Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
Di
Spuffy
Capitolo
1: attenti agli sconosciuti
Il
rumore assordante provocato dall’escavatrice copriva la voce di Buffy, che
ostinatamente continuava a voler spiegare ai suoi studenti il significato e
l’importanza dell’aggregazione umana nella storia della civiltà.
Uscì
dall’aula frastornata e infuriata. Nella sala professori seduta accanto alla
finestra l’aspettava la sua amica di sempre Willow Rosemberg. Alta, dal fisico
gracile e snello, capelli rosso fuoco. Aveva un’aria gentile e dolce.
Insegnante di informatica del liceo Sunnydale.
-
Su dai Buffy non ci pensare adesso…hanno appena iniziato e ci vorranno circa 3
mesi per finire i lavori –
-
Sono stufa – Buffy si lasciò cadere sulla sedia accanto a quella di Willow e
guardò fuori della finestra, posò il mento tra le mani e puntando i gomiti sul
tavolo fissò la sua amica che la guardava divertita.
-
Ma davvero? Sono due anni che non ti prendi ferie Buffy, forse…! –
Buffy
Ann Summers era una donna molto determinata e forte, almeno questa era
l’immagine che lei voleva dare di se stessa. Suo padre se n’era andato di casa
quando lei aveva 12 anni, e sua madre si era dovuta rimboccare le mani per
mandare avanti la baracca. Aveva lavorato duramente e l’aveva fatta studiare
nei migliori college. Riponendo in Buffy tutte le sue speranze di riscatto di
una vita fatta di delusioni e di sconfitte. Buffy non l’aveva mai delusa. Dopo
la laurea era andata a Los Angeles ed aveva fatto carriera alla velocità della
luce, in una grande multinazionale. E presto ne sarebbe diventata socia,
realizzando così il sogno di sua madre, per quanto riguardava i suoi sogni…beh
questa era un’altra storia, un’altra vita, che Buffy forse non avrebbe mai
avuto.
Willow
guardò l’orologio e si accorse che era in ritardo al suo appuntamento con Tara,
la sua compagna di sempre. Salutò Buffy e se ne andò.
Rimasta
nella sala deserta decise di riposarsi un po’, aveva dormito poco nelle ultime
notti e quel luogo silenzioso e tranquillo la rilassava. Chiuse gli occhi e
respirò a fondo.
Quando
li riaprì il Sole era al tramonto, e lei era in ritardo. Si alzò in fretta
dalla sedia e raccolse le sue cose, ma non riuscì a fare nemmeno due passi che
tutto le cadde di mano, rovesciandosi alla rinfusa sul pavimento.
-
Accidenti – mormorò chinandosi a raccoglierle.
-
Ha bisogno di una mano? – un paio di anfibi le si pararono davanti. Sollevò
lentamente lo sguardo seguendo quella voce calda e profonda. Gambe snelle e
fasciate da jeans neri la fecero rimanere senza fiato. Fianchi slanciati e il
torace nudo, liscio ed imperlato di sudore, le provocarono un brivido lungo la
schiena. E poi si perse nel suo sguardo intenso e sfacciato che la fissava.
-
Io….cosa vuole? – riuscì a dire dopo un primo momento smarrimento.
Lui
continuava a guardarla non nascondendo compiacimento per quello che vedeva.
Buffy d’istinto portò la mano alla scollatura della camicetta e se la chiuse
maggiormente. Questo gesto suscitò l’ilarità del suo osservatore, che le
sorrise malizioso.
-Allora?
– Buffy si alzò bruscamente, richiudendo la borsa.
-
Niente…volevo solo darle una mano – disse lui continuando a fissarla, Buffy era
infastidita da quel tipo arrogante.
-
Grazie, faccio da sola. Arrivederci – e con un gesto di stizza uscì. Mentre lo
sconosciuto continuava a guardarla sorridendo.
Salì
in macchina senza riuscire a scacciare dalla mente l’immagine di quel
bellimbusto mezzo nudo, con quel sorriso arrogante e quell’aria strafottente.
-
Uomini – disse a denti stretti mentre schiacciava l’acceleratore e partiva a
tutta velocità.
-
Allora Buffy come è andata oggi? – le chiese la madre accogliendola con un
sorriso e un piatto di focaccine ripiene, di cui Buffy era ghiotta.
-
Bene mamma come al solito – sospirò e si sedette sul divano. Allungò una mano e
prese una focaccina ancora calda.
-
Nessuna novità da Los Angeles vero? – mamma Joyce era ansiosa.
-
No ancora niente, ma ci vuole del tempo per queste cose Mamma. Vedrai che tra
qualche settimana mi convocheranno – Buffy lo disse con indifferenza come se la
cosa non la toccasse minimamente.
-
Oh Buffy, sapessi come invidio la tua calma ed il tuo self – control. Io non
sto più nella pelle per l’attesa e tu…-
Buffy
scrollò le spalle – beh sarà meglio che mi metta al lavoro adesso. Ho delle
cose da sistemare per domani –
-
Si certo cara, ah…a proposito. Ha chiamato Riley –
-
Okay, più tardi prima di andare a dormire lo richiamo –
Joyce
annuì con il capo – sono contenta che tu gli voglia bene Buffy, ma che non sia
…- la guardò in apprensione – voglio dire che tu non sia….-
-
Pazza di lui? – disse divertita Buffy sorridendole – beh… non vale la pena
perdere la testa per un uomo. Riley è un bravo ragazzo, affidabile e non …-
-
Non pretende molto….- una voce familiare si sentì dalle scale.
-
Dawn ma che ci…- Buffy le corse incontro.
-
Ciao sorellina, sono qui per una piccola vacanza – Dawn l’abbracciò divertita.
-
Allora sempre insieme a Riley ‘ carciofo big jim ‘ Finn? –
-
Smettila! Scimmia – Buffy le posò l’indice sulla fronte, riprendendola
scherzosamente.
-
Mah….è un carciofo su questo non ci piove – continuò imperterrita sua sorella.
-
Sto uscendo che ne dici di venire a divertirti un po’ con noi? Siamo io Will,
Faith e Anya. Insomma i quattro moschettieri. Andiamo al Bronze –
-
Oh, mi piacerebbe tanto ma ho del lavoro da sbrigare –
-
Uffa sempre lavoro, lavoro, lavoro…- la guardò contrariata. Per questa volta ti
lascio stare, ma sabato tu sei mia – sorrise minacciosa.
-
E va bene – disse Buffy rassegnata.
-
Ciao mamma – Dawn uscì come una furia. Buffy provò una punta di gelosia pensando
che lei non era mai stata così spensierata nella sua vita, ma la ricacciò
subito indietro scuotendo il capo.
A
passo lento andò a rinchiudersi nello studio e le statistiche e le cifre di
profitti e perdite l’assorbirono per tutta la serata.
A
notte fonda finalmente si decise ad andare a dormire, spense la luce e per un
istante fissò il telefono interdetta ‘ è tardi, lo chiamo domani ‘ si disse e
salì le scale.
La
sveglia gracchiò e Buffy sobbalzò dal letto, aveva l’aria stanca e affaticata.
Si stropicciò gli occhi e si alzò svogliatamente. Si preparò come ogni mattina
facendo un po’ più di attenzione al suo look e al suo abbigliamento, anche se
non se ne sapeva spiegare la ragione. La scuola era semideserta, e a Buffy
quell’ aria di abbandono piaceva. Era un luogo tranquillo, ma non fece in tempo
a pensarlo che il rumore assordante dei camion la investì.
-
Accidenti a loro – mormorò camminando tentoni, tra il fango, cavi, tubi e
attrezzi degli operai.
La
sua scarpa si incastrò in un groviglio di cavi e Buffy perse l’equilibrio.
-
Aiutooooo – urlò cercando inutilmente qualche appiglio per non spiaccicarsi al
suolo.
-
Eccomi tesoro – di nuovo quella voce, e due mani forti che si serravano sui
suoi fianchi per sostenerla ed evitale la caduta rovinosa.
-
Grazie mille – disse lei quando fu di nuovo con i piedi saldamente per terra.
Sollevò
lo sguardo ed incontrò ancora quel viso: quegli occhi intensi, quel sorriso
malizioso, quell’aria strafottente e quei capelli orribilmente ossigenati.
-
Ancora lei?! – esclamò stupita.
-
Già ancora io passerotto, non potevo permettere che il tuo bellissimo visino
finisse nel fango – sorrise divertito dalla sua aria smarrita e incredula.
-
Tutto okay? – le chiese mentre lei continuava a fissarlo incapace di
spiaccicare parola.
-
Ehi tesoro sei dei nostri? –
Le
agitò una mano davanti al viso.
–
Ti piace quello che vedi vero? – sghignazzò trionfante.
Buffy
si riprese dalla sorpresa e i suoi lineamenti si indurirono.
Senza
degnarlo di risposta si allontanò imprecando contro se stessa, per la sua
debolezza.
-
Alla prossima volta piccola – mormorò lui continuando a fissarla.
Per
tutta la giornata fu nervosa e intrattabile, non sapeva spiegarsi il perché ma quell’individuo,
un perfetto sconosciuto in verità, aveva il potere di turbarla così
profondamente.
-
Ehi Buffy! Fermati! – La voce di Willow, proveniente dalle sue spalle la
distolsero dai suoi cupi pensieri.
-
Ciao Will, scusami ero soprappensiero – Buffy si fermò ad aspettarla
-
Ma cosa ti è successo? Sembra tu abbia un diavolo per capello –
-
Eh lo so io….capelli, ti prego non parlarmi di capelli – il ricordo dei suoi
riccioli umidi scomposti sul viso le fece venire i brividi.
-
Okay scusa – Willow la fissava preoccupata.
-
Su andiamo adesso, si è fatto tardi. Devo ancora chiamare Riley –
-
Io mi chiedo cosa tu ci faccia ancora con uno come lui….-
Lo
sguardo di rimprovero che le lanciò Buffy la fece zittire
–
va bene ho capito. Come non detto. Allora ci vediamo domani -
-
Si ciao Will -
Buffy
riprese il filo dei suoi pensieri cupi e tornò a casa.
La
serata si prospettava tranquilla.
Chiamò
Riley e rimase al telefono circa mezz’ora, come faceva sempre.
Quando
ritornò dallo studio raccolse le sue scartoffie e si diresse verso lo studio,
quando fu bloccata da una Dawn decisa
-
Ehi sorellina, ricordi? Oggi tu esci con noi -
-
Dawn ho molto lavoro e….-
-
Niente da fare. Il lavoro può
aspettare, questa sera sei mia. Hai promesso –
e
senza aspettare replica la trascinò via con se.
-
Uffa Dawn, smettila di fare la …-
-
No smettila di fare tu la matusa! Questa sera che ti piaccia o no ti divertirai
–
Il
suono del clacson della macchina di Willow interruppe le proteste di Buffy, che
suo malgrado venne stipata sul sedile posteriore tra Dawn e Anya, mentre Faith
e Will erano sedute davanti.
-
Ciao B, ben tornata in città – le sorrise Faith, facendole l’occhiolino.
-
Ciao Faith –
-
Adesso andiamo al Bronze, beviamo qualcosa, muoviamo il bacino e rimorchiamo
qualche bel maschione – Disse Faith ridendo.
-
Siiii – gridarono tutte in coro.
Buffy
non sembrava molto entusiasta dei loro piani.
Si
sedettero ad un tavolo e ordinarono da bere.
-
Una Tequila – disse Dawn sorridendo al cameriere.
-
Un Whisky per me – alzò la mano Faith ammiccando con gli occhi.
Il
cameriere spalancò la bocca e Buffy voleva sprofondare.
-
Un…un….un’aranciata per me – Willow fece una smorfia, era più forte di lei.
-
Un caffè per me – tutti fissarono Buffy.
-
Cosa c’è non servite caffè? – Buffy seccata, fulminò il cameriere con uno
sguardo.
-
Si certo – rispose impacciato il cameriere e si allontanò in tutta fretta.
-
B, sei entrata in questo locale da cinque minuti ed hai già messo in fuga il
primo maschio. Guarda che questo è l’unico posto decente dove si può
rimorchiare, quindi attenta a come ti comporti – l’ammonì scherzosamente Faith.
-
Io non nessuna intenzione di ‘ rimorchiare ‘ come dici tu Faith. Io sono
felicemente fid…-
-
Si come No. Con carciofo – Dawn rise spudoratamente.
-
Ehi…come ti permetti di apostrofare in questo modo –
-
Beh Buffy, non è che abbia tutti i torti poi – Willow sorrise sommessamente.
-
Uffa, smettetela di parlare della mia vita privata Okay? O vi pianto qui e me
ne vado –
-
Non puoi, sei senza macchina – Dawn la stava facendo davvero innervosire.
L’arrivo
del cameriere con quello che avevano ordinato da bere pose fine alla
discussione che rischiava di prendere una brutta piega.
-
Dai B…avanti solo un sorso …su, rilassati. Lasciati andare per una volta.
Oppure hai paura? - Faith la fissò con aria di sfida e Buffy come sempre, sin
da quando era piccola, non si tirò indietro.
-
Dammi qui – le strappò il bicchiere di mano e lo buttò giù in un sorso.
-
Oh! Fichissimo – rise Dawn.
-
Buffy….come ti senti? – Willow la fissava intimorita. Conosceva bene l’effetto
che l’alcol aveva su Buffy.
-
Sto benissimo, mai stata meglio –
-
Siiiii e brava B – Faith si divertiva un mondo a far perdere il controllo a
Buffy.
E
Dawn non era da meno.
-
Oh…oh…prevedo guai in vista – mormorò Willow.
-
Andiamo a ballare – Faith si alzò e le invitò a seguirle sulla pista.
-
Sì vai….- Buffy le andò dietro euforica.
Mentre
Dawn e Willow si scambiavano un’occhiata d’intesa.
La
musica era avvolgente e Buffy la sentiva pulsare in ogni singola cellula del
suo corpo che si muoveva seguendo il ritmo.
-
Ehi…predatore ore dieci – Faith sussurrò a Dawn indicando in direzione del bar.
Un
uomo sulla trentina, alto, fisico slanciato e snello. Occhi di un blu intenso e
capelli OSSIGENATI. Stava puntando il loro gruppo.
Faith
e Dawn si sorrisero.
-
Chi sarà la fortunata? – chiese curiosa.
-
Ah merda – fece Faith contrariata.
-
Cosa c’è? – domandò Dawn.
-
Indovina? –
-
And the winner is….Buffy – disse Willow guardandole entrambe.
-
Oh accidenti la solita fortuna dei cubetti di ghiaccio – sbuffò Dawn
contrariata.
In
quel momento lo sconosciuto si avvicinò al palco, mormorò qualcosa al cantante
e poi puntò dritto verso di loro. Si fece spazio tra la folla e si fermò
davanti a Buffy che continuava a ballare ad occhi chiusi, completamente presa
dalla musica.
