Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

L’AMORE RITROVATO

Di Spuffy       

 

 

 

 

Sunnydale 10 maggio 2003

 

È pomeriggio, ed è di nuovo maggio. Adoravo questo mese tanto tempo fa. Adesso è solo il mese in cui tutto il mio amore mi è stato portato via. Il mese in cui i miei sogni di ragazza si sono infranti contro il muro invalicabile del destino.

 

….Avevo sedici anni e mezzo quando ci eravamo conosciuti. Lui era bellissimo e tenebroso. Occhi scuri e profondi, sguardo perso nel vuoto e aria sempre triste e un po’ imbronciata.

Liam O’ Donnel si chiamava.

Era l’architetto incaricato dal sindaco della città di ristrutturare il liceo.

Ricordo ancora quando fece il suo ingresso nei corridoi della scuola. Tutte le ragazze se ne innamorarono all’istante. Compresa me.

Ero pazza di lui. E come una pazza mi comportai.

Ci mettemmo insieme due giorni dopo che era arrivato a Sunnydale e dopo appena cinquantatre giorni ci sposammo. Si ci sposammo.

Ero in cinta e anche se mia madre non era d’accordo, alla fine cedette di fronte al mio amore immenso per lui. Sperando che sarei stata felice. E felice lo sono stata almeno per i primi quattro mesi. Poi tutto è finito.

Ancora oggi quando ci ripenso ( e non posso farne a meno. Non in questo giorno ) non posso che sentire una fitta immensa al cuore. Di lacrime non ne verso più, perché non me ne sono rimaste da versare.

Sono passati sette anni eppure mi sembra come fosse ieri. La festa e lui che balla con lei, Darla Swanson. Bella e sofisticata giornalista del Sunnydale Time. Il suo sguardo fisso in quello di lei.

Ed io che sono lì in un angolo che osservo. Gli altri sussurrano, sanno ma non mi dicono nulla.

Il ritorno a casa, lui che guida ed io che sono furiosa e lo aggredisco.

Lui che nega e poi alla fine ammette. Il mio cuore che si spezza e il fiato che mi manca.

Le mie urla disperate di dolore e di rabbia, l’auto che sbanda e poi due fari e uno schianto.

Quello del mio cuore e della mia vita.

Il risveglio in ospedale e la voce fredda ed atona di un medico in camice bianco.

Che simula una faccia affranta, mentre io so che è normale routine.

‘ Signora mi spiace suo marito non c’è l’ha fatta e purtroppo anche il bambino….’ Silenzio.

Da quel momento tutto in me è silenzio.

Da quel giorno è solo sopravvivenza.

Della Mia vita non c’è più traccia. Solo un’ombra sbiadita che viene a farmi visita nei sogni. Quando lo vedo bellissimo e vivo come quel primo giorno a scuola. Il suo volto triste e l’aria un po’ malinconica. Ma è solo un sogno, e come tutti i sogni all’alba svanisce lasciando il posto alla mia vuota, fredda e grigia realtà.

- Mi manchi amore – dico sulla sua tomba posando una rosa rossa (lo faccio ogni anno)

e poi accarezzo la lapide accanto. Dove c’è il mio bambino che ho tanto sognato e che non ho mai visto.

Sospiro lievemente e riprendo lentamente la strada verso casa.

 

Mia madre è morta da quattro anni, ha visto il mio dolore e ne ha sofferto con me e per me.

E questa è un’altra cosa che non mi perdonerò mai.

Ancora non ho il coraggio di andarla a trovare.

Quando è morta io non c’ero. Se n’è andata da sola in silenzio, ed io avevo ancora tante cose da dirle e da farmi perdonare.

Ogni volta mi soffermo davanti al cancello, le chiedo perdono e le mando un bacio e un abbraccio.

Anche se so che non ci sarà risposta oramai.

 

È mattina e devo andare a lavorare come ogni giorno. Insegno educazione fisica al liceo di Sunnydale. Chissà perché non riesco ad allontanarmi da questo posto.

Come una maledizione o come l’assassino che torna sempre sul luogo del delitto.

Io ritorno sul sentiero dei ricordi, mi nutro del passato e mi rifiuto di andare avanti.

- Ciao Buffy finalmente sei arrivata – la voce squillante di Willow mi strappa ad i miei cupi pensieri.

- Ciao Will come stai? Meglio spero –

Willow insegna informatica al liceo, è una testa quadrata. Lo è sempre stata.

- Si grazie. L’influenza è passata – mi sorride dolcemente.

- Hai saputo chi ritorna in città? –

- No chi? – le chiedo mostrandomi fintamente curiosa.

- Spike –

- Chi? – le chiedo.

- Come chi? Quello di Cronache di vampiri. Lo scrittore Buffy –

- Chi dici William Darcy? –

- Si esatto, il suo nome d’arte è Spike –

- E cosa viene a fare qui? –

- Ma è possibile che tu non sappia mai nulla? –

sbuffa un po’ divertita.

- Torna ad insegnare qui al liceo. Letteratura inglese -

- Ah – dico davvero stupita questa volta.

- Te lo ricordi? Com’era timido e goffo? Ma anche gentile e buono? -

- E come mai? Non era…-

- Beh gli piaceva insegnare qui. Poi c’è stata quella storia, di sua moglie con il bibliotecario Rupert Giles. Te lo ricordi? –

Annuisco con la testa.

- Si certo che mi ricordo quello che è accaduto. -

 

 

…Lei la bellissima e snobbissima Drusilla Parker, lui era il timido e gracile William Darcy. Bersaglio preferito di dispetti ed umiliazioni di studenti e colleghi.

Lei aveva perso la testa per il bibliotecario ed era scappata con lui in Inghilterra.

Il marito l’aveva seguita per cercare di convincerla a tornare con lui.

Da quello che poi si era detto… lei non ne aveva voluto sapere ed aveva chiesto il divorzio.

Lui era rimasto in Inghilterra e non se ne era saputo più nulla sino a tre anni fa quando era uscito il volume CRONACHE DI VAMPIRI, il cui autore si firmava Spike, ma che si era diffusa la notizia fosse niente di meno che il timido, introverso William Darcy in persona.

Ripenso per un istante al suo gesto di tirare su gli occhiali sospingendoli con l’indice e sorrido.

Era un tipo davvero strano.

 

- Spero solo non lo prendano ancora in giro. Mi spiacerebbe molto –

Willow sembra davvero prendere a cuore la sorte del ‘ povero professor Darcy ‘ e un po’ dispiace anche a me.

- Sì lo spero anche io – ma in fondo non mi interessa poi molto.

 

…Come al solito arrivo trafelata a scuola.

- Sempre in ritardo, Signora Summers – mi dice sorridendo il custode, ormai abituato alle mie corse disperate verso l’entrata dei professori.

Gli sorrido e gli faccio un cenno di saluto con la mano.

E poi Boom, mi scontro con qualcuno.

- Oh mi spiace io non volevo ….- e alzo lo sguardo rimanendo di sasso.

Pietrificata come una statua.

- Non ti preoccupare Buffy –

- Ma come fa a conoscere il mio no…me …Oh mi..o D…io le…i è…-

‘ Ecco ho fatto la mia bella figura giornaliera ‘ sto balbettando.

- Sì sono io – lui sorride ed io sono sempre più impacciata.

- Ora sarà meglio andare, a quanto pare siamo entrambi in ritardo. –

Annuisco e entriamo nell’istituto.

Mi saluta e si dirige in presidenza mentre io mi avvio verso la mia classe, convinta di aver avuto un’allucinazione.

Finita la lezione vado nella sala professori per rilassarmi un po’ e vedere Willow.

Appena entrata noto che tutti sono agitati e hanno un gran parlare.

- Buffy – Willow sembra sconvolta.

- Lo hai visto? –

Faccio l’indifferente. E chiedo con finta innocenza – Chi? –

- Come chi? William Darcy! – gli occhi sembra le schizzino fuori dalle orbite.

- Ah è già arrivato – mento ancora.

- Sì questa mattina. Avessi visto gli studenti e i professori. Buffy, è….come ti posso dire? È un rospo che si è tramutato in principe. Credo che non ci sia altra metafora per definirlo –

‘ come al solito se non ci piazza un po’ di cultura in mezzo non è contenta ‘ mi dico sorridendo.

Non commento.

Poi vedo il suo sguardo farsi languido e la bocca accennare un sorriso a trentasei denti.

- Salve – la sua voce alle mie spalle.

- Salve – dice lei e per un attimo mi sembra che abbia gli occhi a cuoricino.

Se non sapessi che è Lesbica, comincerei a preoccuparmi sul serio.

- Ci rivediamo Signorina Summers – ‘ beccata ‘ mi dico maledicendomi per aver mentito a Will.

- Salve – gli dico io un po’ seccata. Mentre Willow mi lancia uno sguardo eloquente.

Lui si avvicina al suo armadietto e lei mi sussurra all’orecchio

- Ma avevi detto di non averlo incontrato –

- Me ne ero scordata – ‘ ma si può inventare una balla più stupida di questa? No credo di no ‘

- A davvero? – Willow mi osserva sospettosa ed io chissà perché mi sento colpevole ma non so di cosa.

- Beh allora che ti sembra? – mi chiede curiosa indicandolo con la testa.

- Cosa vuoi che ti dica? Se ti piacciono i tipi alla: sguardo che uccide. Occhi blu come il mare in tempesta, penetranti ed intensi. Fisico scolpito, carnagione pallida. E aria da bello e dannato, ‘ fate spazio arrivo io ‘ allora…-

Lei mi guarda stupita e mi dice

– Accidenti gli hai fatto la radiografia Buffy –

Mi mordo il labbro inferiore.

Accidenti non credevo di averlo osservato così a fondo.

Alzo le spalle e ribatto sicura.

- Gli conosco i tipi come lui non portano nulla di buono -

Willow mi guarda con dolcezza e mi stringe la mano.

Le sorrido e le dico per sdrammatizzare

- Fai ancora in tempo a passare dall’altra sponda -

Ridiamo e insieme usciamo dalla stanza.

Sulla porta gli do un’ultima occhiata, e strano anche lui sembra mi stia guardando.

‘ Sì proprio il tipico pianta grane ‘ e stringo la borsa con rabbia.

 

Scendo dall’autobus, da quel giorno evito di prendere le automobili. Quando ci sono proprio costretta stringo sempre la maniglia della portiera con la mano e sono rigida come un pezzo di legno.

Attraverso il vialetto diretta verso la mia silenziosa casa. Quando noto una De Soto nera parcheggiata nel viale della casa accanto. Che è rimasta vuota da quando i proprietari si sono trasferiti a Chicago per lavoro.

…Ed eccolo seduto sulla palizzata del portico, poggiato ad una colonna con la testa rivolta all’in su intento a fumare una sigaretta. Ed è maledettamente sexy, lo detesto, questa è una cosa certa.

‘ Accidenti ma proprio qui doveva venire a stare ‘ mi chiedo e sono infastidita.

- Ehilà Buffy. A quanto pare siamo vicini – ride.

- Già – rispondo io e il mio tono non è entusiasta.

Ma lui sembra non accorgersene.

- Una sera di queste magari organizziamo qualche cosa. Che ne dici? -

‘ Pianta grane lo dicevo io ‘ mi mordicchio nervosamente il labbro e chiudo ed apro le mani ritmicamente.

- Sì, si vedremo – dico tanto per dire qualcosa e togliermelo dai piedi.

- Allora buona notte e sogni d’oro piccola -

Faccio una smorfia che dovrebbe essere un sorriso e rientro in casa.

Lancio la borsa su una sedia, mi tolgo le scarpe e a piedi nudi mi dirigo verso il divano.

‘ Piccola? ma come si permette. Imbecille ‘

 

Guardo la foto di Angel sul caminetto e mi dico decisa ‘ mai più ‘ .

E mestamente mi dirigo nella mia stanza vuota.

 

E le cose non possono altro che peggiorare….

Sono alla fermata, piove a dirotto e questo dannato autobus non vuol saperne di passare.

Ho i vestiti inzuppati.

Si ferma davanti a me e abbassa il finestrino.

- Su Buffy salta su ti accompagno a casa – sta guardando la mia maglietta bagnata e questo mi infastidisce.

- No grazie aspetto – e mi guardo intorno sperando che il maledetto autobus venga a togliermi da questa dannata situazione.

- Avanti non fare la testarda e Sali in macchina. O ti prenderai un’ accidente – faccio una smorfia contrariata, ma non so perché, il suo tono risoluto ha effetto su di me. Così salgo in macchina. Sono a disagio e spaventata. Stringo la maniglia come sempre e mi irrigidisco.

Lui accende il riscaldamento, si toglie la giacca e me la sistema sulle spalle. Sfiorandomi leggermente il collo con le dita.

Sussulto lievemente a quel contatto.

E mi irrigidisco ancora di più.

Lui mi guarda e sorride.

- Andiamo – e mette in moto.

Con la coda dell’occhio mi osserva, ha notato il mio disagio e cerca di capirne il motivo.

Ogni curva, ogni semaforo ed ogni sterzata il mio cuore sussulta e accelera. Arriviamo in pochi minuti che a me sono sembrati un’eternità. Mi catapulto fuori dalla macchina.

- Grazie mille –

Lo ringrazio senza guardarlo in viso e corro in casa richiudendomi la porta alle spalle.

Pochi istanti e qualcuno bussa alla porta.

‘ Se pensa che gli debba qualcosa per il passaggio si sbaglia ‘ mi dico e spalanco la porta, pronta a fare una scenata.

- Sì cosa c’è adesso? – gli domando puntando i pugni sui fianchi.

Lui mi guarda tra il divertito e il serio.

- Scusami ma hai dimenticato…- e mi indica la giacca.

‘ Oh… la giacca ‘ e non so se sono più delusa o imbarazzata.

- Sì scusami – gli dico porgendogliela.

- Niente – mi guarda ancora un istante e poi si allontana salutandomi con la mano, dicendomi

- A domani –

Richiudo la porta e batto i piedi per terra.

 

Ancora non lo sapevo ma di lì a poco le cose sarebbero precipitate senza che io potessi far nulla per impedirlo.

…. Le spese sostenute per la malattia di mia madre mi hanno costretta ad indebitarmi ed il mio lavoro basta a mala pena per me. Un giorno, io e Will trovandoci a discutere sul modo di arrotondare le entrate mi ha suggerito di mettere un annuncio, nel college per affittare una stanza della mia casa vuota.

Ho esitato per un po’, poi alla fine mi sono decisa ‘ non lo avessi mai fatto. Così sono iniziati i miei guai…’

 

Metto quel maledetto annuncio e nel pomeriggio mentre sono a casa bussano alla porta, apro e chi mi trovo davanti? … sempre lui Mr. Sorriso durbans.

- Ciao Buffy, ti disturbo? – ‘ ormai sei entrato, che lo domandi a fare? ‘ penso infastidita.

- No certo che non disturbi – sorrido falsamente.

- Ho letto l’annuncio ed eccomi qua –

‘ Cosa?? Ma è matto? Ha una faccia tosta questo che davvero lo prenderei volentieri a schiaffi ‘

- Ma io veramente pensavo a ….-

- Mm…non avrai paura di me spero? E poi non mi farai le discriminazioni vero? –

- No, certo ma vedi io…avevo pensato che visto …..-

- Buffy se non vuoi basta che mi dici No. Io capisco se hai qualche timore – e mi guarda sornione.

- Io non ho paura – lo guardo con aria di sfida e casco nella sua dannata evidentissima trappola. Ma il mio orgoglio mi rende cieca.

- No dico sul serio Buffy, capisco – e fa per andarsene ed io faccio la cosa più assurdamente sbagliata.

- Va bene ti affitto la stanza. Solo che pensavo avessi già un posto – ed indico la casa accanto.

- No, me l’hanno prestata per due settimane. Un favore, nell’attesa di trovare una sistemazione –

- Ah capisco – muovo nervosamente le mani.

- Allora quando posso trasferirmi ?- sbarro gli occhi.

‘ Ma come? Quando gli ho detto che può venire qui? ‘

Riavvolgo il nastro e…’ Maledizione, gli ho appena affittato casa. Mi sento male ‘

- Non saprei .. non ci avevo ancora pensato –

- Oggi stesso va bene? – spalanco gli occhi incredula.

- Veramente – sono incapace di articolare una parola.

- Okay allora a tra poco – e se ne va con aria baldanzosa. Lasciandomi a rodere per la mia poca presenza di spirito e disattenzione.

‘ Viene a stare da me. Qui in questa casa. Oddio che ho fatto? ‘

 

Poco dopo eccolo riapparire con uno zaino e due borse al seguito.

È euforico. Entra in soggiorno e posa tutti i bagagli. Si guarda intorno e dice

- Bello qui. Allora mi fai vedere la casa e la mia stanza? -

- Sì cer..to – dico rassegnata.

Maledicendomi in tutte le lingue, anche quelle che non conosco.

- Questa è la cucina lì c’è la sala da pranzo e il ripostiglio – saliamo le scale.

- Questo è il bagno. Questa è la tua stanza e questa di fronte è la mia –

- Bene – sorride – stanze vicine –

- Già – faccio una smorfia contrita.

- Quali sono le regole della casa? – chiede curioso.

- Beh niente droga o cose illegale, per il resto siamo adulti e vaccinati (quanto mi sarei pentita di questa frase detta a cuor leggero) –

- Perfetto. Adesso che ne dici di festeggiare? Ho una bottiglia di buon bourbon in valigia –

‘ Mi vuole già far ubriacare? ‘ esito e lui si accorge dei miei dubbi.

- Ah ho capito, tu sei il tipo ‘ no grazie non bevo. No grazie non fumo ‘ vero? -

Quanto lo detesto, come osa dare giudizi su di me senza conoscermi.

