Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
Di
Spuffy
Capitolo
1
La
macchina scivolò silenziosamente lungo il viale alberato e si fermò davanti ad
una imponente costruzione in stile coloniale su due piani. Rannicchiata sul
sedile posteriore vi era una ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi come
le acque del lago che si intravedeva dalla collina. Lo sguardo fisso fuori dal
finestrino e un’espressione pensierosa.
Dieci
anni…Erano dieci anni che non metteva piede in quella casa, dal giorno in cui
la sua infanzia si era schiantata contro un muro a duecento all’ora.‘ Incidente
‘ avevano detto i giornali. Ma lei sapeva che non era così. Lei sapeva qual era
la verità: Suo padre la voleva lasciare per un’altra donna, lei non aveva retto
al dolore ed aveva deciso di farla finita.
Ricordava
ancora il suo sguardo assente e vuoto mentre la abbracciava e con le mani le
accarezzava una guancia. Era un addio ma lei non l’aveva capito, e non le aveva
detto tutte le cose che avrebbe voluto dirle. E lei se n’era andata così, forse
senza sapere quanto male avrebbe fatto.
Per
una settimana non aveva saputo niente. Ogni volta che domandava dove fosse sua
madre, guardandola con compassione, tutti le rispondevano - è andata via -
Buffy
si era convinta che fosse colpa sua se sua madre se n’era andata. Poi un giorno
Willow la sua amica, aveva portato una copia del giornale locale. In prima
pagina c’era una foto di sua madre, bella ed elegante come sempre. Ma non era
una novità visto che lei partecipava a tutte le iniziative di cultura e di
beneficenza del paese. Quello che aveva attirato l’attenzione di Buffy era
invece il titolo a grandi caratteri rossi: ADDIO CARA JOYCE.
Buffy
aveva sgranato gli occhi, e aveva letto rapidamente le prime righe
dell’articolo, poi le lacrime le avevano offuscato la vista.
Lei
era morta, e non sarebbe più tornata. Il suo mondo in un attimo andò in pezzi,
come cristallo.
-
Mi spiace - aveva sussurrato Willow, ma lei ormai era lontana, anche se ancora
nessuno lo sapeva.
La
sera stessa il padre era tornato e le aveva detto che doveva parlarle.
E
lei esausta e svuotata di ogni emozione si era seduta sul divanetto nello
studio pronta a ricevere il colpo di grazia che avrebbe spezzato le sue ultime
illusioni.
Non
un gesto di tenerezza. Non un abbraccio da quell’uomo alto e possente, che
seduto sulla poltrona davanti a lei, rigirava nervosamente tra le mani il suo
sigaro evitando di guardarla.
-
Tua madre è morta Buffy - aveva infine detto con voce neutra - io parto per New
York domani….e tu presto andrai in collegio. Ti farà bene cambiare aria per un
po’.-
Buffy
non aveva risposto. Per tutto il tempo aveva continuato a fissare il sigaro
bruciare lentamente,
diffondendo
tutt’attorno un alone di fumo grigio.
Lui
aveva atteso alcuni istanti, Buffy era rimasta immobile con il viso privo di
espressione e lui con un’alzata di spalle era uscito dallo studio e dalla sua
vita.
Distolse lo sguardo, non le piaceva
ricordare.
Lo
sportello si aprì improvvisamente strappandola ai suoi ricordi.
-
Signorina siamo arrivati - le disse l’autista sorridendole.
Buffy
scese dalla vettura stringendo i pugni e sollevando il mento in aria di sfida,
si avviò verso l’ingresso.
Un’atmosfera
gelida regnava nella casa. Tanto riccamente arredata da risultare quasi kitch.
Esitò
un solo momento guardandosi intorno e poi seguì il fiotto di luce e le voci
sommesse provenienti dallo studio.
‘La
battaglia ha inizio ‘ pensò e strinse istintivamente la mano sulla maniglia
della porta.
-
Salve Buffy - la sua voce suadente, e sensuale la colpì come sempre.
Darla
Swanson, la donna per cui suo padre aveva deciso di lasciare sua madre.
Bellissima,
elegantissima ed aristocratica come sempre. Lunghi capelli biondi tenuti su da
un’acconciatura elaborata, e sguardo ammaliante e attento. Un fisico sensuale,
dalle curve generose. Accanto a lei sua sorella Dru, tutto l’opposto. Capelli
corvini, occhi violetti e fisico esile e aggraziato. Ma entrambe accomunate
dall’aria arrogante e snob e dalla freddezza.
Ricordava
ancora la prima volta che le aveva viste. Era Natale. Il suo primo ed ultimo
trascorso in famiglia, dopo la morte della madre. L’avevano accolta freddamente
al suo arrivo dal college e sin da subito si erano comportate come le padrone
di casa.
Suo
padre le aveva detto farfugliando che si sarebbe sposato con Darla di lì a
quindici giorni e che lui capiva se lei non voleva assistere e tornare in
collegio.
In
realtà le stava dicendo che era meglio se lei non partecipasse alle nozze, anzi
che non tornasse più a casa.
Buffy
era rimasta allibita. Aveva solo dieci anni allora, ma quella conversazione non
l’aveva mai dimenticata.
Quel
giorno per lei morì anche suo padre. Solo che non aveva una tomba dove
piangerlo e soprattutto non versò nemmeno una lacrima. Ma la sofferenza fu
terribile.
Lo
sguardo di Buffy si soffermò sulla figura maschile, che girata verso la
finestra aspirava nervosamente tabacco da un grosso sigaro.
-
Salve - disse alla fine secca. E attese la mossa del nemico.
L’aria
era tesa e quel silenzio innaturale non presagiva nulla di buono.
-
Come è andato il viaggio? - chiese Darla con aria poco interessata.
Buffy
non rispose, continuò ad attendere, che lui parlasse.
-
Bene Buffy….andiamo al sodo…vedo che non sei cambiata - scrollò le spalle e
finalmente si voltò a guardarla.
Ebbe
un sussulto. La giovane donna che aveva davanti assomigliava terribilmente a
sua madre.
-
Già…ma non sono l’unica - disse con voce neutra Buffy senza distogliere lo
sguardo.
-
Gli affari non sono dei migliori….e…..la società ha bisogno urgente di
capitali…di liquidi….-
-
Scordatelo - fu la secca risposta di Buffy.
-
Buffy si ragionevole -
-
No - replicò senza scomporsi.
-
Bene! Cosa ti avevo detto Hank….è solo una piccola stupida ragazzina arrogante
ed egoista.
Tuo
padre per il bene che ti vuole voleva convincerti con le buone….ma io credo che
con te ci vogliano le maniere forti….altrimenti finisci come tua….- non finì la
frase.
Buffy
le lanciò uno sguardo disgustato, che mal celava la sua rabbia e Darla per un
attimo si smarrì. Ma fu solo un momento. Riprese con tono più tagliente
-
Tara sarà venduta, fattene una ragione. Anzi sarà meglio che ti trovi al più
presto un lavoro, io ed Hank non abbiamo più intenzione di pagare per i tuoi
capricci -
Si
versò da bere lentamente senza guardarla in viso.
-
Posso andare adesso? - Buffy mantenne la voce calma e fredda.
-
Si - disse suo padre lasciandosi cadere sulla poltrona.
Buffy
pensò che tutti gli uomini sono dei Vigliacchi, Bastardi e che lei non ci
sarebbe mai cascata.
Buffy
non si era mai innamorata, aveva avuto qualche flirt e l’unica storia
importante era stata quella con Angel che l’aveva tradita e poi abbandonata.
Incapace di capirla.
Buffy
aveva deciso di farla finita con gli uomini. Nessuno di loro le avrebbe
spezzato il cuore e ridotta come sua madre.
Senza
dire un’altra parola si alzò ed uscì da quella stanza troppo affollata che le
aveva fatto venire un senso di nausea. Salì lentamente le scale, e ad ogni
scalino tutto il peso della situazione le si riversò sulle esili spalle. Tirò
un profondo sospiro e chiuse la porta della stanza dietro di se.
Doveva
dormire….al resto avrebbe pensato domani. ‘ In fondo domani è un altro giorno.
‘
Capitolo
2
La
brezza leggera del mattino faceva ondeggiare le tendine di cotone color
cremisi, alla finestra. Buffy si rigirò nel letto e fissò l’ombra riflessa sul
soffitto della stanza. Un senso di vuoto ed impotenza l’assalì, ma come ormai
era abituata a fare da tanti anni, lo ricacciò indietro e sorrise.
‘
Lo show della vita deve andare avanti ‘. Si alzò dal letto stiracchiandosi
pigramente, e si guardò attorno. La sera precedente era troppo stanca e
pensierosa per poter fermare la sua attenzione sulla stanza, ‘ La sua stanza ‘.
Non era cambiata. Tutto era come allora: le stesse tende, gli stessi mobili….lo
stesso odore di muschio e pioggia. Si quello era l’odore della sua stanza. O
meglio quello era l’odore che Buffy vi aveva sempre sentito.
Spesso
quando era lontana… in Europa, si era soffermata a guardare, dalle grandi
vetrate della costruzione in stile gotico che costituiva il dormitorio
femminile, la pioggia che rigava i vetri. Facendo assumere a quel luogo ancora
di più l’aria di una prigione. Non aveva odore la pioggia….sapeva di smog e di
acqua sporca. Niente a che vedere con l’inebriante odore della terra bagnata
dalla pioggia che lei sentiva a casa.
In
quel preciso momento Buffy realizzò che dopo dieci anni era tornata a casa. Era
a Tara.
Fece
un bagno caldo e rilassante. Sapeva che la giornata sarebbe stata lunga e
stressante. La battaglia era appena iniziata.
Indossò
un paio di jeans e una maglietta beige e scese di sotto a fare colazione.
Aggirò la sala da pranzo deserta e si diresse in cucina.
-
Ciao George - gli disse posandogli le mani sugli occhi.
-
Buffy sei sempre la solita - sorrise scuotendo il capo e si voltò a guardarla.
Lui
non era cambiato per niente, come se il tempo si fosse fermato a quel giorno.
Stessi occhi buoni e stessa espressione gentile e affettuosa.
-
Sono contento di rivederla Signorina - sospirò con gli occhi lucidi e
l’abbracciò.
Buffy
rimase rigida, da quando lei era morta, non aveva più avuto grandi manifestazioni
di affetto ed era piuttosto restia a lasciarsi andare. Ma Gorge non si
scompose, per lui restava sempre la sua piccola Buffy.
-
Allora, cosa è questa storia? - domandò secca prendendo una tazza di latte e
una fetta biscottata.
-
Ah….temo che questa volta….la cosa sia preoccupante - si sedette sulla sedia
accanto a Buffy e la osservò attentamente.
-
Sei cresciuta lo sai? Ed io sto invecchiando…- pensava a lei. Al fatto che se
lui fosse morto Buffy sarebbe rimasta davvero sola. E temeva per lei così
apparentemente forte eppure così fragile.
Con
un gesto del capo cercò di allontanare quei cupi pensieri e le sorrise.
-
George allora? - Buffy sembrava spazientita.
-
La società…bella questa….io direi ‘ il lusso sfrenato in cui vivono quei tre ‘
...ha bisogno di soldi. E vogliono vendere la proprietà. Che a loro dire
sarebbe ‘ inutile ‘ -
Buffy
storse il naso e con un dito fece piccoli cerchi nella sua tazza.
-
Possono farlo? - chiese alla fine forse intimorita dalla risposta che George
avrebbe potuto darle.
-
Temo di Sì….tua madre non è stata una donna molto….- esitò un attimo e la
guardò - …previdente. Ha lasciato tutto a lui e a te….-
-
Niente! - esclamò secca.
Buffy
sapeva che per sua madre aveva sempre contato solo suo marito. L’affetto per
lei era solo un’estensione di quello che provava per suo marito Hank. Il suo
gesto finale gliene aveva dato conferma. A lei non importava di quello che
Buffy avrebbe sofferto. Lei aveva pensato solo a se stessa e al suo dolore per
la perdita di suo marito.
George
intuì cosa passasse per la testa di Buffy, e purtroppo anche lui sapeva che
aveva ragione.
-
Possiamo fare qualcosa? - disse con voce neutra come se non le importasse.
George sapeva che proprio quando era più calma,
proprio quando era così fredda, voleva dire che soffriva di più.
Sospirò
ancora e si pulì gli occhiali con un gesto lento e aggraziato.
Buffy
finì di bere il suo latte e si alzò in piedi. Negli occhi lo scintillio della
sfida appena accettata. E senza dire altro uscì fuori. Voleva fare una lunga
passeggiata sulla sua terra. Perché quella terra, che ne dicesse suo padre,
Darla o chiunque altro. Era sua.
Attraversò
il bosco con passo sicuro. Erano passati dieci anni eppure era come fosse ieri.
Era
diretta al suo posto segreto. Al suo rifugio. Quante volte era tornata in quel
posto negli ultimi tempi della vita a Tara. Quando i suoi non facevano che
litigare. E quante volte aveva pianto bagnandosi il viso e dicendosi che era
solo acqua.
Sentiva
già il rumore dell’acqua che scorreva impetuosa.
Aggirò
un piccolo ammasso di rocce poco più alte di una casa e si ritrovò davanti alla
piccola insenatura da cui sgorgava il ruscello. Una piccola cascata che andava
a formare un minuscolo laghetto dalle acque cristalline.
E
come sempre restò a fissarlo senza fiato. Si guardò intorno per assicurarsi che
non ci fosse nessuno e si immerse nell’acqua. Nuotò freneticamente sino al
centro e poi tirando un profondo respiro sparì sotto il pelo dell’acqua.
Dopo
due minuti riemerse senza fiato e si stese nell’acqua pigramente, lasciandosi
cullare dalle piccole onde generate dalla caduta violenta dell’acqua.
Infine
tornò a riva ad asciugarsi su una piccola roccia levigata che sporgeva dalla
riva. Chiuse gli occhi ed assaporò di nuovo la tranquillità e la pace del luogo.
Un
fruscio tra gli alberi ed un silenzio innaturale la spinse ad aprire gli occhi.
Ritto
in piedi davanti a lei c’era un uomo alto dal fisico snello e slanciato.
Capelli….orribilmente ossigenati e un paio di occhiali scuri a coprirgli gli
occhi.
-
Chi diavolo….- Buffy si mise a sedere di scatto, presa alla sprovvista.
Nessuno
tranne lei conosceva quel luogo.
-
Calma passerotto. Non ti agitare - sorrise arrogantemente lui.
-
Cosa ci fa qui? Questa è proprietà privata -
-
Ah si? Beh io sono ospite della famiglia Summers - le si sedette accanto e
abbassò con un gesto malizioso gli occhiali.
I
suoi occhi azzurri percorsero il corpo esile e delicato di lei, con lascivia.
Soffermandosi sul suo seno.
Buffy
si rese conto che aveva gli abiti bagnati ed appiccicosi. E che la sua
maglietta beige era praticamente una seconda pelle.
-
Ehi….- esclamò, cercando di coprirsi con le mani. Lo fissò con disprezzo.
Lui
sorrise e distolse lo sguardo fissandolo sull’acqua limpida.
-
Bel posto questo, vero? -
Buffy
non disse una parola si alzò e fece per andarsene. Quell’estraneo aveva
profanato il suo rifugio segreto e lei lo odiava di già.
-
Già te ne vai passerotto? - le disse alzandosi e sbarrandole il passaggio.
-
Sì esatto. Si tolga di mezzo -
-
Non sei molto amichevole piccola -
-
Imbecille - l’aggressività di Buffy si fece sentire violenta.
-
Ah, ah…..siamo acide questa mattina - rise beffardo e tese le braccia verso di
lei.
Buffy
con un gesto repentino cercò di schivarle ma ahimè per lei inciampò in un sasso
e finì stesa per terra.
-
Ohi …- disse, facendo leva sulle mani per rialzarsi.
-
Ti sei fatta male tesoro? - lui si era chinato rapidamente su di lei e la
teneva dolcemente per i fianchi.
Buffy
a quel contatto inaspettato e improvviso ebbe un sussulto e spinse via le sue
braccia.
-
E’ colpa sua….stronzo - e senza attendere replica scappò via per il bosco.
In
preda alla rabbia e alla frustrazione.
-
Accidenti che caratterino… - fischiò lui, mentre un ghigno divertito si disegnò
sulle sue labbra perfette.
Capitolo 3
-
Imbecille, stronzo - ripeteva Buffy mentre con passo rapido percorreva il
sentiero che la riportava a casa.
I
suoi abiti erano sporchi di fango e ancora umidi, e i capelli scompigliati. Si
diresse alla porta sul retro ed entro come una furia in cucina, dove George
stava dando le disposizioni per il pranzo.
-
Buffy ma cosa…-
-
Non una parola. Non una parola - lo interruppe furibonda e dopo avergli
lanciato uno sguardo truce salì di corsa in camera sua a cambiarsi. Lanciò
all’aria la biancheria e accese lo stereo a tutto volume FORSAKEN dei
Disturbed….eh sì. Una musica così ‘ dolce ‘ le ci voleva proprio.
Aprì
l’acqua calda e si immerse nella doccia, continuando a inveire contro il
misterioso sconosciuto.
George
dalla cucina scosse il capo e sospirò, rimpiangendo la musica melodica dei suoi
tempi.
All’ora
di pranzo Buffy scese in sala da. Non che avesse molta voglia di fare
conversazione con ‘ loro ‘, ma non voleva starsene tutto il resto della giornata
chiusa in camera sua.
Si
sentivano voci divertite provenire dalla sala, mentre lei scendeva le scale.
Attraversò
la porta e per poco non rimase fulminata.
Nella
stanza seduto al tavolo, oltre Dru, Darla e suo padre c’era quell’orribile
individuo incontrato al lago.
-
Ciao Buffy - disse Darla con voce seccata. Probabilmente non gradiva la sua
presenza.
Buffy
si irrigidì d’istinto e si avviò verso …..nessun posto. La tavola era stata
apparecchiata per quattro. Non c’era posto per lei.
Si
fermò.
-
Buffy questo è Spike. Un nostro Caro amico -
Darla
guardò maliziosamente prima Dru e poi Spike.
-
Spike ti presento la mia ‘ figliastra ‘ è appena tornata da un costoso college
Europeo -
Darla
aveva detto quelle parole come a voler sottolineare il costo che lei aveva
sulle finanze familiari.
Lui
si alzò in piedi e le sorrise divertito. Accennando un saluto con il capo.
-
Piacere Buffy - non visto le fece l’occhiolino.
Buffy
ancora più inferocita. Girò gli occhi e con voce fredda e asciutta rispose
-
Salve -
-
Cara, mi spiace non aver fatto preparare per te…ma pensavo che tu preferissi
pranzare in cucina con George -
-
Sì è vero - e senza dire altro uscì dalla stanza.
Lasciandosi
alle spalle una scia di commenti malevoli.
-
E’ una vera maleducata. Io non capisco perché tu e Hank spendiate tanti soldi
per la sua educazione -
-
Cosa vuoi? Sono una donna di buon cuore -
Darla
sospirò come se portasse sulle spalle tutto il peso del mondo.
-
Spike spero che non ci farai caso….lei è come sua madre. Una donna insulsa e
volgare. Che amava mettersi in mostra -
Darla
aveva pronunciato quelle parole con disprezzo.
-
Tesoro ti prego - Hank le strinse la mano.
-
Si tesoro hai ragione meglio non pensarci. Comunque è ancora per pochi mesi -
Sospirò
e con un cenno ordinò alla cameriera di servire il pranzo.
Non
si era accorta dello sguardo accigliato di Spike mentre parlava e della sua
espressione strana.
In
fondo Buffy era contenta di non pranzare in quel covo di vipere, preferiva la
compagnia di George.
Dopo
pranzo si recò nelle scuderie, quanto le erano mancate le sue lunghe cavalcate.
Si
soffermò lungo la fila di box con i nomi dei cavalli incisi nel legno. Il sesto
box era vuoto.
Il
suo cavallo era morto quando lei era via.
Ricordava
ancora il telegramma ricevuto da George ‘ mi spiace tesoro il nostro darkness
se n’è andato. Con tanto affetto George ‘ anche allora non aveva pianto.
Ma
adesso davanti al suo box vuoto, all’odore di fieno e al silenzio rotto dallo
scalpitare dei cavalli.
Tutto
era così vivo. Così pesante.
-
Ehi Passerotto che ci fai qui tutta sola? -
Quella
voce inaspettata la fece trasalire.
-
Ma…- si voltò e davanti a lei a pochi passi c’era ancora lui.
Il
suo viso si indurì immediatamente e assunse un atteggiamento di difesa.
-
Non sono fatti suoi -
Buffy
non sapeva perché ma quell’individuo aveva il potere di farla irritare.
-
Ehi ma hai proprio un caratterino….sei una puledra un po’
selvaggia….interessante -
A
quell’affermazione Buffy vide rosso. Ma come si permetteva quel cafone, zotico,
arrogante, imbecille….era rimasta a corto di aggettivi. A paragonarla ad un
cavallo.
-
Lei invece è un ronzino ed adesso sparisca - rispose secca, irrigidendo tutta
la persona.
Lui
sorrise a metà e rimase immobile poggiato alla colonna accanto al box.
-
Ronzino? - un lampo nei suoi occhi.
-
Vada al diavolo - Buffy cercò di oltrepassarlo ma lui la bloccò parandosi
davanti.
-
Mi hanno dato dello stallone….ma mai del ronzino tesoro - e senza attendere
replica, l’attirò a se e la baciò.
Una
vampata di calore invase Buffy, che mai in vita sua era stata baciata da un
uomo a quel modo tranne….
Con
Angel era finita proprio a causa della sua ‘ freddezza ‘, come aveva spesso
sottolineato lui.
Cercò
di allontanarlo ma fu tutto inutile.
Le
mani di lui si erano serrate attorno alla sua vita, facendo aderire il suo
corpo esile a quello virile di lui. E le labbra premevano sulle sue. Buffy
aveva resistito al primo assalto, e le aveva mantenute chiuse ma non riusciva a
respirare. Ed alla fine fu costretta a dischiuderle in un gemito.
Lui
sorrise continuando a baciarla e con un guizzo la sua lingua si insinuò nella
bocca di lei.
Che
arrossì violentemente, incapace di ogni movimento. La esplorò avidamente e
ansiosamente. E quando furono entrambi senza fiato finalmente si staccò da lei.
Continuando
a tenerla stretta tra le braccia, le lanciò uno sguardo ammiccante, inarcando
il sopracciglio.
-
Allora tesoro….pensi ancora che sia un ronzino? -
Buffy
fu scossa da un tremito, decisamente odiava quell’individuo.
-
Mi fa schifo - sibilò, passandosi una mano sulle labbra per pulirsele in segno
di disgusto.
E
con una spinta si liberò della sua stretta.
-
Se ci proverà ancora io…..-
-
Ti piacerà ancora - le disse lui con aria di sfida.
Buffy
si allontanò in tutta fretta, profondamente turbata.
Mentre
Spike era rimasto accanto al box affascinato dai suoi due occhi verdi intensi e
così tristi.
Poi
un sorriso gli spuntò sulle morbide labbra che ancora avevano il sapore di lei.
‘
Sa di buono come ricordavo ‘ si disse e tornò verso la villa camminando
lentamente.
Buffy
non era rientrata subito, era ancora sconvolta per l’accaduto e dentro di lei
forti emozioni si scontravano e si alternavano.
Ma
di una cosa era certa ODIAVA SPIKE DARCY con tutte le sue forze.
Dopo
aver vagato nell’oscurità del parco aveva finalmente fatto ritorno a casa.
Ad
attenderla in cucina il fedele George.
-
Buffy ti aspettano per la cena. -
-
Cosa? - Buffy sembrò per un attimo stupita, era convinta che avrebbe cenato con
George poi una smorfia apparve sul suo viso.
-
Le apparenze - disse a bassa voce.
Suo
padre era un uomo che teneva molto alle apparenze, per lui apparire agli occhi
del mondo come la famiglia perfetta, era un dovere. E siccome c’erano
ospiti….strinse per un attimo i pugni mentre un lampo di ira le attraversava lo
sguardo. Poi tutto tornò sotto il vigile controllo della sua fredda razionalità
e a passo sicuro si avviò verso la sala da pranzo.
Capitolo
4
La
notte per Buffy fu inquieta. Il ricordo di quel bacio, delle sue labbra morbide
ed avide che le impedivano di respirare…di pensare. Le sue braccia che la
stringevano in una morsa quasi a farla soffocare.
Si
svegliò di soprassalto agitata e confusa. Era l’alba. Decise di alzarsi, tanto
on sarebbe riuscita più a prendere sonno. Fece una doccia. Indossò un completo
scuro, elegante ma sobrio, ed armata di tutta la sua determinazione si
incamminò a piedi verso la città.
Avrebbe
fatto il giro delle Banche per chiedere un prestito, anche se George le aveva
detto che non sarebbe stato facile. Lei, agli occhi degli altri, era di fatto
una nullatenente.
Assorta
in questi cupi pensieri, camminava a testa alta, come chi voglia sfidare il
mondo intero. Non si accorse che una macchina scura le si era affiancata ed
aveva rallentato.
L’improvviso
suono del clacson la fece sobbalzare.
-
Ehi passerotto! Sei mattiniera vedo -
In
macchina seduto, sorridente ed arrogante più che mai, c’era quell’ odioso di
Spike Darcy.
Lei
non lo degnò di uno sguardo ed indispettita accelerò il passo.
-
Su non fare la bambina capricciosa Buffy -
-
Io mi chiamo Elizabeth….per gli estranei - disse con tono tagliente.
-
‘ Buffy ‘ mi piace di più. E’…..’ Buffo ‘ come te -
Rise
divertito facendola alterare ancora di più.
-
Dai su piccola, fa la brava adesso….e sali in macchina. Ti accompagno -
-
No grazie! Preferisco andare a piedi -
Lui
la guardò stranamente, scosse la testa pensando che era davvero un tipo
cocciuto.
-
Come vuoi tu tesoro -
Con
una sgommata ripartì a tutta velocità sollevando un polverone che investì in
pieno Buffy.
-
Imbecille - gli urlò dietro lei, mentre tossiva violentemente.
Lui
continuò a fissarla dallo specchietto retrovisore divertito, e proseguì la sua
corsa.
-
Maledetto questa me la paghi -
Buffy
livida dalla rabbia, come mai in vita sua, arrivò in città in meno che non si
dica.
E
subito si diresse alla banca principale di Sunnydale. Due ore dopo… abbattuta e
delusa si aggirava per le vie senza una meta precisa.
Aveva
chiesto a tutti quelli che poteva quei maledetti soldi, ma tutti le avevano
risposto allo stesso modo: ‘ Mi spiace. Le sue garanzie non sono sufficienti ‘
Sunnydale
era cambiata davvero, non la riconosceva più.
Sconfitta
infine si apprestò a tornare a casa, quando davanti ad un negozio di musica
vide parcheggiata la De soto nera. Tutta la rabbia e la delusione che aveva
provato quel giorno in un attimo si trasformò in desiderio di violenza pura, di
vendetta. Si guardò intorno e prese al volo, dalle mani di un bambino che stava
giocando, una mazza da baseball.
-
Te la ridò subito bambino - disse sorridendogli distrattamente.
Si
riavviò i capelli con un gesto deciso, e impugnando la mazza si diresse con
passo apparentemente calmo verso la macchina.
Le
diede un lungo sguardo e poi con violenza colpì ripetutamente prima il cofano,
e poi il finestrino del conducente.
La
gente si era fermata per strada ad osservare curiosa la scena.
-
Ma chi è quella pazza? - aveva domandato Anya Harris, la moglie del sindaco
della città. Che passava le sue giornate nel centro estetico di Sunnydale in
mezzo ai pettegolezzi per cui andava matta.
-
Ehi! Ma sei impazzita? -
Spike
era appena uscito dal negozio con degli spartiti in mano ed era rimasto per un
istante, incredulo, a guardare Buffy che gli distruggeva la macchina.
-
Così impari ….idiota - urlò Buffy cono occhi accesi e viso arrossato dalla
rabbia.
Erano
naso a naso. Buffy si aspettava da un momento all’altro che Spike si
infuriasse. Invece lui con una mano bloccò a mezz’aria la mazza, prima che lei
sferrasse un altro colpo alla povera auto. Le sorrise accattivante e la fissò
intensamente.
-
Wow! Ma lo sai che sei ancora più bella quando ti arrabbi -
Buffy
sgranò gli occhi spiazzata dal suo atteggiamento e con voce sottile e bassa
sibilò
-
Se potessi….tu non immagini nemmeno cosa ti farei -
Lui
la guardò ancora più maliziosamente ed avvicinando il viso, quasi a toccare
quello di Buffy le sussurrò con voce sensuale e calda
-
Passerotto …nemmeno tu puoi immaginare quello che io vorrei fare a te -
Quella
era la goccia che faceva traboccare il vaso. Buffy esasperata stava per
ribattere qualcosa di offensivo quando una voce dietro di loro, la interruppe.
-
Insomma! Ma che succede qui? -
Lo
sceriffo Rupert Giles ed il suo aiutante Riley Finn si erano avvicinati
facendosi spazio tra la gente che si stava godendo divertita lo spettacolo.
-
Piccioncini, ai miei tempi se una coppia aveva dei problemi si chiudeva in una
stanza da letto e li risolveva - disse ammiccando.
Buffy
sgranò gli occhi, passando lo sguardo dallo sceriffo a Spike.
‘
Cosa????????’ era sconvolta alla sola idea che qualcuno potesse pensare che lei
avesse qualcosa a che fare con quell’odioso individuo.
-
No, no, no! Lei si sta sbagliando sceriffo. Lui non è ‘ affatto ‘ il mio
fidanzato…ringraziando Iddio - si era affrettata a correggere.
Riley
a quell’affermazione sorrise soddisfatto, Buffy era sempre stato il suo sogno
proibito sin da piccolo. Ed era felice di sapere che quel bell’imbusto non
fosse il suo fidanzato.
-
Allora perché sta distruggendo la
macchina di quest’uomo? -
Lo
sceriffo la fissò scettico. Mentre Buffy non sapeva cosa rispondere.
-
Beh….lui….lui…..- e lo indicava con l’indice alzato - è un imbecille -
Riuscì
a dire alla fine imbarazzata.
-
Beh la maggior parte degli uomini lo è ma non per questo le loro donne gli
distruggono le auto…se così non fosse il mondo sarebbe un immenso
sfasciacarrozze -
Buffy
abbassò lo sguardo e Spike con fare canzonatorio disse
-
Su tesoro….di allo sceriffo perché stavi distruggendo la mia macchina -
Buffy
cominciò ad agitarsi, non sapendo più a che Santo votarsi.
Lo
sceriffo squadrò Spike dalla testa ai piedi. Fisico snello e virile. Lineamenti
marcati ma eleganti e decisi. Sguardo assassino ed intenso. E capelli….beh
orribili. Il tipico playboy piantagrane.
-
Signor….? - chiese guardandolo da sopra gli occhiali.
-
Spike Darcy - disse sicuro lui.
-
Quello Spike Darcy? - fece eco lo sceriffo sorpreso piacevolmente.
-
Si esattamente - sorrise sornione.
-
Oh! Ma è davvero un onore ed un piacere per me conoscerla di persona. Lei è il
mio eroe. Ho sempre un suo libro sul comodino accanto al letto. Mia moglie
Jenny è gelosa di lei, si figuri -
Lo
sceriffo sorrise a Spike e in adorazione gli strinse la mano.
Buffy
pensò di essere finita nel bel mezzo del suo peggiore incubo.
Lo
sceriffo si riprese e tornò a guardare Buffy con aria inquisitoria.
-
Allora Signor Darcy, mi dica….questa ragazza la sta forse importunando? - e
alzò il sopracciglio minaccioso - vuole sporgere denuncia? -
-
Che co….sa? - Buffy balbettò intimorita.
Il
ragazzino a cui Buffy aveva sottratto la mazza si era nel frattempo avvicinato
allo sceriffo e con la mano gli aveva tirato un lembo della giacca.
-
Sceriffo. Mi ha anche rubato la mazza - disse piagnucolando - è una ladra.
Arrestatela -
Buffy
aprì la bocca ma non riuscì ad dire niente.
Si
affrettò a restituire la mazza al moccioso spione, dicendo - non è vero…io…io
l’ho solo presa in prestito -
Si
guardò intorno in cerca di aiuto. Riley sembrava dispiaciuto per lei. Ma non
osò dire una parola, conosceva sin troppo bene il suo capo. E sapeva che non
era un uomo a cui piaceva essere contraddetto.
-
Allora? - continuò lo sceriffo calmo.
-
Su tesoro adesso facciamo pace e torniamo a casa che ne dici? - disse Spike
cingendole le spalle con un braccio e dandole un bacio sulla fronte.
-
Ma che accid….- Buffy stava per protestare, quando Spike la interruppe
-
Oh forse preferisci che sporga denuncia contro di te passerotto mio? -
Buffy
era annichilita. Gli lanciò un’occhiataccia di sbieco e poi rassegnata disse in
un fil di voce.
-
No -
-
Allora adesso che ne dici di salire in macchina e di tornare a casa? - le aprì
lo sportello e le fece cenno di salire.
-
Va bene - disse tra i denti Buffy ed entrò in macchina. Stringendo i pugni.
Il
viso di Riley si rabbuiò e si lasciò sfuggire un sospiro di rammarico.
-
Grazie sceriffo, senza di lei io e il mio passerotto, non avremmo fatto la pace
-
Spike
strinse la mano dello sceriffo, che era troppo contento di aver conosciuto il
famoso scrittore di romanzi Horror, per preoccuparsi d’altro.
Salì
in macchina e ripartì.
Riley
continuò a fissare la macchina che si allontanava.
-
Lascia perdere Riley, quei due sono innamorati. Si vede lontano un miglio - gli
disse il suo superiore scuotendo il capo con disapprovazione.
-
Circolare, su avanti. Lo spettacolo è finito - disse alla gente ancora ferma a
guardare.
Appena
partirono Buffy si girò verso Spike e lo aggredì.
-
Tu bastardo, imbecille, stupido…-
-
Ehi calma piccola….vacci piano con le offese…o potrei cambiare idea e fare
marcia indietro -
Buffy
era furibonda.
-
E’ tutta colpa tua - disse alzando le spalle e guardando fuori dal finestrino.
In
quel momento passarono davanti al muro dove dieci anni prima tutto era finito.
Fu
scossa da un tremito e dopo la mattinata terribile e deludente, le sfuggì un
singulto sommesso.
-
Buffy cosa c’è? - le domandò lui con voce dolce e premurosa.
Toccandole
una spalla con la mano per farla girare.
Buffy
si passò rapida le mani sugli occhi ‘ per asciugare il sudore ‘ si disse e
rispose seccata.
-
Niente, non c’è proprio niente -
E
guardò la strada davanti a se.
Spike
restò qualche istante a fissarla poi senza dire nulla tornò anche lui a guardare
la strada. Lanciandole di tanto in tanto qualche occhiata di sbieco.
Si
fermò davanti all’ingresso e Buffy saltò giù dalla macchina e scappò via.
-
Ma cosa è successo Spike? - Dru era appena uscita ed era rimasta sorpresa dal
vedere come era ridotta la vettura di Spike.
-
La tua adorata macchina. Chi è stato? - Dru sapeva quanto Spike amasse la sua
de soto.
-
Un incidente. Niente che non si possa riparare - Alzò le spalle e con lei che
gli si era appesa al braccio rientrò in casa. Pensando ancora a quanto fosse
complicata Buffy.
Capitolo
5
A
pranzo Buffy non si fece vedere in sala, non voleva incontrare Spike.
Preferì
gironzolare per la sua proprietà...finché era sua.
Rientrò
dalla sua passeggiata nel pomeriggio, ad aspettarla in cucina c’era Darla.
In
piedi con le braccia conserte e l’aria seccata.
-
Bentornata ragazzina - le disse con voce tagliente - dovrei parlarti. Vieni di
là in soggiorno per favore- e senza aspettare risposta si incamminò verso la
sala.
L’una
di fronte all’altra si guardavano con ostilità.
-
Sentimi bene piccola ingrata. Tuo padre ed io siamo stati fin troppo buoni a
tollerale la tua maleducazione ed arroganza. Ma ti avverto sono stanca -
Si
sedette e con una mano si tirò indietro alcune ciocche che sfuggivano al suo chignon.
Buffy
continuò a fissarla freddamente.
-
Questo posto verrà venduto e…-
-
No - disse Buffy con rabbia.
