Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
PAURA
D’AMARE
Di
Spuffy
NC18
SHIPPER:
SPIKE DOWN
CONTENUTI
FORTI
Capitolo
I
Da
quando Buffy si era sacrificata (non riusciva ancora a dire la parola “morta”)
tutto era cambiato nella vita di Dawn. Adesso era sola. Passava gran parte
della giornata a scuola, seguendo qualche corso pomeridiano di cui non le
importava, ma era sempre meglio che restare a casa a guardare le foto di una
famiglia che non c’ era più. Di lei si occupava temporaneamente il Signor
Giles, anche se spesso era rintanato in biblioteca a pensare alla sua
cacciatrice, che non avrebbe più rivisto e a come fare per continuare la lotta
contro il male. Gli altri della gang non potevano capirla, le volevano bene e
cercavano di consolarla ma non la capivano. Mentre Spike stava diventando un’
ossessione, il compito che gli aveva dato Buffy era diventato la sua missione
adesso che lei non c’ era più, e non le dava un attimo di tregua, se lo trovava
sempre tra i piedi. Qualunque cosa facesse lui era là a sorvegliarla. Dawn si
chiedeva se tutto questo sarebbe mai finito, se prima o poi sarebbe tornato il
sole nella sua vita, ma ormai ci sperava poco. Voleva andare lontano da tutti
loro che le ricordavano così tanto ciò che era accaduto e che lei era viva
mentre Buffy invece era …. Quando pensava a questo il suo cuore piangeva
lacrime invisibili di cui nessuno si accorgeva. Dawn immersa nella vasca da
bagno aveva gli occhi rigati di lacrime, non sentì la voce di Spike che la
chiamava dalle scale. Poi un rumore sordo la scosse. Preoccupato che Dawn fosse
in pericolo o avesse fatto qualche sciocchezza, Spike non sentendo alcuna
risposta era corso di sopra e aveva aperto la porta del bagno con due potenti
spallate. Adesso era lì in piedi davanti a lei. Dawn spalancò gli occhi
stupita, senza capire cosa fosse accaduto, poi si rese conto di essere completamente
nuda. Arrossì violentemente e lanciò contro Spike la prima cosa che le capitò
tra le mani, urlandogli dietro – fuori di qui maledetto succhia sangue – e con
un gesto prese al volo una asciugamano e si coprì. Spike era arrossito ed aveva
richiuso la porta prima che l’oggetto scagliatoli contro lo colpisse (una
bottiglia di Sali da bagno). Ridiscese le scale di corsa, sembrava seccato. In
realtà la visione di Dawn nuda con tutta quella schiuma attorno, lo aveva
turbato e un po’ stranito. Non sapeva bene cosa gli avesse dato fastidio. Da
quel momento però divenne un susseguirsi di scoperte altrettanto stupefacenti
quanto inaspettate per il bel vampiro. Che suo malgrado si scoprì sempre più
spesso intento ad osservare più attentamente Dawn, a guardare il suo volto non
più di bambina ma ancora neanche di donna. Era come se la vedesse per la prima
volta, lo strano movimento delle labbra quando sorrideva maliziosa, il suo
sollevare il sopracciglio sinistro quando assumeva la sua aria canzonatoria. E
si accorse anche che Dawn era bella, fragile ed indifesa. La sua piccola Dawn
stava crescendo si diceva. Mentre una strana inquietudine si impossessava di
lui.
Come
spesso faceva da quando “lei” non c’ era più, Spike si fermò a dormire da Dawn
anche quella sera. E come ormai quasi ogni notte le accadeva, Dawn fece un
altro dei suoi incubi e si svegliò di soprassalto accaldata. Decise di scendere
di sotto a bere qualcosa di fresco. Scese lentamente cercando di fare il meno
rumore possibile per non svegliare Spike, che invece da vampiro qual era, era
vigile e la osservava di nascosto. La vide dirigersi verso il frigo con l’ aria
assonnata e i capelli disordinati, prendere un brick di latte e portarselo alle
labbra. Quella scena lo fece eccitare – Ma che fai Spike? – si disse dentro
mentre continuava a fissarla. – E’ una ragazzina - si ripeteva cercando di
convincersi. - Ed è la sorella di Buffy. – Poi un rivolo di latte le scese da
un angolo della bocca e a Spike venne il terribile impulso di leccarlo. Si
rigirò sul divano, non voleva pensare a Dawn in quel modo. Ma non ci riuscì.
Pensava ai suoi seni, alle sue curve, ben visibili sotto il pigiama semi
trasparente. I suoi fianchi sinuosi – BASTA! – urlò dentro di se. Sentì il
frigo richiudersi e lei che lentamente si apprestava a risalire le scale. Si
sollevò sul busto e Dawn sobbalzò nel vedere quel improvviso movimento
inaspettato. Poi gli sorrise e gli disse – notte Spike, scusami avevo sete – e
riprese la salita. Ma Spike in un balzo le fu accanto, Dawn esitò, poi lui
balbettando le disse – hai … un po’ di ….. latte sul.. – non proseguì la frase
ma con il pollice destro carezzandole il viso, le tolse via il latte dalle
labbra. Lei lo ringraziò con un sorriso, che lasciò il vampiro senza fiato (se
ciò fosse stato possibile) e tornò nella sua stanza. Spike era rimasto lì a
metà delle scale. Cominciò a dire a bassa voce per timore di essere udito – OH
BLOODY HELL! Sto impazzendo, anzi devo essere già impazzito – poi scuotendo la
testa cominciò a ridiscendere i gradini quando udì un lamento provenire dalla
stanza di Dawn. Attese un attimo in silenzio poi andò di sopra e si fermò alla
porta, e quello che gli era apparso come un lamento si rivelò un pianto
soffocato dai cuscini. Aprì la porta lentamente e vide la testa di Dawn
sprofondata tra i cuscini, scossa da singulti. Le andò accanto e le posò una
mano sulla testa e dolcemente le carezzò i capelli. Lei sollevò il capo era
stupita e negli occhi si leggeva chiaramente tristezza e bisogno di affetto. E
lui come se obbedisse al richiamo di quegli occhi, avvicinò il viso al suo e la
baciò. Dawn invece di sottrarsi a quel bacio, lo ricambiò e cinse il collo di
Spike con le braccia. Spike la strinse a se e la baciò sempre più intensamente.
Si fermarono un attimo e si guardarono negli occhi. Dawn aveva lo sguardo perso
e lo fissava smaniosa, ansimando un po’. Lui seguì i lineamenti del viso con lo
sguardo e riprese a baciarla appassionatamente. Poi lentamente, seguendo il suo
bisogno di toccare la pelle di Dawn, infilò la mano sotto il pigiama e Dawn
ebbe un fremito di piacere, sentì il respiro del vampiro diventare affannoso
(ma era la sua immaginazione), mentre la mano si muoveva sinuosamente lungo i
fianchi, e si soffermava sui bordi del reggiseno, che con le dita sollevava e
oltrepassava a sfiorarle i capezzoli. E poi giù sino agli slip, Dawn emise un
gemito soffocato che fece eccitare Spike. Lei cercò di fermarsi, di allentare
la stretta, ma lui cominciò a toccarla, un tocco leggero che fece inarcare la
schiena di Dawn, - Ti prego, io… - cercò di dire Dawn, ma ormai era incapace di
controllare le sue azioni. Tanto che aveva afferrato il braccio di Spike e lo
spingeva ancora di più negli slip. Spike guardò la mano di Dawn che tratteneva
il suo braccio negli slip e poi la guardò in viso, vederla godere così lo
faceva eccitare. Dawn aveva chiuso gli occhi e gemeva e ansimava senza
controllo completamente bagnata. Lui si spinse in lei un po’ con un dito e lei
sussultò. La distese sul letto e le si stese accanto. Le sollevò delicatamente
la giacca del pigiama e cominciò a baciarle i seni, a succhiarli lentamente e a
giocherellarci con la lingua, facendoli diventare duri e turgidi. A Dawn, una
lacrima scese sulle gote mentre gemeva e sussultava sotto quei movimenti
ritmati, prima lenti, poi rapidi, poi di nuovo lenti, che Spike sembrava
alternare con il solo fine di farla impazzire dal piacere, facendola quasi
venire e poi fermandosi di colpo. Lui sorrideva, era un sorriso di chi gode di
una vittoria da tanto agognata. Poi portò la mano di lei lentamente sui suoi
jeans, a quel tocco così inaspettato e ruvido Dawn fu presa dal panico. Grosse
lacrime attraversarono il suo viso e ripetuti singhiozzi la fecero sussultare.
