Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

IL PREZZO DELL’AMORE

Di Spuffy

 

Capitolo 1

La macchina scivolò silenziosamente lungo il viale alberato e si fermò davanti ad una imponente costruzione in stile coloniale su due piani. Rannicchiata sul sedile posteriore vi era una ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi come le acque del lago che si intravedeva dalla collina. Lo sguardo fisso fuori dal finestrino e un’espressione pensierosa.

Dieci anni…Erano dieci anni che non metteva piede in quella casa, dal giorno in cui la sua infanzia si era schiantata contro un muro a duecento all’ora.‘ Incidente ‘ avevano detto i giornali. Ma lei sapeva che non era così. Lei sapeva qual era la verità: Suo padre la voleva lasciare per un’altra donna, lei non aveva retto al dolore ed aveva deciso di farla finita.

Ricordava ancora il suo sguardo assente e vuoto mentre la abbracciava e con le mani le accarezzava una guancia. Era un addio ma lei non l’aveva capito, e non le aveva detto tutte le cose che avrebbe voluto dirle. E lei se n’era andata così, forse senza sapere quanto male avrebbe fatto.

Per una settimana non aveva saputo niente. Ogni volta che domandava dove fosse sua madre, guardandola con compassione, tutti le rispondevano - è andata via -

Buffy si era convinta che fosse colpa sua se sua madre se n’era andata. Poi un giorno Willow la sua amica, aveva portato una copia del giornale locale. In prima pagina c’era una foto di sua madre, bella ed elegante come sempre. Ma non era una novità visto che lei partecipava a tutte le iniziative di cultura e di beneficenza del paese. Quello che aveva attirato l’attenzione di Buffy era invece il titolo a grandi caratteri rossi: ADDIO CARA JOYCE.

Buffy aveva sgranato gli occhi, e aveva letto rapidamente le prime righe dell’articolo, poi le lacrime le avevano offuscato la vista.

Lei era morta, e non sarebbe più tornata. Il suo mondo in un attimo andò in pezzi, come cristallo.

- Mi spiace - aveva sussurrato Willow, ma lei ormai era lontana, anche se ancora nessuno lo sapeva.

La sera stessa il padre era tornato e le aveva detto che doveva parlarle.

E lei esausta e svuotata di ogni emozione si era seduta sul divanetto nello studio pronta a ricevere il colpo di grazia che avrebbe spezzato le sue ultime illusioni.

Non un gesto di tenerezza. Non un abbraccio da quell’uomo alto e possente, che seduto sulla poltrona davanti a lei, rigirava nervosamente tra le mani il suo sigaro evitando di guardarla.

- Tua madre è morta Buffy - aveva infine detto con voce neutra - io parto per New York domani….e tu presto andrai in collegio. Ti farà bene cambiare aria per un po’.-

Buffy non aveva risposto. Per tutto il tempo aveva continuato a fissare il sigaro bruciare lentamente,

diffondendo tutt’attorno un alone di fumo grigio.

Lui aveva atteso alcuni istanti, Buffy era rimasta immobile con il viso privo di espressione e lui con un’alzata di spalle era uscito dallo studio e dalla sua vita.

 Distolse lo sguardo, non le piaceva ricordare.

Lo sportello si aprì improvvisamente strappandola ai suoi ricordi.

- Signorina siamo arrivati - le disse l’autista sorridendole.

Buffy scese dalla vettura stringendo i pugni e sollevando il mento in aria di sfida, si avviò verso l’ingresso.

Un’atmosfera gelida regnava nella casa. Tanto riccamente arredata da risultare quasi kitch.

Esitò un solo momento guardandosi intorno e poi seguì il fiotto di luce e le voci sommesse provenienti dallo studio.

‘La battaglia ha inizio ‘ pensò e strinse istintivamente la mano sulla maniglia della porta.

- Salve Buffy - la sua voce suadente, e sensuale la colpì come sempre.

Darla Swanson, la donna per cui suo padre aveva deciso di lasciare sua madre.

Bellissima, elegantissima ed aristocratica come sempre. Lunghi capelli biondi tenuti su da un’acconciatura elaborata, e sguardo ammaliante e attento. Un fisico sensuale, dalle curve generose. Accanto a lei sua sorella Dru, tutto l’opposto. Capelli corvini, occhi violetti e fisico esile e aggraziato. Ma entrambe accomunate dall’aria arrogante e snob e dalla freddezza.

Ricordava ancora la prima volta che le aveva viste. Era Natale. Il suo primo ed ultimo trascorso in famiglia, dopo la morte della madre. L’avevano accolta freddamente al suo arrivo dal college e sin da subito si erano comportate come le padrone di casa.

Suo padre le aveva detto farfugliando che si sarebbe sposato con Darla di lì a quindici giorni e che lui capiva se lei non voleva assistere e tornare in collegio.

In realtà le stava dicendo che era meglio se lei non partecipasse alle nozze, anzi che non tornasse più a casa.

Buffy era rimasta allibita. Aveva solo dieci anni allora, ma quella conversazione non l’aveva mai dimenticata.

Quel giorno per lei morì anche suo padre. Solo che non aveva una tomba dove piangerlo e soprattutto non versò nemmeno una lacrima. Ma la sofferenza fu terribile.

Lo sguardo di Buffy si soffermò sulla figura maschile, che girata verso la finestra aspirava nervosamente tabacco da un grosso sigaro.

- Salve - disse alla fine secca. E attese la mossa del nemico.

L’aria era tesa e quel silenzio innaturale non presagiva nulla di buono.

- Come è andato il viaggio? - chiese Darla con aria poco interessata.

Buffy non rispose, continuò ad attendere, che lui parlasse.

- Bene Buffy….andiamo al sodo…vedo che non sei cambiata - scrollò le spalle e finalmente si voltò a guardarla.

Ebbe un sussulto. La giovane donna che aveva davanti assomigliava terribilmente a sua madre.

- Già…ma non sono l’unica - disse con voce neutra Buffy senza distogliere lo sguardo.

- Gli affari non sono dei migliori….e…..la società ha bisogno urgente di capitali…di liquidi….-

- Scordatelo - fu la secca risposta di Buffy.

- Buffy si ragionevole -

- No - replicò senza scomporsi.

- Bene! Cosa ti avevo detto Hank….è solo una piccola stupida ragazzina arrogante ed egoista.

Tuo padre per il bene che ti vuole voleva convincerti con le buone….ma io credo che con te ci vogliano le maniere forti….altrimenti finisci come tua….- non finì la frase.

Buffy le lanciò uno sguardo disgustato, che mal celava la sua rabbia e Darla per un attimo si smarrì. Ma fu solo un momento. Riprese con tono più tagliente

- Tara sarà venduta, fattene una ragione. Anzi sarà meglio che ti trovi al più presto un lavoro, io ed Hank non abbiamo più intenzione di pagare per i tuoi capricci -

Si versò da bere lentamente senza guardarla in viso.

- Posso andare adesso? - Buffy mantenne la voce calma e fredda.

- Si - disse suo padre lasciandosi cadere sulla poltrona.

Buffy pensò che tutti gli uomini sono dei Vigliacchi, Bastardi e che lei non ci sarebbe mai cascata.

Buffy non si era mai innamorata, aveva avuto qualche flirt e l’unica storia importante era stata quella con Angel che l’aveva tradita e poi abbandonata. Incapace di capirla.

Buffy aveva deciso di farla finita con gli uomini. Nessuno di loro le avrebbe spezzato il cuore e ridotta come sua madre.

Senza dire un’altra parola si alzò ed uscì da quella stanza troppo affollata che le aveva fatto venire un senso di nausea. Salì lentamente le scale, e ad ogni scalino tutto il peso della situazione le si riversò sulle esili spalle. Tirò un profondo sospiro e chiuse la porta della stanza dietro di se.

Doveva dormire….al resto avrebbe pensato domani. ‘ In fondo domani è un altro giorno. ‘

 

 

Capitolo 2

 

La brezza leggera del mattino faceva ondeggiare le tendine di cotone color cremisi, alla finestra. Buffy si rigirò nel letto e fissò l’ombra riflessa sul soffitto della stanza. Un senso di vuoto ed impotenza l’assalì, ma come ormai era abituata a fare da tanti anni, lo ricacciò indietro e sorrise.

‘ Lo show della vita deve andare avanti ‘. Si alzò dal letto stiracchiandosi pigramente, e si guardò attorno. La sera precedente era troppo stanca e pensierosa per poter fermare la sua attenzione sulla stanza, ‘ La sua stanza ‘. Non era cambiata. Tutto era come allora: le stesse tende, gli stessi mobili….lo stesso odore di muschio e pioggia. Si quello era l’odore della sua stanza. O meglio quello era l’odore che Buffy vi aveva sempre sentito.

Spesso quando era lontana… in Europa, si era soffermata a guardare, dalle grandi vetrate della costruzione in stile gotico che costituiva il dormitorio femminile, la pioggia che rigava i vetri. Facendo assumere a quel luogo ancora di più l’aria di una prigione. Non aveva odore la pioggia….sapeva di smog e di acqua sporca. Niente a che vedere con l’inebriante odore della terra bagnata dalla pioggia che lei sentiva a casa.

In quel preciso momento Buffy realizzò che dopo dieci anni era tornata a casa. Era a Tara.

Fece un bagno caldo e rilassante. Sapeva che la giornata sarebbe stata lunga e stressante. La battaglia era appena iniziata.

Indossò un paio di jeans e una maglietta beige e scese di sotto a fare colazione. Aggirò la sala da pranzo deserta e si diresse in cucina.

- Ciao George - gli disse posandogli le mani sugli occhi.

- Buffy sei sempre la solita - sorrise scuotendo il capo e si voltò a guardarla.

Lui non era cambiato per niente, come se il tempo si fosse fermato a quel giorno. Stessi occhi buoni e stessa espressione gentile e affettuosa.

- Sono contento di rivederla Signorina - sospirò con gli occhi lucidi e l’abbracciò.

Buffy rimase rigida, da quando lei era morta, non aveva più avuto grandi manifestazioni di affetto ed era piuttosto restia a lasciarsi andare. Ma Gorge non si scompose, per lui restava sempre la sua piccola Buffy.

- Allora, cosa è questa storia? - domandò secca prendendo una tazza di latte e una fetta biscottata.

- Ah….temo che questa volta….la cosa sia preoccupante - si sedette sulla sedia accanto a Buffy e la osservò attentamente.

- Sei cresciuta lo sai? Ed io sto invecchiando…- pensava a lei. Al fatto che se lui fosse morto Buffy sarebbe rimasta davvero sola. E temeva per lei così apparentemente forte eppure così fragile.

Con un gesto del capo cercò di allontanare quei cupi pensieri e le sorrise.

- George allora? - Buffy sembrava spazientita.

- La società…bella questa….io direi ‘ il lusso sfrenato in cui vivono quei tre ‘ ...ha bisogno di soldi. E vogliono vendere la proprietà. Che a loro dire sarebbe ‘ inutile ‘ -

Buffy storse il naso e con un dito fece piccoli cerchi nella sua tazza.

- Possono farlo? - chiese alla fine forse intimorita dalla risposta che George avrebbe potuto darle.

- Temo di Sì….tua madre non è stata una donna molto….- esitò un attimo e la guardò - …previdente. Ha lasciato tutto a lui e a te….-

- Niente! - esclamò secca.

Buffy sapeva che per sua madre aveva sempre contato solo suo marito. L’affetto per lei era solo un’estensione di quello che provava per suo marito Hank. Il suo gesto finale gliene aveva dato conferma. A lei non importava di quello che Buffy avrebbe sofferto. Lei aveva pensato solo a se stessa e al suo dolore per la perdita di suo marito.

George intuì cosa passasse per la testa di Buffy, e purtroppo anche lui sapeva che aveva ragione.

- Possiamo fare qualcosa? - disse con voce neutra come se non le importasse.

George  sapeva che proprio quando era più calma, proprio quando era così fredda, voleva dire che soffriva di più.

Sospirò ancora e si pulì gli occhiali con un gesto lento e aggraziato.

Buffy finì di bere il suo latte e si alzò in piedi. Negli occhi lo scintillio della sfida appena accettata. E senza dire altro uscì fuori. Voleva fare una lunga passeggiata sulla sua terra. Perché quella terra, che ne dicesse suo padre, Darla o chiunque altro. Era sua.

Attraversò il bosco con passo sicuro. Erano passati dieci anni eppure era come fosse ieri.

Era diretta al suo posto segreto. Al suo rifugio. Quante volte era tornata in quel posto negli ultimi tempi della vita a Tara. Quando i suoi non facevano che litigare. E quante volte aveva pianto bagnandosi il viso e dicendosi che era solo acqua.

Sentiva già il rumore dell’acqua che scorreva impetuosa.

Aggirò un piccolo ammasso di rocce poco più alte di una casa e si ritrovò davanti alla piccola insenatura da cui sgorgava il ruscello. Una piccola cascata che andava a formare un minuscolo laghetto dalle acque cristalline.

E come sempre restò a fissarlo senza fiato. Si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno e si immerse nell’acqua. Nuotò freneticamente sino al centro e poi tirando un profondo respiro sparì sotto il pelo dell’acqua.

Dopo due minuti riemerse senza fiato e si stese nell’acqua pigramente, lasciandosi cullare dalle piccole onde generate dalla caduta violenta dell’acqua.

Infine tornò a riva ad asciugarsi su una piccola roccia levigata che sporgeva dalla riva. Chiuse gli occhi ed assaporò di nuovo la tranquillità e la pace del luogo.

Un fruscio tra gli alberi ed un silenzio innaturale la spinse ad aprire gli occhi.

Ritto in piedi davanti a lei c’era un uomo alto dal fisico snello e slanciato. Capelli….orribilmente ossigenati e un paio di occhiali scuri a coprirgli gli occhi.

- Chi diavolo….- Buffy si mise a sedere di scatto, presa alla sprovvista.

Nessuno tranne lei conosceva quel luogo.

- Calma passerotto. Non ti agitare - sorrise arrogantemente lui.

- Cosa ci fa qui? Questa è proprietà privata -

- Ah si? Beh io sono ospite della famiglia Summers - le si sedette accanto e abbassò con un gesto malizioso gli occhiali.

I suoi occhi azzurri percorsero il corpo esile e delicato di lei, con lascivia. Soffermandosi sul suo seno.

Buffy si rese conto che aveva gli abiti bagnati ed appiccicosi. E che la sua maglietta beige era praticamente una seconda pelle.

- Ehi….- esclamò, cercando di coprirsi con le mani. Lo fissò con disprezzo.

Lui sorrise e distolse lo sguardo fissandolo sull’acqua limpida.

- Bel posto questo, vero? -

Buffy non disse una parola si alzò e fece per andarsene. Quell’estraneo aveva profanato il suo rifugio segreto e lei lo odiava di già.

- Già te ne vai passerotto? - le disse alzandosi e sbarrandole il passaggio.

- Sì esatto. Si tolga di mezzo -

- Non sei molto amichevole piccola -

- Imbecille - l’aggressività di Buffy si fece sentire violenta.

- Ah, ah…..siamo acide questa mattina - rise beffardo e tese le braccia verso di lei.

Buffy con un gesto repentino cercò di schivarle ma ahimè per lei inciampò in un sasso e finì stesa per terra.

- Ohi …- disse, facendo leva sulle mani per rialzarsi.

- Ti sei fatta male tesoro? - lui si era chinato rapidamente su di lei e la teneva dolcemente per i fianchi.

Buffy a quel contatto inaspettato e improvviso ebbe un sussulto e spinse via le sue braccia.

- E’ colpa sua….stronzo - e senza attendere replica scappò via per il bosco.

In preda alla rabbia e alla frustrazione.

- Accidenti che caratterino… - fischiò lui, mentre un ghigno divertito si disegnò sulle sue labbra perfette.

 

 Capitolo 3

 

- Imbecille, stronzo - ripeteva Buffy mentre con passo rapido percorreva il sentiero che la riportava a casa.

I suoi abiti erano sporchi di fango e ancora umidi, e i capelli scompigliati. Si diresse alla porta sul retro ed entro come una furia in cucina, dove George stava dando le disposizioni per il pranzo.

- Buffy ma cosa…-

- Non una parola. Non una parola - lo interruppe furibonda e dopo avergli lanciato uno sguardo truce salì di corsa in camera sua a cambiarsi. Lanciò all’aria la biancheria e accese lo stereo a tutto volume FORSAKEN dei Disturbed….eh sì. Una musica così ‘ dolce ‘ le ci voleva proprio.

Aprì l’acqua calda e si immerse nella doccia, continuando a inveire contro il misterioso sconosciuto.

George dalla cucina scosse il capo e sospirò, rimpiangendo la musica melodica dei suoi tempi.

All’ora di pranzo Buffy scese in sala da. Non che avesse molta voglia di fare conversazione con ‘ loro ‘, ma non voleva starsene tutto il resto della giornata chiusa in camera sua.

Si sentivano voci divertite provenire dalla sala, mentre lei scendeva le scale.

Attraversò la porta e per poco non rimase fulminata.

Nella stanza seduto al tavolo, oltre Dru, Darla e suo padre c’era quell’orribile individuo incontrato al lago.

- Ciao Buffy - disse Darla con voce seccata. Probabilmente non gradiva la sua presenza.

Buffy si irrigidì d’istinto e si avviò verso …..nessun posto. La tavola era stata apparecchiata per quattro. Non c’era posto per lei.

Si fermò.

- Buffy questo è Spike. Un nostro Caro amico -

Darla guardò maliziosamente prima Dru e poi Spike.

- Spike ti presento la mia ‘ figliastra ‘ è appena tornata da un costoso college Europeo -

Darla aveva detto quelle parole come a voler sottolineare il costo che lei aveva sulle finanze familiari.

Lui si alzò in piedi e le sorrise divertito. Accennando un saluto con il capo.

- Piacere Buffy - non visto le fece l’occhiolino.

Buffy ancora più inferocita. Girò gli occhi e con voce fredda e asciutta rispose

- Salve -

- Cara, mi spiace non aver fatto preparare per te…ma pensavo che tu preferissi pranzare in cucina con George -

- Sì è vero - e senza dire altro uscì dalla stanza.

Lasciandosi alle spalle una scia di commenti malevoli.

- E’ una vera maleducata. Io non capisco perché tu e Hank spendiate tanti soldi per  la sua educazione -

- Cosa vuoi? Sono una donna di buon cuore -

Darla sospirò come se portasse sulle spalle tutto il peso del mondo.

- Spike spero che non ci farai caso….lei è come sua madre. Una donna insulsa e volgare. Che amava mettersi in mostra -

Darla aveva pronunciato quelle parole con disprezzo.

- Tesoro ti prego - Hank le strinse la mano.

- Si tesoro hai ragione meglio non pensarci. Comunque è ancora per pochi mesi -

Sospirò e con un cenno ordinò alla cameriera di servire il pranzo.

Non si era accorta dello sguardo accigliato di Spike mentre parlava e della sua espressione strana.

In fondo Buffy era contenta di non pranzare in quel covo di vipere, preferiva la compagnia di George.

Dopo pranzo si recò nelle scuderie, quanto le erano mancate le sue lunghe cavalcate.

Si soffermò lungo la fila di box con i nomi dei cavalli incisi nel legno. Il sesto box era vuoto.

Il suo cavallo era morto quando lei era via.

Ricordava ancora il telegramma ricevuto da George ‘ mi spiace tesoro il nostro darkness se n’è andato. Con tanto affetto George ‘ anche allora non aveva pianto.

Ma adesso davanti al suo box vuoto, all’odore di fieno e al silenzio rotto dallo scalpitare dei cavalli.

Tutto era così vivo. Così pesante.

- Ehi Passerotto che ci fai qui tutta sola? -

Quella voce inaspettata la fece trasalire.

- Ma…- si voltò e davanti a lei a pochi passi c’era ancora lui.

Il suo viso si indurì immediatamente e assunse un atteggiamento di difesa.

- Non sono fatti suoi -

Buffy non sapeva perché ma quell’individuo aveva il potere di farla irritare.

- Ehi ma hai proprio un caratterino….sei una puledra un po’ selvaggia….interessante -

A quell’affermazione Buffy vide rosso. Ma come si permetteva quel cafone, zotico, arrogante, imbecille….era rimasta a corto di aggettivi. A paragonarla ad un cavallo.

- Lei invece è un ronzino ed adesso sparisca - rispose secca, irrigidendo tutta la persona.

Lui sorrise a metà e rimase immobile poggiato alla colonna accanto al box.

- Ronzino? - un lampo nei suoi occhi.

- Vada al diavolo - Buffy cercò di oltrepassarlo ma lui la bloccò parandosi davanti.

- Mi hanno dato dello stallone….ma mai del ronzino tesoro - e senza attendere replica, l’attirò a se e la baciò.

Una vampata di calore invase Buffy, che mai in vita sua era stata baciata da un uomo a quel modo tranne….

Con Angel era finita proprio a causa della sua ‘ freddezza ‘, come aveva spesso sottolineato lui.

Cercò di allontanarlo ma fu tutto inutile.

Le mani di lui si erano serrate attorno alla sua vita, facendo aderire il suo corpo esile a quello virile di lui. E le labbra premevano sulle sue. Buffy aveva resistito al primo assalto, e le aveva mantenute chiuse ma non riusciva a respirare. Ed alla fine fu costretta a dischiuderle in un gemito.

Lui sorrise continuando a baciarla e con un guizzo la sua lingua si insinuò nella bocca di lei.

Che arrossì violentemente, incapace di ogni movimento. La esplorò avidamente e ansiosamente. E quando furono entrambi senza fiato finalmente si staccò da lei.

Continuando a tenerla stretta tra le braccia, le lanciò uno sguardo ammiccante, inarcando il sopracciglio.

- Allora tesoro….pensi ancora che sia un ronzino? -

Buffy fu scossa da un tremito, decisamente odiava quell’individuo.

- Mi fa schifo - sibilò, passandosi una mano sulle labbra per pulirsele in segno di disgusto.

E con una spinta si liberò della sua stretta.

- Se ci proverà ancora io…..-

- Ti piacerà ancora - le disse lui con aria di sfida.

Buffy si allontanò in tutta fretta, profondamente turbata.

Mentre Spike era rimasto accanto al box affascinato dai suoi due occhi verdi intensi e così tristi.

Poi un sorriso gli spuntò sulle morbide labbra che ancora avevano il sapore di lei.

‘ Sa di buono come ricordavo ‘ si disse e tornò verso la villa camminando lentamente.

Buffy non era rientrata subito, era ancora sconvolta per l’accaduto e dentro di lei forti emozioni si scontravano e si alternavano.

Ma di una cosa era certa ODIAVA SPIKE DARCY con tutte le sue forze.

Dopo aver vagato nell’oscurità del parco aveva finalmente fatto ritorno a casa.

Ad attenderla in cucina il fedele George.

- Buffy ti aspettano per la cena. -

- Cosa? - Buffy sembrò per un attimo stupita, era convinta che avrebbe cenato con George poi una smorfia apparve sul suo viso.

- Le apparenze - disse a bassa voce.

Suo padre era un uomo che teneva molto alle apparenze, per lui apparire agli occhi del mondo come la famiglia perfetta, era un dovere. E siccome c’erano ospiti….strinse per un attimo i pugni mentre un lampo di ira le attraversava lo sguardo. Poi tutto tornò sotto il vigile controllo della sua fredda razionalità e a passo sicuro si avviò verso la sala da pranzo.

 

Capitolo 4

 

La notte per Buffy fu inquieta. Il ricordo di quel bacio, delle sue labbra morbide ed avide che le impedivano di respirare…di pensare. Le sue braccia che la stringevano in una morsa quasi a farla soffocare.

Si svegliò di soprassalto agitata e confusa. Era l’alba. Decise di alzarsi, tanto on sarebbe riuscita più a prendere sonno. Fece una doccia. Indossò un completo scuro, elegante ma sobrio, ed armata di tutta la sua determinazione si incamminò a piedi verso la città.

Avrebbe fatto il giro delle Banche per chiedere un prestito, anche se George le aveva detto che non sarebbe stato facile. Lei, agli occhi degli altri, era di fatto una nullatenente.

Assorta in questi cupi pensieri, camminava a testa alta, come chi voglia sfidare il mondo intero. Non si accorse che una macchina scura le si era affiancata ed aveva rallentato.

L’improvviso suono del clacson la fece sobbalzare.

- Ehi passerotto! Sei mattiniera vedo -

In macchina seduto, sorridente ed arrogante più che mai, c’era quell’ odioso di Spike Darcy.

Lei non lo degnò di uno sguardo ed indispettita accelerò il passo.

- Su non fare la bambina capricciosa Buffy -

- Io mi chiamo Elizabeth….per gli estranei - disse con tono tagliente.

- ‘ Buffy ‘ mi piace di più. E’…..’ Buffo ‘ come te -

Rise divertito facendola alterare ancora di più.

- Dai su piccola, fa la brava adesso….e sali in macchina. Ti accompagno -

- No grazie! Preferisco andare a piedi -

Lui la guardò stranamente, scosse la testa pensando che era davvero un tipo cocciuto.

- Come vuoi tu tesoro -

Con una sgommata ripartì a tutta velocità sollevando un polverone che investì in pieno Buffy.

- Imbecille - gli urlò dietro lei, mentre tossiva violentemente.

Lui continuò a fissarla dallo specchietto retrovisore divertito, e proseguì la sua corsa.

- Maledetto questa me la paghi -

Buffy livida dalla rabbia, come mai in vita sua, arrivò in città in meno che non si dica.

E subito si diresse alla banca principale di Sunnydale. Due ore dopo… abbattuta e delusa si aggirava per le vie senza una meta precisa.

Aveva chiesto a tutti quelli che poteva quei maledetti soldi, ma tutti le avevano risposto allo stesso modo: ‘ Mi spiace. Le sue garanzie non sono sufficienti ‘

Sunnydale era cambiata davvero, non la riconosceva più.

Sconfitta infine si apprestò a tornare a casa, quando davanti ad un negozio di musica vide parcheggiata la De soto nera. Tutta la rabbia e la delusione che aveva provato quel giorno in un attimo si trasformò in desiderio di violenza pura, di vendetta. Si guardò intorno e prese al volo, dalle mani di un bambino che stava giocando, una mazza da baseball.

- Te la ridò subito bambino - disse sorridendogli distrattamente.

Si riavviò i capelli con un gesto deciso, e impugnando la mazza si diresse con passo apparentemente calmo verso la macchina.

Le diede un lungo sguardo e poi con violenza colpì ripetutamente prima il cofano, e poi il finestrino del conducente.

La gente si era fermata per strada ad osservare curiosa la scena.

- Ma chi è quella pazza? - aveva domandato Anya Harris, la moglie del sindaco della città. Che passava le sue giornate nel centro estetico di Sunnydale in mezzo ai pettegolezzi per cui andava matta.

- Ehi! Ma sei impazzita? -

Spike era appena uscito dal negozio con degli spartiti in mano ed era rimasto per un istante, incredulo, a guardare Buffy che gli distruggeva la macchina.

- Così impari ….idiota - urlò Buffy cono occhi accesi e viso arrossato dalla rabbia.

Erano naso a naso. Buffy si aspettava da un momento all’altro che Spike si infuriasse. Invece lui con una mano bloccò a mezz’aria la mazza, prima che lei sferrasse un altro colpo alla povera auto. Le sorrise accattivante e la fissò intensamente.

- Wow! Ma lo sai che sei ancora più bella quando ti arrabbi -

Buffy sgranò gli occhi spiazzata dal suo atteggiamento e con voce sottile e bassa sibilò

- Se potessi….tu non immagini nemmeno cosa ti farei -

Lui la guardò ancora più maliziosamente ed avvicinando il viso, quasi a toccare quello di Buffy le sussurrò con voce sensuale e calda

- Passerotto …nemmeno tu puoi immaginare quello che io vorrei fare a te -

Quella era la goccia che faceva traboccare il vaso. Buffy esasperata stava per ribattere qualcosa di offensivo quando una voce dietro di loro, la interruppe.

- Insomma! Ma che succede qui? -

Lo sceriffo Rupert Giles ed il suo aiutante Riley Finn si erano avvicinati facendosi spazio tra la gente che si stava godendo divertita lo spettacolo.

- Piccioncini, ai miei tempi se una coppia aveva dei problemi si chiudeva in una stanza da letto e li risolveva - disse ammiccando.

Buffy sgranò gli occhi, passando lo sguardo dallo sceriffo a Spike.

‘ Cosa????????’ era sconvolta alla sola idea che qualcuno potesse pensare che lei avesse qualcosa a che fare con quell’odioso individuo.

- No, no, no! Lei si sta sbagliando sceriffo. Lui non è ‘ affatto ‘ il mio fidanzato…ringraziando Iddio - si era affrettata a correggere.

Riley a quell’affermazione sorrise soddisfatto, Buffy era sempre stato il suo sogno proibito sin da piccolo. Ed era felice di sapere che quel bell’imbusto non fosse il suo fidanzato.

- Allora perché  sta distruggendo la macchina di quest’uomo? -

Lo sceriffo la fissò scettico. Mentre Buffy non sapeva cosa rispondere.

- Beh….lui….lui…..- e lo indicava con l’indice alzato - è un imbecille -

Riuscì a dire alla fine imbarazzata.

- Beh la maggior parte degli uomini lo è ma non per questo le loro donne gli distruggono le auto…se così non fosse il mondo sarebbe un immenso sfasciacarrozze -

Buffy abbassò lo sguardo e Spike con fare canzonatorio disse

- Su tesoro….di allo sceriffo perché stavi distruggendo la mia macchina -

Buffy cominciò ad agitarsi, non sapendo più a che Santo votarsi.

Lo sceriffo squadrò Spike dalla testa ai piedi. Fisico snello e virile. Lineamenti marcati ma eleganti e decisi. Sguardo assassino ed intenso. E capelli….beh orribili. Il tipico playboy piantagrane.

- Signor….? - chiese guardandolo da sopra gli occhiali.

- Spike Darcy - disse sicuro lui.

- Quello Spike Darcy? - fece eco lo sceriffo sorpreso piacevolmente.

- Si esattamente - sorrise sornione.

- Oh! Ma è davvero un onore ed un piacere per me conoscerla di persona. Lei è il mio eroe. Ho sempre un suo libro sul comodino accanto al letto. Mia moglie Jenny è gelosa di lei, si figuri -

Lo sceriffo sorrise a Spike e in adorazione gli strinse la mano.

Buffy pensò di essere finita nel bel mezzo del suo peggiore incubo.

Lo sceriffo si riprese e tornò a guardare Buffy con aria inquisitoria.

- Allora Signor Darcy, mi dica….questa ragazza la sta forse importunando? - e alzò il sopracciglio minaccioso - vuole sporgere denuncia? -

- Che co….sa? - Buffy balbettò intimorita.

Il ragazzino a cui Buffy aveva sottratto la mazza si era nel frattempo avvicinato allo sceriffo e con la mano gli aveva tirato un lembo della giacca.

- Sceriffo. Mi ha anche rubato la mazza - disse piagnucolando - è una ladra. Arrestatela -

Buffy aprì la bocca ma non riuscì ad dire niente.

Si affrettò a restituire la mazza al moccioso spione, dicendo - non è vero…io…io l’ho solo presa in prestito -

Si guardò intorno in cerca di aiuto. Riley sembrava dispiaciuto per lei. Ma non osò dire una parola, conosceva sin troppo bene il suo capo. E sapeva che non era un uomo a cui piaceva essere contraddetto.

- Allora? - continuò lo sceriffo calmo.

- Su tesoro adesso facciamo pace e torniamo a casa che ne dici? - disse Spike cingendole le spalle con un braccio e dandole un bacio sulla fronte.

- Ma che accid….- Buffy stava per protestare, quando Spike la interruppe

- Oh forse preferisci che sporga denuncia contro di te passerotto mio? -

Buffy era annichilita. Gli lanciò un’occhiataccia di sbieco e poi rassegnata disse in un fil di voce.

- No -

- Allora adesso che ne dici di salire in macchina e di tornare a casa? - le aprì lo sportello e le fece cenno di salire.

- Va bene - disse tra i denti Buffy ed entrò in macchina. Stringendo i pugni.

Il viso di Riley si rabbuiò e si lasciò sfuggire un sospiro di rammarico.

- Grazie sceriffo, senza di lei io e il mio passerotto, non avremmo fatto la pace -

Spike strinse la mano dello sceriffo, che era troppo contento di aver conosciuto il famoso scrittore di romanzi Horror, per preoccuparsi d’altro.

Salì in macchina e ripartì.

Riley continuò a fissare la macchina che si allontanava.

- Lascia perdere Riley, quei due sono innamorati. Si vede lontano un miglio - gli disse il suo superiore scuotendo il capo con disapprovazione.

- Circolare, su avanti. Lo spettacolo è finito - disse alla gente ancora ferma a guardare.

 

Appena partirono Buffy si girò verso Spike e lo aggredì.

- Tu bastardo, imbecille, stupido…-

- Ehi calma piccola….vacci piano con le offese…o potrei cambiare idea e fare marcia indietro -

Buffy era furibonda.

- E’ tutta colpa tua - disse alzando le spalle e guardando fuori dal finestrino.

In quel momento passarono davanti al muro dove dieci anni prima tutto era finito.

Fu scossa da un tremito e dopo la mattinata terribile e deludente, le sfuggì un singulto sommesso.

- Buffy cosa c’è? - le domandò lui con voce dolce e premurosa.

Toccandole una spalla con la mano per farla girare.

Buffy si passò rapida le mani sugli occhi ‘ per asciugare il sudore ‘ si disse e rispose seccata.

- Niente, non c’è proprio niente -

E guardò la strada davanti a se.

Spike restò qualche istante a fissarla poi senza dire nulla tornò anche lui a guardare la strada. Lanciandole di tanto in tanto qualche occhiata di sbieco.

Si fermò davanti all’ingresso e Buffy saltò giù dalla macchina e scappò via.

- Ma cosa è successo Spike? - Dru era appena uscita ed era rimasta sorpresa dal vedere come era ridotta la vettura di Spike.

- La tua adorata macchina. Chi è stato? - Dru sapeva quanto Spike amasse la sua de soto.

- Un incidente. Niente che non si possa riparare - Alzò le spalle e con lei che gli si era appesa al braccio rientrò in casa. Pensando ancora a quanto fosse complicata Buffy.

 

Capitolo 5

 

A pranzo Buffy non si fece vedere in sala, non voleva incontrare Spike.

Preferì gironzolare per la sua proprietà...finché era sua.

Rientrò dalla sua passeggiata nel pomeriggio, ad aspettarla in cucina c’era Darla.

In piedi con le braccia conserte e l’aria seccata.

- Bentornata ragazzina - le disse con voce tagliente - dovrei parlarti. Vieni di là in soggiorno per favore- e senza aspettare risposta si incamminò verso la sala.

L’una di fronte all’altra si guardavano con ostilità.

- Sentimi bene piccola ingrata. Tuo padre ed io siamo stati fin troppo buoni a tollerale la tua maleducazione ed arroganza. Ma ti avverto sono stanca -

Si sedette e con una mano si tirò indietro alcune ciocche che sfuggivano al suo chignon.

Buffy continuò a fissarla freddamente.

- Questo posto verrà venduto e…-

- No - disse Buffy con rabbia.

- Invece si! Fattene una ragione…anzi faresti bene a trovarti un lavoro Signorina. Non penserai certo di gravare sulle nostre spalle in eterno vero? -

- Io…- Buffy non sapeva cosa dire. Strinse i pugni e ingoiò ancora una volta la sua rabbia.

