NEI SUOI OCCHI

Di Sarakkk

 

 

 

PROLOGO

 

 

 

Mi stiracchio lentamente.

Avrei voglia di poltrire un altro pochino tra queste lenzuola che profumano di pesca.

Adoro la biancheria fresca di bucato.

Socchiudo gli occhi quando un raggio di sole mi colpisce all’improvviso.

La mia vista è ancora appannata dal sonno. Non sono mai stato un amante della luce.

Preferisco di gran lunga la notte.

Nell’oscurità riesco a muovermi silenzioso. Me ne sento padrone.

Soprattutto quando caccio. Le mie vittime non riescono mai ad accorgersi che sto per piombargli alle spalle, che l’ultima cosa che vedranno prima di morire sono i miei occhi dorati brillare d’eccitazione.

Non sono un mostro. Mai nella mia vita mi sono sentito tale.

Sono una creatura fatta per uccidere.

E’ quello il mio unico pensiero quando dono il mio bacio di morte.

Il mio cuore impazzisce quando sento scivolare via l’ultimo alito di vita dalla mia preda.

Sono solo un figlio delle tenebre.

Pigramente, mi alzo e mi affaccio alla finestra, annusando l’aria.

E’ mattino inoltrato.

La primavera sta arrivando finalmente.

Mi guardo intorno.

Stamattina Buffy deve essere uscita molto presto.

Di solito, quando mi sveglio, il suo posto accanto a me è ancora caldo.

Io e lei non ci corichiamo mai insieme, né ci svegliamo mai insieme.

Di notte, quando io ritorno, lei è già sotto le coperte, ma nel dormiveglia mi sente mentre mi sdraio accanto a lei, e mi accarezza teneramente, sussurrandomi piano un dolce “bentornato”.

Al mattino, le parti sono invertite.

Lei si alza, lasciandomi la colazione pronta e va a lavorare.

Non so come faccia a stare quasi tutto il giorno in quel girone dell’inferno che è il Doublemeat Palace.

Io, in un posto con un nome del genere, non entrerei neanche morto.

Quando torna si chiude ore intere in bagno, cercando di lavare via quel nauseabondo odore di fritto dai suoi capelli dorati.

Amo da morire Buffy.

Senza di lei non so cosa ne sarebbe stato di me.

Mi trovò una sera, mentre tornava a casa dal suo turno serale.

Avevo incontrato qualcuno più forte di me che mi aveva ridotto piuttosto male.

Avevo quasi rinunciato a vivere, sopraffatto dal dolore.

Chiusi gli occhi, lasciandomi andare.

Invece, quando li riaprii, ero adagiato in un letto caldo e confortevole, e le mie ferite disinfettate e fasciate.

Non era un luogo a me familiare, ma lo trovai subito accogliente.

- Vedo che ti sei ripreso…

La sua voce mi ammaliò, come il canto di una sirena.

Eppure il mio istinto mi ordinò di fuggire.

Gli esseri umani non mi avevano mai interessato più di tanto, né loro erano interessati a me.

Li avevo sempre considerati esseri inferiori, da sfruttare solo per il cibo.

Ma lei era diversa.

Ero troppo debole per muovermi ed emisi un gemito sofferto.

I suoi occhi verdi si velarono subito di preoccupazione.

- Stai tranquillo…voglio aiutarti…

Dire che Buffy è bella sarebbe troppo riduttivo.

Soltanto vedendola ci si rende conto di cosa effettivamente sto parlando.

Sono convinto che mai creatura più perfetta posò piede su questo mondo.

Immagino di essermi innamorato di lei dal primo momento che la vidi, senza rendermene conto.

Mi accudì per qualche mese come se fossi il suo tesoro più prezioso.

Io non le davo molta confidenza.

Credevo che lo facesse solo per pietà, cosa di cui non avevo bisogno.

Però apprezzavo le sue attenzioni.

E non chiedeva mai niente in cambio.

Quando si avvicinava le prime volte ho cercato di morderla, diffidente com’ero, ma lei non si arrese.

E a quel punto lo feci io, lasciandola fare.

Con la cocciutaggine delle donne è una guerra persa in partenza.

Finché un giorno riuscii a tirarmi di nuovo in piedi.

Stavo per andarmene scappando dalla finestra lasciata aperta, quando voltandomi, la vidi appoggiata allo stipite della porta.

- Te ne vai senza neanche salutarmi?

A quel punto capii che qualcosa in me era cambiato.

La osservai silenzioso, aspettando che fosse lei a fare la prima mossa.

E mi sorprese.

Avanzò lentamente, fino a che il suo viso non fu a due centimetri dal mio naso.

- Non hai un luogo dove andare…e io senza di te cosa faccio? Resta…

Strofinai il mio naso contro il suo e lei mi accolse tra le braccia.

Ormai ero fregato…

Più in là scoprii che la convivenza con Buffy era quello che avevo sempre sognato.

Niente più notti al freddo e combattimenti all’ultimo sangue.

Era riuscita a domare il mio spirito ribelle.

In fondo, senza di lei non potrei stare neanche io.

Le chiavi girano nella serratura.

- Piccolo…ci sei? Sono a casa!

E’ tornata in anticipo oggi…

Avevo voglia di uscire a fare una passeggiata, ma preferisco di gran lunga le sue coccole.

- Spike?

Mi chiama.

Non ho ancora capito come le sia venuto in mente questo buffo nome!

Non mi dispiace, però…

Le corro incontro salutandola a modo mio.

Scoppia a ridere quando lo faccio perché dice che le faccio solletico sul collo con la coda.

Mi liscia il pelo, arruffandolo tutto.

Avrei voglia di graffiarla quando lo fa…passo ore a riaggiustare i suoi danni!

Mi strofino ancora contro il suo naso con il mio…

E’ meraviglioso perdersi nei suoi occhi smeraldo…

 

 

1.

 

 

La cosa che più mi fa arrabbiare nella mia Buffy è come si faccia abbindolare dagli esponenti maschili della sua specie.

Non capisco come facciano a trattarla così male.

In tre anni che vivo con lei, ne ho visti passare tre.

Da bravo osservatore come tutti i gatti, me li sono studiati molto bene.

So che non potrò mai aspirare al posto che loro hanno occupato nel cuore e nel letto di Buffy, non sono uno stupido.

Ma so anche che lei merita il meglio e nessuno di quegli individui lo era.

Angel è stato il primo e il più importante.

Credo che l’abbia conosciuto in un locale.

Da bravo romanticone, andava a trovarla tutti i giorni al fast-food, regalandole delle rose.

Bellissime rose rosse.

Buffy rientrava ogni giorno con gli occhi sempre più sognanti.

E io mi rodevo il fegato.

Odiavo non conoscere il mio “rivale”.

Ma già mi stava antipatico visto che le faceva quell’effetto.

Dopo qualche mese, lo vidi piombare in casa nostra.

Il mio primo pensiero fu di utilizzarlo come stuoino per affilarmi le unghie.

Poi lo osservai meglio.

Tralasciando gli assurdi capelli dritti e l’evidente pancetta sotto la giacca, trovai che l’unica cosa positiva erano i suoi occhi, neri come la notte, ma dolci.

Forse avrebbe potuto farla felice.

Però qualcosa nel mio sesto senso mi diceva di allontanarlo.

Buffy lo accolse con un sorriso ebete stampato in faccia.

Io con un grosso sbadiglio.

- Ciao…- disse lui timidamente.

Le diede un leggero bacio sulle labbra e lei lo fece accomodare.

- Finisco di preparare la cena e sono da te!- esclamò Buffy dalla cucina.

Lui, dal divano si guardava intorno, ed io ero salito sul bracciolo alla sua destra.

Muschio…profumo orribile…

Finalmente la checca si accorse di me.

- Hai un gatto?- chiese a Buffy allungando una mano per accarezzarmi.

“No! Sono un collie!” pensai io appiattendo le orecchie conto la testa.

- Si! Si chiama Spike!

- Spike? Un nome da cane…- commentò lui cercando di non farsi sentire.

Senti chi parla…Angel!

- Ti piacciono i gatti?- chiese ancora lei.

Se gli piacevano, non so…

Fatto sta che gli lasciai un bel ricordo sulla mano.

Da brava checca qual era, fece subito la spia.

- E’ uno psicopatico!- si lamentava mentre lei gli disinfettava la ferita.

Neanche soffrissi di una malattia tropicale!

Buffy si arrabbiò molto e mi sgridò.

Provai a convincerla della mia innocenza facendo le fusa, e lei si addolcì un po’.

Durante la cena me ne stetti tranquillo sulle sue gambe, lanciando sguardi beati alla checca.

Io potevo starle in grembo…

Ma la serata si sviluppò in una direzione che io non avevo previsto.

Dopo il dolce, che io avevo leccato un po’ qualche minuto prima, ballarono su una di quelle canzoni smielate che piacciono tanto alla mia padrona e poi cominciarono a baciarsi.

Alla fine raggiunsero la camera da letto e si chiusero dentro, quasi sbattendomi la porta in faccia.

Mi sentii tradito.

Buffy stava facendo sesso nel “nostro” letto!

E con la checca!

Non ci vidi più.

Ammetto di aver esagerato, marcando il territorio sulla giacca di pelle di Angel.

Poi me ne andai a fare una battuta di caccia.

La mattina dopo, quando rientrai, Buffy era lì che mi aspettava.

Molto più che arrabbiata.

Mi sollevò da terra e mi guardò a brutto muso.

- Stavolta hai esagerato, Spikey…Angel mi piace…e tu non devi fargli i dispetti…

Mi perdonò quasi subito, guardando nei miei languidi occhioni azzurri.

E per amor suo, evitai di combinare guai quando lui era in casa.

Questo però non mi impedì di fargli trovare più di una volta una lucertola morta nelle scarpe…

Per il resto ci sopportavamo.

Amavamo entrambi la stessa donna, e lei amava noi.

Qualche tempo dopo, Buffy rientrò in lacrime.

Mi prese in braccio e mi strinse forte.

Lui se ne era andato a Los Angeles, lasciandola senza una spiegazione.

Pianse davvero molto.

Avrei tanto voluto avere delle braccia per stringerla forte.

Qualsiasi cosa fosse accaduta, io non l’avrei mai abbandonata.

Fu dura per lei dimenticarlo.

Quasi quasi era diventato simpatico anche a me…

Arrivò il turno di Parker.

Se Angel mi era antipatico, per questo provavo odio assoluto.

Non fece altro che portarsela a letto a ripetizione.

Avevo fiutato subito del marcio.

Lui non amava la mia principessa.

Si fece beccare in flagrante con un’altra.

Buffy pianse ancora una volta contro il mio pelo nero.

E avrei tanto voluto avere una bocca, per dirle che sarebbe andato tutto bene, che quello era un’imbecille…e quanto l’amavo…

Ed infine Riley.

Un tonto patentato.

Capitan America, come amavo chiamarlo, era un soldato di professione.

Ridicolo.

La cosa che più mi faceva dubitare della sua intelligenza era il fatto che era geloso di me.

Può un uomo alto un metro e novanta temere che la sua ragazza lo tradisca col suo gatto?

Questo perché era venuto a sapere che io e Buff dormivamo insieme.

Da allora, quando lui veniva a passare la notte da noi, le lenzuola dovevano essere cambiate in sua presenza.

E per ripicca, ogni volta che soffrivo di quelle fastidiose palle di pelo, gliele vomitavo sullo scendiletto.

Io sarò bastardo, ma lui era subdolo.

Quando Buffy non lo vedeva mi chiudeva sempre fuori dalla finestra.

E una volta fuori c’era la neve.

Avrei potuto azzannarlo nel sonno.

Anche lui se ne andò.

Era Buffy quella che portava i pantaloni nella loro coppia e lui non lo sopportava.

Tipico di un marine represso.

E per la terza volta si ritrovava a piangere.

Avrei voluto avere le gambe stavolta, per correre dietro al soldatino, in Amazzonia o dove diavolo era, e dargli un enorme calcio nel sedere.

- Sei tu l’unico uomo della mia vita, Spike…l’unico che non mi abbandonerà mai…vero?- mi disse con un sorriso triste.

Io mi strofinai contro il suo collo, facendola sorridere.

Era un sollievo sentire la sua risata cristallina dopo tanto tempo.

Come potrei abbandonarti, amore?

 

 

 

Oggi è domenica.

Ciò significa che io e Buffy passeremo insieme tutta la giornata.

Amo la domenica!

Mi sveglio con la sua voce, mentre canticchia la sua canzone preferita da sotto la doccia.

Certo, Mariah Carey non rientra nei miei gusti, ma le parole di quella canzone mi piacciono, soprattutto quando la mia bionda esce dal bagno con un minuscolo asciugamano rosa a fasciarle il corpo e i capelli umidi.

Io socchiudo un occhio e mi rotolo sul letto.

Si avvicina in punta di piedi e usando il pettine come microfono m’intona qualche parola accanto all’orecchio.

 

I can't live If living is without you
I can't live
I can't give any more

 

E poi si lancia in alcuni vocalizzi da far accapponare la pelle, ma che alle mie orecchie giungono splendidi come accordi di chitarra.

Miagolo con lei, rotolandomi ancora tra le lenzuola.

Buffy sorride divertita.

- Non ti facevo un fan di Mariah, Spikey…- dice grattandomi sotto il collo.

Infatti non lo sono, dolcezza.

Sono solo tuo esclusivo ammiratore.

Anche perché faresti cadere i capelli a qualsiasi discografico…

Poi apre l’armadio, gettandomi addosso abiti, biancheria, ed infine il minuscolo asciugamano.

Io la guardo con curiosità.

Il suo corpo abbronzato è meraviglioso.

