Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

PAURA D’AMARE

Di Spuffy

 

NC18

SHIPPER: SPIKE DOWN

CONTENUTI FORTI

 

Capitolo I

Da quando Buffy si era sacrificata (non riusciva ancora a dire la parola “morta”) tutto era cambiato nella vita di Dawn. Adesso era sola. Passava gran parte della giornata a scuola, seguendo qualche corso pomeridiano di cui non le importava, ma era sempre meglio che restare a casa a guardare le foto di una famiglia che non c’ era più. Di lei si occupava temporaneamente il Signor Giles, anche se spesso era rintanato in biblioteca a pensare alla sua cacciatrice, che non avrebbe più rivisto e a come fare per continuare la lotta contro il male. Gli altri della gang non potevano capirla, le volevano bene e cercavano di consolarla ma non la capivano. Mentre Spike stava diventando un’ ossessione, il compito che gli aveva dato Buffy era diventato la sua missione adesso che lei non c’ era più, e non le dava un attimo di tregua, se lo trovava sempre tra i piedi. Qualunque cosa facesse lui era là a sorvegliarla. Dawn si chiedeva se tutto questo sarebbe mai finito, se prima o poi sarebbe tornato il sole nella sua vita, ma ormai ci sperava poco. Voleva andare lontano da tutti loro che le ricordavano così tanto ciò che era accaduto e che lei era viva mentre Buffy invece era …. Quando pensava a questo il suo cuore piangeva lacrime invisibili di cui nessuno si accorgeva. Dawn immersa nella vasca da bagno aveva gli occhi rigati di lacrime, non sentì la voce di Spike che la chiamava dalle scale. Poi un rumore sordo la scosse. Preoccupato che Dawn fosse in pericolo o avesse fatto qualche sciocchezza, Spike non sentendo alcuna risposta era corso di sopra e aveva aperto la porta del bagno con due potenti spallate. Adesso era lì in piedi davanti a lei. Dawn spalancò gli occhi stupita, senza capire cosa fosse accaduto, poi si rese conto di essere completamente nuda. Arrossì violentemente e lanciò contro Spike la prima cosa che le capitò tra le mani, urlandogli dietro – fuori di qui maledetto succhia sangue – e con un gesto prese al volo una asciugamano e si coprì. Spike era arrossito ed aveva richiuso la porta prima che l’oggetto scagliatoli contro lo colpisse (una bottiglia di Sali da bagno). Ridiscese le scale di corsa, sembrava seccato. In realtà la visione di Dawn nuda con tutta quella schiuma attorno, lo aveva turbato e un po’ stranito. Non sapeva bene cosa gli avesse dato fastidio. Da quel momento però divenne un susseguirsi di scoperte altrettanto stupefacenti quanto inaspettate per il bel vampiro. Che suo malgrado si scoprì sempre più spesso intento ad osservare più attentamente Dawn, a guardare il suo volto non più di bambina ma ancora neanche di donna. Era come se la vedesse per la prima volta, lo strano movimento delle labbra quando sorrideva maliziosa, il suo sollevare il sopracciglio sinistro quando assumeva la sua aria canzonatoria. E si accorse anche che Dawn era bella, fragile ed indifesa. La sua piccola Dawn stava crescendo si diceva. Mentre una strana inquietudine si impossessava di lui.

Come spesso faceva da quando “lei” non c’ era più, Spike si fermò a dormire da Dawn anche quella sera. E come ormai quasi ogni notte le accadeva, Dawn fece un altro dei suoi incubi e si svegliò di soprassalto accaldata. Decise di scendere di sotto a bere qualcosa di fresco. Scese lentamente cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare Spike, che invece da vampiro qual era, era vigile e la osservava di nascosto. La vide dirigersi verso il frigo con l’ aria assonnata e i capelli disordinati, prendere un brick di latte e portarselo alle labbra. Quella scena lo fece eccitare – Ma che fai Spike? – si disse dentro mentre continuava a fissarla. – E’ una ragazzina - si ripeteva cercando di convincersi. - Ed è la sorella di Buffy. – Poi un rivolo di latte le scese da un angolo della bocca e a Spike venne il terribile impulso di leccarlo. Si rigirò sul divano, non voleva pensare a Dawn in quel modo. Ma non ci riuscì. Pensava ai suoi seni, alle sue curve, ben visibili sotto il pigiama semi trasparente. I suoi fianchi sinuosi – BASTA! – urlò dentro di se. Sentì il frigo richiudersi e lei che lentamente si apprestava a risalire le scale. Si sollevò sul busto e Dawn sobbalzò nel vedere quel improvviso movimento inaspettato. Poi gli sorrise e gli disse – notte Spike, scusami avevo sete – e riprese la salita. Ma Spike in un balzo le fu accanto, Dawn esitò, poi lui balbettando le disse – hai … un po’ di ….. latte sul.. – non proseguì la frase ma con il pollice destro carezzandole il viso, le tolse via il latte dalle labbra. Lei lo ringraziò con un sorriso, che lasciò il vampiro senza fiato (se ciò fosse stato possibile) e tornò nella sua stanza. Spike era rimasto lì a metà delle scale. Cominciò a dire a bassa voce per timore di essere udito – OH BLOODY HELL! Sto impazzendo, anzi devo essere già impazzito – poi scuotendo la testa cominciò a ridiscendere i gradini quando udì un lamento provenire dalla stanza di Dawn. Attese un attimo in silenzio poi andò di sopra e si fermò alla porta, e quello che gli era apparso come un lamento si rivelò un pianto soffocato dai cuscini. Aprì la porta lentamente e vide la testa di Dawn sprofondata tra i cuscini, scossa da singulti. Le andò accanto e le posò una mano sulla testa e dolcemente le carezzò i capelli. Lei sollevò il capo era stupita e negli occhi si leggeva chiaramente tristezza e bisogno di affetto. E lui come se obbedisse al richiamo di quegli occhi, avvicinò il viso al suo e la baciò. Dawn invece di sottrarsi a quel bacio, lo ricambiò e cinse il collo di Spike con le braccia. Spike la strinse a se e la baciò sempre più intensamente. Si fermarono un attimo e si guardarono negli occhi. Dawn aveva lo sguardo perso e lo fissava smaniosa, ansimando un po’. Lui seguì i lineamenti del viso con lo sguardo e riprese a baciarla appassionatamente. Poi lentamente, seguendo il suo bisogno di toccare la pelle di Dawn, infilò la mano sotto il pigiama e Dawn ebbe un fremito di piacere, sentì il respiro del vampiro diventare affannoso (ma era la sua immaginazione), mentre la mano si muoveva sinuosamente lungo i fianchi, e si soffermava sui bordi del reggiseno, che con le dita sollevava e oltrepassava a sfiorarle i capezzoli. E poi giù sino agli slip, Dawn emise un gemito soffocato che fece eccitare Spike. Lei cercò di fermarsi, di allentare la stretta, ma lui cominciò a toccarla, un tocco leggero che fece inarcare la schiena di Dawn, - Ti prego, io… - cercò di dire Dawn, ma ormai era incapace di controllare le sue azioni. Tanto che aveva afferrato il braccio di Spike e lo spingeva ancora di più negli slip. Spike guardò la mano di Dawn che tratteneva il suo braccio negli slip e poi la guardò in viso, vederla godere così lo faceva eccitare. Dawn aveva chiuso gli occhi e gemeva e ansimava senza controllo completamente bagnata. Lui si spinse in lei un po’ con un dito e lei sussultò. La distese sul letto e le si stese accanto. Le sollevò delicatamente la giacca del pigiama e cominciò a baciarle i seni, a succhiarli lentamente e a giocherellarci con la lingua, facendoli diventare duri e turgidi. A Dawn, una lacrima scese sulle gote mentre gemeva e sussultava sotto quei movimenti ritmati, prima lenti, poi rapidi, poi di nuovo lenti, che Spike sembrava alternare con il solo fine di farla impazzire dal piacere, facendola quasi venire e poi fermandosi di colpo. Lui sorrideva, era un sorriso di chi gode di una vittoria da tanto agognata. Poi portò la mano di lei lentamente sui suoi jeans, a quel tocco così inaspettato e ruvido Dawn fu presa dal panico. Grosse lacrime attraversarono il suo viso e ripetuti singhiozzi la fecero sussultare. – Spike ti prego no! – fu la frase decisa che Dawn pronunciò ad uno Spike al limite dell’ eccitazione.