Sentendosi
improvvisamente osservata spalancò gli occhi e invece delle sue amiche si trovò
immersa in un oceano scuro e intenso che la fissava.
-
Ciao Passerotto. Ci si rivede – Le sorrise divertito.
-
Ma…- Buffy stava per rispondere qualcosa di acido quando la musica, un lento,
riprese e lui la strinse tra le braccia senza dire nulla.
Buffy
non cercò nemmeno di protestare, catturata da quello sguardo e da quel tocco
gentile eppure forte e sicuro, delle sue mani sui suoi fianchi morbidi.
Con
un gesto deciso lui l’attirò a se, facendo in modo che i loro corpi aderissero
l’uno all’altro.
-
Oh – riuscì a dire Buffy, prima di abbandonarsi a quel lento strofinio sensuale
che i loro corpi avevano intrapreso.
Posò
le sue mani sulle sue braccia e le accarezzò lentamente risalendo sino al
collo, una sensazione di languore e di calore la pervase. Chiuse gli occhi e
poggiò il capo sul suo petto, aspirandone l’odore virile e aspro.
-
Oh….qui comincia a fare caldo – ridacchiò Dawn, indicando la coppia avvinghiata
al centro della pista.
-
Domani Buffy ci scotennerà vive. Vedrete – Willow era preoccupata per l’ira che
le avrebbe travolte, non appena a Buffy fosse passata la sbornia.
-
Si ma per questa sera almeno, ci divertiremo – aggiunse Faith prima di puntare
un ragazzo con gli occhiali che impacciato si muoveva a bordo pista.
-
Preda ore Sei – disse Dawn guardando Faith avvicinarsi al povero malcapitato.
Quando
si voltarono dalla parte di Buffy, era sparita.
-
Accidenti, ma dove sono andati? – Willow adesso era preoccupata.
-
Dai Will rilassati, Buffy si starà divertendo vedrai –
-
Io non ne sarei tanto sicura – Willow fece una smorfia continuando a cercarli
con lo sguardo.
-
Vuoi ballare? – una voce calda e profonda la fece sobbalzare.
-
Eh io? – Will si voltò incredula.
-
Si – Un ragazzo alto, muscoloso, capelli scuri e sguardo nero come la notte la
guardava con espressione dolce.
-
Oh…beh…io…sì perché no! – il suo viso si illuminò e le preoccupazioni per Buffy
svanirono inghiottiti dagli occhi profondi e misteriosi dello sconosciuto
davanti a lei.
Dawn
rise e anche lei puntò la sua preda ignara.
-
Va meglio? – una voce gentile le giungeva ovattata.
Due
forti braccia la sostenevano mentre lei era scossa da violenti brividi.
-
Oh, gira tutto – Buffy aveva un dolore lancinante alla testa.
-
Non dovresti bere se non reggi l’alcol piccola –
-
Ehi…io reggo bennissimmoooo l’allcool. Capito! – Buffy sbuffò seccata.
-
Si come no – lui sorrise divertito, mentre con una mano le scostava le ciocche
dei capelli arruffati, dal viso.
-
Ehi cossa c’è. Lasciia stare i mieiiii capeeeelllli – con le mani allontanò
quelle di lui.
-
Fa caldo – disse lei aprendosi leggermente la camicia.
Gli
occhi di lui si agganciarono alla sua scollatura e all’attaccatura del suo seno
che vi si intravedeva.
Sospirò
e poi distolse lo sguardo scuotendo il capo.
-
Ma tuuuu chi seiiii? E le mieeee amiiiicheeee doveee sonooo? Dawn? -
-
Sono Spike. E stavamo ballando prima che tu ti sentissi male –
Sorrise
ancora.
-
Ma ioooo ti conoscoooo. La tua facciaaaa i tuoi capellliii – rise ironica – non
mi sonoooo nuoviiiii –
-
Scuola, tu che inciampi ed io che ti salvo? Ti dice qualcosa? –
-
Ohhhhhh…….il muraaatorrreeee - sorrise soddisfatta per essersi ricordata di
lui.
-
Esatto – annuì lui.
-
Ehi ma che fai? Mi seguiii? – lo scrutò con espressione dubbiosa, che dava più
sul comico visto lo stato di ebbrezza in cui era.
–
Iooooo sono Buffyyyy Summmmerss e non sonnoooo sempreeeeee così. Guardaaaa che
io sono seriaaaa, preciiiisaaa, attentaaa e sicuuuuraaaa. A me non capitanoooo
questeeee coseeee ridicooooleeee – respirò a fondo. E poi si sentì mancare.
Spike
la sorresse tenendola nuovamente per la vita. I visi a pochi centimetri. Gli
occhi gli uni fissi negli altri. Il respiro alterato.
-
Buffy.. è un bel nome sai passerotto? Ti si addice -
-
Cosaaa vuoiiiii dirreeee? Che sonnoooooo buffaaaaa? –
Buffy
sembrava risentita e cercava di dibattersi.
-
Forse un pochino, ma mi piace in te – con una mano le sfiorò la guancia.
-
Ehi come ti permettiiiiiii maleeeduccattooooo –
Buffy
cercò di colpirlo ma il colpo andò a vuoto sbilanciandola in avanti, e gli finì
completamente addosso.
Lui
la strinse a se.
-
Opss.. mancatoo – rise lei sollevando lo sguardo reso lucido e luminoso
dall’alcol.
-
Sto per baciarti Buffy Summers – le disse lui calmo, a voce bassa e sensuale.
-
Co….- non finì la frase che le labbra di lui erano già sulle sue.
Dapprima
fu uno sfiorarsi e assaporarsi con movimenti dolci e lenti. Lei gli si fece
ancora più vicina e gli cinse il collo con le mani. Lui sembrava apprezzare.
Le
labbra si schiusero esigendo un contatto più profondo ed intenso, lui fece
scivolare la sua lingua nella bocca di lei esplorandola e lei gemette dal
piacere.
Quando
si staccano Buffy era senza fiato. lo guardava stupita e sognante.
-
Passerotto credo che le tue amiche ti cerchino – e con il capo indicò alle
sue spalle, Dawn e Willow si stavano
avvicinando.
-
Ci vediamo presto – le diede un piccolo bacio sulle labbra e poi si allontanò
in mezzo alla folla.
-
Ehi….non ci posso credere stavi pomiciando Buffy? – Dawn ghignò divertita.
-
No!!! Che stai dicendooo – Buffy singhiozzò – non mi sono sentita tantoooo
beneee tuttoooo quiiiii – ma il tono non era molto convinto.
-
Già come no – Dawn era sempre più divertita.
-
Su adesso sarà meglio tornare a casa, prima che tu dia scandalo sorellina –
-
Sperando che domani tu non ricordi nulla di questa sera – Willow incrociò le dita,
mentre si dirigevano alla macchina.
-
E Faith? – domandò Buffy.
-
Lei non viene….ha una preda tra le grinfie. Poverino si chiama Wesley Pryce.
Già il nome è tutto un programma –
-
A me non dispiace – disse Willow.
-
Si…ma vuoi paragonarlo al tuo stallone nero? –
-
Qua..le stal….lo….ne…? – Willow era
imbarazzata.
-
Guarda che ho visto che ti passava il biglietto da visita Will, non fare
l’ingenua. Avanti spara come si chiama? –
-
Ah! – Willow sospirò – Angel, Angel Stuart –
-
Wow… figo –
-
Andiamo a casa? – Buffy era seccata e la testa le girava a farla stare male.
Nel
letto, si rigirò agitata senza riuscire a prendere sonno. Le sue labbra
bruciavano al solo ricordo del bacio scambiato con quell’individuo così
arrogante ed indisponente.
‘
La mamma ha ragione bisogna stare attenti agli sconosciuti ‘
Capitolo
2: effetti collaterali
Buffy
si risvegliò con un terribile mal di testa e un buco nero nella mente.
L’ultima
cosa che ricordava era la musica assordante e Faith che le porgeva un bicchiere
di liquido ambrato. Poi…il nulla.
-
Ciao – bofonchiò entrando in cucina in cerca di caffè.
La
madre la guardò leggermente contrariata, per lei Buffy era l’incarnazione della
perfezione, ossia di una che non si doveva mai lasciare andare.
-
Ciao tesoro, non dovresti bere….sai che poi stai male – sospirò comprensiva.
-
Mi spiace mamma scusami – Buffy si sentiva mortificata, lei voleva essere
perfetta agli occhi di sua madre e anche la sua minima disapprovazione la
faceva stare male.
-
Buongiorno truppa – Dawn fece il suo ingresso in cucina, con la sua solita aria
scanzonata. Osservò per un istante la sorella. E come pensava non ricordava
nulla della sera precedente.
-
Bene sarà meglio che vada – disse Buffy facendo scivolare un’aspirina nel bicchiere
e bevendo tutto in un sorso.
-
Si tesoro ci vediamo più tardi – le disse Joyce un po’ in apprensione – e guida
piano –
-
Non ti preoccupare mamma –
Arrivò
davanti all’edificio in ristrutturazione, tirò un respiro e scese dalla
vettura.
Le
ore trascorsero troppo lentamente e il dolore alla testa non accennava a
diminuire. Finalmente la campanella suonò e i pochi ragazzi che frequentavano
il corso estivo lasciarono l’aula.
Si
passò velocemente una mano tra i capelli e camminando per il corridoio deserto
si diresse verso l’uscita.
-
Ehi Buffy Summers – una voce la fece sobbalzare.
Si
voltò e vide quell’ individuo arrogante fissarla poggiato allo stipite della
porta di un’aula.
-
Come fa a sapere il mio nome? – gli domandò seccata e alquanto irritata per la
sua sfacciataggine.
-
Me lo hai detto tu tesoro – le rispose lui sorridendo.
Si
staccò dalla porta e si avvicinò lentamente a lei. Buffy non sapeva spiegarsi
il perché, ma le sue mani cominciarono a sudare e il respiro ad accelerare.
Aveva paura. Senza accorgersene iniziò ad indietreggiare.
-
Ma quando?....come? ….dove?....perché?.....- Buffy era agitata e a disagio.
-
Ieri sera, prima che ti baciassi, al Bronze….forse perché eri brilla? – rispose
alle sue domande ed era ad un passo da lei, ormai appiattita contro la parete.
-
Co….sa……? Io u…bria…ca???? – Il terrore si impossessò di Buffy.
Lui
rideva divertito dalla sua faccia spaurita e confusa.
-
Buffy! Ti si addice proprio il nome passerotto -
-
Lei è un bugiardo! La faccia finita e mi lasci in pace – cercò di oltrepassarlo
per darsela a gambe. Aveva un conto da regolare con le sue ‘ amiche ‘.
Lui
però era d’altro parere, posò le mani sui suoi fianchi e Buffy smise di
respirare. Non si mosse come se da ciò dipendesse la sua vita.
-
Mi lasci andare – la voce le tremava.
-
Perché dovrei mentirti? Chiedi alle tue amiche se non mi credi – La
sfacciataggine di quel tipo le faceva davvero salire il sangue alla testa.
-
Ho detto di lasciarmi andare – la sua voce divenne quasi un mormorio, quando
commise il fatale errore di alzare lo sguardo e di sprofondarlo in quello
intenso e torbido di lui.
-
E se io non volessi lasciarti andare amore? – disse lui in tono beffardo,
attirandola a se.
-
Io….devo andare, è tardi… a casa mi aspettano – blaterò lei mentre le labbra di
lui si facevano sempre più vicine.
-
E tu lasciali aspettare – le sussurrò e le loro labbra si toccarono. La sua
lingua scivolò nella bocca di lei esigente,e alla ricerca di quella di lei. Si
intrecciarono in un bacio sensuale ed intenso. Buffy lasciò cadere tutto quello
che aveva in mano sul pavimento e si avvinghiò a lui cingendogli il collo e
passando la mano tra i suoi capelli.
Spike
la spinse contro il muro facendo vagare le mani sensualmente lungo i suoi fianchi,
ansiosi di ricevere le sue carezze. E poi spinse il suo bacino sfregandolo,
contro di lei. Facendole capire chiaramente il suo bisogno e desiderio.
Buffy
sentendo la sua eccitazione premuta contro di lei, spalancò gli occhi e
riacquistò la sua lucidità in batter d’occhio.
Disgustata
da se stessa lo spinse via e, raccogliendo le sue cose alla rinfusa, corse via
lungo il corridoio.
-
Che fai Buffy, scappi? – le urlò dietro lui scoppiando in una sonora risata.
Giunse
alla macchina senza fiato e in uno stato di eccitazione e di rabbia insieme.
Con mani tremanti infilò la chiave nel cruscotto e partì a razzo. Doveva
tornare a casa, la sua tana, e chiamare Riley. Le cose sarebbero tornate come
prima,
‘
Questo non è mai accaduto. Mai accaduto. Mai. ‘ si ripeteva mentre saliva i gradini del portico di casa sua.
Quella
sera rimase più di un’ ora al telefono con Riley, nella vana speranza di
cancellare il sapore di lui dalle sue labbra.
-
E’ ancora al telefono con Carciofo? – Chiese Dawn allibita guardando la madre.
-
Dawn dovresti smetterla di parlare così di Riley. E’ il ragazzo di tua sorella
ed è perf….-
-
Per una teglia di carciofi e patate, lo so – sbuffò Dawn – ma dai mamma è
noioso, stupido e arrogante. Buffy merita di meglio di quel carciofo bollito –
e la sua mente andò ad una chioma ossigenata….
-
Dawn! – urlò Buffy dallo studio – puoi venire un attimo? –
-
Oh, oh...Memoria mode on – Dawn fece una smorfia e si preparò a subire le ire
della sua frustrata sorellina.
-
Sì?! – le chiese guardandola con l’aria più innocente del mondo.
-
Che accidenti è successo ieri sera? – era furibonda.
-
Come cosa è successo? Tu dov’ eri? – Dawn sbatteva le palpebre.
-
Non fare la furba con me sorellina. Avanti spara –
-
Non capisco cosa vuoi dire Buffy –
-
Ho dato scandalo? Mi sono resa ridicola? – domandò preoccupata.
-
Ehm…vediamo fammi ricordare….vuoi dire quando hai ballato sul bancone del bar
togliendoti i vestiti? O quando sei saltata addosso al cantante mimando un
rapporto sessuale? –
Buffy
la guardava sconvolta – Co…sa avrei fat…..toooo? E voi non mi avete femata? –
Dawn
scoppiò a ridere guardando la faccia della sorella.
-
Ma dai sto scherzando! Non hai fatto nulla -
Buffy
sospirò sollevata.
-
Beh….quasi nulla – aggiunse Dawn.
-
Co…sa vuoi di…re..? – chiese spaventata.
-
Diciamo che ti sei comportata tipo….piovra?! Con un tipo – rispose pensierosa.
-
Piovra? Chi? – Buffy spalancò di nuovo gli occhi atterrita.
