Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

DESTINY

 

Di Spuffy

 

La carrozza scivola lentamente lungo il viale e si arresta davanti ad una grande casa in stile coloniale.

E' qui che vivrò sino al giorno in cui non mi sposerò.

 

- Aspettate qui – mi dice l'Avvocato Stewart e sparisce dietro ad una porta, mentre io e la mia dama Joyce ci guardiamo intorno un po' titubanti.

 

- Salve avvocato -

- Signor Darcy – l'avvocato fa un lieve inchino e si avvicina alla scrivania.

- Avete sistemato tutto? -

- Si certo, come voi desideravate -

- Cucciolo, devo ancora aspettare molto? -

Una donna elegantemente vestita e dai lineamenti aristocratici giocherella accanto al camino con con l'attizzatoio.

- Harm ancora un attimo di pazienza – sbuffa seccato.

- La Signorina Elizabeth è qui fuori che attende -

- Dovremo trovarle subito un marito, così non ci starà tra i piedi tesoruccio. In fondo vale diecimila sterline. Un buon partito glielo troveremo a meno che non sia proprio ....repellente – sorride Harm mentre continua a giocherellare con il fuoco.

- Fatela entrare – William non sembra averla ascoltata.

L'avvocato si affaccia dalla porta e ci fa cenno di seguirlo.

- Ho paura – sussurro all'orecchio di Joyce.

- Su fatti coraggio piccola vedrai che andrà tutto bene -

E d'istinto mi metto dietro di lei come a chiederle di proteggermi.

- Signor Darcy questa è Elizabeth la sua pro, pro cugina – dice con tono solenne l'avvocato.

Lui si avvicina lentamente a Joyce e la guarda.

- Ah, beh non è certo una primizia ma non è poi orribile, non credo sarà difficile sistemarla –

dice Harm la squadrandola dalla testa ai piedi.

- Benvenuta –

William da perfetto gentiluomo le prende la mano e sta per baciargliela quando lei la ritrae.

- Scusi ma io credo che ci sia ...-

- No, no – l'avvocato tossisce – Non è lei Conte Darcy. Signorina avanti su -

La mia testa reclinata spunta dal fianco di Joyce che mi abbraccia e mi spinge avanti.

- Eccola – dice sorridendomi.

Lui mi fissa e quello sguardo mi da i brividi.

- Ciao Elizabeth – sussurra continuando a fissarmi.

- Ciao – rispondo io guardandomi intorno curiosa come una scimmia.

- Vieni avanti su fatti vedere – dice lui con dolcezza.

- Perché? - domando sulle difensive e lui sorride.

- Perché cara dobbiamo vedere cosa si può fare per trovarti un marito e fare un buon affare –

Harm sghignazza avvicinandosi.

- Non voglio sposarmi, sono ancora piccola. Sposati tu se ci tieni tanto – rispondo seccamente.

Harm sembra sconcertata.

- Ma come osi piccola ...-

- Basta Harm – la interrompe William che continua a fissarmi come catturato da qualcosa in me.

- Vuoi della cioccolata Elizabeth? -

- Si la voglio –

Pecco ancora in buone maniere.

- Buffy come si dice? -

- Buffy - fa eco Harm – che razza di nome è Buffy? -

- Così mi chiamava mia madre – la mia voce si fa triste per un momento.

- Mi piace Buffy – dice lui sempre dolcemente.

- Allora vada per la cioccolata? -

E continua a fissarmi.

- Si grazie – faccio un lieve inchino.

Ho freddo e lui se ne accorge e premurosamente mi dice

- Vieni a sederti qui vicino al fuoco Buffy devi essere stanca e infreddolita dopo il viaggio -

Mi invita a sedermi accanto a lui su un divanetto davanti al camino.

Guardo Joyce che mi fa cenno con la testa di avvicinarmi.

Mi versa la cioccolata calda ed io la bevo rapidamente sporcandomi tutte le labbra.

Joyce sorride un pò imbarazzata, lui sembra divertito ed Harm infastidita.

- Ha molto da imparare la Signorina in fatto di buone maniere e di come ci si comporta in società -

- Allora posso andare e dare disposizioni per la vendita di tutto? - chiede l'avvocato prima di congedarsi.

- Si certo come...-

Lo interrompo bruscamente.

- Come vendere? Mi avevate detto che non lo avrebbero venduto? Che avrebbero aspettato -

Sono sconvolta.

- Non voglio – urlo indispettita.

- Buffy – cerca di calmarmi Joyce preoccupata per la reazione del mio Tutore, nuovo signore e padrone.

- Non voglio, vi odio siete un bugiardo –

E senza aspettare repliche scappo via.

Joyce non sa cosa fare prima, se seguirmi o chiedere scusa.

- Perdonatela, ma per lei perdere la sua famiglia, la sua casa e tutto il resto è stato un duro colpo -

- Cosa non doveva essere venduto? - chiede William guardando fuori dalla finestra.

- Il suo cavallo. Sa il primo genito di questo cavallo viene donato dalla madre alla propria figlia, per tradizione nella famiglia di Buffy e questo era il dono di sua madre, l'unica cosa che la legava a lei -

Ha le lacrime agli occhi la mia cara Joyce.

- Ehm...credo sia tutta colpa mia – dice un pò imbarazzato

- Siccome faceva i capricci perché non voleva lasciare la casa... per convincerla le ho detto che non avrebbe venduto il suo cavallo –

- Bene allora non lo venderemo –

- Davvero? – chiede Joyce contenta e un pò stupita.

- Si, non voglio farla piangere e poi mantengo sempre la parola data ad una Signora –

Sorride e continua a fissare dalla finestra.

Io sono corsa vicino alla carrozza e seduta sul predellino mi stringo al mio cane, un alano nero come la notte. E faccio di tutto per non piangere.

- Joyce, andate da lei e ditele che prestò riavrà il suo cavallo -

- Si vado subito e grazie ancora Signore –

Fa un leggero inchino ed esce quasi correndo.

Lui continua a fissarci dalla finestra mentre lei mi riferisce la notizia.

Il mio viso si llumina e le salto al collo, poi comincio a saltellarle intorno con il mio cane che per poco non la fa cadere.

E anche lui da dietro i vetri sorride.

 

Torniamo nello studio, dove ci aspettano.

Entro con gli occhi bassi.

- Grazie – dico imbarazzata e poi lo guardo con gratitudine.

Lui mi sorride lievemente ed io ricambio.

- George – il maggiordomo è apparso in silenzio alle nostre spalle.

- Mostra alle Signore le loro stanze –

- Ti farò chiamare per il pranzo Buffy –

Si è avvicinato lentamente a me e con delicatezza prende la mia mano tra le sue e la bacia.

- Si va bene -

Arrossisco ed esco un pò confusa.

- Venite Signore seguitemi -

Ci porta di sopra. In un corridoio costeggiato da grandi finestroni.

- Signorina questa è la sua stanza –

Ed apre una porta.

- E Joyce? – domando in ansia.

- Beh la sua dama è stata sistemata nell’altro corridoio, non lontano non tema –

Mi sorride bonariamente.

- E questa? – indico la porta di fronte alla mia.

- Questa è la camera del Signor Conte –

- Ah – sbuffo un pò indispettita.

Avrei preferito avere Joyce accanto a me.

- Va bene – dico rassegnata ed entro.

La stanza è stata arredata con colori caldi e vivaci.

Il guardaroba è pieno di abiti e di accessori.

Tutto è semplicemente perfetto.

- Verrò a chiamari per il pranzo -

Fa un inchino ed esce.

Io e Joyce ci guardiamo e sorridiamo

Rimaste sole cominciamo a guardarci intorno curiose.

- E’ davvero gentile il Signor Conte, non trovi Buffy? -

Dice Joyce mentre mi aiuta a cambiarmi.

Io continuo a saltellare sul materasso con il bacino e non le facilito il compito.

- Su stai un attimo ferma tesoro -

Ridiamo insieme, ma dentro mi manca la mia casa e mio padre.

 

Nello studio.......

- Beh William non sarà difficile trovarle un marito a quella piccola selvaggia....agli uomini piace domare le giovani puledre -

Ridendo si avvicina a lui e gli cinge le spalle.

- Non è vero tesoro? –

Gli bacia il lobo dell’orecchio.

- Harm – la riprende.

- Faremo un buon affare per il suo matrimonio –

Ride.

- Già, se lo dici tu – un sorriso sinistro appare sul suo viso.

Si gira e l’abbraccia con foga.

- William – sospira Harm mentre lui la spinge stesa sul divano e la guarda con lussuria.

 

- Adesso basta Harm, su rivestiti è ora di pranzo -

- Uffa, prima non ti importava del pranzo – è seccata.

- Avanti abbiamo ospiti –

- Già quella smorfiosa. Non vedo l’ora che un imbecille se la porti via –

- Muoviti avanti –

- William? –

Lui continua a vestirsi. Lei lo sta fissando attentamente....

- Cosa hai in mente William? – gli domanda secca.

- Cosa vuoi dire? – risponde con aria ingenua.

- Guarda che io ti conosco, William Darcy. Ma è una bambina! – sgrana gli occhi.

- E con questo? –

Ride maliziosamente.

- O mio Dio....non starai sul serio pensando quello che io sto pensando che tu stia pensando? -

Resta un attimo a riflettere e poi aggiunge.

- Mi sono persa, comunque rispondi –

- Non mi seccare Harm – ora è lui ad essere infastidito.

- L’avevo capito che ti aveva colpito sai....- sospira

– Da come la guardavi fisso. – incrocia le mani sul seno ancora semi scoperto.

- Si notava così tanto? – continua sempre più arrogante e beffardo.

- William sei davvero un mostro! –

- Ah, ed è questo che vi piace di me vero? –

La prende per la vita e l’attira nuovamente a se.

Mentre sta per baciarla, qualcuno bussa alla porta.

- Signore posso? – è la voce di George.

Lui lascia cadere Harm pesantemente sul divano.

- Su sbrigati adesso ho detto –

Si da un contegno e risponde.

- Si George entra -

- E’ tutto pronto per andare a tavola Signore –

- Bene vai a chiamare Buffy, George –

- Si vado Signore –

- Ah George, cosa ha detto della sua stanza? Le è piaciuta? –

George sembra alquanto sorpreso della domanda e dopo aver esitato un istante risponde.

- Si si è messa a saltellare qua e là guardandosi intorno curiosa. -

- Davvero un tipo fuori dal comune non trovi? –

- Già – sorride George ripensando a me.

- Bene vi raggiungiamo subito. Grazie –

George fa un inchino e si allontana.

- Da quando in qua ti interessa l’indice di gradimento di una smorfiosa di appena...appena....ma quanti anni ha? –

- Quattordici, quasi quindici – sorride come seguendo il filo dei suoi pensieri.

- Ora muoviti avanti. Ho fame –

- Si arrivo, arrivo – Harm è sempre più seccata.

 

- Qui vicino a me – dice William tenendomi la sedia vicino alla sua, con sommo disappunto di Harm.

A tavola sono troppo affamata per badare alle occhiate che lui e Harm si scambiano e al suo sguardo che si posa spesso su di me. Come attratto da una calamita.

Sto lottando con un piatto di carne che detesto e lui mi sta fissando.

Me ne accorgo e mi agito, penso di avere qualcosa sul naso e comincio a sfregarmelo e Harm mi guarda come fossi pazza.

- Insomma – dico alla fine stufa di quel suo sguardo fisso su di me.

- Cosa ho in viso che mi guardi così? –

- Buffy – mi riprende Joyce da dietro le spalle ed io socchiudo gli occhi.

- Niente Buffy, pensavo a quanto sei bella –

E il suo modo di dirlo così naturalmente mi sconvolge e turba.

- Cosa? – resto a bocca aperta.

Lui ride e poi si avvicina leggermente con il busto.

- Ho detto che sei bella –

E con lo sguardo sembra voglia come spogliarmi.

Resto a fissarlo qualche istante e poi rido.

Lui resta un pò spiazzato dal mio atteggiamento.

- Ma non dire assurdità, non mi piace essere presa in giro – e sbuffo.

George vicino alla porta, a stento trattiene una risata.

Mentre Joyce sembra preoccupata, come avesse intuito qualcosa delle sue intenzioni che non le piace.

Mentre Harm ride apertamente.

Lui non commenta ma continua a fissarmi.

Finito di mangiare, mi alzo in piedi e chiedo congedo.

- Posso andare? -

Harm sembra felice di liberarsi di me, mentre lui sembra seccato.

- No, voglio che resti con noi Buffy –

Ed è lui questa volta a spiazzarmi.

- Ah – ribatto e mi guardo intorno in cerca di sostegno.

- Su avanti di a George di servire il Tè –

- Cosa, io? Ma questo lo fa la padrona di casa –

Sono confusa adesso.

- Appunto e adesso sei tu tesoro la padrona qui. -

- Io? – sono spaventata, non ho mai avuto responsabilità in vita mia.

Ha sempre pensato a tutto la mia Joyce.

- Ma io....- balbetto.

- Su avanti passerotto ordina, è facile –

Sorride divertito.

- Lo faccio io William –

Harm cerca di riprendere in mano le redini della situazione che sente le sta sfuggendo di mano.

- No – sembra seccato – tocca a Buffy farlo –

La guarda torvo.

Poi torna a guardarmi con dolcezza.

- Avanti tesoro -

- George, puoi servire il tè –

Dico alla fine un pò titubante.

- Dove Signorina? –

Domanda e attende, sono smarrita.

William ride e mi viene incontro.

- Sei stata brava piccola. In salotto George -

Prende la mia mano nella sua e la stringe.

- E da oggi in poi per qualsiasi decisione, rivolgiti a Buffy. Quello che lei vuole, avrà -

Sorrido ma sono diffidente.

Harm si alza e attente che William le porga il braccio.

Lui la ignora e prende il mio.

- Andiamo ti faccio strada -

Lei è furiosa. Ci segue borbottando a bassa voce.

 

- Buffy tu devi imparare a controllarti bambina mia. Non puoi sempre dire quello che ti passa per la testa. Non è conveniente -

- Si lo so, ma la mamma mi diceva che non bisogna dire le bugie -

- Si tesoro ed aveva ragione, ma vedi qui si tratta di non dire la verità -

- Non riesco a seguirti –

Sbuffo e cerco di allentare il corpetto che Joyce vuole allacciarmi a tutti i costi.

- Non gli sopporto questi cosi -

- Ma una Signorina gli indossano. Su non fare storie -

- Tu credi che Harm dicesse sul serio? -

- A proposito di cosa? -

- Di trovarmi marito -

La guardo perplessa.

- Non so tesoro, ma prima o poi....-

- Io non voglio sposarmi, io voglio viaggiare, vedere il mondo -

- Si ma prima o poi una Signorina per bene si sposa -

- Joyce, non mi piace stare qui. Non mi sento a mio agio -

- In che senso? -

- Lui, il Conte è così strano, sempre a fissarmi e a studiarmi. Harm mi detesta, ma chi è? -

- Veramente...tesoro le cose sono un pò complicate meglio non indagare. -

Joyce sembra imbarazzata e non sa cosa rispondermi.

- L'unico che mi piace è George -

La mattinata si preannuncia noiosa.

La colazione è una specie di rito qui ed è davvero rivoltante vedere Harm che cerca di imboccare William.

- Allora tesoro - dice affettatamente lei rivolta a me

- Sai suonare? disegnare? conosci le lingue? Che educazione hai ricevuto? -

Mi guarda attentamente.

- Veramente no - rispondo sinceramente.

- Ah no? -

- No -

- Dimmi Buffy cosa ti piace fare? -

Lui sembra incuriosito da tutto quello che mi riguarda.

Esito un attimo, Joyce è nella stanza e mi sta guardando con apprensione.

Lui capisce al volo e con fare indifferente dice

- Joyce puoi andare, quando Buffy avrà finito ti farò chiamare -

- Ma io...- sta per replicare, ma il suo sguardo non ammette discussioni.

Lei si inchina ed esce.

Io non so cosa fare, e non mi piacciono gli interrogatori.

Lui continua a fissarmi

- Avanti Buffy dimmelo o ti vergogni? -

Lo guardo con aria di sfida.

- Mi piace fare la lotta e andare a cavallo -

Sono indispettita.

- La lotta? O mio Dio una vera selvaggia dunque -

- La lotta? Su fammi vedere -

Si alza e mi viene incontro.

- Cosa? - dico allibita guardandolo.

- Avanti fammi vedere qualche mossa -

Sorride.

Mi alzo e gli sono davanti.

- Ma sei impazzito William -

Harm è sconcertata dal nostro comportamento.

Lo guardo fisso e poi gli assesto un calcio nello stomaco.

Lui sembra stupito e mi guarda piegandosi leggermente in avanti

Ed io gli do un pugno sul mento che lo fa cadere per terra.

George in piedi vicino alla parete ride in silenzio.

Mentre Harm è shockata.

Mi avvicino a William.

- Mi spiace non volevo colpirti così forte -

Lui mi fa lo sgambetto e mi atterra, prendendomi tra le braccia per evitare che mi faccia male nella caduta.

- Passerotto mai abbassare la guardia. Ti può essere fatale -

E continua a tenermi imprigionata tra le sue braccia.

Respiro affannosamente.

Il suo sguardo che scende dai miei occhi alle labbra, e poi giù verso la scollatura del mio vestito mi imbarazza.

Mi sollevo e faccio per alzarmi, ma lui continua a trattenermi.

Lo odio.

- Non vale. Questo non è corretto -

Sono furiosa.

- Su tesoro non te la prendere, stavo scherzando -

Si alza e mi solleva senza lasciarmi andare.

- Non è corretto -

Ripeto liberandomi dalla sua presa ed esco stringendo i pugni.

- E' davvero una selvaggia, non sarà poi così facile trovarle un marito William -

George adesso è pensieroso e fissa William preoccupato.

 

- Antipatico, arrogante, presuntuoso, odioso e borioso che non sei altro -

Continuo a borbottare dentro di me mentre mi aggiro per il giardino seguita dal mio fedele Argo.

- Te la farò vedere io: ' mai abbassare la guardia ' -

E lo imito scimmiottandolo.

 

All’improvviso mi rendo conto che mi sono persa.

Non riesco a vedere la casa da nessuna parte e la vegetazione è fitta.

Argo mi guarda smarrito ed io sono un po’ spaventata, è pomeriggio inoltrato e presto calerà la sera.

Joyce non vedendomi rientrare è preoccupata.

- Mi scusi Signor Conte se la disturbo ma…. –

- Dimmi pure Joyce –

- La Signorina –

- Si cosa? –

- Non riesco a trovarla –

- Cosa? – Sembra allarmato.

- E’ uscita questo pomeriggio e non è più rientrata –

- Perché non mi hai avvertito subito –

E’ alterato.

- George – sta urlando.

- Calmati tesorino adesso mandi qualcuno a cercarla e vedrai che la riporteranno a casa sana e salva la tua preziosa pupilla –

- Taci Harm – sibila.

Poi rivolto a George.

- Si Signore? -

- Fai sellare il mio cavallo e manda fuori gli altri a cercare Buffy. Subito –

- Ma William –

- Voi aspetterete qui, se dovesse tornare –

Si alza e senza dire altro esce correndo dalla stanza.

- Signore è tutto pronto. –

- Bene io perlustrerò la zona del labirinto e voi il bosco. –

- Si signore –

Parte al galoppo.

Mi sono cacciata in questo dannato labirinto di siepi alte.

- Argo ti prego ritrova la via di casa avanti -

Ma Argo mi guarda dubbioso.

Continuo a camminare, cercando di non abbattermi.

E si è fatto buio.

Sento dei rumori dietro una siepe e comincio a correre non mi accorgo di un ramo sporgente e lo urto violentemente, ma continuo a correre.

Sino a che davanti a me non sento il nitrito di un cavallo e appare lui.

Mi fissa e sembra sconvolto.

Salta giù da cavallo e mi guarda indispettito.

- Ma che ti è saltato in mente Buffy? -

E’ arrabbiato, mi scuote un po’ e poi sospira.

Ho il viso abbattuto e stanco.

- Andiamo a casa -

Ed il suo tono è tornato gentile e dolce.

Mi solleva tra le braccia prendendomi per i fianchi ed io provo una strana sensazione.

Poi si ferma improvvisamente, sta guardando il mio vestito.

E’ sporco di sangue.

- Cosa ti sei fatta Buffy? -

Mi rimette giù e comincia a sollevarmi la gonna con gesti impazienti.

- Niente lasciami – cerco di schernirmi.

- Come niente? Sei sporca di sangue –

Scopre la mia gamba c’è un taglio abbastanza lungo ma per lo spavento non ho avvertito il dolore.

Appena lo sfiora sussulto.

- Fa male, aspetta che lo bendiamo –

Si toglie la giacca e la camicia ed io arrossisco, non ho mai visto un uomo nudo.

Lui se ne accorge e per un attimo sorride malizioso ma poi torna a preoccuparsi per la mia ferita.

Strappa un lembo e lo utilizza per fasciarmi.

Sfiora delicatamente la mia gamba con un gesto lento mentre mi fissa intensamente.

- Su andiamo adesso – mi solleva tra le braccia e mi fa salire a cavallo.

Non oso guardarlo ma poso il capo sul suo petto e posso sentire il battito del suo cuore e l’odore e il calore della sua pelle.

Ed una strana sensazione mi prende allo stomaco.

Lui mi stringe a se e poi intima al cavallo di andare.

L’andatura è regolare, non sembra aver fretta di tornare a casa.

Ed io confesso che sto bene così tra le sue braccia, mi sento al sicuro.

Arrivati a casa lui esita un momento e mi stringe ancora più a se, poi scende e mi prende tra le braccia.

- Preparate dell’acqua calda e portatemi del brandy presto -

Mi porta dentro.

- L’hai trovata – sembra quasi delusa Harm.

- Fate presto – e si avvia verso le scale.

- William ci penso io a curarla – dice Harm seccata.

- Non se ne parla – risponde secco dopo averle lanciato un’occhiata severa.

- Ma sei nudo? – Solo ora si è accorta che non ha la camicia.

- Si – e sta salendo con me che sono stretta a lui addormentata per la stanchezza.

Mi stende sul letto delicatamente e mi sfila l’abito.

Joyce vorrebbe dire qualcosa ma lui sembra così determinato che un po’ la spaventa.

- Presto và a vedere a che punto è questa benedetta acqua calda.-

- Si signore – lei esce un po’ in apprensione.

- Tesoro – mi accarezza la guancia.

- Dove sono? – dico mentre mi risveglio.

- A casa, tesoro. Sei al sicuro –

Mi sorride ed io ricambio e lui sembra contento.

Poi i suoi occhi diventano profondi e il suo sguardo è torbido.

Sta fissando il mio seno sotto la sottile camicia, che si solleva al ritmo del mio respiro.

Arrossisco e mi copro con le mani.

Lui sorride un po’ beffardamente e avvicina il suo volto al mio.

Sto tremando e poi arriva Joyce con le bende.

Tiro un sospiro di sollievo.

Lui mi porge un bicchiere di liquido marrone e dice

- Bevi! sentirai meno dolore -

Ma io faccio cenno di no con la testa.

- Tanto non piango -

E lo guardo con determinazione.

Lui mi accarezza ancora la guancia e poi versa il liquore sulla ferita.

Bruciaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!! Ma trattengo il fiato e non piango.

Lui sembra così fiero e stupito.

La pulisce delicatamente e poi la benda.

E alla fine mi copre con la pesante trapunta.

Mi bacia sulla fronte e mi sussurra all’orecchio.

- Sei stata brava piccola. Sono fiero di te -

Le nostre guance si toccano per un momento infine si alza ed esce dalla stanza.

Mentre Joyce è sempre più preoccupata.

 

Quando mi risveglio il Sole è già alto.

Un lieve bussare alla porta.

Mi metto a sedere sul letto, a fatica.

La gamba mi fa molto male.

- Posso – E’ lui ed io sono agitata.

- Si, certo entra pure – Sono impacciata come mai in vita mia.

- Come stai passerotto? Ieri mi hai fatto prendere un bello spavento sai –

- Sto bene grazie –

Giocherello con il lembo del lenzuolo e sento il suo sguardo che mi accarezza.

- Sono contento -

E senza pensarci, tanto per fare qualcosa cerco di alzarmi.

Ma appena poggiata la gamba cede.

Lui mi sorregge ed io mi aggrappo a lui.

Per un attimo i nostri sguardi si incrociano e restiamo così a fissarci.

Poi lui sembra a disagio e mi stringe la vita per sorreggermi.

- Cosa vuoi fare piccola? Meglio che resti a letto per oggi. Ho fatto chiamare il dottore -

- No non ce n’era bisogno – Detesto i dottori.

- Su adesso non fare i capricci Buffy –

- Posso farcela da sola –

Cerco di liberarmi dalla sua stretta, ma più ci provo più lui mi stringe.

E sembra divertirsi.

- Passerotto non ti dibattere, sei in gabbia ormai –

Lo guardo fisso, non riesco a capire cosa voglia dire.

- Cosa vuoi dire? -

Domando un po’ allarmata.

Lui fa finta di non sentire.

- Su adesso siediti che facciamo colazione –

- Ma tu non la fai in sala? –

Sono sempre più spiazzata dal suo modo di agire.

- No preferisco farla qui con te -

George entra con un vassoio pieno di cose da mangiare e da bere.

E c’è la cioccolata calda che io adoro.

- Ho saputo che ti piace –

Mi sussurra mentre scosta una ciocca di capelli dal mio viso.

- Si – dico evitando il suo sguardo.

- Puoi posare qui George grazie –

George mi lancia uno sguardo sorridente

- Sono contento che la Signorina stia bene –

- Grazie George – ricambio il suo sorriso.

Poi restiamo soli e lui mi imburra le fette biscottate.

Mi sento come una bambina.

- Grazie – sussurro.

- E’ un piacere per me –

Sorride sempre più arrogantemente e mi mette a disagio.

Ho appena finito di bere la mia cioccolata calda ed ho tutto il viso sporco.

Lui mi guarda e si morde il labbro inferiore.

- Sei bellissima lo sai passerotto -

Non so cosa dire, i complimenti mi mettono a disagio.

La porta si spalanca violentemente.

- Quando mi hanno detto, non ci potevo credere. Mio Dio -

- Cosa vuoi Harm? – è seccato.

- Tu preferisci fare colazione con questa smorfiosetta piuttosto che a letto con me? Dopo questa notte di fuoco? –

Io non afferro bene il senso delle parole, non capisco cosa Harm voglia dire e faccio la mia figuraccia del giorno.

- La tua stanza ha preso fuoco? -

Gli chiedo guardandolo incredula.

E lui scoppia in una risata demoniaca quasi.

- Perché ridi? – sbuffo e mi sento offesa.

- Niente passerotto. Niente piccola. Si in un certo senso ha preso fuoco –

E lancia uno sguardo furioso ad Harm.

- Torno subito –

La prende per un braccio e la trascina via.

- Harm finiscila di seccarmi. E non permetterti mai più di parlare così davanti a lei -

- Già le sue povere orecchie potrebbero essere ferite dalla verità su quello che tu fai, quando non ti diverti a fare il buon samaritano raccatta randagi –

Io mi sono alzata e sono alla porta.

Ho sentito quello che Harm ha detto ed è come se mi avesse colpito in pieno viso.

- Io non voglio la sua elemosina – balbetto e i miei occhi sono sbarrati e amareggiati.

Lui mi guarda, inclina il viso e la sua espressione diventa dolce e dispiaciuta.

- Prendi le tue cose è vattene Harm. Oggi stesso. Non sei più gradita qui -

E’ adirato, come mai l’avevo visto sino ad ora.

La spinge via e poi dice a George, che come sempre è presente quando serve.

- George fa preparare la carrozza e i bagagli della Signora. Parte oggi stesso -

- Ma William, sei impazzito? Non dirai sul serio vero? –

Harm è incredula e spaventata.

- Mai stato più serio, ed adesso sparisci -

Poi si rivolge a me e il suo tono torna dolce e gentile.

- Ti ho detto che non devi fare sforzi Buffy. Adesso vieni ti riaccompagno a letto e finiamo di fare colazione -

- Non voglio restare qui. Io…-

- St…taci tesoro. Vieni –

Mi prende tra le braccia e mi riporta a letto.

Sorride dolcemente e poi mi dice

- Su avanti finisci la colazione -

E torna a bere il suo caffè in silenzio fissandomi.

 

Il suo sguardo mi fa fremere e mi fa sentire strana.

Dopo un po’ si alza, mi bacia sulla fronte ed esce.

- Verrò a trovarti più tardi -

Harm lo sta aspettato di sotto.

Lui scende le scale lentamente.

- Ti prego William ti prometto che non la tratterò più così, ma non mandarmi via -

Ha un tono supplichevole e convincente.

William sbuffa e poi dice

- Va bene, ma ricorda …non una parola fuori luogo –

Alza il sopracciglio come a voler sottolineare il significato di quelle parole.

- Va bene – sospira sollevata.

E ordina a George che la guarda un po’ seccato, di riportare i bagagli in camera sua.

 

A pranzo lui torna da me, ma è con Harm.

Anche lei si è voluta aggiungere a noi per il pranzo.

Faccio una smorfia e per la prima volta mi rendo conto che mi da fastidio che lei stia sempre con lui.

E sono sconvolta del mio stesso pensiero.

Ma non dico nulla.

Lui si siede accanto al mio letto e mi guarda mangiare,

cercando di aiutarmi quando le cose si fanno un po’ complicate.

Non riesco nemmeno a tagliare la carne con lui che mi guarda così.

Lui sorride.

Si siede sul letto, mi cinge la vita con le braccia e posa le sue mani sulle mie.

Ed io sto tremando come una foglia.

- Io…- ho un nodo alla gola.

- Faccio io tesoro. –

Prende le posate dalle mie mani.

Sono imbarazzatissima, mentre Harm mi lancia sguardi di fuoco.

Lui non mi scioglie dalla sua stretta.

Passa le braccia al lato dei miei fianchi e sempre cingendomi comincia a tagliare la carne lentamente.

Ad ogni pezzo sfiora e stringe di più i miei fianchi.

E comincia ad imboccarmi.

Vorrei protestare, vorrei dire No.

Mi volto a fissarlo e i nostri visi sono vicinissimi.

Per la prima volta vedo i suoi occhi, sono azzurri come il mare.

E sono divertiti ed intensi in questo momento.

Non riesco a parlare, a dire una parola, e gli sto fissando le labbra.

Oh mio Dio un pensiero sconvolgente per un attimo, attraversa la mia mente.

Anche lui sta fissando le mie labbra, e sta mordendosi il suo labbro inferiore.

- Su mangia –

Mi sussurra quasi affondando il suo viso tra i miei capelli.

Non so se è la mia immaginazione ma sento le sue labbra sfiorare delicatamente il mio collo.

E poi aspira il mio odore con il naso.

Ho un sussulto e sto per scostare il capo ma lui mi stringe con l’altro braccio e resto immobile incapace di qualsiasi movimento anche solo di respirare.

E ingoio a fatica un altro pezzo minuscolo di carne.

Mentre Harm a fauci spalancate mi fissa sconvolta e inorridita.

Ma lui non ci fa caso e continua ad imboccarmi e a sussurrarmi frasi strane.

- Avanti tesoro un altro boccone -

- Buono vero, posso prenderne un po’ anche io? –

E si porta la forchetta alle labbra quasi succhiandone il contenuto, lentamente e avidamente.

Io non ho più nemmeno il coraggio di guardarlo.

Alla fine prende il tovagliolo e mi pulisce le labbra.

Soffermandosi ad accarezzarle con le dita attraverso la stoffa.

- Dovremmo farlo più spesso, il cibo ha un altro sapore così, non è vero? -

Harm ormai ha gli occhi fuori dalle orbite ed io sono ancora qui tra le sue braccia, chiusa in una morsa che non accenna ad allentarsi.

Ho il battito accelerato e sento il suo sguardo scivolare sul mio collo e soffermarsi sul mio seno che ansima con me.

Sembra soddisfatto, si alza e mi bacia dolcemente sulle labbra.

- A dopo passerotto, adesso sarà meglio che ti riposi -

Il suo sguardo è beffardo ed il sorriso arrogante.

Si volta verso Harm e le fa cenno di uscire.

Lei lo precede senza dire una parola, ma lo sguardo che mi lancia è molto eloquente.

Adesso mi odia.

 

Il resto della giornata lo trascorro da sola, mi addormento e mi sveglio ripetutamente e la gamba mi fa dannatamente male.

A cena non tocco quasi cibo. Mi alzo e cammino un po’ per il corridoio buio.

Strani rumori provengono dalla stanza di William, mi avvicino piano.

La porta è semi aperta e quello che intravedo mi sconvolge.

Harm è stesa sul letto completamente nuda e lui di spalle alla porta con il lenzuolo avvolto in vita, le sta versando qualcosa addosso.

Resto come impietrita, ho gli occhi sgranati e non riesco a muovermi.

Il bastone a cui mi sorreggo cade facendo un rumore sordo, amplificato dal silenzio che regna nella casa.

Mi porto la mano alla bocca per non urlare.

Lui si gira di scatto e i nostri occhi si incrociano.

I miei spaventati e disgustati e i suoi stupiti e poi rabbuiati.

- Accidenti, maledizione – impreca.

E si dirige verso di me.

Cerco di indietreggiare ma la gamba cede provocandomi un dolore acuto che mi fa stringere i denti per non urlare.

Lui si precipita e mi prende quasi al volo prima che cada.

Mi solleva tra le braccia e il suo sguardo torna dolce per un attimo, per poi rabbuiarsi di nuovo.

- Io credevo che stesse accadendo… non so, io non volevo, io …. –

Sono visibilmente sconvolta.

Lui non mi presta attenzione.