Si accorge che la sto fissando.

- Spike…sei un porco!- esclama allegra allacciando il reggiseno.

Per l’inferno maledetto…dormirei per sempre sul suo petto.

Mi alzo anche io e comincio a correre per casa.

Vederla nuda mi ha dato una scarica d’adrenalina che devo assolutamente consumare.

Salto ovunque, ma sto attento a non rompere niente.

Poi me la prendo con le sue caviglie.

La mordo e poi scappo sotto al letto.

Lei sa bene che non le conviene cercare di stanarmi e infatti non si azzarda ad allungare la mano per acchiapparmi.

- Vieni qui…dispettoso che non sei altro…- dice cercando di attirarmi fuori con la mia colazione.

Esco con un leggero miagolio, ma solo perché mi piace vedere il suo sorriso di vittoria.

Qualcuno suona alla porta mentre mangio.

Curioso, mi volto.

Buffy va ad aprire e la strega entra in casa.

Willow è la più cara amica di Buffy.

L’unica, forse.

Mi è molto simpatica.

Ha dei lunghi capelli rossi che le incorniciano il volto dall’incarnato pallido.

E i suoi occhi…dorati come i miei di notte.

Immagino sia venuta per fare le carte alla mia bionda, come tutte le domeniche.

E’ per questo che la chiamo strega.

A volte sono sicuro che capisca cosa sto pensando, e mi sorride.

In effetti, tutto ciò che dice a Buffy ha sempre un fondo di verità.

Ma lei non coglie i significati delle parole della rossa, e si ritrova sempre a fare tutto il contrario.

Mi da una carezza e si siede.

Io salgo subito sul tavolo per annusare l’incenso che sta per accendere.

Mi piace quell’odore.

- Come va, Spikey?- mi chiede mescolando le carte.

Piuttosto bene, grazie.

Lei mi osserva con i suoi occhi ammalianti e bisbiglia qualcosa.

- Ne ero sicura…

Questa ragazza mi spaventa!

- Will…troverò un ragazzo?- chiese Buffy sedendosi di fronte a lei con aria afflitta.

Se potessi farlo, sbufferei.

La mia bionda non ha ancora capito che il mondo non ruota intorno ad un fidanzato.

Non stiamo bene così?

Per il sesso, poi, ho visto che a volte ci pensa da sola.

Ed i suoni che emette mi sembrano molto più convinti di quelli che sentivo uscire dalla sua camera quando era con un uomo.

La rossa scruta le carte.

- No…però troverai la tua anima gemella…

Buffy la guarda stupita.

- Allora significa che troverò un fidanzato…

Willow ripete il concetto.

- No…solo la tua metà della mela…

- Questo non vuol dire niente…- si lamenta la mia bionda.

Io le salgo sulle gambe e cerco di tirarla su di morale con fusa rumorose.

Lei mi liscia il pelo.

- Le carte vanno interpretate…- risponde la rossa radunando i tarocchi.

- Si, come al solito…va beh…tu sei pronto per andare Spikey?- mi chiede poi.

Il panico.

Dove devo andare?

E perché non mi porta con lei?

Scappo via e vado a rintanarmi nell’armadio.

Lei arriva, mi prende e mi infila in quello strumento di tortura che è la gabbia da trasporto.

Provo a difendermi, ma lei è più rapida di me e m’imprigiona.

Poi mi affida a Willow.

- Ti ho messo tutto il necessario in quella busta…sarà un po’ bisbetico all’inizio, ma si abituerà presto…- dice rivolta alla rossa.

Io bisbetico??

Sono la creatura che la ama di più a questo mondo e mi da del bisbetico!

- Torno domani…va do a trovare la mamma e tu sai bene che non posso portarti…è allergica ai mici…- mi dice come per giustificarsi.

Io non la degno di uno sguardo.

Sono molto offeso.

- Andiamo! Saluta Buffy, Spike…non ti sta abbandonando…- esclama Willow mentre mi porta via.

No.

Non merita neanche un ciao.

La guardo di sfuggita.

Sembra addolorata.

Ma ormai è tardi per ritornare sulla mia decisione perché sono già in macchina.

So già che saranno le ventiquattro ore più lunghe della mia vita.

 

 

Arrivo a casa di Willow.

Molto carina e con un bel giardino.

Forse non sarà drammatico stare con lei.

Appena uscito dalla gabbia, la prima cosa che attira la mia attenzione è il suo scaffale, pieno di oggetti di cristallo con cui giocherei molto volentieri.

- Puoi fare tutto ciò che vuoi piccolino…basta che non mi distruggi i cristalli…sono molto particolari, sai?- mi dice prendendone uno e sventolandomelo di fronte al naso.

Io alzo timidamente una zampa e gli do un colpetto.

- Ti piace? E’ azzurro come i tuoi occhi…- sussurra piano.

Io la fisso.

Questa ragazza mi incanta.

Forse è davvero una strega, e dato che io sono un gatto, e in più nero, tra noi si è stabilita una strana connessione.

- Hai ragione micio…sento anche io la stessa cosa…- confessa con un sorriso andando verso la porta.

Io sono allibito!

Lei, senza darmi una spiegazione, esce.

- Torno tra poco…fai il bravo e occhio ai cristalli…

E così rimango da solo.

E’ ovvio che la pria cosa che faccio è salire sullo scaffale con le pietruzze colorate.

Mai provare a mettermi dei limiti.

Smuovo con una zampa il cristallo azzurro che la rossa mi aveva mostrato qualche minuto prima.

Quando lo sfioro sembra brillare di più.

E io continuo a giochicchiarci, finché non lo faccio cadere.

Sono sicuro che la rossa mi ucciderà quando torna.

Devo riportarlo sul suo ripiano.

Cercò di infilare la testa nel laccio del pendaglio e dopo qualche tentativo, ci riesco.

E allora succede una cosa strana.

Il cristallo emana luce.

E io ho tanta voglia di dormire.

 

 

 

2.

 

 

 

Mi sveglio infreddolito.

Che diavolo mi è successo?

Mi gratto la testa con una mano.

Alt.

Una mano.

Cinque dita e un pollice opponibile.

Non ci credo.

Mi alzo in piedi e corro in bagno, cercando uno specchio.

L’immagine che riflette mi atterrisce così tanto che rischio di cadere svenuto a terra.

Tocco il mio nuovo volto umano.

Se è un sogno è davvero realistico.

I miei occhi sono azzurri come lo erano prima.

Ho una bocca tornita e rosea.

Zigomi scolpiti.

Capelli ricci e di uno sfavillante biondo platino.

Se fossi davvero io, dovrei averli corvini come lo era il mio pelo.

Quindi è un’allucinazione.

Cosa ho mangiato per immaginare di diventare un umano con quell’assurda tinta?

Poi noto una cicatrice sul mio sopracciglio.

E ho la certezza che è tutto vero.

Quella è la ferita che mi ha curato Buffy.

Mi guardo con più attenzione.

Il mio fisico è asciutto e atletico.

Guardo in basso.

Anche laggiù è tutto a posto. Fin troppo!

Sono davvero figo per essere un uomo!

Con fare civettuolo, apro l’armadio di Willow.

Adesso mi vedo per intero e comincio a girare su me stesso per guardarmi da varie prospettive.

Piego il braccio e faccio i muscoli. Mi sto comportando come un idiota…

E proprio mentre sto esaminando il mio…ehm…”attrezzo”, rientra la rossa.

Vedendomi, le cade il sacchetto della spesa, da cui escono alcune scatolette.

Il mio cibo.

E rimane a bocca aperta, con gli occhi dalle sfumature dorate sbarrati.

Adesso comincerà ad urlare, lo sento.

Invece si volta dall’altra parte.

- Perché non metti qualcosa addosso?

Non ci giurerei, ma mi è parso che fosse arrossita.

Mi metto velocemente il suo accappatoio con le margherite.

Mi sento così ridicolo.

E’ il momento di usare quella facoltà che tanto bramai di avere.

Parlare.

- Tu…-

Come suona strano sentire la mia voce

- Tu…sai…

- Si…- m’interrompe lei.

Si avvicina a me e allunga una mano sul mio petto.

- Ti avevo detto di non giocare con i miei cristalli, Spike…- dice afferrando il ciondolo al mio collo.

Non me n’ero accorto.

La sorpresa di ritrovarmi su due gambe non mi aveva fatto calcolare un particolare così importante.

Lei mi sorride.

Sa che sono io, dunque.

E tutte le mie congetture su di lei erano esatte.

Willow è una strega…e che strega!

- Perché?- chiedo sospettoso.

Lei si limita a porgermi un bicchiere d’acqua.

- Io esaudisco il tuo desiderio e tu pensi che ci sia sotto qualcosa? E’ da tanto che ascolto i tuoi pensieri…e so che tu saresti perfetto per Buffy…nessuno l’ha mai amata con la devozione e la tenerezza che meritava…tranne te. Lei è come una sorella per me…sono riuscita a scovare quel cristallo che tu ora porti al collo…non ero sicura che funzionasse…e invece…

Ancora stordito dalla rivelazione, mi siedo sul divano accanto a lei.

Mi sento violato.

Tutti i miei pensieri, lei li leggeva come si fa con un qualsiasi giornale.

Lei sa cosa sto pensando, ma non tenta di giustificarsi.

Sa che per ciò che ha fatto le sarò grata in eterno non appena mi passerà l’arrabbiatura.

- Non hai molto tempo…l’incantesimo durerà per un tempo determinato…lei dovrà amarti affinché diventi duraturo. Hai un mese di tempo. Se fallirai, tornerai ad essere quello che eri. Non sarà facile.

Io annuisco.

- Lo so…

Oh, se lo so.

Buffy è testarda per quanto è splendida.

Ed io, in un certo senso, è la prima volta che mi trovo a corteggiare una donna.

- Fammi un favore, intanto…togli quell’accappatoio…- mi fa la rossa dandomi una pacca sulla gamba.

Io alzo il sopracciglio.

- Potevi almeno farmi un po’ di corte prima…- le rispondo sorridendo beffardo.

Lei diventa paonazza e mi porge un paio di jeans e una maglia nera.

- Metti questi…e smettila di mettermi in imbarazzo, altrimenti ti faccio diventare un rospo!- balbetta abbassando lo sguardo.

Mi lascia da solo e mi vesto.

- Rossa! Come farò con lei?

Lei rientra nella stanza e perde qualche minuto ad apprezzare il mio corpo.

- Le dirò che sei mio cugino…William…e che ti deve ospitare per un mese, perché io non ho il posto per farlo…non mi negherà un piacere…

Mi guardai intorno.

Poteva reggere…l’appartamento di Willow era davvero piccolo.

Improvvisamente, mi balena un pensiero in mente.

Spike non esiste più, almeno come Buffy lo conosceva.

Anche lui l’aveva abbandonata, come gli altri.

- E Spike? Spike il gatto, intendo…cosa le dirai?

La ragazza s’immalinconì.

- Purtroppo dovrò dirle che sei uscito e non sei tornato…così le lascerò almeno la speranza che tu possa tornare…

Mi sento morire dentro.

Non voglio che lei pianga anche per me.

Willow si accorge della mia improvvisa insicurezza.

- Cos’hai?

Non mi sembra vero che quelle parole siano davvero uscite dalla mia bocca.

Buffy è tutto ciò che desidero.

- Non sono più tanto sicuro di volerlo fare…

Lei mi guarda, non capendo.

- Puoi renderla felice…se questo comporta un po’ di sofferenza, che importa? Provaci…basta rompere l’amuleto per riavere le tue sembianze in qualsiasi momento…ciò che ti chiedo è solo un tentativo…

Le sue parole mi persuadono un po’.

In ogni caso è fra le mie braccia che piangerà ancora.

Braccia vere stavolta.

Solo che mi farà un effetto strano vederla soffrire per me.

Mai avrei pensato di poterle causare dolore.

- Riposa ora…hai avuto una giornata intensa…- mi consiglia dandomi una coperta per il divano.

Anche lei va a dormire.

Non mi ero accorto che fosse calata la notte.

Ho fame.

Combatto l’istinto di aprire una scatoletta di cibo per gatti.

Ora sono un uomo.

Apro il frigo e mi preparo un panino.

Spero solo di non uccidere topi di fronte a Buffy…

Chiudo gli occhi pensando a lei.

Non vedo l’ora che sia domani.

 

 

 

Quando mi sveglio, Willow mi ha già preparato la valigia.

Mi ha comprato dei vestiti e ha incartato qualcosa.

- E’ per me?- chiedo sbadigliando grattandomi un fianco.

- Si…quando potrai, mi restituirai i soldi…

Non la facevo così attaccata al denaro!

- Cos’è? La tua parcella?- chiedo un po’ indispettito.

Sono umano da qualche ora e ho già debiti con qualcuno…

Lei mi guarda piccata.

- Se avessi potuto permettermi di regalarti un intero guardaroba, pensi che non l’avrei fatto? E poi un regalo te l’ho già fatto…- continua indicando il pacchetto col nastro giallo arricciato.

Adoravo giocarci a Natale. La mia bionda mi rincorreva sempre con la scopa perché andava sempre a finire che le scartavo in anticipo i regali…

- Grazie…- dico con una fetta di pane biscottato tra i denti.

In realtà, il regalo che mi ha fatto è un altro, molto più prezioso.

Non riuscirei a sdebitarmi neanche lavorando una vita se tutto va come spero…

- Ho parlato con lei…ha accettato subito quando le ho chiesto se poteva ospitarti…poi mi ha domandato come stava Spike…le ho detto che non era ancora rientrato…

Io abbasso lo sguardo.

