

- Certo…

Spike scrollò la testa continuando a ridere.

- Oz mi stava parlando di Willow qualche giorno fa, e mi ha anche detto che avrei dovuto conoscere la sua amica bionda perché era davvero fatta per me. Io non l’ho lasciato continuare, perché mi interessavi solo te…

Buffy sembrò un po’ arrabbiata.

- Fammi capire…stava cercando di farti uscire con Tara?

Spike le diede un bacio e la strinse a se.

- Ma no, sciocchina…mi stava parlando di te…

Rimasero entrambi in silenzio.

- Sei l’unica…lo vedi?

- Devo esser l’unica…altrimenti ti riduco in poltiglia…- rispose lei ridendo.

Buffy cominciò a strofinare volutamente il suo fondoschiena contro la patta dei jeans di Spike, che ebbe una reazione fulminea.

- Passerotto…cosa combini?- chiese con il fiato corto.

La ragazza sorrise maliziosamente.

- Sei tu che mi hai provocata…volevi il sesso trasgressivo? E cosa c’è di più trasgressivo del…sesso in pubblico?

Spike ridacchiò.

- Andiamo…non lo faresti mai…

Buffy si sciolse dal suo abbraccio e si allontanò di qualche passo, ancheggiando.

- Ah no?

Con un gesto quasi impercettibile aveva fatto scivolare le mutandine a terra e ora le teneva in mano.

- Non mi sfidare…- la avvertì Spike avvicinandosi lentamente.

- Non lo farei mai…- rispose lei affacciandosi di nuovo alla balconata e rivolgendo verso di lui i glutei sodi, fasciati solo dalla sottile gonna di raso.

- Summers, stai rischiando di brutto…tra un tempo molto breve potrei non rispondere di me…- continuò Spike poggiandole le mani sui fianchi.

La bionda emise un gemito di soddisfazione quando sentì la virilità del ragazzo premere contro di lei.

- Buffy…dai…non credo che…

- Fermami…- gli sussurrò mentre conduceva la mano di Spike sotto la gonna.

Il biondo non riuscì ad opporre resistenza e si arrese alla sua compagna, per la prima volta abile direttrice dei giochi.

Spike si lasciò sbottonare i pantaloni e poi avvolgere dal suo abbraccio più intimo, coperto agli occhi degli altri dal suo spolverino di pelle.

Buffy prese a muoversi lentamente, una mano appoggiata al parapetto e l’altra appoggiata sulla guancia di lui. Gli addominali di Spike le premevano sulla schiena.

- C’è un sacco di gente stasera…- bisbigliò lei, chiudendo gli occhi.

- No…continua a guardare…il concerto merita…- disse lui ansimando mentre i suoi affondi diventavano sempre più ritmici.

Buffy obbedì, passando le dita sulle morbide labbra di Spike.

- Ecco la mia ragazza…- disse piano lui succhiadone golosamente la punta.

 

 

- Ma dove sono finiti Buffy e il suo ragazzo?- chiese Xander tornando al tavolo.

Anya alzò le spalle.

- Hanno detto che andavano a fare un giro…forse non li rivedremo più per stasera. Te invece? Dove sei stato?

Xander si mise seduto accanto a lei.

- Sono andato a cercare Angel…era qui fino ad un’ora fa…

Anya sbuffò.

- Ancora ti preoccupi per lui? Lascialo perdere…è innocuo…

Forse l’amica aveva ragione, ma ultimamente in lui non aveva letto segni rincuoranti. Pareva del tutto fuori di testa…

Lanciò un’occhiata sotto il palco.

Willow aveva trascinato Tara fin sotto ad Oz ed ora si dimenavano al ritmo della musica.

Guardò l’orologio.

Il concerto era agli sgoccioli.

- Carino il ragazzo di Buffy…- disse poi ad Anya, che lo squadrò bene.

- Ho visto come lo guardavi…quasi come lo guardavo io…- disse seria.

Xander a momenti si strozzò con la Coca.

 

 

 

- Grazie Sunnydale!! Ora andiamo con l’ultimo pezzo… Vogliamo sentirvi urlare! Grazie a tutti!!- urlò il cantante ad una folla impazzita.

La musica era altissima e tutto il pubblico urlava di gioia.

Urlava anche Buffy.

 

 

 

Oz scese dal palco quando il dj attaccò con la musica house.

Andò dritto verso Willow, che ancora si agitava.

- Tara…che gli dico ora?? E se mi trova noiosa? E se mi dice che si è sbagliato e non vuole più vedermi? Oh cielo…sta venendo qui!- farfugliò la rossa nel panico più totale.

- E se ti calmassi? Dai, stai tranquilla!- la rassicurò l’amica stringendole una mano.

Willow sembrò quietarsi leggermente.

- Bene…ora fai un respiro e…sorridi!- esclamò Tara quando Oz era ormai da loro.

- Ciao Will…Tara…- disse lui pacato.

Per tutto il concerto non era riuscito a staccarle gli occhi di dosso, e aveva anche preso qualche stecca per questo.

Ma lei era così…wow!

I capelli rosso fuoco le arrivavano appena sopra le spalle, sparati dritti verso l’alto col gel sulle punte, e indossava un vestitino rosa che le dava un aspetto irresistibile…e poi quel sorriso dolcissimo…

Lo aveva davvero stregato.

- C-ciao Oz…- balbettò lei di rimando.

- Ciao Oz…io torno al tavolo…a più tardi…- disse Tara eclissandosi.

- Ma no! Resta con…noi…- provò a dire Willow, ma ormai l’amica era sparita.

Oz si passò una mano sui capelli.

- C’è qualcosa che non va? Sembra che tu abbia quasi paura di rimanere da sola con me…non mordo…

- Oh…no, no, no!! Sono solo un po’ agitata! E’ colpa mia, non tua! Oh…scusami…- cercò subito di spiegarsi lei, spalancando gli occhi.

Il ragazzo le sorrise.

- Vieni…ti offro qualcosa da bere…- disse prendendola per mano.

“ Bello…sensazione molto, molto giusta!”pensò Willow felice.

Oz si guardava intorno.

Chissà se Spike era venuto…voleva assolutamente fargli conoscere Willow.

Il suo parere era troppo importante.

Eppure gli era sembrato di intravederlo sulla balconata, avvinghiato come un polipo ad una ragazza…forse era lei la misteriosa donna di cuori dell’amico.

Non l’aveva ancora conosciuta, ed era strano…di solito gli presentava immediatamente le sue fiamme…certo, con quello che duravano…invece lei…

- Buffy!- esclamò Willow alle sue spalle.

Oz sbuffò. Era quella la ragazza per Spike.

Si voltò e vide che la bionda teneva qualcuno per mano.

Pazienza. Troppo tardi…

- Oz, questo è il ragazzo di Buffy, Spike…- gli spiegò la rossa.

Il biondo gli scoppiò a ridere in faccia quando vide la sua espressione sbigottita.

- Cos’hai?- gli chiese poi.

- Che ci fai qui con lei?- domandò Oz.

Spike lo guardò stupito.

- E’ lei la mia ragazza…

Oz lo guardò di sottecchi.

Buffy gli sorrise divertita, mentre Willow continuava a non capire.

- Posso parlarti due minuti?- gli disse poi trascinandolo via per un braccio.

Una volta raggiunto il bancone del bar, Oz mollò la presa.

- Ma che ti prende?- chiese Spike aggiustandosi la giacca.

- Perché non mi hai detto che lei era lei??- esclamò il ragazzo.

Il biondo lo fissò.

- Sei sempre così chiaro…

- Perché non mi hai detto che uscivi con la migliore amica della mia ragazza? E che lei è la ragazza che ho sponsorizzato in tutte le maniere?

Spike alzò le mani in segno di resa.

- Ok…rinuncio a capire…che ti cambia?

- Innanzi tutto non avrei fatto questa figura del cavolo, e poi…niente. Sono contento per te. Se è come la descrive Willow è davvero una ragazza speciale…quindi trattala bene perché Willow tiene molto a lei…- concluse il ragazzo con tono scherzosamente minaccioso.

- Non preoccuparti…le voglio molto bene…ed è per questo che ho deciso di non dirle niente riguardo a quella parte di me di cui non vado molto fiero…considerando poi che uno dei miei vecchi amici è il suo ex…- ammise Spike un po’ tristemente.

Oz annuì silenziosamente.

- Capisco…non è una situazione facile…non vorrei fare il grillo parlante della situazione ma…le bugie hanno le gambe corte…

- Lo so…ma ora non è il momento…

Il viso di Oz tornò sorridente.

- Parliamo di un argomento più piacevole…Willow? Come ti sembra?

- E’ davvero deliziosa…- dichiarò il biondo con il pollice all’insù.

- Pensavo di portarla a fare un giro…

- Allora in bocca al lupo!!- gli augurò l’amico.

 

 

- E così Spike e Oz sono amici?- chiese la rossa.

Buffy annuì.

- Già! Carina come cosa, vero?

- Guarda, eccoli…- disse Willow vedendoli di ritorno.

Oz le si avvicinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio.

- Bene…allora noi andiamo…buona serata!- disse Willow arrossendo leggermente.

- Sono davvero dolci insieme, non trovi?- sospirò Buffy mentre la coppietta si allontanava mano nella mano.

- Oz è davvero cotto…- le rispose Spike.

La bionda lo strinse a sé.

- Mi concede l’onore di un lento?

Spike ridacchiò e la condusse al centro della pista.

 

 

Willow e Oz camminavano silenziosi, diretti verso il campus, dove lui abitava.

Il ragazzo si sentiva molto impacciato. Non era mai stato disinvolto come Spike con l’altro sesso, ma aveva una certa esperienza. Questa ragazza lo rendeva taciturno e irrequieto.

Dio, come avrebbe voluto prenderla fra le braccia e stringerla forte!

Willow, dal canto suo, era sull’orlo di un attacco di panico: come doveva comportarsi?

A parte la cotta che aveva avuto per Xander, Oz era il primo verso cui provava qualcosa…e con cui usciva…

Aveva sempre pensato allo studio ed era convinta che un ragazzo l’avrebbe distratta, ed era fiera di non aver ceduto al primo che capitava. Ma adesso…

- Che combinazione…chi l’avrebbe mai detto che Buffy e Spike stavano insieme?- disse Willow per rompere il ghiaccio.

- Già…

I tre secondi di contatto visivo si interruppero miseramente quando entrambi si resero conto di essersi guardati. Willow riabbassò lo sguardo e Oz riprese a guardarsi intorno.

“Se comincio con i monosillabi penserà che mi sto annoiando!”si riprese mentalmente lui.

Ma il silenzio continuava, imperturbabile.

“Questo non è un buon segno, Willow…”si disse lei.

Emise un profondo respiro.

Possibile che per gli altri era così facile parlare dei propri sentimenti e per lei no??

Anche Oz aveva sentito il sospiro.

- Senti…- dissero in contemporanea.

Risero tutti e due e poi Oz invitò Willow a parlare per prima.

- Dimmi la verità…ti stai stancando?

Il ragazzo spalancò gli occhi.

- Cosa?? Adoro la tua compagnia…è solo che mi sembri tu un po’ annoiata…se vuoi che ti riaccompagni a casa basta solo che…

- No!- esclamò la rossa interrompendolo.

- Cioè…scusa…volevo dire che non voglio andare via…

Oz si stava avvicinando sempre di più.

- …voglio stare con te…

Erano ad un soffio l’uno dall’altra.

Oz fece per baciarla, e anche Willow voleva, ma continuavano a piegare la testa dallo stesso lato.

- Aspetta…- le disse lui sorridendo.

Le prese il viso tra le mani e le posò un bacio gentile sulle labbra.

Willow si sentì mancare.

L’ultima volta che aveva baciato qualcuno risaliva all’unica volta in cui lei e Xander avevano cercato di approfondire la loro amicizia, e che si era dimostrato un flop clamoroso.

Poggiò le mani sui fianchi di Oz e strinse forte.

Se non si aggrappava a qualcosa sarebbe crollata a terra.

Riaprì gli occhi qualche secondo dopo.

Il viso di Oz era ancora lì, ad un passo dal suo, e la sua mano le accarezzava ancora la guancia.

Stavolta fu lei, timidamente, a prendere l’iniziativa.

Il bacio fu più profondo e intenso, mentre un calore enorme l’avvolgeva.

Oz in quel momento era l’uomo più felice del mondo.

Era da quando l’aveva intravista al Bronze che avrebbe voluto farlo.

Rimasero lì a baciarsi, avvolti dall’oscurità.

Solo la luna, curiosa, li spiava ogni tanto facendo capolino tra le nubi.

 

 

 

Il ragazzo biondo percorreva a tutta velocità una delle vie meno trafficate e più buie di Los Angeles.

Tra le labbra, una sigaretta che si muoveva nervosa al ritmo della musica che stava cantando.

I suoi occhi, di un blu intenso, seguivano attenti la strada, cercando punti di riferimento.

“Sei davvero fuori, Spike…”si ripeteva mentalmente.

Aspirò ancora a lungo la cicca e poi, con una smorfia di disgusto, la scagliò fuori dal finestrino con rabbia.

Quel fottuto idiota di Sean non gli aveva dato la solita roba.

E stanotte gli serviva davvero sballarsi.

Tenendo una mano sul volante, si abbassò verso il cassettino sul lato del passeggero.

Ne estrasse la sua bottiglia di Bourbon, da cui bevve qualche sorso.

Con la coda dell’occhio, si accorse di aver oltrepassato la sua meta.

“Merda!”

La strada vuota gli permise un’assurda inversione a U.

La De Soto nera urlò al contatto dei suoi freni con l’asfalto.

E lui rideva come un dannato.

Forse si era sbagliato riguardo alla roba.

Si sentiva onnipotente.

Frenò stridendo e parcheggiò.

Scese sicuro dalla macchina, e si guardò intorno.

Allora…palazzina rossa, porta bianca, senza numero civico…era quella senza dubbio.

Tirò fuori dalla tasca dello spolverino un bigliettino da visita e lo rilesse.

Era la dodicesima volta che lo faceva.

Faith.

Quel nome lo tormentava.

Non era per la ragazza che lo portava, una moretta con tutte le sue cose a posto che avrebbe frequentato davvero volentieri, ma in fondo una come tante, quanto per ciò che gli aveva detto cinque minuti dopo essersi presentata.

Domani sera ti aspetto…per darti tutto ciò che desideri.

Nella mente di uno sbarbatello di diciannove anni era il massimo degli inviti.

Quindi non se lo era fatto ripetere due volte e si era fatto dare l’indirizzo.

Esitava ad entrare, tuttavia.

Qualcosa in quel posto lo metteva a disagio.

Accese un’altra sigaretta.

“Forza idiota, torna a casa…sei fatto e ubriaco…e stai andando a scopare una che nemmeno conosci…”

Una forza superiore lo guidò fin davanti l’entrata.

“Al diavolo!” si disse bussando tre volte come la ragazza gli aveva indicato.

Attese qualche minuto, e quando stava per girare i tacchi e andarsene, la porta si aprì, mostrando Faith.

- Ciao bello…- gli disse facendogli cenno di entrare con un sorriso.

La porta si richiuse dietro le spalle di Spike, mostrando quello che probabilmente era un corridoio, almeno a giudicare dalla flebile luce che emetteva la candela di Faith.

La seguì fin davanti ad un’altra porta, dove lei si fermò.

- Le regole sono semplici…- gli disse sorridendo.

- Regole?- le fece eco Spike, non capendo.

- Tutto ciò che vedrai o…farai stasera, deve rimanere tra queste mura, chiaro?

Spike annuì.

- Bene…per il resto, buon divertimento…- concluse aprendo la porta.

Il ragazzo, che ci stava capendo sempre meno, entrò in una stanza, illuminata solo da candele.

Milioni di candele.

A terra stavano dei cuscini, separati regolarmente da piccoli tavolini, su cui faceva bella mostra ogni tipo di polvere.

- Vieni…- disse la voce vellutata di Faith nel suo orecchio, mentre lo prendeva per mano.

Spike seguì la creatura fasciata di bianco, così simile ad un angelo, che lo condusse direttamente all’inferno.

La stanza in cui l’aveva guidato consisteva in un enorme letto, dove un ragazzo si stava dando molto da fare con due ragazze.

Tutti intorno, curiosi spettatori osservavano la scena, eccitati e pronti ad intervenire in qualsiasi momento.

- Ti piace?- rise Faith leccandogli la guancia e strusciandosi sui suoi jeans, ormai gonfi.

- Oh si, baby…- rispose lui fissando il terzetto.

Lui.

Che si muoveva ritmico, sudato e senza alcuna espressione in volto.

E che lo fissava con i suoi occhi duri e neri.

Spike ignorò il suo sguardo e si limitò a guardare mentre ai tre si aggiungeva anche Faith.

Quella fu la prima di tante notti, di cui la trama era sempre la stessa: il principe contornato da tante cortigiane era lo spettacolo principale.

E sempre il suo occhio puntato sul biondo.

Ma Spike, dopo aver preso confidenza con l’ambiente, si era completamente disinteressato di Mr. Orgia.

Grazie a Faith, che sembrava avere un occhio particolare per lui, aveva scoperto come la palazzina fosse un ex albergo, e come ogni camera racchiudesse un piccolo segreto.

Ogni ragazza della congrega voleva scoparsi il cucciolo. E lui non scontentava nessuna.

Solo che la curiosità per quel ragazzo rimaneva, fastidiosa come una pulce in un orecchio.

- Chi è quello?- chiese una volta Spike ad un tizio.

- Si fa chiamare Angelus.

Era sempre quella la risposta.

Angelus.

Finché una sera, non interruppe la sua esibizione e si diresse in un’altra stanza, nudo e perfetto.

Spike lo seguì con gli occhi fino a che non sparì.

- Vieni tesoro…ho una sorpresina per te…- gli disse Faith apparendo alle sue spalle.

Stavano andando da lui…

 

 

 

Spike si svegliò di soprassalto, madido di sudore.

Buffy dormiva tranquillamente al suo fianco e sembrava non essersi accorta di niente.

Il biondo si alzò dal letto e si accese una sigaretta, pensieroso.

Il ricordo del suo primo incontro con Angel lo perseguitava anche nei sogni.

Osservò Buffy, placidamente addormentata, e fu scosso da un moto di rabbia.

Il solo pensiero che lui l’avesse sfiorata anche solo con un dito lo faceva impazzire.

Se lei avesse saputo…

La ragazza si girò nel letto.

- Spike?- chiamò piano.

- Sono qui, dolcezza…- le rispose lui, tornandole accanto.

Lei lo abbracciò.

- Cosa c’è?- mormorò lei con la voce impastata dal sonno.

Lui non rispose subito, continuando ad accarezzarle la schiena.

- Dovrei dirti una cosa…sai…io conosco il tuo ex, ma non ti farebbe piacere sapere in che circostanze…io e lui…beh…

S’interruppe.

Buffy si era addormentata di nuovo.

Sorridendo, contemplò la creatura che stringeva tra le braccia, e sentì di amarla come mai aveva fatto nella sua vita.

No…

Non doveva sapere…

 

 

- Allora Harm siamo d’accordo?- chiese lui accarezzandole la coscia nuda.

Lei ridacchiò.

- Certo…io mi riprendo il mio uomo e tu la tua puttanella…chiaro.

Angel s’innervosì.

- Non chiamarla così! Lei è la mia piccola principessa…

- Certo, certo!- si riprese Harmony.

Angel si alzò dal divano e si diresse verso la porta della stanza della ragazza.

- Vedi di non rovinare tutto…

Harmony sbuffò.

- So cosa devo fare, non sono stupida!

Lui non rispose ed uscì.

 

 

 

 

10. …THE STORM

 

 

 

Alla fine l’autunno era arrivato anche a Sunnydale.

I colori vivaci dell’estate stavano lasciando spazio a quelli più rilassanti e dorati di un qualsiasi Settembre californiano.

Tra le foglie marroni di un lungo viale alberato, Buffy e Spike camminavano allegri tenendosi per mano.

Lei, biondissima e raggiante, guardava il suo uomo adorante, mentre lui le sorrideva.

La loro storia continuava, rafforzandosi di giorno in giorno.

Spike non aveva più pensato di raccontare a Buffy dei suoi trascorsi e viveva più serenamente, cercando di non farsi troppe paranoie.

In fondo, lei non frequentava più Angel nemmeno come amico, quindi chi avrebbe potuto raccontarle la verità?

- Non ho proprio voglia…- sbuffò la ragazza.

- Di cosa dolcezza?- chiese lui, curioso.

- Domani ricominciano le lezioni all’università…

Spike ridacchiò alla vista del broncio esibito dalla sua fidanzata.

- Pensa positivo…adesso hai la scusa che rimani a dormire da Willow, al campus…- rispose lui con lo sguardo già brillante.

- Certo…così se mia madre mi chiama nel cuore della notte per un’emergenza, nessuno le risponde, visto che io sono da te e Willow è da Oz…davvero geniale…- lo prese in giro lei.

Lui la afferrò e la tenne stretta.

- Non prendermi in giro, ragazzina! Ricorda che sono sempre io che comando, anche se ti lascio credere il contrario!- scherzò digrignando i denti e facendo finta di morderla sul collo.

Buffy si lasciò sfuggire un gridolino di sorpresa.

Si baciarono e poi ripresero la passeggiata.

- E comunque anche io ho da fare, cosa credi…ho la tesi da ultimare e…se tutto va come dovrebbe, a Gennaio mi laureo, e tante grazie e arrivederci!

Buffy si rabbuiò, e Spike lo notò subito.

- Cosa c’è piccola?

Lei sembrò esitare.

Poi parlò.

- E dopo? Cosa succederà? Tu andrai a lavorare da qualche parte lontano da qui, e io…io rimarrò da sola…

Il biondo cercò di tranquillizzarla.

- Non preoccuparti di questo…e poi non rimarrai da sola…tu sarai sempre la mia priorità, amore…

Buffy si strinse a lui.

- Chi ti dice che per allora non avrai trovato qualcun altro e che sarai fuggita con lui?- scherzò.

- Non dire scemenze!!- ridacchiò lei.

- Che so…potrebbe tornare Angel, per esempio…- disse lui con un ghigno sul viso.

La ragazza abbassò lo sguardo.

- Se dovesse farlo, lo manderei dritto a quel paese…anzi, no…in fondo mi fa pena…non te ne ho mai parlato, ma quel ragazzo ha un passato davvero catastrofico…

Spike si fece molto attento.

- Prometti che quello che sto per dirti non uscirà mai, e dico mai, dalla tua bocca…

Lui fece croce sul petto.

- Parola di lupetto.

Si sedettero su una panchina e Spike notò che Buffy si stava innervosendo.

- Angel…ha fatto parte di un gruppo un po’…come dire…particolare…

Il ragazzo la scrutava.

Gruppo?

Particolare?

Buffy sapeva tutto?

Con quale coraggio Angel le aveva detto di Faith e del resto?

La ragazza deglutì.

- Lui, insieme agli altri, s’imbottivano di stupefacenti e poi facevano…sesso di gruppo…- disse poi tutto d’un fiato.

Si sentì più leggera, e subito dopo realizzò che teneva il peso di quel segreto da molti anni.

Spike la fissava con gli occhi sgranati.

- Lui…te ne ha parlato?- le chiese poi.

Lei disse di si.

- Io gli ho sempre detto che non c’era problema, che quella cosa apparteneva al suo passato…ma pesava sapere che il tuo fidanzato aveva fatto…quelle cose…

Il ragazzo trattenne il respiro: era orrore quello che leggeva negli occhi di Buffy.

- Non potendo odiare lui, ho cominciato ad odiare chi l’aveva trascinato in quel giro, e tutti coloro che ne facevano parte…quelle persone mi disgustano…avrò i loro nomi stampati in mente per sempre…- concluse infine lapidaria.

Lei disprezzava gli amici di Angel. E quindi detestava anche lui. Solo che non lo sapeva.

Spike si sentì male.

- Se avessi qualcuno di loro sotto le mani, non so cosa farei…- continuò implacabile.

Buffy si accorse del pallore del suo compagno.

- Ehy…ti senti bene?- disse preoccupata poggiandogli la mano su un braccio.

- Si…solo che…non lo so…

- E’ normale ammutolire quando si viene a sapere una cosa del genere…E’ la stessa reazione che ho avuto io quando Angel me l’ha confidato, tranne che per la parte dove si sviene…Tutti noi abbiamo uno scheletro nell’armadio, solo che quello di Angel è grande come il Titanic…e dovrà farci i conti per tutta la vita…- concluse Buffy.

Ogni sua parola era come un marchio a fuoco da quanto bruciava.

- E tu hai continuato a fidarti di lui?- chiese il biondo.

- Ciecamente…se qualcuno ti parla del suo segreto più inconfessabile, significa che ti ama a tal punto da rischiare di perderti pur di renderti partecipe di ogni parte di sé…ma non potrei reggere nuove confessioni…- sospirò lei appoggiando la testa sulla spalla di Spike.

- Giurami che non sei un narcotrafficante pluriomicida, ti prego…

“No, amore mio…sono solo un pervertito che amava farsi di crack e scoparsi una marea di donne con il tuo ex a fargli da maestro e spalla…”

- Certo che si! George Jung mi deve ancora un mucchio di soldi!- disse serio.

Buffy ridacchiò.

Spike cercò di asciugare le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte senza farsi notare.

Poi si alzò in piedi e prese per mano Buffy.

- Vieni…ti riaccompagno a casa…

Una volta che la porta d’ingresso dei Summers si fu chiusa, lui fece ritorno verso casa sua.

“Speriamo di non trovare Leonardo DiCaprio tra i miei abiti…”pensò sconsolato accendendosi una sigaretta.

 

 

Qualcuno bussò alla porta di Angel.

Era notte fonda e al dormitorio del campus non girava un’anima.

Il ragazzo andò ad aprire sbadigliando, coperto solo da un paio di boxer.

- Ciao caro!

La voce squillante di Harmony lo svegliò definitivamente, mentre la vestina rosa shock che indossava risvegliò il suo stomaco.

- Cosa vuoi? Sono le 4 del mattino…- biascicò lui.

La ragazza entrò e si accomodò sul letto.

- Ma prego…entra pure…- disse Angel sarcastico richiudendo la porta.

- Pensavo avessimo un piano…- disse Harm.

- Sei sparita per due settimane e credevo avessi cambiato idea…ero già pronto al piano B…- si giustificò lui.

- Ho fatto una vacanzuccia a Honolulu…ma adesso sono pronta!- esclamò battendo le mani.

- Sai anche dov’è Honolulu?- domandò lui ridacchiando.

Harm alzò le spalle.

- No, ma non importa…basta che lo sappia l’acculturata e studiosa carta di credito di papi…

Rise scioccamente.

- Bene allora…quando pensi di parlare con Buffy?

La bionda si guardò le unghie.

- Le lezioni ricominciano domani…avrò sicuramente occasione di vederla…diciamo entro una settimana, tutto sarà tornato come prima…io con Bubu bello e te con la tua noiosa ex.

Angel sorrise soddisfatto.

- Devo ripetere cosa devi dirle?

- Non sono arterioscrotica!- esclamò indignata.

Angel alzò gli occhi al cielo mentre andava a prendere un bicchiere d’acqua nel bagno, rinunciando a correggerla.

Non capiva cosa ci aveva trovato il suo Cucciolo in quella.

Si guardò allo specchio, toccandosi una guancia.

Era avvilente che aveva bisogno di lei per far tornare Buffy da lui.

Ma era necessario: non poteva agire in prima persona, altrimenti lei avrebbe potuto fiutare il tranello.

E lui non lo voleva assolutamente…

Doveva solo pazientare qualche giorno.

Assunse un’aria addolorata e poi toccò la sua immagine riflessa.

- Mi dispiace davvero Buff…avrei dovuto avvertirti io, ma non ne ho avuto il coraggio…

Poi rise.

Si.

Così era perfetto.

Tornò nell’altra stanza.

Harmony era completamente nuda sopra il letto, che lo aspettava sorridente.

La sua pelle abbronzata in ogni dove lasciava immaginare che alle Hawaii aveva imperato il sole integrale.

Adesso sapeva perché lui si era interessato a lei.

Fisico perfetto per sesso perfetto.

- Che ne dici se rimango qui a farti compagnia?- chiese melliflua.

 

 

Lo squillo del cellulare colse Oz e Willow sul più bello.

- Non rispondere…- ansimò la rossa tenendolo stretto a sé.

- Non posso…e poi così mi spezzi a metà…- rispose lui liberandosi dalla presa della ragazza e sporgendosi fuori dal letto verso il comodino.

- E’ Spike…- le disse mentre pigiava il tasto di risposta. - Ciao…

- Sono nei casini, Oz! Casini terribili!- disse concitato il biondo dall’altra parte.

- Me lo auguro, visto che avevo cose più piacevoli da fare ora…- sospirò guardando Willow coperta solo dal lenzuolo.

- Oh. Eri con la rossa? Scusa. Potrai interrompermi quando vorrai se continuerò a stare con Buffy…

- Ok. Arrivo.

Oz chiuse il telefono e abbracciò Willow.

- C’è un’emergenza e devi scappare, vero?- disse lei.

Lui annuì.

- Mi dispiace piccolina…mi aspetti qui? Tra un’oretta sarò di ritorno…

Willow gli diede un bacino sulle labbra.

- Va bene…saluta Spike…ma dagli anche un pugno da parte mia…

 

 

Spike camminava nervosamente per la stanza.

“Quanto diavolo ci mette?”

- Spike? Ci sei?- chiese Oz entrando.

- Vieni…

Il ragazzo sbuffò.

- Spike. Io ti voglio molto bene, ma spero per te che ci sia un motivo davvero valido per farmi venire qui quasi all’alba…

Il biondo lo guardò con espressione disperata.

- Spara.

- Buffy sa tutto delle feste da Faith. Glielo ha confidato Angel. Sa anche i nomi, ma probabilmente non il mio. Sarei già morto a quest’ora. Odia gli amici di Angel…mi odia e non lo sa!!- esclamò in panico.

Oz si grattò la testa.

- Wow. Se le dicessi tutto? Ha già capito e perdonato una volta…

Spike scosse la testa energicamente.

- Avrei dovuto parlargliene prima…ora è troppo tardi…

Oz gli diede uno schiaffetto sulla testa.

- Ohhh. E’ questo il punto! Cosa ti ho detto e ripetuto da un sacco di tempo a questa parte? Che dovevi dir…dir…- lo incoraggiò a finire per lui.

-…dirglielo.

- Bravo bambino. E tu, cosa hai fatto invece di seguire i miei consigli? Hai continuato a far finta di non sentire!- continuò Oz tirandogli un’orecchia.

- Hey! Può bastare con queste punizioni corporali?- rispose Spike allontanandosi e toccandosi testa e orecchio.

- Devo essere sicuro che tu capisca…e poi Willow ha detto di picchiarti un po’…

Spike ridacchiò un secondo e poi tornò serio.

- Comunque…questo è tutto…cosa faccio?

- Ormai la frittata è fatta. Devi continuare a mantenere il segreto a questo punto…e sperare davvero che ad Angel non prenda voglia di spifferarle tutto…- disse Oz.

- A meno che non ti fai coraggio e le parli tu con sincerità, sperando che ti perdoni…

- No. No e poi no. Non vorrebbe vedermi mai più. E io non potrei vivere senza di lei.

Oz alzò le spalle.

- Fai come meglio credi. Ora vado. Willow mi aspetta per finire un certo…ehm…discorso. Ci vediamo domattina in facoltà.

Spike ringraziò l’amico e lo accompagnò alla porta.

Rimasto solo, si stese sul letto.

Sarebbe stata una lunga notte insonne.

 

 

 

- Sei tornata presto stasera…- disse Dawn vedendo sua sorella entrare in salotto.

- Si…domani ho lezione…- rispose lei con tono mesto.

Si gettò sul divano.

- Spike? Ti ha lasciato andare via così? Sono appena le 23…

- Deve alzarsi presto anche lui…domattina ha appuntamento col professore che gli corregge la tesi.

Joyce Summers scese le scale e interruppe i discorsi delle figlie.

- Dawn…non pensi sia ora di andare a letto?

La ragazzina sbuffò sonoramente, alzandosi.

- Vado, vado…immagino che siano in arrivo discorsi non adatti alla mia età, giusto?

Diede un bacio alla sorella e alla mamma, e poi corse di sopra augurando la buonanotte.

- Allora? Come è andata?- chiese poi alla figlia più grande.

Buffy si sciolse in un sorriso di felicità.

- Oh mamma…è tutto così perfetto!

Joyce si sedette accanto a lei e la abbracciò.

- Sono davvero felice di vederti così…ne avevi bisogno bambina mia…

Buffy si fece seria.

- Ho paura mamma.

La signora Summers la guardò stupita.

- Di cosa?

- Ho il terrore che possa rovinarsi tutto…

Joyce la strinse.

- Se non fossi innamorata, non avresti questa paura. Ci tieni a lui e hai paura di perderlo, ma vedrai che tutto andrà per il meglio. Quando lo inviterai a cena qui, piuttosto?

Buffy rise.

- Mamma! Non vorrai che scappi a gambe levate, vero?

Joyce annuì.

- Forse hai ragione…comunque lo voglio conoscere…anche solo per un the…

- Mamma!!

 

 

 

Il cortile brulicava di studenti.

- Sai una cosa?- disse Willow ad un tratto, sorridente e allegra.

Buffy la guardò da sotto gli occhiali da sole. Come diavolo faceva a sprizzare così tanta energia?

Lei in confronto sembrava un cadavere sepolto da una decina d’anni.

E in aula avrebbe dovuto anche mostrare le terribili occhiaie che aveva cercato di nascondere invano col fondotitnta.

- Cosa, Will?- rispose sopprimendo a fatica un enorme sbadiglio.

- Adoro il primo giorno di lezioni!

Buffy la scrutò preoccupata.

- Hai bisogno di un analista secondo me…sono le 8 e 30 e sto andando a seguire una barbosissima lezione di Antropologia. Ieri, mi sarei svegliata più o meno tra tre ore, e fra le braccia di Spike… Quale delle due situazioni è più gradevole?- rispose la bionda.

Willow sembrò pensarci.

- Vediamo…svegliarsi tra le braccia di Oz e poi andare a lezione!- esclamò poi.

- Oh cielo…ho bisogno di una persona normale con cui parlare…- si lamentò la bionda.

- A proposito…va tutto bene con Spike?- chiese Willow.

- Si, perché?

La rossa decise di non rivelare a Buffy la chiamata della notte scorsa.

- Così…guarda! C’è Oz!

Buffy la guardò divertita mentre si lanciava contro il malcapitato con la foga di un pitone.

- Will…lo stai strangolando…- le disse ridendo mentre Oz la ringraziava con gli occhi.

- Tesoro…dovrò comprare una spina dorsale nuova fra un paio di mesi…

La rossa rise timidamente.

- Hai visto Spike?- chiese Buffy.

- Sta parlando col prof. per la tesi…dovrebbe essere qui tra qualche minuto.

Buffy si sentì cingere la vita da dietro e poi due labbra le schioccarono un sonoro bacio sul collo.

- Cercavi me, passerotto?

Lei lo baciò appassionatamente, incurante del numeroso pubblico che li stava guardando divertito.

- Ehmm…Buffy…Buffy! E’ tardi! Dobbiamo entrare in aula…- disse Willow prendendola per un braccio e cercando di farle mollare la presa.

- Ci vediamo a pranzo?- chiese lei.

- Non credo amore…io e Oz lavoreremo alla tesi da lui…ora vado in biblioteca…ci vediamo stasera?- le rispose lui.

Lei annuì sorridendo e gli lanciò un bacio.

Mentre Willow e Buffy si dirigevano in classe e Oz e Spike in biblioteca, fitti nuvoloni neri si addensavano sulla città.

Si preannunciava una tempesta davvero terribile.

 

 

Harmony camminava per i corridoi dell’università con fare circospetto.

A piccoli passi saltellanti, si nascose dietro una colonna.

Fece capolino, si guardò intorno e riprese la sua buffa andatura.

Sentì delle voci.

Si appiattì contro un muro e fece un pallone con il chewingum che masticava.

Un paio di ragazzi passarono davanti a lei e ridacchiarono.

- Quella è tutta suonata…- disse uno dei due continuando a ridere.

- Mi spieghi cosa diavolo stai facendo combinata così?

Harmony trasalì.

Si voltò, trovandosi faccia a faccia con Angel.

- Sei impazzita?

- Oh…sei tu…mi hai fatto prendere un infarto!- esclamò lei lanciandogli contro gli occhiali rosa a cuore.

- Pensavo che te lo avessi fatto prendere stanotte…Comunque, ancora non mi hai detto perché sei vestita così.

La bionda si riavviò i capelli.

- Sto mettendo in pratica il piano.

Angel alzò gli occhi al cielo.

- Non mi sembrava di averti mai detto di travestirti da artista francese gay…- le disse osservando la coppola, l’impermeabile e raccogliendole gli occhiali.

- Sono in incognito! In questo modo studierò i movimenti di Fuffy…

- Buffy…-la corresse lui.

- Come vuoi…me l’hai detto tu!

Il ragazzo le levò pezzo per pezzo il costume e lo gettò nel secchio della spazzatura.

- Non serve tutto questo. Lei non sa chi sei tu. Ti ho già detto che tutto ciò che devi fare è parlarci un po’, dirle che sei un’amica intima mia e di Spike e chiederle di salutarci da parte tua. Tutto qui.

Harmony sbuffò.

- Dubito che funzionerà…come può arrabbiarsi a tal punto da lasciare Spike solamente perché una tizia che non ha mai visto prima le chiede di salutarlo?

Angel ridacchiò.

- Non angosciarti…lo farà…preoccupati solo di osservare Buffy e di trovare un posto che lei frequenta dove puoi incontrarla casualmente e attaccare bottone con lei…voglio che entro il primo Ottobre quei due si siano lasciati…- concluse poi andando via.

- Il primo Ottobre è fra tre giorni!- gli gridò dietro Harmony.

- Appunto. Datti da fare allora.

Col suo sorriso enigmatico, Angel sparì nella biblioteca, lasciando Harmony più confusa che mai.

 

 

“Seconda parte: riavvicinamento con Buffy.”

Angel prese il cellulare, controllando l’ora.

Ore 12. Le lezioni erano finite.

Selezionò dalla rubrica il numero della ragazza e la chiamò.

Attese, trattenendo il respiro.

- Pronto?

- Ciao, Buff. Sono Angel.

Dall’altra parte giunse una voce astiosa.

- Lo so. Cosa vuoi?

- Volevo parlare un po’ con te…hai un’oretta di tempo da dedicarmi oggi pomeriggio?

Buffy era semplicemente allibita. Era completamente fuori di testa?

- No. Ho lezione. Senti Angel…so che te e Darla non state più insieme, ma…

- No, no! Non è un tentativo di provarci con te! Volevo solo sfogarmi un po’ con la persona che mi conosce meglio al mondo…tutto qui…

La ragazza tentennò. Dal tono sembrava sincero. E poi gli voleva ancora bene…nonostante tutto era un pezzo importante della sua vita. In ogni caso, se si fosse sbagliata sulle sue intenzioni, poteva sempre andarsene.

- Oggi pomeriggio non posso proprio…possiamo vederci un po’ stasera, se vuoi…ti dico già da ora che ho un altro impegno, e non ho molto tempo…

Angel fece un segno di vittoria silenzioso.

Notò che la sua voce si era addolcita.

- Va benissimo…ti ringrazio di cuore Buff…va bene alle nove e mezza al Bronze?

- Benissimo. A stasera.

Angel chiuse il telefono.

“Complimenti, vecchio mio…interpretazione da Golden Globe…quella da Oscar arriverà stasera…”

I suoi pensieri furono interrotti da un fulmine che squarciò il cielo in due.

Si diresse sorridendo da solo verso la sezione di Storia Medievale.

 

 

- Sono un’idiota!- esclamò Buffy in direzione di Willow.

Le due amiche stavano facendo la fila alla mensa.

- Perché?

- Stasera esco con Angel.

Per poco la rossa non rovesciò il suo vassoio.

- Cosa fai tu stasera??

Buffy alzò le spalle sconsolata.

- Esco con Angel…mi è sembrato così giù di corda…pensi sia una cattiva idea?

Prima che Willow potesse rispondere, un tuono fortissimo le fece tremare entrambe.

- Ecco la risposta…cosa dirai a Spike?

- La verità! Che esco con Angel perché mi ha fatto pena!- affermò la bionda.

-…non lo so…- disse Willow un po’ incerta.

- Cosa?

- Questa cosa di Angel che ti cerca dopo mesi che non vi vedete…

Alle spalle delle due ragazze si era formata una lunga coda.

- Volete darvi una mossa? Abbiamo fame!- urlò un ragazzo.

- Stai zitto! Sto cercando di far capire alla mia amica che sta facendo una grande sciocchezza!- strepitò Willow nella sua direzione. Il ragazzo indietreggiò spaventato.

- Stavamo dicendo? Ah si! Non dovresti uscirci…è un errore…

Buffy abbassò gli occhi.

