LA FEDE DI FAITH


 

Autore: Sonia

periodo: inizio sesta stagione di Buffy, se non sapete com'è andata a finire la quinta non leggete!

Summary: il corpo di Buffy è morto, ma la sua anima è persa da qualche parte. Per riportarla indietro ci vuole Dawn e il fiuto di un'altra cacciatrice...ma troverete anche tutto il cast di Angel.

Disclaimer: i personaggi non sono miei ma della WB

Pairing: Buffy/Angel

Rating: per tutti

Commenti e critiche sono ben accetti all'indirizzo folleria@tiscali.it


 

La fede di Faith


 

Faith si trovava davanti alla Scooby Gang quasi al completo. I loro volti erano segnati e infinitamente tristi, come se fosse successo qualcosa di molto grave. Lei era ancora frastornata da tutto quello che era capitato quella mattina. Era stata infilata in una macchina della polizia diretta in tribunale per l'ennesimo processo, ma nel giro di mezz'ora l'auto aveva avuto un incidente, due uomini l'avevano trasferita in un anonimo camioncino bianco e portata a Sunnydale. E ora si trovava là, davanti a tutte quelle facce conosciute, silenziose, cupe. Le sembrava strano che ancora nessuno avesse aperto bocca, ne era intimidita. Doveva esserci qualcosa sotto, ma non riusciva ad immaginare niente. Fu Giles a prendere la parola. "Ti chiederai come mai sei finita qua." "Direi che è una cosa un po' strana. A meno che il processo non si svolga in questo negozietto e voi siete la mia giuria. A questo punto vorrei almeno un avvocato!" "Non ti vogliamo giudicare. La giustizia si è già occupata di te, e sei stata in galera circa due anni. Probabilmente non sono abbastanza per tutto quello che hai combinato, ma abbiamo bisogno di te." "E vi fidate? Non mi pare che io sia una personcina raccomandabile. Anche se togliermi le manette è stata una mossa generosa." "Non lo so, qualcuno ha messo una buona parola per te e dice che sei cambiata. Che stai cercando di espiare i tuoi peccati, se così si possono chiamare. E noi di questa persona ci fidiamo." "Angel." "Sì, ma anche Wesley. Saranno qui stanotte, per aiutarci."

"Dov'è Buffy? Manca solo lei! Scommetto che non è molto d'accordo per questa rimpatriata..." "Buffy è morta. Da circa un mese." Il silenzio calò pesantissimo su tutti i presenti. Faith era all'oscuro di ciò che era successo, l'unica cosa di cui si era accorta era che Angel non andava più a trovarla tutte le settimane, e un po' si era preoccupata...ma non aveva pensato a Buffy. "Io...non so cosa dire...com'è successo?" Willow iniziò a piangere a dirotto, fu Xander a parlare lentamente, sorvolando sui particolari troppo dolorosi. Faith lo guardava, facendosi sorprendere da una lacrima. La morte era una costante della vita di una cacciatrice. Sapeva benissimo che non si sopravviveva a lungo con quel lavoro...Lei stessa ci aveva giocato sin troppo con la morte, vincendo sempre, ma rischiando di perdere la sua anima. Aveva fatto un duro lavoro su sé stessa e sulle sue emozioni in tutto questo tempo, cercando di riprendere in mano un'esistenza funestata dall'odio. Ma non sempre era stato facile. Angel era diventato il suo punto di riferimento, ma anche Wesley le era rimasto molto vicino, con la sua saggezza, i suoi consigli. Stava iniziando a ricostruirsi un'identità serena, malgrado il carcere, anche se i lati oscuri della sua personalità ogni tanto ritornavano a tormentarla. La strada era ancora lunga.

"Perché sono qua? È ammirevole la vostra voglia di perdonarmi, ma non capisco. Vi serve un rimpiazzo? Non dovrebbe comunque arrivare una nuova cacciatrice?" "In realtà no. Buffy era già morta, una volta, difatti il suo cosiddetto rimpiazzo era Kendra. Tu sei l'unica erede, e rimarrai solo tu. Ti abbiamo rapita per un motivo molto semplice: devi aiutarci a riportare in vita Buffy. Solo tu puoi farlo." Faith rise, e la sua voce riecheggiò per il negozio vuoto. Riportarla in vita, e come? Altro che la notte dei morti viventi! Questa era fantascienza, mica vita reale! "E come? Scusate, ma mi sembra veramente una boiata gigantesca...oddio, non mi sto tirando indietro, non sia mai, ma...è fuori di testa!" "Ora non ti possiamo spiegare tutto. Devi nasconderti. Sei comunque un'evasa e ti daranno la caccia, molto probabilmente proprio qui. Willow e Xander ti porteranno in un posto sicuro, noi ti raggiungeremo stanotte, quando arriverà Angel." Faith rimase interdetta, ma senza aggiungere molte parole si lasciò accompagnare dalla sua scorta verso il cimitero.

Entrarono nella cripta di Spike, dove il vampiro guardava la tv in religioso silenzio. Si alzò dal divano e fece accomodare la cacciatrice. "Ti conosco, William. Anche tu fai parte della gang ormai?" "Diciamo di sì. Quindi fatti passare la voglia di impalettarmi, o è meglio che cambi indirizzo, cacciatrice. Io dovrei proteggerti, almeno finché non torna il cavaliere nero. Questo significa qualcosa per te? Dicono che sei buona, adesso." "E tu lo sei? Quanto mi posso fidare di un sanguinario?" "Abbastanza tesoro. Rivoglio Buffy. E tu sei il vettore. Non ti sfiorerò neanche con un dito." "Peccato. Avevo quasi voglia di riniziare la caccia..."

Spike si allontanò di colpo. "Ehi, scherzo! Tranquillo! Non mi dire che anche tu credi a questa storia di riportare in vita Buffy?" "Non so quanto crederci, ma se c'è una possibilità la sfrutteremo. Ho bisogno di lei." "Ma che ci farà agli uomini questa Summers! Oddio, che ci fa ai vampiri! Fa strage di cuori che non battono...altro che ammazzarli..." "Attenta a come parli di lei!" "Ma come hai fatto ad innamorarti di una di noi, proprio tu che ne hai ucciso due?" "Lei è...era...speciale." "Ma stavate insieme?" "No, macché. Non è mai riuscita a scordare che mi manca l'anima...malgrado il chip..." "Mi sa che non sei il suo tipo. Forse preferisce i bruni... Non è possibile, ne parlo come se dovesse entrare in scena da un momento all'altro...non riesco a credere che sia morta..." "Non sei l'unica."

Il viso di Spike si rabbuiò ancora di più. Faith lo guardava stupita, era così strana quella situazione! Buffy morta e tutti impazziti che volevano riportarla in vita con chissà quale rituale voodoo. "Tu non sei mai stata amica sua, non è vero? So cosa tutto hai fatto. Sei stata perfida...e questo di solito mi piace in una donna...ma se qualcuno tocca Buffy..." "Ehi, ehi, ho capito! Vedi di sopportarmi per un po'. E poi non fare il santarellino con me, anche tu non hai la fedina pulita. Cambiando discorso, hai qualcosa da mangiare? Muoio di fame. Qualcosa che non sia rosso e vischioso, possibilmente..." "Tranquilla, i ragazzi hanno portato le provviste." "E se ne sono anche andati senza salutare. Che bello. Hanno bisogno di me ma mi trattano da schifo. Se poi scoprono che non gli servo, che mi fanno? Sto cercando di rimediare, ma sono abbastanza lontana dalla santità." "Riempiti lo stomaco e aspetta. Se riuscirai a riportare Buffy vedrai che ti faranno un monumento." "Già, basta che non sia alla memoria..."

Faith sprofondò sul divano sgranocchiando patatine e bevendo birra, guardando la vecchia tv in bianco e nero. Spike intanto la osservava quasi divertito...Il vettore. Chissà se Angel aveva ragione a fidarsi di lei per questa impresa. Non sapeva molti particolari, ma non gli importava più di tanto. Buffy doveva tornare ad ogni costo. Prese la sua tazza preferita, la riempì di sangue fresco e si sedette accanto a lei, iniziando a discutere sul programma da guardare...

