TIENIMI CON TE
Di
Sarakkk
Los Angeles
Era solo nel laboratorio.
Ma anche se ci fosse stato qualcuno, come poteva
vederlo?
William il Sanguinario ridotto in sequenza a un
assassino incapace di uccidere, zerbino della donna che amava con tutto il
cuore, vampiro con l’anima, eroe che si sacrifica per il mondo, ed ora
fantasma….
Se solo fosse riuscito a capire il motivo per cui era
stato richiamato…
Era riapparso con un urlo e soffrendo come un cane.
Dolore fisico e mentale all’ennesima potenza, al cui confronto essere bruciato
vivo nella Bocca dell’Inferno sembrava una cosa da poppanti. Si era ritrovato
in un ufficio ben arredato, con tanti occhi puntati addosso, tra cui quelli di
una persona conosciuta fin troppo bene: Angel. E a quel punto aveva chiesto se
quello fosse l’Inferno.
Angel…
Di tutte le persone sulla faccia della Terra era
l’ultima con cui voleva stare…
Ma era obbligato. Quella scienziata…Fred era l’unica
che potesse aiutarlo a tornare corporeo. Se voleva che lei risolvesse il
problema, doveva fare l’amicone con Angel, cosa che peraltro gli riusciva anche
male.
E tornare corporeo era l’unico modo per rivederla.
La sua Buffy…Era in Europa, chissà a fare cosa.
Probabilmente era in Inghilterra con Giles, che cercava di ricostruirsi una
vita, lontana da quel continente che l’aveva fatta morire per ben due volte e
le aveva dato solo tanto dolore. Cercarla non aveva senso, non ora che lui era
invisibile.
Aveva pensato anche di farle da angelo custode, di
vegliarla, ma sarebbe stata solo una tortura poterla vedere ma non riuscire a
toccarla, a sfiorarla…
“Ti amo”…
Glielo aveva detto alla fine, ma lui le aveva
risposto che non era vero, per lasciarla libera.
Chi avrebbe mai immaginato che sarebbe tornato!!!
E poi, tornato… Che cos’era? Un demone trasparente
con l’anima!!!
La sua attenzione fu catturata da una matita
abbandonata su un tavolo. Provò a prenderla in mano e la attraversò. Attraversò
anche il tavolo. Non poteva nemmeno spostare gli oggetti, figurarsi combattere.
Si sentiva totalmente inutile..
I suoi pensieri tornarono di nuovo alla Cacciatrice.
Si domandò se i suoi tristi occhi verdi avessero ricominciato a brillare di nuovo.
Dentro di sé si augurava che sentisse la sua mancanza e che ogni tanto lo
pensasse.
I ricordi lo sommergevano. Era scomparso per 19
giorni, ma gli sembrava di mancare da un secolo.
Chiuse gli occhi, riassaporando l’ultima notte che
l’aveva stretta tra le braccia, il suo profumo e le loro mani intrecciate. La
notte migliore della sua vita, la prima volta che aveva sentito di contare
qualcosa per lei.
E il suo pianto sincero… Non lo avrebbe mai
dimenticato…
Riaprì gli occhi accorgendosi di una presenza accanto
a lui.
Fred era entrata nel laboratorio in tutta fretta.
Spike la osservò.
“Devo essere invisibile anche ora…”
La ragazza armeggiava con provette e vetrini e il suo
viso era molto concentrato.
Spike decise di uscire e lasciarla lavorare in pace,
anche se non lo vedeva.
“Vorrà dire che romperò un po’ le scatole al
giustiziere della notte!”, pensò avviandosi verso lo studio di Angel.
Il vampiro era seduto alla scrivania, intento a
leggere una pila di scartoffie. Il biondo si avvicinava cautamente, con passo
leggero, pronto a fare quello che ai fantasmi riusciva meglio: spaventare!
Già pregustava la scena con un sorrisetto sulle
labbra… Lui che urlava, Angel che si spaventava terribilmente e loro due
completamente sommersi da una pioggia di pezzi di carta che volavano ovunque.
Angel ci avrebbe messo anni a riordinare!!
Quando fu abbastanza vicino e pronto a sferrare il
suo attacco, qualcosa mandò in fumo i suoi piani.
- Buongiorno Spike…- disse Angel senza distogliere lo
sguardo dai fogli.
- Sembra che qualcuno sia tornato visibile giusto in
tempo per venire a disturbarmi…
Spike si osservò le mani con indifferenza. Un po’
deluso, riacquistò immediatamente la sua leggendaria irriverenza, niente
affatto scoraggiato e pensando ad altri modi per far andare Angel su tutte le
furie.
- Mi vedi?
- Si. Proprio un bello spettacolo…- rispose l’altro.
Senza badare al sarcasmo, Spike si avvicinò per
vedere meglio cosa catturasse così tanto l’attenzione di Angel.
- Ci diamo alla burocrazia vedo…
Ma lui ripose i fogli in un cassetto.
- Oh oh! Cosa sono, segreti di stato? O il tuo
diario…?- disse il biondo allontanandosi di nuovo.
Angel non rispose, ignorandolo.
- Senti, questa convivenza forzata non piace neanche
a me, ma tu la stai rendendo ancora peggio di un millennio all’Inferno!! Fammi
tornare di carne e io sloggio!- sbottò Spike.
Finalmente Angel alzò gli occhi.
- Certo! Sim sala bin!!!- disse con solennità. – Ops!
Qualcosa non ha funzionato!!
- Piantala con il sarcasmo!!! Non sei divertente!!-
rispose il vampiro biondo con un sibilo.
Poi tornò calmo. Inclinò la testa di lato e guardò
Angel con uno sguardo pieno di scherno, ma anche carico di odio.
- Tu hai paura che io vada da lei…vero? Hai paura che
lei scelga me… E’ per questo che temporeggi e non le dici che io sono tornato!!
- Non dire idiozie!! Non voglio più starti a
sentire!!- esclamò alzandosi Angel, punto sul vivo. – Perché non vai a
spaventare qualche vecchietta, Casper, e mi lasci lavorare???
Ma Spike era già sparito.
Angel si sedette di nuovo. Era vero. Aveva paura
della reazione che avrebbe avuto Buffy sapendo che Spike era vivo, soprattutto
dopo che la loro chiacchierata a seguito della morte di Caleb si era
trasformata in un addio. Non avrebbe mai sopportato la sua Buffy tra le braccia
di Spike. “Elimina il TUA!!” si corresse mentalmente. “Lei non è più tua,
ricordalo!!!!!”. Ma alla fine non avrebbe potuto impedirglielo. L’unica cosa da
fare era prendere tempo e aspettare a darle la “bella” notizia. E comunque
Buffy non amava Spike. Di questo era certo.
Riprese in mano i fogli. Era il rapporto che Lilah
gli aveva dato con il medaglione.
Il ritorno del vampiro biondo doveva avere a che fare
per forza con quel gingillo. Lo prese e lo sollevo in aria osservandolo
attentamente. Forse c’era bisogno di un incantesimo per farlo tornare di nuovo
corporeo. Ma per la magia c’era tempo. Avrebbe lasciato che Fred continuasse
con le sue ricerche. Ripose il medaglione nel cassetto e lo chiuse a chiave.
Spike era di nuovo nel laboratorio. Stavolta Fred
poteva vederlo.
- A che punto sei?- le chiese con impazienza.
Fred si appoggiò al tavolo e incrociò le braccia sul
petto. Spike tradusse quel gesto come niente di buono.
- Sarò sincera… Non credo che la scienza possa
fornire una soluzione…- disse lei sconsolata.
Era veramente dispiaciuta per quel fallimento, non
solo dal punto di vista scientifico, ma anche perchè era convinta che Spike
meritasse il ritorno alla normalità.
-…ma non mi arrendo. Ti ho promesso che ti avrei
aiutato e lo farò…- continuò sorridendo imbarazzata.
Spike contraccambiò il sorriso senza dire nulla.
Quella ragazza le ricordava la rossa, con quel suo fare timido e dolce..
- Grazie Doc…- disse infine dirigendosi di nuovo
verso l’uscita.
Fred rimase ipnotizzata dalla camminata felina del
vampiro, che prima che potesse varcare la porta era svanito di nuovo. Inforcò
gli occhiali e cercò di rimettersi al lavoro, ma la stanchezza la colse
all’improvviso.
Guardò l’orologio.
“Sono sei ore filate che non faccio una pausa!!”
pensò stiracchiandosi e incrociando le dita dietro la nuca.
Erano 7 giorni che Spike era con loro e 7 giorni che
lei cercava l’illuminazione per risolvere questa delicata situazione. Non
sapeva nemmeno lei perché aveva preso tutto così a cuore. Provava un senso di
profonda compassione per ciò che il vampiro aveva passato, e voleva aiutarlo
per questo. Inoltre la affascinava molto, con quel suo modo di fare intrigante,
e nei suoi occhi blu non poteva far altro che leggere tanta passione, una
passione che lo divorava, anche se non aveva più accanto a sé la donna che
amava. Per un momento aveva desiderato che qualcuno provasse la stessa cosa per
lei…o meglio, che fosse lei a suscitare quella passione.
Angel aveva convocato in tutta fretta una riunione.
Il primo ad arrivare era stato Wes, seguito da Lorne e Gunn. Fred era entrata
con qualche minuto di ritardo nell’ufficio e si era scusata abbassando gli
occhi.
- Sapete tutti che abbiamo un problema.. Vorrei
sapere se le vostre ricerche hanno portato qualche risultato…- disse Angel
indirizzando lo sguardo verso la scienziata.
Fred scosse la testa.
- Sono convinta che l’unico modo per far tornare
Spike come era prima sia la magia… La scienza non può nulla… O almeno, io non
so cosa fare…
Angel si fece pensieroso, e Wes prese la parola.
- Credo che Fred abbia ragione…Il medaglione è la
chiave…
Angel annuì. Si guardò in giro e dopo essersi
accertato che Spike non fosse lì, finalmente parlò.
- Ho esaminato a lungo i documenti insieme al medaglione
e proprio dieci minuti fa ho scoperto un particolare, che se non ci dice COME
riportare Spike alla sua forma originaria, almeno ci dice PERCHE’ lui si trovi
ancora qui…
Tutti si fecero attenti.
- Il nostro ospite è stato trattenuto nella nostra dimensione…
- Trattenuto?- chiese Fred non capendo. Sentiva che
Angel esitava a dire il motivo per cui Spike era lì, come se la cosa lo
spaventasse.
- Si. Qualcuno ha desiderato con tutto sé stesso che
Spike non fosse veramente morto. La sofferenza per la sua scomparsa ha agito
come catalizzatore per sprigionare ulteriore energia dal medaglione, che ha
trasportato Spike di nuovo qui…
Wes annuì alle parole di Angel.
- Può essere la spiegazione giusta, ma perchè come
fantasma?
- Non è esattamente un fantasma…Quello che noi
vediamo è…l’anima di Spike.
Tutti rimasero colpiti dalla rivelazione. Lorne
finalmente parlò.
- Aspetta. Facciamo un piccolo riassunto…Allora:
Spike brucia vivo per salvare il mondo e diciannove giorni dopo torna la sua
anima perchè qualcuno l’ha desiderato?
Angel fece cenno di si con la testa.
- Forse ho capito!- esclamò Wes uscendo di corsa e
tornando qualche minuto dopo con un libro.
- Quando ero studente mi è capitato di leggere in un
antico testo qualcosa che riguardava le anime…. Ecco!! Qui dice che è possibile
che un’anima venga richiamata da un amore puro, ma questo può avvenire solo se
essa non è arrivata alla sua destinazione finale, vale a dire Paradiso o
Inferno…insomma, l’Aldilà…
Angel ascoltava con attenzione, quando Fred interruppe
la lezione di Wes sulle anime.
- Il medaglione!!! L’anima di Spike è stata
trattenuta nel medaglione! E’ per questo che non ha raggiunto la sua
destinazione…
- Era quello che stavo per dire…- concluse Wes
chiudendo il libro.
Il viso di Angel si fece risoluto.
- Bene. Ora non ci resta che scoprire come farlo
tornare in carne e ossa…Al lavoro squadra!! Tenetemi al corrente di ogni novità
e mi raccomando, non parlatene assolutamente con Spike. Intesi?- disse Angel
con finto entusiasmo.
Tutti annuirono e uscirono dalla stanza.
Un amore puro…
Angel aveva un presentimento atroce su chi potesse
provare un sentimento puro verso Spike. Scacciò il pensiero sorridendo, come se
fosse l’ipotesi più ridicola e remota di questo mondo, tornando a leggere il
rapporto sul medaglione. Ma il dubbio restava, e aveva paura di scoprire quale
fosse la verità.
Fred si chiedeva perchè Angel era così strano… E
perchè non poteva informare Spike di cosa avevano scoperto? Mentre era immersa
nei suoi pensieri, una mano che le si poggiò sulla spalla la fece sussultare.
Gli occhi blu di Spike la fissavano.
- Come hai fatto? Voglio dire…come hai fatto a
toccarmi?- chiese arrossendo sorpresa per il contatto con il vampiro.
- Sto facendo pratica Doc…Ho scoperto che se mi
concentro, posso spostare un oggetto per qualche centimetro o toccare le cose
per qualche secondo… Non è molto, ma forse con il tempo…- disse lui passandosi
una mano fra i riccioli biondi e abbassando gli occhi.
Fred sorrise. Quel gesto un po’ impacciato e timido
del vampiro la riempì di tenerezza e fu tentata di rivelargli gli ultimi
progressi, ma Spike era svanito. Di nuovo.
“Va e viene ad intermittenza!!” pensò divertita.
“Stavolta è stato un bene… Stavo per dirgli tutto…”. Sospirò e si diresse verso
il laboratorio.
Gunn bussò alla porta di Angel.
- Abbiamo visite…- disse il ragazzo.
Angel lo guardò con aria interrogativa.
- Qualcuno sta arrivando a Los Angeles… Qualcuno che
tu conosci molto bene…
Londra, una settimana prima.
Trafalgar Square era piena di gente. Mille luci
colorate illuminavano una grigia sera nel centro di Londra. Una ragazza bionda
camminava solitaria, scivolando tra i gruppi di persone uscite a divertirsi.
Lei non sembrava affatto felice. I suoi occhi verdi guardavano verso il basso e
nonostante venisse strattonata continuamente qua e là, non sembrava nemmeno
accorgersene. Stretta nella sua giacca, sembrava ancora più piccola di quello
che era. I suoi lunghi capelli biondi svolazzavano selvaggi contro le folate di
vento improvvise. Decisamente doveva scordarsi il clima mite della California!
Era solo una settimana che era in Inghilterra, ma sembrava una vita. Non amava
l’Europa. Anzi, sperava che qualcosa la obbligasse a tornare in America. Magari
non un’Apocalisse, certo! Quella l’aveva appena sventata!
E poi Londra… Le ricordava troppo lui.
“Buffy, sciocca, non pensarci!! Lui non c’è più…” si
ripeté meccanicamente come ormai faceva tutti i giorni.
Giles l’aveva convinta a partire, dicendole che
sarebbe stata un’ottima cosa per lei cambiare aria. E lei aveva acconsentito.
Che altro avrebbe potuto fare? Sunnydale era ormai ridotta a una buca nel
terreno!
E così eccola, studentessa all’università, con un
nuovo ed elegante appartamentino a pochi passi da Piccadilly Circus!!
Quella sera avevano tutti insistito a farle fare una
passeggiata. “Dai retta agli amici, Buff! Uscire ti farà bene! Ti distrarrai…
Poi nessuno che si sia offerto di accompagnarmi…”
Sbuffò pensando che ora poteva starsene tranquilla e
spalmata sul divano a guardarsi le repliche di Dawson’s Creek.
- Non avresti qualche soldo per me, riccioli d’oro?-
disse un mendicante prendendola per la mano e riportandola sulla terra dalla
specie di altra dimensione in cui era piombata.
Buffy sorrise leggermente e allungò qualche moneta
all’uomo, che se ne andò riconoscente.
“Perché proprio riccioli d’oro? Sembra che ogni cosa
di questo mondo mi debba ricordare lui…”
Notò con una smorfia che da quando era uscita dal
liceo in tutta fretta per evitare di essere sepolta viva dalle macerie non
aveva più avuto il coraggio di pronunciare il suo nome. Neanche mentalmente.
Era troppo doloroso.
Poi qualcosa la costrinse a tirare su la testa e
voltarsi di scatto.
“Te lo sarai immaginato…”
Ma le sue gambe già correvano da sole, inseguendo la
visione che la notte londinese le offriva ammiccando.
Una testa color platino, molto familiare, era solo a
5 o
- Permesso… Scusate…
Buffy annaspava tra la folla, muovendo freneticamente
il capo nel tentativo di ritrovare il ragazzo, e quando finalmente lo rivide,
svoltò improvvisamente in una via quasi deserta in confronto alla calca di poco
prima. Ansimando, riprese la corsa. Era sempre più vicino. Un sorriso pieno di
speranza le increspò le labbra. Allungò una mano per afferrarlo. Lui si voltò e
dopo un momento di iniziale diffidenza, la squadrò con un’espressione
interrogativa.
- Scusami… Ti ho scambiato per qualcun altro…
Il sorriso si era spezzato.
Ora era lì, da sola, che guardava sparire il ragazzo
biondo platino tra le luci della città.
- Spike….
L’aveva detto.
Aveva pronunciato il suo nome.
Il dolore la investì, come una coltellata in pieno
petto.
Un dolore sordo, che la lasciava senza fiato.
Una lacrima cominciò a farsi strada sulla sua guancia
arrossata, sciogliendo il trucco. L’argine era ormai rotto.
Sentiva che avrebbe pianto per sempre.
Dopo un lasso di tempo che le parve infinito, si
senti un po’ meglio.
Si incamminò di nuovo, stavolta verso casa. Le
lacrime continuavano a rigarle il volto.
Prese lo specchietto e si osservò: sembrava la
maschera di un clown…
Mentre cercava di riprendere il controllo di sé, fu
attirata da alcuni rumori che provenivano dall’angolo di una strada. I suoi
sensi di Cacciatrice si erano allertati. Per chiunque li avesse visti,
sarebbero stati due ragazzi in cerca di un po’ di intimità, coperti
dall’oscurità. Ma l’abbraccio che li serrava odorava di paura e di morte.
Buffy strinse il paletto che teneva nella borsetta,
poi si scagliò verso la coppia.
Il ragazzo, colto di sorpresa, aveva ancora il volto
della caccia. Lo spinse lontano con un calcio, poi in un attimo gli fu sopra.
La ragazza, ancora mezza tramortita, si tirò in piedi e cercò la fuga.
- Chi diavolo sei tu?- ringhiò il vampiro, bloccato a
terra.
Buffy, con ancora gli occhi lucidi, lo guardò con
infinita tristezza.
- Nessuno che tu conosca…
Divenne polvere, che il vento portò via lontano.
Buffy si rimise in piedi, si strinse ancora di più
nella giacca e se ne andò lentamente.- Dawnie!! Buffy è rientrata?- chiese
Willow facendo capolino in salotto.
La ragazzina scosse il capo.
- Sono un po’ preoccupata… Comincia ad essere tardi…-
continuò piano.
Down sorrise.
- Non fare la mammina, Will… Buffy sa badare a se
stessa!!
Willow annuì.
- Il fatto è che la vedo molto scossa… Forse…
La rossa fu interrotta dalle chiavi che giravano
nella toppa.