Lui aprì gli occhi e la fissò un attimo, lei era lì distesa lo fissava con occhi languidi accesi di desiderio e ansimante. Ma pieni di lacrime. E come shockato e allibito dal suo stesso comportamento, ritirò la mano e si alzò a sedere sul letto. Scosse il capo e poi uscì di corsa dalla stanza senza voltarsi nemmeno una volta. Era sconvolto, in preda all’ angoscia e alla confusione. Cosa aveva fatto? Che cosa era accaduto quella notte? Come poteva ora dire a Buffy, sulla sua tomba che aveva appena quasi fatto l’ amore con sua sorella. E come fare a guardare ancora Dawn in viso? Come fare a stare con lei nella stessa stanza? Aveva approfittato di un momento di debolezza e di dolore della piccola Dawn. Era turbato e angosciato si chiedeva cosa dovesse fare, come comportarsi, mentre l’ aria fredda della notte gli soffiava in viso. Dawn nel frattempo aveva ripreso a piangere dopo tutte quelle emozioni e infine si era addormentata esausta.

La mattina seguente, quando Dawn si svegliò per un attimo pensò di aver sognato ma le sue mutandine non le lasciarono dubbi. Si sollevò a sedere sul letto di scatto. Si rimise il pigiama che Spike le aveva sfilato durante l’amplesso. E scese di sotto. Spike era in cucina che la aspettava aveva un’ aria apparentemente tranquilla, ma non era il suo solito modo di fare. Evitava di guardarla, e sembrava infastidito dalla sua stessa presenza. E questo la mise a disagio. Provò nei suoi riguardi rabbia. Sperava le dicesse qualcosa sulla notte passata ma lui non disse nulla e lei come ormai faceva con tutti, non fece trapelare la sua delusione. Fecero colazione in silenzio poi lui le disse – ci vediamo dopo briciola – quasi a volerle far capire che nulla era successo, che nulla era cambiato e scese nello scantinato dove restò per tutto il giorno. Dawn di sopra non fece altro che far scorrere nella sua mente le immagini della notte passata, poi si disse che non era stato niente, solo un momento di debolezza che lui forse aveva rivisto in lei un po’ di Buffy e che non sarebbe più accaduto. Approfittò dell’ invito di Xander per uscire un po’ e svagarsi. Andarono al Bronze, quanti ricordi legati a quel posto, ma lei era lì per divertirsi quella sera non per pensare e ricordare. Così si lanciò nelle danze pazze per tutta la sera e tutto procedeva bene sino a quando… non lo vide, seduto al bar che beveva qualcosa in compagnia di una bionda che gli cingeva le spalle con le braccia. Dawn sbiancò. Quella scena la rese furibonda. Voleva andarsene, ma in quel momento lui si voltò e incrociò il suo sguardo. Era in piedi sembrava così piccola in quella maglietta grigia e i pantaloni scuri. Aveva le braccia che le scendevano sui fianchi e le mani chiuse in pugni. Nello sguardo Spike lesse tristezza e delusione. Come fosse stato ferito Spike provò una fitta al petto e subito si alzò e si mosse nella sua direzione, ma Dawn gli lanciò uno sguardo carico di disprezzo, infilò il braccio di Xander e gli chiese di riaccompagnarla a casa perché era stanca. Xander fu molto gentile e premuroso, si salutarono davanti al portico, lui l’ abbracciò forte e le sorrise con affetto, lei lo guardò allontanarsi e un velo di tristezza nuovamente le coprì il viso. Poi di fronte a lei dal nulla apparve Spike. Dawn era troppo stanca e triste, non voleva sentire nulla e fece per entrare in casa.

