Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

CHOSEN

 

Di Spuffy

 

I personaggi appartengono tutti a Joss Whedon e alla WB. La ff è ambientata dopo chosen ed è frutto della mia fantasia.

 

 

Era sera Buffy seduta nel portico di casa Summers, guardava il viale alberato e la strada. Era esattamente come la ricordava. Tutto era esattamente come lo ricordava.

Un gruppo di ragazzi si era fermato a chiacchierare sotto il portico della casa accanto e lei aveva rivisto in loro i volti cari del passato Già il passato che non sarebbe più tornato.

Avevano vinto quel giorno ma in fondo avevano anche perso. Appena trasferitasi a Sunnydale, una volta durante una lezione aveva sentito dire questa frase:

“La cosa difficile non è ottenere quello che si desidera, ma continuare a desiderarla dopo averla ottenuta” (Oscar Wilde). E mai come adesso ne aveva compreso appieno il significato.

L’ orologio suonò le 23, era ora di andare a dormire. Come erano lontani i tempi delle ronde e delle battaglie, sembrava quasi appartenessero ad un’altra vita. Si alzò sospirando dalla sedia. Diede ancora una nostalgica e forse un po’ malinconica occhiata, ai ragazzi che ridevano tra loro e rientrò in casa. Uno strano gelo la pervase, come una sensazione venuta da lontano. Durò un istante e poi svanì. Buffy alzò le spalle e chiuse la porta.

La casa era immersa nel silenzio e nel vuoto assoluto. Buffy si sentì soffocare, prese la giacca e uscì, quella sera non sarebbe rimasta a guardare la TV…. E a contemplare la sua vita vuota. E senza rendersene conto si trovò davanti al cimitero. Sbarrò gli occhi incredula, era tanto tempo che non le accadeva una cosa del genere. Il freddo di quelle tombe e di quelle cripte le arrivò alle ossa. Rimase un attimo in silenzio guardando un punto ben preciso un po’ appartato. Si strinse nella sua giacca e si avviò al Bronze.

Aveva chiesto da bere qualcosa di alcolico. Aveva bisogno di scaldarsi, quel freddo, quella sensazione di vuoto, di morte che aveva già provato, tanto … tanto tempo addietro, adesso era forte in lei. Bevve ma non sentì calore, era come se quel gelo fosse parte di lei, come se venisse dal suo cuore. Una mano le toccò leggermente la spalla e lei sussultò, si girò e vide Giles che le sorrideva un po’ imbarazzato. Erano rimasti in “buoni” rapporti, ma le cose tra loro… da quel giorno… non erano più come prima.

 

- Anche tu qui Buffy. Sei sola? E Owen, ancora a scuola? -

Buffy fece un lieve sorriso – Salve Giles. Si questa sera aveva compiti da correggere –

Si guardarono intorno un po’ impacciati, la verità e che non sapevano che dirsi, non c’era forse più nulla da dirsi. E alla fine …– Bene tu stai bene, io sto bene. Sarà meglio che vada è tardi e domani abbiamo una giornata piena. – disse Giles che sembrava ansioso di togliersi da quella situazione insostenibile.

….Già adesso la sua vita non era più “notturna”, era una insegnante della High school di Sunnydale. Educazione Fisica. Chi meglio di lei poteva insegnarla? Frequentava un ragazzo normale, normali giornate e serate. Tutto come aveva sempre desiderato appunto(di nuovo le venne in mente la frase di Wilde)…

Buffy fece cenno di sì con la testa e disse – si ha ragione. Bene allora a domani. Buonanotte – sorrise ancora e usciti dal locale presero direzioni diverse. Sollevati entrambi che quel momento fosse passato.

Ma per uno di loro quella sarebbe stata una lunga, lunghissima notte… rientrato a casa, Giles trovò ad attenderlo due uomini, vestiti elegantemente e dall’accento erano inconfutabilmente inglesi.

- Signor Rupert Giles? – chiesero in tono serio

- Sì sono io. In cosa posso esservi utile. – rispose sulle difensive Giles.

- Beh, c’è un problema. Deve subito venire con noi. Non c’è tempo da perdere. –

Giles sembrò allarmato ma anche un po’ diffidente. Poi uno di loro gli mostrò uno amuleto e Giles, senza domandare altro si affrettò a seguirli. Verso la macchina scura che era parcheggiata davanti al vialetto e che Giles, assorto nei suoi pensieri al suo arrivo non aveva notato.

….. Nel cuore della notte il telefono prese a squillare insistentemente. E alla fine Buffy assonnata e con gli occhi chiusi rispose. – Pronto chi è? – una voce familiare dall’ altra parte – Buffy sono io scusami se ti ho svegliato. Ma è una cosa di vitale importanza…- e ci fu silenzio. Buffy spalancò gli occhi. E si tirò un pizzicotto. Era tutto come allora, di nuovo.

- Co…sa è successo Signor Giles? – chiese titubante, anche se dentro di se lo sapeva. Anzi lo sentiva.

- Ci vediamo in biblioteca tra un’ora circa. Ti aspetto –

- va bene farò più presto che posso – rispose lei e riagganciò. Era eccitata, si guardò allo specchio per assicurarsi di essere sveglia, poi infilò un paio di jeans e la prima maglietta che trovò a portata di mano e senza pensarci, prese dalla cassa il suo immancabile compagno e si diresse alla scuola.

Tutto era spento e silenzioso. Tanto che per un attimo Buffy pensò davvero di aver sognato tutto. Poi dal buio una voce le chiese

- Signorina Summers? -

Buffy socchiuse gli occhi per cercare di vedere attraverso l’oscurità, non era più abituata. E poi rispose – si sono io –

- Bene mi segua la stanno aspettando tutti.- Buffy si chiese chi fossero questi “tutti” che la stavano aspettando. Ma non glielo domandò.

Entrò in biblioteca e… c’erano tutti: Il Signor Giles, Willow, Xander, Andrew, Dawn, Kennedy, Wood e Faith. Erano tutti agitati e parlavano insieme. Era come fare un tuffo nel passato.

- Eccoti finalmente – disse Xander.

- Oh… - fu l’unica cosa che riuscì a dire Buffy, ancora incredula.

- Signorina Summers, mancava solo lei. – Disse una voce alle sue spalle.

- Ma cosa sta succedendo? Signor Travers – Guardò stupita tutti i presenti. – Lei e il Consiglio non eravate… - non finì la frase perché venne interrotta

- Signorina Summers, purtroppo siamo costretti a chiedere nuovamente il suo intervento … viste le circostanze – e la guardò serio.

- Ma ci sono tante cacciatrici adesso, perché proprio….io –

- Non ci sono più cacciatrici, Signorina Summers –

- Ma Faith è qui – rispose Buffy con un sorriso incredulo.

- Si ma B non ho più la mia forza, non so cosa sia successo ma è così. – e alzò le spalle.

- ma cosa …-

- vorremmo sapere se anche lei …. - e la fissarono tutti in attesa

- io… io veramente non so, è tanto che non combatto, ma … non credo di essere cambiata. –

- bene vedremo – e un vampiro le si scagliò contro e…come sempre lei lo colpì scaraventandolo contro la parete e lo inpalettò.

- Dio ti ringrazio… abbiamo ancora la nostra prescelta. THE ONLY ONE. – Disse Giles alzando lo sguardo.

- Bene non c’è un attimo da perdere, dobbiamo agire subito…- Buffy era ancora stordita, non aveva ancora realizzato di essere tornata la cacciatrice, l’unica e sola.

- Qualcuno vuole spiegarmi? –

- La bocca dell’inferno, mm…non intendo una bocca dell’inferno questa volta Buffy. Sto dicendo LA bocca dell’inferno, si è riaperta. E questa volta non sarà l’apocalisse, ma qualcosa di ancora più terribile se ciò è possibile. – e sospirò preoccupato.

- Quindi se avete preso impegni per i prossimi giorni … vi consiglio di disdirli. – disse Travers.

- Bene adesso che ci siamo tutti dobbiamo elaborare un piano – disse Wood

- Si riuniamo il consiglio dei ribelli. Abbatteremo la Morte Nera – aggiunse enfaticamente Andrew.