– Spike ti prego no! – fu la frase decisa che Dawn pronunciò ad uno Spike al
limite dell’ eccitazione.
Lui
aprì gli occhi e la fissò un attimo, lei era lì distesa lo fissava con occhi
languidi accesi di desiderio e ansimante. Ma pieni di lacrime. E come shockato
e allibito dal suo stesso comportamento, ritirò la mano e si alzò a sedere sul
letto. Scosse il capo e poi uscì di corsa dalla stanza senza voltarsi nemmeno
una volta. Era sconvolto, in preda all’ angoscia e alla confusione. Cosa aveva
fatto? Che cosa era accaduto quella notte? Come poteva ora dire a Buffy, sulla
sua tomba che aveva appena quasi fatto l’ amore con sua sorella. E come fare a
guardare ancora Dawn in viso? Come fare a stare con lei nella stessa stanza?
Aveva approfittato di un momento di debolezza e di dolore della piccola Dawn.
Era turbato e angosciato si chiedeva cosa dovesse fare, come comportarsi,
mentre l’ aria fredda della notte gli soffiava in viso. Dawn nel frattempo
aveva ripreso a piangere dopo tutte quelle emozioni e infine si era
addormentata esausta.
La
mattina seguente, quando Dawn si svegliò per un attimo pensò di aver sognato ma
le sue mutandine non le lasciarono dubbi. Si sollevò a sedere sul letto di
scatto. Si rimise il pigiama che Spike le aveva sfilato durante l’amplesso. E
scese di sotto. Spike era in cucina che la aspettava aveva un’ aria
apparentemente tranquilla, ma non era il suo solito modo di fare. Evitava di
guardarla, e sembrava infastidito dalla sua stessa presenza. E questo la mise a
disagio. Provò nei suoi riguardi rabbia. Sperava le dicesse qualcosa sulla
notte passata ma lui non disse nulla e lei come ormai faceva con tutti, non
fece trapelare la sua delusione. Fecero colazione in silenzio poi lui le disse
– ci vediamo dopo briciola – quasi a volerle far capire che nulla era successo,
che nulla era cambiato e scese nello scantinato dove restò per tutto il giorno.
Dawn di sopra non fece altro che far scorrere nella sua mente le immagini della
notte passata, poi si disse che non era stato niente, solo un momento di
debolezza che lui forse aveva rivisto in lei un po’ di Buffy e che non sarebbe
più accaduto. Approfittò dell’ invito di Xander per uscire un po’ e svagarsi.
Andarono al Bronze, quanti ricordi legati a quel posto, ma lei era lì per
divertirsi quella sera non per pensare e ricordare. Così si lanciò nelle danze
pazze per tutta la sera e tutto procedeva bene sino a quando… non lo vide,
seduto al bar che beveva qualcosa in compagnia di una bionda che gli cingeva le
spalle con le braccia. Dawn sbiancò. Quella scena la rese furibonda. Voleva
andarsene, ma in quel momento lui si voltò e incrociò il suo sguardo. Era in
piedi sembrava così piccola in quella maglietta grigia e i pantaloni scuri.
Aveva le braccia che le scendevano sui fianchi e le mani chiuse in pugni. Nello
sguardo Spike lesse tristezza e delusione. Come fosse stato ferito Spike provò
una fitta al petto e subito si alzò e si mosse nella sua direzione, ma Dawn gli
lanciò uno sguardo carico di disprezzo, infilò il braccio di Xander e gli
chiese di riaccompagnarla a casa perché era stanca. Xander fu molto gentile e
premuroso, si salutarono davanti al portico, lui l’ abbracciò forte e le
sorrise con affetto, lei lo guardò allontanarsi e un velo di tristezza
nuovamente le coprì il viso. Poi di fronte a lei dal nulla apparve Spike. Dawn
era troppo stanca e triste, non voleva sentire nulla e fece per entrare in
casa.
-
Dawn ascolta – iniziò a dire lui, ma fu subito interrotto da Dawn che come se
non fosse accaduto nulla gli disse – Sono stanca sarà per un’ altra volta.
Buonanotte Spike – e entrò in casa. Andò a letto con il magone e le lacrime
sgorgarono senza bisogno di una motivazione. Verso le 3 fu svegliata da un
rumore lieve nella stanza. E vide Spike in piedi davanti al letto che la
fissava. Era rimasto per tutto il tempo in giardino a pensare, non sapeva il
perché ma sentiva di dover dare delle spiegazioni a Dawn per il suo
comportamento con quella donna, ma non era facile decidere se entrare o meno in
casa in quel momento in quello stato. Sentiva che non sarebbe riuscito a
controllarsi una seconda volta e allora si che le cose sarebbero precipitate
per lui e per briciola. Come gli sembrava strano adesso chiamarla con quel
vezzeggiativo. Poi alla fine si era detto per convincersi – Vado solo a dare
un’ occhiata, per assicurarmi che sia tutto a posto e poi esco – ed era salito
sul tetto ed entrato nella stanza dalla finestra socchiusa. E come la notte
precedente, le si avvicinò lentamente, con movimenti felini, sicuro che lei
dormisse. Dawn si aggrappò alle lenzuola e disse con tono incerto e spaventato
– cosa vuoi Spike? – e lo fissò aprendo gli occhi. Spike si fermò, ma non le
rispose, perché nemmeno lui sapeva cosa ci facesse lì. Dentro di lui troppi
pensieri ed emozioni si agitavano e lo confondevano. Dopo alcuni istanti
riprese ad avvicinarsi e Dawn fu colta dal panico, con un salto scese giù dal
letto facendo volar via le lenzuola e cercò di raggiungere la porta, ma non ci
riuscì. Lui la prese per un braccio – Cosa fai Dawn che ti prende? – disse tra
l’ arrabbiato e il preoccupato, fissandola in viso. Poi lei inaspettatamente
comincio a dibattersi e a gridare – lasciami, ti ho detto di lasciarmi, non
voglio più vederti. Va via – lui era stupito ed arrabbiato per quel
comportamento, lo feriva il fatto che Dawn avesse paura di lui. Poi nella lotta
Dawn perse l’ equilibrio e ricadde supina sul letto. Spike la fissò con una
luce strana nello sguardo. Era lì distesa i capelli sparsi sulle lenzuola, lo
sguardo acceso e reso lucido dalle lacrime, le guance arrossate e il pigiama in
disordine. Era così, così “invitante e provocante” pensò in un lampo e le
parole uscirono da sole – Riprendiamo da dove abbiamo lasciato briciola. – Si
chinò su di lei e con delicatezza cominciò a baciarla e a toccarla. Le aprì
lentamente il pigiama e cominciò a giocherellare con il suo seno. Dawn
ansimava, da un lato il piacere che riceveva la faceva impazzire e dall’ altra
la paura l’ attanagliava e la faceva ritornare sui suoi passi. Spike cercava di
tranquillizzarla di essere il più dolce possibile. La vista di quelle due
piccole rotondità, con la punta turgida e eretta lo eccitarono. Non resistette
e prese a succhiare avidamente un capezzolo, mentre le massaggiava con
movimenti leggeri e rotatori l’altro. Sentendola sempre più abbandonata al
piacere, fece scivolare la mano lungo le gambe di Dawn, che gemeva sempre più
forte per via dei piccoli morsi che lui le dava sui capezzoli. Inizialmente lei
non schiuse le cosce, ma con un morso più intenso degli altri, Spike la fece
cedere e dischiudere le gambe, e la sua mano scivolò ansiosa nelle sue mutandine
e cominciò a massaggiarle il clitoride, Dawn lo lasciò fare era troppo eccitata
