Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
REVENGE
Di
Spuffy
Tutto
era iniziato una sera come le altre al bronze. Spike ci era andato per annegare
il suo dolore per non pensare ancora a lei, per non sentire più. Gli bruciavano
ancora dentro quelle parole dette con occhi di ghiaccio e voce tagliente: “sei una
cosa disgustosa e cattiva!”. La odiava con tutta l’anima, che si era fatto
ridare per cosa poi? Lei era comunque tornata con il suo adorato, maledetto
Angel, e lui era morto ancora una volta. Incapace di andare avanti di staccarsi
da lei non faceva altro che commiserarsi, disperarsi. Il tempo passava ma il
suo dolore non si leniva, mentre la sua rabbia cresceva sempre più vedendo i
due amanti felici. Il suo cuore ogni volta sussultava e si spezzava, tutto era
diventato insopportabile. Fosse riuscito almeno a farla finita, invece nemmeno
questo riusciva a fare. E poi quella sera, lo spettro della vendetta si
presentò sotto la forma più impensabile e più inaspettata che lui avrebbe mai
potuto immaginare. Era là in mezzo alla folla che ballava, e la mente di Spike
corse alla prima volta che aveva visto la cacciatrice. Proprio lì in quel
locale, anche lei ballava in quel modo sexy e provocante. Anche lei sorrideva
ignara del futuro, ma in questo anche lui lo era stato. Altrimenti se solo
avesse potuto immaginare anche una piccola parte di quello che sarebbe
accaduto, sarebbe scappato a gambe levate con la sua Drusilla, via da quel
posto maledetto. Invece era rimasto ed ecco a cosa era ridotto a un povero
mezzo vampiro innamorato, respinto e disperato. Ma guardandola ballare nella
folla, illuminata da una luce soffusa che faceva risaltare le sue forme ormai
di donna. Un sorriso apparve sulle labbra del vampiro, quasi un ghigno. Anche
lei adesso avrebbe conosciuto il dolore, avrebbe sofferto come mai, e si sarebbe
maledetta. Lentamente sorseggiò la sua bevanda e si avviò al centro della pista
dove era l’oggetto dei suoi pensieri. Dawn ballava allegra e spensierata,
quando sentì come una presenza alle spalle e d’istinto si voltò e vide il
vampiro che la fissava. – Ciao briciola, come stai? – Dawn gli sorrise, aveva
sempre voluto bene a Spike, l’unico che l’avesse trattata da adulta e non da
mocciosa. – Ciao Spikey – gli rispose con tono squillante e contento. – Sto
bene e… - si fermò incerta se proseguire o meno. Sapeva quanto dovesse essere
duro per lui quel momento, e non voleva ferirlo più di quanto avesse fatto sua
sorella. – Stai tranquilla piccola – disse lui rassicurandola, avendo colto al
volo i suoi pensieri – è tutto a posto –. Lei lo guardò un po’ triste e poi gli
posò una mano sul braccio in segno di comprensione e di appoggio. Voleva fargli
sentire quanto gli fosse vicina . Lui ricambiò con un cenno della testa e poi
le disse con fare allegro e canzonatorio, tipico di Spike – che ne dici di far
vedere a questi qui come si balla? –. Le prese le mani attirandola un po’ a se
con fare innocente e malizioso allo stesso tempo. Dawn rimase un attimo
perplessa, ma la cosa non le dispiaceva. E così si lanciarono nelle danze. Dawn
in quel momento realizzò di non aver mai ballato con il vampiro ed era una
strana sensazione. I suoi movimenti erano felini, avevano un che di sensuale
che disorientava Dawn. Si sentiva impacciata quando lui la prendeva da dietro
per i fianchi e l’attirava a se cingendole la vita con le braccia e le posava
la testa sul collo. Stringendola a volte così tanto che i loro corpi aderivano
completamente l’uno all’altro. Quando lui si accorse dell’imbarazzo di Dawn
smise di ballare e la invitò a bere qualcosa e a fare quattro chiacchiere. Si
sedettero ad un tavolino e parlarono tutta la sera, della scuola che Dawn
detestava, di tutto tranne che di lei. Alla fine della serata, quando arrivò il
momento di salutarsi. Lui la guardò intensamente e la baciò sulla guancia , un
bacio dolce. Che riempì i stupore Dawn le cui guance si arrossarono leggermente
a quel contatto freddo ma anche così pieno di … nemmeno lei sapeva dire cosa.
Lo salutò nell’ imbarazzo più totale dicendo un – ciao a presto Spike –
balbettando e anche inciampando nel gradino del marciapiede. E di certo sarebbe
caduta se lui prontamente non l’avesse sostenuta afferrandola per la vita. – Oh
scusami io…..- Dawn si liberò dalla presa e corse via. Mentre Spike sorrideva
tra se e se, sarebbe stato più facile del previsto. E si diresse soddisfatto
alla sua cripta. Da quel giorno Spike iniziò a cercare Dawn sempre più spesso.
Si recava tutte le sere al bronze e al tramonto davanti alla biblioteca
scolastica, dove sapeva poteva incontrarla. E infatti diverse volte Dawn era
rimasta piacevolmente sorpresa nel vederselo davanti all’uscita, tutto
sorridente, gentile e premuroso. Le sue amiche le avevano chiesto chi fosse
quel bel ragazzo che la aspettava e lei aveva sempre evitato di rispondere
chiaramente. Tutte quelle attenzioni non le dispiacevano e inoltre le piaceva
far credere alle sue amiche che ci fosse del tenero tra lei e Spike. Lui le
cingeva spesso le spalle e le diceva in tono molto basso e sensuale, piccola
andiamo a fare un giro? O ti va di prendere un bel gelato insieme. Un giorno
Dawn era insieme a tre amiche e ad un tratto si sentì avvolgere i fianchi in
modo delicato ma anche deciso, ebbe un sussulto mentre le sue amiche restavano
a bocca aperta. – Ciao tesoro, eccoti finalmente, è tanto che ti aspetto e lo
sai che non posso fare a meno di te vero? – e le diede un bacio leggero sul
collo. Dawn trasalì. Poi imbarazzata e confusa rispose – ciao Spike, io.. – ma
non finì la frase, lui la stava trascinando via dolcemente. – Okay ragazze,
Dawn vi saluta adesso è impegnata con me è stato un piacere – la prese per mano
e la condusse alla macchina. Dawn lo guardò un po’ spaesata e gli chiese –
Spike ma??- il suo viso era un grande punto interrogativo. Lui le sorrise e le
disse serio fissandola dritta negli occhi – cosa c’è briciola, non è quello che
volevi far credere alle tue amiche? – e sorrise. Dawn arrossì e distolse lo
sguardo, non credeva di essere così trasparente. Poi lui riprese la sua solita
aria scherzosa e continuò – dai briciola scherzavo, era tanto per ridere un po’
delle tue amiche – e le carezzò la guancia. A quel tocco Dawn trasalì ma non lo
diede a vedere. Facendo finta di essere arrabbiata per lo scherzo strattonò il
vampiro e poi salì in macchina, non sicura del tutto che fosse stato uno
scherzo. Ma era troppo contenta, non voleva pensarci adesso alle conseguenze di
tutto questo. Passarono la serata in giro per le colline a guardare le stelle,
ascoltare musica e sgranocchiare smash mellows. Era così perfetto Dawn non si
sentiva così felice e serena da prima che morisse la madre. Risero tanto e poi
lui la riaccompagnò a casa e la salutò dandole un lieve bacio sulla guancia.
Dawn si sentiva al centro dell’attenzione come non le capitava da molto ed era
contenta. Passarono alcuni giorni senza che Spike si facesse vedere e Dawn cominciò
ad essere inquieta e non sapeva spiegarsi bene il perché. In fondo Spike era
sempre Spike, era sempre stato così imprevedibile, fuori dall’ ordinario. Ma
lui le mancava, sentiva un vuoto quando non lo vedeva. Perciò fu molto contenta
quando finalmente una sera se lo rivide davanti mentre era al bronze, aveva uno
sguardo sfuggente e un’aria strana. – ciao briciola – le disse – beh che mi
dici piccola? Sei venuta con la gang “tutti insieme appassionatamente!” –. Dawn
sorrise a quell’affermazione e gli replicò in tono ironica – e tu dove hai
messo la tua banda di morti viventi? – lui le sorrise un po’ sarcastico. – Dai
balliamo, su briciola – e senza aspettare risposta le cinse la vita e l’attirò
a se, questa volta non era uno scherzo. Dawn rimase un po’ interdetta, mentre
un lento partiva e lui la stringeva al petto quasi a toglierle il respiro. Con
una mano cominciò dolcemente ad accarezzarle la schiena, Dawn si sentiva
stranita, non capiva bene cosa stesse succedendo. Poi lui fece una cosa
inaspettata, avvicinò la bocca al suo orecchio e soffiò delicatamente e poi lo
accarezzò con la lingua. – Spike – disse Dawn, con voce un po’ emozionata –
cosa c’è piccola non ti piace? – le rispose Spike con voce sorpresa e dolce. –
Non è que.. – e si interruppe – no, non lo so – Dawn era confusa e balbettava,
aveva abbassato lo sguardo si vergognava. Spike le sollevò il mento e la guardò
con i suoi occhi penetranti e pieni di desiderio che Dawn fu spaventata tanto
erano profondi. Lui le sorrise e poi le disse con voce tornata normale – ora mi
prendo una birra briciola, aspetta qui – Dawn non fece in tempo a rispondere
che lui si era già allontanato. Restò un attimo interdetta, non sapeva se
aspettare o andare via e decise per questa ultima ipotesi. Prese al volo il suo
soprabito e guadagnò l’uscita. Era arrivata all’angolo quando si sentì
afferrare per un braccio. Sobbalzò per lo spavento, e si voltò di scatto e di
fronte si ritrovò il vampiro biondo che la fissava. – Beh è questo il modo di
abbandonare il proprio cavaliere briciola? Così mi spezzi il cuore..- Dawn come
colta in fragrante, riuscì a pronunciare solo parole sconnesse – io, beh… è
tardi… la scuola… il fumo … dovevo uscire.. insomma –. E tacque abbassando lo
sguardo. Lui sorrise divertito, quella ingenuità di Dawn lo faceva ridere ed un
po’ eccitare a dire il vero. Accostò le sue labbra all’orecchio e le disse –
cosa c’è piccola? Hai paura di me per caso? – Dawn rispose subito – no lo so
che non puoi mordere ma …- e tacque di nuovo arrossendo violentemente. Lui
appariva ancora più soddisfatto. E senza preavviso le sfiorò le labbra con le
dita, e avvicinò le sue a quelle di lei quasi a toccarle. Dawn chiuse gli occhi
in attesa spaventata a morte, lui la guardò sorrise e si allontanò. E come non
fosse accaduto nulla le disse – su andiamo briciola ti accompagno a casa, è
pericoloso girare da sola –. Dawn non fece in tempo a rispondere, lui l’aveva
presa per mano e la conduceva verso casa. Dawn non parlava, il contatto con
quella mano liscia e fredda le dava un senso di agitazione mai provato prima.
Lui non la guardò per tutto il tragitto, davanti casa si salutarono. Dawn fece
per avviarsi verso il portico, ma lui, la attirò a se tirandola per la mano che
non le aveva lasciato. E Dawn andò ad urtare contro il suo petto, alzò lo
sguardo con un espressione interrogativa e Spike la baciò. Non un bacio da
amici ma un vero bacio, pieno di passione. Dawn che non aveva mai baciato si
sentì davvero imbranata, rimase come pietrificata con la bocca semischiusa
dallo stupore. E lui ne aveva approfittato per infilare la sua lingua e
esplorare la sua bocca. Dawn aveva chiuso gli occhi e respirava affannosamente.
lui l’aveva presa per i fianchi e l’aveva attirata a se, allacciandola al suo
corpo. Infine si staccò da lei che rimase lì imbambolata ad occhi chiusi. Rise
ad alta voce e le disse all’orecchio – notte piccola a presto – e sparì
nell’oscurità. Quando Dawn riaprì gli occhi, erano lucidi dall’emozione e le
guance erano due vampate di fuoco. Rientrò in casa stordita, ripetendosi dentro
di se “Spike mi ha baciato perché?” era eccitata e sapeva che non avrebbe
dovuto, che doveva evitare...ma evitare cosa? Perché Spike si era comportato
così? Alla fine si convinse che doveva essere ubriaco come oramai accadeva
spesso. Andò a letto con un senso di angoscia, e stentò a prendere sonno.
Mentre nella sua cripta il vampiro gioiva di se stesso e di come presto si
sarebbe ripreso la sua rivincita sulla cacciatrice. Le avrebbe fatto molto più
male che se l’avesse picchiata a morte e questo lo faceva sentire meglio. Anche
se doveva ammettere che era stato molto eccitante baciare Dawn, non se lo
sarebbe mai aspettato. Le era sempre apparsa come una bambina, lagnosa e
fragile. Invece al primo tocco era diventata fuoco liquido, gli piaceva la cosa
e lo esaltava. Si addormentò all’alba con tutti i più cattivi propositi che un
vampiro, cosa disgustosa e cattiva, potesse avere e volesse mettere in pratica.
La
mattina dopo, a colazione Buffy notò che Dawn aveva un’aria un po’ strana
sognante e agitata. Ma non le disse nulla, non voleva creare dei problemi
adesso che le cose sembrava andassero per il meglio, e poi alla sua età anche
lei spesso era così. Si salutarono come sempre anche se Dawn evitò il suo
sguardo, come temesse che lei potesse leggerle dentro e scoprire tutto solo da
uno sguardo. Si diresse a scuola, chiedendosi quando e se lo avrebbe rivisto e
cosa sarebbe successo. Come si sarebbe comportato con lei, al solito oppure
diversamente. Non dovette aspettare molto la sera stessa lo rivide, era anche
lui al Bronze, questa volta non era solo ma con una ragazza alta bruna, occhi
scuri e espressione assassina. Lei lo osservò per un istante e poi raggiunse i
suoi amici “era ubriaco quel giorno” e si rassicurò, forse con una punta di
delusione. Si incontrarono casualmente al bar, lei era andata a prendersi una
coca e lui un bourbon. – Ciao briciola come va questa sera? – lei lo guardò un
po’ imbarazzata, ma vedendo davanti a se il solito Spike, sembrò riacquistare
fiducia e gli rispose: – Ciao Spike, bene grazie e te? – Spike la fissò un
attimo, poi le disse – bene, anzi splendidamente non si vede – e le sorrise con
un po’ di amarezza. Dawn si morse il labbro e desiderò togliersi al più presto
da quella situazione confusa e imbarazzante per lei. – Okay Spike ora devo
andare dai miei amici a presto – e si diresse dall’altra parte della sala dove
era il suo gruppo. Quando due braccia le cinsero la vita, Dawn ebbe un brivido
era lui lo sapeva, lo sentiva. – Balliamo briciola, dai è bello ballare con te
– e senza aspettare risposta l’attirò a se in modo che il corpo di lei aderisse
completamente al suo e cominciò dolcemente a dondolarsi. Dawn si guardava
intorno in cerca di aiuto, ma era sola nessuno l’avrebbe strappata a
quell’abbraccio avvolgente. Lui posò le labbra sul collo di lei, che avvertì un
brivido caldo, cosa strana visto che le sue labbra erano fredde. Poi la fece
girare lentamente e la attirò di nuovo a se. I loro visi erano vicinissimi,
Dawn faceva di tutto per evitare che i loro occhi si incontrassero, Spike
invece gli cercava insistentemente, aveva un’espressione seria concentrata.
Infine con un dito le girò il mento in modo che si guardassero in faccia. E poi
la baciò di nuovo, stringendola sino a toglierle il respiro. Quando le loro
labbra si staccarono lui disse – sai Dawn ieri è stato bello, mi è piaciuto
baciarti e vederti così imbarazzata e impreparata, ma anche così eccitata –.
Dawn spalancò gli occhi e arrossì violentemente, dunque era così evidente
quello che aveva provato. – Sta tranquilla piccola, è normale che a una donna
faccia piacere quando un uomo la tocca –. Dawn fu delusa da quelle parole che
le sembrarono, offensive più che un modo per rassicurarla – ora devo andare –
disse con voce incerta. Lui sorrise e la strinse ancora di più poi con la mano
le sfiorò delicatamente il seno, Dawn trattenne un gemito e chiuse gli occhi.
Sempre sorridendo le disse – visto, è tutto normale briciola non temere – poi
la lasciò andare –.
Adesso
sarà meglio che tu vada, ci rivediamo uno di questi giorni piccola – e le
carezzò il viso con il palmo della mano. Quando Dawn riaprì gli occhi lui era
sparito. Dawn solo allora si rese conto che ansimava e per la prima volta
avvertì una sensazione di bagnato e di calore tra le gambe, che le tremavano. A
passo incerto raggiunse il tavolo dei suoi amici e con la scusa di essere
stanca si fece riaccompagnare a casa. Aveva un po’ paura adesso, non di Spike
ma di se stessa, e di tutto ciò che di lei non riusciva a controllare come ben
gli aveva mostrato Spike quella sera.
La
notte per Dawn fu popolata di sogni agitati e strani, in cui appariva sempre
Spike che la mordeva e la uccideva. Era spaventata ma anche affascinata dal
vampiro e non riusciva a non pensarci. I giorni successivi però trascorsero
senza incidenti e Dawn cominciò a pensare sul serio di aver immaginato tutta la
storia, ma gli avvenimenti dovevano darle torto. Una sera che Buffy era di
perlustrazione, qualcuno bussò alla porta, Dawn corse ad aprire. Pensava
fossero Tara o Willow che venivano a tenerle compagnia, invece si ritrovò Spike
avanti. – Ciao briciola – le disse con fare sereno e normale. –Ciao Spike –
rispose lei e restò sull’ uscio in attesa che lui le spiegasse il motivo della
sua visita. Poi subito aggiunse – Buffy non c’è – di solito lui veniva a
cercarla. Invece questa volta lui la guardò fisso e le disse – si lo so non
sono qui per Buffy – Dawn sgranò gli occhi. – E … cosa vuoi? – disse
balbettando, mentre un brivido la scuoteva. – Vediamo un po’ – iniziò lui con
fare canzonatorio – cosa può volere il bad Spike? Da una così pura e virtuosa
fanciulla? – E la guardò così intensamente che Dawn arrossì tutta. Lui allora
si avvicinò con fare lento e sicuro di se, sfoderando il suo sorriso demoniaco.