- Non voglio sentire niente. Ho già parlato con tuo padre….che mi ha dato il compito di dirti che non è più disposto a assecondare i tuoi capricci, ci hai già dato troppi pensieri. Quindi hai quindici giorni per trovarti un lavoro e cavartela da sola ragazzina -

Buffy non disse nulla si girò ed uscì lentamente dalla stanza. Appena fuori fu scossa da un tremito.

Lui non la voleva nella sua vita. Ancora arrabbiata si diresse correndo verso il laghetto. Aggirò come sempre la collinetta e andò a sbattere contro qualcosa.

- Accidenti …- disse, afferrando la mano che le veniva tesa. Si rialzò massaggiandosi il fondoschiena.

- Buffy ti stavo cercando - Spike era in piedi al suo fianco.

- Ehi che cosa vuole lei? - urlò Buffy, lasciandogli la mano come scottata.

- Non ti agitare, ti stavo solo aiutando -

- Perché continua a venire qui? Questo è il mio posto seg….- si interruppe Buffy. Non voleva dirgli nulla.

- Si lo so - sorrise lui beffardo - e per questo che sono venuto -

‘ Vuole rompermi le scatole questo ‘

- Ora se ne vada -

- Tesoro sei davvero molto maleducata lo sai? -

Buffy si irrigidì stizzita e tornò a camminare verso il ruscello. Spike la seguì.

- Ma insomma, cosa vuole? Vada a far compagnia a quelle due…- sospirò e si trattenne

- a Darla e Dru - disse alla fine sforzandosi.

Si sedette sul bordo della roccia sporgente.

Tolse le scarpe e immerse i piedi nell’acqua. Il Sole si avviava al tramonto.

- Tieni molto a questo posto vero? - disse sedendosi accanto a lei.

Buffy non rispose, sollevò solamente le spalle. E disegnò con le gambe piccoli cerchi nell’acqua.

Spike fece scivolare il suo sguardo sulla sua figura esile e sensuale. Soffermandosi sul viso teso e dall’espressione dura. E su quegli occhi che tanto lo attiravano.

Sapeva tutto di lei. In quei giorni era stato anche alla biblioteca del paese ed aveva conosciuto la rossa bibliotecaria Willow Rosemberg, amica di Buffy che gli aveva dato altre informazioni.

Gli aveva detto che Buffy era una ragazzina molto vivace e dolce che adorava sua madre. Il fatto che lei se ne fosse andata in quel modo, le aveva spezzato il cuore. E da quel giorno si era molto chiusa, anche con lei. Inoltre tutto era peggiorato quando il padre nemmeno due mesi dopo le aveva detto che si sposava e che la mandava in collegio. Willow aveva pianto quando aveva saputo che la sua amica partiva, invece Buffy era rimasta distaccata, fredda ‘ passerà Willow ‘ le aveva detto. E lei c’era rimasta male. Il primo Natale era tornata a casa, ma in famiglia non la volevano. Darla non la poteva soffrire per il semplice fatto che fosse la figlia della prima moglie di Hank. E in quanto a suo padre Willow gli aveva detto che era un ‘ Bastardo figlio di puttana. Che pensava solo alla sua carriera di Senatore ed alla sua società. E che di sua figlia non gli importava nulla ‘.

Spike aveva guardato a lungo la foto del giornale che ritraeva la famiglia al completo.

Buffy poteva avere nove anni, era accanto a sua madre. Indossava un paio di pantaloni blu e una maglietta bianca. I capelli erano raccolti in una grossa treccia sulle spalle. Aveva il volto sorridente e birichino, rivolto in adorazione verso la madre, che stringeva il braccio di suo marito. Il quale  guardava fisso nell’obiettivo serio e rigido.

Non sapeva spiegarsi il perché ma aveva desiderato correre da Buffy prenderla tra le braccia e proteggerla.

- Anche a me piace, è un posto incantevole - continuò a fissarla.

Buffy si accigliò e girandosi di scatto gli disse a muso duro

- Insomma cosa vuole da me e perché mi sta fissando a quel modo? -

Spike sorrise ripensando alla bambina della foto.

- Non lo so ancora Buffy….- reclinò la testa da un lato e inarcò il sopracciglio soffermando il suo sguardo sulle labbra morbide e semidischiuse, dalla sorpresa.

- O…forse sì - disse con voce roca mentre prendendola per un braccio l’attirava a se e si impossessava delle sue labbra.

- N…o - cercò di dire Buffy, ma lui l’aveva già circondata con le sue braccia e la stringeva cercando un contatto più intimo con il corpo di lei.

Fu un bacio lungo, dolce all’inizio e poi via, via più intenso e appassionato. Quando Buffy riuscì a staccare le sue labbra da quelle di lui, era senza fiato e arrossata per l’emozione.

- Mi tolga le mani di dosso - disse cercando di liberarsi da quella stretta pericolosa e sconvolgente.

Ma Spike non mollò la presa anzi, la strinse ancora di più tra le sue braccia.

- Buffy….sei così…..tenera - disse con voce alterata e riprese a baciarla ancora più intensamente di prima.

Buffy era sconvolta. Non era abituata a provare emozioni così intense, le aveva evitate per tanto tempo. E d’improvviso quello sconosciuto le risvegliava tutte in una volta. Erano troppo intense per lei, per riuscire a gestirle razionalmente.

- Mi lasci - ansimava mentre lui le baciava il viso e il collo.

- No - le sussurrò lui all’orecchio.

E con un gesto improvviso ed inaspettato la fece scivolare distesa sulla roccia bloccandola con il suo peso.

Buffy si agitò sentendo le mani di lui sotto la sua maglietta di cotone sottile.

- Mi Lasci - gli disse in un ultimo tentativo di resistenza.

La mano di Spike si chiuse sul suo seno e Buffy si abbandonò con un gemito liberatorio.

Spike sorrise tra se, sentendola così arrendevole e cominciò ad accarezzarle voglioso il seno tondo e sodo.

- Stai tranquilla Buffy, non voglio farti del male - le sussurrò all’orecchio prima di scendere ancora una volta sulle sue labbra.

Buffy socchiuse gli occhi e gemette più forte quando lui le massaggiò più intensamente la punta tesa del seno.

Trattenne il fiato quando le sollevò la maglietta ed abbassò le sue labbra sul suo capezzolo già torturato dalle sue mani.

- La prego - gemette a bassa voce mentre cerchi di calore e piacere le attraversavano il corpo.

Le labbra di Spike si serrarono sul suo seno succhiando avidamente.

Buffy inarcò la schiena a cercare maggiore contatto con il corpo di Spike e lui con la mano cominciò ad accarezzare anche l’altra punta.

Buffy ormai incapace di resistere si era abbandonata, e con le mani aveva abbracciato Spike e lo stringeva convulsamente.

La mano di lui scivolò lentamente lungo i suoi fianchi e si soffermò sul bottone dei suoi jeans.

Buffy si irrigidì di colpo e con uno strattone lo spinse via.

Si mise a sedere sconvolta, con le lacrime agli occhi.

- Bastardo… - aveva gridato.

- Accidenti - Aveva imprecato con se stesso, passandosi una mano tra i capelli. Il ricordo della pelle di lei e delle sue labbra lo fece fremere di desiderio. Scrollò la testa e sospirando profondamente si avviò verso la villa.

 

Capitolo 6

 

Buffy era sconvolta, quell’odioso individuo aveva osato metterle le mani addosso ….e a lei era piaciuto. Quel contatto così sensuale e intimo. Al ricordo un senso di calore la pervase. Il ritmo del suo cuore accelerò…’ Stupida Buffy! Sei stupida. E’ un uomo come gli altri….come tuo padre ‘ A quel pensiero la mascella si contrasse e il suo sguardo divenne duro.

- Odio quell’uomo! - esclamò entrando in cucina.

- Chi? - George sembrò stupito da quella sua affermazione.

- Quell…..quell’idiota di Spike Darcy - sbuffò sedendosi.

- Oh! Capisco - la guardò da sopra gli occhiali con espressione sospettosa.

- E cosa ti ha fatto….per farti arrabbiare così? - Le domandò incuriosito.

- Mi ha….- Buffy si bloccò imbarazzata. Non voleva confessargli che lui l’aveva baciata, accarezzata ed abbracciata. Di nuovo quella sensazione di calore.

- E’ un arrogante cafone, ed un imbecille. Ecco -

- Ma cosa ti ha fatto? -

George la incalzò, mentre un dubbio gli si insinuava nella mente.

- Niente…è solo che è odioso - tagliò corto lei.

Con un’alzata di spalle andò di sopra nella sua stanza. E non scese per la cena.

Si alzò che il Sole era già alto. La casa era deserta.

- Ma dove sono tutti? - chiese una volta in cucina, addentando una fetta biscottata.

- A Los Angeles….un imprevisto, un impegno in società. Credo che torneranno tra uno o due giorni-

George si sedette ad osservarla, c’era qualcosa di diverso in lei.

- Ah bene! - Buffy era felice all’idea di poter avere la casa per qualche giorno tutta per se.

Canterellando si avviò verso il bagno.

Si spogliò rapidamente e dopo una doccia veloce indossò un costume, un pantaloncino e si diresse verso il suo laghetto.

Si rilassò tranquilla. Il Sole splendeva alto in cielo ed era una giornata stupenda. Dopo un quarto d’ora, sudata per la calura, Buffy decise di tuffarsi. L’acqua fresca sul suo corpo la fece sentire bene. In pace con se stessa. Si stese a pelo d’acqua e si lasciò cullare dalle onde. Infine dopo aver nuotato per una mezz’ora, tornò a riva. Prese dalla sua sacca la sua armonica e intonò una canzone. Quella che le aveva insegnato sua madre. In silenzio pianse senza lacrime, pensando che presto tutto sarebbe finito. Che la casa sarebbe stata venduta. E che qualcun altro sarebbe stato il padrone di quel posto stupendo.

 

Pieno di tanti ricordi e di lei.

Sospirò e il suono dell’armonica si smorzò in un lamento.

- Bravissima passerotto. Non credevo fossi così brava -

Buffy sobbalzò spaventata.

- Cosa fa qui? Non è andato a Los Angeles? -

- Guardavo te passerotto…e No, non sono andato con loro -

Le sorrideva sfrontatamente inarcando il sopracciglio invitante.

- ….E se devo dire la verità, è un bel vedere -

Il suo sorriso malizioso si allargò, mentre con gli occhi percorreva il suo corpo semi nudo divorandolo.

- Vada via di qui, subito - urlò Buffy in preda alla rabbia.

- Passerotto dopo tutto quello che c’è stato tra noi…..ancora mi dai del ‘ Lei ‘? Dai non fare la timida -

Si era avvicinato pericolosamente e Buffy indietreggiò intimorita.

- Fermo lì - non finì la frase che inciampò su un dislivello della roccia e lui la prese tra le braccia per sostenerla.

- Tesoro….. attenzione. Rischi di rovinare la tua pelle di seta - e con una mano le accarezzò il braccio sensualmente.

La pelle d’oca e un senso di languore fecero irrigidire Buffy.

- Mi lasci - cercò di allontanare le sue mani.

- No. È così bello tenerti tra le braccia - disse con voce roca.

- Io….- Buffy sgranò gli occhi, sapeva cosa stava per fare.

E lui non la deluse, le alzò con una mano il mento, lei titubante cercava di sfuggire il suo sguardo, e la baciò. Dapprima lentamente, assaporandola. Poi sempre più impetuoso il suo bisogno di lei lo travolse.

- Oh Buffy sei così…dolce….non resistermi -

- Mi lasci - Buffy cercava di girare il capo, ma la sua morsa era d’acciaio e così calda e infuocata.

Con le mani le carezzò la schiena attirandola maggiormente contro il suo torace.

Infine le sue labbra si staccarono per riprendere fiato.

- Buffy…-

- Mi lasci! - con le braccia cercava di divincolarsi.

- Sta calma piccola -

La sua mano scivolò sul bordo del costume e lentamente lo sollevò per insinuarsi in una carezza lenta e eccitante.

- No…la prego - sussurrò Buffy abbandonandosi a quel tocco intenso e suadente.

- Così piccola, chiudi gli occhi - e lei ubbidì.

Lui sorrise dolcemente e l’altra mano scese sino alle sue cosce, infilandosi nel costume ancora umido.

Lei gemette e con le braccia si aggrappò alle sue spalle.

I loro respiri affannosi ed eccitati si confondevano per la vicinanza dei loro visi.

E di nuovo le labbra di lui cercarono quelle calde e sensuali di lei, che lo accolsero ansiose.

- Piccola lasciati andare, penserò io a te -

Quelle parole riportarono bruscamente Buffy alla realtà.

‘ Lui è un uomo e quindi un essere infido! Nessuno si prenderà cura di me, mai ‘

Con un gesto rapido piegò il ginocchio, e gli assestò un potente colpo ai genitali.

Facendolo gemere dal dolore e dalla sorpresa.

- Scordatelo. Mi fate tutti schifo - gli urlò e scappò via.

Doveva andarsene e subito.

Quell’uomo era pericoloso.

 

Infuriata Buffy salì di sopra e si infilò nella doccia. Ne aveva bisogno dopo tutta quella….quella…..agitazione.

Calmatasi un po’ si avvolse in corto asciugamani e canticchiando entrò in camera… E rimase a bocca aperta.

Lui era in piedi davanti a lei ed indossava solo un paio di jeans sbottonati, per di più.

- Che cosa vuole? Esca di qui o mi metto a urlare -

Lui le sorrise ma non parlò. Continuò a fissarla e lentamente si mosse verso di lei.

- No - disse lei, e corse verso la porta. Lui la precedette e con una mano la bloccò e richiuse.

Buffy lo guardò atterrita.

- Buffy…- le disse a voce bassa, accarezzandole una guancia - perché sei scappata prima? -

Buffy cominciò a tremare.

Era in trappola ed era spaventata a morte.

Quell’uomo la voleva e lei non era sicura di non volerlo.

- Lasciami andare - per la prima volta gli diede del tu.

Un ultimo tentativo di sfuggirgli e di sfuggire a se stessa.

- No - le disse con dolcezza e l’attirò a se per avvolgerla in un bacio pieno di desiderio.

- Per favore - una supplica e un brivido di desiderio.

- St…..- mormorò lui sulle sue labbra e poi fece cadere sul pavimento l’asciugamani.

Buffy arrossì violentemente e con le mani si coprì.

Lui sorrise prendendola in braccio, e la portò a letto.

Disseminò il suo corpo di morbidi, piccoli baci.

Mentre lei continuava  a coprirsi con le mani, come meglio poteva.

Raggiunse le sue labbra e le coprì con le sue, mentre con le mani scostava quelle di lei dal suo bellissimo corpo e se le portava al collo.

- Abbracciami - le disse piano, ma in modo deciso.

Lei si strinse a lui confusa, eccitata e spaventata.

- Non temere….piccola, non ti farò del male. Te lo prometto….ti piacerà -

Le accarezzò i capelli e poi con un gesto aggraziato si sfilò i jeans.

Buffy si lasciò sfuggire un’esclamazione stupita.

Lui la guardò con dolcezza e poi con una mano sfiorò la sua femminilità. E fu contento quando si rese conto che era già eccitata.

Allora con tenerezza e attenzione le divaricò leggermente le gambe e si sistemò su di lei.

Tornò a guardarla, e lei si sentiva affogare nei suoi occhi intensi ed impetuosi come il mare.

- Ti prego Spike…non farmi male -

Lui fece cenno di si con il capo e poi la baciò, e cominciò a spingersi in lei lento ed inesorabile.

Una lacrima spuntò sul viso di Buffy, che provò una fitta di dolore intensa.

Lui sentì i muscoli di lei contrarsi e tendersi mentre il suo membro duro e gonfio scivolava in lei.

Lei strinse i pugni e si aggrappò alle sue spalle in un gesto convulso. Lui cominciò a fare piccoli movimenti con il bacino per abituarla alla sua penetrazione.

- Non aver paura, sta tranquilla passerotto - cercò di rassicurarla, in attesa che si lasciasse andare e gli permettesse di muoversi più velocemente in lei.

Con una mano cominciò a tracciare piccoli disegni sul suo seno e poi con la punta della lingua né lecco l’aureola, facendola gemere dal piacere improvviso e intenso.

I suoi muscoli si abbandonarono e lui iniziò la sua danza dapprima lenta e travolgente, e poi sempre più veloce e profonda.

- Buffy, piccola…. Mi piaci da impazzire - le sussurrò mentre lei raggiungeva il Paradiso per poi planare lentamente sulla Terra. Appagata e riempita di lui che la raggiunse subito dopo finalmente soddisfatto nel suo desiderio sconvolgente di lei.

Ansimavano entrambi quando la stanza smise di girare vorticosamente attorno a loro.

Buffy chiuse gli occhi e si lasciò andare ad un pianto disperato e liberatorio. Il primo da dieci anni.

Lui la strinse tra le sue braccia accarezzandole la testa con dolcezza.

- Si piangi piccola - le diede un bacio sulla fronte

- Dormi adesso. Ne hai bisogno – sussurrò quando finalmente lei si fu calmata.

Buffy si abbandonò a Morfeo, sentendosi sicura e protetta da quelle forti braccia.

E per la prima volta il sonno non le portò incubi, ma solo pace e riposo.

 

 

Capitolo 7

 

Buffy si risvegliò in preda all’angoscia. Doveva essere impazzita per fare sesso con quell’uomo, quello sconosciuto. Che era amico di suo padre.

- Buongiorno passerotto -

Lei sollevò lo sguardo ed incontrò quello dolce e tenero di lui.

- Dormito bene? - le sorrise accarezzandole la guancia con un dito

Buffy d’istinto piegò il capo a cercare un maggior contatto con la sua mano.

Non aveva ricevuto molte carezze in vita sua, e questa sensazione così dolce e calda la stordiva e le impediva di ragionare.

Gli occhi le si velarono di lacrime ma non avrebbe pianto questa volta.

Lui le sorrise e i suoi occhi si fecero pieni di desiderio.

- Non ti ho fatto molto male vero? -

Le domandò continuando ad accarezzarle la guancia.

Lei fece cenno di no con il capo e lui portò la mano prima sul suo collo e poi lentamente verso il seno. Su cui si chiuse facendo gemere Buffy.

Si fece più vicino, quasi a coprirla con il suo corpo. Con voce roca le chiese

- Vuoi ancora tesoro? -

Buffy arrossì e distolse lo sguardo senza rispondergli.

Lui continuò a torturarla facendola eccitare.

Vedendo che lei non lo fermava fece scivolare la mano tra le sue cosce tese, e lei senza rendersene conto le allargò.

Lui sorrise mordendosi il labbro inferiore.

- Allora piccola vuoi? -

Domandò ancora più eccitato, posandole dei piccoli baci sul collo.

- Ti prego non farmi del male - rispose Buffy in un sussurro non guardandolo.

Gli occhi di Spike divennero scuri e profondi.

- No, amore. Non ti farò del male –

Quanta paura di soffrire doveva avere Buffy pensò.

Posò sulle sue labbra umide un dolcissimo bacio.

Buffy sospirò e si abbandonò a lui senza più difese. Rispose al bacio stringendolo con tutto il corpo.

Lui si infiammò dinanzi alla sua arrendevolezza e alla sua passionalità.

Si spinse in lei bisognoso del suo corpo caldo, della sua femminilità eccitata. Voleva riempirla, colmarla di lui.

Questa volta privo di freni e di timori le impose il suo ritmo martellante e dolcemente violento.

Sino a che non la sentì gemere in preda al più puro ed incontrollabile piacere.

Prolungò i suoi spasmi all’infinito ed infine appagato si abbandonò sulle lenzuola accanto a lei.

Mise le mani dietro la nuca e si guardò attorno. La stanza era quella di una bambina, pensò che Buffy non era tornata molto spesso lì negli ultimi anni. C’erano peluche sparsi ovunque e un immenso tappeto con disegnato Willy il Coyote. Guardò una foto di Buffy sulla scrivania. Aveva l’espressione crucciata e leggermente triste, molto simile a quella che le aveva spesso visto in questi giorni. Gli si strinse il cuore e istintivamente l’abbracciò più stretta a se. Come a volerle trasmettere tutto il calore, l’amore che lui provava per lei. Lui l’avrebbe amata e protetta. Colmando il vuoto di tutti quegli anni di solitudine e dolore.

La baciò sulla fronte mentre il suo respiro si normalizzava.

Buffy non voleva pensare. Il domani con il suo brusco risveglio sarebbe presto giunto. Ora voleva solamente stare così, stretta tra le sue braccia forti.

- Vorresti andare al lago? - gli domandò esitante.

- Tutto quello che vuoi passerotto - le sussurrò lui mordendole il lobo dell’orecchio.

- Tu ordina ed io eseguirò - sorrise divertito.

- Davvero? - disse lei un po’ diffidente, ma raggiante come una bambina.

- Sì certo. Avanti …- e attese giocando con una sua ciocca di capelli.

- Mm…..- Buffy lo guardò con un misto di innocenza e malizia - Prima….potremmo rifarlo? -

- Ah! - rise lui - Tesoro….ho talmente tanta voglia di te che potrei passare tutto il giorno in questo letto a fare l’amore con te - La guardò con rinnovato desiderio.

E l’attirò a se quasi con violenza. E riprese la danza.

 

Era ormai sera quando lui finalmente la lasciò andare.

Buffy non voleva che George sapesse e guardandolo titubante gli chiese.

- Ti spiace se….-

Lui capì al volo e sorrise - non ti preoccupare piccola. Capisco - si fermò davanti alla porta e prima di aprirla le disse - ti aspetto di sotto. Non tardare…già mi manchi - le fece l’occhiolino e uscì fischiano.

Buffy respirò profondamente guardandosi allo specchio e poi scese di sotto.

George fortunatamente era stato fuori nel pomeriggio, approfittando dell’assenza dei padroni. E non si era accorto di nulla.

Buffy non si accorse degli sguardi furtivi che le lanciò, e dell’espressione indagatrice che aveva sul viso, tutta presa dal ricordo delle ore appena trascorse.

- Buffy, vuoi cenare? - le domandò

- No, George - disse Spike uscendo dalla biblioteca.

- Questa sera io e Buffy ceneremo fuori - e sorridendole le tese la mano.

Buffy accennò un lieve sorriso imbarazzato e salutando George goffamente seguì Spike fuori.

George sorrise tra se e se e cominciò a sperare.

- Allora che ne dici di andarcene in un posticino romantico? Cenare e poi fare una lunga passeggiata al chiaro di Luna? Magari….con nuotata al laghetto?....completamente nudi - pronunciò quelle ultime parole con un tono più basso e sensuale della voce.

 Buffy ebbe un brivido e abbassò lo sguardo. Lui le tirò su il mento e la guardò dolcemente.

- Piccola ti prego fammi un sorriso….vuoi? -

Lei gli sorrise e lui le diede un bacio a fior di labbra.

Le aprì lo sportello e poi sedutosi in macchina partì a tutta velocità.

La portò in un piccolo locale, poco frequentato e con i tavoli a lume di candela Scelse un tavolo appartato con divanetto al posto delle sedie.

Si sedettero vicini e lui con naturalezza le prese la mano e la intrecciò alla sua.

Lei non si tirò indietro, tutta quella intimità la inebriava e la rendeva felice.

- Cosa vuoi mangiare passerotto? - le chiese allegro.

- Non lo so……mi piacerebbe una bella insalata mediterranea con patatine fritte e tanta maionese -

Sorrise.

Lui in un sussurro le disse - ti piace la maionese……ricordamelo più tardi - la guardò maliziosamente facendola arrossire.

- Baciami - le intimò facendosi serio e Buffy si stupì di quella richiesta così….strana. Si guardò un attimo intorno e poi lo baciò, un bacio fugace. Ma mentre stava per ritrarsi lui l’attirò nuovamente a se e la strinse imprigionando la sua bocca. E con la lingua la esplorò con foga.

Quando la lasciò andare erano affannati e il loro sguardo infuocato.

Il cameriere si schiarì la voce e chiese se volevano ordinare. Spike ordinò con disinvoltura e mangiarono parlando del più e del meno.

Dopo cena come promesso la portò sulla spiaggia e fecero una lunga passeggiata al chiaro di Luna e Buffy dopo dieci anni per la prima volta parlò di se come un fiume in piena.

- Quando lei se n’è andata….tutto è finito - disse con tristezza.

Lui le strinse la mano.

- Mio padre mi mandò in collegio pochi mesi dopo…non andavo a genio alla sua futura moglie. E a dire il vero non sono mai andata a genio nemmeno a lui -

Sorrise sarcasticamente.

Non gli disse che sua madre si era suicidata.

Non gli disse che il padre aveva già una relazione con Darla.

Non gli disse che era stata trattata come un’ospite in casa sua dal momento in cui sua madre era morta.

Ma lui queste cose le sapeva….la guardò con uno sguardo indefinibile e poi la baciò.

Buffy pianse tra le sue braccia e lui la lasciò sfogare in silenzio.

Strinse la mascella, aveva deciso e niente lo avrebbe fermato.

Tornarono a casa che era tarda sera.

George li aspettava alzato in cucina, sorseggiando la sua tazza di tè nervosamente.

- Bentornati - disse con falsa indifferenza.

- Salve George - rispose Spike di buon umore.

- Beh io vado a dormire - disse Buffy e corse di sopra ancora confusa.

- Beh vado anche io - Spike fece per uscire dalla cucina.

- Un attimo….- lo fermò George guardandolo con diffidenza.

Spike lo guardò e capì subito.

- Non deve temere  George - gli disse senza abbassare lo sguardo

- Non sto giocando con Buffy - era sicuro e deciso.

George lo osservò per un lungo interminabile istante.

Poi sorrise, e annuì con il capo. Quello che aveva letto negli occhi di Spike Darcy lo aveva tranquillizzato. Quello era un gentiluomo non lo avrebbe deluso.

Spike ricambiò il sorriso e poi corse dietro Buffy, questa notte era loro.

L’avrebbe amata fino a sfinirsi. Sino a morirne.

Bussò piano alla porta e senza aspettare risposta entrò.

Tutto era buio, ma lui poteva distinguere i contorni della sua figura al buio.

Era in piedi davanti alla finestra e stava trattenendo il fiato.

Lui le si avvicinò con fare felino e le passò un braccio attorno alla vita stringendola a se.

- Che fai? Giochi a nascondino? -

Lei ebbe un tremito di eccitazione, quando lui le sfiorò la punta del seno attraverso il tessuto della maglietta.

Lei non rispose ma gli gettò le braccia al collo e cominciò a baciarlo furiosamente e disperatamente.

Colto piacevolmente alla sprovvista dalle sue effusioni, rimase un attimo immobile.

Buffy con impacciata inesperienza portò la mano ai pantaloni e cercò di accarezzargli il rigonfiamento che premeva contro i jeans.

Lui sussultò e gemette confuso.

Lei intimorita e un po’ vergognosa ritirò la mano. Lui gliela prese tra le sue e la guidò nuovamente al suo inguine.

Gliela premette contro i jeans, tirò giù la lampo e gliela fece infilare dentro.

Buffy esitò e lui sospirò eccitato.

Le fece stringere il suo membro già fremente e duro tra le mani.

- Accarezzami piccola - la implorò con voce rotta spingendola lentamente verso il letto.

Buffy era eccitata per quella sua capacità di infiammarlo a quel modo.

Cominciò a muovere la mano sperando di fare bene.

Lui respirò sempre più affannosamente e la tirò giù sopra di se, sul letto ancora sfatto.

- Oh Dio - disse solo in preda al piacere e al desiderio.

Quando fu al limite le allontanò la mano, e con gesti frenetici e lussuriosi si tolse i vestiti, invitandola a fare lo stesso. Incapace di trattenersi oltre entrò in lei prepotentemente e ansiosamente. Muovendosi forsennatamente per raggiungere l’apice del piacere e perdersi tra le pieghe calde e bagnate della sua femminilità bisognosa di amore e di passione.

E alla fine. occhi negli occhi, entrambi si persero l’uno nell’altro.

 

 

 

Capitolo 8

 

Spike si alzò canticchiando dal letto e si infilò nella doccia.

Buffy dormiva ancora. Era così bella addormentata…. così indifesa e fragile.

Lui si sarebbe preso cura di lei a qualunque costo.

L’acqua calda scivolò sul suo corpo e ricordò la prima volta che l’aveva vista….

 

Camminava accigliata e leggermente triste lungo i corridoi del dormitorio.

Il Sole le accarezzava il viso ma lei non sembrava accorgersene.

Come ora aveva quell’atteggiamento di sfida e di rabbia. E non sembrava felice, anzi vi era una solitudine e una tristezza in quei suoi immensi occhioni verdi che lui si era smarrito.

Se ne stava sempre da sola ad ascoltare musica e a leggere.

I ragazzi dicevano che era lesbica o frigida, e che trattava male quelli che le andavano dietro.

Poi aveva conosciuto Dru…..e aveva saputo….anche quello che non avrebbe voluto.

 

Chiuse l’acqua e si avvolse in un asciugamano.

Tornò nella stanza. Lei dormiva ancora.

‘ Frigida? ‘ pensò, ‘ se quegli sciocchi sapessero….’

Sorrise ricordando la notte appena trascorsa.

Le si distese accanto. Le accarezzò la guancia con dolcezza e la baciò.

Buffy ebbe un tremito e si mosse. Si stava risvegliando.

 

- Ciao amore - le sorrise lui baciandola di nuovo.

- Ciao - disse un po’ imbarazzata lei.

- Su alzati, è tardi…non vuoi fare colazione? -

- Si - Buffy si stiracchiò sbadigliando.

- Cosa vuoi fare oggi? -

Le chiese lui mentre si rivestiva con calma.

- Non lo so…tu? - domandò Buffy andando alla finestra.

- Beh…io ho sempre una cosa in mente…non per questo mi chiamano Spike - ridacchiò lui.

- Merda! - esclamò Buffy spaventata.

- Cosa c’è piccola? -

- Sono tornati, presto va fuori di qui - il suo tono era tornato improvvisamente freddo e sulla difensiva.

Spike si sentì ferito, ma non disse nulla.

- Va bene, ci vediamo al lago…dopo pranzo -

Le diede un fugace bacio e scivolò silenziosamente nella sua stanza, proprio un attimo prima che Dru salisse di sopra.

Quando Buffy scese di sotto erano tutti seduti a fare colazione.

- Ciao Buffy - le dissero in coro non appena lei mise piede nella stanza.

- Ciao - disse lei con voce incolore e Spike notò che il suo viso si era incupito nuovamente e che la sua espressione accigliata e sottilmente malinconica era riapparsa sul suo viso.

Strinse i pugni e serrò la mascella.

Buffy si sedette ed evitò per tutto il tempo il suo sguardo.

Spike si sentì impotente e furioso.

Sentiva che lei si stava richiudendo e non voleva che accadesse.

- Buffy…. - esordì il padre senza guardarla.

Buffy lo fissò e ricordò quel giorno e la sua espressione, la stessa di oggi.

Stava per ferirla lo sapeva.

Non disse nulla e attese. Spike fissò attentamente il volto di Buffy e vi scorse una tristezza ed una solitudine che gli fece male. Stava soffrendo e lui non poteva correre ad abbracciarla e a dirle che tutto sarebbe andato bene. Non ancora almeno.

- Abbiamo messo in vendita Tara - disse secco Hank e posò la tazza nel piattino, facendola tintinnare.

Buffy si irrigidì con tutta la persona e un tremito impercettibile l’attraversò.

I suoi occhi si fissarono su suo padre e si riempirono di lacrime che non versò.

- Bene vedo che l’hai presa meglio…di quanto pensavamo -

Darla sorrise e si spalmò la marmellata sulle fette biscottate.

Lei non disse nulla si alzò semplicemente e con la sua solita imperscrutabile espressione disse

- Adesso devo andare, ci vediamo dopo -

E uscì.

Spike avrebbe voluto alzarsi e prendere a pugni il padre di Buffy ma si limitò ad un sorriso sarcastico, che non fu notato da nessuno.

- Mi sei mancato sai tesoro! - disse Dru guardandolo con occhi sognanti.

- Ti ho portato un regalo - gli sorrise.

- Ah davvero? Grazie - Spike rispose distrattamente, tutto preso dai sui pensieri.

Doveva andare da lei, abbracciarla. Rassicurarla.

Dirle che tutto sarebbe andato bene. Che avrebbe pensato a tutto lui.

Ma Dru aveva altri programmi e lo trascinò di sopra in camera sua, con la scusa di dargli il regalo.

Darla rise, pregustando già il futuro matrimonio e i vantaggi che ne sarebbero derivati.

Buffy, non vista, lo vide salire di sopra con Dru. Erano mano nella mano. Un gesto disgustato si dipinse sul suo viso e senza parlare o mostrare altre emozioni, uscì da quella casa. Si sentiva soffocare. Attraversò rapidamente il giardino e si diresse al suo posto segreto, stringendo in tasca la sua armonica. L’avrebbe suonata sino a restare senza fiato e la musica avrebbe pianto tutte le lacrime che lei non poteva versare. Perché lei non piangeva, non più.

Si sedette sulla roccia e cominciò a suonare, e il cielo divenne freddo e metallico come acciaio.

Buffy chiuse gli occhi.

 

- Allora ti piace? - chiese Dru contenta.

- Si molto - Spike la ringraziò gentilmente per l’edizione rara di Dracula di Bram Stoker che Dru gli aveva regalato, e poi mise in atto il suo proposito.

 ‘ Chissà dov’è Buffy ‘ si domandò prima di voltarsi nuovamente verso di lei.

Tornò di sotto e andò di filato nello studio, sapeva cosa doveva fare.

Infine si mise in cerca di Buffy….doveva vederla.

Andò al lago e non la trovò, girò per tutto il parco ma di lei nessuna traccia.

Alla fine deluso tornò verso la villa e la vide ….ma non era sola.

Era con il vice sceriffo Riley Finn.

Erano abbracciati e lei gli sorrideva maliziosamente, proprio come aveva fatto con lui il giorno prima.

Lui rimase immobile a guardare la scena da lontano.

Buffy gli sussurrava frasi all’orecchio e lui sembrava visibilmente imbarazzato e felice.

Poi si erano salutati baciandosi sulle labbra.

Lui si irrigidì e desiderò schiaffeggiarla.

Appena la macchina di Riley si fu allontanata le corse incontro.

- Buffy….- la chiamò a voce bassa per non farsi sentire - ma che diavolo stai facendo? -

Buffy lo guardò freddamente.

- Niente perché? - eccolo il suo sguardo freddo e distaccato.

Aveva nuovamente alzato le sue barriere.

- Come niente? -

La strattonò per un braccio.

- Lasciami, mi fai male - si liberò dalla presa.

- Rispondimi Buffy….sto lottando contro una voglia matta di prenderti a schiaffi -

- Niente. Non sto facendo niente….- sbuffò - vogliono vendere Tara? Io devo trovare uno che l’acquisti per me - Lo disse con naturalezza come fosse la cosa più logica del mondo.

- Cosa vuoi dire con ‘ uno che l’acquisti per me ‘ - La guardò rabbiosamente.

- Uno che la compri ….per me - Alzò le spalle e distolse lo sguardo.

- E tu cosa gli daresti in cambio? - Disse freddamente.

- Quello che posso - disse lei alzando lo sguardo con aria di sfida.