‘
Oddio, oddio l’ho fatto davvero. E’ accaduto ‘ si ripeteva la sua mente
incredula.
-
Si proprio tipo piovra. Eri avvinghiata a quel poveretto quasi volessi
mangiartelo. Non so chi fosse, era un tizio…molto sexy ed affascinante
aggiungerei. Pensa che lo avevamo puntato anche io e Faith, ma come sempre
tutte le fortune toccano a chi non le sa apprezzare – e guardò di traverso
Buffy – Beh cosa ci si può aspettare da una che va matta per i carciofi –
borbottò.
-
Ora basta Dawn – si portò le mani alla testa – dimentichiamo l’accaduto. Non è
mai successo –
-
Come vuoi – le rispose Dawn scrollando le spalle.
Buffy
respirò a fondo per darsi un contengo, ma il sapore di lui non accennava a
svanire, e il dolore alla testa la tormentava.
‘
Su fatti coraggio Buffy, non sarà un macho da strapazzo a metterti in
difficoltà. Questa è la tua città, questa è la tua scuola! ‘
Uscì
dalla macchina determinata a non farsi intimorire da quell’odioso individuo, e
con passo deciso attraversò l’ingresso.
La
lezione fu particolarmente impegnativa e per un’ora si concentrò sui suoi
ragazzi. Le era sempre piaciuto insegnare, per un certo periodo nella sua vita
aveva sognato di diventare insegnante, ma i progetti di sua madre erano diversi
e così lei aveva dovuto rinunciarvi.
Un
leggera brezza entrò dalla finestra aperta e i fogli volarono nell’aula,
andandosi a posare sui banchi e per terra con dei volteggi aggraziati, tanto da
ricordare una danza.
Buffy
rimase a fissarli per qualche secondo e poi si chinò con il busto per
raccoglierli.
Quando
sentì due mani posarsi sui suoi fianchi ed attirarla contro di se.
Sobbalzò
e si rimise dritta di colpo.
-
Ehi! – disse sentendo poi un braccio cingerle la vita e stringerla in una morsa
d’acciaio.
-
Scusa passerotto, ma in quella posizione eri così invitante, che non ho
resistito alla tentazione – le sue labbra si posarono sul suo collo baciandolo
dolcemente. Il suo naso affondato nei suoi capelli aspirava avido il suo odore.
Dondolava
il suo bacino verso di lei impedendole di staccarsi da lui.
-
Sei così calda, così sensuale passerotto. Mi fai venire certe voglie…- lasciò
in sospeso la sua frase mugugnando.
-
Mi la…sci….. su…bi…to –
Buffy
balbettava ma non si ritraeva da quel contatto ambiguo e intimo.
Lui
non le rispose ma fece risalire lentissimamente una mano lungo il suo stomaco.
Con due dita sbottonò alcuni bottoni della sottile camicetta di cotone e la
infilò dentro sino a toccare e poi stringere nella mano il suo seno.
Buffy
ansimò e poi emise un gemito di piacere seguito da piccoli brividi.
-
Mi lasci – ripeté lei senza alcuna convinzione in un bisbiglio.
-
Chiamami Spike tesoro – continuava a darle piccoli baci sul collo mentre la sua
mano le massaggiava lentamente la punta turgida del suo seno.
-
Oh… Spike – mugugnò lei, lasciando ricadere la sua testa sulla spalla di lui e
socchiudendo gli occhi.
-
Si passerotto – lei girò il viso e rimase a fissare il suo sguardo caldo e
pieno di desiderio. Le labbra di lui cercarono le sue e lei gliele lasciò
trovare.
Un
bacio lento e infinitamente dolce. La sua mano sciolse la presa dalla sua vita
e scese verso l’abbottonatura dei jeans di Buffy che interrompendo il bacio. si
irrigidì di colpo.
-
No – disse secca e lui ritirò la mano, sciogliendosi dall’abbraccio.
La
fece girare verso di lui e le accarezzò con una mano la guancia seguendone il
contorno sino alle labbra su cui passò il pollice in un gesto che provocò in
Buffy un senso di languore che lentamente si diffuse dal basso.
-
Arrivederci passerotto, ero passato solo a salutarti. A domani –
-
Arrivederci – disse lei come in trance, mentre lui si allontanava.
‘
Ehi Buffy Summers SVEGLIA!!!! Arrivederci? Cosa vuol dire arrivederci? ‘
Buffy
spalancò gli occhi e corse fuori dall’aula.
-
Addio, altro che arrivederci. Stronzo! – urlò. Ma di Spike non vi era più traccia.
Sospirò
sentendosi sconfitta ma non riuscendo a capirne il motivo e tornò a casa.
Questa volta non chiamò Riley, sentire le sue ‘ chiacchiere ‘ dopo quello che
era accaduto nel pomeriggio le sembrava davvero deprimente.
A
casa tutto lo squadrone della morte era riunito al completo.
-
Ciao – balbettò confusa. Per un istante pensò che avessero saputo del suo ‘
contatto ‘ pomeridiano ed avessero convocato una riunione d’emergenza.
-
Ciao B. – esordì Faith guardandola sospettosamente, almeno così credette Buffy.
-
Ciao Buffy – dissero in coro Willow e Anya, altro membro pazzo della comitiva.
-
Ciao sorellona – Dawn tirò fuori la testa dal frigo e le sorrise, poi qualcosa
attirò il suo sguardo, che si fece attento e serio. Buffy tremò, sua sorella
era peggio dell’Ispettore Colombo, fiutava le cose a centinaia di chilometri.
-
Ciao a tutti. Vado a fare un bagno e scendo – Buffy si fiondò per le scale.
Imprecando contro la sua debolezza e contro la sorella impicciona. Era tutta
colpa sua in fondo se si era cacciata in questa storia.
‘
Non mi darà tregua. E tutto questo per colpa di un po’ di Whisky…dannati
effetti collaterali ‘ pensò stesa nella vasca mentre metteva la testa
sott’acqua.
Ma
l’effetto dell’odore di lui e delle sue mani su di lei non accennava a
diminuire. Anzi con il passare delle ore il languore si intensificava di pari
passo con la nostalgia di lui. ‘ PAZZA! TU DEVI ESSERTI BEVUTA IL CERVELLO ‘ si
ripeteva allo sfinimento, mentre la temperatura saliva ogni volta che
l’immagine del suo viso e di quegli occhi le tornava alla mente.
-
Non vi è sembrata strana Buffy? – Chiese Dawn alle altre.
-
Non saprei perché? – Willow si mise subito in allarme conosceva lo sguardo
dell’amica.
-
Non so ancora…ma qualcosa non quadrava….- Dawn si toccò il mento con un dito pensierosa
– tanto lo scoprirò – disse certa e tornò a sedersi accanto a Faith posando un
vassoio con patatine nel bel mezzo del tavolo.
-
Comunque di una cosa sono certa Dawn. Tua sorella ha bisogno di un trapianto di
cervello – disse tra il divertito e il seccato Faith – preferire un carciofo a
uno stallone come quello dell’altra sera. Secondo me ha acqua gelata al posto
del sangue nelle vene –
-
Ragazze dobbiamo concentrarci sul progr…- Anya era seccata per quel divagare
nei discorsi – stallone? Hai detto stallone? Quale stallone dove? – la sua
bocca era una enorme ‘ O ‘ di sorpresa e gli occhi due palle fuori controllo.
-
Ah si il programma. Hai ragione Anya – chiese Faith divertita.
-
Si fotta! – sbottò lei – ditemi di questo stallone e che ha a che fare uno
stallone con Buffy? – i suoi occhi vagavano da una all’altra ragazza seduta al
tavolo.
-
Glielo diciamo? – domandò Willow preoccupata, dalla lingua lunga dell’amica.
-
Si vi prego! Giuro che sarò muta come una tomba – giurò Anya con la mano sul
cuore.
-
E va bene – sospirò Dawn.
-
L’altra sera al Bronze Buffy si è presa una piccola sbornia -
-
Piccola? – Anya le guardò dubbiose. Conosceva la tolleranza di Buffy all’alcol.
-
Bene. Ha iniziato a ballare. Anzi a sculettare direi, e molto sensualmente se posso
permettermi – Willow continuò il racconto con tono professionale. Come stesse
facendo lezione ai suoi studenti.
-
Poi un tipo. Alto snello, fisico slanciato. Occhi azzurri intensissimi la punta
–
-
Oddio perché sempre a lei tutte le fortune! Lei che ha già accalappiato il
miglior partito di Sunnydale e che ha le cosce serrate peggio di una cintura di
castità –
-
Anya – dissero in coro le altre tre sconcertate.
-
Cosa c’è? Dico solo la verità. Sembra che ce l’abbia solo lei – Sbuffò Anya
indispettita.
-
Vuoi sapere il resto o no? – Willow sbuffò spazientita per le continue
interruzioni.
-
Si certo avanti e spicciati –
-
Questo macho sexy fa mettere un lento e va dritto da lei. Senza dire niente la
prende tra le braccia e comincia a ballare con Buffy. Erano praticamente
incollati – Sorride ricordando la scena.
-
Il tempo di girarmi un attimo e….-
-
E di la verità Will – la stuzzicò Faith – di che ti eri voltata a vedere
quell’altro stallone moro che aveva puntato te –
-
Eh? Un altro? Accidenti perché non sono venuta con voi l’altro giorno?
Accidenti ai turni. Io dico perché qui a Sunnydale decidono tutti di crepare
nei momenti meno opportuni? –
-
E questo sarebbe il tuo spirito da infermiera? – Dawn la guardò ridendo.
-
Io ho spirito da vendere cara. È della bella, grossa e dura carne di cavallo
che mi manca: stalloni appunto –
-
Anya – ripeterono ancora le altre tre divertite, ma anche sconcertate dalla sua
sincerità disarmante.
-
Si ho capito ma tu vai avanti Will –
-
Dicevo, il tempo di girarci e Buffy era sparita. La cerchiamo in lungo e in
largo nel locale, ma niente. Usciamo fuori preoccupate e cosa vediamo? Buffy,
la nostra innocente, cara e fedele Buffy avvinghiata tipo polipo con mille
tentacoli al tipo sexy, che a dire il vero non è che avesse l’aria di non
gradire la morsa –
-
Oh Dio mio, Oh cielo e voi non avete fotografato il miracolo? –
-
No purtroppo Willow aveva dimenticato la macchina fotografica –
-
Will! Ti porti dietro quella dannata sacca che ti ostini a chiamare borsa per
questo unico scopo e poi …nel momento del bisogno te la dimentichi? –
-
Lo so. Lo so. Non me lo ripetete più va bene? Non accadrà più prometto –
-
Si già…peccato che forse nemmeno Buffy versione piovra vedremo più –
Anya
sospirò ripensando agli stalloni che non aveva potuto cavalcare.
-
Arriva Buffy. Mi raccomando Anya acqua in bocca - L’ammonì Willow seria.
-
Si certo. Bocca cucita. Per chi mi hai presa? – rispose Anya imbronciata.
-
Bene eccomi qui – Buffy prese una tazza di caffè e si sedette al tavolo con le
amiche.
Tutti
erano in silenzio, Buffy si guardò in torno un po’ imbarazzata per
quell’improvviso silenzio.
-
Allora piovra! Era da sballo il bacio? –
-
Eh? – Buffy la guardò interrogativa, poi capì. Si voltò verso Dawn e la riprese
sarcastica – questo sarebbe il tuo concetto di scordiamoci dell’accaduto? –
Dawn
fece spallucce, lanciando però uno sguardo contrariato a Anya.
-
Oh scusatemi – Anya si portò una mano alla bocca e poi come nulla fosse –
allora come è stato raccontaci tutto, nei minimi dettagli. Gli hai infilato la
lingua in gola, era umida? Gli hai toccato il pacco, che dimensioni? -
-
Anya – dissero tutte e quattro le ragazze disgustate.
-
Ho detto che ‘ l’incidente ‘ è chiuso. Non accadrà mai più. Quindi fareste bene
a scordarlo – sbuffò ma si morse il labbro inferiore al ricordo di quello che
era accaduto poche ore prima.
‘
Effetti collaterali. Solo dannatissimi effetti collaterali ‘ continuò a
ripetersi, ma l’eccitazione non svaniva, anzi aumentava tra un sorso e l’altro
di caffè.
Capitolo
3: le debolezze della carne
-
Perfetto adesso lo saprà tutta Sunnydale del….del……hai capito – Buffy era
arrabbiatissima.
-
Buffy dai quanto la fai lunga per un innocente bacio – ridacchiò
maliziosamente.
-
Già come no – Prese la borsa.
-
Ehi un attimo, ma sei uno schianto sorellina…..tu non me la conti giusta – di
nuovo il suo sguardo alla Ispettore Colombo che terrorizzava Buffy.
-
Oh ma che stai dicendo…ho preso la prima cosa che mi è capitata sotto mano-
disse con l’aria più innocente, mentre il ricordo del suo torace perfetto
imperlato di sudore e delle sue mani le facevano correre i brividi lungo la
schiena.
-
Si come no….- Dawn la squadrò perplessa.
Buffy
uscì di casa ancora furibonda con la sorella per la sua mancanza di
discrezione.
-
Attenta agli sconosciuti – le urlò dietro Dawn sghignazzando ironica.
-
Già, gli sconosciuti….- sospirò pesantemente e ingranò la marcia.
I
ragazzi erano già in aula che l’aspettavano. Tutti avevano notato la sua aria
un po’ assente, il suo viso più colorito e soprattutto il suo abbigliamento più
sexy, ma non avevano fatto commenti. Si erano limitati a scambiarsi occhiate
divertite.
La
lezione fu un supplizio ma lei sopportò stoicamente, pensando a quello che
forse l’attendeva dopo, e si scoprì a sorridere al pensiero di un nuovo
incontro con quel tipo, Spike. ‘ Che razza di nome, però gli si addice ‘ si
disse e si portò l’ indice alla bocca e il suo sguardo si fece furbo.
Attese
che tutti abbandonassero l’edificio facendo finta di correggere compiti, ma lui
non si fece vivo. Con sguardo deluso ed aria contrariata infine si decise a
tornarsene a casa. Si incamminò lungo il corridoio deserto a passo lento e
improvvisamente si immobilizzò come fulminata. Proprio in fondo, davanti a lei
c’era qualcuno, cioè c’era lui. Indossava solamente i suoi jeans e il suo
sorriso divertito e strafottente.
-
Buona sera passerotto – la sua voce riecheggiò per tutto l’edificio. Buffy
cominciò a tremare, mentre vampate di calore l’attraversavano scuotendola sin
nelle viscere.
-
Buo…na se…ra… - balbettò lei, il sudore le imperlava la fronte.
-
Vedo che lavori sodo – il suo sorriso si allargò.
-
Oh …- Buffy sembrava aver perso la capacità di parlare.
-
Mm…siamo taciturne, ma a me non dispiace – disse riducendo lentamente la
distanza tra loro.