Willow capisce il mio stato d’animo e prova a cambiare discorso, invito che io colgo al volo.

- Buffy sarà qui a momenti…vai a farti una doccia…

Sgrano gli occhi.

Io a contatto con l’acqua?

- Scordatelo…- dico secco versandomi un bicchiere di latte.

Lei continua a rassettare la cucina.

- Puoi anche rompere la pietra allora…non credo che lei si avvicinerebbe a te con quell’odore…

Mi annuso un’ascella.

Per poco non svengo.

I gatti non sudano, ma le persone si, a quanto pare.

Decido di fare il mio primo incontro con il box-doccia.

La rossa mi ha spiegato come utilizzare il rubinetto.

L’acqua gelida mi schizza addosso.

Nella fretta, giro troppo la manopola, col risultato di rischiare di morire ustionato.

Dopo qualche minuto, riesco a regolare l’acqua.

E’ davvero piacevole frizionarsi col sapone. Rilassante.

Ora che sono da solo, osservo con curiosità il mio nuovo corpo.

E’ stranissimo non avere peli…beh…tranne dove servono…!

Esco dalla doccia e metto l’accappatoio con le margherite.

Chiederò alla strega di regalarmene uno uguale…

Il pacchetto è sul mobiletto del bagno.

Visto che è per me lo apro senza tanti complimenti.

Ha buon gusto la ragazza…lo spolverino nero di pelle è semplicemente fantastico…

Lo provo, anche se sotto non indosso nulla.

Adesso sì che assomiglio a quando ero un gatto.

Quella giacca mi fascia come lo faceva la mia calda pelliccia nera.

Mi piaccio molto.

Sento del movimento nell’altra stanza.

Buffy è arrivata.

Mi vesto rapidamente e aspetto qualche momento prima di raggiungere le due ragazze.

Stanno parlando.

Vedo il viso della mia bionda.

Il suo sguardo è afflitto.

Credo che Willow le abbia parlato della mia “scomparsa”.

Decido di entrare.

- Buffy…questo è William…mio cugino…te ne ho parlato stamattina al telefono, ricordi?- dice la rossa.

Ma lei sembra non ascoltare.

Annuisce distrattamente.

- Non angosciarti…può darsi che Spike abbia trovato una gattina a cui fare la corte…sono sicura che tornerà presto…- la rassicura la rossa.

Lei sembra più serena, e finalmente mi osserva.

- Ciao…- dice stringendomi la mano con un sorriso.

Non riesco a spiccicare parola, ma ricambio la stretta.

- Scusa la scena patetica…sono molto affezionata al mio gatto…- mi dice.

E’ la prima volta che posso risponderle.

- Mi dispiace molto…ma sono sicuro che lo rivedrai…- le dico con un sorriso.

- Spero che abbiate ragione…- dice poi alzandosi.

Prendo le mie valigie e ci dirigiamo verso la nostra auto.

Mentre attraversiamo il giardino, prova a chiamare Spike, forse sperando che giunga trotterellando a coda dritta.

Ma lui non arriva.

Rassegnata, si mette alla guida.

Salutiamo Willow e partiamo.

Le ho detto che l’avrei chiamata ogni sera.

Stiamo entrambi zitti.

- Così sei il cugino di Willow…- dice lei per rompere il ghiaccio.

- Si…- rispondo io timidamente.

Capisco benissimo che i suoi pensieri sono altrove.

M’ignora pensando a me!

Questa situazione è incredibilmente paradossale…

 

 

 

Arriviamo a casa.

Brevemente, mi fa fare un giro turistico dell’abitazione.

Sta per indicarmi dov’è il bagno, ma io ci sono già entrato per sistemare il mio spazzolino.

Mi guarda sbigottita.

- Come facevi a…

Io ridacchio, passandomi una mano fra i capelli.

- Di solito il bagno è sempre in fondo a destra…

Lei si scioglie in un sorriso divertito, e io sento che potrei morire per lei.

- Non ci avevo mai pensato…- mi dice invitandomi a seguirla.

Mi mostra la sua stanza.

La nostra stanza.

Mi rendo conto che non godrò più di alcuni privilegi, come dormire con lei o vederla uscire nuda dalla doccia.

A quel pensiero, i miei jeans si fanno insopportabilmente stretti…

Senza dire niente, corro in bagno e mi ci chiudo dentro.

Buffy avrà pensato che sono impazzito.

Slaccio la cintura e la cerniera, trovando un po’ di respiro.

Lei bussa preoccupata alla porta.

- Tutto bene, William?

Io sono troppo impegnato a fronteggiare le strane sensazioni che attraversano il mio inguine per poter articolare una frase di senso compiuto.

- Si, dolcezza, tutto ok…- biascico.

Dolcezza?

Mi caccerà di casa appena esco, ci scommetto…

- Chiamami se hai bisogno di qualcosa…- dice allontanandosi.

Ritorno a dedicarmi al mio problema.

Per l’inferno maledetto!

Cosa diavolo “gli” sta succedendo?

Ho già rotto una parte fondamentale del mio nuovo corpo?

Non so cosa fare…

Dopo qualche minuto, tutto ritorna al suo posto.

Con un sospiro di sollievo, riallaccio i jeans.

Rifletto.

Tutto è cominciato dopo aver pensato a Buffy nuda…

Oh no!

Sta riprendendo vita!

Penso a qualcosa di orribile.

Riley.

Riley con le ciabattine rosa di Buffy.

Tra le mie gambe, qualcosa muore a quel pensiero.

Spero di non avergli causato danni irreversibili!

Adesso so come regolarmi con “lui”.

Torno dalla mia bionda.

- Eccomi…sono ancora vivo…- le dico sorridendo.

Mi guarda sollevata.

- Meno male! Non so come l’avrei presa con un cadavere nel bagno! Devo mostrarti la tua stanza…

So già qual è la mia stanza…

La piccola mansarda al piano di sopra, un luogo che ho sempre amato.

- C’è ancora qualche scatolone, ma possiamo portarlo in garage quando vuoi…Willow non mi ha dato molto preavviso del tuo arrivo…- dice un po’ in imbarazzo.

- Neanche a me…- le dico contemplandola.

Lei arrossisce leggermente e abbassa lo sguardo.

- Sistemati pure…vado a preparare qualcosa per pranzo…- dice scappando letteralmente via.

Quando scendo di sotto, la trovo a piangere stringendo al petto il mio giocattolo preferito.

Mi sento stringere il cuore.

Inavvertitamente, urto qualcosa, facendo rumore.

Lei si volta di scatto, si asciuga il viso col dorso della mano e sorride.

- Il pranzo è servito!- esclama allegramente, mettendo la mia papera di gomma in tasca.

- Era del tuo gatto?- chiedo, pentendomene immediatamente.

Lei la ritira fuori.

- Oh…si…spero che in qualsiasi posto si trovi, stia bene…e che non dimentichi mai quanto gli voglio bene…- bisbiglia con gli occhi lucidi.

Le poggio una mano sulla spalla.

- Sta bene…ne sono certo…

Poi scatto verso la credenza e le preparo un’enorme fetta di pane e cioccolata.

E’ l’unica cosa che riesca a tirarla su di morale quando è triste.

- Grazie! Adoro la nutella…

Io la ammiro appoggiato al frigorifero.

- Lo so…

Mi sbrigo a completare la frase.

- Quasi tutte le persone affogano i loro dispiaceri nel cioccolato, me compreso…

Oh…amore…
Vorrei dirti così tante cose…

Lo so che mi osservi curiosa mentre ti volto le spalle, e ti chiedi da dove sono spuntato.

Sono convinto che la mia farsa non durerà molto…

Prima o poi farò o dirò qualcosa che mi smaschererà…

Allora tornerò ad essere un animale.

E vivrò per sempre col rimorso di non essere riuscito a farti felice.

 

 

 

 

3.

 

 

 

La nuova convivenza tra me e Buffy va avanti da tre settimane.

Io ho trovato un lavoro part-time in un negozio d’animali.

Strani i casi della vita!

Dopo una normale diffidenza, ci siamo abituati l’uno all’altra.

Non è stato facile fare in modo che si fidasse di me.

Quando ha lasciato che facessi il bucato per entrambi, nonostante si trattasse di biancheria, ho capito che mi considerava ormai uno di casa, anche se è stata la prima e ultima volta che l’ho fatto…

Adesso abbiamo slip, reggiseni e boxer dello stesso smorto grigio…poteva ricordarmi che non dovevo metterci i miei calzettoni!!

Da quel momento ho cominciato a corteggiarla spudoratamente.

Al diavolo la prudenza!

Ogni mattina le faccio trovare la colazione pronta, con una rosa bianca ad augurarle il buongiorno.

Ho sempre trovato scontate le rose rosse…

Non riesco a capire dal suo sguardo se è interessata a me dal punto di vista amoroso.

Era più facile decifrare i suoi sentimenti quando ero un gatto.

La vedo ancora molto curiosa nei miei confronti, e apprezza tutti i piccoli pensieri che ho per lei, ma non si sbilancia.

Dice che la sto viziando e che non capisce come faccia a sapere cosa le piace.

Io mi limito ad alzare gli occhi al cielo e lei mi sorride radiosa.

- E’ incredibile…sembra che mi conosci da una vita…- mi confida una sera mentre guardiamo la tv.

- Sono solo attento a ciò che fai e ne tiro le mie conclusioni…

Mi sorprende dandomi un leggero bacio sulla guancia.

Per fortuna la luce non è accesa, altrimenti mi avrebbe visto avvampare come un fiammifero.

- Grazie…se non ci fossi stato te, questo periodo sarebbe stato un inferno…

E’ evidente che si riferisce a Spike.

Sente molto la sua mancanza.

E un po’ la sento anche io.

Mi poggia la testa sulla spalla.

No. Non sento per niente la mancanza della mia coda!

Non so come comportarmi.

Cerca un contatto con me, ma di che genere?

Resto immobile, rigido come un baccalà.

Bravo Spike! Se volevi conquistarla, hai fatto la mossa giusta…

Ora penserà che sentirla vicino ti è sgradevole.

Invece lei non fa una piega.

Adesso che è buio e che non può vedere il mio volto, decido di farmi avanti.

- Sai, principessa…è molto che volevo confessarti una cosa…

Lei non risponde e io continuo prima che lei possa farlo.

-…io…penso…che…

Forza, idiota!! Non balbettare!

-…io ti amo!

Ecco. L’ho detto.

Aspetto un suo cenno.

E’ così sconvolta dalla mia rivelazione che non riesce a parlare.

Adesso dirà che mi considera solo un amico…così la sbatto sul muro…

Scherzo, ovviamente…

- Buff…ehy…- la chiamo con dolcezza.

Continua non rispondere, perciò le do un piccolo colpetto sulla spalla.

Cade come un sasso.

Quando Buffy dorme, lo fa con tutti i crismi…

E così tutto lo sforzo che ho fatto per confessarle i miei sentimenti è stato inutile.

Si vede che era destino.

La prendo in braccio e la porto in camera.

La poso con grazia sul letto e la copro. Una ciocca ribelle le scende sul volto.

Io la sposto, accarezzandole il viso.

Rimarrei ore a vegliarla mentre dorme.

Decido di non farlo. Se si svegliasse non so quanto la prenderebbe bene.

Poi me ne torno in camera mia.

Sarà meglio schiacciare un pisolino sulle mie ansie di fallimento.

Il mio tempo sta inesorabilmente scadendo.

 

 

 

Oggi la mia bionda è tornata a casa molto tardi.

E’ andata a fare acquisti e ha comprato una cornice davvero graziosa.

- Che foto ci metti?- chiedo.

Lei comincia a rovistare in un baule e ne cava fuori un album.

- Guarda…- mi dice porgendomelo.

C’è scritto il mio nome sopra.

Comincio a sfogliarlo.

In tre anni che abbiamo vissuto insieme mi ha fatto una marea di foto, in tutte le posizioni.

Ma ce n’è una che rapisce la mia attenzione.

Ci siamo io e lei, naso contro naso.

Ricordo quel giorno.

Abbiamo impiegato un’ora a farla. L’autoscatto non c’inquadrava mai bene.

E io ero più che spazientito.

La tiro fuori e gliela metto fra le mani.

- Sono d’accordo con te…- mi dice mettendola nella cornice.

E immediatamente dopo, scoppia in un pianto dirotto.

Si rifugia tra le mie braccia singhiozzando, e mi dice di essersi resa conto solo ora che lui non tornerà.

Mentre cerco di consolarla, la tristezza mi assale.

Non dimenticherà mai il suo gatto.

E non amerà mai me, William, come ama me, Spike.

Non poterle dire chi sono realmente mi sta distruggendo.

Quando si è tranquillizzata, mi alzo con la scusa di prepararle una camomilla.

Stringo il ciondolo nella mano.

Forse la rossa ha sbagliato a darmi questa possibilità.

Sono tentato di strapparmelo dal collo e romperlo contro il muro per poi correre a farle le fusa tra le braccia.

La sua voce mi distoglie per un attimo dai miei pensieri.

- L’acqua sta bollendo…- mi avverte indicando il gas.

Non volendo, mi sto comportando da offeso.

- Sei arrabbiato?- chiede venendomi vicino.

In questo momento, la sua vicinanza m’infastidisce.

E’ allucinante…sono geloso di me stesso!

- No…

Neanche io ci credo quando lo dico.

- Scusa…è solo che…lascia stare…- dico cercando la camomilla nella credenza.

Sento le sue braccia cingermi la vita.

Mi sta scoppiando il cuore.

Mi giro, avvolto ancora nel suo abbraccio.

- Puoi tenermi stretta?- mi chiede con il volto nascosto nel mio maglione.

