LIGHTS & SHADOWS
Di
Sarakkk
1.
I WILL ALWAYS LOVE YOU
Buffy
si affacciò distrattamente alla finestra.
Pioveva,
e il cielo grigio piombo non prometteva niente di buono per le prossime ore.
Si
controllò le unghie laccate di nero. Al suo ragazzo non piaceva, ma lei era
sempre stata un’amante del dark. Non che si vestisse sempre di nero o usasse un
rossetto in tinta, ma lo smalto era un piccolo particolare a cui non rinunciava
mai.
Sorrise
pensando a lui…oggi avrebbero festeggiato il loro terzo anniversario.
Si
erano conosciuti ad una festa. E pensare che lei non voleva neanche andarci,
impegnata com’era a piangersi addosso dopo che aveva finalmente capito che a
Scott non importava niente di lei.
Stava
pensando seriamente alla vita monastica…Non era possibile che alla sua età non
avesse ancora avuto un ragazzo!! Nell’esclusivo club delle zitelle erano
rimaste lei ed un’altra ragazza nella sua cerchia di amiche. E stava seriamente
rischiando di ritrovarsi membro esclusivo. E non ne capiva il motivo. Era una
ragazza molto carina, con i capelli biondi e gli occhi verdi, e un fisico da
atleta. Ma sembrava che questo non interessasse ai ragazzi. Strane creature gli
uomini!
Alla
fine Willow e Tara l’avevano convinta, e lei, pur controvoglia, si era
preparata ed era andata.
Era
rimasta seduta accanto alla tavola delle bibite con un bicchiere di plastica in
mano, a guardarsi intorno e ad osservare le facce felici degli altri che
ballavano al centro della sala.
“Chi
diavolo me l’ha fatto fare? Potevo essere al caldo nel mio letto ora…”
Willow
si gettò accanto a lei, a corto di fiato. Bevve un sorso di tè dal bicchiere di
Buffy e guardò con gli occhi brillanti l’amica.
-
Bella festa eh? Si stanno divertendo tutti un mondo!!
Buffy
sorrise entusiasta.
-
Già! Davvero un party da sballo!
La
rossa la guardò con aria amareggiata.
-
Almeno fai finta di essere allegra…sono due ore che sei qui seduta ad
affliggerti…sembra che ti sia morto il gatto…
Buffy
abbassò la testa senza dire niente. Possibile che neanche Willow capisse quanto
era giù di morale?
-
Cordelia non aveva detto che sarebbe venuta sicuramente?- chiese poi per
cambiare discorso.
Non
ci teneva poi così tanto alla presenza di Cordelia…come diceva sempre,
bisognava prenderla a piccole dosi, altrimenti avevi il rigetto. La conosceva
da anni ed erano amiche, ma dopo un po’ si appiccicava come una gomma da
masticare sulle scarpe, e come questa, era difficile liberarsene…
-
Sai meglio di me che adora farsi attendere…
Buffy
ridacchiò divertita.
-
Oh mio dio! Il primo sorriso che ti vedo fare questa sera!
Poi
Willow girò la testa verso la porta d’entrata, che era stata spalancata con
forza.
-
Credo sia arrivata la reginetta…
Ma
Buffy era rimata senza parole. Accanto a Cordelia, che dispensava baci e
abbracci a tutti, stava un ragazzo moro, con profondi occhi scuri. Era
bellissimo. E sembrava a disagio almeno quanto lei.
Un
lieve sorriso le si dipinse in volto.
“E
se…ma si! Figurati, mia cara illusa, se uno del genere guarda te con tutte le
ragazze che ci sono stasera…”
Fu
distratta dai suoi pensieri da Willow, che trascinandola per un braccio, la
stava conducendo proprio verso di lui.
-
Will! Che diavolo fai??- cercò di opporsi lei.
Ormai
però era troppo tardi e si trovava proprio di fronte al nuovo arrivato.
-
Ciao ragazze!- esclamò Cordelia vedendole arrivare.
-
Voglio presentarvi mio cugino Angel! La sua casa è in ristrutturazione, e starà
da me per un po’…!
Il
ragazzo porse la mano a Willow e poi a Buffy, indugiando di più su
quest’ultima.
-
Piacere…- disse timidamente lei.
Lui
le sorrise.
“Oh
dio…ha il sorriso più bello che abbia mai visto!!”
-
Ciao…- rispose lui arrossendo un poco.
-
Come avrete notato, non è un tipo di molte parole! E pensare che l’ho dovuto
trascinare qui con la forza!!- continuò Cordelia.
“Per
una volta hai fatto una cosa giusta…”pensò ancora Buffy.
E
da quel momento la festa era cambiata. Convinta che tanto Angel non l’avrebbe
notata, si scatenò saltando e ballando su una sedia.
-
Tara…guarda Buffy…sembra un’altra persona…- disse Willow dando di gomito
all’amica.
-
Dì la verità…L’hai sostituita mentre ero in bagno?- rispose la bionda.
La
rossa scosse il capo divertita.
-
E’ da quando è arrivato il cuginetto di Cordy che si comporta così…e lui non
sembra staccarle gli occhi di dosso…
Tara
guardò dall’altra parte della stanza. Angel se ne stava appoggiato al muro e
fissava Buffy con molto interesse.
-
Sarà necessario un piccolo aiuto…- disse poi prendendo Willow per mano e
dirigendosi verso Buffy.
Si
ritrovarono tutti fuori in giardino, con la scusa di fumarsi una sigaretta in
compagnia. Angel tirò fuori un pacchetto di Marlboro e ne accese una. Buffy nel
frattempo aveva ripreso l’espressione tetra di prima.
-
Cos’hai ora?- le chiese Tara preoccupata.
-
Niente…è solo che dovrei imparare a non volare con la fantasia…
-
Ti piace eh?- chiese l’altra con fare malizioso indicando Angel con un cenno
del capo.
-
Si…è molto carino…ma di certo non si può dire che ho fatto colpo…è tardi…credo
che andrò a casa…
Tara
la guardò triste.
-
Di già? Ma…a piedi?
-
Si…non mi farà male fare due passi…ciao a tutti!
Gli
amici la salutarono e lei si avviò verso il cancello. Sobbalzò quando sentì una
voce alle sue spalle.
-
Se vuoi ti accompagno…
Si
voltò e si trovò annegare in quei due meravigliosi occhi scuri come la notte
che li avvolgeva.
-
Va…va bene…se hai voglia…- rispose lei sorridendo.
Si
incamminarono lungo il vialetto. Nessuno dei due parlava.
“Ok…digli
qualcosa!!”
-
Cosa fai nella vita?- chiese improvvisamente Buffy.
“
Penserà che sono idiota!”
-
Studio. Ma non al Sunnydale High…
Di
nuovo un silenzio insopportabile.
-
E tu?
Buffy
colse al volo l’occasione e cominciò a parlare a raffica, come faceva quando
non era a suo agio. Ma a lui non sembrava dispiacere. Anzi, quasi quasi
sembrava interessato!
All’improvviso
sentirono dei rumori alle loro spalle, un vocio che si avvicinava sempre di
più.
-
Sarà meglio toglierci dalla strada…a quest’ora non girano bei tipi…- disse lui
tirandola all’ombra di una siepe. Erano a pochi centimetri l’uno dall’altra. Angel
si avvicinava sempre di più.
“Sta
per baciarti!!”
Il
ragazzo le posò un bacio dolce sulle labbra, che via via divenne sempre più
intenso. Quando la lingua di lui si fece strada nella sua bocca inesperta,
Buffy sentì un calore fortissimo esploderle dentro.
Le
voci si facevano più vicine e minacciose, e la ragazza si separò da lui, pur a
malincuore, e prendendolo per mano cominciò a correre.
-
Vieni!- disse ridendo.
Angel
la seguì. Lei ogni tanto si voltava indietro e lo guardava con gli occhi che
splendevano.
-
Non ti ho neanche detto come mi chiamo…- disse lei, una volta giunta sulla
porta di casa.
-
Hai ragione…Come ti chiami?- chiese lui guardandola fisso.
-
Buffy…
Gli
diede un leggero bacio sulla bocca e chiuse la porta dietro di sé, con il cuore
che le andava ancora a mille. E non per la corsa.
Da
quel giorno non si erano più lasciati.
Si
guardò allo specchio. Aveva indossato una mini di jeans, gli stivali e un
maglioncino scollato. I capelli biondi erano sciolti sulle spalle. Guardò
l’orologio: Angel sarebbe arrivato a momenti.
Scese
le scale eccitata e scrutò fuori dalle tendine della cucina.
-
Il tuo cavaliere non è ancora arrivato?- chiese sua sorella Dawn, intenta a
preparare uno spuntino.
Buffy
fece una smorfia.
-
No…ma non tarderà…
Una
macchina scura si fermò davanti la loro casa e Buffy cominciò a saltellare.
-
Eccolo!! Come sto?
Dawn
le sorrise.
-
Sei perfetta…buon divertimento!
Ma
sua sorella era già uscita. Alzò le spalle, addentò il panino e si diresse
davanti alla tv.
Angel
la accolse con un bacio.
-
Ciao tesoro…
Buffy
lo guardò adorante.
-
Dove mi porti?- chiese raggiante.
Angel
fece finta di pensarci.
-
Cinema e poi cena? Oggi dobbiamo festeggiare alla grande…
Lei
gli accarezzò una guancia e lui la baciò sulla fronte.
-
Sei la cosa più importante della mia vita…senza di te mi sentirei perso…
Buffy
sorrise compiaciuta.
-
Ti amo…e lo farò sempre…
Lo
baciò a lungo.
-
Anche io amore…
2. ONCE UPON A TIME IN MEXICO
Buffy
camminava avanti e indietro nervosamente con il cordless in mano.
-
Xander! Non è possibile che non ti abbia detto niente! Tra poco dovrò
raggiungerlo al Bronze. E non ho idea di cosa debba parlarmi!!
Poi
prese un tono di voce più calmo.
-
Sei il mio migliore amico, ma per mia sfortuna, anche il suo…No! Niente di
strano…Abbiamo litigato come al solito, ma poi abbiamo fatto pace…come sempre,
insomma! Ok…ora vado…ti chiamo più tardi…
Riattaccò
il telefono e si sedette sul tavolo della cucina.
-
Ce l’hai fatta a liberare il telefono!! Devo ricevere una telefonata!- esclamò
Dawn prendendo il portatile fulminea.
Buffy,
dimenticando per un attimo il suo appuntamento, si fece inquisitrice.
-
Chi ti deve chiamare??
Dawn
scosse la testa.
-
No! Non te lo dirò mai!!
-
Questo significa che qualcuno si è innamorato…Allora?
La
ragazza sospirò e poi si decise a parlare.
-
Io te lo dico, ma ti ammazzo se racconti qualcosa ad anima viva!
Buffy
si disegnò una croce sul cuore e poi alzò due dita della mano destra.
-
Parola di lupetto!
Cominciò
ad accarezzarsi i lunghi capelli, con fare incerto.
-
E’ più grande di me…
-
Quanto grande?- la interruppe Buffy sospettosa.
Dawn
le lanciò uno sguardo di rimprovero.
-
Non sono scema…solo qualche anno in più…ma vuoi che ti racconto si o no?
Buffy
la incoraggiò a proseguire.
-
…è affascinante, dolce, sensuale…
-
…ma?- chiese la sorella.
-
…è fidanzato, e io non voglio rovinare niente tra loro…dice che lascerà la sua
ragazza se io mi metto con lui, ma io non gli ho risposto. Se mi vuole bene la
lascerà a prescindere di quel che io gli dirò…finora tra noi non è successo
niente, usciamo e basta…
Buffy
guardò fiera la sorellina. Era cresciuta, aveva le sue storie, ma era una
ragazza piena di sale in zucca…
-
A te invece cosa accade?- le chiese fissando il telefono con apprensione.
-
Niente di che…Angel deve parlarmi…
-
Avete di nuovo litigato??
-
Si ma abbiamo fatto pace!- si difese lei. Chissà perché ogni volta che loro due
dovevano parlare per gli altri era sinonimo di litigio! In effetti era così al
novanta per cento, ma era quello che li faceva innamorare ogni giorno di più! Un
po’ di pepe nel rapporto era necessario!!
La
discussione fra le due sorelle fu interrotta dallo squillo del telefono.
-
E’ lui! Non fare come tuo solito!
Buffy
ridacchiò: il suo “solito” consisteva nell’intervenire nelle conversazioni
telefoniche di Dawn con i ragazzi trasformando una telefonata privata a due in
un’allegra chiacchierata a tre. Era solo un modo per capire di che pasta
fossero fatti i suoi boyfriends. Si schiarì la voce e con fare circospetto
seguì la sorellina in camera sua.
-
Come va? Tutto bene? No…sai come la penso…devi decidere tu e io poi mi
comporterò di conseguenza…
Dawn
sembrava agitata. Si agitò ancora di più quando vide Buffy entrare.
-
Vai via!- esclamò quando lei si sedette sul letto con un sorriso.
-
No, non dicevo a te…è mia sorella…
-
Ed è carina come te…?- disse la voce dall’altra parte, facendo correre un
brivido lungo la schiena di Dawn.
Buffy
fece finta i controllarsi il trucco allo specchio.
-
Perché non mi passi il tuo nuovo amico?- chiese con non chalance alla sorella.
-
Dai…passamela Dawnie…- continuò lui malizioso.
Dawn
si irrigidì.
-
Tieni…- pronunciò seria passando l’apparecchio alla sorella.
Buffy
prese il telefono con sicurezza.
-
Ciao! Così tu sei il fidanzato di Dawn?
Dall’altro
capo ci fu un silenzio calcolato.
-
Ci frequentiamo…
Quella
non era la voce di uno sbarbatello. Quell’intonazione calda le faceva venire in
mente un uomo, e consapevole del suo fascino.
-
Comunque io sono Buffy…piacere di averti conosciuto……
-
…Spike…- finì lui per lei.
Un
po’ turbata, restituì il cordless a Dawn e uscì, non prima di aver visto la sua
faccia omicida.
Andò
a prendere il cappotto, e prima di chiudere la porta della sua stanza lanciò
uno sguardo al biglietto d’aereo che Angel le aveva regalato per
l’anniversario: Messico!
Fantasticavano
fin dalle loro prime uscite su quel viaggio, e ora si realizzava davvero.
Sarebbe
stato meraviglioso.
Arrivò
al Bronze con il solito quarto d’ora di ritardo. Angel era seduto ad un tavolo.
Era scuro in volto.
Buffy
si sedette accanto a lui e fece per dargli un bacio, ma lui non contraccambiò.
-
Che succede?- chiese lei accorgendosene.
Lui
sollevo gli occhi scuri e la fissò intensamente. Buffy non gli aveva mai visto
quello sguardò.
-
Dobbiamo parlare…
“
Quando un uomo ti chiede di parlare non è mai buon segno…”
-
Dimmi…
Adesso
si stava davvero preoccupando. Se prima era un campanello d’allarme che la
metteva in guardia, ora era una sirena che urlava a pieni polmoni.
Lui
trasse un profondo respiro.
-
Avrai notato che ultimamente abbiamo dei problemi…
Buffy
fece mente locale: era stato piuttosto assente nei suoi confronti negli ultimi
giorni, ma lei non gli aveva dato importanza. Angel era sempre stato poco
comunicativo.
-
Abbiamo discusso…ma poi abbiamo risolto…no?- chiese un po’ titubante.
-
Credo che sarebbe meglio per tutti e due se la finissimo qui.
Buffy
scosse la testa incredula. Il suo cuore era andato in frantumi. Sentiva gli
occhi bruciare, ma si trattenne. Non voleva piangere davanti a tutti.
-
Possiamo uscire fuori…?- chiese con voce tremante.
Raggiunsero
il parcheggio.
Angel
non aveva più detto niente.
-
Perché? Qualsiasi problema si può risolvere…insieme…
Adesso
sentiva le lacrime rigargli il volto.
-
No Buffy. Sono mesi che ci sto pensando…ma tu non hai neanche provato a
cambiare comportamento…a me non sta più bene…ti arrabbi sempre per delle
sciocchezze, e finiamo per litigare.
Mesi?
Erano mesi che pensava di lasciarla e non le aveva detto niente?
Anzi,
si era comportato come al solito, tanto che lei non si era resa conto di
niente.
Aveva
dato per scontato che Angel ci sarebbe sempre stato?
-
Non puoi buttare via tutto così…io ti amo!- singhiozzò Buffy.
Angel
parlava, ma non la guardava negli occhi.
-
Dimmelo in faccia!- urlò lei accecata dal dolore.
Lui
alzò lentamente la testa.
-
Ti voglio un bene immenso, ma non è più come prima…mi dispiace…
Buffy
annuì e si avviò verso la sua macchina. Lui la seguì.
-
Buffy…aspetta!
Lei
si girò furente.
-
Cosa? Devi dirmi qualcos’altro? Penso che tu mi abbia già rovinato la giornata
oggi!
Detto
questo entrò in auto. Angel bloccò lo sportello.
-
Posso…chiamarti?
-
No.- fu la secca risposta.
Il
ragazzo si mise una mano sulla testa osservando la macchina che si allontanava
a gran velocità.
-
Mi dispiace…
Guidava
senza sapere dove andare, quando si ritrovò a casa di Xander.
Suonò
e il ragazzo si ritrovò di fronte una Buffy sconvolta, trasformata in una
maschera dal trucco che colava insieme alle lacrime. Gli si gettò tra le
braccia.
-
Mi ha lasciata…
-
No…non può essere…scherzi vero?
Ma
vedendo che lei continuava a piangere, si convinse che quella fosse la verità.
La
fece accomodare e le preparò una camomilla.
-
Allora? Che ti ha detto?
Buffy
tirò su col naso.
-
Ti racconterà lui…ora non ho proprio voglia di riparlarne…ti basti sapere che
mi ha lasciata…
-
Ma non ti ha detto il perché?
Buffy
sentì di nuovo il cuore scoppiarle.
-
Non mi ama più…E me l’ha detto senza provare un minimo di dispiacere.
In
quel momento squillò il telefono e Xander andò a rispondere.
-
Ciao Angel…
Buffy
gli fece cenno di non dirgli che era lì.
-
No non l’ho vista…perché? Oh…mi dispiace…senti, ti richiamo tra dieci minuti…ho
dimenticato il caffè sul fuoco…
Riappese
e si girò verso l’amica.
-
Stava piangendo. Non pensare che lui non ci stia male.
-
Oh poverino! Se sta tanto male perché mi ha piantato? Beh…ora vado a casa. Voglio
infilarmi nel letto e dormire per sempre…
Abbracciò
Xander.
-
Chiamami a qualsiasi ora del giorno e della notte…Ti voglio bene…
-
Anche io Xan…
-
Non ti abbattere…
Buffy
si liberò dell’abbraccio e uscì.
-
Sono a casa!- disse entrando.
C’era
un biglietto appeso al frigo.
“Sono
fuori per lavoro. Torno domani. Un bacione, mamma”
Buffy
sbuffò. Proprio ora che avrebbe tanto voluto piangere tra le sue braccia… e
neanche Dawn sembrava esserci. Forse era uscita con il suo ragazzo. Sentì il
rombo di una macchina, che si fermava sul suo vialetto. Forse era Angel che
veniva a dirle di aver cambiato idea…
Corse
alla porta e la aprì. Con delusione, scoprì che si trattava di una De Soto
nera, e sua sorella ne stava uscendo. Doveva essersi divertita a giudicare dal
sorrisino ebete che aveva stampato in faccia.
Almeno
una delle due sorelle Summers aveva avuto una bella giornata…
Dawn
fece un cenno di salutò mentre l’auto ripartiva.
Buffy
avrebbe giurato che la persona al volante la stesse fissando.
-
Ciao sorellona! Cos’è quel viso triste??- esclamò entrando la ragazza.
-
Guarda che occhiaie! Sembra che hai pianto per…
Il
sorriso le si spezzò quando si accorse che Buffy non aveva pianto, ma che stava
piangendo. Ora.
-
Che è successo?- chiese preoccupata abbracciandola.
-
Niente…Io e Angel abbiamo rotto…- rispose lei tra i singhiozzi.
-
E immagino che non sia stata tu a lasciarlo…vai a fare un bagno…ti preparo una
cenetta da leccarti i baffi!!
Buffy
seguì il consiglio della sorella, salendo mestamente le scale.
A
Dawn veniva da piangere per lei. Ma non riusciva a odiare Angel. Gli aveva
sempre voluto un gran bene e avrebbe continuato a volergliene. Si domandò come
si sarebbero comportati: avevano gli stessi amici e non credeva che nessuno dei
due si sarebbe fatto da parte, anche se era sta Buffy ad introdurre Angel nel
gruppo.
Tra
tutti questi pensieri, trovò anche un piccolo spazio per la sua nuvoletta rosa:
Spike le aveva detto che avrebbe lasciato a giorni la sua ragazza…!
Si
mise il grembiule con i gatti e si apprestò ai fornelli.
Buffy
era appena uscita dalla doccia. Non sapeva se era bagnata per colpa dell’acqua
o delle lacrime.
Però
si sentiva meno peggio. Meglio era una parola troppo grande.
Prese
una scatola e ci mise tutto ciò che gli ricordava loro due. Meno cose vedeva di
Angel e meno avrebbe sofferto. Per ultimo vi ripose il Claddagh che le aveva
regalato un anno prima.
-
Buff!! E’ pronto in tavola!!
Dawn
la stava chiamando. Chiuse la scatola e la ripose con cura sotto al letto.
Stava
per andare di sotto, quando si accorse di aver dimenticato qualcosa.
Con
la morte nel cuore prese il voucer dell’aereo tra le mani.
Una
lacrima scese lenta sulla sua guancia mentre lo strappava.
3.
GOIN’ DOWN
Erano
passate due settimane.
Se
ne stava distesa sul letto a pancia all’aria, con un libro appoggiato sul viso.
Non
vedeva Angel da quel giorno.
Aveva
ricevuto sue telefonate, ma si era sempre fatta negare, tranne una volta.
In
quell’occasione l’aveva supplicato di tornare con lei, ma era stato
irremovibile.
-
Sono preoccupato per te…non puoi rimanere chiusa in casa a piangere…devi
dimenticarmi…vorrei tanto che potessimo restare amici, ma so che non è il
momento di chiedertelo…
Buffy
lo aveva salutato velocemente, prima che capisse che stava per singhiozzare di
nuovo.
Non
sapeva se era meglio sentirlo o no…se lui chiamava, lei stava male perché sapeva
che non era più suo…ma se non chiamava, forse era peggio, perché voleva dire
che se ne fregava di lei…o forse aveva un’altra. Si alzò di scatto a sedere sul
letto. Se l’avesse visto con un’altra ragazza, lo avrebbe ammazzato. Lui e la
sua puttanella. Tutte le sue amiche avevano chiamato…persino Cordelia! Tara,
Willow e Anya erano anche venute casa sua, riuscendo a non farla pensare ad
Angel per qualche minuto.
Le
avevano detto che Angel si era fatto sentire solo con Xander, ma non sapevano
come stesse.
-
Sabato scorso non c’eravate né te né lui…l’atmosfera era pesantissima…- disse
Tara abbracciandola.
-
Spero che stasera uscirai…ti farebbe bene…- proseguì Willow.
Anya
non le diede il tempo di rispondere.
-
E se c’è anche lui, prendilo a calci dove lo sente meglio!
-
Anya!!- esclamarono le altre tutte insieme, fingendosi sconvolte da ciò che
aveva detto. Poi scoppiarono a ridere. Anya non aveva proprio peli sulla
lingua!
Avevano
passato un bel pomeriggio e Buffy aveva anche riso una o due volte.
Aveva
assicurato che sarebbe uscita. Appuntamento al Bronze. Quella sera l’avrebbe
rivisto e affrontato Almeno credeva. Con uno scatto felino prese il telefono
alla sua destra.
-
Xan? Ciao! Si, sto un po’ meglio…lui c’è stasera? Perfetto a dopo! Non
preoccuparti…va tutto bene…
Riattaccò.
Angel sarebbe uscito.
L’avrebbe
riconquistato. Con ogni mezzo.
Arrivò
al Bronze in anticipo per una volta, anche perché Anya era passata a prenderla.
Si guardò intorno. Angel non era ancora arrivato, ma non poteva sfuggire al suo
piano. Rispose con un sorriso agli sguardi ammirati di due ragazzi al bancone.
Vide
entrare Xander e poi lui, bello come sempre. Si sentì mancare.
Non
poteva sentirsi male ogni volta che lo vedeva…
Si
avvicinarono ai ragazzi.
-
WOW! Stasera sei meravigliosa!- esclamò Xander vedendola.
Quella
sera aveva dato il meglio di sé: oltre ad una gonna grande come un fazzoletto,
aveva anche indossato le scarpe col tacco a spillo che piacevano tanto a lui. Si
era esercitata ore quel pomeriggio per riuscire ad avere un’andatura sexy e non
sembrare una bambina che impara a camminare!
-
Grazie Xan…Sei sempre il solito cavaliere…- esclamò Anya un po’ alterata per la
mancanza di complimenti al suo indirizzo.
-
Scusa…Sei bellissima anche tu…- affermò lui abbracciandola.
Angel
non sembrò curarsi molto del suo abbigliamento, e la salutò con un ciao molto
indifferente.
Buffy
rispose con sorriso accecante.
-
Così non risolvi però…si vedeva lontano un km quanto eri finta!!- le disse
Xander all’orecchia.
Nel
frattempo erano arrivate anche Willow e Tara.
Buffy
era seduta al tavolo insieme a loro, mentre Angel e Xander erano andati a
prendere qualcosa da bere.
-
Non mi ha nemmeno degnata di uno sguardo…- annunciò cancellandosi l’espressione
allegra ora che poteva.
Willow
sospirò.
-
Tesoro…ti ha appena lasciata…non puoi pretendere che si comporti come al
solito, no?
Buffy
annuì rassegnata.
-
Mi sento male…come se mancasse una parte di me…e sento un peso in mezzo al
petto che non mi fa respirare…
Tara
le strinse la mano.
-
Starai meglio…vedrai…
-
Già!- la interruppe Anya.- Adesso andiamo a ballare!!- esclamò trascinando
Buffy in pista.
La
ragazza si fermò imbarazzata davanti all’amica che si dimenava al ritmo della
musica, e la incoraggiava a seguire il suo esempio.
Mosse
alcuni passi lenti e impacciati, ma poi le note le entrarono in circolo come
una droga.
Il
top rosa luccicava insieme alle luci e i capelli biondi serpeggiavano intorno
come un’aura mistica.
Anya
sorrise. Quando Buffy ballava trasudava sesso da ogni poro. Aveva lei stessa
voglia di saltarle addosso.
Tutti
la stavano guardando, tranne chi avrebbe dovuto.
In
particolare, due occhi la fissavano con più intensità, voluttuosi e carichi di
sensualità, di un blu intenso che andava accentuandosi ad ogni movimento in più
che lei faceva.
-
Cosa prende?- chiese il barista spazientito. Lui non distolse lo sguardo da
Buffy, e rispose distrattamente.
-
Un Bourbon…
Sorseggiò
lentamente, con il gomito appoggiato al bancone.
Con
un dito accarezzò il bordo del bicchiere, e un sorriso malizioso gli si disegnò
sulle labbra, mentre sentiva crescere in lui l’eccitazione. Capì che ballava
per qualcuno, come una specie di tacita dichiarazione di possesso nei confronti
di un fantomatico e fortunato “lui”: lei era solo sua.
Si
strinse lo spolverino nero attorno al corpo snello e muscoloso e si fece strada
verso l’uscita.
Un
giorno era sicuro che avrebbe ballato per lui. E soprattutto, CON lui.
Buffy
cercò con lo sguardo. Angel stava parlando con Xander e sembrava totalmente
assorto nella discussione.
Sbuffando
si spostò i capelli dal viso, continuando ad ancheggiare languidamente.
“
Maledetto Xander!! Non devi distrarlo!!”
Quando
finalmente lui le concesse una fugace occhiatina, la musica si fermò per
lasciare posto ad un romantico lento.
Buffy
gli sorrise e gli fece un cenno, che lui contraccambiò un po’ impacciato.
Stava
per tornarsene al tavolo, quando Anya la bloccò di nuovo.
-
Ha avuto effetto il tuo ballo sexy?
Lei
alzò le spalle e le indicò il bersaglio.
-
Non mi pare, a parte un timido saluto…
Poi
tornò a concentrarsi sull’amica.
-
Secondo te cosa dovrei fare? Io voglio riconquistarlo ad ogni costo…
-
Hai provato col sesso? Gli uomini cadono come pere dagli alberi in certe
situazioni…- propose con semplicità.
Gli
occhi di Buffy si fecero pensierosi. Anya non aveva tutti i torti.
La
sua vita sessuale con Angel non era mai stata ricca…Le volte che avevano fatto
l’amore si potevano contare sulle dita di una mano…Era stato emozionante, ma
mai soddisfacente come lei se lo aspettava.
Inoltre
c’erano cose che lei aveva sempre rifiutato di fare con lui, non perché non lo
amasse, ma semplicemente perché la disgustavano. A volte aveva pensato di
essere diventata frigida.
Lui
l’aveva sempre rassicurata, dicendole che non aveva importanza e che avrebbe
aspettato senza chiedere…invece le sue pressioni si erano fatte sempre più
insistenti. Ma una cosa di cui andava fiera era che, nonostante si sarebbe
fatta tagliare un braccio per lui, non aveva mai ceduto.
Possibile
un uomo avrebbe venduto persino la propria anima per un rapporto orale???
Buffy
non capiva cosa ci fosse di tanto attraente in tale atto. Forse era arrivato il
momento di accontentare Angel, e se era l’unico modo per riportarlo da lei, si
sarebbe piegata.
-
Sta facendo quello show per te, amico mio…- disse Xander in direzione di Angel.
Il
ragazzo abbassò lo sguardo verso il bicchiere di rum e coca che stava
sorseggiando.
-
Lo so…
Gli
occhi dei due andarono di nuovo a posarsi su di lei, che si agitava
freneticamente accanto ad Anya.
-
Che pensi di fare?
Angel
trasse un lungo sospiro.
-
La riaccompagnerò a casa e ci parlerò un po’…ma non potrò risolvere la
situazione, perché non c’è niente da risolvere…io non la amo più…le voglio un
bene dell’anima, ma non è più come prima…
Buffy
gli sorrise da lontano e lui contraccambiò il saluto con la mano. Poi si voltò
verso il bancone per ordinare un altro drink.
-
E quindi non ti interessa se qualcuno flirta con lei, come quel tipo biondo che
ci sta parlando…- insinuò Xander indicandolo.
Angel
lo squadrò distrattamente.
-
No…prima si rifà una vita, meglio è per tutti…
Xander
scosse la testa, contrariato. Se fosse stata la sua fresca ex, le avrebbe
staccato la testa a morsi.
-
E’ stato un piacere…allora ti chiamo…- disse il ragazzo congedandosi.
Buffy
gli sorrise e annuì col capo.
-
Ci conto! Buona serata!
Anya
le si fece subito incontro.
-
Chi era quel tipo? Non avevi detto di voler riconquistare il tuo amato?
Buffy
alzò le spalle.
-
Si chiama Riley. Volevo solo far ingelosire il bastardo…
-
E ci uscirai?
-
Perché no? Non sono in lutto, dopotutto…- rispose lei sardonica.
Tornarono
al tavolo, mentre gli altri si preparavano ad andare via.
-
Già si torna a casa?- chiese Anya delusa.
-
E’ tardi e siamo tutti stanchi…- rispose Tara.
-
Credo che rimarrò…ho ancora adrenalina da scaricare…- rispose Anya tornando in
pista – Buonanotte!
Gli
amici la salutarono.
-
Chi mi riporta? Sono rimasta a piedi…- disse Buffy triste.
-
Vuoi venire con me?- chiese Angel.
Gli
altri si scambiarono uno sguardo complice.
-
Allora io e Tara andiamo con Xander…Buonanotte!!- esclamò Willow sparendo fuori
della porta con gli altri due, prima che qualcuno dicesse qualcosa.
Angel
e Buffy erano rimasti da soli. Nella mente di lei si affollavano mille
pensieri. Forse non era in grado di attuare il suo progetto.
Il
parcheggio risuonava dei loro passi, in un silenzio quasi irreale.
Nessuno
dei due sapeva cosa dire. Si accomodarono in macchina, rimanendo al buio.
-
Come va?- chiese poi Angel, rompendo l’imbarazzo. Buffy tirò un sospiro di
sollievo. Se fosse stato per lei non avrebbero parlato mai.
-
Credo bene, tutto sommato…Te?
-
Tutto bene…
Angel
evitò di guardarla, picchiettando le dita sul volante. Buffy scrutava fuori dal
finestrino.
-
Sono contento che in certo senso hai superato la cosa…ho visto che parlavi con
un ragazzo…
“
Cara vecchia gelosia…Funzioni sempre…” pensò lei soddisfatta.
-
Si, ma niente di importante…
-
Non serve che ti giustifichi…non siamo più una coppia, e puoi fare ciò che
vuoi…
Buffy
si sentì ferita. Davvero non gli interessava se lei usciva con altri ragazzi?
-
Voglio dire…non che non mi interessi ciò che fai, ma non nel senso di…
La
timidezza di Angel emergeva tutta insieme. Non era mai stato un gran oratore, e
di solito finiva sempre per impappinarsi in discorsi enigmatici e di difficile
comprensione.
-
Ciò che voglio dire è che siamo amici ora, giusto?
La
parola “amici” la investì con tutta la sua freddezza. Sentì che doveva agire.
-
Posso chiederti un favore?- disse infine facendosi coraggio.
-
Dimmi…
Buffy
si fece più vicina e gli poggiò una mano tremante su una coscia. Angel si
irrigidì.
-
Buffy…non credo che…
-
Shh…- lo zittì lei poggiandogli l’altra mano sulle labbra.
-
Ci sono delle esperienze che vorrei fare solo con chi amo…- disse chinandosi
verso la patta dei pantaloni di lui, sfiorandola con la bocca. Forse qualche
emozione era riuscita a suscitarla.
Sbottonò
i pantaloni con velocità ricevendo la conferma di ciò che aveva pensato.
-
Questo non succede tra amici…e non credo che possa persuadermi a cambiare idea.
-
Lo so…ma non mi importa…voglio solo dimostrarti quanto ti amo…- sussurrò lei
accarezzando la stoffa dei suoi slip con la lingua.
Angel
si sentì avvolgere dal calore del suo alito, eccitato come non mai.
-
Oh Buffy…- ansimò mentre i movimenti di lei si facevano sempre più rapidi.
Lei
si tirò su, cercando di baciarlo. Ma lui la allontanò, spingendole in giù la
testa.
-
Continua…
Nel
frattempo la mani del ragazzo si erano insinuate sotto la maglietta,
stringedole i seni con forza, quasi a farle male. Buffy non protestò.
Poi
la fece smettere, invitandola a continuare con la mano.
-
Parlami Buffy…
Lei
rimase stupita dalla richiesta.
-
Cosa…devo dirti?- chiese un po’ turbata.
Fu
allora che vide uno sguardo nuovo in lui.
I
suoi occhi erano neri come il buio più oscuro, senza la minima traccia della
tenerezza che vi aveva visto sempre.
-
Dimmi le cose più sporche che ti vengono in mente…parole che non riusciresti
neanche a pronunciare…devi essere la mia puttana…
Buffy
sentì salirle un groppo in gola, e le lacrime inumidirle gli occhi.
Ma
lo fece.
Eseguì
alla lettera gli ordini di Angel, fin quando non la spinse ancora verso il suo
membro, quasi costringendola a prenderlo di nuovo in bocca.
Un
sapore vischioso e indefinibile si mischiò al gusto amaro delle lacrime che
reprimeva con fatica.
Si
rimise dritta, quasi rannicchiata contro il sedile. Angel riabbottonò i jeans e
mise in moto la macchina.
Dopo
un viaggio che sembrò a Buffy non finire mai, finalmente arrivarono in Revello
Drive.
-
Buffy…teniamo questa cosa per noi. Non voglio che gli altri sappiano ciò che è
successo…- disse Angel mentre lei scendeva dall’auto, continuando a guardare
fisso davanti a lui.
La
ragazza annuì in silenzio.
-
Buonanotte…- disse poi voltandosi e dirigendosi lentamente verso casa.
-
Ti chiamo per domani sera.
Angel
era andato via, e lei non trattenne più il pianto. Quello non era il suo
Angel…e lei si sentiva così sporca…e in colpa…
Si
sedette su un gradino del portico, asciugandosi gli occhi con la manica del
giubbotto.
-
Sei tornata con lui?- chiese Dawn sedendosi accanto a lei con un barattolino di
gelato.
-
Non dovresti essere ancora in piedi a quest’ora…- bofonchiò Buffy cercando di
non dare a vedere la sua disperazione.
-
Non sono più una poppante, ricordi? E comunque sono a casa da un’oretta…non
riuscivo a dormire…- sbuffò la ragazza.
Buffy
non voleva parlare di Angel e dato che la sorellina avrebbe sicuramente fatto
domande riguardo al fatto che lui l’aveva riaccompagnata a casa, la prevenne.
-
Sei uscita con Spike?
Dawn
scoppiò in una risatina e mise in bocca il cucchiaio con il gelato.
-
Si, c’era, ma non eravamo soli…è da un po’ che non ci frequentiamo più…abbiamo
deciso di rimanere amici, ma continua a uscire con il mio gruppo. La sua ragazza
lo ha piantato…ha scoperto che non era il tipo fedele che diceva di essere. Ma
nessuno di noi due ha sofferto…anzi, forse stiamo meglio ora…
Immerse
di nuovo il cucchiaio nel gelato.
-
A metà serata è scomparso dicendo che andava a bere qualcosa al Bronze…
Buffy
sembrò meravigliata.
-
Pensa che coincidenza! Ero anche io al Bronze! Peccato che non so come sia
fatto, mi sarebbe piaciuto incontrarlo…
Dawn
alzò gli occhi verso il cielo stellato.
-
Non puoi neanche immaginare cosa ti sei persa…
Le
due sorelle rientrarono in casa, augurandosi la buonanotte.
Buffy
entrò in bagno e si guardò allo specchio.
Il
suo bel viso sembrava stanco, quasi invecchiato. Lo sguardo le scivolò verso le
labbra, e istintivamente suscitò in lei un conato di vomito. Tremando, prese lo
spazzolino e cominciò a strofinarsi energicamente i denti, sollevata dalla
freschezza del dentifricio alla menta.
Di
nuovo si guardò allo specchio. Sembrava una bimbetta impaurita con quei grandi
occhi verdi spalancati. Ciò che aveva detto Angel prima di andarsene lasciava
presagire che il loro incontro di quella notte non sarebbe stato un caso
sporadico.
“Ti
chiamo PER domani sera”. Queste parole continuavano a frullarle in testa. Quindi
per forza lui voleva rivederla. Buffy non ne fu del tutto felice. Non voleva
essere la sua “scopata quotidiana”.
Pensò
però che in fondo era una questione di abitudine: se avessero continuato ad
avere questo tipo di uscite, lui non avrebbe avuto il bisogno di trovarsi
un’altra, e quindi sarebbe stato di nuovo suo. E lei avrebbe smesso di sentirsi
repellente come adesso.
Si
appoggiò al bordo della vasca, stringendosi le ginocchia contro il petto.
In
fondo, non c’era niente di male ad essere la puttana del proprio uomo. Cercando
di convincersene, andò a dormire.
Come
Buffy aveva previsto, la storia procedeva nel più stretto riserbo.
Angel
riaccompagnava sempre più spesso Buffy a casa, avendo la premura di riportarla
per ultima se aveva anche altri passeggeri.
Nessuno
sembrava aver visto in questo comportamento atteggiamenti sospetti.
Xander
era l’unico che sapeva, informato da Buffy, che aveva assolutamente bisogno di
qualcuno con cui sfogarsi, che non la giudicasse. Tara, Willow e Anya non
avrebbero mai capito.
Lui
non approvava la decisione dell’amica, ripetendole spesso che si stava
umiliando per il suo sentimento, riducendosi ad uno zerbino per Angel, e che
lui la stava solo usando, tenendo il tutto nascosto, per salvarsi la faccia di
fronte a tutti loro.
Doveva
assolutamente dimenticarlo e smettere di stare ai suoi comodi.
Ma
Buffy non sentiva. Era convinta che anche Angel doveva provare qualcosa per
lei, altrimenti non ci avrebbe fatto quelle cose.
Lui
non la baciava in bocca, non la guardava negli occhi, e non aveva assolutamente
voluto fare sesso. Ovviamente qualsiasi altra pratica era ben accetta.
Pensava
al suo piacere personale prima, ma non era egoista, e regalava anche a lei
momenti di intenso appagamento. Non sempre usciva quando Buffy glielo chiedeva.
Solo quando aveva voglia.
Tutto
sommato però Buffy era un’altra persona.
La
convinzione che era di nuovo il suo ragazzo, anche se nessuno lo sapeva, la
rendeva gioiosa e piena di vita, e, dall’esterno, era parso chiaro a tutto il
gruppo come il rapporto fra lei ed Angel fosse migliorato: si scambiavano
battute, ridevano e parlavano amichevolmente, come se niente fosse accaduto.
La
situazione le aveva regalato una certa stabilità emotiva.
Sapeva
bene anche lei che il suo era un equilibrio davvero fragile.
Quella
sera erano andati al Bronze. Buffy non vedeva Angel da qualche giorno. Cominciava
a sentire la mancanza delle sue carezze.
-
Tra poco arriverà…non essere impaziente!- le bisbigliò Xander.
Lei
sorrise radiosa.
-
Lo so…ma non ci riesco!
Willow
e Tara fecero capolino tra la folla e cercarono di far ballare i due.
-
Venite!! Vi divertirete!!
Xander
fu preso di peso e trascinato in pista, mentre Buffy se la scampò con la scusa
più banale di questo mondo.
-
Vado a prendere il cellulare…devo averlo lasciato in macchina…torno subito!-
disse dirigendosi verso l’uscita.
Tirò
un sospiro di sollievo. Non aveva davvero l’ispirazione quella sera per
buttarsi in mezzo ad una calca di persone sudate…e poi Angel sarebbe arrivato a
minuti.
Si
accorse che aveva davvero lasciato il telefonino in auto e si diresse verso il
parcheggio. Recuperò l’aggeggio e mentre controllava se aveva ricevuto delle
chiamate, fu attirata da dei gemiti che provenivano dall’ombra del vicolo
dietro alla porta secondaria del locale.
Forse
era una coppia appartata, ma poteva esserci anche qualcuno in difficoltà…
La
borsetta le scivolò via e i suoi occhi si fermarono impietriti su una mano che
si faceva strada tra le gambe di una bionda appoggiata al muro, che sembrava
gradire molto. Quella mano apparteneva ad una persona che lei conosceva più che
bene.
Il
viso di Angel, rosso e accaldato, riemerse con uno scatto dal seno della
ragazza, allarmato dal tonfo della borsetta che toccava terra.
Buffy
si sentì mancare la terra sotto i piedi, mentre sentì le ginocchia che
lentamente cedevano.
Angel
parve visibilmente scocciato dall’interruzione, e la sua espressione non mutò
neanche quando si accorse che ne era la sua ex ragazza la causa. Quella che da
due mesi a questa parte aveva esaudito le sue voglie più nascoste, senza
battere ciglio. Ma questo a lui sembrava non importare.
Si
allacciò la camicia sbottonata, mentre la sua amichetta si scostò dalla parete
con un sbuffo, riavviandosi la bella chioma bionda.
-
Scusate l’interruzione…- disse Buffy con un filo di voce prima di voltarsi e
scappare via.
Angel
si passo una mano fra i capelli.
-
Scusa Darla…devo sistemare una faccenda…ci vediamo dentro tra un po’…- disse
poi partendo alla ricerca di Buffy.
La
trovò qualche minuto dopo, mentre cercava di raggiungere la sua auto. La bloccò
per un braccio. Lei, ferina, si voltò e con uno strattone si liberò della
presa.
-
Non toccarmi.
Angel
alzò le mani in segno di resa.
-
Cosa credevi, Buffy? Che saremmo ritornati insieme solo perché ci siamo
divertiti un po’? Per me non significava niente.
Lei
serrò le labbra, scossa dalla rabbia e dalla disperazione.
-
Allora? Cosa credevi? Che ti avrei detto “amore sono stato un’idiota” e che ti
avrei stretta forte forte tra le braccia?
La
ragazza tentò una reazione.
-
Tu…sei un bastardo…mi hai usata e gettata via come un fazzoletto usato…non
volevi vedermi soffrire? Pensa, ci sei riuscito per due volte!! Mi hai
umiliata, e io non ho fiatato…ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto, perché
sapevi che ti amavo, per poi farti beccare con quella…
-
Tu non mi hai “beccato”…quella è la mia nuova ragazza.
La
mano di Buffy colpì la guancia di Angel con un rumore sordo.
-
Mi fai schifo…
Entrò
in macchina e partì a tutta velocità.
Angel
rimase incredulo a massaggiarsi il viso. Darla apparve alle sue spalle.
-
Cosa è successo?
Lui
le cinse la vita con un braccio.
-
Niente. Entriamo, ti presento i miei amici…
Buffy
rientrò in casa come una furia.
“
Stupida, stupida, stupida…come hai potuto ridurti così? Quello non è l’Angel
che conoscevi…”
Ormai
non piangeva più.
Non
meritava che si versassero lacrime per lui. Ma il suo cuore in pezzi piangeva
per lei.
Si
buttò sconfitta sul letto. Non voleva vederlo mai più. E se questo significava
non uscire più con gli altri, non importava. Se le volevano bene si sarebbero
divisi equamente tra lei ed Angel.
L’indomani
avrebbe spiegato la situazione a Xander.
Il
cellulare suonò. Willow.
Decise
di non rispondere. Non aveva voglia di parlare con nessuno.
Poi
un’idea si fece strada tra i suoi pensieri.
Digitò
velocemente un messaggio sulla tastiera.
Riley
rispose quasi subito al suo invito ad uscire per la sera dopo.
Qualche
settimana dopo, le sorelle Summers stavano mettendo in ordine la cucina dopo
aver cenato. Joyce era di nuovo in viaggio e sarebbe stata fuori per qualche
giorno.
-
Buffy, perché non esci con me ed i miei amici stasera?
Dawn
sembrava in pena da un po’ per la sorella dopo aver saputo della sua decisione
di non uscire più col suo gruppo.
Buffy
stava sorseggiando una tazza di caffè sfogliando il giornale.
-
Ho un appuntamento…mi vedo al parco con Riley…è davvero carino…
Dawn
si sedette accanto a lei.
-
Mi dispiace, ma io credo che si tratti di una ripicca. Questo ragazzo non ti
interessa davvero, ma dato che Angel ha una nuova ragazza, tu non vuoi essere
da meno…
-
No…non è così…Riley mi interessa sul serio. Altrimenti non ci starei insieme.
Dawn
sospirò.
-
Ti ci sei messa il giorno dopo che hai visto Darla…
Buffy
chiuse con forza la rivista.
-
Ti ho detto che mi piace e mi da sicurezza. Cos’altro vuoi che ti dica?
-
Scusa…non volevo offenderti…comunque sarò anche io al parco…e il mio invito è
sempre valido…
Dawn
prese il giubbetto ed uscì.
Buffy
rimase da sola. Con mestizia andò a prepararsi. Forse sua sorella aveva
ragione. Per Riley non provava un briciolo di attrazione, ma con lui era
serena…ed era tranquillità ciò di cui aveva bisogno.
Non
aveva più pensato ad Angel, se non con odio puro. Ma come diceva sempre sua
madre, l’odio è pur sempre un sentimento…
Da
quanto le raccontavano gli amici quando uscivano insieme a lei, sembrava che
Darla fosse l’amore della sua vita. Si vedevano di rado perché lei abitava a
Los Angeles, ma non pareva essere un ostacolo per Angel. La rabbia la colse
come un fiume in piena: prima o poi l’avrebbero pagata entrambi…
Il
clacson dell’auto di Riley la distolse dai suoi propositi di vendetta. Si armò
del suo sorriso più bello e uscì di casa.
Come
al solito, le serate con Riley non passavano mai. Era dolce e simpatico, ma
avevano zero argomenti in comune. Lui sempre tutto preso dalla sua carriera
militare, le raccontava in ogni minimo dettaglio marce, sveglie all’alba e
addestramenti. E lei fingendo interesse annuiva con entusiasmo.
Avrebbe
voluto che la panchina su cui sedevano la inghiottisse.
-
Buffy!
Che
fosse il famoso intervento divino? Era Dawn!
Arrivava
con una comitiva di persone. Salutò Riley e fece alzare in piedi la sorella.
-
Voglio presentarti qualcuno…- disse con sorrisino che non prometteva nulla di
buono. Buffy sbuffò: Dawn sapeva bene che odiava questo genere di cose.
-
Dawn…per favore…
-
Su! Sii più socievole! Questo è Spike!
Buffy
alzò lentamente gli occhi da terra. Un ragazzo biondo platino si trovava di
fronte a lei e la scrutava con dei meravigliosi occhi azzurri, che la fecero
sentire nuda come un verme. Era bello da mozzare il fiato.
-
E così tu sei la famosa sorellina! Dawn mi ha parlato molto di te…
Le
guardò malizioso mentre si avvicinava per stamparle due baci sulle guance.
-
Piacere…- balbettò lei a disagio. Pregò che il suo viso non si fosse
trasformato in un’enorme pomodoro.
-
Buff, noi siamo qua in giro…Ci vediamo dopo…- la salutò Dawn.
-
E’ stato un piacere, Buffy…- disse lui con un cenno della mano e un sorriso
disarmante.
Lei
ricambiò il saluto quasi in trance. Lo osservò allontanarsi, con lo spolverino
nero che danzava al ritmo della sua andatura sicura ed elegante.
Buffy
si sedette. Il cuore che le batteva a mille.
Riley
le stava parlando, ma lei non capiva cosa stesse dicendo.
Riley
non esisteva più.
Spike.
E
nient’altro.
4.
HE
Dawn
lasciò il braccio di Janice per raggiungere Spike, che camminava davanti a lei.
-
Perché stai solo soletto davanti a tutti?
Lui
non si voltò verso di lei, ma sorrise, continuando a guardare davanti.
-
Sono un tipo solitario bambina…
Dawn
gli diede una gomitata, ridendo.
Finalmente
lui le dedicò il suo viso strafottente e bellissimo.
-
Non starai sbeffeggiando me, vero Briciola?
La
ragazza scosse la testa solennemente, senza riuscire a trattenere l’ilarità.
-
Sai…- disse poi tornando serio - tu e tua sorella vi somigliate molto…
-
Nooo! Ti sbagli!!
-
Ma quello era il suo ragazzo?- chiese poi.
Dawn
annuì sbuffando.
-
Si…ma non credo che sia il tipo adatto a lei…
Spike
fu d’accordo.
-
Non capisco cosa ci faccia con uno come quello…
Il
viso d’angelo di Buffy e l’innocenza che traspariva dai suoi occhi l’avevano
colpito più di ogni altra cosa, e l’avevano lasciato allo stesso tempo
interdetto: eppure era proprio lei quella che aveva visto ballare
selvaggiamente al Bronze. Nella stessa ragazza coesistevano due entità molto
diverse e lui voleva tirarne fuori la parte più nascosta, quella celata più
gelosamente.
Quella
che più stuzzicava la sua fantasia.
Da
quando la sua Dru lo aveva lasciato, si era dato alla pazza vita.
Volava
da una ragazza all’altra e non si faceva problemi nell’averne anche tre
contemporaneamente, riuscendo a non far sapere ad ognuna l’esistenza delle
altre.
Era
l’arte del mentire e non farsi scoprire.
D’altra
parte duravano così poco…
Non
era stato un santo con la sua ragazza, e qualche scappatella c’era stata, ma
quando lei aveva minacciato di lasciarlo, si era decisamente calmato.
E
in ogni caso, l’aveva amata sinceramente.
Solo
che non era fatto per la monogamia.
Lasciato
su due piedi per un altro uomo! Non poteva crederci.
I
suoi rapporti con Dru erano del tutto tagliati. Non aveva più voluto vederla da
quando aveva saputo del suo nuovo fidanzato e le aveva restituito tutti i
regali, ovviamente ridotti in pezzi.
Ed
era stato male per lei, ma poi era scomparso tutto, lasciando spazio solo
all’indifferenza, forse peggio dell’odio.
Si
rendeva conto del suo cinismo, ma non gli importava. Non gli importava se non
provava un minimo di sentimento per le donne che frequentava. Si sentiva
soddisfatto solo mentre ci faceva sesso, l’unico momento in cui si sentiva
veramente vivo.
Finito
l’atto, finito tutto.
Niente
calore, niente dolcezza, nessun impegno.
Si
sentiva come un esploratore, alla ricerca di qualcosa.
Poi
aveva conosciuto Dawn. Con Briciola non aveva mai fatto sul serio. Si era
accorto di star giocando con una ragazzina poco più che adolescente e alle
prime armi, pura e tenera. Era l’unica che frequentava senza avere come scopo
ultimo di portarsela a letto: non aveva intenzione di sporcarla. Con lei si
sentiva un po’ il fratello maggiore, che doveva proteggere la sorellina. Ma
questo rapporto non bastava.
Voleva
qualcuno che sapesse accendere in lui la scintilla.
Poi
era arrivata lei, Buffy.
Colpito
la prima volta che aveva sentito la sua voce, affondato la prima volta che
l’aveva vista.
Buffy…
Probabilmente
si trattava di un altro capriccio, un’altra tacca da aggiungere alla sua
collezione di conquiste.
Ma
in fondo che importava?
Si
sarebbe tolto anche quello sfizio.
-
Spike?
Dawn
lo riportò alla realtà.
-
Avevi una faccia strana…
Si
accorse di essere eccitato. Non era possibile che solo il pensare a lei gli
facesse questo effetto.
-
Ci sediamo al bar?- propose cercando di nascondersi il più possibile nello
spolverino.
Grazie
al cielo la proposta era stata accettata.
Ordinò
una birra. Bionda. La sorseggiò con avidità.
Buffy
fremeva sopra la panchina.
Stava
disperatamente cercando un modo elegante per liberarsi di Riley.
-
C’è qualcosa che non va?- chiese lui.
Buffy
sembrò colta alla sprovvista. Cosa dire al suo ragazzo?
“Sai,
sono rimasta praticamente folgorata da un perfetto sconosciuto…forse è meglio
che non ci vediamo più…”?
-
No…niente…è che ho un po’ sonno…credo sia meglio che torni a casa…
Riley
guardò l’orologio.
-
E’ davvero presto…ma non importa…ti accompagno a casa…
-
No! Non occorre…Dawn è venuta con la sua amica in macchina e le chiederò un
passaggio…
Lui
sembrò visibilmente dispiaciuto, e Buffy si sentì in colpa per il suo
comportamento, fino a quando non le ritornarono in mente gli occhi azzurri di
Spike.
Gli
diede un rapido bacino sulle labbra e scappò via di gran carriera.
-
Mi telefoni domani?- le grido Riley.
Lei
rispose di si senza voltarsi.
Cavò
di tasca il cellulare cercando di rintracciare la sorella.
-
Dawn…dove sei? Bene, ti sto raggiungendo…
Attraversava
a passi spediti il parco, superando di slancio le aiuole. Finché non si mise a
correre senza accorgersene. Quando finalmente si rese conto del suo passo da
centometrista nel momento in cui schivò per miracolo una coppietta, decise di
darsi una calmata.
Si
frenò, inspirò profondamente e soffiò fuori con forza l’aria dai suoi polmoni. Si
aggiustò i capelli, controllò lo stato del suo trucco allo specchietto, provò
il suo sorriso più accattivante e si rimise in cammino convincendosi di essere
tremendamente sexy.
Scorse
Dawn da lontano, semi nascosta da una coppa di gelato gigante. Con Spike alla
sua destra.
-
Ah!! Eccoti finalmente!- esclamò raggiungendola e sedendosi accanto a lei al
tavolo. Si accorse che la stava scrutando. Dio…di nuovo quella sensazione di
essere nuda davanti a lui! E quello strano calore nel ventre…Voleva con tutte
le forze che fosse suo…
-
Dove hai lasciato Riley?- chiese la sorella.
Buffy
sembrò cadere dalle nuvole.
-
Riley? Aveva sonno…e io non avevo voglia di tornare a casa…
Si
aggiustò la maglietta con un mezzo sorriso.
Evitò
con azioni calcolate di alzare il viso e guardare Spike.
Lui
continuava ad osservarla, aspettando il momento giusto per lanciare il suo amo,
non capendo però che l’esca era già stata buttata da colei che gli sedeva di
fronte.
Buffy
si stupì di se stessa: non era mai stata abile nel flirtare con qualcuno, ma
quella sera sembrava che l’avesse sempre fatto. Era come se una parte di lei
che non conosceva stesse imponendosi con vigore. E la faceva sentire forte.
Probabilmente Angel aveva fatto emergere questa Buffy. In fondo era stato lui,
il suo ex, ad educarla su come si soddisfa un uomo in tutte le maniere. E
nonostante questo l’avesse fatta sentire un rifiuto umano, da un lato le era
piaciuto, ed era come se Spike richiamasse fuori quella Buffy.
Una
Buffy oscura, nascosta nell’ombra.
Finalmente
alzò gli occhi, e si fermò su ogni parte del suo viso. Gli occhi
meravigliosamente azzurri, gli zigomi pronunciati che davano al viso un
andamento spigoloso e sensuale, la cicatrice sul sopracciglio, la bocca piena e
angolata in quel sorriso enigmatico e allo stesso tempo malizioso. Seguì la
linea del collo, scendendo verso il basso, e non poté non notare la muscolatura
accennata dalla maglia attillata. Infine si soffermò sulle mani forti ma
affusolate, e in simultanea immaginò che la stessero toccando, accarezzando
ovunque.
Si
morse le labbra, sentendo il calore diventare insopportabile. Il suo corpo
fremeva, pulsava, lo voleva come aveva bisogno di ossigeno. Neanche Angel le
aveva fatto provare tutto quel desiderio di essere posseduta. E invece questo
estraneo che si trovava di fronte… Si domandò se avesse fatto lo stesso effetto
su sua sorella. Poi guardò Dawn. No…lei era una romantica nata, e soprattutto
troppo piccola e innocente per pensare al sesso…ma ora aveva la stessa età di
quando lei e Angel… Dawn le avrebbe parlato di una cosa così importante, ne era
certa.
Poi
un nuovo pensiero si insinuò in lei. E se Dawn non avesse voluto che
frequentasse Spike perché etichettato come suo ex?
“Calma
Buffy…non farti i film…neanche sai se ricorda il tuo nome…”
-
Così quello era il tuo ragazzo, Buffy?- chiese Spike osservandola attentamente.
Ok.
Il nome lo sapeva. E come era bello pronunciato da lui…
-
No…si… Usciamo da qualche tempo.- rispose lei indecisa.
Lui
sorrise guardandola di sottecchi.
-
Davvero?
Dawn
era tentata di dargli una gomitata. Lei lo conosceva bene, e aveva capito che
stava cominciando a giocare.
Doveva
lasciarlo fare?
Sembrava
che Buffy lo gradisse… Rimase in attesa, pronta ad intervenire. Non voleva che
la sua adorata sorellina soffrisse di nuovo, e stavolta per colpa sua che le
aveva presentato Spike. Non poteva darle certo torto: quel ragazzo lasciava a
bocca aperta per quanto era affascinante, ma avrebbe avuto modo a casa di dare
a Buffy le controindicazioni del pacchetto luccicante.
-
Si ma niente di serio… Ci esco per svagarmi un po’…- minimizzò lei.
Se
Riley avesse ascoltato ciò che diceva, sarebbe stato più che giustificato
quando l’avrebbe ammazzata di schiaffi.
Spike
sorseggiò la birra e annuì.
-
Tua sorella mi ha detto del tuo ex…lo conosco di vista…e comunque, mal comune
mezzo gaudio: anche io sono stato piantato come te…
Buffy
rispose, ancora mezza stordita dal suo sorriso.
-
Adesso lui ha un’altra…sono così carini insieme…
Avvertì
il sapore aspro dell’odio in gola.
-
Che vuoi farci? Anche Dru ha un nuovo ragazzo, ma io me ne sbatto altamente. Dovresti
fare anche tu la stessa cosa, altrimenti ti avvelenerai l’anima. E lui non lo
merita giusto?
Buffy
rimase piacevolmente sorpresa dal tono confidenziale del loro discorso.
-
Hai ragione… Quel bastardo non merita niente…
-
E neanche quella stronza della mia ex…- concluse lui con un’alzata di spalle.
Furono
interrotti da Dawn.
-
Buffy, Janice deve tornare a casa…dobbiamo andare…
Si
alzarono in piedi. Dawn diede un bacio a Spike e poi si incamminò con l’amica
verso l’auto.
-
Beh…è stato un piacere…- disse Buffy porgendogli la mano timidamente.
Lui
la prese stringendola, e senza che lei potesse rendersene conto, la tirò a sé.
-
Il piacere è stato mio, Buffy…- le sussurrò all’orecchio. Poi si allontanò, e
con un cenno della mano, si incamminò verso la sua auto.
-
Buffy! Ti sbrighi?
Era
Dawn che la chiamava.
Ancora
inebriata dal calore del suo alito sulla guancia, raggiunse sua sorella.
I
suoi occhi verdi brillavano d’emozione.
Dawn
salutò Janice e poi si avviò con Buffy verso la porta di casa.
-
Sputa il rospo…- le disse poi.
-
Che cosa?- chiese Buffy fingendo meraviglia per l’assurdità delle parole appena
udite.
Le
labbra di Dawn si incresparono in un sorriso di sfida.
-
Chi vuoi fregare? Soprattutto con quell’espressione da pesce lesso e gli
occhioni sognanti… Non mi dirai che un nuovo principe azzurro è entrato nella
tua favola…
Buffy
arrossì violentemente.
-
Smettila Dawn! Va bene, mi piace, e allora?
Dawn
cominciò a saltellare per il salotto soddisfatta.
-
Avevo ragione allora!! Spikey ha fatto centro nel tuo cuoricino!!
Buffy
si lasciò cadere sul divano.
-
Mi attrae, e molto, ma da qui a parlare d’amore la strada è lunga…e poi lo sai
bene…non sento di avere più amore dentro di me da donare ad un uomo. Né amore,
né lacrime.
Dawn
vide gli occhi di Buffy velarsi di tristezza.
-
Ascolta…se pensi che Spike sia quello che ti farà dimenticare Angel ti
sbagli…io ho visto come tratta le donne, e non è sicuramente ciò che cerchi…
La
ragazza si trattenne dall’urlare contro la sorella di evitare di darle consigli
perché sapeva badare a sé stessa perché vide il suo viso sinceramente
preoccupato.
-
Non angosciarti per me Dawnie…davvero…ancora non è successo niente tra noi e
non so se mai succederà, ma ho bisogno di avere qualcuno accanto, e non intendo
vicino per tutta la vita…anche per poco…io non ho avuto altri ragazzi
all’infuori di Angel, e voglio vedere cos’altro c’è intorno a me…tutto qua…
Dawn
si sentì sollevata. Sperava davvero che sua sorella non si infatuasse troppo di
Spike.
