Fanfiction ospitata
per gentile concessione del Bloodylove
in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.
Di
Spuffy
Sunnydale
10 maggio 2003
È
pomeriggio, ed è di nuovo maggio. Adoravo questo mese tanto tempo fa. Adesso è
solo il mese in cui tutto il mio amore mi è stato portato via. Il mese in cui i
miei sogni di ragazza si sono infranti contro il muro invalicabile del destino.
….Avevo
sedici anni e mezzo quando ci eravamo conosciuti. Lui era bellissimo e
tenebroso. Occhi scuri e profondi, sguardo perso nel vuoto e aria sempre triste
e un po’ imbronciata.
Liam
O’ Donnel si chiamava.
Era
l’architetto incaricato dal sindaco della città di ristrutturare il liceo.
Ricordo
ancora quando fece il suo ingresso nei corridoi della scuola. Tutte le ragazze
se ne innamorarono all’istante. Compresa me.
Ero
pazza di lui. E come una pazza mi comportai.
Ci
mettemmo insieme due giorni dopo che era arrivato a Sunnydale e dopo appena
cinquantatre giorni ci sposammo. Si ci sposammo.
Ero
in cinta e anche se mia madre non era d’accordo, alla fine cedette di fronte al
mio amore immenso per lui. Sperando che sarei stata felice. E felice lo sono
stata almeno per i primi quattro mesi. Poi tutto è finito.
Ancora
oggi quando ci ripenso ( e non posso farne a meno. Non in questo giorno ) non
posso che sentire una fitta immensa al cuore. Di lacrime non ne verso più,
perché non me ne sono rimaste da versare.
Sono
passati sette anni eppure mi sembra come fosse ieri. La festa e lui che balla
con lei, Darla Swanson. Bella e sofisticata giornalista del Sunnydale Time. Il
suo sguardo fisso in quello di lei.
Ed
io che sono lì in un angolo che osservo. Gli altri sussurrano, sanno ma non mi
dicono nulla.
Il
ritorno a casa, lui che guida ed io che sono furiosa e lo aggredisco.
Lui
che nega e poi alla fine ammette. Il mio cuore che si spezza e il fiato che mi
manca.
Le
mie urla disperate di dolore e di rabbia, l’auto che sbanda e poi due fari e
uno schianto.
Quello
del mio cuore e della mia vita.
Il
risveglio in ospedale e la voce fredda ed atona di un medico in camice bianco.
Che
simula una faccia affranta, mentre io so che è normale routine.
‘
Signora mi spiace suo marito non c’è l’ha fatta e purtroppo anche il bambino….’
Silenzio.
Da
quel momento tutto in me è silenzio.
Da
quel giorno è solo sopravvivenza.
Della
Mia vita non c’è più traccia. Solo un’ombra sbiadita che viene a farmi visita
nei sogni. Quando lo vedo bellissimo e vivo come quel primo giorno a scuola. Il
suo volto triste e l’aria un po’ malinconica. Ma è solo un sogno, e come tutti
i sogni all’alba svanisce lasciando il posto alla mia vuota, fredda e grigia
realtà.
-
Mi manchi amore – dico sulla sua tomba posando una rosa rossa (lo faccio ogni
anno)
e
poi accarezzo la lapide accanto. Dove c’è il mio bambino che ho tanto sognato e
che non ho mai visto.
Sospiro
lievemente e riprendo lentamente la strada verso casa.
Mia
madre è morta da quattro anni, ha visto il mio dolore e ne ha sofferto con me e
per me.
E
questa è un’altra cosa che non mi perdonerò mai.
Ancora
non ho il coraggio di andarla a trovare.
Quando
è morta io non c’ero. Se n’è andata da sola in silenzio, ed io avevo ancora
tante cose da dirle e da farmi perdonare.
Ogni
volta mi soffermo davanti al cancello, le chiedo perdono e le mando un bacio e
un abbraccio.
Anche
se so che non ci sarà risposta oramai.
È
mattina e devo andare a lavorare come ogni giorno. Insegno educazione fisica al
liceo di Sunnydale. Chissà perché non riesco ad allontanarmi da questo posto.
Come
una maledizione o come l’assassino che torna sempre sul luogo del delitto.
Io
ritorno sul sentiero dei ricordi, mi nutro del passato e mi rifiuto di andare
avanti.
-
Ciao Buffy finalmente sei arrivata – la voce squillante di Willow mi strappa ad
i miei cupi pensieri.
-
Ciao Will come stai? Meglio spero –
Willow
insegna informatica al liceo, è una testa quadrata. Lo è sempre stata.
-
Si grazie. L’influenza è passata – mi sorride dolcemente.
-
Hai saputo chi ritorna in città? –
-
No chi? – le chiedo mostrandomi fintamente curiosa.
-
Spike –
-
Chi? – le chiedo.
-
Come chi? Quello di Cronache di vampiri. Lo scrittore Buffy –
-
Chi dici William Darcy? –
-
Si esatto, il suo nome d’arte è Spike –
-
E cosa viene a fare qui? –
-
Ma è possibile che tu non sappia mai nulla? –
sbuffa
un po’ divertita.
-
Torna ad insegnare qui al liceo. Letteratura inglese -
-
Ah – dico davvero stupita questa volta.
-
Te lo ricordi? Com’era timido e goffo? Ma anche gentile e buono? -
-
E come mai? Non era…-
-
Beh gli piaceva insegnare qui. Poi c’è stata quella storia, di sua moglie con
il bibliotecario Rupert Giles. Te lo ricordi? –
Annuisco
con la testa.
-
Si certo che mi ricordo quello che è accaduto. -
…Lei
la bellissima e snobbissima Drusilla Parker, lui era il timido e gracile
William Darcy. Bersaglio preferito di dispetti ed umiliazioni di studenti e
colleghi.
Lei
aveva perso la testa per il bibliotecario ed era scappata con lui in
Inghilterra.
Il
marito l’aveva seguita per cercare di convincerla a tornare con lui.
Da
quello che poi si era detto… lei non ne aveva voluto sapere ed aveva chiesto il
divorzio.
Lui
era rimasto in Inghilterra e non se ne era saputo più nulla sino a tre anni fa
quando era uscito il volume CRONACHE DI VAMPIRI, il cui autore si firmava
Spike, ma che si era diffusa la notizia fosse niente di meno che il timido,
introverso William Darcy in persona.
Ripenso
per un istante al suo gesto di tirare su gli occhiali sospingendoli con
l’indice e sorrido.
Era
un tipo davvero strano.
-
Spero solo non lo prendano ancora in giro. Mi spiacerebbe molto –
Willow
sembra davvero prendere a cuore la sorte del ‘ povero professor Darcy ‘ e un
po’ dispiace anche a me.
-
Sì lo spero anche io – ma in fondo non mi interessa poi molto.
…Come
al solito arrivo trafelata a scuola.
-
Sempre in ritardo, Signora Summers – mi dice sorridendo il custode, ormai
abituato alle mie corse disperate verso l’entrata dei professori.
Gli
sorrido e gli faccio un cenno di saluto con la mano.
E
poi Boom, mi scontro con qualcuno.
-
Oh mi spiace io non volevo ….- e alzo lo sguardo rimanendo di sasso.
Pietrificata
come una statua.
-
Non ti preoccupare Buffy –
-
Ma come fa a conoscere il mio no…me …Oh mi..o D…io le…i è…-
‘
Ecco ho fatto la mia bella figura giornaliera ‘ sto balbettando.
-
Sì sono io – lui sorride ed io sono sempre più impacciata.
-
Ora sarà meglio andare, a quanto pare siamo entrambi in ritardo. –
Annuisco
e entriamo nell’istituto.
Mi
saluta e si dirige in presidenza mentre io mi avvio verso la mia classe,
convinta di aver avuto un’allucinazione.
Finita
la lezione vado nella sala professori per rilassarmi un po’ e vedere Willow.
Appena
entrata noto che tutti sono agitati e hanno un gran parlare.
-
Buffy – Willow sembra sconvolta.
-
Lo hai visto? –
Faccio
l’indifferente. E chiedo con finta innocenza – Chi? –
-
Come chi? William Darcy! – gli occhi sembra le schizzino fuori dalle orbite.
-
Ah è già arrivato – mento ancora.
-
Sì questa mattina. Avessi visto gli studenti e i professori. Buffy, è….come ti
posso dire? È un rospo che si è tramutato in principe. Credo che non ci sia
altra metafora per definirlo –
‘
come al solito se non ci piazza un po’ di cultura in mezzo non è contenta ‘ mi
dico sorridendo.
Non
commento.
Poi
vedo il suo sguardo farsi languido e la bocca accennare un sorriso a trentasei
denti.
-
Salve – la sua voce alle mie spalle.
-
Salve – dice lei e per un attimo mi sembra che abbia gli occhi a cuoricino.
Se
non sapessi che è Lesbica, comincerei a preoccuparmi sul serio.
-
Ci rivediamo Signorina Summers – ‘ beccata ‘ mi dico maledicendomi per aver
mentito a Will.
-
Salve – gli dico io un po’ seccata. Mentre Willow mi lancia uno sguardo
eloquente.
Lui
si avvicina al suo armadietto e lei mi sussurra all’orecchio
-
Ma avevi detto di non averlo incontrato –
-
Me ne ero scordata – ‘ ma si può inventare una balla più stupida di questa? No
credo di no ‘
-
A davvero? – Willow mi osserva sospettosa ed io chissà perché mi sento
colpevole ma non so di cosa.
-
Beh allora che ti sembra? – mi chiede curiosa indicandolo con la testa.
-
Cosa vuoi che ti dica? Se ti piacciono i tipi alla: sguardo che uccide. Occhi
blu come il mare in tempesta, penetranti ed intensi. Fisico scolpito,
carnagione pallida. E aria da bello e dannato, ‘ fate spazio arrivo io ‘
allora…-
Lei
mi guarda stupita e mi dice
–
Accidenti gli hai fatto la radiografia Buffy –
Mi
mordo il labbro inferiore.
Accidenti
non credevo di averlo osservato così a fondo.
Alzo
le spalle e ribatto sicura.
-
Gli conosco i tipi come lui non portano nulla di buono -
Willow
mi guarda con dolcezza e mi stringe la mano.
Le
sorrido e le dico per sdrammatizzare
-
Fai ancora in tempo a passare dall’altra sponda -
Ridiamo
e insieme usciamo dalla stanza.
Sulla
porta gli do un’ultima occhiata, e strano anche lui sembra mi stia guardando.
‘
Sì proprio il tipico pianta grane ‘ e stringo la borsa con rabbia.
Scendo
dall’autobus, da quel giorno evito di prendere le automobili. Quando ci sono
proprio costretta stringo sempre la maniglia della portiera con la mano e sono
rigida come un pezzo di legno.
Attraverso
il vialetto diretta verso la mia silenziosa casa. Quando noto una De Soto nera
parcheggiata nel viale della casa accanto. Che è rimasta vuota da quando i
proprietari si sono trasferiti a Chicago per lavoro.
…Ed
eccolo seduto sulla palizzata del portico, poggiato ad una colonna con la testa
rivolta all’in su intento a fumare una sigaretta. Ed è maledettamente sexy, lo
detesto, questa è una cosa certa.
‘
Accidenti ma proprio qui doveva venire a stare ‘ mi chiedo e sono infastidita.
-
Ehilà Buffy. A quanto pare siamo vicini – ride.
-
Già – rispondo io e il mio tono non è entusiasta.
Ma
lui sembra non accorgersene.
-
Una sera di queste magari organizziamo qualche cosa. Che ne dici? -
‘
Pianta grane lo dicevo io ‘ mi mordicchio nervosamente il labbro e chiudo ed
apro le mani ritmicamente.
-
Sì, si vedremo – dico tanto per dire qualcosa e togliermelo dai piedi.
-
Allora buona notte e sogni d’oro piccola -
Faccio
una smorfia che dovrebbe essere un sorriso e rientro in casa.
Lancio
la borsa su una sedia, mi tolgo le scarpe e a piedi nudi mi dirigo verso il
divano.
‘
Piccola? ma come si permette. Imbecille ‘
Guardo
la foto di Angel sul caminetto e mi dico decisa ‘ mai più ‘ .
E
mestamente mi dirigo nella mia stanza vuota.
E
le cose non possono altro che peggiorare….
Sono
alla fermata, piove a dirotto e questo dannato autobus non vuol saperne di
passare.
Ho
i vestiti inzuppati.
Si
ferma davanti a me e abbassa il finestrino.
-
Su Buffy salta su ti accompagno a casa – sta guardando la mia maglietta bagnata
e questo mi infastidisce.
-
No grazie aspetto – e mi guardo intorno sperando che il maledetto autobus venga
a togliermi da questa dannata situazione.
-
Avanti non fare la testarda e Sali in macchina. O ti prenderai un’ accidente –
faccio una smorfia contrariata, ma non so perché, il suo tono risoluto ha
effetto su di me. Così salgo in macchina. Sono a disagio e spaventata. Stringo
la maniglia come sempre e mi irrigidisco.
Lui
accende il riscaldamento, si toglie la giacca e me la sistema sulle spalle.
Sfiorandomi leggermente il collo con le dita.
Sussulto
lievemente a quel contatto.
E
mi irrigidisco ancora di più.
Lui
mi guarda e sorride.
-
Andiamo – e mette in moto.
Con
la coda dell’occhio mi osserva, ha notato il mio disagio e cerca di capirne il
motivo.
Ogni
curva, ogni semaforo ed ogni sterzata il mio cuore sussulta e accelera.
Arriviamo in pochi minuti che a me sono sembrati un’eternità. Mi catapulto
fuori dalla macchina.
-
Grazie mille –
Lo
ringrazio senza guardarlo in viso e corro in casa richiudendomi la porta alle
spalle.
Pochi
istanti e qualcuno bussa alla porta.
‘
Se pensa che gli debba qualcosa per il passaggio si sbaglia ‘ mi dico e
spalanco la porta, pronta a fare una scenata.
-
Sì cosa c’è adesso? – gli domando puntando i pugni sui fianchi.
Lui
mi guarda tra il divertito e il serio.
-
Scusami ma hai dimenticato…- e mi indica la giacca.
‘
Oh… la giacca ‘ e non so se sono più delusa o imbarazzata.
-
Sì scusami – gli dico porgendogliela.
-
Niente – mi guarda ancora un istante e poi si allontana salutandomi con la
mano, dicendomi
-
A domani –
Richiudo
la porta e batto i piedi per terra.
Ancora
non lo sapevo ma di lì a poco le cose sarebbero precipitate senza che io
potessi far nulla per impedirlo.
….
Le spese sostenute per la malattia di mia madre mi hanno costretta ad
indebitarmi ed il mio lavoro basta a mala pena per me. Un giorno, io e Will
trovandoci a discutere sul modo di arrotondare le entrate mi ha suggerito di
mettere un annuncio, nel college per affittare una stanza della mia casa vuota.
Ho
esitato per un po’, poi alla fine mi sono decisa ‘ non lo avessi mai fatto.
Così sono iniziati i miei guai…’
Metto
quel maledetto annuncio e nel pomeriggio mentre sono a casa bussano alla porta,
apro e chi mi trovo davanti? … sempre lui Mr. Sorriso durbans.
-
Ciao Buffy, ti disturbo? – ‘ ormai sei entrato, che lo domandi a fare? ‘ penso
infastidita.
-
No certo che non disturbi – sorrido falsamente.
-
Ho letto l’annuncio ed eccomi qua –
‘
Cosa?? Ma è matto? Ha una faccia tosta questo che davvero lo prenderei
volentieri a schiaffi ‘
-
Ma io veramente pensavo a ….-
-
Mm…non avrai paura di me spero? E poi non mi farai le discriminazioni vero? –
-
No, certo ma vedi io…avevo pensato che visto …..-
-
Buffy se non vuoi basta che mi dici No. Io capisco se hai qualche timore – e mi
guarda sornione.
-
Io non ho paura – lo guardo con aria di sfida e casco nella sua dannata
evidentissima trappola. Ma il mio orgoglio mi rende cieca.
-
No dico sul serio Buffy, capisco – e fa per andarsene ed io faccio la cosa più
assurdamente sbagliata.
-
Va bene ti affitto la stanza. Solo che pensavo avessi già un posto – ed indico
la casa accanto.
-
No, me l’hanno prestata per due settimane. Un favore, nell’attesa di trovare
una sistemazione –
-
Ah capisco – muovo nervosamente le mani.
-
Allora quando posso trasferirmi ?- sbarro gli occhi.
‘
Ma come? Quando gli ho detto che può venire qui? ‘
Riavvolgo
il nastro e…’ Maledizione, gli ho appena affittato casa. Mi sento male ‘
-
Non saprei .. non ci avevo ancora pensato –
-
Oggi stesso va bene? – spalanco gli occhi incredula.
-
Veramente – sono incapace di articolare una parola.
-
Okay allora a tra poco – e se ne va con aria baldanzosa. Lasciandomi a rodere
per la mia poca presenza di spirito e disattenzione.
‘
Viene a stare da me. Qui in questa casa. Oddio che ho fatto? ‘
Poco
dopo eccolo riapparire con uno zaino e due borse al seguito.
È
euforico. Entra in soggiorno e posa tutti i bagagli. Si guarda intorno e dice
-
Bello qui. Allora mi fai vedere la casa e la mia stanza? -
-
Sì cer..to – dico rassegnata.
Maledicendomi
in tutte le lingue, anche quelle che non conosco.
-
Questa è la cucina lì c’è la sala da pranzo e il ripostiglio – saliamo le
scale.
-
Questo è il bagno. Questa è la tua stanza e questa di fronte è la mia –
-
Bene – sorride – stanze vicine –
-
Già – faccio una smorfia contrita.
-
Quali sono le regole della casa? – chiede curioso.
-
Beh niente droga o cose illegale, per il resto siamo adulti e vaccinati (quanto
mi sarei pentita di questa frase detta a cuor leggero) –
-
Perfetto. Adesso che ne dici di festeggiare? Ho una bottiglia di buon bourbon
in valigia –
‘
Mi vuole già far ubriacare? ‘ esito e lui si accorge dei miei dubbi.
-
Ah ho capito, tu sei il tipo ‘ no grazie non bevo. No grazie non fumo ‘ vero? -
Quanto
lo detesto, come osa dare giudizi su di me senza conoscermi.
-
No io bevo e qualche volta fumo anche – ‘ ma a chi la vuoi dare a bere Buffy? ‘
-
Ah davvero – tira fuori il pacchetto dalla tasca e si accende una sigaretta e
poi me la porge
-
Su avanti una boccata sola – io stringo il pugno, non posso cedere e prendo la
sigaretta in mano.