- Lo so…ma tu non conosci Angel come lo conosco io…potrebbe avere bisogno d’aiuto…

- Buffy! Non sei un’organizzazione di volontariato!! Non puoi correre ad aiutare tutti quelli che ti chiedono aiuto! Tanto meno dopo tutto ciò che ti ha fatto!- disse Willow dura.

Si sedettero ad un tavolo.

- Te lo ricordi ancora che sei stata chiusa in casa a piangere per mesi e che quando uscivi era per assecondare le sue voglie? E’ andata avanti un anno in questo modo, ricordi?- insisté la rossa.

Le dispiaceva essere così cruda con Buffy, ma era l’unico modo per scuoterla.

- Certo che me lo ricordo!! Come potrei dimenticarlo? Ma se ha bisogno d’aiuto, non glielo negherò. Il tempo della vendetta è finito…- sbottò la bionda alzandosi e andandosene.

Willow la vide allontanarsi e sparire tra gli studenti.

Dispiaciuta per la discussione, anche lei si alzò.

Oz era impegnato e non voleva disturbarlo.

Sarebbe andata a trovare Tara.

Aveva assolutamente bisogno di sfogarsi con qualcuno.

 

 

Buffy procedeva a passo spedito.

Come si permetteva Willow di giudicare così?

Lei non conosceva veramente Angel.

Sapeva che l’amica aveva parlato così per il suo bene, ma c’era modo e modo di dire le proprie opinioni.

Anzi, Willow aveva ragione da vendere.

Ma non poteva ignorare la richiesta d’aiuto di Angel. Lo aveva amato più di ogni altra cosa.

Sperava che non avesse ricominciato a drogarsi.

Se era così sarebbe stato molto difficile.

Un altro problema era come avrebbe reagito Spike alla notizia.

Pregò mentalmente che tutto questo non le avrebbe incasinato la vita.

- Ciao Buff!

Si voltò. Erano Anya e Xander.

- Ciao ragazzi! Non vi ho visti stamattina…

- Eravamo in ritardo…- spiegò Xander leggermente imbarazzato.

Buffy non ci fece caso.

- Noi stiamo andando a pranzo in centro. Vieni con noi?- propose Anya.

La ragazza accettò di buon grado.

Almeno non avrebbe visto Willow per un po’.

 

 

- Guarda che razza di temporale…la butta che Dio la manda, eh?- disse Oz consultando un volume enorme.

Spike non rispose.

Guardava fuori dalla finestra, completamente preso dallo spettacolo pirotecnico che il cielo stava offrendo.

- Spike? Ci sei?

Il ragazzo si scosse.

- Uh? Si, certo…

- Ti vedo soprappensiero, ragazzo mio…

Spike ridacchiò. Oz a volte usava delle espressioni che avrebbero fatto invidia a suo nonno!

- Già…i fulmini mi affascinano…

- Diamo il benvenuto al nostro piccolo Benjamin Franklin! Spero non andrai fuori a giocare con un aquilone…

- No, anche se ti ci manderei volentieri! Sei una scocciatura oggi!- esclamò il biondo.

- E’ normale…ho dormito poco stanotte…sai, sono dovuto correre a fare da muro del pianto ad un mio amico…dovresti conoscerlo…si chiama Spike…

Spike pensò bene di rimettersi al lavoro. Oz mordeva questa mattina.

- Pensavo di infilarci qualche filosofo medievale…che ne dici?- chiese il biondo.

Oz alzò un sopracciglio e sul suo viso apparve un’espressione ironica.

- Che vuoi che ne sappia? E’ una tesi di Fisica quantistica, la mia! Altro che quei tuoi quattro ubriaconi che non facevano altro che sparare cacchiate sull’esistenza di Dio!

- Stai insultando secoli di Filosofia riducendo il tutto ad una pura e semplice questione teologica…- rispose Spike scandalizzato.

- Se non ci fossero stati “i miei quattro ubriaconi”, la tua Fisica non avrebbe fondamento! Ora se mi permetti, vado a cercare un libro!- concluse alzandosi.

Oz alzò le spalle. La sua mente scientifica aveva rigettato tutto ciò che Spike aveva detto.

“Blasfemo!” si disse mentalmente.

Andò nella sezione di Storia Medievale, cercando S. Tommaso D’Aquino.

Sentì una presenza alle sue spalle.

Quando si voltò, vide una figura che si stagliava contro la vetrata.

L’oscurità ne nascondeva l’identità.

Spike si sorprese quando un brivido di ribrezzo gli attraversò la schiena.

C’era solo una persona che gli suscitava quella sensazione.

Un fulmine illuminò a giorno la stanza.

- Ciao Spike…- mormorò Angel cominciando ad avvicinarsi a lui.

 

- Ciao Spike…

La sua voce era come una scossa appena percettibile.

Spike si sentì a disagio.

Era la prima volta che la sua leggendaria spavalderia veniva meno.

Faith, ridacchiando come una bambina, gli diede una leggera spinta verso il centro della stanza, e poi chiuse la porta.

- Il gatto ti ha morso la lingua?- chiese Angel ironicamente, incurante di essere disteso nudo sul letto.

Faith gli saltellò incontro, buttandosi sulle lenzuola accanto a lui.

Spike continuò a non rispondere.

- Dai Cucciolo…vieni qui con noi…- gli disse la ragazza battendo qualche colpetto sul materasso.

Il biondo ubbidì, sedendosi accanto a lei, che già si era liberata della leggera vestaglia bianca.

- Faith mi ha detto grandi cose di te…- disse lui, mentre accarezzava il seno della ragazza.

Finalmente Spike alzò gli occhi e lo fissò.

- Niente di speciale…

Angel proruppe in una fragorosa risata. Si alzò, attraversò la stanza e si adagiò su una poltrona rossa.

- Niente di speciale, dici? Tutte le ragazze qua dentro fanno la fila per farsi toccare da te, e tu dici niente di speciale? Mi sento un po’ scalzato dal mio trono…tuttavia, voglio sperimentarti anche io.

Il biondo lo guardò sbalordito.

- No, no! Non se ne parla neanche! Io sono etero.

Angel rise di nuovo.

“Ma guarda questo! Crede di essere Dio in terra!” pensò tra sé Spike.

- Cos’hai capito? C’è qui la nostra Faith che vorrebbe fare qualche giochino…

Il ragazzo guardò Faith.

Teneva un dito sulle labbra e lo guardava sorridendo.

- Si…facciamo un giochino, Cucciolo…

La ragazza si avvicinò a Spike e cominciò a baciargli il collo.

Poi scese verso il suo inguine.

Angel continuava a guardare, mentre Spike sorreggeva il suo sguardo, indifferente al meraviglioso lavoretto che Faith e la sua bocca stavano facendo su di lui. Si limitava ad accarezzarle i capelli, mosso da un sentimento tutto nuovo: la competizione.

“Voglio proprio far scendere questo stronzo dal piedistallo…”

Fermò Faith e la fece distendere sotto di lui.

Angel era seduto impassibile sulla poltrona accanto al letto, serio e con lo sguardo indecifrabile.

Spike ignorò qualsiasi preliminare. La penetrò senza tanti complimenti, muovendosi ritmico e frenetico.

La ragazza gemette e Angel si alzò, andando verso il letto con la sua erezione prepotente.

- Mettila di lato…- ordinò.

Spike girò la ragazza, senza perdere il contatto con lei.

Vide Angel farsi strada tra i glutei sodi di lei.

Capì che era arrivato a destinazione quando Faith si morse le labbra, stretta tra loro in quel vortice di piacere.

Faith venne quasi subito, ma né Angel né Spike smisero di possederla.

Quando entrambi ebbero raggiunto l’orgasmo, la ragazza si alzò leggiadra e appagata.

- Vado a fare una doccia, tesori miei…

E così Spike si era ritrovato a giacere nello stesso letto con quello strano personaggio.

Si accese una sigaretta.

- Ti è piaciuto?- chiese Angel senza aprire gli occhi.

Il biondo annuì distrattamente.

- Ti insegnerò molte cose…Cucciolo.

 

 

Ed eccolo lì, tale e quale alla prima volta che lo aveva visto.

No.

Non del tutto uguale.

A quei tempi, quando lo guardava, nei suoi occhi neri c’era condiscendenza.

In una forma malata e distorta, ma era pur sempre un sentimento.

Adesso aveva la sensazione di guardare due palle nere.

Gli occhi di uno squalo.

- Come allora…rimani sempre senza parole quando ti parlo…- disse atono fronteggiandolo.

- Guarda Mr. Tenebra che quel ragazzino fatto e ai tuoi ordini non esiste più…

Angel lo guardò con compassione.

- Cos’hai fatto di nuovo? Non hai continuato a scopare tutte le donne che avevi a portata?

Spike serrò la mascella, colto da rabbia improvvisa.

- Ah…no…tu le hai amate tutte, vero? Come sta Dru?

Spike si sciolse in un sorriso malvagio.

- E tu invece? Che mi racconti? So che hai fatto il bravo ragazzo per qualche tempo…ma come al solito, la parte meno nobile di te ha rovinato tutto…

- Buffy è stata la cosa più importante al mondo per me e…

Spike lo interruppe bruscamente.

- Non voglio nemmeno sentirti pronunciare il suo nome! Era davvero la cosa più bella che ti fosse mai capitata? E allora perché le hai raccontato tutto del tuo…del nostro schifoso passato?

Angel camminò, disegnando un ampio semicerchio.

- Dovevo parlarne con qualcuno…e lei doveva sapere. Era giusto così…non le hai detto la verità?

- Certo che no! Adesso non riesco più a guardarla in faccia! Ma poi perché mi sto confidando con te?

- Ammettilo che in fondo mi vuoi bene…

Spike storse la bocca.

- E comunque stai lontano da lei…

- Già…adesso è la tua fidanzatina…mi sembri te a voler fare il bravo ragazzo ora…ma sai bene che non ci riuscirai per molto…la tua vera natura uscirà fuori incontenibile…e trascinerai anche lei a fondo con te…

Fu il biondo ora a ridere di gusto.

- Non ho bisogno delle tue iatture, Nostradamus…è molto semplice: io ho vinto, tu hai perso.

Angel sembrò perdere quella sua espressione sicura, ma fu un momento.

- Ho sbagliato con lei…ma non temere…stasera cercherò di rimediare…

- Stasera? Che vuoi dire?

- Io e la tua ragazza usciamo insieme, tesoro…che cos’è quel faccino triste? Non dirmi che non te l’ha detto…

Spike si sentì spaesato.

Perché Buffy non gliene aveva parlato?

- Potrebbe benissimo essere un trucco…- ringhiò il biondo.

Angel alzò le spalle.

- Padrone di credere a ciò che vuoi…e comunque il tuo piccolo segreto è al sicuro…non le dirò niente, anche se muoio dalla curiosità di vedere che faccia farebbe…

Spike sembrò insospettirsi.

- A che gioco stai giocando?

- Non mi piacciono questi sotterfugi…fare la spia non è elegante…

Spike gli si fece più vicino.

- Se intendi mettere i bastoni fra le ruote a me e alla mia donna, stai facendo un grande errore…stai attento a ciò che fai Angel…

Il ragazzo ridacchiò.

- Vedo che i dentini del mio Cucciolo sono diventate zanne…

- Smettila di chiamarmi così…- gli intimò Spike minaccioso.

- Resterei volentieri a chiacchierare con te, ma devo andare…ho programmi stasera.

Angel abbandonò improvvisamente il tono sarcastico e divenne serio.

- Sarà Buffy a decidere con chi di noi due stare…

Spike non ebbe tempo di ribattere, perché il rivale aveva afferrato velocemente i suoi libri e si era diretto verso l’uscita.

Il biondo tornò a cercare il suo volume, e quando l’ebbe trovato lo scagliò a terra con rabbia.

- Cos’altro diavolo deve capitarmi ora?- si chiese respirando affannosamente.

La sensazione che Buffy gli stava scivolando via dalle mani lo colse come una folata di vento gelido.

Raccolse il libro e tornò da Oz.

Doveva sfogarsi.

 

 

 

Buffy camminava nervosamente davanti alla stanza di Willow.

Voleva scusarsi per aver alzato la voce con lei, ma non voleva darle ragione.

Certo, uscire con Angel non era da catalogare come una delle sue idee più brillanti, ma voleva aiutarlo.

E Willow, essendo la sua migliore amica, doveva capirlo e sostenerla.

Convinta, bussò ed entrò.

La rossa sembrò sorpresa di vederla.

- Ciao Buff…ti è passato il momento di isterismo?

La bionda notò subito l’espressione accigliata dell’amica.

Stavolta Willow era davvero arrabbiata.

- Mi dispiace…- disse sinceramente abbassando gli occhi.

- L’ultima volta che abbiamo discusso è stata in terza elementare…volevi giocare ai pugili, mentre io volevo giocare con le Barbie…

Buffy sorrise.

- Già, ricordo…alla fine ho staccato la testa alla tua bambola e l’ho lanciata dalla finestra, dicendoti che ormai era rotta e che dovevamo per forza fare la lotta se volevamo divertirci…tu piangevi come una fontana…

- C’è poco da ridere! Mi hai traumatizzata!- esclamò Willow.

- Però poi mi sono messa a piangere anche io e sono corsa a recuperare la testa…mi dispiaceva da morire…- cercò di giustificarsi Buffy.

La rossa l’abbracciò.

- Piangevo perché pensavo che non saremmo più state amiche…

- Will…la nostra amicizia è come una maledizione…non te ne libererai mai più…- ridacchiò Buffy.

- Dispiace anche a me di averti insultata…- si scusò la rossa.

Buffy si stupì.

- Non ricordo questa parte…

Willow avvampò.

- Beh…l’ho fatto dopo che mi hai piantata in asso in mensa…tante, tante volte…

La bionda sembrò divertita.

- Che tipo di insulti? Sono curiosa!

Dopo qualche esitazione, la ragazza accontentò l’amica.

- Willow!! E con quella bocca baci tua madre???- esclamò Buffy esterrefatta.

Le due ragazze risero e poi tornarono serie.

- Insomma hai deciso di uscirci…

Buffy annuì.

- Si, ma ho cambiato idea riguardo a Spike…non gli dirò niente…non è una cosa importante e sono sicura che se glielo dicessi finiremmo col discutere…invece gli dirò che devo stare a casa con Dawn fino alle dieci e poi andrò da lui…spero che con Angel non sia una cosa lunga…

- Ma se non hai voglia di stare ad ascoltare i suoi problemi, perché lo fai?- chiese Willow.

- Mi sento in colpa…io sono felice, lui no…se almeno fosse rimasto con Darla…

- Fammi capire…se foste tutti e due fidanzati, staresti bene?- chiese la rossa incredula.

Buffy arrossì.

- So che sembra un discorso idiota, ma è così…da quando sto con Spike mi sento così appagata che vorrei che tutti intorno a me avessero almeno un quarto della mia soddisfazione…credimi se ti dico che basterebbe per sprizzare di gioia per una vita intera…anche due forse…

- Lo so…lo so…- disse sorridendo Willow.

- Ora vado da lui…vieni anche tu? Credo sia da Oz…- disse Buffy alzandosi e prendendo la borsa.

- Si! Non vedo l’ora di abbracciare il mio lupacchiotto!- esclamò la rossa battendo le mani.

L’amica la guardò un po’ spaventata.

- Willow, ti giuro che se non ti conoscessi ti avrei già fatta rinchiudere in un manicomio! Mi raccomando…acqua in bocca con Spike ed anche con Oz riguardo al mio appuntamento di stasera…

Willow si disegnò una croce sul petto.

- Che mi possa rotolare via la testa dal collo, venirmi la lebbra, o…che mi possano venire i vermi allo stomaco anche se dico una sola parola! Che ne dici?

Buffy alzò le mani in segno di resa, ridendo.

- Basta Will…ci rinuncio con te! Pensavo che fosse Anya quella matta!!

Willow la prese a braccetto e uscirono parlottando allegramente.

 

 

- E questo è tutto. Ti rendi conto di che faccia tosta ha quello?- sbottò Spike alla fine di un racconto molto concitato del suo incontro-scontro con Angel.

Oz annuì mentre rimetteva i libri nello zaino. Era meglio andarsene dalla biblioteca prima di venire cacciati a causa delle urla di uno Spike infervorato.

-“Sarà Buffy a decidere con chi di noi due stare…”!- borbottò rifacendo il verso ad Angel – Buffy ha già scelto! E la sua scelta sono io!

- Basta così…non sopporterei un’altra imitazione della sua voce…ti prego! Sfogati come tutte le persone normali, senza trasformarti in un attore di cabaret!- lo supplicò Oz trascinandolo verso l’uscita.

Spike lo seguì senza protestare e si avviarono verso la stanza di Oz al dormitorio.

- Secondo te è vero che Buffy uscirà con lui stasera?- chiese Spike agitato.

L’amico storse la bocca.

- Che motivo avrebbe avuto per dirti una cavolata? Appena lo avresti chiesto a Buffy lei ti avrebbe detto di no…

- Forse voleva farmi innervosire…e ti garantisco che c’è riuscito!!

Poi si bloccò improvvisamente.

- Stai cercando di dirmi che ha detto la verità?- disse con voce tremolante.

Oz non fece in tempo a rispondere, che Spike era già partito a razzo.

- Dove vai?- gli urlò dietro.

- Ad ammazzarlo!

Oz riuscì a riagguantarlo.

- Penso che questo non sia il tuo problema più grande ora…possono anche uscire, tanto a lei non importa più niente di lui…- farfugliò Oz col fiatone.

- Continua…- gli intimò serio il biondo.

- Cazzo! Sto per avere un arresto cardiaco! Abbi pietà!- protestò il ragazzo.

- Per due metri di corsa hai già bisogno di una vacanza sotto una tenda ad ossigeno? Continua…- affermò Spike lapidario.

Oz prese un lungo respiro, pregando di non svenire.

- E se le dice chi era il suo amichetto del cuore?

Spike scosse la testa energicamente.

- No. Mi ha detto che non lo farà. E’ uno stronzo, ma di parola.

- Prima di fare tutte queste ipotesi, io chiederei a Buffy se è vero, comunque…- suggerì infine l'amico.

Pensieroso, Spike annuì.

 

 

 

- Si può?- chiese Willow entrando.

Oz si alzò dalla scrivania e le andò incontro.

- Te puoi sempre…

Spike accolse Buffy accanto a lui, sul letto.

- Mi sei mancato tanto oggi…- cinguettò lei nascondendo il viso tra le sue braccia.

- Anche tu, passerotto…

Oz prese Willow per mano e la condusse verso la porta.

- Vieni…andiamo a prendere qualcosa per cena…pizza?

- Ma…sono appena le cinque del pomeriggio!- protestò Willow.

- Allora andiamo a fare un giro al centro commerciale…voglio comprare un nuovo basso e ho bisogno di un tuo consiglio…

Willow seguì il fidanzato senza obiettare e salutò Buffy e Spike con un cenno della mano.

- Cos’è questa storia del basso?- chiese poi una volta sul furgone.

- Devono parlare un po’…- rispose lui vago.

- A proposito di cosa?- insisté lei.

Oz alzò le spalle.

Non gli piaceva mentire a Willow, ma doveva.

La rossa, da parte sua, evitò di chiedere altre informazioni.

Entrambi decisero mentalmente che la cosa migliore da fare era di tagliare fuori dalla loro vita di coppia le vicende personali dei loro migliori amici.

 

 

 

Spike e Buffy se ne stavano ancora abbracciati sul letto.

- Vieni a cena da me stasera?- chiese lui dandole dei bacini sulla guancia.

Buffy si ritrasse, un po’ nervosa.

“Questa non è cosa buona…” pensò Spike accorgendosi immediatamente del cambio d’umore della ragazza.

- No…vengo più tardi…ho…ho da fare con Dawn…

Bene.

Buffy stava dicendo una bugia enorme.

Lo si vedeva lontano da un miglio.

- Cosa?- chiese innocentemente lui.

Lei rimase in silenzio qualche secondo.

- La devo aiutare in matematica…domani ha un compito!

- Se vuoi vengo a darvi una mano…adoro la matematica…

Buffy sbiancò.

- Non…non occorre…io…

Il ragazzo decise di mettere le carte in tavola e finirla con quella pessima recita.

- Da come ti comporti, mi sembra che questa non sia la verità…

La bionda tentennò.

- Perché?

Spike si stava alterando, lo aveva capito. E sapeva qualcosa.

- Esci con il tuo ex stasera?- chiese tagliando la testa al toro.

Colpita e affondata.

Buffy decise di non continuare a mentire e provò a minimizzare.

- Si…ma è una cosa innocente…ha bisogno di sfogarsi con qualcuno, e non ha amici, e mi fa pena…

Spike le posò un dito sulle labbra.

- Non voglio che tu lo veda.

La ragazza ridacchiò tesa.

- Come?

Spike ripeté, con calma.

- Ho detto che non voglio che tu esca con Angel. Passi il fatto che non me l’hai detto, perché evidentemente non era una cosa così importante, ma su questo non transigo.

Buffy scattò in piedi irritata.

- Ha bisogno del mio aiuto…e non hai diritto di dirmi cosa fare o chi frequentare…

Lui rispose continuando a guardarla dritta negli occhi, mentre lei prendeva la giacca e si apprestava ad andarsene.

- Non andare via o…

- …o cosa? Mi metterai in punizione? Cresci, Spike. E impara a fidarti di me.

Detto questo, uscì sbattendo la porta.

Spike serrò la mascella e cercò di mandare giù la sua ira.

“Complimenti Spike! Ottimo lavoro!” si congratulò con se stesso.

Angel aveva ottenuto il suo obiettivo.

Farli litigare.

E lui c’era caduto con tutte le scarpe.

 

 

 

 

 

 

Buffy era davanti all’armadio, cercando di decidere il suo abbigliamento per l’appuntamento con Angel.

“Non è un appuntamento!” si ripeté mentalmente, rovistando tra le magliette per trovare quella più brutta.

Sarebbe andata struccata e più sciatta possibile.

Non voleva assolutamente che Angel pensasse che fosse stata bella per lui.

Si lasciò cadere sul letto, buttando all’aria i vestiti e sbuffando.

Ma che diavolo le importava di cosa avrebbe pensato Angel?

Era preoccupata per ciò che stava pensando Spike di lei.

In fondo, ma molto molto in fondo, aveva ragione…non si esce con gli ex.

Ma lui non doveva neanche pensare di poterle imporre la sua volontà!

Stavano insieme, d’accordo, ma questo non significava vivere in simbiosi e ai suoi ordini.

“La libertà di Buffy viene prima di tutto!” scandì convinta nella sua testa.

Si voltò di lato, sbuffando di nuovo.

Ma se lei aveva ragione, perché si sentiva così in colpa?

Fissò il cellulare.

Era la quarta volta in mezz’ora che aveva un impulso irrefrenabile di mandare un messaggino dolce e di scuse a Spike.

Quello era il loro primo litigio da quando si erano innamorati.

Prese il telefono in mano.

“No!” si ordinò gettandolo dall’altro lato del letto.

Poi prese un cuscino, se lo spinse contro il viso e urlò con quanto fiato aveva in gola.

Un po’ scarmigliata, si guardò allo specchio soddisfatta.

Ora andava un po’ meglio.

Più o meno.

Scese al piano terra e si diresse in cucina fiutando un buon odorino.

- Dawnie…che stai cucinando?- chiese con voce melliflua.

Dolci e Nutella, in questi casi erano i migliori amici di una donna.

Il dolce era in forno e la Nutella l’avrebbe aggiunta lei.

In dosi massicce.

- Niente che ti riguardi…

Buffy le si avvicinò e cercò di abbracciarla.

- Buffyy!! Va bene, hai vinto!! Ne avrai un pezzo!- rise la sorella allontanandola.

Con un sorrisetto di vittoria, Buffy si sedette a tavola, in attesa.

- Che succede? L’idillio con Spikey è già finito?- chiese Dawn mettendola davanti alla faccia un’ostia di torta.

- Metti di più, tirchiaccia!!- esclamò lei ignorando la domanda e porgendole di nuovo il piatto.

- Mi sembra un misero tentativo di evitare di rispondere…- rispose l’altra dandole altro dolce.

Buffy mise un boccone in bocca e cominciò a masticare di gusto.

- Allora?- incalzò Dawn.

- Buono questa torta al cioccolato!- esclamò Buffy.

- Continuerò ad insistere fino alla morte. Sei avvertita.

La bionda si arrese.

- Diciamo che Spike si è un po’ risentito per il fatto che esco con Angel stasera…

Dawn sputò tutto il dolce che aveva in bocca.

- E te ne stupisci!?!?

Buffy fece spallucce.

- Non ci vedo niente di male…se avessi voluto stare con Angel, credo che Spike lo avrebbe saputo, no?

Dawn sospirò.

- Hai presente quel sentimento chiamato gelosia?

- Si ma non c’è motivo di essere gelosi…

La ragazzina guardò la sorella con sguardo compassionevole.

- Mettiamola così…saresti felice se Spike uscisse con Dru? Giusto per parlare un po’ dei vecchi tempi?

Buffy sgranò i begli occhi verdi.

- Scusa Dawn, ma devo fare una telefonata importante…- disse poi correndo via.

Dawn scosse la testa divertita.

 

 

- Harm…aspetta…rallenta…mi stai mordendo!!- esclamò Angel allontanando la ragazza con forza dalle sue parti basse.

Lei ridacchiò.

- Scusa…mi sono lasciata trasportare.

Lui si alzò e lei non poté fare a meno di ammirare il suo bel corpo nudo.

- Che hai da guardare?- chiese lui irritato mentre controllava il danno.

- Niente!

- Vuoi venire a vedere la tua opera d’arte? Guarda qui che lavoro!

Harm gli andò vicino.

- Vuoi che ti dia un bacino sulla bua?

Angel si mise una mano in fronte cercando di mantenere un contegno.

Non la sopportava più.

Se non avesse avuto una parte fondamentale nel suo piano, l’avrebbe mandata a quel paese da un pezzo…

- Si. Dammi il bacino sulla bua…- disse senza entusiasmo spingendola sulla sua virilità.

“Almeno così starà zitta…”

Squillò il cellulare.

- Tu continua…- ordinò vedendo lo sguardo interrogativo della ragazza.

Rispose.

- Angel? Ciao, sono io…

Buffy.

- Ciao! Che succede? Non ti ricordi il luogo dell’appuntamento?

- E’ proprio di questo che vorrei parlarti…Il mio ragazzo ha saputo del nostro…incontro…e pensa che non sia una buona idea…credo che abbia ragione…

La rabbia di Angel salì rapida.

- E tu ti fai comandare così? Era una chiacchierata tra amici la nostra!

- Lo so, lo so…ma per il momento è meglio rimandare…scusami…

Aveva riattaccato.

- Più veloce…- disse aumentando il ritmo facendo leva sulla testa di Harmony.

Le venne prepotentemente in bocca, facendola deglutire.

- Perché lo hai fatto? Sai che lo odio!

Angel non sentiva minimamente le proteste della ragazza.

- Scusa…- disse sovrappensiero.

Lei cominciò a rivestirsi, arrabbiata.

- Con chi pensi di avere a che fare? Non sono la tua bambola gonfiabile di carne!

- Voglio che domani parli con Buffy. E’ arrivato il momento.

Harm si fermò, non capendo.

- Ma così non anticipi i tempi?

Lui annuì.

- Si ma non avevo calcolato Spike…sono stato idiota a dirgli che sarei uscito con Buffy…era ovvio che glielo avrebbe impedito…

- E adesso?

Angel la attirò a se.

- Adesso parte la fase finale. Non vuoi festeggiare con me?

 

 

Spike fumava nervosamente, guardando la tv.

Il posacenere era stracolmo.

A differenza del solito, questa volta la nicotina non sortiva il suo solito effetto calmante.

Guardò l’orologio.

Le dieci.

A quest’ora Angel stava probabilmente tentando il primo approccio con la sua ragazza.

Se lo avesse avuto di fronte in quel momento, l’avrebbe attaccato al muro con dei chiodi, stile Gesù senza croce…

Possibile che come apriva bocca faceva una cazzata?

- Va bene, Buffy…fai pure…mi dispiace che tu esca col tuo ex, ma hai la mia completa fiducia!

Era questo ciò che avrebbe dovuto dirle!

E allora, come sempre accade con le donne, lei avrebbe rinunciato, sentendosi in colpa.

Adesso invece, anche se non avesse avuto voglia, lo avrebbe fatto comunque, per dispetto…

Maledetta psicologia femminile!

Oz gli aveva proposto di uscire per svagarsi un po’, solo loro due come ai vecchi tempi, ma aveva rifiutato.

Lui aveva la serata rovinata, e non voleva rovinarla anche all’amico e a Willow.

Guardò di nuovo l’orologio.

Le dieci e cinque.

Lo prese e lo nascose in un cassetto.

Se avesse continuato a guardarlo ogni cinque minuti, prima o poi sarebbe impazzito.

Spense luce e televisore e si liberò dei vestiti.

Poi s’infilò a letto e chiuse gli occhi.

 

 

Scattò nel sonno a causa di un rumore proveniente dalla porta d’ingresso.

Non si ricordava se aveva chiuso a chiave.

Un altro rumore.

Proveniva decisamente dall’ingresso.

Pessima idea l’aver scelto di rapinarlo quella notte.

Aveva un diavolo per capello e una mazza da baseball nascosta sotto il letto.

C’erano anche un paio di manette nel suo comodino.

“Non era questo lo scopo per cui le avevo comprate, ma fa lo stesso…” pensò rimanendo immobile e ad occhi chiusi sul letto.

Nel frattempo, il misterioso intruso aveva aperto la porta, l’aveva chiusa a chiave alle sue spalle e adesso si stava dirigendo proprio verso di lui.

“Devo solo aspettare che sia a tiro…”

Una mano si posò sul suo ventre scoperto e cominciò ad accarezzarlo, scendendo verso il basso.

“Ma che diavolo…?”

Indeciso sul da farsi continuò a restare fermo.

Ci mancava solo che venisse violentato per concludere in bellezza la serata!

Prese con forza il polso del misterioso assalitore e accese l’abatjour sul comodino con l’altra.

- Buffy?!?- esclamò esterrefatto vedendo comparire la ragazza davanti a lui.

- M tu dormi nudo anche quando non ci sono io?- chiese lei ridacchiando.

Spike si abbandonò alla spalliera del letto, con il viso teso.

- Cosa ci fai qui? Il tuo appuntamento è già finito?

Buffy si sforzò per mantenere nascosto il suo disappunto: lei veniva per sotterrare l’ascia di guerra e questa era l’accoglienza?

- Dovresti nascondere meglio la tua chiave di riserva…il vaso di fiori è scontato…- sorrise lei.

Lui non rispose.

- Dai Spike! Pensavo che saresti stato felice della sorpresa…e del fatto che ho dato buca ad Angel…- disse la bionda sottovoce, aspettando una sua reazione.

Gli occhi blu di Spike la fissavano, in un misto di gioia e stupore.

- Non ci sono andata. Ho capito che avevi ragione tu, quindi gli ho telefonato e gli ho detto che non se ne faceva nulla…

Buffy si ritrovò schiacciata sul letto dal peso di Spike, che la teneva ferma per le braccia, con il suo viso a pochi millimetri dal volto di lei e un sorriso beffardo di vittoria.

- Dovresti sapere che io ho sempre ragione…e…mi hai fatto prendere un colpo con la tua sorpresa del cavolo!

Buffy rise.

- Lo scopo era quello…

- Fantastico! La donna della mia vita vuole ammazzarmi dallo spavento!- esclamò il ragazzo con finta disperazione.

Poi si fece serio. Si avvicinò con le labbra all’orecchio di Buffy e lo accarezzò con la lingua.

- Adesso non si gioca più…

Buffy rabbrividì.

- Non vedo l’ora…

Spike percorse il collo di Buffy sfiorandolo con la bocca e poi la baciò con trasporto.

Buffy si spinse sopra di lui e interruppe il lungo bacio sistemandosi a cavalcioni su di lui.

Lentamente, cominciò a sbottonare il suo giubbotto di jeans, scoprendosi senza niente al di sotto di esso.

- Oh Dio, Buffy…volevi tentare di far la pace con ogni mezzo vero?- esclamò Spike roteando gli occhi all’indietro per la meraviglia.

- Non sarei dovuta arrivare ad usare il mio corpo per corromperti…questo era per il dopo…- rispose lei accarezzandosi sensualmente il seno.

Lui si tirò a sedere e catturò fra le labbra un capezzolo.

Il respiro di Buffy si fece più affannoso.

Spike non aveva pietà per lei, continuando a torturarla con la lingua.

La ragazza lo interruppe di nuovo, si alzò in piedi e si liberò velocemente del resto dei suoi abiti.

Fece qualche passo verso il letto, ma Spike fu più rapido di lei, e la spinse in dietro, schiacciandola col peso del suo corpo contro la fredda parete. Senza lasciarle il tempo di realizzare cosa stava succedendo, lui aveva già fatto in modo che lei gli cingesse la vita con le gambe.

- Sei mia, amore…mia e di nessun’altro…- le disse guardandola negli occhi mentre entrava dentro di lei.

Buffy chiuse gli occhi e lo strinse ancora di più a sé.

- Guardami, dolcezza…lo vedi che sono pazzo di te?

I capelli dorati della ragazza ondeggiavano lentamente sopra le spalle di Spike.

- Lo senti quanto ti amo, Buffy?- disse infine rallentando al massimo il ritmo.

Con delicatezza, sorreggendola per le gambe e rimanendo in lei, la adagiò sul letto.

Lei sorrise e gli accarezzò i riccioli scompigliati.

- Certo…

Ricominciarono a fare l’amore da dove avevano interrotto, arrivando insieme all’estasi.

Poi si addormentarono esausti l’uno nelle braccia dell’altro.

 

 

 

 

Buffy aprì lentamente un occhio e sbirciò la radiosveglia.

Le otto e cinquanta.

Placidamente, tornò a sonnecchiare sul petto di Spike.

- Le otto e cinquanta?!?!?- esclamò scattando in piedi e cominciando a cercare i suoi vestiti.

Spike, svegliato dal trambusto, ridacchiò vedendo la sua ragazza cadere mentre cercava di infilare i jeans con le scarpe già messe.

- Che succede?- chiese una volta accertatosi che la bionda era tutta intera.

- E’ tardissimo!! Stamattina alle nove il prof. di Psicologia avrebbe appeso il foglio per partecipare al suo seminario, e io avrei dovuto essere li già da mezz’ora! Rischio di rimanere fuori dalle iscrizioni! E questo corso è vitale per me!- urlò Buffy in preda al panico.

- Telefona a Willow e dille di fare la fila anche per te…- suggerì lui con semplicità.

Buffy finalmente si fermò.

- Sei geniale…

- Lo so…

La ragazza fece la telefonata, mentre Spike improvvisò in qualche minuto la colazione.

- Sei davvero dolce, ma…devo proprio andare…- disse Buffy vedendo il tavolino apparecchiato, le brioches e le tazze.

- Almeno il caffè! Ti sentirai male se non metti niente nello stomaco!- insisté lui.

- Immagino che finché non ti accontento, non mi lascerai andare…vero?

Spike inclinò la testa di lato e annuì sorridendo.

- E va bene, papino…- si arrese lei.

Ingurgitò il contenuto della tazza senza prendere respiro e poi si diresse velocemente verso la porta.

- Bene…vado!

Il ragazzo la trattenne per un braccio.

- Scusa Buff…ma sei esattamente vestita come ieri sera?

- Si…perché?- chiese lei un po’ spazientita.

- Ma proprio come ieri?- continuò lui.

- SI!! Non credo che ci sia qualcuno che noti che non ho cambiato abito da ieri…

Spike le sventolò una sua t-shirt nera davanti al naso.

- Allora credo che avrai bisogno di questa in prestito…- sghignazzò.

Buffy si rese conto solo allora di non aver pensato alle conseguenze della sua sorpresina.

- Forse hai ragione…non mi sembra educato andare a lezione senza maglia e reggiseno…

Il ragazzo le si avvicinò malizioso, cominciando a sbottonarle il giubbotto.

- Aspetta…ti aiuto io…

- Se mi aiuti, non arriverò all’Università prima di mezzogiorno…- protestò lei debolmente. Spike e le sue labbra erano già in azione.

- Resta…faremo sesso selvaggio in piscina…- scherzò lui baciandola sul collo.

- Prometto che sarò di ritorno al massimo fra un’ora…- disse lei coprendolo di baci.

Spike le diede un lungo bacio e Buffy si abbandonò mollemente tra le sue braccia.

- Sarebbe fantastico avere tutte le mattine questo risveglio…- sospirò lei.

- Adesso vai…- disse lui sciogliendosi controvoglia dal suo abbraccio.

Buffy raggiunse la porta e si fermò sulla soglia a dare un ultimo sguardo a Spike.

- Ti amo Buff…- le disse lui con un sorriso.

- Ti amo anche io…- rispose lei bella come il sole, prima di richiudere la porta alle sue spalle.

 

 

Angel e Harmony stavano entrando nel campus.

- Ok. Buffy dovrebbe già essere qui…- disse lui guardandosi intorno.

- Sono emozionantissima! Finalmente ho l’occasione di dimostrare il mio talento artistico!- squittì lei.

Il ragazzo accennò un sorriso.

Se tutto andava bene, tra meno di un’ora l’avrebbe mandata a quel paese.

Lei e tutti quegli stupidi unicorni con cui aveva riempito la sua stanza al dormitorio.

- E’ il momento. Io sarò qui intorno, per ogni evenienza. In bocca al lupo…- disse dandole una pacca sul sedere.

Harmony sbuffò.

- La fortuna è per i principianti!

Angel la vide allontanarsi.

Presto sarebbe tutto finito.

 

 

Willow cercava di destreggiarsi tra gli studenti che cercavano di passarle avanti.

Per la quarta volta allargò le braccia e spinse in dietro.

Che cavolo! C’era una fila? Perché non rispettarla?

Se Buffy non arrivava, avrebbe fatto una strage.

- Will!!- esclamò la bionda arrivando di corsa e attirandosi le ire degli altri perché era passata avanti a tutti.

- Finalmente! Pensavo avessi cambiato idea…

Buffy cercò di riprendersi.

- No…la sveglia…non…non ha suonato…Grazie…

- E di cosa?

- Scusate…il prof. è già arrivato?- le interruppe una ragazza che arrivava col fiatone.

Willow le sorrise amichevolmente.

- No, tranquilla…

- Meno male! Pensavo di avere il solito clamoroso ritardo!- disse sollevata.

La rossa diede di gomito a Buffy, che si era concentrata sulla lettura dello statuto del corso.

- Visto Buff? Non sei l’unica! Chissà se anche il suo ritardo si chiama Spike!- disse divertita.

- Spero proprio di no!- esclamò lei senza togliere gli occhi dalla sua lettura.

- Scusate se m’intrometto, ma avete detto Spike? Frequenta Filosofia?- chiese la ragazza ritardataria di prima.

Buffy a quel punto si fece attenta.

Squadrò l’intrusa con attenzione: cappelli lunghi e biondi…occhi azzurri…sorriso perfetto…fisico da playmate…le era davvero antipatica!

- Come conosci il MIO ragazzo?- chiese enfatizzando ogni lettera della parola “mio” e cercando di non sembrare troppo acida.

- Lo conosco da tanto, ma ci siamo persi di vista…eravamo molto amici…- rispose Harmony buttando all’indietro i bei capelli dorati.

Buffy serrò le labbra.

Bene.

Uno pari e palla al centro.

Molto amici??

Era chiaro che intendeva qualcos’altro ben oltre all’essere amici…

Buffy sentì crescere forte in lei rabbia e gelosia.

L’allegra canzoncina che suonava nella sua testa da quando si era svegliata, improvvisamente si era trasformata in un’orribile Cavalcata delle Valchirie.

Ed ora aveva un’irrefrenabile impulso di uccidere…

Il solo pensiero che quella aveva toccato il suo Spike le faceva andare il sangue alla testa.

E continuava a fissarla, con un sorrisetto di sfida tutt’altro che velato, e i denti bianchissimi che brillavano. Stupida di una Barbie!

Willow captò l’aria elettrica e cercò di porvi rimedio, prima che Buffy staccasse a morsi la testa della sconosciuta.

- E quindi sei qui anche tu per il seminario del prof. Walsh! Lo trovo davvero interessantissimo.

Harmony distolse lo sguardo da Buffy per concentrarsi su Willow.

- Già! Inoltre posso rivedere un ragazzo con cui sono stata qualche anno fa…ho così voglia di rivederlo!- sorrise entusiasta.

- Hai molti amici, vedo…- disse Buffy ridendo forte quanto lei.

Harmony fu salvata da morte certa dal professore, che uscì dallo studio per appendere il foglio delle iscrizioni.

Gli studenti si scatenarono e Buffy e Willow, messa la firma, si fecero da parte.

- Per fortuna siamo riuscite a metterci nell’elenco!- disse la rossa soddisfatta.

Ma l’attenzione di Buffy era puntata altrove.

- Oh no! Eccola di nuovo!- piagnucolò.

Harmony andò vicino a Willow e le mise una mano sulla spalla.