- No io bevo e qualche volta fumo anche – ‘ ma a chi la vuoi dare a bere Buffy? ‘

- Ah davvero – tira fuori il pacchetto dalla tasca e si accende una sigaretta e poi me la porge

- Su avanti una boccata sola – io stringo il pugno, non posso cedere e prendo la sigaretta in mano.

Sto fumando. Una sola boccata e la mia gola è in fiamme. Tossisco forte senza riuscire a fermarmi. Gli occhi mi lacrimano e mi sento ancora una volta imbecille. Sembra che ci abbia fatto l’abbonamento.

- Ah, ah, ah – ride, senza ritegno. Ed io vorrei ficcargli in gola la sua dannata sigaretta.

- Dai Buffy non fa nulla. adesso mi sistemo e poi scendo per la cena. Tu non preoccuparti.

Raccoglie le sue cose e va nella sua stanza, mentre io in cucina penso al modo di liberarmi al più presto di lui.

‘ Perché mi sento tanto Willy il coyote alle prese con Beep Beep? ‘

 

A cena siamo in silenzio, mi sento a disagio, è da tanto che sono abituata al silenzio che il tono della sua voce che mi domanda del pane, mi fa trasalire.

- Guardiamo un po’ di Tv dopo? – domanda mentre addenta una mela.

- Si va bene – ormai sono rassegnata a tutto.

Seduta accanto a lui mi sento strana. In quella stanza anni prima spesso mi sedevo accanto a lui e lo abbracciavo mentre guardavamo la tv o parlavamo del nostro bambino. È trascorsa un’eternità.

Non resisto e così mi alzo e frettolosamente gli dico

- Buonanotte William, sono molto stanca. Ci vediamo domattina -

- Notte Buffy –

 

Nella sala professori regna un’atmosfera irreale, la notizia si è sparsa a macchia d’olio. Tutti mi guardano stranamente. E noto che molte ragazze lo fanno con invidia.

 

- Buffy dimmi che non è vero? – la voce angosciata e dubbiosa di Willow mi fa trasalire.

- Purtroppo è vero – e poso la fronte sul banco.

- Ma come??-

La guardo con gli occhi disperati.

- Non lo so. Ti giuro non so come sia potuto accadere –

ed è la verità ancora non mi sono resa perfettamente conto di come siano andati i fatti.

- E adesso che hai intenzione di fare? –

- Liberarmi di lui – dico decisa.

- Davvero? – domanda

- Sì certo. – rispondo un po’ infastidita, Willow che non si fida ciecamente di me, è una cosa che mi fa molto male.

- Però è un vero peccato – ed anche gli occhi di Willow sono due cuori palpitanti.

‘ Oddio ma ci deve essere in giro un virus, Spikkite acuta potrebbe essere. ‘

Lo guardo sorridere e parlare con due studentesse e la cosa mi irrita non poco. Ma non voglio pensarci.

 

Sto tornando a casa e ripeto mentalmente il mio bel discorsetto ‘ mi spiace ma ho deciso di non affittare più la stanza ‘ è tutto preparato.

Entro decisa ….sento rumori provenire dalla cucina, e la sua voce

 

- Sei arrivata finalmente. Giornata dura? Su vieni in cucina – ancora rumori.

 

Mi fermo sulla porta e il mio discorso si spiaccica su una tavola riccamente imbandita.

Lui in grembiule che sul davanti ha la scritta ‘ touch me ‘. (Non avrei mai dovuto comprarlo) Sta preparando la cena.

Mi accoglie con il suo sorriso dolce e gentile, ed è bello dopo essere stati per tanto tempo soli, avere qualcuno che ti prepara la cena. Qualcuno che pensa a te, che ti aspetta a casa.

Ho gli occhi lucidi, ma lo nascondo bene.

- Non dovevi disturbarti, io me la sarei cavata – e lo guardo in adorazione quasi.

- Per me è un piacere. Buffy –

Mi ricordo del discorso e mi dico che ‘ adesso o mai più, se comincio a mangiare addio è la fine dei miei buoni propositi ‘

- Senti io devo dirti una cosa….-

- Sì dopo Buffy adesso spogliati e vieni a mangiare –

mi si avvicina (maledetto grembiule) e mi sfila la giacca dalle spalle. Con le mani mi sfiora la schiena ed i fianchi. E mi spinge verso la sedia.

Mi fa sedere e mi mette il tovagliolo sulle gambe. Il suo viso così vicino al mio mi fa accelerare il battito cardiaco. Poi prima di rialzarsi gira la testa verso di me, siamo a pochi centimetri

‘ chissà se può sentire il battito del mio cuore ‘ mi chiedo stupidamente.

Sorride ed io mi perdo in quello sguardo, in quel sorriso e in quel volto.

Si siede di fronte a me e apre il vino.

Ne versa nei bicchieri e poi propone un brindisi

- A noi due, ed alla nostra vita insieme -

è così ambiguo, così maledettamente sicuro e sorridente.

Come diavolo faccio a dirgli che lo voglio sbattere fuori casa?

Inutile non ce la faccio, è una battaglia persa.

I bicchieri si toccano e poi lentamente bevo un sorso di vino.

Finito di cenare ci rechiamo in soggiorno a vedere un po’ di tv, sono tesa e mi tocco nervosamente la spalla un po’ dolorante. Lui se ne accorge e senza dire nulla si alza e si posiziona alle mie spalle. Comincia a massaggiarmi. Io mi difendo, ma lui non vuol sentire ragioni, continua la mia lenta agonia. Le sue mani sulle mie spalle sul collo. Un brivido percorre tutta la mia schiena.

- Se fossi nuda il massaggio sarebbe molto più intenso e rilassante Buffy – dice a bassa voce.

Mi sto lasciando andare. Mi prende per il mento e gira il mio volto verso il suo e mi fissa per qualche istante. Poi si avvicina lentamente. ‘ Oh. Oh, sta per baciarmi e adesso che faccio? ‘

Squilla il cellulare e lui risponde lasciandomi.

La sensazione di abbandono è forte in me. evito di commentare però.

- Scusami – mi dice

- Di cosa – gli dico facendo la finta tonta.

Mi alzo, cogliendo l’occasione per filarmela e gli do la buonanotte.

- A domani -

- A domani – risponde lui e i suoi occhi sono puntati sfacciatamente su di me, che ho ancora il viso un po’ accaldato, per l’emozione di quel nuovo contatto, dopo tanto tempo.

Salgo di sopra e chiudo a chiave la stanza.

E davanti ai miei occhi rivedo le sue mani, affusolate, calde e morbide.

Mi infilo sotto le coperte e so già che sarà una notte agitata questa.

 

E’ sera e fa particolarmente caldo, seduta nel portico mi godo la tranquilla serata.

Lui mi raggiunge e sembra allegro.

- Perché ieri sei scappata? - domando secca

Detesto il suo modo di andare dritto al sodo.

- Scappata? Ma cosa dici – mento sfacciatamente.

Si siede e resta silenzioso per un po’.

- Ah no? Non sei scappata? –

- Non capisco proprio cosa tu voglia dire – ‘ che pessima bugiarda sono ‘

- Ma davvero? –

Sono seccata.

- Ma insomma che ti prende? Cosa accidenti vuoi da me? -

Si alza e si avvicina a me deciso e calmo.

- Questo – dice sommessamente e mi attira a se, cingendomi con le sue braccia la vita. E’ un tocco leggero ma molto intenso.

Mi bacia dapprima lentamente e dolcemente, poi sempre più profondamente e appassionatamente.

Quando si stacca da me le mie guance sono in fiamme e gli occhi lucidi.

Sto quasi piangendo, è da quando lui è morto che nessuno mi toccava e baciava in quel modo.

- Lasciami – gli dico

- Vuoi davvero che lo faccia? – sussurra la sua bocca sulla mia.

E mi bacia ancora, questa volta il bacio è intenso e disperato.

I nostri corpi aderiscono.

Lui mi accarezza la schiena e i fianchi, mentre io gli passo una mano tra i capelli e con l’altra lo attiro ancora più verso di me.

Poi il rimorso mi assale, e mi stacco da lui.

- Basta – urlo.

- Perché? – dice in un fil di voce, ancora alterata per il bacio.

- Perché sì – e lo guardo quasi con odio.

- Per via della foto sul camino? – dice a brucia pelo fissandomi negli occhi.

Non rispondo. Ma il mio sguardo diventa cattivo.

Non mi piace chi si intromette nei miei pensieri.

- Allora? – incalza ansioso.

- Sono fatti miei. Io detesto le persone impiccione – mi libero dalla sua stretta e rientro in casa.

Abbandonandomi ad un pianto liberatorio. E guardo la sua foto sul camino, sembra come mi guardi e mi giudichi. Corro di sopra e mi chiudo nel mio regno di silenzio e di solitudine.

 

La sveglia suona devo alzarmi. Ho dormito poco questa notte ed ho il viso stanco e un po’ sbattuto. E gli occhi pesti.

Lo evito accuratamente anche se so che è inutile, quel bacio ha risvegliato in me emozioni sopite. Che non posso controllare.

Willow mi aspetta al caffè della scuola con il viso immerso in un libro come sempre.

- Ciao Will – la saluto sedendomi al suo tavolo.

- Ciao Buffy – mi risponde lei.

- Del caffè – dico al cameriere.

- Buffy hai un’aria stanca. Stai male? – mi osserva seria.

- Non ho dormito bene –

- Cosa è successo? –

- Niente – ma la mia voce ha un tono alterato.

Bevo il caffè lentamente.

- Hai litigato con Spike? –

Sono stupita.

- Perché dici questo? – la fisso.

- Sai – esita un istante e poi prosegue.

- Credevo ti piacesse –

- Cosa? – gli occhi mi si spalancano.

- Beh, dal modo in cui …-

E’ imbarazzata.

- Ma come ti salta in mente una cosa così stupida? -

Sono arrabbiata. E questo convince ancora di più Willow che ha colto nel segno.

- Quello stupido, arrogante, scrittore da quattro soldi, con quei capelli….- non riesco a trovare un termine abbastanza offensivo e balbetto furiosa.

- Scusami Buffy non volevo farti alterare –

Willow è dispiaciuta, ma nei suoi occhi leggo la convinzione di aver ragione.

- Scusami tu Will – le dico abbassando lo sguardo.

- Ho deciso questa sera gli dico di andarsene – ma non sono contenta nel dirlo.

- Sei sicura? – chiede un po’ esitante.

- Si certo – mi riprendo subito e alzo lo sguardo.

Non dice nulla. Pago il caffè e ci salutiamo, abbiamo lezione entrambe.

Sto tornando a casa finalmente, la giornata è stata pesante e sono stanca.

E purtroppo non è ancora finita. Mi aspetta il quarto d’ora più difficile della giornata.

Dire a Spike che deve andarsene.

Le luci sono accese, è in casa.

Inserisco la chiave nella toppa e sento musica provenire da dentro.

Apro e richiudo la porta.

Entro in soggiorno e vedo Spike seduto sul divano accanto a una ragazza bionda vestita elegantemente. Lei si volta a squadrarmi per qualche secondo e poi guarda Spike.

- Questa è la mia padrona di casa – dice lui con noncuranza.

- Buffy, questa è Harmony una mia amica - le sorride dolcemente.

Una fitta mi prende allo stomaco e so di nuovo cosa significa essere gelosi.

- Piacere – dico in tono asciutto.

- Piacere – dice lei quasi con disprezzo.

- Sarà meglio che vada adesso – si alza e con fare sicuro si dirige verso la porta.

Esista qualche momento davanti a me. Sorride canzonatoria e poi prosegue.

Lui l’accompagna e richiude la porta alle sue spalle dopo averle dato un bacio sulle labbra.

Rientra in soggiorno come nulla fosse. Io sono furiosa.

- E quella chi era? – domando, e nella mia voce si avverte la rabbia.

- Te l’ho detto è un’amica – mi risponde, quasi divertito dalla mia reazione.

- A davvero? – sono gelosa e non me ne rendo conto.

- Perché? – domanda lui e nei suoi occhi vi è una luce sorridente.

- Perché non mi va che degli sconosciuti entrino in casa mia – mento.

- Buffy questa è anche casa mia e poi ricordi le regole della casa? –

Mi mordo il labbro.

- Ma cos’ hai? sembri quasi gelosa – mi fissa arrogante, sollevando il sopracciglio maliziosamente.

- Cosa? Sei per caso impazzito? – mi sento colta in fragrante e cerco di rimediare come posso.

- Hai capito Buffy – sembra sicuro di se.

- Ti stai sbagliando completamente –

- Ah davvero? –

Socchiude gli occhi e mi fissa.

- Io ….non sono gelosa – dico ma non sono molto convinta.

- Meglio così – non sorride più, ma continua a fissarmi.

- Buonanotte – mi dice calmo.

- Buonanotte – gli rispondo fredda.

E dimentico completamente i miei propositi di dirgli di andarsene.

E’ arrivato alle scale quando si ferma gira il capo e mi guarda. Io sono rimasta in piedi al centro del soggiorno.

Torna verso di me velocemente.

- Dimenticavo una cosa -

- Cosa? – gli chiedo seccata ed ancora arrabbiata.

E’ di fronte a me a pochi passi.

- Il bacio della buonanotte – e senza che io possa dire o fare qualcosa mi prende tra le braccia e mi bacia a lungo ed intensamente. Un calore intenso mi avvolge e confonde.

Sono senza fiato e inebetita quando lui mi libera dalla sua stretta. È finito troppo presto.

Sorride di nuovo.

E senza dire nulla si dirige alle scale e sparisce di sopra.

Lasciandomi sola e ancora sconvolta per quello che è accaduto.

‘ Deve andarsene. E subito ‘ penso ed una sensazione di paura e di eccitazione insieme mi pervade.

 

A scuola sono nervosa e agitata, Willow mi aspetta. Vuole sapere come sono andate le cose e se lui è andato via da casa mia.

- Allora? – mi guarda con aria interrogativa.

Non ho il coraggio di dirle che non ci sono riuscita, che lui mi ha baciato.

- Gliel’ho detto chiaro e tondo Will – ‘ bugiarda, bugiarda, altro che naso di Pinocchio ‘

- E lui è rimasto molto male? – ‘ accidenti sembra più dispiaciuta per lui che per me. Ma insomma lei è la mia amica non la sua. ‘

- E’ andato via? – domanda allarmata – non dirmi che lo hai sbattuto per strada? – sembra spaventata.

- No, credo gli ci vorrà un po’ per rielaborare quello che gli ho fatto capire. –

- Glielo hai detto o no? – mi sta osservando dubbiosa.

- Sì certo, gliel’ho fatto capire chiaro e tondo – sudo freddo.

- Ciao Will – ‘ oh cavolo è lui ‘

- Ciao Buffy – mi guarda sorridendo.

- Ci vediamo a casa. Oggi ti preparerò qualcosa di buono vedrai. A dopo – e mi fissa con intensità. Prima di allontanarsi.

Willow mi sta fissando lo so, lo sento.

- Buffy? – dice sconcertata.

- Si lo so, credo non abbia capito. Forse sarà meglio che glielo spieghi di nuovo. Ora devo andare –

Mi alzo di scatto. – A domani Willow – e scappo via.

Essere colta in fallo due volte è troppo anche per me.

 

Torno a casa, dopo una giornata di lavoro e mi dico che questa volta gli dirò che deve lasciare la mia casa.

Entro piano, ‘ ho quasi timore di entrare in casa mia. È assurdo. ‘

- Ciao – la sua voce calda mi accoglie. E il suo sorriso mi scalda.

- Ciao – gli dico impacciata. Ho deciso di fargli il discorso e lo farò.

- Senti William, c’è una cosa di cui dobbiamo discutere – e cerco di sostenere il suo sguardo.

- Si tutto quello che vuoi tesoro – e piega la testa da un lato, facendo una smorfia così sexy che quasi mi manca il respiro. Resto incantata per qualche secondo. Poi mi ricordo ‘ il discorso ‘. Lui sta ridendo si è accorto che lo stavo osservando.

- Allora io ci ho pensato su…ed ho deciso –

- Si cosa tesoro – e si avvicina lentamente a me.

- Ho deciso che ….- è vicinissimo.

- Ho deciso che tu….- mi sta sbottonando la giacca. Mi sento una bambina.

- Togliamo questo prima okay? – e mi sfila la giacca.

- Senti io devo dirtelo proprio – e mi sto perdendo nei suoi occhi.

- Si certo lo so. Dimmi pure piccola – e mi toglie la borsa di mano.

- Voglio, io …..voglio….. – balbetto.

- Si cosa vuoi tesoro – e mi spinge verso il divano.

- Voglio che tu….- non riesco ad andare avanti.

Mi sta fissando divertito e con lo sguardo mi accarezza. Rabbrividisco.

- Voglio che….- e deglutisco a fatica.

- Sì lo so. Anche io lo voglio – dice lui, mi attira a se e mi bacia.

Lo sto baciando ‘ ehi ma non è questo che vuoi Buffy. Oppure si …?’

Non smette di baciarmi ed io mi sento una perfetta idiota. ‘ Willy il coyote appunto. ‘

 

Mi sta stringendo e mi spinge sul divano, siamo avvinghiati, ed eccitati.

Infila una mano nella mia camicia e sfiora con le dita le punte turgide dei miei seni.

Sento una fitta di piacere intenso. Mi spingo verso di lui.

- Spike – sussurro.

- Si parla passerotto. Cosa volevi dirmi – e continua a torturarmi carezzandomi il seno.

- Io voglio che…Ah – emetto un gemito soffocato.

- Sì cosa? – domanda lui.

- Voglio…io voglio ….- respiro affannosamente.

- Si cosa vuoi dimmi – e mi bacia il collo senza tregua.

- Voglio che…ah, sii – mi accarezza strappandomi gemiti, su gemiti.

- Si così. Mi piaci quando sei eccitata tesoro –

Arrossisco violentemente.

- Voglio. Si io voglio – mi sto perdendo.