-
Invece si! Fattene una ragione…anzi faresti bene a trovarti un lavoro
Signorina. Non penserai certo di gravare sulle nostre spalle in eterno vero? -
-
Io…- Buffy non sapeva cosa dire. Strinse i pugni e ingoiò ancora una volta la
sua rabbia.
-
Non voglio sentire niente. Ho già parlato con tuo padre….che mi ha dato il
compito di dirti che non è più disposto a assecondare i tuoi capricci, ci hai
già dato troppi pensieri. Quindi hai quindici giorni per trovarti un lavoro e
cavartela da sola ragazzina -
Buffy
non disse nulla si girò ed uscì lentamente dalla stanza. Appena fuori fu scossa
da un tremito.
Lui
non la voleva nella sua vita. Ancora arrabbiata si diresse correndo verso il
laghetto. Aggirò come sempre la collinetta e andò a sbattere contro qualcosa.
-
Accidenti …- disse, afferrando la mano che le veniva tesa. Si rialzò
massaggiandosi il fondoschiena.
-
Buffy ti stavo cercando - Spike era in piedi al suo fianco.
-
Ehi che cosa vuole lei? - urlò Buffy, lasciandogli la mano come scottata.
-
Non ti agitare, ti stavo solo aiutando -
-
Perché continua a venire qui? Questo è il mio posto seg….- si interruppe Buffy.
Non voleva dirgli nulla.
-
Si lo so - sorrise lui beffardo - e per questo che sono venuto -
‘
Vuole rompermi le scatole questo ‘
-
Ora se ne vada -
-
Tesoro sei davvero molto maleducata lo sai? -
Buffy
si irrigidì stizzita e tornò a camminare verso il ruscello. Spike la seguì.
-
Ma insomma, cosa vuole? Vada a far compagnia a quelle due…- sospirò e si
trattenne
-
a Darla e Dru - disse alla fine sforzandosi.
Si
sedette sul bordo della roccia sporgente.
Tolse
le scarpe e immerse i piedi nell’acqua. Il Sole si avviava al tramonto.
-
Tieni molto a questo posto vero? - disse sedendosi accanto a lei.
Buffy
non rispose, sollevò solamente le spalle. E disegnò con le gambe piccoli cerchi
nell’acqua.
Spike
fece scivolare il suo sguardo sulla sua figura esile e sensuale. Soffermandosi
sul viso teso e dall’espressione dura. E su quegli occhi che tanto lo
attiravano.
Sapeva
tutto di lei. In quei giorni era stato anche alla biblioteca del paese ed aveva
conosciuto la rossa bibliotecaria Willow Rosemberg, amica di Buffy che gli
aveva dato altre informazioni.
Gli
aveva detto che Buffy era una ragazzina molto vivace e dolce che adorava sua
madre. Il fatto che lei se ne fosse andata in quel modo, le aveva spezzato il
cuore. E da quel giorno si era molto chiusa, anche con lei. Inoltre tutto era
peggiorato quando il padre nemmeno due mesi dopo le aveva detto che si sposava
e che la mandava in collegio. Willow aveva pianto quando aveva saputo che la
sua amica partiva, invece Buffy era rimasta distaccata, fredda ‘ passerà Willow
‘ le aveva detto. E lei c’era rimasta male. Il primo Natale era tornata a casa,
ma in famiglia non la volevano. Darla non la poteva soffrire per il semplice
fatto che fosse la figlia della prima moglie di Hank. E in quanto a suo padre
Willow gli aveva detto che era un ‘ Bastardo figlio di puttana. Che pensava
solo alla sua carriera di Senatore ed alla sua società. E che di sua figlia non
gli importava nulla ‘.
Spike
aveva guardato a lungo la foto del giornale che ritraeva la famiglia al
completo.
Buffy
poteva avere nove anni, era accanto a sua madre. Indossava un paio di pantaloni
blu e una maglietta bianca. I capelli erano raccolti in una grossa treccia
sulle spalle. Aveva il volto sorridente e birichino, rivolto in adorazione
verso la madre, che stringeva il braccio di suo marito. Il quale guardava fisso nell’obiettivo serio e
rigido.
Non
sapeva spiegarsi il perché ma aveva desiderato correre da Buffy prenderla tra
le braccia e proteggerla.
-
Anche a me piace, è un posto incantevole - continuò a fissarla.
Buffy
si accigliò e girandosi di scatto gli disse a muso duro
-
Insomma cosa vuole da me e perché mi sta fissando a quel modo? -
Spike
sorrise ripensando alla bambina della foto.
-
Non lo so ancora Buffy….- reclinò la testa da un lato e inarcò il sopracciglio
soffermando il suo sguardo sulle labbra morbide e semidischiuse, dalla
sorpresa.
-
O…forse sì - disse con voce roca mentre prendendola per un braccio l’attirava a
se e si impossessava delle sue labbra.
-
N…o - cercò di dire Buffy, ma lui l’aveva già circondata con le sue braccia e
la stringeva cercando un contatto più intimo con il corpo di lei.
Fu
un bacio lungo, dolce all’inizio e poi via, via più intenso e appassionato.
Quando Buffy riuscì a staccare le sue labbra da quelle di lui, era senza fiato
e arrossata per l’emozione.
-
Mi tolga le mani di dosso - disse cercando di liberarsi da quella stretta
pericolosa e sconvolgente.
Ma
Spike non mollò la presa anzi, la strinse ancora di più tra le sue braccia.
-
Buffy….sei così…..tenera - disse con voce alterata e riprese a baciarla ancora
più intensamente di prima.
Buffy
era sconvolta. Non era abituata a provare emozioni così intense, le aveva
evitate per tanto tempo. E d’improvviso quello sconosciuto le risvegliava tutte
in una volta. Erano troppo intense per lei, per riuscire a gestirle
razionalmente.
-
Mi lasci - ansimava mentre lui le baciava il viso e il collo.
-
No - le sussurrò lui all’orecchio.
E
con un gesto improvviso ed inaspettato la fece scivolare distesa sulla roccia
bloccandola con il suo peso.
Buffy
si agitò sentendo le mani di lui sotto la sua maglietta di cotone sottile.
-
Mi Lasci - gli disse in un ultimo tentativo di resistenza.
La
mano di Spike si chiuse sul suo seno e Buffy si abbandonò con un gemito
liberatorio.
Spike
sorrise tra se, sentendola così arrendevole e cominciò ad accarezzarle voglioso
il seno tondo e sodo.
-
Stai tranquilla Buffy, non voglio farti del male - le sussurrò all’orecchio
prima di scendere ancora una volta sulle sue labbra.
Buffy
socchiuse gli occhi e gemette più forte quando lui le massaggiò più
intensamente la punta tesa del seno.
Trattenne
il fiato quando le sollevò la maglietta ed abbassò le sue labbra sul suo
capezzolo già torturato dalle sue mani.
-
La prego - gemette a bassa voce mentre cerchi di calore e piacere le
attraversavano il corpo.
Le
labbra di Spike si serrarono sul suo seno succhiando avidamente.
Buffy
inarcò la schiena a cercare maggiore contatto con il corpo di Spike e lui con
la mano cominciò ad accarezzare anche l’altra punta.
Buffy
ormai incapace di resistere si era abbandonata, e con le mani aveva abbracciato
Spike e lo stringeva convulsamente.
La
mano di lui scivolò lentamente lungo i suoi fianchi e si soffermò sul bottone
dei suoi jeans.
Buffy
si irrigidì di colpo e con uno strattone lo spinse via.
Si
mise a sedere sconvolta, con le lacrime agli occhi.
-
Bastardo… - aveva gridato.
-
Accidenti - Aveva imprecato con se stesso, passandosi una mano tra i capelli.
Il ricordo della pelle di lei e delle sue labbra lo fece fremere di desiderio.
Scrollò la testa e sospirando profondamente si avviò verso la villa.
Capitolo
6
Buffy
era sconvolta, quell’odioso individuo aveva osato metterle le mani addosso ….e
a lei era piaciuto. Quel contatto così sensuale e intimo. Al ricordo un senso
di calore la pervase. Il ritmo del suo cuore accelerò…’ Stupida Buffy! Sei
stupida. E’ un uomo come gli altri….come tuo padre ‘ A quel pensiero la
mascella si contrasse e il suo sguardo divenne duro.
-
Odio quell’uomo! - esclamò entrando in cucina.
-
Chi? - George sembrò stupito da quella sua affermazione.
-
Quell…..quell’idiota di Spike Darcy - sbuffò sedendosi.
-
Oh! Capisco - la guardò da sopra gli occhiali con espressione sospettosa.
-
E cosa ti ha fatto….per farti arrabbiare così? - Le domandò incuriosito.
-
Mi ha….- Buffy si bloccò imbarazzata. Non voleva confessargli che lui l’aveva
baciata, accarezzata ed abbracciata. Di nuovo quella sensazione di calore.
-
E’ un arrogante cafone, ed un imbecille. Ecco -
-
Ma cosa ti ha fatto? -
George
la incalzò, mentre un dubbio gli si insinuava nella mente.
-
Niente…è solo che è odioso - tagliò corto lei.
Con
un’alzata di spalle andò di sopra nella sua stanza. E non scese per la cena.
Si
alzò che il Sole era già alto. La casa era deserta.
-
Ma dove sono tutti? - chiese una volta in cucina, addentando una fetta
biscottata.
-
A Los Angeles….un imprevisto, un impegno in società. Credo che torneranno tra
uno o due giorni-
George
si sedette ad osservarla, c’era qualcosa di diverso in lei.
-
Ah bene! - Buffy era felice all’idea di poter avere la casa per qualche giorno
tutta per se.
Canterellando
si avviò verso il bagno.
Si
spogliò rapidamente e dopo una doccia veloce indossò un costume, un
pantaloncino e si diresse verso il suo laghetto.
Si
rilassò tranquilla. Il Sole splendeva alto in cielo ed era una giornata
stupenda. Dopo un quarto d’ora, sudata per la calura, Buffy decise di tuffarsi.
L’acqua fresca sul suo corpo la fece sentire bene. In pace con se stessa. Si
stese a pelo d’acqua e si lasciò cullare dalle onde. Infine dopo aver nuotato
per una mezz’ora, tornò a riva. Prese dalla sua sacca la sua armonica e intonò
una canzone. Quella che le aveva insegnato sua madre. In silenzio pianse senza
lacrime, pensando che presto tutto sarebbe finito. Che la casa sarebbe stata
venduta. E che qualcun altro sarebbe stato il padrone di quel posto stupendo.
Pieno
di tanti ricordi e di lei.
Sospirò
e il suono dell’armonica si smorzò in un lamento.
-
Bravissima passerotto. Non credevo fossi così brava -
Buffy
sobbalzò spaventata.
-
Cosa fa qui? Non è andato a Los Angeles? -
-
Guardavo te passerotto…e No, non sono andato con loro -
Le
sorrideva sfrontatamente inarcando il sopracciglio invitante.
-
….E se devo dire la verità, è un bel vedere -
Il
suo sorriso malizioso si allargò, mentre con gli occhi percorreva il suo corpo
semi nudo divorandolo.
-
Vada via di qui, subito - urlò Buffy in preda alla rabbia.
-
Passerotto dopo tutto quello che c’è stato tra noi…..ancora mi dai del ‘ Lei ‘?
Dai non fare la timida -
Si
era avvicinato pericolosamente e Buffy indietreggiò intimorita.
-
Fermo lì - non finì la frase che inciampò su un dislivello della roccia e lui
la prese tra le braccia per sostenerla.
-
Tesoro….. attenzione. Rischi di rovinare la tua pelle di seta - e con una mano
le accarezzò il braccio sensualmente.
La
pelle d’oca e un senso di languore fecero irrigidire Buffy.
-
Mi lasci - cercò di allontanare le sue mani.
-
No. È così bello tenerti tra le braccia - disse con voce roca.
-
Io….- Buffy sgranò gli occhi, sapeva cosa stava per fare.
E
lui non la deluse, le alzò con una mano il mento, lei titubante cercava di
sfuggire il suo sguardo, e la baciò. Dapprima lentamente, assaporandola. Poi
sempre più impetuoso il suo bisogno di lei lo travolse.
-
Oh Buffy sei così…dolce….non resistermi -
-
Mi lasci - Buffy cercava di girare il capo, ma la sua morsa era d’acciaio e
così calda e infuocata.
Con
le mani le carezzò la schiena attirandola maggiormente contro il suo torace.
Infine
le sue labbra si staccarono per riprendere fiato.
-
Buffy…-
-
Mi lasci! - con le braccia cercava di divincolarsi.
-
Sta calma piccola -
La
sua mano scivolò sul bordo del costume e lentamente lo sollevò per insinuarsi
in una carezza lenta e eccitante.
-
No…la prego - sussurrò Buffy abbandonandosi a quel tocco intenso e suadente.
-
Così piccola, chiudi gli occhi - e lei ubbidì.
Lui
sorrise dolcemente e l’altra mano scese sino alle sue cosce, infilandosi nel
costume ancora umido.
Lei
gemette e con le braccia si aggrappò alle sue spalle.
I
loro respiri affannosi ed eccitati si confondevano per la vicinanza dei loro
visi.
E
di nuovo le labbra di lui cercarono quelle calde e sensuali di lei, che lo
accolsero ansiose.
-
Piccola lasciati andare, penserò io a te -
Quelle
parole riportarono bruscamente Buffy alla realtà.
‘
Lui è un uomo e quindi un essere infido! Nessuno si prenderà cura di me, mai ‘
Con
un gesto rapido piegò il ginocchio, e gli assestò un potente colpo ai genitali.
Facendolo
gemere dal dolore e dalla sorpresa.
-
Scordatelo. Mi fate tutti schifo - gli urlò e scappò via.
Doveva
andarsene e subito.
Quell’uomo
era pericoloso.
Infuriata
Buffy salì di sopra e si infilò nella doccia. Ne aveva bisogno dopo tutta
quella….quella…..agitazione.
Calmatasi
un po’ si avvolse in corto asciugamani e canticchiando entrò in camera… E
rimase a bocca aperta.
Lui
era in piedi davanti a lei ed indossava solo un paio di jeans sbottonati, per
di più.
-
Che cosa vuole? Esca di qui o mi metto a urlare -
Lui
le sorrise ma non parlò. Continuò a fissarla e lentamente si mosse verso di
lei.
-
No - disse lei, e corse verso la porta. Lui la precedette e con una mano la
bloccò e richiuse.
Buffy
lo guardò atterrita.
-
Buffy…- le disse a voce bassa, accarezzandole una guancia - perché sei scappata
prima? -
Buffy
cominciò a tremare.
Era
in trappola ed era spaventata a morte.
Quell’uomo
la voleva e lei non era sicura di non volerlo.
-
Lasciami andare - per la prima volta gli diede del tu.
Un
ultimo tentativo di sfuggirgli e di sfuggire a se stessa.
-
No - le disse con dolcezza e l’attirò a se per avvolgerla in un bacio pieno di
desiderio.
-
Per favore - una supplica e un brivido di desiderio.
-
St…..- mormorò lui sulle sue labbra e poi fece cadere sul pavimento l’asciugamani.
Buffy
arrossì violentemente e con le mani si coprì.
Lui
sorrise prendendola in braccio, e la portò a letto.
Disseminò
il suo corpo di morbidi, piccoli baci.
Mentre
lei continuava a coprirsi con le mani,
come meglio poteva.
Raggiunse
le sue labbra e le coprì con le sue, mentre con le mani scostava quelle di lei
dal suo bellissimo corpo e se le portava al collo.
-
Abbracciami - le disse piano, ma in modo deciso.
Lei
si strinse a lui confusa, eccitata e spaventata.
-
Non temere….piccola, non ti farò del male. Te lo prometto….ti piacerà -
Le
accarezzò i capelli e poi con un gesto aggraziato si sfilò i jeans.
Buffy
si lasciò sfuggire un’esclamazione stupita.
Lui
la guardò con dolcezza e poi con una mano sfiorò la sua femminilità. E fu
contento quando si rese conto che era già eccitata.
Allora
con tenerezza e attenzione le divaricò leggermente le gambe e si sistemò su di
lei.
Tornò
a guardarla, e lei si sentiva affogare nei suoi occhi intensi ed impetuosi come
il mare.
-
Ti prego Spike…non farmi male -
Lui
fece cenno di si con il capo e poi la baciò, e cominciò a spingersi in lei
lento ed inesorabile.
Una
lacrima spuntò sul viso di Buffy, che provò una fitta di dolore intensa.
Lui
sentì i muscoli di lei contrarsi e tendersi mentre il suo membro duro e gonfio
scivolava in lei.
Lei
strinse i pugni e si aggrappò alle sue spalle in un gesto convulso. Lui
cominciò a fare piccoli movimenti con il bacino per abituarla alla sua
penetrazione.
-
Non aver paura, sta tranquilla passerotto - cercò di rassicurarla, in attesa
che si lasciasse andare e gli permettesse di muoversi più velocemente in lei.
Con
una mano cominciò a tracciare piccoli disegni sul suo seno e poi con la punta
della lingua né lecco l’aureola, facendola gemere dal piacere improvviso e
intenso.
I
suoi muscoli si abbandonarono e lui iniziò la sua danza dapprima lenta e
travolgente, e poi sempre più veloce e profonda.
-
Buffy, piccola…. Mi piaci da impazzire - le sussurrò mentre lei raggiungeva il
Paradiso per poi planare lentamente sulla Terra. Appagata e riempita di lui che
la raggiunse subito dopo finalmente soddisfatto nel suo desiderio sconvolgente
di lei.
Ansimavano
entrambi quando la stanza smise di girare vorticosamente attorno a loro.
Buffy
chiuse gli occhi e si lasciò andare ad un pianto disperato e liberatorio. Il
primo da dieci anni.
Lui
la strinse tra le sue braccia accarezzandole la testa con dolcezza.
-
Si piangi piccola - le diede un bacio sulla fronte
-
Dormi adesso. Ne hai bisogno – sussurrò quando finalmente lei si fu calmata.
Buffy
si abbandonò a Morfeo, sentendosi sicura e protetta da quelle forti braccia.
E
per la prima volta il sonno non le portò incubi, ma solo pace e riposo.
Capitolo
7
Buffy
si risvegliò in preda all’angoscia. Doveva essere impazzita per fare sesso con
quell’uomo, quello sconosciuto. Che era amico di suo padre.
-
Buongiorno passerotto -
Lei
sollevò lo sguardo ed incontrò quello dolce e tenero di lui.
-
Dormito bene? - le sorrise accarezzandole la guancia con un dito
Buffy
d’istinto piegò il capo a cercare un maggior contatto con la sua mano.
Non
aveva ricevuto molte carezze in vita sua, e questa sensazione così dolce e
calda la stordiva e le impediva di ragionare.
Gli
occhi le si velarono di lacrime ma non avrebbe pianto questa volta.
Lui
le sorrise e i suoi occhi si fecero pieni di desiderio.
-
Non ti ho fatto molto male vero? -
Le
domandò continuando ad accarezzarle la guancia.
Lei
fece cenno di no con il capo e lui portò la mano prima sul suo collo e poi
lentamente verso il seno. Su cui si chiuse facendo gemere Buffy.
Si
fece più vicino, quasi a coprirla con il suo corpo. Con voce roca le chiese
-
Vuoi ancora tesoro? -
Buffy
arrossì e distolse lo sguardo senza rispondergli.
Lui
continuò a torturarla facendola eccitare.
Vedendo
che lei non lo fermava fece scivolare la mano tra le sue cosce tese, e lei
senza rendersene conto le allargò.
Lui
sorrise mordendosi il labbro inferiore.
-
Allora piccola vuoi? -
Domandò
ancora più eccitato, posandole dei piccoli baci sul collo.
-
Ti prego non farmi del male - rispose Buffy in un sussurro non guardandolo.
Gli
occhi di Spike divennero scuri e profondi.
-
No, amore. Non ti farò del male –
Quanta
paura di soffrire doveva avere Buffy pensò.
Posò
sulle sue labbra umide un dolcissimo bacio.
Buffy
sospirò e si abbandonò a lui senza più difese. Rispose al bacio stringendolo
con tutto il corpo.
Lui
si infiammò dinanzi alla sua arrendevolezza e alla sua passionalità.
Si
spinse in lei bisognoso del suo corpo caldo, della sua femminilità eccitata.
Voleva riempirla, colmarla di lui.
Questa
volta privo di freni e di timori le impose il suo ritmo martellante e
dolcemente violento.
Sino
a che non la sentì gemere in preda al più puro ed incontrollabile piacere.
Prolungò
i suoi spasmi all’infinito ed infine appagato si abbandonò sulle lenzuola
accanto a lei.
Mise
le mani dietro la nuca e si guardò attorno. La stanza era quella di una
bambina, pensò che Buffy non era tornata molto spesso lì negli ultimi anni. C’erano
peluche sparsi ovunque e un immenso tappeto con disegnato Willy il Coyote.
Guardò una foto di Buffy sulla scrivania. Aveva l’espressione crucciata e
leggermente triste, molto simile a quella che le aveva spesso visto in questi
giorni. Gli si strinse il cuore e istintivamente l’abbracciò più stretta a se.
Come a volerle trasmettere tutto il calore, l’amore che lui provava per lei.
Lui l’avrebbe amata e protetta. Colmando il vuoto di tutti quegli anni di
solitudine e dolore.
La
baciò sulla fronte mentre il suo respiro si normalizzava.
Buffy
non voleva pensare. Il domani con il suo brusco risveglio sarebbe presto
giunto. Ora voleva solamente stare così, stretta tra le sue braccia forti.
-
Vorresti andare al lago? - gli domandò esitante.
-
Tutto quello che vuoi passerotto - le sussurrò lui mordendole il lobo
dell’orecchio.
-
Tu ordina ed io eseguirò - sorrise divertito.
-
Davvero? - disse lei un po’ diffidente, ma raggiante come una bambina.
-
Sì certo. Avanti …- e attese giocando con una sua ciocca di capelli.
-
Mm…..- Buffy lo guardò con un misto di innocenza e malizia - Prima….potremmo
rifarlo? -
-
Ah! - rise lui - Tesoro….ho talmente tanta voglia di te che potrei passare
tutto il giorno in questo letto a fare l’amore con te - La guardò con rinnovato
desiderio.
E
l’attirò a se quasi con violenza. E riprese la danza.
Era
ormai sera quando lui finalmente la lasciò andare.
Buffy
non voleva che George sapesse e guardandolo titubante gli chiese.
-
Ti spiace se….-
Lui
capì al volo e sorrise - non ti preoccupare piccola. Capisco - si fermò davanti
alla porta e prima di aprirla le disse - ti aspetto di sotto. Non tardare…già
mi manchi - le fece l’occhiolino e uscì fischiano.
Buffy
respirò profondamente guardandosi allo specchio e poi scese di sotto.
George
fortunatamente era stato fuori nel pomeriggio, approfittando dell’assenza dei
padroni. E non si era accorto di nulla.
Buffy
non si accorse degli sguardi furtivi che le lanciò, e dell’espressione
indagatrice che aveva sul viso, tutta presa dal ricordo delle ore appena
trascorse.
-
Buffy, vuoi cenare? - le domandò
-
No, George - disse Spike uscendo dalla biblioteca.
-
Questa sera io e Buffy ceneremo fuori - e sorridendole le tese la mano.
Buffy
accennò un lieve sorriso imbarazzato e salutando George goffamente seguì Spike
fuori.
George
sorrise tra se e se e cominciò a sperare.
-
Allora che ne dici di andarcene in un posticino romantico? Cenare e poi fare
una lunga passeggiata al chiaro di Luna? Magari….con nuotata al laghetto?....completamente
nudi - pronunciò quelle ultime parole con un tono più basso e sensuale della
voce.
Buffy ebbe un brivido e abbassò lo sguardo.
Lui le tirò su il mento e la guardò dolcemente.
-
Piccola ti prego fammi un sorriso….vuoi? -
Lei
gli sorrise e lui le diede un bacio a fior di labbra.
Le
aprì lo sportello e poi sedutosi in macchina partì a tutta velocità.
La
portò in un piccolo locale, poco frequentato e con i tavoli a lume di candela
Scelse un tavolo appartato con divanetto al posto delle sedie.
Si
sedettero vicini e lui con naturalezza le prese la mano e la intrecciò alla
sua.
Lei
non si tirò indietro, tutta quella intimità la inebriava e la rendeva felice.
-
Cosa vuoi mangiare passerotto? - le chiese allegro.
-
Non lo so……mi piacerebbe una bella insalata mediterranea con patatine fritte e
tanta maionese -
Sorrise.
Lui
in un sussurro le disse - ti piace la maionese……ricordamelo più tardi - la
guardò maliziosamente facendola arrossire.
-
Baciami - le intimò facendosi serio e Buffy si stupì di quella richiesta
così….strana. Si guardò un attimo intorno e poi lo baciò, un bacio fugace. Ma
mentre stava per ritrarsi lui l’attirò nuovamente a se e la strinse
imprigionando la sua bocca. E con la lingua la esplorò con foga.
Quando
la lasciò andare erano affannati e il loro sguardo infuocato.
Il
cameriere si schiarì la voce e chiese se volevano ordinare. Spike ordinò con
disinvoltura e mangiarono parlando del più e del meno.
Dopo
cena come promesso la portò sulla spiaggia e fecero una lunga passeggiata al
chiaro di Luna e Buffy dopo dieci anni per la prima volta parlò di se come un
fiume in piena.
-
Quando lei se n’è andata….tutto è finito - disse con tristezza.
Lui
le strinse la mano.
-
Mio padre mi mandò in collegio pochi mesi dopo…non andavo a genio alla sua
futura moglie. E a dire il vero non sono mai andata a genio nemmeno a lui -
Sorrise
sarcasticamente.
Non
gli disse che sua madre si era suicidata.
Non
gli disse che il padre aveva già una relazione con Darla.
Non
gli disse che era stata trattata come un’ospite in casa sua dal momento in cui
sua madre era morta.
Ma
lui queste cose le sapeva….la guardò con uno sguardo indefinibile e poi la
baciò.
Buffy
pianse tra le sue braccia e lui la lasciò sfogare in silenzio.
Strinse
la mascella, aveva deciso e niente lo avrebbe fermato.
Tornarono
a casa che era tarda sera.
George
li aspettava alzato in cucina, sorseggiando la sua tazza di tè nervosamente.
-
Bentornati - disse con falsa indifferenza.
-
Salve George - rispose Spike di buon umore.
-
Beh io vado a dormire - disse Buffy e corse di sopra ancora confusa.
-
Beh vado anche io - Spike fece per uscire dalla cucina.
-
Un attimo….- lo fermò George guardandolo con diffidenza.
Spike
lo guardò e capì subito.
-
Non deve temere George - gli disse
senza abbassare lo sguardo
-
Non sto giocando con Buffy - era sicuro e deciso.
George
lo osservò per un lungo interminabile istante.
Poi
sorrise, e annuì con il capo. Quello che aveva letto negli occhi di Spike Darcy
lo aveva tranquillizzato. Quello era un gentiluomo non lo avrebbe deluso.
Spike
ricambiò il sorriso e poi corse dietro Buffy, questa notte era loro.
L’avrebbe
amata fino a sfinirsi. Sino a morirne.
Bussò
piano alla porta e senza aspettare risposta entrò.
Tutto
era buio, ma lui poteva distinguere i contorni della sua figura al buio.
Era
in piedi davanti alla finestra e stava trattenendo il fiato.
Lui
le si avvicinò con fare felino e le passò un braccio attorno alla vita
stringendola a se.
-
Che fai? Giochi a nascondino? -
Lei
ebbe un tremito di eccitazione, quando lui le sfiorò la punta del seno
attraverso il tessuto della maglietta.
Lei
non rispose ma gli gettò le braccia al collo e cominciò a baciarlo furiosamente
e disperatamente.
Colto
piacevolmente alla sprovvista dalle sue effusioni, rimase un attimo immobile.
Buffy
con impacciata inesperienza portò la mano ai pantaloni e cercò di accarezzargli
il rigonfiamento che premeva contro i jeans.
Lui
sussultò e gemette confuso.
Lei
intimorita e un po’ vergognosa ritirò la mano. Lui gliela prese tra le sue e la
guidò nuovamente al suo inguine.
Gliela
premette contro i jeans, tirò giù la lampo e gliela fece infilare dentro.
Buffy
esitò e lui sospirò eccitato.
Le
fece stringere il suo membro già fremente e duro tra le mani.
-
Accarezzami piccola - la implorò con voce rotta spingendola lentamente verso il
letto.
Buffy
era eccitata per quella sua capacità di infiammarlo a quel modo.
Cominciò
a muovere la mano sperando di fare bene.
Lui
respirò sempre più affannosamente e la tirò giù sopra di se, sul letto ancora
sfatto.
-
Oh Dio - disse solo in preda al piacere e al desiderio.
Quando
fu al limite le allontanò la mano, e con gesti frenetici e lussuriosi si tolse
i vestiti, invitandola a fare lo stesso. Incapace di trattenersi oltre entrò in
lei prepotentemente e ansiosamente. Muovendosi forsennatamente per raggiungere
l’apice del piacere e perdersi tra le pieghe calde e bagnate della sua
femminilità bisognosa di amore e di passione.
E
alla fine. occhi negli occhi, entrambi si persero l’uno nell’altro.
Capitolo
8
Spike
si alzò canticchiando dal letto e si infilò nella doccia.
Buffy
dormiva ancora. Era così bella addormentata…. così indifesa e fragile.
Lui
si sarebbe preso cura di lei a qualunque costo.
L’acqua
calda scivolò sul suo corpo e ricordò la prima volta che l’aveva vista….
Camminava
accigliata e leggermente triste lungo i corridoi del dormitorio.
Il
Sole le accarezzava il viso ma lei non sembrava accorgersene.
Come
ora aveva quell’atteggiamento di sfida e di rabbia. E non sembrava felice, anzi
vi era una solitudine e una tristezza in quei suoi immensi occhioni verdi che
lui si era smarrito.
Se
ne stava sempre da sola ad ascoltare musica e a leggere.
I
ragazzi dicevano che era lesbica o frigida, e che trattava male quelli che le
andavano dietro.
Poi
aveva conosciuto Dru…..e aveva saputo….anche quello che non avrebbe voluto.
Chiuse
l’acqua e si avvolse in un asciugamano.
Tornò
nella stanza. Lei dormiva ancora.
‘
Frigida? ‘ pensò, ‘ se quegli sciocchi sapessero….’
Sorrise
ricordando la notte appena trascorsa.
Le
si distese accanto. Le accarezzò la guancia con dolcezza e la baciò.
Buffy
ebbe un tremito e si mosse. Si stava risvegliando.
-
Ciao amore - le sorrise lui baciandola di nuovo.
-
Ciao - disse un po’ imbarazzata lei.
-
Su alzati, è tardi…non vuoi fare colazione? -
-
Si - Buffy si stiracchiò sbadigliando.
-
Cosa vuoi fare oggi? -
Le
chiese lui mentre si rivestiva con calma.
-
Non lo so…tu? - domandò Buffy andando alla finestra.
-
Beh…io ho sempre una cosa in mente…non per questo mi chiamano Spike - ridacchiò
lui.
-
Merda! - esclamò Buffy spaventata.
-
Cosa c’è piccola? -
-
Sono tornati, presto va fuori di qui - il suo tono era tornato improvvisamente
freddo e sulla difensiva.
Spike
si sentì ferito, ma non disse nulla.
-
Va bene, ci vediamo al lago…dopo pranzo -
Le
diede un fugace bacio e scivolò silenziosamente nella sua stanza, proprio un
attimo prima che Dru salisse di sopra.
Quando
Buffy scese di sotto erano tutti seduti a fare colazione.
-
Ciao Buffy - le dissero in coro non appena lei mise piede nella stanza.
-
Ciao - disse lei con voce incolore e Spike notò che il suo viso si era incupito
nuovamente e che la sua espressione accigliata e sottilmente malinconica era
riapparsa sul suo viso.
Strinse
i pugni e serrò la mascella.
Buffy
si sedette ed evitò per tutto il tempo il suo sguardo.
Spike
si sentì impotente e furioso.
Sentiva
che lei si stava richiudendo e non voleva che accadesse.
-
Buffy…. - esordì il padre senza guardarla.
Buffy
lo fissò e ricordò quel giorno e la sua espressione, la stessa di oggi.
Stava
per ferirla lo sapeva.
Non
disse nulla e attese. Spike fissò attentamente il volto di Buffy e vi scorse
una tristezza ed una solitudine che gli fece male. Stava soffrendo e lui non
poteva correre ad abbracciarla e a dirle che tutto sarebbe andato bene. Non
ancora almeno.
-
Abbiamo messo in vendita Tara - disse secco Hank e posò la tazza nel piattino,
facendola tintinnare.
Buffy
si irrigidì con tutta la persona e un tremito impercettibile l’attraversò.
I
suoi occhi si fissarono su suo padre e si riempirono di lacrime che non versò.
-
Bene vedo che l’hai presa meglio…di quanto pensavamo -
Darla
sorrise e si spalmò la marmellata sulle fette biscottate.
Lei
non disse nulla si alzò semplicemente e con la sua solita imperscrutabile
espressione disse
-
Adesso devo andare, ci vediamo dopo -
E
uscì.
Spike
avrebbe voluto alzarsi e prendere a pugni il padre di Buffy ma si limitò ad un
sorriso sarcastico, che non fu notato da nessuno.
-
Mi sei mancato sai tesoro! - disse Dru guardandolo con occhi sognanti.
-
Ti ho portato un regalo - gli sorrise.
-
Ah davvero? Grazie - Spike rispose distrattamente, tutto preso dai sui
pensieri.
Doveva
andare da lei, abbracciarla. Rassicurarla.
Dirle
che tutto sarebbe andato bene. Che avrebbe pensato a tutto lui.
Ma
Dru aveva altri programmi e lo trascinò di sopra in camera sua, con la scusa di
dargli il regalo.
Darla
rise, pregustando già il futuro matrimonio e i vantaggi che ne sarebbero
derivati.
Buffy,
non vista, lo vide salire di sopra con Dru. Erano mano nella mano. Un gesto
disgustato si dipinse sul suo viso e senza parlare o mostrare altre emozioni,
uscì da quella casa. Si sentiva soffocare. Attraversò rapidamente il giardino e
si diresse al suo posto segreto, stringendo in tasca la sua armonica. L’avrebbe
suonata sino a restare senza fiato e la musica avrebbe pianto tutte le lacrime
che lei non poteva versare. Perché lei non piangeva, non più.
Si
sedette sulla roccia e cominciò a suonare, e il cielo divenne freddo e
metallico come acciaio.
Buffy
chiuse gli occhi.
-
Allora ti piace? - chiese Dru contenta.
-
Si molto - Spike la ringraziò gentilmente per l’edizione rara di Dracula di Bram
Stoker che Dru gli aveva regalato, e poi mise in atto il suo proposito.
‘ Chissà dov’è Buffy ‘ si domandò prima di
voltarsi nuovamente verso di lei.
Tornò
di sotto e andò di filato nello studio, sapeva cosa doveva fare.
Infine
si mise in cerca di Buffy….doveva vederla.
Andò
al lago e non la trovò, girò per tutto il parco ma di lei nessuna traccia.
Alla
fine deluso tornò verso la villa e la vide ….ma non era sola.
Era
con il vice sceriffo Riley Finn.
Erano
abbracciati e lei gli sorrideva maliziosamente, proprio come aveva fatto con
lui il giorno prima.
Lui
rimase immobile a guardare la scena da lontano.
Buffy
gli sussurrava frasi all’orecchio e lui sembrava visibilmente imbarazzato e
felice.
Poi
si erano salutati baciandosi sulle labbra.
Lui
si irrigidì e desiderò schiaffeggiarla.
Appena
la macchina di Riley si fu allontanata le corse incontro.
-
Buffy….- la chiamò a voce bassa per non farsi sentire - ma che diavolo stai
facendo? -
Buffy
lo guardò freddamente.
-
Niente perché? - eccolo il suo sguardo freddo e distaccato.
Aveva
nuovamente alzato le sue barriere.
-
Come niente? -
La
strattonò per un braccio.
-
Lasciami, mi fai male - si liberò dalla presa.
-
Rispondimi Buffy….sto lottando contro una voglia matta di prenderti a schiaffi
-
-
Niente. Non sto facendo niente….- sbuffò - vogliono vendere Tara? Io devo
trovare uno che l’acquisti per me - Lo disse con naturalezza come fosse la cosa
più logica del mondo.
-
Cosa vuoi dire con ‘ uno che l’acquisti per me ‘ - La guardò rabbiosamente.
-
Uno che la compri ….per me - Alzò le spalle e distolse lo sguardo.
-
E tu cosa gli daresti in cambio? - Disse freddamente.