Sto
fumando. Una sola boccata e la mia gola è in fiamme. Tossisco forte senza
riuscire a fermarmi. Gli occhi mi lacrimano e mi sento ancora una volta
imbecille. Sembra che ci abbia fatto l’abbonamento.
-
Ah, ah, ah – ride, senza ritegno. Ed io vorrei ficcargli in gola la sua dannata
sigaretta.
-
Dai Buffy non fa nulla. adesso mi sistemo e poi scendo per la cena. Tu non
preoccuparti.
Raccoglie
le sue cose e va nella sua stanza, mentre io in cucina penso al modo di
liberarmi al più presto di lui.
‘
Perché mi sento tanto Willy il coyote alle prese con Beep Beep? ‘
A
cena siamo in silenzio, mi sento a disagio, è da tanto che sono abituata al
silenzio che il tono della sua voce che mi domanda del pane, mi fa trasalire.
-
Guardiamo un po’ di Tv dopo? – domanda mentre addenta una mela.
-
Si va bene – ormai sono rassegnata a tutto.
Seduta
accanto a lui mi sento strana. In quella stanza anni prima spesso mi sedevo
accanto a lui e lo abbracciavo mentre guardavamo la tv o parlavamo del nostro
bambino. È trascorsa un’eternità.
Non
resisto e così mi alzo e frettolosamente gli dico
-
Buonanotte William, sono molto stanca. Ci vediamo domattina -
-
Notte Buffy –
Nella
sala professori regna un’atmosfera irreale, la notizia si è sparsa a macchia
d’olio. Tutti mi guardano stranamente. E noto che molte ragazze lo fanno con
invidia.
-
Buffy dimmi che non è vero? – la voce angosciata e dubbiosa di Willow mi fa
trasalire.
-
Purtroppo è vero – e poso la fronte sul banco.
-
Ma come??-
La
guardo con gli occhi disperati.
-
Non lo so. Ti giuro non so come sia potuto accadere –
ed
è la verità ancora non mi sono resa perfettamente conto di come siano andati i
fatti.
-
E adesso che hai intenzione di fare? –
-
Liberarmi di lui – dico decisa.
-
Davvero? – domanda
-
Sì certo. – rispondo un po’ infastidita, Willow che non si fida ciecamente di
me, è una cosa che mi fa molto male.
-
Però è un vero peccato – ed anche gli occhi di Willow sono due cuori
palpitanti.
‘
Oddio ma ci deve essere in giro un virus, Spikkite acuta potrebbe essere. ‘
Lo
guardo sorridere e parlare con due studentesse e la cosa mi irrita non poco. Ma
non voglio pensarci.
Sto
tornando a casa e ripeto mentalmente il mio bel discorsetto ‘ mi spiace ma ho
deciso di non affittare più la stanza ‘ è tutto preparato.
Entro
decisa ….sento rumori provenire dalla cucina, e la sua voce
-
Sei arrivata finalmente. Giornata dura? Su vieni in cucina – ancora rumori.
Mi
fermo sulla porta e il mio discorso si spiaccica su una tavola riccamente
imbandita.
Lui
in grembiule che sul davanti ha la scritta ‘ touch me ‘. (Non avrei mai dovuto
comprarlo) Sta preparando la cena.
Mi
accoglie con il suo sorriso dolce e gentile, ed è bello dopo essere stati per
tanto tempo soli, avere qualcuno che ti prepara la cena. Qualcuno che pensa a
te, che ti aspetta a casa.
Ho
gli occhi lucidi, ma lo nascondo bene.
-
Non dovevi disturbarti, io me la sarei cavata – e lo guardo in adorazione
quasi.
-
Per me è un piacere. Buffy –
Mi
ricordo del discorso e mi dico che ‘ adesso o mai più, se comincio a mangiare
addio è la fine dei miei buoni propositi ‘
-
Senti io devo dirti una cosa….-
-
Sì dopo Buffy adesso spogliati e vieni a mangiare –
mi
si avvicina (maledetto grembiule) e mi sfila la giacca dalle spalle. Con le
mani mi sfiora la schiena ed i fianchi. E mi spinge verso la sedia.
Mi
fa sedere e mi mette il tovagliolo sulle gambe. Il suo viso così vicino al mio
mi fa accelerare il battito cardiaco. Poi prima di rialzarsi gira la testa
verso di me, siamo a pochi centimetri
‘
chissà se può sentire il battito del mio cuore ‘ mi chiedo stupidamente.
Sorride
ed io mi perdo in quello sguardo, in quel sorriso e in quel volto.
Si
siede di fronte a me e apre il vino.
Ne
versa nei bicchieri e poi propone un brindisi
-
A noi due, ed alla nostra vita insieme -
è
così ambiguo, così maledettamente sicuro e sorridente.
Come
diavolo faccio a dirgli che lo voglio sbattere fuori casa?
Inutile
non ce la faccio, è una battaglia persa.
I
bicchieri si toccano e poi lentamente bevo un sorso di vino.
Finito
di cenare ci rechiamo in soggiorno a vedere un po’ di tv, sono tesa e mi tocco
nervosamente la spalla un po’ dolorante. Lui se ne accorge e senza dire nulla
si alza e si posiziona alle mie spalle. Comincia a massaggiarmi. Io mi difendo,
ma lui non vuol sentire ragioni, continua la mia lenta agonia. Le sue mani
sulle mie spalle sul collo. Un brivido percorre tutta la mia schiena.
-
Se fossi nuda il massaggio sarebbe molto più intenso e rilassante Buffy – dice
a bassa voce.
Mi
sto lasciando andare. Mi prende per il mento e gira il mio volto verso il suo e
mi fissa per qualche istante. Poi si avvicina lentamente. ‘ Oh. Oh, sta per
baciarmi e adesso che faccio? ‘
Squilla
il cellulare e lui risponde lasciandomi.
La
sensazione di abbandono è forte in me. evito di commentare però.
-
Scusami – mi dice
-
Di cosa – gli dico facendo la finta tonta.
Mi
alzo, cogliendo l’occasione per filarmela e gli do la buonanotte.
-
A domani -
-
A domani – risponde lui e i suoi occhi sono puntati sfacciatamente su di me,
che ho ancora il viso un po’ accaldato, per l’emozione di quel nuovo contatto,
dopo tanto tempo.
Salgo
di sopra e chiudo a chiave la stanza.
E
davanti ai miei occhi rivedo le sue mani, affusolate, calde e morbide.
Mi
infilo sotto le coperte e so già che sarà una notte agitata questa.
E’
sera e fa particolarmente caldo, seduta nel portico mi godo la tranquilla
serata.
Lui
mi raggiunge e sembra allegro.
-
Perché ieri sei scappata? - domando secca
Detesto
il suo modo di andare dritto al sodo.
-
Scappata? Ma cosa dici – mento sfacciatamente.
Si
siede e resta silenzioso per un po’.
-
Ah no? Non sei scappata? –
-
Non capisco proprio cosa tu voglia dire – ‘ che pessima bugiarda sono ‘
-
Ma davvero? –
Sono
seccata.
-
Ma insomma che ti prende? Cosa accidenti vuoi da me? -
Si
alza e si avvicina a me deciso e calmo.
-
Questo – dice sommessamente e mi attira a se, cingendomi con le sue braccia la
vita. E’ un tocco leggero ma molto intenso.
Mi
bacia dapprima lentamente e dolcemente, poi sempre più profondamente e
appassionatamente.
Quando
si stacca da me le mie guance sono in fiamme e gli occhi lucidi.
Sto
quasi piangendo, è da quando lui è morto che nessuno mi toccava e baciava in
quel modo.
-
Lasciami – gli dico
-
Vuoi davvero che lo faccia? – sussurra la sua bocca sulla mia.
E
mi bacia ancora, questa volta il bacio è intenso e disperato.
I
nostri corpi aderiscono.
Lui
mi accarezza la schiena e i fianchi, mentre io gli passo una mano tra i capelli
e con l’altra lo attiro ancora più verso di me.
Poi
il rimorso mi assale, e mi stacco da lui.
-
Basta – urlo.
-
Perché? – dice in un fil di voce, ancora alterata per il bacio.
-
Perché sì – e lo guardo quasi con odio.
-
Per via della foto sul camino? – dice a brucia pelo fissandomi negli occhi.
Non
rispondo. Ma il mio sguardo diventa cattivo.
Non
mi piace chi si intromette nei miei pensieri.
-
Allora? – incalza ansioso.
-
Sono fatti miei. Io detesto le persone impiccione – mi libero dalla sua stretta
e rientro in casa.
Abbandonandomi
ad un pianto liberatorio. E guardo la sua foto sul camino, sembra come mi
guardi e mi giudichi. Corro di sopra e mi chiudo nel mio regno di silenzio e di
solitudine.
La
sveglia suona devo alzarmi. Ho dormito poco questa notte ed ho il viso stanco e
un po’ sbattuto. E gli occhi pesti.
Lo
evito accuratamente anche se so che è inutile, quel bacio ha risvegliato in me emozioni
sopite. Che non posso controllare.
Willow
mi aspetta al caffè della scuola con il viso immerso in un libro come sempre.
-
Ciao Will – la saluto sedendomi al suo tavolo.
-
Ciao Buffy – mi risponde lei.
-
Del caffè – dico al cameriere.
-
Buffy hai un’aria stanca. Stai male? – mi osserva seria.
-
Non ho dormito bene –
-
Cosa è successo? –
-
Niente – ma la mia voce ha un tono alterato.
Bevo
il caffè lentamente.
-
Hai litigato con Spike? –
Sono
stupita.
-
Perché dici questo? – la fisso.
-
Sai – esita un istante e poi prosegue.
-
Credevo ti piacesse –
-
Cosa? – gli occhi mi si spalancano.
-
Beh, dal modo in cui …-
E’
imbarazzata.
-
Ma come ti salta in mente una cosa così stupida? -
Sono
arrabbiata. E questo convince ancora di più Willow che ha colto nel segno.
-
Quello stupido, arrogante, scrittore da quattro soldi, con quei capelli….- non
riesco a trovare un termine abbastanza offensivo e balbetto furiosa.
-
Scusami Buffy non volevo farti alterare –
Willow
è dispiaciuta, ma nei suoi occhi leggo la convinzione di aver ragione.
-
Scusami tu Will – le dico abbassando lo sguardo.
-
Ho deciso questa sera gli dico di andarsene – ma non sono contenta nel dirlo.
-
Sei sicura? – chiede un po’ esitante.
-
Si certo – mi riprendo subito e alzo lo sguardo.
Non
dice nulla. Pago il caffè e ci salutiamo, abbiamo lezione entrambe.
Sto
tornando a casa finalmente, la giornata è stata pesante e sono stanca.
E
purtroppo non è ancora finita. Mi aspetta il quarto d’ora più difficile della
giornata.
Dire
a Spike che deve andarsene.
Le
luci sono accese, è in casa.
Inserisco
la chiave nella toppa e sento musica provenire da dentro.
Apro
e richiudo la porta.
Entro
in soggiorno e vedo Spike seduto sul divano accanto a una ragazza bionda
vestita elegantemente. Lei si volta a squadrarmi per qualche secondo e poi
guarda Spike.
-
Questa è la mia padrona di casa – dice lui con noncuranza.
-
Buffy, questa è Harmony una mia amica - le sorride dolcemente.
Una
fitta mi prende allo stomaco e so di nuovo cosa significa essere gelosi.
-
Piacere – dico in tono asciutto.
-
Piacere – dice lei quasi con disprezzo.
-
Sarà meglio che vada adesso – si alza e con fare sicuro si dirige verso la
porta.
Esista
qualche momento davanti a me. Sorride canzonatoria e poi prosegue.
Lui
l’accompagna e richiude la porta alle sue spalle dopo averle dato un bacio
sulle labbra.
Rientra
in soggiorno come nulla fosse. Io sono furiosa.
-
E quella chi era? – domando, e nella mia voce si avverte la rabbia.
-
Te l’ho detto è un’amica – mi risponde, quasi divertito dalla mia reazione.
-
A davvero? – sono gelosa e non me ne rendo conto.
-
Perché? – domanda lui e nei suoi occhi vi è una luce sorridente.
-
Perché non mi va che degli sconosciuti entrino in casa mia – mento.
-
Buffy questa è anche casa mia e poi ricordi le regole della casa? –
Mi
mordo il labbro.
-
Ma cos’ hai? sembri quasi gelosa – mi fissa arrogante, sollevando il
sopracciglio maliziosamente.
-
Cosa? Sei per caso impazzito? – mi sento colta in fragrante e cerco di
rimediare come posso.
-
Hai capito Buffy – sembra sicuro di se.
-
Ti stai sbagliando completamente –
-
Ah davvero? –
Socchiude
gli occhi e mi fissa.
-
Io ….non sono gelosa – dico ma non sono molto convinta.
-
Meglio così – non sorride più, ma continua a fissarmi.
-
Buonanotte – mi dice calmo.
-
Buonanotte – gli rispondo fredda.
E
dimentico completamente i miei propositi di dirgli di andarsene.
E’
arrivato alle scale quando si ferma gira il capo e mi guarda. Io sono rimasta
in piedi al centro del soggiorno.
Torna
verso di me velocemente.
-
Dimenticavo una cosa -
-
Cosa? – gli chiedo seccata ed ancora arrabbiata.
E’
di fronte a me a pochi passi.
-
Il bacio della buonanotte – e senza che io possa dire o fare qualcosa mi prende
tra le braccia e mi bacia a lungo ed intensamente. Un calore intenso mi avvolge
e confonde.
Sono
senza fiato e inebetita quando lui mi libera dalla sua stretta. È finito troppo
presto.
Sorride
di nuovo.
E
senza dire nulla si dirige alle scale e sparisce di sopra.
Lasciandomi
sola e ancora sconvolta per quello che è accaduto.
‘
Deve andarsene. E subito ‘ penso ed una sensazione di paura e di eccitazione
insieme mi pervade.
A
scuola sono nervosa e agitata, Willow mi aspetta. Vuole sapere come sono andate
le cose e se lui è andato via da casa mia.
-
Allora? – mi guarda con aria interrogativa.
Non
ho il coraggio di dirle che non ci sono riuscita, che lui mi ha baciato.
-
Gliel’ho detto chiaro e tondo Will – ‘ bugiarda, bugiarda, altro che naso di
Pinocchio ‘
-
E lui è rimasto molto male? – ‘ accidenti sembra più dispiaciuta per lui che
per me. Ma insomma lei è la mia amica non la sua. ‘
-
E’ andato via? – domanda allarmata – non dirmi che lo hai sbattuto per strada?
– sembra spaventata.
-
No, credo gli ci vorrà un po’ per rielaborare quello che gli ho fatto capire. –
-
Glielo hai detto o no? – mi sta osservando dubbiosa.
-
Sì certo, gliel’ho fatto capire chiaro e tondo – sudo freddo.
-
Ciao Will – ‘ oh cavolo è lui ‘
-
Ciao Buffy – mi guarda sorridendo.
-
Ci vediamo a casa. Oggi ti preparerò qualcosa di buono vedrai. A dopo – e mi
fissa con intensità. Prima di allontanarsi.
Willow
mi sta fissando lo so, lo sento.
-
Buffy? – dice sconcertata.
-
Si lo so, credo non abbia capito. Forse sarà meglio che glielo spieghi di
nuovo. Ora devo andare –
Mi
alzo di scatto. – A domani Willow – e scappo via.
Essere
colta in fallo due volte è troppo anche per me.
Torno
a casa, dopo una giornata di lavoro e mi dico che questa volta gli dirò che
deve lasciare la mia casa.
Entro
piano, ‘ ho quasi timore di entrare in casa mia. È assurdo. ‘
-
Ciao – la sua voce calda mi accoglie. E il suo sorriso mi scalda.
-
Ciao – gli dico impacciata. Ho deciso di fargli il discorso e lo farò.
-
Senti William, c’è una cosa di cui dobbiamo discutere – e cerco di sostenere il
suo sguardo.
-
Si tutto quello che vuoi tesoro – e piega la testa da un lato, facendo una
smorfia così sexy che quasi mi manca il respiro. Resto incantata per qualche
secondo. Poi mi ricordo ‘ il discorso ‘. Lui sta ridendo si è accorto che lo
stavo osservando.
-
Allora io ci ho pensato su…ed ho deciso –
-
Si cosa tesoro – e si avvicina lentamente a me.
-
Ho deciso che ….- è vicinissimo.
-
Ho deciso che tu….- mi sta sbottonando la giacca. Mi sento una bambina.
-
Togliamo questo prima okay? – e mi sfila la giacca.
-
Senti io devo dirtelo proprio – e mi sto perdendo nei suoi occhi.
-
Si certo lo so. Dimmi pure piccola – e mi toglie la borsa di mano.
-
Voglio, io …..voglio….. – balbetto.
-
Si cosa vuoi tesoro – e mi spinge verso il divano.
-
Voglio che tu….- non riesco ad andare avanti.
Mi
sta fissando divertito e con lo sguardo mi accarezza. Rabbrividisco.
-
Voglio che….- e deglutisco a fatica.
-
Sì lo so. Anche io lo voglio – dice lui, mi attira a se e mi bacia.
Lo
sto baciando ‘ ehi ma non è questo che vuoi Buffy. Oppure si …?’
Non
smette di baciarmi ed io mi sento una perfetta idiota. ‘ Willy il coyote
appunto. ‘
Mi
sta stringendo e mi spinge sul divano, siamo avvinghiati, ed eccitati.
Infila
una mano nella mia camicia e sfiora con le dita le punte turgide dei miei seni.
Sento
una fitta di piacere intenso. Mi spingo verso di lui.
-
Spike – sussurro.
-
Si parla passerotto. Cosa volevi dirmi – e continua a torturarmi carezzandomi
il seno.
-
Io voglio che…Ah – emetto un gemito soffocato.
-
Sì cosa? – domanda lui.
-
Voglio…io voglio ….- respiro affannosamente.
-
Si cosa vuoi dimmi – e mi bacia il collo senza tregua.
-
Voglio che…ah, sii – mi accarezza strappandomi gemiti, su gemiti.
-
Si così. Mi piaci quando sei eccitata tesoro –
Arrossisco
violentemente.
-
Voglio. Si io voglio – mi sto perdendo.
-
Ti ascolto avanti parla – e mi bacia ancora impedendomi di continuare.