- Ti ascolto avanti parla – e mi bacia ancora impedendomi di continuare.

- Ti prego, non riesco a parl…- un bacio e una carezza sempre più profonda ed intensa.

- Ah, ah – sono senza fiato.

- Si ancora così – mi dice all’orecchio.

Una lacrima scivola sulla mia guancia e di nuovo la sensazione di tradimento.

- Ti prego Spike basta – non riesco a smettere di baciarlo e imploro lui di farlo.

Continua a baciarmi, poi si stacca e mi fissa.

Il suo sguardo è pieno di desiderio.

- Va bene Buffy, come vuoi tu –

Si passa una mano tra i capelli, poi si alza dal divano e si dirige in cucina.

Mi sento una sciocca. Desidero ancora le sue mani su di me, le sue carezze e i suoi baci.

- Su dai vieni a mangiare Buffy. Ti ho preparato qualcosa -

Abbasso lo sguardo ‘ stupida ‘ mi dico e lo seguo.

Ceniamo in silenzio. Alla fine però finalmente riesco a parlare.

- Senti Spike. Devi andartene – ce l’ho fatta. L’ho detto.

- Cosa vuoi dire? – sembra tranquillo.

Si alza e sparecchia, poi mi guarda divertito.

- Allora Buffy? -

- Hai capito. Non puoi restare qui –

Non oso guardarlo. Sento il suo sguardo puntato su di me e fa scintille.

- Cosa devo capire? – è serio.

- Che te ne devi andare –

- Perché? –

- Perché …- non so cosa dirgli.

Non posso confessargli che voglio che se ne vada perché provo qualcosa di travolgente per lui e che ho paura di me stessa.

- Si avanti….- mi incalza.

- Perché ho deciso così – sprofondo.

- Cioè vuoi dire che dovrei andarmene perché ti piace baciarmi e farti toccare da me? – è freddo mentre lo dice.

- Non ho mai detto questo. Cioè che tu mi piaccia – sono nel pallone.

- Quindi non ti piaccio? – mi domanda curioso.

- Io … non so se mi piaci – menzogne su menzogne.

- Allora forse non eri tu che poco fa mi baciavi ed imploravi con voce roca? –

Mi sta deridendo.

- Senti è stato il momento ..la novità. Io non mi sono…..-

Senza dirmi nulla si alza, si avvicina, mi tira su e mi bacia con foga.

Anche questa volta, non oppongo resistenza.

Quando mi lascia sono rossa in viso e in totale confusione.

- Bene cosa dicevi ‘ è stato il momento ‘ ? – sento la sconfitta arrivare bruciante.

- Io ….basta – urlo e scappo nella mia stanza. E mi detesto perché lo desidero.

 

Mentre salgo le scale sento lui che mi grida dietro

- Buffy non potrai scappare in eterno. Prima o poi ti stancherai ed io sarò lì per te. -

Nel letto non faccio che rigirarmi ed agitarmi. E quelle parole mi riecheggiano dentro.

So che ha ragione, sto perdendo il controllo.

Vedo il baratro davanti a me e non riesco a far nulla per evitarlo.

Nel buio vedo il volto di Liam e mi dico che ‘ questa volta no. Non accadrà ancora. Non ci sarà un altro uomo nella mia vita che mi spezzerà il cuore ‘.

La mattinata scorre lenta ed inesorabile, verso un nuovo tramonto e una nuova lotta contro le mie emozioni e le sue insistenze.

A pranzo come al solito sono con Willow....

- Ciao tesoro – rabbrividisco e sussulto a sentire quella voce.

Willow mi sta fissando ormai non la sconvolge più niente.

- Hai dimenticato questo – e mi porge una busta di carta con dentro un sandwich e una mela.

- Ho pensato che avresti avuto fame e così ti ho preparato qualcosa – sorride divertito.

Io voglio solo sprofondare, mentre i colleghi e le colleghe mi guardano con aria canzonatoria.

Non oso immaginare cosa stiano pensando.

- Ci vediamo dopo a casa – e mi posa la mano sulla mia. La stringe per qualche secondo e poi si allontana con baldanzosa arroganza.

- Ma….ma… Buffy cosa sta succedendo? – tutto il suo viso è un enorme lentigginoso punto interrogativo.

Ed io non so che cosa dire, e se non bastasse le sue allieve mi stanno fissando con sguardo assassino.

- Niente, cosa vuoi che significhi – ma la mia voce è forzatamente calma, non ingannerebbe nessuno, tanto meno Willow.

- mmm…..Buffy sei sicura che non hai nulla da dirmi? –

‘ oddio pensa siamo amanti ‘

- Guarda che io capisco e approvo – dice tutta eccitata, mentre io la fisso con la bocca aperta e occhi sgranati.

- Io invece non proprio capisco – e sbatto le ciglia incredula.

- Willow presto ti aspettano in sala professori – la chiamano dalla finestra.

- Willow che ne diresti di venire a cena da noi questa sera? –

‘ ti prego accetta, accetta. Non voglio restare sola con lui ‘

- Volentieri Buffy – ‘ sììììììììììììììììììììì ‘ esulto.

- Okay, allora alle diciannove? –

- Si perfetto – per questa sera il pericolo è scampato penso.

E sorridendo ritorno al lavoro.

 

Sono le diciotto, ho appena finito di prepararmi, scendo di sotto guardandomi in giro con circospezione. Spero di evitarlo sino all’arrivo di Willow.

- Come siamo carine questa sera – fischio, ‘ come non detto ‘.

- Grazie – dico seccata. Senza guardarlo.

Si avvicina a me lentamente. Sono agitata.

E’ davanti a me e mi sta fissando intensamente.

Il suo sguardo si sofferma sulle mie labbra, le accarezza con gli occhi.

Sono bloccata tra lui e il divano.

Inizia a far caldo nella stanza.

Allunga la mano per cingermi i fianchi quando fortunatamente suona il campanello.

- Willow – dico esultante, sfuggendo la sua stretta e correndo a rotta di collo verso la porta.

Lui sembra divertito.

- Ciao Buffy – dice Willow e resta di stucco.

Io la sto abbracciando disperata e la sto stringendo fino a toglierle il respiro.

- Buffy è da poche ore che non ci vediamo…non ti sembra di stare esagerando un pochino? -

Mi riprendo e cerco di darmi un contegno.

- Si ma è tanto che non vieni a cena – ‘ idiota ‘ mi dico ormai rassegnata.

Seduti a tavola, davanti a un bel piatto di pollo al cherry, ci guardiamo di sott’ occhi.

Il silenzio è imbarazzante.

E’ Willow ad interromperlo

- Beh come ti trovi qui William? – domanda guardandolo con aria sognante.

- Bene, questa casa è molto accogliente, anche se vorrei farci qualche piccolo cambiamento. Un tocco di colore e cose nuove –

- Cosa? La casa resta esattamente com ‘è – ribatto secca.

- Ne ha bisogno Buffy, come ne hai bisogno tu – risponde risoluto.

- Che ne sai tu di quello di cui ho bisogno io? – comincio ad alterarmi

- Beh non è una cattiva idea …- dice Willow esitante, cercando di calmare gli animi che si stanno infervorando.

- Lo so – i suoi occhi lanciano scintille.

- Tu non sai un bel niente – la mia voce trema.

- So di lui – ed indica la foto sul camino, mentre Willow trasale ed io divento furiosa. Come del resto ogni volta che si accenna a Liam.

- Ragazzi – dice Willow in un sussurro ma ormai è tardi. Tra noi il fuoco divampa.

- Tu non sai nulla – adesso sto urlando.

- So che hai sofferto per colpa sua e so che hai paura adesso. Paura di tornare a provare a fidarti di qualcuno. –

- Smettila, basta – dico a denti stretti.

- No – la sua voce è alterata quanto la mia.

- Voglio che te ne vada – batto i pugni sul tavolo.

- No scordatelo. Non ti libererai facilmente di me Buffy. Io non sono come gli altri, non mi farò intimorire dalle tue maschere. Io arriverò a te Buffy e tu non potrai fermarmi. Quindi rassegnati tesoro. – anche lui ha puntato i pugni sul tavolo.

- Vattene – urlo disperata, mentre le lacrime premono sugli occhi.

- Ho detto no –

- Forse sarebbe meglio se io me ne andassi – Willow fa per alzarsi.

- No Willow se qualcuno deve andare via, quella non sei tu – e lo fisso.

- Ad andare via devono essere i brutti ricordi – ci alziamo in piedi.

- Si Willow sarà meglio che tu vada. Io e la signorina qui dobbiamo parlare. –

Una luce sinistra gli attraversa lo sguardo.

- No resta –

Willow sembra sconvolta non sa cosa fare.

- Vai Willow –

- Lei non si muove di qui – ribatto ed ormai è una guerra tra noi.

Lui prende Will per un braccio e gentilmente, ma senza possibilità di replica, la accompagna alla porta e la richiude alle sue spalle. Dopo averle dato una frettolosa buonanotte.

- Ora a noi due tesoro – la voce è tagliente.

 

- Come hai osato? – stringo i pugni.

- Dobbiamo parlare adesso – risponde secco e continua a fissarmi.

- Non abbiamo nulla di cui parlare io e te. Voglio che domani stesso te ne vada da casa mia –

- Nemmeno per idea tesoro. Credo che abbiamo molte cose da chiarire e da dirci invece. –

La sua voce è risoluta. Sembra irremovibile.

- Ora basta sono stanca, di te e delle tue….- non so come definirle.

- A davvero? Io credo che tu abbia solo paura –

- Io paura? Tu devi essere pazzo – ma le mie labbra tremano impercettibilmente.

- Perché ti sto dicendo la verità? –

- Tu non sai niente te l’ho già detto – sto urlando.

- Invece sì – il suo sguardo si addolcisce.

- Buffy tu mi piaci da morire. So che lui ti ha spezzato il cuore e che ti senti responsabile per la sua morte. Ma non è così –

- Ti ho detto di farla finita –

- Buffy tu ti servi di Liam per difenderti. Ma non puoi vivere in eterno nel suo ricordo. Io non te lo permetterò. Ti voglio Buffy e lotterò per averti. Hai due possibilità o ti arrendi adesso oppure preparati ad un lungo assedio. –

Lo sto fissando incredula e calde lacrime mi accarezzano il viso.

Sento la rabbia salire.

- Smettila. Ho detto bastaaaa!! – singhiozzo e urlo.

- No – urla anche lui adesso.

- Ti odio –

- Non Mi importa Buffy. Tu sarai mia che ti piaccia o no –

- Tu sei pazzo. Se domani mattina non te ne sarai andato, chiamerò la polizia. –

Sono decisa, o almeno cerco di esserlo.

E mi accingo a salire le scale.

Lui mi si para davanti e mi blocca il passaggio.

- Vai via così? – mi domanda con aria di sfida.

- Lasciami passare – e cerco di oltrepassarlo.

- No. Non ho ancora finito – continua a fissarmi.

- Togliti di mezzo –

Mi prende per le braccia e mi attira a se.

Un bacio caldo e sensuale.

- E’ questo che vuoi, ed è questo quello di cui hai bisogno amore lo so. – mi dice sulle labbra.

- Lasciamiii – dico debolmente, cercando di sottrarmi alla sua stretta.

- No – e continua a baciarmi sempre più intensamente.

- Ho voglia di fare l’amore con te – mi dice con naturalezza e desiderio.

- No – urlo e cerco di spingerlo via.

- Sì, sento che mi vuoi anche tu Buffy – continua a baciarmi e ad accarezzarmi con passione.

Lunghi e dolci brividi di piacere mi scuotono dalla testa ai piedi.

- Ti prego, lasciami – piango.

Le sue mani scivolano lentamente tra i miei seni.

Il calore del suo tocco mi avvolge.

- Lasciami – nella mia voce non c’è più rabbia ma solo paura e angoscia.

- Perché dovrei farlo? sei così calda, così bella e così impaurita amore – dice e continua ad accarezzarmi e torturarmi.

Piango in silenzio e resto immobile.

E lui si stacca da me e mi fissa.

- Va bene Buffy per oggi ti lascio andare. Ma la prossima volta non finirà così. Quindi comincia a fartene una ragione. Io ti amo e tu sei mia –

Nei suoi occhi c’è la certezza e questo mi terrorizza. Anche se nel profondo una strana sensazione di piacere, di desiderio, e di attesa comincia a farsi strada in me.

- Buona notte tesoro – mi stringe ancora e mi bacia teneramente sulle labbra.

Poi si sposta per farmi passare ed io salgo di corsa le scale e mi chiudo in camera mia.

Con la certezza che non posso sfuggirli ancora a lungo.

 

E’ venerdì ultimo giorno scolastico della settimana, ma non sono affatto contenta. L’idea di passare tutto il fine settimana a lottare contro William non mi attira per niente.

Attraverso velocemente l’atrio e mi dirigo nella sala professori, so che lui non c’è. Oggi è a casa.

Willow mi aspetta e dallo sguardo sembra ansiosa di parlarmi.

- Allora? – mi domanda con il fiato sospeso.

- Allora cosa? –

- Ieri sera cosa è successo? – ha lo sguardo curioso

- Niente – rispondo seccata.

- Ma..io credevo che…. – ‘ si anche io ‘ (e sono sconvolta dal mio stesso pensiero).

- No, mai – sbuffo.

- Beh ma cosa ti ha detto? Sembrava furioso –

- Si mi ha detto le solite stupide cose –

- Quali solite stupide cose? –

- Lo sai ‘ mi piaci ‘ eccetera, eccetera. – dico seccata e sarcastica.

- Davvero ti ha detto che gli piaci? – lei sembra in estasi invece.

- Sì, e che mi vuole. Insomma ti ho detto le solite cose –

- Beh veramente non è che siano proprio le solite cose che ti dice un ragazzo – ‘ ancora occhi a cuoricino ‘

- Invece si – sto cercando di auto convincermi.

Devo assolutamente fare qualcosa per ferirlo e allontanarlo. Ed ecco che la soluzione mi appare davanti quasi per caso…

 

- Ciao Buffy – un ragazzo mi sorride gentilmente.

- Ciao Owen. Come stai? – sorriso mieloso.

- Bene grazie e te? –

- Bene – sorriso ancora più ammiccante.

Willow mi fissa come fossi impazzita.

- Beh ci si vede…- lo interrompo sfacciatamente

- Che ne dici di questa sera alle otto al Bronze? –

Adesso sia Willow che Owen mi guardano come se fossi impazzita.

‘ Ma io dico non si può decidere di uscire con un ragazzo carino il venerdì sera? ‘

- Beh si certo – mi risponde un po’ sconcertato e confuso.

- Allora è deciso a questa sera –

Si allontana con passo incerto.

- Ma Buffy –

- Cosa? Non posso voler uscire con un ragazzo carino il venerdì sera? –

- Si ma … non lo hai mai degnato di uno sguardo ed adesso ….è strano – mi sta fissando.

- Bene Will adesso vado, ci vediamo stasera al Bronze – mi allontano contenta per essere riuscita ad evitare una serata tete a tete con William.

‘ Vedremo chi la spunta. Vuoi la guerra William, bene avrai la guerra ‘

 

Sono le quindici e ho appena varcato la soglia di casa. Lui è in soggiorno seduto in poltrona che legge qualcosa.

- Ciao Buffy – mi saluta sorridendomi.

- Ciao – gli rispondo e sono un po’ tesa.

- Hai fame? – la sua voce è calda e gentile.

- No ho pranzato a scuola – cerco di controllare il mio tono.

- Ti ho preparato un bagno caldo – mi sta fissando e sembra spogliarmi con lo sguardo.

- Grazie – e senza guardarlo salgo rapida le scale e mi chiudo in bagno.

Mi immergo nella vasca e i ricordi affiorano alla mia mente come le bolle di sapone salgono sulla superficie calma dell’acqua.

 

…Liam che bacia Darla e il mio cuore che si spezza. Le lamiere che si contorcono, il dolore violento all’addome. La corsa in ospedale, le sirene. Le luci bianche, accecanti dei neon e tanti camici bianchi. E il sangue che pulsa che fuoriesce e che si porta via la vita del mio bambino e anche una parte di me.

Il risveglio e la solitudine. Il lento ed inesorabile scorrere del tempo, la mia rassegnazione e il mio dolore muto che si annida nella mia anima.

E la paura, paura di provare ancora quella sensazione di calore, di amore e poi improvvisamente il sapore del tradimento e della morte che ti strappa tutto dalle viscere…

 

Immergo la testa nell’acqua e resto immobile per qualche secondo. Poi riemergo e le mie lacrime si mischiano all’acqua.

- Adesso basta – mi faccio forza, tiro su con il naso e mi avvolgo in un morbido accappatoio che William ha lasciato accanto alla vasca, accuratamente piegato. Per un attimo, la tenerezza mi prende. Ma è solo un attimo.

Guardo l’ora sono le diciassette, il tempo è volato.

Inizio a truccarmi lentamente ed accuratamente, voglio essere splendida questa sera. Come non lo sono da tanto tempo.

Nella mia stanza apro l’armadio e tiro fuori diversi vestiti, da tanto appesi nell’angolo dell’armadio e non più usati.

Ne scelgo uno nero con una scollatura accentuata una cinta in strass bianchi.

Metto un paio di orecchini e un bracciale in oro bianco.

Infine prendo la borsetta sottobraccio e sospirando poso la mano sulla maniglia della porta

‘ A noi due ‘ dico e mi preparo ad affrontare William.

 

Scendo lentamente le scale.

- Finalmente, pensavo ti fossi addorm….- mi fissa a bocca aperta.

- Sei stupenda Buffy – mi sta spogliando con gli occhi, sono imbarazzata.

Non rispondo e continuo a scendere.

Un lampo e un dubbio attraversano il suo sguardo.

Socchiude gli occhi e mi scruta.

- Dove stai andando tesoro? – e la voce è cupa.