Dawn indietreggiò ma non riusciva nemmeno a muoversi tanto era spaurita e
agitata. E urtò contro la porta di ingresso, sussultando mentre Spike con un
braccio le bloccava il passaggio a destra. Lui seguì con lo sguardo i contorni
del suo viso e si concentrò sulla bocca che ora disegnava con il suo pollice.
Cercò di baciarla ma lei girò il capo dall’atra parte nascondendo il suo
rossore. Lui la costrinse a girarlo e la baciò. Dawn era incredula, la stava
baciando di nuovo “deve essere impazzito di certo” si disse. Quando smise di
baciarla, ancora con la voce roca Spike le chiese – allora ti è piaciuto Dawn?
–. Dawn cercò di nascondere il turbine di emozioni che la stava attraversando.
– Non voglio Spike, lasciami – disse con poca convinzione. – Ah no? Che strano
a me poco fa sembrava di si – Dawn continuò più decisa –. Beh ti sbagliavi – e
fece per staccarsi da lui, che la trattenne e le rispose – ah davvero mi stavo
sbagliando? A me non sembrava proprio –. Una mano scivolò sotto la maglietta di
Dawn e cominciò a toccarle con decisione e in modo sensuale il seno. Dawn
questa volta non riuscì a trattenere un gemito di piacere e Spike si sentì
soddisfatto di quello che stava accadendo sotto i suoi occhi. La piccola Dawn
si stava trasformando sotto il suo tocco in una donna eccitata e desiderosa di
quello che lui le faceva. – Allora …ripeti la storia che mi sto sbagliando –
Dawn si aggrappò alle braccia del vampiro mentre lui con la mano aveva preso a
stringere il suo seno sempre più. Poi con un movimento inaspettato le aveva
sollevato la maglietta, e le aveva lanciato uno sguardo maledettamente
divertito e malizioso, ma Dawn non lo aveva visto perché continuava a gemere e
tenere gli occhi chiusi. Quando sentì la lingua del Vampiro leccare lentamente
il suo capezzolo, ebbe un sussulto e riaprì gli occhi. Spike la stava ancora
guardando divertito e in quel mentre iniziò a succhiare il suo seno. Dawn emise
un piccolo gridò mentre aveva puntato le mani sulle spalle di Spike e cercava
di allontanarlo da lei. Ma lui succhiava sempre più intensamente e la mordicchiava
tanto da farle venire i brividi e lei smise di lottare e si lasciò andare a
quella sensazione di calore e di solletico intenso. Quando Spike sentì che il
suo piacere cresceva si staccò da lei e le disse – a quanto pare non ero io
quello che si sbagliava. Non è vero briciola?– Dawn riaprì gli occhi e provò
una vergogna immensa, era lì seminuda davanti a lui che la fissava con aria
arrogante e maliziosa. Una vampata di calore le salì al viso e in fretta cercò
di coprirsi alla meglio, ma lui le fermò la mano e le disse con voce sensuale.
– No, non coprirti, sei così bella che è un peccato – e continuò ad accarezzare
voglioso il seno di dawn. Che riprese ad ansimare e gemere, mentre Spike rideva
sempre più soddisfatto. Una lacrima infine scivolò lungo la guancia di Dawn, e
cadde sulla mano di Spike che si fermò stupito. E come spaventato la guardò era
così bella, poi delicatamente la coprì. Le accarezzò la guancia e se ne andò
via sospirando. Lungo il viale pensava a quello che era successo e si diceva –
Oh bloody hell ma che ti prende Spike? Insomma era fatta, era lì ti bastava
allungare la mano e niente ti avrebbe fermato. - Poi come per trovare un
appiglio pensò – ci vuole tempo e poi vedrai, vedrai il regalo che ti farà
Spike tesoro – e sorrise accentuando la sua andatura baldanzosa.
I
giorni trascorsero in una calma apparente, anche se Dawn adesso quando
camminava per strada spesso sobbalzava al primo rumore ed evitava di restare da
sola. Sapeva forse in cuor suo che non avrebbe resistito a Spike, non avrebbe
potuto. Buffy rivedeva se stessa in Dawn e anche se la vedeva a volte ombrosa
non si preoccupava troppo. Pensando a tutte le pazzie che lei aveva fatto e a
volte sorrideva, le mancavano in fondo quei tempi. – Questa sera andiamo tutti
al bronze Will ha appena superato un esame difficile e vuole festeggiare – Le
disse. Dawn ebbe un moto sentendo quel nominare quel posto. Stava per dire che
avrebbe preferito restare a casa, quando il pensiero di restare sola … come
l’ultima volta la fece rabbrividire e non fiatò. Come sempre il sabato sera il
locale era affollatissimo e Buffy e Angel furono presto risucchiati dalla pista
da ballo. Mentre Xander cercava di adescare qualche ragazza “umana”
possibilmente. Willow era così felice con la sua Tara che anche se fosse venuta
l’apocalisse non se ne sarebbe accorta. Dawn si sentiva ancora più sola, non
voleva stare seduta a guardare loro che si divertivano, e cominciò a girovagare
per la sala. E mentre passava sotto la scala si trovò di fronte Spike, sembrava
allegro. – Ciao piccola, sei più bella che mai questa sera –. Dawn esitò un
momento e si guardò intorno – grazie Spike – e le sue guance arrossirono.
Anche
se lei dentro di se ripeteva “non arrossire, non arrossire!”, dallo sguardo
divertito che lui le stava lanciando Dawn capì che doveva essere un peperone. –
Sai piccola vorrei proprio sapere a cosa pensi quando fai così – e sorrise
lanciandole uno sguardo complice. Dawn divenne ancora più imbarazzata ed
impacciata. – Beh sarà meglio che vada gli altri mi..- ma non riuscì a finire
la frase perché Spike la interruppe dicendole sarcastico. – Ma per carità,
nessuno ha notato la tua assenza Dawn, sono tutti presi da se stessi per
pensare a una bambina –. Dawn gli lanciò uno sguardo carico di rabbia – io non
sono una bambina hai capito – e aveva alzato i pugni. Spike sorrise e le
rispose al volo – bene allora se è così che ne diresti di fare le cose dei
grandi …? – e ammiccò a due che stavano pomiciando più in là poggiati alla
parete. Dawn guardò stupita e incredula prima la coppia e poi Spike, doveva
essere ridicola. – Io… io…… - oddio non sapeva cosa dire adesso “aiuto cosa
faccio? “ pensò disperata, ma Spike non voleva parlare. Senza aspettare la
frase intelligente che Dawn cercava di elaborare, ancora una volta la prese tra
le braccia – è inevitabile briciola – le disse e la baciò. Questa volta il
bacio fu più lungo e intenso, e non si fermò solo alle labbra. Era un movimento
di tutto il corpo. L’aveva spinta contro una trave del sottoscala e il suo
corpo premeva contro quello di lei. Mentre le mani di lui scivolavano sul suo
corpo, desiderose di accarezzarla, di scoprirla. Il bacino si spingeva
dolcemente verso di lei. Dawn questa volta aveva risposto al bacio. Anche se a
dire il vero non sapeva cosa stesse facendo di preciso e se fosse baciare il
suo. A Spike però sembrava piacere. Riprese fiato un attimo e le sorrise e poi
continuò a baciarla. Infine si staccarono, Dawn respirava a fatica era
scomposta ed eccitata, mentre lui si passava una mano tra i capelli dicendo –
Wow, Dawn non immaginavo che tu…- ma Dawn non aspettò che finisse la frase,
scappò via agitatissima. Spike continuò a fissarla mentre spariva tra la folla
– accidenti chi lo avrebbe mai detto – e sorrise tra se. Dawn si sedette al
tavolo e non si mosse più.
Nelle
successive settimane Dawn riuscì ad evitare di incontrare Spike da sola, un
paio di volte lo aveva visto, ma era con Willow o con Tara, si erano salutati
come sempre agli occhi degli altri, ma lei notava il modo in cui l’aveva
guardata. Il modo in cui si soffermava sulle labbra con lo sguardo e sui seni,
e cercava di evitare il suo sguardo che era fisso su di lei.
E
infine accadde proprio “l’inevitabile” come aveva detto lui. Una sera suonarono
al campanello era Spike con coca cola, pizza e un film a noleggio. Dawn lo
guardò con aria interrogativa – che ci fai qui? – gli disse. - Mi ha chiamato
Buffy briciola – rispose lui con un sorrisetto falsamente ingenuo. Buffy fece
capolino sulle scale e lo salutò dicendogli – Ciao Spike, grazie di aver accettato,
sei stato gentile –. Dawn la guardò stupita e le domandò – accettato cosa
Buffy? –. Buffy la guardò e le disse – ma come Dawn sai che questo weekend io e
Angel andiamo a L A., e Willow e Tara hanno da fare. Pertanto…Spike si occuperà
di te come al solito, perché ti sconvolge tanto la cosa Dawn? –. Dawn arrossì
un solo attimo e rispose – no, no non è questo e che…- e non continuò la frase.
– Va bene Dawn ti capisco, è tutto a posto – poi guardando in direzione delle
scale gridò – Amore sei pronto dobbiamo andare –. Una voce da su rispose –
arrivo Buffy – e poco dopo Angel apparve sulle scale che scese velocemente.
Salutarono e uscirono di casa. Dawn era rimasta in piedi nel soggiorno,
terrorizzata al pensiero di quello che…. Non poteva nemmeno pensarci, a quello
che adesso sarebbe potuto accadere. Spike richiuse la porta e voltò la testa
inclinata verso Dawn, sorridendo. – Visto briciola “inevitabile” – Dawn si
agitò terribilmente a quella frase e comincio a parlare a raffica.
–
Bene che film hai portato? Ce lo vediamo e mangiamo le patatine? – disse
speranzosa. Lui la guardò e rispose – Okay ora lo metto su - e inserì la
cassetta nel Vcr. - Come si chiama? - chiese Dawn – l’ amante – rispose secco
lui dirigendosi verso il divano. Dawn rimase a bocca aperta – ma forse non è
adatto a un…- Spike rise fragorosamente – Una bambina – e sottolineò il temine.
Dawn strinse le mani sui pantaloni – non sono una bambina – bene disse lui e le
si sedette accanto. Il film iniziò e tutto sembrò procedere per il meglio, poi
vennero le scene roventi, Dawn arrossì e cercò di non guardare il film. Spike
la fissò e sorrise. Poi lentamente si inclinò verso di lei, Dawn scattò e si
alzò in piedi. - Ehi tesoro sta calma voglio solo una patatina – e sorridendo
prese una manciata di patatine dal sacchetto che era posato sul tavolino
accanto a Dawn.
Che
lo guardò un po’ sospettosa, poi un po’ rassicurata si risedette. Lui però si
girò di scatto e l’ attirò a se tenendola per i fianchi – mi è piaciuta molto
questa scena che ne dici di…. – e attese guardandola smanioso, ma Dawn non
fiatò era troppo spaventata, agitata con un nodo allo stomaco.
–
Ah dimenticavo voglio anche te – aggiunse con la sua espressione divertita di
scherno. E cominciò a baciarle il collo, scostandole i capelli e subito dopo
infilò le mani sotto la camicetta. Dawn gemette a quel contatto freddo, e cercò
di tirarsi indietro. Lui allora con il peso del suo corpo la stese sul divano
bloccandola e le sbottonò la camicetta. Ora la sua pelle era nuda e lui fissava
i suoi seni pieno di desiderio di lei. Li sfiorò delicatamente, sentendo
sussultare il corpo di Dawn, che provava sensazioni a lei sconosciute e
intense. – Mi piaci piccola, mi fa impazzire il tuo modo di … eccitarti e di
godere – Dawn era arrossita di nuovo. Aveva ripreso a baciarla e le sue labbra
scivolarono lungo il collo e giunsero al suo seno. Afferrò un capezzolo tra le
labbra e cominciò a succhiare dolcemente e poi via, via in modo sempre più
voglioso. Dawn era allibita e impreparata a tali sensazioni, che era totalmente
incapace di controllare. Gemeva e ansimava, ingenuamente, mentre il vampiro si
eccitava ad ogni bacio e morso che le dava. Poi cominciò a far scivolare la
mano lungo le cosce, Dawn si irrigidì e socchiuse le gambe dicendo tra gemiti e
lamenti – no ti prego basta Spike, no – ma Spike non voleva sentire ragioni e
cercò di forzare la sua stretta, ma non ci riuscì agevolmente. Seccato le
mordicchiò più forte il capezzolo e Dawn, provò un piacere intensissimo e
istintivamente divaricò le gambe. Spike sorrise, ora conosceva un suo punto
debole. Infilò la mano negli slip, mentre lei cercava di richiudere le gambe.
Il tocco del vampiro fu intenso e Dawn si bagnò immediatamente. Spike rideva,
della sua ingenuità, della sua dolcezza e del suo pudore. Si eccitò in maniera
imprevista a guardarla e a sentirla così vogliosa e piena di piacere. Dopo un
po’ quando la sentì rilassata, le prese una mano e se la portò nei jeans, ma
Dawn ebbe come un brivido e si tirò indietro. – No – disse quasi urlando. Spike
allora si fermò, stette un attimo a fissarla e poi disse con tono gentile – va
bene come vuoi tu piccola - e si sollevò liberandola. Dawn si coprì e si
riordinò un po’. Non osava guardarlo, tanta era l’agitazione e la paura, paura
che lui vedesse in lei, scorgesse quello che veramente lei sentiva e voleva in
quel momento. Ma Spike non la guardò appositamente come preso tutto dai suoi
pensieri. Si accese una sigaretta e le disse – vado un attimo a prendere una
boccata d’aria, tu datti un’ aggiustata – e uscì.
Fuori
nel portico all’ aria aperta Spike imprecava contro se stesso “accidenti ma che
diavolo, è una mocciosa, è troppo facile così. Non riesce nemmeno a resistere 5
minuti prima di … ahhh! Basta, sei qui per vendicarti o no?” e mentre diceva
queste parole ripensò alla scena a cui aveva assistito un’ora prima. Lei con il
maledetto vampiro sempre sull’orlo di una crisi depressiva “oh mio dio
perdonami cosa ho fatto negli ultimi due secoli della mia esistenza”. E provò
di nuovo un senso di rabbia, guardò verso la porta, gettò via il mozzicone di
sigaretta. Si passò una mano tra i capelli, diede due profondi respiri e
rientrò in casa.
Tutto
era silenzio, Spike, percepì l’odore di Dawn che saliva per le scale. Era
andata di sopra, era scappata per meglio dire. Doveva essere spaventata a
morte. Rimase un attimo interdetto “sei un vampiro un vero Bad Boy Spike” e
salì le scale diretto alla stanza di Dawn. Si fermò davanti alla porta
nell’atto di bussare, poi ci ripensò. “Al diavolo briciola” si disse e ridiscese
le scale. Riavviò il Vcr e continuò a vedere il film. Si addormentò e quando si
risvegliò era quasi l’alba. Dormire su quel divano non era stata una buona
idea, era tutto indolenzito. “E pensare che adesso potevo essere comodamente
sdraiato su un bel letto con una bella ragazza calda accanto appena …” si fermò
soprappensiero. L’immagine che gli si era prospettata davanti lo aveva
spiazzato. Gli era piaciuta, anche troppo per uno che cerca solo vendetta.
Scosse la testa e si alzò. Doveva preparare la colazione e farla anche lui, non
voleva pensare ad altro per adesso. Dawn dal canto suo non aveva chiuso occhio
per tutta la notte si era barricata in camera con quintali di aglio e croci che
aveva preso dalla stanza di Buffy. In ascolto,
attese
l'alba e poi si addormentò. Si svegliò che era mattina inoltrata, aveva fame.
Si lavò velocemente e cambiò, jeans e maglione larghissimo. Scese di sotto,
sentì trafficare in cucina, sapeva essere Spike, e per un secondo fu davvero
sul punto di tornare di sopra e non mangiare. Ma poi si fece forza e entrò in
cucina Spike sembrava indaffarato dietro i fornelli. Era allegro – ciao
piccola, su dai vieni a mangiare la colazione è quasi pronta. -
Dawn
si sedette a occhi bassi, sentiva che se lo avesse guardato sarebbe arrossita e
lui avrebbe capito tutto. Lui si sedette di fronte a lei e iniziarono a
mangiare. In silenzio, c’era qualcosa nell’ aria. Dawn forse ancora inesperta
non poteva percepirlo appieno o comprenderlo, ma il vampiro lo avvertiva
chiaramente. Continuavano a restare in silenzio, lei con gli occhi bassi e lui
che la fissava intensamente senza fiatare. Poi lei non ce la fece più, fu come
un attimo di follia, di rabbia, di delusione e dolore insieme. Si alzò in
piedi, prese la bottiglia del latte e gliela scaraventò contro, ma Spike da
bravo vampiro aveva ottimi riflessi e la evitò facilmente.
–
Cosa ti prende? – disse lui seccato e stupito.
–
Vattene via, voglio che tu vada via – e corse via.
Spike
la inseguì e fece in tempo a trattenerla, prima che uscisse per strada dove,
visto che era giorno, non avrebbe potuto seguirla.
–
Cosa c’è Dawn? – ripeté lui un po’ dispiaciuto e maledicendo le sue “brillanti
idee riguardanti le ragazze Summers”. Cercò di essere gentile, ma lei si
rinchiuse a riccio. E con sguardo duro gli disse
–
aveva ragione mia sorella sei una cosa cattiva e disgustosa – e corse su per le
scale.
Spike
rimase lì sulla soglia con lo sguardo perso. Quelle parole quel viso
infervorato lo colpirono duramente e pian piano in lui la rabbia crebbe a dismisura.
“Questa
volta te la sei cercata briciola” disse dentro di se e corse su per le scale.
Lei si era chiusa dentro. Lui con un calcio buttò giù la porta. Dawn lanciò un
grido. Appena entrato nella stanza l’odore di aglio e la vista delle croci lo
stordirono, ma la rabbia ormai era tanta, troppa per fermarsi.