Entriamo nella stanza e mi depone sul letto.

Non dice una parola, sembra arrabbiato ma non sono sicura che lo sia con me.

- Ora dormi piccola – dice serio passandomi una mano sulla guancia.

Mi fissa un istante e poi esce di corsa dalla stanza richiudendo la porta alle spalle.

 

- Tesoro allora riprendiamo da dove eravamo rimasti, prima che la mocciosa ci interrompesse -

Sorride maliziosamente Harm.

- No, non ne ho più voglia Harm. Vai nella tua stanza è meglio -

E le apre la porta invitandola ad uscire.

Harm è più che furiosa.

- Maledetta mocciosa sempre tra i piedi, mi chiedo quando ti deciderai a liberartene –

Sbuffa, ma questa volta anche William sembra essere d’accordo con lei.

- Ci penserò domani, buona notte -

Richiude la porta dietro di lei e si siede sulla sponda del letto passandosi una mano tra i capelli.

E fissando la porta chiusa. Come a trapassarla con lo sguardo sino ad arrivare alla mia stanza.

- Non può andare avanti così –

 

Io non riesco a dormire quell’immagine mi turba e mi provoca sensazioni intensissime, confuse e sconosciute.

La mattina scorre tranquilla, lui non si fa vedere, sino al tardo pomeriggio e sono un po’ delusa.

- Ciao - mi dice in tono un po’ esitante.

- Ciao – io sono felice di vederlo.

I miei occhi si illuminano e gli sorrido e questo lo infastidisce ancora di più forse.

Ma allo stesso tempo il suo sguardo si fa più intenso.

Parliamo del più e del meno e nessuno dei due accenna a quello che è accaduto la notte precedente.

A ora di cena lui si congeda e sono delusa.

Pensavo che anche oggi mi avrebbe imboccata.

Faccio una smorfia e lui sembra accorgersi della mia delusione.

Mi sorride dolcemente e mi bacia sulla fronte e sento un tremito sulle sue labbra, che esitano qualche secondo.

Poi si solleva, mi sorride ed esce.

Il resto della giornata sono solo chiacchiere con Joyce e George, che ultimamente sono diventati inseparabili.

Sempre a bisbigliarsi qualcosa e a guardarmi stranamente, scambiandosi sguardi e gesti d’intesa.

Joyce mi bacia sulla fronte e mi augura buonanotte.

Lui non è passato e sono triste.

Mi addormento quasi subito, ma il mio sonno è popolato di incubi.

Rivedo il giorno in cui mio padre è morto, quando sono arrivata era troppo tardi, non ho potuto salutarlo.

E mi sveglio in preda alle lacrime.

Anzi qualcosa mi sveglia.

Sono le sue braccia che mi tengono stretta al suo petto nudo.

Anche questa notte indossa solo il lenzuolo in vita.

- Buffy, sth… tesoro, non è nulla è stato solo un incubo -

Mi abbraccia e bacia sulla fronte, sulla guancia e sulle labbra dolcemente.

- Su stenditi adesso, torna a dormire passerotto -

La sua voce è così profonda e calda.

Mi stendo e lui si alza, mi guarda sorridendo lievemente e poi fa per andarsene.

Gli prendo la mano tra le mie e gliela stringo.

- No ti prego, resta -

Lo guardo implorante e con gli occhi lucidi.

Lui sospira ed esita, ma poi cede.

- Va bene - sembra agitato.

Si stende accanto a me ed io lo abbraccio e stringo forte.

Chiudo gli occhi per ascoltare meglio il battito del suo cuore.

Mi sta fissando.

Sono bagnata fradicia e la mia camicia da notte già di per se sottile, è diventata praticamente un velo semi trasparente.

Lui se n’è accorto solo adesso, alla luce della candela che ha lasciato a bruciare sul comò.

Il suo respiro accelera.

Il suo sguardo è catturato dai miei seni tondi che si intravedono chiaramente sotto la sottile stoffa.

I suoi occhi scivolano sempre più avidi lungo le curve del mio corpo, non più di bambina, ma nemmeno di donna.

Sospira gravemente e si irrigidisce lentamente.

Sente che il suo corpo non risponde più alla sua volontà di resistere.

Si sta eccitando e non vorrebbe.

Sente l’odore della mia pelle e i miei capelli sparsi sul suo petto.

Il desiderio di me è troppo forte.

Con le mani senza nemmeno rendersene conto comincia ad accarezzare le mie braccia e poi scivola lentamente verso il mio seno. Sposta il sottile velo a cui è ridotto la mia camicia e comincia ad accarezzarlo sempre più intensamente. Strappandomi sospiri e gemiti sempre più forti.

Sollevo la testa verso il suo viso e lui mi sta fissando così intensamente che il mio cuore sembra impazzito. E deve sentirlo mentre mi accarezza perché sorride.

E poi mi bacia, ma non un bacio come gli altri.

Questo è un bacio diverso.

Il mio primo bacio di donna.

Cerco di mantenere le labbra serrate ma il modo in cui mi accarezza mi costringe a gemere e ad aprire la bocca. E lui insinua delicatamente la lingua ad esplorarmi senza smettere di accarezzarmi.

Mi stringe sempre più a lui, i nostri corpi ormai aderiscono l’uno all’altro.

- Si – sospiro e lui sorride tra le mie labbra e continua a baciarmi.

Poi mi spinge supina sul letto e si adagia su di me.

- Oh Buffy – sospira aprendomi del tutto la camicia e lasciandomi esposta al suo sguardo avido

Mi bacia il collo, la spalle e poi comincia a succhiare il mio seno mentre io mi inarco contro di lui e sospiro sempre più forte.

- Ti piace vero? – sussurra e continua a baciarmi sempre più profondamente ed intimamente.

Si sfila il lenzuolo senza smettere di accarezzarmi e sento qualcosa di duro toccarmi la gamba destra.

Ho un sussulto ma non lo fermo.

Lui si stende completamente su di me e mi divarica le gambe gentilmente.

Poi ho un lieve dolore nel basso ventre.

E un attimo di panico.

Apro gli occhi e lo fisso incredula.

Lui mi sta guardando con un’intensità che mi fa girare la testa.

- William - sussurro mentre sento che si sta spingendo verso di me.

E lui si ferma, il suo sguardo diventa serio e la mascella si contrae.

Si allontana da me come scottato.

- Oh mio Dio – impreca.

- William io….- sono imbarazzata e cerco di capire, di giustificarmi.

Ma non so per cosa.

- Sta zitta Buffy , ti prego. Non adesso o non rispondo più di me -

Si guarda verso il basso e poi scosso e arrabbiato si alza, e si avvolge nuovamente il lenzuolo alla vita.

- Cosa mi hai fatto? Cosa Maledizione! -

Senza guardarmi esce sconvolto.

Mentre io sto piangendo, senza sapere il perché.

E che cosa gli ho fatto.

 

Ad attendere William fuori dalla porta c’è George che gli lancia uno sguardo truce.

William lo guarda per un istante e poi abbassa lo sguardo ancora acceso dal desiderio.

- Non è successo nulla George. –

Sussurra uno sconvolto William che si passa ripetutamente la mano tra i capelli.

- Fa preparare le mie cose, parto domani -

- Si Signore – George continua a fissarlo.

Mentre lui passa oltre e si chiude alle spalle , sbattendola violentemente, la porta della sua stanza.

Solo allora George sorride e dice a se stesso.

- Questa volta sembra che ci siamo, finalmente –

Sospira e scende le scale soddisfatto.

 

- E’ partito? -

Domando in un fil di voce a George, che è ritto in piedi davanti a me mentre faccio colazione.

Sono sconfortata e amareggiata.

Volevo chiedergli scusa, chiedergli il perché si fosse così alterato la notte scorsa.

- Si all’alba – continua impassibile.

- Quando torna? –

Domando sempre più abbattuta, cosa che non sfugge né a lui né a Joyce, che mi guardano attentamente.

- Non saprei dirle Signorina -

- Grazie George –

E lotto contro il mio bisogno di piangere.

I giorni si susseguono tutti uguali e di lui nessuna notizia.

Penso che sia tutta colpa mia se lui è andato via.

Ma non riesco a spiegarmi il perché e mi prometto, mi giuro che non accadrà più.

Che non piangerò più nel sonno e che non gli chiederò più di restare con me.

‘ William torna ti prego. Mi sento così sola ‘.

Cavalco spesso e passeggio per il parco tutti i giorni.

Sempre da sola e i mesi passano.

- Tanti auguri tesoro -

Joyce mi bacia sulla fronte e George mi mette davanti una torta con quindici candeline.

- Auguri Signorina Buffy -

Mi sorridono, ma leggono un velo di malinconia sul mio viso.

Ripenso alle feste che mio padre dava in occasione dei miei compleanni.

Tutti i bambini della casa vi prendevano parte e non si facevano differenze eravamo tutti uguali.

Ed io mi divertivo così tanto.

Ora invece sono sola in questa grande casa e lui non mi ha mandato nemmeno gli auguri.

Faccio una smorfia e spengo le candele ‘ Fa che torni da me ‘.

Esprimo il mio desiderio.

- Brava Piccola le hai spente tutte -

Sorrido e spero….ma lui non torna e i mesi continuano a passare.

 

Poi le cose cambiano….

- Bene tesoro preparati ho una sorpresa per te -

Joyce ride, sicura che quello che sta per dirmi mi farà felice.

- Si? – ed io spero che sia la notizia che William sta per tornare.

Joyce fa sventolare in mano un foglietto scritto e mi guarda sorridente.

- Indovina cosa è questo? -

- Cosa è? – sono curiosa ‘ forse una lettera di William.’ Penso.

- Un invito tesoro –

- Un invito per cosa? –

Sono stupita.

- Un invito ad una festa, per te -

E’ raggiante ed anche io lo sono. –

Faccio un balzo e prendo il foglio in mano.

Lo scorro rapidamente con lo sguardo e sorrido contenta.

- Ma quando? Non ho abiti -

Il panico e l’agitazione si impossessano di me.

George tossisce - Ho fatto chiamare il sarto proprio per l’occasione Signorina -

Anche lui sembra contento di vedermi nuovamente allegra.

- Si – urlo di gioia e saltello per la stanza.

 

‘ La mia prima festa ‘ sono così emozionata ed agitata.

La carrozza lentamente attraversa il cortile e si ferma davanti all’ingresso della grande casa.

Un valletto in livrea verde con bottoni dorati mi aiuta a scendere sorridendomi.

- Grazie -

Faccio un lieve cenno con la testa.

- Sei bellissima tesoro sta tranquilla -

Joyce mi ha accompagnato.

Entriamo nel salone tutto illuminato.

E’ affollato di gente, per un attimo il chiacchierio si interrompe e gli sguardi si posano su di me curiosi.

La padrona di casa mi viene incontro e il vociare riprende.

- Salve tu devi essere la piccola Elizabeth vero cara? -

Sorride gentilmente.

E’ una donna giovane dallo sguardo gentile e allegro.

- Si – mentre io sono tesa come la corda di un violino.

- Grazie per l’invito Signora Giles – farfuglio inchinandomi.

- Davvero adorabile, davvero incantevole – ripete sorridendomi.

- Su vieni che ti presento un po’ di salme –

Ride divertita.

Joyce mi segue senza dire una parola.

Io ogni tanto la guarda per cercare il suo appoggio e la sua approvazione.

- Questo è mio marito Rupert, una vera cariatide. Che praticamente vive rintanato in biblioteca, alla quale riesco a strapparlo solo di tanto in tanto.

- Piacere – accenno un inchino imbarazzato.

- Piacere mio, celestiale fanciulla –

- Attenta, comincia ad adulare…non promette nulla di buono tutto questo –

Mi lancia uno sguardo ammonitore e poi rivolta al marito

- Scordatelo Rupert, la Signorina è venuta qui per divertirsi non per parlare di libri con te -

- Oh un giorno dovrai spiegarmi come ho fatto ad innamorarmi di una donna superficiale come te Jenny – Anche lui ride adesso.

- Forse perché nessun altra ti filava –

Sorride maliziosamente e si porta il ventaglio davanti alla bocca.

- Colpo basso mia cara -

Rupert fa finta di essere ferito e lei gli da un bacio sulla guancia e poi mi trascina via.

- Adesso ti presento qualche salma giovane, credo ti divertirai di più con quelli della tua età -

Si guarda intorno e poi dice soddisfatta

- Ecco ne uno che fa al caso nostro -

Ed indica un giovane dai capelli castani chiari che è davanti a noi, e che già mi sta fissando intensamente.

Arrossisco lievemente.

- Riley questa è Elizabeth Summers, una parente dei Darcy i nostri vicini -

Lui non mi stacca gli occhi di dosso, prende la mia mano e la bacia con delicatezze.

Ed io sono confusa e contenta.

- Piacere Signorina -

- Salve – ricambio il gesto con un inchino.

- Siete bellissima, volete concedermi l’onore di questo ballo? –

- Si – sono emozionata e Jenny sembra felice.

- Fatto centro al primo colpo – mi sussurra – complimenti – e ci lascia soli.

E tutta la sera non faccio altro che ballare con lui.

Beh a dire il vero è lui che non mi lascia un secondo, quasi temesse che qualcuno possa rapirmi.

Sarà la deformazione professionale visto che appartiene alla cavalleria di Sua Maestà.

Sono felice però di ricevere tutte queste attenzioni e di sentirmi al centro dell’interesse di qualcuno.

William mi manca.

Sento ancora il suo sguardo bruciarmi dentro.

E i giorni passano ancora e il mio sedicesimo compleanno si avvicina e già attorno a me si comincia a parlare di fidanzamento, e di matrimonio.

Riley sembra avere intenzioni serie e sono divisa tra la paura e l’ orgoglio.

 

Nel frattempo………

 

- Cosa? Davvero? Elizabeth Summers dici? -

Harm ha appena finito di parlare con una sua amica e sembra stupita e contenta.

Corre a casa dal suo William a dargli la lieta notizia.

- William non ci crederai mai tesorino -

- Cosa? – lui sembra di cattivo umore.

- Buffy. Si tratta di Buffy -

- Cosa è successo? –

La sua voce ha cambiato tono, sembra preoccupato e improvvisamente interessato alla conversazione.

- Sai che si è fidanzata –

- Cosa hai detto? –

Il tè gli va di traverso e fissa Harm sconvolto.

- Si è fidanzata con un certo Rill, Rol, Rily…Boh comunque un buon partito -

- Ah ma davvero e chi le avrebbe dato il permesso di farlo? –

Sibila tra i denti.

- Cosa vuoi dire? -

Harm sembra non capire come mai William sia di cattivo umore.

- Che io sono il suo tutore e senza il mio permesso Buffy non può contrarre nessun impegno -

E’ furioso mentre parla.

- Non ti capisco, hai afferrato? Si sposa, se ne va, ce la togliamo davanti ai piedi. Ma tu pensa quella ingenua…..Chissà se con lui avrà già….-

L’immagine di Buffy tra le braccia di un altro sembra infastidirlo oltre ogni dire.

- Taci Harm – urla sconvolto e in preda ad una rabbia folle.

- Ma William che ti prende? – Harm non lo ha mai visto così adirato.

- Alfred – continua ad urlare – prepara le mie cose parto oggi stesso –

Il maggiordomo fa un cenno con il capo e sparisce in tutta fretta.

- Come parti? Se siamo arrivati qui da tre giorni? –

- E adesso parto –

William non sembra disposto a darle alcuna spiegazione.

- Torni a casa? Ma se non ci vai da più di un anno…..-

E’ davvero shockata e preoccupata adesso.

- Credo sia arrivato il momento di tornare -

Guarda fisso fuori dalla finestra ed il suo sguardo torbido non promette nulla di buono.

- Allora vengo anche io -

Harm senza aspettare risposta, corre per le scale e ordina alla sua cameriera di fare in fretta le sue valige.

La sera stessa sono a castello.

Entra come una furia, si toglie il mantello e si dirige in salotto.

- Io vado a disfare i bagagli e a cambiarmi William –

Harm esita, si volta verso George e gli dice a bassissima voce.

- E’ di cattivo umore, non ha detto nemmeno una parola per tutto il tragitto –

E sale di sopra alzando le spalle.

- Chissà perché – dice George parlando a se stesso, sorridendo.

- George – lo chiama e la sua voce è alterata.

- Si Signore? – domanda lui con fare indifferente.

- Che è questa storia? –

- Quale storia? –

George assume l’aria più ingenua di questo mondo.

- Lo sai benissimo, fai scendere Buffy. Subito –

Si siede sul divano e sorseggia un bicchiere di Bourbon che si è versato in tutta fretta appena entrato.

- Veramente la Signorina non è qui…- dice secco George ed attende la sua reazione.

Lui balza in piedi e lo fissa stupito.

- Come non è qui? E dov’è? -

- E’ ad una festa …..sa per il Natale…..-

- Cosa? Ma sono le ….le – guarda l’orologio ed è sempre più alterato – è mezzanotte passata George -

- Si lo so Signore, ma è con il Signor Riley non c’è nulla di cui preoccuparsi –

Lo fissa intensamente in attesa, e William non lo delude.

- Riley? Riley chi? – il suo tono è a dir poco sconvolto.

- Beh è il…uno dei suoi pretendenti direi –

George ride dentro di se e continua a provocarlo.

- Cosa? Ma davvero e chi lo ha deciso questo? -

- Presumo la Signorina – altra stoccata.

- Ah si? Vedremo –

- Prepara la carrozza vado a riprenderla –

- Ma Signore non sarebbe….-

George finge di protestare, ma è esattamente quello che si aspettava William facesse.

- Non ho chiesto il tuo parere George -

- Va bene Signore –

 

Nel corridoio…..

- Allora? -

- Tutto come previsto Joyce, è tornato ed è furioso –

- Cosa farà adesso? –

- Va a riprenderla ovvio –

Si scambiano un sorriso d’intesa.

- George sono contenta, sai quel Riley non mi piace è così…..insignificante. E cominciavo a temere che lei….-

- Non temere Joyce, conosco William e non glielo permetterà mai, vedrai –

Altro sguardo d’intesa.

- La carrozza è pronta vero? -

- Si come ogni sera in cui Buffy va alle feste –

Joyce lo fissa un attimo e poi chiede

- Ma tu come facevi a sapere che ..? –

- Beh ho pensato che appena gli fosse giunta notizia di Buffy e Riley, sarebbe corso qui e se lei era ad una festa, sarebbe voluto andare a riprendersela –

- Oddio George hai davvero una mente perversa –

Ridono entrambi.

- Adesso sarà meglio che torni di là, così lui andrà da Buffy -

 

E così dicendo rientra nel salotto.

Lui è in piedi e fissa le fiamme che ardono nel grande camino.

Il suo sguardo è grave e accigliato.

- La carrozza è pronta Signore –

- Bene –

Senza aspettare oltre esce come una furia dalla stanza.

 

Alla festa…………..

 

La sala è affollata ed io sto ballando e ridendo con Riley.

E’ un ragazzo davvero gentile e penso che insieme potremmo essere felici forse.

Ma nel profondo del mio cuore c’è sempre quella sensazione indefinita che mi fa venire i brividi.

- Buffy sei davvero stupenda questa sera – ride anche lui mentre mi fa volteggiare.

Sono affannata, il ballo ha colorito di rosso le mie guance.

E il cuore mi batte forte.

- Vuoi qualcosa da bere? –

Mi chiede gentilmente, fissandomi con ammirazione.

- Si grazie – ed arrossisco un po’.

Lui si allontana contento ed io lo seguo con lo sguardo.

- Ma come siamo raggianti -

La sua voce alle spalle ed un tuffo al cuore.

Mi volto di scatto ed è come avessi visto un fantasma.

- William – balbetto e lui è bellissimo come sempre.

I suoi occhi scintillano, e sembra adirato.

- Si sono io passerotto. Sorpresa –

- Si non pensavo che saresti più tornato….- ormai aveva smesso di sperare.

- Già vedo – e indica Riley.

Io non capisco e lo guardo interrogativa.

- Su andiamo torniamo a casa -

- Io veramente sono venuta con….-

- Non mi interessa, adesso vieni a casa con me .-

- Ma…Ril…- balbetto.

- Non voglio sentire altro Buffy muoviti –

Mi prende per un braccio e mi trascina via.

Salutiamo la Signora Giles rapidamente e siamo già per le scale diretti all’ingresso.

- Il mantello della Signorina prego -

Dice al domestico e si volta a guardarmi e il suo sguardo si fa profondo e turbato.

La nuova Buffy, che vede davanti è diversa, più grande e più bella che mai.

Ne è incredibilmente ammaliato.

Sta per dire qualcosa, ma si ferma.

Si sta mordendo il labbro inferiore e poi uno scintillio nello sguardo.

Mi prende la mano e mi porta al centro dell’androne sotto il lampadario.

Lo fisso stupita e confusa.

Lui sorride beffardo ed inarca il suo sopracciglio, mi è mancato adesso lo so.

- Auguri tesoro -

Io sgrano gli occhi senza capire e lui solleva il capo e guarda in alto.

Seguo il suo sguardo e vedo il vischio.

Non faccio in tempo a riabbassarlo su di lui che mi ha presa tra le braccia e mi sta baciando.

Come quella notte. Mi esplora dapprima lentamente e poi sempre con maggiore foga.

Quando si separa da me abbiamo gli occhi accesi e il respiro alterato.

- Lo sapevo, ti sono mancato -

Ride beffardo e trionfante, mentre io arrossisco come non mai.

- Andiamo adesso – e mi trascina via.

Prende al volo il mio mantello dalle mani del domestico e me lo sistema sulle spalle sfiorandomele con un bacio e poi mi aiuta a salire in carrozza.

Il mio cuore è impazzito, mentre la mente è affollata da mille pensieri, di cui nemmeno uno compiuto e sensato.

Lui se ne accorge perché continua a fissarmi divertito mentre io non so dove guardare per sfuggire quel suo sguardo che mi divora.

Ed ho paura di quello che sento dentro.

Di questo calore intensissimo che la sua vicinanza mi da.

 

Non dice una parola per tutto il tragitto, ma continua a guardarmi con intensità e sembra pensieroso.

Quando la carrozza si arresta davanti alla casa lui scende e mi porge la mano per aiutarmi.

Mi sporgo verso di lui per prenderla quando lui la sposta ed io perdo l’equilibrio.

Mi sostiene tenendomi per i fianchi, ed ora capisco che lo ha fatto apposta, perché volutamente fa scivolare il mio corpo sul suo mentre mi fa scendere.

Non oso sollevare lo sguardo, ma sento il suo puntato su di me.

Poi tenendomi sempre per un braccio mi trascina in casa, sino al salotto.

- Lasciami, mi fai male –

- E questo è niente tesoro –

Borbotta prima di farmi sprofondare sulla poltrona nel salotto.

- Ma cosa succede? –

Domanda Joyce entrando nel salotto.

- Oh signore siete tornato -

Finge di non sapere.

- Ma cara dov’è Riley? -

William solleva il sopracciglio ancora più adirato a sentire quelle parole.

- Chiedilo a lui - sbotto indispettita ed incrocio le braccia sul petto.

- Quindi devo dedurre che siete stata voi a dare il permesso a Buffy di uscire ‘ da sola ‘ – e sottolinea le parole – con questo Riley? –

- Beh, si – risponde stupita (o forse no).

- Ma bene – William sta perdendo il controllo.

- Signore per la verità abbiamo deciso insieme –

George si fa avanti facendo un inchino.

- Ancora meglio – stringe i pugni e mi fissa qualche secondo in silenzio.

- Da questo momento Buffy smetterà di vedere questo Riley e non andrà più a feste, ritrovi e roba varia sino a che io non le darò il permesso –

- Cosa? – sono shockata.

- Tu non puoi fare una cosa simile. Riley, Riley…- non riesco nemmeno a parlare.

- Si che posso e lo farò – sbuffa stizzito.

- Ma Signore, Riley è un bravo giovane e tiene davvero alla nostra Buffy e noi contavamo che molto presto….. – scambia uno sguardo d’intesa con George che annuisce serio.

- Toglitelo dalla testa Buffy, tu non ti sposerai sino a che io non deciderò che sia giunto per te il momento di farlo. Punto e basta –

- No – urlo – Riley mi vuole bene – stringo i pugni anche io.

- Non importa – dice seccato.

Lo guardo incredula e sconvolta.

- Ti odio – gli grido contro.

Ed ecco arrivare Harm.

- Ma si può sapere cosa sta succedendo? -

- Oh Signorina faccia ragionare il Signore, non vuole che Bffy frequenti Riley. Le garantisco che è un buon partito per la mia bambina e le vuole bene. E poi lo dicevate anche voi che Buffy doveva sposarsi–

- Appunto William, era quello che dicevamo o no? –

Harm lo guarda cercando di capire cosa passi per la testa del suo tesorino.

Mentre io e lui ci scambiamo sguardi di fuoco.

- Non sto chiedendo il vostro parere e tanto meno mi interessa la tua opinione Harm -

Contrae la mascella e mi lancia un’occhiata così sconvolgente che mi sento mancare.

- Buffy non si sposerà, e adesso tutti fuori devo parlare con lei da solo -

Joyce guarda George un po’ preoccupata, ma lui le fa cenno di stare tranquilla ed escono.

- Harm anche tu -

- Cosa? Come anche io? –

- Esci devo parlare con Buffy da solo –

La scorta fuori e chiude la porta a chiave.

Questo suo gesto mi spaventa, ma allo stesso tempo il mio cuore esulta e batte all’impazzata.

Lui è tornato.

 

- Perché hai chiuso a chiave? -

Balbetto e ho l’aria spaurita.

- Non lo immagini? -

Ha uno sguardo che non mi piace per niente e il suo sorriso sembra un ghigno.

Alza il sopracciglio e mi fissa.

- Allora ti sono mancato? -

Deglutisco a fatica e non riesco a parlare, il suo modo di guardarmi è così lascivo e il suo modo di girare intorno alla poltrona senza staccarmi gli occhi di dosso mi terrorizzano follemente.

- Non capisco…-

- No? – sorride ancora più beffardamente.

- Mm….vediamo se riesco a farti ricordare passerotto –

Il suo viso è a pochi centimetri dal mio ed io sono già senza fiato.

- Questo ti dice niente? -

Le sue labbra si inchiodano alle mie mentre con le mani mi cinge i fianchi e mi solleva tenendomi sospesa tra le sue braccia.

Cerco di resistere, ma il suo sapore è così invitante e le sue labbra così morbide ed appassionate.

Mi stringo a lui e lo sento sorridere mentre continua a baciarmi.

- Basta ti prego – dico con voce rotta e affannata.

- No –

Dice semplicemente lui e riprende a baciarmi ancora più intensamente spingendomi verso il divano.

Sono stesa e lui è su di me.

Mi guarda e mi sorride.

- Quanto mi sei mancata passerotto -

Continua a baciarmi sul collo, sulle spalle e sul seno che libera dal vestito tirando giù la scollatura.

Ho i brividi e non riesco a controllarmi.

Gli passo una mano tra i capelli e lui emette un gemito soddisfatto.

- Ti piace, come ricordavo – ride.

Insinua la sua mano nel sottogonna ed io sussulto.

Si fa strada nella mia biancheria intima e comincia ad accarezzarmi voglioso.

Ho gli occhi lucidi e sono agitata.

Mentre il suo sguardo è acceso e bramoso.

- Ti prego – lo spingo via.

Ma lui non sente ragioni, riprende ad accarezzarmi sempre più intensamente ed io inizio a piangere spaventata a morte.

Lui fissa i suoi occhi nei miei e poi ritira la mano.

Mi copre il seno con delicatezza, mi da un ultimo bacio sulle labbra e poi si alza in piedi.

- Visto? – sembra soddisfatto – tu non ti sposi con nessuno Buffy e ora va nella tua stanza è tardi -

Mi alzo e corro via umiliata e abbattuta, non ho resistito e non riesco a perdonarmelo.

 

George rientra in salotto, e William è seduto davanti al camino.

- E’ molto cresciuta Buffy, in questi mesi – si porta una mano al mento.

- Si Signore è diventata bellissima –

- Si è vero George –

- Ma è anche una persona speciale, dolce e gentile come poche, sarà fortunato l’uomo che un giorno.. –

Lascia in sospeso la frase.

- Mmm….- sembra riflettere.

- Ha ancora bisogno di me Signore? -

- No grazie, buona notte George –

 

- Voglio uscire, voglio andare alle feste sono stufa di restare chiusa qui -

Sono furiosa e non è perché non esco da giorni, ma perché William non si fa più vedere.

Da quel giorno mi evita come avessi la peste.

Va via la mattina prima che mi alzi e torna quando sono a letto.

Ma questa sera si sbaglia ho deciso di aspettarlo alzata e non cambierò idea.

Un rumore di carrozza e lo sghignazzare di Harm per il portico.

- Buona sera – dico fredda mentre fanno il loro ingresso nel salotto.

- Oh sei ancora sveglia ‘ ragazzina ‘ – sottolinea la parola.

- Si aspettavo William – dico seria e decisa.

- Ah davvero? E come mai – Harm non si fa mai i fatti suoi.

- Va bene Buffy sono qui. Harm buona notte –

La congeda senza troppe parole.

- Allora dimmi, cosa c’è passerotto -

- Voglio uscire, voglio vedere gente e voglio vedere Riley –

In realtà sono gelosa che lui esca con Harm.

- Ti ho già detto di No, Buffy -

- Tu però esci con chi ti pare – sto urlando e non me ne rendo conto.

Ma lui sembra contento più che arrabbiato.

Ha ottenuto quello che voleva, vedermi gelosa.

- Siamo gelose? -

- No voglio solo poter fare quello che fai tu –

- Davvero lo vorresti amore? –

Non mi piace il tono in cui mi sta parlando

- Cosa? – balbetto di nuovo, ma non riesco a restare calma con lui vicino.

Cerco di allontanarmi alzandomi e spostandomi nella stanza.

Ma lui mi si para davanti e mi blocca.

- Allora? -

- Allora cosa? – sbuffo.

- Hai detto che vorresti fare quello che faccio io –

Ha uno luccichio negli occhi e un sorriso arrogante.

- Bene accordato, ad una sola condizione – ride.

- Quale condizione – domando in un fil di voce pentendomene subito dopo.

- Che tu le faccia solo con me –

Alza il sopracciglio ammiccante ed io sono senza fiato e senza parole.

Sgrano gli occhi e lo fisso e lui lo fa ancora.

Mi bacia con avidità e foga, non riesco nemmeno a respirare tanto mi stringe e non vorrei che smettesse.

 

 

- Lasciami –

Imploro debolmente, cercando di liberarmi dalla sua stretta.

- Il tuo corpo mi sta dicendo qualcos’altro amore -

- Ti ho detto lasciami –

- Baciami? Subito –

E riprende a baciarmi con maggiore intensità e profondità.

Quando le sue labbra liberano le mie siamo senza fiato e sconvolti.

- Basta, basta ti prego -

Lo sto supplicando.

Lui allenta la stretta e mi lascia andare.

- Va a letto Buffy e non aspettarmi più alzata se non vuoi essere baciata -

Faccio per andarmene quando lui mi prende per un polso e mi attira nuovamente a se.

- Ancora una volta - dice con voce alterata e piena di desiderio.

E le nostre labbra sono di nuovo incollate.

Scappo via in preda alla confusione più totale.

Perché dentro di me so che quello che volevo era che non smettesse di baciarmi.

Il giorno dopo con mio stupore lui è in sala che mi attende per la colazione.

- Ciao tesoro – mi bacia sulla fronte e in lui c’è una nuova consapevolezza e determinazione.

- Buon giorno – mi siedo al suo fianco e lui mi passa le fette già imburrate.

Harm mi odia alla follia, non ha mai visto William comportarsi così con una donna da quando Cecily lo ha rifiutato.

- Ti piace? -

E’ così apprensivo, premuroso e gentile.

- Allora stasera tesoruccio andiamo a quella festa? -

Mi guarda ridendo, sapendo che il fatto che lui esca e che io resti a casa mi fa adirare.

- Si certo. Buffy mi faresti l’onore di accompagnarmi alla festa? -

Sono basita, lo guardo con due occhi enormi.

-Siiiii - riesco a dire sprizzo gioia da tutti i pori.

- Bene allora George fa preparare la carrozza grande, io e la mia Signora qui andiamo ad una festa –

Harm socchiude gli occhi, qualcosa che ha appena detto William l’ha colpita, mi ha chiamata ‘ Signora ‘ e non ‘ Signorina ‘ come avrebbe dovuto. Ora sente che sono davvero un pericolo per lei.

La sera sono eccitata da morire.

Sto andando ad un ballo e lui è il mio cavaliere.

Lui è felice, avverte il mio stato d’animo e ne è contagiato.

Mi stringe la mano ed entriamo nella sala gremita di gente.

Harm si allontana quasi subito, non sopporta di vedere William che fa l’amante innamorato con me.

E nella sua mente trama vendetta.

 

- Ciao Buffy – una voce triste e sorpresa alle spalle mi fa voltare.

E’ Riley. Abbasso lo sguardo, mi sento in colpa verso di lui.

Non sono stata onesta e l’ho ingannato.

- Ciao – rispondo mentre William serra il braccio intorno al mio.

- Salve – dice fissandolo con attenzione.

- Salve sono Riley Finn ufficiale di sua Maestà la regina d’Inghilterra. Al suo servizio –

- Sono il Conte William Darcy. Piacere. E sono il tutore di Buffy –

- Ah – dice sorpreso e mi fissa.

- Potrei avere l’onore di questo ballo? – mi guarda implorante.

Ma io non posso e in realtà questa sera voglio stare con William.

- Mi spiace ma la mia Buffy balla solo con me. Vero tesoro? -

Annuisco con il capo e William sorride soddisfatto, mentre Riley si sente morire.

