Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

IL DADO È TRATTO

Di Spuffy

 

 

La sala è gremita di gentiluomini, che sussurrano tra loro osservando il tavolo da gioco posto nel mezzo.

Seduti uno di fronte all’altro vi sono due uomini, uno più giovane sulla trentina con occhi scuri come la notte ed aria malinconica e triste.

Dall’altro lato un uomo più anziano, sguardo lucido, tipico di quelli presi da una grande passione. E la sua era il gioco. Per quanto facesse non riusciva a smettere.

- Ma quanto ha perso questa sera – si sentivano i mormorii dei presenti.

- Tutto, ha perso tutto. Mio Dio. Una fortuna. –

- E adesso? –

Tutti attendevano ansiosi.

-Allora che ne dice Lord Summers? La mia proposta mi sembra ragionevole…. Viste le circostanze-

- Io….- l’uomo più anziano esita, si passa la lingua tra le labbra e stringe le mani convulsamente.

Ma la sfida, l’attrazione per il tavolo verde e per quei due piccoli cubi bianchi dalle sei facce perfettamente squadrate con impressa su ognuna l’immagine della fortuna e della rovina, come un dio Giano bifronte, era troppo forte.

- E va bene accetto -

- Oh..- un moto di stupore attraversa tutti i presenti.

- Ma non è possibile. E’ impazzito –

- Si deve essere così – le voci si inseguono per tutta la sala.

Il vecchio con mani tremanti, prende un bicchiere di plastica nero e vi infila dentro i due dadi simbolo di perdizione. Lo agita e poi ne rovescia il terribile contenuto sul tavolo.

- Undici – urla con un sorriso beffardo in viso. E porge il bicchiere al suo avversario.

Con gesti calmi e lenti il giovane fa le stesse mosse dell’anziano e riversa i due dadi sul tavolo.

- Oh…. – un nuovo sospiro di stupore li circonda.

- Non è possibile ancora Dodici –

- Quei dadi sono stregati –

L’ uomo anziano ha un sussulto. Fissa incredulo i dadi e poi il volto diabolico del giovane.

- Ho vinto – dice semplicemente questi.

Prendendo dal tavolo il foglietto bianco poco prima firmato e riposto dal Signor Summers con mani tremanti.

- Non è possibile – ripete l’uomo sconfitto e umiliato.

- Non posso dirlo a Elizabeth, non posso –

- Non si preoccupi sarò un buon marito per sua figlia – ride il giovane D’Angel.

Lord Summers sbarra gli occhi, rendendosi conto della pazzia appena commessa.

Si alza e pesantemente si dirige nella stanza accanto.

Seguito dallo sguardo compassionevole e di rimprovero dei gentiluomini presenti in sala.

Richiude le porte dietro di se.

Tutti restano in silenzio ed attesa, mentre il giovane sembra gloriarsi della sua ennesima vittoria.

Poi uno sparo. E urla concitate. Alcuni dei giocatori si recano nella sala accanto e ne tornano con lo sguardo affranto e sconvolto.

- Si è sparato – dice uno di essi guardando con orrore il giovane Liam D’angel, ricco nobiluomo irlandese. Che da anni è un assiduo frequentatore del circolo londinese.

- E’ orribile – commentano tutti i presenti ma nessuno osa guardare in volto Liam o sfidarlo. Conoscono troppo bene la sua fama.

In disparte un giovane dai capelli castani, occhi profondi e intensi come il mare ed un’aria tenebrosa ed arrogante. Osserva in silenzio la scena sorseggiando il suo bourbon.

Si dirige dritto al tavolo da gioco e lancia un sacchetto di velluto rosso al centro.

- Tutto quello che avete vinto questa sera in un lancio. Si vince o si perde -

E fissa con fare sicuro il suo avversario.

Anche lui come il Signor Summers adesso ha gli occhi lucidi della passione irrefrenabile e insostenibile.

Esita alcuni istanti e poi ripone quanto precedentemente raccolto dal tavolo accanto al sacchetto di velluto rosso.

- Ma chi è? – domanda uno dei presenti.

- E’ William Darcy – e lo fissa.

- Oh quel Darcy? – l’altro annuisce.

- Anche il foglio – sorride William con sicurezza.

E Liam, estrae il foglio dalla tasca e lo getta sul tavolo.

Prende il bicchiere e lancia i dadi.

- Undici. E’ una maledizione – dicono tutti i presenti a bassa voce.

William fa lo stesso e tutto è silenzio.

- Dodici – dice con voce tranquilla.

- Ho vinto io Signor D’Angel. E’ stato un piacere –

Raccoglie con noncuranza la sua vincita e poi ripone con cura nella tasca il foglio bianco.

Liam ha il volto alterato dalla rabbia e dall’incredulità.

- Non è possibile – sussurra e fa una smorfia di disappunto.

- Tutto è possibile a questo mondo Signor D’Angel. – sorride ancora e poi si allontana.

Lasciando la sala con fare baldanzoso, in mezzo ai commenti più disparati.

- Povera Lady Summers, finire nelle mani di quel demonio –

- Già, almeno D’Angel è un gentiluomo a modo. ‘ Normale ‘, invece i Darcy sono una famiglia dal passato oscuro e così misterioso. E poi lui vive in quel castello arroccato in solitudine. …-

Si scambiano uno sguardo di intesa.

Il giorno dopo….

La carrozza corre veloce, dentro ci sono una donna e due uomini.

- Come credi sia questa Lady Summers, William? – domanda la donna alta, dal fisico pieno. Gli occhi azzurri e i capelli biondi fatti ricadere sulle spalle in mille boccoli dorati.

- Non lo so Harm – dice con aria indifferente William.

- E se fosse vecchia e brutta? Una megera, la sposeresti lo stesso William? –

Gli chiede Clement, un suo vecchio amico di college.

- Non lo so – sembra assorto in altri pensieri.

- Non sei almeno un po’ curioso William? – Harm lo sta deridendo.

- Forse – ribatte lui fissandola.

E’ sera inoltrata.

- Lei lo sa? – domanda Clement un po’ agitato.

- Si ieri suo cugino è andato da lei per informarla della morte del padre e di tutto il resto –

Guarda fuori un punto indefinito nell’oscurità.

Nella sala le luci sono spente, un maggiordomo entra con delle candele.

- Entrate Signori, ormai non vi attendevamo più -

Sembra imbarazzato.

- Grazie. Vorremmo vedere Sua signoria – domanda William sfacciatamente.

- Veramente…- si interrompe, sulla scala appare una donna di mezza età. Gli occhi sbarrati e un po’ impauriti. Regge in mano un candelabro accesso e zoppica leggermente.

- Signori? – chiede cauta.

- Lady Summers? – domanda William inchinandosi senza fare una piega, ma nel suo viso vi è un lieve cenno di delusione.

- Oh – la donna resta immobile e dietro di lei una ragazzina sui diciassette anni fa la sua comparsa. Sono io Lady Elizabeth Summers, anche se tutti mi chiamano Buffy.

- Buona sera signori – dico e gli fisso ad uno ad uno.

Poi con dolcezza mi rivolgo alla mia dama di compagnia e grande amica di sempre.

- Grazie Joyce puoi ritirarti adesso -

Ha le lacrime agli occhi, ma sa che non deve piangere, proprio come me.

Sono venuti a portarmi via tutto quello che possiedo. Anzi uno di loro è venuto a prendermi, perché io gli appartengo. Non sono stata interpellata, ne mi è stato chiesto se lo volevo. Ma gli appartengo.

- Buona sera – rispondono inchinandosi e si scambiano occhiate stupite.

- Hai visto quei capelli? E i suoi occhi sembrano due schegge di oceano verde delle indie – sussurra Clement a William, per non farsi udire.

- Ma dai Clement, non esagerare è una semplice ragazzina di campagna – sbuffa Harm che si sente minacciata dalla mia presenza.

- Sono Lord Darcy, Lady Summers e sono qui per reclamare quello che è mio – mi fissa e solleva il sopracciglio arrogantemente.

- Si vi aspettavo – sono rassegnata ma non sconfitta.

- Se volete seguirmi – lo precedo nello studio.

- Alfred offrite qualcosa da bere ai signori nel frattempo – mi inchino e poi entro nello studio.

Siamo soli l’uno di fronte all’altro che ci squadriamo come due avversari che si studiano prima della battaglia.

- Allora Signorina Summers, o dovrei dire Elizabeth? Siete pronta? -

Mi guarda fisso e attento.

- Per cosa? – lo sto fissando, anche io e attendo.

- A diciamo….sposare il vostro destino? –

Lo fisso incredula, cattivo umorismo.

- Mio malgrado devo esserlo – sottolineo la forzatura della situazione.

- Bene, domani stesso sbrigherò tutte le pratiche necessarie e di qui a sei giorni sarete mia moglie –

Continua a guardarmi fisso e il suo sguardo è imperscrutabile.

Non rispondo, il mio viso è affilato e teso.

- Elizabeth – dice piano e la sua voce è calda e avvolgente per un istante.

- Dovremo essere marito e moglie, comprendi quello che voglio dire? – e piega la testa da un lato cercando di scoprire sino a che punto io capisca quello che intende dire.

E confesso che non capisco cosa voglia dire, mia madre è morta dandomi alla luce e nessuno mi ha mai spiegato cosa volesse dire ‘ essere marito e moglie ‘. E per me i bambini nascono ancora sotto i cavoli.

Lo guardo ad occhi sgranati e lui sorride.

- Non fa nulla Elizabeth c’è tempo per questo -

- Lei potrebbe rinunciare – dico pronta e spero che ascolti il mio consiglio.

Lui mi guarda e il suo volto si indurisce.

- Sono un gentiluomo Elizabeth, non posso lasciarla per strada, ne tanto meno farla vivere in casa mia, o in una qualsiasi delle mie proprietà, senza che vi sia un legame di parentela tra noi. E’ mio dovere attenermi alla promessa e assumere le mie responsabilità -

Mi mordo il labbro e stringo il fazzoletto nella mia mano.

- Bene – dico senza enfasi.

- Domani mattina verrò a prenderla alle nove. Prepari i bagagli. Se ha qualche richiesta… –

- Posso portare Joyce con me –

- Si come desidera. Allora a domani – si avvicina e mi prende la mano tra le sue.

Con le labbra la sfiora leggermente e mi fissa per qualche istante.

Il mio battito è accelerato. E il viso si colora leggermente di rosso.

Lui mi sorride dolcemente

- A domani – e poi esce.

Sento i loro passi diretti alla porta e poi una carrozza che parte.

E finalmente posso piangere. Domani lascerò la mia casa per un posto sconosciuto.

Domani tutto questo sarà il mio passato.

Mi stringo nelle spalle e mi faccio forza.

‘ Io sono una Summers, e una Summers non si piega mai ‘.

Sola nel mio letto al buio penso a domani e a tutti i cambiamenti che improvvisamente la mia vita sta subendo. Calde lacrime mi bagnano le guance e ripenso a lui.

A mio cugino, l’amore della mia vita. Il ragazzo che speravo avrei sposato. Quante volte io e Riley avevamo giocato a marito e moglie.

E invece ieri notte è arrivato a casa trafelato, lo sguardo disperato e sconvolto. Mi ha presa tra le braccia e mi ha detto con tenerezza a bassa voce, come se il tono potesse farmi più male di quanto me ne avrebbe fatto quello che stava per dirmi.

- Elizabeth…mi spiace, tesoro…tuo padre è morto –

Non aveva voluto dirmi come si erano svolte le cose, ed io non avevo indagato.

Volevo conservare un buon ricordo di lui.

- Devi fuggire, subito – aveva poi aggiunto preoccupato.

Lo avevo fissato un po’ spaventata, chiedendomi cosa potesse essere accaduto di così grave.

Lui aveva esitato e poi aveva proseguito

- Ha perso tutto e….sei stata promessa in sposa. Ha firmato un impegno -

Avevo sgranato gli occhi sconvolta e avevo domandato con voce fredda, come stessi parlando di un’altra persona.

- Chi? -

Lui con gli occhi lucidi aveva detto

- Lord William Darcy -

Per me era solo un nome su cui i miei sogni si infrangevano.

- Perché? – avevo domandato ancora con le lacrime agli occhi.

Lui aveva abbassato lo sguardo e non aveva risposto, ma io avevo capito.

Un brivido di orrore mi aveva attraversata.

- Elizabeth…devi andartene -

- Ma tu non puoi riscattare la promessa? – avevo chiesto ingenuamente.

E lui si era sentito ancora più impotente.

- No, non posso Elizabeth, la posta è fuori dalla mia portata. Non accetterebbero la parola di un semplice sottufficiale della marina di sua Maestà la regina – aveva abbassato lo sguardo e la mia ultima speranza era svanita.

E domani sarei stata portata via da quel William Darcy. Il sonno non mi avvolge con la sua tiepida coperta fatta di sogni. resto al buio a piangere e mi sento più sola che mai.

La carrozza si è appena fermata davanti all’ingresso del palazzo. Io sono pronta da un po’. Ho salutato la servitù ed ho vagato per la casa per tutta la mattina. Ben consapevole del fatto che era l’ultima volta che vedevo quelle stanze dove avevo passato ore felici e spensierate.

Avevo riposto con cura tutte le mie cose nelle quattro valigie, il resto sarebbe stato trasportato poi.

Joyce era in cucina che salutava le sue compagne di lavoro e amiche. Pur essendo felice di venire con me.

Eccolo è davanti a me, e mi sta fissando. Quello sguardo mi fa un po’ paura.

- Salve Elizabeth – mi sorride.

Faccio un leggero inchino. Ma non parlo.

- Caricate i bagagli – ordina ad uno dei servitori.

- Cosa ne sarà di questa casa? – domando esitando.

- Non ho ancora deciso, forse la venderò –

Una fitta al cuore mi impedisce di parlare.

- Ho dimenticato ieri io…- sono timorosa.

Ho una richiesta da fargli e non so se lui l’accetterà.

Lui continua a guardarmi e aspetta.

- Ho un cavallo Starlight, avevo un cavallo – mi correggo - e volevo sapere se …..-

Abbasso lo sguardo e muovo nervosamente le mani sul mio vestito.

Lui si avvicina e le ferma prendendole tra le sue. Con un dito mi solleva il mento.

I suoi occhi sono fissi nei miei, mi sta scrutando. Sono così intensi e profondi.

- Tesoro – sorride – certo che puoi, te lo regalo – con il palmo mi sfiora leggermente la guancia e poi si ritrae.

- Su andiamo adesso – mi porge il braccio e io ancora stupita per quel suo modo di fare lo stringo.

Sono terrorizzata, come se stessi per fare un salto nel vuoto e non riuscissi a vedere cosa c’è in fondo.

Mi aiuta a salire in carrozza, chiude lo sportello e dice al suo valletto di ripartire.

Mi volto dall’altra parte e guardo fuori per nascondere alcune lacrime che sfuggite al controllo che mi sono imposta, scivolano via dalle ciglia.

Il silenzio tra noi è imbarazzante, evito il suo sguardo che sento spesso posarsi su di me e fissarmi.

- Elizabeth quanti anni hai? – domanda serio.

- Sedici, tra poco diciassette – dico senza guardarlo.

- Ah bene, e non hai mai avuto uno spasimante? Un compagno di giochi? – sembra curioso.

Arrossisco lievemente e poi faccio cenno di no con la testa.

Ride piano e poi continua a fissarmi intensamente.

- Quindi non sai nulla vero? – è in attesa.

Lo guardo nuovamente ad occhi sgranati, non riesco a capire cosa voglia da me.

- Cosa dovrei sapere? – domando.

- Interessante…comunque niente che tu non possa imparare – una strana luce gli attraversa gli occhi e il modo in cui pronuncia le parole non è per niente rassicurante.

- parlami un po’ di te. Dimmi cosa ti piace, cosa non ti piace avanti –

Non sono abituata a parlare molto, nella mia casa ero sempre sola.

- Non saprei – sono impacciata e le sue domande mi sembrano una intrusione nella mia sfera privata, anche se so che lui adesso ne ha tutti i diritti.

- Va bene….allora ti piace leggere? –

Faccio una smorfia.

- Ti piacerà…- di nuovo quella luce.

- Il tuo colore preferito? –

- Rosso –

- Il fiore? –

- Margherite –

- Cosa ti piace fare quando sei in casa? –

- Andare a cavallo e tirare di scherma –

Metto la mano davanti alla bocca. Avevo promesso a Riley di non dirlo mai a nessuno.

- Davvero, allora qualche giorno dovremo provare – ride fragorosamente.

- Ti piace ballare? – la sua voce ha assunto una tonalità più bassa e profonda, mi accarezza quasi l’orecchio.

- Si molto – dico senza esitare, anche se dal suo sorriso non sono sicura che stiamo parlando della stessa cosa.

- Anche a me piace molto ballare – di nuovo il suo tono profondo e avvolgente.

I suoi occhi mi fissano in modo strano, intenso e si soffermano sul mio volto…sulle mie labbra.

Sono agitata, e ansiosa, nessuno mi ha mai guardata così. Si morde il labbro inferiore per un istante.

Arrossisco violentemente e distolgo lo sguardo e un senso di calore mi pervade improvvisamente, quasi mi sento mancare.

Sono stanca, viaggiamo da ore e non so se la meta è vicina e non voglio domandarlo. Preferisco restare chiusa nel mio silenzio.

Chiudo gli occhi e sento ancora il rumore del pendolo che suona le sei… ora di cenare. Io che corro giù per il grande scalone e Joyce con fare arrabbiato, che mi urla dietro che una signorina, non si comporta a quel modo e che sono un maschiaccio.

Io rido e le giro intorno saltellando, lei alla fine cede e mi regala un sorriso.

Uno scossone e riapro gli occhi d’improvviso.

- Dove siamo? – domando stropicciandomi gli occhi assonnati.

- Siamo quasi arrivati passerotto – Lui non è di fronte a me, mi giro lentamente e lo vedo.

Adesso è seduto accanto a me e io ho la testa poggiata sulla sua spalla e la sua mano…il suo braccio, mi cingono la vita. E sta fissando la scollatura del mio vestito.

Sobbalzo e mi irrigidisco di colpo.

- Io…mi sono addormentata…non volevo…- non so cosa dire sono nella più totale confusione.

Lui continua a sorridermi e c’è un che di perverso nel suo modo di guardarmi.

- Ti stavi addormentando e ho pensato che poggiata alla mia spalla saresti stata più comoda -

- Oh beh, grazie ..- non so cosa dire.

- Niente, il piacere è stato tutto mio – di nuovo il sorriso infernale gli spunta tra le labbra ed io ho la sensazione che parliamo di cose diverse. Mi sento stupida e questo mi infastidisce.

Mi accomodo al mio posto, incrocio le braccia al petto e guardo fuori, il buio. ‘ stupido ‘.

La carrozza si arresta davanti a una grande casa, alta due piani, fatta di pietra viva. Con una finestra centrale a forma di mezza luna. È tutta illuminata da luci soffuse.

Sono senza parole. E un po’ timorosa. Quel luogo è così suggestivo.

- Siamo arrivati – mi prende per mano e mi conduce dentro.

- Hai fame vero? – mi guarda premuroso.

Annuisco, ho tantissima fame.

- George – chiama il maggiordomo.

- Si My lord –

- Fa servire la cena, la mia fidanzata è affamata e stanca per il viaggio – mi fissa per un secondo e poi si rivolge a Joyce.

- Gorge vi accompagnerà nella stanza della vostra padrona, preparatele un bagno caldo –

Non ha smesso di guardarmi.

- Vieni Elizabeth -

Mi porta in sala da pranzo e mi fa accomodare al tavolo. Si siede accanto a me e continua a fissarmi. Sono sperduta in quel posto così grande e nuovo per me.

Mi guardo intorno cercando di imprimere nella mia mente quanti più particolari possibili.

Arriva la cena: verdure. Il mio viso è una smorfia.

Ho sempre odiato la verdura cotta.

Non parlo, e comincio a giocherellare nel piatto.

- Elizabeth, cosa c’è? – mi chiede.

- Niente – dico pronta e metto in bocca un boccone che mastico a fatica e con fare disgustato.

Ride senza ritegno e mi ordina

- Sputalo -

Obbedisco e abbasso gli occhi, mi sento umiliata. Come fossi ospite e chiedessi l’elemosina.

- Elizabeth guardami – dice dolcemente.

Lo guardo, ho gli occhi lucidi.

- Tesoro se non ti piace basta che lo dici – poi come comprendendo il mio disagio aggiunge

- Piccola, qui tu non sei ospite. Sei la mia fidanzata e tra pochi giorni sarai la nuova padrona di casa. Non devi sentirti a disagio. Quello che è mio è a tua disposizione –

Quell’ affermazione mi lusinga, ma non riesce a far diminuire il senso di disagio e di estraneità che sento. ‘ voglio tornare a casa mia ‘ penso e poi trasalgo alle sue parole.

- Adesso questa è casa tua – lo guardo basita, a bocca aperta e mi chiedo come abbia fatto a capire cosa stessi pensando.

Lui sorride mi prende di nuovo la mano per qualche secondo. Poi fa portare via il mio piatto e dice

- Gorge fa portare pane tostato, marmellata e il dolce al cioccolato – mentre parla mi fissa cercando di capire l’effetto che le sue parole hanno su di me.

Adoro le torte e soprattutto il cioccolato e mi piace da morire pane e marmellata.

I miei occhi si illuminano e lui sorride.

- Come hai fatto a sapere? – domando curiosa facendomi coraggio.

- Beh semplice a tutte le bambine piacciono i dolci –

Storco la bocca, mi sento offesa da quella affermazione.

- Sei adorabile quando metti il broncio, mi fai già impazzire Elizabeth… anzi Buffy. Ho sentito che ti chiamano così a casa è vero? -

- Si – dico seccata e lui ride.