-
Non è che sarai gelosa di lui…- disse poi Buffy ridacchiando.
Come
risposta ricevette una cuscinata.
-
Figurati…Non me ne importa niente se ci esci…Però non venire a piangere da me…-
disse salendo le scale e facendole una linguaccia.
Buffy
rimase da sola, pensierosa.
Era
mattina in casa Summers.
Joyce
stava correndo a destra e a manca con le valige dopo aver preparato la
colazione.
Dawn
si era appena seduta a tavola e un’assonnata Buffy fece il suo ingresso in
cucina sbadigliando.
-
Ragazze, allora io vado…i numeri di telefono sono sul frigo, le raccomandazioni
le sapete già…ah…Dawn, stasera puoi andare a quella festa all’aperto…
Dawn
era già in procinto di gridare dalla gioia.
-…solo
se Buffy viene con te.
La
felicità si smorzò quasi subito.
-
Guarda che tanto non vai, perché io non ho voglia di uscire…- disse
sbadigliando.
-
No! Devo assolutamente andarci! E’ la festa dell’anno!!- gridò Dawn pregandola.
-
Bimbe mie, vedetevela da sole…- disse Joyce baciando le figlie sulla fronte.
-
Ci vediamo tra una settimana!
Joyce
uscì lasciando le due sorelle a battibeccare.
Dawn
ebbe l’illuminazione.
-
C’è anche il tuo Spike…quant’è che non lo vedi?
Buffy
fu punta sul vivo. Dopo la sera al parco aveva continuato ad uscire con Dawn e
quindi con Spike, e
ovviamente
aveva mollato Riley senza tanti complimenti, prima che lui potesse innamorarsi.
L’aveva presa molto serenamente… Con Spike non c’era stato nessun contatto più
approfondito di una chiacchierata. Forse era inibito dalla presenza di sua
sorella. Comunque avevano avuto modo di conoscersi meglio, e lei non aveva più
pensato ad Angel. Aveva scoperto il suo amore per la poesia e la filosofia,
trovandolo anche molto intelligente e sveglio oltre che avvenente. Era da una
settimana però che lui non si faceva vedere.
-
E’ la tua occasione…io non ti starò tra i piedi, sarà buio… E poi basta! E’ un
mese che vi siete conosciuti e ancora non avete concluso niente!- esclamò Dawn.
“La
mocciosa non ha tutti i torti…”pensò Buffy.
-
E va bene… Verrò con te a questa festa imperdibile…
Dawn
addentò una ciambella.
-
Certo…vieni proprio per me…
Buffy
rimase disorientata dalla folla urlante. Dawn aveva ragione: doveva proprio
essere un grande evento…
Dawn
avvistò Janice e abbandonò la sorella.
Buffy
cominciò a guardarsi intorno, cercandolo con lo sguardo. Si sentiva in imbarazzo
sia perché odiava la calca, sia perché Dawn l’aveva obbligata a mettere una
maglietta aderentissima dotata di scollatura abissale.
“
Maledette sorelle minori!” sbuffò mentalmente.
Una
mano le si poggiò sulla spalla nuda. Il contatto la fece trasalire.
-
Ciao Buffy…anche tu qui?
Spike!
-
Eh già…doveri di sorella…
Era
ancora più bello del solito, se era possibile…
Oltre
all’immancabile spolverino(evidentemente non gli importava del caldo),
indossava una maglia nera attillata e un paio di jeans che non lasciavano
spazio all’immaginazione.
Lui
notò soddisfatto il suo sguardo scorrere su di lui. Stasera avrebbe dato la
svolta decisiva.
Forse
l’aveva sopravvalutata. Era decisamente bella, quello si, ma conoscendola le
era sembrata un tipo casa e chiesa, cosa che non faceva per lui. Sarebbe stato
come con le altre, una sera e via.
-
Balli?- chiese lei prendendolo per un braccio.
-
No…non ne ho voglia…sono al bar comunque…
Buffy
si gettò nella mischia. Lui la osservò cominciare ad ancheggiare seducente, i
suoi occhi verdi brillare e fissarlo. Due fuochi.
Ballava
per lui. Spike non le staccò gli occhi di dosso, finché lei non lo raggiunse,
accaldata e bellissima.
-
Ho bisogno di aria…con tutta questa gente si soffoca, anche se siamo
all’aperto…- disse con un sorriso.
Le
fece cenno di seguirlo e si allontanarono.
Era
una notte stellata, ma senza luna. Il buio ora li avvolgeva. Il falò della
festa appariva come un lumicino lontano.
-
Che intenzioni hai?- chiese lei ridendo.
-
Hai detto tu che volevi allontanarti, quindi sono io che dovrei avere paura di
te…- disse lui appoggiandosi con la schiena ad un albero.
Lei
si mise di fronte a lui.
-
Fai bene…io sono una cattiva ragazza…- disse lei maliziosa.
Spike
sorrise nell’oscurità. Era lei la sua Buffy.
-
E io che pensavo che fossi una ragazza pudica e virtuosa…
Buffy
si incuriosì.
-
Cosa vuoi dire?
-
Da quando ci siamo conosciuti è la prima volta che ti vedo consapevole…
-
Consapevole?
Spike
inclinò da un lato la testa.
-
Già…consapevole della tua sensualità…mentre balli tiri fuori la tigre che è in
te, e graffi. Dovresti farlo sempre e non avere paura degli altri.
-
Non puoi neanche immaginare cosa sono capace di fare…- disse lei cupa
ricordando i suoi trascorsi con Angel.
Spike
la prese per i fianchi e la avvicinò a sé.
Lei
non oppose resistenza.
-
Allora, bambina cattiva, hai trovato ciò che è adatto a te.
La
sua bocca si schiuse su quella di Buffy.
Dolcemente,
la sua lingua esplorò, assaporandone il gusto di fragola.
Il
bacio si fece via via più intenso.
Le
mani di Buffy erano scivolate sulla schiena forte di lui e la accarezzavano. Lentamente,
il ragazzo passò la lingua sul suo collo, mentre una mano si insinuava nella
maglietta, accarezzandole il seno e facendola gemere. Buffy sentì il bisogno di
farsi più vicina, ancora più stretta, per sentire forte l’erezione di Spike. Si
sarebbe strappata i pantaloni se avesse potuto.
Improvvisamente,
il cellulare di Buffy squillò.
-
Lascia stare…non rispondere…- bisbigliò lui mordicchiandole l’orecchio.
-
Non posso…E’ Dawn.
A
malincuore, si staccò da lui.
-
Arrivo…non ti muovere.
Riattaccò.
Spike
si stava rimettendo la maglia.
-
Devo andare…mia sorella ha bevuto un po’ troppo e si sente male…mi dispiace…
-
Non fa niente piccola. Tanto ci vediamo domani sera…- rispose con un sorriso.
Buffy
si sentì investire da un’ondata di felicità.
-
Ti prometto che riprenderemo da dove abbiamo lasciato…- disse poi maliziosa.
Diede
ancora un ultimo bacio a Spike e poi si allontanò nella notte.
Era
soddisfatto. Non si era sbagliato.
Moriva
dalla voglia di ballare con lei.
5.
FOOL FOR SEX
Buffy
trovò Dawn accasciata in un angolo un po’ distante dal trambusto, ma non
lontano dal tavolo degli alcolici.
Accanto
a lei facevano bella mostra di sé cinque o sei bottiglie di birra vuote,
pigramente abbandonate alla rinfusa.
Quando
Dawn la vide, si sciolse in un largo sorriso.
-
Ciao…credo di aver bevuto troppo…- le disse senza togliersi l’espressione
demente.
Buffy,
con le mani sui fianchi, la osservava con sguardo duro.
“
Sorelle minori del cavolo…”si disse ripensando con rimpianto al suo incontro
ravvicinato con Spike.
-
Sei la solita incosciente… se mamma lo viene a sapere ti lincia questa volta…
-
Ma tu non le dirai niente…non è vero?- le rispose speranzosa.
Buffy
si passò una mano fra i capelli e poi la aiutò a rialzarsi.
-
No…ma solo perché questa sarà la prima e l’ultima volta che fai una cosa del
genere, ok?
-
Prometto!!- esclamò Dawn appoggiandosi a lei.
-
Vieni…andiamo a casa…
Dawn
annuì con convinzione, cercando di mantenere l’equilibrio.
-
Allora? L’hai incontrato?
Buffy
non rispose, continuando a camminare.
-
Se non l’hai visto, potrai vederlo domani sera…abbiamo organizzato un pic-nic
notturno per vedere le stelle cadenti…
La
sorellina sembrava molto loquace, ma Buffy non aveva voglia di parlarne. Voleva
gustarsi ancora il profumo del suo dopobarba che le inondava la pelle.
E
in silenzio.
-
Smettila di blaterare…potresti sentirti male e non ho voglia di passare la
notte a farti assistenza medica…- le intimò.
Dawn
si fermò.
-
Ora cos’hai?- sbuffò Buffy spazientita.
-
Credo che sto per vomitare…
Il
giorno dopo Buffy si dirigeva frettolosamente a casa di Willow.
Non
vedeva l’ora di raccontarle tutto.
Era
un po’ che non la rivedeva, e più tardi le avrebbe raggiunte anche Xander.
-
Allora? Cos’era quell’aria misteriosa al telefono?- le chiese subito dopo
averla salutata.
-
Con calma Will…prima raccontami cosa avete fatto in queste settimane che non ci
siamo viste…- disse Buffy buttandosi sul letto dell’amica.
-
Da dove vuoi che cominci? Dalla lite di Anya e Angel o dai problemi che ha
Angel con Darla?- domandò la rossa con un ghigno furbesco sul volto.
Buffy
finse di pensarci.
-
Non saprei…è un vero dilemma…direi dai problemi!
Willow
applaudì soddisfatta e si sedette accanto a lei.
-
Angel dice che è stanco della lontananza…sai, Darla studia a New York…
-
Oh poveri!- esclamò con ironia.
-
Buffy!! Fammi finire e non interrompermi! Dicevo della lontananza…Il tuo ex è
innamoratissimo, ma non sa proprio come fare senza di lei…non la vede mai e
spende soldi in bollette chilometriche…pensa che vuole cercarsi un lavoro!
Buffy
si controllò le unghie.
-
Se vuole può venire a pulirmi casa…lo pagherei bene!!
Willow
rise di gusto.
-
E poi noi tutti siamo convinti che porti più corna di un cesto di lumache…
-
Figurati! Non mi sembra una tipa molto fedele…e perché lui e Anya hanno
litigato?
Willow
si fece seria.
-
Veramente ci abbiamo litigato un po’ tutti… Xander si è lasciato sfuggire la
cosa della vostra storia segreta e…
Buffy
arrossì violentemente.
-
Non volevo che lo sapeste. Mi vergogno come una ladra…
-
Non ti ha giudicata nessuno, se è questo che ti preoccupa…Ma abbiamo sparato a
zero su di lui e su come si è approfittato della tua debolezza…Anya più di
tutti…sai com’è fatta…
-
Mi sarei tagliata un braccio se lui me l’avesse chiesto…
Willow
la abbracciò forte.
-
Potevi parlarmene…ti avrei aiutata…
-
Non volevo ammetterlo nemmeno con me stessa quanto ero ridotta in
basso…figurati con la mia migliore amica…
Poi
si sciolse dall’abbraccio e sorrise.
-
Ora sto bene. Non vederlo più mi ha aiutato a dimenticarlo…
-
Davvero?
-
Davvero. Non lo amo più.
Willow
le strinse una mano.
-
Sono felice di sentirtelo dire!
Suonò
il campanello.
-
Questo deve essere Xander. Torno subito…
Xander
salutò calorosamente Buffy, la quale decise che era giunto il momento di
parlare agli amici di Spike.
-
Devo dirvi una cosa molto importante…
Willow
sembrava scalpitare.
-
Andiamo Buffy! E’ una vita che aspetto!!
- Ok, ok! Ho conosciuto un
ragazzo…e ci sto uscendo!
Xander e Willow la guardarono
contenti.
- E’ grandioso! E com’è?- chiese la
rossa, ormai inarrestabile.
- E’ bellissimo e…mi piace davvero…
Continuò a descriverlo e a
raccontare tutto ciò che aveva fatto e detto, fino a che non diede un’occhiata
all’orologio.
- Ragazzi, devo andare…stasera lo
vedo…- disse alzandosi.
- Mi raccomando, fatti onore!- la
incoraggiò Willow.
- E soprattutto, faccelo conoscere
al più presto!- continuò Xander.
Buffy promise, li salutò e tornò
verso casa.
Mentre parlava con gli amici aveva
tralasciato di dire una cosa: lei e Spike stavano insieme o no?
Scacciò subito il pensiero dalla
testa: non aveva importanza.
Stava bene così e non aveva la
minima intenzione di spaventarlo con simili richieste.
Si accorse di avere una sciocca
espressione sul viso, quasi uguale a quella di Dawn la sera prima.
Solo che lei non aveva bevuto.
Ancora peggio!
Spike lasciò cadere stancamente la
mano sul bicchiere di bourbon poggiato sul piccolo tavolo che teneva nel “suo
ufficio”. Era mollemente adagiato su una poltrona. Davanti a lui c’era una
televisione e alla sua destra un grande letto a baldacchino, con lenzuola di
seta, nere. Il pezzo forte della stanza.
Oz, il suo migliore amico, lo aveva
raggiunto dopo averlo cercato invano nella grande casa lasciata vuota e aperta.
- Se tua madre lo viene a sapere le
prende un colpo…- disse entrando.
Spike non distolse lo sguardo dalla
tv.
- Di cosa? Della mia stanza
“privata”? Sai bene che è chiusa rigorosamente a chiave quando non è occupata
da me…
- Intendevo la casa…L’hai lasciata
spalancata…
Spike fece un cenno di noncuranza
con la mano.
- Cosa fai stasera? Vieni al Bronze
con me?
Finalmente spense il video e si
dedicò al ragazzo.
- No…ho da fare…
Oz sospirò.
- Qualche altra pollastrella da
portare qui?
Spike si voltò.
- Ma è ovvio mio caro. Mi hai mai
visto senza compagnia femminile negli ultimi tempi?
Il ragazzo fece cenno di no e rise.
- Ancora Harm?
Il biondo scosse la testa con
lentezza, mentre porgeva all’amico un bicchiere di vodka.
- Mi deludi. Sai che me la scopo
ogni tanto, ma addirittura essere nominata come prima scelta…No.
Quel mantenersi sul vago aveva
stuzzicato la curiosità di Oz.
- Chi è la Prescelta?
Spike si fermo con lo sguardo perso
nel vuoto.
- Stavolta è diverso…sarà il mio
capolavoro…
- Piantala. Mi fai paura quando fai
così…sembri un maniaco assassino.
- Stavo scherzando…ma non sul fatto
che è diverso…- continuò il biondo lasciandosi cadere pesantemente sul letto.
- Che vuoi dire?
Spike alzò il sopracciglio.
- Ho idea che con questa ragazza mi
toglierò molte soddisfazioni…
Oz rise forte.
- Oh mio Dio! Non ti sarai
innamorato???
Il biondo gli diede una forte pacca
sulla schiena.
- Non essere blasfemo…io non mi
innamoro di nessuno. Solo che è diversa dalle altre. E’ sesso allo stato puro e
ancora non lo sa…ha bisogno di un buon maestro, che affini le sue potenzialità…con
me sarà perfetta…
Oz si alzò in piedi.
- Un’altra vittima per questo
succhiasangue…
- Tu non capisci…lei è come una
piccola luce nel buio ora, ma può risplendere ancora di più, fino a sconfiggere
le ombre…e io la aiuterò…
Il ragazzo scosse la testa di
nuovo.
- Secondo me non hai tutti i
venerdì a posto da quando Dru ti ha lasciato…tutte queste manie da redentore, i
tuoi vaneggiamenti su ragazze che sono sesso e luce…piuttosto, tu mi sembri una
grossa falena, e sai cosa succede alle falene quando c’è una luce intorno…
Spike sorrise divertito.
Non c’era niente da fare… Oz non
capiva proprio cosa intendeva… Voleva divertirsi e avrebbe insegnato a Buffy
come farlo. Voleva…una “compagna di giochi”…ecco, forse era questo il
termine…una che sapesse giocare come lui. E lei sembrava desiderosa di
apprendere…
- Ho già toccato la luce, e sono
ancora qui…
- Ah…ecco lo spirito di Casanova
che emerge…
Il ragazzo tornò a sedersi.
- Mi sembrava che stessi andando…-
disse Spike dandogli un altro bicchiere.
Oz glielo tolse di mano.
- Falla finita e racconta. I
Dingoes possono aspettare per uno dei tuoi racconti…- disse con un sorrisetto.
Buffy era agitatissima. Inserì la
retromarcia per uscire dal vialetto, grattando. Cosa gli avrebbe detto? Era
così difficile visto come era andata la sera prima. Dare il secondo bacio era
davvero più difficile che dare il primo… Brusca frenata. Poi la marcia riprese
con qualche strattone.
Dawn al suo fianco si schiacciava
contro il sedile dell’auto, ringraziando in silenzio l’inventore delle cinture
di sicurezza.
- Buff…vorrei arrivarci a
domattina…sei un po’…come dire…nervosa?
Buffy scattò verso di lei,
fissandola.
- Io? Nervosa? Cosa stai dicendo?
Dawn, terrorizzata dalla guida della
sorella, stringeva con forza il cestino con dentro il dolce che aveva preparato
e i teli da stendere sul prato.
- Buffy…come non detto…Guarda
avanti!
La ragazza si concentrò sulla
strada.
- Spike ha detto che ci aspetta
davan…
Buffy perse per un lungo momento il
controllo della vettura.
- Sei impazzita?? Tu non prendi la
macchina… La lascerai da Spike e andiamo con la sua…- esclamò Dawn risoluta,
cercando di calmare i battiti accelerati dl suo cuore.
Per una volta Buffy annuì senza
contraddire la sorella.
Arrivarono davanti casa di Spike.
Anzi, la villa di Spike.
Lui era ad aspettarle, con un paio
di Rayban neri e una t-shirt senza maniche che metteva in risalto i muscoli.
Per non parlare dei jeans e di
quello che mettevano in risalto...
“Ok…basta così. Non sei una
ninfomane.” pensò Buffy.
Lui si avvicinò sorridente e salutò
Dawn.
Poi si avvicinò a lei e le diede un
lieve bacino, prima su una guancia, poi sull’altra.
“Cosa ti aspettavi Buffy?? Corpi
sudati e avvinghiati con bocche che si esplorano avidamente?”
- Ciao dolcezza…Andiamo? Gli altri
saranno già a S.nt James Valley…
Dawn sembrava entusiasta.
- Quella radura è bellissima, col
bosco…Che aspettiamo? Janice e gli altri ci stanno aspettando!!
La ragazza salì con impazienza
sulla De Soto, e Buffy si accomodò accanto a Spike.
Dawn si estraniò quasi subito
infilando le cuffiette del walkman e lasciando i due potenzialmente soli.
- Come hai passato la notte?-
chiese lui per rompere il silenzio imbarazzato.
- Come?- chiese lei di rimando un
po’ stupita. Non stava davvero pensando che lei non aveva chiuso occhio(come
era stato!) per ciò che era successo tra loro, vero?
- Beh…la sbronza di Briciola…
- Ahhh! No…tutto bene…si è sentita
male durante il tragitto per tornare a casa, e poi è andata in coma fino al
mattino dopo…- rispose tirando un sospiro di sollievo.
Lui sorrise e accese la radio e una
sigaretta.
Buffy si aggiustò la mini che
continuava a salire lasciandole scoperte le cosce più del dovuto. Notò con
piacere che lui le stava guardando da sotto le lenti scure.
Spike sentì una parte di se
prendere vita propria a quella visione.
Era sexy anche quando non voleva…
Cercò di pensare a qualcosa di
disgustoso, come a Oz vestito da coniglietta di Playboy, e gli venne da ridere.
Ma ebbe successo.
Per eccitarsi avrebbe avuto tutta
la sera…
Finalmente arrivarono alla meta.
Un gruppo di ragazzi di ogni età
capeggiati da Janice aveva preso possesso di un paio di tavoli e li stava
aspettando.
Mentre Dawn e le sue amiche erano sdraiate
a prendere il sole, Spike giocava a poker con altri ragazzi.
Sembrava essersi dimenticato di
lei.
Quando scese la notte accesero il
fuoco e Buffy si sedette su un tavolo un po’ in disparte, con le gambe poggiate
sulla panca, conversando con Dawn e altre quattro ragazze.
Forse mettere la gonna era stato un
errore…nonostante il caldo afoso del giorno, la sera era ancora un po’ fresco,
e le sue gambe protestavano.
E poi non aveva sortito l’effetto
sperato su Spike…
L’aveva ignorata per tutto il pomeriggio…
Dawn le passò una specie di grosso
lenzuolo.
- Non so di chi sia…mettilo sulle
gambe…
- Certo! Così sembro mia nonna…-
protestò Buffy coprendosi.
- Allora soffri il gelo!
Qualcuno interruppe la lite che si
prospettava.
- Le sorelle Summers sono tutte
così irascibili?- chiese Spike sedendosi sulla panca accanto alle ginocchia di
Buffy.
- Tu zitto!!- esclamò Dawn
ridendo.- Vado a vedere se al fuoco hanno bisogno di qualcosa…
Spike si accese una sigaretta,
mentre lei aveva appoggiato la testa sulle proprie gambe.
I loro visi erano vicinissimi.
- Cosa c’è principessa? Sembri
triste…- chiese avvicinandosi ulteriormente.
- No…ho solo un po’ freddo…-
rispose lei.
Il ragazzo la baciò con dolcezza
sulle labbra, accarezzando la lingua di Buffy con la sua.
- Freddo? Non mi sembra…- sussurrò
facendosi strada sotto il lenzuolo con un mano fresca, toccando l’interno
coscia caldo, e ora fremente, di Buffy. Lei soppresse a fatica un gemito, vista
la presenza di altre persone.
- Mi piace la tua pelle morbida…-
disse piano sul suo orecchio mentre stuzzicava con la mano le mutandine e
giocava con il loro elastico, spostandolo.
- Sto ancora aspettando che tu
rispetti la tua promessa…- continuò guardandola fissa negli occhi e sorridendo
malizioso.
Buffy si stava liquefacendo.
La mano di Spike la stava facendo
impazzire, ma non poteva far trapelare la minima emozione visto che non erano
da soli.
Voleva farla urlare, lo aveva
capito da come la stava guardando.
La stava portando con rapidità al
culmine, con le dita esperte che si muovevano tra le sue gambe. Era una
tortura, ma desiderava che non finisse.
Sapere che erano sotto lo sguardo
di tutti la faceva eccitare ancora di più e lui lo sapeva.
I movimenti di Spike si fecero più
rapidi, mentre affondava sempre di più in lei.
L’orgasmo arrivò impetuoso e lei si
morse le labbra, nascondendo il viso sulla spalla di lui.
Nessuno si era accorto di nulla.
Le guance accaldate di Buffy e la
mano umida di Spike erano le uniche testimonianze di ciò che era successo.
Con la testa ancora abbandonata su
di lui, la ragazza cercò di riacquistare una respirazione regolare.
- Io sono una ragazza di parola…-
gli mormorò nell’orecchia.
Spike la baciò ancora.
- Aspetto con ansia…- disse poi
alzandosi e accendendo un’altra sigaretta.
Buffy lo vide allontanarsi verso il
fuoco.
Quel ragazzo la sconvolgeva.
Era consapevole che lui avrebbe
potuto farle di tutto e che lei lo avrebbe lasciato fare.
Voleva lasciarlo fare.
Lo voleva con ogni parte di sé.
- Cos’hai? Sembri una sopravvissuta
ad una tromba d’aria…- disse Dawn prendendola alle spalle.
Buffy sobbalzò.
- Mi hai spaventata!!
Dawn rise divertita e andò verso
gli amici intorno al fuoco.
Buffy tirò fuori uno specchietto
dal suo zaino.
Mio Dio!
Mancavano solo gli abiti stracciati
per completare la sua nuova mise da scampato ad una calamità naturale!
Si alzò dal tavolo, si aggiustò la
gonna e si diresse anche lei al falò.
Spike la guardava e, quando i loro
sguardi si incrociarono, le sorrise e poi tornò ad occuparsi del marshmallow
che stava abbrustolendo al calore delle fiamme.
- Devi stare attenta a lui…
Dawn le era di nuovo apparsa da
dietro e non le era sfuggita l’espressione di estasi che si era dipinta sul
viso della sorella quando aveva risposto al saluto del biondo.
- Devi smetterla di comparire
all’improvviso…sembri un fantasma!!- esclamò Buffy spazientita.
- Sbaglio o hai i nervi a fior di
pelle oggi, sorellina?
- No. E’ che non ho bisogno di un
grillo parlante pronto a darmi consigli!
Dawn sbuffò.
- Lo dico per te. Non
affezionartici troppo…ti farebbe soffrire…lui è abituato a frequentare più
donne contemporaneamente…io lo so! Me le ha raccontate queste cose!
Buffy non rispondeva e si strinse
le braccia sui fianchi, sentendo un brivido quando si rese conto che Spike la
stava guardando di nuovo, anche se guardare forse non era il termine più
adatto…se la stava letteralmente divorando con gli occhi.
Poi tornò a concentrarsi su Dawn.
- So quello che faccio. Sono grande
ormai per avere una baby-sitter.
La voce di Buffy, di solito sempre
dolce e allegra quando si rivolgeva alla sorella, era secca, quasi astiosa.
Dawn non poté fare a meno di notarlo.
- Bha…fai come ti pare…- disse con
una nota di dispiacere.
Poi la lasciò sola.
Buffy chiuse gli occhi.
Odiava se stesse quando trattava la
sorella con questa indifferenza, ma era ora che le lasciasse avere una sua vita
privata. Cosa pensava? Era passato da un pezzo il tempo in cui era una
ragazzina scema. E aveva voglia di sentire palpitare ancora il suo cuore.
Non d’amore, non ambiva a tanto.
Si sentiva così arida e incapace di
provare di nuovo sentimenti…non sapeva come era possibile, ma Spike era
riuscito a sciogliere la cortina di gelo che le attanagliava il cuore. Questo
le bastava. Al diavolo le altre!
Gli lanciò un’occhiata rapida: era
sensuale persino con un marshmallow in mano!
Lui se ne accorse e le fece cenno
di avvicinarsi.
Lei obbedì.
- Prendine uno. Sono un po’
bruciacchiati ma saporiti…
Lei rifiutò.
- Questi cosi non mi sono mai
piaciuti…mi hanno sempre fatto…senso…!
Spike rise e ne mangiò uno con
gusto.
- Non si direbbe…Prima li guardavi
con aria così…lussuriosa…- le disse poi osservando le sue reazioni.
Buffy arrossì rimanendo in
silenzio.
Il ragazzo le si avvicinò e le
diede un tenero bacino sulla guancia.
- Sei adorabile quando sei in
imbarazzo…
Dawn osservava la scena in
disparte, un po’ meravigliata.
Quello non era Spike.
Lui non si sarebbe mai sognato di
sedurre una ragazza con baci dolci e caramelle gommose di zucchero!
Qualcuno doveva aver rapito il
ragazzo che conosceva lei, quello che aveva avventure a non finire e un
parco-ragazze praticamente illimitato! Era assurdo come a sua sorella non
importasse!
Forse aveva travisato l’intera
situazione: Buffy voleva solo divertirsi… Cercò di convincersi, ma sapeva che
non era il tipo da affrontare una storia di sesso senza implicazioni
amorose…era fragile, e la storia di Angel l’aveva trasformata…i suoi occhi
erano troppo brillanti quando guardava Spike per essere solo un’ ”amicizia
affettuosa”…
Pregò che Buffy sapesse davvero
cosa stava facendo.
Dopo aver mangiato, la comitiva
stese i teli e si mise a naso all’insù, pronta a cogliere ogni minimo movimento
del cielo.
- Ragazzi, io non vedo niente…- si
lamentò Dawn dopo un po’.
- Briciola, devi avere
pazienza…guarda! Ecco una stella cadente!!- esclamò Spike indicando un punto
non precisato.
Buffy scoppiò in una fragorosa
risata.
Il ragazzo, piccato, si sedette
accanto a lei.
- Perché ridi, dolcezza?
- A sentire te, il cielo dovrebbe
essere rimasto senza stelle da quante ne hai viste cadere!! Sei un pallonaro!!
Spike le lanciò uno sguardo
malizioso.
- Allora siamo in due a dire bugie,
mia cara…sapevo che non avesti rispettato la tua promessa…
Buffy si sentì punta sul vivo.
Si alzò in piedi di scatto,
prendendo con una mano il suo telo e con l’altra la mano di Spike, che sorpreso
dalla reazione, si lasciò trascinare via, tra i risolini del gruppo.
Dawn non disse niente.
Non si sarebbe più intromessa.
Buffy camminava al buio davanti a
Spike, senza una meta precisa.
Si stava pentendo un po’ di come
aveva agito: chissà cosa avrebbero pensato gli altri…e Dawn…
Si rese conto solo allora che
stringeva ancora la mano di Spike.
Fece per lasciarla, ma lui la
strinse più forte.
- Sei piena di sorprese Summers…-
ammise poi compiaciuto.
Buffy alzò le spalle sorridendo.
- Sono ricca di risorse, mio
caro…tu conosci solo una misera parte di me…
Spike continuava a seguirla senza
chiedere la destinazione.
- Beh…quell’un per cento mi piace
da impazzire…- disse poi.
Mentre pronunciava quelle parole,
Spike si sentì strano.
Aveva detto a tante ragazze quella
frase, ma con lei era diverso…quasi sembrava che fosse in difficoltà a dirle
“mi piaci”…
Scacciò questi pensieri non appena sentì
Buffy avvicinarsi, riacquistando almeno in parte il suo savoir faire.
- Non avrei mai creduto che
l’avresti fatto…- le disse accarezzandole il collo.
- Cosa? Io non ancora fatto
niente…ti ho solo “rapito” per ora…
Avvicinò le labbra alle sue, e
succhiò piano il labbro inferiore di Spike.
-…ma ho intenzione di fare altro…
Continuò a mordicchiarlo, passando
al lobo dell’orecchia.
Sentire l’alito caldo e profumato
di lei sul collo lo fece andare su di giri in un attimo.
Prese il telo e lo stese a terra, poi
fece sdraiare Buffy sotto di lui.
Cominciò ad accarezzarle le gambe
con movimenti lenti, partendo dai polpacci, fino alle cosce. La ragazza fremeva
ad ogni suo piccolo tocco.
- Dio benedica la gonna…- sussurrò
poi prima che la sua mano sparisse tra le sue morbide pieghe.
Buffy inarcò la schiena.
Dio doveva benedire anche le sue
mani!
- Ti piace?- chiese lui avvertendo
il movimento.
Lei biascicò di si, concentrata sul
suo piacere. Fu allora che Spike smise di toccarla.
Lei lo guardò interrogativa e lui
si sciolse in un ampio sorriso.
- Vorrei baciarti…- mormorò.
Buffy fece per avvicinare le labbra
alle sue, ma lui scosse la testa.
- Vorrei baciarti…- ripeté
scendendo sul suo ventre, e poi sempre più giù, togliendole gli slip.
E la baciò con passione, strappandole
sospiri sempre più profondi ad ogni spostamento della sua lingua.
Quando riaprì gli occhi Spike la
fissava.
- Sai di buono…- le disse
baciandole l’incavo dei seni.
Buffy sentì il bisogno di averlo
più vicino, pelle contro pelle.
Perché con Angel non aveva mai
provato tutto questo? Eppure lo aveva amato più di ogni altra cosa al
mondo…mentre Spike…il sexy, bellissimo e enigmatico Spike cosa rappresentava
per lei? Si stava svagando con lui…era…conveniente…eppure…
- Spike…- mormorò- voglio sentirti
dentro di me…per favore…
Lui non se lo fece ripetere. Con
delicatezza entrò in lei.
La ragazza assecondava i suoi
movimenti, dapprima lenti, poi sempre più veloci, affondando le unghie sulla
sua schiena.
Buffy, con la testa rivolta contro
il cielo, vide finalmente le stelle cadenti.
Rimasero in silenzio.
Spike si accese una sigaretta.
Buffy era ancora stesa per terra
con le mani lasciate mollemente sulla pancia.
- Sei stata fantastica…- le disse
Spike ad un certo punto.
Lei sorrise soddisfatta tra sé e
sé.
- Non sono mai stato con una come
te…
Buffy si tirò a sedere e poggiò la
testa sul suo petto.
- Si vede che mi tiri fuori il
meglio…grazie…
Lui la guardò un po’ perplesso.
- E di cosa?
Lei abbassò lo sguardo un po’ confusa.
- Non lo so…riesci a farmi sentire
viva…
Spike le diede un leggero bacio
sulla fronte, senza risponderle.
Era incredibile come quella ragazza
riuscisse a confonderlo.
- Sarà ora di tornare…Dawn sarà
preoccupata…- disse poi lei alzandosi.
Spike annuì e la seguì.
Quando ritornarono, tre quarti dei
ragazzi erano andati via. Janice era rimasta con altre due ragazze a fare
compagnia a Dawn.
- Ma dove diavolo eravate? Vi ho
chiamato per un’ora buona!- esclamò vedendoli arrivare.
Spike alzò le spalle.
- Siamo andati a fare un giro…
Dawn lanciò uno sguardo severo alla
sorella, ma lei la ignorò.
- E’ tardi…Andiamo?- chiese poi
senza guardare Buffy.
Salutate le amiche, Dawn raggiunse
la macchina di Spike.
Lui e Buffy erano già dentro.
Il viaggio fu silenzioso e sembrò
non finire mai. L’aria era pesante.
Arrivati a casa di Spike, Dawn
salutò velocemente e si chiuse in auto.
- Mi dai il tuo numero di
cellulare?- chiese Spike prima di salutare Buffy.
Lei gli sorrise e glielo dettò.
- Allora ti chiamo…buonanotte…
La baciò con dolcezza e poi si
diresse verso la porta d’ingresso sorridendole.
Buffy lo guardò rientrare e poi
raggiunse la sorella.
- Allora?- chiese appena chiuse la
portiera.
- Cosa? Non devo dirti niente.
Era chiaro che Dawn era molto
arrabbiata.
Forse sarebbe stato meglio dormirci
sopra.
Ne avrebbero riparlato l’indomani.
Spike chiuse la porta dietro di sé
soddisfatto.
Una gran bella giornata.
Prese il telefono e digitò.
“Buonanotte principessa…sei davvero
la numero uno…”
Si.
Decisamente una gran bella
giornata.
6. THINK ABOUT IT
Oz arrivò di buon mattino a casa di
Spike.
Suonò al campanello, ma non ottenne
alcuna risposta.
Probabilmente i genitori di Spike
non erano in casa…
Si diresse allora sicuro verso l’”ufficio”.
Lui adorava rinchiudersi in quella
specie di loculo buio…
Non capiva come le ragazze che
l’amico portava qui non si facessero venire dubbi sulle sue intenzioni…
Bussò due volte alla porta.
- Spike?- disse facendo capolino.
Gli occhi di Oz ebbero qualche
difficoltà ad abituarsi al buio della stanza, ma il ragazzo entrò lo stesso
senza intoppi.
Finalmente vide Spike sul letto,
avvolto soltanto dalle lenzuola nere dalla vita in giù.
Oz si avvicinò, smuovendolo con un
dito.
- Come diavolo fai a dormire nudo??
E con la seta poi…non senti neanche un po’ di freddo?
Spike si svegliò mugugnando.
Aprendo un solo occhio sbirciò, l’amico.
- Non accetto né provocazioni né
battute di dubbio gusto di prima mattina…quindi non continuare…
Si mise seduto guardando
distrattamente l’orologio, e la presa visione dell’ora lo destò
definitivamente.
- Sei impazzito?? Sono le nove…è
l’alba…e ieri notte sono rientrato tardi…!- esclamò buttandosi sul cuscino.
Oz si fece più attento, ignorando
le sue lamentele.
- Tardi quanto? Allora la caccia è
andata bene…- disse eccitato buttandosi accanto al biondo.
- Dai! Racconta!
Spike si sentì un po’ infastidito
dalla richiesta.
- Perché? E’ una cosa privata…e poi
saresti venuto a buttarmi giù dal letto per questo???
Il ragazzo incrociò le braccia al
petto.
- Si. Altrimenti sarei rimasto a
dormire, ti pare? Com’è questa ragazza insomma? Hai fatto centro?
Spike sbuffò. Quando Oz partiva
alla carica era quasi impossibile fermarlo.
- …E’ molto sveglia…e…
- …e…- lo imbeccò a continuare.
“…fantastica? Stupenda?”
- …e basta! Che altro devo dirti?
Oz si rialzò deluso.
- Era più divertente quando uscivi
con Harm…almeno non eri così arido di dettagli…anzi…
Spike si avvolse alla meglio con la
coperta e si sedette sulla poltrona.
- Harm era un’altra cosa…
Oz ridacchiò.
- Perché parli al passato? Ti ha
cercato anche ieri sera al Bronze! Mi ha chiesto se sapevo dove fosse il suo
Blondy Bear, e io le ho risposto che non conoscevo nessun orso… Allora lei ha
urlato con quella sua vocina acuta che il suo Bubu era Spike… Solo quando tutto
il locale stava sghignazzando le ho detto che non avevo idea di dove fossi…
Spike si passò una mano sugli
occhi, immaginando che per qualche settimana il Bronze sarebbe stato
off-limits per lui. Per colpa di
quell’oca gli avrebbero riso dietro per chissà quanto!
- Sei davvero un bastardo, Oz…!
- Amico, credo che non sia uno
stupido soprannome il tuo problema…quella ragazza dice di essere la tua
fidanzata, capisci?
Spike si versò un bicchiere di
acqua.
- E allora?
- Dico solo che non dovresti
giocare con i sentimenti…e questo giocare comprende anche la tua nuova fiamma…
- Harm sa bene che non stiamo
insieme, e lo sai anche tu…
- Non mi è sembrata molto
consapevole di questo…
Spike pensò a Buffy. Cosa sarebbe
successo se avesse saputo di Harmony?
- Pensi di uscire di nuovo con
“lei”?- chiese poi Oz.
- Volevo invitarla qui stasera…
Oz camminò avanti e indietro per la
stanza.
- Ciò significa che devo andare
avanti a fare lo gnorri con la tua fidanzata?
Spike si distese di nuovo sul
letto.
- Non è la mia fidanzata! E
comunque si…ora va e lasciami dormire…ti chiamo nel pomeriggio…
Poi scrollò la testa e sorrise.
- Grazie Oz…
- Prego, prego…- disse il ragazzo
dirigendosi verso l’uscita.
- Buonanotte…Bubu!! E pensa a
quello che ti ho detto!- disse chiudendo velocemente la porta dietro di se.
Spike si girò di lato. Come faceva
a non pensarci? Doveva assolutamente vedere Harm e “lasciarla” prima che Buffy
l’avesse scoperto…
Rimase un attimo interdetto.
Cosa caspita era tutta questa
preoccupazione per Buffy?
Non avrebbe ricevuto un trattamento
migliore delle altre.
Prese il cellulare.
“ Buongiorno dolcezza…ti aspetto
stasera a casa mia…solo noi, un film e una pizza…a stasera…”
Di nuovo, pensare a lei lo fece
diventare duro come il marmo.
Si convinse che non c’era altro che
attrazione fisica per lei…la sua pelle morbida…quegli occhi incantatori…
Provò a dormire, ma l’unico
risultato fu che continuò a pensare a quanto adorasse parlare con lei di
qualsiasi argomento, e questo non faceva parte neanche un po’ del suo corpo.
Ma non sarebbe cambiato niente.
Lui non si sarebbe mai più
innamorato.
L’aveva giurato.
Alle nove, Buffy era già in cucina,
davanti al frigo.
Sbirciò sul libro di ricette e
cominciò a mettere sul ripiano tutto il necessario.
Setacciò la farina, lo zucchero e
si preparò mentalmente ad aprire le uova.
- Buongiorno sorellona! Sei caduta
dal letto stamattina?- esclamò Dawn entrando nella stanza poco dopo.
Poi la ragazza vide l’enorme caos
che regnava su ogni mobile, sul tavolo, sui fornelli.
Una scia di disordine che conduceva
dritta dritta a Buffy, intenta a cucinare qualcosa evidentemente, fatto
alquanto strano visto che lei e l’arte culinaria erano come due linee
parallele.
- Cosa diavolo hai combinato qua
dentro???
Una Buffy dall’aria colpevole si
voltò lentamente. Sul suo viso spiccavano sbuffi di farina e il suo grembiule
bianco era diventato di una tonalità non ben precisata. Tra le mani teneva un
piatto con dentro delle forme ovoidali non ben definite.
- Ti ho preparato la tua colazione
preferita…frittelle con sciroppo d’acero…ma lo sciroppo credo sia finito…forse
c’è un po’ di caramello…
Dawn scosse la testa divertita.
- Guarda che non c’era bisogno di
fare la guerra con uova e farina…se volevi farti perdonare qualcosa, ti
assicuro che non è necessario…
Buffy posò le frittelle sul tavolo
e si sedette.
- Come sarebbe? Pensavo che da ieri
sera mi odiassi…Comunque ti chiedo ugualmente scusa…non avevo intenzione di
trattarti male…
Dawn la guardò con dolcezza.
- Devo scusarmi anche io…so che sei
adulta e sei una ragazza in gamba, ma sento comunque il bisogno di proteggerti…
Buffy la ascoltava in silenzio.
- Sono stata male anche io quando
Angel ti ha lasciata…E non voglio assolutamente che tu soffra di nuovo,
specialmente per causa mia…
- Per colpa tua?
Dawn respirò profondamente.
- Si…sono io che ti ho presentato
Spike…
Buffy sorrise.
- Dawnie…ti ringrazio di avermi
fatto conoscere una persona così, in qualunque modo andrà a finire tra di
noi…ti prometto che ci starò attenta…non voglio stare male di nuovo, te lo
assicuro…
Dawn abbracciò la sorella.
- Allora sono contenta per voi due…
Buffy la strinse forte.
Le due ragazze rimasero abbracciate
per un po’, finché Dawn non cominciò a guardarsi intorno.
- Buff…chi rimette a posto questo
macello? Se la mamma ci facesse una sorpresa e tornasse prima, credo ci
caccerebbe di casa…e sei anche tutta sporca…
Scoppiarono entrambe a ridere e
furono interrotte solo dal cellulare di Buffy, che la avvertì di aver ricevuto
un messaggio.
- Dal sorrisetto schifosamente
felice che hai sulla faccia, credo di immaginare chi sia…!- esclamò Dawn
cominciando a rimettere in ordine.
Buffy cominciò a saltellare per
tutta la cucina.
- Mi ha invitato a cena a casa sua!
Stasera!
Dawn seguiva con gli occhi i
movimenti sconclusionati di sua sorella, che camminava nervosamente senza una
meta ben precisa.
- Mi accompagni da Janice nel pomeriggio?
Credo che mi fermerò a dormire da lei…posso?
Buffy si fermò di colpo guardandola
dritta in faccia. La ragazza ridacchiava maliziosamente.
- Non voglio stare a casa da sola
durante la notte…oppure pensi di tornare?
- Dawn Summers! Cosa vai a pensare??-
esclamò la bionda scandalizzata.
- Ti porterò da Janice e ti
fermerai a dormire lì, ma solo perché farò tardi e non voglio lasciarti da
sola…correrei il rischio di non trovarla più una casa, al mio ritorno…
Dawn continuava a sghignazzare.
- Certo…rispondigli almeno!!
Buffy le fece una linguaccia e se
ne andò in salotto.
“Vengo volentieri…alle 8 sono da
te…”
Si rese conto di fissare il nulla,
imbambolata.
Il cellulare che aveva in mano
squillò: Willow. Un po’ delusa rispose.
- Ciao Will…
- Immagino che nonostante il tono
di voce tu sia felice di sentirmi!!
- Si…è che pensavo…
- Pensavi fosse Spike? E’ andata
bene con lui?
Buffy non riuscì a trattenere un
gridolino di gioia.
- Siii!!! E stasera vado a cena a
casa sua!!!
- Mi sa che qualcuno è cotto…- la
canzonò Willow.
- No, no…assolutamente! Mi piace,
ma…sai che non voglio innamorarmi di nessuno…
- A me pare il contrario…Comunque
esci nel pomeriggio? Ci vediamo con gli altri al Bronze…ci sono le prove dei
Dingoes…
- Will, Will…qui ragazzo ci
cova…chi c’è?- chiese Buffy curiosa.
- Ehm…no!
- Will…
- Ok…è il bassista del gruppo…Oz…
- Certo che vengo!- esclamo Buffy
soddisfatta della rivelazione.
- Però…c’è anche Angel…è un
problema?
Buffy rimase in silenzio per
qualche secondo.
- Assolutamente!! Ho superato…sono
mesi che non lo vedo e sto benissimo.
- Ci vediamo verso le 4 ok? A dopo!
Buffy salutò l’amica e si diresse
di nuovo in cucina, pensierosa.
Come avrebbe reagito alla vista di
Angel?
- Non preoccuparti…andrà tutto
bene…- disse Dawn vedendola.
La ragazza aggrottò la fronte.
- C’è un se o un ma, vero?
Dawn annuì.
- Ovviamente. Ma tu non sei più
presa da lui, vero?
Buffy annuì.
- Allora andrà bene. Prima o poi
avresti dovuto rivederlo… Ora mettiamo in ordine, così poi potremo uscire a
fare shopping…
- Perché? Non ne ho molta voglia…-
bofonchiò.
- Immagino che vorrai fare colpo su
Spike stasera…quindi shopping…
- E con quali soldi?- chiese Buffy
riempiendo la lavastoviglie.
- Mammina ci ha lasciato la carta
di credito…- disse Dawn con allegria.
Buffy era in camera sua, intenta a
vestirsi.
Dal Bronze sarebbe andata
direttamente da Spike.
Si guardò allo specchio. Il suo
corpo perfetto era fasciato da un completo intimo nero, con slip a vita bassa e
un reggiseno a balconcino che ne esaltavano le forme.
Soddisfatta, indossò i pantaloni e
il top neri che le aveva fatto comprare Dawn: adorava quel colore.
Il suo abbigliamento la fece
pensare allo spolverino di pelle di Spike, al modo in cui le faceva solletico
sulle cosce quando loro…
Arrossì.
“Andiamo!! Ti è piaciuto da matti e
non c’è nulla di cui vergognarsi…dillo! Abbiamo fatto sesso!”
-…sesso…- bisbigliò continuando a
guardarsi.
Forse non era quella la parola
adatta. Non avevano fatto sesso…
Avevano fatto dell’appagante e
incredibile sesso!
-…sesso…
Aveva voglia di farlo di nuovo…per
tutta la notte…con lui…
- Buff? Stai parlando da sola???-
chiese Dawn affacciandosi dalla porta.
-…sasso! Ho un sasso nella scarpa!-
esclamò lei colta alla sprovvista.
- Toglilo e andiamo, allora!! Janice
mi sta aspettando…
Ringraziò il cielo che Dawn non
avesse sentito.
Arrivarono a casa dell’amica di
Dawn.
- Mi raccomando…occhio a ciò che
fai…ci vediamo domattina…- le disse Buffy mentre scendeva.
- Potrei farti le stesse
raccomandazioni, ma non sono antica come te…In bocca al lupo per stasera!! Sei
perfetta!!- le rispose Dawn dandole un bacio sulla guancia.
- Crepi…
Dawn richiuse lo sportello e corse
verso il portoncino.
Buffy aspettò che entrasse. Poi,
dopo un respiro profondo, ingranò la marcia e si diresse verso il Bronze.
Sarebbe stata la prova finale.
Quando entrò nel locale, Buffy fu
travolta da una musica assordante. I Dingoes erano al lavoro.
Si fece coraggio e avanzò,
stringendo con forza la borsetta nel palmo della mano.
Cominciò a guardarsi intorno,
finché non avvistò una conosciuta testolina rossa che si agitava sul tavolo
sotto al palco.
- Buffy!! Siamo qui!!- urlò Xander
vedendola. Willow era troppo presa a fare le lastre alla band.
La ragazza fece un cenno con la
mano e si avvicinò sorridendo.
- Buffy! E’ un piacere rivederti
fra noi!!- esclamò Anya facendole spazio tra lei e Tara.
- Già!- annuì quest’ultima.
- Ciao Buff…
Buffy avrebbe riconosciuto la sua
voce anche nel bel mezzo di un uragano.
- Ciao Angel. Come va?- chiese
meravigliandosi della sua calma.
Nessun battito accelerato.
Era andato tutto bene.
Salvo il fatto che avrebbe voluto
dargli un pugno sui denti.
Ma in fondo, perché avrebbe dovuto
migliorare la sua immagine?
- Tutto bene, grazie…Te?
Odiava queste domande di circostanza,
elemento chiaro di mancanza di argomenti.
- A meraviglia!
Non era affatto cambiato. Sempre
bellissimo. E stronzo.
- Guarda! Quello è Oz!- disse
Willow costringendola a troncare quello sterile scambio di battute.
La rossa le indicò un ragazzo magrolino,
con i capelli di una strana gradazione di blu. Comunque carino.
- Will…Non ti agitare, ma sta
guardando proprio qui…- disse Xander serio.
- Oh mio Dio…oh mio Dio…cosa
faccio?- balbettò allarmata.
- Niente! Cosa dovresti fare? Le
capriole?- disse Anya un po’ acida.
- Beh…potrebbe sorridergli…-
propose Tara.
- Oppure andare a fargli i
complimenti per la sua musica…- concluse Xander.
Buffy non partecipava alla
discussione perchè si accorse che Angel la stava fissando.
In imbarazzo, disse che andava al
bancone a prendere un the ghiacciato.
Sentendosi in salvo, si rilassò.
Era contenta che non avesse avuto
il solito attacco cardiaco nel rivederlo. Era davvero passata.
- Ti trovo bellissima stasera…
Il the le andò di traverso. Si
voltò e i suoi occhi neri come un cielo senza stelle la stavano osservando.
- Mi hai spaventata…mi stai
seguendo?
Angel si sciolse in un sorriso.
- Diciamo di si…volevo parlarti…
Buffy si mise sulla difensiva.
- Di cosa?
- Vieni…andiamo dove c’è un po’ più
di calma…
Angel andò avanti e la bionda
lanciò un’occhiata supplichevole al tavolo, dove tutti la guardarono senza
muoversi di un millimetro.
Non le restò che seguirlo.
- Xander, sai per caso di cosa
devono parlare?- chiese Willow un po’ preoccupata.
- Non so…forse dovranno chiarirsi…dopo
quello che è successo non si sono più parlati…
Anya sorseggiò il suo drink.
- Spero solo che non abbia bisogno
di lei per togliersi qualche prurito…
Il suo sguardo era duro.
- Non so voi, ma la storia della relazione
segreta non l’ho ancora digerita…se dovessi venire a sapere che ha usato di
nuovo Buffy…non risponderei delle mie azioni…
Rimasero in silenzio, poi Willow
prese la parola.
- Non credo che succederà…Buffy mi
ha detto di non provare più niente per lui e Angel ha una ragazza…sono sicura
che voglia bene a Darla, e non le farebbe mai una cosa simile…
- Sopravvalutate un po’ troppo Mr.
Tenebroso…Darla è lontana e lui è un uomo…- ribatté Anya un po’ alterata.
- Ti stai preoccupando troppo…-
concluse Tara.
- Già…Buffy sta uscendo con un
nuovo ragazzo…e sembra piacerle davvero molto…- disse Willow sorridendo.
Anya sembrò rassicurata.
- E chi è?
Willow alzò le spalle.
- Non ne ho idea, ma da come me lo
ha descritto è davvero un bel tipo…
- Concentrati sul tuo, di bel
tipo…sta venendo qui!- la interruppe Tara dandole di gomito.
Erano nel parcheggio del Bronze.
“Questo posto sta diventando un
incubo ricorrente…” pensò Buffy.
Angel era di fronte a lei,
appoggiato ad un’auto.
- Allora? Di cosa dobbiamo parlare?-
chiese un po’ infastidita dalla situazione.
- Credo che abbiamo un po’ di cose
da chiarire…non pensi?
Buffy fece per andarsene.
- Non ho intenzione di starti a
sentire mentre tessi le lodi alla tua fidanzata…
Angel la fermò.
- Ti prego…
Suo malgrado, decise di restare.
- Vai…ti ascolto.
- Volevo chiederti scusa per
tutto…non avrei mai dovuto trattarti in quel modo.
Buffy rise ironica.
- Non preoccuparti per
me…l’occasione fa l’uomo ladro Angel…e ti assicuro che non hai provocato traumi
nella mia vita sessuale, se è questo che ti turba…
“Anzi……”
- Non essere così astiosa…sto
cercando di risolvere la situazione…
- Ah si? Guarda…tagliamo la testa
al toro e facciamola finita, ti pare? Così l’unico risultato che otteniamo è
perdere tempo, e io ho da fare…
Angel si fece attento.
- Appuntamento? Dal tuo
abbigliamento si direbbe di si…
Buffy contò fino a dieci per non
perdere la pazienza.
- Hai indovinato. Angel…non è che
non voglia fare due chiacchiere con te…è che…
Per un momento tacque, incerta
sulle parole da usare. Poi l’illuminazione.
- Per me non c’è alcun problema fra
di noi, davvero. Amici?
Gli tese la mano, e il ragazzo la
strinse con un sorriso sollevato.
- Amici…sono contento che tu sia
andata avanti…
“Certo non ho bisogno del tuo
permesso. Idiota.”
Buffy guardò l’orologio.
- Ora devo proprio
andare…scusami…vado a salutare gli altri…
“Il genere umano maschile deve
essere completamente impazzito…”pensò dirigendosi dentro il locale seguita dal
suo ex.
- Suoni davvero bene! Complimenti!
Willow stava ubriacando Oz di
parole.
I suoi amici si erano presentati e
poi si erano chiusi in un ostinato mutismo.
Gli argomenti stavano per finire.
Ed era imbarazzatissima.
Vedendo Buffy tornare, si sciolse
in un grande sospiro di sollievo.
- Oh…lei è Buffy…Buffy, Oz!
I due si strinsero la mano.
Oz la squadrò. Se Spike l’avesse
vista, avrebbe vissuto la sua vita in assoluta monogamia!
Decisamente bella…ma la rossa era
più interessante…
- Piacere…scusa Will, ma devo
scappare o arriverò tardi al mio appuntamento…
- Ok…- disse ridacchiando l’amica.-
Ti telefono domani, così mi racconti…buona serata!
Salutati tutti gli altri, corse
velocemente alla macchina.
Aveva voglia di rilassarsi. La
chiacchierata con Angel le aveva tolto ogni forza vitale.
Ma sapeva che l’avrebbe recuperata
non appena certi occhi si sarebbero posati su di lei…
Spike stava finendo di preparare il
tavolinetto davanti alla tv.
Niente sedie. Solo un divano e una
pizza. E qualche candela a creare l’atmosfera adatta per…che cosa?
Non lo sapeva neanche lui…voleva
solo che fosse una serata impeccabile…
- Si può?
Era lei.
- Vieni pure…
il sorriso di Spike la investì,
facendole tremare le gambe.
Possibile che avesse tutto questo
potere su di lei???
- Ciao…- disse timidamente.
Lui si avvicinò e la abbracciò
dolcemente, passandole le braccia intorno ai fianchi, e sfiorandole il collo
con le labbra.
- Ciao piccola…non vedevo l’ora che
arrivassi…sei bellissima…
“ Adesso svengo…”
Spike interruppe il contatto poco
dopo, pendendola per mano e conducendola sul divano.
Buffy ne fu un po’ delusa, ma non
diede segno di protesta.
- Cosa prevede la serata?- chiese
prendendo la custodia del dvd in mano.
Spike la guardò di sottecchi mentre
portava il cartone con la pizza e da bere.
- “Intervista col vampiro”, una
quattro stagioni gigante, un po’ di pop corn, bevande a fiumi…e poi si vedrà…
Un brivido intenso le percorse la
schiena.
Il ragazzo spense le luci e si
sedette accanto a lei.
Buffy era tesa come una corda di
violino. Lo guardò senza farsi notare: i bagliori della tv si riflettevano nei
suoi occhi come lampi.
- Chi preferisci? Louis o Lestat?-
chiese lui voltandosi all’improvviso verso di lei.
La ragazza sembrò pensarci.
- Louis. Sensibile e dilaniato
dall’angoscia per la sua natura demoniaca…eppure così attratto da questo suo
lato oscuro…
Spike rise divertito.
- Cosa ho detto di tanto sciocco?-
chiese lei, un po’ ferita.
Il ragazzo se ne accorse.
- Non ridevo per ciò che hai detto!
Pensavo che ti piacesse perché è biondo e ha gli occhi azzurri…
Buffy arrossì, benedicendo il buio.
- Ammetto che in parte è così…
Spike le passò un braccio sopra le
spalle, avvicinandola a sé e lei ne approfittò per accoccolarsi contro il suo
petto.
- Te invece? Immagino Lestat…
Il biondo annuì, mentre col dito le
disegnava piccoli cerchi sulla pelle.
- Raffinato, egocentrico e crudele
quanto basta…il mio ritratto!
Buffy non poté fare a meno di
dargli un piccolo bacio sulla guancia.
- Perché?- chiese lui stupito.
Lei sorrise.
- Sei adorabile…
Tornarono a concentrarsi sul film,
rimanendo allacciati l’uno all’altra.
Spike si sentì invaso da una pace
mai provata prima.
Stava bene.
Tutto era perfetto.
Lei era perfetta.
Il film era finito.
Le candele consumate.
Rimasero nell’oscurità senza
neanche accorgersene.
Spike giocava con una ciocca di
capelli di Buffy, mentre lei continuava a poggiare la testa su di lui,
desiderando che quel momento non finisse mai. Poi sentì che lui la stava
osservando. Alzò il capo verso il suo viso. Sapeva che le sue labbra erano a
pochi centimetri da lei.
Le loro bocche si incontrarono in
un bacio tenero e voluttuoso.
Buffy si strinse ancora più forte a
lui.
Di nuovo le sue mani che cercavano
di aprirsi un varco verso la sua schiena, sotto il top.
- Credo che la cena si sia
raffreddata…- bisbigliò Spike senza smettere di accarezzarla.
Buffy come risposta si alzò dal
divano e lo condusse verso il letto. Lo fece sdraiare e cominciò a sbottonargli
la camicia, baciandolo con leggerezza sul torace ormai nudo.
Stando a cavalcioni su di lui, si
liberò della maglietta.
Spike si tirò su, affondando la
testa tra i suoi seni e inspirando a fondo il profumo di vaniglia di Buffy.
Sentivano entrambi che la sottile barriera
di cotone che li separava era insopportabile. Il ragazzo si liberò di pantaloni
e boxer, e poi la aiutò a disfarsi dei suoi abiti, ormai inutili.
Il contatto tra i loro corpi nudi
fu un’emozione che li lasciò senza fiato.
Buffy si sistemò di nuovo sopra di
lui, sentendo tra le cosce l’eccitazione di Spike.
Lui la baciò e continuò a baciarla
anche quando entrò in lei.
La ragazza emise un gemito
soffocato, e poi cominciò a muoversi lentamente. Spike seguiva i suoi
movimenti, assecondandoli.
Il ritmo lento e costante lo stava
facendo impazzire.
Di colpo, Buffy accelerò, buttando
la testa in dietro. Spike la sentì tremare e venne con lei, tenendola stretta.
- Non ti muovere…- le disse
facendola adagiare su di lui.
- Voglio rimanere dentro di te…
Buffy chiuse gli occhi, esausta ma
felice.
Spike le accarezzava la schiena.
- Rimarrei così per tutta la
notte…- disse piano.
Lui le baciò la fronte.
- Allora rimani…
La ragazza si distese sul letto
accanto a lui.
Erano viso contro viso.
- Buonanotte…- gli disse baciandolo.
- Buonanotte…- le fece eco lui
abbandonando il capo sul suo grembo.
7. FEELINGS
La luce cominciò a filtrare
attraverso le fessure della finestra.
Buffy e Spike giacevano l’uno accanto
all’altra.
Buffy non dormiva.
Voltata da un lato, osservava il
ragazzo, seguendo le curve dei lineamenti del suo viso, con lo sguardo
corrucciato e le labbra piegate in un delizioso broncio.
Non aveva mai pensato di provare
delle emozioni così profonde.
Ed era stato completamente diverso
rispetto alla sera prima.
Questa volta avevano fatto l’amore.
L’aveva capito perdendosi negli
occhi azzurri di Spike, che non avevano smesso un attimo di guardare nei suoi.
Era sta una notte magnifica, che
purtroppo ora finiva.
Sfiorò la sua guancia, liscia come
la pelle di un bambino.
Lui aprì gli occhi e la guardò
intensamente.
In quel momento sentì di amarlo.
- Buongiorno…dormito bene?- le
chiese accogliendola fra le sue braccia.
Lei annuì con un sorriso.
Poi si rabbuiò. Si levò in piedi e
cominciò a cercare i suoi vestiti.
Anche Spike si alzò dal letto, un
po’ stupito dal repentino cambio d’umore di Buffy, indossando i jeans.
- Cosa c’è?- le chiese poggiandole
una mano sulla spalla.
Buffy smise di agitarsi, e rimase
immobile.
- Niente…pensavo che ora è tutto
così complicato…
Spike non rispose, lasciandola
continuare.
- Cosa facciamo ora?- gli chiese
guardandolo con grandi occhi impauriti.
- O meglio…cosa siamo?
“La domanda da un milione di
dollari…”pensò Spike sedendosi.
- Cosa vuoi che io sia per te?
Lei poggiò a terra la giacca e si
mise accanto a lui.
- Non lo so…
Poi lo guardò di nuovo in volto.
- Ho paura…tutte queste emozioni, i
miei sentimenti…i tuoi…tutto questo mi terrorizza…non ho mai provato niente del
genere…non sono pronta per…
Spike si alzò senza dire una
parola, lo sguardo incupito di colpo.
- Non ti ho chiesto niente…e non è
neanche il primo dei miei pensieri avere pretese o risposte.
La ragazza abbassò lo sguardo,
forse dispiaciuta di aver rovinato tutto con la sua domanda.
Lui si accomodò ai suoi piedi
cercando di ristabilire un contatto.
- Non volevo dire che non m’importa
niente di questa cosa che abbiamo…
Lei continuava a non guardarlo, e
lui le sollevò il mento.
Fu allora che si accorse che Buffy
stava piangendo.
Qualche lacrima cominciava a
scenderle lenta sulla guancia.
Spike si sentì gelare.
- Ehi, piccola…non fare così…-
disse prendendole il viso fra le mani e cercando di rassicurarla.
- Ho paura anche io…- ammise alla
fine.
Buffy lo guardò sorpresa.
- So cosa stai pensando…non vuoi
soffrire di nuovo, vero?
La ragazza annuì.
- Non so cosa è successo tra te e
il tuo ex, e non voglio saperlo se non sei tu a decidere di parlarmene, ma
posso raccontarti di me e Dru…se vuoi…
Lei annuì di nuovo, con le lacrime
che continuavano a cadere.
Si sentì sciocca.
Spike era lì, che le stava aprendo
il suo cuore, e lei piangeva.