-
Quello che posso - disse lei alzando lo sguardo con aria di sfida.
-
Capisco - il tono di Spike era sprezzante.
-
Oh avanti non fare quella faccia….ci siamo divertiti per un po’….ma ora
sveglia, è mattina. Dru è tornata per te ed io devo riavere Tara - disse
seccata.
-
Cosa centra tutto questo con noi? –
Spike
cercò di dominare la rabbia che lentamente si stava impossessando di lui.
-
Noi? Chi ha mai parlato di NOI? - Buffy lo guardò sbattendo le palpebre.
-
Maledizione Buffy…togli quella dannata maschera e quell’espressione
così…così…..-
Le
sue mani tremavano e aveva voglia di picchiarla e di baciarla.
-
Io non porto maschere e questa è la mia faccia…..se non ti piace, problemi tuoi
-
-
Buffy, tu non ti vedrai con nessun altro hai capito? Se ti vedo ancora con
Riley…-
-
Cosa? Ma chi credi di essere? Tu non sei nulla per me. Nessuno, per potermi
dire cosa devo o non devo fare - Buffy era furiosa.
-
Ah è così? Hai ragione….ma a questo rimedieremo al più presto - lo disse come
una minaccia.
Buffy
alzò le spalle e si diresse verso il portico.
-
Buffy - La fermò.
La
prese per un braccio e la trascinò verso le scuderie, dove avrebbero potuto parlare
con più calma.
-
Allora è questa la storia che ti vuoi inventare? Che tra noi sia stato solo
sesso? - la guardò serio.
-
Si non è stato altro - disse lei con voce atona - lasciami andare - e cercò di
liberarsi dalla sua morsa.
-
No. Tu non ti muovi di qui, sino a che non avremo chiarito questa cosa - era
furioso e deluso.
-
Lasciami. Non capisci? Io salverò Tara. Io me la riprenderò e né tu, né nessun
altro mi fermerà -
Buffy
aveva assunto un’espressione di cucciolo ferito e disperato.
-
Buffy tesoro - la sua voce tornò dolce.
Voleva
stringerla e dirle che era avrebbe sistemato tutto.
Ma
lei ormai era distante.
-
Lasciami, tu….e gli altri non mi rovinerete. Non mi piegherete mai -
Strinse
i pugni e lo guardò quasi con odio.
Spike
inclinò il capo e fece per baciarla.
-
No! Non toccarmi - urlò lei con voce tremante
-
E’ finita! Capisci? Finita, qualsiasi cosa sia stato….adesso è finita, morta.
Sepolta -
e
con uno scatto lo sorpassò e corse verso casa.
Spike
le corse dietro, lui non era uno che si arrendeva, non lo aveva mai fatto. E
tanto meno lo avrebbe fatto adesso che c’era in gioco la sua felicità.
Buffy
entrò in casa come una furia e si trovò faccia a faccia con le due sorridenti e
euforiche donne.
-
Ciao Buffy…..- Dru rise e fissò la ragazza con scherno.
Buffy
la guardò e non rispose e corse di sopra.
Aveva
deciso, avrebbe sposato Riley Finn e sarebbe rimasta a Tara, al diavolo tutto
il resto.
Rassegnata
si addormentò.
La
serata fu un inferno. Non facevano altro che parlare di vestiti, di damigelle e
di chiese.
Spike
ne aveva abbastanza. Di sopra sicuramente Buffy era in preda alla rabbia cieca
e al dolore, non sarebbe stato facile convincerla che si sbagliava.
E
soprattutto….si chiedeva cosa avrebbe fatto adesso.
-
Bene…sarà meglio che vada a dormire - Tagliò corto
-
Signore a domani. Hank …buonanotte - si alzò e abbandonò il salotto.
-
Notte Spike - risposero in coro.
Salì
le scale e si fermò davanti alla porta di Buffy. Era indeciso. Aveva un
desiderio incredibile di sfondarla e di entrare nella sua stanza. Di
convincerla a suon di baci che non era stato sesso.
Scosse
il capo e mestamente continuò verso la sua stanza.
L’indomani
le avrebbe parlato e le avrebbe spiegato.
La
mattina successiva scese in sala, sperando di incontrarla, ma lei non c’era. In
compenso Darla e Dru continuavano
parlare ininterrottamente di ricevimenti, viaggi di nozze etc….come la
sera prima.
-
E Buffy? - domandò con fare distratto.
-
E’ uscita…..- Dru e Darla si guardarono.
-
Mi sono perso qualcosa? - cercò di dominare la sua curiosità e allo stesso
tempo di saperne di più.
-
E’ uscita….ma non da sola…- Dru rise forte.
Spike
strinse il coltello nella mano e continuò ad imburrare la sua fetta biscottata.
-
E con chi è uscita? - chiese con voce normale.
-
Con Riley Finn - Darla girò pigramente il cucchiaino nel suo caffè.
-
Io non capisco cosa ci trovi Riley Finn, in una ragazzina così insignificante
come Buffy. Mah! - Sbuffò Dru,
addentando un plum cake.
-
E’ stato sempre cotto di lei. E sono sicura che adesso starà facendo di tutto
per convincerlo a comprare tutto. Chissà cosa gli sta promettendo…se non glielo
ha già dato….-
Darla
aveva socchiuso gli occhi maliziosamente ed aveva portato la tazza alle labbra.
-
Già….peccato sia troppo tardi per lei …-
Dru
alzò le spalle e tornò a concentrarsi sui suoi progetti.
-
Vedrai che adesso ti farà una corte spietata…tesoro….-
Lei
guardò con preoccupazione Spike.
-
Tu non puoi immaginare quanto possa essere subdola e calcolatrice quella
ragazzina - sentenziò Darla. E nella mente di Spike balenò un’idea, certo
cattiva e ingiusta, ma come si dice…a mali estremi….estremi rimedi.
Nel
pomeriggio Riley e Buffy fecero ritorno alla tenuta. Spike aspettava nel
portico.
Sapeva
già cosa sarebbe accaduto.
Rimase
seduto con i piedi sulla balaustra, semi sdraiato sulla poltroncina.
Lanciò
loro una rapida occhiata e poi chiuse gli occhi.
Buffy
e Riley andarono nello studio, dove Darla ed Hank li attendevano.
-
Allora ….Riley dimmi pure cosa posso fare per te -
Hank
domandò guardando prima lui e poi Buffy.
-
Ecco io…..io vorrei comprare Tara - disse lui esitando un po’.
-
Ah…..e come mai se posso chiedere? - li fissò attento.
Riley
arrossì lievemente e guardò Buffy in cerca di sostegno.
-
Beh io e lui…forse…beh ci sposiamo e vorremmo vivere qui - disse Buffy poco
convinta.
-
Oh davvero? - Darla sorrise con cattiveria.
-
Che peccato - disse semplicemente, congiungendo le mani in un gesto fintamente
sconsolato.
-
Ma sei arrivata tardi….Tara è stata venduta -
Dru
sorrise ancora più divertita.
-
Come? A chi? - Buffy era incredula.
-
A lui! - Darla indicò alle spalle di Buffy, e lei si voltò di scatto.
Nei
suoi occhi una fitta di dolore e di delusione, mista a rabbia e disprezzo.
-
Tu?....- disse solo, guardandolo ad occhi spalancati.
Spike
era entrato nello studio in silenzio e la stava guardando.
Si
sentì in colpa, non avrebbe dovuto saperlo così.
Avrebbe
dovuto essere lui a dirglielo.
-
Tu…sin dall’inizio eri venuto qui per Tara vero? …..-
Buffy
aveva cominciato a rimuginare sugli avvenimenti ed aveva tratto le sue, errate
ma oramai definitive, conclusioni.
Negli
occhi di Buffy ci fu solo odio.
Lui
la guardò dispiaciuto e un po’ arrabbiato.
Non
avrebbe voluto che le cose andassero così, ma se lei si ostinava a
sfuggirgli….lui non poteva far altro che metterla di fronte a fatto compiuto.
-
Ma parliamo piuttosto delle tue nozze -
Darla
sembrava divertirsi un mondo.
Riley
la guardò incerto.
-
Buffy non sposerà Riley - disse Spike guardandola fissa.
-
Cosa vuoi dire? –
Dru
si accigliò e guardò prima Buffy poi Spike.
-
Che Buffy non sposerà Riley! -
-
Io lo sposerò invece - disse Buffy con aria di sfida.
Riley
abbozzò un sorriso ma fu un attimo.
-
No che non lo sposerai tesoro - disse secco Spike fronteggiandola, incurante
dei presenti nella sala.
-
Spike ma cosa stai dicendo? -
Dru
sembrava impaurita, non riusciva a capire cosa stesse accadendo.
Buffy
aveva stretto i pugni e lo fissava con rabbia folle.
-
Quello che ho appena detto - lui rimase immobile.
-
Io non capisco - disse Hank Summers infastidito dalla situazione.
-
Buffy tu mi crei sempre problemi - Sbuffò.
-
Io farò in modo che Buffy non sia più un problema per lei Signor Summers -
La
voce di Spike divenne fredda e tagliente.
-
Cosa vuol dire questo? - Hank Summers era sconcertato.
-
Che Buffy da oggi diventerà un ‘ problema ‘ mio -
Aveva
parlato con sicurezza senza smettere di guardarla.
-
Ma vuoi spiegarmi? - Dru era sull’orlo di una crisi di nervi.
-
Semplice…Buffy sposerà me - L’aveva detto come fosse cosa fatta.
E
questo Buffy non lo tollerava.
-
Mai - ringhiò lei.
-
Mai dire mai passerotto - la voce di lui si era addolcita ma era ancora
alterata.
-
Che cosa vuol dire tutto questo? Che storia è? -
Hank
Summers era diventato verde dalla rabbia.
-
Gliel’ho appena detto Signor Summers. Io e Buffy ci sposiamo -
Continuava a fissarla.
-
Tu brutta….sgualdrina - urlò Dru avventandosi contro Buffy.
Che
evitò il suo schiaffo e per tutta risposta le assestò un pugno sull’occhio
destro.
Dru
urlò per il dolore. Hank si mosse verso Buffy.
-
Buffy come hai …- e alzò la mano per colpirla.
Riley
era pietrificato. Incapace di dire o pensare qualcosa.
Se
non che si era messo in una situazione davvero imbarazzante.
Buffy
guardò fisso il padre, poteva batterla ma lei non si sarebbe piegata.
La
mano di Spike si serrò attorno al polso di Hank.
-
Provi a toccarla e sarà l’ultima cosa che farà in vita sua -
Lo
aveva detto con voce calma, quasi impersonale. Che faceva venire i brividi.
Hank
Summers vide la luce omicida nei suoi occhi e si ritrasse spaventato.
-
Come os….- non riuscì a dire nulla.
Darla
si era portata le mani alla bocca ed aveva spalancato gli occhi.
-
L’ho avvertita Signor Summers -
Il
tono di Spike era calmo e deciso.
Dru dolorante per il colpo ricevuto, ancora non
aveva capito quello che era appena successo.
Nella
stanza era calato un silenzio innaturale.
George
apparve sulla porta. Aveva sentito tutto ed era visibilmente contento
-
Beh sarà meglio che vada - disse Riley dopo alcuni minuti che erano sembrati
un’ eternità.
-
No Riley - Buffy si aggrappò alla sua ultima speranza.
-
Mi spiace Buffy - la guardò un solo istante e poi uscì in tutta fretta dallo
studio.
-
Ti odio - disse Buffy sentendosi ormai in trappola.
-
Ma….mi sposerai lo stesso - disse rilassandosi lui.
Sapeva
di aver vinto.
-
Tu vuoi sposare Buffy? Perché? - Darla non si capacitava.
Spike
sorrise….
-
Questo non ti riguarda Darla, a te basti sapere che se io sposo Buffy voi
potrete continuare a mantenere il tenore di vita che avete avuto sino ad ora -
disse in fine.
Tutti
restarono in silenzio e Buffy corse di sopra, dopo avergli lanciato uno sguardo
carico di rancore. Non riuscì a non piangere questa volta, ma non erano lacrime
solo di dolore e rabbia, ma anche di paura, di incertezza e di sollievo.
E
non ne capiva il perché, come fosse quasi contenta di quello che stava
accadendo.
Capitolo
9
-
Spike….dimmi che stavi scherzando. Dimmi che era uno stupido scherzo di cattivo
gusto -
Dru
lo guardava con un misto di speranza e di rabbia.
Spike
la fissò per un lungo istante, era bellissima ma fredda e vuota.
-
Hank…tu la convincerai vero? ….vedrai Spike….lei non ti sposerà –
Dru
assunse un’aria minacciosa.
-
Se fossi in lei non lo farei –
Spike
stava fissando Hank con determinazione.
-
Cosa…volete dire - Hank era sempre più spaventato da Spike.
-
A me Buffy a voi il denaro, questo è l’accordo. Oppure…preparatevi alla povertà
-
-
Tu credi che noi accetteremo il tuo vile ricca…-
Dru
non finì la frase, Darla ad occhi socchiusi in una smorfia di disprezzo le fece
cenno di tacere.
-
Dru, sta zitta - disse - Bene…a quanto pare hai giocato le tue carte molto bene
Spike -
Darla
sapeva riconoscere il momento in cui ritirarsi.
-
Grazie ma con gente come voi…..Non è molto difficile vincere, basta un po’ di
denaro -
La
voce di Spike era stata volutamente tagliente.
-
Già… forse hai ragione - sorrise sarcasticamente Darla.
-
Con noi non è stato così difficile….ma con lei?...- con un cenno del capo
indicò il piano superiore.
-
Buffy è una stupida sognatrice come sua madre….ed è sempre stata ‘ strana ‘ -
Spike
corrugò la fronte per un attimo. Darla aveva ragione, con Buffy non sarebbe
stato facile. Ma lui non avrebbe mollato la sua preda, di questo era certo.
-
Ve l’ho già detto….Buffy adesso è un ‘ problema ‘ mio -
Continuò
a restare calmo.
-
Bene…adesso veniamo alle cose serie…a quanto ammonterebbe l’assegno? -
Dru
fece una smorfia indispettita, ma tacque.
Spike
sorrise della loro meschinità, ma pensò che era grazie anche a questa se presto
Buffy sarebbe diventata sua moglie.
All’ora
di cena Buffy non sapeva cosa fare, aveva fame ma al solo pensiero di stare in
una stanza con lui si sentiva male.
Alla
fine si fece forza e decise di scendere, lui non l’avrebbe vinta.
Non
l’avrebbe comprata. Tara….andasse al diavolo… una lacrima scivolò sulla
guancia.
Scese
lentamente sospirando ad ogni gradino ed infine si fermò davanti all’ingresso
della sala.
Con
la mano sulla maniglia e lo sguardo fisso sul battente della porta color legno
naturale con piccole venature color ciliegio.
-
Ti odio Spike - sussurrò - io ti odio - ed aprì la porta.
Erano
tutti seduti, in silenzio.
Lei
si sentì intimorita e come accadeva, ogni volta che lo era si irrigidì e si
mise sulle difensive.
Hank
le lanciò uno sguardo di sfuggita e tornò con la testa sul piatto.
Darla
le lanciò un’occhiata ma rimase in silenzio. Dru non era scesa, si sentiva male.
-
Entra tesoro - le disse lui dolcemente.
Si
alzò e le scostò la sedia in attesa che lei si sedesse accanto a lui.
-
Vieni a sederti…George….fa portare la cena per Buffy - sorrise con tenerezza.
Buffy
per tutta risposta andò a sedersi dall’altra parte del tavolo. Isolata dal
resto del gruppo.
Lui
si accigliò per un attimo e poi sorrise. Gli piaceva quando faceva i capricci
da bambina, era adorabile.
Spike
si sedette e George portò il piatto anche per Buffy.
Fu
una tortura. Tutti gli sguardi erano puntati su di lei.
-
Buffy io e tuo padre dobbiamo farti le congraturazioni. Sei stata davvero
fortunata a trovare un partito così…..invidiabile. Ancora mi chiedo come tu ci
sia riuscita - lanciò uno sguardo critico alla sua persona e continuò - però è
un ottimo AFFARE per la famiglia quindi, non possiamo che esserne felici…per
Dru…beh sai com’è lei, ma capirà anche lei che è meglio per tutti -
Buffy
la guardò stupita, e poi guardò lui.
Spike
l’aveva osservata per tutta la cena in silenzio con uno sguardo intenso e
strano.
Si
sentì disgustata, aveva comprato anche loro con il suo denaro.
Il
suo desiderio di fuggire si fece più forte.
Appena
finito si alzò in fretta e con un distratto - Buonanotte - si ritirò nella sua
stanza.
Darla
era soddisfatta. Per Spike iniziava un periodo poco felice.
-
Oh Spike….credo che le cose non saranno affatto semplici - sorrise Darla.
Lui
non rispose.
A
notte fonda, Buffy uscì di casa, come faceva spesso e si mise a vagare per il
parco senza meta.
Era
spaventata, e arrabbiata. Andarsene da lì significava, fare un salto nel vuoto
senza paracadute. Restare significare farsi spezzare il cuore. Sospirò e si
lasciò cadere sulla panchina sotto il salice. Con fare distratto cominciò a
giocherellare con un ramo nella terra, disegnando piccoli cerchi.
Un
rumore dietro le spalle la fece sobbalzare.
-
Chi c’è? - domandò acida.
-
Calmati Buffy sono io - La sua voce era bassa e sensuale.
La
fiamma della sua sigaretta brillò per un attimo nell’oscurità.
-
Cosa ci fai qui? - chiese chiudendosi a riccio.
-
Tu cosa ci fai qui? - domandò lui fissandola attraverso la notte.
Poteva
quasi vederla, nella sua espressione arrabbiata, contrariata ma soprattutto
spaventata.
-
Non sono fatti tuoi - disse seccata.
-
Mm….non ne sarei così convinta piccola -
- Perché hai fatto una cosa così…così….perché?
- non riusciva a parlare, le parole tremavano dalla rabbia e dall’impotenza.
-
Perché tu non mi avresti detto mai di Sì ed io…..ti voglio Buffy -
-
E non conta cosa voglio io? - strinse i pugni e la sua espressione divenne
dura.
-
Sì, se vuoi me - tirò un’altra boccata e si avvicinò a lei.
Buffy
si agitò e si alzò non appena lui le si sedette accanto.
-
Ti odio….e non mi importa di Tara…non mi importa di nulla…io me ne andrò. Che
vada tutto in malora…e non mi interessa se loro sono d’accordo -
Indicò
la casa immersa nell’oscurità.
Nel
dirlo aveva usato tutta la sicurezza e determinazione di cui era capace.
-
Buffy….ti prego sì ragionevole, qualcuno deve prendersi cura di te…- sospirò
stancamente.
-
Non ti perdonerò mai - urlò lei
-
Dannazione Buffy ascoltami - si stava alterando.
-
io non ho bisogno di nessuno. Di nessuno - e scappò via.
-
Buffy - la chiamò lui, ma lei continuò a correre a perdifiato per il prato.
Lui
in un gesto di rabbia gettò via la sigaretta e le corse dietro.
-
Buffy aspettami - la inseguì e la raggiunse.
-
Lasciami - lo ammonì lei con uno sguardo truce.
-
Buffy…è stato bello quello che c’è stato tra noi. Stavamo bene! -
-
Ah…sesso…Spike. Si chiama sesso. Era solo sesso, e non voglio sposarmi solo
perché tu sei stato un bravo amante - Buffy fu tagliente e colpì dritto al
cuore.
-
Buffy…- la sua voce era alterata adesso - smettila ….sono stato il primo. Non è
stato solo sesso - le disse stringendole il polso quasi a farle male.
-
E di certo non sarai l’ultimo….- aggiunse lei - quindi pensaci bene …..a quello
che stai per fare -
I
suoi muscoli si contrassero in una smorfia di rabbia.
-
Cosa vuoi dire? - anche il suo tono divenne tagliente.
-
Hai capito bene…un anello al dito ed un pezzo di carta non mi impediranno di
avere le mie esperienze -
Spike
strinse la mascella e prendendola per le braccia cominciò a scuoterla.
-
Cosa? Buffy…non ci pensare nemmeno….tu non sai di cosa sono capace…- la fissò con
rabbia.
Lei
sollevò le spalle e disse calma.
-
L’hai voluto tu. Sei ancora in tempo. Di certo io non mi strapperò i capelli se
deciderai di annullare questa farsa - E camminando questa volta, si avviò verso
casa.
Spike
la guardò allontanarsi, mentre la rabbia cresceva in lui.
-
E no questa volta non te la cavi così -
La
rincorse e prima che lei potesse dire o fare qualcosa si ritrovò tra le sue
braccia, bocca sulla bocca.
-
Lasc..ia…mi - cercò di dire, ma fu inutile.
Come
una furia la sollevò tra le braccia e senza darle il tempo di reagire tanto era
stupita, la portò nella piccola dependance, poco distante dalla casa.
Richiuse
la porta alle sue spalle e la posò per terra.
Buffy
cercò di colpirlo, ma lui le bloccò la mano.
-
Fammi uscire - alzò la voce.
-
No - disse secco lui, girando la chiave.
-
Se non mi fai uscire giuro che urlo -
-
Fallo….tanto qui non ci sente nessuno -
-
Tu sei pazzo - Buffy si guardò intorno in cerca di una via d’uscita.
-
Si…ed è tutta colpa tua. Mi sei entrata nel sangue. Ti voglio passerotto da
morire -
-
No - disse lei alzando le mani come a proteggersi da lui.
Lui
cominciò a spogliarsi senza toglierle gli occhi da dosso e lei cominciò ad
agitarsi, indietreggiando.
-
Non voglio….- mormorò appiattendosi contro il muro.
-
Vedremo - rispose lui e le si fece vicino.
Con
mani tremanti cominciò a sbottonarle la camicetta, mentre Buffy protestava
debolmente.
-
Ti prego…lasciami andare -
-
No - rispose lui dolcemente e la camicia scivolò sul pavimento.
-
Ti prego….non voglio….-
Lui
inarcò il sopracciglio portando la mano sull’abbottonatura dei jeans.
Buffy
ansimò e socchiuse gli occhi.
-
Ti prego…non posso - implorò mentre le labbra di lui si posavano sulle sue e i
suoi jeans raggiungevano la camicia sul pavimento.
-
No - sussurrò lui continuando a baciarla.
E
Buffy rispose al suo bacio stringendosi a lui.
-
No - sospirò e lui sollevandola tra le braccia sorridente, la portò a letto.
Rimase
un momento a guardarla, lì distesa. Completamente nuda e indifesa.
Che
lo guardava con apprensione, desiderio e paura.
E
lui si sentì morire. Era perduto ora lo sapeva. Quella ragazzina lo aveva
stregato sin dalla prima volta che l’aveva vista. Sin dalla prima volta che
aveva sentito la sua armonica, che invocava amore. Sospirò profondamente e poi
si stese su di lei.
-
Lasciati amare, passerotto. Fidati di me
- le sussurrò all’orecchio mentre la baciava.
Buffy
cercò di spostarsi di evitare l’inevitabile, ma quando lui con una mano le
accarezzò la guancia, il collo e poi scese sui suoi seni candidi e morbidi. Non
ebbe più difese.
Si
avvinghiò a lui. Cingendogli le spalle con le braccia ed inarcandosi verso di
lui.
Lui
sorrise soddisfatto e si portò le gambe di lei alla vita. Le accarezzò la pelle
morbida delle cosce risalendo sino alle sue natiche e si insinuò in lei
premendosela contro il bacino.
-
Amore….sai così di buono - mugolò mentre si spingeva più a fondo che poteva in
lei.
Buffy
rispondeva senza esitazioni, era persa nel suo movimento sensuale ed intenso.
-
Spike….Spike….- ansimò lei raggiungendo rapidamente la vetta.
-
Buffy…brava, così. Lasciati andare, lasciami entrare in te - gemette lui.
Sforzandosi
di mantenere il ritmo per consentirle di prolungare il suo piacere.
Si
abbandonò su di lei appagato, respirò a lungo il suo odore e si crogiolò tra le
pieghe morbide e calde del suo corpo appena posseduto.
-
Buffy….noi ci sposeremo…..- tirò un respiro profondo
-
Io non rinuncerò a te….comunque non dopo questo -
Buffy
si irrigidì impercettibilmente, ma a lui non sfuggì.
Con
un gesto rapido chinò il capo a baciarle la punta leggermente inturgidita del
seno teso e poi con la lingua indugiò sull’aureola. Lei gemette e si arrese. Lo
avrebbe sposato.
-
Non ti sposerò ….mai - gli rispose mentre passava una mano tra i suoi capelli e
lo attirava ancora di più a se.
-
Si lo farai, sei mia passerotto - continuò a torturarla lui.
-
Mai…- gemette lei, mentre lui la possedeva di nuovo con ardore e desiderio.
-
Mai dire mai….mi sposerai - i gemiti si fecero più lunghi e forti.
Ed
alla fine non resistette più
-
Sì - disse in un impercettibile suono, che sapeva di abbandono totale.
-
Sì - le fece eco lui sorridendo trionfante, prima di impossessarsi delle sue
labbra in un bacio caldo e profondo.
‘
Sì, Buffy. Tu sei mia ‘ si disse mentre ancora una volta il piacere lo
travolgeva completamente.
Capitolo
10
Buffy
si svegliò a mattinata inoltrata, si sentiva stanca e spossata. Spike era stato
incredibile, non le aveva dato tregua. Arrossì leggermente al pensiero, guardando
il letto in disordine e le lenzuola aggrovigliate.
E
poi sentì il suo corpo muoversi, era steso accanto a pancia sotto, e con una
mano le cingeva i fianchi.
Lui
aprì gli occhi e sorrise.
-
Ciao - le disse con dolcezza - stanca? - inarcò il sopracciglio.
Buffy
si irrigidì. Ma lui non si lasciò spaventare da quel suo modo di fare. Non dopo
quello che avevano fatto in quel letto, non dopo le cose che i loro occhi e i
loro corpi si erano detti.
E
lui ora sapeva che Buffy lo voleva, a dispetto di se stessa forse, ma lo voleva
quasi quanto lui voleva lei.
-
Vuoi fare colazione a letto? - le domandò con l’aria più naturale del mondo,
quasi fossero già marito e moglie.
-
No….gli altri…- Buffy in quel preciso istante si rese conto che era giorno e
che probabilmente adesso in casa avevano notato la loro assenza e ….se li
avessero visti uscire dalla dependance avrebbero dedotto la verità. Che lei e
Spike avevano dormito insieme….beh ‘ dormire ‘ era solo un eufemismo.
Si
agitò nervosamente, mentre lui ridacchiò leggendo nei suoi occhi la paura e
l’imbarazzo per la situazione.
-
Su passerotto non fare quella faccia….tanto tutti sanno che stiamo per
sposarci, quindi è logico che noi….- con lo sguardo percorse avidamente il
corpo di Buffy, mordendosi il labbro inferiore
-
facciamo l’amore - aggiunse in un sospiro adorante.
-
Falla finita - disse lei cercando disperatamente una soluzione.
Ma
purtroppo per lei era troppo tardi.
Qualcuno
bussò alla porta.
-
Signore è qui? - era George.
Buffy
avvampò e si guardò intorno in cerca di un posto dove nascondersi.
Ma
Spike fu più rapido, le serrò la vita con il braccio e avvolse entrambi nelle
lenzuola. E prima che Buffy potesse dire una parola, rispose a George.
-
Si, entra pure George -
Buffy
lo guardò terrorizzata e lui le fece l’occhiolino posandole un leggero bacio
sulle labbra.
George
entrò con il carrello della colazione.
-
Buongiorno Signore, Buongiorno Buffy -
-
Buongiorno George. Hai portato il giornale? - domandò sereno.
George
glielo porse e Spike gli sorrise contento.
Buffy
lo invidiò ed odiò allo stesso tempo. Lei era sempre sulle difensive, sempre
attenta. Mai rilassata e sicura di se. Eppure in quel letto, nuda, abbracciata
a quell’uomo si sentiva sicura.
-
Buffy …amore tieni….- Lei si riscosse dai suoi pensieri e fissò il suo sguardo
in quello di Spike.
Che
la osservava con tenerezza, e le porgeva una tazza di caffè latte.
-
Grazie - disse al colmo della confusione e lui ne rise sommessamente.
Era
così bello svegliarsi accanto a lei, abbracciati nello stesso letto, e fare
colazione.
Si
ora Spike sapeva di aver fatto la cosa giusta.
Per
il perdono e per convincere Buffy ci sarebbe stato tempo.
-
Signore……in casa domandano di voi ….cosa devo riferire? -
-
Di loro che….io e la Signora non vogliamo essere disturbati. Siamo stanchi e
vogliamo riposare ancora un altro po’ -
Buffy
si scostò indispettita e finalmente aprì bocca.
-
Dica…che……che……- aveva i nervi a fior di pelle
-
Che sto male - Buffy aveva detto la prima cosa che le era venuta in mente,
senza riflettere.
-
Ah! Ma tesoro….non si dicono le bugie, non te lo hanno insegnato in collegio? -
Buffy
arrossì ancora di più e gli assestò una gomitata nello stomaco.
-
Ahia….- Lui strinse la presa e lei sentì un brivido. Era di nuovo eccitato.
-
George …..- rispose a George continuando a fissarla - riferisci quello che ti
ho detto prima. E adesso per favore lasciaci soli. Ti chiameremo noi se avremo
bisogno -
-
Certo Signore - George si avviò alla porta.
-
No George aspe….- ma lui aveva richiuso la porta.
-
Allora…passerotto…a noi due …..-
-
Lasciami voglio alzarmi - Buffy tentava di riprendere il controllo della
situazione.
-
Io invece non voglio….che tu ti alzi - disse lui fintamente serio, attirandola
ancora di più a se.
-
Non puoi sempre obbligarmi a fare quello che vuoi tu - Buffy sbuffò e cercò di
divincolarsi.
Spike
divenne serio questa volta e con una mano le girò il viso in modo da poterla
guardare dritto negli occhi.
-
Ehi…io non credo di ‘ obbligarti ‘ amore -
-
Ah no? - Gli occhi di Buffy lanciavano fiamme - comprando Tara cosa credi di
aver fatto? E ieri notte…- arrossì di nuovo, e la frase si perse nel suo fiato
corto.
-
Ah…a me sembra di ricordare altro passerotto -
-
Non è vero io non volevo - Buffy mentì distogliendo lo sguardo.
Lui
sorrise e fece scivolare una mano lungo le gambe di lei.
-
Ah…davvero? Tu non volevi? - La carezza fu lenta e intima.
-
La….scia….mi - deglutì lei scostando la gamba.
Ma
lui per tutta risposta l’attirò a se e la baciò con desiderio.
Buffy
si sciolse al tocco della sua lingua calda e umida.
La
mano di lui scivolò sul suo ventre e si fermò sulla sua femminilità che subito
si bagnò.
Buffy
emise un gemito di disfatta. E lui le accarezzò il collo con l’altra mano
risalendo lungo la guancia e affondando nei suoi morbidi capelli.
-
Dillo Buffy…avanti. Voglio sentirtelo dire -
Buffy
sgranò gli occhi umidi e lucidi, di desiderio e di vergogna.
-
No…..- ma la voce le si incrinò in un gemito di piacere, che il tocco della mano
di Spike sul suo clitoride le procurava.
-
Ti prego - ansimò disperata.
-
Dillo….di ti voglio Spike! - le intimò
lui deciso.
-
Ti voglio Spike….- gemette lei chiudendo gli occhi e stringendosi a lui.
-
Ecco fatto….visto? E’ così semplice. Così ..oh Buffy sei bellissima amore -
La
baciò spingendola supina sul letto
-
Buffy tu sei pazza se pensi che io ti possa lasciare andare - le sussurrò
all’orecchio subito dopo l’amore.
Buffy
non rispose, ma nel suo cuore una gioia inaspettata la fece sussultare.
Era
felice, ed era colpa di Spike. E questo la spaventava a morte.
-
Sei pronta piccola? Andiamo - aprì la porta e la prese per mano.
Attraversarono
il giardino passeggiando. Buffy si fece accarezzare dai caldi raggi del Sole di
mezzogiorno e aspirò l’aria tiepida e profumata di margherite e di rose.
Lui
restò in silenzio, ma di nascosto osservò il volto rilassato della sua donna.
Aveva
ancora addosso il suo odore, ed era una stupenda sensazione, passeggiare con
lei così vicina e così serena.
-
Ti va di rientrare? - le chiese cauto, non voleva rovinare il momento.
Lei
guardò la casa con una smorfia. E poi gli fece cenno di si con la testa.
-
Bene andiamo -
Entrarono
in salotto sempre tenendosi per mano.
Il
volto di Spike era sicuro e soddisfatto.
Quello
di Buffy indecifrabile, ma rilassato.
-
Ben svegliati - disse Darla alzandosi in piedi.
-
Salve - Buffy rispose asciutta.
Dru
la incenerì con uno sguardo ma non osò parlare.
Una
fitta al cuore la colpì quando i suoi occhi si posarono su Spike.
Era
felice si vedeva lontano un miglio.
Il
padre di Buffy la guardò dall’alto in basso con disprezzo, e non disse una
parola. Buffy ne fu ferita, ma non lo diede a vedere, strinse solamente la sua
mano più forte. E lui capì e ricambiò.
-
Siete stati cattivi…sparire così….- Darla cercò di stemperare la tensione.
-
Dovevamo chiarire delle cose - disse lui guardando Buffy con dolcezza.
-
E le avete chiarite poi? - intervenne Dru acida.
-
Si eccome….chiarite ed approfondite - disse maliziosamente lui, con un sorriso stampato
in volto.
Buffy
arrossì e farfugliò delle scuse, voleva ritirarsi nella sua stanza.
-
Vengo con te amore -
-
Ma…- Buffy lo guardò incredula.
Darla
e Dru lo guardarono a bocca aperta.
Lui
con aria ingenua disse
-
Cosa ci posso fare tesoro? Non riesco a starti lontano….- e la condusse di
sopra sempre tenendola per mano.
-
Sei uno stronzo Spike - Buffy era confusa.
-
Su piccola, non ti accigliare. Guarda che mi viene voglia di baciarti quando
fai quell’espressione alla ‘ tu sei
pazzo Spike ‘ - Sorrise divertito nel vedere l’imbarazzo di Buffy.
Buffy
gli lasciò la mano ed andò in bagno a lavarsi il viso.
Quando
tornò rimase a bocca aperta.
La
porta era aperta, e i suoi cassetti e l’armadio erano semi svuotati.
-
Che fai? - chiese Buffy intimorita, guardando Spike prendere altra roba dalla
sua stanza.
-
Ti aiuto - disse semplicemente.
-
A fare cosa? - Buffy si avvicinò cercando di rimettere le cose al loro posto.
-
Come a fare cosa? A traslocare nella mia stanza…La nostra stanza -
-
No - Le cose stavano andando così velocemente che Buffy era quasi senza fiato.
Non
faceva in tempo a metabolizzare una cosa, che lui subito la spiazzava con
un’altra.
-
Buffy! - ammonì lui - lo sai che con me è inutile….andiamo vieni. Devi ancora
dirmi da che lato del letto preferisci dormire…..- sorrise accattivante,
lanciandole uno sguardo di sfuggita
-
per quanto tu ed io dormiremo nelle prossime notti -
Lei
rimase ancora qualche secondo a guardarlo e poi rassegnata iniziò a trasportare
le cose nella stanza di lui.
Nel
pomeriggio era già tutto sistemato.
Lui
la baciò sulla guancia e le accarezzò la testa stringendola tra le sue braccia.
-
Vedrai piccola saremo felici io e te -
Lei
lo guardò con i suoi due grandi occhioni verdi
-
Me lo prometti? - era una preghiera.
Lui
la guardò con amore e le fece cenno di si con la testa.
Lei
gli sorrise per la prima volta fiduciosa.
Posò
il capo sul suo petto, cullandosi al ritmo leggermente accelerato del cuore di
lui.
Spike
sospirò sollevato.
Ci
sarebbe riuscito. Era questione di tempo, solo di tempo, e il cuore di Buffy
sarebbe stato suo.
Capitolo
11
Spike
era sceso di sotto per lasciarla libera di cambiarsi e di farsi un bagno. Buffy
si guardava intorno seccata. Lui la stava incastrando, non le dava il tempo di
riflettere, di pensare a cosa volesse davvero. E lei si stava lasciando
trascinare dalla corrente, e tutto per Tara. Strinse i pugni, era stanca di
tutto e di tutti. Con una mano sfiorò il ciondolo che aveva al collo, un
piccolo sole colorato con dentro la foto di sua madre. Un senso di rabbia e di
desiderio di ribellione la colse.