-
Ti prego, non riesco a parl…- un bacio e una carezza sempre più profonda ed intensa.
-
Ah, ah – sono senza fiato.
-
Si ancora così – mi dice all’orecchio.
Una
lacrima scivola sulla mia guancia e di nuovo la sensazione di tradimento.
-
Ti prego Spike basta – non riesco a smettere di baciarlo e imploro lui di
farlo.
Continua
a baciarmi, poi si stacca e mi fissa.
Il
suo sguardo è pieno di desiderio.
-
Va bene Buffy, come vuoi tu –
Si
passa una mano tra i capelli, poi si alza dal divano e si dirige in cucina.
Mi
sento una sciocca. Desidero ancora le sue mani su di me, le sue carezze e i
suoi baci.
-
Su dai vieni a mangiare Buffy. Ti ho preparato qualcosa -
Abbasso
lo sguardo ‘ stupida ‘ mi dico e lo seguo.
Ceniamo
in silenzio. Alla fine però finalmente riesco a parlare.
-
Senti Spike. Devi andartene – ce l’ho fatta. L’ho detto.
-
Cosa vuoi dire? – sembra tranquillo.
Si
alza e sparecchia, poi mi guarda divertito.
-
Allora Buffy? -
-
Hai capito. Non puoi restare qui –
Non
oso guardarlo. Sento il suo sguardo puntato su di me e fa scintille.
-
Cosa devo capire? – è serio.
-
Che te ne devi andare –
-
Perché? –
-
Perché …- non so cosa dirgli.
Non
posso confessargli che voglio che se ne vada perché provo qualcosa di
travolgente per lui e che ho paura di me stessa.
-
Si avanti….- mi incalza.
-
Perché ho deciso così – sprofondo.
-
Cioè vuoi dire che dovrei andarmene perché ti piace baciarmi e farti toccare da
me? – è freddo mentre lo dice.
-
Non ho mai detto questo. Cioè che tu mi piaccia – sono nel pallone.
-
Quindi non ti piaccio? – mi domanda curioso.
-
Io … non so se mi piaci – menzogne su menzogne.
-
Allora forse non eri tu che poco fa mi baciavi ed imploravi con voce roca? –
Mi
sta deridendo.
-
Senti è stato il momento ..la novità. Io non mi sono…..-
Senza
dirmi nulla si alza, si avvicina, mi tira su e mi bacia con foga.
Anche
questa volta, non oppongo resistenza.
Quando
mi lascia sono rossa in viso e in totale confusione.
-
Bene cosa dicevi ‘ è stato il momento ‘ ? – sento la sconfitta arrivare
bruciante.
-
Io ….basta – urlo e scappo nella mia stanza. E mi detesto perché lo desidero.
Mentre
salgo le scale sento lui che mi grida dietro
-
Buffy non potrai scappare in eterno. Prima o poi ti stancherai ed io sarò lì
per te. -
Nel
letto non faccio che rigirarmi ed agitarmi. E quelle parole mi riecheggiano
dentro.
So
che ha ragione, sto perdendo il controllo.
Vedo
il baratro davanti a me e non riesco a far nulla per evitarlo.
Nel
buio vedo il volto di Liam e mi dico che ‘ questa volta no. Non accadrà ancora.
Non ci sarà un altro uomo nella mia vita che mi spezzerà il cuore ‘.
La
mattinata scorre lenta ed inesorabile, verso un nuovo tramonto e una nuova
lotta contro le mie emozioni e le sue insistenze.
A
pranzo come al solito sono con Willow....
-
Ciao tesoro – rabbrividisco e sussulto a sentire quella voce.
Willow
mi sta fissando ormai non la sconvolge più niente.
-
Hai dimenticato questo – e mi porge una busta di carta con dentro un sandwich e
una mela.
-
Ho pensato che avresti avuto fame e così ti ho preparato qualcosa – sorride
divertito.
Io
voglio solo sprofondare, mentre i colleghi e le colleghe mi guardano con aria
canzonatoria.
Non
oso immaginare cosa stiano pensando.
-
Ci vediamo dopo a casa – e mi posa la mano sulla mia. La stringe per qualche
secondo e poi si allontana con baldanzosa arroganza.
-
Ma….ma… Buffy cosa sta succedendo? – tutto il suo viso è un enorme lentigginoso
punto interrogativo.
Ed
io non so che cosa dire, e se non bastasse le sue allieve mi stanno fissando
con sguardo assassino.
-
Niente, cosa vuoi che significhi – ma la mia voce è forzatamente calma, non
ingannerebbe nessuno, tanto meno Willow.
-
mmm…..Buffy sei sicura che non hai nulla da dirmi? –
‘
oddio pensa siamo amanti ‘
-
Guarda che io capisco e approvo – dice tutta eccitata, mentre io la fisso con
la bocca aperta e occhi sgranati.
-
Io invece non proprio capisco – e sbatto le ciglia incredula.
-
Willow presto ti aspettano in sala professori – la chiamano dalla finestra.
-
Willow che ne diresti di venire a cena da noi questa sera? –
‘
ti prego accetta, accetta. Non voglio restare sola con lui ‘
-
Volentieri Buffy – ‘ sììììììììììììììììììììì ‘ esulto.
-
Okay, allora alle diciannove? –
-
Si perfetto – per questa sera il pericolo è scampato penso.
E
sorridendo ritorno al lavoro.
Sono
le diciotto, ho appena finito di prepararmi, scendo di sotto guardandomi in
giro con circospezione. Spero di evitarlo sino all’arrivo di Willow.
-
Come siamo carine questa sera – fischio, ‘ come non detto ‘.
-
Grazie – dico seccata. Senza guardarlo.
Si
avvicina a me lentamente. Sono agitata.
E’
davanti a me e mi sta fissando intensamente.
Il
suo sguardo si sofferma sulle mie labbra, le accarezza con gli occhi.
Sono
bloccata tra lui e il divano.
Inizia
a far caldo nella stanza.
Allunga
la mano per cingermi i fianchi quando fortunatamente suona il campanello.
-
Willow – dico esultante, sfuggendo la sua stretta e correndo a rotta di collo
verso la porta.
Lui
sembra divertito.
-
Ciao Buffy – dice Willow e resta di stucco.
Io
la sto abbracciando disperata e la sto stringendo fino a toglierle il respiro.
-
Buffy è da poche ore che non ci vediamo…non ti sembra di stare esagerando un
pochino? -
Mi
riprendo e cerco di darmi un contegno.
-
Si ma è tanto che non vieni a cena – ‘ idiota ‘ mi dico ormai rassegnata.
Seduti
a tavola, davanti a un bel piatto di pollo al cherry, ci guardiamo di sott’
occhi.
Il
silenzio è imbarazzante.
E’
Willow ad interromperlo
-
Beh come ti trovi qui William? – domanda guardandolo con aria sognante.
-
Bene, questa casa è molto accogliente, anche se vorrei farci qualche piccolo cambiamento.
Un tocco di colore e cose nuove –
-
Cosa? La casa resta esattamente com ‘è – ribatto secca.
-
Ne ha bisogno Buffy, come ne hai bisogno tu – risponde risoluto.
-
Che ne sai tu di quello di cui ho bisogno io? – comincio ad alterarmi
-
Beh non è una cattiva idea …- dice Willow esitante, cercando di calmare gli
animi che si stanno infervorando.
-
Lo so – i suoi occhi lanciano scintille.
-
Tu non sai un bel niente – la mia voce trema.
-
So di lui – ed indica la foto sul camino, mentre Willow trasale ed io divento
furiosa. Come del resto ogni volta che si accenna a Liam.
-
Ragazzi – dice Willow in un sussurro ma ormai è tardi. Tra noi il fuoco
divampa.
-
Tu non sai nulla – adesso sto urlando.
-
So che hai sofferto per colpa sua e so che hai paura adesso. Paura di tornare a
provare a fidarti di qualcuno. –
-
Smettila, basta – dico a denti stretti.
-
No – la sua voce è alterata quanto la mia.
-
Voglio che te ne vada – batto i pugni sul tavolo.
-
No scordatelo. Non ti libererai facilmente di me Buffy. Io non sono come gli
altri, non mi farò intimorire dalle tue maschere. Io arriverò a te Buffy e tu
non potrai fermarmi. Quindi rassegnati tesoro. – anche lui ha puntato i pugni
sul tavolo.
-
Vattene – urlo disperata, mentre le lacrime premono sugli occhi.
-
Ho detto no –
-
Forse sarebbe meglio se io me ne andassi – Willow fa per alzarsi.
-
No Willow se qualcuno deve andare via, quella non sei tu – e lo fisso.
-
Ad andare via devono essere i brutti ricordi – ci alziamo in piedi.
-
Si Willow sarà meglio che tu vada. Io e la signorina qui dobbiamo parlare. –
Una
luce sinistra gli attraversa lo sguardo.
-
No resta –
Willow
sembra sconvolta non sa cosa fare.
-
Vai Willow –
-
Lei non si muove di qui – ribatto ed ormai è una guerra tra noi.
Lui
prende Will per un braccio e gentilmente, ma senza possibilità di replica, la
accompagna alla porta e la richiude alle sue spalle. Dopo averle dato una
frettolosa buonanotte.
-
Ora a noi due tesoro – la voce è tagliente.
-
Come hai osato? – stringo i pugni.
-
Dobbiamo parlare adesso – risponde secco e continua a fissarmi.
-
Non abbiamo nulla di cui parlare io e te. Voglio che domani stesso te ne vada
da casa mia –
-
Nemmeno per idea tesoro. Credo che abbiamo molte cose da chiarire e da dirci
invece. –
La
sua voce è risoluta. Sembra irremovibile.
-
Ora basta sono stanca, di te e delle tue….- non so come definirle.
-
A davvero? Io credo che tu abbia solo paura –
-
Io paura? Tu devi essere pazzo – ma le mie labbra tremano impercettibilmente.
-
Perché ti sto dicendo la verità? –
-
Tu non sai niente te l’ho già detto – sto urlando.
-
Invece sì – il suo sguardo si addolcisce.
-
Buffy tu mi piaci da morire. So che lui ti ha spezzato il cuore e che ti senti
responsabile per la sua morte. Ma non è così –
-
Ti ho detto di farla finita –
-
Buffy tu ti servi di Liam per difenderti. Ma non puoi vivere in eterno nel suo
ricordo. Io non te lo permetterò. Ti voglio Buffy e lotterò per averti. Hai due
possibilità o ti arrendi adesso oppure preparati ad un lungo assedio. –
Lo
sto fissando incredula e calde lacrime mi accarezzano il viso.
Sento
la rabbia salire.
-
Smettila. Ho detto bastaaaa!! – singhiozzo e urlo.
-
No – urla anche lui adesso.
-
Ti odio –
-
Non Mi importa Buffy. Tu sarai mia che ti piaccia o no –
-
Tu sei pazzo. Se domani mattina non te ne sarai andato, chiamerò la polizia. –
Sono
decisa, o almeno cerco di esserlo.
E
mi accingo a salire le scale.
Lui
mi si para davanti e mi blocca il passaggio.
-
Vai via così? – mi domanda con aria di sfida.
-
Lasciami passare – e cerco di oltrepassarlo.
-
No. Non ho ancora finito – continua a fissarmi.
-
Togliti di mezzo –
Mi
prende per le braccia e mi attira a se.
Un
bacio caldo e sensuale.
-
E’ questo che vuoi, ed è questo quello di cui hai bisogno amore lo so. – mi
dice sulle labbra.
-
Lasciamiii – dico debolmente, cercando di sottrarmi alla sua stretta.
-
No – e continua a baciarmi sempre più intensamente.
-
Ho voglia di fare l’amore con te – mi dice con naturalezza e desiderio.
-
No – urlo e cerco di spingerlo via.
-
Sì, sento che mi vuoi anche tu Buffy – continua a baciarmi e ad accarezzarmi
con passione.
Lunghi
e dolci brividi di piacere mi scuotono dalla testa ai piedi.
-
Ti prego, lasciami – piango.
Le
sue mani scivolano lentamente tra i miei seni.
Il
calore del suo tocco mi avvolge.
-
Lasciami – nella mia voce non c’è più rabbia ma solo paura e angoscia.
-
Perché dovrei farlo? sei così calda, così bella e così impaurita amore – dice e
continua ad accarezzarmi e torturarmi.
Piango
in silenzio e resto immobile.
E
lui si stacca da me e mi fissa.
-
Va bene Buffy per oggi ti lascio andare. Ma la prossima volta non finirà così.
Quindi comincia a fartene una ragione. Io ti amo e tu sei mia –
Nei
suoi occhi c’è la certezza e questo mi terrorizza. Anche se nel profondo una
strana sensazione di piacere, di desiderio, e di attesa comincia a farsi strada
in me.
-
Buona notte tesoro – mi stringe ancora e mi bacia teneramente sulle labbra.
Poi
si sposta per farmi passare ed io salgo di corsa le scale e mi chiudo in camera
mia.
Con
la certezza che non posso sfuggirli ancora a lungo.
E’
venerdì ultimo giorno scolastico della settimana, ma non sono affatto contenta.
L’idea di passare tutto il fine settimana a lottare contro William non mi
attira per niente.
Attraverso
velocemente l’atrio e mi dirigo nella sala professori, so che lui non c’è. Oggi
è a casa.
Willow
mi aspetta e dallo sguardo sembra ansiosa di parlarmi.
-
Allora? – mi domanda con il fiato sospeso.
-
Allora cosa? –
-
Ieri sera cosa è successo? – ha lo sguardo curioso
-
Niente – rispondo seccata.
-
Ma..io credevo che…. – ‘ si anche io ‘ (e sono sconvolta dal mio stesso
pensiero).
-
No, mai – sbuffo.
-
Beh ma cosa ti ha detto? Sembrava furioso –
-
Si mi ha detto le solite stupide cose –
-
Quali solite stupide cose? –
-
Lo sai ‘ mi piaci ‘ eccetera, eccetera. – dico seccata e sarcastica.
-
Davvero ti ha detto che gli piaci? – lei sembra in estasi invece.
-
Sì, e che mi vuole. Insomma ti ho detto le solite cose –
-
Beh veramente non è che siano proprio le solite cose che ti dice un ragazzo – ‘
ancora occhi a cuoricino ‘
-
Invece si – sto cercando di auto convincermi.
Devo
assolutamente fare qualcosa per ferirlo e allontanarlo. Ed ecco che la
soluzione mi appare davanti quasi per caso…
-
Ciao Buffy – un ragazzo mi sorride gentilmente.
-
Ciao Owen. Come stai? – sorriso mieloso.
-
Bene grazie e te? –
-
Bene – sorriso ancora più ammiccante.
Willow
mi fissa come fossi impazzita.
-
Beh ci si vede…- lo interrompo sfacciatamente
-
Che ne dici di questa sera alle otto al Bronze? –
Adesso
sia Willow che Owen mi guardano come se fossi impazzita.
‘
Ma io dico non si può decidere di uscire con un ragazzo carino il venerdì sera?
‘
-
Beh si certo – mi risponde un po’ sconcertato e confuso.
-
Allora è deciso a questa sera –
Si
allontana con passo incerto.
-
Ma Buffy –
-
Cosa? Non posso voler uscire con un ragazzo carino il venerdì sera? –
-
Si ma … non lo hai mai degnato di uno sguardo ed adesso ….è strano – mi sta
fissando.
-
Bene Will adesso vado, ci vediamo stasera al Bronze – mi allontano contenta per
essere riuscita ad evitare una serata tete a tete con William.
‘
Vedremo chi la spunta. Vuoi la guerra William, bene avrai la guerra ‘
Sono
le quindici e ho appena varcato la soglia di casa. Lui è in soggiorno seduto in
poltrona che legge qualcosa.
-
Ciao Buffy – mi saluta sorridendomi.
-
Ciao – gli rispondo e sono un po’ tesa.
-
Hai fame? – la sua voce è calda e gentile.
-
No ho pranzato a scuola – cerco di controllare il mio tono.
-
Ti ho preparato un bagno caldo – mi sta fissando e sembra spogliarmi con lo
sguardo.
-
Grazie – e senza guardarlo salgo rapida le scale e mi chiudo in bagno.
Mi
immergo nella vasca e i ricordi affiorano alla mia mente come le bolle di
sapone salgono sulla superficie calma dell’acqua.
…Liam
che bacia Darla e il mio cuore che si spezza. Le lamiere che si contorcono, il
dolore violento all’addome. La corsa in ospedale, le sirene. Le luci bianche,
accecanti dei neon e tanti camici bianchi. E il sangue che pulsa che fuoriesce
e che si porta via la vita del mio bambino e anche una parte di me.
Il
risveglio e la solitudine. Il lento ed inesorabile scorrere del tempo, la mia
rassegnazione e il mio dolore muto che si annida nella mia anima.
E
la paura, paura di provare ancora quella sensazione di calore, di amore e poi
improvvisamente il sapore del tradimento e della morte che ti strappa tutto
dalle viscere…
Immergo
la testa nell’acqua e resto immobile per qualche secondo. Poi riemergo e le mie
lacrime si mischiano all’acqua.
-
Adesso basta – mi faccio forza, tiro su con il naso e mi avvolgo in un morbido
accappatoio che William ha lasciato accanto alla vasca, accuratamente piegato.
Per un attimo, la tenerezza mi prende. Ma è solo un attimo.
Guardo
l’ora sono le diciassette, il tempo è volato.
Inizio
a truccarmi lentamente ed accuratamente, voglio essere splendida questa sera.
Come non lo sono da tanto tempo.
Nella
mia stanza apro l’armadio e tiro fuori diversi vestiti, da tanto appesi
nell’angolo dell’armadio e non più usati.
Ne
scelgo uno nero con una scollatura accentuata una cinta in strass bianchi.
Metto
un paio di orecchini e un bracciale in oro bianco.
Infine
prendo la borsetta sottobraccio e sospirando poso la mano sulla maniglia della
porta
‘
A noi due ‘ dico e mi preparo ad affrontare William.
Scendo
lentamente le scale.
-
Finalmente, pensavo ti fossi addorm….- mi fissa a bocca aperta.
-
Sei stupenda Buffy – mi sta spogliando con gli occhi, sono imbarazzata.
Non
rispondo e continuo a scendere.
Un
lampo e un dubbio attraversano il suo sguardo.
Socchiude
gli occhi e mi scruta.
-
Dove stai andando tesoro? – e la voce è cupa.
-
Esco – dico stringendo la borsetta sotto il braccio.
-
E dove vai? – la voce è dura.