Angel arrivò a notte fonda. Con gli altri si era sentito spesso al telefono ma non era più tornato a Sunnydale dal giorno del funerale di Joyce. Quella notte la riviveva all'infinito, le parole che si erano detti, quel bacio così spontaneo, così profondo, l'aspettare l'alba abbracciati sotto l'albero. Un momento triste e felice allo stesso tempo. Perché aveva dimostrato ancora una volta che c'era qualcosa tra loro, qualcosa che la distanza e il tempo non riusciva a cancellare. Neanche la morte. Dal giorno in cui Willow era andata a LA per comunicare l'orrenda notizia lui non aveva avuto pace. Aveva pensato a tante cose da fare, ma nessuna di queste poteva essere considerata costruttiva. Ma poi Giles e Wesley si erano visti, sentiti. C'era una remota possibilità di riportare Buffy in vita, e il suo nome era Faith. A quel punto organizzare il suo rapimento era stato facile, con l'aiuto di Gunn e un suo amico. Arrivò al cimitero, seguito da Wesley e Cordelia che non fiatavano. Rimase un attimo ad osservare quella lapide, così semplice, così...incredibile. Non lo credeva ancora, come tutti. Sfiorò il marmo scuro illuminato dalla luna, per poi dirigersi con decisione verso la cripta di Spike. Erano arrivati per primi.

Entrò silenziosamente, ma non riuscì a trattenere un sorriso. Faith e Spike stavano dormendo l'uno accanto all'altro, con la televisione accesa che mandava un vecchio film con Fred Astaire. La cacciatrice e il vampiro. Una storia vecchia. Fu Faith ad accorgersi per prima che era entrato qualcuno. Stropicciandosi gli occhi guardò prima Spike, poi Angel che sorrideva. Si alzò e gli corse incontro, rifugiandosi tra le sue braccia. Rimase così per qualche secondo, come se si sentisse protetta da quella stretta immortale. Spike si alzò stiracchiandosi.

"Ben arrivati. Fatto buon viaggio?"

"Non male. Qua va tutto bene?"

"Già." I loro sguardi non erano del tutto amichevoli.

"Forse è il caso che mettiamo da parte le nostre divergenze, non credi? " Il biondo che faceva il primo passo, non c'è che dire, era proprio cambiato.

"Okay. So che sei stato molto vicino a Buffy e che sinceramente ti interessa riportarla indietro, anche se sto ancora cercando di capire il motivo..."

"Lo stesso che hai tu, Angel. A meno che la signorina che stringi non sia la tua nuova fidanzata. E comunque dovresti smetterla di pensare a Buffy come tua proprietà esclusiva. Non lo è da un pezzo. Tu dove cavolo eri quando è saltata? Te lo dico io, non c'eri ad aiutarla. Io sì. E adesso vieni qua dalla grande città pieno di potere e pronto a comandare. Cosa vuoi, il tappeto rosso?"

"Vediamo di darci tutta una calmata. Non è così che riporteremo Buffy da questa parte." La tensione era piuttosto alta, e tutti se ne accorsero. Cordelia trovò il modo per sdrammatizzare iniziando a parlare delle modifiche che si potevano fare per rendere la cripta più accogliente.

Entrò il resto della gang, e quel posto sembrò decisamente troppo piccolo per contenere tutte le persone che amavano Buffy. Willow e Tara disposero tutti in cerchio e iniziarono a parlare del loro piano, mentre Xander teneva la mano ad un'esile Dawn. Malgrado fosse passato un mese, Anya zoppicava ancora. Angel guardò i suoi amici come se fosse la prima volta. Spike aveva ragione. Lui non aveva combattuto quella battaglia, non aveva idea di quello che fosse successo veramente, dentro e fuori di loro. Willow e il signor Giles spiegarono il loro piano. Inizialmente tutti sembravano attenti, ma dopo un po' la tensione prese possesso di quelle persone. Sembrava tutto così impossibile! L'anima di Buffy che era ancora in vita da qualche parte, persa in una dimensione parallela visto che Dawn aveva aperto l'accesso a tutti i mondi alternativi... Faith era l'unica persona che poteva entrare in contatto con quest'anima, proprio perché due cacciatrici dovrebbero quasi fiutarsi...come Buffy era entrata in contatto con lo spirito della prima cacciatrice tempo fa. E poi Faith doveva riportarla indietro. Scetticismo. Voglia di crederci nonostante tutto, proprio perché ognuno dei presenti aveva bisogno di lei, di Buffy. Ma quante erano le speranze?

Spike era appollaiato in un angolo, guardava tutto da lontano. "Forse ho problemi di comprendonio, ma Buffy è morta. Non è passata in un portale e basta. Tutti noi abbiamo pianto davanti al suo corpo. Tu mi parli di anima, ma come fai? Quando tornerà qua, cosa succederà? Le regaleremo un bel lenzuolo per non essere del tutto trasparente?" a questa affermazione nessuno seppe dare una risposta. Faith si alzò in piedi e prese a passeggiare per la stanza umida.

"Secondo voi, io dovrei entrare in contatto con lei, scoprire dove si trova, ammesso che lei lo sappia, e riferirlo, per poi riportarla qua. Come? Il sangue di Dawn ha aperto il portale e la morte di Buffy l'ha chiuso. Stavolta come si fa?"

"Te l'ho detto, bisogna scoprire dov'è, prima. Solo allora possiamo elaborare un incantesimo specifico per provare..." "State dando per scontato che la sua anima sia per così dire viva. Perché? Avete delle prove?" Angel voleva crederci, come tutti. Ma dopo un mese che lottava con se stesso cercando di accettare l'inevitabile voleva qualcosa di concreto per riaprire le sue speranze. Non voleva più vedere Buffy solo in sogno, si sarebbe dannato l'anima ancora una volta pur di vederla veramente. Ma voleva essere concreto.

"E' una mia sensazione. Profonda. S-so che è difficile da spiegare, m-ma lo sento." Tutti si voltarono verso Tara. Le sue parole risuonavano così ingenue, ma d'altra parte, malgrado le balbuzie, sembrava molto convinta.

La discussione continuò sterile fin quasi all'alba. Dopodiché si separarono per andare a riposare. Angel entrò nelle sua antica dimora. La sua vita era cambiata notevolmente negli ultimi anni, ma i ricordi erano ancora vivi e indelebili. Quasi non ascoltava Faith che parlava, continuava ad immaginare Buffy in quelle stanze, come tante volte l'aveva vista. Riportarla indietro. Tutto il resto non contava niente. "Mi stai ascoltando?"

"No, scusami. Mi fa un certo effetto tornare qua."

"Ci credo. Anche io sono un po' stranita dopo due anni di galera. Mi sembra quasi di non meritare di essere qui. Non ancora."

"Non devi pensare a questo. Hai l'opportunità di fare qualcosa di speciale, devi solo coglierla."

"Ho capito, ma mi sento la ruota di scorta. Solo una pedina necessaria per riportare qua la protagonista. A nessuno frega un accidente di me."

"A me importa, Faith."

"Non ne sono così sicura. Servo anche a te per riportare in vita il tuo grande amore. È così evidente che non hai mai smesso di amarla! Persino quando si è messa con Riley e ti ha spezzato il cuore tu sei rimasto a sperare nel suo ritorno, non è vero?"

"Faith, non è così facile da spiegare. Io la amo, la amerò sempre. Io e lei siamo uniti da qualcosa che va oltre la vita, la morte, le separazioni. Ma so benissimo che non potrò mai essere felice con Buffy. E non è solo per la maledizione." Lei sorrise. Il discorso era chiuso. Prese il libro che gli aveva dato Willow e prese a leggere.

"Non vuoi riposare? Un letto c'è."

"No, vai tu a dormire. Devo concentrarmi sulla missione, e questo silenzio può solo aiutarmi. Non ho sonno."

"Chiamami se hai bisogno di me."