Io le do un bacio sulla testa.

Rinuncio al mio progetto di spezzare l’incantesimo.

Adesso so che non m’importa di fallire e tornare un gatto.

In ogni caso saprei cosa si prova a tenerla tra le braccia.

Ed è una sensazione meravigliosa.

La amo così tanto…

 

 

 

Il cielo stasera è spaventosamente grigio.

Immagino che non ci saranno molti clienti.

Tamburello con le dita sul bancone. I miei amici dormono tranquilli nelle gabbie.

Un lampo squarcia l’aria e subito dopo un tuono molto forte fa rimbombare le pareti del negozio.

Quasi in simultanea, il cucciolo di pastore tedesco e la piccola maltese del proprietario cominciano ad abbaiare furiosamente.

Preoccupato, corro a vedere la situazione nel retro.

Dalla mia esperienza felina, so che non c’è niente di più terrorizzante di un tuono improvviso.

Salta la luce.

Perfetto.

Nell’oscurità, osservo i miei simili appiattiti negli angoli delle loro cucce.

Sembrano molto spaventati.

Ne prendo uno in braccio, cercando di tranquillizzarlo.

Lui si sente protetto e comincia a fare le fusa.

Mi sento strano mentre accarezzo la sua testolina.

Mi chiedo se sappia qual è la mia vera natura.

- Ti piacciono molto gli animali…- commenta una voce conosciuta.

Alzo gli occhi con un sorriso.

La mia bionda si siede accanto a me e il micio le sale in braccio.

- Come mai sei qui?- le chiedo.

- Ho finito prima il turno e volevo vedere come te la passavi…

Poi abbassa lo sguardo e sorride un po’ imbarazzata.

- Perché mi guardi così?

Come la sto guardando?

Si sorprende se la guardo estasiato?

Sento che è il momento di agire.

Con la testa inclinata da un lato le poso un leggero bacio alla base del collo.

Sento che un fremito l’attraversa.

- Sei stata davvero carina…- le sussurro.

Lei mi accarezza il viso.

- Vieni via con me?- domanda mentre il gatto scende dalle sue gambe e torna a coricarsi sul suo cuscino.

La prendo per mano e la conduco all’entrata del negozio.

Sono le sei e mezza.

Con dispiacere, sto per dirle che ho ancora un’ora prima della chiusura, quando siamo interrotti dall’arrivo del signor Giles, il titolare.

Non so quale divinità abbia ascoltato la mia preghiera…

Fatto sta che con una pacca sulle spalle, mi dice che posso andare a casa.

Prendo lo spolverino e con Buffy per mano mi avvio sotto il temporale.

Né io né lei siamo usciti con un ombrello, ma non voglio che si bagni.

- Vieni…- le dico facendole spazio sotto la mia giacca di pelle.

Lei accetta subito e qualche istante dopo la trovo stretta a me.

Sento la sua mano sulla mia schiena.

E mi rendo conto che si sta bagnando ugualmente.

Sto per dirglielo, ma lei mi precede.

- Non importa…vorrei stare così per sempre…- mi dice stringendosi ancora di più a me.

Sta piovendo davvero molto e decidiamo di fermarci sotto un tetto un po’ più spiovente, sperando che il temporale trovi un po’ di quiete e ci permetta di tornare a casa.

- Non so quasi niente di te, mentre tu sembri sapere ogni cosa di me…cosa nascondi, William?- mi chiede ad un certo punto scostandosi da sotto il mio cappotto per potermi guardare in volto.

Alla fine, il temuto momento è arrivato.

E’ dal principio che mi preoccupo di quest’evenienza.

Non era possibile che non si chiedesse da dove fossi spuntato.

Immagino che si sia domandata perché la rossa non le abbia mai detto di avere un cugino.

Il problema è che non ho intenzione di mentirle, ma neanche di dirle la verità.

Non voglio spaventarla.

- Cosa vuoi sapere?- le chiedo cercando di guadagnare un po’ di tempo.

Lei sembra pensarci.

- Non mi hai mai detto qual è il tuo cognome, per esempio…- dice stringendosi nel suo giubbotto.

Questa è facile.

- Rosemberg…come mia cugina…

E questa è andata…

La osservo, aspettando un’altra domanda.

- Da dove vieni?

Ci penso un momento.

Mi ritorna in mente il fienile dove sono venuto al mondo.

Le sensazioni mi attraversano come se fosse allora.

Non vedo niente, però sento mia madre.

E sento anche la presenza di altre due piccole creature come me.

Le mie sorelle.

Avverto il calore della mia mamma, ma subito dopo non lo sento più.

Deve essere andata a mangiare.

Sto dormendo placidamente, quando mi assale un’intensa sensazione di gelo.

Le mie sorelle non ci sono più. Sento solo il loro incessante e disperato miagolio.

Piango anch’io, più forte che posso, sperando che la mamma possa udirmi.

Ad un tratto, il silenzio.

Non torneranno più.

Lo so.

E so anche che non tornerà neanche mia madre.

Ha cercato di salvare i suoi cuccioli, ma si è scontrata con qualcosa più grande di lei.

L’uomo.

Credo che la paglia in cui ero nascosto mi abbia salvato dal crudele destino toccato alla mia famiglia, ma chi mi abbia allevato dopo, strappandomi ad una fine orribile, non l’ho mai saputo.

I miei ricordi s’interrompono da quella notte, ma la mia memoria riprende con un’immagine molto chiara.

Il sangue della mia prima preda.

E della seconda.

E della terza.

- William?

La sua voce mi riporta alla realtà.

- Non ho mai conosciuto la mia famiglia…penso che siano tutti morti…sono cresciuto da solo, senza un tetto sulla testa, contando solo sulle mie forze, fino a che non ho rischiato davvero grosso…allora ho capito che non si può vivere da soli…e ho cominciato a fidarmi della gente…- le rispondo con semplicità.

La sua espressione cambia, diventando improvvisamente triste.

- Mi dispiace…non avrei dovuto…- mormora.

- Non preoccuparti…è una cosa che ho superato molti anni fa…- dico cercando di confortarla.

Sono felice di poter condividere con lei la mia dolorosa esperienza.

Voglio che sappia tutto di me, ogni particolare, quando sarà il momento.

- Ho incontrato persone meravigliose, dolcezza…non soltanto mostri…e una di queste mi ha insegnato quanto sia bello amare, quanto ti faccia sentire completo…

Tu, Buffy.

Tu mi hai mostrato tutto questo.

Mi chiedo perché non ho il coraggio di dirglielo…

- E io che mi lamento di quanto sia stupida la mia vita…- dice imbronciando le labbra in quel modo tanto sexy.

La tua vita non è stupida, amore mio.

E’ il dono più bello che abbia mai ricevuto.

Senza di te, non esisterei più nemmeno io.

- Non dire sciocchezze!- esclamo prendendola per le spalle e costringendola a guardarmi.

Il suo sguardo è velato di lacrime.

- Tu sei un diavolo di donna…Sei unica, Buffy…

Mi sorride.

Il suo volto è vicinissimo al mio e la vedo chiudere gli occhi.

Non capisco cosa stia succedendo.

Non capisco più nulla nel momento esatto in cui sento le sue labbra poggiarsi sulle mie.

E’ un bacio gentile e delicato che mi lascia quasi tramortito.

Un tuono c’interrompe, facendoci allontanare.

Piove ancora.

L’avevo dimenticato.

Buffy corre in mezzo all’acqua.

Poi si volta e mi sorride, bagnata e splendida.

- Andiamo a casa?

Io la raggiungo.

Lei mi prende per mano e lentamente c’incamminiamo tra la pioggia.

 

 

 

Quando arriviamo, siamo completamente fradici.

La mia bionda corre in casa liberandosi in un momento di scarpe, pantaloni, giubbotto e maglia, dirigendosi in bagno.

Io strizzo il mio povero spolverino e mi attivo per accendere il fuoco nel caminetto.

Non l’ho mai fatto, ma ho visto Buffy accenderlo così tante volte che ormai potrei farlo ad occhi chiusi.

La sento canticchiare da sotto la doccia e sorrido.

Torno alla mia fascina di legna.

Prima, mi preoccupo di apparecchiare per la cena.

Metto i bicchieri a calice di cristallo e accendo una candela nel mezzo. Dopo aver dato sfogo al mio estro artistico con la tavola, mi dedico finalmente al camino.

La fiamma illumina il soggiorno con la sua tenue luce, donandogli un’atmosfera davvero romantica.

Vedo Buffy dirigersi in camera sua.

Indossa solo le mutandine ed una canottiera molto corta, che le lascia scoperta la pancia piatta.

Sento una parte di me prendere vita.

Accende il phon e comincia ad asciugarsi i capelli.

Si rivolge l’aria calda sul viso e la sua cascata d’oro vola all’indietro.

Si piega leggermente in avanti, e dalla parte bassa della sua schiena emerge il tatuaggio di un simbolo cinese che fece un anno fa e che trovo maledettamente eccitante.

Non può provocarmi così…

Prima il bacio, per cui ancora tremo…adesso questo…

Sta davvero mettendo a dura prova la mia resistenza.

E sono convinto che abbia lasciato deliberatamente aperta la porta…

Mi accorgo di indossare ancora gli abiti bagnati.

Adesso gliela faccio pagare…

Mi volto e non mi curo più del suo spettacolino.

Dallo specchio, vedo che lei se n’è accorta subito che ho smesso di guardarla e adesso mi fissa curiosa.

Tolgo la camicia e la appendo vicino al camino.

Sbaglio o è un sorrisino quello che vedo sul suo volto?

Sembra che apprezzi…

Voglio esagerare e mi levo anche i jeans…

Lei si mette una mano sugli occhi e ogni tanto sbircia tra le dita.

La festa è finita, dolcezza…

Metto un paio di pantaloni asciutti e torno a preparare la cena, cioè due sandwiches.

Non ho ancora affinato le mie doti culinarie…

- Stai cercando di sedurmi?- chiede apparendo dal nulla e facendomi quasi venire un infarto.

Adesso indossa i pantaloni della tuta, ma porta ancora quella deliziosa canottiera che non lascia spazio all’immaginazione.

- Io?- le chiedo divertito. Forse ha notato che sono rimasto a torso nudo…

Lei m’ignora e scruta alle mie spalle la cena.

- William! Sandwiches con tonno e burro d’arachidi??- chiede schifata.

Io la guardo stranito.

- Cosa c’è che non va?

- C’è che una schifezza peggiore non la potevi fare!!- esclama sottraendomi lo scettro da chef.

Comincia ad armeggiare con i fornelli, mentre io la osservo seduto a tavola.

E’ bella anche con una macchia di sugo sulla fronte.

In men che non si dica, ha preparato spaghetti col sugo.

Cucina italiana, la mia preferita…

Mangiamo chiacchierando allegramente, poi serve le fragole con la panna che ha preparato stamattina prima di uscire.

Ci sediamo davanti al caminetto.

Lei prende un po’ di panna e me la spalma sul viso.

- Divertente!- esclamo io un po’ alterato.

Quello che succede dopo mi coglie del tutto impreparato.

Finora me la sono cavata bene, visto che da gatto ero molto attento a ciò che faceva Buffy in casa, e sono stato in grado di riprodurlo a grandi linee.

Lei si avvicina e comincia a leccarmi via la panna.

Io avvampo.

Mi sento un completo idiota.

Poi mette una frangola in bocca e ride.

Con un dito mi sporca ancora di panna.

Sulle labbra.

Ha smesso di giocare, lo capisco dal suo sguardo.

Con delicatezza, passa la sua lingua sulla mia bocca e poi mi bacia, succhiandomi il labbro.

Sento un grande calore all’inguine.

Stavolta sento che non sarò in grado di fermarlo, neanche immaginando Riley nudo.

La sua lingua ora gioca con la mia, intensificando sempre di più il bacio.

Sollevo Buffy e la faccio sedere sopra di me, per avere un contatto maggiore.

La mia bionda interrompe il bacio e mi fissa negli occhi.

Senza dire una parola, si toglie la canottiera.

Il mio cuore va a mille e mi manca il fiato.

Spero non mi venga un arresto cardiocircolatorio.

Lei riprende a baciarmi e conduce la mia mano sul suo seno piccolo e perfetto.

Il mio cervello sta andando in tilt.

Sta succedendo tutto così in fretta…

Decido di cambiare strategia, prima di rimanerci secco.

Per un po’ nascondo il mio lato umano, dotato di quella pessima cosa che è il raziocinio, e faccio emergere la mia natura felina.

Lei sa come comportarsi.

In un momento, prendo io il comando delle operazioni e rovescio Buffy sul tappeto, sotto di me.

- Perché mi guardi così?- chiede, completamente esposta ai miei occhi.

Io percorro tutto il suo corpo, sfiorandolo appena con una mano, ancora incapace di credere a cosa sta succedendo.

- Perché sei…incredibile…

La bacio sul collo, succhiando e mordicchiando.

La divorerei di baci…

Poi scendo, senza tralasciare nemmeno un centimetro della sua morbida pelle.

Lei freme ad ogni mio tocco.

La bacio sull’interno coscia, facendo attenzione ad essere molto lento.

Fino a che non assaporo il suo frutto proibito.

Ed ha un così buon sapore…

Buffy inarca la schiena. E’ pronta per me.

Le lascio carta bianca.

Può fare di me ciò che vuole.

Mi sale sopra.

La mia virilità le preme tra le cosce.

Lei non fa altro che lasciarmi scivolare dentro di lei.

E sento di poter morire ora.

Si muove con lentezza e io nascondo il viso nell’incavo della sua spalla.

Buffy sospira, il suo respiro è affannoso e ogni tanto chiama il mio nome.