- Sono tornata!!
Buffy entrò saltellando.
- E’ un freddo assurdo stasera!!!
Willow notò subito che l’espressione dell’amica
cercava di nascondere qualcosa con una finta allegria.
- Ti sei divertita?- chiese Dawn curiosa.
- Certo!! Girare da sola per la città è un’esperienza
mistica che tutti dovrebbero provare!! Scusate, ma sono stanca…Buonanotte….
Dawn e Willow la videro scomparire sulle scale.
- Visto? E’ stata bene, non ti pare?
- Si…- rispose Willow distrattamente. – Vado anche
io. Non fare tardi piccola… ‘notte…
Dawn promise e tornò alla tv.
Mentre andava in camera sua, Willow indugiò davanti
alla stanza di Buffy.
Si decise e bussò.
- Toc toc… Posso entrare?
Buffy era seduta vicino alla finestra, sulla sedia a
dondolo che era stata di Joyce, una delle poche cose rimaste intatte a casa
Summers, chissà poi come. Si asciugò in fretta gli occhi e si voltò verso la
rossa.
- Certo Will…- disse allegramente.
“ Speriamo non se ne sia accorta…”
La strega si sedette accanto a lei e le prese la
mano.
- Cosa c’è? A me puoi dirlo….
- Sto benissimo tesoro! Cosa dovrei avere?
Willow si passò la mano tra i capelli.
- Però…se ci fosse qualcosa che non va…me lo diresti,
vero?
Buffy annuì con forza.
- Sicuro! Con chi altro potrei confidarmi se non con
la mia migliore amica?
Willow sembrò rassicurata, anche se non era del tutto
convinta. Abbracciò l’amica, le augurò buonanotte e uscì. Forse non era ancora
il momento per parlare con lei.
Buffy tornò a guardare fuori. La luna era alta in
cielo e splendeva con forza.
Si dondolò dolcemente.
“ Vorrei che fossi qui con me, che mi stringessi tra
le braccia e non mi lasciassi più andare… Sei stato più testardo di me e hai
voluto vedere come andava a finire…Mi manchi da morire Spike…”
La luna sembrò luccicare ancora più intensamente.
Buffy chiuse gli occhi e scivolò nel sonno.
La svegliò il telefono. Si alzò indolenzita dalla
sedia a dondolo e guardò l’orologio.
“ Che idiota… Potevo almeno mettermi a letto prima di
crollare…..”
Si stiracchiò e sbadigliò.
- Buff!!!!! Al Telefono!!!- la chiamò Dawn dal piano
inferiore.
Scese pigramente le scale e prese la cornetta.
- Si?
La voce all’altro capo la fece sussultare.
- Ciao…Come stai?
Angel.
- B-bene…Tu?
- Non c’è male. Volevo solo sapere se andava tutto
bene…Sai, Giles mi ha chiamato qualche giorno fa per dirmi della vostra nuova
sistemazione…
Odiava quando Giles non la metteva al corrente delle
cose!!
- Ah si? Comunque va tutto a meraviglia! Vado
all’università, faccio shopping, impaletto qualche vampiro ogni tanto…Insomma,
le solite cose!- esclamò cercando di dare una nota positiva alle parole che
diceva.
- Sono contento per te… Chiamami per qualsiasi cosa,
e prendi le cose con calma…ricorda che non sei più
Buffy sorrise.
- Lo farò… Ciao Angel…
- Ciao Buff…
Riagganciò.
Parlare con Angel l’aveva sollevata un po’ di morale.
Un amico che si preoccupava sempre per lei.
“ Amico?? Ho proprio detto amico!” si sorprese. Si…Un
caro amico.
E andò a fare colazione pronta ad affrontare un nuovo
giorno, sperando che fosse migliore del precedente.
- Ragazze, ottima colazione!!- si complimentò Giles,
portando il tovagliolo alla bocca.
Dawn emise un gridolino di gioia.
- Grazie!! Sono stata proprio brava!!
Willow, bonariamente, le lasciò prendersi tutti i
meriti.
- Dawn! Andiamo! E’ tardissimo!!- esclamò Buffy
infilando un croissant in bocca e infilando il giubbotto.
- Ciao a tutti!!- salutò Buffy uscendo.
- A dopo!- esclamò Dawn trascinata via dalla sorella.
Giles sorrise alla scena, poi si fece di nuovo serio.
- Xander?- chiese Willow.
- E’ uscito stamattina presto per cercare lavoro.
Tornerà a pranzo.
La strega sapeva già che qualcosa non andava e stava
aspettando che l’Osservatore parlasse.
- Ieri notte è successa una cosa strana…- cominciò
Giles, ma Willow lo fermò.
- Lo so… sono riuscita a percepirlo benissimo.
L’espressione di Giles si fece accigliata.
- Hai idea di cosa potrebbe essere? Voglio dire…non
c’è bisogno che coinvolgiamo Buffy, vero?
Willow annuì.
- Credo sia stata solo una congiunzione astrale che
ha emanato più energia del solito…Niente di preoccupante!!
Giles sembrò rassicurato.
- Comunque passerò al Consiglio… Voglio sapere loro
cosa ne pensano.
- Faccia come vuole, ma mi dia retta se le dico che
va tutto bene…
L’Osservatore le poggiò una mano sulla testa.
- Lo so che sto parlando con una dea… ma se abbiamo
più riscontri saremo tutti più tranquilli…
Willow apprezzò il gesto paterno dell’uomo.
- Va bene, se questo la fa sentire meglio.
Giles prese la valigetta e uscì. Willow si apprestò a
riordinare. Voleva cercare Xander.
Neanche lui passava un buon momento dopo la morte di
Anya.- Desidera?- lo apostrofò alla hall una donna dall’accento irlandese. La
segretaria.
- Vorrei parlare con il sig. Hedgecombe.
La donna lo fece accomodare su un’elegante
poltroncina rossa, mentre lo andava ad annunciare al nuovo Capo degli
Osservatori.
Giles sembrava impaziente di parlare con lui. Il
signor Hedgecombe non aveva niente a che fare con le manovre di Travers, ed era
un uomo molto ligio al dovere e rispettoso delle leggi. Lo ammirava molto e non
aveva esitato un solo momento quando gli aveva proposto di ritornare a far
parte del Consiglio.
- Prego, si accomodi…
Giles entrò.
- Salve Rupert…- disse porgendogli cordialmente la
mano.
- Buongiorno Harry…- lo salutò Giles con reverenza
prima di richiudere la porta alle sue spalle.
Los Angeles
Angel camminava avanti e indietro nervosamente.
- Hai qualche idea del perchè sia ritornato proprio
adesso?- chiese Gunn.
Il vampiro scosse la testa.
- Non ne ho idea… So che è tornato a far parte del
Consiglio, e certamente non è venuto in vacanza, come non è una coincidenza che
Spike sia qui con noi e che lui arrivi…
Continuò a girare per la stanza con fare sempre più
concitato. Gunn pensò che doveva essere davvero molto preoccupato per quella
storia. In effetti stava assomigliando sempre di più a un giallo di Agatha
Christie. Sperando che non si sarebbe trasformata in un horror di Stephen
King…. Purtroppo da quando conosceva Angel, la sua vita aveva tragicamente
preso la piega di un romanzo del Re del Brivido, e questo non lo faceva stare
per niente tranquillo. Distratto da quella elucubrazione sui libri, vedeva
Angel muovere le labbra e parlare, ma non sentiva nessun suono. Gradualmente, i
movimenti del suo capo si facevano sempre più frenetici, e dalle orecchie
uscivano dense nuvolette di fumo grigio, mentre la sua testa aveva cominciato a
gonfiarsi sempre di più, finché alla fine non esplose.
-Ti sto forse annoiando?- chiese Angel con sarcasmo
nella direzione dell’amico.
Gunn, colto di sorpresa, rispose di no. Poi,
soffocando a stento una risata e cercando di riprendere un certo contegno, si
schiarì la voce.
- No è che… Scusa… Stavi dicendo?
Angel sospirò.
- Stavo dicendo che forse il sig. Giles sa qualcosa
che noi non sappiamo…
- Hai intenzione di dirgli che Spike è qui?
- Assolutamente no!!! Non voglio che Buffy lo venga a
sapere, almeno per ora… E poi voglio dirglielo personalmente…
Finalmente Angel si sedette.
- Non perchè a lei debba importare qualcosa di Spike,
sia chiaro…
Gunn sorrise lievemente. La gelosia era una brutta
bestia, soprattutto quando non si sapeva quale fosse la verità.
E Angel ignorava quale fosse la vera natura del
sentimento che legava Spike e Buffy.
Lo osservò.
L’espressione triste del suo viso era ancora più
marcata, se era possibile.
- Che facciamo allora?- chiese Gunn.
- Giles non deve sapere niente del nostro ospite. Se
verrà qua, sentiremo cosa vuole e cercheremo di fare il possibile per lui, in
maniera tale che se ne vada il più presto possibile. Tutto chiaro?
Gunn annuì, ma poi mise una mano sul mento, come
faceva sempre quando qualcosa non andava.
- Parla….- gli intimò Angel.
Gunn prese tempo.
- Il tuo piano non fa una piega. Non sarà un problema
tenere Giles lontano da Spike….
- …ma?…- lo incalzò Angel.
- ….ma tenere Spike lontano da Giles. Quello si che
sarà un problema!
Angel scattò in avanti con l’indice puntato.
- Ti aspettavo proprio su questo punto, avvocato! Ho
pensato anche a questo…
Gunn, un po’ stizzito per essere stato anticipato, si
preparò ad ascoltare.
- Il tuo compito sarà quello di seguire Giles e di informarmi
su ogni suo spostamento. Al resto ci penserò io.
In quel momento, entrò Fred.
- Capiti a proposito. Stavo per venire a cercarti…-
disse Angel, facendo segno a Gunn di lasciarli soli.
- Beh, volevo informarti degli ultimi progressi sul
nostro ospite…- rispose Fred osservando Gunn che usciva silenzioso.
- Dove va?- chiese la ragazza dopo che fu uscito.
- Gunn? All’aeroporto. Va ad accogliere un vecchio
amico… Comunque, che novità?
Fred si sentiva un po’ a disagio nel parlare di
Spike. Pregava solo di non arrossire davanti a Angel.
- Dunque… Adesso, concentrandosi, riesce a toccare e
sollevare piccoli oggetti per alcuni istanti, e lassi di tempo in cui è
visibile stanno diventando sempre più lunghi… Forse la situazione si sta
risolvendo da sola…
Angel annuì.
- Bene! Sai se Lorne ha scoperto qualcosa di più su
questo grande amore che tiene sulla terra Billy Idol?
- Si… Smuovendo un po’ di demoni, ha rimediato un
testo antichissimo… Ha pagato caro l’intermediario!!! Pensa, gli deve ancora 30
gattini, ed è solo la seconda rata…- diede un’occhiata a Angel, che le parve
spazientito. – Ehm…forse ho divagato un pò…ad ogni modo, questo librone è molto
rovinato ed è scritto in un’antica lingua…sembrerebbe babilonese antico a detta
di Lorne…l’unica parte che è riuscito ad interpretare parla di “ tenere con sé
l’amore”, che come puoi ben sentire, non vuol dire assolutamente nulla… E
questo è tutto.- disse la ragazza concludendo il racconto.
Angel era d’accordo con lei riguardo al significato
della frase.
- Potrebbe essere sbagliata la traduzione…
- No no…- lo interruppe Fred - Su questo Lorne è
sicuro al 100%… Il fatto è che se avesse qualcosa da collegarci prima e dopo,
forse capiremmo…
Angel andò alla finestra e guardò fuori,
nell’oscurità.
- Beh, è già qualcosa…
Poi si voltò.
- Comunque non è per questo che volevo parlarti… Ti
ho già detto che Gunn è andato a prendere all’aeroporto una persona…
- Di chi si tratta?- chiese lei curiosa.
- Non importa. Cerca di tenere Spike lontano finché
non farà ritorno in Inghilterra.
Fred sembrò sorpresa della richiesta, ma prima che
potesse ribattere, Angel continuò.
- So che non sono stato chiaro, ma sappi che per me è
molto importante che tu lo faccia…
Fred annuì, abbassando il volto. Non le piaceva
mentire a Spike, e ultimamente accadeva spesso…
- Grazie…- le disse Angel posandole una mano sulla
spalla.Spike stava camminando pigramente per i corridoi dell’Hyperion. “Non ce
la faccio più…Devo tornare normale a tutti i costi, fosse l’ultima cosa che
fac….” precipitò a terra. Si tirò subito in piedi, guardandosi intorno e
sperando che nessuno l’avesse visto. “Idiota! Di che mi preoccupo? Sono un
fantasma!” così si concentrò sull’ostacolo. Un tappeto leggermente rialzato.
Fece spallucce e riprese a camminare. Si fermò di scatto qualche metro dopo.
Come poteva aver inciampato se era trasparente? Magari il miracolo si era
compiuto!
Corse verso il laboratorio e quando sulla strada
incrociò Fred, non riuscì a frenarsi e la travolse.
Qualche attimo prima di essere investita da Spike, la
ragazza stava riflettendo su chi potesse essere la persona che Angel voleva
tenere nascosta al vampiro biondo.
Aveva concluso che non poteva che essere Buffy.
Dopotutto, non le dispiaceva tenere Spike occupato, e le dispiaceva ancora di
meno che non si sarebbero incontrati…Anzi…quasi quasi ne era felice…
E così aveva messo da parte i sensi di colpa per la
bugia ripetendosi che in fondo non avrebbe mentito, ma che gli avrebbe solo omesso
una parte di verità, e che tutto ciò era per il bene di Spike. Ma da una parte
anche suo, e lei lo sapeva.
Poi il buio.
- Fred! Stai bene?- esclamò Spike prendendola tra le
braccia. Era decisamente corporeo.
Fred riaprì gli occhi, e si ritrovò ad annegare nei
suoi occhi blu mare.
Arrossì e si separò frettolosamente da lui.
- Scusa la botta, ma non ti avevo vista…- cercò di
scusarsi lui.
- Non importa…Mi hai fatto male!!- esclamò lei. - Sei
di carne!!
Lui sorrise.
- Si, Doc…
“Dio…non sorridere così o mi farai svenire…” pensò
Fred fissandosi per un momento.
Poi la parte scientifica e razionale riebbe la
meglio.
- Esami. Ora. Dobbiamo approfittarne… Potrebbe essere
una cosa transitoria.- disse risoluta – Ci vorrà parecchio tempo, però…Sei
d’accordo?- Così aveva anche trovato il modo di tenerlo lontano da Buffy.
Prima che potesse rendersene conto, Spike l’aveva
presa per mano e aveva cominciato a correre verso il laboratorio. La sua mano
nella mano di Spike. La strinse forte mentre si accorse che il suo cuore
batteva all’impazzata.Giles era arrivato in perfetto orario. L’aeroporto di LA
era quasi deserto. Una vera novità.
Si guardò intorno alla ricerca di un taxi.
Harry gli aveva dato quest’incarico perchè conosceva
bene Angel. Anzi, perchè Buffy conosceva bene Angel.
Il Capo degli Osservatori gli aveva chiesto di
mandare Buffy, ma lui si era opposto fermamente.
- Devi recuperare il gioiello, Rupert. Vorrei che
fosse studiato dai nostri esperti. Non abbiamo idea che poteri possa avere ne
come attivarli, ma abbiamo visto gli effetti che ha avuto. Potrebbe essere
pericoloso se cadesse nelle mani sbagliate. Non che non mi fidi di Angel, ma
lui lavora per
E così era partito senza dare spiegazioni a Buffy. Le
aveva propinato la storia del recupero di antichi testi, ma anche se aveva
smesso di fare domande, non le era parsa del tutto convinta.
Finalmente un taxi si fermò.
- Dove la porto?
- Alla W&H, per favore.
Gunn inserì la prima e partì.
Quando arrivarono, Gunn scese dalla macchina e aprì
la portiera a Giles.
- Ora la accompagno da Angel.
Giles sembrò stupito e l’avvocato lo rassicurò.
- Sapevamo che sarebbe arrivato. Era una specie di
scorta. Andiamo.
Dopo qualche minuto arrivarono all’ufficio di Angel.
- Signor Giles! Anche lei a Los Angeles!- lo salutò
Angel facendolo accomodare.
Giles posò la valigia a terra e si sedette.
- Come va ragazzo?- chiese poi.
Angel sorrise.
- Tutto bene, ma ero curioso di sapere il motivo
della visita…
- Hai ragione… Come avrai capito mi ha mandato il
Consiglio. Vogliono fare delle ricerche sul medaglione che Spike indossava
quando…quando Sunnydale è sprofondata…
Angel tirò fuori l’oggetto dal cassetto e lo posò sul
tavolo.
- Non ho niente in contrario alla richiesta. Magari
ne saprò di più anche io…
Giles lo prese e lo ripose in valigia. Strinse la
mano a Angel e si diresse verso l’uscita.
- Mi ha fatto piacere rivederti…-disse con un
sorriso.
- Mi saluti Buffy…- disse il vampiro.
- Presenterò… - e se ne andò.
Gunn parlò subito.
- Perchè gli hai lasciato il medaglione?
- Non sappiamo niente di quel gingillo e se lo
esaminano gli Osservatori forse scopriremo qualcosa…e poi Spike sta tornando
lentamente in carne e ossa, quindi non credo dipenda dal medaglione…
Angel fece una pausa.
- E poi mi fido del signor Giles…
Giles si avviò di nuovo verso l’aeroporto. Voleva
prendere il primo aereo per Londra e tornare a casa. Inoltre girare con
l’amuleto non gli dava affatto sicurezza. Prima se ne liberava, meglio sarebbe
stato.
Sapeva che Angel non aveva detto tutto del gioiello,
ma neanche lui era stato sincero.
Il fatto che una settimana prima si fosse sprigionata
un’energia potentissima e soprattutto che il medaglione avrebbe potuto esserne
la causa se l’era tenuto per se.
Arrivò giusto in tempo per prendere l’ultimo volo.
La figura, che già lo seguiva da un po’, si imbarcò
subito dopo di lui.Spike era torso nudo, steso su un lettino, con una miriade
di elettrodi attaccati. Gunn era venuto qualche minuto, aveva parlottato con
Fred, e poi era andato via.
- Abbiamo finito…- disse la ragazza aiutandolo a
togliere le ventose.
- I risultati?
Fred sospirò.
- Ci vorrà qualche giorno.
Spike annuì, poi la guardò intensamente.
- Grazie per tutto ciò che stai facendo per me…
Lei si sentì un po’ in colpa, fino a quando non le
apparve davanti l’immagine di Buffy abbracciata a Spike.
Gli sorrise e lui le accarezzò la guancia. Fred si
avvicinò e lo baciò sulle labbra, cogliendolo di sorpresa.
La allontanò dolcemente ma con decisione.
- No, Fred.
Lei lo guardò con occhi tristi e interrogativi. Spike
infilò la camicia.
- Io amo solo lei… Sono morto per lei… Sono tornato
per lei…
Era la prima volta da quando era tornato che parlava
di Buffy con qualcuno. Rimasero entrambi in silenzio a fissarsi, poi,
improvvisamente, Spike scomparve con un lampo di luce. Fred era riuscita a
scorgere una lacrima sul suo volto.
Londra
Willow chiese per la terza volta a Xander se fosse
pronto per uscire.