Faith si immerse nella lettura. Lei poteva entrare in contatto con Buffy. Tempo fa si erano persino scambiate di corpo. Poi tutti i sogni che aveva fatto quando era in coma... Erano legate, okay. Ma il problema era farla uscire! Come? L'idea di Spike del lenzuolo l'aveva fatta ridere, ma sembrava quasi plausibile...Quella parte non spettava a lei capirla, l'avrebbero studiata i cervelloni. Stanca dalla lettura e dalla posizione scomoda si mise a passeggiare per la stanza. Era tutto pieno di polvere alta due dita, ma aveva ancora quel fascino sinistro che già altre volte l'aveva colpita. Entrò silenziosamente nella stanza da letto e rimase a guardare Angel. Dormiva, ma i sogni che lo tormentavano non erano sicuramente piacevoli. Si avvicinò e spontaneamente, senza riflettere gli accarezzò il viso. I suoi lineamenti si distesero improvvisamente, invocando il nome di Buffy. Faith ritrasse la mano, scappando via dalla stanza. Era strano come quell'uomo la facesse sentire. Lei aveva cercato di ucciderlo e lui l'aveva aiutata. Gli doveva molto. Lo amava molto. Dentro di sé sapeva che ciò che provava non era altro che riconoscenza. Un vecchio trucco: se mi vuoi un po' di bene riuscirò ad innamorarmi di te. Vecchi scheletri di bambina ferita. Come in un certo modo aveva amato il sindaco. Ora era Angel. Era sbagliato, lo sapeva. Ma molto spesso le sarebbe piaciuto essere Buffy per riuscire ad avere qualcuno che la potesse amare ed accettare per la sua natura bislacca di prescelta. Si sentiva in colpa. Anche Buffy aveva cercato di aiutarla. Lei spesso non aveva ricambiato, anzi...e adesso si ritrovava in quella strana posizione: di poterla salvare. In un solo gesto, riuscire a cancellare tutta la cattiveria, il male che aveva fatto a lei...e poi pensava a quell'uomo che stava sdraiato nella stanza accanto. Sentimenti contrastanti. Passione. Desiderio. Invidia. Amore. Odio. Doveva cancellare tutto e provare a purificarsi dalle sue colpe. Doveva farlo. Per la sua salute mentale. Gli altri volevano fidarsi di lei. E Faith doveva dimostrare di essere cambiata. La fede di Faith. Fede in se stessa, nel bene che sovrasta il male, nell'amore che sconfigge l'odio. Una fede da trovare. Ci aveva provato per due anni, ma ora doveva dimostrarla.

Si ritrovò seduta a piangere, sola con se stessa, sola come non mai. Angel silenziosamente la abbracciò da dietro, e lei prese a singhiozzare liberamente. Lui non aprì bocca, la lasciò fare, protettivo, dolce. Forse non era vero, qualcuno c'era accanto a lei. Ma non era suo, solo in prestito.

A pomeriggio inoltrato iniziarono l'allenamento. Faith doveva imparare a meditare ad un alto livello, a staccare la sua mente dal corpo e lasciarla librare leggera. Non fu difficile, si trattava solo di recuperare vecchi insegnamenti di qualche osservatore fa e perfezionarli.

Qualche giorno più tardi il rituale era pronto, e nel mezzo della notte tutti si ritrovarono insieme, nel covo di Angel. Le candele odorose, dalla luce soffusa erano disposte in una forma geometrica particolare. Ad ogni punta corrispondeva una persona che aveva amato Buffy. Willow e Tara rimanevano in piedi, camminando una in senso e una in una altro. Faith stava nel centro, spaurita e forte. Chiuse gli occhi dopo aver guardato chi gli stava di fronte. Iniziò il viaggio e la cacciatrice andò in cerca del suo simile. Passarono i minuti, passarono le ore. Le due streghe facilitavano il rituale con parole antiche e sconosciute. Faith cadde e il suo spirito abbandonò il corpo. Quando tornò in sé il suo sguardo era cambiato, le candele ormai consumate. Willow entrò e la raggiunse, sfiorandole la fronte. Faith parlò. "Ci sono riuscita. Ma c'è un cambiamento di programma" "Cosa vuoi dire? Hai visto Buffy? Sai dov'è?" "È qui con me. L'ho portata via."

Faith fu circondata. Tara fu l'unica a parlare "E' vero. C'è qualcosa di diverso nella tua aura. Come hai fatto? Buffy può parlare?"

"No, non può parlare. Ma la sento nella mia mente, dentro il mio corpo. Occupa uno spazio sempre più grande. Datemi da bere qualcosa e vi racconto tutto." Si sedette una volta ancora. I componenti della gang la toccavano come se fosse finta, o tornata da qualche galassia lontana. Niente era come se lo aspettavano. Erano tutti stremati dalle ore passate in silenzio, in attesa di notizie. Faith si riavviò i capelli con una mano e iniziò a parlare.

"Ho vagato molto, in posti che neanche potete immaginare. Ma ad un certo punto continuavo a sentire il mio nome e ho seguito quella voce. Mi sono ritrovata in un posto sospeso nel tempo, bianco, lattiginoso, vuoto. Lei era lì. Non chiedetemi come so che era lei, l'ho sentito e basta. Incorporeo, trasparente. Ma aveva la sua voce. Ho allungato la mano, una mano che neanche potevo vedere, e l'ho presa. Abbiamo discusso, se così si può dire, senza parlare. L'ho portata con me. Ed ora è qua. So che è difficile da credere, non ci credo neanche io. Sento la sua voce rimbombare nella mia mente, so che è con me. Avevate ragione, ho trovato la sua anima."

Tutti la guardavano straniti. Tutto sembrava incredibile. Volevano quasi delle prove, ma Tara e Willow non ne avevano bisogno. Abbracciarono Faith, piangendo a dirotto.

Lei aveva parole per tutti. Ma soprattutto per Dawn. La piccola stava in un angolo, incredula. Aveva preso la mano di Spike e la stringeva come un'ancora per la sua salvezza. Era dal giorno della morte di Buffy che non parlava, e non riusciva ancora adesso a proferire parola. Guardava semplicemente l'alieno che le stava davanti che diceva di essere la sua sorellona. Faith si avvicinò e iniziò a raccontarle qualcosa in un orecchio. Dawn iniziò a ridere felice e l'abbracciò. Gli altri le guardavano ancora increduli. Giles iniziò a parlare fitto fitto con Wesley. Qualunque cosa fosse successa tra le due cacciatrici, di sicuro non potevano convivere a lungo dentro un solo corpo...

Faith rimase ore a parlare con tutta la gang. Fu difficile convincere ogni persona della strana convivenza delle due anime. Ma le prove erano tante. Raccontò tanti eventi privati che Faith non poteva assolutamente conoscere. Ogni tanto il flusso delle parole si interrompeva e Faith rimaneva in ascolto della sua Buffy interiore. Era molto stanca, e infine decise di riposarsi. Però mancava qualcosa. Mentre gli altri lentamente abbandonavano il mausoleo, Faith cercava Angel. Non l'aveva praticamente visto da quando era tornata dal suo viaggio. Erano nuovamente soli. Nella sua stanza scorse il profilo del vampiro, al buio, seduto sul letto.

"Praticamente non mi hai neanche salutato. Direi anzi che mi stai evitando. Sbaglio?"

"No. Non sbagli."

"Che succede?"

"Dimmelo tu."

"Penso di averlo spiegato abbondantemente. Ma non so cosa succede a te."

"Diciamo che sono un po' confuso. Vedo te, che mi dici che hai Buffy dentro. È una cosa un po' strana, non credi?"

"La domanda è se mi credi tu. Pensi che sia uno scherzo? Un mio brutto scherzo? Vuol dire solo che non fidi di me. È così?"

"Non l'ho mai detto. Diciamo che questa situazione mi lascia perplesso. Non pensavo di rivedere Buffy in questo modo."

"Già, così neanche la vedi. Anche tu vuoi delle prove? Devo dimostrare anche a te che Buffy è qui?"

Angel si alzò e accese una candela, portandola vicino agli occhi di Faith. La guardò a lungo, e con una mano sfiorò il suo viso.

"Cosa vuoi da me, Angel? Cosa vuoi da Buffy? Riesce a vedere attraverso i miei occhi, a sentire attraverso le mie orecchie. E adesso ti sta guardando, come sto facendo io. È una situazione strana, hai ragione. Non solo per te. Tu chi stai guardando?"

"Non lo so." Rimasero ancora in silenzio a scrutarsi. Faith arrossì violentemente e infine distolse lo sguardo, portando una mano alla fronte con una smorfia di dolore.

"Che succede?"

"Una fitta alla testa. Forse sono solo stanca."

"Sdraiati. Io dormirò da un'altra parte. Anche se non credo proprio di riuscirci."

"Non vuoi dirle niente?" Angel sorrise, scuotendo la testa. Malgrado tutto rimaneva scettico, confuso.