- Complimenti! Io non sono riuscita a rientrarci…- disse tristemente.

Willow cercò di tirarle su il morale.

Buffy trasecolò.

Come poteva la sua migliore amica consolare una ex di Spike, e per di più sotto i suoi occhi?

- Adesso vado, ma vorrei chiederti un favore se posso…

- Ma certo…- rispose Willow ignorando gli sguardi omicidi di Buffy.

Harmony sorrise.

 

 

Angel aveva seguito la conversazione fin dall’inizio da dove non poteva essere visto.

Si sentiva agitato.

Il suo capolavoro stava per compiersi.

 

 

- Ricordi il ragazzo di cui ti ho parlato prima? Si chiama Angel…lo conosci?

Buffy sbiancò

Quella non era solo la ex di Spike, ma anche di Angel!!!

- Si…- rispose Willow incerta e senza guardare Buffy, terrorizzata dalla sua reazione.

- Magnifico! Puoi dirgli che gli telefono e che ho tanta voglia di rivederlo?

Willow annuì timorosamente.

- E te salutami tanto il mio Cucciolo…ehm…volevo dire Spike…- disse poi ad una sempre più sconvolta Buffy.

La ragazza si allontanò con un cenno di saluto.

- E’ stato un piacere…- si fermò Willow accorgendosi di non sapere come si chiamasse.

La bionda comprese al volo.

Non aspettava altro dall’inizio della conversazione.

-…Faith. Mi chiamo Faith…

E sparì tra la gente.

- Che strana ragazza…non trovi?- ridacchiò Willow un po’ imbarazzata.

Ma Buffy non la sentiva.

Faith.

 

 

Faith e Angel.

Faith, Angel e il Cucciolo.

Faith, Angel e Spike…

 

 

La nausea le fece piegare le ginocchia e si accasciò a terra.

E fu il buio.

 

 

- Buffy…ti senti meglio?- chiese Willow preoccupata vedendo l’amica svegliarsi.

La bionda mosse la testa in senso affermativo, mentre si metteva seduta.

- Mi hai fatto prendere un infarto…ti ho visto scivolare a terra…bianca come un cencio…- riprese la rossa.

Buffy si guardava intorno, stordita.

- E’ l’infermeria…- disse Willow anticipandola- Ignoravo che l’Università ne avesse una!

Poi rimase in silenzio.

Voleva chiedere a Buffy cosa avesse suscitato in lei quel malore improvviso, ma aveva timore di suscitare in lei la stessa reazione, ora che sembrava tranquilla.

- Ho sognato di affogare…- disse Buffy guardando dritta avanti a lei.

La rossa rabbrividì al suo tono di voce.

Fredda.

Gelida.

Willow si fece coraggio.

- Vuoi parlarmene?

Finalmente la bionda la guardò.

La sua espressione era tremendamente infelice.

Abbassò di nuovo lo sguardo, mentre si torceva le mani.

- Ero in un posto bellissimo all’inizio…forse volavo…c’era una luce calda che mi avvolgeva e mi trovavo in un cielo azzurro limpidissimo…poi ho cominciato a cadere…si…devo essere precipitata nell’oceano…ho ancora i brividi se ripenso a quell’acqua gelata…era tutto così buio, e io nuotavo…nuotavo come una disperata, cercando di tornare nel posto da cui ero arrivata…o almeno…di guadagnare la superficie e di potermi salvare…ad un certo punto l’aria ha cominciato a mancarmi…stavo soffocando…e non riuscivo a risalire…sentivo la vita scivolarmi via poco a poco…finché non ho visto tutto nero intorno a me…e cercavo di toccarmi, ma non c’ero più…nessuna parte di me c’era più… né mani, né testa, né gambe…niente…morta.

Buffy finì il suo racconto e continuò a fissare una Willow impietrita.

Non aveva mai sentito niente di simile, soprattutto raccontato con la naturalezza con cui lei l’aveva fatto.

- Voglio vedere Spike.

- Non l’ho chiamato…pensavo che ti saresti ripresa subito e…

- Devo lasciarlo, Willow…

La rossa non capiva.

- Che stai dicendo? Forse non stai bene ancora…

Buffy si alzò dal letto.

Willow cercò di farla sedere, ma lei si rifiutò.

- Sto benissimo. E so anche quello che dico…- disse uscendo dall’infermeria.

La rossa non rispondeva, ancora scioccata dallo strano comportamento di Buffy.

- Vado da lui…mi sta aspettando.

La ragazza uscì e Willow prontamente la seguì.

Magari sarebbe riuscita a fermarla e a farla calmare davanti ad un’enorme tazza di cioccolata.

 

 

Harmony raggiunse la stanza di Angel.

La porta era socchiusa.

Diede due leggeri colpetti ed entrò.

Angel era seduto al centro della stanza e appena la vide, si alzò battendo le mani.

- Complimenti mia cara…sei stata fenomenale…non avrei mai detto che fossi un’attrice così brava…- si congratulò.

La ragazza non sembrò gradire i commenti, ma lui non se ne curò, impegnato com’era a pensare alla fase B del piano. Fase in cui non era più prevista Harmony.

- Bene tesoro…direi che il nostro sodalizio ha portato gli effetti desiderati…io riavrò Buffy tra breve, e tu il tuo dolce Blondy Bear…dovremmo brindare…non sei felice?- disse lui cercando due bicchieri.

- No.

Angel si voltò sorpreso.

- Cosa?

- No. Non sono affatto contenta.

Harmony era davvero seria.

Angel non le aveva mai visto quell’espressione in viso.

- Sono stata proprio idiota…sei davvero furbo…- disse poi lisciandosi i capelli.

Il ragazzo si sentì spaesato.

Che diavolo intendeva?

- Harm…- disse lui abbozzando un sorriso e cercando un contatto. Lei si sottrasse al suo tocco.

- Hai proprio pensato a tutto…tranne al fatto che non potrò mai tornare da Spike…lui saprà che sono stata io l’ultima persona a vedere Buffy…e mi ammazzerà quando glielo diranno!

Angel alzò le spalle.

- Che vuoi che ti dica? Non ci avevo pensato a questo…

Errore.

Ci aveva pensato, eccome se lo aveva fatto.

Solo che aveva evitato di dirlo.

- Ero così impegnata a succhiarti l’uccello che non ho pensato per niente alle conseguenze…- disse amaramente.

- Sbagli Harm…quand’è che hai mai pensato?

La ragazza mosse qualche passo verso la porta.

- Bene. Vorrà dire che comincerò a pensare ora. Vado da Buffy e le dico tutto…

Angel fu più veloce di lei e l’afferrò per un braccio.

- No! Pensaci! Chi potrebbe mai collegare te a ciò che è stato detto a Buffy?

Harmony non sembrò convinta.

Lui si sedette e la fece accomodare sulle sue ginocchia.

- Ascolta…immagina che qualcuno racconti l’accaduto a Spike…se fossi te a farlo, come glielo diresti?

- Angel, non ho voglia di rispondere agli indovinelli…- rispose lei scocciata.

- Fallo Harm…ti prego…

La bionda sbuffò e incrociò le braccia al petto.

- Ciao Spike. Hai saputo? Una tizia di nome Faith è andata dalla tua ragazza e…

Angel la interruppe.

- Perfetto! Quando Spike sentirà “Faith” saprà subito di chi si sta parlando, e non chiederà una sua descrizione. E tu sarai salva…- concluse con un sorriso.

La ragazza arricciò il naso.

- Non so…vuotando il sacco eviterei di essere trucidata…

Angel avvicinò la bocca al suo orecchio, come per dirle un segreto.

- Se parlerai con Buffy mandando tutto a puttane, ti ammazzerò io…decidi tu se preferisci che sia io o sia Spike a torcerti il collo!

E detto questo le sorrise allegramente.

 

 

Buffy procedeva spedita come un treno e Willow a malapena riusciva a mantenere il suo passo.

- Buff…vuoi dirmi che sta succedendo?- esclamò ad un certo punto.

La bionda si fermò.

- Non posso stare a spiegarti tutta la situazione, perché ho promesso di non rivelare niente a nessuno. Lascio Spike. Devo farlo.

E riprese a camminare.

- Ma Buffy…tu sei innamorata di lui!- le gridò dietro Willow.

Si fermò di nuovo, strizzando gli occhi e serrando le labbra.

- No. Io non amo i bugiardi. Quindi non lo amo.

- Spero che tu ti renda conto di quanto tutto ciò suoni ridicolo…- le disse Willow affrontandola a muso duro.

Gli occhi di Buffy cominciarono a luccicare.

- Vuoi sapere cosa suona veramente ridicolo in tutto questo? Io! Io che mi sono fidata di nuovo di qualcuno, per poi scoprire che è una di quelle persone che ho maledetto un milione di volte in questi anni!

La rossa scosse la testa.

- Perdonami, ma non ti capisco…hai conosciuto Spike pochi mesi fa…

Lei si asciugò una lacrima.

- In un certo senso no…non posso dirti di più…ti basti sapere che mi ha tradito.

Willow si arrese.

- Mi fido di te Buff…ma pensaci bene…vale la pena buttare via tutto per qualcosa che fa parte del tuo passato?

Buffy la guardò a lungo senza rispondere.

Poi si voltò e riprese il suo cammino.

 

 

La porta della stanza di Spike si aprì bruscamente.

Il ragazzo si voltò di scatto e vide Buffy sulla soglia.

Si accorse immediatamente del suo viso sconvolto.

- Cos’è successo amore?- chiese avvicinandosi a lei e prendendole il viso fra le mani.

Lei si sottrasse al contatto ed entrò.

- Voglio raccontarti una storia…- disse lei sedendosi ai piedi del letto.

Spike, un po’ stupito per la sua affermazione, prese posto davanti a lei, e la invitò ad iniziare.

- C’era una volta un angelo, il prediletto fra tutti. Ma un giorno il suo cuore puro fu toccato dal male. Si innamorò del peccato. Le sue ali nere furono tagliate, venne cacciato dal Regno dei Cieli e mandato sulla Terra. La punizione peggiore per una creatura come lui: né Paradiso, né Inferno per l’eternità…

Il biondo la interruppe.

- Deve essere una storia bellissima, ma vorrei sapere cosa ti è successo…

Buffy gli poggiò un dito sulle labbra.

- Fai il bravo e ascolta. Quando avrò finito capirai tutto.

Spike le baciò la mano e annuì.

Lei riprese.

- Cominciò a vagare per il mondo, e incontrò una Fata e, insieme, decisero di adottare un Cucciolo…

La sua voce cominciò a tremare.

- Erano felici, tutti e tre insieme, e si divertivano, finché un giorno non furono costretti a separarsi: l’angelo stava trovando la via della redenzione. Il Cucciolo scappò via e la Fata si ritrovò sola.

Buffy lo guardò negli occhi.

- E sai ora chi ha trovato e preso con sé il Cucciolo?

Il volto di Spike assunse un’espressione dura.

Aveva capito.

Lei sapeva.

- IO HO PRESO IL CUCCIOLO!!- urlò scoppiando in lacrime.

Spike cercò di avvicinarsi a lei.

- Vattene e non toccarmi! Perché mi hai ingannato così? Sapevi quanto ho sofferto per questa cosa! E hai continuato lo stesso a stare zitto!

- Non volevo farti star male senza motivo…tutto questo è acqua passata…- cercò di giustificarsi lui.

- Poteva esserlo…ma tu hai cercato di imbrogliarmi e questo non posso sopportarlo!

Spike strinse i pugni.

Il suo incubo si stava materializzando davanti ai suoi occhi.

- Angel non avrebbe dovuto dirtelo…sta cercando di dividerci…

- Sbagli. Lui non ha fatto proprio niente. Sei tu che hai sbagliato…- concluse Buffy asciugandosi il volto.

- Non voglio stare con uno come te…

Il ragazzo sentì il cuore spezzarsi.

Buffy lo guardava con i suoi meravigliosi occhi verdi, che non erano neanche l’ombra di quelli che lo avevano guardato fino a qualche ora prima pieni d’amore.

- Tutti quanti abbiamo le nostre luci e le nostre ombre, Buffy…io no…ero tenebra prima di incontrarti…e ti amo da morire…- le disse con sincerità.

Lei scosse la testa e uscì.

Non voleva fargli vedere il suo dolore.

Spike rimase da solo.

E pianse.

Gridò.

E poi pianse ancora.

La sua luce si era spenta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

11. PLEASE…GIVE ME SOMETHING TO SING ABOUT…

 

 

Senza espressione, Buffy era tornata a casa, era salita al piano superiore e aveva tolto la giacca.

Aveva lanciato lo zaino sul letto e aveva tirato fuori il cellulare.

Lui aveva già telefonato cinque volte, e quando aveva capito che lei non avrebbe risposto, aveva lasciato un messaggio.

Era indecisa se leggerlo oppure no.

Alla fine lo aprì.

 

“Amore…ti prego, perdonami…non posso stare senza di te…ti amo troppo…”

 

Spinse un tasto.

Eliminare?

Si. Eliminare.

Quando Dawn era entrata per chiederle qualcosa che lei non aveva proprio sentito, aveva risposto si con un gran sorriso. La sorella non aveva notato niente di strano nel comportamento di Buffy e se n’era andata.

Non voleva che lei e sua madre le facessero domande sulla fine del suo rapporto con Spike.

Solo in quel momento aveva concretizzato tutto ciò che era successo.

Lei e Spike non stavano più insieme.

Sentì salire un groppo alla gola, che con molti sforzi riuscì a mandare giù.

Andò in bagno e riempì la vasca fino all’orlo con acqua bollente.

Si tolse i vestiti e passando davanti allo specchio notò una macchia scura sul suo ventre piatto, un po’ più in basso dell’ombelico. Un altro segno era sulla gamba e spariva nel suo interno coscia…

Spike le aveva lasciato marchi a fuoco con la bocca.

E quanto bruciavano ora…

Si osservò le mani, con le unghie curate e laccate di rosa.

 

- Adoro le tue mani…sono così lisce e morbide…

Lei le aveva guardate sorpresa. Non ci aveva mai trovato niente di speciale.

Poi gli aveva sorriso.

- Non è vero, Spike!

Lui gliele aveva prese tra le sue e le aveva baciate.

- Io non dico bugie!

 

Guardò il suo volto riflesso sullo specchio.

Vide Spike circondarle da dietro i fianchi con le braccia e posarle le labbra sul collo.

Buffy inclinò di lato la testa, esponendosi ancora di più alle sue carezze.

Lui la fissava con i suoi occhi blu, tristi e addolorati.

La ragazza posò le sue mani su quelle di lui, ma trovò solo il suo corpo.

Spike non c’era.

E allo specchio vide Buffy abbracciare Buffy.

Entrò in acqua e chiuse gli occhi.

Come sarebbe stata ora la sua vita?

Era stanca di dover sempre cercare di dimenticare qualcuno.

Angel.

Spike.

Il risultato alla fine era sempre lo stesso.

Lei era sola.

Spike le mancava come l’aria. Stava affogando.

Quello che provava ora non aveva niente a che spartire col dolore per la separazione da Angel. Sentiva tutto amplificato, qualcosa che la consumava da dentro. Era come se dovesse prendere fuoco da un momento all’altro.

Spike le aveva insegnato un modo nuovo di amare, passionale e profondo.

Un amore adulto.

E lei le aveva donato tutta se stessa, come mai aveva fatto.

Mai.

Neanche con Angel.

Riaprì gli occhi e allungò una mano verso il piccolo stereo a pile che teneva accanto alla vasca e accese la radio.

 

Hard times flowing and my eyes couldn’t see stars shining

My heart couldn’t feel the beauty of the rising sun

And I’m lost like a bottle that floats in the sea for ever

Will somebody pick up my hope?

Will somebody try?

Will I realize?

 

’cause it’s broken broken

Something got broken like stolen

Stolen, like if it was stolen

And hurting, hurting

I have been hurting and now

Only time will tell

Time will heal

 

Just pieces of truth that I chose to keep

No matter if now they are gone

No matter if I am alone

Still I can get back on my feet and walk on

As I know there was something to learn

I know there will always be more worth moving on for

 

Though, it’s broken broken

Something got broken like stolen

Stolen, like if it was stolen

And hurting hurting

I have been hurting and now

Only time will tell

 

’cause it’s broken broken

Something got broken like stolen

Stolen, like if it was stolen

And hurting hurting

I have been hurting and now

Only time will tell

 

I’d love to be one of those colorful early summer days

When everybody is happy that you came

Everybody smiles back at you as soon as your eyes cross their eyes

But something has to happen first

I know winter has to come before it blossoms

 

So it’s broken broken

Something got broken like stolen

Stolen, like if it was stolen

And hurting hurting

I have been hurting and now

Only time will tell

 

‘cause it’s broken broken

Something got broken like stolen

Stolen, like if it was stolen

And hurting hurting

I have been hurting and now

Only time will tell

Time will heal

 

Un periodo difficile stava scorrendo

I miei occhi non riuscivano a vedere le stelle brillare

Il mio cuore non riusciva a sentire la bellezza del sole che sorge(va)

E sono persa come una bottiglia che galleggia nel mare... per sempre

Qualcuno raccoglierà la mia speranza?

Qualcuno ci proverà?

Me ne renderò conto?

 

Perché si è rotto, rotto

Qualcosa si è rotto, come rubato

Rubato, come se fosse rubato

E sofferto, sofferto

Ho sofferto ed ora

Solo il tempo lo dirà

Il tempo curerà

 

Solo pezzi di verità che ho scelto di conservare

Non importa se ora se ne sono andati

Non importa se sono sola

Ancora posso tornare sui miei passi e andare avanti

Perchè so che c'era qualcosa da imparare

So che ci sarà sempre qualcos'altro per cui vale la pena muoversi

 

Anche se si è rotto, rotto

Qualcosa si è rotto, come rubato

Rubato, come se fosse rubato

E sofferto, sofferto

Ho sofferto ed ora

Solo il tempo lo dirà

 

Perché si è rotto, rotto

Qualcosa si è rotto, come rubato

Rubato, come se fosse rubato

E sofferto, sofferto

Ho sofferto ed ora

Solo il tempo lo dirà

Il tempo curerà

 

Mi piacerebbe essere uno di quei primi giorni estivi pieni di colore

Quando tutti sono contenti del tuo arrivo

Quando tutti ti sorridono nel momento in cui i tuoi occhi incrociano i loro (occhi)

Ma qualcosa deve succedere prima

So che che deve arrivare l'inverno prima che fiorisca

 

Così si è rotto, rotto

Qualcosa si è rotto, come rubato

Rubato, come se fosse rubato

E sofferto, sofferto

Ho sofferto ed ora

Solo il tempo lo dirà

 

Perché si è rotto, rotto

Qualcosa si è rotto, come rubato

Rubato, come se fosse rubato

E sofferto, sofferto

Ho sofferto ed ora

Solo il tempo lo dirà

Il tempo curerà

 

 

Era vero…

Qualcosa si era incrinato dentro di lei e non sapeva se era in grado di rimettere tutto a posto.

Di nuovo.

Spense la radio.

 

Doveva dimenticarlo al più presto.

Era un bugiardo.

Ne aveva abbastanza di persone che si approfittavano di lei e basta.

Trattenne il fiato e s’immerse completamente nell’acqua.

I capelli le serpeggiavano intorno al viso.

Intorno a lei solo suoni ovattati. Si sentiva protetta e al sicuro.

Sembrava che nascosta là sotto, in quella specie di limbo, tutti i problemi e il dolore fossero scomparsi.

Fu costretta a riemergere.

Il fiato le mancava.

E con lei riemerse anche il suo dolore.

Decise che ora poteva anche piangere.

Le lacrime si confusero nell’acqua.

 

 

Willow fece un cenno a Oz dalla vetrina della caffetteria.

Il ragazzo si sedé infreddolito, soffiando sulle mani gelate.

Era una giornata stranamente e insolitamente fredda. Fin troppo invernale…

- Come è andata?- chiese lei con espressione preoccupata.

Gli occhi di Oz parlavano da soli.

- L’ho trovato in casa, al buio e in silenzio che fumava. Quando ho cominciato a parlare, mi ha detto di non continuare, che non aveva voglia di sentire niente. Poi ha infilato lo spolverino ed è uscito. Si è infilato in macchina ed è partito sgommando. Non ho provato a fermarlo. Penso abbia bisogno di riflettere da solo.

La rossa sorseggiò il suo cappuccino.

- E’ una situazione assurda…non ho ancora capito il motivo per cui Buffy l’abbia lasciato…lei è innamorata persa…

- Sei riuscita a chiamarla?- domandò lui.

Willow scosse la testa in senso negativo.

- Il cellulare è spento e a casa mi hanno detto che è in bagno da ore…

- Finché uno dei due non ci spiegherà che è successo, non potremo fare niente per aggiustare le cose…- affermò Oz stringendole una mano.

- Non ci resta che aspettare…- disse lei guardando fuori pensierosa.

Oz si limitò ad assentire. Lui aveva un’idea di cosa poteva essere accaduto.

Sperò con tutte le sue forze di essere in errore.

 

 

La notte era scesa velocemente sulla città.

Spike guidava velocemente, con un sorrisetto stampato in volto.

La musica dei Ramones riempiva l’abitacolo, insieme al forte odore di tabacco del posacenere.

Tirò una boccata, sputando fuori il fumo con forza.

Lo avrebbe trovato.

E poi gli avrebbe fatto sputare i denti uno ad uno.

Senza pietà.

Svoltò una curva senza curarsi che fosse rosso.

Aveva perso Buffy.

Suonavano così tetre quelle due parole accanto al suo nome…

Gliel’avrebbe fatta pagare così salata…finito con lui, sarebbe sembrato un puzzle…

Era arrivato al dormitorio del campus.

Frenò bruscamente e buttò a terra il cartello davanti all’entrata.

Buttò a terra la cicca e la spense pestandola rabbiosamente.

Il suo cellulare vibrò nella tasca.

Lo cercò freneticamente.

Poteva essere lei, che rispondeva alle sue telefonate dopo aver letto il messaggio, che gli diceva di raggiungerla perché non vedeva l’ora di fare la pace, che il passato apparteneva al passato…

Il display lampeggiava ad intermittenza.

Oz.

Rifiutò la chiamata e con passo marziale si diresse all’ingresso.

Il telefono non smetteva di squillare.

- Cosa vuoi?

Oz tirò un sospiro di sollievo.

Finalmente aveva risposto. Era da quando aveva riaccompagnato Willow a casa che provava a chiamare.

E per fortuna non era nemmeno ubriaco. Però sembrava incazzato come una belva.

- Dove sei?

- In giro.

La laconicità di Spike lo mise in allarme.

- Dove stai andando? Ti accompagno, se vuoi.

Ci fu una breve pausa.

- Vado a prendere a calci in culo quel bastardo.

E interruppe la telefonata.

Oz fece rapidamente mente locale.

Bastardo…bastardo…chi diavolo…?

Spalancò gli occhi dopo aver capito e si lanciò fuori dalla sua stanza.

Doveva arrivare in tempo.

 

 

 

- Ehy, voi…dov’è la stanza di Angel?- domandò a due ragazzi che stavano chiacchierando seduti sulle scale.

- Amico…calma…non mi sembra questo il modo di chiedere le cose…- disse quello con il berretto.

Spike fu un fulmine.

Il ragazzo fu afferrato per il collo del maglione e sollevato di qualche centimetro da terra.

- Te lo ripeto con calma, allora…- gli sillabò torvo.

Lui, spaventato, indicò la cima delle scale.

- In fondo…a destra…ultima stanza…- balbettò.

Spike lo posò a terra e gli aggiustò il maglione.

- Bene. Visto come era semplice?

Salì le scale due a due e corse nella direzione indicatagli.

- Non vorrei essere nei panni di Angel…- disse il ragazzo col berretto allo sbalordito amico.

 

 

Angel stava studiando disteso sul letto.

In realtà stava ingannando il tempo in attesa di Buffy.

Sapeva che la sua visita non avrebbe tardato. Era impaziente di raccontarle come erano andate le cose con Spike e Faith. Dalla A alla Z…

Udì dei colpi concitati alla porta, che lo distolsero dai suoi pensieri e lo riportarono con i piedi per terra.

Buffy?

No…troppo presto. Probabilmente stava piangendo la fine della sua storia.

Si alzò malvolentieri e aprì svogliatamente la porta.

Si ritrovò sbattuto al muro senza neanche rendersene conto, con la mascella dolorante e un fiotto di sangue che usciva dal naso.

E due occhi fiammeggianti che lo fissavano irosi.

Spike.

Continuava a sottovalutare le reazioni del ragazzo.

- Benvenuto…desideri?

Il biondo lo sbatté ancora contro la parete.

- Pensi di essere spiritoso? Non hai ancora capito che da qui esci solo in barella?

Angel gli rise in faccia.

- E’ colpa tua, mio caro…quanto pensavi che avrebbe retto la sceneggiata del bravo ragazzo con lei?

- Sei stato tu a dirglielo, vero?

Angel sgranò gli occhi e assunse una finta espressione meravigliata.

- Io?? No! C’è tutto l’ateneo pronto a testimoniare!

Spike sembrò esitare e il moro ne approfittò per assestargli un pugno allo stomaco, facendolo rovinare a terra. Raggomitolato su se stesso, vedeva il suo avversario dal basso all’alto.

Sembrava enorme ora.

- Sai, Cucciolo…- disse sputando del sangue e colpendolo al volto-…tra non molto Buffy tornerà da me…tu l’hai davvero delusa, povera piccola mia…adesso chi ti farà quei meravigliosi pompini? So quello che hai perso…me ne ha fatti così tanti…e poi…non vedo l’ora di infilarglielo di nuovo in quel sedere sodo!

Spike non ci vide più.

Con un colpo di reni fu in piedi.

Lo scaraventò dall’altra parte della stanza e con uno scatto gli fu addosso.

- MALEDETTO BASTARDO!! NON LA TOCCHERAI NEANCHE CON UN DITO!!- gli urlava contro mentre lo colpiva ripetutamente.

E lui continuava a ridere.

Accecato dall’ira, continuava a picchiare senza realmente vedere dove.

Poi si sentì afferrare da dietro.

Oz era arrivato troppo tardi. E non riusciva neanche a trattenerlo. Guardò Angel, ridotto ad una disgustosa maschera di sangue, che però non chiedeva a Spike di smettere.

- Basta! Lo ammazzi così!- gli gridò cercando di allontanare l’amico.

Spike non rispondeva.

Continuava solo ad usare i pugni.

- Spike! Cosa dirà Buffy quando lo saprà?- disse Oz ad un certo punto.

Come se avesse detto la parola magica, il ragazzo si fermò.

Guardò le mani sporche di sangue e poi Angel.

Infine si rialzò in piedi lasciandolo andare.

Il moro si girò di lato e cominciò a tossire.

- Vai nella mia stanza e non ti muovere da lì finché non torno, capito?- disse Oz a Spike prima di inginocchiarsi accanto ad Angel.

Il biondo obbedì in silenzio ed uscì.

Oz tornò ad occuparsi del ragazzo disteso.

- Lo denuncio quello psicopatico…- biascicò pulendosi la bocca con la manica.

- Ascolta…ritieniti fortunato così ed evita di combinare casini…se lo fai ci andrai di mezzo anche te…- gli consigliò il ragazzo-…e la prossima volta potrei non essere nei paraggi. Adesso ti accompagno in infermeria, e quando ti chiederanno che ti è successo…

-…dirò che sono caduto dal motorino e che l’infermeria del campus era più vicina del pronto soccorso, ho afferrato il concetto…- concluse per lui Angel.

- Bene. Vedo che ci capiamo. Su, andiamo…- disse aiutandolo a rialzarsi.

- Quello che volevo l’ho già ottenuto…- ridacchiò piano.

Oz fu tentato di lasciarlo cadere per le scale.

L’incidente sarebbe stato vero, almeno…

 

 

Spike sedeva sul letto di Oz.

Si guardava le mani sporche di sangue.

Andò in bagno e le mise sotto l’acqua.

Nello specchio c’era un tizio con un occhio nero e il labbro spaccato.

Bravo Spike!

Un applauso!

Adesso quello stronzo sarebbe corso da Buffy e sarebbe passato per la vittima.

E Spike?

Il carnefice. L’uomo cattivo.

 

 

Nessuno sa come ci si sente

Ad essere l’uomo cattivo

Ad essere l’uomo triste

Dietro gli occhi azzurri.

E nessuno sa

Come ci si sente ad essere odiato

Ad essere accusato di dire solo bugie.

 

Ma i miei sogni non sono così vuoti

Come sembra essere la mia coscienza.

Ho ore, in totale solitudine

Il mio amore è una vendetta

Che non è mai libera.

 

Nessuno sa come ci si sente

A provare questi sentimenti

Come faccio io, e me la prendo con voi!

Nessuno si trattiene così tanto dal ribattere

Alla loro rabbia.

Nessuno dei miei dolori

Può trasparire.

 

Ma i miei sogni non sono così vuoti

Come sembra essere la mia coscienza.

Ho ore, in totale solitudine

Il mio amore è una vendetta

che non è mai libera.

 

Scoprilo.. l.i.m.p. dillo (x 4)

Nessuno sa come ci si sente

Ad essere maltrattato, ad essere sconfitto

Dietro gli occhi azzurri.

Nessuno sa come dire

che è dispiaciuto e non ti preoccupare,

non dico bugie.

 

Ma i miei sogni non sono così vuoti

Come sembra essere la mia coscienza.

Ho ore, in totale solitudine

Il mio amore è una vendetta

Che non è mai libera.

 

Nessuno sa come ci si sente

Ad essere l’uomo cattivo, ad essere l’uomo triste

Dietro gli occhi azzurri

 

No one knows what it's like

To be the bad man

To be the sad man

Behind blue eyes

And no one knows

What it's like to be hated

To be faded to telling only lies

 

But my dreams they aren't as empty

As my conscious seems to be

I have hours, only lonely

My love is vengeance

That's never free

 

No one knows what its like

To feel these feelings

Like I do, and I blame you!

No one bites back as hard

On their anger

None of my pain woe

Can show through

 

But my dreams they aren't as empty

As my conscious seems to be

I have hours, only lonely

My love is vengeance

That's never free

]

Discover l.i.m.p. say it [x4]

No one knows what its like

To be mistreated, to be defeated

Behind blue eyes

No one know how to say

That they're sorry and don't worry

I'm not telling lies

 

But my dreams they aren't as empty

As my conscious seems to be

I have hours, only lonely

My love is vengeance

That's never free

 

No one knows what its like

To be the bad man, to be the sad man

Behind blue eyes.

 

 

 

 

Scrutò nei suoi occhi azzurri.

Davvero c’era così tanto marcio in lui?

Ripensò alla sua vita.

Si.

Era partito facendo il ribelle e mentendo ai suoi.

Aveva fatto uso di droghe di ogni tipo e fatto sesso con chiunque.

Aveva tradito Drusilla con un numero infinito di donne.

Eppure l’amava.

Aveva tradito anche Buffy, in un certo senso, anche in maniera peggiore di quanto aveva fatto con Dru.

Eppure l’amava più di ogni altra cosa al mondo.

E lei l’aveva lasciato.

Guardò ancora nei suoi occhi azzurri.

Con un pugnò spaccò lo specchio. Non voleva vedersi. Si odiava.

Si riaffacciò nella camera da letto. Oz, nella fretta aveva lasciato acceso lo stereo.

“Ti ci metti anche te Fred Durst del cavolo?” pensò scagliando lontano il CD dei Limp Bizkit.

E invece, Fred aveva ragione.

Nessuno sa come ci si sente ad essere l’uomo cattivo.

Tranne lui.

Oz rientrò e trovò Spike seduto a terra che guardava la ferita sulla sua mano.

- Che hai fatto?- chiese preoccupato.

- Ho rotto il tuo CD…e anche lo specchio…scusa…

Oz alzò le spalle.

- Non importa. Ora dormi un po’. Hai bisogno di riposare e domani avremo tempo per parlare.

Spike fece per alzarsi e restituire il letto a Oz, ma l’amico lo fermò.

- Stai pure. Ho il divano-letto…- disse spegnendo la luce.

Spike si girò di lato e si coprì.

Chiuse gli occhi vedendo il suo volto sorridente.

Oz lo sentì piangere sommessamente nell’oscurità della stanza.

Quando riaprì gli occhi, Oz vide la sveglia che segnava le dieci e mezza.

Doveva essersi assopito.

- Spike? Dormi?- chiese sbadigliando.

Nessuna risposta.

Il ragazzo si alzò.

- Spike?- chiamò ancora.

Accese la luce e vide che il suo letto era vuoto.

Spike se ne era andato.

 

 

Dawn bussò per la terza volta nella serata alla porta di Buffy.

- Buff…c’è Willow al telefono…

La voce ovattata della sorella le rispose dopo qualche secondo.

- Dille che sto dormendo…

Sospirando, appoggiò il cordless all’orecchio.

- Ha detto che sta dormendo…ma che le è successo? Non è venuta neanche a cena, e di solito ha la fame di un lupo!

Brevemente, Willow le spiegò cos’era successo la mattina, e poi le disse che Spike e sua sorella si erano lasciati.

La ragazza portò una mano alla bocca per lo stupore.

- Stai scherzando, non è vero?

Il silenzio dall’altra parte fu eloquente.

Si allontanò dalla porta di Buffy e abbassò la voce.

- Che le ha fatto? Perché l’ha lasciata?

Willow percepì una nota minacciosa.

- E’ stata Buffy a lasciarlo…

Dawn era sempre più sconvolta.

- Ma che stai dicendo? Non l’ho mai vista così innamorata!

- E’ così…non so cosa è successo tra loro…ha detto solo che è un bugiardo e che doveva lasciarlo. Prova a parlarle Dawn…credo ne abbia bisogno…

La ragazza annuì e promise di darle notizie quanto prima.

Pensò qualche minuto alle parole da dire alla sorella e poi entrò, facendo capolino dalla porta.

- Dovresti bussare, Dawn…- fu la gelida accoglienza di Buffy.

Lei era seduta al davanzale della finestra e guardava fuori. Il suo volto non si vedeva.

- Scusa, ma…come stai?- le chiese dimenticando il suo discorso e le solite frasi di circostanza andandole accanto.

Alzò impercettibilmente le spalle.

- Bene…

- Buffy…

Finalmente si voltò.

I suoi occhi luccicavano, colmi di lacrime.

- Ho detto che sto bene…

Dawn la abbracciò.

- Mi dispiace…

La bionda si asciugò le guance umide con il dorso della mano.

- Anche a me…

Poi vide che Dawn stava per chiedere il motivo.

- …ma non voglio parlarne…devo ancora metabolizzare la cosa…

La sorellina annuì.

- Ti chiederò solo questo…è recuperabile o è una cosa definitiva?

Buffy non rispose.

Appoggiò la testa sulle gambe di Dawn e chiuse gli occhi stanchi dal pianto.

- Adesso soffrirò e starò male, ma prima o poi passerà…e andrà tutto meglio…

Dawn le accarezzava i capelli.

- Lui è un bugiardo e io lo odio…non voglio vederlo mai più…

- Perché non ci parli? Sono sicura che ci sia una spiegazione logica…

Buffy rispose con voce stridula.

- Una spiegazione logica? Te la do io…non voglio assolutamente vedere mai più davanti ai miei occhi quell’essere abominevole che si scopava Angel, ok?!?!

Dawn si alzò di scatto, con i grandi occhi spalancati.

Buffy le posò le mani sulle spalle con un sorriso nervoso e tirato.

- Dawnie…dimentica ciò che ho detto…davvero…è la rabbia a farmi parlare…- cercò di giustificarsi e rendendosi contemporaneamente conto dell’assurdità che aveva appena detto.

Dawn non era stupida e aveva capito benissimo cosa era successo davvero.

- Spike…e…Angel…non è possibile. Questa è la più grande cazzata che abbia mai sentito! Fra un po’ mi dirai anche che dei demoni malvagi hanno invaso Sunnydale?!?!- esclamò scossa.

- La situazione è questa, che tu ci creda o no. Mi dispiace…giura di non dirlo ad anima viva!- le disse Buffy scuotendola.

La ragazzina, ancora incredula, balbettò di si.

- So che sei sconvolta, ma è davvero importante che questa cosa non si sappia in giro…- continuò la bionda lasciandola andare.

Dawn si era seduta sul letto.

Le gambe le tremavano.

- Come l’hai saputo?

Buffy si sedé di nuovo al davanzale.

- Angel mi aveva parlato di questa storia quando stavamo insieme…ma non aveva fatto nomi. Di Spike l’ho saputo stamattina.

Dawn, superato lo shock iniziale, cominciava a ragionare.

- Immagino che non sia una situazione piacevole…però dovresti cercare di riflettere se questa cosa è impossibile da perdonare…è grave, ma…tu lo ami, vero?

- No…- rispose secca lei.

Joyce chiamò Dawn dal piano terra.

La ragazza si alzò e fece per uscire dalla stanza.

- Non ci credo, ma se vuoi che lo odi anche io, lo farò. Farò anche finta di credere che non sei innamorata di lui come mai lo sei stata di qualcuno in tutta la tua vita. Fingerò che non sia la tua metà della mela. Se me lo chiederai, farò tutto questo. Davvero.

Poi uscì, lasciando Buffy da sola.

Si passò una mano fra i capelli.

E tornò a scrutare la luna, pensierosa.

 

 

Spike spense a terra l’ennesima sigaretta della serata.

Nascosto nell’ombra, la vedeva.

La sua Buffy era alla finestra.

Ed era bella come non mai, baciata dalla flebile luce notturna.

Voleva spiegarle.

Voleva tentare di convincerla della sincerità dei suoi sentimenti e che la sua bugia era a fin di bene.

Ma lei si rifiutava di parlargli.

Sentì un rumore e cercò di sparire nell’ombra di un albero.

Era Dawn che portava fuori la spazzatura.

Era la sua unica possibilità.

Quando gli passò abbastanza vicino, l’afferrò e la trascinò nel suo nascondiglio, mettendola una mano sulla bocca per non farla urlare.

- Shhh! Sono io!

Dawn roteò gli occhi spaventata e riconobbe Spike, che la lasciò andare.

- Mi hai fatto morire di paura, brutto idiota!- esclamò arrabbiata.

Poi vide i segni sul suo viso.

- Cosa sono questi? Buffy ti ha picchiato?- chiese preoccupata toccando gli ematomi.

Lui sorrise.

- No…ho avuto un piccolo incidente…

L’espressione di Dawn si era addolcita.

- Come va?

- Hai già saputo tutto?- chiese tirando fuori di tasca l’accendino.

Lei annuì.

- Si. TUTTO.

Spike la scrutò stupito.

Buffy aveva raccontato a sua sorella più piccola la sua storia??

Preoccupato, cercò di capire se Dawn ce l’avesse con lui.

- Tranquillo…io voglio bene allo Spike di adesso, quello innamorato e fedele a mia sorella…

- Grazie Briciola…sapevo di poter contare su di te…

Dawn lo abbracciò.

- …purtroppo però io non sono Buffy…senti…ma…è tutto vero?- chiese ancora incredula.

- Ehm…si.

Il biondo poi guardò verso la finestra.

- Lei come sta?

- Diciamo che da quando è tornata a casa non ha fatto altro che fare un bagno di due ore e chiudersi in camera. Insieme a piangere in continuazione, ovviamente.

Spike prese una mano di Dawn.

- Fammi entrare in casa…devo andare da lei e spiegarle le cose…ti prego…

Dawn, un po’ dubbiosa, tentò di ribattere, ma di fronte allo sguardo disperato del ragazzo, non seppe dire di no.

- Mia madre è in cucina…ti farò entrare dall’entrata principale e poi cercherò di tenerla lontana dal piano di sopra…però poi dovrai andartene passando dalla finestra…

- Non è un problema…

Dawn aprì la porta e fece sgattaiolare dentro il biondo che, velocemente, salì al piano superiore. La ragazza si diresse vero la cucina. Spike si era fermato sul pianerottolo e la guardò con affetto.

- Grazie Briciola…- bisbigliò.

Dawn gli sorrise e poi tornò seria.

- Svelto! Distrarrò la mamma! Seconda porta a sinistra! Buona fortuna…

Entrò in cucina e chiuse la porta alle sue spalle.

Spike avanzò cautamente fino a trovarsi davanti alla porta bianca.

Tirò un grande respiro e bussò.

Poi, non ricevendo risposta dall’interno, aprì la porta.

 

Lei non si voltò a vedere chi era entrato.

- Dawn…cosa c’è ancora?- chiese stancamente.

Spike la vide girarsi e rimanere di sasso.

Tremando si alzò.

Teneva le braccia stese lungo i fianchi, quasi rilassate, ma le mani chiuse a pugno lasciavano capire quale fosse il suo stato d’animo: le nocche erano bianche dalla forza con cui le stringeva.

- Che ci fai qui? Vattene…- gli intimò.

Spike si mosse verso di lei, che indietreggiò.

- Voglio parlare con te…- le disse piano.

Buffy abbassò lo sguardo.

- Non ho niente da dire. Credevo di essere stata chiara.

Il ragazzo insisté.