- Will, io sono col cappotto da 20 minuti…e sto
aspettando che te lo infili anche tu da 20 minuti…- rispose il ragazzo senza
tirare su gli occhi dal giornale.
La rossa farfugliò qualcosa sul ritardo e su Giles
che sarebbe arrivato all’aeroporto tra una mezz’ora, poi salì di nuovo al piano
superiore.
- Torno subito!!
Xander sorrise e sospirò. I “subito” di Willow erano
tragicamente famosi.
In quel momento entrò Buffy, anche lei già con la
giacca.
- Ancora qui? Non dovevi andare a tirare fuori la
macchina dal garage?- chiese sedendosi accanto a lui.
- Willow ha detto che arriva subito…
Buffy lanciò uno sguardo compassionevole a Xander,
che si affrettò a parlare.
- Non dire niente…So che sarà un’attesa lunga e
snervante…
“Chissà se lui sa qualcosa…” pensò lei mentre si
toglieva i guanti, indecisa se chiedere o no all’amico del viaggio di Giles.
- Secondo te il signor Giles ci ha nascosto
qualcosa?- le chiese lui anticipandola.
Buffy sembrò rifletterci.
- Cosa te lo fa pensare?
Xander posò la rivista sul tavolo e guardò Buffy
negli occhi.
- Lo sento. Sta succedendo qualcosa di grosso, ma non
è riuscito a nasconderlo fino in fondo. Willow mi ha detto che prima di partire
così improvvisamente è andato al Consiglio…
La ragazza si fece più attenta.
- Al Consiglio? E a fare cosa?
- Non ne ho idea…Will non ne sapeva niente…- rispose
Xander con un’alzata di spalle.
- Perché mai avrebbe dovuto agire in questo modo? Io sono
Il ragazzo la fermò.
- Non sei obbligata a farlo…Ricordi? Non sei più
l’Unica…
- ….ma rimango sempre una Cacciatrice. Sarebbe
firmare la mia condanna a morte impedirmi di salvare il mondo!!
Xander non rispose, ma notò che gli occhi di Buffy si
erano fatti più brillanti quando aveva pronunciato la parola “Cacciatrice”.
- Forse il signor Giles voleva tenerti fuori di
proposito…Non voleva che tu soffrissi…
Lei lo scrutò un attimo, poi scoppiò in una risata
improvvisa.
- Impedirmi di soffrire??? Non so se ve ne siete
accorti tutti quanti, ma io non sto vivendo… Io SOPRAVVIVO, giorno per giorno,
sperando che il domani sia meglio dell’oggi che ho appena vissuto! Io amavo la
mia vita a Sunnydale!! Me ne sono accorta solo ora che non c’è più!! E andare
all’università o avere un bell’appartamento non mi interessa…Mi manca la mia
casa, il Bronze, anche il Cimitero…
- …e Spike. Vero?
Buffy fu presa in contropiede dall’affermazione di
Xander.
Contemporaneamente sentiva quel peso sul petto farsi
sempre più pesante e salire fino in gola. Abbassò gli occhi, tormentandosi una
ciocca di capelli.
Willow, che stava scendendo le scale, si fermò ad
ascoltare.
- Spike?- la sua voce era un sussurro.
Rivide gli ultimi momenti vissuti con lui, e quegli
occhi meravigliosi e limpidi che le dicevano in silenzio di vivere la sua vita
senza rimpianti.
Si voltò di nuovo verso Xander, gli occhi gonfi di
lacrime.
A fatica le si disegnò un sorriso a fior di labbra,
forzato e tremolante.
- Si. Mi manca terribilmente. Ma cerco di andare
avanti, come lui mi ha chiesto.
Willow si commosse nel pensare a quello che la sua
migliore amica stava passando e quanto dolore si stava tenendo dentro per non
far preoccupare chi le stava vicino. Si sedette accanto a lei e la strinse.
Buffy affondò il viso nel suo maglione. Aveva bisogno
del calore di chi le voleva bene.
Xander si sentiva in colpa per aver tirato quella
discussione, ma
La strega sentiva affluire dentro di se un’energia
enorme. E proveniva da Buffy.
Che fosse quella la potenza della sua disperazione?
- Buff…se stai male devi parlarne con noi…soprattutto
se si tratta di Spike…- disse Willow carezzandole la testa.
- Will ha ragione…Anche se mi da fastidio ammetterlo,
manca anche a me… E inoltre, chi meglio di noi potrebbe capirti?
Buffy pensò a Tara e ad Anya.
Era vero.
Tutti loro avevano perso qualcuno di importante.
E anche lei aveva perso la persona che amava.
- Va un po’ meglio?- le chiese Xander dandole un
buffetto sulla guancia.
Buffy annuì asciugandosi gli occhi.
- Anche se ora ho depresso anche voi…
Willow le tirò un cuscino.
- Non dire scemenze!! Non ci deprimiamo ad ascoltare
i problemi della nostra Cacciatrice preferita!!
Buffy sorrise, poi si rifece seria.
- Tornando al discorso di prima, se dite che Giles
non ci ha detto cosa sta succedendo, lo scopriremo da soli. In effetti la
storia del “vado a recuperare testi” non mi ha convinta affatto…
- Bene. Ora andiamo a prenderlo…- disse Xander e con
Buffy uscì dal salotto.
Willow era rimasta sola. Aveva fatto bene a non dire
agli altri il motivo per cui Giles era andato al Consiglio? L’energia che si
era manifestata quella notte era stata veramente fortissima, e se era collegata
a qualcosa di malvagio, sarebbe stata davvero dura…
- Will!!! Vieni o no?
Xander la stava chiamando.
Decise di tenere tutto per se, almeno finché non
avessero scoperto la verità su quella storia.
- Eccomi!!!- disse correndo fuori.
Giles guardò sbuffando l’orologio per la terza volta.
Odiava i ritardi, e quei ragazzi non l’avrebbero mai
imparata la lezioncina sulla puntualità.
Si guardò intorno sospettoso. Era da quando era
uscito dalla W&H che si sentiva osservato, e in alcuni momenti addirittura
pedinato. Trasportare quel medaglione stava diventando sempre più
maledettamente difficile.
Non era affatto prudente starsene lì ad aspettare che
qualcuno lo aggredisse!
Ricordò di nuovo le parole di Harry Hedgecombe…”la
forza che può emettere quell’oggettino insignificante è capace di riaprire
A quel punto lui aveva chiesto chi fosse e come
scongiurare il pericolo…” Dobbiamo rendere innocuo il medaglione, dissipando
l’energia prima del nostro avversario…”
Come si poteva combattere qualcosa di cui non si
conosceva nemmeno la faccia?!?
Guardò di nuovo l’orologio, spazientito.
Ma il vero problema era se dirlo o no a Buffy. Dubbio
amletico.
Metterla al corrente della situazione avrebbe
significato farla rientrare di nuovo e a pieno titolo nel suo ruolo di
Cacciatrice con tutto il dolore che avrebbe comportato, tanto più che se le
cose si fossero messe male, sarebbero dovuti tornare di nuovo a Sunnydale, o
meglio, ciò che ne rimaneva. Buffy aveva una vita normale ora, era solo
questione di abitudine.
Niente più apocalissi, demoni e…vampiri.
Sorrise quando gli ritornò in mente la convivenza
forzata con Spike. La sua televisione era sintonizzata 24 ore su 24 sul canale
che dava “Passioni”. Alla fine aveva fatto appassionare anche lui e adesso non
si perdeva più una puntata.
- Signor Giiiiiileeees!!!
Una vocina lo chiamava da lontano. Era Willow.
Ce l’avevano fatta finalmente!!!
Si pulì gli occhiali, preparando la paternale.
- Signor Giles! Come è andato il viaggio?- chiese Buffy
aiutandolo con la valigia.
- Benissimo!- esclamò l’osservatore tirando fuori dei
libri dal borsone che aveva a tracolla - questo risale al secolo IVX e
quest’altro l’ho trovato in una vecchia libreria abbandonata e…
Willow e Xander i scambiarono un’occhiata. Giles non
era bravo a dire bugie, ma fecero finta di niente.
Buffy intanto annuiva all’Osservatore, cercando di
cogliere il momento giusto per fare la domanda che lo avrebbe incastrato.
- Comunque siete in ritardo di ben 30 minuti…- disse
lui cambiando discorso.
Se avesse continuato per quella via si sarebbe
tradito quasi sicuramente.
Si avviarono verso la macchina.
- Dia a me, la aiuto…- disse Willow prendendo la
valigetta che Giles teneva con fatica, carico com’era di borse. Sembrò per un
attimo poco propenso a lasciarla nelle mani della rossa, ma poi sciolse la
presa per non destare sospetti.
Appena la strega l’ebbe in mano, si bloccò, gli occhi
sbarrati e la bocca contratta.
Una luce….luminosa…e un calore enorme, un fuoco che
le esplodeva nel petto cercando di uscire da lei. Stava bruciando viva, ma si
sentiva bene. Il buio. E un grido fortissimo. Pieno di dolore.
- Will! Stai bene?
Era Buffy.
E Giles.
E Xander.
Li vedeva tutti intorno a lei.
- Cosa…- disse tirandosi in piedi.
- Sei caduta all’improvviso, come in trance…- disse
Xander aiutandola a rialzarsi.
Willow si massaggiò la fronte. Appena aveva toccato
la valigetta aveva avuto la visione.
- Andiamo a casa…- disse salendo in macchina.
- Forse dovremmo andare da un dottore…- propose
Giles.
- Non ce n’è bisogno. Sono solo svenuta. Basterà che
riposi un po’…- rispose lei chiudendo lo sportello.
Buffy si sedette accanto a lei.
- Forse hai studiato troppo Will…
- Già…
Il sorriso della strega era tirato. La visione l’aveva
turbata. Non poteva parlarne a Buffy. Sapeva come era morto Spike, e ciò che
aveva visto gli assomigliava troppo.
Arrivarono a casa. L’incidente di Willow aveva fatto
dimenticare a tutti e tre il loro proposito di mettere Giles alle strette.
Erano seduti a tavola, quando il rumore di un
frantumarsi di vetro li fece alzare di scatto.
Buffy si armò di mazza da baseball e si diresse verso
il salotto.
- State qui. Vado a vedere.
Entrò cautamente, senza emettere rumori. Si guardò un
po’ intorno, poi vide una figura vicino alle valige di Giles, che frugava al
loro interno.
- Ti ha mai detto nessuno che è da maleducati entrare
dalla finestra?- disse
- Sei davvero brutto!- esclamò Buffy colpendolo di
nuovo - Ci sono dei buoni chirurghi qua a Londra!!
Il demone ruggì e la colpì a sua volta.
- Sei forte, ragazzo…ma non abbastanza!!
Dopo qualche minuto di lotta, finalmente Buffy ebbe
la meglio e immobilizzò il mostro.
- Adesso dimmi chi diavolo sei e cosa diavolo vuoi…
Il demone urlò qualcosa nella sua lingua.
Gli altri fecero capolino in salotto.
- Abbiamo un ospite, signor Giles!- esclamò Buffy.-
Forza…saluta bello!
La creatura continuò a farfugliare, poi si chiuse in
un ostinato silenzio.
Giles si avvicinò per osservarlo meglio.
- Credo che questo coso mi abbia seguito fin qui
dagli Stati Uniti…Sembrerebbe un demone Thor…
Willow si accostò a Giles.
- Chi lo manda?
- Non so…sono dei mercenari…Andrò al Consiglio…
Buffy si fece davanti all’Osservatore.
- Lei sa cosa stava cercando nelle sue borse, non è
vero?
Giles abbassò il capo, evitando lo sguardo fermo
della Cacciatrice.
- Si…ma per ora non posso dirvi di più…abbiate
fiducia in me…
E così dicendo si avviò verso la porta, raccomandandosi
di tenerlo d’occhio.
Xander, Willow e Buffy rimasero in silenzio.
- Vieni Buff…andiamo prendere Dawn a scuola…- disse
Xander dopo un po’.
I due uscirono, lasciando Willow col demone.
- Veniamo a noi…- disse la strega chinandosi e poggiando
una mano sulla fronte del prigioniero.
Una luce….luminosa…e un calore enorme, un fuoco che
le esplodeva nel petto cercando di uscire da lei. Stava bruciando viva, ma si
sentiva bene. Il buio. E un grido fortissimo. Pieno di dolore.
Si staccò di colpo.
Il demone era morto.
Il cuore le batteva fortissimo nel petto e si sedette
sul divano.
Cosa diavolo stava succedendo? L’energia della
visione era potente tanto quanto quella della notte di plenilunio…ed era sicura
che aveva a che fare con Spike.- Harry…ecco il medaglione…
Giles lo pose sul palmo della mano del vecchio uomo.
- Ora puoi dirmi la verità. So che sai più di quanto
non vorresti dirmi. Circa un’ora fa sono stato aggredito da un demone Thor che
cercava quest’oggetto…allora?
Hedgecombe sospirò.
- Sapevo che eri un uomo intelligente Rupert…
Giles lo scrutò da dietro le lenti dei suoi occhiali.
- Le forze del male si sono alleate…demoni, mezzi
demoni, divinità infernali…e vogliono usare il pendaglio per riaprire
- Cosa vuoi dire?
Harry andò alla finestra.
- Voglio dire che possiede un’energia molto superiore
a quella originaria…sarebbe capace di spazzare via il mondo dalla faccia
dell’intero universo… figurati quanto poco ci vorrebbe a fare una nuova porta
con un nuovo Sigillo..
L’espressione di Giles si contrasse.
- E da dove proviene? L’energia, intendo…
- Non lo so, ma non è questo l’importante… non deve
cadere nelle mani dei demoni… informatori mi hanno assicurato che stanno già
fervendo i preparativi per l’inaugurazione della nuova “filiale” di Sunnydale…
L’Osservatore rimase interdetto.
- Non è Sunnydale?? E dove allora?
Harry fece una pausa molto lunga.
- Los Angeles.
Giles stava per ribattere, quando la porta
dell’ufficio di Hedgecombe si spalancò violentemente e la stanza fu spazzata da
un vento fortissimo.
- Cosa diav…- urlò Harry nella direzione di Giles.
Riuscirono a trovare riparo dietro la scrivania, ma
improvvisamente il vento cessò.
Giles fece capolino dal suo nascondiglio. Un demone
alato era sospeso a mezz’aria al centro della stanza. Sembrava in attesa.
Alle sue spalle, una lunga scia di sangue.
- Non può essere riuscito ad arrivare fin qui! Il
servizio di sicurezza…- cominciò Hedgecombe sussurrando.
- …è spalmato sul pavimento dall’ingresso fino alla
porta…- concluse per lui Giles prendendo un pezzo di legno che una volta era
stato uno stipite.
Il demone continuava ad annusare l’aria.
Poi si posò a terra con grazia e si avvicinò ai due
uomini.
- Harry…cerca il medaglione!!- esclamò Giles.
Hedgecombe si toccò la tasca della giacca,
leggermente rigonfia. Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere.
La scrivania fu fatta volare all’altro capo
dell’ufficio, lasciandoli in balia del mostro, che si disinteressò completamente
a Giles e si diresse verso il Capo degli Osservatori. Harry cercò di difendersi
come poteva, ma la creatura lo sollevò da terra, e con i lunghi artigli strappò
la giacca, prendendo il medaglione. Lasciato ricadere l’uomo, si lanciò verso
la finestra e, con un turbinio d’ali, scomparve nel cielo grigio di Londra.
Giles, alzandosi con difficoltà, si fece accanto ad
Hedgecombe, riverso sul pavimento. Lo voltò e osservo la camicia bianca intrisa
di sangue. Aveva una profonda ferita al petto.
- Harry…
Hedgecombe alzò il volto con fatica e prese la mano
di Giles.
- Rupert…prendi Buffy e salvate il mondo…
I suoi occhi erano diventati inespressivi.
Giles coprì con cura il corpo del vecchio amico e poi
si diresse verso il telefono, scaraventato in un angolo.
- Xander? Chiama Willow e Buffy e preparatevi. Vi
voglio all’aeroporto fra mezz’ora. Si va a Los Angeles.
Chiuse la comunicazione senza aspettare la risposta
del ragazzo.
Si voltò di nuovo verso Harry Hedgecombe dandogli
l’ultimo saluto con un cenno del capo.
Poi si avviò verso l’uscita.
Los Angeles
…Tenere l’amore con sé, dentro il cuore puro,
cristallo di inestimabile valore…
Lorne era seduto ad un tavolo con il librone e
scarabocchiava su un foglio improbabili traduzioni.
“Questa cosa ha sempre meno senso…” Pensò con gesto
di stizza accartocciando l’ultima interpretazione.
- Come procede?- chiese Angel poggiandogli una mano
sulla spalla.
Lorne sobbalzò, colto all’improvviso.
- Non. Farlo. Mai. Più. A meno che tu non voglia
vedermi morto, ovviamente! Vampiri…sempre pronti ad ucciderti, anche dallo
spavento!
Angel rise di gusto, poi con un colpetto di tosse
riacquistò un minimo di serietà.
- Non era mia intenzione farti venire un infarto!
Volevo solo sapere se eri andato avanti…
Lorne lo guardò con un sorrisetto di sfida.
- Vorrei vedere come te la caveresti tu col
babilonese antico!! Niente di niente…
Il vampiro si avvicinò al testo e diede un’occhiata.
- Come hai tradotto questo pezzo?
Il demone lo lesse.
- Certo che non vai avanti!! Hai sbagliato il caso!!
Lorne si diede una manata in fronte.
- Idiota di un demone verde che non sono altro!!
…Tienimi con te, cuore puro, cristallo di
inestimabile valore…
- Sembrerebbe più un’invocazione…- disse dopo aver
recitato la frase.
Angel fece cenno di si con la testa. Ora il demone
sembrava aver preso la strada giusta.
…Tienimi con te…contro il cielo, il sole, la luna e
le stelle…tienimi con te contro il male e l’odio, la morte e l’oblio…
- Penso che con questo sia tutto…per il resto ripete
questa tiritera…- concluse Lorne chiudendo il libro - Ma tu come sai il
babilonese?
- Non mi sottovalutare, amico…in due e passa secoli,
qualcosa da fare dovevo pur trovarlo!!- rispose il vampiro prendendo il foglio
con la formula.
- Con questo però non risolviamo affatto l’enigma di
Spike…Anzi, tutto si ingarbuglia sempre di più…
Lorne stette a guardare Angel, in silenzioso accordo
con quello che aveva appena detto.
- Forse sapranno dirci qualcosa da Londra dopo che
avranno esaminato il medaglione…
- Ci credo poco…e poi…non ho detto a Giles della
ricomparsa di Spike..
Il demone rimase stupito.
- Sai che hai fatto una cosa senza senso, vero?
Angel non rispose, abbassando gli occhi a terra.
- Il tuo silenzio è esplicativo.
Finalmente parlò di nuovo, per giustificare il suo
modo d’agire.
- Lo so…ma è stato più forte di me…
- L’ami ancora?
Lorne aveva buttato là la domanda da un milione di
dollari con incredibile nonchalance.
- Non credo…ma non posso dimenticarla. Lei è parte di
me…
Abbandonarono quel discorso per ritornare al
risultato della traduzione.
- Che ci facciamo con questo insomma?
- Teniamolo da parte, potrebbe tornare utile…- disse
Angel mettendolo in tasca.
Gunn entrò nell’ufficio di Angel. Il suo viso
sembrava agitato.
- Abbiamo un problema…un grosso problema…
Lorne e Angel si fecero attenti.