Si
sedette sul letto e cominciò a guardarsi intorno. Prese una sua camicia e
l’odorò, sapeva di buono.
All’ora
di cena Buffy non scese, era troppo imbarazzata e si sentiva i nervi a fior di
pelle.
Si
sedette davanti alla finestra e guardò fuori l’orizzonte pensierosa.
Due
braccia forti le cinsero la vita e la strinsero al torace.
-
Passerotto, cosa fai al buio? A cosa pensi? - sentì il suo respiro sul suo collo
e le labbra che delicatamente la sfioravano.
Buffy
restò in silenzio a guardare lontano.
-
Perché non sei scesa di sotto? George tra poco ci porta su la cena, non mi
andava di mangiare senza di te - continuò a baciarle il collo.
-
Ma…- Buffy stava per protestare.
-
St…niente proteste Passerotto. Voglio stare con te -
Le
si inginocchiò davanti e le carezzò il viso con una mano.
Buffy
sussultò e un brivido la scosse.
-
Spike ti prego - cercò di evitare il contatto, ma lui continuò ad accarezzarla.
Infine
si sporse verso di lei e la baciò. Buffy ansimò cercando di tirarsi indietro.
Ma lui continuò imperterrito a baciarla con dolcezza. E alla fine lei gli
circondò il collo e si abbandonò tra le sue braccia forti e gentili.
George
bussò delicatamente alla porta.
-
Avanti George. Accendi la luce per favore -
Gli
disse sedendosi sul letto.
-
Signore la cena -
-
Grazie George - gli fece un cenno con il capo.
George
dopo aver lanciato uno sguardo di sfuggita a Buffy, uscì lasciandoli soli.
-
Vediamo un po’ cosa ci hanno portato per cena, Passerotto - sorrise
avvicinandosi al vassoio.
-
Tieni piccola questo è per te - porse a Buffy un piatto con dentro un misto di
verdure fritte e frittelle.
-
Su vieni a sederti accanto a me -
Le
fece cenno di sedersi sul letto con lui.
Buffy
esitò un istante e poi fece come lui le aveva chiesto.
Mangiarono
in silenzio. Lei sentiva lo sguardo di lui costantemente su di lei. E si
sentiva a disagio.
-
Buffy ascoltami….- iniziò lui facendosi serio.
-
Io non voglio che tu ti senta costretta…..ad accettarmi. Io vorrei che
tu….capissi che io ti amo e che voglio renderti felice - tirò un sospiro
profondo e attese.
Buffy
rimase con gli occhi nel suo piatto. Non voleva vedere il suo sguardo in quel
momento.
-
Buffy …. - lui si fece più vicino e prese la mano di lei nella sua.
Buffy
la ritirò istintivamente ma lui la riprese e la strinse più forte tra le sue,
come a dirle che lui non avrebbe rinunciato a lei.
I
loro occhi finalmente si incontrarono e lei ebbe un momento di smarrimento.
Perché quello che vi leggeva era amore, e questo la faceva star male.
-
Allora lasciami andare - disse a bassa voce quasi a se stessa.
-
Buffy….- il suo tono era diventato triste.
-
Se mi ami lasciami andare - distolse lo sguardo sperando e temendo allo stesso
tempo che lui la lasciasse.
-
No Buffy…chiedimi qualsiasi cosa, ma non di rinunciare a te - le sfiorò la
guancia con le labbra.
-
Ho chiamato il giudice oggi, un mio vecchio amico. Celebrerà il nostro
matrimonio…..domenica prossima -
-
Oh - Buffy si lasciò sfuggire un’esclamazione di stupore. ‘ Domenica. Sei
giorni ‘ pensò.
-
Si …ho pensato che fosse inutile aspettare….tanto non cambierò idea - le disse
con sicurezza.
Buffy
fece una smorfia contrariata, ma non parlò.
Lui
l’attirò a se e la baciò con dolcezza.
Le
sfilò la camicetta e la gonna.
La
fece stendere sul letto e dopo essersi spogliato a sua volta.
La
raggiunse sul letto e la coprì con il lenzuolo. La strinse tra le braccia.
Buffy
si agitò, ma lui non fece nulla, la strinse ancora di più a se in modo che i
loro corpi aderissero l’uno all’altro e con dolcezza le passò una mano tra i
capelli. Baciandole la fronte.
-
Ecco. Adesso dormiamo un po’ amore. E’ così bello tenerti tra le braccia - le
sorrise ancora teneramente e chiuse gli occhi.
Buffy
restò per un tempo indefinito a fissare il suo viso disteso e sereno.
Una
ciocca di capelli ribelle sulla fronte e il suo mento deciso.
Il
suo torace liscio e scolpito. E le mani affusolate intrecciate alle sue. Buffy
sospirò in silenzio e si accoccolò ancora di più tra le sue braccia. Posò il
capo sul suo petto e chiuse gli occhi.
‘
Si era proprio bello dormire tra le sue braccia ‘
I
giorni passarono velocemente e Buffy era sempre più tesa e nervosa. Spike era
pieno di entusiasmo e sempre più premuroso e gentile con lei.
-
Dove state andando? -
Spike
e Buffy si stavano dirigendo verso la De soto di lui, quando Darla li fermò.
-
Il vestito per il matrimonio di Buffy - lui indicò Buffy con un sorriso
divertito.
Buffy
aveva protestato sino a che aveva avuto fiato. Non voleva il vestito da sposa,
non voleva sposarsi. Ma lui era stato irremovibile, e così quella mattina era
stato deciso che sarebbero andati a comprarne uno, ormai mancavano tre giorni.
-
Ma lo sposo non dovrebbe vedere la sposa - disse divertita Darla.
-
Si lo so. Ma io voglio esserci - le disse sempre guardando Buffy che era
seccata.
-
Che ne dici se l’accompagno io? -
Buffy
ebbe un moto di paura nello sguardo.
Non
sarebbe mai e poi mai andata a comprare il suo abito da sposa con Darla.
Spike
colse il messaggio lanciatogli dall’espressione seria e agitata di Buffy.
-
No grazie Darla….voglio accompagnarla io -
Darla
alzò le spalle e tornò verso la villa, mentre i due futuri sposi si misero in
macchina.
-
Su tesoro vieni fuori -
Seduto
sul divanetto fuori la sala prove, Spike attendeva che Buffy uscisse con
l’abito indosso.
Ma
Buffy esitava. Lui sbuffò due o tre volte e poi si decise a vedere cosa fosse
accaduto.
Aprì
lentamente la porta del camerino e la vide. Seduta sullo sgabello, in
quell’immenso abito bianco che quasi la sommergeva. I gomiti sulle ginocchia e
le nocche sotto il mento.
Aveva
lo sguardo triste e non si era sicuramente vista allo specchio.
Si
avvicinò piano e quando le fu accanto la chiamò - Buffy? -
Lei
girò il capo dall’altra parte e lui capì. Buffy stava piangendo.
-
Amore cosa è successo? - le domandò apprensivo.
-
Niente - mentì lei.
Lui
rimase qualche secondo in silenzio e poi le si sedette accanto.
-
Dimmelo - la esortò.
-
Niente - rispose seccata lei - lasciami in pace -
-
No - disse lui un po’ offeso per il suo trattamento scostante.
-
Voglio andare a casa - tirò su con il naso e a Spike venne voglia di baciarla.
-
Devi scegliere il vestito - disse dolcemente.
-
Prendine uno qualsiasi, tanto per me è uguale - sbuffò e si alzò in piedi
cercando di risistemare il vestito.
-
Buffy…- Spike era spazientito.
Lei
non rispose.
-
Vieni - le prese la mano e la portò davanti ai vari abiti che avevano scelto
tra quelli in negozio.
Li
guardò con occhio critico uno per uno, confrontandoli con la personcina minuta
ed aggraziata di Buffy. Alla fine si era soffermato su un semplice abito
liscio. Bianco con il corpetto finemente ricamato.
-
Proviamo questo - le disse guardandola attentamente.
L’aiutò
a slacciarsi l’abito e a toglierlo. E rimase senza parole quando vide la sua
biancheria intima in coordinato con l’abito nuziale, che la proprietaria del
negozio aveva voluto che lei indossasse.
Buffy
arrossì violentemente ed abbassò gli occhi farfugliando qualcosa.
Lui
sorrise e poi l’aiutò ad indossare l’abito. Quando le mani di lui le sfiorarono
la schiena e le spalle per alzarle le spalline dell’abito. Buffy trattenne a
stento un gemito.
Lui
la fece voltare verso lo specchio.
-
Guardati amore. Sei stupenda - i suoi occhi si illuminarono guardando la sua
Buffy.
Buffy
non disse nulla ma nei suoi occhi una luce di ammirazione fece capire a Spike,
che il vestito le piaceva.
-
Prendiamo questo - disse alla commessa che aveva assistito a tutta la scena con
invidia.
-
Bene - fece un cenno con il capo e si preparò a imbustare il capo.
Si
avvicinò a Buffy per farle gli auguri e le sussurrò nell’orecchio
-
Signorina, lei è davvero fortunata. Non ho mai visto un uomo più innamorato del
suo fidanzato - E le aveva fatto l’occhiolino complice.
Buffy
si morse il labbro, sapere che la cosa era così evidente la rendeva ancora più
confusa e spaventata.
Lui
la prese per mano e la trascinò fuori dal negozio.
-Abbiamo
finito? - domandò Buffy sperando in una risposta affermativa.
-
No passerotto….ora tocca alle fedi - le sorrise e la guidò dentro una
gioielleria.
Anche
qui Buffy fu di poco aiuto. Sembrava che delle nozze non le importasse nulla.
Ma a lui non interessava, lui vedeva solo lui e lei insieme per il resto della
loro vita.
Sorrise
al pensiero di una Buffy vecchietta che mette il broncio per un nonnulla.
-
Queste - indicò sicuro al gioielliere un paio di fedi in platino molto semplici
e fini.
-
Hai fame? - le chiese dopo aver girato per altri negozi in cerca di biancheria
e di altre diavolerie per il matrimonio. Buffy era stufa. Non vedeva l’ora di
tornare a Tara, per rifugiarsi nella sua solitudine e pensare, cercare una via
di uscita a tutto questo pasticcio.
Lui
la guardò attentamente come le leggesse dentro, ma non disse nulla.
Finalmente
gli acquisti finirono e per la gioia di Buffy entrambi tornarono alla macchina.
Si
sedettero ma Spike esitò a partire.
-
Buffy…- si decise alla fine - Ho una cosa per te amore -
Buffy
lo guardò curiosa - Cosa? - chiese.
-
Tieni questo è per te…appartiene alla mia famiglia da generazioni…..e io voglio
che lo abbia tu adesso -
Buffy
fissò l’anello in oro con un grosso rubino al centro di una piccola foglia
lavorata.
-
E’….- Buffy era senza parole. Fissava l’anello e poi Spike, che la guardava
soddisfatto.
-
Dammi la mano amore. Questo è il mio anello di fidanzamento per te - e le tese
la mano.
Lei
rimase immobile. Sapeva che se avesse messo la sua mano in quella di lui sarebbe
stata perduta. Che se avesse accettato, per lei sarebbe stata la fine. Perché
nonostante tutto, nonostante quello che si era sempre ripromessa. Lei amava
quell’uomo e lui l’avrebbe fatta soffrire. Proprio come suo padre aveva fatto
soffrire sua madre, e questo lei non lo voleva.
Cercò
di resistere, di dirsi che non le importava di Tara, dei suoi animali, del
lago. Dell’albero sulla collina. Ma non era vero, e lei capì che era già perduta.
Sollevò
la mano con lentezza inaudita. Ed esitò a lunga prima di farla scivolare in
quella di lui. Che gliela strinse in una morsa, la stretta dell’amore, e poi le
infilò l’anello.
Le
sorrise dolcemente scostandole i capelli dal viso e con tenerezza la baciò.
Buffy
ritirò in fretta la mano e girò il viso dall’altra parte.
-
Ecco per la mia piccola Buffy - disse mentre con una mano le tirava una ciocca
di capelli.
Lei
guardò ancora un attimo l’anello. Sospirò e infine cedette.
Girò
il volto verso quello di Spike e si sporse verso di lui.
Spike
rimase immobile e Buffy avvicinò le sue labbra a quelle di lui.
-
Grazie - disse a bassa voce sulle labbra di lui. Poco prima di impossessarsene.
Le
lingue si accarezzarono incerte e poi si aggrovigliarono.
-
Oh passerotto - disse ansimando lui, rispondendo al bacio.
Le
passò le mani sui fianchi e poi sulla schiena e l’attirò a se.
Quando
si separarono i loro occhi si fissarono a lungo e lui lesse negli occhi di
Buffy desiderio, e si incendiò come paglia.
Con
energia accese il motore ed ingranando la marcia partì a tutta velocità.
Appena
la macchina si arrestò nel viale Buffy saltò fuori e corse per cercare di sfuggirgli.
Lui
la seguì a ruota e appena dentro casa la sollevò tra le braccia
-
Non aspettateci per cena - disse ad una Darla allibita ed una Dru furente,
ferme in piedi davanti alla sala da pranzo.
Stringendo Buffy al petto salì le scale due
gradini alla volta.
Buffy
non protestò, semplicemente nascose il viso nella sua camicia e gli passò le
braccia attorno al collo facendolo sorridere e fremere.
Aprì
la porta della stanza, e con un calcio la richiuse dietro di se.
Mancavano
ormai solo due giorni a Domenica.
Capitolo
12
Buffy
guardò fuori dalla finestra. Il Sole stava lasciando il posto al gioco
ingannevole di luci ed ombre che precede la notte.
-
Cosa c’è amore? - la sua voce sommessa ed ancora leggermente roca, riecheggiò
nella stanza.
Buffy
non rispose. Non sapeva cosa rispondere. Era tutto così dannatamente perfetto.
Un sogno….e lei non credeva più ai sogni.
Si
strinse nelle spalle e raccolse le ginocchia contro il petto. Posò il mento tra
di esse e chiuse gli occhi per alcuni istanti, cercando di fare ordine nel caos
che ormai regnava in lei.
Spike
si sollevò a sedere per osservarla.
-
Passerotto - la chiamò con dolcezza, sfiorandole la guancia con una mano.
-
Ti ho fatto male? Ho fatto qualcosa di sbagliato? - c’era apprensione nel suo
tono.
Buffy
riaprì gli occhi e disse cercando di apparire fredda e distaccata.
-
No - si raggomitolò a palla sotto le lenzuola. Dandogli le spalle. Come poteva
fare chiarezza? Come riuscire a tornare al suo perfetto e freddo isolamento, se
lui continuava a braccarla. A non darle tregua con le sue carezze, il suo amore
sbandierato ai quattro venti.
Lui
non disse niente, sospirò pesantemente ed abbassò il capo. In macchina non si
era sbagliato ne era certo. Buffy lo voleva. Lo desiderava.
Osservò
la sua spalla nuda sollevarsi seguendo il ritmo del suo respiro. Le si
accoccolò alle spalle seguendo i contorni del suo corpo e la avvolse con le sue
braccia.
Le
baciò teneramente la spalla e risalì verso il collo. Dove affondò il suo viso
per aspirare il suo odore.
-
Ti amo Buffy Ann Summers - sussurrò al suo orecchio e la strinse maggiormente a
se.
Buffy
senti la sua eccitazione premere contro le sue natiche e si irrigidì, conficcò
le unghie nelle mani e strinse le labbra in una smorfia di derisione.
Non
lei non gli credeva, non avrebbe mai creduto all’amore di un uomo.
Continuò
ad accarezzarla con tenerezza, in una specie di opera di convincimento. La
desiderava ancora e cercava di farla cedere. Cercò di resistere di non provare,
di rannicchiarsi ancora di più ed evitarlo. Ma la sua mano che accarezzava con
movimenti sinuosi e gentili il suo seno e scendeva verso il ventre facendole
venire la pelle d’oca non l’aiutava.
Non
si mosse e lui spinse la mano giù sino alla sua piccola radura già bagnata.
Appena la sfiorò e si rese conto che era eccitata, sorrise tra se e se
soddisfatto. Avrebbe ceduto pensò. Ed ebbe la certezza che non si era sbagliato:
Lei lo voleva, forse ancora non lo amava, ma non le era indifferente.
-
Passerotto….su girati…- le mormorò supplichevole.
Buffy
ebbe un moto di stizza. E rimase immobile. Lui con dolcezza infilò un dito
dentro di lei e cominciò a muoverlo con lentezza.
-
Su avanti….tesoro….vieni dal tuo Spike - sorrise mentre sentiva che il respiro
di lei accelerava.
-
Lasciami sono stanca - disse acida lei.
-
Vuoi che ti lasci? - chiese lui innocentemente mentre un altro dito scivolava
nella sua femminilità ormai tesa verso l’orgasmo.
-
Si - mormorò impercettibilmente lei.
Spike
chiuse la sua mano sul suo seno e poté sentire il suo cuore impazzito.
Un’
espressione soddisfatta gli attraversò il viso.
-
Buffy…ti prego girati…- accelerò il ritmo del suo movimento in lei mentre la
sua eccitazione si faceva sempre più dolorosa.
Buffy
emise un gemito quasi disperato quando lui la spinse al limite e si arrese. Con
un movimento rapido e leggero si ritrovò viso a viso con Spike, che la fissava
divertito e vittorioso.
Le
sfiorò il naso con il suo in un gioco di attesa e di tensione.
Le
sue dita in lei continuavano a muoversi ritmicamente e Buffy ormai non
resisteva più.
Socchiuse
gli occhi incapace di sostenere oltre il suo sguardo.
Lui
fece scivolare l’altra mano lungo la sua schiena e l’attirò a se.
Sfilò
via la mano e con decisione si spinse in lei.
Lei
spalancò gli occhi per l’intensità della sensazione provata e si mosse
leggermente, stringendo i muscoli della sua femminilità attorno al suo membro duro
e liscio che si adattava perfettamente al suo corpo.
Lui
emise un suono gutturale di piacere e poi iniziò a muoversi.
Con
spinte prolungate e poderose le riaccese i sensi. E la riportò subito verso il
piacere più intenso.
-
Mi vuoi sposare passerotto? - le domandò lui mentre lei si abbandonava ormai
priva di lucidità tra le sue braccia.
-
Si. Spike voglio - il suo cuore sfuggito al controllo vigile della sua mente,
aveva parlato.
Spike
ebbe un moto di gioia: Buffy lo voleva, non contava se domani lo avrebbe
negato. Non contava quello che avrebbe detto dopo. Buffy stretta tra le sue
braccia, abbandonata a lui, gli aveva
detto che lo voleva sposare. Per lui questo solo contava. E adesso nemmeno lei
e le sue paure lo avrebbero fermato. Lei sarebbe stata sua a dispetto di tutti
e tutti.
Erano
le sei di mattina quando George entrò nella loro camera con un piccolo vassoio
contenente due cappuccini e due brioche.
-
Salve George - disse allegramente Spike.
-
Salve Signore. Vi ho portato la colazione come avete disposto ieri sera. Il
fioraio è già qui. I musicisti stanno arrivando ed ho mandato Andrew a prendere
il prete. -
-
Bene allora è tutto a posto - si stiracchiò e poi guardò Buffy, ancora
addormentata al suo fianco.
-
Guardala…dorme ancora - sorrise - non è splendida quando dorme?
Così…dolce….così fragile e …- la fissò intensamente - bisognosa di amore -
disse infine accarezzandole con delicatezza la fronte per scostarle alcune
ciocche di capelli.
-
Si Signore….e mi auguro che lei saprà darglielo -
George
guardò Spike, che fece un cenno affermativo con il capo.
-
Si tutto quello che ho è suo -
In
quel momento Buffy aprì gli occhi.
I
loro occhi si incrociarono e solo per un breve istante lei sorrise. Un sorriso
dolce, affettuoso e fiducioso. Spike si sentì mancare. I suoi occhi si
dilatarono e Buffy inclinò il capo e le labbra si mossero per dire qualcosa, ma
il tintinnio dei piattini la fece sobbalzare e tornare bruscamente alla realtà.
Smise di sorridere e si sollevò a sedere distogliendo lo sguardo da lui.
Lui
non si scompose, era un tipo paziente e con Buffy avrebbe avuto tutta la
pazienza di questo mondo. Se l’era ripromesso sin da quella sera quando aveva
ballato con lei e l’aveva tenuta per la prima volta tra le braccia.
……………Il
suo odore di camomilla e la sua pelle morbida e vellutata. E quella sua aria
diffidente e così sperduta. Per tutta la sera si era aggirata per la sala da
ballo senza una meta precisa, rifiutando ogni invito a ballare. E alla fine
come sempre si era isolata, appartandosi nel giardino. Lui l’aveva seguita e
l’aveva vista seduta su un piccolo masso accanto ad un cespuglio di rose. Con
una mano ne accarezzava i petali attenta a non rovinarli o strapparli. E il suo
sguardo era così concentrato, sereno. Allora aveva deciso, in quel preciso
momento lui era stato perduto.
Le
si era avvicinato in silenzio e lei aveva sobbalzato avvertendo la sua
presenza.
Lo
aveva fissato indecisa e lui ne aveva approfittato. Le aveva teso la mano e
l’aveva attirata a se.
L’aveva
stretta tra le braccia ed avevano iniziato a ballare seguendo il ritmo di un
lento le cui note si propagavano nell’aria fresca di quella notte d’estate.
All’inizio
aveva ballato in modo sostenuto con lui, evitando il contatto del suo corpo. Ma
poi lui l’aveva strinta ed avvolta in un abbraccio caldo e già pieno di amore.
Lei aveva protestato cercando di respingerlo per un solo istante e poi si era
abbandonata alla musica e a lui.
Si
era stretta al suo petto ed aveva chiuso gli occhi. Alla fine del ballo lui le
aveva sollevato il mento e l’aveva baciata. E lei aveva risposto con tutta se
stessa.
Dopo
il bacio lui era tornato a fissarla. Ed una lacrima aveva inumidito il suo
viso.
Lui
l’aveva asciugata con un dito e le aveva sorriso con tenerezza.
-
Non piangere ti prego…sei al sicuro con me - le aveva sussurrato.
Gli
occhi di lei si erano fatti grandi e per un attimo speranzosi. La musica era
cessata e la sua espressione era tornata fredda e diffidente. Si era liberata
della sua stretta ed era scappata via…..
-
Su sarà meglio alzarci passerotto…questo è il gran giorno - si sfregò le mani e
addentò la sua brioche.
-
Già - Buffy non sembrava particolarmente entusiasta, ma questo non lo preoccupò
più di tanto.
-
George…..la truccatrice e la parrucchiera? -
-
Arrivano alle sette Signore….poi arriva anche il sarto con il vestito -
-
Si bene - Spike si voltò verso Buffy improvvisamente, e cogliendola alla
sprovvista le prese il volto tra le mani e la baciò intensamente.
-
Non ti ho ancora dato il Buongiorno Passerotto - sfoderò il suo sorriso da
mascalzone e scesa dal letto. E come sempre era nudo e senza vergogna.
Alle dieci in punto tutto era pronto. In
giardino erano state disposte sedie e tavolini. Un piccolo gazebo bianco sotto
il quale sarebbe stato celebrato il matrimonio. E milioni di margherite e gigli
dappertutto. Un tavolo in disparte era stato preparato per il buffet. Ed una
pedana in legno era stato approntato a mo di pista da ballo. L’orchestra era
disposta al lato del gazebo, pronto ad intonare la marcia nuziale non appena
Buffy fosse apparsa dietro i due filari di sedie.
Il
chiaro di Luna di Debussy, questo era il pezzo che Buffy aveva scelto.
Spike
sembrava tranquillo e rilassato.
-
Ehi amico come stai? -
-
Wes era ora - sorrise contento.
-
Faith. Come state? -
-
Bene…ma quando abbiamo ricevuto la tua lettera che ci annunciava il tuo
matrimonio e che volevi che ti facessimo da testimoni…beh….ho pensato che il
mondo stesse per finire. Spike Darcy sposato, c’è da non credersi - Faith
sorrise divertita abbracciandolo.
-
Io invece lo sapevo….- Wes sorrise come uno che la sa lunga.
Spike
ricambiò il sorriso. Wes sapeva tutto. Dopo il ballo non era riuscito a
dormire. Aveva svegliato il suo compagno di stanza e gli aveva detto serio
-
Wes….ho incontrato la donna della mia vita …la donna che sposerò e che sarà la
madre dei miei bambini -
Wes
era saltato in piedi sul letto ed aveva inforcato gli occhiali preoccupato.
-
Cosa hai detto? Ti senti bene Spike? Tu sposarti? Cosa hai bevuto? - lo aveva
tempestato di domande con tono concitato.
-
Si…l’ho vista Wes…il mio Passerotto - sorrideva come un ebete e Wes era sempre
più perplesso.
Gli
aveva raccontato quello che era accaduto e Wes si era commosso.
Da
quel giorno Spike era cambiato e lui aveva capito che quella notte non stava
scherzando.
E
di una cosa Wes era sicuro: Se Spike voleva qualcosa…non c’era nulla da fare.
L’avrebbe ottenuta.
-
Dov è lei? - domandò Faith curiosa.
-
Su amore come sei pettegola - Wes abbracciò la moglie e le stampò un bacio
sulle labbra.
-
Guarda chi sta parlando….- ghignò lei - tu che appena hai saputo …ti sei messo
a spulciare gli annuari scolastici per trovare una foto della sposina che ha
rubato il cuore del nostro Spike -
Wes
si finse offeso.
-
Io volevo solo vedere se la conoscevo - mentì lui.
-
Eccola - gli interruppe Spike vedendo l’esile figura di Buffy apparire dietro i
vetri della sala da pranzo. La guardò in ansia.
-
Cosa c’è Spike? - gli chiese Wes.
-
Sarà preoccupata e spaventata….- si accigliò - dovrei andare da lei per
rassicurarla, non è facile per lei -
-
Ci vado io - Faith gli fece l’occhiolino e si diresse verso la casa.
-
Oddio….Faith che incoraggia qualcuno a sposarsi? …ma se io ho dovuto
rincorrerla per la chiesa perché se la voleva filare sull’altare. Amico
incrocia le dita…..o ti toccherà fare una maratona in questo parco immenso per
recuperare la tua bella -
Wes
gli diede una pacca sulle spalle e sorrise.
-
Si può? - chiese Faith entrando nel soggiorno.
-
Ciao. Io sono Faith, un’amica di Spike….e tu devi essere Buffy…beh che domanda
scema - sorrise imbarazzata - ovvio che sei Buffy…indossi l’abito da sposa -
-
Ciao - Buffy la guardò un po’ spaventata e diffidente.
-
Bene…e così questo è il gran giorno - si guardò intorno curiosa Faith
Buffy
non rispose.
-
Hai paura? - le chiese a bruciapelo.
-
No….- rispose non troppo convinta Buffy, ma con lo sguardo battagliero di una
che non si tira mai indietro.
-
Buffy…non devi. Spike è un tesoro ….e ti ama da morire -
-
E tu che ne sai? - rispose acida Buffy - tutti lo sembrano, ma non lo sono mai
- sentenziò decisa.
-
Ah…dunque …deduco che tu non creda che Spike ti ami? - Faith sembrò
disorientata.
Buffy
le lanciò uno sguardo di fuoco.
-
Oh…e tu lo ami? - Un dubbio l’aveva colpita.
-
No…- disse sicura e poi proseguì con voce incerta - io lo disprezzo - E guardò
altrove, come volesse impedire a Faith di leggere la sua menzogna nei suoi
occhi.
-
Ah….e perché lo sposi? - Faith sembrava incredula.
-
Perché non ho scelta….non mi ha dato scelta….- Buffy disse la frase con rabbia
malcelata
-
Sei ancora in tempo - le disse secca Faith - Ferma tutto, tirati indietro - e
la fissò attentamente.
-
Non posso….lui…..lui…..venderà Tara se non lo farò - sospirò rassegnata.
-
Cosa? - Faith capì tutto al volo - capisco…..Buffy …io vorrei dirti….-
-
Risparmia il fiato. Non mi interessa quello che hai da dirmi. Spero solo che
tutta questa pagliacciata finisca al più presto. Sono stanca - e senza dire
altro uscì dalla stanza.
Fait
corse fuori come una furia.
Doveva
parlare con Spike. Quell’ idiota si stava cacciando in un bel guaio con le sue
stesse mani.
-
Ehi tu stammi bene a sentire - Faith aveva preso Spike e Wes da parte e
arrabbiata aveva cominciato la sua ramanzina.
-
Cosa è questa storia di Tara e del fatto che stai costringendo Buffy a
sposarti? - incrociò le braccia sul petto ed attese.
Spike
si passò una mano tra i capelli mentre Wes lo guardava interrogativamente ed in
attesa come la moglie.
-
Cosa vuoi che ti dica? -
-
La verità - Sbottò Faith.
-
Ebbene si….diciamo che ‘ l’ho convinta ad accettare la mia proposta ‘ -
-
Cosa hai fatto? - Wes sembrava cascare dalle nuvole - ma perché hai fatto una
cosa simile? -
-
Secondo voi? - Spike sembrava esasperato - so che non è corretto….che non è
giusto. Ma cosa dovevo fare? Stare a guardare mentre lei si sposava uno
qualsiasi per salvare Tara? Ho pensato che visto che doveva sposarsi
qualcuno…..tanto valeva che sposasse me -
-
Oh che discorso altruistico Spike - Faith roteò gli occhi.
-
Lo sai che ti disprezza vero? -
-
No, non mi disprezza Faith…non sono uno sprovveduto e nemmeno uno stupido
Faith…conosco le donne. E Buffy prova qualcosa per me. È confusa, diffidente e
spaventata…dai sentimenti e dai legami. Ma prova qualcosa per me. Io lo so -
Wes
e Faith si guardarono per un attimo - Bene se lo dici tu Spike - Faith sospirò.
-
Spike ….io lo vedo bene che tu sei innamorato cotto di questa ragazzina….e la
mia paura e che ti spezzerà il cuore -
-
Questo è un problema mio. Correrò il rischio - Spike era deciso.
-
Ah….accidenti a te…quando ti metti in testa una cosa…..-
-
Beh te l’avevo detto quella notte….che avevo incontrato il mio Passerotto. E
che l’avrei sposata -
sorrise
- sono stato di parola -
-
Spero solo che tu non debba pentirtene…..- Wes lo guardò serio.
-
No, non me ne pentirò -
-
E allora auguri amico….di cuore -
I
due amici si abbracciarono e il prete gli richiamò all’ordine. La cerimonia
stava per iniziare.
Dru
era partita il giorno prima per Los Angeles adducendo come scusa un
improrogabile impegno preso precedentemente. Ma Buffy fu sollevata dal sapere
che non avrebbe assistito alla cerimonia.
Suo
padre e Darla erano rimasti, per loro in fondo nulla cambiava. L’importante era
aver sistemato il lato economico della faccenda.
I
testimoni di Buffy erano Willow e Oz. Buffy non aveva nessun’altro al mondo.
La
musica attaccò e lei al braccio di suo padre attraversò il giardino diretta al
gazebo, come fossero gli ultimi istanti della sua vita.
La
mano del padre che prendeva la sua e posava in quella di Spike.
Lui
che gliela stringeva e se la portava sotto il braccio.
Il
suo sguardo sicuro e tranquillo. Un bacio lieve sulla guancia e il prete che
leggeva.
Il
Sole che faceva capolino tra i rami degli alberi e che illuminava alcune ciocche
dei suoi capelli.
Ed
era bello. Buffy non poteva far altro che constatare che Spike era bello.
Il
suo sorriso accennato nella sua direzione e il suo sguardo tenero che si posava
su di lei accarezzandola, quasi a volerla rassicurare.
-
Vi dichiaro marito e moglie ….può baciare la sposa -
Lui
che si volgeva verso di lei e che l’attirava a se. Le sue labbra che dapprima
sfiorano le sue, e poi si insinuano nella sua bocca assaporandola con passione
e desiderio.
Il
suo respiro accelerato e i brindisi che si susseguono.
Buffy
sente le catene stringersi attorno ai suoi polsi e alle sue caviglie. Ma non è
una sensazione sgradevole. Un senso di panico e di incertezza la avvolge. Unico
punto fermo, unica oasi dove rifugiarsi, il suo braccio che le cinge la vita e
la stringe a se, facendola sentire importante e desiderata.
-
Amore vieni…andiamo a ballare - Spike la prese tra le braccia e cominciò a
muoversi lentamente sulla pista.
Buffy
non vuole vedere, non vuole pensare. Chiuse gli occhi e si strinse a lui, nascondendo
il viso come fosse ancora una bambina.
Faith
e Wes gli osservano da lontano.
-
Tu cosa pensi? - chiese il marito a Faith.
-
Non lo so….lei è sicuramente molto incasinata….però…..credo che Spike abbia
ragione. Prova qualcosa per lui -
-
Già - Wes annuì e vuotò il bicchiere di champagne.
-
Passerotto, va tutto bene? - le domandò lui portando le sue labbra a un soffio
dal suo collo.
Buffy
non rispose, si strinse ancora di più a lui e fece un lieve cenno affermativo
con il capo.
Spike
non disse nulla. Le baciò la guancia e
la strinse a se avvolgendola nelle sue forti braccia.
-
Ora sei il mio Passerotto - le sussurrò sorridendo - Buffy Ann Darcy - un
tremito di orgoglio nella voce.
Capitolo
13
Spike
era al settimo cielo. Tutto quello che desiderava dalla vita era lì tra le sue
braccia che nascondeva il viso sul suo torace e che tremava. Un singhiozzo
sommesso e Spike strinse ancora di più il suo Passerotto.
-
Buffy non piangere….sei al sicuro con me -
Buffy
fu colpita da quelle parole. Sollevò il viso e scrutò Spike con attenzione.
Lui
le sorrise e le posò un bacio a fior di labbra. E anche se Buffy non voleva
farlo, sorrise.
Decisamente
le cose promettevano bene, pensò Spike.
-
Ma tu ne sapevi niente? -
Domandò
Willow a Riley osservando la coppia.
-
No! Sino a due settimane fa - il suo volto teso e scuro la incuriosì.
-
Io pensavo che Buffy non si sarebbe mai sposata, visti….i precedenti - lanciò
un’occhiata significativa verso il padre di Buffy e sua moglie. Che a giudicare
dall’espressione dei loro visi non sembravano particolarmente felici.
-
Già, anche io lo credevo - intervenne Oz che aveva fatto il pieno al Buffet e
cercava di far stare tutta quella roba ammassata nel piatto in equilibrio.
-
Lei che non sopportava nemmeno di essere toccata da un ragazzo…-
Lo
sguardo di Willow si fece triste.
-
A quanto pare invece…..- Oz sorrise maliziosamente.
-
La cosa non mi convince. E’ stato tutto così…così improvviso -
-
Forse è in cinta - lo sguardo di Oz si illuminò come colpito da una
rivelazione.
-
Cosa? Buffy? Naah….lei è sempre stata categorica su questo punto: Niente Figli!
-
-
Boh….comunque qualcuno è riuscito a catturarla alla fine - disse Oz divertito e
poi lasciando in sospeso il boccone che stava portando alla bocca aggiunse - E
da come la guarda….credo che non sarà facile per Buffy liberarsi. E’ proprio
cotto il ragazzo -
Poco
distanti anche Wes e Faith continuavano ad osservare la coppia che ballava in
pista.
-
E’ pazzo d’amore Wes…non l’ho mai visto così - Faith era preoccupata.
-
Già il nostro Don Giovanni…ha appeso il cappello -
-
Non mi sembri preoccupato per lui Wes. Potrebbe soffrire - sbuffò lei seccata
dall’apparente indifferenza di suo marito.
-
Per prima cosa Io sono preoccupato - sospirò paziente.
-
Ma…ci sono delle considerazioni da fare….- assunse un’aria solenne.
-
Senza di lei sicuramente starebbe peggio. E poi mia cara sembra che tu non
conosca Spike Darcy. Spike è l’uomo più cocciuto, testardo e strafottente che
conosca. Quella poverina non si libererà di lui. Né oggi né mai puoi starne
certa. Dovesse legarla, imbavagliarla, rapirla o starle addosso per il resto
della sua vita. Lui non le permetterà di scappare -
-
Si lo so…..ma questo non vuol dire che lei lo amerà e in fondo non mi sembra nemmeno
una cosa giusta da fare a Buffy -
-
Beh….forse hai ragione ma come si dice ‘ fool for love ‘ e per quanto riguarda
il fatto che lei non lo amerà, sarà sufficiente il suo amore per entrambi. -
Poi
accennando un sorriso malefico - Anche se sono sicuro che alla fine lei lo
amerà….non fosse altro che per sfinimento. Vedrai -
Faith
sorrise divertita della teoria del marito e si disse che forse aveva ragione.