- Infatti voglio che tu ascolti ciò che ho da dirti…ti prego…dopo sparirò, se è quello che vuoi.

Gli occhi di Buffy tornarono a posarsi su di lui.

Il suo sguardo lo faceva sentire esposto e indifeso.

Con sorpresa, lei si accomodò sul letto, pronta ad ascoltarlo.

Si sentì un mostro davanti a lei. Come aveva potuto ingannarla e farla soffrire così?

Quella figuretta piccola e intimidita di fronte a lui ricordava vagamente la sua ragazza.

- Hai la mia attenzione…- gli disse torcendosi le mani in grembo.

Era nervosa.

A quell’invito, Spike si sistemò ai suoi piedi.

- Volevi la verità Buffy, giusto? Io te la dirò. Ti dirò tutto ciò che io sono stato, e non sarà piacevole. E’ stato proprio per questo che te l’ho nascosto. Avevo paura di ripugnarti, ed era l’ultima cosa che volevo suscitare alla donna che amo. Volevo essere perfetto per te, ma sono ben lontano dalla perfezione.

Te ne renderai conto anche tu…e spero che alla fine non mi odierai.

Buffy si sentì spaesata.

Era pronta ad ascoltare?

- Alla fine, non mi aspetterò di essere perdonato…ma almeno compreso…

La ragazza annuì.

- Ti sei chiesta perché in tutto il tempo che siamo stati insieme perché non hai mai visto i miei genitori?- le chiese.

Lei disse di non averci fatto caso.

- Mia madre e mio padre sono sempre in viaggio.

Il ricordo più lontano della mia infanzia è una vigilia di Natale…credo che avessi quattro o cinque anni.

Ho scartato i regali con la mia governante. Era questa la mia tradizione natalizia…

Immagino che anche tutte le vigilie che non ricordo siano state così…ma con questo non voglio che la gente abbia compassione per me come”il piccolo lord lasciato a se stesso”.

Non mi è mai mancato niente e, in un certo senso, i miei hanno dimostrato il loro affetto per me in questo modo…c’è chi non ha mai conosciuto i suoi genitori.

Però tu immagina un ragazzino di quattordici, quindici anni, in preda alle prime turbe adolescenziali, lasciato libero di fare ciò che vuole in quell’enorme casa…non avevo freni, Buffy.

Nessuno mi aveva mai detto quale era il giusto e quale lo sbagliato.

L’ho sempre capito dopo a mie spese.

In tutto questo avevo Oz.

Il mio migliore amico fin dall’infanzia non mi aveva mai abbandonato.

E’ sempre stato lui quello saggio tra i due, mentre io ero quello istintivo.

Non mi ha mai giudicato, però mi avvertiva quando pensava che stessi facendo qualche sciocchezza. Io ovviamente non gli davo per niente retta, ma poi mi offriva sempre la sua spalla su cui piangere o il suo aiuto se mi mettevo in guai grossi.

A scuola ero famoso come quello alternativo, in più con i soldi…quindi ero molto popolare, specialmente tra le ragazze.

Avevo sedici anni quando ho perso la verginità.

Lei era più grande di me. Era all’ultimo anno.

Si chiamava Cecily.

Io ero rimasto folgorato da lei, e quando mi ha chiesto se poteva venire a casa mia, non potevo crederci. Ho cominciato a capire cos’era successo solo il giorno dopo. Mi sono avvicinato per baciarla, e lei mi ha scansato. Tutti i suoi amici ridevano alle sue spalle.

”Cosa credi di fare, moccioso? Se ti ho permesso di infilarti nelle mie mutandine una volta, non significa che lo farai di nuovo…sei stato un allegro passatempo…non avrai pensato che poi ci saremmo messi insieme! Io non giro con le nullità…tu sei inferiore…”.

Non dimenticherò mai queste parole finché vivrò.

E da allora è cambiato tutto.

Non volevo essere una nullità. Non avrei permesso mai più a nessuno di chiamarmi così.

Ho cominciato a fumare marijuana e crack, a fare sesso con tutte le ragazze che mostravano interesse per me, ma tutto questo non mi bastava più.

E alla fine incontrai Faith.

Pensavo che sarebbe stata un’altra scopata, ma lei era diversa.

Una sera andai da lei, e mi si aprì davanti un mondo tutto nuovo, stravolto e malato.

Ma mi piaceva.

Ero convinto che meritavo di stare all’inferno perché la mia anima era nera.

Inferiore.

Lei era la prediletta di Angel. Ti ha detto che si faceva chiamare Angelus? Era l’angelo dal volto bello e demoniaco, su questo hai perfettamente ragione. Lui mi ha preso in simpatia, e ha fatto di me il suo cucciolo.

E come si fa con i cuccioli, mi ha educato.

Poi, un giorno, mentre stavo andando ad uno dei nostri incontri, ho visto una macchina in panne.

Sono sceso dalla mia auto e ho offerto il mio aiuto.

Vidi la creatura più innocente e incantevole che occhio umano avesse mai incontrato.

Drusilla.

Mi innamorai appena i suoi occhi violetti incontrarono i miei.

Non andai più da Faith ed Angel.

Lei era stata la mia ancora di salvezza.

Ma la mia parte peggiore riemerse più forte di prima. Io ero follemente innamorato, ma la tradivo con ogni tipo di donna. Lei mi perdonò un milione di volte. E io lì che piangevo e che la imploravo di riprendermi con se, stavo buono per un po’, e poi ricominciavo peggio di prima.

Tranne l’ultima volta.

Mi ero deciso a cambiare, ad essere l’uomo adatto a lei, e invece mi ha lasciato per un altro.

Sono impazzito.

Giurai che avrei solamente usato le donne e che non mi sarei mai più innamorato.

Ero diventato un mostro senz’anima.

E invece nel mio cielo nero si è fatto strada un piccolo raggio di sole, che è diventato ogni giorno più luminoso. E che mi ha scaldato di nuovo il cuore.

Sei tu Buffy.

All’inizio pensavo che sarebbe stato come sempre, un’avventura di una sera.

Poi ho scoperto che ragazza meravigliosa, intelligente e acuta sei, e ho cominciato a chiedermi che cosa ci vedesse in me una persona così speciale, perché voleva amarmi.

Forse non era tutto marcio in me…c’era qualcosa che valeva la pena salvare.

Grazie a te ho capito che non tutto era perso, che potevo essere un uomo migliore.

Hai rimesso la scintilla in me…

 

Buffy lo ascoltava, incapace di dire qualsiasi cosa.

Gli occhi lucidi la tradivano.

Adesso la voce di Spike non era più così ferma.

I suoi occhi blu chiedevano solo un po’ di pace.

 

- Io volevo con tutte le mie forze che andasse tutto bene.

Volevo  essere felice, che tu fossi felice…

Sai? Forse ci siamo sbagliati entrambi…da uno come me non può venire niente di buono…

 

Sulle guance di Buffy cadde una lacrima.

Lo vide alzarsi e andare verso la finestra.

- Ho finito…penso di averti detto tutto, e adesso, come ti ho promesso, me ne vado. Mi dispiace di non essere stato l’uomo che meritavi…

Le sorrise debolmente e poi fece per uscire.

Sentì le braccia di Buffy stringergli il torace, e la sua testa posarsi sulla sua schiena.

Lei singhiozzava.

Spike si voltò e la prese tra le braccia.

- Ti amo. Ricordalo.

Le diede un tenero bacio sulle labbra, si voltò e uscì dalla finestra.

Buffy lo seguì con lo sguardo dalla finestra finché non fu più possibile vederlo.

Salì sul letto e si rannicchiò da una parte.

Poi crollò in un sonno senza sogni.

Buffy si svegliò la mattina dopo.

Toccò il cuscino con la mano.

Era bagnato.

Aveva pianto anche nel sonno, ma non aveva altro che il ricordo di un’oscurità profonda e impenetrabile.

Rabbrividì al pensiero.

Avrebbe preferito di gran lunga un terribile incubo. Almeno non le sarebbe sembrato di essere morta per tutto il tempo che aveva dormito.

Poggiò i piedi nudi sulla moquette e si diresse in bagno.

Cominciò a spazzolare i lunghi capelli biondi.

Sua nonna le raccomandava sempre di passare cento colpi di spazzola anche al mattino per renderli lucidi.

Si vestì, mise a posto gli appunti dell’ultima lezione, poi scese in cucina.

Sua madre e Dawn erano già uscite per andare a lavoro e a scuola.

Le avrebbe riviste solo a tarda sera.

Avrebbe voluto che ci fosse lezione all’università quel venerdì, ma avevano così lottato per il week-end lungo che alla fine il rettore glielo aveva concesso: un po’ di chiacchiere sulla Pedagogia le sarebbero state d’aiuto.

Mise a scaldare al microonde un po’ di pizza avanzata dalla cena che lei aveva saltato.

Aveva una fame incredibile.

Mangiò, rassettò la cucina e scese in lavanderia per stirare il bucato.

Quando ebbe finito, cominciò a guardarsi intorno.

Non trovò altre cose da fare per distrarsi dai suoi pensieri.

Come doveva comportarsi ora?

Doveva parlare con Spike, quello era sicuro.

Era ancora sottosopra per la lunga confessione della sera prima.

Era convinta che alla fine della chiacchierata la sua idea di rompere con lui sarebbe rimasta immutata.

Invece…

“Andiamo Buffy! Ha tradito la tua fiducia…perché dovresti passarci sopra?” si disse mentalmente.

Che era sincero sul fatto che l’amasse non aveva dubbi. Glielo aveva dimostrato un sacco di volte.

Ancora non riusciva a credere a come avesse parlato così apertamente della sua vita.

Aveva buttato là cose terribili come se niente fosse, ma lei aveva capito quanto gli era costato parlarle col cuore in mano.

Nonostante questo però non si sentiva pronta a perdonare.

Tornò al piano di sopra.

Forse la cosa più ragionevole da fare era chiedere a Spike del tempo.

Era innamorata. E doveva concedergli una possibilità.

Non ce la faceva a chiudere di netto con lui.

Sarebbe impazzita sicuramente.

 

 

Xander e Willow si incontrarono in biblioteca di buon mattino.

- Allora? Cos’è successo di così grave da buttarmi giù dal letto a quest’ora del mattino? Un’Apocalisse?- scherzò il ragazzo.

- Immagino che non ci sia niente da ridere, vero?- disse poi vedendo la faccia dell’amica.

- Esatto Xan…- rispose lei sfogliando distrattamente una rivista.

- Aspetta…c’entra qualcosa il capitombolo che ha fatto Buffy ieri mattina?

Willow spalancò gli occhi stupita.

- Non ti facevo così perspicace! Comunque si, in un certo senso…dopo che ha scoperto che quella tizia era una ex sia di Angel che di Spike è caduta a terra come un mattone…

Xander annuì.

- Immagino…io ci sarei rimasto stecchito con una notizia del genere…ma chi è questa ragazza?

La rossa appoggiò una mano sul mento.

- Will…che sta macchinando il tuo cervello? Hai l’espressione da “qui gatta ci cova”…

La ragazza tornò a concentrarsi su Xander.

- In tutto il polverone sollevato dal fatto che Buffy e Spike hanno rotto, non avevo più pensato a lei…

Xander parve cadere dalle nuvole.

- Frena, frena! Si sono lasciati?? E perché?

- E’ questo che non mi quadra…è stupido se è perché quella è uscita sia con Angel che con Spike, visto che ormai era acqua passata…c’è qualcosa sotto Xander…lo sento…- affermò lei convinta.

- Ad esempio…Angel ti ha mai parlato di questa sua ex?- chiese poi.

- Come si chiama?

Willow ci pensò.

- Cavolo! Non me lo ricordo! Però è una bionda, con gli occhi azzurri…molto carina…

Xander ridacchiò.

- Non mi risulta…me ne sarei ricordato, non credi?

La ragazza ignorò Xander e il suo testosterone, sforzandosi di ricordare il nome.

- E poi…mi sembra anche un volto conosciuto…solo…conosciuto dove?

Xander alzò le spalle.

- Posso chiedere ad Angel quando lo vedo…magari scopriamo qualcosa…e tu potresti chiedere a Oz…il tuo ragazzo saprà sicuramente chi sono le ex di Spike…

- Ottima idea! Strano che non mi è venuto in mente prima…riuscissi a ricordare quel maledetto nome sarebbe tutto molto più semplice!- disse stizzita.

- Però Will, scusa se te lo chiedo, ma perché tutti questi sospetti?- chiese infine Xander, che senza sapere aveva colto nel segno.

- Niente…sono preoccupata per Buffy e vorrei farla tornare con Spike…

La rossa si augurò di essere stata credibile. Il fatto che Xandere si limitò ad annuire senza fare obiezioni la rassicurò.

Era fermamente convinta che Angel avesse organizzato qualche dispetto.

Lui era innamorato di Buffy, l’aveva detto a Xander tempo addietro.

Era l’indiziato numero uno, il primo della lista a desiderare una rottura tra Spike e Buffy.

La sua teoria le era sta in parte confermata da Oz, quando le aveva raccontato dell’aggressione di Spike nei confronti di Angel.

Perché Spike era andato così a colpo sicuro contro di lui?

Inoltre pensava che anche Oz avesse una sua opinione al riguardo, ma era stato molto vago.

Le aveva detto che prima voleva parlare con Spike, ma era sicura che lei di quella conversazione poco ne avrebbe saputo…

Tutti avevano qualcosa da nascondere…ma cosa?

Ed era per questo che voleva rintracciare quella ragazza…forse lei avrebbe potuto spiegarle come stavano veramente le cose…

- Will? Sei ancora tra noi?- disse Xander riportandola alla realtà.

- Si. Rimaniamo così Xan…chiedi ad Angel, ma non fargli capire cosa davvero vuoi sapere…rimani sul generale…

Xander la fissò ad occhi sgranati.

La ragazza sospirò.

- Fai uno di quei discorsi tipici di voi maschi…quelli che fate per pavoneggiarvi con gli amici…tipo ”io ho avuto venti ragazze, e tu?”…capito?

Lui annuì poco convinto.

- Farò a modo mio, ok? Hai davvero una strana idea del mondo maschile, Will…lasciatelo dire…

Si salutarono, rimanendo d’accordo di risentirsi se ci fossero state novità di qualsiasi tipo.

Willow si diresse verso casa di Buffy.

Prima di andare da Oz voleva cercare di tirare un po’ su di morale la sua più cara amica.

In attesa di fare per lei qualcosa di più.

E l’avrebbe fatto.

Parola di Willow Rosemberg.

 

 

Buffy uscì di casa correndo.

Voleva vedere Spike e parlarci.

Notò una macchina nel vialetto.

Non c’erano dubbi. La Oldsmobile di Angel.

Che diavolo ci faceva a motore acceso davanti casa sua?

Se veniva a propinarle di nuovo il suo dispiacere per averla lasciata, gli avrebbe rotto un tacco in testa.

Fece finta di non vedere l’auto e riprese a passo veloce il cammino verso la fermata del bus.

- Buff…

“Beccata…”pensò lei di rimando voltandosi con un gran sorriso.

- Angel! Qual buon vento?

Lui si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.

Buffy rabbrividì.

- Ho saputo di te e Spike…mi dispiace…

“Certo, come no…”

- Già…succede…

La ragazza vide solo allora il bel viso di Angel rovinato da alcuni lividi e il naso gonfio con un cerotto sopra.

- Che è successo?- chiese preoccupata poggiandogli una mano sulla guancia.

- Sono caduto dalle scale ieri sera…

Ieri sera…come un flash, Buffy ricordò che le labbra di Spike erano spaccate, e il suo occhio destro spaventosamente nero.

Coincidenza?

Evitò di pensare all’evenienza peggiore, anche se un po’ ne era orgogliosa. Il suo uomo l’aveva difesa!

“Aspetta Buff! Da cosa ti ha difeso?”

- Prendiamo un caffè?- le chiese il ragazzo.

Buffy non ebbe tempo di rispondere che Angel l’aveva già condotta in macchina.

- Ho poco tempo…devo sbrigare delle commissioni…- disse preoccupata guardando fuori dal finestrino e vedendo che si stavano pericolosamente allontanando dal centro.

Si sorprese nel sentire dentro di lei l’agitazione trasformarsi lentamente in angoscia.

Aveva paura di Angel.

E come una stupida era da sola con lui, diretta non si sa dove e, soprattutto, senza aver lasciato detto a nessuno con chi era.

“Calmati. Ci sei stata insieme tre anni, e puoi fidarti di lui…lo conosci come le tue tasche!” si disse.

Ma un’altra vocina dentro di lei le sussurrava che non sapeva affatto chi era davvero Angel.

Poteva avere benissimo mostrato la sua parte buona nel tempo in cui erano stati fidanzati.

E lei aveva avuto solo un accenno della parte celata nell’ombra…

“Se stai cercando di farti morire di spavento da sola, ci stai riuscendo, cara Buffy!” si maledì ancora.

Doveva prendere in mano la situazione. Questa inoltre poteva essere l’occasione giusta per sentire il racconto di Angel sulla questione Faith, la parte di cui non le aveva mai parlato.

- Dove andiamo?- chiese cercando di non lasciar trasparire il suo nervosismo.

Angel fermò la macchina davanti ad un palazzo molto alto.

- Vieni…voglio mostrarti una cosa…- le disse poi invitandola a seguirlo dentro.

Buffy rimase un po’ interdetta davanti al portoncino.

Entrare o no?

- Andiamo Buff! Non mordo mica!- la chiamò lui sorridendo.

La bionda si fece coraggio ed entrò.

Voleva chiedergli di Spike.

E lui era l’unico a poterle dare le risposte che cercava, anche se non si fidava per niente di lui.

 

 

- Ciao piccola!- esclamò Oz vedendo entrare Willow.

Lasciò perdere la tesi e si avvicinò a lei, posandole un dolce bacio sul naso.

La ragazza gli sorrise e si lasciò coccolare.

- Allora? Notizie di Spike?- chiese poi intrecciando le sue dita a quelle del suo ragazzo.

Oz scosse la testa.

- Da quando se ne è andato non ho avuto più notizie…e non ho intenzione di cercarlo…

Willow sembrò contrariata dalla risposta.

- Perché? Non credi che sia imprudente?

- Cosa? Lasciarlo in pace?

La rossa mise il broncio.

- Io mi preoccupo…Buffy non era a casa…

Oz alzò gli occhi al cielo.

- Magari si stanno chiarendo…senza di te che gli metti pressione…

- Se non ti conoscessi direi che te ne stai lavando le mani…- disse lei un po’ stizzita.

Si sottrasse dall’abbraccio di Oz e incrociò le braccia al petto.

- Spike ha mai avuto una ragazza bionda?

Lui parve stupito dalla domanda.

- Tesoro…Spike ha avuto una marea di ragazze…bionde, more, castane…persino una rossa, Chloe…simpatica…come faccio a ricordarle tutte?

- Chloe la ricordi…dai! Sforzati!! Bionda, occhi azzurri, molto carina! Non ti dice niente?

Il ragazzo si concentrò.

- Barbie?- disse alla fine.

- Oz! Ti prego!

Si fissarono per qualche secondo.

- Will! Non è umanamente possibile che io ricordi tutti quei nomi! Anche perché non le ho conosciute tutte!

- Tu ci stai facendo apposta! Hai deciso di non impicciarti…

-…come dovresti fare anche tu…- puntualizzò lui.

-…e quindi non vuoi dirmi ciò che sai! Ma non mi interessa…scoprirò da sola quello che voglio sapere, e li aiuterò, perché io gli voglio bene…

E detto questo, Willow uscì senza dare ad Oz il tempo di rispondere.

Lui la lasciò andare.

L’avrebbe chiamata più tardi.

Se avesse scoperto da sola tutta la storia, non avrebbe esitato a chiarirle ogni cosa.

Ma fino ad allora sarebbe rimasto zitto.

A meno che Spike non avesse deciso che Willow poteva sapere.

La amava da morire, ma Spike era suo fratello.

 

 

 

- Bello…- disse Buffy un po’ sarcastica vedendo l’appartamento.

I muri non erano intonacati e sul pavimento mancavano le piastrelle. Anzi, chiamarlo pavimento era un complimento.

- Ti piace davvero?- chiese Angel orgoglioso.

Vedendo la sua espressione felice, Buffy confermò.

- Si…e poi la vista deve essere splendida!- esclamò uscendo in balcone.

E la vista era davvero meravigliosa.

Si vedeva tutta Sunnydale.

- E’ il regalo di mio padre per la laurea…- le spiegò raggiungendola fuori.

Restarono in silenzio.

Angel la fissò estasiato.

Era sempre più bella.

Poi si concentrò sul perché erano lì.

- Non hai niente da chiedermi? Mi aspettavo una tua visita…

Buffy si appoggiò al parapetto.

- Che dovrei chiederti? Non ho intenzione di conoscere…i particolari del vostro rapporto…

La bionda si ritrovò con la pelle d’oca.

Pensare a Spike, con Angel, e per di più nello stesso letto mentre…

“Oh Dio…non ci credo…ho messo la parola rapporto nella stessa frase in cui c’erano Spike e Angel!”

- No, no! Penso che tu ti sia fatta una strana idea! Io e Spike non abbiamo mai fatto sesso “insieme”…contemporaneamente si, ma insieme mai…- precisò lui senza un filo d’imbarazzo.

- Ti prego! Non parlare di sesso riferendoti a voi due!- lo supplicò rossa in volto.

L’unica associazione che prevedeva il suo cervello tra Spike e il sesso era con l’aggiunta del suo nome.

- Perché non me l’hai detto subito?- chiese poi.

- E fare la figura dello spione geloso? Mai…- rispose lui con un risolino.

- Potevi risparmiarmi un sacco di cose, Angel…in tutti i sensi…- concluse lei amara.

Angel abbassò il capo.

- Mi dispiace…hai avuto un sacco di dispiaceri per causa mia, compreso Spike…

Buffy lo bloccò.

I suoi occhi verdi erano freddi.

- No…dovrei ringraziarti invece…il periodo con Spike è stato il più felice della mia vita…e senza di te non l’avrei mai vissuto…

Angel si sentì furibondo.

Nella sua mente cominciarono ad affollarsi di visioni con protagoniste le maratone di sesso tra Spike e Buffy, in tutte le posizioni.

- Se volevi una scopata ben fatta, bastava chiedere…sembravi molto restia a simili esperienze quando eri con me…- la schernì.

Odiava essere messo a confronto con Spike.

- Sei disgustoso…- mormorò Buffy.

Lui rise di gusto.

- Sei deliziosa con quell’espressione da soldatessa!

- Mi conosci davvero poco se pensi che sia stata insieme a lui solo per sesso…- disse lei amara.

I due si fissarono ancora, indecisi entrambi su quale fosse la cosa giusta da dire adesso che la conversazione aveva preso una piega astiosa.

Un’estenuante partita a scacchi, in cui ognuno dei due cercava di leggere nella mente dell’avversario la mossa, per anticiparlo e batterlo.

L’espressione di Buffy si fece di sfida.

“Vogliamo vedere chi dei due riesce ad essere più velenoso? Hai già perso, contro di me…” pensò lei mentre le labbra le si piegavano in un sorriso appena accennato.

- Vedi Angel…è questo il tuo errore…alla fine, tutto converge sul tuo uccello secondo te…e invece sbagli! Il mondo non gira intorno a quel cosino, sai? Ci sono anche i sentimenti…Spike mi ha dimostrato il suo amore in novanta miseri giorni ben più di quanto tu abbia fatto in mille e novantadue…e se non sei bravo in matematica…c’è un’eternità tra i due valori…

Buffy si congratulò con se stessa.

Quelle parole avrebbero messo KO anche Mike Tyson.

“Appunto per me: lasciar perdere gli scacchi e darsi alla boxe”.

- Immagino…altri due giorni e sarebbe andato a sbavare dietro qualche altro paio di gambe…hai pensato che ciò che ti ha detto avrebbe potuto dirlo ad altre cento ragazze?- insinuò lui per niente impressionato dal precedente affondo di Buffy.

- Sai chi era Spike fino a tre mesi fa? Conosco un paio di donne che potrebbero dirtelo…una era la sua fidanzata dei week-end, l’altra dei giorni feriali…e te? Eri quella delle ore notturne? Lo dico per te…perché ti amo…

- Ma che stai dicendo? Tu non mi hai mai amata…finché ti scodinzolavo dietro mi hai ignorata, e ora che sono innamorata di un altro, tu rivuoi il tuo giocattolino…- esclamò lei.

Lo sguardo di Buffy trasudava disprezzo per colui che aveva davanti.

Angel capì in quel momento di aver perso la partita.

GAME OVER.

Lei non sarebbe mai più stata sua.

Fu l’orgoglio ferito a dargli la forza di continuare. Non se ne sarebbe andata senza graffi.

- Sei davvero patetica…pensi che lui sia migliore di me? Ma ora che ci penso, la questione non riguarda né me, né Spike…Sei tu…Tu meriti uomini come noi…perché sei innamorata del dolore…

Buffy sentì il sangue andarle al cervello.

- Se mi cercavi per farmi incazzare come una bestia ci sei quasi riuscito…il prossimo passo è spaccarti la faccia, ma vedo che qualcuno ci è già arrivato prima di me…peccato!!

Angel fece un finto sbadiglio.

- Vuoi sapere perché il tuo ex mi ha picchiato? Perché non voleva sentirsi dire la verità su di te…- sibilò il ragazzo avvicinandosi.

Un campanello d’allarme cominciò a suonare all’impazzata dentro Buffy.

Forse era arrivato il momento di togliere le tende.

- P…perché…?- chiese indietreggiando.

Con terrore, si accorse che la sua schiena aveva incontrato il muro.

Lui accarezzò la sua guancia.

- E’ buffo…più io gli dicevo che puttanella sei in realtà e più lui non voleva crederci!

- Adesso basta…- disse Buffy dura allontanando la mano di Angel.

Lui sembrò perdere per un attimo tutta la sua sicurezza.

E si allontanò da lei.

- Perdonami. Non avevo intenzione di…

Lei raccolse le sue cose e si avviò all’uscita.

- Lo sono stata…per te…perché ero convinta di amarti…non puoi renderti conto di quanto mi vergogno adesso…

Angel la fermò per un braccio e la costrinse a voltarsi, tenendola per le spalle.

- Buffy…io ti amo…farei qualsiasi cosa per te…

E cercò di baciarla.

Buffy fu più lesta di lui e, divincolandosi, gli assestò un pugno sul naso.

Angel si coprì la faccia, dolorante.

- Sei impazzita??

La ragazza si massaggiò la mano.

- Così impari…hai detto che faresti tutto per me? Bene! Sparisci dalla mia vita…

E poi uscì velocemente.

Angel si pulì il sangue con un fazzoletto, e poi ridacchiò.

- Avrò anche perso…ma hai perso anche tu, mia cara…

Poi uscì anche lui.

 

 

- Ciao Oz!- saluto allegro Xander avvicinandosi al palco.

Oz, intento ad armeggiare col suo basso, alzò gli occhi e gli fece un cenno con la testa.

- Hey! Come mai qui a quest’ora?- chiese poi scendendo e appoggiando a terra lo strumento.

Xander si guardò intorno.

- Dovevo vedermi qua con Willow…non è con te?

Il ragazzo sbuffò.

- Non dirmi che ha coinvolto anche te nella storia del complotto…

Xander sembrò stupito…

- Non mi sembri molto convinto…pensi che Willow sbagli?

- Senti…Buffy e Spike si sono lasciati perché lui non è stato del tutto sincero con lei…tutto qui…- disse girando qualche manopola sull’amplificatore.

- Cosa le ha nascosto? Che conosceva già Angel perché hanno una ex in comune?

Oz si affrettò a rispondere con un “credo di si…” rendendosi conto di aver detto più di quanto volesse.

- Secondo me Will ha ragione…c’è sotto qualcosa…è cominciato tutto dopo che Angel mi ha detto di essere ancora innamorato di Buffy…- disse Xander pensieroso.

- Beh…non credo che Buffy ritornerebbe con lui…non adesso…

Oz fissò Xander.

- Spike farà qualsiasi cosa per farla tornare con lui. Non si fermerà davanti a niente e a nessuno. Quella ragazza è la cosa migliore che gli sia mai capitata…e lui lo sa…

Il ragazzo annuì, d’accordo.

La rossa entrò nel locale in quel momento.

- Ciao Xander! Hai scoperto qualcosa?- disse ignorando del tutto il suo fidanzato.

- Mi dispiace Will, ma Angel non era in casa…

Oz la guardò arrabbiato.

- Willow! Adesso stai davvero esagerando!! Che vorresti chiedere ad Angel? Se è vero che ha fatto lasciare Buffy e Spike? Ti ricordo che lui non ha più parlato con la tua amica da quando frequentava Spike! Come avrebbe fatto? Forza del pensiero?

La ragazza non lo aveva mai visto così furioso.

- Non vuoi che il tuo migliore amico sia felice? Non ti capisco!- sbottò lei.

- Non insinuare che io non mi preoccupi di Spike! Non te lo permetto Will!- le rispose lui con lo stesso tono.

Xander si era fatto piccolo piccolo, accanto a loro, e non proferiva parola.

- Conosco Spike da quando eravamo in fasce, e tu non immagini neanche quante ne abbia passate…e io ero lì con lui, ogni volta…in pensiero per lui…e ho sempre trovato il modo di tirarlo fuori dai casini! Non merito di essere accusato d’indifferenza e egoismo come stai facendo tu…no davvero…

Oz lanciò un ultimo sguardo a Willow e risalì sul palco.

La ragazza era ammutolita.

- Vieni…andiamo a bere qualcosa…- disse Xander poggiandole una mano sulla spalla.

Al bar, la rossa fissava il bicchiere di aranciata che l’amico le aveva ordinato.

Poi osservò Oz suonare sul palco, a testa bassa e espressione accigliata.

- Perché non vai a parlare con lui?

Lei fissò Xander con aria colpevole.

- Credi che abbia ragione?

- Lui è l’unico che conosce Spike a fondo…penso tu lo sappia meglio di me…non dovevi dirgli che se ne frega se il suo amico soffre…Non hai visto che faccia tormentata ha?

Willow si sentì orribilmente in colpa.

Guardò ancora il viso impassibile di Oz e sospirò.

- Adesso sta facendo le prove. Appena va in pausa andrò a chiedergli scusa…

Il ragazzo approvò la decisione dell’amica.

Ascoltarono per un’ora la musica dei Dingoes, poi finalmente Oz lasciò il basso e prese una bibita.

Willow, avuto un cenno d’incoraggiamento da Xander, si fece coraggio e andò verso il palco.

- Ciao…- disse piano.

Oz si voltò.

- Ciao…

Poi rimasero zitti.

Willow si grattò un braccio e Oz abbassò il capo.

- Mi dispiace…non intendevo dire quelle cose…- disse lei tutto d’un fiato.

Il viso del ragazzo si addolcì un po’.

- Mi ha fatto male sentirti dire di me che sono menefreghista…io odio il menefreghismo…specie verso Spike…

Gli occhi di Willow si inumidirono.

- Sono proprio una stupida…ero così accecata dalla voglia di aiutare che non ho esitato a calpestare tutto e tutti, anche noi…mi sento davvero male per averti trattato così…io…io…

Il bacio di Oz la colse all’improvviso, e poi si rifugiò nel suo abbraccio.

- Basta così Will…non ce la faccio ad essere in collera con te per più di un’ora…- le disse dandole un bacio sulla fronte.

La rossa sorridendo, fece un cenno a Xander.

E dietro a Xander, vide la ragazza dell’Università.

La bionda.

L’Ex con l’iniziale maiuscola.

Si sciolse velocemente da Oz e gli indicò con l’indice il bancone del bar.

- Cosa? Hai sete?- chiese lui non capendo.

- Lei…è lei…la tipa che ha detto a Buffy di essere stata sia con Spike che con Angel…Faith!- esclamò ricordando il nome.

Oz, trasalendo alla notizia, si affrettò a inquadrarla.

Non vide nessuna che corrispondesse alla descrizione di QUELLA Faith.

- La tizia che sta parlando con il barman…- indicò ancora Willow.

Oz ebbe un mezzo collasso.

Harmony.

 

 

Spike si accese una sigaretta prima di chiudere a chiave la grande villa.

Poggiò il borsone sul sedile anteriore dell’auto.

Infilò gli occhiali da sole e partì sgommando verso Los Angeles.

Stava facendo la cosa giusta?

Non lo sapeva, ma Buffy non si era fatta più viva dalla sera prima.

E adesso il sole stava calando.

Forse era rimasta così sconvolta che non voleva neanche più vederlo. Eppure l’abbraccio e il bacio gli avevano fatto sperare per il meglio…

Evidentemente si era sbagliato.

Il cellulare squillò.

- Si, mamma. Sono entrato ora in macchina…si…a dopo…

Voleva tanto chiamarla, ma non ne aveva il coraggio…però doveva dirle così tante cose…

Rientrò in casa rapidamente.

Prima di andare aveva ancora qualcosa da fare.

 

 

 

Buffy digitò velocemente il numero di Spike sul cellulare.

Se non altro, la spiacevole chiacchierata con Angel le aveva finalmente chiarito le idee.

Adesso sapeva cosa doveva fare.

“Occupato…”

- Taxi!- esclamò alzando un braccio.

La macchina gialla la ignorò del tutto.

Maledì mentalmente il tassista e si incamminò a piedi verso casa di Spike.

- Se pensi che mi spaventerò per qualche chilometro ti sbagli, mio caro…- disse con gli occhi rivolti verso un cielo paurosamente grigio.

Qualche goccia di pioggia cominciò a cadere pigramente, fino a che la povera Buffy non fu investita da un vero e proprio diluvio.

- Non funzionerà neanche questo…

Per poco non cadde.

Guardò in basso e vide il suo tacco incastrato nella grata di un tombino.

Tirò con tutte le sue forze.

Il tacco si ruppe e la ragazza si ritrovò a zoppicare nel temporale.

Quando ormai cominciava a disperare, la fortuna le fece l’occhiolino.

Un altro taxi stava percorrendo la strada e Buffy si buttò in mezzo per fermarlo.

L’auto frenò bruscamente e la bionda si catapultò all’interno.

- Signorina, sta bene? Non serviva tentare il suicidio per farmi capire che aveva bisogno di un taxi…- le disse l’autista voltandosi.

- Mi porti in Carson Road, per favore…è urgente.

L’uomo, vedendola in quelle condizioni, esitò.

- Ha i soldi per la corsa?

Buffy gli lanciò uno sguardo furente. Afferrò la sua borsetta e sventolò una banconota sotto il suo naso.

- Ecco. Sono venti dollari. Adesso metta in moto e non apra più la bocca.

Il tassista obbedì senza fiatare e mise in moto.

La ragazza si tirò all’indietro i capelli bagnati e si appoggiò al sedile.

Prese di nuovo il cellulare e provò a richiamare Spike.

Niente campo.

“Non fa niente…tra poco gli parlerò di persona…”

Dopo un quarto d’ora, era davanti alla casa di Spike.

Bussò, ma non ebbe risposta.

Senza perdersi d’animo, si diresse sicura verso le piante.

“Vaso di fiori…con chiavi! Eppure gliel’ho detto che è scontato…” si disse infilando le chiavi nella toppa ed entrando.

Dentro sembrava non esserci nessuno.

Accese la luce e si sedette sul divano.

Provò di nuovo a chiamarlo.

Stavolta squillava.

Spike era fermo sull’autostrada, in coda.

Pigramente, cambiava stazione alla radio ogni tre secondi.

Pensava a lei.

Avrebbe tanto voluto salutarla di persona.

Ma sapeva benissimo che poi non sarebbe più partito.

Il telefono squillò.

Frugò nel borsone e lo cavò fuori.

Era Buffy.

Rispose con la voce tremolante dall’emozione.

 

 

 

- Spike! Finalmente rispondi! Ma dove sei? Ero preoccupata! - esclamò sollevata sentendo la sua voce.

- Ciao…sto bene…- rispose lui felice di sentirla.

- Ascolta…devo assolutamente parlarti! Quando torni a casa? Ti sto aspettando qui…

Spike esitò.

- Sto andando a Los Angeles…all’aeropor…

Un mare di emozioni tutte contrastanti, sommerse Buffy.

- All’aeroporto?? Cosa? Stai partendo? Dove vai? Non puoi Spike! Io ti amo…

Dall’altra parte risuonava solo un’impersonale voce metallica, che la informava che la linea era caduta.

Freneticamente, ricompose il numero.

La segreteria telefonica.

Senza pensarci due volte, uscì ancora nel temporale, dopo aver chiamato un altro taxi.

L’avrebbe raggiunto ad ogni costo.

Doveva sapere quanto lo amava.

Dalla fretta, non aveva notato il pacchetto sul letto.

Sul bigliettino spiccava il suo nome.

 

 

Il biondo inveì contro il cellulare.

La batteria si era scaricata prima che Buffy avesse potuto parlare.

Finalmente la coda cominciava a disperdersi.

Imboccò l’uscita per l’aeroporto.

Tra poche ore sarebbe stato a New York, dai suoi genitori.

Suo padre aveva ottenuto la cattedra di Filosofia e gli aveva chiesto di occupare il posto di assistente per un mese, cosa che avrebbe potuto essergli d’aiuto nella stesura della tesi e che poteva tornare utile una volta laureato.

Vista la brutta aria che tirava a Sunnydale, aveva deciso di accettare.

Se solo avesse finito di sentire cosa aveva da dirgli Buffy…

L’avrebbe chiamata da una cabina appena possibile.

 

 

- Non può accelerare? Ho davvero fretta!- sollecitò Buffy.

Il tassista, spazientito, sbuffò.

- Signorina, vuole guidare lei? Alla prossima, accosto e la faccio scendere!

Rassegnata, decise che era meglio evitare suggerimenti.

Fuori dal finestrino, vide volare nel cielo nero un aereo.

Forse Spike non voleva più vederla, per questo se ne andava.

Aveva smesso di amarla?

Cercò di scacciare quei pensieri dalla sua mente.

In ogni caso, non sarebbe partito prima di aver sentito cosa aveva da dirgli.

A costo d’incatenarsi alla dannata pista.

- Scusi, quanto manca?- chiese poi.

L’autista frenò.

- No! La prego! Non mi lasci qui! Devo arrivare a quel maledetto aeroporto, davvero! E’ questione di vita o di morte! Vede, il mio fidanzato sta partendo, probabilmente verso il Burkina Faso pur di sfuggire da me, ma io devo dirgli che non m’importa niente di quello che faceva prima, perché è lui l’uomo della mia vita…e io lo amo così tanto…al diavolo Angel!- supplicò tutto d’un fiato.

L’autista si voltò serio.

- Sono sicuro che sia la verità e non ho la minima idea di chi sia questo Angel…comunque siamo arrivati…

Buffy gli regalò un sorriso meraviglioso, lo baciò su una guancia e si lanciò fuori dal veicolo.

L’uomo cercò di rincorrerla.

- Signorina! Aspetti! Ha dimenticato…

- Prenda ciò che le devo! La mia borsetta è li!- gli urlò senza voltarsi.

Il tassista si fermò.

Era proprio la borsetta che voleva renderle.

 

 

 

“Maledetti aeroporti…sembrano labirinti…”

Era mezz’ora che Spike vagava alla ricerca di un telefono pubblico.

Finalmente ne avvistò uno.

Digitò il numero e attese.

Dopo qualche squillo, rispose una voce maschile.

Il ragazzo si sentì un po’ disorientato.

- Buffy?

- No…

- Oh scusi…credo di aver sbagliato numero…

- Aspetti! La Buffy che cerca è una graziosa ragazza bionda, con gli occhi verde smeraldo e il sorriso più dolce che abbia mai visto?

Un sempre più sbalordito Spike rispose che si, era lei.

- E’ all’aeroporto di Los Angeles…ha lasciato borsa e cellulare nel mio taxi…sa, il suo ragazzo sta per partire per il Burkina Faso e lei deve assolutamente parlargli…

Spike non aspettò che l’uomo finisse, né si preoccupò di riagganciare il telefono.

Era già alla sua ricerca.

 

 

Buffy schizzava come un proiettile impazzito tra persone e valige.

Ad un certo punto, per correre meglio, si era tolta la scarpa rotta e anche quella intera.

Dove era diretto Spike?

Non l’avrebbe mai trovato tra tutta quella folla.

Pensò che avesse già fatto il cheek-in. Superò tutta la fila tra le proteste dei passeggeri in coda e afferrò l’impiegata per un braccio.

- So che le sembrerò una pazza, ma per caso ha visto un ragazzo biondo platino, bellissimo, passare di qua? La prego…è vitale che io abbia questa informazione…Spike…Spike Darcy…

La donna si liberò della presa.

- Mi spiace…non posso darle queste informazioni…la legge sulla privacy me lo impedisce…il prossimo!

Buffy venne scansata da un tizio dietro di lei, che la spinse bruscamente.

- Impara a fare la fila, ragazzina…

La bionda si rifece sotto, spintonando il tizio e affacciandosi di nuovo verso l’impiegata.

- Forse lei non ha ben compreso la situazione…io DEVO passare dall’altra parte! Prometto che tornerò da questa parte non appena avrò parlato con lui!