per riuscire a fermarlo. Quando toccandola intensamente si rese conto che era
completamente bagnata, Spike pensò fosse arrivato il momento giusto e le si
distese sopra in modo che le loro parti intime si toccassero attraverso i
sottili indumenti. Dawn si muoveva su e giù seguendo le dita di spike. Sentì su
di se il pene eccitatissimo e duro di Spike, e istintivamente lo fissò. A
questo punto Spike si sollevò sul letto e si sbottonò i pantaloni. Dawn ebbe un
attimo di smarrimento e cercò di coprirsi d’ istinto, era la prima volta che
vedeva il pene di un uomo e per di più gonfio di desiderio di lei. Lui le si
mise a cavalcioni su e le prese con delicatezza i polsi delle mani con cui si
era coperta e li portò sopra la testa di Dawn, si distese sopra di lei
nuovamente e con decisione ma anche dolcezza iniziò a baciarla, e a
mordicchiare i suoi capezzoli. Dawn con le mani si aggrappò alla spalliera del
letto mentre emetteva gridolini acuti. Era completamente bagnata, Spike
avvicinò il pene all’ inguine di lei, che spalancò gli occhi, e lo guardò
sconvolta ed un po’ spaventata per quello che stava accadendo, cominciò a
piangere. Spike le sorrise con tenerezza e le sussurrò all’ orecchio – No
piccola, non aver paura, tesoro non c’è nulla di cui aver paura. Non ti farò
del male te lo prometto. Stai tranquilla, rilassati, lasciati andare non
irrigidirti. Ti piace quando ti tocco vero? – Dawn non rispose ma le guance
arrossirono violentemente – Bene può essere ancora più piacevole Dawn, fidati
di me. Lasciti amare. – Ma Dawn scuoteva la testa, presa dal panico. Lui
cominciò a penetrarla lentamente, fu dolce ma anche deciso. Non era entrato
ancora due centimetri che Dawn, dava segni di insofferenza e di paura mista a
un po’ di dolore. Lui sospirò, doveva controllarsi, non poteva abbandonarsi al
piacere, doveva controllare i movimenti assecondare i tempi di lei. Si fermò e
con le labbra riprese a succhiare avidamente il seno di Dawn, per eccitarla
ancora di più e rendere più semplice farla sua. Dawn ebbe uno fremito
involontario, sentendo il tocco delle labbra fredde sul suo seno caldo e inarcò
la schiena. I muscoli della sua femminilità si rilassarono e Spike, ne
approfittò per spingersi ancora un po’ in lei. Che gemette sommessamente, un
mugolio che eccitò incredibilmente il vampiro, il cui controllo ormai
vacillava. Sentendolo in lei, Dawn cercò di ritrarsi, ma ormai lui sapeva come
fare. E le diede un altro piccolo morso seguito dal tocco leggero della lingua
proprio al centro del capezzolo. Dawn anche se non voleva inarcò ancora una
volta la schiena e lui si spinse ancora dentro di lei, emettendo un suono
gutturale per lo sforzo fatto nel trattenere la sua foga. Era dentro per metà,
Dawn iniziò a smaniare, voleva fermarsi e continuare insieme, puntò le braccia
sul suo petto e cercava di spingerlo via. Poi però lo tratteneva tra le sue
cosce con spasmi delle gambe. Spike, le bloccò i polsi e le disse tra i denti -
ti prego smetti Dawn, così peggiori le cose - tutto quel moto non aveva avuto
altro effetto che eccitarlo e ormai sentiva che non avrebbe mantenuto ancora a
lungo il controllo. Lei lo colpì ripetutamente e gli diede una spinta con la
schiena, contraendo i muscoli ma ottenne il risultato opposto a quello
prefissatosi. Infatti Spike avvertì una fitta di dolore ma anche di piacere
intenso e non riuscì più a controllare i suoi movimenti che divennero più
decisi. Piantò il palmo della mano sul lenzuolo al fianco di Dawn, si sollevò leggermente
con il corpo, e guardandola con occhi ormai colmi di desiderio e di bisogno,
diede una spinta più vigorosa. Dawn emise un grido, che era anche un gemito. Ma
lui non si fermò questa volta, non ci riuscì, diede altre due spinte, senza
smettere di fissarla. Ed ecco era entrato in lei, Dawn ansimava, gemeva e
piangeva insieme ma anche lui era in preda al piacere e gemeva mentre godeva di
lei. Dawn aveva gli occhi imploranti e Spike con i suoi fissi in lei cercò di
rassicurarla dicendole – Lo senti dentro di te? Lo senti? Ti piace vero?
Lasciati andare amore. Vieni. Avanti vieni amore, vieni con me così. – e
ansimava seguendo il ritmo dei movimenti dei suoi fianchi su Dawn che ormai non
si tratteneva più - Dì il mio nome piccola, dillo. “Spike si continua!” “Ti
prego non fermarti”. – le chiedeva implorante. Dawn non capiva più nulla lui la
stava letteralmente facendo impazzire. E senza riflettere gli disse – No Spike
– cercò di controllarsi ancora una volta, ma non ci riuscì e così disse quasi
tra i denti - ti prego non fermarti, si, si così ancora - Lui era sorridente
gli piaceva sentirla godere.– Spike no ti prego, oh no, no …ah ah, ah, mm…ti
prego ah ah, ah, ah ancora, ancora. Ti prego io ….si, si, si, si continua così
non ti fermare …ah ah, ah- e venne come un fiume in piena mentre Spike
continuava a sussurrarle frasi eccitate e d’ amore – Si, si così, non ti
trattenere. Così, brava si, si ecco; ancora? ancora, così vero? Oh si piccola
sei bellissima, si dai prendilo tutto così. Ah! si brava si, si. Godi! Fammi
vedere quanto ti piace, fammi vedere tesoro – e la guardava gemere a sua volta
gemendo anche lui e sorridendo appagato. Restarono così avvinghiati l’ uno all’
altra per un po’ dopo essere venuti, poi lui si scostò e si distese accanto a
lei. Che aveva chiuso gli occhi e respirava ancora un po’ affannosamente.
Adesso
tutto era cambiato lei non era più una bambina era una donna, Spike aveva fatto
di lei una donna. Dawn non aveva il coraggio di aprire gli occhi, sentiva quelli
del vampiro fissi su di lei, li sentiva sicuri, vittoriosi e soddisfatti. Aveva
vinto su di lei – con Buffy le cose sarebbero andate diversamente – pensò in
preda alla disperazione. Era lì nel suo letto come ogni notte ma tutto era
cambiato. Non era più sola a fantasticare su principi e cavalieri, che l’
avrebbero condotta nel loro castello. Accanto a lei vi era un tiranno che aveva
assediato il suo castello ( a dire il vero era stata molto blanda la resistenza
incontrata) e lo aveva conquistato espugnandolo totalmente. Si sentiva svuotata
e appagata. E stanca tutte quelle emozioni l’ avevano stremata e lentamente
senza accorgersene scivolò nel sonno.
Capitolo
II
Al
mattino al suo risveglio Dawn per un attimo rimase confusa, si rigirò nel letto
e lì accanto a lei addormentato con un braccio che mollemente le cingeva la
vita, e il viso sprofondato nel cuscino, c’ era Spike, completamente nudo. Dawn
arrossì violentemente e quello che era accaduto la notte precedente le si parò
davanti agli occhi inesorabilmente. Si sollevò a sedere sul letto, si liberò
dalla stretta e avvolgendosi nelle morbide lenzuola si alzò. Le veniva da
vomitare. Si sentiva violata, ma dentro di se sapeva bene che lo aveva voluto
che era lei che lo aveva voluto e non lo aveva fermato.