- Ascoltami Buffy…lei ha preso il
mio amore e lo ha calpestato, fatto a pezzi…per questo mi sono ripromesso di
non innamorarmi mai più e di usare le donne a mio piacimento, cosa che ho fatto
fino ad oggi…era mia intenzione fare lo stesso anche con te, ma tu sei
diversa…sei una persona fantastica e sei riuscita a farmi ricordare cosa
significa provare dei sentimenti per qualcuno…e voglio continuare a sentire
questo fuoco dentro di me…con te… non ti chiedo niente di ufficiale, ma solo di
poter continuare a passare serate, notti e mattine come quella che abbiamo
appena vissuto…solo questo…
Spike la osservava stringendole una
mano e aspettando una risposta.
Poi si accorse di essere
inginocchiato ai suoi piedi.
- Anche se la posizione è questa,
non ti sto chiedendo di sposarmi…- disse ridacchiando mentre si alzava in
piedi, riuscendo a strappare un sorriso a Buffy, che si asciugò le lacrime.
La ragazza lo abbracciò,
cogliendolo di sorpresa.
- Voglio continuare a sentire
anch’io quel fuoco…voglio bruciarmi…
Lui sorrise e le cinse la vita.
“Ti amo Summers!” pensò scrollando
la testa, subito fermandosi di botto.
Buffy avvicinò la sua bocca alle
labbra di Spike, sciogliendosi in un bacio delicato e gentile.
- Ora devo tornare a casa…prima che
quella strega di Dawn ritorni…- disse lei sciogliendosi controvoglia
dall’abbraccio.
- Perché strega?- chiese Spike con
un mezzo sorriso.
- E’ una storia lunga…
Il ragazzo la catturò e la gettò
sul letto immobilizzandola.
- Sai bene che finché non parli non
te ne andrai…quindi…
Buffy accennò una timida protesta,
che si affievolì man mano che lui la baciava sul collo.
- Se fai così, potrei non dirtelo
mai…- mormorò in estasi.
Ma Spike non smise.
Lei gli intrecciò una mano tra i
capelli ossigenati, che ora disegnavano tanti piccoli ricci.
- Non vorrei, ma ora devo proprio
andare…
Il ragazzo le diede un ultimo
leggero bacino e la lasciò libera.
- Ci vediamo stasera?- chiese lei
con sorriso radioso.
Lui la guardò serio.
- E me lo chiedi, tesoro?
Si baciarono di nuovo, amareggiati
entrambi di doversi lasciare.
- Adesso vado davvero…
Spike rimase immobile per un po’ dopo
che Buffy ebbe richiuso la porta dietro di sé, poi si buttò sul letto
sorridendo.
Si era veramente detto che la
amava.
Lui amava Buffy Summers.
Non poteva farci niente. Non
reggevano né le promesse né le imposizioni che si era fatto.
L’amore colpiva sempre a
tradimento.
- Xan…sai qualcosa del nuovo
ragazzo di Buffy?
Angel aveva buttato là la domanda
distrattamente, sperando che l’amico non si accorgesse della sua
premeditazione.
- No…poco…è molto restia a
parlarne…- rispose Xander continuando a studiare. Avrebbero avuto un esame a
breve.
- Voglio dire…non sai neanche come
è fatto? O il nome?
Xander alzò lentamente gli occhi su
Angel.
- Non perché mi interessi…magari
potrebbe essere un serial killer…
- Si chiama Spike e Buffy dice che
è bellissimo e intelligentissimo, e un sacco di altri issimo…basta.
Angel fece per tornare a leggere il
testo di filosofia.
- Il nome non promette niente di
buono…non credi? Fa pensare ad un teppista…e se le facesse trascurare
l’università?
Xander lo fissava in silenzio, mettendolo
in imbarazzo.
- Angel…siamo in piena estate, e
sai bene che Buffy ha finito gli esami già da qualche tempo…ha fatto persino
prima di Willow…è una cervellona…
Il moro annuì, cercando di apparire
convinto della cosa.
I due tornarono a studiare e Angel
decise di far passare qualche minuto prima di arrivare alla domanda che davvero
lo interessava.
Quando vide Xander completamente
preso dalla lettura, agì.
- Ti
ha…raccontato…qualcosa…del…sesso?
Xander chiuse il libro con forza,
con un sorrisino stampato in faccia.
- Ho ricevuto il messaggio.
Parliamo di Buffy. Credo che di questo argomento sappia di più Will…che però ha
parlato con me, ovviamente…quanto sei disposto a sganciare per
quest’informazione?- disse serie mostrando il palmo della mano ad un allibito
Angel.
- Spero che tu stia facendo uno di
quei tuoi stupidi scherzi…!- esclamò.
Xander alla fine assentì.
- Diciamo che stavo usando del
sarcasmo…- si giustificò, ma poi vedendo la faccia impaziente dell’amico
ritornò subito sull’argomento.
- Da ciò che so, si conoscono da
qualche mese. Li ha presentati Dawn. Ieri sera è andata a casa sua, e a quanto
pare ci ha dormito…
- Che ne sai?- chiese Angel
sospettoso.
- Stamattina le ho telefonato a
casa e non mi ha risposto nessuno. Ci ho riprovato un paio di volte, finché non
mi ha risposto Dawn, che mi ha detto che Buffy non è rientrata stanotte…
Il ragazzo scattò in piedi.
- Se le ha fatto qualcosa giuro
che…
- Calma Vendicatore! Credo che non
le abbia fatto niente che lei non abbia voluto…- rispose caustico Xander
prendendolo per un braccio.
- Adesso è il mio turno di fare
domande…che significa tutto questo?
Angel fece finta di non capire.
- Mi prendi per scemo?
Il ragazzo si arrese all’evidenza.
- Ok…provo ancora qualcosa per lei…
Xander lo scrutò.
- Non sarà perché tra te e Darla
non va molto bene, vero?
- Assolutamente! Penso di aver
sbagliato a mollarla…
- Io credo che sia un po’ tardi…
Angel parve pensarci.
- Non importa…scoprirò chi è quel
tipo che vuole portarmela via…
Xander sospirò.
Sperò che questo non avrebbe
causato problemi a Buffy.
- Fai come vuoi…ma ora studia…e
sappi che io non approvo. Cerca di lasciarla stare…è meglio per tutti…
I due tornarono ad occuparsi di
filosofia, e il consiglio di Xander cadde nel vuoto.
Dawn era intenta a preparare il
pranzo quando Buffy rientrò di soppiatto in casa.
Cercando di non fare rumore tentò
di raggiungere la sua camera per evitare di raccontarle il motivo del suo
ritardo stratosferico. Cautamente, chiuse la porta alle sue spalle e aguzzò le
orecchie verso la cucina: la sorella stava fischiettando allegramente.
Appese silenziosamente la giacca e
posò le chiavi della macchina sul mobile all’ingresso, e con passo felpato si
diresse verso le scale.
- Bentornata…
Buffy si voltò lentamente. Dawn era
appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto e un
sorriso beffardo in volto.
- Stessi vestiti di ieri, aria
assorta, tentativo di nascondere il ritorno, capelli scomposti…si direbbe che tu
abbia passato la notte fuori…La prossima volta scommettiamo dei soldi, però…a
quest’ora sarei milionaria!
“Per un pelo la scampavo…” pensò la
bionda maledicendosi.
- Dawnie…sono stanca…lasciami
arrivare al letto…per favore…- la supplicò con voce melliflua.
- Ci avrei scommesso che fossi
esausta…chissà che faticata questa notte, eh?
Buffy arrossì fino alle punte dei
piedi.
- Non ho intenzione di parlare di
questi argomenti con mia sorella minore…e minorenne!!- esclamò dirigendosi
decisa verso il piano superiore.
- Allora è successo qualcosa!-
ribatté Dawn con l’indice puntato.
- E’ bravo?- chiese poi con aria
complice.
Buffy sospirò, alzando gli occhi al
cielo.
- Ti prego! Cosa vuoi che ti dica?
Che ho dormito con Spike? Mi sembra piuttosto evidente, vista l’ora…
Dawn fece una smorfia di disgusto.
- Non continuare! Voglio solo
sapere com’è…
- Il sesso?
- Ma no!!!! Spike!
Buffy si lasciò cadere sul divano,
dicendo addio al suo letto.
- E’…fantastico…- ammise alla fine
con aria rapita.
Dawn assunse un’aria delusa.
- Ma dove vuoi arrivare a parare?-
chiese la bionda guardinga.
Il silenzio della sorellina fu
eloquente.
- Sono sempre stata curiosa di
sapere com’è sotto QUELL’ASPETTO…- disse infine sottolineando le ultime due
parole.
- Non voglio più stare a sentire i
tuoi deliri…- rispose Buffy alzandosi.
Dawn la seguì.
- Dai! Stavo scherzando!! Come
siete rimasti? Adesso dovete prendere una direzione…state insieme?
Buffy ci pensò. Alla fine cosa
avevano deciso? Non poteva certo dire alla sorella che “avrebbero continuato a
sentire il fuoco”! Dawn avrebbe sicuramente frainteso. Tra loro c’era molto di
più…
- Continueremo ad uscire…come
coppia, credo…
Dawn ridacchiò.
- Con Spike la parola “coppia” non
esiste.
- Intendila come vuoi…è certo che
continueremo a frequentarci…e chi vivrà, vedrà…
Buffy annusò il contenuto della
pentola.
- Che si cucina di buono?
Dawn mescolò il sugo.
- Cucina italiana oggi…spaghetti al
sugo…ah! Vengono Will e Tara a pranzo…tra poco saranno qui…
La ragazza si guardò.
- Necessito di doccia e cambio
abbigliamento…ora!
Buffy se ne scappò in bagno e Dawn
cominciò ad apparecchiare.
Spike fece il suo ingresso al
Bronze quando erano passate da poco le tre.
- Hai deciso di rimettere piede
qui, Bubu?- lo prese in giro Oz posando il basso sul palco e raggiungendo
l’amico.
- Smettila con questa storia…come
vanno le prove?
- Benissimo! Stasera per il
concerto ci sarà il pienone!
Il biondo notò la strana
espressione sul volto del ragazzo.
- Chi aspettiamo stasera?
Oz sembrò cadere dalle nuvole.
- Ho conosciuto una ragazza ieri
sera…e ha anche una bellissima amica per te…altro che la tua misteriosa
amichetta!
I pensieri di Spike volarono subito
a Buffy.
- Non mi interessa…al momento lei
occupa tutta a mia mente…
Si morse la lingua, accorgendosi di
essersi esposto troppo.
- Solo la mente? O anche un certo
cuoricino, un po’ impolverato?- chiese Oz.
- Può darsi, ma non lo vengo certo
a dire a te…
Oz riprese il suo strumento e
cominciò ad accordarlo.
- Eppure sono sicuro che se vedessi
l’amica di Willow partiresti per la tangente…
Spike sbuffò.
- Ti ho detto che non mi interessa.
Può essere anche Sharon Stone…non mi farebbe né caldo né freddo…ho smesso di
comportarmi male con le donne.
Oz si schiarì la voce.
- Cosa c’è ora?
Il ragazzo gli indicò un tavolo
alle sue spalle e Spike sbiancò, cercando di nascondersi dietro di lui.
Harmony.
- Credo che dovresti parlarle…
Spike si fece coraggio e la
raggiunse, sfoderando il più accattivante dei suoi sorrisi.
La biondina, con un gridolino, si lanciò
tra le sue braccia.
- Finalmente sei tornato Blondy
Bear! Sono settimane che vengo al locale per rivederti!
Spike cercava di liberarsi dalla
morsa dell’abbraccio di Harm, e Oz rideva da lontano, gustandosi la scenetta.
- Harm! Lasciami! Mi stai stritolando!
La ragazza lo lasciò andare.
- Devo parlarti…andiamo in un posto
più appartato?- le disse indicandole il piano superiore del locale.
Harmony ridacchiò maliziosa.
- Vedo con piacere che le vecchie
abitudini sono rimaste…- mormorò seguendolo.
Spike si appoggiò al parapetto e la
ragazza si inginocchiò ai suoi piedi prima che lui potesse dire una parola,
cominciando ad armeggiare con la sua cintura.
Il biondo la bloccò, prendendola
per le spalle e costringendola a tirarsi su.
- Pensavo che volessi…- tentò di
giustificarsi con sguardo seducente.- Avrei proprio voglia di assaggiarti ora…
Le sue mani erano arrivate di nuovo
all’altezza della patta dei suoi jeans.
- Ok…basta così. E’ finita Harm.
La bionda lo guardò smarrita.
- Perché? Pensavo che ci divertissimo
insieme…
Spike si sentì stringere il cuore.
Adesso sapeva cosa avevano provato
le ragazze che aveva scaricato al telefono.
- Si…ma ora voglio qualcosa di più…
Lo sguardo di Harmony era diventato
duro e sferzante.
- Chi è la tua nuova puttana?
Era più difficile di quanto
pensasse. Esitò.
- Anzi…non mi interessa. Sei
piccolo, Spike. Un piccolo omino. Ci vediamo, stronzo.
La bionda scese a testa alta le
scale ed uscì dal locale con un sorriso, salutando la sua compagnia.
Spike era rimasto ammutolito.
Oz lo raggiunse.
- Come l’ha presa?
- Sembrerebbe bene. Ma mi ha fatto
sentire una merda.
L’amico gli diede una pacca sulle
spalle.
- Ti avevo detto che era rischioso
giocare con i sentimenti della gente… Ma non preoccuparti…E’ uscita sorridendo,
non deve stare molto male…vieni, ti offro da bere.
I due si avviarono al bancone.
Una piccola figura singhiozzava in
un angolo del parcheggio, raggomitolata su sé stessa.
I capelli dorati le coprivano il
volto.
Sembrava impossibile da consolare.
Willow e Tara, dopo aver passato il
pranzo a parlare di università, esami e vacanze, e vedendo che Dawn era uscita
per andare in piscina, decisero di affrontare l’argomento scottante con Buffy.
La bionda stava preparando il
caffè, mentre le due amiche la aspettavano in salotto davanti alla tv.
- Pensi sia il caso di andare
dritte al punto? O meglio glissare ancora un po’?- chiese titubante la rossa.
Xander l’aveva chiamata non appena
Angel era uscito di casa, e le aveva raccontato tutto, mettendo
involontariamente in moto un tam-tam che portava filato a Buffy. E Willow aveva
chiesto consiglio a Tara se rivelare o no alla sua migliore amica che il suo ex
era di nuovo libero e intenzionato a riallacciare con lei.
- Credo sia meglio dirle tutto.
Ora.
In quel momento tornò Buffy con le
tazzine fumanti.
- Di cosa?
Le due ragazze si guardarono.
- Ehmmm…stasera c’è il concerto dei
Dingoes, e Oz suona…perché non vieni?- disse Willow allegramente, mentre Tara
le lanciava uno sguardo sbigottito. La rossa le diede una gomitata e riprese a
sorridere, aspettando la risposta di Buffy.
- Allora hai approfondito con lui…-
disse la bionda.
- Abbiamo parlato un po’ ieri sera
dopo che sei andata via…e mi sembra interessato…- rispose Willow diventando
paonazza.
- Allora? Verrai?- insisté Tara.
- Ma si…perché no? Potrei chiedere
a Spike se ha voglia di venire…- disse Buffy pensierosa.
Tara ne fu felice.
- Bene! Così conosceremo questo
fantomatico ragazzo!
- E soprattutto lo vedremo…-
ridacchiò Willow.
- Ragazze…devo proprio dirvelo…mi
piace davvero…finirò per innamorarmene, se continua così…- sospirò.
Le amiche rimasero in silenzio,
aspettando che raccontasse.
- Ieri sera è stato stupendo…
La rossa annuì con sguardo furbo.
- Ci credo! Un uccellino mi ha detto
che sei rientrata qualche ora fa…
Buffy sorrise di rimando.
- Eh si…
- Dalla faccia estasiata che hai,
non credo ci sia bisogno di fare domande!- sghignazzò Willow.
Le tre ragazze si scambiarono uno
sguardo complice e poi scoppiarono a ridere.
- E’ meraviglioso vederti così
felice! Spike deve essere proprio speciale…- le disse Tara.
- Spero che questa sera accetti di
venire al Bronze…vi piacerà sicuramente!
Buffy le accompagnò alla porta,
dandogli appuntamento per la sera stessa.
- Abbiamo fatto bene a non dirle
niente…- disse piano Willow controllando che la porta fosse chiusa.
- Devo ammetterlo…ma che succederà
stasera se ci sarà anche Angel?- si chiese Tara.
- Non importa…finalmente è tornata
allegra e vitale come un tempo, e non certo grazie a lui…la vita è fatta di
corsi e ricorsi…ora è il turno di Angel provare cosa vuol dire non essere
ricambiati…
Tara annuì poco convinta.
Le previsioni erano davvero poco
rincuoranti.
Spike stava facendo ritorno a casa,
accompagnato da Oz.
- Come mai non hai preso la
macchina?- chiese affaticato rivolto al biondo, che si stava fumando una
sigaretta.
- Annusa l’aria del tramonto! Fa
risvegliare i sensi!- esclamò facendo una tirata.
- A me tutto questo rosso e
arancione fa venire in mente solo i capelli di Willow…- rispose con
spensieratezza il ragazzo.
- E questo non ti basta a far
risvegliare i sensi?- gli disse Spike chiudendo gli occhi e abbracciandolo.
- Quando t’ innamori fai paura…- lo
canzonò Oz allontanandolo.
- Sono davvero curioso di vederla,
questa rossa…- disse gettando il mozzicone a terra.
- E io sono curioso di vedere la
tua ragazza…
Spike sembrò pensarci.
- Sai che ancora non so se
considerarmi in coppia o no?
Oz lo guardò con sguardo
interrogativo.
- Non abbiamo mai affrontato chiaramente
l’argomento…
L’amico alzò le spalle.
- Che ti importa? Stai bene con
lei, e SOLO con lei?
Il biondo aspettò qualche secondo
prima di ammetterlo.
Non voleva davvero nessun’altra.
- Dio…quasi non ti riconosco dallo
Spike di due o tre giorni fa…ad ogni modo, non serve che vi mettiate
l’etichetta di coppia…vivetela così come viene…
Spike lo squadrò divertito.
- Sei proprio saggio…
- Smettila! Come faresti senza di
me che ti illumino il cammino?
I due risero, poi il biondo tornò
serio.
- Comunque, hai ragione…se seguissi
un po’ di più i tuoi consigli…
Il cellulare di Spike squillò.
Diede una rapida occhiata al display e strizzò l’occhio a Oz.
- E’ lei…non può fare a meno di me…
Ciao dolcezza! Al Bronze stasera? Certo che mi va…e mi va anche quest’altra
cosa…più della prima! Passo a prenderti alle nove…lo so che il concerto inizia
alle dieci e mezza, passerotto……certo……a dopo…
Chiuse il cellulare e guardò il
cielo, dove già faceva capolino qualche stella.
- Spike! Non ti vedevo così dai
tempi di Dru…anzi…forse non ti ho mai visto così, prima…- esclamò Oz serio.
-…e devo dire che mi piaci di più
così…sei più…”vivibile”!
Il biondo gli lanciò uno sguardo
malizioso.
- Potrei anche baciarti, adesso…
- Finiscila scemo! Il tuo lato gay
sta prendendo il sopravvento?
Spike rise di gusto.
- No…non preoccuparti…la mia dea
bionda l’ha completamente annullato…
- Le hai già raccontato del tuo
passato?
Spike scosse energicamente la
testa.
- No. Non è ancora il momento… Per
ora voglio solo godermi l’attimo…
Continuarono a camminare in
silenzio, entrambi felici e ansiosi che la notte arrivasse presto.
Ore 21. Bronze.
Angel picchiettava impaziente le
dita sul tavolo, con il viso contratto in una smorfia.
Voleva assolutamente vedere il nuovo
ragazzo di Buffy e strangolarlo.
Spike…quel nome non gli suonava
affatto nuovo…
Darla era ripartita nel pomeriggio
per New York, lasciandolo da solo a combattere contro questi nuovi sentimenti
che lo stavano divorando.
Sapeva bene anche lui che non era
giusto cercare di riaffacciarsi nella vita di Buffy dopo tutto ciò che le aveva
fatto, ma non poteva farne a meno.
Qualsiasi cosa avessero fatto,
sarebbero comunque rimasti collegati da un filo sottile, che li avrebbe uniti
per sempre.
Sorseggiò la sua birra pensieroso.
Quella ragazza bionda era riuscita
a fargli dimenticare la vita sregolata che conduceva allora, nonostante la sua
parte perversa e senza cuore fosse riemersa qualche mese prima.
Prima di conoscere Buffy, la sua
vita era scandita da festini, orge e alcool, con un gruppo di persone che
vedeva solo in queste “occasioni” e con cui non avevano mai avuto contatti al
di fuori.
I suoi compagni di giochi erano
tutti perfetti estranei, tranne uno.
Solo con lui aveva approfondito
l’amicizia.
Poi era uscito dal giro, e non ne
aveva saputo più niente…
Ed infine era arrivata Buffy.
Solo lei era a conoscenza del suo
segreto.
E non lo aveva mai giudicato per
questo.
Forse aveva davvero fatto un grande
errore con lei e questa sera glielo avrebbe detto, con o senza il permesso di
questo Spike.
Strinse con violenza le dita sul
bicchiere.
Lo avrebbe ammazzato come un cane.
Harmony entrò nel locale nel
momento in cui Angel ordinava un’altra birra.
Si accomodò al bancone, salutando
Carrie, la barista.
- Come va, Harm?- le chiese
porgendogli un bicchiere di Pepsi.
- Non molto bene…io e Spike ci
siamo lasciati…ha detto di avere un’altra. Me la pagherà cara, quello stronzo…
I suoi occhi erano carichi d’odio.
- Lascia perdere…sono uomini…sei
così carina…punta ad altro…
L’espressione della bionda si fece
furbesca.
- Dove vuoi arrivare?
La ragazza al bar fece un cenno con
il capo mentre puliva un bicchiere.
- Guarda quel ragazzo laggiù…siede
tutto solo…ed è veramente bello…
Harm si volo nella direzione
indicatale.
- Il moro?
La barista annuì.
Carrie aveva ragione da vendere…
- E’ lì da una mezz’ora…perché non
vai a vedere com’è la situazione?
La bionda sorrise a mezza bocca e
si alzò.
Ancheggiando, lo raggiunse.
- Ciao…- disse sfoderando il suo
sorriso bianchissimo e buttando all’indietro la chioma dorata.
Angel tirò su il viso e le sorrise.
- Ciao…
8. SURPRISES
Buffy controllava la lista della
spesa, supervisionata da Dawn.
Le due ragazze avevano appena finito
di cenare.
- Hai scritto due volte il burro
d’arachidi…- le disse lanciando un’occhiata al foglietto.
Buffy non le rispose, mordicchiando
distrattamente la penna con gli occhi rivolti verso l’alto.
Chissà cosa aveva organizzato Spike
per la serata…
Un’ora e mezza prima di andare al
Bronze era molto tempo… Le labbra le si incresparono in un sorriso pensando a
lui che la riempiva di baci ovunque…
- Terra chiama Buffy!! Ehy! C’è
nessuno in casa?- esclamò Dawn dandole un paio di colpetti sulla testa.
- Eh? Si…manca il burro
d’arachidi…- rispose scribacchiando sul block notes.
Dawn sbuffò.
- Sei insopportabile!
Buffy ritornò alla realtà in un
lampo.
- Cosa vuoi dire?? Anzi! Falla te
la lista della spesa. Ho un appuntamento, io!- disse alzandosi e consegnando
carta e penna a Dawn, senza lasciarle il tempo di ribattere.
La sorellina la inseguì fino in
camera sua, e si sedette sul letto.
- Togliti di li! Mi spiegazzi tutti
gli abiti!- strillò la bionda in panico.
Dawn guardò sotto il suo sedere.
Incredibile!
Buffy aveva trasferito tutto il
contenuto dell’armadio sul letto!
- Pensi di tornare stanotte?-
chiese poi innocentemente.
Buffy la fissò a bocca aperta per
qualche secondo, poi tornò a truccarsi, rassegnandosi al fatto che ormai sua
sorella sapeva che lei e Spike avevano fatto sesso.
Le si disegnò un sorrisino sulle
labbra rosse.
- Non lo so…
- L’importante è che tu me lo dica
in tempo, così se telefona mamma…
Buffy smise di passarsi l’ombretto
sugli occhi.
- Se chiama, le dici che sono a dormire
e che non vuoi svegliarmi. Semplice.
Dawn sospirò.
- Per te è tutto semplice! Tanto
sono io che devo mentire per te! E sai che non sono brava a dire le bugie…
- Andiamo! Non agitarti! Se sei
fortunata mamma telefonerà tra poco…- la rassicurò la bionda mentre sistemava i
lunghi capelli sciolti sulle spalle.
Dawn lanciò uno sguardo alla
baraonda di abiti che sua sorella aveva sparso per tutta la stanza.
- Cosa metterai?
Buffy, con una mano sul mento,
scrutava con occhio clinico ogni capo.
- Longuette nera, canottiera
bianca. Cosa dici?
Dawn alzò il pollice in alto.
- Perfetto…
Soddisfatta, si tolse la vestaglia
celeste con le paperette e cominciò a vestirsi.
- Posso avere un po’ di privacy?-
chiese scocciata.
Dawn le fece una linguaccia e uscì.
Trenta secondi dopo, il telefono
cominciò a squillare insistentemente.
- Visto? Non dovrai dire bugie e la
tua anima potrà raggiungere le grazie del Paradiso!!- gridò Buffy prima di
portarsi la cornetta all’orecchio.
- Pronto?
- Affacciati alla finestra della
tua camera, amore…- rispose la voce dall’altro capo e poi riappese.
La ragazza ridacchiò, poi si
diresse dove le era stato detto.
Spalancando le tende, si ritrovò il
viso di Spike a un metro da lei.
Il biondo era comodamente seduto su
un ramo dell’albero che lei aveva usato un sacco di volte per uscire di
nascosto.
Fumava una sigaretta e aveva
stampato in faccia uno strano sorrisino.
- Cosa fai appollaiato là???-
chiese lei stupita.
- Sorpresa…
- Non mi aspettavo che arrivassi in
anticipo…- disse lei sorridendo.
Quando vide la sua espressione
farsi interrogativa, un atroce dubbio colse Buffy.
Si voltò rapidamente verso la sua
sveglia: le nove in punto.
Era lei ad essere in ritardo e
assolutamente non pronta!
Si chinò sotto il letto per cercare
i suoi stivali.
- Tesoro…non m’inviti ad entrare?-
chiese Spike appoggiandosi al davanzale.
- Uh? Ma certo…entra pure!- esclamò
lei riuscendo a trovare lo stivale sinistro.
- Questo non ti serve ora…- le
disse lui sfilandoglielo dalle mani e lanciandolo dietro di lui.
Lei appoggiò le mani ai fianchi.
- Sai che non dovresti essere qui,
vero?
Spike fece spallucce.
- Qual è il problema?
Buffy assunse un’espressione
preoccupata.
- C’è Dawn di sotto…che succede se…
La bionda fu interrotta dalle
labbra di Spike che catturavano le sue.
Ogni resistenza si sciolse e lei
contraccambiò il bacio, buttandogli le braccia intorno al collo.
- Mi sei mancato oggi…- gli disse
con tenerezza.
- Anche te bambolina…
Si allontanò leggermente da lei e
la rimirò dalla testa ai piedi.
- Lasci senza fiato stasera…- disse
Spike sincero.
Era meravigliosa.
Lei arrossì leggermente e il biondo
le fu vicino in un attimo.
- Sai che non devi arrossire…mi fa
andare su di giri…- le sussurrò in un orecchio.
- Allora cosa aspetti?- disse lei
piano mordendogli il collo.
La prese per mano e la fece sedere
sul letto, in maniera tale da dare le spalle alla porta.
Lui si inginocchiò ai suoi piedi.
Con un movimento lento, le tirò su
la gonna.
Buffy sentì un tremito non appena
lui le poggiò le mani sulle ginocchia.
La ragazza si appoggiò con le
braccia sul letto e reclinò la testa indietro.
- Queste non ci servono…- disse lui
sollevando con due dita gli slip di Buffy e sventolandoglieli davanti al naso.
- Non credo…- bisbigliò lei
contraccambiando lo sguardo malizioso di Spike.
Senza fretta, cominciò ad aprirle
le gambe.
Buffy rabbrividì quando sentì la
sua lingua danzare sul suo interno coscia, soffocando un gemito quando
raggiunse la meta.
- Oh Dio…- mormorò sentendolo farsi
strada con un dito, mentre continuava a leccare insaziabile.
La bionda ebbe l’impressione di
udire dei rumori lontani…sembrava il trillo di un telefono.
Non ci fece caso, continuando ad
annegare nelle piacevolissime sensazioni che Spike gli stava regalando.
Poi la porta si spalancò.
La ragazza si sentì gelare, ma
Spike sembrava non avere la minima intenzione di smettere, protetto dal letto e
dal corpo di Buffy, che sembrava normalmente seduta.
- C’è la mamma al telefono…scendi?-
chiese Dawn rimanendo sulla soglia.
Buffy girò solo la testa verso la
porta, chiedendosi perché diavolo non era possibile per gli esseri umani girare
il capo a 360 gradi.
- Ho qui il cordless…- rispose
cercando di non pensare ai movimenti della lingua di Spike dentro di lei.
- Sbrigati…credo che Spike ti stia
aspettando in macchina qua fuori…- le disse Dawn uscendo e richiudendo la
porta.
- Sei impazzito?- esclamò prendendo
il viso di Spike tra le mani e sollevandolo.
Lui si passò la lingua sulle labbra
con un sorriso di sfida.
- Dimmi che non ti è piaciuto…e se
mi dirai di no, non ti crederò. Una parte di te ha apprezzato molto…
Buffy ridacchiò.
- Non l’ho detto…va bene la
trasgressione, ma non con Dawn!!!
Spike le accarezzò il ventre
piatto.
- Passerotto…tua madre sta
aspettando…
Buffy spinse il tasto verde sul
telefono.
- Mamma!! Ero in bagno…
Il biondo le sollevò il lembo della
maglia, scoprendo il reggiseno.
- Si tutto benissimo! Te?
Abbassò il push up, scoprendo un
capezzolo, che cominciò a baciare e a succhiare piano piano.
- N-no…n-non farò tardi…stasera…-
disse Buffy cercando di non urlare per il piacere che le martellava in ogni
parte del suo corpo.
Lui se ne accorse e le infilò di
nuovo una mano fra le gambe, continuando a tormentare il suo seno.
- Ok…ciao mamma…
Buffy non fece in tempo a chiudere
il telefono che si ritrovo per terra, con Spike sopra.
- Piccola…- le disse con occhi
supplichevoli.
La bionda non rispose,
circondandogli la vita con le gambe.
Spike non potè resistere oltre.
Tirò giù la zip dei jeans e con un
colpo unico e possente, affondò in lei.
Buffy non riuscì a trattenere un
grido, stringendolo ancora di più a se.
Il biondo cominciò a muoversi
dentro e fuori Buffy, con le labbra appoggiate su quelle di lei, e i respiri
che diventavano sempre più corti e affannosi.
Vennero insieme e Spike si
abbandonò esausto sul petto di lei, che lo abbracciò.
- Un giorno o l’altro mi
ucciderai…il mio cuore non può tenere questi ritmi…- ansimò lui.
- Sei tu che ucciderai me…- rispose
lei a corto di fiato.
Si guardarono negli occhi sorridendo.
- Buff! Sono le nove e tre quarti!!
Spike è la fuori da una vita!!- urlò Dawn dal piano inferiore.
- Arrivo!!- le fece eco Buffy.
Spike si sollevò da sopra a lei a
la aiutò a rialzarsi.
- Hai visto i miei slip?- gli
chiese lei ridendo.
Qualche minuto dopo, scesero per
mano dalle scale.
Dawn vide prima apparire sua
sorella.
- Era ora!- esclamò e poi ammutolì
vedendo comparire Spike alle spalle di Buffy.
- Ciao briciola…- la salutò lui un
po’ imbarazzato.
Quando la porta si fu chiusa alle
loro spalle, Dawn corse alla finestra.
- Divertitevi!!- li salutò ridendo
facendo un cenno con la mano.
Harmony spalancò la bocca per la
settima volta.
Aveva già rinunciato a nascondere
la noia al quinto sbadiglio. Con una mano si teneva la testa, sperando che non
le cadesse sonoramente sul tavolo.
Chissà… Magari a quel punto
quell’essere borioso seduto di fronte a lei avrebbe smesso di parlare male
della sua ex e del suo nuovo ragazzo e si sarebbe accorto di lei e della sua
voglia di scopare…
Anche lei aveva perso Spike…Spike e
la sua enorme, spropositata bravura a letto, ma non lo insultava ogni cinque
minuti…ok, forse lo faceva ogni dieci, ma alla fine? Cosa aveva ottenuto?
Niente. Lo zero assoluto.
Roteò gli occhi verso il ragazzo,
decisa a dare una svolta alla serata.
- Senti bello…vorrei proporti un
affare…- gli disse con voce suadente.
Angel smise di discutere da solo e
si fece attento.
“Oh cielo! E’ riuscito a stare
zitto due secondi!” pensò Harm mentre sfoderava il suo sorriso perfetto e
scintillante.
- Dimmi…
La ragazza gli accarezzò il dorso
della mano con un dito.
- Se la smetti di parlare della tua
maledetta ex per dieci minuti, ti manderò in paradiso…- sorrise mordicchiandosi
l’unghia.
Angel era rimasto come una statua
di sale.
Quella ragazza gli stava offrendo
del sesso su un piatto d’argento con l’aria più innocente del mondo.
Ma si…basta pensare a Buffy…almeno
per ora…
- Andiamo…- le disse prendendola
per un braccio e conducendola dentro i bagni del Bronze.
Harmony ridacchiò scioccamente,
mentre lui la spingeva contro il muro.
- Fammi vedere cosa abbiamo qui…-
disse Angel facendo scivolare una mano sotto la mini di jeans.
- Allora non sai soltanto blaterare
inutilmente…- gli fece eco Harm prendendo la sua mano e conducendola dentro il
suo tanga.
La ragazza lo guardò dritto negli
occhi.
Erano neri come un incubo
terrificante.
- Vai giù…- le ordinò scuotendola
dai suoi pensieri.
Lui si slacciò la lampo e infilò
nella bocca di Harm il suo membro gonfio e eccitato.
- Fammi venire…- le comandò mentre
la ragazza cominciava a pompare.
Qualche minuto dopo la bionda si
rialzò in piedi, pulendo l’angolo delle labbra col dorso della sua mano.
- E’ stato piacevole, ma ora devo
rientrare…
Harmony sembrò colta alla
sprovvista e rimase a fissare le spalle di Angel mentre usciva dal bagno, senza
neanche darle il tempo di ribattere.
Lei si appoggiò al muro con la
schiena. Non avrebbe mai avuto il coraggio di contraddirlo.
Nei suoi occhi aveva letto il nulla
più assoluto. Ma nei pochi attimi che l’aveva toccata, l’aveva fatta godere da
morire. Ovviamente non come il suo Blondy Bear, ma…
Un brivido la scosse.
Decise di rientrare e vedere se
Spike era arrivato.
Non avrebbe perso per niente al
mondo il concerto di Oz, e magari lei sarebbe riuscita ad avere la sua
vendetta…
Buffy scoppiò in una fragorosa
risata non appena entrarono in macchina.
- Hai visto che faccia aveva Dawn
quando ti ha visto scendere? Avrei pagato oro per avere una telecamera a
portata di mano!!
Spike le diede un buffetto sul naso.
- Sei proprio una bambina
cattiva…deridere così tua sorella…
Buffy sorrise.
- Ma a te piaccio così, no?
Lui la baciò teneramente.
- Certo, amore…
Spike mise in moto.
Buffy si appoggiò con la testa sulla
sua spalla, mentre lui le poggiò la mano sul ginocchio.
- Vorrei parlarti di una cosa prima
di andare al locale…- disse poi ad un certo punto abbassando il volume dello
stereo.
- Ok…
Era una bella sera stellata con la
luna ridotta ad una piccola falce sull’orizzonte.
Spike si diresse verso il mare.
Buffy scese dalla macchina, si
liberò delle scarpe e corse verso il bagnasciuga, ridendo come una ragazzina.
Doveva assolutamente parlarle del
suo passato. Non voleva assolutamente che lei lo venisse a sapere da qualcun
altro.
Come dirglielo però?
“ Sai tesoro, qualche tempo fa
adoravo il sesso di gruppo…e con il tuo…ex…”
Scosse la testa.
Non voleva perdere Buffy.
- Vieni a prendermi se ne sei
capace!- esclamò la bionda facendogli un cenno con la mano.
Il ragazzo sorrise divertito e si
lanciò al suo inseguimento.
- Scappa bambina…il Big Bad sta
arrivando!
Si rincorsero per qualche minuto,
poi Spike riuscì a metterla al tappeto.
- E ora? Dove pensi di andare?- le
disse mentre la teneva per le braccia.
Buffy cercava di divincolarsi, ma
la presa del biondo era ben ferma.
- Ok…mi arrendo…- gli disse lei
sporgendo le labbra alla ricerca di un bacio.
- Così non vale…- rispose lui prima
di cedere.
Si baciarono appassionatamente,
stesi sulla spiaggia, con le mani impazienti di andare oltre.
Non riuscivano ad averne abbastanza
l’uno dell’altra.
Poi Spike si allontanò.
- Ricordi…devo dirti una cosa…
Buffy si mise in attesa, attenta.
- Vedi…non so da che parte
cominciare…
Il ragazzo si voltò e quando il suo
sguardo incontrò gli occhi verdi e dolci di Buffy, capì che non ce l’avrebbe
fatta.
- Io…
La ragazza lo incoraggiò.
- Avanti…ti ascolto…
Spike sospirò.
- Ti amo, Buffy.
“Stupido, inutile, codardo! Questa parte
veniva dopo la confessione e il suo perdono!” si disse mentalmente.
La ragazza era rimasta in silenzio,
e lo fissava inebetita.
- Passerotto?
Buffy continuava a non rispondere.
- Lo so…dopo tutti i discorsi
dell’altra notte è stupido uscirsene ora con questa cosa…ma è ciò che sento…non
è necessario che tu risponda. Volevo solo che tu lo sapessi…- disse lui quasi
cercando di giustificarsi.
- Spike…- disse lei finalmente.
- No, no! Non dire niente!- la
interruppe lui.
- Fammi parlare…
- So ciò che stai per dirmi…
Buffy gli poggiò un dito sulle
labbra.
- Ti amo anche io, scemo!
Spike la guardò con occhi
innamorati e lei lo baciò.
Forse era meglio per tutti celare
gelosamente quel segreto opprimente.
Willow era in fermento.
Erano venti minuti che agitava la
gamba spasmodicamente, senza riuscire a fermarsi.
- Will…mi stai facendo venire il
mal di mare…- le disse Xander pallido in volto.
- Dio! Come fai ad essere così
tranquillo??? Ci sono milioni di motivi per cui uno dovrebbe avere i nervi a
fior di pelle e gli occhi pronti a schizzare fuori dalle orbite da un momento
all’altro!!- esclamò lei sobbalzando sulla sedia.
- Primo: stasera suona Oz e dopo
uscirò da sola con lui per la prima volta. Secondo: il nuovo ragazzo di Buffy.
Terzo: Angel. Mi sembrano tre validi motivi!!
Xander si guardò intorno.
- A proposito del bel
tenebroso…dov’è finito?
Willow scosse la testa.
- L’ho visto parlare qualche
secondo fa con una biondina…guarda, eccolo…sta uscendo dal bagno…- disse poi
indicandolo.
Angel li raggiunse al tavolo.
- Eccovi finalmente! Buffy è
arrivata?
I due fecero cenno di no.
- Sai che verrà col suo nuovo
ragazzo, vero?- chiese Willow.
- Certo. Scusate…- disse Angel
allontanandosi.
- Xander…questa cosa non mi piace
per niente…
Lui assentì.
- Guarda…Tara e Anya…
Le due ragazze presero posizione.
- Allora? Dov’è questo dio greco?-
chiese Anya, come al solito senza peli sulla lingua.
Tara indicò con un sorriso
l’entrata.
- Buffy è arrivata ora…e mi sembra
che tenga qualcuno per mano, ma non riesco a vederlo…
Tutti gli amici si voltarono
curiosi, ma persero di vista Buffy.
- Disdetta!- esclamò Willow.
- Cercavate qualcuno?
La voce di Buffy li fece scattare
tutti. Accanto a lei, un ragazzo biondissimo e con gli occhi più blu che
avessero mai visto.
Tara e Willow lo fissarono con la
bocca aperta.
- E’ davvero figo…- bisbigliò Anya
senza staccargli gli occhi di dosso.
Soddisfatta delle reazioni che
aveva suscitato, Buffy si strinse a lui intrecciando le sue dita a quelle di
lui.
- Ragazzi, questo è Spike!-
annunciò con un sorriso radioso.
Angel osservò la scena dal bancone
del bar.
E così era quello Spike.
Il caro “amico” Spike.
Harmony apparve di fianco a lui.
- Ecco la nuova sgualdrina del mio
Spikey…le caverei gli occhi se potessi…
Finalmente ebbe tutta l’attenzione
di Angel.
- Lo conosci?- le chiese.
- Siamo usciti insieme per qualche
mese…- ammise lei.
Angel la prese per mano e si avviò
verso l’uscita del Bronze.
- Vieni, tesoro…ho dei progetti per
noi due…
Harmony, pur riluttante, lo seguì.
9. THE CALM BEFORE…
- Allora… Xander, Willow, Tara e
Anya…- indicò Buffy.
Spike alzò la mano in segno di
saluto.
- Piacere…
Buffy lo guardò.
Se non avesse conosciuto la sua spavalderia,
avrebbe quasi pensato che fosse a disagio di fronte ai suoi amici.
Se ne stava lì, con due enormi
occhioni da cucciolo sperduto, ma sempre fiero e a testa alta.
La bionda si fece pensierosa. Forse
aveva bruciato le tappe…sperò che metterlo di fronte ai suoi amici non lo
avrebbe fatto scappare via.
Spike era ancora indeciso sulla
correttezza o meno della sua decisione. Poi si rasserenò.
Era impossibile che Buffy venisse a
conoscenza di quel piccolo particolare.
Solo Oz sapeva, e non lo avrebbe mai
tradito.
- Tutto bene?
La voce di Buffy lo riportò alla
realtà.
- Certo, piccola…qualcuno vuole
qualcosa da bere? Offro io!- esclamò poi rivolto al tavolo.
Dopo aver preso le ordinazioni,
andò verso il bancone, seguito dallo sguardo amorevole di Buffy.
La bionda non poté resistere alla
tentazione.
- Allora? Che ne pensate?
Willow, Tara e Anya rimasero in
silenzio, fissando dritte davanti a loro.
- Ragazze?- ripeté Buffy.
- Direi che…è davvero bellissimo!
Ma dove l’hai scovato??- strepitò Tara.
Xander si alzò.
- Ok…vado a fare un giro in
pista…prevedo l’arrivo di numerosi riferimenti sessuali espliciti da cui gli
uomini sono esclusi…
Le quattro amiche scoppiarono a
ridere.
- Ora che se ne andato, parla…sotto
i vestiti è come sembra?- chiese Anya, più pudica del solito.
Buffy ridacchiò.
- Più di quanto sembra…
- A questo punto è necessario
chiedere che dotazione abbia…- continuò Anya.
- Anya!!- strillarono le altre tre
insieme.
- Cosa ho detto? Le dimensioni del
pene sono fondamentali…
- Le dimensioni di cosa?- chiese
Spike tornando con le bibite e sedendosi vicino alla sua ragazza.
Tara, Willow e Buffy diventarono
rosse come tre aragoste.
Anya sbuffò e si preparò a ripetere
la sua teoria.
- Gli stavo semplicemente spiegando
dell’importanza delle dimensioni del pen…
-…siero!! Pensiero!- finì per lei
Willow.
- Già… Anya studia filosofia…e non
perde occasione per istruirci un po’! Vero An?- disse Buffy guardandola fissa.
- C-certo!- confermò infine la
ragazza colpita da un calcio partito dalla parte di Tara.
Spike sorrise interessato.
- Ti interessi di filosofia? E’ una
materia davvero affascinante…anche io studio filosofia, ma non ti ho mai vista
in facoltà…cos’è questa teoria della dimensione del pensiero? Non ne ho mai
sentito parlare…
Anya si ritrovò per la prima volta
in vita sua in difficoltà, ma fu salvata dall’ingresso sul palco dei Dingoes.
- Ecco Oz!!- esclamò Willow
entusiasticamente battendo le mani.
Spike sorrise. Quindi era lei la
ragazza di Oz.
Gusti di tutto rispetto!
- Oz è davvero bravo…- disse Buffy
fissando il palco rapita.
- E’ il minimo…strimpella da quando
aveva sei anni…- le rispose Spike.
La ragazza si voltò stupita.
- Tu e Oz vi conoscete?
- Siamo amici fin da quando
portavamo il pannolone…
- Che combinazione! Il tuo migliore
amico con la mia migliore amica!- esclamò Buffy divertita.
Lui le sfiorò i capelli con le
labbra, socchiudendo gli occhi.
- Perché non andiamo in un posto un
po’ più tranquillo?
La bionda gli strinse la mano e si
alzò, invitandolo a seguirla.
- Andiamo a fare un giro!- urlò poi
in direzione di Tara, che annuì con un cenno della testa.
Si diressero al piano superiore del
Bronze, luogo poco frequentato ma da cui il concerto si vedeva alla perfezione.
Buffy si appoggiò alla balconata e Spike
la abbracciò, poggiando la testa sulla sua spalla per vedere il palco.
- Vuoi sapere una cosa buffa?- le
chiese poi.
La ragazza si voltò vero di lui.
- Certo…
Spike scrollò la testa continuando
a ridere.
- Oz mi stava parlando di Willow
qualche giorno fa, e mi ha anche detto che avrei dovuto conoscere la sua amica
bionda perché era davvero fatta per me. Io non l’ho lasciato continuare, perché
mi interessavi solo te…
Buffy sembrò un po’ arrabbiata.
- Fammi capire…stava cercando di
farti uscire con Tara?
Spike le diede un bacio e la
strinse a se.
- Ma no, sciocchina…mi stava
parlando di te…
Rimasero entrambi in silenzio.
- Sei l’unica…lo vedi?
- Devo esser l’unica…altrimenti ti
riduco in poltiglia…- rispose lei ridendo.
Buffy cominciò a strofinare volutamente
il suo fondoschiena contro la patta dei jeans di Spike, che ebbe una reazione
fulminea.
- Passerotto…cosa combini?- chiese
con il fiato corto.
La ragazza sorrise maliziosamente.
- Sei tu che mi hai
provocata…volevi il sesso trasgressivo? E cosa c’è di più trasgressivo
del…sesso in pubblico?
Spike ridacchiò.
- Andiamo…non lo faresti mai…
Buffy si sciolse dal suo abbraccio
e si allontanò di qualche passo, ancheggiando.
- Ah no?
Con un gesto quasi impercettibile
aveva fatto scivolare le mutandine a terra e ora le teneva in mano.
- Non mi sfidare…- la avvertì Spike
avvicinandosi lentamente.
- Non lo farei mai…- rispose lei
affacciandosi di nuovo alla balconata e rivolgendo verso di lui i glutei sodi,
fasciati solo dalla sottile gonna di raso.
- Summers, stai rischiando di
brutto…tra un tempo molto breve potrei non rispondere di me…- continuò Spike
poggiandole le mani sui fianchi.
La bionda emise un gemito di
soddisfazione quando sentì la virilità del ragazzo premere contro di lei.
- Buffy…dai…non credo che…
- Fermami…- gli sussurrò mentre
conduceva la mano di Spike sotto la gonna.
Il biondo non riuscì ad opporre
resistenza e si arrese alla sua compagna, per la prima volta abile direttrice
dei giochi.
Spike si lasciò sbottonare i pantaloni
e poi avvolgere dal suo abbraccio più intimo, coperto agli occhi degli altri
dal suo spolverino di pelle.
Buffy prese a muoversi lentamente,
una mano appoggiata al parapetto e l’altra appoggiata sulla guancia di lui. Gli
addominali di Spike le premevano sulla schiena.
- C’è un sacco di gente stasera…-
bisbigliò lei, chiudendo gli occhi.
- No…continua a guardare…il
concerto merita…- disse lui ansimando mentre i suoi affondi diventavano sempre
più ritmici.
Buffy obbedì, passando le dita
sulle morbide labbra di Spike.
- Ecco la mia ragazza…- disse piano
lui succhiadone golosamente la punta.
- Ma dove sono finiti Buffy e il
suo ragazzo?- chiese Xander tornando al tavolo.
Anya alzò le spalle.
- Hanno detto che andavano a fare
un giro…forse non li rivedremo più per stasera. Te invece? Dove sei stato?
Xander si mise seduto accanto a
lei.
- Sono andato a cercare Angel…era
qui fino ad un’ora fa…
Anya sbuffò.
- Ancora ti preoccupi per lui?
Lascialo perdere…è innocuo…
Forse l’amica aveva ragione, ma
ultimamente in lui non aveva letto segni rincuoranti. Pareva del tutto fuori di
testa…
Lanciò un’occhiata sotto il palco.
Willow aveva trascinato Tara fin
sotto ad Oz ed ora si dimenavano al ritmo della musica.
Guardò l’orologio.
Il concerto era agli sgoccioli.
- Carino il ragazzo di Buffy…-
disse poi ad Anya, che lo squadrò bene.
- Ho visto come lo guardavi…quasi
come lo guardavo io…- disse seria.
Xander a momenti si strozzò con la
Coca.
- Grazie Sunnydale!! Ora andiamo
con l’ultimo pezzo… Vogliamo sentirvi urlare! Grazie a tutti!!- urlò il
cantante ad una folla impazzita.
La musica era altissima e tutto il
pubblico urlava di gioia.
Urlava anche Buffy.
Oz scese dal palco quando il dj
attaccò con la musica house.
Andò dritto verso Willow, che ancora
si agitava.
- Tara…che gli dico ora?? E se mi
trova noiosa? E se mi dice che si è sbagliato e non vuole più vedermi? Oh
cielo…sta venendo qui!- farfugliò la rossa nel panico più totale.
- E se ti calmassi? Dai, stai
tranquilla!- la rassicurò l’amica stringendole una mano.
Willow sembrò quietarsi
leggermente.
- Bene…ora fai un respiro
e…sorridi!- esclamò Tara quando Oz era ormai da loro.
- Ciao Will…Tara…- disse lui
pacato.
Per tutto il concerto non era
riuscito a staccarle gli occhi di dosso, e aveva anche preso qualche stecca per
questo.
Ma lei era così…wow!
I capelli rosso fuoco le arrivavano
appena sopra le spalle, sparati dritti verso l’alto col gel sulle punte, e
indossava un vestitino rosa che le dava un aspetto irresistibile…e poi quel
sorriso dolcissimo…
Lo aveva davvero stregato.
- C-ciao Oz…- balbettò lei di
rimando.
- Ciao Oz…io torno al tavolo…a più
tardi…- disse Tara eclissandosi.
- Ma no! Resta con…noi…- provò a
dire Willow, ma ormai l’amica era sparita.
Oz si passò una mano sui capelli.
- C’è qualcosa che non va? Sembra
che tu abbia quasi paura di rimanere da sola con me…non mordo…
- Oh…no, no, no!! Sono solo un po’
agitata! E’ colpa mia, non tua! Oh…scusami…- cercò subito di spiegarsi lei,
spalancando gli occhi.
Il ragazzo le sorrise.
- Vieni…ti offro qualcosa da bere…-
disse prendendola per mano.
“ Bello…sensazione molto, molto
giusta!”pensò Willow felice.
Oz si guardava intorno.
Chissà se Spike era venuto…voleva
assolutamente fargli conoscere Willow.
Il suo parere era troppo importante.
Eppure gli era sembrato di
intravederlo sulla balconata, avvinghiato come un polipo ad una ragazza…forse
era lei la misteriosa donna di cuori dell’amico.
Non l’aveva ancora conosciuta, ed
era strano…di solito gli presentava immediatamente le sue fiamme…certo, con
quello che duravano…invece lei…
- Buffy!- esclamò Willow alle sue
spalle.
Oz sbuffò. Era quella la ragazza
per Spike.
Si voltò e vide che la bionda
teneva qualcuno per mano.
Pazienza. Troppo tardi…
- Oz, questo è il ragazzo di Buffy,
Spike…- gli spiegò la rossa.
Il biondo gli scoppiò a ridere in
faccia quando vide la sua espressione sbigottita.
- Cos’hai?- gli chiese poi.
- Che ci fai qui con lei?- domandò
Oz.
Spike lo guardò stupito.
- E’ lei la mia ragazza…
Oz lo guardò di sottecchi.
Buffy gli sorrise divertita, mentre
Willow continuava a non capire.
- Posso parlarti due minuti?- gli
disse poi trascinandolo via per un braccio.
Una volta raggiunto il bancone del
bar, Oz mollò la presa.
- Ma che ti prende?- chiese Spike
aggiustandosi la giacca.
- Perché non mi hai detto che lei
era lei??- esclamò il ragazzo.
Il biondo lo fissò.
- Sei sempre così chiaro…
- Perché non mi hai detto che
uscivi con la migliore amica della mia ragazza? E che lei è la ragazza che ho
sponsorizzato in tutte le maniere?
Spike alzò le mani in segno di
resa.
- Ok…rinuncio a capire…che ti
cambia?
- Innanzi tutto non avrei fatto
questa figura del cavolo, e poi…niente. Sono contento per te. Se è come la
descrive Willow è davvero una ragazza speciale…quindi trattala bene perché
Willow tiene molto a lei…- concluse il ragazzo con tono scherzosamente
minaccioso.
- Non preoccuparti…le voglio molto
bene…ed è per questo che ho deciso di non dirle niente riguardo a quella parte
di me di cui non vado molto fiero…considerando poi che uno dei miei vecchi
amici è il suo ex…- ammise Spike un po’ tristemente.
Oz annuì silenziosamente.
- Capisco…non è una situazione
facile…non vorrei fare il grillo parlante della situazione ma…le bugie hanno le
gambe corte…
- Lo so…ma ora non è il momento…
Il viso di Oz tornò sorridente.
- Parliamo di un argomento più
piacevole…Willow? Come ti sembra?
- E’ davvero deliziosa…- dichiarò
il biondo con il pollice all’insù.
- Pensavo di portarla a fare un
giro…
- Allora in bocca al lupo!!- gli augurò
l’amico.
- E così Spike e Oz sono amici?-
chiese la rossa.
Buffy annuì.
- Già! Carina come cosa, vero?
- Guarda, eccoli…- disse Willow
vedendoli di ritorno.
Oz le si avvicinò e le sussurrò
qualcosa all’orecchio.
- Bene…allora noi andiamo…buona serata!-
disse Willow arrossendo leggermente.
- Sono davvero dolci insieme, non
trovi?- sospirò Buffy mentre la coppietta si allontanava mano nella mano.
- Oz è davvero cotto…- le rispose
Spike.
La bionda lo strinse a sé.
- Mi concede l’onore di un lento?
Spike ridacchiò e la condusse al
centro della pista.
Willow e Oz camminavano silenziosi,
diretti verso il campus, dove lui abitava.
Il ragazzo si sentiva molto
impacciato. Non era mai stato disinvolto come Spike con l’altro sesso, ma aveva
una certa esperienza. Questa ragazza lo rendeva taciturno e irrequieto.
Dio, come avrebbe voluto prenderla
fra le braccia e stringerla forte!
Willow, dal canto suo, era
sull’orlo di un attacco di panico: come doveva comportarsi?
A parte la cotta che aveva avuto
per Xander, Oz era il primo verso cui provava qualcosa…e con cui usciva…
Aveva sempre pensato allo studio ed
era convinta che un ragazzo l’avrebbe distratta, ed era fiera di non aver
ceduto al primo che capitava. Ma adesso…
- Che combinazione…chi l’avrebbe
mai detto che Buffy e Spike stavano insieme?- disse Willow per rompere il
ghiaccio.
- Già…
I tre secondi di contatto visivo si
interruppero miseramente quando entrambi si resero conto di essersi guardati.
Willow riabbassò lo sguardo e Oz riprese a guardarsi intorno.
“Se comincio con i monosillabi
penserà che mi sto annoiando!”si riprese mentalmente lui.
Ma il silenzio continuava,
imperturbabile.
“Questo non è un buon segno,
Willow…”si disse lei.
Emise un profondo respiro.
Possibile che per gli altri era così
facile parlare dei propri sentimenti e per lei no??
Anche Oz aveva sentito il sospiro.
- Senti…- dissero in contemporanea.
Risero tutti e due e poi Oz invitò
Willow a parlare per prima.
- Dimmi la verità…ti stai
stancando?
Il ragazzo spalancò gli occhi.
- Cosa?? Adoro la tua compagnia…è
solo che mi sembri tu un po’ annoiata…se vuoi che ti riaccompagni a casa basta
solo che…
- No!- esclamò la rossa
interrompendolo.
- Cioè…scusa…volevo dire che non
voglio andare via…
Oz si stava avvicinando sempre di
più.
- …voglio stare con te…
Erano ad un soffio l’uno
dall’altra.
Oz fece per baciarla, e anche
Willow voleva, ma continuavano a piegare la testa dallo stesso lato.
- Aspetta…- le disse lui
sorridendo.
Le prese il viso tra le mani e le
posò un bacio gentile sulle labbra.
Willow si sentì mancare.
L’ultima volta che aveva baciato
qualcuno risaliva all’unica volta in cui lei e Xander avevano cercato di
approfondire la loro amicizia, e che si era dimostrato un flop clamoroso.
Poggiò le mani sui fianchi di Oz e strinse
forte.
Se non si aggrappava a qualcosa
sarebbe crollata a terra.
Riaprì gli occhi qualche secondo
dopo.
Il viso di Oz era ancora lì, ad un
passo dal suo, e la sua mano le accarezzava ancora la guancia.
Stavolta fu lei, timidamente, a
prendere l’iniziativa.
Il bacio fu più profondo e intenso,
mentre un calore enorme l’avvolgeva.
Oz in quel momento era l’uomo più
felice del mondo.
Era da quando l’aveva intravista al
Bronze che avrebbe voluto farlo.
Rimasero lì a baciarsi, avvolti
dall’oscurità.
Solo la luna, curiosa, li spiava
ogni tanto facendo capolino tra le nubi.
Il ragazzo biondo percorreva a
tutta velocità una delle vie meno trafficate e più buie di Los Angeles.
Tra le labbra, una sigaretta che si
muoveva nervosa al ritmo della musica che stava cantando.
I suoi occhi, di un blu intenso,
seguivano attenti la strada, cercando punti di riferimento.
“Sei davvero fuori, Spike…”si
ripeteva mentalmente.
Aspirò ancora a lungo la cicca e
poi, con una smorfia di disgusto, la scagliò fuori dal finestrino con rabbia.
Quel fottuto idiota di Sean non gli
aveva dato la solita roba.
E stanotte gli serviva davvero
sballarsi.
Tenendo una mano sul volante, si
abbassò verso il cassettino sul lato del passeggero.
Ne estrasse la sua bottiglia di
Bourbon, da cui bevve qualche sorso.
Con la coda dell’occhio, si accorse
di aver oltrepassato la sua meta.
“Merda!”
La strada vuota gli permise
un’assurda inversione a U.
La De Soto nera urlò al contatto
dei suoi freni con l’asfalto.
E lui rideva come un dannato.
Forse si era sbagliato riguardo
alla roba.
Si sentiva onnipotente.
Frenò stridendo e parcheggiò.
Scese sicuro dalla macchina, e si
guardò intorno.
Allora…palazzina rossa, porta
bianca, senza numero civico…era quella senza dubbio.
Tirò fuori dalla tasca dello
spolverino un bigliettino da visita e lo rilesse.
Era la dodicesima volta che lo
faceva.
Faith.
Quel nome lo tormentava.
Non era per la ragazza che lo
portava, una moretta con tutte le sue cose a posto che avrebbe frequentato
davvero volentieri, ma in fondo una come tante, quanto per ciò che gli aveva
detto cinque minuti dopo essersi presentata.
Domani sera ti aspetto…per darti
tutto ciò che desideri.
Nella mente di uno sbarbatello di
diciannove anni era il massimo degli inviti.
Quindi non se lo era fatto ripetere
due volte e si era fatto dare l’indirizzo.
Esitava ad entrare, tuttavia.
Qualcosa in quel posto lo metteva a
disagio.
Accese un’altra sigaretta.
“Forza idiota, torna a casa…sei fatto
e ubriaco…e stai andando a scopare una che nemmeno conosci…”
Una forza superiore lo guidò fin
davanti l’entrata.
“Al diavolo!” si disse bussando tre
volte come la ragazza gli aveva indicato.
Attese qualche minuto, e quando
stava per girare i tacchi e andarsene, la porta si aprì, mostrando Faith.
- Ciao bello…- gli disse facendogli
cenno di entrare con un sorriso.
La porta si richiuse dietro le
spalle di Spike, mostrando quello che probabilmente era un corridoio, almeno a
giudicare dalla flebile luce che emetteva la candela di Faith.
La seguì fin davanti ad un’altra
porta, dove lei si fermò.
- Le regole sono semplici…- gli
disse sorridendo.
- Regole?- le fece eco Spike, non
capendo.
- Tutto ciò che vedrai o…farai
stasera, deve rimanere tra queste mura, chiaro?
Spike annuì.
- Bene…per il resto, buon
divertimento…- concluse aprendo la porta.
Il ragazzo, che ci stava capendo
sempre meno, entrò in una stanza, illuminata solo da candele.
Milioni di candele.
A terra stavano dei cuscini,
separati regolarmente da piccoli tavolini, su cui faceva bella mostra ogni tipo
di polvere.
- Vieni…- disse la voce vellutata
di Faith nel suo orecchio, mentre lo prendeva per mano.
Spike seguì la creatura fasciata di
bianco, così simile ad un angelo, che lo condusse direttamente all’inferno.
La stanza in cui l’aveva guidato
consisteva in un enorme letto, dove un ragazzo si stava dando molto da fare con
due ragazze.
Tutti intorno, curiosi spettatori
osservavano la scena, eccitati e pronti ad intervenire in qualsiasi momento.
- Ti piace?- rise Faith leccandogli
la guancia e strusciandosi sui suoi jeans, ormai gonfi.
- Oh si, baby…- rispose lui
fissando il terzetto.
Lui.
Che si muoveva ritmico, sudato e
senza alcuna espressione in volto.
E che lo fissava con i suoi occhi
duri e neri.
Spike ignorò il suo sguardo e si
limitò a guardare mentre ai tre si aggiungeva anche Faith.
Quella fu la prima di tante notti,
di cui la trama era sempre la stessa: il principe contornato da tante
cortigiane era lo spettacolo principale.
E sempre il suo occhio puntato sul
biondo.
Ma Spike, dopo aver preso
confidenza con l’ambiente, si era completamente disinteressato di Mr. Orgia.
Grazie a Faith, che sembrava avere
un occhio particolare per lui, aveva scoperto come la palazzina fosse un ex albergo,
e come ogni camera racchiudesse un piccolo segreto.