- Esco – dico stringendo la borsetta sotto il braccio.

- E dove vai? – la voce è dura.

- Non sono affari tuoi – fa una smorfia

- Io dico di si –

- Esco con un amico – ma dal tono un po’ titubante della mia voce si capisce che sto mentendo.

- Ah ma davvero? – la voce è tagliente come la lama di un coltello.

- Sì – rispondo secca.

- E dove ‘ vorresti andare ‘ con questo tuo amico – l’aria è da interrogatorio.

- Ti ho già detto che non sono affari tuoi – e gli sono davanti.

- Ed io ti ho già detto come stanno le cose – mi sta fissando duramente.

Senza rispondere cerco di oltrepassarlo, ma lui mi blocca per un braccio e mi dice

- Buffy non comportarti da bambina –

- Lasciami – gli dico e sono serissima.

Lui sospira e mi lascia andare. Seguendomi con lo sguardo.

- Come vuoi tu allora – e senza aggiungere altro prende le chiavi della macchina ed esce.

Inspiegabilmente sono delusa, mi sarei aspettata una reazione più arrabbiata e dura da parte sua. Invece ha rinunciato rapidamente, senza battere ciglio.

‘ Stupida. Sei stupida ‘ mi ripeto.

Suona il campanello, è il mio cavaliere, e sono triste.

Mi ha portato un mazzo di rose rosse ed è estremamente gentile e carino con me, ma non gli presto molta attenzione. Arriviamo al Bronze ed io non vedo l’ora di vedere Willow.

La cerco nella sala con lo sguardo e poi vedo lui in mezzo alla pista che sta ballando avvinghiato a…

A quella bionda che ho già visto. Un moto di rabbia e di frustrazione mi coglie.

Stanno ballando e lei gli sorride, carezzandogli la guancia con una mano.

Prendo Owen per mano e lo trascino letteralmente in pista.

Comincio a ballargli intorno. Poverino sembra sconvolto.

Sono furiosa e pronta a tutto. Mi stringo a lui e lo abbraccio. Imponendomi di non guardare nella direzione di William.

Lui sembra euforico, ad un certo punto mi stringe e sta quasi per baciarmi, quando sento una voce alle spalle.

- Ciao tesoro – è lui.

Non rispondo e continuo a guardare Owen.

- Vieni andiamo, credo sia arrivato il momento di tornare a casa – la sua voce è forzatamente calma.

- Vacci tu a casa io resto qui – continuo a non guardarlo.

- Andiamo Buffy – il tono è perentorio.

- No – ribatto.

- Senti amico si può sapere cosa vuoi? –

Owen sembra non capire cosa stia succedendo.

- Tornatene da quella. Finta bionda – dico con voce tagliente.

E sento una risata sommessa, la sua.

- Sei gelosa tesoro? – e la voce sembra divertita e contenta.

- Di cosa? –

- Lo sai –

Sbuffo e continuo a ballare stringendomi ancora di più a Owen.

- Ora basta Buffy. Torniamo a casa. – è duro il suo tono.

Non gli rispondo e facendo finta di niente continuo a conversare tranquillamente con Owen.

- Allora cosa mi stavi dicendo del tuo allievo che.…- non riesco a finire la frase che mi sento strattonare per il braccio.

- Andiamo – e mi spinge con decisione ma senza essere violento.

- Ehi ma non hai sentito – interviene Owen.

- Sta lontano dalla mia ragazza amico –

Dice William fissandolo con rabbia.

Poi rivolgendosi a me.

- E’ questo che vuoi? Vuoi che lo colpisca? –

Piega la testa da un lato in una smorfia di rabbia.

- Lasciami non sono la tua ragazza – gli dico a denti stretti.

Quel contatto mi fa venire i brividi.

- Andiamo – e mi trascina fuori dal locale. Mi vergogno.

Mentre Owen resta attonito a guardare la scena senza intervenire.

- Ma come ti permetti? Sei un bastardo come tutti gli uomini. Tornatene dalla tua smorfiosa e lasciami in pace – sto tremando dalla rabbia e dalla gelosia.

- Sali in macchina Buffy – dice deciso, ma sempre con voce calma.

- No – urlo. La macchina mi fa sempre paura.

Lui mi spinge dentro e chiude lo sportello.

Cerco di sottrarmi alla sua stretta ma è tutto inutile.

Si siede al volante e parte a tutta velocità.

Sento il sangue gelarmi ad ogni sterzata, fermata e curva.

- Ti prego fermati – gli chiedo mentre sudo freddo.

- Siamo quasi arrivati tesoro – siamo nella nostra strada.

In pochi minuti siamo a casa. Appena ferma la macchina salto fuori. Sono sudata e tesa come un tamburo.

Corro in casa e apro violentemente la porta. Cerco di richiuderla alle mie spalle, ma lui infila un piede e la blocca.

Entra e chiude.

- Ti odio – urlo e gli salto addosso.

Lo colpisco con schiaffi e pugni sul petto.

Lui non reagisce subito, lascia che mi sfoghi e poi blocca le mie mani, prendendomi per i polsi.

- Buffy su calmati amore – e cerca di abbracciarmi.

- Lasciami – sono isterica e tremo dalla rabbia.

- Buffy – la sua voce è calda e profonda adesso.

- Vattene, vattene via da qui – piango.

- No, non lo farò tesoro. Io non ti lascio, anche se tu non vuoi io resto con te – e mi stringe nonostante le mie proteste.

- Non voglio – e cerco di liberarmi, ma la sua stretta sembra d’acciaio.

 

- Si che lo vuoi Buffy – e mi accarezza i capelli dolcemente.

- Ti proteggerò io amore. Non devi più aver paura, non sei più sola –

Le lacrime scivolano via da sole.

- No – cerco di resistere, ma debolmente.

Infine mi solleva il mento con la mano e mi fissa intensamente per qualche secondo.

- Sì tu mi vuoi come io voglio te – e poi mi bacia.

Un bacio lento e profondo da desiderare che non finisca mai.

Con un gesto elegante e deciso mi solleva tra le braccia e mi porta nella sua stanza.

Mentre saliamo le scale affondo il mio viso nell’incavo della sua spalla e piango in silenzio.

- Sì piangi amore ti fa bene – e mi bacia sulla nuca.

Quando siamo in camera mi mette giù.

Comincia a spogliarmi.

Oppongo una debole resistenza, ma sono troppo stanca.

Per troppo tempo sono stata sola e lo desidero anche io.

Anche se so già che domani lo negherò.

Mi toglie la giacca e fa scivolare con un gesto il mio abito per terra. Sono in slip, davanti al suo sguardo avido. Mi copro con le mani. Lui sorride e si spoglia a sua volta, lentamente.

Io continuo a piangere, un pianto liberatorio da tanto represso e ricacciato dentro di me.

Quando toglie i pantaloni, istintivamente arrossisco e abbasso lo sguardo. È nudo.

Lui ride e poi mi spinge dolcemente sul letto stendendosi su di me.

Continuo ad evitare il suo sguardo e penso che in questo stato devo essere orribile.

Lui mi costringe a guardarlo e mi suoi occhi sono dolci e pieni di desiderio e bisogno di me.

Mi fanno paura tanto sono profondi, penetranti ed intensi.

- William – sussurro, persa in quell’oceano avido.

- Si – dice semplicemente lui e mi bacia.

Lentamente fa scivolare le sue mani sul mio corpo che risponde sensualmente alle sue carezze.

Sono ancora rigida, nonostante lo desideri da morire. Tremo leggermente, è tanto che un uomo non mi tocca in questo modo.

- Amore sta tranquilla non posso farti male. – sorride cercando di rassicurarmi.

Lentamente fa scivolare le labbra sul collo e poi sul seno. Con le mani accarezza i miei fianchi e mi attira a se.

Una sua carezza più sensuale mi strappa un gemito sommesso. Lui ne sorride.

- Voglio farti sentire amore, voglio farti provare ancora – mi sussurra mentre mi bacia e con una mano lentamente mi allarga un po’ le gambe.

Sono tesa e con le mani cerco di allontanarlo per un attimo. Ma le sue carezze sono troppo sensuali e subito dopo riprendo a stringerlo e baciarlo.

Mi costringe a guardarlo negli occhi ed affonda in me lentamente, con dolcezza, senza smettere per un solo momento di fissarmi e di rassicurarmi con il suo sorriso.

- Amore non aver paura, farò piano – respiro un po’ affannosamente, mentre lui si muove con calma e tranquillità su di me. Aspettando che i miei muscoli si rilassino.

Pian piano mi tranquillizzo e lui aumenta l’intensità dei suoi movimenti in me.

Gemo dal piacere e mi stringo a lui che mi sussurra frasi sensuali e risveglia in me desideri, voglie e bisogni sopiti.

Ormai non riesco più a controllarmi. Il piacere sta prendendo il sopravvento.

Sto per perdermi nel suo mare scuro e imprevedibile.

Non mi importa, quello che voglio adesso è che lui non smetta mai di farmi provare. Di toccarmi e farmi sentire come in questo momento.

- Vuoi che continui vero amore? – la sua voce è rotta dall’emozione e dal desiderio divenuto anche per lui incontrollabile.

- Si continua ti prego, non fermarti – le parole sono venute da sole.

E infine mi perdo gemendo ed ansimando senza freni. E lui mi incita.

- Sì amore fammi sentire quanto mi vuoi. Quanto mi desideri e ti piace quello che ti sto facendo.

- Sì, sì ancora, ancora ti prego – sto quasi urlando.

E poi raggiungiamo il piacere infinito entrambi. Ancora e ancora e ancora.

Ricadiamo l’uno nelle braccia dell’altro esausti, i nostri respiri sono ancora affannati.

Mi accarezza i capelli dolcemente e mi bacia.

- Ti è piaciuto vero amore? Non ti ho fatto male – sembra preoccupato.

Non rispondo ma annuisco con il capo e lui mi sorride.

- Bene – mi dice e continua ad accarezzarmi.

- Sarà meglio dormire un po’ adesso, sarai stanca –

Annuisco di nuovo, non mi va neanche di parlare, voglio godermi questo momento di emozione il più a lungo possibile.

Mi stringe e mi copre con il lenzuolo, e anche lui si abbandona al sonno ristoratore di cui abbiamo entrambi bisogno.

 

Sono sveglia ed ho i muscoli indolenziti. Lui è steso accanto a me, mi stringe ed il sento il suo respiro sul mio collo. Mi tocco la mano e sento l’anello. Il suo anello….

 

….- Buffy questo è per te – mi guarda fissa e mi sorride dolcemente.

- Cosa è? – domando emozionata.

- E’ un anello claddach che nel mio paese Galway è usato come fedi – ho gli occhi lucidi.

Me lo infila al dito ed io sono sua….

 

Il ricordo e il rimorso per essermi lasciata andare questa notte mi fanno star male. Le lacrime bagnano il cuscino. Cerco di non far rumore, ma sono scossa dai tremiti.

Lui si sveglia e sento che mi sta osservando in silenzio.

- Buffy – dice piano.

Io non gli rispondo e continuo a voltargli le spalle.

- Buffy, non piangere – il suo tono è dolce.

- Io non dovevo…lui, lui è morto …ed è tutta colpa tua. Se tu non fossi mai piombato nella mia vita adesso io….- le lacrime mi impediscono di parlare.

- Buffy ma cosa dici? Lui è morto e tu hai tutto il diritto di rifarti una vita, di andare avanti. E la mia sola colpa è quella di amarti e di volerti per me –

- No tu non puoi capire, tu non puoi – scuoto il capo e non voglio più ascoltarlo.

- Buffy vieni qui – si siede sul letto e mi stringe poggiando il mio capo sul suo petto.

Ma io non voglio, non voglio che mi tocchi che mi faccia ancora provare e sentire che sono viva.

- Lasciami – e allontano le sue braccia.

- Buffy – si acciglia.

- Io l’ho tradito – lo guardo con gli occhi umidi e tristi.

- Buffy lui è morto – e mi fissa socchiudendo gli occhi.

- E’ tutta colpa mia. Solo mia – non l’ho mai detto a nessuno.

- No che non è colpa tua Buffy, è stato un incidente –

- No – urlo – sono stata io. Se non avessimo litigato, se non gli avessi detto quelle cose –

continuo a piangere.

- Adesso lui sarebbe vivo ed anche il mio bambino. Ti odio e mi odio per quello che è accaduto questa notte – seduta sul letto gli sto urlando in faccia.

Lui non si scompone

- Basta Buffy. Stai dicendo delle assurdità – e cerca di accarezzarmi il viso.

- No fare sesso con te è stato un’assurdità –

- Sesso? – domanda lui arrabbiato.

- E’ stato solo sesso per te? – ed il suo tono adesso è freddo.

- Cosa credevi? – la mia voce è tagliente, ma dentro sto male.

Mi fissa con rabbia.

- Sei una bugiarda Buffy - e mi stringe le braccia.

- Mi fai solo schifo – E di nuovo le lacrime – lasciami, lasciami – continuo ad urlare.

Lui mi schiaffeggia. Resto attonita.

- Basta Buffy. Basta – mi stringe.

- So che stai male e so cosa pensi. Ma non credo ad una sola parola di quello che hai detto. E non mi arrendo. Non ho intenzione di mollare dopo questa notte Buffy. Tu sei mia adesso, io ti voglio ancora più di prima e niente e nessuno mi faranno cambiare idea. Quindi è tutto inutile amore non ti libererai mai di me – e sorride leggermente.

Affondo la testa nel suo petto e piango.

 

Lui mi solleva il capo e mi bacia. Sento di nuovo la vita scorrere e mi fa paura.

Mi stringe e mi spinge distesa sul letto.

Siamo avvinghiati e sento il suo desiderio premere contro di me.

- No – gli dico cercando di allontanarlo.

- Buffy, non puoi fermarla. È la vita che ti chiama e ti vuole. Sono io che ti chiamo e ti voglio –

Cerca di baciarmi, ma lo evito.

- Baciami Buffy. Baciami amore – e tenendomi ferma mi bacia.

Sento le mie barriere cedere ancora, e come il mare impetuoso trascina via la sabbia.

Così io mi arrendo a lui e mi lascio trascinare dal desiderio.

- Ti prego – gli sussurro all’orecchio in un ultimo tentativo di non abbandonarmi a lui.

- Non pregare Buffy, amami – e mi bacia con passione crescente.

E mi sento ancora viva. Lottare è inutile.

Lo stringo e mi abbandono contro di lui.

- Si amore così. Stringimi, amami. Sei mia – e le sue carezze si fanno ansiose.

- Ti amo – mi sussurra all’orecchio mentre impetuoso e travolgente è in me.

- William – dico con un fil di voce, e i miei gemiti riempiono la stanza.

Lui mi fissa e sorride.

- Sei viva amore. E mi appartieni. Scordati l’idea di lasciarmi, io non lo permetterò mai. –

Sto naufragando tra le sue braccia e non mi importa più di niente se non dei suoi occhi profondi fissi su di me.

 

E’ pomeriggio e devo trovare la forza di alzarmi da questo letto.

Lui si stiracchia accanto a me mentre con un braccio mi tiene stretta.

- Ben svegliata – mi dice deridendomi.

- A quanto pare ti ho stancata –

Arrossisco, ha ragione mi ha distrutta.

- Mi piace guardarti dormire, sei bellissima – e mi sposta una ciocca di capelli con le dita.

- Sarà meglio alzarci – dico ma lui non si muove.

- No resta ancora un po’. Mi piace tenerti stretta a me. La tua pelle sa di buono – e mi annusa.

- Non hai fame? – gli domando

- Si di te – e mi bacia sul collo.

- Dai smettila – cerco di tenerlo a freno.

Mi avvolgo nel lenzuolo e mi alzo.

Lui resta steso, incrocia le braccia dietro la nuca e continua a fissarmi. E’ completamente nudo ma sembra a suo agio.

Per un attimo mi soffermo sul suo corpo liscio e bianco. Poi incrocio i suoi occhi che mi guardano maliziosi e arrossisco.

Mi avvio alla porta, stringo nelle mani la maniglia, sto per aprire.

- Buffy – mi chiama. Non mi volto e attendo.

- Non pensare di poter cancellare o rinnegare quello che è successo qui questa notte e stamattina. Io farò in modo che non avvenga. E sai che posso farlo, come l’ho fatto questa mattina. Dovessi incatenarti a questo letto –

Resto in silenzio, e mi mordo il labbro inferiore. So che ha ragione.

Apro la porta ed esco sempre restando in silenzio.

‘ Gli appartengo ‘ e dentro di me sentimenti contrastanti lottano tra loro.

Mi fermo e guardo sul caminetto la sua foto. I miei occhi sono di nuovo lucidi, tiro su con il naso e vado in cucina. Ho davvero fame. Prendo qualche fetta biscottata e della marmellata e poi torno verso le scale.

Esito un attimo, ma il richiamo della vita.

Il suo richiamo è più forte e salgo di sopra.

 

Lui è ancora steso e nudo. Sta fissando il soffitto, ed ha lo sguardo perso e dolce.

Sono un po’ impacciata, non so bene cosa fare.

Lui mi fissa, si alza e con tutta la naturalezza del mondo mi si avvicina.

Prende il vassoio dalle mie mani e lo posa sul comodino.

Poi mi cinge la vita e mi bacia e con un gesto fa scivolare il lenzuolo per terra.

- Facciamo un pigiama party? …senza pigiama? – sorride e mi bacia ancora.

Siamo di nuovo avvinghiati nel letto.

Lo facciamo lentamente ed in silenzio, fissandoci per tutto il tempo.

Alla fine lui scivola via da me con un sospiro.

- Ogni volta mi dispiace lasciarti –

Ed è così tenero mentre lo dice, affondando la testa sulla mia spalla.

- Ora sarà meglio mangiare qualcosa –

Si stende, mi guarda malizioso e prende la marmellata.