Sento le lacrime bagnarmi gli occhi.

Sono così felice che mi viene da piangere. Ed è la prima volta che lo faccio.

Come è la prima volta che amo Buffy in modo completo e totale, donandole tutto me stesso.

Immerso nel piacere più totale, non mi rendo conto che sono arrivato all’apice.

L’orgasmo è così forte da lasciarmi senza fiato.

Lei mi stringe più forte a sé, godendo del mio e del suo piacere.

- Tienimi stretta…- sussurra.

Io non me lo faccio ripetere.

Non osavo neanche immaginare che esistesse qualcosa di più esaltante.

La sensazioni che ho provato mentre ero dentro di lei saranno indelebili nel mio cuore.

Sento di amarla così profondamente da star male.

E il cristallo al mio collo brilla più che mai.

 

 

4.

 

 

Quando mi sveglio lei è già uscita.

Mi giro nel letto.

Sono ancora nudo e incredulo.

La notte passata è stata la più bella della mia vita.

Il profumo di Buffy aleggia ancora ovunque intorno a me.

Sorrido con le mani intrecciate dietro la nuca.

Chiudo gli occhi, immaginando ancora di avere il suo caldo alito sul collo.

Quando li riapro, il sole fa capolino sulle lenzuola.

Questo significa che saranno per lo meno le undici.

Ho dormito come un ghiro…

Mi stropiccio gli occhi e mi tiro a sedere.

Noto un foglietto di carta piegato sul cuscino della mia bionda.

Lo apro.

 

Grazie…

B.

 

Il terrore mi assale.

E se mi avesse usato?

Se non significasse niente per lei?

Adesso non so davvero cosa fare.

In più questo stupido cristallo mi sta dando molto fastidio.

Sembra scottare.

Vado in bagno per farmi la doccia.

Davanti allo specchio mi tolgo il ciondolo, e noto con orrore la bruciatura sul mio petto.

Questa cosa non mi piace.

Chiamo Willlow.

- Rossa…il tuo regalo sta cercando di ammazzarmi…- le dico senza mezzi termini.

Lei ci riflette qualche istante dopo che le ho spiegato l’accaduto.

- Quanti giorni mancano, Spike?

Faccio un breve calcolo.

Mancano quattro maledetti giorni.

E io sono insicuro e pieno di dubbi.

- L’energia nel cristallo si sta accumulando di nuovo…è quasi l’ora…devi sbrigarti…

La sua voce risuona nella mia testa come i rintocchi di una campana.

Decido di parlare con lei del pensiero che mi tormenta.

Devo sfogarmi con qualcuno.

- Rossa…hai da fare ora? Se fai un salto ti offro un caffè…- le dico pieno di speranza.

- Sono dalle tue parti…tra dieci minuti sono da te…

Torno alla mia doccia, rifaccio il letto e mi vesto.

Mi siedo e aspetto.

Non riesco a tenere ferma la mia gamba.

Ci mancano solo i tic nervosi e poi posso tirare fuori il cartello “completo”.

Finalmente suonano alla porta.

Faccio entrare Willow senza tante cerimonie e la faccio sedere sul divano.

- Che succede? Sembri stravolto…- mi chiede poggiandomi una mano sulla guancia.

- Non ho l’influenza…sono solo agitato…

Lei mi scruta con i suoi occhi dai riflessi dorati.

- Non riesci a leggermi i pensieri?- le chiedo sorpreso.

Adesso che servirebbe, visto che è così difficile da spiegare ciò che provo.

- Non sei più un gatto, ricordi? Non posso farlo con gli esseri umani…

Mi guarda, aspettando che io parli.

- Eppure…hai qualcosa di diverso…- dice dubbiosa.

- E’ solo che non riesco più a capire voi donne! Siete così complicate! Prima Buffy era un libro aperto per me, mentre ora…

Mi arrendo, lasciandomi andare pesantemente contro la spalliera del divano.

- Come dovrei comportarmi ora? E lei? Si sta comportando bene con me? E’ buon segno tutto questo?

Vedo che mi guarda con l’aria di chi sta parlando con un giapponese.

- Come dovete comportarvi? Quando?

- Dopo!- esclamo irritato, cominciando a camminare avanti e indietro.

Sono imbarazzatissimo.

Non avrei mai immaginato di dover parlare con Willow della mia prima volta.

- Si…dopo…dopo QUELLO!- continuo.

La rossa si gratta prudentemente una mano.

- Perdonami, Spike…non potresti essere più chiaro?

Sbuffo spazientito.

- Io e Buffy…ieri sera…abbiamo…insomma…

Grazie al cielo, la rossa mi blocca prima che cominci a diventare veramente difficile.

Mi abbraccia con un enorme sorriso e a me viene comunque da ridere, nonostante fosse l’ultima cosa che vorrei fare in questo momento.

- E’ fantastico!! Sono così felice per voi!!

- Ero felice anch’io stamattina…fino a quando non ho trovato questo…

Le porgo il maledetto foglietto.

- Che significa secondo te?

Lei lo guarda, poi guarda me.

- Grazie…per avermi consolato? Grazie…per avermi fatto passare dei bei momenti? Grazie…ma adesso non ci sarà un seguito? Grazie…e arrivederci?- chiedo tutto d’un fiato.

E’ evidente che Willow non può saperlo.

- Dovresti chiederlo a lei…

- Per te è tutto così facile! Che le dico? Sbrigati ad innamorarti di me perché tra quattro giorni non ci sarò più?

Mi siedo, con la testa tra le mani.

Dovevo tornare indietro quando ero ancora in tempo, quando ancora non avevo assaporato l'amore.

Quello vero e completo, almeno da parte mia…

Cosa credevo?

Un mese era troppo poco…sapevo che avrei miseramente fallito.

La rossa mi poggia una mano sulla spalla.

Nessuno di noi due sa più cosa dire.

Sto per alzarmi ed andare a farle il caffè che le avevo promesso.

Almeno servirà a tirare su anche me…

Ma una fitta lancinante al petto me lo impedisce, facendomi mancare il fiato.

Resto immobile, incapace di muovere un solo dito.

Il cristallo illumina tutta la stanza con la sua luce.

Sento Willow chiamarmi.

E d’incanto come è arrivato, il dolore sparisce.

- E’ stato molto potente…- dice piano.

- Già…- confermo io ancora immobile.

Per un momento ho dimenticato tutte le mie paure.

La rossa osserva il cristallo.

- Spike…è quasi carico…fai in fretta…

Si alza e va verso la porta.

- Non farti troppe paranoie con Buffy…lei non è come la vuoi dipingere da quel biglietto…

Le poche parole della rossa mi hanno illuminato.

Perché dovrei farla apparire come quello che non è?

Sono sempre stati i suoi uomini a lasciarla, ad usarla.

Però non posso fare a meno di pensare che adesso lei si stia vendicando con me.

 

 

 

- William?

Buffy è rientrata.

Io sono disteso sul letto a faccia in giù.

E’ stata l’unica soluzione che ho trovato per non pensare.

Non mi sono neanche accorto che è scesa la sera e che sono rimasto al buio.

- William?

Mi chiama di nuovo, senza ricevere risposta.

Entra in camera e mi vede.

- Ma che stai facendo?- chiede venendomi accanto.

Io mi volto verso di lei.

- Riposo…

Lei mi accarezza una guancia.

- Potevi rimanere nel mio letto, se volevi…

Certo, avrei potuto.

Ma a che pro?

Lei si avvicina a me, forse aspettandosi un bacio.

Anche se è ciò che più desidero, mi trattengo e abbasso lo sguardo.

Adesso so anche che l’amore non è tutto rose e fiori.

- Sei arrabbiato con me?- mi chiede quasi impercettibilmente.

- No…sono solo stanco…- le rispondo con un mezzo sorriso.

Lei rimane impassibile e si alza.

- Bene…- dice andandosene.

Questo non fa altro che darmi ulteriori conferme del mio ruolo ai suoi occhi.

Non mi passa neanche per la mente che possa essere spaventata quanto me.

Ho bisogno di uscire o sento che soffocherò.

Mi metto lo spolverino e prendo la porta.

- Non torno a cena…- dico senza neanche degnare Buffy di uno sguardo.

- E quando torni?- mi chiede fredda.

- Non lo so…- rispondo sbattendo la porta.

Mentre cammino senza una meta, mi chiedo perché diavolo ci stiamo comportando così.

Finora era stato tutto così semplice…

Sembra che la mia vita si stia trasformando in una puntata di Passioni, la mia soap preferita.

Non credevo che il sesso complicasse a tal punto le cose.

Pensavo che una volta arrivati a quel punto, la strada sarebbe stata in discesa.

Invece, se prima camminavo in collina, adesso sto arrancando su una montagna spaventosamente alta.

Entro in un bar per bere qualcosa.

Da umano, ora posso prendermi una sbronza in santa pace.

Mi siedo al bancone e ordino un bourbon.

- Problemi di cuore?- chiede una voce alla mia sinistra.

Mi volto.

E’ una bella ragazza con lunghi capelli castani e labbra rosse come il fuoco.

Deve avere più o meno l’età di Buffy.

Non le rispondo. Ho già abbastanza guai di mio per cercarne altri.

- Ehy, bellezza…non sono di tuo gradimento?- mi dice girandomi il viso con la mano verso di lei.

Non posso fare a meno di diventare scorbutico.

La fisso con disprezzo e l’allontano.

- No…- le dico secco.

La ragazza alza il dito medio in mia direzione mentre si allontana e torna da quello che sembra essere il suo protettore.

Ne ho viste tante come lei nei miei giretti notturni.

Bambine che indossano corpi da donne.

Un po’ mi dispiace per lei.

Mi volto verso il centro del bar per osservare la situazione.

L’uomo la sta tirando fuori dal locale trascinandola per un braccio.

Immagino che la starà punendo per il suo fallimento con me.

Sarei tentato di farmi gi affari miei, ma quella cosa fastidiosa chiamata coscienza m’impone di andare là fuori.

Nel vicolo è buio, ma riesco a scorgere due ombre.

Lui la sta tenendo per i capelli, mentre lei, inginocchiata ai suoi piedi, supplica di lasciarla andare.

So che con questa gente non c’è bisogno di parlare.

Conoscono un solo linguaggio.

E per loro sfortuna lo conosco bene anche io.

Gli appaio alle spalle e gli stringo la mano sul collo.

- Qualche problema, amico?- gli sussurro nell’orecchio.

Lui lascia immediatamente la presa.

La ragazza cade all’indietro, pulendosi la bocca sporca di sangue col dorso della mano.

I suoi grandi occhi scuri sono pieni di terrore.

Stringo la presa.

- Se ti mettessi le mani addosso non ti riconoscerebbe nemmeno tua madre…ma non sono come te…adesso ti lascio…poi conto fino a dieci…meglio per te che per allora tu sia sparito…- gli dico con calma.

Se fossi stato Spike, a questo punto gli avrei spezzato il collo.

Ma non lo sono più, e lui non è una delle mie prede.

Lo lascio e lui comincia a correre.

Non devo arrivare neanche a tre che già è scomparso.

La ragazza è ancora lì, paralizzata dalla paura.

Le porgo la mano per aiutarla a rialzarsi.

- Non farmi del male…- balbetta lei indietreggiando.

Io le sorrido.

Guarda la mano tesa e decide di fidarsi.

Una volta in piedi, cerca di sistemarsi la gonna strappata e sporca inutilmente.

Io faccio per andarmene.

- Aspetta…

Mi fermo e la guardo.

- Come ti chiami?- mi chiede esitante.

Bella domanda.

Chi sono?

Spike o William?

- Stai bene?- domando ignorando la sua domanda.

Non sono dell’umore giusto per fare amicizia.

- Si…grazie…io sono Faith…- continua con un sorriso.

- Piacere…

Adesso vado via davvero.

Ma lei mi costringe a fermarmi di nuovo.

Maledette buone azioni…

- Cosa c’è ancora? Ti ho evitato una plastica facciale e noie con la polizia…cos’altro vuoi da me?- chiedo allargando le braccia.

Devo apparire davvero antipatico…

Lei abbassa lo sguardo.

- Mi chiedevo se…potevi riaccompagnarmi a casa…sai, Charlie potrebbe seguirmi e…potrei non essere fortunata come stavolta…- mi dice tutto d’un fiato.

Leggo molta sofferenza nel suo sguardo.

Decido di accontentarla.

In fondo sono uscito per fare quattro passi.

Al diavolo la sbronza

- D’accordo…andiamo…

Camminiamo fianco a fianco senza dire niente.

- Scusa per prima…il gestaccio…- dice imbarazzata.

Io alzo le spalle.

Lei mi guarda furtivamente.

- Che tipo ciarliero…- commenta notando il mio silenzio.

- Voi donne siete davvero strane! Possibile che non sapete interpretare niente? Servono sempre le parole secondo voi! Non sai che da un gesto si possono capire molte più cose?- sbotto.

Lei alza le mani in segno di resa.

- Come non detto!

Proseguiamo.

Vedo che sta si sta trattenendo a fatica.

- Cosa?- chiedo alzando gli occhi al cielo.

Lei ridacchia.

- Chi è lei?

Incredibile!

Come diavolo ha fatto?

- Sei fuori bersaglio, tesoro…

Faith annuisce.

- Ok…si chiama Buffy…

Soddisfatta, aspetta che io continui.

- Sono innamorato di lei da quando la conosco…ora ci sono stati sviluppi importanti, ma la situazione è precipitata…

- Sesso?- domanda innocente.

Io la guardo rabbioso, ma poi mi addolcisco.

- Si…perché dopo è tutto così complicato? Ho come l’impressione che non le importi nulla di me…

Faith annuisce ancora.