Ogni ragazza della congrega voleva
scoparsi il cucciolo. E lui non scontentava nessuna.
Solo che la curiosità per quel
ragazzo rimaneva, fastidiosa come una pulce in un orecchio.
- Chi è quello?- chiese una volta
Spike ad un tizio.
- Si fa chiamare Angelus.
Era sempre quella la risposta.
Angelus.
Finché una sera, non interruppe la
sua esibizione e si diresse in un’altra stanza, nudo e perfetto.
Spike lo seguì con gli occhi fino a
che non sparì.
- Vieni tesoro…ho una sorpresina
per te…- gli disse Faith apparendo alle sue spalle.
Stavano andando da lui…
Spike si svegliò di soprassalto,
madido di sudore.
Buffy dormiva tranquillamente al
suo fianco e sembrava non essersi accorta di niente.
Il biondo si alzò dal letto e si
accese una sigaretta, pensieroso.
Il ricordo del suo primo incontro
con Angel lo perseguitava anche nei sogni.
Osservò Buffy, placidamente
addormentata, e fu scosso da un moto di rabbia.
Il solo pensiero che lui l’avesse
sfiorata anche solo con un dito lo faceva impazzire.
Se lei avesse saputo…
La ragazza si girò nel letto.
- Spike?- chiamò piano.
- Sono qui, dolcezza…- le rispose
lui, tornandole accanto.
Lei lo abbracciò.
- Cosa c’è?- mormorò lei con la
voce impastata dal sonno.
Lui non rispose subito, continuando
ad accarezzarle la schiena.
- Dovrei dirti una cosa…sai…io
conosco il tuo ex, ma non ti farebbe piacere sapere in che circostanze…io e
lui…beh…
S’interruppe.
Buffy si era addormentata di nuovo.
Sorridendo, contemplò la creatura
che stringeva tra le braccia, e sentì di amarla come mai aveva fatto nella sua
vita.
No…
Non doveva sapere…
- Allora Harm siamo d’accordo?-
chiese lui accarezzandole la coscia nuda.
Lei ridacchiò.
- Certo…io mi riprendo il mio uomo
e tu la tua puttanella…chiaro.
Angel s’innervosì.
- Non chiamarla così! Lei è la mia
piccola principessa…
- Certo, certo!- si riprese
Harmony.
Angel si alzò dal divano e si
diresse verso la porta della stanza della ragazza.
- Vedi di non rovinare tutto…
Harmony sbuffò.
- So cosa devo fare, non sono
stupida!
Lui non rispose ed uscì.
10. …THE STORM
Alla fine l’autunno era arrivato
anche a Sunnydale.
I colori vivaci dell’estate stavano
lasciando spazio a quelli più rilassanti e dorati di un qualsiasi Settembre
californiano.
Tra le foglie marroni di un lungo
viale alberato, Buffy e Spike camminavano allegri tenendosi per mano.
Lei, biondissima e raggiante,
guardava il suo uomo adorante, mentre lui le sorrideva.
La loro storia continuava, rafforzandosi
di giorno in giorno.
Spike non aveva più pensato di
raccontare a Buffy dei suoi trascorsi e viveva più serenamente, cercando di non
farsi troppe paranoie.
In fondo, lei non frequentava più
Angel nemmeno come amico, quindi chi avrebbe potuto raccontarle la verità?
- Non ho proprio voglia…- sbuffò la
ragazza.
- Di cosa dolcezza?- chiese lui,
curioso.
- Domani ricominciano le lezioni
all’università…
Spike ridacchiò alla vista del
broncio esibito dalla sua fidanzata.
- Pensa positivo…adesso hai la
scusa che rimani a dormire da Willow, al campus…- rispose lui con lo sguardo
già brillante.
- Certo…così se mia madre mi chiama
nel cuore della notte per un’emergenza, nessuno le risponde, visto che io sono
da te e Willow è da Oz…davvero geniale…- lo prese in giro lei.
Lui la afferrò e la tenne stretta.
- Non prendermi in giro, ragazzina!
Ricorda che sono sempre io che comando, anche se ti lascio credere il
contrario!- scherzò digrignando i denti e facendo finta di morderla sul collo.
Buffy si lasciò sfuggire un
gridolino di sorpresa.
Si baciarono e poi ripresero la
passeggiata.
- E comunque anche io ho da fare,
cosa credi…ho la tesi da ultimare e…se tutto va come dovrebbe, a Gennaio mi
laureo, e tante grazie e arrivederci!
Buffy si rabbuiò, e Spike lo notò
subito.
- Cosa c’è piccola?
Lei sembrò esitare.
Poi parlò.
- E dopo? Cosa succederà? Tu andrai
a lavorare da qualche parte lontano da qui, e io…io rimarrò da sola…
Il biondo cercò di
tranquillizzarla.
- Non preoccuparti di questo…e poi
non rimarrai da sola…tu sarai sempre la mia priorità, amore…
Buffy si strinse a lui.
- Chi ti dice che per allora non
avrai trovato qualcun altro e che sarai fuggita con lui?- scherzò.
- Non dire scemenze!!- ridacchiò
lei.
- Che so…potrebbe tornare Angel,
per esempio…- disse lui con un ghigno sul viso.
La ragazza abbassò lo sguardo.
- Se dovesse farlo, lo manderei
dritto a quel paese…anzi, no…in fondo mi fa pena…non te ne ho mai parlato, ma
quel ragazzo ha un passato davvero catastrofico…
Spike si fece molto attento.
- Prometti che quello che sto per
dirti non uscirà mai, e dico mai, dalla tua bocca…
Lui fece croce sul petto.
- Parola di lupetto.
Si sedettero su una panchina e
Spike notò che Buffy si stava innervosendo.
- Angel…ha fatto parte di un gruppo
un po’…come dire…particolare…
Il ragazzo la scrutava.
Gruppo?
Particolare?
Buffy sapeva tutto?
Con quale coraggio Angel le aveva
detto di Faith e del resto?
La ragazza deglutì.
- Lui, insieme agli altri,
s’imbottivano di stupefacenti e poi facevano…sesso di gruppo…- disse poi tutto
d’un fiato.
Si sentì più leggera, e subito dopo
realizzò che teneva il peso di quel segreto da molti anni.
Spike la fissava con gli occhi
sgranati.
- Lui…te ne ha parlato?- le chiese
poi.
Lei disse di si.
- Io gli ho sempre detto che non c’era
problema, che quella cosa apparteneva al suo passato…ma pesava sapere che il
tuo fidanzato aveva fatto…quelle cose…
Il ragazzo trattenne il respiro:
era orrore quello che leggeva negli occhi di Buffy.
- Non potendo odiare lui, ho
cominciato ad odiare chi l’aveva trascinato in quel giro, e tutti coloro che ne
facevano parte…quelle persone mi disgustano…avrò i loro nomi stampati in mente
per sempre…- concluse infine lapidaria.
Lei disprezzava gli amici di Angel.
E quindi detestava anche lui. Solo che non lo sapeva.
Spike si sentì male.
- Se avessi qualcuno di loro sotto
le mani, non so cosa farei…- continuò implacabile.
Buffy si accorse del pallore del
suo compagno.
- Ehy…ti senti bene?- disse
preoccupata poggiandogli la mano su un braccio.
- Si…solo che…non lo so…
- E’ normale ammutolire quando si
viene a sapere una cosa del genere…E’ la stessa reazione che ho avuto io quando
Angel me l’ha confidato, tranne che per la parte dove si sviene…Tutti noi
abbiamo uno scheletro nell’armadio, solo che quello di Angel è grande come il
Titanic…e dovrà farci i conti per tutta la vita…- concluse Buffy.
Ogni sua parola era come un marchio
a fuoco da quanto bruciava.
- E tu hai continuato a fidarti di
lui?- chiese il biondo.
- Ciecamente…se qualcuno ti parla
del suo segreto più inconfessabile, significa che ti ama a tal punto da
rischiare di perderti pur di renderti partecipe di ogni parte di sé…ma non
potrei reggere nuove confessioni…- sospirò lei appoggiando la testa sulla
spalla di Spike.
- Giurami che non sei un narcotrafficante
pluriomicida, ti prego…
“No, amore mio…sono solo un
pervertito che amava farsi di crack e scoparsi una marea di donne con il tuo ex
a fargli da maestro e spalla…”
- Certo che si! George Jung mi deve
ancora un mucchio di soldi!- disse serio.
Buffy ridacchiò.
Spike cercò di asciugare le
goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte senza farsi notare.
Poi si alzò in piedi e prese per
mano Buffy.
- Vieni…ti riaccompagno a casa…
Una volta che la porta d’ingresso
dei Summers si fu chiusa, lui fece ritorno verso casa sua.
“Speriamo di non trovare Leonardo
DiCaprio tra i miei abiti…”pensò sconsolato accendendosi una sigaretta.
Qualcuno bussò alla porta di Angel.
Era notte fonda e al dormitorio del
campus non girava un’anima.
Il ragazzo andò ad aprire
sbadigliando, coperto solo da un paio di boxer.
- Ciao caro!
La voce squillante di Harmony lo
svegliò definitivamente, mentre la vestina rosa shock che indossava risvegliò
il suo stomaco.
- Cosa vuoi? Sono le 4 del
mattino…- biascicò lui.
La ragazza entrò e si accomodò sul
letto.
- Ma prego…entra pure…- disse Angel
sarcastico richiudendo la porta.
- Pensavo avessimo un piano…- disse
Harm.
- Sei sparita per due settimane e
credevo avessi cambiato idea…ero già pronto al piano B…- si giustificò lui.
- Ho fatto una vacanzuccia a
Honolulu…ma adesso sono pronta!- esclamò battendo le mani.
- Sai anche dov’è Honolulu?-
domandò lui ridacchiando.
Harm alzò le spalle.
- No, ma non importa…basta che lo
sappia l’acculturata e studiosa carta di credito di papi…
Rise scioccamente.
- Bene allora…quando pensi di
parlare con Buffy?
La bionda si guardò le unghie.
- Le lezioni ricominciano
domani…avrò sicuramente occasione di vederla…diciamo entro una settimana, tutto
sarà tornato come prima…io con Bubu bello e te con la tua noiosa ex.
Angel sorrise soddisfatto.
- Devo ripetere cosa devi dirle?
- Non sono arterioscrotica!-
esclamò indignata.
Angel alzò gli occhi al cielo
mentre andava a prendere un bicchiere d’acqua nel bagno, rinunciando a
correggerla.
Non capiva cosa ci aveva trovato il
suo Cucciolo in quella.
Si guardò allo specchio, toccandosi
una guancia.
Era avvilente che aveva bisogno di
lei per far tornare Buffy da lui.
Ma era necessario: non poteva agire
in prima persona, altrimenti lei avrebbe potuto fiutare il tranello.
E lui non lo voleva assolutamente…
Doveva solo pazientare qualche
giorno.
Assunse un’aria addolorata e poi
toccò la sua immagine riflessa.
- Mi dispiace davvero Buff…avrei
dovuto avvertirti io, ma non ne ho avuto il coraggio…
Poi rise.
Si.
Così era perfetto.
Tornò nell’altra stanza.
Harmony era completamente nuda
sopra il letto, che lo aspettava sorridente.
La sua pelle abbronzata in ogni
dove lasciava immaginare che alle Hawaii aveva imperato il sole integrale.
Adesso sapeva perché lui si era
interessato a lei.
Fisico perfetto per sesso perfetto.
- Che ne dici se rimango qui a
farti compagnia?- chiese melliflua.
Lo squillo del cellulare colse Oz e
Willow sul più bello.
- Non rispondere…- ansimò la rossa
tenendolo stretto a sé.
- Non posso…e poi così mi spezzi a
metà…- rispose lui liberandosi dalla presa della ragazza e sporgendosi fuori
dal letto verso il comodino.
- E’ Spike…- le disse mentre
pigiava il tasto di risposta. - Ciao…
- Sono nei casini, Oz! Casini
terribili!- disse concitato il biondo dall’altra parte.
- Me lo auguro, visto che avevo
cose più piacevoli da fare ora…- sospirò guardando Willow coperta solo dal
lenzuolo.
- Oh. Eri con la rossa? Scusa.
Potrai interrompermi quando vorrai se continuerò a stare con Buffy…
- Ok. Arrivo.
Oz chiuse il telefono e abbracciò
Willow.
- C’è un’emergenza e devi scappare,
vero?- disse lei.
Lui annuì.
- Mi dispiace piccolina…mi aspetti
qui? Tra un’oretta sarò di ritorno…
Willow gli diede un bacino sulle
labbra.
- Va bene…saluta Spike…ma dagli
anche un pugno da parte mia…
Spike camminava nervosamente per la
stanza.
“Quanto diavolo ci mette?”
- Spike? Ci sei?- chiese Oz
entrando.
- Vieni…
Il ragazzo sbuffò.
- Spike. Io ti voglio molto bene,
ma spero per te che ci sia un motivo davvero valido per farmi venire qui quasi
all’alba…
Il biondo lo guardò con espressione
disperata.
- Spara.
- Buffy sa tutto delle feste da
Faith. Glielo ha confidato Angel. Sa anche i nomi, ma probabilmente non il mio.
Sarei già morto a quest’ora. Odia gli amici di Angel…mi odia e non lo sa!!-
esclamò in panico.
Oz si grattò la testa.
- Wow. Se le dicessi tutto? Ha già
capito e perdonato una volta…
Spike scosse la testa
energicamente.
- Avrei dovuto parlargliene
prima…ora è troppo tardi…
Oz gli diede uno schiaffetto sulla
testa.
- Ohhh. E’ questo il punto! Cosa ti
ho detto e ripetuto da un sacco di tempo a questa parte? Che dovevi dir…dir…-
lo incoraggiò a finire per lui.
-…dirglielo.
- Bravo bambino. E tu, cosa hai
fatto invece di seguire i miei consigli? Hai continuato a far finta di non
sentire!- continuò Oz tirandogli un’orecchia.
- Hey! Può bastare con queste
punizioni corporali?- rispose Spike allontanandosi e toccandosi testa e
orecchio.
- Devo essere sicuro che tu
capisca…e poi Willow ha detto di picchiarti un po’…
Spike ridacchiò un secondo e poi
tornò serio.
- Comunque…questo è tutto…cosa
faccio?
- Ormai la frittata è fatta. Devi
continuare a mantenere il segreto a questo punto…e sperare davvero che ad Angel
non prenda voglia di spifferarle tutto…- disse Oz.
- A meno che non ti fai coraggio e
le parli tu con sincerità, sperando che ti perdoni…
- No. No e poi no. Non vorrebbe
vedermi mai più. E io non potrei vivere senza di lei.
Oz alzò le spalle.
- Fai come meglio credi. Ora vado.
Willow mi aspetta per finire un certo…ehm…discorso. Ci vediamo domattina in
facoltà.
Spike ringraziò l’amico e lo
accompagnò alla porta.
Rimasto solo, si stese sul letto.
Sarebbe stata una lunga notte
insonne.
- Sei tornata presto stasera…-
disse Dawn vedendo sua sorella entrare in salotto.
- Si…domani ho lezione…- rispose
lei con tono mesto.
Si gettò sul divano.
- Spike? Ti ha lasciato andare via
così? Sono appena le 23…
- Deve alzarsi presto anche
lui…domattina ha appuntamento col professore che gli corregge la tesi.
Joyce Summers scese le scale e
interruppe i discorsi delle figlie.
- Dawn…non pensi sia ora di andare
a letto?
La ragazzina sbuffò sonoramente,
alzandosi.
- Vado, vado…immagino che siano in
arrivo discorsi non adatti alla mia età, giusto?
Diede un bacio alla sorella e alla
mamma, e poi corse di sopra augurando la buonanotte.
- Allora? Come è andata?- chiese
poi alla figlia più grande.
Buffy si sciolse in un sorriso di
felicità.
- Oh mamma…è tutto così perfetto!
Joyce si sedette accanto a lei e la
abbracciò.
- Sono davvero felice di vederti
così…ne avevi bisogno bambina mia…
Buffy si fece seria.
- Ho paura mamma.
La signora Summers la guardò
stupita.
- Di cosa?
- Ho il terrore che possa rovinarsi
tutto…
Joyce la strinse.
- Se non fossi innamorata, non
avresti questa paura. Ci tieni a lui e hai paura di perderlo, ma vedrai che
tutto andrà per il meglio. Quando lo inviterai a cena qui, piuttosto?
Buffy rise.
- Mamma! Non vorrai che scappi a
gambe levate, vero?
Joyce annuì.
- Forse hai ragione…comunque lo
voglio conoscere…anche solo per un the…
- Mamma!!
Il cortile brulicava di studenti.
- Sai una cosa?- disse Willow ad un
tratto, sorridente e allegra.
Buffy la guardò da sotto gli
occhiali da sole. Come diavolo faceva a sprizzare così tanta energia?
Lei in confronto sembrava un
cadavere sepolto da una decina d’anni.
E in aula avrebbe dovuto anche
mostrare le terribili occhiaie che aveva cercato di nascondere invano col
fondotitnta.
- Cosa, Will?- rispose sopprimendo
a fatica un enorme sbadiglio.
- Adoro il primo giorno di lezioni!
Buffy la scrutò preoccupata.
- Hai bisogno di un analista
secondo me…sono le 8 e 30 e sto andando a seguire una barbosissima lezione di
Antropologia. Ieri, mi sarei svegliata più o meno tra tre ore, e fra le braccia
di Spike… Quale delle due situazioni è più gradevole?- rispose la bionda.
Willow sembrò pensarci.
- Vediamo…svegliarsi tra le braccia
di Oz e poi andare a lezione!- esclamò poi.
- Oh cielo…ho bisogno di una
persona normale con cui parlare…- si lamentò la bionda.
- A proposito…va tutto bene con
Spike?- chiese Willow.
- Si, perché?
La rossa decise di non rivelare a
Buffy la chiamata della notte scorsa.
- Così…guarda! C’è Oz!
Buffy la guardò divertita mentre si
lanciava contro il malcapitato con la foga di un pitone.
- Will…lo stai strangolando…- le
disse ridendo mentre Oz la ringraziava con gli occhi.
- Tesoro…dovrò comprare una spina
dorsale nuova fra un paio di mesi…
La rossa rise timidamente.
- Hai visto Spike?- chiese Buffy.
- Sta parlando col prof. per la
tesi…dovrebbe essere qui tra qualche minuto.
Buffy si sentì cingere la vita da
dietro e poi due labbra le schioccarono un sonoro bacio sul collo.
- Cercavi me, passerotto?
Lei lo baciò appassionatamente, incurante
del numeroso pubblico che li stava guardando divertito.
- Ehmm…Buffy…Buffy! E’ tardi!
Dobbiamo entrare in aula…- disse Willow prendendola per un braccio e cercando
di farle mollare la presa.
- Ci vediamo a pranzo?- chiese lei.
- Non credo amore…io e Oz
lavoreremo alla tesi da lui…ora vado in biblioteca…ci vediamo stasera?- le
rispose lui.
Lei annuì sorridendo e gli lanciò
un bacio.
Mentre Willow e Buffy si dirigevano
in classe e Oz e Spike in biblioteca, fitti nuvoloni neri si addensavano sulla
città.
Si preannunciava una tempesta
davvero terribile.
Harmony camminava per i corridoi
dell’università con fare circospetto.
A piccoli passi saltellanti, si
nascose dietro una colonna.
Fece capolino, si guardò intorno e
riprese la sua buffa andatura.
Sentì delle voci.
Si appiattì contro un muro e fece
un pallone con il chewingum che masticava.
Un paio di ragazzi passarono
davanti a lei e ridacchiarono.
- Quella è tutta suonata…- disse
uno dei due continuando a ridere.
- Mi spieghi cosa diavolo stai
facendo combinata così?
Harmony trasalì.
Si voltò, trovandosi faccia a
faccia con Angel.
- Sei impazzita?
- Oh…sei tu…mi hai fatto prendere
un infarto!- esclamò lei lanciandogli contro gli occhiali rosa a cuore.
- Pensavo che te lo avessi fatto prendere
stanotte…Comunque, ancora non mi hai detto perché sei vestita così.
La bionda si riavviò i capelli.
- Sto mettendo in pratica il piano.
Angel alzò gli occhi al cielo.
- Non mi sembrava di averti mai
detto di travestirti da artista francese gay…- le disse osservando la coppola,
l’impermeabile e raccogliendole gli occhiali.
- Sono in incognito! In questo modo
studierò i movimenti di Fuffy…
- Buffy…-la corresse lui.
- Come vuoi…me l’hai detto tu!
Il ragazzo le levò pezzo per pezzo
il costume e lo gettò nel secchio della spazzatura.
- Non serve tutto questo. Lei non
sa chi sei tu. Ti ho già detto che tutto ciò che devi fare è parlarci un po’,
dirle che sei un’amica intima mia e di Spike e chiederle di salutarci da parte
tua. Tutto qui.
Harmony sbuffò.
- Dubito che funzionerà…come può
arrabbiarsi a tal punto da lasciare Spike solamente perché una tizia che non ha
mai visto prima le chiede di salutarlo?
Angel ridacchiò.
- Non angosciarti…lo
farà…preoccupati solo di osservare Buffy e di trovare un posto che lei
frequenta dove puoi incontrarla casualmente e attaccare bottone con lei…voglio
che entro il primo Ottobre quei due si siano lasciati…- concluse poi andando
via.
- Il primo Ottobre è fra tre
giorni!- gli gridò dietro Harmony.
- Appunto. Datti da fare allora.
Col suo sorriso enigmatico, Angel
sparì nella biblioteca, lasciando Harmony più confusa che mai.
“Seconda parte: riavvicinamento con
Buffy.”
Angel prese il cellulare,
controllando l’ora.
Ore 12. Le lezioni erano finite.
Selezionò dalla rubrica il numero
della ragazza e la chiamò.
Attese, trattenendo il respiro.
- Pronto?
- Ciao, Buff. Sono Angel.
Dall’altra parte giunse una voce
astiosa.
- Lo so. Cosa vuoi?
- Volevo parlare un po’ con te…hai
un’oretta di tempo da dedicarmi oggi pomeriggio?
Buffy era semplicemente allibita.
Era completamente fuori di testa?
- No. Ho lezione. Senti Angel…so
che te e Darla non state più insieme, ma…
- No, no! Non è un tentativo di
provarci con te! Volevo solo sfogarmi un po’ con la persona che mi conosce
meglio al mondo…tutto qui…
La ragazza tentennò. Dal tono
sembrava sincero. E poi gli voleva ancora bene…nonostante tutto era un pezzo
importante della sua vita. In ogni caso, se si fosse sbagliata sulle sue
intenzioni, poteva sempre andarsene.
- Oggi pomeriggio non posso
proprio…possiamo vederci un po’ stasera, se vuoi…ti dico già da ora che ho un
altro impegno, e non ho molto tempo…
Angel fece un segno di vittoria
silenzioso.
Notò che la sua voce si era
addolcita.
- Va benissimo…ti ringrazio di
cuore Buff…va bene alle nove e mezza al Bronze?
- Benissimo. A stasera.
Angel chiuse il telefono.
“Complimenti, vecchio
mio…interpretazione da Golden Globe…quella da Oscar arriverà stasera…”
I suoi pensieri furono interrotti
da un fulmine che squarciò il cielo in due.
Si diresse sorridendo da solo verso
la sezione di Storia Medievale.
- Sono un’idiota!- esclamò Buffy in
direzione di Willow.
Le due amiche stavano facendo la
fila alla mensa.
- Perché?
- Stasera esco con Angel.
Per poco la rossa non rovesciò il
suo vassoio.
- Cosa fai tu stasera??
Buffy alzò le spalle sconsolata.
- Esco con Angel…mi è sembrato così
giù di corda…pensi sia una cattiva idea?
Prima che Willow potesse
rispondere, un tuono fortissimo le fece tremare entrambe.
- Ecco la risposta…cosa dirai a
Spike?
- La verità! Che esco con Angel
perché mi ha fatto pena!- affermò la bionda.
-…non lo so…- disse Willow un po’
incerta.
- Cosa?
- Questa cosa di Angel che ti cerca
dopo mesi che non vi vedete…
Alle spalle delle due ragazze si
era formata una lunga coda.
- Volete darvi una mossa? Abbiamo
fame!- urlò un ragazzo.
- Stai zitto! Sto cercando di far
capire alla mia amica che sta facendo una grande sciocchezza!- strepitò Willow
nella sua direzione. Il ragazzo indietreggiò spaventato.
- Stavamo dicendo? Ah si! Non
dovresti uscirci…è un errore…
Buffy abbassò gli occhi.
- Lo so…ma tu non conosci Angel
come lo conosco io…potrebbe avere bisogno d’aiuto…
- Buffy! Non sei un’organizzazione
di volontariato!! Non puoi correre ad aiutare tutti quelli che ti chiedono
aiuto! Tanto meno dopo tutto ciò che ti ha fatto!- disse Willow dura.
Si sedettero ad un tavolo.
- Te lo ricordi ancora che sei
stata chiusa in casa a piangere per mesi e che quando uscivi era per
assecondare le sue voglie? E’ andata avanti un anno in questo modo, ricordi?-
insisté la rossa.
Le dispiaceva essere così cruda con
Buffy, ma era l’unico modo per scuoterla.
- Certo che me lo ricordo!! Come
potrei dimenticarlo? Ma se ha bisogno d’aiuto, non glielo negherò. Il tempo
della vendetta è finito…- sbottò la bionda alzandosi e andandosene.
Willow la vide allontanarsi e
sparire tra gli studenti.
Dispiaciuta per la discussione,
anche lei si alzò.
Oz era impegnato e non voleva
disturbarlo.
Sarebbe andata a trovare Tara.
Aveva assolutamente bisogno di
sfogarsi con qualcuno.
Buffy procedeva a passo spedito.
Come si permetteva Willow di
giudicare così?
Lei non conosceva veramente Angel.
Sapeva che l’amica aveva parlato
così per il suo bene, ma c’era modo e modo di dire le proprie opinioni.
Anzi, Willow aveva ragione da
vendere.
Ma non poteva ignorare la richiesta
d’aiuto di Angel. Lo aveva amato più di ogni altra cosa.
Sperava che non avesse ricominciato
a drogarsi.
Se era così sarebbe stato molto
difficile.
Un altro problema era come avrebbe
reagito Spike alla notizia.
Pregò mentalmente che tutto questo
non le avrebbe incasinato la vita.
- Ciao Buff!
Si voltò. Erano Anya e Xander.
- Ciao ragazzi! Non vi ho visti
stamattina…
- Eravamo in ritardo…- spiegò
Xander leggermente imbarazzato.
Buffy non ci fece caso.
- Noi stiamo andando a pranzo in
centro. Vieni con noi?- propose Anya.
La ragazza accettò di buon grado.
Almeno non avrebbe visto Willow per
un po’.
- Guarda che razza di temporale…la
butta che Dio la manda, eh?- disse Oz consultando un volume enorme.
Spike non rispose.
Guardava fuori dalla finestra,
completamente preso dallo spettacolo pirotecnico che il cielo stava offrendo.
- Spike? Ci sei?
Il ragazzo si scosse.
- Uh? Si, certo…
- Ti vedo soprappensiero, ragazzo
mio…
Spike ridacchiò. Oz a volte usava delle
espressioni che avrebbero fatto invidia a suo nonno!
- Già…i fulmini mi affascinano…
- Diamo il benvenuto al nostro
piccolo Benjamin Franklin! Spero non andrai fuori a giocare con un aquilone…
- No, anche se ti ci manderei
volentieri! Sei una scocciatura oggi!- esclamò il biondo.
- E’ normale…ho dormito poco
stanotte…sai, sono dovuto correre a fare da muro del pianto ad un mio
amico…dovresti conoscerlo…si chiama Spike…
Spike pensò bene di rimettersi al
lavoro. Oz mordeva questa mattina.
- Pensavo di infilarci qualche
filosofo medievale…che ne dici?- chiese il biondo.
Oz alzò un sopracciglio e sul suo
viso apparve un’espressione ironica.
- Che vuoi che ne sappia? E’ una
tesi di Fisica quantistica, la mia! Altro che quei tuoi quattro ubriaconi che
non facevano altro che sparare cacchiate sull’esistenza di Dio!
- Stai insultando secoli di
Filosofia riducendo il tutto ad una pura e semplice questione teologica…-
rispose Spike scandalizzato.
- Se non ci fossero stati “i miei
quattro ubriaconi”, la tua Fisica non avrebbe fondamento! Ora se mi permetti,
vado a cercare un libro!- concluse alzandosi.
Oz alzò le spalle. La sua mente
scientifica aveva rigettato tutto ciò che Spike aveva detto.
“Blasfemo!” si disse mentalmente.
Andò nella sezione di Storia Medievale,
cercando S. Tommaso D’Aquino.
Sentì una presenza alle sue spalle.
Quando si voltò, vide una figura
che si stagliava contro la vetrata.
L’oscurità ne nascondeva
l’identità.
Spike si sorprese quando un brivido
di ribrezzo gli attraversò la schiena.
C’era solo una persona che gli
suscitava quella sensazione.
Un fulmine illuminò a giorno la
stanza.
- Ciao Spike…- mormorò Angel
cominciando ad avvicinarsi a lui.
- Ciao Spike…
La sua voce era come una scossa
appena percettibile.
Spike si sentì a disagio.
Era la prima volta che la sua
leggendaria spavalderia veniva meno.
Faith, ridacchiando come una
bambina, gli diede una leggera spinta verso il centro della stanza, e poi
chiuse la porta.
- Il gatto ti ha morso la lingua?-
chiese Angel ironicamente, incurante di essere disteso nudo sul letto.
Faith gli saltellò incontro,
buttandosi sulle lenzuola accanto a lui.
Spike continuò a non rispondere.
- Dai Cucciolo…vieni qui con noi…-
gli disse la ragazza battendo qualche colpetto sul materasso.
Il biondo ubbidì, sedendosi accanto
a lei, che già si era liberata della leggera vestaglia bianca.
- Faith mi ha detto grandi cose di
te…- disse lui, mentre accarezzava il seno della ragazza.
Finalmente Spike alzò gli occhi e
lo fissò.
- Niente di speciale…
Angel proruppe in una fragorosa
risata. Si alzò, attraversò la stanza e si adagiò su una poltrona rossa.
- Niente di speciale, dici? Tutte
le ragazze qua dentro fanno la fila per farsi toccare da te, e tu dici niente
di speciale? Mi sento un po’ scalzato dal mio trono…tuttavia, voglio
sperimentarti anche io.
Il biondo lo guardò sbalordito.
- No, no! Non se ne parla neanche!
Io sono etero.
Angel rise di nuovo.
“Ma guarda questo! Crede di essere
Dio in terra!” pensò tra sé Spike.
- Cos’hai capito? C’è qui la nostra
Faith che vorrebbe fare qualche giochino…
Il ragazzo guardò Faith.
Teneva un dito sulle labbra e lo
guardava sorridendo.
- Si…facciamo un giochino,
Cucciolo…
La ragazza si avvicinò a Spike e
cominciò a baciargli il collo.
Poi scese verso il suo inguine.
Angel continuava a guardare, mentre
Spike sorreggeva il suo sguardo, indifferente al meraviglioso lavoretto che
Faith e la sua bocca stavano facendo su di lui. Si limitava ad accarezzarle i
capelli, mosso da un sentimento tutto nuovo: la competizione.
“Voglio proprio far scendere questo
stronzo dal piedistallo…”
Fermò Faith e la fece distendere
sotto di lui.
Angel era seduto impassibile sulla
poltrona accanto al letto, serio e con lo sguardo indecifrabile.
Spike ignorò qualsiasi preliminare.
La penetrò senza tanti complimenti, muovendosi ritmico e frenetico.
La ragazza gemette e Angel si alzò,
andando verso il letto con la sua erezione prepotente.
- Mettila di lato…- ordinò.
Spike girò la ragazza, senza
perdere il contatto con lei.
Vide Angel farsi strada tra i
glutei sodi di lei.
Capì che era arrivato a
destinazione quando Faith si morse le labbra, stretta tra loro in quel vortice
di piacere.
Faith venne quasi subito, ma né
Angel né Spike smisero di possederla.
Quando entrambi ebbero raggiunto
l’orgasmo, la ragazza si alzò leggiadra e appagata.
- Vado a fare una doccia, tesori
miei…
E così Spike si era ritrovato a
giacere nello stesso letto con quello strano personaggio.
Si accese una sigaretta.
- Ti è piaciuto?- chiese Angel
senza aprire gli occhi.
Il biondo annuì distrattamente.
- Ti insegnerò molte cose…Cucciolo.
Ed eccolo lì, tale e quale alla
prima volta che lo aveva visto.
No.
Non del tutto uguale.
A quei tempi, quando lo guardava,
nei suoi occhi neri c’era condiscendenza.
In una forma malata e distorta, ma
era pur sempre un sentimento.
Adesso aveva la sensazione di
guardare due palle nere.
Gli occhi di uno squalo.
- Come allora…rimani sempre senza
parole quando ti parlo…- disse atono fronteggiandolo.
- Guarda Mr. Tenebra che quel
ragazzino fatto e ai tuoi ordini non esiste più…
Angel lo guardò con compassione.
- Cos’hai fatto di nuovo? Non hai
continuato a scopare tutte le donne che avevi a portata?
Spike serrò la mascella, colto da
rabbia improvvisa.
- Ah…no…tu le hai amate tutte,
vero? Come sta Dru?
Spike si sciolse in un sorriso
malvagio.
- E tu invece? Che mi racconti? So
che hai fatto il bravo ragazzo per qualche tempo…ma come al solito, la parte
meno nobile di te ha rovinato tutto…
- Buffy è stata la cosa più
importante al mondo per me e…
Spike lo interruppe bruscamente.
- Non voglio nemmeno sentirti
pronunciare il suo nome! Era davvero la cosa più bella che ti fosse mai
capitata? E allora perché le hai raccontato tutto del tuo…del nostro schifoso
passato?
Angel camminò, disegnando un ampio
semicerchio.
- Dovevo parlarne con qualcuno…e
lei doveva sapere. Era giusto così…non le hai detto la verità?
- Certo che no! Adesso non riesco
più a guardarla in faccia! Ma poi perché mi sto confidando con te?
- Ammettilo che in fondo mi vuoi
bene…
Spike storse la bocca.
- E comunque stai lontano da lei…
- Già…adesso è la tua
fidanzatina…mi sembri te a voler fare il bravo ragazzo ora…ma sai bene che non
ci riuscirai per molto…la tua vera natura uscirà fuori incontenibile…e
trascinerai anche lei a fondo con te…
Fu il biondo ora a ridere di gusto.
- Non ho bisogno delle tue iatture,
Nostradamus…è molto semplice: io ho vinto, tu hai perso.
Angel sembrò perdere quella sua
espressione sicura, ma fu un momento.
- Ho sbagliato con lei…ma non temere…stasera
cercherò di rimediare…
- Stasera? Che vuoi dire?
- Io e la tua ragazza usciamo
insieme, tesoro…che cos’è quel faccino triste? Non dirmi che non te l’ha detto…
Spike si sentì spaesato.
Perché Buffy non gliene aveva
parlato?
- Potrebbe benissimo essere un
trucco…- ringhiò il biondo.
Angel alzò le spalle.
- Padrone di credere a ciò che
vuoi…e comunque il tuo piccolo segreto è al sicuro…non le dirò niente, anche se
muoio dalla curiosità di vedere che faccia farebbe…
Spike sembrò insospettirsi.
- A che gioco stai giocando?
- Non mi piacciono questi
sotterfugi…fare la spia non è elegante…
Spike gli si fece più vicino.
- Se intendi mettere i bastoni fra
le ruote a me e alla mia donna, stai facendo un grande errore…stai attento a
ciò che fai Angel…
Il ragazzo ridacchiò.
- Vedo che i dentini del mio
Cucciolo sono diventate zanne…
- Smettila di chiamarmi così…- gli
intimò Spike minaccioso.
- Resterei volentieri a
chiacchierare con te, ma devo andare…ho programmi stasera.
Angel abbandonò improvvisamente il
tono sarcastico e divenne serio.
- Sarà Buffy a decidere con chi di
noi due stare…
Spike non ebbe tempo di ribattere,
perché il rivale aveva afferrato velocemente i suoi libri e si era diretto
verso l’uscita.
Il biondo tornò a cercare il suo
volume, e quando l’ebbe trovato lo scagliò a terra con rabbia.
- Cos’altro diavolo deve capitarmi
ora?- si chiese respirando affannosamente.
La sensazione che Buffy gli stava
scivolando via dalle mani lo colse come una folata di vento gelido.
Raccolse il libro e tornò da Oz.
Doveva sfogarsi.
Buffy camminava nervosamente
davanti alla stanza di Willow.
Voleva scusarsi per aver alzato la
voce con lei, ma non voleva darle ragione.
Certo, uscire con Angel non era da
catalogare come una delle sue idee più brillanti, ma voleva aiutarlo.
E Willow, essendo la sua migliore
amica, doveva capirlo e sostenerla.
Convinta, bussò ed entrò.
La rossa sembrò sorpresa di
vederla.
- Ciao Buff…ti è passato il momento
di isterismo?
La bionda notò subito l’espressione
accigliata dell’amica.
Stavolta Willow era davvero
arrabbiata.
- Mi dispiace…- disse sinceramente
abbassando gli occhi.
- L’ultima volta che abbiamo
discusso è stata in terza elementare…volevi giocare ai pugili, mentre io volevo
giocare con le Barbie…
Buffy sorrise.
- Già, ricordo…alla fine ho
staccato la testa alla tua bambola e l’ho lanciata dalla finestra, dicendoti
che ormai era rotta e che dovevamo per forza fare la lotta se volevamo
divertirci…tu piangevi come una fontana…
- C’è poco da ridere! Mi hai
traumatizzata!- esclamò Willow.
- Però poi mi sono messa a piangere
anche io e sono corsa a recuperare la testa…mi dispiaceva da morire…- cercò di
giustificarsi Buffy.
La rossa l’abbracciò.
- Piangevo perché pensavo che non
saremmo più state amiche…
- Will…la nostra amicizia è come
una maledizione…non te ne libererai mai più…- ridacchiò Buffy.
- Dispiace anche a me di averti
insultata…- si scusò la rossa.
Buffy si stupì.
- Non ricordo questa parte…
Willow avvampò.
- Beh…l’ho fatto dopo che mi hai
piantata in asso in mensa…tante, tante volte…
La bionda sembrò divertita.
- Che tipo di insulti? Sono
curiosa!
Dopo qualche esitazione, la ragazza
accontentò l’amica.
- Willow!! E con quella bocca baci
tua madre???- esclamò Buffy esterrefatta.
Le due ragazze risero e poi
tornarono serie.
- Insomma hai deciso di uscirci…
Buffy annuì.
- Si, ma ho cambiato idea riguardo
a Spike…non gli dirò niente…non è una cosa importante e sono sicura che se
glielo dicessi finiremmo col discutere…invece gli dirò che devo stare a casa
con Dawn fino alle dieci e poi andrò da lui…spero che con Angel non sia una
cosa lunga…
- Ma se non hai voglia di stare ad
ascoltare i suoi problemi, perché lo fai?- chiese Willow.
- Mi sento in colpa…io sono felice,
lui no…se almeno fosse rimasto con Darla…
- Fammi capire…se foste tutti e due
fidanzati, staresti bene?- chiese la rossa incredula.
Buffy arrossì.
- So che sembra un discorso idiota,
ma è così…da quando sto con Spike mi sento così appagata che vorrei che tutti intorno
a me avessero almeno un quarto della mia soddisfazione…credimi se ti dico che
basterebbe per sprizzare di gioia per una vita intera…anche due forse…
- Lo so…lo so…- disse sorridendo
Willow.
- Ora vado da lui…vieni anche tu?
Credo sia da Oz…- disse Buffy alzandosi e prendendo la borsa.
- Si! Non vedo l’ora di abbracciare
il mio lupacchiotto!- esclamò la rossa battendo le mani.
L’amica la guardò un po’
spaventata.
- Willow, ti giuro che se non ti
conoscessi ti avrei già fatta rinchiudere in un manicomio! Mi raccomando…acqua
in bocca con Spike ed anche con Oz riguardo al mio appuntamento di stasera…
Willow si disegnò una croce sul
petto.
- Che mi possa rotolare via la
testa dal collo, venirmi la lebbra, o…che mi possano venire i vermi allo
stomaco anche se dico una sola parola! Che ne dici?
Buffy alzò le mani in segno di
resa, ridendo.
- Basta Will…ci rinuncio con te!
Pensavo che fosse Anya quella matta!!
Willow la prese a braccetto e
uscirono parlottando allegramente.
- E questo è tutto. Ti rendi conto
di che faccia tosta ha quello?- sbottò Spike alla fine di un racconto molto
concitato del suo incontro-scontro con Angel.
Oz annuì mentre rimetteva i libri
nello zaino. Era meglio andarsene dalla biblioteca prima di venire cacciati a
causa delle urla di uno Spike infervorato.
-“Sarà Buffy a decidere con chi di
noi due stare…”!- borbottò rifacendo il verso ad Angel – Buffy ha già scelto! E
la sua scelta sono io!
- Basta così…non sopporterei
un’altra imitazione della sua voce…ti prego! Sfogati come tutte le persone
normali, senza trasformarti in un attore di cabaret!- lo supplicò Oz
trascinandolo verso l’uscita.
Spike lo seguì senza protestare e
si avviarono verso la stanza di Oz al dormitorio.
- Secondo te è vero che Buffy
uscirà con lui stasera?- chiese Spike agitato.
L’amico storse la bocca.
- Che motivo avrebbe avuto per
dirti una cavolata? Appena lo avresti chiesto a Buffy lei ti avrebbe detto di
no…
- Forse voleva farmi innervosire…e
ti garantisco che c’è riuscito!!
Poi si bloccò improvvisamente.
- Stai cercando di dirmi che ha
detto la verità?- disse con voce tremolante.
Oz non fece in tempo a rispondere,
che Spike era già partito a razzo.
- Dove vai?- gli urlò dietro.
- Ad ammazzarlo!
Oz riuscì a riagguantarlo.
- Penso che questo non sia il tuo problema
più grande ora…possono anche uscire, tanto a lei non importa più niente di
lui…- farfugliò Oz col fiatone.
- Continua…- gli intimò serio il
biondo.
- Cazzo! Sto per avere un arresto
cardiaco! Abbi pietà!- protestò il ragazzo.
- Per due metri di corsa hai già
bisogno di una vacanza sotto una tenda ad ossigeno? Continua…- affermò Spike
lapidario.
Oz prese un lungo respiro, pregando
di non svenire.
- E se le dice chi era il suo
amichetto del cuore?
Spike scosse la testa
energicamente.
- No. Mi ha detto che non lo farà.
E’ uno stronzo, ma di parola.
- Prima di fare tutte queste
ipotesi, io chiederei a Buffy se è vero, comunque…- suggerì infine l'amico.
Pensieroso, Spike annuì.
- Si può?- chiese Willow entrando.
Oz si alzò dalla scrivania e le
andò incontro.
- Te puoi sempre…
Spike accolse Buffy accanto a lui,
sul letto.
- Mi sei mancato tanto oggi…-
cinguettò lei nascondendo il viso tra le sue braccia.
- Anche tu, passerotto…
Oz prese Willow per mano e la
condusse verso la porta.
- Vieni…andiamo a prendere qualcosa
per cena…pizza?
- Ma…sono appena le cinque del
pomeriggio!- protestò Willow.
- Allora andiamo a fare un giro al
centro commerciale…voglio comprare un nuovo basso e ho bisogno di un tuo
consiglio…
Willow seguì il fidanzato senza
obiettare e salutò Buffy e Spike con un cenno della mano.
- Cos’è questa storia del basso?-
chiese poi una volta sul furgone.
- Devono parlare un po’…- rispose
lui vago.
- A proposito di cosa?- insisté
lei.
Oz alzò le spalle.
Non gli piaceva mentire a Willow,
ma doveva.
La rossa, da parte sua, evitò di
chiedere altre informazioni.
Entrambi decisero mentalmente che
la cosa migliore da fare era di tagliare fuori dalla loro vita di coppia le
vicende personali dei loro migliori amici.
Spike e Buffy se ne stavano ancora
abbracciati sul letto.
- Vieni a cena da me stasera?-
chiese lui dandole dei bacini sulla guancia.
Buffy si ritrasse, un po’ nervosa.
“Questa non è cosa buona…” pensò
Spike accorgendosi immediatamente del cambio d’umore della ragazza.
- No…vengo più tardi…ho…ho da fare
con Dawn…
Bene.
Buffy stava dicendo una bugia
enorme.
Lo si vedeva lontano da un miglio.
- Cosa?- chiese innocentemente lui.
Lei rimase in silenzio qualche
secondo.
- La devo aiutare in
matematica…domani ha un compito!
- Se vuoi vengo a darvi una
mano…adoro la matematica…
Buffy sbiancò.
- Non…non occorre…io…
Il ragazzo decise di mettere le
carte in tavola e finirla con quella pessima recita.
- Da come ti comporti, mi sembra
che questa non sia la verità…
La bionda tentennò.
- Perché?
Spike si stava alterando, lo aveva
capito. E sapeva qualcosa.
- Esci con il tuo ex stasera?-
chiese tagliando la testa al toro.
Colpita e affondata.
Buffy decise di non continuare a
mentire e provò a minimizzare.
- Si…ma è una cosa innocente…ha
bisogno di sfogarsi con qualcuno, e non ha amici, e mi fa pena…
Spike le posò un dito sulle labbra.
- Non voglio che tu lo veda.
La ragazza ridacchiò tesa.
- Come?
Spike ripeté, con calma.
- Ho detto che non voglio che tu esca
con Angel. Passi il fatto che non me l’hai detto, perché evidentemente non era
una cosa così importante, ma su questo non transigo.
Buffy scattò in piedi irritata.
- Ha bisogno del mio aiuto…e non
hai diritto di dirmi cosa fare o chi frequentare…
Lui rispose continuando a guardarla
dritta negli occhi, mentre lei prendeva la giacca e si apprestava ad andarsene.
- Non andare via o…
- …o cosa? Mi metterai in
punizione? Cresci, Spike. E impara a fidarti di me.
Detto questo, uscì sbattendo la
porta.
Spike serrò la mascella e cercò di
mandare giù la sua ira.
“Complimenti Spike! Ottimo lavoro!”
si congratulò con se stesso.
Angel aveva ottenuto il suo
obiettivo.
Farli litigare.
E lui c’era caduto con tutte le
scarpe.
Buffy era davanti all’armadio,
cercando di decidere il suo abbigliamento per l’appuntamento con Angel.
“Non è un appuntamento!” si ripeté
mentalmente, rovistando tra le magliette per trovare quella più brutta.
Sarebbe andata struccata e più
sciatta possibile.
Non voleva assolutamente che Angel
pensasse che fosse stata bella per lui.
Si lasciò cadere sul letto,
buttando all’aria i vestiti e sbuffando.
Ma che diavolo le importava di cosa
avrebbe pensato Angel?
Era preoccupata per ciò che stava
pensando Spike di lei.
In fondo, ma molto molto in fondo,
aveva ragione…non si esce con gli ex.
Ma lui non doveva neanche pensare
di poterle imporre la sua volontà!
Stavano insieme, d’accordo, ma
questo non significava vivere in simbiosi e ai suoi ordini.
“La libertà di Buffy viene prima di
tutto!” scandì convinta nella sua testa.
Si voltò di lato, sbuffando di
nuovo.
Ma se lei aveva ragione, perché si
sentiva così in colpa?
Fissò il cellulare.
Era la quarta volta in mezz’ora che
aveva un impulso irrefrenabile di mandare un messaggino dolce e di scuse a
Spike.
Quello era il loro primo litigio da
quando si erano innamorati.
Prese il telefono in mano.
“No!” si ordinò gettandolo
dall’altro lato del letto.
Poi prese un cuscino, se lo spinse
contro il viso e urlò con quanto fiato aveva in gola.
Un po’ scarmigliata, si guardò allo
specchio soddisfatta.
Ora andava un po’ meglio.
Più o meno.
Scese al piano terra e si diresse
in cucina fiutando un buon odorino.
- Dawnie…che stai cucinando?-
chiese con voce melliflua.
Dolci e Nutella, in questi casi
erano i migliori amici di una donna.
Il dolce era in forno e la Nutella
l’avrebbe aggiunta lei.
In dosi massicce.
- Niente che ti riguardi…
Buffy le si avvicinò e cercò di
abbracciarla.
- Buffyy!! Va bene, hai vinto!! Ne
avrai un pezzo!- rise la sorella allontanandola.
Con un sorrisetto di vittoria,
Buffy si sedette a tavola, in attesa.
- Che succede? L’idillio con Spikey
è già finito?- chiese Dawn mettendola davanti alla faccia un’ostia di torta.
- Metti di più, tirchiaccia!!-
esclamò lei ignorando la domanda e porgendole di nuovo il piatto.
- Mi sembra un misero tentativo di
evitare di rispondere…- rispose l’altra dandole altro dolce.
Buffy mise un boccone in bocca e
cominciò a masticare di gusto.
- Allora?- incalzò Dawn.
- Buono questa torta al
cioccolato!- esclamò Buffy.
- Continuerò ad insistere fino alla
morte. Sei avvertita.
La bionda si arrese.
- Diciamo che Spike si è un po’
risentito per il fatto che esco con Angel stasera…
Dawn sputò tutto il dolce che aveva
in bocca.
- E te ne stupisci!?!?
Buffy fece spallucce.
- Non ci vedo niente di male…se
avessi voluto stare con Angel, credo che Spike lo avrebbe saputo, no?
Dawn sospirò.
- Hai presente quel sentimento
chiamato gelosia?
- Si ma non c’è motivo di essere
gelosi…
La ragazzina guardò la sorella con
sguardo compassionevole.
- Mettiamola così…saresti felice se
Spike uscisse con Dru? Giusto per parlare un po’ dei vecchi tempi?
Buffy sgranò i begli occhi verdi.
- Scusa Dawn, ma devo fare una
telefonata importante…- disse poi correndo via.
Dawn scosse la testa divertita.
- Harm…aspetta…rallenta…mi stai
mordendo!!- esclamò Angel allontanando la ragazza con forza dalle sue parti
basse.
Lei ridacchiò.
- Scusa…mi sono lasciata
trasportare.
Lui si alzò e lei non poté fare a meno
di ammirare il suo bel corpo nudo.
- Che hai da guardare?- chiese lui
irritato mentre controllava il danno.
- Niente!
- Vuoi venire a vedere la tua opera
d’arte? Guarda qui che lavoro!
Harm gli andò vicino.
- Vuoi che ti dia un bacino sulla
bua?
Angel si mise una mano in fronte
cercando di mantenere un contegno.
Non la sopportava più.
Se non avesse avuto una parte
fondamentale nel suo piano, l’avrebbe mandata a quel paese da un pezzo…
- Si. Dammi il bacino sulla bua…- disse
senza entusiasmo spingendola sulla sua virilità.
“Almeno così starà zitta…”
Squillò il cellulare.
- Tu continua…- ordinò vedendo lo
sguardo interrogativo della ragazza.
Rispose.
- Angel? Ciao, sono io…
Buffy.
- Ciao! Che succede? Non ti ricordi
il luogo dell’appuntamento?
- E’ proprio di questo che vorrei
parlarti…Il mio ragazzo ha saputo del nostro…incontro…e pensa che non sia una
buona idea…credo che abbia ragione…
La rabbia di Angel salì rapida.
- E tu ti fai comandare così? Era
una chiacchierata tra amici la nostra!
- Lo so, lo so…ma per il momento è
meglio rimandare…scusami…
Aveva riattaccato.
- Più veloce…- disse aumentando il
ritmo facendo leva sulla testa di Harmony.
Le venne prepotentemente in bocca,
facendola deglutire.
- Perché lo hai fatto? Sai che lo
odio!
Angel non sentiva minimamente le
proteste della ragazza.
- Scusa…- disse sovrappensiero.
Lei cominciò a rivestirsi,
arrabbiata.
- Con chi pensi di avere a che
fare? Non sono la tua bambola gonfiabile di carne!
- Voglio che domani parli con
Buffy. E’ arrivato il momento.
Harm si fermò, non capendo.
- Ma così non anticipi i tempi?
Lui annuì.
- Si ma non avevo calcolato
Spike…sono stato idiota a dirgli che sarei uscito con Buffy…era ovvio che
glielo avrebbe impedito…
- E adesso?
Angel la attirò a se.
- Adesso parte la fase finale. Non
vuoi festeggiare con me?
Spike fumava nervosamente,
guardando la tv.
Il posacenere era stracolmo.
A differenza del solito, questa
volta la nicotina non sortiva il suo solito effetto calmante.
Guardò l’orologio.
Le dieci.
A quest’ora Angel stava
probabilmente tentando il primo approccio con la sua ragazza.
Se lo avesse avuto di fronte in
quel momento, l’avrebbe attaccato al muro con dei chiodi, stile Gesù senza
croce…
Possibile che come apriva bocca
faceva una cazzata?
- Va bene, Buffy…fai pure…mi
dispiace che tu esca col tuo ex, ma hai la mia completa fiducia!
Era questo ciò che avrebbe dovuto
dirle!
E allora, come sempre accade con le
donne, lei avrebbe rinunciato, sentendosi in colpa.
Adesso invece, anche se non avesse
avuto voglia, lo avrebbe fatto comunque, per dispetto…
Maledetta psicologia femminile!
Oz gli aveva proposto di uscire per
svagarsi un po’, solo loro due come ai vecchi tempi, ma aveva rifiutato.
Lui aveva la serata rovinata, e non
voleva rovinarla anche all’amico e a Willow.
Guardò di nuovo l’orologio.
Le dieci e cinque.
Lo prese e lo nascose in un
cassetto.
Se avesse continuato a guardarlo
ogni cinque minuti, prima o poi sarebbe impazzito.
Spense luce e televisore e si
liberò dei vestiti.
Poi s’infilò a letto e chiuse gli
occhi.
Scattò nel sonno a causa di un
rumore proveniente dalla porta d’ingresso.
Non si ricordava se aveva chiuso a
chiave.
Un altro rumore.
Proveniva decisamente
dall’ingresso.
Pessima idea l’aver scelto di rapinarlo
quella notte.
Aveva un diavolo per capello e una
mazza da baseball nascosta sotto il letto.
C’erano anche un paio di manette
nel suo comodino.
“Non era questo lo scopo per cui le
avevo comprate, ma fa lo stesso…” pensò rimanendo immobile e ad occhi chiusi
sul letto.
Nel frattempo, il misterioso
intruso aveva aperto la porta, l’aveva chiusa a chiave alle sue spalle e adesso
si stava dirigendo proprio verso di lui.
“Devo solo aspettare che sia a
tiro…”
Una mano si posò sul suo ventre
scoperto e cominciò ad accarezzarlo, scendendo verso il basso.
“Ma che diavolo…?”
Indeciso sul da farsi continuò a
restare fermo.
Ci mancava solo che venisse
violentato per concludere in bellezza la serata!
Prese con forza il polso del
misterioso assalitore e accese l’abatjour sul comodino con l’altra.
- Buffy?!?- esclamò esterrefatto
vedendo comparire la ragazza davanti a lui.
- M tu dormi nudo anche quando non
ci sono io?- chiese lei ridacchiando.
Spike si abbandonò alla spalliera
del letto, con il viso teso.
- Cosa ci fai qui? Il tuo
appuntamento è già finito?
Buffy si sforzò per mantenere
nascosto il suo disappunto: lei veniva per sotterrare l’ascia di guerra e
questa era l’accoglienza?
- Dovresti nascondere meglio la tua
chiave di riserva…il vaso di fiori è scontato…- sorrise lei.
Lui non rispose.
- Dai Spike! Pensavo che saresti
stato felice della sorpresa…e del fatto che ho dato buca ad Angel…- disse la
bionda sottovoce, aspettando una sua reazione.
Gli occhi blu di Spike la
fissavano, in un misto di gioia e stupore.
- Non ci sono andata. Ho capito che
avevi ragione tu, quindi gli ho telefonato e gli ho detto che non se ne faceva
nulla…
Buffy si ritrovò schiacciata sul
letto dal peso di Spike, che la teneva ferma per le braccia, con il suo viso a
pochi millimetri dal volto di lei e un sorriso beffardo di vittoria.
- Dovresti sapere che io ho sempre
ragione…e…mi hai fatto prendere un colpo con la tua sorpresa del cavolo!
Buffy rise.
- Lo scopo era quello…
- Fantastico! La donna della mia
vita vuole ammazzarmi dallo spavento!- esclamò il ragazzo con finta
disperazione.
Poi si fece serio. Si avvicinò con
le labbra all’orecchio di Buffy e lo accarezzò con la lingua.
- Adesso non si gioca più…
Buffy rabbrividì.
- Non vedo l’ora…
Spike percorse il collo di Buffy sfiorandolo
con la bocca e poi la baciò con trasporto.
Buffy si spinse sopra di lui e
interruppe il lungo bacio sistemandosi a cavalcioni su di lui.
Lentamente, cominciò a sbottonare
il suo giubbotto di jeans, scoprendosi senza niente al di sotto di esso.
- Oh Dio, Buffy…volevi tentare di
far la pace con ogni mezzo vero?- esclamò Spike roteando gli occhi all’indietro
per la meraviglia.
- Non sarei dovuta arrivare ad
usare il mio corpo per corromperti…questo era per il dopo…- rispose lei
accarezzandosi sensualmente il seno.
Lui si tirò a sedere e catturò fra
le labbra un capezzolo.
Il respiro di Buffy si fece più
affannoso.
Spike non aveva pietà per lei,
continuando a torturarla con la lingua.
La ragazza lo interruppe di nuovo,
si alzò in piedi e si liberò velocemente del resto dei suoi abiti.
Fece qualche passo verso il letto,
ma Spike fu più rapido di lei, e la spinse in dietro, schiacciandola col peso
del suo corpo contro la fredda parete. Senza lasciarle il tempo di realizzare
cosa stava succedendo, lui aveva già fatto in modo che lei gli cingesse la vita
con le gambe.
- Sei mia, amore…mia e di
nessun’altro…- le disse guardandola negli occhi mentre entrava dentro di lei.
Buffy chiuse gli occhi e lo strinse
ancora di più a sé.
- Guardami, dolcezza…lo vedi che
sono pazzo di te?
I capelli dorati della ragazza
ondeggiavano lentamente sopra le spalle di Spike.
- Lo senti quanto ti amo, Buffy?-
disse infine rallentando al massimo il ritmo.
Con delicatezza, sorreggendola per
le gambe e rimanendo in lei, la adagiò sul letto.
Lei sorrise e gli accarezzò i
riccioli scompigliati.
- Certo…
Ricominciarono a fare l’amore da
dove avevano interrotto, arrivando insieme all’estasi.
Poi si addormentarono esausti l’uno
nelle braccia dell’altro.
Buffy aprì lentamente un occhio e
sbirciò la radiosveglia.
Le otto e cinquanta.
Placidamente, tornò a sonnecchiare
sul petto di Spike.
- Le otto e cinquanta?!?!?- esclamò
scattando in piedi e cominciando a cercare i suoi vestiti.
Spike, svegliato dal trambusto, ridacchiò
vedendo la sua ragazza cadere mentre cercava di infilare i jeans con le scarpe
già messe.
- Che succede?- chiese una volta
accertatosi che la bionda era tutta intera.
- E’ tardissimo!! Stamattina alle
nove il prof. di Psicologia avrebbe appeso il foglio per partecipare al suo
seminario, e io avrei dovuto essere li già da mezz’ora! Rischio di rimanere
fuori dalle iscrizioni! E questo corso è vitale per me!- urlò Buffy in preda al
panico.
- Telefona a Willow e dille di fare
la fila anche per te…- suggerì lui con semplicità.
Buffy finalmente si fermò.
- Sei geniale…
- Lo so…
La ragazza fece la telefonata,
mentre Spike improvvisò in qualche minuto la colazione.
- Sei davvero dolce, ma…devo
proprio andare…- disse Buffy vedendo il tavolino apparecchiato, le brioches e
le tazze.
- Almeno il caffè! Ti sentirai male
se non metti niente nello stomaco!- insisté lui.
- Immagino che finché non ti
accontento, non mi lascerai andare…vero?
Spike inclinò la testa di lato e
annuì sorridendo.
- E va bene, papino…- si arrese
lei.
Ingurgitò il contenuto della tazza
senza prendere respiro e poi si diresse velocemente verso la porta.
- Bene…vado!
Il ragazzo la trattenne per un
braccio.
- Scusa Buff…ma sei esattamente
vestita come ieri sera?
- Si…perché?- chiese lei un po’ spazientita.
- Ma proprio come ieri?- continuò
lui.
- SI!! Non credo che ci sia
qualcuno che noti che non ho cambiato abito da ieri…
Spike le sventolò una sua t-shirt
nera davanti al naso.
- Allora credo che avrai bisogno di
questa in prestito…- sghignazzò.
Buffy si rese conto solo allora di
non aver pensato alle conseguenze della sua sorpresina.
- Forse hai ragione…non mi sembra
educato andare a lezione senza maglia e reggiseno…
Il ragazzo le si avvicinò
malizioso, cominciando a sbottonarle il giubbotto.
- Aspetta…ti aiuto io…
- Se mi aiuti, non arriverò
all’Università prima di mezzogiorno…- protestò lei debolmente. Spike e le sue
labbra erano già in azione.
- Resta…faremo sesso selvaggio in
piscina…- scherzò lui baciandola sul collo.
- Prometto che sarò di ritorno al
massimo fra un’ora…- disse lei coprendolo di baci.
Spike le diede un lungo bacio e
Buffy si abbandonò mollemente tra le sue braccia.
- Sarebbe fantastico avere tutte le
mattine questo risveglio…- sospirò lei.
- Adesso vai…- disse lui sciogliendosi
controvoglia dal suo abbraccio.
Buffy raggiunse la porta e si fermò
sulla soglia a dare un ultimo sguardo a Spike.
- Ti amo Buff…- le disse lui con un
sorriso.
- Ti amo anche io…- rispose lei
bella come il sole, prima di richiudere la porta alle sue spalle.
Angel e Harmony stavano entrando
nel campus.
- Ok. Buffy dovrebbe già essere
qui…- disse lui guardandosi intorno.
- Sono emozionantissima! Finalmente
ho l’occasione di dimostrare il mio talento artistico!- squittì lei.
Il ragazzo accennò un sorriso.
Se tutto andava bene, tra meno di
un’ora l’avrebbe mandata a quel paese.
Lei e tutti quegli stupidi unicorni
con cui aveva riempito la sua stanza al dormitorio.
- E’ il momento. Io sarò qui
intorno, per ogni evenienza. In bocca al lupo…- disse dandole una pacca sul
sedere.
Harmony sbuffò.
- La fortuna è per i principianti!
Angel la vide allontanarsi.
Presto sarebbe tutto finito.
Willow cercava di destreggiarsi tra
gli studenti che cercavano di passarle avanti.
Per la quarta volta allargò le braccia
e spinse in dietro.
Che cavolo! C’era una fila? Perché
non rispettarla?
Se Buffy non arrivava, avrebbe
fatto una strage.
- Will!!- esclamò la bionda
arrivando di corsa e attirandosi le ire degli altri perché era passata avanti a
tutti.