- Si decisamente adorabile –

Sono davvero affamata. Divoro senza ritegno una enorme fetta di dolce e poi mi spalmo quintali di marmellata sul pane tostato.

Lui sorseggia lentamente il suo tè e mi guarda mangiare.

Devo sembrargli terrificante.

Alla fine tiro un sospiro soddisfatto, sono sazia.

Lui è rimasto immobile.

Si avvicina e mi passa lentissimamente un dito sulle labbra.

Lo guardo interrogativamente.

- Hai un po’ di marmellata sulle labbra -

Si porta il dito alle labbra e lo succhia, e di nuovo quella luce nei suoi occhi.

Mi alzo, devo uscire da questa stanza fa troppo caldo e il suo sguardo non mi piace.

- Vado a fare il bagno – ho completamente dimenticato le buone maniere.

Non so come rimediare.

Mi inchino e non ricordo cosa devo fare.

Ride forte

– Si vai pure Buffy hai bisogno darti una ‘ rinfrescata ‘ sembri accaldata –

Sul viso appare un ghigno beffardo più che un sorriso.

- Si vado – e mi dirigo verso la porta, anzi verso una porta.

Mi guardo intorno ci sono cinque porte ed io non so quale sia quella giusta.

Resto ferma in mezzo alla sala. Lui mi è alle spalle.

Posa delicatamente le mani sulle mie braccia e un brivido mi scuote.

E poi mi conduce verso quella giusta.

Siamo di nuovo nell’ingresso.

Io mi guardo intorno ci sono due scale e mi rendo conto che non ho la più pallida idea di dove sia la mia stanza.

Lui allora mi sussurra all’orecchio

- Sarà meglio che ti accompagni io passerotto o potresti perderti -

Senza attendere risposta mi prende sottobraccio e mi conduce su per le scale, in un largo corridoio con vari ritratti appesi al muro. Ci sono due porte una di fronte all’altra, lui mi accompagna a quella di destra.

- Questa è la tua stanza per ora. Dopo verrai nella mia e indica la porta a sinistra -

Sto andando a fuoco. E lui se n’è accorto e mi fissa con due occhi che sembrano carboni ardenti.

- Buonanotte tesoro a domattina – gli porgo la mano per farmela baciare.

Lui la prende e china la testa nel gesto di baciarla, ma invece mi attira a se e mi da un lieve ma intenso bacio sulle labbra.

Spalanco gli occhi e per un istante incrocio i suoi.

Sono beffardi e il suo sorriso è davvero demoniaco.

Apro la porta e la richiudo velocemente alle mie spalle, mentre il mio cuore batte all’impazzata.

‘ Mi ha baciato. Il mio primo bacio ‘ e mi tocco le labbra ancora incredula.

Mentre attraverso la porta sento la sua risata e i suoi passi che si allontanano.

Mi rigiro nel letto, non riesco a prendere sonno ‘ il letto nuovo ‘ mento a me stessa.

Sto ancora pensando al suo bacio. E sono furiosa, non doveva senza il mio permesso.

Poi penso che tra pochi giorni sarò sua e non dovrà chiedermi il permesso.

Ma non oggi. Cerco di farmi coraggio.

Penso alla stanza dall’altra parte del corridoio e alle sue parole ‘ Dopo verrai nella mia ‘.

Ho i brividi che mi corrono lungo tutta la schiena. È la paura.

C’è la luna questa notte e Il vento fischia tra gli alberi che si muovono creando degli strani giochi di luci e ombre riflessi sulla parete della stanza.

Ficco la testa sotto le coperte e cerco di dormire.

- Alzati Buffy, alzati – Joyce mi scuote.

E’ stata sempre la sua croce riuscire a farmi alzare presto.

- Presto signorina, il suo fidanzato è già sceso per la colazione e non sta bene che lei non sia seduta al tavolo con lui. –

Sbuffa.

Mi stiracchio e poi finalmente mi decido ad alzarmi.

- Il bagno è pronto su avanti non faccia i capricci -

- Va bene – mugugno e la seguo.

Sono riuscita a ritrovare la sala da pranzo.

Entro silenziosamente.

Lui si alza e mi sposta la sedia per farmi sedere.

- Ben svegliata tesoro. Dormito bene? -

- Abbastanza – dico sinceramente.

Anche se le mie occhiaie parlano chiaro.

- Latte e caffè – la mia passione.

Mi versa una tazza di latte e un cucchiaio di caffè.

Lo sorseggio lentamente e addento un biscotto.

- Cosa vorresti fare oggi? Ti andrebbe di vedere la tua casa? -

- Mm…si va bene – sono curiosa di visitare questo strano posto penso.

- E’ molto antica? .-

- Si molto – risponde fissandomi.

- Appartiene alla mia famiglia da generazioni ormai –

Ho finito di bere e le mie labbra sono sporche di schiuma e latte.

Lui le sta fissando di nuovo e si sta ancora mordendo il labbro inferiore.

Prendo un tovagliolo al volo e lo passo su.

Non voglio che rifaccia il gesto della sera prima.

Lui capisce e sogghigna.

- Su andiamo te la faccio visitare -

Mi porta a spasso per i corridoi e i vari piani di Pembley.

- Poi possiamo visitare il parco? – chiedo guardandolo speranzosa.

- Si certo, ci sono alcuni angoli appartati davvero incantevoli.-

- Ah bene…si può cavalcare? – chissà perché questa mia domanda sembra divertirlo ogni dire.

- Si anzi era proprio quello a cui stavo pensando io – e tossicchia per cercare di smettere di ridere.

- E io potrei? – ‘ ma accidenti finiscila o giuro che ti prendo a schiaffi ‘

Sembra che ogni cosa che dica lo faccia morire dalle risate.

- Beh se è per questo è proprio questo che intendevo – ‘ ti odio ‘.

- Uffa. Ma si può sapere cosa ho detto di così sconveniente? –

Punto i pugni sui fianchi e lo fisso.

- In fondo ho detto solo che voglio cavalcare il mio cavallo nel tuo parco -

- Beh non ti permetterei di cavalcare in nessun altro parco o giardino tesoro –

- Stupido – non so come sia accaduto,non avevo mai insultato nessuno sino ad allora.

Abbasso la testa pronta a sorbirmi la sua ira. E attendo ad occhi chiusi.

Sento la sua mano posarsi sulla mia guancia e accarezzarla delicatamente.

- Si Buffy potrai cavalcare quando e come vuoi. Sei proprio adorabile mio piccolo e ingenuo passerotto – e di nuovo posa le sue labbra sulle mie.

D’istinto mi ritraggo ma questa volta lui con un braccio mi cinge la vita e mi attira a se.

E il bacio si fa più intenso, ma io mantengo serrate le labbra.

Quando si stacca sono senza fiato ed ho gli occhi lucidi e tremo per l’emozione.

Anche lui sembra alterato, ed i suoi occhi sono lucidi.

Abbasso lo sguardo e stringo i pugni.

Lui mi lascia andare e riprendiamo la visita della casa come nulla fosse.

- E’ davvero bellissima anche se a casa mia c’è un orto, dove mia mamma aveva piantato semi dei fiori più diversi, che in primavera diventa come l’arcobaleno. Ed è il posto più bello al mondo –

Gli dico saltellando per il corridoio, sbirciando dalle grandi vetrate.

Poi improvvisamente mi fermo e comincio a piangere, non rivedrò mai più la mia casa.

Sto guardando fuori ma i miei occhi non vedono che i miei ricordi.

Sento le sue mani stringersi sui mie fianchi e lentamente girarmi. Non lo guardo.

Mi solleva il mento e mi guarda con dolcezza

- No, non piangere piccola. Stss…- mi asciuga le lacrime passando le dita sulle ciglia.

E poi lo sguardo si fa penetrante, mi stringe e comincia a disseminare piccoli baci sul mio viso.

- Oh sei così…così….piccola, dolce. Mi farai impazzire lo sento. –

- Lasciami – cerco di allontanarlo.

Continua a baciarmi, mentre le sue mani mi accarezzano sempre più sensualmente.

- La tua pelle, la tua pelle – ripete e mi bacia.

Cerco di mantenere chiuse le labbra, ma il suo è un assalto sempre più violento.

- Basta! No – cerco di dire ansimando.

Con la mano sfiora la mia pelle appena sotto il pizzo della scollatura, ed io sussulto.

La sua lingua scivola tra le mie labbra e mi assapora, vogliosa.

Mio malgrado quel contatto mi fa fremere e non posso non rispondere al suo bacio.

- ahhh – emetto un gemito soddisfatto

- Sì – sussurra lui dopo aver liberato le mie labbra.

Ci fissiamo per un breve istante e poi corro via.

Mentre nelle mie orecchie risuona la sua risata.

- Tanto non puoi scappare passerotto, ancora pochi giorni e sarai mia -

Mi sono persa sto vagando per un corridoio buio e angusto e non so dove mi trovo.

Ho un po’ paura.

Riprendo fiato, mi guardo intorno smarrita. E piango.

- Perché? Perché Papà? Perché mi hai fatto una cosa simile -

Stanca e abbattuta mi rannicchio in un angolo e mi prendo le ginocchia tra le mani.

Vi affondo la testa e sono scossa da singhiozzi.

Non so quanto tempo sia passato, ma adesso e tutto buio intorno a me, ed io penso che nessuno mi troverà più.

Sono stanca e affamata.

Infine proprio quando mi sto per abbandonare al sonno sento la sua voce che mi chiama.

- Buffy, sei qui? – sembra preoccupato e agitato.

- Si. –

Urlo e salto in piedi.

Lo fisso con le lacrime agli occhi e gli corro incontro.

Sono tra le sue braccia e mi stringo al suo petto.

- Avevo paura, pensavo che non mi avresti mai trovata…- le lacrime scendono da sole.

- No tesoro, certo che ti avrei ritrovata, sempre. Stai tranquilla, se non ti sono venuto a cercare prima è perché pensavo fossi nella tua stanza. –

Mi accarezza la nuca e mi stringe a se.

- Poi hanno servito la cena e Joyce mi ha detto che non riusciva a trovarti da nessuna parte, ho capito subito che ti eri persa e ti sono venuto a cercare -

Mi sento rincuorata.

E’ bello stare così abbracciata a lui, sa di buono.

Mi solleva il mento e mi bacia

- Merito una ricompensa non ti sembra –

Mi sussurra mentre imprigiona le mie labbra tra le sue.

E questa volta non faccio resistenza.

Lascio che scivoli sensualmente nella mia bocca e la esplori lentamente.

Quando stacca le sue labbra dalle mie, mi fissa intensamente.

Il mio cuore sembra stia per saltare fuori dal petto.

Poso una mano come a volerlo trattenere e lui mi stringe ancora di più.

Infine mi prende per mano.

- Su andiamo, avrai fame -

Mangiamo in silenzio, sono ancora scossa per tutto quello che è accaduto.

Troppe emozioni tutte insieme.

- Buonanotte – gli dico alzandomi, sperando lui non voglia accompagnarmi.

Sono troppo agitata.

Lui si alza, sta spogliandomi con lo sguardo.

Tremo sotto quello sguardo avvolgente.

Sforzandosi distoglie i suoi occhi e si inchina leggermente

- Buona notte tesoro a domani –

Mi bacia sulla fronte e mi lascia andare.

La mattina dopo quando scendo per la colazione la casa è vuota, lui non c’è.

- Dove è andato il signore? – domando curiosa.

- E’ andato in città – mi risponde il maggiordomo.

- Mi ha detto di dirle che tornerà presto però –

- Ah va bene – giro per le stanze e sto in ascolto.

Mi rendo conto con sconcerto che mi manca. Si lui mi manca, non vedo l’ora torni da me.

Sento i rumori di una carrozza, corro per il corridoio e mi affaccio dalla scalinata.

- William – grido con voce allegra.

Invece mi appare davanti una donna, riccamente vestita.

Il viso tondo e due occhi come il cielo.

La fisso non sapendo bene come comportarmi.

- Tu devi essere Elizabeth immagino? – mi sta squadrando.

- Sì – dico pronta e sostengo il suo sguardo.

- Sono Darla, una vecchia amica di William. È in casa? – si guarda intorno, ma sento che in realtà mi sta osservando.

- No è fuori – dico d’impulso.

- Già immaginavo. Tipico di William. Povera cara, prima ti abituerai alle sue pazzie e stravaganze prima troverai pace –

- Comunque ti ho portato qualcosa da indossare. L’ultima moda di Londra. –

Dice passandomi un pacco enorme.

- Vedrai a William piacerà – sorride maliziosa.

- Ma…- non so bene cosa voglia dire, ma l’idea di piacergli mi lusinga.

- Su avanti va a indossarlo prima che torni –

Faccio cenno di si con il capo e salgo di sopra.

Mi spoglio rapidamente e indosso il meraviglioso abito di tulle beige.

- E’ troppo stretto – protesto con Joyce.

- Signorina, è normale. Su avanti si faccia bella per il suo sposo –

Arrossisco. Sento di nuovo la carrozza.

- E’ lui – e corro via inseguita da Joyce che cerca di riordinarmi il vestito come può

Sono trafelata quando arrivo sulle scale.

Lui è di sotto che sta baciando la mano a Darla, sono gelosa.

- Ciao – dico infantilmente imbronciata.

- Cia…o – il tono entusiasta di William si spegne e aggrotta le sopracciglia.

- Che vuol dire? – fissa Darla.

- Oh dai William, mi sembrava una cosa carina. – ride con cattiveria.

- Togliti quel vestito – mi dice e la sua voce è fredda.

- Ma…io ……- spalanco gli occhi, non capisco.

- Togliti quel vestito Buffy – il suo tono è alterato e i lineamenti sono duri.

Si avvicina pericolosamente a me.

Il busto mi stringe troppo forte, e la paura mi attanaglia. Svengo.

Sento le sue braccia sorreggermi.

- Presto portate dell’acqua – dice con voce sicura e mi adagia sul divano.

- Tesoro come stai? Va meglio? – mi sta accarezzando la fronte, madida di sudore.

- Andate via – dice ai servi e restiamo soli nella stanza.

Darla lo sta fissando in silenzio, seria.

- Non dovevi mettere questo strumento infernale – mi sbottona il vestito.

Sto rinvenendo e sono imbarazzata.

Lui non sembra farci caso e mi slaccia il corpetto.

Ed io arrossisco violentemente.

Il mio seno libero da costrizioni si adagia mollemente.

Lui lo sfiora con una mano.

Mi irrigidisco e mi copro come meglio posso.

Un lampo nei suoi occhi mi fa rabbrividire.

Ma è solo un attimo.

Si toglie la giacca e me la posa sulle spalle.

- Non indossare mai più roba del genere Buffy va bene? te lo proibisco -

Annuisco, incapace di parlare.

- Su vieni -

Cerco di alzarmi, ma sono ancora debole.

Lui mi solleva tra le braccia e mi porta su.

Sotto gli occhi sbigottiti e fiammeggianti di Darla.

Poso la testa sul suo petto e non oso guardarlo.

Una sensazione di calore e di gioia mi pervade.

- Non volevo, cosa ho fatto? – sollevo lo sguardo e lo fisso.

- Niente piccola, niente non è colpa tua – mi bacia sulla fronte.

Siamo davanti alla porta della stanza.

Mi distende sul letto e resta per qualche istante a fissarmi.

Io tengo stretta la giacca sul petto.

Sembra combattuto, non si decide a lasciarmi.

I nostri visi sono vicinissimi.

Sta fissando le mie labbra adesso e ha il sopracciglio inarcato.

Il suo sguardo scorre lungo il mio collo e si sofferma sulla pelle che resta scoperta sul mio petto.

- No – dice alzandosi.

Sorride

- sarà più bello – ed esce.

Ed una nuova sensazione di delusione mi assale.

A pranzo c’è anche lei. Sembra a suo agio in questa casa, deve conoscerla molto bene.

- Vedo che stai meglio. Bene come ti trovi qui piccolo passerotto? – domanda con voce mielosa e atteggiata.

- Non saprei, devo ancora decidere –

- Sai questa casa un tempo era sempre piena di gente, c’era una festa al giorno e vi partecipava tutta la nobiltà londinese –

- Ah e come mai non si fanno più feste? –

- Dal giorno della disgrazia. Vero William? – lo fissa.

- Basta Darla, non mi va di parlare di cose passate adesso –

- Che disgrazia? – sono curiosa come non mai.

- Non dirmi che William non ti ha detto nulla mia cara – e continua a fissarlo.

Lui a sua volta le lancia uno sguardo duro.

- Ho detto basta Darla – la sua voce è un sibilo.

I miei occhi passano da Darla a William.

Vorrei fare altre domande, ma il suo sguardo adirato mi dissuade.

- Che ne diresti di fare una passeggiata dopo pranzo piccola? -

- Oh ..volen…- sto per risponderle di sì quando lui mi interrompe.

- No. Buffy passerà il pomeriggio con me se non ti spiace Darla. –

I suoi occhi la rimproverano.

- Oh ma William non dirmi che già da ora l’hai segregata? –

ride.

- Si è proprio così – risponde William ed accenna un lieve sorriso.

- Ma io voglio passeggiare – dico con sincerità.

- Si va bene amore andremo a passeggio noi due soli –

Sento che non vuole lasciarmi solo con lei e non capisco il perché.

Quando loro si allontanano abbastanza mi avvicino a George e gli domando

- Ma chi è quella Darla? -

Il maggiordomo mi risponde senza esitare

- E’ la sorella della defunta Signora Darcy -

- Chi? – domando – la madre di William? –

- No la prima moglie –

sgrano gli occhi. ‘ William è stato sposato? ‘

- Si per quattro anni poi lei è …morta -

Esita.

- Come? – sta per rispondere quando sento William chiamarmi.

- Su avanti vieni Buffy –

Gli raggiungo e nella mia mente riecheggia la frase di George.

- A quando il lieto evento? – sembra molto interessata all’argomento.

- Presto. Molto presto – lui mi guarda con desiderio.

- Ossia? Una settimana? Un mese? –

- Dopodomani – dice secco ed io ho un sobbalzo.

‘ dopodomani ‘ è così vicino, troppo presto, non sono pronta.

- Così presto? – anche Darla sembra stupita e contrariata.

- Si non posso più aspettare –

Il modo in cui lo dice mi fa arrossire e fa diventare verde Darla.

- Quindi posso farti i miei auguri -

- Ti ringrazio Darla. So quanto sono sinceri – e c’è un che di beffardo nella voce di William.

Non riesco a capire che la metà di quello che stanno dicendo e questo mi indispettisce.

Accelero il passo, sono stufa di fare da terzo incomodo vadano al diavolo entrambi.

Rimasti soli Darla gli domanda

- Ma sei sicuro di quello che fai William? -

- No per niente, ed è questo il bello – sorride guardandomi bighellonare davanti a loro.

- Ma è una bambina. Credo non sappia nemmeno quale sia la differenza tra un uomo e una donna –

- Già, lo temo anche io …. Anzi lo spero. Sarà stupendo farle scoprire..- si ferma.

- Il sesso? La passione? – domanda fissandolo con desiderio a sua volta.

- Si esatto – un velo di tristezza passa sul suo viso.

- Ma se dovesse deluderti? –

- Non lo farà. Mi piace, e la sua ingenuità mi da alla testa –

- Si ho visto – si morde le labbra.

Non è contenta di quella conversazione.

Ma nei suoi occhi non c’è rassegnazione anzi.

Dopo cena Darla insiste per suonare il piano.

Io non lo so fare.

E’ davvero bravissima, sono li che l’ascolto a bocca aperta.

Quando termina l’esecuzione batto le mani.

Lui sorride, Darla mi guarda poi dice

- su avanti Buffy tocca a te -

- no io veramente non so suonare – arrossisco.

- su non fare la modesta avanti –

cerco di evitarlo, ma alla fine sono seduta davanti allo spartito e so che farò una brutta figura.

E infatti infilo errori uno dopo l’altro. Al termine, non oso guardarli.

Poi sento il suo applauso, alzo lo sguardo e lui mi è accanto e mi sorride dolcemente.

- Davvero brava tesoro – mi stringe le braccia tra le sue.

- William l’amore oltre che cieco deve essere anche sordo - e sogghigna.

- No Darla, io credo ci veda benissimo - e continua a fissarmi.

- Beh tesoro non preoccuparti tanto William come minimo ti insegnerà a suonare il flauto a meraviglia – ride di gusto.

- Veramente un po’ già lo so suonare –

- Davvero? Ma ti garantisco che non c’è paragone con il flauto di William –

con lo sguardo smanioso gli percorre il corpo.

William sorride ma non risponde. Mentre io gli fisso interrogativa entrambi.

- Ora sarà meglio che ti ritiri Buffy – dice William mentre guarda lei.

- Perché? – protesto seccata.

- Domani hai molte cose da fare -

Sbuffo e mi rassegno ad andare nella mia stanza.

- Non è giusto – dico – anche lei deve preparare un sacco di cose per domani e anche tu -

- Si è vero – replica subito Darla.

- Ma poi per me non c’è la prima notte di nozze – ride maliziosamente.

- Beh a dormire non è che ci voglia chissà cosa –

William mi fissa ed i suoi occhi sono accesi.

Darla scoppia a ridere come una matta.

- Si, piccola non ci vuole niente hai ragione -

Sono furiosa e mi sono stancata del loro linguaggio in codice.

Mi giro sui tacchi e senza salutare esco dalla stanza.

Subito vengo frenata dalla sua mano che mi serra il braccio.

- Buffy buonanotte – mi attira a se e mi bacia lentamente.

Non gli rispondo e lui continua

- Ti prometto che domani capirai tutto - con l’altra mano mi sfiora la pelle appena sotto la scollatura.

Ancora quello sguardo indecifrabile che mi divora.

Ed io arrossisco e scappo via.