Quell’uomo irradiava amore da tutti i pori. Era inebriante, coinvolgente.
La
poverina era spacciata anche se non lo sapeva ancora.
La
musica cessò e Buffy cercò di liberarsi dalla sua stretta, ma lui glielo
impedì.
-
No…passerotto. Questa volta non mi scappi -
Buffy
lo guardò interrogativa. Spike fece un cenno all’orchestra e un altro lento
partì. La strinse di nuovo a se e Buffy rassegnata, ancora una volta confusa,
nascose il suo viso. Lui sorrise piacevolmente divertito. Gli piaceva sentire
il respiro di lei sul petto lasciato scoperto dalla camicia semi sbottonata. Lo
eccitava oltre ogni immaginazione.
La
giornata trascorse piacevolmente. Spike si era separato diverse volte da Buffy
ma aveva fatto in modo da non starle mai troppo lontano così da poterla
osservare costantemente. Come temesse che lei potesse filarsela da un momento
all’altro.
Pian
piano la casa si era svuotata, gli ospiti erano andati via. George esausto si
allentò la cravatta e si passò una mano sulla fronte.
Il
padre di Buffy e Darla erano partiti nel pomeriggio, visto che tutto era a posto
avevano preferito tornare a Los Angeles. Tara per loro era poco mondana.
Riley
era andato via dopo la cerimonia.
Gli
ultimi rimasti erano Willow, Oz, Wes e sua moglie Faith.
-
Allora….credo sia ora di andare….- disse Wes guardando prima sua moglie poi
Spike che aveva il volto rilassato ed un po’ eccitato.
-
Bene…vecchio mio. Ancora auguri e spero di vederti presto - si abbracciarono e
poi Spike baciò la guancia di Faith.
Che
gli sussurrò all’orecchio non udita - Attento mio Fool for love…..-
Lui
le sorrise ma non disse nulla.
-
Bene Buffy è stato un piacere conoscerti…- Wes le strinse la mano gentilmente,
mentre Buffy manteneva un atteggiamento diffidente.
-
Spero che tu renderai felice il nostro Spike come sono sicura farà lui con te -
Faith aveva detto quelle parole non come un augurio, ma quasi come un
avvertimento che Buffy sembrò non capire.
- Andiamo anche noi - disse Willow
avvicinandosi all’amica.
-
Ti chiamo uno di questi giorni…con calma…..so che adesso vorrete stare soli -
Willow
sorrise, mentre Buffy rimase seria.
-
Oh…bene…- vista la reazione di Buffy alla sua allusione, Willow si sentì
impacciata - allora noi andiamo - la guardò incerta.
Buffy
abbozzò un mezzo sorriso e le tese la mano.
Oz
fece un cenno con il capo e poi disse - è stato un bel matrimonio ….e un ottimo
buffet - si stava ancora leccando i baffi.
-
Buona notte - dissero i quattro amici e sparirono dentro le loro vetture che si
diressero a tutta velocità verso il cancello.
Buffy
restò a guardare le vetture allontanarsi, il silenzio. Fu la cosa che la colpì
più di tutte in quel momento. Sospirò e si girò. Solo in quel momento si rese
conto di non essere sola.
Spike
in piedi dietro di lei la stava fissando con intensità ed adorazione quasi.
-
Sei bellissima passerotto - sorrise avvicinandosi.
Buffy
indietreggiò di qualche passo, sotto gli occhi accesi e maliziosi di lui.
-
Siamo rimasti soli….- alzò il sopracciglio - finalmente -
Buffy
ingoiò la sua saliva e sentì il terreno mancarle sotto i piedi.
Avevano
fatto diverse volte SESSO come diceva lei, ma questa volta era diverso….lui era
diverso. Il modo in cui la guardava, in cui si stava avvicinando a lei.
Sembrava un predatore che dopo aver studiato attentamente la sua preda stia per
saltargli addosso.
-
Spike - riuscì a dire Buffy sollevando appena le braccia.
Lui
le cinse la vita e i loro corpi si toccarono un po’ incerti e poi aderirono
l’uno all’altro.
-
Ti voglio Buffy - disse con naturalezza - baciami Passerotto -
Buffy
continuava a fissarlo come ipnotizzata dai suoi occhi profondo e accesi.
-
Io….- cercò di distogliere lo sguardo.
-
Guardami - le disse lui e con un dito le sollevò il mento. I loro sguardi si
toccarono nuovamente e le labbra di Buffy ebbero un tremito.
-
Baciami - sussurrò, il suo viso a pochi millimetri da quello di lei.
E
le labbra di Buffy come animate da vita proprio si sporsero verso di lui e
toccarono le sue. Dapprima in modo lento e gentile e poi sempre più ansioso.
Sino a che lui non la strinse ancora di più a se ed affondò la sua lingua tra
le sue labbra dischiuse, e il bacio divenne rovente.
Con
un gesto pieno di passione la sollevò tra le braccia e le disse con dolcezza
-
Adesso Signora Buffy Ann Darcy venga con me…..la nostra prima notte di nozze ci
attende -
Con
passo deciso ma non affrettato la condusse in casa.
George
si affacciò dal vano cucina e sorrise
-
Buonanotte Signori e ancora Auguri - e sparì con molta discrezione dietro la
porta della cucina.
-
Grazie George…ah domani non disturbarci…ti chiameremo noi per la colazione -
Guardò
Buffy e sorridendo le mormorò - o per il pranzo…dipende - alzò il sopracciglio
di nuovo e la baciò sulla fronte.
La
stanza era illuminata da diverse candele poste su tutti i mobili e per terra.
Sul letto erano stati sparsi petali di rosa e di margherita. Il letto era stato
rifatto e coperto da una trapunta bianca in pizzo. Il regalo di sua madre notò
Buffy guardandosi stupita ed in silenzio intorno.
E
due cuscini rossi a forma di cuore erano stati disposti al centro del letto.
Da
un lato piegato ordinatamente vi era il pigiama di Spike e dall’altro lato un
sottile babydoll di seta nero, semi trasparente.
Spike
la mise giù e le accarezzò la guancia.
-
Vuoi che ti lasci sola per cambiarti? - improvvisamente sembrava diventato
timido ed incerto.
Buffy
annuì con il capo e lui prendendo il pigiama sparì nel bagno.
Buffy
si guardò intorno spaventata e per un attimo pensò di scappare dalla finestra.
Ma le gambe non si mossero. Si avvicinò al letto e fissò quell’indumento
intimo. Non le piaceva, non le erano mai piaciuti tutti quei capi che così
palesemente facevano riferimento al sesso, all’amore.
Fece
una smorfia e si sedette. Non avrebbe avuto il coraggio di indossarlo. In quel
momento dal bagno Spike fece sentire la sua voce
-
Amore posso uscire? -
‘
No per me puoi restare tutta la notte lì dentro ‘ si disse ma poi con voce
molto sottile rispose.
-
Si - la porta si aprì e Spike in pigiama, molto sobrio uscì dal bagno.
Buffy
si meravigliò. Da quando lo conosceva, non aveva mai indossato pigiama o altro
la notte.
Lui
la guardò seduta sul letto con il suo sguardo smarrito ed irritato, e sorrise.
-
Non devi indossarla se non vuoi - le disse.
Si
avvicinò e si sedette al suo fianco.
-
Buffy ti piace fare l’amore con me? - glielo chiese seriamente.
Buffy
avrebbe pagato qualsiasi cosa per evitare quella risposta, ma non poteva
fuggire. Non più adesso e si maledisse mentalmente per non aver colto al volo
il consiglio di Faith di tirarsi indietro.
-
Rispondi passerotto! Ma non mentirmi…io lo capirei - il suo sguardo si fece più
scuro e intenso.
Buffy
esitò ancora, quanto più poté e alla fine in un sospiro di resa rispose - Sì -
Lui
avvicinò le labbra alla sua spalla lasciata scoperta dalla scollatura del
vestito e la baciò.
-
Vuoi fare l’amore con me? -
Buffy
spalancò gli occhi. Avrebbe preferito che lui non facesse domande. Che facesse
l’amore con lei senza chiedere niente. In questo modo avrebbe mentito. Si
sarebbe detta che era lui che lo voleva e che lei non poteva impedirlo. Ma lui
adesso glielo stava chiedendo. Dipendeva da lei.
La
mano di lui si insinuò nella sua scollatura e cercò il suo seno già teso a quel
semplice tocco.
Ansimò
leggermente.
-
Allora Passerotto? - la sua voce calda la incalzava.
E
la sua mano si chiudeva sul suo seno provocandole un brivido che la scosse
dalla testa ai piedi.
-
Ti prego -
-
Vuoi fare l’amore con me Buffy? - la sua voce roca le infiammava i sensi.
Era
incredibile ma bastava il suono basso e caldo della sua voce per farla
eccitare.
-
Non lo so - cercò di mentire.
-
Non lo sai? - gli fece eco lui tirando il sfilando via il corpetto del suo
vestito, che come fosse stato di carta si afflosciò sui suoi fianchi.
-
Io…- il tono di lei era sempre più incerto.
-
Tu? - diceva lui mentre le mordicchiava e baciava il collo.
-
Io…credo che…- con la bocca lui scese sulla sua punta del suo seno e con un
gesto goloso chiuse le sue labbra su di essa. Inducendo Buffy a gemere.
-
Tu credi che…..- interrompendo per un attimo la sua tortura per riprenderla
subito dopo con piccoli cerchi disegnati dalla sua lingua sull’aureola.
-
Ch….e…- Buffy passò la sua mano tra i suoi capelli e lo attirò ancora più a se.
-
Che? - domandò lui mentre la sua mano si insinuava sotto il vestito e risaliva
le sue gambe, le cosce e si soffermava sulla sua femminilità già gonfia di
desiderio.
-
Dillo - le intimò lui, muovendo ritmicamente la sua mano su di lei e iniziando
a succhiare il suo capezzolo caldo.
-
Si…voglio - Buffy stremata dal suo assedio d’amore cedette in un sospiro di
sollievo.
Lui
la spinse giù sul letto e le sfilò la
gonna del vestito. Lasciandola scoperta ed indifesa davanti ai suoi occhi
innamorati.
Si
sbottonò la giacca del pigiama e si distese su di lei per cercare il contatto
con la sua pelle.
Baciò
ogni parte del suo corpo che riusciva a raggiungere con le sue labbra. E poi
tornò verso la sua bocca. Per riempirla con la sua lingua. Ed intrecciarla alla
sua.
-
Buffy ti voglio ora - arso dal desiderio come un uomo sperduto nel deserto in
cerca della sua oasi.
Prese
la mano di Buffy. La guidò sulla sua virilità e la premette.
Buffy
non ritrasse la mano. Lasciò che lui la conducesse dentro i pantaloni del
pigiama e gliela stringesse attorno al suo membro duro ed eretto.
-
Oh Buffy….- ansimò chiudendo gli occhi e rilasciando il capo sul cuscino
accanto a quello di lei.
Buffy
iniziò a muovere con dolcezza la mano strappandogli gemiti soffocati e ansiti
sempre più intensi.
Quando
la tensione arrivò al massimo e il desiderio divenne incontenibile, quasi
doloroso. Spike allontanò la mano di lei. Si sfilò la giacca e fece scivolare i
pantaloni lungo le gambe, facendoli cadere per terra al bordo del letto.
Si
accomodò meglio tra le gambe di lei e con lentezza indicibile la penetrò.
Subito
la femminilità di lei lo avvolse e lo accolse adattandosi a lui.
I
suoi occhi cercarono quelli di lei e li trovarono.
Erano
lucidi e un po’ appannati dal piacere.
-
Non aver paura amore, lasciati amare. Fidati di me, io non ti deluderò - le
disse con tono serio e espressione decisa, anche se un po’ alterata dal piacere
che le sue spinte sempre più poderose davano ad entrambi.
Lei
continuò a guardarlo per un tempo indefinito con un’espressione indecifrabile
che lui non le aveva visto mai. Con una mano le accarezzò la fronte,
scostandole alcune ciocche che ricadevano mollemente scomposte sul suo viso
sudato e teso nel seguire i movimenti di lui.
E
come volesse suggellare la sua promessa si chinò a cercare le sue labbra
tremanti,che si unirono alle sue in un bacio caldo e pieno di speranza.
Le
sensazioni si intensificarono. E come il rumore del mare in tempesta copre ogni
altra cosa. Così il piacere dei loro corpi danzanti all’unisono, coprì ogni
altro loro pensiero. E incapaci di opporre alcuna resistenza, si abbandonarono
l’uno nelle braccia dell’altro, dimentichi per un istante di tutto quello che
li circondava, e perfino di loro stessi.
Capitolo
14
Buffy
si svegliò di soprassalto, in preda ad un incubo.
-
Ehi piccola! È tutto okay? - le domandò lui ancora assonnato.
-
Va troppo veloce - disse Buffy in dormiveglia.
Spike
intuì al volo e la strinse contro il suo petto.
-
Vieni qui amore - le posò piccoli baci sul viso.
Buffy
allargò le braccia e gli circondò le spalle, stringendolo più forte che poté.
Come
temesse che da un momento all’altro anche lui potesse svanire.
Lui
le passò una mano tra i capelli e le mormorò frasi rassicuranti.
I
singhiozzi si susseguirono sempre più forti e le lacrime troppo a lungo
represse ruppero gli argini delle ciglia e scivolarono lungo le guance
leggermente pallide di Buffy.
Buffy
stava piangendo.
La
pelle morbida del suo seno premuta contro il suo torace. Le gambe avvinghiate
in un abbraccio sensuale e caldo. La sua femminilità contro la sua gamba, e la
sua virilità già eretta poggiata contro il fianco di lei. La sua testa
affondata nel petto ed i suoi capelli di seta sparsi tutt’attorno a lui.
Era
impossibile resisterle.
Lei
sollevò il capo.
Gli
occhi teneri di lui e quelli umidi e smarriti di lei si incontrarono e sembrò
così naturale, così giusto ad entrambi. Quando il suo viso si chinò su quello
di lei e le sue labbra si adagiarono sulle sue.
Tutti
i sentimenti provati da Spike in quel momento, amplificati da quel silenzio
irreale e dal lieve sussultare del corpo di Buffy tra le sue braccia, si fusero
in un lungo ed appassionato bacio, fatto di Amore, tenerezza, dolcezza,
desiderio, passione, rabbia, angoscia, dolore, timore e comprensione.
Un
bacio che sembrò non dovesse finire mai.
Si
separarono in silenzio, l’atmosfera si era fatta intensa e densa.
Alla
fine lui si fece coraggio e deciso tornò a baciarla attirandola ancora più a
se.
Fecero
l’amore con dolcezza, calma e passione. E questa volta Buffy non esitò nemmeno per
un istante. Era troppo intenso il sentimento che c’era tra loro, non c’era
spazio per dubbi ed incertezze.
-
Spike…. - Il suo nome sussurrato in un gemito e Spike finalmente, per il breve
attimo del loro amplesso, vide riflesso negli occhi verdi di Buffy, il suo
amore ancora acerbo ed incerto e ne fu avvinto. Ed ebbe la sua rivelazione:
Buffy era l’unica per lui e lui era l’unico per lei.
Quando
Spike si risvegliò. Buffy non era più accanto a lui. Allungò la mano sulle
lenzuola: erano fredde. Probabilmente si era alzata molto presto, forse subito
dopo aver fatto l’amore con lui. Una fitta al petto lo assalì. ‘ Si è già
pentita ‘ pensò e con un moto di rabbia e impotenza, scalciò via le lenzuola e
si mise a sedere sul letto.
Decise
di fare una doccia veloce e di scendere a cercarla. L’avrebbe messa alle
strette su quanto era accaduto tra loro nella notte.
Il
bagno era in disordine, segno del passaggio di Buffy. Sorrise tra se e se,
quando la sua attenzione fu catturata da un piccolo flacone seminascosto dietro
il ripiano delle asciugamani.
Lo
prese e ne osservò la scritta. Gli occhi divennero scuri e l’espressione cupa.
‘
Pillole anticoncezionali ‘ Buffy prendeva la pillola perché non voleva avere
figli da lui. Strinse il tubetto tra le mani e la rabbia crebbe in lui. Spike
voleva un figlio da Buffy, lui voleva una famiglia con lei e l’avrebbe avuta ad
ogni costo.
-
Bene tesoro….- disse in tono risoluto e un po’ alterato.
-
Vuoi giocare sporco? - la menzogna di lei lo aveva ferito.
-
D’accordo ….allora giochiamo sporco -
Versò
il contenuto del flacone nella mano e lo gettò nel water. Frugò nel cassetto
dei medicinali in cerca di quello di cui aveva bisogno ed alla fine lo trovò.
Trasferì
il contenuto del flaconcino con la scritta ‘ VITAMINA C ‘in quello appena
vuotato.
Lo
richiuse e lo ripose dove lo aveva trovato.
Quando
scese di sotto la casa era avvolta nel silenzio.
Si
irrigidì al solo pensiero di dover vivere in quel posto senza di lei.
-
George?! - chiamò affacciandosi in cucina.
-
Buongiorno Signore -
-
Dov’è Buffy? -
-
Non lo so Signore …pensavo dormisse ancora. Non si è vista questa mattina -
Spike
fu colto da vertigine e sudore freddo. ‘ Non può essersene andata ‘ disse a se
stesso cercando di scacciare via il terrore che lo aveva assalito all’ipotesi
che lei potesse essere fuggita.
-
Vado a cercarla - Il suo tono preoccupato fece quasi commuovere George, che
subito volle rassicurarlo.
-
Non tema Signore, sarà qui in giro…non andrebbe mai via senza quella…-
E
con un dito indicò l’armonica di Buffy poggiata sul bancone accanto alla porta
della cucina.
-
Deve essere molto importante per lei? -
Spike
la prese tra le mani e la accarezzò come si trattasse della pelle di Buffy.
-
Sì è stato ….un regalo di sua madre. Le ha insegnato lei a suonarla. Non se ne
separa mai -
Spike
annuì con il capo, ma ancora un po’ in ansia guardò fuori dalla finestra.
-
Lei la ama molto vero? - Quella domanda ruppe il silenzio che si era creato
nella stanza illuminata dal Sole mattutino.
-
Spike lo fissò a lungo e poi con un sospiro disse - Da morire -
-
Posso darti del tu Spike? …in fondo Buffy è come fosse una figlia per me -
Spike annuì.
-
A me è sembrato…come dire….strano che la tua passione ed il tuo amore per Buffy
siano esplosi, così all’improvviso. Nell’arco di quanto? Quattro, cinque
giorni? -
Spike
rimase in silenzio a guardare l’armonica, rigirandola tra le dita.
-
Io ti conosco di fama Spike e so che non sei un tipo che si infiamma facilmente
e che prende decisioni di sposarsi in ventiquattro ore. Sui giornali ogni
settimana eri fotografato con donne diverse …tutte belle e sofisticate, non
certo come la nostra Buffy -
Spike
sembrò intuire dove George volesse arrivare. E scuotendo il capo sorrise.
-
Allora George - sospirò - dimmi cosa vuoi sapere? - i loro sguardi si
incrociarono ed anche George accennò un lieve sorriso vittorioso.
-
Da quanto conosci Buffy? E da quanto avevi deciso che l’avresti sposata? -
-
Ah…e va bene. Mi arrendo! Sherlock ‘ George ‘ Homes -
Poggiò
la schiena alla parete e fissando un punto indefinito del pavimento iniziò a
raccontare.
-
Ho visto Buffy la prima volta quattro anni fa a Londra -
-
Oh! -
Un’
esclamazione stupita sfuggì dalle labbra di George che si fece attento e si
sedette su una sedia per prendere il suo tè.
-
Avevo accompagnato la mia cuginetta Dawn in collegio…era il suo primo anno. Non
si era mai allontanata da casa prima. Ricordo che stavamo camminando sotto un
portico che conduceva al dormitorio femminile. Un’anziana ci faceva da guida e
spiegava a Dawn come funzionavano le cose. E poi la vidi….mi stava venendo
incontro. Ed era bellissima. L’aria leggermente imbronciata, la camminata
leggera e lenta. L’espressione assente ed un po’ triste. Ed i suoi due immensi
occhi verdi persi a guardare qualcosa che solo lei sembrava riuscire a vedere.
I
suoi capelli illuminati dal Sole, in un susseguirsi di luci ed ombre, via, via
che avanzava lungo il colonnato…non ho mai visto niente che sia paragonabile
alla sua bellezza di quel giorno. -
Spike
fece una pausa, quasi fosse ancora sopraffatto da quell’immagine.
-
Rimasi folgorato. Se avessi potuto, le sarei corso incontro, l’avrei presa tra
le braccia, baciata e rapita per farla mia. -
George
sorrise divertito a quell’affermazione. Pensando che Spike era davvero perso di
Buffy, e gli ricordò sorprendentemente, la madre di Buffy. Anche lei aveva lo
stesso sguardo, lo stesso tremito nella voce quando parlava di suo marito.
Sospirò
sorprendendosi stranamente preoccupato, per quella somiglianza che aveva appena
colto.
Tornò
con l’attenzione al racconto di Spike.
-
Invece rimasi a fissarla sino a che non svoltò a sinistra a pochi passi da noi.
Il suo odore di fieno e rugiada mi avvolse e confuse….ed anche quando era
sparita da un po’ io continuavo a sentirlo intenso e delicato. Dawn che era
andata avanti mi richiamò alla realtà. Mentre io mi chiedevo se mai l’avrei
rivista. -
-
E poi? - George ormai era stregato da quel racconto, ed era impaziente di
conoscerne il seguito.
- Beh divenni proprio Fool for love. Cominciai
a far visita a Dawn ogni fine settimana. Non che non voglia bene a mia cugina,
anzi, ma credo che le mie visite non sarebbero state così frequenti e lunghe se
non fossi stato animato dal desiderio di sapere chi fosse quella ragazza. Le
prime settimane furono infruttuose, nonostante costringessi Dawn a lunghi giri
per il collegio, di lei nemmeno l’ombra.
Avevo
quasi perso le speranze ed ero terribilmente frustrato. Ogni sera uscivo con
una donna diversa. Ma tutte erano rigorosamente bionde con occhi verdi. So che
ti sembrerà sciocco George ma in ognuna di loro cercavo una parte di Buffy.
Ovviamente alla fine della serata…la delusione. Feci amicizia con alcune
compagne di Dawn nella speranza di sapere qualcosa. E poi un giorno bingo.
Trovata -
Spike
sorrise al ricordo della sua gioia quando finalmente seppe chi era.
-
Sfogliando gli annuari degli anni precedenti, la vidi in fotografia. Aveva i
capelli raccolti in una lunga coda, ed aveva sempre quell’aria leggermente
imbronciata e triste. Con fare casuale chiesi a Dawn chi fosse quella ragazza.
Lei mi rispose che lei era Elizabeth Ann Summers. Una delle più anziane lì. Le
chiesi se la conosceva e lei mi disse una cosa che mi colpì a fondo. Disse
esattamente queste parole
‘
Nessuno la conosce ‘, rimasi sorpreso ed ancora più incuriosito da
quell’affermazione. Io dovevo….volevo conoscerla. Dawn doveva aver intuito
qualcosa, forse dalla mia espressione un po’ sognante. -
Alzò
le spalle e si andò a sedere di fronte a George che lo fissava continuando a sorseggiare
il suo tè in silenzio.
-
Subito mi disse ‘ guarda che ha solo quindici anni ‘. Puoi immaginare la mia
delusione. Era ancora una bambina. Decisi di dimenticare tutto e di rinunciare.
Ma conobbi Dru -
George
lo guardò sorpreso.
-
Già….in fondo è merito suo se sono sposato con Buffy adesso -
George
parve ancora più incredulo - Cosa? Di Dru? -
-
Esatto. Senza saperlo in questi quattro anni non mi ha permesso di dimenticare
Buffy e alla fine mi ha fatto prendere la decisione di venire qui e di sposarla
-
George
è sbalordito.
-
Dru non faceva altro che parlarmi della sua famiglia e soprattutto dell’odiosa
ed insignificante Buffy. Di come la tenessero alla larga da loro, e di come suo
padre fosse stato sfortunato ad avere una figlia così. Insomma, mi fece
desiderare di correre da Buffy e di portarmela via. Continuavo ad andare a far
visita a Dawn che …mi forniva nuovi particolari su Buffy. Mi diceva che era
molto silenziosa, non mostrava emozioni e non parlava mai di se. Praticamente
nessuno sapeva nulla di lei. Credo che Dawn tifasse per me. -
-
Vuoi un po’ di tè? - domandò George per alleggerire l’atmosfera.
-
Si grazie - tra loro ormai si era stabilita una muta complicità.
Versò
il liquido scuro nella tazza e la porse a Spike che riprese il suo racconto.
-
Allora Dru….ti ha fatto conoscere Buffy… in un certo senso - George non poteva
ancora crederci.
-
Si esatto. E più lei me ne parlava male, più mi faceva innamorare di lei. Poi
un giorno al collegio ci fu una festa in maschera e mia cugina, invece di
andarci con un ragazzo invitò me, come suo cavaliere. Appena dentro mi disse
seria ‘ bene sino a qui ti ho aiutato adesso tocca a te. Lei è quella
nell’abito nero con la maschera rossa ‘. Mi sorrise e raggiunse un ragazzo che
l’aspettava vicino all’entrata. Tirai un respiro e mi avvicinai. Lei era
intenta a guardare fuori dalla grande vetrata, non si curava della gente, della
musica. Sembrava assente. Uscì in giardino ed io la seguì. Senza dirle nulla mi
misi davanti a lei. Che si voltò a guardarmi stupita. i suoi occhi grandi fissi
nei miei. Le sorrisi dolcemente e senza dirle nulla le tesi la mano e la feci
ballare. E nello stesso istante in cui la tenni tra le braccia, seppi che lei
era il mio Destino. E che l’avrei aspettata -
George
sospirò, lui era sempre stato un tipo romantico ed il racconto lo aveva davvero
colpito.
-
Bene….adesso capisco tutto - disse soddisfatto.
Spike
lo guardò con una muta domanda negli occhi.
-
Tu vuoi sapere se Buffy prova qualcosa per te? - gli domandò a bruciapelo.
Spike
trattenne il fiato ed attese.
-
Bene…io conosco Buffy da quando è nata. La conosco meglio di chiunque altro, la
conoscevo meglio anche di sua madre - disse con un tono di amarezza nella voce.
-
E posso dirti con certezza che Buffy è terrorizzata, spaventata, confusa e
molto, molto diffidente adesso -
Spike
fece una smorfia delusa e abbassò il capo.
-
E credo che lo sia perché ti ama -
Spike
rialzò di scatto la testa e lo fissò, voleva credere fosse vero.
-
Si Spike, credo che Buffy ti ami, anche se ancora non è chiaro in lei quello
che prova. Ed è per questo che oggi è scappata -
-
Cosa? - gli occhi di Spike si spalancarono in preda al terrore - è scappata? -
-
Sì…penso di sì….- George non si era scomposto più di tanto nel dargli la
notizia.
-
Ma…perché non me lo hai detto prima? …tu prima hai detto che…che lei non si
sarebbe mai separata da questa - e sollevò l’armonica davanti a George,
alzandosi in piedi.
-
Si è esatto - continuò a sorseggiare il suo interminabile tè - ed è per questo
che ieri sera….ho pensato che sarebbe stato meglio che l’armonica la tenessi
io. Così approfittando di un momento di distrazione di Buffy gliel’ho sfilata
dalla borsa e l’ho portata in camera mia. Adesso si sarà accorta che non ha
l’armonica con se e starà tornando a casa. Credo di umore nero - sorrise quasi
divertito.
Spike
si lasciò cadere di nuovo sulla sedia come privato di tutte le forze.
-
Tu sei…sei…..- cercava la parola adatta ‘ diabolico ‘ era quella che gli veniva
in mente ma non rendeva appieno l’idea.
-
Un grande maggiordomo? - lo anticipò George ridendo - si lo so da me, ma grazie
lo stesso -
Spike
lo guardò ancora più sorpreso e alla fine entrambi scoppiarono a ridere.
-
Ed ora prepariamoci al ritorno della furia - disse fintamente serio, mentre
Spike si passava una mano tra i capelli sollevato.
Un
rumore di passi, poco amichevole giunse dal portico. Buffy era tornata ed era
sul piede di guerra.
George
e Spike si scambiarono un’occhiata di sfuggita. George prese al volo l’armonica
dalle mani di Spike e se la infilò in tasca, proprio un attimo prima che Buffy
aprisse la porta della cucina scura in volto ed accaldata. Spike pensò che
arrabbiata ed accaldata per la corsa era ancora più bella e la fissò. Buffy si
sentì attraversata da quello sguardo e per un attimo abbassò il suo incapace di
sostenerlo. Poi ricordò il perché era furiosa e alzando il sopracciglio fissò
George, che tranquillo continuava a sorseggiare il suo tè.
Capitolo
15
-
Allora dov’ è? - chiese con voce aspra mentre cercava di evitare lo sguardo di
Spike puntato su di lei.
-
Dov’ è cosa? – George restò impassibile.
-
Lo sai! – Ribatté Buffy furiosa.
-
No che non lo so. Vuoi parlare chiaro piccola? –
-
L’armonica – ringhiò lei.
-
Hai perso l’armonica? – George la fissò incredulo – Buffy…ma come?...-
La
rabbia di Buffy svanì in un secondo. Cominciò a balbettare, sentendosi
colpevole per la sua distrazione.
-
Io sono sicura che era nella mia borsa….c’era – cercò di giustificarsi.
George
la fissò serio.
-
Sei sicura di non averla scordata da qualche parte? Mentre eri in giro? …con
tutta la confusione che c’è stata in questi giorni –
Sospirò
con aria dispiaciuta.
-
E poi come mai pensi l’abbia presa io?....mi stai forse accusando? –
Buffy
lo interruppe confusa.
-
Io….io….non volevo….non pensavo – lanciò uno sguardo a Spike che era rimasto a
fissarla in silenzio, cercando di mantenersi serio. E poi corse nella sua
stanza.
-
Lo sai che adesso sta piangendo, vero? –
Spike
non era molto contento sapendo che Buffy stesse soffrendo.
-
Si lo so…ma tu penserai a consolarla. So anche questo. Conosco Buffy meglio di
chiunque a questo mondo. So che ha bisogno di te e del tuo amore Spike. Questa
piccola bugia per un po’ di tempo la terrà qui. Il tempo di capire cosa prova
per te. Poi gliela restituirò –
Spike
fece una smorfia non molto convinta. Non voleva farla soffrire, ma allo stesso
tempo non poteva negare di desiderare che lei rimanesse legata a lui.
-
Vado da lei adesso – uscì dalla stanza di filato, mentre George continuò a
sorseggiare il suo Tè.
Buffy
era seduta sul divanetto davanti alla finestra, guardava fuori cercando di
ricordare dove avesse messo la sua armonica. Non si accorse che Spike era
entrato nella stanza. Si scosse dal suo torpore quando sentì le sue braccia
avvolgerla, e le sue mani morbide coprire le sue piccole e sottili.
-
Passerotto non essere triste. Vedrai che la ritroverai….prima o poi –
Le
baciò una guancia e in lui si ridestò ancora il desiderio di lei e del suo
corpo caldo.
-
Forse è meglio se scendiamo adesso –
Buffy
cercò di sfuggire al suo abbraccio.
-
Dove sei stata? Quando mi sono svegliato non c’eri ….mi sono sentito
abbandonato – sorrise mentre le sue labbra si posavano ripetutamente sul collo
di Buffy per accarezzarlo e baciarlo.
-
Sono andata a fare una passeggiata –
Il
leggero tremolio delle mani di Buffy gli fece capire che stava mentendo.
-
Avevo voglia di te sai? – le disse fintamente imbronciato.
E
Buffy avvampò. Non riusciva a sopportare la sua sfacciataggine nel manifestarle
il suo amore.
-
Ti prego lasciami – la sua voce tremò.
-
Perché? – domandò lui.
-
Ti prego – ma la mano di lui si era infilata sotto la sua maglietta e
sensualmente aveva iniziato a disegnare piccoli cerchi attorno alla punta rosea
del suo seno.
Buffy
con le mani cercò di bloccare la sua per impedirgli di farla impazzire.
Ma
lui ormai consapevole di quali fossero i suoi punti deboli aveva infilato
l’altra mano nei pantaloni di lei ed aveva cominciato ad accarezzarla senza
sosta.
Buffy
ansimò, rendendosi conto che stava per perdere il controllo del suo corpo.
Tentò
di alzarsi dal divano in un ultimo tentativo di sfuggire al suo tocco
diabolico. Ma nel preciso istante in cui cercò di farlo, lui infilò
delicatamente ma con decisione un dito dentro la sua femminilità, che subito si
bagnò. Buffy inarcò la schiena e gettò indietro il capo sopraffatta da quella
intensa sensazione di calore e gemette. Era vinta. Lui sorrise vedendola
socchiudere gli occhi per il piacere intenso che lui le stava dando. E si
impossessò delle sue labbra, dischiuse in una richiesta d’amore.
Le
sfilò la maglia senza smettere di eccitarla. Poi le disse
-
Sbottonati i pantaloni amore –
Buffy
spalancò gli occhi, ma lui infilò un altro dito e la fece tornare a gemere in
preda al desiderio.
-
Avanti, sbottonali Buffy. Voglio guardarti – le disse sommessamente prima di
baciarla ancora.
E
lei obbedì.
-
Spogliami – continuò lui sussurrando le parole con voce sensuale al suo
orecchio.
Buffy
con un gesto di ribellione cercò di allontanare la sua mano. Ma lui con l’altra
la bloccò ed affondò ancora di più le sue dita in lei.
-
Ah….- gemette lei e gli sbottonò rapidamente la camicia. Mentre il suo respiro
si faceva sempre più pesante ed il battito del suo cuore impazziva.
-
Spike – di nuovo il suo nome pronunciato in un soffio di fiato e di nuovo il
suo bisogno di lui, chiaramente visibile nei suoi profondi occhi verdi.
Spike
tolse la mano e l’attirò a se. La sollevò tra le sue braccia per i fianchi e la
spinse verso il letto.
-
Buffy – sussurrò quando la fece mettere distesa sotto di lui – Ti prego – e
senza attendere oltre si inabissò in lei. Buffy non riusciva più a connettere.
Era totalmente in balia del suo corpo e del suo Amore. E questa sua capacità di
incendiarla le faceva paura. Perché solo lui riusciva a spegnere quel fuoco che
la bruciava.
Stesi
l’uno accanto all’altro guardavano il soffitto dove il vetro della finestra
rifletteva un piccolo iride dalla forma allungata.
-
Buffy! – la chiamò lui come per accertarsi che lei fosse lì con lui.
-
Si Spike – era la prima volta che lei gli parlava dopo aver fatto l’amore. Lui
ne fu felice ma non lo diede a vedere.
-
Scusami torno subito….- si alzò dal letto se andò in bagno. Spike capì cosa era
andata a fare. Si stiracchiò e incrociò le braccia dietro la nuca sorridente.
Buffy
tornò dopo poco e per un attimo fu incerta su cosa fare.
Se
tornare a letto o rivestirsi e filarsela. Fu lui a decidere.
-
Vieni qui Passerotto – le disse guardandola con il suo sopracciglio inarcato.
Lei
obbedì e si stese accanto a lui senza toccarlo.
Lui
allungò una mano, prese quella di lei e la portò alle labbra. La baciò
teneramente e poi la portò verso la sua virilità. Buffy cercò di ritirarla, ma
lui strinse la presa.
-
Buffy toccami – le chiese tra il supplichevole e l’ordine.
Il
cuore di Buffy sembrò balzarle fuori dal petto.
Stranamente
non provò repulsione.
Lui
le strinse la mano attorno al suo membro e la guidò nei movimenti.
Sorrise
chiudendo gli occhi per godersi la sensazione meravigliosa delle sue mani
inesperte su di lui.
Quando
sentì di essere arrivato al limite le scostò la mano delicatamente e l’attirò
su di se.
Buffy
non sapeva cosa fare e come muoversi. Era tutto così intenso che si sentiva
mancare.
Fu
lui che la sollevò leggermente in modo da far avvicinare la sua virilità alla
femminilità di Buffy. E poi la riportò giù con il bacino. Penetrandola
totalmente. Lei urlò per l’emozione intensa che quella penetrazione profonda le
aveva dato.
Lui
dolcemente cominciò a farla muovere su di se. Buffy seguì il ritmo che le sue
mani imponevano ai suoi fianchi.
-
Oh Buffy…- mormorò.