"No, non credo. Le parlerò quando la vedrò davanti a me." Uscì dalla stanza lasciando la candela accanto al letto. Faith rimase in piedi ancora un attimo, per poi riportarsi la mano alla testa e massaggiarsi le tempie. Stava per avere un pessimo attacco di emicrania. Crollò comunque a dormire come un sasso dopo pochi minuti.

Angel non dormiva. Sentiva agitare strane emozioni. Tutto era molto complicato, troppo. Faith. Buffy. Insieme. Ricordava Buffy e i suoi sfoghi contro la sua antica nemica. La gelosia più o meno velata, l'odio. Quando era venuta a LA per proteggerlo da lei. Adesso convivevano allegramente. Non era molto credibile. Secondo Giles non era impossibile, tutti ci credevano. Voleva farlo anche lui. Il suo cuore si fidava delle parole di Faith, dei suoi occhi stanchi così addolciti. Era notte un'altra volta, e la sua aria fresca lo fece sentire meglio. Tornò alla lapide della sua amata, si sedette lì accanto e rimase ad aspettare chissà cosa, ad occhi chiusi. Dopo pochi minuti sentì un rumore e balzò in piedi.

"Sono io, non ti preoccupare. Ti pensavo vicino a Faith stanotte, a parlare fitto fitto con la tua Buffy ritrovata." Spike incedeva lentamente, con la sua solita aria strafottente.

"Sta dormendo."

"Beata lei. Che ci fai qui?"

"Penso, credo. Non lo so. E tu?"

"Stessa cosa. Chi l'avrebbe mai detto? Eppure quella brunetta c'è riuscita, Buffy è tornata."

"Non è lo stesso. Almeno non per ora."

"Vedrai che gli osservatori e le streghette riusciranno a toglierla fuori da lì. È solo questione di tempo. Che farai, poi?"

"Perché me lo chiedi, Spike? Dove vuoi arrivare?"

"Volevo solo sapere se ti toglierai dai piedi o no. Non c'è abbastanza spazio per tutti e due a Sunnydale."

Angel sorrise. Spike innamorato di Buffy. L'aveva capito da un pezzo, ma ancora non gli andava giù. In fondo lui aveva ragione. Amava la cacciatrice e dentro le sue viscere la sentiva ancora come una sua proprietà.

"La mia vita è a LA. Io non posso rendere felice Buffy. Non so perché diavolo ti racconto queste cose, Spike, ma tanto...tu credi che lei si innamorerà di te?"

"Ma senti il cavaliere senza macchia. Ma chi pensi di prendere per il culo? Appena la vedrai riprenderai a scodinzolare come un cagnolino, le farai girare la testa in modo che non si scordi di te per un altro decennio e poi andrai via spezzandole il cuore. Tu dovresti scomparire dalla faccia della terra, definitivamente. E probabilmente non servirebbe neanche questo." Spike si stava alterando notevolmente. Gesticolava, passeggiava nervosamente attorno ad Angel.

"Andrò via, William. L'ho promesso tanto tempo fa alla madre e lo farò. L'ho lasciata libera da tempo, lo sai. Ciò non toglie che l'amo più di ogni cosa al mondo. Credo che Buffy debba trovare una persona in carne ed ossa per costruirsi un futuro, come diceva Joyce. Di sicuro tu non sei adatto a questo." Spike non reagì molto bene a queste parole, cercò di colpire Angel, ma schivò il colpo. Si rialzò e provò ancora. La lotta sembrava una danza al chiaro di luna, tra due nemici della stessa forza.

"Piantatela immediatamente!" Faith comparve dal nulla, con una voce piena e strozzata allo stesso tempo. "Toglietevi immediatamente dalle palle!" I due contendenti si rialzarono confusi, come due fratelli scarmigliati beccati a litigare dalla madre.

"Io non..." "State zitti. Non voglio sentire una parola dalle vostre bocche. Tornatevene alle vostre tombe e smettetela!" Obbedirono, borbottando qualcosa. Faith fece la strada con Angel, mentre silenziosamente le lacrime scorrevano via. Stava piangendo molto ultimamente, non era proprio da lei.

"Da quanto eri lì a spiarci?"

"Ho sentito tutto o quasi, se è questo che ti stai chiedendo. Anche perché stavate urlando alla grande, se non ve ne siete accorti." Rientrarono nel mausoleo. Chiusa la porta Faith prese il primo soprammobile che trovò e lo lanciò contro Angel.

"Tu sei andato via per mia madre? E sei anche tornato per il suo funerale, a consolarmi! Non me lo hai mai detto, non ne ho mai discusso con te o con lei..." Un pesante piatto in bronzo seguì la stessa sorte del primo. "Tu non dovevi andartene! Mi hai fatto passare l'inferno! Dovevi rimanere! Dovevi restare dopo il suo funerale, magari non sarei morta l'ennesima volta...è tutta colpa tua!" Angel cercava di schivare i colpi. Gli sembrava di essere piombato nel mezzo di un litigio tra marito e moglie, ma non si era reso conto di essere sposato...

"Faith..."

"Ma quale Faith, idiota! Lei ti direbbe queste cose?" Con queste ultime parole riprese a piangere appoggiandosi ad una parete. Angel la raggiunse e le prese le mani. "Io non volevo farti del male, Buffy. Non l'ho mai voluto, credimi."

"Lo so. E so anche che andrai via un'altra volta. Qualunque cosa succederà. Non possiamo continuare così, Angel. Io divento pazza." Gli asciugò delicatamente le lacrime e il trucco che colava. Sentiva una morsa al cuore che non riusciva a decifrare. La stanza era illuminata fiocamente dalle braci del camino, e le ombre si mischiavano alle luci. Le loro labbra si incontrarono lievemente, ancora una volta. E tutto scomparve, la stanza, le discussioni, i problemi, Faith...Già, Faith. Angel aprì gli occhi e si separò da lei, guardandola come per la prima volta. Faith iniziò a massaggiarsi le tempie, per poi crollare come un sacco vuoto sul pavimento.

Giles arrivò nel giro di pochi minuti, accolto da Angel terrorizzato. Faith era sdraiata sul suo letto, pallida. Non aveva ancora ripreso conoscenza, sembrava profondamente addormentata. Angel spiegò l'accaduto e l'osservatore non proferì parola. Le cose stavano peggiorando, lui se lo aspettava. Buffy che prendeva il controllo del corpo di Faith e poi tutto questo. Si riprese all'alba, guardandosi attorno spaurita, con quasi tutta la gang ai suoi piedi.

"Che cosa è successo?"

"Sei svenuta."

"Ah...aspetta, mi ricordo...ero in sala e Angel...Buffy...qualcuno mi spieghi cosa mi sta accadendo."

"Non lo sappiamo con precisione. Come va la testa?"

"Fa male. Ho fame, però." Faith passò la mano sui capelli, lisciandoli appena. Sembrava ancora in stato confusionale, ma tutto sommato stava bene. Dawn era sdraiata vicino a lei, e le teneva la mano. Faith sorrise a quel gesto così dolce. Stava schiarendo rapidamente le idee. Ascoltava le voci dentro di sé, in silenzio, mentre Xander le offriva dei crackers.

"Faith, tu stai peggiorando. È stato un gesto molto generoso da parte tua portare qui Buffy con te, ma non potete stare nello stesso corpo. Stiamo cercando di elaborare un piano per separarvi prima che sia troppo tardi." Wesley era piuttosto serio.

"E' meglio se vi date una mossa. Non mi sono mai sentita così. Buffy sta meglio di me, ma non voglio che prenda il controllo un'altra volta. Anche se non so dove potete trovargli un corpo. O siamo ancora decisi per il lenzuolo?" accennò un sorriso che ottenne risposta solo dalla fragorosa risata di Anya. Che tutti guardarono male.

"Ce ne occupiamo subito. Tu cerca di riposarti. Che ne dici di venire a stare da noi?" Xander sorrise con una faccia buffissima. "Ho capito quello che intendi, ma no, sto benissimo qua. Per favore, vorrei parlare con Angel. Da sola. Datemi un minuto, poi farò tutto quello che volete." Uscirono dalla stanza. Angel era appiattito su una parete, lontano dagli altri.

"Scusami per ieri notte, non so cosa mi è preso. Mi sento tremendamente in colpa per aver fatto ciò che ho fatto e..."