Di sotto nella sala….

- William secondo me dovresti pensarci -

- Si? –

- Lei non ti ama, e soprattutto non può darti quello che tu vuoi da una donna –

- Ah no? E cosa vorrei io da una donna? –

- Passione, perversione, mistero –

- Le ho già avute Darla – sorseggia il suo bourbon

- Si ma …-

- Niente ma. Adesso voglio Buffy e l’avrò –

- Ma non pensi alla poverina? A quando ti stancherai di lei e la lascerai sola in questa grande casa?-

- E chi ti dice che mi stancherò? Sei molto sicura di te Darla –

- So come sei fatto William, a te piace il rischio. Piacciono le donne con esperienza non le scolarette in vacanza –

Ride anche lui adesso.

- Se lo dici tu Darla..-

- Rinuncia, io posso darti quello che vuoi da una donna – gli si siede accanto e fa scivolare una mano lungo la sua coscia.

Lui la fissa e si fa serio. Lei lo bacia e lui resta immobile.

Quando lo lascia andare lui sorride beffardo.

- No grazie Darla, quello che voglio è di sopra che ancora per poche ore dorme da sola nel suo letto di fanciulla -

Si morde il labbro e poi si alza.

- Buonanotte a domani – si inchina e sale le scale.

Lasciandola in preda alla rabbia e all’insoddisfazione.

Il mio sonno è agitato e popolato da ombre. Vedo una chiesa le cui mura sono cadenti.

Tutta circondata da erbacce e sterpaglia. Vetri rotti attraverso i quali soffia il vento.

Mozziconi di candele spente. Ragnatele ovunque e le campane che suonano.

Una musica stonata suona ed io vestita di nero incedo lungo la navata, a passo lento e cadenzato.

All’altare un uomo mi aspetta, Riley, io devo sposare il mio adorato cugino.

Ma quando si gira mi rendo conto che è William. Comincio a piangere e lo imploro di lasciarmi.

Ma la sua mano mi tiene legata a lui. Ed ha quel sorriso beffardo sul viso.

La musica cessa e lui mi fissa con desiderio. Poi mi si avvicina e comincia a baciarmi.

Cerco di allontanarlo e lui per tutta risposta mi strappa il corpetto lasciandomi nuda davanti a lui.

Poi mi sveglio di soprassalto ed urlo.

La porta si apre e William entra silenzioso nella stanza e si avvicina al letto.

- Tesoro cosa c’è? Hai avuto un incubo non è niente -

Mi stringe tra le braccia e mi accarezza il volto.

Continuo a piangere.

- La sua mano scivola lentamente tra i miei seni, seminascosti dalla camicia da notte.

Ansimo dall’emozione, mentre i suoi occhi fissi su di me brillano.

- Ti voglio passerotto da impazzire -

Non parlo ma il mio respiro si fa sempre più affannoso.

Mi spinge sdraiata sul letto e mi si adagia sopra.

La sua mano sotto la camicia ed io gemo al suo tocco sensuale e mi spingo verso di lui.

- Ti piace vero amore? – sussurra e stringe il mio seno tra le dita.

- Io…- ansimo ancora più forte.

La sua mano tira su lentamente la camicia da notte lasciandomi scoperte le gambe e si infila sinuosamente tra le mie cosce.

A questo punto arrossisco violentemente e lo spingo via.

Tirando giù la camicia con entrambe le mie mani e rannicchiandomi.

Lui si ferma mi fissa qualche attimo.

Si passa una mano tra i capelli e sospira rassegnato .

- Si hai ragione, devo avere ancora un po’ di pazienza. Buonanotte Buffy -

Si alza ed esce rapidamente dalla stanza senza voltarsi.‘ Dopodomani non potrò più mandarlo via, non potrò più fermarlo. ‘

Un fremito mi attraversa da capo a piedi.

La mattina appena alzata ci sono le prove del vestito, non sapevo nemmeno che lui ne avesse comprato uno.

- In fatto di misure William è un mago, si vede che conosce bene le donne – ride fissandomi.

- Tu sei la sorella della sua prima moglie? – domando senza esitazione, ed è l’incoscienza della mia età a parlare.

- Si, la mia povera sorella è morta quattro anni fa –

il tono sensuale della sua voce si incrina per un secondo.

- Ah e come? – decisamente priva di tatto.

- E’ caduta da cavallo –

- Mi spiace – dico sinceramente.

- Anche a me. Volevo molto bene a Drusilla. E poi ha spezzato il cuore di suo marito –

Quelle parole non so perché mi causano una fitta al petto.

- Lui era pazzo di lei, il giorno che è morta ha fatto chiudere la sua stanza lasciando tutto come era. E non ha più aperto la casa a nessuno. -

- Oh – riesco solo a dire.

- Sai quando hai indossato il vestito? –

Faccio cenno di si con la testa.

- Era una prova, volevo vedere se lui aveva dimenticato Dru, e come avrai capito…-

lascia in sospeso le parole.

Di nuovo una fitta.

- Si ho capito – abbasso lo sguardo.

- Secondo me sta facendo un grave errore a sposarti –

si fa più vicina ed attenta.

- Ah tu pensi? -

- Beh certo lui non ti ama –

- No –

- Perché questa sera non gli parli? Non gli dici che non lo ami, magari che ami qualcun altro. Forse alla fine ragionerà. –

- Tu credi? –

- Beh penso che se tu gli fai capire che non lo vuoi come marito alla fine….capirà –

- Si ma dove andrei? – domando sconsolata.

- Beh magari proverei io a trovarti un buon partito di tuo gradimento naturalmente –

I suoi occhi sono scintillanti.

- E va bene gli parlerò – rispondo non del tutto convinta.

Poi improvvisamente come ricordandomi qualcosa le domando

- E cosa devo dirgli? -

- Digli che ami qualcun altro, che non saresti felice sposandolo. Fantasia ragazza, fantasia –

- Sì giusto –

Lui non si fa vedere tutto il giorno. Aspetto ansiosa che arrivi, spero di riuscire a convincerlo.

A cena finalmente lo rivedo. Sembra allegro e ansioso.

- Buona sera signore – dice inchinandosi.

Bacia la mano a Darla e poi si avvicina a me con fare sensuale.

E mi bacia teneramente sulle labbra.

- Ancora poche ore mia cara -

Darla stringe i pugni poggiati sul tavolo. Ma continua a sorridere.

Si parla del più e del meno, poi quando ci sediamo per prendere la cioccolata Darla mi fa cenno con la testa.

- William posso parlarti…posso parlarle – non so che persona usare con lui.

- Va bene il tu Buffy. E si certo che puoi parlarmi –

- Io credo….io credo che sia un grave errore sposarci – lo dico rapidamente.

- Ah bene. Davvero? – non sembra sconvolto dalla mia affermazione.

- Si davvero – cerco di farmi coraggio.

- Sarà meglio che mi ritiri – dice Darla soddisfatta.

- E perché? – domanda William spavaldo.

- Non vuoi sentire il resto? In fondo è una tua idea – lui sa.

Darla fa finta di nulla e lo guarda stupita.

- Io? cosa vuoi che c’entri io – e si ferma.

- No sono io che lo penso – dico ma si vede che è una bugia.

- Si certo. Comunque voi dirmi perché sarebbe un errore sposarci? –

- Io non ti amo – dico secca.

- Mi amerai – risponde calmo.

- No, amo un altro –

- E chi? –

- Mio cugino Riley – arrossisco, in fondo era il mio sogno di ragazza.

Si acciglia improvvisamente, e il mio atteggiamento imbarazzato sembra infastidirlo maggiormente.

- Tuo cugino – un sorriso è spuntato sulle labbra di Darla, che sente la vittoria avvicinarsi.

- Non importa –

- Ma!!! – non so cosa dire adesso.

- Ti passerà quando sarai mia moglie – giocherella con il bottone della sua giacca.

- Non mi passerà –

- Oh invece si…o ieri in camera tua con me pensavi a tuo cugino? –

I suoi occhi sono beffardi e maliziosi. Solleva il sopracciglio.

Sto per dire qualcosa ma le parole mi muoiono in gola per l’imbarazzo e la vergogna.

- Non vergognarti tesoro eri bellissima – sorride.

Darla non ride più adesso, il suo viso è una smorfia.

In bocca sente il sapore della sconfitta.

Sa che non lo fermerà. Che lo ha perso.

Abbassa leggermente il capo e sospira.

- Adesso posso andare mi sembra –

William questa volta si limita a guardarla.

- Buona notte a domani – e si avvia su per la scala.

Lui mi fissa.

- Io continuo a pensare che non saremo felici – sono sconsolata anche io ho miseramente fallito.

Si alza di scatto e prendendomi per il polso mi attira a se.

- Io credo di no – mi sta baciando.

Un bacio diverso dagli altri. Più profondo, intenso e lussurioso.

Mi stringe, quasi a volermi togliere il fiato e le sue mani sono scivolate tra le mie gambe.

Le accarezza attraverso la stoffa e risale verso la mia femminilità.

Una vampata di calore mi assale.

- No ti prego – gli sussurro.

Mi spinge contro il muro e con il suo corpo preme su di me.

Le sue mani mi accarezzano sempre più sensualmente.

Con le labbra scivola sul mio collo e sulle spalle infine con l’altra mano si aggrappa alla mia scollatura e la tira giù, lasciando scoperto il mio seno sinistro.

Mi guarda con una strana luce negli occhi.

I miei gemiti riempiono la stanza.

Io non respiro più, sollevo la testa e chiudo gli occhi.

Passo una mano tra i suoi capelli.

Poi lui posa le sue labbra sulla punta del mio seno, strappandomi un grido.

Sorride e comincia a succhiare avido.

- Basta ti prego – lo imploro di nuovo e le lacrime bagnano il mio viso.

Siamo avvinghiati. Ormai sono incapace di resistergli.

Mi bacia ancora sulle labbra disperatamente e poi si stacca da me.

Continua a fissarmi con sguardo alterato per alcuni istanti e poi si allontana.

- Adesso vai a letto Buffy è meglio. Noi ci sposeremo, e questo è quanto. Buonanotte tesoro a domani -

Mi apre la porta e si sposta per lasciarmi passare.

Sono rimasta attaccata alla parete in silenzio ad occhi bassi.

Sollevo lo sguardo e lo fisso un istante.

Poi corro via in preda alla paura e all’angoscia.

Domani lui non mi lascerà andare come questa sera ed io mi sento di morire.Non ho chiuso occhio, è mattina presto e la mia stanza è un viavai di gente.

Una cameriera mi pettina, una mi veste.

- Ahi mi fate male – cerco di liberarmi.

- Su signorina stia ferma o non riuscirà ad essere pronta in tempo –

- Joyce – la chiamo a bassa voce

- Si Buffy dimmi –

- Non voglio sposarmi. Ho paura. Cosa succede la prima notte di nozze? –

- Oh signorina, io non posso dirle nulla. Domandi a suo marito questa notte –

Arrossisce.

- Buffy tu vuoi sapere cosa accade? -

E’ Darla che osserva la scena da sulla porta.

- Si – le cameriere continuano a ronzarmi intorno.

Sono frastornata.

- Se vuoi posso dirti qualcosa io….- e aspetta una mia risposta.

- Davvero. Si ti prego –

- Va bene. Appena avrai finito di vestirti, ti spiegherò –

Faccio in fretta e in dieci minuti la mia toilette è completata.

- Allora? – domando curiosa, pendendo dalle sue labbra

- Vediamo da dove posso iniziare. Cara, dopo il matrimonio, le cose cambiano tra un uomo e una donna – mi guarda di sbieco.

- Gli uomini hanno dei bisogni fisici che le mogli devono soddisfare anche se proviamo dolore –

- Dolore? – dico titubante sgranando gli occhi.

- Beh loro hanno una escrescenza di carne e muscolo che affonda nelle tue carni e ti ferisce, facendo fuoriuscire del sangue. E’ ovvio che si senta dolore –

- Mio Dio! – sono terrorizzata.

- Ma è il prezzo che si deve pagare per avere i figli. E gli uomini vogliono avere la loro discendenza. – sembra divertita.

- Ma io non voglio – mi irrigidisco.

- Non conta quello che tu vuoi, conta quello che vogliono loro –

- Io non voglio sposarmi. No. –

- Non puoi tirarti indietro adesso tesoro. Dovrai sopportare tutto, come tua madre prima di te e tua nonna prima ancora. –

- Lei è morta – non so cosa fare. Voglio fuggire da questo posto.

- Su fatti coraggio. Ti abituerai –

- Non voglio abituarmi – urlo.

Joyce entra preoccupata e mi vede piangere.

- Cosa succede? –

- Niente Joyce, io e Buffy facevamo discorsi tra donne –

Joyce la fissa un po’ adirata ma tace.

- Adesso io scendo di sotto, ti aspetto in chiesa con lo sposo –

Resto sola nella stanza.

- Devi aiutarmi a fuggire Joyce, voglio andarmene -

- Ma sig..nor….ina – balbetta.

- No, no, no è terribile. –

Joyce cerca di calmarmi.

- Siete una Summers, e siete promessa a lui, non potete rifiutare. Lui può costringervi a sposarlo.-

- Si lo so – abbasso la testa rassegnata.

- Su andiamo Signorina, vedrà andrà tutto bene. Si faccia coraggio –

Ma anche lei è preoccupata.

Scendo le scale lentamente e salgo in carrozza.

La cappella è vicina alla casa. In pochi minuti siamo all’ingresso.

Assomiglia molto alla chiesa del mio sogno.

Joyce mi stringe la mano e poi mi lascia da sola all’ingresso.

Avanzo lentamente e la musica attacca. È l’Ave Maria di Gounod, la mia preferita.

Lui è li che mi attende davanti all’altare. E’ sorridente.

C’è tutta la servitù e Darla.

Tremo ripensando alle parole di Darla.

Vorrei fuggire, ma continuo ad avanzare verso di lui.

Adesso gli sono davanti. Mi prende la mano e la cerimonia ha inizio.

- Vi dichiaro marito e moglie – dice il prete ed io sono sua.

Lui mi stringe e mi bacia teneramente sulle labbra.

- Ora sei mia – sussurra ed ha una espressione maliziosa sul viso.

Di nuovo le parole di Darla mi fanno fremere.A casa ci aspetta un piccolo rinfresco in famiglia.

Darla sembra delusa, anche se una strana luce divertita brilla in fondo ai suoi occhi.

Faccio di tutto per non restare sola con lui, per ritardare questa misteriosa ‘ notte di nozze ‘ di cui parlano tutti.

E’ sera e la servitù si è ritirata. Darla esita, ma sa che non può evitare quello che accadrà.

E infine anche lei si ritira.

- Beh ragazzi buonanotte e ancora auguri – poi girandosi verso di me con uno sguardo compassionevole e pietoso.

- Buonanotte piccola mia – mi bacia sulla fronte come si fa con i condannati a morte e lascia la sala.

Io resto in piedi immobile, incapace di articolare pensieri o parole. Sono semplicemente terrorizzata.

- Finalmente soli. Non ne potevo più – dice alle mie spalle e si versa da bere.

- Ti è piaciuta la cerimonia o volevi qualcosa di più… mondano? –

- No va bene così – ho la voce rotta dalla paura.

Lui si accorge che qualcosa non và. Mi sta fissando, sento i suoi occhi su di me.

Riempie un altro bicchiere e si avvicina a me.

- Buffy tesoro cosa c’è? -

Non rispondo.

- Stai male? – socchiude gli occhi e mi scruta attentamente.

Poi il suo sguardo si illumina. Ha capito.

- Tesoro bevi questo ti farà bene. – e mi porge il bicchiere.

Rifiuto ma lui insiste. E bevo. Subito un senso di calore e di euforia si impossessano di me.

- Cosa era? – domando e la testa mi gira.

- Qualcosa per scioglierti. Sembri nervosa –

- Tieni la tua escrescenza lontana da me – gli dico e sono seria.

Ma è l’alcool che parla.

- Cosa? – sembra sorpreso.

- Darla mi ha detto tutto – singhiozzo.

- Darla? – si tocca il mento con una mano e poi sorride.

- Si mi ha detto del sangue e del dolore e dei mostri che siete –

- Ah ma davvero – ride.

E lentamente si avvicina a me.

- Vieni qui piccola, domani non la penserai così vedrai –

- No – grido.

Lui si ferma un attimo e poi continua ad avvicinarsi.

- No? – è beffardo il suo tono.

- No – ribadisco ed indietreggio.

Questo lo eccita ancora di più.

Sembra un predatore che caccia la sua preda.

- Sta lontano. -

- Altrimenti? – domanda divertito.

- Stai lontano – indietreggio ancora.

Lui ride e fa il gesto di prendermi da destra. Io mi butto a sinistra e lui mi si para davanti.

- No – urlo e aggirando il tavolo gli sfuggo.

Corro per le scale e lungo il corridoio.

Sono quasi arrivata alla mia stanza.

Quando sento il suo braccio attorno alla vita e il suo viso tra i miei capelli.

- Presa – dice vittorioso.

- Amore stai sbagliando stanza. Questa non è più la tua camera adesso devi venire nella mia –

- No lasciami. Ho detto lasciami –

Lui continua a stringermi divertito.

- No per tutto l’oro del mondo. Ti ho catturata ed adesso sei mia -

- Lasciami – gli tiro i capelli con le mani.

- Ahi – dice e mi blocca le mani dietro la schiena.

- Buona passerotto. E’ inutile che ti dibatti, sei in gabbia oramai –

- Ti prego lasciami – urlo isterica.

Mi carica sulle spalle e mi da una sonora pacca sul sedere.

- A letto adesso amore -

Apre la porta della stanza e la richiude alle sue spalle.

Non accende le candele. Restiamo al buio.

Mi lascia sento rumori di stoffa.

Si sta spogliando poi sento le sue mani su di me.

- Stai tranquilla tesoro, vedrai che ti piacerà quello che ti farò -

- No, non voglio –

- Si ma vorrai vedrai –e’ dietro le mie spalle e mi sta baciando il collo.

Mentre una sua mano è affondata nel mio corpetto e gioca con le punte turgide del mio seno.

- Sei stupenda -

Porta l’altra mano sui fianchi e poi scivola lungo le cosce e infine si infila tra le gambe.

Solleva la gonna rapidamente.

Sembra impaziente.

Mi accarezza sempre più avidamente.

- No – ansimo per le forti sensazioni che provo.

- Si –

- Basta –

- Si basta –accelera il movimento della sua mano.

I miei mugugni e gemiti, si diffondono nella stanza.

- Ti prego –

- Si pregami Buffy. Ti voglio amore da impazzire –

- Non voglio –

- Non è vero – e spinge la sua mano ritmicamente sulla mia femminilità.

- Ah – gemo e respiro ansimando.

Il vestito cade per terra.

Sento il corpetto cedere sotto le sue mani.

Con due gesti mi libera degli ultimi indumenti che ho.

Sono nuda e cerco di coprirmi con le mani.

Lui me le prende tra le sue e le allontana dal mio corpo.

- No voglio guardarti -

In quel momento accende una candela tra noi due e …

‘ è nudo ‘ arrossisco e chiudo gli occhi.

Mentre il terrore si impossessa di me.Ride fragorosamente è eccitato.

La sua mano si muove sempre più velocemente su di me.

Sono impotente di fronte alle mie stesse emozioni.

Non riesco a fermarlo.

Mi spinge verso il letto.

Cerco di resistere, di oppormi.

Con una mano stringe il seno e poi comincia a leccarne le punte lentamente con movimenti circolari, che mi fanno girare la testa vorticosamente.

Poi ne prende una in bocca e succhia avidamente. Una, due, tre volte ed io sono in estasi.

Un leggero morso e lancio piccoli gridolini misti a sospiri di piacere.

Una spinta e siamo stesi nel letto.

Mi blocca con il suo peso e mi bacia sempre più intensamente e a lungo.

Tremo.

- No amore non tremare. Non devi aver paura. Non ti farò del male te lo prometto -

Ma non gli credo. Ho troppa paura.

- Ti prego – sussurro.

Con la bocca scende sul mio ventre e giù verso la fonte del mio piacere.

Mi divarica leggermente le gambe con le mani e infila la testa.

Sono scossa da brividi per tutto il corpo.

Le sue mani risalgono sino ai miei seni e gli stringono.

Mugugno e ansimo.

Con le mani mi aggrappo alla spalliera del letto.

- William basta ti prego – dico sommessamente.

Risale velocemente con la testa e siamo labbra sulle labbra.

Infila la mano tra i nostri corpi e sento una cosa dura premere contro di me.

Il mio cuore balza fuori dal petto e spalanco gli occhi.

- Fidati di me – sussurra al mio orecchio mentre cerca di aprirmi più che può le gambe.

- No lasciami ti prego –

- Stai tranquilla –

Pelle su pelle.

Un dolore sordo mi prende allo stomaco e i miei muscoli si irrigidiscono.

- Noooo – dico e cerco di allontanarlo.

Lui cerca di resistere e di non abbandonarsi al suo desiderio.

- Lasciati andare amore. Non aver paura vedrai che ti piacerà -

Ma io non lo ascolto la paura blocca tutti i miei sensi.

Di nuovo il dolore e qualcosa di liscio e duro che mi penetra.

Ansimo e protesto ma lui non si ferma.

Lentamente e delicatamente affonda in me.

Quando arriva al limite. Respira soddisfatto.

- Ecco fatto – dice a bassa voce.

Sto piangendo piano.

Lui mi prende tra le braccia e con le mani mi accarezza i capelli.

Continuando a guardarmi con dolcezza.

- Muoviti con me, seguimi -

Respiro pesantemente e i miei muscoli senza che possa fare niente si rilassano e gli lasciano libertà di movimento.

- Si così – comincia a muoversi in me.

Ancora il dolore, ma pian piano questo scema in qualcosa di indefinito e di intenso.