 

 

- Per favore! Le ho detto che ho bisogno di tornare fuori!- spiegò Spike per la terza volta.

- E io le ho appena detto che non può! Appena i passeggeri si saranno imbarcati, potrà lasciare il duty-free, ma fino ad allora non se ne parla!- rispose per la terza volta l’impiegato.

- Cos’è una prigione questo aeroporto? Come si chiama? Alcatraz?- lo schernì Spike strafottente, allontanandosi.

Dopo aver tentato due volte di passare di nascosto, si abbandonò su una sedia.

Non poteva neanche fumare.

Chissà dov’era Buffy.

Guardò attraverso il vetro trasparente. C’era una marea di gente che si stava imbarcando.

Poi vide un gruppetto di persone che stava guardando…cosa?

Spike si avvicinò al vetro e aguzzò lo sguardo. Sembrava una rissa.

Due guardie stavano portando via qualcuno…una ragazza…che urlava come un’aquila.

La sua ragazza!

Il biondo cominciò a sbattere i pugni sul vetro infrangibile e insonorizzato.

- Buffy! Buffy! Lasciatela! Buffy!

Stavano per sbatterla fuori.

 

 

- Maleducati! Lasciatemi subito andare! Oh…devo solo parlare con il mio fidanzato!!- strepitava Buffy mentre due energumeni la trascinavano di peso all’uscita!

- Stia tranquilla…altrimenti la facciamo arrestare!

Buffy sembrava rassegnata, e si rilassò.

Ormai era tutto perduto.

Poi…

Era lì, dall’altra parte del vetro, che la chiamava!

La ragazza si preparò ad un ultimo tentativo.

- Siete innamorati?- chiese ai due in divisa.

Loro si guardarono un po’ imbarazzati, mentre Buffy si liberava dalla loro stretta sulle braccia, massaggiandosi.

- Io si…vedete là, dall’altra parte del vetro?- disse poi indicando Spike.

- Quello è il mio ragazzo…e sta partendo senza sapere quanto sia importante per me…vi prego…lasciatemi andare almeno davanti al vetro…poi prometto che me ne andrò.

I due uomini della sorveglianza si guardarono di nuovo.

Poi impietositi, le dissero di andare.

 

 

Spike ancora gridava quando vide Buffy voltarsi verso di lui e andargli incontro.

Era bagnata dalla testa ai piedi, ed era scalza.

E bellissima.

Sentì il suo cuore stringersi.

Lei poggiò entrambe le mani sul vetro e gli sorrise.

Poi si frugò nelle tasche e ne tirò fuori un rossetto.

Gli sorrise ancora e poi cominciò a scrivere sul vetro.

 

TI AMO!!!

 

Gli occhi di Spike si illuminarono.

- Anche io…- le rispose toccandosi il petto.

Le fece segno di aspettare e corse in un negozio del duty-free.

Ne uscì fuori con carta e penna, e cominciò a scrivere frenetico.

Poi appoggiò il foglio al vetro.

 

VADO A NEW YORK.

MA TORNERO’ PRESTO.

PER TE.

MI ASPETTERAI?

 

Buffy fece finta di pensarci, poi poggiò le labbra conto il vetro.

Spike le sfiorò con la punta delle dita.

Poi girò il foglio e scrisse ancora.

 

TORNA A CASA MIA.

HO LASCIATO QUALCOSA PER TE…

TI CHIAMO APPENA ARRIVO.

TI AMO…

 

Le due guardie erano di nuovo accanto a Buffy.

- Adesso deve proprio andare…- le disse uno dei due.

La ragazza guardò un’ultima volta Spike e lo salutò con un cenno della mano.

Lui le mandò un bacio e poi sparì verso l’aereo.

 

 

Buffy ringraziò il gentilissimo tassista, che l’aveva aspettata per restituirle la borsetta e che l’aveva riportata da Spike.

Entrò in casa e cominciò a guardarsi intorno.

Notò un pacchetto dorato.

Prese il biglietto e lesse.

 

Amore mio,

se stai leggendo questo biglietto significa che io sono in volo per New York.

Non so se in questo momento abbiamo già chiarito le cose fra di noi, e se ti ho ribadito quali sono i miei sentimenti per te.

Dentro al pacchetto c’è un CD, You dei Radiohead.

Se abbiamo fatto pace, ascoltala quando sentirai la mia mancanza, finché non torno…

Se invece non stiamo insieme, ascoltala fino allo sfinimento. Capirai quanto ti amo…

Anzi, passerotto…ascoltala, qualsiasi cosa sia successa tra di noi…

E’ il mio amore per te…

Spike

 

 

Buffy scartò il CD e lo mise nello stereo.

 

You are the sun the moon and stars

ah you... and I could never run away from you

 

You try but what could get out of things

and why should I believe myself not you?

It's like the world is gonna end so soon

and why should I believe myself?

 

You, me, and everything caught in the fire

I can see you drowning

caught in the fire

 

 

 

Tu sei il sole e la luna e le stelle

ah tu…e non potrei mai abbandonarti

 

ti dai da fare per risolvere situazioni caotiche

e perché dovrei credere a me stesso e non a te?

E' come se il mondo stesse per finire tra poco

e perché dovrei credere a me stesso?

 

Tu io e tutto il resto ingolfati nel fuoco

mi vedo affogare

ingolfato nel fuoco.

 

 

 

Il bel volto di Buffy era rigato dalle lacrime mentre stringeva il cuscino di Spike, ancora impregnato del suo profumo.

- Ti aspetto, Spike…già mi manchi…

 

 

La canzone era finita e lei se ne stava da sola in silenzio.

Qualcuno bussò e poi entrarono Willow, Oz e Xander, che teneva per un braccio…Faith.

- Ciao Buffy! Spike è con te?- chiese Willow stupita vedendola.

- No…dopo vi spiego…- disse squadrando la causa dei suoi problemi.

- Ok…adesso senti cosa ha da dire lei…- disse Oz spingendo Harmony verso Buffy.

La bionda sorrise debolmente.

-…ciao…- disse poi imbarazzata. Lo sguardo di Buffy era gelido e sprezzante.

Sarebbero state le ore più lunghe della sua vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

12. NEW YORK, NEW YORK

 

 

Buffy guardava la ragazza bionda con disprezzo.

Lei era quella che aveva avuto un menage a trois con gli uomini più importanti della sua vita, il suo passato e il suo futuro.

Non aveva mai provato così tanto odio per qualcuno.

- Che diavolo ci fa lei qui?- chiese con voce rabbiosa.

- Lei si chiama Harmony. Spike è uscito con lei per uno o due mesi…- spiegò Oz.

Quella non era Faith, quindi.

E per quale maledetto motivo si era fatta passare per lei?

Buffy lanciò uno sguardo interrogativo ad Oz. Chissà se lui sapeva tutto ciò che Faith comportava per lei.

Il ragazzo annuì silenziosamente, capendo al volo.

- Ragazzi…lasciateci da sole…- disse poi seria.

Oz circondò con un bracciò la spalla di Willow e condusse lei e Xander in casa Darcy.

- Più tardi io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere…- le disse Oz uscendo.

Buffy assentì.

Quando la porta si fu chiusa, tornò a concentrarsi sulla ragazza bionda.

Harmony se n’era stata zitta e a testa bassa per tutto il tempo.

Seduta su una poltrona, non osava guardare Buffy.

Maledisse mentalmente Angel, che l’aveva trascinata in quella situazione di merda.

Adesso avrebbe dovuto pure sorbirsi gli insulti, tra l’altro giusti, della ragazza di Spike.

Per l’ennesima volta, era stata presa in giro da un uomo.

Tuttavia non riusciva a levarsi dalla mente quel ragazzo così enigmatico e bellissimo.

- Allora, cara Harmony…immagino di sapere chi ci sia dietro a tutto questo gigantesco qui pro quo…qualcuno che ti ha circuito con i suoi profondi occhi neri…Angel, uh?- disse Buffy avvicinandosi a lei.

Lei ammise di sì con la testa. Ormai tanto valeva dire la verità.

- Non so nemmeno chi sia questa Faith…

Buffy continuò a passeggiare avanti e in dietro.

- Resisterò all’istinto di cavarti quei begli occhioni azzurri e farteli ingoiare, solo perché voglio sapere perché ti sei resa complice di una cattiveria tanto grande…occhio a come rispondi…sono piuttosto manesca…

Harmony deglutì.

- Perché? Per un uomo, ovviamente. Anzi, due. Se prima l’unico motivo era che rivolevo Spike per me, adesso mi rendo conto che l’ho fatto solo per compiacere Angel. Adoravo sentirlo tra le mie cosce. Ma ogni volta che facevamo l’amore, lui lo faceva con te, non con me…- disse con un sorriso amaro.

Per un momento, Buffy ebbe compassione di quella povera ragazza, che le parve piccola e umiliata da un uomo che non l’amava.

Proprio come lei qualche tempo prima.

Le sollevò il mento e la fissò negli occhi.

- Tu puoi farcela Harmony…puoi dimenticarlo e andare avanti…

La ragazza la guardò stupita e poi scacciò la sua mano.

- Parli bene tu, che li hai entrambi ai tuoi piedi…Spike darebbe la vita per te, e Angel…beh, guarda che razza di casino che ha combinato…io non sono mai stata amata, da nessuno dei due…eppure non posso fare a meno di volerli…ma tu che ne vuoi sapere…non immagini nemmeno cosa voglia dire essere usata dall’uomo che ami…

Buffy si sedette di fronte a lei.

- Non lo so? Cosa credi che abbia fatto Angel con me?

Harmony si strinse le braccia intorno al corpo.

- Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto…e perdona Angel…lui ti ama da impazzire…era accecato dai suoi sentimenti quando ha messo su questo insulso teatrino…

La ragazza scosse energicamente il capo.

- Non esiste…una persona che agisce così non è in grado di amare…può farlo solo perché odia…e io non posso passarci sopra come se niente fosse successo.

Rimasero entrambe in silenzio.

- Spike e Angel…diversi come il giorno e la notte, eppure così simili…tu non hai conosciuto lo Spike che ho frequentato io…e credimi se ti dico che non era migliore di Angel…

Buffy scattò.

- Evidentemente stiamo parlando di due Spike diversi…

- L’unica differenza è che è innamorato…sei una ragazza fortunata…

Harmony si alzò.

- Adesso vado…mi dispiace davvero per tutto…fai attenzione Buffy…Angel non si arrenderà facilmente…

Buffy sorrise.

- Penso che oggi abbia capito che non ha speranza…

- Non intendevo questo. Se lui non può averti, farà in modo che anche Spike non ti abbia. Quel ragazzo è cattivo…ma tu puoi aiutarlo se vuoi…

Harmony se ne era andata e Buffy rimase da sola, pensierosa.

Doveva davvero perdonarlo?

Strinse forte i pugni.

No.

Avrebbe dovuto pagarla e basta.

 

 

- Il professor Darcy la riceverà tra qualche minuto…- disse la segretaria facendo accomodare una bella ragazza mora sui venticinque anni.

Un lieve sorriso le si disegnò sul volto di porcellana.

Presto avrebbe avuto l’incarico che sognava da una vita: professore ordinario e ricercatore.

Darcy era il maggiore indiziato per la futura nomina a Rettore, e lei doveva darsi da fare con lui.

Sistemò l’elegante chignon in cui erano raccolti i lunghi capelli e si lisciò la corta gonna del tailleur.

Se doveva scoparsi anche questo di professore era pronta.

Con Frank, cioè, il Rettore Angus, non aveva avuto problemi.

Il vecchio era capitolato dopo appena quattro giorni. Era bastato andare in ufficio senza mutandine e chinarsi a raccogliere una matita…

L’intelligenza non le mancava, ma se doveva usare il suo corpo non c’erano problemi.

Bastava pensare ad altro quando le manacce sudicie degli uomini di potere che si portava a letto la toccavano.

Frank non l’aveva presa bene quando lo aveva lasciato, ma lei gli aveva ricordato che teneva dei filmini di loro due che non avrebbe mancato di recapitare alla signora Angus.

E il vecchio bavoso era stato sistemato.

Adesso doveva solo allungare le mani su Darcy.

La segrataria la invitò ad entrare.

Si mise gli occhiali ed entrò.

- Dottoressa Burkle! Finalmente ho il piacere di conoscerla!- esclamò Darcy vedendola entrare e stringendole la mano.

Uomo piuttosto piacente.

Forse l’operazione avrebbe avuto anche dei risvolti positivi.

- Piacere mio…

- Il Rettore mi ha parlato molto bene di lei…

Fred sorrise.

“Instancabile, efficiente e creativa”. Aveva sentito lei stessa Frank parlare al telefono con Darcy mentre lei era inginocchiata sotto la sua scrivania, intenta a fargli un pompino con i fiocchi.

- Ho trovato la sua proposta molto stimolante…- disse poi umettandosi le labbra.

Darcy allentò il nodo della cravatta, visibilmente in imbarazzo.

- Dovrebbe farmi il favore di andare a prendere mio figlio all’aeroporto…sta atterrando proprio ora…

- Volentieri…a dopo…- rispose lei sorridendo e dirigendosi ancheggiando all’uscita.

Appena fuori, sul viso le apparve una smorfia di disappunto.

Ci mancava solo un imbecille figlio di papà a soffiarle il posto.

Salita in auto, tirò fuori sbuffando il cellulare.

Attese e poi sorrise con dolcezza alla risposta.

- Ciao, sono io…lo so che è tanto che non ti chiamo, ma potresti farlo anche tu ogni tanto! Sei mio fratello in ogni caso…ho bisogno di sfogarmi un po’…rischio che il lavoro dei miei sogni mi sia soffiato da sotto il naso…sai, il professore che devo scoparmi ha un figlio…sto andando a prenderlo all’aeroporto…senti che nome…no che non posso farmi anche lui, scemo!! Spike Darcy…idiota vero?

Fred si piccò nel sentire la fragorosa risata del fratello.

- Ma insomma Angel!! Io ti chiamo in cerca di conforto e tu mi prendi in giro? Ho un grande problema…- piagnucolò.

- Anche io dolcezza…ma tu potresti risolverli ad entrambi…mai una tua telefonata capitò più a proposito…

Fred ridacchiò.

Sapeva riconoscere benissimo quando il suo perfido fratellino archittettava qualcosa di divertente.

Il suo dolce, caro Angel.

 

 

Fred e Angel si erano conosciuti quando lui aveva quindici anni e lei diciassette.

Fred era cresciuta col ricco padre senza vedere sua madre per anni.

I due avevano divorziato dopo che il signor Burkle aveva scoperto che la moglie era incinta del suo migliore amico. La piccola aveva appena un anno quando si trasferì col padre in Europa.

La ragazzina non sembrava soffrire la mancanza della madre, ma il papà faceva comunque ogni sforzo per sopperire a quest’assenza, esaudendo ogni suo desiderio.

Fred cresceva viziata e arrogante con tutte le persone che aveva accanto, tranne che con il signor Burkle, con cui era tenera e gentile.

Quando il papà venne a mancare per una terribile malattia, Fred divenne ancora più algida e egoista: il suo bene prima di tutto.

Qualche tempo dopo decise di ritornare negli Stati Uniti, in Texas dove era nata per frequentare il liceo, e di riallacciare i rapporti con sua madre, che si presentò con un figlio adolescente.

Il signor O’Brien aveva accolto la ragazzina di buon grado, forse come per una specie di risarcimento nei confronti dell’amico morto.

Fred aveva di nuovo una famiglia.

Ma non riusciva ad amare sua madre.

Lei era la stupida puttana che aveva fatto soffrire il suo adorato papà.

E in quanto a O’Brien, la tollerava solo perché si sentiva in colpa.

Il suo fratellino invece era tutto un altro paio di maniche.

Era stata subito attratta da quegli occhi neri.

Un ragazzino che era già uomo.

Ricordava ancora il loro primo incontro.

Aveva sentito una calda fitta attraversare il suo basso ventre. Una pulsazione continua che aumentava ogni volta che sentiva il suo sguardo posarsi su di lei e che non la faceva ragionare.

- Vi lascio soli, così potete socializzare un po’…- aveva esclamato loro madre felice.

“Stupida oca…” aveva pensato Fred osservandola uscire.

Si sentì ancora a disagio.

La stava fissando di nuovo. E sorrideva.

- Quindi tu saresti mio fratello minore? Come ti chiami moccioso?

Angel aveva ignorato il suo tono strafottente e le era andato vicino.

Il respiro della ragazza si era fatto affannoso.

Lui le respirò dentro l’orecchia, mentre una mano si era insinuata sotto la sua gonna e le accarezzava la coscia.

- La tua eccitazione si sente lontano un miglio…ricorda che sono il tuo fratellino…

Fred si sentì impotente come mai si era sentita.

Qualcuno era riuscito a metterla in difficoltà.

- Strizza le mutandine…- le intimò poi allontanandosi e dirigendosi al piano di sopra - E’ stato un piacere Winifred…

Fred sorrise tra sè e sè. Con Angel avevano rivangato più e più volte quella parentesi.

- Se non fossi mia sorella, saresti la mia anima gemella…- le ripeteva in continuazione.

Divennero inseparabili.

L’intera famiglia dopo un anno si era trasferita a Los Angeles e i due fratelli diventavano sempre più uniti.

Dormivano nella stessa stanza, e durante la notte, Fred faceva entrare i suoi ragazzi dalla finestra.

Mentre lei ci faceva l’amore, lui da sotto le coperte la osservava.

Non gli aveva mai confessato questo suo hobby notturno, ne lei se ne era mai accorta.

Almeno fino a quella notte d’estate.

Fred in quel periodo stava un ragazzo di colore, Charles Gunn, per tutti semplicemente Gunn.

La luce dei lampioni filtrava debolmente dalle tapparelle e l’intera stanza era rischiarata.

Gunn e sua sorella erano a letto.

Fred intrecciava le lunghe gambe bianche alla vita di lui, che si muoveva ritmico sopra di lei.

Angel osservava i loro corpi sudati muoversi sempre più frenetici, il respiro di Fred sempre più affannoso.

Poi si accorse che lei lo stava guardando.

Lo fissava mentre scopava con un altro.

Mentre Fred veniva, Angel venne insieme a lei.

La mattina dopo, lei gli diede il buongiorno col solito bacino sulla fronte, ma mai fece parola di quello che era successo quella notte.

Angel rimase col dubbio che fosse veramente successo o che fosse stato frutto delle sue fantasie.

Infine, fu Fred a presentare Angel a Faith, la sua migliore amica, prima di partire per il college a New York.

I due si separarono, ma lo strano sentimento che li legava rimase immutato.

E ogni volta che potevano, si sentivano al telefono o si vedevano.

Sapeva chi era Buffy e quanto suo fratello l’amasse.

L’aveva odiata, ma poi aveva realizzato che doveva essere speciale per Angel e che lei non aveva motivo di esserne gelosa.

Le era dispiaciuto che si fossero lasciati, e non aveva esitato ad accettare di aiutare Angel a riprendersela.

L’auto si fermò, interrompendo tutto quel fiume di ricordi.

Era arrivata, ed era ora di preparare l’accoglienza per il cocco di papà.

 

 

Spike mise il borsone a tracolla e si fiondò verso la prima cabina.

Quando sentì la sua voce, gli occhi gli brillarono.

- Ciao passerotto…

Buffy gridò.

- Amore! Mi manchi così tanto! Grazie per il cd…è splendido…

Spike sorrise.

- Volevo dirti che sono arrivato…sono venuti a prendermi…probabilmente qualche vecchio barbagianni amico di mio padre…ti chiamo appena sono in albergo…così potremo parlare un po’, ok?

Buffy annuì.

- Si…ho bisogno anche io di parlarti di un fatto poco piacevole…a più tardi allora…

- Qualcosa di grave? – chiese lui subito preoccupato.

- Non preoccuparti…dopo ti spiego…ti amo…- rispose tranquillizzandolo.

- Anche io, dolcezza…

Riattaccato il telefono, si diresse nella grande sala d’attesa, cercando di cogliere un cartello con scritto il suo nome.

Visto che non avvistava niente di simile, cominciò a camminare.

Finalmente vide uno choffeur con la divisa della NY University.

Fred, annoiata, preparò il sorriso più falso del mondo.

Ma le morì in volto quando incontrò gli occhi azzurri di Spike.

E un sorriso sincero le affiorò sulle labbra.

Era il ragazzo piàù bello che avesse mai visto.

Anche Spike era visibilmente sorpreso.

“Alla faccia del barbagianni…!” pensò scorrendo con lo sguardo su Fred.

Subito pensò a Buffy e si concentrò sul volto della donna, sentendosi in colpa.

Ma l’occhio cadde nuovamente sul corpo snello e sottile di lei, che divertita se ne accorse e arrossì leggermente.

Era una bellezza delicata e particolare.

Lunare.

Un po’ come Dru.

Niente a che vedere con la sua solare dea bionda.

“Buffy ti amo da morire…ma guardare non è peccato…guardare ma non toccare, è ovvio!” pensò stringendole la mano.

- Piacere…sono Spike…

- Winifred Burkle…Fred…- rispose lei facandogli cenno di entrare in macchina.

Angel non era stato giusto nel descriverlo.

Lasciava senza fiato.

E non sembrava così perfido come glielo aveva dipinto lui.

- E così tu sei il nuovo acquisto, uh?- disse lei per rompere il ghiaccio.

- Già…- rispose lui cordiale.

“Risvolti davvero molto piacevoli…” pensò Fred sorridendo e osservando interessata il nuovo collega.

 

 

Dopo aver informato tutti che Spike era a New York, Buffy aveva tranquillizzato gli amici assicurando che tra lei e il biondo era di nuovo tutto ok.

Buffy e Oz erano nella stanza di Oz al dormitorio.

Willow e Xander erano usciti a prendere la cena per tutti.

La ragazza non parlava, e nemmeno Oz.

Entrambi sembravano voler rimandare la chiacchierata su Spike.

Fu il ragazzo a prendere il coraggio a quattro mani e a parlare.

- Allora Buff…da quanto sei a conoscenza del terribile segreto?

- Da quando mi sono messa con Angel…ma Oz…evitiamo di parlare di quest’argomento…è una cosa che sono riuscita ad accettare e a superare…- disse lei consapevole.

Lui sorrise.

- Sono felice…so che non è facile, ma il passato è passato…

- Già…ora ho capito. Amo Spike in tutte le sue sfaccettature, anche quelle meno attraenti come questa…o tipo quando lascia la tavoletta del water alzata…fa parte di lui…- scherzò lei.

Oz ridacchiò.

- In ogni caso, credo che sarebbe bene tenere la cosa per noi…per il bene di Spike…- concluse la bionda.

Il ragazzo annuì.

Sapeva bene che gli altri non avrebbero mai capito.

- Il problema è un altro. Angel…- disse poi Buffy.

- Non credo che sia il caso di preoccuparsi ulteriormente di lui…

Buffy lo guardò triste.

- Sono preoccupata.

In quel momento Willow e Xander tornarono con due scatole di cibo cinese.

La rossa, sentendo le parole di Buffy, sgranò gli occhi.

- Sono davvero stupefatta! Dopo tutto quello che ha combinato?

Xander s’intromise.

- Credo che Buffy abbia ragione. Angel ha bisogno d’aiuto…

Willow sbatté con forza gli involtini primavera sul tavolo.

- Siete tutti impazziti per caso? Pensate di essere dei medici? Perché è questo il genere d’aiuto che occorre ad Angel: uno psichiatra! E anche bravo!

- Calmati Will…stiamo solo discutendo…- l’ammonì Oz.

- No, Oz! Merita di rimanere da solo per il resto dei suoi giorni! Aveva ragione Anya! E io che le ho sempre detto che si sbagliava nei suoi confronti, che era un bravo ragazzo…- ribatté lei.

Xander scosse la testa.

- Lui è un bravo ragazzo! Ha solo bisogno di amici…eravamo noi, i suoi amici, e lo abbiamo abbandonato…

- Per favore Xan! Non dirmi che la tua spiegazione a come si è comportato è che l’ha fatto solo per riportare l’attenzione su di lui! Odio l’egocentrismo…- disse Willow.

- No! Ma forse se avesse avuto qualcuno con cui sfogarsi le cose sarebbero potute andare diversamente…fatti un esame di coscienza Will…quanto tempo è che nessuno del nostro gruppo non frequenta più Angel? Anya lo odia, Buffy lo detesta, e quindi di rimando anche te e Tara lo odiate e lo detestate…Oz è quello che lo conosce di meno, e Spike è il nuovo ragazzo di Buffy…e io…io ho dimenticato di essere il suo migliore amico, troppo impegnato ad uscire con Anya per accorgermi dei suoi problemi…

Xander si accorse di avere tre paia d’occhi stupiti che lo fissavano.

- Cos’ho detto?

Buffy ridacchiò e Willow lo guardava a bocca aperta.

- Vuoi dire che tu e Anya…

- Si…pensava che fossi gay…ma questo non conta ora!

Finalmente parlò anche Buffy.

- Forse avete frainteso le mie parole…quando dico preoccupata, intendo “preoccupata per cos’altro potrà fare contro di me”. Nessun problema se Xander vuole aiutarlo, ma non voglio assolutamente essere coinvolta…è stato una delle persone più importanti della mia vita, ma non per questo gli darò una mano…per me è morto e sepolto.

Willow accolse le parole dell’amica con un segno d’approvazione.

- Finalmente qualcuno col cervello funzionante!

- Pensavo che fossi diversa Buffy, che sapessi perdonare…non ho detto che devi tornare a essere sua amica, ma che almeno gli dimostrassi un po’ di pietà…ricorda sempre che l’ha fatto per amore tuo…- disse Xander indossando la giacca e ignorando il commento della rossa.

- Se Hitler avesse sterminato gli Ebrei per amore, l’avresti perdonato?- esclamò Willow.

- Io vado da lui…Buffy, almeno parlaci…

Lo sguardo gelido della ragazza fu eloquente.

Xander uscì senza dire una parola.

Oz prese una scatola dalla busta.

- Qualcuno vuole il pollo alle mandorle?

 

 

- Figliolo! Finalmente!- esclamò William Darcy vedendo entrare suo figlio in casa.

- Papà…- lo salutò Spike.

I due si abbracciarono brevemente.

- Non dai un bacio alla tua mamma? Sono mesi che non ci vediamo…- esclamò Anne Darcy con un sorriso.

Spike le posò un lieve bacio sulla guancia.

Chi li avesse visti così per la prima volta avrebbe detto che fossero una famiglia unita.

Fred li osservava un po’ in disparte.

Darcy e Spike si somigliavano come due gocce d’acqua.

Il taglio degli occhi e gli zigomi non lasciavano spazio al dubbio.

Il professore aveva i capelli castani e ricci, e Fred immaginò che sotto la bizzarra tinta biondo platino di Spike e il gel ci fosse la stessa cosa.

Ma la somiglianza più straordinaria era con la signora Anne.

Fred fu costretta ad ammettere che fosse una splendida donna. Era molto elegante e ciò che colpiva di più erano i suoi meravigliosi occhi azzurri.

Davvero un bel quadrretto.

Solo che Spike non sembrava poi così felice.

Il suo sguardo non era luminoso come quando aveva parlato al telefono con Buffy.

Sarebbe stato difficile fargliela dimenticare.

Ma lei amava le sfide.

- Hai già avuto modo di conoscere la signorina Burkle immagino…- disse poi Darcy porgendo una mano alla ragazza.

- Fred, professore…

- Certo papà…- rispose lui sorridendole.

- Fred sarà il tuo superiore diretto. Qualsiasi cosa ti occorra, dovrai rivolgerti a lei e a lei risponderai per il tuo operato. Passerai molto tempo in sua compagnia…

Spike non accolse bene la notizia.

Era andato via per cambiare aria, non per avere ulteriori problemi con la sua ragazza.

Buffy non avrebbe accolto bene la notizia che avrebbe lavorato gomito a gomito con una ragazza. Specialmente carina come Fred.

“Cattivo Spike! Non si comincia a catalogarla come carina…” si rimproverò mentalmente.

Però era obiettivamente carina.

- Stasera la Facoltà ha organizzato un party di benvenuto per te, tesoro…- annunciò Anne.

- Lo smoking è sul letto in camera tua…- disse suo padre mentre faceva cenno ad una cameriera di mostrargli la stanza.

Spike sbuffò.

Odiava lo smoking, ma per fortuna che non lo stavano obbligando ad indossare il tight o il frac!

Ma già il fatto che era lì da meno di dieci minuti e già lo stavano programmando, lo innervosiva da pazzi.

- Non credo che verrò…

Subito sua madre intervenne.

- Ma è in tuo onore! Non puoi mancare! Fallo per noi…- lo implorò.

Spike sbuffò ancora.

- Non ho voglia di stare in mezzo a uomini anziani vestiti da pinguini che mi fanno i complimenti per quanto sono cresciuto…mi annoierei a morte…e poi non voglio vestirmi da pinguino…

- Scusate se m’intrometto…se vuoi ti accompagno…almeno non ti annoierai da solo…- disse Fred dolcemente.

- Allora è deciso! Verrai con Fred! Ti aspetto alle 8, puntuale!- esclamò contento Darcy.

Spike vide sua madre e suo padre sparire prima che potesse ribattere.

Dalla padella alla brace.

Come avrebbe spiegato a Buffy che usciva con un’altra?

E soprattutto…come l’avrebbe presa?

Con un sospiro, tornò ad occuparsi di Fred.

- Allora ci vediamo più tardi…

- Certo! A dopo…- lo salutò la ragazza congedandosi.

Salì le scale lentamente ed entrò in camera.

Lo smoking, minaccioso, era disteso sul letto.

“Sembra un uomo morto…” pensò Spike divertito. Si guardò intorno.

Lusso, lusso, lusso.

I suoi non erano per niente cambiati. Pensavano ancora che bastasse il denaro per comprare l’affetto di loro figlio. Si stava già pentendo del trasferimento, anche se era solo per un mese.

Quanto avrebbe voluto che Buffy fosse con lui.

Prese il telefono e la chiamò.

- Ciao amore…come stai?

- Ora che sento la tua voce molto meglio…- rispose lei.

- Perché? Cos’è successo?

Buffy sospirò.

- Ho discusso con Xander. Vuole che io aiuti Angel…

Spike rise di gusto.

- Tu aiutare Angel? E’ impazzito?

- Ci sono stati sviluppi…Conosci Harmony per caso?

Il ragazzo deglutì. Le disgrazie non finivano mai, evidentemente.

- Si, passerotto…è la ragazza che frequentavo prima di conoscerti…come l’hai conosciuta?

- Ho scoperto che era lei la Faith che ho conosciuto…era d’accordo con Angel per farci lasciare e ci andava a letto…ma che diavolo avete tutti e due?? Faith, Harmony, io…ci godete a stare con le stesse ragazze?- esclamò lei un po’ piccata.

Maledetta, stupida oca. Come caspita aveva potuto uscire con Harmony?

Spike tossicchiò imbarazzato.

- Ti amo…

- Non cercare di abbindolarmi con paroline dolci…- disse lei ridacchiando.

- Come è andato l’arrivo?- chiese poi.

Spike prese un bel respiro.

- C’era Fred ad aspettarmi…è l’assistente del mio vecchio…

- Fred? Fred come Frederick?- chiese lei.

- Non esattamente…Fred come Winifred…- esitò lui.

- Ah! Una donna…una dolce, cara vecchietta, uh? Che magari odorerà anche un po’ di naftalina…!- ipotizzò lei.

- No, piccola…venticinque anni al massimo, gambe chilometriche e gonne vertiginose, con tutte le sue cose a posto…

Spike aspettò la sfuriata di Buffy.

- Quindi…ti piace…- rispose lei con voce insicura.

Lui s’intenerì per la timida reazione della ragazza.

- Dov’è finita la mia pantera? E’ oggettivamente una bella donna, non posso negarlo…ma sai anche che io ti amo più d’ogni altro essere vivente in quest’universo, vero?

- Mmh-mmh…- fece lei con tono triste.

- Dai, dolcezza! Starò qui per un mese, e se non ti fidi di me…capisco che dopo ciò che è successo tu…

- Sst! Mi fido di te…- lo interruppe Buffy.

Spike sorrise.

- Stasera ho un ricevimento di presentazione…che noia…

- Ci andrai con lei? Pensa a me, mi raccomando…e quando torni fammi uno squillo, così ti chiamo e mi racconti…e se sarai stato bravo, avrai un premio…- disse lei maliziosa.

- Se stai cercando di mettermi in riga, ci sei riuscita…in tutti i sensi…”Lui” non riesce proprio a resisterti…- rispose lui cercando di riprendere il controllo del famoso “lui”.

- Devo andare ora…a dopo…e dagli un bacio da parte mia…- disse Buffy salutandolo.

- Si, passerotto…ciao…

Si abbandonò disteso sul letto e slacciò la patta dei pantaloni per avere sollievo dall’erezione.

- Mi spiace amico…il suo bacio per te lo prendo io…non ho voglia di farmi togliere una costa a causa tua…

 

 

 

Buffy mangiava nervosamente, sbattendo le bacchette nel piatto.

- Cosa c’è Buff?- chiese Willow notandone i movimenti e lo sguardo assorto.

La ragazza la guardò.

- Tante cose Will…Spike sta andando ad una festa d’alta società con una ragazza bellissima, a quanto dice lui…non credo mi piaccia molto il nuovo corso di “viva la sincerità”…e poi Xander…mi sta facendo sentire in colpa con tutti quei discorsi su Angel…

Willow spalancò i grandi occhi.

- Una ragazza? E chi è?

Buffy fece una smorfia.

- Una tizia che sarà sua collaboratrice…già la odio…Fred…che nome idiota…e immagino che sia la nuora ideale per i suoi genitori…

Willow rise.

- Adesso non esagerare…! E comunque non farti influenzare da Xander per quanto riguarda Angel…è ovvio che parli così…lui è suo amico, e non ha cercato di rovinargli la vita…

Buffy annuì.

- Si…ma in fondo non è che abbia poi torto…in realtà vorrei fare qualcosa per lui…

Intervenne anche Oz.

- Secondo me dovresti lasciare il lavoro sporco a Xander…sei una ragazza ingenua, Buffy, nel senso buono…non ti accorgi di quanto le persone possano essere manipolatrici…riesci a vedere ancora del buono persino in Angel…

La bionda non sembrò convinta.

- Ignorare Angel non ti renderà una persona peggiore, credimi…Forse meno ti vede, meglio starà…- continuò Oz.

- Concentrati sul seminario di psicologia…è importante per il tuo futuro…e aspetta il ritorno di Spike…se vuoi aiutare Angel, sarebbe meglio che avessi l’appoggio del tuo ragazzo…- disse Willow.

-…anche se non credo che sarebbe bendisposto, considerando che ha cercato di rompergli la testa…- concluse Oz.

Buffy abbassò lo sguardo.

Domani sarebbe cominciato il seminario, e allora avrebbe avuto ben poco tempo per preoccuparsi di Angel.

Ciò però non le avrebbe impedito di farsi i film su Spike e quella modella che gli svolazzava intorno.

“Non è una modella…lui ama te…” si ripetè mentalmente.

- Si…Stasera alle 21 ho l’incontro per inserirmi nel gruppo di lavoro…- disse infine.

- Ah! Io l’ho avuto nel pomeriggio! Sono stata fortunata visto che mi hanno inserita nel gruppo del professore! Saremo io, un altro ragazzo e il prof.!- esclamò Willow felice.

Buffy si alzò in piedi.

- Beh…io vado al mio incontro…buona erata piccioncini!- li salutò uscendo.

Willow si accoccolò tra le braccia di Oz.

- Penso che abbiamo qualcosa da recuperare, lupacchiotto…

Lui la baciò dolcemente senza rispondere.

 

 

- Angel? Ci sei?

Xander chiamò affacciandosi nella stanza lasciata aperta.

- Si…sono qui…

L’amico non aveva una bella cera. Stava mangiando un depresso pezzo di pizza, seduto sul letto e concentrato sulla TV.

Quando vide Xander, la spense.

- Ciao…immagino che sarai qui per farmi la ramanzina finale…

Xander si accomodò accanto a lui.

- No, amico…sono qui per sapere come stai…

Angel sembrò meravigliato.

- Buffy non ti ha raccontato niente?

Il ragazzo annuì.

- Si, e non approvo…ti avevo detto di lasciarla stare…ma tu non ascolti mai, vero brutto testardo?

Angel rise.

- Era solo un tentativo di rimettermi con lei, ma è stata molto chiara sull’argomento…penso che mi odi ora…

Xander sospirò.

- Ascolta…io voglio aiutarti a superare queto momento…sono tuo amico e voglio starti vicino…

- Non c’è problema Xander. Ho superato la cosa…torna da lei…

Xander si alzò e gli porse la sua giacca.

- Vieni…usciamo a bere qualcosa, ti va?

Angel sembrò rifletterci.

Poi con un sorriso, accettò la mano tesa dell’amico.

 

 

 

Spike si guardò allo specchio.

Dio, come odiava il farfallino.

E quella dannata fascia sulla vita gli sembrava una panciera.

Sistemò col gel i riccioli ribelli, si voltò e controllò che effetto faceva visto da dietro.

Lo smoking gli ingrossava terribilmente il sedere.

Litigò ancora col farfallino. Quell’affare l’avrebbe strangolato per la fine della serata.

Fece ancora un giro davanti allo specchio, non convinto della sua mise.

- Sembro mio padre…- disse sconsolato.

Detestava i party dei suoi genitori, ma da quando aveva diciotto anni era stato obbligato a non perderne uno. Almeno in pubblico si manteneva la facciata di famiglia unita.

Poi ridacchiò.

Se avesse avuto qualche anno di meno si sarebbe presentato alla festa con i jeans strappati e la prima maglietta sdrucita che avesse avuto sotto mano.

Aveva fatto anche di peggio in passato, apparendo davanti agli sbalorditi amici di papà in pigiama, con tanto di ciabattine di peluches!

Quella volta aveva fatto davvero arrabbiare suo padre, che aveva un ospite molto importante, forse qualche ambasciatore, ma non ricordava bene.

Ad ogni modo rammentava benissimo il ricevimento in cui aveva conosciuto Shantii, la figlia di un diplomatico indiano.

Meravigliosa.

Era stato due o tre anni prima, a Los Angeles.

L’aveva portata nella serra della super-villa del padre e l’aveva presa alla luce della luna, mentre i suoi genitori intrattenevano Drusilla in casa. L’aveva presentata ai suoi proprio quella sera.

Era stata diffidente, la piccola indiana, quando le aveva proposto di mostrarle alcune rose rarissime.

Ma alla fine aveva ceduto, e nel roseto lui aveva colto il fiore più prezioso di tutti, facendosi strada tra i mille veli di tulle che ricoprivano il corpo ambrato di Shantii.

Poi era tornato da Dru come se niente fosse.

Shantii l’aveva chiamato ripetutamente nei giorni seguenti, ma lui si era fatto negare, occupato a lavorarsi un’altra ragazza. Non l’aveva mai più rivista da quella notte nella serra.

Era davvero stato un bastardo, e Shantii non era che la punta dell’iceberg.

L’orologio che batteva le otto lo distolse dai ricordi.

Pensò a Buffy e a quanto gli sarebbe piaciuto averla accanto in quel momento.

Suo padre era già nel salone, intento a parlare con…con Fred…

Spike inghiottì lentamente.

Era bellissima.

Indossava un lungo abito celeste di seta, con una profonda scollatura, e i capelli, leggermente mossi, lasciati liberi sulle spalle.

- Non è un incanto?- chiese suo padre vedendolo arrivare.

Spike non potè fare a meno di annuire.

Fred osservava soddisfatta l’effetto del suo vestito sul ragazzo.

Chissà se si era accorto che sotto non indossava nient’altro.

 

 

 

- Benvenuti ragazzi!- esclamò il professor Walsh salutando i dieci studenti convocati.

- Dovete scusare l’ora, ma da domani sarò impegnato nel progetto con due vostri colleghi e non avrò tempo per essere a vostra disposizione per eventuali chiarimenti…

Buffy aveva già aperto il block-notes per eventuali appunti.

Walsh era il professore con cui voleva fare la tesi e il seminario era una buona occasione per entrare nelle sue grazie. Lui era uno dei più grandi nel campo della Psicologia Criminale.

Aveva invidiato Willow quando le aveva detto che era stata scelta per lavorare a stretto contatto con lui.

Ma era stato un attimo.

Avrebbe fatto un lavoro perfetto, in modo che fosse impossibile non essere notata.

-…il prossimo argomento di ricerca è “Analisi medica della Psicologia Criminale”…

Buffy alzò sicura la mano.

- Qualche altro studente interessato oltre alla signorina Summers?- chiese il professore.

Nessun altro si fece avanti.

- Bene…allora vada nel mio studio. La sta aspettando il consulente che la affiancherà nella ricerca.

Buffy annuì e Walsh la seguì fuori dall’aula.

- Signorina Summers, conto molto sul suo lavoro. Se sarà come io immagino, le proporrò un affare importante, molto importante per la sua carriera…- le disse poi sorridendo.

Buffy gli strinse la mano emozionata e si diresse verso l’ufficio di Walsh.