Tutti lo guardarono con disapprovazione e lui si sentì incompreso, come sempre.

- Ma si può sapere cosa sta succedendo? – chiese Buffy questa volta davvero arrabbiata, per tutto quel tergiversare attorno al problema.

- Buffy di punto in bianco tutte le altre cacciatrici hanno perso i loro poteri… e tu sei tornata l’unica. Ancora non si sa cosa abbia causato questo, ma forse è legato al fatto che la bocca dell’inferno abbia mostrato un ritorno di attività demoniaca. – si massaggiò gli occhi come a voler scacciare la stanchezza e poi riprese a parlare – Buffy, qualcosa di terribile forse sta per succedere, e tu sei ancora l’unica che possa fare qualcosa per evitarlo. –

- Oh che novità – disse lei facendo una smorfia.

- Mi spiace Buffy – disse Giles abbassando lo sguardo

- non fa nulla – rispose lei un po’ dispiaciuta per averlo fatto sentire in colpa.

- Buffy c’è una cosa che prima devi sapere – e si interruppe, cercando le parole più appropriate per dirglielo – Vedi…. È stato così tutto improvviso, così…- poi sospirò e infine disse tutto d’un fiato – Spike è vivo. Angel non voleva te lo dicessimo sino a che non fosse sicuro che…- e si interruppe nuovamente vedendo lo sguardo della cacciatrice diventare fisso e assente.

- Buffy tutto bene? – chiese Dawn un po’ preoccupata.

- Sì – poi il suo sguardo si indurì – ah quindi è stato per il mio bene – disse con voce tagliente – come sempre -. Mentre stava dicendo questo la porta si aprì e …

- Salve a tutti – la voce di Angel echeggiò nella stanza. Buffy si voltò lentamente e lo vide accanto a lui in piedi con lo sguardo fisso su di lei. La sua solita aria arrogante e ironica. Senza dire una parola si diresse verso Angel e ….. PAFF! Gli diede un sonoro ceffone. E uscì dalla stanza disgustata.

Si poggiò alla porta che aveva richiuso alle sue spalle e poi lasciò che le lacrime solcassero il suo viso stanco, troppo stanco per tutte quelle emozioni in un colpo solo. Non aveva avuto il coraggio di dire nulla, di fare nulla. Lui era lì davanti a lei, era “vivo”. Perché non l’aveva cercata? Perché non era tornato da lei? mille domande le passavano per la testa, ma adesso non poteva affrontarlo. Era solo immensamente felice. Il suo vampiro era tornato, era vivo.

Tornò a casa e si sedette sul portico, e ricordò quel giorno in cui Spike era andato da lei per ucciderla, e poi … lei stava piangendo per sua madre. E la sua rabbia in un attimo era svanita, le si era seduto accanto e aveva cercato goffamente di consolarla. Come era possibile che sino ad allora non ci avesse mai pensato? Non si fosse mai ricordata di quella sera? Quante cose le erano passate accanto senza che lei se ne rendesse conto. Lei allora non aveva voluto vederlo. Sospirò profondamente e poi sentì la sua presenza alle spalle, era lui ne era certa. Si asciugò rapidamente le lacrime.

- Ehi pet, tutto okay? – le chiese lui sedendosi accanto.

- Come…? – disse, ma non finì la frase né si voltò a guardarlo. Attese.

- Non lo so l’amuleto credo, la profezia ricordi? Beh a quanto pare non erano tutte cavolate. –

Voleva disperatamente sapere, ma non ebbe il coraggio di fargli la domanda. Anche se avrebbe dato chissà cosa per sapere…

- Quanto tempo è passato vero? – disse guardandosi intorno. Forse anche lui stava pensando alla stessa cosa pensò Buffy. – E’ tutto come allora – disse lei non troppo convinta.

- No niente è più come prima – rispose lui – non lo è mai – e poi infine i loro sguardi si incrociarono. Per un lunghissimo, interminabile istante. E Buffy capì, niente era cambiato per lei.

E una provò una fitta al petto, il suo cuore si stava di nuovo spezzando e questa volta poteva solo biasimare se stessa. Non voleva continuare a farsi del male, non adesso e così si alzò in piedi e disse con fare fintamente disinvolto – bene sarà meglio rientrare a quanto pare un’altra apocalisse ci attende e sono….- si interruppe un attimo fissando la chioma bionda del vampiro che era di spalle ancora seduto. E poi riprese – …siamo di nuovo soli – e rientrò.

- Felice di rivederti cacciatrice – disse lui a bassa voce senza muoversi dal portico, mentre lei richiudeva la porta. Si accese una sigaretta e i suoi pensieri corsero lontano… ad un’altra vita.

Era molto tardi e Giles propose di andare tutti a riposare, e che il giorno dopo avrebbero deciso cosa fare. Tutti accolsero di buon grado il consiglio, troppe emozioni in una sola sera. Anche se in realtà nessuno di loro riuscì a chiudere occhio tanto presto. Troppi pensieri si affollavano nella mente.

Buffy si svegliò a mattina inoltrata, il suo sonno era stato agitato da incubi, come ai tempi della scuola. Quando si era appena trasferita a Sunnydale e sognava del maestro e del raccolto. Sospirò si preparò e scese a fare colazione. E con sua grande sorpresa… in cucina c’erano tutti che l’aspettavano.

- scusaci Buffy per la nostra intrusione, ma siamo davvero disperati e …..-

- va bene accetto – disse lei senza esitare.

- …abbiamo bisogn…….o di…te! Accetti? - fece eco Giles, stupito del fatto che fosse stato così semplice convincerla.

- non c’è scelta – rispose lei alla domanda muta che vedeva sui volti dei presenti e per un istante si soffermò sul suo volto che sembrava impenetrabile e assente. Di nuovo quella sensazione di impotenza la colse, ma subito la ricacciò indietro. Adesso aveva “la missione”. - come sempre - aggiunse.

- adesso ditemi per filo e per segno cosa è successo e cosa devo…- si fermò un attimo e poi riprese – …dobbiamo affrontare –

- Mm, a dire il vero ancora non sappiamo cosa sia successo e perché, ma qualcosa sta per accadere ci sono tutti i segni. – disse in un fiato willow.

- ed accadrà qui – aggiunse Angel un po’ imbarazzato dopo il modo in cui si erano lasciati la sera prima.

- cosa vuoi dire? – rispose lei con tono freddo, era ancora arrabbiata con lui.

- qualunque cosa sia verrà a cercarti. È te che vuole. –

- bene io sono qui – rispose lei.

- Buffy faremo di tutto per saperne di più Willow inizierà oggi stesso le sue ricerche – si tolse gli occhiali e riprese a parlare – tu nel frattempo dovresti riprendere immediatamente gli allenamenti -.

- Va bene possiamo iniziare anche adesso io sono pronta –

- bene allora io e Angel ci occupiamo di preparare un piano, mentre tu puoi allenarti con …Spike – Giles disse guardando prima l’uno poi l’altra attendendo una risposta.

- Va bene – disse lui con noncuranza. Mentre Angel si rabbuiò per un attimo ma senza darlo a vedere.

- Bene allora andiamo – disse Willow vedendo che nessuno si era ancora mosso, come trattenuto da una forza misteriosa …. Come alla festa di Buffy, e un lampo di tristezza e nostalgia le attraversò gli occhi. Poi tutti si mossero. Angel seguì con lo sguardo Buffy e Spike che si dirigevano di sotto e poi andò dietro Giles in soggiorno. Dove sul tavolo era depositata una pila di libri molto vecchi.

Pensando a quei due di sotto da soli….

 

- L’hai fatta ricostruire identica vedo – disse Spike guardandosi intorno

- Sì – disse lei e gli sferrò un pugno in pieno viso.

- Ahia – disse toccandosi il naso – già tutto identico – e sorrise sferrandole un calcio alla pancia.

Iniziarono a combattere senza esclusione di colpi. Buffy era piena di rabbia e rancore verso di lui e voleva sfogarsi.

- tesoro ti sono mancato a quanto vedo – disse mentre la colpiva al volto

- Sì non sai quanto, mi mancava il mio sacco preferito – rispose lei con tutta l’intenzione di ferirlo. E lo scaraventò contro una trave.