Affonda un dito nel barattolo e poi la spalma sul mio seno e sul mio ventre.

Sussulto al contatto con la mia pelle calda.

Poi comincia a leccarmi lentamente lasciando una scia di baci.

Sono di nuovo eccitata.

Mi fissa con una strana luce negli occhi e poi prende la mia mano e la infila nel barattolo.

E la posa sul suo petto. E resta in attesa fissandomi.

Arrossisco violentemente.

Stendo la marmellata sul suo petto ed anche io lo lecco.

Lui mugola qualcosa di incomprensibile e mi sorride.

Lo sto guardando.

- Ancora – mi sussurra piano carezzandomi i capelli.

Ripeto il gesto, ma questa volta lui spinge la mano più in basso.

Esito qualche istante e poi lo lecco ancora.

- Ancora – ripete e i suoi occhi brillano pericolosamente.

Sono agitata, non ho mai fatto una cosa del genere.

- Ti prego – la sua voce è piena di desiderio.

Il cuore mi batte forte la spalmo sulla sua virilità e la sento tendersi sotto il mio tocco e poi la bacio, leccando via la marmellata.

Lui sembra in estasi, ha chiuso gli occhi e spinto la testa all’indietro.

- Si amore. Così – ripete con voce rotta.

Mi attira verso di lui e mi bacia con passione.

- Ti amo – mi dice stringendomi le braccia quasi a farmi male.

E fissandomi serio negli occhi.

- Buffy hai capito? Io ti amo – poi mi stringe e mi bacia ancora e ancora.

Mi sento mancare ma non voglio che smetta di baciarmi.

 

Non ci posso ancora credere sono quasi ventiquattro ore che sono in questo letto ed ho ancora voglia di lui e lui ha ancora voglia di me.

E’ notte fonda quando finalmente esausti ci addormentiamo abbracciati.

 

…. La strada è bagnata, ha appena piovuto. Sento passi pesanti sul selciato. La luce del lampione è avvolta dalla nebbia bianca e densa come zucchero filato. Rumori lontani di voci e di auto che corrono veloci. Il battito del mio cuore accelera. Sono sola nella strada deserta. Ed ho freddo.

Poi appare dal nulla lui, e mi fissa. Il suo viso è bello e dolce come non lo ricordavo da anni.

Con le mani rigira il suo claddach e sorride leggermente. Con dolcezza.

- Mi hai tradito – mi dice con tono deluso.

Abbasso un attimo lo sguardo e poi cerco di giustificarmi.

Rialzo lo sguardo e lui è una maschera di sangue. Tende la mano verso di me.

Corro verso di lui e cerco di prenderla, ma un attimo prima che riesca a toccarla svanisce…..

 

Sono madida di sudore, mi sveglio di soprassalto urlando, mentre nella mia testa riecheggia la sua frase addolorata ‘ mi hai tradito ‘. E io non posso far altro che piangere.

Lui è accanto a me, seduto sul letto che mi guarda preoccupato. Le mie urla lo hanno svegliato.

- amore cosa c’è? – mi domanda premuroso abbracciandomi.

Ma in me vi è solo repulsione e rimorso per quello che ho fatto.

- Lasciami. Lasciamiiiii – gli urlo isterica e piango a dirotto. Piegandomi in due sul letto.

Non riesco a fermare le lacrime ed il dolore che mi spezzano il fiato.

Lui non demorde, continua a stringermi, nonostante il mio rifiuto e le mie resistenze.

Lo fisso con odio e lo schiaffeggio violentemente al viso.

Lui non si muove di un millimetro ma vedo la sua mascella contrarsi.

- Buffy basta, amore calmati – mi blocca i polsi e mi attira a se.

Cerco di liberarmi ma non ci riesco e piango ancora più forte.

Lui mi sussurra parole dolci e pian piano mi calmo. Ma sono svuotata di ogni emozione. C’è solo desolazione e paura adesso in me.

 

- Io non dovevo, non volevo. Tu mi dovevi lasciare in pace – continuo a piangere sommessamente.

- No mai. Buffy non ti lascerò in pace, non c’è nulla che tu possa fare o dire che mi spinga a lasciarti – continua ad accarezzarmi la testa ed a tenermi stretta.

L’odore della sua pelle mi inebria.

Mi stringo a lui. E sento che è contento.

- Si amore, abbracciami. Ci sono io adesso qui vicino a te e ci resterò – dal tono sembra più una minaccia.

- Ora vieni. Stenditi, torna a dormire – ci stendiamo e lui mi tiene stretta.

- William – lo chiamo nel buio.

- Si amore – mi bacia la fronte.

- Non mi lascerai mai? – la mia domanda è disperata ed è contraddittoria.

- No mai – dice sicuro.

- Anche se io ti tradissi? – lui esita, sembra si stia chiedendo cosa abbia in mente.

- No, non ti lascerei, ma non ti permetterò di tradirmi – e la sua voce è ancora più sicura.

- Lasciami andare William ti prego – so che non posso sfuggirgli e lo prego di fare in modo che sia lui a lasciarmi.

- No. Per niente al mondo – mi stringe ancora più forte.

Ed ora sento, ho la certezza che non lo farà, che non mi lascerà mai.

- Dormi adesso – mi bacia ancora una volta ed io scivolo in un sonno senza sogni, e senza incubi. Cullata dal suo respiro e dai suoi baci.

 

E’ l’alba quando mi alzo.

Lo guardo con apprensione, sta ancora dormendo.

Mi vesto con le prime cose che trovo nell’armadio e sgattaiolo fuori dalla porta.

Scendo le scale in silenzio ed esco all’aria fresca del mattino.

Attraverso il viottolo e mi dirigo al cimitero. Mi fermo davanti alle due tombe.

Le lapidi sono bianche, su una vi è la sua foto, mentre sull’altra un piccolo angelo bianco.

Piango lacrime amare e chiedo perdono per averli dimenticati.

Perché ieri gli ho dimenticati.

Un vento gelido mi schiaffeggia. E poi la vedo avanzare verso di me.

Sempre bellissima, ed elegante nei movimenti.

Ha un mazzo di fiori in mano. Rose rosse.

E nell’altra tiene la mano di un bambino, del suo bambino.

Mi stringo le braccia ai fianchi.

Lei ha avuto il suo bambino, mentre il mio giace nella nuda terra fredda. Ed è tutta colpa mia.

Si è fermata, mi ha vista.

Da allora anche lei viene sulla sua tomba, ma si nasconde quando mi vede. Mi evita.

Esita non sa cosa fare. Riprende a camminare.

Mi sento mancare, non so se riuscirò ad affrontarla.

I miei occhi sono fissi sul bambino, gli somiglia tanto.

Siamo a pochi passi l'una dall'altra, come quella notte.

Non ce la faccio.

Mi volto e mi allontano.

Sento la sua delusione e la sua tristezza anche se non la sto guardando.

Giro per un sentiero familiare, e per la prima volta mi fermo davanti alla tomba di mia madre.

Piango ancora e le chiedo di aiutarmi.

Perché voglio tornare a vivere e non so come fare.

Immagino William che ancora dorme sereno nel nostro letto,

come suona strano dire ‘ il nostro letto‘.

E mi avvio verso la strada di casa.

Apro la porta e un odore di caffè e biscotti mi avvolge.

- Ciao amore – la sua voce è tranquilla.

- Ho preparato la colazione, pensavo avresti avuto fame. E’ freddo fuori vero? –

Sono spiazzata, e balbettando rispondo confusa.

- Sì fa freddo, ho fame – e lo guardo.

Lui mi viene incontro e mi toglie la giacca, sorridendomi.

Prende le mie mani fredde tra le sue e le scalda.

Le bacia, una dopo l’altra e poi mi attira a se e mi bacia.

Sa di caffè e di buono.

Mi abbraccia e poi mi spinge verso la cucina.

Ed io sento ancora il richiamo della vita, ed è più forte del dolore almeno per questa mattina.

 

Sorseggio il caffè ed ho già deciso. Lui ancora non lo sa mi guarda e mi sorride ma io ho già deciso.

- Adesso sarà meglio prepararci dobbiamo tornare al lavoro amore, non possiamo stare sempre a letto – e il suo sorriso arrogante e infernale spunta sul viso rilassato e soddisfatto.

- Dai su o faremo tardi – mi alzo e vado in bagno a lavarmi e prepararmi.

Sono in macchina con lui, sempre rigida e ansiosa, ma sono viva.

La giornata scorre tranquilla, tutto all’apparenza è uguale, ma dentro di me io sono viva e questo mi fa star male.

All’uscita lui mi aspetta, con le spalle poggiata sulla macchina. Le braccia incrociate.

Mi guarda e mi sorride. Una ragazza gli sta parlando, stringo i libri che ho sottobraccio e la gelosia si impossessa di me per qualche minuto.

Gli sono accanto. Lui saluta la sua allieva e mi prende i libri di mano.

- Ciao amore. Andiamo? – mi apre lo sportello ed io salgo. Mi guardo di sfuggita intorno e vedo alcuni nostri colleghi che ci fissano ed indicano nella nostra direzione. Non mi importa.

Entra e parte a tutta velocità.

- Prendo qualcosa dal ristorante cinese e poi andiamo subito a casa – la sua voce è già eccitata e vi è un che di lussurioso nelle sue parole.

Mi stringe la mano nella sua. Ed io non vedo l’ora di essere a casa.

‘ Prima finirà, meglio sarà ‘ mi dico.

Si ferma al cinese e ordina per due, e ritorna da me.

Ingrana la marcia e riparte, in pochi minuti siamo a casa.

Mi spoglia, ormai è diventata una sua abitudine spogliarmi e vestirmi.

- Vieni andiamo di sopra – mi prende per mano e mi porta di sopra.

Mi spinge contro la porta della stanza e mi bacia.

- mi vuoi? – mi domanda continuando a baciarmi.

- sì – gli dico e sono sincera, lo desidero.

- Bene amore, allora mi avrai – apre la porta, mi spinge dentro e richiude alle sue spalle.

 

E’ pomeriggio quando mi risveglio, la radio sta suonando una canzone ‘ In the shadows ‘ dei Rasmus. Ed è bellissima, lui mi stringe ed è semi addormentato.

Scendo di sotto e mi siedo sul divano, con le ginocchia rannicchiate al petto. Osservo la porta.

Vorrei fuggire, raccogliere le poche cose che mi servono e sparire. Dimenticare tutto.

Continuo a fissare la porta e non mi accorgo di lui che sempre nudo ed arrogante scende le scale e si avvicina alle mie spalle.

- So quello che stai pensando amore – dice a voce bassa.

Ho un tremito. Ma non parlo né lo guardo.

- Non ci pensare nemmeno Buffy, ti ritroverei ovunque tu andassi -

sospira e mi carezza i capelli con una mano.

- Amore, non ti permetterò di andartene, non adesso che ti ho ritrovata -

Le sue mani sono poggiate sulla mia spalla e l’accarezzano dolcemente.

- Dimmi cosa ti andrebbe di fare questa sera. Se fosse per me resterei a letto con te per una settimana – sorride.

- Ma se tu vuoi uscire o fare altro. Mi sta bene, sarà la nostra prima uscita come coppia – è felice. Poggia il suo capo sulla mia spalla e mi stringe con un braccio.

- Andiamo al Bronze – dico decisa e lui mi scruta, sente il ticchettio degli ingranaggi contorti della mia mente. E sa che sto macchinando qualcosa.

- Va bene – è pronto a tutto.

Ci prepariamo svogliatamente.

Anche io resterei a letto con lui a far l’amore per una settimana. Ma ho già deciso.

Usciamo ed è sera. Le luci dei lampioni illuminano la strada, lui parla di noi. Della nostra vita. Di domani, ma io so che per noi non c’è domani.

Resto in silenzio, lasciandolo sognare. E poi ci fermiamo davanti all’ingresso del Bronze. Guardo l’insegna un po’ traballante e ricordo quando ci venivo con lui.

In questo posto ci siamo promessi amore ed abbiamo deciso di sposarci.

Un leggero brivido mi attraversa la schiena.

La sua mano stringe la mia e mi porta dentro.

E’ affollato come sempre.

Lui sorride e saluta i suoi studenti ed io faccio lo stesso.

Tutti ci guardano e dai loro occhi capisco cosa pensano.

Che siamo una coppia stupenda, che lui è stupendo e che finalmente io non sono più sola con il mio dolore.

Mi trascina in pista, stanno suonando di nuovo In the shadows.

Mi stringe e mi accarezza la schiena

- Questa è la nostra canzone amore lo sai? – mi domanda e posa le sue labbra sul mio collo.

Non rispondo ma lo stringo ancora di più a me.

Lo sento sorridere. Continua a baciarmi ed abbracciarmi.

 

 

- Vorrei da bere – gli dico.

Lui annuisce con la testa e mi domanda

- Cosa vuoi? –

- Aranciata –

- Bene agli ordini mia regina – mi bacia la mano scherzosamente e si allontana verso il bar.

Mi guardo intorno. Ed ecco Parker, un giocatore di borsa molto quotato, che ho avuto la sfortuna di conoscere al college. Arrogante e donnaiolo come voglio che sia.

Gli vado incontro e lo invito a ballare.

Lui mi squadra e con un sorriso arrogante mi segue al centro della pista.

Mi tocca e mi sento disgustare ma non lo fermo.

- Come siamo calde questa sera – mi sussurra all’orecchio. Mentre io continuo a provocarlo.

Ringraziando il cielo che nel locale non ci sia anche Willow.

Mi sta guardando lo sento.

Più in là al bordo della pista lui mi sta fissando in silenzio, con i bicchieri in mano.

Sento il suo sguardo gelido e la sua mascella contratta anche se non li vedo.

Continuo la mia farsa e sono una brava attrice.

Lui resta immobile ed attende. Alla fine del ballo Parker mi trattiene per un braccio e mi dice

- Che ne diresti di andarcene da qui? In un posticino un po’ più accogliente – e ride.

Con la coda dell’occhio cerco di spiarlo ma non lo vedo.

Se n’è andato penso e lo sgomento si impossessa di me. Ha mollato come pensavo.

Accetto la sua proposta e lo seguo alla macchina.

Mi apre lo sportello e sembra euforico, come avesse conquistato una preda da molto ambita.

- Tesoro penso tu stia sbagliando automobile – la sua voce è forzatamente calma, ma sento la sua rabbia.

- Non credo proprio amico – risponde Parker guardandolo con arroganza.

Lui si è avvicinato alla vettura e senza degnare di uno sguardo il mio accompagnatore mi fissa e mi dice con tono risoluto.

- Scendi da questa macchina Buffy –

Non mi muovo.

- Ehi ma perché non ti fai gli affari tuoi – gli dice Parker e sembra seccato.

- Questi sono affari miei – ribatte William e lo guarda per un breve istante, poi fissa nuovamente lo sguardo su di me.

- Scendi Buffy, andiamo – e mi porge la mano.

Faccio finta di non vederlo e sentirlo. E questo lo fa adirare ancora di più

- Ma sei proprio idiota – urla Parker, ormai al limite della sopportazione.

- Sparisci – gli dice secco poi si rivolge nuovamente a me.

- Scendi da questa dannata auto Buffy o ti faccio scendere io – e mi prende un braccio con fermezza ma dolcemente.

- No – gli rispondo secca.

Parker in quel momento fa la cosa più idiota (beh lo è quindi non poteva fare diversamente) che si possa fare. Cerca di colpirlo, ma William evita il colpo e a sua volta lo colpisce con un sinistro sul naso. Parker urla dal dolore e si prende il naso tra le mani.

- Ora vieni fuori – mi dice cercando di dominare il suo tono.

- No – gli ripeto.

E lui per tutta risposta mi trascina fuori dall’auto.

Punto i piedi.

- Io non mi muovo di qui – urlo.

Lui mi fissa.

- Bene come vuoi –

Mi ritrovo sollevata dalle gambe. Con il mio busto sulla sua spalla.

- Mettimi giù – gli intimo, ma lui non mi ascolta.

- Buffy, ti ho già detto che non sarebbe stato così semplice. Dovrai fare di meglio amore –

Mi da una pacca sul sedere.

Mi sento sconfitta ed umiliata.

Ma allo stesso tempo una parte di me è contenta che lui non sia andato via, e che non abbia rinunciato.

Mi trascina verso la vettura e mi fa sedere.

Gli tengo il broncio.

Mi guarda serio.

- Bene visto che con il Bronze non è andata bene, adesso torniamo al piano A, su come passare la nostra serata. Si torna a casa e si va dritti in camera da letto a far l’amore sino a domani -

Le mie labbra si fanno sfuggire un lieve sorriso, e lui lo vede.

- Bene a quanto pare l’idea ti piace. Allora è deciso –

Mette in moto e sul suo viso è dipinto un sorriso diabolico.

Vorrei prenderlo a schiaffi e baciarlo allo stesso tempo.

Mi guarda e i suoi occhi sono nuovamente eccitati e pieni di desiderio.

Un brivido di piacere mi pervade.

 

Apre la porta e si sposta per farmi passare.

Mi sta guardando fisso.

Comincio a spogliarmi, rapidamente, con gesti meccanici.

- Cosa stai facendo? – mi domanda.

- Non è questo che vuoi? Scoparmi? Bene ti accontento subito – e continuo a spogliarmi.

- No smettila Buffy – mi dice e si avvicina rapidamente a me.

Sono quasi nuda ed ho gli occhi lucidi.

- Avanti, prendimi. Su fammi vedere – e stringo i pugni.

Lui si ferma, i suoi occhi scorrono avidi il mio corpo.

Poi prende la coperta che è sul divano e mi avvolge.

- No amore. Non voglio fare sesso con te. Io voglio fare l’amore con te –

Mi accarezza una guancia e poi mi bacia.

- Andiamo – mi dice e mi prende in braccio.

Sale le scale lentamente è c’è una strana luce nel suo sguardo.