Quando
si rese conto che lei poteva fare da sola le lasciò liberi i fianchi e chiuse
le sue mani sul suo seno che ondeggiava mollemente davanti agli occhi
desiderosi di lui.
Si
sollevò e attirandola a se cominciò a succhiarle avidamente prima uno e poi
l’altro capezzolo.
Mentre
Buffy cercava di accelerare il ritmo. Ma si stancò presto non era ancora
esperta.
-
Brava amore. Sei stata fantastica – la rassicurò lui, tornando a posare le sue
mani sui fianchi di lei.
Con
un gesto lento e senza uscire dal suo abisso. Capovolse le posizioni e cominciò
a darle spinte sempre più intense, Buffy avvolse i fianchi di lui con le sue
gambe e si strinse in modo da consentirgli di entrare ancora di più in lei.
-
Oh si amore – Spike si eccitò ancora di più a quella muta manifestazione di
desiderio di Buffy.
Buffy
venne come un fiume in piena, urlando il suo nome, mentre affondava la testa
nel suo petto madido di sudore.
Lui
la seguì subito dopo chiudendo gli occhi ed emettendo gemiti bassi e rochi.
Respiravano
entrambi affannosamente. Lui cercò subito gli occhi di lei. Che dopo l’amore
erano sempre di un verde più intenso e torbido per la passione.
Le
sorrise inclinando il capo e cercò le sue labbra. I baci di lei ancora calda e
tremante tra le sue braccia lo facevano impazzire.
Di
nuovo il fuoco si riaccese e Spike pensò che sarebbe morto…ma anche che sarebbe
stato bello morire così dentro di lei.
-
Ancora?! – disse, ma neanche lui seppe dire se era un’affermazione o una
domanda.
Lei
lo fissò per alcuni istanti e poi con la testa annui. Il cuore di Spike
perdette qualche colpo al solo pensiero che lei ‘ lo voleva ancora dentro di se
‘. E riprese a baciarla con ardore.
A
ora di pranzo i due amanti scesero di sotto. Lui la teneva per mano e lei
glielo lasciava fare. Anzi quasi sembrava contenta di quel suo gesto di
appartenenza, come dicesse ‘ Io sono sua e lui vuole che tutti lo sappiano ‘.
George
li aspettava in cucina. Buffy preferiva pranzare lì quando la sua famiglia non
c’era. Era più intimo, più vero. Si sedettero a tavola in silenzio e
cominciarono a mangiare.
Capitolo
16
George
li osservava contento, anche se non lo dava a vedere. In fondo la migliore dote
di un maggiordomo è la sua capacità di osservare, capire, approvare o
disapprovare senza mai ( o quasi mai ) darlo a vedere.
Rimasero
a lungo seduti in cucina. George parlò di quando Buffy era piccola. Di tutti i
suoi capricci e della sua cocciutaggine. Spike ascoltava avido ogni parola,
ogni frase. Lanciando di tanto in tanto brevi occhiate nella direzione di
Buffy, che appariva come rapita da quei racconti. Era come se George parlasse
di una Buffy che lei non ricordava di essere stata.
Nel
momento in cui George accennò alla madre, Buffy si irrigidì e della sua
espressione dolce e quasi sognante non rimase che l’ombra.
-
Forse adesso è meglio che vada – disse distrattamente, come non volesse far
vedere il suo dolore.
-
Andiamo a fare una passeggiata Amore – suggerì Spike.
Lei
lo guardò e poi annuì. Non era capace di negargli niente, Buffy si sentiva
sempre più coinvolta e questo la rendeva più fragile e di conseguenza più
aggressiva. Ma ogni tentativo di Buffy di offenderlo e di ferirlo sfumava
dinnanzi alla sua dolcezza e al suo sguardo perdutamente innamorato.
Le
prese la mano e insieme girovagarono per la tenuta. Senza una meta precisa. Non
si accorsero che il Sole era calato e che la notte si apprestava. Erano persi
nel loro silenzio e nei loro sguardi pieni di domande e di risposte.
Buffy
avvertì l’aria ormai fresca delle prime giornate d’autunno e rabbrividì per un
istante.
-
Hai freddo? – le domandò accarezzandole il viso.
Buffy
lo guardò con gli occhi lucidi. Lui si fermò dritto davanti a lei e le prese il
volto tra le mani.
Il
Sole sparì dietro l’orizzonte ed alle prime luci della sera le sue labbra si
posarono su quelle di Buffy. Un tocco leggero, dolce. Le sorrise e si tolse la
giacca posandogliela sulle spalle.
-
Ecco fatto tesoro. Va meglio adesso? -
Buffy
alzò lo sguardo, stava piangendo.
-
Perché piangi amore? Cosa è successo? – il suo tono era particolarmente dolce e
basso.
-
Tu…tu….non puoi fare questo….tu…-
-
Cosa amore? – Lui la guardò cercando di capire cosa avesse fatto di sbagliato.
-
Tu rendi tutto difficile. Come faccio ad odiarti se …tu sei così…così….con me –
Buffy
parlava confusamente, nemmeno lei sapeva bene cosa dirgli
-
Innamorato? – le suggerì lui, e lo sguardo divenne intenso.
Lei
rimase in silenzio a fissarlo e poi distolse lo sguardo. Come temesse che lui
potesse leggere nei suoi occhi la verità.
-
Buffy guardami – le disse gentilmente lui. Sollevandole il mento con la mano.
-
Ti prego – lo implorò lei. Ormai stanca di lottare contro tutti, e soprattutto
contro i suoi sentimenti.
-
Di cosa hai paura? Perché vorresti odiarmi? – Le chiese lui.
-
Io ti devo odiare …così non soffrirò quando te ne andrai. Quando tutto questo
finirà – per una volta non mentì, non si nascose.
-
Io non so se questo tra noi….potrà finire un giorno Buffy. Chi può saperlo? Ma
questo non deve impedirci di vivere quello che proviamo –
Buffy
strinse i pugni ed abbassò il capo non del tutto convinta.
Lui
rimase un attimo in silenzio e poi alzò gli occhi al cielo.
-
Accidenti. Sono un’idiota Buffy, perdonami -
Buffy
lo guardò senza capire.
-
Ho detto solo un mucchio di balle Amore. Tra noi non finirà, maledizione. In
tutta la mia vita ho fatto cose che tu non puoi immaginare e altre che non
vorrei tu immaginassi. Ma di una cosa sono certo. Di una sola cosa….te. Quindi
puoi giurarci tesoro che tra noi non finirà. Ed anche se tu lo volessi, io non
lo permetterò amore. Tu sei mia …oggi, domani e sempre. Questa è la verità -
Aveva
detto quelle parole senza guardarla in viso. Tirò un sospiro e girò il viso
verso di lei.
Buffy
aveva smesso di piangere e lo guardava ad occhi sgranati.
-
Ti amo – fu un sussurro. Una sospiro. Un alito di vento nella notte. Ma fu
sufficiente per far sussultare Spike e il suo cuore.
Rimase
in silenzio e questa volta era lui ad avere gli occhi lucidi. La fissava
incredulo. Per un attimo pensò davvero di averlo solo sognato. Buffy che gli
diceva ‘ Ti amo ‘.
Buffy
stessa si sorprese, e in quel preciso istante in cui le pronunciò, lei seppe
che quelle parole erano vere. Lei amava Spike.
Lui
socchiuse gli occhi e la scrutò attentamente come per rendersi conto della
realtà.
E
lei senza dire nulla si avvicinò ancora di più a lui e sollevandosi sulle punte
si protese verso il suo viso. Le sue labbra morbide cercarono quelle smarrite
di lui e le imprigionarono.
Un
bacio dolce e sensuale. Buffy sollevò le braccia e le strinse attorno al collo
di Spike, che come ridestatosi improvvisamente dal stupore del momento. Le
cinse la vita con le sue e l’attirò a se in modo che i loro corpi aderissero
tanto, che nell’oscurità sembrava uno solo.
-
Buffy, ti amo – le disse baciandole il collo, il viso gli occhi e le labbra.
Buffy
non disse altro. Gli sorrise timorosa. Come avesse paura che quel sorriso dopo
le sarebbe costato troppo. E gli tese la mano.
Spike
la guardò e gliela strinse soddisfatto. Si incamminarono verso casa. Dapprima
camminando lentamente, poi si scambiarono due o tre occhiate che parlavano di
desiderio e di passione, e senza rendersene conto si ritrovarono sotto il
portico di casa. Entrarono correndo e senza fermarsi corsero su per le scale.
Lui le cinse i fianchi con le mani mentre salivano le scale e lei rise. E la
sua risata riempì tutta la casa.
George
si affacciò nell’ingresso, la vide bella, stupenda e allegra abbracciata al suo
uomo mentre si baciavano. E anche i suoi occhi divennero lucidi. Era tanto che
aspettava quel giorno ed ora che era arrivato lui piangeva. Scosse il capo e
tornò in cucina a sorseggiare, finalmente sereno, il suo tè.
Entrarono
nella stanza buia. Buffy fermò la mano di lui sull’interruttore, in una muta
richiesta di oscurità.
Spike
capì e non accese la luce. La strinse tra le braccia e la sollevò senza
smettere di baciarla.
La
stese sul letto delicatamente, come avesse paura che potesse frantumarsi in
mille pezzi come cristallo.
Lei
ansimante, si era abbandonata completamente a lui. Si fidava e questo lo
riempiva di orgoglio e di gioia. Si chinò a baciarla, mentre con le mani le
sollevava la maglietta e le sbottonava i jeans. Buffy si strinse ancora di più
a lui e cominciò a sbottonargli la camicia. Anche lei voleva sentire l’odore
della sua pelle, sulla sua. Il sapore del suo corpo sulle sue labbra. Il suo
amore avvolgerla e riscaldarla.
Si
accarezzarono a lungo, senza sosta. Si esplorarono come bisognosi di
riconoscersi e di impossessarsi di ogni molecola dei loro corpi, in un bisogno
di appartenenza che solo due amanti, nel buio di una stanza possono capire.
La
penetrò con delicatezza tenendo gli occhi sprofondati in quelli dolci e
arrendevoli di lei.
Quello
era il volto della vera Buffy. E lui lo vedeva per la prima volta. A volte
quando avevano fatto l’amore lo aveva intravisto nei momenti di intenso
piacere, quando la sua mente allentava il controllo sul suo corpo. Ma adesso
era chiaro e limpido. I tratti morbidi e gentili. Le labbra imbronciate in un
lieve sorriso. Lo sguardo sensuale e pieno di amore. Spike rimase senza fiato,
immobile a guardarla. Stava annegando nei suoi occhi verdi.
-
Dillo ancora amore ti prego – le chiese cominciando lentamente a muoversi in lei.
-
Ti amo Spike – sussurrò di nuovo lei.
Gli
occhi si sorrisero finalmente complici e le loro labbra si cercarono ancora e
ancora. Sino a che esausti non si accoccolarono l’uno nelle braccia dell’altro.
Lui
continuava ad accarezzarle il braccio e ad intrecciare le sue dita a quelle di
lei.
All’improvviso
lei sollevò il viso e lo guardò di nuovo con paura e incertezza negli occhi
-
Pensavi davvero quello che hai detto? – Ed attese supplichevole.
Lui
sorrise dolcemente e rispose
–
Sì, ogni singola parola Amore. Tra noi non finirà, questa è la verità – e le
stampò un bacio sulle labbra. Lei sorrise rassicurata e tornò a posare il capo
sul suo petto. E il sonno non portò con se incubi e brutti ricordi. Ma sogni di
un futuro di nuovo pieno di speranza e d’amore.
-
Ti amo Spike – mormorò ancora mentre scivolava nel sonno.
Spike
scostò una ciocca di capelli dal suo viso e con un dito ne tracciò i contorni.
-
Lo so Buffy….l’ho sempre saputo – chiuse gli occhi ed anche lui scivolò nello
stesso sonno di Buffy.
Capitolo
17
I
giorni trascorsero sereni, per i due amanti ritrovati, sotto gli occhi benevoli
di George. Ma le nubi di un grigio acciaio si addensavano all’orizzonte
annunciando l’arrivo dell’inverno.
Tornarono
a casa dopo una piacevole cavalcata. Buffy era stanca e decise di salire di
sopra a riposare mentre Spike le disse che l’avrebbe raggiunta dopo. Aveva del
lavoro da sbrigare.
In
camera un pacco era stato lasciato sul divano. Era indirizzato a lei. Buffy lo
aprì con un brutto presentimento che le opprimeva il cuore.
Conteneva
alcuni vecchi numeri del Time e una lettera.
Era
di Dru.
‘
Cara Buffy,
Darla,
tuo padre ed io stiamo partendo per le Hawaii. Passeremo lì quest’inverno. Ti
scrivo per due ragioni. La prima è per informarti che mi sposo. Con Lindsay
McDonald. Credo che tu sappia chi è. E la seconda è per…..consegnarti queste
riviste. Spero che siano di tuo gradimento.
Non
sai quanto sia dispiaciuta di non poter vedere la tua faccia quando le
leggerai. Povera piccola ingenua sognatrice…che delusione avrai.
Ora
ti saluto a presto
Dru. ‘
Buffy
rimase a fissare il foglio per alcuni minuti e poi titubante prese le riviste
in mano. Si sedette sul divano e guardò per un attimo fuori. Attese e si preparò,
sapeva che un duro colpo stava per esserle sferrato.
I
bordi di alcune pagine erano piegati Buffy si soffermò sul primo e cominciò a
leggere. I suoi occhi si sbarrarono in uno sguardo di orrore e disgusto.
Spike
era stato sposato per sei anni, con una donna di nome Cecily. Aspettavano un
bambino e lei lo aveva perso. Lui la tradiva con tante donne, a giudicare dalle
foto dei giornali. Lei aveva un’espressione così triste…come….come…..sua madre.
Gli occhi di Buffy si velarono di lacrime.
Lui
dopo la perdita del bambino l’aveva lasciata e lei aveva avuto un esaurimento,
depressa era finita alcolizzata. Solo dopo quattro lunghi anni di cura era
riuscita a riprendersi.
Buffy
era inorridita, guardava un collage di foto di Spike abbracciato sempre ad una donna
diversa. In tutte sorrideva. E sua moglie stava male.
Per
un attimo Buffy rivide il volto di sua madre e i suoi occhi vuoti. Le bottiglie
lasciate sul tavolo della cucina e le sue lacrime silenziose, versate quando si
chiudeva in bagno.
Il
cuore di Buffy si incrinò e poi si spezzò. In una foto era ritratta anche la
cugina di Spike. Dawn e lei la riconobbe. Era quella ragazzina che la seguiva
ovunque al college. Ricordò che una volta l’aveva fermata domandandole faccia a
faccia, perché le stesse sempre dietro. E lei aveva risposto ‘ perché qualcuno
innamorato di te e molto geloso, vuole che ti tenga d’occhio ‘
Tornò
a fissare le foto che riprendevano suo marito con quelle donne e notò con
orrore che tutte erano bionde con i capelli lisci e gli occhi verdi.
Buffy
fu scossa da un tremito. Era lei. Ogni donna le assomigliava. Un senso
fortissimo di nausea la assalì e la testa cominciò a martellarle. Richiuse le
riviste e guardò fuori. Le lacrime non scesero, proprio come allora. Di nuovo
quel senso di paura e di freddo la avvolse. E tornò a chiudersi nella sua
fortezza di silenzio e solitudine.
Nascose
le riviste nel suo comodino e si stese sul letto.
Chiuse
gli occhi e si addormentò, gli incubi tornarono a farle visita nel sonno.
Si
risvegliò in preda all’angoscia era pomeriggio inoltrato. Guardò fuori e poi
cercò di girarsi e si irrigidì. Accanto a lei c’era Spike addormentato. Che la
teneva stretta tra le sue braccia.
Fissò
il suo viso, era così sereno, quasi angelico. Ebbe l’impulso di accarezzarlo,
ma poi il volto di Cecily a cui si sovrappose quello di sua madre, le tornò
alla mente e di nuovo un senso di nausea l’assali. Il volto si irrigidì e le
mani si chiusero in pugni. Ecco il dolore arrivare sordo e forte. Lei lo sapeva
che sarebbe accaduto. Era sempre accaduto, le persone che lei amava l’avevano
sempre distrutta. Ma questa volta no, questa volta sarebbe stata lei la più
forte. sarebbe scappata, ed avrebbe vinto. Prese la sua decisione e lentamente
ma con decisione si sciolse dal suo abbraccio.
Lui
si risvegliò e aprì i suoi occhi di un blu intenso come il cielo di fine
estate, quando il vento spazza via l’afa e il cielo fa quasi male a guardarlo,
tanto è denso.
-
Amore. Dormito bene? – le chiese allegro.
Buffy
non rispose, distolse gli occhi e si alzò. Lui cercò di trattenerla nel suo
abbraccio.
-
No, non andare ancora. Resta un po’ tra le mie braccia -
-
Voglio alzarmi – disse secca, con voce atona. Spike rabbrividì, quella voce era
la voce della Buffy trincerata dietro le sue difese, non la Buffy innamorata e
arrendevole che ora lui conosceva.
Un
presentimento gli causò una fitta al petto, ma non volle vederlo.
-
E’ successo qualcosa amore? – chiese in apprensione.
-
Niente – disse lei allontanando le sue mani, e in un balzo raggiunse il bagno e
ci si rinchiuse dentro, prima che lui potesse fare altre domande o dire
qualcosa.
Spike
rimase a fissare la porta chiusa e sentì che qualcosa si era spezzato
nuovamente tra loro, e tremò al solo pensiero che lei potesse essersi già
pentita, già stancata. A cena furono silenziosi. George, pur senza darlo a
vedere era preoccupato. Sentiva che qualcosa era accaduto e soprattutto lo
sguardo di Buffy non gli piaceva. Conosceva quello sguardo e sapeva che non
prometteva nulla di buono.
Non
disse nulla, restò anche lui in attesa di quello che stava per accadere.
Buffy
rimase in piedi sino a tardi, sola al buio nel portico. George in cucina lavava
i piatti e guardava dalla finestra, cercando di osservarla, di capire cosa la
sua mente stesse architettando.
-
Cosa è successo? – domandò a voce bassa a Spike che era rimasto in cucina con
lui, con un’espressione sconsolata.
-
Non lo so – disse passandosi le mani sul viso – è da quando si è svegliata che
è ….- non voleva nemmeno pronunciare la parola.
-
Fredda? – Fu George a farlo per lui.
-
Tu cosa pensi? – chiese Spike in apprensione.
-
Che non mi piace. Spike….è successo qualcosa. La stiamo perdendo di nuovo –
Quelle
parole dette con quel tono, fecero spaventare Spike. Le sue labbra tremavano
mentre parlava
-
No. Io non voglio perderla….- sospirò.
-
Cosa è successo? – domandò di nuovo. Era sicuro che qualcosa fosse accaduto.
-
Non lo so. Non lo so – Spike era agitato. E smarrito.
La
mascella contratta e i pugni stretti sul tavolo.
-
Andiamo a letto….domani vedremo – anche se George ormai sapeva che era
inevitabile.
Buffy
continuò a rimanere nel portico anche dopo che George e Spike erano andati
nelle loro stanze.
Ma
nessuno dormiva. Spike si rigirava nel letto affacciandosi alla finestra di
tanto in tanto per vedere se lei fosse ancora lì. Quando non la vide più tornò
a letto con il cuore in gola, sperando che lei stesse salendo in camera da lui
e non che stesse scappando.
La
maniglia si piegò e Spike sospirò sollevato chiudendo gli occhi. Facendo finta
di dormire.
Lei
entrò in punta di piedi e si avvicinò al letto. Esitò un lungo istante in piedi
dal suo lato, guardando il posto vuoto ed infine si coricò, rannicchiata nel
suo angolo.
Spike
si sentì morire. Ce l’aveva con lui. Buffy non lo voleva più. Non accettava
quell’idea. Si avvicinò a lei piano e con le braccia l’avvolse ed attirò a se.
Sprofondò
il viso nei suoi capelli e la strinse forte a se, come volesse affermare ancora
la reciproca appartenenza. Ma Buffy era già lontana. Rimase rigida girata di
spalle a fissare la parete buia e vuota.
Lui
le accarezzò dolcemente il ventre e risalì verso il seno, Buffy gemette e
chiuse gli occhi per un istante. Quella era la loro ultima notte insieme.
Domani tutto sarebbe cambiato. Lui continuò ad accarezzarla mentre le posava
piccoli baci sul collo. L’altra mano scivolò tra le cosce di Buffy,
accarezzandole sensualmente per risalire verso la sua femminilità. Buffy era
ancora rigida, ma il calore di quelle carezze già la facevano fremere.
-
Amore sei sveglia – le sussurrò lui con voce roca.
Buffy
non rispose, si girò verso di lui e lo guardò per un solo lunghissimo momento.
Poi lo attirò verso di se e lo baciò. Un bacio di addio e a Spike si spezzò il
cuore. Le afferrò le braccia e l’attirò ancora di più a se, come volesse
protestare: dirle di No, che quello non era un addio, ma era tardi, lei era già
partita.
Continuò
a baciarla all’infinito con la disperazione di un amante che sente che è
finita, che lei lo sta lasciando. E fecero l’amore con rabbia e dolore sino a
che esausti non si stesero l’uno accanto all’altro oramai distanti e separati.
Due solitudini che si erano toccate per un attimo fuggevole e che riprendevano
ognuna la propria strada, perse nella realtà del loro passato.
Capitolo
18
Pioveva
a dirotto quella mattina, segno che l’estate era davvero finita.
Il
rumore del picchiettare della pioggia sui vetri lo destò.
Si
guardò intorno, Buffy non c’era. Si mi a sedere sul letto di scatto.
-
Buffy – gridò, ma nessuna risposta.
Velocemente
si alzò, indossò la prima cosa che trovò e corse di sotto.
-
George dov’ è Buffy? -
-
E’ fuori ….non è rientrata – George sembrava triste.
-
Ma piove a dirotto –
-
Si lo so –
-
Vado a cercarla – e risoluto uscì sotto la pioggia.
La
cercò per tutta la tenuta ed alla fine la trovò bagnata zuppa nei pressi del
lago.
-
Buffy ma sei impazzita! Ti ammalerai – le corse incontro per stringerla e
cercare di coprirla come meglio poteva.
-
Lasciami – sibilò lei allontanando le sue mani con un senso di repulsione.
-
Cosa? – Spike era stupito – cosa ti prende Buffy? – domandò incerto.
Le
sue lacrime confuse con le gocce di pioggia scivolarono non viste, ma non disse
nulla.
-
Buffy – negli occhi di Spike un’espressione di puro terrore.
Quel
silenzio lo spaventava più delle sue offese e della sua rabbia.
-
Andiamo a casa – Spike cercò di abbracciarla ancora, ma lei evitò il contatto.
-
Ti ho detto di non toccarmi Spike – Lui sospirò rassegnato e le indicò la
strada.
Buffy
entrò di filato in cucina e senza dire una parola salì nella sua stanza.
Spike
l’aveva osservata allontanarsi ed era sempre più abbattuto.
Da
quel giorno lentamente ma inesorabilmente Buffy lo tagliò fuori dalla sua vita,
senza una spiegazione Non gli parlava più, non lo considerava, non lo
sopportava. Le prime notti aveva continuato a fare l’amore con lei.
Ma
il suo sguardo assente ed il suo silenzio lo avevano fatto sentire un verme e
così aveva smesso di toccarla. Era disperato e sempre più confuso, mentre lei
era sempre più lontana, più irraggiungibile.
George
osservò i suoi cambiamenti attento e preoccupato.
Una
sera, più stanco e deluso del solito Spike aveva cominciato a litigare con
Buffy, non voleva uscisse. Ormai lei usciva
a tutte le ore.
-
Buffy, ti ho detto che questa sera non metterai piede fuori di casa…dobbiamo
parlare -
-
Togliti di mezzo Spike – ringhiò lei. Ma Spike fu irremovibile e le parlò per
più di un’ora, ma qualsiasi cosa dicesse, lei non lo ascoltava.
Era
furioso.
-
Guardami Buffy – urlava mentre lei continuava a far finta che non esistesse.
Chiuse
i pugni e respirò profondamente, stava per perdere il controllo, lo sentiva.
-
Buffy ti ho detto di guardarmi – la sua voce improvvisamente calma era più
minacciosa delle sue grida.
Lei
continuò ad ignorarlo. La raggiunse con un balzo e la strattonò tenendola
saldamente per le braccia. Lei non lo degnò di uno sguardo e lui folle sollevò
una mano e la colpì in pieno viso.
Buffy
attonita continuò a fissare il vuoto, evitando di guardarlo.
Lui
cominciò a piangere disperato e la spinse sul letto, le strappò i vestiti e
fece l’amore con lei. C’era rabbia, dolore e terrore nei suoi movimenti e nei
suoi baci.
Buffy
lo detestò con tutta se stessa, ma non pianse.
Non
disse nulla, continuò a fissare il vuoto.
Lui
si stese accanto a lei inorridito e si coprì il volto con un braccio.
-
Oh Dio mio, cosa mi hai fatto fare Buffy? Cosa mi hai fatto diventare? – e
senza guardarla uscì dalla stanza con un senso di disgusto per se stesso.
Il
giorno dopo lei era partita e lui non l’aveva fermata.
-
Spike….sei sicuro di quello che stai facendo? -
Gli
chiese George.
-
No, non lo sono. Ma anche se se n’è andata non le concederò il divorzio, mai –
sospirò e si sedette a guardare lontano.
-
Cosa hai intenzione di fare? –
-
Di tormentarla sino a che non tornerà con me –
Disse
Spike deciso e George annuì con il capo.
-
Ti ha detto qualcosa, il perché? –
- No nemmeno una parola –
Buffy
si era trasferita a Los Angeles e lavorava come impiegata in una società di
telefonia.
Trascinava
la sua vita tra il lavoro e la solitudine di sempre.
Le
mancava terribilmente Tara, no non era esatto… le mancava lui.
Doveva
avere assolutamente il divorzio per mettere una pietra su quella storia.
Se
continuava a restare sposata con lui non avrebbe potuto.
Chiamò
George per chiedergli aiuto.
-
Ciao George -
-
Buffy – rispose sorpreso George.
-
Ti prego cerca di convincere Spike a concedermi il divorzio. –
-
Parlaci tu – le rispose secco George.
-
Non ho intenzione di tornare a Tara –
-
Non ce n’è bisogno, lui sta venendo da te…per riportarti a casa –
Buffy
si sentì mancare, non si sarebbe mai liberata di lui se non…..
La
sera stessa…..
Spike
bussò violentemente alla porta.
-
Calma. Arrivo – Buffy era tesa come la corda di un violino.
Aprì
la porta e lui era davanti a lei, con il suo sorriso sexy e lo sguardo
innamorato.
Per
un attimo il cuore di Buffy si fermò incantato a guardarlo, ma fu solo un
attimo.
-
Ciao amore ….- Buffy si sentì debole, Dio quanto le era mancata la sua voce.
-
Cosa vuoi? – cercò di restare fredda e distaccata.
Lui
sorrise, scuotendo leggermente il capo e rispose – Te –
-
Scordatelo Spike! È finita tra noi – Buffy cercò di auto convincersi.
-
No. Non lo accetto Buffy, voglio una spiegazione -
-
Semplice: Non ti amo. È sufficiente come spiegazione? –
-
Non è vero Buffy…tu mi ami –
-
Non più – tagliò corto lei.
-
Buffy ti prego parliamo. Spiegami cosa è accaduto – si avvicinò e la prese tra
le braccia.
Le
sue labbra stavano per sfiorare quelle semidischiuse di lei quando….si sentì un
rumore sordo provenire dall’altra stanza.
-
Non sei sola? – domandò curioso Spike.
-
No! – Buffy si irrigidì e così anche Spike.
-
Chi c’è Buffy? Avanti parla – di nuovo quel senso di stordimento e di
disperazione avvolsero Spike.
Un
ragazzo bruno dell’età di Buffy fece la sua apparizione nel soggiorno.
Indossava solo un paio di Box e aveva l’aria assonnata.
-
Questo chi è? – ringhiò avvicinando il suo viso a quello di Buffy.
-
Lui è uno con cui mi diverto Spike – cercò di mantenersi sicura.
Spike
rimase a bocca aperta. Il viso contratto in una smorfia di dolore e poi…. La
testa gli scoppiava, se fosse rimasto ancora un minuto in quella stanza avrebbe
fatto una pazzia.
Senza
dire altro si avviò verso la porta
-
Addio Buffy. Abbi cura di te – disse prima di richiuderla dietro di se con un
tonfo.
Buffy
sospirò profondamente e poi si strinse nelle spalle. Era tutto finito.
-
Tesoro torniamo a letto? – le chiese Parker.
-
Prendi la tua roba è vattene –
Buffy
lo liquidò, aveva ottenuto quello che voleva ora poteva anche andarsene al
diavolo.
Rimasta
sola nel suo minuscolo appartamento si abbandonò ad un pianto disperato.
Spike
aveva guidato come un matto, ubriaco fradicio. Rientrò a Tara che era notte
fonda.
Sfondò
la porta della cucina per entrare, facendo accorrere la servitù spaventata.
Una
volta dentro cominciò a spaccare tutto quello che gli capitava tra le mani.
-
Spike! – gridò George – fermati. Cosa è successo? –
Aveva
lo sguardo terribilmente in ansia.
-
Lei…lei….- Spike piangeva e rideva allo stesso tempo, faceva davvero pena a
guardarlo.
-
Era con un altro….è andata a letto con ….- le parole gli morirono sulle labbra.
-
E’ finita – disse rendendosi conto della realtà e si accasciò sul pavimento, vomitando
anche l’anima.
George
lo accompagnò nella sua stanza e lo aiutò a mettersi a letto.
I
suoi occhi lanciavano lampi di rabbia e di furore.
Questa
volta Buffy se la sarebbe dovuta vedere con lui.
-
Perché George? – gli domandò in un sussurro, affondando il capo nel cuscino.
-
Perché ha paura di te e ….di quello che lei prova per te. – disse affranto
George.
Spense
la luce e chiuse la porta.
-
Buffy…..stupida ragazzina…..- sospirò e tornò nella sua stanza, l’indomani
sarebbe partito per Los Angeles.
Capitolo
19
Era
l’alba quando il treno diretto a Los Angeles lasciò la stazione di Sunnydale.
George seduto in prima classe guardava dal finestrino con sguardo minaccioso e
contrariato.
Prima
di andarsene si era assicurato che Spike stesse meglio e poi era partito. Buffy
gli doveva una spiegazione, gliela doveva e gliel’avrebbe data, con le buone o
con le cattive.
Bussò
alla porta dell’appartamento con fare deciso. Ed attese, finalmente dopo alcuni
minuti la porta si aprì e Buffy stanca, e visibilmente abbattuta gli apparve
davanti.
-
Ciao, cosa sei venuto a fare George? – sospirò e si andò a sedere sul divano.
-
Perché? – chiese solo, deciso.
-
Perché cosa? – lui la guardò adirato.
-
Lo sai bene Buffy – sibilò e le si parò davanti con tutta la sua autorità.
-
Perché….sì – Buffy non voleva parlare, non era abituata a parlare delle cose.
Rivelare la sofferenza e la gelosia, nel vedere quelle foto. Nel sapere la
verità e la rabbia per la menzogna. Buffy non era abituata a parlare di se
stessa e soprattutto dei suoi sentimenti.
-
Buffy – l’ammonì lui.
-
Basta, non voglio sentire più nulla, niente. Lasciami in pace! – urlò
disperata.
-
Buffy…quando ho saputo delle nozze tra te e Spike, ho temuto per te. Ho pensato
che tu potessi soffrire come tua madre –
Buffy
lo guardò e gli occhi divennero lucidi.
-
Ma mi sbagliavo – George sospirò pesantemente e dopo una lunga pausa aggiunse –
Tu non corri questo rischio Buffy…perché sei simile a tuo padre -
Buffy
sgranò gli occhi incapace di dire una sola parola.
-
Già Buffy….Spike è più simile a tua madre oggi. E sai perché? – La guardò fissa
negli occhi.
-
Lui ha mentito, lui ha tradito la moglie – disse in un sussurro come a volersi
giustificare.
-
Tutti possiamo sbagliare Buffy….nessuno è perfetto. Ma lui ti ama davvero, ed è
questo che lo rende fragile come tua madre. Tu invece, sei vuota come tuo
padre. So che non è del tutto colpa tua, so che dipende da quello che è
accaduto prima….ma tu ti stai comportando con Spike esattamente come faceva tuo
padre con tua madre….e come tua madre in un certo senso ha fatto con te. –
Buffy
non voleva ascoltare, scuoteva il capo e si copriva le orecchie con le mani, ma
era tutto inutile, quelle parole si erano impresse sul suo animo con il fuoco.
George
si guardò intorno per qualche istante e poi gettò l’armonica in grembo a Buffy
che rimase attonita.
-
Questa te la puoi riprendere adesso – e voltandosi la lasciò sola con il suo
dolore e la sua rabbia.
Tornò
a Tara nel pomeriggio con delle domande da fare e con dei buoni consigli da
dare.
Entrò
in cucina come una furia, cosa molto strana per un uomo flemmatico come lui.
Salì
in camera di Spike e Buffy. Lui era ancora a letto, era distrutto ma sveglio.
-
Ciao George – lo salutò, ma George gli rivolse solo un breve cenno del capo e
cominciò a frugare nella stanza.
-
Cosa stai cercando? – gli chiese Spike curioso.
-
Il pacco! – George era mortalmente serio.
-
Che pacco? – Spike non capiva. Gli occhi di George si illuminarono e tirarono
fuori da l’ultimo ripiano dello scrittoio alcuni giornali ed un figlio
spiegazzato.
Incurante
del corretto comportamento che un maggiordomo si presuma debba avere, cominciò
a leggere la lettera. Man mano che procedeva l’espressione si incupiva e si
faceva più accigliata.
-
Lo sapevo! – disse alla fine e quasi imprecò.
Poi
finalmente i suoi occhi indagatori e forse un po’ accusatori, si posarono su
Spike.
-
E’ vero? – disse semplicemente mostrandogli una pagina del Time.
Spike
sbiancò e balbettò confuso parole incomprensibili.
George
attese in silenzio, voleva dargli una chance.
-
Si è vero – abbassò il capo sospirando.
-
Ah! – George sembrava deluso – E cosa volevi fare? Piantare Buffy non appena
avessi conosciuto un’altra avvenente studentessa? – George usò il tono più
sprezzante di cui era capace per dire quella frase.
-
Cosa? – Spike lo guardò un po’ spaesato – ma non sono stato io a lasciare lei.
E’ stata lei – si passò una mano tra i capelli e si alzò dal letto, con
movimenti incerti. I postumi della sbornia si facevano sentire.
-
Lei? – George sembrava non capire.
Lui
annuì. – Ero giovane e molto stupido. Mi infatuai di lei e…quando uscì in
cinta, la sposai – guardò fuori dalla finestra – e avrei anche cercato di far
funzionare le cose per il bambino. Ma poi….lei ….- il suo viso si indurì in una
smorfia di rabbia.
– Una sera durante una furibonda litigata
perché io non volevo accontentare un suo capriccio….strano non ricordo nemmeno
di cosa si trattasse. Lei mi urlò in faccia che ero un imbecille, che ero
cascato nella sua rete come un allocco. Che il bambino non era mio e che lei mi
disprezzava. Mi considerava inferiore a lei e mi aveva sposato solo per il
denaro -
Spike
sorrise amaramente al ricordo di quella notte – provai un senso di nausea e di
disgusto. Quella sera stessa feci i bagagli e me ne andai. Giurando che nessun
altra donna mi avrebbe preso in giro.
Cominciai
a divertirmi, ma non chiesi subito il divorzio…il bambino, mi dispiaceva –
George
si sedette incredulo.
-
Lei aveva continuato la relazione con il padre del bambino, e quando lui la
lasciò lei….si procurò un aborto – per un attimo nella stanza calò un silenzio
innaturale – cadde in uno stato depressivo e divenne alcolizzata. Non me la
sono sentita di lasciarla, almeno economicamente ho continuato a darle il mio
sostegno, anche se non volevo più vederla. Nel frattempo, ho conosciuto Buffy,
e tutti i miei propositi di evitare i legami sono andati a farsi benedire.….e
come ti ho detto ho iniziato a frequentare tutte donne bionde con occhi verdi,
illudendomi. Alla fine Cecily mi ha concesso il divorzio in cambio di una
cospicua somma di denaro. Poco dopo Dawn mi ha chiamato dicendomi che Buffy
tornava a casa e che la sua iscrizione per l’anno successivo non era stata
rinnovata. Così ho preso il primo aereo e sono venuto qui. -
Spike
si sedette sul letto di fronte a George e poi concluse - Mi ero innamorato di
Buffy e volevo sposarla e prendermi cura di lei –
-
Perché non glielo hai detto? – George lo guardò amareggiato.