- E’ difficile che una donna faccia sesso senza provare sentimenti…

Io la guardo con aria interrogativa.

- Suona strano detto da te…- le dico divertito.

Lei sogghigna.

- Ho anche io un uomo…e ti assicuro che faccio l’amore solo con lui…il resto è lavoro…sono sicura che nessuno dei miei clienti fraintenda i nostri rapporti…e poi io sono l’eccezione che conferma la regola!

Scuoto la testa con un sorriso.

- Sei una strana ragazza, Faith…

Lei mi strizza l’occhio, poi si dirige all’entrata di un condominio.

- Dovresti imparare a fidarti della tua donna…forse sei tu che non interpreti i suoi gesti…io sono arrivata…grazie e buona fortuna…

-…William…- le dico alzando la mano in segno di saluto.

Lei sorride ancora.

- Ciao Willy…- dice prima di sparire nell’androne.

Mi avvio verso casa.

Parlare con Faith mi ha dato fiducia.

E adesso ho solo voglia di tornare dalla mia bionda.

Forse ho frainteso il suo comportamento.

Come ho potuto scordare la sua diffidenza per gli uomini?

Ho bisogno di capire…

E solo lei può calmare la tempesta che agita il mio cuore…

 

 

 

Quando rientro in casa sono quasi le tre.

Non mi ero reso conto di essermi allontanato così tanto.

Cerco di fare piano per non svegliare Buffy.

Ma non ce n’è bisogno.

Lei è sul divano con un plaid addosso.

Mi fissa con sguardo severo.

Poi, senza dire niente, si alza e va in camera sua, chiudendo la porta alle sue spalle.

Era davvero molto arrabbiata.

Mi ha aspettato in piedi tutto questo tempo.

Non posso crederci.

Sono indeciso sul da farsi.

Il mio cuore mi dice di buttare giù la porta e chiederle scusa, ma il mio orgoglio mi suggerisce il contrario.

Mi fermo davanti all’entrata della sua stanza e mi chiedo cosa stia facendo.

Per una volta decido di seguire i miei sentimenti.

Le devo delle scuse e delle spiegazioni.

Entro cautamente, aspettando eventuali reazioni.

Non ricevendo segni, mi avvicino al letto e mi distendo accanto a lei.

Mi da le spalle, ma questo non m’impedisce di stringerla a me.

Buffy sembra indifferente alla mia presenza, ma non si sottrae al mio abbraccio.

Poggio il mento sulla sua testa.

- Dove sei stato?- mi chiede ad un certo punto con un filo di voce.

- Mi dispiace, passerotto…avrei dovuto chiamarti e avvertire che avrei tardato…- le dico più umilmente possibile.

So benissimo di essere in torto.

- Ero preoccupata…pensavo che ti fosse successo qualcosa…- mi dice lei con la voce tremante.

Mi stringe la mano.

Poi si volta verso di me e ci ritroviamo fronte contro fronte.

- Immagino che dovremmo parlare di…della notte scorsa…- dico serio.

Siamo arrivati al punto.

E adesso?

Non so se sono pronto a sentirmi dire che non sono stato altro che un piacevole passatempo.

La mia bionda non parla.

Continua solo a scrutare il mio viso.

- Di cosa vuoi parlare? E’ successo…

La piega che sta prendendo il discorso comincia a non piacermi.

- Cos’è stato per te?- chiedo incerto.

Buffy sospira.

- Una notte fantastica…- ammette dopo un po’.

- Sono sicuro che adesso arriverà il ma, giusto?

Mi sto agitando.

-…ma penso sia meglio che rimanga una dolce parentesi, per il momento…ho preso molte fregature con gli uomini…e voglio andarci piano…

Come posso non capirla?

Ciò nonostante sento che la famosa spada di Damocle che pendeva sulla mia testa è precipitata, facendo le sue vittime.

Non potevo pretendere che s’innamorasse di me in un mese…

L’amaro che sento in bocca mi comunica che questa è la fine dei giochi.

- Ma ciò non significa che io e te non possiamo stare insieme…anzi…io spero davvero di poter stare con te, sempre che tu lo voglia…ho solo bisogno di più tempo…- sussurra poi.

Io annuisco.

Avrei preferito che non mi avesse parlato del nascere del suo sentimento verso di me.

E’ un ragionamento più che giusto quello della mia bionda.

Ma il tempo che lei desidera, io non posso darglielo.

Tra quattro giorni, anzi, tre ormai, William sparirà dalla sua vita senza lasciare traccia.

Lei si ritroverà di nuovo a piangere stringendo il suo gatto tra le braccia, maledicendosi per essersi fidata ancora di un uomo, e io vivrò il resto dei miei giorni col rimpianto di non aver avuto qualche giorno in più…allora sì che sarebbe stato diverso.

- Puoi solo…stringermi?- mi chiede accostandosi di più a me.

Se pensa che rifiuterò si sbaglia di grosso.

La cullo fra le mie braccia finché non si addormenta.

Poi me ne ritorno nella mia mansarda.

Mi sento completamente svuotato.

Sento che l’amore che provo per lei mi ucciderà.

Intanto cercherò di fare in modo di rendere questi ultimi tre giorni indimenticabili, sia per me che per lei.

E una volta tornato ad essere Spike, continuerò a vegliare su di lei, come ho sempre fatto.

Sconfitto, mi distendo sul mio letto.

Il cristallo mi sta di nuovo bruciando, ma non è niente in confronto al dolore che provo pensando a lei.

 

 

 

 

Stamattina mi sono alzato non appena il sole è sorto.

Non ce la facevo più a stare nel letto, a girarmi e rigirarmi in continuazione.

In più il ciondolo ha brillato tutta stanotte.

Era come dormire con una lampada puntata in faccia.

Per non parlare del bruciore.

Sto pensando che in realtà quel cristallo sia un autentico strumento di tortura, di cui lo scopo è scavare nel petto della vittima fino a raggiungerne il cuore.

Avevano davvero un gran senso dell’umorismo questi stregoni…

E poi io non sono mai stato un amante della magia…

Sono convinto che nessuna strega o mago faccia un incantesimo a fin di bene, pur con le più belle intenzioni.

C’è sempre qualcosa da dare in cambio…

Io sto regalando la mia sanità mentale.

In cucina, trovo Buffy.

Non ha neanche lei una bella cera, ma anche così è bellissima.

Sta sorseggiando un caffè ed evita di guardarmi in viso.

Credo che abbia paura che io abbia travisato le parole che mi ha detto la notte scorsa.

Mi avvicino a lei e le do un bacio sulla guancia.

Lei sorride e sembra rilassarsi.

Mi siedo di fronte a lei, che mi versa il caffè.

Decido di mettere subito le carte in tavola, visto che ieri notte non ho avuto la forza di risponderle.

- Sono d’accordo con te…- ammetto a malincuore.

Lei mi scruta.

- Vorrei solo chiederti di…vivere al meglio questi ultimi tre giorni…

Vorrei mordermi la lingua, ma ormai le maledette parole sono uscite.

La mia bionda mi guarda, non capendo.

- Beh…sono gli ultimi tre giorni di convivenza questi…- mi salvo in corner.

- Perché non…resti?- mi chiede con un piccolo sorriso.

Oh amore…

Tu non immagini quanto mi renda felice ciò che mi hai appena proposto…

Ma non immagini neanche quanto mi faccia soffrire allo stesso tempo, visto che non sarà possibile.

- Non posso…anche se mi piacerebbe…- rispondo triste.

Lei abbassa il volto, annuendo.

Non so perché, ma il mio corpo si muove da solo.

Mi alzo da tavola, le vado accanto e m’inginocchio di fronte a lei.

Poi le prendo il viso fra le mani e la bacio. 

Non posso vederla così infelice.

Lei ricambia il mio bacio, quasi disperatamente.

- Ti amo, Buffy…- le dico senza fiato.

Non posso credere che l’ho detto.

Lei mi guarda, con i suoi occhi così verdi in cui vorrei affogare.

E poi lo dice.

- Ti amo anche io…

Quelle quattro semplici parole…

Con uno scatto mi tiro a sedere sul letto, ansimando.

Un maledetto sogno.

Un maledetto, stupendo sogno.

Il mio cervello sta finendo davvero in pappa.

Sento le lacrime bruciarmi negli occhi.

E mi ritrovo a sperare che tutto questo abbia presto fine.

Mi alzo, trascinandomi stancamente.

Proprio come nei miei deliri onirici, Buffy è in cucina.

Solo che sono le undici, e lei ha l’aria di aver dormito come un ghiro.

Beata lei.

-Giorno…- biascico prendendo i cereali.

Mi sorride e torna al suo caffè.

Smuovo i miei ricci, che senza il gel vanno ovunque.

C’è una strana atmosfera stamattina.

Non è mai capitato che ci fossero silenzi così lunghi fra noi.

Evidentemente, tutti e due abbiamo qualcosa su cui riflettere.

Sto per andarmene dalla cucina, ma poi ci ripenso.

- Senti, Buff…penso che tu abbia ragione sul fatto di volerci andare piano…io…capisco…- le dico con gli occhi bassi continuando a passarmi la mano fra i capelli.

Lei mi fissa e poi si alza, venendo verso di me.

Mi accarezza la guancia e mi sorride.

Ho il terrore di svegliarmi da un momento all’altro.

Ma non succede.

L’atroce dolore che ho al petto mi fa capire che sono sveglio.

Mi accascio ai piedi di Buffy, a corto di fiato e stringendo nel pugno il maledetto cristallo.

La mia bionda è inginocchiata accanto a me e chiama il mio nome mentre cerca di sostenermi.

Alzo gli occhi e vedo il terrore dipinto sul suo viso pallido.

- Willow…chiama Willow…- riesco a dirle prima di cadere nel buio più nero.

 

 

 

 

Sento delle voci intorno a me, ma sono ancora immerso nelle tenebre.

Sento la voce di Buffy.

Potrei distinguerla in mezzo al caos più totale.

- Cos’ha? Perché non mi hai fatto chiamare un medico?- chiede con una punta di preoccupazione.

- E’ tutto a posto…William soffre di cali di pressione, e questo è il risultato…

Deve essere la rossa.

Per fortuna Buffy mi ha ascoltato.

Avrebbe scoperto senz’altro che non ho un’assicurazione sanitaria…

E che, in fondo, non esisto…

- Tu credi sia solo questo? Io ero con lui…si teneva il petto e doveva sentire dei dolori lancinanti…e se fosse un infarto?- chiede ancora.

Se potessi mi toccherei!

- Così giovane? Quanti anni avrà? Cinque al massimo…

Ho un sussulto.

La rossa deve essere completamente andata.

- Cinque?- chiede Buffy sospettosa.

- Cinque?- le fa eco Willow.

Poi ride imbarazzata.

- Dio, Buff! Stai diventando sorda? Ho detto venticinque! – dice salvandosi in corner.

- Eppure ero sicura di aver capito bene…- mormora Buffy non molto convinta.

La mia bionda non è stupida.

Sento dalla voce che ha fiutato qualcosa.

Non sa bene cosa, ma ha sentito che c’è qualcosa di strano.

Devo ricordarmi di ingraziare la rossa.

Adesso devo stare attento a come muovermi, altrimenti mi ritroverò gatto prima del tempo.

A proposito di tempo…che giorno è??

Apro lentamente gli occhi.

Le ragazze si fondano subito al mio capezzale.

- Ciao…- mi saluta Buffy con un sorriso e una carezza sulla fronte.

- Come ti senti?- chiede Willow.

- Come uno che è stato centrifugato…- dico stropicciandomi gli occhi.

La mia bionda aggrotta le sopracciglia.

- Ci credo…sono due giorni che dormi come un sasso…

Sento crollarmi addosso il mondo.

Questo significa che è domenica…e che stanotte…

Cerco disperato la rossa con lo sguardo.

Lei mi guarda triste e annuisce.

Allora è davvero così…sta per finire tutto…

- Ti senti di nuovo male?- mi chiede Buffy notando la mia aria addolorata.

Mi giro verso di lei e annuisco.

- Vado a prenderti un’aspirina…- dice poi correndo in cucina.

Io e Willow rimaniamo da soli.

- Mi dispiace…- sussurra sedendosi accanto a me.

Cerco di mettermi seduto anche se sono ancora debole.

- Cos’è successo col cristallo?- chiedo serio.

La rossa esita.

- Scommetto che c’è un grosso problema all’orizzonte, vero?

Nonostante il tono sarcastico, il mio viso tradisce l’ansia che provo.

E la faccia di Willow non lascia presagire nulla di buono.

- Ti chiedo perdono…non immaginavo che ci fosse il tranello…- sussurra quasi in lacrime.

Comincio a preoccuparmi seriamente.

- Spara…non sarà poi così terribile…- dico.

Ma non ci credo nemmeno io.

- Il testo che avevo trovato sul cristallo era in completo, ricordi? Non sapevo neanche se il cristallo esisteva davvero…- comincia lei.

- Si…vai avanti…- la incoraggio.

Lei deglutisce.

- Non tornerai Spike…- dice tutto d’un fiato.

Io ridacchio.

- Cosa allora? Un topo, un fiore?- la prendo in giro.

La strafottenza è la mia prima difesa quando sento un pericolo.

- Non tornerai…- conclude lei con un filo di voce.

Io ammutolisco.

- Il cristallo è una trappola che gli antichi usavano per rubare l’energia e la vita ai loro avversari, dandogli la possibilità di esaudire il loro più grande desiderio entro un lasso di tempo…cosa in cui fallivano miseramente…- mi spiega con le lacrime agli occhi.

Quindi ero destinato a fallire.