-
Non sono affari tuoi – fa una smorfia
-
Io dico di si –
-
Esco con un amico – ma dal tono un po’ titubante della mia voce si capisce che
sto mentendo.
-
Ah ma davvero? – la voce è tagliente come la lama di un coltello.
-
Sì – rispondo secca.
-
E dove ‘ vorresti andare ‘ con questo tuo amico – l’aria è da interrogatorio.
-
Ti ho già detto che non sono affari tuoi – e gli sono davanti.
-
Ed io ti ho già detto come stanno le cose – mi sta fissando duramente.
Senza
rispondere cerco di oltrepassarlo, ma lui mi blocca per un braccio e mi dice
-
Buffy non comportarti da bambina –
-
Lasciami – gli dico e sono serissima.
Lui
sospira e mi lascia andare. Seguendomi con lo sguardo.
-
Come vuoi tu allora – e senza aggiungere altro prende le chiavi della macchina
ed esce.
Inspiegabilmente
sono delusa, mi sarei aspettata una reazione più arrabbiata e dura da parte
sua. Invece ha rinunciato rapidamente, senza battere ciglio.
‘
Stupida. Sei stupida ‘ mi ripeto.
Suona
il campanello, è il mio cavaliere, e sono triste.
Mi
ha portato un mazzo di rose rosse ed è estremamente gentile e carino con me, ma
non gli presto molta attenzione. Arriviamo al Bronze ed io non vedo l’ora di
vedere Willow.
La
cerco nella sala con lo sguardo e poi vedo lui in mezzo alla pista che sta
ballando avvinghiato a…
A
quella bionda che ho già visto. Un moto di rabbia e di frustrazione mi coglie.
Stanno
ballando e lei gli sorride, carezzandogli la guancia con una mano.
Prendo
Owen per mano e lo trascino letteralmente in pista.
Comincio
a ballargli intorno. Poverino sembra sconvolto.
Sono
furiosa e pronta a tutto. Mi stringo a lui e lo abbraccio. Imponendomi di non
guardare nella direzione di William.
Lui
sembra euforico, ad un certo punto mi stringe e sta quasi per baciarmi, quando
sento una voce alle spalle.
-
Ciao tesoro – è lui.
Non
rispondo e continuo a guardare Owen.
-
Vieni andiamo, credo sia arrivato il momento di tornare a casa – la sua voce è
forzatamente calma.
-
Vacci tu a casa io resto qui – continuo a non guardarlo.
-
Andiamo Buffy – il tono è perentorio.
-
No – ribatto.
-
Senti amico si può sapere cosa vuoi? –
Owen
sembra non capire cosa stia succedendo.
-
Tornatene da quella. Finta bionda – dico con voce tagliente.
E
sento una risata sommessa, la sua.
-
Sei gelosa tesoro? – e la voce sembra divertita e contenta.
-
Di cosa? –
-
Lo sai –
Sbuffo
e continuo a ballare stringendomi ancora di più a Owen.
-
Ora basta Buffy. Torniamo a casa. – è duro il suo tono.
Non
gli rispondo e facendo finta di niente continuo a conversare tranquillamente
con Owen.
-
Allora cosa mi stavi dicendo del tuo allievo che.…- non riesco a finire la
frase che mi sento strattonare per il braccio.
-
Andiamo – e mi spinge con decisione ma senza essere violento.
-
Ehi ma non hai sentito – interviene Owen.
-
Sta lontano dalla mia ragazza amico –
Dice
William fissandolo con rabbia.
Poi
rivolgendosi a me.
-
E’ questo che vuoi? Vuoi che lo colpisca? –
Piega
la testa da un lato in una smorfia di rabbia.
-
Lasciami non sono la tua ragazza – gli dico a denti stretti.
Quel
contatto mi fa venire i brividi.
-
Andiamo – e mi trascina fuori dal locale. Mi vergogno.
Mentre
Owen resta attonito a guardare la scena senza intervenire.
-
Ma come ti permetti? Sei un bastardo come tutti gli uomini. Tornatene dalla tua
smorfiosa e lasciami in pace – sto tremando dalla rabbia e dalla gelosia.
-
Sali in macchina Buffy – dice deciso, ma sempre con voce calma.
-
No – urlo. La macchina mi fa sempre paura.
Lui
mi spinge dentro e chiude lo sportello.
Cerco
di sottrarmi alla sua stretta ma è tutto inutile.
Si
siede al volante e parte a tutta velocità.
Sento
il sangue gelarmi ad ogni sterzata, fermata e curva.
-
Ti prego fermati – gli chiedo mentre sudo freddo.
-
Siamo quasi arrivati tesoro – siamo nella nostra strada.
In
pochi minuti siamo a casa. Appena ferma la macchina salto fuori. Sono sudata e
tesa come un tamburo.
Corro
in casa e apro violentemente la porta. Cerco di richiuderla alle mie spalle, ma
lui infila un piede e la blocca.
Entra
e chiude.
-
Ti odio – urlo e gli salto addosso.
Lo
colpisco con schiaffi e pugni sul petto.
Lui
non reagisce subito, lascia che mi sfoghi e poi blocca le mie mani, prendendomi
per i polsi.
-
Buffy su calmati amore – e cerca di abbracciarmi.
-
Lasciami – sono isterica e tremo dalla rabbia.
-
Buffy – la sua voce è calda e profonda adesso.
-
Vattene, vattene via da qui – piango.
-
No, non lo farò tesoro. Io non ti lascio, anche se tu non vuoi io resto con te –
e mi stringe nonostante le mie proteste.
-
Non voglio – e cerco di liberarmi, ma la sua stretta sembra d’acciaio.
-
Si che lo vuoi Buffy – e mi accarezza i capelli dolcemente.
-
Ti proteggerò io amore. Non devi più aver paura, non sei più sola –
Le
lacrime scivolano via da sole.
-
No – cerco di resistere, ma debolmente.
Infine
mi solleva il mento con la mano e mi fissa intensamente per qualche secondo.
-
Sì tu mi vuoi come io voglio te – e poi mi bacia.
Un
bacio lento e profondo da desiderare che non finisca mai.
Con
un gesto elegante e deciso mi solleva tra le braccia e mi porta nella sua
stanza.
Mentre
saliamo le scale affondo il mio viso nell’incavo della sua spalla e piango in
silenzio.
-
Sì piangi amore ti fa bene – e mi bacia sulla nuca.
Quando
siamo in camera mi mette giù.
Comincia
a spogliarmi.
Oppongo
una debole resistenza, ma sono troppo stanca.
Per
troppo tempo sono stata sola e lo desidero anche io.
Anche
se so già che domani lo negherò.
Mi
toglie la giacca e fa scivolare con un gesto il mio abito per terra. Sono in
slip, davanti al suo sguardo avido. Mi copro con le mani. Lui sorride e si
spoglia a sua volta, lentamente.
Io
continuo a piangere, un pianto liberatorio da tanto represso e ricacciato
dentro di me.
Quando
toglie i pantaloni, istintivamente arrossisco e abbasso lo sguardo. È nudo.
Lui
ride e poi mi spinge dolcemente sul letto stendendosi su di me.
Continuo
ad evitare il suo sguardo e penso che in questo stato devo essere orribile.
Lui
mi costringe a guardarlo e mi suoi occhi sono dolci e pieni di desiderio e
bisogno di me.
Mi
fanno paura tanto sono profondi, penetranti ed intensi.
-
William – sussurro, persa in quell’oceano avido.
-
Si – dice semplicemente lui e mi bacia.
Lentamente
fa scivolare le sue mani sul mio corpo che risponde sensualmente alle sue
carezze.
Sono
ancora rigida, nonostante lo desideri da morire. Tremo leggermente, è tanto che
un uomo non mi tocca in questo modo.
-
Amore sta tranquilla non posso farti male. – sorride cercando di rassicurarmi.
Lentamente
fa scivolare le labbra sul collo e poi sul seno. Con le mani accarezza i miei
fianchi e mi attira a se.
Una
sua carezza più sensuale mi strappa un gemito sommesso. Lui ne sorride.
-
Voglio farti sentire amore, voglio farti provare ancora – mi sussurra mentre mi
bacia e con una mano lentamente mi allarga un po’ le gambe.
Sono
tesa e con le mani cerco di allontanarlo per un attimo. Ma le sue carezze sono
troppo sensuali e subito dopo riprendo a stringerlo e baciarlo.
Mi
costringe a guardarlo negli occhi ed affonda in me lentamente, con dolcezza,
senza smettere per un solo momento di fissarmi e di rassicurarmi con il suo
sorriso.
-
Amore non aver paura, farò piano – respiro un po’ affannosamente, mentre lui si
muove con calma e tranquillità su di me. Aspettando che i miei muscoli si
rilassino.
Pian
piano mi tranquillizzo e lui aumenta l’intensità dei suoi movimenti in me.
Gemo
dal piacere e mi stringo a lui che mi sussurra frasi sensuali e risveglia in me
desideri, voglie e bisogni sopiti.
Ormai
non riesco più a controllarmi. Il piacere sta prendendo il sopravvento.
Sto
per perdermi nel suo mare scuro e imprevedibile.
Non
mi importa, quello che voglio adesso è che lui non smetta mai di farmi provare.
Di toccarmi e farmi sentire come in questo momento.
-
Vuoi che continui vero amore? – la sua voce è rotta dall’emozione e dal
desiderio divenuto anche per lui incontrollabile.
-
Si continua ti prego, non fermarti – le parole sono venute da sole.
E
infine mi perdo gemendo ed ansimando senza freni. E lui mi incita.
-
Sì amore fammi sentire quanto mi vuoi. Quanto mi desideri e ti piace quello che
ti sto facendo.
-
Sì, sì ancora, ancora ti prego – sto quasi urlando.
E
poi raggiungiamo il piacere infinito entrambi. Ancora e ancora e ancora.
Ricadiamo
l’uno nelle braccia dell’altro esausti, i nostri respiri sono ancora affannati.
Mi
accarezza i capelli dolcemente e mi bacia.
-
Ti è piaciuto vero amore? Non ti ho fatto male – sembra preoccupato.
Non
rispondo ma annuisco con il capo e lui mi sorride.
-
Bene – mi dice e continua ad accarezzarmi.
-
Sarà meglio dormire un po’ adesso, sarai stanca –
Annuisco
di nuovo, non mi va neanche di parlare, voglio godermi questo momento di
emozione il più a lungo possibile.
Mi
stringe e mi copre con il lenzuolo, e anche lui si abbandona al sonno
ristoratore di cui abbiamo entrambi bisogno.
Sono
sveglia ed ho i muscoli indolenziti. Lui è steso accanto a me, mi stringe ed il
sento il suo respiro sul mio collo. Mi tocco la mano e sento l’anello. Il suo
anello….
….-
Buffy questo è per te – mi guarda fissa e mi sorride dolcemente.
-
Cosa è? – domando emozionata.
-
E’ un anello claddach che nel mio paese Galway è usato come fedi – ho gli occhi
lucidi.
Me
lo infila al dito ed io sono sua….
Il
ricordo e il rimorso per essermi lasciata andare questa notte mi fanno star
male. Le lacrime bagnano il cuscino. Cerco di non far rumore, ma sono scossa
dai tremiti.
Lui
si sveglia e sento che mi sta osservando in silenzio.
-
Buffy – dice piano.
Io
non gli rispondo e continuo a voltargli le spalle.
-
Buffy, non piangere – il suo tono è dolce.
-
Io non dovevo…lui, lui è morto …ed è tutta colpa tua. Se tu non fossi mai
piombato nella mia vita adesso io….- le lacrime mi impediscono di parlare.
-
Buffy ma cosa dici? Lui è morto e tu hai tutto il diritto di rifarti una vita,
di andare avanti. E la mia sola colpa è quella di amarti e di volerti per me –
-
No tu non puoi capire, tu non puoi – scuoto il capo e non voglio più
ascoltarlo.
-
Buffy vieni qui – si siede sul letto e mi stringe poggiando il mio capo sul suo
petto.
Ma
io non voglio, non voglio che mi tocchi che mi faccia ancora provare e sentire
che sono viva.
-
Lasciami – e allontano le sue braccia.
-
Buffy – si acciglia.
-
Io l’ho tradito – lo guardo con gli occhi umidi e tristi.
-
Buffy lui è morto – e mi fissa socchiudendo gli occhi.
-
E’ tutta colpa mia. Solo mia – non l’ho mai detto a nessuno.
-
No che non è colpa tua Buffy, è stato un incidente –
-
No – urlo – sono stata io. Se non avessimo litigato, se non gli avessi detto
quelle cose –
continuo
a piangere.
-
Adesso lui sarebbe vivo ed anche il mio bambino. Ti odio e mi odio per quello
che è accaduto questa notte – seduta sul letto gli sto urlando in faccia.
Lui
non si scompone
-
Basta Buffy. Stai dicendo delle assurdità – e cerca di accarezzarmi il viso.
-
No fare sesso con te è stato un’assurdità –
-
Sesso? – domanda lui arrabbiato.
-
E’ stato solo sesso per te? – ed il suo tono adesso è freddo.
-
Cosa credevi? – la mia voce è tagliente, ma dentro sto male.
Mi
fissa con rabbia.
-
Sei una bugiarda Buffy - e mi stringe le braccia.
-
Mi fai solo schifo – E di nuovo le lacrime – lasciami, lasciami – continuo ad
urlare.
Lui
mi schiaffeggia. Resto attonita.
-
Basta Buffy. Basta – mi stringe.
-
So che stai male e so cosa pensi. Ma non credo ad una sola parola di quello che
hai detto. E non mi arrendo. Non ho intenzione di mollare dopo questa notte
Buffy. Tu sei mia adesso, io ti voglio ancora più di prima e niente e nessuno
mi faranno cambiare idea. Quindi è tutto inutile amore non ti libererai mai di
me – e sorride leggermente.
Affondo
la testa nel suo petto e piango.
Lui
mi solleva il capo e mi bacia. Sento di nuovo la vita scorrere e mi fa paura.
Mi
stringe e mi spinge distesa sul letto.
Siamo
avvinghiati e sento il suo desiderio premere contro di me.
-
No – gli dico cercando di allontanarlo.
-
Buffy, non puoi fermarla. È la vita che ti chiama e ti vuole. Sono io che ti
chiamo e ti voglio –
Cerca
di baciarmi, ma lo evito.
-
Baciami Buffy. Baciami amore – e tenendomi ferma mi bacia.
Sento
le mie barriere cedere ancora, e come il mare impetuoso trascina via la sabbia.
Così
io mi arrendo a lui e mi lascio trascinare dal desiderio.
-
Ti prego – gli sussurro all’orecchio in un ultimo tentativo di non abbandonarmi
a lui.
-
Non pregare Buffy, amami – e mi bacia con passione crescente.
E
mi sento ancora viva. Lottare è inutile.
Lo
stringo e mi abbandono contro di lui.
-
Si amore così. Stringimi, amami. Sei mia – e le sue carezze si fanno ansiose.
-
Ti amo – mi sussurra all’orecchio mentre impetuoso e travolgente è in me.
-
William – dico con un fil di voce, e i miei gemiti riempiono la stanza.
Lui
mi fissa e sorride.
-
Sei viva amore. E mi appartieni. Scordati l’idea di lasciarmi, io non lo
permetterò mai. –
Sto
naufragando tra le sue braccia e non mi importa più di niente se non dei suoi
occhi profondi fissi su di me.
E’
pomeriggio e devo trovare la forza di alzarmi da questo letto.
Lui
si stiracchia accanto a me mentre con un braccio mi tiene stretta.
-
Ben svegliata – mi dice deridendomi.
-
A quanto pare ti ho stancata –
Arrossisco,
ha ragione mi ha distrutta.
-
Mi piace guardarti dormire, sei bellissima – e mi sposta una ciocca di capelli
con le dita.
-
Sarà meglio alzarci – dico ma lui non si muove.
-
No resta ancora un po’. Mi piace tenerti stretta a me. La tua pelle sa di buono
– e mi annusa.
-
Non hai fame? – gli domando
-
Si di te – e mi bacia sul collo.
-
Dai smettila – cerco di tenerlo a freno.
Mi
avvolgo nel lenzuolo e mi alzo.
Lui
resta steso, incrocia le braccia dietro la nuca e continua a fissarmi. E’
completamente nudo ma sembra a suo agio.
Per
un attimo mi soffermo sul suo corpo liscio e bianco. Poi incrocio i suoi occhi
che mi guardano maliziosi e arrossisco.
Mi
avvio alla porta, stringo nelle mani la maniglia, sto per aprire.
-
Buffy – mi chiama. Non mi volto e attendo.
-
Non pensare di poter cancellare o rinnegare quello che è successo qui questa
notte e stamattina. Io farò in modo che non avvenga. E sai che posso farlo,
come l’ho fatto questa mattina. Dovessi incatenarti a questo letto –
Resto
in silenzio, e mi mordo il labbro inferiore. So che ha ragione.
Apro
la porta ed esco sempre restando in silenzio.
‘
Gli appartengo ‘ e dentro di me sentimenti contrastanti lottano tra loro.
Mi
fermo e guardo sul caminetto la sua foto. I miei occhi sono di nuovo lucidi,
tiro su con il naso e vado in cucina. Ho davvero fame. Prendo qualche fetta
biscottata e della marmellata e poi torno verso le scale.
Esito
un attimo, ma il richiamo della vita.
Il
suo richiamo è più forte e salgo di sopra.
Lui
è ancora steso e nudo. Sta fissando il soffitto, ed ha lo sguardo perso e
dolce.
Sono
un po’ impacciata, non so bene cosa fare.
Lui
mi fissa, si alza e con tutta la naturalezza del mondo mi si avvicina.
Prende
il vassoio dalle mie mani e lo posa sul comodino.
Poi
mi cinge la vita e mi bacia e con un gesto fa scivolare il lenzuolo per terra.
-
Facciamo un pigiama party? …senza pigiama? – sorride e mi bacia ancora.
Siamo
di nuovo avvinghiati nel letto.
Lo
facciamo lentamente ed in silenzio, fissandoci per tutto il tempo.
Alla
fine lui scivola via da me con un sospiro.
-
Ogni volta mi dispiace lasciarti –
Ed
è così tenero mentre lo dice, affondando la testa sulla mia spalla.
-
Ora sarà meglio mangiare qualcosa –
Si
stende, mi guarda malizioso e prende la marmellata.
Affonda
un dito nel barattolo e poi la spalma sul mio seno e sul mio ventre.
Sussulto
al contatto con la mia pelle calda.
