INTRAPPOLATA

By Silea

 

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Non esiste…”

La via di ritorno, tanto cercata, tanto attesa, tanto sperata.

Solo un’illusione effimera, scivolata fra le sue dita come sabbia.

Glory scosse la testa cercando di schiarirsi le idee.

Intrappolata… sono intrappolata…”

Faceva fatica a ragionare seguendo un filo logico. I pensieri si muovevano lentamente, quasi pigramente, nella sua mente.

Le emozioni invece erano chiare, forti come non mai, difficili da controllare.

Sconforto non cominciava nemmeno a descrivere quanto stava provando ora.

La sua condanna di morte era stata appena confermata.

Senza appello.

Paura, primordiale, istintiva paura per la propria sopravvivenza.

Ed ora si trovava senza mezzi adatti a salvarla od almeno per tentare di farlo.

Impotente.

Rabbia, cieca rabbia nei confronti di chi le aveva fatto questo.

Tradita.

La vendetta non era estranea alla sua natura.

E lei l’avrebbe esatta, implacabilmente e ferocemente.

Godendone.

Ma non poteva.

Non ora che sapeva di essere intrappolata in questa dimensione.

Intrappolata… intrappolata in questo mondo… intrappolata in questo corpo… presto intrappolata nella mia mente…

Era ironico.

O forse solo la loro ultima efferatezza nei suoi confronti. Potevano aver saputo e scelto comunque, “od apposta…”, di Esiliarla in questa dimensione. Sapendo perfettamente che sarebbe stata in trappola, nonostante il modo per tornare a casa esistesse.

L’ho trovato…”

Solo che non era possibile utilizzarlo.

Le veniva quasi da ridere al pensiero.

Era stato tutto davvero così facile e diretto da farle venire il dubbio che Kazen e Blefegh sapessero perfettamente cosa avrebbe scoperto. E quale effetto avrebbe avuto su di lei.

Non le ci era voluto molto a trovare un punto di raccordo. Le energie che un simile posto emanava erano come un’immensa luce al neon in piena notte per la sua specie. Quello che aveva avvertito poteva essere paragonato ad una stella considerando l’energia che emetteva.

In quel momento, nel preciso istante in cui aveva scoperto che in questo mondo esisteva un punto di raccordo, Glory aveva cominciato a sperare.

Sunnydale si chiamava il posto.

Le ci era voluto del tempo per acquisire abbastanza controllo da arrivarci.

Altro tempo ancora per manipolare il proprio ospite nel rimanere.

Alla fine ci era riuscita.

Glory aveva sorriso nello scoprire che finalmente l’umano aveva trovato un motivo per rimanere nei pressi del raccordo. Anche se nello stesso tempo si era accorta di come i suoi poteri stessero lentamente diminuendo, diventando esponenzialmente più difficili da usare, e ben più stancanti.

Glory sapeva che con loro stava sparendo la propria sanità mentale, non se ne rendeva conto ma sapeva che stava accadendo. La terrorizzava realizzare che un qualcosa la potesse condizionare tanto da mutare il suo stesso comportamento e pensiero senza che lei neppure se ne accorgesse.

Sapeva che non le rimaneva molto tempo per tornare a casa.

Ma non si era preoccupata, non allora, quando era già arrivata a metà dell’opera.

Incompiuta… rimarrà incompiuta…”

Il piano era stato semplici, come lo sono sempre i migliori.

Una volta trovato il portale adatto Glory avrebbe cercato la chiave adatta per aprirlo. E l’energia emessa da un simile oggetto non era difficile da localizzare, meno evidente del passaggio stesso ma non impercettibile ai suoi sensi.

L’odore… il suo odore era così chiaro, così familiare…

Nostalgica della propria casa, Glory aveva deciso di localizzare precisamente l’ingresso del passaggio verso la propria dimensione prima di mettersi a cercare la chiave.

Lo aveva scoperto allora.

Kazen e Blefegh staranno ridendo…”

Quello non era il portale del passaggio che conduceva alla propria dimensione.

Non solo.

Quello era l’ingresso a decine le dimensioni.

Mai vista una cosa simile…”

Un solo portale per decine di passaggi.

Impossibile aprirne uno solo.

Accedere ad uno era accedere a tutti.

Neppure un Genio sarebbe stato capace di controllare un tale numero di passaggi.

Ed i tunnel incontrollati collassavano e con essi le dimensioni che collegavano. L’una sarebbe crollata sull’altra, mergendosi caoticamente, distruggendosi e trasformandosi fino a che non sarebbe rimasta una sola dimensione, insieme delle altre.

Aprire quel raccordo era firmare la propria distruzione, il proprio, totale, annichilimento. Un passaggio collassato tendeva a distruggere tutto quello che si trovava attorno od all’interno di esso.

Non sarebbe rimasto nulla di Glory.