-
Io…ora…sera…tardi…casa – balbettò Buffy, ammaliata dagli occhi di lui
inchiodati ai suoi.
-
Wow che capacità di sintesi, davvero ammirevole – era a pochi metri oramai.
Buffy poteva chiaramente osservare le forme perfette del suo corpo poco celate,
e messe in evidenza da quei jeans stretti. Il suo viso spigoloso eppure
incredibilmente dolce e lo sguardo assassino che sembrava volesse spogliarla.
-
Sei bellissima questa sera, lo sai vero? – più che una domanda sembrava
un’affermazione. Come lui sapesse che lei lo aveva fatto per lui.
La
cosa le fece piacere e la infastidì allo stesso tempo.
Le
parole continuavano ad annegare nella saliva che ingoiava ad ogni passo che lui
muoveva verso di lei.
-
Avanti vieni qui tesoro – sollevò la mano e le fece cenno con l’indice di
avvicinarsi, e lei come ipnotizzata da quei due oceani che aveva al posto degli
occhi, obbedì.
Quando
le fu ad un passo le cinse i fianchi con le mani e l’attirò ancora di più a se.
-
Ecco così è meglio – le disse in un bisbiglio, creando improvvisamente
un’atmosfera intima e calda tra loro.
-
Questi non ti servono – e con un gesto fece cadere per terra tutto quello che
lei aveva in mano.
Buffy
abbassò lo sguardo un attimo, ma lui con la mano le prese il mento e glielo
sollevò.
-
No amore, continua a guardare me – le accarezzò i capelli con tenerezza, fece
scivolare la mano attorno alla sua vita e allacciò il corpo di lei a suo.
-
Baciami – le sussurrò.
-
Oh – ripeté Buffy, che come posseduta da una forza soprannaturale, con le mani
gli cinse la nuca e l’attirò a se, ansiosa di riappropriarsi delle sue morbide
e calde labbra. La magia si ripeté e Buffy fu pervasa da un languore che la
fece sentire debole e indifesa. Si aggrappò al suo collo tremante e la sua
bocca si schiuse arrendevole alle pressioni della lingua di Spike, desiderosa
di esplorarla e di possederla totalmente.
Buffy
era a corto di fiato ma non voleva che quella dolce agonia avesse fine.
Quando
le loro labbra si staccarono Spike poggiò la sua fronte contro quella di lei e
gli occhi si incatenarono tra loro.
-
Buffy…- la chiamò con voce roca – ti voglio – disse semplicemente e
sinceramente.
Lei
fu sconcertata dalla sua esplicita manifestazione di desiderio, e fu scossa da
un tremito.
Senza
darle il tempo di riflettere, Spike prese la sua mano e se la portò all’inguine
premendola contro i jeans. Buffy sussultò a quel contatto con quel muscolo:
teso, duro, vivo e pieno di desiderio di lei, ed ebbe paura.
Il
respiro si fece affannoso e i movimenti convulsi e confusi. Lui strinse ancora
di più la presa attorno alla sua vita e tra i loro corpi non ci fu più spazio.
Buffy
ansimò sopraffatta da tutte quelle sensazioni così nuove ed indefinibili per
lei.
-
Io de…vo an…da…re – mugugnò mentre le sue labbra catturavano nuovamente quelle
di Spike in un altro torbido ed intenso bacio.
Le
mani di lui vagarono sul suo corpo per soffermarsi sulle natiche. Le racchiuse
nei palmi e se le premette contro. Buffy gemette di piacere a quel primo vero
contatto intimo tra loro.
Le
sollevò la gonna lentamente. Prese le cosce di lei tra le mani e si portò le
sue gambe ai fianchi. Con movimenti lenti e sensuali fece strofinare il tessuto
bagnato delle mutandine di lei contro i suoi jeans. Buffy gemette più forte in
preda ad un desiderio spasmodico di un contatto ancora più intimo.
Si
aggrappò alla sua spalla e si lasciò travolgere. Spike la spinse contro il muro
e premette il suo corpo contro quello di lei. Cominciò a mordicchiarle il collo
e i lobi delle orecchie.
-
Si. Ancora – ripeteva lei spingendo il suo bacino contro di lui in modo da
continuare a strofinare la sua femminilità sui suoi jeans umidi.
-
Si passerotto ancora – le sussurrava lui continuando a premere e strofinarsi
contro di lei.
Diede
una rapida occhiata attorno senza smettere di baciarla, e trovato quello che
cercava la allontanò dalla parete e la spinse contro un piccolo schedario. Con
una mano le scostò i lembi della camicia in modo che le sue labbra potessero
raggiungere i capezzoli duri e tesi di lei.
Li
stuzzicò con la lingua e li mordicchiò con i denti, prima di chiudere le sue
labbra di uno di essi e cominciare a succhiare avidamente.
Buffy
gemeva sempre più forte e le sue mani esploravano il corpo nudo e teso di lui.
Quando
i gemiti di Buffy divennero quasi urla, la mano di lui scivolò sui suoi slip
bagnati. Con due dita li scostò e cominciò ad accarezzarle con tocco gentile ed
esperto il clitoride. Buffy spalancò gli occhi e si lasciò annegare in quelli
di lui che non avevano smesso per un solo istante di fissarla, compiaciuti nel
vederla così abbandonata al piacere e così sensuale.
-
Basta – mormorò stringendosi ancora di più a lui e allargando maggiormente le
gambe per facilitare le sue carezze.
Lui
sorrise divertito, tirò giù la lampo dei jeans e presa una mano di lei, gliela
fece infilare dentro.
-
Oh – disse ancora una volta Buffy, toccandolo e stringendolo delicatamente tra
le sue mani.
-
Amore ti prego – la implorò lui, fremendo al solo contatto del palmo morbido
della mano di Buffy, sulla sua virilità ormai al limite dell’eccitazione
possibile.
-
Si così, bravissima piccola – gemette soddisfatto dal tocco gentile ed
inesperto di lei. Non avrebbe resistito a lungo. Prese la mano di lei tra le
sue fermandogliela e delicatamente spinse fuori il suo membro. Si avvicinò alla
femminilità di Buffy lasciata scoperta e gonfia di piacere, dalle carezze che
le dita di Spike le avevano fatto. Quando si toccarono Buffy si irrigidì di
colpo, in preda al terrore. ‘ Oh Dio che sto facendo? ‘ fu il pensiero che
attraversò la sua mente.
Allontanò
il capo da lui e disse a mezza voce –
NO – fu quasi un sussulto, ma chiaro e deciso.
Spike
gemette disperato, mentre chinava il capo e lo posava sulla spalla di lei.
-
Perché? – le domandò ansimando con voce roca ed alterata.
-
Non voglio – con le mani allontanò il corpo di lui da lei.
I
loro sguardi si incontrarono, la magia era svanita. Negli occhi di lei solo
terrore e forse disgusto per quello che aveva appena fatto.
Spike
sospirò a lungo e pesantemente, cercando di riacquistare il controllo del suo
corpo. Alla fine si staccò da lei e si sollevò la lampo con un gesto di
delusione. Si passò una mano tra i capelli. Era sudato ed ancora accaldato.
-
Va bene passerotto come vuoi tu…ma non so se la prossima volta riuscirò a
fermarmi, quindi…stai attenta – l’ammonì, fissando il suo sguardo ancora pieno
di desiderio e di passione per lei, in quello smarrito e sconvolto di lei.
E
senza dire altro si allontanò a grandi passi lungo il corridoio.
‘
Maledizione, ma che accidenti mi ha preso ‘ imprecò dentro di se Spike, mentre
con un tonfo sordo spalancava le porte della scuola. Si fermò a respirare
l’aria frizzante della sera. Aveva bisogno di calmarsi e di una donna. Buffy
Summers lo aveva portato davvero ad un passo dalla follia.
Seduta
sullo schedario, ancora eccitata e ansimante Buffy piangeva. Cosa le era preso?
Cosa le era saltato in mente di provocare quel tipo? Si sentiva delusa,
arrabbiata e frustrata. E non sapeva se le sue lacrime fossero dovute al
dispiacere per quello che era accaduto, o al fatto che non aveva avuto il
coraggio di andare sino in fondo pur desiderandolo con tutta se stessa.
Spike
era un demonio, venuto a tentarla, e purtroppo la sua carne era stata debole ed
indifesa davanti a lui. ‘ Questo non accadrà mai più. Mai! ‘ ripeté il suo
solito rassicurante ritornello. Credendo di avere nuovamente la situazione
sotto controllo, raccolse le sue cose e tornò a casa.
Il
Bronze era affollato, anche se non era l’ora di punta. Spike aveva bisogno di
bere, e subito. Si sedette al bar e ordinò un barboun abbondante.
Si
guardò intorno, si sentiva scoppiare, era elettrico. Carico di energia, se non
avesse trovato subito una donna sarebbe esploso.
Mentre
era intento a fissare le ragazze in pista una voce femminile molto squillante
gli giunse alle spalle.
-
Ehi straniero! Mi offri da bere? -
Si
voltò a guardarla. Era una ragazza molto bella. Bionda, occhi chiari e corpo
perfetto. Fece cenno al barista e lei disse senza staccare gli occhi dal suo
viso
-
Un Whisky – prese il bicchiere e in modo molto erotico se lo portò alle labbra.
Era
quella giusta per sbollire la sua eccitazione mista a rabbia, pensò Spike, e
sfoderò il suo sorriso da seduttore.
-
Ciao tesoro. Come ti chiami? -
-
Anya – disse lei mentre si passava maliziosamente la lingua sulle labbra.
-
Piacere Anya – disse lui passando un dito sul bordo del bicchiere
ripetutamente.
-
E tu come ti chiami straniero? – chiese lei portandosi un dito alla bocca.
Spike
fremette – Spike tesoro – poi lanciando uno sguardo all’orologio aggiunse -
Allora che vuoi fare? –
-
Oh non sei certo il tipo che va per il sottile tu vero? -
-
Beh…tu non mi sembri una che abbia bisogno di molti preliminari – socchiuse gli
occhi fissandola intensamente.
Anya
lo guardò dapprima accigliata poi un sorriso si allargò sul suo viso – Sì hai
ragione. Perché perdere tempo inutile? Allora si va? –
Lui
pagò il conto e si alzò facendole strada verso la macchina.
-
Ehi Anya dove vai? – una voce attirò la loro attenzione, proprio quando erano
giunti alla vettura.
-
Ciao faith – subito Anya prese sottobraccio Spike, come a voler farle capire
che quella era la sua preda della serata.
-
Anya posso un attimo … - senza aspettare risposta la trascinò poco lontano.
-
Che ti prende? Una volta che rimorchio io uno stallone, tutto sto casino? –
Anya
non era contenta.
-
Non puoi – sentenziò secca Faith.
-
Come non posso? – la guardò sgranando gli occhi – certo che posso, mica sono
Santa Buffy da Calcutta. Io ho bisogno di una sana, salutare, sfrenata e appagante
scopata. Chiaro? –
-
Non è questo –
Faith
guardò di sott’occhio l’uomo che attendeva impaziente poco distante da loro.
-
Allora cosa? –
Anya
roteò gli occhi spazientita.
-
Lui è proprietà privata –
-
E chi lo dice? –
-
Lui è lo stallone di Buffy –
-
Cosaaaaaaaaaaaaa? – una lacrimuccia spuntò dalle ciglia di Anya – non è
possibile. Ti prego, è un delitto sprecare tutta quella carne, tutto quel
muscolo.- Anya posò lo sguardo sui jeans attillati di lui.
-
Oh ti prego una volta sola? Una notte solamente, resterà un segreto tra te e
me. Ti prego, ti prego, ti prego – Lo sguardo di Anya era da disperata, ultima
spiaggia.
-
Oh fai come vuoi….ma io ti ho avvertita –
Faith
alzò le mani e si allontanò borbottando.
-
Questo a Buffy non piacerà. No! non piacerà per niente -
Anya
si diede un contegno e con aria da gattina tornò a rivolgersi al suo
accompagnatore – Allora andiamo? –
-
Io sono pronto – Spike era ansioso – ma quella chi era? -
-
Oh…una seccatrice. Sai la voce della coscienza, roba così. Niente di importante
–
-
Andiamo allora – mise in moto e partì a tutta velocità.
Non
erano ancora entrati nell’appartamento che già erano avvinghiati e accaldati.
-
Wow come sei focoso…e come è duro….e come è grosso – Anya ansimava.
Mentre
la sua mano infilata nei jeans di lui tastava la merce, soddisfatta.
-
Piccola, questo è solo l’inizio – sorrise lui, spingendola verso il divano.
Velocemente
si sfilò la camicia, invitando anche lei a spogliarsi, cosa che Anya fece alla
velocità della luce.
-
Su avanti stallone fammi vedere di cosa sei capace -
-
Si dolcezza vieni a cavalcarmi, vedrai che ti piacerà da impazzire – le saltò
addosso ridendo senza gioia.
Nudi
sul divano erano in preda ad un attacco di lussuria pura.
-
Adesso avanti, ti voglio dentro. Non resisto -
-
Si, eccomi – con un gesto rapido aprì una bustina di preservativi e si infilò
il profilattico sotto lo sguardo voglioso ed eccitato di lei.
-
Bene dolcezza sono tutto tuo – si stese nuovamente sopra di lei.
-
Oh…Spike si ancora…- quella voce roca per un attimo nella testa di lui si
confuse con quella di lei. Scacciò quell’idea dalla testa e senza esitare oltre
penetrò una agonizzante Anya, che cominciò ad urlare e gemere come mai in vita
sua.
Quando
tutto fu finito stranamente, Spike non era appagato o contento. Anzi sembrava
stare peggio di prima. Si mise a sedere sul divano evitando di guardarla.
Indossò
i la t-shirt nera ed i jeans frettolosamente. Infine tirando un profondo
sospiro, e passandosi una mano tra i capelli, tornò a guardare nella direzione
di Anya.
-
E’ meglio che ti vesti adesso. Ti accompagno a casa -
-
No grazie. Prendo un taxi – disse Anya, ed anche lei stranamente non sembrava
né contenta né soddisfatta.
-
Sicura? – le disse con gentilezza.
-
Sì – Anya si rivestì in fretta come si era spogliata, ed uscì dalla stanza.
Appena
la porta si fu richiusa alle sue spalle si sentì disgustata. Perché lo aveva
fatto? Lei sapeva il perché, ma non voleva ammetterlo nemmeno con se stessa:
Lei era gelosa di Buffy ed aveva voluto prendersi una piccola rivincita.
-
Accidenti – mormorò – in fondo non è mica il suo fidanzato! Non vedo perché
debba farmi tutti questi problemi – e cercando di auto convincersi si incamminò
lentamente verso casa, aspirando l’aria fredda della notte.
Rimasto
solo Spike si versò da bere e fissò il pavimento.