Poi
comincia a leccarmi lentamente lasciando una scia di baci.
Sono
di nuovo eccitata.
Mi
fissa con una strana luce negli occhi e poi prende la mia mano e la infila nel
barattolo.
E
la posa sul suo petto. E resta in attesa fissandomi.
Arrossisco
violentemente.
Stendo
la marmellata sul suo petto ed anche io lo lecco.
Lui
mugola qualcosa di incomprensibile e mi sorride.
Lo
sto guardando.
-
Ancora – mi sussurra piano carezzandomi i capelli.
Ripeto
il gesto, ma questa volta lui spinge la mano più in basso.
Esito
qualche istante e poi lo lecco ancora.
-
Ancora – ripete e i suoi occhi brillano pericolosamente.
Sono
agitata, non ho mai fatto una cosa del genere.
-
Ti prego – la sua voce è piena di desiderio.
Il
cuore mi batte forte la spalmo sulla sua virilità e la sento tendersi sotto il
mio tocco e poi la bacio, leccando via la marmellata.
Lui
sembra in estasi, ha chiuso gli occhi e spinto la testa all’indietro.
-
Si amore. Così – ripete con voce rotta.
Mi
attira verso di lui e mi bacia con passione.
-
Ti amo – mi dice stringendomi le braccia quasi a farmi male.
E
fissandomi serio negli occhi.
-
Buffy hai capito? Io ti amo – poi mi stringe e mi bacia ancora e ancora.
Mi
sento mancare ma non voglio che smetta di baciarmi.
Non
ci posso ancora credere sono quasi ventiquattro ore che sono in questo letto ed
ho ancora voglia di lui e lui ha ancora voglia di me.
E’
notte fonda quando finalmente esausti ci addormentiamo abbracciati.
….
La strada è bagnata, ha appena piovuto. Sento passi pesanti sul selciato. La
luce del lampione è avvolta dalla nebbia bianca e densa come zucchero filato.
Rumori lontani di voci e di auto che corrono veloci. Il battito del mio cuore
accelera. Sono sola nella strada deserta. Ed ho freddo.
Poi
appare dal nulla lui, e mi fissa. Il suo viso è bello e dolce come non lo
ricordavo da anni.
Con
le mani rigira il suo claddach e sorride leggermente. Con dolcezza.
-
Mi hai tradito – mi dice con tono deluso.
Abbasso
un attimo lo sguardo e poi cerco di giustificarmi.
Rialzo
lo sguardo e lui è una maschera di sangue. Tende la mano verso di me.
Corro
verso di lui e cerco di prenderla, ma un attimo prima che riesca a toccarla
svanisce…..
Sono
madida di sudore, mi sveglio di soprassalto urlando, mentre nella mia testa
riecheggia la sua frase addolorata ‘ mi hai tradito ‘. E io non posso far altro
che piangere.
Lui
è accanto a me, seduto sul letto che mi guarda preoccupato. Le mie urla lo
hanno svegliato.
-
amore cosa c’è? – mi domanda premuroso abbracciandomi.
Ma
in me vi è solo repulsione e rimorso per quello che ho fatto.
-
Lasciami. Lasciamiiiii – gli urlo isterica e piango a dirotto. Piegandomi in
due sul letto.
Non
riesco a fermare le lacrime ed il dolore che mi spezzano il fiato.
Lui
non demorde, continua a stringermi, nonostante il mio rifiuto e le mie
resistenze.
Lo
fisso con odio e lo schiaffeggio violentemente al viso.
Lui
non si muove di un millimetro ma vedo la sua mascella contrarsi.
-
Buffy basta, amore calmati – mi blocca i polsi e mi attira a se.
Cerco
di liberarmi ma non ci riesco e piango ancora più forte.
Lui
mi sussurra parole dolci e pian piano mi calmo. Ma sono svuotata di ogni
emozione. C’è solo desolazione e paura adesso in me.
-
Io non dovevo, non volevo. Tu mi dovevi lasciare in pace – continuo a piangere
sommessamente.
-
No mai. Buffy non ti lascerò in pace, non c’è nulla che tu possa fare o dire
che mi spinga a lasciarti – continua ad accarezzarmi la testa ed a tenermi
stretta.
L’odore
della sua pelle mi inebria.
Mi
stringo a lui. E sento che è contento.
-
Si amore, abbracciami. Ci sono io adesso qui vicino a te e ci resterò – dal
tono sembra più una minaccia.
-
Ora vieni. Stenditi, torna a dormire – ci stendiamo e lui mi tiene stretta.
-
William – lo chiamo nel buio.
-
Si amore – mi bacia la fronte.
-
Non mi lascerai mai? – la mia domanda è disperata ed è contraddittoria.
-
No mai – dice sicuro.
-
Anche se io ti tradissi? – lui esita, sembra si stia chiedendo cosa abbia in
mente.
-
No, non ti lascerei, ma non ti permetterò di tradirmi – e la sua voce è ancora
più sicura.
-
Lasciami andare William ti prego – so che non posso sfuggirgli e lo prego di
fare in modo che sia lui a lasciarmi.
-
No. Per niente al mondo – mi stringe ancora più forte.
Ed
ora sento, ho la certezza che non lo farà, che non mi lascerà mai.
-
Dormi adesso – mi bacia ancora una volta ed io scivolo in un sonno senza sogni,
e senza incubi. Cullata dal suo respiro e dai suoi baci.
E’
l’alba quando mi alzo.
Lo
guardo con apprensione, sta ancora dormendo.
Mi
vesto con le prime cose che trovo nell’armadio e sgattaiolo fuori dalla porta.
Scendo
le scale in silenzio ed esco all’aria fresca del mattino.
Attraverso
il viottolo e mi dirigo al cimitero. Mi fermo davanti alle due tombe.
Le
lapidi sono bianche, su una vi è la sua foto, mentre sull’altra un piccolo
angelo bianco.
Piango
lacrime amare e chiedo perdono per averli dimenticati.
Perché
ieri gli ho dimenticati.
Un
vento gelido mi schiaffeggia. E poi la vedo avanzare verso di me.
Sempre
bellissima, ed elegante nei movimenti.
Ha
un mazzo di fiori in mano. Rose rosse.
E
nell’altra tiene la mano di un bambino, del suo bambino.
Mi
stringo le braccia ai fianchi.
Lei
ha avuto il suo bambino, mentre il mio giace nella nuda terra fredda. Ed è
tutta colpa mia.
Si
è fermata, mi ha vista.
Da
allora anche lei viene sulla sua tomba, ma si nasconde quando mi vede. Mi
evita.
Esita
non sa cosa fare. Riprende a camminare.
Mi
sento mancare, non so se riuscirò ad affrontarla.
I
miei occhi sono fissi sul bambino, gli somiglia tanto.
Siamo
a pochi passi l'una dall'altra, come quella notte.
Non
ce la faccio.
Mi
volto e mi allontano.
Sento
la sua delusione e la sua tristezza anche se non la sto guardando.
Giro
per un sentiero familiare, e per la prima volta mi fermo davanti alla tomba di
mia madre.
Piango
ancora e le chiedo di aiutarmi.
Perché
voglio tornare a vivere e non so come fare.
Immagino
William che ancora dorme sereno nel nostro letto,
come
suona strano dire ‘ il nostro letto‘.
E
mi avvio verso la strada di casa.
Apro
la porta e un odore di caffè e biscotti mi avvolge.
-
Ciao amore – la sua voce è tranquilla.
-
Ho preparato la colazione, pensavo avresti avuto fame. E’ freddo fuori vero? –
Sono
spiazzata, e balbettando rispondo confusa.
-
Sì fa freddo, ho fame – e lo guardo.
Lui
mi viene incontro e mi toglie la giacca, sorridendomi.
Prende
le mie mani fredde tra le sue e le scalda.
Le
bacia, una dopo l’altra e poi mi attira a se e mi bacia.
Sa
di caffè e di buono.
Mi
abbraccia e poi mi spinge verso la cucina.
Ed
io sento ancora il richiamo della vita, ed è più forte del dolore almeno per
questa mattina.
Sorseggio
il caffè ed ho già deciso. Lui ancora non lo sa mi guarda e mi sorride ma io ho
già deciso.
-
Adesso sarà meglio prepararci dobbiamo tornare al lavoro amore, non possiamo
stare sempre a letto – e il suo sorriso arrogante e infernale spunta sul viso
rilassato e soddisfatto.
-
Dai su o faremo tardi – mi alzo e vado in bagno a lavarmi e prepararmi.
Sono
in macchina con lui, sempre rigida e ansiosa, ma sono viva.
La
giornata scorre tranquilla, tutto all’apparenza è uguale, ma dentro di me io
sono viva e questo mi fa star male.
All’uscita
lui mi aspetta, con le spalle poggiata sulla macchina. Le braccia incrociate.
Mi
guarda e mi sorride. Una ragazza gli sta parlando, stringo i libri che ho
sottobraccio e la gelosia si impossessa di me per qualche minuto.
Gli
sono accanto. Lui saluta la sua allieva e mi prende i libri di mano.
-
Ciao amore. Andiamo? – mi apre lo sportello ed io salgo. Mi guardo di sfuggita
intorno e vedo alcuni nostri colleghi che ci fissano ed indicano nella nostra
direzione. Non mi importa.
Entra
e parte a tutta velocità.
-
Prendo qualcosa dal ristorante cinese e poi andiamo subito a casa – la sua voce
è già eccitata e vi è un che di lussurioso nelle sue parole.
Mi
stringe la mano nella sua. Ed io non vedo l’ora di essere a casa.
‘
Prima finirà, meglio sarà ‘ mi dico.
Si
ferma al cinese e ordina per due, e ritorna da me.
Ingrana
la marcia e riparte, in pochi minuti siamo a casa.
Mi
spoglia, ormai è diventata una sua abitudine spogliarmi e vestirmi.
-
Vieni andiamo di sopra – mi prende per mano e mi porta di sopra.
Mi
spinge contro la porta della stanza e mi bacia.
-
mi vuoi? – mi domanda continuando a baciarmi.
-
sì – gli dico e sono sincera, lo desidero.
-
Bene amore, allora mi avrai – apre la porta, mi spinge dentro e richiude alle
sue spalle.
E’
pomeriggio quando mi risveglio, la radio sta suonando una canzone ‘ In the
shadows ‘ dei Rasmus. Ed è bellissima, lui mi stringe ed è semi addormentato.
Scendo
di sotto e mi siedo sul divano, con le ginocchia rannicchiate al petto. Osservo
la porta.
Vorrei
fuggire, raccogliere le poche cose che mi servono e sparire. Dimenticare tutto.
Continuo
a fissare la porta e non mi accorgo di lui che sempre nudo ed arrogante scende
le scale e si avvicina alle mie spalle.
-
So quello che stai pensando amore – dice a voce bassa.
Ho
un tremito. Ma non parlo né lo guardo.
-
Non ci pensare nemmeno Buffy, ti ritroverei ovunque tu andassi -
sospira
e mi carezza i capelli con una mano.
-
Amore, non ti permetterò di andartene, non adesso che ti ho ritrovata -
Le
sue mani sono poggiate sulla mia spalla e l’accarezzano dolcemente.
-
Dimmi cosa ti andrebbe di fare questa sera. Se fosse per me resterei a letto
con te per una settimana – sorride.
-
Ma se tu vuoi uscire o fare altro. Mi sta bene, sarà la nostra prima uscita
come coppia – è felice. Poggia il suo capo sulla mia spalla e mi stringe con un
braccio.
-
Andiamo al Bronze – dico decisa e lui mi scruta, sente il ticchettio degli
ingranaggi contorti della mia mente. E sa che sto macchinando qualcosa.
-
Va bene – è pronto a tutto.
Ci
prepariamo svogliatamente.
Anche
io resterei a letto con lui a far l’amore per una settimana. Ma ho già deciso.
Usciamo
ed è sera. Le luci dei lampioni illuminano la strada, lui parla di noi. Della
nostra vita. Di domani, ma io so che per noi non c’è domani.
Resto
in silenzio, lasciandolo sognare. E poi ci fermiamo davanti all’ingresso del
Bronze. Guardo l’insegna un po’ traballante e ricordo quando ci venivo con lui.
In
questo posto ci siamo promessi amore ed abbiamo deciso di sposarci.
Un
leggero brivido mi attraversa la schiena.
La
sua mano stringe la mia e mi porta dentro.
E’
affollato come sempre.
Lui
sorride e saluta i suoi studenti ed io faccio lo stesso.
Tutti
ci guardano e dai loro occhi capisco cosa pensano.
Che
siamo una coppia stupenda, che lui è stupendo e che finalmente io non sono più
sola con il mio dolore.
Mi
trascina in pista, stanno suonando di nuovo In the shadows.
Mi
stringe e mi accarezza la schiena
-
Questa è la nostra canzone amore lo sai? – mi domanda e posa le sue labbra sul
mio collo.
Non
rispondo ma lo stringo ancora di più a me.
Lo
sento sorridere. Continua a baciarmi ed abbracciarmi.
-
Vorrei da bere – gli dico.
Lui
annuisce con la testa e mi domanda
-
Cosa vuoi? –
-
Aranciata –
-
Bene agli ordini mia regina – mi bacia la mano scherzosamente e si allontana
verso il bar.
Mi
guardo intorno. Ed ecco Parker, un giocatore di borsa molto quotato, che ho
avuto la sfortuna di conoscere al college. Arrogante e donnaiolo come voglio
che sia.
Gli
vado incontro e lo invito a ballare.
Lui
mi squadra e con un sorriso arrogante mi segue al centro della pista.
Mi
tocca e mi sento disgustare ma non lo fermo.
-
Come siamo calde questa sera – mi sussurra all’orecchio. Mentre io continuo a
provocarlo.
Ringraziando
il cielo che nel locale non ci sia anche Willow.
Mi
sta guardando lo sento.
Più
in là al bordo della pista lui mi sta fissando in silenzio, con i bicchieri in
mano.
Sento
il suo sguardo gelido e la sua mascella contratta anche se non li vedo.
Continuo
la mia farsa e sono una brava attrice.
Lui
resta immobile ed attende. Alla fine del ballo Parker mi trattiene per un
braccio e mi dice
-
Che ne diresti di andarcene da qui? In un posticino un po’ più accogliente – e
ride.
Con
la coda dell’occhio cerco di spiarlo ma non lo vedo.
Se
n’è andato penso e lo sgomento si impossessa di me. Ha mollato come pensavo.
Accetto
la sua proposta e lo seguo alla macchina.
Mi
apre lo sportello e sembra euforico, come avesse conquistato una preda da molto
ambita.
-
Tesoro penso tu stia sbagliando automobile – la sua voce è forzatamente calma,
ma sento la sua rabbia.
-
Non credo proprio amico – risponde Parker guardandolo con arroganza.
Lui
si è avvicinato alla vettura e senza degnare di uno sguardo il mio
accompagnatore mi fissa e mi dice con tono risoluto.
-
Scendi da questa macchina Buffy –
Non
mi muovo.
-
Ehi ma perché non ti fai gli affari tuoi – gli dice Parker e sembra seccato.
-
Questi sono affari miei – ribatte William e lo guarda per un breve istante, poi
fissa nuovamente lo sguardo su di me.
-
Scendi Buffy, andiamo – e mi porge la mano.
Faccio
finta di non vederlo e sentirlo. E questo lo fa adirare ancora di più
-
Ma sei proprio idiota – urla Parker, ormai al limite della sopportazione.
-
Sparisci – gli dice secco poi si rivolge nuovamente a me.
-
Scendi da questa dannata auto Buffy o ti faccio scendere io – e mi prende un
braccio con fermezza ma dolcemente.
-
No – gli rispondo secca.
Parker
in quel momento fa la cosa più idiota (beh lo è quindi non poteva fare
diversamente) che si possa fare. Cerca di colpirlo, ma William evita il colpo e
a sua volta lo colpisce con un sinistro sul naso. Parker urla dal dolore e si
prende il naso tra le mani.
-
Ora vieni fuori – mi dice cercando di dominare il suo tono.
-
No – gli ripeto.
E
lui per tutta risposta mi trascina fuori dall’auto.
Punto
i piedi.
-
Io non mi muovo di qui – urlo.
Lui
mi fissa.
-
Bene come vuoi –
Mi
ritrovo sollevata dalle gambe. Con il mio busto sulla sua spalla.
-
Mettimi giù – gli intimo, ma lui non mi ascolta.
-
Buffy, ti ho già detto che non sarebbe stato così semplice. Dovrai fare di
meglio amore –
Mi
da una pacca sul sedere.
Mi
sento sconfitta ed umiliata.
Ma
allo stesso tempo una parte di me è contenta che lui non sia andato via, e che
non abbia rinunciato.
Mi
trascina verso la vettura e mi fa sedere.
Gli
tengo il broncio.
Mi
guarda serio.
-
Bene visto che con il Bronze non è andata bene, adesso torniamo al piano A, su
come passare la nostra serata. Si torna a casa e si va dritti in camera da
letto a far l’amore sino a domani -
Le
mie labbra si fanno sfuggire un lieve sorriso, e lui lo vede.
-
Bene a quanto pare l’idea ti piace. Allora è deciso –
Mette
in moto e sul suo viso è dipinto un sorriso diabolico.
Vorrei
prenderlo a schiaffi e baciarlo allo stesso tempo.
Mi
guarda e i suoi occhi sono nuovamente eccitati e pieni di desiderio.
Un
brivido di piacere mi pervade.
Apre
la porta e si sposta per farmi passare.
Mi
sta guardando fisso.
Comincio
a spogliarmi, rapidamente, con gesti meccanici.
-
Cosa stai facendo? – mi domanda.
-
Non è questo che vuoi? Scoparmi? Bene ti accontento subito – e continuo a
spogliarmi.
-
No smettila Buffy – mi dice e si avvicina rapidamente a me.
Sono
quasi nuda ed ho gli occhi lucidi.
-
Avanti, prendimi. Su fammi vedere – e stringo i pugni.
Lui
si ferma, i suoi occhi scorrono avidi il mio corpo.
Poi
prende la coperta che è sul divano e mi avvolge.
-
No amore. Non voglio fare sesso con te. Io voglio fare l’amore con te –
Mi
accarezza una guancia e poi mi bacia.
-
Andiamo – mi dice e mi prende in braccio.
Sale
le scale lentamente è c’è una strana luce nel suo sguardo.
Siamo
in camera ed io già penso ad un’altra notte di passione,
Invece
lui mi stende sul letto e mi copre.