- Dawn ascolta – iniziò a dire lui, ma fu subito interrotto da Dawn che come se non fosse accaduto nulla gli disse – Sono stanca sarà per un’ altra volta. Buonanotte Spike – e entrò in casa. Andò a letto con il magone e le lacrime sgorgarono senza bisogno di una motivazione. Verso le 3 fu svegliata da un rumore lieve nella stanza. E vide Spike in piedi davanti al letto che la fissava. Era rimasto per tutto il tempo in giardino a pensare, non sapeva il perché ma sentiva di dover dare delle spiegazioni a Dawn per il suo comportamento con quella donna, ma non era facile decidere se entrare o meno in casa in quel momento in quello stato. Sentiva che non sarebbe riuscito a controllarsi una seconda volta e allora si che le cose sarebbero precipitate per lui e per briciola. Come gli sembrava strano adesso chiamarla con quel vezzeggiativo. Poi alla fine si era detto per convincersi – Vado solo a dare un’ occhiata, per assicurarmi che sia tutto a posto e poi esco – ed era salito sul tetto ed entrato nella stanza dalla finestra socchiusa. E come la notte precedente, le si avvicinò lentamente, con movimenti felini, sicuro che lei dormisse. Dawn si aggrappò alle lenzuola e disse con tono incerto e spaventato – cosa vuoi Spike? – e lo fissò aprendo gli occhi. Spike si fermò, ma non le rispose, perché nemmeno lui sapeva cosa ci facesse lì. Dentro di lui troppi pensieri ed emozioni si agitavano e lo confondevano. Dopo alcuni istanti riprese ad avvicinarsi e Dawn fu colta dal panico, con un salto scese giù dal letto facendo volar via le lenzuola e cercò di raggiungere la porta, ma non ci riuscì. Lui la prese per un braccio – Cosa fai Dawn che ti prende? – disse tra l’ arrabbiato e il preoccupato, fissandola in viso. Poi lei inaspettatamente comincio a dibattersi e a gridare – lasciami, ti ho detto di lasciarmi, non voglio più vederti. Va via – lui era stupito ed arrabbiato per quel comportamento, lo feriva il fatto che Dawn avesse paura di lui. Poi nella lotta Dawn perse l’ equilibrio e ricadde supina sul letto. Spike la fissò con una luce strana nello sguardo. Era lì distesa i capelli sparsi sulle lenzuola, lo sguardo acceso e reso lucido dalle lacrime, le guance arrossate e il pigiama in disordine. Era così, così “invitante e provocante” pensò in un lampo e le parole uscirono da sole – Riprendiamo da dove abbiamo lasciato briciola. – Si chinò su di lei e con delicatezza cominciò a baciarla e a toccarla. Le aprì lentamente il pigiama e cominciò a giocherellare con il suo seno. Dawn ansimava, da un lato il piacere che riceveva la faceva impazzire e dall’ altra la paura l’ attanagliava e la faceva ritornare sui suoi passi. Spike cercava di tranquillizzarla di essere il più dolce possibile. La vista di quelle due piccole rotondità, con la punta turgida e eretta lo eccitarono. Non resistette e prese a succhiare avidamente un capezzolo, mentre le massaggiava con movimenti leggeri e rotatori l’altro. Sentendola sempre più abbandonata al piacere, fece scivolare la mano lungo le gambe di Dawn, che gemeva sempre più forte per via dei piccoli morsi che lui le dava sui capezzoli. Inizialmente lei non schiuse le cosce, ma con un morso più intenso degli altri, Spike la fece cedere e dischiudere le gambe, e la sua mano scivolò ansiosa nelle sue mutandine e cominciò a massaggiarle il clitoride, Dawn lo lasciò fare era troppo eccitata per riuscire a fermarlo. Quando toccandola intensamente si rese conto che era completamente bagnata, Spike pensò fosse arrivato il momento giusto e le si distese sopra in modo che le loro parti intime si toccassero attraverso i sottili indumenti. Dawn si muoveva su e giù seguendo le dita di spike. Sentì su di se il pene eccitatissimo e duro di Spike, e istintivamente lo fissò. A questo punto Spike si sollevò sul letto e si sbottonò i pantaloni. Dawn ebbe un attimo di smarrimento e cercò di coprirsi d’ istinto, era la prima volta che vedeva il pene di un uomo e per di più gonfio di desiderio di lei. Lui le si mise a cavalcioni su e le prese con delicatezza i polsi delle mani con cui si era coperta e li portò sopra la testa di Dawn, si distese sopra di lei nuovamente e con decisione ma anche dolcezza iniziò a baciarla, e a mordicchiare i suoi capezzoli. Dawn con le mani si aggrappò alla spalliera del letto mentre emetteva gridolini acuti. Era completamente bagnata, Spike avvicinò il pene all’ inguine di lei, che spalancò gli occhi, e lo guardò sconvolta ed un po’ spaventata per quello che stava accadendo, cominciò a piangere. Spike le sorrise con tenerezza e le sussurrò all’ orecchio – No piccola, non aver paura, tesoro non c’è nulla di cui aver paura. Non ti farò del male te lo prometto. Stai tranquilla, rilassati, lasciati andare non irrigidirti. Ti piace quando ti tocco vero? – Dawn non rispose ma le guance arrossirono violentemente – Bene può essere ancora più piacevole Dawn, fidati di me. Lasciti amare. – Ma Dawn scuoteva la testa, presa dal panico. Lui cominciò a penetrarla lentamente, fu dolce ma anche deciso. Non era entrato ancora due centimetri che Dawn, dava segni di insofferenza e di paura mista a un po’ di dolore. Lui sospirò, doveva controllarsi, non poteva abbandonarsi al piacere, doveva controllare i movimenti assecondare i tempi di lei. Si fermò e con le labbra riprese a succhiare avidamente il seno di Dawn, per eccitarla ancora di più e rendere più semplice farla sua. Dawn ebbe uno fremito involontario, sentendo il tocco delle labbra fredde sul suo seno caldo e inarcò la schiena. I muscoli della sua femminilità si rilassarono e Spike, ne approfittò per spingersi ancora un po’ in lei. Che gemette sommessamente, un mugolio che eccitò incredibilmente il vampiro, il cui controllo ormai vacillava. Sentendolo in lei, Dawn cercò di ritrarsi, ma ormai lui sapeva come fare. E le diede un altro piccolo morso seguito dal tocco leggero della lingua proprio al centro del capezzolo. Dawn anche se non voleva inarcò ancora una volta la schiena e lui si spinse ancora dentro di lei, emettendo un suono gutturale per lo sforzo fatto nel trattenere la sua foga. Era dentro per metà, Dawn iniziò a smaniare, voleva fermarsi e continuare insieme, puntò le braccia sul suo petto e cercava di spingerlo via. Poi però lo tratteneva tra le sue cosce con spasmi delle gambe. Spike, le bloccò i polsi e le disse tra i denti - ti prego smetti Dawn, così peggiori le cose - tutto quel moto non aveva avuto altro effetto che eccitarlo e ormai sentiva che non avrebbe mantenuto ancora a lungo il controllo. Lei lo colpì ripetutamente e gli diede una spinta con la schiena, contraendo i muscoli ma ottenne il risultato opposto a quello prefissatosi. Infatti Spike avvertì una fitta di dolore ma anche di piacere intenso e non riuscì più a controllare i suoi movimenti che divennero più decisi. Piantò il palmo della mano sul lenzuolo al fianco di Dawn, si sollevò leggermente con il corpo, e guardandola con occhi ormai colmi di desiderio e di bisogno, diede una spinta più vigorosa. Dawn emise un grido, che era anche un gemito. Ma lui non si fermò questa volta, non ci riuscì, diede altre due spinte, senza smettere di fissarla. Ed ecco era entrato in lei, Dawn ansimava, gemeva e piangeva insieme ma anche lui era in preda al piacere e gemeva mentre godeva di lei. Dawn aveva gli occhi imploranti e Spike con i suoi fissi in lei cercò di rassicurarla dicendole – Lo senti dentro di te? Lo senti? Ti piace vero? Lasciati andare amore. Vieni. Avanti vieni amore, vieni con me così. – e ansimava seguendo il ritmo dei movimenti dei suoi fianchi su Dawn che ormai non si tratteneva più - Dì il mio nome piccola, dillo. “Spike si continua!” “Ti prego non fermarti”. – le chiedeva implorante. Dawn non capiva più nulla lui la stava letteralmente facendo impazzire. E senza riflettere gli disse – No Spike – cercò di controllarsi ancora una volta, ma non ci riuscì e così disse quasi tra i denti - ti prego non fermarti, si, si così ancora - Lui era sorridente gli piaceva sentirla godere.– Spike no ti prego, oh no, no …ah ah, ah, mm…ti prego ah ah, ah, ah ancora, ancora. Ti prego io ….si, si, si, si continua così non ti fermare …ah ah, ah- e venne come un fiume in piena mentre Spike continuava a sussurrarle frasi eccitate e d’ amore – Si, si così, non ti trattenere. Così, brava si, si ecco; ancora? ancora, così vero? Oh si piccola sei bellissima, si dai prendilo tutto così. Ah! si brava si, si. Godi! Fammi vedere quanto ti piace, fammi vedere tesoro – e la guardava gemere a sua volta gemendo anche lui e sorridendo appagato. Restarono così avvinghiati l’ uno all’ altra per un po’ dopo essere venuti, poi lui si scostò e si distese accanto a lei. Che aveva chiuso gli occhi e respirava ancora un po’ affannosamente.

Adesso tutto era cambiato lei non era più una bambina era una donna, Spike aveva fatto di lei una donna. Dawn non aveva il coraggio di aprire gli occhi, sentiva quelli del vampiro fissi su di lei, li sentiva sicuri, vittoriosi e soddisfatti. Aveva vinto su di lei – con Buffy le cose sarebbero andate diversamente – pensò in preda alla disperazione. Era lì nel suo letto come ogni notte ma tutto era cambiato. Non era più sola a fantasticare su principi e cavalieri, che l’ avrebbero condotta nel loro castello. Accanto a lei vi era un tiranno che aveva assediato il suo castello ( a dire il vero era stata molto blanda la resistenza incontrata) e lo aveva conquistato espugnandolo totalmente. Si sentiva svuotata e appagata. E stanca tutte quelle emozioni l’ avevano stremata e lentamente senza accorgersene scivolò nel sonno.

 

Capitolo II

Al mattino al suo risveglio Dawn per un attimo rimase confusa, si rigirò nel letto e lì accanto a lei addormentato con un braccio che mollemente le cingeva la vita, e il viso sprofondato nel cuscino, c’ era Spike, completamente nudo. Dawn arrossì violentemente e quello che era accaduto la notte precedente le si parò davanti agli occhi inesorabilmente. Si sollevò a sedere sul letto, si liberò dalla stretta e avvolgendosi nelle morbide lenzuola si alzò. Le veniva da vomitare. Si sentiva violata, ma dentro di se sapeva bene che lo aveva voluto che era lei che lo aveva voluto e non lo aveva fermato.