-
Oddio George, ho faticato così tanto già così per far si che lei si fidasse di
me. Figuriamoci se le avessi detto che ero stato sposato, e che avevo
divorziato. Per il mondo io ho lasciato mia moglie in una clinica per
alcolizzati dopo che lei aveva perso nostro figlio. Buffy non mi avrebbe mai
creduto e non mi avrebbe sposato – si prese le mani tra i capelli in un gesto
di disperazione.
-
Volevo solo aspettare il momento giusto, quando lei si fosse fidata abbastanza.
–
-
Che guaio – mormorò George il cui cervello attivo stava già elaborando un piano
per risolvere la situazione.
Quattro
settimane dopo……
Buffy
era sempre più stanca ‘ lei è incinta congraturazioni ‘ le parole del medico le
riecheggiavano nella mente. A causa delle sue assenze era stata licenziata, la
corrente le era stata staccata e non aveva i soldi per comprare da mangiare.
Seduta nel soggiorno alla luce di una candela fissava le pareti, come se quei
muri spogli potessero darle la risposta che cercava. ‘ Come era potuto
accadere? ‘
E
il ricordo delle foto di lui sul giornale non la abbandonava un istante.
Spike
riappese il ricevitore con rabbia.
-
Cosa vuoi fare adesso Spike? – gli domandò serio George.
Spike
lo fissò per qualche istante e poi disse secco
-
Lo vedrai George – si alzò dal letto e andò in bagno a vestirsi.
Qualunque
cosa fosse accaduta, lui la rivoleva con se. E l’avrebbe riavuta.
Parcheggiò
la macchina e scese sbattendo lo sportello. Guardò il vecchio palazzo
fatiscente e sospirò stringendo i pugni. Attraversò la strada rapidamente ed
entrò nel portone semichiuso, con la serratura rotta.
Bussò
insistentemente alla porta quasi volesse buttarla giù.
Buffy
fu scossa da un brivido e si alzò in piedi spaventata.
Si
guardò attorno come volesse cercare un posto dove nascondersi, ma non c’erano
nemmeno più i mobili.
Rimase
in silenzio, nella speranza lui pensasse che lei non fosse in casa.
L’illusione
durò solo un breve istante. La sua voce tuonò dietro la porta chiusa.
-
Buffy apri, so che sei in casa. Aprimi o butto giù la porta – era arrabbiato e
Buffy si sentì braccata.
Si
affacciò alla finestra per cercare una via di fuga, ma non c’erano scale
esterne in quel dannato palazzo.
Cominciò
a muovere le mani nervosamente e a respirare affannosamente. La testa le
girava.
-
Buffy – la voce era minacciosa.
Spike
batteva i pugni violentemente contro la porta e Buffy sudava freddo.
Un
calcio, un rumore sordo e lui era di fronte a lei, che la fissava furibondo.
-
Buffy! – urlò e si avvicinò.
Buffy
sgranò gli occhi e aprì la bocca per dire qualcosa, ma nessun suonò uscì.
Lui
si guardò intorno e ancora più adirato tornò a posare il suo sguardo su di lei.
-
Buffy….adesso basta! Questo deve finire – era vicinissimo e i suoi occhi
fiammeggiavano.
Buffy
improvvisamente fu scossa da tremiti e cominciò a singhiozzare, probabilmente
lo stress e lo stato in cui era contribuirono a renderla più fragile.
L’espressione
di Spike mutò immediatamente, da dura ed arrabbiata divenne dolce e gentile.
Inclinò
il capo da un lato e l’attirò a se, avvolgendola in un abbraccio gentile e
rassicurante.
-
St….non piangere piccola, su è tutto a posto. Ora ci sono io qui con te –
Chiuse
gli occhi mentre le accarezzava il capelli dolcemente e le baciava la fronte.
Buffy
rimase immobile per alcuni istanti e poi cominciò a colpirlo con piccoli pugni
sul petto.
Tutta
la sua rabbia e il suo dolore esplosero in violenti tremiti ed in un pianto
dirotto che le veniva dritto dal cuore.
-
Perché? Perché? – continuava a ripetere sommessamente, mentre le lacrime
scemavano e i suo tremiti si attenuavano, vinti dal calore di quella stretta.
-
St…basta amore, adesso torniamo a casa – le sussurrò mentre le posava un
leggero bacio sulla guancia.
-
No – protestò lei, riaprendo gli occhi e cercando di liberarsi dal suo
abbraccio.
Lui
ignorò le sue proteste e continuò a stringerla a se e ad accarezzarla
dolcemente. Quanto gli era mancata. Il suo odore, la sua pelle morbida, i suoi
capelli e quel suo sguardo di cerbiatto spaurito.
No
non l’avrebbe mai lasciata, non avrebbe potuto. Lei era sua, era il suo destino
a qualunque costo.
-
Lasciami – mormorò e con le mani cercò di spingerlo via.
Lui
respirò pesantemente e poi si staccò da lei.
Si
guardò in torno, vide la valigia che lei si era portata via, per terra dietro
la porta.
La
prese e cominciò a riempirla con la roba di lei che era sistemata su un
lenzuolo in un angolo.
Buffy
ebbe un tremito, e in un gesto disperato si avvicinò alla valigia e cercò di
prendere le cose che lui vi aveva appena messo dentro.
-
Buffy – intimò lui – tu torni a casa con me – fu in quel momento che i loro
sguardi si incontrarono. Lei distolse il suo immediatamente e strinse i pugni.
-
No, non voglio – l’aria accigliata e lo sguardo spaurito.
Spike
scosse il capo, aveva una gran voglia di prenderla tra le braccia e fare
l’amore con lei, ma non era il momento quello. Quindi continuò a fare la sua
valigia.
-
Ti ho detto No. – Buffy era agitata.
Il
suo silenzio la innervosiva ancora di più.
-
Io non verrò da nessuna parte con te! E poi ….hai dimenticato? Io sono stata
con….-
Spike
la fulminò con lo sguardo – Non l’ho dimenticato Buffy – serrò la mascella.
-
Non ti fa sc…..-
-
Sta zitta Buffy….- lui aveva stretto i pugni ed aveva un’espressione
indecifrabile.
-
Ti ho detto che tu torni a casa con me. Non farmelo ripetere –
-
No – protestò incerta lei.
-
Andiamo Buffy – chiuse la valigia e le tese la mano.
Lei
non si mosse.
-
Non voglio venire – disse a bassissima voce come avesse paura che lui la
sentisse.
Lui
le si mise di fronte e le sollevò il mento con gesto deciso.
-
Buffy non lascerò che tu faccia nascere nostro figlio in questo posto – le
disse a brucia pelo guardandola dritto negli occhi.
Buffy
sentì il pavimento cedere sotto i suoi piedi. Distolse in fretta lo sguardo e
cercò rapidamente nella sua mente una scusa, una bugia, ma lui fu più veloce.
La prese per un braccio e la trascinò via.
Ancora
intenta a cercare una scappatoia si trovò davanti alla macchina di Spike.
-
Ma…. – cercò di obiettare disperatamente, ma lui con gesto deciso aprì lo
sportello e la spinse dentro.
Partì
a tutta velocità diretto a casa.
Dopo
l’iniziale smarrimento Buffy si riprese e mille domande si affacciarono alla
sua mente.
-
Come hai fatto a sapere che…? -
-
Cosa credevi? Che ti avrei permesso di vivere in questo posto senza assicurarmi
che non ti accadesse nulla? – la guardò di sfuggita per un attimo.
Buffy
aveva spalancato gli occhi per la sorpresa, ma non osò guardarlo.
-
Uno dei miei uomini ti ha seguita e….poi mi ha chiamato. Ho fatto due
telefonate ad un mio amico che lavora in ospedale ed ho saputo – altro sguardo
intenso e breve.
Non
le disse che i suoi uomini in quelle settimane l’avevano seguita notte, e
giorno e che ogni volta che un uomo cercava di avvicinarla gli facevano
cambiare rapidamente idea.
Non
le disse che tutti i ragazzi che non si presentavano agli appuntamenti non le
avevano dato buca, ma erano stati diciamo….impossibilitati nel raggiungerla.
-
Cosa vuoi fare? – domandò, non sicura di voler sapere la risposta.
-
Tu cosa pensi? – le chiese sarcastico.
-
Non lo so…io voglio il divorzio – il suo cuore batteva forte ed era spaventata
dalle sue stesse parole.
-
Vuoi il divorzio? Ah bene…..Buffy….io non ti concederò MAI il divorzio. Ma se
tu volessi continuare nella tua follia….hai pensato al bambino? –
-
Cosa vuoi dire? – Chiese titubante lei.
-
Lui resterebbe con me – disse secco.
Buffy
si strinse nel sedile, non si sarebbe liberata di lui, ora ne era certa.
Uno
strano calore l’assalì: ‘ La nausea ‘pensò, cercando di rassicurarsi.
Restarono
in silenzio e alla fine Buffy si addormentò stanca e affamata. Lui la guardò
con amore e accostò un attimo la vettura sul ciglio della strada. Prese un
plaid dal sedile posteriore e la coprì.
-
Passerotto – mormorò sfiorandole la guancia con le dita.
Tornò
a guardare la strada e ripartì a tutta velocità.
Arrivarono
a casa che era notte.
La
macchina si fermò davanti all’entrata della villa.
-
Buffy tesoro su svegliati siamo arrivati –
Le
toccò leggermente la spalla, non voleva spaventarla.
Buffy
si stropicciò gli occhi ancora assonnata. Aveva dormito poco in quei giorni.
Poi
li spalancò – Tara – disse e i suoi occhi si illuminarono di gioia.
Spike
sorrise, era bello vederla nuovamente felice.
Solo
allora Buffy ricordò quello che era accaduto e si voltò di scatto verso di lui.
-
Io…- stava per dire qualcosa quando Spike ormai al limite, non resistette alla
tentazione.
Le
passò una mano dietro la nuca e l’attirò a se, costringendola in un bacio
intenso e travolgente.
Quando
finalmente lasciò che lei si allontanasse dalle sue labbra, Buffy era rossa in
viso ed in evidente stato confusionale.
Lui
sorrise di nuovo – Andiamo. Avrai fame immagino –
Uscito
dalla macchina si spostò dalla parte di lei e le aprì lo sportello.
Buffy
alzò lo sguardo su di lui e le sue labbra tremarono.
-
Vieni Buffy – le disse dolcemente facendola uscire dalla macchina e
conducendola in casa.
In
cucina George aveva già messo in tavola, l’aspettava.
La
fissò per qualche secondo commosso e poi con voce rotta dall’emozione,
abbozzando un sorriso, le disse – Bentornata a casa Buffy –
Buffy
esitò un momento, ma aveva davvero molta fame.
Si
sedette e mangiò con avidità quello che era stato preparato per lei.
Spike
rimase a guardarla. Buffy era di nuovo a casa con lui, e questa volta non
l’avrebbe lasciata andare.
Quando
finì di mangiare Buffy si sentì molto meglio e più tranquilla.
-
Buffy….vieni di sopra. La stanza è pronta, hai bisogno di riposare -
Buffy
non voleva andare di sopra, temeva, credeva di sapere che cosa l’aspettasse.
Ma
era troppo stanca per replicare. Lui le prese la mano e lei mestamente lo
seguì.
La
camera era esattamente come l’aveva lasciata, perfino la rivista che stava
leggendo era ancora lì sul comodino accanto al letto.
Sospirò
e lasciò la mano di lui, che non si scompose per quel gesto di rifiuto di lei.
-
Vado a cambiarmi – e senza dire altro entrò in bagno, socchiuse la porta, non
la chiuse. Buffy aveva notato il gesto, voleva dire che lui non si fidava
completamente di lei e che l’avrebbe tenuta d’occhio.
Si
avvicinò al letto, rapidamente si spogliò ed indossò il suo pigiama.
Per
un attimo si osservò allo specchio, un piccolo rigonfiamento sul ventre era il
primo segno tangibile che sarebbe diventata madre.
Si
infilò sotto le coperte e si coprì sino agli occhi. Lui entrò poco dopo, non la
guardò.
Si
avvicinò alla porta e spense la luce. Attraversò la stanza al buio e poi si
infilò anche lui sotto le coperte.
Non
disse nulla, semplicemente si avvicinò a lei e la strinse a se.
Le
depose piccoli baci sulla fronte e le accarezzò il viso sospirando.
Buffy
si rannicchiò contro di lui e si lasciò coccolare, troppo stanca anche per
pensare.
-
Dormi amore – le sussurrò all’orecchio e le baciò teneramente il collo.
Poggiò
la testa di lei contro il suo petto e chiuse gli occhi.
Ora
finalmente poteva dormire sereno.
Le
sue braccia non erano più vuote. Lei era di nuovo lì con lui.
Il
suo mondo era tornato perfetto e la sua vita aveva di nuovo un senso.
Capitolo
20
Allungò
la mano il posto accanto al suo era freddo. Aprì pigramente gli occhi e si
stiracchiò.
Si
sollevò a sedere sul letto e si guardò intorno con una smorfia perplessa e un
po’ preoccupata.
Scese
lentamente le scale a piedi nudi ed entrò in cucina.
-
Ben svegliata tesoro – una voce alle spalle la fece trasalire, era George che
le sorrideva dolcemente.
-
Ciao…io…- farfugliò confusa mentre abbassava lo sguardo.
-
Su vieni ti ho preparato una buonissima colazione – e la spinse delicatamente
in cucina.
Buffy
si guardava attorno ansiosa, ma non osava chiedere. Appena finita la colazione
e dopo essersi fatta una veloce doccia uscì a dare un’occhiata nelle vicinanze
della casa, ma di lui nessuna traccia.
Era
arrabbiata, e non sapeva nemmeno lei il perché. Sbuffò ripetutamente e scalciò
le pietre lungo il sentiero.
-
Dove accidenti sarà andato? Prima mi riporta qui con la forza e poi sparisce –
Buffy
fu presa dalla tristezza, sospirò rassegnata e tornò in casa.
Tutto
era silenzio e per la prima volta che Tara non le sembrava il suo rifugio la
sua casa.
Presa
dallo sconforto tornò di sopra nella sua stanza e si gettò sul letto,
nascondendo la testa tra i cuscini. Le sue narici aspirarono avide l’odore di
lui e se ne inebriarono. Si rannicchiò nel suo posto e stringendo il cuscino
convulsamente si addormentò sgomenta.
Il
rumore dell’acqua lasciata scorrere la risvegliò. Saltò in piedi e i suoi occhi
si illuminarono. Spike era tornato. Cercò di darsi un contegno, e quando la
porta del bagno si aprì lei aveva assunto di nuovo l’aria un po’ imbronciata ed
arrabbiata.
Spike
entrò nella stanza e le sorrise.
Era
nudo, con un asciugamani annodato in vita. Ed era bellissimo.
-
Ciao passerotto! Dormito bene? –
Le
diede un lieve bacio sulla guancia e senza prestarle molta attenzione si
diresse all’armadio e cominciò a tirare fuori i vestiti.
Buffy
rimase interdetta, non sapeva cosa pensare.
-
Hai fame? Preferisci mangiare qui o di sotto? – la guardava con dolcezza ma
Buffy sentiva che mancava qualcosa. Non aveva provato a baciarla e a
stringerla.
Sembrava
indifferente alla sua presenza. Buffy fece una smorfia delusa, ma si riprese
subito.
-
Ho fame – continuò a fissarlo.
Quando
lui fece scivolare l’ asciugamano Buffy arrossì violentemente e si costrinse a
distogliere lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.
-
Piccola, non dirmi che ti vergogni ancora di me? –
La
stava prendendo in giro, ma nella sua voce non c’era desiderio e passione, solo
allegria.
Buffy
si sentì ferita, ma non disse nulla.
-
Su andiamo a mangiare – le disse dolcemente tendendole la mano.
E
questa volta lei non se lo fece ripetere due volte si avvicinò e intrecciò la
sua mano a quella di lui.
Spike
si girò e senza essere visto sorrise, tutto procedeva come previsto.
A
tavola nessuno parlò, e Buffy pur morendo dalla voglia di sapere dove fosse
stato il marito, non chiese nulla. Finito di cenare con aria ancora imbronciata
disse – io vado a dormire – ed attese.
-
Vai pure Buffy buona notte – lui si alzò e le diede un bacio sulla fronte,
proprio come si fa con le bambine. E tornò a sedersi al suo posto.
Buffy
era sconcertata, lui non saliva con lei? Non la seguiva?
Rimase
ancora qualche attimo in piedi come imbambolata.
-
Buonanotte tesoro – le disse George riportandola alla realtà.
Si
scosse e lentamente salì le scale, non riuscendo a comprendere il cambiamento
che era avvenuto nell’arco di una notte.
Appena
lei sparì al piano di sopra George e Spike si lanciarono uno sguardo divertito
e d’intesa.
-
A quanto pare…il piano funziona George – Uno strano luccichio attraversò gli
occhi di Spike.
-
Già direi che sta funzionando, le cose si mettono per il meglio –
George
cominciò a sorseggiare il suo Tè
-
Domani chiamerò Wes e Faith, chiedendoli di venire a passare del tempo qui con
noi -
George
annuì con il capo – Io penserò ad avvertire Willow e Oz –
Poi
con aria fintamente dispiaciuta – mi spiace per la piccola, ma…..è per il suo
bene – E sorrise compiaciuto.
-
Bene che ne dici di una partita a scacchi? – chiese Spike alzandosi dalla sedia
e sgranchendosi le gambe.
-
Perché no figliolo – e ridendo si rinchiusero nello studio.
Buffy
si rigirava nel letto, non riusciva a prendere sonno. E si rese conto che da
quando stava con Spike, non si era mai addormentata da sola. Lui andava sempre
a letto con lei, l’abbracciava e la coccolava sino a quando non si addormentava.
Le
lacrime le salirono agli occhi, ma le ricacciò indietro. Lei non aveva bisogno
né di Spike Darcy, né di nessun altro, si sarebbe addormentata da sola…ma il
sonno non accennava a venire.
Non
sapeva quanto tempo fosse passato, ma doveva essere molto tardi. Sentì la
maniglia girare e istintivamente si rannicchiò e chiuse gli occhi. Spike entrò
silenziosamente nella stanza e si avvicinò al letto.
Buffy
non vista, o così credette, aprì gli occhi per dare una sbirciatina.
Sentì
il frusciare degli abiti, e poi le lenzuola sollevarsi e ricadere, un piccolo
soffio di aria fredda le colpì la schiena. Fu scossa da un brivido.
Adesso
lui l’avrebbe abbracciata e lei si sarebbe finalmente addormentata.
Il
tempo passava, ma lui non si muoveva, Buffy delusa, chiuse gli occhi e si
rannicchiò ancora di più….ma non riusciva a prendere ancora sonno.
Sentì
il respiro regolare di lui e piano, sperando che lui non si svegliasse si girò
dalla sua parte. Rimase a fissarlo immobile, sembrava profondamente
addormentato. Si avvicinò e si accoccolò al suo fianco.
Posò
le mani sul suo petto e la testa sulla sua spalla.
Tirando
un profondo sospiro chiuse gli occhi.
Nello
stesso istante quelli di Spike si spalancarono, e accarezzarono la chioma
bionda adagiata su di lui.
Sorrise
teneramente e poi con fare casuale, come fosse ancora addormentato le passò un
braccio attorno alla vita e l’attirò a se. Buffy si lasciò sfuggire un gemito
di gioia. Premette le mani sul suo petto e si accoccolò meglio sulla sua
spalla. Finalmente il sonno arrivò.
Buffy
si svegliò di soprassalto era giorno, e lui non era accanto a lei. Si chiese
perché l’avesse riportata con se. Sgomenta dopo essersi fatta un doccia ed
essersi vestita, scese di sotto. George stava trafficando in cucina.
-
Ciao – gli disse con tono abbattuto.
-
Cosa c’è piccola? Dormito male? – domandò George con fare tranquillo.
-
Si non ho dormito molto bene – Buffy si chiedeva dove accidenti fosse Spike, ma
non osava ancora domandare. Prese la sua tazza di caffèlatte e si sedette sul
portico con l’aria accigliata.
Improvvisamente
una mano si serrò sul suo polso e lei sobbalzò
-
Spi…ke – mormorò sorpresa – ma che acciden…-
-
Nel tuo stato non devi bere caffè Buffy, anzi domani andremo dal dottore per
farti prescrivere una dieta adatta. – le sorrise e Buffy fu felice.
Lui
si preoccupava per lei.
-
Io faccio quello che voglio, non sarai tu a dirmi cosa devo fare o non fare – e
strattonando il braccio lo liberò dalla sua presa.
-
Tu per me puoi fare ciò che vuoi tesoro, ma non il bambino – disse togliendole
la tazza dalle mani.
-
Tu sei…sei….- Buffy era furiosa. A lui importava del bambino, non più di lei.
Sbuffò
senza finire la frase e rientrò in casa.
-
Buffy oggi vengono Wes e Faith a trovarci, si fermeranno per un po’ -
-
Cosa? Perché? – Buffy sembrava allarmata.
-
Perché mi fa piacere rivedere vecchi amici, e non mi piace restare sempre solo
in questa casa – Lo aveva detto in un tono che per Buffy era stato peggio di
uno schiaffo. Lui si sentiva solo con lei? Strinse i pugni e si irrigidì di
colpo.
-
Ah capisco…. – scrollò le spalle e se ne andò arrabbiata con lui e con se
stessa.
Spike
la guardò allontanarsi, il viso teso.
-
Non mi è sembrata particolarmente sconvolta –
Spike
sembrò deluso dal suo comportamento.
-
Lo era fidati – George sorrise – devi avere pazienza Spike. Buffy è un osso
duro, non sarà semplice farla capitolare….ma alla fine capitolerà vedrai –
-
Oh George….non è facile sai? Starle accanto, dormire con lei. Guardarla e ….e
non poterla toccare, amare. Ho paura di non farcela –
Spike
si sedette. Pochi attimi prima, era stato assalito da un bisogno disperato di
abbracciarla e di baciarla. Di dirle che non era vero che con lei lì si
sentisse solo, ma poi lei lo aveva guardato con quello sguardo freddo e diffidente.
-
Beh…quando senti che non ce la fai….esci. fai un giro in macchina, o vai in
bagno e fatti una doccia fredda – George era risoluto.
-
Ma ricorda qualsiasi cosa accada, anche se la dovessi veder piangere,
disperarsi, o chissà cos’altro la sua mente diabolica possa escogitare…tu devi
resistere sino a che lei non ti avrà detto la parolina magica – sorseggiò il
suo tè.
-
Maledizione – Spike imprecò.
-
Spike, ascoltami bene….se tu dovessi cedere Buffy si chiuderà di nuovo nel suo castello
di solitudine. Se tu resisti nel tuo assedio, lei dovrà arrendersi e venire
fuori. E allora sarà tua Spike – George era serio mentre diceva queste parole.
-
E se non dovesse? ….- Spike era preoccupato.
-
Cederà – George era certo – io la conosco Spike, e ti posso garantire che lei è
pazza di te, solo che ancora non lo sa – tornò a sorridere e poi guardandolo
malizioso gli disse – Forse dovresti andare a cambiarti Spike! –
Spike
inizialmente non afferrò il significato delle sue parole, ma quando George
indicò con un cenno del capo il piano di sopra, capì. E sorridendo di nuovo
rassicurato, salì di sopra nella sua stanza.
Aprì
la porta e le lanciò una rapida occhiata. Buffy si voltò a guardarlo e per un
attimo pensò e forse sperò che lui fosse venuto a reclamare ciò che era suo.
Invece
lui andò di filato verso il guardaroba prese dei vestiti e comincio a
spogliarsi.
E
senza rendersene nemmeno conto lei rimase lì a fissarlo.
Il
suo torace muscoloso e liscio. I suoi fianchi le sue mani affusolate che tante
volte l’avevano portata al limite della follia. I glutei sodi e le gambe lunghe
e snelle. E poi lui….lui……era rilassato, non c’era il minimo segno di
eccitazione in lui. Buffy ne fu delusa.
-
Ti piace quello che vedi Tesoro? –
La
voce canzonatoria e divertita di Spike la riportò alla realtà.
-
Sei un…un….tu non dovresti spogliarti così davanti a….davanti a…-
Buffy
confusa non sapeva cosa dire.
-
A mia moglie? Che sta aspettando un figlio da me? – lui continuava a fissarla
divertito.
-
Già esatto! – Buffy non sapeva nemmeno cosa dicesse.
Lui
scoppiò a ridere e le rispose ironicamente
-
Tesoro puoi stare tranquilla sei al sicuro, io non ti toccherò – e senza dire
altro uscì dalla stanza ridendo.
Buffy
fece una smorfia delusa e tirò su col naso.
-
Bastardo – mormorò tornando a guardare fuori dalla finestra.
Nel
pomeriggio come previsto arrivarono Wes e Faith.
Erano
allegri e sembravano felici.
A
cena parlarono del più e del meno, Buffy non poteva fare a meno di notare come
Faith stesse appiccicata a Wes. Come lo guardasse maliziosa e quante attenzioni
gli riservasse. E Wes non era da meno, sempre attento e premuroso. Le
accarezzava spesso la guancia e le dava piccoli baci sul collo. Proprio gli
stessi gesti che spesso Spike aveva riservato a lei. Ora invece lui era freddo,
distante. Seduto al suo posto scherzava, rideva. Le chiedeva se avesse freddo o
se si sentisse bene, ma era per il bambino, non per lei.
-
Buffy? – Lei si voltò e George era davanti a lei in piedi che le porgeva il
piatto.
-
Grazie – disse a bassa voce, mentre sentiva la nausea salire. Divenne pallida.
-
Scusate – disse e alzandosi con un balzo corse via.
Spike
si alzò di scatto preoccupato. George lo fermò prendendolo per un braccio.
-
Mi raccomando Spike…tieni duro – Spike fece cenno di si con il capo e le corse
dietro.
Buffy
rientrò in camera ancora pallida e con la testa che le scoppiava.
-
Piccola tutto okay? – lui era davanti a lei che la fissava.
-
Si, perché ti importa qualcosa? – si sedette sul bordo del letto. Si sentiva
debole.
A
capo chino, non poté vedere lo sguardo di lui diventare dolce ed intenso.
Avrebbe volto prenderla tra le braccia e stringerla, sembrava così piccola in
quel momento.
-
Certo che mi importa, sei la madre di mio figlio –
Quelle
parole la fecero andare su tutte le furie.
-
Già sono l’incubatrice del tuo dannato Spike jr. – disse con tono basso e
sottile.
-
Io non voglio questo figlio. Io non volevo figli….io prend….- si bloccò di
colpo.
-
Prendevi la pillola? – Spike sospirò – si lo so –
Buffy
sollevò lo sguardo smarrita e poi la verità le balenò alla mente agghiacciante.
-
Tu? – chiese incredula.
-
Si io – Spike rispose tranquillamente
-
Come hai potuto? Che diritto avevi tu di ….-
–
Io volevo una famiglia Buffy, non l’ho mai nascosto. Lo sapevi, sei tu che hai
giocato sporco. Io avevo tutti i diritti. Il tuo ‘ Sì ‘ pronunciato davanti
all’altare me li ha dati –
Buffy
era stupita, non avrebbe mai immaginato, mai pensato che lui….
-
Ti odio – disse ancora più sottilmente, abbassando lo sguardo e tornando a guardare
il pavimento.
-
Non importa, ora il bambino è quello che conta –
George
si affacciò alla porta.
-
Tutto bene? – chiese.
-
Si George. Resta con lei per favore io torno di sotto dagli gli ospiti – uscì
senza dire altro.
Buffy
rimase immobile per alcuni istanti e poi si stese sul letto rannicchiandosi
come faceva quando era piccola.
George
la guardò con tenerezza, ma non disse nulla. Lui sapeva che alla fine le cose
si sarebbero sistemate.
Come
la notte precedente non riusciva a prendere sonno e si maledisse per questa sua
debolezza.
Buffy
attese che lui venisse a letto e che si addormentasse e come aveva fatto la
notte prima si accoccolò tra le sue braccia.
Una
lacrima scivolò lungo il suo viso. Spike aprì gli occhi e la guardò con amore
senza farsi vedere. Li tra le sue braccia era così indifesa e così fragile.
Allungò un braccio e la strinse.
Buffy
affondò il capo nel suo petto e si addormentò.
-
Ah piccola – sussurrò lui nel buio – perché sei così testarda? –
Le
accarezzò i capelli con una mano e le posò un lieve bacio sulla fronte.
Capitolo
21
Aprì
lentamente gli occhi preparandosi alla delusione di trovare il suo posto vuoto
e freddo. Con grande stupore invece lui era l’ accanto a lei, ancora addormentato.
Un sorriso piegò gli angoli della sua bocca all’insù. Il suo nome le salì alle
labbra
-
Spi….- stava per dire, ed era una richiesta d’amore.
Lui
si mosse e Buffy si affrettò a ritirare le braccia dal suo petto e a
rannicchiarsi nel suo angolo.
Spike
aprì gli occhi e si allungò nel letto, distendendo i muscoli. Infine il suo
sguardo si posò su di lei.
-
Ciao Buffy – le disse con voce normale e si mise a sedere sul letto, tra le
lenzuola.
-
Ciao – rispose lei, nella speranza del bacio del buongiorno o di un sorriso.
Invece
niente, Spike si alzò e si chiuse in bagno. Buffy si girò verso la finestra e
chiuse gli occhi. Lui uscì dopo un quarto d’ora, canticchiando e si rivestì in
silenzio.
-
Buffy è tutto okay? Stai bene? – glielo disse come si ricordasse solo in quel
momento che lei era lì con lui.
-
Si bene – rispose lei asciutta. ‘ Non va per niente bene ‘ pensò.
-
Vuoi che dica a George di portarti la colazione qui a letto? –
-
No – Buffy voleva urlare, piangere. Dov’era finito lo Spike che aveva sposato?
Quello che non resisteva un minuto senza toccarla o baciarla.
Quando
lui fu uscito, affondò il viso tra i cuscini, aspirando il suo odore.
-
Io ti odio! Si ti odio da morire – mormorò mentre ricacciava indietro le
lacrime.
Tre
mesi dopo….
I
giorni erano volati, e Buffy era sempre più abbattuta. Il suo fisico era
cambiato e continuava a cambiare, e questo la rendeva ancora più vulnerabile e
più insicura.
-
Su muoviti Buffy, o faremo tardi – Spike la chiamò dalle scale.
Buffy
si affacciò di lì a poco – Arrivo – e scese lentamente le scale.
Spike
la guardò attentamente, mentre lei era intenta a scendere i gradini.
Era
una visione, il ventre ingrossato e il seno prorompente. La sua pelle più
luminosa e morbida e gli occhi lucidi. Rabbrividì al solo pensiero di
stringerla e di toccarla. Un desiderio intenso di fare l’amore con lei lo
assalì, e dovette forzarsi a distogliere lo sguardo prima che fosse troppo
tardi.
-
Andiamo? – chiese lei arrivata in fondo.
Lui
fece cenno di si con la testa e la precedette verso la porta.
Il
dottore la fece distendere sul lettino e le sorrise, Buffy si agitò e guardò
Spike che era rimasto in disparte a guardare.
-
Puoi tenermi la mano? – gli domandò a voce bassa senza guardarlo.
Spike
esitò, il cuore gli balzò in gola e dentro di se si sentì stupidamente
orgoglioso per quel gesto che riaffermava la sua paternità e il fatto che Buffy
gli appartenesse.
Senza
dire nulla le andò accanto e le prese la mano tra le sue. Restarono in silenzio
a guardare l’ecografia del piccolo. Era qualcosa di meraviglioso, vedere una
parte di lui e di lei che cresceva nella sua pancia.
Spike
vi posò una mano su, vederla così distesa…
Era
una tortura non toccarla, non riempirla di baci.
Buffy
aveva provato una sensazione di piacere a quel rinnovato contatto con lui, ma
poi pensando a quanto dovesse apparire brutta. Si era affrettata a coprirsi ed
alzarsi.
Quando
rientrarono a casa George, Wes e Faith li aspettavano in cucina, Buffy
camminava impacciata e a disagio, si vedeva chiaramente che si considerava
brutta.
-
Ciao – disse abbassando subito lo sguardo. Non poté vedere quello di Spike
riempirsi di tenerezza e di dispiacere. Gli faceva male vederla così abbattuta.
E non poteva nemmeno vedere il suo desiderio mentre l’aveva guardata incedere
goffamente verso di lui e sedersi. La Buffy versione futura mamma lo eccitava
da morire e non sapeva quanto avrebbe ancora resistito senza strapparle i
vestiti e farla di nuovo sua.
Distolse
lo sguardo e cominciò a parlare del più e del meno con Wes e gli altri.
Buffy
stanca, si ritirò subito dopo pranzo.
-
A quanto pare il piano sta funzionando – disse Faith una volta soli.
-
Mi spiace per la piccola sapete? A
volte fa davvero pena –
-
Tesoro è per il suo bene – Wes le prese la mano.
-
Si lo so….ma – George la interruppe, temeva che quei discorsi potessero far
vacillare, la già precaria determinazione di Spike, i cui occhi ogni volta che
Buffy non poteva vederlo, erano pieni di desiderio e di passione per lei.
-
Come è andata? – domandò curioso.
-
Bene, all’inizio era fredda ma poi…. Mi ha chiesto di starle vicino e di
tenerle la mano – chiuse gli occhi ripensando a quel momento intimo convissuto
insieme alla sua Buffy, e poi aggiunse – è stato perfetto George! Lei è
perfetta per me – sorrise dolcemente.
-
Si Spike, e credo tu sia perfetto per
lei – sorrise anche lui.
-
Adesso che ne dite di un tè? – Tutti annuirono e si guardarono con complicità.
-
Speriamo ceda presto – disse Spike alla fine, guardando verso le scale – mi
manca da morire –
Sola
nella sua stanza Buffy si abbandonò alle lacrime. Da quando era in cinta le
capitava spesso di piangere anche per un no nulla. A volte per evitare di
essere vista, soprattutto da lui, era costretta a repentine fughe in camera
sua.
Suo
marito sempre in giro nudo per la stanza, non l’aiutava di certo a superare i
suoi problemi e la sua confusione. Anzi la sua gentile indifferenza la stava
uccidendo.
Le
notti erano un susseguirsi di incubi e sudate. Non riusciva a prendere sonno
nonostante, ormai senza vergogna, si avvinghiasse a lui come una piovra. I
risvegli erano uno più imbarazzante dell’altro e lui continuava nella sua
indifferenza.
Una
notte particolarmente calda aveva rischiato davvero di perdere la sua dignità
saltandogli addosso.
La
sua pelle morbida ed accaldata, il suo respiro sul collo ed il suo viso a pochi
centimetri da lei, le stavano dando alla testa.
Cercò
di calmarsi e di riprendere il controllo delle sue emozioni respirando
profondamente ed a lungo, ma non servì a nulla. Le labbra di lui semidischiuse,
semplicemente perfette, costituivano per Buffy in quel momento una tentazione
troppo forte. Allungò la mano e con i polpastrelli le sfiorò tracciandone il
contorno.
Spike
era rimasto immobile ad occhi serrati e corpo teso. Erano notti che non
dormiva, restava sveglio a guardarla. Le accarezzava i capelli, di tanto in
tanto arrischiandosi a posarle piccoli baci sulle labbra. Nelle notti più
fortunate riusciva anche a sbirciare le sue curve sinuose attraverso la sottile
camicia da notte e qualche volta aveva insinuato la mano scostandone i lembi
per accarezzare ancora la sua pelle di seta e il suo seno così pieno e sodo.
Erano brevi momenti, perché il suo corpo cominciava a reagire a quel contatto e
a chiedere di più, e lui doveva smettere finché era in grado di farlo.
La
mano di lei che lentamente gli accarezzava il petto era per lui fuoco che
bruciava ovunque passasse. Per un istante nella sua mente si creò l’immagine di
lui che dischiudeva le labbra e attirava dentro la sua bocca, le dita di lei
che ancora indugiavano sulle sue labbra, succhiandole avidamente.
Si
girò su un fianco mentre lei ritirava la mano spaventata. Con una spinta
l’attirò sotto di se, stando ben attento a non fare pressione sul suo ventre
tondo. Affondò la testa tra i suoi capelli e finalmente dopo mesi respirò di
nuovo il suo odore.
Fece
scivolare la sua mano lungo i fianchi torniti di lei, in una morbida e sensuale
carezza, che terminò sul suo seno inturgidito.