Ed
ora sentiva che lui non si sarebbe più fermato, che ora lui l’avrebbe presa
tutte le volte che avesse voluto. E lei non avrebbe avuto la forza di fermarlo.
Mentre era intenta in questi pensieri Spike aprì gli occhi e non vedendola
accanto a se nel letto, girò il capo per la stanza per cercarla e la vide in
piedi, che si copriva alla meno peggio con il lenzuolo. Le sorrise dolcemente e
le disse in tono ridente – buongiorno amore! Dormito bene? – e le lanciò uno
sguardo complice. Dawn arrossì. Era impacciata e non sapeva cosa rispondere.
Lui capì al volo e le disse con tono deciso – Vieni qui - e Dawn obbedì. Quando
gli fu vicina lui le prese un braccio e la fece sedere sul letto accanto a se.
Poi con una mano le sfiorò il viso e la baciò teneramente. – E’ stato bello
vero? Ti è piaciuto? Cosa c’ è piccola? – ma Dawn era troppo imbarazzata e
spaventata per quello che era accaduto, per riuscire a rispondere. Ma il suo
rossore improvviso e i suoi occhi bassi, furono una risposta eloquente. Spike
le carezzò una guancia e poi la baciò ancora. Inizialmente fu un bacio lento,
pieno i tenerezza, ma pian piano il suo bisogno di lei cresceva sempre più e il
bacio divenne più appassionato più coinvolgente. Dawn partecipava attiva, quasi
dimentica di tutte le sue paure, tanto era persa ed inebriata nella passione di
Spike, ad un certo punto lui fece scivolare la mano tra le cosce di lei. Che
ebbe un attimo di smarrimento, e cercò di impedirgli il passaggio, serrandole.
Ma Spike come se le avesse letto dentro, sorrise e con l’ altra mano accarezzò
il seno della piccola Dawn, e cominciò a succhiarne uno avidamente, senza
smettere di guardarla. Ormai sapeva come fare per spazzare via ogni resistenza.
A questo punto la piccola divaricò istintivamente le gambe e subito sentì il
tocco di lui, lento ed inesorabile. Spike si sentiva sicuro, ormai conosceva i
punti sensibili di Dawn. Attese che lei fosse completamente bagnata e poi
dolcemente la penetrò con un dito e poi con un altro. Dawn adesso respirava
affannosamente, ed era scossa da fremiti di piacere, questo faceva eccitare
enormemente il vampiro. Vederla sotto di se contorcersi in preda al piacere era
decisamente uno spettacolo che lo soddisfaceva. Era eccitato la voleva da
impazzire, la fece distendere spingendola sul letto, adagiandosi sopra di lei
senza smettere mai di eccitarla. Quando le fu sopra ritrasse la mano e
mantenendo dischiusa l’ apertura con due dita vi poggiò il suo pene. Dawn cercò
di socchiudere le gambe ma lui gliele bloccava con le sue. Poggiò entrambe le
mani ai lati della testa di Dawn, e sollevò leggermente il busto. – Piccola
stai tranquilla, ieri hai visto che ti è piaciuto, e ti piacerà sempre di più –
Dawn cercò di respingerlo debolmente. Lui sorrise e le prese un capezzolo tra
le labbra e lo succhiò. E come sempre lei si abbandonò, inarcando la schiena e
lui dolcemente scivolò in lei gemendo di piacere – ecco fatto tesoro, brava- e
cominciò a muoversi su di lei cercando di essere il più dolce possibile. Ma non
era semplice, anche per un uomo pieno di esperienza come lui, tenere a bada la
sua foga. Fu difficile rallentare il ritmo, quando avrebbe voluto accelerarlo.
Ma per niente al mondo avrebbe voluto far provare dolore alla sua briciola.
Dawn con il cuore che batteva all’impazzata, cominciò a mugolare, mentre lui si
muoveva ritmicamente su di lei. Lui ridacchiò, quei versi erano decisamente
eccitanti e provocanti. – mm ah, ah, mm oh, si io ah oh uhm si, si, si, ancora,
si fermo. Basta – lui la guardò perplesso un attimo e le disse – cosa c’ è, vuoi
che smetta tesoro? – lei rispose – io,… no, no continua si, si ah mm si ancora
io... No basta ti prego!- lui rise e le chiese divertito – tesoro vuoi che
smetta o che continui deciditi – e accelerò i suoi movimenti, sentendo che in
lei il dolore ormai era svanito e liberando finalmente la sua passione. Osservò
eccitato il crescere del piacere sul volto di Dawn e cercò di prolungare il più
possibile il momento dell’ orgasmo, quando non ce la fece più a contenere la
sua voglia venne insieme a Dawn e alla fine esausto ma appagato si distese
accanto a lei e chiuse gli occhi.
Dawn
respirava ancora affannosamente e aveva gli occhi chiusi. Dentro di se un
uragano di emozioni e di domande si susseguivano vorticosamente. Cosa avrebbe
fatto? Cosa sarebbe successo? E cosa era successo? Tutto adesso era cambiato
tra loro. Ora lui non era più il suo fratello maggiore non era più la sua
guardia del corpo. Adesso era …. Ma cosa era adesso? Nemmeno Dawn lo sapeva.
Era assorta dai suoi pensieri quando una voce la riportò al presente - Tesoro –
disse mentre si stiracchiava i muscoli sempre tenendo gli occhi chiusi – cosa
ne diresti di dormire un po’ sarai stanca immagino? –
Un
singulto sommesso glieli fece riaprire, e lo fecero voltare di scatto verso
Dawn, che era distesa come l’ aveva lasciata e piangeva. – Dawn piccola cosa
c’è? – che chiese con dolcezza. Dawn non rispose, ma continuò a piangere
incapace di trattenere le lacrime. Aveva un groppo alla gola, non sapeva bene
per cosa. Se fosse il pensiero di quello che lei e Spike avevano fatto o se
fosse il pensiero di Buffy, e il fatto che Spike fosse il suo ex ragazzo.
Tremava e singhiozzava. – Dawn ti prego non fare così dimmi perché piangi? Non
dirmi per quello che è successo, perché so che non è così, c’ ero anche io con
te. E mi volevi anche tu, lo volevi anche tu. L’ ho sentito – Ma lei non
rispondeva continuava a piangere e a tremare. Spike era stupito e si chiedeva
se non si fosse sbagliato e che Dawn non lo volesse quella notte. Ma no era
impossibile i segnali erano stati chiari. Dawn quella notte lo aveva voluto in
lei, anche se adesso si comportava in questo modo. – Perché? Lo stai facendo
Dawn? – le chiese in un sibilo, e proseguì fissandola con aria amareggiata ma
anche con rabbia – perché ti ho dato quello che volevi e di cui avevi bisogno?
– lei spalancò gli occhi era stupita. Sapeva dentro di se che lui diceva il
vero, come con Buffy, lui riusciva a leggerle dentro. Qualsiasi menzogna lui l’
avrebbe subodorata a 100 km di distanza. – Vattene! – gli urlò disperata.
Allora lui sconfortato e adirato si alzò dal letto e disse - OH Bloody hell!!!
non posso esserci cascato una seconda volta. Non è possibile - e indossando il
suo impermeabile scese di corsa le scale e uscì di casa sbattendo la porta.