- Mi spiace – aggiungo a bassa voce mentre lui si allontana ferito.

- Su vieni a ballare passerotto, ho voglia di stringerti tra le braccia –

Non è mai stato così esplicito e questo un po’ mi confonde e spaventa, ma allo stesso tempo mi fa contenta.

Mi stringe e mi avvolge con il suo sguardo. Iniziamo a ballare.

Ora che ci penso non abbiamo mai ballato insieme eppure è come se non avessimo fatto altro in vita nostra.

Sono contenta e mi stringo a lui ancora di più.

Lui si accorge della mia emozione anche per come lo sto guardando e sembra felice di questo.

- Si stringimi di più amore. Mi piace quando lo fai -

Mi sussurra all’orecchio, mentre gli altri invitati ci guardano un po’ invidiosi e anche contrariati.

Harm avvicina Riley e sputa il suo veleno.

- Ciao tu devi essere il povero Riley -

- Povero? – la guarda indispettito.

- Oh non volevo offenderti, ma sai ho saputo di te e di …- mi indica nella pista da ballo.

- Ah – replica lui semplicemente, mandando giù il suo aperitivo.

- Beh quella è proprietà privata –

- Cosa non capisco? –

Riley sembra incuriosito dalle sue parole.

- Come nessuno ti ha detto nulla? –

- Di cosa? – sibila tra i denti.

Si sente preso in giro da me.

- Che lei e William sono…..amanti -

Sibila la sua parola come un serpente.

- Non è possibile, non Buffy. Lei è così…ingenua, così….-

Mi fissa incredulo, ed io sto ballando stretta a William.

I nostri sguardi lo fanno infuriare.

- E già la nostra santarellina. Ma caro guardali è così evidente che lui e lei sono intimi -

I suoi occhi sono due fessure, è soddisfatta delle sue manovre.

- Io non ci credo, mi ha sempre rifiutato un bacio….un semplice bacio….Non è vero –.

- Ma che dici? Io li ho visti un sacco di volte baciarsi ed accarezzarsi prima di salire di sopra nella stanza di William, perché sai lei dorme con lui da mesi oramai -

- Con lui? – Riley è sconvolto.

Ci fissa ancora qualche istante e poi stringendo i pugni si allontana.

Con una muta minaccia nello sguardo.

 

A casa Darcy nello stesso momento……………

- Tu pensi che le cose si stiano mettendo per il meglio George -

Joyce sembra preoccupata.

- Si penso di si. Hai visto come la guarda e come è premuroso con lei. Mi ricorda tanto…..- sospira e si rattrista per un attimo.

- Quando era in vita la Signora Darcy, la madre di William. Anche con lei era come è con Buffy –

- Davvero? – Joyce è stupita.

- Si, quando parla a Buffy o la guarda, mi ricorda come si comportava con sua madre. E lui adorava sua madre –

- Oh io spero davvero sia così. Perché Buffy credo sia innamorata di William anche se non lo ammetterà mai –

- Si lo penso anche io, quindi atteniamoci al piano e vedrai che le cose si sistemeranno come vogliamo noi….altrimenti ci toccherà sopportare ancora a lungo quell’arpia denti di cavallo –

- Beh però sui denti di cavallo hai ragione George –

Ridono entrambi di gusto e poi si ritirano nelle loro stanze.

Le prossime giornate saranno impegnative.

 

Rientriamo che è notte fonda, io ho bevuto un po’.

William mi ha fatto assaggiare non so che liquore.

Harm è l’unica a non ridere.

- Buona notte Harm – le dice trattenendomi per un braccio, mentre io barcollo.

Harm ha capito la manovra ma non può far nulla se non ritirarsi nella sua stanza.

- Andiamo ti accompagno – dice piano e saliamo di sopra.

Arrivati a mezzo del corridoio mi attira a se e mi bacia intensamente.

- Ti adoro lo sai? E quando sei ubriaca mi piaci ancora di più -

Continua a baciarmi ed accarezzarmi sensualmente appena sotto la scollatura.

Mentre io ansimo con le gote in fiamme e non è solo l’alcool che mi fa questo effetto.

- Ancora – gli domando implorante.

- Si ancora – ripete lui e continua a baciarmi mentre mi spinge verso la mia stanza.

- Ti piace vero amore? –

- Si – gli confesso in preda ai fumi dell’alcool.

- In vino veritas – mi bacia ancora e poi aggiunge – ti farò bere più spesso –

- Vuoi che venga da te? – e attende guardandomi con desiderio.

- Si, non lo so – nel mio sguardo passa un lampo di paura e forse di amarezza.

Lui se ne accorge e mi bacia ancora più intensamente premendomi contro la porta della stanza.

Ed io mi avvinghio a lui, mentre lui ride e mi bacia ancora e ancora instancabile.

Apre la porta e si stacca da me a fatica.

- Buona notte tesoro a domani -

Mi bacia sulla guancia e si allontana in tutta fretta verso la sua stanza senza voltarsi.

Io entro e richiudo la porta alle mie spalle con il cuore in gola.

 

- Accidenti, accidenti sono uno stupido –

Si dice piano con la mano sulla maniglia della porta della sua stanza.

Si guarda indietro e forse sta per cedere e tornare verso la mia stanza, quando dall’ombra la voce di George gli dice

- Si ma siete uno stupido gentiluomo -

William ride, non è sorpreso. Sospettava fosse lì a osservare.

Lo guarda e sorride dolcemente.

- Già. – Sospira – buonanotte George -

Entra nella stanza e richiude la porta.

- Buona notte Signor William –

George è commosso.

In fondo è sempre il suo caro William.

 

I giorni che seguono sono stupendi.

William mi riempie di regali, mi porta in giro per tutta Londra, anche se le male lingue cominciano a circolare.

Quando passiamo, spesso noto che le Signore si coprono la bocca con il ventaglio e sussurrano tra loro. Mi fissano con rimprovero e disgusto a volte.

Ma finché sono al suo braccio non mi importa di nulla, anche se per lui non conto nulla.

- Hai fame? – mi domanda mentre passeggiamo per una strada affollata di Londra.

- Si – dico sincera e lui mi sorride.

Entriamo in un caffè e ci sediamo a prendere qualcosa.

- Salve William – una sua vecchia conoscenza si avvicina al tavolo e lo saluta amichevolmente.

Ma William non sembra molto contento di vederlo.

- Salve bellezza – dice rivolto a me porgendomi la sua mano sudaticcia.

Sto per dargli la mia ma William mi trattiene.

- Patrick ci vedremo un’atr….. -

- Non vuoi presentarmi alla pollastrella? Da quando sei diventato così….geloso delle tue gallinelle –

Non seguo bene quello che dicono, ma il discorso di questo tipo volgare non mi piace per niente.

- Smettetela subito – William sembra infuriato.

L’uomo sembra stupito dell’atteggiamento di William, non se lo aspettava.

- Scusami io pensavo….non credevo che…..- balbetta imbarazzato.

- Arrivederci – e senza battere ciglio William lo congeda con uno sguardo glaciale.

Poi si rivolge a me con dolcezza.

- Tutto bene? Non ti ha disturbato troppo vero? -

- Non lo so – gli dico sinceramente e lui un po’ si dispiace.

Poi però gli sorrido e anche lui torna di buon umore.

E questa sera un altro ballo ed un’altra dose di baci spero.

 

Il ballo è stato come sempre meraviglioso ma è stato ancora più bello quando lui mi ha portato in giardino e mi ha baciato al chiaro di Luna.

- Sai Buffy oggi la Luna è particolarmente pallida e lo sai il perché? -

- Perché? – ho domandato curiosa di ascoltare la sua spiegazione scientifica.

- Perché è gelosa di te. Sa che tu sei più bella di lei e non lo sopporta –

- Ah – lo guardo incredula.

Lui sorride e mi bacia ancora.

- Ed io non resisto più passerotto. Avanti torniamo a casa su -

Mi stringe e ci dirigiamo al guardaroba.

Intima al cocchiere di andare veloce, non vede l’ora di essere a casa.

Mi fissa e poi mi bacia spingendomi verso il fondo della carrozza.

Le sue mani scivolano sensualmente sul mio corpo e si infilano sotto la gonna.

Ansimo e il battito accelera paurosamente.

- William, William – lo chiamo ripetutamente in preda ad un’eccitazione ed un’emozione mai provata prima.

- Si Buffy, Buffy – fa eco lui e il suo tocco è sempre più intenso e intimo.

- Ti prego, sì – riesco a dire in segno di resa.

- Vieni da me questa notte ti prego – ansima.

- Si – rispondo ma non sono totalmente lucida.

Siamo arrivati, William ha gli occhi accesi come mai.

Mi prende per la vita e mi fa scendere, quasi correndo entra in casa e mi trascina per le scale.

Ma George ci sta aspettando davanti alla porta del salotto e lo richiama indietro.

- Signore dovete partire per Londra un affare urgente, la Regina richiede la Vostra presenza –

Mi guarda fremente di desiderio.

- Domani George. Domani -

- No Signore, adesso – sospira – sono venuti a prenderla –

- Cosa? – William è esasperato e disperato.

Ed anche io sono delusa, mi si legge in viso.

- Ma …- dico abbattuta, e mi fermo non oso continuare.

Mi guarda ancora un istante e credo che mi stia per saltare addosso.

Mi bacia teneramente sulle labbra e poi mi dice

- A domani amore – e in quella frase c’è una promessa.

- A domani – rispondo per niente consolata.

Lui mi bacia ancora una volta e poi segue George nello studio mentre Joyce mi accompagna nella mia stanza e dice

- Piccola è meglio così credimi -

Io la guardo amareggiata ma non controbatto, perché forse ha ragione lei.

Poco dopo sento rumori di carrozza.

E’ lui che se ne và.

Un lieve rumore di sassi contro la finestra ed io corro a vedere.

Lui è di sotto sul suo cavallo nero che mi sta guardando sorridente.

Ha una rosa rossa in mano. La bacia e poi me la lancia.

La prendo al volo e sorrido.

- Buona notte amore e sognami – mi manda un bacio al volo che io faccio finta di stringere tra le mani e portarlo alle labbra e poi ricambio.

Infine si allontana a passo lento continuando a guadare verso la mia finestra sino a che non sparisce dalla vista.

Sospiro e sono felice.

 

- Allora? Notizie? -

Domando impaziente a George che è appena tornato dal mercato con Joyce.

- Si Buffy torna, tra due giorni -

Sospirano, sono giorni che li sto tormentando

- Si – sono al settimo cielo.

Non sto più nella pelle (niente battute warreniane in merito heehe), mi preparo un bel bagno caldo e scelgo il vestito che indosserò domani quando lui tornerà da me.

Ho anche un po’ paura a dire il vero.

Ricordo ancora l’espressione dei suoi occhi prima di seguire George.

- Il Sole è tramontato, sarà meglio che vada a riprendere Argo -

Dico a Joyce ed esco in giardino.

- Argo, Argo vieni qui -

Ma lui continua ad abbaiare come un pazzo verso gli alberi.

Lo raggiungo e lo prendo per il collare.

- Su andiamo Argo. Smettila o ti lascio qui fuori al buio questa sera -

- Buffy –

Una voce tra gli alberi mi fa trasalire.

- Chi è? – chiedo titubante.

Riley esce dall’ombra.

- Ecco perché Argo abbaiava. Ciao Riley –

- Ciao, come stai? – ma il suo tono è freddo.

- Bene, tu? –

- Perché non mi hai detto di lui? –

- Cosa? –

- Del tuo tutore? –

- Cosa dovevo dirti? –

Non riesco a seguirlo e il suo sguardo è vuoto e perso.

Si avvicina e mi fissa intensamente.

- Di lui e di te? –

- Non ti capisco Riley, cosa avrei dovuto dirti? Che gli voglio bene? –

- No – stringe i denti.

Poi sembra come impazzito.

Mi afferra per un braccio e mi copre la bocca con la mano.

Non faccio in tempo ad urlare.

Argo gli si avventa contro e lui, lui lo trafigge con la spada uccidendolo.

Sono atterrita e vedere Argo che mi guarda e guaisce mentre muore mi svuota dentro.

- Facevi la santa, mi hai fatto innamorare e poi…. Scopro che sei la puttana del tuo Tutore, vediamo quanto sei brava tesoro -

Sono rigida e non riesco a muovermi. Il dolore e lo stupore mi paralizzano.

- Avanti Buffy è questo che ti fa lui -

Mi strappa i vestiti. Gli sputo in faccia e lui mi schiaffeggia ripetutamente.

Sento il sapore dolciastro del sangue in bocca mentre nella mia testa mi ripeto

‘ tanto io non piango ‘.

Poi tutto diventa buio e svengo.

Quando mi risveglio sono ancora stesa sull’erba e non so quanto tempo è passato.

Se minuti, interminabili minuti o ore.

Mi sollevo lentamente, le gambe mi fanno male e sono piena di lividi.

Il mio vestito è sporco di sangue ed ho escoriazioni dappertutto.

Mi alzo e cammino barcollando verso il mio cane.

Mi accovaccio davanti a lui è freddo oramai.

Ma non piango.

E poi mi dirigo come una sonnambula verso la casa.

 

Arrivo alla porta è batto i pugni.

George mi apre e leggo il terrore sul suo volto.

- Buffy - urla – cosa è successo? -

Cerca di avvicinarsi per sorreggermi ma io evito il contatto, non parlo e continuo a fissare il vuoto.

Sopraggiunge Joyce che appena mi vede comincia a piangere disperatamente.

- Buffy tesoro, piccola cosa ti è successo? -

E anche lei cerca di avvicinarsi, ma io la spingo via.

- Non mi toccate – dico con una voce che non sembra nemmeno la mia.

Joyce è spaventata.

- Buffy ti prego -

- Lasciatemi – urlo e scappo di sopra sempre barcollando.

- Oh mio Dio – Joyce è sconvolta.

- Faccio chiamare William –

- Si. Se le è accaduto, se….io….Oh George non me lo perdonerò mai –

- Su calmati Joyce adesso dobbiamo essere forti e restare calmi, Buffy ha bisogno di noi. Va da lei e vedi se ha bisogno di qualcosa presto –

- George fa chiamare il dottore –

- Si certo vado –

Joyce corre di sopra, ma la mia porta è chiusa a chiave.

- Apri Buffy, tesoro aprimi sono io -

Ma c’è silenzio dall’altra parte.

Io non rispondo, raggomitolata in un angolo buio della stanza guardo fisso davanti a me e voglio solo morire.

Il tempo scorre lento e dentro me qualcosa si è spezzato definitivamente.

 

 

- Eccomi George – è mattino e William è appena entrato in casa

– Ho fatto più in fretta che ho potuto. Cosa è successo? Buffy sta male? –

Guarda entrambi preoccupato, ma nessuno dei due se la sente di parlare.

- Allora parlate – è esasperato dal loro silenzio.

- Signore Buffy…-

George esita, non sa come dirglielo.

- Cosa? – è fuori di se – parla -

- Ieri notte, in giardino, forse è stata aggredita. E’ chiusa di sopra nella sua stanza. Il suo cane Argo è stato ucciso e non sappiamo cosa le sia stato fatto –

Ma lo sguardo che George e Joyce gli rivolgono gli fanno intuire la verità.

- Mio Dio no – urla e si precipita di sopra.

Seguito da George e Joyce che hanno vegliato tutta la notte dietro la mia porta, in pena.

Bussa alla porta ma nessuna risposta dall’altra parte.

- Buffy amore apri ti prego sono William. Aprimi -

- E’ da ieri sera che è chiusa dentro, non risponde e non apre –

- Le altre chiavi? –

- Non si apre Signore, forse ha messo qualcosa dietro, o ha spezzato la chiave dentro la serratura –

William è come impazzito.

- Chi è stato lo sapete? -

Chiede tra i denti mentre tiene le mani larghe sui lati della porta e il capo chino.

- Il guardiacaccia ha detto di aver visto Riley uscire al galoppo dalla tenuta ieri sera. Sembrava sconvolto –

- Giuro che lo uccido, lo ammazzo come un cane quel bastardo –

Stringe le mani e la mascella si contrae.

- Buffy aprimi – batte i pugni sulla porta ed io sgrano gli occhi sempre più spaventata.

- Ti prego Buffy aprimi – sta singhiozzando.

George e Joyce si guardano non sanno cosa fare.

Infine con un calcio scardina la porta ed entra.

- Buffy tesoro – mi chiama dolcemente, ma inizialmente al buio non riesce a vedermi.

Poi i suoi occhi si spalancano e si velano di lacrime.

Un fagottino di sangue e fango raggomitolato in un angolo con due occhi vitrei.

Ecco lo spettacolo che gli si presenta davanti.

- Buffy oh mio Dio – e corre verso di me.

- Tanto io non piango, tanto io non piango –

Sto ripetendo a bassa voce.

Vedo la sua ombra e lo guardo, ma non lo vedo in realtà.

- Noooooo .- urlo – non ti avvicinare, vattene, vattene -

Lui si ferma un attimo e poi cerca di nuovo di avvicinarsi.

- Sono io Buffy guardami -

Ma i miei occhi sono vuoti, vedo solo il viso del mio adorato Argo che mi guarda e che mi chiede aiuto mentre se ne và.

- No, no, no – mi raggomitolo ancora di più come fossi ferita a morte e comincio a tremare.

Cerca di prendermi tra le braccia, comincio a dibattermi e lo graffio sul collo.

Urlo e il sangue mi cola dagli angoli della bocca.

Lui è spaventato a morte.

- Chiamate il dottore – dice piano e si allontana un po’ da me.

- Visto Buffy mi sono allontanato, calmati ora amore. Va tutto bene non ti toccherà nessuno, sta tranquilla –

E sta piangendo.

 

Restiamo tutti fermi così per un tempo indefinito, poi arriva il dottore.

Parlano a bassa voce come io non ci fossi.

- Allora cosa è successo? -

Chiede il dottore guardandoli.

- Non sappiamo di preciso, ma pensiamo sia stata aggredita -

Dice Joyce, contorcendosi le mani dal nervosismo.

- Devo visitarla per verificare che non sia….-

- No – William lo interrompe – nessuno la toccherà. Capito? –

Lo fissa quasi con odio.

- Si capisco – dice il dottore annuendo.

E lentamente cerca di avvicinarsi, ma anche lui è spaventato dalla mia reazione.

Torna verso la porta.

- Da quanto è in questo stato? – chiede preoccupato.

- Da ore oramai – dice George guardando sconsolato nella mia direzione.

- E’ in stato di shock. Il trauma che ha subito deve essere profondo, e temo che abbia subito violenza. Questo è un potente narcotico. Scioglietelo nell’acqua, poi posate il bicchiere nella stanza e aspettate che beva. Fa effetto in pochi minuti. –

- Si dottore, va bene e poi cosa facciamo? –

- Le fate fare un bagno caldo e le pulite le ferite e la disinfettate – guarda fisso William – non so se avete capito –

William annuisce con il capo.

- Le fate indossare roba pulita e la mettete a letto –

Guarda nella mia direzione dispiaciuto e poi continua.

- Vi lascio il flacone, perché ne servirà ancora. Temo che per un po’ non si lascerà avvicinare da nessuno purtroppo -

- Cosa possiamo fare per aiutarla? – William lo fissa disperato e pieno di rabbia.

- Niente, per adesso solo starle vicino. Ci vorrà tempo, molto tempo e tanta pazienza Signor Darcy. Queste sono cose che feriscono l’anima e ti uccidono dentro – sospira – povera piccola –

- Grazie – William continua a guardare fisso verso di me e stringe i pugni.

- Maledetto – e corre di sotto dietro il dottore.

- Signore aspetti –

George vuole evitare il duello anche se sa che è impossibile, conoscendo William.

- Ucciderò Riley e questo è tutto –

George sta per ribattere qualcosa quando il dottore lo precede

- Parlate di Riley Finn? –

- Si – risponde William con voce alterata.

- Ma non lo sapete? –

- Cosa? –

- E’ morto questa notte –

- Morto? – George è stupito.

- Sì, si è gettato sotto una carrozza –

- Davvero? –

- Si, non si sa ancora perché lo abbia fatto. Era ubriaco e diceva cosa senza senso sull’onore e il disonore e sul crimine che aveva commesso –

William resta in silenzio e amareggiato, non può scaricare la rabbia che ha in corpo e sente che se non fa qualcosa, l’impotenza lo farà impazzire.

 

Torna di sopra sempre più agitato mentre George e Joyce sono andati a preparare l’acqua con il narcotico.

Posano il bicchiere per terra non lontano da me e aspettano.

Mentre William seduto per terra poco distante continua a fissarmi in silenzio.

Resisto quanto più posto ma alla fine la sete mi arde la gola e bevo.

Gli occhi di William si illuminano e poi aspettano.

E dopo pochi minuti sento gli occhi che si chiudono e la stanchezza che si impossessa di me.

Mi addormento.

William si alza in piedi e mi viene vicino.

- Il bagno è pronto? – domanda ansioso mentre mi solleva tra le braccia.

- Si Signore è pronto –

- Bene, andiamo – mi porta nella stanza da bagno.

- Signore forse dovrebbe….-

Joyce è ancora pudica e protettiva nei miei confronti.

- Non se ne parla, mi occuperò io di lei Joyce -

E senza attendere oltre li manda tutti fuori e comincia lentamente a spogliarmi.

Mi fa scivolare nell’acqua calda e comincia a strofinarmi delicatamente la pelle.

Ha gli occhi umidi e mi bacia teneramente la guancia e poi le ferite sulle braccia.

Mi accarezza e la sua rabbia e impotenza lo fanno star male.

- Penserò io a te amore, vedrai. Nessuno ti farà più del male te lo giuro tesoro.-

E mi stringe a lui.

- Perdonami Buffy, perdonami se non ti avessi lasciata sola adesso tu…..- non riesce ad andare avanti.

Mi friziona le ferite su tutto il corpo.

Sospira pesantemente ed esita a lungo.

Alla fine divarica con cautela le mie gambe e infila la mano con un panno cosparso di una crema lenitiva e disinfettante. Lo ritrae ed è sporco di sangue.

Contrae i muscoli e per un attimo vorrebbe spaccare tutto.

Cerca di calmarsi.

Si guarda intorno, prende una camicia da notte pulita e me la infila.

Mi solleva tra le braccia e mi riporta in camera.

Mi adagia sul letto e rimbocca le coperte.

- Signore cosa dobbiamo fare? -

George e Joyce per la prima volta non sanno cosa fare.

- Andate a dormire, resto io con lei -

Si stende e mi prende tra le braccia.

- Lasciate la porta aperta. Buona notte -

E non dice altro.

Nel buio della stanza mi coccola e mi sussurra.

- Amore da domani tutto cambierà te lo prometto. Tutto sarà diverso, e tu sarai felice di nuovo, con me-

Tira un profondo sospiro, mi bacia sulla fronte e poi guarda fuori dalla finestra il cielo è nero.

Non c’è Luna questa notte.

 

È tardo mattino quando mi risveglio.

- Ciao tesoro ben svegliata –

Lui mi è seduto accanto, ma mantiene le distanze ha paura di spaventarmi.

Non rispondo e continuo a guardarmi intorno frastornata.

- Come ti senti? Hai fame? -

E indica un vassoio posato su un puff accanto al letto.

- Su mangia qualcosa amore –

La sua voce è calda e gentile, ma io non sento nulla sono di pietra dentro.

Ho fame, guardo il vassoio e guardo lui.

Non voglio si avvicini, e con un gesto rapido ed esitante insieme, allungo la mano e prendo una frittella sempre fissandolo.

- Si così. Brava Buffy -

Sembra rilassarsi un po’.

Si adagia sulla poltrona, sa che ho paura e che non voglio che si avvicini.

Mangio in fretta, come fossi braccata, e poi ne prendo un’altra.

Senza staccargli gli occhi da dosso.

Vigile e spaventata.

Ho un grosso livido sulla guancia e quando mastico mi fa male.

Lui stringe con le mani i braccioli della poltrona ed io sussulto, e mi irrigidisco.

- No Buffy, non sono arrabbiato con te – sussurra pentendosi del suo gesto impulsivo.

- Scusami – in quel momento George e Joyce fanno capolino alla porta.

- Come sta? – domandano a bassa voce ed io mi agito.

Troppa gente intorno, troppi sguardi da sostenere.

- Sta meglio andate, si sta agitando. Voglio che resti calma -

Annuiscono e si allontanano nel corridoio.

- Sono buone? – cerca di scuotermi dalla mia apatia, ma non ha grossi risultati.

- Torno subito tesoro – si alza e si allontana.

- George –

Lo richiama indietro.

- Si Signore -

- Porta questa lettera al Curato e pregalo di venire qui appena può –

E dicendo questo gli porge un foglio su cui ha scritto alcune righe.

- Si Signore – George sembra spiazzato e incuriosito da quella richiesta alquanto bizzarra.

- Vado da lei, meglio non lasciarla sola – è davvero molto preoccupato.

Quando lui rientra nella stanza George dice a Joyce

- Un bravo maggiordomo non legge mai la posta e le lettere del proprio padrone -

Poi sospira, apre il foglio e ne legge il contenuto.

- Ed io lo dicevo a mio padre che non sarei diventato un buon Maggiordomo -

Joyce lo guarda stupita per un attimo.

- No, non sei un bravo maggiordomo, ma sei il migliore di tutti i maggiordomi George -

Si guardano e poi si avviano alle scale insieme.

 

- Buffy? -

Appena rientrato nella stanza si accorge che non sono più a letto.

Si guarda intorno e mi vede.

Mi sono nuovamente raggomitolata sul freddo pavimento nell’angolo più lontano dalla porta.

E fisso sempre il vuoto.

- Buffy amore cosa fai lì? – si avvicina con circospezione.

- Su vieni torna a letto, il pavimento è freddo –

Ma io continuo a rannicchiarmi e a tremare.

Si avvicina ancora ed io apro la bocca per urlare.

- No non urlare amore, non voglio farti nulla. Ti prometto che non ti toccherò. Ma ti prego alzati e mettiti a letto -

Non lo sto ascoltando. Ma non ho urlato.

- Ti prego avanti piccola -

Cerca di avvicinarsi più che può senza che io abbia una crisi.

E’ sempre più vicino ed io sono terrorizzata.

Lo fisso un momento e il suo sguardo diviene dolce e triste insieme.

Un balzo e camminando a quattro zampe cerco di infilarmi sotto il letto per sfuggirgli.

Resta un attimo sorpreso, poi riprendendosi si piega e mi prende per la vita prima che sparisca sotto il grande letto.

- Amore non voglio farti nulla, ma devi metterti sotto le coperte -

Comincio a urlare ed ho una crisi di rabbia.

Cerco di divincolarmi dalla stretta, gli tiro i capelli e lo graffio sul collo e sulle mani.

Ma lui non molla.

Subisce tutto tendendomi saldamente tra le sue braccia.

- Su amore calmati ti prego mi stai facendo male -

Non gli do retta e continuo a scalciare e gridare.

Riesce a bloccarmi le braccia.

Perdo l’equilibrio e finisco sul letto e lui mi viene dietro.

Respiriamo affannosamente entrambi.

Mi sono irrigidita e non mi muovo per alcuni minuti.

Ma anche lui non fa nessun gesto, teme che torni ad agitarmi.

Poi si sposta leggermente, ed io riprendo a scalciare.

Lui continua a stringere ed io mi dibatto sempre più stancamente.

Alla fine non mi agito più, sono sudata e scossa da brividi.

Lui mi stringe e mi sistema sul letto ed io lo lascio fare.

Mi prende tra le braccia e sospira, baciandomi la nuca.

- Ecco amore così, rilassati, sta calma. Nulla di male ti può accadere qui -

Chiudo gli occhi e cerco di calmare il mio respiro, mentre lui continua a stringermi.

I brividi pian piano cessano.

Sembra rincuorato, è riuscito ad avvicinarmi.

- Sta tranquilla amore – continua a ripetermi ed è dolce il suono della sua voce ed io sono così stanca.

Scivolo lentamente nel sonno, incapace di liberarmi dalla sua stretta.

Lui mi fissa qualche istante in viso e poi anche lui chiude gli occhi, esausto per la notte passata a vegliare su di me.

 

- Signore si svegli -

- George, dov’è Buffy? –

Sembra stranito ed io non sono accanto a lui.

- Non lo so Signore, sono appena entrato -

- Bisogna trovarla, nello stato in cui è potrebbe farsi del male –

Salta giù dal letto e si guarda intorno.

Guarda sotto il letto, E’ sempre più agitato ed esasperato.

- Cercala George, presto -

E tutti si mettono alla mia ricerca.

Sono tornata lì, in quel posto. Cerco il mio Argo.

Lui è rimasto al freddo ed io ho portato una coperta per riscaldarlo.

- Argo – lo chiamo a bassa voce – Argo -

Mentre i miei occhi diventano lucidi e mi ripeto ‘ tanto io non piango ‘.

William mette sotto sopra tutta la casa, è spaventato a morte.

Poi mentre corre da un corridoio all’altro chiamandomi e maledicendosi per essersi addormentato.

I suoi occhi guardano di sfuggita fuori e viene attratto da qualcosa.

Mi ha vista.

- Buffy – tira un sospiro di sollievo come fosse appena scampato alla morte e corre di sotto.

Mi raggiunge, sono immobile e fisso una zolla di terra accanto all’albero.

- Amore, su vieni via -

- Argo – continuo a chiamarlo, anche se so che non mi risponderà più.

Che non mi correrà più incontro abbaiandomi felice e scodinzolandomi dietro.

E ancora i suoi occhi che mi fissano e si spengono.

Tremo ancora, ma non mi muovo come ipnotizzata.

- Buffy ti prego vieni via -

E’ accanto a me.

Mi prende il braccio ma io lo spingo lontano e quasi lo faccio cadere.

- Buffy….- è ferito dal mio rifiutarlo, ed è disperato.

- Ti odio – gli urlo contro e scappo via

– Argo – continuo a chiamare.

- Joyce, Joyce dov’è Argo? –

Joyce mi fissa impietrita e piange, piange e non ha più lacrime.

William è furioso e si odia anche lui, ma adesso deve pensare a me.

- Buffy andiamo vieni di sopra devi riposare su -

Ma io continuo a sfuggirgli.

Entro nel salotto e mi guardo in giro.

- Preparo dell’altro sedativo? -

Chiede George preoccupato per la piega che stanno prendendo le cose.

- No ci penso io - William mi segue.

Alla fine riesce a prendermi ed io torno a tirargli i capelli e a colpirlo come posso.

Joyce e George sembrano spaventati dal mio modo di agire e sono preoccupati per me.

- Il curato? – domanda William mentre cerca di liberare la sua giacca dalla mia presa.

- E’ arrivato da poco. Ero venuto a chiamarla per questo –

- Bene fallo venire qui adesso –

- Si va bene Signore –

Esce dalla stanza in tutta fretta.

- Buffy ascoltami amore, mi spiace di doverlo fare in questo modo ma non vedo altra soluzione per adesso. –

Sospira perché si rende conto che non lo sto ascoltando.

Mi sono calmata e mi lascio cullare dalle sue braccia. Joyce sembra incredula.

- Amore oggi io e te ci sposeremo, da questo momento mi prenderò cura di te. Penserò a tutto io e tu starai di nuovo bene te lo giuro –

Una lacrima gli attraversa il viso.

- Argo, dov’è Argo? – e guardo Joyce.

Lui stringe i pugni e continua a tenermi stretta.

Mi fa sedere e dalla tasca tira fuori un astuccio piccolo in velluto blu.

- Ero andato a prendere queste per lei –

Dice con amarezza guardando Joyce.

Fissa le fedi.

- Oh Signore – Joyce è di nuovo in lacrime.

- Sai perché sono andato dalla regina? Perché mi aveva fatto chiamare? –

Sospira sconfitto.

- Per comunicarmi che aveva accettato la mia richiesta di matrimonio con Buffy. E se quella notte non fossi andato via….se fossi rimasto lei adesso…io e lei avremmo già…Oh Dio dammi la forza -

Joyce non riesce a trattenersi dalla commozione e dal dispiacere.

Ma piange in silenzio.

- Eccomi qui come sua signoria comanda -

- Bene curato, sa perché è qui che la cerimonia abbia inizio –

Il curato mi guarda un po’ perplesso, ma non dice nulla.

Vi è l’avallo imperiale quindi questo matrimonio si deve fare.

Le sue parole si confondono nella mia testa, io cerco Argo.

William mi tiene tra le sue braccia e mi fissa intensamente.

- Vuoi tu William conte di Darcy prendere come tua legittima moglie la qui presente Elizabeth Ann Summers per amarla……..finché morte non vi separi? -

- Si lo voglio – dice senza esitare, fissandomi con maggiore intensità.

- E tu Elizabeth Ann Summers vuoi prendere il qui presente William Conte di Darcy come tuo legittimo marito per amarlo…….finché morte non vi separi –

Nessuna risposta, tutti attendono ma io non parlo.

Continuo a guardarmi intorno smarrita e confusa.

- Deve dire si, altrimenti il matrimonio non è valido -

- Buffy amore vuoi sposarmi? Avanti di Sì amore -

Joyce mi guarda ed ha un’idea.

- Buffy cara, tu stai cercando Argo vero? -

- Si – rispondo e per un attimo i miei occhi si illuminano – dov’è lo hai visto? –

William sembra dispiaciuto per l’inganno ma sa che non c’è altro mezzo.

- Grazie Joyce – dice piano facendo un cenno con il capo.

Mentre tutti tirano un sospiro di sollievo.

- Vi dichiaro marito e moglie –

Il curato ci benedice, riceve l’offerta dalle mani di George e si congeda.

William si volta a guardarmi e i suoi occhi sono lucidi per l’emozione e per il dolore.