Si
spoglia lentamente guardandomi con tenerezza e poi si stende al mio fianco.
Mi
abbraccia e comincia a coccolarmi.
E
restiamo così per un tempo indefinito.
Lo
voglio, lo desidero e so che anche lui mi desidera.
Ma
è più forte di me riesce a dominarsi.
-
William – sussurro alla fine pronta a capitolare.
-
Sì – domanda lui con finta innocenza.
-
Ti prego – lo guardo con desiderio.
-
Cosa? – e continua a far finta di non capire.
-
Lo sai – stringo i denti.
-
No, non lo so amore – sorride.
-
Sei un bastardo – sibilo.
-
Si ma tu vuoi questo bastardo. E lo vuoi adesso vero? – sorride ancora di più.
Abbasso
lo sguardo. E’ vero.
-
Bene allora dimmelo – attende.
-
Ti vogmmmf – farfuglio a bassissima voce.
-
Cosa? Non ho capito – ribatte lui.
-
Ti vog…..- dico ancora a bassa voce.
-
Cosa? Non capisco –
-
Ti voglio – gli urlo e sbuffo.
-
Ah bene adesso ho capito. E cosa vuoi? –
Lo
fulmino con lo sguardo. Ma poi cedo.
-
Te – e sospiro.
Lui
ride.
-
Bene ora ci siamo – si prende il mento con le mani.
Sono
esasperata.
-
Mi vuoi? Bene ti accontento, ma solo se tu mi prometti che non cercherai di
scappare e che non ti comporterai mai più come questa sera, per farmi
ingelosire. Non vorrei davvero doverti legare a questo letto –
E’
serio.
Esito
e poi alla fine annuisco con il capo.
-
Si va bene –
-
Adesso toccami amore. Fammi sentire che mi vuoi – dice con voce alterata.
Arrossisco
ma obbedisco. Lo voglio.
Lui
si rilassa accanto a me, sospira e socchiude gli occhi.
-
Sì continua non ti fermare Buffy –
io
continuo a eccitarlo e lui mugugna.
Poi
ricordando qualcosa mi dice, aprendo gli occhi e guardandomi fisso nei miei.
-
Buffy adesso di ‘ fa l’amore con me William ‘ –
Non
parlo.
-
Dillo amore o puoi anche scordarti il resto –
Mi
mordo il labbro inferiore ed alla fine glielo dico
-
Fa l’amore con me William –
-
Si amore subito –
E
si adagia sopra di me lentamente.
Ed
ancora una volta mi perdo in lui.
Siamo
distesi sul letto, al buio. Lui mi accarezza e mi bacia con tenerezza.
-
Penso che dovremmo sposarci – sobbalzo.
-
Dico sul serio Buffy. Credo dovremmo sposarci –
-
No – rispondo immediatamente.
-
Perché No? – domanda.
-
Perché non ti amo – mi mordo il labbro con ansia.
-
Questa è una bugia. Tu mi ami – mi sta guardando.
Evito
il suo sguardo.
-
Non voglio risposarmi – cerco disperatamente un appiglio.
-
Vedrai che ti piacerà essere la signora Darcy –
Ricordo
il giorno delle mie nozze, il mio abito bianco liscio e semplice.
La
mia gioia e i sorrisi dei miei amici. E gli sguardi preoccupati di mia madre.
-
Buffy. Che ne dici tra due settimane? -
-
Cosa? – sono allibita. E mi sento in trappola.
-
Hai capito. Che ne dici del 15 di questo mese? –
-
Non voglio sposarmi – ribatto, ma la mia voce vacilla.
-
Direi di pomeriggio. Una cerimonia semplice nel giardino –
Continua
nel suo proposito ed io mi sento sempre di più prigioniera.
-
Domani vado a parlare con il prete. E magari passo dal comune per le pratiche
burocratiche -
-
Ma….- balbetto e sono agitata.
-
Ti piace l’oro bianco o quello giallo? –
-
Hai sentito? Non voglio sposarmi –
-
I tuoi fiori preferiti? –
Sono
esasperata. Non riesco a fermarlo.
-
William N o n v o g l i o s p o s a r t i – scandisco lentamente.
-
E che ne dici di una bella orchestra? –
Mi
sollevo e cerco di alzarmi.
Lui
mi attira di nuovo a se e mi bacia.
-
Sposami Buffy. Sarai felice con me –
-
No – rispondo a bassa voce mentre lui comincia ad accarezzarmi sensualmente.
-
Sì, Buffy –
Fremo
sotto le sue carezze che si fanno sempre più audaci ed intense.
-
No – dico ancora più a bassa voce.
-
Dimmi di si amore – e mi bacia sul collo.
-
No, non posso – ma non vi è più molta convinzione nella mia voce.
Mi
sto perdendo e sto per cedere.
-
Dimmi di Sì – il suo tono e sommesso e pieno di desiderio.
-
Nooo – è un sussurro la mia voce.
-
Cosa? – ripete lui e ormai sono al limite.
-
Si – rispondo ormai senza più forze per oppormi a lui.
-
Si amore. Si sei mia – e siamo una cosa sola.
Quello
che accade da questo momento in poi è semplicemente incredibile per me.
La
mattina quando mi sveglio lui non è accanto a me.
Mi
avvolgo nel lenzuolo e scendo di sotto.
Mi
guardo intorno e sul tavolo in cucina vicino ad una abbondante colazione trovo
un biglietto.
“Vado
a sbrigare alcune faccende. Torno presto aspettami.
Il
tuo William.
PS.
Non provare a filartela ricordati la promessa. So che sei una persona di parola
“
‘
Accidenti ‘ ha ragione, mantengo sempre la mia parola.
Mi
siedo e bevo il mio caffè latte.
Comincio
a girare per la casa, è vuota. Mi manca. E per la prima volta guardo la foto sul
caminetto con distacco. ‘ E’ passato ‘ alzo le spalle e faccio un piccolo
sorriso. Continuo a girovagare.
‘
Uffa ma quanto ci mette. Ma dove è andato ‘ penso mentre mi faccio un bagno
caldo e mi vesto.
La
chiave gira nella toppa ‘ è lui ‘ corro al divano e mi siedo.
Prendo
un giornale e faccio finta di leggere.
Non
voglio pensi che abbia passato tutta la mattinata ad aspettarlo.
-
Ciao amore – dice allegro.
-
Ciao – dico con finta indifferenza.
Lui
mi fissa per un attimo
-
Ti sono mancato? – ride.
-
Per niente –
Si
avvicina a me e prendendo il giornale tra le dita me lo gira.
In
quel preciso momento (quanto desidero sprofondare) mi rendo conto che è al
contrario.
-
Ma davvero – dice e continua a guardarmi con il suo sorriso diabolico.
-
Ti amo – mi sussurra mentre mi bacia il collo.
Lo
lascio fare, mi è mancato.
-
Indovina dove è stato il tuo William? – fa il misterioso.
-
Dove – dico con tono seccato.
Mi
mostra un foglio che io scorro rapidamente con gli occhi.
-
Cosa? – urlo e mi alzo di scatto in piedi.
-
Che cosa è questo? – e lo stringo tra le mani.
-
E’ la nostra richiesta di matrimonio. Ho preparato tutto. Il prete è d’accordo.
Ci sposerà il 15 di questo mese. Come avevamo deciso –
-
Come cosa? – sono pallida e sudata.
-
Non ricordi amore – e alza il sopracciglio indicando il piano di sopra.
Arrossisco,
ricordo.
-
Ma io non ero in me – cerco di giustificarmi balbettando.
-
Ah no? A dire il vero anche a me sembravi fuori di te – e mi si avvicina con
uno sguardo per niente rassicurante.
-
Hai capito cosa voglio dire – sono arrabbiata e terrorizzata.
Mi
attira a se e comincia a baciarmi sul collo, mentre le sue mani scivolano lungo
la mia schiena.
-
Smettila – gli dico, ma non lo allontano.
-
Si smettiamo di parlare, e facciamo qualcosa di più interessante – ride ancora.
-
Non voglio –
-
Oh si che vuoi. Vuoi scommettere? – e mi stringe ancora di più.
-
Io non ti sposerò mai – sussurro mentre mi spinge contro il divano.
-
Domani faremo le analisi richieste – ripete lui con fare ironico.
-
Non sto scherzando – continuo.
-
Si lo so, neanche io –
-
Basta, lasciami –
-
Devi scegliere l’anello –
-
Hai sentito? –
-
Ho già ordinato i fiori ed il buffet –
-
Ma sei sordo o scemo? – cerco di allontanarlo dal mio collo.
-
Ho già fatto le pubblicazioni e spedito gli inviti –
-
Cosa? – sbarro gli occhi.
-
Cos…s…a…. ha…i …..fa….t…t….o? – non riesco nemmeno a parlare.
-
Ho…-
Lo
squillo del telefono lo interrompe.
Ne
approfitto per staccarmi da lui.
Alzo
il ricevitore.
-
Pronto? – domando e vengo assalita.
-
Buffy ma che cosa stai combinando? –
E’
Willow che sembra agitatissima e sconvolta.
-
Will ascolta. – ma è come parlare con un muro.
-
Ti sposi davvero William? – un po’ mi infastidisce il fatto che lo chiami ‘
William ‘, è stupido lo so.
-
Beh veramente…-
Ancora
interrotta.
-
Sei fortunata, qui a scuola non ci crede nessuno che tu e lui. Beh dicono che
lui è troppo sexy e troppo…pe…r….t…e. oh, oh, perdonami Buffy non volevo dire
questo –
Cerca
di scusarsi ma è troppo tardi adesso sono io che sono sconvolta.
-
Ah no? E perché mai? Cosa ho che non va? Beh di a tutti che è vero. Sto per
sposare William Darcy. –
Riaggancio
con violenza il ricevitore.
-
Vi faccio vedere io - dico e mi volto.
Dio
fulminami. Mi ero scordata di lui.
Mi
sta fissando in modo infernale.
-
Wow il mio diavolo di donna – e mi salta addosso.
‘
sono fregata ‘
Questo
è il primo giorno che vado a scuola come fidanzata di William Darcy. Sono
nervosa.
Non
ho dormito molto (e non solo a causa di William che sembra abbia una fonte di
energia inesauribile).
-
Sei pronta?- mi domanda guardandomi dallo specchio.
-
Sei bellissima – sorride.
In
auto sono tesa, al cancello della scuola sento gli sguardi degli studenti fissi
su di noi.
Mi
aiuta a scendere e mi prende per mano. Mi sento ridicola, mi piace.
Saliamo
i gradini ed entriamo. Per un attimo il vociare cessa e tutti ci fissano.
Lui
sembra non accorgersene, mi stringe la mano per farmi coraggio.
Poi
tutto riprende.
-
Il peggio è passato – mi sussurra all’orecchio e ride.
-
Ciao Buffy – è Willow che mi guarda come fossi una marziana.
-
Ciao Will – la guardo di sott’ occhi.
-
Beh allora …auguri – non sa come comportarsi.
Mi
abbraccia e poi abbraccia William.
-
Il preside vuole parlarvi –
-
Si lo immaginavo – risponde lui sereno.
-
Buffy ci vediamo a pranzo? – mi domanda ansiosa.
Ha
molte domande nei suoi occhi.
-
Si certo – dico, ma d’istinto guardo William come per una conferma.
Lui
mi sorride, è contento di quel mio gesto.
-
Si amore, noi ci vediamo dopo la scuola. Ti aspetto alla macchina -
Willow
ha di nuovo gli occhi a cuoricino.
-
Ora sarà meglio andare dal preside -
Salutiamo
Willow che sembra ancora un po’ incredula e ci dirigiamo dal preside.
La
segretaria mi squadra dalla testa ai piedi e scuote leggermente il capo.
Poi
fissa lui con gli occhi a cuoricino pure lei. Non ci vuole molta fantasia per
capire cosa stia pensando. ‘ Ma come ha fatto questo macho a mettersi con una
come lei tutta Questo non si fa, questo non si dice ecc ‘
Sono
arrabbiata, perché credo abbia ragione.
Ricordo
che una volta Liam mi aveva detto che sembravo ‘ frigida ‘.
Sono
pensierosa, e non mi accorgo che lui mi sta fissando, mentre aspettiamo di
entrare dal preside.
-
Amore? – domanda ed io torno alla realtà.
Lo
guardo e mi chiedo se anche lui lo pensi.
Il
preside ci accoglie con un sorriso di circostanza e ci stringe le mani.
-
Congraturazioni –
-
Grazie – rispondiamo insieme.
-
A quando il lieto evento? – domanda curioso.
-
Il 15 - risponde rapidamente William.
-
Oh così presto…. Ma non è che? – sembra imbarazzato ma anche preoccupato.
-
Cosa? – non capisco cosa voglia dire.
William
invece sembra cogliere al volo il senso della sua affermazione.
-
Non credo siano fatti suoi – risponde secco ed è irritato.
Finalmente
ci arrivo anche io.
Sono
contenta della risposta di William, non merita spiegazioni questo imbecille.
-
Si certo, non volevo sembrare inopportuno. Ma sapete la scuola, la
reputazione…-
-
Beh la nostra vita privata credo sia solo un problema nostro – ribatto secca.
-
Oh certo, non volevo. Scusatemi a volte sono proprio incorreggibile –
Sorride
un po’ in ansia. Ci fa nuovamente gli auguri e ci congeda.
-
Bastardo burocrate – dico appena fuori dalla sala.
Lui
mi guarda e ride.
Mi
bacia e mi accarezza il volto.
-
Ci vediamo dopo amore –
Ognuno
si dirige verso la sua classe.
Ed
io devo affrontare i miei studenti.
Sono
tutti in silenzio e mi fissano. Che imbarazzo.
E
poi all’improvviso
-
Evviva!!!! Ce l’ha fatta Prof. –
Li
guardo allibita e un po’ commossa.
-
Era ora. E dal giorno che è arrivato qui che ci chiedevamo quanto ci avrebbe
impiegato. – dice uno dei ragazzi.
Sono
sempre più incredula.
-
Ma come voi? – sgrano gli occhi.
-
Ma certo – dicono in coro.
-
Si vedeva lontano un miglio che c’era elettricità tra voi – risponde con fare
ammiccante una delle ragazze.
-
Solo che lui sembrava deciso, mentre su di lei avevamo qualche dubbio –
-
Io non ne ho mai avuti – risponde Amanda.
-
Grazie ragazzi – dico e sono confusa.
Battono
le mani.
-
Adesso però facciamo lezione – sorrido e sono contenta.
A
pranzo Willow mi attende e sembra impaziente.
-
Ma come è successo? – mi domanda curiosa.
-
Non lo so – sbuffo.
-
Ma tu lo ami? –
-
Non lo so – evito di guardarla. Le sto mentendo e lo so.
-
Ma perché lo sposi allora? – sembra non capire le mie ragioni.
-
Così – risposta idiota.
-
Buffy? sei impazzita? –
-
Willow, non so cosa dirti. E a dire il vero per adesso non mi va di parlarne. –
ho bisogno di far chiarezza dentro me prima di parlarne con altri.
-
Va bene capisco, ma ti rendi conto che stai per sposarlo? –
-
Si lo so –
-
E non ti preoccupa? –
-
Si, no. Non lo so. Non voglio pensarci –
-
E …- esita.
-
Lui è morto – e mi rendo conto che è la prima volta che lo dico e lo penso.
Willow
tace e mi scruta. Poi mi sorride.
-
Bene – dice e abbassa lo sguardo.
Mi
abbraccia.
E’
contenta, credo pensi che sia una buona cosa la follia che sto per fare.
All’uscita
lui è lì che mi attende. Ed è una certezza per me.
Salgo
in macchina e lo guardo per qualche istante. E’ così sereno e tranquillo.
E
sono io che questa volta gli prendo la mano. D’istinto senza riflettere.
Gliela
stringo. Lui mi guarda sorpreso, poi sorride e ricambia la mia stretta. Occhi
negli occhi.
Oggi
è il fatidico giorno. Tra poche ore sarò la signora Buffy Elizabeth Darcy.
Mi
chiedo cosa ne penserebbe mia madre. Anche se a dire il vero William le è
sempre piaciuto. Ricordo che quando andava ai colloqui ci parlava volentieri e
spesso lui passava da casa e prendeva un caffè in cucina con lei. Per un po’ ho
pensato anche che le facesse la corte.
Mi
guardo allo specchio e sembro felice.
Willow
mi guarda e mi sussurra
-
William è la cosa migliore che potesse capitarti Buffy. Non sciupare tutto per
niente –
mi
stringe e mi da un bacio sulla guancia.
Ed
io piango come una stupida ‘ sto per sposarmi di nuovo ‘.
Scendo
ancora quelle scale, con accanto
Willow.
Xander mi aspetta di sotto. Sarà lui ad accompagnarmi all’altare. Non è molto
contento della mia scelta, non lo era nemmeno quando sposai Liam.
Stringo
la mano di Willow, mi fermo un attimo nell’ingresso e guardo verso il
soggiorno.
Lì
c’è ancora la sua foto sul caminetto. Tiro un profondo sospiro e dico
-
Andiamo -
Appena
esco in giardino i violini attaccano l’ ave maria di Gounod (la mia preferita).
Attraverso
lentamente le fila di sedie che mi separano da lui. Dal mio futuro.
Ci
sono alcuni colleghi, e molti studenti che mi guardano sorridendomi e facendomi
gesti di incoraggiamento.
Lo
vedo è lì in piedi che mi aspetta sorridendo.
-
Ho paura – dico a bassa voce ad Xander.
-
Su piccola è come fare un touch down. –
Sorride.
-
Beh più o meno voglio dire -
Sorrido
anche io pensando alla scena di me che corro alla meta e che atterro William.
E
sono arrivata davanti a lui.
Xander
porge la mia mano a William che la prende tra le sue e la porta sotto il suo
braccio.
La
stringe e siamo di fronte al prete.
-
Vuoi tu Buffy Elizabeth Summers prendere quest’ uomo come tuo legittimo marito
ed amarlo, onorarlo e rispettarlo finché morte non vi separi? -
-
Si lo voglio – esito solo una frazione di secondo, in cui i volti di Liam e di
William si sovrappongono.
-
Vuoi tu William Darcy prendere Buffy Elizabeth Summers come tua legittima
moglie ed amarla, onorarla e rispettarla finché morte non vi separi? -
-
Si lo voglio – dice sicuro.
-
Allora per i poteri concessimi dalla chiesa e dallo Stato della California io
vi dichiaro marito e moglie. Scambiatevi gli anelli –
Infila
un piccolo anello di oro bianco molto antico al mio dito.