- I demoni sono tutti in fermento…sono stato
convocato a colloquio dalle alte sfere della W&H, e mi hanno comunicato che
le forze del male hanno sottoscritto un’alleanza per riaprire
- E’ ovvio. Uno pensa che finalmente potrà vivere in
pace, e invece no!- borbottò Lorne.
Angel lo ignorò.
- Come vogliono fare?
- Credo che abbiano trovato qualcosa, ma non sappiamo
cosa…
- Una situazione fantastica, direi!!- continuò Lorne
sempre più agitato.
- Non credo che tu sia l’unico a dispiacerti della
situazione!- sbottò il vampiro facendolo zittire.
Accorgendosi di aver esagerato, Angel alzò le mani in
segno di resa.
- Scusa amico… non volevo alzare la voce. Perché non
vai dai tuoi informatori? Cerca di avere notizie utili alla causa… Vedrai,
andrà tutto bene…
- Non fa niente…siamo tutti un po’ nevrastenici di
questi tempi…vado, e che dio ce la mandi buona…- rispose Lorne alzandosi.
L’allarme di sicurezza li colse all’improvviso.Buffy
guardò fuori dal finestrino. Un’immensa distesa di mare si stagliava sotto di
loro. Era di un blu intenso, profondo, che le ricordò immediatamente gli occhi
di Spike. Scacciò il pensiero in un angolo del suo cuore per allontanare la
tristezza e si concentrò sulla partenza-lampo. L’Inghilterra si era allontanata
velocemente, diventando sempre più piccola. Sperava di non doverci più
ritornare, tranne per andare a riprendere Dawn, che era rimasta a Londra per
prudenza. Non si sapeva bene ancora cosa avrebbero dovuto affrontare, visto che
Giles non si era ancora espresso, e ormai erano ore che erano decollati. Il suo
viso era contratto in un’espressione di dolore frammista a rabbia furente.
Decisamente non un buon segno… Se ne stava al suo
posto, muto, e non aveva dato loro alcuna spiegazione. Se ne stava solo zitto.
- Signor Giles…- disse Willow piano, provando ad
attirare la sua attenzione.
Lui sollevò la testa.
- Forse è il momento che ci spieghi cosa sta
succedendo…- continuò Xander.
Giles sembrò scosso dal suo torpore e annuì.
- Ragazzi…il Capo degli Osservatori è stato ucciso da
un demone alato circa 6 ore fa, davanti ai miei occhi…non ho potuto fare niente
per aiutarlo…ed era un caro amico.
Rimasero tutti in silenzio, sconvolti dalla
rivelazione. Buffy cercò di consolarlo.
- Non è stata colpa sua…
Giles ricambiò con un sorriso il suo tentativo.
- Grazie… Prima di morire mi ha chiesto di salvare il
mondo. Di nuovo.
Buffy, Xander e Willow si scambiarono un’occhiata
preoccupata.
- Ma perchè proprio Buffy? Ci sono migliaia di
Cacciatrici, sparse in ogni angolo del globo e…
Xander si fermò notando l’aria grave dell’uomo.
- Lei è la migliore… Questa volta dobbiamo affrontare
tutte le forze del male…sono venuti in possesso del medaglione di Spike…
Buffy si sentì mancare. Il suo sacrificio non poteva
essere stato vano…lui non c’era più per permettere al mondo di esistere!
Giles spiegò velocemente le intenzioni dei demoni, e
il fatto che avrebbero dovuto scaricare prima di loro la potenza del
medaglione.
- Non possiamo semplicemente distruggerlo?- chiese
Xander.
- Certo, se vuoi essere spazzato via dall’energia che
si libererebbe… Di te non rimarrebbe niente, neanche una particella - rispose
calmo Giles.
Xander rimase col dito puntato verso l’Osservatore e
la bocca aperta.
- No. Forse non è una buona idea…Altre proposte?-
esclamò infine.
Buffy, rimasta in silenzio da quando era stata fatta
parola del medaglione, finalmente parlò.
- Era il ciondolo che stava cercando di nascondere,
vero?
Giles annuì silenziosamente.
- Pensava che mi sarei strappata i capelli
rivedendolo? So mettere da parte i sentimenti quando è necessario, l’ha
dimenticato?
La ragazza aveva uno sguardo severo e di rimprovero.
- Scusami Buffy…- le disse il suo Osservatore.
Buffy si addolcì.
- Va bene…ma ora cerchiamo di risolvere questo guaio
tremendo…Come facciamo a liberare l’energia?
- Ancora non lo so… chiederemo un aiuto a Angel.
Adesso riposate… Ci aspetta una dura battaglia.
Approfittando di un momento in cui Buffy era andata a
comprare qualcosa da mangiare e notando Xander addormentato, Willow decise di
parlare al signor Giles della visione.
- Non preoccuparti…non mi sembra neanche il caso di
dirlo a Buffy…E’ normale che hai visto quelle cose. E’ ciò che ha vissuto Spike,
ed essendo stato lui l’ultimo ad usare il medaglione, le sue sensazione sono vi
rimaste impresse…Tutto qui.
Willow sembrò rassicurata.
- Quindi lei dice che è tutto ok?
- Si Will…
La ragazza sorrise, sollevata di non dover dire
niente a Buffy, che ritornò in quel momento.
- Salatini?
Willow ne prese una manciata, mangiando di gusto.
- Angel!! Angel!!
Wes era entrato come una furia nel laboratorio di
Fred.
La ragazza era inginocchiata a terra, i capelli scomposti
sul viso e le guance umide, come chi aveva pianto da poco.
- Angel non è qui…- disse alzandosi da terra con un
mezzo sorriso.
- Piccola…cos’è successo?- chiese lui dolcemente
accarezzandole una guancia.
Fred si sentiva alquanto imbarazzata. Tutto si
sarebbe aspettata tranne che essere consolata per una delusione d’amore dal suo
fresco ex!
- Niente, Wes…- rispose lei, aggiustandosi la gonna e
rimettendo dal lato giusto il pendente della sua collanina.
Wesley sospirò.
- Fred…lo so che hai pianto, si vede…
Lei lo guardò adirata, forse perchè aveva capito
tutto, ma poi l’irritazione lasciò il suo volto, ridipingendo i suoi lineamenti
dolci. Erano lì, uno davanti all’altra, che si fronteggiavano.
Finalmente lei si sciolse, e gli buttò le braccia al
collo, piangendo di nuovo.
- Ho commesso un grave sbaglio…mi sono lasciata
sopraffare da un’emozione…io che sono una scienziata! Mi aveva conquistata con
i suoi modi di fare, e io ho frainteso…
Wes la strinse e le accarezzò i capelli.
- Di che parli?
Fred esitò.
- Di Spike…ma ora mi sono resa conto che ho
esagerato!! Io credevo di amarlo ma…
Wes non diceva niente, lasciandola sfogare.
- Queste cose non devi dirle a me, ma a lui…Anche se
non penso si sia offeso, qualsiasi cosa tu abbia fatto…
Fred non menzionò il bacio: non voleva dirglielo,
quasi temendo di provocare in lui inutile gelosia.
Continuava a stringerla forte, e il suo abbraccio le
infondeva tranquillità.
- Anche se tra noi è finita, ricorda sempre che io ci
sono in qualsiasi momento per te…- le sussurrò ad un orecchio. Improvvisamente
si era ricordata del perché l’avesse amato così tanto, e quanto ci era stata
male quando avevano deciso di lasciarsi.
Quel momento di intimità fu interrotto dalla porta
che dava sul retro dello stabile, che era stata aperta violentemente. I due si
girarono di scatto, mentre la sirena dell’allarme cominciava a urlare.
Fred si strinse ancora di più a Wes.
- Cos’è quel “coso”?
Wes cominciò ad indietreggiare prudentemente con la
ragazza fra le braccia.
- Non fare gesti bruschi e non farti prendere dal
panico.
Un’enorme demone stava entrando lentamente. Sembrava
avere una decina d’occhi, e due lunghe braccia si facevano strada accanto alle
zampe.
- Cosa facciamo ora?!- continuò Fred, sempre più
spaventata.
- Tu continua a camminare…la porta è vicina. Poi
potrai correre quanto vuoi!
Con gli occhi fissi sul demone, raggiunsero la
maniglia della porta, che non si aprì.
- Maledetti sistemi dall’allarme!! E’ bloccata!-
esclamò Fred.
- Non è colpa mia se hai un bunker invece di un laboratorio!!-
la prese in giro Wes.
Lei gli lanciò un’occhiataccia.
- E’ il momento adatto per scherzare, vero? E poi se
fossi stato dall’altra parte, saresti stato contento!
Il battibecco fu interrotto dall’agghiacciante
ululato del demone, che ora aveva mostrato anche la sua bocca, piena di lunghe
zanne. Si stava preparando ad attaccare, lanciandosi su Fred e Wes, impietriti
dal terrore e ormai senza via di scampo.
- Fermo lì amico!
Spike mollò un calcio al demone, facendolo volare
lontano. Fred e Wes si divisero, scappando verso parti opposte, ringraziando il
cielo per l’aiuto insperato quanto provvidenziale. Il demone si rialzò quasi
subito, e colpì Spike, trapassandolo da parte a parte.
- Mi dispiace, baby…anche se vuoi mettermi a tutti i
costi le zampe addosso…- disse il biondo colpendolo di nuovo -…sono pur sempre
un fantasma…
Il mostro finì di nuovo gambe all’aria.
- Ma capisco la tua voglia incontrollabile…anche se
sono trasparente, sono sempre sexy da togliere il fiato…- concluse Spike con un
sorriso malizioso. Il demone si rialzò una seconda volta, ma stavolta anziché
tentare di attaccare il vampiro, si gettò verso Fred.
- Fred!!- gridò Wes.
La ragazza urlò. La creatura si fermò a pochi
centimetri dal suo petto, che si alzava e si abbassava con forza facendo
brillare la medaglietta alla luce artificiale. In ognuno degli innumerevoli
occhi del demone si rifletteva la sua luce. Spike cercò di afferrare la sua
coda, ma non ci riuscì. C’era bisogno di un contatto troppo prolungato, e la
sua incorporeità non glielo permetteva.
- Maledizione!! Wes!! Vieni a tirare via questa
bestiaccia! Io non posso farlo!!
Intanto il demone aveva allungato un dito verso la
collana per afferrarla e Fred chiuse gli occhi.
Wes aveva preso la coda, ma da solo non ce l’avrebbe
mai fatta.
- Bisogno d’aiuto?
Angel, Gunn e Lorne avevano sfondato la porta e nel
trambusto nessuno se ne era accorto.
- Evviva
- Tutto bene Doc?- disse Spike avvicinandosi a Fred
che si stava rialzando.
- Ti aiuterei, ma le circostanze mi sono un po’
avverse…
Fred gli sorrise sollevata. Non era arrabbiato con
lei.
- So che sei un cavaliere, non preoccuparti…Grazie
per…
La fermò facendo spallucce, illuminando il suo volto
con uno di quei sorrisi disarmanti che solo lui sapeva fare.
- Figurati…una bella ragazza va sempre salvata…
Angel si avvicinò al vampiro biondo.
- Finalmente sei in grado di combattere…
- Già…se mi concentro sulle mie mani riesco a dare
pugni niente male…
Si strinsero tutti intorno al cadavere, osservandolo.
Lorne gli si inginocchiò accanto, punzecchiandolo con un bastoncino.
- E questo cosa diavolo voleva?- chiese rivolto ad Angel.
Il vampiro alzò le spalle.
- Credo cercasse il mio ciondolo…- disse Fred
toccando la catenina.
Gunn parlò per tutti.
- Forse…credeva che fosse il medaglione di Spike…
- Deve essere quello l’oggetto con cui vogliono
riaprire
Spike sembrò colto alla sprovvista.
- Cosa? E pensavi di tenermi allo scuro di un
progetto del genere?? Parla.
Angel gli spiegò il piano dei demoni e poi tacque,
aspettando una sua reazione.
- Bene. Vorrà dire che si combatterà.
Qualche ora dopo erano tutti nell’ufficio di Angel
per elaborare un piano d’azione.
- Che fine ha fatto il medaglione?- chiese Spike
sospettoso ad un certo punto.
- Non è più in nostro possesso.
- Che fine ha fatto il medaglione?- ripetè stizzito.
- L’ho dato a Giles.
Silenzio.
Poi il vampiro biondo sbottò violento.
- I miei più sentiti complimenti!- esclamò
applaudendo ironicamente - Giles è venuto qui e hai fatto in modo che io non lo
sapessi. Ed ora hai coinvolto Buffy in questa storia, giusto? Giusto?!?
Angel sbattè il pugno sulla scrivania.
- Lei non ne sa niente!
Gli altri ascoltavano la lite in silenzio, senza
emettere un fiato.
- Tu e le tue manie di fare tutto da solo! Il mio
aiuto ti serve, idiota!- gli urlò Spike in faccia.
- Lo so!!
Stavano per venire alle mani, quando Spike si accorse
di essere tornato invisibile ai loro occhi.
“Maledizione! Proprio ora!”
Angel tirò un sospiro, sollevato dalla scomparsa del
rivale.
- Stanno mandando su qualcuno dall’entrata. Hanno
detto di essere amici…- annunciò Gunn dopo aver risposto al telefono.
Spike, pur trasparente, era rimasto nella stanza,
seduto sul davanzale della finestra. Aspettava solo il momento di tornare
visibile per poter dare una bella lezione a quel gradasso e allora…
Il suo profumo lo colse all’improvviso.
Vaniglia.
Inconfondibile.
Due occhi verde smeraldo entrarono nell’ufficio.
Buffy... Non poteva parlarle, ne correre ad abbracciarla…guardare, ma non
toccare!
Era del tutto incapace di articolare un pensiero di
senso compiuto. Forse era solo un’illusione frutto della sua immaginazione.
Quante volte l’aveva vista entrare in una stanza e sorridergli dolcemente… ma
era sempre svanita, come nebbia, appena lui si era avvicinato.
- Ciao Angel…
Stavolta no però.
Buffy era proprio di fronte a lui, più bella che mai.
Erano tutti presenti. Giles, la rossa, persino
Xander…mancava solo Briciola…
- Buffy! Cosa ci fate qui?- esclamò Angel
abbracciandola. Lui poteva farlo. Se avesse potuto, l’avrebbe ammazzato di
botte in quell’istante. Buffy poggiò il mento sulla sua spalla. Il vampiro la
strinse a lungo, consapevole del fatto che Spike poteva essere lì.
- Siamo qui per darvi una mano…- rispose Buffy
sciogliendosi dall’abbraccio e stringendosi nel suo maglione nero.- Non so se
conoscete gli ultimi sviluppi, ma stiamo per affrontare qualcosa peggio di
un’Apocalisse…
Angel annuì.
- La riapertura della Bocca dell’Inferno…Avete
portato il medaglione?
Gli rispose un silenzio imbarazzato.
- Non mi direte che…
Giles annuì sconsolato.
- Purtroppo è finito nelle mani dei demoni…
- Ora abbiamo davvero un problema…- disse Wes
portando le mani alla testa.
- Comunque abbiamo ancora tempo…se il demone che ci
ha attaccato prima cercava ancora il medaglione, significa che ancora non è
arrivato a destinazione…Quindi abbiamo tempo per pensare a qualcosa…- disse
pensieroso Gunn.
Wes si ricordò improvvisamente perché cercava Angel
come un forsennato.
- Prima dell’attacco, dovevo dirti cose
importantissime! Ero andato a fare un giro, e tra i frequentatori di una bisca
di vampiri si vociferava che a breve ci sarebbe stata un’inaugurazione…non
avevo capito di cosa parlassero finché non hai nominato
Fred capì al volo dove voleva arrivare.
- Allora noi sappiamo quando succederà, non è vero?
Wes annuì con decisione.
- Domani notte. Le congiunzioni astrali saranno
favorevoli, e il medaglione libererà tutta la sua energia.
Mentre Giles rispiegava ancora una volta le parole
del Capo del Consiglio, Willow si guardava intorno. Percepiva un non so che di
strano nella stanza, come se non fossero soli. Più tardi ne avrebbe parlato con
Buffy.
- Ok… Willow, Wes e Giles si occuperanno della
congiunzione astrale… Lorne e Xander, voi cercherete di scoprire il luogo in cui
avverrà l’evento…- disse Angel risoluto.- Fred…prosegui pure con la tua
ricerca…- continuò rivolto alla ragazza con un cenno di intesa.-…E noi
metteremo su un piano d’azione…- concluse verso Buffy e Gunn.
Tutti erano d’accordo. Spike, che non era stato
coinvolto e nemmeno nominato, in un gesto di stizza diede una manata ad una
pila di fogli, che volarono per la stanza senza un motivo apparente.
- Cos’è stato?- chiese Buffy.
- Spifferi….- si affrettò a rispondere Angel.
- Ora tutti a riposare…Sarà una lunga giornata
domani…- consigliò Giles.
Gunn fece strada e seguito dagli ospiti, andò a
mostrare loro le stanze. Buffy si apprestò a seguirlo. Era davvero stanca.
- Buff…aspetta…- disse Angel prendendola per mano.
Angel attese che tutti furono usciti e poi chiuse la
porta.
“Se la tocca, lo strangolo…anche a costo di rivelarle
la mia presenza prima di tornare ad essere quello che ero…”. Spike era sempre
più furibondo. Angel sapeva benissimo che lui era nella stanza.
- Come va?- le chiese.
“Mio dio che razza di domanda!”
- Bene…Tu?- le rispose lei un po’ stupita.- Ora mi
chiederai del tempo?
“Grande, Cacciatrice!”
- N-no… Volevo darti questo…
Il vampiro tirò fuori dalla tasca l’invocazione.
Buffy la lesse mentalmente. La lesse anche Spike alle sue spalle. Si accorse di
essere vicinissimo a lei.
Rivolse di nuovo lo sguardo al foglio stropicciato.
- Bella…Cos’è?
- Non lo so, però ho pensato che ti potesse piacere…
Buffy alzò gli occhi al cielo. Spike l’aveva vista un
milione di volte fare quella faccia. E tutte le volte c’era lui davanti a lei.
Ma ora c’era Angel. Ghignò divertito, in attesa.
- Abbiamo già discusso della nostra storia…Ti voglio
bene, sei parte di me, ma…non basta una frase d’amore…
Il suo tono era pacato e sereno.
- Già…la storia dei biscotti…- rispose Angel
abbassando il capo.
Spike non capì a cosa si stava riferendo.
“ Di che diavolo parlano?”
- Devo chiederti una cosa…
Buffy gli si avvicinò, pronta ad ascoltare. Angel
esitava, come faceva sempre quando qualcosa lo turbava.
- Eri innamorata di Spike?
Il vampiro biondo rimase interdetto, e per un momento
pensò anche di andarsene, temendo di sbattere il muso contro un’amara verità.
Invece decise di rimanere. Doveva sapere se valeva la pena lottare per tornare
ad essere corporeo…se valeva la pena lottare per lei.
Buffy non si esprimeva. “Chissà cosa le frulla in
mente ora…” si chiese Spike osservandola di profilo. Notò i suoi occhi verdi
diventare sempre più luccicanti.
- Non penso che la cosa ti riguardi.- rispose poi dura
dopo aver represso l’attimo di commozione. Non lo avrebbe mai detto ad Angel,
ma non perché altrimenti sarebbe stato male, ma perché voleva tenere quel
sentimento così grande e speciale solo per sé. Non lo aveva ammesso neanche
davanti ai suoi amici, perché avrebbe dovuto parlarne ora e davanti al suo ex?