E alla fine mi scopro a gemere di nuovo.

Il piacere si impossessa ancora di me.

Lo stringo e gli graffio la schiena con le unghie.

- Si amore. Ti piace vero? -

- Si continua, ancora. Ancora – e la mia voce è alterata dall’emozione e dal piacere.

Il desiderio di lui si fa sempre più intenso, voglio che mi penetri più a fondo e lo attiro ancora di più a me.

- Si amore, si eccomi – si spinge in me più che può ed io gemo soddisfatta.

Sto per perdermi e il suo ritmo è diventato frenetico e insostenibile.

- Prendi amore è tutto tuo – e spinge sempre più vigorosamente.

- Si, si – dico con voce roca.

E poi entrambi ci perdiamo l’uno nell’altro.

Sono stesa accanto a lui e mi vergogno.

Sono stata sua, totalmente sua, mi sono abbandonata a lui e al piacere.

Lui poggiato su un braccio mi sta fissando divertito, e sta giocando con ciocche dei miei capelli.

- Ti è piaciuto? – mi domanda, ma dal tono sembra sicuro della risposta.

Annuisco e arrossisco violentemente.

Lui ride

- Sei adorabile amore – e mi bacia sul naso.

- E sei mia adesso – e mi tira dolcemente una ciocca.

- Buffy – il tono è suadente.

- Si – rispondo timorosa.

- Ti andrebbe di rifarlo? – e la sua voce è languida.

- Io…io….- balbetto, lo desidero ancora e mi vergogno.

Lui ride e mi bacia.

Mi stringe e mi accarezza ansioso.

- Hai fame? – non vedo il luccichio nel suo sguardo.

- Si ho fame – dico sinceramente.

- Bene – si alza e si avvicina al tavolo imbandito, come tradizionalmente si usa per gli sposi.

Prende un pezzo di ghiaccio forato al centro e torna a letto.

Lo fisso curiosa di sapere cosa contenga.

Di solito il ghiaccio viene usato per conservare il gelato freddo.

Lui sorride malizioso.

- Stenditi amore – mi intima ed io ubbidisco tremando.

Spalma su di me quello che il ghiaccio racchiude … panna bianca e soffice.

E emette una specie di gemito di soddisfazione, mentre io sussulto a quel contatto freddo.

- Anche io ho fame – e comincia a leccarmi lentamente partendo dal collo e scendendo sui seni. Dove si sofferma a lungo facendomi ansimare di piacere e desiderio.

Si spinge sempre più in basso sino a toccare le mie parti sensibili facendomi urlare.

Sogghigna e continua impietoso a torturarmi.

Poi si solleva e mi accarezza il viso.

- semplicemente squisita. Adesso tocca a te -

Si stende a sua volta e mi porge il ghiaccio.

Sono impacciata e imbarazzata oltre ogni dire.

Prende la mia mano e la fa scorrere su di lui.

Arrossisco quando la posa sulla sua virilità.

Ride e poi la stringe attorno al suo membro e la muove su e giù ripetutamente.

Guidando i miei movimenti.

- Continua tu – mi dice e lentamente ritira la sua.

Continuo lottando con la mia curiosità, cercando di non guardarlo, e questo lo fa eccitare maggiormente.

Sento che si tende e si indurisce rapidamente sotto i miei movimenti.

- Si così, continua – sussurra gemendo.

- Vieni – mi solleva e mi mette a cavalcioni su di lui.

prende la mia testa e la spinge contro il suo petto sporco di panna.

Lo guardo e comincio a leccarlo.

Lui sorride e mi fissa. Mi spinge sempre più in basso.

Ma quando arrivo dove è la mia mano, mi rifiuto di proseguire.

Ho troppa paura e sono agitata.

Lui sorride e non mi forza mi attira a se e mi bacia.

Inverte le posizioni ed è in me.

- Lo vuoi Buffy? – domanda eccitato, spingendo lentamente con un ritmo dolce e avvolgente.

- Siiii- ansimo e lo stringo a me.

E ci perdiamo ancora e ancora.

Sembra instancabile, mai sazio di baci e carezze.

Ed io lo voglio sempre.

E’ l’alba quando finalmente si cheta ed io dopo l’amore scivolo in un sonno profondo e tranquillo.Una vampata di calore improvviso mi sveglia. Apro gli occhi lentamente, sono ancora confusa e un po’ disorientata. Mi guardo intorno nella semi oscurità e poi vedo un’ombra adagiata tra le mie gambe e una violenta emozione.

Grido e con le mani stringo le lenzuola.

- Siii – ansimo.

Lui ride e mi raggiunge stendendosi su di me.

- Ben svegliata amore – sussurra accarezzandomi ancora vogliosamente e baciandomi il collo, il lobo dell’orecchio e le labbra.

- Hai ancora voglia? – chiede – perché io ne ho ancora tanta – e il suo sguardo sembra quello di un demone infernale. Ride.

La sua mano mi tortura ed io cedo senza ritegno

- Si – gemo e lui soddisfatto mi bacia.

- Bene, adesso facciamo un gioco. –

Quelle parole mi fanno tremare. Prende una benda di seta nera e mi fissa lussurioso.

- Cos….a vuoi far…e? – balbetto e sgrano gli occhi e questo sembra eccitarlo sempre più.

- Sentirai – risponde beffardo e tra le mie paure me la posa sugli occhi e lega sulla nuca.

- Con una mano comincia a percorrere lentamente il mio corpo partendo dai piedi e risalendo lentamente lungo tutto il corpo.

Ansimo e tremo. Non vedere acuisce le sensazioni che provo e mi fa eccitare incredibilmente.

Sono già completamente bagnata ed ancora non mi ha toccata.

Ride e mugugna.

Poi sento qualcosa di caldo scivolare lungo il mio corpo e raffreddarsi.

- ahhhh – respiro rapidamente.

- Cosa è? – chiedo ansiosa, agitandomi.

- Sttt, non parlare amore, è solo cera. Fidati di me – mi ammonisce lui.

- Oh – sono stupita, quello che mi sta facendo mi piace terribilmente.

Il peso del suo corpo su di me e poi sento le sue mani sul mio seno.

Lo bacia e lo accarezza voglioso.

- Ti piace il gelato? – domanda con lussuria.

- Si – mugugno in preda ad una febbre di sensazioni.

- Bene, perché voglio fartelo assaggiare – ride ancora più forte.

Mi attira su di lui e continua a baciarmi, mentre con le mani scende sui miei glutei tesi e li racchiude nelle sue mani spingendoli verso la sua virilità.

- Lo vuoi Buffy? – domanda con voce roca.

- Si lo voglio, ti prego – sono al limite, lo desidero.

Sospira e spinge la mia testa verso il basso. Tremo.

- Ma…- sto per obiettare, quando sento qualcosa di liscio sfiorarmi la bocca.

Un brivido mi scuote.

- Prendilo Buffy – sussurra e spinge la mia testa verso di lui.

Esito e arrossisco.

Nessuno mi aveva mai detto che si potessero fare queste cose dopo sposati.

È così caldo e così morbido. Lo stringo delicatamente tra le mani e lui sussulta dal piacere.

Muovo le mani come mi ha insegnato lui e poi lo faccio scivolare nella mia bocca.

Lui geme e sospira soddisfatto.

- Si, così – dice con voce rotta, mentre mi accarezza i capelli e mi spinge verso di lui.

- Tutto amore, tutto – e si stende incapace di resistermi.

Si morde le labbra e geme sempre più forte.

I miei movimenti sono avvolgenti e lui si abbandona. È al limite.

- Vengo, amore vengo – ansima sempre più rapidamente.

E il suo seme caldo mi invade la bocca.

Fremo, e ingoio lentamente. Mentre lui si inarca e chiude gli occhi avvinto.

Lo trattengo ancora nella mia bocca e così tenero adesso e poi lo faccio scivolare via pian piano.

E questa volta è lui che ha un brivido di piacere.

Apre gli occhi e mi fissa dolcissimo.

- Grazie amore – dice a bassa voce cercando di riprendersi.

Mi attira a se mi bacia sempre più intensamente poi con una mano mi apre leggermente le cosce e si fa strada verso la mia femminilità eccitata e vogliosa di lui.

Mi accarezza sempre più profondamente e poi mi penetra con un dito, prima e un altro dopo.

E comincia a muoverle dentro di me.

Mi aggrappo a lui e gemo chiudendo le cosce, e le sensazioni diventano più forti e intense.

- Si, si così. Si – i pensieri si confondono.

Mi eccita più che può nell’attesa che il suo membro sia pronto di nuovo.

E quando lo sente pronto mi bacia e si adagia su di me ed è di nuovo travolgente e infinito il piacere che mi da.

- Sei mia? – domanda come bisognoso di conferma.

- Si, sono tua amore si. – ed è la prima volta che lo chiamo amore.

Lui si ferma per un istante e mi fissa, i suoi occhi brillano e poi mi bacia ed io sono di nuovo perduta.Il Sole è alto quando mi risveglio. Socchiudo lentamente gli occhi, ho tutte le ossa e i muscoli che mi fanno male. E sono ancora indolenzita. La notte è stata particolarmente movimentata. Mi distendo e sbatto le palpebre. Sono avvolta nelle lenzuola di seta bianca e mi sento rilassata.

Mi giro e lo vedo che mi sta fissando divertito.

- Ciao – mi dice sorridendo e mi da un bacio leggero sulle labbra.

- Ciao – dico un po’ imbarazzata.

Alla luce del giorno tutto sembra così diverso e mi vergogno un po’.

Lui invece sembra a suo agio e particolarmente allegro e soddisfatto.

Mi accorgo che è nudo, non ho mai visto un uomo che ami mettersi in mostra come lui.

Sorrido, infondo questa sua arroganza mi piace e mi eccita.

- Cosa c’è amore? Ancora voglia? – e alza il sopracciglio maliziosamente.

Guardando per un breve istante verso il basso.

Arrossisco e abbasso gli occhi.

- Su non fare così amore, sei bellissima e sei mia – sorride ancora.

Mi stringo nelle lenzuola, quello sguardo mi fa rabbrividire.

- Sarà meglio alzarci adesso. O rischiamo di ricominciare da capo – sospira e si alza.

Non mi muovo.

- Dai non ti vergognerai di me dopo questa notte vero? – ride provocante.

- Io….-

Mi faccio forza e mi alzo in piedi.

Reggo ancora con le mani il lenzuolo e poi cammino inciampando.

Lui continua a fissarmi, e aspetta.

Alla fine lo lascio cadere, sono nuda davanti a lui.

Inizialmente sono vergognosa e poi mi sento libera e sorrido maliziosamente.

Lui è contento e mi raggiunge da dietro stringendomi a se.

- Si così mi piaci, donna e sicura di te – mi accarezza e poi freme.

- Sarà meglio che mi allontani – e guarda verso la sua virilità nuovamente eccitata.

Mi porto l’indice alle labbra e lo fisso. Ho voglia ancora di lui.

Dondolo la testa e sorrido.

Lui mi scruta socchiudendo gli occhi.

- Mm….ne vuoi ancora amore? – e il suo tono è sexy e provocante.

- Si – mormoro, e sono proprio io.

- Ah, bene – sembra stupito e soddisfatto.

- Beh non si dica mai che Lord William non soddisfi i desideri di una donna – ride accattivante e mi salta addosso.

Siamo di nuovo sul letto e ci amiamo ancora, questa volta più selvaggiamente e freneticamente.

Lui sembra incantato dalla mia trasformazione e sono anche io stupita di me stessa.

- È l’ora di pranzo su alzati pigrona – mi da una pacca sulle natiche e le accarezza.

- Sono esausta – mugolo e mi rannicchio.

- Ma davvero? – ride.

- Uff smettila di prendermi in giro. Io non l’ho mai fatto – gli tengo il broncio.

- Beh tesoro lo spero bene – giocherella con i miei capezzoli e poi si mette a sedere sul letto.

- Sei felice? – domanda serio. E mi guarda con attenzione.

Lo guardo e poi rispondo sicura

– Si -

- Perfetto. Adesso muoviti e non brontolare o dovrò punirti -

I suoi occhi hanno un luccichio sinistro.

E sono quasi tentata di provare le sue punizioni.

Lui deve intuirlo perché ride incredulo

- Mio Dio ma sei insaziabile passerotto. Mi prosciugherai -

- Ti odio – gli dico e faccio per alzarmi.

Mi tira i capelli e mi attira a se.

- Questa notte vedrai che sorpresa ti riserverà il tuo William – mi bacia e poi mi lascia andare.

Mi preparo e anche lui si veste.

Riusciamo a scendere per l’ora di pranzo. I servi ci guardano e non fanno domande.

Darla ci attende seduta al tavolo e sembra nervosa.

Le basta lanciargli uno sguardo per farla diventare furiosa.

Lui ha un sorriso ebete stampato in volto ed io sono al settimo cielo.

Si morde il labbro e sorride.

- Buongiorno agli sposi – e mi bacia sulla guancia fissandomi cercando di capire.

- Grazie – dico.

- Su servite il pranzo ho una fame da lupo – dice lui guardandomi di sottecchi.

Mi fa arrossire, è spudorato.

- E tu amore non sei affamata? – sorride.

- Un po’- e giro gli occhi.

Ogni boccone che ingoio è una tortura.

Tra lo sguardo complice e malizioso di lui e quello truce e duro di lei.

Sono davvero affamata.

- Che ne direste di prendere il te in giardino? –

Propone Darla che vuole spezzare quell’elettricità che sente tra noi due.

Si alza, ma lui non si muove e mi guarda in attesa.

-Tu che vuoi fare amore? Sei tu che devi decidere Buffy sei la mia padrona di casa….e di qualcos’altro – ed è dolce, maliziosa e profonda la sua voce.

- Si va bene – non mi sono ancora abituata all’idea di essere la padrona di casa.

- Potete servire il tè in giardino George – e lui mi guarda fiero.

Ci alziamo e lui mi prende sottobraccio e mi conduce in giardino facendosi precedere da Darla.

- Amore ho un regalo per te – mi sussurra lui quando siamo seduti in giardino.

- Cosa è? –

Dico battendo le mani, come una bambina ansiosa di vedere il suo regalo.

Lui fa cenno a George e un cucciolo di Labrador marroncino spunta da dietro le sue spalle.

Spalanco gli occhi e gli salto al collo.

- Grazie William, grazie è stupendo -

Faccio per ritrarmi imbarazzata, ma lui mi trattiene e mi sussurra.

- Voglio la mia ricompensa amore -

Sorrido e lo bacio teneramente.

Poi corro incontro al mio cucciolo.

- Come si chiama? – chiedo voltandomi indietro.

- Come vuoi tu passerotto – sorride allegro.

Comincio a giocare con il cucciolo.

Mentre Darla e William restano seduti a guardarmi.

- E’ proprio una bambina – dice Darla.

- Sì –

- Ti stancherà presto….- e continua a guardarmi.

- Tu dici? Io penso di no – e un sorriso malizioso si dipinge sul suo volto.

- Sembri soddisfatto –

- Lo sono – sorseggia il suo tè e mi fissa sempre più intensamente.

- E’ stata brava? –

- Darla, non credo siano affari tuoi – sembra infastidito dalle sue domande.

Non vuole dividere le sue emozioni con nessuno.

- Siamo misteriosi, allora ti è piaciuta sul serio…- ride, in realtà la rabbia la divora.

- Io non dirò una parola – e si alza dirigendosi verso di me.

E anche lui comincia a giocare con me e con il cucciolo.

Anche se sembra più interessato ad abbracciarmi ed accarezzarmi piuttosto che a giocherellare con il cucciolo.

- William, non siamo soli – gli bisbiglio ad un orecchio.

- Si lo so e questo mi eccita ancora di più –

- Cosa? – faccio incredula – vorresti che gli altri mi vedessero ….- e lo fisso sbigottita.

- No – i suoi lineamenti si induriscono per una frazione di secondo.

- Tu sei solo mia amore. Che nessuno provi nemmeno a sfiorarti con il pensiero o io… -

esita qualche istante e sembra adirato.

- Lo ucciderò – dice serio e un po’ mi fa paura.

Poi tornando al presente mi guarda e mi sorride nuovamente.

- Ti amo Buffy – lo dice con naturalezza e semplicità ed io mi sento avvolta e amata.

- Anche io – e abbasso lo sguardo.

- Su andiamo, ancora qualche ora di pazienza passerotto e poi….-

Mi fissa ammiccante con il sopracciglio inarcato e si morde le labbra.

Fremo e non vedo l’ora che queste ore scorrano e il sole vada giù.

Il pomeriggio passa pigramente tra chiacchiere e occhiatacce di Darla, sento che tra lei e William c’è stato qualcosa e questo mi fa male.

A cena, sono di cattivo umore e questo non sfugge a lui che invece sembra allegro ed ansioso.

Darla non si decide ad andare a dormire.

E’ William che all’improvviso incapace di resistere oltre dice.

- Bene Darla, non so tu ma io e la mia sposa siamo un po’ stanchi e vorremmo ritirarci nelle nostre stanze -

Darla sembra delusa e amareggiata.

- Capisco William, Sai Buffy per il nostro William le novità sono sempre allettanti non è vero? –

ed è come se volesse rinvangare qualcosa nel loro passato.

Li guardo e mi sento ferita per un istante, William mi fissa e sembra dispiaciuto che io abbia udito quelle parole.

- Non mi interessa quello che pensi Darla, e credo ti sia trattenuta abbastanza in visita. Forse è arrivato il momento di tornare a casa -

E’ la prima volta che è sgarbato con lei e in fondo al cuore sono felice, perché penso che lo abbia fatto per me.

Lei lo fissa incredula e gli occhi diventano lucidi.

Stringe i pugni ma non risponde.

- Buonanotte – dice secca e sale al piano di sopra.

William è rimasto in silenzio a fissare il fuoco, ed io a testa bassa gioco nervosamente con il merletto della mia manica.

- Buffy, non darle retta, Darla a volte sa essere molto acida -

Adesso mi sta guardando, ma io continuo a giocare con il mio vestito e sento le lacrime premere contro i miei occhi. ‘ io sono il suo giocattolo nuovo, la novità ‘.

- Amore guardami - e’ in piedi davanti a me.

Non alzo lo sguardo e lui si inginocchia.

- Su amore, guardami - alzo gli occhi e sono sul punto di piangere.

Lui ha l’espressione dolce e dispiaciuta.

Mi accarezza una guancia e asciuga con il pollice le mie lacrime.

- No, amore non piangere. Tu credi a quello che ha detto Darla? – mi domanda.

- Non lo so – ed è vero non sono sicura di lui.

- Non lo pensare amore, sbaglieresti. – sembra sincero, ma temo che mi spezzerà il cuore.

- Su passerotto, ti prego un sorriso –

Non ci riesco e lui mi attira a se e mi bacia.

- Su ti prego un sorriso al tuo William…o questa sera la punizione sarà terribile. -

E mi fissa maliziosamente e pericolosamente.

Faccio un mezzo sorriso e lui ride contento.

Poi mi prende per mano e mi conduce di sopra.

- E adesso la mia ricompensa amore -

Entriamo nella nostra stanza. Lui richiude la porta e mi fissa maliziosamente.

- Finalmente soli – e ride sensualmente.

Il camino è acceso e una tenue luce si diffonde per la stanza.

Ho caldo e non è il fuoco che brucia.

Si avvicina e comincia a girarmi intorno eccitato.

Sembra un leone che annusi la sua preda.

E’ alle mie spalle e slaccia il mio corpetto con semplici e rapidi gesti.

Fremo sotto le sue mani avide e frementi.

Risale sulle spalle con le mani e scivola sui miei seni.

Li racchiude nelle sue mani mentre mi gira il volto e mi bacia.

Sospiro mentre lui fa scivolare il corpetto, liberando i miei seni.

Adesso le sue mani sono sui fianchi e centimetro dopo centimetro scopre la mia pelle.

E anche la gonna finisce sul pavimento.

- William – sussurro.

- St.. non parlare Buffy. Godi e fammi godere –

- Si – riesco a dire prima che lui mi chiuda la bocca con un altro bacio.

Mi gira lentamente, e posa le mie mani sulle sue spalle.

- Spogliami – mi intima ed io lo fisso.

Inizio a sfilargli la camicia e poi scendo sino all’abbottonatura dei pantaloni.

Sorride ansioso e mette le mani dietro la nuca in attesa.

Gli sbottono lentamente un bottone dopo l’altro e infine infilo la mano dentro.

Lui geme mentre con l’altra mano gli sfilo i pantaloni.

Siamo nudi e ci guardiamo e assaporiamo, prima di essere travolti dalla passione.

Si avvicina ancora di più a me e mi stringe i capelli tra le dita.

- Mi ami? Mi vuoi Buffy? – e sembra terribilmente insicuro.

- Si William. Si – lo voglio.

- Dimostramelo – e mi fissa intensamente.

Non riesco a capire cosa abbia in mente.

Senza che lui faccia o dica nulla mi inginocchio davanti a lui e lo faccio godere.

Si tende e spasima tra le mie labbra. Chiude gli occhi e riversa la testa all’indietro.

- Oh amore. Ti prego non fermarti. Continua così -

E di nuovo il suo seme caldo invade la mia bocca che lo accoglie vogliosa.

- Stenditi amore – dice ed è eccitato ed emozionato. Il suo tono è alterato.

- Si – rispondo.

- Qui al centro del letto – e mi indica il punto battendo una mano sul materasso soffice.

Mi stendo e lui si mette cavalcioni su di me. con la testa tra le mie gambe, dischiuse.

Il calore mi brucia dentro mentre lingue di fiamme mi avvolgono.

- Si, si ancora. ti prego non smettere – lo imploro stringendo le lenzuola con le mani e mordendo il cuscino.

- Anche tu – sussurra lui.