Si
avvicinò al letto e senza dire nulla afferrò Dawn per i polsi e la trascinò
fuori. – Lasciami, lasciami andare Spike – gridava, ma Spike era ormai sordo ad
ogni sua richiesta. Usciti dalla stanza la scaraventò contro il muro e le si
fece incontro schiacciandola con il proprio corpo contro la parete. E cominciò
a baciarla con foga ma anche rabbia – sono una creatura cattiva e disgustosa?
Bene vediamo quanto cattiva e quanto disgustosa per te – e le strappò il
maglione con un moto di rabbia. Poi iniziò a toccarla smanioso, prese un
capezzolo in bocca e iniziò a succhiare. Dawn si eccitò e cominciò a piangere,
ma questa volta le sue lacrime non lo fermarono, anzi forse nello stato in cui
era lo eccitarono ancora di più. Gemeva disperatamente, in cerca di requie, ma
Spike non avrebbe avuto pietà. Portò una mano sulle gambe di Dawn, che avrebbe
voluto difendersi, ma Spike sapeva qual era il suo punto debole e lo sfruttò.
La morse leggermente sul seno e Dawn capitolò lasciandogli libera la strada
verso i suoi slip. Spike sorrise, continuava a piacergli quel suo modo di
essere. I gemiti di Dawn divennero ritmati, seguivano i movimenti di Spike. Che
aveva smesso di mordicchiarle il seno, continuando a toccarlo in modo sensuale
con le mani, guardandola divertito. Era davvero stupendo stare a guardarla,
mentre diventava una donna. Accelerò leggermente il ritmo per vederla
sussultare e così fu. – Dai piccola così, godi, non ti preoccupare di niente
altro, senti solo me su di te. Avanti così brava. – Dawn aveva iniziato
impercettibilmente a dondolare il bacino e questo lo faceva davvero impazzire.
Non pensava si sarebbe sentito così coinvolto. Pensava in una cosa rapida senza
complicazioni, invece non era così. Ma non voleva pensarci adesso. E cominciò a
muovere l’indice con più intensità tanto da farla quasi guaire. Lei cercò di
divincolarsi, ma lui la teneva schiacciata contro il muro e le faceva sentire
attraverso i jeans la sua eccitazione. Dawn era rossa come mai in vita sua. –
Ti prego Spike – disse ansimando. Spike la guardò, era davvero bella la sua
Dawn, e accelerò il movimento della mano e poi improvvisamente al culmine la
ritirò. Dawn si aggrappava disperatamente alle spalle del vampiro ed emise un
lamento di insoddisfazione. Lui si scostò da lei e si adagiò con la schiena
sulla parete.
Dawn
ancora incredula si mosse senza sapere bene dove andare, ma Spike la trattenne
per un braccio, lei lo guardò un po’ spaventata. Lui le prese la mano e
dolcemente le disse – andiamo piccola – e la portò di sotto. Dawn lo seguì
senza opporre la minima resistenza. La fece adagiare sul divano, si liberò
della maglia e dei pantaloni. Dawn aveva chiuso gli occhi e il suo cuore
batteva all’impazzata. Finì di spogliarla e si adagiò sopra di lei – lo so
Dawn, lo sento – le disse carezzandole i capelli
–
so che mi vuoi, e che vuoi che io …-
ma
Dawn lo interruppe con uno sguardo supplichevole
–
no non è vero –.
Lui
fece scivolare la mano tra le gambe di Dawn e aspettò la sua reazione –
lasciami – disse lei, ma pian piano l’espressione contrariata si sciolse in una
di piacere. Lui avvicinò il viso a quello di Dawn e le chiese nuovamente – devo
lasciarti Dawn? –.
Questa
volta Dawn, rispose – Sì…- un gemito – No, continua – ammise e Spike sorrise.
Le si adagiò sopra e le sfilò le mutandine, adesso le loro parti intime si
sfregavano tra loro, il che rendeva tutto più eccitante.
–
No io non voglio…- disse lei subito allarmata
–
okay tesoro quando ti sentirai pronta. -
Poi
prese la mano di lei e le disse – avanti adesso fallo tu –.
Lei
arrossì e poi candidamente gli domandò a bruciapelo fissandolo con aria di chi
ha bisogno di sapere di credere in qualcosa di buono.
–
Spike perché? – e ci fu silenzio. Lui che aveva chiuso gli occhi e si era
lasciato andare a quel tocco, li riaprì di scatto e la fisso stupito. Non si
aspettava quella domanda “e adesso? Che le racconto?” si chiese in cerca di una
risposta plausibile.
Poi
le parole vennero da sole – perché mi piaci piccola, perché sei dolce, sei così
ingenua e vera, perché…mi fa impazzire stare a guardare la tua espressione, il
tuo corpo mentre ti ecciti. Perché sei l’unica che non mi ha guardato come un
mostro – e si fermò un attimo a fissarla. Anche Dawn lo stava fissando, poi
inaspettatamente lui sentì la mano di lei muoversi su di lui e gemette.
Continuando a guardarla stupito, Dawn accennò un lieve sorriso anche se era
ancora un po’ spaventata e si spinse verso la mano di Spike che era rimasta
immobile su di lei. Spike capì al volo e riprese a toccarla e un sorriso dolce
si dipinse sul suo volto. Quando la sentì al massimo dell’eccitazione si fermò
di colpo, e ritirò di nuovola mano. Dawn riaprì gli occhi stupita e un po’ contrariata
– Spike – disse. Lui le posò l’indice sulla bocca poi tolse la mano di lei e
cominciò a baciarla teneramente sulle guance sul collo e poi sulla bocca. Poi
lentamente portò la mano nuovamente sulla femminilità di Dawn e cercò con
cautela di spingersi leggermente in lei, ma Dawn si agitò subito e si oppose.
Spike allora tolse la mano e cominciò ad accarezzarla sui fianchi le gambe le
braccia e la guardò. Dawn lo fissava un po’ preoccupata, allora lui sorrise
dolcemente e sfregò il suo naso contro quello di lei facendola sorridere. E
riprese a toccarla come prima, riaccendendo il piacere in lei. Poi mentre
accelerava un po’ il movimento, con un dito cercò nuovamente di entrare in lei.
Dawn ebbe una reazione incerta, da una parte il piacere la spingeva a non
fermare la mano di Spike, ma dall’altra la paura la faceva agitare e cercava di
fermarlo. Spike sapeva che era spaventata e questo, essendo un predatore non
faceva altro che eccitarlo di più. – Dawn cosa vuoi fare dimmelo – e la
guardava mentre continuava a toccarla e a provare a superare il limite. Dawn
non rispondeva, continuava a trattenergli il polso con la mano, pur non
fermandolo del tutto. Spike era eccitato, la desiderava intensamente e al punto
in cui si trovava non sarebbe stato in grado di fermarsi.
-
Okay tesoro, non ti preoccupare di nulla lascia fare a me, vedrai andrà tutto
bene non ti farò male–
Dawn
sussultò, non voleva aveva troppa paura e strinse il polso di Spike cercando di
chiudere le gambe. Spike sospirò e si liberò facilmente della sua stretta. Le
prese i polsi cercando di non farle male e glieli portò sopra la testa. Li
trattenne con una mano mentre con le sue gambe allargava quelle di Dawn, che
spaventata, cercava di liberarsi.
–
No lasciami Spike, no non voglio, ti prego noooo – era così bella quando si
agitava. Le guance arrossate, gli occhi lucidi e un po’ spauriti, quell’
espressione da cerbiatto, i capelli sparsi ovunque e tutta disordinata. “E'
davvero eccitante” pensò dentro di se il vampiro.
–
Non aver paura Dawn, sino ad ora ti è piaciuto vero? Vedrai questo ti piacerà
ancora di più – ma Dawn non sentiva ragioni
–
no, no non sarà così, lasciami, ti prego – Spike la guardò un attimo senza
fiato (beh questa per un vampiro non era una novità) e poi le si distese sopra.
Dawn era sempre più agitata ed irrequieta – calmati tesoro non fare così vedrai
andrà tutto bene parola di Spikey – ma Dawn non si calmava. Lui cominciò a
baciarla e a accarezzarle il seno, e il respiro di Dawn accelerò ancora di più
e iniziò a rilassarsi. Dopo un po’ Spike fece scivolare la mano su di lei sino
alla sua femminilità, Dawn ebbe la reazione istintiva di serrare le gambe, ma
le gambe di Spike la bloccavano e cominciò a eccitarla.
Dawn
emise un lamento e poi un gemito. Senza smettere, lentamente con due dita
dischiuse la fessura e si sollevò leggermente per avvicinarvi il suo membro.
Dawn riuscì a liberare una mano e cercò di allontanarlo – no, no Spike no –
Spike si fermò, bloccò la mano di Dawn e la riportò sulla sua testa. Poi, con
l’altra mano sfilò la cintura dei pantaloni, che erano accanto al letto. E le
legò i polsi in modo da non farle male mentre Dawn sconvolta diceva – no, no ti
prego lasciami, non voglio –. Legò la cintura al braccio del divano, poi
finalmente con le mani libere cominciò ad accarezzarle il collo, che poi baciò
con tenerezza. Mentre le mani scivolavano sui seni e si soffermavano a
giocherellare con i capezzoli di Dawn. Tra un bacio e l’altro lui le parlava –
non aver paura briciola, vedrai sarà bello, ti piacerà e vorrai farlo ancora e
ancora –.
Lentamente
prese tra le labbra un capezzolo e iniziò a succhiarlo, sfiorandole l’altro
delicatamente con la mano. Dawn gemette oramai presa completamente dal piacere
che lui le stava dando
–
Spike basta, non ce la faccio ti prego – lui sorrise.
–
Oh questo è solo l’inizio tesoro, il bello deve ancora venire – e poi la mano
scivolò nuovamente tra le gambe, anche questa volta vi fu un debole moto di
opposizione di Dawn, che era in preda al piacere che le labbra di Spike su di
lei le stavano dando. Quando la sentì completamente bagnata e pronta, allora
Spike nuovamente si sollevò leggermente per adagiare la sua virilità sulla
femminilità di Dawn, che a quel contatto contrasse i muscoli.
–
No – disse in un sussurro, era spaventata. Spike riprese a toccarla
intensamente e a farla eccitare. E fu tanto veemente che Dawn emise dei forti
gemiti ripetuti, il che fece eccitare il vampiro che rimase per alcuni secondi
a guardarla contrarsi sensualmente. Doveva essere sua, la voleva disperatamente.
E mentre pensava questo cominciò a spingersi in lei lentamente e cautamente,
non le avrebbe mai e poi mai fatto del male. Dawn si lamentò – nooo – Spike si
fermò e cominciò a carezzarle i capelli e a baciarla – sch, non aver paura stai
tranquilla rilassati tesoro – ma Dawn si irrigidì, e lui riprese a toccarla con
la mano dopo un po’ si rilassò nuovamente e lui si spinse ancora un po’ in lei,
di nuovo si irrigidì e lui si fermò, contraendo i muscoli nello sforzo di
dominarsi e di non abbandonarsi alla sua voglia. Dawn adesso si sentiva in
trappola voleva fuggire ritrarsi e cominciò a muoversi con tutto il corpo,
Spike cercava di tenerla ferma il più possibile e le diceva – non così, non
così Dawn, sta ferma così non mi aiuti – ma Dawn continuava preda del panico.
Spike cercava di non perdere la concentrazione. Ricordandosi il suo punto
debole, le diede due o tre morsi sul seno e lei inarcò i fianchi non riuscendo
a trattenere il piacere e Spike ne approfittò per spingersi ancora un po’ in
lei. Dawn gemette e tirò allo spasimo la cintura nel tentativo di liberarsi. Un
altro morso e lei si inarcò ancora consentendo al vampiro di entrare ancora un
po’ in lei. Spike era serio e sotto sforzo, ma cercava comunque di
rassicurarla, baciandola sul collo, accarezzandole il viso. Dawn nel disperato
tentativo di fermarlo strinse le gambe sui fianchi di Spike E spinse
contorcendosi. Quello che Dawn ingenuamente non sapeva e che quel movimento
avrebbe causato a Spike sì un intenso dolore ma anche un intenso piacere, che
non poteva controllare e così lui disperato tra i denti le disse – Dawn nooo,
non farlo – ma era troppo tardi oramai, perse il controllo, le bloccò i fianchi
e si sollevò di nuovo un po’, per sistemarsi per bene su di lei e poi
delicatamente ma con decisione si spinse in lei. Dawn cercava di muoversi di
reagire ma questa volta era bloccata e lui non si fermò. La fissava, i suoi
occhi erano pieni di desiderio di bisogno di farla sua e Dawn era spaventata da
quella intensità, sentì che non si sarebbe fermato più. – Spike – gridò, ma lui
ormai aveva iniziato a spingersi ritmicamente in lei. Due spinte più vigorose,
tra i gemiti di Dawn ed era tutto in lei, si fermò solo allora e respirò
gemendo. Poi lentamente cominciò a muoversi, mentre lacrime attraversarono il
volto di Dawn, che con le dita stringeva le lenzuola per la quale le emozioni e
sensazioni provata erano state troppo intense da gestire. Spike le accarezzò la
guancia e le disse – ecco tesoro ora sei mia, mi senti dentro di te vero, stai
tranquilla, ora sarà tutto più facile vedrai – continuando a muoversi su di
lei. I lamenti iniziali di Dawn si trasformarono prima in gemiti sommessi e poi
in gemiti intensi. Spike sorrideva nel vederla nuovamente in preda al piacere e
accelerò pian piano il ritmo, trasformandola così in una donna. Dawn si
contorceva e tirava la cinta che le tratteneva le mani. Allora Spike con un
gesto la liberò e Dawn piantò le unghia nelle spalle di Spike attirandolo a se.
Lui trattenne a stento un urlo, e le sorrise eccitato – tesoro piano – e poi
sentendola pronta si lasciò andare e le impose il suo ritmo, liberando la
passione e il desiderio che aveva di lei. Quando la sentì urlare incapace di
trattenersi, e la vide venire allora si lasciò andare anche lui e venne in lei,
adagiandosi subito dopo sul suo seno e accarezzandolo dolcemente con la mano.
Dawn respirava un po’ affannosamente, gli piaceva sentire il respiro della
ragazza piano, piano normalizzarsi sotto di lui. Rimasero così per un po’, poi
lui si alzò e si diresse verso il frigo – vuoi qualcosa da mangiare o da bere
briciola – Dawn aveva girato il volto, si vergognava a guardare Spike
completamente nudo e si era coperta con dei cuscini. Spike sorrise vedendola
così imbarazzata, questo la rendeva ancora più sexy di quanto già non lo fosse
già agli occhi del vampiro. Tirò fuori dal frigo una confezione di gelato, e si
avvicinò con una strana espressione a Dawn dicendole – sai come mi piace
mangiare il gelato Dawn? –.
Dawn
lo guardò interrogativa “la mia piccola Dawn non lo può sapere” pensò il
vampiro e le si mise a cavalcioni sopra. Dawn era ancora stanca per il recente
rapporto e non si mosse. Lui aprì la confezione e le cosparse il ventre, il
seno, la femminilità di gelato, facendola sussultare a quel contatto freddo.
Poi
lanciò via il cucchiaino dicendo – questo non serve – Dawn lo guardava stupita
ad occhi sgranati e poi sentì la sua lingua muoversi su di lei e fremette.
Lentamente Spike leccò via tutto il gelato guardando ogni reazione di Dawn, che
gli aveva passato una mano tra i capelli e lo guidava sul suo seno attirandolo
a se. Spike sembrava in preda ad un’eccitazione irrefrenabile, tutto quello che
lei faceva lo faceva impazzire ed eccitare. – Ancora? – disse lui guardandola
sorridente, Dawn ricambiò lo sguardo e fece cenno di si con la testa e Spike
riprese a leccarla. Infine si sollevò in piedi la guardò un attimo e le disse
canzonatorio – ma lo sa che è proprio sporca signorina Dawn Summers, avrebbe
proprio bisogno di una bella ripulita… e di una ripassata come si deve – e
ridendo la sollevò tra le braccia mentre Dawn protestava – no Spike sono
esausta lasciami, non voglio – .
Spike
continuava a ridere e le rispose – già stanca? Ah, così non va mia cara
signorina Summers, questo era solo l’allenamento tesoro –.
Salì
le scale, attraversò il corridoio mentre Dawn sorridendo si stringeva a lui
supplicandolo – no, non voglio guarda che poi mi vendico – Spike la guardò – ah
si e come? – le domandò curioso. Lei rifletté un attimo e poi rispose – Non
dandoti quello che vuoi – e girò il volto che era diventato rosso.
Spike
la fissò con dolcezza “è proprio una bambina” pensò e poi disse malizioso – e
cosa dimmi? – lei si agitò.
–
Lo sai, insomma non faremo più quello che … - esitò qualche secondo – quello
che ti piace fare tanto con me – e nascose il viso nella spalla di Spike che le
rispose con una fragorosa risata.
–
Ah impariamo presto piccola strega malvagia, bene lo vedremo – e spalancò con
un calcio la porta del bagno.
Depose
Dawn nella vasca ed aprì i rubinetti, Dawn urlò – è fredda – e lui pronto
replicò – non temere ti riscaldo io - ed entrò nella vasca, e cominciò a
baciarla. Dawn sembrava non avere più timori e si abbandonava tranquilla alle
sue carezze. Si stese su di lei e iniziò ad accarezzarle il viso, il collo poi
immerse la testa e cominciò a baciarla dappertutto. Dawn si contorceva ed
emetteva mugugni strani. Il vampiro riemerse e la guardò, lei era con la testa
protesa all’indietro e gli occhi chiusi. La sospinse un po’ più giù con il
bacino e la fissò in cerca del suo consenso, mentre si chiedeva “ma cosa
aspetti? Che ti inviti?”. Dawn lo guardò e gli posò una mano sulla spalla, e
fece cenno di si con la testa. Spike rimase un attimo immobile inclinò
leggermente la testa e la guardò con contentezza e stupore insieme. Poi
dolcemente entrò in lei, questa volta Dawn era rilassata, pur avendo ancora
qualche timore, e per lui fu facile. Cominciò a muoversi su di lei senza
smettere di fissarla, anche Dawn a sua volta lo fissava, erano seri i loro
sguardi come concentrati in qualcosa che solo loro capivano e di cui solo loro
facevano parte. Quello sguardo così intenso e pulito provocò una fitta di
dolore al petto di Spike. Lei era così bella così intensa e dolce. Ed era sua,
aveva voluto essere sua, venne lentamente, dolcemente e desiderò che quel
momento durasse il più a lungo possibile. Per la prima volta nella sua vita
sentì di non essere lui a dover capire e comprendere gli altri, ma era lui ad
essere compreso ed assecondato. E che questo lo facesse una ragazzina di appena
18 anni lo colpiva come mai avrebbe saputo dire. Fecero l’amore in silenzio
contemplandosi e baciandosi dolcemente di tanto in tanto, ma senza mai smettere
di guardarsi negli occhi. Poi lui prese un grande asciugamani e avvolse
entrambi. Era stato bello e per un po’ nessuno dei due volle rompere quel
silenzio. Si sedettero sul letto ancora avvolti nell’asciugamani, poi lui se la
sfilò di dosso e cominciò a massaggiare Dawn con gesti gentili e carezzevoli.