-
Appartiene alla mia famiglia da generazioni – sussurra.
Lo
stesso faccio io.
-
Adesso può baciare la sposa – dice sorridente il prete.
-
La parte che preferisco –
Sussurra
lui sulle mie labbra prima di impossessarsene. Con un tenero e intenso bacio.
-
Mi concede questo ballo? Signora Darcy? – mi domanda con fare scherzoso.
-
Si – dico e sono rossa in viso.
Mi
prende per mano e mi conduce al centro della pista.
-
Ti amo Buffy – mi stringe.
-
Ti amo William – ecco gliel’ho detto.
Lui
si allontana leggermente e mi fissa intensamente.
Sorride
euforico e mi stringe ancora.
-
Era ora Buffy – sussurra e mi bacia.
L’ultimo
invitato ad andarsene è Xander, sembra che non voglia lasciarmi sola con
William.
Lui
è paziente e non dice nulla. Alla fine sbadiglia e Xander capisce che è il
momento di andare.
Siamo
soli. Lui ha appena richiuso la porta alle sue spalle e mi sta guardando.
-
Signora Darcy – mi dice canzonandomi.
-
E’ ora di andare a letto non crede? – inarca il sopracciglio.
E’
vicinissimo, cerco di evitare il suo sguardo.
-
Guardami – mi intima mentre fa scivolare le spalline del mio vestito.
-
Amore sei stupenda – e mi bacia sul collo.
La
cerniera scivola giù e un brivido mi percorre la schiena nuda sotto le sue
mani.
Il
vestito è sul pavimento. Sono in biancheria intima.
Lui
si toglie la giacca e la camicia.
Senza
smettere di fissarmi con quel suo sguardo profondo.
-
Lasciati amare – mi dice mentre mi accarezza sensualmente e con un gesto
slaccia il mio corpetto.
Lo
fisso adesso e i miei occhi sono pieni d’amore. ‘ Si è amore ‘.
-
Si William amami –
-
Si – fa eco la sua voce roca.
-
Ti amo – è la seconda volta che glielo dico oggi. Non sembro più io.
Mi
bacia e saliamo di sopra.
La
luce della luna illumina il suo volto dolce da innamorato, e il suo sguardo
pieno di desiderio.
-
Ti voglio – gli sussurro.
-
Anche io amore – risponde lui.
Poi
i violinisti di sotto attaccano il mio pezzo preferito IL CHIARO DI LUNA di
Debussy.
Lui
ride ed io lo bacio con passione.
La
mattina dopo ci svegliamo tardissimo, restiamo pigramente abbracciati nel
letto. Non abbiamo dormito e siamo esausti e felici.
Alla
fine è lui che si solleva leggermente e mi dice baciandomi la fronte.
-
Vado a prendere qualcosa da mangiare di sotto –
Mugugno
qualcosa ma lo lascio andare, ho fame anche io.
Nello
stesso istante, un’automobile sfreccia a tutta velocità davanti all’ingresso
del liceo.
Si
arresta e dallo sportello posteriore esce una donna alta. bruna.
Dal
fisico perfetto. Elegantissima.
-
Signora Parker – dice il preside andandole incontro.
-
Non sapevo sarebbe arrivata oggi. Avrei mandato qualcuno a prenderla – le bacia
la mano.
-
Non fa nulla – sorride sicura.
Dietro
di lei dalla vettura esce un uomo alto ed elegante anche lui. Dall’aria seria e
inglese.
-
Signor Giles – saluta il preside.
-
Salve – risponde.
E
si avviano verso l’ufficio del preside.
-
Su svegliati pigrona, dobbiamo andare a scuola, o ci licenzieranno –
Mi
sta abbracciando e baciando il lobo dell’orecchio mentre mi parla.
-
Smettila. Se continui così non riuscirò ad alzarmi –
Sorride.
-
Mm, se dici così…..- e mi accarezza con lussuria il seno lasciato scoperto dal
lenzuolo.
Sussulto
e mi abbandono alle sue carezze.
-
Su andiamo - mi dice poi lasciandomi, incurante delle mie proteste.
-
Va bene – gli dico alterata – ma quando poi vorrai tu, vedrai….- lo minaccio.
-
Ah si questa la voglio proprio vedere – è sicuro di se.
-
Okay adesso vado io in bagno – sono seria. L’ultima volta che abbiamo provato
ad andarci insieme siamo finiti nella vasca e non siamo più usciti. Quindi
abbiamo deciso di evitare.
Lui
annuisce, e si stende sul letto, ovviamente nudo ed arrogante come sempre.
E
in verità questo mi piace.
Camminiamo
nei corridoi della scuola, mano nella mano come due fidanzatini. Non ci importa
degli sguardi divertiti degli studenti, e contrariati e invidiosi dei colleghi.
Siamo insieme ed è questo quello che conta.
-
Ciao William, tesoro come stai? -
Mi
si gela il sangue.
Lui
la sta fissando immobile. Stringe la mia mano.
-
Ciao Dru – dice secco.
E
i suoi occhi si posano su Giles che un po’ imbarazzato si pulisce gli occhiali
al gilet.
-
Quanto tempo è passato – e lo abbraccia non curandosi della mia presenza.
-
Già – lui è serio.
Lei
attende e lui dopo un attimo di esitazione come ritornasse alla realtà e si
ricordasse di me dice
-
Questa è Buffy …mia moglie – quell’aggiunta sembra forzata e mi ferisce.
-
Ah – dice Dru squadrandomi dalla testa ai piedi.
-
Piacere – mi porge la mano in modo affettato e me la stringe con rabbia.
-
Strano non sembra il tuo tipo però – e continua a fissarmi.
Lui
non parla ed io mi sento umiliata.
-
Bene sarà meglio che vada – dico con rassegnazione.
In
fondo è solo una scena che si ripete.
-
No ti accompagno – risponde William e mi segue.
Non
parliamo per tutto il tragitto ed io faccio fatica a nascondere la mia
delusione.
Davanti
all’aula, mi bacia distrattamente
-
Ci vediamo dopo – e si allontana.
‘
Sta andando da lei lo so ‘
Lo
guardo allontanarsi e una fitta mi colpisce violentemente.
Proprio
come allora.
Ma
questa volta sarò forte, non mi spezzerò.
Faccio
lezione distrattamente, i miei pensieri corrono a lui e a lei insieme.
Non
sono più sicura, non lo sono mai stata a dire il vero.
Ed
i ricordi, tristi ricordi, si riaffacciano alla mia mente.
Suona
la campanella è ora di andare. Ho paura mentre esco dall’aula.
‘
E se non fosse lì ad aspettarmi? Se fosse tutto come prima? ‘
Ho
barato con me stessa, mi sono illusa che di lui non mi importi nulla.
Di
aver detto si per rabbia e invece adesso… che non ho più certezze, che lui non
è qui a dirmi che sono sua e che non mi lascerà andare. Sento che senza di lui
non potrei più vivere.
Ho
la nausea.
Mi
avvio al parcheggio, ancora pochi istanti e saprò.
Supero
l’ultima colonna e guardo ansiosa.
Lui
è lì che aspetta. Sta leggendo qualcosa.
Ho
gli occhi umidi e gli vado incontro.
Lui
alza lo sguardo mi sorride. Mi bacia sulla guancia e mi apre lo sportello.
Siedo
in macchina ma non parlo.
A
casa preparo la cena in silenzio, mentre lui mi osserva pensieroso.
-
Buffy – mi dice dolcemente.
-
Sì – faccio finta di nulla.
-
Mi spiace per oggi – e tace.
-
E di cosa? – mento.
Mi
abbraccia da dietro e mi bacia delicatamente la guancia.
-
Ti amo – mi sussurra all’orecchio.
Ho
gli occhi lucidi ma non piangerò.
-
Dai devo finire la cena – e mi stacco.
Lui
mi guarda dubbioso ma non parla e torna a sedersi.
La
cena è la più solitaria e triste che abbia fatto da quando lui è nella mia
vita.
Guardiamo
un po’ la TV e poi andiamo a letto.
Lui
si avvicina e mi stringe. comincia ad accarezzarmi voglioso. Ma io lo respingo
-
Sono stanca, ti spiace? –
Sospira.
-
No non fa niente – e smette di accarezzarmi senza però ritirare il braccio.
Mi
stringe e ci addormentiamo.
Mi
alzo presto, non sopporto di restare in quel letto con lui accanto.
Un
senso di repulsione si è impossessato di me.
La
farò finita prima io di lui.
Oggi
niente lezioni, abbiamo una riunione in presidenza.
Ci
sediamo, Willow mi è accanto e mi guarda preoccupata.
Ho
il volto stanco e l’aria un po’ abbattuta.
-
Qualcosa non va? – dice a voce bassa guardando prima William e poi Dru.
Anche
lei sospetta come me.
-
Vi ho convocato qui, per informarvi che la Signorina Parker ha deciso di fare
una diciamo… notevole donazione al nostro liceo. E il Signor Giles terrà qui un
ciclo di lezioni -
Sta
sorridendo e tutti sono ammaliati da lei.
Il
preside le bacia la mano.
Lei
si avvicina a William lo fissa.
Conosco
quello sguardo.
E’
lo sguardo di una donna che vuole un uomo e che se lo prenderà, non importa a
quale prezzo.
Resto
lì a fissarli in disparte, come sempre.
Willow
mi prende il braccio e mi dice
-
Penso dovresti dire o fare qualcosa Buffy -
Alzo
le spalle
-
E perché? -
Mi
guarda con apprensione, ma lei sa leggere bene in me.
-
William che ne diresti di venire a cena da noi qualche volta? Magari puoi
portare anche la tua mogliettina – fa finta di non accorgersi che sono a pochi
passi da loro.
-
Grazie dell’invito Dru, ma non credo sia opportuno –
‘
Ti odio William ‘ e la rabbia in me cresce.
-
Mi sei mancato tesoro –
-
Davvero? – la sua voce è ironica, con una punta di amarezza.
Sono
gelosa lo ammetto ma non ho intenzione di cedere.
Così
mi alzo e senza dire nulla abbandono la sala.
Andrò
a casa a piedi, non importa.
Sto
camminando lentamente quando sento qualcuno prendermi per un braccio.
-
Ehi ma dove vai? – è lui.
-
A casa – dico con tranquillità.
-
Si questo lo vedo, ma perché non mi hai aspettato? –
-
Eri intento a parlare, e così…- non termino la frase, non voglio si accorga del
mio stato d’animo.
-
Si e cosa vuol dire? – mi fissa serio.
-
Niente non volevo interromperti – sbuffo.
-
Buffy cosa c’è? –
-
Niente –
-
E’ per Dru? – Attende ansioso.
-
Non capisco? –
-
Per quello che c’è stato tra noi? –
-
Senti William, sei tu che hai insistito per sposarmi. Per restare con me. Se
hai cambiato idea per me va bene –
Mi
guarda socchiudendo gli occhi. Sembra stupito.
-
Ma hai detto di amarmi –
-
Beh in certi momenti…- sono una brava bugiarda.
-
Quindi mi stai dicendo che…-
-
Beh mettila come vuoi. Io non mi faccio problemi sia che tu resti, sia che tu
vada. Non cambia nulla –
Lo
guardo è ferito. E dentro di me ne soffro.
-
Andiamo a casa – mi accompagna alla macchina, non oppongo resistenza.
Scendo
dall’auto e mi avvio per il vialetto, lui non mi sta seguendo.
-
Ci vediamo dopo – dice e riparte.
Calde
lacrime scendono dalle mie guance, sono amare.
E’
notte fonda, da sola in questo letto immenso, mi rigiro e aspetto.
Le
quattro e quattordici e non è ancora tornato.
Sento
dei rumori. Una macchina arrestarsi, lo sportello sbattere.
Passi
nel viale. Una chiave, la maniglia.
Passi
per le scale. La porta che si apre lentamente senza far rumore e lui che entra
nella stanza.
Resta
qualche istante a fissarmi.
Lascia
scivolare la giacca e la camicia sul pavimento.
Si
sfila i pantaloni e si infila nel letto.
Mi
si avvicina e con un braccio mi avvolge.
-
Buffy – affonda il suo viso tra i miei capelli e sospira.
È
mattina sono in bagno. Sto male ho la nausea.
-
Buffy cosa c’è? – mi domanda preoccupato.
-
Niente, qualcosa che ho mangiato – gli dico.
-
Devi farti vedere dal dottore – mi dice serio.
-
Si, appena potrò ci andrò –
-
Posso fare qualcosa – è premuroso.
-
No grazie –
-
Ieri notte sono stato…-
Lo
interrompo.
-
Non mi interessa, non voglio saperlo –
Il
suo volto si indurisce e la mascella è contratta.
-
Bene – ribatte, si gira e scende di sotto.
A
scuola sono assente.
Willow
mi aspetta a pranzo, William non si è fatto vedere e nemmeno Dru è in sala
professori.
-
Buffy ma cosa sta succedendo? –
-
Non lo so – sono affranta.
-
Ma William dov’è? –
-
Non lo so – ripeto.
-
Buffy vuoi spiegarmi? –
-
Credo che lui ami ancora Dru e che stia pensando di tornare con lei. Anzi penso
che lei sia tornata qui per questo. –
L’ho
detto tutto d’un fiato come avessi paura di non riuscirci se lo avessi detto
più lentamente.
-
Ah – sembra stupita.
-
Già – dico rassegnata.
-
E tu cosa hai intenzione di fare? – mi domanda.
-
Io? Cosa dovrei fare? –
-
Arrabbiati, urla, lotta. È tuo marito no? –
-
Si ma … no non farò niente di tutto questo –
-
Buffy ma tu lo ami? –
-
No – mi sta fissando.
-
No? – ripete scrutandomi ancora più a fondo.
-
No. Io non lo amo, non lo….- piango.
Mi
stringe.
-
Su non fare così Buffy, vedrai andrà tutto bene. E se proprio sarà necessario
Dru la rispedisco io in Europa con un volo supersonico –
Riesce
a farmi sorridere, e ne è felice.
-
Will – sto tremando.
-
Si dimmi Buffy –
-
Credo di aspettare un bambino –
-
Oh davvero – è agitata, e contenta.
Ma
il sorriso le si spegne subito sulle labbra.
Anche
lei ricorda fin troppo bene quello che è accaduto l’altra volta.
-
Cosa stai pensando Buffy? -
-
Io non so… non sono sicura –
-
Buffy lo hai detto a lui? –
-
No –
-
Devi dirglielo, non puoi fargli una cosa simile –
-
No non adesso, io non sono pronta. Io non ce la faccio –
-
Buffy ti prego si ragionevole. Lui è suo padre deve saperlo –
-
Ti prego non dire nulla Will. Restiamo un po’ così ti prego –
Continuo
a piangere e non so cosa fare.
Usciamo
da scuola e loro ci vengono incontro insieme.
-
Salve – dice Dru con fare sicuro e soddisfatto.
Lui
mi sta guardando, sembra teso.
-
Ciao Buffy – mi fissa.
-
Ciao – dico e indurisco il volto.
-
William allora mi accompagni a casa? – domanda suadente.
-
Veramente – sta per dire lui.
-
Si William perché non l’accompagni? Io vado a casa a piedi, sai che adoro
camminare –
Willow
mi guarda pensierosa e poi interviene.
-
No, Buffy non preoccuparti. Dru l’accompagno io – e la guarda con aria di
sfida.
E
stranamente la tanto sicura di se Dru Parker non ha il coraggio di
controbattere Willow. E seppur furiosa, accetta.
-
Bene – William sembra sollevato.
-
Andiamo Buffy – mi prende per mano e mi conduce alla vettura.
-
William dimentichi questa – dice Dru, porgendoli la sua giacca.
Mi
mordo il labbro. Questo è troppo.
Sto
per urlare, per schiaffeggiarla.
La
mia pazienza è giunta al limite ormai.
-
Ora basta – grido e stringo i pugni.
Si
voltano verso di me.
William
sembra spaventato.
-
Tu, tu….io…- tutto gira e perdo i sensi.
-
Buffy – l’urlo di Willow è l’unica cosa che ricordo.
Poi
tutto si fa confuso.
Mi
risveglio nella mia stanza. Sento voci.
Sono
William e Willow che parlano a bassa voce.
…-
Ma perché? –
-
Ti ho già spiegato -
-
Sei sicuro? –
-
Si -
-
Bene sta rinvenendo – Willow si avvicina a me
-
Buffy mi senti? –
-
Cosa è successo? – domando.
-
Sei svenuta – è lui.
-
William ti ha presa in tempo. O saresti caduta –
-
A si? – sono confusa.
-
Come ti senti? – mi domanda con dolcezza.
-
Bene, un po’ stordita ma bene. E Dru? –
-
Non ci pensare – mi accarezza la fronte.
-
Ora sarà meglio che vada – dice Willow un po’ impacciata.
Lui
si è steso accanto a me e mi stringe.
-
Si sarà meglio – mugugna lui, mentre mi bacia la fronte, il collo, la guancia.
-
No ..re..sta…- dico tra un bacio e l’altro.
-
No meglio di no – è arrossita.
-
Si, vai Will – le intima William, la sua mano scivola sui miei fianchi.
Willow
corre via. Lui ride e si mette a cavalcioni su di me.
Sono
tre giorni che non facciamo l’amore. E mi manca da morire.
Fa
volar via la camicia, e apre la mia camicetta con un semplice gesto.
-
Mi manchi amore – prende i miei seni tra le mani e li accarezza.
Si
china su di me e mi bacia ancora e ancora.
Si
sfila i pantaloni e siamo pelle su pelle.
E’
lento e dolce il suo ritmo. Ci fissiamo mentre raggiungiamo il piacere.
-
Mi ami? – mi domanda al limite.
Cerco
di non rispondere.
Ma
i suoi movimenti si fanno sempre più intensi.
-
Mi ami? – ripete.
-
Sìììì – rispondo in un gemito. E lui sorride soddisfatto.
Ci
stendiamo l’uno accanto all’altro.
Ed
è di nuovo mio, almeno così voglio credere.
-
E così avremo un bambino amore. Perché non me lo hai detto? -
Sapevo
che Willow non avrebbe mantenuto il segreto.
-
Non sapevo, non …- abbasso gli occhi e lui capisce.
-
Buffy non deve nemmeno sfiorarti un’idea del genere. Hai capito? –
Per
un attimo il suo tono diventa duro.
-
E’ il nostro bambino, il nostro primo bambino – i suoi occhi si illuminano
mentre lo dice.