- Si – e lo riaccolgo volentieri tra le mie labbra facendolo gemere soddisfatto.

E questa volta veniamo entrambi uno nella bocca dell’altro.

Ed è eccitante e sconvolgente.

Si gira e mi guarda curioso. Vuole vedere quali sono le mie emozioni.

E dal viso arrossato e gli occhi lucidi capisce che mi è piaciuto.

Ride soddisfatto.

- Sei una brava allieva Buffy. Vediamo se questo ti piace -

Mi attira a se e mi bacia dolcemente.

- Girati amore avanti -

Sono un po’ intimorita ma eseguo.

Mi sta baciando le natiche e le lecca ansioso.

La sua lingua si infila dappertutto provocandomi spasmi sempre più intensi.

- Ti piace? – e continua la mia dolce tortura.

- Si – gemo soddisfatta.

Le sue dita si infilano tra le mie cosce e mi penetrano dolcemente.

Si muovono e sono travolta.

Poi sento un dolore che mi prende da dietro.

- Che fai – dico gemendo e quasi piangendo.

- Ti faccio mia amore – e sorride.

Con una mano mi accarezza i seni e non so più quale sia il piacere più intenso.

- Basta ti prego. Basta non reggo più – gli dico in preda alla confusione e piacere totale.

- Si, si amore così. Seguimi, muoviti con me avanti. – e spinge sempre di più facendomi sussultare.

- Ah basta, non ce la faccio più. Si così – con le mani mi aggrappo alla spalliera e gemo.

Lui abbandona per qualche istante il mio seno, mentre l’altra mano dolcemente mi tortura le parti sensibili sul davanti, e raggiunge le mie mani.

Le stacca dalla spalliera ed io non ho più appiglio sono in sua totale balia.

E alla fine vengo disperatamente come un fiume in piena e mi perdo nel mare.

E lui mi segue a ruota adagiandosi su di me e dandomi le ultime spinte da dietro.

Infine mi abbandona e si stende al mio fianco.

- William – dico in un sussurro.

- Si amore – mi bacia sulla spalla e mi accarezza una guancia.

Non riesco nemmeno a parlare ansimo e il mio cuore è impazzito.

- Vieni qui – e mi attira tra le sue braccia.

- Sei così dolce, così bella e sensuale e soprattutto sei mia –

Sono esausta lo guardo ma sto già scivolando nel sonno.

Mi ha stremata e se ne rende conto.

- Dormi amore hai bisogno di riposare, ed anche io -

stende il lenzuolo sui nostri corpi abbandonati l’uno nell’altro in un tenero abbraccio e mi bacia sulla fronte.

Ed è così tenero e così impetuoso allo stesso tempo che mi fa impazzire.

- Buonanotte amore – mi sussurra.

- Notte – gli dico e chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dalla sua mano che accarezza i miei capelli.

E’ mattino presto quando vengo svegliata da rumori provenienti dal pian terreno.

Mi metto a sedere sul letto e lui non c’è.

Un senso di vuoto mi coglie e non ne capisco il motivo.

Se penso che sino a pochi giorni fa nemmeno sapevo della sua esistenza ed adesso…

non posso più fare a meno di lui.

Mi avvolgo nella vestaglia e mi abbottono per bene, sotto sono nuda, ha strappato i miei vestiti nella foga ieri. Sorrido leggermente e scendo di sotto.

- Ma cosa succede? – domando curiosa a George.

- Buon giorno signora, ben svegliata. Vuole che le serva la colazione? –

- George che succede, dov’è il Signore? –

- Oh, pensavo lo sapeste è partito per Londra, questa mattina all’alba –

Una fitta mi coglie al petto e una smorfia di tristezza si dipinge sul mio viso.

- Perché? – la domanda mi viene spontanea.

E alle mie spalle una voce divertita, di chi sa.

- Cosa ti avevo detto mia cara, le novità lo attirano sempre….Ma lo stancano presto –

- Smettila – Sono furiosa, ed ho gli occhi lucidi, ma lei non sembra avere intenzione di tacere.

- Su mia cara, non fare così. Ti ci abituerai, vedrai. Lui è fatto così. Si prende tutto quello che gli puoi dare – e guarda maliziosamente due segni rossi che ho sul collo.Arrossisco.

- E poi ti getta via. Tu però sei stata più fortunata, in un momento di debolezza e di bisogno di proteggere ti ha sposata. Quindi non piangere tesoro, tornerà di tanto in tanto nel tuo letto per soddisfare ancora le sue voglie – un sorriso maligno appare sul suo viso soddisfatto.

Mentre io sono distrutta dal dolore e dalla delusione.

Pensavo di contare qualcosa, di essere importante per lui e invece.

Abbasso lo sguardo e senza risponderle corro nella mia stanza a piangere.

Joyce mi segue ed entra in silenzio.

Sono stesa sul letto e nascondo la testa tra i cuscini. Piango.

- Su Buffy non fare così. Non sai perché lui è andato via. Forse aveva affari urgenti, o chissà cosa, da fare a Londra -

Alzo il viso, rigato di lacrime e la guardo, spero che quello che mi sta dicendo sia la verità, che non si stia sbagliando. Ma il mio cuore mi dice che è accaduto qualcosa.

- Tu credi? –

- Ma certo. Sembrava così allegro il Signore in questi giorni, forse sarà andato a sbrigare delle faccende – mi accarezza dolcemente il capo, cercando di rasserenarmi.

- Ma Darla…-

- Su Buffy non ti sei accorta che a lei piace il Signore? –

Sgrano gli occhi, sino ad allora non avevo mai considerato….. rifletto e mi calmo.

- Si, aspetterò che ritorni –

- Brava adesso vieni a fare un bel bagno caldo, ti sentirai meglio –

Annuisco e la seguo nella sala da bagno.

Mi vesto e scendo di sotto, ‘ sono la padrona di casa ‘ mi dico e mi faccio coraggio per affrontare di nuovo Darla.

Entro in sala da pranzo e sono più sicura di me e tranquilla.

- Eccoti finalmente, cominciavo a preoccuparmi – dice e sembra sincera.

- Ma davvero? – questa volta sono io ad avere il tono sprezzante.

- Su non fare così tesoro, io ti ho semplicemente detto la verità –

E con molta eleganza si porta un chicco d’uva alla bocca.

- Sai dov’è andato? –

- Si a Londra. Da lei…-

Non voglio sapere, non voglio domandare ma lo faccio lo stesso…

- Da chi? -

- Da Harm ovviamente – e sorride.

- Chi? –

- Una donna bionda, sofisticata e molto svampita. Non l’hai mai vista insieme a lui? –

- Oh – adesso ricordo quella sera a casa mia…. era con una donna e un uomo.

E la descrizione corrisponde.

- Bene lei è la sua medicina. Lui torna sempre da Harm, è rassicurante, non fa domande e non pretende nulla in cambio. –

- Perché? – il mio tono è disperato e lei se ne accorge.

Sa che ha il potere di far crollare tutte le mie certezze.

- Perché è così – e si alza con un gesto di stizza.

- Ma tu lo ami? – non so perché l’ho fatto, ma voglio sapere e non voglio menzogne.

- Ah, amare. Cosa ne sai tu ragazzina? –

Mi fissa con ira, ma poi si placa, il suo sguardo torna calmo e il suo tono pacato

- Si lo amo. Ma adesso non è questo quello che conta – è nervosa.

- Lui lo sa? – voglio andare sino in fondo.

- Si, e se vuoi proprio saperlo è stato mio prima di essere tuo – di nuovo l’ira nei suoi occhi.

- Io non lo sapevo – e sono dispiaciuta davvero.

- Ehi ragazzina non voglio la tua pietà. A dire il vero quella che sta peggio tra noi sei tu mia cara.

Io domani partirò e tornerò a casa mia, dove c’è un uomo che mi aspetta e la mia vita –

Mi squadra dall’alto al basso.

- Tu invece, povera cara, sei in suo totale potere. Verrà e andrà come gli farà comodo e tu sarai sola, e segregata in questo posto isolato – e si guarda intorno.

- No io andrò a Londra con lui la prossima volta – e alzo i pugni in segno di sfida.

- Ahhhh – ride ad alta voce – tu pensi che ti porti a Londra con lui? Scordatelo! Lui ti terrà qui in questa casa. Vedrai se non ho ragione….come ho avuto già ragione….- e mi fissa compiaciuta e vittoriosa.

- No, tu menti – urlo.

- Vedrai se mento. Quando torna questa sera domandaglielo e allora capirai –

Sono spaventata, sembra troppo sicura di se per mentire.

Non posso credere che passerò il resto della mia vita in questa dimora isolata dal mondo e dalla vita. Sono angosciata e non vedo l’ora, ma temo allo stesso tempo, che lui ritorni.

È sera…

Sono seduta da ore sulla poltrona davanti al caminetto scoppiettante, e penso a lui a quello che Darla mi ha detto e sono angosciata.

‘ E se fosse vero? ‘ Mi ripeto. ‘ Cosa farò? Cosa sarà di me? ‘

Rumori di carrozza nel viale, mi alzo di scatto e corro giù per lo scalone.

Mi arresto a metà e poggio la mano sullo stomaco ansiosa.

- Buona sera Signore – la voce calma e rassicurante di George.

- Salve. La Signora? – è la sua voce calda e sensuale come sempre.

- William – incapace di trattenermi oltre lo chiamo correndo giù

Lui sorride, io gli salto al collo e lo stringo forte.

Sembra soddisfatto e spiazzato da quella mia manifestazione di gioia.

Mi bacia e mi accarezza dolcemente.

- Passato una buona giornata amore? -

- Dove sei stato? Perché sei andato via senza dirmi nulla? Mi sei mancato e non voglio restare qui da sola senza di te – ho parlato rapidamente e adesso sono senza fiato.

- Oh, ma quante domande tutte in una volta –

Mi abbraccia e mi spinge dolcemente verso la sala da pranzo.

- George porta qualcosa da mangiare ho fame e sono stanco. Il viaggio è stato lungo -

- Si Signore subito – George mi guarda preoccupato e poi esce.

- Allora cosa hai fatto oggi? – non ha risposto a nessuna delle mie domande e questo mi insospettisce e mi angoscia, Darla forse ha ragione.

- Niente – dico seccata – allora dove sei stato? – e il mio tono ha un sottofondo d’ira.

- A Londra – dice e mi fissa.

- Ah, e perché non me lo hai detto? – domando curiosa.

- Tesoro non devo mica dirti tutto quello che faccio – sorride ma si sente che è seccato.

- Io voglio saperlo – ribatto.

- Buffy cosa c’è? – domanda e si acciglia.

- La prossima volta voglio venire a Londra con te. Anzi perché non ci andiamo per un po’? Mi manca – l’ho detto senza riflettere, ma quest’ ultima frase lo ha colpito più di quello che pensavo.

Il suo sguardo si è indurito e le sue mani sono chiuse a pugno.

- Ah ti manca? Qui non ti piace? – e il suo tono è freddo e scostante.

- Sì, ma…-

- Allora non vedo il problema –

- Mi sento sola, voglio frequentare gente come me, della mia età. Andare alle feste, divertirmi come facevo prima – lo guardo con nel cuore ancora un’ultima speranza che Darla non abbia ragione.

- Sei una donna sposata adesso. Non sei più una ragazzina – ed è glaciale.

- Ma anche le donne sposate si divertono e vanno alle feste –

Sbatto le ciglia, ormai so che Darla ha detto la verità.

- Si ma non la Signora Darcy – ribatte secco e si versa del bourbon nel bicchiere.

- Ma Darla…- balbetto – ha detto che prima qui si facevano le feste. Perché adesso no – ho gli occhi lucidi, le mie ultime speranze si infrangono contro il suo viso tagliente e lo sguardo sprezzante che mi fissa.

- Perché ho deciso così. E questo è quanto – la sua affermazione non ammette repliche, ma io non mi arrendo.

- Invece no. Io non voglio stare qui. Voglio tornare a Londra – sto urlando senza rendermene conto.

- Buffy smettila, ti ho già detto che …. – urla anche lui.

- Ma cosa sono queste urla? – la sua voce compiaciuta e sicura.

Ritta davanti alla porta si gode la scena.

Il nostro primo litigio.

- Salve Darla – lei gli sorride e fa un cenno con il capo.

- Bentornato William – mi guarda.

– Su Buffy non adirarti, ti guasta i lineamenti – e si porta il ventaglio davanti al viso, lasciando scoperti i suoi occhi divertiti.

- Io… io ….- balbetto e guardo prima lei, poi lui.

Lui continua ad avere lo sguardo freddo e fisso su di me.

- Ti odio, e odio mio padre per aver scommesso. Avrei preferito morire – ecco l’ho detto.

Ma fa male.

- Buffy – mi richiama lui.

Ma io non lo ascolto più e corro di sopra e vorrei fuggire via lontano da lui e da questo posto.

- Che caratterino la piccola. La trovi ancora adorabile William? – lei sembra divertita.

- Taci Darla – la sua voce è un sibilo.

- Buona notte – le dice distrattamente e sale di sopra quasi correndo.

- Buonanotte tesoro – ride lei e si siede davanti al fuoco, ma non sembra particolarmente felice.

Nella mia stanza rannicchiata sotto le lenzuola piango in silenzio e ripenso alla mia vita prima di William e a quella che mi si prospetta. E tremo perché so che non la sopporterò che sarò infelice.

La porta si apre lentamente, smetto di piangere e non mi muovo. Non lo voglio. Questa notte non lo voglio accanto a me, dentro di me.

Sento il frusciare dei sui vestiti, rumori di stivali lanciati per la stanza. E il materasso oscillare.

Si stende accanto a me e si infila sotto le coperte.

Resta immobile per un tempo indefinito. Io sono rigida e rannicchiata dal mio lato. E trattengo il fiato.

Sento il suo sospiro, nel silenzio della notte.

La sua mano scivola sotto le lenzuola e mi cinge la vita.

Si stringe a me ed è caldo e dolce il suo contatto.

Resta ancora in silenzio, ed io resto rigida.

Mi bacia sul collo delicatamente, come avesse paura di farmi male.

Non mi muovo, non cederò.

La sua mano risale verso il mio seno, scosta la camicia lentamente e ve la infila.

Il tocco è sensuale e mi fa fremere. Ma non cedo.

Con una gamba cattura le mie e mi stringe ancora di più a se.

Con l’altra mano accarezza i miei capelli.

Io resto sempre immobile. A fatica, trattengo i gemiti e i sospiri, ma sono arrabbiata. E lui non sa che posso essere testarda come un mulo quando mi ci metto.

La sua mano scende e si infila tra le cosce lisce, ma rigide.

Mi sfiora dapprima delicatamente poi con maggiore intensità ed io gemo.

Un sospiro ansioso e sento la sua risata sommessa.

- Sei sveglia allora amore – sussurra e la sua voce è tornata calda e sensuale come prima.

- Lasciami – gli dico e sono seria nonostante i gemiti sempre più vogliosi che emetto.

- No – sospira lui e continua la mia agonia.

- Ti odio, lasciami – mi lamento.

- Davvero? – domanda

- Sì – ma il mio tono non è convinto e lui lo sente.

- Bene – e mi spinge a voltarmi.

Ho gli occhi pieni di lacrime e gli tengo il broncio.

Lui mi fissa e un velo di tristezza gli passa davanti agli occhi.

- Su amore non piangere, non mi piace vederti piangere -

Mi accarezza più voglioso adesso e mi guarda con dolcezza.

- Sei il mio passerotto? – la sua voce è profonda mi tocca l’anima.

- No – ribatto e continuo a tenergli il broncio, mentre il mio corpo si tende e spasima sotto il suo tocco.

- Non sei il mio passerotto? – domanda di nuovo.

Aumentando il ritmo delle sue carezze e baciandomi il collo e poi il seno.

- Noo….- ansimo – Sììì – cedo.

- Si, sei il mio passerotto. Amore –

Mi stringe e poi mi toglie la camicia da notte.

- Di questa non hai bisogno.

Mi guarda avido.

Porta le mie gambe alla vita e dolcemente si spinge in me, senza smettere di fissarmi.

- Di che mi vuoi. Dillo -

- Ti voglio – ripeto, incapace di connettere sotto le sue spinte lente, prolungate e poderose.

- Dillo ancora – ripete stringendo le mie mani tra le sue, schiacciandole sulle lenzuola.

- Si ti voglio William – dico con voce roca.

E questo e il suo nome pronunciato da me, lo eccitano ancora di più.

Geme mentre io stringo le gambe attorno ai suoi fianchi e lo attiro ancora di più in me.

Sorride e si lascia andare. Ed io sono di nuovo sua e lui mio.

Non riesco a dormire, non voglio dormire.

Sono abbracciata a lui.

- William – lo chiamo.

- Si Buffy – mi dice piano baciandomi la nuca.

- Perché? – domando e lui sa a cosa mi riferisco.

- Perché voglio così amore – la sua voce è ancora dolce.

- Non voglio litigare con te –

- Allora non farlo – sospira.

- Si ma io ….- mi irrigidisco leggermente.

- Ho detto di no Buffy –

- Dimmi almeno il perché? – e i miei occhi sono di nuovo lucidi.

- Ma insomma, tesoro. Non sei felice qui con me? – sembra agitato.

Esito nella risposta e questo lo ferisce.

- Ah capisco, non sei felice. Però ti piace quanto ti tocco e te lo metto dentro vero? -

Mi ferisce volutamente.

- Smettila – e stringo i pugni.

- Cosa? Non vuoi che ti dica la verità su te stessa? – e mi stringe un braccio, quasi a farmi male.

- Non è così – piango.

- Io l’ho fatto solo con te – e abbasso lo sguardo.

- Perché prima non hai potuto, e adesso non potrai più – la sua voce è di nuovo fredda.

- Allora se è questo che pensi di me. Lasciami andare, sparisci dalla mia vita –

Sono seria e risoluta.

- Cosa? – mi sta fissando stupito adesso.

- Hai capito lasciami andare, chiedi l’annullamento delle nozze –

- Tu non sai quello che dici ragazzina – sbuffa e si sistema sul letto.

- Lo so benissimo invece. Ma non temere, io me la saprò cavare e andrò avanti –

I miei occhi scintillano, come non mai e lui sente che è vero.

Andrei avanti e questo lo fa ancora di più infuriare.

- Basta adesso. Vieni qui – e cerca di abbracciarmi di nuovo.

- No – e spingo via le sue mani.

- Buffy – il suo tono mi rimprovera.

- Ho detto no –

- Ma insomma cosa vuoi Buffy? –

- Voglio vivere una vita normale come gli altri –

- Ah già come tutte le altre – dice sprezzante.

- Ci siamo solo illusi – dico rassegnata.

- Cosa vuoi dire? – sembra preoccupato.

- Pensavo che avremmo potuto, che forse alla fine ci saremmo capiti…ma non è così –

Mi fissa sbigottito, non mi faceva così matura per la mia età.

- E allora? -

- Allora voglio che mi lascia andare. O sarò io a farlo –

Nono posso credere di essere io a dire queste cose. Ma in fondo sono una Summers.

- Fare cosa? – adesso sorride beffardo.

- Me ne andrò –

- Cosa? E dove? Mia cara solo io posso chiedere l’annullamento non tu. Se proverai ad andartene, ti farò cercare dalla polizia e verrò a riprenderti, ovunque andrai. Quindi levati l’idea dalla testa –

- Perché? Che te ne fai di una come me? –

Socchiude gli occhi e mi fissa, la sua rabbia scema e il suo viso si addolcisce.

- Tu sei mia Buffy, ti ho sposato non scordarlo. Adesso sei una Darcy. Sarai la madre dei miei figli – Già – il mio viso è una smorfia contrariata.

- Non vuoi avere figli da me Buffy? –

- Voglio andare via –

Mi attira nuovamente accanto a se.

- No, non ti lascerò andare. Adesso basta abbiamo parlato anche troppo -

Mi bacia, vuole ancora fare l’amore con me. Questa volta non voglio sul serio e resto immobile tra le sue braccia, senza rispondere al bacio.

Lui si blocca e mi fissa.

Mi lascia andare rassegnato.

Mi giro e lentamente mi addormento, sono sola.

La mattina quando mi sveglio lui non è accanto a me, ma non mi importa oggi.

Mi alzo svogliatamente e mi cambio. Quando sono pronta scendo di sotto.

Incontro George che mi guarda con affetto.

- Buongiorno Signora ….- fa un inchino – Il Signore è ….-

- Non mi interessa dov’è il Signore, George – rispondo secca e gli sorrido mesta.

In sala da pranzo c’è lui e Darla, che mi fissa cercando di capire cosa sia successo durante la notte.

- Buongiorno – dico e mi siedo al mio posto.

Lui mi sta guardando, mentre sorseggia il suo tè.

- Buongiorno – risponde con voce atona.

- Oh…i piccioncini sono ancora arrabbiati immagino – e beve.

‘ Strozzati ‘ penso inarcando le sopracciglia.

Bevo il mio latte velocemente, non voglio restare in quella stanza un attimo di più.

- Scusate – dico e mi alzo. Lui si alza e mi guarda.

- Dove vai? –

- Non sono affari tuoi – ribatto ed esco.

Darla si acciglia e guarda sconvolta William che è rimasto immobile ed in silenzio.

- William…le permetti di parlarti così? Ma cosa ti è successo? -

- Ti ho già detto di tacere Darla, e se proprio non riesci a farlo…. La tua casa ti aspetta, mi sembra di avertelo già detto – lancia il tovagliolo sul tavolo ed esce dalla stanza anche lui.

Lasciando Darla a rodersi da sola.

Resto fuori tutta la mattinata, non voglio vedere nessuno.

Ma all’ora di pranzo sono costretta a tornare.

Sento voci in salotto.

- Allora non mi sbagliavo – sta dicendo Darla.