- Finalmente! Pensavo avessi
cambiato idea…
Buffy cercò di riprendersi.
- No…la sveglia…non…non ha
suonato…Grazie…
- E di cosa?
- Scusate…il prof. è già arrivato?-
le interruppe una ragazza che arrivava col fiatone.
Willow le sorrise amichevolmente.
- No, tranquilla…
- Meno male! Pensavo di avere il
solito clamoroso ritardo!- disse sollevata.
La rossa diede di gomito a Buffy,
che si era concentrata sulla lettura dello statuto del corso.
- Visto Buff? Non sei l’unica!
Chissà se anche il suo ritardo si chiama Spike!- disse divertita.
- Spero proprio di no!- esclamò lei
senza togliere gli occhi dalla sua lettura.
- Scusate se m’intrometto, ma avete
detto Spike? Frequenta Filosofia?- chiese la ragazza ritardataria di prima.
Buffy a quel punto si fece attenta.
Squadrò l’intrusa con attenzione:
cappelli lunghi e biondi…occhi azzurri…sorriso perfetto…fisico da playmate…le
era davvero antipatica!
- Come conosci il MIO ragazzo?-
chiese enfatizzando ogni lettera della parola “mio” e cercando di non sembrare
troppo acida.
- Lo conosco da tanto, ma ci siamo
persi di vista…eravamo molto amici…- rispose Harmony buttando all’indietro i
bei capelli dorati.
Buffy serrò le labbra.
Bene.
Uno pari e palla al centro.
Molto amici??
Era chiaro che intendeva
qualcos’altro ben oltre all’essere amici…
Buffy sentì crescere forte in lei
rabbia e gelosia.
L’allegra canzoncina che suonava
nella sua testa da quando si era svegliata, improvvisamente si era trasformata
in un’orribile Cavalcata delle Valchirie.
Ed ora aveva un’irrefrenabile
impulso di uccidere…
Il solo pensiero che quella aveva
toccato il suo Spike le faceva andare il sangue alla testa.
E continuava a fissarla, con un
sorrisetto di sfida tutt’altro che velato, e i denti bianchissimi che
brillavano. Stupida di una Barbie!
Willow captò l’aria elettrica e
cercò di porvi rimedio, prima che Buffy staccasse a morsi la testa della
sconosciuta.
- E quindi sei qui anche tu per il
seminario del prof. Walsh! Lo trovo davvero interessantissimo.
Harmony distolse lo sguardo da
Buffy per concentrarsi su Willow.
- Già! Inoltre posso rivedere un
ragazzo con cui sono stata qualche anno fa…ho così voglia di rivederlo!-
sorrise entusiasta.
- Hai molti amici, vedo…- disse
Buffy ridendo forte quanto lei.
Harmony fu salvata da morte certa
dal professore, che uscì dallo studio per appendere il foglio delle iscrizioni.
Gli studenti si scatenarono e Buffy
e Willow, messa la firma, si fecero da parte.
- Per fortuna siamo riuscite a
metterci nell’elenco!- disse la rossa soddisfatta.
Ma l’attenzione di Buffy era puntata
altrove.
- Oh no! Eccola di nuovo!-
piagnucolò.
Harmony andò vicino a Willow e le
mise una mano sulla spalla.
- Complimenti! Io non sono riuscita
a rientrarci…- disse tristemente.
Willow cercò di tirarle su il
morale.
Buffy trasecolò.
Come poteva la sua migliore amica
consolare una ex di Spike, e per di più sotto i suoi occhi?
- Adesso vado, ma vorrei chiederti
un favore se posso…
- Ma certo…- rispose Willow
ignorando gli sguardi omicidi di Buffy.
Harmony sorrise.
Angel aveva seguito la conversazione
fin dall’inizio da dove non poteva essere visto.
Si sentiva agitato.
Il suo capolavoro stava per
compiersi.
- Ricordi il ragazzo di cui ti ho
parlato prima? Si chiama Angel…lo conosci?
Buffy sbiancò
Quella non era solo la ex di Spike,
ma anche di Angel!!!
- Si…- rispose Willow incerta e
senza guardare Buffy, terrorizzata dalla sua reazione.
- Magnifico! Puoi dirgli che gli
telefono e che ho tanta voglia di rivederlo?
Willow annuì timorosamente.
- E te salutami tanto il mio
Cucciolo…ehm…volevo dire Spike…- disse poi ad una sempre più sconvolta Buffy.
La ragazza si allontanò con un
cenno di saluto.
- E’ stato un piacere…- si fermò
Willow accorgendosi di non sapere come si chiamasse.
La bionda comprese al volo.
Non aspettava altro dall’inizio della
conversazione.
-…Faith. Mi chiamo Faith…
E sparì tra la gente.
- Che strana ragazza…non trovi?-
ridacchiò Willow un po’ imbarazzata.
Ma Buffy non la sentiva.
Faith.
Faith e Angel.
Faith, Angel e il Cucciolo.
Faith, Angel e Spike…
La nausea le fece piegare le
ginocchia e si accasciò a terra.
E fu il buio.
- Buffy…ti senti meglio?- chiese
Willow preoccupata vedendo l’amica svegliarsi.
La bionda mosse la testa in senso
affermativo, mentre si metteva seduta.
- Mi hai fatto prendere un
infarto…ti ho visto scivolare a terra…bianca come un cencio…- riprese la rossa.
Buffy si guardava intorno,
stordita.
- E’ l’infermeria…- disse Willow
anticipandola- Ignoravo che l’Università ne avesse una!
Poi rimase in silenzio.
Voleva chiedere a Buffy cosa avesse
suscitato in lei quel malore improvviso, ma aveva timore di suscitare in lei la
stessa reazione, ora che sembrava tranquilla.
- Ho sognato di affogare…- disse
Buffy guardando dritta avanti a lei.
La rossa rabbrividì al suo tono di
voce.
Fredda.
Gelida.
Willow si fece coraggio.
- Vuoi parlarmene?
Finalmente la bionda la guardò.
La sua espressione era
tremendamente infelice.
Abbassò di nuovo lo sguardo, mentre
si torceva le mani.
- Ero in un posto bellissimo all’inizio…forse
volavo…c’era una luce calda che mi avvolgeva e mi trovavo in un cielo azzurro
limpidissimo…poi ho cominciato a cadere…si…devo essere precipitata
nell’oceano…ho ancora i brividi se ripenso a quell’acqua gelata…era tutto così
buio, e io nuotavo…nuotavo come una disperata, cercando di tornare nel posto da
cui ero arrivata…o almeno…di guadagnare la superficie e di potermi salvare…ad
un certo punto l’aria ha cominciato a mancarmi…stavo soffocando…e non riuscivo
a risalire…sentivo la vita scivolarmi via poco a poco…finché non ho visto tutto
nero intorno a me…e cercavo di toccarmi, ma non c’ero più…nessuna parte di me
c’era più… né mani, né testa, né gambe…niente…morta.
Buffy finì il suo racconto e
continuò a fissare una Willow impietrita.
Non aveva mai sentito niente di
simile, soprattutto raccontato con la naturalezza con cui lei l’aveva fatto.
- Voglio vedere Spike.
- Non l’ho chiamato…pensavo che ti
saresti ripresa subito e…
- Devo lasciarlo, Willow…
La rossa non capiva.
- Che stai dicendo? Forse non stai
bene ancora…
Buffy si alzò dal letto.
Willow cercò di farla sedere, ma
lei si rifiutò.
- Sto benissimo. E so anche quello
che dico…- disse uscendo dall’infermeria.
La rossa non rispondeva, ancora
scioccata dallo strano comportamento di Buffy.
- Vado da lui…mi sta aspettando.
La ragazza uscì e Willow
prontamente la seguì.
Magari sarebbe riuscita a fermarla
e a farla calmare davanti ad un’enorme tazza di cioccolata.
Harmony raggiunse la stanza di
Angel.
La porta era socchiusa.
Diede due leggeri colpetti ed
entrò.
Angel era seduto al centro della
stanza e appena la vide, si alzò battendo le mani.
- Complimenti mia cara…sei stata
fenomenale…non avrei mai detto che fossi un’attrice così brava…- si congratulò.
La ragazza non sembrò gradire i
commenti, ma lui non se ne curò, impegnato com’era a pensare alla fase B del
piano. Fase in cui non era più prevista Harmony.
- Bene tesoro…direi che il nostro
sodalizio ha portato gli effetti desiderati…io riavrò Buffy tra breve, e tu il
tuo dolce Blondy Bear…dovremmo brindare…non sei felice?- disse lui cercando due
bicchieri.
- No.
Angel si voltò sorpreso.
- Cosa?
- No. Non sono affatto contenta.
Harmony era davvero seria.
Angel non le aveva mai visto
quell’espressione in viso.
- Sono stata proprio idiota…sei davvero
furbo…- disse poi lisciandosi i capelli.
Il ragazzo si sentì spaesato.
Che diavolo intendeva?
- Harm…- disse lui abbozzando un
sorriso e cercando un contatto. Lei si sottrasse al suo tocco.
- Hai proprio pensato a
tutto…tranne al fatto che non potrò mai tornare da Spike…lui saprà che sono
stata io l’ultima persona a vedere Buffy…e mi ammazzerà quando glielo diranno!
Angel alzò le spalle.
- Che vuoi che ti dica? Non ci
avevo pensato a questo…
Errore.
Ci aveva pensato, eccome se lo
aveva fatto.
Solo che aveva evitato di dirlo.
- Ero così impegnata a succhiarti
l’uccello che non ho pensato per niente alle conseguenze…- disse amaramente.
- Sbagli Harm…quand’è che hai mai
pensato?
La ragazza mosse qualche passo
verso la porta.
- Bene. Vorrà dire che comincerò a
pensare ora. Vado da Buffy e le dico tutto…
Angel fu più veloce di lei e
l’afferrò per un braccio.
- No! Pensaci! Chi potrebbe mai
collegare te a ciò che è stato detto a Buffy?
Harmony non sembrò convinta.
Lui si sedette e la fece accomodare
sulle sue ginocchia.
- Ascolta…immagina che qualcuno
racconti l’accaduto a Spike…se fossi te a farlo, come glielo diresti?
- Angel, non ho voglia di
rispondere agli indovinelli…- rispose lei scocciata.
- Fallo Harm…ti prego…
La bionda sbuffò e incrociò le braccia
al petto.
- Ciao Spike. Hai saputo? Una tizia
di nome Faith è andata dalla tua ragazza e…
Angel la interruppe.
- Perfetto! Quando Spike sentirà
“Faith” saprà subito di chi si sta parlando, e non chiederà una sua
descrizione. E tu sarai salva…- concluse con un sorriso.
La ragazza arricciò il naso.
- Non so…vuotando il sacco eviterei
di essere trucidata…
Angel avvicinò la bocca al suo
orecchio, come per dirle un segreto.
- Se parlerai con Buffy mandando
tutto a puttane, ti ammazzerò io…decidi tu se preferisci che sia io o sia Spike
a torcerti il collo!
E detto questo le sorrise
allegramente.
Buffy procedeva spedita come un
treno e Willow a malapena riusciva a mantenere il suo passo.
- Buff…vuoi dirmi che sta
succedendo?- esclamò ad un certo punto.
La bionda si fermò.
- Non posso stare a spiegarti tutta
la situazione, perché ho promesso di non rivelare niente a nessuno. Lascio
Spike. Devo farlo.
E riprese a camminare.
- Ma Buffy…tu sei innamorata di
lui!- le gridò dietro Willow.
Si fermò di nuovo, strizzando gli
occhi e serrando le labbra.
- No. Io non amo i bugiardi. Quindi
non lo amo.
- Spero che tu ti renda conto di
quanto tutto ciò suoni ridicolo…- le disse Willow affrontandola a muso duro.
Gli occhi di Buffy cominciarono a
luccicare.
- Vuoi sapere cosa suona veramente
ridicolo in tutto questo? Io! Io che mi sono fidata di nuovo di qualcuno, per
poi scoprire che è una di quelle persone che ho maledetto un milione di volte
in questi anni!
La rossa scosse la testa.
- Perdonami, ma non ti capisco…hai
conosciuto Spike pochi mesi fa…
Lei si asciugò una lacrima.
- In un certo senso no…non posso
dirti di più…ti basti sapere che mi ha tradito.
Willow si arrese.
- Mi fido di te Buff…ma pensaci
bene…vale la pena buttare via tutto per qualcosa che fa parte del tuo passato?
Buffy la guardò a lungo senza
rispondere.
Poi si voltò e riprese il suo
cammino.
La porta della stanza di Spike si
aprì bruscamente.
Il ragazzo si voltò di scatto e
vide Buffy sulla soglia.
Si accorse immediatamente del suo
viso sconvolto.
- Cos’è successo amore?- chiese
avvicinandosi a lei e prendendole il viso fra le mani.
Lei si sottrasse al contatto ed
entrò.
- Voglio raccontarti una storia…-
disse lei sedendosi ai piedi del letto.
Spike, un po’ stupito per la sua
affermazione, prese posto davanti a lei, e la invitò ad iniziare.
- C’era una volta un angelo, il
prediletto fra tutti. Ma un giorno il suo cuore puro fu toccato dal male. Si
innamorò del peccato. Le sue ali nere furono tagliate, venne cacciato dal Regno
dei Cieli e mandato sulla Terra. La punizione peggiore per una creatura come
lui: né Paradiso, né Inferno per l’eternità…
Il biondo la interruppe.
- Deve essere una storia
bellissima, ma vorrei sapere cosa ti è successo…
Buffy gli poggiò un dito sulle
labbra.
- Fai il bravo e ascolta. Quando
avrò finito capirai tutto.
Spike le baciò la mano e annuì.
Lei riprese.
- Cominciò a vagare per il mondo, e
incontrò una Fata e, insieme, decisero di adottare un Cucciolo…
La sua voce cominciò a tremare.
- Erano felici, tutti e tre
insieme, e si divertivano, finché un giorno non furono costretti a separarsi:
l’angelo stava trovando la via della redenzione. Il Cucciolo scappò via e la
Fata si ritrovò sola.
Buffy lo guardò negli occhi.
- E sai ora chi ha trovato e preso
con sé il Cucciolo?
Il volto di Spike assunse
un’espressione dura.
Aveva capito.
Lei sapeva.
- IO HO PRESO IL CUCCIOLO!!- urlò
scoppiando in lacrime.
Spike cercò di avvicinarsi a lei.
- Vattene e non toccarmi! Perché mi
hai ingannato così? Sapevi quanto ho sofferto per questa cosa! E hai continuato
lo stesso a stare zitto!
- Non volevo farti star male senza
motivo…tutto questo è acqua passata…- cercò di giustificarsi lui.
- Poteva esserlo…ma tu hai cercato
di imbrogliarmi e questo non posso sopportarlo!
Spike strinse i pugni.
Il suo incubo si stava
materializzando davanti ai suoi occhi.
- Angel non avrebbe dovuto
dirtelo…sta cercando di dividerci…
- Sbagli. Lui non ha fatto proprio niente.
Sei tu che hai sbagliato…- concluse Buffy asciugandosi il volto.
- Non voglio stare con uno come te…
Il ragazzo sentì il cuore
spezzarsi.
Buffy lo guardava con i suoi
meravigliosi occhi verdi, che non erano neanche l’ombra di quelli che lo
avevano guardato fino a qualche ora prima pieni d’amore.
- Tutti quanti abbiamo le nostre
luci e le nostre ombre, Buffy…io no…ero tenebra prima di incontrarti…e ti amo
da morire…- le disse con sincerità.
Lei scosse la testa e uscì.
Non voleva fargli vedere il suo dolore.
Spike rimase da solo.
E pianse.
Gridò.
E poi pianse ancora.
La sua luce si era spenta.
11. PLEASE…GIVE ME SOMETHING TO
SING ABOUT…
Senza espressione, Buffy era
tornata a casa, era salita al piano superiore e aveva tolto la giacca.
Aveva lanciato lo zaino sul letto e
aveva tirato fuori il cellulare.
Lui aveva già telefonato cinque
volte, e quando aveva capito che lei non avrebbe risposto, aveva lasciato un
messaggio.
Era indecisa se leggerlo oppure no.
Alla fine lo aprì.
“Amore…ti prego, perdonami…non
posso stare senza di te…ti amo troppo…”
Spinse un tasto.
Eliminare?
Si. Eliminare.
Quando Dawn era entrata per
chiederle qualcosa che lei non aveva proprio sentito, aveva risposto si con un
gran sorriso. La sorella non aveva notato niente di strano nel comportamento di
Buffy e se n’era andata.
Non voleva che lei e sua madre le
facessero domande sulla fine del suo rapporto con Spike.
Solo in quel momento aveva
concretizzato tutto ciò che era successo.
Lei e Spike non stavano più
insieme.
Sentì salire un groppo alla gola,
che con molti sforzi riuscì a mandare giù.
Andò in bagno e riempì la vasca
fino all’orlo con acqua bollente.
Si tolse i vestiti e passando
davanti allo specchio notò una macchia scura sul suo ventre piatto, un po’ più
in basso dell’ombelico. Un altro segno era sulla gamba e spariva nel suo
interno coscia…
Spike le aveva lasciato marchi a
fuoco con la bocca.
E quanto bruciavano ora…
Si osservò le mani, con le unghie
curate e laccate di rosa.
- Adoro le tue mani…sono così lisce
e morbide…
Lei le aveva guardate sorpresa. Non
ci aveva mai trovato niente di speciale.
Poi gli aveva sorriso.
- Non è vero, Spike!
Lui gliele aveva prese tra le sue e
le aveva baciate.
- Io non dico bugie!
Guardò il suo volto riflesso sullo
specchio.
Vide Spike circondarle da dietro i
fianchi con le braccia e posarle le labbra sul collo.
Buffy inclinò di lato la testa,
esponendosi ancora di più alle sue carezze.
Lui la fissava con i suoi occhi
blu, tristi e addolorati.
La ragazza posò le sue mani su quelle
di lui, ma trovò solo il suo corpo.
Spike non c’era.
E allo specchio vide Buffy
abbracciare Buffy.
Entrò in acqua e chiuse gli occhi.
Come sarebbe stata ora la sua vita?
Era stanca di dover sempre cercare
di dimenticare qualcuno.
Angel.
Spike.
Il risultato alla fine era sempre
lo stesso.
Lei era sola.
Spike le mancava come l’aria. Stava
affogando.
Quello che provava ora non aveva
niente a che spartire col dolore per la separazione da Angel. Sentiva tutto
amplificato, qualcosa che la consumava da dentro. Era come se dovesse prendere
fuoco da un momento all’altro.
Spike le aveva insegnato un modo
nuovo di amare, passionale e profondo.
Un amore adulto.
E lei le aveva donato tutta se
stessa, come mai aveva fatto.
Mai.
Neanche con Angel.
Riaprì gli occhi e allungò una mano
verso il piccolo stereo a pile che teneva accanto alla vasca e accese la radio.
Hard times flowing and my eyes
couldn’t see stars shining
My heart couldn’t feel the beauty
of the rising sun
And I’m lost like a bottle that
floats in the sea for ever
Will somebody pick up my hope?
Will somebody try?
Will I realize?
’cause it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting, hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
Time will heal
Just pieces of truth that I chose
to keep
No matter if now they are gone
No matter if I am alone
Still I can get back on my feet and
walk on
As I know there was something to
learn
I know there will always be more
worth moving on for
Though, it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
’cause it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
I’d love to be one of those
colorful early summer days
When everybody is happy that you
came
Everybody smiles back at you as
soon as your eyes cross their eyes
But something has to happen first
I know winter has to come before it
blossoms
So it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
‘cause it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
Time will heal
Un periodo difficile stava
scorrendo
I miei occhi non riuscivano a
vedere le stelle brillare
Il mio cuore non riusciva a sentire
la bellezza del sole che sorge(va)
E sono persa come una bottiglia che
galleggia nel mare... per sempre
Qualcuno raccoglierà la mia
speranza?
Qualcuno ci proverà?
Me ne renderò conto?
Perché si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Il tempo curerà
Solo pezzi di verità che ho scelto
di conservare
Non importa se ora se ne sono
andati
Non importa se sono sola
Ancora posso tornare sui miei passi
e andare avanti
Perchè so che c'era qualcosa da
imparare
So che ci sarà sempre qualcos'altro
per cui vale la pena muoversi
Anche se si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Perché si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Il tempo curerà
Mi piacerebbe essere uno di quei
primi giorni estivi pieni di colore
Quando tutti sono contenti del tuo
arrivo
Quando tutti ti sorridono nel
momento in cui i tuoi occhi incrociano i loro (occhi)
Ma qualcosa deve succedere prima
So che che deve arrivare l'inverno
prima che fiorisca
Così si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Perché si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Il tempo curerà
Era vero…
Qualcosa si era incrinato dentro di
lei e non sapeva se era in grado di rimettere tutto a posto.
Di nuovo.
Spense la radio.
Doveva dimenticarlo al più presto.
Era un bugiardo.
Ne aveva abbastanza di persone che
si approfittavano di lei e basta.
Trattenne il fiato e s’immerse
completamente nell’acqua.
I capelli le serpeggiavano intorno
al viso.
Intorno a lei solo suoni ovattati. Si
sentiva protetta e al sicuro.
Sembrava che nascosta là sotto, in
quella specie di limbo, tutti i problemi e il dolore fossero scomparsi.
Fu costretta a riemergere.
Il fiato le mancava.
E con lei riemerse anche il suo
dolore.
Decise che ora poteva anche
piangere.
Le lacrime si confusero nell’acqua.
Willow fece un cenno a Oz dalla
vetrina della caffetteria.
Il ragazzo si sedé infreddolito,
soffiando sulle mani gelate.
Era una giornata stranamente e
insolitamente fredda. Fin troppo invernale…
- Come è andata?- chiese lei con
espressione preoccupata.
Gli occhi di Oz parlavano da soli.
- L’ho trovato in casa, al buio e
in silenzio che fumava. Quando ho cominciato a parlare, mi ha detto di non
continuare, che non aveva voglia di sentire niente. Poi ha infilato lo
spolverino ed è uscito. Si è infilato in macchina ed è partito sgommando. Non
ho provato a fermarlo. Penso abbia bisogno di riflettere da solo.
La rossa sorseggiò il suo
cappuccino.
- E’ una situazione assurda…non ho
ancora capito il motivo per cui Buffy l’abbia lasciato…lei è innamorata persa…
- Sei riuscita a chiamarla?-
domandò lui.
Willow scosse la testa in senso
negativo.
- Il cellulare è spento e a casa mi
hanno detto che è in bagno da ore…
- Finché uno dei due non ci
spiegherà che è successo, non potremo fare niente per aggiustare le cose…-
affermò Oz stringendole una mano.
- Non ci resta che aspettare…-
disse lei guardando fuori pensierosa.
Oz si limitò ad assentire. Lui
aveva un’idea di cosa poteva essere accaduto.
Sperò con tutte le sue forze di
essere in errore.
La notte era scesa velocemente
sulla città.
Spike guidava velocemente, con un
sorrisetto stampato in volto.
La musica dei Ramones riempiva
l’abitacolo, insieme al forte odore di tabacco del posacenere.
Tirò una boccata, sputando fuori il
fumo con forza.
Lo avrebbe trovato.
E poi gli avrebbe fatto sputare i
denti uno ad uno.
Senza pietà.
Svoltò una curva senza curarsi che
fosse rosso.
Aveva perso Buffy.
Suonavano così tetre quelle due
parole accanto al suo nome…
Gliel’avrebbe fatta pagare così
salata…finito con lui, sarebbe sembrato un puzzle…
Era arrivato al dormitorio del
campus.
Frenò bruscamente e buttò a terra
il cartello davanti all’entrata.
Buttò a terra la cicca e la spense
pestandola rabbiosamente.
Il suo cellulare vibrò nella tasca.
Lo cercò freneticamente.
Poteva essere lei, che rispondeva
alle sue telefonate dopo aver letto il messaggio, che gli diceva di
raggiungerla perché non vedeva l’ora di fare la pace, che il passato
apparteneva al passato…
Il display lampeggiava ad
intermittenza.
Oz.
Rifiutò la chiamata e con passo
marziale si diresse all’ingresso.
Il telefono non smetteva di
squillare.
- Cosa vuoi?
Oz tirò un sospiro di sollievo.
Finalmente aveva risposto. Era da
quando aveva riaccompagnato Willow a casa che provava a chiamare.
E per fortuna non era nemmeno
ubriaco. Però sembrava incazzato come una belva.
- Dove sei?
- In giro.
La laconicità di Spike lo mise in
allarme.
- Dove stai andando? Ti accompagno,
se vuoi.
Ci fu una breve pausa.
- Vado a prendere a calci in culo
quel bastardo.
E interruppe la telefonata.
Oz fece rapidamente mente locale.
Bastardo…bastardo…chi diavolo…?
Spalancò gli occhi dopo aver capito
e si lanciò fuori dalla sua stanza.
Doveva arrivare in tempo.
- Ehy, voi…dov’è la stanza di
Angel?- domandò a due ragazzi che stavano chiacchierando seduti sulle scale.
- Amico…calma…non mi sembra questo
il modo di chiedere le cose…- disse quello con il berretto.
Spike fu un fulmine.
Il ragazzo fu afferrato per il
collo del maglione e sollevato di qualche centimetro da terra.
- Te lo ripeto con calma, allora…-
gli sillabò torvo.
Lui, spaventato, indicò la cima
delle scale.
- In fondo…a destra…ultima stanza…-
balbettò.
Spike lo posò a terra e gli
aggiustò il maglione.
- Bene. Visto come era semplice?
Salì le scale due a due e corse
nella direzione indicatagli.
- Non vorrei essere nei panni di
Angel…- disse il ragazzo col berretto allo sbalordito amico.
Angel stava studiando disteso sul
letto.
In realtà stava ingannando il tempo
in attesa di Buffy.
Sapeva che la sua visita non
avrebbe tardato. Era impaziente di raccontarle come erano andate le cose con
Spike e Faith. Dalla A alla Z…
Udì dei colpi concitati alla porta,
che lo distolsero dai suoi pensieri e lo riportarono con i piedi per terra.
Buffy?
No…troppo presto. Probabilmente
stava piangendo la fine della sua storia.
Si alzò malvolentieri e aprì
svogliatamente la porta.
Si ritrovò sbattuto al muro senza neanche
rendersene conto, con la mascella dolorante e un fiotto di sangue che usciva
dal naso.
E due occhi fiammeggianti che lo
fissavano irosi.
Spike.
Continuava a sottovalutare le
reazioni del ragazzo.
- Benvenuto…desideri?
Il biondo lo sbatté ancora contro
la parete.
- Pensi di essere spiritoso? Non
hai ancora capito che da qui esci solo in barella?
Angel gli rise in faccia.
- E’ colpa tua, mio caro…quanto
pensavi che avrebbe retto la sceneggiata del bravo ragazzo con lei?
- Sei stato tu a dirglielo, vero?
Angel sgranò gli occhi e assunse
una finta espressione meravigliata.
- Io?? No! C’è tutto l’ateneo
pronto a testimoniare!
Spike sembrò esitare e il moro ne
approfittò per assestargli un pugno allo stomaco, facendolo rovinare a terra.
Raggomitolato su se stesso, vedeva il suo avversario dal basso all’alto.
Sembrava enorme ora.
- Sai, Cucciolo…- disse sputando
del sangue e colpendolo al volto-…tra non molto Buffy tornerà da me…tu l’hai
davvero delusa, povera piccola mia…adesso chi ti farà quei meravigliosi
pompini? So quello che hai perso…me ne ha fatti così tanti…e poi…non vedo l’ora
di infilarglielo di nuovo in quel sedere sodo!
Spike non ci vide più.
Con un colpo di reni fu in piedi.
Lo scaraventò dall’altra parte
della stanza e con uno scatto gli fu addosso.
- MALEDETTO BASTARDO!! NON LA
TOCCHERAI NEANCHE CON UN DITO!!- gli urlava contro mentre lo colpiva
ripetutamente.
E lui continuava a ridere.
Accecato dall’ira, continuava a
picchiare senza realmente vedere dove.
Poi si sentì afferrare da dietro.
Oz era arrivato troppo tardi. E non
riusciva neanche a trattenerlo. Guardò Angel, ridotto ad una disgustosa
maschera di sangue, che però non chiedeva a Spike di smettere.
- Basta! Lo ammazzi così!- gli
gridò cercando di allontanare l’amico.
Spike non rispondeva.
Continuava solo ad usare i pugni.
- Spike! Cosa dirà Buffy quando lo
saprà?- disse Oz ad un certo punto.
Come se avesse detto la parola
magica, il ragazzo si fermò.
Guardò le mani sporche di sangue e
poi Angel.
Infine si rialzò in piedi lasciandolo
andare.
Il moro si girò di lato e cominciò
a tossire.
- Vai nella mia stanza e non ti
muovere da lì finché non torno, capito?- disse Oz a Spike prima di
inginocchiarsi accanto ad Angel.
Il biondo obbedì in silenzio ed
uscì.
Oz tornò ad occuparsi del ragazzo
disteso.
- Lo denuncio quello psicopatico…-
biascicò pulendosi la bocca con la manica.
- Ascolta…ritieniti fortunato così
ed evita di combinare casini…se lo fai ci andrai di mezzo anche te…- gli
consigliò il ragazzo-…e la prossima volta potrei non essere nei paraggi. Adesso
ti accompagno in infermeria, e quando ti chiederanno che ti è successo…
-…dirò che sono caduto dal motorino
e che l’infermeria del campus era più vicina del pronto soccorso, ho afferrato
il concetto…- concluse per lui Angel.
- Bene. Vedo che ci capiamo. Su,
andiamo…- disse aiutandolo a rialzarsi.
- Quello che volevo l’ho già
ottenuto…- ridacchiò piano.
Oz fu tentato di lasciarlo cadere
per le scale.
L’incidente sarebbe stato vero,
almeno…
Spike sedeva sul letto di Oz.
Si guardava le mani sporche di
sangue.
Andò in bagno e le mise sotto
l’acqua.
Nello specchio c’era un tizio con
un occhio nero e il labbro spaccato.
Bravo Spike!
Un applauso!
Adesso quello stronzo sarebbe corso
da Buffy e sarebbe passato per la vittima.
E Spike?
Il carnefice. L’uomo cattivo.
Nessuno sa come ci si sente
Ad essere l’uomo cattivo
Ad essere l’uomo triste
Dietro gli occhi azzurri.
E nessuno sa
Come ci si sente ad essere odiato
Ad essere accusato di dire solo
bugie.
Ma i miei sogni non sono così vuoti
Come sembra essere la mia
coscienza.
Ho ore, in totale solitudine
Il mio amore è una vendetta
Che non è mai libera.
Nessuno sa come ci si sente
A provare questi sentimenti
Come faccio io, e me la prendo con
voi!
Nessuno si trattiene così tanto dal
ribattere
Alla loro rabbia.
Nessuno dei miei dolori
Può trasparire.
Ma i miei sogni non sono così vuoti
Come sembra essere la mia
coscienza.
Ho ore, in totale solitudine
Il mio amore è una vendetta
che non è mai libera.
Scoprilo.. l.i.m.p. dillo (x 4)
Nessuno sa come ci si sente
Ad essere maltrattato, ad essere
sconfitto
Dietro gli occhi azzurri.
Nessuno sa come dire
che è dispiaciuto e non ti
preoccupare,
non dico bugie.
Ma i miei sogni non sono così vuoti
Come sembra essere la mia
coscienza.
Ho ore, in totale solitudine
Il mio amore è una vendetta
Che non è mai libera.
Nessuno sa come ci si sente
Ad essere l’uomo cattivo, ad essere
l’uomo triste
Dietro gli occhi azzurri
No one knows what it's like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue eyes
And no one knows
What it's like to be hated
To be faded to telling only lies
But my dreams they aren't as empty
As my conscious seems to be
I have hours, only lonely
My love is vengeance
That's never free
No one knows what its like
To feel these feelings
Like I do, and I blame you!
No one bites back as hard
On their anger
None of my pain woe
Can show through
But my dreams they aren't as empty
As my conscious seems to be
I have hours, only lonely
My love is vengeance
That's never free
]
Discover l.i.m.p. say it [x4]
No one knows what its like
To be mistreated, to be defeated
Behind blue eyes
No one know how to say
That they're sorry and don't worry
I'm not telling lies
But my dreams they aren't as empty
As my conscious seems to be
I have hours, only lonely
My love is vengeance
That's never free
No one knows what its like
To be the bad man, to be the sad
man
Behind blue eyes.
Scrutò nei suoi occhi azzurri.
Davvero c’era così tanto marcio in
lui?
Ripensò alla sua vita.
Si.
Era partito facendo il ribelle e
mentendo ai suoi.
Aveva fatto uso di droghe di ogni
tipo e fatto sesso con chiunque.
Aveva tradito Drusilla con un
numero infinito di donne.
Eppure l’amava.
Aveva tradito anche Buffy, in un
certo senso, anche in maniera peggiore di quanto aveva fatto con Dru.
Eppure l’amava più di ogni altra
cosa al mondo.
E lei l’aveva lasciato.
Guardò ancora nei suoi occhi
azzurri.
Con un pugnò spaccò lo specchio.
Non voleva vedersi. Si odiava.
Si riaffacciò nella camera da
letto. Oz, nella fretta aveva lasciato acceso lo stereo.
“Ti ci metti anche te Fred Durst
del cavolo?” pensò scagliando lontano il CD dei Limp Bizkit.
E invece, Fred aveva ragione.
Nessuno sa come ci si sente ad
essere l’uomo cattivo.
Tranne lui.
Oz rientrò e trovò Spike seduto a
terra che guardava la ferita sulla sua mano.
- Che hai fatto?- chiese
preoccupato.
- Ho rotto il tuo CD…e anche lo
specchio…scusa…
Oz alzò le spalle.
- Non importa. Ora dormi un po’.
Hai bisogno di riposare e domani avremo tempo per parlare.
Spike fece per alzarsi e restituire
il letto a Oz, ma l’amico lo fermò.
- Stai pure. Ho il divano-letto…-
disse spegnendo la luce.
Spike si girò di lato e si coprì.
Chiuse gli occhi vedendo il suo
volto sorridente.
Oz lo sentì piangere sommessamente
nell’oscurità della stanza.
Quando riaprì gli occhi, Oz vide la
sveglia che segnava le dieci e mezza.
Doveva essersi assopito.
- Spike? Dormi?- chiese
sbadigliando.
Nessuna risposta.
Il ragazzo si alzò.
- Spike?- chiamò ancora.
Accese la luce e vide che il suo
letto era vuoto.
Spike se ne era andato.
Dawn bussò per la terza volta nella
serata alla porta di Buffy.
- Buff…c’è Willow al telefono…
La voce ovattata della sorella le
rispose dopo qualche secondo.
- Dille che sto dormendo…
Sospirando, appoggiò il cordless
all’orecchio.
- Ha detto che sta dormendo…ma che
le è successo? Non è venuta neanche a cena, e di solito ha la fame di un lupo!
Brevemente, Willow le spiegò
cos’era successo la mattina, e poi le disse che Spike e sua sorella si erano
lasciati.
La ragazza portò una mano alla
bocca per lo stupore.
- Stai scherzando, non è vero?
Il silenzio dall’altra parte fu
eloquente.
Si allontanò dalla porta di Buffy e
abbassò la voce.
- Che le ha fatto? Perché l’ha
lasciata?
Willow percepì una nota minacciosa.
- E’ stata Buffy a lasciarlo…
Dawn era sempre più sconvolta.
- Ma che stai dicendo? Non l’ho mai
vista così innamorata!
- E’ così…non so cosa è successo
tra loro…ha detto solo che è un bugiardo e che doveva lasciarlo. Prova a
parlarle Dawn…credo ne abbia bisogno…
La ragazza annuì e promise di darle
notizie quanto prima.
Pensò qualche minuto alle parole da
dire alla sorella e poi entrò, facendo capolino dalla porta.
- Dovresti bussare, Dawn…- fu la
gelida accoglienza di Buffy.
Lei era seduta al davanzale della
finestra e guardava fuori. Il suo volto non si vedeva.
- Scusa, ma…come stai?- le chiese
dimenticando il suo discorso e le solite frasi di circostanza andandole
accanto.
Alzò impercettibilmente le spalle.
- Bene…
- Buffy…
Finalmente si voltò.
I suoi occhi luccicavano, colmi di
lacrime.
- Ho detto che sto bene…
Dawn la abbracciò.
- Mi dispiace…
La bionda si asciugò le guance
umide con il dorso della mano.
- Anche a me…
Poi vide che Dawn stava per
chiedere il motivo.
- …ma non voglio parlarne…devo
ancora metabolizzare la cosa…
La sorellina annuì.
- Ti chiederò solo questo…è
recuperabile o è una cosa definitiva?
Buffy non rispose.
Appoggiò la testa sulle gambe di
Dawn e chiuse gli occhi stanchi dal pianto.
- Adesso soffrirò e starò male, ma
prima o poi passerà…e andrà tutto meglio…
Dawn le accarezzava i capelli.
- Lui è un bugiardo e io lo
odio…non voglio vederlo mai più…
- Perché non ci parli? Sono sicura
che ci sia una spiegazione logica…
Buffy rispose con voce stridula.
- Una spiegazione logica? Te la do
io…non voglio assolutamente vedere mai più davanti ai miei occhi quell’essere
abominevole che si scopava Angel, ok?!?!
Dawn si alzò di scatto, con i
grandi occhi spalancati.
Buffy le posò le mani sulle spalle
con un sorriso nervoso e tirato.
- Dawnie…dimentica ciò che ho
detto…davvero…è la rabbia a farmi parlare…- cercò di giustificarsi e rendendosi
contemporaneamente conto dell’assurdità che aveva appena detto.
Dawn non era stupida e aveva capito
benissimo cosa era successo davvero.
- Spike…e…Angel…non è possibile.
Questa è la più grande cazzata che abbia mai sentito! Fra un po’ mi dirai anche
che dei demoni malvagi hanno invaso Sunnydale?!?!- esclamò scossa.
- La situazione è questa, che tu ci
creda o no. Mi dispiace…giura di non dirlo ad anima viva!- le disse Buffy
scuotendola.
La ragazzina, ancora incredula,
balbettò di si.
- So che sei sconvolta, ma è
davvero importante che questa cosa non si sappia in giro…- continuò la bionda
lasciandola andare.
Dawn si era seduta sul letto.
Le gambe le tremavano.
- Come l’hai saputo?
Buffy si sedé di nuovo al
davanzale.
- Angel mi aveva parlato di questa
storia quando stavamo insieme…ma non aveva fatto nomi. Di Spike l’ho saputo
stamattina.
Dawn, superato lo shock iniziale,
cominciava a ragionare.
- Immagino che non sia una
situazione piacevole…però dovresti cercare di riflettere se questa cosa è
impossibile da perdonare…è grave, ma…tu lo ami, vero?
- No…- rispose secca lei.
Joyce chiamò Dawn dal piano terra.
La ragazza si alzò e fece per
uscire dalla stanza.
- Non ci credo, ma se vuoi che lo
odi anche io, lo farò. Farò anche finta di credere che non sei innamorata di
lui come mai lo sei stata di qualcuno in tutta la tua vita. Fingerò che non sia
la tua metà della mela. Se me lo chiederai, farò tutto questo. Davvero.
Poi uscì, lasciando Buffy da sola.
Si passò una mano fra i capelli.
E tornò a scrutare la luna,
pensierosa.
Spike spense a terra l’ennesima
sigaretta della serata.
Nascosto nell’ombra, la vedeva.
La sua Buffy era alla finestra.
Ed era bella come non mai, baciata
dalla flebile luce notturna.
Voleva spiegarle.
Voleva tentare di convincerla della
sincerità dei suoi sentimenti e che la sua bugia era a fin di bene.
Ma lei si rifiutava di parlargli.
Sentì un rumore e cercò di sparire
nell’ombra di un albero.
Era Dawn che portava fuori la
spazzatura.
Era la sua unica possibilità.
Quando gli passò abbastanza vicino,
l’afferrò e la trascinò nel suo nascondiglio, mettendola una mano sulla bocca
per non farla urlare.
- Shhh! Sono io!
Dawn roteò gli occhi spaventata e
riconobbe Spike, che la lasciò andare.
- Mi hai fatto morire di paura,
brutto idiota!- esclamò arrabbiata.
Poi vide i segni sul suo viso.
- Cosa sono questi? Buffy ti ha
picchiato?- chiese preoccupata toccando gli ematomi.
Lui sorrise.
- No…ho avuto un piccolo incidente…
L’espressione di Dawn si era
addolcita.
- Come va?
- Hai già saputo tutto?- chiese
tirando fuori di tasca l’accendino.
Lei annuì.
- Si. TUTTO.
Spike la scrutò stupito.
Buffy aveva raccontato a sua
sorella più piccola la sua storia??
Preoccupato, cercò di capire se
Dawn ce l’avesse con lui.
- Tranquillo…io voglio bene allo
Spike di adesso, quello innamorato e fedele a mia sorella…
- Grazie Briciola…sapevo di poter
contare su di te…
Dawn lo abbracciò.
- …purtroppo però io non sono
Buffy…senti…ma…è tutto vero?- chiese ancora incredula.
- Ehm…si.
Il biondo poi guardò verso la
finestra.
- Lei come sta?
- Diciamo che da quando è tornata a
casa non ha fatto altro che fare un bagno di due ore e chiudersi in camera.
Insieme a piangere in continuazione, ovviamente.
Spike prese una mano di Dawn.
- Fammi entrare in casa…devo andare
da lei e spiegarle le cose…ti prego…
Dawn, un po’ dubbiosa, tentò di
ribattere, ma di fronte allo sguardo disperato del ragazzo, non seppe dire di
no.
- Mia madre è in cucina…ti farò
entrare dall’entrata principale e poi cercherò di tenerla lontana dal piano di
sopra…però poi dovrai andartene passando dalla finestra…
- Non è un problema…
Dawn aprì la porta e fece
sgattaiolare dentro il biondo che, velocemente, salì al piano superiore. La
ragazza si diresse vero la cucina. Spike si era fermato sul pianerottolo e la
guardò con affetto.
- Grazie Briciola…- bisbigliò.
Dawn gli sorrise e poi tornò seria.
- Svelto! Distrarrò la mamma!
Seconda porta a sinistra! Buona fortuna…
Entrò in cucina e chiuse la porta
alle sue spalle.
Spike avanzò cautamente fino a
trovarsi davanti alla porta bianca.
Tirò un grande respiro e bussò.
Poi, non ricevendo risposta
dall’interno, aprì la porta.
Lei non si voltò a vedere chi era
entrato.
- Dawn…cosa c’è ancora?- chiese
stancamente.
Spike la vide girarsi e rimanere di
sasso.
Tremando si alzò.
Teneva le braccia stese lungo i
fianchi, quasi rilassate, ma le mani chiuse a pugno lasciavano capire quale
fosse il suo stato d’animo: le nocche erano bianche dalla forza con cui le
stringeva.
- Che ci fai qui? Vattene…- gli
intimò.
Spike si mosse verso di lei, che
indietreggiò.
- Voglio parlare con te…- le disse
piano.
Buffy abbassò lo sguardo.
- Non ho niente da dire. Credevo di
essere stata chiara.
Il ragazzo insisté.
- Infatti voglio che tu ascolti ciò
che ho da dirti…ti prego…dopo sparirò, se è quello che vuoi.
Gli occhi di Buffy tornarono a
posarsi su di lui.
Il suo sguardo lo faceva sentire
esposto e indifeso.
Con sorpresa, lei si accomodò sul
letto, pronta ad ascoltarlo.
Si sentì un mostro davanti a lei. Come
aveva potuto ingannarla e farla soffrire così?
Quella figuretta piccola e
intimidita di fronte a lui ricordava vagamente la sua ragazza.
- Hai la mia attenzione…- gli disse
torcendosi le mani in grembo.
Era nervosa.
A quell’invito, Spike si sistemò ai
suoi piedi.
- Volevi la verità Buffy, giusto?
Io te la dirò. Ti dirò tutto ciò che io sono stato, e non sarà piacevole. E’
stato proprio per questo che te l’ho nascosto. Avevo paura di ripugnarti, ed
era l’ultima cosa che volevo suscitare alla donna che amo. Volevo essere
perfetto per te, ma sono ben lontano dalla perfezione.
Te ne renderai conto anche tu…e
spero che alla fine non mi odierai.
Buffy si sentì spaesata.
Era pronta ad ascoltare?
- Alla fine, non mi aspetterò di
essere perdonato…ma almeno compreso…
La ragazza annuì.
- Ti sei chiesta perché in tutto il
tempo che siamo stati insieme perché non hai mai visto i miei genitori?- le
chiese.
Lei disse di non averci fatto caso.
- Mia madre e mio padre sono sempre
in viaggio.
Il ricordo più lontano della mia
infanzia è una vigilia di Natale…credo che avessi quattro o cinque anni.
Ho scartato i regali con la mia
governante. Era questa la mia tradizione natalizia…
Immagino che anche tutte le vigilie
che non ricordo siano state così…ma con questo non voglio che la gente abbia
compassione per me come”il piccolo lord lasciato a se stesso”.
Non mi è mai mancato niente e, in
un certo senso, i miei hanno dimostrato il loro affetto per me in questo
modo…c’è chi non ha mai conosciuto i suoi genitori.
Però tu immagina un ragazzino di
quattordici, quindici anni, in preda alle prime turbe adolescenziali, lasciato
libero di fare ciò che vuole in quell’enorme casa…non avevo freni, Buffy.
Nessuno mi aveva mai detto quale
era il giusto e quale lo sbagliato.
L’ho sempre capito dopo a mie
spese.
In tutto questo avevo Oz.
Il mio migliore amico fin
dall’infanzia non mi aveva mai abbandonato.
E’ sempre stato lui quello saggio
tra i due, mentre io ero quello istintivo.
Non mi ha mai giudicato, però mi
avvertiva quando pensava che stessi facendo qualche sciocchezza. Io ovviamente
non gli davo per niente retta, ma poi mi offriva sempre la sua spalla su cui
piangere o il suo aiuto se mi mettevo in guai grossi.
A scuola ero famoso come quello
alternativo, in più con i soldi…quindi ero molto popolare, specialmente tra le
ragazze.
Avevo sedici anni quando ho perso
la verginità.
Lei era più grande di me. Era
all’ultimo anno.
Si chiamava Cecily.
Io ero rimasto folgorato da lei, e quando
mi ha chiesto se poteva venire a casa mia, non potevo crederci. Ho cominciato a
capire cos’era successo solo il giorno dopo. Mi sono avvicinato per baciarla, e
lei mi ha scansato. Tutti i suoi amici ridevano alle sue spalle.
”Cosa credi di fare, moccioso? Se
ti ho permesso di infilarti nelle mie mutandine una volta, non significa che lo
farai di nuovo…sei stato un allegro passatempo…non avrai pensato che poi ci
saremmo messi insieme! Io non giro con le nullità…tu sei inferiore…”.
Non dimenticherò mai queste parole
finché vivrò.
E da allora è cambiato tutto.
Non volevo essere una nullità. Non
avrei permesso mai più a nessuno di chiamarmi così.
Ho cominciato a fumare marijuana e
crack, a fare sesso con tutte le ragazze che mostravano interesse per me, ma
tutto questo non mi bastava più.
E alla fine incontrai Faith.
Pensavo che sarebbe stata un’altra
scopata, ma lei era diversa.
Una sera andai da lei, e mi si aprì
davanti un mondo tutto nuovo, stravolto e malato.
Ma mi piaceva.
Ero convinto che meritavo di stare
all’inferno perché la mia anima era nera.
Inferiore.
Lei era la prediletta di Angel. Ti
ha detto che si faceva chiamare Angelus? Era l’angelo dal volto bello e
demoniaco, su questo hai perfettamente ragione. Lui mi ha preso in simpatia, e ha
fatto di me il suo cucciolo.
E come si fa con i cuccioli, mi ha
educato.
Poi, un giorno, mentre stavo
andando ad uno dei nostri incontri, ho visto una macchina in panne.
Sono sceso dalla mia auto e ho
offerto il mio aiuto.
Vidi la creatura più innocente e
incantevole che occhio umano avesse mai incontrato.
Drusilla.
Mi innamorai appena i suoi occhi
violetti incontrarono i miei.
Non andai più da Faith ed Angel.
Lei era stata la mia ancora di
salvezza.
Ma la mia parte peggiore riemerse
più forte di prima. Io ero follemente innamorato, ma la tradivo con ogni tipo
di donna. Lei mi perdonò un milione di volte. E io lì che piangevo e che la
imploravo di riprendermi con se, stavo buono per un po’, e poi ricominciavo
peggio di prima.
Tranne l’ultima volta.
Mi ero deciso a cambiare, ad essere
l’uomo adatto a lei, e invece mi ha lasciato per un altro.
Sono impazzito.
Giurai che avrei solamente usato le
donne e che non mi sarei mai più innamorato.
Ero diventato un mostro senz’anima.
E invece nel mio cielo nero si è
fatto strada un piccolo raggio di sole, che è diventato ogni giorno più
luminoso. E che mi ha scaldato di nuovo il cuore.
Sei tu Buffy.
All’inizio pensavo che sarebbe
stato come sempre, un’avventura di una sera.
Poi ho scoperto che ragazza meravigliosa,
intelligente e acuta sei, e ho cominciato a chiedermi che cosa ci vedesse in me
una persona così speciale, perché voleva amarmi.
Forse non era tutto marcio in
me…c’era qualcosa che valeva la pena salvare.
Grazie a te ho capito che non tutto
era perso, che potevo essere un uomo migliore.
Hai rimesso la scintilla in me…
Buffy lo ascoltava, incapace di
dire qualsiasi cosa.
Gli occhi lucidi la tradivano.
Adesso la voce di Spike non era più
così ferma.
I suoi occhi blu chiedevano solo un
po’ di pace.
- Io volevo con tutte le mie forze
che andasse tutto bene.
Volevo essere felice, che tu fossi felice…
Sai? Forse ci siamo sbagliati
entrambi…da uno come me non può venire niente di buono…
Sulle guance di Buffy cadde una
lacrima.
Lo vide alzarsi e andare verso la
finestra.
- Ho finito…penso di averti detto
tutto, e adesso, come ti ho promesso, me ne vado. Mi dispiace di non essere
stato l’uomo che meritavi…
Le sorrise debolmente e poi fece
per uscire.
Sentì le braccia di Buffy
stringergli il torace, e la sua testa posarsi sulla sua schiena.
Lei singhiozzava.
Spike si voltò e la prese tra le
braccia.
- Ti amo. Ricordalo.
Le diede un tenero bacio sulle
labbra, si voltò e uscì dalla finestra.
Buffy lo seguì con lo sguardo dalla
finestra finché non fu più possibile vederlo.
Salì sul letto e si rannicchiò da
una parte.
Poi crollò in un sonno senza sogni.
Buffy si svegliò la mattina dopo.
Toccò il cuscino con la mano.
Era bagnato.
Aveva pianto anche nel sonno, ma non
aveva altro che il ricordo di un’oscurità profonda e impenetrabile.
Rabbrividì al pensiero.
Avrebbe preferito di gran lunga un
terribile incubo. Almeno non le sarebbe sembrato di essere morta per tutto il
tempo che aveva dormito.
Poggiò i piedi nudi sulla moquette
e si diresse in bagno.
Cominciò a spazzolare i lunghi
capelli biondi.
Sua nonna le raccomandava sempre di
passare cento colpi di spazzola anche al mattino per renderli lucidi.
Si vestì, mise a posto gli appunti
dell’ultima lezione, poi scese in cucina.
Sua madre e Dawn erano già uscite
per andare a lavoro e a scuola.
Le avrebbe riviste solo a tarda
sera.
Avrebbe voluto che ci fosse lezione
all’università quel venerdì, ma avevano così lottato per il week-end lungo che
alla fine il rettore glielo aveva concesso: un po’ di chiacchiere sulla
Pedagogia le sarebbero state d’aiuto.
Mise a scaldare al microonde un po’
di pizza avanzata dalla cena che lei aveva saltato.
Aveva una fame incredibile.
Mangiò, rassettò la cucina e scese
in lavanderia per stirare il bucato.
Quando ebbe finito, cominciò a
guardarsi intorno.
Non trovò altre cose da fare per
distrarsi dai suoi pensieri.
Come doveva comportarsi ora?
Doveva parlare con Spike, quello
era sicuro.
Era ancora sottosopra per la lunga
confessione della sera prima.
Era convinta che alla fine della
chiacchierata la sua idea di rompere con lui sarebbe rimasta immutata.
Invece…
“Andiamo Buffy! Ha tradito la tua
fiducia…perché dovresti passarci sopra?” si disse mentalmente.
Che era sincero sul fatto che
l’amasse non aveva dubbi. Glielo aveva dimostrato un sacco di volte.
Ancora non riusciva a credere a
come avesse parlato così apertamente della sua vita.
Aveva buttato là cose terribili
come se niente fosse, ma lei aveva capito quanto gli era costato parlarle col
cuore in mano.
Nonostante questo però non si
sentiva pronta a perdonare.
Tornò al piano di sopra.
Forse la cosa più ragionevole da
fare era chiedere a Spike del tempo.
Era innamorata. E doveva
concedergli una possibilità.
Non ce la faceva a chiudere di netto
con lui.
Sarebbe impazzita sicuramente.
Xander e Willow si incontrarono in
biblioteca di buon mattino.
- Allora? Cos’è successo di così
grave da buttarmi giù dal letto a quest’ora del mattino? Un’Apocalisse?-
scherzò il ragazzo.
- Immagino che non ci sia niente da
ridere, vero?- disse poi vedendo la faccia dell’amica.
- Esatto Xan…- rispose lei
sfogliando distrattamente una rivista.
- Aspetta…c’entra qualcosa il
capitombolo che ha fatto Buffy ieri mattina?
Willow spalancò gli occhi stupita.
- Non ti facevo così perspicace!
Comunque si, in un certo senso…dopo che ha scoperto che quella tizia era una ex
sia di Angel che di Spike è caduta a terra come un mattone…
Xander annuì.
- Immagino…io ci sarei rimasto
stecchito con una notizia del genere…ma chi è questa ragazza?
La rossa appoggiò una mano sul
mento.
- Will…che sta macchinando il tuo
cervello? Hai l’espressione da “qui gatta ci cova”…
La ragazza tornò a concentrarsi su
Xander.
- In tutto il polverone sollevato
dal fatto che Buffy e Spike hanno rotto, non avevo più pensato a lei…
Xander parve cadere dalle nuvole.
- Frena, frena! Si sono lasciati??
E perché?
- E’ questo che non mi quadra…è
stupido se è perché quella è uscita sia con Angel che con Spike, visto che
ormai era acqua passata…c’è qualcosa sotto Xander…lo sento…- affermò lei
convinta.
- Ad esempio…Angel ti ha mai
parlato di questa sua ex?- chiese poi.
- Come si chiama?
Willow ci pensò.
- Cavolo! Non me lo ricordo! Però è
una bionda, con gli occhi azzurri…molto carina…
Xander ridacchiò.
- Non mi risulta…me ne sarei
ricordato, non credi?
La ragazza ignorò Xander e il suo
testosterone, sforzandosi di ricordare il nome.
- E poi…mi sembra anche un volto
conosciuto…solo…conosciuto dove?
Xander alzò le spalle.
- Posso chiedere ad Angel quando lo
vedo…magari scopriamo qualcosa…e tu potresti chiedere a Oz…il tuo ragazzo saprà
sicuramente chi sono le ex di Spike…
- Ottima idea! Strano che non mi è
venuto in mente prima…riuscissi a ricordare quel maledetto nome sarebbe tutto
molto più semplice!- disse stizzita.
- Però Will, scusa se te lo chiedo,
ma perché tutti questi sospetti?- chiese infine Xander, che senza sapere aveva
colto nel segno.
- Niente…sono preoccupata per Buffy
e vorrei farla tornare con Spike…
La rossa si augurò di essere stata
credibile. Il fatto che Xandere si limitò ad annuire senza fare obiezioni la
rassicurò.
Era fermamente convinta che Angel
avesse organizzato qualche dispetto.
Lui era innamorato di Buffy,
l’aveva detto a Xander tempo addietro.
Era l’indiziato numero uno, il
primo della lista a desiderare una rottura tra Spike e Buffy.
La sua teoria le era sta in parte
confermata da Oz, quando le aveva raccontato dell’aggressione di Spike nei
confronti di Angel.
Perché Spike era andato così a
colpo sicuro contro di lui?
Inoltre pensava che anche Oz avesse
una sua opinione al riguardo, ma era stato molto vago.
Le aveva detto che prima voleva
parlare con Spike, ma era sicura che lei di quella conversazione poco ne
avrebbe saputo…
Tutti avevano qualcosa da
nascondere…ma cosa?
Ed era per questo che voleva
rintracciare quella ragazza…forse lei avrebbe potuto spiegarle come stavano
veramente le cose…
- Will? Sei ancora tra noi?- disse
Xander riportandola alla realtà.
- Si. Rimaniamo così Xan…chiedi ad
Angel, ma non fargli capire cosa davvero vuoi sapere…rimani sul generale…
Xander la fissò ad occhi sgranati.
La ragazza sospirò.
- Fai uno di quei discorsi tipici
di voi maschi…quelli che fate per pavoneggiarvi con gli amici…tipo ”io ho avuto
venti ragazze, e tu?”…capito?
Lui annuì poco convinto.
- Farò a modo mio, ok? Hai davvero
una strana idea del mondo maschile, Will…lasciatelo dire…
Si salutarono, rimanendo d’accordo
di risentirsi se ci fossero state novità di qualsiasi tipo.
Willow si diresse verso casa di
Buffy.
Prima di andare da Oz voleva
cercare di tirare un po’ su di morale la sua più cara amica.
In attesa di fare per lei qualcosa
di più.
E l’avrebbe fatto.
Parola di Willow Rosemberg.
Buffy uscì di casa correndo.
Voleva vedere Spike e parlarci.
Notò una macchina nel vialetto.
Non c’erano dubbi. La Oldsmobile di
Angel.
Che diavolo ci faceva a motore
acceso davanti casa sua?
Se veniva a propinarle di nuovo il
suo dispiacere per averla lasciata, gli avrebbe rotto un tacco in testa.
Fece finta di non vedere l’auto e
riprese a passo veloce il cammino verso la fermata del bus.
- Buff…
“Beccata…”pensò lei di rimando
voltandosi con un gran sorriso.
- Angel! Qual buon vento?
Lui si avvicinò e le posò una mano
sulla spalla.
Buffy rabbrividì.
- Ho saputo di te e Spike…mi
dispiace…
“Certo, come no…”
- Già…succede…
La ragazza vide solo allora il bel
viso di Angel rovinato da alcuni lividi e il naso gonfio con un cerotto sopra.
- Che è successo?- chiese
preoccupata poggiandogli una mano sulla guancia.
- Sono caduto dalle scale ieri
sera…
Ieri sera…come un flash, Buffy
ricordò che le labbra di Spike erano spaccate, e il suo occhio destro
spaventosamente nero.
Coincidenza?
Evitò di pensare all’evenienza
peggiore, anche se un po’ ne era orgogliosa. Il suo uomo l’aveva difesa!
“Aspetta Buff! Da cosa ti ha
difeso?”
- Prendiamo un caffè?- le chiese il
ragazzo.
Buffy non ebbe tempo di rispondere
che Angel l’aveva già condotta in macchina.
- Ho poco tempo…devo sbrigare delle
commissioni…- disse preoccupata guardando fuori dal finestrino e vedendo che si
stavano pericolosamente allontanando dal centro.
Si sorprese nel sentire dentro di
lei l’agitazione trasformarsi lentamente in angoscia.
Aveva paura di Angel.
E come una stupida era da sola con
lui, diretta non si sa dove e, soprattutto, senza aver lasciato detto a nessuno
con chi era.
“Calmati. Ci sei stata insieme tre
anni, e puoi fidarti di lui…lo conosci come le tue tasche!” si disse.
Ma un’altra vocina dentro di lei le
sussurrava che non sapeva affatto chi era davvero Angel.
Poteva avere benissimo mostrato la
sua parte buona nel tempo in cui erano stati fidanzati.
E lei aveva avuto solo un accenno
della parte celata nell’ombra…
“Se stai cercando di farti morire
di spavento da sola, ci stai riuscendo, cara Buffy!” si maledì ancora.
Doveva prendere in mano la
situazione. Questa inoltre poteva essere l’occasione giusta per sentire il
racconto di Angel sulla questione Faith, la parte di cui non le aveva mai
parlato.
- Dove andiamo?- chiese cercando di
non lasciar trasparire il suo nervosismo.
Angel fermò la macchina davanti ad
un palazzo molto alto.
- Vieni…voglio mostrarti una cosa…-
le disse poi invitandola a seguirlo dentro.
Buffy rimase un po’ interdetta
davanti al portoncino.
Entrare o no?
- Andiamo Buff! Non mordo mica!- la
chiamò lui sorridendo.
La bionda si fece coraggio ed
entrò.
Voleva chiedergli di Spike.
E lui era l’unico a poterle dare le
risposte che cercava, anche se non si fidava per niente di lui.
- Ciao piccola!- esclamò Oz vedendo
entrare Willow.
Lasciò perdere la tesi e si
avvicinò a lei, posandole un dolce bacio sul naso.
La ragazza gli sorrise e si lasciò
coccolare.
- Allora? Notizie di Spike?- chiese
poi intrecciando le sue dita a quelle del suo ragazzo.
Oz scosse la testa.
- Da quando se ne è andato non ho avuto
più notizie…e non ho intenzione di cercarlo…
Willow sembrò contrariata dalla
risposta.
- Perché? Non credi che sia
imprudente?
- Cosa? Lasciarlo in pace?
La rossa mise il broncio.
- Io mi preoccupo…Buffy non era a
casa…
Oz alzò gli occhi al cielo.
- Magari si stanno chiarendo…senza
di te che gli metti pressione…
- Se non ti conoscessi direi che te
ne stai lavando le mani…- disse lei un po’ stizzita.
Si sottrasse dall’abbraccio di Oz e
incrociò le braccia al petto.
- Spike ha mai avuto una ragazza bionda?
Lui parve stupito dalla domanda.
- Tesoro…Spike ha avuto una marea
di ragazze…bionde, more, castane…persino una rossa, Chloe…simpatica…come faccio
a ricordarle tutte?
- Chloe la ricordi…dai! Sforzati!!
Bionda, occhi azzurri, molto carina! Non ti dice niente?
Il ragazzo si concentrò.
- Barbie?- disse alla fine.
- Oz! Ti prego!
Si fissarono per qualche secondo.
- Will! Non è umanamente possibile
che io ricordi tutti quei nomi! Anche perché non le ho conosciute tutte!
- Tu ci stai facendo apposta! Hai
deciso di non impicciarti…
-…come dovresti fare anche tu…-
puntualizzò lui.
-…e quindi non vuoi dirmi ciò che
sai! Ma non mi interessa…scoprirò da sola quello che voglio sapere, e li
aiuterò, perché io gli voglio bene…
E detto questo, Willow uscì senza
dare ad Oz il tempo di rispondere.
Lui la lasciò andare.
L’avrebbe chiamata più tardi.
Se avesse scoperto da sola tutta la
storia, non avrebbe esitato a chiarirle ogni cosa.
Ma fino ad allora sarebbe rimasto
zitto.