- Capisco - il tono di Spike era sprezzante.

- Oh avanti non fare quella faccia….ci siamo divertiti per un po’….ma ora sveglia, è mattina. Dru è tornata per te ed io devo riavere Tara - disse seccata.

- Cosa centra tutto questo con noi? –

Spike cercò di dominare la rabbia che lentamente si stava impossessando di lui.

- Noi? Chi ha mai parlato di NOI? - Buffy lo guardò sbattendo le palpebre.

- Maledizione Buffy…togli quella dannata maschera e quell’espressione così…così…..-

Le sue mani tremavano e aveva voglia di picchiarla e di baciarla.

- Io non porto maschere e questa è la mia faccia…..se non ti piace, problemi tuoi -

- Buffy, tu non ti vedrai con nessun altro hai capito? Se ti vedo ancora con Riley…-

- Cosa? Ma chi credi di essere? Tu non sei nulla per me. Nessuno, per potermi dire cosa devo o non devo fare - Buffy era furiosa.

- Ah è così? Hai ragione….ma a questo rimedieremo al più presto - lo disse come una minaccia.

Buffy alzò le spalle e si diresse verso il portico.

- Buffy - La fermò.

La prese per un braccio e la trascinò verso le scuderie, dove avrebbero potuto parlare con più calma.

- Allora è questa la storia che ti vuoi inventare? Che tra noi sia stato solo sesso? - la guardò serio.

- Si non è stato altro - disse lei con voce atona - lasciami andare - e cercò di liberarsi dalla sua morsa.

- No. Tu non ti muovi di qui, sino a che non avremo chiarito questa cosa - era furioso e deluso.

- Lasciami. Non capisci? Io salverò Tara. Io me la riprenderò e né tu, né nessun altro mi fermerà -

Buffy aveva assunto un’espressione di cucciolo ferito e disperato.

- Buffy tesoro - la sua voce tornò dolce.

Voleva stringerla e dirle che era avrebbe sistemato tutto.

Ma lei ormai era distante.

- Lasciami, tu….e gli altri non mi rovinerete. Non mi piegherete mai -

Strinse i pugni e lo guardò quasi con odio.

Spike inclinò il capo e fece per baciarla.

- No! Non toccarmi - urlò lei con voce tremante

- E’ finita! Capisci? Finita, qualsiasi cosa sia stato….adesso è finita, morta. Sepolta -

e con uno scatto lo sorpassò e corse verso casa.

Spike le corse dietro, lui non era uno che si arrendeva, non lo aveva mai fatto. E tanto meno lo avrebbe fatto adesso che c’era in gioco la sua felicità.

Buffy entrò in casa come una furia e si trovò faccia a faccia con le due sorridenti e euforiche donne.

- Ciao Buffy…..- Dru rise e fissò la ragazza con scherno.

Buffy la guardò e non rispose e corse di sopra.

Aveva deciso, avrebbe sposato Riley Finn e sarebbe rimasta a Tara, al diavolo tutto il resto.

Rassegnata si addormentò.

La serata fu un inferno. Non facevano altro che parlare di vestiti, di damigelle e di chiese.

Spike ne aveva abbastanza. Di sopra sicuramente Buffy era in preda alla rabbia cieca e al dolore, non sarebbe stato facile convincerla che si sbagliava.

E soprattutto….si chiedeva cosa avrebbe fatto adesso.

- Bene…sarà meglio che vada a dormire - Tagliò corto

- Signore a domani. Hank …buonanotte - si alzò e abbandonò il salotto.

- Notte Spike - risposero in coro.

Salì le scale e si fermò davanti alla porta di Buffy. Era indeciso. Aveva un desiderio incredibile di sfondarla e di entrare nella sua stanza. Di convincerla a suon di baci che non era stato sesso.

Scosse il capo e mestamente continuò verso la sua stanza.

L’indomani le avrebbe parlato e le avrebbe spiegato.

 

La mattina successiva scese in sala, sperando di incontrarla, ma lei non c’era. In compenso Darla e Dru continuavano  parlare ininterrottamente di ricevimenti, viaggi di nozze etc….come la sera prima.

- E Buffy? - domandò con fare distratto.

- E’ uscita…..- Dru e Darla si guardarono.

- Mi sono perso qualcosa? - cercò di dominare la sua curiosità e allo stesso tempo di saperne di più.

- E’ uscita….ma non da sola…- Dru rise forte.

Spike strinse il coltello nella mano e continuò ad imburrare la sua fetta biscottata.

- E con chi è uscita? - chiese con voce normale.

- Con Riley Finn - Darla girò pigramente il cucchiaino nel suo caffè.

- Io non capisco cosa ci trovi Riley Finn, in una ragazzina così insignificante come Buffy. Mah! - Sbuffò Dru,  addentando un plum cake.

- E’ stato sempre cotto di lei. E sono sicura che adesso starà facendo di tutto per convincerlo a comprare tutto. Chissà cosa gli sta promettendo…se non glielo ha già dato….-

Darla aveva socchiuso gli occhi maliziosamente ed aveva portato la tazza alle labbra.

- Già….peccato sia troppo tardi per lei …-

Dru alzò le spalle e tornò a concentrarsi sui suoi progetti.

- Vedrai che adesso ti farà una corte spietata…tesoro….- 

Lei guardò con preoccupazione Spike.

- Tu non puoi immaginare quanto possa essere subdola e calcolatrice quella ragazzina - sentenziò Darla. E nella mente di Spike balenò un’idea, certo cattiva e ingiusta, ma come si dice…a mali estremi….estremi rimedi.

Nel pomeriggio Riley e Buffy fecero ritorno alla tenuta. Spike aspettava nel portico.

Sapeva già cosa sarebbe accaduto.

Rimase seduto con i piedi sulla balaustra, semi sdraiato sulla poltroncina.

Lanciò loro una rapida occhiata e poi chiuse gli occhi.

Buffy e Riley andarono nello studio, dove Darla ed Hank li attendevano.

- Allora ….Riley dimmi pure cosa posso fare per te - 

Hank domandò guardando prima lui e poi Buffy.

- Ecco io…..io vorrei comprare Tara - disse lui esitando un po’.

- Ah…..e come mai se posso chiedere? - li fissò attento.

Riley arrossì lievemente e guardò Buffy in cerca di sostegno.

- Beh io e lui…forse…beh ci sposiamo e vorremmo vivere qui - disse Buffy poco convinta.

- Oh davvero? - Darla sorrise con cattiveria.

- Che peccato - disse semplicemente, congiungendo le mani in un gesto fintamente sconsolato.

- Ma sei arrivata tardi….Tara è stata venduta -

Dru sorrise ancora più divertita.

- Come? A chi? - Buffy era incredula.

- A lui! - Darla indicò alle spalle di Buffy, e lei si voltò di scatto.

Nei suoi occhi una fitta di dolore e di delusione, mista a rabbia e disprezzo.

- Tu?....- disse solo, guardandolo ad occhi spalancati.

Spike era entrato nello studio in silenzio e la stava guardando.

Si sentì in colpa, non avrebbe dovuto saperlo così.

Avrebbe dovuto essere lui a dirglielo.

- Tu…sin dall’inizio eri venuto qui per Tara vero? …..-

Buffy aveva cominciato a rimuginare sugli avvenimenti ed aveva tratto le sue, errate ma oramai definitive, conclusioni.

Negli occhi di Buffy ci fu solo odio.

Lui la guardò dispiaciuto e un po’ arrabbiato.

Non avrebbe voluto che le cose andassero così, ma se lei si ostinava a sfuggirgli….lui non poteva far altro che metterla di fronte a fatto compiuto.

- Ma parliamo piuttosto delle tue nozze -

Darla sembrava divertirsi un mondo.

Riley la guardò incerto.

- Buffy non sposerà Riley - disse Spike guardandola fissa.

- Cosa vuoi dire? –

Dru si accigliò e guardò prima Buffy poi Spike.

- Che Buffy non sposerà Riley! -

- Io lo sposerò invece - disse Buffy con aria di sfida.

Riley abbozzò un sorriso ma fu un attimo.

- No che non lo sposerai tesoro - disse secco Spike fronteggiandola, incurante dei presenti nella sala.

- Spike ma cosa stai dicendo? -

Dru sembrava impaurita, non riusciva a capire cosa stesse accadendo.

Buffy aveva stretto i pugni e lo fissava con rabbia folle.

- Quello che ho appena detto - lui rimase immobile.

- Io non capisco - disse Hank Summers infastidito dalla situazione.

- Buffy tu mi crei sempre problemi - Sbuffò.

- Io farò in modo che Buffy non sia più un problema per lei Signor Summers -

La voce di Spike divenne fredda e tagliente.

- Cosa vuol dire questo? - Hank Summers era sconcertato.

- Che Buffy da oggi diventerà un ‘ problema ‘ mio -

Aveva parlato con sicurezza senza smettere di guardarla.

- Ma vuoi spiegarmi? - Dru era sull’orlo di una crisi di nervi.

- Semplice…Buffy sposerà me - L’aveva detto come fosse cosa fatta.

E questo Buffy non lo tollerava.

- Mai - ringhiò lei.

- Mai dire mai passerotto - la voce di lui si era addolcita ma era ancora alterata.

- Che cosa vuol dire tutto questo? Che storia è? -

Hank Summers era diventato verde dalla rabbia.

- Gliel’ho appena detto Signor Summers. Io e Buffy ci sposiamo -

Continuava  a fissarla.

- Tu brutta….sgualdrina - urlò Dru avventandosi contro Buffy.

Che evitò il suo schiaffo e per tutta risposta le assestò un pugno sull’occhio destro.

Dru urlò per il dolore. Hank si mosse verso Buffy.

- Buffy come hai …- e alzò la mano per colpirla.

Riley era pietrificato. Incapace di dire o pensare qualcosa.

Se non che si era messo in una situazione davvero imbarazzante.

Buffy guardò fisso il padre, poteva batterla ma lei non si sarebbe piegata.

La mano di Spike si serrò attorno al polso di Hank.

- Provi a toccarla e sarà l’ultima cosa che farà in vita sua -

Lo aveva detto con voce calma, quasi impersonale. Che faceva venire i brividi.

Hank Summers vide la luce omicida nei suoi occhi e si ritrasse spaventato.

- Come os….- non riuscì a dire nulla.

Darla si era portata le mani alla bocca ed aveva spalancato gli occhi.

- L’ho avvertita Signor Summers -

Il tono di Spike era calmo e deciso.

Dru  dolorante per il colpo ricevuto, ancora non aveva capito quello che era appena successo.

Nella stanza era calato un silenzio innaturale.

George apparve sulla porta. Aveva sentito tutto ed era visibilmente contento

- Beh sarà meglio che vada - disse Riley dopo alcuni minuti che erano sembrati un’ eternità.

- No Riley - Buffy si aggrappò alla sua ultima speranza.

- Mi spiace Buffy - la guardò un solo istante e poi uscì in tutta fretta dallo studio.

- Ti odio - disse Buffy sentendosi ormai in trappola.

- Ma….mi sposerai lo stesso - disse rilassandosi lui.

Sapeva di aver vinto.

- Tu vuoi sposare Buffy? Perché? - Darla non si capacitava.

Spike sorrise….

- Questo non ti riguarda Darla, a te basti sapere che se io sposo Buffy voi potrete continuare a mantenere il tenore di vita che avete avuto sino ad ora - disse in fine.

Tutti restarono in silenzio e Buffy corse di sopra, dopo avergli lanciato uno sguardo carico di rancore. Non riuscì a non piangere questa volta, ma non erano lacrime solo di dolore e rabbia, ma anche di paura, di incertezza e di sollievo.

E non ne capiva il perché, come fosse quasi contenta di quello che stava accadendo.

 

Capitolo 9

 

- Spike….dimmi che stavi scherzando. Dimmi che era uno stupido scherzo di cattivo gusto -

Dru lo guardava con un misto di speranza e di rabbia.

Spike la fissò per un lungo istante, era bellissima ma fredda e vuota.

- Hank…tu la convincerai vero? ….vedrai Spike….lei non ti sposerà –

Dru assunse un’aria minacciosa.

- Se fossi in lei non lo farei –

Spike stava fissando Hank con determinazione.

- Cosa…volete dire - Hank era sempre più spaventato da Spike.

- A me Buffy a voi il denaro, questo è l’accordo. Oppure…preparatevi alla povertà -

- Tu credi che noi accetteremo il tuo vile ricca…-

Dru non finì la frase, Darla ad occhi socchiusi in una smorfia di disprezzo le fece cenno di tacere.

- Dru, sta zitta - disse - Bene…a quanto pare hai giocato le tue carte molto bene Spike -

Darla sapeva riconoscere il momento in cui ritirarsi.

- Grazie ma con gente come voi…..Non è molto difficile vincere, basta un po’ di denaro -

La voce di Spike era stata volutamente tagliente.

- Già… forse hai ragione - sorrise sarcasticamente Darla.

- Con noi non è stato così difficile….ma con lei?...- con un cenno del capo indicò il piano superiore.

- Buffy è una stupida sognatrice come sua madre….ed è sempre stata ‘ strana ‘ -

Spike corrugò la fronte per un attimo. Darla aveva ragione, con Buffy non sarebbe stato facile. Ma lui non avrebbe mollato la sua preda, di questo era certo.

- Ve l’ho già detto….Buffy adesso è un ‘ problema ‘ mio -

Continuò a restare calmo.

- Bene…adesso veniamo alle cose serie…a quanto ammonterebbe l’assegno? -

Dru fece una smorfia indispettita, ma tacque.

Spike sorrise della loro meschinità, ma pensò che era grazie anche a questa se presto Buffy sarebbe diventata sua moglie.

All’ora di cena Buffy non sapeva cosa fare, aveva fame ma al solo pensiero di stare in una stanza con lui si sentiva male.

Alla fine si fece forza e decise di scendere, lui non l’avrebbe vinta.

Non l’avrebbe comprata. Tara….andasse al diavolo… una lacrima scivolò sulla guancia.

Scese lentamente sospirando ad ogni gradino ed infine si fermò davanti all’ingresso della sala.

Con la mano sulla maniglia e lo sguardo fisso sul battente della porta color legno naturale con piccole venature color ciliegio.

- Ti odio Spike - sussurrò - io ti odio - ed aprì la porta.

Erano tutti seduti, in silenzio.

Lei si sentì intimorita e come accadeva, ogni volta che lo era si irrigidì e si mise sulle difensive.

Hank le lanciò uno sguardo di sfuggita e tornò con la testa sul piatto.

Darla le lanciò un’occhiata ma rimase in silenzio. Dru non era scesa, si sentiva male.

- Entra tesoro - le disse lui dolcemente.

Si alzò e le scostò la sedia in attesa che lei si sedesse accanto a lui.

- Vieni a sederti…George….fa portare la cena per Buffy - sorrise con tenerezza.

Buffy per tutta risposta andò a sedersi dall’altra parte del tavolo. Isolata dal resto del gruppo.

Lui si accigliò per un attimo e poi sorrise. Gli piaceva quando faceva i capricci da bambina, era adorabile.

Spike si sedette e George portò il piatto anche per Buffy.

Fu una tortura. Tutti gli sguardi erano puntati su di lei.

- Buffy io e tuo padre dobbiamo farti le congraturazioni. Sei stata davvero fortunata a trovare un partito così…..invidiabile. Ancora mi chiedo come tu ci sia riuscita - lanciò uno sguardo critico alla sua persona e continuò - però è un ottimo AFFARE per la famiglia quindi, non possiamo che esserne felici…per Dru…beh sai com’è lei, ma capirà anche lei che è meglio per tutti -

Buffy la guardò stupita, e poi guardò lui.

Spike l’aveva osservata per tutta la cena in silenzio con uno sguardo intenso e strano.

Si sentì disgustata, aveva comprato anche loro con il suo denaro.

Il suo desiderio di fuggire si fece più forte.

Appena finito si alzò in fretta e con un distratto - Buonanotte - si ritirò nella sua stanza.

Darla era soddisfatta. Per Spike iniziava un periodo poco felice.

- Oh Spike….credo che le cose non saranno affatto semplici - sorrise Darla.

Lui non rispose.

 

A notte fonda, Buffy uscì di casa, come faceva spesso e si mise a vagare per il parco senza meta.

Era spaventata, e arrabbiata. Andarsene da lì significava, fare un salto nel vuoto senza paracadute. Restare significare farsi spezzare il cuore. Sospirò e si lasciò cadere sulla panchina sotto il salice. Con fare distratto cominciò a giocherellare con un ramo nella terra, disegnando piccoli cerchi.

Un rumore dietro le spalle la fece sobbalzare.

- Chi c’è? - domandò acida.

- Calmati Buffy sono io - La sua voce era bassa e sensuale.

La fiamma della sua sigaretta brillò per un attimo nell’oscurità.

- Cosa ci fai qui? - chiese chiudendosi a riccio.

- Tu cosa ci fai qui? - domandò lui fissandola attraverso la notte.

Poteva quasi vederla, nella sua espressione arrabbiata, contrariata ma soprattutto spaventata.

- Non sono fatti tuoi - disse seccata.

- Mm….non ne sarei così convinta piccola -

-  Perché hai fatto una cosa così…così….perché? - non riusciva a parlare, le parole tremavano dalla rabbia e dall’impotenza.

- Perché tu non mi avresti detto mai di Sì ed io…..ti voglio Buffy -

- E non conta cosa voglio io? - strinse i pugni e la sua espressione divenne dura.

- Sì, se vuoi me - tirò un’altra boccata e si avvicinò a lei.

Buffy si agitò e si alzò non appena lui le si sedette accanto.

- Ti odio….e non mi importa di Tara…non mi importa di nulla…io me ne andrò. Che vada tutto in malora…e non mi interessa se loro sono d’accordo -

Indicò la casa immersa nell’oscurità.

Nel dirlo aveva usato tutta la sicurezza e determinazione di cui era capace.

- Buffy….ti prego sì ragionevole, qualcuno deve prendersi cura di te…- sospirò stancamente.

- Non ti perdonerò mai - urlò lei

- Dannazione Buffy ascoltami - si stava alterando.

- io non ho bisogno di nessuno. Di nessuno - e scappò via.

- Buffy - la chiamò lui, ma lei continuò a correre a perdifiato per il prato.

Lui in un gesto di rabbia gettò via la sigaretta e le corse dietro.

- Buffy aspettami - la inseguì e la raggiunse.

- Lasciami - lo ammonì lei con uno sguardo truce.

- Buffy…è stato bello quello che c’è stato tra noi. Stavamo bene! -

- Ah…sesso…Spike. Si chiama sesso. Era solo sesso, e non voglio sposarmi solo perché tu sei stato un bravo amante - Buffy fu tagliente e colpì dritto al cuore.

- Buffy…- la sua voce era alterata adesso - smettila ….sono stato il primo. Non è stato solo sesso - le disse stringendole il polso quasi a farle male.

- E di certo non sarai l’ultimo….- aggiunse lei - quindi pensaci bene …..a quello che stai per fare -

I suoi muscoli si contrassero in una smorfia di rabbia.

- Cosa vuoi dire? - anche il suo tono divenne tagliente.

- Hai capito bene…un anello al dito ed un pezzo di carta non mi impediranno di avere le mie esperienze -

Spike strinse la mascella e prendendola per le braccia cominciò a scuoterla.

- Cosa? Buffy…non ci pensare nemmeno….tu non sai di cosa sono capace…- la fissò con rabbia.

Lei sollevò le spalle e disse calma.

- L’hai voluto tu. Sei ancora in tempo. Di certo io non mi strapperò i capelli se deciderai di annullare questa farsa - E camminando questa volta, si avviò verso casa.

Spike la guardò allontanarsi, mentre la rabbia cresceva in lui.

- E no questa volta non te la cavi così -

La rincorse e prima che lei potesse dire o fare qualcosa si ritrovò tra le sue braccia, bocca sulla bocca.

- Lasc..ia…mi - cercò di dire, ma fu inutile.

Come una furia la sollevò tra le braccia e senza darle il tempo di reagire tanto era stupita, la portò nella piccola dependance, poco distante dalla casa.

Richiuse la porta alle sue spalle e la posò per terra.

Buffy cercò di colpirlo, ma lui le bloccò la mano.

- Fammi uscire - alzò la voce.

- No - disse secco lui, girando la chiave.

- Se non mi fai uscire giuro che urlo -

- Fallo….tanto qui non ci sente nessuno -

- Tu sei pazzo - Buffy si guardò intorno in cerca di una via d’uscita.

- Si…ed è tutta colpa tua. Mi sei entrata nel sangue. Ti voglio passerotto da morire -

- No - disse lei alzando le mani come a proteggersi da lui.

Lui cominciò a spogliarsi senza toglierle gli occhi da dosso e lei cominciò ad agitarsi, indietreggiando.

- Non voglio….- mormorò appiattendosi contro il muro.

- Vedremo - rispose lui e le si fece vicino.

Con mani tremanti cominciò a sbottonarle la camicetta, mentre Buffy protestava debolmente.

- Ti prego…lasciami andare -

- No - rispose lui dolcemente e la camicia scivolò sul pavimento.

- Ti prego….non voglio….-

Lui inarcò il sopracciglio portando la mano sull’abbottonatura dei jeans.

Buffy ansimò e socchiuse gli occhi.

- Ti prego…non posso - implorò mentre le labbra di lui si posavano sulle sue e i suoi jeans raggiungevano la camicia sul pavimento.

- No - sussurrò lui continuando a baciarla.

E Buffy rispose al suo bacio stringendosi a lui.

- No - sospirò e lui sollevandola tra le braccia sorridente, la portò a letto.

Rimase un momento a guardarla, lì distesa. Completamente nuda e indifesa.

Che lo guardava con apprensione, desiderio e paura.

E lui si sentì morire. Era perduto ora lo sapeva. Quella ragazzina lo aveva stregato sin dalla prima volta che l’aveva vista. Sin dalla prima volta che aveva sentito la sua armonica, che invocava amore. Sospirò profondamente e poi si stese su di lei.

- Lasciati amare, passerotto. Fidati di me  - le sussurrò all’orecchio mentre la baciava.

Buffy cercò di spostarsi di evitare l’inevitabile, ma quando lui con una mano le accarezzò la guancia, il collo e poi scese sui suoi seni candidi e morbidi. Non ebbe più difese.

Si avvinghiò a lui. Cingendogli le spalle con le braccia ed inarcandosi verso di lui.

Lui sorrise soddisfatto e si portò le gambe di lei alla vita. Le accarezzò la pelle morbida delle cosce risalendo sino alle sue natiche e si insinuò in lei premendosela contro il bacino.

- Amore….sai così di buono - mugolò mentre si spingeva più a fondo che poteva in lei.

Buffy rispondeva senza esitazioni, era persa nel suo movimento sensuale ed intenso.

- Spike….Spike….- ansimò lei raggiungendo rapidamente la vetta.

- Buffy…brava, così. Lasciati andare, lasciami entrare in te - gemette lui.

Sforzandosi di mantenere il ritmo per consentirle di prolungare il suo piacere.

Si abbandonò su di lei appagato, respirò a lungo il suo odore e si crogiolò tra le pieghe morbide e calde del suo corpo appena posseduto.

- Buffy….noi ci sposeremo…..- tirò un respiro profondo

- Io non rinuncerò a te….comunque non dopo questo -

Buffy si irrigidì impercettibilmente, ma a lui non sfuggì.

Con un gesto rapido chinò il capo a baciarle la punta leggermente inturgidita del seno teso e poi con la lingua indugiò sull’aureola. Lei gemette e si arrese. Lo avrebbe sposato.

- Non ti sposerò ….mai - gli rispose mentre passava una mano tra i suoi capelli e lo attirava ancora di più a se.

- Si lo farai, sei mia passerotto - continuò a torturarla lui.

- Mai…- gemette lei, mentre lui la possedeva di nuovo con ardore e desiderio.

- Mai dire mai….mi sposerai - i gemiti si fecero più lunghi e forti.

Ed alla fine non resistette più

- Sì - disse in un impercettibile suono, che sapeva di abbandono totale.

- Sì - le fece eco lui sorridendo trionfante, prima di impossessarsi delle sue labbra in un bacio caldo e profondo.

‘ Sì, Buffy. Tu sei mia ‘ si disse mentre ancora una volta il piacere lo travolgeva completamente.

 

 

Capitolo 10

 

Buffy si svegliò a mattinata inoltrata, si sentiva stanca e spossata. Spike era stato incredibile, non le aveva dato tregua. Arrossì leggermente al pensiero, guardando il letto in disordine e le lenzuola aggrovigliate.

E poi sentì il suo corpo muoversi, era steso accanto a pancia sotto, e con una mano le cingeva i fianchi.

Lui aprì gli occhi e sorrise.

- Ciao - le disse con dolcezza - stanca? - inarcò il sopracciglio.

Buffy si irrigidì. Ma lui non si lasciò spaventare da quel suo modo di fare. Non dopo quello che avevano fatto in quel letto, non dopo le cose che i loro occhi e i loro corpi si erano detti.

E lui ora sapeva che Buffy lo voleva, a dispetto di se stessa forse, ma lo voleva quasi quanto lui voleva lei.

- Vuoi fare colazione a letto? - le domandò con l’aria più naturale del mondo, quasi fossero già marito e moglie.

- No….gli altri…- Buffy in quel preciso istante si rese conto che era giorno e che probabilmente adesso in casa avevano notato la loro assenza e ….se li avessero visti uscire dalla dependance avrebbero dedotto la verità. Che lei e Spike avevano dormito insieme….beh ‘ dormire ‘ era solo un eufemismo.

Si agitò nervosamente, mentre lui ridacchiò leggendo nei suoi occhi la paura e l’imbarazzo per la situazione.

- Su passerotto non fare quella faccia….tanto tutti sanno che stiamo per sposarci, quindi è logico che noi….- con lo sguardo percorse avidamente il corpo di Buffy, mordendosi il labbro inferiore

- facciamo l’amore - aggiunse in un sospiro adorante.

- Falla finita - disse lei cercando disperatamente una soluzione.

Ma purtroppo per lei era troppo tardi.

Qualcuno bussò alla porta.

- Signore è qui? - era George.

Buffy avvampò e si guardò intorno in cerca di un posto dove nascondersi.

Ma Spike fu più rapido, le serrò la vita con il braccio e avvolse entrambi nelle lenzuola. E prima che Buffy potesse dire una parola, rispose a George.

- Si, entra pure George -

Buffy lo guardò terrorizzata e lui le fece l’occhiolino posandole un leggero bacio sulle labbra.

George entrò con il carrello della colazione.

- Buongiorno Signore, Buongiorno Buffy -

- Buongiorno George. Hai portato il giornale? - domandò sereno.

George glielo porse e Spike gli sorrise contento.

Buffy lo invidiò ed odiò allo stesso tempo. Lei era sempre sulle difensive, sempre attenta. Mai rilassata e sicura di se. Eppure in quel letto, nuda, abbracciata a quell’uomo si sentiva sicura.

- Buffy …amore tieni….- Lei si riscosse dai suoi pensieri e fissò il suo sguardo in quello di Spike.

Che la osservava con tenerezza, e le porgeva una tazza di caffè latte.

- Grazie - disse al colmo della confusione e lui ne rise sommessamente.

Era così bello svegliarsi accanto a lei, abbracciati nello stesso letto, e fare colazione.

Si ora Spike sapeva di aver fatto la cosa giusta.

Per il perdono e per convincere Buffy ci sarebbe stato tempo.

- Signore……in casa domandano di voi ….cosa devo riferire? -

- Di loro che….io e la Signora non vogliamo essere disturbati. Siamo stanchi e vogliamo riposare ancora un altro po’ -

Buffy si scostò indispettita e finalmente aprì bocca.

- Dica…che……che……- aveva i nervi a fior di pelle

- Che sto male - Buffy aveva detto la prima cosa che le era venuta in mente, senza riflettere.

- Ah! Ma tesoro….non si dicono le bugie, non te lo hanno insegnato in collegio? -

Buffy arrossì ancora di più e gli assestò una gomitata nello stomaco.

- Ahia….- Lui strinse la presa e lei sentì un brivido. Era di nuovo eccitato.

- George …..- rispose a George continuando a fissarla - riferisci quello che ti ho detto prima. E adesso per favore lasciaci soli. Ti chiameremo noi se avremo bisogno -

- Certo Signore - George si avviò alla porta.

- No George aspe….- ma lui aveva richiuso la porta.

- Allora…passerotto…a noi due …..-

- Lasciami voglio alzarmi - Buffy tentava di riprendere il controllo della situazione.

- Io invece non voglio….che tu ti alzi - disse lui fintamente serio, attirandola ancora di più a se.

- Non puoi sempre obbligarmi a fare quello che vuoi tu - Buffy sbuffò e cercò di divincolarsi.

Spike divenne serio questa volta e con una mano le girò il viso in modo da poterla guardare dritto negli occhi.

- Ehi…io non credo di ‘ obbligarti ‘ amore -

- Ah no? - Gli occhi di Buffy lanciavano fiamme - comprando Tara cosa credi di aver fatto? E ieri notte…- arrossì di nuovo, e la frase si perse nel suo fiato corto.

- Ah…a me sembra di ricordare altro passerotto -

- Non è vero io non volevo - Buffy mentì distogliendo lo sguardo.

Lui sorrise e fece scivolare una mano lungo le gambe di lei.

- Ah…davvero? Tu non volevi? - La carezza fu lenta e intima.

- La….scia….mi - deglutì lei scostando la gamba.

Ma lui per tutta risposta l’attirò a se e la baciò con desiderio.

Buffy si sciolse al tocco della sua lingua calda e umida.

La mano di lui scivolò sul suo ventre e si fermò sulla sua femminilità che subito si bagnò.

Buffy emise un gemito di disfatta. E lui le accarezzò il collo con l’altra mano risalendo lungo la guancia e affondando nei suoi morbidi capelli.

- Dillo Buffy…avanti. Voglio sentirtelo dire -

Buffy sgranò gli occhi umidi e lucidi, di desiderio e di vergogna.

- No…..- ma la voce le si incrinò in un gemito di piacere, che il tocco della mano di Spike sul suo clitoride le procurava.

- Ti prego - ansimò disperata.

- Dillo….di ti voglio Spike!  - le intimò lui deciso.

- Ti voglio Spike….- gemette lei chiudendo gli occhi e stringendosi a lui.

- Ecco fatto….visto? E’ così semplice. Così ..oh Buffy sei bellissima amore -

La baciò spingendola supina sul letto

- Buffy tu sei pazza se pensi che io ti possa lasciare andare - le sussurrò all’orecchio subito dopo l’amore.

Buffy non rispose, ma nel suo cuore una gioia inaspettata la fece sussultare.

Era felice, ed era colpa di Spike. E questo la spaventava a morte.

- Sei pronta piccola? Andiamo - aprì la porta e la prese per mano.

Attraversarono il giardino passeggiando. Buffy si fece accarezzare dai caldi raggi del Sole di mezzogiorno e aspirò l’aria tiepida e profumata di margherite e di rose.

Lui restò in silenzio, ma di nascosto osservò il volto rilassato della sua donna.

Aveva ancora addosso il suo odore, ed era una stupenda sensazione, passeggiare con lei così vicina e così serena.

- Ti va di rientrare? - le chiese cauto, non voleva rovinare il momento.

Lei guardò la casa con una smorfia. E poi gli fece cenno di si con la testa.

- Bene andiamo -

Entrarono in salotto sempre tenendosi per mano.

Il volto di Spike era sicuro e soddisfatto.

Quello di Buffy indecifrabile, ma rilassato.

- Ben svegliati - disse Darla alzandosi in piedi.

- Salve - Buffy rispose asciutta.

Dru la incenerì con uno sguardo ma non osò parlare.

Una fitta al cuore la colpì quando i suoi occhi si posarono su Spike.

Era felice si vedeva lontano un miglio.

Il padre di Buffy la guardò dall’alto in basso con disprezzo, e non disse una parola. Buffy ne fu ferita, ma non lo diede a vedere, strinse solamente la sua mano più forte. E lui capì e ricambiò.

- Siete stati cattivi…sparire così….- Darla cercò di stemperare la tensione.

- Dovevamo chiarire delle cose - disse lui guardando Buffy con dolcezza.

- E le avete chiarite poi? - intervenne Dru acida.

- Si eccome….chiarite ed approfondite - disse maliziosamente lui, con un sorriso stampato in volto.

Buffy arrossì e farfugliò delle scuse, voleva ritirarsi nella sua stanza.

- Vengo con te amore -

- Ma…- Buffy lo guardò incredula.

Darla e Dru lo guardarono a bocca aperta.

Lui con aria ingenua disse

- Cosa ci posso fare tesoro? Non riesco a starti lontano….- e la condusse di sopra sempre tenendola per mano.

- Sei uno stronzo Spike - Buffy era confusa.

- Su piccola, non ti accigliare. Guarda che mi viene voglia di baciarti quando fai quell’espressione alla  ‘ tu sei pazzo Spike ‘ - Sorrise divertito nel vedere l’imbarazzo di Buffy.

Buffy gli lasciò la mano ed andò in bagno a lavarsi il viso.

Quando tornò rimase a bocca aperta.

La porta era aperta, e i suoi cassetti e l’armadio erano semi svuotati.

- Che fai? - chiese Buffy intimorita, guardando Spike prendere altra roba dalla sua stanza.

- Ti aiuto - disse semplicemente.

- A fare cosa? - Buffy si avvicinò cercando di rimettere le cose al loro posto.

- Come a fare cosa? A traslocare nella mia stanza…La nostra stanza -

- No - Le cose stavano andando così velocemente che Buffy era quasi senza fiato.

Non faceva in tempo a metabolizzare una cosa, che lui subito la spiazzava con un’altra.

- Buffy! - ammonì lui - lo sai che con me è inutile….andiamo vieni. Devi ancora dirmi da che lato del letto preferisci dormire…..- sorrise accattivante, lanciandole uno sguardo di sfuggita

- per quanto tu ed io dormiremo nelle prossime notti -

Lei rimase ancora qualche secondo a guardarlo e poi rassegnata iniziò a trasportare le cose nella stanza di lui.

Nel pomeriggio era già tutto sistemato.

Lui la baciò sulla guancia e le accarezzò la testa stringendola tra le sue braccia.

- Vedrai piccola saremo felici io e te -

Lei lo guardò con i suoi due grandi occhioni verdi

- Me lo prometti? - era una preghiera.

Lui la guardò con amore e le fece cenno di si con la testa.

Lei gli sorrise per la prima volta fiduciosa.

Posò il capo sul suo petto, cullandosi al ritmo leggermente accelerato del cuore di lui.

Spike sospirò sollevato.

Ci sarebbe riuscito. Era questione di tempo, solo di tempo, e il cuore di Buffy sarebbe stato suo.

 

Capitolo 11

 

Spike era sceso di sotto per lasciarla libera di cambiarsi e di farsi un bagno. Buffy si guardava intorno seccata. Lui la stava incastrando, non le dava il tempo di riflettere, di pensare a cosa volesse davvero. E lei si stava lasciando trascinare dalla corrente, e tutto per Tara. Strinse i pugni, era stanca di tutto e di tutti. Con una mano sfiorò il ciondolo che aveva al collo, un piccolo sole colorato con dentro la foto di sua madre. Un senso di rabbia e di desiderio di ribellione la colse.

Si sedette sul letto e cominciò a guardarsi intorno. Prese una sua camicia e l’odorò, sapeva di buono.