Siamo in camera ed io già penso ad un’altra notte di passione,

Invece lui mi stende sul letto e mi copre.

Si spoglia lentamente guardandomi con tenerezza e poi si stende al mio fianco.

Mi abbraccia e comincia a coccolarmi.

E restiamo così per un tempo indefinito.

Lo voglio, lo desidero e so che anche lui mi desidera.

Ma è più forte di me riesce a dominarsi.

- William – sussurro alla fine pronta a capitolare.

- Sì – domanda lui con finta innocenza.

- Ti prego – lo guardo con desiderio.

- Cosa? – e continua a far finta di non capire.

- Lo sai – stringo i denti.

- No, non lo so amore – sorride.

- Sei un bastardo – sibilo.

- Si ma tu vuoi questo bastardo. E lo vuoi adesso vero? – sorride ancora di più.

Abbasso lo sguardo. E’ vero.

- Bene allora dimmelo – attende.

- Ti vogmmmf – farfuglio a bassissima voce.

- Cosa? Non ho capito – ribatte lui.

- Ti vog…..- dico ancora a bassa voce.

- Cosa? Non capisco –

- Ti voglio – gli urlo e sbuffo.

- Ah bene adesso ho capito. E cosa vuoi? –

Lo fulmino con lo sguardo. Ma poi cedo.

- Te – e sospiro.

Lui ride.

- Bene ora ci siamo – si prende il mento con le mani.

Sono esasperata.

- Mi vuoi? Bene ti accontento, ma solo se tu mi prometti che non cercherai di scappare e che non ti comporterai mai più come questa sera, per farmi ingelosire. Non vorrei davvero doverti legare a questo letto –

E’ serio.

Esito e poi alla fine annuisco con il capo.

- Si va bene –

- Adesso toccami amore. Fammi sentire che mi vuoi – dice con voce alterata.

Arrossisco ma obbedisco. Lo voglio.

Lui si rilassa accanto a me, sospira e socchiude gli occhi.

- Sì continua non ti fermare Buffy –

io continuo a eccitarlo e lui mugugna.

Poi ricordando qualcosa mi dice, aprendo gli occhi e guardandomi fisso nei miei.

- Buffy adesso di ‘ fa l’amore con me William ‘ –

Non parlo.

- Dillo amore o puoi anche scordarti il resto –

Mi mordo il labbro inferiore ed alla fine glielo dico

- Fa l’amore con me William –

- Si amore subito –

E si adagia sopra di me lentamente.

Ed ancora una volta mi perdo in lui.

 

Siamo distesi sul letto, al buio. Lui mi accarezza e mi bacia con tenerezza.

- Penso che dovremmo sposarci – sobbalzo.

- Dico sul serio Buffy. Credo dovremmo sposarci –

- No – rispondo immediatamente.

- Perché No? – domanda.

- Perché non ti amo – mi mordo il labbro con ansia.

- Questa è una bugia. Tu mi ami – mi sta guardando.

Evito il suo sguardo.

- Non voglio risposarmi – cerco disperatamente un appiglio.

- Vedrai che ti piacerà essere la signora Darcy –

Ricordo il giorno delle mie nozze, il mio abito bianco liscio e semplice.

La mia gioia e i sorrisi dei miei amici. E gli sguardi preoccupati di mia madre.

- Buffy. Che ne dici tra due settimane? -

- Cosa? – sono allibita. E mi sento in trappola.

- Hai capito. Che ne dici del 15 di questo mese? –

- Non voglio sposarmi – ribatto, ma la mia voce vacilla.

- Direi di pomeriggio. Una cerimonia semplice nel giardino –

Continua nel suo proposito ed io mi sento sempre di più prigioniera.

- Domani vado a parlare con il prete. E magari passo dal comune per le pratiche burocratiche -

- Ma….- balbetto e sono agitata.

- Ti piace l’oro bianco o quello giallo? –

- Hai sentito? Non voglio sposarmi –

- I tuoi fiori preferiti? –

Sono esasperata. Non riesco a fermarlo.

- William N o n v o g l i o s p o s a r t i – scandisco lentamente.

- E che ne dici di una bella orchestra? –

Mi sollevo e cerco di alzarmi.

Lui mi attira di nuovo a se e mi bacia.

- Sposami Buffy. Sarai felice con me –

- No – rispondo a bassa voce mentre lui comincia ad accarezzarmi sensualmente.

- Sì, Buffy –

Fremo sotto le sue carezze che si fanno sempre più audaci ed intense.

- No – dico ancora più a bassa voce.

- Dimmi di si amore – e mi bacia sul collo.

- No, non posso – ma non vi è più molta convinzione nella mia voce.

Mi sto perdendo e sto per cedere.

- Dimmi di Sì – il suo tono e sommesso e pieno di desiderio.

- Nooo – è un sussurro la mia voce.

- Cosa? – ripete lui e ormai sono al limite.

- Si – rispondo ormai senza più forze per oppormi a lui.

- Si amore. Si sei mia – e siamo una cosa sola.

 

 

Quello che accade da questo momento in poi è semplicemente incredibile per me.

La mattina quando mi sveglio lui non è accanto a me.

Mi avvolgo nel lenzuolo e scendo di sotto.

Mi guardo intorno e sul tavolo in cucina vicino ad una abbondante colazione trovo un biglietto.

 

“Vado a sbrigare alcune faccende. Torno presto aspettami.

 

Il tuo William.

 

PS. Non provare a filartela ricordati la promessa. So che sei una persona di parola “

 

‘ Accidenti ‘ ha ragione, mantengo sempre la mia parola.

Mi siedo e bevo il mio caffè latte.

Comincio a girare per la casa, è vuota. Mi manca. E per la prima volta guardo la foto sul caminetto con distacco. ‘ E’ passato ‘ alzo le spalle e faccio un piccolo sorriso. Continuo a girovagare.

‘ Uffa ma quanto ci mette. Ma dove è andato ‘ penso mentre mi faccio un bagno caldo e mi vesto.

La chiave gira nella toppa ‘ è lui ‘ corro al divano e mi siedo.

Prendo un giornale e faccio finta di leggere.

Non voglio pensi che abbia passato tutta la mattinata ad aspettarlo.

- Ciao amore – dice allegro.

- Ciao – dico con finta indifferenza.

Lui mi fissa per un attimo

- Ti sono mancato? – ride.

- Per niente –

Si avvicina a me e prendendo il giornale tra le dita me lo gira.

In quel preciso momento (quanto desidero sprofondare) mi rendo conto che è al contrario.

- Ma davvero – dice e continua a guardarmi con il suo sorriso diabolico.

- Ti amo – mi sussurra mentre mi bacia il collo.

Lo lascio fare, mi è mancato.

- Indovina dove è stato il tuo William? – fa il misterioso.

- Dove – dico con tono seccato.

Mi mostra un foglio che io scorro rapidamente con gli occhi.

- Cosa? – urlo e mi alzo di scatto in piedi.

- Che cosa è questo? – e lo stringo tra le mani.

- E’ la nostra richiesta di matrimonio. Ho preparato tutto. Il prete è d’accordo. Ci sposerà il 15 di questo mese. Come avevamo deciso –

- Come cosa? – sono pallida e sudata.

- Non ricordi amore – e alza il sopracciglio indicando il piano di sopra.

Arrossisco, ricordo.

- Ma io non ero in me – cerco di giustificarmi balbettando.

- Ah no? A dire il vero anche a me sembravi fuori di te – e mi si avvicina con uno sguardo per niente rassicurante.

- Hai capito cosa voglio dire – sono arrabbiata e terrorizzata.

Mi attira a se e comincia a baciarmi sul collo, mentre le sue mani scivolano lungo la mia schiena.

- Smettila – gli dico, ma non lo allontano.

- Si smettiamo di parlare, e facciamo qualcosa di più interessante – ride ancora.

- Non voglio –

- Oh si che vuoi. Vuoi scommettere? – e mi stringe ancora di più.

- Io non ti sposerò mai – sussurro mentre mi spinge contro il divano.

- Domani faremo le analisi richieste – ripete lui con fare ironico.

- Non sto scherzando – continuo.

- Si lo so, neanche io –

- Basta, lasciami –

- Devi scegliere l’anello –

- Hai sentito? –

- Ho già ordinato i fiori ed il buffet –

- Ma sei sordo o scemo? – cerco di allontanarlo dal mio collo.

- Ho già fatto le pubblicazioni e spedito gli inviti –

- Cosa? – sbarro gli occhi.

- Cos…s…a…. ha…i …..fa….t…t….o? – non riesco nemmeno a parlare.

- Ho…-

Lo squillo del telefono lo interrompe.

Ne approfitto per staccarmi da lui.

Alzo il ricevitore.

- Pronto? – domando e vengo assalita.

- Buffy ma che cosa stai combinando? –

E’ Willow che sembra agitatissima e sconvolta.

- Will ascolta. – ma è come parlare con un muro.

- Ti sposi davvero William? – un po’ mi infastidisce il fatto che lo chiami ‘ William ‘, è stupido lo so.

- Beh veramente…-

Ancora interrotta.

- Sei fortunata, qui a scuola non ci crede nessuno che tu e lui. Beh dicono che lui è troppo sexy e troppo…pe…r….t…e. oh, oh, perdonami Buffy non volevo dire questo –

Cerca di scusarsi ma è troppo tardi adesso sono io che sono sconvolta.

- Ah no? E perché mai? Cosa ho che non va? Beh di a tutti che è vero. Sto per sposare William Darcy. –

Riaggancio con violenza il ricevitore.

- Vi faccio vedere io - dico e mi volto.

Dio fulminami. Mi ero scordata di lui.

Mi sta fissando in modo infernale.

- Wow il mio diavolo di donna – e mi salta addosso.

‘ sono fregata ‘

 

Questo è il primo giorno che vado a scuola come fidanzata di William Darcy. Sono nervosa.

Non ho dormito molto (e non solo a causa di William che sembra abbia una fonte di energia inesauribile).

- Sei pronta?- mi domanda guardandomi dallo specchio.

- Sei bellissima – sorride.

In auto sono tesa, al cancello della scuola sento gli sguardi degli studenti fissi su di noi.

Mi aiuta a scendere e mi prende per mano. Mi sento ridicola, mi piace.

Saliamo i gradini ed entriamo. Per un attimo il vociare cessa e tutti ci fissano.

Lui sembra non accorgersene, mi stringe la mano per farmi coraggio.

Poi tutto riprende.

- Il peggio è passato – mi sussurra all’orecchio e ride.

- Ciao Buffy – è Willow che mi guarda come fossi una marziana.

- Ciao Will – la guardo di sott’ occhi.

- Beh allora …auguri – non sa come comportarsi.

Mi abbraccia e poi abbraccia William.

- Il preside vuole parlarvi –

- Si lo immaginavo – risponde lui sereno.

- Buffy ci vediamo a pranzo? – mi domanda ansiosa.

Ha molte domande nei suoi occhi.

- Si certo – dico, ma d’istinto guardo William come per una conferma.

Lui mi sorride, è contento di quel mio gesto.

- Si amore, noi ci vediamo dopo la scuola. Ti aspetto alla macchina -

Willow ha di nuovo gli occhi a cuoricino.

- Ora sarà meglio andare dal preside -

Salutiamo Willow che sembra ancora un po’ incredula e ci dirigiamo dal preside.

 

La segretaria mi squadra dalla testa ai piedi e scuote leggermente il capo.

Poi fissa lui con gli occhi a cuoricino pure lei. Non ci vuole molta fantasia per capire cosa stia pensando. ‘ Ma come ha fatto questo macho a mettersi con una come lei tutta Questo non si fa, questo non si dice ecc ‘

Sono arrabbiata, perché credo abbia ragione.

Ricordo che una volta Liam mi aveva detto che sembravo ‘ frigida ‘.

Sono pensierosa, e non mi accorgo che lui mi sta fissando, mentre aspettiamo di entrare dal preside.

- Amore? – domanda ed io torno alla realtà.

Lo guardo e mi chiedo se anche lui lo pensi.

Il preside ci accoglie con un sorriso di circostanza e ci stringe le mani.

- Congraturazioni –

- Grazie – rispondiamo insieme.

- A quando il lieto evento? – domanda curioso.

- Il 15 - risponde rapidamente William.

- Oh così presto…. Ma non è che? – sembra imbarazzato ma anche preoccupato.

- Cosa? – non capisco cosa voglia dire.

William invece sembra cogliere al volo il senso della sua affermazione.

- Non credo siano fatti suoi – risponde secco ed è irritato.

Finalmente ci arrivo anche io.

Sono contenta della risposta di William, non merita spiegazioni questo imbecille.

- Si certo, non volevo sembrare inopportuno. Ma sapete la scuola, la reputazione…-

- Beh la nostra vita privata credo sia solo un problema nostro – ribatto secca.

- Oh certo, non volevo. Scusatemi a volte sono proprio incorreggibile –

Sorride un po’ in ansia. Ci fa nuovamente gli auguri e ci congeda.

- Bastardo burocrate – dico appena fuori dalla sala.

Lui mi guarda e ride.

Mi bacia e mi accarezza il volto.

- Ci vediamo dopo amore –

Ognuno si dirige verso la sua classe.

Ed io devo affrontare i miei studenti.

 

Sono tutti in silenzio e mi fissano. Che imbarazzo.

E poi all’improvviso

- Evviva!!!! Ce l’ha fatta Prof. –

Li guardo allibita e un po’ commossa.

- Era ora. E dal giorno che è arrivato qui che ci chiedevamo quanto ci avrebbe impiegato. – dice uno dei ragazzi.

Sono sempre più incredula.

- Ma come voi? – sgrano gli occhi.

- Ma certo – dicono in coro.

- Si vedeva lontano un miglio che c’era elettricità tra voi – risponde con fare ammiccante una delle ragazze.

- Solo che lui sembrava deciso, mentre su di lei avevamo qualche dubbio –

- Io non ne ho mai avuti – risponde Amanda.

- Grazie ragazzi – dico e sono confusa.

Battono le mani.

- Adesso però facciamo lezione – sorrido e sono contenta.

A pranzo Willow mi attende e sembra impaziente.

- Ma come è successo? – mi domanda curiosa.

- Non lo so – sbuffo.

- Ma tu lo ami? –

- Non lo so – evito di guardarla. Le sto mentendo e lo so.

- Ma perché lo sposi allora? – sembra non capire le mie ragioni.

- Così – risposta idiota.

- Buffy? sei impazzita? –

- Willow, non so cosa dirti. E a dire il vero per adesso non mi va di parlarne. – ho bisogno di far chiarezza dentro me prima di parlarne con altri.

- Va bene capisco, ma ti rendi conto che stai per sposarlo? –

- Si lo so –

- E non ti preoccupa? –

- Si, no. Non lo so. Non voglio pensarci –

- E …- esita.

- Lui è morto – e mi rendo conto che è la prima volta che lo dico e lo penso.

Willow tace e mi scruta. Poi mi sorride.

- Bene – dice e abbassa lo sguardo.

 

Mi abbraccia.

E’ contenta, credo pensi che sia una buona cosa la follia che sto per fare.

 

All’uscita lui è lì che mi attende. Ed è una certezza per me.

Salgo in macchina e lo guardo per qualche istante. E’ così sereno e tranquillo.

E sono io che questa volta gli prendo la mano. D’istinto senza riflettere.

Gliela stringo. Lui mi guarda sorpreso, poi sorride e ricambia la mia stretta. Occhi negli occhi.

 

Oggi è il fatidico giorno. Tra poche ore sarò la signora Buffy Elizabeth Darcy.

Mi chiedo cosa ne penserebbe mia madre. Anche se a dire il vero William le è sempre piaciuto. Ricordo che quando andava ai colloqui ci parlava volentieri e spesso lui passava da casa e prendeva un caffè in cucina con lei. Per un po’ ho pensato anche che le facesse la corte.

Mi guardo allo specchio e sembro felice.

Willow mi guarda e mi sussurra

- William è la cosa migliore che potesse capitarti Buffy. Non sciupare tutto per niente –

mi stringe e mi da un bacio sulla guancia.

Ed io piango come una stupida ‘ sto per sposarmi di nuovo ‘.

 

Scendo ancora quelle scale, con accanto

Willow. Xander mi aspetta di sotto. Sarà lui ad accompagnarmi all’altare. Non è molto contento della mia scelta, non lo era nemmeno quando sposai Liam.

Stringo la mano di Willow, mi fermo un attimo nell’ingresso e guardo verso il soggiorno.

Lì c’è ancora la sua foto sul caminetto. Tiro un profondo sospiro e dico

- Andiamo -

Appena esco in giardino i violini attaccano l’ ave maria di Gounod (la mia preferita).

Attraverso lentamente le fila di sedie che mi separano da lui. Dal mio futuro.

Ci sono alcuni colleghi, e molti studenti che mi guardano sorridendomi e facendomi gesti di incoraggiamento.

Lo vedo è lì in piedi che mi aspetta sorridendo.

- Ho paura – dico a bassa voce ad Xander.

- Su piccola è come fare un touch down. –

Sorride.

- Beh più o meno voglio dire -

Sorrido anche io pensando alla scena di me che corro alla meta e che atterro William.

E sono arrivata davanti a lui.

Xander porge la mia mano a William che la prende tra le sue e la porta sotto il suo braccio.

La stringe e siamo di fronte al prete.

- Vuoi tu Buffy Elizabeth Summers prendere quest’ uomo come tuo legittimo marito ed amarlo, onorarlo e rispettarlo finché morte non vi separi? -

- Si lo voglio – esito solo una frazione di secondo, in cui i volti di Liam e di William si sovrappongono.

- Vuoi tu William Darcy prendere Buffy Elizabeth Summers come tua legittima moglie ed amarla, onorarla e rispettarla finché morte non vi separi? -

- Si lo voglio – dice sicuro.