- Ah pensavo qualcosaltro… - e alzò il sopracciglio ammiccando.

- Sei un bastardo – rispose lei saltandogli addosso e colpendolo ripetutamente. Poi lui le bloccò le braccia e l’attirò a se baciandola intensamente. E lei dopo un’iniziale protesta rispose al bacio carezzandoli la nuca con la mano e attirandolo a se. Poi lui si staccò da lei e sorridendo beffardo disse – a quanto pare avevo ragione – Buffy lo guardò incredula gli sferrò un pugno che lo stese e si rialzò in piedi.

- visto – continuò lui in tono amaro, massaggiandosi la mascella.

- adesso si fa sul serio – si rialzò con uno scatto delle ginocchia e la colpì violentemente, facendola finire dall’altra parte della stanza. e ripresero a lottare senza tregua.

- come ai vecchi tempi amore – disse lui, mentre un brivido correva su per la schiena di Buffy. Quella parola detta così freddamente l’aveva ferita. Prese la rincorsa e lo colpì con tutto il suo peso e gli scaricò addosso una serie di pugni. Poi si fermò sconvolta… di nuovo il passato tornava a tormentarla…. Quella notte dietro il commissariato. Lui che le diceva “ecco la mia ragazza” e lei si infuriava e lo scaraventava al suolo urlandoli di non essere la sua ragazza e che mai lo sarebbe stata… di nuovo le lacrime. Ma non voleva piangere davanti a lui. Si alzò e corse via uscendo dalla porta posteriore. Mentre lui si distendeva sul pavimento con le braccia larghe ancora indolenzito dai colpi. – accidenti, sono un idiota – disse a denti stretti chiudendo gli occhi.

- è uno stupido, un idiota, un….maledetto…..- e continuò a piangere in silenzio. Si rialzò, asciugò le lacrime e si preparò a rientrare. Strinse la maniglia della porta e aprì la porta. – scusami, adesso ripren…. – ma lui non c’era più. Sospirò si guardò intorno. Aveva voluto che tutto fosse come quando lui era lì, nei giorni prima di…- di nuovo la tristezza la pervase. E sconsolata risalì di sopra.

- finito l’allenamento – chiese Giles, guardandola in modo interrogativo

- si per oggi basta – disse lei cercando di mantenersi calma.

- Buffy per quanto riguarda la sistemazione…. –

- si va bene potete restare qui – disse lei rassegnata alla piega che le cose avevano preso, era come rivivere un incubo.

- Grazie ma io ho la mia casa e Angel e xander restano da me – poi esitando un attimo – Willow e a casa sua con Kennedy… visto che i suoi non sono voluti tornare a Sunnydale… Faith è a casa di Woods - sembrava imbarazzato – il problema è…- e non disse altro.

Buffy era davvero al colmo della disperazione, averlo di nuovo in giro per casa, era più di quello che poteva sopportare. Vederlo e non poterlo abbracciare dirgli quello che …- va bene ho capito, per me è indifferente – rispose mentre il suo cuore sussultava riprendendo a battere dopo tanto tempo. Poi salì nella sua stanza.

Dopo poco tutti andarono via, la casa era silenziosa, ma lei sentiva la sua presenza, sapeva che era lì e si sentiva inquieta. Non aveva avuto ancora il coraggio di scendere. Ma alla fine si decise. In fondo quella era casa sua, si disse.

Entrò in cucina cautamente, poi alle spalle una voce la fece sobbalzare – bene finalmente soli passerotto – disse con un sorriso ironico. Lei lo guardò e sollevò le spalle. – Già, ma in fondo siamo tutti soli – “che stupidaggini stai dicendo Buffy” si disse, mentre con le mani stava torturando il filo del telefono.

- Buffy – disse lui e lei pensò che era stupendo sentirlo pronunciare il suo nome. – Sì – rispose lei quasi seccata.

- Io non volevo…- sospirò – non volevo piombare così all’improvviso e inaspettatamente nella tua vita. Volevo che tutto restasse come era … beh come era finito – e poi abbassò il capo.

- Basta ti prego. Non ha più importanza adesso Spike. Non importa – disse lei evitando di guardarlo. E non si accorse della tristezza che attraversò il volto del vampiro mentre lei pronunciava quelle parole.

- Sì forse hai ragione – poi cambiando discorso – adesso che ne dici di mangiare qualcosa? Sono davvero affamato! – e le sorrise. Lei fece cenno di si con la testa, contenta che la tensione si fosse allentata e andò al frigorifero poi ricordandosi disse - … ma non ho sangue Spike … non ero… beh non ero preparata – e lo guardò. Lui sorrise e tirò fuori dalla tasca una bottiglia di liquido scuro.

- Ma io sì – rispose e si riempì una tazza. Seduti uno di fronte all’altra parlavano di tutto tranne che di loro e di quello che stava loro veramente a cuore. Ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare il primo passo. Faceva troppo male. E poi lei esplose…

- Perché non mi hai detto che eri vivo? Ed io che mi sentivo in colpa per averti lasciato lì a morire! Perché accidenti lo hai fatto! Per vendicarti di me? Per punirmi? – e lo fissò con aria di sfida.

Spike sembrò spiazzato ma si riprese subito. – No Buffy e solo che tu adesso avevi la tua vita… normale … e io non volevo rovinarti tutto. Inoltre a che pro farlo? – e la fissò come cercando un segno una conferma.

- Ah già, tutto è a posto adesso lasciamo la povera cacciatrice con tutti i suoi rimorsi e rimpianti, tanto, cosa vuoi che sia un morto in più sulla coscienza – era furiosa.

- Ehi ma che ti prende? Guarda che non mi hai costretto ad indossare l’amuleto l’ho scelto io! Per quanto ti possa sembrare strano, ho un cervello che sa pensare da solo. Anche se per un po’ è stato inebriato da … - e si interruppe – comunque non hai nulla da rimproverarti se è questo che ti angoscia. Ho scelto io la mia via. Tu non c’entri nulla –

Buffy sentì un forte dolore all’addome, come se qualcuno le avesse appena strappato l’anima. Già l’anima che quel vampiro si era andato a cercare per lei. Quel vampiro che le aveva detto tanto tempo prima che avrebbe voluto morire annegare in lei… “accidenti ancora il passato a tormentarmi” pensò. – Va bene. Adesso mi sento meglio – rispose ironica. E poi gli mollò un sonoro ceffone.

- Baby vada per i calci e per i pugni, ma gli schiaffi no! Meglio mettere le distanze da “Mr. Depressione fatemi largo che adesso arrivo io” - e imitò Angel. Buffy sorrise, ed era tanto che non lo faceva.

- Va bene adesso che ne dici di mettere da parte tutto e di pensare a quello che ci attende? – le chiese serio. Lei annuì. – Okay allora non parleremo più di quello che è stato… di niente … cancellato tutto. – un’altra pugnalata al suo cuore, ma continuò a sorridere, mentre andava in frantumi. E ripensò ai suoi primi baci alla sua determinazione nel chiedergli di scordarsi quello che era successo… come quella prima mattina dopo aver fatto l’amore… no “sesso” lo chiamava lei. Quando gli aveva detto che la loro relazione era finita e che lui era solo un ripiego…. Eccolo ancora il passato. Dio quanto faceva male.

- bene colleghi allora – disse lui incerto. – si colleghi – fece eco lei senza enfasi.

E poi lui andò di sotto, lasciandola lì in balia di se stessa. Stette per un po’ in ascolto, del silenzio della sua casa vuota. Dawn e Andrew non sarebbero tornati, dormivano al campus. Ebbe un senso di nausea e desiderò morire… proprio come le aveva detto. “ tutte le cacciatrici prima o poi desiderano la morte. Ed io sarò lì in quel momento per te” . E poi aveva cercato di baciarla e lei gli aveva detto che era un essere inferiore… non c’era verso di scacciarlo via. Il passato un giorno si sveglia e viene a giudicarti e non puoi sfuggirgli. Non puoi dimenticarlo. Ed il suo era lì per lei per tormentarla. L’aveva seguita per 7 anni due morti e due resurrezioni e adesso le presentava il conto senza sconti. Poi spense la luce e andò a dormire.