"Stai zitto. Guarda che non sono un'idiota. Non è colpa tua. E neanche di Buffy o mia. Doveva succedere. Tra voi succede sempre, vero? Fuoco e fiamme, passione. Non ti sto rimproverando niente. Pensa che mi sento io in colpa. Avrei potuto impedirlo, ne avevo la forza. Ma siccome sono la solita Faith mi sono goduta il momento, in silenzio. E mi sono messa un'altra volta tra voi due. Ho assaporato il bacio che mi hai dato, rubandolo all'anima che ospito. Hai baciato Buffy e hai baciato anche me. Che buffo. Un'altra volta. Come quando sono andata a letto con Riley. Sono convinta che è stata lei alla fin fine a farmi del male, a farmi svenire. Perché ha capito qualcosa che troppo spesso ho tenuto nascosto. Volevo baciarti, volevo essere baciata con amore. Con quella cosa strana che io conosco di sfuggita e che vedo nei tuoi occhi ogni volta che parli di lei. Ieri mi hai guardata così." Angel rimase impietrito, mentre lei prendeva fiato e beveva del succo d'arancia.

"In fondo non sono cambiata tanto, vero? Prendo ciò che non è mio, ingannando la gente. E voi tutti qui a farmi le feste, a preoccuparvi per me. Sai cosa sta succedendo dentro la mia testa? Lei è incavolata nera. E vuole uscire. Sento quello che sente lei, e adesso è valido anche il contrario. Prende sempre più spazio. E non le piace affatto. Perché ora sa che mi sono innamorata di te. Una delle mie azioni sbagliate. Da perfetta idiota. Devo liberarmene, Angel. Devo liberarmi di tutti voi, delle vostre esistenze idilliache, del vostro amore. Ho cercato di essere come voi, ma è solo una sporca imitazione. Ho un cuore. Ho un'anima. Diversa dalla vostra. Voglio andar via di qua, non m'importa se ciò comporta ritornare in galera o rifarmi una vita a Timbuktu. Non vi voglio più vedere. E questo comprende anche te."

"Non so cosa rispondere a tutto questo." Angel si sedette sul letto, fissando la punta delle scarpe.

"E' meglio se stai zitto. Non voglio essere compatita. Lo so fare abbastanza bene da sola. Non dire niente agli altri, non voglio giustificarmi con loro. Ti amo, Angel. Ma sono come Spike. So che non ho speranza e tengo tutto chiuso a chiave. Ma non sprecare la tua vita lontano da lei, non ve lo meritate."

"Non è così semplice."

"E lo dici a me? Pensi che sia semplice parlarti in questo modo? Sentire tutto quello che sento? Le mie emozioni, quelle di Buffy...voglio andare via. Voglio una vita mia. Dopo questa avventura penso proprio di aver fatto il pieno di dolore per un altro decennio. Adesso vattene e lasciami riposare. Non voglio parlarne mai più."

Angel ubbidì senza fiatare. Quando entrò nella sala trovò tutti ad aspettarlo in silenzio. Si sentiva un po' sotto esame. Xander stava per parlare, ma Anya lo zittì subito. Willow aprì un grosso libro e iniziò a parlare del suo piano.

In realtà l'idea era di Anya, ma le streghe avevano trovato il modo di concretizzarla...La chiave era Dawn, ovviamente. La conclusione logica era che Dawn e Buffy avessero lo stesso sangue. Quando Dawn era stata creata dai monaci per proteggere la chiave da Glory, avevano usato il sangue di Buffy, con delle piccole variazioni genetiche che permettevano le differenze fisiche. Certamente era impossibile per Willow e Tara riuscire a compiere lo stesso incantesimo per ricreare Buffy, ma con un po' di fortuna e l'aiuto di tutti forse si poteva fare qualcosa. Il problema fondamentale era il tempo. Quello scarseggiava. E anche se Willow ci stava lavorando da un pezzo ancora non era tutto pronto. C'era bisogno di ogni persona presente. Perché tutti avevano amato Buffy e la chiave per la salvezza, per l'evocazione, era proprio l'amore. Di amici, di amanti, di padre. L'amore di cui Buffy era piena, che gli aveva permesso di avere il suo regalo, la morte. Prima di ogni cosa ci voleva qualcosa di biologico legato a Buffy, e ciò voleva dire riesumare la salma...la gang rabbrividì al solo pensiero.

"Non c'è bisogno." Parlò Spike dal suo solito posto defilato. "Ho dei suoi capelli" Il vampiro aprì un medaglione che portava al collo, di cui nessuno si era accorto prima. Un ritratto che lui stesso aveva fatto, e nel sottofondo una ciocca color oro. Ora era lui al centro dell'attenzione.

"Ma quando...lo hai fatto?" Xander era inorridito. "Vedi di tapparti la bocca, scolaretto. Sono affari miei." Willow tirò un respiro di sollievo, non se la sentiva proprio di mettersi a scavare per trovare la bara della sua amica. Che importava se Spike aveva quella specie di feticcio...

"Dawn, abbiamo bisogno di te." Anya si avvicinò alla ragazzina, prendendole le mani con un sorriso rassicurante.

"Chiedetemi qualunque cosa...è colpa mia se è morta!"

"Non devi dire questo. Lei ti ama tanto e tu lo sai. Ma oggi ti chiediamo di contraccambiare quell'amore. Tu sei una ragazza, ma anche pura energia. A noi serve l'uno e l'altro. Il tuo sangue e il tuo potere." Anya parlava lentamente e con dolcezza. Sembrava quasi irriconoscibile, materna.

"Io non conosco i miei poteri." Dawn abbassò lo sguardo. Aveva una gran paura di portare tutto al fallimento...

"Ma noi stiamo imparando a conoscerli. Sono immensi e ancora grezzi, ma tu ci puoi aiutare veramente. Faith è stata il vettore per riportare l'anima di Buffy. Ma tu sei la mano e l'energia che porterà a termine l'opera. Devi crederci. Fidati di noi." Anya abbracciò la ragazzina, mentre tutti gli altri, commossi, cercavano di pensare ad altro per non mostrare la loro commozione.

Era quasi arrivato il momento di agire.

Dopo tante discussioni la gang si trasferì in casa Summers, mentre rimasero al riparo dal giorno Spike e Angel, a vegliare Faith.

"Un giorno mi racconterai cosa è successo stanotte." Angel non rispose. L'ultima cosa di cui aveva voglia era sentire la paternale del suo vecchio amico. "Non ho voglia di discutere, Spike. Non oggi." Rimasero per ore seduti nella stanza, in silenzio, finché non arrivò Cordelia, vestita con colori sgargianti, sorridente, con un thermos gigante.

"Buongiorno, figli della notte! Siccome nessuno pensa mai a voi, ho fatto una piccola scorta! Sangue per tutti! L'ho anche scaldato al microonde, una delizia per i vostri palati! Beh, per me va meglio un succo d'arancia!" I due vampiri scoppiarono a ridere e la bella Cordy li seguì a ruota. Ormai era ora di pranzo e Faith resuscitò dal suo letargo, affacciandosi alla porta.

"Buongiorno anche a te, Faith! Ho portato uno spuntino, ma anche tante belle cosucce per noi femminucce..." La cacciatrice guardò la ragazza come se fosse appena sbarcata da Marte, ma accolse con piacere l'insalata di riso e il succo di frutta. Mangiarono voracemente tutto quello che c'era nel cesto. Le due donne tornarono poi in camera da letto, e Cordy iniziò l'amorevole restauro, con ceretta, trucco, creme...rimbambendo la cacciatrice con dettagli frivoli sulle nuove tendenze.

"Perché fai tutto questo? Per me o per Buffy?"

"Perché mi piace farlo. E se stai meglio con te stessa tutto migliora, non credi? Stanotte ho avuto la consapevolezza del tuo dolore. Ho pensato a come starei io con Summers dentro di me...aiuto! e allora perché non distrarsi? Tanto qui non ho niente da fare, non capisco molto di incantesimi e cose di questo tipo. Però mi intendo di trucco e capelli. E mi sa che tu ne hai bisogno! " Il suo sorriso era disarmante.

"Non sono mai stata molto femminile."

"Lo so, lo so. Ma dovresti. Guarda, mi sto sforzando di rispettare i tuoi gusti...o almeno ci provo...e poi se riesco a strapparti un sorriso ho già raggiunto un traguardo! L'unico problema è che in questo postaccio non c'è neanche uno specchio..."