Ed ora sentiva che lui non si sarebbe più fermato, che ora lui l’avrebbe presa tutte le volte che avesse voluto. E lei non avrebbe avuto la forza di fermarlo. Mentre era intenta in questi pensieri Spike aprì gli occhi e non vedendola accanto a se nel letto, girò il capo per la stanza per cercarla e la vide in piedi, che si copriva alla meno peggio con il lenzuolo. Le sorrise dolcemente e le disse in tono ridente – buongiorno amore! Dormito bene? – e le lanciò uno sguardo complice. Dawn arrossì. Era impacciata e non sapeva cosa rispondere. Lui capì al volo e le disse con tono deciso – Vieni qui - e Dawn obbedì. Quando gli fu vicina lui le prese un braccio e la fece sedere sul letto accanto a se. Poi con una mano le sfiorò il viso e la baciò teneramente. – E’ stato bello vero? Ti è piaciuto? Cosa c’ è piccola? – ma Dawn era troppo imbarazzata e spaventata per quello che era accaduto, per riuscire a rispondere. Ma il suo rossore improvviso e i suoi occhi bassi, furono una risposta eloquente. Spike le carezzò una guancia e poi la baciò ancora. Inizialmente fu un bacio lento, pieno i tenerezza, ma pian piano il suo bisogno di lei cresceva sempre più e il bacio divenne più appassionato più coinvolgente. Dawn partecipava attiva, quasi dimentica di tutte le sue paure, tanto era persa ed inebriata nella passione di Spike, ad un certo punto lui fece scivolare la mano tra le cosce di lei. Che ebbe un attimo di smarrimento, e cercò di impedirgli il passaggio, serrandole. Ma Spike come se le avesse letto dentro, sorrise e con l’ altra mano accarezzò il seno della piccola Dawn, e cominciò a succhiarne uno avidamente, senza smettere di guardarla. Ormai sapeva come fare per spazzare via ogni resistenza. A questo punto la piccola divaricò istintivamente le gambe e subito sentì il tocco di lui, lento ed inesorabile. Spike si sentiva sicuro, ormai conosceva i punti sensibili di Dawn. Attese che lei fosse completamente bagnata e poi dolcemente la penetrò con un dito e poi con un altro. Dawn adesso respirava affannosamente, ed era scossa da fremiti di piacere, questo faceva eccitare enormemente il vampiro. Vederla sotto di se contorcersi in preda al piacere era decisamente uno spettacolo che lo soddisfaceva. Era eccitato la voleva da impazzire, la fece distendere spingendola sul letto, adagiandosi sopra di lei senza smettere mai di eccitarla. Quando le fu sopra ritrasse la mano e mantenendo dischiusa l’ apertura con due dita vi poggiò il suo pene. Dawn cercò di socchiudere le gambe ma lui gliele bloccava con le sue. Poggiò entrambe le mani ai lati della testa di Dawn, e sollevò leggermente il busto. – Piccola stai tranquilla, ieri hai visto che ti è piaciuto, e ti piacerà sempre di più – Dawn cercò di respingerlo debolmente. Lui sorrise e le prese un capezzolo tra le labbra e lo succhiò. E come sempre lei si abbandonò, inarcando la schiena e lui dolcemente scivolò in lei gemendo di piacere – ecco fatto tesoro, brava- e cominciò a muoversi su di lei cercando di essere il più dolce possibile. Ma non era semplice, anche per un uomo pieno di esperienza come lui, tenere a bada la sua foga. Fu difficile rallentare il ritmo, quando avrebbe voluto accelerarlo. Ma per niente al mondo avrebbe voluto far provare dolore alla sua briciola. Dawn con il cuore che batteva all’impazzata, cominciò a mugolare, mentre lui si muoveva ritmicamente su di lei. Lui ridacchiò, quei versi erano decisamente eccitanti e provocanti. – mm ah, ah, mm oh, si io ah oh uhm si, si, si, ancora, si fermo. Basta – lui la guardò perplesso un attimo e le disse – cosa c’ è, vuoi che smetta tesoro? – lei rispose – io,… no, no continua si, si ah mm si ancora io... No basta ti prego!- lui rise e le chiese divertito – tesoro vuoi che smetta o che continui deciditi – e accelerò i suoi movimenti, sentendo che in lei il dolore ormai era svanito e liberando finalmente la sua passione. Osservò eccitato il crescere del piacere sul volto di Dawn e cercò di prolungare il più possibile il momento dell’ orgasmo, quando non ce la fece più a contenere la sua voglia venne insieme a Dawn e alla fine esausto ma appagato si distese accanto a lei e chiuse gli occhi.

Dawn respirava ancora affannosamente e aveva gli occhi chiusi. Dentro di se un uragano di emozioni e di domande si susseguivano vorticosamente. Cosa avrebbe fatto? Cosa sarebbe successo? E cosa era successo? Tutto adesso era cambiato tra loro. Ora lui non era più il suo fratello maggiore non era più la sua guardia del corpo. Adesso era …. Ma cosa era adesso? Nemmeno Dawn lo sapeva. Era assorta dai suoi pensieri quando una voce la riportò al presente - Tesoro – disse mentre si stiracchiava i muscoli sempre tenendo gli occhi chiusi – cosa ne diresti di dormire un po’ sarai stanca immagino? –

Un singulto sommesso glieli fece riaprire, e lo fecero voltare di scatto verso Dawn, che era distesa come l’ aveva lasciata e piangeva. – Dawn piccola cosa c’è? – che chiese con dolcezza. Dawn non rispose, ma continuò a piangere incapace di trattenere le lacrime. Aveva un groppo alla gola, non sapeva bene per cosa. Se fosse il pensiero di quello che lei e Spike avevano fatto o se fosse il pensiero di Buffy, e il fatto che Spike fosse il suo ex ragazzo. Tremava e singhiozzava. – Dawn ti prego non fare così dimmi perché piangi? Non dirmi per quello che è successo, perché so che non è così, c’ ero anche io con te. E mi volevi anche tu, lo volevi anche tu. L’ ho sentito – Ma lei non rispondeva continuava a piangere e a tremare. Spike era stupito e si chiedeva se non si fosse sbagliato e che Dawn non lo volesse quella notte. Ma no era impossibile i segnali erano stati chiari. Dawn quella notte lo aveva voluto in lei, anche se adesso si comportava in questo modo. – Perché? Lo stai facendo Dawn? – le chiese in un sibilo, e proseguì fissandola con aria amareggiata ma anche con rabbia – perché ti ho dato quello che volevi e di cui avevi bisogno? – lei spalancò gli occhi era stupita. Sapeva dentro di se che lui diceva il vero, come con Buffy, lui riusciva a leggerle dentro. Qualsiasi menzogna lui l’ avrebbe subodorata a 100 km di distanza. – Vattene! – gli urlò disperata. Allora lui sconfortato e adirato si alzò dal letto e disse - OH Bloody hell!!! non posso esserci cascato una seconda volta. Non è possibile - e indossando il suo impermeabile scese di corsa le scale e uscì di casa sbattendo la porta.