- Ecco amore ora sei la Signora Elizabeth Ann contessa di Darcy -

Vorrebbe baciarmi, il suo sguardo esita sulle mie labbra ma sa che potrei avere ancora una crisi.

Quindi si accontenta di tenermi tra le sue braccia pensando che adesso niente e nessuno può separarci.

 

- Oh Signore Congraturazioni, di tutto cuore -

George, piange e ride insieme.

- Si Congraturazioni - aggiunge Joyce.

E poi entrambi mi guardano e si rattristano.

- Oh mi spiace bambina mia, non era così che doveva essere –

Joyce non trattiene le lacrime.

- Fate preparare la nostra stanza -

William continua a stringermi e a carezzarmi la guancia dolcemente.

- Signore…- Joyce sembra un po’ spaventata.

- Non temere, non voglio farle nulla. Ma non può dormire da sola, ho paura –

Joyce capisce e annuisce.

- Vado di sopra allora. La mia bambina avrà il letto più bello che una sposa abbia mai visto -

Mestamente sale le scale.

- Amore tu non lo sai quanto sono felice adesso. Sono l’uomo più felice e fortunato della Terra. Ho catturato la donna che fa impallidire la Luna -

Una lacrima scivola dalle ciglia.

- Argo – lo chiamo ancora e cerco di liberarmi di nuovo dalla sua stretta.

- Amore parlami. Di qualcosa, ma parlami. Guardami ti prego –

Cerca di girare il mio viso verso di lui ma io continuo a guardare altrove.

- Va bene, aspetterò amore, aspetterò tutto il tempo del mondo se necessario -

Sospira e mi stringe ancora nonostante le mie deboli proteste.

Sono stanca e lui è contento che adesso almeno riesca a toccarmi.

 

Il pomeriggio passa in fretta e noi restiamo accoccolati sul divano.

William non vuole muoversi gli piace accarezzarmi e baciarmi sulla fronte.

- Quando starai meglio amore faremo una lunga cavalcata per il parco. Sarai bellissima vestita da amazzone sul tuo splendido cavallo -

- Starlight? –

William ha un moto di stupore.

- Si Buffy. Starlight. Oh amore allora mi ascolti. Mi senti -

I suoi occhi si illuminano.

- La stanza è pronta Signore –

George appare davanti alla porta.

- Si grazie. Fa portare la cena in camera. Buffy è molto stanca deve riposare -

- Certo Signore, provvedo subito –

William si alza e mi guarda con amore.

- Su andiamo Buffy, hai bisogno di riposare -

Ma io non mi muovo.

Lui mi abbraccia e mi spinge delicatamente verso le scale.

Guardo su è buio ed io ho paura del buio adesso.

- George aspettaci in cima alle scale con il lume. -

- Si vado – e ci precede lungo la scalinata.

- Ecco visto? Ora non è più buio. –

Mi bacia sulla fronte e iniziamo a salire.

Nel corridoio per due volte cerco di sfuggirgli e di tornare di sotto, ma poi il buio dietro di noi mi blocca.

- Amore siamo arrivati -

Apre la porta e la stanza è soffusamente illuminata.

Sul letto vi è una trapunta bianca finemente ricamata e due guanciali a forma di cuori rossi.

Sparsi ovunque petali di margherite gialle.

E un vassoio ricco di cibarie varie è posato sul comodino.

Sono confusa e mi stringo a lui nascondendo il viso nella sua spalla.

A quel gesto così inaspettato e insperato William rimane immobile.

E guarda con gli occhi lucidi sia Joyce, che è ancora nella stanza, che George che attende disposizioni accanto alla porta.

- Andate. Lasciateci soli adesso –

Escono in silenzio, mentre io continuo a nascondere il viso nella sua giacca.

Il suo respiro è leggermente accelerato.

E il cuore batte forte.

- Su Buffy puoi guardare adesso, siamo soli –

Lentamente mi faccio coraggio e guardo in giro per la stanza.

Ma non mi stacco da lui.

 

- Su tesoro vieni, adesso ci mettiamo al calduccio sotto le coperte. Facciamo una cenetta coi fiocchi e poi la nanna. -

Non so perché ma le sue parole mi rassicurano.

Mi avvicino piano al letto.

Mi fa sedere e si inginocchia davanti a me.

Mi scosta delicatamente con una mano i capelli dal viso e mi sorride.

Io continuo a guardare altrove.

- Cosa ti piacerebbe mangiare Amore? -

Indica il vassoio accanto a lui. Ho fame e lo fisso anche io.

Senza staccare la mia mano dalla manica della sua camicia mi avvicino al comodino.

Prendo qualcosa e inizio mangiare, guardandomi sempre circospetta intorno.

Ho praticamente divorato mezzo vassoio per la felicità di William, quando un rumore sordo proveniente dal giardino mi fa sussultare.

Sobbalzo e corro a rannicchiarmi di nuovo in un angolo.

Dondolo come la prima notte.

Mentre ripeto la stessa cantilena ‘ Tanto io non piango ‘.

- Amore, No. Non è niente. Tesoro ti prego -

Inarca il sopracciglio adirato.

Spalanca la finestra ed ordina ai domestici, cercando di trattenere l’ira, di smettere immediatamente di fare rumore.

- Ecco fatto – si volta ma io sono scomparsa.

Impallidisce e si guarda intorno.

La porta è chiusa, non posso essere uscita.

Gira attorno al letto e vede un piede spuntare da sotto il letto.

- Amore no -

Si china e guarda sotto.

Sono rannicchiata e fisso di nuovo il vuoto ad occhi sbarrati.

- Amore vieni fuori, avanti -

Cerca di farmi uscire ma io non ne voglio sapere.

Scalcio e lo colpisco in pieno viso.

- Va bene – sospira – Se la montagna non va a Maometto, Maometto andrà alla montagna -

Tira la trapunta dal letto e la stende sotto il letto e poi si adagia sopra.

- Su vieni qui Buffy, il pavimento è freddo -

Senza guardarlo resto immobile per qualche minuto e poi lentamente mi avvicino a lui e mi accoccolo sul suo fianco.

Mi rannicchio e nascondo il viso sul suo petto.

Lui sorride e poi mi copre con l’immensa trapunta.

Mi stringe e cerca di sistemarmi meglio.

- Passerotto, quanto mi manchi -

Chiudo gli occhi e mi addormento lentamente.

 

Lui resta sveglio ma chiude gli occhi.

Pensando stia dormendo mi sposto lentamente ed esco da sotto il letto.

Lui apre gli occhi e segue le mie gambe che si muovono per la stanza.

Mi avvicino allo specchio e vedo il mio riflesso.

Resto immobile e poi prendo la prima cosa che mi capita tra le mani e la lancio contro.

Si frantuma.

Lui sobbalza, sta per uscire senza far rumore.

Una scheggia di vetro mi ha graffiato il braccio che perde sangue.

Mi dirigo verso la finestra e la apro.

Lui è in piedi, vede il sangue.

- Buffy cosa fai? -

Ho aperto la finestra e sto per sporgermi quando lui rapido si avvicina e mi prende per la vita.

Mi tira indietro mentre io mi dibatto più violentemente che mai.

- Buffy, basta adesso – è sconvolto.

Mi schiaffeggia ed io mi fermo di colpo e sgrano gli occhi.

Poi mi stringe pentito.

- Perdonami amore, perdonami. Ma tu non puoi, non puoi …..-

Piange disperato, ora più che mai sa che non posso restare sola.

- Mio Dio Buffy non farlo mai più, mai hai capito? Ti prego, io non so cosa fare, non lo so -

Sospira amareggiato e disperato.

Mi cura la ferita e poi mi adagia sul letto.

Mi copre.

E’ stanco e teme di addormentarsi, così si guarda intorno e cerca qualcosa.

La trova, si allontana e torna con una corda per tende.

- Mi spiace amore doverlo fare, ma non ho altra scelta. -

Lega un piede al letto e poi le due mani tra loro, in modo da non farmi male.

Infine con un altro pezzo di corda lega entrambe le mani alla testiera del letto, lasciandomi però abbastanza libertà di movimento.

Alla fine stanco e abbattuto si stende al mio fianco e si infila sotto le lenzuola.

Ho un sussulto e lui lo avverte, esita un attimo e poi si avvicina lentamente.

Non strillo, lascio che mi abbracci e mi rannicchio contro di lui. Ho freddo.

- Si così amore, adesso dormiamo un po’ ti prego -

E lentamente entrambi scivoliamo di nuovo nel sonno.

Quando mi sveglio lui è in piedi si è lavato e cambiato ed io sono ancora legata.

Mi agito e lui dolcemente mi slega.

- Ecco fatto sei libera -

Anche se nei suoi occhi vi è una folle preoccupazione.

- Ti amo Buffy – sospira e poi prende il vassoio e lo posa sul letto.

Aspetto che lui faccia una mossa.

Lui prende una frittella e la addenta e lo stesso faccio io.

Mangiamo in silenzio, i suoi occhi sono stanchi. Si vede che ha dormito male e che ha pianto.

- Ora che ne diresti di lavarci tesoro? -

Sa che sarà dura, ma deve pulire di nuovo le ferite.

Mi raggomitolo istintivamente e spingo via il vassoio.

- Su non fare così Amore, vedrai faremo in un attimo -

Mi prende per le braccia ma io mi aggrappo al letto e alle lenzuola.

Gli faccio una pena infinita, contrae la mascella dalla rabbia per quello che mi è stato fatto e cerca di staccare le mie mani dal letto.

- Passerotto non fare così, dobbiamo pulire le ferite su vieni -

E’ una lotta dolorosa quella che ogni volta ingaggiamo.

- Vattene, non mi toccare – urlo e cerco di allontanarlo.

- Buffy avanti –

Lo graffio ma lui non reagisce.

Alla fine cedo esausta.

Mi prende in braccio e mi porta in bagno.

Ancora una breve lotta per tenere i vestiti e poi sono immersa nell’acqua calda.

Lui mi accarezza piano e dolcemente, quasi senza guardarmi.

Ed è terribile quando deve disinfettarmi nuovamente le parti intime.

Piango e lo colpisco e poi mi rassegno e il mio sguardo è pieno di odio.

Prende una grande asciugamani e mi avvolge.

Mi riporta nella stanza da letto e mi fa sedere sul letto.

Pulisce ancora le ferite e mi benda quelle ancora non guarite del tutto.

Infine prende un abito e mi veste, come meglio può.

- Adesso io e te tesoro andremo a fare una bella passeggiata da soli. E’ una giornata stupenda oggi -

Quando siamo davanti all’ingresso punto i piedi, non voglio uscire.

Mi aggrappo allo stipite della porta e ci vuole tutta la sua pazienza e resistenza per farmi cedere alla fine.

- Io e Buffy torniamo più tardi George -

- Si Signore –

Poi a bassa voce gli sussurra.

- Mentre siamo via fa sparire dalla stanza tutti gli oggetti appuntiti o che possano farle del male. E fa sbarrare le finestre -

George lo guarda preoccupato e capisce.

Annuisce e sale di sopra con due domestici.

Torna verso di me e sorridendo mi abbraccia.

- Su andiamo amore vedrai che ti divertirai -

Camminiamo a lungo, sempre in silenzio.

Ogni suo tentativo di instaurare un dialogo fallisce miseramente contro il mio mutismo assoluto.

Torniamo a casa che è ora di pranzo.

I domestici mi guardano ed io abbasso lo sguardo.

William si adombra, e dice a George di fare uscire tutti, non vuole nessuno tra i piedi quando io giro per casa.

George fa cenno ai domestici di sparire e in un attimo la casa sembra deserta.

- Vieni Buffy che ne dici di andare a leggere qualcosa in salotto? -

Io sono rimasta ai piedi dello scalone e mi guardo intorno.

- George? – lo chiamo.

- Si Signora – risponde lui addolorato.

- Dov’è Argo? Nessuno vuole dirmelo –

- Non lo so Signora, non l’ho visto oggi – dice con le lacrime agli occhi.

- Se lo vedi mi avverti per favore? Devo sgridarlo, non fa mai quello che gli dico –

- Si certo Signora lo farò – George sta per piangere.

Comincio a salire le scale.

Mentre William è rigido in piedi davanti alla porta del salotto che assiste alla scena impotente.

- Fa chiamare di nuovo il dottore George –

Lui annuisce. Mentre William mi segue a capo chino.

 

- Allora dottore? -

Tutti attendono il suo responso.

- Direi che fisicamente, si sta riprendendo abbastanza rapidamente -

Sospira e poi prosegue – quello che mi preoccupa è il suo stato psicologico –

- Cosa vuole dire? – domanda William impaziente.

- Che è come se avesse rimosso quello che le è accaduto, ma che allo stesso tempo non sia riuscita a tornare alla realtà. E’ come se vivesse in un limbo. Dove a volte la realtà le si presenta davanti improvvisa ed inaspettata. Ecco perché quegli scoppi di ira e di paura. E ….il tentativo di questa notte–

- Cosa devo fare? – William sembra aggrapparsi a qualsiasi cosa.

- Non lo so Signor Darcy, non lo so. Per adesso solo attendere. L’unica cosa positiva è che si fida di lei. Le ha permesso di avvicinarsi, è questo è già molto nello stato in cui è. –

William non sa se rallegrarsi per questo.

- Dobbiamo scuoterla. Cercare di farla uscire dallo stato apatico, catatonico in cui versa -

- Come? Come dannazione –

- Per adesso aspettiamo….se non dovesse riuscirci da sola, allora dovremo intervenire noi. Speriamo non ce ne sia bisogno – sospira ancora e poi si congeda.

- Cosa voleva dire? – chiede Joyce intimorita da quelle parole

- Non lo so, ma speriamo di non doverlo scoprire mai –

George sembra avere un cattivo presentimento.

- Nessuno le farà del male, te lo giuro Joyce. Dovranno passare sul mio cadavere –

Un lampo attraversa lo sguardo di William.

- Adesso vado da lei, io non la lascerò andare. Non le permetterò di abbattersi. Non rinuncerò mai a lei sino a che avrò un soffio di vita in me, lei non getterà la spugna. -

Stringe i pugni e poi viene da me.

 

- Piccola vieni su –

Mi accompagna nella stanza e mi aiuta a cambiarmi.

- Ecco fatto adesso che ne dici di riposare un po’ e poi di cenare? -

Continuo a guardare il vuoto e il mio rifiuto per lui, la mia negazione della sua presenza lo sta uccidendo.

- Su stenditi avanti -

Mi raggomitolo nel letto e lui si siede, tenendo il capo chino e guardandomi di tanto in tanto.

- Dammi la forza, amore ti prego. Un segnale, una parola. Dammi la forza di resistere -

Ma io guardo dall’altra parte, e lui piange in silenzio.

- Signore la cena è pronta -

George fa capolino davanti alla porta e guarda dispiaciuto la scena.

- Si falla portare su, è stanca -

Sospira pesantemente e poi sprofonda nella poltrona accanto al letto.

Porta una mano sotto il mento e mi fissa con sguardo triste e rassegnato.

- Avanti mangia tesoro. Questa ti piace lo so -

Mangio lentamente.

Joyce entra nella stanza per darmi la buonanotte come ogni sera.

La sto fissando, la tazza mi cada dalle mani e si frantuma sul pavimento.

- Joyce. Ma dove eri finita? Sapessi quanto ti ho cercata -

Entrambi hanno un sussulto.

William si sporge dalla poltrona e mi osserva.

Mentre Joyce non può crederci.

- Buffy tu….tu ….mi riconosci? -

- Si certo – un lieve sorriso increspa le mie labbra e Joyce piange di gioia.

- Finalmente tesoro, finalmente sei tornata da me –

Mi abbraccia e mi stringe al seno, come non mi vedesse da secoli.

William è rimasto immobile, i suoi occhi sono pieni di speranza che io presto deluderò amaramente.

- Amore, amore -

Si avvicina lentamente ed io lo guardo con terrore.

- Mandalo via Joyce, mandalo via -

Mi stringo a lei e chiudo gli occhi.

William agghiacciato resta immobile di fianco al letto, come trapassato da una spada

- Buffy – balbetta in preda alla delusione più nera.

Ma io non gli parlo e non lo guardo, come non ci fosse.

- Mandalo via, mandalo via. Ti prego Joyce, ti prego mandalo via -

- Buffy – la sua voce è bassa e spezzata.

- Signore forse …..– osa cercare di suggerire Joyce.

Stringe i pugni ferito ed umiliato.

- Si va bene vado, ma tornerò più tardi. Non la lascio sola per la notte -

Mi lancia un ultimo sguardo forse anche un po’ risentito, ed esce chiudendosi la porta alle spalle.

- Cosa c’è? – Chiede George avanzando lungo il corridoio.

- E’ tornata George, è tornata. –

- Davvero? E perché non siete….-

William contrae la mascella e fa una smorfia di dolore.

- Non mi vuole, non mi vuole. Non mi parla nemmeno, come non esistessi. Ma io esisto George, io la….- la voce si spezza per l’emozione – la amo da morire -

- Lo so Signore deve avere pazienza. –

- Già pazienza – sospira e si allontana in preda a pensieri cupi.

 

 

E’ molto tardi quando finalmente decido di mettermi a letto.

Joyce è così felice.

- Ora dormi piccola, hai bisogno di riposare -

Annuisco con la testa, la porta si apre e William entra esitante.

- Joyce credo sia ora che Buffy riposi – mi fissa di nuovo con amore.

- Si vado Signore – e fa per uscire.

- No non mi lasciare sola Joyce – cerco di trattenerla.

E’ imbarazzata, perché da un lato vi è il mio sguardo impaurito e dall’altro quello geloso ed innamorato di William.

- Ma tesoro non sei sola – cerca di dirmi diplomaticamente.

- Ti prego no, no …-protesto e il volto di William diventa sempre più teso.

- Buffy resto io con te – il suo tono è un po’ imbronciato.

- Joyce ti prego, per favore non lasciarmi sola –

- Ti ho detto che resto io con te Buffy – si altera leggermente, ma la sua ira si spegne subito, vedendo il mio sguardo spaurito e confuso.

- Vai Joyce per favore -

- Si – si libera dalla mia stretta ed esce addolorata.

- Joyce – dico piano guardandola uscire.

Seduta nel letto resto immobile, mentre lui si spoglia lentamente.

Toglie la giacca e le scarpe e si mette sotto le lenzuola.

Resto immobile, rigida e guardo dall’altra parte.

- Tesoro stenditi avanti -

Mi sfiora ed io inizio ad agitarmi e sudare freddo.

Lui si allontana un po’

- Ecco vedi ho messo il mare tra noi – dice sarcasticamente.

- Adesso puoi stare tranquilla –

Mi stendo e raggomitolo come una palla.

Lui si avvicina piano e mi lega le mani.

Come la sera prima.

Poi si stende accanto a me e riposa.

Nella notte mi agito, gli incubi sono tornati e mi sveglio sollevandomi a sedere sul letto.

Gli occhi sbarrati nel buio.

Lui si sveglia e si alza anche lui a sedere.

- Amore è stato un incubo, sta tranquilla -

Ma io allontano il viso da lui e mi volto dall’altra parte.

Lui sembra frustrato e non resiste.

- Amore guardami ti prego. Guardami sono qui –

Cerca di farmi girare il viso, ma io lo allontano e la mia smorfia disgustata, a quel contatto, lo ferisce profondamente.

- Ti prego Buffy, sono io. Sono William tuo marito -

Continua a cercare di farmi girare il viso.

- Joyce, Joyce – la chiamo e questo lo fa infuriare ancora di più.

- Buffy ci sono io, smettila di chiamare gli altri –

- Aiuto – urlo. E questo gli fa perdere la testa.

- Dio Buffy sono io –

Prende le mie mani e se le porta al petto ed io ho un sussulto e un senso di repulsione che non gli sfugge.

- Buffy non lo fare. Non riesco a sopportarlo -

Mi stringe, bacia e accarezza con desiderio, che ormai è al limite.

- Mi manchi da morire, non capisci? Non puoi ignorarmi amore, io non lo sopporto più. -

Mi ha stesa sotto di lui e continua a baciarmi con foga, mentre io mi dibatto e tiro la corda che mi lega le mani.

- Non ti farei mai del male, mai. Io ti amo, io voglio solo amarti, voglio farti sentire quanto ti amo e ti desidero amore -

Le sue carezze sono sempre più intense ed intime, ma nella mia mente si confondono con quelle viscide e disgustose di un’ombra nera che ha spezzato i miei sogni e illusioni.

- Ti amo, ti amo da morire. Non ti farò male te lo prometto amore -

La sua mano apre la camicia e si infila sotto ad accarezzare i miei seni tesi.

- Ti prego…. ti prego non rifiutarmi, non mandarmi via -

Quasi piange dalla disperazione e dal bisogno di me.

- Amami adesso. Ti prego -

Mi bacia il seno, il collo, la bocca senza tregua.

Sono senza fiato, ansimo e poi lentamente mi fermo.

Mi irrigidisco e fisso il vuoto.

Lui si blocca e mi guarda. Ed è terrorizzato.

Si allontana come colpito a morte.

Mi copre immediatamente.

Vede i segni rossi attorno ai miei polsi.

E piange come un bambino.

- Perdonami io non volevo, io….Mio Dio non volevo, te lo giuro. Io…-

Continua a fissarmi incredulo.

- Buffy perdonami, mi dispiace –

Non sa cosa fare si alza immediatamente e fa avanti e indietro nella la stanza.

Mentre io mi rilasso lentamente.

- Sono, sono ….un mostro – torna a fissarmi e poi riprende a camminare su e giù.

- Ti giuro non accadrà più. Non ti toccherò mai più Buffy, mai te lo giuro, mai –

Si passa la mano tra i capelli ancora sconvolto e poi si lascia andare sulla poltrona con il capo tra le mani.

- Non ce la faccio, non ce la faccio. Non posso continuare così. Sto impazzendo. -

E continua a singhiozzare sommessamente, mentre io lentamente mi raggomitolo di nuovo su me stessa e mi addormento, di un sonno senza sogni.

 

La mattinata è grigia, mi sono appena svegliata.

La colazione è già nel vassoio accanto al letto.

I miei polsi sono liberi dalle corde e i segni sono spariti.

- Come ti senti tesoro? -

Joyce che è lì accanto a me, esita.

- Bene – ed è strano, mi è venuto spontaneo.

- Sono contenta –

Mi porge il tè coi biscotti che io divoro.

- Ti va di alzarti? – attende.

- Si – annuisco, ma sento che manca qualcosa.

Lui non c’è, ed è la prima volta che non c’è da quando…..

- Bene ti faccio preparare un bel bagno caldo ti va? -

Annuisco ancora, ma l’idea di guardare il mio corpo non mi piace per niente.

Seduta nella vasca evito di guardarmi e Joyce ne soffre.

I giorni sono volati ed io ho perso il conto.

Poi una domanda.

- Harm ? -

Strano stia pensando proprio a lei.

- La Signora, non è più tornata da quella festa. È rimasta dai vicini per due giorni e poi è tornata a Londra, quando ha saputo…..-

Joyce esita un attimo, non sa se continuare.

Le sembro ancora molto confusa.

- Cosa? – sono curiosa e continuo a divorare biscotti.

- Quella…sera….di…- gli occhi le si riempiono di lacrime.

- E’ una bella mattina vero? – cambio discorso improvvisamente.

Lei non ne sembra sorpresa.

- Voglio fare una cavalcata che ne dici? -

C’è una strana luce nei miei occhi, e questo un po’ la impensierisce.

- Non credo che Willia….-

- Allora è deciso. Appena finito andiamo –

Joyce sembra sempre più preoccupata.

- Tesoro, non puoi trattarlo così lui è tuo mar…..-

Ma io non ascolto.

Comincio a canticchiare una vecchia ninna nanna.

Lo facevo quando ero piccola e non volevo ascoltarla.

- Buffy – dice con dolcezza accarezzandomi la fronte.

- Contiamo solo noi vero Joyce? Siamo io e te come sempre –

La guardo come a chiederle implorante una menzogna.

- Già tu e lei – la sua voce mi fa trasalire.

Mi stringo a lei e nascondo il viso.

- Joyce ti prego lasciaci soli. -

Joyce lo guarda allarmata.

- Signore lei non voleva…..- cerca di giustificarmi.

- Non ti preoccupare Joyce, lasciaci soli adesso –

Sono terrorizzata, non ho scordato la notte precedente.

Joyce è accanto alla porta che mi guarda sconsolata.

E lui al mio fianco che mi fissa con espressione indecifrabile.

- Buffy io….- cerca di dire, ma io con un balzo salto dal letto.

Sfuggo al suo tentativo di bloccarmi e corro tra le braccia di Joyce.

Mi nascondo dietro di lei, proprio come il primo giorno che sono entrata in questa casa.

Lui stringe i pugni, disperato e ormai al limite della sopportazione, ed esce dalla stanza.

Soffermandosi un attimo a fissarmi intensamente.

Nel corridoio sentiamo rumori di porte sbattute e di oggetti frantumati.

Joyce piange.

- Ti ama così tanto piccola e tu lo stai uccidendo -

Ma io riprendo a canticchiare ‘ tanto io non piango ‘.

E a Joyce le si spezza il cuore di nuovo.

 

A pranzo per la prima volta scendo in sala.

George è così felice di vedermi di nuovo in piedi, ed anche William, nonostante tutto sembra contento.

Mangiamo in silenzio.

- Ti ho fatto preparare il dolce che ti piace tanto -

Mi sussurra con dolcezza.

Mentre George mi porta una fetta enorme di torta al cioccolato.

La mia preferita.

- Grazie George – dico continuando a ignorarlo.

Gli lancio uno sguardo di sfuggita, di sbieco e vedo che i suoi occhi sono lucidi e mi sento strana.

Finito di pranzare mi alzo, come se fossi sola a tavola.

- Joyce possiamo andare adesso. Voglio montare Starlight -

Joyce guarda William e George.

E tutti stanno pensando la stessa cosa.

- Forse è meglio aspettare tesoro. Adesso andiamo a vederlo, ma lo monterai un’altra volta –

- No adesso – insisto puntando i piedi.

- Buffy ti prego sii ragionevole –

- Ho detto adesso – urlo.

Lui è esasperato, teme che possa cadere da cavallo, o ancora peggio che possa farmi disarcionare di proposito.

- Buffy vuoi cavalcare? -

Non rispondo.

- Ad una condizione – mi guarda fisso, teme che un’altra ferita stia per essergli inflitta.

- Che sul cavallo ci sia anche io –

Silenzio.

- Ti ho detto andiamo Joyce –

E mi avvio verso le scuderie.

- Buffy – lui mi segue a ruota.

Siamo davanti al mio cavallo ed è sempre stupendo.

Lo accarezzo e lo bacio.

- Siamo rimasti soli lo sai? Argo se n’è andato -

William e Joyce si scambiano uno sguardo addolorato.

- Adesso io e te faremo una bella cavalcata tesoro e tutto tornerà come prima -

Sembra voglia auto convincermi.

- Buffy – si avvicina e prende le redini.

Le nostre mani si sfiorano ed io le ritraggo di scatto.

E mi allontano, avvicinandomi a Joyce.

- Starlight – ripeto guardandola.

Salta a cavallo e mi porge la mano.

- Avanti vieni -

Guardo il mio cavallo e poi urlo disperata ed impotente.

- Vi odio, se mio padre fosse vivo non sarebbe successo –

E corro verso casa.

William è davvero fuori di se.

Salta giù da cavallo e mi corre dietro come un pazzo.

- Buffy fermati -

Mi raggiunge e mi blocca.

- Adesso basta Buffy. Basta -

- Ora sono io che mi prendo cura di te e tu devi accettarlo –

Mi scuote leggermente.

Lo schiaffeggio, pentendomi subito del gesto e poi corro via.

Lui è rimasto immobile a pugni stretti.

George gli va incontro, mentre Joyce mi corre dietro.

- Mi spiace Signore – sospira.

Lui sorride amaramente e poi dice

- Almeno non sono più invisibile -

Ed insieme entrano in casa.

La sera non scendo per cena, ma il fatto che tenga il broncio sembra positivo per tutti.

La notte come sempre faccio i capricci perché non voglio che Joyce vada via.

Appena lui entra, smetto di parlare e mi raggomitolo nel letto.

Joyce gli lancia uno sguardo d’intesa e poi esce.

Lui mi viene vicino solo per legarmi i polsi

- Mi spiace farlo sai amore. Spero che non dovrò farlo ancora per molto -

Sospira davanti al mio silenzio e poi va a sistemarsi sul divanetto accanto alla finestra.

Non dormirà con me, teme di perdere il controllo e non se lo perdonerebbe mai.

 

 

E’ notte fonda e di nuovo mi sveglio in preda agli incubi.

Ho sognato che perdevo qualcosa di importante e che non riuscivo più a ritrovarla.

Cerco di liberarmi le mani e singhiozzo.

Lui si sveglia e mi viene vicino.

- Buffy è stato un altro incubo. Mettiti giù a dormire amore -

Ma io non ne voglio sapere.

Mi slega le mani, i polsi mi fanno un po’ male.

- Va meglio? – chiede a bassa voce.

Non rispondo e lui rassegnato e pronto a passare un’altra notte in bianco si alza per tornare al divano.

Quando io con un gesto repentino gli afferro la manica della camicia con entrambe le mani.

- No – gli dico quasi in lacrime.

Lui mi guarda ed è incredulo, sconvolto, stupito e non sa se ridere o piangere adesso.

- Buffy? -

- No – ripeto e lo guardo.

Mi fissa socchiudendo gli occhi e i nostri occhi si incrociano.

Ci stiamo guardando e lui si sente come rinascere.

- Vuoi che resti qui? – è titubante, teme che un altro mio rifiuto lo ferisca ancora.

Annuisco con il capo, ma lui sembra diffidente.

Aspetta alcuni interminabili istanti e poi lentamente si siede accanto a me.

Gli faccio spazio e lui resta ancora più spiazzato e confuso.

Io continuo a stringergli la manica della camicia e il suo cuore sembra stia per balzare fuori dal petto.

Alla fine si stende accanto a me ed io mi rannicchio contro di lui e chiudo gli occhi.

Lui tira un sospiro di sollievo e tace, ha paura di sciupare tutto.

- Quanto tempo sono stata via? –

Sussulta e sospira gravemente e poi risponde.

- Centoquarantasette giorni. Centoquarantotto con oggi. Ma oggi non conta vero? -

Sorride a se stesso e lentamente passa un braccio attorno alle mie spalle e mi accarezza la nuca.

- Tanto –

- Si tanto – sospira ancora e sembra distrutto.

Lo stringo leggermente e lui si irrigidisce un po’.

Ha paura di me e questo mi fa star male.

 

Restiamo così per un tempo indefinito e poi io sollevo il viso e lo affondo sul suo collo.

Lui cerca di spostarsi impercettibilmente, ma io mi avvicino ancora di più.

Il mio respiro gli va dritto sul collo e l’odore della mia pelle e dei miei capelli, lo avvolgono.

Si irrigidisce sempre di più e comincia ad agitarsi.

Sta perdendo il controllo, deve assolutamente togliersi da questa posizione.

Mi guarda un attimo con la coda dell’occhi, e pensando stia dormendo cerca di alzarsi.

Io spalanco gli occhi e lo fisso.

- No – gli dico spaventata.

- Ti prego Buffy – dice con voce roca – devo alzarmi adesso. Devo -

- No – ripeto e stringo di più la mia morsa attorno ai suoi fianchi.

Lui sussulta sempre più imbarazzato e agitato.

- Buffy devo allontanarmi subito. Capisci? – deglutisce a fatica – lasciami andare ora –

Cerca di liberarsi dalla stretta, mentre io comincio a piangere sommessamente.

- No – ripeto capricciosa.

- Buffy non capisci? Io ti amo da morire, e non ce la faccio più ad aspettare…ad ….aspettarti –

Serra la mascella.

- Adesso lasciami, torno tra poco -

Cerca di convincermi ma io non ne voglio sapere.

E lui è sempre più esasperato e ansioso.

- Buffy lasciami avanti, Oh Dio mi farai impazzire. Tu mi farai impazzire –

Continua a lottare per liberarsi ma non riesce.

Si solleva a sedere ed io piango.

Lo abbraccio cingendogli il collo, mentre con il corpo mi siedo in braccio a lui.

Sente che da un momento all’altro non capirà più niente.

Ed è terrorizzato.

- Resta – gli sussurro all’orecchio

Ha un fremito di piacere che credo che stia per esplodere oramai.

- Buffy se resto, tu non capisci. Non sarà solo per starti vicino. Ti prego lasciami andare, non resisterò ancora a lungo -

Ma io non mi muovo di un passo.

- Dio Santo, ma che cosa ho fatto per meritarmi questo? -

- No – ripeto e mi accoccolo ancora più stretta a lui.

- Buffy ancora un momento e ti pentirai di questo –

Cerca di minacciarmi, ma io non ho paura di lui.

- No – ripeto e lui alza lo sguardo al cielo ormai fuori di se.

Sospira e cerca di concentrarsi per non perdere il controllo e poi da uno scossone per togliermi di dosso.

Ma quello che ottiene che io finisca stesa su di lui con il capo sul petto e i capelli sparsi ovunque.

Il mio odore lo sta facendo impazzire.

- Buffy se non mi lasci, accadrà quello che è accaduto l’altra notte -

E’ l’ultima speranza che ha.

Allento la stretta e lo sento sospirare, ma non è felice.

Per un attimo ha sperato che lo trattenessi.

Rassegnato e rifiutato nuovamente, allontana le mie braccia e si mette a sedere sul letto.

Passandosi ripetutamente la mano tra i capelli.

- C’è mancato davvero poco amore. Davvero poco -

Sospira pesantemente e i suoi occhi si velano di tristezza.