"Non importa, mi fido di te. Sono cose che non mi hanno mai interessato, sai? Se volevo un uomo mi bastava allungare la mano e prenderlo..."

"E' una cosa che ho fatto spesso anche io. Ma non sempre serve. Alla fine è difficile che qualcuno ti apprezzi veramente per quello che sei, e allora lo faccio per me stessa."

"Sei innamorata, Cordelia?"

"No! Beh, qualcuno direbbe della mia immagine...ma sono cambiata, ormai. Tu invece sei cotta!"

"E' così evidente?"

"Lui è bellissimo. La prima volta che l'ho visto mi sono buttata a peso morto, pensavo di conquistarlo facilmente. Ma non mi ha neanche guardato. È andato da Buffy e ho visto subito cosa c'era tra loro. Ehi, non mi sono arresa subito! Ero molto sicura di me...invano. Ora ci rido sopra, era solo un capriccio da sedicenne.. Adesso siamo amici. È un fratello per me. Hai suoi lati oscuri, eccome. Però è speciale. Ha fatto tanto per me, per Wesley. Per te. Ci sarà sempre lei nei suoi pensieri. Viva o morta non conta. Che dici, andiamo a farci vedere da quei due?"

Faith non fiatava. Guardava le unghie appena laccate e pensava. Willow bussò delicatamente e sorrise alla vista delle due ragazze così agghindate.

"Noi ci stiamo preparando per l'incantesimo. Forse è meglio se venite di là." Erano tanto prese dalle loro chiacchiere che non si erano accorte del loro arrivo.

La cacciatrice si alzò e provò subito una fitta alla testa. Era come se Buffy urlasse la sua gioia ma anche la sua ansia. Barcollò un attimo e Cordelia la sorresse. Poi riprese fiato e si avviò, senza sentire una parola di quello che dicevano le ragazze. Davanti a sé vide ancora una volta la gang tutta riunita, seduta per terra. Al centro c'erano un sacco di gingilli strani, libri, pietre...si sentiva quasi ubriaca, ormai era consapevole del fatto che stava perdendo le forze, stava lentamente soccombendo. Doveva reagire, stringere i denti. Le streghe l'avrebbero liberata, poi la fuga, l'unica soluzione possibile. Sentiva chiaramente i pensieri di Buffy, ora la conosceva come nessun altro. Guardava dolcemente Dawn e il suo cuore si riempiva di tenerezza. Vedeva Giles come quel padre che negli ultimi anni era scomparso nell'ombra. Xander e Anya amici giocosi e buffi. Willow e Tara, l'amore perfetto e profondo. Spike, imbronciato, curioso come un gatto e pericoloso come una tigre, ma ormai domestico...Angel....

Si accorse che qualcuno stava parlando dopo un bel po'. Nel frattempo sistemavano l'armamentario. Tutto il resto diventava nebbia sottile attorno a lei. Ancora un po' e tutto sarebbe finito, doveva resistere, mancava poco. Si ritrovò ancora una volta al centro del cerchio, ma stavolta non era sola. Dawn era di fronte. Era poco vestita e sembrava tremare dalla paura. Faith le sorrise, ma non riuscì a fiatare. Ai lati si sedettero Willow e Tara, che a turno iniziarono a spiegare il procedimento. Tutte le altre persone avevano formato un secondo cerchio che racchiudeva il primo. Al centro si trovava un cristallo catalizzatore di energia, la ciocca di capelli di Buffy, un coltello dalla lama ricurva. Le indicarono di chiudere gli occhi e lei lo fece.

Il respiro si fece lento e profondo, ritmato. Il suo corpo si rilassò lentamente, focalizzandosi su un'immagine di fiume che scorreva lentamente, placido, sereno. Sentiva il rumore dell'acqua cristallina chiaramente, i profumi della primavera, il ronzio delle api. Ogni suo muscolo divenne pesante e allo stesso tempo leggero, come se stesse per prendere il volo. Intorno a lei, anche se non poteva saperlo, ognuno si muoveva secondo il compito assegnato. Tara accompagnava il rilassamento di Faith con parole suggestive pronunciate con un caldo tono di voce, cantilenante. Anche Dawn seguiva lo stesso procedimento, visualizzava il fiume e si lasciava trasportare dalla corrente. Quando raggiunse la calma interiore Willow incise i polsi della ragazza, senza procurarle dolore, avvicinando il cristallo e impregnandolo del liquido vischioso e caldo. Ogni partecipante si alzò dal suo posto. Ad uno ad uno raggiungevano Faith e Dawn, portando in dono ciascuno qualcosa di personale che ricordava Buffy, mettendolo al centro del cerchio virtuale. Le due ragazze unirono le mani con l'intervento di Willow. Il contatto fu come una scossa tra le due. Dawn fu quasi trasformata, l'essenza di pura luce ed energia si liberava e diventava brillante, di un sereno color verde smeraldo. Tutta la gang era tornata al suo posto. Occhi chiusi. Mani nelle mani. Tutti dovevano immaginare Buffy come la ricordavano nel momento più bello, nell'istante in cui l'avevano amata di più, invocando mentalmente la sua presenza. Nessuno vide come accadde, ma Faith e Dawn vennero proiettate al di fuori dei due cerchi, verso le pareti. Willow aprì gli occhi per prima e rimase impietrita: Buffy era lì, nuda, immobile e in posizione fetale. Anche gli altri rimasero in silenzio. Giles fu il primo ad alzarsi e a coprirla amorevolmente con la sua giacca, per poi prenderla in braccio e trasportarla sul letto di Angel. Le parole sembravano morte, e non solo quelle. Angel si alzò per controllare Dawn e Faith. La ragazzina era affannata ma sorridente, un po' acciaccata. Faith aveva perso i sensi. Lui cercò di rianimarla, invano. Rimaneva lì, pesante e bella come una bambola abbandonata. Respirava ancora, ma come se fosse ad un grado di regressione ipnotica molto profondo.

Giles uscì dalla stanza sorridendo: Buffy era tornata, intorpidita, ma stava bene. Aveva bisogno di riposo, ma era cosciente. Tutti si precipitarono a vederla. Tutti tranne Angel. Sollevò Faith e adagiò il suo corpo sopra il tavolo, togliendole amorevolmente i capelli dal viso, medicando una ferita alla mano. Lavorava come un automa, mentre sentiva gli altri nella stanza accanto ridere, scherzare. Giles si avvicinò sorprendendolo alle spalle.

"Come sta?"

"Non lo so. Mi fa paura vederla così. Era troppo debole per quello che abbiamo fatto stasera. Bisognerebbe portarla in ospedale." Continuava a tremare, stringendole una mano. Sembrava più lui bisognoso di un medico, Faith dormiva placidamente.

"Il battito è lento e regolare. Probabilmente si rimetterà presto. Se la portiamo in ospedale la polizia sarà lì ad aspettarci. Provo a fare una telefonata, c'è una persona che mi deve un favore..." Angel annuì, ma allo stesso tempo cercava di scuoterla appena per provare a svegliarla.

"Perché non ti dai una calmata, intanto, e vai da Buffy? Sono sicuro che sarà felice di vederti."

"Non me la sento, non ancora."

"Non scappare, Angel. Non farlo." Giles si allontanò.

Calavano le tenebre. L'atmosfera irreale di quel posto sembrava ancora più tetra. Arrivo il medico discreto chiamato da Giles e visitò le due ragazze. Stavano abbastanza bene e ordinò riposo assoluto per tutte e due. La gang andava via alla spicciolata. Rimasero solo Angel e Dawn. Faith non aveva ripreso conoscenza, ma le parole del medico erano state un toccasana. Comunque non era in coma, era solo distrutta. O forse scappava da chissà cosa. Scappare. Le parole di Giles. Angel aveva una gran voglia di mollare tutto e tutti e andar via lontano, fuggire da quella tensione che non lo faceva stare tranquillo. Aveva sistemato una specie di giaciglio per Faith, e gli stava ancora accanto, spiando ogni tanto i suoi impercettibili movimenti. Continuava a pensare alle parole che gli aveva detto, a quella dichiarazione d'amore così scioccante. Senza neanche accorgersene si appisolò, un sonno lieve e inquieto.

Fu Buffy a svegliarlo. Stava di fronte a lui, con un buffo pigiama da bambina che le aveva portato Dawn. Angel non riusciva ad aprire bocca. La guardava come se fosse un sogno...