- Allora per i poteri concessimi dalla chiesa e dallo Stato della California io vi dichiaro marito e moglie. Scambiatevi gli anelli –

Infila un piccolo anello di oro bianco molto antico al mio dito.

- Appartiene alla mia famiglia da generazioni – sussurra.

Lo stesso faccio io.

- Adesso può baciare la sposa – dice sorridente il prete.

- La parte che preferisco –

Sussurra lui sulle mie labbra prima di impossessarsene. Con un tenero e intenso bacio.

- Mi concede questo ballo? Signora Darcy? – mi domanda con fare scherzoso.

- Si – dico e sono rossa in viso.

Mi prende per mano e mi conduce al centro della pista.

- Ti amo Buffy – mi stringe.

- Ti amo William – ecco gliel’ho detto.

Lui si allontana leggermente e mi fissa intensamente.

Sorride euforico e mi stringe ancora.

- Era ora Buffy – sussurra e mi bacia.

 

L’ultimo invitato ad andarsene è Xander, sembra che non voglia lasciarmi sola con William.

Lui è paziente e non dice nulla. Alla fine sbadiglia e Xander capisce che è il momento di andare.

Siamo soli. Lui ha appena richiuso la porta alle sue spalle e mi sta guardando.

- Signora Darcy – mi dice canzonandomi.

- E’ ora di andare a letto non crede? – inarca il sopracciglio.

E’ vicinissimo, cerco di evitare il suo sguardo.

- Guardami – mi intima mentre fa scivolare le spalline del mio vestito.

- Amore sei stupenda – e mi bacia sul collo.

La cerniera scivola giù e un brivido mi percorre la schiena nuda sotto le sue mani.

Il vestito è sul pavimento. Sono in biancheria intima.

Lui si toglie la giacca e la camicia.

Senza smettere di fissarmi con quel suo sguardo profondo.

- Lasciati amare – mi dice mentre mi accarezza sensualmente e con un gesto slaccia il mio corpetto.

Lo fisso adesso e i miei occhi sono pieni d’amore. ‘ Si è amore ‘.

- Si William amami –

- Si – fa eco la sua voce roca.

- Ti amo – è la seconda volta che glielo dico oggi. Non sembro più io.

Mi bacia e saliamo di sopra.

La luce della luna illumina il suo volto dolce da innamorato, e il suo sguardo pieno di desiderio.

- Ti voglio – gli sussurro.

- Anche io amore – risponde lui.

Poi i violinisti di sotto attaccano il mio pezzo preferito IL CHIARO DI LUNA di Debussy.

Lui ride ed io lo bacio con passione.

 

La mattina dopo ci svegliamo tardissimo, restiamo pigramente abbracciati nel letto. Non abbiamo dormito e siamo esausti e felici.

Alla fine è lui che si solleva leggermente e mi dice baciandomi la fronte.

- Vado a prendere qualcosa da mangiare di sotto –

Mugugno qualcosa ma lo lascio andare, ho fame anche io.

 

Nello stesso istante, un’automobile sfreccia a tutta velocità davanti all’ingresso del liceo.

Si arresta e dallo sportello posteriore esce una donna alta. bruna.

Dal fisico perfetto. Elegantissima.

- Signora Parker – dice il preside andandole incontro.

- Non sapevo sarebbe arrivata oggi. Avrei mandato qualcuno a prenderla – le bacia la mano.

- Non fa nulla – sorride sicura.

Dietro di lei dalla vettura esce un uomo alto ed elegante anche lui. Dall’aria seria e inglese.

- Signor Giles – saluta il preside.

- Salve – risponde.

E si avviano verso l’ufficio del preside.

 

- Su svegliati pigrona, dobbiamo andare a scuola, o ci licenzieranno –

Mi sta abbracciando e baciando il lobo dell’orecchio mentre mi parla.

- Smettila. Se continui così non riuscirò ad alzarmi –

Sorride.

- Mm, se dici così…..- e mi accarezza con lussuria il seno lasciato scoperto dal lenzuolo.

Sussulto e mi abbandono alle sue carezze.

- Su andiamo - mi dice poi lasciandomi, incurante delle mie proteste.

- Va bene – gli dico alterata – ma quando poi vorrai tu, vedrai….- lo minaccio.

- Ah si questa la voglio proprio vedere – è sicuro di se.

- Okay adesso vado io in bagno – sono seria. L’ultima volta che abbiamo provato ad andarci insieme siamo finiti nella vasca e non siamo più usciti. Quindi abbiamo deciso di evitare.

Lui annuisce, e si stende sul letto, ovviamente nudo ed arrogante come sempre.

E in verità questo mi piace.

Camminiamo nei corridoi della scuola, mano nella mano come due fidanzatini. Non ci importa degli sguardi divertiti degli studenti, e contrariati e invidiosi dei colleghi. Siamo insieme ed è questo quello che conta.

- Ciao William, tesoro come stai? -

Mi si gela il sangue.

Lui la sta fissando immobile. Stringe la mia mano.

- Ciao Dru – dice secco.

E i suoi occhi si posano su Giles che un po’ imbarazzato si pulisce gli occhiali al gilet.

- Quanto tempo è passato – e lo abbraccia non curandosi della mia presenza.

- Già – lui è serio.

Lei attende e lui dopo un attimo di esitazione come ritornasse alla realtà e si ricordasse di me dice

- Questa è Buffy …mia moglie – quell’aggiunta sembra forzata e mi ferisce.

- Ah – dice Dru squadrandomi dalla testa ai piedi.

- Piacere – mi porge la mano in modo affettato e me la stringe con rabbia.

- Strano non sembra il tuo tipo però – e continua a fissarmi.

Lui non parla ed io mi sento umiliata.

- Bene sarà meglio che vada – dico con rassegnazione.

In fondo è solo una scena che si ripete.

- No ti accompagno – risponde William e mi segue.

Non parliamo per tutto il tragitto ed io faccio fatica a nascondere la mia delusione.

Davanti all’aula, mi bacia distrattamente

- Ci vediamo dopo – e si allontana.

‘ Sta andando da lei lo so ‘

Lo guardo allontanarsi e una fitta mi colpisce violentemente.

Proprio come allora.

Ma questa volta sarò forte, non mi spezzerò.

 

Faccio lezione distrattamente, i miei pensieri corrono a lui e a lei insieme.

Non sono più sicura, non lo sono mai stata a dire il vero.

Ed i ricordi, tristi ricordi, si riaffacciano alla mia mente.

Suona la campanella è ora di andare. Ho paura mentre esco dall’aula.

‘ E se non fosse lì ad aspettarmi? Se fosse tutto come prima? ‘

Ho barato con me stessa, mi sono illusa che di lui non mi importi nulla.

Di aver detto si per rabbia e invece adesso… che non ho più certezze, che lui non è qui a dirmi che sono sua e che non mi lascerà andare. Sento che senza di lui non potrei più vivere.

Ho la nausea.

Mi avvio al parcheggio, ancora pochi istanti e saprò.

Supero l’ultima colonna e guardo ansiosa.

Lui è lì che aspetta. Sta leggendo qualcosa.

Ho gli occhi umidi e gli vado incontro.

Lui alza lo sguardo mi sorride. Mi bacia sulla guancia e mi apre lo sportello.

Siedo in macchina ma non parlo.

A casa preparo la cena in silenzio, mentre lui mi osserva pensieroso.

- Buffy – mi dice dolcemente.

- Sì – faccio finta di nulla.

- Mi spiace per oggi – e tace.

- E di cosa? – mento.

Mi abbraccia da dietro e mi bacia delicatamente la guancia.

- Ti amo – mi sussurra all’orecchio.

Ho gli occhi lucidi ma non piangerò.

- Dai devo finire la cena – e mi stacco.

Lui mi guarda dubbioso ma non parla e torna a sedersi.

La cena è la più solitaria e triste che abbia fatto da quando lui è nella mia vita.

Guardiamo un po’ la TV e poi andiamo a letto.

Lui si avvicina e mi stringe. comincia ad accarezzarmi voglioso. Ma io lo respingo

- Sono stanca, ti spiace? –

Sospira.

- No non fa niente – e smette di accarezzarmi senza però ritirare il braccio.

Mi stringe e ci addormentiamo.

Mi alzo presto, non sopporto di restare in quel letto con lui accanto.

Un senso di repulsione si è impossessato di me.

La farò finita prima io di lui.

 

Oggi niente lezioni, abbiamo una riunione in presidenza.

Ci sediamo, Willow mi è accanto e mi guarda preoccupata.

Ho il volto stanco e l’aria un po’ abbattuta.

- Qualcosa non va? – dice a voce bassa guardando prima William e poi Dru.

Anche lei sospetta come me.

- Vi ho convocato qui, per informarvi che la Signorina Parker ha deciso di fare una diciamo… notevole donazione al nostro liceo. E il Signor Giles terrà qui un ciclo di lezioni -

Sta sorridendo e tutti sono ammaliati da lei.

Il preside le bacia la mano.

Lei si avvicina a William lo fissa.

Conosco quello sguardo.

E’ lo sguardo di una donna che vuole un uomo e che se lo prenderà, non importa a quale prezzo.

Resto lì a fissarli in disparte, come sempre.

Willow mi prende il braccio e mi dice

- Penso dovresti dire o fare qualcosa Buffy -

Alzo le spalle

- E perché? -

Mi guarda con apprensione, ma lei sa leggere bene in me.

 

- William che ne diresti di venire a cena da noi qualche volta? Magari puoi portare anche la tua mogliettina – fa finta di non accorgersi che sono a pochi passi da loro.

- Grazie dell’invito Dru, ma non credo sia opportuno –

‘ Ti odio William ‘ e la rabbia in me cresce.

- Mi sei mancato tesoro –

- Davvero? – la sua voce è ironica, con una punta di amarezza.

Sono gelosa lo ammetto ma non ho intenzione di cedere.

Così mi alzo e senza dire nulla abbandono la sala.

Andrò a casa a piedi, non importa.

Sto camminando lentamente quando sento qualcuno prendermi per un braccio.

- Ehi ma dove vai? – è lui.

- A casa – dico con tranquillità.

- Si questo lo vedo, ma perché non mi hai aspettato? –

- Eri intento a parlare, e così…- non termino la frase, non voglio si accorga del mio stato d’animo.

- Si e cosa vuol dire? – mi fissa serio.

- Niente non volevo interromperti – sbuffo.

- Buffy cosa c’è? –

- Niente –

- E’ per Dru? – Attende ansioso.

- Non capisco? –

- Per quello che c’è stato tra noi? –

- Senti William, sei tu che hai insistito per sposarmi. Per restare con me. Se hai cambiato idea per me va bene –

Mi guarda socchiudendo gli occhi. Sembra stupito.

- Ma hai detto di amarmi –

- Beh in certi momenti…- sono una brava bugiarda.

- Quindi mi stai dicendo che…-

- Beh mettila come vuoi. Io non mi faccio problemi sia che tu resti, sia che tu vada. Non cambia nulla –

Lo guardo è ferito. E dentro di me ne soffro.

- Andiamo a casa – mi accompagna alla macchina, non oppongo resistenza.

Scendo dall’auto e mi avvio per il vialetto, lui non mi sta seguendo.

- Ci vediamo dopo – dice e riparte.

Calde lacrime scendono dalle mie guance, sono amare.

 

E’ notte fonda, da sola in questo letto immenso, mi rigiro e aspetto.

Le quattro e quattordici e non è ancora tornato.

Sento dei rumori. Una macchina arrestarsi, lo sportello sbattere.

Passi nel viale. Una chiave, la maniglia.

Passi per le scale. La porta che si apre lentamente senza far rumore e lui che entra nella stanza.

Resta qualche istante a fissarmi.

Lascia scivolare la giacca e la camicia sul pavimento.

Si sfila i pantaloni e si infila nel letto.

Mi si avvicina e con un braccio mi avvolge.

- Buffy – affonda il suo viso tra i miei capelli e sospira.

 

È mattina sono in bagno. Sto male ho la nausea.

- Buffy cosa c’è? – mi domanda preoccupato.

- Niente, qualcosa che ho mangiato – gli dico.

- Devi farti vedere dal dottore – mi dice serio.

- Si, appena potrò ci andrò –

- Posso fare qualcosa – è premuroso.

- No grazie –

- Ieri notte sono stato…-

Lo interrompo.

- Non mi interessa, non voglio saperlo –

Il suo volto si indurisce e la mascella è contratta.

- Bene – ribatte, si gira e scende di sotto.

A scuola sono assente.

Willow mi aspetta a pranzo, William non si è fatto vedere e nemmeno Dru è in sala professori.

- Buffy ma cosa sta succedendo? –

- Non lo so – sono affranta.

- Ma William dov’è? –

- Non lo so – ripeto.

- Buffy vuoi spiegarmi? –

- Credo che lui ami ancora Dru e che stia pensando di tornare con lei. Anzi penso che lei sia tornata qui per questo. –

L’ho detto tutto d’un fiato come avessi paura di non riuscirci se lo avessi detto più lentamente.

- Ah – sembra stupita.

- Già – dico rassegnata.

- E tu cosa hai intenzione di fare? – mi domanda.

- Io? Cosa dovrei fare? –

- Arrabbiati, urla, lotta. È tuo marito no? –

- Si ma … no non farò niente di tutto questo –

- Buffy ma tu lo ami? –

- No – mi sta fissando.

- No? – ripete scrutandomi ancora più a fondo.

- No. Io non lo amo, non lo….- piango.

Mi stringe.

- Su non fare così Buffy, vedrai andrà tutto bene. E se proprio sarà necessario Dru la rispedisco io in Europa con un volo supersonico –

Riesce a farmi sorridere, e ne è felice.

- Will – sto tremando.

- Si dimmi Buffy –

- Credo di aspettare un bambino –

- Oh davvero – è agitata, e contenta.

Ma il sorriso le si spegne subito sulle labbra.

Anche lei ricorda fin troppo bene quello che è accaduto l’altra volta.

- Cosa stai pensando Buffy? -

- Io non so… non sono sicura –

- Buffy lo hai detto a lui? –

- No –

- Devi dirglielo, non puoi fargli una cosa simile –

- No non adesso, io non sono pronta. Io non ce la faccio –

- Buffy ti prego si ragionevole. Lui è suo padre deve saperlo –

- Ti prego non dire nulla Will. Restiamo un po’ così ti prego –

Continuo a piangere e non so cosa fare.

 

Usciamo da scuola e loro ci vengono incontro insieme.

- Salve – dice Dru con fare sicuro e soddisfatto.

Lui mi sta guardando, sembra teso.

- Ciao Buffy – mi fissa.

- Ciao – dico e indurisco il volto.

- William allora mi accompagni a casa? – domanda suadente.

- Veramente – sta per dire lui.

- Si William perché non l’accompagni? Io vado a casa a piedi, sai che adoro camminare –

Willow mi guarda pensierosa e poi interviene.

- No, Buffy non preoccuparti. Dru l’accompagno io – e la guarda con aria di sfida.

E stranamente la tanto sicura di se Dru Parker non ha il coraggio di controbattere Willow. E seppur furiosa, accetta.

- Bene – William sembra sollevato.

- Andiamo Buffy – mi prende per mano e mi conduce alla vettura.

- William dimentichi questa – dice Dru, porgendoli la sua giacca.

Mi mordo il labbro. Questo è troppo.

Sto per urlare, per schiaffeggiarla.

La mia pazienza è giunta al limite ormai.

- Ora basta – grido e stringo i pugni.

Si voltano verso di me.

William sembra spaventato.

- Tu, tu….io…- tutto gira e perdo i sensi.

- Buffy – l’urlo di Willow è l’unica cosa che ricordo.

Poi tutto si fa confuso.

Mi risveglio nella mia stanza. Sento voci.

Sono William e Willow che parlano a bassa voce.

…- Ma perché? –

- Ti ho già spiegato -

- Sei sicuro? –

- Si -

- Bene sta rinvenendo – Willow si avvicina a me

- Buffy mi senti? –

- Cosa è successo? – domando.

- Sei svenuta – è lui.

- William ti ha presa in tempo. O saresti caduta –

- A si? – sono confusa.

- Come ti senti? – mi domanda con dolcezza.

- Bene, un po’ stordita ma bene. E Dru? –

- Non ci pensare – mi accarezza la fronte.

- Ora sarà meglio che vada – dice Willow un po’ impacciata.

Lui si è steso accanto a me e mi stringe.

- Si sarà meglio – mugugna lui, mentre mi bacia la fronte, il collo, la guancia.

- No ..re..sta…- dico tra un bacio e l’altro.

- No meglio di no – è arrossita.

- Si, vai Will – le intima William, la sua mano scivola sui miei fianchi.

Willow corre via. Lui ride e si mette a cavalcioni su di me.

Sono tre giorni che non facciamo l’amore. E mi manca da morire.

Fa volar via la camicia, e apre la mia camicetta con un semplice gesto.

- Mi manchi amore – prende i miei seni tra le mani e li accarezza.

Si china su di me e mi bacia ancora e ancora.

Si sfila i pantaloni e siamo pelle su pelle.

E’ lento e dolce il suo ritmo. Ci fissiamo mentre raggiungiamo il piacere.

- Mi ami? – mi domanda al limite.

Cerco di non rispondere.

Ma i suoi movimenti si fanno sempre più intensi.

- Mi ami? – ripete.

- Sìììì – rispondo in un gemito. E lui sorride soddisfatto.

Ci stendiamo l’uno accanto all’altro.

Ed è di nuovo mio, almeno così voglio credere.

 

- E così avremo un bambino amore. Perché non me lo hai detto? -

Sapevo che Willow non avrebbe mantenuto il segreto.

- Non sapevo, non …- abbasso gli occhi e lui capisce.

- Buffy non deve nemmeno sfiorarti un’idea del genere. Hai capito? –

Per un attimo il suo tono diventa duro.