Prima le spalle, scivolando via lungo la schiena e i fianchi, poi lentamente
passò le mani lungo le gambe sino alla sua femminilità, su cui si soffermò
delicatamente a gustarne ancora il tocco e i suoi segreti. Le accarezzò
dolcemente la guancia e le sorrise – ora devo andare piccola ci vediamo presto
– disse mentre si rivestiva rapidamente.
Dawn
lo guardò un po’ sorpresa e preoccupata – e quando? – chiese candidamente, come
una bambina che tema di non rivedere più il suo compagno di giochi. Spike la
guardò un po’ mesto poi le disse – presto – e uscì dalla stanza, con un groppo
in gola ma nella mente un solo obiettivo chiaro e nitido: vendicarsi della
cacciatrice. Dawn rimase nella sua stanza a crogiolarsi nel suo letto
ripensando a tutto quello che era accaduto. La spaventava ma allo stesso tempo
era contentissima. Solo una cosa adesso la angosciava “Buffy!” ma non voleva
pensarci adesso, forse aveva anche molta paura di pensarci, perché avrebbe
dovuto fare i conti con una realtà troppo dura da ammettere e accettare.
-Dawn
sei nella tua stanza? – la voce di Buffy la riportò alla realtà. Le guance si
imporporarono per un istante, poi respirando profondamente si disse “sta calma
Dawn, Buffy non deve accorgersi di nulla o ucciderà Spike”. E scese di sotto
con la sua solita aria curiosa e contenta
–
Ciao Buffy finalmente siete tornati –
Buffy
si guardò intorno, vi era un po’ di disordine, ma accadeva spesso quando
lasciava solo Spike con Dawn
–
Beh Spike dov’ è? – Dawn esitò per un secondo poi disse sicura
–
Era l’alba quando se ne sarà andato, avrà pensato che fossi al sicuro –
Buffy
fece un cenno affermativo con la testa e poi disse con tono stanco
-
Beh siamo esausti, il viaggio è stato più stancante del previsto, io e Angel
andiamo a riposare un po’, ci vediamo più tardi – .
Dawn
colse al volo la notizia e disse – bene io avevo intenzione di andare da Betty
posso? Tornerò prima che faccia buio – .
Buffy
la guardò e poi rispose – si okay ma mi raccomando, prima del tramonto – .
Dawn
sorrise e prendendo di corsa il cappotto si diresse per strada. Le ci vollero
meno di 10 minuti per percorrere la strada che la separava dal cimitero di
Sunnydale e da Spike. Giunta davanti alla cripta ebbe un attimo di esitazione,
poi facendosi forza si avvicinò all’ uscio e bussò lievemente. Nessuna risposta
giunse dall’ interno e Dawn lentamente aprì la cripta. Vi era silenzio assoluto
si aggirò tra le cose di Spike curiosa. Poi scese di sotto, il vampiro dormiva
beatamente tra le lenzuola di seta. Dawn sorrise e cautamente si avvicinò al
suo letto, era a due passi da lui, quando si sentì afferrare per le braccia e
scaraventare sul letto. Il vampiro con una mossa l’aveva fatta finire sotto di
se e la guardava beffardo – o povera cappuccetto rosso finita nelle mai del
lupo cattivo –.
Cominciò
a mordicchiarle il collo mentre, Dawn giocosamente cercava di liberarsi della
sua stretta. Poi cominciò a baciarla ed accarezzarla mentre la spogliava. Le
prese le mani e la incitò a fare lo stesso con lui e lei ubbidì. Quando arrivò
ai pantaloni, le guance di Dawn si tinsero di un lieve rossore, mentre Spike le
prendeva dolcemente la mano e se la portava nei jeans.
–
Toccami Dawn, toccami – le disse con voce roca, aveva bisogno di sentire il
desiderio di lei.
Lei
impacciata e vergognosa cominciò maldestramente a muovere la sua mano su di
lui, che sorrise a vederla così in imbarazzo. Allora seguì la mano di Dawn nei
pantaloni e lo tirò fuori, prese quella di Dawn tra le sue e cominciò a
guidarla nei movimenti, eccitandosi ad ogni gesto. Quando la sentì abbastanza
sicura la lasciò fare da sola – continua piccola ti prego non fermarti – le
sussurrava mentre Dawn rossa in viso lo eccitava dolcemente. La guardò
sorridendo del suo imbarazzo e poi si sollevo, la prese tra le braccia e la
baciò intensamente, stendendola sul letto e seguendola sopra di lei. Le
accarezzò con entrambe le mani il viso e poi entrò in lei e insieme la baciò
teneramente e fecero ancora l’amore. Dawn lo toccava, gli accarezzava la nuca,
gli passava le mani tra i capelli e lo faceva eccitare come nessuna mai,
sembrava non ne avesse mai abbastanza di lui. Lo desiderava e questa era una
sensazione nuova per lui dopo tanti rifiuti e abbandoni. Fu lento e dolce come
mai forse era stato. Dopo l’amore rimasero abbracciati l’uno all’altra, mentre
lui le carezzava dolcemente i capelli e la guardava pensieroso. Lei sembrava
così contenta e così abbandonata tra le sue braccia, “niente pugni, niente
parole cattive e nessuno sguardo gelido che ti trafigge il cuore. Lei era
calda, passionale, dolce” pensava Spike mentre la fissava nel buio. Non era
scappata via nella notte subito dopo l’amore, lei era ancora lì tra le sue
braccia addormentata e serena. Niente paure niente timori o ripensamenti e
soprattutto niente disgusto. Un’ ombra attraversò il suo viso, ma fu solo un
attimo, non aveva dimenticato il suo scopo ma si diceva che ancora non era il
momento.
-
Dawn sveglia – le disse scuotendola dolcemente
-
devi tornare a casa è tardi – .
Dawn
si sollevò a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi
–
che ore sono? – chiese con voce assonnata.
Spike
alzandosi dal letto le disse
–
le 7 – .
Lo
sguardo di Dawn divenne triste. Sospirò e rispose – si sarà meglio che vada
adesso –
poi
esitando un attimo
–
ma… - e si interruppe non sapeva se chiedere o meno.
Spike
che le aveva come letto nel pensiero le rispose al volo – si verso mezzanotte
–.
Lei
sorrise contenta si rivestì, lo baciò teneramente e si avviò verso l’uscita.
–
Ehi signorina dove credi di andare tutta sola al buio in un cimitero? –
sorrise
divertito
-
aspetta, ti accompagno non vorrai mica bidonarmi questa sera ed andare a
spassartela con qualche succiasangue in una cripta qui vicino vero? –.
Dawn
scoppiò in una risata e si fermò vicino alla scala a guardarlo mentre si
rivestiva. “è davvero bello” pensò dentro di se, poi lui la fissò e lei
arrossì. Era ancora la sua piccola innocente Dawn, pensò e uscì con lei dalla
cripta diretto di filato a casa Summers. Si salutarono velocemente, e Dawn
rientrò in casa
–
ciao Buffy ci sei? Sono tornata – nessuna risposta sul tavolo in cucina un
biglietto:
“
Dawn sono di ronda ci vediamo domattina, ti ho lasciato una pizza in forno e
patatine. Mi raccomando a letto alle 11.00 e non guardare troppa televisione.
Buffy”
Dawn
alzò le spalle e aprì il forno, anche se non aveva molta fame mangiò la pizza e
un po’ di patatine e guardò un po’ di TV nell’ attesa dell’arrivo di Spike. Ma
mentre aspettava scivolò nel sonno. Un sonno inquieto popolato da ombre e da
strani mostri. Poi sentì un calore intenso pervaderla e avvolgerla, una strana
sensazione di appagamento. Aprì gli occhi e vide Spike che la fissava
divertito. Stava facendo l’amore con lei, era entrato in casa e l’aveva vista
dormire sul divano con il telecomando in mano. Era così dolce, così serena, si
era spogliato e dolcemente era entrato in lei. Dawn gli sorrise e gli cinse le
spalle con le mani accarezzandoli la nuca.
–
Ciao tesoro –
gli
disse e lo attirò a se per baciarlo. Rimasero sul divano a chiacchierare
coperti da un plaid.
–
Spike cosa accadrà? – chiese Dawn titubante.
Sapeva
che lui amava la cacciatrice e sino ad allora non aveva fatto domande. Sapeva
di essere un ripiego, sapeva di non contare nulla, ma lei dentro di se sperava.
Nonostante tutto continuava a sperare. Spike non rispondeva, cercava di sviare
il discorso. Forse perché nemmeno lui in quei momenti sapeva dare una risposta
a quella domanda o perché nemmeno lui voleva pensarci.
I
giorni che seguirono, furono difficili ma anche eccitanti per Dawn. Dover
nascondere la sua relazione con il vampiro era una cosa non molto semplice da
fare. Svegliarsi prima dell’alba, dormire, ma essere sempre vigile. Farlo
sgattaiolare dalla tettoia e cercare di non far rumore mentre facevano l’amore,
non era semplice. Poi una sera accadde quello che prima o poi sarebbe accaduto.
Spike si trovò a casa di Buffy mentre di sopra lei e Angel scherzavano e
ridevano, i loro baci si potevano sentire dal piano di sotto. Spike era
furioso, Dawn lo guardava provando una fitta al petto. Mentre in Spike la
rabbia montava di minuto in minuto e poi all’improvviso si voltò verso Dawn e
le disse
–
vieni con me briciola? –
Dawn
lo guardò interrogativa
–
cosa? –.
Lui
la fissò intensamente
–
VI E NI CON ME –.
Scandì
lentamente la frase e attese impaziente una risposta
–
ma… - iniziò Dawn ma lui la interruppe immediatamente.
–
Sì o No! Rispondi –
e
si mosse spazientito.
Dawn
era in preda al panico, andare con lui voleva dire che Buffy avrebbe scoperto
che lei e … tutti avrebbero saputo e non sarebbe più potuta tornare indietro.
Poi
lo guardò, aveva un’espressione indecifrabile, si morse nervosamente il labbro.
–
Allora –
disse
lui con tono sferzante.
–
Sì –
rispose
lei e si rese conto solo allora di averlo detto.
Sgranò
gli occhi mentre lui la trascinò prendendola per mano fuori da casa e la fece
sedere in macchina.
–
Okay da oggi sei mia e stai con me, ho una sola regola briciola. Tu mi
appartieni anima corpo e spirito, il tuo unico pensiero devo essere io – e mise
in moto.
C’
era qualcosa in quello sguardo che spaventò Dawn, che rimase in silenzio a
quelle parole. Dawn in tutta quella confusione non si era accorta che Spike
aveva lasciato cadere un foglietto per terra in soggiorno, prima di uscire.
Adesso era tutta presa da quello che stava accadendo l’unica cosa che sentiva
era paura e allo stesso tempo agitazione e eccitazione per l’incertezza.
A
casa Summers nel frattempo, Buffy sentendo improvvisamente un innaturale
silenzio di sotto era scesa a vedere e aveva subito notato quel foglietto
spiegazzato sul pavimento. Lo aveva raccolto ed aveva iniziato a leggere…
“
Cara cacciatrice,
Dopo
tanto tempo ho deciso di abbandonare per sempre Sunnydale, ma visto che sono un
sentimentale ho anche deciso di portare con me un bel souvenir. Sai qualcosa
che mi faccia pensare un po’ a te, qualcosa come dire……………che mi ricordi te e
che possedendo mi faccia sentire come quando ero in te. Ricordi quanto ci siamo
divertiti vero? Beh, ho deciso che era il momento di far divertire anche
qualcun altro oltre te. Ma sai sono fedele e mi piace che le cose restino in
famiglia e se devo dirla tutta buon sangue non mente a quanto pare. Se ancora
non avessi capito di cosa accidenti stia parlando cercherò di essere più
chiaro: Mi sono fatto tua sorella, non sai quante volte e in quanti modi, più
di quelli che abbiamo provato io e te. E devo dire che la piccola Dawn ci sa
davvero fare, forse anche più della sorella cacciatrice. Ha un futuro la ragazza.
La mollerò presto, dopo aver finito di insegnarle alcuni trucchetti ed
essermela fatta come si deve. Sai io sono per i lavori portati a termine,
magari potrei vampirizzarla e tenermela per quando mi va di divertirmi un po’.
In fondo mi piace la piccola Dawn, così ingenua eppure provocante. E poi come
ti ho detto mi ricorda te.
Ah
a proposito guarda che la piccola ha voluto seguirmi di sua volontà Io non l’ho
costretta in alcun modo, anzi a dire il vero è un peso per me. Ma sai non ho
resistito alla possibilità di darti una lezioncina.
Spero
adesso tu sappia come ci si sente ad essere feriti ed essere impotenti.
Addio
Cacciatrice”
Buffy
era incredula, le guance erano rigate di lacrime e il suo cuore si era
spezzato. Non riusciva a provare nulla al di fuori di un dolore lancinante che
la stava spaccando in due.
–
Angel –
disse
con un grido strozzato, Angel si affacciò dalle scale e le domandò
–
si cosa c’è Buff? – poi la vide pallida e tremante e la raggiunse di corsa.
–
Cosa c’è? Cosa è successo Buffy? Parlami! –
Buffy
lo guardò ancora stordita e gli porse il biglietto dicendo solo quasi
sussurrato
–
Dawn – e poi crollò sul divano scossa da singulti.
Angel
lesse tutto d’un fiato e poi la sua rabbia esplose
–
no non può aver fatto una cosa simile, non può maledetto bastardo, io lo
ucciderò. Buffy ti giuro io lo ucciderò –.
Buffy
si scosse dal suo torpore e rispose fredda
–
no io lo ucciderò – e corse fuori.
–
Buffy – la rincorse Angel – sarà lontano oramai, dobbiamo cercarli, dobbiamo
studiare un piano – Buffy poggiò la testa sul petto del vampiro e gli disse
–
Mio Dio, Angel è colpa mia lo ha fatto per colpa mia è di me che voleva
vendicarsi. E così ha rovinato Dawn per sempre, ma ti rendi conto cosa potrebbe
farle? Cosa? – e riprese a piangere.
A
molte miglia di distanza Spike e Dawn percorrevano una strada deserta diretti
chissà dove. Era notte Dawn era addormentata sul sedile accanto a Spike, che
guidava. Sembrava pensieroso, poi si voltò a guardarla era così dolce così ..
fiduciosa, si lei si fidava di lui e lui l’aveva tradita. Le toccò la mano e
sentì che era fredda, allora fermò la macchina, si tolse so spolverino e la
coprì. Le carezzò il viso con una mano scostandole una ciocca di capelli dal
viso e poi riprese la sua corsa. All’alba Dawn si svegliò, la schiena le doleva
a causa della posizione poco comoda assunta. Erano fermi da qualche parte in
mezzo al nulla. Si guardò attorno ma non vi era traccia di Spike, sobbalzò e
uscì dalla macchina di corsa. Non poteva averla lasciata lì e poi dove sarebbe
andato senza auto era giorno. Vide una caverna poco distante e si diresse in
quella direzione.
-Spike,
sei qui? – disse un po’ spaventata Dawn guardandosi intorno. Sentì dei rumori
provenire da dentro la grotta
–
Spike ti prego dimmi che sei tu –
La
voce le tremava ed era quasi sul punto di piangere, quando Spike fece capolino
davanti all’ingresso della caverna.
–
Entra muoviti – le disse con tono distaccato.
Dawn
lo raggiunse e lo guardò dubbiosa
-
dove andiamo Spike? – gli chiese ansiosa e un po’ angosciata.
–
Dove mi pare – rispose secco lui, mentre sul viso di Dawn si dipingeva amarezza
per il modo brusco in cui la stava trattando.
Spike
la guardò un attimo – a che pensi – le chiese
-
a Buffy e …saranno preoccupati –.
Spike
ebbe un moto di rabbia, sapeva che stava per dire Angel, ricordargli quel nome
non era stata una bella idea.
-
Non temere ho lasciato a tua sorella un biglietto in cui le dicevo di non
preoccuparsi e che eri con me –.
Dawn
lo guardò incredula – cosa hai fatto? – e sbarrò gli occhi pensando a Buffy in
quel momento. Lui sembrò cogliere al volo il suo pensiero e si adirò. La fissò
impassibile e poi con voce cupa le disse
-
vieni qui –
Dawn
si scosse dal torpore e si avvicinò al vampiro come un automa.
–
Cosa c’è briciola? Volevi tenere tutto nascosto? Volevi scoparmi senza che
nessuno lo sapesse –
e
una strana luce carica di disprezzo e amarezza attraversò gli occhi di Spike.
Dawn lo guardò come non capisse quello che lui stesse dicendo e il perché
stesse comportandosi così.
–
Io non so… -
ma
non terminò la frase perché Spike la interruppe e le disse secco
-
adesso spogliati, ho voglia di scopare –.
Dawn
rimase a bocca spalancata. L’ uomo che aveva di fronte non era lo Spike che
aveva conosciuto prima era un altro. Un mostro che la stava ferendo
deliberatamente.
-
Ma io –
Spike
la fulminò con lo sguardo e le disse sibilando
–
ricordi cosa ti ho detto briciola? “da oggi sei mia e stai con me, ho una sola
regola. Tu mi appartieni anima corpo e spirito, il tuo unico pensiero devo
essere io” e adesso spogliati avanti –.