 

Lo fisso intensamente e poi gli salto di nuovo al collo e lui sente che ormai è questione di attimi ed impazzirà.

- Buffy ti prego se resto ….- ma la frase si perde nei miei occhi fissi nei suoi.

Ormai è fuori controllo.

- Resta – gli ripeto e lui non sa se quello che voglio dirgli, è quello che lui sembra di leggere nei miei occhi.

- Buffy – dice solo con voce roca, spingendomi supina sul letto e venendomi dietro.

- Oh mio Dio, se è un sogno. Fa che non mi svegli mai –

Avvicina lentissimamente le sue labbra alle mie, con timore.

E le bacia dapprima piano e dolcemente, attendendo una mia reazione.

Inizialmente resto immobile e lui sembra scoraggiarsi, ma poi impercettibilmente socchiudo le labbra ed un lieve gemito fa venire i brividi ad entrambi.

Sussulta e riprende a baciarmi con maggiore intensità ed io rispondo al suo bacio.

E lui non è più in se dalla gioia.

-Buffy, amore quanto ti desidero…. Quanto ho aspettato…. quanto ho sperato …. -

Sussurra tra un bacio e l’altro.

- Amami amore, amami ti prego Buffy -

Continuiamo a baciarci a lungo, con delicatezza e lentezza.

Indugia, ha paura che quell’attimo possa spezzarsi e tutto possa precipitare nuovamente nel mio silenzio e rifiuto.

Solleva leggermente il capo, mi fissa intensamente e poi con mani tremanti comincia ad aprimi la camicia.

Senza smettere un solo istante di guardarmi.

E sempre fissandomi negli occhi si china a baciare prima una, poi l’altra punta tesa del mio seno.

Sospiro e le mie mani si irrigidiscono sui suoi fianchi.

- Sta tranquilla tesoro, non ti farò del male – mi accarezza dolcemente la guancia.

Si alza in ginocchio sul letto e si sfila la camicia senza smettere di fissarmi con il suo sguardo di brace e desiderio.

Non riesco a sostenerlo e giro il viso un po’ spaventata.

Lui torna ad adagiarsi su di me e ad accarezzarmi.

Mi sfila la camicia e sono nuda davanti a lui.

Improvvisamente un senso di nausea mi coglie e la paura mi attanaglia.

- William ….- esito e il mio sguardo si fa lucido e spaventato.

Lui sembra rassegnato e si scosta leggermente sospirando.

- Non ti preoccupare amore capisco è tutto a posto -

Si tira leggermente su e si guarda intorno sconfortato in cerca della sua camicia finita chissà dove.

- Non andare – gli dico a bassa voce mentre con un lenzuolo mi copro.

- Buffy cosa devo fare? Come devo? Cosa posso fare? –

I suoi occhi sono due oceani in tempesta.

- Cosa vuoi Buffy, vuoi che resti? –

- Non lo so – evito il suo sguardo.

- Oh impazzirò – si siede e comincia a rivestirsi.

- No – dico ancora più spaventata.

- Buffy è meglio così, io non sopporterei, non potrei sopportare di vedere il tuo sguardo dopo……-

Esita - non potrei sopportare il tuo rifiuto –

dice alla fine chinando il capo.

Si volta ancora verso di me e sorride dolcemente.

- Adesso dormi amore, io resto qui non temere -

Ed il mio cuore sussulta.

Gli salto al collo, lo bacio e lo stringo.

E lui è spezzato dal desiderio di me.

- Ti prego Buffy, non mandarmi via. Non rifiutarmi, ti amo così tanto ….-

Sta quasi piangendo ed io lo stringo. Lentamente mi fa lasciare sul letto.

Posso sentire il suo cuore tanto è forte il suo battito.

- Amami – mi sussurra in un sospiro.

Sono lenti, dolci e di attesa i suoi movimenti.

Anche quando mi allarga leggermente le gambe lo fa con delicatezza come avesse paura.

La sua pelle, il suo odore, mi sono mancati.

Infine sento il suo desiderio premere contro di me e il ricordo mi paralizza.

Si blocca ed è uno strazio vederlo così impotente davanti al mio comportamento.

- Buffy cosa c’è? - dice esitando, ha paura perché sa che non può fermarsi adesso e che se io dicessi no per lui sarebbe la fine.

- No – dico spaventata.

- Buffy – è un gemito di dolore disperato che gli sfugge dalle labbra.

- Non voglio lasciami – mi agito e cerco di spingerlo via.

- Buffy...- il suo respiro è accelerato, sta cercando di recuperare faticosamente un pò di controllo.

- Lasciami – urlo e comincio a piangere.

Lo schiaffeggio ripetutamente e lui si irrigidisce.

Contrae la mascella e con uno sforzo incredibile si allontana da me.

Evita di guardarmi e torna alla poltrona versandosi da bere.

Si siede e si mette le mani nei capelli.

Tutto tace ed io mi rannicchio sotto le lenzuola e continuo a piangere.

 

I giorni successivi le cose peggiorano, lo ignoro come prima e se lui entra in una stanza io esco quasi correndo. E lui beve, beve per non pensare, per non sentire il dolore.

- Non vuoi nemmeno dirgli grazie per il regalo? –

Mi implora Joyce guardando il cucciolo di alano che William mi ha fatto trovare al mio risveglio in camera.

Non rispondo e continuo a giocare con il cucciolo.

- Ti prego Buffy, fallo per me. Ti prometto che poi chiederò al Signore di farti cavalcare -

La guardo e alla fine annuisco.

Scendiamo nella sala, lui è seduto da solo come sempre e sembra sorpreso dal fatto che io sia entrata in una stanza dove c’è lui.

- Salve – esita e mi fissa.

- Salve e Grazie – dico velocemente e poi esco fuori.

Lui mi segue e sente quello che dico a Joyce nel corridoio.

- L’ho fatto adesso posso montare Starlight? Hai promesso -

Il suo viso diventa una smorfia di rabbia e amarezza.

- Buffy – il suo tono è aggressivo – non voglio che tu ....- stringe i pugni.

- Signore sono stata io a proporre questa cosa – Joyce è dispiaciuta che William abbia udito la nostra conversazione.

- Non farlo mai più – torna a fissarmi – Buffy vieni qui –

Non mi muovo da vicino a Joyce, come non lo sentissi.

- Buffy, ti ho detto vieni qui -

Si avvicina ed io comincio a tremare.

Si ferma e poi impreca – dannazione – e se ne va ancora più rassegnato e disperato.

Ma io non smetto di tremare.

George mi porge un bicchiere di liquore e dice con dolcezza

- Beva Signorina questo la calmerà – ed infatti appena assaggiato un senso di piacevole tepore mi avvolge e per un pò mi sento meglio.

 

Le notti continuo a non dormire mi sveglio di in preda agli incubi.

Lui è seduto sul divano, dorme e la bottiglia accanto a lui è quasi vuota.

Non mi ha legata, mi alzo in silenzio e mi avvicino. Prendo la bottiglia e ne verso il contenuto nel bicchiere.

Bevo tutto d’un fiato, uno, due, tre bicchieri.

Tutto adesso gira intorno, ma mi sento meglio.

Il bicchiere tintinna quando lo poso sul tavolo e lui spalanca gli occhi e si solleva di scatto.

- Buffy cosa c’è? – domanda premuroso e preoccupato.

Ho le guance arrossate e gli occhi lucidi. Guarda la bottiglia è vuota.

- Buffy -

- Non riesco a dormire, ho pensato che questo avrebbe aiutato....mi fa dimenticare –

Temo che stia per sgridarmi.

- Buffy non devi abusarne....non devi bere -

Mi fissa, e solo in questo momento si rende conto che gli sto parlando. Sorride e poi impallidisce.

Sono a piedi nudi ed indosso solo una camicia da notte sottile, leggermente aperta sul davanti.

Ed il mio volto acceso dall’alcool è irresistibilmente attraente.

- Sarà meglio che ti metta a letto adesso – balbetta e suda.

Annuisco e barcollando muovo qualche passo.

Si avvicina e mi sostiene con il braccio.

- Gira tutto – dico quasi sorridendo.

Ed è un tuffo al cuore per lui.

Mi adagia sul letto e mi copre e per un istante i nostri occhi si incontrano.

- Io...io.....- resta abbagliato dalla mia espressione sensuale e birichina, frutto dell’alcool.

Mi bacia esitante. Ma io non lo fermo, l’alcool ha abbassato le mie difese.

Ricambio il bacio e lui si infiamma.

- Si – geme soddisfatto e incredulo – da quanto tempo ti desidero amore -

Respiro affannosamente e tutto continua a girare verticosamente attorno a me.

Con mano esitante apre la camicia e mi fissa, ma io non reagisco continuo a sorridergli a metà.

- Sei bellissima – sussurra e comincia ad accarezzarmi e a baciare i miei seni.

È sbigottito, confuso, e troppo eccitato per fermarsi.

Sa che è l’alcool, sa che è solo un’illusione, ma ne ha bisogno per andare avanti. Perché mi desidera da così tanto. E non si ferma.

Mi stringe e fa scivolare via il lenzuolo, è quasi timoroso nel toccarmi.

Apre gli ultimi bottoni della mia camicia e poi sfila via la sua con un gesto rapido.

È ansioso ed esitante allo stesso tempo.

Con una lentezza estrema accarezza la mia pelle e bacia ogni centimetro del mio corpo.

- William – gemo un pò agitata.

Mentre lui chiude le sue labbra attorno alla punta del mio seno e con la lingua la solletica, provocandomi intensi brividi.

- Mi gira la testa – cerco di protestare debolmente, ma con le mani mi avvinghio a lui.

- Si così amore. Aggrappati a me –

Sorride lievemente e con dolcezza mi divarica le gambe.

Ancora non ci crede che sono lì abbandonata tra le sue braccia e che sta per fare l’amore con me.

- Farò piano amore. Sapessi quanto ti amo e quanto ho desiderato questo momento....-

Sospira un pò impaurito e lentamente si spinge in me.

- No – gemo debolmente e protesto cercando di fermarlo.

Ma è troppo tardi con una sola prolungata e lenta spinta è completamente in me. Si ferma e attende che il mio respiro si calmi e che mi tranquillizzi.

Lo sto fissando e sto piangendo.

Mi bacia dolcemente e mi sorride.

- Ti amo – ripete e inizia a muoversi con una calma e una delicatezza che mi fanno gemere.

E poi pian piano il suo ritmo diventa dolce, vibrante ed intenso allo stesso tempo.

- Ti sto facendo male? – domanda preoccupato.

- Io ...io .....- respiro affannosamente e un calore intenso mi avvolge e travolge.

Lo stringo a me e gli sussurro – non fermarti continua, non fermarti. –

Una parte di me lo desidera.

Lui sembra toccare il cielo con un dito.

Spinge più a fondo osservando la mia reazione ad ogni movimento.

- Oh amore – mi bacia sempre più intensamente ed in un attimo sono riempita da lui che esausto per il controllo che ha dovuto esercitare su se stesso, crolla su di me ansimando quasi senza più fiato.

Solleva il viso e mi guarda.

Siamo entrambi stanchi, sudati.

- Oh tesoro...è stato....bellissimo....- riprende fiato e mi accarezza la guancia.

Mentre lentamente il sonno si impossessa di noi.

Un lieve bussare alla porta e un – avanti – sussurrato a bassa voce.

- Signore volevamo sapere se vi....-

George davanti alla porta resta muto.

I vestiti di William sono sparsi sul pavimento e lui è nel letto a petto nudo.

Ed io.....sono sparita.

- Ma la Signor....-

Domanda spaesato.

William si porta l’indice alle labbra e fa cenno di tacere.

Poi con il dito indica sotto di se.

George osserva meglio e vede ciocche dei miei capelli spuntare da sotto le lenzuola e la mia spalla nuda.

George lo guarda incredulo. Mentre William sorride soddisfatto.

- Dorme. Più tardi ti chiamo per la colazione -

George annuisce ed esce.

Appena fuori dalla porta fa un gesto di vittoria.

Joyce lo guarda attonita.

- Allora? – è ansiosa.

- Buffy dorme è stanca – e sottolinea la parola stanca, ma Joyce sembra non capire.

- Cosa vuoi dire? Non ha dormito tutta la notte? – sembra dispiaciuta.

- Già i Signori questa notte non hanno dormito....- e sorride sornione.

Joyce esita qualche istante e poi finalmente capisce e il suo sguardo si illumina.

- Davvero? Sei sicuro? -

- Beh c’erano vestiti sparsi ovunque, e loro erano abbracciati nel letto...nudi – tossicchia.

- Oh mio Dio allora presto avremo dei bellissimi bambini per casa –

- Joyce forse tu corri un pò troppo......- sorridono e si avviano soddisfatti lungo il corridoio.

 

Preparano una ricca colazione euforici e attendono impazienti.

 

Riapro lentamente gli occhi, sono confusa e intorpidita.

- Che ore sono? – mi stiracchio pigramente sopra di lui che è già eccitato.

Sbadiglio.

- Ciao amore – sussurra baciandomi le labbra – dormito bene? – sorride malizioso.

Spalanco gli occhi e mi ritraggo tirandomi dietro il lenzuolo.

Lo guaro atterrita e quasi disgustata.

Lui mi fissa un attimo stupito e poi il suo sguardo si rattrista e indurisce.

- Buffy io...- stringe i pugni e si guarda intorno in cerca dei suoi indumenti.

Prende i pantaloni e li indossa in tutta fretta mentre io lo guardo agghiacciata.

Per qualche istante evita il mio sguardo, poi sospira e mi guarda torvo.

- Hai fame? – domanda serio.

Non gli rispondo e le lacrime cominciano a solcarmi il viso.

- Faccio portare la colazione –

Suona il campanello e George e Joyce scattano in cucina.

- Finalmente – sospirano e corrono di sopra.

Bussano alla porta ed io sconvolta e ancor confusa vengo attraversata da un lampo di terrore.

Mi guardo intorno in cerca di un posto dove nascondermi.

- Non aver paura Buffy ci penso io – si avvicina alla porta e la apre a metà.

- Puoi dare a me George – e prende il vassoio dalle sue mani.

George lo guarda interdetto nel suo sguardo non c’è più gioia.

Richiude la porta e George e Joyce si guardano sconsolati.

- Ecco fatto visto? Ora vieni a mangiare su –

Posa il vassoio sul letto e si siede sul divano accanto al fuoco con la sua tazza di té.

Continuo a piangere e resto immobile come una statua.

Lui sembra spazientirsi ma non dice nulla.

Non riesce nemmeno a bere il suo té. Si alza e mi guarda intensamente.

- Buffy ascolta ..- fa per avvicinarsi ed io mi stringo nel lenzuolo e indietreggio spaventata.

Resta alcuni istanti a fissarmi e poi si gira e va via.

- Joyce va da lei e assicurati che mangi – abbassa lo sguardo e scende di sotto.

Faccio colazione in silenzio sotto gli occhi attenti di Joyce, ma non fa domande.

Per tutta la mattina resto in camera, non voglio vestirmi, muovermi.

All’ora di cena Joyce fa capolino alla porta.

- Buffy la cena è pronta –

- Non ho fame –

- Il Signore mi ha detto che se non scendi in sala....viene lui qui su da te –

Sobbalzo e stringo le lenzuola tra le mani.

Infine rassegnata mi vesto e scendo di sotto.

Mi siedo a tavola in assoluto silenzio.

- Fa servire la cena George –

- Si signore –

George ci guarda entrambi disorientato.

Restiamo soli e lui continua a fissarmi.

- Buffy ...quel giorno ...-

- Joyce – la chiamo

- Buffy dobbiamo parlare –

- No – stringo i pugni.

- Buffy – si sporge verso di me e cerca di stringere la mia mano nella sua.

- No – urlo e alzandomi di scatto corro via.

Resta un attimo fermo immobile e poi mi viene dietro.

Arriavata alla stanza sto per chiudere la porta quando un piede me lo impedisce.

- Dobbiamo parlare....adesso –

- No – dico in un soffio e sto tremando.

- Amore, dobbiamo. Devi dirmi cosa è successo quel giorno –

- No, non ti avvicinare –

Sono agitata e impaurita.

- Non aver paura amore, non voglio farti del male –

- Lasciatemi in pace, perché non volete lasciarmi in pace? Vi odio tutti –

Piango disperata e ormai esausta.

William mi abbraccia ed io cerco di ribellarmi e divento un fiume in piena di parole.

- Io non volevo, non volevo. Lui, lui mi ha costretta. Io pensavo a te....io ho sperato che tu venissi....che lo avresti fatto smettere....- piango ancora e mi dibatto violentemente.

- Ho cercato di gridare, ma non potevo e tu non sei venuto....e lui non ha smesso. Ansimava, diceva cose orribili e mi toccava e ....-

- Si, Buffy amore. Piangi amore, piangi pure –

- Io l’ho odiato. Volevo morire –

- Si, lo so amore. Lo so –

Mi stringe teneramente e mi bacia sulla fronte senza sosta.

- Mi ha fatto male...........e tu non sei venuto. - urlo e batto i pugni sul petto.

- Nessuno te ne farà più amore. Nessuno te lo giuro – sospira – mi credi? –

Tra le sue braccia lentamente mi calmo.

Ed era tanto che avrei voluto dirglielo, tanto tempo che mi portavo questo peso.

- Va meglio amore? –

Il suo sguardo è indefinibile e mi avvolge e riscalda.

Ma io resto in silenzio.

Chiudo un attimo gli occhi e mi sento nel posto più sicuro del mondo: le sue braccia.

Ma questa è solo una breve tregua.

I miei cambiamenti di umore sono repentini ed improvvisi.

Tutti sono esasperati, ma William continua ad avere tutta la pazienza di questo mondo.

- Amore avanti mangia. L' ho fatto preparare apposta per te. Sei tu che me lo hai chiesto -

- Non mi va - guardo fuori dalla finestra verso l'albero.

William segue il mio sguardo e si incupisce.

Non capisco come riesca a sopportare tutto questo io forse avrei già mollato da molto tempo.

- George - la sua voce alterata mi fa trasalire, anche se so che non ce l'ha con me

- Di agli addetti al parco di abbattere quel dannato albero -

- Si Signore - George vaga con lo sguardo da lui a me senza parlare.

- No, non farlo - guardare quel posto per me è una autopunizione che mi sono inflitta.

- Invece sì. Avanti George fa quello che ti ho detto -

- No - sto urlando, come mi capita spesso di fare in questo periodo.

- Buffy smettila tanto non mi convincerai. Devi andare avanti amore. Non posso cancellare quello che è accaduto, ma non permetterò che ti distrugga.- il suo sguardo si fa più intenso e triste ed abbassando il tono della voce aggiunge -… che ci distrugga -

 

- Tu non capisci, tu non capirai mai - continuo a urlare correndo di sopra.

- Buffy non scappare parliamo - ma io non lo ascolto.

Dopo la mia confessione nella vasca evito di parlargli di nuovo, di affrontare ancora la cosa.

E da quella notte non gli ho permesso più di fare l’amore con me.

- Accidenti - grida e mi corre dietro.

Questa volta non lascerà perdere, non lascerà che il silenzio cali di nuovo tra noi.

Mi sono chiusa dentro a chiave e sono in preda al panico.

Lo sto facendo soffrire e questo mi spiace immensamente, ma non riesco a superare la cosa.

Non riesco ad andare avanti.

- Aprimi Buffy dobbiamo parlare -

- Vattene William - sono stanca, così stanca di tutto.

- Buffy aprimi ho detto. Non me ne andrò questa volta -

Sospiro ma non rispondo, e per la prima volta desidero fuggire lontano da tutti anche da lui.

- Va bene come vuoi -

- Era ora - dico a bassa voce.

Un rumore sordo e la porta che si spalanca.

Sgrano gli occhi.

Lui è davanti a me ed i suoi occhi mandano lampi di ira a stento trattenuta.

- Adesso parliamo - si sforza di mantenere un tono calmo.

- Ho detto che non voglio - sibilo un po’ intimorita.

- Non mi interessa - un altro luccichio sinistro.

- Perché non vuoi lasciarmi in pace, perché non mi lasci andare -

- Cosa? Se pensi che io ti lasci andare sei pazza - urla adesso.

- Buffy ti amo, non riesci proprio a capirlo? -

- No - dico stancamente.

- Buffy l’altro giorno…. – è ancora emozionato per quello che è accaduto tra noi.

- Era un altro giorno – dico con voce atona.

- Smettila di commiserarti, smettila di incolparti. Devi….dobbiamo andare avanti e lo faremo anche se ti dovessi trascinare con la forza Buffy – stringe i pugni.

- Non vuoi proprio lasciarmi in pace? –

C’è una rassegnazione nel mio modo di parlare che lo spaventa a morte.

- No – è così determinato.

Sospiro e guardo fuori.

Mi è accanto e mi sta fissando.

- Guardami Buffy -

Non lo faccio.

- Buffy – adesso implora e mi fa ancora più male.

- Ti prego, sono stanca – sussurro.

- No. Amore vieni qui –

Mi prende tra le braccia ma io sono rigida.

- Buffy, non farlo. Non respingermi ancora –

Mi accarezza dolcemente i capelli e mi stringe al petto.

- Devi superarlo, per noi Buffy. Tu devi riuscirci -

I nostri sguardi si incrociano e nei suoi si accende il desiderio.

Giro il capo e sento i suoi muscoli tendersi.

Mi bacia il collo delicatamente e poi le sue mani scivolano sui miei fianchi lentamente.

- ti prego no – il mio cuore batte forte, ma in me sentimenti contrastanti si scontrano e mi stremano.

Lo desidero ma allo stesso tempo non lo sopporto.

- Si Buffy – la sua voce è rotta.

E’ già perso.

- Ti prego basta -

Ansimo leggermente, sente il mio desiderio e il mio rifiuto e spera che il primo prevalga sul secondo.

- St… amore -

Continua a baciarmi ed io sono sempre più confusa e vorrei fuggire.

- lasciami andare via -

- Buffy dove vuoi andare? -

Riprende a baciarmi e mi spinge inesorabilmente verso il letto.

- Ti prego io…. non posso…-

- Si che puoi e vuoi –

- No ti prego –

I miei vestiti sono già sul pavimento accanto ai suoi.

Le sue carezze sono come torture, dolci torture adesso.

- William – gemo.

Sentirmi pronunciare il suo nome gli da un brivido di piacere.

- Dimmi solo Si William. Ho bisogno di te non lo capisci? Non lo senti amore. Dimmelo adesso –

Il suo tocco delicato ma deciso mi fa fremere e ansimare.

- William – sussurro.

Lui sorride e si spinge in me.

- Amore -

Si lascia andare. Mentre io piango in silenzio.

E’ sera ormai quando stanchi restiamo stesi a guardare la Luna appena sorta.

Sento il battito del suo cuore ancora leggermente accelerato.

Il suo sguardo è velato di tristezza ed io so di esserne la causa ed ho già deciso.

Dentro di me ho già deciso.

 

 

A cena non scendiamo di sotto, io sono troppo stanca e lui vuole restare con me.

Mangiamo in silenzio mentre lui mi guarda leggermente torvo.

Odia il mio silenzio.

- Buffy vuoi ancora parlarmi di quel giorno? -

E’ così testardo

- No – dico secca e il mio sguardo è già velato di dolore.

Sospira profondamente

- Buffy ti prego -

- Ho detto no –

- Va bene –

Non mi piace il suo sguardo.

Mi prende per un polso e mi trascina di sotto.

- Dove mi porti? – sto tremando perché lo so.

- Lo sai – ringhia

E siamo davanti all’albero.

E’ buio ed io ho paura, non voglio stare in questo posto.

- Andiamo via….. – mi guardo intorno e le lacrime scendono da sole sul mio viso.

- No vieni qui Buffy – mi attira a se e mi spinge dietro quel cespuglio.

I ricordi diventano violenti e mi divorano.

- No, no lasciami – urlo.

- Sono io Buffy non è lui. Sono io. Ti sto accarezzando e baciando amore, ma sono io –

Mi bacia ed io mi sento morire.

- Lasciami – continuo a dibattermi e cerco di colpirlo.

- Guardami Buffy, guardami –

- Noooo – un gemito sordo e poi il silenzio.

Resto immobile tra le sue braccia lo sguardo vitreo perso nell’oscurità.

- Buffy sono io lo capisci? E’ finita non tornerà più, sono io -

Continua a stringermi, ad abbracciarmi.

- Amore, non voglio farti del male. Io non te ne farei mai -

Si stacca da me e mi tiene le mani.

- Ti o d i o – dico in un filo di voce e poi corro via.

Mentre lui resta lì immobile come pietrificato.

- Buffy – riesce solo a dire amareggiato.

Non viene nella mia stanza.

Ed è la prima notte che sono sola.

Mi sveglio che è mattina presto e scendo di sotto.

George e Joyce sono in cucina indaffarati a dare disposizioni per la colazione.

- Buffy cara, sei già sveglia? -

- Si –

- Tesoro ci stai facendo davvero preoccupare sai –

Sembra triste anche lei.

- Si lo so, è tutta colpa mia -

- No tesoro, non voglio dire questo e lo sai –

- Davvero? – dico ironicamente.

- Amore, è possibile che tu non ti renda conto? –

- Di cosa? –

- Della tua fortuna – sospira

- Ah sono stata davvero fortunata Joyce – c’è del rancore nella mia voce.

- Si lo sei stata. E’ vero ti è capitata una cosa orribile – gli occhi le si velano di lacrime.

- Ma hai William. Guardalo Buffy, non vive che per te. Non fa nulla che non sia per te e non pensa ad altri che a te –

Mi fissa amareggiata.

- e tu sembri non vederlo. Buffy non essere cieca. In vita mia non ho mai visto un marito così innamorato di sua moglie come lui lo è di te –

- Già ma io non voglio essere amata. Io voglio essere lasciata in pace –

- Davvero? Attenta Buffy…che a volte i desideri si avverano per poi scoprire che in realtà non li si desiderava –

- Basta, basta non voglio più ascoltarti –

- Buffy, qualcuno deve farti aprire gli occhi. Tesoro qualcuno deve farti capire che sei amata. Che lui ti ama –

- Io lo so, lo so….ma sono io che …..Joyce tu non puoi capire, tu non puoi ….-

- Cosa, cosa non posso capire? –

- Che quella notte….quella notte……….-

- Cosa amore? Cosa quella notte –

La sua voce alle spalle mi fa sussultare.

- Dimmelo Buffy avanti -

Joyce esce in silenzio e siamo soli uno di fronte all’altra.

- No – stringo i pugni.

- Parla Buffy – la sua ira è crescente.

- No – cerco di resistere.

Si avvicina pericolosamente ed io non voglio essere toccata.

- Lo vuoi sapere? Davvero? – sono fuori di me

- Mi è piaciuto….non volevo, io non volevo ma il mio corpo….lui …………….lui –

- Buffy – il suo tono è basso e il suo sguardo mi dice che vorrebbe morire.

- No non ti avvicinare. Non mi devi più toccare, ora lo sai –

Corro via e lui non mi segue, resta fermo e piange come un bambino a cui sia stata appena inflitta una punizione terribile.

 

Lui va via a cavallo, galoppa come un pazzo ed io sono preoccupata.

Torno di sotto decisa, e mi avvio verso la porta finestra del salotto.

Voglio affrontare quell’albero, voglio affrontare me stessa, ma poi qualcosa mi blocca e mi spezza in due.

- Non lo sapevi? -

- No ti giuro. –

- Beh il Signore non vuole che si sappia ovviamente…..ma qui lo sanno in molti –

- Ma tu guarda che storia –

- Già….ecco perché non ci vuole per casa. Ha paura feriamo la piccola principessina –

- Ma proprio sotto quell’albero? –

Annuisce con il capo.

- E come sta adesso? -

- Ma secondo me ha perso una rotella. È strana. Ma tu avresti dovuto vedere i primi giorni. –

- Accidenti e il Signore? –

- Poverino, lui cosa poteva fare? E’ la sua pupilla. Se l’è sposata, non poteva permettere che venisse disonorata –

Un senso di rigetto e di impotenza mi invadono, mentre in bocca ho il sapore amaro del dolore e della sconfitta.

- Vedessi poverino. Sta impazzendo a starle dietro -

- Presto credo torneranno Harm e le altre …..– i due si scambiano uno sguardo d’intesa e ridono.

Silenziosamente arretro e risalgo le scale presa da una cieca rabbia e paura.

In pochi minuti raccolgo alcune cose e corro alle scuderie non vista.

Salto a cavallo e galoppo a più non posso.

Giunta alla fine della proprietà scendo da Starlight e lo lascio andare.

- Mi spiace tesoro, devo andare ma tu qui starai bene. Molto meglio di me -

Lo bacio e poi gli do una pacca sul sedere e lui come è abituato a fare, torna verso le scuderie.

- Addio – gli occhi velati di lacrime – tanto io non piango -

E mi avvio attenta a stare lontana dal sentiero dove potrei incontrare William che torna dalla cavalcata.

È pomeriggio quando giungo ad un posto di noleggio carrozze.

Ho portato tutto il denaro che avevo con me.

Pago per la destinazione più lontana che posso permettermi e mi avvio verso il mio nuovo sconosciuto destino.

Lasciando il mio cuore con William.

 

- George – William è appena rientrato.

- Signore, l’aspettavamo per il pranzo ….-

- Non volevo vederla, non volevo vedere il rifiuto. Mi uccide –

E’ amareggiato e addolorato.

- Ora salgo da lei, ha pranzato? -

- Veramente non è scesa Signore e… noi visto quello che era successo….non abbiamo voluto disturbare –

- Va bene grazie George –

Sale lentamente le scale, ogni giorno fa più fatica a venire da me.

E’ sempre più stanco e triste.

- Buffy amore sono tornato ….mi spiace per….-

Si guarda intorno stranito e preoccupato.

Apre la porta del bagno, non ci sono.

E poi l’armadio….ma i vestiti ci sono.

Guarda sotto il letto, vuoto.

Infine vede l’anello….il suo anello sul comodino.

Una fitta al petto. Ha capito.

Sconvolto scende di sotto come un pazzo.

- George, George -

Urla e sembra fuori di se.

- Signore cosa è successo? -

- Da quando? Da quando non vedi Buffy? –

- Da questa mattina dopo che voi siete…-

George ha intuito e si copre la bocca con una mano.

- Oh mio Dio, Signore io…mi perdoni io avrei dovuto capire …io…..-

- Non avrei dovuto lasciarla sola, dannazione –

Si agita è spaventato e preoccupato.

- George manda tutti a cercarla. Digli di cercare ovunque devono trovarla…..devono……o io impazzirò -

- Si vado Signore –

- La mia bambina. La mia bambina –

- Cosa? – chiedono insieme.

- E’ andata via. È scappata –

- Come lo sai Joyce –

William la fissa incredulo.

- Leggete qui…leggete -

Le ho lasciato un messaggio non potevo andarmene senza dirle una parola.

 

‘ Cara Joyce,

 

Mi spiace, so che ti addolorerò con questa decisione….ma io devo andarmene.

Sto facendo solo del male a tutti voi e non lo sopporto più.

Lui non può continuare a star male per colpa mia…lui non può, deve andare avanti.

Spero solo di non farvi troppo male.

Ti prego continua a portare i fiori ad Argo…mi manca così tanto.

Ed occupati di Starlight.

Addio Joyce.

Vi amo per sempre vostra Buffy.’

 

Le mani di William tremano e i suoi occhi sono velati di lacrime.

- E’ impazzita, e impazzita…..- è sconvolto – e vuole fare impazzire anche me-

- Signore la prego – George sembra il più razionale adesso.

- No. Quando la troverò…perché io la troverò dovessi andare in capo al mondo. Io…io ….. le darò una di quelle lezioni che non se la scorderà per tutto il resto della sua vita. E poi la riporterò a casa e la chiuderò in camera per il resto della mia e sua dannata vita –

Stringe i pugni ed è furioso, ma forse più che altro è spaventato.

- Vado anche io, non posso restare qui a far niente non posso -

- Questo non dovevi farmelo Buffy. Perché maledizione! Perché? –

Salta a cavallo e comincia la caccia.

 

 

- Cosa faremo adesso? Se non la ritrovano. La mia bambina da sola…. non ci posso pensare -

Joyce è sull’orlo di una crisi di nervi.

- Non temere William la ritroverà vedrai -

George cerca di consolarla abbracciandola e cercando di sembrare convinto, ma anche lui ha paura.

 

 

Ho attraversato il mare, per separarmi da lui per fare in modo che non mi ritrovi.

Perché so che dallo stesso istante in cui si è accorto della mia fuga è alla mia ricerca.

Spero solo si rassegni e mi dimentichi.

- Siamo a Galway Signorina, siamo arrivati -

La carrozza si arresta. Davanti ad una locanda in un piccolo paese alquanto pittoresco.

L’Irlanda, non avrei mai creduto che un giorno sarei andata così lontana da Londra.

Non so perché ho scelto questo paese tra tanti, ma ha poi importanza?

Forse perché il mio cavallo veniva da qui…dalla fattoria O’ Liry, non so.

Ormai per me un posto vale l’altro senza William.

Piove a dirotto ed io sono stanca, affamata e non ho più denaro con me.

Cammino come una sonnambula per la strada, ad occhi bassi.

Non mi importa di nulla.

Un urto violento.

- Signorina si è fatta male? Signorin….a…..-

 

 

- Si sta risvegliando Signore -

- Salve, come si sente Signorina? –

- Dove sono e voi chi siete? – mi metto a sedere sul letto sulle difensive.

- Stia tranquilla è al sicuro qui –

Un uomo alto, bruno e dagli occhi profondi come la notte mi sta guardando dispiaciuto.

Mi sorride.