Vagò
per la città in preda allo sconforto e alla rabbia. Ancora una volta si era
innamorato di una Summers, si perché era innamorato di Dawn questa scoperta lo
rese ancora più adirato con se stesso. Ancora una volta era nei guai, ed ancora
una volta non era riuscito a controllare i suoi sentimenti. – e adesso cosa
succederà? – si chiedeva incerto e pensieroso. Quello che era accaduto cambiava
le cose. Adesso Dawn era… cosa era? La sua amante? La sua ragazza? La sua
donna? Cosa? Di certo non si poteva tornare indietro. Adesso lui aveva fatto di
lei una donna. I giorni trascorsero lenti e vuoti per Dawn, ripensava a tutto
quello che era accaduto e grosse lacrime le riempivano gli occhi. Al suo
ritorno Giles aveva notato che Dawn era particolarmente silenziosa, ma da
quando “lei” non c’era più non era una cosa inusuale. A cena una sera era
accaduto di nominare Spike, a farlo era stato Giles – che strano tipo quel
Spike, non si capisce mai cosa abbia per la testa, non capisco ancora come
Buffy facesse a fidarsi così tanto di lui, da affidargli la tua vita – Dawn
abbassò gli occhi e arrossì violentemente, ripensando a lui. Ma non disse
nulla. – Anzi mi stupisco che non sia qui in giro per casa a sgranocchiare quei
maledetti cosi – e contrasse la fronte nello sforzo di ricordare il nome dei
biscotti preferiti da Spike – marsh mallow – rispose a bassa voce Dawn. Senza
alzare il viso. – Ah si vero, comunque è una cosa alquanto strana. Ma del resto
Spike è sempre stato un vampiro atipico – disse questa frase quasi sorridendo.
Poi la salutò e ritornò alla sua biblioteca. Dawn era da sola in casa adesso e
tutto le sembrava cambiato, in realtà era lei ad essere cambiata. Quello che la
spaventava erano le conseguenze di questo cambiamento. Cosa sarebbe accaduto
attorno a lei. Di una cosa era certa, voleva che le cose restassero così. Dopo
la morte di Buffy non avrebbe tollerato un altro cambiamento e quindi di certo
con Spike non sarebbe mai più accaduto nulla. Tutto sarebbe tornato, per quanto
possibile, come era prima che… e qui si fermò, non riusciva neanche a pensarle
quelle parole. Attese per tutta la sera un cenno di Spike, ma nulla. Stanca e
depressa si addormentò sul divano. Ed a notte fonda finalmente il vampiro fece
ritorno a casa. Sembrava stanco, si sedette di fronte a Dawn e la guardò
dormire, era così tranquilla e innocente, bellissima con i capelli che le
coprivano il viso, raggomitolata su se stessa indifesa e fragile. Spike era
disperato, ma sapeva che doveva affrontare la cosa prima che fosse troppo
tardi. L’ ultima cosa che adesso voleva era perdere Dawn, aveva promesso a
Buffy e si sentiva un vile anche per questo. Non aveva assolto al suo compito.
Proprio mentre era assorto in queste riflessioni gli occhi di Dawn si aprirono
improvvisamente e si fissarono su di lui. Spike sussultò ma rimase fermo.
Mentre lei in un balzo si sollevò con il busto sul divano e si guardò intorno
un po’ spaventata. Spike si morse il labbro, dispiaciuto - Ciao briciola – le
disse con calma e la guardò con dolcezza per tranquillizzarla sulle sue intenzioni.
Lei non rispose, nonostante si fosse preparata tutto il pomeriggio il bel
discorso, non riuscì a proferir parola era troppo agitata per farlo. Lui la
guardò e attese qualche secondo e poi proseguì – perdonami briciola, io non
avrei mai e poi mai dovuto approfittarmi di te. Sono stato un verme piccola e
per questo non mi perdonerò mai. Però ti prego se puoi …. – e sospirò - Ti
prometto che non accadrà mai più. Te lo giuro. Io non so perché.. cosa mi abbia
preso… io – e si interruppe, non sapeva cosa altro dire, stava mentendo a se
stesso e a lei. Lui non era pentito per quello che aveva fatto, era solo
spaventato per come Dawn aveva reagito e soprattutto era terrorizzato al solo
pensiero di ripercorrere un sentiero già percorso con la cacciatrice, che lo
aveva fatto innamorare perdutamente non ricambiato, e alla fine era morta e lo
aveva lasciato solo. Non avrebbe sopportato una seconda volta di non essere
corrisposto. Quindi preferiva troncare adesso sul nascere questa passione per
evitare conseguenze peggiori. Non aveva il coraggio di guardare il volto di
Dawn, di leggervi la sua disperazione o la sua indifferenza.
Dawn
rimase in silenzio, dentro di se un senso di nausea la pervase. Erano le stesse
parole che gli avrebbe detto lei, ma adesso sentendole si rese conto che non
erano quelle che avrebbe voluto sentire dal vampiro. Si sentiva ferita dal
fatto che lui si tirasse indietro che le dicesse che non l’ amava ma che era
stato un momento di debolezza, viste le circostanze. Voleva urlare, prenderlo a
pugni, piangere, ma non lo fece come sempre tenne tutto dentro e mise una delle
sue tante maschere. – Sì va bene Spike, è quello che ho pensato io. E’ stato
uno stupido errore, poteva capitare a tutti in queste circostanze. Comunque
sono contenta di essermi liberata della….beh hai capito cosa voglio dire. – e
lo guardò con aria indifferente, poi accennando un mezzo sorriso gli disse –
sai con i ragazzi sarà più facile adesso – Spike ebbe un moto di rabbia che a
stento riuscì a reprimere. Mille pensieri e domande si affacciarono alla sua
mente “ Cosa voleva dire? Che cosa voleva fare, scoparsi tutta la scuola? Che
significava tutto questo? Che lo avesse usato solo per liberarsi della sua
verginità?” - Briciola – la chiamò con tono alterato – non ci pensare nemmeno,
io ho un compito e …- una risata sorda lo interruppe – che compito? Quello di
scoparmi? Quello che mi hai fatto faceva parte del tuo compito? – e lo guardò
fisso con derisione – Briciola ti ho già chiesto scusa, non posso cambiare
quello che è stato … purtroppo – e sospirò amareggiato. Lei si alzò stizzita
per il suo comportamento. Gli si fece vicino e con fare sexy gli baciò la
guancia. Spike fremette a quel contatto e desiderò fortemente stringerla tra le
braccia, toccarla nuovamente, ma restò immobile. – Notte Spikey ci vediamo
domani.- e con una camminata lenta si avviò alle scale senza mai voltarsi.
Spike non sapeva se lei lo facesse consciamente o inconsciamente, ma lo stava
provocando. Si sentiva ribollire il sangue, e pensare alle parole di Dawn lo
rendevano ancora più furente. La immaginava fare le stesse cose con altri
ragazzi e si sentiva morire (anche se lo era già da molti anni). Si alzò,
doveva uscire di lì subito, o avrebbe perso il controllo del tutto e chissà
cosa avrebbe potuto fare. Uscì in giardino, non poteva allontanarsi, l’ alba
era vicina e maledisse la sua condizione di vampiro. Si sedette sotto il
portico e cominciò a fumare sperando che la rabbia passasse. Di sopra nella sua
stanza Dawn, nel suo letto piangeva, aveva ottenuto quello che voleva ma invece
di farla stare meglio, questo la rendeva ancora più triste. Il giorno dopo si
ritrovarono entrambi a colazione con Giles, che era rientrato da uno dei suoi
pattugliamenti notturni con Xander e Anya. Giles sembrava di ottimo umore e
nemmeno la presenza di Spike sembrava infastidirlo come al solito. Dawn
sembrava impacciata più del solito e Spike taciturno e di cattivo umore. – Bene
oggi andrò in biblioteca ho qualche idea su come riuscire a sconfiggere i… ehm
- guardò Spike dubbioso – i demoni che hanno attaccato la scuola l’ altra sera
– continuò con fare indifferente mentre sorseggiava il suo Tè. Spike che in un
altro momento si sarebbe alterato a sentire quelle parole, a mala pena lo stava
ascoltando e non disse nulla. La sua attenzione era concentrata su Dawn che
aveva un’ aria strana che non gli piaceva affatto. Aveva ancora quel
atteggiamento provocante che aveva assunto la sera prima, e questo lo eccitava
ma allo stesso tempo lo disturbava. Alla fine della colazione Dawn si alzò
prese lo zaino e disse con fare tranquillo e allegro – ciao ci vediamo dopo – e
si diresse alla porta. – ciao Dawn e mi raccomando attenta ai demoni e ai
vamp.. – rispose Giles con fare distratto, interrompendosi ricordandosi della
presenza di Spike. Che la seguì nell’ ingresso. – Dawn, aspetta ..- ma Dawn
lanciandoli uno sguardo che non ammetteva repliche uscì alla luce del sole
prima che lui potesse raggiungerla e si allontanò per il viale. Lui le lanciò
un’ occhiata torva e poi scagliò un pugno contro i muro accanto alla porta che
richiuse violentemente. – Accidenti a me, che cosa ho combinato maledizione-
ripeté a bassa voce, scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
Poi
ritornò in cucina guardò distrattamente Giles che aveva il naso infilato nel
suo maledetto libro e gli disse – dovrebbe stare più attento a Dawn, non è più
una bambina e potrebbe cacciarsi un qualche guaio. – Giles lo scrutò un secondo
e poi si tolse gli occhiali perplesso. In fondo aveva ragione, in quel periodo
era stato un po’ troppo assente e poi a pensarci bene Dawn da un po’ di tempo
era diventata strana. Al termine di queste riflessione annuì con la testa e
disse – sarà meglio la raggiunga a scuola e la tenga un po’ d’ occhio.. con gli
adolescenti non si sa mai. Tu Spike mi raccomando quando non ci sono stai
attento a lei non perderla mai un attimo di vista, stalle addosso – non si
accorse del leggero sorriso sarcastico che era apparso sul viso del vampiro a
quelle sue parole quanto mai inopportune e quanto vere. Poi Giles uscì e Spike
andò nella stanza di Buffy e si addormentò sul suo letto ripensando a quando
lei era viva.