Mi vedono e smettono di parlare. Lui mi guarda fisso.

- Salve – dico ed abbasso lo sguardo. Non riesco ad essere arrabbiata con lui.

- Possiamo andare a pranzo, ti aspettavamo – dice con dolcezza.

- George fa servire il pranzo – dico con naturalezza.

Lui mi porge il braccio ed io lo accetto, ma resto rigida.

Mangiamo in silenzio, non vedo l’ora finisca.

Darla sembra agitata mi fissa e poi fissa lui, ma non parla.

- Scusatemi – ripeto lo stesso ritornello della mattina.

- Buffy aspetta – mi viene incontro e mi ferma.

- Cosa vuoi? – lo guardo torva.

- Dobbiamo parlare, vieni – e mi indica lo studio.

- Non …- sto per protestare.

- Ho detto che dobbiamo parlare – il suo sguardo risoluto, la mascella contratta e il suo tono mi fanno capire che non sono ammesse repliche.

Non rispondo ed entro nello studio.

Richiude la porta alle sue spalle e resta in silenzio a fissarmi qualche istante.

- Buffy hai intenzione di mantenere il broncio ancora per molto? -

- Non ho il broncio – sono risentita.

- Invece si. Ti stai comportando come una bambina –

- Non è vero –

- Voglio che questa storia finisca –

- Tu vuoi… tu vuoi. Non conta quello che voglio io? –

- Pensavo tu volessi me – dice malizioso.

- Non è questo il punto – e mi mordo il labbro per la mia ammissione non voluta.

- Ah quindi mi vuoi? – sorride.

- Non volevo dire questo – cerco di rimediare ma è tardi.

- Buffy vieni qui – la sua voce è di nuovo dolce.

- No – alza il sopracciglio con malizia.

- Vieni qui – sussurra.

- Uffa – lo raggiungo davanti alla scrivania.

Mi prende le mani e poi risale lentamente lungo le braccia sino al collo e alle guance.

Prende il mio viso tra le mani e mi bacia.

Rispondo al bacio.

- Facciamo la pace? – ed è così maledettamente convincente.

- No io….- i suoi occhi sono profondi come il mare, mi ci sto perdendo.

- Questo è per te – mi porge un astuccio di velluto rosso.

- Cosa è? – domando ma sono ancora imbronciata.

- Aprilo – è un anello stupendo, con al centro un rubino rosso perfettamente tagliato.

- Ma è….- non ho parole.

- E’ per te. Appartiene alla mia famiglia da generazioni ed adesso è tuo -

- Oh è stupendo – sono emozionata.

- Pace fatta? – mi bacia ancora più intensamente e mi sfiora il seno con le mani.

- Perché fai così? – sussurro.

- Perché mi fai impazzire – e mi bacia ancora e ancora.

- Ti prego non farmi soffrire – lo imploro.

- No, non ti farei mai del male lo sai –

Mi stringe e mi spinge contro la scrivania.

- Può entrare qualcuno – dico un po’ agitata.

- No, non entrerà nessuno –

Mi solleva e mi fa sedere.

Mi allarga le gambe e solleva la gonna.

Lo fisso negli occhi. E gli accarezzo i capelli.

- Ti amo – sussurro.

- Anche io Buffy –

Lo amo e in fondo non penso che sarò infelice con lui.

Sono confusa è così imprevedibile.

Ci stiamo ancora fissando, quando lui mi lascia.

- Non credere di avermi comprata – gli dico seria.

- E’ per questo che sono andato a Londra – dice alla fine.

Lo guardo stupita.

- Per l’anello? -

- Si – annuisce con il capo.

- Perché non me lo hai detto prima? –

- Volevo farti una sorpresa – sorride e mi accarezza il viso.

- Mi porterai a Londra? – chiedo speranzosa.

- No – dice secco.

- Sei cocciuto – ribatto e incrocio le braccia sul petto.

- Anche tu – sorride.

- Su rimettiti in ordine, mi sta già tornando voglia di te –

- A me no – salto giù dalla scrivania.

So che non è appianato tutto tra di noi, ma non riesco a resistergli, a stargli lontana e non è il sesso. È qualcosa di più profondo, che leggo nei suoi occhi così torbidi e profondi. Che a volte mi fanno paura.

- Andiamo – mi prende per mano ed usciamo dalla stanza.

Darla solleva la testa dal tavolo, dove stava facendo un solitario e vede il sorriso sui nostri visi.

Si rabbuia per un istante e poi sorride.

- Bene, pace fatta? – domanda.

- Si – dice lui contento.

- Per ora – aggiungo io spiandolo.

Ma lui fa finta di non ascoltarmi.

- Volevo dirvi che ho fatto preparare i bagagli. Parto oggi stesso -

- Va bene Darla. Ci vediamo presto – dice William senza troppe cerimonie.

- Spero – dice poco convinta.

- Mi raccomando passerotto – mi abbraccia e poi sale nella sua stanza a preparare le ultime cose per il viaggio.

Ora resteremo solo io e lui, non so perché ma la partenza di Darla un po’ mi dispiace.

Almeno non ero sola.

La sera sono nella mia stanza, Joyce mi pettina i capelli.

William è rimasto a fumare di sotto, mi raggiungerà presto ha detto.

- Joyce, secondo te perché William non vuole portarmi a Londra? -

- Oh Buffy, vuoi davvero saperlo? –

La fisso stranita, e mi chiedo come faccia lei a saperlo.

- Ho parlato con la servitù. Qui sono tutti gentili. –

Arrossisce leggermente.

- Ah già che stupida – le dico – su continua -

- Beh i servi adorano il padrone, dicono che è buono e gentile con loro. E che è stato molto sfortunato –

- Perché? – domando curiosa.

- Per via della Signora. La prima Signora Darcy –

Un tremito mi scuote.

- Lui era pazzo della Signora Dru, ma lei non lo amava – esita.

- E a quanto sembra durante le feste si faceva corteggiare da altri gentiluomini –

- Cosa? – sono incredula.

- Ma il signore gliele perdonava tutte sino a che….. non è morta. Ed è stano sia caduta da cavallo sapete? Era una cavallerizza eccellente –

- Cosa vuoi dire? –

- Ci sono voci….-

- Che voci? – sono sempre più agitata.

- Che lui….-

- No basta non voglio ascoltarti –

- Non sono io che lo dico Buffy –

- Si lo so Joyce scusami – abbasso lo sguardo.

- Tu credi mi tenga segregata perché pensi che io sia come lei?-

Sono pensierosa.

- Si forse si -

- Io devo convincerlo che non è così – stringo i pugni.

- Sarà difficile mia cara. Ha il cuore spezzato e non capisco perché abbia voluto sposarti ad ogni costo –

- Già nemmeno io – mi sento abbattuta e triste.

La maniglia gira. E’ lui.

- Joyce puoi andare – le dico prima che la porta si apra.

Lui entra e Joyce esce inchinandosi.

- Eccomi amore -

Lo guardo e penso a Drusilla.

Ho visto un suo ritratto era davvero una donna molto bella e raffinata.

E lui doveva amarla molto.

- Cosa c’è? – domanda preoccupato.

- Niente – scuoto la testa e gli vado incontro.

Lo abbraccio e lo stringo.

Vorrei tanto dirgli che lo amo e che non lo tradirei mai.

Che è così bello stare con lui, essere stretta e amata da lui.

E’ così rassicurante e emozionante.

Ma non parlo, lo stringo semplicemente e lui sembra felice.

Lo bacio e lentamente, gli sbottono la camicia, sembra incredulo.

Io che prendo l’iniziativa, sono anche io incredula.

Ma non mi fermo, Amo William e lo voglio e questo è tutto.

Lo tiro per il bavero e lo porto verso il letto.

Lui mi sta fissando sbigottito ed eccitato per questo insolito cambiamento di ruoli.

- Buffy – sussurra incapace di parlare.

- Si William – gli dico con voce scherzosa e lo spingo supino sul letto.

Sono a cavalcioni su di lui gli sbottono i pantaloni e glieli tolgo.

Lui è in estasi e non smette di guardarmi.

Prendo le sue mani e le poso sul mio corpetto. Sfiora i miei seni attraverso il tessuto ed io gemo.

Stringo le sue mani tra le mie ed insieme il corpetto. Do uno strattone e il corpetto cede.

Lui deglutisce a fatica. Spingo le sue mani sul mio seno e stringo.

Poi le faccio scivolare lungo i fianchi e sulla gonna.

- Toglimela – gli intimo e lui esegue sfilandomela velocemente.

Sono nuda davanti a lui ed è la prima volta che non mi vergogno minimamente anzi mi piace che lui mi guardi.

- Cosa vuoi William? – gli domando maliziosamente ed i suoi occhi sono lucidi dal desiderio e dall’emozione.

- Io…- è senza fiato e balbetta.

Le sue mani tremano.

- Allora? – lo sto fissando.

Lui solleva le sue mani e mi accarezza il volto.

- Te – dice semplicemente e mi stupisce.

Delicatamente mi stende sotto di se e con dolcezza infinita scivola in me.

- Solo te – ripete sussurrando mentre il ritmo come al solito mi perde.

- Davvero? – gli chiedo io in un fil di voce.

- Si davvero –

Sembra emozionato oltre le parole e trema su di me.

- William, anche io voglio solo te -

Lui sgrana gli occhi e per un istante perde il ritmo ma non importa sono già persa in lui.

Lo bacio e lui geme abbandonandosi in me totalmente avvinto.

- Ma non volevi andare via? – mi domanda respirando ancora affannosamente.

E’ insicuro lo sento.

- Ho cambiato idea, voglio restare qui con te – e lo stringo a me, adagiando il suo viso sul mio seno.Gli accarezzo dolcemente la nuca.

Ride sommessamente e poi intrecciamo le nostre mani l’una con l’altra.

- Mi farai impazzire lo sai vero? – dice e nel tono della sua voce leggo la gioia.

- Si lo so. Ma l’hai voluto te –

Anche io rido adesso.

- Si e lo voglio ancora – mi guarda intensamente.

Ed è la prima volta che sento la sua anima toccare la mia e sono felice.

Mi alzo di soprassalto e lui non è accanto a me.

Mi agito, salto giù dal letto e senza neanche indossare la vestaglia corro di sotto a piedi nudi.

- William – lo chiamo.

Nessuna risposta e lo sconforto mi assale.

- E’ partito Signora –

George è alle mie spalle e mi guarda in attesa di disposizioni.

- Grazie George -

E risalgo lentamente le scale.

- Vuole che le faccia servire la colazione in camera? –

- Si grazie –

Sento di aver fallito, lui se n’è andato lo stesso e un senso di rabbia e di impotenza si impossessano di me.

Mi vesto e dopo colazione esco a cavallo.

E corro, corro senza meta cercando di dimenticare e di smaltire la rabbia.

Quando rientro l’ora di pranzo è passata da un bel pò.

I domestici sono in apprensione e sulla via del ritorno incontro alcuni guardiacaccia che mi sono venuti a cercare.

- Oh Signora, pensavamo le fosse accaduto qualcosa –

Dice George appena mi vede rientrare.

- E cosa potrebbe accadermi in questo posto isolato? – domando seccata.

- Dove sei stata? Vuoi davvero farmi impazzire Buffy? –

E’ arrabbiato ed io ho un sussulto.

- Will…ia…m – balbetto e sbatto le ciglia ripetutamente.

- Allora? – mi sta fissando.

- Ho fatto un giro, ma tu non eri partito? –

- Già ma sono tornato –

E’ adirato.

- Perché non sei tornata per l’ora di pranzo? -

- Perché pensavo tu non ci fossi e non volevo restare da sola in questa casa –

Abbasso lo sguardo per un attimo. Ma subito dopo lo rialzo e lo sto sfidando.

- Questa è anche la tua casa. Devi occupartene, specialmente quando io non ci sono -

- Ci sono tanti domestici, io non saprei cosa fare –

In realtà sono gelosa, non voglio lui vada in città senza di me.

- Non farlo mai più Buffy hai capito? -

- Fare cosa? – chiedo e i miei occhi lampeggiano.

- Restare fuori per tante ore, specie quando io non sono qui –

- Beh io faccio quello che fai tu –

Lo sto fissando.

- Non è la stessa cosa -

Cerca di dominarsi.

- Invece si – urlo imbronciata.

- Io sono tuo marito Buffy –

- Ah si, e questo cosa vorrebbe dire che puoi andare e venire a tuo piacimento, mentre io aspetto qui da sola? E poi dove vai? Cosa fai, perché non posso venire con te? –

- Ti ho già detto che…-

- No tu non mi hai detto un bel niente, mi hai solo proibito di vivere a Londra. E mi hai rinchiusa qui –

Ho gli occhi lucidi. Mi sento soffocare.

- Buffy – i suoi occhi si velano di tristezza e l’espressione si addolcisce.

Ed io so che ha paura, che è fragile. E cedo.

- William io ….-

Con una mano mi asciugo gli occhi che stanno lacrimando e gli corro tra le braccia.

- Non voglio stare sola -

Gli dico nascondendo il viso sul suo petto.

E respirando il suo odore.

- No amore, non voglio che tu resti sola. Ti prometto che non ti lascerò sola se potrò evitarlo -

- Non volevo arrabbiarmi – gli sussurro.

- No non fa nulla tesoro – e mi stringe.

George sembra contento, e in silenzio si ritira.

Facciamo una lunga passeggiata per il parco, non lo avevo mai visto sotto la luce del tramonto.

- In autunno mi dice – mentre ci teniamo la mano

– gli alberi si accendono di un rosso scuro e intenso e il viale è una lingua di fuoco che attraversa il parco. Vedrai è stupendo -

Cerco di immaginare come deve essere. Anche se quel ‘ vedrai ‘ mi mette il magone.

E mi rendo conto che un’altra scena mi si è appena affacciata alla mente.

- William….- lo chiamo e il mio tono è malizioso.

- Si – domanda lui mentre con una mano tocca il tronco di una immensa quercia.

- Posso cavalcare un po’? –

- Si certo – dice distrattamente.

Sorrido, a volte è proprio stupido.

- Adesso dico? -

Lui si gira di scatto e mi fissa.

- Cosa? – domanda basito.

- Hai capito –

Lo fisso, dondolando la testa e tenendo le braccia dietro la schiena.

- Ma….Buffy tu vuoi dire quello che sto pensando tu…? -

- St…zitto stupido – gli stringo la nuca tra le mani e l’attiro a me.

Un bacio lento e intenso. Che gli toglie il respiro.

- Ma qualcuno ….- dice quando si stacca da me per riprendere fiato.

- No – lo continuo a baciare.

E faccio scivolare la mano nei suoi pantaloni.

Geme e mi fissa ancora sconvolto.

Lo spingo dietro un cespuglio.

- Su presto abbottonami William -

- Aspetta un attimo. L’hai voluto fare tu qui –

Mi rimbrotta mentre si infila la camicia nei pantaloni.

- Avanti sbrigati -

- Eccomi, eccomi. Accidenti Buffy sei davvero un …diavolo di donna tu –

- Smettila o te ne pentirai – e la mia mano si posa nuovamente sui suoi pantaloni.

- Basta, su fa la brava – dice lui spostando la mano.

- Se continui così non riuscirò ad abbottonarti – e sbuffa.

Sorrido, mi piace quando è in imbarazzo.

Torniamo a casa e George ci scruta.

Ho qualche sterpo tra i capelli e la sua giacca e sporca di fango.

I nostri visi sono arrossati e lui ha una strana luce soddisfatta negli occhi.

- Hai fame? – domanda cercando di avere un tono calmo.

- Si a dire il vero si. Camminare stanca – gli lancio uno sguardo d’intesa.

Lui mi sorride.

I giorni si susseguono tranquilli, per quanto la vita con lui possa dirsi tranquilla.

Abbiamo alti e bassi, anche se ogni volta che va via litighiamo.

Ma non restiamo separati per più di due ore.

Una sera sono più arrabbiata del solito e dopo avergli rinfacciato il fatto che mi ha lasciata sola un’altra volta…

- William sono stufa, stanca delle tue assenze. Voglio venire a Londra o dovunque tu vada, con te -

- Buffy sono viaggi di lavoro te l’ho detto – si acciglia.

- Bene allora portami con te, io ne approfitterò per fare spese e per fare qualche visita –

- A chi? – domanda in apprensione.

Socchiude gli occhi e poi dice con tono risentito – da tuo cugino? Il grande amore della tua vita? – Mi fissa.

- Chi? – arrossisco, è vero prima di sposarci gli ho detto che ero innamorata di lui.

- No, e poi adesso amo te – sbuffo e mi metto a sedere sul letto.

- Avanti porta anche me, vorrei tanto andare ad una festa ti prego –

- No – il suo tono risoluto mi fa saltare i nervi.

Si avvicina e mi abbraccia.

- Guarda che anche io so dire NO – ed allontano le sue mani.

- Cosa? – sembra ancora una volta stupito.

- Ho detto NO – incrocio le mani sul petto

– Vattene. Vai a dormire nell’altra stanza. Non ti voglio.-

Ride incredulo e cerca nuovamente di abbracciarmi ed io resto immobile come un pezzo di legno.

Si stacca e mi fissa per qualche istante.

Poi rassegnato si alza e si infila nuovamente le scarpe.

- Come vuoi tu Buffy – ed esce dalla stanza.

Resta un attimo davanti all’uscio fissandomi triste e sconsolato e poi chiude la porta.

‘ Un po’ di astinenza ti farà bene ‘ mi dico e già mi manca.

Io non so ancora che a Londra la mia assenza e il comportamento di William hanno destato molti interrogativi e insinuazioni.

In un salotto durante una festa….

- Ma allora Riley dov’è finita vostra cugina? Se ne sono perse le tracce dopo quella famosa notte…-

- Veramente non ho più sue notizie da allora –

Riley abbassa lo sguardo e si sente in colpa.

- Ma è vero che lui l’ha segregata in una cella nel suo castello?-

- Cosa? – domanda Riley che non sa nulla degli ultimi pettegolezzi della città.

- Ah non sapete nulla a quanto pare. Beh Lady Darla è stata al castello e ci ha riferito che la poverina è tenuta prigioniera da Lord Darcy –

- Non…ne sapevo nulla – Riley è sbiancato e balbetta.

- Si e la fa frustare se solo osa rispondergli o guardarlo senza il suo permesso –

- Voi vi burlate di me vero? –

- No ve lo giuro, sono voci che circolano e poi….visti i precedenti, non mi stupirei se anche la nostra piccola Elizabeth facesse una fine ….- si interrompe.

- Cosa volete dire? –

- Oh caro amico non ditemi che non sapete nulla del mistero e dei sospetti che circondano la morte della prima Signora Darcy –

Uno sconosciuto seduto poco distante si unisce alla conversazione.

- Prima Signora Darcy? –

- Ah non sapevate nemmeno fosse stato sposato? –

- Posso sapere con chi ho l’onore di parlare? –

- Liam, Liam D’angel al vostro servizio –

- Cosa volete dire, su avanti parlate –

- Beh la defunta Signora Darcy, e suo marito vivevano a Parigi. Lei adorava Parigi. L’avesse vista era una creatura splendida, con una massa di capelli corvini che le circondavano il viso e le spalle.

E una figura aggraziata e così elegante e sensuale –

- La conoscevate? – suda freddo.

- Si conoscevo Drusilla – abbassa lo sguardo come affranto.

- Cosa le è successo? – domanda Riley esitante.

- E’ morta, caduta da cavallo. Ma io non ci credo. Non lo crederò mai –

- E perché? –

- Perché la conoscevo e so che era una cavallerizza nata. Era semplicemente perfetta a cavallo. Non crederò mai sia caduta. Piuttosto qualcuno……-

- Cosa state insinuando che lui??? –

- Beh tutti sanno quanto fosse geloso, irrazionalmente e follemente geloso. Erano tornati da Parigi di corsa, perché lui l’aveva accusata di tradirlo. E si sono trasferiti in quel posto così isolato. Pochi mesi dopo lei è morta –

- Non posso crederci – è sconvolto.

- E amico mio la mente umana….-

- Mia cugina….potrebbe essere in ….-

- Si potrebbe – lo sta fissando e attende che la mosca cada nella sua ragnatela.

- Devo fare qualcosa, non posso permettere che le accada qualcosa. È tutta colpa mia se lei adesso….non avrei mai dovuto permetterle di fare questa pazzia. Se lei morisse non me lo perdonerei mai –

- Amico mio sono al vostro servizio. Disponete pure di me e dei miei mezzi –

- Grazie Signor D’angel sarà meglio organizzare qualcosa. Dobbiamo fermarlo, dobbiamo portarla via. Salvarla da quel mostro. –

- Si è proprio questo che volevo sentirle dire – sorride, ma sembra più un ghigno soddisfatto.E’ mattino…..dorme ancora. Deve aver passato una notte agitata.

Entro di soppiatto nella sua stanza, immersa nella penombra.

La candela è consumata, si è addormentato tardi.

Sul viso ha un’espressione triste. E’ nudo come sempre e di pancia in giù, si stringe al cuscino.

Mi avvicino lentamente al letto. Per terra ci sono dei fogli di carta arrotolati.

Ne raccolgo uno e comincio a leggere con gli occhi.

‘ Amore mio,

Lo so a volte sono terribile e incomprensibile, ma io ti amo e questo non mi rende obiettivo e razionale ….’

La scrittura trema e si interrompe. Forse stava piangendo. Non lo so.

Lo fisso ed è così dolce ed indifeso in questo momento.

Tiro un sospiro e poggio le mani sui fianchi ‘ sono troppo buona ‘ penso sorridendo.

Salgo sul letto e mi infilo sotto le lenzuola piano per non svegliarlo.

Lo abbraccio e comincio a carezzargli la testa delicatamente.

Si muove e si stringe al mio petto abbracciandomi.