-
Accidenti a te Buffy Summers – bevve tutto d’un fiato – Mi hai rovinato la vita
- Da quando l’aveva vista quel giorno con l’aria assente e lo sguardo per aria,
non aveva fatto che pensare a lei, che desiderarla. Ed ora eccolo lì che faceva
sesso con una bellissima donna, e pensava a lei, sentendosi in colpa quasi la
stesse tradendo.
-
Oh ma va al diavolo Spike! Quella ti ha mandato a spasso. Hai fatto bene! –
sbuffò versandosi un altro bicchiere di bourbon, ma la sensazione di malessere
non svanì.
Sola
nella sua stanza, seguendo il gioco di luci e ombre creato dai lampioni per
strada sul soffitto; Buffy ripensava a quanto era successo con Spike, si
chiedeva cosa le stesse accadendo e perché davanti a lui si sentiva così
debole, così fragile e vulnerabile. Lei era stata sempre una donna forte.
Perché allora? Una vocina dentro di se urlava la risposta ‘ ti piace. Ti piace
‘ ma Buffy non la sentiva, o non voleva ascoltarla. Preferiva pensare che era
solo una questione di ormoni, di chimica. La carne è debole in fondo. I suoi
sogni quella notte furono agitati.
Capitolo
4: travolta dalla passione
‘
Sta calma Buffy. Andrà tutto bene. Gli spiegherai che è stato un momento di
PAZZIA. Di pura follia, che non eri in te e che deve scordarsi che lo hai
baciato al bronze, che lo hai baciato a scuola e che per poco non ci facevi….
Oh va bene ho avuto più di un momento di follia, ma è lo stress, il caldo, la
lontananza di Riley. Oh se Riley avesse almeno un quarto del suo
sexappeal...Accidenti ci risiamo. Non va bene Buffy non va bene ripetiamo tutto
da capo. Convincenti! Dobbiamo essere molto convincenti ‘
Buffy
fece una smorfia delusa guardandosi allo specchio, mentre si preparava per andare
a scuola.
Si
attaccò alla sua borsa come fosse uno scudo e si incamminò per il corridoio
della scuola. Pronta a colpire qualora il nemico fosse sbucato da qualche aula
deserta.
Arrivò
incolume alla sua aula, la 3 il suo numero fortunato. Sbirciò dentro con la
testa per vedere se era tutto a posto e se gli studenti fossero arrivati.
Sorridendo, dopo aver constato che tutto era tranquillo, entrò e salutò.
-
Salve a tutti ragazzi -
-
Salve – risposero in coro i nove studenti presenti.
-
Bene oggi vi parlerò di una legge economica fondamentale: Il massimo risultato
con il minimo sforzo… -
Fuori
dalla finestra intanto….
-
Ehi Spike, non la fissare così o la consumerai – rise il giovane bruno accanto
a Spike.
-
Spiritoso Angel. Perché non pensi agli affari tuoi e lavori? Invece di badare a
quello che faccio io? –
-
E’ un bel bocconcino davvero – i suoi occhi neri si fissarono sulla figura
minuta ma ben fatta di Buffy – te la sei già fatta? E dimmi come è stato? –
Spike
non si seppe spiegare il perché, ma un moto di rabbia lo assalì. Non gli
piaceva il modo in cui Angel stava guardando Buffy, e tanto meno gli piaceva
come ne parlava.
–
Falla finita Angel – gli disse tra i denti, mentre dava un colpo secco di martello
all’asse di legno che aveva davanti, facendo saltare via qualche scheggia.
-
Oh, come siamo suscettibili oggi. Su dai dimmelo com’ è a letto? Ci sa fare? E’
calda come sembra? – Angel lo incalzava.
-
Falla finita imbecille – Spike gli lanciò uno sguardo assassino.
-
Spike….Spike….sai cosa penso? – Angel continuò divertito – penso che il
biscottino ti piaccia sul serio e che tu….sia geloso –
Lo
aveva detto guardandolo dritto negli occhi.
-
Cosa? Tu sogni – Spike sbuffò infastidito da quel discorso.
-
E invece credo proprio di avere gli occhi aperti amico. Quella ti ha fottuto il
cervello –
-
Angel ho detto basta – si alzò e si allontanò, dirigendosi verso una delle
travi di sostegno per prendere un secchio e calarlo giù.
Fu
in quel preciso istante che Buffy lo vide dalla finestra. A petto nudo,
chilometri di pelle liscia, nuda ed imperlata di sudore. Espressione seria e
concentrata: Un tuffo al cuore per lei.
-
Ma io dico, quante parole ci avrai scambiato quattro? Da te questo non me lo
aspettavo amico. Tu eri il nostro eroe, ‘ l’inafferrabile Spike ‘. Quello che
ne cambiava una al giorno come i calzini - Angel scuoteva il capo contrariato.
-
Ed ora guardati… qui fuori in piedi a morirle dietro per uno sguardo o un
sorriso. Non la vedo bene Spike. Questa storia non mi piace per niente –
-
Ora mi hai seccato Angel se non stai zit….-
Un
tonfo sordo interruppe la conversazione.
Entrambi
guardarono dentro l’aula, Buffy era sparita.
Tutta
presa da quell’ apparizione Buffy era rimasta folgorata facendole perdere il
suo già fragile equilibrio. Il suo cervello in tilt le ripeteva il messaggio di
Pericolo! Doveva trovare un posto dove nascondersi e subito. Purtroppo per lei
i piedi avevano continuato per conto loro. Buffy non avendo visto il gradino
che separava i banchi dalla cattedra vi era inciampata, facendo una rovinosa
caduta. Giaceva distesa per terra tra i banchi. Terrorizzata all’idea che lui
l’avesse vista fare l’ennesima figuraccia.
Restò
stesa nella speranza che se ne andassero, non ricordandosi che non era sola
nell’aula.
-
Ehi ma dove è finita? – chiese Angel attaccandosi con le mani ai vetri della
finestra.
Spike
roteò gli occhi, ma anche lui era curioso di sapere dove fosse finito il suo
passerotto.
-
Professoressa si è fatta male? – tutti i suoi alunni si erano alzati per
soccorrerla. Buffy aveva sgranato gli occhi sconvolta.
-
Si. Restate seduti! Non vi muovete, non un solo gesto – ma era troppo tardi i
due fuori avevano visto i suoi piedi sbucare fuori dalla fila.
Angel
scoppiò a ridere senza vergogna, mentre Spike seppur divertito, voleva prima
accertarsi che fosse tutto a posto e che lei stesse bene. Si spostò per vedere
meglio dentro l’aula.
Buffy
sentì chiaramente la risata provenire da fuori e capì che era fregata.
Timidamente si sollevò da terra. La sua chioma bionda sbucò tra i banchi.
Vedendo
che era tutta intera Spike si tranquillizzò e diede libero sfogo alla sua
ilarità. Inarcò il sopracciglio e la fissò con sguardo canzonatorio.
Cominciò
a gesticolare con le mani, e a pronunciare con la bocca, le parole lentamente
in modo che lei potesse capire.
-
Tutto okay tesoro? –
Buffy
arrossì violentemente, girò il capo sdegnata e ritornò alla cattedra. Si
sedette, constatando che era più saggio spiegare stando seduta stabilmente al
suo posto, piuttosto che girovagando tra i banchi, quando c’erano tutti quei
pericoli attorno a lei.
‘
Maledizione. Perché? Perché ogni volta a me! Penserà che sono una imbranata
cronica. Dov’è una buca in questa dannata città voglio seppellirmici ‘
Sconfortata,
continuò la lezione non osando più guardare in direzione della finestra.
-
Prof. Fa caldo possiamo aprire i vetri? – Domandò uno dei ragazzi che stava
sudando come un porcellino d’india e Buffy notò che non su tutti l’effetto
pelle imperlata di sudore aveva lo stesso fascino.
-
Sì…NOOOOOOO. Meglio di no – Buffy agitò le mani nervosamente – è proprio in
questa stagione che si prendono i peggiori malanni. Bisogna prendere tutte le
precauzioni necessarie. E fuori ci sono milioni, anzi miliardi di microbi che aspettano
solo che noi apriamo quella finestra per aggredirci e mettere K.O. il nostro
sistema immunitario – Buffy aveva parlato a raffica, senza una pausa ed era
arrivata alla fine della frase senza respiro.
Gli
alunni la guardavano stupefatti e convinti che la caduta avesse avuto qualche
conseguenza.
-
E’ sicura di sentirsi bene Prof? Perché mi sembra pallida…e strana – Uno dei
ragazzi socchiuse gli occhi, e la squadrò attentamente.
-
Certo che sto bene. Mai stata meglio. Non si vede? – Buffy sfoderò il più
idiota dei suoi sorrisi e si scrollò i capelli dalle spalle.
E
Spike fuori alla finestra rimase a guardarla, anche lui, senza fiato in gola.
Angel
aveva ragione Buffy lo aveva davvero stregato. Non faceva altro che pensare
alle sue labbra morbide e tirabaci, ai suoi occhi verdi così profondi ed
intensi. Ai suoi capelli da accarezzare e all’odore della sua pelle. Era
ossessionato da quella notte al Bronze. Quando lei si era abbandonata, anzi
quando si era avvinghiata a lui, e l’aveva baciato come mai nessuna donna aveva
fatto in vita sua.
Sospirò
rassegnato e continuò a martellare la povera trave davanti a lui.
-
Ehi Spike, non vieni? Noi stiamo andando, per oggi è finita – Angel si era
preparato a scendere, il Sole stava tramontando e la giornata di lavoro per
loro era finita. Spike lanciò un’occhiata nell’aula. Buffy stava facendo alcune
raccomandazioni agli studenti che si erano alzati in piedi e si preparavano ad
uscire. Anche per loro la lezione era finita.
-
Io finisco qui e poi vado – gli disse a bassa voce, quasi temesse che Buffy
potesse udirlo.
-
Si…come no. Ho capito amico….- Angel ridacchiò – buona fortuna – e si allontanò
a passo svelto diretto alla macchina.
Spike
tirò un sospiro di sollievo e scese di sotto. ‘ Adesso o mai più ‘ si disse
entrando nella scuola da una finestra aperta al piano terra.
Rimasta
sola nell’aula Buffy continuava a ripetersi il discorso che prima o poi avrebbe
dovuto fare a Spike, sperando di non perdere il filo mentre glielo faceva.
‘
Tanto pensa che sono idiota ‘ si disse alzando le spalle. Tornò a guardare i
fogli sul tavolo. Non le andava di correggere quei compiti, lo avrebbe fatto
più tardi a casa. Si alzò in piedi, raccolse le sue cose e le ficcò alla
rinfusa in borsa. Era arrabbiata con se stessa. Aggirò la cattedra e rimase
inchiodata al pavimento.
Lui
era lì davanti a lei. Capelli in disordine, sudato. L’aria dannatamente sicura
e strafottente. La camicia sbottonata i jeans indecentemente attillati. Le
gambe divaricate e i pollici delle mani aggrappati alle tasche sul davanti.
-
Ciao passerotto! Tutto bene? Non ti sei fatta male prima, vero? – alzò il
sopracciglio e sembrò volerla spogliare con lo sguardo.
Buffy
rabbrividì e cominciò a blaterare come al solito. Inghiottendo la saliva e per
poco anche la sua lingua.
-
Tutto sbagliato. Dimenticare, io sono una stupida lo so, ma non mi frega
niente. Mai accaduto. Passato, morto, sepolto. Chiaro? -
Spike
scoppiò a ridere e la sua voce calda e sensuale riecheggiò per l’edificio. Il
cuore di Buffy si fermò, i suoi occhi si spalancarono fissando il suo torace
che si sollevava e riabbassava seguendo il suono della sua voce. ‘ Sto per
avere un infarto ‘ si disse mentre con una mano si aggrappava alla borsa, nel
disperato tentativo di riacquistare un po’ di controllo e di dignità, appena
gettati alle ortiche.
-
Per niente amore, ma non importa – lo
sguardo si fece più intenso e sensuale. Buffy cominciò a sudare freddo, un
lieve rossore le salì alle guance, seguendo la sensazione di calore che la
stava assalendo, senza lasciarle scampo.
‘
E’ questa la passione cieca? Il desiderio folle? ‘ si chiese mentre un gemito
di sorpresa le sfuggì dalle labbra.
-
Cosa c’è piccola sei nervosa? – continuava a fissarla divertito, e il suo
sorriso beffardo si allargava sempre di più sul suo viso compiaciuto.
-
La smetta di chiamarmi piccola, noi non ci conosciamo, non abbiamo nulla a che
spartire – Buffy balbettava visibilmente.
-
Beh a questo possiamo rimediare…e subito – le sue mani abbandonarono la presa
sui jeans. Fece due passi avanti, si girò lentamente e richiuse la porta alle
sue spalle.
Quando
tornò a voltarsi verso di lei aveva un’espressione in viso, degna di un demone
appena scappato dall’inferno.
-
Co….sa sta fa….cen….do? – gli domandò respirando irregolarmente.
-
Secondo te? – le domandò lui guardandola furbescamente.
-
Apra subito quella porta – gli intimò Buffy ormai in preda di una crisi di
nervi.
-
Tesoro non alterarti, fa male alla salute –
-
Io sono calmissima. E le ripeto: apra subito quella porta! – Buffy non si era
resa conto che stava urlando.
-
Wow che voce – lui non sembrava minimante preoccupato o intimorito da lei.
A
passi lenti, dondolando sulle anche, si avvicinò. Buffy, sempre fissandolo come
ipnotizzata, indietreggiò sino a quando non urtò con il fondoschiena la
cattedra. Sussultò. ‘ E adesso cosa faccio? ‘ fu l’unica cosa che riuscì a
pensare.
-
Guardi che mi metto a strillare – Cercò di assumere l’aria minacciosa ma quello
che ne venne fuori fu un’espressione tra bambi e paperino.
Le
mani di lui si inchiodarono alla cattedra bloccandola tra le sue braccia.
-
Allora. Sto aspettando. Comincia a strillare passerotto – la sfidò lui
guardandola dritta negli occhi, il viso a pochi centimetri dal suo.
-
A…iu…..to….- dalla sue labbra uscì un suono strozzato. Mentre gli occhi si
spalancavano e le palpebre sbattevano ripetutamente incredule.
-
Stai tranquilla amore – sorridendole le accarezzò una guancia con la mano.
Con
un gesto improvviso poi, rovesciò tutto quello che c’era sulla cattedra per
terra. Buffy si voltò di scatto a fissare gli oggetti caduti per terra alla
rinfusa e poi tornò a guardare Spike.
-
E’ impazzito? – sussurrò non riuscendo a distogliere lo sguardo dagli occhi di
lui.
-
Può essere – rispose lui. Il suo dito seguì il contorno del suo collo e poi
della spalla, sino a posarsi sull’incavo dove era la sua borsa. Prese la
tracolla e la fece scivolare lungo il suo braccio tremante. Fino a depositarla
ai suoi piedi.