E la notte fu agitata come la precedente… “come sei raggiante” … questa frase la tormentava. Raggiante già, da quanto tempo non lo era più oramai. Dal giorno in cui lo aveva lasciato solo a bruciare nella sua anima. Già ed anche questo era colpa sua visto che era per lei che se l’era ripresa.... Come le aveva detto un giorno in salotto davanti alle altre cacciatrici in erba. Quando lei gli aveva chiesto di tornare il vampiro temibile che aveva cercato di ucciderla. Come era stata incoerente solo adesso lo capiva. a lei era piaciuto per quel “niente che era” come le aveva ribadito dopo la prima notte, in mezzo alle macerie. E gli aveva chiesto di cambiare. Lui era cambiato e lei rivoleva di nuovo il vecchio Spike… “stupida. Buffy sei stata una stupida e adesso non puoi fare più niente è troppo tardi. È tardi per tutto. Come lo era per kendra, per Angel, per Tara, per Anya per tutto…per vivere di nuovo.” Si svegliò ancora più stanca di quando era andata a letto. Ma doveva alzarsi, il “dovere” sempre.

Scese di sotto e con sua sorpresa… Spike era in cucina, ed aveva preparato la colazione. Buffy sgranò gli occhi.

- Ben svegliata dormigliona! – le disse con voce calda – ti ho preparato qualcosa, nulla di speciale non ti ci abituare – e sorrise. Fu allora che lei si accorse che un fascio di luce gli illuminava il volto. – Spike – urlò e gli saltò addosso facendolo cadere e cadendogli sopra. – …il sole – disse con incredulità. Lui non bruciava.

- ma tu… -

- non brucio Buffy – poi sempre sorridendo divertito dalla reazione di Buffy disse – credo che una volta basti non pensi? – e la fissò intensamente.

Buffy arrossì e si rese conto della posizione in cui si trovavano. Imbarazzata si sollevò immediatamente e balbettando cercò qualche cosa da dire.

- è tutto a posto Buffy, non c’è bisogno che ti scusi – disse lui, e le carezzò il volto con lo sguardo. Poi si sedettero e fecero colazione. Buffy era troppo agitata e sorpresa per razionalizzare il tutto. Non aveva il controllo e questo la terrorizzava, come sempre.

Le loro mani si sfiorarono inavvertitamente mentre si passavano il caffè, lei lo guardò. Stava per dire qualcosa ma in quel momento Dawn, Andrew, Willow, Xander e Giles entrarono.

- Ciao ragazzi – disse lei un po’ impacciata.

- Buffy tutto a posto? – chiese Giles un po’ preoccupato per la sua aria affaticata e pallida.

- Sì , si tutto a posto – replicò lei cercando di dissimulare il suo umore abbattuto.

- dove sono gli altri? – chiese Spike mentre sorseggiava il suo caffè.

- Beh siamo venuti noi perché volevamo stare un po’ da soli sai la gang – rispose Xander sottolineando la parola Gang. Spike sorrise ma la sua mascella si contrasse – già la gang. Bene allora vi lascio soli – e se ne andò di sotto. Buffy per la prima volta odiò Xander per quello che aveva fatto. – Xander te lo dico una sola volta. questa è casa mia e i miei ospiti devono essere rispettati e trattati come si deve. Se non ti stanno bene sai dove è la porta – era stata dura ma questa volta voleva fare le cose a modo suo. E gli altri avrebbero dovuto rispettare le sue scelte… già le scelte che lei non aveva mai avuto il coraggio di fare. Nemmeno alla fine aveva scelto. Si morse il labbro e poi andò in salotto seguita dagli altri che si scambiarono occhiate mute.

- scoperto qualcosa? – chiese

- no purtroppo ancora nulla – disse Willow sconfortata

- no nemmeno noi – fecero eco Xander, Dawn e Andrew.

- va bene – rispose Giles – qualcosa troveremo –

- okay allora noi andiamo alla biblioteca Buffy. Sperando di essere più fortunati oggi – disse Dawn.

- Io credo che mi allenerò. Sono fuori forma. Ci vediamo stasera. –

- si a stasera – rispose Xander alzandosi – non c’è tempo da perdere –

uscirono tutti, Xander si fermò davanti alla porta e disse dopo un attimo di incertezza – non volevo Buffy. Mi spiace davvero – e la guardò mortificato.

- non è niente Xan. Tutto dimenticato – e gli sorrise.

Rimasta sola guardò per un attimo la porta della cantina. Poi uscì e andò dritta a casa di Giles. Adesso doveva essere solo. Aveva bisogno di parlargli di sapere. A lui non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederlo.

Entrò silenziosamente – ciao Buffy. Sapevo saresti venuta. Ti aspettavo – seduto sulla poltrona avvolto da una semi oscurità Angel la guardava e già sapeva il perché della sua visita.

- mi spiace ho sbagliato ma pensavo fosse la cosa migliore – sospirò e poi riprese – lui appena è arrivato mi ha chiesto subito di te ed io gli ho detto che eri felice che avevi la tua vita normale e che non doveva cercarti se veramente teneva a te -

- perché Angel – disse lei fissandolo anche se non poteva vederlo.

- non lo so. Perché pensavo davvero fosse la cosa giusta per te. No non è vero Buffy. Ero geloso… -

- di cosa? Del fatto che lo abbia sempre disprezzato paragonandolo a te uomo ideale? Per averlo ferito, umiliato, usato? O forse per averlo fatto morire? –

- no ero geloso del modo in cui lui riusciva ad amare. Lo sono sempre stato anche prima di te –

Buffy lo guardò contrariata

- Mi dispiace Buffy per tutto quello che è stato e per quello che non è stato – Buffy gli posò un indice sulle labbra.

- No basta Angel. Basta con il passato. Niente scuse, niente mi spiace. Quello che è stato, è stato e né tu né io potremo mai cambiarlo –

- Sì è vero –

Buffy sorrise ora sapeva cosa doveva fare. Era tornata finalmente… adesso anche in lei la scintilla era tornata a ardere. E la strada davanti a lei aveva di nuovo un senso e una meta. Carezzò il volto di Angel lo baciò teneramente sulle labbra e poi uscì senza dire una parola.

Angel sorrise mestamente ben sapendo cosa quel bacio significasse.

Girovagò per le strade della città per tutto il giorno, le sembrava tutto diverso. Tutto era tornato alla vita, tutto aveva di nuovo un senso. Era contenta, o quantomeno fiduciosa nel domani. Adesso lo vedeva, adesso aveva di nuovo una ragione un motivo per vivere per non mollare. In fondo lei era la prescelta. “la cacciatrice” e questa era una cosa che non poteva cambiare.

Era sera ritornò a casa ansiosa e anche un po’ timorosa di rivederlo. Entrò e sentì voci provenire dal soggiorno. La Tv, Spike stava seguendo il suo sceneggiato preferito.

- Ciao ben tornata – disse in tono un po’ risentito.

- Ciao – rispose lei

- Passato una buona giornata? – chiese quasi indifferente

- Sì direi di sì – e lo guardò, era seduto di spalle ma lei sapeva che la stava osservando.

- Sono contento per te – e dicendo questo si alzò e spense la tv – io vado ci si vede domani – e fece per andarsene a dormire.

- Spike io…- cercò di dire lei, e negli occhi di nuovo il suo insopprimibile bisogno di braccia forti che la stringano e che le diano forza.

- No non dire nulla Buffy. E’ solo il momento, il passato che ritorna. Il fatto che sei di nuovo la cacciatrice che ti senti sola. Ma io non voglio tornare indietro. Voglio andare avanti – e senza aspettare risposta scese di sotto.

Lei strinse i pugni, stava per dirigersi verso la sua stanza. giunta a metà scala si fermò… ricordò quando lui l’aveva guardata per l’ultima volta da quella scala, prima che lei morisse sacrificandosi al posto di Dawn. E poi quando era tornata … quando l’aveva vista scendere e aveva pensato fosse il Bot e poi l’aveva riconosciuta. Lui la riconosceva sempre. E quello sguardo incredulo e pieno di gioia incontenibile. Quella frase “147 giorni 148 con oggi. Ma oggi non conta vero?” e ricordò xander che le diceva “Run Buffy, Run!”. No questa volta non avrebbe fallito. Si girò e ridiscese le scale con determinazione.