- Hai ragione. Scusami. Non avrei dovuto essere
indiscreto…- si affrettò a rispondere Angel.
- Non c’è problema…Ora vado a riposare…- rispose
Buffy uscendo. Angel la seguì.
Spike era rimasto da solo nell’ufficio. Aveva preso
la sua decisione: anche se non era stata chiara, lui avrebbe cercato di tornare
normale in tutti i modi, solo per poterla riabbracciare un’ultima volta. Corse
a cercare Willow. Era arrivato il momento della magia, con tutte le sue conseguenze.La
trovò qualche minuto più tardi. Era in biblioteca, e stava sfogliando un libro
di magia. I suoi capelli ramati splendevano al bagliore del neon. Aveva uno
sguardo diverso dall’ultima volta che l’aveva vista. Sembrava molto più matura
e consapevole delle sue enormi potenzialità, e il vestitino rosa che indossava
la rendeva simile ad una bimba. Gli piaceva quella sua ostentata innocenza,
dentro cui ardeva un fuoco enorme. Il demone in lui lo sentiva distintamente.
Willow alzò di colpo la testa, percependo di nuovo la
presenza. Senza esitare tirò fuori dalla tasca del suo zaino una candela nera e
la accese. Chiuse gli occhi, avvolta dal fumo azzurro della fiamma. I suoi
capelli cominciarono a fluttuare sinuosi sulle sue spalle.
- Loquere!- esclamò ad un certo punto spalancando gli
occhi. Spike si sentì costretto a parlare da una forza sconosciuta. Non voleva
farle capire chi era. Se non ci fossero state possibilità di tornare di carne,
non si sarebbe mostrato né a lei, né tantomeno a Buffy.
“ Aiutami…” una voce non sua gli uscì dalle labbra.
- Chi sei? Cosa vuoi da me?- le parole della strega
erano decise.
“ Devi aiutarmi…non importa chi io sia…posso essere
utile nella vostra battaglia…”
Willow accese una seconda candela, stavolta bianca.
Chiuse di nuovo gli occhi.
- Monstra te!
Spike le apparì davanti improvvisamente. Aveva
sottovalutato i poteri della rossa!
Willow scattò in piedi, portandosi la mano alla
bocca.
- Calmati rossa…si, sono io…- disse lui sistemandosi
lo spolverino.
- Cosa ho combinato stavolta? Tu sei…
-…morto? Tecnicamente si…
Willow si avvicinò cautamente e lo toccò con un dito,
che gli passò attraverso.
- Devi aiutarmi a tornare come ero prima…
Willow, che fino a quel momento era rimasta seria, si
sciolse in un sorriso e cominciò a saltellare.
- Vorrei tanto abbracciarti, Spike!! Appena Buffy lo
saprà…
- No!!- la interruppe il vampiro.- Non devi dirle
niente…
La strega lo guardò con aria interrogativa.
- Perché?
- Se non dovessi tornare di carne, io…non voglio che
sappia che sono condannato ad essere un dannatissimo fantasma...aiutami! Tu sei
una strega potente, puoi farlo…
Spike stava supplicando, quasi inginocchiato ai suoi
piedi.
- Non serve che tu faccia questa scenata… Sai bene
che ti avrei aiutato anche se non me l’avessi chiesto…- rispose lei guardandolo
con dolcezza. Chissà che faccia avrebbe fatto Buffy quando l’avrebbe rivisto!!
- Grazie rossa…sapevo di poter contare su di te…- le
disse lui riconoscente.
- Adesso vado a cercare qualche incantesimo che faccia
al caso nostro…ci vediamo qui alle 3 di questa notte…così nessuno ci
disturberà…
Così dicendo si avviò verso la libreria.
- Sai…mi sei mancato…- gli disse arrossendo-…e non
solo a me…
Spike le si avvicinò.
- Come sta lei? L’ho vista prima, quando siete
arrivati…
Willow decise di non rivelargli i sentimenti di
Buffy. Non voleva dargli false speranze…lei non aveva mai detto esplicitamente
di amarlo. Però li avrebbe aiutati a ritrovarsi, questo poteva farlo! Poi, se
era destino, le cose sarebbero andate a posto da sole. Inoltre il vampiro aveva
ragione…se avesse detto a Buffy che Spike era “vivo” e poi non fosse riuscita a
renderlo corporeo, l’amica avrebbe sofferto più di prima. E non poteva
permettere che questo accadesse…
- In Inghilterra non l’ho vista molto bene, ma da
quando ha ricominciato a respirare l’aria americana sembra un’altra persona…
Spike fece una smorfia. Forse non era quella la
risposta alla sua domanda.
- Si, ma…le sono mancato?- chiese speranzoso. La
ragazza sembrò esitante, ma poi, sciolta dallo sguardo triste del vampiro,
pensò che almeno questo poteva dirglielo.
- Si…Le sei mancato molto…
Spike sorrise, poi la sua immagine cominciò a
sbiadire gradualmente.
- L’incantesimo sta per terminare…E’ il problema
delle formule latine…- spiegò la strega.
Lui annuì.
- A stanotte, rossa…- disse scomparendo
definitivamente.
Willow si mise subito al lavoro.- Facciamo un breve
riassunto… Spike è sempre presente, a volte visibile, a volte no, ma incorporeo
ogni volta che lo vediamo. L’unica eccezione è avvenuta qualche giorno fa, come
tutti ricordiamo. Da quel momento, non si è più manifestato per un lungo
periodo, e i suoi momenti visibili sono sempre più brevi. Concentrandosi,
riesce a colpire o spostare oggetti per qualche secondo…E’ tutto qui…- concluse
Fred chiudendo la cartella di Spike.
Angel aveva ascoltato con attenzione. Dopo aver
accompagnato Buffy nella sua stanza, era andato alla ricerca del vampiro
biondo, con scarsi risultati.
- Perché hai voluto questo resoconto?- chiese poi
Fred.
- Volevo evitare che ricomparisse davanti a Buffy…
- Non preoccuparti… Non lo farà.
Angel guardò Fred non capendo.
- Lui è innamorato e non vuole che lei soffra. Si
mostrerà solo nel momento in cui tornerà come prima…
- Come fai ad esserne sicura?- chiese Angel.
- Intuito femminile!- rispose lei ammiccante, uscendo
dal laboratorio.
- Dove vai?
- Vado ad aiutare Wes mentre aspetta che Giles e
Willow si siano ripresi dal viaggio.
Angel sorrise tra se e se mentre lei si
allontanava.Buffy si lanciò sul letto. Era rimasta d’accordo con Angel di
vedersi tra due ore per fare il piano d’azione. Odiava questi momenti di calma
prima della tempesta. Per tutti era il momento del riposo e della riflessione,
forse il loro ultimo momento di pace. Con lei l’ultima volta c’era Spike, a
darle conforto…ora era completamente sola…
I suoi occhi si chiusero dolcemente, cullati dal
tepore dell’oscurità. Cadde in un sonno profondissimo.
Spike la osservava da una poltrona. Sapeva cosa stava
pensando, ma lei non era sola, non lo era mai stata… La accarezzava con lo
sguardo, percorrendo lentamente ogni centimetro del suo corpo, senza esserne
mai sazio. Sarebbe potuto rimanere a guardarla così per l’eternità, la
punizione più terribile e allo stesso tempo più dolce per tutti i suoi peccati,
torturandosi per non poterla toccare e comunque felice di poterla vedere. Croce
e delizia, oscurità e luce.
Si alzò e si diresse alla sponda del letto. Si
sedette e le sfiorò il viso con una mano. Buffy ebbe un fremito nel sonno. Spike
si allontanò di scatto, urtando la lampada sul comodino e riprendendola al volo
evitando di fare rumore. Era di nuovo corporeo. Si accomodò di nuovo sul letto,
steso accanto a lei, e le accarezzò i capelli dorati. La ragazza si mosse,
poggiando la testa sul suo petto e stringendo forte le braccia intorno alla sua
vita. Le si dipinse un sorriso dolcissimo in volto, mentre il vampiro
continuava ad accarezzarla con tenerezza.
-…Spike…- sussurrò.
Lui, quasi incredulo, la strinse ancora più forte a
sé.
-…Tienimi con te…tienimi con te…- bisbigliò lei più
volte, sempre più impercettibilmente.
- Buffy…ti amo…- disse il vampiro sfiorandole la
fronte con un bacio leggero.
“ Ti amo…” ripeté mentalmente Spike dandole un ultimo
sguardo e lasciando la stanza attraverso la parete. - Si può?
Buffy era entrata dopo tre leggeri colpetti sulla
porta. Erano passati i tempi in cui sfondava le porte per entrare, senza
chiedere nemmeno permesso.
- Vieni pure!- rispose Fred dall’interno.
- Scusami…pensavo fosse l’ufficio di Angel…devo
essermi persa…
Fred le fece segno di accomodarsi.
- Non c’è problema… sono in pausa… e poi Lorne e il
tuo amico non sono ancora rientrati, quindi non potete preparare nessuna
strategia ancora…- le disse sorridendo e togliendosi gli occhiali da lavoro.-
Del caffè?
Buffy annuì. Andò alla macchina e la caricò. Mentre
preparava il necessario, la osservò con occhio attento. Come poteva quella
ragazza così esile aver fatto perdere la testa a Spike?
Se ne stava seduta al tavolo, torcendosi le mani e
mangiandosi le unghie ogni tanto. I lunghi capelli dorati, sicuramente di un
colore non naturale, le ricadevano sinuosi sulle spalle, raccolti da un nastro
rosso. Anche il maglione che indossava era rosso e lasciava scoperta una
spalla. I jeans si muovevano ritmicamente con la sua gamba, che dondolava
avanti e indietro senza sosta.
- Ecco qua…
Buffy mescolò lo zucchero nella sua tazzina, poi alzò
gli occhi verso Fred, che rimase incantata dal loro colore. Aveva dei
meravigliosi occhi verde smeraldo, che avevano qualcosa in comune con quelli
azzurri di Spike…Tristezza e tanta passione.
- E così tu sei la scienziata?
Fred fu riportata con i piedi a terra dalla domanda
di Buffy.
- Si…o almeno ci provo! Sai, ho un po’ tutte le
responsabilità addosso…
- Conosco la sensazione…- rispose amaramente
Buffy.-…ma è questo che da soddisfazione, no?- continuò subito dopo con un
sorriso. Fred tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna non l’aveva fatta
rattristare.
- Ti dispiace se…
- Dai pure un’occhiata!- rispose Fred rimettendosi al
lavoro.
Buffy cominciò a passeggiare lentamente per il
laboratorio. C’erano un sacco di strani aggeggi, di cui non aveva la minima
idea quale fosse la funzione. Sorrise pensando a come Willow avrebbe reagito
nel vedere tutti quei prodigi della scienza.
Infine vide finalmente qualcosa di noto: un
apparecchio per elettroencefalogrammi. Ne aveva visti un sacco a causa della
malattia di sua madre. Era vicino ad un lettino, sopra al quale c’era una
cartella. Sapeva che non avrebbe dovuto guardarla, ma la curiosità ebbe il
sopravvento.
Lanciò una rapida occhiata a Fred: la ragazza era
presa dalle sue ricerche e non se ne sarebbe accorta. E poi, giusto una
sbirciatina…La aprì evitando di fare rumore e lesse. Era piena di grafici
incomprensibili e molti numeri, ma un appunto scritto a penna alla fine dei
documenti attirò la sua attenzione.
“ Dagli esami effettuati, si riscontrano attività
cerebrali nel soggetto S, vampiro maschio. Si manifesta sotto forma di
ectoplasma, con rari eventi di corporeità. Riferire risultati ad Angel”
Buffy chiuse frettolosamente la cartella, sconvolta.
Troppe coincidenze, e poi lo strano sogno di poco fa, che sembrava così reale,
fin troppo…
Qualcosa non andava.
- Fred, che genere di ricerche svolgi qui?- chiese.
- Come? Ah…Generalmente mi occupo di autopsie, ma a
volte faccio esami a demoni, vampiri…insomma dei personaggi di cui ti occupi
tu.
Buffy le si fece vicina, e Fred chiuse
frettolosamente il computer, non riuscendo però a impedirle di leggere il nome
del file che stava consultando: “William”.
- Posso farti una domanda un po’ stupida?- disse la
dottoressa per cambiare argomento.
- Certo…
Buffy capì al volo che era un timido tentativo di
sviarla. Ma se si trattava di Spike, come lei pensava, sarebbe comunque
arrivata fino in fondo. Decise di stare al gioco.
- Com’è salvare il mondo?
- Non so come descriverlo…è come quando un dolore
fortissimo ti passa…come quando il sole sorge dopo la notte più buia che tu
abbia mai visto…
Fred l’ascoltava incantata.
-…la stessa sensazione che provi nel vedere il
sorriso spuntare sul volto di chi ami, i suoi occhi azzurri…- disse volutamente
- Occhi azzurri? Parli di Spike?
“Bingo…Ora vediamo cosa sai…”pensò Buffy con un
sorrisetto.
“Ok! Ora hai la conferma che sei una cretina laureata
con 110 e lode a Stupidopoli!! Hai toccato l’unico argomento tabù…”pensò Fred
tra sé e sé.
La reazione di Buffy fu repentina.
- Come conosci Spike? C’è qualcosa che dovrei sapere?
Poco fa sono sicura che ci fosse qualcuno in camera mia…E poi ho letto una
strana cartella e il nome del file sul tuo pc…Era lui?? Rispondimi, ti prego!!
Gli occhi le si erano infiammati mentre si attaccava
ad un altro barlume di speranza.
Fred sospirò e dopo un lungo silenzio parlò.
- Lui è qui…ma non voleva che tu lo sapessi perché è
un fantasma…
Ma Buffy era già uscita di corsa prima di sentire
come finisse la frase.La biblioteca era buia. Da fuori non filtrava il minimo
spiraglio di luce. Tredici candele nere erano disposte in un cerchio perfetto e
la strega era al centro di esse, fasciata da una lunga, candida tunica di seta.
Cominciò ad accendere le fiammelle una ad una,
lentamente e con meticolosità, cullandole tra le mani, come le aveva insegnato
Tara. Il loro riflesso brillava nei suoi occhi, disegnando mille giochi di
colori.
Il testo che aveva trovato era stato molto chiaro in
merito all’incantesimo. Avrebbe potuto eseguirlo un’unica volta, senza la
certezza che avrebbe funzionato, e forse sarebbe stata necessaria un’offerta.
Le entità chiamate in gioco erano tanto potenti
quanto pericolose e forse aveva persino abusato di loro quando…non voleva
pensarci neanche.
Aveva giurato a se stessa che non avrebbe più usato
le forze oscure, ma questa volta era l’amicizia e l’amore che le imponevano di
farlo. D’altra parte si sapeva che gli incantesimi più potenti erano quelli di
magia nera…
- Vieni Spike. Entra pure nel cerchio…
Il vampiro sussultò quando lei lo chiamò. La piccola
Willow sprigionava un potere immenso, di una dea.
Con passo agile, si mise di fronte a lei.
- Sei sempre sicuro sull’incantesimo? Stiamo per
contattare divinità infernali, e non potremo tirarci indietro una volta
iniziato…
Spike, annuì silenzioso.
- L’ho tenuta tra le mie braccia…e lei mi ha stretto
forte…sono pronto. Cosa devo fare?
La strega gli sorrise. Per Buffy si sarebbe fatto
ammazzare. Anzi…si era già fatto ammazzare!
- Penso a tutto io. Rispondi se ti viene chiesto
qualcosa e non fare lo sbruffone…potresti ritrovarti polvere in meno di un
secondo…e io con te, poiché sono il tramite…e non uscire dal cerchio per nessun
motivo finché non te lo dico io…rischieresti di mandare in fumo l’incantesimo.
Tutto chiaro?
- Chiarissimo, rossa.
- Bene.
Willow chiuse gli occhi, concentrandosi. Il rituale
stava per avere inizio.
”Anubi, giudice dei morti, la tua serva invoca la tua
presenza.
Anubi, giudice dei morti, la tua serva invoca la tua
clemenza.
Anubi, giudice dei morti, la tua serva invoca la tua
potenza.”
Mentre la ragazza continuava a pronunciare le
invocazioni, una densa nube nera cominciò a formarsi sopra le loro teste,
diventando sempre più grande.
”Anubi, giudice dei morti, la tua serva invoca la tua
presenza.
Anubi, giudice dei morti, la tua serva invoca la tua
clemenza.
Anubi, giudice dei morti, la tua serva invoca la tua
potenza.”
La nube li avvolse. Spike era sempre più
disorientato, mentre lei, con la testa chinata, sembrava in estasi.
Le candele emisero una fiammata improvvisa. Lui era
tra loro.
Willow alzò di scatto la testa verso l’alto e una
luce intensa l’avvolse. Quando riaprì gli occhi, apparve trasfigurata: erano
neri come la pece.
Chi mi ha convocato?
Dalla bocca della strega uscivano più voci che
parlavano all’unisono.
- Spike…- rispose semplicemente il vampiro.
I capelli di Willow erano diventati di un rosso
ancora più lucente se era possibile, ma tetro. Rosso sangue.
Cosa desideri…immortale?
- Devi farmi tornare di carne e ossa…Non pretendo che
tu mi faccia tornare umano, ma almeno come ero prima…ti prego…
La strega posseduta emise una fragorosa risata.
Un vampiro innamorato…e’ davvero divertente! Sai che
c’è un prezzo da pagare per questo, non è vero?
- Sono disposto a pagare qualsiasi prezzo…- esclamò
Spike stringendo i pugni e serrando la mascella.
Ti concedo i miei servigi, mezzo demone.
Lascia che io esca, strega. Al calare dell’oscurità
prenderò ciò che mi spetta.
Le candele cominciarono a spegnersi una ad una.
Willow parlò con la sua voce, rivolta verso l’alto, mentre la sua
trasformazione non accennava a regredire. I capelli rosso sangue le
serpeggiavano intorno al viso, minacciosi.
- ANUBI, GIUDICE DEI MORTI, TI OFFRO IL SACRIFICIO…-
gridò all’improvviso. Alzò la mano destra al cielo mentre con la sinistra
tirava fuori qualcosa di luccicante da sotto il lungo abito.
- ANIMA PER ANIMA, SANGUE PER SANGUE…
Un pugnale! Quello era un fottuto pugnale! Spike
lanciò uno sguardo interrogativo a Willow, che gli sorrise come per dargli un
ultimo saluto. Mancavano solo due candele, poi il dio sarebbe venuto a prendere
ciò che gli era stato promesso. La strega avvicinò il pugnale al polso e lo
tagliò con decisione.
-…MORTE PER VITA…
La ragazza cadde a terra. La bianca veste divenne
porpora in un attimo e il vampiro capì qual era il prezzo da pagare al dio.
Senza pensarci due volte, fece ciò che Willow gli aveva assolutamente proibito
di fare. Con uno scatto felino, la afferrò e si lanciò al di fuori del cerchio,
un attimo prima che l’ultima candela si spegnesse.
Due occhi rosso fuoco apparvero nell’oscurità e una
voce piena d’odio emise un urlo terrificante che rimbombò per tutta la
biblioteca. Poi, così com’era venuto, scomparve.
Spike riuscì a legare un pezzo di stoffa al polso di
Willow con molta fatica e in più riprese, sfruttando i pochi secondi in cui,
concentrandosi, poteva toccare gli oggetti.