Vagò per la città in preda allo sconforto e alla rabbia. Ancora una volta si era innamorato di una Summers, si perché era innamorato di Dawn questa scoperta lo rese ancora più adirato con se stesso. Ancora una volta era nei guai, ed ancora una volta non era riuscito a controllare i suoi sentimenti. – e adesso cosa succederà? – si chiedeva incerto e pensieroso. Quello che era accaduto cambiava le cose. Adesso Dawn era… cosa era? La sua amante? La sua ragazza? La sua donna? Cosa? Di certo non si poteva tornare indietro. Adesso lui aveva fatto di lei una donna. I giorni trascorsero lenti e vuoti per Dawn, ripensava a tutto quello che era accaduto e grosse lacrime le riempivano gli occhi. Al suo ritorno Giles aveva notato che Dawn era particolarmente silenziosa, ma da quando “lei” non c’era più non era una cosa inusuale. A cena una sera era accaduto di nominare Spike, a farlo era stato Giles – che strano tipo quel Spike, non si capisce mai cosa abbia per la testa, non capisco ancora come Buffy facesse a fidarsi così tanto di lui, da affidargli la tua vita – Dawn abbassò gli occhi e arrossì violentemente, ripensando a lui. Ma non disse nulla. – Anzi mi stupisco che non sia qui in giro per casa a sgranocchiare quei maledetti cosi – e contrasse la fronte nello sforzo di ricordare il nome dei biscotti preferiti da Spike – marsh mallow – rispose a bassa voce Dawn. Senza alzare il viso. – Ah si vero, comunque è una cosa alquanto strana. Ma del resto Spike è sempre stato un vampiro atipico – disse questa frase quasi sorridendo. Poi la salutò e ritornò alla sua biblioteca. Dawn era da sola in casa adesso e tutto le sembrava cambiato, in realtà era lei ad essere cambiata. Quello che la spaventava erano le conseguenze di questo cambiamento. Cosa sarebbe accaduto attorno a lei. Di una cosa era certa, voleva che le cose restassero così. Dopo la morte di Buffy non avrebbe tollerato un altro cambiamento e quindi di certo con Spike non sarebbe mai più accaduto nulla. Tutto sarebbe tornato, per quanto possibile, come era prima che… e qui si fermò, non riusciva neanche a pensarle quelle parole. Attese per tutta la sera un cenno di Spike, ma nulla. Stanca e depressa si addormentò sul divano. Ed a notte fonda finalmente il vampiro fece ritorno a casa. Sembrava stanco, si sedette di fronte a Dawn e la guardò dormire, era così tranquilla e innocente, bellissima con i capelli che le coprivano il viso, raggomitolata su se stessa indifesa e fragile. Spike era disperato, ma sapeva che doveva affrontare la cosa prima che fosse troppo tardi. L’ ultima cosa che adesso voleva era perdere Dawn, aveva promesso a Buffy e si sentiva un vile anche per questo. Non aveva assolto al suo compito. Proprio mentre era assorto in queste riflessioni gli occhi di Dawn si aprirono improvvisamente e si fissarono su di lui. Spike sussultò ma rimase fermo. Mentre lei in un balzo si sollevò con il busto sul divano e si guardò intorno un po’ spaventata. Spike si morse il labbro, dispiaciuto - Ciao briciola – le disse con calma e la guardò con dolcezza per tranquillizzarla sulle sue intenzioni. Lei non rispose, nonostante si fosse preparata tutto il pomeriggio il bel discorso, non riuscì a proferir parola era troppo agitata per farlo. Lui la guardò e attese qualche secondo e poi proseguì – perdonami briciola, io non avrei mai e poi mai dovuto approfittarmi di te. Sono stato un verme piccola e per questo non mi perdonerò mai. Però ti prego se puoi …. – e sospirò - Ti prometto che non accadrà mai più. Te lo giuro. Io non so perché.. cosa mi abbia preso… io – e si interruppe, non sapeva cosa altro dire, stava mentendo a se stesso e a lei. Lui non era pentito per quello che aveva fatto, era solo spaventato per come Dawn aveva reagito e soprattutto era terrorizzato al solo pensiero di ripercorrere un sentiero già percorso con la cacciatrice, che lo aveva fatto innamorare perdutamente non ricambiato, e alla fine era morta e lo aveva lasciato solo. Non avrebbe sopportato una seconda volta di non essere corrisposto. Quindi preferiva troncare adesso sul nascere questa passione per evitare conseguenze peggiori. Non aveva il coraggio di guardare il volto di Dawn, di leggervi la sua disperazione o la sua indifferenza.

Dawn rimase in silenzio, dentro di se un senso di nausea la pervase. Erano le stesse parole che gli avrebbe detto lei, ma adesso sentendole si rese conto che non erano quelle che avrebbe voluto sentire dal vampiro. Si sentiva ferita dal fatto che lui si tirasse indietro che le dicesse che non l’ amava ma che era stato un momento di debolezza, viste le circostanze. Voleva urlare, prenderlo a pugni, piangere, ma non lo fece come sempre tenne tutto dentro e mise una delle sue tante maschere. – Sì va bene Spike, è quello che ho pensato io. E’ stato uno stupido errore, poteva capitare a tutti in queste circostanze. Comunque sono contenta di essermi liberata della….beh hai capito cosa voglio dire. – e lo guardò con aria indifferente, poi accennando un mezzo sorriso gli disse – sai con i ragazzi sarà più facile adesso – Spike ebbe un moto di rabbia che a stento riuscì a reprimere. Mille pensieri e domande si affacciarono alla sua mente “ Cosa voleva dire? Che cosa voleva fare, scoparsi tutta la scuola? Che significava tutto questo? Che lo avesse usato solo per liberarsi della sua verginità?” - Briciola – la chiamò con tono alterato – non ci pensare nemmeno, io ho un compito e …- una risata sorda lo interruppe – che compito? Quello di scoparmi? Quello che mi hai fatto faceva parte del tuo compito? – e lo guardò fisso con derisione – Briciola ti ho già chiesto scusa, non posso cambiare quello che è stato … purtroppo – e sospirò amareggiato. Lei si alzò stizzita per il suo comportamento. Gli si fece vicino e con fare sexy gli baciò la guancia. Spike fremette a quel contatto e desiderò fortemente stringerla tra le braccia, toccarla nuovamente, ma restò immobile. – Notte Spikey ci vediamo domani.- e con una camminata lenta si avviò alle scale senza mai voltarsi. Spike non sapeva se lei lo facesse consciamente o inconsciamente, ma lo stava provocando. Si sentiva ribollire il sangue, e pensare alle parole di Dawn lo rendevano ancora più furente. La immaginava fare le stesse cose con altri ragazzi e si sentiva morire (anche se lo era già da molti anni). Si alzò, doveva uscire di lì subito, o avrebbe perso il controllo del tutto e chissà cosa avrebbe potuto fare. Uscì in giardino, non poteva allontanarsi, l’ alba era vicina e maledisse la sua condizione di vampiro. Si sedette sotto il portico e cominciò a fumare sperando che la rabbia passasse. Di sopra nella sua stanza Dawn, nel suo letto piangeva, aveva ottenuto quello che voleva ma invece di farla stare meglio, questo la rendeva ancora più triste. Il giorno dopo si ritrovarono entrambi a colazione con Giles, che era rientrato da uno dei suoi pattugliamenti notturni con Xander e Anya. Giles sembrava di ottimo umore e nemmeno la presenza di Spike sembrava infastidirlo come al solito. Dawn sembrava impacciata più del solito e Spike taciturno e di cattivo umore. – Bene oggi andrò in biblioteca ho qualche idea su come riuscire a sconfiggere i… ehm - guardò Spike dubbioso – i demoni che hanno attaccato la scuola l’ altra sera – continuò con fare indifferente mentre sorseggiava il suo Tè. Spike che in un altro momento si sarebbe alterato a sentire quelle parole, a mala pena lo stava ascoltando e non disse nulla. La sua attenzione era concentrata su Dawn che aveva un’ aria strana che non gli piaceva affatto. Aveva ancora quel atteggiamento provocante che aveva assunto la sera prima, e questo lo eccitava ma allo stesso tempo lo disturbava. Alla fine della colazione Dawn si alzò prese lo zaino e disse con fare tranquillo e allegro – ciao ci vediamo dopo – e si diresse alla porta. – ciao Dawn e mi raccomando attenta ai demoni e ai vamp.. – rispose Giles con fare distratto, interrompendosi ricordandosi della presenza di Spike. Che la seguì nell’ ingresso. – Dawn, aspetta ..- ma Dawn lanciandoli uno sguardo che non ammetteva repliche uscì alla luce del sole prima che lui potesse raggiungerla e si allontanò per il viale. Lui le lanciò un’ occhiata torva e poi scagliò un pugno contro i muro accanto alla porta che richiuse violentemente. – Accidenti a me, che cosa ho combinato maledizione- ripeté a bassa voce, scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