-
Ma….cosa vuole…co…sa cre…de di fa….re – balbettò indietreggiando con il busto.
Lui
si avvicinò sempre di più sino a che tra i loro corpi non vi fu più spazio.
Fece una leggera pressione con il bacino verso quello di lei e Buffy, sentendo
la sua virilità dura premuta contro di lei, divenne rossa come mai in vita sua
e cominciò a respirare affannosamente. Le mani di lui scivolarono lungo la
schiena di lei e si fermarono sui suoi fianchi. L’attirò verso di se ancora di
più, per aumentare la pressione del suo corpo su di lei.
Buffy
boccheggiava ormai prossima al collasso emotivo.
-
la prego mi lasci, non respiro -
-
Bene! E’ esattamente quello che voglio passerotto –
Le
diede una leggera spinta e Buffy finì stesa di schiena sulla cattedra fredda.
Un sussulto e il suo respiro si fece più rapido ed affannato.
-
Rilassati piccola – le disse lui mentre si posizionava tra le sue gambe
divaricandogliele. Gliele sollevò, in modo che le ginocchia di Buffy si
piegassero mollemente ubbidienti al suo tocco, e i suoi piedi si ancorassero ai
bordi della cattedra.
Il
suo sguardo le bruciava la pelle ovunque si posasse. Le sue mani che piano,
piano risalivano lungo le caviglie e i polpacci, lasciavano scie di brividi
caldi. Indugiarono qualche attimo sulle ginocchia, giocherellando con il bordo
della sua gonna. E poi proseguirono trascinandosela dietro. Buffy avvertì una
leggera sensazione di fresco tra gambe e su sino al pube ormai scoperto.
-
Spike – lo chiamò con voce bassa, e tono indefinibile.
Le
mani di lui proseguirono la loro esplorazione, risalendo lungo i fianchi e
soffermandosi sulle punte inturgidite e dure del suo seno, che si ergevano
impunemente dritte attraverso la sottile stoffa della camicia.
-
Mm…- un mugolio uscì dalle labbra di Buffy che socchiuse gli occhi non
riuscendo a sopportare oltre, l’eccitazione incontenibile che lui le stava dando.
-
Si. Così mi piaci passerotto – mormorò lui. Le sue mani cominciarono ad
armeggiare con i bottoni della sua camicetta. Glieli sbottonò uno per uno e poi
ne scostò i lembi per far si che i suoi occhi avidi e le sue mani ansiose
avessero libero accesso alla sua pelle calda ed al suo seno sodo e tondo.
Le
sollevò il reggiseno liberando le sue due coppe perfette, e subito le sue mani
si chiusero su di loro, palpando delicatamente e accarezzando vogliose.
Con
le dita cominciò a sfregarne le punte provocando in Buffy una sensazione di
abbandono e di debolezza così intensa da farle inarcare la schiena e riversare
la testa all’indietro, stringendo i denti.
Lui
sorrise e fece scivolare lentissimamente una mano lungo il suo ventre piatto, giù
sino alla sua femminilità. La sfiorò attraverso gli slip bagnati, con gesti
delicati. Con due dita ne scostò il bordo e vi infilò la mano. Buffy gemette
digrignando i denti, e ansimando più forte.
Era
completamente bagnata e dilatata: In attesa.
-
Ti piace vero piccola? – un dito sparì dentro di lei.
I
muscoli si tesero e gli si strinsero attorno, avvolgendolo.
-
Ti prego – le mani di lei si aggrapparono ai bordi della cattedra, stava
sprofondando nell’abisso dei sensi.
Lui
con il pollice cominciò a massaggiarle delicatamente il clitoride, mentre il
dito si muoveva lentamente dentro e fuori di lei.
–
Oh…si così – sussurrò lei. Le sue mani si strinsero convulsamente alla
superficie liscia e scivolosa della cattedra, accrescendo la sensazione di
Buffy di precipitare.
Si
era appena abituata a quella penetrazione e stava riprendendosi dal baratro di
emozioni che l’aveva inghiottita, che Spike fece scivolare un altro dito dentro
di lei. Questa volta Buffy non riuscì a trattenersi e urlò per l’intensità
della sensazione, facendo gioire uno Spike al limite dell’eccitazione
possibile.
I
movimenti si fecero sempre più rapidi e Buffy era a corto di aria oramai.
Improvvisamente
lui ritirò la mano e lei si inarcò verso il suo bacino per cercare il contatto
perduto.
-
Noooo – Gemette delusa quasi in lacrime.
-
Sì – le rispose lui chinandosi su di lei con il suo corpo.
Passò
delicatamente la mano dietro il suo collo e la sollevò attirandola a se.
-
Vieni qui passerotto – Si portò le gambe di lei ai fianchi mentre con le sue
braccia la cingeva, avvolgendola in una morsa calda e piena di desiderio.
-
Baciami Baby – il suo sguardo era pieno di desiderio e profondo come li mare.
Buffy
gli passò le mani dietro la nuca, l’attirò a se e schiuse le labbra eccitata.
Dapprima fu un tocco leggero di riconoscimento e poi si fece più esigente, più
profondo, sino a che le loro lingue: due fiamme di un fuoco che ardeva sin nel
profondo dell’anima, non si intrecciarono in un bacio violento e appassionato.
Che
li lasciò entrambi senza fiato.
Le
mani di Buffy, ormai persa nei suoi stessi sensi, cominciarono a vagare sul
torace nudo di lui, accarezzandolo sensualmente. Chinò il capo sul suo petto e
lo disseminò di piccoli baci. La sua lingua guizzò sui suoi capezzoli, per poi
sfregarli contro i denti, facendolo rabbrividire di piacere.
Buffy
gli lanciò uno sguardo indecifrabile ma denso ed infuocato, prima di far
scivolare le sue mani lungo l’attaccatura dei suoi jeans sino al rigonfiamento,
che poteva nettamente sentire sotto i suoi polpastrelli tesi a memorizzare ogni
singola linea del suo corpo. Tirò giù la lampo ed infilò la mano vogliosa di
quel contatto così intimo e proibito.
-
Oh sì….- implorò Spike socchiudendo gli occhi, anche lui perso nei suoi sensi.
Le
mani di Buffy si mossero leggere e veloci su di lui, portandolo ancora una
volta ad un passo della follia, ma questa volta non ci sarebbe stato ritorno.
Si
sbottonò in fretta i jeans, e gli fece scivolare lungo le gambe sino alle
caviglie. Si allontanò da lei quanto bastava per sfilarle gli slip e poi tornò
a sfregare il suo membro duro come roccia, contro di lei portando entrambi al
limite della sopportazione.
Infine
finalmente, cingendole la vita con un braccio l’attirò a se, mentre con l’altra
guidò il suo pene nella penetrazione della femminilità calda, umida e dilatata
come non mai di Buffy.
-
Ah….- un sospiro di liberazione riempì la stanza – Sì – Buffy si strinse a lui
posando il capo sulla sua spalla.
Lui
gemette per l’autocontrollo che stava ancora esercitando. Voleva farla godere
fino alla pazzia e ci sarebbe riuscito.
Era
rimasto immobile, dentro di lei. Buffy si agitava e si spingeva contro di lui
allargando le gambe quanto più poteva per prenderlo più a fondo in lei.
L’attesa la faceva fremere dall’impazienza che lui cominciasse a muoversi
portandola dritta in Paradiso.
Solo
quando le unghie di lei furono saldamente conficcate nella sua schiena e la
bocca di lei imprigionata dalla sua, in una muta richiesta disperata di
piacere; lui si decise a muoversi dapprima lentamente poi sempre più
rapidamente in lei.
-
Siiiiiii – urlò lei – ancora. Ancora. Ti prego Spike, non fermarti. Più forte,
ancora più forte -
Spike
ansimava teso nello sforzo di mantenere il ritmo costante, cercando di
intensificarlo sempre più, e di spingersi più che poteva in lei.
-
Così ti piace, vero amore? E’ così che lo vuoi -
Le
chiedeva dandole spinte sempre più poderose e veloci.
-
Si, si così. Continua, non fermarti ti prego – Ansimavano entrambi, protesi
l’uno verso l’altro, in un bisogno quasi di compenetrarsi.
Le
labbra di lui cercarono i capezzoli di lei, per succhiarli e mordicchiarli
avidamente. La stanza era piena dei loro ansiti, gemiti, gridolini e sospiri.
Tutto
girava in una girandola sempre più veloce ed intensa.
-
Spike, Spike – Buffy urlava il suo nome senza più controllo.
-
Sì Buffy….Buffy – le faceva eco lui.
-
Sto per morire Spike. Muoio –
-
Si vieni amore, vieni. Fammi vedere come godi. Io non resisto più –
-
Ahhhhh…..ohhhh…..sìììììììììììì – un urlo, e un susseguirsi di gemiti prolungati
annunciarono a Spike che Buffy era morta di piacere.
Compiaciuto
e soddisfatto di se, per essere riuscito nell’impresa, anche lui finalmente si
lasciò morire in lei emettendo un suono gutturale basso e profondo. Buffy
stremata ed appagata, fu riempita del suo seme caldo e denso.
I
loro occhi ancora ottenebrati dalla passione e dal desiderio tornarono ad
incontrarsi, e lui vide una cosa che lo colpì dritto al cuore: Calde lacrime
rigavano il viso di Buffy. Lei stava piangendo per la gioia.
Le
sorrise teneramente e con il pollice gliele asciugò. Rimasero immobili per un
tempo indefinito a fissarsi, il suo membro ancora racchiuso in lei e lei
stretta a lui.
Quando
lo sguardo divenne tanto intenso da
essere insostenibile per entrambi, il respiro non ancora perfettamente regolare
si mozzò del tutto. Con timore avvicinarono i loro visi lentamente, sempre di
più. Sino a che le loro labbra si toccarono di nuovo e le loro lingue si
intrecciarono in un bacio che toccava l’anima di entrambi.
Erano
stati travolti dalla passione, sì. Ma quel bacio era qualcosa di diverso,
qualcosa di più profondo ed intenso; Qualcosa che bruciava dentro e che era
talmente grande che nessuno dei due voleva dargli un nome.
Capitolo
5: la voce della ragione
Un
lieve sorriso, bastò solo questo per rompere l’incantesimo tra loro.
Buffy
gli posò le mani sul petto, provando un tremito nel toccare di nuovo la sua
pelle ancora calda e sudata, e con un gesto deciso e uno sguardo carico di
disprezzo e di disgusto, lo allontanò da se.
-
Che ti prende tesor…- Le sollevò una mano per intimargli di tacere, e lo
aggredì acida.
Lui
si abbottonò i jeans e la fissò confuso.
-
Okay stop! Ormai è accaduto, non posso tornare indietro per cambiare questa
cosa…orribile, disgustosa – Disse schifata, guardando il suo corpo discinto,
ancora esposto sulla cattedra e poi Spike, anch’egli nudo.
Spike
socchiuse gli occhi, la sua espressione divenne dura e la mascella si serrò in
una smorfia di rabbia.
-
Ma…- Buffy, che per tutto il tempo aveva evitato i suoi occhi, sollevò lo
sguardo severo ed irascibile di chi non ammette repliche a quello che sta
dicendo – Questa cosa orribile non accadrà più. MAI PIU’ – urlò quelle parole
convinta che così avrebbero acquistato più significato e più certezza.
Scese
dalla cattedra e si accomodò il vestito con fare frettoloso. Il viso in fiamme
e le mani tremanti dalla rabbia. Raccolse la borsa, evitando di nuovo di
incontrare i suoi occhi.
-
Ehi stammi a sentire piccola…stupida ragazzina – Spike era furioso, mai nessuna
donna si era comportata a quel modo subito dopo aver fatto sesso con lui, ma
avevano fatto sesso? O qualcosa di diverso? Spike se lo chiedeva preoccupato e
intimorito.
Con
una mano cercò di afferrarla per un braccio.
-
Non mi tocchi – urlò ancora scossa, tornando a dargli del ‘ lei ‘ come fosse un
estraneo.
Di
corsa e senza lasciarli il tempo di risponderle, di dirle cosa pensasse, uscì
dall’aula. Arrivò alla macchina in uno stato a dir poco disastrato. Si sedette
nell’abitacolo, mise in moto e partì senza voltarsi mai indietro. Quel giorno
in quell’ aula sentiva di aver deluso sua madre. Di aver perso la sua dignità
di donna indipendente, e per questo si detestò.
Spike
rimase a fissare lo spazio vuoto, prima occupato dal corpo caldo e pieno di
passione di Buffy.
-
Oh al diavolo…’ Donne ‘ – Posò le mani sui fianchi e scosse il capo
contrariato. Si passò una mano tra i capelli, ma l’immagine di lei abbandonata
tra le sue braccia, desiderosa di lui, non se ne andava dalla mente.
Il
suo sguardo fu attirato da un pezzo di stoffa azzurro che giaceva sul
pavimento. Si chinò e lo prese con due dita. Erano gli slip di Buffy, che lei
nella fretta di scappare via aveva dimenticato. Sorrise e li osservò
accarezzandoli con la punta delle dita. Poi emettendo un pesante sospiro
rassegnato se le infilò in tasca.
-
Stupida ragazzina! – a passo lento si diresse verso la porta spalancata
-
Ultima volta? Questo è solo l’inizio passerotto – disse a denti stretti,
richiudendo la porta alle sue spalle.
***
-
Ciao tesoro. Sei in ritardo, cominciavo a preoccuparmi – Joyce andò incontro
alla figlia, appena rientrata.
-
Ma….Buffy. Va tutto bene? ti senti bene? – Buffy aveva pianto durante il
tragitto ed aveva i lineamenti del viso alterati ed arrossati, inoltre era
pallida.
-
Si mamma, tutto a posto. Sono solo stanca, molto stanca – e senza dire altro,
lanciando la borsa su una sedia, andò di sopra a farsi un bel bagno caldo.
-
Ma…Buffy – la madre sospirò guardandola salire le scale, ma non disse altro.
Immersa
nell’acqua bollente, Buffy continuò a piangere senza saperne bene il perché.
-
Riley – esclamò mordendosi le labbra. In tutto quel tempo, sino a quel momento,
nemmeno per una volta il pensiero di Riley l’aveva sfiorata. ‘ E’ possibile che
conti così poco per me? Che mi sia così indifferente? ‘ si chiese immergendo la
testa nell’acqua per schiarirsi le idee e cercare di dimenticare: le sue mani
su di lei, le sue carezze, i suoi baci e i suoi occhi. Lui dentro di lei, il
suo modo di possederla così a fondo, così totalmente.
Tutto
in lui la terrorizzava. Spike era un uomo per cui si può perdere la testa, e
come le aveva sempre raccomandato sua madre ‘ mai perdere la testa per un uomo,
non è saggio ‘.