La ragazza aveva assunto di nuovo il suo aspetto, e
dopo qualche minuto si riebbe. Si guardò intorno e capì subito cos’era
successo. Una grossa lacrima le attraversò la guancia pallida.
- Sei un’idiota Spike!! Era la tua sola opportunità,
l’unica che potevo offrirti, e tu l’hai sprecata per salvare me!
Spike non rispose.
- Dovevi lasciarmi andare!! Era il mio dono per te e
per Buffy, dopo tutto il male che avevo fatto…
Ora singhiozzava. Avrebbe voluto abbracciarla, e
cullarla come una bimba tra le sue braccia, ma non poteva.
- Rossa, non avrei mai potuto essere felice con la
tua scomparsa…e neanche Buffy avrebbe potuto. Mi rassegnerò a rimanere così. La
tua vita vale molto di più…va a riposare… domani sarà il giorno del giudizio…e
quando tutto sarà finito, scomparirò senza che lei sappia niente…
Si sedette su un tavolo, in attesa che Willow si
calmasse.
Si affidò al suo cuore per trovarlo. Stava affogando
in un oceano di pensieri, non sapendo se ridere o se piangere. Per il momento
doveva cercarlo.
Passò davanti alla biblioteca e sentì qualcuno
piangere all’interno. Provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave.
Riconobbe la voce di Willow, che non era da sola evidentemente.
- Will? Sono io, fammi entrare! Cosa sta succedendo?
Spingeva contro il battente serrato. Entro breve
avrebbe cominciato a sfondarlo a calci.
- Va tutto bene…lasciami sola…
La flebile vocina della strega era sintomo di
menzogna.
- Se non mi apri te, entro da sola!- minacciò
- Non posso…per favore, vattene…
Buffy riuscì a sfondare la porta ed entrò come una
furia. Si guardò intorno con ansia, poi vide Willow con la veste intrisa di
sangue e il cerchio di candele nere, ormai consumate.
- Ma cosa è successo qui? Stai bene?- le chiese
preoccupata prendendole il polso ferito.
- Va tutto bene Buff…- rispose la rossa rassicurando
l’amica.
- Con chi eri?- chiese infine.
Willow esitò, guardando verso il tavolo. Sembrava
aspettare qualcosa.
- Will…da chi stai cercando di proteggermi? So con
chi eri…
Buffy la fissava con decisione, ma il suo sguardo lasciava
intendere ben altri pensieri nella sua mente.
La strega guardò di nuovo verso il tavolo ed infine
annuì. Si alzò barcollando, sorretta da Buffy, ma una volta in piedi la
allontanò con dolcezza.
- Ora io vado. Quando sarò uscita avrai tutte le risposte
che vuoi. Sono felice per te.
- Vai da Fred…lei saprà rimetterti a nuovo…- le disse
Buffy non capendo le sue parole.
Quando fu sull’uscio, mosse leggermente la mano e
parlò senza voltarsi.
- Hai poco tempo… CORPUS.
Buffy vide la porta chiudersi alle spalle di Willow.
- Ciao riccioli d’oro…
Sussultò. Quella voce, strafottente e tenera allo
stesso tempo…Allora era vero…lui era…
Si voltò tremante, col timore che fosse solo un altro
sogno ingannatore.
Era lì. Col suo spolverino di pelle nera, gli anfibi,
i capelli biondi ossigenati, gli occhi azzurri e il suo sorriso più bello. Era
davvero Spike.
Con la sua inconfondibile camminata, le si avvicinò e
le poso una mano sulla guancia.
- E’ bello rivederti, Cacciatrice…
Tremante, posò la sua mano su quella gelida del
vampiro e chiuse gli occhi, cercando di sopprimere le lacrime.
- Non puoi immaginare quante volte ho sognato questo
momento, anche rivederti per pochi minuti…
Spike la strinse forte a sé. Sentire di nuovo il suo
corpo contro il suo…non avrebbe mai potuto immaginare un’emozione simile.
- Sei veramente tu…mi sembra di essermi risvegliata
dopo un lungo incubo…
Affondò il viso nel suo petto. Lui le accarezzava
lentamente i capelli.
- Buffy…
Lei lo guardò a lungo egli toccò di nuovo il viso per
sincerarsi che non fosse tutto frutto della sua immaginazione.
- Sono io per davvero! Non continuare a guardarmi
come se avessi visto un…- Spike si bloccò.
- …un fantasma? So cosa ti è successo…Troverò il modo
di riportarti come eri…
- Non pensare a questo adesso…- la zittì lui- Abbiamo
poco tempo…
- Vorrei dirti tante cose…- disse Buffy
Erano a pochi centimetri l’uno dall’altra. Il suo
respiro dolce e caldo lo inebriava. Le loro labbra si incontrarono in un bacio
tenero e sensuale.
- Sei stata chiarissima…- esclamò Spike stringendola
a sé ancora più forte. Non voleva lasciarla andare, ma sentiva che
l’incantesimo stava per finire.
- Ti amo…- gli disse Buffy non riuscendo più a
trattenere le lacrime.
- Questa scena mi sembra familiare…ma non finirà come
l’ultima volta…- le disse lui asciugandole gli occhi.
Riuscì a strapparle un sorriso.
- Ti amo Buffy…
Spike era sparito, ma
Una luce nuova le illuminava il volto segnato da
tanta sofferenza.
Xander cercava di tenere il passo di Lorne, tentando
di non fargli capire che stava andando come un treno. Troppo per riuscire a
stargli dietro. E lui non voleva fare la figura dell’imbranato… Si sorprese per
ciò che aveva pensato. Che gi importava se un demone verde gli dava della
“donnetta”?
-…alt! Non ce la faccio più…- ansimò fermandosi.
Lorne si voltò sbuffando.
- Non abbiamo tempo per le pause…e poi siamo quasi
arrivati…- e riprese la marcia.
Xander, piegato sulle ginocchia, inspirò a fondo e si
rimise eretto, rincorrendo il demone.
- Quanto manca?
- Guardati intorno…
Il ragazzo mosse il capo: da un po’ di tempo
mancavano negozi, macchine, passanti… Erano entrati nel quartiere più oscuro
della città. Forse molta gente ne ignorava addirittura l’esistenza…
- Benvenuto a Demonilandia!!- esclamò Lorne aprendo
le braccia e strizzando un occhio.
Xander fece una smorfia di disgusto, soprattutto per
“Demonilandia”.
- Tutto qui? Sunnydale aveva molta più classe…C’era
un comitato di accoglienza che cercava di farti a pezzi non appena due minuti
dopo che avevi superato il cartello “Benvenuti a Sunnydale!”…anzi, eri già
fortunato se riuscivi ad arrivarci…
Lorne lo guardava con una strana espressione.
- Era una battuta…! Niente comitati di accoglienza.
Però la parte del cartello è vera…Giuro!
Il demone scoppiò in una risata.
- Mi piaci Xander!! Sei davvero simpatico!!
Lui abbozzò un sorrisetto soddisfatto: adorava quando
qualcuno apprezzava la sua innata ironia.
- Sono contento che apprezzi le mie battute!
Il demone gli diede una pacca sulle spalle e lo
spinse a riprendere il cammino.
-…e comunque non ti hanno ancora ucciso perché sei
con me…- disse svoltando in un vicolo alla sua destra.
Xander, con un brivido, accelerò il passo,
combattendo l’impulso a girarsi.
Si trovavano in una specie di spiazzo, in cui erano
stati accesi molti fuochi. C’era comunque oscurità. E anche molti demoni.
Troppi, pensò il ragazzo.
- Eccoci!! Qui forse riusciremo a sapere qualcosina…-
disse Lorne dirigendosi verso un gruppo di strani esseri squamosi.
- Non dare confidenza a nessuno…e non preoccuparti se
qualcuno cerca di azzannarti…è normale!!
Xander sorrise incredulo: aveva uno strano senso
dell’umorismo, quello!
Decise di mettersi da una parte, sperando di non dare
troppo nell’occhio.
Lorne gesticolava come un forsennato, ma i suoi
interlocutori non sembravano molto svegli, nonostante avessero due teste…
Continuò a guardarsi intorno, sentendosi osservato. La sensazione era sempre
più fastidiosa, fino a quando non si materializzò in una presenza alle sue
spalle.
Sentendosi in trappola, optò per il comportamento da
spavaldo, sperando di risultare abbastanza divertente o troppo stupido per
essere mangiato. Almeno, Spike non avrebbe mai assaggiato un idiota.
- Gira al largo…ehm…volevo dire…vorrei conservare una
certa intimità…sai, non amo la folla…
“Vattene, vattene, vattene” pensò ritmicamente.
- Non ho mai capito cosa ci trovi in te Anyanka…e
continuo a non capire…
Xander si voltò di scatto. Quella era l’amica di
Anya…come diavolo si chiamava? Alford…Alfred…Halfreck!!
Era in compagnia di un’altra demonessa.
- C-ciao! M avevi spaventato…
- Salve Xander! Dove hai lasciato la dolce metà? E’
molto che non la vedo in giro…
Xander si rabbuiò.
- Anya è…
Non riusciva a pronunciare quella parola.
- Anya è morta.- disse infine con voce atona.
Il sorriso di Halfreck si spense.
- Ma…lei è un demone…non può…
Sembrava davvero addolorata. Allontanò il demone che
le era accanto e portò Xander in un luogo più discreto. Posò le mani sul suo
capo e chiuse gli occhi. E seppe come Anya si era sacrificata.
- Era una cara amica, anche se c’era un po’ di
rivalità tra noi…sana competizione direi. Mi dispiace…
Xander annuì.
- Cosa ci fai tu qui, ora che ci penso? Ti ho visto
arrivare con quel buffone verde…
Xander pensò di approfittare dell’incontro fortuito.
Con fare circospetto le fece cenno di avvicinarsi.
- Sai qualcosa di una certa “inaugurazione”?-
bisbigliò.
Halfreck sospirò.
- Bada bene che quello che sto per dirti è molto
confidenziale, ma devo un favore ad Anyanka da molti secoli e non ho mai
trovato modo di ricambiare, e ora è troppo tardi…e lo faccio anche per
me…aprire una bocca infernale non è mai costruttivo, neanche per i demoni…non
voglio ritrovarmi senza umani…perderei il lavoro!!!
Xander la ringraziò.
- Niente da fare, amico…nessuno ha voluto
sbottonarsi…- esclamò Lorne sconsolato al suo ritorno.
Xander esultò sommessamente. Per una volta era stato
lui ad avere informazioni utili.
- Andiamo. Ti spiego sulla via del ritorno…- disse prendendo
il demone per un braccio.- Non è niente…Tra qualche giorno non avrai più
neanche il segno di quel taglio…
Fred finì di mettere i punti sul polso di Willow e li
coprì accuratamente con una benda.
- Grazie…
- Sono qui per questo!- rispose alzando una mano.
Andò verso l’armadietto per riporre il kit di pronto
soccorso.
- Non ci sei riuscita neanche tu, vero?- chiese Fred
infine.
Willow scosse il capo.
- Spike ha interrotto l’incantesimo, ma se anche
fossi riuscita a portarlo a termine, non credo che sarebbe cambiato
nulla…Sembra come vincolato a qualcosa…
- Forse se avessimo il medaglione…
Le due ragazze rimasero in silenzio.
- Però sono riuscita a farli incontrare per qualche
minuto…Spero che abbiano sfruttato al meglio il tempo che avevano…
Fred annuì. Voleva davvero che Spike avesse la sua
felicità.
- Quindi voi tutti sapevate della condizione di
Spike…- chiese Willow.
- Si…- sospirò la scienziata.
- Quando Buffy saprà che Angel le ha nascosto questa
cosa andrà su tutte le furie…non vorrei proprio trovarmi nei suoi panni!-
sorrise la rossa.
- Già…e se Angel venisse a sapere chi l’ha
informata…sarebbe anche peggio…- rabbrividì Fred.
Si guardarono e scoppiarono in una fragorosa risata.
- Sembra di vivere in Beautiful…- disse la rossa
scrollando la testa.
-…con qualche mostro in più…- concluse Fred.
L’allegria di qualche minuto prima era scomparsa. I
pensieri erano andati immediatamente alla riapertura della Bocca dell’Inferno.
- Will? Come stai?- domandò Buffy entrando.
- Io bene…ma tu? Raccontami!!!
Buffy abbassò lo sguardo imbarazzata.
- Ecco…sapere che è vivo…è una gioia immensa…ma devi
aiutarmi a farlo tornare come prima…
Fred e Willow si guardarono tristi.
- Non ti ha detto tutto, allora…
Buffy guardò la strega con aria interrogativa.
- Prima stavo cercando di aiutarlo, ma l’incantesimo
non ha avuto gli effetti desiderati…- disse la strega tralasciando il suo
mancato sacrificio.
- Fammi indovinare. Era l’unica possibilità?- chiese
Buffy con una punta di sarcasmo.
- Purtroppo si…Qualcosa di molto potente impedisce la
sua trasformazione…
Buffy sembrò concentrarsi, poi alzò gli occhi
minacciosa, rivolta a Fred.
- Voi sapevate che era tornato e non mi avete detto
niente. Perché?
La ragazza fu investita da una freddezza mai provata
prima.
- Vedi…non era una cosa facile da dire…e poi
Spike…doveva essere una sua decisione…
Fred sembrava impacciata. Willow osservava l’amica in
silenzio. Qualsiasi cosa avesse detto, in quel momento sarebbe stata la più
sbagliata. Sperava solo che la situazione non degenerasse.
- Scommetto di indovinare chi è l’artefice della
bugia a fin di bene…
Buffy uscì sbattendo la porta con violenza.
Buffy camminava spedita attraverso i corridoi bui e
silenziosi dello stabile. Il suo volto era contratto in una smorfia di rabbia.
Si muoveva scattante, come un leone in cerca della sua preda.
Fece irruzione nell’ufficio di Angel, che parve
sorpreso del suo arrivo.
- Cosa credevi di fare?- lo aggredì lei sbattendo le
mani sulla scrivania.
- Ciao Buff…Dormito bene?- rispose lui senza
scomporsi.
Buffy si infuriò ancora di più.
- Per quanto tempo ancora volevi mandare avanti
questa montatura??
Le sue labbra tremavano e i suoi occhi erano duri.
- Di cosa stai parlando?- chiese il vampiro con
stupore.
- Parlo di Spike. Di Spike che non è morto. Di Spike
che è qui con te, a Los Angeles.
Angel si mise sulla difensiva.
- Te lo avrei detto…quando saresti stata pronta…
Buffy rise di gusto e poi tornò subito seria.
-…dilla meglio…quando TU saresti stato pronto.
Stavolta fu lui a ridere.
- Pensi che non sappia che tra voi due c’è stato del sesso?
E non mi sembra di avere avuto strane reazioni! Secondo te, dopo questo, avrei
paura di dirti che è vivo? Ti giuro che non c’è stato nient’altro che mi abbia
disgustato così tanto in più di 200 anni!
Buffy scosse la testa piena di sdegno.
- Non pensavo che potessi essere così meschino…
Angel sembrò punto sul vivo.
- Ho avuto un buon maestro…
Buffy lo fissò senza espressione. Poi si voltò,
dirigendosi verso la porta.
- Buff…Scusami…ti prego…sono geloso…
Lei si fermò un istante.
- Non capisci mai quando è il momento di smetterla.
Eppure noi quel momento l’abbiamo passato da un pezzo. E non per colpa mia. A
più tardi.
Xander e Lorne entrarono nell’ufficio trafelati,
quasi travolgendo Buffy.
- Ho scoperto il luogo!!- annunciò Xander orgoglioso
alla Cacciatrice.
- Ottimo lavoro, socio!- esclamò lei felice
porgendogli la mano per un cinque.
- Si riuniranno alle rovine del vecchio teatro di S.
Monica.
Xander si sentì importante. E pensò che Anya vegliava
davvero su di lui, ovunque fosse.
Angel rintracciò il gruppo, e li informò delle
novità.
- Verso le una di domani notte la congiunzione
astrale sarà alla potenza massima…- disse Giles.
- Perfetto. A questo punto direi di aggiornarci a
domani. Ognuno si prepari come vuole. Sono sempre stata dell’idea che programmare
e riprogrammare non fa bene all’esito delle imprese. Potremmo non tornare,
Vivete al meglio le ore che ci separano da questa nuova Apocalisse…- disse
Buffy alzandosi dalla sedia.
- Sono d’accordo..- le fece eco Angel.
Buffy augurò a tutti la buonanotte e si diresse verso
la sua stanza. Uscì sul balcone, ammaliata dalle luci di Los Angeles.
Spike era li con lei. La vegliava in silenzio.
Avrebbe voluto dirle di non preoccuparsi.
Buffy rientrò e si sedette di fronte allo specchio,
cominciando a spazzolarsi i lunghi capelli setosi.
Si fermò, avvicinandosi alla sua immagine riflessa.
Il suo respiro velava la superficie lucente. Soffiò, fino a che il suo viso non
sparì.
Improvvisamente, sulla lastra appannata, cominciarono
a comporsi delle lettere:
SONO CON TE…
Sparirono quasi subito, ma ora Buffy sapeva che lui
era li.
Allungò una mano, attraversando l’aria.
Spike eseguì lo stesso movimento e le loro mani si
sfiorarono.
- Lo so…- sorrise lei.
Aveva passato tutto il giorno in completa solitudine,
per concentrarsi il più possibile. La strega sapeva che i suoi poteri sarebbero
serviti.
Si era sbagliata: la sua forza non era diminuita.
Forse era addirittura triplicata. Si sentiva potentissima. Nulla avrebbe potuto
fermarla.
Dentro di sé tuttavia si insinuava lenta ma costante
la sensazione che qualcosa sarebbe andato storto, e per colpa sua. Non se lo
sarebbe mai perdonato.
Lo sguardo le cadde sul pugnale che avrebbe dovuto
toglierle la vita la notte precedente. La sua lama splendeva come una pietra preziosa.
Quegli occhi rossi che giuravano vendetta…non li avrebbe mai dimenticati. Spike
non avrebbe dovuto salvarla.
Perché nessuno capiva che sarebbe stato meglio per
tutti? E invece la costringevano ad affogare nei suoi sensi di colpa. Era
sicura che la morte di Tara era stata una specie di contropartita…
Buffy era tornata, e qualcuno -mio dio, quale prezzo-
era dovuto andare…era inevitabile…quindi se Spike tornava, Willow sarebbe
andata. Senza paura. Perché la sua fata bionda sarebbe stata lì ad accoglierla
nel suo morbido abbraccio, pronta a lenire tutte le sofferenze che aveva patito
e a far trovare pace al suo cuore martoriato…
Scagliò lontano il pugnale.
- Andiamo Willow! Chi vuoi prendere in giro? Sappiamo
tutte e due qual’ è il tuo posto…ALL’INFERNO.
Si voltò verso lo specchio e i suoi occhi si
riempirono di terrore.
Quella non era lei. I capelli neri come l’ala di un
corvo, gli occhi bui come la morte.
No! Non era lei! Quello era il male allo stato puro!
“Lei” gettò indietro la testa scoppiando in una
fragorosa risata.
- Invece si, piccola cara indifesa…Siamo una cosa
sola…Io sono te. Tu sei me. Hai forse dimenticato cosa abbiamo fatto?
Si passò una mano sopra al viso ed ora era Warren.
- Tu mi hai ucciso!