Le
si fece vicino minaccioso, ma Dawn non si muoveva era come pietrificata. Lui
sbuffò stizzito e cominciò a sbottonarle la camicetta e poi le sfilò la gonna e
il resto della biancheria. Quando fu completamente nuda cominciò a squadrarla
dalla testa ai piedi, facendola arrossire e vergognare. Si sbottonò i pantaloni
e la sollevò facendole cingere i suoi fianchi con le cosce. E spingendola
contro la parete la penetrò, senza preliminari senza baci, come in un dejà –
vu. Un qualcosa già fatto tempo prima con lei, sempre lei: “la cacciatrice”, lo
perseguitava. Dawn stava piangendo, ma nonostante tutto il male che sentiva
dentro per il modo in cui lui la stava trattando, lei lo amò con dolcezza. E
mentre lui era in lei lo tenne abbracciato a se, stringendogli le mani attorno
alle spalle. Venne in lei e subito dopo si staccò bruscamente e si riallacciò i
pantaloni. Si passò la mano tra i capelli e le disse freddo accendendosi una
sigaretta
–
niente male ragazzina per una sveltina all’aperto –
e
emise un suono che sembrava un ghigno più che un sorriso.
–
Sei miracolosa mi è passato il mal di testa – poi si sedette su una roccia e
cominciò a fare anelli di fumo. Dawn piangeva in silenzio seduta in un angolo
incapace di dire qualcosa di arrabbiarsi e di uscire da quella situazione. Lui
si appisolò, doveva attendere la notte e il viaggio era ancora lungo doveva
riposare.
-
Svegliami appena cala il sole hai capito? – lei fece cenno di sì con la testa.
E come promesso appena il disco solare sparì dietro l’orizzonte lo svegliò. Lui
si stiracchiò e poi si alzò la guardò di sfuggita e inarcò il sopracciglio
accorgendosi che era pallida e che aveva gli occhi rossi. Probabilmente aveva
pianto per tutto il tempo. Ma poi distolse lo sguardo per non pensare e si
avviò alla macchina.
–
Su muoviti abbiamo ancora molta strada da fare –
Dawn
si alzò in piedi e gli chiese mentre era di spalle, non voleva guardarlo in
faccia.
-
Perché mi hai portata con te Spike? Perché ti comporti così? Cosa ti ho fatto?
Io non voglio venire con te, non più voglio tornare a casa –.
Spike
si infuriò, il suo viso si trasformò e si scagliò contro di lei.
-
Ma cosa pensi che puoi prendermi e mollarmi a tuo piacimento baby? Sapevi cosa
ero sin dalla prima volta che ti ho toccata e non mi è sembrato ti dispiacesse.
Ora ascoltami bene quando ti ho chiesto di venire con me, ti ho dato una
chance. Tu hai scelto di venire e adesso scordati di tornare a casa. Ora io
sono l’unica cosa che hai. E tu mi appartieni e farai esattamente quello che
voglio io, quando lo voglio io e come lo voglio io. Altrimenti te ne pentirai
–.
Poi
vedendo che lei era terrorizzata si calmò e riassunse la sua espressione umana.
-
Guarda che prima ho visto che ti è piaciuto, quindi briciola godi e del resto
fregatene. –
La
prese per mano le la condusse alla macchina. rimise in moto e si avviò verso la
strada deserta verso l’ignoto che solo lui sembrava conoscere. Anche quella
notte sarebbe passata in macchina. Dawn troppo stanca e soprattutto affranta in
seguito a quanto accaduto con Spike. Si addormentò quasi immediatamente, un
sonno agitato, tanto che si lamentò ad alta voce. Spike nel sentirla fu
strappato ai suoi cupi pensieri si voltò a guardarla era così piccola
raggomitolata nel suo sedile. E questa volta la sua espressione non era serena
anzi, era angosciata e molto triste. Gli fece male guardarla, perché sapeva di
essere lui la causa di quei lamenti, di quel dolore che le si leggeva chiaro in
viso. Le accarezzò la guancia con dolcezza come volesse chiederle perdono, lei
si mosse leggermente e lui ritirò subito la mano. Riprese la sua posizione al
volante e dopo averle messo addosso un plaid, continuò per la strada. Ormai
erano tre giorni che si andava avanti così di giorno ci si fermava in qualche
posto sperduto e di notte si viaggiava. Non l’aveva più toccata dalla grotta,
aveva addolcito un po’ il tono ma era sempre distaccato con lei e questo la
faceva soffrire. Il quarto giorno al tramonto arrivarono in un piccolo paesino
che sembrava preso da una cartoline. Piccole case bianche con tetti rossi e
siepi attorno ai giardini. La cosa che Dawn notò fu che non c’era nessuno per
strada era deserto e il silenzio innaturale. Il posto era curato non sembrava
abbandonato. Spike fermò la macchina davanti ad una di queste casette e uscì
dalla macchina, poi si chinò dal finestrino e le disse – su scendi siamo
arrivati –.
Dawn
si guardò intorno sospettosa, non sapeva dove fossero e sentiva che questo non
era un posto come dire “normale” e i fatti dovevano darle ragione. Di lì a poco
dalla casa uscì un demone che lei riconobbe subito, era Clem.
-
Ciao amico – gli disse con tono allegro.
–
Ciao Spike, finalmente sei arrivato ti aspettavamo ieri ed eravamo un po’
preoccupati – Guardò nella direzione di Dawn.
-
Ciao briciola – le disse sorridendo, ma Dawn lo guardava interrogativamente,
non capiva cosa ci facessero in quel posto e perché Clem aveva detto che lo
stavano aspettando.
–
Okay andiamo Dawn, questa per un po’ sarà la nostra casa - e le fece cenno di
entrare. Era carina, accogliente con il pavimento in legno lucido e in
soggiorno vi era un bellissimo tappeto arancio che si intonava alle tendine e
alle pareti gialle ocra. Le piaceva era allegro. Ricordò in quel momento di non
avere bagaglio, non aveva portato nulla con se, come avrebbe fatto. Clem
cogliendo al volo lo sguardo un po’ smarrito della ragazza le disse
-
Spike ci ha chiesto di procurarti tutto il necessario per la tua permanenza
qui, quindi mi sono permesso di acquistare dei vestiti per te spero ti
piacciano e ti vadano bene –
Dawn
lo guardò riconoscente e si avviò verso la stanza aprì l’armadio e vi trovò
giacche, jeans, maglie pantaloni. Tutto quello che occorreva, ma non poté non
notare che non erano della sua taglia e soprattutto erano i colori che
piacevano più a Buffy. Fu come ricevere un pugno nello stomaco. Quindi lui
progettava di portare via Buffy, non era lei che voleva. Abbassò lo sguardo e
si pentì amaramente di aver detto quel “Sì” senza pensare alle conseguenze.
Facendo finta di niente rispose a Clem
-
grazie sono bellissimi - e gli sorrise.
Al
demone non sfuggì quello sguardo e avendo intuito la delusione di Dawn. Cercò
di farle capire che le era vicino e che gli spiaceva sorridendole impacciato e
prendendole la mano per un attimo. Dawn lo ringraziò con gli occhi, in quel
momento aveva bisogno che qualcuno capisse il suo dolore e la sua amarezza. E
pensò che anche Spike aveva provato esattamente le stesse cose e che nessuno
gli era stato vicino, nessuno lo aveva capito nemmeno lei. Tornò in salotto,
voleva abbracciarlo, dirgli che lei lo amava e che non lo avrebbe mai fatto
soffrire, ma lui era andato via. Clem la guardò dispiaciuto ancora una volta e
le disse
–
Spike è Spike, piccola. Ci vuole pazienza e tempo – e poi la lasciò, pensando
volesse riposarsi e darsi una rinfrescata dopo il lungo viaggio.
Dawn
fece un bagno ma nemmeno un’ istante smise di pensare a lui, alla situazione e
a quello che sarebbe accaduto adesso. Era stanca ma voleva aspettare il suo
ritorno, si sedette sul divano ma incapace di tenere gli occhi aperti si
addormentò. Non si svegliò quando sentì la porta di casa aprirsi e richiudersi.
E nemmeno quando sentì due braccia forti sollevarla dal divano e condurla nella
stanza da letto, toglierle l’accappatoio e infilarle il pigiama.
E
nemmeno si svegliò quando nel sonno disse – Spike sei tornato? - e lo
abbracciò.
Lui
si stese accanto a lei e la tenne tra le braccia, gli piaceva guardarla
dormire. Le baciò la fronte teneramente e le disse
–
briciola io… - ma non riuscì a terminare la frase. Sospirò e voltò il viso
amareggiato verso la finestra a guardare la luna che ormai stava per tramontare
e lasciare il posto al sole. Poi spostò dolcemente Dawn da lui, chiuse le tende
e si stese comodamente sul letto. Non voleva che lei si svegliasse abbracciata
a lui. Dawn si svegliò a mattinata inoltrata, le tende erano chiuse e il sole
non filtrava.
–
Dove sono – disse cercando di ricordare, poi tutto le tornò alla mente e di
nuovo l’agitazione la pervase. Si voltò e lo vide addormentato sul letto. Le
sembrò così distante, così diverso dal caldo e passionale uomo che l’aveva
fatta diventare donna qualche mese prima. Abbassò gli occhi e si alzò. Aveva
fame. andò in cucina e si preparò la colazione, fece una rapida doccia e si
vestì per uscire. Lui si sarebbe svegliato tardi. Fece un giro per il paese era
davvero bellissimo e il faro era il suo angolo preferito. Incontrò alcuni
abitanti dello strano luogo.
–
Fantastico – disse tra se – una città di demoni – la guardavano e la indicavano
parlando sottovoce. Dawn si sentiva a disagio, tornò a casa. Lui era sveglio in
soggiorno con Clem che subito la salutò con un gesto della mano. Non fece in
tempo a rispondere
–
dove sei stata? – le chiese freddo.
–
Ho fatto un giro per il paese – rispose lei un po’ titubante, sapeva che
qualcosa non andava.
Sentì
i suoi occhi addosso.
–
Ascoltami bene briciola, te lo dico una sola volta, non voglio ripeterlo
capito? Prima di fare qualsiasi cosa. Prima di uscire da questa dannata casa,
devi chiedermi il permesso. Ci siamo capiti?–
Dawn
impallidì.
–
Che cosa? Io non… – ripeté con voce atona.
–Cosa
c’è non parli la mia lingua? Non capisci? Senza il mio permesso non vai da
nessuna parte, chiaro adesso? – e la domanda non prevedeva risposta.
Dawn
non replicò, sapeva lo avrebbe fatto adirare ancora di più. Distolse gli occhi
da lei, gli faceva male vederla così. Si avvicinò al frigorifero, prese un
boccale di sangue e lo ingurgitò d’un fiato. Clem lo guardò un po’ risentito
per il suo atteggiamento, ma Spike lo ignorò.
–
Andiamo Clem, abbiamo delle cose da fare –
Dawn
si sentiva piccola, e per la prima volta fu sollevata nel vederlo uscire da
quella porta. Calde lacrime le rigarono il viso, mentre cercava di ricordare lo
Spike di prima. Fuori in strada in quel momento Clem stava acidamente
rimproverando Spike.
–
Ma che ti prende? Sei impazzito per caso? Perché le hai detto quelle cose e
perché la tratti così? – Spike sollevò le spalle e continuò a camminare.
-
Spike rispondimi. Mi chiami in piena notte dicendomi di prepararti una casa e
di procurarti degli abiti per una donna speciale, e poi la tratti così? Non era
lei vero? Non era per lei, ma poi qualcosa è andata storta ed hai ripiegato su
di lei giusto?– lo riprese Clem con un tono deciso insolito per lui sempre così
mite e gentile.
–
Cosa ti importa Clem sono affari miei – ma Clem lo fissava in attesa di una
risposta.
–
Non lo so perché, va bene? Forse perché le donne vogliono essere trattate così.
Solo in questo modo ti rispettano e puoi tenertele –.
La
voce era dura mentre diceva queste parole. Clem lo fissò ancora più
intensamente e gli disse
–
se continui così la perderai come l’altra – a quelle parole Spike sussultò e lo
fissò stupito.
–
Beh ne troverò un’ altra, una vale l’ altra per me – disse poco convinto mentre
abbassava lo sguardo.
Clem
scosse il capo e si avviò per la strada dicendo – non c’è peggior cieco di chi
non vuol vedere, spero per te che quando riacquisterai la vista non sia troppo
tardi – e sparì dietro una casa.
Spike
rimase un attimo perplesso, poggiò le mani sui fianchi e sollevò lo sguardo al
cielo.
–
Oh bloody hell! – disse sospirando e tornò a casa.
Dawn
era seduta sul divano a guardare la tv distrattamente. Non parlò quando lui
entrò, non sapeva cosa dirgli se salutarlo o meno, non sapeva come le avrebbe
risposto. Lui fece finta di deporre ordinatamente lo spolverino
sull’appendiabiti ma in realtà cercava di perdere tempo. Aveva un po’ timore di
affrontare Dawn, sapeva che anche nel pomeriggio probabilmente aveva pianto e
sapeva che vederla abbattuta gli avrebbe fatto male. Poi alla fine si decise si
voltò e si diresse verso il divano. Lei gli fece posto e si irrigidì
impercettibilmente. Lui si sedette guardava la Tv ma in realtà pensava ad
altro. Lei non sopportava più quella situazione di indifferenza, si alzò e gli
disse secca e anche un po’ triste nel tono
–
buonanotte Spike – e si avviò verso la stanza.
Spike
stette qualche secondo seduto a decidere sul da farsi e poi si alzò di scatto e
le corse dietro in camera da letto. La raggiunse mentre lei si stava sfilando
la maglia. Dawn ebbe un moto di imbarazzo, non sentiva più intimità con lui, e
si coprì. Lui la guardò e fu stupito di quel gesto, ma in fondo lo aveva voluto
anche lui. Le si avvicinò lentamente pensando a quello che doveva dirle.
–
Dawn … - ma lei lo interruppe bruscamente.
–
Non voglio Spike, non più – e iniziò a singhiozzare.
–
Tu… - e il pianto la costrinse a interrompere la frase. Lui la raggiunse le
cinse la vita e la baciò con dolcezza.
–
Briciola mi spiace, piccola vieni qui – e la strinse a se.
–
Scusa sono stato orribile, io non volevo ma …. - e si interruppe come avrebbe
potuto dirle la verità. Come avrebbe potuto dirle che voleva vendicarsi di
Buffy e che la stava usando? Ma poi era veramente quella la verità?
–
Io ti amo Spike, e non ti lascerei mai, ma tu…. Non vuoi me, tu vuoi lei, e io
non ci posso fare niente –
il
pianto le offuscava la vista – anche i vestiti erano per lei, tutto qui era per
lei. Io sono solo un ripiego –.
Spike,
si irrigidì e strinse i pugni sentendo quelle parole, dio come aveva potuto
pensare di vendicarsi usando la piccola Dawn, come aveva potuto? Quelle parole
gli erano andate dritte al cuore. La strinse più forte e poi la baciò, le
accarezzò il viso e infine guardandola negli occhi come a chiederle un tacito
consenso, la sollevò e la stese sul letto seguendola. La guardò con tenerezza
era come soggiogato da quegli occhi, da quel volto così innocente e così dolce
che lo capiva e lo perdonava sempre. Perché negli occhi di lei adesso c’era
solo amore come la prima volta. Quando anche se aveva avuto paura non aveva mai
smesso di guardarlo con amore. O nella grotta quando era stato davvero un
mostro con lei, c’era sempre amore in lei. La tenne per un po’ tra le braccia
baciandola e carezzandole il viso non voleva forzarla o imporsi, non dopo
quello che le aveva fatto. Ma lei prese la sua mano e se la portò sul seno
fissandolo intensamente. Lui le sorrise e poi con tenerezza lentamente infilò
la mano sotto la maglia e cominciò a carezzarle il seno.
–
Mi sei mancata piccola lo sai – le sussurrò all’orecchio.
–
Ho tanta voglia di te –
lei
sorrise emettendo un gemito per il tocco sensuale con cui Spike le stava
massaggiando il seno e rispose – anche tu amore. Ti voglio adesso – e lo baciò
con passione.
La
mattina seguente, Spike si svegliò contento come non gli capitava ormai da
tantissimo tempo. I giorni che seguirono furono splendidi, facevano lunghe
passeggiate al chiaro di luna e il giorno lo passavano a letto a fare l’amore.
Lui era tornato premuroso e gentile come prima, se non di più poi una sera,
tutto cambiò. Spike si svegliò ed ebbe un attimo di smarrimento quando non la
vide accanto a se nel letto. E non c’erano più nemmeno alcune sue cose. Si alzò
di corsa indossò i jeans e corse in soggiorno ma di Dawn alcuna traccia. Uscì sul
portico coperto da tende scure appositamente organizzato per lui. In quel
momento vide Clem che percorreva il viale avanti e indietro, come indeciso sul
da farsi.
–
Clem – gli urlò – hai visto Dawn? –
Clem
gli sorrise impacciato, sembrava sul punto di sprofondare ed aveva la fronte
sudata.
–Spike
ti devo dire una cosa, ma sarà meglio che tu ti sieda e che ne parliamo con
calma “Amico” – E sottolineò la parola amico.
Spike
capì che era accaduto qualcosa – sputa il rospo gli disse adirato – che è successo
–.
Clem
sembrava esitare.
–
Avanti parla per tutto il sangue dell’ inferno, Clem – Il demone sospirò e si
decise.
–
Questa mattina Dawn è venuta da me voleva farti una sorpresa un dolce sai di
sangue e smash mellows. Che ti piacciono tanto magari anche aggiungendo della
panna che adoro a dire il vero – Spike sembrava esasperato da quelle inutili
informazioni.
–
Clem possiamo attenerci ai fatti per favore? Dov’è Dawn – scandì le parole.
–
Sì, si ci sto arrivando – il demone sembrava un po’ intimorito.
–
Bene mentre era da me ha visto il telefono e mi ha chiesto se poteva chiamare
la sorella. Beh si sono parlate, non so cosa lei gli abbia detto ma Dawn era
sconvolta. Ha iniziato a piangere e io ho cercato di sapere cosa avesse lei mi
ha solo detto “un souvenir solo un souvenir”. Mi ha guardato con quegli occhi
così tristi e mi ha detto: “io devo andare Clem. Dimmi come ti prego?”.