Appena svoltato l’angolo incominciò ad urlare dalla gioia.

Il lavoro dei suoi sogni era ad un passo.

Non vedeva l’ora di raccontare tutto a Spike.

Smaltita l’euforia iniziale, cercò di riprendere un contegno.

Bussò, chiedendosi chi fosse questo consulente.

- Avanti…

Si trovò di fronte un ragazzo in camice bianco.

Davvero un bellissimo ragazzo.

- Buffy Summers? Io sono il dottor Benjamin Weber…la seguirò per la parte clinica della sua ricerca…

Buffy gli strinse la mano con un sorriso.

- Piacere, dottor Weber…

Lui la fece accomodare.

- Ben…è sufficiente…e dammi del tu…- disse cordiale.

- D’accordo Ben…- rispose la ragazza continuando a sorridere.

“Che diavolo hai da ridere? E’ un ragazzo molto carino, ma tu sei fidanzata…” si disse mentre Ben le illustrava come aveva intenzione di procedere.

“Si, ma il tuo ragazzo sta andando ad una festa con un’altra…” le disse un’altra vocina, che Buffy prontamente chetò, ascoltando attentamente il dottore.

O meglio, seguendo attentamente le parole che uscivano da quelle deliziose labbra carnose.

-…che ne pensi?- chiese infine il ragazzo.

Buffy appovò.

- Davvero interessante! Quando hai intenzione di cominciare?

Ben le sorrise ancora.

- Se non hai nient’altro da fare, anche subito…

 

 

 

Spike, Fred e i signori Darcy erano nella limousine che li avrebbe portati al ricevimento.

Il ragazzo guardava fuori dal finestrino distrattamente, perso tra le luci della Grande Mela.

Si chiedeva cosa stava facendo Buffy in quel momento.

Sperava davvero che Angel non la infastidisse più di tanto o quando sarebbe tornato l’avrebbe conciato come si deve.

Gli mancava da impazzire…L’odore di lei sulla sua pelle dopo che avevano fatto l’amore, intrecciare le dita con le sue mentre giacevano l’uno accanto all’altra e sentire il suo tocco leggero, che lo faceva fremere dal desiderio, accarezzargli la schiena.

Si voltò, trovando i grandi occhi da cerbiatta di Fred posati su di lui.

Lei gli sorrise.

- Allora Spike…sei agitato per il lavoro?

Lui alzò le spalle.

- Niente che non sappia fare…ma non sono molto attratto dall’insegnamento…

La ragazza si lisciò i capelli sulla spalla.

- Io invece adoro insegnare…sento di avere il potere quando faccio lezione…il futuro dei ragazzi dipende da ciò che io gli dirò, e per loro, ciò che dico è il verbo…sensazione fantastica!

Spike la guardò divertito.

Voleva metterla a disagio. Non sopportava le donne che si atteggiavano a vamp.

O si è dotati di sex-appeal oppure no.

- Ho altre associazioni mentali con “sensazione fantastica”, che non includono il verbo insegnare…però conosco innumerevoli varianti…

Fred si sorprese del senso inequivocabilmente allusivo della frase.

- Mi piace indossare gli abiti da professoressa…e non solo nelle occasioni ufficiali…- rispose lei prontamente con una nota di malizia.

Spike alzò il sopracciglio. Non era diventata rossa come un peperone alla sua frecciata, anzi, aveva addirittura risposto. Segno che sapeva bene cosa stava facendo.

Buffy era diventata color rubino la prima volta che aveva fatto con lei questa specie di gioco della verità, e lui era impazzito alla sua reazione così spontanea.

Osservò i suoi genitori, entrambi al cellulare.

- Immagino che tu debba abituarti a questa scena…i cellulari sono diventati le loro appendici removibili…- disse poi a Fred.

Lei annuì.

- Oggi è il primo giorno di lavoro per me come assistente personale di tuo padre. Credo di aver fatto bene ad accettare il lavoro…

Il biondo rise.

- Se vuoi fare carriera, penso di si…stasera il mio vecchio ci presenterà tutte le persone più in vista dell’ateneo…morirai di noia…

Fred tirò indietro i lunghi capelli con un gesto fluido della mano.

- Sei troppo pessimista…ci divertiremo stasera…- disse poi strizzando un occhio.

Ancora un palese invito a farsi avanti.

Spike scosse la testa, sorridendo.

Fosse stato in altri tempi, probabilmente l’avrebbe spogliata non appena i suoi fossero usciti dall’auto.

Quella donna gli ricordava terribilmente Faith.

Solo che lei non sembrava una ninfomane insaziabile come la sua vecchia amica.

Dava l’idea di avere più classe, ma in fondo l’invito era lo stesso.

La confezione cambiava, ma il contenuto era identico.

Maledetto sesso.

 

 

 

Buffy scrutò l’orologio.

Le 23 e 30. Erano due ore che lavoravano ininterrottamente.

Ben le passeggiava dietro la schiena, impegnato a dettare i punti che avrebbe trattato lui, mentre lei trascriveva al computer la bozza del progetto.

Lo vedeva riflesso sullo schermo del PC gesticolare animatamente.

Era evidente che ci metteva molta passione in quello che faceva.

- Quando andremo all’ospedale ti renderai conto per bene di cosa stiamo parlando…- concluse fermandosi.

Buffy sobbalzò nel sentire la sua voce sfiorarle il viso.

-…benissimo…- commentò leggendo il file da sopra la spalla della bionda.

Una sirena d’allarme scattò dentro la ragazza.

- Penso che per questa sera sia tutto, allora…- esclamò alzandosi di scatto e centrando Ben sul mento.

Il ragazzo, colto alla sprovvista dal colpo, si tirò indietro, perdendo l’equilibrio.

- Oh cielo! Stai bene?- disse piegandosi su di lui per soccorrerlo.

- Credo di si…- rispose Ben massaggiandosi la mandibola. Lo sguardo non poté fare a meno di cadergli sulle gambe di Buffy, lasciate scoperte dalla gonna quando si era inginocchiata.

La bionda lo notò e subito si alzò in piedi imbarazzata, porgendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.

- Sono mortificata…perdonami…

Ben rise.

- Hai una spalla di ferro! Ti perdono solo se posso offrirti un caffè…

- Ragionamento che non fa una grinza…eccetto per il fatto che dovrei essere io ad offrirti qualcosa…- disse Buffy un po’ confusa.

Il dottore sembrò pensarci.

- Ok…accetto la proposta…andiamo al Bronze?

La bionda rimase un po’ in silenzio prima di rispondere.

Doveva andare?

Forse sarebbe stato meglio chiarire che non aveva intenzione di uscire con lui al di fuori del lavoro.

Ma se lei aveva frainteso una semplice cortesia? L’avrebbe presa per idiota. Derisa dal primo giorno.

E la sua credibilità sarebbe precipitata sotto zero.

Vedendo la sua espressione combattuta, Ben la anticipò.

- E’ solo un caffè, Buffy…non ho intenzione di rapirti o cose del genere…è solo un modo per conoscersi meglio, visto che dovremo lavorare molto tempo insieme…

Buffy si sciolse in un gran sorriso.

Ben ne rimase folgorato. Quella ragazza aveva il più bel sorriso che avesse mai visto.

- Bene! Che aspettiamo allora?- chiese lei porgendogli la giacca.

Il Bronze non era molto affollato quella sera.

Si sedettero ad un tavolo e ordinarono.

- Allora non è vero che tutti i medici sono salutisti!- disse Buffy indicando il bicchiere di vodka nella mano di Ben.

Lui arrossì un poco.

- Questo è uno strappo alle regole che mi concedo ogni tanto…la guerra più dura è stata quella per smettere di fumare…

Buffy annuì.

- Il mio ragazzo è una ciminiera…spero prima o poi di riuscire a fargli togliere questo viziaccio…ma la vedo una causa persa in partenza…

- Deve partire da lui…altrimenti non ci riuscirà mai…

Buffy concordò.

- Però alla fine mi piace sentire l’odore di tabacco su di lui…è un buon profumo…

Ben rise.

- Sei l’unica donna a cui non disturba l’odore del tabacco! La mia ex moglie cominciava ad aprire tutte le finestre e a gridare come un’aquila che puzzavo…per non sentirla più ero costretto a fumare in balcone, e non ti dico quante influenze ho beccato…

- E meno male che sei un medico!- esclamò Buffy divertita.

Il ragazzo sospirò.

- Glory…non capisco come ho fatto a sposarla…ma basta parlare di me!

La bionda scrollò il capo.

- No, no! Se comincio, non la finirò prima di domani mattina!

Lui si appoggiò più comodamente sullo schienale della sedia.

- Non ho fretta…

Buffy sorrise. Sentì di potersi fidare di Ben.

Aveva così bisogno di sfogarsi con qualcuno che non la conoscesse da anni.

I suoi amici avevano la brutta abitudine di metterci un po’ troppo il becco.

- Se ti annoierai sappi che la colpa è esclusivamente tua…comunque me ne sono successe davvero di tutti i colori!

Ben la invitò a raccontare.

- Poi ti rivelerò qualche particolare scabroso della mia vita…- le disse strizzando l’occhio.

E Buffy parlò un’ora filata, di Angel, di Spike, del litigio e quant’altro.

Quando finì, Ben la guardava frastornato e meravigliato.

- Ti avevo avvisato…- disse lei piano, quasi a volersi scusare.

- Ti ammiro molto Buffy…devi essere davvero forte per aver affrontato tutto questo…- le disse lui continuando a guardarla fissa.

- Non è vero…sono solo una sfigata cronica…- si schernì lei.

- Ma non si è sistemato tutto?

- Beh…no. Spike è a New York, e io a Sunnydale…vorrei andarlo a trovare, fargli una sorpresa, ma non ho un soldo e mia madre non mi darebbe mai l’anticipo sulla paghetta…- disse sarcastica.

Ben schioccò le dita.

- Trova un lavoretto…so che il fast-food vicino all’ospedale cerca una cameriera…

Buffy arricciò il naso.

- Il Doublemeat Palace?

- So che non è il massimo, ma…

Buffy sorrise.

- Domani andrò a fare un colloquio…per Spike puzzerei di fritto a vita! Grazie Ben…- disse stringendogli la mano.

Sarebbe bastato avere i soldi per il biglietto aereo, e poi avrebbe potuto riabbracciare Spike.

 

 

 

- Guarda lì Miss Fedeltà…

Xander si voltò verso Angel.

- Cosa?

Angel gli indicò il tavolo in cui c’erano Buffy e Ben.

- A quanto pare, la signorina Summers ha lasciato a casa la sua metà della mela…

Xander continuò a guardare.

- Dov’è quell’inglese ossigenato?- chiese ancora, anche se sapeva benissimo dove fosse.

- Spike è a New York…- rispose Xander ignorando i due ragazzi e concentrandosi sulla sua birra.

Angel invece era completamente preso dall’inaspettato spettacolo.

- Guarda come gli sorride e gli accarezza la mano…puttana…io ero troppo poco per lei…

Era palesemente arrabbiato.

- Lo conosci quello?

- No…- sospirò Xander.

Accidenti a Buffy…doveva venire proprio al Bronze col suo nuovo amichetto…

Si chiese se Spike lo conoscesse.

Sembravano davvero molto intimi.

 

 

 

Finalmente Spike era riuscito a sottrarsi agli amici del padre ed era riuscito a guadagnare il grande terrazzo che dava sull’atrio dell’ateneo.

Aveva stretto almeno cinquecento mani quella sera e fatto un milione di sorrisi forzati.

Si guardò indietro sospirando e finalmente riuscì ad accendere una sigaretta.

Aspirò con gusto il fumo dalla sua Marlboro e chiuse gli occhi per assaporarlo meglio.

L’orologio segnava l’una e mezza.

Strano che Buffy non si fosse ancora fatta viva.

Digitò un sms per lei, dicendole che l’avrebbe chiamata tra una mezz’ora.

Non vedeva l’ora di guadagnare il letto.

- Anche tu in cerca di un po’ di pace?

Fred.

- Già…la vita di società non fa per me…

Lei si avvicinò sinuosa.

Il lungo vestito, adeso al suo corpo come una seconda pelle, frusciava ad ogni suo passo.

Le punte dei suoi seni, con la frizzante aria notturna, premevano contro la seta con forza.

Spike si fece serio.

Era la prima volta che una donna ci provava con lui con quella sfacciataggine.

Ci avrebbe scommesso un braccio che non portava neanche gli slip.

Si accomodò di fronte a lui, su una sedia.

Il profondo spacco le lasciò scoperte le lunghe gambe bianche.

- Ti stai annoiando?

Spike la fissò.

- Tu?

Fred lo guardò con occhi grandi da bambina.

- Tantissimo…perché non andiamo da qualche parte?

Si alzò, camminando leggera fino ad una colonna e appoggiandovi la schiena.

- Conosco un posticino dove potremmo stare da soli…

Spike inclinò la testa di lato con un leggero sorrisino.

Poi, felino, si avvicinò a Fred, premendo col suo peso il corpo della ragazza contro il muro.

Lei emise un gemito.

 

 

 

- Grazie del passaggio Ben…A domattina!- salutò Buffy prima di chiudere lo sportello dell’auto.

- Grazie a te della bella serata…sono stato benissimo, e spero che potremo ripetere qualche volta…- rispose lui allungandosi verso di lei e posandole un bacino sulla guancia.

Buffy fu colta di sorpresa dal gesto e quando riacquistò la prontezza per un’eventuale reazione, era troppo tardi.

Ben era già partito.

Rientrò in casa, sentendosi un po’ in colpa con Spike, ma scacciò subito il pensiero.

In fondo lui era andato al party con quella squinzia…

Cercò di guadagnare la sua camera senza far rumore, vista l’ora, ma sul pianerottolo, la porta di Dawn si aprì cogliendola in flagrante.

- Chi era quello?- bisbigliò la sorellina seguendo Buffy in camera sua.

Dawn chiuse la porta della stanza facendo attenzione a non sbatterla.

Se Joyce si fosse svegliata le avrebbe messe ai servizi per un mese. Era stata chiara.

Quando l’estate finiva, finivano anche i rientri notturni.

- Se mamma ti scopre, ti fucila…

Buffy alzò gli occhi al cielo.

- Io posso rientrare quando mi pare. Il coprifuoco è per te…

Dawn si accoccolò sul letto.

- Allora? Hai già sostituito Spike? Sei assurda! Che ti ha detto ieri sera? E chi era quello? Vi prego, tornate insieme!!

La ragazzina era scoppiata in lacrime senza che Buffy avesse potuto dire “a”.

- Calmati…quello era Ben, un mio compagno di ricerca. E non ho sostituito Spike con lui. Nessuno potrà mai sostituirlo…

Dawn tirò su col naso.

- Hai deciso di prendere i voti? Povero Spike…lui ti ama così tanto…

Buffy sospirò.

- Io e Spike stiamo di nuovo insieme, Dawn…

Lei rise e battè le mani felice.

- Perché non mi hai svegliato ieri sera per dirmelo?

- Perché ci siamo chiariti all’aeroporto nel pomeriggio…adesso lui è a New York…starà via un mese…

Una lacrima traditrice scivolò lungo la guancia di Buffy.

Dawn l’abbracciò.

- Vedrai che un mese passa in fretta…

La sorella si asciugò la lacrima, e un sorriso face di nuovo capolino dalle sue labbra.

- Ho intenzione di andare a fare la cameriera al Doublemeat, così avrò soldi a sufficienza per andare da lui un paio di giorni…gli farò una sorpresa…

Dawn approvò l’idea.

- Adesso vai…domattina devo alzarmi presto…

La sorellina fece per uscire, ma poi si fermò.

- Posso chiederti una cosa prima di andare?

Buffy annuì.

- Cosa ti ha detto Spike la notte scorsa? Visto che il merito è mio se lui è entrato in casa…

La bionda la fermò.

- Mi dispiace Dawn…le sue parole sono scolpite nel mio cuore e sono per me e basta…ma ti auguro che un giorno troverai un uomo che ti dirà le stesse identiche cose…

- E come farò a sapere che sono le stesse se tu non me le dici?- protestò Dawn.

Buffy rise.

- Semplice…non vorrai dirle nemmeno tu! Buonanotte!- rispose chiudendo la porta.

- Ma non mi hai raccontato tutto, ancora!!

- Domani, promesso…

- ‘notte…- rispose un’insoddisfatta Dawn dall’altra parte.

Buffy mise il pigiama e s’infilò nel letto.

Spike non l’aveva ancora chiamata.

Evidentemente si stava divertendo molto.

Prese il cellulare e vide che c’era un messaggio.

Tranquillizzata, si mise in attesa della telefonata di Spike.

 

 

 

La mano di Spike scivolò lungo il fianco di Fred, finchè non incontrò la morbida pelle di lei.

Con le labbra, le sfiorava le guance arrossate, ora da una parte, ora dall’altra.

La ragazza sentiva il suo respiro caldo accarezzarla.

Sentiva l’eccitazione scivolarle lungo le gambe, densa e madida.

Con la mano libera, Spike le accarezzò il viso.

- Ti piace?- le chiese lui con la sua voce profonda.

Non l’aveva che sfiorata, ma questo era quasi bastato a procurarle un orgasmo di potenza mai provata.

Non osava immaginare cosa poteva significare fare l’amore con lui.

- Si…- mormorò lei, protendendo le labbra socchiuse verso la bocca di Spike.

Lui sorrise soddisfatto e si allontanò.

Fred, tra lo stupito e l’arrabbiato, ritornò al mondo reale.

Adesso Spike rideva forte e di gusto.

- Tu…tu…- balbettava la ragazza sempre più confusa dal comportamento di Spike.

- Ascolta bene, dolcezza…evita di fare giochini di seduzione con me…anche io sono capace, come hai visto…e adesso sai anche qual è l’utilità degli slip…- disse osservando il bel vestito di seta bagnato tra le gambe di Fred.

Lei non rispose, serrando le labbra per la collera.

- L’unico posticino che voglio raggiungere io è la mia stanza…così potrò parlare un po’ con la mia ragazza…buonanotte tesoro, e saluta mamma e papà…- concluse allontanandosi con un cenno della mano.

Fred era livida di rabbia.

Nessuno l’aveva mai trattata così.

Stupido ragazzino viziato.

Questo significava che sarebbe scesa in campo con l’artiglieria pesante.

Adorava le sfide, specialmente quelle con degni avversari.

Sarebbe stato suo ad ogni costo.

 

 

Finalmente il cellulare di Buffy vibrò.

Si era assopita e rispose con voce assonnata.

- Ciao passerotto…dormivi?

La sua voce la svegliò all’istante.

- No, ti aspettavo…come è andata?

Spike chiuse la finestra del balcone e si buttò sul letto.

- Una noia mortale, eccetto che per l’ultimo quarto d’ora…

Buffy si girò tra le lenzuola.

- Sei nel letto?

- Ah-ah…sono stanca morta…

- Anche io, piccola…

Buffy giocava con una ciocca di capelli.

- Cos’è successo in quest’ultimo quarto d’ora?

- Fred mi ha proposto di andare con lei in un posto tranquillo e…

Buffy sentì il sangue affluirle tutto insieme al cervello.

- Come?? La distruggo quella!!

- Non alterarti…l’ho messa al suo posto dicendole che venivo a parlare con te…

- Sei sicuro?

- Certo amore…te invece cos’hai fatto?

Buffy decise di prendere una piccola rivincita.

- Sono andata a prendere un caffè con il mio compagno di seminario, Ben…è davvero bello…

Spike le rifece il verso dietro.

- E’ davvero bello! Mi manchi da morire…

Buffy cercò di trattenere una risatina.

- Ti avevo detto che se ti fossi comportato bene, avresti avuto un premio…

Spike si fece attento.

Capiva subito quando qualche idea strana si faceva strada nella testa di Buffy.

- Cosa indossi?- chiese lei.

Il biondo colse al volo l’invito.

- Aspetta, piccola…alza leggermente il volume dello stereo…

Buffy obbedì, e si lasciarono cullare entrambi dalla dolce voce di Heather Nova.

- Vuoi che spenga la luce?

- No…voglio che tu veda quanto sei bella…- mormorò lui.

Lei non rispose.

- So che stai pensando che non è vero…guardati Buffy…fai scivolare la tua mano sopra il tuo viso…accarezzati e immagina che sia lì con te, amore…

La mano di Buffy scivolò lentamente sul suo seno e poi sotto la canottiera.

- Sento le tue labbra su tutto il mio corpo…stai facendomi il solletico anche se sai che non lo soffro…ma una parte di me gradisce molto questo trattamento…

- Dimmi cosa stai facendo…parlami…- lo implorò Buffy mentre la sua mano le accarezzava delicatamente la pancia e poi scendeva a solleticarle le mutandine.

- Sto facendo l’amore con la tua voce e con i tuoi sospiri…Dimmi quando vuoi che entri in te, piccola…e fai presto perché non resisterò a lungo…

Il respiro di Buffy era rotto, mentre si regalava una carezza sempre più intima…

- Adesso Spike…vieni con me…

La ragazza fu scossa dal dolce tremito dell’orgasmo, mentre dall’altra parte degli USA Spike faceva altrettanto.

- Rimani con me, amore…- lo pregò Buffy.

- Certo, passerotto…non riattaccherò finché tu non ti sarai addormentata…

Buffy sorrise con dolcezza e si accoccolò accanto al cellulare.

Sentire il respiro di Spike la rassicurava.

- Ti amo…

- Anche io piccola…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

13. WORKIN’ HARD

 

 

 

L’uomo di fronte a lei scrutava lentamente il suo curriculum.

Buffy lo osservava silenziosamente, con gli occhi pieni di speranza.

Diventare l’addetta alla frittura non era la sua massima aspirazione, ma i soldi le servivano assolutamente.

Non voleva che Spike passasse troppo tempo senza di lei, soprattutto con quella Fred che gli ronzava intorno. Sapeva bene che il suo ragazzo era un bocconcino delizioso a cui era difficile resistere.

- Allora…Buffy…hai già avuto esperienze come cameriera, vedo…- disse l’uomo sorridendole.

Buffy ebbe un brivido.

Un uomo davvero viscido.

- Si, signore…ho lavorato un’estate…- rispose lei sistemandosi i capelli dietro l’orecchio.

Era l’estate in cui sua mamma e suo papà avevano divorziato, e lei era scappata di casa.

Non sopportava che i suoi non stessero più insieme.

Era stata via tre mesi, finché sua madre non l’aveva implorata di ritornare.

Suo padre Hank non l’aveva nemmeno chiamata per sapere dov’era e come stava.

Non l’aveva mai più visto.

- Quando puoi cominciare?- disse l’uomo aggiustandosi gli occhiali sul naso.

- Anche subito!- esclamò lei con uno slancio d’euforia.

La bionda gli strinse la mano sudaticcia.

- Grazie…signor Manny…- disse un po’ disgustata dal contatto.

- Prego, mia cara…cerca Sophie…lei ti mostrerà i tuoi compiti.

Buffy annuì e uscì dall’ufficio.

Si diresse all’entrata.

- Sophie?- chiese alla ragazza alla cassa.

- Si? Sei la nuova arrivata?

- Si…sono Buffy Summers…- confermò Buffy.

- Piacere Buffy! Vieni, ti do la divisa e ti faccio vedere che schifo di posto è questo…- le disse sorridendo.

Buffy ricambiò il sorriso e la seguì nel retro.

- Scusa se sono indiscreta, ma come mai sei finita qui?- chiese Sophie mentre le consegnava la camicetta a righe bianche e rosse e l’orribile cappellino.

- Ho bisogno di soldi…e qui la paga va più che bene per me…due settimane posso anche sopportarle…- le spiegò la bionda.

- Sono sempre troppe, credimi…se non dovessi pagarmi l’Università, fuggirei a gambe levate…

Buffy si spaventò un po’.

Quel posto era davvero così terribile?

Qualche ora dopo si era già data la risposta.

Assolutamente si.

Sembrava di essere finiti in un girone dell’inferno.

Quello della gola, popolato di gente che s’ingozzava di quei cheeseburger pieni di colesterolo senza alcun ritegno.

A forza di ripetere “Doublemeat è doppia bontà. Buon appetito!” sarebbe impazzita.

E quel terribile odore di fritto la nauseava.

Solo il pensiero che sopportando tutto questo avrebbe rivisto Spike le dava la forza di andare avanti.

- Benvenuti al Doublemeat…cosa ordinate?- chiese stancamente senza alzare lo sguardo.

- Un po’ di vita…- disse il cliente con una risatina.

- Ben! Che ci fai tu qui?- esclamò Buffy.

- Mangio…questo posto è a due passi dall’ospedale…ma no, chi voglio prendere in giro? Sono venuto a vedere come stavi con questo delizioso completino…

Buffy divenne rossa.

- Mi vergogno da morire…

- Perché? Ti sta un amore…

Buffy disse a Sophie che si prendeva una pausa e sedette al tavolo con Ben.

- Oggi pomeriggio alle tre, va bene?- disse Ben mentre mangiava l’insalata.

- Bene…spero di riuscire a sopravvivere…- rispose lei togliendo il cappello.

Lui ridacchiò.

- Devo puzzare come una patatina fritta…

Ben le poggiò una mano sulla guancia.

- Andiamo, Buffy…non sarà poi così peggio di un turno all’ospedale…io sembro appena uscito da una bottiglia di disinfettante…

Buffy sorrise debolmente.

- Spike mi dovrà un enorme regalo…

- Sono sicuro che apprezzerà molto la tua sorpresa…- disse Ben tornando al suo pranzo.

La bionda pensò alle labbra di Spike che le dicevano grazie sul suo interno coscia.

Sorridendo al pensiero, salutò Ben e tornò a prendere le ordinazioni fischiettando.

 

 

 

Fred aveva appena finito di riempire i cassetti della scrivania nel suo nuovo ufficio.

Dondolandosi sulla sedia girevole, aspettava una telefonata da suo fratello, dopo il furente messaggio che gli aveva lasciato in segreteria la notte scorsa.

Quel dannato ragazzo l’aveva fatta incazzare di brutto.

Finalmente il cellulare squillò.

- Che succede sorellina? Spike non ha ceduto al tuo fascino?- disse Angel arrivando immediatamente al punto.

Fred socchiuse gli occhi.

- Non si tratta di questo. Mi ha umiliata…

La ragazza omise il fatto che fosse dovuta scappare a casa a causa della macchia sul suo vestito.

- Qual è il problema? Continuerai a farti sotto con lui…non è attratto da te nemmeno un po’?- la derise il fratello.

- Non credo di essergli del tutto indifferente…solo che se non si toglie Buffy dalla testa è tutto inutile…

- Fallo dubitare di lei…insinua la gelosia nel suo cuore…mai sentito parlare di Iago?- continuò Angel.

Fred ci rifletté.

- Forse non hai tutti i torti…evidentemente ho sbagliato strategia…cercherò di guadagnarmi la sua fiducia…e poi…

-…e poi…adieu…

La ragazza sorrise.

Qualcuno bussò alla sua porta.

- Scusa…devo andare ora…ti chiamo io non appena c’è qualche progresso…- disse Fred interrompendo la telefonata.

- Avanti…- disse poi sistemando gli occhiali sul naso.

Spike fece capolino.

Fred decise di non fare alcun riferimento alla sera prima.

Sarebbe stato controproducente scusarsi.

Meglio ignorare.

- Buongiorno…hai tempo quattro ore per preparare la tua prima lezione. Ecco il programma che dovrai portare a termine. In segreteria ti consegneranno l’orario delle lezioni e le aule. Buon lavoro…- elencò lei sbrigativamente senza degnarlo di uno sguardo, mentre consultava dei registri.

Spike rise scrollando la testa.

- Caspita che informalità…ieri sera sembravamo molto più intimi…- disse con sarcasmo.

Fred lottò con se stessa per non urlare contro di lui.

Deglutì lentamente, lo guardò e sorrise amichevolmente.

- Si è trattato di uno spiacevole episodio causato dallo champagne…

- Di solito l’alcool fa calare il desiderio…tu devi essere un’eccezione…- continuò lui col suo tono strafottente.

- Cerchiamo di dimenticare, ok? Ho parecchio lavoro da sbrigare adesso, quindi…- tagliò corto lei.

Spike alzò le mani in segno di resa e si diresse all’uscita.

- Come vuole, capo…

- Spike…- lo richiamò lei.

Lui si voltò, trafiggendola con i suoi occhi azzurri.

- Pranziamo insieme? Offro io…

- Perché no? A dopo, Fred…- accettò lui con un sorriso.

Appena fu uscito, la ragazza si abbandonò sullo schienale della sedia, allentando la tensione.

Quell’uomo la faceva sentire a disagio.

Ma la musica sarebbe cambiata presto.

 

 

 

Spike chiuse la porta dietro di se divertito.

Adorava mettere Fred in difficoltà.

Diede un’occhiata al programma.

- Per l’inferno maledetto!- esclamò vedendo l’enorme mole di lavoro che doveva svolgere in quattro ore.

Quella stronza si era vendicata.

L’avrebbe sistemata per le feste a pranzo.

Voleva giocare?

Perfetto.

Se aveva un debole per lui, avrebbe usato quest’attrazione per fargliela pagare.

L’avrebbe fatta desiderare di non averlo mai incontrato.

Avrebbe capito quanto era pericoloso scherzare col fuoco.

Sentì riaffiorare prepotentemente in lui il vecchio Spike, quello che si divertiva a tormentare le proprie vittime usando la loro passione contro di esse.

Lui sarebbe stato il frutto proibito che Fred non avrebbe mai colto.

Voleva vederla bruciare dal desiderio, implorarlo di toccarla.

E lui non avrebbe mai lenito le sue sofferenze.

Si sentì eccitato al pensiero della sfida, ma allo steso tempo la reazione del suo corpo lo terrorizzò.

Cercò di scacciare quei cattivi pensieri pensando a Buffy.

Il suo piccolo raggio di sole l’avrebbe protetto dalle ombre della sua anima.

 

 

 

Buffy raggiunse Willow alla mensa dell’Università durante la pausa pranzo.

La bionda aveva appena finito il turno al fast-food e aveva qualche minuto prima di raggiungere Ben.

Willow stava chiacchierando vivacemente con Tara e Anya.

- Buongiorno a tutte…- disse Buffy lasciandosi cadere pesantemente sulla sedia.

Anya storse la bocca.

- Dio Buffy, ma da dove vieni? Puzzi terribilmente…

La ragazza le rivolse un sorrisino sarcastico.

- Grazie…tu sì che sei una vera amica…

Willow annusò l’aria.

- Non ha tutti i torti…sei stata chiusa dentro una friggitrice?

Buffy sbuffò.

- Più o meno. Ho un lavoro al Doublemeat.

Le tre ragazze inorridirono.

- E perché?- chiese Tara.

- Voglio mettere qualche soldo da parte per poter andare a New York tra due settimane…

Willow sospirò estasiata.

- L’amore è…

- Ah no, Will…risparmiaci le tue massime da gattina in calore…dov’è Oz?- la interruppe Anya.

La rossa sembrò abbattuta, ma si riprese subito.

- E tu Xander dove l’hai nascosto? Nei pantaloni?

Tara e Buffy seguivano interessate il battibecco.

- Già! Quando volevi dirci che stavate insieme? Con le partecipazioni del matrimonio?- esclamò Buffy divertita.

Anya fece spallucce.

- Ero convinta che fosse gay. Quando ha visto Spike per la prima volta sembrava estasiato. E invece mi ha convinta del contrario. Occhi da bavosa è una macchina da sesso…

- Dai! Non voglio rovinarmi il pranzo con l’immagine di te e Xander che…brrr! Lo conosco dalle elementari!- esclamò Willow.

Anya si concentrò su quello che avrebbe dovuto essere del brodo vegetale.

- Non è solo sesso tra noi…

Le altre sgranarono gli occhi.

- Cosa?!?! Vuoi vedere che Anya si è innamorata?- disse Buffy incredula.

- Ehy! Non ho mica il cuore di pietra!- esclamò Anya piccata - Sono felice…

- Ora abbiamo un’ultima missione da portare a termine…- dichiarò Willow.

Buffy e Anya si voltarono verso Tara, che sentendo gli sguardi fissi su di lei, arrossì.

- Oh no! Io non…

Ma era troppo tardi.

- C’è qualcuno che ti piace?- chiese Anya.

Tara, in evidente imbarazzo, teneva lo sguardo basso, farfugliando parole incomprensibili.

- Potrei presentarle Ben…è davvero affascinante…- disse Buffy pensierosa.

- Ben?- domandò Willow curiosa.

Buffy ridacchiò.

- Tu lavorerai anche col professor Walsh, ma sicuramente lui non ha il sederino sodo del mio collega di ricerca…

Anya spalancò la bocca.

- Cielo! E’ la prima volta che ti sento fare apprezzamenti su un uomo da quando stai con Spike!

La bionda rimase un attimo interdetta.

L’amica aveva ragione.

Ben le piaceva davvero molto, e se non ci fosse stato Spike, forse…

- Che c’entra? Ho ancora gli occhi per guardare!- si difese lei.

E questo non significava che stava dimenticando Spike.

Anzi, non averlo accanto faceva crescere il suo sentimento a dismisura.

Adesso sapeva che non poteva vivere senza di lui.

Però guardare non era peccato…

Tara tirò un sospiro di sollievo.

Sembrava che il discorso sul suo possibile fidanzato fosse stato dimenticato.

- Come sta Wes?- le chiese Willow interrompendo i suoi pensieri.

- B-bene…ha trovato un appartamento a Manhattan, un attico enorme…mio fratello è terrorizzato all’idea che qualcuno possa entrare in casa sua…al trentesimo piano si sente tranquillo!

Buffy sorseggiò il suo caffè.

- Ti sei divertita allora…mentre tu tornavi da New York, Spike andava…che tristezza…- disse poi piombando nella malinconia.

- Potresti chiedere a Wes di ospitarti quando andrai da Spike, no?- propose la rossa con entusiasmo.

Wes era partito da Sunnydale quando loro si erano iscritte all’Università.

Aveva trovato lavoro come agente di borsa.

Andare a Wall Street era sempre stato il suo sogno e la sua laurea in Economia parlava per lui.

Era un genio della finanza.

Prima era un membro fisso del loro gruppo, ma da quando si era trasferito, tornava molto di rado.

Mancava molto a tutti loro, specialmente a Tara, che era sempre stata abituata a vivere con lui da quando i loro genitori erano morti.

Era sempre felice quando lo andava a trovare, ma questa volta in modo particolare.

- Non divaghiamo! Allora Tara…non è possibile che non t’interessi nessuno!- esclamò Willow.

La ragazza arrossì violentemente.

- In realtà…si…c’è qualcuno…- ammise finalmente.

Anya e Willow si scambiarono uno sguardo complice.

- E chi è?- chiese Anya avvicinandosi a Tara.

La bionda cacciò l’aria sognante dagli occhi.

- No…non voglio dire niente…devo capire molte cose a riguardo.

Finalmente intervenne anche Buffy.

- Non c’è niente su cui ragionare quando si parla d’amore…fai ciò che senti…

Le altre annuirono d’accordo.

- Anche se non so chi sia questa persona, spero davvero che si accorga di te e di quanto tu sia meravigliosa…- le disse Willow abbracciandola con tenerezza.

Gli occhi di Tara brillarono.

- Mi dispiace interrompere questo bel momento, ma devo proprio andare…- disse Buffy alzandosi pigramente.

- Dovremmo fare una serata di sole ragazze…tipo un pigiama-party…- propose Willow.

Anya la guardò ironicamente.

- Una di quelle feste in cui ci si fanno le maschere di bellezza, le unghie, ci si racconta segreti inconfessabili e si mangia schifezze fino a scoppiare?

La rossa annuì.

- Bene. Ci sto…- confermò alla fine.

Buffy si allontanò correndo.

- Sono in ritardo spaventoso! Ci vediamo stasera da te Will…decidete per la girls-night e fatemi sapere qualcosa, ok? Ciao a tutte!

- Quella ragazza stramazzerà a terra morta prima o poi…- disse Anya scuotendo la testa.

Willow ridacchiò.

- Il pensiero di riabbracciare Spike le dà la carica meglio di una pila…

Anche Tara si alzò dal tavolo.

- Scusate, ma devo andare a studiare…ci vediamo stasera, ok?

Anya e Willow la salutarono e ripresero a chiacchierare animatamente.

La ragazza, con i libri in mano, si diresse al dormitorio, nella sua stanza.

Si buttò sul letto ricominciando a fantasticare.

Era da quando era tornata da New York che non aveva smesso di pensarci un minuto.

- Tara, vorrei presentarti una persona…- aveva detto Wes appena aveva messo piede nel suo appartamento.

Lei aveva sbuffato. Era stanca del viaggio e si sentiva orribile.

Si sforzò di sorridere amichevolmente.

Non voleva sembrare scortese alla possibile ragazza di Wes o al suo coinquilino.

Quando l’aveva vista, il suo cuore aveva smesso di battere.

- Lei è la mia coinquilina!

Rimase turbata nel rendersi conto che provava ancora attrazione per le donne.

C’era stato un periodo, quando era alle superiori e aveva conosciuto Willow, in cui era certa di essere lesbica.

Si era innamorata perdutamente dell’amica, ma non gliel’aveva mai confessato.

L’aveva amata in silenzio, perché sapeva di non avere speranze con lei.

Dio, era stato così difficile starle vicino e non poterle gridare quanto fosse importante per lei.

Alla fine aveva cominciato ad uscire con qualche ragazzo, solo per non pensare a Willow.

Aveva conosciuto Warren e aveva dimenticato la rossa, ma poi con lui era finita.

E dopo aver avuto nel cuore due persone l’uno l’antitesi dell’altra, era rimasta da sola.

Fino a quando quella ragazza dai lunghi capelli castani e i grandi occhi scuri non aveva fatto capolino nella sua vita.

Si chiedeva se lei avesse provato le sue stesse sensazioni nel vederla.

Insieme avevano passato due giorni fantastici.

E alla fine si erano scambiate i numeri di cellulare.

Tara non voleva assolutamente che finisse come con Willow.

Questa volta si sarebbe fatta avanti.

Avrebbe voluto tanto parlare con qualcuno dei suoi sentimenti, ma non era ancora pronta per l’outing.

A quel punto, Willow avrebbe capito tante cose, e lei avrebbe dovuto darle altrettanti chiarimenti.

E tutti gli altri?

Come l’avrebbero presa?

L’avrebbero evitata? Etichettata come “diversa”?

Con tutti questi pensieri che le affollavano la mente, chiuse gli occhi, immaginando di essere tra le braccia della sua fata.

 

 

 

Fred aspettava Spike al ristorante di fronte alla Facoltà.

Picchiettava nervosamente le dita sul tavolo.

Riflettendoci bene, quell’insolente era l’ultima delle sue preoccupazioni.

Era nervosa in quei giorni.

Sentiva l’agitazione scorrerle nelle vene.

Il suo cellulare squillò.

“Se è quell’idiota ossigenato che mi dà buca, questa volta non gliela farò passare liscia…”

- Sto arrivando…- le disse Spike dall’altra parte.

Dieci minuti dopo, il ragazzo era lì.

Indossava il solito sorriso strafottente.

- Scusa il ritardo, ma qualcuno mi ha dato un lavoro chilometrico da fare…

Lei ricambiò il sorriso con sarcasmo.

- Qui si lavora duro, se non l’avessi capito…

- Non preoccuparti…i miei studenti avranno la loro lezione…- disse lui strizzandole l’occhio.

Fred strinse con rabbia il menù fra le mani.

Possibile che niente riuscisse a metterlo in difficoltà?

- Cosa prendi?- chiese lei cambiando discorso.

- Offri tu, giusto? Ordina te per entrambi allora…

Fred fu ancora più infastidita.

La stava provocando.

- Appena finirai le tue lezioni, raggiungimi in ufficio…devi aiutarmi con un lavoro…

Lui annuì.

Il resto del pranzo restarono in silenzio.

Fred pagò il conto e all’uscita lui le tirò un’altra frecciatina.

- Grazie per la compagnia, Burkle. E’ stato piacevole conversare con te!

La ragazza lo fissò seria.

- A dopo…- lo salutò andandosene con passo veloce.

Spike inclinò il capo di lato mentre la vedeva sparire nel palazzo degli uffici.

Era divertente farla arrabbiare.

Fischiettando, si avviò in aula con i libri.

Intanto avrebbe mandato un sms a Buffy.

 

 

 

- Odioso pezzo di merda…- farfugliò Fred una volta raggiunto il suo ufficio.

Aprì la borsetta e tirò fuori un flacone di pillole.

I suoi ansiolitici avrebbero calmato l’arrabbiatura e il cerchio alla testa.

Desiderava ardentemente una delle pasticchette magiche che Faith le dava sempre.

Era da quando aveva smesso di uscire con lei che non faceva uso di droga, ma non era passato giorno che non ci pensasse.

Anzi, no.

C’erano stati un paio di giorni in cui non il pensiero non l’aveva sfiorata, e in cui non aveva preso neanche il suo adorato Xanax.

Era stata così in pace con sé stessa…tutto grazie a lei.

Prese il cellulare e chiamò a casa.

