ANIME GEMELLE
Autrice: Solitaire
Genere: Humor
Tipologia: One-shot
Rating:V.M. 14
Summary:
A volte, si è solo alla ricerca di uno spirito affine.
Disclaimer:I
personaggi appartengono a Joss Whedon
e agli aventi diritti. Giuro che li uso, poi glieli rendo. Ah, sì. La storia
non è stata scritta a scopi di lucro.
Xander
era gongolante.
Non
c’era altro termine per definirlo.
Seduto
a gambe incrociate su uno spuntone di roccia, osservava la scena che si
svolgeva in quella specie di anfiteatro (o tempio, o chiesa, o qualunque cosa
fosse) sotto di lui, e le due figure in tweed e pelle nera che parlavano
concitate, in modo assai poco consono alla loro dignità.
Se
il suo sorriso si fosse allargato ancora un po’, probabilmente la faccia gli si
sarebbe spaccata in due.
Aveva
anche delle buone ragioni, ma Angel trovava la sua
espressione di autocompiacimento decisamente irritante.
“E
credi che durerà?” chiese tetramente.
Il
ragazzo annuì convinto.
“Conoscendo
Giles, facciamo tempo a morire tutti di vecchiaia, te compreso, prima che si
stanchi. Quell’altro mi pare proprio uguale… Mi sa che possiamo smettere di
preoccuparci della Bocca dell’Inferno.”
Buffy,
sdraiata scompostamente in terra dietro di loro, emise una specie di miagolio e
si mise a sedere, ma i due erano troppo intenti a osservare quello che
succedeva per badarle.
“Sono
morta.” borbottò la ragazza.
“Non
sei morta. Hai bevuto un po’ di acqua fangosa e sei svenuta.” disse Xander distratto, poi si rivolse a Angel “Eddai, che è andato tutto a meraviglia! E tu che avevi
fatto tante storie. Giuro che la cosa più difficile è stato convincere te a
scendere qui.”
Angel
lo fissò con aria lugubre.
Ma,
tanto, neppure lui avrebbe potuto svilire il ragazzo raggiante.
“Che
hai da fare quella faccia?” esclamò Xander “Sembra
che ti sia morto il gatto. Non ti rendi conto che abbiamo adempiuto
al nostro compito?”
“Fare
i ruffiani?”
“Abbiamo
sventato l’apocalisse! E, per una volta, non è morto nessuno. E poi guardali! Sono
così felici. Mai visto nessuno andare d’accordo tanto in fretta. Non ti si scalda il cuore?”
In
effetti…
“Ho
il vestito sporco…” mugolò Buffy, guardandosi
tristemente la gonna.
“Sì,
sì… Non preoccuparti. Lo si lava.” disse Angel distratto, poi si rivolse a Xander “Sembrava una tale cazzata…”
“Ma
dai. Di mezza età, brutti, fissati, depressione galoppante, complesso di
persecuzione associato a quello di superiorità, nessuno che gliela dà… Era
lampante. Quei due sono fatti l’uno per l’altro! Bisognava solo farli
incontrare. Adesso che sono insieme vivranno felici e contenti in mezzo ai loro
libroni, gli passeranno tutte le ansie millenaristiche e, soprattutto, la
pianteranno di rompere i coglioni a mezzo mondo.”
Angel
doveva proprio ammettere di non avere mai visto il nonno tanto felice. Anzi,
aveva inserito la cassetta del Re Leone nel videoregistratore, cacciato il
telecomando in mano a Colin con l’ordine tassativo di non disturbare, poi aveva
portato sul tavolo una quantità enorme di rotoli, tomi e pergamene.
Ora
era semisepolto con Giles sotto il cumulo polveroso.
All’inizio
l’Osservatore non voleva seguirli. Ma con la storia che dovevano salvare Buffy, e Sunnydale, e forse il
mondo…
E
poi, dopo il primo attimo di diffidenza…
Le
voci dei due vecchi si alzavano e abbassavano.
Al
momento la conversazione verteva su un’importantissima questione.
Cosa
era più significativo come segno dell’imminente fine del mondo?
La
forma delle onde anomale in Papua Nuova Guinea, o il comportamento migratorio
delle cavallette del Benin?
Per
ora si limitavano a comparare le rispettive conoscenze, ma era chiaro che la
conoscenza non si sarebbe fermata a profezie e libri antichi. Quasi
distrattamente, una mano del Maestro si era posata amichevolmente su una spalla
di Giles.
Tutto
sembrava andare per il meglio, ma Angel non aveva
intenzione di abdicare dal suo pessimismo senza combattere.
“Se
fossimo arrivati un minuto più tardi, il Maestro sarebbe già stato fuori di qui
e…”
“Se…
se… se… Tanto non è successo nessun ‘se’. Tu stai solo
cercando un motivo per non darmi ragione!”
Angel
sospirò. Eh sì. Detestava proprio ammettere che Xander
aveva avuto ragione.
“Come siete carini.” mugugnò Buffy
con voce strascicata “Siete venuti a salvarmi. Nessuno era mai venuto a
salvarmi…”
Nessuno
le diede retta.
Xander
lanciò un’ultima occhiata a Giles e al Maestro e si alzò. Ormai lì non c’era
più nessun bisogno della sua presenza.
“Dai,
usciamo.” esclamò “Questo posto sa di muffa, e possiamo lasciarli soli. Vedrai
che in questo modo il tuo Maestro risolve anche i suoi problemi di pelle.”
Niente
lo faceva sentire meglio che avere ragione.
Tirò
in piedi Buffy e la spinse verso l’uscita della
caverna.
“E
adesso che facciamo, genio?” gli chiese Angel.
“Scarichiamo
Buffy a casa e poi andiamo a berci una coca-cola.”
Angel
inarcò leggermente le sopraciglia.
“Una
coca-cola?”
“Beh,
tu beviti quello che vuoi. Io sono ancora minorenne e devo limitarmi.”
Xander
fece per avviarsi lungo la galleria. Angel non si muoveva.
Sembrava
ci fosse ancora qualcosa a roderlo.
“Xander…”
“Sì?”
“Se
mi sbatti ancora una croce in faccia, ti ficco un paletto nel culo.”
Xander
alzò le spalle.
“Mi
sa che è piaciuto più a te che a me. Tu sei masochista.”
Chissà
perché, Angel ebbe la strana sensazione che Xander
non fosse innocente come voleva far credere.
Visto
che per stanotte non aveva niente di meglio da fare, poteva sempre cercare di
scoprirlo.
Fine