A meno che Spike non avesse deciso
che Willow poteva sapere.
La amava da morire, ma Spike era
suo fratello.
- Bello…- disse Buffy un po’
sarcastica vedendo l’appartamento.
I muri non erano intonacati e sul
pavimento mancavano le piastrelle. Anzi, chiamarlo pavimento era un
complimento.
- Ti piace davvero?- chiese Angel
orgoglioso.
Vedendo la sua espressione felice,
Buffy confermò.
- Si…e poi la vista deve essere
splendida!- esclamò uscendo in balcone.
E la vista era davvero
meravigliosa.
Si vedeva tutta Sunnydale.
- E’ il regalo di mio padre per la
laurea…- le spiegò raggiungendola fuori.
Restarono in silenzio.
Angel la fissò estasiato.
Era sempre più bella.
Poi si concentrò sul perché erano
lì.
- Non hai niente da chiedermi? Mi
aspettavo una tua visita…
Buffy si appoggiò al parapetto.
- Che dovrei chiederti? Non ho
intenzione di conoscere…i particolari del vostro rapporto…
La bionda si ritrovò con la pelle
d’oca.
Pensare a Spike, con Angel, e per
di più nello stesso letto mentre…
“Oh Dio…non ci credo…ho messo la parola
rapporto nella stessa frase in cui c’erano Spike e Angel!”
- No, no! Penso che tu ti sia fatta
una strana idea! Io e Spike non abbiamo mai fatto sesso
“insieme”…contemporaneamente si, ma insieme mai…- precisò lui senza un filo
d’imbarazzo.
- Ti prego! Non parlare di sesso
riferendoti a voi due!- lo supplicò rossa in volto.
L’unica associazione che prevedeva
il suo cervello tra Spike e il sesso era con l’aggiunta del suo nome.
- Perché non me l’hai detto
subito?- chiese poi.
- E fare la figura dello spione
geloso? Mai…- rispose lui con un risolino.
- Potevi risparmiarmi un sacco di
cose, Angel…in tutti i sensi…- concluse lei amara.
Angel abbassò il capo.
- Mi dispiace…hai avuto un sacco di
dispiaceri per causa mia, compreso Spike…
Buffy lo bloccò.
I suoi occhi verdi erano freddi.
- No…dovrei ringraziarti invece…il
periodo con Spike è stato il più felice della mia vita…e senza di te non
l’avrei mai vissuto…
Angel si sentì furibondo.
Nella sua mente cominciarono ad
affollarsi di visioni con protagoniste le maratone di sesso tra Spike e Buffy,
in tutte le posizioni.
- Se volevi una scopata ben fatta,
bastava chiedere…sembravi molto restia a simili esperienze quando eri con me…-
la schernì.
Odiava essere messo a confronto con
Spike.
- Sei disgustoso…- mormorò Buffy.
Lui rise di gusto.
- Sei deliziosa con
quell’espressione da soldatessa!
- Mi conosci davvero poco se pensi
che sia stata insieme a lui solo per sesso…- disse lei amara.
I due si fissarono ancora, indecisi
entrambi su quale fosse la cosa giusta da dire adesso che la conversazione
aveva preso una piega astiosa.
Un’estenuante partita a scacchi, in
cui ognuno dei due cercava di leggere nella mente dell’avversario la mossa, per
anticiparlo e batterlo.
L’espressione di Buffy si fece di
sfida.
“Vogliamo vedere chi dei due riesce
ad essere più velenoso? Hai già perso, contro di me…” pensò lei mentre le
labbra le si piegavano in un sorriso appena accennato.
- Vedi Angel…è questo il tuo
errore…alla fine, tutto converge sul tuo uccello secondo te…e invece sbagli! Il
mondo non gira intorno a quel cosino, sai? Ci sono anche i sentimenti…Spike mi
ha dimostrato il suo amore in novanta miseri giorni ben più di quanto tu abbia
fatto in mille e novantadue…e se non sei bravo in matematica…c’è un’eternità
tra i due valori…
Buffy si congratulò con se stessa.
Quelle parole avrebbero messo KO
anche Mike Tyson.
“Appunto per me: lasciar perdere
gli scacchi e darsi alla boxe”.
- Immagino…altri due giorni e
sarebbe andato a sbavare dietro qualche altro paio di gambe…hai pensato che ciò
che ti ha detto avrebbe potuto dirlo ad altre cento ragazze?- insinuò lui per
niente impressionato dal precedente affondo di Buffy.
- Sai chi era Spike fino a tre mesi
fa? Conosco un paio di donne che potrebbero dirtelo…una era la sua fidanzata
dei week-end, l’altra dei giorni feriali…e te? Eri quella delle ore notturne?
Lo dico per te…perché ti amo…
- Ma che stai dicendo? Tu non mi
hai mai amata…finché ti scodinzolavo dietro mi hai ignorata, e ora che sono
innamorata di un altro, tu rivuoi il tuo giocattolino…- esclamò lei.
Lo sguardo di Buffy trasudava
disprezzo per colui che aveva davanti.
Angel capì in quel momento di aver
perso la partita.
GAME OVER.
Lei non sarebbe mai più stata sua.
Fu l’orgoglio ferito a dargli la forza
di continuare. Non se ne sarebbe andata senza graffi.
- Sei davvero patetica…pensi che
lui sia migliore di me? Ma ora che ci penso, la questione non riguarda né me,
né Spike…Sei tu…Tu meriti uomini come noi…perché sei innamorata del dolore…
Buffy sentì il sangue andarle al
cervello.
- Se mi cercavi per farmi incazzare
come una bestia ci sei quasi riuscito…il prossimo passo è spaccarti la faccia,
ma vedo che qualcuno ci è già arrivato prima di me…peccato!!
Angel fece un finto sbadiglio.
- Vuoi sapere perché il tuo ex mi
ha picchiato? Perché non voleva sentirsi dire la verità su di te…- sibilò il
ragazzo avvicinandosi.
Un campanello d’allarme cominciò a
suonare all’impazzata dentro Buffy.
Forse era arrivato il momento di
togliere le tende.
- P…perché…?- chiese
indietreggiando.
Con terrore, si accorse che la sua
schiena aveva incontrato il muro.
Lui accarezzò la sua guancia.
- E’ buffo…più io gli dicevo che
puttanella sei in realtà e più lui non voleva crederci!
- Adesso basta…- disse Buffy dura allontanando
la mano di Angel.
Lui sembrò perdere per un attimo
tutta la sua sicurezza.
E si allontanò da lei.
- Perdonami. Non avevo intenzione
di…
Lei raccolse le sue cose e si avviò
all’uscita.
- Lo sono stata…per te…perché ero
convinta di amarti…non puoi renderti conto di quanto mi vergogno adesso…
Angel la fermò per un braccio e la
costrinse a voltarsi, tenendola per le spalle.
- Buffy…io ti amo…farei qualsiasi
cosa per te…
E cercò di baciarla.
Buffy fu più lesta di lui e,
divincolandosi, gli assestò un pugno sul naso.
Angel si coprì la faccia,
dolorante.
- Sei impazzita??
La ragazza si massaggiò la mano.
- Così impari…hai detto che faresti
tutto per me? Bene! Sparisci dalla mia vita…
E poi uscì velocemente.
Angel si pulì il sangue con un
fazzoletto, e poi ridacchiò.
- Avrò anche perso…ma hai perso
anche tu, mia cara…
Poi uscì anche lui.
- Ciao Oz!- saluto allegro Xander
avvicinandosi al palco.
Oz, intento ad armeggiare col suo
basso, alzò gli occhi e gli fece un cenno con la testa.
- Hey! Come mai qui a quest’ora?-
chiese poi scendendo e appoggiando a terra lo strumento.
Xander si guardò intorno.
- Dovevo vedermi qua con Willow…non
è con te?
Il ragazzo sbuffò.
- Non dirmi che ha coinvolto anche
te nella storia del complotto…
Xander sembrò stupito…
- Non mi sembri molto
convinto…pensi che Willow sbagli?
- Senti…Buffy e Spike si sono
lasciati perché lui non è stato del tutto sincero con lei…tutto qui…- disse
girando qualche manopola sull’amplificatore.
- Cosa le ha nascosto? Che
conosceva già Angel perché hanno una ex in comune?
Oz si affrettò a rispondere con un
“credo di si…” rendendosi conto di aver detto più di quanto volesse.
- Secondo me Will ha ragione…c’è
sotto qualcosa…è cominciato tutto dopo che Angel mi ha detto di essere ancora
innamorato di Buffy…- disse Xander pensieroso.
- Beh…non credo che Buffy
ritornerebbe con lui…non adesso…
Oz fissò Xander.
- Spike farà qualsiasi cosa per
farla tornare con lui. Non si fermerà davanti a niente e a nessuno. Quella
ragazza è la cosa migliore che gli sia mai capitata…e lui lo sa…
Il ragazzo annuì, d’accordo.
La rossa entrò nel locale in quel
momento.
- Ciao Xander! Hai scoperto
qualcosa?- disse ignorando del tutto il suo fidanzato.
- Mi dispiace Will, ma Angel non
era in casa…
Oz la guardò arrabbiato.
- Willow! Adesso stai davvero
esagerando!! Che vorresti chiedere ad Angel? Se è vero che ha fatto lasciare
Buffy e Spike? Ti ricordo che lui non ha più parlato con la tua amica da quando
frequentava Spike! Come avrebbe fatto? Forza del pensiero?
La ragazza non lo aveva mai visto
così furioso.
- Non vuoi che il tuo migliore
amico sia felice? Non ti capisco!- sbottò lei.
- Non insinuare che io non mi
preoccupi di Spike! Non te lo permetto Will!- le rispose lui con lo stesso
tono.
Xander si era fatto piccolo piccolo,
accanto a loro, e non proferiva parola.
- Conosco Spike da quando eravamo
in fasce, e tu non immagini neanche quante ne abbia passate…e io ero lì con
lui, ogni volta…in pensiero per lui…e ho sempre trovato il modo di tirarlo
fuori dai casini! Non merito di essere accusato d’indifferenza e egoismo come
stai facendo tu…no davvero…
Oz lanciò un ultimo sguardo a
Willow e risalì sul palco.
La ragazza era ammutolita.
- Vieni…andiamo a bere qualcosa…-
disse Xander poggiandole una mano sulla spalla.
Al bar, la rossa fissava il
bicchiere di aranciata che l’amico le aveva ordinato.
Poi osservò Oz suonare sul palco, a
testa bassa e espressione accigliata.
- Perché non vai a parlare con lui?
Lei fissò Xander con aria
colpevole.
- Credi che abbia ragione?
- Lui è l’unico che conosce Spike a
fondo…penso tu lo sappia meglio di me…non dovevi dirgli che se ne frega se il
suo amico soffre…Non hai visto che faccia tormentata ha?
Willow si sentì orribilmente in
colpa.
Guardò ancora il viso impassibile
di Oz e sospirò.
- Adesso sta facendo le prove.
Appena va in pausa andrò a chiedergli scusa…
Il ragazzo approvò la decisione
dell’amica.
Ascoltarono per un’ora la musica
dei Dingoes, poi finalmente Oz lasciò il basso e prese una bibita.
Willow, avuto un cenno
d’incoraggiamento da Xander, si fece coraggio e andò verso il palco.
- Ciao…- disse piano.
Oz si voltò.
- Ciao…
Poi rimasero zitti.
Willow si grattò un braccio e Oz
abbassò il capo.
- Mi dispiace…non intendevo dire
quelle cose…- disse lei tutto d’un fiato.
Il viso del ragazzo si addolcì un
po’.
- Mi ha fatto male sentirti dire di
me che sono menefreghista…io odio il menefreghismo…specie verso Spike…
Gli occhi di Willow si inumidirono.
- Sono proprio una stupida…ero così
accecata dalla voglia di aiutare che non ho esitato a calpestare tutto e tutti,
anche noi…mi sento davvero male per averti trattato così…io…io…
Il bacio di Oz la colse
all’improvviso, e poi si rifugiò nel suo abbraccio.
- Basta così Will…non ce la faccio
ad essere in collera con te per più di un’ora…- le disse dandole un bacio sulla
fronte.
La rossa sorridendo, fece un cenno
a Xander.
E dietro a Xander, vide la ragazza
dell’Università.
La bionda.
L’Ex con l’iniziale maiuscola.
Si sciolse velocemente da Oz e gli
indicò con l’indice il bancone del bar.
- Cosa? Hai sete?- chiese lui non
capendo.
- Lei…è lei…la tipa che ha detto a
Buffy di essere stata sia con Spike che con Angel…Faith!- esclamò ricordando il
nome.
Oz, trasalendo alla notizia, si
affrettò a inquadrarla.
Non vide nessuna che corrispondesse
alla descrizione di QUELLA Faith.
- La tizia che sta parlando con il
barman…- indicò ancora Willow.
Oz ebbe un mezzo collasso.
Harmony.
Spike si accese una sigaretta prima
di chiudere a chiave la grande villa.
Poggiò il borsone sul sedile anteriore
dell’auto.
Infilò gli occhiali da sole e partì
sgommando verso Los Angeles.
Stava facendo la cosa giusta?
Non lo sapeva, ma Buffy non si era
fatta più viva dalla sera prima.
E adesso il sole stava calando.
Forse era rimasta così sconvolta
che non voleva neanche più vederlo. Eppure l’abbraccio e il bacio gli avevano
fatto sperare per il meglio…
Evidentemente si era sbagliato.
Il cellulare squillò.
- Si, mamma. Sono entrato ora in
macchina…si…a dopo…
Voleva tanto chiamarla, ma non ne
aveva il coraggio…però doveva dirle così tante cose…
Rientrò in casa rapidamente.
Prima di andare aveva ancora
qualcosa da fare.
Buffy digitò velocemente il numero
di Spike sul cellulare.
Se non altro, la spiacevole
chiacchierata con Angel le aveva finalmente chiarito le idee.
Adesso sapeva cosa doveva fare.
“Occupato…”
- Taxi!- esclamò alzando un
braccio.
La macchina gialla la ignorò del
tutto.
Maledì mentalmente il tassista e si
incamminò a piedi verso casa di Spike.
- Se pensi che mi spaventerò per
qualche chilometro ti sbagli, mio caro…- disse con gli occhi rivolti verso un
cielo paurosamente grigio.
Qualche goccia di pioggia cominciò
a cadere pigramente, fino a che la povera Buffy non fu investita da un vero e
proprio diluvio.
- Non funzionerà neanche questo…
Per poco non cadde.
Guardò in basso e vide il suo tacco
incastrato nella grata di un tombino.
Tirò con tutte le sue forze.
Il tacco si ruppe e la ragazza si
ritrovò a zoppicare nel temporale.
Quando ormai cominciava a
disperare, la fortuna le fece l’occhiolino.
Un altro taxi stava percorrendo la
strada e Buffy si buttò in mezzo per fermarlo.
L’auto frenò bruscamente e la
bionda si catapultò all’interno.
- Signorina, sta bene? Non serviva
tentare il suicidio per farmi capire che aveva bisogno di un taxi…- le disse
l’autista voltandosi.
- Mi porti in Carson Road, per
favore…è urgente.
L’uomo, vedendola in quelle
condizioni, esitò.
- Ha i soldi per la corsa?
Buffy gli lanciò uno sguardo
furente. Afferrò la sua borsetta e sventolò una banconota sotto il suo naso.
- Ecco. Sono venti dollari. Adesso
metta in moto e non apra più la bocca.
Il tassista obbedì senza fiatare e
mise in moto.
La ragazza si tirò all’indietro i
capelli bagnati e si appoggiò al sedile.
Prese di nuovo il cellulare e provò
a richiamare Spike.
Niente campo.
“Non fa niente…tra poco gli parlerò
di persona…”
Dopo un quarto d’ora, era davanti
alla casa di Spike.
Bussò, ma non ebbe risposta.
Senza perdersi d’animo, si diresse
sicura verso le piante.
“Vaso di fiori…con chiavi! Eppure
gliel’ho detto che è scontato…” si disse infilando le chiavi nella toppa ed
entrando.
Dentro sembrava non esserci
nessuno.
Accese la luce e si sedette sul
divano.
Provò di nuovo a chiamarlo.
Stavolta squillava.
Spike era fermo sull’autostrada, in
coda.
Pigramente, cambiava stazione alla
radio ogni tre secondi.
Pensava a lei.
Avrebbe tanto voluto salutarla di
persona.
Ma sapeva benissimo che poi non
sarebbe più partito.
Il telefono squillò.
Frugò nel borsone e lo cavò fuori.
Era Buffy.
Rispose con la voce tremolante dall’emozione.
- Spike! Finalmente rispondi! Ma
dove sei? Ero preoccupata! - esclamò sollevata sentendo la sua voce.
- Ciao…sto bene…- rispose lui
felice di sentirla.
- Ascolta…devo assolutamente
parlarti! Quando torni a casa? Ti sto aspettando qui…
Spike esitò.
- Sto andando a Los
Angeles…all’aeropor…
Un mare di emozioni tutte
contrastanti, sommerse Buffy.
- All’aeroporto?? Cosa? Stai
partendo? Dove vai? Non puoi Spike! Io ti amo…
Dall’altra parte risuonava solo
un’impersonale voce metallica, che la informava che la linea era caduta.
Freneticamente, ricompose il
numero.
La segreteria telefonica.
Senza pensarci due volte, uscì
ancora nel temporale, dopo aver chiamato un altro taxi.
L’avrebbe raggiunto ad ogni costo.
Doveva sapere quanto lo amava.
Dalla fretta, non aveva notato il
pacchetto sul letto.
Sul bigliettino spiccava il suo
nome.
Il biondo inveì contro il
cellulare.
La batteria si era scaricata prima
che Buffy avesse potuto parlare.
Finalmente la coda cominciava a
disperdersi.
Imboccò l’uscita per l’aeroporto.
Tra poche ore sarebbe stato a New
York, dai suoi genitori.
Suo padre aveva ottenuto la
cattedra di Filosofia e gli aveva chiesto di occupare il posto di assistente
per un mese, cosa che avrebbe potuto essergli d’aiuto nella stesura della tesi
e che poteva tornare utile una volta laureato.
Vista la brutta aria che tirava a
Sunnydale, aveva deciso di accettare.
Se solo avesse finito di sentire
cosa aveva da dirgli Buffy…
L’avrebbe chiamata da una cabina
appena possibile.
- Non può accelerare? Ho davvero
fretta!- sollecitò Buffy.
Il tassista, spazientito, sbuffò.
- Signorina, vuole guidare lei?
Alla prossima, accosto e la faccio scendere!
Rassegnata, decise che era meglio
evitare suggerimenti.
Fuori dal finestrino, vide volare
nel cielo nero un aereo.
Forse Spike non voleva più vederla,
per questo se ne andava.
Aveva smesso di amarla?
Cercò di scacciare quei pensieri
dalla sua mente.
In ogni caso, non sarebbe partito
prima di aver sentito cosa aveva da dirgli.
A costo d’incatenarsi alla dannata
pista.
- Scusi, quanto manca?- chiese poi.
L’autista frenò.
- No! La prego! Non mi lasci qui!
Devo arrivare a quel maledetto aeroporto, davvero! E’ questione di vita o di
morte! Vede, il mio fidanzato sta partendo, probabilmente verso il Burkina Faso
pur di sfuggire da me, ma io devo dirgli che non m’importa niente di quello che
faceva prima, perché è lui l’uomo della mia vita…e io lo amo così tanto…al
diavolo Angel!- supplicò tutto d’un fiato.
L’autista si voltò serio.
- Sono sicuro che sia la verità e
non ho la minima idea di chi sia questo Angel…comunque siamo arrivati…
Buffy gli regalò un sorriso
meraviglioso, lo baciò su una guancia e si lanciò fuori dal veicolo.
L’uomo cercò di rincorrerla.
- Signorina! Aspetti! Ha
dimenticato…
- Prenda ciò che le devo! La mia
borsetta è li!- gli urlò senza voltarsi.
Il tassista si fermò.
Era proprio la borsetta che voleva
renderle.
“Maledetti aeroporti…sembrano
labirinti…”
Era mezz’ora che Spike vagava alla
ricerca di un telefono pubblico.
Finalmente ne avvistò uno.
Digitò il numero e attese.
Dopo qualche squillo, rispose una
voce maschile.
Il ragazzo si sentì un po’
disorientato.
- Buffy?
- No…
- Oh scusi…credo di aver sbagliato
numero…
- Aspetti! La Buffy che cerca è una
graziosa ragazza bionda, con gli occhi verde smeraldo e il sorriso più dolce
che abbia mai visto?
Un sempre più sbalordito Spike
rispose che si, era lei.
- E’ all’aeroporto di Los
Angeles…ha lasciato borsa e cellulare nel mio taxi…sa, il suo ragazzo sta per
partire per il Burkina Faso e lei deve assolutamente parlargli…
Spike non aspettò che l’uomo
finisse, né si preoccupò di riagganciare il telefono.
Era già alla sua ricerca.
Buffy schizzava come un proiettile
impazzito tra persone e valige.
Ad un certo punto, per correre
meglio, si era tolta la scarpa rotta e anche quella intera.
Dove era diretto Spike?
Non l’avrebbe mai trovato tra tutta
quella folla.
Pensò che avesse già fatto il
cheek-in. Superò tutta la fila tra le proteste dei passeggeri in coda e afferrò
l’impiegata per un braccio.
- So che le sembrerò una pazza, ma
per caso ha visto un ragazzo biondo platino, bellissimo, passare di qua? La
prego…è vitale che io abbia questa informazione…Spike…Spike Darcy…
La donna si liberò della presa.
- Mi spiace…non posso darle queste
informazioni…la legge sulla privacy me lo impedisce…il prossimo!
Buffy venne scansata da un tizio
dietro di lei, che la spinse bruscamente.
- Impara a fare la fila, ragazzina…
La bionda si rifece sotto, spintonando
il tizio e affacciandosi di nuovo verso l’impiegata.
- Forse lei non ha ben compreso la
situazione…io DEVO passare dall’altra parte! Prometto che tornerò da questa
parte non appena avrò parlato con lui!
- Per favore! Le ho detto che ho
bisogno di tornare fuori!- spiegò Spike per la terza volta.
- E io le ho appena detto che non
può! Appena i passeggeri si saranno imbarcati, potrà lasciare il duty-free, ma
fino ad allora non se ne parla!- rispose per la terza volta l’impiegato.
- Cos’è una prigione questo
aeroporto? Come si chiama? Alcatraz?- lo schernì Spike strafottente,
allontanandosi.
Dopo aver tentato due volte di
passare di nascosto, si abbandonò su una sedia.
Non poteva neanche fumare.
Chissà dov’era Buffy.
Guardò attraverso il vetro trasparente.
C’era una marea di gente che si stava imbarcando.
Poi vide un gruppetto di persone
che stava guardando…cosa?
Spike si avvicinò al vetro e aguzzò
lo sguardo. Sembrava una rissa.
Due guardie stavano portando via
qualcuno…una ragazza…che urlava come un’aquila.
La sua ragazza!
Il biondo cominciò a sbattere i
pugni sul vetro infrangibile e insonorizzato.
- Buffy! Buffy! Lasciatela! Buffy!
Stavano per sbatterla fuori.
- Maleducati! Lasciatemi subito
andare! Oh…devo solo parlare con il mio fidanzato!!- strepitava Buffy mentre
due energumeni la trascinavano di peso all’uscita!
- Stia tranquilla…altrimenti la
facciamo arrestare!
Buffy sembrava rassegnata, e si
rilassò.
Ormai era tutto perduto.
Poi…
Era lì, dall’altra parte del vetro,
che la chiamava!
La ragazza si preparò ad un ultimo
tentativo.
- Siete innamorati?- chiese ai due
in divisa.
Loro si guardarono un po’
imbarazzati, mentre Buffy si liberava dalla loro stretta sulle braccia,
massaggiandosi.
- Io si…vedete là, dall’altra parte
del vetro?- disse poi indicando Spike.
- Quello è il mio ragazzo…e sta
partendo senza sapere quanto sia importante per me…vi prego…lasciatemi andare
almeno davanti al vetro…poi prometto che me ne andrò.
I due uomini della sorveglianza si
guardarono di nuovo.
Poi impietositi, le dissero di
andare.
Spike ancora gridava quando vide
Buffy voltarsi verso di lui e andargli incontro.
Era bagnata dalla testa ai piedi,
ed era scalza.
E bellissima.
Sentì il suo cuore stringersi.
Lei poggiò entrambe le mani sul vetro
e gli sorrise.
Poi si frugò nelle tasche e ne tirò
fuori un rossetto.
Gli sorrise ancora e poi cominciò a
scrivere sul vetro.
TI AMO!!!
Gli occhi di Spike si illuminarono.
- Anche io…- le rispose toccandosi
il petto.
Le fece segno di aspettare e corse
in un negozio del duty-free.
Ne uscì fuori con carta e penna, e
cominciò a scrivere frenetico.
Poi appoggiò il foglio al vetro.
VADO A NEW YORK.
MA TORNERO’ PRESTO.
PER TE.
MI ASPETTERAI?
Buffy fece finta di pensarci, poi
poggiò le labbra conto il vetro.
Spike le sfiorò con la punta delle
dita.
Poi girò il foglio e scrisse
ancora.
TORNA A CASA MIA.
HO LASCIATO QUALCOSA PER TE…
TI CHIAMO APPENA ARRIVO.
TI AMO…
Le due guardie erano di nuovo
accanto a Buffy.
- Adesso deve proprio andare…- le disse
uno dei due.
La ragazza guardò un’ultima volta
Spike e lo salutò con un cenno della mano.
Lui le mandò un bacio e poi sparì
verso l’aereo.
Buffy ringraziò il gentilissimo
tassista, che l’aveva aspettata per restituirle la borsetta e che l’aveva riportata
da Spike.
Entrò in casa e cominciò a
guardarsi intorno.
Notò un pacchetto dorato.
Prese il biglietto e lesse.
Amore mio,
se stai leggendo questo biglietto
significa che io sono in volo per New York.
Non so se in questo momento abbiamo
già chiarito le cose fra di noi, e se ti ho ribadito quali sono i miei
sentimenti per te.
Dentro al pacchetto c’è un CD, You
dei Radiohead.
Se abbiamo fatto pace, ascoltala
quando sentirai la mia mancanza, finché non torno…
Se invece non stiamo insieme,
ascoltala fino allo sfinimento. Capirai quanto ti amo…
Anzi, passerotto…ascoltala,
qualsiasi cosa sia successa tra di noi…
E’ il mio amore per te…
Spike
Buffy scartò il CD e lo mise nello
stereo.
You are the sun the moon and stars
ah you... and I could never run away
from you
You try but what could get out of
things
and why should I believe myself not
you?
It's like the world is gonna end so
soon
and why should I believe myself?
You, me, and everything caught in
the fire
I can see you drowning
caught in the fire
Tu sei il sole e la luna e le
stelle
ah tu…e non potrei mai abbandonarti
ti dai da fare per risolvere
situazioni caotiche
e perché dovrei credere a me stesso
e non a te?
E' come se il mondo stesse per
finire tra poco
e perché dovrei credere a me
stesso?
Tu io e tutto il resto ingolfati
nel fuoco
mi vedo affogare
ingolfato nel fuoco.
Il bel volto di Buffy era rigato
dalle lacrime mentre stringeva il cuscino di Spike, ancora impregnato del suo
profumo.
- Ti aspetto, Spike…già mi manchi…
La canzone era finita e lei se ne
stava da sola in silenzio.
Qualcuno bussò e poi entrarono
Willow, Oz e Xander, che teneva per un braccio…Faith.
- Ciao Buffy! Spike è con te?-
chiese Willow stupita vedendola.
- No…dopo vi spiego…- disse
squadrando la causa dei suoi problemi.
- Ok…adesso senti cosa ha da dire
lei…- disse Oz spingendo Harmony verso Buffy.
La bionda sorrise debolmente.
-…ciao…- disse poi imbarazzata. Lo
sguardo di Buffy era gelido e sprezzante.
Sarebbero state le ore più lunghe
della sua vita.
12. NEW YORK, NEW YORK
Buffy guardava la ragazza bionda
con disprezzo.
Lei era quella che aveva avuto un
menage a trois con gli uomini più importanti della sua vita, il suo passato e
il suo futuro.
Non aveva mai provato così tanto odio
per qualcuno.
- Che diavolo ci fa lei qui?-
chiese con voce rabbiosa.
- Lei si chiama Harmony. Spike è
uscito con lei per uno o due mesi…- spiegò Oz.
Quella non era Faith, quindi.
E per quale maledetto motivo si era
fatta passare per lei?
Buffy lanciò uno sguardo
interrogativo ad Oz. Chissà se lui sapeva tutto ciò che Faith comportava per
lei.
Il ragazzo annuì silenziosamente,
capendo al volo.
- Ragazzi…lasciateci da sole…-
disse poi seria.
Oz circondò con un bracciò la
spalla di Willow e condusse lei e Xander in casa Darcy.
- Più tardi io e te dobbiamo fare
quattro chiacchiere…- le disse Oz uscendo.
Buffy assentì.
Quando la porta si fu chiusa, tornò
a concentrarsi sulla ragazza bionda.
Harmony se n’era stata zitta e a
testa bassa per tutto il tempo.
Seduta su una poltrona, non osava
guardare Buffy.
Maledisse mentalmente Angel, che
l’aveva trascinata in quella situazione di merda.
Adesso avrebbe dovuto pure sorbirsi
gli insulti, tra l’altro giusti, della ragazza di Spike.
Per l’ennesima volta, era stata presa
in giro da un uomo.
Tuttavia non riusciva a levarsi
dalla mente quel ragazzo così enigmatico e bellissimo.
- Allora, cara Harmony…immagino di
sapere chi ci sia dietro a tutto questo gigantesco qui pro quo…qualcuno che ti
ha circuito con i suoi profondi occhi neri…Angel, uh?- disse Buffy
avvicinandosi a lei.
Lei ammise di sì con la testa.
Ormai tanto valeva dire la verità.
- Non so nemmeno chi sia questa
Faith…
Buffy continuò a passeggiare avanti
e in dietro.
- Resisterò all’istinto di cavarti quei
begli occhioni azzurri e farteli ingoiare, solo perché voglio sapere perché ti
sei resa complice di una cattiveria tanto grande…occhio a come rispondi…sono
piuttosto manesca…
Harmony deglutì.
- Perché? Per un uomo, ovviamente.
Anzi, due. Se prima l’unico motivo era che rivolevo Spike per me, adesso mi
rendo conto che l’ho fatto solo per compiacere Angel. Adoravo sentirlo tra le
mie cosce. Ma ogni volta che facevamo l’amore, lui lo faceva con te, non con
me…- disse con un sorriso amaro.
Per un momento, Buffy ebbe
compassione di quella povera ragazza, che le parve piccola e umiliata da un
uomo che non l’amava.
Proprio come lei qualche tempo
prima.
Le sollevò il mento e la fissò
negli occhi.
- Tu puoi farcela Harmony…puoi
dimenticarlo e andare avanti…
La ragazza la guardò stupita e poi
scacciò la sua mano.
- Parli bene tu, che li hai
entrambi ai tuoi piedi…Spike darebbe la vita per te, e Angel…beh, guarda che
razza di casino che ha combinato…io non sono mai stata amata, da nessuno dei
due…eppure non posso fare a meno di volerli…ma tu che ne vuoi sapere…non
immagini nemmeno cosa voglia dire essere usata dall’uomo che ami…
Buffy si sedette di fronte a lei.
- Non lo so? Cosa credi che abbia
fatto Angel con me?
Harmony si strinse le braccia
intorno al corpo.
- Mi dispiace per tutto il male che
ti ho fatto…e perdona Angel…lui ti ama da impazzire…era accecato dai suoi
sentimenti quando ha messo su questo insulso teatrino…
La ragazza scosse energicamente il
capo.
- Non esiste…una persona che agisce
così non è in grado di amare…può farlo solo perché odia…e io non posso passarci
sopra come se niente fosse successo.
Rimasero entrambe in silenzio.
- Spike e Angel…diversi come il
giorno e la notte, eppure così simili…tu non hai conosciuto lo Spike che ho
frequentato io…e credimi se ti dico che non era migliore di Angel…
Buffy scattò.
- Evidentemente stiamo parlando di
due Spike diversi…
- L’unica differenza è che è
innamorato…sei una ragazza fortunata…
Harmony si alzò.
- Adesso vado…mi dispiace davvero
per tutto…fai attenzione Buffy…Angel non si arrenderà facilmente…
Buffy sorrise.
- Penso che oggi abbia capito che
non ha speranza…
- Non intendevo questo. Se lui non
può averti, farà in modo che anche Spike non ti abbia. Quel ragazzo è
cattivo…ma tu puoi aiutarlo se vuoi…
Harmony se ne era andata e Buffy
rimase da sola, pensierosa.
Doveva davvero perdonarlo?
Strinse forte i pugni.
No.
Avrebbe dovuto pagarla e basta.
- Il professor Darcy la riceverà tra
qualche minuto…- disse la segretaria facendo accomodare una bella ragazza mora
sui venticinque anni.
Un lieve sorriso le si disegnò sul
volto di porcellana.
Presto avrebbe avuto l’incarico che
sognava da una vita: professore ordinario e ricercatore.
Darcy era il maggiore indiziato per
la futura nomina a Rettore, e lei doveva darsi da fare con lui.
Sistemò l’elegante chignon in cui
erano raccolti i lunghi capelli e si lisciò la corta gonna del tailleur.
Se doveva scoparsi anche questo di
professore era pronta.
Con Frank, cioè, il Rettore Angus,
non aveva avuto problemi.
Il vecchio era capitolato dopo
appena quattro giorni. Era bastato andare in ufficio senza mutandine e chinarsi
a raccogliere una matita…
L’intelligenza non le mancava, ma
se doveva usare il suo corpo non c’erano problemi.
Bastava pensare ad altro quando le
manacce sudicie degli uomini di potere che si portava a letto la toccavano.
Frank non l’aveva presa bene quando
lo aveva lasciato, ma lei gli aveva ricordato che teneva dei filmini di loro
due che non avrebbe mancato di recapitare alla signora Angus.
E il vecchio bavoso era stato
sistemato.
Adesso doveva solo allungare le
mani su Darcy.
La segrataria la invitò ad entrare.
Si mise gli occhiali ed entrò.
- Dottoressa Burkle! Finalmente ho
il piacere di conoscerla!- esclamò Darcy vedendola entrare e stringendole la
mano.
Uomo piuttosto piacente.
Forse l’operazione avrebbe avuto
anche dei risvolti positivi.
- Piacere mio…
- Il Rettore mi ha parlato molto
bene di lei…
Fred sorrise.
“Instancabile, efficiente e
creativa”. Aveva sentito lei stessa Frank parlare al telefono con Darcy mentre
lei era inginocchiata sotto la sua scrivania, intenta a fargli un pompino con i
fiocchi.
- Ho trovato la sua proposta molto
stimolante…- disse poi umettandosi le labbra.
Darcy allentò il nodo della
cravatta, visibilmente in imbarazzo.
- Dovrebbe farmi il favore di
andare a prendere mio figlio all’aeroporto…sta atterrando proprio ora…
- Volentieri…a dopo…- rispose lei sorridendo
e dirigendosi ancheggiando all’uscita.
Appena fuori, sul viso le apparve
una smorfia di disappunto.
Ci mancava solo un imbecille figlio
di papà a soffiarle il posto.
Salita in auto, tirò fuori
sbuffando il cellulare.
Attese e poi sorrise con dolcezza
alla risposta.
- Ciao, sono io…lo so che è tanto
che non ti chiamo, ma potresti farlo anche tu ogni tanto! Sei mio fratello in
ogni caso…ho bisogno di sfogarmi un po’…rischio che il lavoro dei miei sogni mi
sia soffiato da sotto il naso…sai, il professore che devo scoparmi ha un
figlio…sto andando a prenderlo all’aeroporto…senti che nome…no che non posso
farmi anche lui, scemo!! Spike Darcy…idiota vero?
Fred si piccò nel sentire la
fragorosa risata del fratello.
- Ma insomma Angel!! Io ti chiamo
in cerca di conforto e tu mi prendi in giro? Ho un grande problema…-
piagnucolò.
- Anche io dolcezza…ma tu potresti
risolverli ad entrambi…mai una tua telefonata capitò più a proposito…
Fred ridacchiò.
Sapeva riconoscere benissimo quando
il suo perfido fratellino archittettava qualcosa di divertente.
Il suo dolce, caro Angel.
Fred e Angel si erano conosciuti
quando lui aveva quindici anni e lei diciassette.
Fred era cresciuta col ricco padre
senza vedere sua madre per anni.
I due avevano divorziato dopo che il
signor Burkle aveva scoperto che la moglie era incinta del suo migliore amico.
La piccola aveva appena un anno quando si trasferì col padre in Europa.
La ragazzina non sembrava soffrire
la mancanza della madre, ma il papà faceva comunque ogni sforzo per sopperire a
quest’assenza, esaudendo ogni suo desiderio.
Fred cresceva viziata e arrogante
con tutte le persone che aveva accanto, tranne che con il signor Burkle, con
cui era tenera e gentile.
Quando il papà venne a mancare per
una terribile malattia, Fred divenne ancora più algida e egoista: il suo bene
prima di tutto.
Qualche tempo dopo decise di
ritornare negli Stati Uniti, in Texas dove era nata per frequentare il liceo, e
di riallacciare i rapporti con sua madre, che si presentò con un figlio
adolescente.
Il signor O’Brien aveva accolto la
ragazzina di buon grado, forse come per una specie di risarcimento nei
confronti dell’amico morto.
Fred aveva di nuovo una famiglia.
Ma non riusciva ad amare sua madre.
Lei era la stupida puttana che
aveva fatto soffrire il suo adorato papà.
E in quanto a O’Brien, la tollerava
solo perché si sentiva in colpa.
Il suo fratellino invece era tutto
un altro paio di maniche.
Era stata subito attratta da quegli
occhi neri.
Un ragazzino che era già uomo.
Ricordava ancora il loro primo
incontro.
Aveva sentito una calda fitta
attraversare il suo basso ventre. Una pulsazione continua che aumentava ogni
volta che sentiva il suo sguardo posarsi su di lei e che non la faceva
ragionare.
- Vi lascio soli, così potete
socializzare un po’…- aveva esclamato loro madre felice.
“Stupida oca…” aveva pensato Fred
osservandola uscire.
Si sentì ancora a disagio.
La stava fissando di nuovo. E
sorrideva.
- Quindi tu saresti mio fratello
minore? Come ti chiami moccioso?
Angel aveva ignorato il suo tono
strafottente e le era andato vicino.
Il respiro della ragazza si era
fatto affannoso.
Lui le respirò dentro l’orecchia,
mentre una mano si era insinuata sotto la sua gonna e le accarezzava la coscia.
- La tua eccitazione si sente
lontano un miglio…ricorda che sono il tuo fratellino…
Fred si sentì impotente come mai si
era sentita.
Qualcuno era riuscito a metterla in
difficoltà.
- Strizza le mutandine…- le intimò
poi allontanandosi e dirigendosi al piano di sopra - E’ stato un piacere
Winifred…
Fred sorrise tra sè e sè. Con Angel
avevano rivangato più e più volte quella parentesi.
- Se non fossi mia sorella, saresti
la mia anima gemella…- le ripeteva in continuazione.
Divennero inseparabili.
L’intera famiglia dopo un anno si
era trasferita a Los Angeles e i due fratelli diventavano sempre più uniti.
Dormivano nella stessa stanza, e
durante la notte, Fred faceva entrare i suoi ragazzi dalla finestra.
Mentre lei ci faceva l’amore, lui
da sotto le coperte la osservava.
Non gli aveva mai confessato questo
suo hobby notturno, ne lei se ne era mai accorta.
Almeno fino a quella notte
d’estate.
Fred in quel periodo stava un
ragazzo di colore, Charles Gunn, per tutti semplicemente Gunn.
La luce dei lampioni filtrava
debolmente dalle tapparelle e l’intera stanza era rischiarata.
Gunn e sua sorella erano a letto.
Fred intrecciava le lunghe gambe
bianche alla vita di lui, che si muoveva ritmico sopra di lei.
Angel osservava i loro corpi sudati
muoversi sempre più frenetici, il respiro di Fred sempre più affannoso.
Poi si accorse che lei lo stava
guardando.
Lo fissava mentre scopava con un
altro.
Mentre Fred veniva, Angel venne
insieme a lei.
La mattina dopo, lei gli diede il buongiorno
col solito bacino sulla fronte, ma mai fece parola di quello che era successo
quella notte.
Angel rimase col dubbio che fosse
veramente successo o che fosse stato frutto delle sue fantasie.
Infine, fu Fred a presentare Angel
a Faith, la sua migliore amica, prima di partire per il college a New York.
I due si separarono, ma lo strano
sentimento che li legava rimase immutato.
E ogni volta che potevano, si
sentivano al telefono o si vedevano.
Sapeva chi era Buffy e quanto suo
fratello l’amasse.
L’aveva odiata, ma poi aveva
realizzato che doveva essere speciale per Angel e che lei non aveva motivo di
esserne gelosa.
Le era dispiaciuto che si fossero
lasciati, e non aveva esitato ad accettare di aiutare Angel a riprendersela.
L’auto si fermò, interrompendo
tutto quel fiume di ricordi.
Era arrivata, ed era ora di
preparare l’accoglienza per il cocco di papà.
Spike mise il borsone a tracolla e
si fiondò verso la prima cabina.
Quando sentì la sua voce, gli occhi
gli brillarono.
- Ciao passerotto…
Buffy gridò.
- Amore! Mi manchi così tanto!
Grazie per il cd…è splendido…
Spike sorrise.
- Volevo dirti che sono
arrivato…sono venuti a prendermi…probabilmente qualche vecchio barbagianni
amico di mio padre…ti chiamo appena sono in albergo…così potremo parlare un
po’, ok?
Buffy annuì.
- Si…ho bisogno anche io di
parlarti di un fatto poco piacevole…a più tardi allora…
- Qualcosa di grave? – chiese lui
subito preoccupato.
- Non preoccuparti…dopo ti
spiego…ti amo…- rispose tranquillizzandolo.
- Anche io, dolcezza…
Riattaccato il telefono, si diresse
nella grande sala d’attesa, cercando di cogliere un cartello con scritto il suo
nome.
Visto che non avvistava niente di
simile, cominciò a camminare.
Finalmente vide uno choffeur con la
divisa della NY University.
Fred, annoiata, preparò il sorriso
più falso del mondo.
Ma le morì in volto quando incontrò
gli occhi azzurri di Spike.
E un sorriso sincero le affiorò
sulle labbra.
Era il ragazzo piàù bello che
avesse mai visto.
Anche Spike era visibilmente
sorpreso.
“Alla faccia del barbagianni…!”
pensò scorrendo con lo sguardo su Fred.
Subito pensò a Buffy e si concentrò
sul volto della donna, sentendosi in colpa.
Ma l’occhio cadde nuovamente sul
corpo snello e sottile di lei, che divertita se ne accorse e arrossì leggermente.
Era una bellezza delicata e
particolare.
Lunare.
Un po’ come Dru.
Niente a che vedere con la sua
solare dea bionda.
“Buffy ti amo da morire…ma guardare
non è peccato…guardare ma non toccare, è ovvio!” pensò stringendole la mano.
- Piacere…sono Spike…
- Winifred Burkle…Fred…- rispose
lei facandogli cenno di entrare in macchina.
Angel non era stato giusto nel
descriverlo.
Lasciava senza fiato.
E non sembrava così perfido come
glielo aveva dipinto lui.
- E così tu sei il nuovo acquisto,
uh?- disse lei per rompere il ghiaccio.
- Già…- rispose lui cordiale.
“Risvolti davvero molto piacevoli…”
pensò Fred sorridendo e osservando interessata il nuovo collega.
Dopo aver informato tutti che Spike
era a New York, Buffy aveva tranquillizzato gli amici assicurando che tra lei e
il biondo era di nuovo tutto ok.
Buffy e Oz erano nella stanza di Oz
al dormitorio.
Willow e Xander erano usciti a
prendere la cena per tutti.
La ragazza non parlava, e nemmeno
Oz.
Entrambi sembravano voler rimandare
la chiacchierata su Spike.
Fu il ragazzo a prendere il
coraggio a quattro mani e a parlare.
- Allora Buff…da quanto sei a
conoscenza del terribile segreto?
- Da quando mi sono messa con
Angel…ma Oz…evitiamo di parlare di quest’argomento…è una cosa che sono riuscita
ad accettare e a superare…- disse lei consapevole.
Lui sorrise.
- Sono felice…so che non è facile,
ma il passato è passato…
- Già…ora ho capito. Amo Spike in
tutte le sue sfaccettature, anche quelle meno attraenti come questa…o tipo
quando lascia la tavoletta del water alzata…fa parte di lui…- scherzò lei.
Oz ridacchiò.
- In ogni caso, credo che sarebbe
bene tenere la cosa per noi…per il bene di Spike…- concluse la bionda.
Il ragazzo annuì.
Sapeva bene che gli altri non
avrebbero mai capito.
- Il problema è un altro. Angel…-
disse poi Buffy.
- Non credo che sia il caso di
preoccuparsi ulteriormente di lui…
Buffy lo guardò triste.
- Sono preoccupata.
In quel momento Willow e Xander
tornarono con due scatole di cibo cinese.
La rossa, sentendo le parole di
Buffy, sgranò gli occhi.
- Sono davvero stupefatta! Dopo
tutto quello che ha combinato?
Xander s’intromise.
- Credo che Buffy abbia ragione.
Angel ha bisogno d’aiuto…
Willow sbatté con forza gli
involtini primavera sul tavolo.
- Siete tutti impazziti per caso?
Pensate di essere dei medici? Perché è questo il genere d’aiuto che occorre ad
Angel: uno psichiatra! E anche bravo!
- Calmati Will…stiamo solo
discutendo…- l’ammonì Oz.
- No, Oz! Merita di rimanere da
solo per il resto dei suoi giorni! Aveva ragione Anya! E io che le ho sempre
detto che si sbagliava nei suoi confronti, che era un bravo ragazzo…- ribatté
lei.
Xander scosse la testa.
- Lui è un bravo ragazzo! Ha solo
bisogno di amici…eravamo noi, i suoi amici, e lo abbiamo abbandonato…
- Per favore Xan! Non dirmi che la
tua spiegazione a come si è comportato è che l’ha fatto solo per riportare
l’attenzione su di lui! Odio l’egocentrismo…- disse Willow.
- No! Ma forse se avesse avuto
qualcuno con cui sfogarsi le cose sarebbero potute andare diversamente…fatti un
esame di coscienza Will…quanto tempo è che nessuno del nostro gruppo non
frequenta più Angel? Anya lo odia, Buffy lo detesta, e quindi di rimando anche
te e Tara lo odiate e lo detestate…Oz è quello che lo conosce di meno, e Spike
è il nuovo ragazzo di Buffy…e io…io ho dimenticato di essere il suo migliore
amico, troppo impegnato ad uscire con Anya per accorgermi dei suoi problemi…
Xander si accorse di avere tre paia
d’occhi stupiti che lo fissavano.
- Cos’ho detto?
Buffy ridacchiò e Willow lo
guardava a bocca aperta.
- Vuoi dire che tu e Anya…
- Si…pensava che fossi gay…ma
questo non conta ora!
Finalmente parlò anche Buffy.
- Forse avete frainteso le mie
parole…quando dico preoccupata, intendo “preoccupata per cos’altro potrà fare contro
di me”. Nessun problema se Xander vuole aiutarlo, ma non voglio assolutamente
essere coinvolta…è stato una delle persone più importanti della mia vita, ma
non per questo gli darò una mano…per me è morto e sepolto.
Willow accolse le parole dell’amica
con un segno d’approvazione.
- Finalmente qualcuno col cervello
funzionante!
- Pensavo che fossi diversa Buffy,
che sapessi perdonare…non ho detto che devi tornare a essere sua amica, ma che
almeno gli dimostrassi un po’ di pietà…ricorda sempre che l’ha fatto per amore
tuo…- disse Xander indossando la giacca e ignorando il commento della rossa.
- Se Hitler avesse sterminato gli
Ebrei per amore, l’avresti perdonato?- esclamò Willow.
- Io vado da lui…Buffy, almeno
parlaci…
Lo sguardo gelido della ragazza fu eloquente.
Xander uscì senza dire una parola.
Oz prese una scatola dalla busta.
- Qualcuno vuole il pollo alle
mandorle?
- Figliolo! Finalmente!- esclamò
William Darcy vedendo entrare suo figlio in casa.
- Papà…- lo salutò Spike.
I due si abbracciarono brevemente.
- Non dai un bacio alla tua mamma?
Sono mesi che non ci vediamo…- esclamò Anne Darcy con un sorriso.
Spike le posò un lieve bacio sulla
guancia.
Chi li avesse visti così per la
prima volta avrebbe detto che fossero una famiglia unita.
Fred li osservava un po’ in
disparte.
Darcy e Spike si somigliavano come
due gocce d’acqua.
Il taglio degli occhi e gli zigomi
non lasciavano spazio al dubbio.
Il professore aveva i capelli
castani e ricci, e Fred immaginò che sotto la bizzarra tinta biondo platino di
Spike e il gel ci fosse la stessa cosa.
Ma la somiglianza più straordinaria
era con la signora Anne.
Fred fu costretta ad ammettere che
fosse una splendida donna. Era molto elegante e ciò che colpiva di più erano i
suoi meravigliosi occhi azzurri.
Davvero un bel quadrretto.
Solo che Spike non sembrava poi
così felice.
Il suo sguardo non era luminoso
come quando aveva parlato al telefono con Buffy.
Sarebbe stato difficile fargliela
dimenticare.
Ma lei amava le sfide.
- Hai già avuto modo di conoscere la
signorina Burkle immagino…- disse poi Darcy porgendo una mano alla ragazza.
- Fred, professore…
- Certo papà…- rispose lui
sorridendole.
- Fred sarà il tuo superiore
diretto. Qualsiasi cosa ti occorra, dovrai rivolgerti a lei e a lei risponderai
per il tuo operato. Passerai molto tempo in sua compagnia…
Spike non accolse bene la notizia.
Era andato via per cambiare aria,
non per avere ulteriori problemi con la sua ragazza.
Buffy non avrebbe accolto bene la
notizia che avrebbe lavorato gomito a gomito con una ragazza. Specialmente
carina come Fred.
“Cattivo Spike! Non si comincia a
catalogarla come carina…” si rimproverò mentalmente.
Però era obiettivamente carina.
- Stasera la Facoltà ha organizzato
un party di benvenuto per te, tesoro…- annunciò Anne.
- Lo smoking è sul letto in camera
tua…- disse suo padre mentre faceva cenno ad una cameriera di mostrargli la
stanza.
Spike sbuffò.
Odiava lo smoking, ma per fortuna
che non lo stavano obbligando ad indossare il tight o il frac!
Ma già il fatto che era lì da meno
di dieci minuti e già lo stavano programmando, lo innervosiva da pazzi.
- Non credo che verrò…
Subito sua madre intervenne.
- Ma è in tuo onore! Non puoi
mancare! Fallo per noi…- lo implorò.
Spike sbuffò ancora.
- Non ho voglia di stare in mezzo a
uomini anziani vestiti da pinguini che mi fanno i complimenti per quanto sono
cresciuto…mi annoierei a morte…e poi non voglio vestirmi da pinguino…
- Scusate se m’intrometto…se vuoi
ti accompagno…almeno non ti annoierai da solo…- disse Fred dolcemente.
- Allora è deciso! Verrai con Fred!
Ti aspetto alle 8, puntuale!- esclamò contento Darcy.
Spike vide sua madre e suo padre
sparire prima che potesse ribattere.
Dalla padella alla brace.
Come avrebbe spiegato a Buffy che
usciva con un’altra?
E soprattutto…come l’avrebbe presa?
Con un sospiro, tornò ad occuparsi
di Fred.
- Allora ci vediamo più tardi…
- Certo! A dopo…- lo salutò la
ragazza congedandosi.
Salì le scale lentamente ed entrò
in camera.
Lo smoking, minaccioso, era disteso
sul letto.
“Sembra un uomo morto…” pensò Spike
divertito. Si guardò intorno.
Lusso, lusso, lusso.
I suoi non erano per niente
cambiati. Pensavano ancora che bastasse il denaro per comprare l’affetto di
loro figlio. Si stava già pentendo del trasferimento, anche se era solo per un
mese.
Quanto avrebbe voluto che Buffy
fosse con lui.
Prese il telefono e la chiamò.
- Ciao amore…come stai?
- Ora che sento la tua voce molto
meglio…- rispose lei.
- Perché? Cos’è successo?
Buffy sospirò.
- Ho discusso con Xander. Vuole che
io aiuti Angel…
Spike rise di gusto.
- Tu aiutare Angel? E’ impazzito?
- Ci sono stati sviluppi…Conosci
Harmony per caso?
Il ragazzo deglutì. Le disgrazie
non finivano mai, evidentemente.
- Si, passerotto…è la ragazza che
frequentavo prima di conoscerti…come l’hai conosciuta?
- Ho scoperto che era lei la Faith
che ho conosciuto…era d’accordo con Angel per farci lasciare e ci andava a
letto…ma che diavolo avete tutti e due?? Faith, Harmony, io…ci godete a stare
con le stesse ragazze?- esclamò lei un po’ piccata.
Maledetta, stupida oca. Come
caspita aveva potuto uscire con Harmony?
Spike tossicchiò imbarazzato.
- Ti amo…
- Non cercare di abbindolarmi con
paroline dolci…- disse lei ridacchiando.
- Come è andato l’arrivo?- chiese
poi.
Spike prese un bel respiro.
- C’era Fred ad aspettarmi…è
l’assistente del mio vecchio…
- Fred? Fred come Frederick?-
chiese lei.
- Non esattamente…Fred come
Winifred…- esitò lui.
- Ah! Una donna…una dolce, cara
vecchietta, uh? Che magari odorerà anche un po’ di naftalina…!- ipotizzò lei.
- No, piccola…venticinque anni al
massimo, gambe chilometriche e gonne vertiginose, con tutte le sue cose a
posto…
Spike aspettò la sfuriata di Buffy.
- Quindi…ti piace…- rispose lei con
voce insicura.
Lui s’intenerì per la timida reazione
della ragazza.
- Dov’è finita la mia pantera? E’
oggettivamente una bella donna, non posso negarlo…ma sai anche che io ti amo
più d’ogni altro essere vivente in quest’universo, vero?
- Mmh-mmh…- fece lei con tono
triste.
- Dai, dolcezza! Starò qui per un
mese, e se non ti fidi di me…capisco che dopo ciò che è successo tu…
- Sst! Mi fido di te…- lo
interruppe Buffy.
Spike sorrise.
- Stasera ho un ricevimento di
presentazione…che noia…
- Ci andrai con lei? Pensa a me, mi
raccomando…e quando torni fammi uno squillo, così ti chiamo e mi racconti…e se
sarai stato bravo, avrai un premio…- disse lei maliziosa.
- Se stai cercando di mettermi in
riga, ci sei riuscita…in tutti i sensi…”Lui” non riesce proprio a resisterti…-
rispose lui cercando di riprendere il controllo del famoso “lui”.
- Devo andare ora…a dopo…e dagli un
bacio da parte mia…- disse Buffy salutandolo.
- Si, passerotto…ciao…
Si abbandonò disteso sul letto e
slacciò la patta dei pantaloni per avere sollievo dall’erezione.
- Mi spiace amico…il suo bacio per
te lo prendo io…non ho voglia di farmi togliere una costa a causa tua…
Buffy mangiava nervosamente,
sbattendo le bacchette nel piatto.
- Cosa c’è Buff?- chiese Willow
notandone i movimenti e lo sguardo assorto.
La ragazza la guardò.
- Tante cose Will…Spike sta andando
ad una festa d’alta società con una ragazza bellissima, a quanto dice lui…non
credo mi piaccia molto il nuovo corso di “viva la sincerità”…e poi Xander…mi
sta facendo sentire in colpa con tutti quei discorsi su Angel…
Willow spalancò i grandi occhi.
- Una ragazza? E chi è?
Buffy fece una smorfia.
- Una tizia che sarà sua
collaboratrice…già la odio…Fred…che nome idiota…e immagino che sia la nuora
ideale per i suoi genitori…
Willow rise.
- Adesso non esagerare…! E comunque
non farti influenzare da Xander per quanto riguarda Angel…è ovvio che parli
così…lui è suo amico, e non ha cercato di rovinargli la vita…
Buffy annuì.
- Si…ma in fondo non è che abbia
poi torto…in realtà vorrei fare qualcosa per lui…
Intervenne anche Oz.
- Secondo me dovresti lasciare il
lavoro sporco a Xander…sei una ragazza ingenua, Buffy, nel senso buono…non ti
accorgi di quanto le persone possano essere manipolatrici…riesci a vedere
ancora del buono persino in Angel…
La bionda non sembrò convinta.
- Ignorare Angel non ti renderà una
persona peggiore, credimi…Forse meno ti vede, meglio starà…- continuò Oz.
- Concentrati sul seminario di
psicologia…è importante per il tuo futuro…e aspetta il ritorno di Spike…se vuoi
aiutare Angel, sarebbe meglio che avessi l’appoggio del tuo ragazzo…- disse
Willow.
-…anche se non credo che sarebbe
bendisposto, considerando che ha cercato di rompergli la testa…- concluse Oz.
Buffy abbassò lo sguardo.
Domani sarebbe cominciato il
seminario, e allora avrebbe avuto ben poco tempo per preoccuparsi di Angel.
Ciò però non le avrebbe impedito di
farsi i film su Spike e quella modella che gli svolazzava intorno.
“Non è una modella…lui ama te…” si
ripetè mentalmente.
- Si…Stasera alle 21 ho l’incontro
per inserirmi nel gruppo di lavoro…- disse infine.
- Ah! Io l’ho avuto nel pomeriggio!
Sono stata fortunata visto che mi hanno inserita nel gruppo del professore!
Saremo io, un altro ragazzo e il prof.!- esclamò Willow felice.
Buffy si alzò in piedi.
- Beh…io vado al mio incontro…buona
erata piccioncini!- li salutò uscendo.
Willow si accoccolò tra le braccia
di Oz.
- Penso che abbiamo qualcosa da
recuperare, lupacchiotto…
Lui la baciò dolcemente senza
rispondere.
- Angel? Ci sei?
Xander chiamò affacciandosi nella
stanza lasciata aperta.
- Si…sono qui…
L’amico non aveva una bella cera.
Stava mangiando un depresso pezzo di pizza, seduto sul letto e concentrato
sulla TV.
Quando vide Xander, la spense.
- Ciao…immagino che sarai qui per
farmi la ramanzina finale…
Xander si accomodò accanto a lui.
- No, amico…sono qui per sapere
come stai…
Angel sembrò meravigliato.
- Buffy non ti ha raccontato
niente?
Il ragazzo annuì.
- Si, e non approvo…ti avevo detto
di lasciarla stare…ma tu non ascolti mai, vero brutto testardo?
Angel rise.
- Era solo un tentativo di
rimettermi con lei, ma è stata molto chiara sull’argomento…penso che mi odi
ora…
Xander sospirò.
- Ascolta…io voglio aiutarti a
superare queto momento…sono tuo amico e voglio starti vicino…
- Non c’è problema Xander. Ho
superato la cosa…torna da lei…
Xander si alzò e gli porse la sua
giacca.
- Vieni…usciamo a bere qualcosa, ti
va?
Angel sembrò rifletterci.
Poi con un sorriso, accettò la mano
tesa dell’amico.
Spike si guardò allo specchio.
Dio, come odiava il farfallino.
E quella dannata fascia sulla vita
gli sembrava una panciera.
Sistemò col gel i riccioli ribelli,
si voltò e controllò che effetto faceva visto da dietro.
Lo smoking gli ingrossava
terribilmente il sedere.
Litigò ancora col farfallino.
Quell’affare l’avrebbe strangolato per la fine della serata.
Fece ancora un giro davanti allo
specchio, non convinto della sua mise.
- Sembro mio padre…- disse
sconsolato.
Detestava i party dei suoi
genitori, ma da quando aveva diciotto anni era stato obbligato a non perderne
uno. Almeno in pubblico si manteneva la facciata di famiglia unita.
Poi ridacchiò.
Se avesse avuto qualche anno di
meno si sarebbe presentato alla festa con i jeans strappati e la prima
maglietta sdrucita che avesse avuto sotto mano.
Aveva fatto anche di peggio in
passato, apparendo davanti agli sbalorditi amici di papà in pigiama, con tanto
di ciabattine di peluches!
Quella volta aveva fatto davvero
arrabbiare suo padre, che aveva un ospite molto importante, forse qualche
ambasciatore, ma non ricordava bene.
Ad ogni modo rammentava benissimo
il ricevimento in cui aveva conosciuto Shantii, la figlia di un diplomatico
indiano.
Meravigliosa.
Era stato due o tre anni prima, a
Los Angeles.
L’aveva portata nella serra della
super-villa del padre e l’aveva presa alla luce della luna, mentre i suoi
genitori intrattenevano Drusilla in casa. L’aveva presentata ai suoi proprio
quella sera.
Era stata diffidente, la piccola
indiana, quando le aveva proposto di mostrarle alcune rose rarissime.
Ma alla fine aveva ceduto, e nel
roseto lui aveva colto il fiore più prezioso di tutti, facendosi strada tra i
mille veli di tulle che ricoprivano il corpo ambrato di Shantii.
Poi era tornato da Dru come se
niente fosse.
Shantii l’aveva chiamato
ripetutamente nei giorni seguenti, ma lui si era fatto negare, occupato a
lavorarsi un’altra ragazza. Non l’aveva mai più rivista da quella notte nella
serra.
Era davvero stato un bastardo, e
Shantii non era che la punta dell’iceberg.
L’orologio che batteva le otto lo
distolse dai ricordi.
Pensò a Buffy e a quanto gli
sarebbe piaciuto averla accanto in quel momento.
Suo padre era già nel salone,
intento a parlare con…con Fred…
Spike inghiottì lentamente.
Era bellissima.
Indossava un lungo abito celeste di
seta, con una profonda scollatura, e i capelli, leggermente mossi, lasciati
liberi sulle spalle.
- Non è un incanto?- chiese suo
padre vedendolo arrivare.
Spike non potè fare a meno di
annuire.
Fred osservava soddisfatta
l’effetto del suo vestito sul ragazzo.
Chissà se si era accorto che sotto
non indossava nient’altro.
- Benvenuti ragazzi!- esclamò il
professor Walsh salutando i dieci studenti convocati.
- Dovete scusare l’ora, ma da
domani sarò impegnato nel progetto con due vostri colleghi e non avrò tempo per
essere a vostra disposizione per eventuali chiarimenti…
Buffy aveva già aperto il
block-notes per eventuali appunti.
Walsh era il professore con cui
voleva fare la tesi e il seminario era una buona occasione per entrare nelle
sue grazie. Lui era uno dei più grandi nel campo della Psicologia Criminale.
Aveva invidiato Willow quando le
aveva detto che era stata scelta per lavorare a stretto contatto con lui.
Ma era stato un attimo.
Avrebbe fatto un lavoro perfetto,
in modo che fosse impossibile non essere notata.