Spike
divenne pallido – Oh bloody hell, maledizione il biglietto devo spiegarle – poi
riflettendo un attimo sembrò sollevato.
-
Bene allora dov’ è? Non può uscire dalla città senza che le venga indicata la
strada giusta. È qui? – Clem aveva abbassato lo sguardo, Spike roteò gli occhi.
–
Accidenti Clem rispondimi cosa hai combinato? –
Clem
deglutì – beh era così triste, piangeva e tu mi hai detto che non ti importava
nulla. Mi dispiaceva vederla soffrire. Così l’ho accompagnata alla prima
fermata degli autobus e… – e non continuò.
–
Oh maledizione Clem, accidenti a te come hai potuto? Cosa ti è saltato in mente
di prendere sul serio i miei discorsi. Oh bloody hell. Io amo Dawn lo capisci?
Lei è la parte migliore di me gr e adesso come faccio? Sicuramente sarà tornata
da sua sorella, la metteranno contro di me capisci? Dio se non riesco a
spiegarle tutto se lei non torna con me io… sono perduto questa volta –
e
senza dire altro corse alla macchina e partì a razzo diretto a Sunnyhell, come
la chiamava lui. Lasciando Clem dispiaciuto ma allo stesso tempo contento di
non essere stato ucciso dal vampiro.
Giunse
a Sunnyhell che era notte si appostò vicino casa Summers, e scrutò dalle
finestre. La vide era così pallida e così triste che gli si strinse il cuore.
Doveva assolutamente parlarle, attese che tutti andassero a dormire e salì di
sopra nella stanza di Dawn attento a non far rumore. Ma appena entrato la luce
si accese. In piedi nella stanza vi erano Buffy e Angel che lo fissavano con
odio
–
Bene la famigliola felice al completo – disse sulle difensive Spike
–
Ti aspettavamo – disse fredda Buffy.
–
Adesso Spike avrai quello che meriti per quello che hai fatto a me e a Dawn – e
gli si scagliò contro colpendolo con tutta la rabbia e violenza di cui era
capace. Lui non reagì se non parando i colpi che poteva. Stava per impalettarlo
quando una voce da dietro di loro gli fece fermare.
–
Basta fatela finita – era Dawn.
–
Lascialo Buffy –
Buffy
si alzò non riusciva a capire il perché – ma Dawn dopo quello che lui…-
Dawn
la interruppe – ho detto basta Buffy non voglio pensarci è finita. Voglio solo
che lui sparisca per sempre dalla mia vita –
Buffy
le rispose sospirando – va bene come vuoi tu Dawn – poi rivolgendosi con voce
sprezzante a Spike – bene hai sentito sparisci o la prossima volta non finirà
così -.
Lui
era rimasto a fissarla sconvolto, era così bella così fredda, come sua sorella
e gli fece male il ricordo del suo sguardo innamorato e avvolgente che lo
riscaldava e gli faceva quasi sentire di nuovo il battito del suo cuore.
–
Dawn – disse e sconsolato uscì dalla finestra.
Nella
sua cripta Spike faceva avanti ed indietro era disperato. Quando entrò Clem.
–
Ancora tu – gli disse Spike seccato.
–
Cosa vuoi ancora? Se tu non l’avessi lasciata andare adesso io avrei chiarito
avrei potuto…lei avrebbe capito e anche se non avesse capito non avrebbe avuto
scelta sarebbe rimasta con me. E al limite avrei potuto vampirizzarla e legarla
a me per sempre –
Clem
lo guardava dispiaciuto sapeva quanto adesso stesse soffrendo e cercò di
aiutarlo.
–
Puoi ancora Spike, ed io se posso e se vuoi cercherò di aiutarti –.
Spike
abbassò lo sguardo per un attimo e poi si riprese sospirò e guardò dritto
davanti a se.
–
Io ci riuscirò, questa volta nessuno me lo impedirà, lei tornerà con me. Lei mi
ama e tornerà con me dovessi sfidare tutti i diavoli dell’inferno. Te lo giuro
che lo voglia o no lei tornerà con me –
I
giorni trascorrevano lenti a casa Summers, Dawn era guardata a vista da Angel e
da Buffy, che erano preoccupati per lei da quando era tornata era strana.
Taciturna e sempre pensierosa come avesse un peso che la opprimeva. Anche Spike
però la osservava nella speranza di trovare il momento giusto per parlarle per
spiegarle come erano andate le cose e chiederle perdono. Ma non era semplice
con le due guardie del corpo sempre vigili. Così si decise a chiedere aiuto a
Clem che era ben visto dai demoni della città essendo un tipo leale e gentile,
nessuno gli avrebbe mai torto un capello. Chiese ad un demone invisibile di
andare da Dawn e di lasciarle un messaggio di Spike. Il demone fece come
promesso ma poiché era invisibile nella stanza di Dawn guardando di qua e di là
trovò qualcosa di molto interessante che subito riferì a Clem. Spike era seduto
sul divano della sua cripta, al buio a riflettere. Quando qualcuno irruppe
spalancando la porta. Era Clem, era incredulo non era da lui comportarsi in
quel modo
–
Che è successo? - gli chiese agitandosi….Poco dopo uno Spike sconvolto usciva
di corsa dalla cripta.
Quella
sera Buffy e Angel erano fuori, la loro prima uscita dopo il ritorno di Dawn.
Avevano lasciato Willow con lei, stavano guardando un film. Quando la porta si
spalancò e Spike fece irruzione nella stanza. Willow era saltata letteralmente
dalla poltrona e con voce acida disse – che ci fai qui vattene o dovrò farti
molto male Spike –.
Spike
non la guardò nemmeno, era intento a fissare lei seduta sul divano che lo
guardava incredula e un po’ spaventata
-
Dawn devi ascoltarmi adesso – lei scosse il capo.
–
No non abbiamo nulla da dirci, non più – ma Spike era come non l’ascoltasse.
–
Tu devi sapere devi capire –
Willow
gli si parò davanti furiosa – ti ho detto va fuori di qui Spike adesso, lei non
vuole parlare con te –.
Dawn
era agitata.
–
Rossa calmati non voglio farle niente, voglio solo parlare –
Willow
non si mosse – non avete nulla di cui parlare –
Spike
che non aveva mai tolto gli occhi di dosso a Dawn la guardò ancora più
intensamente.
–
Oh si che abbiamo qualcosa di cui parlare vero tesoro? – e abbozzò un mezzo
sorriso. Dawn che sino ad allora aveva evitato il suo sguardo, lo fissò
sgranando gli occhi.
–
Io, io .. – balbettò
–
Avanti Dawn cosa pensi di fare? È mio non puoi tenermi fuori, non te lo
permetterò –
Dawn
si alzò di scatto dal divano e rispose con le lacrime agli occhi.
–
No! tu non sei niente. Niente! stai fuori dalla mia vita. Io e te non abbiamo
nulla in comune, niente capito – disse urlando e tremando di rabbia.
Willow
si preparava ad usare la magia, stava per pronunciare una formula quando le
parole di Spike l’ammutolirono.
–
Oh no qui ti sbagli, lui è mio figlio non ti permetterò di portarmelo via Dawn
mai! –
Willow
lo guardò incredula – ma cosa stai… - non finì la frase.
Guardò
Dawn in cerca di una smentita a quelle parole, ma Dawn abbassò lo sguardo
imbarazzata. – Oh mio dio – fu solo capace di dire e si sedette sul divano
allibita.
–
Come hai fatto…? – domandò Dawn.
–
Cosa pensavi di potermelo nascondere? –
Dawn
tentò un’ultima carta
–
Come fai a sapere che è tuo … tu sei…tu non puoi… potrebbe essere … -
Lui
la interruppe brusco.
–
Forse perché sono stato il primo? Forse perché sono un vampiro e avrei sentito
l’odore di un altro su di te? O forse perché non credo alle gravidanze per
opera dello spirito santo? Fai te, ma lui è mio di questo sono certo. Come tu
sei mia Dawn –
Dawn
ebbe un fremito a quelle parole.
–
Ora ascoltami briciola – ma Dawn non voleva ascoltarlo.
–
No io non sono tua – disse secca – e non voglio ascoltare nulla –.
Spike
sospirò.
–
Oh bloody hell possibile che siate tutte testarde voi Summers, va bene come vuoi
tu briciola – e si avviò alla porta seguito da Willow che voleva assicurarsi
che il vampiro uscisse e chiudere la porta dietro di lui. Ma appena aperta la
porta un demone saltò addosso a Willow dicendole
–
mi scusi signorina, niente di personale – e la imbavagliò piantandole gli occhi
addosso e ipnotizzandola per impedirle di fare magie. Poi lui si voltò verso
Dawn che era rimasta immobile, non rendendosi conto subito di quello che stava
accadendo. Lo fissò, lanciò un urlo e corse verso la cucina sarebbe uscita dal
retro. Spike la seguì senza affrettarsi. Appena uscita fu bloccata da altri due
demoni, uno dei quali era Clem.
–
Clem – disse lei con stupore, lui abbassò o sguardo, si vergognava come un
ladro ma non mollò la presa. Spike gli raggiunse subito dopo.
–
Bene tutto secondo i piano, adesso in macchina presto – e prese Dawn per la
vita mettendole una mano sulla bocca per non farla urlare.
–
Tesoro mi spiace, ma sapevo non avresti voluto ascoltarmi e io ho bisogno di
parlare con te da solo. Perdonami – e la trascinò in macchina. Prese un paio di
manette e la legò al cruscotto davanti, poi mise in moto e partì verso il
deserto.
–
Lasciami andare, non lo capisci non ti amo più, non ti voglio più è finita –.
Spike
la guardò torvo – e il bambino? –
Dawn
esitò un attimo e poi rispose – non sono affari tuoi deciderò io cosa fare –
Spike
la guardò con rabbia.
–
Cosa vuoi dire? Cosa credi di fare Dawn? pensi davvero che te lo permetterò?
Sei pazza se lo pensi –
Dawn
era esasperata non avrebbe retto a lungo quella situazione.
–
Cosa vuoi ancora da me? Hai avuto quello che volevi, ti sei vendicato. Ora
lasciami in pace –
Urlò
fuori di se. La macchina si fermò era buio Dawn non capì dove si trovasse.
–
Dove siamo? Cosa hai intenzione di fare? Buffy mi troverà e ti ucciderà –
Spike
la guardò dritto negli occhi e le chiese a brucia pelo
–
è questo quello che vuoi? Vuoi che lei mi uccida? –
Dawn
abbassò lo sguardo, non poteva mentirgli guardandolo negli occhi e poi disse a
bassa voce
–
si –
Lui
sorrise, era ancora la sua Dawn. Le sollevò il viso con un dito e le carezzò
una guancia.
–
La mia briciola – disse e le posò sulle labbra un bacio dolcissimo e tenero.
–
Andiamo adesso – uscì dalla macchina aprì lo sportello di lei e la slegò. La
prese delicatamente per un braccio. Al contatto Dawn sussultò, era dall’ultima
volta che avevano fatto l’amore che non la toccava. Dall’ espressione di lui
Dawn capì che anche lui stava pensando alla stessa cosa ed arrossì mentre lui
sorrideva divertito. E la portò dentro. Era una piccola casa di 3 stanze ma
Dawn non ricordava di averla mai vista prima, in quella strada.
–
Ma quando l’hanno costruita? – chiese dubbiosa.
–
E’ da sempre qui, solo che è visibile solamente a un tipo di demoni –
Dawn
finalmente capì
–
Clem – disse.
Lui
fece cenno di sì con la testa.
–
Qui staremo tranquilli per un po’ così potremo chiarire le cose – e si sedette
su una poltrona passandosi la mano tra i capelli e cercando di trovare le
parole da dove iniziare. Dawn era rimasta in piedi approfittando del suo
momento di rilassamento si girò e cercò di aprire la porta, ma questa rimase
chiusa. Eppure le era sembrato che Spike non l’avesse chiusa a chiave. Spike
rise e le disse mentre lei era ancora voltata
–
Dawn questa porta si apre e si chiude solo se sono io a farlo, ho chiesto a
Clem di farmi questo favore quindi … è inutile, dai siediti devo parlarti
adesso –
Dawn
rassegnata si girò e si sedette in un angolo ansiosa di uscire da quel posto,
era pericoloso per lei stare da sola in una stanza con Spike. E lo sguardo di
lui, pieno di desiderio e di voglia di lei, le confermavano i suoi timori. Non
perché avesse paura che lui potesse farle del male, ma perché non si fidava
delle sue reazioni e non voleva cedergli così, non era giusto e dignitoso per
lei. Lo guardò di sottecchi, cercando di nascondere il suo rossore, ma come
sempre non riuscendoci.
Lui
sorrise ma voleva prima chiarire tutto.
-
Okay tesoro bene iniziamo dal biglietto, so che Buffy te ne ha parlato al
telefono a casa di Clem, quella mattina dopo che noi … - e non proseguì la
frase ma la guardò con una tale intensità da farla sentire nuda.
–
Mi spiace aver scritto quelle cose a Buffy, io volevo solo vendicarmi io volevo
che lei soffrisse almeno la metà di quello che avevo sofferto io. Allora io non
sapevo, ancora non avevo capito….- e si interruppe un attimo…
–
Non avevo capito che già ti amavo e che volevo stare con te per davvero. Quel
giorno quando ti ho chiesto di venire con me e tu mi hai detto “sì”, non so
dentro di me qualcosa di furioso si è scatenato. E nella grotta io volevo farmi
odiare da te, sarebbe stato più facile farti del male. Ma quello che non volevo
ammettere e che quello che mi aveva fatto infuriare era il fatto che tu mi
amassi e che fossi pronta ad abbandonare il tuo mondo per seguire me. E perché
non volevo ammettere che anche io ti amavo. Avevo paura per la seconda volta
ero in balia di una donna, anzi nel tuo caso di una ragazzina. Che mi faceva
perdere completamente la testa. In te vedevo me stesso e avrei voluto, oddio
non so nemmeno io cosa avrei voluto. Poi tu eri così triste così silenziosa,
accondiscendente che mi facevi star male. Più volevo odiarti con tutte le mie
forze, più mi innamoravo di te. – disse tutto d’un fiato e poi la guardò per
vedere la sua espressione.
Dawn
era rimasta silenziosa, ma non sembrava scomposta da quelle affermazioni. Spike
aspettò qualche minuto una risposta.
–
Allora Dawn hai sentito? –
Dawn
lo fissò e disse – si ho sentito, ma non mi interessa più adesso – e rimase
ferma.
Spike
sembrò incredulo, non poteva averla persa, lui era convinto fosse ancora la sua
briciola.
–
Dunque mi stai dicendo che di me non ti importa più niente vero? – e la fissò
con intensità.
Lei
rimase immobile – si esatto – scandì le parole guardandolo.
Spike
si alzò in piedi e continuò a fissarla.
–
Va bene d’accordo vediamo se è vero e con un balzò le fu davanti le afferrò il
polso e la sollevò, l’attirò a se e la baciò. Dawn cercò di sottrarsi a
quell’abbraccio ma lui glielo impedì, la teneva stretta. Quando le loro labbra
si separarono, Dawn ansimava e tremava per l’emozione. Lui rise.
–
Mm e così di me non ti importa gusto? –
Dawn
arrossì violentemente e cercò di divincolarsi dibattendosi.
–
Lasciami, basta, ti ho detto di lasciarmi –
Calde
lacrime le scendevano lungo le guance, ma Spike non la mollò anzi la strinse
più a se e cominciò a dondolarsi mentre la baciava sempre più intensamente.
Dawn cercava di respirare e di riuscire a liberarsi, ma non otteneva grandi
risultati. Infine lui la sollevò e la portò nella stanza da letto e le sussurrò
– ora vedremo quanto ti sono indifferente tesoro -.
La
depose sul letto e cominciò a spogliarla, mettendosi a cavalcioni su di lei per
evitare che lei si dibattesse. Danw sentiva le sue mani sul suo corpo,
desiderava sentirlo, desiderava farsi amare da lui ed amarlo. Ma le parole di
quel biglietto, le si erano impresse a fuoco nella mente e le facevano male.
Erano completamente nudi adesso ma lui non voleva fare come nella grotta,
voleva fosse lei a chiederlo, a desiderarlo. Così cominciò ad accarezzarla,
toccarla per eccitarla, conosceva bene il suo punto debole, e lo sfruttò. Forse
non era giusto ma in amore e in guerra non esistono regole tutto è permesso e
lui questa guerra non l’avrebbe persa a nessun costo. Così cominciò a
mordicchiarle e baciarle il seno. Dawn rispose con tutto il suo corpo a quei
morsi e a quelle carezze. Lo desiderava e non era in grado di resistergli
ancora a lungo, così inarcò la schiena e gli si offerse completamente. Spike
sorrise era sempre lei e gli apparteneva come la prima volta.
-
Parlami Dawn - le sussurrava all’orecchio tra un bacio e l’altro.
–
Dimmi che mi vuoi ancora. Dimmi che sei mia –
Dawn
esitava ma lui la stava facendo impazzire, gli avrebbe concesso qualsiasi cosa
in quei momenti.
–
Dimmelo Dawn - la implorava lui mentre lei cercava di liberarsi.
–
Spike, lasciami.. io…Spike ….. bas…ta –
Lui
la interrompeva con i suoi baci. Ad un certo punto lui si staccò un attimo da
lei e la fissò intensamente.
–
Dimmi che non mi ami, adesso guardandomi negli occhi –
E
attese. Dawn distolse lo sguardo e stava per dire qualcosa quando lui la
interruppe nuovamente
–
No guardami mentre lo dici – e le fece giare la testa nuovamente verso di lui. Dawn
si sforzò di dirlo ma le parole restavano in gola, non uscivano dalla bocca.
Così alla fine rinunciò e rimase muta. Spike le accarezzò la guancia e le
sorrise dolcemente.
–
Adesso dimmelo Dawn - e alla fine lei lo disse in un sussurro
–
Si sono tua – e lo baciò. Spike fu come rinato dopo quella frase, era impazzito
di gioia e fece l’amore con foga, desiderio e passione come mai in vita sua.