- Buffy – sussurra nel sonno e il mio cuore si ferma per un istante.

Lo spingo lentamente supino e mi adagio su di lui.

Gli lascio una scia di piccoli baci su tutto il corpo e mi soffermo sulla sua virilità.

Sorrido pensando alla sua faccia e poi lo accarezzo delicatamente.

Ha un fremito, sussulta e geme.

Apre gli occhi respirando affannosamente e guarda in basso.

Sbatte una, due, tre volte le ciglia, non crede sia vero quello che vede.

- Cosa c’è? – dico lasciandolo per un attimo.

- Buffy. Tu mi farai impazzire sul serio – geme lui e mi accarezza.

- Si amore –

Sospira e chiude gli occhi, uno spasmo prolungato e la sua agonia finalmente ha fine.

Sorride e si stiracchia tra le lenzuola.

- Vieni qui amore -

Mi stendo accanto a lui e lo abbraccio.

- Mi sei mancato – gli dico, tenendo sempre il broncio.

- Anche tu – tiene ancora gli occhi chiusi, vuole godersi il momento.

- Mi dispiace – diciamo insieme e ridiamo.

- William io voglio che tu capisca che ti amo, e che io non sono …-

- Hai vinto amore – sospira e per un attimo la tristezza attraversa il suo viso.

- Cosa? – dico fissandolo con gioia.

- Andiamo dove vuoi tu – mi abbraccia e apre gli occhi per vedere la mia reazione.

- Sììì – urlo di gioia e lo stringo forte a me.

- Ti amo passerotto. Non scordarlo mai –

- Anche io ti amo William. Nemmeno tu devi mai dimenticarlo –

Fa cenno di si con la testa e la posa sul mio seno, mentre con una mano fa piccoli cerchi attorno ai miei capezzoli.

- Non mi lascerai mai vero? – domanda serio.

- No mai –

E vorrei avvolgerlo nel mio cuore per fargli sentire tutto il calore e l’amore che provo in questo momento per lui.

- Cosa vuoi fare oggi? – domanda.

- Mm…un’idea ce l’avrei – e il mio sguardo è terribilmente eccitato.

- Mio Dio Buffy ma sei davvero insaziabile. Se continui così mi ucciderai –

- Ah. Tu dici? – sorrido ancora più maliziosa.

- Sicuro, ma è il modo migliore di morire – e mi bacia il collo spingendomi sotto di lui.

Ci fissiamo negli occhi ed io sento che sta cedendo, che ho fatto breccia e comincia a fidarsi di me.

E sono al settimo cielo….Beh lì ci sono per altri motivi in questo momento, ma è la stessa cosa.

Sono euforica domani mattina partiamo. Restiamo tutto il giorno a letto, è come se avesse bisogno di essere rassicurato che io non mi scordi di quanto e come mi ami.

Ci alziamo presto ed io canto allegra. Questo lo diverte ed è felice, gli piace vedermi contenta.

Arriviamo a Londra che è quasi ora di pranzo.

Ho mandato un messaggio a mio cugino e questa sera ci aspetta a casa sua.

William è un po’ titubante, ma io lo rassicuro come posso.

Lui è pronto mentre io ancora armeggio con il bustino.

- Aspetta ci penso io – dice dolcemente e mi abbottona.

- Sei stupenda – e non sembra particolarmente felice – forse sarebbe meglio…-

- Smettila William, ti amo lo vuoi capire? E voglio solo te – gli sfioro la punta del naso con l’indice.

- Va bene andiamo – sospira – ma non ti allontanare da me. Va bene? –

E’ come un bambino.

- Si va bene promesso – e gli faccio la linguaccia.

Entriamo nel grande salone e gli sguardi si voltano nella nostra direzione.

Lui non lo sa ma è bellissimo.

- Oh Buffy cara – dice Darla abbracciandomi.

- Salve Darla – dico un po’ spiazzata dal suo atteggiamento.

- Buffy – è Riley che mi fissa preoccupato.

- Riley – dico con gioia e lo abbraccio.

Poi con orgoglio e calma ritorno al braccio di William che si calma.

- Questo è mio marito Riley. Lord William Darcy -

Sorrido contenta.

- Salve – il tono di William è gentile, vuole piacere anche se non gli piace vedere che tutti gli uomini mi stanno osservando.

- Salve – risponde Riley, ma nel suo tono vi è un non so che di ostile.

- Vuoi qualcosa da bere amore? – mi domanda con dolcezza.

- Si del tè ma andiamo a prenderlo insieme – dico, non voglio lasciarlo solo.

- Si va bene – il suo sguardo si è illuminato di amore e di gratitudine per la mia attenzione verso di lui.

Riley sembra sorpreso e spiazzato dal mio comportamento.

Cerca il modo di restare solo con me, ma io non mi stacco da William. A dire il vero sono anche un po’ gelosa, è troppo bello per andarsene in giro da solo con tante dame in giro.

- Vuoi ballare? – mi domanda e mi porge il braccio.

- Si – gli rispondo e sprizzo gioia da tutti i pori.

Sono ad una festa con l’uomo più meraviglioso che potessi incontrare ed è mio.

Mi fa volteggiare con leggerezza.

- Non sapevo sapessi ballare così bene William –

- Ah no? Pensavo lo sapessi, non abbiamo fatto altro – e sorride malizioso.

- Stupido – gli poso l’indice sulla fronte.

Mi bacia teneramente la guancia, e non sapevo che in pubblico fosse così vergognoso.

Appartati fuori dal salone senza essere visti…..

- Ma siete sicuro di quello che mi avete detto? – Riley è confuso.

- Si assolutamente – risponde D’angel sorseggiando il suo cocktail.

- Sembra così…così felice – e mi osserva stupito.

- Si lui è molto bravo a sedurre le sue donne, loro lo vedono come un Dio e non osano ribellarsi a lui –

- Ma come è possibile? – Riley non sembra convinto.

- E’ un demonio – sussurra passandogli dietro le spalle.

La musica cessa ed io ho sete.

- Ti prego mi prendi da bere – gli dico mentre mi accomodo su una poltroncina.

Non sono più abituata alle feste.

- Si, vado – e si allontana.

Un giovane mi avvicina, è imbarazzato e poi mi domanda

- Signorina vorrebbe essere così gentile da concedermi il prossimo ballo – e sorride in attesa.

- Oh mi spiace ma…. – la sua espressione si rattrista.

- Si capisco – si inchina.

Voglio essere gentile, tutti devono essere felici.

- Se vuole le posso concedere la danza di intermezzo – dico sorridendo.

I suoi occhi si accendono di speranza.

- Grazie lei è la creatura più bella e splendente che abbia mai visto. Signorina mi farebbe il piacere di …-

Sgrano gli occhi, e mi accorgo che lui non sa che sono sposata.

- Veramente io ….- sto per correggerlo quando la sua voce tagliente mi precede.

- No la Signora non le farà il piacere - mi fissa attento.

Mi mordo le labbra, proprio adesso non ci voleva.

- Io non sapevo la Signorina…o scusate Signora fosse …- è agitato ed imbarazzato.

- Lei non me lo ha detto – e mi guarda dispiaciuto.

‘ Accidenti ora lui penserà che …’

Il suo viso fa una smorfia e resta immobile impassibile.

- Ma purtroppo per lei lo è – e non sono sicura che quel ‘ lei ‘ sia riferito al giovane e non a me.

Scusandosi ancora il ragazzo si allontana ed io resto a guardarlo, dispiaciuta.

- William non voleva fare nulla di …-

- Ah no? Ti stava corteggiando. Tieni ti ho portato da bere –

Gli stringo la mano e lo invito a sedersi accanto a me.

Resta qualche minuto in silenzio e poi torna di buon umore. Si è calmato.

Mi sorride di nuovo ed io in uno slancio di gioia lo bacio.

Orami è tardi ed io sono stanca.

- Andiamo a casa William – gli sussurro all’orecchio.

- Speravo me lo chiedessi amore – mi cinge delicatamente le spalle e andiamo a salutare.

Riley mi abbraccia e mi stringe le mani, ed è così strano.

- Finalmente a casa – dico roteando al centro della stanza.

- Già – sospira lui e si getta sul letto disteso.

- Lo sai che ti amo vero? –

- …No non lo so – e mi cinge la vita.

Qualcuno bussa alla porta.

E’ l’inseparabile George.

- Signore un messaggio per voi –

Gli porge un biglietto. Sono curiosa.

- Darla – dice sbigottito.

- Cosa? Fammi leggere –

Leggo, sembra una cosa seria.

- Devo andare – dice ed è preoccupato e agitato – ma non voglio lasciarti sola -

Esita.

- Vai non preoccuparti per me. Ti aspetterò qui, nel letto ma sveglia -

Gli accarezzo la guancia e lui sembra convincersi.

- Torno presto – ed esce sento che giù per le scale dice a George

- Mi raccomando la Signora George – la porta si chiude.

Mi stendo nel letto e attendo in silenzio.

Il mio William è così dolce, forte e fragile allo stesso tempo.

Sento dei rumori alla finestra, mi giro di scatto.

Qualcuno posa la mano sulla mia bocca non faccio in tempo a gridare.

Mi solleva di peso e mi avvolge in una coperta.

Cerco di liberarmi ma non ci riesco.

- Non si preoccupi Lady Elizabeth siamo qui per liberarla -

Sbarro gli occhi. Voglio parlare, dirgli di lasciarmi andare.

William devo aspettarlo.

Un fazzoletto davanti alla mia bocca e un odore nauseante.

Mi sento mancare e svengo.

Quando mi risveglio sono in una stanza, il fuoco arde nel camino ed un uomo è seduto davanti che beve qualcosa.

- Ma chi siete? Cosa sta succedendo? – sono furiosa.

- Stia calma Signora, siamo amici –

- Amici? Mi avete rapita dalla mia casa, quando mio marito lo saprà ve la farà pagare – alzo i pugni.

- E’ quello che spero a dire il vero Signora –

- Ma voi chi siete? –

- Sono il Conte Liam D’angel, il vostro primo e per breve periodo di tempo promesso sposo –

Si inchina e sorride.

- Voglio che mi riportiate immediatamente a casa mia –

- Volete tornare da quel mezzo uomo? –

E’ incredulo.

- Si e subito – sono rossa per l’agitazione.

Mi guarda con libidine ed io mi rendo conto di avere indosso solo la camicia da notte.

- Siete stupenda, è stato un vero peccato avervi perduta quella notte -

- Mi fate ribrezzo Signore – dico con tono sprezzante.

- Cambierete idea vedrete – e si avvicina pericolosamente a me.

- No – urlo e lo schiaffeggio.

- Non mi resistete è inutile –

- Aiutatemi – mi bacia e le sue labbra sono così viscide.

- E’ inutile che urli, il tuo cuginetto è fuori. Ha delle faccende da sbrigare. Quando tornerà avrò finito con te e se hai a cuore la sua vita non gli dirai nulla –

Infila la sua sporca mano sotto la mia camicia ed io mi sento morire.

Gli sputo in faccia e lui mi tira un sonoro schiaffo.

Un’ora prima in un’altra casa……..

- Non è vero quello che mi stai dicendo. Menti. Lei mi ama – poggia le sue mani al camino e ha l’espressione fissa e spaventata.

- Cosa? Credi che ti ami? Ma dai, non puoi essere così ingenuo. Passare dal Sole alla Luna in pochi giorni, avanti. Neanche un bambino ci cascherebbe. Lei aveva progettato tutto, sin dall’inizio, con suo cugino. E vedrai alla prima occasione se ne andrà. –

- Taci Darla basta – si prende la testa tra le mani.

- Riley è stato chiaro. Lui la ama e lei ama lui. Se ne andranno in America, lui ha fatto una fortuna. È questione di tempo. Si è messo d’accordo con D’Angel. Lei ti lascerà come Drusilla. Oh tesoro se mi avessi ascoltato –

Le è andata vicino e gli sta accarezzando la mano.

- Lasciami – ringhia lui.

- E’ tutto da vedersi – stringe i pugni e nel suo sguardo c’è un’amarezza e una rabbia indicibile.

- Se non dovessi trovarla a casa tua è dalla madre di Riley. E’ lì che è fissato l’appuntamento prima di partire. –

- Grazie di tutto – dice sarcastico ed esce di corsa.

- Presto a casa il più presto possibile – urla al cocchiere e la carrozza si muove in velocità.

- Buffy – apre con violenza la porta. Ma la stanza e vuota e la finestra è aperta.

- George – urla e il suo sguardo scintilla.

- La Signora dov’è? – George sembra allibito.

- Ma dovrebbe essere qui – si guarda intorno.

- Non è venuto nessuno? –

- No Signore era tutto tranquillo –

- Non hai sentito rumori? Grida? –

L’ultima speranza brilla nei suoi occhi ed è subito spenta.

- No Signore – abbassa lo sguardo.

Sa bene cosa prova il Signore adesso.

- Grazie George – e corre di sotto.

- Presto a Bound street –

Ancora rumore di carrozza in corsa, sul selciato nella notte.

La casa è buia, sembra non ci sia nessuno.

Bussa ripetutamente al campanello.

- Chi è? – domanda il maggiordomo assonnato.

- Sono tutti via – e sbadiglia.

Ma una tenue luce al piano di sopra non convince William.

- Toglietevi di mezzo – e lo spinge via.

Sale a tre a tre gli scalini in preda all’ira e dalla gelosia più oscura e terribile.

Spalanca la porta e…..Il suo schiaffo mi ha fatto perdere i sensi e lui mi bacia. Lentamente mi sto riprendendo e William è davanti alla porta che mi fissa.

Urlo e D’Angel ride.

- Salve William. Ci rincontriamo ancora –

Ma William non è dell’avviso di parlare.

- Maledetto bastardo toglile le mani di dosso -

Gli è addosso, si battono.

D’Angel è più alto e grosso ma William è animato da una rabbia sovraumana.

Lo colpisce ripetutamente e alla fine gli assesta un pugno in pieno viso che gli rompe il setto nasale e lo fa cadere svenuto al suolo.

- William – grido e sono contenta che non si sia fatto del male.

Gli corro incontro e faccio per abbracciarlo, ma lui mi blocca e mi fissa con rabbia.

- Andiamo muoviti – e mi trascina tenendomi per un braccio.

- Cosa succede? – Riley è appena rientrato ed è corso sentendo rumori di zuffa.

- Togliti di mezzo idiota – William è infuriato.

- Come osate siete in casa mia –

- Questa è mia moglie e se non vi togliete di mezzo vi denuncerò – è glaciale il suo sguardo.

Riley sussulta, sa che William può rovinarlo.

E senza dire nulla si sposta per farlo passare.

- William – cerco di calmarlo.

- Sta zitta Buffy. Zitta o io non so cosa potrei farti – mi fa paura.

Mi fa salire in carrozza e urla agitato al cocchiere

- A Pembley via -

- Cosa? – sono terrorizzata e confusa.

- Zitta ti ho detto – sibila.

La carrozza parte ed io ho freddo. Sono sempre in camicia da notte.

Ma non fiato sento che l’ho perso.

Mi rannicchio in un angolo piango e infine mi addormento esausta.

Mi sta guardando ha gli occhi lucidi e ancora adirati. Tremo e lui sospira.

Si toglie il mantello e mi avvolge senza svegliarmi.

Mi asciuga le lacrime dal viso passandovi la mano e poi si risiede al suo posto guardando fuori dal finestrino.

È quasi l’alba quando arriviamo a Pembley.

Sono ancora addormentata.

Mi prende tra le braccia e mi porta in casa.

I domestici sono sconvolti.

Non si aspettavano il nostro ritorno e soprattutto vedendomi in quello stato.

Mi depone sul letto e mi toglie il mantello, ben attento a non svegliarmi. Poi mi copre.

Si siede sulla poltrona davanti al letto e posa una mano sotto il mento.

E resta lì a riflettere in silenzio con lo sguardo fisso su di me ma assente.

Mentre io sogno, una donna bruna bellissima che spezza il cuore del mio William ed io non posso fare nulla per guarirlo.

Mi sveglio e lui è ancora lì davanti a me.

Non ha dormito tutta la notte. Aspettava che mi svegliassi.

Cerco di capire se è ancora arrabbiato con me.

- Ciao – dico piano e sbadiglio.

- Ciao – il suo tono è calmo ma anche freddo.

- William io –

- Non voglio sapere niente. Resteremo qui, che ti piaccia o no. –

- William ti prego devi ascoltarmi –

- Perché tu continui a dirmi menzogne? –

- Non ti ho mai mentito –

- Taci Buffy, basta –

Si passa la mano tra i capelli.

Mi inginocchio davanti a lui.

- Ti prego William io ti amo -

- Stai zitta –

- Ti amo –

- Zitta ho detto –

- Ti amo. Ti amo hai capito – piango.

- Oh mio Dio sto impazzendo –

Mi prede per le braccia.

- Mi fai impazzire lo capisci? -

- Ti amo – e lo bacio, nonostante le sue proteste.

Alla fine ricambia il mio bacio.

Mi spinge sul letto e mi strappa la camicia da notte.

C’è rabbia in lui.

Mi penetra con foga, emetto un gemito sommesso.

Sento anche dolore.

- Ti prego piano William, mi fai male -

E lo stringo a me.

Lui non smette di muoversi velocemente su di me.

- Buffy maledizione. Perché? –

- William – un sospiro ed una smorfia di dolore.

Lui mi fissa come accorgendosi solo in questo momento che mi sta facendo male.

E rallenta immediatamente.

Continuando a fissarmi, la sua espressione si è addolcita e i suoi movimenti sono tornati i suoi.

Torno a gemere e lo stringo più forte a me.

- Ti amo – gli dico ma lui non risponde.

Si abbandona in me e resta così sino a quando può.

Poi si stacca da me e si stende al mio fianco.

Non mi guarda. Si alza e se ne va.

- William – lo chiamo ma lui non mi ascolta.

Non si volta nemmeno a guardarmi esce e richiude la porta alle sue spalle.

- Ti farò chiamare per il pranzo -

Sento un dolore lancinante la petto e so che questo è solo l’inizio.

 

A pranzo restiamo in silenzio, come non esistessi.

George è tornato ed è l’unico che sembra mostrarmi un po’ di benevolenza.

- Ci vediamo dopo – si alza ed abbandona la sala.

- George non andare via aiutami – sono disperata.

- Signora ma cosa è successo? – domanda avvicinandosi.

- Mi hanno rapita, ma io non volevo. Io volevo che mi riportassero a casa da lui – sto piangendo.

- Signora mi spiace. Ma il Signore ha pensato – ed esita.

- Si lo so – e abbasso lo sguardo.

- Lei non c’era Signora – il suo tono si intristisce.

- Il Signore era innamoratissimo della Signora, ma non l’ho mai visto così preso come con lei –

E mi guarda come volesse essere ben certo che abbia capito l’importanza di quello che mi sta dicendo.

- Lui è pazzo di lei. Non l’ho mai visto così premuroso, attento e dolce. Eravamo così felici che in casa fosse tornata l’allegria. –

- George deve credermi io lo amo – mi asciugo gli occhi.

- Si le credo Signora. Ora deve essere forte ed avere pazienza. Vedrà il Signore si calmerà prima o poi e alla fine tutto tornerà a posto –

- Ne siete sicuro? – domando speranzosa.

- Si ne sono certo. La ama troppo, adesso è spaventato, deluso e amareggiato. Ma vedrà qui voi due soli, e tutto si sistemerà –

- Non mi crederà più, non si fiderà più di me –

- Questo Signora verrà con il tempo adesso è troppo confuso e arrabbiato –

- Grazie George sei buono con me – gli faccio un sorriso forzato.

E lui si inchina commosso e se ne va.

È chiuso in quel dannato studio dall’ora di pranzo.

Ed adesso è sera. Sto scrivendo il mio diario, lo faccio sempre quando lui non è con me.

Quando sento rumore di zoccoli e ruote. Una carrozza.

Mi chiedo chi possa essere e spero e prego non siano né Riley, né quel mostro di D’Angel.

La porta si apre è una stupenda ed elegantissima Darla fa il suo ingresso.

- Buona sera a tutti – dice teatralmente.

- Salve – il mio tono è affranto.

- Salve Darla – la sua voce particolarmente calda mi arriva alle spalle ed è una frustata per me.

- Salve William, come state? – e mi guarda maliziosa mentre porge la mano a lui.

Lui la prende tra le sue e la porta alle labbra senza staccarle gli occhi di dosso.

Un crampo allo stomaco vorrei incenerirla e togliere quel dannato sorriso dal volto di William.

Resto in silenzio a guardarli. E so che non resisterò.

Mi siedo e sono sbalordita. William è così gentile e premuroso con lei, mentre a me non riserva nessuna attenzione. Almeno io non me ne accorgo.

Non mi avvicino a loro che sono seduti vicini davanti al camino. Ho freddo.

Lui mi guarda con la coda dell’occhio e si accorge che tremo. E con fare indifferente mette altri ceppi di legna nel camino perché il fuoco diventi più scoppiettante e riscaldi meglio la stanza.

Darla se ne accorge ma non dice nulla. Fissa il fuoco e poi William.

- George porta del tè presto – dice con sicurezza di chi sa che può permettersi di dare ordini in casa.

- Signora…. – George esita e mi guarda.

- Ti ho detto di portare del tè non mi hai sentito. Non c’è bisogno che chiedi l’autorizzazione ad altri- e mi fissa vittoriosa.

Mentre io ingoio il mio orgoglio e taccio. Le lacrime premono sui miei occhi lucidi.

- E’ stato faticoso il viaggio? – chiede attento William che con la coda dell’occhio non ha smesso di osservarmi.

- Si abbastanza. Credo che mi ritirerò adesso. Vogliate scusarmi. –

- Ma certo Darla– dice e le bacia ancora la mano a lungo e so che è me che vuole colpire.