E
si sentì quasi morire quando lei emise un gemito sommesso di piacere. Rimase
con il fiato sospeso e il cuore in gola, in preda alla folle tentazione di
aprire gli occhi e di porre fine alla loro agonia.
Alla
fine decise di resistere e si spostò leggermente per allentare il contatto quel
corpo così desiderabile. Buffy emise un gemito di protesta e con una spinta lo
allontanò del tutto da se. Lui aprì gli occhi e la guardò fingendosi sorpreso.
-
Oh, scusami Buffy ti ho fatto male? Stavo dormendo non volevo….-
Buffy
guardò il soffitto con aria seccata e rispose con voce alquanto alterata
-
No -
-
Cosa c’è? – domandò lui con aria ingenua.
-
Niente – disse lei asciutta.
-
Non riesci a dormire? Hai caldo? Sembri…..sudata – un sorriso per poco non gli
sfuggì dalle labbra, ma lei non se ne avvide.
Buffy
lo guardò torvamente e pensò che aveva davvero una bella faccia tosta a
chiederglielo, visto che era proprio lui la causa principale dell’innalzamento
della sua temperatura corporea.
Gli
occhi di lei vagarono sulla sua pelle nuda e sul gioco creato dalla fievole
luce proveniente dalla finestra sui suoi capelli. Un groppo in gola, mentre si
sentiva venir meno.
-
Tu…vuoi? Dico cioè….noi potremmo? – Buffy cercò di fargli capire che lei
avrebbe gradito che lui le fosse saltato addosso, ma non riuscì molto bene nel
suo intento.
-
Cosa voglio? E potremmo? – la scrutò attentamente lui.
-
Tu vorresti? No perché sono mesi che tu….io? Non….ed io sono così stanca. Fa
caldo ed ho sete…..e tu sei così…..e non porti…UFFA! – concluse miseramente lei
in preda alla frustrazione.
Gli
occhi di lui divennero due fessure ed il suo volto assunse un’espressione
indecifrabile.
-
Vuoi che ti prenda da bere? – le domandò alla fine apparentemente calmo.
-
No!....Sì! …..maledizione, tu non capisci niente – Buffy era quasi in lacrime.
-
Piccola parla! Cosa devo capire? – Spike la guardò dolcemente in attesa.
-
C’è qualcosa che non va? Qualcosa che vorresti dirmi? – E per un attimo sperò
che fosse giunto il momento di arrendersi per Buffy, ma si sbagliava…
-
Tutto! ….- urlò lei alzandosi dal letto – Non ce la faccio più! – e si chiuse
in bagno. Aveva bisogno di rinfrescarsi le idee e anche li resto.
Passò
dieci minuti a fare su e giù nella stanza da bagno, a decidere cosa dovesse
fare. In preda alla febbre del desiderio con un rapido gesto fece scivolare la
camicia da notte lungo il suo corpo sino a farla rannicchiare sul pavimento.
Riempì i polmoni di aria e sollevando il capo facendosi forza, aprì la porta.
Voleva Spike dentro di sé quella notte, tutto il resto non contava. Per
ritrattare e pentirsene ci sarebbe stato tempo.
Ma
ancora una volta rimase delusa, Spike se n’era andato.
Buffy
si lasciò cadere sul letto e le lacrime finalmente furono lasciate libere di
cadere.
La
mattina in cucina c’era un incessante borbottio sommesso, aria di cospirazione.
Quando Buffy fece il suo ingresso tutti smisero di parlare e la fissarono. Lei
si sedette, gli occhi gonfi e cerchiati. Tutti si scambiarono sguardi d’intesa.
E attesero il via. Ad un cenno di George la fase finale del loro piano ebbe
inizio.
-
Smettila Wes! Non ti è bastato questa notte? – Faith diede il via alle danze,
difendendosi scherzosamente dagli assalti affettuosi del marito.
-
Lo sai amore a me non basta mai – Tutti risero, tranne Buffy che continuava
imperterrita a tenere lo sguardo fisso sulla tv che trasmetteva il
telegiornale.
Altro
cenno del capo e fu il turno di Willow.
-
Io ed Oz abbiamo una notizia – sorrise furba.
-
Ah si? Quale? – domandò molto, curioso George.
-
Ci sposiamo – un boato di gioia echeggiò nella cucina.
Buffy
trasalì e per un attimo fissò Willow come fosse una traditrice.
Tutti
si congraturarono con loro, ed anche Buffy suo malgrado lo fece.
-
Qui ci vuole un brindisi – propose George e tutti acconsentirono felici.
Tranne
una. Quando i bicchieri furono pieni Buffy ne prese uno, ma prima che potesse
portarlo alle labbra fu intercettato dalla mano di Spike.
-
Piccola tu non puoi bere, vado a prenderti un succo di frutta – ne prese uno
dal frigorifero e tornò al tavolo sorridendo.
-
Ecco fatto – le passo un bicchiere con succo d’arancia.
Gli
occhi di Buffy scintillarono di rabbia – Sono stanca di tutto e di tutti –
tuonò.
-
Io faccio quello che mi pare, il corpo è mio – batté i pugni sul tavolo e con
una mano scaraventò il bicchiere dall’altra parte della stanza.
-
Si! Il corpo è tuo, ma il bambino è anche mio – ribatté calmo Spike, fissandola
intensamente.
Buffy
tremava tanto era la rabbia, nella stanza regnava un innaturale silenzio e la
tensione si poteva toccare. Poi il telegiornale attirò l’attenzione di tutti i
presenti.
Stavano
mandando un servizio sulle nozze da favola di Dru S…………… con Lindsay Macdonald.
Si vedevano Dru e Lindsay ballare e stringersi innamorati e felici.
-
Io sono pazzo di questa donna – gridava lui in mezzo al chiasso della festa.
Mentre
Dru rideva e i suoi occhi brillavano di felicità.
Per
alcuni attimi la telecamera inquadrò anche Darla e suo Padre. Che si
scambiavano un tenero bacio e si sorridevano. Gli occhi di Buffy si velarono di
tristezza e rabbia. La sua bocca si storse in un sorriso sarcastico e una
violentissima nausea l’assalì.
-
Scu…sa….te….mi – Era impallidita e aveva un aspetto per niente buono. Spike si
spaventò a sua volta e si protese verso di lei.
-
Piccola, ti senti male? – le disse a bassa voce prendendole la mano
–
Non pensarci – le accarezzò dolcemente il palmo.
Buffy
ormai allo stremo gli lanciò uno sguardo carico di disprezzo, che lo fece
ammutolire.
-
No! Non sono affari tuoi. Sparisci dalla mia vita – e allontanò la sua mano.
Spike
capì che il momento della verità era arrivato.
Trattenendo
la rabbia e cercando di controllare la voce disse
-
Forse sarebbe meglio se me ne andassi per un po’ -
Buffy
sbatté le palpebre ripetutamente mentre assimilava il significato delle sue
parole.
-
Cosa? – disse in un balbettio confuso.
-
E’ un po’ che ci penso e credo sia la cosa migliore – Senza dire altro salì
nella sua stanza.
La
cucina divenne improvvisamente fredda. Buffy rimase immobile.
E
fu il turno di George.
-
Bene Buffy, complimenti! Ci sei riuscita. Hai ottenuto quello che volevi –
Buffy lo guardò senza capire, era ancora ferma alle parole di lui e un pensiero
le rimbombava, nella testa: ‘ Se ne và. Mi sta lasciando.
-
Ma si. Restare da ‘ Sola ‘ qui a Tara – Buffy si accasciò sulla sedia incapace
di una qualsiasi replica.
-
Vedrai Buffy ti concederà il divorzio. Ti libererai di lui e delle sue
effusioni da innamorato – Buffy fissò Willow incredula.
-
Già lo hai proprio sfinito Buffy. Ottimo lavoro – Rincarò la dose Faith – e non
preoccuparti per Tara, sono sicura che te la lascerà. Spike è un gentiluomo –
Tutti
la osservarono in attesa di una sua reazione.
Buffy
li fissò uno ad uno allibita e poi scattando in piedi urlò
-
Voi siete impazziti! – e terrorizzata all’idea che lui se ne potesse andare,
più rapidamente che poté salì in camera.
Appena
la videro sparire di sopra tutti si mossero insieme e corsero di sopra
accalcandosi e intralciandosi a vicenda lungo le scale.
-
Fate piano o ci sentiranno – mormorò George dando una gomitata a Oz che pestò
il piede a Willow che tirò i capelli a Faith che a sua volta colpì nell’occhio
suo marito con la testa.
Alla
fine però finalmente si trovarono dietro la porta della stanza e in religioso
silenzio ascoltarono.
Capitolo
22
Buffy
entrò nella stanza in silenzio, e vide la valigia aperta sul letto.
Lui
la guardò di sfuggita.
-
Non mi sento bene ed ho pensato di venirmi a riposare – disse con voce
mortificata.
-
Fai pure, tra poco la stanza sarà libera – la sua voce era ferma, forse
risentita.
Evitò
di guardarla, sentiva che se lo avesse fatto nello stato in cui era
probabilmente l’avrebbe fatta sua sino a morirne, altro che partire.
Frustrata
si sedette sul letto.
Non
sapeva cosa dire o fare, e tergiversava dondolando le gambe penzoloni dal
letto.
Alla
fine trovando il coraggio gli disse calma
-
Non è necessario che tu te ne vada, non mi dai poi così fastidio. Io cercherò
di non arrabbiarmi -
Lui
continuava a non guardarla – no è meglio che vada – tagliò corto e Buffy si
morse il labbro inferiore.
-
E se mi sento male? O succede qualcosa?
-
Ci penseranno i miei uomini, non ti lascio sola, e poi sarò a Los Angeles, in
trenta minuti sarei qui –
Ancora
più sgomenta Buffy sospirò e poi disse in un fil di voce
-
Te ne vai per sempre vero? -
Lui
non rispose, ebbe un tremito alle mani ma rimase in silenzio.
-
Vuoi il divorzio? – insistette lei sempre più spaventata.
Lui
sospirò guardandola e pensò ‘ piccola sciocca, io non ti lascerò mai e tanto meno
ti concederò mai il divorzio ‘ e sorrise dentro di se.
Buffy
cominciò a disegnare piccoli cerchi nel vuoto con i piedi. Sentì che stava per
piangere ma non riuscì a fermare le lacrime.
-
Non è quello che volevi? – disse lui – volevi liberarti di me e adesso ci sei
riuscita -
Buffy
strinse le lenzuola tra le mani e restò a guardare i suoi piedi.
Lui
chiuse la valigia e si diresse verso la porta sperando. Se lei non lo avesse
fermato lui sarebbe stato perduto perché di certo non se ne sarebbe andato lasciandola
sola, e tutto quello che avevano organizzato sarebbe fallito miseramente.
Strinse
la maniglia nelle mani e lei non resistette un minuto di più
-
Te ne vai davvero? – sussurrò angosciata.
Lui
abbassò il capo sospirando ed esitò qualche secondo.
Lei
si alzò e gli corse incontro, lo strattonò per un braccio e lo costrinse a
girarsi.
Lui
la guardò interdetto e lei lo schiaffeggiò ripetutamente, cominciò a colpirlo
con pugni sul petto.
-
Sei un bastardo, un bastardo – cominciò a piangere.
-
Avevi detto che sarebbe durata per sempre. Che non te ne saresti andato –
Non
smetteva di colpirlo – io aspetto un figlio tuo bastardo –
Lui
serrò la mascella e lottò contro se stesso per non abbracciarla, baciarla e
rassicurarla. Lei lo fissò con odio e lui le disse stancamente
-
Ma sei tu che mi ha detto che volevi….-
-
Si, io ti odio, ti odio e voglio il divorzio. Lo voglio ma tu…tu sei un
bastardo. Prima mi hai fatto innamorare…e mi dici adesso come faccio io senza
di te? Come faccio? – lo guardò smarrita.
-
Dovevi farlo prima. Ti odio, sei un bastardo e non capisco perché ti amo, ma
tanto io ti odio. Ti odierò e non ti amerò più. Dammi tempo ed io riuscirò di
nuovo a dormire senza di te -
Lo
scuoteva per il braccio e continuava a urlare – vedrai, vedrai. E adesso
vattene, avanti esci di qui. Lasciami, riprendi ad uscire con quelle…quelle….-
si coprì il viso con le mani.
-
Ora sono brutta vero? Non ti piaccio più e poi…e poi ….tu mi odi lo so. Perché
sono stata con quello ed io capisco, hai ragione. Ed io ti odio e non ti amo e
non ti amo, perché ti odio -
Era
un fiume in piena inarrestabile.
-
E invece…io…io…ti…amo – singhiozzò, mentre era scossa da intensi brividi.
Lui
era rimasto senza parole, incapace di qualsiasi gesto tanto era felice.
Restò
ancora immobile e lei gli urlò con quanto fiato aveva in gola
-
Vattene – aprì la porta e scaraventò fuori la valigia che per poco non prese in
pieno il volto di Wes. Buffy sgranò gli occhi per la sorpresa. Tutti erano
pigiati dietro la porta della sua stanza ad origliare.
Colti
in flagrante tutti guardarono altrove. Per ovviare all’imbarazzante situazione
Wes cominciò a fischiettare, mentre George schiaritosi la voce disse come nulla
fosse – chi vuole una tazza di tè? –
Tutti
risposero in coro – Io – e si precipitarono giù per le scale sparendo in un
batter d’occhio.
Buffy
continuò a fissare il corridoio davvero incredula, chiedendosi se non avesse
sognato. Infine tornò a girarsi verso Spike e fu assalita da puro panico.
Lui
era rimasto per tutto il tempo immobile, lo sguardo fisso su di lei, talmente
intenso che sembrava volesse passarla da parte a parte.
Buffy
avvertì un crampo allo stomaco.
-
E’ tardi, devo andare a fare…fare….qualcosa. Camminare fa bene durante la
gravidanza, e poi ho sete devo bere -
Quello
sguardo le bruciava la pelle e la spaventava più del fatto che lui se ne stesse
andando.
Lui
era sempre serio e non parlava, ma lentamente cominciava ad avvicinarsi a lei,
che indietreggiava blaterando parole senza senso, sino a che non si trovò con
le spalle alla parete.
Lui
allungò la mano e la intrecciò a quella di lei. Senza smettere di guardarla la
trascinò in camera da letto e chiuse le porte alle sue spalle.
Buffy
cominciò a sudare freddo e continuò a balbettare frasi senza senso
-
Devo andare in cucina George mi aspetta, il tè. Tu ne vuoi? –
Lui
era appoggiato allo stipite della porta con la schiena e la fissava divertito.
Buffy
sempre più nervosa gli intimò di aprire la porta subito.
-
Mi sto sentendo male, va a chiamare il Dottore - gli disse tremando – sento che
sto per morire -
Le
si avvicinò lentamente, in volto un’espressione seria e preoccupata.
-
Dimmi piccola dove ti fa male? -
Buffy
aveva la gola secca ed ansimava, era a un passo da lei adesso.
Le
girò attorno e si fermò dietro di lei. Fece scivolare le sue mani sulle sue
spalle e sulle braccia. Infine la circondò e chinando il capo le posò un lieve
bacio sul collo– Ti fa male qui? – le chiese con voce calda e profonda.
Buffy
respirava a fatica e non sapeva cosa rispondere.
Lui
continuò a darle piccoli baci lungo il mento e sulla guancia
-
Qui? – chiedeva ad ogni bacio, mettendo sempre più a disagio Buffy.
-
O qui? – disse con un sorriso accennato sul viso, mentre si chinava a chiudere
le labbra di lei con le sue.
Buffy
non rispose nemmeno.
Spike
fece scivolare la sua mano sul seno e chiese con voce roca – E qui fa male?-
Buffy
mugolò un suono inarticolato.
Sentì
la lampo scendere ed il vestito scivolare sul pavimento, un senso di vertigine
la colse.
Poi
il disagio per il suo fisico ebbe il sopravvento e cominciò a muovere
nervosamente le mani, cercando di coprirsi come poteva.
Lui
gliele prese tra le sue e con la lingua le sfiorò il lobo dell’orecchio. Le
labbra a fior di pelle – Sei bellissima amore, non sei mai stata così bella
come in questo momento – i denti si serrarono in dolci morsi sul lobo arrossato
di lei.
Buffy
emise un gemito di piacere – ti prego – sussurrò e lui per tutta risposta
infilò una mano nei sui slip e compiaciuto notò che lei era già immersa in un
lago.
-
Spike – mormorò ancora Buffy ormai non più lucida e lui gentilmente la spinse
verso il letto.
Lei
aveva ancora lo sguardo basso e lui facendola voltare le sollevò il mento con
una mano e la accarezzò con il suo sguardo dolce e tenero.
Si
sfilò la camicia e la lasciò cadere sul pavimento.
Lei
lo guardò confusa e a bassa voce gli chiese – ma tu in questi mesi non ti sei
mai…..- Arrossì senza riuscire a terminare la frase. In quei mesi ogni volta
che lo aveva guardato, anzi sbirciato, non lo aveva mai visto eccitato.
Lui
sorrise e sfilò via anche i pantaloni e abbassò lo sguardo inarcando il
sopracciglio. Buffy seguì il suo sguardo e vide il suo membro duro ed eretto
come non lo aveva visto mai.
Divenne
ancora più confusa e intimidita dal magnetismo che promanava dal corpo di
Spike.
-
Ma come…come…tu? – Buffy non sapeva dove posare lo sguardo. In basso vi era il
suo pene e in alto i suoi occhi, si sentiva in trappola.
Lui
sorrise malizioso e le disse facendosi più vicino – anche io ho i miei trucchi
tesoro –
In
quel momento un’idea balenò alla mente di Buffy che cercava di riordinarle e
dare loro un senso logico, ma non era facile in quella situazione.
-
Tutti voi. Tutti …eravate d’accordo? –
Lui
fece cenno di si con il capo e Buffy ancora più stupita chiese – perché? –
Lui
le sfilò delicatamente li slip e le accarezzò lentamente l’interno coscia,
inducendola a gemere più forte.
-
Per sentirtelo dire – la sua carezza si fece più intima.
-
Cosa? – Buffy ancora confusa cercò di fare mente locale su ciò che era appena
accaduto. Lui la fissava divertito e trionfante.
-
Per sentirti dire quello che volevo sentirmi dire da te –
-
Eh? Io non ho detto niente – Buffy cercò di rimediare alla meglio.
-
Ti odio, io ti odio. Questo ho detto – disse sicura.
Lui
non le rispose a parole, ma spinse un dito in lei e cominciò a muoverlo
lentamente mentre con il pollice le accarezzava il clitoride.
Buffy
ansimò più forte e si aggrappò a lui.
-
Allora? – domandò lui incendiandola con uno sguardo pieno di desiderio e di
promesse di una notte di passione.
-
Io ti odio – disse lei con voce poco convinta.
-
Ma la notte non riesci a dormire senza di me vero? – sussurrò lui
-
Certo che dormo – rispose pronta lei ma la voce le si trasformò in un gemito
quando lui si spinse più a fondo in lei.
-
Dicevi? – riformulò la domanda sorridendo lievemente mentre chiudeva una mano
sul seno ingrossato e gonfio di Buffy.
Lei
sospirò e lui chinandosi sul seno, dopo averle lanciato uno sguardo ammiccante,
cominciò a succhiare avido il suo capezzolo duro.
-
Buffy non mi rispondi? – disse in un ghigno divertito.
-
Sì, si hai ragione – Buffy aveva perso il controllo e si arrese alle sue
carezze sempre più sensuali ed eccitanti.
-
Dimmelo ancora – le domandò lui.
Buffy
rimase in silenzio. E lui infilò un altro dito in lei. Un gemito roco, quasi un
urlo.
…..Di
sotto in cucina Wes seduto a sorseggiare il suo tè faceva supposizioni su
quello che poteva stare accadendo in quel momento nella stanza al piano di
sopra
-
Secondo voi cosa gli sta facendo adesso? Lo starà torturando? Magari lo ha già
ucciso e noi siamo qui a sorseggiare il tè -
-
Non ci sono armi o coltelli di sopra Wes – disse Faith divertita.
-
Magari lo ha fatto con il telefono – disse Willow seria.
-
Oh con quel grosso lume sul comò – interviene Oz – io lo avrei fatto con
quello. Un colpo secco e via –
George
li guardava scettico e poi scuotendo il capo disse a voce bassa – Gioventù
bruciata –
….Buffy
continuava a tacere e Spike si spazientì, non voleva mollare ad un metro dal
traguardo, e ritirò la mano. Buffy aprì gli occhi e lo guardò implorante.
Lui
allentò la stretta, con tutta l’intenzione di allontanarsi da lei, ma lei si
aggrappò al suo braccio.
-
Spike – mormorò guardandolo – ti prego – sembrava una gattina.
Lui
la spinse piano e lei finì seduta sul letto.
Restò
a guardarla per qualche secondo e poi si inginocchiò davanti a lei e le allargò
le gambe più che poteva.
La
lingua riprese a torturarla piacevolmente al posto delle sue dita.
-
Sto aspettando Buffy….e non sono un tipo molto paziente - l’ammonì lui.
Buffy
stringeva convulsamente le lenzuola tra le mani e ad occhi socchiusi si era
abbandonata a quelle carezze così profonde e sconvolgenti.
-
Forse mi sono sbagliato…e dovrei prendere nuovamente in considerazione l’idea
di andarmene – disse secco allontanando il viso da lei.
-
No, no – pregò lei.
-
No cosa? – domandò lui inclinando il capo e alzando il sopracciglio.
-
No resta – disse lei.
-
Restare? – lui si fece serio – perché? –
Lei
si contrasse e rimase ancora in silenzio a guardarlo.
-
Allora? – lui la incalzava deciso.
-
Ti amo – disse lei in un mormorio confuso.
-
Cosa? – chiese lui imperterrito. Voleva una vittoria schiacciante che non
lasciasse dubbi, o possibilità di ritrattazioni.
-
Ti amo – ripeté lei sempre a voce bassissima.
-
Cosa? Non ti sento Buffy – continuò lui.
-
Ti amo – disse sottovoce.
-
Buffy non capisco, puoi alzare la voce? –
Spazientita
ed agonizzante di desiderio Buffy alzò bandiera bianca e dichiarò conquistata
la fortezza – TI AMO – urlò talmente forte che la sua voce poté essere udita
per tutta la casa.
Di
sotto in cucina fece eco un boato – SIIIIII – gridarono tutti, compreso George
che per un attimo nella sua vita abbandonò la compostezza inglese per trasformarsi
in un tifoso da stadio.
Spike
avvicinò il viso a quello di lei, lo prese tra le mani e con uno sguardo di
nuovo colmo di amore e desiderio la baciò. Dapprima lentamente per riprendere
intimità con le sue labbra e poi il suo assalto divenne impetuoso e
appassionato.
-
Il mio passerotto – le ripeté assaporando le sue labbra, scendendo lungo la
linea del collo per poi risalire dall’altro lato.
Buffy
sorrise piano conquistata e vinta e lo strinse a se con energia. Ancora un po’
intimorita dalla ritrovata intimità.
Lui
la fece stendere sul letto e le si stese accanto e tornò a torturarla e
portarla verso vette inesplorate. Quando giunse al limite del desiderio, con
delicatezza si spinse in lei facendosi avvolgere completamente dalla
femminilità di lei tesa allo spasimo dal desiderio di averlo dentro di se.
Buffy
si avvinghiò a lui in una richiesta disperata di farla sua. Lui sorrise e
cominciò a muoversi lentamente prolungando i suoi gemiti e i suoi brividi.
Quando
la sentì totalmente abbandonata a lui cominciò a spingere con maggiore slancio
e vigore e i gemiti di Buffy divennero quasi urla di piacere.
Finalmente
dopo mesi tornavano a conoscere l’estasi che solo i loro corpi uno nell’altro
potevano donare loro.
-
Ti amo – gemette lei mentre ormai stremata veniva per l’ennesima volta.
Lui
rise, e baciandola con ardore le rispose – Sì lo so amore, anche io ti amo da
morire – E anche lui si abbandonò allo spasmo dell’appagamento che solo l’amore
dà.
Si
accoccolarono l’uno tra le braccia dell’altro, stanchi ma felici.
-
Promettimi che ….- Buffy serrò la mano sul suo braccio per un attimo assalita
dalla paura.
-
Si amore, è per sempre. Io non ti lascerò nemmeno se tuo vorrai. Mai…tu sei il
mio destino. Tu sei mia – le disse lui rassicurandola con piccoli baci
disseminati sul suo viso imperlato ancora di sudore per l’amplesso appena
avuto.
Lei
si sciolse in un sorriso soddisfatto e rassicurato e sporgendo il suo viso
verso quello di lui lo baciò con amore e desiderio.
-
Amami ancora – lo pregò – ti voglio Spike da morire, mi sei mancato tanto -
Spike
ebbe un fremito a sentire quella dichiarazione.
-
Come desideri passerotto. Io non desidero altro -
E
le sue braccia si riempirono di lei. Il loro mondo era perfetto di nuovo e le
loro vite adesso avevano un senso, insieme.
Epilogo
-
Buongiorno passerotto – Spike le diede un sonoro bacio sulle labbra e le
sorrise soddisfatto.
-
Ciao – mugolò lei senza riuscire a reprimere un sorriso appagato e luminoso.
-
Come ti senti? – le domandò tra il malizioso e il pensieroso. La notte era
stata intensa e Spike aveva qualche timore per il bambino.
-
Bene – rispose lei – ho fame – il suo stomaco brontolò rumorosamente.
-
Va bene padrona – scherzò Spike – vado a prendere rifornimenti e torno subito-
-
Cosa? – Buffy lo guardò confusa – ma che intenzioni hai? – gli domandò…
Lui
sorrise – tu resta qui…penserò a tutto io amore – e infilandosi i jeans scese
di sotto.
Appena
mise piede in cucina tutti i presenti fecero silenzio e si soffermarono a
fissarlo.
Erano
tutti lì in attesa.
-
Ma….- fece uno Spike sorpreso – avete dormito qui? -
Willow
fece cenno di sì con la testa – e chi se ne andava dopo lo spettacolo di ieri
sera. –
-
Eravamo ansiosi di conoscere l’esito del nostro piano, anche se…..visti i segni
che porti sul collo….possiamo intuirlo – aggiunse Wes addentando un grissino.
-
Allora abbiamo vinto? – Faith sembrava ansiosa di una conferma.
Spike
sorrise senza rispondere, ma il suo sguardo non lasciava dubbi.
-
Yuppiiii! La fortezza è caduta, il castello è preso – Oz gridò divertito, ma fu
fermato dallo sguardo di rimprovero che tutti i presenti gli rivolsero.
-
St….- lo ammonirono tutti – cosa vuoi che Buffy ci senta? Potrebbe arrabbiarsi
e alla fine litigare di nuovo con Spike. – Sbuffò Willow.
-
Non vi preoccupate….ormai la piccola non può sfuggirmi…con quel pancione – un
ghigno maligno si dipinse sul volto di Spike – e per i prossimi dieci anni farò
in modo che resti così, e non possa scappare da nessuna parte -
-
Spike! Ricordati che stai parlando di Buffy che è come una figlia per me –
George lo riprese scherzosamente.
Spike
prese un vassoio e lo riempì di talmente tanta roba da mangiare che sarebbe
bastata per un esercito. Gli altri lo guardarono con occhi attoniti.
-
Bene ora se volete scusarmi …. Il mio passerotto mi aspetta ed è affamato….deve
rimettersi in forze per il secondo round che l’attende -
Uscì
dalla cucina ridendo, mentre tutti gli altri sgranavano gli occhi e si
guardavano increduli.
-
Wes amore….- Faith continuava a guardare la porta da dove era uscito Spike –
forse dovresti frequentare la sua stessa palestra, io te ne sarei molto grata -
-
Eh? – Wes la guardò arrabbiato – cosa vorresti dire? – e la fissò contrariato.
-
Oz….- Willow balbettò.
-
Toglitelo dalla testa piccola. Io ci tengo alla mia salute – replicò lui
sorseggiando il suo latte parzialmente scremato.
George
tornò a sorseggiare il suo té finalmente sereno, ora non doveva più
preoccuparsi della sua Buffy, a lei avrebbe pensato Spike.
-
Eccomi amore sono tornato – Spike guardò verso il letto ma di Buffy nessuna
traccia.
-
Buffy? – chiamò affacciandosi nel bagno. Nessuna risposta.
Un
tremito lo attraversò – Buffy….- ripeté con tono angosciato.
-
Si – si girò di scatto sospirando sollevato.
-
Eccoti – disse senza fiato – ma dove eri finita? – sembrava in apprensione.
-
Sono andata un attimo nella mia stanza a prendere questo – e gli mostrò un
giacchino scolorito.
Lui
la fissò – cosa è? – le chiese curioso.
-
Lo metto sempre quando ho un po’ di freddo e sono a letto – sorrise dolcemente.
-
Ah…hai freddo…mm….basta dirlo, ti scaldo io passerotto – posò il vassoio e
l’attirò a se stringendola.
-
Smettila, voglio mangiare – lui rise divertito.
-
Anche io….ma voglio mangiare te – e le diede un piccolo morso sul collo.
-
Dai…devo mangiare – disse lei fintamente seccata.
-
Beh…possiamo fare entrambe le cose….tu mangi quella roba – ed indicò il vassoio
sul letto – ed io ….mangio te –
Si
sedette sul letto e la tirò giù su di se.
-
E tu….non hai proprio voglia di assaggiarmi? – le chiese malizioso.
-
Spike – improvvisamente il tono di Buffy divenne serio e Spike si impensierì.
-
Si dimmi – sentiva che quello che stava per chiedergli era qualcosa che non gli
avrebbe fatto piacere.
-
Cecily….- Buffy distolse lo sguardo da lui.
Con
un gesto rassegnato, la scostò da se adagiandola sul letto.
-
Cosa vuoi sapere? -
-
Era vero? – chiese in un fil di voce.
-
Sì….era vero. Ho tradito Cecily, ma lei non mi amava, mi aveva sposato solo per
soldi. Ero giovane Buffy, ho commesso un errore. Il bambino non era mio….ma mi
sarei preso cura di lui…invece…. Quando ho saputo che mi tradiva me ne sono
andato e sì, ho frequentato altre donne ….- esitò qualche istante prima di
proseguire nel racconto, osservando Buffy per vederne la reazione.
Lei
fece una smorfia di disapprovazione ma non fiatò.
-
Quando poi ha abortito…Non potevo esserle di grande aiuto moralmente, ero anche
io a pezzi. Ho deciso però di farmi carico delle spese e di continuare la mi
vita – sospirò socchiudendo gli occhi.
-
Avevo giurato che non avrei perso più la testa per una donna…ma poi a Londra ho
incontrato te e…-
-
Allora…è come pensavo…Tu…Dawn….- Buffy era stupita.
Lui
fece cenno di sì con il capo. – Sì. Ti ho vista quando abbiamo accompagnato
Dawn al collegio e sono stato perduto. All’inizio ho lottato contro quello che
sentivo, tu eri poco più di una bambina ed io…un uomo con un passato alle
spalle. Ma chissà come mai le donne che frequentavo in quel periodo erano tutte
bionde con gli occhi verdi – Sorrise ironicamente.
-
Ho conosciuto Dru e più mi parlava male di te, più mi faceva legare a te, non
ho resistito e sono venuto alla festa in maschera -
Buffy
sembrava ancora più confusa ed attonita – tu…eri tu quello….? – lo sguardo di
Buffy divenne intenso ed indecifrabile.
-
Sì – respirò pesantemente lui – dopo quel bacio, come facevo a rinunciare a te?
Passai un periodo infernale, a riflettere su cosa fare, se farmi avanti o
lasciarti andare. E c’era quell’idiota di Angel…- la guardò di sott’occhi e
rimase interdetto. Lo sguardo di lei era indecifrabile.
-
Un giorno Dawn mi chiama e mi dice che tu tornavi in America e che la tua
iscrizione per l’anno successivo, non era più confermata. E così…ho fatto i
bagagli e sono venuto qui –
-
Tu sei venuto qui deciso a…? – Buffy davvero non poteva credere a quello che
lui le stava dicendo.
-
Sì…sono venuto perché ti volevo disperatamente Buffy. Sapevo che loro volevano
vendere perché avevano bisogno di soldi, e spesso Dru si era lasciata sfuggire
frasi del tipo ‘ chissà che faccia farà quella scimmia quando le diremo che
Tara sarà venduta. Le si spezzerà il cuoricino, povera piccola ‘. Allora….ho
pensato che se tu non avessi accettato di sposarmi, soggiogata dal mio fascino…
– le sorrise lievemente cercando di stemperare l’atmosfera – lo avresti fatta
perché costretta…Mi spiace amore,
perdonami, ma io ti amo da morire non posso proprio rinunciare a te –
-
Tu…sei un mostro – balbettò Buffy con lo sguardo fisso nel vuoto.
-
Buffy ti prego….- la sua voce era un sussurro dispiaciuto e angosciato.
Si
passò una mano tra i capelli, temeva che adesso Buffy lo avrebbe odiato che
avrebbe cercato di lasciarlo. Ed era spaventato.
-
Spike – lei si voltò a fissarlo – ti odio – gli disse secca.
Spike
rimase a bocca aperta incapace di articolare suono. Aveva perso la sua solita
aria beffarda e spavalda. Adesso il suo sguardo era quello di un cucciolo
ferito che implorava una carezza dal suo padrone.
-
Buffy…- ripeté con un tremito nella voce.
Lei
continuò a fissarlo dritto negli occhi – Ma disgraziatamente…ti amo – sorrise.
-
Vieni qui sciocco…adesso mi è venuta proprio voglia di assaggiarti – E ridendo
con una mano gli circondò la nuca e l’attirò verso di se. Cercando le sue
labbra per abbandonarsi in un bacio appassionato.
Spike
inizialmente rimase fermo, stupito da quel gesto improvviso mentre lui pensava
che lei stesse per mandarlo via. Dopo un po’ riprendendo coraggio e sicurezza
rispose al bacio ed anzi lo fece diventare più profondo ed intenso.
-
Amore, sapessi quanto ti amo Buffy – sospirò tra le sue labbra calde ed umide.
Lei
gli diede una leggera spinta e lo fece distendere supino. Sorridendogli
maliziosamente….- prima, mi è parso che qualcuno di sotto parlasse di secondo
round…- con una mano fece scivolare la lampo dei suoi jeans e glieli sfilò
lentamente.
-
Bene…io sono pronta – disse lei e la sua mano si serrò gentilmente attorno al
membro duro di Spike, che gemette di piacere.
-
Buffy – mugolò lui questa volta e lei con movimenti gentili e leggeri lo portò
subito ad un grado di eccitazione elevato.
–
Allora vogliamo assaggiare un po’….- rise lei divertita e la sua testa si chinò
su di lui. I capelli si sparpagliarono sulle sue gambe facendogli il solletico.
Quando le labbra di lei si chiusero su di lui, racchiudendolo tutto nella sua
bocca umida e sensuale, Spike si sentì morire.
-
Oh Buffy – mormorò aggrappandosi alle lenzuola.
-
Sì? – domandò lei con aria ingenua, facendo finta di non capire.
-
Buffy – implorò lui, mentre lei con movimenti circolari della lingua e delle
labbra, sempre più rapidi, lo spingeva alla follia dei sensi.
-
Ti prego …..non resisto – gemette ormai allo stremo.
-
E tu…non resistere – disse lei ridendo.
Spike
spalancò gli occhi incredulo e scosso da spasmi di piacere intensissimo si
abbandonò a lei.
-
Va bene Amore eccomi – fu l’unica cosa che riuscì a dire mentre ad occhi
chiusi, piegava la testa all’indietro e si abbandonava sulle lenzuola.
Quando
riaprì gli occhi lei gli si era accoccolata accanto e lo guardava con
espressione divertita.
-
Sei un diavolo di donna, lo sai questo vero? – sorrise lui con il respiro
ancora irregolare e la voce roca.
-
Si – annuì lei con la testa prima di chinarsi su di lui alla ricerca delle sue
labbra morbide e sensuali.
-
Dimmelo ancora Buffy – le chiese lui accarezzandole la schiena lentamente.
-
Lo sai che ti amo – gli sussurrò in un orecchio stringendolo a se.
-
Si ma tu dimmelo lo stesso. Mi piace sentirtelo dire – le baciò la fronte.
-
Ti amo. Ti amo e ti amo – gli disse lei divertita e poi con fare furbo
aggiunse…
-
Non è che anche tu vuoi assaggiarmi un pochino vero? –
Spike
la guardò incredulo e facendo scivolare le sue labbra sul corpo ansioso di lei
disse – Sì…proprio un diavolo di donna –
Fine
Fine