Sospirò,
chiudendo gli occhi. E si disse che un bel bagno caldo e una bella dormita
avrebbero rimesso le cose al loro posto.
***
-
Ehi Spike, com’ è che ci hai messo così tanto – Angel gli fece posto al bar.
-
Ho avuto un contrattempo – Spike non voleva parlarne, Angel capì al volo e pur
morendo di curiosità, non gli fece altre domande.
-
Un barboun per favore –
-
Allora che programmi hai per questa sera? –
-
Credo che me ne andrò a casa – Spike bevve avidamente il suo drink.
-
Un’ altro – chiese subito.
-
Sei sicuro? – lo guardò cercando di capire cosa gli passasse per la testa in
quel momento.
-
Si. Sicurissimo – il secondo bicchiere fu vuotato.
-
Ciao Stallone – Anya apparve alle sue spalle dal nulla.
-
C…i…a…o – Angel balbettò, e fissò la ragazza bionda con la bocca aperta.
-
Ciao – fu la laconica risposta di Spike che la guardò distrattamente per una
frazione di secondo.
-
Allora che ne dici di fare il bis? – gli sorrise languida ed invitante lei.
-
Bis? –
Angel
era sempre più sconcertato da quella biondina, disinibita e libera.
-
No grazie, questa sera non sono in vena – Spike pagò il barista. E con il volto
scuro uscì dal locale, aveva bisogno di aria.
Prese
a calci una lattina di birra facendola rotolare velocemente lungo il viale, il
suono del metallo sull’asfalto riempiva la strada con un rumore fastidioso e
insistente. La lattina si schiantò contro il bordo del marciapiede in fondo al
viale e tornò il silenzio.
Spike
tirò un profondo respiro e cercò di dare ascolto alla voce della ragione che
gli diceva che in fondo era stato solo sesso, buon sesso, ottimo
sesso….strepitoso sesso. Ma solo sesso.
-
Accidenti a te Buffy Summers e al giorno che ti ho incontrata - mormorò a denti
stretti. Infilò le mani nelle tasche dei jeans e con l’aria poco convinta
proseguì lungo il viale verso casa.
-
Buffy tesoro alzati, farai tardi – Joyce non riusciva a capire, sua figlia era
sempre puntuale sul lavoro – Buffy, mi preoccupi. C’è qualcosa che non va? -
Buffy
si alzò a sedere sul letto – non mi sento molto in forma mamma, forse dovrei restare
a casa –
-
Cosa? Ma che dici tesoro. Su avanti alzati. Una buona colazione e una bella
doccia fredda ti rimetteranno in sesto – Joyce la guardò ancora più perplessa.
E
Buffy capì che non avrebbe potuto evitare il suo ‘ problema ‘. Si alzò
rassegnata e si infilò sotto la doccia. Sperando di non incontrarlo.
***
‘
Spero davvero di non incontrarla ‘ si ripeteva Spike mentre impastava con foga
la calce.
-
Ehi Spike, non vorrei proprio essere quella povera calce – ridacchiò Angel.
-
Ah senti amico quell’Anya ti interessa per caso? –
-
Perché? – gli chiese Spike distrattamente.
-
Beh perché ci sono stato a letto…e sai com’è…prima l’amicizia –
-
Oh…beh non ti sembra avresti dovuto chiedermelo ‘ prima ‘ e non ‘ dopo ‘
esserci stato a letto? – Spike era seccato.
-
Okay lo so ho sbagliato…ma meglio tardi che mai giusto? – Angel sorrise,
cercando di minimizzare il suo comportamento.
-
Non mi interessa – disse Spike senza esitare – è tutta tua – e tornò a
tormentare la calce nel secchio.
-
Bene perché è davvero una …..- Angel si stava abbandonando ai solito commenti
che facevano dopo essere stati con una donna, magari con la stessa.
Ma
questa volta Spike ne fu infastidito e non seppe spiegarsi il perché.
-
Ho detto che non mi interessa Angel. Ora torna al lavoro, voglio finire presto
e andarmene – si allontanò arrabbiato.
***
Tutto
era andato per il meglio, non lo aveva visto per tutto il giorno. Tra poco
sarebbero andati via e lei sarebbe stata salva.
Tirò
un sospiro di sollievo, mentre salutava i ragazzi.
Si
sedette a controllare le risposte alla verifica che aveva disposto quel giorno.
Il
clacson delle macchine attirò la sua attenzione, con circospezione ed
attenzione si avvicinò alla finestra. Tutti i lavoranti se ne stavano andando.
Il
parcheggio si svuotò, solo la sua piccola vettura nel posto 4B rimase ferma e
solitaria.
-
Bene – disse a bassa voce e si preparò ad uscire.
***
-
Accidenti – Spike imprecò guardando Angel – torna indietro. Ho dimenticato la
sacca -
-
In questi giorni sei davvero distratto Spike, ma che ti sta succedendo? –
-
Niente. Avanti torna indietro, farò presto –
-
Eh no caro, ho un appuntamento con la biondina adesso. Ti mollo davanti alla
scuola e poi te ne torni a casa da solo – Angel gli sorrise sarcasticamente.
-
Si va bene ‘ Amico ‘ – sottolineò la parola in senso ironico.
-
Dai non te la prendere. Sai che detesto arrivare tardi ad un appuntamento e
soprattutto non mi piace far aspettare una ragazza….specie se una come Anya,
quella è capace di rimorchiare un altro stallone alla velocità della luce. E
stasera mi dici che faccio io? –
-
Come sei romantico Angel! – Spike per primo si sorprese delle sue parole.
-
Eh? Spike sei sicuro di stare bene? –
-
Si avanti fermati – erano arrivati davanti al cancello della scuola.
Angel
accostò la vettura, Spike scese, e lui ripartì a tutta velocità.
-
A domani amico e buona passeggiata – rise divertito mentre si allontanava.
***
-
Questa dannata ascensore ci mette sempre una vita – Buffy pigiava a ripetizione
il pulsante – va bene ho capito – sbuffò e si diresse verso le scale.
Non
era scesa ancora di un piano, che il cuore le si fermò in gola e gli occhi le
uscirono fuori dalle orbite.
Spike
era davanti a lei che saliva le scale diretto nella direzione opposta.
-
Co…sa ci fai tu qui? – Buffy sembrava spaventata.
-
Ho dimenticato i miei attrezzi – anche lui non sembrava a suo agio.
Buffy
cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di una via di fuga.
-
Bene….io dovrei andare – Strinse al petto la sua cartella e riprese a scendere
le scale.
-
Si anche io – le fece eco Spike salendo le scale. Erano a un passo, lui doveva
spostarsi solo di qualche centimetro e lei avrebbe avuto il passo libero.
Ma
Spike esitò, rimase immobile, le braccia rilasciate lungo i fianchi e lo sguardo
fisso su di lei, come ipnotizzato.
Buffy
anche lei immobile lo fissava senza riuscire a fare un passo.
-
Oh….- gemette lei, mentre sul viso le si dipingeva una smorfia di sconforto e
di desiderio.
Lasciò
cadere le sue cose e con le mani gli circondò il collo e le spalle,
avvinghiandosi a lui.
Le
labbra di lei si inchiodarono alle sue, penetrando la sua bocca dischiusa dalla
sorpresa per quell’ assalto inaspettato.
-
Ti prego fermami, io devo andare – implorava continuando ad avvinghiarsi a lui
e a baciarlo.
Spike
l’aveva stretta a se e rideva divertito dalla sua irruenza.
-
Non ci penso nemmeno passerotto. Non aspettarti aiuto o clemenza dal tuo nemico
amore – rispose ricambiando i suoi baci sempre più pressanti e profondi.
Come
colta da febbre improvvisa, Buffy gli aprì la camicia con forza, facendo
saltare via tutti i bottoni.
-
Oh…come sei caldo e liscio – mugugnò senza staccare le sue labbra da quelle di
lui.
Le
sue mani scivolarono lungo il suo torace sino ad arpionare i bottoni dei jeans.
Li aprì con foga ed infilò la mano decisa.
-
Oh…- gemette lui – Buffy…forse dovremmo prima arrivare al pian… – la sua voce
era roca e bassa, ansimava. I movimenti di Buffy su di lui lo stavano
velocemente portando al punto di non ritorno.
-
Buffy non così ti prego, non resisto – mormorò posando la sua testa sulla
spalla di lei e gemendo di piacere. Le mani di lei si erano serrate dolcemente
sul suo membro umido e gonfio, ed avevano iniziato a muoversi con gesti sempre
più rapidi e sensuali.
-
Oh ti piace vero? – Buffy sembrava un’altra, come posseduta.
-
Ci puoi scommettere amore – le sussurrava lui, dandole piccoli baci sul collo.
La
spinse contro la ringhiera e lei facendo leva sul passa mano sollevò le gambe,
incrociandole sul bacino, circondando i fianchi di Spike. Si sollevò la gonna e
tirò via gli slip, lacerandoli.
Spike
la fissò stupito per un secondo, lei cominciò a strofinare la sua femminilità
umida su di lui e lui tornò a gemere chiudendo gli occhi.
I
peli del pube di Buffy bagnati gli solleticavano la punta eretta del suo membro
duro, facendolo eccitare ancora di più.
-
Ti prego – supplicò mentre con le mani le stringeva le natiche lasciate
scoperte, e se la premeva contro aumentando ancora di più quel contatto tra
loro.
-
Oh si – gemette lei soddisfatta. Infilò con difficoltà una mano tra loro e
cominciò ad accarezzarlo nuovamente. Spike quasi urlava di piacere.
Si
spostò con immensa fatica e la spinse contro la parete opposta, i piedi in
bilico tra due gradini.
-
Aspetta, fammi arrivare almeno al pianerottolo passerotto – disse cercando di
salire un altro scalino, ma Buffy non sembrò d’accordo con la sua decisione. Si
inarcò ancora di più contro il suo membro e con una mano lo spinse leggermente
dentro di se, muovendo il bacino in modo che le pareti della sua femminilità si
sfregassero attorno al prepuzio per eccitarlo ancora di più. Tolse la mano
bagnata e se la portò alle labbra. Gli lanciò uno sguardo malizioso e poi
cominciò a leccare, una ad una, le dita. Spike sgranò gli occhi sconvolto ed
ormai al limite.
-
Al diavolo il pianerottolo – imprecò e premendo ancora di più sulle natiche di
lei, saldamente racchiuse tra le sue mani, la penetrò totalmente. Buffy gemette
finalmente soddisfatta. Si sbottonò la camicetta e si sollevò il reggiseno,
accarezzandosi vogliosa i capezzoli tesi e duri. Lui gemette in preda alla
follia pura, mentre cominciava a spingere e spingere senza pietà. Buffy gli
passò una mano sulla nuca e portò il suo capo sui suoi capezzoli vogliosi di
ricevere le attenzioni di Spike, che non si fece pregare, anzi, dischiuse le
labbra e le serrò attorno ad uno succhiando avidamente mentre con la lingua
tracciava piccoli cerchi attorno all’aureola.
Buffy
emise un urlo di gioia – Sììì – e si lasciò andare, riversando il capo
all’indietro ed inarcandosi ancora di più se possibile verso di lui, come
volesse che le entrasse dentro con tutto se stesso.
-
Oh Buffy ….è incredibile – mormorò lui dandole spinte sempre più violente e veloci.
Buffy sentiva che stava per morire, non avrebbe retto ancora a lungo quel
ritmo.
-
Si incredibile – mugugnò lei mentre lo stringeva a se.
-
Ti piace vero? – le domandò mordendole la punta del seno.
-
Ahhhh – gemette lei – si, si mi piace. Ti prego non smettere. Ancora, ancora-
-
Si ecco, così? – le diede spinte ancora più forti, che la fecero sobbalzare.
Buffy
venne come un fiume e lui si riempì di
orgoglio e soddisfazione.
-
Si, così – miagolò lei cercando le sue labbra.
Lui
lentamente la fece scivolare sulle scale, sempre restando dentro di lei, e poi
riprese a spingere con maggiore violenza e foga – e così? ancora meglio? – le
sussurrò mentre le sue spinte e il suo ritmo diventavano insostenibili per
Buffy, che non credeva si potesse tornare così presto in Paradiso. Eppure lei
era di nuovo in preda al vortice della passione, era di nuovo sull’orlo
dell’ennesimo orgasmo.
-
Oh – emise un suono strozzato e si sporse con tutta se stessa verso di lui,
stringendo ancora di più le sue gambe sui suoi fianchi. Spike con una mano le
torturava un capezzolo e con la bocca succhiava l’altro.
A
Buffy sembrava di impazzire, persa in tutte quelle forti sensazioni.
E
venne ancora scossa da tremiti violentissimi, seguita da Spike che, affondò il
capo sul suo seno, anche lui scosso da tremiti, e chiuse gli occhi.
‘
Oddio no ti prego. Mi sto innamorando di Buffy. Di una perfetta sconosciuta ‘
si disse mentre cercava di ritrovare l’aria per respirare.
‘
Oddio, no ti prego. Cosa sto facendo? Cosa ho fatto? ‘ pensò Buffy sempre più
sconvolta e frustrata dal suo comportamento. Chiuse gli occhi per non pensare.
Nessuno
dei due accennò a muoversi, era così bello restare così l’uno dentro l’altro.
Tutto il resto poteva aspettare.
Capitolo
6: decisioni e ripensamenti
Buffy
si irrigidì sotto di lui e Spike capì che il
momento della separazione, dei ripensamenti e rimorsi era arrivato.
Continuò a tenere gli occhi chiusi, voleva ritardare quanto più possibile quel
momento, che ogni volta per lui diventata più doloroso ed insopportabile.
Le
mani di lei si staccarono da lui e si posarono sulle sue spalle. Spike sapeva
esattamente cosa lei stesse per fare. Le sue braccia attorno al corpo di lei,
si serrarono ancora di più. Buffy emise un gemito frustrato e poi come da
copione lo spinse via. Si alzò in piedi e gli lanciò uno sguardo carico di
rabbia, quasi odio, e di frustrazione. E senza dire una sola parola corse giù
per le scale.
-
Bene. Sempre meglio Spike. Prima ti usa e poi ti getta, e mai una volta che ti
dica una parola gentile. Devo smetterla di cascarci – si ripeté mentre saliva
lentamente i gradini delle scale, pestando i piedi in modo che l’eco dei suoi
passi si udisse per tutta la tromba delle scale. Era arrabbiato e deluso. Si
ripromise che la volta successiva, le avrebbe resistito, non gliel’avrebbe data
vinta. Quella ragazzina viziata doveva imparare cosa era il rispetto per i
sentimenti altrui.
Buffy
era sconvolta, non riusciva a credere a quello che aveva fatto, era assurdo.
Semplicemente inconcepibile: Lei, Buffy Summers che si comportava come una…come
una….le lacrime salirono agli occhi. Quell’ uomo era una minaccia, una vera
minaccia per lei.