Ed era vera la sensazione che il cristallo si stava nutrendo di me…della mia essenza…

Adesso la rossa singhiozza.

- Il tuo amore per Buffy è un’energia così pura, Spike…se tu potessi vederla come la vedo io…come avvolge tutto intorno a te…è così calda e candida…quasi accecante…e adesso sta per essere inghiottita da quel pezzo di vetro…sono stata una stupida…avrei dovuto fare ricerche più approfondite…e ora…

Le poggio una mano sulla testa.

Non m’interessa ciò che succederà.

- Grazie a te ho provato la vera felicità, Will…anche se solo per un attimo…ti sarò eternamente grato…se mai potrò essere grato con qualcuno quando non esisterò più…- le dico abbracciandola.

Questo contatto m’infonde un po’ di coraggio.

Buffy rientra col bicchiere in mano.

- Ho avuto qualche problema nel trovare l’aspirina…

Si blocca osservando me e Willow l’uno nelle braccia dell’altra.

Sto per assicurarle che non è come sembra, che siamo solo amici, quando inclina la testa di lato e sorride.

- Lo sapevo che eri preoccupata per tuo cugino…- dice poi rivolta alla rossa, mentre mi porge l’aspirina.

Mentre mi mette il termometro in bocca mi viene da pensare a cosa le dirà Willow per giustificare la mia sparizione.

E se lei ci crederà.

Spero di non possedere una coscienza con dei ricordi una volta sparito.

Che sia come un sonno senza sogni e senza risveglio.

Almeno così non proverei rimpianti…e soprattutto non ci sarebbe il suo bel volto a tormentarmi.

- Niente febbre…ma sei molto debole…penso che sia meglio che tu dorma con me stanotte…così starai più comodo…e se avrai bisogno di qualcosa basterà allungare un braccio e chiamarmi…- mi dice stringendo la mia mano nella sua.

Almeno lei che dorme sarà l’ultima cosa che vedrò.

E poi il nulla…

 

 

 

L’orologio scandisce i minuti con forti rintocchi.

Mi sento come un condannato alla pena capitale.

Ma io non ho neanche la vana speranza di una telefonata che possa salvarmi cinque minuti prima dell’esecuzione.

La mezzanotte non è più così lontana…

Willow si è fermata a pranzo. Io mi sento un po’ meglio e mi sono alzato.

L’atmosfera è molto tesa e capisco dal suo sguardo che Buffy che ha captato qualcosa di storto.

Non capisce il perché delle facce serie di Willow e me.

Mangiamo in silenzio e poi la mia bionda si prepara per la sua lettura settimanale delle carte.

Io me ne vado a preparare il caffè.

Tanto so già che Buffy farà tutto il contrario di quello che le suggeriranno i tarocchi.

- Non hai voglia di provare?- mi chiede mentre la rossa sparge il mazzo sul tavolo.

- No…- le rispondo con un sorriso, andando in cucina.

Non ho un futuro da conoscere e so già cosa succederà nelle ultime dodici ore della mia vita.

Tendo le orecchie per sentire. So che domanda farà Buffy.

La rossa si concentra.

In quattro domeniche da umano è la prima volta che viene a leggerle le carte.

Strano che la mia bionda abbia interrotto il suo rito festivo.

Non lo ha mai fatto.

- Concentrati…- la ammonisce l’amica.

Chiudono entrambe gli occhi.

Buffy fa la sua domanda.

E rimango di stucco.

- Come vedi me e…William? Insieme intendo…- sussurra cercando di non farsi sentire da me.

La rossa alza lo sguardo verso Buffy e vedo un bagliore dorato attraversarlo.

Subito dopo dispone le carte a croce.

Prende la prima carta a sinistra e la gira.

- Il Mondo Capovolto…la tua situazione non è chiara…sei indecisa…sei impaurita dal cambiamento…

Poi prende la carta alla sua destra.

- L’Appeso…si oppongono sofferenza e fatica…questa è la carta della stanchezza…

Buffy ascolta senza fiatare.

Io mi chiedo se la rossa stia pilotando i risultati.

Le sue letture sono sempre state sibilline, mentre questa mi pare molto più chiara.

Gira la carta in alto.

- La Morte

La mia bionda aggrotta le sopracciglia e Willow sorride.

- Non spaventarti…questa è una buona carta…sta a significare un cambiamento improvviso…non è detto che sia negativo…

Buffy si tranquillizza.

Per un momento mi ero spaventato anche io!

Poi prende la carta in basso, quella più vicina a lei.

La vedo serrare le labbra.

- La Fortuna Capovolta…- dice piano.

- Questo non è buono, però…- afferma Buffy con voce flebile.

Willow annuisce.

- Simboleggia la perdita per cause impreviste…ma va interpretata, Buff…così non significa niente…- cerca di rincuorarla la rossa.

La mia bionda sa che in quella posizione c’è la carta che rappresenta il probabile esito della situazione.

Per lei potrà anche avere un significato oscuro, ma per me è tutto molto chiaro…

Manca un’ultima carta.

Quella al centro.

Vedo la rossa leggermente stupita.

- La Papessa. E’ la prima volta che mi capita di vederla nella posizione di sintesi finale…E’ la carta della verità e della conoscenza, di chi riesce a guardare oltre all’apparenza…

Mescola velocemente il mazzo.

Mai per me le carte furono più veritiere.

Anche la mia bionda sembra molto colpita.

- Dai…sono solo pezzi di carta…- dice la rossa riponendo i tarocchi nello zaino.

Poi fa per andarsene.

Quando mi saluta mi abbraccia forte.

Non serve che parli…so che starà vicina alla mia bionda e saprà darle una motivazione convincente della mia sparizione.

Solo quando la porta si chiude mi rendo conto che quella è l’ultima volta che vedo Willow.

Fa male già così.

Non voglio pensare a cosa proverò quando dirò addio per sempre a Buffy.

Sento salire le lacrime agli occhi.

La mia bionda mi viene vicino.

- Hai gli occhi lucidi…mettiti a letto…non vorrei che ti stesse salendo la febbre…- mi dice premurosa.

Seguo il suo consiglio.

Mi sento davvero debole.

Buffy sembra molto pensierosa.

Quando sta per alzarsi dal letto io la fermo per una mano.

- Aspetta…

Lei si siede di nuovo accanto a me.

Quando mi guarda così non so rispondere delle mie azioni.

Mi avvicino e le poso un bacio sulle labbra.

Lei risponde al mio gesto, chiude gli occhi e si lascia andare.

La sua lingua accarezza la mia e sento le sue braccia circondarmi il collo.

Dopo un po’ ci separiamo, a malincuore.

Lei si accoccola al mio fianco.

Io la stringo a me come il tesoro più prezioso che possiedo.

- Oggi è l’ultimo giorno che passo qui con te…- dico fissando fuori dalla finestra.

Vedo la sua mano stringersi in un pugno.

- Resta…- mi dice piano.

Io abbasso la testa, guardandola sorpreso.

Era stata molto chiara qualche giorno fa.

Lei non mi ama.

Aspetta qualche secondo.

Poi parla.

- Non sono pronta a non averti con me…

Allora siamo in due, amore mio.

- Non posso…ma vorrei tanto…

Rimaniamo abbracciati in silenzio.

Mancano poche ore al tramonto.

 

 

 

5.

 

 

 

Sta arrivando l’ultimo atto.

Il sole è sparito da qualche minuto e le prime stelle già brillano timidamente nel cielo.

L’aria serale è molto frizzante.

Un brivido mi assale e decido di rientrare in casa.

La mia vita scorre via lentamente, attimo per attimo.

E mi sento sempre più debole.

Il cristallo brilla, fioco e tetro.

Lo osservo. E lo maledico.

Vorrei urlare di rabbia.

Il canticchiare di Buffy mi distoglie dai miei pensieri.

Sta cucinando qualcosa per cena.

Sento arrivare un buon profumino dalla cucina e la tavola è già apparecchiata.

Non so come dire alla mia bionda che non me la sento e che vorrei tornare a letto.

Farei di tutto per poter stare seduto davanti ai suoi manicaretti e vederla sorridere quando li assaggio, ma penso proprio i non farcela. Rischierei di cadere a terra e farla preoccupare inutilmente.

- Buff?- chiamo affacciandomi dalla porta.

E’ deliziosa col suo grembiulino bianco i capelli raccolti in una coda di cavallo.

Si volta col suo sorriso più dolce.

- Si? E’ quasi pronto!- mi dice passandosi la mano sulla fronte e lasciandoci un po’ di crema del dolce.

Mi avvicino e con un dito la tiro via.

Lei sorride e mi sporca il naso.

Divento serio e faccio un passo indietro.

- Aspetta…ricordi dove ci ha portato la panna l’ultima volta?- chiedo pulendomi.

Lei sembra rabbuiarsi.

Abbassa lo sguardo e si scusa.

- Non volevo…vieni andiamo a cena…- dice afferrando la pentola.

La fermo.

Quando parte a testa bassa non è mai un segno positivo.

- Non ho detto che non vorrei…solo che…- comincio.

-…c’è tempo…lo so…- mi dice carezzandomi il viso.

No, amore…

Tempo proprio non ce n’è…

Mi sento mancare.

Lei mi sostiene.

- Forse è meglio cenare a letto…- mi suggerisce conducendomi nella sua stanza.

Mi aiuta a sdraiarmi e poi mi serve il suo filetto al pepe verde.

Impazzivo per questo piatto già quando ero un gatto!

- Il tuo filetto è strepitoso, passerotto! Era una vita che non lo facevi!- esclamo affondando i denti nella prelibatezza.

Lei mi guarda stupita e io sbianco.

L’ultima volta che lo aveva cucinato era per il suo compleanno ed eravamo solo io e lei…

Spike e Buffy.

Adesso?

- Non te l’ho mai preparato in un mese che sei qui…- mi dice guardandomi storto.

Pensa, Spike! Pensa!

Fingo lo svenimento e lei si dimentica della questione del filetto.

- William!- mi chiama lei scuotendomi.

Apro un occhio.

La vedo davvero preoccupata e allora la smetto con la mia scena madre.

- Scherzavo, Buff…- le dico sfiorandola.

Lei ha una reazione del tutto imprevista.

E’ furiosa!

- Non farlo mai più!- esclama dandomi uno schiaffo sulla spalla.

Ma sotto sotto vedo che ride.

Allora le salto sopra, bloccandole le braccia sul letto.

Il mio corpo preme contro il suo.

Non può non aver sentito la mia reazione a quel contatto.

Con un sorriso, si sporge verso di me e mi bacia sulle labbra.

Poi avvicina la bocca al mio orecchio.

Sussurra qualche parola.

- Vuoi fare l’amore con me?- mi chiede con la sua voce disarmante.

A me non occorre altro.

Tutte le mie resistenze vengono meno.

Sono il suo schiavo.

M’infilo tra le sue gambe e faccio sparire nel giro di qualche secondo i suoi pantaloni.

- Anche quelli…- mi consiglia indicando i suoi slip con un sorriso.

Le forze mi sono tornate all’improvviso.

Buffy si aggrappa a me con un gemito quando entro in lei.

Continua a guardarmi negli occhi mentre io non capisco più niente.

Mi bacia ovunque sul viso e continua ad accarezzarmi.

Sento il suo bacino spingersi sempre di più verso di me ad ogni mia spinta.

Ho l’impressione che voglia entrarmi dentro.

Ma non temere, amore…

Tu sei già dentro di me, radicata fino nell’anima.

Ogni mia cellula ti appartiene e possiede la tua essenza.

Proprio quando diventiamo tutt’uno, la sento piangere.

Le accarezzo il volto, impensierito.

- Tutto bene?

Nella foga ho paura di averle fatto male.

Lei scuote la testa.

- Non è niente…

Mi guarda ancora e continua a piangere sommessamente.

Le bacio la fronte.

- E’…che ti amo così tanto…- mi dice toccandomi le labbra.

Le brillano gli occhi mentre lo dice.

E io brillo di gioia, ancora indeciso su come reagire.

 

 

 

Buffy nasconde il volto nell’incavo della mia spalla.

So che è arrossita come un peperone.

Tace, forse aspettando una mia reazione.

Ma sono io che attendo che lei parli.

Devo capire se l’ha detto perché davvero lo pensava o se è stata un’affermazione provocata dal momento particolare.

E’ d’importanza vitale per me.

Finalmente i suoi occhi fanno timidamente capolino dal loro nascondiglio.

- Non dici niente?- chiede timidamente.

La sua voce sembra insicura ora.

Forse è rimasta spiazzata dalla mia mancanza di parole.

Ma come faccio a rispondere?

Mi ha preso in contropiede, quando ormai ero rassegnato ad aver fallito con lei.

E adesso le cose tra noi sono cambiate di nuovo.

Almeno spero.

- Cosa vuoi che ti dica?

Non volevo usare un tono secco.

Spero che Buffy non fraintenda.

Ma secondo me non c’è niente da fraintendere…siamo ancora nudi e allacciati l’uno all’altra, ancora ansimanti per qualche minuto prima.

Abbiamo fatto l’amore due volte, e in due volte le ho donato tutto me stesso.

Tutto ciò che di me era possibile regalarle.

Non può non averlo sentito.

Lei si morde il labbro.

E la sento scostarsi leggermente.

E’ già pronta a scappare, a tornare di nuovo sui suoi passi come qualche giorno fa.

Solo che stavolta non farò il suo gioco.

Arriverò fino in fondo.

Si copre col lenzuolo e si alza.

- Dove vai?- le chiedo serio.

Lo sguardo triste che mi lancia parla più di mille parole.

E’ delusa.

E capisco cosa avrei dovuto dirle.