All’ora di cena Buffy non scese, era troppo imbarazzata e si sentiva i nervi a fior di pelle.

Si sedette davanti alla finestra e guardò fuori l’orizzonte pensierosa.

Due braccia forti le cinsero la vita e la strinsero al torace.

- Passerotto, cosa fai al buio? A cosa pensi? - sentì il suo respiro sul suo collo e le labbra che delicatamente la sfioravano.

Buffy restò in silenzio a guardare lontano.

- Perché non sei scesa di sotto? George tra poco ci porta su la cena, non mi andava di mangiare senza di te - continuò a baciarle il collo.

- Ma…- Buffy stava per protestare.

- St…niente proteste Passerotto. Voglio stare con te -

Le si inginocchiò davanti e le carezzò il viso con una mano.

Buffy sussultò e un brivido la scosse.

- Spike ti prego - cercò di evitare il contatto, ma lui continuò ad accarezzarla.

Infine si sporse verso di lei e la baciò. Buffy ansimò cercando di tirarsi indietro. Ma lui continuò imperterrito a baciarla con dolcezza. E alla fine lei gli circondò il collo e si abbandonò tra le sue braccia forti e gentili.

George bussò delicatamente alla porta.

- Avanti George. Accendi la luce per favore -

Gli disse sedendosi sul letto.

- Signore la cena -

- Grazie George - gli fece un cenno con il capo.

George dopo aver lanciato uno sguardo di sfuggita a Buffy, uscì lasciandoli soli.

- Vediamo un po’ cosa ci hanno portato per cena, Passerotto - sorrise avvicinandosi al vassoio.

- Tieni piccola questo è per te - porse a Buffy un piatto con dentro un misto di verdure fritte e frittelle.

- Su vieni a sederti accanto a me -

Le fece cenno di sedersi sul letto con lui.

Buffy esitò un istante e poi fece come lui le aveva chiesto.

Mangiarono in silenzio. Lei sentiva lo sguardo di lui costantemente su di lei. E si sentiva a disagio.

- Buffy ascoltami….- iniziò lui facendosi serio.

- Io non voglio che tu ti senta costretta…..ad accettarmi. Io vorrei che tu….capissi che io ti amo e che voglio renderti felice - tirò un sospiro profondo e attese.

Buffy rimase con gli occhi nel suo piatto. Non voleva vedere il suo sguardo in quel momento.

- Buffy …. - lui si fece più vicino e prese la mano di lei nella sua.

Buffy la ritirò istintivamente ma lui la riprese e la strinse più forte tra le sue, come a dirle che lui non avrebbe rinunciato a lei.

I loro occhi finalmente si incontrarono e lei ebbe un momento di smarrimento. Perché quello che vi leggeva era amore, e questo la faceva star male.

- Allora lasciami andare - disse a bassa voce quasi a se stessa.

- Buffy….- il suo tono era diventato triste.

- Se mi ami lasciami andare - distolse lo sguardo sperando e temendo allo stesso tempo che lui la lasciasse.

- No Buffy…chiedimi qualsiasi cosa, ma non di rinunciare a te - le sfiorò la guancia con le labbra.

- Ho chiamato il giudice oggi, un mio vecchio amico. Celebrerà il nostro matrimonio…..domenica prossima -

- Oh - Buffy si lasciò sfuggire un’esclamazione di stupore. ‘ Domenica. Sei giorni ‘ pensò.

- Si …ho pensato che fosse inutile aspettare….tanto non cambierò idea - le disse con sicurezza.

Buffy fece una smorfia contrariata, ma non parlò.

Lui l’attirò a se e la baciò con dolcezza.

Le sfilò la camicetta e la gonna.

La fece stendere sul letto e dopo essersi spogliato a sua volta.

La raggiunse sul letto e la coprì con il lenzuolo. La strinse tra le braccia.

Buffy si agitò, ma lui non fece nulla, la strinse ancora di più a se in modo che i loro corpi aderissero l’uno all’altro e con dolcezza le passò una mano tra i capelli. Baciandole la fronte.

- Ecco. Adesso dormiamo un po’ amore. E’ così bello tenerti tra le braccia - le sorrise ancora teneramente e chiuse gli occhi.

Buffy restò per un tempo indefinito a fissare il suo viso disteso e sereno.

Una ciocca di capelli ribelle sulla fronte e il suo mento deciso.

Il suo torace liscio e scolpito. E le mani affusolate intrecciate alle sue. Buffy sospirò in silenzio e si accoccolò ancora di più tra le sue braccia. Posò il capo sul suo petto e chiuse gli occhi.

‘ Si era proprio bello dormire tra le sue braccia ‘

 

I giorni passarono velocemente e Buffy era sempre più tesa e nervosa. Spike era pieno di entusiasmo e sempre più premuroso e gentile con lei.

- Dove state andando? - 

Spike e Buffy si stavano dirigendo verso la De soto di lui, quando Darla li fermò.

- Il vestito per il matrimonio di Buffy - lui indicò Buffy con un sorriso divertito.

Buffy aveva protestato sino a che aveva avuto fiato. Non voleva il vestito da sposa, non voleva sposarsi. Ma lui era stato irremovibile, e così quella mattina era stato deciso che sarebbero andati a comprarne uno, ormai mancavano tre giorni.

- Ma lo sposo non dovrebbe vedere la sposa - disse divertita Darla.

- Si lo so. Ma io voglio esserci - le disse sempre guardando Buffy che era seccata.

- Che ne dici se l’accompagno io? -

Buffy ebbe un moto di paura nello sguardo.

Non sarebbe mai e poi mai andata a comprare il suo abito da sposa con Darla.

Spike colse il messaggio lanciatogli dall’espressione seria e agitata di Buffy.

- No grazie Darla….voglio accompagnarla io -

Darla alzò le spalle e tornò verso la villa, mentre i due futuri sposi si misero in macchina.

- Su tesoro vieni fuori -

Seduto sul divanetto fuori la sala prove, Spike attendeva che Buffy uscisse con l’abito indosso.

Ma Buffy esitava. Lui sbuffò due o tre volte e poi si decise a vedere cosa fosse accaduto.

Aprì lentamente la porta del camerino e la vide. Seduta sullo sgabello, in quell’immenso abito bianco che quasi la sommergeva. I gomiti sulle ginocchia e le nocche sotto il mento.

Aveva lo sguardo triste e non si era sicuramente vista allo specchio.

Si avvicinò piano e quando le fu accanto la chiamò - Buffy? -

Lei girò il capo dall’altra parte e lui capì. Buffy stava piangendo.

- Amore cosa è successo? - le domandò apprensivo.

- Niente - mentì lei.

Lui rimase qualche secondo in silenzio e poi le si sedette accanto.

- Dimmelo - la esortò.

- Niente - rispose seccata lei - lasciami in pace -

- No - disse lui un po’ offeso per il suo trattamento scostante.

- Voglio andare a casa - tirò su con il naso e a Spike venne voglia di baciarla.

- Devi scegliere il vestito - disse dolcemente.

- Prendine uno qualsiasi, tanto per me è uguale - sbuffò e si alzò in piedi cercando di risistemare il vestito.

- Buffy…- Spike era spazientito.

Lei non rispose.

- Vieni - le prese la mano e la portò davanti ai vari abiti che avevano scelto tra quelli in negozio.

Li guardò con occhio critico uno per uno, confrontandoli con la personcina minuta ed aggraziata di Buffy. Alla fine si era soffermato su un semplice abito liscio. Bianco con il corpetto finemente ricamato.

- Proviamo questo - le disse guardandola attentamente.

L’aiutò a slacciarsi l’abito e a toglierlo. E rimase senza parole quando vide la sua biancheria intima in coordinato con l’abito nuziale, che la proprietaria del negozio aveva voluto che lei indossasse.

Buffy arrossì violentemente ed abbassò gli occhi farfugliando qualcosa.

Lui sorrise e poi l’aiutò ad indossare l’abito. Quando le mani di lui le sfiorarono la schiena e le spalle per alzarle le spalline dell’abito. Buffy trattenne a stento un gemito.

Lui la fece voltare verso lo specchio.

- Guardati amore. Sei stupenda - i suoi occhi si illuminarono guardando la sua Buffy.

Buffy non disse nulla ma nei suoi occhi una luce di ammirazione fece capire a Spike, che il vestito le piaceva.

- Prendiamo questo - disse alla commessa che aveva assistito a tutta la scena con invidia.

- Bene - fece un cenno con il capo e si preparò a imbustare il capo.

Si avvicinò a Buffy per farle gli auguri e le sussurrò nell’orecchio

- Signorina, lei è davvero fortunata. Non ho mai visto un uomo più innamorato del suo fidanzato - E le aveva fatto l’occhiolino complice.

Buffy si morse il labbro, sapere che la cosa era così evidente la rendeva ancora più confusa e spaventata.

Lui la prese per mano e la trascinò fuori dal negozio.

-Abbiamo finito? - domandò Buffy sperando in una risposta affermativa.

- No passerotto….ora tocca alle fedi - le sorrise e la guidò dentro una gioielleria.

Anche qui Buffy fu di poco aiuto. Sembrava che delle nozze non le importasse nulla. Ma a lui non interessava, lui vedeva solo lui e lei insieme per il resto della loro vita.

Sorrise al pensiero di una Buffy vecchietta che mette il broncio per un nonnulla.

- Queste - indicò sicuro al gioielliere un paio di fedi in platino molto semplici e fini.

- Hai fame? - le chiese dopo aver girato per altri negozi in cerca di biancheria e di altre diavolerie per il matrimonio. Buffy era stufa. Non vedeva l’ora di tornare a Tara, per rifugiarsi nella sua solitudine e pensare, cercare una via di uscita a tutto questo pasticcio.

Lui la guardò attentamente come le leggesse dentro, ma non disse nulla.

Finalmente gli acquisti finirono e per la gioia di Buffy entrambi tornarono alla macchina.

Si sedettero ma Spike esitò a partire.

- Buffy…- si decise alla fine - Ho una cosa per te amore -

Buffy lo guardò curiosa - Cosa? - chiese.

- Tieni questo è per te…appartiene alla mia famiglia da generazioni…..e io voglio che lo abbia tu adesso -

Buffy fissò l’anello in oro con un grosso rubino al centro di una piccola foglia lavorata.

- E’….- Buffy era senza parole. Fissava l’anello e poi Spike, che la guardava soddisfatto.

- Dammi la mano amore. Questo è il mio anello di fidanzamento per te - e le tese la mano.

Lei rimase immobile. Sapeva che se avesse messo la sua mano in quella di lui sarebbe stata perduta. Che se avesse accettato, per lei sarebbe stata la fine. Perché nonostante tutto, nonostante quello che si era sempre ripromessa. Lei amava quell’uomo e lui l’avrebbe fatta soffrire. Proprio come suo padre aveva fatto soffrire sua madre, e questo lei non lo voleva.

Cercò di resistere, di dirsi che non le importava di Tara, dei suoi animali, del lago. Dell’albero sulla collina. Ma non era vero, e lei capì che era già  perduta.

Sollevò la mano con lentezza inaudita. Ed esitò a lunga prima di farla scivolare in quella di lui. Che gliela strinse in una morsa, la stretta dell’amore, e poi le infilò l’anello.

Le sorrise dolcemente scostandole i capelli dal viso e con tenerezza la baciò.

Buffy ritirò in fretta la mano e girò il viso dall’altra parte.

- Ecco per la mia piccola Buffy - disse mentre con una mano le tirava una ciocca di capelli.

Lei guardò ancora un attimo l’anello. Sospirò e infine cedette.

Girò il volto verso quello di Spike e si sporse verso di lui.

Spike rimase immobile e Buffy avvicinò le sue labbra a quelle di lui.

- Grazie - disse a bassa voce sulle labbra di lui. Poco prima di impossessarsene.

Le lingue si accarezzarono incerte e poi si aggrovigliarono.

- Oh passerotto - disse ansimando lui, rispondendo al bacio.

Le passò le mani sui fianchi e poi sulla schiena e l’attirò a se.

Quando si separarono i loro occhi si fissarono a lungo e lui lesse negli occhi di Buffy desiderio, e si incendiò come paglia.

Con energia accese il motore ed ingranando la marcia partì a tutta velocità.

Appena la macchina si arrestò nel viale Buffy saltò fuori e corse  per cercare di sfuggirgli.

Lui la seguì a ruota e appena dentro casa la sollevò tra le braccia

- Non aspettateci per cena - disse ad una Darla allibita ed una Dru furente, ferme in piedi davanti alla sala da pranzo.

 Stringendo Buffy al petto salì le scale due gradini alla volta.

Buffy non protestò, semplicemente nascose il viso nella sua camicia e gli passò le braccia attorno al collo facendolo sorridere e fremere.

Aprì la porta della stanza, e con un calcio la richiuse dietro di se.

Mancavano ormai solo due giorni a Domenica.

 

Capitolo 12

 

Buffy guardò fuori dalla finestra. Il Sole stava lasciando il posto al gioco ingannevole di luci ed ombre che precede la notte.

- Cosa c’è amore? - la sua voce sommessa ed ancora leggermente roca, riecheggiò nella stanza.

Buffy non rispose. Non sapeva cosa rispondere. Era tutto così dannatamente perfetto. Un sogno….e lei non credeva più ai sogni.

Si strinse nelle spalle e raccolse le ginocchia contro il petto. Posò il mento tra di esse e chiuse gli occhi per alcuni istanti, cercando di fare ordine nel caos che ormai regnava in lei.

Spike si sollevò a sedere per osservarla.

- Passerotto - la chiamò con dolcezza, sfiorandole la guancia con una mano.

- Ti ho fatto male? Ho fatto qualcosa di sbagliato? - c’era apprensione nel suo tono.

Buffy riaprì gli occhi e disse cercando di apparire fredda e distaccata.

- No - si raggomitolò a palla sotto le lenzuola. Dandogli le spalle. Come poteva fare chiarezza? Come riuscire a tornare al suo perfetto e freddo isolamento, se lui continuava a braccarla. A non darle tregua con le sue carezze, il suo amore sbandierato ai quattro venti.

Lui non disse niente, sospirò pesantemente ed abbassò il capo. In macchina non si era sbagliato ne era certo. Buffy lo voleva. Lo desiderava.

Osservò la sua spalla nuda sollevarsi seguendo il ritmo del suo respiro. Le si accoccolò alle spalle seguendo i contorni del suo corpo e la avvolse con le sue braccia.

Le baciò teneramente la spalla e risalì verso il collo. Dove affondò il suo viso per aspirare il suo odore.

- Ti amo Buffy Ann Summers - sussurrò al suo orecchio e la strinse maggiormente a se.

Buffy senti la sua eccitazione premere contro le sue natiche e si irrigidì, conficcò le unghie nelle mani e strinse le labbra in una smorfia di derisione.

Non lei non gli credeva, non avrebbe mai creduto all’amore di un uomo.

Continuò ad accarezzarla con tenerezza, in una specie di opera di convincimento. La desiderava ancora e cercava di farla cedere. Cercò di resistere di non provare, di rannicchiarsi ancora di più ed evitarlo. Ma la sua mano che accarezzava con movimenti sinuosi e gentili il suo seno e scendeva verso il ventre facendole venire la pelle d’oca non l’aiutava.

Non si mosse e lui spinse la mano giù sino alla sua piccola radura già bagnata. Appena la sfiorò e si rese conto che era eccitata, sorrise tra se e se soddisfatto. Avrebbe ceduto pensò. Ed ebbe la certezza che non si era sbagliato: Lei lo voleva, forse ancora non lo amava, ma non le era indifferente.

- Passerotto….su girati…- le mormorò supplichevole.

Buffy ebbe un moto di stizza. E rimase immobile. Lui con dolcezza infilò un dito dentro di lei e cominciò a muoverlo con lentezza.

- Su avanti….tesoro….vieni dal tuo Spike - sorrise mentre sentiva che il respiro di lei accelerava.

- Lasciami sono stanca - disse acida lei.

- Vuoi che ti lasci? - chiese lui innocentemente mentre un altro dito scivolava nella sua femminilità ormai tesa verso l’orgasmo.

- Si - mormorò impercettibilmente lei.

Spike chiuse la sua mano sul suo seno e poté sentire il suo cuore impazzito.

Un’ espressione soddisfatta gli attraversò il viso.

- Buffy…ti prego girati…- accelerò il ritmo del suo movimento in lei mentre la sua eccitazione si faceva sempre più dolorosa.

Buffy emise un gemito quasi disperato quando lui la spinse al limite e si arrese. Con un movimento rapido e leggero si ritrovò viso a viso con Spike, che la fissava divertito e vittorioso.

Le sfiorò il naso con il suo in un gioco di attesa e di tensione.

Le sue dita in lei continuavano a muoversi ritmicamente e Buffy ormai non resisteva più.

Socchiuse gli occhi incapace di sostenere oltre il suo sguardo.

Lui fece scivolare l’altra mano lungo la sua schiena e l’attirò a se.

Sfilò via la mano e con decisione si spinse in lei.

Lei spalancò gli occhi per l’intensità della sensazione provata e si mosse leggermente, stringendo i muscoli della sua femminilità attorno al suo membro duro e liscio che si adattava perfettamente al suo corpo.

Lui emise un suono gutturale di piacere e poi iniziò a muoversi.

Con spinte prolungate e poderose le riaccese i sensi. E la riportò subito verso il piacere più intenso.

- Mi vuoi sposare passerotto? - le domandò lui mentre lei si abbandonava ormai priva di lucidità tra le sue braccia.

- Si. Spike voglio - il suo cuore sfuggito al controllo vigile della sua mente, aveva parlato.

Spike ebbe un moto di gioia: Buffy lo voleva, non contava se domani lo avrebbe negato. Non contava quello che avrebbe detto dopo. Buffy stretta tra le sue braccia, abbandonata a  lui, gli aveva detto che lo voleva sposare. Per lui questo solo contava. E adesso nemmeno lei e le sue paure lo avrebbero fermato. Lei sarebbe stata sua a dispetto di tutti e tutti.

 

Erano le sei di mattina quando George entrò nella loro camera con un piccolo vassoio contenente due cappuccini e due brioche.

- Salve George - disse allegramente Spike.

- Salve Signore. Vi ho portato la colazione come avete disposto ieri sera. Il fioraio è già qui. I musicisti stanno arrivando ed ho mandato Andrew a prendere il prete. -

- Bene allora è tutto a posto - si stiracchiò e poi guardò Buffy, ancora addormentata al suo fianco.

- Guardala…dorme ancora - sorrise - non è splendida quando dorme? Così…dolce….così fragile e …- la fissò intensamente - bisognosa di amore - disse infine accarezzandole con delicatezza la fronte per scostarle alcune ciocche di capelli.

- Si Signore….e mi auguro che lei saprà darglielo -

George guardò Spike, che fece un cenno affermativo con il capo.

- Si tutto quello che ho è suo -

In quel momento Buffy aprì gli occhi.

I loro occhi si incrociarono e solo per un breve istante lei sorrise. Un sorriso dolce, affettuoso e fiducioso. Spike si sentì mancare. I suoi occhi si dilatarono e Buffy inclinò il capo e le labbra si mossero per dire qualcosa, ma il tintinnio dei piattini la fece sobbalzare e tornare bruscamente alla realtà. Smise di sorridere e si sollevò a sedere distogliendo lo sguardo da lui.

Lui non si scompose, era un tipo paziente e con Buffy avrebbe avuto tutta la pazienza di questo mondo. Se l’era ripromesso sin da quella sera quando aveva ballato con lei e l’aveva tenuta per la prima volta tra le braccia.

 

……………Il suo odore di camomilla e la sua pelle morbida e vellutata. E quella sua aria diffidente e così sperduta. Per tutta la sera si era aggirata per la sala da ballo senza una meta precisa, rifiutando ogni invito a ballare. E alla fine come sempre si era isolata, appartandosi nel giardino. Lui l’aveva seguita e l’aveva vista seduta su un piccolo masso accanto ad un cespuglio di rose. Con una mano ne accarezzava i petali attenta a non rovinarli o strapparli. E il suo sguardo era così concentrato, sereno. Allora aveva deciso, in quel preciso momento lui era stato perduto.

Le si era avvicinato in silenzio e lei aveva sobbalzato avvertendo la sua presenza.

Lo aveva fissato indecisa e lui ne aveva approfittato. Le aveva teso la mano e l’aveva attirata a se.

L’aveva stretta tra le braccia ed avevano iniziato a ballare seguendo il ritmo di un lento le cui note si propagavano nell’aria fresca di quella notte d’estate.

All’inizio aveva ballato in modo sostenuto con lui, evitando il contatto del suo corpo. Ma poi lui l’aveva strinta ed avvolta in un abbraccio caldo e già pieno di amore. Lei aveva protestato cercando di respingerlo per un solo istante e poi si era abbandonata alla musica e a lui.

Si era stretta al suo petto ed aveva chiuso gli occhi. Alla fine del ballo lui le aveva sollevato il mento e l’aveva baciata. E lei aveva risposto con tutta se stessa.

Dopo il bacio lui era tornato a fissarla. Ed una lacrima aveva inumidito il suo viso.

Lui l’aveva asciugata con un dito e le aveva sorriso con tenerezza.

- Non piangere ti prego…sei al sicuro con me - le aveva sussurrato.

Gli occhi di lei si erano fatti grandi e per un attimo speranzosi. La musica era cessata e la sua espressione era tornata fredda e diffidente. Si era liberata della sua stretta ed era scappata via…..

 

 

 

- Su sarà meglio alzarci passerotto…questo è il gran giorno - si sfregò le mani e addentò la sua brioche.

- Già - Buffy non sembrava particolarmente entusiasta, ma questo non lo preoccupò più di tanto.

- George…..la truccatrice e la parrucchiera? -

- Arrivano alle sette Signore….poi arriva anche il sarto con il vestito -

- Si bene - Spike si voltò verso Buffy improvvisamente, e cogliendola alla sprovvista le prese il volto tra le mani e la baciò intensamente.

- Non ti ho ancora dato il Buongiorno Passerotto - sfoderò il suo sorriso da mascalzone e scesa dal letto. E come sempre era nudo e senza vergogna.

 Alle dieci in punto tutto era pronto. In giardino erano state disposte sedie e tavolini. Un piccolo gazebo bianco sotto il quale sarebbe stato celebrato il matrimonio. E milioni di margherite e gigli dappertutto. Un tavolo in disparte era stato preparato per il buffet. Ed una pedana in legno era stato approntato a mo di pista da ballo. L’orchestra era disposta al lato del gazebo, pronto ad intonare la marcia nuziale non appena Buffy fosse apparsa dietro i due filari di sedie.

Il chiaro di Luna di Debussy, questo era il pezzo che Buffy aveva scelto.

Spike sembrava tranquillo e rilassato.

- Ehi amico come stai? -

- Wes era ora - sorrise contento.

- Faith. Come state? -

- Bene…ma quando abbiamo ricevuto la tua lettera che ci annunciava il tuo matrimonio e che volevi che ti facessimo da testimoni…beh….ho pensato che il mondo stesse per finire. Spike Darcy sposato, c’è da non credersi - Faith sorrise divertita abbracciandolo.

- Io invece lo sapevo….- Wes sorrise come uno che la sa lunga.

Spike ricambiò il sorriso. Wes sapeva tutto. Dopo il ballo non era riuscito a dormire. Aveva svegliato il suo compagno di stanza e gli aveva detto serio

- Wes….ho incontrato la donna della mia vita …la donna che sposerò e che sarà la madre dei miei bambini -

Wes era saltato in piedi sul letto ed aveva inforcato gli occhiali preoccupato.

- Cosa hai detto? Ti senti bene Spike? Tu sposarti? Cosa hai bevuto? - lo aveva tempestato di domande con tono concitato.

- Si…l’ho vista Wes…il mio Passerotto - sorrideva come un ebete e Wes era sempre più perplesso.

Gli aveva raccontato quello che era accaduto e Wes si era commosso.

Da quel giorno Spike era cambiato e lui aveva capito che quella notte non stava scherzando.

E di una cosa Wes era sicuro: Se Spike voleva qualcosa…non c’era nulla da fare. L’avrebbe ottenuta.

- Dov è lei? - domandò Faith curiosa.

- Su amore come sei pettegola - Wes abbracciò la moglie e le stampò un bacio sulle labbra.

- Guarda chi sta parlando….- ghignò lei - tu che appena hai saputo …ti sei messo a spulciare gli annuari scolastici per trovare una foto della sposina che ha rubato il cuore del nostro Spike -

Wes si finse offeso.

- Io volevo solo vedere se la conoscevo - mentì lui.

- Eccola - gli interruppe Spike vedendo l’esile figura di Buffy apparire dietro i vetri della sala da pranzo. La guardò in ansia.

- Cosa c’è Spike? - gli chiese Wes.

- Sarà preoccupata e spaventata….- si accigliò - dovrei andare da lei per rassicurarla, non è facile per lei -

- Ci vado io - Faith gli fece l’occhiolino e si diresse verso la casa.

- Oddio….Faith che incoraggia qualcuno a sposarsi? …ma se io ho dovuto rincorrerla per la chiesa perché se la voleva filare sull’altare. Amico incrocia le dita…..o ti toccherà fare una maratona in questo parco immenso per recuperare la tua bella -

Wes gli diede una pacca sulle spalle e sorrise.

 

- Si può? - chiese Faith entrando nel soggiorno.

- Ciao. Io sono Faith, un’amica di Spike….e tu devi essere Buffy…beh che domanda scema - sorrise imbarazzata - ovvio che sei Buffy…indossi l’abito da sposa -

- Ciao - Buffy la guardò un po’ spaventata e diffidente.

- Bene…e così questo è il gran giorno - si guardò intorno curiosa Faith

Buffy non rispose.

- Hai paura? - le chiese a bruciapelo.

- No….- rispose non troppo convinta Buffy, ma con lo sguardo battagliero di una che non si tira mai indietro.

- Buffy…non devi. Spike è un tesoro ….e ti ama da morire -

- E tu che ne sai? - rispose acida Buffy - tutti lo sembrano, ma non lo sono mai - sentenziò decisa.

- Ah…dunque …deduco che tu non creda che Spike ti ami? - Faith sembrò disorientata.

Buffy le lanciò uno sguardo di fuoco.

- Oh…e tu lo ami? - Un dubbio l’aveva colpita.

- No…- disse sicura e poi proseguì con voce incerta - io lo disprezzo - E guardò altrove, come volesse impedire a Faith di leggere la sua menzogna nei suoi occhi.

- Ah….e perché lo sposi? - Faith sembrava incredula.

- Perché non ho scelta….non mi ha dato scelta….- Buffy disse la frase con rabbia malcelata

- Sei ancora in tempo - le disse secca Faith - Ferma tutto, tirati indietro - e la fissò attentamente.

- Non posso….lui…..lui…..venderà Tara se non lo farò - sospirò rassegnata.

- Cosa? - Faith capì tutto al volo - capisco…..Buffy …io vorrei dirti….-

- Risparmia il fiato. Non mi interessa quello che hai da dirmi. Spero solo che tutta questa pagliacciata finisca al più presto. Sono stanca - e senza dire altro uscì dalla stanza.

Fait corse fuori come una furia.

Doveva parlare con Spike. Quell’ idiota si stava cacciando in un bel guaio con le sue stesse mani.

 

- Ehi tu stammi bene a sentire - Faith aveva preso Spike e Wes da parte e arrabbiata aveva cominciato la sua ramanzina.

- Cosa è questa storia di Tara e del fatto che stai costringendo Buffy a sposarti? - incrociò le braccia sul petto ed attese.

Spike si passò una mano tra i capelli mentre Wes lo guardava interrogativamente ed in attesa come la moglie.

- Cosa vuoi che ti dica? -

- La verità - Sbottò Faith.

- Ebbene si….diciamo che ‘ l’ho convinta ad accettare la mia proposta ‘ -

- Cosa hai fatto? - Wes sembrava cascare dalle nuvole - ma perché hai fatto una cosa simile? -

- Secondo voi? - Spike sembrava esasperato - so che non è corretto….che non è giusto. Ma cosa dovevo fare? Stare a guardare mentre lei si sposava uno qualsiasi per salvare Tara? Ho pensato che visto che doveva sposarsi qualcuno…..tanto valeva che sposasse me -

- Oh che discorso altruistico Spike - Faith roteò gli occhi.

- Lo sai che ti disprezza vero? -

- No, non mi disprezza Faith…non sono uno sprovveduto e nemmeno uno stupido Faith…conosco le donne. E Buffy prova qualcosa per me. È confusa, diffidente e spaventata…dai sentimenti e dai legami. Ma prova qualcosa per me. Io lo so -

Wes e Faith si guardarono per un attimo - Bene se lo dici tu Spike - Faith sospirò.

- Spike ….io lo vedo bene che tu sei innamorato cotto di questa ragazzina….e la mia paura e che ti spezzerà il cuore -

- Questo è un problema mio. Correrò il rischio - Spike era deciso.

- Ah….accidenti a te…quando ti metti in testa una cosa…..-

- Beh te l’avevo detto quella notte….che avevo incontrato il mio Passerotto. E che l’avrei sposata -

sorrise - sono stato di parola -

- Spero solo che tu non debba pentirtene…..- Wes lo guardò serio.

- No, non me ne pentirò -

- E allora auguri amico….di cuore -

I due amici si abbracciarono e il prete gli richiamò all’ordine. La cerimonia stava per iniziare.

Dru era partita il giorno prima per Los Angeles adducendo come scusa un improrogabile impegno preso precedentemente. Ma Buffy fu sollevata dal sapere che non avrebbe assistito alla cerimonia.

Suo padre e Darla erano rimasti, per loro in fondo nulla cambiava. L’importante era aver sistemato il lato economico della faccenda.

I testimoni di Buffy erano Willow e Oz. Buffy non aveva nessun’altro al mondo.

La musica attaccò e lei al braccio di suo padre attraversò il giardino diretta al gazebo, come fossero gli ultimi istanti della sua vita.

La mano del padre che prendeva la sua e posava in quella di Spike.

Lui che gliela stringeva e se la portava sotto il braccio.

Il suo sguardo sicuro e tranquillo. Un bacio lieve sulla guancia e il prete che leggeva.

Il Sole che faceva capolino tra i rami degli alberi e che illuminava alcune ciocche dei suoi capelli.

Ed era bello. Buffy non poteva far altro che constatare che Spike era bello.

Il suo sorriso accennato nella sua direzione e il suo sguardo tenero che si posava su di lei accarezzandola, quasi a volerla rassicurare.

- Vi dichiaro marito e moglie ….può baciare la sposa -

Lui che si volgeva verso di lei e che l’attirava a se. Le sue labbra che dapprima sfiorano le sue, e poi si insinuano nella sua bocca assaporandola con passione e desiderio.

Il suo respiro accelerato e i brindisi che si susseguono.

Buffy sente le catene stringersi attorno ai suoi polsi e alle sue caviglie. Ma non è una sensazione sgradevole. Un senso di panico e di incertezza la avvolge. Unico punto fermo, unica oasi dove rifugiarsi, il suo braccio che le cinge la vita e la stringe a se, facendola sentire importante e desiderata.

- Amore vieni…andiamo a ballare - Spike la prese tra le braccia e cominciò a muoversi lentamente sulla pista.

Buffy non vuole vedere, non vuole pensare. Chiuse gli occhi e si strinse a lui, nascondendo il viso come fosse ancora una bambina.

Faith e Wes gli osservano da lontano.

- Tu cosa pensi? - chiese il marito a Faith.

- Non lo so….lei è sicuramente molto incasinata….però…..credo che Spike abbia ragione. Prova qualcosa per lui -

- Già - Wes annuì e vuotò il bicchiere di champagne.

 

- Passerotto, va tutto bene? - le domandò lui portando le sue labbra a un soffio dal suo collo.

Buffy non rispose, si strinse ancora di più a lui e fece un lieve cenno affermativo con il capo.

Spike non disse nulla.  Le baciò la guancia e la strinse a se avvolgendola nelle sue forti braccia.

- Ora sei il mio Passerotto - le sussurrò sorridendo - Buffy Ann Darcy - un tremito di orgoglio nella voce.

 

Capitolo 13

 

Spike era al settimo cielo. Tutto quello che desiderava dalla vita era lì tra le sue braccia che nascondeva il viso sul suo torace e che tremava. Un singhiozzo sommesso e Spike strinse ancora di più il suo Passerotto.

- Buffy non piangere….sei al sicuro con me -

Buffy fu colpita da quelle parole. Sollevò il viso e scrutò Spike con attenzione.

Lui le sorrise e le posò un bacio a fior di labbra. E anche se Buffy non voleva farlo, sorrise.

Decisamente le cose promettevano bene, pensò Spike.

 

- Ma tu ne sapevi niente? -

Domandò Willow a Riley osservando la coppia.

- No! Sino a due settimane fa - il suo volto teso e scuro la incuriosì.

- Io pensavo che Buffy non si sarebbe mai sposata, visti….i precedenti - lanciò un’occhiata significativa verso il padre di Buffy e sua moglie. Che a giudicare dall’espressione dei loro visi non sembravano particolarmente felici.

- Già, anche io lo credevo - intervenne Oz che aveva fatto il pieno al Buffet e cercava di far stare tutta quella roba ammassata nel piatto in equilibrio.

- Lei che non sopportava nemmeno di essere toccata da un ragazzo…-

Lo sguardo di Willow si fece triste.

- A quanto pare invece…..- Oz sorrise maliziosamente.

- La cosa non mi convince. E’ stato tutto così…così improvviso -

- Forse è in cinta - lo sguardo di Oz si illuminò come colpito da una rivelazione.

- Cosa? Buffy? Naah….lei è sempre stata categorica su questo punto: Niente Figli! -

- Boh….comunque qualcuno è riuscito a catturarla alla fine - disse Oz divertito e poi lasciando in sospeso il boccone che stava portando alla bocca aggiunse - E da come la guarda….credo che non sarà facile per Buffy liberarsi. E’ proprio cotto il ragazzo -

Poco distanti anche Wes e Faith continuavano ad osservare la coppia che ballava in pista.

- E’ pazzo d’amore Wes…non l’ho mai visto così - Faith era preoccupata.

- Già il nostro Don Giovanni…ha appeso il cappello -

- Non mi sembri preoccupato per lui Wes. Potrebbe soffrire - sbuffò lei seccata dall’apparente indifferenza di suo marito.

- Per prima cosa Io sono preoccupato - sospirò paziente.

- Ma…ci sono delle considerazioni da fare….- assunse un’aria solenne.

- Senza di lei sicuramente starebbe peggio. E poi mia cara sembra che tu non conosca Spike Darcy. Spike è l’uomo più cocciuto, testardo e strafottente che conosca. Quella poverina non si libererà di lui. Né oggi né mai puoi starne certa. Dovesse legarla, imbavagliarla, rapirla o starle addosso per il resto della sua vita. Lui non le permetterà di scappare -

- Si lo so…..ma questo non vuol dire che lei lo amerà e in fondo non mi sembra nemmeno una cosa giusta da fare a Buffy -

- Beh….forse hai ragione ma come si dice ‘ fool for love ‘ e per quanto riguarda il fatto che lei non lo amerà, sarà sufficiente il suo amore per entrambi. -

Poi accennando un sorriso malefico - Anche se sono sicuro che alla fine lei lo amerà….non fosse altro che per sfinimento. Vedrai -

Faith sorrise divertita della teoria del marito e si disse che forse aveva ragione. Quell’uomo irradiava amore da tutti i pori. Era inebriante, coinvolgente.