“Salve! In questo momento io e Fred non ci siamo…lasciate un messaggio e vi richiameremo…”

- Wes? Stasera non torno a cena…lavoro fino a tardi…ci vediamo domani mattina, ok? Un bacio…

Si abbandonò sulla poltrona pensierosa.

Tara…la ragazza più dolce del mondo…

Sorrise pensando a lei.

 

 

 

Buffy era entrata nella stanza di Willow e aveva richiuso la porta dietro di sé come se qualcuno la stesse inseguendo.

La rossa la guardò spaventata, andando verso di lei e guardando furtiva nello spioncino.

- Cosa succede? Un maniaco?

La bionda scoppiò a ridere.

- Ma no, Will!!! Voglio solo lasciarmi alle spalle questa giornata interminabile…sono così stanca e depressa…- disse lasciandosi cadere sul letto dell’amica.

Willow spense la radio e si accomodò su un grande cuscino.

- Che ne dici se chiamo Tara e Anya e le avverto di portare alcolici e prodotti di bellezza?- chiese poi con occhio vispo.

Buffy la smascherò subito.

- Oz non c’è stasera, vero?

La rossa chinò il capo e fece segno di no.

- Noiosa cena di famiglia…

La bionda finse di prendersela.

- Bene!! Così le tue amiche sono dei comodi tappabuchi!!! Ma brava!

Willow diventò del colore dei suoi capelli.

- Ma no…solo che…ecco…

- Dai, Will!! Stavo scherzando!- la tranquillizzò Buffy.

La ragazza sorrise rilassata, e poi si portò la mano sulla bocca e cominciò a mormorare.

- Secondo te di chi è innamorata Tara?

Buffy le prese la mano e gliela fece abbassare.

- Scusa, ma chi pensi che possa sentirti?- chiese con tono normale.

- Hai ragione…e comunque?

Buffy ci pensò qualche minuto.

- Warren? Magari un ritorno di fiamma…- ipotizzò alla fine.

- Forse…ma no! E’ passato un secolo e Warren si è trasferito in Canada, ricordi?

- Già…è vero…

Le due amiche furono interrotte da due leggeri colpi sulla porta.

- Impara Buff…si entra così nelle case degli altri…- la prese in giro Willow– Avanti!

Tara entrò portando quattro pizze e il suo dolce sorriso.

- Svelta Will! Telefona ad Anya e dille di passare a comprare gli alcolici! E di portare quelle sue melmose maschere verdine per il viso!- esclamò Buffy aiutando Tara col cibo.

- Ne riparliamo un altro giorno…di quel discorso di prima…- le bisbigliò Willow all’orecchio.

- Che discorso?- chiese Tara, sentendo.

Buffy fu lesta a salvare la situazione.

- Il tuo regalo… per Natale, sai…meglio pensarci prima a queste cose!

Tara, ancora un po’ sospettosa, sembrò crederci.

Mezz’ora dopo Anya era arrivata con un rifornimento di bottiglie da far paura ad un bar.

- Allora…abbiamo tequila, vodka e rhum…soddisfatte?- esclamò tirando fuori le bevande.

Tara arraffò una bottiglietta di succo di pera.

- Io bevo questo!

Ma Anya gliela strappò di mano.

- No cara! Questa serve per il rhum, e tu berrai alcool stasera!

Buffy alzò gli occhi al cielo ridendo.

- Ok…chiamo a casa per avvertire che non torno a dormire…spero di essermi ripresa per domani sera, altrimenti mi licenziano…e per fortuna che non devo lavorare con Ben…

Willow aveva già spalmato la maschera sul viso di Tara, e Tara aveva fatto altrettanto sull’amica.

- Guardate!! Sembra la moglie di Shrek!!- esclamò la bionda con la sua risata argentina guardando la rossa.

Le altre si unirono a lei.

- Da oggi ti chiamiamo Fiona!- esclamò Buffy indicandola e rotolando per terra.

- Un sorriso per la stampa!- strillò Anya con la fotocamera digitale in mano.

- Grazie ragazze! Mi avete appena dato dell’orco!- si lamentava Willow.

Buffy tolse la macchina di mano ad Anya.

- Fai vedere com’è venuta…OH MIO DIO!!- urlò lasciandola cadere sul letto.

Tara e Willow si avvicinarono, urlando a loro volta.

Intanto Buffy aveva attaccato a ridere come una pazza.

- Quello…quello era…Xander…vestito da…zorro!!!- ripeté un paio di volte incredula.

- Anya, ma che diavolo fate in camera da letto?!?- esclamò Tara sbalordita.

Willow sembrava caduta in trance.

- Ho visto il pene di Xander…oh cielo! IO HO VISTO IL PENE DI XANDER!!

- Su Willow! Sarà un pene come tutti gli altri! Oz non ce l’ha?- le disse burbera Anya riprendendosi la fotocamera.

Willow la guardò spaventata.

- Si…ma…ma…

Tara le diede un bicchiere.

- Bevi Will…lasciatela stare…ora si riprende…- spiegò la bionda mentre teneva il bicchiere premuto sulle labbra della rossa.

- Che le hai dato?- chiese Buffy annusando l’aria.

Willow cadde all’indietro.

- Rhum puro…- biascicò con uno strano sorriso in volto.

Tara portò una mano alla bocca.

- Perdonami!! Pensavo fosse acqua!!

Anya aveva attaccato la vodka, bevendo direttamente dalla bottiglia, e poi la passò a Buffy.

- Aspetta…chiamo Spike prima…- disse alzandosi.

Prese il telefono e si chiuse in bagno.

 

- Ciao, amore…- la salutò lui.

- Ciao, piccolo…dove sei?

- In ufficio…lavoro fino a tardi…

- Con…lei?- chiese la bionda a denti stretti.

- Ehmm…si…ti amo!- disse lui, sentendola contrariata.

Buffy si addolcì.

- Stasera hai in programma qualche…premio?- azzardò lui con un luccichio negli occhi.

- Dormo da Willow…mi dispiace…- disse affranta lei.

- Serata tra donne, uh?

- Si!

- Allora fai la brava e non bere troppo, ok?

- Promesso! Ti amo…

- Anche io, passerotto…a domattina…

 

- Beh…allora ne approfitto per chiamare Oz…- disse Willow uscendo dalla stanza.

- E io do la buonanotte a Xander…- concluse Anya seguendo la rossa.

Tara era rimasta sola.

Chi doveva chiamare lei?

Si guardò intorno, in attesa.

Magari un messaggino…

Con un sorriso, prese il cellulare e digitò velocemente sui tasti.

Poi cancellò, scuotendo la testa.

No. Troppo audace mandare un messaggio.

Optò per lo squillo. Meno implicazioni.

Però faceva capire che la stava pensando.

Ottima soluzione.

Emozionata, attaccò il telefono all’orecchio, aspettando il momento giusto per riattaccare.

Qualche minuto dopo Fred ricambiò con un lungo squillo.

Per un momento fu presa dal panico, pensando che la stesse chiamando.

Ma il cellulare smise di suonare.

Forse era il momento del messaggio.

Mentre stava per inviarlo, Anya e Willow rientrarono.

Con un po’ malinconia, pigiò ancora il tasto delete.

Sarebbe stato per un’altra volta.

- Dov’è Buffy? Sta ancora tubando col dio greco platinato?- chiese Anya.

Willow non poté fare a meno di notare un barlume di lussuria.

Tara le lanciò uno sguardo complice.

- Stasera usciranno fuori un sacco di altarini…- disse Tara guardando Anya.

Prima che Anya potesse rispondere Buffy riemerse dal bagno.

- Signore…che la festa abbia inizio!!- annunciò con un inchino, applaudita dalle altre.

 

 

 

Fred sbuffava arieggiandosi con un foglio di carta.

Il telefono di Spike aveva squillato e lui, con un sorriso a trentadue denti, era uscito dall’ufficio senza dire parola. Quando la sua sciacquetta chiamava, lui correva scodinzolando.

Prese i capelli fra le mani e li raccolse in una coda.

Odiava lavorare fino a tardi.

Riordinò la scrivania, e mentre riesaminava alcune fatture, il suo cellulare vibrò.

Con curiosità, scrutò il display.

Tara.

Sentì la tensione e la stanchezza scivolarle via di dosso.

Forse avrebbe dovuto chiamarla…aveva voglia di sentire la sua voce.

Avviò la chiamata, mentre Spike ancora parlando al telefono, rientrava.

Lei fulminea spense il cellulare.

- Ho interrotto qualcosa?- chiese Spike notando i suoi movimenti.

Fred ridacchiò tesa.

- Ti sarebbe dispiaciuto?

Il biondo la fissò senza espressione.

- No.

- Perché devi essere così cafone? Mi conosci da un giorno e mi tratti come se fossi l’ultima stronza del pianeta!- esclamò lei offesa.

- Tu continui a provarci, e a me da fastidio!- rispose Spike con lo stesso tono.

- Hai paura di cedermi?- lo provocò ancora Fred.

Spike soppresse un moto di stizza.

- Non ti sopporto!

La ragazza ci rimase di sasso.

Tutto si aspettava tranne un’affermazione così diretta.

Spike non sembrava minimamente turbato.

Aveva solo detto ciò che pensava.

Si alzò dalla sedia e chiuse la porta con due mandate, e buttò la chiave dalla finestra.

- Adesso sarai obbligato a sopportarmi…- disse semplicemente con un sorrisino.

Il biondo, furente, le si parò davanti, il suo volto a pochi centimetri da quello compiaciuto di Fred.

- Spero per te che tu abbia una chiave di riserva…

Lei divertita disse di no.

Spike, con movimenti rapidi era già al telefono che chiamava la portineria delll’edificio.

- Non ti risponderà nessuno…sono le dieci passate…- gli disse Fred sedendo dietro la scrivania tranquilla.

Lui sbatté la cornetta con rabbia.

- Non c’è problema…chiamo i pompieri…

“Ragazzo pieno d’inventiva…” si disse Fred.

- Sei così preoccupato di passare la notte con me? Non mordo sai? Sempre che tu non lo voglia…- lo prese in giro lei.

Spike la ignorò, concentrato sulla sua chiamata di soccorso.

- Maledette segreterie!! ”La preghiamo di attendere…”! Intanto posso anche bruciare vivo!- borbottò il biondo.

- Nessuno corre in tuo soccorso? Io comincerei con lo scegliere un posticino dove dormire…- continuò la ragazza giocando con una penna.

Spike sbuffò.

Lei gli sorrise.

L’avrebbe strangolata volentieri.

Si accomodò sulla sua sedia e incrociò le mani sul tavolo.

- Allora…cerchiamo di trovare un lato positivo a questa faccenda. Magari potrà servirci per capirci meglio e trasformare questa…cosa in un’amicizia…vuoi?

Lei rise buttando la testa all’indietro.

- Non voglio uno psicanalista…ho già il mio…e queste…- disse frugando nel cassetto.

Spike attese, mentre Fred cercava sempre più ansiosa.

Si alzò e aprì nervosamente la sua borsetta.

- Dove diavolo le ho messe…- ripeteva sempre più velocemente.

Corse nel suo bagno privato.

Ne riemerse con un flaconcino, che suonava a vuoto nonostante lo agitasse come una maracas.

- Ho finito le mie pillole…come ho potuto dimenticare di ricomprarle?

Il biondo la guardò incuriosito.

- Che roba era? Moment Rosa?- scherzò.

Vedendo lo sguardo disperato della ragazza, tornò serio.

- Perdonami, Fred…era qualcosa di importante?- chiese con una punta di preoccupazione.

Pregò tutte le divinità che non si trattasse di insulina o di qualche altra medicina fondamentale per la sua sopravvivenza.

- I miei ansiolitici…ne ho bisogno…

I suoi occhi erano grandi e impauriti.

- No che non ti servono. Una ragazza di carattere come te non ha bisogno di quelle schifezze…- rispose lui con tono dolce.

Gocce di sudore imperlavano la candida fronte di Fred.

- Lasciami in pace…quei dannati pompieri non rispondono?

Spike la fece sedere.

- No…così prima di fare stronzate ci pensi due volte la prossima volta…- la sgridò lui benevolmente.

Sembrava stanca adesso, lei che fino a pochi minuti prima era stata così sagace.

Se ne stava raggomitolata sulla poltrona, con il viso nascosto tra le braccia, incapace di pensare a nient’altro all’infuori delle sue pasticche magiche.

- Perché le prendi?- chiese lui cercando di farla parlare.

Lei alzò il viso, con le lacrime che le scendevano copiose sulle guance arrossate.

- Perché fai domande così idiote?

E subito riabbassò il capo.

Spike si appoggiò alla scrivania.

- Anche io un tempo non vivevo senza la mia brava sigaretta di crak, sai?- disse con tranquillità.

Lei non si mosse dalla sua posizione.

- Io non sono una drogata…

- Ah no?- chiese Spike sollevando il sopracciglio.

Lei scosse la testa impercettibilmente.

- Quando avevo voglia di fumare, il pensiero della mia ragazza mi faceva passare ogni crisi…il suo viso affranto se avesse saputo della mia mancanza di volontà mi avrebbe spaccato il cuore…

Spike sospirò e non ricevendo alcun segno continuò.

- Quello che voglio dire, è che avrai sicuramente un incentivo che ti eviti di prendere quelle medicine…

Il ragazzo sollevò il mento di Fred e la costrinse a guardarlo.

- Allora?- chiese con dolcezza.

- Perché fai tutto questo per me? Hai detto che non mi sopporti…- rispose lei.

Spike rise accarezzandole la guancia.

- Non ti sopporto quando provi ad infilarti nei miei pantaloni…per il resto non sei malaccio…

Lei finalmente sorrise, ma i suoi occhi erano ancora colmi di lacrime.

- Si. C’è qualcuno…- ammise poi tirando su col naso.

- Non dirmi che sono io perché se no ti faccio ingurgitare l’intero dannato flacone…- la avvertì Spike scherzando.

Lei piegò la testa di lato.

- Non essere così egocentrico, Darcy…

Si strinse nella sua giacca e poggiò il volto sul petto di Spike.

-…ma adesso ho tanto bisogno di un abbraccio consolatorio…per favore…- chiese piano.

Spike non fu in grado di dirle di no, e la strinse a sé.

Sarebbe stata una strana e lunga notte.

 

 

 

Anya rise soddisfatta mentre Willow rimaneva in reggiseno.

- Lascia perdere Rosemberg! Il poker non è gioco per te!- esclamò buttando giù l’ennesimo sorso di vodka.

La rossa rispose con un grosso singhiozzo e poi scoppiò a ridere a sua volta.

- Basta…non voglio più giocare…- disse Buffy col broncio lanciando le carte in aria.

Tara si riempi un bicchiere di tequila.

Ancora capiva chi era e cosa stava facendo a differenza delle sue amiche, ma si sentiva piacevolmente brilla. Un’intensa sensazione di calore ed euforia l’avvolgeva e la faceva ridere per ogni cosa.

Delizioso.

- Facciamo il gioco della verità…- propose Buffy.

Tutte approvarono l’idea.

- Comincio io…- disse Anya riempiendo un altro bicchiere.

Buffy protestò.

- Uffa…tanto sappiamo tutte dove andrai a parare…

Anya la zittì.

- Silenzio! Il posto più strano in cui l’avete fatto…

- Ecco…appunto…- sbuffò Willow.

- Devi essere malata!- esclamò Buffy ridendo.

- Il sesso è vita, piacere…tanto piacere…perché non condividere le informazioni? Ognuna di noi potrà migliorare con le esperienze delle altre…sarà istruttivo! E i nostri uomini ci ringrazieranno…garantito!- disse Anya alzandosi in piedi per dare maggior solennità al suo discorso.

- Quindi…viva il sesso!- concluse alzando il bicchiere per un brindisi.

Le quattro amiche risposero con allegria facendo tintinnare i calici.

- Io nel bagno del mio vecchio liceo…quell’Olaf era un diavolo! Adoravo gli scambi con scuole straniere…- ridacchiò Anya.

Le amiche approvarono l’audacia con un urlo.

- Letto dei genitori di Warren…- rivelò Tara.

Le altre la guardarono silenziose.

-…con i genitori in salotto!- concluse nascondendo il viso tra le mani.

Altro urlo d’approvazione.

- Il furgone di Oz è comodissimo…- ammise Willow con espressione seria.

Un grido ancora più forte del precedente.

Tutte si voltarono verso Buffy, rimasta taciturna.

- Forza bionda! Quant’è fantasioso il tuo uomo??- chiese Anya interessatissima.

Buffy cominciò a ponderare le varie opzioni a sua disposizione.

Poi, un po’ timidamente parlò, certa di vincere la sfida.

- Avete presente il Bronze, vero?

- I bagni non valgono…già detti…- la avvertì Willow.

- Fatemi finire!! Allora…

Le amiche la incalzavano e Buffy lo disse tutto d’un fiato.

- SullabalconatadelBronzeduranteilconcertodeiDingoes!!

Le altre stralunarono gli occhi rimanendo a bocca aperta.

- Dichiaro vincitrice assoluta Buffy Summers!- annunciò Anya alzandole il braccio.

- Il tuo premio!- disse Willow consegnandogli la bottiglia di rhum.

Buffy la guardò e poi l’alzo al cielo.

- Al mio focoso Spike!

Le altre risposero al brindisi.

- Cin!

Anya si fece pensierosa.

- Deve essere un mostro a letto Spike, uh?

Buffy sentì la sua voce calda sussurrarle nell’orecchio.

“Ti piace ciò che ti faccio, vero?”

Le sue mani la stavano percorrendo bramose, soffermandosi sui piccoli seni già eretti.

“Si, amore…sono tua…solo tua…”

Avvertiva la lingua di lui assaporare la sua femminilità, già pronta per accoglierlo.

Lei gridava dal piacere sotto il suo tocco, mentre lui le diceva ti amo immerso tra le sue cosce frementi.

E poi finalmente lo sentiva dentro, muoversi sempre più rapido finché…

- Buffy! Sei tra noi?

Tara la riportò con i piedi per terra.

- Si…- sospirò infine rispondendo ad Anya, cercando di ignorare le sue mutandine completamente bagnate.

Verso le quattro erano tutte stramazzate a terra, dopo che Willow era scappata in bagno a fare i conti con la tequila, seguita a ruota da Anya.

Buffy dormiva profondamente stretta a Tara, mentre Anya si era accasciata sopra una Willow in coma.

La festa era finita.

 

 

 

Fred se ne stava seduta sul pavimento silenziosamente, con la schiena poggiata al muro.

Stava osservando Spike dormire, col suo cappotto di pelle sotto la testa come cuscino.

Il suo respiro era regolare e dall’espressione sembrava che stesse facendo un bel sogno.

Adesso si chiedeva perché Angel fosse pieno di rancore verso di lui.

Ma soprattutto, perché avesse voluto coinvolgere anche lei, costringendola a mettersi tra il biondo e la sua fidanzata.

Era un bel ragazzo, questo era fuori d’ogni dubbio, e le faceva venire voglia di fare l’amore con lui ogni volta che sentiva il suo sguardo posarsi su di lei.

Ma era stanca.

Stanca di tutti quei rapporti sbagliati che aveva avuto, basati soltanto sull’attrazione fisica.

Voleva innamorarsi. E voleva essere amata.

Spike si voltò, emettendo un leggero sospiro.

Sembrava un angelo. Almeno sapeva com’era il suo viso quando non indossava quel ghigno compiaciuto.

Con un dito gli sfiorò le labbra.

Non voleva più fargli del male. Angel si sarebbe arrabbiato, ma non le importava.

Si distese accanto a lui, il viso contro il suo petto.

Il profumo di Spike la inebriava.

Il ragazzo aprì un occhio. Non era bene che dormisse così attaccata a lui.

Stava per chiederle gentilmente di farsi più in là, quando la sentì singhiozzare.

Le accarezzò i capelli, cercando di consolarla.

- Sto male, Spike…- gemette ancora più disperata.

Spike si tirò a sedere, prendendola tra le braccia.

- Fred…ascolta…smetti di piangere…

- Non posso…non ce la faccio…

Spike le sollevò il viso.

- Questo non è vero. E tu lo sai. Non è solo la tua medicina, vero?

Fred lo guardò e riprese a piangere.

- Io non sono cattiva…

- E chi lo ha mai detto? Vuoi parlarne con me? Ti farà bene sfogarti…- la incalzò Spike.

Forse aveva davvero bisogno del suo ansiolitico. Sembrava una vera e propria crisi di panico.

Lei si allontanò da lui e si stese sul pavimento, fissando il soffitto.

Sembrava essersi calmata.

Con un dito disegnava grandi cerchi nell’oscurità.

Spike, indeciso su come comportarsi, la lasciò fare.

- Vorrei tanto averti conosciuto in un altro momento…- disse lei infine rompendo il silenzio- Se tu non avessi avuto Buffy e io…non fossi così fuori di testa…

Il biondo serrò la mascella.

- Come sai che la mia ragazza si chiama Buffy?

Fred si morse un labbro.

Dio, come aveva potuto essere così stupida…

- Me l’hai detto tu…- rispose con semplicità.

Meglio non nominare lo scomodo fratellino e il suo piano sciagurato. Almeno per ora.

Spike sembrò persuaso.

Fred tirò un sospiro silenzioso.

- Scusa per la chiave e tutto questo casino…- disse poi.

- Non preoccuparti. Cerca di riposare ora…

La ragazza si avvicinò timidamente.

- Posso…starti vicino?

Il biondo la accolse tra le braccia.

Voleva aiutarla. Gli ricordava tanto lui nel suo periodo peggiore.

- Sai, Spike…vorrei tanto che tu la conoscessi…- sussurrò.

- Chi?- chiese lui incuriosito.

- La mia fata…- sorrise lei prima di addormentarsi.

Il ragazzo appoggiò la nuca alla parete e chiuse gli occhi.

Sembrava che le situazioni di merda se le cercasse col lanternino.

O forse erano loro a cercare lui?

Guardò la creatura stretta a lui. Nella sua pazzia, Fred era perfetta.

Da quando lo aveva conosciuto, non aveva fatto altro che cercare di infilarsi nel suo letto, e adesso diceva di essere innamorata di una fata…

Non importava…chiunque fosse, bastava che non s’interessasse più a lui.

I suoi pensieri volarono a Buffy.

Avrebbe venduto l’anima per poterla avere tra le sue braccia in questo momento.

 

 

 

Buffy si risvegliò con un terribile mal di testa.

- Oh Dio…mi sento uno schifo…- disse stiracchiandosi.

Si guardò intorno, con gli occhi ancora appannati.

Anya e Willow erano ancora profondamente addormentate. Anya russava come un trombone.

- Buongiorno…- bisbigliò Tara porgendole un cornetto e una tazza di caffè.

Buffy sorrise, felicemente sorpresa dal gesto.

- Come fai ad essere così in forma dopo una notte di bagordi? Io mi sento uno straccio sbattuto…- si lamentò poi cercando di aggiustare i capelli scompigliati.

Tara alzò le spalle.

Poi si fece stranamente seria.

- Posso chiederti una cosa?

Buffy annuì.

- Posso accompagnarti a New York? Non farò il terzo incomodo, lo giuro!- esclamò la bionda tutto d’un fiato.

- Per me non c’è problema…anzi, mi farebbe piacere…ma…come mai, se non sono indiscreta?- azzardò Buffy, ancora stupita della strana richiesta.

Tara arrossì.

- Ecco…io…

- Ho capito! Il tuo ragazzo abita lì vero??- la interruppe la bionda.

Tara tentennò.

Si chiese se non fosse il caso di approfittarne per dire a Buffy di essere lesbica.

Un primo passo nello sconosciuto mondo dell’outing.

- No!! Wes non se la passa molto bene…e volevo stargli vicino…- mentì.

Buffy la guardò preoccupata.

- Spero non sia nulla di grave…

- Oh no! Problemi sentimentali!- si affrettò a tranquillizzarla.

Forse durante il viaggio avrebbe trovato il coraggio di confidarle tutto.

- Bene! Cioè…non bene, ma meglio questi che problemi di salute, no?- disse Buffy sollevata.

Una scarpa volante interruppe la loro conversazione.

- Smettetela di fare baccano!- rantolò Anya prima di sprofondare nuovamente nel letargo.

Le due ragazze ridacchiarono e poi si distesero anche loro.

- Sarà un week-end meraviglioso…- bisbigliò Buffy chiudendo gli occhi.

- Già…- rispose Tara con un dolce sorriso.

 

 

 

Le due settimane erano passate in fretta e Buffy era nel pieno dei preparativi per la partenza.

- Dawn! Hai visto la mia maglietta rossa?- urlò dalla sua stanza.

Infilò rapidamente il suo beauty nella valigia con gli asciugamani.

- Dawn!!

La sorellina apparve sulla porta.

- Cosa?- chiese esasperata.

Buffy le rivolse uno sguardaccio.

- La maglia rossa…la mia preferita…

La ragazzina alzò gli occhi al cielo.

- Non fare quella faccia con me, signorinella!- la sgridò la sorella.

- La porti…- disse Dawn piatta indicandola.

La bionda si guardò.

- E la mamma? Ha lasciato detto qualcosa?- chiese ancora.

- No, Buffy! Ha detto che ti avrebbe telefonato questa sera…

La ragazza riprese a girare come una trottola.

Dawn la osservava divertita.

- Quindi Spike non sa della tua visita…

- No!! Ricordati di non dirgli niente se telefona a casa…- la ammonì.

- Oggi è venerdì…io esco e la mamma ha una cena di lavoro…chi vuoi che gli risponda???

Buffy infilò il biglietto aereo nella borsa e mise la sciarpa.

- Non si sa mai…secondo te farà molto freddo a New York?

- Porta anche i guanti…- rispose Dawn infilandoli nella tasca esterna del borsone.

Finalmente Buffy era pronta.

Mancava solo Tara.

- Sembra che parti per un mese con tutti i bagagli che hai…- la prese in giro Dawn.

Il campanello la salvò dalla risposta di Buffy, che si era precipitata giù dalle scale.

- Allora? Pronta per la grande avventura?- chiese Tara salutandola.

Oz e Willow la salutarono dall’auto.

- Sono eccitatissima!- rispose Buffy mentre faceva agli amici un cenno con la mano.

- Andiamo allora! Ciao piccola!!

Buffy si voltò verso Dawn prima di seguire Tara.

- Ciao Tara!!- disse la ragazzina ignorando Buffy.

- Comportati bene…e non entrare nella mia stanza per nessun motivo!!

Dawn, sorprendendola, l’abbracciò.

- Divertiti e salutami Spike…

Buffy contraccambiò.

- Ciao piccola…

La ragazza poi corse verso l’auto.

- Guarda che la cosa della mia stanza è sempre valida!!!- le gridò dal finestrino.

Dawn sorrise e ritornò in casa.

Prese del pop-corn e salì al piano di sopra.

Entrò cautamente nella stanza della sorella, si chinò accanto al letto e sollevò il materasso.

- Eccoti…- disse soddisfatta.

Si distese sul letto di Buffy e aprì il diario.

La lettura si prospettava interessante…

 

 

- Fate buon viaggio!- esclamò Willow mentre Tara e Buffy sparivano verso il tunnel che le avrebbe condotte al loro aereo.

- Dite a Spike di chiamare ogni tanto!! Sono secoli che non ricevo sue e-mail…- disse Oz.

Buffy e Tara salutarono gli amici e s’imbarcarono.

- Saranno le tre ore più lunghe della mia vita!- disse Buffy allacciando la cintura.

- Immagino! Wes verrà a prenderci all’aeroporto…ma tu saprai dove andare?- chiese Tara.

Buffy esitò.

- Non so…quando arriveremo chiamerò Spike e mi farò dire dov’è…e poi con una scusa mi farò dare l’indirizzo…improvviserò!

Tara decise di dirle tutto.

Sapeva di potersi fidare di Buffy.

- Vuoi sapere chi vado a trovare a New York?

Buffy annuì lentamente.

Tara era molto strana nell’ultimo periodo.

Sperò che l’amica non si fosse cacciata in qualche guaio.

- E’ una ragazza…- ammise, aspettando la reazione della bionda.

Buffy sembrò perplessa.

- Perché mi hai detto che era per via di Wes?

Tara abbassò lo sguardo.

- Avevo paura…io…credo di essere innamorata di lei…

Buffy poggiò la mano sulla guancia di Tara.

- Avevi paura che potessimo giudicarti? Tesoro…noi tutti vogliamo che tu sia felice! E se è con una donna è lo stesso!- la tranquillizzò.

Tara la abbracciò.

- Non sai quanto significhi per me…è stata dura ammettere i miei sentimenti con me stessa, e pensare cosa avrebbero potuto dire gli altri mi terrorizzava…- sussurrò.

Buffy le asciugò le lacrime.

- Non piangere…pensa che tra poco l’abbraccerai…adesso goditi questi due giorni…al ritorno avremo modo di parlare con calma…e poi non vedo l’ora di conoscerla…deve essere speciale…

Tara annuì.

Si sentiva meglio ora.

Buffy si appoggiò allo schienale. Una notizia così forte aveva bisogno di essere metabolizzata.

Era felice che Tara avesse voluto aprirsi con lei su una cosa tanto privata.

La faceva sentire importante.

E capiva il perché di tante cose ora.

Tara non era strana.

Era semplicemente innamorata.

Guardò l’orologio. Ancora due ore e mezza e l’avrebbe riabbracciato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14. PASSIONS

 

 

 

L’aereo arrivò a New York in perfetto orario.

Buffy aveva già acceso il cellulare per chiamare Spike.

Tara camminava al suo fianco con un’enigmatica espressione in volto.

- Maledetti aggeggi!! Quando servono non c’è mai campo!- sbottò Buffy sbattendo il cellulare in borsa.

- Aspetta che usciamo dall’aeroporto…forse fuori prende…se no chiamerai da casa di Wes…- cercò di tranquillizzarla Tara.

Casa di Wes…e Fred…

- No…non voglio essere d’impiccio a Wes…- disse Buffy ringraziandola.

Ritirarono i loro bagagli e si diressero all’uscita, chiacchierando allegramente.

- Ragazze!!

Wes le chiamava con la mano alzata.

- Wes!!- esclamò Buffy correndogli incontro.

Era un anno che non vedeva l’amico.

- Buff…bellissima come sempre!- rispose lui guardandola dalla testa ai piedi. Una donna ormai.

- Ciao fratello! Anche io sono felice di vederti!- disse Tara sarcastica.

Il ragazzo lasciò Buffy e diede un bacio alla sorella.

- Scusami…sono felice che tu sia tornata così presto…

Continuò a guardarla, con una mano poggiata sul mento.

- Perché ho l’impressione che tu non sia qui per me?- domandò poi sospettoso.

- Volevo…volevo vedere qualche corso post-laurea qui a NY…- si affrettò a rispondere la bionda.

Buffy le lanciò uno sguardo interrogativo e lei ricambiò facendo cenno di non dire niente.

- Quindi potresti venire a stare con me!- disse Wes entusiasta stringendola.

Wes caricò i bagagli delle due ragazze in macchina, mentre il cellulare di Buffy aveva ripreso magicamente vita.

Attese spasmodicamente che Spike rispondesse.

- Ciao, piccola!- rispose lui contento di sentirla.

- Ciao…come va? Sei al lavoro?

- Si…quella strega di Fred non mi lascia respirare…è da questa mattina che non smetto di scrivere al computer…- sbuffò il biondo.

- Fai silenzio e lavora!!- Buffy sentì ridacchiare una voce femminile.

- Sento che vi divertite…- disse lei contrariata.

- Dai amore!! Non arrabbiarti!- disse lui con la sua voce suadente.

Buffy decise che non era il caso di tenergli il broncio e tornò allegra.

- Qual è l’indirizzo del tuo ufficio?- chiese con nonchalance.

Spike alzò il sopracciglio.

- Perché t’interessa?

- Volevo spedirti una sorpresina al lavoro…un regalo…- rispose lei prontamente.

Spike, compiaciuto, le diede l’indirizzo.

- Adesso devo andare…ho lezione…ti amo!- troncò poi velocemente il discorso lei, quasi riattaccandogli il telefono in faccia.

Il ragazzo si ritrovò a parlare da solo.

- Voi donne siete davvero un mistero…- disse poi in direzione di Fred.

Lei gli sorrise e poi gli fece una linguaccia, tornando alle sue cartelle.

Lui la osservò qualche secondo.

Da quella notte i loro rapporti erano decisamente migliorati.

Lei aveva capito che tra loro non poteva esserci niente, e lui le era stato vicino nel suo tentativo di liberarsi dello Xanax.

Fred aveva sentito lo sguardo di Spike percorrerla.

Era davvero felice. Il biondo si era rivelato un aiuto davvero prezioso.

La stupida messa in scena ordita da Angel era stata dimenticata.

Era da una settimana e mezza che non lo sentiva, né lei si era fatta viva con lui.

Prima o poi il momento di affrontarlo sarebbe arrivato.

Scacciò il pensiero del fratello.

Il solo pensarci le faceva venire voglia di buttare giù una dozzina di pasticche.

Non vedeva l’ora che arrivasse la sera, così avrebbe telefonato alla sua piccola Tara.

La sua telefonata giornaliera era il momento più bello della giornata.

Si alzò con una pila di schede in mano.

- Vado in archivio…ne avrò per ore…rimani tu qui?

Spike annuì.

- Si…ho il ricevimento degli studenti tra poco…

Fred ridacchiò.

- Lo immaginavo…c’è una fila interminabile di ragazze qua fuori…

Spike, rimasto solo, appoggiò i piedi alla scrivania, rilassandosi.

- Ti ho beccato! Lavora!- lo sgridò Fred tornando nell’ufficio per prendere altri fogli.

Spike le regalò il suo sorriso di sfida.

- Ok…fai come vuoi…non ho la forza per farti la guerra…a dopo…- si arrese lei uscendo con le mani alzate.

 

 

 

Buffy, Tara e Wes erano in viaggio verso l’Università.

- Sei sicura di non voler stare a casa mia?- chiese Wes ancora una volta.

Buffy gli sorrise.

- Non devi preoccuparti! Davvero…

Tara guardava fuori dal finestrino.

- Tuo fratello non sa niente?- le bisbigliò Buffy.

Wes non le stava ascoltando, preso dal suo cd di musica jazz.

Tara spalancò i suoi grandi occhi.

- No! Non ho avuto il coraggio…lei è la sua coinquilina…

Buffy annuì silenziosamente.

- Eccoci Buff! Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, non esitare a chiamarmi, ok?- disse Wes aiutandola con la valigia.

La bionda lo ingraziò e poi salutò Tara.

- Allora…buona fortuna con il…tuo corso post-laurea!!- le disse strizzando l’occhio.

L’amica annuì.

- Salutami Spike! Ci sentiamo stasera…

La macchina ripartì, lasciando Buffy e le sue valige all’entrata del campus.

La ragazza si rimboccò le maniche.

- E ora devo trovare l’ufficio di Spike…- si disse ad alta voce.

Dopo aver girato in lungo e in largo per una mezz’ora, senza trovare anima che sapesse dirle dove trovare il signor Spike Darcy, una ragazza le indicò dove trovare il professor William Darcy.

“Deve essere suo padre…” pensò lei.

Indecisa sul da farsi, s’incamminò nella direzione che le era stata mostrata.

Le borse cominciavano a pesare.

“Uff…questa sorpresa sta diventando più faticosa del previsto…”

La ragazza cominciò a sentire un po’ d’apprensione.

E se avesse beccato Spike con una ragazza? Magari con Fred?

Strinse forte le dita intorno alla cinghia della borsa.

Forse sarebbe stato meglio avvertire.

O forse no…avrebbe avuto quello che meritava…lui evirato e lei…anche lei!

Si guardò intorno perplessa.

Il sole stava tramontando.

“Questo posto deve essere stato progettato da un pazzo…”

Le era stato detto che avrebbe trovato un ristorante e di fronte il palazzo che cercava.

Un buon odorino di cibo la guidò fino al locale.

Si voltò e si avviò verso gli uffici.

Notò una fila infinita di ragazze partire dall’ingresso del palazzo, attraversare due o tre piani di scale e terminare davanti ad uno studio.

“Prof.ssa Burkle…” lesse Buffy sulla targhetta, avvicinandosi alla porta.

- Ehy, carina…non hai visto che c’è una fila?- sbottò una ragazza dietro di lei.

“Un po’ succinta per incontrare un professore…” pensò la bionda osservando la scollatura profonda e il trucco vistoso.

Buffy si fece indietro.

Stava per andarsene, quando fu attirata dal parlottare di due ragazze.

- Trovo che il nuovo assistente sia davvero sexy…- diceva una.

- Già…secondo te perché sarei venuta al ricevimento oggi? – ridacchiava l’altra.

Buffy ebbe la certezza che stavano parlando del suo Spike.

Represse l’istinto omicida con fatica.

Nel frattempo, una studentessa era appena uscita dall’ufficio.

Rapida, la bionda scivolò lungo la fila e s’introdusse all’interno, chiudendo la porta prima che qualcuno potesse protestare.

“Stupide ragazzine…così imparano a litigarsi i ragazzi delle altre…”

Appoggiata alla porta, guardò davanti a lei.

Spike era alla scrivania, intento a scrivere, lo sguardo concentrato e attento.

Ancora una volta, era riuscito a lasciarla senza fiato dall’emozione.

Il suo cuore sembrava volerle uscire dal petto.

- Prego…- disse Spike senza alzare gli occhi dal foglio.

Buffy mosse qualche passo in avanti.

- Lei è…?

-…Buffy Summers!

Il biondo alzò gli occhi, incredulo.

- Ti prego…dimmi che non sto immaginando tutto…- mormorò.

Lei gli sorrise e lui non ebbe più dubbi.

Scavalcare il tavolo di slancio e stringerla tra le braccia fu un momento.

Buffy non poté far altro che scoppiare a piangere quando sentì le sue labbra trovare le sue, in un bacio che le mancava da un tempo che sembrava infinito.

La ragazza si aggrappò con le mani alla camicia di Spike, cercando di portarlo più vicino a lei.

- Mi sei mancata così tanto…- le disse accarezzandole i lineamenti del viso.

- Anche tu, amore…

Spike non riusciva a smettere di toccarla.

Era meraviglioso perdersi di nuovo nel suo profumo di vaniglia.

Buffy cercò ancora la sua bocca.

- Ti amo…- mormorò staccandosi da lui per riprendere fiato.

Il ragazzo interruppe il contatto.

- Aspetta un momento…- le disse correndo alla porta, arrossato e felice.

Buffy si appoggiò alla scrivania, in attesa.

- Per oggi il ricevimento è sospeso…ci vediamo lunedì a lezione! Buon fine settimana a tutti!- annunciò in dieci secondi agli stupefatti studenti, prima di chiudere di nuovo la porta alle sue spalle con due mandate.

La ragazza ridacchiò.

- Scusami…non volevo interrompere il tuo lavoro…avrei dovuto avvertirti…

Spike le andò di nuovo incontro e la abbracciò dolcemente.

- Non avresti potuto farmi regalo migliore…e poi, comando io qui…- le disse baciandole la fronte.

Buffy gli accarezzò il viso.

Poi rise di nuovo.

- Sembra che qualcuno sia felice di vedermi…- disse sorniona premendo il ventre verso di lui.

Spike piegò la testa di lato.

- Non immagini quanto abbiamo sofferto senza di te…- le rispose lui spingendola a sedersi sulla scrivania.

La minuscola gonna di Buffy salì col movimento, lasciandole scoperte le gambe.

- E tu non immagini quanto ho voglia di fare l’amore con te…- bisbigliò Buffy attirandolo verso di sé.

Si baciarono con trasporto, avvinti dalla passione che li stava travolgendo.

Le abili mani di Spike si liberarono della maglietta di Buffy, poi passarono a giocare con l’allacciatura del reggiseno, mentre con la bocca aveva già preso a tormentarle i capezzoli, ancora protetti dal cotone della biancheria.

Buffy si sdraiò sulla scrivania, tra penne e fogli, lasciando scivolare a terra la gonna.

Spike, con piccoli baci, scese fino al bordo delle sue mutandine.

Le sue mani continuavano ad indugiare sul suo seno eretto.

- Sei una visione…- le disse rimirandola dall’alto in basso dopo essersi sbarazzato anche degli slip.

Era tutta per lui, nuda e perfetta, pronta ad accoglierlo.

Infilò una mano tra le sue gambe, mentre Buffy, tiratasi su, gli sbottonava i jeans, impaziente.

- Ti prego…ora…- lo implorò la bionda stringendogli le gambe intorno alla vita.

Spike, con un bacio, entrò in lei.

Buffy emise un lungo gemito.

Respirare diventava sempre più difficile.

Chiuse gli occhi, mentre abbandonava la testa all’indietro.

Qualche matita cadde a terra.

Le spinte del ragazzo erano lente e misurate.

Voleva che durasse il più a lungo possibile.

Voleva sentire la donna che amava sospirare di piacere.

- Siediti…- gli sussurrò piano lei nell’orecchio, mentre gli metteva le braccia intorno al collo.

Ancora dentro di lei, scivolò sulla poltrona, lasciandole l’iniziativa.