Scese di sotto e lo vide seduto sul letto che fumava una sigaretta guardando il vuoto.

- Ascoltami bene, non è perché mi sento sola, non è perché sono di nuovo la cacciatrice. Non è perché il passato è ritornato. E non è il momento -

- Paura? – fece lui sollevando il sopracciglio

- Sì tanta paura Spike, come mai ne ho avuta in vita mia – lui la guardò serio.

- Non temere te la caverai anche questa volta – e aspirò lentamente dalla sigaretta

- No Spike non è paura di morire. È paura di vivere… di vivere senza di te…di nuovo. – e tacque abbassando lo sguardo. Nella stanza calò un silenzio innaturale.

- Ah davvero? – replicò lui con finto cinismo – è per questo che hai addosso il suo odore? –

Buffy rimase per un attimo spiazzata e poi disse – Spike lui è stato il mio primo amore e sempre resterà nel mio cuore, questo è un qualcosa che non può cambiare – e si fermò un attimo per riprendere fiato e coraggio – ma adesso ci sei tu nel mio cuore ed anche questa è una cosa che non può cambiare –

- Buffy ascolta – sospirò lui, - te l’ho già detto quel giorno. Non è vero e tu lo s…- ma lei lo interruppe – Spike Ti amo – lo aveva detto non ci credeva ancora ma lo aveva detto di nuovo. Senza fiamme o lampi di luce. Senza un’apocalisse in atto e senza l’alito della morte sul collo. Lo aveva detto perché doveva, voleva e perché era la verità.

Lui fece una smorfia, incredula e si alzò – va a dormire che è meglio. Domani avrai le idee più chiare e ..- fu ancora interrotto

- io ho già le idee chiare Spike. Forse per la prima volta nella mia vita ho le idee chiare. So cosa voglio: te – gli sguardi si incontrarono e lui si sentì mancare.

- Buffy io….- e mentre le diceva questo lentamente le si avvicinava. Le tremavano le gambe ancora pochi passi e le sarebbe stato così vicino da poterla toccare. Fu un attimo. Lui la prese per la vita e l’attirò a se sfiorandole la guancia con la sua, sussurrandole - Mi sei mancata amore, da morire – aveva quasi paura di star sognando e che lei lo avrebbe colpito.

- Anche tu – disse lei tra le lacrime e poi si baciarono. Un bacio lento e intensissimo. Disperato. Lei lo sospinse sino al letto e con una spinta lo fece finire sdraiato. Poi gli si adagiò sopra continuando il bacio interrotto. Ma lui si ritrasse immediatamente – No Buffy. Non voglio farlo, non più – …“ti sto usando e questo mi sta uccidendo” gli bruciava quella frase e non voleva rivedere quel film. Ma anche a lei quella frase faceva del male, più di quanto desse a vedere....

- Spike ti prego non voglio usarti…io…- ma lui si era scostato e la stava invitando ad andarsene. Lei sospirò ma non insistette e salì di sopra.

E si chiese in preda all’angoscia se non fosse davvero troppo tardi. Poi si addormentò come sempre un sonno agitato popolato da mostri e demoni.

 

… si trovava in una bara scavava, scavava, voleva uscire sentiva di stare soffocando. Urlava ma nessuno la sentiva. Di sopra le giungevano voci lontane di vita. Di ragazzi che si divertivano, di una festa. La sua adolescenza che non c’era mai stata. E nel sonno pianse. Sino a quando non sentì le sue braccia circondarla e rassicurarla – su calmati tesoro è tutto a posto. E’ solo un incubo, non temere sono qui. Non ti accadrà nulla. Io non lo permetterò. –

Aprì gli occhi, lui era lì che la abbracciava e che le accarezzava dolcemente il viso, asciugandole le lacrime.

- Spike – disse lei tra i singhiozzi – non mi lasciare ti prego… non andare più via… io ti amo – Spike la guardò sospirando e poi disse –Buffy io…. - lei lo fissò impaurita per quello che avrebbe potuto dire, perché temeva fosse la fine di tutto. Lui si fermò come avesse letto qualcosa nei suoi occhi e poi la baciò. Sempre più intensamente spingendola distesa. Le sfilò la maglia e i pantaloncini del pigiama. Voleva sentire la pelle di lei contro la sua. Poi cominciò a baciarla sul collo sul viso sul seno mentre lei con le mani lo stringeva e gli carezzava il viso e la nuca. – Oh amore da quanto tempo – disse lui sommessamente mentre avidamente stringeva il suo seno tra le mani e la baciava senza tregua. Poi fece scivolare una mano lungo i fianchi e poi sulle cosce, e dolcemente si insinuò nella sua biancheria intima e cominciò a massaggiarle i punti più sensibili. Strappandole gemiti di piacere sempre più intensi. Lei si inarcava verso di lui per facilitargli il compito. Poi sentì il bisogno di averlo in lei e con una mano circondò la virilità di Spike e l’accostò alla sua femminilità e con le braccia si avvinghiò a lui – prendimi Spike. Ti voglio. Ti prego, ho bisogno di sentirmi tua. Di sentirti ancora in me. – lui la guardò era stupenda eccitata, calda e dolce come mai lo era stata con lui. E senza dire nulla si sollevò e con dolcezza ma anche passione entrò in lei. Che emise un gemito di appagamento e di desiderio. – Dimmelo ancora Buffy. Dimmelo adesso – le chiese lui. Lei chiuse gli occhi e attirandolo ancora di più a se come volesse farlo diventare parte di lei. E tra i gemiti di piacere che lui le provocava con spinte sempre più decise e veloci disse con voce roca – Ti amo Spike. Ti amo da morire – Lui la guardò per la prima volta in pace con lei e con se stesso. E poi vennero insieme disperatamente.

 

La mattina dopo….Buffy si risvegliò con il sorriso, allungò la mano ma il posto accanto a lei era freddo. Era sola, il letto era vuoto. Si alzò di scatto e scese le scale con indosso solo la maglia del pigiama e gli slip. – Spike ci sei? – chiese. Nella casa regnava il silenzio come prima che tutto ritornasse. Che la sua vita ritornasse. Poi lo intravide dalla porta finestra della cucina. Era seduto nel portico che fumava e lo raggiunse. – Buongiorno – disse di buon umore. Lui la guardò, ma il suo sguardo non era più sereno. – Ciao – le disse. Poi dopo aver esitato un attimo aggiunse – Buff, mi spiace per questa notte, ti giuro che non accadrà più – Buffy sentì un dolore terribile. Nessun pugno o calcio che qualsiasi demone le avesse dato le aveva mai fatto tanto male.

- Cosa vuoi dire…? – domandò delusa e amareggiata.

- Che non avrei dovuto approfittare delle cose, del tuo stato d’animo. – Evitava il suo sguardo.

- Ah bene. Meraviglioso – sibilò lei. La rabbia e l’impotenza cominciavano a farsi sentire.

- Tutto dimenticato. Non temere è stata solo una bella rimpatriata – disse mentre dentro di lei il suo cuore sanguinava.

- Grazie, se vuoi che me ne vada capirò – disse lui buttando via il mozzicone. – No, non preoccuparti non è necessario – continuò lei a mentire. Lui la guardò grato e rientrò in casa.

Buffy ingoiò la sua sconfitta e lo seguì. Si allenarono in silenzio, niente battute, niente offese “niente di niente!”. Questa è la fine pensò dentro di se Buffy. Sino a che ci sono offese, parole pesanti va bene…ma il silenzio è la tomba dei sentimenti. E lo colpì più forte. Spike si rialzò e a sua volta la colpì. Alla fine esausti erano seduti uno di fronte all’altro si guardavano ma nessuno dei due disse nulla.

Furono interrotti da Dawn che era venuta a vedere come andavano le cose e ad avvertirgli che Giles voleva che si recassero alla biblioteca.