La poverina era spacciata anche se non lo sapeva ancora.

La musica cessò e Buffy cercò di liberarsi dalla sua stretta, ma lui glielo impedì.

- No…passerotto. Questa volta non mi scappi -

Buffy lo guardò interrogativa. Spike fece un cenno all’orchestra e un altro lento partì. La strinse di nuovo a se e Buffy rassegnata, ancora una volta confusa, nascose il suo viso. Lui sorrise piacevolmente divertito. Gli piaceva sentire il respiro di lei sul petto lasciato scoperto dalla camicia semi sbottonata. Lo eccitava oltre ogni immaginazione.

 

La giornata trascorse piacevolmente. Spike si era separato diverse volte da Buffy ma aveva fatto in modo da non starle mai troppo lontano così da poterla osservare costantemente. Come temesse che lei potesse filarsela da un momento all’altro.

Pian piano la casa si era svuotata, gli ospiti erano andati via. George esausto si allentò la cravatta e si passò una mano sulla fronte.

Il padre di Buffy e Darla erano partiti nel pomeriggio, visto che tutto era a posto avevano preferito tornare a Los Angeles. Tara per loro era poco mondana.

Riley era andato via dopo la cerimonia.

Gli ultimi rimasti erano Willow, Oz, Wes e sua moglie Faith.

- Allora….credo sia ora di andare….- disse Wes guardando prima sua moglie poi Spike che aveva il volto rilassato ed un po’ eccitato.

- Bene…vecchio mio. Ancora auguri e spero di vederti presto - si abbracciarono e poi Spike baciò la guancia di Faith.

Che gli sussurrò all’orecchio non udita - Attento mio Fool for love…..-

Lui le sorrise ma non disse nulla.

- Bene Buffy è stato un piacere conoscerti…- Wes le strinse la mano gentilmente, mentre Buffy manteneva un atteggiamento diffidente.

- Spero che tu renderai felice il nostro Spike come sono sicura farà lui con te - Faith aveva detto quelle parole non come un augurio, ma quasi come un avvertimento che Buffy sembrò non capire.

 - Andiamo anche noi - disse Willow avvicinandosi all’amica.

- Ti chiamo uno di questi giorni…con calma…..so che adesso vorrete stare soli -

Willow sorrise, mentre Buffy rimase seria.

- Oh…bene…- vista la reazione di Buffy alla sua allusione, Willow si sentì impacciata - allora noi andiamo - la guardò incerta.

Buffy abbozzò un mezzo sorriso e le tese la mano.

Oz fece un cenno con il capo e poi disse - è stato un bel matrimonio ….e un ottimo buffet - si stava ancora leccando i baffi.

- Buona notte - dissero i quattro amici e sparirono dentro le loro vetture che si diressero a tutta velocità verso il cancello.

 

Buffy restò a guardare le vetture allontanarsi, il silenzio. Fu la cosa che la colpì più di tutte in quel momento. Sospirò e si girò. Solo in quel momento si rese conto di non essere sola.

Spike in piedi dietro di lei la stava fissando con intensità ed adorazione quasi.

- Sei bellissima passerotto - sorrise avvicinandosi.

Buffy indietreggiò di qualche passo, sotto gli occhi accesi e maliziosi di lui.

- Siamo rimasti soli….- alzò il sopracciglio - finalmente -

Buffy ingoiò la sua saliva e sentì il terreno mancarle sotto i piedi.

Avevano fatto diverse volte SESSO come diceva lei, ma questa volta era diverso….lui era diverso. Il modo in cui la guardava, in cui si stava avvicinando a lei. Sembrava un predatore che dopo aver studiato attentamente la sua preda stia per saltargli addosso.

- Spike - riuscì a dire Buffy sollevando appena le braccia.

Lui le cinse la vita e i loro corpi si toccarono un po’ incerti e poi aderirono l’uno all’altro.

- Ti voglio Buffy - disse con naturalezza - baciami Passerotto -

Buffy continuava a fissarlo come ipnotizzata dai suoi occhi profondo e accesi.

- Io….- cercò di distogliere lo sguardo.

- Guardami - le disse lui e con un dito le sollevò il mento. I loro sguardi si toccarono nuovamente e le labbra di Buffy ebbero un tremito.

- Baciami - sussurrò, il suo viso a pochi millimetri da quello di lei.

E le labbra di Buffy come animate da vita proprio si sporsero verso di lui e toccarono le sue. Dapprima in modo lento e gentile e poi sempre più ansioso. Sino a che lui non la strinse ancora di più a se ed affondò la sua lingua tra le sue labbra dischiuse, e il bacio divenne rovente.

Con un gesto pieno di passione la sollevò tra le braccia e le disse con dolcezza

- Adesso Signora Buffy Ann Darcy venga con me…..la nostra prima notte di nozze ci attende -

Con passo deciso ma non affrettato la condusse in casa.

George si affacciò dal vano cucina e sorrise

- Buonanotte Signori e ancora Auguri - e sparì con molta discrezione dietro la porta della cucina.

- Grazie George…ah domani non disturbarci…ti chiameremo noi per la colazione -

Guardò Buffy e sorridendo le mormorò - o per il pranzo…dipende - alzò il sopracciglio di nuovo e la baciò sulla fronte.

La stanza era illuminata da diverse candele poste su tutti i mobili e per terra. Sul letto erano stati sparsi petali di rosa e di margherita. Il letto era stato rifatto e coperto da una trapunta bianca in pizzo. Il regalo di sua madre notò Buffy guardandosi stupita ed in silenzio intorno.

E due cuscini rossi a forma di cuore erano stati disposti al centro del letto.

Da un lato piegato ordinatamente vi era il pigiama di Spike e dall’altro lato un sottile babydoll di seta nero, semi trasparente.

Spike la mise giù e le accarezzò la guancia.

- Vuoi che ti lasci sola per cambiarti? - improvvisamente sembrava diventato timido ed incerto.

Buffy annuì con il capo e lui prendendo il pigiama sparì nel bagno.

Buffy si guardò intorno spaventata e per un attimo pensò di scappare dalla finestra. Ma le gambe non si mossero. Si avvicinò al letto e fissò quell’indumento intimo. Non le piaceva, non le erano mai piaciuti tutti quei capi che così palesemente facevano riferimento al sesso, all’amore.

Fece una smorfia e si sedette. Non avrebbe avuto il coraggio di indossarlo. In quel momento dal bagno Spike fece sentire la sua voce

- Amore posso uscire? -

‘ No per me puoi restare tutta la notte lì dentro ‘ si disse ma poi con voce molto sottile rispose.

- Si - la porta si aprì e Spike in pigiama, molto sobrio uscì dal bagno.

Buffy si meravigliò. Da quando lo conosceva, non aveva mai indossato pigiama o altro la notte.

Lui la guardò seduta sul letto con il suo sguardo smarrito ed irritato, e sorrise.

- Non devi indossarla se non vuoi - le disse.

Si avvicinò e si sedette al suo fianco.

- Buffy ti piace fare l’amore con me? - glielo chiese seriamente.

Buffy avrebbe pagato qualsiasi cosa per evitare quella risposta, ma non poteva fuggire. Non più adesso e si maledisse mentalmente per non aver colto al volo il consiglio di Faith di tirarsi indietro.

- Rispondi passerotto! Ma non mentirmi…io lo capirei - il suo sguardo si fece più scuro e intenso.

Buffy esitò ancora, quanto più poté e alla fine in un sospiro di resa rispose - Sì -

Lui avvicinò le labbra alla sua spalla lasciata scoperta dalla scollatura del vestito e la baciò.

- Vuoi fare l’amore con me? -

Buffy spalancò gli occhi. Avrebbe preferito che lui non facesse domande. Che facesse l’amore con lei senza chiedere niente. In questo modo avrebbe mentito. Si sarebbe detta che era lui che lo voleva e che lei non poteva impedirlo. Ma lui adesso glielo stava chiedendo. Dipendeva da lei.

La mano di lui si insinuò nella sua scollatura e cercò il suo seno già teso a quel semplice tocco.

Ansimò leggermente.

- Allora Passerotto? - la sua voce calda la incalzava.

E la sua mano si chiudeva sul suo seno provocandole un brivido che la scosse dalla testa ai piedi.

- Ti prego -

- Vuoi fare l’amore con me Buffy? - la sua voce roca le infiammava i sensi.

Era incredibile ma bastava il suono basso e caldo della sua voce per farla eccitare.

- Non lo so - cercò di mentire.

- Non lo sai? - gli fece eco lui tirando il sfilando via il corpetto del suo vestito, che come fosse stato di carta si afflosciò sui suoi fianchi.

- Io…- il tono di lei era sempre più incerto.

- Tu? - diceva lui mentre le mordicchiava e baciava il collo.

- Io…credo che…- con la bocca lui scese sulla sua punta del suo seno e con un gesto goloso chiuse le sue labbra su di essa. Inducendo Buffy a gemere.

- Tu credi che…..- interrompendo per un attimo la sua tortura per riprenderla subito dopo con piccoli cerchi disegnati dalla sua lingua sull’aureola.

- Ch….e…- Buffy passò la sua mano tra i suoi capelli e lo attirò ancora più a se.

- Che? - domandò lui mentre la sua mano si insinuava sotto il vestito e risaliva le sue gambe, le cosce e si soffermava sulla sua femminilità già gonfia di desiderio.

- Dillo - le intimò lui, muovendo ritmicamente la sua mano su di lei e iniziando a succhiare il suo capezzolo caldo.

- Si…voglio - Buffy stremata dal suo assedio d’amore cedette in un sospiro di sollievo.

Lui la spinse giù sul letto e  le sfilò la gonna del vestito. Lasciandola scoperta ed indifesa davanti ai suoi occhi innamorati.

Si sbottonò la giacca del pigiama e si distese su di lei per cercare il contatto con la sua pelle.

Baciò ogni parte del suo corpo che riusciva a raggiungere con le sue labbra. E poi tornò verso la sua bocca. Per riempirla con la sua lingua. Ed intrecciarla alla sua.

- Buffy ti voglio ora - arso dal desiderio come un uomo sperduto nel deserto in cerca della sua oasi.

Prese la mano di Buffy. La guidò sulla sua virilità e la premette.

Buffy non ritrasse la mano. Lasciò che lui la conducesse dentro i pantaloni del pigiama e gliela stringesse attorno al suo membro duro ed eretto.

- Oh Buffy….- ansimò chiudendo gli occhi e rilasciando il capo sul cuscino accanto a quello di lei.

Buffy iniziò a muovere con dolcezza la mano strappandogli gemiti soffocati e ansiti sempre più intensi.

Quando la tensione arrivò al massimo e il desiderio divenne incontenibile, quasi doloroso. Spike allontanò la mano di lei. Si sfilò la giacca e fece scivolare i pantaloni lungo le gambe, facendoli cadere per terra al bordo del letto.

Si accomodò meglio tra le gambe di lei e con lentezza indicibile la penetrò.

Subito la femminilità di lei lo avvolse e lo accolse adattandosi a lui.

I suoi occhi cercarono quelli di lei e li trovarono.

Erano lucidi e un po’ appannati dal piacere.

- Non aver paura amore, lasciati amare. Fidati di me, io non ti deluderò - le disse con tono serio e espressione decisa, anche se un po’ alterata dal piacere che le sue spinte sempre più poderose davano ad entrambi.

Lei continuò a guardarlo per un tempo indefinito con un’espressione indecifrabile che lui non le aveva visto mai. Con una mano le accarezzò la fronte, scostandole alcune ciocche che ricadevano mollemente scomposte sul suo viso sudato e teso nel seguire i movimenti di lui.

E come volesse suggellare la sua promessa si chinò a cercare le sue labbra tremanti,che si unirono alle sue in un bacio caldo e pieno di speranza.

Le sensazioni si intensificarono. E come il rumore del mare in tempesta copre ogni altra cosa. Così il piacere dei loro corpi danzanti all’unisono, coprì ogni altro loro pensiero. E incapaci di opporre alcuna resistenza, si abbandonarono l’uno nelle braccia dell’altro, dimentichi per un istante di tutto quello che li circondava, e perfino di loro stessi.

 

Capitolo 14

 

Buffy si svegliò di soprassalto, in preda ad un incubo.

- Ehi piccola! È tutto okay? - le domandò lui ancora assonnato.

- Va troppo veloce - disse Buffy in dormiveglia.

Spike intuì al volo e la strinse contro il suo petto.

- Vieni qui amore - le posò piccoli baci sul viso.

Buffy allargò le braccia e gli circondò le spalle, stringendolo più forte che poté.

Come temesse che da un momento all’altro anche lui potesse svanire.

Lui le passò una mano tra i capelli e le mormorò frasi rassicuranti.

I singhiozzi si susseguirono sempre più forti e le lacrime troppo a lungo represse ruppero gli argini delle ciglia e scivolarono lungo le guance leggermente pallide di Buffy.

Buffy stava piangendo.

La pelle morbida del suo seno premuta contro il suo torace. Le gambe avvinghiate in un abbraccio sensuale e caldo. La sua femminilità contro la sua gamba, e la sua virilità già eretta poggiata contro il fianco di lei. La sua testa affondata nel petto ed i suoi capelli di seta sparsi tutt’attorno a lui.

Era impossibile resisterle.

Lei sollevò il capo.

Gli occhi teneri di lui e quelli umidi e smarriti di lei si incontrarono e sembrò così naturale, così giusto ad entrambi. Quando il suo viso si chinò su quello di lei e le sue labbra si adagiarono sulle sue.

Tutti i sentimenti provati da Spike in quel momento, amplificati da quel silenzio irreale e dal lieve sussultare del corpo di Buffy tra le sue braccia, si fusero in un lungo ed appassionato bacio, fatto di Amore, tenerezza, dolcezza, desiderio, passione, rabbia, angoscia, dolore, timore e comprensione.

Un bacio che sembrò non dovesse finire mai.

Si separarono in silenzio, l’atmosfera si era fatta intensa e densa.

Alla fine lui si fece coraggio e deciso tornò a baciarla attirandola ancora più a se.

Fecero l’amore con dolcezza, calma e passione. E questa volta Buffy non esitò nemmeno per un istante. Era troppo intenso il sentimento che c’era tra loro, non c’era spazio per dubbi ed incertezze.

- Spike…. - Il suo nome sussurrato in un gemito e Spike finalmente, per il breve attimo del loro amplesso, vide riflesso negli occhi verdi di Buffy, il suo amore ancora acerbo ed incerto e ne fu avvinto. Ed ebbe la sua rivelazione: Buffy era l’unica per lui e lui era l’unico per lei.

 

Quando Spike si risvegliò. Buffy non era più accanto a lui. Allungò la mano sulle lenzuola: erano fredde. Probabilmente si era alzata molto presto, forse subito dopo aver fatto l’amore con lui. Una fitta al petto lo assalì. ‘ Si è già pentita ‘ pensò e con un moto di rabbia e impotenza, scalciò via le lenzuola e si mise a sedere sul letto.

Decise di fare una doccia veloce e di scendere a cercarla. L’avrebbe messa alle strette su quanto era accaduto tra loro nella notte.

Il bagno era in disordine, segno del passaggio di Buffy. Sorrise tra se e se, quando la sua attenzione fu catturata da un piccolo flacone seminascosto dietro il ripiano delle asciugamani.

Lo prese e ne osservò la scritta. Gli occhi divennero scuri e l’espressione cupa.

‘ Pillole anticoncezionali ‘ Buffy prendeva la pillola perché non voleva avere figli da lui. Strinse il tubetto tra le mani e la rabbia crebbe in lui. Spike voleva un figlio da Buffy, lui voleva una famiglia con lei e l’avrebbe avuta ad ogni costo.

- Bene tesoro….- disse in tono risoluto e un po’ alterato.

- Vuoi giocare sporco? - la menzogna di lei lo aveva ferito.

- D’accordo ….allora giochiamo sporco -

Versò il contenuto del flacone nella mano e lo gettò nel water. Frugò nel cassetto dei medicinali in cerca di quello di cui aveva bisogno ed alla fine lo trovò.

Trasferì il contenuto del flaconcino con la scritta ‘ VITAMINA C ‘in quello appena vuotato.

Lo richiuse e lo ripose dove lo aveva trovato.

Quando scese di sotto la casa era avvolta nel silenzio.

Si irrigidì al solo pensiero di dover vivere in quel posto senza di lei.

- George?! - chiamò affacciandosi in cucina.

- Buongiorno Signore -

- Dov’è Buffy? -

- Non lo so Signore …pensavo dormisse ancora. Non si è vista questa mattina -

Spike fu colto da vertigine e sudore freddo. ‘ Non può essersene andata ‘ disse a se stesso cercando di scacciare via il terrore che lo aveva assalito all’ipotesi che lei potesse essere fuggita.

- Vado a cercarla - Il suo tono preoccupato fece quasi commuovere George, che subito volle rassicurarlo.

- Non tema Signore, sarà qui in giro…non andrebbe mai via senza quella…-

E con un dito indicò l’armonica di Buffy poggiata sul bancone accanto alla porta della cucina.

- Deve essere molto importante per lei? -

Spike la prese tra le mani e la accarezzò come si trattasse della pelle di Buffy.

- Sì è stato ….un regalo di sua madre. Le ha insegnato lei a suonarla. Non se ne separa mai -

Spike annuì con il capo, ma ancora un po’ in ansia guardò fuori dalla finestra.

- Lei la ama molto vero? - Quella domanda ruppe il silenzio che si era creato nella stanza illuminata dal Sole mattutino.

- Spike lo fissò a lungo e poi con un sospiro disse - Da morire -

- Posso darti del tu Spike? …in fondo Buffy è come fosse una figlia per me - Spike annuì.

- A me è sembrato…come dire….strano che la tua passione ed il tuo amore per Buffy siano esplosi, così all’improvviso. Nell’arco di quanto? Quattro, cinque giorni? -

Spike rimase in silenzio a guardare l’armonica, rigirandola tra le dita.

- Io ti conosco di fama Spike e so che non sei un tipo che si infiamma facilmente e che prende decisioni di sposarsi in ventiquattro ore. Sui giornali ogni settimana eri fotografato con donne diverse …tutte belle e sofisticate, non certo come la nostra Buffy -

Spike sembrò intuire dove George volesse arrivare. E scuotendo il capo sorrise.

- Allora George - sospirò - dimmi cosa vuoi sapere? - i loro sguardi si incrociarono ed anche George accennò un lieve sorriso vittorioso.

- Da quanto conosci Buffy? E da quanto avevi deciso che l’avresti sposata? -

- Ah…e va bene. Mi arrendo! Sherlock ‘ George ‘ Homes -

Poggiò la schiena alla parete e fissando un punto indefinito del pavimento iniziò a raccontare.

- Ho visto Buffy la prima volta quattro anni fa a Londra -

- Oh! -

Un’ esclamazione stupita sfuggì dalle labbra di George che si fece attento e si sedette su una sedia per prendere il suo tè.

- Avevo accompagnato la mia cuginetta Dawn in collegio…era il suo primo anno. Non si era mai allontanata da casa prima. Ricordo che stavamo camminando sotto un portico che conduceva al dormitorio femminile. Un’anziana ci faceva da guida e spiegava a Dawn come funzionavano le cose. E poi la vidi….mi stava venendo incontro. Ed era bellissima. L’aria leggermente imbronciata, la camminata leggera e lenta. L’espressione assente ed un po’ triste. Ed i suoi due immensi occhi verdi persi a guardare qualcosa che solo lei sembrava riuscire a vedere.

I suoi capelli illuminati dal Sole, in un susseguirsi di luci ed ombre, via, via che avanzava lungo il colonnato…non ho mai visto niente che sia paragonabile alla sua bellezza di quel giorno. -

Spike fece una pausa, quasi fosse ancora sopraffatto da quell’immagine.

- Rimasi folgorato. Se avessi potuto, le sarei corso incontro, l’avrei presa tra le braccia, baciata e rapita per farla mia. -

George sorrise divertito a quell’affermazione. Pensando che Spike era davvero perso di Buffy, e gli ricordò sorprendentemente, la madre di Buffy. Anche lei aveva lo stesso sguardo, lo stesso tremito nella voce quando parlava di suo marito.

Sospirò sorprendendosi stranamente preoccupato, per quella somiglianza che aveva appena colto.

Tornò con l’attenzione al racconto di Spike.

 

- Invece rimasi a fissarla sino a che non svoltò a sinistra a pochi passi da noi. Il suo odore di fieno e rugiada mi avvolse e confuse….ed anche quando era sparita da un po’ io continuavo a sentirlo intenso e delicato. Dawn che era andata avanti mi richiamò alla realtà. Mentre io mi chiedevo se mai l’avrei rivista. -

- E poi? - George ormai era stregato da quel racconto, ed era impaziente di conoscerne il seguito.

-  Beh divenni proprio Fool for love. Cominciai a far visita a Dawn ogni fine settimana. Non che non voglia bene a mia cugina, anzi, ma credo che le mie visite non sarebbero state così frequenti e lunghe se non fossi stato animato dal desiderio di sapere chi fosse quella ragazza. Le prime settimane furono infruttuose, nonostante costringessi Dawn a lunghi giri per il collegio, di lei nemmeno l’ombra.

Avevo quasi perso le speranze ed ero terribilmente frustrato. Ogni sera uscivo con una donna diversa. Ma tutte erano rigorosamente bionde con occhi verdi. So che ti sembrerà sciocco George ma in ognuna di loro cercavo una parte di Buffy. Ovviamente alla fine della serata…la delusione. Feci amicizia con alcune compagne di Dawn nella speranza di sapere qualcosa. E poi un giorno bingo. Trovata -

Spike sorrise al ricordo della sua gioia quando finalmente seppe chi era.

- Sfogliando gli annuari degli anni precedenti, la vidi in fotografia. Aveva i capelli raccolti in una lunga coda, ed aveva sempre quell’aria leggermente imbronciata e triste. Con fare casuale chiesi a Dawn chi fosse quella ragazza. Lei mi rispose che lei era Elizabeth Ann Summers. Una delle più anziane lì. Le chiesi se la conosceva e lei mi disse una cosa che mi colpì a fondo. Disse esattamente queste parole 

‘ Nessuno la conosce ‘, rimasi sorpreso ed ancora più incuriosito da quell’affermazione. Io dovevo….volevo conoscerla. Dawn doveva aver intuito qualcosa, forse dalla mia espressione un po’ sognante. -

Alzò le spalle e si andò a sedere di fronte a George che lo fissava continuando a sorseggiare il suo tè in silenzio.

- Subito mi disse ‘ guarda che ha solo quindici anni ‘. Puoi immaginare la mia delusione. Era ancora una bambina. Decisi di dimenticare tutto e di rinunciare. Ma conobbi Dru -

George lo guardò sorpreso.

- Già….in fondo è merito suo se sono sposato con Buffy adesso -

George parve ancora più incredulo - Cosa? Di Dru? -

- Esatto. Senza saperlo in questi quattro anni non mi ha permesso di dimenticare Buffy e alla fine mi ha fatto prendere la decisione di venire qui e di sposarla -

George è sbalordito.

- Dru non faceva altro che parlarmi della sua famiglia e soprattutto dell’odiosa ed insignificante Buffy. Di come la tenessero alla larga da loro, e di come suo padre fosse stato sfortunato ad avere una figlia così. Insomma, mi fece desiderare di correre da Buffy e di portarmela via. Continuavo ad andare a far visita a Dawn che …mi forniva nuovi particolari su Buffy. Mi diceva che era molto silenziosa, non mostrava emozioni e non parlava mai di se. Praticamente nessuno sapeva nulla di lei. Credo che Dawn tifasse per me. -

- Vuoi un po’ di tè? - domandò George per alleggerire l’atmosfera.

- Si grazie - tra loro ormai si era stabilita una muta complicità.

Versò il liquido scuro nella tazza e la porse a Spike che riprese il suo racconto.

- Allora Dru….ti ha fatto conoscere Buffy… in un certo senso - George non poteva ancora crederci.

- Si esatto. E più lei me ne parlava male, più mi faceva innamorare di lei. Poi un giorno al collegio ci fu una festa in maschera e mia cugina, invece di andarci con un ragazzo invitò me, come suo cavaliere. Appena dentro mi disse seria ‘ bene sino a qui ti ho aiutato adesso tocca a te. Lei è quella nell’abito nero con la maschera rossa ‘. Mi sorrise e raggiunse un ragazzo che l’aspettava vicino all’entrata. Tirai un respiro e mi avvicinai. Lei era intenta a guardare fuori dalla grande vetrata, non si curava della gente, della musica. Sembrava assente. Uscì in giardino ed io la seguì. Senza dirle nulla mi misi davanti a lei. Che si voltò a guardarmi stupita. i suoi occhi grandi fissi nei miei. Le sorrisi dolcemente e senza dirle nulla le tesi la mano e la feci ballare. E nello stesso istante in cui la tenni tra le braccia, seppi che lei era il mio Destino. E che l’avrei aspettata -

George sospirò, lui era sempre stato un tipo romantico ed il racconto lo aveva davvero colpito.

- Bene….adesso capisco tutto - disse soddisfatto.

Spike lo guardò con una muta domanda negli occhi.

- Tu vuoi sapere se Buffy prova qualcosa per te? - gli domandò a bruciapelo.

Spike trattenne il fiato ed attese.

- Bene…io conosco Buffy da quando è nata. La conosco meglio di chiunque altro, la conoscevo meglio anche di sua madre - disse con un tono di amarezza nella voce.

- E posso dirti con certezza che Buffy è terrorizzata, spaventata, confusa e molto, molto diffidente adesso -

Spike fece una smorfia delusa e abbassò il capo.

- E credo che lo sia perché ti ama -

Spike rialzò di scatto la testa e lo fissò, voleva credere fosse vero.

- Si Spike, credo che Buffy ti ami, anche se ancora non è chiaro in lei quello che prova. Ed è per questo che oggi è scappata -

- Cosa? - gli occhi di Spike si spalancarono in preda al terrore - è scappata? -

- Sì…penso di sì….- George non si era scomposto più di tanto nel dargli la notizia.

- Ma…perché non me lo hai detto prima? …tu prima hai detto che…che lei non si sarebbe mai separata da questa - e sollevò l’armonica davanti a George, alzandosi in piedi.

- Si è esatto - continuò a sorseggiare il suo interminabile tè - ed è per questo che ieri sera….ho pensato che sarebbe stato meglio che l’armonica la tenessi io. Così approfittando di un momento di distrazione di Buffy gliel’ho sfilata dalla borsa e l’ho portata in camera mia. Adesso si sarà accorta che non ha l’armonica con se e starà tornando a casa. Credo di umore nero - sorrise quasi divertito.

Spike si lasciò cadere di nuovo sulla sedia come privato di tutte le forze.

- Tu sei…sei…..- cercava la parola adatta ‘ diabolico ‘ era quella che gli veniva in mente ma non rendeva appieno l’idea.

- Un grande maggiordomo? - lo anticipò George ridendo - si lo so da me, ma grazie lo stesso -

Spike lo guardò ancora più sorpreso e alla fine entrambi scoppiarono a ridere.

- Ed ora prepariamoci al ritorno della furia - disse fintamente serio, mentre Spike si passava una mano tra i capelli sollevato.

Un rumore di passi, poco amichevole giunse dal portico. Buffy era tornata ed era sul piede di guerra.

George e Spike si scambiarono un’occhiata di sfuggita. George prese al volo l’armonica dalle mani di Spike e se la infilò in tasca, proprio un attimo prima che Buffy aprisse la porta della cucina scura in volto ed accaldata. Spike pensò che arrabbiata ed accaldata per la corsa era ancora più bella e la fissò. Buffy si sentì attraversata da quello sguardo e per un attimo abbassò il suo incapace di sostenerlo. Poi ricordò il perché era furiosa e alzando il sopracciglio fissò George, che tranquillo continuava a sorseggiare il suo tè.

 

Capitolo 15

 

- Allora dov’ è? - chiese con voce aspra mentre cercava di evitare lo sguardo di Spike puntato su di lei.

- Dov’ è cosa? – George restò impassibile.

- Lo sai! – Ribatté Buffy furiosa.

- No che non lo so. Vuoi parlare chiaro piccola? –

- L’armonica – ringhiò lei.

- Hai perso l’armonica? – George la fissò incredulo – Buffy…ma come?...-

La rabbia di Buffy svanì in un secondo. Cominciò a balbettare, sentendosi colpevole per la sua distrazione.

- Io sono sicura che era nella mia borsa….c’era – cercò di giustificarsi.

George la fissò serio.

- Sei sicura di non averla scordata da qualche parte? Mentre eri in giro? …con tutta la confusione che c’è stata in questi giorni –

Sospirò con aria dispiaciuta.

- E poi come mai pensi l’abbia presa io?....mi stai forse accusando? –

Buffy lo interruppe confusa.

- Io….io….non volevo….non pensavo – lanciò uno sguardo a Spike che era rimasto a fissarla in silenzio, cercando di mantenersi serio. E poi corse nella sua stanza.

- Lo sai che adesso sta piangendo, vero? –

Spike non era molto contento sapendo che Buffy stesse soffrendo.

- Si lo so…ma tu penserai a consolarla. So anche questo. Conosco Buffy meglio di chiunque a questo mondo. So che ha bisogno di te e del tuo amore Spike. Questa piccola bugia per un po’ di tempo la terrà qui. Il tempo di capire cosa prova per te. Poi gliela restituirò –

Spike fece una smorfia non molto convinta. Non voleva farla soffrire, ma allo stesso tempo non poteva negare di desiderare che lei rimanesse legata a lui.

- Vado da lei adesso – uscì dalla stanza di filato, mentre George continuò a sorseggiare il suo Tè.

 

Buffy era seduta sul divanetto davanti alla finestra, guardava fuori cercando di ricordare dove avesse messo la sua armonica. Non si accorse che Spike era entrato nella stanza. Si scosse dal suo torpore quando sentì le sue braccia avvolgerla, e le sue mani morbide coprire le sue piccole e sottili.

- Passerotto non essere triste. Vedrai che la ritroverai….prima o poi –

Le baciò una guancia e in lui si ridestò ancora il desiderio di lei e del suo corpo caldo.

- Forse è meglio se scendiamo adesso –

Buffy cercò di sfuggire al suo abbraccio.

- Dove sei stata? Quando mi sono svegliato non c’eri ….mi sono sentito abbandonato – sorrise mentre le sue labbra si posavano ripetutamente sul collo di Buffy per accarezzarlo e baciarlo.

- Sono andata a fare una passeggiata –

Il leggero tremolio delle mani di Buffy gli fece capire che stava mentendo.

- Avevo voglia di te sai? – le disse fintamente imbronciato.

E Buffy avvampò. Non riusciva a sopportare la sua sfacciataggine nel manifestarle il suo amore.

- Ti prego lasciami – la sua voce tremò.

- Perché? – domandò lui.

- Ti prego – ma la mano di lui si era infilata sotto la sua maglietta e sensualmente aveva iniziato a disegnare piccoli cerchi attorno alla punta rosea del suo seno.

Buffy con le mani cercò di bloccare la sua per impedirgli di farla impazzire.

Ma lui ormai consapevole di quali fossero i suoi punti deboli aveva infilato l’altra mano nei pantaloni di lei ed aveva cominciato ad accarezzarla senza sosta.

Buffy ansimò, rendendosi conto che stava per perdere il controllo del suo corpo.

Tentò di alzarsi dal divano in un ultimo tentativo di sfuggire al suo tocco diabolico. Ma nel preciso istante in cui cercò di farlo, lui infilò delicatamente ma con decisione un dito dentro la sua femminilità, che subito si bagnò. Buffy inarcò la schiena e gettò indietro il capo sopraffatta da quella intensa sensazione di calore e gemette. Era vinta. Lui sorrise vedendola socchiudere gli occhi per il piacere intenso che lui le stava dando. E si impossessò delle sue labbra, dischiuse in una richiesta d’amore.

Le sfilò la maglia senza smettere di eccitarla. Poi le disse

- Sbottonati i pantaloni amore –

Buffy spalancò gli occhi, ma lui infilò un altro dito e la fece tornare a gemere in preda al desiderio.

- Avanti, sbottonali Buffy. Voglio guardarti – le disse sommessamente prima di baciarla ancora.

E lei obbedì.

- Spogliami – continuò lui sussurrando le parole con voce sensuale al suo orecchio.

Buffy con un gesto di ribellione cercò di allontanare la sua mano. Ma lui con l’altra la bloccò ed affondò ancora di più le sue dita in lei.

- Ah….- gemette lei e gli sbottonò rapidamente la camicia. Mentre il suo respiro si faceva sempre più pesante ed il battito del suo cuore impazziva.

- Spike – di nuovo il suo nome pronunciato in un soffio di fiato e di nuovo il suo bisogno di lui, chiaramente visibile nei suoi profondi occhi verdi.

Spike tolse la mano e l’attirò a se. La sollevò tra le sue braccia per i fianchi e la spinse verso il letto.

- Buffy – sussurrò quando la fece mettere distesa sotto di lui – Ti prego – e senza attendere oltre si inabissò in lei. Buffy non riusciva più a connettere. Era totalmente in balia del suo corpo e del suo Amore. E questa sua capacità di incendiarla le faceva paura. Perché solo lui riusciva a spegnere quel fuoco che la bruciava.

Stesi l’uno accanto all’altro guardavano il soffitto dove il vetro della finestra rifletteva un piccolo iride dalla forma allungata.

- Buffy! – la chiamò lui come per accertarsi che lei fosse lì con lui.

- Si Spike – era la prima volta che lei gli parlava dopo aver fatto l’amore. Lui ne fu felice ma non lo diede a vedere.

- Scusami torno subito….- si alzò dal letto se andò in bagno. Spike capì cosa era andata a fare. Si stiracchiò e incrociò le braccia dietro la nuca sorridente.

Buffy tornò dopo poco e per un attimo fu incerta su cosa fare.

Se tornare a letto o rivestirsi e filarsela. Fu lui a decidere.

- Vieni qui Passerotto – le disse guardandola con il suo sopracciglio inarcato.

Lei obbedì e si stese accanto a lui senza toccarlo.

Lui allungò una mano, prese quella di lei e la portò alle labbra. La baciò teneramente e poi la portò verso la sua virilità. Buffy cercò di ritirarla, ma lui strinse la presa.

- Buffy toccami – le chiese tra il supplichevole e l’ordine.

Il cuore di Buffy sembrò balzarle fuori dal petto.

Stranamente non provò repulsione.

Lui le strinse la mano attorno al suo membro e la guidò nei movimenti.

Sorrise chiudendo gli occhi per godersi la sensazione meravigliosa delle sue mani inesperte su di lui.

Quando sentì di essere arrivato al limite le scostò la mano delicatamente e l’attirò su di se.

Buffy non sapeva cosa fare e come muoversi. Era tutto così intenso che si sentiva mancare.

Fu lui che la sollevò leggermente in modo da far avvicinare la sua virilità alla femminilità di Buffy. E poi la riportò giù con il bacino. Penetrandola totalmente. Lei urlò per l’emozione intensa che quella penetrazione profonda le aveva dato.

Lui dolcemente cominciò a farla muovere su di se. Buffy seguì il ritmo che le sue mani imponevano ai suoi fianchi.

- Oh Buffy…- mormorò.

Quando si rese conto che lei poteva fare da sola le lasciò liberi i fianchi e chiuse le sue mani sul suo seno che ondeggiava mollemente davanti agli occhi desiderosi di lui.