Quando esausti si accoccolarono l’uno tra le braccia dell’altro era quasi
l’alba. Dawn preoccupata chiese – e adesso? –
Spike
la guardò, sentiva la sua ansia – non temere briciola non permetterò a nessuno
di separarci mai. Capito. – e la baciò ancora. Avrebbe sfidato l’inferno e
persino Buffy pur di difendere lei e il suo bambino. Nessuno glieli avrebbe
strappati, nessuno questa volta doveva osare separarli, lui non lo avrebbe mai
permesso.
Al
tramonto si alzarono fecero ancora l’amore e si prepararono ad uscire, ad
affrontare il mondo là fuori che di sicuro avrebbe cercato di ostacolarli e di
separarli con qualsiasi mezzo.
Erano
diretti a casa Summers dovevano affrontare le conseguenze di quello che era
successo. Spike sapeva che per lui sarebbe stato un brutto quarto d’ora. Ma
giunti nei pressi del cimitero si imbatterono proprio in Buffy e Angel che
erano andati alla loro ricerca. Dopo il primo momento di stupore Buffy le corse
incontro e senza dire nulla sferrò un pugno dritto sul muso di Spike che cadde
a terra. Dawn allora si frappose tra loro, e Buffy restò incredula di fronte
all’atteggiamento protettivo di sua sorella. Sopraggiunse Angel che accecato
dall’ira a sua volta si scagliò contro il vampiro biondo e cominciò a colpirlo
violentemente. Buffy e Dawn iniziarono a discutere animatamente.
–
Buffy fermati lascialo stare –
Buffy
era furiosa – come? Cosa dici? Sei forse impazzita dopo tutto quello che ti ha
fatto lo difendi ancora? –
Dawn
aveva serrato i pugni – perché lui mi ama e io amo lui –
Buffy
era allibita, come poteva sua sorella amare quella cosa senz’anima.
–
Cosa? Tu sei davvero impazzita Dawn, ti rendi conto di quello che stai dicendo?
Lui è un assassino una cosa malvagia, non ha anima né coscienza. Dawn ti prego
torna in te –
Dawn
la guardò con disprezzo.
–
Buffy sei davvero malvagia a volte, credi davvero che l’indole, il carattere
l’essenza stessa di una persona dipenda solo dall’anima? Beh secondo me ti stai
sbagliando, lui è buono lui è… -
Buffy
l’ aggredì urlando – lui non può darti niente lui non potrà mai renderti felice
–
Dawn
la fissò e le disse calma – però Angel fa felice te vero? E poi oramai io gli
appartengo aspettiamo … -
Buffy
disse secca – tu non avrai quel bambino mai capito –
Spike
in quel momento scaraventò Angel dall’altra parte della siepe e disse
–
questo non te lo permetterò mai Buffy, mai! Quel bambino è mio e tu non me lo
porterai via – e assunse il volto della caccia. Dawn cercò di fermarli, ma
Buffy la spinse via e cominciò a lottare con Spike. Mentre Angel si rialzava
intontito.
…..Poi
un urlo di dolore e tutti si voltarono fermandosi, dietro di loro un demone
aveva attaccato Dawn trafiggendola con una punta affilata. Spike spalancò gli
occhi e si lanciò contro il demone urlando come un pazzo
–
no, Dawn no –
Buffy
era sconvolta – Oh mio Dio, Dawn! –
Angel
ripresosi ancora non si era reso conto dell’accaduto. Spike con due movimenti
rapidi delle braccia spezzò il collo del demone e si precipitò verso Dawn che
si era accasciata al suolo lamentandosi.
–
Amore, ti prego amore non lasciarmi ti prego no. Non puoi non adesso lo hai
promesso – e la guardava disperato come se con lei stesse morendo per la
seconda volta anche lui. Buffy piangeva incapace di dire altro se non
–
Dawn, no Dawn io non volevo io …-
Angel
in piedi accanto a loro taceva, aveva visto tanti morire e sapeva che le parole
erano inutili. Dawn riaprì gli occhi era mortalmente pallida, e sorrise
lievemente. Un sorriso che già sapeva di morte.
–
Buffy ti prego non fargli del male io lo amo – disse solamente.
–
Lui è mio. E’ la cosa più preziosa, più vera che ho –.
Poi
guardando Spike disse
–
Ti amo, sin dal primo istante che ti ho visto io ti ho amato –
Spike
piangeva come un bambino, e mormorava frasi sconnesse, mentre Buffy si sollevò
e si gettò tra le braccia di Angel.
Fu
allora che Spike urlò – No questa volta no, io non lo permetterò. Io ti salverò
Dawn, io non ti lascerò morire non così, non adesso, dobbiamo fare tante cose.
dobbiamo ancora vedere tante cose. Briciola ti prego non lasciarmi – e si portò
le mani sul viso, gli sembrava di impazzire. Dawn ormai debolissima gli
sussurrò
–
non si ottiene tutto dalla vita amore, io ho avuto te e questo è già
tantissimo. Ricordalo sempre amore, io sarò tua per sempre – e sospirò
lentamente, mentre sentiva la vita scivolare via dal suo corpo. Spike era
disperato ancora una volta la vita gli portava via ciò che amava di più a
questo mondo. E ancora una volta lui era lì e non era stato in grado di
salvarla. Poi improvvisamente i suoi occhi si illuminarono. Si posarono sul
volto ormai quasi cadaverico della sua piccola Dawn e avvicinandosi al suo orecchio
le sussurrò
-
Perdonami amore ma io non sono pronto a rinunciare a te – e infilò i suoi
affilati canini nel tenero collo di Dawn, che sussultò impercettibilmente a
quel tocco leggero e freddo. Velocemente Spike si aprì una vena sul polso.
–
Bevi! piccola e torna da me ti prego, resta con me non lasciarmi, hai promesso.
Io non ce la farò senza di te. Bevi amore ti prego. –
Accostò
le labbra al liquido rosso e lei iniziò a succhiare dapprima lentamente e poi
sempre più avidamente e poi morì. Spike respirava affannosamente cercando di
evitare che Buffy e Angel si accorgessero di quello che stava accadendo. Angel
era troppo preso, nel tentativo di consolare la povera Buffy in preda ad un
pianto inconsolabile, che non si accorsero di nulla. Quando tutto fu compiuto,
Spike sollevò Dawn tra le braccia e disse loro senza guardarli in viso.
–
Lei è mia per sempre non la lascerò. Dovrete uccidermi per strapparla dalle mie
braccia –
Angel
stava per dire qualcosa ma Buffy lo fermò.
–
No Angel, è stata Dawn a dirlo prima di… - e si interruppe mentre gli occhi le
si riempivano nuovamente di lacrime. Spike allora si allontanò da loro diretto
alla sua cripta, dove presto una nuova Dawn si sarebbe risvegliata a nuova non
vita. Anche se in lui mille dubbi e vecchie paure e ricordi si insinuarono
sottili. La depose dolcemente sul suo letto e la coprì con un caldo plaid
bordeaux. Le si stese accanto e cominciò a massaggiarle dolcemente le braccia,
guardandola attentamente in viso per scorgere in lei segni di vita, o di non
vita. Non importava, quello che importava è che era con lui e che lo sarebbe
rimasta, non lo avrebbe lasciato mai. Poche ore dopo Dawn riaprì lentamente gli
occhi, si sentiva strana e soprattutto molto debole. Si guardò attorno e
riconobbe subito la cripta di Spike, era debolissima. Intravide la sagoma di
qualcuno accanto a lei.
–
Ben svegliata tesoro, come ti senti? Non ti muovere sei ancora molto debole – e
la baciò lentamente. Dawn sentì come un crampo allo stomaco, una strana
sensazione che non era fame. Spike la osservò e capì al volo.
–
amore sei stata ferita molto gravemente da un demone –
Lei
lo fissava incredula era troppo debole per parlare.
–
Ma adesso è tutto passato, adesso sei qui con me e non ci lasceremo più –
Poi
con delicatezza le sfilò i pantaloni, e la maglietta e a sua volta si spogliò.
Dawn seguiva i suoi movimenti anche se non ne capiva il senso, lui le si stese
nuovamente accanto e le sussurrò dolcemente
–
Adesso faremo l’amore, piccola e saremo uniti per sempre – e la baciò
teneramente e la fece nuovamente sua. Ma questa volta fu diverso lo sentì
dentro di lei, e parte di lei. Era come se i loro due esseri si fondessero in
uno solo. Infine arrivò il piacere con un’intensità mai provata prima. Dopo
l’amore venne il momento del sangue e Spike attese qualche istante e poi le
mostrò il collo. Sulle prime Dawn non capì cosa Spike volesse dire, ma poi
sentì il sangue pulsare nelle sue vene e il richiamo del suo sire fu forte e
addentò il suo collo. Spike emise un gemito e si senti perso in quell’
abbraccio. Dawn lentamente si stava riprendendo e si stava rendendo conto di
quello che era accaduto, anche se in modo confuso. Dopo aver bevuto ricadde
supina sul cuscino, in un sonno profondo, lui la coprì nuovamente stringendola
al petto. Quella notte aveva davvero rischiato di perderla, anche se qualcosa
nella sua mente gli diceva che poteva ancora perderla. Doveva aspettare per
sapere cosa sarebbe stata questa nuova Dawn e se lo avrebbe ancora amato oppure
odiato. Ma non voleva pensarci adesso, era lì abbracciato alla donna che amava,
e lei gli apparteneva per sempre. Chiuse gli occhi e si addormentò.
Quando
si risvegliò era giorno, allungò la mano accanto a se ma non sentì Dawn. Si
alzò di scatto e si guardò intorno, si avvolse nel lenzuolo e andò a cercarla.
La trovò in piedi davanti all’ingresso, la porta aperta e lei immobile di
spalle.
–
Dawn amore cosa fai? – le chiese preoccupato.
–
Cosa è successo? Cosa è accaduto? – chiese lei spaventata.
Lui
fissò la sua figura, sapeva che il momento della verità era arrivato – tesoro
stavi morendo io… - e si interruppe non sapeva come dirglielo che termini
usare.
Dawn
si voltò di scatto e lo fissò, uno sguardo perso – tu cosa? – disse con un fil
di voce, ma era solo una domanda retorica, dal suo volto si capiva che sapeva.
Spike
abbassò lo sguardo – mi spiace – rispose.
Lei
si avventò contro di lui e cominciò a colpirlo con i pugni e a piangere.
–
Perché? Perché lo hai fatto? Io … io … rivoglio il sole –
Urlò
disperata mentre si accasciava al pavimento. Spike fece una smorfia di dolore,
ancora una volta aveva fallito, aveva perso. La guardò ancora e si disse che
questa volta no, non avrebbe seguito le regole di nessuno. Solo le sue, si
inginocchiò accanto a lei e le accarezzò il viso.
–
Dawn ti prego non avevo altra scelta – lei cercò di allontanarlo, ma lui le
trattenne i polsi e la baciò, lei cercò di opporsi ma qualcosa in lei glielo
impediva. La costringeva anche contro la sua volontà ad assecondarlo e fu di
nuovo sua lì sul pavimento freddo della cripta. Le sembrò una strana
sensazione, non aver freddo.
Accoccolata
sul suo petto gli disse – al tramonto andrò via –.
Lui
ebbe un moto di stupore e disse – ti prego resta con me, me lo avevi giurato –
Dawn
rispose – questo era prima adesso è tutto diverso. Io me ne andrò via per
sempre –
Spike
avvertì un brivido a sentire la parola “per sempre” lui sapeva cosa
significasse e poi sospirò rassegnato e le disse calmo – sai che non te lo permetterò
Dawn. Tu sei mia e che lo voglia o no resterai con me. Io non posso stare senza
di te –
Dawn
lo guardò e gli disse – mi ami Spike? –.
Lui
fece cenno di sì – certo che ti amo briciola –.
Una
luce illuminò gli occhi di Dawn – allora lasciami andare – rispose seria.
–
No! – esclamò lui – chiedimi qualsiasi cosa ma non questo. Sono disposto a
concederti tutto quello che vuoi, ma non ti lascerò mai. Capito mai! – e la
baciò ancora una volta.
Dawn
nonostante volesse sottrarsi a quel bacio, lo ricambiò con ardore e anzi gli
cinse le spalle con le braccia per attirarlo ancora più a se, e tutto questo le
sembrava inspiegabile e assurdo. Lui sorrise e continuò a baciarla sempre con
maggior passione e desiderio. Il giorno era ancora lungo avevano tempo pensò e
la riportò a letto.
Era
buio e Spike e Dawn stavano facendo ancora l’amore. Spike sembrava
instancabile, animato da un fuoco inestinguibile che faceva si che più la
possedeva più la desiderava. Era stato delicato, dolce, non voleva far del male
al bambino, al suo bambino. Dawn si era accoccolata sul suo fianco era esausta
ed affamata. Spike si alzò dal letto di malavoglia, ma sapeva che era
necessario e le disse – amore adesso vado a prenderti da bere, torno presto. Tu
mi raccomando resta qui sei troppo debole per andartene in giro da sola di
notte e pensa al nostro bambino – poi le baciò teneramente le labbra e uscì
dalla cripta. Poco dopo Dawn si alzò dal letto faticosamente indossò i suoi
vestiti e si diresse alla porta della cripta. L’aprì ma una forza sconosciuta
le impediva di attraversare la soglia, nonostante tutti i suoi sforzi. Poi udì
un ghigno provenire dall’oscurità ed una donna bruna alta bellissima apparve
davanti alla cripta.
–
Povera piccola, che cosa c’è non riesci ad uscire di casa? – di nuovo quel
ghigno.
–Cosa
vuoi dire? – rispose sarcasticamente Dawn.
–
Non hai ancora capito vero? – Dawn la guardò incredula.
–
Lui è il tuo sire vero? – Dawn non rispose e la donna prese il suo silenzio per
un si e continuò.
–
Non puoi opporti a lui, tu gli appartieni sei una sua creatura, e lui ti
dominerà sempre. – poi la fissò beffarda.
–
Ma se vuoi potrei aiutarti io…- e sorrise suadente.
Dawn
sgranò gli occhi e le fece cenno di si. Allora lei le tirò un pugno
violentissimo e la fece cadere riversa sul pavimento poi la sollevò e la portò
via con se. Spike tornò poco dopo e vedendo che Dawn non c’era si spaventò. Non
poteva aver resistito alla sua volontà, era accaduto qualcosa lo sentiva. Si
concentrò e la richiamò dentro di se. Dawn si svegliò era chiusa in una grotta
chissà dove. Si sentiva sperduta poi sentì il richiamo di lui a cui non poteva
resistere. Ma era legata, e non poteva raggiungerlo, e inconsciamente senza
rendersene conto iniziò a rispondere al suo richiamo. Spike l’avvertì distintamente
e corse inseguendo quell’eco. Un demone girava attorno alla sedia a cui era
legata Dawn e rideva.
–
Piccola eh, eh vedrai che ti piacerà, te lo prometto – poi avvicinò il suo viso
a quello di Dawn e odorandolo disse, adoro quelle fresche sono così appetitose.
Dawn era spaventata e Spike avvertendo la sua paura lo era ancora di più.
Il
demone prese una lama tagliente e si avvicinò al braccio di Dawn, dicendo –
bene cominciamo da questo. –
Ma
proprio mentre si apprestava a tagliare, alle sue spalle si udì una voce.
–
Prova a toccarla e nemmeno attraverso il tuo calco dentario ti riconosceranno –
Il
demone si voltò sorpreso e vide il vampiro biondo in piedi all’estremità della
caverna. Sgranò gli occhi e disse
–
Spike io non sapevo fosse … - e si interruppe, aveva l’aria visibilmente
spaventata.
-
Bene adesso lo sai – replicò secco il vampiro. Che si avvicinò a Dawn e la
slegò. La sollevò tra le braccia e si diresse verso l’uscita. Poi come
ripensandoci si fermò un attimo e senza voltarsi disse
–
Se vi incontro ancora una volta sulla mia strada, sarà l’ultima cosa che
vedrete –
Il
demone deglutì a stento e subito assicurò.
–
No, no, non temere non ti disturberemo più, adesso che sappiamo non ci
permetteremmo mai te lo giuro …-
Spike
era già quasi arrivato alla cripta. Sempre con Dawn in braccio, che aveva
nascosto il viso nella spalla del vampiro e che temeva si sarebbe arrabbiato
con lei. Giunto alla cripta, Spike depose Dawn sul letto e le porse il braccio.
Dawn lo guardò, capì ma esitò un attimo. Lui avvicinò ancora di più il suo
braccio alle labbra di lei e lei bevve avidamente, sino a che Spike non ansimò
e la staccò da lui. La guardò mentre lei si distendeva appagata dal sangue del
suo sire.
Le
sorrise teneramente e poi aggrottò la fronte e disse – Dawn, non farlo mai più,
hai capito? Non puoi fidarti di nessuno solo di me e di noi –
Dawn
non aprì gli occhi anche se lo ascoltava attentamente. Non rispose subito poi
disse
–
io voglio …-
Lui
la fissò e interrompendola finì la frase…
–
Me –
Dawn
si confuse e alla fine le parole uscirono da sole.
–
Io voglio te – fu allora che lo guardò incredula.
Spike
sorrise teneramente e le disse
–
piccola sono il tuo sire, sei legata a me dal sangue per sempre. Non puoi
opporti a me non puoi opporti alla mia volontà. Sei mia. Qualsiasi cosa voglia
da te tu me la darai –
Dawn
sembrava scettica
–
io potrei ucciderti un giorno di questi – disse a bassa voce.
-
Okay - disse lui. Prese un paletto da sul comò e lo porse a Dawn.
–
Avanti fallo –
Dawn
lo impugnò e fece per colpirlo ma si arrestò, non riusciva a farlo era come se
una forza soprannaturale lo impedisse. Lo guardò ancora e lui iniziò ad
accarezzarla dolcemente.
–
Visto – disse ridendo mentre con le mani le toccava le parti sensibili eccitandola
da morire. Con una strana luce negli occhi disse
–
adesso Dawn toccami, voglio sentire quanto mi desideri –
Dawn
esitò.