Poi ritornò in cucina guardò distrattamente Giles che aveva il naso infilato nel suo maledetto libro e gli disse – dovrebbe stare più attento a Dawn, non è più una bambina e potrebbe cacciarsi un qualche guaio. – Giles lo scrutò un secondo e poi si tolse gli occhiali perplesso. In fondo aveva ragione, in quel periodo era stato un po’ troppo assente e poi a pensarci bene Dawn da un po’ di tempo era diventata strana. Al termine di queste riflessione annuì con la testa e disse – sarà meglio la raggiunga a scuola e la tenga un po’ d’ occhio.. con gli adolescenti non si sa mai. Tu Spike mi raccomando quando non ci sono stai attento a lei non perderla mai un attimo di vista, stalle addosso – non si accorse del leggero sorriso sarcastico che era apparso sul viso del vampiro a quelle sue parole quanto mai inopportune e quanto vere. Poi Giles uscì e Spike andò nella stanza di Buffy e si addormentò sul suo letto ripensando a quando lei era viva.

 

CAPITOLO III

 

Si risvegliò che era notte, a causa di un rumore di bottiglie proveniente dal piano inferiore. Si alzò circospetto e lentamente scese le scale. Si sentivano delle voci che bisbigliavano in cucina. Spike attraversò il soggiorno senza fare il minimo rumore e quando si trovò davanti alla porta della cucina rimase come fulminato da quello che vedeva. Dawn era stesa sul tavolo e aveva la camicia semi sbottonata, un ragazzo le stava sopra e le stava baciando il collo avidamente. E aveva una mano…a quella vista la rabbia si impossessò di lui, si trasformò grugnì violentemente e si avventò sul ragazzo. Dawn emise un urlo alla vista del vampiro. E cercò di coprirsi come meglio poteva. – No non farlo, Spike! - urlò. Spike si bloccò giusto un attimo prima di addentare la sua preda. E si voltò a guardarla, era terribilmente bella così scomposta, con i capelli che le cadevano sul viso arrossato dalla vergogna e gli occhi lucidi. Spike riprese le sue sembianze e lasciò andare la presa. Il ragazzo era svenuto dalla paura, lo sollevò di peso, e lo poggiò su una sedia, senza guardare Dawn si diresse al telefono, chiamò un taxi e attese. Al suo arrivo le domandò con un tono alterato – dove abita? – Dawn con le lacrime agli occhi rispose – Sunset street, 206 – Lui lo prese per i fianchi e lo trascinò al taxi. Diede al tassista i soldi e l’indirizzo e chiuse la portiera rimanendo un attimo a guardare il veicolo allontanarsi. Sospirò assaporando l’aria tiepida della sera, cercando di calmarsi poi entrò in casa. Dawn era rimasta immobile seduta sul tavolo. – Cosa credevi di fare? – le chiese lui e nel suo tono si sentiva la rabbia trattenuta a stento. – Io credevo .. tu non ci fossi… avevo controllato lo scantinato e… - Dawn si interruppe. Spike le aveva lanciato uno sguardo carico di rabbia e di disgusto che l’ aveva fatta ammutolire. – Ah così se non ci fossi stato tu … - e si interruppe sentiva la rabbia crescere dentro di se – Si lo avrei fatto, perché cosa vuoi? Se l’ ho fatto con te posso farlo con chi voglio. Tu non sei mio padre- gli urlò con voce disperata Dawn, che era scossa da singulti che preannunciavano un pianto dirotto.