Si sollevò e attirandola a se cominciò a succhiarle avidamente prima uno e poi l’altro capezzolo.

Mentre Buffy cercava di accelerare il ritmo. Ma si stancò presto non era ancora esperta.

- Brava amore. Sei stata fantastica – la rassicurò lui, tornando a posare le sue mani sui fianchi di lei.

Con un gesto lento e senza uscire dal suo abisso. Capovolse le posizioni e cominciò a darle spinte sempre più intense, Buffy avvolse i fianchi di lui con le sue gambe e si strinse in modo da consentirgli di entrare ancora di più in lei.

- Oh si amore – Spike si eccitò ancora di più a quella muta manifestazione di desiderio di Buffy.

Buffy venne come un fiume in piena, urlando il suo nome, mentre affondava la testa nel suo petto madido di sudore.

Lui la seguì subito dopo chiudendo gli occhi ed emettendo gemiti bassi e rochi.

Respiravano entrambi affannosamente. Lui cercò subito gli occhi di lei. Che dopo l’amore erano sempre di un verde più intenso e torbido per la passione.

Le sorrise inclinando il capo e cercò le sue labbra. I baci di lei ancora calda e tremante tra le sue braccia lo facevano impazzire.

Di nuovo il fuoco si riaccese e Spike pensò che sarebbe morto…ma anche che sarebbe stato bello morire così dentro di lei.

- Ancora?! – disse, ma neanche lui seppe dire se era un’affermazione o una domanda.

Lei lo fissò per alcuni istanti e poi con la testa annui. Il cuore di Spike perdette qualche colpo al solo pensiero che lei ‘ lo voleva ancora dentro di se ‘. E riprese a baciarla con ardore.

 

A ora di pranzo i due amanti scesero di sotto. Lui la teneva per mano e lei glielo lasciava fare. Anzi quasi sembrava contenta di quel suo gesto di appartenenza, come dicesse ‘ Io sono sua e lui vuole che tutti lo sappiano ‘.

George li aspettava in cucina. Buffy preferiva pranzare lì quando la sua famiglia non c’era. Era più intimo, più vero. Si sedettero a tavola in silenzio e cominciarono a mangiare.

 

 

Capitolo 16

 

George li osservava contento, anche se non lo dava a vedere. In fondo la migliore dote di un maggiordomo è la sua capacità di osservare, capire, approvare o disapprovare senza mai ( o quasi mai ) darlo a vedere.

Rimasero a lungo seduti in cucina. George parlò di quando Buffy era piccola. Di tutti i suoi capricci e della sua cocciutaggine. Spike ascoltava avido ogni parola, ogni frase. Lanciando di tanto in tanto brevi occhiate nella direzione di Buffy, che appariva come rapita da quei racconti. Era come se George parlasse di una Buffy che lei non ricordava di essere stata.

Nel momento in cui George accennò alla madre, Buffy si irrigidì e della sua espressione dolce e quasi sognante non rimase che l’ombra.

- Forse adesso è meglio che vada – disse distrattamente, come non volesse far vedere il suo dolore.

- Andiamo a fare una passeggiata Amore – suggerì Spike.

Lei lo guardò e poi annuì. Non era capace di negargli niente, Buffy si sentiva sempre più coinvolta e questo la rendeva più fragile e di conseguenza più aggressiva. Ma ogni tentativo di Buffy di offenderlo e di ferirlo sfumava dinnanzi alla sua dolcezza e al suo sguardo perdutamente innamorato.

Le prese la mano e insieme girovagarono per la tenuta. Senza una meta precisa. Non si accorsero che il Sole era calato e che la notte si apprestava. Erano persi nel loro silenzio e nei loro sguardi pieni di domande e di risposte.

Buffy avvertì l’aria ormai fresca delle prime giornate d’autunno e rabbrividì per un istante.

- Hai freddo? – le domandò accarezzandole il viso.

Buffy lo guardò con gli occhi lucidi. Lui si fermò dritto davanti a lei e le prese il volto tra le mani.

Il Sole sparì dietro l’orizzonte ed alle prime luci della sera le sue labbra si posarono su quelle di Buffy. Un tocco leggero, dolce. Le sorrise e si tolse la giacca posandogliela sulle spalle.

- Ecco fatto tesoro. Va meglio adesso? -

Buffy alzò lo sguardo, stava piangendo.

- Perché piangi amore? Cosa è successo? – il suo tono era particolarmente dolce e basso.

- Tu…tu….non puoi fare questo….tu…-

- Cosa amore? – Lui la guardò cercando di capire cosa avesse fatto di sbagliato.

- Tu rendi tutto difficile. Come faccio ad odiarti se …tu sei così…così….con me –

Buffy parlava confusamente, nemmeno lei sapeva bene cosa dirgli

- Innamorato? – le suggerì lui, e lo sguardo divenne intenso.

Lei rimase in silenzio a fissarlo e poi distolse lo sguardo. Come temesse che lui potesse leggere nei suoi occhi la verità.

- Buffy guardami – le disse gentilmente lui. Sollevandole il mento con la mano.

- Ti prego – lo implorò lei. Ormai stanca di lottare contro tutti, e soprattutto contro i suoi sentimenti.

- Di cosa hai paura? Perché vorresti odiarmi? – Le chiese lui.

- Io ti devo odiare …così non soffrirò quando te ne andrai. Quando tutto questo finirà – per una volta non mentì, non si nascose.

- Io non so se questo tra noi….potrà finire un giorno Buffy. Chi può saperlo? Ma questo non deve impedirci di vivere quello che proviamo –

Buffy strinse i pugni ed abbassò il capo non del tutto convinta.

Lui rimase un attimo in silenzio e poi alzò gli occhi al cielo.

- Accidenti. Sono un’idiota Buffy, perdonami -

Buffy lo guardò senza capire.

- Ho detto solo un mucchio di balle Amore. Tra noi non finirà, maledizione. In tutta la mia vita ho fatto cose che tu non puoi immaginare e altre che non vorrei tu immaginassi. Ma di una cosa sono certo. Di una sola cosa….te. Quindi puoi giurarci tesoro che tra noi non finirà. Ed anche se tu lo volessi, io non lo permetterò amore. Tu sei mia …oggi, domani e sempre. Questa è la verità -

Aveva detto quelle parole senza guardarla in viso. Tirò un sospiro e girò il viso verso di lei.

Buffy aveva smesso di piangere e lo guardava ad occhi sgranati.

- Ti amo – fu un sussurro. Una sospiro. Un alito di vento nella notte. Ma fu sufficiente per far sussultare Spike e il suo cuore.

Rimase in silenzio e questa volta era lui ad avere gli occhi lucidi. La fissava incredulo. Per un attimo pensò davvero di averlo solo sognato. Buffy che gli diceva ‘ Ti amo ‘.

Buffy stessa si sorprese, e in quel preciso istante in cui le pronunciò, lei seppe che quelle parole erano vere. Lei amava Spike.

Lui socchiuse gli occhi e la scrutò attentamente come per rendersi conto della realtà.

E lei senza dire nulla si avvicinò ancora di più a lui e sollevandosi sulle punte si protese verso il suo viso. Le sue labbra morbide cercarono quelle smarrite di lui e le imprigionarono.

Un bacio dolce e sensuale. Buffy sollevò le braccia e le strinse attorno al collo di Spike, che come ridestatosi improvvisamente dal stupore del momento. Le cinse la vita con le sue e l’attirò a se in modo che i loro corpi aderissero tanto, che nell’oscurità sembrava uno solo.

- Buffy, ti amo – le disse baciandole il collo, il viso gli occhi e le labbra.

Buffy non disse altro. Gli sorrise timorosa. Come avesse paura che quel sorriso dopo le sarebbe costato troppo. E gli tese la mano.

Spike la guardò e gliela strinse soddisfatto. Si incamminarono verso casa. Dapprima camminando lentamente, poi si scambiarono due o tre occhiate che parlavano di desiderio e di passione, e senza rendersene conto si ritrovarono sotto il portico di casa. Entrarono correndo e senza fermarsi corsero su per le scale. Lui le cinse i fianchi con le mani mentre salivano le scale e lei rise. E la sua risata riempì tutta la casa.

George si affacciò nell’ingresso, la vide bella, stupenda e allegra abbracciata al suo uomo mentre si baciavano. E anche i suoi occhi divennero lucidi. Era tanto che aspettava quel giorno ed ora che era arrivato lui piangeva. Scosse il capo e tornò in cucina a sorseggiare, finalmente sereno, il suo tè.

 

Entrarono nella stanza buia. Buffy fermò la mano di lui sull’interruttore, in una muta richiesta di oscurità.

Spike capì e non accese la luce. La strinse tra le braccia e la sollevò senza smettere di baciarla.

La stese sul letto delicatamente, come avesse paura che potesse frantumarsi in mille pezzi come cristallo.

Lei ansimante, si era abbandonata completamente a lui. Si fidava e questo lo riempiva di orgoglio e di gioia. Si chinò a baciarla, mentre con le mani le sollevava la maglietta e le sbottonava i jeans. Buffy si strinse ancora di più a lui e cominciò a sbottonargli la camicia. Anche lei voleva sentire l’odore della sua pelle, sulla sua. Il sapore del suo corpo sulle sue labbra. Il suo amore avvolgerla e riscaldarla.

Si accarezzarono a lungo, senza sosta. Si esplorarono come bisognosi di riconoscersi e di impossessarsi di ogni molecola dei loro corpi, in un bisogno di appartenenza che solo due amanti, nel buio di una stanza possono capire.

La penetrò con delicatezza tenendo gli occhi sprofondati in quelli dolci e arrendevoli di lei.

Quello era il volto della vera Buffy. E lui lo vedeva per la prima volta. A volte quando avevano fatto l’amore lo aveva intravisto nei momenti di intenso piacere, quando la sua mente allentava il controllo sul suo corpo. Ma adesso era chiaro e limpido. I tratti morbidi e gentili. Le labbra imbronciate in un lieve sorriso. Lo sguardo sensuale e pieno di amore. Spike rimase senza fiato, immobile a guardarla. Stava annegando nei suoi occhi verdi.

- Dillo ancora amore ti prego – le chiese cominciando lentamente a muoversi in lei.

- Ti amo Spike – sussurrò di nuovo lei.

Gli occhi si sorrisero finalmente complici e le loro labbra si cercarono ancora e ancora. Sino a che esausti non si accoccolarono l’uno nelle braccia dell’altro.

Lui continuava ad accarezzarle il braccio e ad intrecciare le sue dita a quelle di lei.

All’improvviso lei sollevò il viso e lo guardò di nuovo con paura e incertezza negli occhi

- Pensavi davvero quello che hai detto? – Ed attese supplichevole.

Lui sorrise dolcemente e rispose

– Sì, ogni singola parola Amore. Tra noi non finirà, questa è la verità – e le stampò un bacio sulle labbra. Lei sorrise rassicurata e tornò a posare il capo sul suo petto. E il sonno non portò con se incubi e brutti ricordi. Ma sogni di un futuro di nuovo pieno di speranza e d’amore.

- Ti amo Spike – mormorò ancora mentre scivolava nel sonno.

Spike scostò una ciocca di capelli dal suo viso e con un dito ne tracciò i contorni.

- Lo so Buffy….l’ho sempre saputo – chiuse gli occhi ed anche lui scivolò nello stesso sonno di Buffy.

 

 

Capitolo 17

 

I giorni trascorsero sereni, per i due amanti ritrovati, sotto gli occhi benevoli di George. Ma le nubi di un grigio acciaio si addensavano all’orizzonte annunciando l’arrivo dell’inverno.

Tornarono a casa dopo una piacevole cavalcata. Buffy era stanca e decise di salire di sopra a riposare mentre Spike le disse che l’avrebbe raggiunta dopo. Aveva del lavoro da sbrigare.

In camera un pacco era stato lasciato sul divano. Era indirizzato a lei. Buffy lo aprì con un brutto presentimento che le opprimeva il cuore.

Conteneva alcuni vecchi numeri del Time e una lettera.

Era di Dru.

 

‘ Cara Buffy,

 

Darla, tuo padre ed io stiamo partendo per le Hawaii. Passeremo lì quest’inverno. Ti scrivo per due ragioni. La prima è per informarti che mi sposo. Con Lindsay McDonald. Credo che tu sappia chi è. E la seconda è per…..consegnarti queste riviste. Spero che siano di tuo gradimento.

Non sai quanto sia dispiaciuta di non poter vedere la tua faccia quando le leggerai. Povera piccola ingenua sognatrice…che delusione avrai.

 

Ora ti saluto a presto

 

                        Dru. ‘

 

Buffy rimase a fissare il foglio per alcuni minuti e poi titubante prese le riviste in mano. Si sedette sul divano e guardò per un attimo fuori. Attese e si preparò, sapeva che un duro colpo stava per esserle sferrato.

I bordi di alcune pagine erano piegati Buffy si soffermò sul primo e cominciò a leggere. I suoi occhi si sbarrarono in uno sguardo di orrore e disgusto.

Spike era stato sposato per sei anni, con una donna di nome Cecily. Aspettavano un bambino e lei lo aveva perso. Lui la tradiva con tante donne, a giudicare dalle foto dei giornali. Lei aveva un’espressione così triste…come….come…..sua madre. Gli occhi di Buffy si velarono di lacrime.

Lui dopo la perdita del bambino l’aveva lasciata e lei aveva avuto un esaurimento, depressa era finita alcolizzata. Solo dopo quattro lunghi anni di cura era riuscita a riprendersi.

Buffy era inorridita, guardava un collage di foto di Spike abbracciato sempre ad una donna diversa. In tutte sorrideva. E sua moglie stava male.

Per un attimo Buffy rivide il volto di sua madre e i suoi occhi vuoti. Le bottiglie lasciate sul tavolo della cucina e le sue lacrime silenziose, versate quando si chiudeva in bagno.

Il cuore di Buffy si incrinò e poi si spezzò. In una foto era ritratta anche la cugina di Spike. Dawn e lei la riconobbe. Era quella ragazzina che la seguiva ovunque al college. Ricordò che una volta l’aveva fermata domandandole faccia a faccia, perché le stesse sempre dietro. E lei aveva risposto ‘ perché qualcuno innamorato di te e molto geloso, vuole che ti tenga d’occhio ‘

Tornò a fissare le foto che riprendevano suo marito con quelle donne e notò con orrore che tutte erano bionde con i capelli lisci e gli occhi verdi.

Buffy fu scossa da un tremito. Era lei. Ogni donna le assomigliava. Un senso fortissimo di nausea la assalì e la testa cominciò a martellarle. Richiuse le riviste e guardò fuori. Le lacrime non scesero, proprio come allora. Di nuovo quel senso di paura e di freddo la avvolse. E tornò a chiudersi nella sua fortezza di silenzio e solitudine.

Nascose le riviste nel suo comodino e si stese sul letto.

Chiuse gli occhi e si addormentò, gli incubi tornarono a farle visita nel sonno.

Si risvegliò in preda all’angoscia era pomeriggio inoltrato. Guardò fuori e poi cercò di girarsi e si irrigidì. Accanto a lei c’era Spike addormentato. Che la teneva stretta tra le sue braccia.

Fissò il suo viso, era così sereno, quasi angelico. Ebbe l’impulso di accarezzarlo, ma poi il volto di Cecily a cui si sovrappose quello di sua madre, le tornò alla mente e di nuovo un senso di nausea l’assali. Il volto si irrigidì e le mani si chiusero in pugni. Ecco il dolore arrivare sordo e forte. Lei lo sapeva che sarebbe accaduto. Era sempre accaduto, le persone che lei amava l’avevano sempre distrutta. Ma questa volta no, questa volta sarebbe stata lei la più forte. sarebbe scappata, ed avrebbe vinto. Prese la sua decisione e lentamente ma con decisione si sciolse dal suo abbraccio.

Lui si risvegliò e aprì i suoi occhi di un blu intenso come il cielo di fine estate, quando il vento spazza via l’afa e il cielo fa quasi male a guardarlo, tanto è denso.

- Amore. Dormito bene? – le chiese allegro.

Buffy non rispose, distolse gli occhi e si alzò. Lui cercò di trattenerla nel suo abbraccio.

- No, non andare ancora. Resta un po’ tra le mie braccia -

- Voglio alzarmi – disse secca, con voce atona. Spike rabbrividì, quella voce era la voce della Buffy trincerata dietro le sue difese, non la Buffy innamorata e arrendevole che ora lui conosceva.

Un presentimento gli causò una fitta al petto, ma non volle vederlo.

- E’ successo qualcosa amore? – chiese in apprensione.

- Niente – disse lei allontanando le sue mani, e in un balzo raggiunse il bagno e ci si rinchiuse dentro, prima che lui potesse fare altre domande o dire qualcosa.

Spike rimase a fissare la porta chiusa e sentì che qualcosa si era spezzato nuovamente tra loro, e tremò al solo pensiero che lei potesse essersi già pentita, già stancata. A cena furono silenziosi. George, pur senza darlo a vedere era preoccupato. Sentiva che qualcosa era accaduto e soprattutto lo sguardo di Buffy non gli piaceva. Conosceva quello sguardo e sapeva che non prometteva nulla di buono.

Non disse nulla, restò anche lui in attesa di quello che stava per accadere.

Buffy rimase in piedi sino a tardi, sola al buio nel portico. George in cucina lavava i piatti e guardava dalla finestra, cercando di osservarla, di capire cosa la sua mente stesse architettando.

- Cosa è successo? – domandò a voce bassa a Spike che era rimasto in cucina con lui, con un’espressione sconsolata.

- Non lo so – disse passandosi le mani sul viso – è da quando si è svegliata che è ….- non voleva nemmeno pronunciare la parola.

- Fredda? – Fu George a farlo per lui.

- Tu cosa pensi? – chiese Spike in apprensione.

- Che non mi piace. Spike….è successo qualcosa. La stiamo perdendo di nuovo –

Quelle parole dette con quel tono, fecero spaventare Spike. Le sue labbra tremavano mentre parlava

- No. Io non voglio perderla….- sospirò.

- Cosa è successo? – domandò di nuovo. Era sicuro che qualcosa fosse accaduto.

- Non lo so. Non lo so – Spike era agitato. E smarrito.

La mascella contratta e i pugni stretti sul tavolo.

- Andiamo a letto….domani vedremo – anche se George ormai sapeva che era inevitabile.

Buffy continuò a rimanere nel portico anche dopo che George e Spike erano andati nelle loro stanze.

Ma nessuno dormiva. Spike si rigirava nel letto affacciandosi alla finestra di tanto in tanto per vedere se lei fosse ancora lì. Quando non la vide più tornò a letto con il cuore in gola, sperando che lei stesse salendo in camera da lui e non che stesse scappando.

La maniglia si piegò e Spike sospirò sollevato chiudendo gli occhi. Facendo finta di dormire.

Lei entrò in punta di piedi e si avvicinò al letto. Esitò un lungo istante in piedi dal suo lato, guardando il posto vuoto ed infine si coricò, rannicchiata nel suo angolo.

Spike si sentì morire. Ce l’aveva con lui. Buffy non lo voleva più. Non accettava quell’idea. Si avvicinò a lei piano e con le braccia l’avvolse ed attirò a se.

Sprofondò il viso nei suoi capelli e la strinse forte a se, come volesse affermare ancora la reciproca appartenenza. Ma Buffy era già lontana. Rimase rigida girata di spalle a fissare la parete buia e vuota.

Lui le accarezzò dolcemente il ventre e risalì verso il seno, Buffy gemette e chiuse gli occhi per un istante. Quella era la loro ultima notte insieme. Domani tutto sarebbe cambiato. Lui continuò ad accarezzarla mentre le posava piccoli baci sul collo. L’altra mano scivolò tra le cosce di Buffy, accarezzandole sensualmente per risalire verso la sua femminilità. Buffy era ancora rigida, ma il calore di quelle carezze già la facevano fremere.

- Amore sei sveglia – le sussurrò lui con voce roca.

Buffy non rispose, si girò verso di lui e lo guardò per un solo lunghissimo momento. Poi lo attirò verso di se e lo baciò. Un bacio di addio e a Spike si spezzò il cuore. Le afferrò le braccia e l’attirò ancora di più a se, come volesse protestare: dirle di No, che quello non era un addio, ma era tardi, lei era già partita.

Continuò a baciarla all’infinito con la disperazione di un amante che sente che è finita, che lei lo sta lasciando. E fecero l’amore con rabbia e dolore sino a che esausti non si stesero l’uno accanto all’altro oramai distanti e separati. Due solitudini che si erano toccate per un attimo fuggevole e che riprendevano ognuna la propria strada, perse nella realtà del loro passato.

 

Capitolo 18

 

Pioveva a dirotto quella mattina, segno che l’estate era davvero finita.

Il rumore del picchiettare della pioggia sui vetri lo destò.

Si guardò intorno, Buffy non c’era. Si mi a sedere sul letto di scatto.

- Buffy – gridò, ma nessuna risposta.

Velocemente si alzò, indossò la prima cosa che trovò e corse di sotto.

- George dov’ è Buffy? -

- E’ fuori ….non è rientrata – George sembrava triste.

- Ma piove a dirotto –

- Si lo so –

- Vado a cercarla – e risoluto uscì sotto la pioggia.

La cercò per tutta la tenuta ed alla fine la trovò bagnata zuppa nei pressi del lago.

- Buffy ma sei impazzita! Ti ammalerai – le corse incontro per stringerla e cercare di coprirla come meglio poteva.

- Lasciami – sibilò lei allontanando le sue mani con un senso di repulsione.

- Cosa? – Spike era stupito – cosa ti prende Buffy? – domandò incerto.

Le sue lacrime confuse con le gocce di pioggia scivolarono non viste, ma non disse nulla.

- Buffy – negli occhi di Spike un’espressione di puro terrore.

Quel silenzio lo spaventava più delle sue offese e della sua rabbia.

- Andiamo a casa – Spike cercò di abbracciarla ancora, ma lei evitò il contatto.

- Ti ho detto di non toccarmi Spike – Lui sospirò rassegnato e le indicò la strada.

Buffy entrò di filato in cucina e senza dire una parola salì nella sua stanza.

Spike l’aveva osservata allontanarsi ed era sempre più abbattuto.

Da quel giorno lentamente ma inesorabilmente Buffy lo tagliò fuori dalla sua vita, senza una spiegazione Non gli parlava più, non lo considerava, non lo sopportava. Le prime notti aveva continuato a fare l’amore con lei.

Ma il suo sguardo assente ed il suo silenzio lo avevano fatto sentire un verme e così aveva smesso di toccarla. Era disperato e sempre più confuso, mentre lei era sempre più lontana, più irraggiungibile.

George osservò i suoi cambiamenti attento e preoccupato.

Una sera, più stanco e deluso del solito Spike aveva cominciato a litigare con Buffy, non voleva uscisse. Ormai lei usciva  a tutte le ore.

- Buffy, ti ho detto che questa sera non metterai piede fuori di casa…dobbiamo parlare -

- Togliti di mezzo Spike – ringhiò lei. Ma Spike fu irremovibile e le parlò per più di un’ora, ma qualsiasi cosa dicesse, lei non lo ascoltava.

Era furioso.

- Guardami Buffy – urlava mentre lei continuava a far finta che non esistesse.

Chiuse i pugni e respirò profondamente, stava per perdere il controllo, lo sentiva.

- Buffy ti ho detto di guardarmi – la sua voce improvvisamente calma era più minacciosa delle sue grida.

Lei continuò ad ignorarlo. La raggiunse con un balzo e la strattonò tenendola saldamente per le braccia. Lei non lo degnò di uno sguardo e lui folle sollevò una mano e la colpì in pieno viso.

Buffy attonita continuò a fissare il vuoto, evitando di guardarlo.

Lui cominciò a piangere disperato e la spinse sul letto, le strappò i vestiti e fece l’amore con lei. C’era rabbia, dolore e terrore nei suoi movimenti e nei suoi baci.

Buffy lo detestò con tutta se stessa, ma non pianse.

Non disse nulla, continuò a fissare il vuoto.

Lui si stese accanto a lei inorridito e si coprì il volto con un braccio.

- Oh Dio mio, cosa mi hai fatto fare Buffy? Cosa mi hai fatto diventare? – e senza guardarla uscì dalla stanza con un senso di disgusto per se stesso.

Il giorno dopo lei era partita e lui non l’aveva fermata.

- Spike….sei sicuro di quello che stai facendo? -

Gli chiese George.

- No, non lo sono. Ma anche se se n’è andata non le concederò il divorzio, mai – sospirò e si sedette a guardare lontano.

- Cosa hai intenzione di fare? –

- Di tormentarla sino a che non tornerà con me –

Disse Spike deciso e George annuì con il capo.

- Ti ha detto qualcosa, il perché? –

 - No nemmeno una parola –

Buffy si era trasferita a Los Angeles e lavorava come impiegata in una società di telefonia.

Trascinava la sua vita tra il lavoro e la solitudine di sempre.

Le mancava terribilmente Tara, no non era esatto… le mancava lui.

Doveva avere assolutamente il divorzio per mettere una pietra su quella storia.

Se continuava a restare sposata con lui non avrebbe potuto.

Chiamò George per chiedergli aiuto.

- Ciao George -

- Buffy – rispose sorpreso George.

- Ti prego cerca di convincere Spike a concedermi il divorzio. –

- Parlaci tu – le rispose secco George.

- Non ho intenzione di tornare a Tara –

- Non ce n’è bisogno, lui sta venendo da te…per riportarti a casa –

Buffy si sentì mancare, non si sarebbe mai liberata di lui se non…..

La sera stessa…..

Spike bussò violentemente alla porta.

- Calma. Arrivo – Buffy era tesa come la corda di un violino.

Aprì la porta e lui era davanti a lei, con il suo sorriso sexy e lo sguardo innamorato.

Per un attimo il cuore di Buffy si fermò incantato a guardarlo, ma fu solo un attimo.

- Ciao amore ….- Buffy si sentì debole, Dio quanto le era mancata la sua voce.

- Cosa vuoi? – cercò di restare fredda e distaccata.

Lui sorrise, scuotendo leggermente il capo e rispose  – Te –

- Scordatelo Spike! È finita tra noi – Buffy cercò di auto convincersi.

- No. Non lo accetto Buffy, voglio una spiegazione -

- Semplice: Non ti amo. È sufficiente come spiegazione? –

- Non è vero Buffy…tu mi ami –

- Non più – tagliò corto lei.

- Buffy ti prego parliamo. Spiegami cosa è accaduto – si avvicinò e la prese tra le braccia.

Le sue labbra stavano per sfiorare quelle semidischiuse di lei quando….si sentì un rumore sordo provenire dall’altra stanza.

- Non sei sola? – domandò curioso Spike.

- No! – Buffy si irrigidì e così anche Spike.

- Chi c’è Buffy? Avanti parla – di nuovo quel senso di stordimento e di disperazione avvolsero Spike.

Un ragazzo bruno dell’età di Buffy fece la sua apparizione nel soggiorno. Indossava solo un paio di Box e aveva l’aria assonnata.

- Questo chi è? – ringhiò avvicinando il suo viso a quello di Buffy.

- Lui è uno con cui mi diverto Spike – cercò di mantenersi sicura.

Spike rimase a bocca aperta. Il viso contratto in una smorfia di dolore e poi…. La testa gli scoppiava, se fosse rimasto ancora un minuto in quella stanza avrebbe fatto una pazzia.

Senza dire altro si avviò verso la porta

- Addio Buffy. Abbi cura di te – disse prima di richiuderla dietro di se con un tonfo.

Buffy sospirò profondamente e poi si strinse nelle spalle. Era tutto finito.

- Tesoro torniamo a letto? – le chiese Parker.

- Prendi la tua roba è vattene –

Buffy lo liquidò, aveva ottenuto quello che voleva ora poteva anche andarsene al diavolo.

Rimasta sola nel suo minuscolo appartamento si abbandonò ad un pianto disperato.

Spike aveva guidato come un matto, ubriaco fradicio. Rientrò a Tara che era notte fonda.

Sfondò la porta della cucina per entrare, facendo accorrere la servitù spaventata.

Una volta dentro cominciò a spaccare tutto quello che gli capitava tra le mani.

- Spike! – gridò George – fermati. Cosa è successo? –

Aveva lo sguardo terribilmente in ansia.

- Lei…lei….- Spike piangeva e rideva allo stesso tempo, faceva davvero pena a guardarlo.

- Era con un altro….è andata a letto con ….- le parole gli morirono sulle labbra.

- E’ finita – disse rendendosi conto della realtà e si accasciò sul pavimento, vomitando anche l’anima.

George lo accompagnò nella sua stanza e lo aiutò a mettersi a letto.

I suoi occhi lanciavano lampi di rabbia e di furore.

Questa volta Buffy se la sarebbe dovuta vedere con lui.

- Perché George? – gli domandò in un sussurro, affondando il capo nel cuscino.

- Perché ha paura di te e ….di quello che lei prova per te. – disse affranto George.

Spense la luce e chiuse la porta.

- Buffy…..stupida ragazzina…..- sospirò e tornò nella sua stanza, l’indomani sarebbe partito per Los Angeles.

 

Capitolo 19

 

Era l’alba quando il treno diretto a Los Angeles lasciò la stazione di Sunnydale. George seduto in prima classe guardava dal finestrino con sguardo minaccioso e contrariato.

Prima di andarsene si era assicurato che Spike stesse meglio e poi era partito. Buffy gli doveva una spiegazione, gliela doveva e gliel’avrebbe data, con le buone o con le cattive.

Bussò alla porta dell’appartamento con fare deciso. Ed attese, finalmente dopo alcuni minuti la porta si aprì e Buffy stanca, e visibilmente abbattuta gli apparve davanti.

- Ciao, cosa sei venuto a fare George? – sospirò e si andò a sedere sul divano.

- Perché? – chiese solo, deciso.

- Perché cosa? – lui la guardò adirato.

- Lo sai bene Buffy – sibilò e le si parò davanti con tutta la sua autorità.

- Perché….sì – Buffy non voleva parlare, non era abituata a parlare delle cose. Rivelare la sofferenza e la gelosia, nel vedere quelle foto. Nel sapere la verità e la rabbia per la menzogna. Buffy non era abituata a parlare di se stessa e soprattutto dei suoi sentimenti.

- Buffy – l’ammonì lui.

- Basta, non voglio sentire più nulla, niente. Lasciami in pace! – urlò disperata.

- Buffy…quando ho saputo delle nozze tra te e Spike, ho temuto per te. Ho pensato che tu potessi soffrire come tua madre –

Buffy lo guardò e gli occhi divennero lucidi.

- Ma mi sbagliavo – George sospirò pesantemente e dopo una lunga pausa aggiunse – Tu non corri questo rischio Buffy…perché sei simile a tuo padre -

Buffy sgranò gli occhi incapace di dire una sola parola.

- Già Buffy….Spike è più simile a tua madre oggi. E sai perché? – La guardò fissa negli occhi.

- Lui ha mentito, lui ha tradito la moglie – disse in un sussurro come a volersi giustificare.

- Tutti possiamo sbagliare Buffy….nessuno è perfetto. Ma lui ti ama davvero, ed è questo che lo rende fragile come tua madre. Tu invece, sei vuota come tuo padre. So che non è del tutto colpa tua, so che dipende da quello che è accaduto prima….ma tu ti stai comportando con Spike esattamente come faceva tuo padre con tua madre….e come tua madre in un certo senso ha fatto con te. –

Buffy non voleva ascoltare, scuoteva il capo e si copriva le orecchie con le mani, ma era tutto inutile, quelle parole si erano impresse sul suo animo con il fuoco.

George si guardò intorno per qualche istante e poi gettò l’armonica in grembo a Buffy che rimase attonita.

- Questa te la puoi riprendere adesso – e voltandosi la lasciò sola con il suo dolore e la sua rabbia.

Tornò a Tara nel pomeriggio con delle domande da fare e con dei buoni consigli da dare.

Entrò in cucina come una furia, cosa molto strana per un uomo flemmatico come lui.

Salì in camera di Spike e Buffy. Lui era ancora a letto, era distrutto ma sveglio.

- Ciao George – lo salutò, ma George gli rivolse solo un breve cenno del capo e cominciò a frugare nella stanza.

- Cosa stai cercando? – gli chiese Spike curioso.

- Il pacco! – George era mortalmente serio.

- Che pacco? – Spike non capiva. Gli occhi di George si illuminarono e tirarono fuori da l’ultimo ripiano dello scrittoio alcuni giornali ed un figlio spiegazzato.

Incurante del corretto comportamento che un maggiordomo si presuma debba avere, cominciò a leggere la lettera. Man mano che procedeva l’espressione si incupiva e si faceva più accigliata.

- Lo sapevo! – disse alla fine e quasi imprecò.

Poi finalmente i suoi occhi indagatori e forse un po’ accusatori, si posarono su Spike.

- E’ vero? – disse semplicemente mostrandogli una pagina del Time.

Spike sbiancò e balbettò confuso parole incomprensibili.

George attese in silenzio, voleva dargli una chance.

- Si è vero – abbassò il capo sospirando.

- Ah! – George sembrava deluso – E cosa volevi fare? Piantare Buffy non appena avessi conosciuto un’altra avvenente studentessa? – George usò il tono più sprezzante di cui era capace per dire quella frase.

- Cosa? – Spike lo guardò un po’ spaesato – ma non sono stato io a lasciare lei. E’ stata lei – si passò una mano tra i capelli e si alzò dal letto, con movimenti incerti. I postumi della sbornia si facevano sentire.

- Lei? – George sembrava non capire.

Lui annuì. – Ero giovane e molto stupido. Mi infatuai di lei e…quando uscì in cinta, la sposai – guardò fuori dalla finestra – e avrei anche cercato di far funzionare le cose per il bambino. Ma poi….lei ….- il suo viso si indurì in una smorfia di rabbia.

 – Una sera durante una furibonda litigata perché io non volevo accontentare un suo capriccio….strano non ricordo nemmeno di cosa si trattasse. Lei mi urlò in faccia che ero un imbecille, che ero cascato nella sua rete come un allocco. Che il bambino non era mio e che lei mi disprezzava. Mi considerava inferiore a lei e mi aveva sposato solo per il denaro -

Spike sorrise amaramente al ricordo di quella notte – provai un senso di nausea e di disgusto. Quella sera stessa feci i bagagli e me ne andai. Giurando che nessun altra donna mi avrebbe preso in giro.

Cominciai a divertirmi, ma non chiesi subito il divorzio…il bambino, mi dispiaceva –

George si sedette incredulo.

- Lei aveva continuato la relazione con il padre del bambino, e quando lui la lasciò lei….si procurò un aborto – per un attimo nella stanza calò un silenzio innaturale – cadde in uno stato depressivo e divenne alcolizzata. Non me la sono sentita di lasciarla, almeno economicamente ho continuato a darle il mio sostegno, anche se non volevo più vederla. Nel frattempo, ho conosciuto Buffy, e tutti i miei propositi di evitare i legami sono andati a farsi benedire.….e come ti ho detto ho iniziato a frequentare tutte donne bionde con occhi verdi, illudendomi. Alla fine Cecily mi ha concesso il divorzio in cambio di una cospicua somma di denaro. Poco dopo Dawn mi ha chiamato dicendomi che Buffy tornava a casa e che la sua iscrizione per l’anno successivo non era stata rinnovata. Così ho preso il primo aereo e sono venuto qui. -

Spike si sedette sul letto di fronte a George e poi concluse - Mi ero innamorato di Buffy e volevo sposarla e prendermi cura di lei –

- Perché non glielo hai detto? – George lo guardò amareggiato.