Buffy gli sorrise e riprese a muoversi con grazia sopra di lui.

Spike la guardava incantato.

Il suo viso era immerso nella penombra della sera, rischiarato dalle luci della città, le labbra rosse leggermente dischiuse e i suoi meravigliosi occhi verdi lo fissavano, brillanti.

I capelli biondi si muovevano sinuosi sulle sue spalle, scivolando sulla schiena.

Continuarono a guardarsi anche quando raggiunsero il culmine del piacere, mai sazi l’uno dell’altra.

Poi Buffy si abbandonò esausta, poggiano la fronte sulla spalla di Spike.

Lui intrecciò le mani sulla schiena di lei, accarezzandola lentamente.

Rimasero in silenzio.

Spike si dondolava sulla poltrona, cullando il suo piccolo raggio di sole.

Buffy chiuse gli occhi, desiderando che quel momento non finisse mai.

 

 

 

- Adesso che siamo da soli puoi anche spiegarmi il vero motivo per cui sei qui…- disse Wes quando misero piede in casa.

Tara sorrise imbarazzata.

Prima o poi avrebbe dovuto dirglielo.

- Sono…innamorata…

Wes la guardò felice.

- Questo non si era capito…! Chi è il fortunato?

Ed ecco che arrivava la parte più complicata.

- Credo sia meglio che tu ti sieda…

Il ragazzo obbedì.

- Non sarà qualche pazzo criminale, spero…- scherzò.

Tara sospirò e parlò con un filo di voce.

- Fred…la tua coinquilina…

Wes la fissò a lungo.

La bionda pensò che quel silenzio infinito non fosse buon segno.

- Credo che Fred sarà la donna più felice del mondo quando lo saprà…non fa altro che chiedermi di te…- le disse infine Wes con un gran sorriso.

Tara gli saltò tra le braccia.

- Appena la becco, la avverto che se fa soffrire la mia sorellina la ammazzo!- disse stringendo Tara.

- Non è in casa?- chiese la ragazza guardandosi intorno.

Wes si alzò e andò a controllare la sua stanza.

- Se avessi avuto il coraggio di confessarmelo prima, ti avrei lasciato all’Università con Buffy…- disse Wes rimproverandola bonariamente.

- Già…scusami…- rispose Tara.

Poi prese la giacca e uscì.

- Vado a farle una sorpresa…non sa che sono qui!

Wes la salutò e poi si diresse in bagno.

Dopo la notizia, una doccia gelata era l’ideale.

E poi avrebbe realizzato con calma che sia a lui che a sua sorella piaceva la stessa cosa.

Tara arrivò al campus e si avviò sicura verso l’ufficio di Fred.

Provò a bussare al suo ufficio, ma non ne ebbe risposta.

Una segretaria le disse che la professoressa Burkle si trovava nel seminterrato.

Emozionata, scese le scale.

Tra qualche minuto avrebbe potuto confessare a Fred quanto l’amava.

 

 

 

Fred stava riorganizzando l’archivio.

Odiava quel posto buio e umido. Avrebbe dovuto affidare il compito a Spike.

Guardò con disprezzo le pile di scartoffie che doveva ancora sistemare.

Fu tentata di buttarle all’aria con una manata, ma si trattenne.

Se avesse lasciato libero sfogo a ciò che provava, avrebbe passato tutta la notte là dentro a rimettere in ordine.

Oppure sarebbe volata a Sunnydale da Tara…

Chissà se lei e Angel si conoscevano…

Spero con tutto il cuore di no.

Suo fratello era pericoloso.

Il cellulare squillò, facendola sobbalzare.

La lettera A lampeggiava sinistra.

Classico lupus in fabula.

- Ciao…- disse lui atono dall’altra parte.

- Ciao…- rispose lei leggermente intimorita.

Cosa diavolo gli avrebbe detto ora?

- Che mi racconti di nuovo? Ci sono stati sviluppi?

Diretto come sempre.

Fred stentò per qualche istante. Troppo.

- Cos’hai Fred? Sembri strana…

Bene.

Scoperta dopo una sola parola.

- Io? Benissimo! Tu?

Stavolta fu Angel a stare in silenzio.

- Perché non stai usando il videofonino?

Domanda semplice ed esauriente.

“Perché se mi vedessi, capiresti immediatamente dai miei occhi che qualcosa è cambiato fra noi…che ho paura di te…”

- Ho il display rotto…dove sei? Sento una gran confusione…

- Sto andando al Bronze…tu?

- Sto lavorando…che palle…- sbuffò lei prendendo coraggio.

Lui ridacchiò.

- La mia piccola stacanovista…

Fred sentì scivolare via un po’ di tensione. La dolce risata di suo fratello le faceva sempre quell’effetto. Anche se a volte, con quella, aveva condito le peggio malefatte.

- Sai quanto sei importante per me, vero? Sei una delle poche persone a cui tengo…te e Xander…scusami se a volte non sembra…ma ti voglio davvero bene…

La ragazza si sentì terribilmente in colpa.

- Anche io te né voglio…lo sai…

- Quindi con Spike è andato tutto secondo i piani…te lo sei portato a letto?

Fred si sentì terribilmente colpevole nei suoi confronti.

Angel si fidava di lei, lo aveva sempre fatto…e invece la sua dolce sorellina gli stava piantando un enorme coltello sulla schiena, facendo tutto il contrario di ciò che lui le aveva chiesto.

Sentì la voce uscirle da sola dalle labbra, come se fosse un’altra persona a parlare per lei.

- Certo…non ho fatto molta fatica…mi è letteralmente saltato addosso…ho dovuto solo aprire le gambe…Spike è davvero un grande amante…ora capisco perché Buffy se lo tiene tanto stretto, Angel…

Piangeva Fred mentre lo diceva, ma Angel non se ne accorse.

- Lo sapevo…lo sapevo…grazie sorellina…ci sentiamo presto…

- Ciao, fratellino…

Fred abbassò lentamente il cellulare, e si portò una mano alla bocca.

Aveva detto ad Angel ciò che voleva sentirsi dire.

Anche se sapeva benissimo che aveva torto marcio.

Anche se aveva detto un’enorme bugia su Spike.

Anche se adesso si sentiva sporca.

Si voltò sentendo cadere qualcosa vicino all’uscita.

- Chi c’è là?- chiese un po’ impaurita.

Dall’ombra emerse una figura.

- E così non hai fatto altro che dirmi bugie per tutto questo tempo…

Il volto di Fred si contrasse in una smorfia di dolore.

- Mi avevi detto che per te io momento più bello della giornata era quando sentivi la mia voce…

Tara la osservava con gli occhi velati di tristezza e delusione.

Fred scosse la testa.

- No, no…

-…e invece quando ti scopavi Spike cos’era?

La ragazza chinò il capo.

Si voltò e uscì di corsa.

- Tara! Aspetta…non è come…sembra…

Fred rimase immobile e sola.

Sentì un peso enorme schiacciarle il petto.

Ma lei sapeva come eliminarlo.

 

 

 

Angel chiuse la telefonata.

Entrò al Bronze fischiettando e cercando con lo sguardo il gruppo.

Avvistò Willow e Oz seduti ad un tavolo.

Adesso ci sarebbe stato da divertirsi.

- Ragazzi…- salutò sedendosi.

I due lo squadrarono.

- Mi ha invitato Xander…- disse lui ordinando da bere.

- Cosa diavolo crede di fare?- bisbigliò Oz a Willow.

La ragazza non ebbe tempo di rispondere.

- Allora? Dov’è il resto della compagnia?- chiese Angel allegramente.

Willow si affrettò a rispondere.

- Non so dov’è Buffy, se è questo che vuoi sapere…

Angel la scrutò con i suoi occhi scuri.

- Non ci credo che non sai dove sia Buffy…

La rossa evitò il suo sguardo, cercando sotto il tavolo la mano di Oz.

- Non siamo sposate…- fu la sua secca risposta.

- E Tara? Non sai neanche lei dov’è?- insisté lui.

Angel era visibilmente spazientito.

Willow non aveva il coraggio di guardarlo per paura di farsi scoprire.

Lei sapeva benissimo che non gli sarebbe sfuggita la sua bugia.

- Tara è da Wes…- rispose seccamente Oz per la ragazza.

Angel si voltò lentamente verso di lui e lo osservò freddamente.

Sembrava divertito.

- Abbiamo un avvocato difensore…Will, ti ho sempre reputato una ragazza più che intelligente…così mi deludi…

Willow alzò gli occhi.

- Non farò altro che ripetere ciò che ti ha detto Oz…Tara è da suo fratello e Buffy non lo so…e poi perché t’importa? Non le hai già causato abbastanza guai?

Angel sorrise impercettibilmente.

- Io non ho fatto altro che dirle la verità…- disse continuando a fissarla.

Oz lo fronteggiava sostenendone lo sguardo.

Intorno a loro, la vita notturna del Bronze continuava implacabile.

- Scommetto che a te non dice tutta la verità, Will…- insinuò poi.

La rossa mutò l’espressione del volto.

Adesso sembrava quasi nel panico.

- Che vorresti dire?- chiese piano.

“Abboccato!” pensò Angel.

- La tua preziosa amica ti ha detto che sta tradendo l’inglese?

Willow ammutolì e Oz restò impassibile.

- Cosa?- balbettò lei voltandosi verso il suo ragazzo in cerca di conferme.

Angel annuì.

- Proprio così…l’ho vista qui, al Bronze…e stava flirtando con un ragazzo…

La ragazza scosse energicamente la testa.

- Questa è un’altra delle tue macchinazioni per far lasciare Buffy e Spike…non ti credo…

Finalmente parlò anche Oz.

- Mi dispiace solo una cosa…aver fermato Spike…- disse laconico.

Angel gli sorrise.

- Ragazzi…voi avete seri problemi…vi arrabbiate se uno vi dice come stanno le cose?

- Tu speri veramente che con i tuoi giochi Buffy tornerà da te?- chiese Oz.

Il moro divenne improvvisamente serio.

- Io tengo a Buffy…vorrei farle capire che se io non sono adatto a lei, non lo è nemmeno Spike. Io e lui siamo molto simili…due facce della stessa medaglia…

Oz scoppiò in una risatina.

- Spike ama Buffy…non le farebbe mai del male, come invece hai fatto tu…

Angel sorseggiò il suo alcolico.

- Oz, Oz, Oz…piccolo, tenero, ingenuo Oz…tu dovresti saperlo meglio di me…anzi…Dru lo sa meglio di tutti noi messi insieme quanto e in che modo Spike ama le sue donne…

Oz serrò la mascella.

- Chi è Dru?- chiese Willow stringendo con la mano il braccio del fidanzato.

- Le persone cambiano…- rispose Oz.

Angel gli puntò il dito contro.

- Era qui che ti volevo…le persone cambiano…Spike cambia…ma Angel è sempre malvagio…c’è qualcosa che non torna…o sono cambiato anche io o lui non è cambiato affatto…e io lo so per certo…decidete voi qual è la versione che più vi piace…

- Ciao a tutti!- esclamò Xander arrivando con Anya e sedendosi con gli amici.

La ragazza sbuffò vedendo Angel.

Si accostò a Willow e le sussurrò nell’orecchio.

- Cosa ci fa qui lo stronzo?

Angel notò i suoi movimenti.

- Anya, tesoro…non ti hanno mai detto che è maleducazione dire le cose nelle orecchie della gente? Rendici partecipi, vuoi?

La ragazza si rimise lentamente eretta e si poggiò le mani sui fianchi.

- Chiedevo a Willow cosa ci facessi tu qui, stronzo…

Xander chiuse gli occhi, sperando di risvegliarsi da un momento all’altro da quell’incubo orribile.

Sapeva che Anya odiava il suo migliore amico e che lui l’avrebbe presa volentieri a schiaffi, ma non erano mai venuti a confronto diretto. Si vedeva che il momento era arrivato.

- Anya! E’ incredibile come da quella tua bocca delicata riescano ad uscire tante volgarità…- disse tranquillo Angel. Poi si concentrò nuovamente sul motivo della discussione, ignorando Anya.

- Capiti al momento giusto, Xan…perché non dici a Will con chi era Buffy qualche sera fa…- lo incalzò il moro.

Il silenzio ostinato di Xander fece vacillare ogni certezza di Willow.

- Con chi era?- chiese Anya incredula.

Il ragazzo sospirò.

- Era con un ragazzo…e sembravano molto intimi…credo si chiami Ben, il medico con cui fa la ricerca di seminario…- ammise infine Xander.

Tutti rimasero in silenzio, tranne Angel.

- Visto? Questo è perché calunniare gli amici è il mio hobby preferito…- disse incrociando le braccia al petto, soddisfatto.

Willow stava riflettendo.

Buffy le aveva parlato di questo Ben…e in termini lusinghieri…poteva davvero essere?

- Io continuo a non crederci…- disse Oz tranquillamente.

Angel decise di calare l’asso.

- Sapevate che ho una sorella? Vive a New York e lavora alla NY University…le voglio molto bene…casualmente, parlando con lei al telefono del più e del meno, mi ha rivelato di avere una storia…io, da bravo fratello, le ho chiesto con chi…mi ha detto che il suo lui si chiama Spike…buffa coincidenza, vero? Tranne che per il fatto che io non credo alle coincidenze…

Finalmente, anche la sicurezza di Oz venne scalfita.

- Ma lo state ancora a sentire? Tu sei malato! Devi farti curare!- esclamò Anya.

Xander lo guardava incredulo.

- Da dove viene?- chiese infine ad Angel.

Il moro lo guardò con sguardo interrogativo.

- Devi dirmi da dove viene…da dove viene tutta questa cattiveria? Non ti capisco…e non ho più intenzione di provarci…- disse Xander a denti stretti alzandosi e andandosene.

- Davvero bravo! Sei riuscito a perdere l’unica persona che credeva ancora in te…- sibilò Anya prima di correre dietro al suo ragazzo.

E Angel, alla fine, sentì.

Qualcosa dentro di lui si spezzò.

Valeva davvero la pena portare avanti la sua vendetta e calpestare chi gli stava intorno?

Calpestare anche Xander?

- Ciò che dovevo fare è stato fatto…- proclamò alzandosi.

Oz e Willow, impietriti, lo fissavano senza espressione.

- Non ti credo…- disse piano Willow.

Angel se ne andò con un’alzata di spalle.

Non gli importava se non li aveva convinti.

L’importante era seminare il dubbio.

Presto i primi fiori del male sarebbero nati, belli e velenosi.

 

 

 

Buffy e Spike camminavano per la strada.

La ragazza, divertita, osservava il biondo trascinare il suo bagaglio.

- Per l’inferno maledetto, Buff! Ma che hai messo nelle valige? Macigni?

- Solo il necessario…- si giustificò lei.

Spike diede ancora un paio di strattoni.

- Ok…appunto per me: ricordarmi di fare io le valige quando andrò in vacanza con il mio passerotto…

Buffy incrociò le braccia al petto, offesa.

- Smettila di essere villano! Sei tu che hai insistito per portarle!

Spike lasciò perdere i borsoni.

- Amore…usa quella boccuccia imbronciata per darmi un bacio…- le disse sollevandole il volto con un dito.

Buffy sorrise.

- Ti perdono solo perché abbiamo poco tempo per stare insieme…

-…e?- la invitò lui a continuare dandole dei leggeri baci sul collo.

-…e perché ti amo…- concluse lei baciandolo sulle labbra.

Arrivarono nella grande casa dei Darcy.

- E’ davvero un peccato che i miei siano partiti proprio questo pomeriggio…avrei voluto presentarteli…- disse Spike baciandole la fronte.

- Non preoccuparti…torneranno domenica, no?

Lui annuì e salirono di sopra.

- Questa è la mia stanza…cioè…la nostra stanza, e lì il bagno…io esco a prendere qualcosa per cena…tu fai come se fossi a casa tua…torno subito…- disse Spike.

Buffy si guardò intorno e poi si rimboccò le maniche. Aveva poco tempo.

Quando Spike rientrò in camera, rimase a bocca aperta.

La stanza era illuminata dalla luce di una marea di candele.

Buffy era distesa sul letto, con i capelli bagnati e soltanto un minuscolo asciugamano rosso a coprirla.

Gli sorrideva e lo invitava a raggiungerla.

- La pizza può aspettare…non credi?- disse maliziosa strizzandogli un occhio.

Spike posò la pizza a terra e si avvicinò lentamente.

- Non capisco, dolcezza…ogni volta che decidiamo di mangiare una pizza va sempre a finire che è diventata plastica…- disse sorridendo mentre le faceva scivolare via l’asciugamano.

Lei lo tirò sopra a sé.

- Beh…se preferisci la tua quattro stagioni, fai pure…- rispose lei guardandolo negli occhi.

Spike come risposta, cominciò a tracciare con la lingua una lunga scia sulla sua pelle.

Buffy emise un leggero sospiro.

Il ragazzo, soddisfatto della risposta, continuò la sua corsa.

Fino a quando non la trovò pronta per lui, calda e bagnata.

E si amarono con passione, senza fretta, assaporando ogni momento della loro unione, addormentandosi esausti l’una nelle braccia dell’altro.

Non esisteva nient’altro all’infuori di loro due.

 

 

 

- Ecco…adesso non sentirò più dolore…non deluderò più nessuno…- disse Fred sorridendo mentre contemplava nel palmo della sua mano una dozzina di pillole colorate. 

 

 

 

Tara si alzò lentamente dal letto.

Scostò la tenda dalla finestra e guardò fuori.

Albeggiava.

Strofinò gli occhi stanchi per la notte in bianco.

Wes non aveva fatto domande la sera precedente, quando aveva fatto irruzione nell’appartamento senza degnarlo di uno sguardo.

Si era limitato a chiederle attraverso la porta della sua stanza se aveva bisogno di qualcosa o aveva fame.

Non aveva ricevuto risposta.

Realizzò solo in quell’istante che non aveva più aperto bocca dal pomeriggio precedente.

E nemmeno ne aveva voglia.

Le parole di Fred le rimbombavano ancora nella testa.

Non si era neanche disturbata a provare a rintracciarla.

Com’era potuta essere stata così cieca da non rendersi conto di ciò che stava accadendo?

In più…il problema Spike…

Non era mai stata sua abitudine impicciarsi negli affari degli altri.

Era sempre stata una ragazza molto riservata, soprattutto per il fatto che non aveva mai avuto amicizie sincere.

Ma adesso le cose erano diverse.

Buffy era una delle sue migliori amiche. E Spike la stava tradendo.

Le scoppiava la testa.

E…se avesse giudicato tutto troppo in fretta? Magari non era vero niente…

Il suo cellulare vibrò.

Un messaggio.

Lo prese velocemente.

 

Chiamami appena leggi questo sms…è davvero urgente…

 

Willow.

Cosa diavolo stava succedendo a tutti quanti?

Preoccupata, si affrettò a chiamare la rossa.

- Caspita Tara! Ma sei ancora sveglia a quest’ora?

- Cosa succede?

Willow le spiegò brevemente gli avvenimenti della sera prima.

La bionda fece un enorme sforzo per mantenere l’autocontrollo.

Quindi era tutto vero.

- Tara? Ci sei?

La rossa sentì dei singhiozzi provenire dalla cornetta.

- Ma che succede?

La ragazza tirò su col naso.

- Will…ti sei mai accorta di niente?

Willow fu colta in contropiede dalla domanda.

- In che senso?

Tara continuò imperterrita.

O adesso o mai più.

- I…i miei sentimenti per te…non te ne sei mai accorta? Quando arrossivo ogni volta che mi rivolgevi parola…quanto volevo starti vicino…

Willow la lasciava sfogare in silenzio.

Era turbata da quella confessione, ma voleva e doveva ascoltare ciò che Tara le stava confidando.

Non l’aveva mai sentita così sconvolta.

- Io ero così innamorata di te…e tu…

- Io non me ne sono mai accorta…mi spiace…davvero…- concluse infine la rossa.

Tara gemé ancora.

- Avevo promesso a me stessa che tu saresti rimasta l’unica…e avrei dovuto mantenere i miei propositi…invece…

Willow cominciava a capire qualcosa. Adesso non era il momento di pensare al fatto che la sua amica, una delle più strette, era stata innamorata di lei. Ne avrebbero riparlato dopo, a quattr’occhi.

Adesso Tara stava male.

- Parlamene…ti ascolto…

- Fred…la sorella di Angel…è lei la ragazza che amo…e lei diceva di provare qualcosa…ma era insicura…sono venuta a New York per capire…e sai cosa ho capito, Will?

- No…- rispose lei invitandola a continuare.

- Lei sta con Spike…e adesso non so cosa fare! Devo dirlo a Buffy? Devo darle io questo dolore? Non voglio che soffra di nuovo…basto io per tutte e due…non credi?

Willow si sentì stringere il cuore.

Avrebbe voluto essere lì con lei, per consolarla.

Quindi Angel aveva detto la verità.

No. Non gli avrebbe mai creduto. Neanche di fronte all’evidenza.

- Tara…ascolta…non dire niente a Buffy. Sono convinta che sia tutto un bluff, l’ennesimo di Angel…Tara?

La bionda piangeva ancora.

- Ti ascolto…

- Ti do un consiglio da amica…l’abbiamo visto nelle settimane scorse, con Buffy e Spike, quanto possa essere distruttivo non parlarsi direttamente dando adito a delle stupide voci…so che mi darai della pazza, ma perché non parli direttamente con Fred? Chiedile spiegazioni, urlale in faccia il tuo dolore, ma senti cosa ha da dirti…per favore…è davvero importante…- la supplicò Willow.

Tara scosse la testa.

- L’ho sentita con le mie orecchie parlare con Angel…e dire che Spike è un amante favoloso…- disse poi amaramente.

La rossa insisté ancora.

- Fallo in nome della nostra amicizia, allora…parla con lei…

La bionda capitolò.

- Va bene. Io ho già preso la mia decisione…ma lo farò per te…

Willow sorrise.

- Grazie…

- Lascia stare…

Le due amiche si salutarono con la promessa di sentirsi il più presto possibile.

Tara si sentiva molto meglio.

Anche se non aveva più niente da dirle, avrebbe parlato con Fred.

Era la prima volta che si comportava così impulsivamente, lei che era così calma e riflessiva.

Stava cominciando ad apprezzare la nuova se stessa, tuttavia.

 

 

Willow chiuse la telefonata molto scossa.

- Cosa c’è piccola?- chiese Oz accogliendola tra le sue braccia sotto le coperte.

- Tara era innamorata di me…- disse solamente.

Quella rivelazione non l’aveva lasciata indifferente.

Lei amava Oz più di ogni altra cosa, ma prima…

Prima sarebbe stato diverso.

- Ti vedo sconvolta…- disse il ragazzo dandole un bacio in fronte.

- Non solo per questo…Tara mi ha anche confermato la storia di Angel…sua sorella e Spike vanno a letto…

Oz sembrò incredulo.

- E Tara che ne sa?

- E’ la sua ragazza che va a letto con Spike…ma le ho chiesto di andare fino in fondo a questa storia, prima di sollevare polveroni…- concluse Willow.

- Sono sicuro che è un’enorme cazzata…Spike mi ha confidato cose anche peggiori di un tradimento…io saprei se…- disse convinto il ragazzo.

- Lo so, amore…lo so…cerchiamo di dormire ora…- lo interruppe la rossa.

Chiuse gli occhi.

Se Tara avesse avuto il coraggio di parlarle prima dei suoi sentimenti, lei avrebbe avuto il coraggio di amarla alla luce del sole, di non reprimere quelle sensazioni.

Willow sapeva. L’aveva sempre saputo che Tara era innamorata di lei.

E Willow era innamorata di Tara.

Se solo avessero parlato…

Ma il tempo ormai era scaduto.

La rossa si ripromise di non dirlo mai a nessuno.

Oz ormai aveva preso un posto fondamentale nel suo cuore, e ciò che aveva provato per Tara era stato importante, ma si era trasformato col tempo in una grande amicizia.

Avrebbe celato per sempre quel segreto.

Si strinse a Oz e scivolò lentamente nel sonno.

Una lacrima le scivolò furtiva sulla guancia.

 

 

Tara uscì velocemente dalla sua stanza.

Wes era in cucina.

La ragazza non si chiese cosa stava facendo suo fratello in piedi a quell’ora.

Aveva altri pensieri per la testa.

Entrò come una furia nella stanza di Fred, per trovarla vuota.

Dove diavolo era andata all’alba?

- Wes…devo parlare con Fred…sai dov’è?- chiese risoluta.

Wes si strofinò gli occhi.

Aveva anche lui la faccia di uno che aveva dormito molto poco.

- Non lo so…Fred non è rientrata stanotte. L’ho aspettata in piedi fino adesso. Sono molto preoccupato…

Tara impietrì.

 

 

Buffy spalancò gli occhi, ansimando.

Spike fu subito accanto a lei.

- Brutto sogno?- chiese baciandole una spalla.

Lei annuì.

- Vuoi raccontarmelo?

La ragazza deglutì, ancora spaventata.

- Non ricordo quasi niente, tranne che ero terrorizzata…

Il biondo l’accolse fra le sue braccia.

- Adesso ci sono io…tranquilla…

Il suo abbraccio la faceva sentire protetta.

- Sai…quando avrò finito il mio lavoro qui e tornerò a Sunnydale, vorrei che facessi una cosa per me…- disse lui dandole piccoli baci sul collo.

- Cosa?- domandò lei curiosa.

Lui prese un po’ di tempo.

- La mia casa è molto grande…e credo che i miei abbiano deciso di stabilirsi definitivamente a New York…perché non vieni a stare da me?

Buffy spalancò i grandi occhi verdi, incapace di rispondere dalla meraviglia.

- Non volevo spaventarti a morte, passerotto…- sorrise un po’ nervoso per la sua reazione.

Aveva deciso di chiederglielo non appena l’aveva vista, quando aveva realizzato quanto era stata pesante la sua mancanza.

Non voleva più stare senza di lei, mai più.

- Mi stai chiedendo di abitare insieme?- mormorò Buffy.

- Si…

- Nel senso di convivere?

Lui le diede un altro bacino.

- In qualsiasi maniera tu voglia chiamarlo, si…voglio vivere con te…

Buffy lo guardava sempre più meravigliata.

- Amore…non l’hai ancora capito che ti amo? Voglio che il tuo viso sia la prima cosa che vedo la mattina e l’ultima prima di addormentarmi…voglio anche suicidarmi con la tua cucina…voglio vedere il tuo spazzolino in bagno e anche trovare ovunque i tuoi vestiti…voglio addormentarmi con la testa sul tuo grembo mentre guardiamo la tv la sera…voglio amarti in tutte le ore della giornata…- sussurrò Spike prendendole una mano.

Buffy finalmente respirò di nuovo.

- Queste sono le parole più belle che mi siano state dette…- disse poi emozionata.

- Lo prendo per un si?- chiese lui con un sorriso.

La ragazza gli accarezzò il volto.

- Come altro lo volevi prendere?

Spike la baciò con passione, accarezzandole le gambe.

- Passerei tutta la giornata così, accoccolato sopra di te…- sospirò il biondo mentre Buffy gli passava dolcemente la mano fra i capelli scompigliati.

Mentre poltrivano tra le lenzuola, il cellulare di Buffy squillò.

- Non rispondere…- la pregò Spike cercando di trattenerla.

- Dai…è Tara!- esclamò la ragazza cercando di divincolarsi.

Diede ancora uno schiaffetto sulla mano a Spike, che le stava dando dei pizzicotti sul fondoschiena.

- Pronto? No…eravamo svegli…si…te lo passo…

Buffy, un po’ stupita, passò il telefono a Spike.

- Vuole parlare con te…- disse poi tornando a stendersi accanto a lui.

Spike rispose.

La voce di Tara era fredda. Non l’aveva mai sentita così.

- Hai sentito Fred?

Il biondo si sorprese della domanda.

- Fred? Come fai a conoscerla?

- Nello stesso modo in cui la conosci tu…anzi…forse tu la conosci più intimamente…

- Tara, ma che stai dicendo?

La ragazza fece un enorme sforzo per lasciare da parte il suo rancore, almeno per il momento.

- Lascia stare…Fred è scomparsa…Wes, mio fratello, è suo coinquilino. Non ha dormito a casa…e non sappiamo dove cercarla…se potessi darci una mano sarebbe molto utile…

Spike saltò giù dal letto, incominciando a vestirsi.

- Vado a vedere in ufficio…fatemi sapere se ci sono novità…

Spike riattaccò.

- Buffy, vestiti…dobbiamo andare…

- Ma…- provò a dire la ragazza cercando spiegazioni.

- Ti spiego strada facendo…

I due uscirono qualche minuto dopo, diretti verso l’Università.

Spike pregò che non fosse successo niente di grave.

Aveva completamente dimenticato le parole cariche d’odio che gli aveva rivolto Tara.

 

 

- Così credi che sia Fred la ragazza di cui è innamorata Tara?- chiese Spike aprendo la porta del palazzo.

- A questo punto si…pensi che le sia successo qualcosa di grave?- domandò lei un po’ allarmata.

Il week-end si stava trasformando lentamente in un incubo.

- Spero di no…- rispose lui facendole strada.

Entrarono nell’ufficio.

Il silenzio era quasi irreale.

- Fred?- provò a chiamare Spike.

- Guarda…c’è la luce accesa nel bagno…- disse Buffy tirandolo per un braccio.

I due ragazzi entrarono.

Fred era appoggiata al water, il viso nascosto tra le braccia.

Era così stanca per aver lavorato fino a tardi che si era addormentata lì?

- Fred?- chiamò Spike andandole vicino e scuotendola leggermente.

La ragazza cadde giù come una marionetta spezzata, il volto mortalmente pallido.

- Fred!!- esclamò Spike cercando di rianimarla e accertandosi che respirasse.

Buffy lo aiutò a distenderla.

Il biondo raccolse un flaconcino di antidepressivi completamente vuoto sotto al lavandino.

- Spike! Ha smesso di respirare!- urlò Buffy.

Lui le corse accanto, cominciando a praticargli la respirazione bocca a bocca.

- Dai Fred! Respira! Respira!

Buffy nel frattempo era corsa nell’ufficio e aveva agguantato il telefono.

- Pronto? 911?

 

 

L’ambulanza arrivò velocemente.

Fred fu caricata sotto ossigeno e portata via d’urgenza.

Buffy e Spike la seguirono fino all’ospedale.

Il ragazzo fermò nel corridoio il paramedico che l’aveva soccorsa per chiedere informazioni sulle sue condizioni.

- E’ stata una fortuna che lei fosse lì e che le abbia prestato i primi soccorsi…penso che non avrebbe avuto molte possibilità senza il suo intervento…- disse l’uomo.

- Ma adesso come sta?- chiese agitato.

- E’ in prognosi riservata…mi dispiace…- concluse tornando al suo lavoro.

Spike tornò da Buffy, cercando conforto nel suo abbraccio.

- Andrà tutto bene…- mormorò lei cercando di confortarlo.

La bionda si sentiva in colpa.

Quante volte aveva augurato tutto il male possibile alla sua rivale, in preda alla gelosia.

Adesso sapeva che il suo odio era infondato.

Spike l’amava tanto da chiederle di andare a convivere e Fred era innamorata di Tara.

Ed ora era in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte.

- Perché l’ha fatto?- chiese a Spike.

- Aveva dei problemi con quella robaccia…ma aveva smesso…aveva anche un rapporto che nascondeva gelosamente tanto era importante per lei…immagino sia stata Tara…non capisco il perché di tutto questo…- disse piano lui col viso contro il maglione di lei.

Buffy chiuse gli occhi, riuscendo a percepire l’angoscia del suo uomo.

Wes e Tara arrivarono trafelati.

- Come sta?- chiese Wes ansioso.

Tara non aveva aspettato la risposta ed era corsa a cercare un medico.

- Qualcuno ha avvertito suo fratello?- chiese ancora Wes.

- Fred ha un fratello?- chiese Spike sorpreso.

- Si…Angel O’Brien…lo conoscete?

Buffy e Spike sbiancarono.

Nessuno dei due poteva credere alle proprie orecchie.

Spike scosse il capo con un sorriso tirato.

In effetti i loro occhi erano molto simili. E anche il loro carattere.

Così forti, eppure terribilmente fragili.

Adesso capiva anche il tentativo di seduzione da parte di Fred nei suoi confronti.

Era tutto parte del perverso gioco di Angel, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per far lasciare lui e Buffy.

Solo che doveva essere successo qualcosa, perché Fred non ci aveva più provato…

La voce di Buffy lo distolse dalle sue ipotesi.

- Lo avverto io…datemi qualche minuto…

Spike annuì. Nel frattempo avrebbe parlato con Tara.

Era sicuro che lei avrebbe potuto dare una risposta ai suoi interrogativi.

 

 

Buffy prese un grande respiro mentre aspettava che Angel rispondesse.

Non sapeva come dirglielo.

Tutto il rancore che provava nei suoi confronti sembrava essere sparito.

Provava solo una grande pena per lui.

Non le aveva mai parlato di sua sorella.

Chissà perché…

- Ciao Buffy…sbaglio o avevi detto che non mi avresti più rivolto la parola?

Angel e la sua solita arroganza.

Da un anno ormai era quello il suo tono abituale.

Niente a che fare con il ragazzo che le sussurrava parole dolci, di cui si era innamorata.

- Ciao…scusa l’ora…

Il ragazzo soffocò uno sbadiglio.

- Non me ne ero reso conto…cosa succede di così grave?

- Prendi il primo aereo per New York…tua sorella Fred è in rianimazione…

Inutile usare tati giri di parole.

Buffy si ritrovò a parlare da sola.

Non si sorprese. Per le persone che amava, Angel dava l’anima.

Evidentemente, non l’aveva più riavuta indietro.

 

 

- Sei l’ultima persona con cui voglio parlare…- esclamò Tara a testa bassa cercando di evitare Spike.

Il biondo la prese per un braccio, obbligandola a fermarsi.

- Devi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo! Perché ce l’hai con me?

Tara lo guardò con freddezza.

- Non è questa la domanda esatta, ma piuttosto…perché tradisci Buffy? Non ti è bastato perderla una volta?

Spike trasecolò.

- Spero sia la preoccupazione per Fred a farti vaneggiare così!

- Fred ti sta molto a cuore, vero?

Il ragazzo divenne scuro in volto.

- Parla chiaro, ragazzina…sono stanco dei tuoi giochini psicologici…

- Bene! Da quanto tempo va avanti la tua storia con Fred? L’ho sentita con le mie orecchie dirlo ad Angel!

Spike iniziò a ridere.

Adesso tutto era chiaro!

Ecco chi era tanto influente da riuscire a plagiare Fred!

Anche a costo di farla andare contro la sua natura…

- E’ tutta una bugia, Tara…io amo Buffy e Fred ama te…lo so…devi solo fidarti…ti prego…

La bionda abbandonò lentamente la sua espressione gelida.

- E’…che sono così in ansia per lei…- ammise scoppiando in lacrime.

Spike cercò di rassicurarla.

- Te lo dirà lei stessa quando si sveglierà…tra me e lei non c’è nulla, se non amicizia…

Tara annuì.

- Scusa se ti ho aggredito…non volevo…

Un medico li interruppe prima che Spike potesse rispondere.

 

 

- Sarebbe meglio una sola visita per il momento…- annunciò il medico.

Notò gli sguardi stanchi dei ragazzi di fronte a lui.

Erano lì da molte ore.

- Ok…due al massimo…

Tara si fece avanti.

Fred era molto pallida, ma i suoi occhi erano brillanti.

- Ciao…- le disse la bionda sedendosi vicino a lei.

- Ciao…- rispose lei senza energia.

Tara le sorrise debolmente.

- Sarebbe stato meglio vederci in altre circostanze…- disse poi.

Fred sembrò non sentire le sue parole.

- Non è vero niente di ciò che hai sentito. Ho inventato tutto per non deludere mio fratello…- mormorò.

La bionda le prese la mano.

Spike era stato sincero con lei.

- Spero che tu non abbia fatto questa sciocchezza per…

-…te? Certo…non volevo più soffrire…e quelle pasticche mi aiutavano…ma non volevo uccidermi, davvero! Volevo…non sentire niente…almeno per un po’…- ammise Fred con un filo di voce.

Tara le baciò la fronte.

- Voglio stare con te…non m’importa se mio fratello si sentirà tradito…voglio pensare solo a me…a noi…

Le due ragazze si sorrisero.

Due leggeri colpi sulla porta le fecero voltare.

- Fred…

Angel entrò lentamente.

- No! Mandalo via! Non voglio…vederlo…- esclamò la ragazza nel panico.

Angel restò immobile.

Fred l’aveva sempre amato.

Non lo aveva mai cacciato.

Tara cercò di calmarla e si avvicinò al suo orecchio.

- Parlaci…è tuo fratello…io sarò qua fuori…

I due fratelli rimasero de soli.

- Mi hai fatto prendere un colpo…pensavo di averti persa…- disse il ragazzo avanzando timidamente.

Fred non lo guardava.

- Ma perché l’hai fatto?- chiese lui ancora.

- Per colpa tua!! Tara, la mia ragazza, mi ha sentita parlare con te, mentre ti dicevo una enorme bugia per farti contento!!- urlò Fred, coprendosi la bocca con la mano.

L’aveva detto.

- Non voglio più vederti…vattene…ho bisogno di vivere senza di te…- concluse.

Angel era pietrificato.

La sua piccola Fred lo stava cacciando via dalla sua vita.

- Ti voglio bene Fred…perdonami…- mormorò prima di uscire, lasciando il mazzo di rose sul tavolo accanto all’entrata.

Una lacrima bagnò il volto di Fred.

Era Angel la sua malattia.

 

 

Angel riguadagnò il corridoio.

Spike, Buffy e Tara lo osservavano.

Tara aveva appena finito di raccontare a Buffy cosa era successo.

- Sappi che da oggi in poi, qualsiasi cosa dirai non ti crederà più nessuno…- gli annunciò la bionda a braccia conserte.

- Vi chiedo perdono…- disse soltanto dirigendosi verso l’uscita.

Aveva perso tutto.

Buffy.

Xander.

Fred…

Non aveva più niente.

Si strinse nel cappotto e sparì nella gelida mattina newyorkese.

 

 

 

 

EPILOGO

 

3 anni dopo…

 

 

Buffy e Spike si crogiolavano sotto il sole di Acapulco.

Erano passati due giorni da dall’inizio della loro vacanza.

Si amavano ancora come quel giorno, quando i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta nel parco di Sunnydale.

- Amore…dovremmo comprare un regalo per Oz e Willow…sarebbe molto carino portargli il regalo di nozze dal Messico…- disse Buffy accarezzando il volto del suo compagno.

- Sai che sei tu quella di noi due che si occupa di queste cose. Il mio regalo per Oz sarà l’addio al celibato…- commentò Spike divertito.

La bionda gli lanciò uno sguardo severo.

- Smettila di fare lo sciocco…

Lui le diede un bacio.

- E tu smettila di fare la fidanzata gelosa…

Dopo gli avvenimenti di New York, Tara si era trasferita da Fred e Wes, ed aveva finito lì gli studi.

Buffy sapeva che le due ragazze stavano ancora insieme. Era felice di sentire Tara ogni tanto e sapere che Fred era completamente disintossicata.

Chi non aveva retto al tempo erano Xander e Anya.

Si erano lasciati pochi giorni prima delle nozze e tutti e due erano stati molto male.

Lei si era trasferita in Inghilterra, mentre Xander aveva una piccola ditta di costruzioni a Sunnydale.

Il matrimonio di Willow era un’ottima occasione per rivedere tutti loro.

Ogni tanto si chiedeva dove fosse Angel.

Non l’aveva più visto da quella mattina in ospedale.

Nessuno di loro l’aveva più visto.

Nonostante tutto, rimaneva una persona importante nella sua vita.

Sperava che stesse bene, che fosse riuscito a sconfiggere l’ombra che attanagliava il suo cuore.

Spike c’era riuscito.

- Andiamo a fare un bagno, passerotto?- chiese lui aiutandola ad alzarsi.

- Gli hai chiesto se ha voglia?- domandò lei sollevandosi con fatica.

Il ragazzo si piegò sulle sue gambe.

- Hai voglia, tesoro?- chiese dando un bacio al pancione di Buffy.

Mancava davvero poco ormai.

Non avevano voluto sapere il sesso del nascituro.

Non aveva importanza.

Dawn, per sicurezza, aveva comprato una serie di vestitini infinita, di ogni colore e genere.

Ci teneva molto ad assere una zia modello.

William e Anne, i genitori di Spike, avevano regalato loro la vacanza, sperando che si trasformasse in una luna di miele.

Joyce non si pronunciava. Bastava che sua figlia fosse felice.

- Vieni…- disse Spike prendendola per mano.

- Aspetta…vai piano…sono una donna incinta…- si lamentò Buffy.

Il biondo la osservava con sguardo carico d’amore.

Era ancora più bella così.

Con suo figlio dentro di lei.

Tutto ciò che avevano passato per stare insieme sembrava così lontano ora.

E alla fine, non aveva più neanche molta importanza.

- Ti amo, sai?- sussurrò Spike.

Buffy gli sorrise radiosa, baciata dal sole d’agosto.