 

Tutti seduti attendevano che Buffy arrivasse. – Non capisco, non c’è nulla, nessun indizio nessun precedente. Questa volta siamo in un vicolo cieco – disse Giles visibilmente preoccupato per la piega che le cose avevano preso.

- Eccoci qui – disse Spike varcando la soglia della biblioteca.

- Buffy finalmente. Purtroppo le notizie che abbiamo sono insufficienti. E io non riesco a capire, cosa stia accadendo. Ho fatto chiamare Wesley da Los Angeles potrà darmi una mano nella ricerca. - Buffy fece cenno di sì con la testa. Tutti avevano notato una certa freddezza tra Spike e Buffy ma nessuno di loro si azzardò a commentare. Troppe cose erano accadute troppi errori. Nessuno se la sentiva di intromettersi adesso. Fecero finta quindi di nulla. Anche se la barriera che c’era sempre stata tra la gang e Spike, era la stessa. Lui non era mai entrato a far parte della gang, lui non era Angel. Buffy a quei pensieri si sentì male. Era stata colpa sua, era lei che non lo aveva per prima accettata vergognandosi di lui.

E poi ancora il passato bussò alla porta dei suoi ricordi e uno spike dalle mani sanguinanti chiuso in una stazione di un posto sperduto le apparve. Era per lei che sanguinava. E lei cosa aveva fatto? Mentre Dawn si preoccupava per lui aveva detto come sempre con sufficienza e disprezzo “spike guarirà. Occupatevi di Mark”. Già di Glory che poi aveva rapito Dawn e che l’aveva uccisa. Perché lei era morta. E lui l’aveva pianta e salvata tutte le notti da quel giorno. E lei non lo aveva mai capito.

 

- Buffy? Hai capito cosa ti ho detto? – chiese Giles dubbioso. Osservando la sua aria assente.

- Cosa? ah si certo – rispose lei cercando di riprendere il filo del discorso.

- Bene allora adesso noi andiamo a prendere Wes, tu puoi andare a casa a riposare. Questa notte si va di ronda. – tutti si alzarono.

- E noi cosa possiamo fare per renderci utili? – chiese il Preside Woods.

- Signor Woods, cerchi di vedere se a scuola c’è qualcosa di strano. Qualunque cosa possa sembrare sospetta.-

- Va bene. – e si avviò alla porta.

- Io farò un giro per la città – aggiunse Faith che si sentiva inutile in quelle circostanze. Non era abituata a non picchiare duro.

- Bene… tu Xander invece verrai con me. –

- Aggiudicato - rispose il ragazzo alzando la mano.

- Buffy che ne dici se vengo a casa con te? – chiese Willow un po’ ansiosa. Ma da quando l’aveva rivista aveva sentito il bisogno di parlarle di stare un po’ sola con lei.

- Certo – rispose Buffy contenta e allo stesso tempo scontenta del fatto di non dover passare un altro pomeriggio da sola… anzi con lui che era così freddo e distante.

Fecero tutto il tragitto in silenzio, nessuna delle due sapeva come spezzare quel silenzio durato così tanto tempo. Non sapevano come fare a tornare al punto di partenza. All’inizio, a quando ancora erano amiche per il cuore. Quando erano la scoobie gang.

- Buffy io non so come sia accaduto come sia stato possibile, come sia accaduto. Un giorno mi sono svegliata e tutto era accaduto. Ed io non so ancora il perché – lo aveva detto tutto d’un fiato. Come fosse stato qualcosa più forte di lei.

- Sì lo so Willow – rispose Buffy seria.

- No Buffy io sto cercando di dire che questa cosa è iniziata molto prima, non so dirti il momento esatto ma è una cosa che è avvenuta lentamente senza che noi ce ne accorgessimo e quel giorno quando io… e gli altri ti abbiamo mandato via…quello è stato solo il momento in cui ci siamo accorti che non eravamo più gli stessi. Che eravamo cambiati. –

- Che la vita ci aveva cambiati – aggiunse Buffy con amarezza.

- Oh Buffy perché? Eravamo così…così…- e non riuscì a finire la frase che calde lacrime le carezzarono il viso.

- Sì è vero…eravamo…- Buffy sospirò.

- Tu pensi… tu credi che potremo ancora esserlo? Voglio dire…ritornare ad essere…- e anche questa volta le lacrime e un groppo in gola le impedirono di continuare.

- Non lo so Will, non lo so. Quel giorno… quando abbiamo guardato in faccia la realtà è stato un amaro risveglio. – e fissò davanti a se in silenzio.

- Buffy ho paura. – lo disse così naturalmente semplicemente che Buffy si sentì toccata nel profondo – non di morire, ma di vivere –

Lei rimase in silenzio, come la capiva. quante volte aveva provato quel sentimento, quella sensazione e quel desiderio di morte. Ma Willow no, lei era sempre stata così attaccata alla vita al mondo. Tranne quella volta...Tara... ma quella volta il suo dolore era stato troppo grande. E lei sapeva bene quanto il dolore potesse essere lancinante. Tanto forte da annientarti.

- Mi dispiace – disse ancora Will. E Buffy senza dire nulla d’istinto come tanti anni prima si girò e l’abbracciò. E quel silenzio, quella distanza durata tanto tempo in un momento svanì. Adesso erano di nuovo la Buffy Summers e la Willow Rosemberg del liceo di Sunnydale. Piansero a lungo ma era un pianto di dolore e di gioia insieme. Per qualcosa che si era perso ma anche per qualcosa che si poteva ritrovare. E che forse si era già ritrovato.

A casa sedute nel salotto parlarono della loro vita attuale di come le cose non andassero precisamente come si erano aspettate. Della difficoltà ad accettare la normalità a cui ormai non erano abituate e che forse non capivano. Erano di fatto delle emarginate. Il loro mondo era quello oscuro ed inquietante della notte. Quello delle ronde, dei demoni, dei vampiri e dei mostri.

Ed alla fine entrambe si sentirono meglio tanto da riuscire a sorridere ripensando ad alcuni avvenimenti della loro adolescenza a Sunnydale. Quando Xander era diventato una iena. O quando era stato inseguito da tutte le donne di Sunnydale che volevano ridurlo in brandelli. E a Willow che era partita per un uomo virtuale…che tanto uomo poi non era. O a Buffy che aveva fatto di tutto per uscire con Owen. E a Cordelia…”beh su di lei si potrebbe scrivere un libro” aveva detto Willow. Ed avevano riso.

Poi Buffy aveva preso da una scatola in alto nel ripostiglio un vecchio album di fotografie e lo aveva mostrato a Willow, c’erano le loro firme sulla copertina e scritto sotto in bella calligrafia:

Sunnydale 1997 with love forever.

Firmato Mom.

 

- Aspetta – le disse Willow – questo credo dovremmo vederlo con Xan non pensi? – Buffy la guardò e poi fece cenno di sì. – Si è vero lo vedremo una di queste sere – si strinsero la mano in un gesto di affetto e di complicità. Poi Will alzandosi disse – si è fatto tardi adesso, sarà meglio che vada tu devi riposare. Ci vediamo questa sera. – avevano gli occhi lucidi, ma una nuova luce vi si poteva scorgere. – Sì a questa sera come sempre – rispose Buffy. Si abbracciarono ancora e poi Willow andò via.

 

La sera verso le 22 si presentarono a casa Wes, Giles e Angel.

- Buffy sei pronta per la ronda? – chiese Giles un po’ agitato. Anche per lui il silenzio era durato a lungo.

- Si certo Signor Giles – e sorrise.

- Va bene possiamo andare allora – e si avviarono. Giunti al cimitero come per un tacito accordo si separarono. Wes e il Signor Giles, si diressero a destra mentre Angel e Buffy a sinistra.

- Bene, come ai vecchi tempi – disse Angel cercando di sdrammatizzare le cose.

- Già – rispose lei.

- Ma guarda chi si vede – una voce alle loro spalle li fece sobbalzare.

- Spike – disse in un sibilo Angel

- Oh forse disturbo – disse lui e fece per andarsene.

- Aspetta Spike – disse Buffy mentre lui allargando le braccia si allontanava.

Buffy guardò Angel e poi senza dire nulla corse dietro Spike.