CAPITOLO
III
Si
risvegliò che era notte, a causa di un rumore di bottiglie proveniente dal
piano inferiore. Si alzò circospetto e lentamente scese le scale. Si sentivano
delle voci che bisbigliavano in cucina. Spike attraversò il soggiorno senza
fare il minimo rumore e quando si trovò davanti alla porta della cucina rimase
come fulminato da quello che vedeva. Dawn era stesa sul tavolo e aveva la camicia
semi sbottonata, un ragazzo le stava sopra e le stava baciando il collo
avidamente. E aveva una mano…a quella vista la rabbia si impossessò di lui, si
trasformò grugnì violentemente e si avventò sul ragazzo. Dawn emise un urlo
alla vista del vampiro. E cercò di coprirsi come meglio poteva. – No non farlo,
Spike! - urlò. Spike si bloccò giusto un attimo prima di addentare la sua
preda. E si voltò a guardarla, era terribilmente bella così scomposta, con i
capelli che le cadevano sul viso arrossato dalla vergogna e gli occhi lucidi.
Spike riprese le sue sembianze e lasciò andare la presa. Il ragazzo era svenuto
dalla paura, lo sollevò di peso, e lo poggiò su una sedia, senza guardare Dawn
si diresse al telefono, chiamò un taxi e attese. Al suo arrivo le domandò con
un tono alterato – dove abita? – Dawn con le lacrime agli occhi rispose –
Sunset street, 206 – Lui lo prese per i fianchi e lo trascinò al taxi. Diede al
tassista i soldi e l’indirizzo e chiuse la portiera rimanendo un attimo a
guardare il veicolo allontanarsi. Sospirò assaporando l’aria tiepida della
sera, cercando di calmarsi poi entrò in casa. Dawn era rimasta immobile seduta
sul tavolo. – Cosa credevi di fare? – le chiese lui e nel suo tono si sentiva
la rabbia trattenuta a stento. – Io credevo .. tu non ci fossi… avevo
controllato lo scantinato e… - Dawn si interruppe. Spike le aveva lanciato uno
sguardo carico di rabbia e di disgusto che l’ aveva fatta ammutolire. – Ah così
se non ci fossi stato tu … - e si interruppe sentiva la rabbia crescere dentro
di se – Si lo avrei fatto, perché cosa vuoi? Se l’ ho fatto con te posso farlo
con chi voglio. Tu non sei mio padre- gli urlò con voce disperata Dawn, che era
scossa da singulti che preannunciavano un pianto dirotto.
Spike
la guardò e in un attimo tutta la sua rabbia svanì, lasciando il posto a un
sentimento confuso pieno di tenerezza e di dolcezza. Le si fece vicino e le
sollevò il mento con una mano, accarezzandole poi la guancia. – Briciola
ascolta.. – e le scostò una ciocca di capelli dal viso, ma Dawn si ritrasse
brusca – Tu non sei niente per me, come non lo eri per mia sorella – gli disse
con tutto l’odio che poteva. Il volto di Spike divenne nuovamente duro e i
muscoli si contrassero in una smorfia di rabbia. – Smettila Dawn, o io potrei…
- e strinse i pugni cercando di non abbandonarsi all’ ira che ormai lo stava
per sopraffare – Cosa rispose lei? – sgranando gli occhi – avanti fammi vedere
vampiro, fammi vedere – e cominciò a spogliarsi. – Smettila – le urlò lui e la
schiaffeggiò. Dawn era incredula, l’ aveva schiaffeggiata, non lo aveva mai
fatto. Poi l’ afferrò per le braccia e la scosse violentemente. – Guai a te
Dawn, guai a te se ci riprovi, hai capito? Io sarei capace di …di – la sua voce
tremava. – Ti odio, io ti odio – urlava Dawn in preda ad una rabbia e al dolore
represso forse troppo a lungo. – Perché lo hai fatto? Perché mi hai usata? Io…
non sono Buffy…io – e incapace di trattenere ancora le lacrime si abbandonò ad
un pianto inconsolabile. Spike la guardò, era la sua piccola Dawn con gli occhi
sgranati e spaventati e pieni di lacrime, quella che adesso stringeva tra le
braccia. Le accarezzò la testa sussurrandole parole gentili – ti prego piccola
non fare così sch, non posso vederti piangere lo sai non lo sopporto. – Lei lo
guardò proprio come quella notte, con quella sua aria bisognosa. Lui ebbe un
fremito stava per alzarsi e andarsene, non poteva restare ancora, sentiva che
il desiderio stava prendendo il sopravvento. Ma Dawn lo trattenne stringendogli
i polsi, poi sollevò la testa sino a raggiungere il suo viso e lo baciò. Spike
rimase incredulo, non si sarebbe mai aspettato un gesto del genere. A quel
contatto caldo e timido, rabbrividì. Dopo la prima esitazione rispose al bacio.
Anzi cominciò a baciarla sempre più intensamente, attirandola a se cingendole i
fianchi con le mani. – Oh Dawn cosa devo fare con te? Dimmelo tu!- disse con
voce roca e piena di desiderio il vampiro. – Non lo so, Spike – rispose lei in
un fiato. – Dillo ancora piccola dillo - - Spike, spike, spike – ripeté Dawn.