Le vado incontro e la stringo forte a me.

- Ti amo, Buffy. Da sempre.

Lei è ancora rigida nel mio abbraccio.

Poi si scioglie, circondandomi il collo con le braccia.

- Ti avevo detto che avrei voluto andarci piano con te…- comincia a sussurrare.

Qualcosa attira la mia attenzione.

Ho sentito il rintocco di mezzanotte del pendolo in salotto.

Il primo.

Solo altri undici mi separano dalla fine o dalla felicità.

Se Buffy mi sta parlando col cuore, avrò sconfitto il potere maligno del cristallo.

Il mio più grande desiderio sarebbe stato esaudito.

La mia bionda mi amerebbe.

-…ma tu sei diverso…te lo dissi fin dall’inizio…

 

Due.

 

Amore mio, potrebbe essere l’ultimo minuto che passo a stringerti fra le braccia.

Fai chiarezza nel tuo cuore.

Tu sola sai ciò che senti veramente.

- A volte ho pensato che fossi caduto dal cielo…non ho mai conosciuto un uomo speciale come te…

 

Tre.

 

Ti guardo negli occhi, passerotto.

Brillano.

Stavolta sento che non riuscirei a trattenere le lacrime se ti vedessi piangere.

 

Quattro.

 

- Tutte le attenzioni nei miei confronti…la rosa bianca ogni mattina…

 

Cinque.

 

Sorridi mentre mi riveli i tuoi sentimenti.

E io non posso fare a meno di guardare il tuo viso.

Voglio imprimerlo bene nella mia mente.

 

Sei.

 

-…quando venivi ad aspettarmi alla fine del turno…le coccole che mi facevi davanti alla tv…

 

Sette.

 

Il tempo passa in fretta.

Ti accarezzo i capelli.

- Quando Spike se n’è andato, pensavo di aver perso ogni gioia di vivere…lui era l’unico che avesse dimostrato di amarmi senza chiedere nulla in cambio…

 

Otto.

 

Continuo ad ascoltarti, piccola.

L’epilogo sta arrivando veloce.

Riesco solo a pensare a quanto ti amo, ma tu l’hai già capito vero?

 

Nove.

 

-…Spike…e adesso te…mi hai aiutato a fidarmi di nuovo dell’amore di un uomo…del tuo amore…

Come brucia il cristallo sulla mia pelle.

Lo sento penetrare fin nelle ossa.

 

Dieci.

 

Ti stringi a me.

- Ti amo, William…credimi…tu e il mio gatto siete le due uniche creature che abbia mai amato a questo mondo…

Non so se tutto ciò possa fare in modo che l’incantesimo si rompa…

Però una cosa è certa…

Basta per fare di me un uomo felice.

E anche un gatto felice.

 

Undici.

 

Ti sento sorridere e scuotere un po’ la testa.

- Anche lui adorava il mio filetto al pepe verde…

Ti blocchi, senza respiro.

Sento le tue dita stringersi con forza intorno al mio braccio.

Il tuo sguardo è sconvolto.

Hai capito, amore?

 

Dodici.

 

- Ti amo da una vita…- le dico con un sorriso sereno.

Una luce bianca e intensa ci avvolge.

Spero solo che non sia doloroso.

 

 

 

 

Sbatto le palpebre, incredulo.

Ci sono.

Io esisto ancora.

Sono un uomo, in carne e ossa.

Adesso so cosa ha provato Pinocchio diventando un bambino vero.

Mi tocco il viso.

C’è proprio tutto.

E davanti a me c’è la mia bionda.

Non indossa più l’espressione confusa di…quanto tempo fa?

Non riesco a rendermi conto quanti secondi, minuti o ore siano passati.

Provo a muovere qualche passo verso di lei.

E Buffy mi accoglie fra le sue braccia.

Non parla.

Ora che la sto abbracciando mi rendo conto che stavo davvero per perderla.

- Vieni…- mi dice prendendomi per mano.

Mi conduce a letto.

- Sei ancora debole

Mi da un bacio a fior di labbra, si accoccola contro di me e chiude gli occhi.

E’ stanca anche lei, povera piccola mia.

Sollevo di qualche centimetro dal mio petto il cristallo.

Non è più del colore dei miei occhi.

Ora è completamente trasparente.

Lo mostrerò alla rossa domani.

Chissà che faccia farà quando mi vedrà!

Ancora non ci credo io che sono tutto intero!

Stringo Buffy a me.

Dopo questa notte io le appartengo.

Le bacio la fronte, scivolando lungo la sua guancia, per poi assaporare le sue labbra che sanno di fragola.

Non dorme la mia bionda.

Sento la sua lingua accarezzare la mia.

Non sto sognando.

Aspetto invano che mi chieda spiegazioni.

Scivola nel sonno, lasciandomi nell’incertezza.

Eppure sono sicuro che lei abbia capito che Spike non è mai sparito dalla sua vita.

Che lui e William sono la stessa entità.

Non è facile accettare che l’uomo che ami non ha niente di umano.

Probabilmente è così scossa che non è ancora riuscita ad elaborare l’informazione.

Mettendomi nei suoi panni, io come minimo sarei svenuto.

Forse mi sto facendo troppe paranoie.

Magari non ha capito proprio niente e sono stato io a farmi un film…

In ogni caso, sarò pronto a spiegarle come stanno le cose quando lei si sentirà pronta ad ascoltare.

Fino ad allora non parlerò.

Adesso voglio godermi il momento.

Con tutta l’adrenalina che ho in corpo passerò la notte a contemplare la mia bionda.

E’ meravigliosa mentre dorme…

Se sapessi disegnare le farei un ritratto…

Adesso che ci penso, non ci ho mai provato…

Adagio Buffy sul letto con delicatezza e vado alla ricerca di carta e matita.

Mi sistemo sulla poltrona osservo la mia principessa dormire.

Il suo respiro è calmo e regolare.

Comincio la mia “opera”.

Per prima cosa, il suo viso perfetto.

E’ un peccato che i suoi penetranti occhi verdi siano chiusi…

Poi la sua mano, accostata alla guancia.

E la sue morbide labbra, dischiuse leggermente a formare il suo delizioso broncio.

Infine, i capelli biondi come il grano maturo sparsi su tutto il cuscino.

Mentre la ritraggo, mi accorgo che potrei farlo anche senza guardarla.

Conosco e amo ogni fibra di questa donna.

Mi vengono le vertigini pensando a quanto sia profondo questo sentimento.

Ammiro il disegno.

Penso che ne farò un quadro.

Sono sicuro che se provassi a ritrarre qualsiasi altro soggetto, mi scoprirei del tutto incompetente.

Buffy mi rende capace di fare qualsiasi cosa.

Ho sfidato persino l’ordine naturale delle cose diventando un uomo, per lei…

- William?

Si è svegliata.

Muove una mano sul mio posto vuoto.

Apre gli occhi e poi mi mette a fuoco.

- Che ci fai lì?- mi chiede con la voce ancora impastata dal sonno.

Io mi alzo e le ritorno accanto.

- Questo…- le dico mostrandole la mia dichiarazione d’amore sfrenato per lei.

Il sorriso che mi regala è la ricompensa più grande.

- Non sapevo fossi così bravo a disegnare!!! Ma non è vero che sono così…- mi dice poi arrossendo.

Io le accarezzo una guancia.

- Così come?

Lei bofonchia qualche parola.

- Così…bella…

Io appoggio la testa sul suo ventre.

- Hai ragione…non sei bella…- dico con un’alzata di spalle.

Non la vedo in volto, ma sono sicuro che se potesse mi farebbe fuori con un solo sguardo!

- Tu sei splendida, Buffy…- le dico poi girandomi verso di lei.

Ha ancora l’espressione dell’offesa a morte.

- Ruffiano…- ridacchia.

Adesso verrà punita per questo.

Comincio a farle solletico, finché non implora pietà.

Ancora ridendo, si rifugia tra le mie braccia.

- Sto bene con te…- mi dice chiudendo gli occhi.

E a me sembra di toccare il cielo con un dito…

 

 

 

EPILOGO

 

 

 

- Ti piace quello?

E’ il ventesimo abete che Buffy mi mostra in questo tardo pomeriggio.

Siamo usciti a fare compere. Tra qualche giorno sarà Natale.

Lo osservo.

- No…troppo grande…se entra lui in casa, usciamo noi…- commento tirando dritto.

La mia bionda sbuffa e si lascia trascinare via con un po’ di resistenza.

- Mi fanno male i piedi…non è che mi porteresti in braccio?- chiede sfoderando lo sguardo da cucciolo abbandonato per impietosirmi.

Spiacente, amore.

Conosco questi trucchi meglio di te!

Però non so resisterle, e me la carico sulle spalle, tra le sue risate divertite e lo sguardo curioso dei passanti.

Dopo qualche metro la poso a terra.

- Sei davvero pazzo!- esclama circondandomi la vita con un braccio e riprendendo a camminare.

-…di te, principessa…- le dico stringendola a me.

Camminiamo allacciati, guardando le vetrine dei negozi.

La nostra vita è frenetica da un po’ di tempo a questa parte…

Buffy ha trovato un nuovo lavoro come consulente scolastica in un liceo.

E’ molto contenta di aver lasciato il suo orribile impiego da cameriera.

La puzza di fritto è solo un ricordo. Sarà per questo che non mangiamo mai patatine o roba simile…

Anche io ho una nuova attività.

Nel pomeriggio aiuto ancora il signor Giles al negozio d’animali.

Mangio al volo qualcosa e poi raggiungo Faith.

Lei è la mia socia.

Ha smesso di fare la vita e mi aiuta a tirare fuori dal giro le ragazzine.

Adesso è in grado di difendersi da sola.

E’ un fenomeno nella kick-boxing!

Quando torno a casa è sempre notte fonda.

Sono quelle le ore in cui riusciamo a vederci e a parlare, finché la mia bionda non deve alzarsi per andare a lavoro.

Ci coccoliamo e ci raccontiamo la nostra giornata…e poi finiamo sempre per fare l’amore…

Ora che siamo entrambi in ferie e a casa tutto il giorno, ci godiamo questa serenità…con orari più abbordabili!

- Hai detto a Faith della cena a casa nostra per la vigilia?- mi chiede mentre ammira un gioiello.

- Si…porterà il dolce…- rispondo distratto.

Sto pensando al regalo per la mia bionda.

Le ho fatto fare un anello con incastonato il mio cristallo.

Per me ha molto più valore di un diamante.

E poi splende come un brillante!

Non ho la più vaga idea di cosa possa avermi comprato lei.

Spero non un topolino di gomma!

Sono passati quasi sei mesi da quella notte, e Buffy non mi ha mai chiesto niente.

Però sa tutto.

Lo so perché una notte me lo ha fatto capire.

Ero rientrato dal mio giro con Faith.

Buffy, come al solito, mi aspettava a letto.

Io ero convinto che dormisse.

Mi sono spogliato e mi sono infilato sotto le coperte con lei.

Il mio corpo era attaccato al suo.

Lei mi ha accarezzato la guancia mentre appoggiavo la testa sulla sua spalla.

- Bentornato…- ha sussurrato.

Io ero convinto che stesse sognando Spike.

Invece si è voltata e mi ha fissato.

Poi mi ha baciato.

E io l’ho stretta forte a me.

- Willow?- chiedo allontanandola dalla gioielleria.

Buffy e diamanti è pericoloso come accostamento…!

- Verrà con Tara…la sua ragazza…- mi dice con un sorriso.

La rossa!

Che faccia ha fatto quando mi ha visto sano e salvo!

Ho temuto che si mettesse a piangere!

Da quel giorno ha smesso di fare le carte a Buffy.

Forse per una volta la mia bionda ha saputo interpretare bene!

Io e Buffy abbiamo deciso di farle un regalo enorme…lo merita dopotutto!

Le regaleremo una vacanza in Inghilterra.

Lì c’è il più importante gruppo Wicca del mondo.

Penso sarà felice!

Dopo ore di vagabondaggio per negozi, finalmente torniamo a casa.

Io mi lascio cadere sul divano e la mia bionda sistema gli acquisti.

Sale di sopra nella mansarda con una strana espressione e tenendo qualcosa nascosto nella mano.

M’incuriosisco, ma non la seguo.

La sento imprecare e cominciare a correre dappertutto.

Ma che diavolo combina??

- Buff? Tutto bene?- le chiedo.

Lei si affaccia dalle scale.

- Si! Non preoccuparti…- mi sorride piegando la testa di lato.

Ehh…la mia bugiarda!

Mentre cerca di irretirmi con i suoi occhi dolci, qualcosa le passa in mezzo alle gambe facendola quasi cadere, corre giù per le scale e mi salta sulle ginocchia.

- Oh no!!- piagnucola Buffy sedendosi accanto a me.

Il batuffolo di pelo comincia a fare le fusa.

- Ho chiesto al signor Giles di aiutarmi a cercare una gattina da adottare…quando l’ho vista ho capito che lei era perfetta per noi due…

Guardo la micia.

Il suo pelo è nero come la notte.

Solo i suoi occhi sono verdi come due prati fioriti.

- Era la mia sorpresa per Natale…si chiama Spuffy…- mi dice dandole una carezza.

- Spuffy?- chiedo guardandole il musino.

La mia bionda mi scruta con espressione birichina.

- Non lo hai capito?

Io aggrotto le sopracciglia.

- E’ un acronimo…

Alla fine ci arrivo.

E ogni dubbio viene spazzato via definitivamente.

- Spike e Buffy?- chiedo ancora incredulo.

Lei annuisce.

- Ho fatto male…micione mio?- domanda baciandomi.

Nei suoi occhi leggo solo tanto amore.