Willow scosse il capo freneticamente, con le labbra
che le tremavano.
- Io ho pagato per questo!! IO HO PAGATO PER QUESTO!!
“Lei” era tornata di nuovo, con quel sorriso
sprezzante e malvagio.
- Forse non abbastanza…
Passò ancora una volta la mano sul suo volto
rabbioso.
Capelli biondi come il grano maturo le ricaddero
sinuosi sulle spalle e fissò Willow con i suoi occhi dolci.
- Tara…- sussurrò la rossa coprendosi la bocca con
una mano per soffocare un grido di terrore.
- Si amore, sono proprio io…
Le porgeva una mano, come per invitarla ad andare con
lei. Willow si avvicinò, tremante.
Il viso pieno d’odio di Warren la travolse come un
tir impazzito. Gli occhi rossi come il fuoco.
- Vieni con me, amore!! ALL’INFERNO STAREMO BENE!
Urlò.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola. E ruppe lo
specchiò.
Era tutto finito.
Ansimando, si asciugò la fronte imperlata di sudore.
E poi pianse.
Forse aveva destato qualcosa di molto potente.-
Avremo bisogno di armi…molte armi…- disse Lorne rovistando nell’armeria.
Erano circa le 23:30. Uno ad uno, tutti stavano arrivando
nel salone principale della W&H, pronti a partire per S.Monica. Fred e Wes
erano stati i primi, insieme a Lorne. Poi erano arrivati Giles e Xander,
seguito dopo pochi minuti da Angel e Gunn.
- Credo proprio di si…proteggeranno il medaglione a
costo della loro vita…- rispose Angel prendendo un’ascia.
- E abbiamo anche avuto modo di vedere di quali
demoni dispongono…- concluse Fred.
Giles rabbrividì pensando al mostro alato che aveva
ucciso Harry. Se erano tutti come quello, non c’era speranza. Pulì gli occhiali
e non potè fare a meno di notare il fremito nervoso che gli scuoteva le dita.
- Dove sono Buffy e Willow?- chiese Xander notando
l’assenza delle sue amiche.
- Arriveranno a min…
Giles fu interrotto dall’arrivo di Buffy.
- Ah, ecco Buffy!
La ragazza sorrise a Xander e poi facendosi seria, si
rivolse a Angel.
- Tra quanto andiamo?
Il vampiro sostenne il suo sguardo.
- Aspettiamo Willow e poi andiamo. C’è anche lui con
noi?
Buffy continuò a fissarlo.
- Si.- rispose secca.
Tra i due era palpabile la tensione, che non sfuggì a
nessuno. Fred chiuse gli occhi con un lento sospiro.
Xander decise di rompere il silenzio carico di gelo.
- Scusate se interrompo il vostro scambio di opinioni
ma…lui chi?
Buffy rispose senza muoversi di un centimetro.
- Spike è qui.
Xander la guardò con stupore scuotendo la testa.
- Buff…sai meglio di me che lui non c’è più…perché
continui a farti del male?
- Lui è qui. E’ tornato e Angel me l’ha nascosto.
Finalmente
- E…dov’è?- chiese Giles.
Spike fece sentire la sua presenza buttando a terra un
vaso e ridendosela della grossa nel vedere la reazione di Angel per il vaso
rotto e degli altri che trasalivano.
- E’ un fantasma per chi non l’avesse capito…però può
combattere…quindi ci aiuterà.
- Sei qui veramente Mr. Perossido?- tuonò Xander con
fare da medium.
Lo scappellotto che ebbe in risposta fu sufficiente.
La porta si spalancò sbattendo e apparve una Willow
sconvolta e in lacrime.
Buffy la accolse fra le sue braccia, cercando di
calmarne i singhiozzi disperati.
- L’incantesimo…lui…è tra noi…non è tornato nella sua
dimensione infernale…e vuole portarmi via con sé!!!
Spike capì al volo di cosa si parlava.
- Io sono il suo tributo…non andrà senza di me!
La strega continuava a piangere disperata e Buffy
guardava gli altri con sguardo interrogativo, non sapendo cosa fare.
- Rossa…non glielo permetteremo…sta cercando di farti
impazzire…non cedere proprio ora…- disse Spike accorgendosi di essere udibile.
- Si Will…qualsiasi cosa tu abbia fatto, resisti…sei
importante per noi e non lasceremo che nessuno ti porti via…- confermò Xander
carezzandole la testa.
La strega sembrò rinfrancata e si alzò in piedi.
- Ok…andiamo a dare quattro calci sul sedere a quel
dio da strapazzo!!- esclamò Spike precedendo la truppa in movimento.Buffy salì
sulla macchina di Angel con Willow e Spike.
Il viaggio fu silenzioso, salvo qualche battibecco
subito sedato tra Angel e Spike.
Willow sembrava essersi ripresa, e Buffy le strinse
il braccio per farle coraggio.
- Ha preso il mio aspetto quando sono impazzita…poi
di Warren…ma non posso perdonare il fatto che abbia usato la mia Tara…la
pagherà per questo, lo giuro…vinceremo, non è vero Buff?
Il suo tono sembrava quasi una supplica per sentirsi
dire si e
- Fosse l’ultima cosa che facciamo, salveremo il
mondo anche stavolta…te lo prometto. Ma tu ci servi al cento per cento…
Willow sorrise.
- Ora è tutto ok. Sono pronta.
- Benissimo…Fa sempre piacere avere una strega
potentissima dalla propria parte!- esclamò Angel scalando una marcia. Intanto
la radio sembrava impazzita, fino a che non si fermò su una canzone dei
Ramones. Buffy sorrise divertita.
- Spike! Smettila con questa tortura…per fortuna che
siamo arrivati…- sospirò il vampiro alla guida.
Quando scesero era mezzanotte e mezza passata.
- Allora…il piano è questo…Xander e Lorne faranno da
esca, cercando di portare via qualche demone…- disse Buffy. Spike la guardava
adorante: quando faceva la capetta era tremendamente sexy…
- Esca??!! E se ci prendono?- esclamò Xander
contrariato.
- Non vi prenderanno!!- rispose Angel invitando Buffy
a continuare.
- Per il resto è semplice. Faremo irruzione e ognuno
combatterà con le proprie armi. Angel e Spike mi copriranno le spalle mentre cerco
di prendere il medaglione. Willow, tu cerca di fare qualcosa di pirotecnico per
attirare un po’ d’attenzione.
La strega annuì.
- Ragazzi…niente eroismi inutili…non servono.
Ricordate che abbiamo tempo fino alle una…
- Che faremo una volta preso il medaglione?- chiese
Gunn.
- Ci penseremo dopo…intanto prendiamolo. Buona
fortuna a tutti…- concluse Angel.
Si avvicinarono silenziosi a ciò che restava di un
teatro, ormai senza più il tetto, quasi in riva al mare. Tante fiaccole
emanavano un soffice chiarore nel buio della notte. Una folla di creature del
male brulicava nell’oscurità, lasciando da solo nel mezzo una specie di
sacerdote, con accanto altri due figuri in tunica, che teneva in mano il
medaglione alzandolo verso il cielo stellato. Invocava qualcuno.
- Sta chiamando Anubi..- bisbigliò Willow con lo
sguardo fisso.
Giles la prese per una spalla.
- Se dovesse liberarlo, tu saresti l’unica in grado
di contrastarlo…lo sai, vero?
- Non si preoccupi signor Giles. Se dovesse
liberarlo, io lo batterò.
La voce della strega era ferma e decisa.
Lorne e Xander si gettarono tra i demoni. Il gioco
era iniziato.
- Quante brutte facce, qui!- esclamò Lorne.
- Già…! Se fossi un chirurgo estetico farei una
fortuna!- gli fece eco Xander.
Mentre i due intrattenevano i mostri, gli altri
stavano sgattaiolando alle loro spalle, cercando di raggiungere il medaglione.
Il sacerdote continuava la sua litania, e quando si accorse dei due intrusi, si
fermò brevemente.
- Uccideteli e portatemi il loro cuore. Il dio sarà
contento di avere due offerte in più.- e riprese a recitare l’invocazione.
I due si diedero alla fuga, portandosi dietro un buon
numero di avversari.
- Sta per arrivare al culmine del rituale…- sussurrò
Willow.
- Ehi tu! Non ti sembra di aver cantato vittoria
troppo presto?- urlò Buffy in direzione del cerimoniere. Uno dei due aiutanti
parlò per il sacerdote.
- Non fateli avvicinare prima della fine della
congiunzione astrale!
I demoni si lanciarono contro di loro. Angel e Spike
aprivano la strada a Buffy che si stava avvicinando sempre di più al
medaglione, finchè il sacerdote non pronunciò l’ultima parola.
- E’ troppo tardi! Ha liberato la potenza del dio e
non gli resta che aspettare che il medaglione riapra
- Ci penso io a lui…
la piccola Willow fluttuava a mezz’aria, piena di
potere. Ma i suoi capelli erano candidi come la neve.
Ci rincontriamo, strega.
La voce tetra del dio faceva tremare la terra.
- Io ti rispedirò all’Inferno, maledetto!- gridò
Willow scagliandosi contro di lui.
Buffy intanto, grazie all’aiuto dei due vampiri,
aveva quasi raggiunto il medaglione. Mancava poco alle una.
- Non ricordavo che combattessi così bene, paladino della
giustizia!- gridò Spike in direzione di Angel.
- Non distrarmi! Posso essere colpito, io, e farmi
molto male!!- rispose l’altro schivando un pugno.
Giles, Fred, Wes e Gunn stavano tenendo a bada i
demoni senza fatica, ma con un occhio puntato allo scontro tra Willow e Anubi,
che sembrava essere giunto alla fine.
Sciocca mortale! Ti distruggerò!
Anubi stava per scagliare il colpo finale e Willow si
concentrò. Sentì una presenza al suo fianco. Tara era con lei e le stringeva
una mano.
- Ce la farai, amore mio…- le disse dolcemente.
Willow le sorrise e vide arrivare la sfera di energia
scagliata dal dio. La respinse con un urlo sovraumano ricacciandola indietro e
colpendo la divinità in pieno.
Non è possibile!!
Gli occhi rosso fuoco scomparvero in un bagliore.
Willow aveva vinto. Lo spostamento d’aria improvviso fece sfuggire di mano al
sacerdote il gioiello, che volò nella calca. Molti demoni, spaventati dalla
grande luce, si diedero alla fuga.
- Will!! Ce l’hai fatta!!- grido Giles
abbracciandola. Una Willow stremata si abbandonò tra le sue braccia, felice più
che mai. Lorne e Xander avevano fatto ritorno e si erano uniti agli amici.
Willow guardò l’ora.
Era l’una precisa. Il tempo era scaduto.Il medaglione
cadde ai suoi piedi. Si inginocchiò, osservandolo.
Una voce lontana le gridò di prenderlo. Si voltò. Era
Angel. Gli sorrise e tornò a fissare il gioiello, ipnotizzata.
Intorno a lei la battaglia infuriava, ma le scivolava
accanto, quasi a volerla evitare.
Avvicinò una mano alla pietra, che cominciò a brillare
più intensamente. Lei, forse intimorita, ritrasse il dito, per poi continuare
in un’implacabile avanzata, lenta ma inesorabile.
- Buffy!!!
Continuavano a chiamarla. Stavolta era Willow.
Sorrise anche a lei. Finalmente prese sul palmo della mano il medaglione, che
ora diventava di mille colori, prima verde smeraldo, poi blu come il cielo
sereno.
Lui l’aveva avuto, era il suo campione, il suo amore.
Ora le apparteneva. L’avrebbe tenuto per sempre con sé….
…Tienimi con te, cuore puro, cristallo di
inestimabile valore…
Una lacrima le scese piano lungo la guancia, e dopo
averle rigato il volto cadde sulla pietra.
…Tienimi con te…contro il cielo, il sole, la luna e
le stelle…tienimi con te contro il male e l’odio, la morte e l’oblio…
Una luce intensa avvolse Buffy.
- No…non di nuovo…non lei!!- gridò Spike correndole
incontro.
Lo sfolgorio investì tutto e tutti.
E poi di nuovo buio.
Angel la prese tra le braccia, cercando di farle
riprendere conoscenza.
- Buffy! Svegliati! Per l’amor del cielo apri gli
occhi!
Ma la ragazza non dava segni di ripresa.
Il medaglione giaceva sul suo petto.
Ora sembrava un’inutile sasso grigio. La sua luce non
esisteva più.
Willow lo raccolse, inginocchiandosi al fianco
dell’amica.
- Ha perso ogni potere…siamo riusciti a renderlo
inutilizzabile…
Poi prese la mano di Buffy.
- E’ fredda come il marmo…
- Si, ma ancora respira, anche se molto debolmente…-
disse Xander visibilmente agitato.
- Fatemi spazio…dobbiamo portarla in laboratorio…-
disse Fred scansando gli altri. Angel la portò fino alla macchina e la adagiò
dentro. Partirono velocemente alla volta di Los Angeles.
Nessuno si era curato di lui.
Era rimasto in disparte, paralizzato dal terrore di
vederla di nuovo bianca e senza vita dopo una battaglia.
Terrorizzato di non poter più sentire il suono della
sua voce e il suo odore.
Vedeva gli altri parlare, ma non riusciva a sentirli.
Li osservò allontanarsi, mentre portavano via Buffy.
Il teatro giaceva ormai abbandonato. Si sedette su un
gradino del palco, abbracciandosi le ginocchia con fare infantile. Lui poteva
toccarsi. Era di carne. Era diventato un bambino vero.
Tutto inutile. La sua fata buona non gli era corsa
incontro illuminandolo con il suo sorriso.
Semplicemente era caduta al suolo.
Non si sarebbe rialzata.
Non sapeva cosa avrebbe fatto senza di lei.Buffy era
stata messa su un lettino nel laboratorio di Fred. La ragazza le aveva fatto
una flebo e la monitorava costantemente. Il battito del suo cuore era regolare
e le sue condizioni stabilizzate, ma
Angel la osservò. Faceva un certo effetto vederla
incosciente e circondata da tanti macchinari. Sembrava una creatura piccola e
indifesa.
Represse un moto di rabbia nel pensare all’assenza di
Spike.
Se diceva di amarla tanto perché non era lì, insieme
a tutti loro?
Accarezzò la fronte di Buffy lentamente. L’aveva
lasciata andare ed ora il suo cuore era di un altro. E non uno qualsiasi, ma
quel bastardo di Spike. Lei meritava qualcuno che la potesse amare alla luce
del sole, e invece aveva scelto un essere che l’avrebbe trascinata
nell’oscurità più completa. Se già non l’aveva fatto.
- Perché?- si chiese ad alta voce.
- Cos’ha di così speciale?
- Come sta?- chiese entrando Willow.
- Sempre uguale…Non si muove, non parla…sembra morta…
La rossa lanciò all’amica uno sguardo pieno
d’affetto. Poi si voltò di nuovo verso il vampiro.
- E te? Come stai?
Angel alzò le spalle.
- Preoccupato…
La strega si sedette accanto a lui e gli prese una
mano fra le sue.
- Vedrai che si risveglierà…Buffy è forte…
Il vampiro la fissò intensamente, ma lei lo anticipò.
- Se stai per chiedermi di fare un incantesimo la
risposta è no.
Poi notando lo sguardo interrogativo sul suo volto
continuò.
- Non posso…è un incantesimo che ho già fatto…e non
voglio mettere a repentaglio la vita di nessuno.
Angel annuì.
- Capisco…ma non è giusto…si è di nuovo sacrificata…
- Buffy è viva! E’ qui e si riprenderà!- sbottò la
rossa.
Poi riprese un tono calmo.
- Mi chiedo dove sia Spike…non vorrei che gli fosse
capitato qualcosa con la storia del medaglione…
Angel non aveva pensato a questa eventualità.
Credeva che fosse semplicemente scappato. E lo disse
a Willow.
- No. Lui è innamorato di Buffy. Credo sia solo
spaventato, se è davvero fuggito come dici tu.
- Spike è sempre stato fondamentalmente un codardo…-
rispose Angel alzandosi dal letto.
- Sai che non è così. Quando Dru era malata, le è
stato accanto in ogni momento…
La strega lo stava squadrando.
- Ok, ok…è la gelosia che mi sta facendo parlare…-
ammise lui finalmente.
Willow sorrise soddisfatta.
Era di nuovo notte. Almeno così credeva.
Si guardò intorno, aprendo e chiudendo gli occhi
velocemente. Ora distingueva di nuovo gli oggetti.
Provo a rialzarsi con fatica.
La testa gli stava scoppiando.
- Maledetto chip…
Esplose in una fragorosa risata. Quale chip? Era un
pezzo che non l’aveva più. E quel dolore era peggio.
- Significa questo allora avere l’anima?? Soffrire in
continuazione per ogni cosa??- urlò verso l’alto.
Poi ricadde pesantemente a terra, nel tintinnare
delle bottiglie rotte che ora lo incorniciavano come un Cristo sofferente.-
Crede che dovremmo andare a cercarlo? Buffy lo farebbe…immagino…- disse Xander
camminando avanti e in dietro ai piedi del letto.
Giles sembrò rifletterci.
- Tornerà da solo…penso abbia bisogno di riflettere…
- Ma forse se sentisse la presenza di Spike…forse
tornerebbe tra noi…
Giles guardò con benevolenza il ragazzo.
- Se fosse così semplice, caro Xander…
- Come può essere successo secondo lei? Voglio dire,
Buffy sta fisicamente bene, ma è come in coma…perché?- chiese prendendole una
mano.
- Non lo so…Può darsi che l’energia sprigionata dl
medaglione sia stata così insopportabilmente potente che il suo fisico non sia
stato in grado di reggerla…se l’avesse indossato uno di noi probabilmente
sarebbe cenere…ma lei è
Xander ascoltava Giles con attenzione.
- Ne è convinto?- chiese ad un certo punto.
Giles abbassò il capo verso Buffy.
- Mi auguro di avere ragione…Si svegliò urlando,
portandosi le mani al viso.
Le osservò respirando ancora affannosamente.
Ferite irregolari e dolorose gli rigavano i palmi.
Accanto a lui, i vetri risplendevano di un
inquietante riflesso rosso.
“ Così impari a bere, idiota…” si disse mentalmente.
Il suo sguardo cadde su una bottiglia rimasta chissà
come ancora intera.
Gin.
Non era Bourbon, ma sarebbe comunque stato ottimo per
stordirsi.
Bevve a lunghi sorsi e poi la spaccò contro il muro
con rabbia.
Si accoccolò di nuovo a terra stringendosi nello
spolverino.
Si sarebbe lasciato morire.
Così sarebbe stato con lei di nuovo.
Fred stava ultimando la visita giornaliera di Buffy.
Il suo fisico era in perfetta forma.
Come diavolo era possibile? Non poteva esistere coma
senza causa.
- Ciao…- disse Wes entrando con Giles.
- Non sapete che quando si visitano i pazienti sono
vietate le visite?- rispose stizzita coprendo di nuovo la ragazza bionda.
I due sembrarono mortificati.
-…ma capisco la situazione, e quindi ci passerò
sopra….- continuò addolcita.
- Fred… Che succede?- chiese poi Wes.
La scienziata scosse la testa.
- Non ne ho idea…Buffy scoppia di salute…e non ci
sono spiegazioni per la sua condizione…Avete escluso la magia?
- Willow ci sta lavorando, ma non crede si tratti del
medaglione…è un sasso senza valore ora…- disse Giles pulendo con attenzione gli
occhiali.