Spike la guardò e in un attimo tutta la sua rabbia svanì, lasciando il posto a un sentimento confuso pieno di tenerezza e di dolcezza. Le si fece vicino e le sollevò il mento con una mano, accarezzandole poi la guancia. – Briciola ascolta.. – e le scostò una ciocca di capelli dal viso, ma Dawn si ritrasse brusca – Tu non sei niente per me, come non lo eri per mia sorella – gli disse con tutto l’odio che poteva. Il volto di Spike divenne nuovamente duro e i muscoli si contrassero in una smorfia di rabbia. – Smettila Dawn, o io potrei… - e strinse i pugni cercando di non abbandonarsi all’ ira che ormai lo stava per sopraffare – Cosa rispose lei? – sgranando gli occhi – avanti fammi vedere vampiro, fammi vedere – e cominciò a spogliarsi. – Smettila – le urlò lui e la schiaffeggiò. Dawn era incredula, l’ aveva schiaffeggiata, non lo aveva mai fatto. Poi l’ afferrò per le braccia e la scosse violentemente. – Guai a te Dawn, guai a te se ci riprovi, hai capito? Io sarei capace di …di – la sua voce tremava. – Ti odio, io ti odio – urlava Dawn in preda ad una rabbia e al dolore represso forse troppo a lungo. – Perché lo hai fatto? Perché mi hai usata? Io… non sono Buffy…io – e incapace di trattenere ancora le lacrime si abbandonò ad un pianto inconsolabile. Spike la guardò, era la sua piccola Dawn con gli occhi sgranati e spaventati e pieni di lacrime, quella che adesso stringeva tra le braccia. Le accarezzò la testa sussurrandole parole gentili – ti prego piccola non fare così sch, non posso vederti piangere lo sai non lo sopporto. – Lei lo guardò proprio come quella notte, con quella sua aria bisognosa. Lui ebbe un fremito stava per alzarsi e andarsene, non poteva restare ancora, sentiva che il desiderio stava prendendo il sopravvento. Ma Dawn lo trattenne stringendogli i polsi, poi sollevò la testa sino a raggiungere il suo viso e lo baciò. Spike rimase incredulo, non si sarebbe mai aspettato un gesto del genere. A quel contatto caldo e timido, rabbrividì. Dopo la prima esitazione rispose al bacio. Anzi cominciò a baciarla sempre più intensamente, attirandola a se cingendole i fianchi con le mani. – Oh Dawn cosa devo fare con te? Dimmelo tu!- disse con voce roca e piena di desiderio il vampiro. – Non lo so, Spike – rispose lei in un fiato. – Dillo ancora piccola dillo - - Spike, spike, spike – ripeté Dawn. Poi le infilò la mano sotto la camicetta. Quanto aveva desiderato sentire ancora la sua pelle liscia sotto le sue mani. Le accarezzò il seno con le mani delicatamente. Lei gemette e lui sorrise. Le sbottonò la camicia e le sfilò il reggiseno la voleva sentire libera sotto di lui. Sentire il suo seno sodo e turgido contro il suo petto, che liberò con un rapido movimento dalla maglietta. Era così calda e sensuale, l’ attirò ancora di più a se, e riprese a baciarla. Poi con una mano la spinse supina sul divano mentre con l’altra mano le sbottonava i jeans e glieli sfilava. Dawn ebbe un attimo di esitazione, ma quando sentì le labbra di lui sulla sua intimità emise un gemito prolungato che fece eccitare il vampiro tanto era sensuale e voglioso. Cominciò a leccarla avido, mentre la sentiva fremere sotto le sue labbra. Con le mani le stringeva i capezzoli e non smise sino a quando non la sentì urlare di piacere. Poi la tirò su a sedere sul divano, ancora ansimante e le prese la mano portandosela nei jeans. Dawn sussultò al tocco del suo pene durissimo ed enorme. Cominciò a muovere le mani, ma non ne era capace. Il vampiro sorrise ancora più smanioso osservando la sua inesperienza. Le prese la mano e la guidò nei movimenti emettendo suoni gutturali sempre più intensi. Poi chiuse gli occhi, e li riaprì avvertendo una sensazione inaspettata. Guardò Dawn e vide che lei si era chinata su di lui e lo stava leccando impacciata. Spike sussultò, vederla in quella posizione da gattina con la faccia e i capelli sparsi su di lui, lo faceva impazzire. Le mise una mano sulla nuca e delicatamente la guidò nei movimenti da fare e spinse il pene nella sua bocca. Dawn ebbe un momento di rifiuto e paura, lui con decisione le carezzò il clitoride e Dawn persa cominciò a succhiare avidamente il membro di Spike, che era in preda al piacere e che sussultava ad ogni movimento di Dawn. Quando si rese conto che stava per venire, le sollevò la testa, le sorrise e con estrema dolcezza la girò e fece mettere a 4 zampe. Con delicatezza le si fece dietro, la prese per i fianchi e l’ attirò a se. Poi schiuse l’ apertura e l’ accarezzò per farla rilassare e infine vi infilò il pene. Dawn esitò un attimo solo, poi lui si mosse dentro di lei con ritmo e passione e il piacere la pervase. – Spike ti prego continua, ti prego – gli ripeteva implorante, Spike era eccitato dal suo modo di implorarlo e da come pronunciava il suo nome. Continuò a muoversi in lei sempre più rapidamente, questa volta non trattenne la sua foga. Le diede forti spinte che la fecero fremere e godere. Urlava di piacere e Spike godeva nel sentirla così eccitata e presa dal piacere che lui le stava dando. E alla fine venne in lei, che esausta appena lui la liberò dalla sua stretta ricadde prona sul divano, respirando affannosamente e con le gambe tremanti. Spike la fissava, come in attesa di una sua reazione negativa. Si aspettava che anche questa volta lei scoppiasse in lacrime e lo cacciasse via. Ma lei rimase così stesa per alcuni istanti. Aveva la schiena così lisca, imperlata di goccioline di sudore. Spike era ancora eccitato e frustrato per il controllo che doveva esercitare su se stesso. Continuava a fissarla in attesa di una sua mossa. Finalmente lei riaprì gli occhi e si voltò verso di lui. Aveva gli occhi ridenti, si vedevano ancora in lei tracce del piacere intenso che aveva provato poco prima. Gli sorrise e gli disse – Spike è stato…- e non riusciva a trovare la parola adatta, ma il suo sguardo per Spike fu sufficiente. Come rassicurato si adagiò su di lei lentamente facendo scivolare la sua lingua sul corpo di lei. Prima sulle gambe poi sui glutei soffermandosi sulla sua femminilità che era ancora rigonfia dopo il piacere ricevuto, e poi sulla schiena e sul collo. Infine voltandole delicatamente il viso la baciò con passione. – Stupendo? – disse lui a completare la frase interrotta da Dawn che aveva ripreso a gemere sotto quei tocchi leggeri e sensuali. Come era facile far eccitare la piccola Dawn, che non aveva la più pallida idea di quello che stava passando per la testa del vampiro in quel momento. Lei fece per girarsi ma lui la bloccò – no resta così amore – le disse poi infilò la mano tra il divano e il corpo di Dawn a raggiungere le sue parti intime e cominciò a toccarla lentamente. Appena fu bagnata infilò le dita dentro di lei e cominciò a muoverle ritmicamente. Dawn voleva muoversi, rigirarsi ma lui la teneva ferma a pancia in giù. Poi prese a baciarla sulla schiena, sulla nuca, sul collo. Mentre lei era in piena estasi, lui avvicinò il pene all’entrata posteriore che aveva iniziato a massaggiare con le dita della mano libera. – Spike cosa vuoi fare? Ho paura Spike io…- disse Dawn cercando di allontanarlo portando le mani dietro la schiena. Lui continuò a muoversi in lei con le dita, e lei si aggrappò al divano con le mani, lasciandolo libero nei movimenti. Poi le sussurrò – piccola, lascia fare a me. Ti fidi di me? Mi vuoi Dawn? dimmelo Dawn, mi vuoi adesso qui in questo momento? – e la guardava ansioso di una risposta, mentre continuava a farla godere. Lei non rispose, allora lui rallentò i movimenti e le chiese – vuoi che smetta Dawn? Dimmi cosa vuoi Dawn! E io lo farò. – Dawn si spingeva contro la mano che lui aveva lasciato mollemente in lei immobile. – Io voglio.. io voglio… - e ansimava e mugolava contrariata da quella interruzione brusca del piacere. – Spike ti prego, io voglio.. – e scosse il suo braccio cercando di indurlo a riprendere il movimento interrotto. Il vampiro la fissò – Dimmi Dawn cosa vuoi? – Lei continuava a tacere. Allora Spike anche se eccitatissimo, si liberò dalla stretta di Dawn e si sollevò a sedere sul divano. Lei si rigirò sbuffando. E lo guardò stupita e arrabbiata. Soffermando lo sguardo sulla sua virilità che non nascondeva il desiderio che anche lui aveva di lei, ma nonostante questo lui le disse serio – Bene vedo che hai le idee poco chiare briciola. Quando ti deciderai fammi un fischio tesoro. E fece per alzarsi, ma Dawn sollevandosi sul busto quasi si scontrò con il torace di lui. Adesso i loro visi erano a pochi centimetri. Spike la fissava estasiato seguendo con lo sguardo i contorni del suo viso. Lei lo guardò, nei suoi occhi si leggeva una voglia incontenibile. – Spike ti voglio! – disse in un fiato, abbassando