- Allora, come si chiama -

- Buffy – lo guardo sempre diffidente.

- Originale – sorride di nuovo e poi fa cenno al suo servitore di portare il vassoio che è sul tavolino.

- Avete bisogno di mangiare Signorina, dovete rimettervi in forze. Però è stata una vera follia camminare così sotto quella pioggia battente –

- Io….- non so cosa dire.

- Non è Irlandese vero? –

- No – il panico mi assale, quest’ uomo fa troppe domande.

Lui deve avvertire la mia paura perché subito cambia argomento.

- Io sono Liam, Liam O’ Liry e sono il proprietario di questa tenuta. -

- Piacere, la ringrazio per quello che ha fatto appena potrò alzarmi e i miei vestiti…-

- Non deve preoccuparsi, può restare tutto il tempo che vuole Signorina. Sarò ben felice di ospitarla nella mia dimora – e con un inchino si congeda.

Ho davvero una fame da lupi, divoro tutto quello che è nel vassoio e poi mi raggomitolo nel letto e vorrei che le sue braccia mi stringessero al petto e mi dicessero che va tutto bene, che tutto andrà bene-

Poi il sonno senza sogni torna a cantarmi la sua ninna nanna ed io mi abbandono come sempre.

 

- Quanto ho dormito? – domando alla cameriera che mi è venuta a portare la colazione.

- Un giorno intero Signorina, dovevate essere proprio stanca – sorride benignamente.

- Si molto –

Mi alzo e mi rivesto, raccolgo le mie cose e scendo di sotto.

Il padrone è nella sala che fa colazione.

- Salve Signorina, non speravo nella sua compagnia per colazione –

- Io veramente sto and….-

- Non se ne parla nemmeno, dovete riprendervi dalla stanchezza e dalla pioggia che avete preso –

- Non vorrei disturbare veramente….-

- Non disturbate affatto Signorina – sorride dolcemente.

- Non posso accettare – faccio due passi indietro.

- Allora mettiamola così, se non vuole essere mia ospite, resti alle mie dipendenze. Da quello che vedo non ha bagaglio e nemmeno denaro – sospira – e presumo nemmeno un posto dove andare –

- Veramente ….- abbasso lo sguardo.

- Qualcosa troveremo per lei…. –

Annuisco con il capo e poi lo guardo con gratitudine.

- Si va bene. Vi ringrazio -

- Perfetto. Adesso voglio presentarle il mio ometto –

- Chi? –

- Connor vieni a salutare Buffy su avanti –

- Si papà! – un ragazzino dai capelli castani mi viene incontro.

Il suo sguardo è dolce e mi sorride fiducioso.

- Ciao Buffy, che nome buffo – ride.

- Scusalo Buffy, non ti spiace se ti do del tu vero? – sorride - ma devo ancora insegnargli le buone maniere – lo prende tra le braccia e lo stringe, facendo finta di grugnire.

Sorrido, credo che mi troverò bene qui.

I giorni scorrono pigramente, tra lezioni che impartisco al bambino, di pianoforte e di disegno e lunghe passeggiate solitarie con suo padre.

Mi ha raccontato che sua moglie Darla è morta anni prima, lasciandolo solo con un bambino di cui occuparsi.

Tutti gli dicevano di risposarsi, ma per lui non ci sarebbe stata una donna come Darla, così non si era risposato. Penso a me e William e penso che anche per me non ci sarà un altro William… per lui….per lui ci sarà un’altra Buffy? Dovrei desiderare che sia così eppure io spero, vorrei che non ci fosse.

- Buffy e tu invece cosa mi dici di te? -

Esito all’inizio ma poi mi apro un po’. E’ così facile andare d’accordo con lui.

- Beh io ho perso i miei genitori diversi anni fa, sono stata presa in tutela da un lontano parente e…-

- Ti trattava male? –

- No – scuoto il capo – anzi. Lui era troppo…troppo buono per me – sospiro e guardo lontano verso un punto indistinto dell’orizzonte.

- Capisco e come mai sei scappata? –

Questa affermazione mi fa trasalire.

- Come scappata?... – sono impacciata.

- Beh non ci vuole molto a capire che tu sei scappata dal posto da cui vieni –

Mi guarda fisso, ed è così comprensivo il suo sguardo.

- Dovevo farlo, gli stavo facendo troppo male. Avrei finito per ucciderlo o per farlo impazzire -

Abbasso lo sguardo e calde lacrime mi bagnano il viso.

- Tu? Ma come è possibile sei così….dolce e cara – per un momento la sua voce si incrina e il suo sguardo diventa intenso.

- Tu non mi conosci, Liam…non puoi capire –

- Io so solo che sei una persona Solare e gentile e che….-

- Taci ti prego – lo sto guardando e sono così triste e stanca.

- Buffy io non volevo…-

- Non è colpa tua, sono io che sono sbagliata –

Mi alzo è corro in casa.

Non mi accorgo del suo sguardo dispiaciuto che mi segue e della sua mascella contratta.

 

- Signore deve dormire, la prego -

George è disperato, William è l’ombra di se stesso.

Non dorme, non mangia passa le giornate in giro alla ricerca di informazioni di indizi, di qualcosa che possa metterlo sulle mie tracce.

- Dopo George, dopo – sospira guardando il mio anello.

Dal giorno che lo ha trovato sul comodino lo ha messo al suo dito mignolo e ha giurato che me lo avrebbe rimesso al dito ad ogni costo.

- Signore – George sospira rassegnato, sa che non lo convincerà.

- La troverò George, io la troverò –

Stringe i pugni e fissa la fiamma.

- Si lo so Signore – e lui ne è convinto.

Sa che William mi ritroverà.

 

E’ passato un mese da quando sono fuggita da William e ultimamente non sto molto bene.

Mi sento debole e ho un senso di stanchezza che mi spezza in due.

Liam è preoccupato per me ma io non voglio sentir parlare di dottori.

- Non ho nulla, e che non mi piacciono i dottori -

- Ma Buffy avanti, non fare la bambina – Liam sorride leggermente.

Mentre io contraggo i lineamenti in una smorfia.

Seduti davanti al caminetto in silenzio, questa è la pace adesso per me, ma è solo la quiete prima della tempesta.

- Allora Buffy adesso ti fidi abbastanza per dirmi cosa è accaduto? -

- No – gli dico secca e resto in silenzio a fissare il fuoco e lui non insiste ma continua a fissarmi perplesso.

- Pensi ancora a lui? ti manca? –

- Si sempre – sono sincera, non gli mento ometto solo di dirgli quello che non voglio sappia.

Sospira come amareggiato.

- Va bene allora buonanotte piccola -

‘ Piccola ‘ mi ha chiamata come lui e per un attimo è stato come sentire la sua voce.

- Lui mi amava da morire – dico a bassa voce e lui si volta a guardarmi e si ferma.

- Si lo credo Buffy –

- Ma io…io……l’ho tradito –

- Cosa? – non gli sembra possibile che io sia capace di una cosa simile.

- Perché? –

Non rispondo subito, continuo a fissare il fuoco che brucia gli ultimi ceppi di legna, trasformandola in nera cenere.

- Ha abusato di me – le lacrime salgono agli occhi da sole – lui ha abusato di me io non volevo ma lui non si è fermato -

Liam sgrana gli occhi e anche i suoi occhi sembrano velarsi di lacrime.

- Chi lui Buffy? -

- Non ha importanza chi – mi irrigidisco e con le mani stringo i braccioli della poltrona

- Ed io ho….il mio corpo ….io….- non riesco ad andare avanti – io l’ho tradito –

Sono svuotata. Con quella confessione è come se mi fossi svuotata dentro.

- Buffy, stai cercando di dirmi che il tuo corpo ha provato …piacere mentre quel….- non sa come definirlo – ha…- si ferma e mi fissa intensamente.

Non rispondo ma dal mio viso shockato capisce che è quello che voglio dire.

- Buffy tesoro – si avvicina lentamente a me – è normale -

Mi volto di scatto e lo guardo sconvolta.

- Piccola – mi scosta una ciocca di capelli dal viso.

- E’ una cosa chimica, fisica, naturalissima. Ma questo non vuol dire che tu l’abbia voluto –

- Cosa vuoi dire? – sono incredula.

Si guarda in giro e poi con un gesto inaspettato e davvero incredibile, prende il mio viso tra le braccia e mi bacia.

Ed io non voglio ma non protesto come dovrei, non capisco….

Alla fine lo spingo via e lo guardo sconvolta.

- Perché – urlo.

- Buffy, volevi che ti baciassi? –

- No, non credo – lo fisso sempre più stranita e confusa.

- Però mi hai baciato, vero? –

- Si io …no io…- sono totalmente confusa adesso

- Tu non volevi ma il tuo corpo ha reagito giusto? –

Annuisco.

- Ecco cosa volevo dire, tu non mi ami – e c’è forse dell’amarezza nella sua voce – è una reazione chimica. Ma di fatto tu non vuoi, questa è la verità Buffy -

- Cosa stai cercando di dirmi? –

- Che non l’ hai tradito Buffy –

Torno a guardare il fuoco e piango senza freni e senza vergogna.

- Bene ti lascio sola adesso, è meglio – e fa per uscire.

- Grazie Liam – dico asciugandomi le lacrime e continuando a fissare il fuoco.

- Di nulla Buffy – richiude la porta dietro di se e vi si appoggia con tutto il peso sollevando il capo.

- E’ tutto sbagliato Liam, ti sei ficcato in un brutto guaio amico mio – sospira e lentamente sale le scale.

 

Un altro mese è volato ed io non sto affatto meglio, sono pallida e sempre più stanca.

- Buffy credo che sia ora di far venire il dottore -

Liam sembra deciso, ma io scuoto il capo.

- No ti ho già detto che non voglio…-

Sospira ed alla fine parla – Buffy credo tu sia in cinta –

- Cosa hai detto? – sgrano gli occhi.

- Buffy non sono certo un esperto, ma credo tu aspetti un bambino e se è così dobbiamo prendere delle precauzioni. -

- Ma come? –

Lui sorride

- Ma è possibile che tu non sappia proprio nulla? -

Arrossisco violentemente e un po’ quelle parole mi offendono.

- Mia madre è morta quando sono nata…e Joyce ha sempre detto che al momento giusto mi avrebbe detto tutto – Sbuffo.

- Scusa, va bene – sembra divertito. Ma subito dopo si fa serio – tu sai di chi può essere il bambino? –

- In che senso? – domando imbarazzata.

- Vediamo….- cerca il modo di capire – quanto tempo fa hai subito…- esita guardandomi.

- sette mesi fa o poco più. Perché tu pensi che sia…-

- No, no Buffy è dell’uomo che ami. Se sei stata con lui –

Annuisco e mi stupisco del fatto che non riesca a vergognarmi di Liam.

- Bene spero sarai più serena adesso -

- Cosa devo fare? – lo guardo come fosse l’unica ancora di salvezza che ho.

- Penserò a tutto io. Tu…beh tu dovrai solo riposare –

- Va bene –

Si avvia alla porta – vado a chiamare il dottore –

Non rispondo.

Mi fissa e sorridendo dice

- Da oggi la tua vita non ti appartiene più tesoro questo lo sai vero? -

- Sparisci – gli lancio il cuscino dietro e poi sorrido anche io.

‘ madre. Sarò madre ‘ e mi guardo il ventre.

E poi penso a lui e mi chiedo cosa stia facendo adesso e per un attimo mi sconforta il pensiero che dopo due mesi lui ancora non mi abbia trovata.

E se mi avesse dimenticata? Sarebbe tutta colpa mia. Sospiro e mi stringo.

 

- Allora ancora niente? -

- No Signore, mi spiace –

- Maledizione, sono già passati sessantatre dannati giorni –

Si passa una mano tra i capelli.

- E se lei fosse …-

- Sta zitto imbecille, non azzardarti a ripeterlo mai più –

Grida come un pazzo.

- Signore, si calmi. Io sono sicuro che …-

- Lei è viva George. Lei deve essere viva –

Sospira e beve in un sorso il contenuto della bicchiere frantumandolo con un gesto di rabbia nel caminetto acceso.

- Quando la ritroverò…io la batterò sino a, sino a…la incatenerò ….la rinchiuderò ……-

Si lascia sprofondare nella poltrona.

- La stringerò e non la lascerò più andare – dice con voce rotta e triste.

 

 

- Smettila, io non mangerò tutta quella roba. Puoi scordartelo -

- Senti il dottore ha detto che devi mangiare questa roba e tu la mangerai dovessi fartela ingoiare –

- No – sorrido mentre lui cerca disperatamente di imboccarmi.

Lo mordo e lui mi guarda sconvolto ma divertito.

- Accidenti, sei una cannibale -

- Così impari antipatico – gli faccio la linguaccia mentre Connor ride di suo padre.

- E tu smettila subito o ti spedisco a letto senza dolce –

- Ah, ah tanto me lo porta Sam – gli fa la linguaccia e Liam fa finta di essere arrabbiato.

- Ah e così aspetta che ti prendo – e cominciano a rincorrersi per la stanza.

Ed io penso a William e a come si comporterebbe lui con il nostro bambino.

- A cosa pensi tesoro? – mi chiede sedendosi accanto a me.

- A …suo padre – indico il mio pancione che cresce e cresce e mi spaventa.

- Non vorresti che …-

- No, non credo. No – dico risoluta.

- Va bene come vuoi –

Riprendo a mangiare per la rabbia.

Sono passati quattro mesi e lui non mi ha trovata.

Comincio davvero a temere che si sia scordato di me.

 

Ormai faccio ben poco in queste lunghe giornate primaverili. Piccole passeggiate, e molte letture.

Il momento è vicino e Liam ha fatto venire il dottore appositamente alla tenuta per assistermi ogni giorno.

- Buffy senti….il bambino…..quando nascerà – esita, non sa come prospettare la cosa.

- Dovrai battezzarlo e dovrà avere un nome e un padre. Altrimenti……-

- Si lo so – abbasso lo sguardo non so cosa fare e come fare.

- Io vorrei, vorrei…..- ha un groppo in gola mentre mi guarda con occhi pieni di ammirazione ed amore, perché ora lo so anche lui mi ama.

- St…- gli metto l’indice sulle labbra – non dirlo Liam ti prego –

- Buffy – la sua voce trema – perdonami, non ho nessun diritto, non ho ….mi spiace –

- Liam…sono lusingata del tuo pensiero ma io non posso e non voglio. Tu meriti una donna che ti ami, una donna che ti renda felice e quella non sono io –

- Buffy io credo che noi invece potremmo andare d’accordo e poi tu piaci tanto a Connor ed io ….io…-

Sto per dirgli ancora di tacere, ma questa volta è lui che mi ferma prendendomi le mani tra le sue.

- Io credo di essermi innamorato di te Buffy - china il capo

– Non so come, ma è così. Dovevo dirtelo. Anche se tu non ricambi il mio sentimento io dovevo dirtelo –

- Mi spiace Liam, mi spiace davvero – e lo bacio delicatamente sulle labbra.

Lui mi sorride e mi accarezza la guancia.

 

- Basta fatelo smettere – urlo mentre il dottore cerca di calmarmi.

- Dottore sta soffrendo troppo –

Liam è preoccupato e si affaccia alla porta ogni due minuti per vedere le cose come procedono.

- Vada fuori dai piedi –

Il dottore è già abbastanza teso per evitare i pugni che ogni tanto cerco di assestargli.

- Si vado – si passa una mano tra i capelli ed esce.

Ma resta fuori dalla porta, agitato facendo su e giù per il corridoio.

- Williammmmmmmmmmmm – urlo disperata e poi svengo per la stanchezza e lo sforzo.

Il vagito di un bambino, un bel maschietto ed è tutto finito.

- Signore…è proprio sicuro di quello che sta facendo? -

- Si lo sono Sam, fa come ti ho detto –

- Va bene – il servitore sospira e poi si dirige all’ingresso indossa il mantello e il cappello ed esce di casa.

- Oddio sono davvero uno stupido – bisbiglia tra se e se mentre torna a sedersi in attesa di poter entrare.

- Bene Signor O’Liry può entrare adesso. La Signora dorme –

- Grazie di tutto dottore –

Entra lentamente per non svegliarmi e si sofferma a guardare il bambino nella culla.

- Benvenuto in Irlanda piccolo – e gli prende la manina.

- Liam – dico con un fil di voce sono stanca.

- Non ti affaticare piccola. Devi riposare adesso –

- E’ bellissimo vero? –

- Sì bellissimo – mi da un bacio sulla fronte ed esce.

 

- Ancora niente? -

- No mi spiace Signore –

- Va bene puoi andare –

- Si grazie Signore –

- George, portami altro Brandy per favore –

- Ma Signore …..- George lo guarda preoccupato.

- George non ho voglia di discutere –

- Signore non potete lasciarvi andare così, non dovete ….-

- Ah no? Sono più di nove mesi George? Lo capisci? Sono duecentonovantasei interminabili giorni –

Sospira e sembra davvero rassegnato.

- Io non so più cosa fare George….io non so più dove cercare…..io…..-

- Signore –

Joyce in silenzio piange davanti alla finestra.

- Forse è davvero….-

- No non ditelo vi prego – Joyce stringe il fazzoletto tra le mani ed è allo stremo.

- No hai ragione Joyce, non lo dirò mai –

William sospira e si dirige verso le scale.

- Sono preoccupata il Signore mi spaventa….-

- Si io temo che possa fare un gesto sconsiderato se non la trova al…-

Un pesante bussare alla porta fa sussultare tutti.

- Chi può essere a quest’ora? – domanda Joyce.

E assurdamente tutti sperano e pregano sia io.

George apre e il sorriso gli muore sulle labbra.

- E’ un vagabondo – dice sospirando e William china il capo e continua a salire le scale.

- E’ qui che vive un certo…William Darcy? –

- Si è casa Darcy –

- Posso entrare ho un messaggio per il Signor Darcy –

- Entri pure –

William è tornato di sotto e lo guarda con assente.

- Avanti parla pure –

- Io vengo dall’Irlanda –

- Dall’Irlanda? –

- Si, il mio padrone il Signor Liam O’Liry, mi ha detto di darle questa e di dirle che forse lui ha qualcosa che vi appartiene –

- Cosa? Io non conosco nessun Liam O’L….-

Spalanca gli occhi che si velano di lacrime per un attimo.

- E’ ….è ……Oh Dio ti ringrazio è il bracciale di Buffy -

Sta urlando dalla gioia.

Guarda l’uomo e gli sorride.

Lo abbraccia.

- Dov’è? Lei dov’è? Come sta? -

- La Signora sta bene, è a casa del mio padrone –

- George …-

- Si lo so Signore, faccio preparare subito i bagagli –

- Si George, riporto Buffy a casa. Vado a riprendermi la mia Buffy –

 

 

Quindici giorni dopo….

- Il bambino mi farà impazzire Liam, se questa notte non dormo credo che impazzirò -

Mentre parlo sto giocando con le sue manine e gli bacio la fronte mentre lo dondolo dolcemente.

- Naaa. Non impazzirai, farai impazzire noi semmai – tossisce.

- Stupido, Cattivo. Vedi James, non prendere da questo tipaccio cattivo e arrogante -

- Beh se è per questo ….sarà meglio che non prenda nemmeno da te –

- Ora basta, non ti parlo più –

Un rumore di carrozza che si avvicina a tutta velocità.

- Chi sarà? – domando.

Non è mai venuto nessuno da quando sono qui.

- Non lo so – ma Liam ha un’espressione indecifrabile, che io che gli do le spalle non vedo.

- Non voglio vedere nessuno Liam. Ti spiace se resto qui? –

- No tesoro, non mi spiace. – si avvicina e mi bacia sulla fronte teneramente.

Poi mi guarda come volesse imprimersi i lineamenti del mio viso per sempre.

Come fosse l’ultima volta che ci vediamo.

- A dopo – gli dico sospirando e mi siedo sulla poltrona.

- A dopo – a capo chino esce dalla stanza e mentre richiude la porta continuando a guardarmi aggiunge a voce bassa – Addio amore –

Giungono voci dal piano di sotto.

Ma non vi presto attenzione.

Porto il bambino nella stanza accanto e lo metto nella sua culla.

Esausta infine mi siedo tranquilla a riposare un po’.

 

Le voci cessano, rumori di passi per le scale.

E’ Liam che torna a farmi compagnia penso.

La porta si apre, ma io non mi alzo.

- Liam chi era? Cosa volevano? -

- Sono io e voglio te –

Sobbalzo e mi giro di scatto.

William con lo sguardo più felice del mondo mi sta fissando e con gli occhi sembra divorarmi letteralmente.

- Will…Wi…ll….i….am. Cosa ci fai qui? -

- Cosa ci faccio io qui? – si acciglia

- Cosa ci fai tu qui Buffy? –

- Io..io…..- sono terrorizzata.

Vedermelo davanti così mi ha spaventata.

- Buffy maledizione – mi viene in contro ed io non so cosa fare.

- Sei una stupida – urla e mi schiaffeggia con violenza.

Resto attonita e incredula.

Mi ha schiaffeggiata.

- Io….- non so cosa dire o fare, mi accarezzo la guancia dolorante.

- Avanti vieni, torniamo a casa –

- No. Io voglio restare qui –

- Tu cosa? –

- Io ….-balbetto ed agito le mani convulsamente.

- Non voglio sentire più idiozie Buffy, hai capito? Adesso tu vieni via con me.-

Mi prende per un braccio e la sua ira è trattenuta a stento.

- Lasciami – cerco di divincolarmi.

- Buffy sto perdendo la pazienza.-

- Non voglio venire –

- Non te lo sto chiedendo. Te lo sto ordinando.-

- Tu non puoi. Tu…-

- Io non posso? Io cosa…avanti cosa? – ormai sta per esplodere.

- Sono trecentonove maledettissimi giorni che ti cerco, che non dormo e non mangio a causa tua –

- Ti prego lasciami – mi comporto come una bambina eppure quanto ho desiderato che lui arrivasse.

- Tu mi preghi? Tu mi preghi? – stringe i pugni.

- Io voglio stare qui –

- Scordatelo – mi trascina verso la porta.

- Noooooo Liammm – lo chiamo.

- Cosa? Stai chiamando un altro uomo per ….- mi scruta attentamente.

- Buffy ora basta – sibila tra i denti – vieni con me e non farmelo ripetere –

- Ti odio – urlo e non so perché mi stia comportando così.

- Anche io ti odio – mi urla in faccia e poi mi prende il volto tra le mani e mi bacia.

Per un tempo indefinito. E’ tanto che non sente il sapore delle mie labbra sulle sue.

Si stacca ed entrambi siamo senza fiato.

- Muoviti adesso –

- No – cerco di afferrare lo stipite della porta con una mano e punto i piedi.

Mi prende entrambe le braccia e poi mi solleva mettendomi a sacco sulle spalle.

- L’hai voluto tu – e fa per uscire ….

Il pianto di un bambino…..e lui si arresta impietrito.

- Fammi scendere ti prego William -

Mi lascia andare ed io corro dal bambino.

Lui mi segue e quando lo vede sbarra gli occhi e poi mi fissa.

Stringe i pugni e si avvicina lentamente.

- E’ ….è……-

I suoi occhi sono lucidi e fissi sul fagottino che ho in braccio.

Annuisco lentamente e sorrido al piccolo.

Lui lo prende tra le braccia e poi mi tira un altro sonoro ceffone.

- Questo non te lo perdonerò Buffy. Tu sei sparita senza dirmi nulla. Lasciandomi in preda alla disperazione, potevi essere morta o finita chissà dove. E non mi hai nemmeno detto che….aspettavi un bambino quando lo hai scoperto…..Buffy come hai potuto farmi una cosa simile? -

Abbasso lo sguardo e non rispondo.

- Andiamo adesso – ringhia tra i denti fissandomi.

- Io….- il suo volto si indurisce.

- Bene io e il bambino ce ne andiamo. Tu faresti bene a fare lo stesso –

- Cosa? Tu ….- lui mi fulmina con lo sguardo ed io non fiato più.

Si avvia alla porta ed io lo seguo rassegnata.

Raccolgo le poche cose che ho e scendo con lui.

Liam non è in sala e capisco ora, che quello di prima era il suo addio.

Una lacrima mi scivola giù dalle ciglia.

Guardo Sam con gratitudine e lui fa cenno di si con il capo.

Saluterà lui Liam per me.

 

Mi ha ridato il bambino e mi fissa con un misto di rabbia e di incredulità.

Non oso parlare, il suo sguardo è eloquente ed io cerco di evitarlo.

Stringo il bambino tra le braccia e mi rannicchio in un angolo della carrozza.

Lui non si muove e non parla.

Arrivati alla nave che ci riporterà in Inghilterra, da le disposizioni per l’imbarco.

Si avvicina e mi posa una mano sulla schiena ed io mi irrigidisco.

- Andiamo tra poco si salpa -

La nave è molto lussuosa, un addetto ci scorta sino alla nostra cabina.

- Ecco Signori, vi auguro buon viaggio -

- Grazie -

William dà lui una mancia e poi chiude la porta.

Mi guardo intorno un po’ stordita.

E’ successo tutto così rapidamente.

- Buffy – mi chiama con voce calma.

Lo guardo, mentre continuo a stringere il bimbo tra le mani.

Come fosse uno scudo che può proteggermi da lui.

- Su metti il bambino nella sua culla -

Esito non vorrei, ma alla fine lo faccio.

- Immagino tu sia stanca -

- Si –

Rispondo asciutta e cerco di evitare ancora il suo sguardo.

- Va bene – comincia a spogliarsi ed io mi agito.

- Cosa c’è? ….ah capisco …..- sorride acido.

- Avanti Buffy, spogliati e vieni a letto –

La sua voce è calma, ma non dolce.

E’ un ordine, adesso mi da solo ordini.

Resto in piedi a fissare la porta, vorrei scappare e lui lo sa.

- Non ci pensare nemmeno ho chiuso a chiave, da oggi non ti toglierò gli occhi di dosso mia cara. Rassegnati -

- Perché non vuoi lasciarmi in pace? - singhiozzo in preda ad una crisi di panico e di impotenza

- Perché sei mia moglie –

E’ risoluto.

- Già, dovevi per forza sposarmi vero? Ti facevo così pena, così….- stringo i pugni dalla rabbia.

- Pena? Tu credi che io ti abbia spostato per …- scuote il capo e sospira rassegnato

- Avanti spogliati o devo farlo io? – al solo pensiero delle sue mani che mi sfiorano rabbrividisco.

- Non ho portato biancheria da notte – sono esasperata.

- Non fa nulla. Ti ho già vista nuda…e se proprio non ne puoi fare a meno…- cerca qualcosa nel baule.

- Eccoti una mia camicia. Ora sbrigati –

I miei occhi diventano lucidi e mi reco in bagno per cambiarmi.

Quando esco lui è disteso nel letto sotto le coperte, con le mani dietro la nuca e uno sguardo strano.

Sembra come se finalmente dopo tanto tempo ritrovasse un po’ di pace.

- Vieni qui Buffy – il suo tono basso e profondo mi spaventa.

Conosco quello sguardo.

Mi avvicino al letto con le gambe tremanti.

Oggi sono di nuovo una donna, non più solo Buffy a cui nessuno chiede di provare, di essere una donna.

Mi infilo rapidamente sotto le lenzuola e mi rannicchio a riccio.

Sento che si sposta leggermente verso di me, le sue mani che cingono i miei fianchi e mi attirano.

- Così – dice piano e mi stringe quasi a soffocarmi.

- Girati Buffy – mi sussurra all’orecchio.

- Sono stanca – cerco di sfuggirgli.

- Girati – ripete ancora più a bassa voce.

E lentamente mi costringe a girarmi verso di lui e poi mi abbraccia stretta.

I nostri corpi si sfiorano e poi aderiscono l’uno all’altro.

La sua pelle calda, il suo odore.

- Ti prego – imploro a bassa voce.

- Mi preghi? – è ormai un filo la sua voce ed è ancora più sensuale, mi tocca dentro in modo indescrivibile.

- Sono così stanca, così….- cerco di evitare il so sguardo magnetico.

- St….ho voglia di stringerti e baciarti adesso. –

Le sue labbra sfiorano le mie e le accarezzano prima di imprigionarle in un bacio sempre più intenso e dolce.

- Mi sei mancata da morire…..Mi sembrava di impazzire....Coma hai potuto farlo?.... andartene così? – Mi dice continuando a baciarmi sempre più a lungo.

- Non potevo restare – ansimo mentre lui continua a baciarmi e mi interrompe

– tu volevi tutto, troppo da me ed io ….- mi bacia ancora.

- E lo voglio ancora Buffy ….E lo vorrò sempre –

- Basta, lasciami –

- No, non ti lascio invece –

- Non voglio –

Il suo viso si indurisce per un attimo e la mascella si contrae mentre lo sguardo ha un guizzo di rabbia.

- Buffy sei mia moglie. E’ quasi un anno che ti cerco come un pazzo per mezza Inghilterra -

- Non dovevi farlo –

Stringe più forte quasi a farmi male.

- Non dirlo mai più, hai capito Buffy? Ho già esaurito tutta la mia pazienza -

- Lasciami andare, non capisci che non ti renderò felice –

- Non mi interessa, e voglio che tu ti tolga questa idea dalla testa. Tu non andrai più da nessuna parte. Una volta tornata a casa ci resterai, io farò in modo che sia così –

La sua minaccia mi fa paura.

- Ora baciami – e riprende a baciarmi.

Ma non vuole fare l’amore con me.

Quando sembra saziarsi dei miei baci mi accarezza il viso con le labbra e poi mi bacia sulla guancia.

- Ora dormi devi riposare – affonda il suo viso tra i miei capelli e mi stringe ancora di più se possibile.

La nave si muove, sto tornando a casa.

 

Mi addormento cullata dal dondolio leggero della nave e dal rollio dei motori.

Quando mi risveglio è sera.

Apro gli occhi ed i suoi sono fissi su di me.

- Ciao – dice sorridendo a metà.

- Ciao – balbetto.

Quel suo modo di guardarmi è così impertinente.

- E’ ora di cena……dovremmo scendere…..ma ho deciso che per questa sera ce la facciamo portare in camera. -

- Vorrei alzarmi e rivestirmi…- e spero che sciolga la sua stretta su di me.

- No resta così, tanto non ci alziamo da questo letto oggi –

- Devo andare a vedere il bambino -

- Si ma puoi farlo anche così –

sorride maliziosamente.

- Ti odio – dico tra i denti.

- Lo so – risponde sarcasticamente – ma farai come dico io –

Lo guardo di sottecchi, mentre lui mi libera dalla sua morsa.

Guardo nella culla. Il piccolo mi guarda e si agita.

E’ ora della poppata, ma io mi vergogno.

Sicuramente William non sarà così cortese da andarsene dalla stanza.

Sospiro e lo prendo tra le braccia.

- Devo dargli la poppata – abbasso il viso confusa.

- Fa pure – si stiracchia nel letto.

- Anzi vieni qui, portami il bambino –

Mi siedo sul letto e lui lo prende tra le braccia.

- Come lo hai chiamato….-

- James come…tuo…-

- Grazie Buffy – sorride al piccolo e gli fa le smorfie.

- Adesso piccolo la mamma ti darà la tua poppata.

E’ così dolce con il bambino, un po’ mi manca il suo modo di trattarmi come una bambina.

Abbasso lo sguardo e prendendo il bambino in braccio lo attacco al mio seno.

Sento i suoi occhi su di me e posso sentire il suo desiderio che gli brucia dentro da qui.

Arrossisco violentemente, ma per fortuna i capelli che mi ricadono sul viso gli impediscono di vederlo.

Restiamo in silenzio per tutto il tempo.

Quando finisce la sua poppata, lo stacco e faccio per coprirmi, ma lui mi blocca.

Il mio cuore accelera paurosamente e comincio a tremare.

Sfiora lentamente la punta con le dita e si sofferma provocandomi violenti spasmi di piacere.

Si china su di me e sfiora la punta con le labbra poi le richiude sul capezzolo e piano comincia a succhiare anche lui.

Un gemito roco mi fa respirare affannosamente.

- Noo…..- ingoio la mia saliva e mi protendo verso di lui.

Chiudo gli occhi e sento la sua risata beffarda mista alla sua lingua calda che disegna piccoli cerchi attorno alla punta ormai tesa del mio seno.

Si stacca e richiude la camicia.

Ho gli occhi lucidi e continuo ad ansimare.

Lui mi fissa con uno sguardo diabolico e mi chiedo cosa abbia in mente.

- Posa il bimbo qui tra noi Buffy, voglio tenerlo un po’ accanto a me -

Si stende accanto a lui e si fissano negli occhi e se non sapessi che è impossibile credo che il piccolo James gli stia sorridendo divertito.

Ancora imbarazzata e rossa in viso mi stendo anche io e fisso gli occhi sul bambino.

Il suo sguardo mi fa male, è troppo intenso.

 

Quando il piccolo si addormenta lo prende tra le braccia e si alza per rimetterlo nella culla.

Io mi giro perché è come sempre nudo.

Depone il piccolo fagottino caldo.

Bussano alla porta, lui si copre con un cuscino ed apre.

- La cena Signore -

- Si grazie faccio io –

Prende il vassoio tra le mani e chiude la porta con un piede mentre il cuscino gli scivola via di dosso.

Lasciandolo nudo.

Per un attimo il mio sguardo si fissa sulla sua verità, ma subito lo ritraggo anche se lui se n’è accorto e mi sta fissando beffardamente.

Torna a letto e comincia a mangiare.

- Su mangia sei così magra -

Mangio anche io di gusto, ho molta fame.

Il vassoio si svuota in un secondo.

Lo toglie di mezzo e si stende a rilassarsi un po’.

Accidenti non vuole proprio coprirsi.