Poi le infilò la mano sotto la camicetta. Quanto aveva desiderato sentire
ancora la sua pelle liscia sotto le sue mani. Le accarezzò il seno con le mani
delicatamente. Lei gemette e lui sorrise. Le sbottonò la camicia e le sfilò il
reggiseno la voleva sentire libera sotto di lui. Sentire il suo seno sodo e
turgido contro il suo petto, che liberò con un rapido movimento dalla
maglietta. Era così calda e sensuale, l’ attirò ancora di più a se, e riprese a
baciarla. Poi con una mano la spinse supina sul divano mentre con l’altra mano
le sbottonava i jeans e glieli sfilava. Dawn ebbe un attimo di esitazione, ma
quando sentì le labbra di lui sulla sua intimità emise un gemito prolungato che
fece eccitare il vampiro tanto era sensuale e voglioso. Cominciò a leccarla
avido, mentre la sentiva fremere sotto le sue labbra. Con le mani le stringeva
i capezzoli e non smise sino a quando non la sentì urlare di piacere. Poi la
tirò su a sedere sul divano, ancora ansimante e le prese la mano portandosela
nei jeans. Dawn sussultò al tocco del suo pene durissimo ed enorme. Cominciò a
muovere le mani, ma non ne era capace. Il vampiro sorrise ancora più smanioso
osservando la sua inesperienza. Le prese la mano e la guidò nei movimenti
emettendo suoni gutturali sempre più intensi. Poi chiuse gli occhi, e li riaprì
avvertendo una sensazione inaspettata. Guardò Dawn e vide che lei si era
chinata su di lui e lo stava leccando impacciata. Spike sussultò, vederla in
quella posizione da gattina con la faccia e i capelli sparsi su di lui, lo
faceva impazzire. Le mise una mano sulla nuca e delicatamente la guidò nei
movimenti da fare e spinse il pene nella sua bocca. Dawn ebbe un momento di
rifiuto e paura, lui con decisione le carezzò il clitoride e Dawn persa
cominciò a succhiare avidamente il membro di Spike, che era in preda al piacere
e che sussultava ad ogni movimento di Dawn. Quando si rese conto che stava per
venire, le sollevò la testa, le sorrise e con estrema dolcezza la girò e fece
mettere a 4 zampe. Con delicatezza le si fece dietro, la prese per i fianchi e
l’ attirò a se. Poi schiuse l’ apertura e l’ accarezzò per farla rilassare e
infine vi infilò il pene. Dawn esitò un attimo solo, poi lui si mosse dentro di
lei con ritmo e passione e il piacere la pervase. – Spike ti prego continua, ti
prego – gli ripeteva implorante, Spike era eccitato dal suo modo di implorarlo
e da come pronunciava il suo nome. Continuò a muoversi in lei sempre più
rapidamente, questa volta non trattenne la sua foga. Le diede forti spinte che la
fecero fremere e godere. Urlava di piacere e Spike godeva nel sentirla così
eccitata e presa dal piacere che lui le stava dando. E alla fine venne in lei,
che esausta appena lui la liberò dalla sua stretta ricadde prona sul divano,
respirando affannosamente e con le gambe tremanti. Spike la fissava, come in
attesa di una sua reazione negativa. Si aspettava che anche questa volta lei
scoppiasse in lacrime e lo cacciasse via. Ma lei rimase così stesa per alcuni
istanti. Aveva la schiena così lisca, imperlata di goccioline di sudore. Spike
era ancora eccitato e frustrato per il controllo che doveva esercitare su se
stesso. Continuava a fissarla in attesa di una sua mossa. Finalmente lei riaprì
gli occhi e si voltò verso di lui. Aveva gli occhi ridenti, si vedevano ancora
in lei tracce del piacere intenso che aveva provato poco prima. Gli sorrise e
gli disse – Spike è stato…- e non riusciva a trovare la parola adatta, ma il
suo sguardo per Spike fu sufficiente. Come rassicurato si adagiò su di lei
lentamente facendo scivolare la sua lingua sul corpo di lei. Prima sulle gambe
poi sui glutei soffermandosi sulla sua femminilità che era ancora rigonfia dopo
il piacere ricevuto, e poi sulla schiena e sul collo. Infine voltandole
delicatamente il viso la baciò con passione. – Stupendo? – disse lui a
completare la frase interrotta da Dawn che aveva ripreso a gemere sotto quei
tocchi leggeri e sensuali. Come era facile far eccitare la piccola Dawn, che
non aveva la più pallida idea di quello che stava passando per la testa del
vampiro in quel momento. Lei fece per girarsi ma lui la bloccò – no resta così
amore – le disse poi infilò la mano tra il divano e il corpo di Dawn a
raggiungere le sue parti intime e cominciò a toccarla lentamente. Appena fu
bagnata infilò le dita dentro di lei e cominciò a muoverle ritmicamente. Dawn
voleva muoversi, rigirarsi ma lui la teneva ferma a pancia in giù. Poi prese a
baciarla sulla schiena, sulla nuca, sul collo. Mentre lei era in piena estasi,
lui avvicinò il pene all’entrata posteriore che aveva iniziato a massaggiare
con le dita della mano libera. – Spike cosa vuoi fare? Ho paura Spike io…-
disse Dawn cercando di allontanarlo portando le mani dietro la schiena. Lui
continuò a muoversi in lei con le dita, e lei si aggrappò al divano con le
mani, lasciandolo libero nei movimenti. Poi le sussurrò – piccola, lascia fare
a me. Ti fidi di me? Mi vuoi Dawn? dimmelo Dawn, mi vuoi adesso qui in questo
momento? – e la guardava ansioso di una risposta, mentre continuava a farla
godere. Lei non rispose, allora lui rallentò i movimenti e le chiese – vuoi che
smetta Dawn? Dimmi cosa vuoi Dawn! E io lo farò. – Dawn si spingeva contro la
mano che lui aveva lasciato mollemente in lei immobile. – Io voglio.. io
voglio… - e ansimava e mugolava contrariata da quella interruzione brusca del
piacere. – Spike ti prego, io voglio.. – e scosse il suo braccio cercando di
indurlo a riprendere il movimento interrotto. Il vampiro la fissò – Dimmi Dawn
cosa vuoi? – Lei continuava a tacere. Allora Spike anche se eccitatissimo, si
liberò dalla stretta di Dawn e si sollevò a sedere sul divano. Lei si rigirò
sbuffando. E lo guardò stupita e arrabbiata. Soffermando lo sguardo sulla sua
virilità che non nascondeva il desiderio che anche lui aveva di lei, ma
nonostante questo lui le disse serio – Bene vedo che hai le idee poco chiare
briciola. Quando ti deciderai fammi un fischio tesoro. E fece per alzarsi, ma
Dawn sollevandosi sul busto quasi si scontrò con il torace di lui. Adesso i
loro visi erano a pochi centimetri. Spike la fissava estasiato seguendo con lo
sguardo i contorni del suo viso. Lei lo guardò, nei suoi occhi si leggeva una
voglia incontenibile. – Spike ti voglio! – disse in un fiato, abbassando gli
occhi. – Davvero? – fece lui scettico, scrutandola per capire se dicesse la
verità. – Ti prego Spike – mugolò lei. – Dawn – l’ ammonì lui – pensaci bene,
dopo questo non potrai più tornare indietro. Lo capisci vero? Non è un gioco
Dawn. Se ti prendo e ti faccio mia. E’ per sempre! – quella frase fece
rabbrividire Dawn. Lui la guardò ancora un attimo e poi si alzò in piedi.
Rimise la maglietta e i pantaloni, mentre Dawn era rimasta immobile. –
Rivestiti Dawn, non posso guardarti in quello stato. Oh io …- e deglutì a
fatica. Ma Dawn non si muoveva restava come imbambolata. – Dawn che ti prende?
– le disse lui agitandole una mano davanti al volto. Poi rassegnato, chiuse gli
occhi sospirò e si avviò alla porta. Come scossa da una forza sconosciuta. Dawn
saltò giù dal divano e gli corse dietro – Spike! – urlò, tanto forte da far
sobbalzare il vampiro. – Che cosa vuoi adesso? – disse lui seccato, voltandosi
indietro. Dawn era completamente nuda e gli saltò letteralmente addosso,
cingendogli il collo con le sue esili braccia. – Spike non andare via ti prego!
– era come un uragano inarrestabile. – Io, io voglio essere tua. Ti voglio qui
adesso e in questo momento. Ti prego fammi tua. Ne ho bisogno e tanta voglia ti
prego. – e sul suo viso si diffuse un’ espressione di malizia e gioia insieme.