gli occhi. – Davvero? – fece lui scettico, scrutandola per capire se dicesse la verità. – Ti prego Spike – mugolò lei. – Dawn – l’ ammonì lui – pensaci bene, dopo questo non potrai più tornare indietro. Lo capisci vero? Non è un gioco Dawn. Se ti prendo e ti faccio mia. E’ per sempre! – quella frase fece rabbrividire Dawn. Lui la guardò ancora un attimo e poi si alzò in piedi. Rimise la maglietta e i pantaloni, mentre Dawn era rimasta immobile. – Rivestiti Dawn, non posso guardarti in quello stato. Oh io …- e deglutì a fatica. Ma Dawn non si muoveva restava come imbambolata. – Dawn che ti prende? – le disse lui agitandole una mano davanti al volto. Poi rassegnato, chiuse gli occhi sospirò e si avviò alla porta. Come scossa da una forza sconosciuta. Dawn saltò giù dal divano e gli corse dietro – Spike! – urlò, tanto forte da far sobbalzare il vampiro. – Che cosa vuoi adesso? – disse lui seccato, voltandosi indietro. Dawn era completamente nuda e gli saltò letteralmente addosso, cingendogli il collo con le sue esili braccia. – Spike non andare via ti prego! – era come un uragano inarrestabile. – Io, io voglio essere tua. Ti voglio qui adesso e in questo momento. Ti prego fammi tua. Ne ho bisogno e tanta voglia ti prego. – e sul suo viso si diffuse un’ espressione di malizia e gioia insieme. Lo baciava sulle labbra, sul viso, sul collo. Gli mordeva i lobi delle orecchie. Spike si sentì mancare. Era incredulo, poi lei con finta innocenza e noncuranza fece scivolare la mano nei pantaloni del vampiro. Che gemette e si eccitò terribilmente a quel contatto inaspettato. La guardò sgranando gli occhi. E lei sorrise ingenuamente ma anche con aria provocante, a mo di sfida a farle provare piaceri sino ad allora sconosciuti. A Spike non serviva altro, visto lo stato in cui era. La sollevò di peso e la portò di sopra nella sua stanza. Sul letto vi erano ancora le bambole e i peluche. Ve la depose dolcemente e stette li a guardarla alcuni istanti. I capelli sciolti sparsi sulle lenzuola, e sul corpo completamente nudo e esposto al suo sguardo voglioso. Circondata da orsacchiotti e bambole. Era così incredibilmente eccitante che al vampiro se lo avesse avuto, si sarebbe mozzato il fiato. Poi rise in modo un po’ demoniaco e perverso di chi ha qualcosa in mente, e si sfilò rapidamente la maglietta e sbottonò i jeans, facendoli cadere sul pavimento. Si distese su di lei e cominciò a baciarla e toccarla, senza freni o esitazioni questa volta. Lei era così, così vogliosa, così maliziosa che lo faceva impazzire. Succhiò avidamente i suoi capezzoli mentre con una mano già si muoveva in lei facendola contorcere dal piacere e dalla voglia. Ma non era abbastanza lui aveva altro per la testa, le avrebbe fatto provare un piacere che difficilmente avrebbe riprovato nella sua vita. Dawn era completamente alla sua mercé, pronta alle sue voglie. E lo desiderava, lo voleva. Era felice e voleva farla godere il più possibile. Dal canto suo Dawn non stava un attimo ferma. Lo toccava, baciava e mordeva. Spike sentì il suo desiderio crescere, ma non voleva accadesse tutto così rapidamente e lo ignorò volutamente. L’ abbracciò teneramente e la baciò dolcemente sulla guancia e poi sulle labbra. – Mi vuoi Dawn? – le chiese un po’ esitante. – Sììììì – disse lei con voce squillante e scoppiò in una risata. Alla quale si unì anche quella del vampiro, in preda alla gioia pura. Poi riprese a baciarla con passione e scese sempre più giù sino alla sua femminilità e iniziò a farla godere. – Oh Spike, ti prego, ancora, ancora. Non smettere. – ma proprio quando stava per venire si fermò e si tirò su. Guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa. Poi un lampo nei suoi occhi azzurri, si allontanò un attimo dal letto e poi ritornò con qualcosa che aveva preso da sul comò della stanza di Dawn, che lo guardò con aria interrogativa. – Ti fidi di me? – le chiese con fare misterioso e circospetto – Sì mi fido ti te Spike, ma…- lui le fece cenno di tacere – bene allora girati tesoro- e si mise a cavalcioni su di lei mentre con le mani le cingeva i fianchi e la faceva girare a pancia sotto. Dawn a dire il vero era un po’ agitata, e lui lo sapeva, ma gli piaceva quell’ aria un po’ spaurita di Dawn, lo eccitava ancora di più se ciò fosse possibile. Cominciò a sfiorarle la schiena con le mani mentre la sua virilità si sfregava sulle cosce di lei in un movimento leggero e sensuale. Poi dolcemente le tirò su leggermente il bacino divaricandole le gambe e facendogliele piegare in modo da reggersi sulle ginocchia. Dawn era in attesa e lui voleva prolungare quell’ incertezza. Delicatamente infilò nuovamente le sue dita in lei – riprendiamo da dove abbiamo lasciato tesoro – disse sorridendo lui. E lei gemette cercando di muoversi, ma lui la bloccò. – Ferma piccola – poi con l’ altra mano iniziò a massaggiarla da dietro. Dawn ebbe un brivido intuendo quello che Spike voleva fare. – Spike .. – disse ansimando dal piacere, ma con una nota di allarme nella voce. – Sch, fidati di me piccola, lo sai che non ti farei mai del male – e mentre le diceva queste parole infilò un dito in lei. Dawn ebbe una fitta di dolore e lanciò un piccolo urlo. Lui si fermò un momento e riprese con forza a muoversi nella sua femminilità stimolandole con il pollice il clitoride. Dawn rilasciò i muscoli e allora lui continuò a entrare in lei da dietro. Un’ altra fitta di dolore la fece sussultare, ma lui non si fermò questa volta e nel contempo aumentò la velocità dei movimenti della mano davanti. Dawn si abbandonò a quelle carezze. Assecondandole con movimenti ritmati dei fianchi. Iniziò a muovere il dito anche dietro e sentì Dawn prima emettere un lamento e poi di nuovo gemere. Andò avanti così sino a quando non la sentì calda, eccitata e sul punto di venire. Allora tolse la mano da dietro e vi poggiò delicatamente il pene. Dawn sussultò e le sfuggì un – No Spike! – ma era troppo tardi, lui continuò a eccitarla davanti facendola venire e nel momento in cui era rilassata e stava godendo, la penetrò da dietro. Dawn gemette, e si lamentò insieme. Poi i movimenti furono avvolgenti. Era circondata dalle mani di Spike da lui che la faceva godere dappertutto. Quando sentì che era tornata a fremere di piacere e che non sentiva più dolore lentamente sfilò la mano davanti e vi infilò l’oggetto che aveva preso da sopra il comò, una candela, Dawn inizialmente si era ritratta un po’, ma il contatto con quella superficie liscia e i movimenti che Spike le imprimeva l’avevano fatta abbandonare anche a quelle carezze. Con la mano libera Spike cominciò a giocherellare con il suo seno. – Non ne hai mai abbastanza vero – disse lei con voce roca e spezzata dai gemiti di piacere – Oh tesoro sapessi tutte le cose che vorrei farti. Credo impazziresti – e sorrise malizioso, mentre le dava due forti spinte, che la fecero sussultare. Ma invece di ritrarsi si spinse ancora contro di lui e lui godette nel sentire quella dolce opposizione che assecondava e contrastava allo stesso tempo i suoi movimenti eccitandolo sempre più. Era sul punto di venire lo sentiva – girati amore su presto non credo di poter resistere a lungo – e la aiutò a rigirarsi – perché non andava bene? – gli chiese Dawn incerta – Si amore ma voglio venire dentro di te così – e mentre diceva questo entrò in lei con una spinta decisa. Lei sorrise e lo baciò. Lui la sollevò a sedere sul letto e infilò la candela dietro. Dawn colta di sorpresa emise un urlo e poi scoppiò in una risata affannata, i movimenti di lui la stavano facendo venire ancora una volta. *Lo abbracciò i loro visi si toccavano erano imperlati di sudore. Lui trattenne il fiato. E dentro di se sentì che ancora una volta era alla mercé di una donna che forse gli avrebbe spezzato il cuore e lo avrebbe abbandonato. Era un film che spesso aveva visto nella sua vita, e per la seconda volta nella vita era terrorizzato. La fissò, anche lei lo stava fissando – Spike cosa c’è? – gli disse, carezzandoli dolcemente il viso. Lui non rispose si limitò a sorridere. I movimenti erano diventati ormai intensi e Spike sfilò la candela aveva paura di farle male, poi la sollevò e la distese sul letto seguendola senza uscire da lei. E continuò a muoversi in preda al piacere intensissimo. Lei prese la mano di lui libera e se la portò dietro, Spike sorrise e proseguì nel movimento iniziato con la candela. Lei gli si offriva tutta gioiosa e vogliosa. Infine vennero entrambi emettendo gemiti e suoni gutturali di piacere, ansimando all’ unisono. Si baciarono appagati e lui si sdraiò su di lei con il volto adagiato sul suo seno. Gli piaceva sentire il ritmo del suo respiro, e così si addormentarono.