- Che ti ha preso si può sapere? – gli chiese arrabbiata.

- A me? – fece lui fintamente sorpreso – niente cosa vuoi che mi prenda? –

Buffy lo guardò seccata. – Non volevo disturbare il tuo Tete – a – tete con Mr. Sorriso –

Buffy non poté fare a meno di sorridere a quella battuta. E poi disse – sei uno stupido Spike – e si allontanò. Questa volta fu lui a correrle dietro – come rinunci così presto? …mm… perdiamo colpi cacciatrice. L’ età comincia a farsi sentire. – e sorrise sarcastico.

Poi il silenzio, senza rendersene conto erano arrivati davanti alla vecchia cripta di Spike.

- Ma… - disse lui sorpreso.

- Beh senza la tua cripta, non sarebbe stata la stessa Sunnydale.- disse Buffy guardandosi in giro cercando di nascondere la sua agitazione.

- Sei stata tu? – chiese lui

- Sì – rispose lei senza guardarlo.

- Entriamo ti va? – Buffy si strinse nelle spalle. Rientrare lì significava molto per lei. Anche se era stata lei a chiedere a Xander di ricostruirla, non vi aveva mai messo piede.

- Va bene - disse alla fine. Era buia ma identica a come quando la abitava. Prima che Riley, “già Riley”. E ripensò a quello che quella notte Riley aveva detto a Spike e a come lei si era sentita sporca agli occhi di quello stupido. Perché adesso lo vedeva bene. Era uno stupido ragazzo che non sapeva nulla del buio. Dell’oscurità, del desiderio di morte che si sente quando la vita diventa insopportabile. E Spike come sempre ne aveva fatto le spese. Ed aveva perso la sua casa. Ma nonostante tutto, quella mattina, lui non pensava alla casa pensava ancora a lei. Voleva ancora lei, che così poco gli aveva dato. Le briciole e che quella mattina stessa gli diceva “Addio William” e gli spezzava il cuore, di nuovo.

Fu riportata alla realtà dalla sua voce che le diceva – io vado di sotto… se vuoi puoi aspettarmi qui–

Lei lo aveva guardato e senza esitare aveva risposto – no sono curiosa anche io di vedere cosa ha combinato Xander –

- Cosa questa è opera di Capitan Uncino? – chiese sorridendo – sorprendente -

E scesero di sotto. Tutto era come allora anche il grande letto. E il tappeto e quell’aria così accogliente, calda e confortevole. Che mai ci si sarebbe aspettati di trovare in una cripta.

E di nuovo come la notte precedente il passato fu come una calamita. Gli attirò l’uno verso l’altra. Si erano guardati, uno sguardo di intesa, entrambi stavano pensando alla stessa cosa: tutte le notti passate in quella cripta. E senza ben sapere chi avesse cominciato, si erano trovati avvinghiati l’uno all’altra. Si baciavano intensamente.

- Ti voglio Buffy – aveva detto lui e l’aveva fissata con uno sguardo che mostrava tutto il desiderio ed il disperato bisogno che lui aveva di lei.

- Anche io Spike – aveva risposto lei, e nel suo sguardo vi era lo stesso desiderio e disperato bisogno. Poi avevano ripreso a baciarsi, lui l’aveva fatta distendere nel letto ed avevano ancora fatto l’amore. Un po’ selvaggiamente come allora.

Abbracciati, stanchi ed appagati guardavano il soffitto di roccia e seguivano con lo sguardo gli spigoli e le ruvide increspature della roccia.

- Dovremmo alzarci – disse lui pensando agli altri che erano in giro là fuori.

- Ancora un po’ ti prego – disse lei.

- Va bene – rispose lui stringendola a se.

 

Si rivestirono in fretta in silenzio, forse anche un po’ imbarazzati…

- dobbiamo dimenticare anche questo – chiese lei con tono ironico. Le faceva ancora male quella frase.

Spike sorrise e la raggiunse. La prese per le spalle e l’attirò a se – secondo te, possiamo dimenticare? – lei chiuse gli occhi ed in silenzio ascoltò…

Il suo cuore, il suo cuore batteva, batteva ancora. Come era possibile? Come poteva essere? Si domandò… o era forse impazzita? Poi con le sue mani strinse le braccia di lui e voltandosi lentamente lo fissò. – No – fu la risposta sussurrata prima che le labbra di lei toccassero quelle di lui. Fu un bacio dolcissimo. Dato ad occhi chiusi, perché era un bacio che conteneva in se molto più di quello che potevano dire con le parole. Riaprirono gli occhi e continuarono a fissarsi in silenzio, per un momento interminabile. Poi si diressero nuovamente di sopra, il mondo li richiamava alla realtà. Spike stava per aprire la porta della cripta quando Buffy senza dire nulla quasi istintivamente prese la sua mano tra le sue e la strinse. Lui la guardò e ricambiò la stretta e uscirono. Vagarono per il cimitero, silenziosi e sereni. Da quanto tempo non era stata così serena si domandò lei.

Svoltato un sentiero si ritrovarono Wesley, Giles e Angel davanti. Spike come in un riflesso condizionato lasciò la mano della cacciatrice prima che loro se ne accorgessero. Lei cercò di trattenerla e…

…ancora il passato, quando quella mattina lui la stava accarezzando in cucina ed era sopraggiunto Xander e lei lo aveva scansato bruscamente…

Si morse le labbra “accidenti stupido perché mi hai lasciato la mano?” pensò, adesso che lei avrebbe voluto che tutti sapessero, che tutti vedessero, lui invece preferiva nasconderlo. Ebbe quasi un moto di rabbia verso Spike, ma in realtà era furiosa con se stessa.

- Bene penso che per questa sera possa essere abbastanza –

disse Giles, guardando l’orologio. Tutti annuirono in silenzio e ognuno prese la strada di casa.

- Buffy vuoi che ti accompagni? – chiese Angel guardando Spike di sottecchi, con disprezzo.

- Io… veramente…- lei era stata spiazzata da quella richiesta e per un attimo aveva esitato.

- Si forse voi vorrete…restare soli piccioncini - disse Spike con tono tra l’ironico e l’adirato.

- No – rispose risoluta lei. Stupendo entrambi i vampiri. – Non vedo perché … Angel tu mi debba accompagnare. So badare a me stessa e poi io e Spike andiamo nella stessa direzione –

- Mm… veramente nella stessa casa – ribadì il vampiro divertito dalla situazione.

- Già – disse Angel piazzandosi davanti a Spike e fissandolo dall’alto in basso.

- Ora basta – sbuffò lei – sono stufa. Tu Angel vai con Giles e Wes. E tu Spike sbrigati o resti fuori questa notte. – e si avviò lungo il sentiero.

- Attento a te Spike… lei è ….- sibilò glaciale Angel.

- No ti sbagli lei non è più tua – e lo oltrepasso continuando a guardarlo con aria di sfida.

Camminarono fianco a fianco in silenzio, nessuno dei due sapeva come rompere quel silenzio. Le loro mani si sfiorarono e a quel contatto Buffy ebbe un brivido e ancora una volta quel giorno stupì se stessa. Gli prese la mano e la strinse forte, quasi a fargli male. Spike sussultò per un secondo e poi sorrise lievemente.

La casa era avvolta nel silenzio.

- Dawn? Andrew? – Buffy chiamò guardando su per le scale. Voleva accertarsi che non ci fosse nessuno in casa.

Nessuna risposta.

Poi si voltò verso il vampiro a cui non aveva lasciato ancora la mano e l’attirò a se.

- Ti prego resta con me questa notte! – e lo guardò implorante. Lui la scrutò, cercava di capire di vedere dentro quegli occhi così verdi, così indecifrabili. Con l’altra mano le sfiorò il viso.

- Va bene – rispose sospirando e la seguì di sopra. Nella sua stanza.