Lo baciava sulle labbra, sul viso, sul collo. Gli mordeva i lobi delle
orecchie. Spike si sentì mancare. Era incredulo, poi lei con finta innocenza e
noncuranza fece scivolare la mano nei pantaloni del vampiro. Che gemette e si
eccitò terribilmente a quel contatto inaspettato. La guardò sgranando gli
occhi. E lei sorrise ingenuamente ma anche con aria provocante, a mo di sfida a
farle provare piaceri sino ad allora sconosciuti. A Spike non serviva altro,
visto lo stato in cui era. La sollevò di peso e la portò di sopra nella sua
stanza. Sul letto vi erano ancora le bambole e i peluche. Ve la depose
dolcemente e stette li a guardarla alcuni istanti. I capelli sciolti sparsi
sulle lenzuola, e sul corpo completamente nudo e esposto al suo sguardo
voglioso. Circondata da orsacchiotti e bambole. Era così incredibilmente
eccitante che al vampiro se lo avesse avuto, si sarebbe mozzato il fiato. Poi
rise in modo un po’ demoniaco e perverso di chi ha qualcosa in mente, e si
sfilò rapidamente la maglietta e sbottonò i jeans, facendoli cadere sul
pavimento. Si distese su di lei e cominciò a baciarla e toccarla, senza freni o
esitazioni questa volta. Lei era così, così vogliosa, così maliziosa che lo
faceva impazzire. Succhiò avidamente i suoi capezzoli mentre con una mano già
si muoveva in lei facendola contorcere dal piacere e dalla voglia. Ma non era
abbastanza lui aveva altro per la testa, le avrebbe fatto provare un piacere
che difficilmente avrebbe riprovato nella sua vita. Dawn era completamente alla
sua mercé, pronta alle sue voglie. E lo desiderava, lo voleva. Era felice e
voleva farla godere il più possibile. Dal canto suo Dawn non stava un attimo
ferma. Lo toccava, baciava e mordeva. Spike sentì il suo desiderio crescere, ma
non voleva accadesse tutto così rapidamente e lo ignorò volutamente. L’ abbracciò
teneramente e la baciò dolcemente sulla guancia e poi sulle labbra. – Mi vuoi
Dawn? – le chiese un po’ esitante. – Sììììì – disse lei con voce squillante e
scoppiò in una risata. Alla quale si unì anche quella del vampiro, in preda
alla gioia pura. Poi riprese a baciarla con passione e scese sempre più giù
sino alla sua femminilità e iniziò a farla godere. – Oh Spike, ti prego,
ancora, ancora. Non smettere. – ma proprio quando stava per venire si fermò e
si tirò su. Guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa. Poi un lampo nei suoi
occhi azzurri, si allontanò un attimo dal letto e poi ritornò con qualcosa che
aveva preso da sul comò della stanza di Dawn, che lo guardò con aria
interrogativa. – Ti fidi di me? – le chiese con fare misterioso e circospetto –
Sì mi fido ti te Spike, ma…- lui le fece cenno di tacere – bene allora girati
tesoro- e si mise a cavalcioni su di lei mentre con le mani le cingeva i
fianchi e la faceva girare a pancia sotto. Dawn a dire il vero era un po’
agitata, e lui lo sapeva, ma gli piaceva quell’ aria un po’ spaurita di Dawn,
lo eccitava ancora di più se ciò fosse possibile. Cominciò a sfiorarle la
schiena con le mani mentre la sua virilità si sfregava sulle cosce di lei in un
movimento leggero e sensuale. Poi dolcemente le tirò su leggermente il bacino
divaricandole le gambe e facendogliele piegare in modo da reggersi sulle
ginocchia. Dawn era in attesa e lui voleva prolungare quell’ incertezza.
Delicatamente infilò nuovamente le sue dita in lei – riprendiamo da dove
abbiamo lasciato tesoro – disse sorridendo lui. E lei gemette cercando di
muoversi, ma lui la bloccò. – Ferma piccola – poi con l’ altra mano iniziò a
massaggiarla da dietro. Dawn ebbe un brivido intuendo quello che Spike voleva
fare. – Spike .. – disse ansimando dal piacere, ma con una nota di allarme
nella voce. – Sch, fidati di me piccola, lo sai che non ti farei mai del male –
e mentre le diceva queste parole infilò un dito in lei. Dawn ebbe una fitta di
dolore e lanciò un piccolo urlo. Lui si fermò un momento e riprese con forza a
muoversi nella sua femminilità stimolandole con il pollice il clitoride. Dawn
rilasciò i muscoli e allora lui continuò a entrare in lei da dietro. Un’ altra
fitta di dolore la fece sussultare, ma lui non si fermò questa volta e nel contempo
aumentò la velocità dei movimenti della mano davanti. Dawn si abbandonò a
quelle carezze. Assecondandole con movimenti ritmati dei fianchi. Iniziò a
muovere il dito anche dietro e sentì Dawn prima emettere un lamento e poi di
nuovo gemere. Andò avanti così sino a quando non la sentì calda, eccitata e sul
punto di venire. Allora tolse la mano da dietro e vi poggiò delicatamente il
pene. Dawn sussultò e le sfuggì un – No Spike! – ma era troppo tardi, lui
continuò a eccitarla davanti facendola venire e nel momento in cui era
rilassata e stava godendo, la penetrò da dietro. Dawn gemette, e si lamentò
insieme. Poi i movimenti furono avvolgenti. Era circondata dalle mani di Spike
da lui che la faceva godere dappertutto. Quando sentì che era tornata a fremere
di piacere e che non sentiva più dolore lentamente sfilò la mano davanti e vi
infilò l’oggetto che aveva preso da sopra il comò, una candela, Dawn
inizialmente si era ritratta un po’, ma il contatto con quella superficie
liscia e i movimenti che Spike le imprimeva l’avevano fatta abbandonare anche a
quelle carezze. Con la mano libera Spike cominciò a giocherellare con il suo
seno. – Non ne hai mai abbastanza vero – disse lei con voce roca e spezzata dai
gemiti di piacere – Oh tesoro sapessi tutte le cose che vorrei farti. Credo
impazziresti – e sorrise malizioso, mentre le dava due forti spinte, che la
fecero sussultare. Ma invece di ritrarsi si spinse ancora contro di lui e lui
godette nel sentire quella dolce opposizione che assecondava e contrastava allo
stesso tempo i suoi movimenti eccitandolo sempre più. Era sul punto di venire
lo sentiva – girati amore su presto non credo di poter resistere a lungo – e la
aiutò a rigirarsi – perché non andava bene? – gli chiese Dawn incerta – Si
amore ma voglio venire dentro di te così – e mentre diceva questo entrò in lei
con una spinta decisa. Lei sorrise e lo baciò. Lui la sollevò a sedere sul
letto e infilò la candela dietro. Dawn colta di sorpresa emise un urlo e poi
scoppiò in una risata affannata, i movimenti di lui la stavano facendo venire
ancora una volta. *Lo abbracciò i loro visi si toccavano erano imperlati di
sudore. Lui trattenne il fiato. E dentro di se sentì che ancora una volta era
alla mercé di una donna che forse gli avrebbe spezzato il cuore e lo avrebbe
abbandonato. Era un film che spesso aveva visto nella sua vita, e per la
seconda volta nella vita era terrorizzato. La fissò, anche lei lo stava
fissando – Spike cosa c’è? – gli disse, carezzandoli dolcemente il viso. Lui
non rispose si limitò a sorridere. I movimenti erano diventati ormai intensi e
Spike sfilò la candela aveva paura di farle male, poi la sollevò e la distese
sul letto seguendola senza uscire da lei. E continuò a muoversi in preda al
piacere intensissimo. Lei prese la mano di lui libera e se la portò dietro,
Spike sorrise e proseguì nel movimento iniziato con la candela. Lei gli si
offriva tutta gioiosa e vogliosa. Infine vennero entrambi emettendo gemiti e
suoni gutturali di piacere, ansimando all’ unisono. Si baciarono appagati e lui
si sdraiò su di lei con il volto adagiato sul suo seno. Gli piaceva sentire il
ritmo del suo respiro, e così si addormentarono.