Rimasero tutti e tre zitti.
- Che mi dite di Spike?- disse Fred rompendo il
silenzio.
- Nessuno sa dove sia…forse è scomparso con la fine
del medaglione…- rispose Wes tossicchiando.
Fred sentì ribollire in lei un eccesso d’ira
incontenibile.
- Come fate a rimanere così calmi??? Spike è
scomparso e nessuno si preoccupa di lui, se sia vivo, morto o “svanito” per
sempre!! Buffy è in catalessi ormai da tre giorni e non accenna a
riprendersi!!! E voi? Cosa fate? Uno tossisce e l’altro si pulisce gli
occhiali!!!
I due Osservatori erano rimasti quasi scioccati,
incapaci di ribattere.
- E ora fuori di qui! Immediatamente!!- urlò
spingendoli verso l’uscita.
Quando rimase sola, tirò un grande sospiro e si
sedette accanto a Buffy.
- Credo di essermi inimicata tutti per difendere il
tuo ragazzo…- le disse mestamente.
Prese una spazzola dal comodino e cominciò a
pettinarle i capelli.
- Dobbiamo darci una sistemata…non credo che avresti
voglia di farti vedere così scarmigliata da lui…anche se penso che non gli
importerebbe…ti vorrebbe anche se fossi calva…
Fred sorrise nel pensare alla sciocchezza che aveva
appena detto. Però era vero…magari detto in termini più romantici…
Riprese a spazzolarla.
- Sai Buffy, devi assolutamente risvegliarti…
Guardò fuori dalla finestra.
Un timido sole stava segnando l’inizio dell’autunno.
- Dovresti vedere che bella giornata è là fuori…
Posò il pettine e osservò soddisfatta il suo lavoro.
- Sei bellissima!
Inavvertitamente urtò il vaso accanto a lei.
Angel si preoccupava di far arrivare ogni mattina tre
rose rosse per
La ragazza si chinò a raccogliere i fiori.
- Che sbadata…se Angel lo viene a sapere mi uccide…ma
per fortuna non si sono rovinate e il vaso è intatt…
La voce le morì in gola.
Due occhi verdi e senza espressione la stavano
fissando.
Buffy era sveglia!
- Come ti senti?- le chiese poggiandole una mano
sulla fronte.
Silenzio.
- Buffy?
Fred rabbrividì: sembravano gli occhi vitrei di una
bambola.
Decise di avvertire gli altri, ma non sapeva come
comunicare la cosa.
- Controllala costantemente..- ordinò ad uno dei suoi
assistenti.
Uscì dal laboratorio, dirigendosi verso l’ufficio di
Angel.
Esitò nel bussare, ma poi si fece coraggio.
- Posso?- disse timidamente facendo capolino.
- Fred! Cosa succede?- esclamò il vampiro scattando
in piedi.
- Ehmm…vorrei che convocassi una riunione…ho delle
novità da riferirvi…
- E’ successo qualcosa a Buffy??
Fred, notando l’espressione preoccupata del suo capo,
si affrettò a chiarire.
- Si, cioè…no…non lo so. Comunque sta bene. Almeno
credo…
Sembrò rinfrancato.
Dieci minuti dopo la gang al completo era intorno
alla scrivania di Angel, ansiosi di sapere.
- Allora…Prima stavo mettendo un po’ in ordine Buffy,
quando…mi sono accorta che mi guardava…
Willow parlò per tutti.
- Quindi si è risvegliata?
Fred indugiava.
- Si, in teoria…
- Che vuol dire?!?- la incalzò Xander.
La ragazza inspirò a fondo.
- Buffy è sveglia…ma non è qui…Forse è meglio che lo
vediate con i vostri occhi…- Entrerà solo uno di voi…non dobbiamo stancarla…-
disse Fred aprendo la porta della stanza.
Nessuno si fece avanti.
- Vado io.
Angel aveva risposto risoluto ed entrò, chiudendo
l’uscio alle sue spalle.
Buffy guardava verso la finestra.
Il vampiro chiamò il suo nome, ma lei non si voltò.
Per un momento ebbe la sensazione di essere solo in
quella camera.
Le si sedette accanto e le strinse una mano.
- Buffy…sono io…
La bionda era immobile. Le sue mani inermi, deboli.
- Ti prego… Dì qualcosa!! Io…ti amo…- esclamò
cercando di scuoterla dal torpore.
E invece lei se ne stava lì, senza reazioni.
Angel si spostò, per poterla guardare in viso.
Gli occhi della Cacciatrice lo impressionarono.
Due biglie verdi senza vita.
- Sembra un vegetale, signor Giles…
Angel era uscito sconsolato. Gli altri lo guadavano
tristi e in silenzio.
- Intanto si è risvegliata…ed è già un passo avanti…-
rispose l’Osservatore.
Mentre i due discutevano sul da farsi, Fred chiamò
Willow in disparte.
- Willow, vorrei parlarti…
La rossa si fece attenta.
- Io…credo che dobbiamo cercare Spike e riportarlo qui
da lei…Sono sicura che l’aiuterebbe…
- Lo credo anche io…ma non so proprio dove possa
essere…Se fossimo a Sunnydale saprei dove scovarlo, ma Los Angeles è enorme…e
non credo esistano incantesimi per rintracciare le persone scomparse…
Fred incrociò le braccia.
- C’è chi saprebbe dove guardare…Lui è il suo Sire,
sa sempre dov’è…solo che non vuole…
La strega annuì.
- Proprio non vuole rassegnarsi, neanche di fronte
all’evidenza…voglio parlarci…e tu verrai con me. Anche perché immagino che
siamo solo noi a volere che Spike e Buffy stiano insieme…
Le due ragazze partirono spedite alla ricerca di
Angel.Xander continuava a rimescolare la minestrina che aveva tra le mani.
- Guarda come è invitante questa brodaglia…deve
essere davvero squisita!!
Buffy aprì la bocca come un automa.
- Allora senti ciò che ti dico…ma perché non parli e
hai quell’espressione senza senso?
Lei riaprì di nuovo la bocca.
- Vorrei proprio sapere cosa ti frulla in quella
testolina…- disse porgendogli il cucchiaio.Fred e Willow avevano trovato Angel
finalmente.
Era sul tetto dello stabile, intento ad osservare i
colori del crepuscolo.
- Ha sempre avuto un lato romantico…- disse sottovoce
Willow indicandolo.
Fred sorrise e si preparò mentalmente ad affrontare
il discorso col vampiro.
- Ragazze…buonasera…
Willow si avvicinò, appoggiandosi al parapetto.
- Ti godi l’aria serale?
“ Complimenti Willow. Bell’inizio, non c’è che
dire…”pensò in contemporanea.
Angel annuì.
- Sono molto angosciato per Buffy…L’aria fresca mi
tira su…
- Devi andare a cercare Spike.
Fred era andata dritta al punto.
- Perché? Se ne è andato, e ora mi prenderò io cura
di lei…- sbottò il vampiro.
- Angel…potrebbe aiutarla avere l’uomo che ama
vicino…
Willow si accorse di avergli sbattuto la verità in
faccia senza tanti complimenti.
Probabilmente così avrebbe capito.
Gli occhi di lui si indurirono.
- Lei non ha bisogno di Spike. E soprattutto non lo
ama. Se volete cercarlo fate come volete. Ma non contate su di me.
- Ma…- provò a dire Fred.
- No. Non voglio sentire altro.
Angel si voltò e con passo svelto sparì nella
penombra dei comignoli.
- Dammi il cinque…siamo una grande squadra…- disse la
rossa con finta gioia.
Fred la guardò male.
- Ok…Non è il momento giusto per il sarcasmo…
- Chiederò a Lorne di fare un giro a Los Angeles…magari
qualcuno lo ha visto…- rispose lei avviandosi verso le scale.
Willow la seguì e in cuor suo sperò che Angel
cambiasse idea.Angel si guardò intorno.
Non credeva che in quel posto maleodorante potessero
esserci forme di vita.
Mosse passi incerti, pestando vetri in frantumi.
Finalmente lo vide.
Un essere stava rannicchiato tra rifiuti e chissà
quale altra immonda cosa.
- Per trovarti basta seguire la scia di bottiglie che
ti sei lasciato dietro…
Due lampi azzurri lo scrutarono con rabbia.
- Cosa diavolo vuoi? Lasciami da solo.
Appariva stanco e denutrito.
Angel si chiese se davvero sotto tutto quello sporco
ci fosse Spike.
- Mio Dio…Sei ridotto peggio di una latrina…
Si avvicinò, e gli porse una sacca di sangue.
- Che sei venuto a fare? A salvarmi?
- Smettila di fare l’incompreso e mangia.
Spike fissò il sacchetto con riluttanza, ma poi bevve
con avidità.
- Sono venuto per Buffy.
Il biondo gettò via il contenitore vuoto e rivolse il
viso verso il suo Sire.
- So che è morta. L’ho visto. E io sono tornato
corporeo.
Angel sorrise.
- Non me ne ero neanche accorto…
Gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Spike la rifiutò e provo ad alzarsi da solo, ma le
gambe gli cedettero.
- Andiamo…ti serve il mio aiuto.
Lui si dipinse in faccia il suo ghigno sferzante.
- Ah si? Piantami un paletto nel cuore allora. Ero
troppo sbronzo per andare fuori a vedere l’alba…
Angel alzò gli occhi al cielo.
Lo odiava quando si comportava come un bambino di
cinque anni.
- Sentiamo…perché dovresti suicidarti?
Spike lo guardò con disprezzo.
- Mi prendi in giro? Lei è morta. Io la raggiungo.
Semplice.
Angel gli porse di nuovo la mano, e stavolta lui la
accettò.
- Buffy è viva ed ha bisogno di te. Non sta affatto
bene, ma è ancora su questa terra.
Spike guardò confuso il rivale di sempre.
- Cosa?
- Te l’ho detto…Vieni…hai bisogno di una doccia prima
di vederla…
Spike barcollava per la debolezza e Angel lo
sorresse.
Arrivati alla macchina, lo aiutò a sedersi.
Fece per chiudere lo sportello, ma il biondo lo
bloccò.
- Perché lo fai?
Angel sembrò pensarci.
- Perché amo Buffy quanto te e voglio il suo bene…e
in fondo, perché sono anche un po’ masochista.
Spike abbandonò la testa all’indietro sul sedile
ridacchiando.
- Grazie. Davvero.
Angel si sedette al posto di guida.
- Se la fai soffrire ti ammazzo. Davvero.
Spike si lasciò cullare dal tepore dell’acqua
bollente che gli scivolava sulla pelle gelida.
Con le labbra leggermente dischiuse e il bel volto rivolto
verso il getto della doccia, si massaggiò le mani ferite. Le osservò. Già
stavano guarendo. I vantaggi dell’essere vampiro.
Il suo incarnato, dopo tre giorni di assoluto
digiuno, assomigliava a quello perlaceo della rossa.
Rise al pensiero di tingersi i capelli di un morbido
color rame, come i suoi.
Si chiese come
A dire la verità non aveva ancora capito cosa le era
successo…Angel era stato alquanto criptico.
- Devi vederla. Non si può spiegare.
Gli aveva detto solo questo.
Uscì dalla doccia, nudo e gocciolante.
Ignorò l’asciugamano poggiato alla sua destra.
Non gli piaceva la sensazione che il tessuto spugnoso
gli dava quando lo passava sulla pelle.
Ancora cinque minuti e poi sarebbe corso da lei.La
piccola creatura se ne stava raggomitolata al centro della grande bolla di
vetro che la ospitava.
Il candido vestito bianco che le ricadeva addosso
lasciava intravedere solo le punte dei piedi.
Teneva la testa riversa sulle ginocchia, con i biondi
capelli che ne coprivano il viso.
Aveva provato ad andarsene, cercando di rompere il
vetro, ma una forza misteriosa l’aveva respinta con forza in dietro.
E dopo alcuni tentativi aveva rinunciato.
Si era chiesta del perché nessuno veniva a cercarla,
a salvarla…
Lei l’aveva fatto così tante volte per loro…
Poi finalmente erano arrivati. Tutti. Uno dopo
l’altro. Si erano avvicinati al vetro, bussandovi forte, l’avevano chiamata e
lei aveva risposto con tutta la voce che aveva in corpo.
Ma non l’avevano sentita.
Angel era stato il primo ad arrivare, ma era rimasto
a distanza.
Xander, invece, era riuscito a provocare una piccola
scalfitura in superficie.
Era in ansia… Solo lui non era venuto… Era vivo?Spike
indossò lo spolverino e si diresse con passo sicuro verso la stanza di Buffy.
La porta si aprì, sbattendo sul suo naso.
- Scusa! Non sapevo che fossi qua dietro!- esclamò
Fred uscendo con Willow, che nel frattempo cercava con tutte le sue forze di
non ridere.
- Rossa…togliti quell’espressione idiota dalla
faccia…! Maledette donne! Ti prendono sempre a botte!!- si lamentò il vampiro
massaggiandosi il viso.
Willow si schiarì la voce, ma poi scoppiò in una
fragorosa risata, seguita da Fred.
- Scusa…Sei così buffo!
Spike fece un sorrisetto sprezzante alle due ragazze,
che smisero di sghignazzare.
- Mister Sorriso?
- E’ uscito dopo averci detto del tuo ritorno e che
sei tornato normale…è stato carino da parte sua venire a cercarti…- disse
Willow piano. Spike annuì in silenzio e si fece serio.
- Come sta?
- Entra e lo saprai…- rispose Fred facendosi da
parte.Se il suo cuore avesse ancora palpitato, in quel momento sarebbe esploso.
Una marea di emozioni lo travolsero. Paura, felicità,
amore…
Sentiva che la sua anima stava bruciando.
Avanzò lentamente, ma la sua sicurezza si stava
incrinando.
Quando la vide, il sorriso che timidamente gli si
stava disegnando a fior di labbra scomparve.
Buffy se ne stava a letto, immobile come una statua,
e guardava dritta davanti a sé.
- Passerotto…
Nessuna reazione. Si mise accanto a lei e le
accarezzo una guancia. Le prese il volto fra le mani e la costrinse a girarsi
per guardarlo negli occhi.
Lei lo fissò distrattamente.
- Amore…parlami…sono qui…Eccolo! Spike era arrivato!
Buffy si avvicinò correndo e bussò con tutte le sue
forze.
- Sono qui! Aiutami ti prego!
Il vampiro cominciò a prendere a calcia la barriera
trasparente, urlando il suo nome.
Qualcosa cominciò a frantumarsi, prima
impercettibilmente, poi con violenza.
Il veto si crinava velocemente, finché non cadde in
mille pezzi.Gli occhi verde smeraldo di Buffy cominciarono a brillare,
riempiendosi di lacrime.
- Sei arrivato, finalmente…
Spike la abbracciò stretta e lei si abbandonò tra le
sue braccia.
- Non ti libererai così facilmente di me, passerotto…
puoi anche ammazzarmi, ma tanto ritorno in ogni caso…
Buffy sorrise e gli sfiorò le labbra con un dito.
Poi si avvicinò, e le loro labbra si incontrarono in
un bacio pieno di passione.
- Ti amo…- sussurrò lei.
Spike la strinse ancora più forte.
- Ti amo.EPILOGO
Dawn aspettava con trepidazione che il campanello
suonasse.
Sarebbero arrivati da un momento all’altro.
Diede una rapida occhiata al salotto e controllò che
tutto fosse a posto: la tavola era apparecchiata e le luci dell’abete erano
tutte accese.
Si congratulò con se stessa per il bel lavoro che
aveva fatto: organizzare
- Willow!!! A che ora atterrava l’aereo??
La strega, con un grembiulino rosa, fece capolino
dalla cucina.
- Dovrebbero essere qui ora!! Scusa Dawn, ma devo
controllare l’arrosto!!
La ragazzina scosse il capo.
- Will…so che ti sei servita del libro di magia e non
di quello di cucina!! L’ho trovato sotto il tavolo.
La rossa inveì scherzosamente.
- Sei peggio di un segugio!! Chiamo Xander e Giles per
ricordargli di prendere il dolce!!
E riscomparve in cucina.
Finalmente bussarono alla porta. Dawn si fiondò ad
aprire.
- Ciao piccola!!
Erano Angel e i suoi amici. Li salutò con calore e li
fece accomodare.
Dawn, però, guardo fuori dalla porta con aria interrogativa.
Prima che potesse dire qualcosa, Willow la chiamò in
cucina.
- Dawnie!! Esci e vedi se la pasticceria all’angolo è
aperta!! Xander ha scordato di comprare la torta!!
Dawn infilò il cappotto con un sospiro e uscì di
casa.
La rossa si sedette sul divano accanto agli altri.
- Allora? Come procede qui a Londra?- chiese Angel.
- Va tutto benissimo! Dawn ha tanti nuovi amici e io
frequento l’università…ho anche trovato un gruppo Wicca!!- rispose sorridendo.
- Xander?- chiese Lorne.
- Oh, lui fa tirocinio per diventare Osservatore
sotto la supervisione del sig. Giles, che è stato messo a capo del Consiglio!!
Dovreste vederlo! Sembra il sig. Giles da giovane, con una benda in più! Presto
gli affideranno una Cacciatrice…! Sono eccitata per lui!
- Vedo che va tutto alla grande!- esclamò soddisfatto
il vampiro.
- Io non chiedo niente perché ho chi mi tiene
informata…- disse lei lanciando uno sguardo a Fred, che arrossì. Angel non ci
avrebbe giurato, ma…
- Eccoci!!
Xander, Giles e Dawn erano rientrati.
- Grazie al cielo la torta!! Vieni Dawn! Fred! Ci
servi anche te!!
Le tre donne sparirono in cucina.
- Ho saputo della filiale dell’agenzia che avete
aperto a New York…- disse Giles salutando Angel.
- Già…e non potevo affidarla a persone migliori!
- Buffy? Non doveva arrivare con voi?- chiese Dawn
tornando in salotto.
Wes e Angel si scambiarono uno sguardo.
- Si…ma…
Nessuno sapeva rispondere, e Angel tirò fuori di
tasca una lettera, che consegno alla sorella della Cacciatrice. Dawn la aprì.
“ Ciao Dawnie!
Se stai leggendo questa lettera significa che non
sono potuta venire a Londra…m dispiace tantissimo, ma l’agenzia mi sta portando
via più tempo del previsto…sai com’è…ammazza un demone, impaletta un vampiro…la
solita routine…cercherò di arrivare nei prossimamente con il tuo regalo, lo
prometto! Auguri di buon Natale! Ti voglio un mondo di bene,
Buffy”
Grosse lacrime rigarono le guance della ragazza.
Senza dire una parola si diresse verso l’ingresso e spalancò la porta per
uscire, ma si fermò di scatto: Buffy e Spike erano sulla soglia di casa e si
stavano baciando sotto un rametto di vischio.
- Voi…qui?- balbettò Dawn incredula.
Spike fece spallucce, circondando la vita di Buffy
con un braccio.
- Buon Natale Briciola! Dopo estenuanti trattative,
l’ho staccata dalla scrivania e dai suoi amati paletti e l’ho caricata di peso
sull’aereo…Le ho detto che avevo potere decisionale anche io per chiudere un
paio di giorni l’agenzia, visto che sono suo socio…
Un grosso sorriso si dipinse sul volto di Dawn.
- Basta così, amore!- disse
- Buon Natale Dawnie…
- Buon Natale, Buffy…Fine
Fine