Girovago con lo sguardo per non cascare in tentazione, che è quello che vuole lui.

- Buffy – dice con voce maliziosa.

- Perché non mi guardi? –

Ho un fremito.

Non rispondo.

Prende la mia mano e se la porta alle labbra.

- Lo so che vuoi guardarmi – ed è dannatamente arrogante.

- Non è vero – ribatto, ma non insisto perché so che sto mentendo.

- Ah no? – ride a bassa voce.

Si sporge verso di me e mi bacia il collo.

Cerco di dominarmi.

- Ti piace questo? – una sua mano scivola sotto la camicia e risale lentissimamente verso il seno.

Aspira il mio odore mentre io comincio a sudare ed ansimare.

- Ti scongiuro non farmi male -

Si ferma, allontana il suo viso e mi guarda fisso.

Sono abbattuta e così stanca.

Si acciglia.

- Buona notte Buffy -

Si infila sotto le coperte e spegne la luce mentre io resto immobile, spiazzata. E non so se contenta o infelice per il fatto che lui si sia fermato come gli ho chiesto.

 

- Sei pronta Buffy? -

Esco dal bagno titubante, ha preso alcuni vestiti per me, prima della partenza.

- Ti sta benissimo, lo sapevo -

Non rispondo sono troppo agitata e la sua vicinanza complica le cose.

Mi prende per mano e apre la porta.

- Salve Signora Hammings -

- Salve – una donna sulla cinquantina non particolarmente alta, dal sorriso bonario ci sta guardando.

- Buffy, lei si occuperà di James mentre noi facciamo colazione –

- Salve – dico a voce bassa. La gente ancora mi imbarazza.

- Andiamo adesso – stringe ancora di più la mano e ci avviamo verso la sala.

- Ci sarà molta gente? – domando un po’ ansiosa.

- Non so, ma non ti preoccupare tesoro. Ci sono io con te –

Porta la mia mano sotto il suo braccio e la accarezza lentamente.

Il suo sguardo mi accarezza come sempre e i due camerieri ci fanno strada verso il nostro tavolo.

- Buongiorno Signor Darcy -

Siamo seduti con altre quattro persone.

- Salve – William fa un leggero inchino e poi mi fa accomodare.

Mi stanno fissando ed io vorrei tornare nella mia cabina.

- Lei è la Signora Darcy vero? -

- Si sono io….- balbetto.

- Io sono Anya Harris e sono in viaggio con mio marito –

- Che sarei io, piacere sono Alexander Harris di Los Angeles –

- Los Angeles? – dico stupita.

- Si. Mio marito è un grande costruttore di navi. Siamo qui in Europa per un progetto segreto…-

Si guarda intorno circospetta e poi aggiunge – …è stato chiamato per progettare e costruire una nave magnifica, mai vista sino ad ora. Pensi che la vogliono chiamare Titanic –

- Oh – li guardo curiosa. Guardo William.

Lui mi sorride e poi amorevolmente mi passa un piatto con dentro la colazione.

- Ecco amore, guarda cosa ti ho fatto preparare? -

Torta al cioccolato e crema le cose che amo di più.

I miei occhi si illuminano. E vorrei piangere per quanto è tenero con me.

- Grazie – dico a bassa voce e lui sorride.

- Tu non fai mai queste cose per me Alex. Lei è davvero fortunata Signora Darcy…ma scusi l’indiscrezione. Quanti anni ha? Sembra così……….giovane…-

- Diciotto –

- E siete sposata da quanto? –

- Un anno è sette mesi circa – risponde William.

- Ah vi siete sposata giovane –

Cominciano ad infastidirmi le sue domande.

- E come è stata la cerimonia? La chiesa era addobbata di fiori, la mia era piena di rose e tulipani -

- Io ….io non ricordo…- farfuglio balbettando.

- Come? Non ricorda il giorno del suo matrimonio? –

L’altra Signora seduta al tavolo sembra incredula.

- Io….- non so cosa dire e sono spaventata.

- Signorina ma come fa a non ricordare, è il giorno più importante per una donna –

Le lacrime premono sugli occhi e non so più cosa dire.

- Era piena di margherite gialle e di gigli bianchi. I suoi fiori preferiti. E quando è entrata nel suo stupendo abito bianco sono rimasto senza fiato. Era la cosa più bella che i miei occhi avessero mai visto. E lo è ancora -

William ha posato la sua mano sulla mia e la stringe dolcemente.

Il suo sguardo è intenso, mi avvolge e riscalda.

Gli sorrido grata e riprendo a mangiare più tranquilla.

Mentre l’altra Signora mi fissa curiosa e diffidente.

Anya sospira e dice – Che uomo romantico. Deve essere davvero bella la vita matrimoniale con un uomo simile, non è vero? –

Non rispondo e guardo nel mio piatto.

Sento il suo sguardo su di me.

- Mai quanto lo è con la mia Buffy -

E’ calda e profonda la sua voce.

- Ahh –

Anya continua a sospirare mentre guarda torva suo marito che è intento a divorare bacon e uova.

 

- Che ne diresti di fare una passeggiata sul ponte? -

Vorrei dirgli no, ma la sua non è una richiesta.

Quegli occhi li conosco e so che me lo stanno ordinando.

- Si va bene - mi alzo e lui mi prende sottobraccio.

- Signora Darcy è vero che avete un bambino? –

- Si – la fisso

- Non le è sembrata un’imprudenza mettersi in viaggio nelle sue condizioni? –

Ho un tremito e stringo convulsamente la mia mano sul suo braccio.

- Signora non credo che questo debba interessarle -

Lo sguardo di William è glaciale e non ammette repliche.

- Solo io posso domandare spiegazioni a mia moglie. Quindi se adesso volete scusarci -

Si inchina e ci dirigiamo verso il ponte.

L’aria fresca proveniente dal mare e quel suo odore intenso mi vivificano.

Respiro a fondo.

La sala mi stava opprimendo e quelle domande mi avevano fatto venire un senso di nausea.

- Tutto bene? -

- Si, grazie –

- Su vieni a guardare il mare –

- Cosa accadrà quando torneremo a casa? –

- Cosa pensi che accadrà? –

- Non lo so….-

- Davvero? – guarda lontano - Cosa vorresti accadesse? –

- Nulla –

Mi fissa per un attimo e poi distoglie lo sguardo, mentre un sorriso di derisione gli attraversa il viso.

- Tu credi sia possibile? -

- William, ti prego lasciami an…–

- Non se ne parla Buffy. Ed è inutile che tu insista ancora, l’argomento è chiuso –

Il suo tono è tornato duro e distaccato.

- Sarà meglio rientrare in cabina -

Scendiamo di sotto.

- Il bambino si è svegliato e si lamenta Signora, credo sia l’ora della pappa -

La Signora Hammings sorride e si congeda con un goffo inchino.

Ricambio e poi prendo il piccolo tra le braccia.

Mi siedo sulla sponda del letto e lui con le manine cerca il mio capezzolo.

Scosto il vestito lanciando una breve occhiata di sbieco a William che è in piedi accanto a me.

Non posso vedere i suoi occhi pieni di gioia nel vedermi lì a due passi da lui con il nostro bambino in braccio, dopo un anno di pena e disperazione.

Lo metto nella culla dopo la poppata, e l’imbarazzo calato tra noi è tangibile.

- Vuoi riposarti un po’? -

Anche quella non è una richiesta lo so.

- Vieni qui – il tono è dolce ma perentorio.

Mi avvicino e resto a sguardo basso.

Comincia a sfilarmi i lacci del vestito, già allentati per consentire al piccolo di attaccarsi al mio seno.

Continuo a tenere lo sguardo basso.

Sposta le spalline e il vestito lentamente scivola sul pavimento.

Stringo i pugni.

Mi cinge la vita ed è così vicino, troppo vicino che tremo.

Con un gesto lento e sensuale tira giù il sottogonna.

Inginocchiato davanti a me solleva lo sguardo dalle gambe sino al seno, e poi dal collo al viso.

Sono in fiamme e conficco le unghie nel palmo della mano.

I nostri sguardi si incontrano ed io terrorizzata li fuggo.

Si alza.

Indosso solo una leggera sottana di cotone, ho tolto il corpetto per le poppate al bambino.

Sorride lievemente e con le mani risale lentamente lungo le gambe sino ai fianchi, alle braccia al collo… sino a prendere il mio viso tra le mani.

È sempre più vicino ed io non so cosa fare.

Mi accarezza con le sue labbra e mi bacia.

Il mio respiro è irregolare e continuo a stringere i pugni.

La sua pelle brucia. E’ calda e freme, tesa allo spasmo.

Lascia le mie labbra gonfie ed arrossate per il suo bacio, e senza muoversi di un passo comincia a sfilarsi la camicia.

Resta qualche secondo immobile a contemplarmi credo, perché non posso vederlo visto che non oso sollevare lo sguardo.

Stringe le mie braccia e mi attira a se, ed il contatto con la sua pelle è una scintilla che infiamma, brucia e fa male.

- Buffy – dice semplicemente e mi stringe.

La sua mano scivola sul mio seno e lo stringe voglioso.

- Ti prego – sussurro – lasciami -

- No – risponde risoluto.

Rimango rigida e i singhiozzi mi scuotono piano.

Il senso di rifiuto non è ancora svanito, e forse la mia depressione post parto, lo acuisce.

Lui si irrigidisce istintivamente. Continua ad accarezzarmi ed io singhiozzo ancora più forte.

Alla fine sospira sconfitto.

- Va bene, ho capito. Maledizione….- la sua voce è un sibilo.

Si è spostato leggermente ed io con un gesto repentino mi copro con il vestito che è sul pavimento.

- Buffy….non accetterò ancora per molto i tuoi rifiuti – mi guarda – quando cambieranno le cose? -

- Mai – urlo – Mai, perché hai voluto riportarmi qui? Perché non mi hai lasciato con Liam –

In un attimo il suo sguardo dolce e leggermente triste lascia il posto ad uno adirato e indecifrabile.

- Con Liam? – Trattiene a stento la sua rabbia. È furioso e geloso forse.

- Bene se vuoi tornare da lui fallo pure…ma il bambino resta con me –

Lo guardo spaventata.

- Avanti vai, corri dal tuo Liam…- mi ha presa per un braccio e credo voglia sbattermi fuori dalla cabina.

La mano sulla maniglia e lo sguardo freddo e cattivo.

- Cosa credevi? Che ti saresti rifatta una vita felice contenta con lui? –

- Io non so…non ho …- cerco di parlare ma la sua rabbia è sorda.

- Zitta. Basta, non voglio sentire altro. Decidi o fuori o dentro, ma alle mie condizioni –

- Tu non puoi…tu….- sono terrorizzata, guardo la culla.

- Oh si che posso tesoro e lo farò –

Ha un tono sprezzante e sicuro di sé.

- Allora? – ha aperto la porta ed attente un mio gesto.

Non mi muovo, resto a capo chino, piangendo.

- Bene hai scelto – la richiude violentemente.

E resta a fissarmi muto per qualche secondo.

- Ti odio – gli dico in un sibilo - Hai detto che avresti avuto tutta la pazienza di questo mondo….-

Sono amareggiata, questo non è più l’uomo di cui mi sono innamorata.

- Si è vero, ma questo era prima. Prima che tu scappassi, prima che tu partorissi mio figlio in casa di un perfetto sconosciuto senza dirmi nulla. Adesso la mia pazienza è finita. E’ tutto finito –

- Allora perché mi riporti indietro? Perché? –

Sorride sarcastico – Perché sei mia moglie, che ti piaccia o no; E perché in quella culla c’è mio figlio –

- E perché vuoi….tu vuoi….- esito non riesco a pronunciare la parola.

- Fare l’amore con te? –

Un silenzio imbarazzante cala tra noi.

- Perché sei bella e mi sei sempre piaciuta tesoro. Ma visto che a quanto sembra non gradisci le mie attenzioni non preoccuparti. Le rivolgerò a qualcun altro da questo momento in poi -

- Bene – sto mentendo, mi ha ferita ma non voglio lo capisca.

- Ci vediamo dopo – prende al volo la camicia e la giacca ed esce.

Un rumore di chiave che gira nella serratura e realizzo che mi sta chiudendo dentro.

- Cosa fai? Apri – busso violentemente all’uscio.

- No mia cara, preferisco saperti al sicuro – la sua risata scostante, e poi i suoi passi che si allontanano.

Mi rivesto tra le lacrime e poi mi siedo accanto al mio bambino e ripenso alla tranquillità e alla serenità che avevo quando ero a casa di Liam.

 

A pomeriggio inoltrato ritorna ed è sempre arrabbiato.

- Cambiati presto, dobbiamo salutare i nostri conoscenti, tra poco la nave attraccherà –

- Siamo già arrivati? –

- Si, avanti sbrigati –

Si avvicina all’armadio e tira fuori uno degli abiti che ha preso e me lo porge.

- Indossa questo. La Signora Hammings sta arrivando insieme a due domestici. Prepareranno i nostri bagagli -

Dandogli le spalle mi cambio e appena arrivati i domestici ci rechiamo in sala da pranzo.

- Oh eccovi qui Signora Darcy, ci spiace per la sua lieve indisposizione. Spero stia meglio? -

- Sì, Grazie Signora Harris – ci scambiamo i soliti convenevoli.

Tutti notano però freddezza tra lui e me.

- Bene spero che siate più saggia la prossima volta Signora – dice la dama anziana, prendendomi la mano – voi giovani a volte siete così avventati. E questo non è un bene. Anche se continuo a pensare che siate troppo giovane per essere maritata. Mia figlia alla vostra età giocava ancora con le bambole -Sorride.

- Già – riesco a dire con amarezza, ripensando a quanto in fretta sono dovuta crescere in questi quattro anni.

- Bene allora Addio mia cara –

- Salve Signora è stato un vero piacere – Xander mi prende la mano e la bacia un po’ impacciato.

Non ha le maniere di un Lord, ma Anya ci tiene che si comporti da gentiluomo vecchio stile.

- Arrivederci Signor Darcy e buon viaggio verso casa –

- Vi ringrazio, vi auguro lo stesso – ha detto poche parole ed è rimasto per tutto il tempo pensieroso.

- Sarà meglio andare adesso tesoro –

e torniamo in cabina.

Non ci diciamo una parola sino a che non siamo davanti alla carrozza che ci aspetta al molo.

- Vieni Buffy ti aiuto a salire – il suo tono sembra essersi addolcito di nuovo.

Mi solleva e sono nella carrozza.

Mi passa il bambino e poi sale sedendosi di fronte.

Per tutto il tragitto resta in silenzio.

Solo davanti al palazzo, poco prima di fermarci mi parla di nuovo.

- Buffy dammi la mano -

- Cosa? – dico diffidente.

- Dammi la mano Buffy –

Mi porge la sua ed io vi poso sopra la mia.

- L’altra – dice sorridendo.

Ed io gli porgo l’altra.

- Questo ti appartiene ed è più di un anno che lo porto al dito. Ho giurato che te lo avrei rimesso quando ti avessi riportata a casa ed ecco …ho mantenuto la promessa fatta -

Infila la fede al mio anulare e mi guarda per un attimo.

Poi la carrozza si arresta e lui lascia andare la mia mano.

Apre lo sportello e Joyce e George ci stanno già correndo incontro.

Appena Joyce vede il bambino resta di sasso, non può crederci e fa una cosa che mai mi sarei aspettata da lei.

Mi stringe e abbraccia piangendo a dirotto. Dopo il primo momento di emozione il suo sguardo diventa duro e arrabbiato.

- Perché hai fatto una cosa tanto stupida Buffy? Perché? Mi hai quasi ucciso dal dolore e dalla pena –

Mi schiaffeggia anche lei violentemente.

Ed io mi lascio andare ad un pianto disperato.

E stringo il piccolo tra le braccia.

Sento il suo braccio serrarsi attorno al mio.

- Basta adesso. Siamo tutti stanchi. Il viaggio è stato lungo come l’attesa –

Gli fissa entrambi con lo sguardo di chi è tornato a casa dopo un lunghissimo viaggio.

- Si Signore, siamo felici che siate tornati…entrambi – George è commosso e Joyce si calma un po’.

La cena è silenziosa. Sono a casa e non posso crederci e a quanto pare non sono l’unica.

George e Joyce mi guardano in continuazione, come se da un momento all’altro dovessi svanire nel nulla.

Il bambino comincia a lamentarsi, è l’ora della sua poppata.

- Posso andare? – dico a denti stretti alzandomi da tavola.

- Si andiamo. Buonanotte George, buonanotte Joyce a domani –

- Puoi restare – gli dico in un fil di voce.

- No, vengo con te – di nuovo il suo tono risoluto e autoritario.

- Notte Signore – sembrano così amici adesso ed io sono l’esclusa.

- Notte Buffy – dicono entrambi.

Joyce mi accarezza il viso, ma nel suo sguardo c’è un muto rimprovero.

Saliamo di sopra

Sulla rampa subito prima del piano delle nostre stanza vi sono due servi seduti su una panca in un angolo. E mi guardano con muto rancore.

- Cosa ci fanno lì? – domando curiosa.

- Stanno di guardia – mi fissa con uno scintillio nello sguardo.

Spalanco gli occhi.

- Sono prigioniera? - balbetto.

- Si esattamente. Non uscirai senza di me, e in casa ci sarà sempre qualcuno con te….Quando sei nella tua stanza la porta verrà chiusa da fuori. Joyce resterà nelle vicinanze così…Se la chiami ti sentirà –

- Siete impazziti? – non posso credere che mi voglia tenere segregata.

- Si, ed indovina di chi è la colpa? – dice sarcastico e ancora arrabbiato.

- Non posso credere che Joyce…che lei accetti….-

- Pensi di no? Perché non vai a chiederglielo, su avanti. Non ha più lacrime per colpa tua Buffy –

- Mi spiace, io non volevo, io pensavo…io credevo che…-

- Cosa? Cosa credevi Santo Dio? –

- Non lo so, io non lo so. Avevo paura –

Tremo e sto per piangere di nuovo.

Il suo sguardo si addolcisce.

- Adesso non parliamone, devi dare la poppata al piccolo James – è la prima volta che pronuncia il suo nome ed è così dolce.

Si spoglia e si stende nel letto, mentre io allatto il piccolo.

- Dammelo, voglio tenerlo un po’ in braccio -

Glielo passo e le nostre mani si sfiorano per un attimo e ancora la scintilla tra noi.

Culla il piccolo mentre io mi cambio, Dallo specchio sbirciandolo, vedo che spesso il suo sguardo si posa su di me, ed è sempre tempestoso e profondo.

Spazzolo i capelli e poi mi avvicino al letto.

Lui mette il piccolo tra noi e lo coccola un po’.

Mi rannicchio e li fisso entrambi.

- Sarà meglio metterlo nella culla non pensi? -

Lui fa cenno di si con il capo.

Lo sollevo tra le braccia e dico sussurrando

– Il mio piccolo, bellissimo ometto –

Gli do un bacio sulla fronte e lo metto a dormire.

Nel letto un po’ agitata, ma lui non si muove.

Il sonno ci coglie quasi subito, siamo davvero molto stanchi.

 

Sento però le sue braccia cingermi, il suo sospiro tra i miei capelli.

I suoi piccoli baci sulla guancia. Lo lascio fare, mi è mancato.

Mi è mancato da morire, e vorrei tanto riuscire a dirglielo ma la paura mi paralizza ancora.

Quando mi sveglio lui non c’è e sono un po’ delusa, avrei voluto svegliarmi tra le sue braccia, ma forse è meglio così.

Appena pronta mi dirigo alla porta per scendere a fare colazione, giro la maniglia ma è chiusa a chiave.

Una smorfia si dipinge sul mio viso. Non stava scherzando, lo ha fatto davvero.

- Joyce apri, Joyce – la chiamo a gran voce.

- Eccomi Buffy – apre la porta ed io la guardo offesa.

- Perché? –

- Perché? Hai ancora il coraggio di chiedermi il perché? Dopo tutto quello che ci hai fatto passare? –

- Ma Joyce – cerco di giustificarmi.

- Tu non sai cosa è stato per noi. Tu non hai visto il Signor William disperato, non dormire né mangiare per giorni. Ubriacarsi per non pensare. Tu non hai visto le sue lacrime di rabbia e dolore.-

Ha gli occhi lucidi e pieni di rabbia.

- Tu non hai visto il suo volto illuminarsi ogni volta che uno dei servitori portava qualche notizia, qualche barlume di speranza. Non lo hai visto partire al galoppo come un pazzo e tornare dopo giorni più disperato di prima -

Sta piangendo mentre mi scuote tenendomi per le braccia.

- Tu non lo hai visto maledirsi per averti lasciata sola quella mattina, e non hai visto me disperarmi e piangere tutte le notti e tutti i giorni. Pensando che potessi essere morta. Capisci morta? E non poterlo dire perché il solo pensarlo era già terribile -

- Joyce – sono sconvolta e davvero dispiaciuta per il dolore che ho causato, ma non so come dirlo.

- Basta Buffy. Chiediti piuttosto come fa ad amarti ancora. Come fa a …resistere ancora –

- Ha detto che è tutto finito, ora lui pensa al bambino. E presto troverà un’altra donna a cui dare le sue attenzioni –

Joyce mi guarda con rancore adesso, e con voce fredda e scostante mi risponde.

- E tu ci credi vero? Sei una stupida Buffy, una vera stupida e che Dio mi perdoni. Sarebbe proprio quello che ti meriti -

La mia espressione è ferita e addolorata insieme.

- Possibile che tu non lo capisca? Possibile che tu sia così cieca da non capire che ti basterebbe un solo gesto, una sola parola perché lui corra di nuovo da te? -

- Non è…-

- Oh si che è vero Buffy e sai sto cominciando a pensare che tu non te lo meriti Buffy. A volte lo penso.-

Senza dire altro si gira e si allontana.

Lasciandomi a piangere in silenzio, mentre la paura non mi abbandona.

Passo il giorno in giro per casa, lui non c’è e non si sa quando tornerà.

C’è sempre George che mi segue e un altro servitore.

Mi danno sui nervi, ma non posso farci nulla.

Ed è peggio quando esco nel parco. Sono in due che mi seguono a distanza ravvicinata.

Vado difilato alle scuderie voglio vedere Starlight.

- Ciao tesoro – gli dico accarezzandogli la criniera.

- Mi hai riconosciuto vero? Quanto mi sei mancato –

Nitrisce e spinge il muso contro la mia mano.

- Che ne dici di fare una cavalcata? -

Mi guardo intorno circospetta, i due mi osservano un po’ lontani, e penso che potrei farcela.

Prendo le redini e salto in groppa.

Mi piace cavalcare come un uomo, lo facevo spesso a casa mia, facendo infuriare Joyce.

- Signora no – urla uno dei due mentre io sprono Starlight.

- Vai yeah –

Corriamo al galoppo lasciandoci dietro le urla dei due domestici.

Che corrono a più non posso verso casa.

Mi allontano verso il boschetto, il mio posto preferito.

Una pioggia improvvisa ci coglie di sorpresa ed io cerco un rifugio, una piccola grotta vicino al ruscello sembra fare al caso nostro.

Vi entro con Starlight e mi siedo su una roccia nell’attesa che il temporale passi.

 

 

- Come non siete riusciti a fermarla? -

William è furioso.

- Siete degli incapaci – urla ai domestici e corre fuori.

- Non può accadere di nuovo George, non può –

Joyce si siede spezzata in due.

- Non credo sia scappata, non voglio crederlo – dice George scuotendo il capo.

- Questa volta William la picchierà ne sono sicura –

- Non lo so ma è davvero al limite Joyce –

Si guardano affranti cercando di consolarsi a vicenda.

 

 

Mi sta cercando a cavallo, sotto la pioggia.

Attraversa il parco in lungo e in largo.

Si arresta poco distante dalla grotta e si guarda intorno.

Sto facendo piccoli disegni nel fango con un ramoscello quando un’ombra oscura l’entrata.

- Buffy – i suoi occhi sono due fessure e il suo volto bagnato fradicio, è sconvolto.

Solo in questo istante mi balena alla mente che non vedendomi tornare abbiano potuto pensare che io sia scappata.

- Ma cosa ti è saltato in..- sta urlando.

Ho paura che mi picchi, e spaventata mi affretto a giustificarmi.

- Volevo solo cavalcare Starlight, poi la pioggia… ed ho cercato riparo –

Indietreggio istintivamente temendo il peggio.

Lui mi prende per un polso e mi strattona.

E solo ora mi accorgo che quella che ha sul viso non è pioggia, sono lacrime.

Sta piangendo.

- Perdonami – tremo per il freddo e per la paura.

- Buffy – è come un sospiro che lo riporta in vita.

Mi attira a se e mi stringe disperatamente ed io non lo allontano.

Questa volta non ho la forza per oppormi è così indifeso così spaventato, più di me.

- Mi dispiace William – ha un fremito nel sentirmi pronunciare il suo nome.

- Torniamo a casa – si toglie il mantello, me lo mette sulle spalle e sul capo per evitare che mi bagni.

Mi aiuta a salire a cavallo e sale dietro di me.

Proprio come la prima volta.

Mi stringo a lui e nascondo il capo nel suo petto.

Sento il suo cuore battere ancora rapidamente e con la mano gli accarezzo leggermente il torace.

Aggrappandomi alla sua camicia.

Incita il cavallo e prende le redini del suo. A passo spedito ci avviamo verso casa.

Joyce e George nel vederci sembrano rianimarsi.

Entrambi mi rivolgono uno sguardo adirato ed io non riesco a sostenerlo.

Nascondo il viso ancora nel petto di William.

- Si era riparata in una grotta in attesa che la pioggia cessasse -

Dice tenendomi ancora stretta a lui.

- Sarà meglio andarci a cambiare adesso. Fate preparare cioccolata calda e tè per favore, e portatecelo di sopra -

- Si certo Signore -

- Andiamo Buffy avanti –

Senza protestare lo seguo di sopra sempre stringendomi a lui.

- Mi dispiace davvero William – gli dico quando siamo davanti alla porta della nostra stanza.

- Si lo so Buffy – sospira ed apre la porta.

 

- Su siediti vicino al fuoco Buffy –

Entra nella stanza da bagno mentre io mi siedo sul divanetto accanto al camino.

Torna poco dopo con asciugamani asciutte.

- Adesso ci togliamo questa roba fradicia e ci asciughiamo -

Sfila il mantello delicatamente dalle mie spalle ed io lo sto guardando.

Il suo viso è teso, e ha ancora i segni della sofferenza e del dolore che gli ho causato.

Lo osservo in silenzio mentre lui armeggia con i lacci del mio vestito bagnato.

- Questi arnesi a volte sono davvero infernali sai tesoro -

- William…- è così bello e dolce in questo momento.

- Buffy non voglio approfittare di te, te lo giuro. E’ solo che non voglio ti prenda una polmonite –

- Posso fare da sola grazie – poso le mie mani sulle sue e lui le ritrae immediatamente.

- Si va bene – Si alza e va nel bagno a cambiarsi.

Rientra completamente nudo, ma ormai ci sono abituata.

Cerco di non guardarlo. E mi avvolgo ancora di più nella asciugamani

Se ne avvolge anche lui una intorno alla vita, e torna a sedersi accanto al camino.

Fissa la fiamma e sembra pensieroso.

- Buffy, promettimi che non farai mai più quello che hai fatto oggi? -

Fisso anche io la fiamma crepitante e non lo guardo.

- Si te lo prometto William -

- Grazie – risponde sinceramente.

- Sarà meglio che mi rivesta adesso –

La sua pelle liscia sa di buono come sempre.

- William –

- Si cosa c’è Buffy? – sembra stanco.

- Davvero tu rivolgerai le tue attenzioni ad altre donne? –

Lui sembra stupito e mi fissa intensamente, come volesse capire cosa provo e cosa voglio.

- Perché ti darebbe fastidio, saresti gelosa? -

Abbasso lo sguardo, ed arrossisco.

- Si – dico a bassissima voce.

Tira un profondo sospiro e si inginocchia davanti a me.

Con una mano accarezza dolcemente la mia guancia.

- Buffy, tu pensi che lo farò? -

E sorride leggermente.

- Non lo so – dico sinceramente e lo guardo con gli occhi pieni di lacrime.

- Ah Buffy, certo che non lo farò mai tesoro. Come potrei? Io ti amo Buffy –

Anche i suoi occhi sono lucidi.

- Buffy – mormora e mi bacia.

Le sue mani tremano.

Si spinge verso di me e siamo stesi sul divano.

Apre la mia asciugamani e si toglie la sua.

Siamo nudi e abbracciati.

E’ eccitatissimo ed ansioso.

- Mi sei mancata, non sai quanto ti voglio Buffy, quanto ti desidero Amore –

- William – ansimo spaventata.

- St…baciami amore. Fa l’amore con me. dimmi di si –

- Ti prego, non posso. Non ci riesco – sto piangendo sommessamente.

Cerco di allontanarlo. La sua virilità premuta contro di me mi ha gettata nel panico.

- Ti prego Buffy, ti scongiuro lascia che ti ami. Lasciti amare da me. Non ti farò male te lo giuro, lasciami fare ti prego, non dirmi di No. Non adesso ti prego -

- William No – urlo e con una violenta spinta lo faccio cadere sul pavimento.

- Buffy – il suo viso è una smorfia di rabbia, impotenza e dolore.

Si solleva e mi salta addosso nuovamente.

- No questa volta si fa a modo mio Buffy. Amami – è un urlo disperato che lo fa soffrire.

- No – piango e giro il volto per non guardarlo.

Lui si ferma ancora una volta sconfitto.

- Io non resisto, non resisto più. Basta – si alza in piedi.

Infila i pantaloni velocemente ed esce, lasciandomi in lacrime.

- William ti prego non andare….ti amo -

Lo richiamo indietro ma è inutile lui non può sentirmi.

 

Raccolgo l’asciugamani, mi copro e fisso le fiamme che lentamente si stanno spegnendo.

Di sotto nello studio appoggiato al caminetto William è disperato e abbattuto.

Non ce la fa più, i miei rifiuti lo stanno esasperando. Sorseggia lentamente il suo drink e pensa alla Buffy di prima, quella così ingenua ma sensuale e terribilmente passionale che lo faceva impazzire.

- Oh Buffy, torna da me. Non mi rifiutare, non ce la faccio –

- Signore? –

George è accanto alla porta e lo guarda affranto.

- George ….cosa devo fare? –

- Avere pazienza Signore. La Signora l’ama anche se adesso ha paura. Le dia tempo….-

- Si George lo so….ma a volte è così difficile starle vicino e non….-

- Si immagino Signore –

 

Le ore sono volate, non ho avuto il coraggio di scendere per cena e lui non è venuto a cercarmi.

- Joyce –

- Si dimmi tesoro –

- William, mentre ero via…-

- No mai. Non ha mai lasciato questa casa se non per venirti a cercare –

- Cosa hanno detto i vicini? –

- William ha detto che eri in una tenuta di campagna per riposarti –

- Ah –

- Buffy ti prego, sii gentile con lui è così disperato e perdutamente innamorato. ' Amor c'ha nullo amato. Amar perdona '–

Abbasso lo sguardo e non rispondo.

Mi accarezza dolcemente il viso e mi da il bacio della buonanotte come quando ero piccola.

- Buona notte Joyce – le mormoro mentre richiude la porta alle sue spalle.

Mi infilo sotto le coperte, fa freddo.

Spengo la luce e penso che lui oramai non verrà più questa notte.

Mi sbaglio. Infatti poco dopo la porta si apre lentamente, senza far rumore.

Il mio cuore si agita. Resto in silenzio, trattenendo il fiato.

Si mette a letto e sospira pesantemente.

Poi tutto tace per un tempo indefinito.

Intreccio le mani, non so cosa fare.

- Mi dispiace Buffy per oggi –

Sussulto.

- Non volevo spaventarti, o forzarti…è che ti desidero talmente che a volte non riesco a controllarmi –

Altro sospiro e il mio cuore scoppia d’amore per lui.

Mi giro lentamente e lo fisso alla luce della luna che proviene dalla finestra.

- William, spiace anche a me –

Lui resta in silenzio a fissare il vuoto.

Mi avvicino con calma e un po’ di esitazione.

Con una mano gli accarezzo il braccio, cerco la sua che stringo nella mia.

- Buffy – sorride mentre mi chiama.

Mi stringo a lui ancora di più e lo bacio prima su una guancia e poi punto verso le sue labbra.

Appena le tocco sento come un brivido e lui si mette a sedere sul letto.

- No Buffy – ansima e mi guarda spaventato.

Anche io lo sto guardando.

- William –

- No, non posso. Tu poi….tu…..qualsiasi cosa tu stia cercando di fare, smettila subito. Tu non capisci. Tu davvero non riesci a capire Buffy, quello che scateni in me. E’ un incendio che una volta divampato non puoi spegnere a tuo piacimento. Puoi solo lasciarlo bruciare –

- William – ripeto dolcemente.

- Buffy smettila. Non essere crudele, se tu ….- balbetta in preda all’eccitazione ed angoscia insieme

- Se tu mi fermassi dopo…questa volta io non potrei, non potrei e non me lo perdonerei mai –

Mi fissa arrabbiato.

- William – ripeto per la terza volta.

- Buffy, io non ti capisco. Non ….maledizione ….- e cerca di alzarsi.

Ma io lo trattengo stringendogli la mano.

- William vieni qui –

Resta immobile a fissarmi e la sua mano è tesa.

- Buffy, no –

Alla fine cede e si stende di nuovo accanto a me su un fianco.

Siamo occhi negli occhi adesso.

Lo guardo e gli sorrido dolcemente.

Poso la mia mano al suo viso e gli accarezzo una guancia.

- Non farmi questo Buffy –

Gli premo l’indice sulle labbra e mi sporgo verso di lui.