E si rese conto in quel momento che non c'era mai stato prima della notte precedente. Si guardò intorno e il suo sguardo si soffermò su alcune fotografie che aveva sul comò. Una ritraeva lei e la gang, l’altra lei e la sua famiglia e una lei e il vuoto…. E poi sotto scritto con pennarello nero “Angel”. Il suo viso si rabbuiò mentre la mascella gli si contraeva. D’istinto strinse la mano di Buffy che si voltò a guardarlo e seguendo il suo sguardo sino alla foto, capì immediatamente i pensieri del vampiro. Allora in un gesto che per prima sconvolse se stessa, si avvicinò al comodino e mise la foto a faccia in giù. Poi voltandosi verso di lui lo abbracciò e gli si strinse contro il petto.

– Abbracciami ti prego, Spike.-

Come era dolce la sua voce. Era la prima volta che pronunciava il suo nome in quel modo. Spike non le avrebbe negato nulla quella notte. Era troppo bella, troppo fragile. Ricambiò il suo abbraccio e poi la baciò con passione.

- Amore – le disse in un sussurro all’orecchio. E poi sollevandola tra le braccia la distese sul letto.

- Mi ami? – chiese lei

– Sì ti amo – rispose lui sospirando tristemente.

… E di nuovo la mente tornò al passato a quella notte prima che Riley distruggesse tutto tra loro. Beh prima che lei permettesse a Riley di distruggere tutto. Ancora un crampo allo stomaco. E un rimorso per quello che aveva fatto….

- Ti amo – disse lei, ed era così bello dirglielo e sentirlo. Questa volta non avrebbe permesso a nessuno nemmeno a se stessa di fargli del male. Non più. Adesso per lui era venuto il tempo dell’amore. E lei gli avrebbe dato tutto l’amore che poteva, tutto quello che aveva chiuso dentro di se da troppo tempo. Lo strinse forte a se e gli sussurrò all’orecchio

– Amore, ti amo. Ti amo da morire. Ti prego non lasciarmi mai più – e calde lacrime bagnarono il suo viso e si depositarono sulla spalla del vampiro. Che incredulo la stringeva quasi a soffocarla, e anche lui pianse le sue prime lacrime di gioia.

– No mai Buffy, io non ti lascerò mai. Lo sai – e sorrise. P

oi fecero l’amore lentamente fissandosi negli occhi in silenzio, sorridendo. E Buffy si sentì di nuovo Viva.

 

EPILOGO

 

 

Spike la teneva dolcemente tra le braccia, carezzandole i capelli e baciandole la fronte di tanto in tanto. Lei ascoltava il suo cuore battere e si sentiva protetta e serena. Era a casa finalmente, adesso lo sapeva.

- Spike devo dirti una cosa – sussurrò lei.

- Dimmi amore – e le continuò a carezzare dolcemente i capelli mentre la stringeva ancora di più a se.

- Mi dispiace. Davvero tanto – quella frase le veniva dritta dal cuore. Era tanto che avrebbe voluto dirla. Ma non ne aveva mai trovato il coraggio. Ora nel silenzio e nella pace della notte era venuta fuori quasi da sola per caso. Nel modo più naturale che si possa immaginare.

- Lo so amore. Ma adesso non pensare più al passato – e le sorrise teneramente.

- Grazie – si voltò e lo baciò. E per la prima volta il passato non tornò a tormentarla. Ora poteva guardare avanti a se. E qualunque cosa avesse deciso Spike avrebbe fatto parte della sua vita. Questa adesso era la sua unica certezza. Ma forse lo era sempre stata, solo che lei non aveva mai voluto vederla.

 

… Nello stesso momento nella biblioteca di Sunnydale Wesley, che non era riuscito a prendere sonno…

 

 

... Drinnnnnnnnnnnnn ! drinnnnnnnnnnnnnnnn! Il campanello suonava senza sosta. Buffy si alzò e andò ad aprire.

- Ma che diavolo succ…ede? – disse ancora assonnata ed un po’ impacciata.

- Buffy scusaci ma abbiamo grosse novità e dobbiamo metterti al corrente –

- Oh bene! Entrate avanti – tutta la carovana al completo.

- Sappiamo cosa è successo…-

- E’ una cosa brutta o bella – chiese Buffy tagliando corto.

- Veramente non …saprei – disse Willow un po’ confusa.

- Buffy vedi la buona notizia è che non c’è nessuna apocalisse in atto o quantomeno non adesso. E comunque in ogni caso non centra nulla il fatto che le cacciatrici abbiano perso i loro poteri –

Giles sorrise imbarazzato

– La brutta e che l’ incantesimo è svanito perché… per ogni generazione c’è e deve esserci...-

Buffy girò gli occhi in segno di rassegnazione e proseguì la frase

- …una sola e unica prescelta. Giusto? -

Giles annuì un po’ dispiaciuto – …beh si esatto - .

- B indovina un po’ chi è che resta fregato? – aggiunse Faith con la sua aria provocatoria e divertita.

- Mi spiace Buff – disse Xander.

- Non fa nulla – rispose Buffy tirando su le spalle. Non sembrava particolarmente sconvolta o rattristata per la notizia. Tutti la guardarono preoccupati.

- Buffy hai capito? Sei di nuovo la cacciatrice. Puoi dire addio alla tua vita “normale”.- continuò Xand.

- Sì ho capito – rispose lei – ma la mia vita non è mai stata normale quindi… -

- Non mi sembri particolarmente … adirata, sconvolta per la notizia. Come mai Buffy che è successo? – Chiese Angel preoccupato per lei.

- Niente, sto bene. Adesso se non vi spiace vorrei finire di fare colazione. Ho anche io una notizia per voi …-

Stava per riprendere a parlare quando una voce proveniente dal piano di sopra disse

– amore torna a letto è ancora presto –.

Willow avvampò, Dawn ed Andrew sorrisero, sul volto di Faith si dipinse uno sguardo di compiacimento. Giles, Xander e Wesley sembrarono stupiti. Mentre Angel la fissò amareggiato ma rassegnato. Ma nessuno di loro osò dire qualcosa o esprimere un giudizio. La vita aveva insegnato loro ad essere prudenti, a non giudicare affrettatamente e soprattutto che è dannatamente breve. Per sprecarla in sentenze e giudizi sulle scelte altrui.

 

– Bene questa era la notizia – disse Buffy un po’ impacciata ma per nulla imbarazzata.

- Noi faremmo meglio ad andare, così tu…- Will cercava di sdrammatizzare ma in realtà rendeva le cose più imbarazzanti.

- Buffy per quello che ti ho detto, ci penserai? –

Giles la guardò preoccupato ma anche speranzoso in una sua risposta positiva.

- Ho già riflettuto Giles – rispose lei secca, sempre sorridendo…..

 

- Allora? – chiesero tutti insieme dopo aver aspettato per un po’ inutilmente una risposta da Buffy.

- Non si può cambiare quello che si è...Ed io sono LA CACCIATRICE. – e il suo sguardo fiero scintillò di nuovo.

- Quindi potete dire ai demoni in città che la prescelta è tornata e che questa volta non se ne andrà –

Giles sorrise e le strinse il braccio poi uscirono tutti quanti dicendo

- Bene a quanto pare qui presto ci sarà bisogno di un’impresa di costruzioni – disse Xander sorridendo.

- Io ho sentito dire che c’è un posto di insegnante di informatica al liceo - e guardò il preside Woods che sino ad allora era rimasto silenzioso.

– Oh si è vero – rispose.

- E tu Faith? – domandò Giles curioso

– Beh un poliziotto in più non guasta – rispose lei strizzando l’occhio.

– Andiamo a casa allora – disse Giles commosso.

Tutti risero e si avviarono verso il Magic Box.

Buffy dal portico aveva osservato la scena felice. Richiuse la porta e pensò che “ a volte il passato ritorna… e ti dà una seconda chance” e sorrise.

- Amore vieni? Mi sto congelando – disse la voce ridendo

– Ammesso che un vampiro possa congelare -.

- Amore sto arrivando – disse lei correndo di sopra dal suo presente e futuro.

 

…..Era disteso sul letto completamente nudo e arrogante come sempre…

”alcune cose non cambiano” si disse felice. Poi lui sorrise e le mostrò, facendole oscillare un paio di manette.

La guardò malizioso e domandò

– Ti fidi di me? –

Lei si avvicinò lentamente al letto. Gli sedette accanto e rispose

– Sì ciecamente – e chiudendo gli occhi lo baciò.

 

 

FINE