-…il prossimo argomento di ricerca
è “Analisi medica della Psicologia Criminale”…
Buffy alzò sicura la mano.
- Qualche altro studente
interessato oltre alla signorina Summers?- chiese il professore.
Nessun altro si fece avanti.
- Bene…allora vada nel mio studio.
La sta aspettando il consulente che la affiancherà nella ricerca.
Buffy annuì e Walsh la seguì fuori
dall’aula.
- Signorina Summers, conto molto
sul suo lavoro. Se sarà come io immagino, le proporrò un affare importante,
molto importante per la sua carriera…- le disse poi sorridendo.
Buffy gli strinse la mano
emozionata e si diresse verso l’ufficio di Walsh.
Appena svoltato l’angolo incominciò
ad urlare dalla gioia.
Il lavoro dei suoi sogni era ad un
passo.
Non vedeva l’ora di raccontare
tutto a Spike.
Smaltita l’euforia iniziale, cercò
di riprendere un contegno.
Bussò, chiedendosi chi fosse questo
consulente.
- Avanti…
Si trovò di fronte un ragazzo in
camice bianco.
Davvero un bellissimo ragazzo.
- Buffy Summers? Io sono il dottor
Benjamin Weber…la seguirò per la parte clinica della sua ricerca…
Buffy gli strinse la mano con un
sorriso.
- Piacere, dottor Weber…
Lui la fece accomodare.
- Ben…è sufficiente…e dammi del
tu…- disse cordiale.
- D’accordo Ben…- rispose la
ragazza continuando a sorridere.
“Che diavolo hai da ridere? E’ un
ragazzo molto carino, ma tu sei fidanzata…” si disse mentre Ben le illustrava
come aveva intenzione di procedere.
“Si, ma il tuo ragazzo sta andando
ad una festa con un’altra…” le disse un’altra vocina, che Buffy prontamente
chetò, ascoltando attentamente il dottore.
O meglio, seguendo attentamente le
parole che uscivano da quelle deliziose labbra carnose.
-…che ne pensi?- chiese infine il
ragazzo.
Buffy appovò.
- Davvero interessante! Quando hai
intenzione di cominciare?
Ben le sorrise ancora.
- Se non hai nient’altro da fare,
anche subito…
Spike, Fred e i signori Darcy erano
nella limousine che li avrebbe portati al ricevimento.
Il ragazzo guardava fuori dal
finestrino distrattamente, perso tra le luci della Grande Mela.
Si chiedeva cosa stava facendo
Buffy in quel momento.
Sperava davvero che Angel non la
infastidisse più di tanto o quando sarebbe tornato l’avrebbe conciato come si
deve.
Gli mancava da impazzire…L’odore di
lei sulla sua pelle dopo che avevano fatto l’amore, intrecciare le dita con le
sue mentre giacevano l’uno accanto all’altra e sentire il suo tocco leggero,
che lo faceva fremere dal desiderio, accarezzargli la schiena.
Si voltò, trovando i grandi occhi
da cerbiatta di Fred posati su di lui.
Lei gli sorrise.
- Allora Spike…sei agitato per il
lavoro?
Lui alzò le spalle.
- Niente che non sappia fare…ma non
sono molto attratto dall’insegnamento…
La ragazza si lisciò i capelli
sulla spalla.
- Io invece adoro insegnare…sento
di avere il potere quando faccio lezione…il futuro dei ragazzi dipende da ciò
che io gli dirò, e per loro, ciò che dico è il verbo…sensazione fantastica!
Spike la guardò divertito.
Voleva metterla a disagio. Non
sopportava le donne che si atteggiavano a vamp.
O si è dotati di sex-appeal oppure
no.
- Ho altre associazioni mentali con
“sensazione fantastica”, che non includono il verbo insegnare…però conosco
innumerevoli varianti…
Fred si sorprese del senso
inequivocabilmente allusivo della frase.
- Mi piace indossare gli abiti da
professoressa…e non solo nelle occasioni ufficiali…- rispose lei prontamente
con una nota di malizia.
Spike alzò il sopracciglio. Non era
diventata rossa come un peperone alla sua frecciata, anzi, aveva addirittura
risposto. Segno che sapeva bene cosa stava facendo.
Buffy era diventata color rubino la
prima volta che aveva fatto con lei questa specie di gioco della verità, e lui
era impazzito alla sua reazione così spontanea.
Osservò i suoi genitori, entrambi
al cellulare.
- Immagino che tu debba abituarti a
questa scena…i cellulari sono diventati le loro appendici removibili…- disse
poi a Fred.
Lei annuì.
- Oggi è il primo giorno di lavoro
per me come assistente personale di tuo padre. Credo di aver fatto bene ad
accettare il lavoro…
Il biondo rise.
- Se vuoi fare carriera, penso di
si…stasera il mio vecchio ci presenterà tutte le persone più in vista
dell’ateneo…morirai di noia…
Fred tirò indietro i lunghi capelli
con un gesto fluido della mano.
- Sei troppo pessimista…ci
divertiremo stasera…- disse poi strizzando un occhio.
Ancora un palese invito a farsi
avanti.
Spike scosse la testa, sorridendo.
Fosse stato in altri tempi,
probabilmente l’avrebbe spogliata non appena i suoi fossero usciti dall’auto.
Quella donna gli ricordava
terribilmente Faith.
Solo che lei non sembrava una
ninfomane insaziabile come la sua vecchia amica.
Dava l’idea di avere più classe, ma
in fondo l’invito era lo stesso.
La confezione cambiava, ma il
contenuto era identico.
Maledetto sesso.
Buffy scrutò l’orologio.
Le 23 e 30. Erano due ore che
lavoravano ininterrottamente.
Ben le passeggiava dietro la
schiena, impegnato a dettare i punti che avrebbe trattato lui, mentre lei
trascriveva al computer la bozza del progetto.
Lo vedeva riflesso sullo schermo
del PC gesticolare animatamente.
Era evidente che ci metteva molta
passione in quello che faceva.
- Quando andremo all’ospedale ti
renderai conto per bene di cosa stiamo parlando…- concluse fermandosi.
Buffy sobbalzò nel sentire la sua
voce sfiorarle il viso.
-…benissimo…- commentò leggendo il
file da sopra la spalla della bionda.
Una sirena d’allarme scattò dentro
la ragazza.
- Penso che per questa sera sia
tutto, allora…- esclamò alzandosi di scatto e centrando Ben sul mento.
Il ragazzo, colto alla sprovvista
dal colpo, si tirò indietro, perdendo l’equilibrio.
- Oh cielo! Stai bene?- disse
piegandosi su di lui per soccorrerlo.
- Credo di si…- rispose Ben
massaggiandosi la mandibola. Lo sguardo non poté fare a meno di cadergli sulle
gambe di Buffy, lasciate scoperte dalla gonna quando si era inginocchiata.
La bionda lo notò e subito si alzò
in piedi imbarazzata, porgendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
- Sono mortificata…perdonami…
Ben rise.
- Hai una spalla di ferro! Ti
perdono solo se posso offrirti un caffè…
- Ragionamento che non fa una
grinza…eccetto per il fatto che dovrei essere io ad offrirti qualcosa…- disse
Buffy un po’ confusa.
Il dottore sembrò pensarci.
- Ok…accetto la proposta…andiamo al
Bronze?
La bionda rimase un po’ in silenzio
prima di rispondere.
Doveva andare?
Forse sarebbe stato meglio chiarire
che non aveva intenzione di uscire con lui al di fuori del lavoro.
Ma se lei aveva frainteso una
semplice cortesia? L’avrebbe presa per idiota. Derisa dal primo giorno.
E la sua credibilità sarebbe precipitata
sotto zero.
Vedendo la sua espressione
combattuta, Ben la anticipò.
- E’ solo un caffè, Buffy…non ho
intenzione di rapirti o cose del genere…è solo un modo per conoscersi meglio,
visto che dovremo lavorare molto tempo insieme…
Buffy si sciolse in un gran
sorriso.
Ben ne rimase folgorato. Quella
ragazza aveva il più bel sorriso che avesse mai visto.
- Bene! Che aspettiamo allora?-
chiese lei porgendogli la giacca.
Il Bronze non era molto affollato
quella sera.
Si sedettero ad un tavolo e
ordinarono.
- Allora non è vero che tutti i
medici sono salutisti!- disse Buffy indicando il bicchiere di vodka nella mano
di Ben.
Lui arrossì un poco.
- Questo è uno strappo alle regole
che mi concedo ogni tanto…la guerra più dura è stata quella per smettere di fumare…
Buffy annuì.
- Il mio ragazzo è una
ciminiera…spero prima o poi di riuscire a fargli togliere questo viziaccio…ma
la vedo una causa persa in partenza…
- Deve partire da lui…altrimenti
non ci riuscirà mai…
Buffy concordò.
- Però alla fine mi piace sentire
l’odore di tabacco su di lui…è un buon profumo…
Ben rise.
- Sei l’unica donna a cui non
disturba l’odore del tabacco! La mia ex moglie cominciava ad aprire tutte le
finestre e a gridare come un’aquila che puzzavo…per non sentirla più ero
costretto a fumare in balcone, e non ti dico quante influenze ho beccato…
- E meno male che sei un medico!-
esclamò Buffy divertita.
Il ragazzo sospirò.
- Glory…non capisco come ho fatto a
sposarla…ma basta parlare di me!
La bionda scrollò il capo.
- No, no! Se comincio, non la
finirò prima di domani mattina!
Lui si appoggiò più comodamente
sullo schienale della sedia.
- Non ho fretta…
Buffy sorrise. Sentì di potersi
fidare di Ben.
Aveva così bisogno di sfogarsi con
qualcuno che non la conoscesse da anni.
I suoi amici avevano la brutta
abitudine di metterci un po’ troppo il becco.
- Se ti annoierai sappi che la
colpa è esclusivamente tua…comunque me ne sono successe davvero di tutti i
colori!
Ben la invitò a raccontare.
- Poi ti rivelerò qualche particolare
scabroso della mia vita…- le disse strizzando l’occhio.
E Buffy parlò un’ora filata, di
Angel, di Spike, del litigio e quant’altro.
Quando finì, Ben la guardava
frastornato e meravigliato.
- Ti avevo avvisato…- disse lei
piano, quasi a volersi scusare.
- Ti ammiro molto Buffy…devi essere
davvero forte per aver affrontato tutto questo…- le disse lui continuando a
guardarla fissa.
- Non è vero…sono solo una sfigata
cronica…- si schernì lei.
- Ma non si è sistemato tutto?
- Beh…no. Spike è a New York, e io
a Sunnydale…vorrei andarlo a trovare, fargli una sorpresa, ma non ho un soldo e
mia madre non mi darebbe mai l’anticipo sulla paghetta…- disse sarcastica.
Ben schioccò le dita.
- Trova un lavoretto…so che il
fast-food vicino all’ospedale cerca una cameriera…
Buffy arricciò il naso.
- Il Doublemeat Palace?
- So che non è il massimo, ma…
Buffy sorrise.
- Domani andrò a fare un
colloquio…per Spike puzzerei di fritto a vita! Grazie Ben…- disse stringendogli
la mano.
Sarebbe bastato avere i soldi per
il biglietto aereo, e poi avrebbe potuto riabbracciare Spike.
- Guarda lì Miss Fedeltà…
Xander si voltò verso Angel.
- Cosa?
Angel gli indicò il tavolo in cui
c’erano Buffy e Ben.
- A quanto pare, la signorina
Summers ha lasciato a casa la sua metà della mela…
Xander continuò a guardare.
- Dov’è quell’inglese ossigenato?-
chiese ancora, anche se sapeva benissimo dove fosse.
- Spike è a New York…- rispose
Xander ignorando i due ragazzi e concentrandosi sulla sua birra.
Angel invece era completamente
preso dall’inaspettato spettacolo.
- Guarda come gli sorride e gli
accarezza la mano…puttana…io ero troppo poco per lei…
Era palesemente arrabbiato.
- Lo conosci quello?
- No…- sospirò Xander.
Accidenti a Buffy…doveva venire
proprio al Bronze col suo nuovo amichetto…
Si chiese se Spike lo conoscesse.
Sembravano davvero molto intimi.
Finalmente Spike era riuscito a
sottrarsi agli amici del padre ed era riuscito a guadagnare il grande terrazzo
che dava sull’atrio dell’ateneo.
Aveva stretto almeno cinquecento
mani quella sera e fatto un milione di sorrisi forzati.
Si guardò indietro sospirando e
finalmente riuscì ad accendere una sigaretta.
Aspirò con gusto il fumo dalla sua
Marlboro e chiuse gli occhi per assaporarlo meglio.
L’orologio segnava l’una e mezza.
Strano che Buffy non si fosse
ancora fatta viva.
Digitò un sms per lei, dicendole
che l’avrebbe chiamata tra una mezz’ora.
Non vedeva l’ora di guadagnare il
letto.
- Anche tu in cerca di un po’ di
pace?
Fred.
- Già…la vita di società non fa per
me…
Lei si avvicinò sinuosa.
Il lungo vestito, adeso al suo
corpo come una seconda pelle, frusciava ad ogni suo passo.
Le punte dei suoi seni, con la
frizzante aria notturna, premevano contro la seta con forza.
Spike si fece serio.
Era la prima volta che una donna ci
provava con lui con quella sfacciataggine.
Ci avrebbe scommesso un braccio che
non portava neanche gli slip.
Si accomodò di fronte a lui, su una
sedia.
Il profondo spacco le lasciò
scoperte le lunghe gambe bianche.
- Ti stai annoiando?
Spike la fissò.
- Tu?
Fred lo guardò con occhi grandi da
bambina.
- Tantissimo…perché non andiamo da
qualche parte?
Si alzò, camminando leggera fino ad
una colonna e appoggiandovi la schiena.
- Conosco un posticino dove
potremmo stare da soli…
Spike inclinò la testa di lato con
un leggero sorrisino.
Poi, felino, si avvicinò a Fred,
premendo col suo peso il corpo della ragazza contro il muro.
Lei emise un gemito.
- Grazie del passaggio Ben…A
domattina!- salutò Buffy prima di chiudere lo sportello dell’auto.
- Grazie a te della bella
serata…sono stato benissimo, e spero che potremo ripetere qualche volta…-
rispose lui allungandosi verso di lei e posandole un bacino sulla guancia.
Buffy fu colta di sorpresa dal
gesto e quando riacquistò la prontezza per un’eventuale reazione, era troppo
tardi.
Ben era già partito.
Rientrò in casa, sentendosi un po’
in colpa con Spike, ma scacciò subito il pensiero.
In fondo lui era andato al party
con quella squinzia…
Cercò di guadagnare la sua camera
senza far rumore, vista l’ora, ma sul pianerottolo, la porta di Dawn si aprì
cogliendola in flagrante.
- Chi era quello?- bisbigliò la
sorellina seguendo Buffy in camera sua.
Dawn chiuse la porta della stanza
facendo attenzione a non sbatterla.
Se Joyce si fosse svegliata le avrebbe
messe ai servizi per un mese. Era stata chiara.
Quando l’estate finiva, finivano
anche i rientri notturni.
- Se mamma ti scopre, ti fucila…
Buffy alzò gli occhi al cielo.
- Io posso rientrare quando mi
pare. Il coprifuoco è per te…
Dawn si accoccolò sul letto.
- Allora? Hai già sostituito Spike?
Sei assurda! Che ti ha detto ieri sera? E chi era quello? Vi prego, tornate
insieme!!
La ragazzina era scoppiata in
lacrime senza che Buffy avesse potuto dire “a”.
- Calmati…quello era Ben, un mio
compagno di ricerca. E non ho sostituito Spike con lui. Nessuno potrà mai
sostituirlo…
Dawn tirò su col naso.
- Hai deciso di prendere i voti?
Povero Spike…lui ti ama così tanto…
Buffy sospirò.
- Io e Spike stiamo di nuovo
insieme, Dawn…
Lei rise e battè le mani felice.
- Perché non mi hai svegliato ieri
sera per dirmelo?
- Perché ci siamo chiariti
all’aeroporto nel pomeriggio…adesso lui è a New York…starà via un mese…
Una lacrima traditrice scivolò
lungo la guancia di Buffy.
Dawn l’abbracciò.
- Vedrai che un mese passa in
fretta…
La sorella si asciugò la lacrima, e
un sorriso face di nuovo capolino dalle sue labbra.
- Ho intenzione di andare a fare la
cameriera al Doublemeat, così avrò soldi a sufficienza per andare da lui un
paio di giorni…gli farò una sorpresa…
Dawn approvò l’idea.
- Adesso vai…domattina devo alzarmi
presto…
La sorellina fece per uscire, ma
poi si fermò.
- Posso chiederti una cosa prima di
andare?
Buffy annuì.
- Cosa ti ha detto Spike la notte
scorsa? Visto che il merito è mio se lui è entrato in casa…
La bionda la fermò.
- Mi dispiace Dawn…le sue parole
sono scolpite nel mio cuore e sono per me e basta…ma ti auguro che un giorno
troverai un uomo che ti dirà le stesse identiche cose…
- E come farò a sapere che sono le stesse
se tu non me le dici?- protestò Dawn.
Buffy rise.
- Semplice…non vorrai dirle nemmeno
tu! Buonanotte!- rispose chiudendo la porta.
- Ma non mi hai raccontato tutto,
ancora!!
- Domani, promesso…
- ‘notte…- rispose un’insoddisfatta
Dawn dall’altra parte.
Buffy mise il pigiama e s’infilò
nel letto.
Spike non l’aveva ancora chiamata.
Evidentemente si stava divertendo
molto.
Prese il cellulare e vide che c’era
un messaggio.
Tranquillizzata, si mise in attesa
della telefonata di Spike.
La mano di Spike scivolò lungo il
fianco di Fred, finchè non incontrò la morbida pelle di lei.
Con le labbra, le sfiorava le
guance arrossate, ora da una parte, ora dall’altra.
La ragazza sentiva il suo respiro
caldo accarezzarla.
Sentiva l’eccitazione scivolarle
lungo le gambe, densa e madida.
Con la mano libera, Spike le
accarezzò il viso.
- Ti piace?- le chiese lui con la
sua voce profonda.
Non l’aveva che sfiorata, ma questo
era quasi bastato a procurarle un orgasmo di potenza mai provata.
Non osava immaginare cosa poteva
significare fare l’amore con lui.
- Si…- mormorò lei, protendendo le
labbra socchiuse verso la bocca di Spike.
Lui sorrise soddisfatto e si
allontanò.
Fred, tra lo stupito e
l’arrabbiato, ritornò al mondo reale.
Adesso Spike rideva forte e di
gusto.
- Tu…tu…- balbettava la ragazza
sempre più confusa dal comportamento di Spike.
- Ascolta bene, dolcezza…evita di
fare giochini di seduzione con me…anche io sono capace, come hai visto…e adesso
sai anche qual è l’utilità degli slip…- disse osservando il bel vestito di seta
bagnato tra le gambe di Fred.
Lei non rispose, serrando le labbra
per la collera.
- L’unico posticino che voglio
raggiungere io è la mia stanza…così potrò parlare un po’ con la mia
ragazza…buonanotte tesoro, e saluta mamma e papà…- concluse allontanandosi con
un cenno della mano.
Fred era livida di rabbia.
Nessuno l’aveva mai trattata così.
Stupido ragazzino viziato.
Questo significava che sarebbe
scesa in campo con l’artiglieria pesante.
Adorava le sfide, specialmente
quelle con degni avversari.
Sarebbe stato suo ad ogni costo.
Finalmente il cellulare di Buffy
vibrò.
Si era assopita e rispose con voce
assonnata.
- Ciao passerotto…dormivi?
La sua voce la svegliò all’istante.
- No, ti aspettavo…come è andata?
Spike chiuse la finestra del
balcone e si buttò sul letto.
- Una noia mortale, eccetto che per
l’ultimo quarto d’ora…
Buffy si girò tra le lenzuola.
- Sei nel letto?
- Ah-ah…sono stanca morta…
- Anche io, piccola…
Buffy giocava con una ciocca di
capelli.
- Cos’è successo in quest’ultimo
quarto d’ora?
- Fred mi ha proposto di andare con
lei in un posto tranquillo e…
Buffy sentì il sangue affluirle
tutto insieme al cervello.
- Come?? La distruggo quella!!
- Non alterarti…l’ho messa al suo
posto dicendole che venivo a parlare con te…
- Sei sicuro?
- Certo amore…te invece cos’hai
fatto?
Buffy decise di prendere una
piccola rivincita.
- Sono andata a prendere un caffè
con il mio compagno di seminario, Ben…è davvero bello…
Spike le rifece il verso dietro.
- E’ davvero bello! Mi manchi da
morire…
Buffy cercò di trattenere una
risatina.
- Ti avevo detto che se ti fossi
comportato bene, avresti avuto un premio…
Spike si fece attento.
Capiva subito quando qualche idea
strana si faceva strada nella testa di Buffy.
- Cosa indossi?- chiese lei.
Il biondo colse al volo l’invito.
- Aspetta, piccola…alza leggermente
il volume dello stereo…
Buffy obbedì, e si lasciarono
cullare entrambi dalla dolce voce di Heather Nova.
- Vuoi che spenga la luce?
- No…voglio che tu veda quanto sei
bella…- mormorò lui.
Lei non rispose.
- So che stai pensando che non è
vero…guardati Buffy…fai scivolare la tua mano sopra il tuo viso…accarezzati e
immagina che sia lì con te, amore…
La mano di Buffy scivolò lentamente
sul suo seno e poi sotto la canottiera.
- Sento le tue labbra su tutto il
mio corpo…stai facendomi il solletico anche se sai che non lo soffro…ma una
parte di me gradisce molto questo trattamento…
- Dimmi cosa stai facendo…parlami…-
lo implorò Buffy mentre la sua mano le accarezzava delicatamente la pancia e
poi scendeva a solleticarle le mutandine.
- Sto facendo l’amore con la tua
voce e con i tuoi sospiri…Dimmi quando vuoi che entri in te, piccola…e fai
presto perché non resisterò a lungo…
Il respiro di Buffy era rotto,
mentre si regalava una carezza sempre più intima…
- Adesso Spike…vieni con me…
La ragazza fu scossa dal dolce
tremito dell’orgasmo, mentre dall’altra parte degli USA Spike faceva
altrettanto.
- Rimani con me, amore…- lo pregò
Buffy.
- Certo, passerotto…non
riattaccherò finché tu non ti sarai addormentata…
Buffy sorrise con dolcezza e si
accoccolò accanto al cellulare.
Sentire il respiro di Spike la
rassicurava.
- Ti amo…
- Anche io piccola…
13. WORKIN’ HARD
L’uomo di fronte a lei scrutava
lentamente il suo curriculum.
Buffy lo osservava silenziosamente,
con gli occhi pieni di speranza.
Diventare l’addetta alla frittura
non era la sua massima aspirazione, ma i soldi le servivano assolutamente.
Non voleva che Spike passasse
troppo tempo senza di lei, soprattutto con quella Fred che gli ronzava intorno.
Sapeva bene che il suo ragazzo era un bocconcino delizioso a cui era difficile
resistere.
- Allora…Buffy…hai già avuto
esperienze come cameriera, vedo…- disse l’uomo sorridendole.
Buffy ebbe un brivido.
Un uomo davvero viscido.
- Si, signore…ho lavorato
un’estate…- rispose lei sistemandosi i capelli dietro l’orecchio.
Era l’estate in cui sua mamma e suo
papà avevano divorziato, e lei era scappata di casa.
Non sopportava che i suoi non
stessero più insieme.
Era stata via tre mesi, finché sua
madre non l’aveva implorata di ritornare.
Suo padre Hank non l’aveva nemmeno
chiamata per sapere dov’era e come stava.
Non l’aveva mai più visto.
- Quando puoi cominciare?- disse
l’uomo aggiustandosi gli occhiali sul naso.
- Anche subito!- esclamò lei con
uno slancio d’euforia.
La bionda gli strinse la mano
sudaticcia.
- Grazie…signor Manny…- disse un
po’ disgustata dal contatto.
- Prego, mia cara…cerca Sophie…lei ti
mostrerà i tuoi compiti.
Buffy annuì e uscì dall’ufficio.
Si diresse all’entrata.
- Sophie?- chiese alla ragazza alla
cassa.
- Si? Sei la nuova arrivata?
- Si…sono Buffy Summers…- confermò
Buffy.
- Piacere Buffy! Vieni, ti do la
divisa e ti faccio vedere che schifo di posto è questo…- le disse sorridendo.
Buffy ricambiò il sorriso e la
seguì nel retro.
- Scusa se sono indiscreta, ma come
mai sei finita qui?- chiese Sophie mentre le consegnava la camicetta a righe
bianche e rosse e l’orribile cappellino.
- Ho bisogno di soldi…e qui la paga
va più che bene per me…due settimane posso anche sopportarle…- le spiegò la
bionda.
- Sono sempre troppe, credimi…se
non dovessi pagarmi l’Università, fuggirei a gambe levate…
Buffy si spaventò un po’.
Quel posto era davvero così
terribile?
Qualche ora dopo si era già data la
risposta.
Assolutamente si.
Sembrava di essere finiti in un
girone dell’inferno.
Quello della gola, popolato di
gente che s’ingozzava di quei cheeseburger pieni di colesterolo senza alcun
ritegno.
A forza di ripetere “Doublemeat è
doppia bontà. Buon appetito!” sarebbe impazzita.
E quel terribile odore di fritto la
nauseava.
Solo il pensiero che sopportando
tutto questo avrebbe rivisto Spike le dava la forza di andare avanti.
- Benvenuti al Doublemeat…cosa
ordinate?- chiese stancamente senza alzare lo sguardo.
- Un po’ di vita…- disse il cliente
con una risatina.
- Ben! Che ci fai tu qui?- esclamò
Buffy.
- Mangio…questo posto è a due passi
dall’ospedale…ma no, chi voglio prendere in giro? Sono venuto a vedere come
stavi con questo delizioso completino…
Buffy divenne rossa.
- Mi vergogno da morire…
- Perché? Ti sta un amore…
Buffy disse a Sophie che si
prendeva una pausa e sedette al tavolo con Ben.
- Oggi pomeriggio alle tre, va bene?-
disse Ben mentre mangiava l’insalata.
- Bene…spero di riuscire a
sopravvivere…- rispose lei togliendo il cappello.
Lui ridacchiò.
- Devo puzzare come una patatina
fritta…
Ben le poggiò una mano sulla
guancia.
- Andiamo, Buffy…non sarà poi così
peggio di un turno all’ospedale…io sembro appena uscito da una bottiglia di
disinfettante…
Buffy sorrise debolmente.
- Spike mi dovrà un enorme regalo…
- Sono sicuro che apprezzerà molto
la tua sorpresa…- disse Ben tornando al suo pranzo.
La bionda pensò alle labbra di
Spike che le dicevano grazie sul suo interno coscia.
Sorridendo al pensiero, salutò Ben
e tornò a prendere le ordinazioni fischiettando.
Fred aveva appena finito di
riempire i cassetti della scrivania nel suo nuovo ufficio.
Dondolandosi sulla sedia girevole,
aspettava una telefonata da suo fratello, dopo il furente messaggio che gli
aveva lasciato in segreteria la notte scorsa.
Quel dannato ragazzo l’aveva fatta
incazzare di brutto.
Finalmente il cellulare squillò.
- Che succede sorellina? Spike non
ha ceduto al tuo fascino?- disse Angel arrivando immediatamente al punto.
Fred socchiuse gli occhi.
- Non si tratta di questo. Mi ha
umiliata…
La ragazza omise il fatto che fosse
dovuta scappare a casa a causa della macchia sul suo vestito.
- Qual è il problema? Continuerai a
farti sotto con lui…non è attratto da te nemmeno un po’?- la derise il
fratello.
- Non credo di essergli del tutto
indifferente…solo che se non si toglie Buffy dalla testa è tutto inutile…
- Fallo dubitare di lei…insinua la
gelosia nel suo cuore…mai sentito parlare di Iago?- continuò Angel.
Fred ci rifletté.
- Forse non hai tutti i
torti…evidentemente ho sbagliato strategia…cercherò di guadagnarmi la sua
fiducia…e poi…
-…e poi…adieu…
La ragazza sorrise.
Qualcuno bussò alla sua porta.
- Scusa…devo andare ora…ti chiamo
io non appena c’è qualche progresso…- disse Fred interrompendo la telefonata.
- Avanti…- disse poi sistemando gli
occhiali sul naso.
Spike fece capolino.
Fred decise di non fare alcun
riferimento alla sera prima.
Sarebbe stato controproducente
scusarsi.
Meglio ignorare.
- Buongiorno…hai tempo quattro ore
per preparare la tua prima lezione. Ecco il programma che dovrai portare a
termine. In segreteria ti consegneranno l’orario delle lezioni e le aule. Buon
lavoro…- elencò lei sbrigativamente senza degnarlo di uno sguardo, mentre
consultava dei registri.
Spike rise scrollando la testa.
- Caspita che informalità…ieri sera
sembravamo molto più intimi…- disse con sarcasmo.
Fred lottò con se stessa per non
urlare contro di lui.
Deglutì lentamente, lo guardò e
sorrise amichevolmente.
- Si è trattato di uno spiacevole
episodio causato dallo champagne…
- Di solito l’alcool fa calare il
desiderio…tu devi essere un’eccezione…- continuò lui col suo tono strafottente.
- Cerchiamo di dimenticare, ok? Ho
parecchio lavoro da sbrigare adesso, quindi…- tagliò corto lei.
Spike alzò le mani in segno di resa
e si diresse all’uscita.
- Come vuole, capo…
- Spike…- lo richiamò lei.
Lui si voltò, trafiggendola con i
suoi occhi azzurri.
- Pranziamo insieme? Offro io…
- Perché no? A dopo, Fred…- accettò
lui con un sorriso.
Appena fu uscito, la ragazza si
abbandonò sullo schienale della sedia, allentando la tensione.
Quell’uomo la faceva sentire a
disagio.
Ma la musica sarebbe cambiata
presto.
Spike chiuse la porta dietro di se
divertito.
Adorava mettere Fred in difficoltà.
Diede un’occhiata al programma.
- Per l’inferno maledetto!- esclamò
vedendo l’enorme mole di lavoro che doveva svolgere in quattro ore.
Quella stronza si era vendicata.
L’avrebbe sistemata per le feste a
pranzo.
Voleva giocare?
Perfetto.
Se aveva un debole per lui, avrebbe
usato quest’attrazione per fargliela pagare.
L’avrebbe fatta desiderare di non
averlo mai incontrato.
Avrebbe capito quanto era
pericoloso scherzare col fuoco.
Sentì riaffiorare prepotentemente
in lui il vecchio Spike, quello che si divertiva a tormentare le proprie
vittime usando la loro passione contro di esse.
Lui sarebbe stato il frutto
proibito che Fred non avrebbe mai colto.
Voleva vederla bruciare dal
desiderio, implorarlo di toccarla.
E lui non avrebbe mai lenito le sue
sofferenze.
Si sentì eccitato al pensiero della
sfida, ma allo steso tempo la reazione del suo corpo lo terrorizzò.
Cercò di scacciare quei cattivi
pensieri pensando a Buffy.
Il suo piccolo raggio di sole
l’avrebbe protetto dalle ombre della sua anima.
Buffy raggiunse Willow alla mensa
dell’Università durante la pausa pranzo.
La bionda aveva appena finito il
turno al fast-food e aveva qualche minuto prima di raggiungere Ben.
Willow stava chiacchierando
vivacemente con Tara e Anya.
- Buongiorno a tutte…- disse Buffy
lasciandosi cadere pesantemente sulla sedia.
Anya storse la bocca.
- Dio Buffy, ma da dove vieni?
Puzzi terribilmente…
La ragazza le rivolse un sorrisino
sarcastico.
- Grazie…tu sì che sei una vera
amica…
Willow annusò l’aria.
- Non ha tutti i torti…sei stata
chiusa dentro una friggitrice?
Buffy sbuffò.
- Più o meno. Ho un lavoro al
Doublemeat.
Le tre ragazze inorridirono.
- E perché?- chiese Tara.
- Voglio mettere qualche soldo da
parte per poter andare a New York tra due settimane…
Willow sospirò estasiata.
- L’amore è…
- Ah no, Will…risparmiaci le tue
massime da gattina in calore…dov’è Oz?- la interruppe Anya.
La rossa sembrò abbattuta, ma si
riprese subito.
- E tu Xander dove l’hai nascosto?
Nei pantaloni?
Tara e Buffy seguivano interessate
il battibecco.
- Già! Quando volevi dirci che
stavate insieme? Con le partecipazioni del matrimonio?- esclamò Buffy
divertita.
Anya fece spallucce.
- Ero convinta che fosse gay.
Quando ha visto Spike per la prima volta sembrava estasiato. E invece mi ha
convinta del contrario. Occhi da bavosa è una macchina da sesso…
- Dai! Non voglio rovinarmi il
pranzo con l’immagine di te e Xander che…brrr! Lo conosco dalle elementari!-
esclamò Willow.
Anya si concentrò su quello che
avrebbe dovuto essere del brodo vegetale.
- Non è solo sesso tra noi…
Le altre sgranarono gli occhi.
- Cosa?!?! Vuoi vedere che Anya si
è innamorata?- disse Buffy incredula.
- Ehy! Non ho mica il cuore di
pietra!- esclamò Anya piccata - Sono felice…
- Ora abbiamo un’ultima missione da
portare a termine…- dichiarò Willow.
Buffy e Anya si voltarono verso
Tara, che sentendo gli sguardi fissi su di lei, arrossì.
- Oh no! Io non…
Ma era troppo tardi.
- C’è qualcuno che ti piace?-
chiese Anya.
Tara, in evidente imbarazzo, teneva
lo sguardo basso, farfugliando parole incomprensibili.
- Potrei presentarle Ben…è davvero
affascinante…- disse Buffy pensierosa.
- Ben?- domandò Willow curiosa.
Buffy ridacchiò.
- Tu lavorerai anche col professor
Walsh, ma sicuramente lui non ha il sederino sodo del mio collega di ricerca…
Anya spalancò la bocca.
- Cielo! E’ la prima volta che ti
sento fare apprezzamenti su un uomo da quando stai con Spike!
La bionda rimase un attimo
interdetta.
L’amica aveva ragione.
Ben le piaceva davvero molto, e se
non ci fosse stato Spike, forse…
- Che c’entra? Ho ancora gli occhi
per guardare!- si difese lei.
E questo non significava che stava
dimenticando Spike.
Anzi, non averlo accanto faceva
crescere il suo sentimento a dismisura.
Adesso sapeva che non poteva vivere
senza di lui.
Però guardare non era peccato…
Tara tirò un sospiro di sollievo.
Sembrava che il discorso sul suo
possibile fidanzato fosse stato dimenticato.
- Come sta Wes?- le chiese Willow
interrompendo i suoi pensieri.
- B-bene…ha trovato un appartamento
a Manhattan, un attico enorme…mio fratello è terrorizzato all’idea che qualcuno
possa entrare in casa sua…al trentesimo piano si sente tranquillo!
Buffy sorseggiò il suo caffè.
- Ti sei divertita allora…mentre tu
tornavi da New York, Spike andava…che tristezza…- disse poi piombando nella
malinconia.
- Potresti chiedere a Wes di
ospitarti quando andrai da Spike, no?- propose la rossa con entusiasmo.
Wes era partito da Sunnydale quando
loro si erano iscritte all’Università.
Aveva trovato lavoro come agente di
borsa.
Andare a Wall Street era sempre
stato il suo sogno e la sua laurea in Economia parlava per lui.
Era un genio della finanza.
Prima era un membro fisso del loro
gruppo, ma da quando si era trasferito, tornava molto di rado.
Mancava molto a tutti loro,
specialmente a Tara, che era sempre stata abituata a vivere con lui da quando i
loro genitori erano morti.
Era sempre felice quando lo andava
a trovare, ma questa volta in modo particolare.
- Non divaghiamo! Allora Tara…non è
possibile che non t’interessi nessuno!- esclamò Willow.
La ragazza arrossì violentemente.
- In realtà…si…c’è qualcuno…-
ammise finalmente.
Anya e Willow si scambiarono uno sguardo
complice.
- E chi è?- chiese Anya
avvicinandosi a Tara.
La bionda cacciò l’aria sognante
dagli occhi.
- No…non voglio dire niente…devo
capire molte cose a riguardo.
Finalmente intervenne anche Buffy.
- Non c’è niente su cui ragionare
quando si parla d’amore…fai ciò che senti…
Le altre annuirono d’accordo.
- Anche se non so chi sia questa
persona, spero davvero che si accorga di te e di quanto tu sia meravigliosa…-
le disse Willow abbracciandola con tenerezza.
Gli occhi di Tara brillarono.
- Mi dispiace interrompere questo
bel momento, ma devo proprio andare…- disse Buffy alzandosi pigramente.
- Dovremmo fare una serata di sole
ragazze…tipo un pigiama-party…- propose Willow.
Anya la guardò ironicamente.
- Una di quelle feste in cui ci si
fanno le maschere di bellezza, le unghie, ci si racconta segreti inconfessabili
e si mangia schifezze fino a scoppiare?
La rossa annuì.
- Bene. Ci sto…- confermò alla
fine.
Buffy si allontanò correndo.
- Sono in ritardo spaventoso! Ci
vediamo stasera da te Will…decidete per la girls-night e fatemi sapere
qualcosa, ok? Ciao a tutte!
- Quella ragazza stramazzerà a
terra morta prima o poi…- disse Anya scuotendo la testa.
Willow ridacchiò.
- Il pensiero di riabbracciare
Spike le dà la carica meglio di una pila…
Anche Tara si alzò dal tavolo.
- Scusate, ma devo andare a
studiare…ci vediamo stasera, ok?
Anya e Willow la salutarono e
ripresero a chiacchierare animatamente.
La ragazza, con i libri in mano, si
diresse al dormitorio, nella sua stanza.
Si buttò sul letto ricominciando a
fantasticare.
Era da quando era tornata da New
York che non aveva smesso di pensarci un minuto.
- Tara, vorrei presentarti una
persona…- aveva detto Wes appena aveva messo piede nel suo appartamento.
Lei aveva sbuffato. Era stanca del
viaggio e si sentiva orribile.
Si sforzò di sorridere
amichevolmente.
Non voleva sembrare scortese alla
possibile ragazza di Wes o al suo coinquilino.
Quando l’aveva vista, il suo cuore
aveva smesso di battere.
- Lei è la mia coinquilina!
Rimase turbata nel rendersi conto
che provava ancora attrazione per le donne.
C’era stato un periodo, quando era
alle superiori e aveva conosciuto Willow, in cui era certa di essere lesbica.
Si era innamorata perdutamente
dell’amica, ma non gliel’aveva mai confessato.
L’aveva amata in silenzio, perché
sapeva di non avere speranze con lei.
Dio, era stato così difficile
starle vicino e non poterle gridare quanto fosse importante per lei.
Alla fine aveva cominciato ad
uscire con qualche ragazzo, solo per non pensare a Willow.
Aveva conosciuto Warren e aveva
dimenticato la rossa, ma poi con lui era finita.
E dopo aver avuto nel cuore due
persone l’uno l’antitesi dell’altra, era rimasta da sola.
Fino a quando quella ragazza dai
lunghi capelli castani e i grandi occhi scuri non aveva fatto capolino nella
sua vita.
Si chiedeva se lei avesse provato
le sue stesse sensazioni nel vederla.
Insieme avevano passato due giorni
fantastici.
E alla fine si erano scambiate i
numeri di cellulare.
Tara non voleva assolutamente che
finisse come con Willow.
Questa volta si sarebbe fatta
avanti.
Avrebbe voluto tanto parlare con
qualcuno dei suoi sentimenti, ma non era ancora pronta per l’outing.
A quel punto, Willow avrebbe capito
tante cose, e lei avrebbe dovuto darle altrettanti chiarimenti.
E tutti gli altri?
Come l’avrebbero presa?
L’avrebbero evitata? Etichettata
come “diversa”?
Con tutti questi pensieri che le
affollavano la mente, chiuse gli occhi, immaginando di essere tra le braccia
della sua fata.
Fred aspettava Spike al ristorante
di fronte alla Facoltà.
Picchiettava nervosamente le dita
sul tavolo.
Riflettendoci bene, quell’insolente
era l’ultima delle sue preoccupazioni.
Era nervosa in quei giorni.
Sentiva l’agitazione scorrerle
nelle vene.
Il suo cellulare squillò.
“Se è quell’idiota ossigenato che
mi dà buca, questa volta non gliela farò passare liscia…”
- Sto arrivando…- le disse Spike
dall’altra parte.
Dieci minuti dopo, il ragazzo era
lì.
Indossava il solito sorriso
strafottente.
- Scusa il ritardo, ma qualcuno mi
ha dato un lavoro chilometrico da fare…
Lei ricambiò il sorriso con
sarcasmo.
- Qui si lavora duro, se non
l’avessi capito…
- Non preoccuparti…i miei studenti
avranno la loro lezione…- disse lui strizzandole l’occhio.
Fred strinse con rabbia il menù fra
le mani.
Possibile che niente riuscisse a
metterlo in difficoltà?
- Cosa prendi?- chiese lei
cambiando discorso.
- Offri tu, giusto? Ordina te per
entrambi allora…
Fred fu ancora più infastidita.
La stava provocando.
- Appena finirai le tue lezioni,
raggiungimi in ufficio…devi aiutarmi con un lavoro…
Lui annuì.
Il resto del pranzo restarono in
silenzio.
Fred pagò il conto e all’uscita lui
le tirò un’altra frecciatina.
- Grazie per la compagnia, Burkle.
E’ stato piacevole conversare con te!
La ragazza lo fissò seria.
- A dopo…- lo salutò andandosene
con passo veloce.
Spike inclinò il capo di lato
mentre la vedeva sparire nel palazzo degli uffici.
Era divertente farla arrabbiare.
Fischiettando, si avviò in aula con
i libri.
Intanto avrebbe mandato un sms a
Buffy.
- Odioso pezzo di merda…- farfugliò
Fred una volta raggiunto il suo ufficio.
Aprì la borsetta e tirò fuori un
flacone di pillole.
I suoi ansiolitici avrebbero
calmato l’arrabbiatura e il cerchio alla testa.
Desiderava ardentemente una delle pasticchette
magiche che Faith le dava sempre.
Era da quando aveva smesso di
uscire con lei che non faceva uso di droga, ma non era passato giorno che non
ci pensasse.
Anzi, no.
C’erano stati un paio di giorni in
cui non il pensiero non l’aveva sfiorata, e in cui non aveva preso neanche il
suo adorato Xanax.
Era stata così in pace con sé
stessa…tutto grazie a lei.
Prese il cellulare e chiamò a casa.
“Salve! In questo momento io e Fred
non ci siamo…lasciate un messaggio e vi richiameremo…”
- Wes? Stasera non torno a
cena…lavoro fino a tardi…ci vediamo domani mattina, ok? Un bacio…
Si abbandonò sulla poltrona
pensierosa.
Tara…la ragazza più dolce del
mondo…
Sorrise pensando a lei.
Buffy era entrata nella stanza di
Willow e aveva richiuso la porta dietro di sé come se qualcuno la stesse
inseguendo.
La rossa la guardò spaventata,
andando verso di lei e guardando furtiva nello spioncino.
- Cosa succede? Un maniaco?
La bionda scoppiò a ridere.
- Ma no, Will!!! Voglio solo
lasciarmi alle spalle questa giornata interminabile…sono così stanca e
depressa…- disse lasciandosi cadere sul letto dell’amica.
Willow spense la radio e si
accomodò su un grande cuscino.
- Che ne dici se chiamo Tara e Anya
e le avverto di portare alcolici e prodotti di bellezza?- chiese poi con occhio
vispo.
Buffy la smascherò subito.
- Oz non c’è stasera, vero?
La rossa chinò il capo e fece segno
di no.
- Noiosa cena di famiglia…
La bionda finse di prendersela.
- Bene!! Così le tue amiche sono
dei comodi tappabuchi!!! Ma brava!
Willow diventò del colore dei suoi
capelli.
- Ma no…solo che…ecco…
- Dai, Will!! Stavo scherzando!- la
tranquillizzò Buffy.
La ragazza sorrise rilassata, e poi
si portò la mano sulla bocca e cominciò a mormorare.
- Secondo te di chi è innamorata
Tara?
Buffy le prese la mano e gliela
fece abbassare.
- Scusa, ma chi pensi che possa
sentirti?- chiese con tono normale.
- Hai ragione…e comunque?
Buffy ci pensò qualche minuto.
- Warren? Magari un ritorno di
fiamma…- ipotizzò alla fine.
- Forse…ma no! E’ passato un secolo
e Warren si è trasferito in Canada, ricordi?
- Già…è vero…
Le due amiche furono interrotte da
due leggeri colpi sulla porta.
- Impara Buff…si entra così nelle
case degli altri…- la prese in giro Willow– Avanti!
Tara entrò portando quattro pizze e
il suo dolce sorriso.
- Svelta Will! Telefona ad Anya e
dille di passare a comprare gli alcolici! E di portare quelle sue melmose
maschere verdine per il viso!- esclamò Buffy aiutando Tara col cibo.
- Ne riparliamo un altro giorno…di
quel discorso di prima…- le bisbigliò Willow all’orecchio.
- Che discorso?- chiese Tara,
sentendo.
Buffy fu lesta a salvare la
situazione.
- Il tuo regalo… per Natale,
sai…meglio pensarci prima a queste cose!
Tara, ancora un po’ sospettosa,
sembrò crederci.
Mezz’ora dopo Anya era arrivata con
un rifornimento di bottiglie da far paura ad un bar.
- Allora…abbiamo tequila, vodka e
rhum…soddisfatte?- esclamò tirando fuori le bevande.
Tara arraffò una bottiglietta di
succo di pera.
- Io bevo questo!
Ma Anya gliela strappò di mano.
- No cara! Questa serve per il
rhum, e tu berrai alcool stasera!
Buffy alzò gli occhi al cielo
ridendo.
- Ok…chiamo a casa per avvertire
che non torno a dormire…spero di essermi ripresa per domani sera, altrimenti mi
licenziano…e per fortuna che non devo lavorare con Ben…
Willow aveva già spalmato la
maschera sul viso di Tara, e Tara aveva fatto altrettanto sull’amica.
- Guardate!! Sembra la moglie di
Shrek!!- esclamò la bionda con la sua risata argentina guardando la rossa.
Le altre si unirono a lei.
- Da oggi ti chiamiamo Fiona!-
esclamò Buffy indicandola e rotolando per terra.
- Un sorriso per la stampa!-
strillò Anya con la fotocamera digitale in mano.
- Grazie ragazze! Mi avete appena
dato dell’orco!- si lamentava Willow.
Buffy tolse la macchina di mano ad
Anya.
- Fai vedere com’è venuta…OH MIO
DIO!!- urlò lasciandola cadere sul letto.
Tara e Willow si avvicinarono,
urlando a loro volta.
Intanto Buffy aveva attaccato a
ridere come una pazza.
- Quello…quello era…Xander…vestito
da…zorro!!!- ripeté un paio di volte incredula.
- Anya, ma che diavolo fate in
camera da letto?!?- esclamò Tara sbalordita.
Willow sembrava caduta in trance.
- Ho visto il pene di Xander…oh
cielo! IO HO VISTO IL PENE DI XANDER!!
- Su Willow! Sarà un pene come
tutti gli altri! Oz non ce l’ha?- le disse burbera Anya riprendendosi la
fotocamera.
Willow la guardò spaventata.
- Si…ma…ma…
Tara le diede un bicchiere.
- Bevi Will…lasciatela stare…ora si
riprende…- spiegò la bionda mentre teneva il bicchiere premuto sulle labbra
della rossa.
- Che le hai dato?- chiese Buffy
annusando l’aria.
Willow cadde all’indietro.
- Rhum puro…- biascicò con uno
strano sorriso in volto.
Tara portò una mano alla bocca.
- Perdonami!! Pensavo fosse acqua!!
Anya aveva attaccato la vodka,
bevendo direttamente dalla bottiglia, e poi la passò a Buffy.
- Aspetta…chiamo Spike prima…-
disse alzandosi.
Prese il telefono e si chiuse in
bagno.
- Ciao, amore…- la salutò lui.
- Ciao, piccolo…dove sei?
- In ufficio…lavoro fino a tardi…
- Con…lei?- chiese la bionda a denti
stretti.
- Ehmm…si…ti amo!- disse lui,
sentendola contrariata.
Buffy si addolcì.
- Stasera hai in programma
qualche…premio?- azzardò lui con un luccichio negli occhi.
- Dormo da Willow…mi dispiace…-
disse affranta lei.
- Serata tra donne, uh?
- Si!
- Allora fai la brava e non bere
troppo, ok?
- Promesso! Ti amo…
- Anche io, passerotto…a domattina…
- Beh…allora ne approfitto per
chiamare Oz…- disse Willow uscendo dalla stanza.
- E io do la buonanotte a Xander…-
concluse Anya seguendo la rossa.
Tara era rimasta sola.
Chi doveva chiamare lei?
Si guardò intorno, in attesa.
Magari un messaggino…
Con un sorriso, prese il cellulare
e digitò velocemente sui tasti.
Poi cancellò, scuotendo la testa.
No. Troppo audace mandare un
messaggio.
Optò per lo squillo. Meno
implicazioni.
Però faceva capire che la stava
pensando.
Ottima soluzione.
Emozionata, attaccò il telefono
all’orecchio, aspettando il momento giusto per riattaccare.
Qualche minuto dopo Fred ricambiò
con un lungo squillo.
Per un momento fu presa dal panico,
pensando che la stesse chiamando.
Ma il cellulare smise di suonare.
Forse era il momento del messaggio.
Mentre stava per inviarlo, Anya e
Willow rientrarono.
Con un po’ malinconia, pigiò ancora
il tasto delete.
Sarebbe stato per un’altra volta.
- Dov’è Buffy? Sta ancora tubando
col dio greco platinato?- chiese Anya.
Willow non poté fare a meno di
notare un barlume di lussuria.
Tara le lanciò uno sguardo
complice.
- Stasera usciranno fuori un sacco
di altarini…- disse Tara guardando Anya.
Prima che Anya potesse rispondere
Buffy riemerse dal bagno.
- Signore…che la festa abbia
inizio!!- annunciò con un inchino, applaudita dalle altre.
Fred sbuffava arieggiandosi con un
foglio di carta.
Il telefono di Spike aveva
squillato e lui, con un sorriso a trentadue denti, era uscito dall’ufficio
senza dire parola. Quando la sua sciacquetta chiamava, lui correva
scodinzolando.
Prese i capelli fra le mani e li
raccolse in una coda.
Odiava lavorare fino a tardi.
Riordinò la scrivania, e mentre
riesaminava alcune fatture, il suo cellulare vibrò.
Con curiosità, scrutò il display.
Tara.
Sentì la tensione e la stanchezza
scivolarle via di dosso.
Forse avrebbe dovuto
chiamarla…aveva voglia di sentire la sua voce.
Avviò la chiamata, mentre Spike
ancora parlando al telefono, rientrava.
Lei fulminea spense il cellulare.
- Ho interrotto qualcosa?- chiese
Spike notando i suoi movimenti.
Fred ridacchiò tesa.
- Ti sarebbe dispiaciuto?
Il biondo la fissò senza
espressione.
- No.
- Perché devi essere così cafone?
Mi conosci da un giorno e mi tratti come se fossi l’ultima stronza del
pianeta!- esclamò lei offesa.
- Tu continui a provarci, e a me da
fastidio!- rispose Spike con lo stesso tono.
- Hai paura di cedermi?- lo provocò
ancora Fred.
Spike soppresse un moto di stizza.
- Non ti sopporto!
La ragazza ci rimase di sasso.
Tutto si aspettava tranne
un’affermazione così diretta.
Spike non sembrava minimamente
turbato.
Aveva solo detto ciò che pensava.
Si alzò dalla sedia e chiuse la porta
con due mandate, e buttò la chiave dalla finestra.
- Adesso sarai obbligato a
sopportarmi…- disse semplicemente con un sorrisino.
Il biondo, furente, le si parò
davanti, il suo volto a pochi centimetri da quello compiaciuto di Fred.
- Spero per te che tu abbia una
chiave di riserva…
Lei divertita disse di no.
Spike, con movimenti rapidi era già
al telefono che chiamava la portineria delll’edificio.
- Non ti risponderà nessuno…sono le
dieci passate…- gli disse Fred sedendo dietro la scrivania tranquilla.
Lui sbatté la cornetta con rabbia.
- Non c’è problema…chiamo i
pompieri…
“Ragazzo pieno d’inventiva…” si
disse Fred.
- Sei così preoccupato di passare
la notte con me? Non mordo sai? Sempre che tu non lo voglia…- lo prese in giro
lei.
Spike la ignorò, concentrato sulla
sua chiamata di soccorso.
- Maledette segreterie!! ”La
preghiamo di attendere…”! Intanto posso anche bruciare vivo!- borbottò il
biondo.
- Nessuno corre in tuo soccorso? Io
comincerei con lo scegliere un posticino dove dormire…- continuò la ragazza
giocando con una penna.
Spike sbuffò.
Lei gli sorrise.
L’avrebbe strangolata volentieri.
Si accomodò sulla sua sedia e
incrociò le mani sul tavolo.
- Allora…cerchiamo di trovare un lato
positivo a questa faccenda. Magari potrà servirci per capirci meglio e
trasformare questa…cosa in un’amicizia…vuoi?
Lei rise buttando la testa
all’indietro.
- Non voglio uno psicanalista…ho
già il mio…e queste…- disse frugando nel cassetto.
Spike attese, mentre Fred cercava
sempre più ansiosa.
Si alzò e aprì nervosamente la sua
borsetta.
- Dove diavolo le ho messe…-
ripeteva sempre più velocemente.
Corse nel suo bagno privato.
Ne riemerse con un flaconcino, che
suonava a vuoto nonostante lo agitasse come una maracas.
- Ho finito le mie pillole…come ho
potuto dimenticare di ricomprarle?
Il biondo la guardò incuriosito.
- Che roba era? Moment Rosa?-
scherzò.
Vedendo lo sguardo disperato della
ragazza, tornò serio.
- Perdonami, Fred…era qualcosa di
importante?- chiese con una punta di preoccupazione.
Pregò tutte le divinità che non si
trattasse di insulina o di qualche altra medicina fondamentale per la sua
sopravvivenza.
- I miei ansiolitici…ne ho bisogno…
I suoi occhi erano grandi e
impauriti.
- No che non ti servono. Una
ragazza di carattere come te non ha bisogno di quelle schifezze…- rispose lui
con tono dolce.
Gocce di sudore imperlavano la
candida fronte di Fred.
- Lasciami in pace…quei dannati
pompieri non rispondono?
Spike la fece sedere.
- No…così prima di fare stronzate
ci pensi due volte la prossima volta…- la sgridò lui benevolmente.
Sembrava stanca adesso, lei che
fino a pochi minuti prima era stata così sagace.
Se ne stava raggomitolata sulla
poltrona, con il viso nascosto tra le braccia, incapace di pensare a
nient’altro all’infuori delle sue pasticche magiche.
- Perché le prendi?- chiese lui
cercando di farla parlare.
Lei alzò il viso, con le lacrime
che le scendevano copiose sulle guance arrossate.
- Perché fai domande così idiote?
E subito riabbassò il capo.
Spike si appoggiò alla scrivania.
- Anche io un tempo non vivevo
senza la mia brava sigaretta di crak, sai?- disse con tranquillità.
Lei non si mosse dalla sua
posizione.
- Io non sono una drogata…
- Ah no?- chiese Spike sollevando il
sopracciglio.
Lei scosse la testa
impercettibilmente.
- Quando avevo voglia di fumare, il
pensiero della mia ragazza mi faceva passare ogni crisi…il suo viso affranto se
avesse saputo della mia mancanza di volontà mi avrebbe spaccato il cuore…
Spike sospirò e non ricevendo alcun
segno continuò.
- Quello che voglio dire, è che
avrai sicuramente un incentivo che ti eviti di prendere quelle medicine…
Il ragazzo sollevò il mento di Fred
e la costrinse a guardarlo.
- Allora?- chiese con dolcezza.
- Perché fai tutto questo per me?
Hai detto che non mi sopporti…- rispose lei.
Spike rise accarezzandole la
guancia.
- Non ti sopporto quando provi ad
infilarti nei miei pantaloni…per il resto non sei malaccio…
Lei finalmente sorrise, ma i suoi
occhi erano ancora colmi di lacrime.
- Si. C’è qualcuno…- ammise poi
tirando su col naso.
- Non dirmi che sono io perché se
no ti faccio ingurgitare l’intero dannato flacone…- la avvertì Spike
scherzando.
Lei piegò la testa di lato.
- Non essere così egocentrico,
Darcy…
Si strinse nella sua giacca e
poggiò il volto sul petto di Spike.
-…ma adesso ho tanto bisogno di un
abbraccio consolatorio…per favore…- chiese piano.
Spike non fu in grado di dirle di
no, e la strinse a sé.
Sarebbe stata una strana e lunga
notte.
Anya rise soddisfatta mentre Willow
rimaneva in reggiseno.
- Lascia perdere Rosemberg! Il
poker non è gioco per te!- esclamò buttando giù l’ennesimo sorso di vodka.
La rossa rispose con un grosso
singhiozzo e poi scoppiò a ridere a sua volta.
- Basta…non voglio più giocare…-
disse Buffy col broncio lanciando le carte in aria.
Tara si riempi un bicchiere di
tequila.
Ancora capiva chi era e cosa stava
facendo a differenza delle sue amiche, ma si sentiva piacevolmente brilla.
Un’intensa sensazione di calore ed euforia l’avvolgeva e la faceva ridere per
ogni cosa.
Delizioso.
- Facciamo il gioco della verità…-
propose Buffy.
Tutte approvarono l’idea.
- Comincio io…- disse Anya
riempiendo un altro bicchiere.
Buffy protestò.
- Uffa…tanto sappiamo tutte dove
andrai a parare…
Anya la zittì.
- Silenzio! Il posto più strano in
cui l’avete fatto…
- Ecco…appunto…- sbuffò Willow.
- Devi essere malata!- esclamò
Buffy ridendo.
- Il sesso è vita, piacere…tanto
piacere…perché non condividere le informazioni? Ognuna di noi potrà migliorare
con le esperienze delle altre…sarà istruttivo! E i nostri uomini ci
ringrazieranno…garantito!- disse Anya alzandosi in piedi per dare maggior
solennità al suo discorso.
- Quindi…viva il sesso!- concluse
alzando il bicchiere per un brindisi.
Le quattro amiche risposero con
allegria facendo tintinnare i calici.
- Io nel bagno del mio vecchio
liceo…quell’Olaf era un diavolo! Adoravo gli scambi con scuole straniere…-
ridacchiò Anya.
Le amiche approvarono l’audacia con
un urlo.
- Letto dei genitori di Warren…-
rivelò Tara.
Le altre la guardarono silenziose.
-…con i genitori in salotto!-
concluse nascondendo il viso tra le mani.
Altro urlo d’approvazione.
- Il furgone di Oz è comodissimo…-
ammise Willow con espressione seria.
Un grido ancora più forte del
precedente.
Tutte si voltarono verso Buffy,
rimasta taciturna.
- Forza bionda! Quant’è fantasioso
il tuo uomo??- chiese Anya interessatissima.
Buffy cominciò a ponderare le varie
opzioni a sua disposizione.
Poi, un po’ timidamente parlò,
certa di vincere la sfida.
- Avete presente il Bronze, vero?
- I bagni non valgono…già detti…-
la avvertì Willow.
- Fatemi finire!! Allora…
Le amiche la incalzavano e Buffy lo
disse tutto d’un fiato.
-
SullabalconatadelBronzeduranteilconcertodeiDingoes!!
Le altre stralunarono gli occhi
rimanendo a bocca aperta.
- Dichiaro vincitrice assoluta
Buffy Summers!- annunciò Anya alzandole il braccio.
- Il tuo premio!- disse Willow
consegnandogli la bottiglia di rhum.
Buffy la guardò e poi l’alzo al
cielo.
- Al mio focoso Spike!
Le altre risposero al brindisi.
- Cin!
Anya si fece pensierosa.
- Deve essere un mostro a letto
Spike, uh?
Buffy sentì la sua voce calda
sussurrarle nell’orecchio.
“Ti piace ciò che ti faccio, vero?”
Le sue mani la stavano percorrendo
bramose, soffermandosi sui piccoli seni già eretti.
“Si, amore…sono tua…solo tua…”
Avvertiva la lingua di lui
assaporare la sua femminilità, già pronta per accoglierlo.
Lei gridava dal piacere sotto il
suo tocco, mentre lui le diceva ti amo immerso tra le sue cosce frementi.
E poi finalmente lo sentiva dentro,
muoversi sempre più rapido finché…
- Buffy! Sei tra noi?
Tara la riportò con i piedi per
terra.
- Si…- sospirò infine rispondendo
ad Anya, cercando di ignorare le sue mutandine completamente bagnate.
Verso le quattro erano tutte
stramazzate a terra, dopo che Willow era scappata in bagno a fare i conti con
la tequila, seguita a ruota da Anya.
Buffy dormiva profondamente stretta
a Tara, mentre Anya si era accasciata sopra una Willow in coma.
La festa era finita.
Fred se ne stava seduta sul
pavimento silenziosamente, con la schiena poggiata al muro.
Stava osservando Spike dormire, col
suo cappotto di pelle sotto la testa come cuscino.
Il suo respiro era regolare e dall’espressione
sembrava che stesse facendo un bel sogno.
Adesso si chiedeva perché Angel
fosse pieno di rancore verso di lui.
Ma soprattutto, perché avesse
voluto coinvolgere anche lei, costringendola a mettersi tra il biondo e la sua
fidanzata.
Era un bel ragazzo, questo era
fuori d’ogni dubbio, e le faceva venire voglia di fare l’amore con lui ogni
volta che sentiva il suo sguardo posarsi su di lei.
Ma era stanca.
Stanca di tutti quei rapporti
sbagliati che aveva avuto, basati soltanto sull’attrazione fisica.
Voleva innamorarsi. E voleva essere
amata.
Spike si voltò, emettendo un
leggero sospiro.
Sembrava un angelo. Almeno sapeva
com’era il suo viso quando non indossava quel ghigno compiaciuto.
Con un dito gli sfiorò le labbra.
Non voleva più fargli del male.
Angel si sarebbe arrabbiato, ma non le importava.
Si distese accanto a lui, il viso
contro il suo petto.
Il profumo di Spike la inebriava.
Il ragazzo aprì un occhio. Non era
bene che dormisse così attaccata a lui.
Stava per chiederle gentilmente di
farsi più in là, quando la sentì singhiozzare.
Le accarezzò i capelli, cercando di
consolarla.
- Sto male, Spike…- gemette ancora
più disperata.
Spike si tirò a sedere, prendendola
tra le braccia.
- Fred…ascolta…smetti di piangere…
- Non posso…non ce la faccio…
Spike le sollevò il viso.
- Questo non è vero. E tu lo sai.
Non è solo la tua medicina, vero?
Fred lo guardò e riprese a
piangere.
- Io non sono cattiva…
- E chi lo ha mai detto? Vuoi
parlarne con me? Ti farà bene sfogarti…- la incalzò Spike.
Forse aveva davvero bisogno del suo
ansiolitico. Sembrava una vera e propria crisi di panico.