Non rispondo, solo mi alzo e dico facendomi forza per mantenere la calma e la dignità.

Sono sempre una Summers non devo scordarlo.

- Buona notte – e senza aspettare risposta salgo di sopra.

- Buona notte cara – risponde lei.

Lui invece non dice nulla e mi fissa mentre salgo sconfitta le scale.

- Ma perché l’hai riportata con te? – domanda un po’ adirata.

- Non lo capisci che non ti ama? Vuoi tenerla nonostante lei ti disprezzi? –

- Non sono affari tuoi Darla –

- Non ti capisco William. Quella insipida, scipita ed insignificante ragazzina sembra ti abbia stregato. Tu amavi Dru, ma con lei non eri così…così…non trovo nemmeno la parola per definire come sei con lei – sbuffa.

- Darla, smettila. Il fatto che tra me e Buffy ci siano dei problemi…-

- Problemi? Se la stava filando con suo cugino e tu lo chiami problema? –

- Darla ho detto basta. I problemi che ci sono tra Buffy e me riguardano solo noi. Ma questo non ti autorizza a trattarla male o ad insultarla. Non scordarti che è mia moglie e se non sei capace di rispettarla e di trattarla come si deve. Allora prendi le tue cose e vattene. –

Darla sussulta e lo fissa non può credere che quell’uomo ferito e umiliato riesca ancora a difendermi. Una strana espressione di derisione le si dipinge sul volto.

Poi nota dei fogli posati sul tavolo e li prende nascondendoli nella gonna.

- Buonanotte William, spero la notte ti porti consiglio -

E anche lei sale di sopra.

Lui resta davanti al camino a fissare le fiamme.

E’ notte fonda, ho pianto sino allo sfinimento e mi sono appena addormentata. Quando sento che lui è accanto a me. Mi volto d’istinto e lui è semi sdraiato sul letto che mi guarda.

Ha gli occhi lucidi e il volto contratto.

- William – sussurro.

- St…- dice e mi accarezza il viso.

- Buffy fa l’amore con me –

Dice semplicemente ed io lo accolgo a braccia aperte.

Ho bisogno di lui come so che lui ha bisogno di me.

E ci amiamo teneramente e disperatamente.

È mattino quando mi sveglio e lui è ancora accanto a me fortunatamente.

Lo guardo è pensoso e mi preoccupa.

- Buffy credo sia meglio per noi se ci separiamo per un po’ -

Il suo modo di dirlo, il suo sguardo e il suo tono. Mi spaventano, sembra un addio.

- No William – dico con le lacrime agli occhi.

- Credimi è meglio per entrambi. Adesso non ci faremmo altro che del male –

- Tu menti, non è per un po’ di tempo. E’ per sempre vero? –

Non risponde ed evita il mio sguardo. Ed io sono stanca.

- Va bene -

Lui si stupisce di questa mia arrendevolezza. E il suo viso lo mostra chiaramente.

- Cosa c’è? – gli domando

– Cosa ti aspettavi che ti implorassi? Che ti pregassi di tenermi con te di farmi l’elemosina? -

Lo stupisco ancora una volta.

- Beh scordatelo. Sono stanca di te e di tutti i tuoi dubbi. Io ti amo ma se non mi credi Amen, me ne farò una ragione ed andrò avanti come ti ho detto una volta –

Sono in piedi davanti al letto e sono più decisa e determinata che mai.

- Non mi interessa cosa pensi o cosa credi. Io sono a posto con me stessa, non ho fatto nulla di male. E quella notte sono stata portata via contro la mia volontà. Ma adesso non conta più. Vai via, avanti corri da quella bambola vestita di pizzi e merletti. Cosa aspetti. Io voglio un uomo che mi ami che si fidi di me. E se tu non vuoi farlo allora non abbiamo più niente da dirci. -

Lui si alza in silenzio e si riveste. Mi lancia un ultimo sguardo

- Mi dispiace Buffy -

- Anche a me – e non lo guardo.

Esce ed io mi accascio sul letto incapace di trattenere oltre le lacrime.

E’ finita mi sta lasciando e sono disperata. Perché lo amo alla follia e non lo capirà mai.Chiamo Joyce e le dico seria.

- Prepara i miei bagagli ce ne andiamo -

- Cosa ma Buffy cosa dici? – mi guarda incredula.

- Andiamo via da qui. Adesso. –

- Ma il Signore…-

- Non importa non ci fermerà questa volta – e prendo la prima cosa che trovo nell’armadio.

- Fa venire George subito –

Joyce è in preda all’agitazione ma esegue senza far domande.

George arriva trafelato, Joyce deve avergli detto che vado via.

- Signora cosa vuole fare? – domanda angosciato.

- Mi ha lasciata. Vuole che ci separiamo. E io me ne vado –

- Ma dove? – domanda Joyce apprensiva.

- Ovunque anche all’inferno. Ma qui non restiamo un minuto di più –

- Il Signore non ha venduto la sua casa. Può andare lì –

Dice George dopo aver riflettuto.

- Bene ci fermeremo lì per sistemarci ed oggi stesso partiremo per l’America –

- Dove? – Joyce sembra sconvolta.

- Si in America, andremo nel nuovo mondo Joyce e ci dimenticheremo di tutto e di tutti –

Una lacrima scivola sul mio viso.

- Signora non vuole prima pensarci? – balbetta.

Conosce bene quel mio sguardo risoluto.

- No ho deciso. Su avanti muovetevi -

E sono presa dalla follia e dal desiderio di allontanarmi il più possibile da lui.

In men che non si dica le valige sono pronte.

Scendo di sotto e Darla è in salone da sola. Sembra pensierosa.

Mi fissa con imbarazzo e poi sorpresa. Vedendo che i miei bagagli vengono portati di sotto.

- Cosa succede? – chiede e mi fissa.

- Ti lascio campo libero ecco cosa succede. Non sei felice? Non è questo che volevi? –

- Cosa? Io veramente…- balbetta e il suo sguardo non è più così soddisfatto come ieri sera.

- Su avanti non c’è più bisogno di mentire adesso. Hai giocato bene le tue carte ed io me ne vado. –

- Ma sei sicura di quello che stai facendo? –

- No per niente – e sono sincera.

- Ma preferisco andarmene piuttosto che vivere così. Amare e non essere riamata-

Darla tace, e i suoi occhi si velano per un momento. Non mi rendo conto di quanto quelle parole l’abbiano profondamente colpita.

- Ma io pensavo che William non avrebbe mai permesso….-

- Che ci provi a fermarmi e vedrà di che pasta è fatta una Summers –

Le lancio uno sguardo di sfida.

Darla è ammutolita. Mi guarda e nel fondo dei suoi occhi giurerei di leggere ammirazione.

- Addio Darla, e buona fortuna - mi volto.

- Tu lo ami Buffy –

- Si lo so, e oggi più che mai. Ma devo andare. Non posso dirgli addio, quindi se vuoi salutarlo tu per me te ne sarei grata –

Non mi giro, sto piangendo e non voglio lei se ne accorga.

Esco e respiro profondamente. Sono libera.

Anche se avvinta nelle sue catene ci sarei rimasta volentieri per tutta la vita.

Meglio non pensarci più

George mi aspetta davanti alla carrozza.

Lo abbraccio teneramente e gli sussurro

- Abbi cura del Signore -

- Si non tema Signora e torni presto. Arrivederci –

Lui spera ancora ed io gli sono grata per quelle parole.

Salgo in carrozza chiudo le tendine e ordino al cocchiere di partire.

Joyce mi guarda atterrita ma non fiata.

Tempo dopo lui esce dallo studio e si avvicina a Darla.

- Come mai siete così silenziosa? -

- Se n’è andata William – e la sua voce ha un che di triste.

- Chi? – improvvisamente il significato di quelle parole gli è chiaro.

- Quando? Dove? Perché? –

- Non lo sapevi? – domanda e lo fissa.

- Si, ma non pensavo che lei ….-

- Non credevi se ne andasse davvero? –

La guarda incredulo.

- Forse è meglio così –

Dice e fissa fuori dalla finestra.

- No William non è vero. Lei ti ama forse più di quanto tu ami lei –

- Cosa dici Darla? –

- Ho mentito William e tu sei così insicuro così sensibile che ci sei cascato –

- Lei non aveva nessun accordo con suo cugino. Hanno organizzato tutto Riley e D’Angel, mai ero gelosa. Io non sopportavo l’idea che ti fossi innamorato di lei. Anni fa mi avevi preferito Dru e adesso quella ragazzina. Non lo sopportavo –

- Ma….-

- Su avanti William, tu sapevi che stavo mentendo, in realtà volevi trovare una scusa per rompere con lei. Eri troppo preso. Avevi paura che ti si spezzasse il cuore di nuovo e allora hai usato me e questa banale bugia per ottenere quello che volevi. Che lei se ne andasse. Solo che adesso che se n’è andata sul serio capisci che non era quello che veramente volevi. Giusto? –

Lui è serio e la fissa come imbambolato.

- Ed io non avrei detto nulla. E tu adesso saresti mio. –

- Perché mi stai dicendo tutto questo adesso? –

- Perché ho letto queste – e gli mostra le pagine del mio diario.

- C’è troppo amore, troppo tra voi. Lei è così – sta piangendo.

Lui è stupito non ha mai visto Darla piangere.

- Non posso lottare contro il vostro amore. Non voglio essere io la causa della sua fine e della vostra infelicità –

Sorride amaramente.

- Lei mi ha detto che vuole un uomo che la ami. Beh lo voglio anche io William –

- Darla mi spiace io…-

- No non dire nulla. Adesso va corri da lei. E’ così triste e così spaventata. –

Lui le stringe la mano e poi corre via.

- George il cavallo -

- Dove è andata? Dove? –

Guarda George.

- Non dovrei dirglielo, non se lo merita -

- Andiamo ti prego George, mi farò perdonare dopo. Adesso dimmi dov’è andata –

- E’ a casa sua, ma ci resterà solo per poco. Vuole partire per l’America –

- Cosa? –

- Ah via – intima al cavallo.

E corre a più non posso.

Sono nella mia vecchia casa.

È stata messa a nuovo. Il giardino è curato.

- Ma chi ci abita qui? –

Chiedo ad un domestico.

- Signora che piacere rivederla -

- Come mai questa casa è così …splendida –

- Beh il Signore è venuto spesso qui, ha fatto cambiare molte cose. Ha cambiato le stanze. Tutto secondo i suoi gusti Signora. Voleva farle una sorpresa. Aveva detto che presto l’avrebbe portata qui. Sapeva quanto amava questa casa –

Di nuovo le lacrime scendono dalle mie guance.

- E’ davvero bella, non è vero Joyce? -

- Si Buffy – anche lei è commossa.

- E’ venuta per restare? E il Signore quando arriva? –

- No ci fermiamo solo per darci una rinfrescata, ripartiamo subito –

- Oh che peccato Signora –

- Puoi ritirarti –

Voglio restare un po’ da sola.

Joyce capisce al volo ed esce.

- Chiamatemi se avete bisogno –

- Si grazie Joyce. Per favore fa preparare tutto l’occorrente voglio ripartire al più presto –

- Va bene Buffy –

Sono di nuovo nella stanza dove ho parlato per la prima volta con lui.

Ed è come se lo rivedessi davanti a me. Quella sera era stato così deciso. Così determinato.

Sto ancora piangendo, tra un minuto passerà e voglio crederci.

Sono troppo presa dalle mie riflessioni e dai miei ricordi per accorgermi dell’arrivo di qualcuno.

Non sento nemmeno la porta aprirsi e richiudersi alle mie spalle.

Adagiata sul divano, con gli occhi chiusi sto assaporando il silenzio e sto cercando di abituarmi al rumore della solitudine.

- Buffy -

Adesso sento anche la sua voce.

Sto impazzendo, devo calmarmi.

Respirare profondamente.

- Buffy -

Non funziona, strano. Riapro gli occhi e lui è in piedi davanti a me.

Balzo in piedi, penso ad un’allucinazione.

Lui sorride ed io mi rendo conto che è lui, in carne ed ossa.

- Ma come? – sono stupita.

- George –

- Ah. Ci siamo già detti tutto William, cosa sei venuto a fare? –

- Buffy io…-

- William ti prego. Basta, non credi sia il momento di farla finita. E’ stupido –

- Si hai ragione. Adesso basta. –

- Addio William –

Ho un grappo in gola, ma mi faccio forza.

- Su andiamo -

- Dove? – domando stancamente.

- Torniamo a casa –

- No William, non voglio –

- Non mi importa. Torniamo a casa –

- Questa mattina mi hai detto…-

- Non importa cosa ho detto questa mattina. Voglio che torni a casa con me –

- No –

- Invece sì. Anche se dovessi costringerti Buffy –

- Non oseresti –

- Vuoi mettermi alla prova? –

Ha di nuovo quello sguardo deciso e risoluto.

- William ma non capisci che non funzionerebbe? -

- Sì invece funzionerà –

- No non me la sento di ricominciare –

- Buffy non ti lascerò andare –

- Non puoi impedirmelo –

- Invece si. Sei sempre mia moglie e posso farti riprendere dalla polizia e riportarti a casa se necessario –

Lo fisso incredula.

- Tu sei pazzo -

- Te l’ho detto che mi avresti fatto impazzire. No? –

- Ora basta, smettila di scherzare e lasciami andare –

- No –

- William perché? Perché dovrei restare con te? –

Sospiro.

- Per vederti civettare con Darla? E vederle prendere il mio posto? Dammi una ragione -

- Darla se ne andrà oggi stesso –

- Come? –

- Vuoi una ragione? Tu mi ami. –

- Oddio non ci posso credere –

- Ed io amo te –

- William basta non voglio più ascoltarti –

- Bene allora torniamo a casa –

- William non tornerò a casa con te –

- Questo è da vedersi –

Sembra divertito. Mentre io sono un po’ adirata.

Mi stavo abituando alla sua assenza e lui ripiomba qui e mi dice che mi rivuole. Non ci sto.

Ma chi voglio ingannare, sono così felice che non ci credo. Temo che sia solo un sogno e che mi sveglierò e sarò di nuovo sola. Diretta in America. Lontano da lui.

- Ti piace come ho fatto sistemare qui? -

- Si – ma perché diavolo cambia discorso.

Cosa crede che sarà facile.

- Ora scusami ma credo che le mie cose siano pronte -

- Buffy. Sei proprio testarda vero?-

- Si –

- Non andrai da nessuna parte Buffy –

E’ davanti a me e mi sta fissando con quel suo sguardo.

Conosco quello sguardo.

‘ Vuoi ballare? ‘ questo dicono i suoi occhi e mi fanno rabbrividire di piacere al ricordo.

- Lasciami passare –

Non posso resistere di più con lui che mi guarda così.

- Avanti amore, tanto lo sai che non te ne andrai -

Maledizione è sempre così sicuro di se.

Quanto lo odio quando fa così.

- Uff – sbuffo e la mia faccia deve essere buffissima perché lui ride divertito.

E poi mi bacia. Mi stavo chiedendo quanto ci avrebbe impiegato prima di baciarmi.

Rispondo al bacio e lui sorride tra le mie labbra.

Si stacca da me e siamo senza fiato.

- Andiamo di sopra. Vieni –

- No – cerco di resistere.

Ma lui mi fissa.

I suoi occhi, il suo sorriso e quel dannato sopracciglio alzato.

- Ti prego – dice e mi attira di nuovo a se.

Mi ritrovo nella mia stanza, completamente cambiata.

- Ti piace -

Mi sta spogliando in tutta fretta e mi bacia senza sosta.

- Si – sussurro e fremo sotto le sue carezze.

- Ti amo Buffy. Lo sai vero? –

E’ come se volesse mettere le cose in chiaro prima di farmi di nuovo sua.

- Si lo so. Anche io ti amo William…ma…-

- Niente ma passerotto. Fa l’amore con me –

E siamo avvinghiati nel letto.

È pomeriggio quando esausti ci accoccoliamo l’uno tra le braccia dell’altro.

Abbandonati e soddisfatti.

- Buffy, se vuoi che viviamo a Londra. Io sono d’accordo. Faremo tutto quello che vuoi amore -

- Dubiterai ancora di me ?-

- No amore te lo giuro e tu non mi lascerai vero? –

- No –

- Allora quando vuoi partire per Londra? –

- Beh per adesso veramente preferirei stare in campagna. –

MI guarda fisso ed è stupito.

- Ma io credevo….-

- Beh Londra non è poi così eccezionale e la nostra casa ha i suoi vantaggi –

- Davvero? –

- E poi ho bisogno di tranquillità e riposo adesso –

Lo fisso divertita, lui sembra non capire.

- Stai male? – sembra preoccupato.

- No ma devo riposare e vivere tranquilla e serena –

- Sei sicura di non stare male? –

- Beh a dire il vero qualche volta mi fa male la pancia ed ho le nausee –

Sono sempre più divertita.

- Faccio chiamare il medico. Così …-

- Non ho bisogno del medico, non adesso comunque –

- Amore vuoi dirmi che succede? –

Si è alzato su un gomito e mi fissa preoccupato.

Prendo la sua mano e me la porto sul ventre.

- Niente mi fa male qui -

E mi accarezzo dolcemente.

Lui mi fissa e il suo stupore diventa gioia.

- Davvero? Sei sicura? -

Annuisco con la testa.

- E volevi andare in America? Fare un viaggio così lungo e stancante? -

- Uffa adesso non iniziare con le prediche okay? –

Rido ed anche lui ride.

- Si va bene. Come vuoi tu -

- Stupido testone – lo bacio.

- Devi riguardarti. Anzi forse ti ho fatto male. Dovremo stare attenti. E inoltre devi stare attenta a quello che mangi e non devi cavalcare –

- Oh uffa. Baciami stupido e sta zitto –

- Si – ci baciamo a lungo.

- Buffy sei sicura che possiamo? – sussurra eccitato.

- Si certo, magari questa volta mi metto io sopra –

Lo guardo maliziosa

- E male che vada …..- fisso la sua virilità e lui mi guarda a bocca aperta.

- Tu mi farai impazzire -

- Lo hai già detto amore –

E ci baciamo ancora.

- Cosa vuoi dimmi? – gli domando.

Lui sorride come l’altra volta e ribalta le posizioni, attento a non abbandonarsi con il peso su di me.

- Te. Solo te…ed il nostro bambino – risponde ed io sono di nuovo felice tra le sue braccia.

- Anche io William, voglio solo te. –

Il Sole tramonta e un’altra lunga e eccitante notte ha inizio.

E se penso che devo tutto a due dadi….. cosa posso dire?

La fortuna è cieca, per mia fortuna.EPILOGO

Il povero George è inseguito da un piccolo indiano con tanto di ascia di legno che gli urla dietro.

- Uomo bianco avrò il tuo scalpo -

Mi fanno ridere. Tra i due non saprei dire quale sia il bambino e quale l’adulto.

- William smetti di tirare i capelli al povero George – lo rimprovero.

- Tesoro da chi pensi abbia preso? – domanda fissandomi.

- Cosa vorresti dire? – lo guardo di sbieco.

- Che mi ricorda qualcuno, vagamente – e di nuovo il suo sguardo, il suo sorriso e quel dannato sopracciglio alzato.

- Ti odio lo sai vero? – mormoro.

- Si lo so – e lui ride.

- Sono stanca – mi tocco la fronte con una mano.

- Amore non devi affaticarti, lo sai –

Si avvicina a me e mi bacia sulla fronte.

- Andrò a stendermi un po’ -

- mm…. È una proposta? – è malizioso e ammiccante il suo tono.

- No non lo è – ribatto seccata e lo guardo di traverso.

- Peccato – e mi percorre il corpo rapidamente con lo sguardo.

I suoi occhi sono lucidi.

- A dire il vero sono stanchissimo. Non mi reggo in piedi. Forse sarà meglio che mi riposi anche io -

Si sta atteggiando.

‘ Che adorabile bugiardo ‘

- Mamma, papà vengo anche io -

Nei nostri occhi un lampo di terrore, i nostri piani sono saltati all’aria.

L’intervento provvidenziale di George ci salva in extremis.

- Ma Signorino William e la nostra spedizione in Africa? Alle sorgenti del Nilo? -

- Ah si è vero. Mamma, Papà io devo andare ci rivedremo al mio ritorno –

Dice con il tono serio. ‘ Ringrazio Iddio che adori leggere come suo padre e che sia un sognatore ‘.

- Bene – sospiriamo sollevati entrambi.

E prima che qualcos’altro venga a guastare i nostri piani corriamo di sopra.

Siamo soli nel nostro letto, dopo esserci amati con passione.

- Tu pensi sarà un maschietto? O una femminuccia? -

- Non lo so – risponde – e non mi importa. Basta che sia come te –

- Già così ci faranno diventare tutti e due matti –

- Beh veramente io lo sono già ed è tutta colpa tua amore –

Sorride maligno.

- Beh mai matto quanto me che sono rimasta con un folle come te -

Rido vittoriosa.

- Ah è così? Come osi, ora ne subirai le conseguente. ‘ tremenda vendetta ‘ -

- Io sto ancora aspettando la punizione che mi avevi promesso tempo fa …- e lo fisso mordendomi il labbro.

- Oh bloody hell. Sei davvero …A Hell of woman. Love –

Ci baciamo ed io fremo impaziente al pensiero della punizione che adesso sta per infliggermi.

- Cosa vuoi – gli sussurro all’orecchio.

- Lo sai amore: Te, solo e sempre te –

- Si lo so ma mi piace sentirtelo dire – sorrido e gli accarezzo il volto.

– Anche io voglio Te, solo e sempre te –

Dal giardino giungono le grida del povero George torturato da William.

- Mm… - mugola lui scuotendo la testa – è proprio tutto sua madre -

E prima che io possa replicare mi chiude la bocca con un bacio.

Fine