ESILIATA

By Silea

 

 

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La donna apre gli occhi per un attimo,subito richiudendoli, accecata dalla luce.

Non riesco a vedere…non vedo nulla, cieca? Sono forse diventata cieca? No, no, non è la Maledizione di Carteh.”

Li riapre appena, con estrema fatica e dolore, come se mai abituata al gesto. Era molto che non provava dolore, un dolore simile, così forte, anche se non ricorda da quanto.

C’è troppa luce, troppo gialla… e fa caldo, tremendamente caldo…”

Tenta di guardarsi attorno, di mettere a fuoco ciò che la circonda, senza grande successo. E’ uno sforzo terribile ed il suo corpo è così stanco, così debole.

Sono stanca, molto stanca… ho bisogno solo di un attimo di riposo…

Richiude gli occhi.

 

 

Non sa quanto tempo è passato.

Non sa neppure dove si trova. Le sembra di riconoscere il posto, ma non per esperienza diretta, piuttosto come se qualcuno glielo avesse già descritto nei minimi particolari. Non riconosce nulla attorno a sé eppure gli oggetti le sono familiari, sa cosa sono, a cosa servono e come usarli, ma non li ha mai visti prima.

Prima era tutto diverso… non così ruvidi, non sono mai stati così ruvidi… gli oggetti erano più lisci…

Si accorge di essere sdraiata su un letto, supina, in una camera conosciuta, ma che non le piace affatto. Mobili dal gusto alieno colori che sembrano tutti uguali gradazione di un orribile marrone. La luce ora è diversa, meno forte, quasi rossa. E’ dolore puro cercare di guardarsi attorno con questa luce, ma lo fa ugualmente.

Volta la testa e nota lo specchio attaccato alla parete.

Vede il suo riflesso e non si riconosce.

 

 

Di nuovo sveglia, di nuovo attenta.

Ora è completamente buio attorno a lei. Riconosce la notte ed improvvisamente la preferisce al giorno. Almeno gli occhi non fanno male. Tutto ciò che ha sperimentato ‘qui’, ovunque sia qui, fino adesso è dolore, strano, nuovo dolore. Provato per cause inaspettate, percepito in modi singolari.

Odio sentire dolore…”

Sa che il corpo in cui si trova non è il suo.

Somiglio ad un maledetto Gahelk. Stesso numero di braccia, stessa orribile bocca. Tutti quei piccoli storti denti levigati…”

Con il passare del tempo sta cominciando a ricordare. E’ sconvolgente rendersi conto di non sapere cosa è accaduto. Lei ha sempre avuto una perfetta memoria di tutto ciò che le accadeva, arrivando a sapere cosa accadeva attorno al suo corpo anche quando privo di coscienza.

E’ una sensazione nuova.

Anche questa.

E non le piace affatto.

Anche questa.

In questa nuova forma sembra che molti dei suoi poteri, non funzionino o non esistano. Ha passato ore a chiamare Kazen e Blefegh, senza successo. Non rispondo. Non ci sono.

Che mi abbiano abbandonata?”

La sola idea la ripugna. Ma per qualche motivo non la sorprende affatto.

 

 

Si alza e si muove. Sbatte contro gli oggetti, ne rompe alcuni, si ferisce su altri.

Sangue, sangue rosso.”

E’ un attimo, poi scompare nuovamente.

Sangue rosso come gli Spietati…”

Il solo pensiero di assomigliare lontanamente a quella razza di spregevoli bestie, incapaci anche di avere la pietà necessaria di dare l’Oblio ai propri avversari sconfitti è abbastanza da farla star male.

Si ritrova a terra rimettendo cose che non ricorda di aver mangiato.

Quando il suo stomaco è ormai vuoto chiude gli occhi cercando di non pensare a loro.

Ha fatto così tanto per sconfiggerli, per togliere loro il potere. Poi si è degnata di concedere loro l’Oblio, nonostante le proteste di Kazen e Blefegh, i suoi alleati in quella guerra talmente lunga da sembrare eterna.

Rimane così, a terra, svuotata, disgustata, al solo pensiero di assomigliare agli Spietati , fino a quando non perde nuovamente conoscenza.

 

 

Quando riprende conoscenza è passato altro tempo. La luce è di nuovo troppo forte e troppo gialla. Ma ci si sta abituando. Le retine le fanno male, non come prima, adesso è un dolore continuo, di fondo. E’ ancora costretta a socchiudere gli occhi ogni volta che guarda fuori dalla finestra, quando la sofferenza diventa troppo forte per essere ignorata o sopportata.

Ormai ricorda tutto dalla sua vita. Il suo precedente corpo, così diverso, così forte. Le torture subite. La guerra contro gli Spietati. La conquista del potere assieme a Kazen e Blefegh. Gli sforzi per stabilire l’ordine dopo una così lunga assenza.

 

 

L’ultima memoria, il motivo per cui è qui, in un corpo che non le appartiene, in una dimensione che non conosce, senza vie di uscite, le torna non appena nota per la prima volta il tatuaggio che ha all’interno del bicipite. Una serie di righe nere che formano un complesso disegno.

Un Sigillo.

 

Ed ora cosa mi attende traditori? L’Oblio?”

E’ sprezzante. Perché li disprezza veramente. L’hanno tradita. Ma ormai non ha più senso lottare. Sa di essere stata battuta.

Kazen le sorride, crudele.

No, affatto… ti aspetta l’Esilio.” Ride di fronte al panico nello sguardo di lei, godendo dello spettacolo. “Sarai Esiliata Glory, in un corpo umano, in una dimensione umana, condannata ad impazzire lentamente. Per sempre in vita, per sempre scomparsa.”

 

 

Glory si accascia al suolo, lacrime le rigano il volto mentre la memoria degli ultimi istanti riaffiora.