Lei si allontanò da lui e si stese
sul pavimento, fissando il soffitto.
Sembrava essersi calmata.
Con un dito disegnava grandi cerchi
nell’oscurità.
Spike, indeciso su come
comportarsi, la lasciò fare.
- Vorrei tanto averti conosciuto in
un altro momento…- disse lei infine rompendo il silenzio- Se tu non avessi
avuto Buffy e io…non fossi così fuori di testa…
Il biondo serrò la mascella.
- Come sai che la mia ragazza si
chiama Buffy?
Fred si morse un labbro.
Dio, come aveva potuto essere così
stupida…
- Me l’hai detto tu…- rispose con
semplicità.
Meglio non nominare lo scomodo
fratellino e il suo piano sciagurato. Almeno per ora.
Spike sembrò persuaso.
Fred tirò un sospiro silenzioso.
- Scusa per la chiave e tutto
questo casino…- disse poi.
- Non preoccuparti. Cerca di
riposare ora…
La ragazza si avvicinò timidamente.
- Posso…starti vicino?
Il biondo la accolse tra le
braccia.
Voleva aiutarla. Gli ricordava
tanto lui nel suo periodo peggiore.
- Sai, Spike…vorrei tanto che tu la
conoscessi…- sussurrò.
- Chi?- chiese lui incuriosito.
- La mia fata…- sorrise lei prima
di addormentarsi.
Il ragazzo appoggiò la nuca alla
parete e chiuse gli occhi.
Sembrava che le situazioni di merda
se le cercasse col lanternino.
O forse erano loro a cercare lui?
Guardò la creatura stretta a lui.
Nella sua pazzia, Fred era perfetta.
Da quando lo aveva conosciuto, non
aveva fatto altro che cercare di infilarsi nel suo letto, e adesso diceva di
essere innamorata di una fata…
Non importava…chiunque fosse,
bastava che non s’interessasse più a lui.
I suoi pensieri volarono a Buffy.
Avrebbe venduto l’anima per poterla
avere tra le sue braccia in questo momento.
Buffy si risvegliò con un terribile
mal di testa.
- Oh Dio…mi sento uno schifo…-
disse stiracchiandosi.
Si guardò intorno, con gli occhi
ancora appannati.
Anya e Willow erano ancora
profondamente addormentate. Anya russava come un trombone.
- Buongiorno…- bisbigliò Tara
porgendole un cornetto e una tazza di caffè.
Buffy sorrise, felicemente sorpresa
dal gesto.
- Come fai ad essere così in forma
dopo una notte di bagordi? Io mi sento uno straccio sbattuto…- si lamentò poi
cercando di aggiustare i capelli scompigliati.
Tara alzò le spalle.
Poi si fece stranamente seria.
- Posso chiederti una cosa?
Buffy annuì.
- Posso accompagnarti a New York?
Non farò il terzo incomodo, lo giuro!- esclamò la bionda tutto d’un fiato.
- Per me non c’è problema…anzi, mi
farebbe piacere…ma…come mai, se non sono indiscreta?- azzardò Buffy, ancora
stupita della strana richiesta.
Tara arrossì.
- Ecco…io…
- Ho capito! Il tuo ragazzo abita
lì vero??- la interruppe la bionda.
Tara tentennò.
Si chiese se non fosse il caso di
approfittarne per dire a Buffy di essere lesbica.
Un primo passo nello sconosciuto
mondo dell’outing.
- No!! Wes non se la passa molto
bene…e volevo stargli vicino…- mentì.
Buffy la guardò preoccupata.
- Spero non sia nulla di grave…
- Oh no! Problemi sentimentali!- si
affrettò a tranquillizzarla.
Forse durante il viaggio avrebbe
trovato il coraggio di confidarle tutto.
- Bene! Cioè…non bene, ma meglio
questi che problemi di salute, no?- disse Buffy sollevata.
Una scarpa volante interruppe la
loro conversazione.
- Smettetela di fare baccano!-
rantolò Anya prima di sprofondare nuovamente nel letargo.
Le due ragazze ridacchiarono e poi
si distesero anche loro.
- Sarà un week-end meraviglioso…-
bisbigliò Buffy chiudendo gli occhi.
- Già…- rispose Tara con un dolce
sorriso.
Le due settimane erano passate in
fretta e Buffy era nel pieno dei preparativi per la partenza.
- Dawn! Hai visto la mia maglietta
rossa?- urlò dalla sua stanza.
Infilò rapidamente il suo beauty
nella valigia con gli asciugamani.
- Dawn!!
La sorellina apparve sulla porta.
- Cosa?- chiese esasperata.
Buffy le rivolse uno sguardaccio.
- La maglia rossa…la mia preferita…
La ragazzina alzò gli occhi al
cielo.
- Non fare quella faccia con me,
signorinella!- la sgridò la sorella.
- La porti…- disse Dawn piatta
indicandola.
La bionda si guardò.
- E la mamma? Ha lasciato detto
qualcosa?- chiese ancora.
- No, Buffy! Ha detto che ti
avrebbe telefonato questa sera…
La ragazza riprese a girare come
una trottola.
Dawn la osservava divertita.
- Quindi Spike non sa della tua
visita…
- No!! Ricordati di non dirgli
niente se telefona a casa…- la ammonì.
- Oggi è venerdì…io esco e la mamma
ha una cena di lavoro…chi vuoi che gli risponda???
Buffy infilò il biglietto aereo
nella borsa e mise la sciarpa.
- Non si sa mai…secondo te farà
molto freddo a New York?
- Porta anche i guanti…- rispose
Dawn infilandoli nella tasca esterna del borsone.
Finalmente Buffy era pronta.
Mancava solo Tara.
- Sembra che parti per un mese con
tutti i bagagli che hai…- la prese in giro Dawn.
Il campanello la salvò dalla
risposta di Buffy, che si era precipitata giù dalle scale.
- Allora? Pronta per la grande
avventura?- chiese Tara salutandola.
Oz e Willow la salutarono
dall’auto.
- Sono eccitatissima!- rispose
Buffy mentre faceva agli amici un cenno con la mano.
- Andiamo allora! Ciao piccola!!
Buffy si voltò verso Dawn prima di
seguire Tara.
- Ciao Tara!!- disse la ragazzina
ignorando Buffy.
- Comportati bene…e non entrare
nella mia stanza per nessun motivo!!
Dawn, sorprendendola, l’abbracciò.
- Divertiti e salutami Spike…
Buffy contraccambiò.
- Ciao piccola…
La ragazza poi corse verso l’auto.
- Guarda che la cosa della mia
stanza è sempre valida!!!- le gridò dal finestrino.
Dawn sorrise e ritornò in casa.
Prese del pop-corn e salì al piano
di sopra.
Entrò cautamente nella stanza della
sorella, si chinò accanto al letto e sollevò il materasso.
- Eccoti…- disse soddisfatta.
Si distese sul letto di Buffy e
aprì il diario.
La lettura si prospettava
interessante…
- Fate buon viaggio!- esclamò Willow
mentre Tara e Buffy sparivano verso il tunnel che le avrebbe condotte al loro
aereo.
- Dite a Spike di chiamare ogni
tanto!! Sono secoli che non ricevo sue e-mail…- disse Oz.
Buffy e Tara salutarono gli amici e
s’imbarcarono.
- Saranno le tre ore più lunghe
della mia vita!- disse Buffy allacciando la cintura.
- Immagino! Wes verrà a prenderci
all’aeroporto…ma tu saprai dove andare?- chiese Tara.
Buffy esitò.
- Non so…quando arriveremo chiamerò
Spike e mi farò dire dov’è…e poi con una scusa mi farò dare
l’indirizzo…improvviserò!
Tara decise di dirle tutto.
Sapeva di potersi fidare di Buffy.
- Vuoi sapere chi vado a trovare a
New York?
Buffy annuì lentamente.
Tara era molto strana nell’ultimo
periodo.
Sperò che l’amica non si fosse
cacciata in qualche guaio.
- E’ una ragazza…- ammise,
aspettando la reazione della bionda.
Buffy sembrò perplessa.
- Perché mi hai detto che era per
via di Wes?
Tara abbassò lo sguardo.
- Avevo paura…io…credo di essere
innamorata di lei…
Buffy poggiò la mano sulla guancia
di Tara.
- Avevi paura che potessimo
giudicarti? Tesoro…noi tutti vogliamo che tu sia felice! E se è con una donna è
lo stesso!- la tranquillizzò.
Tara la abbracciò.
- Non sai quanto significhi per
me…è stata dura ammettere i miei sentimenti con me stessa, e pensare cosa
avrebbero potuto dire gli altri mi terrorizzava…- sussurrò.
Buffy le asciugò le lacrime.
- Non piangere…pensa che tra poco
l’abbraccerai…adesso goditi questi due giorni…al ritorno avremo modo di parlare
con calma…e poi non vedo l’ora di conoscerla…deve essere speciale…
Tara annuì.
Si sentiva meglio ora.
Buffy si appoggiò allo schienale.
Una notizia così forte aveva bisogno di essere metabolizzata.
Era felice che Tara avesse voluto
aprirsi con lei su una cosa tanto privata.
La faceva sentire importante.
E capiva il perché di tante cose
ora.
Tara non era strana.
Era semplicemente innamorata.
Guardò l’orologio. Ancora due ore e
mezza e l’avrebbe riabbracciato.
14. PASSIONS
L’aereo arrivò a New York in
perfetto orario.
Buffy aveva già acceso il cellulare
per chiamare Spike.
Tara camminava al suo fianco con
un’enigmatica espressione in volto.
- Maledetti aggeggi!! Quando
servono non c’è mai campo!- sbottò Buffy sbattendo il cellulare in borsa.
- Aspetta che usciamo dall’aeroporto…forse
fuori prende…se no chiamerai da casa di Wes…- cercò di tranquillizzarla Tara.
Casa di Wes…e Fred…
- No…non voglio essere d’impiccio a
Wes…- disse Buffy ringraziandola.
Ritirarono i loro bagagli e si
diressero all’uscita, chiacchierando allegramente.
- Ragazze!!
Wes le chiamava con la mano alzata.
- Wes!!- esclamò Buffy correndogli
incontro.
Era un anno che non vedeva l’amico.
- Buff…bellissima come sempre!-
rispose lui guardandola dalla testa ai piedi. Una donna ormai.
- Ciao fratello! Anche io sono
felice di vederti!- disse Tara sarcastica.
Il ragazzo lasciò Buffy e diede un
bacio alla sorella.
- Scusami…sono felice che tu sia
tornata così presto…
Continuò a guardarla, con una mano
poggiata sul mento.
- Perché ho l’impressione che tu
non sia qui per me?- domandò poi sospettoso.
- Volevo…volevo vedere qualche
corso post-laurea qui a NY…- si affrettò a rispondere la bionda.
Buffy le lanciò uno sguardo
interrogativo e lei ricambiò facendo cenno di non dire niente.
- Quindi potresti venire a stare
con me!- disse Wes entusiasta stringendola.
Wes caricò i bagagli delle due
ragazze in macchina, mentre il cellulare di Buffy aveva ripreso magicamente
vita.
Attese spasmodicamente che Spike
rispondesse.
- Ciao, piccola!- rispose lui
contento di sentirla.
- Ciao…come va? Sei al lavoro?
- Si…quella strega di Fred non mi
lascia respirare…è da questa mattina che non smetto di scrivere al computer…-
sbuffò il biondo.
- Fai silenzio e lavora!!- Buffy
sentì ridacchiare una voce femminile.
- Sento che vi divertite…- disse
lei contrariata.
- Dai amore!! Non arrabbiarti!-
disse lui con la sua voce suadente.
Buffy decise che non era il caso di
tenergli il broncio e tornò allegra.
- Qual è l’indirizzo del tuo
ufficio?- chiese con nonchalance.
Spike alzò il sopracciglio.
- Perché t’interessa?
- Volevo spedirti una sorpresina al
lavoro…un regalo…- rispose lei prontamente.
Spike, compiaciuto, le diede
l’indirizzo.
- Adesso devo andare…ho lezione…ti
amo!- troncò poi velocemente il discorso lei, quasi riattaccandogli il telefono
in faccia.
Il ragazzo si ritrovò a parlare da
solo.
- Voi donne siete davvero un
mistero…- disse poi in direzione di Fred.
Lei gli sorrise e poi gli fece una
linguaccia, tornando alle sue cartelle.
Lui la osservò qualche secondo.
Da quella notte i loro rapporti
erano decisamente migliorati.
Lei aveva capito che tra loro non
poteva esserci niente, e lui le era stato vicino nel suo tentativo di liberarsi
dello Xanax.
Fred aveva sentito lo sguardo di
Spike percorrerla.
Era davvero felice. Il biondo si
era rivelato un aiuto davvero prezioso.
La stupida messa in scena ordita da
Angel era stata dimenticata.
Era da una settimana e mezza che
non lo sentiva, né lei si era fatta viva con lui.
Prima o poi il momento di
affrontarlo sarebbe arrivato.
Scacciò il pensiero del fratello.
Il solo pensarci le faceva venire
voglia di buttare giù una dozzina di pasticche.
Non vedeva l’ora che arrivasse la
sera, così avrebbe telefonato alla sua piccola Tara.
La sua telefonata giornaliera era
il momento più bello della giornata.
Si alzò con una pila di schede in
mano.
- Vado in archivio…ne avrò per
ore…rimani tu qui?
Spike annuì.
- Si…ho il ricevimento degli
studenti tra poco…
Fred ridacchiò.
- Lo immaginavo…c’è una fila interminabile
di ragazze qua fuori…
Spike, rimasto solo, appoggiò i
piedi alla scrivania, rilassandosi.
- Ti ho beccato! Lavora!- lo sgridò
Fred tornando nell’ufficio per prendere altri fogli.
Spike le regalò il suo sorriso di
sfida.
- Ok…fai come vuoi…non ho la forza
per farti la guerra…a dopo…- si arrese lei uscendo con le mani alzate.
Buffy, Tara e Wes erano in viaggio
verso l’Università.
- Sei sicura di non voler stare a
casa mia?- chiese Wes ancora una volta.
Buffy gli sorrise.
- Non devi preoccuparti! Davvero…
Tara guardava fuori dal finestrino.
- Tuo fratello non sa niente?- le
bisbigliò Buffy.
Wes non le stava ascoltando, preso
dal suo cd di musica jazz.
Tara spalancò i suoi grandi occhi.
- No! Non ho avuto il coraggio…lei
è la sua coinquilina…
Buffy annuì silenziosamente.
- Eccoci Buff! Di qualsiasi cosa tu
abbia bisogno, non esitare a chiamarmi, ok?- disse Wes aiutandola con la
valigia.
La bionda lo ingraziò e poi salutò
Tara.
- Allora…buona fortuna con il…tuo
corso post-laurea!!- le disse strizzando l’occhio.
L’amica annuì.
- Salutami Spike! Ci sentiamo
stasera…
La macchina ripartì, lasciando
Buffy e le sue valige all’entrata del campus.
La ragazza si rimboccò le maniche.
- E ora devo trovare l’ufficio di
Spike…- si disse ad alta voce.
Dopo aver girato in lungo e in
largo per una mezz’ora, senza trovare anima che sapesse dirle dove trovare il
signor Spike Darcy, una ragazza le indicò dove trovare il professor William
Darcy.
“Deve essere suo padre…” pensò lei.
Indecisa sul da farsi, s’incamminò nella
direzione che le era stata mostrata.
Le borse cominciavano a pesare.
“Uff…questa sorpresa sta diventando
più faticosa del previsto…”
La ragazza cominciò a sentire un
po’ d’apprensione.
E se avesse beccato Spike con una
ragazza? Magari con Fred?
Strinse forte le dita intorno alla
cinghia della borsa.
Forse sarebbe stato meglio
avvertire.
O forse no…avrebbe avuto quello che
meritava…lui evirato e lei…anche lei!
Si guardò intorno perplessa.
Il sole stava tramontando.
“Questo posto deve essere stato
progettato da un pazzo…”
Le era stato detto che avrebbe
trovato un ristorante e di fronte il palazzo che cercava.
Un buon odorino di cibo la guidò
fino al locale.
Si voltò e si avviò verso gli
uffici.
Notò una fila infinita di ragazze
partire dall’ingresso del palazzo, attraversare due o tre piani di scale e
terminare davanti ad uno studio.
“Prof.ssa Burkle…” lesse Buffy
sulla targhetta, avvicinandosi alla porta.
- Ehy, carina…non hai visto che c’è
una fila?- sbottò una ragazza dietro di lei.
“Un po’ succinta per incontrare un
professore…” pensò la bionda osservando la scollatura profonda e il trucco
vistoso.
Buffy si fece indietro.
Stava per andarsene, quando fu
attirata dal parlottare di due ragazze.
- Trovo che il nuovo assistente sia
davvero sexy…- diceva una.
- Già…secondo te perché sarei
venuta al ricevimento oggi? – ridacchiava l’altra.
Buffy ebbe la certezza che stavano
parlando del suo Spike.
Represse l’istinto omicida con
fatica.
Nel frattempo, una studentessa era
appena uscita dall’ufficio.
Rapida, la bionda scivolò lungo la
fila e s’introdusse all’interno, chiudendo la porta prima che qualcuno potesse
protestare.
“Stupide ragazzine…così imparano a
litigarsi i ragazzi delle altre…”
Appoggiata alla porta, guardò
davanti a lei.
Spike era alla scrivania, intento a
scrivere, lo sguardo concentrato e attento.
Ancora una volta, era riuscito a
lasciarla senza fiato dall’emozione.
Il suo cuore sembrava volerle
uscire dal petto.
- Prego…- disse Spike senza alzare
gli occhi dal foglio.
Buffy mosse qualche passo in
avanti.
- Lei è…?
-…Buffy Summers!
Il biondo alzò gli occhi,
incredulo.
- Ti prego…dimmi che non sto
immaginando tutto…- mormorò.
Lei gli sorrise e lui non ebbe più
dubbi.
Scavalcare il tavolo di slancio e
stringerla tra le braccia fu un momento.
Buffy non poté far altro che
scoppiare a piangere quando sentì le sue labbra trovare le sue, in un bacio che
le mancava da un tempo che sembrava infinito.
La ragazza si aggrappò con le mani
alla camicia di Spike, cercando di portarlo più vicino a lei.
- Mi sei mancata così tanto…- le
disse accarezzandole i lineamenti del viso.
- Anche tu, amore…
Spike non riusciva a smettere di
toccarla.
Era meraviglioso perdersi di nuovo
nel suo profumo di vaniglia.
Buffy cercò ancora la sua bocca.
- Ti amo…- mormorò staccandosi da
lui per riprendere fiato.
Il ragazzo interruppe il contatto.
- Aspetta un momento…- le disse
correndo alla porta, arrossato e felice.
Buffy si appoggiò alla scrivania,
in attesa.
- Per oggi il ricevimento è
sospeso…ci vediamo lunedì a lezione! Buon fine settimana a tutti!- annunciò in
dieci secondi agli stupefatti studenti, prima di chiudere di nuovo la porta
alle sue spalle con due mandate.
La ragazza ridacchiò.
- Scusami…non volevo interrompere
il tuo lavoro…avrei dovuto avvertirti…
Spike le andò di nuovo incontro e
la abbracciò dolcemente.
- Non avresti potuto farmi regalo
migliore…e poi, comando io qui…- le disse baciandole la fronte.
Buffy gli accarezzò il viso.
Poi rise di nuovo.
- Sembra che qualcuno sia felice di
vedermi…- disse sorniona premendo il ventre verso di lui.
Spike piegò la testa di lato.
- Non immagini quanto abbiamo
sofferto senza di te…- le rispose lui spingendola a sedersi sulla scrivania.
La minuscola gonna di Buffy salì
col movimento, lasciandole scoperte le gambe.
- E tu non immagini quanto ho
voglia di fare l’amore con te…- bisbigliò Buffy attirandolo verso di sé.
Si baciarono con trasporto, avvinti
dalla passione che li stava travolgendo.
Le abili mani di Spike si
liberarono della maglietta di Buffy, poi passarono a giocare con l’allacciatura
del reggiseno, mentre con la bocca aveva già preso a tormentarle i capezzoli,
ancora protetti dal cotone della biancheria.
Buffy si sdraiò sulla scrivania,
tra penne e fogli, lasciando scivolare a terra la gonna.
Spike, con piccoli baci, scese fino
al bordo delle sue mutandine.
Le sue mani continuavano ad
indugiare sul suo seno eretto.
- Sei una visione…- le disse
rimirandola dall’alto in basso dopo essersi sbarazzato anche degli slip.
Era tutta per lui, nuda e perfetta,
pronta ad accoglierlo.
Infilò una mano tra le sue gambe,
mentre Buffy, tiratasi su, gli sbottonava i jeans, impaziente.
- Ti prego…ora…- lo implorò la
bionda stringendogli le gambe intorno alla vita.
Spike, con un bacio, entrò in lei.
Buffy emise un lungo gemito.
Respirare diventava sempre più
difficile.
Chiuse gli occhi, mentre
abbandonava la testa all’indietro.
Qualche matita cadde a terra.
Le spinte del ragazzo erano lente e
misurate.
Voleva che durasse il più a lungo
possibile.
Voleva sentire la donna che amava
sospirare di piacere.
- Siediti…- gli sussurrò piano lei
nell’orecchio, mentre gli metteva le braccia intorno al collo.
Ancora dentro di lei, scivolò sulla
poltrona, lasciandole l’iniziativa.
Buffy gli sorrise e riprese a
muoversi con grazia sopra di lui.
Spike la guardava incantato.
Il suo viso era immerso nella
penombra della sera, rischiarato dalle luci della città, le labbra rosse
leggermente dischiuse e i suoi meravigliosi occhi verdi lo fissavano,
brillanti.
I capelli biondi si muovevano
sinuosi sulle sue spalle, scivolando sulla schiena.
Continuarono a guardarsi anche
quando raggiunsero il culmine del piacere, mai sazi l’uno dell’altra.
Poi Buffy si abbandonò esausta,
poggiano la fronte sulla spalla di Spike.
Lui intrecciò le mani sulla schiena
di lei, accarezzandola lentamente.
Rimasero in silenzio.
Spike si dondolava sulla poltrona,
cullando il suo piccolo raggio di sole.
Buffy chiuse gli occhi, desiderando
che quel momento non finisse mai.
- Adesso che siamo da soli puoi
anche spiegarmi il vero motivo per cui sei qui…- disse Wes quando misero piede
in casa.
Tara sorrise imbarazzata.
Prima o poi avrebbe dovuto
dirglielo.
- Sono…innamorata…
Wes la guardò felice.
- Questo non si era capito…! Chi è
il fortunato?
Ed ecco che arrivava la parte più
complicata.
- Credo sia meglio che tu ti sieda…
Il ragazzo obbedì.
- Non sarà qualche pazzo criminale,
spero…- scherzò.
Tara sospirò e parlò con un filo di
voce.
- Fred…la tua coinquilina…
Wes la fissò a lungo.
La bionda pensò che quel silenzio
infinito non fosse buon segno.
- Credo che Fred sarà la donna più
felice del mondo quando lo saprà…non fa altro che chiedermi di te…- le disse
infine Wes con un gran sorriso.
Tara gli saltò tra le braccia.
- Appena la becco, la avverto che
se fa soffrire la mia sorellina la ammazzo!- disse stringendo Tara.
- Non è in casa?- chiese la ragazza
guardandosi intorno.
Wes si alzò e andò a controllare la
sua stanza.
- Se avessi avuto il coraggio di
confessarmelo prima, ti avrei lasciato all’Università con Buffy…- disse Wes
rimproverandola bonariamente.
- Già…scusami…- rispose Tara.
Poi prese la giacca e uscì.
- Vado a farle una sorpresa…non sa
che sono qui!
Wes la salutò e poi si diresse in
bagno.
Dopo la notizia, una doccia gelata era
l’ideale.
E poi avrebbe realizzato con calma
che sia a lui che a sua sorella piaceva la stessa cosa.
Tara arrivò al campus e si avviò
sicura verso l’ufficio di Fred.
Provò a bussare al suo ufficio, ma
non ne ebbe risposta.
Una segretaria le disse che la
professoressa Burkle si trovava nel seminterrato.
Emozionata, scese le scale.
Tra qualche minuto avrebbe potuto
confessare a Fred quanto l’amava.
Fred stava riorganizzando
l’archivio.
Odiava quel posto buio e umido.
Avrebbe dovuto affidare il compito a Spike.
Guardò con disprezzo le pile di
scartoffie che doveva ancora sistemare.
Fu tentata di buttarle all’aria con
una manata, ma si trattenne.
Se avesse lasciato libero sfogo a
ciò che provava, avrebbe passato tutta la notte là dentro a rimettere in ordine.
Oppure sarebbe volata a Sunnydale
da Tara…
Chissà se lei e Angel si
conoscevano…
Spero con tutto il cuore di no.
Suo fratello era pericoloso.
Il cellulare squillò, facendola
sobbalzare.
La lettera A lampeggiava sinistra.
Classico lupus in fabula.
- Ciao…- disse lui atono dall’altra
parte.
- Ciao…- rispose lei leggermente
intimorita.
Cosa diavolo gli avrebbe detto ora?
- Che mi racconti di nuovo? Ci sono
stati sviluppi?
Diretto come sempre.
Fred stentò per qualche istante.
Troppo.
- Cos’hai Fred? Sembri strana…
Bene.
Scoperta dopo una sola parola.
- Io? Benissimo! Tu?
Stavolta fu Angel a stare in
silenzio.
- Perché non stai usando il
videofonino?
Domanda semplice ed esauriente.
“Perché se mi vedessi, capiresti
immediatamente dai miei occhi che qualcosa è cambiato fra noi…che ho paura di
te…”
- Ho il display rotto…dove sei?
Sento una gran confusione…
- Sto andando al Bronze…tu?
- Sto lavorando…che palle…- sbuffò
lei prendendo coraggio.
Lui ridacchiò.
- La mia piccola stacanovista…
Fred sentì scivolare via un po’ di
tensione. La dolce risata di suo fratello le faceva sempre quell’effetto. Anche
se a volte, con quella, aveva condito le peggio malefatte.
- Sai quanto sei importante per me,
vero? Sei una delle poche persone a cui tengo…te e Xander…scusami se a volte
non sembra…ma ti voglio davvero bene…
La ragazza si sentì terribilmente
in colpa.
- Anche io te né voglio…lo sai…
- Quindi con Spike è andato tutto
secondo i piani…te lo sei portato a letto?
Fred si sentì terribilmente colpevole
nei suoi confronti.
Angel si fidava di lei, lo aveva
sempre fatto…e invece la sua dolce sorellina gli stava piantando un enorme
coltello sulla schiena, facendo tutto il contrario di ciò che lui le aveva
chiesto.
Sentì la voce uscirle da sola dalle
labbra, come se fosse un’altra persona a parlare per lei.
- Certo…non ho fatto molta
fatica…mi è letteralmente saltato addosso…ho dovuto solo aprire le gambe…Spike
è davvero un grande amante…ora capisco perché Buffy se lo tiene tanto stretto,
Angel…
Piangeva Fred mentre lo diceva, ma
Angel non se ne accorse.
- Lo sapevo…lo sapevo…grazie
sorellina…ci sentiamo presto…
- Ciao, fratellino…
Fred abbassò lentamente il
cellulare, e si portò una mano alla bocca.
Aveva detto ad Angel ciò che voleva
sentirsi dire.
Anche se sapeva benissimo che aveva
torto marcio.
Anche se aveva detto un’enorme
bugia su Spike.
Anche se adesso si sentiva sporca.
Si voltò sentendo cadere qualcosa
vicino all’uscita.
- Chi c’è là?- chiese un po’
impaurita.
Dall’ombra emerse una figura.
- E così non hai fatto altro che
dirmi bugie per tutto questo tempo…
Il volto di Fred si contrasse in
una smorfia di dolore.
- Mi avevi detto che per te io
momento più bello della giornata era quando sentivi la mia voce…
Tara la osservava con gli occhi
velati di tristezza e delusione.
Fred scosse la testa.
- No, no…
-…e invece quando ti scopavi Spike
cos’era?
La ragazza chinò il capo.
Si voltò e uscì di corsa.
- Tara! Aspetta…non è come…sembra…
Fred rimase immobile e sola.
Sentì un peso enorme schiacciarle il
petto.
Ma lei sapeva come eliminarlo.
Angel chiuse la telefonata.
Entrò al Bronze fischiettando e
cercando con lo sguardo il gruppo.
Avvistò Willow e Oz seduti ad un
tavolo.
Adesso ci sarebbe stato da
divertirsi.
- Ragazzi…- salutò sedendosi.
I due lo squadrarono.
- Mi ha invitato Xander…- disse lui
ordinando da bere.
- Cosa diavolo crede di fare?-
bisbigliò Oz a Willow.
La ragazza non ebbe tempo di
rispondere.
- Allora? Dov’è il resto della
compagnia?- chiese Angel allegramente.
Willow si affrettò a rispondere.
- Non so dov’è Buffy, se è questo
che vuoi sapere…
Angel la scrutò con i suoi occhi
scuri.
- Non ci credo che non sai dove sia
Buffy…
La rossa evitò il suo sguardo,
cercando sotto il tavolo la mano di Oz.
- Non siamo sposate…- fu la sua
secca risposta.
- E Tara? Non sai neanche lei
dov’è?- insisté lui.
Angel era visibilmente spazientito.
Willow non aveva il coraggio di
guardarlo per paura di farsi scoprire.
Lei sapeva benissimo che non gli
sarebbe sfuggita la sua bugia.
- Tara è da Wes…- rispose
seccamente Oz per la ragazza.
Angel si voltò lentamente verso di
lui e lo osservò freddamente.
Sembrava divertito.
- Abbiamo un avvocato
difensore…Will, ti ho sempre reputato una ragazza più che intelligente…così mi
deludi…
Willow alzò gli occhi.
- Non farò altro che ripetere ciò
che ti ha detto Oz…Tara è da suo fratello e Buffy non lo so…e poi perché
t’importa? Non le hai già causato abbastanza guai?
Angel sorrise impercettibilmente.
- Io non ho fatto altro che dirle
la verità…- disse continuando a fissarla.
Oz lo fronteggiava sostenendone lo
sguardo.
Intorno a loro, la vita notturna
del Bronze continuava implacabile.
- Scommetto che a te non dice tutta
la verità, Will…- insinuò poi.
La rossa mutò l’espressione del
volto.
Adesso sembrava quasi nel panico.
- Che vorresti dire?- chiese piano.
“Abboccato!” pensò Angel.
- La tua preziosa amica ti ha detto
che sta tradendo l’inglese?
Willow ammutolì e Oz restò
impassibile.
- Cosa?- balbettò lei voltandosi verso
il suo ragazzo in cerca di conferme.
Angel annuì.
- Proprio così…l’ho vista qui, al
Bronze…e stava flirtando con un ragazzo…
La ragazza scosse energicamente la
testa.
- Questa è un’altra delle tue
macchinazioni per far lasciare Buffy e Spike…non ti credo…
Finalmente parlò anche Oz.
- Mi dispiace solo una cosa…aver
fermato Spike…- disse laconico.
Angel gli sorrise.
- Ragazzi…voi avete seri
problemi…vi arrabbiate se uno vi dice come stanno le cose?
- Tu speri veramente che con i tuoi
giochi Buffy tornerà da te?- chiese Oz.
Il moro divenne improvvisamente
serio.
- Io tengo a Buffy…vorrei farle
capire che se io non sono adatto a lei, non lo è nemmeno Spike. Io e lui siamo
molto simili…due facce della stessa medaglia…
Oz scoppiò in una risatina.
- Spike ama Buffy…non le farebbe
mai del male, come invece hai fatto tu…
Angel sorseggiò il suo alcolico.
- Oz, Oz, Oz…piccolo, tenero,
ingenuo Oz…tu dovresti saperlo meglio di me…anzi…Dru lo sa meglio di tutti noi
messi insieme quanto e in che modo Spike ama le sue donne…
Oz serrò la mascella.
- Chi è Dru?- chiese Willow
stringendo con la mano il braccio del fidanzato.
- Le persone cambiano…- rispose Oz.
Angel gli puntò il dito contro.
- Era qui che ti volevo…le persone
cambiano…Spike cambia…ma Angel è sempre malvagio…c’è qualcosa che non torna…o
sono cambiato anche io o lui non è cambiato affatto…e io lo so per
certo…decidete voi qual è la versione che più vi piace…
- Ciao a tutti!- esclamò Xander
arrivando con Anya e sedendosi con gli amici.
La ragazza sbuffò vedendo Angel.
Si accostò a Willow e le sussurrò
nell’orecchio.
- Cosa ci fa qui lo stronzo?
Angel notò i suoi movimenti.
- Anya, tesoro…non ti hanno mai
detto che è maleducazione dire le cose nelle orecchie della gente? Rendici
partecipi, vuoi?
La ragazza si rimise lentamente
eretta e si poggiò le mani sui fianchi.
- Chiedevo a Willow cosa ci facessi
tu qui, stronzo…
Xander chiuse gli occhi, sperando
di risvegliarsi da un momento all’altro da quell’incubo orribile.
Sapeva che Anya odiava il suo migliore
amico e che lui l’avrebbe presa volentieri a schiaffi, ma non erano mai venuti
a confronto diretto. Si vedeva che il momento era arrivato.
- Anya! E’ incredibile come da
quella tua bocca delicata riescano ad uscire tante volgarità…- disse tranquillo
Angel. Poi si concentrò nuovamente sul motivo della discussione, ignorando
Anya.
- Capiti al momento giusto,
Xan…perché non dici a Will con chi era Buffy qualche sera fa…- lo incalzò il
moro.
Il silenzio ostinato di Xander fece
vacillare ogni certezza di Willow.
- Con chi era?- chiese Anya
incredula.
Il ragazzo sospirò.
- Era con un ragazzo…e sembravano
molto intimi…credo si chiami Ben, il medico con cui fa la ricerca di
seminario…- ammise infine Xander.
Tutti rimasero in silenzio, tranne
Angel.
- Visto? Questo è perché calunniare
gli amici è il mio hobby preferito…- disse incrociando le braccia al petto,
soddisfatto.
Willow stava riflettendo.
Buffy le aveva parlato di questo
Ben…e in termini lusinghieri…poteva davvero essere?
- Io continuo a non crederci…-
disse Oz tranquillamente.
Angel decise di calare l’asso.
- Sapevate che ho una sorella? Vive
a New York e lavora alla NY University…le voglio molto bene…casualmente,
parlando con lei al telefono del più e del meno, mi ha rivelato di avere una
storia…io, da bravo fratello, le ho chiesto con chi…mi ha detto che il suo lui
si chiama Spike…buffa coincidenza, vero? Tranne che per il fatto che io non
credo alle coincidenze…
Finalmente, anche la sicurezza di
Oz venne scalfita.
- Ma lo state ancora a sentire? Tu
sei malato! Devi farti curare!- esclamò Anya.
Xander lo guardava incredulo.
- Da dove viene?- chiese infine ad
Angel.
Il moro lo guardò con sguardo
interrogativo.
- Devi dirmi da dove viene…da dove
viene tutta questa cattiveria? Non ti capisco…e non ho più intenzione di
provarci…- disse Xander a denti stretti alzandosi e andandosene.
- Davvero bravo! Sei riuscito a
perdere l’unica persona che credeva ancora in te…- sibilò Anya prima di correre
dietro al suo ragazzo.
E Angel, alla fine, sentì.
Qualcosa dentro di lui si spezzò.
Valeva davvero la pena portare
avanti la sua vendetta e calpestare chi gli stava intorno?
Calpestare anche Xander?
- Ciò che dovevo fare è stato
fatto…- proclamò alzandosi.
Oz e Willow, impietriti, lo
fissavano senza espressione.
- Non ti credo…- disse piano
Willow.
Angel se ne andò con un’alzata di
spalle.
Non gli importava se non li aveva
convinti.
L’importante era seminare il
dubbio.
Presto i primi fiori del male
sarebbero nati, belli e velenosi.
Buffy e Spike camminavano per la
strada.
La ragazza, divertita, osservava il
biondo trascinare il suo bagaglio.
- Per l’inferno maledetto, Buff! Ma
che hai messo nelle valige? Macigni?
- Solo il necessario…- si
giustificò lei.
Spike diede ancora un paio di
strattoni.
- Ok…appunto per me: ricordarmi di
fare io le valige quando andrò in vacanza con il mio passerotto…
Buffy incrociò le braccia al petto,
offesa.
- Smettila di essere villano! Sei
tu che hai insistito per portarle!
Spike lasciò perdere i borsoni.
- Amore…usa quella boccuccia
imbronciata per darmi un bacio…- le disse sollevandole il volto con un dito.
Buffy sorrise.
- Ti perdono solo perché abbiamo
poco tempo per stare insieme…
-…e?- la invitò lui a continuare
dandole dei leggeri baci sul collo.
-…e perché ti amo…- concluse lei
baciandolo sulle labbra.
Arrivarono nella grande casa dei
Darcy.
- E’ davvero un peccato che i miei
siano partiti proprio questo pomeriggio…avrei voluto presentarteli…- disse
Spike baciandole la fronte.
- Non preoccuparti…torneranno
domenica, no?
Lui annuì e salirono di sopra.
- Questa è la mia stanza…cioè…la
nostra stanza, e lì il bagno…io esco a prendere qualcosa per cena…tu fai come
se fossi a casa tua…torno subito…- disse Spike.
Buffy si guardò intorno e poi si
rimboccò le maniche. Aveva poco tempo.
Quando Spike rientrò in camera,
rimase a bocca aperta.
La stanza era illuminata dalla luce
di una marea di candele.
Buffy era distesa sul letto, con i
capelli bagnati e soltanto un minuscolo asciugamano rosso a coprirla.
Gli sorrideva e lo invitava a raggiungerla.
- La pizza può aspettare…non
credi?- disse maliziosa strizzandogli un occhio.
Spike posò la pizza a terra e si
avvicinò lentamente.
- Non capisco, dolcezza…ogni volta
che decidiamo di mangiare una pizza va sempre a finire che è diventata plastica…-
disse sorridendo mentre le faceva scivolare via l’asciugamano.
Lei lo tirò sopra a sé.
- Beh…se preferisci la tua quattro
stagioni, fai pure…- rispose lei guardandolo negli occhi.
Spike come risposta, cominciò a
tracciare con la lingua una lunga scia sulla sua pelle.
Buffy emise un leggero sospiro.
Il ragazzo, soddisfatto della
risposta, continuò la sua corsa.
Fino a quando non la trovò pronta
per lui, calda e bagnata.
E si amarono con passione, senza
fretta, assaporando ogni momento della loro unione, addormentandosi esausti
l’una nelle braccia dell’altro.
Non esisteva nient’altro
all’infuori di loro due.
- Ecco…adesso non sentirò più
dolore…non deluderò più nessuno…- disse Fred sorridendo mentre contemplava nel
palmo della sua mano una dozzina di pillole colorate.
Tara si alzò lentamente dal letto.
Scostò la tenda dalla finestra e
guardò fuori.
Albeggiava.
Strofinò gli occhi stanchi per la
notte in bianco.
Wes non aveva fatto domande la sera
precedente, quando aveva fatto irruzione nell’appartamento senza degnarlo di
uno sguardo.
Si era limitato a chiederle
attraverso la porta della sua stanza se aveva bisogno di qualcosa o aveva fame.
Non aveva ricevuto risposta.
Realizzò solo in quell’istante che
non aveva più aperto bocca dal pomeriggio precedente.
E nemmeno ne aveva voglia.
Le parole di Fred le rimbombavano
ancora nella testa.
Non si era neanche disturbata a
provare a rintracciarla.
Com’era potuta essere stata così
cieca da non rendersi conto di ciò che stava accadendo?
In più…il problema Spike…
Non era mai stata sua abitudine
impicciarsi negli affari degli altri.
Era sempre stata una ragazza molto
riservata, soprattutto per il fatto che non aveva mai avuto amicizie sincere.
Ma adesso le cose erano diverse.
Buffy era una delle sue migliori
amiche. E Spike la stava tradendo.
Le scoppiava la testa.
E…se avesse giudicato tutto troppo
in fretta? Magari non era vero niente…
Il suo cellulare vibrò.
Un messaggio.
Lo prese velocemente.
Chiamami appena leggi questo sms…è
davvero urgente…
Willow.
Cosa diavolo stava succedendo a
tutti quanti?
Preoccupata, si affrettò a chiamare
la rossa.
- Caspita Tara! Ma sei ancora
sveglia a quest’ora?
- Cosa succede?
Willow le spiegò brevemente gli
avvenimenti della sera prima.
La bionda fece un enorme sforzo per
mantenere l’autocontrollo.
Quindi era tutto vero.
- Tara? Ci sei?
La rossa sentì dei singhiozzi
provenire dalla cornetta.
- Ma che succede?
La ragazza tirò su col naso.
- Will…ti sei mai accorta di
niente?
Willow fu colta in contropiede dalla
domanda.
- In che senso?
Tara continuò imperterrita.
O adesso o mai più.
- I…i miei sentimenti per te…non te
ne sei mai accorta? Quando arrossivo ogni volta che mi rivolgevi parola…quanto
volevo starti vicino…
Willow la lasciava sfogare in
silenzio.
Era turbata da quella confessione,
ma voleva e doveva ascoltare ciò che Tara le stava confidando.
Non l’aveva mai sentita così
sconvolta.
- Io ero così innamorata di te…e
tu…
- Io non me ne sono mai accorta…mi
spiace…davvero…- concluse infine la rossa.
Tara gemé ancora.
- Avevo promesso a me stessa che tu
saresti rimasta l’unica…e avrei dovuto mantenere i miei propositi…invece…
Willow cominciava a capire
qualcosa. Adesso non era il momento di pensare al fatto che la sua amica, una
delle più strette, era stata innamorata di lei. Ne avrebbero riparlato dopo, a
quattr’occhi.
Adesso Tara stava male.
- Parlamene…ti ascolto…
- Fred…la sorella di Angel…è lei la
ragazza che amo…e lei diceva di provare qualcosa…ma era insicura…sono venuta a
New York per capire…e sai cosa ho capito, Will?
- No…- rispose lei invitandola a
continuare.
- Lei sta con Spike…e adesso non so
cosa fare! Devo dirlo a Buffy? Devo darle io questo dolore? Non voglio che
soffra di nuovo…basto io per tutte e due…non credi?
Willow si sentì stringere il cuore.
Avrebbe voluto essere lì con lei,
per consolarla.
Quindi Angel aveva detto la verità.
No. Non gli avrebbe mai creduto.
Neanche di fronte all’evidenza.
- Tara…ascolta…non dire niente a
Buffy. Sono convinta che sia tutto un bluff, l’ennesimo di Angel…Tara?
La bionda piangeva ancora.
- Ti ascolto…
- Ti do un consiglio da
amica…l’abbiamo visto nelle settimane scorse, con Buffy e Spike, quanto possa
essere distruttivo non parlarsi direttamente dando adito a delle stupide
voci…so che mi darai della pazza, ma perché non parli direttamente con Fred?
Chiedile spiegazioni, urlale in faccia il tuo dolore, ma senti cosa ha da
dirti…per favore…è davvero importante…- la supplicò Willow.
Tara scosse la testa.
- L’ho sentita con le mie orecchie
parlare con Angel…e dire che Spike è un amante favoloso…- disse poi amaramente.
La rossa insisté ancora.
- Fallo in nome della nostra
amicizia, allora…parla con lei…
La bionda capitolò.
- Va bene. Io ho già preso la mia
decisione…ma lo farò per te…
Willow sorrise.
- Grazie…
- Lascia stare…
Le due amiche si salutarono con la
promessa di sentirsi il più presto possibile.
Tara si sentiva molto meglio.
Anche se non aveva più niente da
dirle, avrebbe parlato con Fred.
Era la prima volta che si
comportava così impulsivamente, lei che era così calma e riflessiva.
Stava cominciando ad apprezzare la
nuova se stessa, tuttavia.
Willow chiuse la telefonata molto
scossa.
- Cosa c’è piccola?- chiese Oz
accogliendola tra le sue braccia sotto le coperte.
- Tara era innamorata di me…- disse
solamente.
Quella rivelazione non l’aveva
lasciata indifferente.
Lei amava Oz più di ogni altra
cosa, ma prima…
Prima sarebbe stato diverso.
- Ti vedo sconvolta…- disse il
ragazzo dandole un bacio in fronte.
- Non solo per questo…Tara mi ha
anche confermato la storia di Angel…sua sorella e Spike vanno a letto…
Oz sembrò incredulo.
- E Tara che ne sa?
- E’ la sua ragazza che va a letto
con Spike…ma le ho chiesto di andare fino in fondo a questa storia, prima di
sollevare polveroni…- concluse Willow.
- Sono sicuro che è un’enorme
cazzata…Spike mi ha confidato cose anche peggiori di un tradimento…io saprei
se…- disse convinto il ragazzo.
- Lo so, amore…lo so…cerchiamo di
dormire ora…- lo interruppe la rossa.
Chiuse gli occhi.
Se Tara avesse avuto il coraggio di
parlarle prima dei suoi sentimenti, lei avrebbe avuto il coraggio di amarla
alla luce del sole, di non reprimere quelle sensazioni.
Willow sapeva. L’aveva sempre
saputo che Tara era innamorata di lei.
E Willow era innamorata di Tara.
Se solo avessero parlato…
Ma il tempo ormai era scaduto.
La rossa si ripromise di non dirlo
mai a nessuno.
Oz ormai aveva preso un posto
fondamentale nel suo cuore, e ciò che aveva provato per Tara era stato
importante, ma si era trasformato col tempo in una grande amicizia.
Avrebbe celato per sempre quel
segreto.
Si strinse a Oz e scivolò
lentamente nel sonno.
Una lacrima le scivolò furtiva
sulla guancia.
Tara uscì velocemente dalla sua
stanza.
Wes era in cucina.
La ragazza non si chiese cosa stava
facendo suo fratello in piedi a quell’ora.
Aveva altri pensieri per la testa.
Entrò come una furia nella stanza
di Fred, per trovarla vuota.
Dove diavolo era andata all’alba?
- Wes…devo parlare con Fred…sai
dov’è?- chiese risoluta.
Wes si strofinò gli occhi.
Aveva anche lui la faccia di uno
che aveva dormito molto poco.
- Non lo so…Fred non è rientrata
stanotte. L’ho aspettata in piedi fino adesso. Sono molto preoccupato…
Tara impietrì.
Buffy spalancò gli occhi,
ansimando.
Spike fu subito accanto a lei.
- Brutto sogno?- chiese baciandole
una spalla.
Lei annuì.
- Vuoi raccontarmelo?
La ragazza deglutì, ancora
spaventata.
- Non ricordo quasi niente, tranne
che ero terrorizzata…
Il biondo l’accolse fra le sue
braccia.
- Adesso ci sono io…tranquilla…
Il suo abbraccio la faceva sentire
protetta.
- Sai…quando avrò finito il mio
lavoro qui e tornerò a Sunnydale, vorrei che facessi una cosa per me…- disse
lui dandole piccoli baci sul collo.
- Cosa?- domandò lei curiosa.
Lui prese un po’ di tempo.
- La mia casa è molto grande…e
credo che i miei abbiano deciso di stabilirsi definitivamente a New York…perché
non vieni a stare da me?
Buffy spalancò i grandi occhi
verdi, incapace di rispondere dalla meraviglia.
- Non volevo spaventarti a morte,
passerotto…- sorrise un po’ nervoso per la sua reazione.
Aveva deciso di chiederglielo non
appena l’aveva vista, quando aveva realizzato quanto era stata pesante la sua
mancanza.
Non voleva più stare senza di lei,
mai più.
- Mi stai chiedendo di abitare
insieme?- mormorò Buffy.
- Si…
- Nel senso di convivere?
Lui le diede un altro bacino.
- In qualsiasi maniera tu voglia
chiamarlo, si…voglio vivere con te…
Buffy lo guardava sempre più
meravigliata.
- Amore…non l’hai ancora capito che
ti amo? Voglio che il tuo viso sia la prima cosa che vedo la mattina e l’ultima
prima di addormentarmi…voglio anche suicidarmi con la tua cucina…voglio vedere
il tuo spazzolino in bagno e anche trovare ovunque i tuoi vestiti…voglio
addormentarmi con la testa sul tuo grembo mentre guardiamo la tv la sera…voglio
amarti in tutte le ore della giornata…- sussurrò Spike prendendole una mano.
Buffy finalmente respirò di nuovo.
- Queste sono le parole più belle
che mi siano state dette…- disse poi emozionata.
- Lo prendo per un si?- chiese lui
con un sorriso.
La ragazza gli accarezzò il volto.
- Come altro lo volevi prendere?
Spike la baciò con passione,
accarezzandole le gambe.
- Passerei tutta la giornata così,
accoccolato sopra di te…- sospirò il biondo mentre Buffy gli passava dolcemente
la mano fra i capelli scompigliati.
Mentre poltrivano tra le lenzuola,
il cellulare di Buffy squillò.
- Non rispondere…- la pregò Spike
cercando di trattenerla.
- Dai…è Tara!- esclamò la ragazza
cercando di divincolarsi.
Diede ancora uno schiaffetto sulla mano
a Spike, che le stava dando dei pizzicotti sul fondoschiena.
- Pronto? No…eravamo svegli…si…te
lo passo…
Buffy, un po’ stupita, passò il
telefono a Spike.
- Vuole parlare con te…- disse poi
tornando a stendersi accanto a lui.
Spike rispose.
La voce di Tara era fredda. Non
l’aveva mai sentita così.
- Hai sentito Fred?
Il biondo si sorprese della
domanda.
- Fred? Come fai a conoscerla?
- Nello stesso modo in cui la
conosci tu…anzi…forse tu la conosci più intimamente…
- Tara, ma che stai dicendo?
La ragazza fece un enorme sforzo
per lasciare da parte il suo rancore, almeno per il momento.
- Lascia stare…Fred è
scomparsa…Wes, mio fratello, è suo coinquilino. Non ha dormito a casa…e non
sappiamo dove cercarla…se potessi darci una mano sarebbe molto utile…
Spike saltò giù dal letto,
incominciando a vestirsi.
- Vado a vedere in ufficio…fatemi
sapere se ci sono novità…
Spike riattaccò.
- Buffy, vestiti…dobbiamo andare…
- Ma…- provò a dire la ragazza
cercando spiegazioni.
- Ti spiego strada facendo…
I due uscirono qualche minuto dopo,
diretti verso l’Università.
Spike pregò che non fosse successo
niente di grave.
Aveva completamente dimenticato le
parole cariche d’odio che gli aveva rivolto Tara.
- Così credi che sia Fred la
ragazza di cui è innamorata Tara?- chiese Spike aprendo la porta del palazzo.
- A questo punto si…pensi che le
sia successo qualcosa di grave?- domandò lei un po’ allarmata.
Il week-end si stava trasformando
lentamente in un incubo.
- Spero di no…- rispose lui
facendole strada.
Entrarono nell’ufficio.
Il silenzio era quasi irreale.
- Fred?- provò a chiamare Spike.
- Guarda…c’è la luce accesa nel
bagno…- disse Buffy tirandolo per un braccio.
I due ragazzi entrarono.
Fred era appoggiata al water, il
viso nascosto tra le braccia.
Era così stanca per aver lavorato
fino a tardi che si era addormentata lì?
- Fred?- chiamò Spike andandole
vicino e scuotendola leggermente.
La ragazza cadde giù come una
marionetta spezzata, il volto mortalmente pallido.
- Fred!!- esclamò Spike cercando di
rianimarla e accertandosi che respirasse.
Buffy lo aiutò a distenderla.
Il biondo raccolse un flaconcino di
antidepressivi completamente vuoto sotto al lavandino.
- Spike! Ha smesso di respirare!-
urlò Buffy.
Lui le corse accanto, cominciando a
praticargli la respirazione bocca a bocca.
- Dai Fred! Respira! Respira!
Buffy nel frattempo era corsa
nell’ufficio e aveva agguantato il telefono.
- Pronto? 911?
L’ambulanza arrivò velocemente.
Fred fu caricata sotto ossigeno e
portata via d’urgenza.
Buffy e Spike la seguirono fino
all’ospedale.
Il ragazzo fermò nel corridoio il
paramedico che l’aveva soccorsa per chiedere informazioni sulle sue condizioni.
- E’ stata una fortuna che lei
fosse lì e che le abbia prestato i primi soccorsi…penso che non avrebbe avuto molte
possibilità senza il suo intervento…- disse l’uomo.
- Ma adesso come sta?- chiese
agitato.
- E’ in prognosi riservata…mi
dispiace…- concluse tornando al suo lavoro.
Spike tornò da Buffy, cercando
conforto nel suo abbraccio.
- Andrà tutto bene…- mormorò lei
cercando di confortarlo.
La bionda si sentiva in colpa.
Quante volte aveva augurato tutto
il male possibile alla sua rivale, in preda alla gelosia.
Adesso sapeva che il suo odio era
infondato.
Spike l’amava tanto da chiederle di
andare a convivere e Fred era innamorata di Tara.
Ed ora era in un letto d’ospedale,
tra la vita e la morte.
- Perché l’ha fatto?- chiese a
Spike.
- Aveva dei problemi con quella
robaccia…ma aveva smesso…aveva anche un rapporto che nascondeva gelosamente tanto
era importante per lei…immagino sia stata Tara…non capisco il perché di tutto
questo…- disse piano lui col viso contro il maglione di lei.
Buffy chiuse gli occhi, riuscendo a
percepire l’angoscia del suo uomo.
Wes e Tara arrivarono trafelati.
- Come sta?- chiese Wes ansioso.
Tara non aveva aspettato la
risposta ed era corsa a cercare un medico.
- Qualcuno ha avvertito suo
fratello?- chiese ancora Wes.
- Fred ha un fratello?- chiese
Spike sorpreso.
- Si…Angel O’Brien…lo conoscete?
Buffy e Spike sbiancarono.
Nessuno dei due poteva credere alle
proprie orecchie.
Spike scosse il capo con un sorriso
tirato.
In effetti i loro occhi erano molto
simili. E anche il loro carattere.
Così forti, eppure terribilmente
fragili.
Adesso capiva anche il tentativo di
seduzione da parte di Fred nei suoi confronti.
Era tutto parte del perverso gioco
di Angel, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per
far lasciare lui e Buffy.
Solo che doveva essere successo
qualcosa, perché Fred non ci aveva più provato…
La voce di Buffy lo distolse dalle
sue ipotesi.
- Lo avverto io…datemi qualche
minuto…
Spike annuì. Nel frattempo avrebbe
parlato con Tara.
Era sicuro che lei avrebbe potuto
dare una risposta ai suoi interrogativi.
Buffy prese un grande respiro mentre
aspettava che Angel rispondesse.
Non sapeva come dirglielo.
Tutto il rancore che provava nei
suoi confronti sembrava essere sparito.
Provava solo una grande pena per
lui.
Non le aveva mai parlato di sua
sorella.
Chissà perché…
- Ciao Buffy…sbaglio o avevi detto
che non mi avresti più rivolto la parola?
Angel e la sua solita arroganza.
Da un anno ormai era quello il suo
tono abituale.
Niente a che fare con il ragazzo
che le sussurrava parole dolci, di cui si era innamorata.
- Ciao…scusa l’ora…
Il ragazzo soffocò uno sbadiglio.
- Non me ne ero reso conto…cosa
succede di così grave?
- Prendi il primo aereo per New
York…tua sorella Fred è in rianimazione…
Inutile usare tati giri di parole.
Buffy si ritrovò a parlare da sola.
Non si sorprese. Per le persone che
amava, Angel dava l’anima.
Evidentemente, non l’aveva più
riavuta indietro.
- Sei l’ultima persona con cui
voglio parlare…- esclamò Tara a testa bassa cercando di evitare Spike.
Il biondo la prese per un braccio,
obbligandola a fermarsi.
- Devi spiegarmi cosa diavolo sta
succedendo! Perché ce l’hai con me?
Tara lo guardò con freddezza.
- Non è questa la domanda esatta,
ma piuttosto…perché tradisci Buffy? Non ti è bastato perderla una volta?
Spike trasecolò.
- Spero sia la preoccupazione per
Fred a farti vaneggiare così!
- Fred ti sta molto a cuore, vero?
Il ragazzo divenne scuro in volto.
- Parla chiaro, ragazzina…sono
stanco dei tuoi giochini psicologici…
- Bene! Da quanto tempo va avanti
la tua storia con Fred? L’ho sentita con le mie orecchie dirlo ad Angel!
Spike iniziò a ridere.
Adesso tutto era chiaro!
Ecco chi era tanto influente da
riuscire a plagiare Fred!
Anche a costo di farla andare
contro la sua natura…
- E’ tutta una bugia, Tara…io amo
Buffy e Fred ama te…lo so…devi solo fidarti…ti prego…
La bionda abbandonò lentamente la
sua espressione gelida.
- E’…che sono così in ansia per
lei…- ammise scoppiando in lacrime.
Spike cercò di rassicurarla.
- Te lo dirà lei stessa quando si
sveglierà…tra me e lei non c’è nulla, se non amicizia…
Tara annuì.
- Scusa se ti ho aggredito…non
volevo…
Un medico li interruppe prima che
Spike potesse rispondere.
- Sarebbe meglio una sola visita
per il momento…- annunciò il medico.
Notò gli sguardi stanchi dei
ragazzi di fronte a lui.
Erano lì da molte ore.
- Ok…due al massimo…
Tara si fece avanti.
Fred era molto pallida, ma i suoi
occhi erano brillanti.
- Ciao…- le disse la bionda
sedendosi vicino a lei.
- Ciao…- rispose lei senza energia.
Tara le sorrise debolmente.
- Sarebbe stato meglio vederci in
altre circostanze…- disse poi.
Fred sembrò non sentire le sue
parole.
- Non è vero niente di ciò che hai
sentito. Ho inventato tutto per non deludere mio fratello…- mormorò.
La bionda le prese la mano.
Spike era stato sincero con lei.
- Spero che tu non abbia fatto
questa sciocchezza per…
-…te? Certo…non volevo più
soffrire…e quelle pasticche mi aiutavano…ma non volevo uccidermi, davvero!
Volevo…non sentire niente…almeno per un po’…- ammise Fred con un filo di voce.
Tara le baciò la fronte.
- Voglio stare con te…non m’importa
se mio fratello si sentirà tradito…voglio pensare solo a me…a noi…
Le due ragazze si sorrisero.
Due leggeri colpi sulla porta le
fecero voltare.
- Fred…
Angel entrò lentamente.
- No! Mandalo via! Non
voglio…vederlo…- esclamò la ragazza nel panico.
Angel restò immobile.
Fred l’aveva sempre amato.
Non lo aveva mai cacciato.
Tara cercò di calmarla e si
avvicinò al suo orecchio.
- Parlaci…è tuo fratello…io sarò
qua fuori…
I due fratelli rimasero de soli.
- Mi hai fatto prendere un
colpo…pensavo di averti persa…- disse il ragazzo avanzando timidamente.
Fred non lo guardava.
- Ma perché l’hai fatto?- chiese
lui ancora.
- Per colpa tua!! Tara, la mia
ragazza, mi ha sentita parlare con te, mentre ti dicevo una enorme bugia per
farti contento!!- urlò Fred, coprendosi la bocca con la mano.
L’aveva detto.
- Non voglio più vederti…vattene…ho
bisogno di vivere senza di te…- concluse.
Angel era pietrificato.
La sua piccola Fred lo stava
cacciando via dalla sua vita.
- Ti voglio bene Fred…perdonami…-
mormorò prima di uscire, lasciando il mazzo di rose sul tavolo accanto
all’entrata.
Una lacrima bagnò il volto di Fred.
Era Angel la sua malattia.
Angel riguadagnò il corridoio.
Spike, Buffy e Tara lo osservavano.
Tara aveva appena finito di
raccontare a Buffy cosa era successo.
- Sappi che da oggi in poi,
qualsiasi cosa dirai non ti crederà più nessuno…- gli annunciò la bionda a
braccia conserte.
- Vi chiedo perdono…- disse
soltanto dirigendosi verso l’uscita.
Aveva perso tutto.
Buffy.
Xander.
Fred…
Non aveva più niente.
Si strinse nel cappotto e sparì
nella gelida mattina newyorkese.
EPILOGO
3 anni dopo…
Buffy e Spike si crogiolavano sotto
il sole di Acapulco.
Erano passati due giorni da
dall’inizio della loro vacanza.
Si amavano ancora come quel giorno,
quando i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta nel parco di
Sunnydale.
- Amore…dovremmo comprare un regalo
per Oz e Willow…sarebbe molto carino portargli il regalo di nozze dal Messico…-
disse Buffy accarezzando il volto del suo compagno.
- Sai che sei tu quella di noi due
che si occupa di queste cose. Il mio regalo per Oz sarà l’addio al celibato…-
commentò Spike divertito.
La bionda gli lanciò uno sguardo
severo.
- Smettila di fare lo sciocco…
Lui le diede un bacio.
- E tu smettila di fare la
fidanzata gelosa…
Dopo gli avvenimenti di New York,
Tara si era trasferita da Fred e Wes, ed aveva finito lì gli studi.
Buffy sapeva che le due ragazze stavano
ancora insieme. Era felice di sentire Tara ogni tanto e sapere che Fred era
completamente disintossicata.
Chi non aveva retto al tempo erano
Xander e Anya.
Si erano lasciati pochi giorni
prima delle nozze e tutti e due erano stati molto male.
Lei si era trasferita in
Inghilterra, mentre Xander aveva una piccola ditta di costruzioni a Sunnydale.
Il matrimonio di Willow era
un’ottima occasione per rivedere tutti loro.
Ogni tanto si chiedeva dove fosse
Angel.
Non l’aveva più visto da quella
mattina in ospedale.
Nessuno di loro l’aveva più visto.
Nonostante tutto, rimaneva una
persona importante nella sua vita.
Sperava che stesse bene, che fosse
riuscito a sconfiggere l’ombra che attanagliava il suo cuore.
Spike c’era riuscito.
- Andiamo a fare un bagno,
passerotto?- chiese lui aiutandola ad alzarsi.
- Gli hai chiesto se ha voglia?-
domandò lei sollevandosi con fatica.
Il ragazzo si piegò sulle sue
gambe.
- Hai voglia, tesoro?- chiese dando
un bacio al pancione di Buffy.
Mancava davvero poco ormai.
Non avevano voluto sapere il sesso
del nascituro.
Non aveva importanza.
Dawn, per sicurezza, aveva comprato
una serie di vestitini infinita, di ogni colore e genere.
Ci teneva molto ad assere una zia
modello.
William e Anne, i genitori di
Spike, avevano regalato loro la vacanza, sperando che si trasformasse in una
luna di miele.
Joyce non si pronunciava. Bastava
che sua figlia fosse felice.
- Vieni…- disse Spike prendendola
per mano.
- Aspetta…vai piano…sono una donna
incinta…- si lamentò Buffy.
Il biondo la osservava con sguardo
carico d’amore.
Era ancora più bella così.
Con suo figlio dentro di lei.
Tutto ciò che avevano passato per
stare insieme sembrava così lontano ora.
E alla fine, non aveva più neanche
molta importanza.
- Ti amo, sai?- sussurrò Spike.
Buffy gli sorrise radiosa, baciata
dal sole d’agosto.