- Oddio George, ho faticato così tanto già così per far si che lei si fidasse di me. Figuriamoci se le avessi detto che ero stato sposato, e che avevo divorziato. Per il mondo io ho lasciato mia moglie in una clinica per alcolizzati dopo che lei aveva perso nostro figlio. Buffy non mi avrebbe mai creduto e non mi avrebbe sposato – si prese le mani tra i capelli in un gesto di disperazione.

- Volevo solo aspettare il momento giusto, quando lei si fosse fidata abbastanza. –

- Che guaio – mormorò George il cui cervello attivo stava già elaborando un piano per risolvere la situazione.

 

Quattro settimane dopo……

Buffy era sempre più stanca ‘ lei è incinta congraturazioni ‘ le parole del medico le riecheggiavano nella mente. A causa delle sue assenze era stata licenziata, la corrente le era stata staccata e non aveva i soldi per comprare da mangiare. Seduta nel soggiorno alla luce di una candela fissava le pareti, come se quei muri spogli potessero darle la risposta che cercava. ‘ Come era potuto accadere? ‘

E il ricordo delle foto di lui sul giornale non la abbandonava un istante.

Spike riappese il ricevitore con rabbia.

- Cosa vuoi fare adesso Spike? – gli domandò serio George.

Spike lo fissò per qualche istante e poi disse secco 

- Lo vedrai George – si alzò dal letto e andò in bagno a vestirsi.

Qualunque cosa fosse accaduta, lui la rivoleva con se. E l’avrebbe riavuta.

Parcheggiò la macchina e scese sbattendo lo sportello. Guardò il vecchio palazzo fatiscente e sospirò stringendo i pugni. Attraversò la strada rapidamente ed entrò nel portone semichiuso, con la serratura rotta.

Bussò insistentemente alla porta quasi volesse buttarla giù.

Buffy fu scossa da un brivido e si alzò in piedi spaventata.

Si guardò attorno come volesse cercare un posto dove nascondersi, ma non c’erano nemmeno più i mobili.

Rimase in silenzio, nella speranza lui pensasse che lei non fosse in casa.

L’illusione durò solo un breve istante. La sua voce tuonò dietro la porta chiusa.

- Buffy apri, so che sei in casa. Aprimi o butto giù la porta – era arrabbiato e Buffy si sentì braccata.

Si affacciò alla finestra per cercare una via di fuga, ma non c’erano scale esterne in quel dannato palazzo.

Cominciò a muovere le mani nervosamente e a respirare affannosamente. La testa le girava.

- Buffy – la voce era minacciosa.

Spike batteva i pugni violentemente contro la porta e Buffy sudava freddo.

Un calcio, un rumore sordo e lui era di fronte a lei, che la fissava furibondo.

- Buffy! – urlò e si avvicinò.

Buffy sgranò gli occhi e aprì la bocca per dire qualcosa, ma nessun suonò uscì.

Lui si guardò intorno e ancora più adirato tornò a posare il suo sguardo su di lei.

- Buffy….adesso basta! Questo deve finire – era vicinissimo e i suoi occhi fiammeggiavano.

Buffy improvvisamente fu scossa da tremiti e cominciò a singhiozzare, probabilmente lo stress e lo stato in cui era contribuirono a renderla più fragile.

L’espressione di Spike mutò immediatamente, da dura ed arrabbiata divenne dolce e gentile.

Inclinò il capo da un lato e l’attirò a se, avvolgendola in un abbraccio gentile e rassicurante.

- St….non piangere piccola, su è tutto a posto. Ora ci sono io qui con te –

Chiuse gli occhi mentre le accarezzava il capelli dolcemente e le baciava la fronte.

Buffy rimase immobile per alcuni istanti e poi cominciò a colpirlo con piccoli pugni sul petto.

Tutta la sua rabbia e il suo dolore esplosero in violenti tremiti ed in un pianto dirotto che le veniva dritto dal cuore.

- Perché? Perché? – continuava a ripetere sommessamente, mentre le lacrime scemavano e i suo tremiti si attenuavano, vinti dal calore di quella stretta.

- St…basta amore, adesso torniamo a casa – le sussurrò mentre le posava un leggero bacio sulla guancia.

- No – protestò lei, riaprendo gli occhi e cercando di liberarsi dal suo abbraccio.

Lui ignorò le sue proteste e continuò a stringerla a se e ad accarezzarla dolcemente. Quanto gli era mancata. Il suo odore, la sua pelle morbida, i suoi capelli e quel suo sguardo di cerbiatto spaurito.

No non l’avrebbe mai lasciata, non avrebbe potuto. Lei era sua, era il suo destino a qualunque costo.

- Lasciami – mormorò e con le mani cercò di spingerlo via.

Lui respirò pesantemente e poi si staccò da lei.

Si guardò in torno, vide la valigia che lei si era portata via, per terra dietro la porta.

La prese e cominciò a riempirla con la roba di lei che era sistemata su un lenzuolo in un angolo.

Buffy ebbe un tremito, e in un gesto disperato si avvicinò alla valigia e cercò di prendere le cose che lui vi aveva appena messo dentro.

- Buffy – intimò lui – tu torni a casa con me – fu in quel momento che i loro sguardi si incontrarono. Lei distolse il suo immediatamente e strinse i pugni.

- No, non voglio – l’aria accigliata e lo sguardo spaurito.

Spike scosse il capo, aveva una gran voglia di prenderla tra le braccia e fare l’amore con lei, ma non era il momento quello. Quindi continuò a fare la sua valigia.

- Ti ho detto No. – Buffy era agitata.

Il suo silenzio la innervosiva ancora di più.

- Io non verrò da nessuna parte con te! E poi ….hai dimenticato? Io sono stata con….-

Spike la fulminò con lo sguardo – Non l’ho dimenticato Buffy – serrò la mascella.

- Non ti fa sc…..-

- Sta zitta Buffy….- lui aveva stretto i pugni ed aveva un’espressione indecifrabile.

- Ti ho detto che tu torni a casa con me. Non farmelo ripetere –

- No – protestò incerta lei.

- Andiamo Buffy – chiuse la valigia e le tese la mano.

Lei non si mosse.

- Non voglio venire – disse a bassissima voce come avesse paura che lui la sentisse.

Lui le si mise di fronte e le sollevò il mento con gesto deciso.

- Buffy non lascerò che tu faccia nascere nostro figlio in questo posto – le disse a brucia pelo guardandola dritto negli occhi.

Buffy sentì il pavimento cedere sotto i suoi piedi. Distolse in fretta lo sguardo e cercò rapidamente nella sua mente una scusa, una bugia, ma lui fu più veloce. La prese per un braccio e la trascinò via.

Ancora intenta a cercare una scappatoia si trovò davanti alla macchina di Spike.

- Ma…. – cercò di obiettare disperatamente, ma lui con gesto deciso aprì lo sportello e la spinse dentro.

Partì a tutta velocità diretto a casa.

Dopo l’iniziale smarrimento Buffy si riprese e mille domande si affacciarono alla sua mente.

- Come hai fatto a sapere che…? -

- Cosa credevi? Che ti avrei permesso di vivere in questo posto senza assicurarmi che non ti accadesse nulla? – la guardò di sfuggita per un attimo.

Buffy aveva spalancato gli occhi per la sorpresa, ma non osò guardarlo.

- Uno dei miei uomini ti ha seguita e….poi mi ha chiamato. Ho fatto due telefonate ad un mio amico che lavora in ospedale ed ho saputo – altro sguardo intenso e breve.

Non le disse che i suoi uomini in quelle settimane l’avevano seguita notte, e giorno e che ogni volta che un uomo cercava di avvicinarla gli facevano cambiare rapidamente idea.

Non le disse che tutti i ragazzi che non si presentavano agli appuntamenti non le avevano dato buca, ma erano stati diciamo….impossibilitati nel raggiungerla.

- Cosa vuoi fare? – domandò, non sicura di voler sapere la risposta.

- Tu cosa pensi? – le chiese sarcastico.

- Non lo so…io voglio il divorzio – il suo cuore batteva forte ed era spaventata dalle sue stesse parole.

- Vuoi il divorzio? Ah bene…..Buffy….io non ti concederò MAI il divorzio. Ma se tu volessi continuare nella tua follia….hai pensato al bambino? –

- Cosa vuoi dire? – Chiese titubante lei.

- Lui resterebbe con me – disse secco.

Buffy si strinse nel sedile, non si sarebbe liberata di lui, ora ne era certa.

Uno strano calore l’assalì: ‘ La nausea ‘pensò, cercando di rassicurarsi.

Restarono in silenzio e alla fine Buffy si addormentò stanca e affamata. Lui la guardò con amore e accostò un attimo la vettura sul ciglio della strada. Prese un plaid dal sedile posteriore e la coprì.

- Passerotto – mormorò sfiorandole la guancia con le dita.

Tornò a guardare la strada e ripartì a tutta velocità.

Arrivarono a casa che era notte.

La macchina si fermò davanti all’entrata della villa.

- Buffy tesoro su svegliati siamo arrivati –

Le toccò leggermente la spalla, non voleva spaventarla.

Buffy si stropicciò gli occhi ancora assonnata. Aveva dormito poco in quei giorni.

Poi li spalancò – Tara – disse e i suoi occhi si illuminarono di gioia.

Spike sorrise, era bello vederla nuovamente felice.

Solo allora Buffy ricordò quello che era accaduto e si voltò di scatto verso di lui.

- Io…- stava per dire qualcosa quando Spike ormai al limite, non resistette alla tentazione.

Le passò una mano dietro la nuca e l’attirò a se, costringendola in un bacio intenso e travolgente.

Quando finalmente lasciò che lei si allontanasse dalle sue labbra, Buffy era rossa in viso ed in evidente stato confusionale.

Lui sorrise di nuovo – Andiamo. Avrai fame immagino –

Uscito dalla macchina si spostò dalla parte di lei e le aprì lo sportello.

Buffy alzò lo sguardo su di lui e le sue labbra tremarono.

- Vieni Buffy – le disse dolcemente facendola uscire dalla macchina e conducendola in casa.

In cucina George aveva già messo in tavola, l’aspettava.

La fissò per qualche secondo commosso e poi con voce rotta dall’emozione, abbozzando un sorriso, le disse – Bentornata a casa Buffy –

Buffy esitò un momento, ma aveva davvero molta fame.

Si sedette e mangiò con avidità quello che era stato preparato per lei.

Spike rimase a guardarla. Buffy era di nuovo a casa con lui, e questa volta non l’avrebbe lasciata andare.

Quando finì di mangiare Buffy si sentì molto meglio e più tranquilla.

- Buffy….vieni di sopra. La stanza è pronta, hai bisogno di riposare -

Buffy non voleva andare di sopra, temeva, credeva di sapere che cosa l’aspettasse.

Ma era troppo stanca per replicare. Lui le prese la mano e lei mestamente lo seguì.

La camera era esattamente come l’aveva lasciata, perfino la rivista che stava leggendo era ancora lì sul comodino accanto al letto.

Sospirò e lasciò la mano di lui, che non si scompose per quel gesto di rifiuto di lei.

- Vado a cambiarmi – e senza dire altro entrò in bagno, socchiuse la porta, non la chiuse. Buffy aveva notato il gesto, voleva dire che lui non si fidava completamente di lei e che l’avrebbe tenuta d’occhio.

Si avvicinò al letto, rapidamente si spogliò ed indossò il suo pigiama.

Per un attimo si osservò allo specchio, un piccolo rigonfiamento sul ventre era il primo segno tangibile che sarebbe diventata madre.

Si infilò sotto le coperte e si coprì sino agli occhi. Lui entrò poco dopo, non la guardò.

Si avvicinò alla porta e spense la luce. Attraversò la stanza al buio e poi si infilò anche lui sotto le coperte.

Non disse nulla, semplicemente si avvicinò a lei e la strinse a se.

Le depose piccoli baci sulla fronte e le accarezzò il viso sospirando.

Buffy si rannicchiò contro di lui e si lasciò coccolare, troppo stanca anche per pensare.

- Dormi amore – le sussurrò all’orecchio e le baciò teneramente il collo.

Poggiò la testa di lei contro il suo petto e chiuse gli occhi.

Ora finalmente poteva dormire sereno.

Le sue braccia non erano più vuote. Lei era di nuovo lì con lui.

Il suo mondo era tornato perfetto e la sua vita aveva di nuovo un senso.

 

Capitolo 20

 

Allungò la mano il posto accanto al suo era freddo. Aprì pigramente gli occhi e si stiracchiò.

Si sollevò a sedere sul letto e si guardò intorno con una smorfia perplessa e un po’ preoccupata.

Scese lentamente le scale a piedi nudi ed entrò in cucina.

- Ben svegliata tesoro – una voce alle spalle la fece trasalire, era George che le sorrideva dolcemente.

- Ciao…io…- farfugliò confusa mentre abbassava lo sguardo.

- Su vieni ti ho preparato una buonissima colazione – e la spinse delicatamente in cucina.

Buffy si guardava attorno ansiosa, ma non osava chiedere. Appena finita la colazione e dopo essersi fatta una veloce doccia uscì a dare un’occhiata nelle vicinanze della casa, ma di lui nessuna traccia.

Era arrabbiata, e non sapeva nemmeno lei il perché. Sbuffò ripetutamente e scalciò le pietre lungo il sentiero.

- Dove accidenti sarà andato? Prima mi riporta qui con la forza e poi sparisce –

Buffy fu presa dalla tristezza, sospirò rassegnata e tornò in casa.

Tutto era silenzio e per la prima volta che Tara non le sembrava il suo rifugio la sua casa.

Presa dallo sconforto tornò di sopra nella sua stanza e si gettò sul letto, nascondendo la testa tra i cuscini. Le sue narici aspirarono avide l’odore di lui e se ne inebriarono. Si rannicchiò nel suo posto e stringendo il cuscino convulsamente si addormentò sgomenta.

Il rumore dell’acqua lasciata scorrere la risvegliò. Saltò in piedi e i suoi occhi si illuminarono. Spike era tornato. Cercò di darsi un contegno, e quando la porta del bagno si aprì lei aveva assunto di nuovo l’aria un po’ imbronciata ed arrabbiata.

Spike entrò nella stanza e le sorrise.

Era nudo, con un asciugamani annodato in vita. Ed era bellissimo.

- Ciao passerotto! Dormito bene? –

Le diede un lieve bacio sulla guancia e senza prestarle molta attenzione si diresse all’armadio e cominciò a tirare fuori i vestiti.

Buffy rimase interdetta, non sapeva cosa pensare.

- Hai fame? Preferisci mangiare qui o di sotto? – la guardava con dolcezza ma Buffy sentiva che mancava qualcosa. Non aveva provato a baciarla e a stringerla.

Sembrava indifferente alla sua presenza. Buffy fece una smorfia delusa, ma si riprese subito.

- Ho fame – continuò a fissarlo.

Quando lui fece scivolare l’ asciugamano Buffy arrossì violentemente e si costrinse a distogliere lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.

- Piccola, non dirmi che ti vergogni ancora di me? –

La stava prendendo in giro, ma nella sua voce non c’era desiderio e passione, solo allegria.

Buffy si sentì ferita, ma non disse nulla.

- Su andiamo a mangiare – le disse dolcemente tendendole la mano.

E questa volta lei non se lo fece ripetere due volte si avvicinò e intrecciò la sua mano a quella di lui.

Spike si girò e senza essere visto sorrise, tutto procedeva come previsto.

A tavola nessuno parlò, e Buffy pur morendo dalla voglia di sapere dove fosse stato il marito, non chiese nulla. Finito di cenare con aria ancora imbronciata disse – io vado a dormire – ed attese.

- Vai pure Buffy buona notte – lui si alzò e le diede un bacio sulla fronte, proprio come si fa con le bambine. E tornò a sedersi al suo posto.

Buffy era sconcertata, lui non saliva con lei? Non la seguiva?

Rimase ancora qualche attimo in piedi come imbambolata.

- Buonanotte tesoro – le disse George riportandola alla realtà.

Si scosse e lentamente salì le scale, non riuscendo a comprendere il cambiamento che era avvenuto nell’arco di una notte.

Appena lei sparì al piano di sopra George e Spike si lanciarono uno sguardo divertito e d’intesa.

- A quanto pare…il piano funziona George – Uno strano luccichio attraversò gli occhi di Spike.

- Già direi che sta funzionando, le cose si mettono per il meglio –

George cominciò a sorseggiare il suo Tè

- Domani chiamerò Wes e Faith, chiedendoli di venire a passare del tempo qui con noi -

George annuì con il capo – Io penserò ad avvertire Willow e Oz –

Poi con aria fintamente dispiaciuta – mi spiace per la piccola, ma…..è per il suo bene – E sorrise compiaciuto.

- Bene che ne dici di una partita a scacchi? – chiese Spike alzandosi dalla sedia e sgranchendosi le gambe.

- Perché no figliolo – e ridendo si rinchiusero nello studio.

Buffy si rigirava nel letto, non riusciva a prendere sonno. E si rese conto che da quando stava con Spike, non si era mai addormentata da sola. Lui andava sempre a letto con lei, l’abbracciava e la coccolava sino a quando non si addormentava.

Le lacrime le salirono agli occhi, ma le ricacciò indietro. Lei non aveva bisogno né di Spike Darcy, né di nessun altro, si sarebbe addormentata da sola…ma il sonno non accennava a venire.

Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma doveva essere molto tardi. Sentì la maniglia girare e istintivamente si rannicchiò e chiuse gli occhi. Spike entrò silenziosamente nella stanza e si avvicinò al letto.

Buffy non vista, o così credette, aprì gli occhi per dare una sbirciatina.

Sentì il frusciare degli abiti, e poi le lenzuola sollevarsi e ricadere, un piccolo soffio di aria fredda le colpì la schiena. Fu scossa da un brivido.

Adesso lui l’avrebbe abbracciata e lei si sarebbe finalmente addormentata.

Il tempo passava, ma lui non si muoveva, Buffy delusa, chiuse gli occhi e si rannicchiò ancora di più….ma non riusciva a prendere ancora sonno.

Sentì il respiro regolare di lui e piano, sperando che lui non si svegliasse si girò dalla sua parte. Rimase a fissarlo immobile, sembrava profondamente addormentato. Si avvicinò e si accoccolò al suo fianco.

Posò le mani sul suo petto e la testa sulla sua spalla.

Tirando un profondo sospiro chiuse gli occhi.

Nello stesso istante quelli di Spike si spalancarono, e accarezzarono la chioma bionda adagiata su di lui.

Sorrise teneramente e poi con fare casuale, come fosse ancora addormentato le passò un braccio attorno alla vita e l’attirò a se. Buffy si lasciò sfuggire un gemito di gioia. Premette le mani sul suo petto e si accoccolò meglio sulla sua spalla. Finalmente il sonno arrivò.

 

Buffy si svegliò di soprassalto era giorno, e lui non era accanto a lei. Si chiese perché l’avesse riportata con se. Sgomenta dopo essersi fatta un doccia ed essersi vestita, scese di sotto. George stava trafficando in cucina.

- Ciao – gli disse con tono abbattuto.

- Cosa c’è piccola? Dormito male? – domandò George con fare tranquillo.

- Si non ho dormito molto bene – Buffy si chiedeva dove accidenti fosse Spike, ma non osava ancora domandare. Prese la sua tazza di caffèlatte e si sedette sul portico con l’aria accigliata.

Improvvisamente una mano si serrò sul suo polso e lei sobbalzò

- Spi…ke – mormorò sorpresa – ma che acciden…-

- Nel tuo stato non devi bere caffè Buffy, anzi domani andremo dal dottore per farti prescrivere una dieta adatta. – le sorrise e Buffy fu felice.

Lui si preoccupava per lei.

- Io faccio quello che voglio, non sarai tu a dirmi cosa devo fare o non fare – e strattonando il braccio lo liberò dalla sua presa.

- Tu per me puoi fare ciò che vuoi tesoro, ma non il bambino – disse togliendole la tazza dalle mani.

- Tu sei…sei….- Buffy era furiosa. A lui importava del bambino, non più di lei.

Sbuffò senza finire la frase e rientrò in casa.

- Buffy oggi vengono Wes e Faith a trovarci, si fermeranno per un po’ -

- Cosa? Perché? – Buffy sembrava allarmata.

- Perché mi fa piacere rivedere vecchi amici, e non mi piace restare sempre solo in questa casa – Lo aveva detto in un tono che per Buffy era stato peggio di uno schiaffo. Lui si sentiva solo con lei? Strinse i pugni e si irrigidì di colpo.

- Ah capisco…. – scrollò le spalle e se ne andò arrabbiata con lui e con se stessa.

Spike la guardò allontanarsi, il viso teso.

- Non mi è sembrata particolarmente sconvolta –

Spike sembrò deluso dal suo comportamento.

- Lo era fidati – George sorrise – devi avere pazienza Spike. Buffy è un osso duro, non sarà semplice farla capitolare….ma alla fine capitolerà vedrai –

- Oh George….non è facile sai? Starle accanto, dormire con lei. Guardarla e ….e non poterla toccare, amare. Ho paura di non farcela –

Spike si sedette. Pochi attimi prima, era stato assalito da un bisogno disperato di abbracciarla e di baciarla. Di dirle che non era vero che con lei lì si sentisse solo, ma poi lei lo aveva guardato con quello sguardo freddo e diffidente.

- Beh…quando senti che non ce la fai….esci. fai un giro in macchina, o vai in bagno e fatti una doccia fredda – George era risoluto.

- Ma ricorda qualsiasi cosa accada, anche se la dovessi veder piangere, disperarsi, o chissà cos’altro la sua mente diabolica possa escogitare…tu devi resistere sino a che lei non ti avrà detto la parolina magica – sorseggiò il suo tè.

- Maledizione – Spike imprecò.

- Spike, ascoltami bene….se tu dovessi cedere Buffy si chiuderà di nuovo nel suo castello di solitudine. Se tu resisti nel tuo assedio, lei dovrà arrendersi e venire fuori. E allora sarà tua Spike – George era serio mentre diceva queste parole.

- E se non dovesse? ….- Spike era preoccupato.

- Cederà – George era certo – io la conosco Spike, e ti posso garantire che lei è pazza di te, solo che ancora non lo sa – tornò a sorridere e poi guardandolo malizioso gli disse – Forse dovresti andare a cambiarti Spike! –

Spike inizialmente non afferrò il significato delle sue parole, ma quando George indicò con un cenno del capo il piano di sopra, capì. E sorridendo di nuovo rassicurato, salì di sopra nella sua stanza.

Aprì la porta e le lanciò una rapida occhiata. Buffy si voltò a guardarlo e per un attimo pensò e forse sperò che lui fosse venuto a reclamare ciò che era suo.

Invece lui andò di filato verso il guardaroba prese dei vestiti e comincio a spogliarsi.

E senza rendersene nemmeno conto lei rimase lì a fissarlo.

Il suo torace muscoloso e liscio. I suoi fianchi le sue mani affusolate che tante volte l’avevano portata al limite della follia. I glutei sodi e le gambe lunghe e snelle. E poi lui….lui……era rilassato, non c’era il minimo segno di eccitazione in lui. Buffy ne fu delusa.

- Ti piace quello che vedi Tesoro? –

La voce canzonatoria e divertita di Spike la riportò alla realtà.

- Sei un…un….tu non dovresti spogliarti così davanti a….davanti a…-

Buffy confusa non sapeva cosa dire.

- A mia moglie? Che sta aspettando un figlio da me? – lui continuava a fissarla divertito.

- Già esatto! – Buffy non sapeva nemmeno cosa dicesse.

Lui scoppiò a ridere e le rispose ironicamente

- Tesoro puoi stare tranquilla sei al sicuro, io non ti toccherò – e senza dire altro uscì dalla stanza ridendo.

Buffy fece una smorfia delusa e tirò su col naso.

- Bastardo – mormorò tornando a guardare fuori dalla finestra.

Nel pomeriggio come previsto arrivarono Wes e Faith.

Erano allegri e sembravano felici.

A cena parlarono del più e del meno, Buffy non poteva fare a meno di notare come Faith stesse appiccicata a Wes. Come lo guardasse maliziosa e quante attenzioni gli riservasse. E Wes non era da meno, sempre attento e premuroso. Le accarezzava spesso la guancia e le dava piccoli baci sul collo. Proprio gli stessi gesti che spesso Spike aveva riservato a lei. Ora invece lui era freddo, distante. Seduto al suo posto scherzava, rideva. Le chiedeva se avesse freddo o se si sentisse bene, ma era per il bambino, non per lei.

- Buffy? – Lei si voltò e George era davanti a lei in piedi che le porgeva il piatto.

- Grazie – disse a bassa voce, mentre sentiva la nausea salire. Divenne pallida.

- Scusate – disse e alzandosi con un balzo corse via.

Spike si alzò di scatto preoccupato. George lo fermò prendendolo per un braccio.

- Mi raccomando Spike…tieni duro – Spike fece cenno di si con il capo e le corse dietro.

Buffy rientrò in camera ancora pallida e con la testa che le scoppiava.

- Piccola tutto okay? – lui era davanti a lei che la fissava.

- Si, perché ti importa qualcosa? – si sedette sul bordo del letto. Si sentiva debole.

A capo chino, non poté vedere lo sguardo di lui diventare dolce ed intenso. Avrebbe volto prenderla tra le braccia e stringerla, sembrava così piccola in quel momento.

- Certo che mi importa, sei la madre di mio figlio –

Quelle parole la fecero andare su tutte le furie.

- Già sono l’incubatrice del tuo dannato Spike jr. – disse con tono basso e sottile.

- Io non voglio questo figlio. Io non volevo figli….io prend….- si bloccò di colpo.

- Prendevi la pillola? – Spike sospirò – si lo so –

Buffy sollevò lo sguardo smarrita e poi la verità le balenò alla mente agghiacciante.

- Tu? – chiese incredula.

- Si io – Spike rispose tranquillamente

- Come hai potuto? Che diritto avevi tu di ….-

– Io volevo una famiglia Buffy, non l’ho mai nascosto. Lo sapevi, sei tu che hai giocato sporco. Io avevo tutti i diritti. Il tuo ‘ Sì ‘ pronunciato davanti all’altare me li ha dati –

Buffy era stupita, non avrebbe mai immaginato, mai pensato che lui….

- Ti odio – disse ancora più sottilmente, abbassando lo sguardo e tornando a guardare il pavimento.

- Non importa, ora il bambino è quello che conta –

George si affacciò alla porta.

- Tutto bene? – chiese.

- Si George. Resta con lei per favore io torno di sotto dagli gli ospiti – uscì senza dire altro.

Buffy rimase immobile per alcuni istanti e poi si stese sul letto rannicchiandosi come faceva quando era piccola.

George la guardò con tenerezza, ma non disse nulla. Lui sapeva che alla fine le cose si sarebbero sistemate.

Come la notte precedente non riusciva a prendere sonno e si maledisse per questa sua debolezza.

Buffy attese che lui venisse a letto e che si addormentasse e come aveva fatto la notte prima si accoccolò tra le sue braccia.

Una lacrima scivolò lungo il suo viso. Spike aprì gli occhi e la guardò con amore senza farsi vedere. Li tra le sue braccia era così indifesa e così fragile. Allungò un braccio e la strinse.

Buffy affondò il capo nel suo petto e si addormentò.

- Ah piccola – sussurrò lui nel buio – perché sei così testarda? –

Le accarezzò i capelli con una mano e le posò un lieve bacio sulla fronte.

 

 

Capitolo 21

 

Aprì lentamente gli occhi preparandosi alla delusione di trovare il suo posto vuoto e freddo. Con grande stupore invece lui era l’ accanto a lei, ancora addormentato. Un sorriso piegò gli angoli della sua bocca all’insù. Il suo nome le salì alle labbra

- Spi….- stava per dire, ed era una richiesta d’amore.

Lui si mosse e Buffy si affrettò a ritirare le braccia dal suo petto e a rannicchiarsi nel suo angolo.

Spike aprì gli occhi e si allungò nel letto, distendendo i muscoli. Infine il suo sguardo si posò su di lei.

- Ciao Buffy – le disse con voce normale e si mise a sedere sul letto, tra le lenzuola.

- Ciao – rispose lei, nella speranza del bacio del buongiorno o di un sorriso.

Invece niente, Spike si alzò e si chiuse in bagno. Buffy si girò verso la finestra e chiuse gli occhi. Lui uscì dopo un quarto d’ora, canticchiando e si rivestì in silenzio.

- Buffy è tutto okay? Stai bene? – glielo disse come si ricordasse solo in quel momento che lei era lì con lui.

- Si bene – rispose lei asciutta. ‘ Non va per niente bene ‘ pensò.

- Vuoi che dica a George di portarti la colazione qui a letto? –

- No – Buffy voleva urlare, piangere. Dov’era finito lo Spike che aveva sposato? Quello che non resisteva un minuto senza toccarla o baciarla.

Quando lui fu uscito, affondò il viso tra i cuscini, aspirando il suo odore.

- Io ti odio! Si ti odio da morire – mormorò mentre ricacciava indietro le lacrime.

 

Tre mesi dopo….

 

I giorni erano volati, e Buffy era sempre più abbattuta. Il suo fisico era cambiato e continuava a cambiare, e questo la rendeva ancora più vulnerabile e più insicura.

- Su muoviti Buffy, o faremo tardi – Spike la chiamò dalle scale.

Buffy si affacciò di lì a poco – Arrivo – e scese lentamente le scale.

Spike la guardò attentamente, mentre lei era intenta a scendere i gradini.

Era una visione, il ventre ingrossato e il seno prorompente. La sua pelle più luminosa e morbida e gli occhi lucidi. Rabbrividì al solo pensiero di stringerla e di toccarla. Un desiderio intenso di fare l’amore con lei lo assalì, e dovette forzarsi a distogliere lo sguardo prima che fosse troppo tardi.

- Andiamo? – chiese lei arrivata in fondo.

Lui fece cenno di si con la testa e la precedette verso la porta.

 

Il dottore la fece distendere sul lettino e le sorrise, Buffy si agitò e guardò Spike che era rimasto in disparte a guardare.

- Puoi tenermi la mano? – gli domandò a voce bassa senza guardarlo.

Spike esitò, il cuore gli balzò in gola e dentro di se si sentì stupidamente orgoglioso per quel gesto che riaffermava la sua paternità e il fatto che Buffy gli appartenesse.

Senza dire nulla le andò accanto e le prese la mano tra le sue. Restarono in silenzio a guardare l’ecografia del piccolo. Era qualcosa di meraviglioso, vedere una parte di lui e di lei che cresceva nella sua pancia.

Spike vi posò una mano su, vederla così distesa…

Era una tortura non toccarla, non riempirla di baci.

Buffy aveva provato una sensazione di piacere a quel rinnovato contatto con lui, ma poi pensando a quanto dovesse apparire brutta. Si era affrettata a coprirsi ed alzarsi.

Quando rientrarono a casa George, Wes e Faith li aspettavano in cucina, Buffy camminava impacciata e a disagio, si vedeva chiaramente che si considerava brutta.

- Ciao – disse abbassando subito lo sguardo. Non poté vedere quello di Spike riempirsi di tenerezza e di dispiacere. Gli faceva male vederla così abbattuta. E non poteva nemmeno vedere il suo desiderio mentre l’aveva guardata incedere goffamente verso di lui e sedersi. La Buffy versione futura mamma lo eccitava da morire e non sapeva quanto avrebbe ancora resistito senza strapparle i vestiti e farla di nuovo sua.

Distolse lo sguardo e cominciò a parlare del più e del meno con Wes e gli altri.

Buffy stanca, si ritirò subito dopo pranzo.

- A quanto pare il piano sta funzionando – disse Faith una volta soli.

- Mi spiace per la piccola sapete?  A volte fa davvero pena –

- Tesoro è per il suo bene – Wes le prese la mano.

- Si lo so….ma – George la interruppe, temeva che quei discorsi potessero far vacillare, la già precaria determinazione di Spike, i cui occhi ogni volta che Buffy non poteva vederlo, erano pieni di desiderio e di passione per lei.

- Come è andata? – domandò curioso.

- Bene, all’inizio era fredda ma poi…. Mi ha chiesto di starle vicino e di tenerle la mano – chiuse gli occhi ripensando a quel momento intimo convissuto insieme alla sua Buffy, e poi aggiunse – è stato perfetto George! Lei è perfetta per me – sorrise dolcemente.

- Si Spike, e credo tu sia perfetto  per lei – sorrise anche lui.

- Adesso che ne dite di un tè? – Tutti annuirono e si guardarono con complicità.

- Speriamo ceda presto – disse Spike alla fine, guardando verso le scale – mi manca da morire –

 

Sola nella sua stanza Buffy si abbandonò alle lacrime. Da quando era in cinta le capitava spesso di piangere anche per un no nulla. A volte per evitare di essere vista, soprattutto da lui, era costretta a repentine fughe in camera sua.

Suo marito sempre in giro nudo per la stanza, non l’aiutava di certo a superare i suoi problemi e la sua confusione. Anzi la sua gentile indifferenza la stava uccidendo.

Le notti erano un susseguirsi di incubi e sudate. Non riusciva a prendere sonno nonostante, ormai senza vergogna, si avvinghiasse a lui come una piovra. I risvegli erano uno più imbarazzante dell’altro e lui continuava nella sua indifferenza.

Una notte particolarmente calda aveva rischiato davvero di perdere la sua dignità saltandogli addosso.

La sua pelle morbida ed accaldata, il suo respiro sul collo ed il suo viso a pochi centimetri da lei, le stavano dando alla testa.

Cercò di calmarsi e di riprendere il controllo delle sue emozioni respirando profondamente ed a lungo, ma non servì a nulla. Le labbra di lui semidischiuse, semplicemente perfette, costituivano per Buffy in quel momento una tentazione troppo forte. Allungò la mano e con i polpastrelli le sfiorò tracciandone il contorno.

 

Spike era rimasto immobile ad occhi serrati e corpo teso. Erano notti che non dormiva, restava sveglio a guardarla. Le accarezzava i capelli, di tanto in tanto arrischiandosi a posarle piccoli baci sulle labbra. Nelle notti più fortunate riusciva anche a sbirciare le sue curve sinuose attraverso la sottile camicia da notte e qualche volta aveva insinuato la mano scostandone i lembi per accarezzare ancora la sua pelle di seta e il suo seno così pieno e sodo. Erano brevi momenti, perché il suo corpo cominciava a reagire a quel contatto e a chiedere di più, e lui doveva smettere finché era in grado di farlo.

 

La mano di lei che lentamente gli accarezzava il petto era per lui fuoco che bruciava ovunque passasse. Per un istante nella sua mente si creò l’immagine di lui che dischiudeva le labbra e attirava dentro la sua bocca, le dita di lei che ancora indugiavano sulle sue labbra, succhiandole avidamente.

Si girò su un fianco mentre lei ritirava la mano spaventata. Con una spinta l’attirò sotto di se, stando ben attento a non fare pressione sul suo ventre tondo. Affondò la testa tra i suoi capelli e finalmente dopo mesi respirò di nuovo il suo odore.

Fece scivolare la sua mano lungo i fianchi torniti di lei, in una morbida e sensuale carezza, che terminò sul suo seno inturgidito.