Non
rispondo, sto pensando al mio primo bambino.
-
Adesso ci sono io con te. Non devi preoccuparti di nulla. penserà a tutto il
tuo William -
Mi
alza il mento con la mano e mi bacia.
Mi
rannicchio tra le sue braccia, mi sento protetta.
-
Abbracciami William. Stringimi -
Questa
sera c’è il ballo di fine corso, è di nuovo maggio. Ed io sono tesa e
preoccupata.
Sono
davanti allo specchio e come allora ho il pancione e l’aria un po’ sciupata.
‘
sono orribile ‘ e lei sarà stupenda invece.
-
Amore sei pronta? – mi abbraccia e mi guarda dallo specchio.
-
Si – ma non sono molto convinta. Lui sembra accorgersene.
-
Sei bellissima – sorride.
-
Non è vero – faccio una smorfia.
-
Si invece – sussurra e mi bacia ancora.
-
Andiamo – mi alzo e mi sento goffa come non mai.
La
sala è affollata, lui stringe la mia mano tenendomi sottobraccio.
-
Ciao Buffy – Willow e Xander ci raggiungono.
Sono
allegri come sempre.
Willow
mi accarezza il pancione e sorride.
Anche
se nei suoi occhi vi è il ricordo.
-
Come sta la nostra mammina? –
Domanda
Xander, stampandomi un bacio sulla fronte.
-
Bene, un po’ stanca. Ma bene – passo la mano lentamente sul mio ventre.
Lui
mi guarda e sorride.
-
Volete qualcosa da bere? –
-
Si un po’ di g…….- Xander viene interrotto da Willow che lo guarda torva.
-
Coca cola –
-
Si coca cola per tutti – si corregge Xand guardandomi.
-
E’ sia –
William
si allontana.
-
Ti spiace se invito questa dama rossa a ballare? -
Chiede
scherzosamente Xander.
-
No certo – sorrido mentre loro mano nella mano vanno a ballare.
Mi
guardo un po’ intorno e poi li vedo.
William
e al tavolo con Dru, stanno parlando.
Lei
lo sta fissando e sorride leggermente.
Mi
stringo e mi appoggio al muro dietro di me.
Sta
accadendo ancora, proprio come allora.
Li
fisso e stringo i pugni.
Adesso
sta tornando verso di me.
È
a pochi passi, lo guardo.
Lui
mi sta fissando.
-
Fatto, coca cola in arrivo – e si siede.
Credevo
di poter sopportare.
Credevo
che questa volta sarei stata più forte.
Invece
no è come l’altra volta.
Non
ci riesco, non posso accettarlo.
-
Cosa avevate da dirvi tu e Dru? -
La
mia voce è tagliente.
-
Niente – ribatte lui.
-
Ah davvero? –
-
Sei gelosa? –
Sorride,
ma non è il momento giusto questo.
-
Si e se fosse? -
La
mia rabbia cresce.
-
Buffy ma ..- lo interrompo.
-
Non sopporto di vedervi insieme –
-
Davvero? – sembra stupito, ma non sconvolto.
-
Sì, prima mi dici le tue belle frottole ‘ sono tuo, ti amo ‘ e poi …-
-
Credi siano frottole? – adesso è lui un po’ alterato.
-
Si tutte frottole. Siete così bravi con le parole –
-
Siamo? Quanti mariti hai Buffy? –
E’
arrabbiato.
-
Non cambiare argomento -
-
Cambiare argomento? No Buffy non sto affatto cambiando argomento parliamone –
Si
acciglia e stringe i pugni sul tavolo.
-
Sono stanco di dover subire ogni giorno il test di sincerità. Di dover ogni
volta essere messo a confronto con la foto di un uomo morto -
-
Smettila –
-
No ora mi stai a sentire –
-
No – mi alzo ed esco di corsa, per quanto mi sia possibile, dalla sala.
Lui
mi corre dietro.
-
Aspetta -
Mi
raggiunge e mi si para davanti.
-
Questa volta non scappi amore -
-
Lasciami – lo guardo furente.
-
Liam è morto. Io non sono Liam. Non sono come lui –
-
Basta –
-
Ti ha tradita, e non solo con Darla. Ma di questo io non ho colpa e non ci
posso fare nulla. –
-
E tu non mi hai mai tradita? –
Voglio
sapere.
-
Cosa? Tu credi che ti abbia tradito? -
Mi
fissa incredulo.
-
Ma come fai a pensare una cosa simile dopo quello che c’è stato tra noi? -
Scuote
il capo.
-
Tu pensi sia stato solo sesso? Io ti amo Buffy è così difficile per te crederci
e capirlo? -
-
E Dru? –
-
Dru? Cosa c’entra Dru? –
-
Dimmelo tu –
-
Dru non conta nulla per me. La nostra storia è finita tanto tempo fa –
-
Ma lei è tornata per te –
i
miei occhi si riempiono di lacrime.
Lui
piega la testa da un lato e la sua espressione si addolcisce.
Mi
accarezza la guancia.
-
Lei è fatta così, quando vuole una cosa cerca di ottenerla, ma questo non vuol
dire che la ottenga. Io amo te non lei -
Sto
piangendo.
-
Si ma tu e lei …-
-
E’ passato Buffy, come è passato quello che è accaduto tra te e Liam –
Non
rispondo.
-
Oppure per te non è così? -
-
Ho paura che …-
-
No, non accadrà. Io non ti lascerò amore, mai e non ti tradirò –
Voglio
credergli, ho bisogno di credere che sia vero.
-
Si lo so William –
Gli
salto al collo e lo stringo.
-
La mia piccola, cocciuta Buffy -
Ci
baciamo e sono felice.
-
Ti amo William. Ti amo hai capito? -
Ripeto
senza sosta.
-
Si ho capito amore. Lo so –
Sorride
e continuiamo a baciarci.
-
E adesso che si fa? – domando con il viso ancora bagnato di lacrime.
-
Tu cosa vorresti fare? – la sua voce è dolce e piena d’amore.
-
Non so – sto mentendo. So cosa vorrei fare.
Lui
mi guarda e sorride.
-
Credo ancora che il piano A sia un buon piano sai? -
Sorrido
anche io e lo stringo più forte.
-
Ma il bambino? -
-
Mm… faremo piano vedrai –
Andiamo
alla macchina.
Ho
ancora un po’ paura, ma lui mi stringe e mi incoraggia ad entrare.
Partiamo.
Ci scambiamo occhiate complici e piene di desiderio.
Anche
se sono spaventata. Una curva, un’altra.
-
William rallenta – gli dico.
-
Amore sto andando piano – e rallenta.
Sterza
a sinistra.
-
Liam fermati – urlo.
-
Non sono Liam – dice tra i denti.
Mentre
io mi mordo le labbra per l’errore commesso.
-
Mi spiace. Ti prego fermati -
-
Buffy non sono Liam –
-
Lo so – sono agitata e spaventata.
-
No non penso tu lo sappia –
-
Smettila. Ci schianteremo –
-
No sto andando piano fidati di me –
mi
aggrappo al sedile e sudo freddo.
-
Fammi scendere da questa maledetta macchina -
Sono
terrorizzata. La scena di allora mi si para davanti agli occhi.
Mi
sembra di vedere i due enormi fanali puntati su di noi e il suono del clacson.
-
Voglio scendere hai capito? -
Sono
isterica.
-
No – è serio e mi blocca con un braccio mentre io cerco di prendergli il
volante dalle mani.
-
Smettila Buffy o ci schianteremo sul serio –
-
Fermati, fermati –
-
Amore calmati –
Mi
schiaffeggia.
Resto
in silenzio ad occhi sbarrati.
I
due fanali immensi e il rumore di lamiere che si aggrovigliano.
Il
sapore del sangue in bocca e un senso di nausea che mi soffoca.
Poi
il buio.
Mi
risveglio lentamente.
-
Fermate la macchina – dico angosciata.
E
mi guardo intorno.
Sono
stesa nel mio letto e Willow e Xander sono accanto a me.
-
Cosa è successo? – domando fissandoli incredula.
-
Buffy come ti senti? – Willow mi prende la mano.
-
Cosa è successo? – ripeto esasperata.
-
Dov’è? – urlo.
Willow
e Xander si guardano.
-
Dov’è lui?
Cerco
di alzarmi mentre Willow e Xand tentano di calmarmi.
-
Buffy stai tranquilla, sta calma. Non agitarti –
-
Dov’ è William? – e schiaffeggio Xander che cerca di bloccarmi.
-
Buffy non temere sta bene – dice Willow carezzandomi il volto, rigato di
lacrime.
-
Stai mentendo – scuoto il capo non convinta.
-
Non ti credo. Dov’è? –
Continuo
ad agitarmi.
-
E’ rimasto di sotto. E’ un po’ sconvolto -
Sgrano
gli occhi e resto immobile.
-
Perché? - chiedo a voce bassa.
-
Perché? Perché tu in macchina hai dato i numeri. Hai cominciato a chiamarlo
Liam. A dirgli che è colpa sua e tua se il vostro bambino è morto. E poi sei
svenuta – dice Xander tutto d’un fiato.
-
Era preoccupato e spaventato, quando vi abbiamo raggiunti – Willow mi fissa.
-
Raggiunti? – non riesco a ricordare.
-
Beh ti abbiamo vista scappare via dalla festa e preoccupati vi abbiamo seguiti
in auto – Xand guarda prima Willow poi me.
-
Poi abbiamo visto la macchina sbandare pericolosamente e poi fermarsi sul
ciglio della strada –
Willow
parla con voce amareggiata.
-
E abbiamo trovato William che cercava di farti rinvenire e ti chiamava.
Sembrava disperato.
Tu
eri svenuta e stavi piangendo. Così vi abbiamo accompagnati a casa. –
Si
fissano in silenzio adesso. Io ho gli occhi persi nel vuoto e sto di nuovo
piangendo.
-
Buffy credo dovresti andare da lui – mi dice dopo un po’ Willow vedendomi
immobile e assente.
-
Si devo andare da lui – mi alzo lentamente dal letto e mi avvio alla porta.
-
Voi cosa fate? – domando confusamente.
-
Noi andiamo, tu sembri stare meglio e poi avete bisogno di parlare –
Xander
si alza e mi bacia sulla fronte. Willow mi abbraccia e mi sorride.
-
Allora a domani – dicono in coro.
-
Io resto ancora un po’ qui – dico e le gambe mi tremano.
-
Si va bene – escono dalla stanza.
Sono
sola, ho freddo e penso che avrei potuto perderli.
Che
questa notte avrei potuto perderlo. E che forse l’ho perso.
-
William – Willow si avvicina al divano.
Lui
ha la testa tra le mani e un bicchiere pieno di bourbon in mano.
-
Si – domanda con voce stanca.
-
Si è svegliata. Sta bene – e aspetta.
-
Davvero? – sembra rincuorato.
-
Si è un po’ spaventata e confusa ma sta bene – risponde Xander.
-
Bene sono contento – sospira profondamente e beve un altro sorso di liquore.
Ha
un sorriso amaro in volto.
-
William sii gentile con lei. Non è stato facile e non è tuttora facile per lei
-
Sorride
ancora.
-
Non lo è per nessuno Will – e beve un altro sorso.
-
Bene sarà meglio andare. Buonanotte – dicono mentre vanno via.
-
Notte e ancora grazie di tutto – risponde William passandosi la mano tra i
capelli e guardando fisso davanti a se.
Non
mi vede arrivare. Scendo lentamente le scale, e attraverso la stanza.
Sono
davanti a lui, gli guardo la nuca. Sembra così stanco e abbattuto.
-
William – dico e lui sembra sussultare al suono della mia voce.
Mi
guarda, ed i suoi occhi sono sempre dolci e innamorati.
-
Ciao Buffy – si poggia con la schiena al divano e mi guarda.
-
Ciao – sono ancora in piedi, non so cosa dire o fare, anche se so che devo dire
e fare qualcosa o lo perderò.
-
Io…mi dispiace – le lacrime premono contro i miei occhi.
Abbasso
lo sguardo e singhiozzo.
Lui
si alza e mi abbraccia.
-
No amore, non è colpa tua. Sono io che ho sbagliato….- sospira.
-
Io credevo che sarei riuscito. Pensavo che tu prima o poi avresti amato ancora.
–
Sto
piangendo e le sue parole mi fanno male, hanno il sapore di un addio.
Ma
io non voglio dirgli addio, non adesso che l’ho ritrovato.
-
William – sono in preda ai singhiozzi.
-
Non dire nulla Buffy. Basta, ci siamo fatti male abbastanza. –
Piango
ma non parlo.
Lui
mi lascia e va verso la porta.
Si
volta ancora una volta e mi fissa.
-
Ti amo, ma non posso combattere con una illusione -
I
suoi occhi sono lucidi, mestamente apre la porta.
-
Addio – e la richiude dietro di se.
Sento
il gelo avvolgermi. Sono di nuovo sola con i miei ricordi, con la sua foto sul
caminetto e con me stessa.
Sono
rassegnata, è tutta colpa mia se l’ho perso.
Poi
un calcio al ventre e mi ridesto.
‘
No niente è come prima. Non sono sola. In me c’è la vita. La nostra vita. In me
c’è una parte di William ed io non posso rinunciarvi. Non posso non lottare per
noi ‘
D’istinto
corro alla porta.
Lui
è in macchina ha appena messo in moto.
Devo
fermarlo. Lui non deve andarsene.
Mi
metto davanti alla macchina i fari mi abbagliano.
-
William io credevo tu mi amassi – urlo e piango insieme.
Mi
sta guardando sconvolto.
-
Dove è finito l’uomo che mi voleva così tanto da minacciarmi di legarmi al
letto se avessi provato a lasciarlo? Allora erano tutte bugie, patetiche bugie
-
Sono
arrabbiata ed ho bisogno di sfogare tutta la tensione accumulata.
-
Buffy – è a bocca aperta.
-
Io credevo che avresti urlato, che ti saresti arrabbiato e che magari davvero
alla fine mi avresti legata a quel dannato letto, ma non avrei mai pensato che
ti saresti arreso. Che te ne saresti andato-
Ho
smesso di piangere.
-
Io non voglio che tu vada via. Non voglio. Tu sei mio come io sono tua. Lo hai
detto tu, che ti appartengo che niente può dividerci. E poi non pensi a lui –
mi accarezzo la pancia delicatamente.
-
Cosa faremo noi due senza di te? – ormai sono inarrestabile.
Lui
è immobile in macchina, il suo sguardo è imperscrutabile.
-
Io ti odio…si ti odio, ti odio con tutta me stessa – le lacrime solcano
nuovamente il mio viso alterato dall’ira e dalla disperazione.
Scende
dalla macchina e mi raggiunge.
-
Buffy amore perdonami. Perdonami – mi bacia e mi accarezza.
-
Scusami, scusami. Non volevo farti piangere io non volevo –
-
Lasciami, ti odio stupido – cerco di oppormi alla sua stretta avvolgente.
-
No amore, no. Ti amo da morire, da impazzire. Sei mia hai ragione ed io sono
tuo –
Si
impossessa della mia bocca e non la lascia andare.
-
No – continuo a protestare.
-
Amami, amore. Amami –
-
No io ti odio – dico debolmente.
-
Si lo so – continua a carezzarmi il viso, a stringermi e baciarmi.
-
Ti odio. Si ti odio….- piango a dirotto.
-
Si hai ragione amore. Hai ragione –
-
Non è vero. Non ti odio….io ti amo – e piango più forte.
-
Si lo so amore, lo so anche io ti amo –
Non
riesco più a parlare i suoi baci sono troppo intensi, mi tolgono il respiro.
-
Vieni amore andiamo -
Mi
prende tra le braccia.
-
Dove? – domando un po’ dubbiosa.
-
Ricordi il piano A? è sempre il migliore e poi come hai detto tu…devo
incatenarti al letto. –
Sorride
malizioso e con la sua allegria contagia me.
Mi
stringo al suo petto e chiudo gli occhi.
Il
suo odore è inebriante. Ho tanta voglia di lui.
-
Ti voglio William. Ti desidero, voglio stare con te. Non mi lasciare ti prego -
-
Finalmente amore. È tanto che aspetto di sentirtelo dire – sospira soddisfatto.
-
No non ti lascerò mai Buffy, mai –
Sei
mesi dopo…………
Stesi
nel nostro lettone ci stiamo guardando negli occhi. Siamo felici.
Tra
noi c’è la nostra bambina Joyce che dorme.
William
ha voluto chiamarla come mia madre.
La
tengo stretta a me e le bacio la fronte.
Lui
ci stringe e mi bacia dolcemente sulle labbra.
-
E’ la cosa più bella che abbia mai visto dopo di te – mi sussurra all’orecchio.
Rido
e gli tocco il naso con l’indice.
-
Bugiardo – lui ride con me.
-
Ti ho già detto quanto ti amo, oggi? – domando guardandolo con occhi sognanti.
-
Beh vediamo fammi pensare…mm… no direi di no –
-
Bene ti amo da morire William – lo bacio.
-
Si lo so, comunque ho sempre le catene nel comodino, non si sa mai –
alza
il sopracciglio ammiccante.
-
Anzi che ne diresti di mettere la bambina nella sua comoda culla ed tirarle
fuori? -
Ha
sempre quel suo fare arrogante e quello sguardo infernale che mi fanno venire i
brividi e mi eccitano.
-
Mmm….. è una proposta? O una minaccia? – sorrido e lo guardo maliziosa.
-
Secondo te? – si avvicina.
Mi
alzo velocemente, per sfuggirgli. Sollevo la bimba tra le braccia e la depongo
nella culla.
Le
do un bacio e le accarezzo la fronte.
Poi
sento le sue forti braccia stringermi e spingermi nuovamente nel nostro letto.
-
Mi vuoi? – ricordo ancora quando me lo ha chiesto per la prima volta.
-
Si ti voglio – gli rispondo e ci stiamo fissando.
-
Allora mi avrai – sorride diabolicamente.
E
mi bacia.
Sento
le sue mani scorrere sulla mia schiena e soffermarsi sui miei fianchi.
Gli
bacio il collo e sento il suo odore e sapore.
-
Ti amo - gli sussurro all’orecchio mentre lo sento affondare dentro di me con
dolcezza.
-
Si anche io ti amo – mi risponde in preda alla passione.
Lo
attiro a me e lo stringo, e penso che se solo provasse a lasciarmi sarei io a
legarlo a questo letto.
Sorrido
leggermente e poi sento le onde del mare avvolgermi e mi lascio cullare dal suo
amore.
FINE