"Ciao." Buffy si sedette per terra vicino a lui

"Ciao. Non dovresti riposare?"

"Non ci riesco. Ho riposato abbastanza nell'ultimo mese. Non ti sei neanche avvicinato alla mia stanza. Pensavo fossi già andato via."

"Sono qua."

"Lei come sta?"

"Dorme profondamente. Non si è mai svegliata."

"Ti va di fare una passeggiata? Ho bisogno di un po' d'aria. Non ti preoccupare per Faith. Nell'altra stanza ci sono Dawn e Spike, nel caso accorreranno in un secondo."

"Spike? Pensavo fosse andato via."

"Macché. Sono uno spettacolo. Dawn dorme nel tuo letto e Spike è sulla poltrona, attaccato alla mia sorellina...hanno sempre avuto un rapporto speciale, quei due. Devo preoccuparmi, secondo te?"

Angel sorrise divertito. "Chi lo sa. Adesso sembra un agnellino, il nostro sanguinario."

"Io ho paura per il lupo che c'è in lui, e quello mica bela..."

"Comunque non mi va di allontanarci, preferisco rimanere qua fuori. Ti spiace?"

"Direi di sì. Direi che sono gelosa di tutte queste attenzioni che hai per lei. E a me neanche mi calcoli." Il suo viso si fece improvvisamente serio.

"Lei non ha nessuno. Lei sta male. Tu sei il ritratto della salute."

"Anche troppo! Sai che sono scomparse anche le cicatrici che avevo? Non ho più neanche il segno del tuo morso. Pensa che prima dovevo nasconderlo con il fondotinta..." Scostò i capelli dal collo con un gesto palesemente seduttivo. Angel la guardava fisso negli occhi con un sorriso obliquo.

"Non mi chiederai di rifartelo?"

"No, grazie. Però era un bel ricordo, se così si può chiamare. A proposito, questo è tuo." Buffy porse l'anello che aveva al dito. "L'hai usato per il rituale, vero? Mi sta un po' grande."

"Già, il tuo penso che sia..." "Non me lo ricordare. Sepolto. Il tempo è passato in un lampo in quella specie di dimensione. E adesso sono qua nuovamente. Mi sembra incredibile. E devo ringraziare Faith...chi l'avrebbe mai detto?"

"Lei è molto cambiata, Buffy."

"In un certo senso sì. L'ho capito quando abbiamo condiviso...beh, insomma, quando convivevamo...Però alcune cose non mi hanno convinto del tutto. C'è una rabbia in lei che non so...spiegare, ecco."

"Non è facile la vita per lei. Non voglio dire che tu sia più fortunata, ma dovresti cercare di capire che..."

"Sì, ho capito. Te l'ho detto, sono solo gelosa..." Buffy sorrideva e giocava con il suo pigiama.

"Per questo l'hai fatta svenire? Le hai causato l'emicrania e tutto il resto?"

"Ehi, piano con le accuse...E' anche colpa tua, cosa credi?"

"Perché? Perché ti ho baciata? Perché ho baciato lei?"

"Certo che si ritrova un buon avvocato! Okay, ho sbagliato, scusa. Poi, non è che mi rendessi conto di quello che facevo, e...ho sentito una forte rabbia e...è successo. Basta."

"Devi chiedere scusa a lei, non a me." Angel guardò Faith che si rigirava nel suo giaciglio.

"Lo farò, promesso. Le devo la vita, non sono un'ingrata. E poi te l'ho detto. Ho capito tante cose di Faith in questi giorni... Ma ora possiamo parlare d'altro? Ti prego, usciamo..." Angel sorrise divertito. Rivederla, starle accanto. Gli sembrava ancora di sognare. Si alzarono in piedi e uscirono dal mausoleo. Buffy gli prese la mano, spontaneamente.

"Che dici, se incontriamo qualche vampiro lo spavento con questo pigiama?"

"Potrebbe morire dal ridere..." Ridere. Finalmente. Gli sembrava di essere tornato indietro a tre anni fa, quando niente poteva presagire quello che sarebbe successo, e ancora erano una coppia, strana, ma una coppia...

"Ho talmente tante cose da dirti che non so da dove iniziare." Con un balzo Buffy si sedette su un muretto, sempre sorridendo. Ma c'era un'ombra nei suoi occhi, che fece abbassare lo sguardo ad Angel. Erano così vicini...

"Chi vuoi sentire per primo, il mio cuore, il mio corpo o la mia mente?" Un lieve vento faceva ondeggiare i capelli di Buffy. Sembrava proprio una bambina...

"Che ne dici di fare in ordine alfabetico? Così non offendiamo nessuno..." Angel ridacchiava divertito.

"Okay, buona idea. Allora, fammi pensare, viene prima ciò che sente il mio corpo..." Buffy sfiorò il viso di Angel, avvicinandosi. Gli accarezzava i capelli, guardandolo fisso negli occhi. Baciarlo fu la cosa più naturale del mondo, e tutti e due si estraniarono da quel posto di dolore, per tornare nel passato, nel culmine del loro amore perduto...

quegli attimi sembravano non finire mai, e la passione prendeva il posto della dolcezza. Mani affamate da troppo tempo esploravano centimetri di pelle, bocche assetate bevevano ogni goccia di passione. Risvegliarsi fu difficile... Le parole non servivano a molto. La paura di quello che avevano fatto era sempre là, ma la voglia di cogliere quegli attimi e conservarli gelosamente era più forte di tutto il resto...

"Direi che il mio corpo si è espresso al meglio...Ora tocca al cuore. Questo è un po' più complicato...non so da dove iniziare..." Lui la guardava sorridendo, tenendole le mani.

"Ma se mi guardi così tutto diventa più facile. Ti amo. Senza tanti giri di parole. In questi giorni continuavo a guardarti, ad ascoltare ciò che sentivo dentro di me, ciò che provavo...ciò che sentiva Faith..." Buffy si rabbuiò un attimo. "E' come se il tempo si fosse fermato. Per me non è cambiato niente, malgrado non stiamo più insieme da due anni...quando sei venuto per il funerale di mia madre sei stato l'unica parentesi serena. Rivederti mi ha fatto capire tante cose...quel bacio...insomma, non me ne frega un accidente di niente e di nessuno. La vita è dannatamente breve ed io voglio stare con te. Per sempre." Gesticolava quasi arrabbiata, per farsi capire meglio.

"Che ti dice la tua mente?"

"So che abbiamo una missione. Tu la tua ed io la mia. Che non possiamo permetterci di essere egoisti e pensare solo a noi stessi. Che dovresti andare via stanotte stessa, tornare a soccorrere le anime perse di Los Angeles, mentre da domani io tornerò a caccia...perché la storia tra noi non ha nessuno sbocco...e...dovresti portare via con te Faith. Aiutala. Ha bisogno di te." Angel non riuscì più a guardarla negli occhi. Sapeva benissimo che aveva ragione, che tutte le parole che aveva pronunciato corrispondevano ai suoi travagli interiori. Che quella era l'unica soluzione... Lei continuava ad accarezzargli i capelli, dolcemente. Ad un certo punto Buffy si porto la mano alla testa con una smorfia di dolore.

"Che succede?"

"Faith! È come se..."

"Se io fossi dentro di te, non è vero?" Faith si avvicinava camminando lentamente. Con un balzo staccò un ramo lungo e sottile da un albero e iniziò a spogliarlo dalle foglie. "Pare che io e te siamo ancora in contatto, non è buffo?"

"Che cosa vuoi dire?"

"Semplice. Pensavo di sognare, di immaginare voi due che parlavate qua fuori, che vi baciavate...ma poi mi sono svegliata e mi sono resa conto che vi vedevo, vi sentivo semplicemente. Sono dentro la tua testa. È qualcosa che diventa sempre meno forte, meno potente, ma c'è ancora. Stessa cosa vale per te. Cosa sto provando io adesso, Buffy?" Adesso era ad un passo da loro.

"Rabbia. Dolore. Per noi, ma anche gioia..."