E si sentì quasi morire quando lei emise un gemito sommesso di piacere. Rimase con il fiato sospeso e il cuore in gola, in preda alla folle tentazione di aprire gli occhi e di porre fine alla loro agonia.

Alla fine decise di resistere e si spostò leggermente per allentare il contatto quel corpo così desiderabile. Buffy emise un gemito di protesta e con una spinta lo allontanò del tutto da se. Lui aprì gli occhi e la guardò fingendosi sorpreso.

- Oh, scusami Buffy ti ho fatto male? Stavo dormendo non volevo….-

Buffy guardò il soffitto con aria seccata e rispose con voce alquanto alterata

- No -

- Cosa c’è? – domandò lui con aria ingenua.

- Niente – disse lei asciutta.

- Non riesci a dormire? Hai caldo? Sembri…..sudata – un sorriso per poco non gli sfuggì dalle labbra, ma lei non se ne avvide.

Buffy lo guardò torvamente e pensò che aveva davvero una bella faccia tosta a chiederglielo, visto che era proprio lui la causa principale dell’innalzamento della sua temperatura corporea.

Gli occhi di lei vagarono sulla sua pelle nuda e sul gioco creato dalla fievole luce proveniente dalla finestra sui suoi capelli. Un groppo in gola, mentre si sentiva venir meno.

- Tu…vuoi? Dico cioè….noi potremmo? – Buffy cercò di fargli capire che lei avrebbe gradito che lui le fosse saltato addosso, ma non riuscì molto bene nel suo intento.

- Cosa voglio? E potremmo? – la scrutò attentamente lui.

- Tu vorresti? No perché sono mesi che tu….io? Non….ed io sono così stanca. Fa caldo ed ho sete…..e tu sei così…..e non porti…UFFA! – concluse miseramente lei in preda alla frustrazione.

Gli occhi di lui divennero due fessure ed il suo volto assunse un’espressione indecifrabile.

- Vuoi che ti prenda da bere? – le domandò alla fine apparentemente calmo.

- No!....Sì! …..maledizione, tu non capisci niente – Buffy era quasi in lacrime.

- Piccola parla! Cosa devo capire? – Spike la guardò dolcemente in attesa.

- C’è qualcosa che non va? Qualcosa che vorresti dirmi? – E per un attimo sperò che fosse giunto il momento di arrendersi per Buffy, ma si sbagliava…

- Tutto! ….- urlò lei alzandosi dal letto – Non ce la faccio più! – e si chiuse in bagno. Aveva bisogno di rinfrescarsi le idee e anche li resto.

Passò dieci minuti a fare su e giù nella stanza da bagno, a decidere cosa dovesse fare. In preda alla febbre del desiderio con un rapido gesto fece scivolare la camicia da notte lungo il suo corpo sino a farla rannicchiare sul pavimento. Riempì i polmoni di aria e sollevando il capo facendosi forza, aprì la porta. Voleva Spike dentro di sé quella notte, tutto il resto non contava. Per ritrattare e pentirsene ci sarebbe stato tempo.

Ma ancora una volta rimase delusa, Spike se n’era andato.

Buffy si lasciò cadere sul letto e le lacrime finalmente furono lasciate libere di cadere.

 

La mattina in cucina c’era un incessante borbottio sommesso, aria di cospirazione. Quando Buffy fece il suo ingresso tutti smisero di parlare e la fissarono. Lei si sedette, gli occhi gonfi e cerchiati. Tutti si scambiarono sguardi d’intesa. E attesero il via. Ad un cenno di George la fase finale del loro piano ebbe inizio.

 

- Smettila Wes! Non ti è bastato questa notte? – Faith diede il via alle danze, difendendosi scherzosamente dagli assalti affettuosi del marito.

- Lo sai amore a me non basta mai – Tutti risero, tranne Buffy che continuava imperterrita a tenere lo sguardo fisso sulla tv che trasmetteva il telegiornale.

Altro cenno del capo e fu il turno di Willow.

- Io ed Oz abbiamo una notizia – sorrise furba.

- Ah si? Quale? – domandò molto, curioso George.

- Ci sposiamo – un boato di gioia echeggiò nella cucina.

Buffy trasalì e per un attimo fissò Willow come fosse una traditrice.

Tutti si congraturarono con loro, ed anche Buffy suo malgrado lo fece.

- Qui ci vuole un brindisi – propose George e tutti acconsentirono felici.

Tranne una. Quando i bicchieri furono pieni Buffy ne prese uno, ma prima che potesse portarlo alle labbra fu intercettato dalla mano di Spike.

- Piccola tu non puoi bere, vado a prenderti un succo di frutta – ne prese uno dal frigorifero e tornò al tavolo sorridendo.

- Ecco fatto – le passo un bicchiere con succo d’arancia.

Gli occhi di Buffy scintillarono di rabbia – Sono stanca di tutto e di tutti – tuonò.

- Io faccio quello che mi pare, il corpo è mio – batté i pugni sul tavolo e con una mano scaraventò il bicchiere dall’altra parte della stanza.

- Si! Il corpo è tuo, ma il bambino è anche mio – ribatté calmo Spike, fissandola intensamente.

Buffy tremava tanto era la rabbia, nella stanza regnava un innaturale silenzio e la tensione si poteva toccare. Poi il telegiornale attirò l’attenzione di tutti i presenti.

Stavano mandando un servizio sulle nozze da favola di Dru S…………… con Lindsay Macdonald. Si vedevano Dru e Lindsay ballare e stringersi innamorati e felici.

- Io sono pazzo di questa donna – gridava lui in mezzo al chiasso della festa.

Mentre Dru rideva e i suoi occhi brillavano di felicità.

Per alcuni attimi la telecamera inquadrò anche Darla e suo Padre. Che si scambiavano un tenero bacio e si sorridevano. Gli occhi di Buffy si velarono di tristezza e rabbia. La sua bocca si storse in un sorriso sarcastico e una violentissima nausea l’assalì.

- Scu…sa….te….mi – Era impallidita e aveva un aspetto per niente buono. Spike si spaventò a sua volta e si protese verso di lei.

- Piccola, ti senti male? – le disse a bassa voce prendendole la mano

– Non pensarci – le accarezzò dolcemente il palmo.

Buffy ormai allo stremo gli lanciò uno sguardo carico di disprezzo, che lo fece ammutolire.

- No! Non sono affari tuoi. Sparisci dalla mia vita – e allontanò la sua mano.

Spike capì che il momento della verità era arrivato.

Trattenendo la rabbia e cercando di controllare la voce disse

- Forse sarebbe meglio se me ne andassi per un po’ -

Buffy sbatté le palpebre ripetutamente mentre assimilava il significato delle sue parole.

- Cosa? – disse in un balbettio confuso.

- E’ un po’ che ci penso e credo sia la cosa migliore – Senza dire altro salì nella sua stanza.

La cucina divenne improvvisamente fredda. Buffy rimase immobile.

E fu il turno di George.

- Bene Buffy, complimenti! Ci sei riuscita. Hai ottenuto quello che volevi – Buffy lo guardò senza capire, era ancora ferma alle parole di lui e un pensiero le rimbombava, nella testa: ‘ Se ne và. Mi sta lasciando.

- Ma si. Restare da ‘ Sola ‘ qui a Tara – Buffy si accasciò sulla sedia incapace di una qualsiasi replica.

- Vedrai Buffy ti concederà il divorzio. Ti libererai di lui e delle sue effusioni da innamorato – Buffy fissò Willow incredula.

- Già lo hai proprio sfinito Buffy. Ottimo lavoro – Rincarò la dose Faith – e non preoccuparti per Tara, sono sicura che te la lascerà. Spike è un gentiluomo –

Tutti la osservarono in attesa di una sua reazione.

Buffy li fissò uno ad uno allibita e poi scattando in piedi urlò

- Voi siete impazziti! – e terrorizzata all’idea che lui se ne potesse andare, più rapidamente che poté salì in camera.

 

Appena la videro sparire di sopra tutti si mossero insieme e corsero di sopra accalcandosi e intralciandosi a vicenda lungo le scale.

- Fate piano o ci sentiranno – mormorò George dando una gomitata a Oz che pestò il piede a Willow che tirò i capelli a Faith che a sua volta colpì nell’occhio suo marito con la testa.

Alla fine però finalmente si trovarono dietro la porta della stanza e in religioso silenzio ascoltarono.

 

Capitolo 22

 

Buffy entrò nella stanza in silenzio, e vide la valigia aperta sul letto.

Lui la guardò di sfuggita.

- Non mi sento bene ed ho pensato di venirmi a riposare – disse con voce mortificata.

- Fai pure, tra poco la stanza sarà libera – la sua voce era ferma, forse risentita.

Evitò di guardarla, sentiva che se lo avesse fatto nello stato in cui era probabilmente l’avrebbe fatta sua sino a morirne, altro che partire.

Frustrata si sedette sul letto.

Non sapeva cosa dire o fare, e tergiversava dondolando le gambe penzoloni dal letto.

Alla fine trovando il coraggio gli disse calma

- Non è necessario che tu te ne vada, non mi dai poi così fastidio. Io cercherò di non arrabbiarmi -

Lui continuava a non guardarla – no è meglio che vada – tagliò corto e Buffy si morse il labbro inferiore.

- E se mi sento male? O succede qualcosa?

- Ci penseranno i miei uomini, non ti lascio sola, e poi sarò a Los Angeles, in trenta minuti sarei qui –

Ancora più sgomenta Buffy sospirò e poi disse in un fil di voce

- Te ne vai per sempre vero? -

Lui non rispose, ebbe un tremito alle mani ma rimase in silenzio.

- Vuoi il divorzio? – insistette lei sempre più spaventata.

Lui sospirò guardandola e pensò ‘ piccola sciocca, io non ti lascerò mai e tanto meno ti concederò mai il divorzio ‘ e sorrise dentro di se.

Buffy cominciò a disegnare piccoli cerchi nel vuoto con i piedi. Sentì che stava per piangere ma non riuscì a fermare le lacrime.

- Non è quello che volevi? – disse lui – volevi liberarti di me e adesso ci sei riuscita -

Buffy strinse le lenzuola tra le mani e restò a guardare i suoi piedi.

Lui chiuse la valigia e si diresse verso la porta sperando. Se lei non lo avesse fermato lui sarebbe stato perduto perché di certo non se ne sarebbe andato lasciandola sola, e tutto quello che avevano organizzato sarebbe fallito miseramente.

Strinse la maniglia nelle mani e lei non resistette un minuto di più

- Te ne vai davvero? – sussurrò angosciata.

Lui abbassò il capo sospirando ed esitò qualche secondo.

Lei si alzò e gli corse incontro, lo strattonò per un braccio e lo costrinse a girarsi.

Lui la guardò interdetto e lei lo schiaffeggiò ripetutamente, cominciò a colpirlo con pugni sul petto.

- Sei un bastardo, un bastardo – cominciò a piangere.

- Avevi detto che sarebbe durata per sempre. Che non te ne saresti andato –

Non smetteva di colpirlo – io aspetto un figlio tuo bastardo –

Lui serrò la mascella e lottò contro se stesso per non abbracciarla, baciarla e rassicurarla. Lei lo fissò con odio e lui le disse stancamente

- Ma sei tu che mi ha detto che volevi….-

- Si, io ti odio, ti odio e voglio il divorzio. Lo voglio ma tu…tu sei un bastardo. Prima mi hai fatto innamorare…e mi dici adesso come faccio io senza di te? Come faccio? – lo guardò smarrita.

- Dovevi farlo prima. Ti odio, sei un bastardo e non capisco perché ti amo, ma tanto io ti odio. Ti odierò e non ti amerò più. Dammi tempo ed io riuscirò di nuovo a dormire senza di te -

Lo scuoteva per il braccio e continuava a urlare – vedrai, vedrai. E adesso vattene, avanti esci di qui. Lasciami, riprendi ad uscire con quelle…quelle….- si coprì il viso con le mani.

- Ora sono brutta vero? Non ti piaccio più e poi…e poi ….tu mi odi lo so. Perché sono stata con quello ed io capisco, hai ragione. Ed io ti odio e non ti amo e non ti amo, perché ti odio -

Era un fiume in piena inarrestabile.

- E invece…io…io…ti…amo – singhiozzò, mentre era scossa da intensi brividi.

Lui era rimasto senza parole, incapace di qualsiasi gesto tanto era felice.

Restò ancora immobile e lei gli urlò con quanto fiato aveva in gola

- Vattene – aprì la porta e scaraventò fuori la valigia che per poco non prese in pieno il volto di Wes. Buffy sgranò gli occhi per la sorpresa. Tutti erano pigiati dietro la porta della sua stanza ad origliare.

Colti in flagrante tutti guardarono altrove. Per ovviare all’imbarazzante situazione Wes cominciò a fischiettare, mentre George schiaritosi la voce disse come nulla fosse – chi vuole una tazza di tè? –

Tutti risposero in coro – Io – e si precipitarono giù per le scale sparendo in un batter d’occhio.

Buffy continuò a fissare il corridoio davvero incredula, chiedendosi se non avesse sognato. Infine tornò a girarsi verso Spike e fu assalita da puro panico.

Lui era rimasto per tutto il tempo immobile, lo sguardo fisso su di lei, talmente intenso che sembrava volesse passarla da parte a parte.

Buffy avvertì un crampo allo stomaco.

- E’ tardi, devo andare a fare…fare….qualcosa. Camminare fa bene durante la gravidanza, e poi ho sete devo bere -

Quello sguardo le bruciava la pelle e la spaventava più del fatto che lui se ne stesse andando.

Lui era sempre serio e non parlava, ma lentamente cominciava ad avvicinarsi a lei, che indietreggiava blaterando parole senza senso, sino a che non si trovò con le spalle alla parete.

Lui allungò la mano e la intrecciò a quella di lei. Senza smettere di guardarla la trascinò in camera da letto e chiuse le porte alle sue spalle.

Buffy cominciò a sudare freddo e continuò a balbettare frasi senza senso

- Devo andare in cucina George mi aspetta, il tè. Tu ne vuoi? –

Lui era appoggiato allo stipite della porta con la schiena e la fissava divertito.

Buffy sempre più nervosa gli intimò di aprire la porta subito.

- Mi sto sentendo male, va a chiamare il Dottore - gli disse tremando – sento che sto per morire -

Le si avvicinò lentamente, in volto un’espressione seria e preoccupata.

- Dimmi piccola dove ti fa male? -

Buffy aveva la gola secca ed ansimava, era a un passo da lei adesso.

Le girò attorno e si fermò dietro di lei. Fece scivolare le sue mani sulle sue spalle e sulle braccia. Infine la circondò e chinando il capo le posò un lieve bacio sul collo– Ti fa male qui? – le chiese con voce calda e profonda.

Buffy respirava a fatica e non sapeva cosa rispondere.

Lui continuò a darle piccoli baci lungo il mento e sulla guancia

- Qui? – chiedeva ad ogni bacio, mettendo sempre più a disagio Buffy.

- O qui? – disse con un sorriso accennato sul viso, mentre si chinava a chiudere le labbra di lei con le sue.

Buffy non rispose nemmeno.

Spike fece scivolare la sua mano sul seno e chiese con voce roca – E qui fa male?-

Buffy mugolò un suono inarticolato.

Sentì la lampo scendere ed il vestito scivolare sul pavimento, un senso di vertigine la colse.

Poi il disagio per il suo fisico ebbe il sopravvento e cominciò a muovere nervosamente le mani, cercando di coprirsi come poteva.

Lui gliele prese tra le sue e con la lingua le sfiorò il lobo dell’orecchio. Le labbra a fior di pelle – Sei bellissima amore, non sei mai stata così bella come in questo momento – i denti si serrarono in dolci morsi sul lobo arrossato di lei.

Buffy emise un gemito di piacere – ti prego – sussurrò e lui per tutta risposta infilò una mano nei sui slip e compiaciuto notò che lei era già immersa in un lago.

- Spike – mormorò ancora Buffy ormai non più lucida e lui gentilmente la spinse verso il letto.

Lei aveva ancora lo sguardo basso e lui facendola voltare le sollevò il mento con una mano e la accarezzò con il suo sguardo dolce e tenero.

Si sfilò la camicia e la lasciò cadere sul pavimento.

Lei lo guardò confusa e a bassa voce gli chiese – ma tu in questi mesi non ti sei mai…..- Arrossì senza riuscire a terminare la frase. In quei mesi ogni volta che lo aveva guardato, anzi sbirciato, non lo aveva mai visto eccitato.

Lui sorrise e sfilò via anche i pantaloni e abbassò lo sguardo inarcando il sopracciglio. Buffy seguì il suo sguardo e vide il suo membro duro ed eretto come non lo aveva visto mai.

Divenne ancora più confusa e intimidita dal magnetismo che promanava dal corpo di Spike.

- Ma come…come…tu? – Buffy non sapeva dove posare lo sguardo. In basso vi era il suo pene e in alto i suoi occhi, si sentiva in trappola.

Lui sorrise malizioso e le disse facendosi più vicino – anche io ho i miei trucchi tesoro –

In quel momento un’idea balenò alla mente di Buffy che cercava di riordinarle e dare loro un senso logico, ma non era facile in quella situazione.

- Tutti voi. Tutti …eravate d’accordo? –

Lui fece cenno di si con il capo e Buffy ancora più stupita chiese – perché? –

Lui le sfilò delicatamente li slip e le accarezzò lentamente l’interno coscia, inducendola a gemere più forte.

- Per sentirtelo dire – la sua carezza si fece più intima.

- Cosa? – Buffy ancora confusa cercò di fare mente locale su ciò che era appena accaduto. Lui la fissava divertito e trionfante.

- Per sentirti dire quello che volevo sentirmi dire da te –

- Eh? Io non ho detto niente – Buffy cercò di rimediare alla meglio.

- Ti odio, io ti odio. Questo ho detto – disse sicura.

Lui non le rispose a parole, ma spinse un dito in lei e cominciò a muoverlo lentamente mentre con il pollice le accarezzava il clitoride.

Buffy ansimò più forte e si aggrappò a lui.

- Allora? – domandò lui incendiandola con uno sguardo pieno di desiderio e di promesse di una notte di passione.

- Io ti odio – disse lei con voce poco convinta.

- Ma la notte non riesci a dormire senza di me vero? – sussurrò lui

- Certo che dormo – rispose pronta lei ma la voce le si trasformò in un gemito quando lui si spinse più a fondo in lei.

- Dicevi? – riformulò la domanda sorridendo lievemente mentre chiudeva una mano sul seno ingrossato e gonfio di Buffy.

Lei sospirò e lui chinandosi sul seno, dopo averle lanciato uno sguardo ammiccante, cominciò a succhiare avido il suo capezzolo duro.

- Buffy non mi rispondi? – disse in un ghigno divertito.

- Sì, si hai ragione – Buffy aveva perso il controllo e si arrese alle sue carezze sempre più sensuali ed eccitanti.

- Dimmelo ancora – le domandò lui.

Buffy rimase in silenzio. E lui infilò un altro dito in lei. Un gemito roco, quasi un urlo.

 

 

 

…..Di sotto in cucina Wes seduto a sorseggiare il suo tè faceva supposizioni su quello che poteva stare accadendo in quel momento nella stanza al piano di sopra

- Secondo voi cosa gli sta facendo adesso? Lo starà torturando? Magari lo ha già ucciso e noi siamo qui a sorseggiare il tè -

- Non ci sono armi o coltelli di sopra Wes – disse Faith divertita.

- Magari lo ha fatto con il telefono – disse Willow seria.

- Oh con quel grosso lume sul comò – interviene Oz – io lo avrei fatto con quello. Un colpo secco e via –

George li guardava scettico e poi scuotendo il capo disse a voce bassa – Gioventù bruciata –

 

….Buffy continuava a tacere e Spike si spazientì, non voleva mollare ad un metro dal traguardo, e ritirò la mano. Buffy aprì gli occhi e lo guardò implorante.

Lui allentò la stretta, con tutta l’intenzione di allontanarsi da lei, ma lei si aggrappò al suo braccio.

- Spike – mormorò guardandolo – ti prego – sembrava una gattina.

Lui la spinse piano e lei finì seduta sul letto.

Restò a guardarla per qualche secondo e poi si inginocchiò davanti a lei e le allargò le gambe più che poteva.

La lingua riprese a torturarla piacevolmente al posto delle sue dita.

- Sto aspettando Buffy….e non sono un tipo molto paziente - l’ammonì lui.

Buffy stringeva convulsamente le lenzuola tra le mani e ad occhi socchiusi si era abbandonata a quelle carezze così profonde e sconvolgenti.

- Forse mi sono sbagliato…e dovrei prendere nuovamente in considerazione l’idea di andarmene – disse secco allontanando il viso da lei.

- No, no – pregò lei.

- No cosa? – domandò lui inclinando il capo e alzando il sopracciglio.

- No resta – disse lei.

- Restare? – lui si fece serio – perché? –

Lei si contrasse e rimase ancora in silenzio a guardarlo.

- Allora? – lui la incalzava deciso.

- Ti amo – disse lei in un mormorio confuso.

- Cosa? – chiese lui imperterrito. Voleva una vittoria schiacciante che non lasciasse dubbi, o possibilità di ritrattazioni.

- Ti amo – ripeté lei sempre a voce bassissima.

- Cosa? Non ti sento Buffy – continuò lui.

- Ti amo – disse sottovoce.

- Buffy non capisco, puoi alzare la voce? –

Spazientita ed agonizzante di desiderio Buffy alzò bandiera bianca e dichiarò conquistata la fortezza – TI AMO – urlò talmente forte che la sua voce poté essere udita per tutta la casa.

 

Di sotto in cucina fece eco un boato – SIIIIII – gridarono tutti, compreso George che per un attimo nella sua vita abbandonò la compostezza inglese per trasformarsi in un tifoso da stadio.

 

Spike avvicinò il viso a quello di lei, lo prese tra le mani e con uno sguardo di nuovo colmo di amore e desiderio la baciò. Dapprima lentamente per riprendere intimità con le sue labbra e poi il suo assalto divenne impetuoso e appassionato.

- Il mio passerotto – le ripeté assaporando le sue labbra, scendendo lungo la linea del collo per poi risalire dall’altro lato.

Buffy sorrise piano conquistata e vinta e lo strinse a se con energia. Ancora un po’ intimorita dalla ritrovata intimità.

Lui la fece stendere sul letto e le si stese accanto e tornò a torturarla e portarla verso vette inesplorate. Quando giunse al limite del desiderio, con delicatezza si spinse in lei facendosi avvolgere completamente dalla femminilità di lei tesa allo spasimo dal desiderio di averlo dentro di se.

Buffy si avvinghiò a lui in una richiesta disperata di farla sua. Lui sorrise e cominciò a muoversi lentamente prolungando i suoi gemiti e i suoi brividi.

Quando la sentì totalmente abbandonata a lui cominciò a spingere con maggiore slancio e vigore e i gemiti di Buffy divennero quasi urla di piacere.

Finalmente dopo mesi tornavano a conoscere l’estasi che solo i loro corpi uno nell’altro potevano donare loro.

- Ti amo – gemette lei mentre ormai stremata veniva per l’ennesima volta.

Lui rise, e baciandola con ardore le rispose – Sì lo so amore, anche io ti amo da morire – E anche lui si abbandonò allo spasmo dell’appagamento che solo l’amore dà.

Si accoccolarono l’uno tra le braccia dell’altro, stanchi ma felici.

- Promettimi che ….- Buffy serrò la mano sul suo braccio per un attimo assalita dalla paura.

- Si amore, è per sempre. Io non ti lascerò nemmeno se tuo vorrai. Mai…tu sei il mio destino. Tu sei mia – le disse lui rassicurandola con piccoli baci disseminati sul suo viso imperlato ancora di sudore per l’amplesso appena avuto.

Lei si sciolse in un sorriso soddisfatto e rassicurato e sporgendo il suo viso verso quello di lui lo baciò con amore e desiderio.

- Amami ancora – lo pregò – ti voglio Spike da morire, mi sei mancato tanto -

Spike ebbe un fremito a sentire quella dichiarazione.

- Come desideri passerotto. Io non desidero altro -

E le sue braccia si riempirono di lei. Il loro mondo era perfetto di nuovo e le loro vite adesso avevano un senso, insieme.

 

 

Epilogo

 

- Buongiorno passerotto – Spike le diede un sonoro bacio sulle labbra e le sorrise soddisfatto.

- Ciao – mugolò lei senza riuscire a reprimere un sorriso appagato e luminoso.

- Come ti senti? – le domandò tra il malizioso e il pensieroso. La notte era stata intensa e Spike aveva qualche timore per il bambino.

- Bene – rispose lei – ho fame – il suo stomaco brontolò rumorosamente.

- Va bene padrona – scherzò Spike – vado a prendere rifornimenti e torno subito-

- Cosa? – Buffy lo guardò confusa – ma che intenzioni hai? – gli domandò…

Lui sorrise – tu resta qui…penserò a tutto io amore – e infilandosi i jeans scese di sotto.

 

Appena mise piede in cucina tutti i presenti fecero silenzio e si soffermarono a fissarlo.

Erano tutti lì in attesa.

- Ma….- fece uno Spike sorpreso – avete dormito qui? -

Willow fece cenno di sì con la testa – e chi se ne andava dopo lo spettacolo di ieri sera. –

- Eravamo ansiosi di conoscere l’esito del nostro piano, anche se…..visti i segni che porti sul collo….possiamo intuirlo – aggiunse Wes addentando un grissino.

- Allora abbiamo vinto? – Faith sembrava ansiosa di una conferma.

Spike sorrise senza rispondere, ma il suo sguardo non lasciava dubbi.

- Yuppiiii! La fortezza è caduta, il castello è preso – Oz gridò divertito, ma fu fermato dallo sguardo di rimprovero che tutti i presenti gli rivolsero.

- St….- lo ammonirono tutti – cosa vuoi che Buffy ci senta? Potrebbe arrabbiarsi e alla fine litigare di nuovo con Spike. – Sbuffò Willow.

- Non vi preoccupate….ormai la piccola non può sfuggirmi…con quel pancione – un ghigno maligno si dipinse sul volto di Spike – e per i prossimi dieci anni farò in modo che resti così, e non possa scappare da nessuna parte -

- Spike! Ricordati che stai parlando di Buffy che è come una figlia per me – George lo riprese scherzosamente.

Spike prese un vassoio e lo riempì di talmente tanta roba da mangiare che sarebbe bastata per un esercito. Gli altri lo guardarono con occhi attoniti.

- Bene ora se volete scusarmi …. Il mio passerotto mi aspetta ed è affamato….deve rimettersi in forze per il secondo round che l’attende -

Uscì dalla cucina ridendo, mentre tutti gli altri sgranavano gli occhi e si guardavano increduli.

- Wes amore….- Faith continuava a guardare la porta da dove era uscito Spike – forse dovresti frequentare la sua stessa palestra, io te ne sarei molto grata -

- Eh? – Wes la guardò arrabbiato – cosa vorresti dire? – e la fissò contrariato.

- Oz….- Willow balbettò.

- Toglitelo dalla testa piccola. Io ci tengo alla mia salute – replicò lui sorseggiando il suo latte parzialmente scremato.

George tornò a sorseggiare il suo té finalmente sereno, ora non doveva più preoccuparsi della sua Buffy, a lei avrebbe pensato Spike.

 

- Eccomi amore sono tornato – Spike guardò verso il letto ma di Buffy nessuna traccia.

- Buffy? – chiamò affacciandosi nel bagno. Nessuna risposta.

Un tremito lo attraversò – Buffy….- ripeté con tono angosciato.

- Si – si girò di scatto sospirando sollevato.

- Eccoti – disse senza fiato – ma dove eri finita? – sembrava in apprensione.

- Sono andata un attimo nella mia stanza a prendere questo – e gli mostrò un giacchino scolorito.

Lui la fissò – cosa è? – le chiese curioso.

- Lo metto sempre quando ho un po’ di freddo e sono a letto – sorrise dolcemente.

- Ah…hai freddo…mm….basta dirlo, ti scaldo io passerotto – posò il vassoio e l’attirò a se stringendola.

- Smettila, voglio mangiare – lui rise divertito.

- Anche io….ma voglio mangiare te – e le diede un piccolo morso sul collo.

- Dai…devo mangiare – disse lei fintamente seccata.

- Beh…possiamo fare entrambe le cose….tu mangi quella roba – ed indicò il vassoio sul letto – ed io ….mangio te –

Si sedette sul letto e la tirò giù su di se.

- E tu….non hai proprio voglia di assaggiarmi? – le chiese malizioso.

 

- Spike – improvvisamente il tono di Buffy divenne serio e Spike si impensierì.

- Si dimmi – sentiva che quello che stava per chiedergli era qualcosa che non gli avrebbe fatto piacere.

- Cecily….- Buffy distolse lo sguardo da lui.

Con un gesto rassegnato, la scostò da se adagiandola sul letto.

- Cosa vuoi sapere? -

- Era vero? – chiese in un fil di voce.

- Sì….era vero. Ho tradito Cecily, ma lei non mi amava, mi aveva sposato solo per soldi. Ero giovane Buffy, ho commesso un errore. Il bambino non era mio….ma mi sarei preso cura di lui…invece…. Quando ho saputo che mi tradiva me ne sono andato e sì, ho frequentato altre donne ….- esitò qualche istante prima di proseguire nel racconto, osservando Buffy per vederne la reazione.

Lei fece una smorfia di disapprovazione ma non fiatò.

- Quando poi ha abortito…Non potevo esserle di grande aiuto moralmente, ero anche io a pezzi. Ho deciso però di farmi carico delle spese e di continuare la mi vita – sospirò socchiudendo gli occhi.

- Avevo giurato che non avrei perso più la testa per una donna…ma poi a Londra ho incontrato te e…-

- Allora…è come pensavo…Tu…Dawn….- Buffy era stupita.

Lui fece cenno di sì con il capo. – Sì. Ti ho vista quando abbiamo accompagnato Dawn al collegio e sono stato perduto. All’inizio ho lottato contro quello che sentivo, tu eri poco più di una bambina ed io…un uomo con un passato alle spalle. Ma chissà come mai le donne che frequentavo in quel periodo erano tutte bionde con gli occhi verdi – Sorrise ironicamente.

- Ho conosciuto Dru e più mi parlava male di te, più mi faceva legare a te, non ho resistito e sono venuto alla festa in maschera -

Buffy sembrava ancora più confusa ed attonita – tu…eri tu quello….? – lo sguardo di Buffy divenne intenso ed indecifrabile.

- Sì – respirò pesantemente lui – dopo quel bacio, come facevo a rinunciare a te? Passai un periodo infernale, a riflettere su cosa fare, se farmi avanti o lasciarti andare. E c’era quell’idiota di Angel…- la guardò di sott’occhi e rimase interdetto. Lo sguardo di lei era indecifrabile.

- Un giorno Dawn mi chiama e mi dice che tu tornavi in America e che la tua iscrizione per l’anno successivo, non era più confermata. E così…ho fatto i bagagli e sono venuto qui –

- Tu sei venuto qui deciso a…? – Buffy davvero non poteva credere a quello che lui le stava dicendo.

- Sì…sono venuto perché ti volevo disperatamente Buffy. Sapevo che loro volevano vendere perché avevano bisogno di soldi, e spesso Dru si era lasciata sfuggire frasi del tipo ‘ chissà che faccia farà quella scimmia quando le diremo che Tara sarà venduta. Le si spezzerà il cuoricino, povera piccola ‘. Allora….ho pensato che se tu non avessi accettato di sposarmi, soggiogata dal mio fascino… – le sorrise lievemente cercando di stemperare l’atmosfera – lo avresti fatta perché costretta…Mi spiace amore,  perdonami, ma io ti amo da morire non posso proprio rinunciare a te –

- Tu…sei un mostro – balbettò Buffy con lo sguardo fisso nel vuoto.

- Buffy ti prego….- la sua voce era un sussurro dispiaciuto e angosciato.

Si passò una mano tra i capelli, temeva che adesso Buffy lo avrebbe odiato che avrebbe cercato di lasciarlo. Ed era spaventato.

- Spike – lei si voltò a fissarlo – ti odio – gli disse secca.

Spike rimase a bocca aperta incapace di articolare suono. Aveva perso la sua solita aria beffarda e spavalda. Adesso il suo sguardo era quello di un cucciolo ferito che implorava una carezza dal suo padrone.

- Buffy…- ripeté con un tremito nella voce.

Lei continuò a fissarlo dritto negli occhi – Ma disgraziatamente…ti amo – sorrise.

- Vieni qui sciocco…adesso mi è venuta proprio voglia di assaggiarti – E ridendo con una mano gli circondò la nuca e l’attirò verso di se. Cercando le sue labbra per abbandonarsi in un bacio appassionato.

Spike inizialmente rimase fermo, stupito da quel gesto improvviso mentre lui pensava che lei stesse per mandarlo via. Dopo un po’ riprendendo coraggio e sicurezza rispose al bacio ed anzi lo fece diventare più profondo ed intenso.

- Amore, sapessi quanto ti amo Buffy – sospirò tra le sue labbra calde ed umide.

Lei gli diede una leggera spinta e lo fece distendere supino. Sorridendogli maliziosamente….- prima, mi è parso che qualcuno di sotto parlasse di secondo round…- con una mano fece scivolare la lampo dei suoi jeans e glieli sfilò lentamente.

- Bene…io sono pronta – disse lei e la sua mano si serrò gentilmente attorno al membro duro di Spike, che gemette di piacere.

- Buffy – mugolò lui questa volta e lei con movimenti gentili e leggeri lo portò subito ad un grado di eccitazione elevato.

– Allora vogliamo assaggiare un po’….- rise lei divertita e la sua testa si chinò su di lui. I capelli si sparpagliarono sulle sue gambe facendogli il solletico. Quando le labbra di lei si chiusero su di lui, racchiudendolo tutto nella sua bocca umida e sensuale, Spike si sentì morire.

- Oh Buffy – mormorò aggrappandosi alle lenzuola.

- Sì? – domandò lei con aria ingenua, facendo finta di non capire.

- Buffy – implorò lui, mentre lei con movimenti circolari della lingua e delle labbra, sempre più rapidi, lo spingeva alla follia dei sensi.

- Ti prego …..non resisto – gemette ormai allo stremo.

- E tu…non resistere – disse lei ridendo.

Spike spalancò gli occhi incredulo e scosso da spasmi di piacere intensissimo si abbandonò a lei.

- Va bene Amore eccomi – fu l’unica cosa che riuscì a dire mentre ad occhi chiusi, piegava la testa all’indietro e si abbandonava sulle lenzuola.

Quando riaprì gli occhi lei gli si era accoccolata accanto e lo guardava con espressione divertita.

- Sei un diavolo di donna, lo sai questo vero? – sorrise lui con il respiro ancora irregolare e la voce roca.

- Si – annuì lei con la testa prima di chinarsi su di lui alla ricerca delle sue labbra morbide e sensuali.

- Dimmelo ancora Buffy – le chiese lui accarezzandole la schiena lentamente.

- Lo sai che ti amo – gli sussurrò in un orecchio stringendolo a se.

- Si ma tu dimmelo lo stesso. Mi piace sentirtelo dire – le baciò la fronte.

- Ti amo. Ti amo e ti amo – gli disse lei divertita e poi con fare furbo aggiunse…

- Non è che anche tu vuoi assaggiarmi un pochino vero? –

Spike la guardò incredulo e facendo scivolare le sue labbra sul corpo ansioso di lei disse – Sì…proprio un diavolo di donna –

 

Fine

Fine