- E’ il nostro bambino, il nostro primo bambino – i suoi occhi si illuminano mentre lo dice.

Non rispondo, sto pensando al mio primo bambino.

- Adesso ci sono io con te. Non devi preoccuparti di nulla. penserà a tutto il tuo William -

Mi alza il mento con la mano e mi bacia.

Mi rannicchio tra le sue braccia, mi sento protetta.

- Abbracciami William. Stringimi -

 

Questa sera c’è il ballo di fine corso, è di nuovo maggio. Ed io sono tesa e preoccupata.

Sono davanti allo specchio e come allora ho il pancione e l’aria un po’ sciupata.

‘ sono orribile ‘ e lei sarà stupenda invece.

- Amore sei pronta? – mi abbraccia e mi guarda dallo specchio.

- Si – ma non sono molto convinta. Lui sembra accorgersene.

- Sei bellissima – sorride.

- Non è vero – faccio una smorfia.

- Si invece – sussurra e mi bacia ancora.

- Andiamo – mi alzo e mi sento goffa come non mai.

La sala è affollata, lui stringe la mia mano tenendomi sottobraccio.

- Ciao Buffy – Willow e Xander ci raggiungono.

Sono allegri come sempre.

Willow mi accarezza il pancione e sorride.

Anche se nei suoi occhi vi è il ricordo.

- Come sta la nostra mammina? –

Domanda Xander, stampandomi un bacio sulla fronte.

- Bene, un po’ stanca. Ma bene – passo la mano lentamente sul mio ventre.

Lui mi guarda e sorride.

- Volete qualcosa da bere? –

- Si un po’ di g…….- Xander viene interrotto da Willow che lo guarda torva.

- Coca cola –

- Si coca cola per tutti – si corregge Xand guardandomi.

- E’ sia –

William si allontana.

- Ti spiace se invito questa dama rossa a ballare? -

Chiede scherzosamente Xander.

- No certo – sorrido mentre loro mano nella mano vanno a ballare.

Mi guardo un po’ intorno e poi li vedo.

William e al tavolo con Dru, stanno parlando.

Lei lo sta fissando e sorride leggermente.

Mi stringo e mi appoggio al muro dietro di me.

Sta accadendo ancora, proprio come allora.

 

Li fisso e stringo i pugni.

Adesso sta tornando verso di me.

È a pochi passi, lo guardo.

Lui mi sta fissando.

- Fatto, coca cola in arrivo – e si siede.

Credevo di poter sopportare.

Credevo che questa volta sarei stata più forte.

Invece no è come l’altra volta.

Non ci riesco, non posso accettarlo.

- Cosa avevate da dirvi tu e Dru? -

La mia voce è tagliente.

- Niente – ribatte lui.

- Ah davvero? –

- Sei gelosa? –

Sorride, ma non è il momento giusto questo.

- Si e se fosse? -

La mia rabbia cresce.

- Buffy ma ..- lo interrompo.

- Non sopporto di vedervi insieme –

- Davvero? – sembra stupito, ma non sconvolto.

- Sì, prima mi dici le tue belle frottole ‘ sono tuo, ti amo ‘ e poi …-

- Credi siano frottole? – adesso è lui un po’ alterato.

- Si tutte frottole. Siete così bravi con le parole –

- Siamo? Quanti mariti hai Buffy? –

E’ arrabbiato.

- Non cambiare argomento -

- Cambiare argomento? No Buffy non sto affatto cambiando argomento parliamone –

Si acciglia e stringe i pugni sul tavolo.

- Sono stanco di dover subire ogni giorno il test di sincerità. Di dover ogni volta essere messo a confronto con la foto di un uomo morto -

- Smettila –

- No ora mi stai a sentire –

- No – mi alzo ed esco di corsa, per quanto mi sia possibile, dalla sala.

Lui mi corre dietro.

- Aspetta -

Mi raggiunge e mi si para davanti.

- Questa volta non scappi amore -

- Lasciami – lo guardo furente.

- Liam è morto. Io non sono Liam. Non sono come lui –

- Basta –

- Ti ha tradita, e non solo con Darla. Ma di questo io non ho colpa e non ci posso fare nulla. –

- E tu non mi hai mai tradita? –

Voglio sapere.

- Cosa? Tu credi che ti abbia tradito? -

Mi fissa incredulo.

- Ma come fai a pensare una cosa simile dopo quello che c’è stato tra noi? -

Scuote il capo.

- Tu pensi sia stato solo sesso? Io ti amo Buffy è così difficile per te crederci e capirlo? -

- E Dru? –

- Dru? Cosa c’entra Dru? –

- Dimmelo tu –

- Dru non conta nulla per me. La nostra storia è finita tanto tempo fa –

- Ma lei è tornata per te –

i miei occhi si riempiono di lacrime.

Lui piega la testa da un lato e la sua espressione si addolcisce.

Mi accarezza la guancia.

- Lei è fatta così, quando vuole una cosa cerca di ottenerla, ma questo non vuol dire che la ottenga. Io amo te non lei -

Sto piangendo.

- Si ma tu e lei …-

- E’ passato Buffy, come è passato quello che è accaduto tra te e Liam –

Non rispondo.

- Oppure per te non è così? -

- Ho paura che …-

- No, non accadrà. Io non ti lascerò amore, mai e non ti tradirò –

Voglio credergli, ho bisogno di credere che sia vero.

- Si lo so William –

Gli salto al collo e lo stringo.

- La mia piccola, cocciuta Buffy -

Ci baciamo e sono felice.

- Ti amo William. Ti amo hai capito? -

Ripeto senza sosta.

- Si ho capito amore. Lo so –

Sorride e continuiamo a baciarci.

 

- E adesso che si fa? – domando con il viso ancora bagnato di lacrime.

- Tu cosa vorresti fare? – la sua voce è dolce e piena d’amore.

- Non so – sto mentendo. So cosa vorrei fare.

Lui mi guarda e sorride.

- Credo ancora che il piano A sia un buon piano sai? -

Sorrido anche io e lo stringo più forte.

- Ma il bambino? -

- Mm… faremo piano vedrai –

Andiamo alla macchina.

Ho ancora un po’ paura, ma lui mi stringe e mi incoraggia ad entrare.

Partiamo. Ci scambiamo occhiate complici e piene di desiderio.

Anche se sono spaventata. Una curva, un’altra.

- William rallenta – gli dico.

- Amore sto andando piano – e rallenta.

Sterza a sinistra.

- Liam fermati – urlo.

- Non sono Liam – dice tra i denti.

Mentre io mi mordo le labbra per l’errore commesso.

- Mi spiace. Ti prego fermati -

- Buffy non sono Liam –

- Lo so – sono agitata e spaventata.

- No non penso tu lo sappia –

- Smettila. Ci schianteremo –

- No sto andando piano fidati di me –

mi aggrappo al sedile e sudo freddo.

- Fammi scendere da questa maledetta macchina -

Sono terrorizzata. La scena di allora mi si para davanti agli occhi.

Mi sembra di vedere i due enormi fanali puntati su di noi e il suono del clacson.

- Voglio scendere hai capito? -

Sono isterica.

- No – è serio e mi blocca con un braccio mentre io cerco di prendergli il volante dalle mani.

- Smettila Buffy o ci schianteremo sul serio –

- Fermati, fermati –

- Amore calmati –

Mi schiaffeggia.

Resto in silenzio ad occhi sbarrati.

I due fanali immensi e il rumore di lamiere che si aggrovigliano.

Il sapore del sangue in bocca e un senso di nausea che mi soffoca.

Poi il buio.

 

Mi risveglio lentamente.

- Fermate la macchina – dico angosciata.

E mi guardo intorno.

Sono stesa nel mio letto e Willow e Xander sono accanto a me.

- Cosa è successo? – domando fissandoli incredula.

- Buffy come ti senti? – Willow mi prende la mano.

- Cosa è successo? – ripeto esasperata.

- Dov’è? – urlo.

Willow e Xander si guardano.

- Dov’è lui?

Cerco di alzarmi mentre Willow e Xand tentano di calmarmi.

- Buffy stai tranquilla, sta calma. Non agitarti –

- Dov’ è William? – e schiaffeggio Xander che cerca di bloccarmi.

- Buffy non temere sta bene – dice Willow carezzandomi il volto, rigato di lacrime.

- Stai mentendo – scuoto il capo non convinta.

- Non ti credo. Dov’è? –

Continuo ad agitarmi.

- E’ rimasto di sotto. E’ un po’ sconvolto -

Sgrano gli occhi e resto immobile.

- Perché? - chiedo a voce bassa.

- Perché? Perché tu in macchina hai dato i numeri. Hai cominciato a chiamarlo Liam. A dirgli che è colpa sua e tua se il vostro bambino è morto. E poi sei svenuta – dice Xander tutto d’un fiato.

- Era preoccupato e spaventato, quando vi abbiamo raggiunti – Willow mi fissa.

- Raggiunti? – non riesco a ricordare.

- Beh ti abbiamo vista scappare via dalla festa e preoccupati vi abbiamo seguiti in auto – Xand guarda prima Willow poi me.

- Poi abbiamo visto la macchina sbandare pericolosamente e poi fermarsi sul ciglio della strada –

Willow parla con voce amareggiata.

- E abbiamo trovato William che cercava di farti rinvenire e ti chiamava. Sembrava disperato.

Tu eri svenuta e stavi piangendo. Così vi abbiamo accompagnati a casa. –

Si fissano in silenzio adesso. Io ho gli occhi persi nel vuoto e sto di nuovo piangendo.

- Buffy credo dovresti andare da lui – mi dice dopo un po’ Willow vedendomi immobile e assente.

- Si devo andare da lui – mi alzo lentamente dal letto e mi avvio alla porta.

- Voi cosa fate? – domando confusamente.

- Noi andiamo, tu sembri stare meglio e poi avete bisogno di parlare –

Xander si alza e mi bacia sulla fronte. Willow mi abbraccia e mi sorride.

- Allora a domani – dicono in coro.

- Io resto ancora un po’ qui – dico e le gambe mi tremano.

- Si va bene – escono dalla stanza.

Sono sola, ho freddo e penso che avrei potuto perderli.

Che questa notte avrei potuto perderlo. E che forse l’ho perso.

 

- William – Willow si avvicina al divano.

Lui ha la testa tra le mani e un bicchiere pieno di bourbon in mano.

- Si – domanda con voce stanca.

- Si è svegliata. Sta bene – e aspetta.

- Davvero? – sembra rincuorato.

- Si è un po’ spaventata e confusa ma sta bene – risponde Xander.

- Bene sono contento – sospira profondamente e beve un altro sorso di liquore.

Ha un sorriso amaro in volto.

- William sii gentile con lei. Non è stato facile e non è tuttora facile per lei -

Sorride ancora.

- Non lo è per nessuno Will – e beve un altro sorso.

- Bene sarà meglio andare. Buonanotte – dicono mentre vanno via.

- Notte e ancora grazie di tutto – risponde William passandosi la mano tra i capelli e guardando fisso davanti a se.

 

Non mi vede arrivare. Scendo lentamente le scale, e attraverso la stanza.

Sono davanti a lui, gli guardo la nuca. Sembra così stanco e abbattuto.

- William – dico e lui sembra sussultare al suono della mia voce.

Mi guarda, ed i suoi occhi sono sempre dolci e innamorati.

- Ciao Buffy – si poggia con la schiena al divano e mi guarda.

- Ciao – sono ancora in piedi, non so cosa dire o fare, anche se so che devo dire e fare qualcosa o lo perderò.

- Io…mi dispiace – le lacrime premono contro i miei occhi.

Abbasso lo sguardo e singhiozzo.

Lui si alza e mi abbraccia.

- No amore, non è colpa tua. Sono io che ho sbagliato….- sospira.

- Io credevo che sarei riuscito. Pensavo che tu prima o poi avresti amato ancora. –

Sto piangendo e le sue parole mi fanno male, hanno il sapore di un addio.

Ma io non voglio dirgli addio, non adesso che l’ho ritrovato.

- William – sono in preda ai singhiozzi.

- Non dire nulla Buffy. Basta, ci siamo fatti male abbastanza. –

Piango ma non parlo.

Lui mi lascia e va verso la porta.

Si volta ancora una volta e mi fissa.

- Ti amo, ma non posso combattere con una illusione -

I suoi occhi sono lucidi, mestamente apre la porta.

- Addio – e la richiude dietro di se.

Sento il gelo avvolgermi. Sono di nuovo sola con i miei ricordi, con la sua foto sul caminetto e con me stessa.

Sono rassegnata, è tutta colpa mia se l’ho perso.

 

Poi un calcio al ventre e mi ridesto.

‘ No niente è come prima. Non sono sola. In me c’è la vita. La nostra vita. In me c’è una parte di William ed io non posso rinunciarvi. Non posso non lottare per noi ‘

D’istinto corro alla porta.

Lui è in macchina ha appena messo in moto.

Devo fermarlo. Lui non deve andarsene.

Mi metto davanti alla macchina i fari mi abbagliano.

- William io credevo tu mi amassi – urlo e piango insieme.

Mi sta guardando sconvolto.

- Dove è finito l’uomo che mi voleva così tanto da minacciarmi di legarmi al letto se avessi provato a lasciarlo? Allora erano tutte bugie, patetiche bugie -

Sono arrabbiata ed ho bisogno di sfogare tutta la tensione accumulata.

- Buffy – è a bocca aperta.

- Io credevo che avresti urlato, che ti saresti arrabbiato e che magari davvero alla fine mi avresti legata a quel dannato letto, ma non avrei mai pensato che ti saresti arreso. Che te ne saresti andato-

Ho smesso di piangere.

- Io non voglio che tu vada via. Non voglio. Tu sei mio come io sono tua. Lo hai detto tu, che ti appartengo che niente può dividerci. E poi non pensi a lui – mi accarezzo la pancia delicatamente.

- Cosa faremo noi due senza di te? – ormai sono inarrestabile.

Lui è immobile in macchina, il suo sguardo è imperscrutabile.

- Io ti odio…si ti odio, ti odio con tutta me stessa – le lacrime solcano nuovamente il mio viso alterato dall’ira e dalla disperazione.

Scende dalla macchina e mi raggiunge.

- Buffy amore perdonami. Perdonami – mi bacia e mi accarezza.

- Scusami, scusami. Non volevo farti piangere io non volevo –

- Lasciami, ti odio stupido – cerco di oppormi alla sua stretta avvolgente.

- No amore, no. Ti amo da morire, da impazzire. Sei mia hai ragione ed io sono tuo –

Si impossessa della mia bocca e non la lascia andare.

- No – continuo a protestare.

- Amami, amore. Amami –

- No io ti odio – dico debolmente.

- Si lo so – continua a carezzarmi il viso, a stringermi e baciarmi.

- Ti odio. Si ti odio….- piango a dirotto.

- Si hai ragione amore. Hai ragione –

- Non è vero. Non ti odio….io ti amo – e piango più forte.

- Si lo so amore, lo so anche io ti amo –

Non riesco più a parlare i suoi baci sono troppo intensi, mi tolgono il respiro.

- Vieni amore andiamo -

Mi prende tra le braccia.

- Dove? – domando un po’ dubbiosa.

- Ricordi il piano A? è sempre il migliore e poi come hai detto tu…devo incatenarti al letto. –

Sorride malizioso e con la sua allegria contagia me.

Mi stringo al suo petto e chiudo gli occhi.

Il suo odore è inebriante. Ho tanta voglia di lui.

- Ti voglio William. Ti desidero, voglio stare con te. Non mi lasciare ti prego -

- Finalmente amore. È tanto che aspetto di sentirtelo dire – sospira soddisfatto.

- No non ti lascerò mai Buffy, mai –

 

Sei mesi dopo…………

 

Stesi nel nostro lettone ci stiamo guardando negli occhi. Siamo felici.

Tra noi c’è la nostra bambina Joyce che dorme.

William ha voluto chiamarla come mia madre.

La tengo stretta a me e le bacio la fronte.

Lui ci stringe e mi bacia dolcemente sulle labbra.

- E’ la cosa più bella che abbia mai visto dopo di te – mi sussurra all’orecchio.

Rido e gli tocco il naso con l’indice.

- Bugiardo – lui ride con me.

- Ti ho già detto quanto ti amo, oggi? – domando guardandolo con occhi sognanti.

- Beh vediamo fammi pensare…mm… no direi di no –

- Bene ti amo da morire William – lo bacio.

- Si lo so, comunque ho sempre le catene nel comodino, non si sa mai –

alza il sopracciglio ammiccante.

- Anzi che ne diresti di mettere la bambina nella sua comoda culla ed tirarle fuori? -

Ha sempre quel suo fare arrogante e quello sguardo infernale che mi fanno venire i brividi e mi eccitano.

- Mmm….. è una proposta? O una minaccia? – sorrido e lo guardo maliziosa.

- Secondo te? – si avvicina.

Mi alzo velocemente, per sfuggirgli. Sollevo la bimba tra le braccia e la depongo nella culla.

Le do un bacio e le accarezzo la fronte.

Poi sento le sue forti braccia stringermi e spingermi nuovamente nel nostro letto.

- Mi vuoi? – ricordo ancora quando me lo ha chiesto per la prima volta.

- Si ti voglio – gli rispondo e ci stiamo fissando.

- Allora mi avrai – sorride diabolicamente.

E mi bacia.

Sento le sue mani scorrere sulla mia schiena e soffermarsi sui miei fianchi.

Gli bacio il collo e sento il suo odore e sapore.

- Ti amo - gli sussurro all’orecchio mentre lo sento affondare dentro di me con dolcezza.

- Si anche io ti amo – mi risponde in preda alla passione.

Lo attiro a me e lo stringo, e penso che se solo provasse a lasciarmi sarei io a legarlo a questo letto.

Sorrido leggermente e poi sento le onde del mare avvolgermi e mi lascio cullare dal suo amore.

 

FINE