–
Io non ti desidero –
Rispose
ma dentro di se tutto la spingeva contro di lui. Aveva mentito lo desiderava da
morire e non riusciva a resistere al suo richiamo. La sua mano scivolò sulla
sua pelle liscia e si soffermò sui suoi pettorali poi con le labbra cominciò a
baciarlo sul collo, mordicchiandolo qua e là. Spike gemeva soddisfatto per quel
contatto. Lei lo desiderava. Infine lentamente scivolò fra le gambe di lui,
Spike ebbe un sussulto, chiuse gli occhi. La sensazione che provava era di
totale abbandono e piacere. Mentre lei delicatamente lo accarezzava nelle sue
parti virili e infine lo fece scivolare nella sua bocca. Spike emise un mugugno
sommesso, i movimenti impacciati e indecisi di lei lo stavano facendo ancora
più eccitare mentre la guardava muoversi su di lui ritmicamente. Intenta a
procurargli piacere. Quando sentì di non poter più resistere la fece sollevare
lentamente e l’attirò a se.
–
Avanti Dawn portami dentro di te –
Le
disse in un fiato con voce rotta, di piacere. E Dawn lo prese delicatamente e
lo fece scivolare in lei. Fecero l’amore ma questa volta fu lei a stabilire il
ritmo, per un po’. Era ancora troppo inesperta e debole per riuscire a portare
a termine un amplesso così intenso come il loro. Lui sentendola stanca la
sollevò delicatamente e senza uscire da lei invertì le parti tra loro. Stando
ben attento a non adagiarsi troppo su di lei, pensando sempre al bambino. E poi
continuò i movimenti di lei e li accelerò facendola venire subito dopo e
venendo anche lui insieme a lei. La baciò con passione prima di uscire da lei e
le disse.
–
Dawn ti amo, dimmi quello che provi per me. Ti prego –
Lei
lo fissò e rispose – io non …- ma non riusciva a mentire – io ti amo Spike –
disse e lui sorrise felice stringendola forte a se.
–
Oh briciola grazie – e riempiendola di baci
–
Adesso sarà meglio che riposi amore. In questi giorni non ti ho dato tregua, ma
ti desideravo così tanto che non sono stato capace di controllarmi. Per un
attimo ho davvero avuto paura di perderti per sempre – la fece stendere accanto
a lui e iniziò a coccolarla e carezzarle i capelli. Facendola scivolare, e
scivolando a sua volta, lentamente in un sonno ristoratore di cui entrambi
avevano bisogno.
Questa
volta nel timore lei si allontanasse da lui mentre dormiva, la legò con le
manette a lui. Voleva riposare, presto avrebbe dovuto affrontare problemi
difficili. Il giorno successivo lo passarono nella cripta a riposare e a
guardare la Tv. Lei sembrava un po’ a disagio
–
Amore - le disse lui
-
Di sotto puoi fare tutti i cambiamenti che vuoi basta che tu mi dica cosa vuoi
e io te la farò avere – Lei lo guardò era arrabbiata per quello che le aveva
fatto, ma allo stesso tempo sentiva dentro di se il suo richiamo, il desiderio
di lui. E non poteva combatterlo era persa nei suoi occhi. Lui la guardò
sorridendo come le leggesse dentro, e alzandosi dalla poltrona si avvicinò a
lei che era seduta sul divano e lo guardava. lui le porse il petto dove aveva
appena fatto un taglio. Dawn si morse il labbro, perché dentro di se aveva
espresso il desiderio del suo sangue e di lui. Anche lui ripeté il gesto di lei
mordendosi il labbro, mentre lei succhiava avidamente il suo sangue. Infine le
fece alzare il volto verso di lui e la baciò.
–
Te l’ho detto briciola fammi sapere cosa vuoi ed io te la darò – e si stese
sopra di lei pieno di nuovo desiderio per la sua briciola, e fece ancora
l’amore con lei.
Mentre
i giorni di Spike e Dawn trascorrevano pigri tra amore, coccole, sesso sfrenato
e sangue, a casa Summers tutti erano sconvolti per l’accaduto. Buffy non si
dava pace il pensiero di non rivedere mai più sua sorella viva la stava
uccidendo. Erano passati 10 giorni da quella sera fatale. Buffy da allora non
era più andata a caccia, ma Angel le aveva detto – devi continuare Buffy o
altre ragazze faranno la sua stessa fine – e Buffy alla fine aveva
acconsentito. Ed aveva ripreso la caccia ai vampiri. Si aggirava controvoglia e
come in trance per il cimitero, nell’ attesa che qualche succiasangue
l’attaccasse e lei potesse sfogare tutta la sua rabbia e il suo dolore. Dei
rumori non lontani attrassero la sua attenzione. Vide Spike avviarsi
furtivamente verso una cripta, era sera inoltrata e lei lo seguì. Una luce
fioca proveniva da dentro e si sentiva il rumore del televisore acceso. Si
sporse da una finestrella per vedere cosa stesse combinando, e la vide, seduta
sul divano intenta a guardare un film. Era pallida. Buffy indietreggiò dicendo
tra se e se
–
Mio dio no Dawn – incredula di fronte a quanto vedeva. La sua piccola Dawn era
un vampiro. Non sapeva cosa fare avrebbe voluto correre dentro ed abbracciarla,
ma se si fosse scagliata contro di lei? se si fosse rivelata un demone crudele
della notte? Cosa avrebbe dovuto fare? Buffy sapeva cosa era giusto fare, ma
sapeva anche che lei non ci sarebbe riuscita o che se lo avesse fatto si
sarebbe odiata per il resto della sua vita. Allora decise di non affrontare la cosa
e corse via nella notte. Voleva sparire, dimenticare addormentarsi per
risvegliarsi e accorgersi che era stato tutto un incubo. Ma sapeva che spesso
la vita è peggiore del peggior incubo che si possa fare. Calde lacrime le
rigavano il volto mentre correva nella notte alla disperata ricerca di un posto
dove la cruda realtà lasciasse il posto al sogno di una vita normale. Giunta a
casa cercò di darsi un contegno, non voleva gli altri si accorgessero del suo
stato. Per adesso non voleva dire a nessuno quello che aveva scoperto, doveva
riflettere e decidere prima cosa fare. Aveva bisogno di tempo ma sapeva che non
ne aveva molto a disposizione. Quella notte sarebbe stata lunga e difficile.
Nella
cripta nel frattempo…
–
Tesoro dovresti uscire, e non passare tutto il tempo a guardare la televisione
–
Dawn
non rispose, né distolse lo sguardo dalla Tv. Spike esasperato si piazzò
davanti allo schermo, ma Dawn continuò a fissare il vuoto.
-
Dawn – disse lui urlando, solo allora lei alzò lo sguardo su di lui, ma non
fiatò. Era esasperato le saltò addosso e la scosse violentemente.
–
Basta, smettila – poi la baciò intensamente e cominciò a spogliarla.
–
Bene ora vediamo se resti ancora così impassibile – le si stese sopra e entrò
in lei, entrambi emisero un gemito di dolore e piacere insieme. E lei con le
braccia gli cinse le spalle e lo strinse a se. Spike si calmò e cominciò a
muoversi dolcemente in lei che ansimava. Poiché se riusciva a mentire con le
parole o meglio con i silenzi, non ci riusciva con il corpo. Lei lo desiderava,
e questo era un dato di fatto non poteva nasconderlo. Quando la prendeva lei lo
desiderava da morire e in quei momenti provava sentimenti, emozioni, e non
poteva mentirgli. Si detestava per questo avrebbe voluto che lui non sapesse,
non sentisse, ma lui la percepiva come fosse lì dentro di lei.
–
Si tesoro, lo so lo sento – le sussurrava dolcemente
–
Continua così, senti anche tu – e la baciava voglioso di lei, della sua
essenza. Ogni volta dopo l’amore per lui era sempre più difficile uscire da
lei. Cercava di restare in lei il più a lungo possibile, di possederla ancora
per un po’. Si alzò in piedi e la prese tra le braccia, e la portò nella loro
camera. La depose dolcemente sul letto, quella notte voleva farla impazzire di
piacere. Voleva scuoterla, farle sentire tutto il suo amore.
–
Amore ti prego – le disse carezzandole i capelli dolcemente e fissandola con
amore.
–
Ti prego non lasciarmi solo, non puoi è per sempre – sospirò.
–
Ricordi cosa mi hai detto, quel giorno? “io non ti lascerò mai” – fece una
pausa per vedere la sua reazione, ma lei non parlava e lo guardava
apparentemente distaccata.
–
Hai promesso, ora non puoi rimangiarti tutto –
Lei
continuava nel suo silenzio e Spike fece ancora e ancora l’amore con lei, in
modo disperato, con veemenza come fosse l’ultima volta che la faceva sua
l’ultima volta che era sua. Era il tramonto del giorno successivo quando si
risvegliarono nel loro letto. Avevano dormito profondamente lui era stato
spiazzante e davvero incredibile, non le aveva dato tregua tutta la notte.
Voleva sentirla e sentirla sino a esserne sfinito e crollare addormentato su di
lei, ancora in lei. Come a voler imprimere quel ricordo nella sua mente. Spike
sospirò a lungo e la fissò in silenzio poi quando sentì che il sole si spegneva
lasciando il posto alla notte
–
Sei libera briciola, ti amo e ti lascio andare se vuoi – disse mentre i suoi
occhi piangevano, e il suo viso divenne l’immagine della tristezza.
Dawn
lo fissò un attimo poi si alzò e si rivestì in fretta, il cuore di Spike
sanguinava spezzato per l’ennesima volta, ma non disse niente in silenzio si
rivestì anche lui. Sarebbe uscito prima di lei non sopportava l’idea di vederla
andare via, si fermò un attimo sull’uscio la guardò intensamente e le disse
–
Addio piccola, mi spiace, ma io ti amo e non potevo…- poi sorrise amaro e senza
terminare la frase uscì all’aria fredda della notte che lo ingoiò nel suo
inchiostro nero.
Dawn
era rimasta in piedi, senza muoversi, a fissare la porta vuota poi apparve lei.
–
Ciao Dawn – le disse, sembrava stanca e affranta, doveva aver pianto tutta la
notte.
Dawn
si mise in allarme, lei era pur sempre un vampiro e sua sorella una
cacciatrice.
–
Ciao Buffy – rispose triste.
–
Dawn, mi spiace, mi spiace davvero è tutta colpa mia quello che ti è successo.
Se io invece di colpire Spike, di cercare di vendicarmi di lui avessi pensato
di più a te. Se avessi passato più tempo con te, se non avessi mai avuto una
relazione con lui adesso…- e cominciò a piangere sommessamente. Dawn sorrise
lievemente.
–
Buffy, non è colpa tua, doveva andare così –
Buffy
singhiozzò – no non è vero. Io lo ucciderò io, io ….-
Dawn
aggrottò le sopracciglia, e questa volta non era il legame era qualcosa di
diverso che la spingeva a reagire ed a rispondere a sua sorella.
–
No tu non lo farai Buffy – e la fissò
–
Ma Dawn lui è una cos…– ma lo sguardo di sua sorella le fece morire in gola le
parole.
–
Buffy smettila, lui lo ha fatto perché mi ama non aveva scelta. Come tu ti sei
fatta quasi uccidere per amore di Angel, anche tu non avevi scelta allora.
Anche tu non eri pronta a perderlo e così è stato per Spike. Siete simili sai
Buffy –
Buffy
era allibita.
–
Io lo amo Buffy, per quanto incredibile ti possa sembrare, lui mi appartiene
come io appartengo a lui –
Buffy
storse le labbra – è il legame – rispose secca.
–
No – replicò Dawn – non è il legame Buffy è qualcosa che va oltre è qualcosa di
più forte. Sai che da quando sta con me non caccia più? Compra il sangue, e sai
cosa vuol dire per un predatore come lui? Rinunciare alla caccia all’odore
della paura, al sapore del sangue umano? –
Buffy
rabbrividì, non sembrava nemmeno più Dawn quella che aveva di fronte
–
Sai perché lo fa – continuò incurante dell’espressione stranita di sua sorella.
–
Per me. Per amor mio, perché sa che ne soffrirei, e nemmeno una parola. nemmeno
una lamentela. Buffy io ho una sola certezza in questa nuova mia realtà: SPIKE
–
Guardò
la sorella con aria di sfida e finì il suo discorso.
–
Tu non gli farai del male, mai sino a che io vivrò –
Buffy
mormorò qualcosa, ma comprese bene quelle parole. Se voleva uccidere Spike
avrebbe dovuto prima uccidere lei.
–
Dawn tu sai che io non potrei mai farti del male, tu sei mia sorella, lo sei
ancora vero? –
Buffy
sperava, voleva crederlo, voleva che lei le mentisse. Dawn abbassò lo sguardo
per un secondo, stava piangendo anche lei adesso e disse piano.
–
Si, Buffy e sempre lo sarò, questo lo sai –
Buffy
sorrise piano e poi si ritrovarono abbracciate non sapendo come.
–
Ti voglio bene Dawn – disse Buffy tra le lacrime
–
Anche io Buffy tanto – rispose Dawn anche lei in lacrime.
Entrambe
sapevano che quello era un addio, le loro strade da quel momento si separavano,
ma non i loro cuori, quelli nessuno avrebbe mai potuto dividerli.
-
Lo dirai agli altri – chiese Dawn.
–
No non credo – rispose Buffy asciugandosi le lacrime
–
Adesso devo andare Dawn a presto – le disse, ma il suo sguardo era quello di un
addio.
–
A presto – rispose Dawn ricambiando lo stesso sguardo.
Si
abbracciarono strette e poi Buffy attraversò anche lei la porta della cripta
voltandosi una sola volta per farle un sorriso mesto di chi sa.
E
poi sparì anche lei inghiottita dalla stessa notte che aveva preso Spike.
Dawn
avanzò lentamente verso la porta e si fermò sulla soglia, che tante volte aveva
cercato in assenza di Spike di superare per fuggire lontano. Dove non sapeva,
ma lontano, via. Tese la mano e poi l’oltrepassò, era libera, lui l’aveva
lasciata davvero andare. Sorrise e uscì fuori ad assaporare anche lei la notte
dopo tanto tempo. E si incamminò lenta nell’oscurità.
EPILOGO
Era
quasi l’alba oramai quando Spike rientrò nella cripta, aveva l’aria sbattuta e
depressa. Si aggirò per la cripta vuota, c’era ancora il suo odore, una lacrima
scivolò lungo la sua guancia.
–
Accidenti a me, maledizione ecco cosa succede ad essere uno stupido – e si
asciugò il viso.
–
Ma cosa diavolo mi è preso, di vendicarmi di Buffy usando Dawn. Dovevo saperlo
che era anche lei una Summers e che le cose non potevano che irrimediabilmente
finire così – e grugnì.
–
E come un imbecille, dopo essermene innamorato come un folle (beh questo è
sempre stato il mio problema con le donne), e dopo averla fatta diventare un
vampiro (anche se a dire il vero io volevo aspettare ancora qualche anno per
farla abituare all’idea) che faccio? la lascio libera. Dio sono proprio un
perfetto imbecille. Oh Bloody Hell! Ma perché mai sono venuto a Sunnyhell! –
Tirò
un calcio al televisore scaraventandolo via. E poi si sedette sul letto come
privato di tutte le sue forze. Mentre le lacrime gli offuscavano la vista.
“Strano” pensò dentro di se “quella ragazzina mi è proprio entrata dentro” e
tirò su con il naso “sento il suo odore come fosse qui” poi si voltò di scatto
e la vide immobile davanti alla porta che lo guardava. L’alba faceva capolino
alle sue spalle. Lui sembrava incredulo.
–
Dawn cosa ..? – e si alzò dal letto
–
io – disse Dawn a voce bassa.
–
Credevo fossi andata via, ti ho lasciata libera – la interruppe lui e si mosse
di alcuni passi.
–
Si lo so e me ne sono andata via, ma poi non sapevo dove andare… –
Lui
la fissò sorpreso e partì in quarta
–
Beh se vuoi posso darti degli indirizzi, trovarti un posto – poi socchiuse gli
occhi come riflettendoci
–
Damn, ma che diavolo sto dicendo, non voglio che tu vada via. Annullo la mia
precedente decisione, tu non vai da nessuna parte. Tu sei mia Dawn io ti amo,
lo capirai prima o poi. Ho tutta l’eternità per convincerti e non ho nessuna
intenzione di passarla senza di te –
Dawn
aveva cercato più volte di interromperlo ma lui era partito come un treno e non
si fermava più – Quindi rassegnati briciola, dovrai sopportarmi ancora per
molto, moltissimo tempo. Lo so che non è giusto costringenti, che non è da
gentiluomini. Ma cosa posso dirti baby? Sono sempre stato cattivo… e poi sono
un uomo innamorato quindi …-
Dawn
sbuffò e urlò – Spike basta vuoi starmi a sentire? –
Spike
la guardò stupito – oh si scusa – farfugliò e si fermò finalmente.
Dawn
sorrise e disse scandendo le parole.
–
Stavo dicendo prima che tu mi interrompessi, che ho vagato nell’oscurità ed ho
riflettuto. Il posto dove voglio stare è quello dove sei tu perché anche io ti
amo –
Spike
ribatté – vedrai ti convincerò adesso dici così ma poi… - e si fermò rendendosi
solo allora conto delle parole che lei aveva appena pronunciato. Lei lo
guardava con aria canzonatoria
–
Dici davvero? – le chiese quasi sconvolto da quelle parole.
Una
Summers che non lo prendeva a calci o che non lo trattava come zerbino, non gli
sembrava ancora vero. Dawn gli andò incontro lo abbracciò e baciandolo
allegramente gli disse
–
Si mio stupido big bad certo che sto dicendo davvero –
lui
rimase immobile era ancora incredulo
–
Ah! – riuscì solo a dire poi l’attirò a se e la baciò con passione.
Lei
si staccò da lui e si diresse alla porta, Spike ebbe un sussulto. Lei gli
lanciò uno sguardo divertito e poi chiuse la porta della cripta dicendo
–
Oh che peccato è giorno, non possiamo uscire, dovremo trovare qualcosa che da
fare sino al tramonto –
Lui
rise la sollevò tra le braccia e la baciò teneramente
–
Non temere piccola qualcosa il tuo Spike inventerà – e la portò in camera.
FINE