"Già, risposta esatta. Ma guarda i piccioncini. Sempre a fare gli eroi, vero? Sacrifichiamoci per il bene del mondo, crepiamo per l'umanità....sempre la stessa storia. E io che pensavo di imparare molto da voi. Credevo che tu, Buffy, potessi essere un esempio per me, per riscattare le mie colpe, il mio dolore. Ma io non voglio essere come te. Penso di averlo appena scoperto. Non vorrei mai gettare alle ortiche tutto ciò che ho di bello per la patria. Ma guardatevi un attimo. Separati dal destino? No, cari. Da voi stessi. Siete in fuga dalla felicità, e non venitemi a parlare della maledizione. Sfidate la morte ogni giorno, cosa vuoi che sia un pericolo in più?" Faith era lì. Pallida, in piedi di fronte ad un albero. La luna le dava un aspetto sinistro, quasi un fantasma sbucato fuori dal nulla. Si avvicinava lentamente, con la sua andatura da spavalda. Arrabbiata.

"Sapete che cos'è l'egoismo? Quello sano, non parlo degli eccessi. È semplicemente cercare un po' di serenità per sé. Stare meglio con se stessi, avere una parte di vita tutta per voi."

"Faith..."

"Stai zitto, Angel. io sono una grande egoista, lo sono sempre stata. E rinunciare a ciò che voglio è piuttosto difficile per me. Ma se lo faccio devo avere un motivo." Stava barcollando ma continuava ad urlare, brandendo il ramo come una frusta. "Ti ho riportata qua, tesoro, non è stata una passeggiata. Ho lottato con me stessa, con la voglia di spaccarti la faccia, con la mia schifosa gelosia, tutto per essere una persona migliore. E poi a che serve? Santa Buffy da Sunnydale, questo vuoi diventare? Alla terza morte chi ti farà risorgere? Sveglia, la vita è sempre e solo una. Cerca di riacciuffarla, ne hai la possibilità. Guarda chi hai davanti, e guardalo bene. Volete continuare così? Per quanto? Ora lui saltella via, mantiene la promessa alla mammina e torna a casuccia. Poi succede qualcosa, vi rivedete e torna tutto da capo. Però no, non stiamo insieme...mostriamoci al mondo doloranti e sofferenti, cerchiamo qualcun altro che ci può far stare tranquilli per un po'. Poi tanto rinizia tutto da capo." Faith era ad un passo da loro.

"E' così? Questo è quello che volete?"

"E tu cosa suggerisci, sapientona? Sai bene che cosa vuol dire essere la prescelta, non te lo devo spiegare io." Buffy saltò giù dal muretto, mettendosi di fronte a Faith e spingendo Angel lontano.

"Cos'ha detto il tuo cuore prima? Te lo ricordi ancora? O era solo un modo per far crepare il bel vampiro? Buffy, sveglia. So cos'hai dentro. E tu sai cosa provo io."

"Rabbia. Perché? Ciò che succede tra noi sono solo affari nostri, Faith. La convivenza è finita, riprenditi la tua vita."

"Ma è proprio quello che voglio fare! Anzi, vi ringrazio per avermi fatto capire quello che sono! Non sono come te, Buffy. La mia invidia non serve a molto, lo so. Avrei fatto di tutto per compiacere Angel, per essere buona come te. Per averlo." Faith si girò verso Angel e gli accarezzò delicatamente il viso. Buffy le afferrò il polso, stringendo. Faith rideva divertita, con uno strattone si liberò dalla presa.

"Ma ormai non me ne frega niente! Se essere buoni vuol dire rinunciare all'amore, meglio una buona dose di cattiveria...non capisci? Sono andata oltre! Meglio di anni di terapia! So che non lo avrò mai, e mi fa ridere il fatto che anche tu vuoi punirti, rinunciando a lui per le tue rotelline cerebrali che girano al contrario, per poi essere gelosa marcia se qualcuno si avvicina...lo consideri sempre una tua proprietà, vero?"

Buffy guardava Angel. le parole di Faith suonavano come un pugno allo stomaco. Avevano la loro dose di verità, abbondante.

"Ve l'ho detto, sono meglio di voi due tesorini, sempre in fuga dal mondo... Ma vi ringrazio, ora mi conosco meglio. Ora so quello che voglio. E non è essere la tua fotocopia. Ho ritrovato la fede in me, Buffy. Non sono poi così male se riesco a non idealizzarvi più, a vedere le vostre lacune." Con una facilità estrema spezzò il ramo che aveva in mano in due pezzi, gettandoli a terra.

"Ora tolgo il disturbo, signori. Non so dove andrò, ma più vi starò lontano meglio sarà. Con quello che è successo oggi direi che siamo pari, che non vi devo più niente."

"Cosa farai, Faith?" Angel sembrava preoccupato.

"Non ti preoccupare, non ammazzerò nessuno. Il mondo è pieno di Bocche dell'Inferno, non credete? Non staranno solo in America! Tornerò ad essere una cacciatrice, è il mio destino. Ma voglio anche crearmi una vita mia. E ora so come fare. Basta essere me stessa. La nuova me stessa." Faith sorrideva. Si avvicinò a Buffy e l'abbracciò con trasporto. "A proposito, bentornata...!" Gli occhi divennero lucidi di pianto. Sapeva che era un addio, lo sapevano entrambi.

"Addio, Angel." Il vampiro cercava di sorridere, ma il suo viso era tirato e preoccupato. Sotto lo sguardo di Buffy si abbracciarono comunque. Faith gli diede un bacio sulle labbra, lieve, delicato. "Sai cosa devi fare." Rimasero impietriti a guardare la cacciatrice allontanarsi nel buio, con la sua camminata spavalda e sicura, con il suo carico di buoni propositi.

"Dove andrà adesso?" Angel continuava ad essere inquieto.

"Da Willow. Le ha promesso dei documenti nuovi. Riesco ancora a sentire l'eco dei suoi pensieri...è tutto così strano."

"Sono preoccupato per lei."

"Lo so, ma se la caverà. Meglio di noi, probabilmente. Ora siamo davvero pari." Buffy tornò a sedersi sopra il muretto, giocando con un pezzo di ramo. "Però ti ha baciato ancora!"

"Ma allora è vero che sei gelosa!"

"Può darsi...sta per sorgere il sole, è meglio se rientriamo."

Buffy era tremendamente seria. Si fermò davanti alla stanza di Angel, guardando sua sorella con i polsi fasciati, Spike in una posizione talmente assurda che un bel mal di schiena non glielo avrebbe tolto nessuno. Angel la raggiunse e la prese per mano, allontanandola silenziosamente dalla stanza.

Si sedette nuovamente per terra, dove prima aveva vegliato Faith. Buffy lo raggiunse, sdraiandosi al suo fianco.

"A cosa pensi, Buffy?"

"A tante cose. Troppe. A volte vorrei smettere di pensare, di mettermi tutti questi problemi... vorrei che questo fosse un giorno nuovo per me. Una nuova era."

"In un certo senso lo è. Sei tornata, un corpo nuovo di zecca..." Angel cercava di fare dell'ironia, ma lei non rideva affatto.

"Quando pensi di andartene?"

"Ormai è giorno. Direi stanotte." Il silenzio piombò come un macigno, per interminabili minuti. Rimasero immobili, vicini. Ognuno perso nei suoi pensieri. Tra poco sarebbe arrivata la ciurma a movimentare la giornata. La loro ultima giornata insieme. Lentamente Buffy si girò verso Angel, che la guardava con gli occhi lucidi. Provarono a non pensare, ad affogare quel dolore sordo che sentivano il fondo al cuore con un altro bacio, un'altra carezza rubata. Rinunciare a tutto quello, ancora una volta. Tremare quando suonava il telefono, per sapere come poteva stare l'altro...desiderio di una vita normale. Fu Angel a parlare per primo.

"Chiedimelo, Buffy."

"Cosa?"

"Tu sai cosa." La cacciatrice stava piangendo a dirotto. Ciò che sentiva dentro era uno sconquasso pazzesco, un brivido che la scuoteva profondamente. Sentiva il dolore riemergere ad ondate, caldo come il suo sangue, freddo come la morte che aveva assaggiato. Le mani di Angel cancellavano quelle lacrime con un gesto dolcissimo, con lo sguardo fermo. Chiederlo. Sapevano tutti e due cosa.

"Rimani con me Angel. non andare via. Non m'importa quello che può succederci, non m'importa del sesso, del sole che non puoi prendere, non m'importa di niente. ma non andare via..."

Angel riprese a baciarla, profondamente. Lontano da lì, alla stazione degli autobus una ragazza sorrideva da sola, con gli occhi lucidi. "Buona fortuna, ragazzi."