E le nostre labbra sono di nuovo unite.

Il bacio è dolce e lento. Ci riassaporiamo e scopriamo con calma.

Mi prende un braccio e mi attira più a se.

La distanza tra i nostri corpi si riduce rapidamente.

- William mi spiace – mormoro con le lacrime agli occhi.

- No Buffy non dirlo –

Le sue labbra morbide accarezzano le mie ed è una danza vellutata che ci travolge.

La mia mano scivola sul suo torace e ne discosta la camicia semi aperta.

Lui non si muove, resta teso e ancora diffidente.

Il mio sguardo diventa intenso e torbido.

Voglio il mio William questa è la verità, perché anche a me è mancato da morire.

Gli prendo una mano e la porto sul mio seno che lui sfiora delicatamente attraverso la stoffa.

Mi guarda incredulo, mentre io la infilo nella scollatura e la stringo sul mio seno.

Ansima e lentamente comincia ad accarezzarmi.

Chiudo gli occhi e mi spingo ancora verso di lui.

I nostri corpi finalmente si toccano.

- Ecco fatto – dico piano e lui sembra sia sul punto di cedere.

Lascio la sua mano libera su di me e gli cingo le spalle.

Attirandolo ancora più a me.

Si porta la mia gamba al fianco e lentamente con la mano spinge su la camicia da notte.

- Sei bellissima amore – sussurra ed il suo respiro è sempre più affannato.

Scivola tra le mie gambe ed il suo tocco è timoroso, ma allo stesso tempo fremente.

Gli sfilo la camicia con delicatezza e poi lo invito a fare lo stesso con me.

Voglio sentire la sua pelle su di me.

E siamo di nuovo nudi uno di fronte all’altro.

Un lampo di paura nei miei occhi lo fa fermare.

Ma è solo un attimo, adesso mi sto specchiando nei suoi occhi.

Mi sto guardando con i suoi occhi innamorati.

E sono di nuovo io Buffy, la sua Buffy.

- William ti prego …- sussulta e si tende in allarme - …continua – lo imploro.

E sento il suo tocco farsi più sicuro e le sue labbra diventare più avide.

- Si amore, si – ripete in un soffio e la sua passione non può essere più tenuta a freno.

Sento il suo desiderio che preme, che si tende allo spasmo ma esita. Resiste.

Ed io lo amo anche per questo.

Con la mano accarezzo la sua virilità marmorea in questo momento, e lo sento gemere dal dolore.

E avvicinandomi, senza pensarci con naturalezza e amore, la spingo in me.

Lui mi guarda con gratitudine, amore, paura e desiderio nello stesso istante e questa sua intensità mi da alla testa.

Lo bacio e comincio a muovermi.

Lui attende ancora qualche istante e poi mi spinge supina sotto di lui e sorride come un bambino che abbia conquistato la luna.

Mi stringe le mani nelle sue e comincia a danzare su di me, in me.

Ed io lo assecondo, lo sprono e lo trattengo più a lungo possibile.

- Ti amo – dice quasi a se stesso. Come avesse timore che io lo oda.

- Ti amo anche io William – e con le braccia lo stringo a me e lo incito a lasciarsi andare.

E lui lo fa, ed è la pace, dei sensi e dell’anima quella che le sue spinte ed il suo ritmo sempre più incalzante e frenetico mi danno.

Stremata e piena di lui rilascio tutti i muscoli e anche lui si abbandona su di me.

Sprofonda il viso sul cuscino e evita il mio sguardo.

- Guardami William -

Esita ancora un attimo e poi i nostri occhi si baciano.

Ed in entrambi ognuno di noi legge amore e ancora amore per l’altro.

- Buffy – sospira conquistato e convinto.

- Si – sorrido piano – ancora amore, ancora. Amami ancora ti prego –

Ride anche lui finalmente, e la danza d’amore ricomincia per noi.

 

Non riesco nemmeno a muovermi tanto sono stanca.

Pigramente mi rigiro nel letto intrecciando le mie mani alle sue che mi tengono stretta a lui.

- Amore sei sveglia? – mi bacia il capo.

- Si – sbadiglio stiracchiandomi.

- Come ti senti? – serra con maggiore forza le sue braccia attorno al mio corpo.

- Bene – mugolo e continuo a stiracchiarmi.

- Vuoi fare un bagno? – sorride beffardo.

- Si. E tu? – chiedo maliziosa.

- E’ una proposta? –

- Forse….- porto una sua mano alle labbra e la bacio teneramente.

- Buffy …ti amo – resta in silenzio.

- si lo so. Anche io William -

- Su adesso sarà meglio alzarci. Sono a pezzi – si stiracchia e allenta la stretta.

- Anche io –

Ci teniamo per mano.

Senza nulla indosso guardandoci negli occhi, andiamo a farci un bel bagno caldo.

Scendiamo di sotto che è ora di pranzo.

George e Joyce ci guardano perplessi, non sanno mai cosa aspettarsi con noi.

- Buon giorno – dicono insieme e ci guardano per cercare di scoprire, di capire.

Il sorriso soddisfatto di William e il mio sguardo un po’ imbarazzato sembrano sufficienti a farli rasserenare.

- Possiamo servire il pranzo Buffy? -

- Si Joyce grazie –

Gli prendo la mano e Joyce e George annichiliscono.

Lo guardo e gli sorrido amorevolmente e credo che adesso siano davvero confusi.

A tavola siamo piuttosto silenziosi, gli sguardi indagatori e curiosi di Joyce e George ci fanno sorridere.

Siamo affamati come non mai.

- Devo servire anche il dolce? – George è davvero spaesato.

- Si George, abbiamo ancora fame – mi guarda e sorride – in salotto però –

Mi porge il braccio e ci accomodiamo su un divanetto davanti al camino acceso.

Mi stringe tra le sue braccia ed io mi lascio andare.

- Che vuoi fare adesso? -

- Non so tu? – lo guardo e una luce sinistra nei suoi occhi mi fa ridere – tranne quello ovviamente –

Lo riprendo ridendo.

- Ah allora non saprei….- stringe più forte.

- Non respiro William –

- Se potessi ti stringerei di più sai amore. Così non scapperesti più da me –

- Non scapperò più comunque amore –

- Davvero? –

- Si. Non ne avrei nemmeno la forza adesso. – ci scambiamo uno sguardo complice.

- Joyce. Mi potresti far portare il piccolo. Deve ancora avere la sua poppata oggi –

- Si Buffy. E’ un vero angelo, non si è lamentato –

- E’ come la mamma – dico fiera.

- Ah…io non credo proprio – ride.

- Antipatico – gli faccio la linguaccia mentre prendo il piccolo tra le braccia.

- Ecco il mio James – gli bacio le guance e le manine.

Ci accoccoliamo tutti e tre davanti al caminetto.

- Lasciateci soli – ordina William – vi faremo chiamare noi -

E mi chiedo cosa abbia in mente.

Scosta leggermente il mio vestito, sfiorandomi le punte del seno che subito si tendono ansiose.

Mi fissa e poi avvicina il bambino.

- Che fai? – gli domando con voce roca.

- Voglio la poppata – sorride e si attacca all’altro seno.

Ansimo. La sensazione che provo è indefinibile.

- William – gemo mentre la sua lingua mi tortura dolcemente e le sue labbra si chiudono e schiudono ritmicamente sul mio capezzolo turgido.

- Si – sussurra e continua a torturarmi.

Gli passo la mano libera tra i capelli e lo stringo a me.

- Sei un ….bambino…- non riesco nemmeno a parlare.

- Si un ragazzino molto, molto cattivo. Ed è questo che ti piace di me vero? –

Sospiro e gemo e non capisco più niente. Mi sto perdendo.

- Si mi piace – riesco solo a dire in un fil di voce.

Mentre lui diventa sempre più avido e spietato.

- Lo so, sin dalla prima volta amore – ride sommessamente e io spero che questa lenta e deliziosa agonia non abbia mai fine.

 

 

- La poppata è finita – cerco di sottrarmi alla sua foga.

- Lui ha finito, io ho appena iniziato – sorride e lentamente mi riordina il vestito.

Suona il campanello.

- Joyce porta via il bambino per favore -

Ha gli occhi lucidi e lo sguardo lussurioso.

Ho un tremito. Joyce mi guarda stranamente ed esce.

- Oh mio Dio George -

- Cosa c’è? – è ansioso.

- La dentro si soffoca e non è il caminetto –

Ridono e si allontanano.

- Bene mammina, dove eravamo rimasti? – un ghigno terribilmente sexy e sono di nuovo sua prigioniera.

- Ti prego – ansimo mentre lui è tornato a torturarmi più affamato ed avido di prima.

- Mi torturi così – gemo incapace di trattenermi.

- Te lo meriti, così impari a tenermi a stecchetto per più di un anno….devo recuperare tutto il tempo perduto. E sono così ansioso di mettermi in pari, non ne hai idea…- ride ancora. e la mia tortura diventa ancora più dolce e intensa.

- Andiamo di sopra? – chiedo esasperata dal desiderio di lui.

- No, non credo resisterei sino alla nostra stanza –

Senza aspettare oltre solleva la mia gonna ed è una furia.

Sorrido sconvolta e gli sbottono i pantaloni come posso.

Ridiamo come due folli.

Quando entra in me, il sorriso svanisce e lascia il posto ad uno sguardo intenso e appassionato.

Le sue labbra cercano le mie e le mie le sue.

- Mi appartieni Buffy -

- Si e tu appartieni a me – una sua spinta più profonda mi strappa un gemito più forte.

- Si – ed è di nuovo il nostro valzer che suona e noi balliamo.

All’ora di cena siamo ancora impresentabili.

Ci sorridiamo, ma a nessuno dei due va di alzarsi e muoversi.

Un rumore di carrozza passi nell’ingresso.

La sua voce stridula.

 

- Ciao George, non ci sono i Signori? Sono tornati dal ‘ loro viaggio ‘ – e una sottile risata.

- E’ Harm – dico leggermente spaventata.

- Non temere Amore - mi accarezza – ci sono io qui con te –

E di malavoglia ci rivestiamo e rendiamo presentabili.

 

Apre la porta e le va incontro.

- Salve Harm. Che diavolo ci fai qui? -

- Ma come tesoruccio non sei contento di rive…der….mi –

Dietro di lui sono apparsa io, e le sto lanciando sguardi di fuoco.

Mi avvicino sicura a William e lui mi prende sottobraccio.

- Allora? -

- Sono venuta a fare una visita….di cortesia –

Mi guarda di sott’occhi dopo aver fissato le nostre mani strette le une nelle altre.

- Ma davvero? – ringhia lui.

- Si certo – sorride affettatamente – ah tanti auguri alla sposina….anche per il lieto evento. Ho saputo un bel maschietto –

- Si esatto – dico con voce fredda.

- Che bello, comunque volevo avvertirvi che i Signori Giles hanno organizzato una festa per te Buffy…per il tuo ritorno –

- Cosa? – dico sorpresa ed un po’ spaventata.

- Che festa? – William è seccato, e preoccupato per me.

Il suo istinto protettivo è in allarme.

- Per il suo ritorno….non so ….me lo ha detto lei. E mi ha detto di consegnarvi questo invito -

 

William glielo prende dalle mani con un gesto di stizza e comincia a leggere.

 

“Saremo davvero lieti di avere lei e la sua dolce sposa alla nostra festa di inizio primavera (ed in questa occasione anche di ben tornato per la Signora Darcy) domani sera alle otto in punto.

 

Firmato Jenny e Rupert Giles “.

 

- Maledizione – solleva la testa.

- Cosa c’è? – domando agitata.

- Dobbiamo andarci, è in tuo onore – sospira – no gli diremo che stai ancora male dopo il parto e che non puoi…-

- No William. Ci andremo – stringo più forte la sua mano e lo fisso.

- Sicura? – è agitato anche lui.

- Si – gli sorrido e lui ricambia, mentre Harm sembra furente.

- Joyce fa preparare la stanza degli ospiti per Harm, per favore –

- Grazie Buffy – mi sorride stranamente.

Non le rispondo e con sicurezza continuo.

- Poi fa servire la cena, grazie Joyce -

William si tranquillizza, vedermi così sicura lo fa felice.

- Andiamo Amore – e mi muovo nella direzione della sala da pranzo.

Mi tiene saldamente il braccio ed ha un’aria soddisfatta e beata.

Harm ci segue in silenzio.

Sente che le cose sono cambiate che non sono più la bambina impacciata di pochi anni prima.

Un sorrisetto maligno continua ad adornare il suo viso inespressivo.

 

- Bene che ne direste di sederci un po’ in salotto a chiacchierare? -

- Mi spiace, ma sono stanca e preferisco ritirarmi. Se voi volete….-

- Si William così rinvanghiamo i vecchi tempi…..-

Sorride maliziosa.

William le lancia uno sguardo assassino e poi mi guarda.

Sono un po’ ferita, sapere che è stato con lei.

Ricordare la scena di quella notte non mi fa piacere.

- Preferisco il presente mi spiace. Salgo con te amore -

Le bacia la mano distrattamente e mi raggiunge sorridente.

Gli accarezzo la guancia e prendendoci per mano saliamo in camera.

E lei stringe i pugni, fissandoci.

- Vedremo se riderai ancora così domani….-

Una smorfia divertita e anche lei si ritira nella sua stanza.

 

- Amore sei proprio sicura di volerci andare? facciamo ancora in tempo a disdire…-

Il mio William sempre così apprensivo e protettivo nei miei riguardi.

- Certo che voglio – sorrido e tiro indietro una ciocca di capelli ribelli.

- Ti amo lo sai vero? –

Annuisco e faccio delle smorfie allo specchio. Sorride divertito e mi abbraccia.

- Adesso scendiamo a colazione che ne dici? -

- Rivedere Harm non mi entusiasma – sbuffa mentre il suo viso è affondato nel mio collo che sfiora con le labbra.

- Un tempo non la pensavi così….- guardo il suo riflesso nello specchio.

- Si ma questo era prima di te …..- mi sta guardando anche lui.

Poso la testa sulla sua spalla e sospiro.

- Si è vero, e adesso andiamo. Avanti -

La colazione è tranquilla, più di quanto mi sarei aspettata.

Il pomeriggio è tutto un via vai di camerieri e cameriere per preparare i nostri abiti e la carrozza.

Finalmente alle 7,30 siamo pronti. Arriveremo puntuali.

Siamo tutti silenziosi.

Io perché sono spaventata è la prima volta che torno in mezzo alla gente dopo…..

Lui perché teme per me, che possa di nuovo chiudermi e allontanarlo e stare male.

E Harm per ragioni che ignoro.

La casa è illuminata proprio come allora…ed è piena di gente.

Guardo il lampadario e ricordo quella sera quando lui è venuto a riprendermi.

Anche lui credo sia pensando la stessa cosa, visto che fissa il grande lampadario.

La padrona di casa sempre gentile ci abbraccia e saluta.

Nei suoi occhi però vi è, mentre mi guarda, un che di compassionevole che non mi piace.

Ed è uno sguardo che incontro spesso. Mi sento osservata.

Anche William ha la stessa sensazione e non gli piace affatto la cosa.

È teso e i suoi lineamenti sono affilati.

- Ma voi non vorrete stare attaccati tutta la sera spero? –

Harm sorride ancora.

- Veramente….-

- Signori Darcy ma che piacere rivedervi –

- Sign…ora …..Har…ris? –

Sono agitata e non ne capisco il motivo.

- Si allora vi ricordate di me – Anya sorride.

- Certo – dico e stringo ancora di più la mano di William.

- Ho saputo, mi spiace davvero. Quel Riley non avrebbe mai dovuto osare farle una cosa simile. Anche se lei lo ha illuso, non è una buona ragione …. Ed è davvero fortunata ad aver avuto questo angelo vicino che pur di non farla disonorare l’ha sposata. Un vero gentiluomo Signor Darcy –

- Anya chiudi il becco – dice Alexander Harris visibilmente imbarazzato per la moglie.

- Co…s….a…vol…e…t….e ….dir….e? – balbetto spalancando gli occhi.

La testa mi scoppia e gira vorticosamente.

William è furibondo.

Ha capito tutto, ed è fuori di se.

Si gira verso Harm e la schiaffeggerebbe se io non lo trattenessi aggrappandomi al braccio.

Mi guarda spaventato.

Vede le lacrime addensarsi sul mio viso.

- No amore. No – mi accarezza il volto.

- Mi spiace Signor Darcy, dovevo ricordarmi che mia moglie non è una donna che si può portare in società –

- Già in società – il suo tono è sprezzante.

- Buffy mi spiace – Jenny sembra davvero dispiaciuta.

Lui mi guarda e poi a voce alta in modo che possa essere udito dice

- E per la cronaca Signora Harris non ho sposato Buffy per evitarle il disonore, ma perché la amo da morire. Come forse nessuna donna è amata in questa dannata sala. E senza di lei io credo che non potrei vivere -

Continua a fissarmi mentre parla ed io sono sconvolta.

Tutti gli sguardi sono puntati su di me.

Guardo prima Anya, che sembra stupita della mia reazione, e poi Jenny che ha un’espressione addolorata sul viso. Infine Harm….che mi sta fissando soddisfatta ed io non riesco più a trattenere le lacrime.

Lascio la sua stretta e scappo via in preda ad una crisi di panico.

La voglia di scappare torna violentemente come quel giorno.

 

- Buffy – mi chiama e poi guardando Harm con odio – me la pagherai Harm, fosse l’ultima cosa che farò in vita mia. pagherai per ogni sua lacrima -

E poi mi corre dietro terrorizzato all’idea che tutto torni come prima.

Non so dove andare, come scappare. Il cocchiere non vuole muoversi senza William.

Ed io sono terrorizzata.

- Buffy aspetta – sta correndo verso di me.

- No – urlo e comincio a correre a perdifiato lungo il viale.

Mi insegue e mi raggiunge. Mi blocca e mi stringe in una morsa.

- Lasciami – urlo e cerco di respingerlo.

E sento tutti i suoi muscoli tendersi e tremare di rabbia e impotenza.

- Buffy no, ti prego no –

- Lasciami andare. Voglio andare via. Perché non mi hai lasciato in Irlanda? Perché? –

- Dannazione, che Harm possa marcire all’inferno –

Urla disperato.

Respira a fondo e cerca di calmarsi.

- Adesso torniamo a casa, è tutto finito amore -

- No voglio andarmene. Lasciami –

- No Buffy, non te lo permetterò mai. Adesso calmati, vieni la carrozza ci aspetta –

- No – protesto puntando i piedi.

- Buffy ti prego non fare così –

- No – cerco di liberare i polsi dalla sua stretta.

Mi prende per la vita e mi solleva e mi costringe a seguirlo alla carrozza.

- Andate già via? Che ha la povera piccola, sembra impazzita -

Quella maledetta voce.

- Harm taci o non rispondo di me -

William la fulmina.

- Non farti mai più vedere Harm…o giuro che io ti…….va all’inferno -

Mi spinge dentro di forza e poi sale richiudendo lo sportello.

- Vai Charles -

- Si Signore –

La carrozza parte ed io cerco ancora di uscire e di liberarmi dalla sua stretta avvolgente.

Piango.

- Amore st….è tutto passato sei qui con me adesso. Nessuno può farti del male Amore -

Mi accarezza, ma io respingo le sue mani ed è in preda alla disperazione più nera.

- Non un’altra volta, non di nuovo Amore per favore. Non lo sopporterei -

- Voglio andare via. Lasciami andare via –

- Si se vuoi andremo via. Dove vuoi tu. Io, te e il piccolo James –

- James, anche lui lo saprà e non capirà…lui…lui…-

- St….James ti amerà come ti amo io sta tranquilla. Faremo un viaggio lunghissimo vedrai –

- No. Lasciami andare via da sola –

- Buffy basta – la mascella è contratta – non pensarci nemmeno hai capito –

Stringe ancora più forte.

- Siamo arrivati. Siamo a casa -

- No – mi aggrappo alla carrozza.

Joyce e George, sono usciti sentendo le urla.

- Cosa è successo? – Joyce sembra spaventata.

- Harm…- sibila William – ha detto tutto agli ospiti –

Joyce sgrana gli occhi e le lacrime scendono da sole sul suo viso.

- Buffy piccola mia -

Cerca di abbracciarmi ma io spingo via anche lei.

- Oddio No – Joyce si porta le mani alla bocca.

- Andiamo Buffy vieni – mi trascina verso la casa.

Rivolto a George

– Sbarra le finestre di nuovo George, e portami strisce di seta. Devo legarla questa notte –

- Si Signore – George è accigliato.

Entriamo in casa ed io continuo a dibattermi più che posso e lo colpisco ripetutamente al viso.

- Amore andiamo vieni – attende qualche minuto, che George provveda a quanto gli ha ordinato.

Mentre io fisso la porta.

Joyce piange e maledice Harm

- Maledetta. Che Dio mi perdoni ma che bruci all’inferno -

William tace e mi stringe cercando di incrociare il mio sguardo. Ma io lo evito girandomi verso la porta.

- Buffy sta calma. Tesoro, noi ti amiamo tutti qui -

Non serve, continuo a fissare la porta sconvolta.

- Lasciatemi andare – urlo.

- E’ tutto pronto Signore –

- Grazi…e – gli sfuggo mordendogli il polso.

E mi precipito fuori.

Mi insegue e mi ferma quasi subito.

Mi blocca le braccia e mi solleva di peso.

Rientra in casa e di corsa sale le scale.

Per due volte riesco a liberarmi e correre indietro, ma George e Joyce mi bloccano.

Entra nella stanza e mi lascia andare esausto.

- Ecco fatto – riprende fiato.

Lo guardo con odio e poi corro in un angolo.

Come la prima notte. Stringe i pugni e mi viene incontro.

- Buffy ti prego -

Lo allontano con le braccia ma è tutto inutile, è più forte.

Mi adagia sul letto e mi toglie il busto e il vestito lasciandomi in biancheria intima e poi mi lega le mani alle fasce di seta che George ha lasciato sul letto.

- Mi spiace Amore, ma questa volta non voglio correre nessun rischio -

Va alla porta e chiama a bassa voce George.

- Chiudi a chiave George, ti chiamo se ho bisogno. Resta qui vicino -

- Si Signore va bene – Sono tutti spaventati.

Tutto sembra ripetersi.

- Buffy adesso dormiamo e ci riposiamo un po’ -

E’ stanco e sul suo viso è tornata l’espressione di dolore, e di amore ferito.

Si stende vicino e mi prende tra le braccia.

Sono stanca e non ho la forza di dibattermi ancora.

Mi stringe e mi bacia la fronte e le tempie dolcemente.

Mentre con una mano mi accarezza il braccio.

- Amore mio, mi spiace. Non sai quanto mi spiace. Tesoro -

Scivolo nel sonno nero come la notte.

 

Alla festa…………….

- Secondo me Buffy ormai non ci sta più con la testa….dopo…..-

- Signorina, io non la conosco abbastanza bene per poterla giudicare ma le posso garantire che se lei non fosse una donna a quest’ora avrebbe ben poco di cui sorridere –

Alexander è fermo e deciso nella sua affermazione mentre Harm è sbiancata.

- Già Harm, e ti prego di voler lasciare subito questa casa. Non sei più ben accetta qui - Jennifer e il marito la fissano riluttanti.

- E in nessuna altra casa rispettabile del luogo. –

Aggiunge la donna più anziana seduta in fondo alla sala.

Che non ha perso nemmeno una parola di quello che è avvenuto.

- Credo sia tutto – Jennifer la fissa glacialmente.

Harm è rimasta di stucco. Non si aspettava un atteggiamento simile.

- Ma…..questa notte dove …..-

- Puoi restare qui nell’ingresso sino a che non viene giorno e poi esci e non tornare più qui Harm -

Tutti le voltano le spalle e lei stringe il ventaglio tra le mani, con lo sguardo in fiamme e in lacrime.

 

La notte è agitata per entrambi.

Lui non dorme spaventato a morte dal dover ricominciare tutto daccapo.

Ed io perché sono in preda agli incubi che mi riportano a quella notte.

La mattina quando mi sveglio.

Il Sole è alto, non si è mosso dal mio fianco. Per tutta la notte ho sentito la sua voce mormorarmi frasi gentili e la sua mano accarezzarmi il viso e le braccia.

- Ciao Amore – cerca di sorridere, ma si vede benissimo che è disperato – come ti senti? -

Non rispondo, ho ancora il sapore amaro della vergogna in bocca.

Cerco di muovere le mani ma sono ancora legate.

Le fisso un po’ confusa e lui me le slega delicatamente.

- Ecco sei libera amore. Mi spiace ho dovuto farlo -

Mi massaggio i polsi e mi guardo intorno un po’ frastornata.

- Hai fame? Vuoi che faccia servire la colazione. -

- Voglio andare via –

Dico piano e lui si irrigidisce.

- No. E non ripeterlo mai più Buffy. Mai più – è alterato.

Tiro su con il naso.

- Ho fame – dico alla fine.

- Oh sia ringraziato Dio – sospira – ti faccio portare la colazione…-

Lo interrompo.

- No voglio scendere -

Non è convinto ma non si oppone.

Mi rivesto alla meglio e scendiamo di sotto.

Sta per prendermi il braccio, quando io mi allontano.

Resta ferito da quel gesto, da quel nuovo rifiuto.

Joyce e George si guardano in pieno sconforto.

- Joyce resta con lei torno subito -

- Si Signore –

Spariscono nello studio.

 

In quel momento Harm fa la sua apparizione nel salotto.

La fisso in preda all’agitazione.

- Eccola qui la piccola sgualdrina –

- Basta adesso – Joyce cerca di farla tacere, ma è intimorita da quella donna.

- Quello che ti è accaduto è tutta colpa tua e lo sai bene Buffy. Se tu non lo avessi illuso, se tu non gli avessi fatto credere che tu e lui….-

- Non è vero io non ho illuso nessuno – parlo a bassa voce.

- Me lo ha detto lui. E sapessi come è rimasto quando gli ho detto che tu e William ve la intendevate che andavi già a letto con lui. Avessi visto il suo sguardo, sapevo che te l’avrebbe fatta pagare piccola sgualdrina. –

Spalanco gli occhi e mi lascio cadere sulla poltrona.

- Tu cosa hai fatto? –

La guardo incredula.

Sta per dire qualcosa ma….

- Harm – la sua voce è una frustata.

- William – è sorpresa.

- Vattene immediatamente –

- Sono venuta a riprendermi le mie cose –

William le lancia uno sguardo glaciale, di una calma che mi spaventa.

- Ho detto vattene Harm o giuro che ti ammazzo – ringhia tra i denti.

- Io…- Harm è spaventata, non lo ha mai visto in quello stato.

- Fuori – urla e Harm scappa via in preda al panico.

Resta immobile a fissarmi, mentre io accasciata sul divano piango a dirotto inconsolabile.

Teme che tutto sia tornato come prima che lo rifiuterò ancora.

Conosce quel mio sguardo perso e spento nel vuoto.

- Buffy – dice in un sussurro.

Aspettando già il colpo che crede io gli infliggerò.

- Amore mi spiace – continua senza muovere un passo verso di me.

Lo fisso ad occhi spalancati.

 

 

 

 

 

 

 

- William – urlo e gli corro incontro.

Lo abbraccio disperata e lui mi stringe, mi stringe più forte che può.

- William mi spiace, quanto mi spiace. Ti amo Willam. Dimmi che non mi lascerai mai, che non permetterai a nessuno di dividerci, ti prego -

Lui chiude gli occhi e si abbandona al mio abbraccio.

E’ così tanto tempo che aspetta di sentirmi dire queste parole.

Che aspetta che io torni da lui.

- Si amore, nessuno ci separerà mai. Lo sai che io non ti lascerò mai andare, mai. E se tu scappassi io ti verrei a cercare anche in capo al mondo come ho già fatto amore. Ti amo Buffy, da morire tesoro -

Nascondo il volto sul suo petto e lentamente il pianto svanisce.

Sollevo il viso e cerco i suoi occhi, tanto a lungo fuggiti.

Lui mi sta fissando con tanto amore che temo potrei morirne.

Mi sollevo sulle punte e avvicino le mie labbra alle sue.

Le accarezzo dolcemente con le mie e poi le bacio.

Dapprima dolcemente e poi sempre più intensamente.

- Si Buffy – è un gemito la sua voce, una preghiera.

Il bacio diviene frenetico e le carezze più intime.

Mi allontana tenendomi per le spalle, siamo eccitati ed ansiosi come mai.

- Anya aveva ragione sai –

- Su cosa? – si irrigidisce leggermente ripensando a quello che è accaduto alla festa.

- Sul fatto che accanto a me avevo un Angelo –

Lo guardo con ammirazione, desiderio, passione, gratitudine ed immenso, immenso amore.

- Andiamo presto – mi prende per mano e mi trascina di sopra correndo.

George si è appena affacciato dal corridoio e sta per richiamarci indietro, ma si trattiene.

- Può aspettare…- dice a voce bassa con un mezzo sorriso e si dirige verso la cucina.

- Allora George parla, che sta succedendo. E’ di nuovo come prima? – Joyce piange in pena.

- Joyce temo che anche questa sera ci toccherà rimpinzarci di tutta questa buonissima roba da soli –

- Sono andati di sopra? Stanno litigando ancora? Buffy….–

- Si sono andati di sopra….ma non credo per litigare – le lancia uno sguardo malizioso – …e a giudicare dalla velocità con cui sono saliti, temo….che non scenderanno tanto presto –

Joyce passa dal pianto al sorriso alla velocità della luce.

- Davvero? – chiede come non lo credesse possibile.

George annuisce.

- Va bene George mi offri il braccio ed accompagni questa vecchia dama di compagnia a tavola? –

- Con grande onore e immenso piacere madame –

Sotto braccio si avviano verso la cucina finalmente un po’ sereni.

 

 

EPILOGO

 

sei anni dopo…………………..

 

- E così Harm si è dovuta rinchiudere nella sua casa in campagna? – Joyce sorride.

- Si a quanto pare quando a Londra hanno saputo del suo riprovevole comportamento le hanno chiuso tutti la porta in faccia….pensa che è stata anche cacciata da teatro. Tempi duri per lei –

- E i suoi famigliari le hanno fatto capire che era meglio che si ritirasse a vita privata –

George versa il tè nelle tazze.

- Beh se lo è meritato – sentenzia Joyce.

- Già – Entrambi vengono distratti dal piagnucolare di un bambino.

- Adesso basta Ann smetti di picchiare tuo fratello James –

- Quella bambina è davvero un …..diavoletto –

George sembra impressionato.

- Già….mi ricorda tanto qualcuno ….- Joyce fissa la bambina pensierosa.

Poi sorride dolcemente.

- Non faccio fatica ad immaginare chi – ridacchia George mentre sorseggia il suo tè.

- Ann non saltare in quel modo la staccionata –

- Oh mio Dio….. ecco lo sapevo –

James ha cercato di imitare Ann ed è caduto.

I suoi pianti riecheggiano per tutto il parco.

- James piccolo ti sei fatto male? –

- Pappamolle – urla ridendo Ann.

E saltella contenta attorno al povero James in lacrime che la guarda con odio.

- Si è fatto male? -

William si è affacciato alla finestra della nostra stanza sentendo il bambino piangere.

- Siamo a le solite Ann lo sta facendo impazzire….- ghigna divertito.

- Il che ci riporta direttamente alla nostra situazione….. mi stai facendo impazzire….e se non la smetti di fare quello che stai facendo giuro che …..oh…..siiiii ….te ….la ….faccio pa..ga….re…..ancora amore –

- Si davvero? – un lampo nel mio sguardo – avanti fammela pagare tesoro –

Si stacca dalla finestra e mi spinge verso il letto divertito.

- Va bene l’hai voluto tu……- ridiamo a più non posso e la danza riprende più sfrenata che mai.

- Ci sentiranno…-mormoro in preda all’estati

- Che odano pure…e ci invidino ...- ancora una debole risata e poi il suo dannatissimo sguardo sexy mi perde.

 

- Hai sentito George? Stanno ridendo ed è l’ora di pranzo……-

- Si ho sentito Joyce amore …..-

Sono pensierosi.

- Questo non promette nulla di buono……-

- Già nulla di buono……l’ultima volta che sono rimasti in camera sino a tardi e li ho sentiti ridere così……- Joyce sembra voler ricordare.

- E’ arrivata Ann –

- Si esatto – Si guardano rassegnati e sospirano.

- Speriamo solo che non sia come lei –

George guarda terrorizzato nella direzione di Ann che sta minacciando con un paletto di legno appuntito un divertito, ma anche terrorizzato James.

- Che Dio ce ne scampi….sarebbe la fine per noi -

Ridono entrambi e si portano la tazza del tè alle labbra e prima di sorseggiarla.

Un altro sospiro profondo e costernato.

- Un altro corredo….-

- Litri di liquore per il Signor William –

- Notti insonni….-

- Pannolini e poppate –

- Oddio mi sento male –

- Su fatti coraggio tesoro ……potrebbe andare peggio –

- In che senso? –

- Potrebbero essere gemelli –

- Oh Santo Cielo a questo non avevo pensato –

- Su, rincuorati ….abbiamo ancora nove mesi di tregua –

Joyce sorride e gli stringe la mano.

 

- Amore ……-

- Si Buffy ….-

- Ancora….-

- Sei insaziabile tesoro…..-

- Non vuoi …..-

- Se mi guardi in quel modo e se …..mi accarezzi così ……ahi…no ….no……Sì ancora amore –

- Questa la chiameremo Buffy se è femminuccia e William se è maschietto ……- sorrido maliziosa.

- Di questo passo….saranno gemelli…..-

- Ah…ah – ridiamo all’unisono pensando a Joyce e George disperati.

 

FINE