Arrivò
a casa che era quasi buio, e pensò che si sarebbe dovuta sorbire
l’interrogatorio di sua madre. Ma questa volta la fortuna le arrise. Sua madre
era uscita, aveva una riunione al circolo. Tirò un sospiro di sollievo e se ne
andò in camera sua a prendere la sua ennesima ‘ decisione definitiva ed
irremovibile ‘ che sapeva già non sarebbe durata.
Spike
attraversò la strada di corsa, entrò nel locale come una furia. Si sedette al
bar e ordinò da bere. Era depresso e a terra.
Anya
lo guardò di lontano, sembrava un cucciolo bastonato e pensò che probabilmente
la causa doveva essere Buffy! Sempre lei. E così mandando alle ortiche tutti i
buoni propositi (beh non è che in vita sua li avesse mai rispettati) si
avvicinò con fare casuale e molto sensuale.
-
Ciao – gli sussurrò, avvicinando le labbra al suo orecchio, quasi
sfiorandoglielo.
Spike
la guardò di traverso e stava per mandarla al diavolo quando qualcosa nella sua
espressione lo trattenne. Lei lo desiderava, nel suo sguardo c’era la stessa
scintilla di desiderio di Buffy, ma lei dopo aver fatto sesso con lui non
scappava via disgustata e furente. Gli occhi di Buffy che lo fissavano con
disprezzo gli bruciavano sulla pelle.
Le
sorrise – Ciao bellezza. Come stai? –
Anya
capì che era un giorno fortunato – Adesso meglio direi…decisamente meglio –
Lo
prese per mano e lo portò fuori dal locale.
Era
tarda notte quando Spike rientrò a casa, un monolocale piccolo ma molto
confortevole e comodo, che spesso gli era servito da alcova per i suoi
appuntamenti amorosi. Un ricordo da quando aveva conosciuto lei. Non accese la
luce, si lasciò cadere sul letto e si portò le mani dietro la nuca. Fare sesso
con Anya non aveva migliorato il suo umore ma aveva sbollito un po’ della sua
rabbia. In preda a questi pensieri opprimenti finalmente si addormentò.
***
-
Si ho capito Riley. Si va bene….- Buffy roteava gli occhi seccata – si ci
vediamo lì. Alle dieci come d’accordo -
Dawn
faceva le smorfie, imitando la faccia di Riley: gonfiando le gote e soffiando
aria con le labbra arricciate. Lei lo chiamava carciofo o maialino. Buffy di
solito si arrabbiava moltissimo quando faceva queste cose, ma questa volta non
riuscì a trattenere una risata divertita. In fondo non aveva tutti i torti la
sorellina.
Le
fece la linguaccia e finalmente riuscì a salutarlo e riattaccare il ricevitore.
-
Riley arriva questa mattina – disse contenta. Sperava che il suo ritorno le
facesse dimenticare Spike.
-
Come siamo raggianti questa mattina – le disse maliziosamente la sorella.
-
Già, non vedo l’ora arrivi – Buffy era davvero più tranquilla, oggi non c’erano
lezioni e quindi niente tentazioni.
-
Vieni con me a prenderlo? – chiese Buffy alla sorella.
-
Che? Ma sei matta? Io farmi vedere con il carciofo? Nemmeno se mi pagano!- urlò
divertita – e ora scusami ma ho delle telefonate importanti da fare – e si
attaccò al telefono per pianificare la sua serata.
Buffy
non ricordava che anche lei avesse fatto quelle telefonate interminabili con le
amiche, parlando di ragazzi e di vestiti. Era stata sempre troppo impegnata a
studiare, studiare ed interpretare la figlia perfetta e la sorella modello. Sospirò
con una punta di invidia e poi si preparò ad andare incontro al suo
carcio…ehm…ragazzo.
-
Ciao tesoro – Buffy gli si attaccò al collo – come stai? Andato bene il
viaggio? Sono così felice che tu sia venuto – Buffy parlava, parlava e parlava…
per non pensare.
-
Ciao Buffy! Su avanti non fare la bambina, ci guardano tutti – Riley le sorrise
forzatamente sciogliendosi dal suo abbraccio.
-
Oh…- Buffy sembrò delusa da quel suo atteggiamento freddo e distaccato. Eppure
non ci aveva mai fatto caso prima. Si chiese se Riley fosse sempre stato così o
se fosse cambiato in quel periodo di lontananza. Ma non volle darsi una
risposta, forse avrebbe fatto troppo male.
Il
viaggio in macchina fu silenzioso, in fondo non parlavano molto. Non avevano
molto di cui parlare.
-
Ciao Riley – Joyce, accolse il futuro genero con un sorriso raggiante.
-
Salve signora Summers – le sorrise lui sfiorandole la mano con le labbra, in un
gesto di galanteria d’altri tempi.
-
Sempre gentiluomo. Che caro – Joyce guardò fiera Buffy, che girò il capo
dall’altra parte, facendo finta di osservare qualcosa sulla strada. Un nodo
allo stomaco e un senso di gelo l’attanagliavano, e si rese conto che non era
lui, loro ad essere cambiati, ma lei, ed era tutta colpa di Spike.
Entrarono
in casa e passarono la mattinata a sistemare le cose. Sua madre era un genitore
moderno, ma non permetteva loro di dividere la stanza. Quindi ognuno nella sua
camera, salvo poi la notte sgattaiolare fuori di nascosto.
Dawn
si affacciò dalle scale, facendo una smorfia seccata e poi raggiunge il gruppo
in soggiorno.
-
Ciao Dawn – le disse Riley, senza sorridere. Sapeva bene che la sorella di
Buffy non lo poteva soffrire e lui ricambiava cordialmente i suoi sentimenti
per lui.
-
Ciao Riley – Dawn gli sorrise con tutti e trentasei i denti – ti fermi a lungo?
–
-
Dawn – la riprese la madre – non iniziare –
-
Ma io non sto iniziando, chiedevo solamente – Dawn sbatté le palpebre assumendo un’aria innocente.
-
Si come no – Buffy rispose seccata.
La
giornata trascorse tranquilla tra le mura domestiche. Riley non era grande
animatore di serate. Era molto austero e controllato. La reputazione e
l’opinione degli altri, da bravo rampollo di una famiglia di politici snob,
erano le cose che più contavano per lui.
-
Bene io esco – Dawn lanciò uno sguardo pieno di compassione alla sorella. Buffy
quando era con Riley si spegneva, perdeva la sua luce, la sua vitalità. E
cambiava anche esteticamente. Via vestiti stravaganti o sportivi. E avanti
castigati tailleurs. Niente capelli sciolti al vento, ma elaborati chignon e
code tiratissime. Sembrava più vecchia.
Distolse
lo sguardo arrabbiata e sbattendo la porta se ne andò. Non sopportava di
vederla in quello stato, prigioniera dei desideri di sua madre e di uno stupido
carciofo, arrogante e superficiale.
-
Stupida – disse non appena la porta si fu richiusa, e con passo deciso si avviò
alla macchina ferma nel viale, che l’attendeva.
-
Bene credo sia ora di andare a dormire che ne dite? – Riley sbadigliò
vistosamente.
-
Si certo. Immagino sarai stanco – disse Joyce sorridendogli. Anche se un’ombra
di tristezza le attraversò lo sguardo quando questi si posò su sua figlia
Buffy. Non sembrava felice, solo annoiata e forse un po’ triste.
-
Buona notte – Buffy sorrise, o perlomeno cercò di farlo.
Nel
suo letto con lo sguardo fisso sulla sveglia luminosa, attese. E quando fu
passato un tempo ragionevole per far pensare che sua madre si fosse
addormentata, si alzò e uscì in silenzio dalla sua stanza per raggiungere
quella di Riley.
Bussò
piano e poi entrò.
-
Riley dormi? -
-
No. Cosa c’è Buffy? Ti senti male? –
-
No e che pensavo che questa notte noi….sai è un mese che non ci vediamo e… mi
sei mancato – si morse il labbro inferiore, stava mentendo e lo sapeva.
-
Ah. Ma sono stanco….- Riley guardò l’ora e poi Buffy, in piedi di fianco al suo
letto. Sospirò – e va bene, se proprio vuoi –
Per
Buffy fu una doccia fredda. Grosse lacrime salirono agli occhi, ma le ricacciò
indietro.
Lui
aprì il lenzuolo e lei scivolò sotto di lui, ma non vi era più l’ombra di alcun
entusiasmo in lei.
Non
parlò, non si spogliò né l’accarezzò con desiderio. Le diede semplicemente un
lieve bacio sulle labbra, le massaggiò il seno senza delicatezza o passione. E
quando si sentì abbastanza eccitato. Si mise in ginocchio e tirò fuori il
preservativo dal comodino.
-
Alzati la camicia – le disse a bassa voce e Buffy se la sollevò.
Si
infilò il preservativo e tornò ad adagiarsi su di lei.
-
Mi raccomando fa silenzio – le sussurrò a bassa voce e poi la penetrò.
In
silenzio cominciò a muoversi, mantenne un
ritmo costante e rimase in lei sino a che non venne.
-
Sei venuta? – le chiese meccanicamente.
Buffy
aveva un nodo alla gola e le parole non uscivano. Fece un cenno con la testa e
lui si fermò e uscì da lei.
-
Ecco fatto tesoro – le diede un altro bacio – ora è meglio che torni in camera
tua. Ci vediamo domattina -
Si
sfilò il preservativo e lo gettò nel cestino delle immondizie dopo averlo
racchiuso nella sua custodia in plastica.
Buffy
si alzò e tornò nella sua stanza. Si accasciò sul letto e cominciò a piangere.
Senza farsi domande o pensare a nulla, aveva solo bisogno di piangere….perché
ne sentisse il bisogno, questo non voleva saperlo..
-
Ben svegliata sorellina! – la voce di Dawn la riportò nella sua stanza e di
nuovo l’angoscia si impossessò di lei.
-
Ciao Dawn – le rispose con voce atona.
Dawn
rimase qualche secondo ad osservarla, capì che aveva pianto. Corrugò la fronte –
Riley è un bastardo Buffy e ti giuro che se tu lo sposi, io ti disconosco come
sorella – Dawn aveva parlato seriamente, incrociando le braccia al petto.
Era
sicura che fosse lui la causa di quell’aria abbattuta e depressa di sua
sorella. E questa fu un’altra ragione, che si aggiunse alle tante, per cui lo
odiò ancora di più.
-
Dawn falla finita, tu non cap…-
-
Eh no, mia cara. Qui l’unica che non capisce sei tu! – sbuffò, era stufa di
essere sempre considerata la poppante del gruppo – Io voglio un bene dell’anima
alla mamma, ma lei è così…lei è…- si fermò qualche istante a riflettere e poi
il suo viso si illuminò – è stata ferita. E di conseguenza vede tutti gli
uomini come satanassi. Ma non per questo tu devi rinunciare a vivere. Oh si
Riley va bene per portarlo in giro, per mostrarlo alla gente. Ma stop. Per il
resto come uomo, come essere umano, non vale niente. E’ insulso, viscido ed
opportunista –
-
Ora sono davvero stufa, basta Dawn. Io non vengo a sindacare sulle tue amicizie
maschili o sulla tua vita privata, ti pregherei di non farlo nemmeno tu con me.
Sono adulta e so badare a me stessa – Buffy lo aveva detto cercando di apparire
il più sicura e convinta possibile, ma dentro di se sapeva che Dawn aveva
ragione.
-
Okay, fa come vuoi! Butta la tua vita – e seccata per l’esito negativo della
sua ramanzina, se ne andò via.
Buffy
si accasciò sul letto. Era contenta che
Riley andasse via. In fondo la lontananza e il poco tempo a disposizione di
entrambi non era un male.
Lo
accompagnò all’aeroporto, si scambiarono il solito abbraccio di circostanza e
il casto bacio sulle labbra.
-
Ciao tesoro ci vediamo il mese prossimo. Ti chiamo questa sera -
-
Okay ciao Riley – rispose con enfasi lei.
Lo
salutò con un cenno della mano e lui sparì inghiottito dal corridoio che
portava all’aereo che lo riportava a Washington.
L’
aereo decollò e Buffy si sentì estremamente più leggera. E quasi saltellando si
avviò all’uscita dell’aeroporto.
***
Arrivò
a lezione leggermente in ritardo, entrò trafelata in aula. Sorridendo.
-
Salve a tutti ragazzi -
-
Salve Buffy – aveva dato il permesso ai suoi ragazzi di chiamarla Buffy.
-
Bene, avete svolto il compito che vi avevo assegnato per il fine settimana? –
chiese sempre allegra.
-
Wow, come siamo allegri questa mattina…devi aver passato proprio un bel week –
end vero Buffy? – un ragazzo le strizzò gli occhi con complicità.
Buffy
sorrise, ma dentro di se il ricordo della notte precedente la ferì
profondamente. Cercò di scacciare via quel pensiero e concentrarsi sulla
lezione. Adorava insegnare, e questo mai nessuno glielo avrebbe tolto.
La
campanella suonò troppo presto, avrebbe continuato volentieri a discutere con
loro sulla validità o meno del principio dell’inviolabilità della persona.
Anche
se i ragazzi non sembravano pensarla allo stesso modo.
Li
saluto con un entusiastico – Ciao ragazzi a domani – e loro le sorrisero
maliziosamente. Era davvero bella e raggiante quella mattina.
Con
la mano si sfiorò la collana che aveva al collo, un piccolo pattino d’argento,
e il suo viso divenne improvvisamente malinconico. Quello era il regalo che suo
padre le aveva fatto per il compimento dei suoi 12 anni. L’ultima volta che
erano andati allo spettacolo Holiday on ice. Gliel’aveva messa al collo, e le
aveva detto – al mio piccolo tesoro, per sempre – baciandole la fronte. Nemmeno
un anno dopo era andato via e non si era più fatto vedere. Si era risposato e
si era rifatto una famiglia. Si chiese se lui era felice, e se ogni tanto
pensava a lei. Senza accorgersene Buffy aveva cominciato a piangere.
-
Ehi passerotto. E’ tutto okay? – una voce calda e profonda le giunse di lato.
Sussultò, mentre un brivido caldo le percorreva la schiena.
Prima
che potesse dire o fare qualcosa, sentì il calore delle sue mani sulle sue
guance umide. Con i pollici le asciugò le lacrime. Mentre con le dita le
scostava i capelli dal viso, girandolo verso di lui, in modo che i loro occhi
si incontrassero.
-
Piccola, non piangere ti prego – Gli occhi di Spike sembravano volerla
avvolgere e proteggere.
-
Io…io…..- Buffy balbettava, mentre l’ira e la frustrazione, per quello che lei
desiderava e pensava non avrebbe mai avuto, cresceva in lei.
-
St…Buffy amore, vieni qui – Lui l’attirò a se e la strinse nel suo caldo
abbraccio.
-
Perché deve essere tutto così…così complicato? Perché non è tutto semplice –
Buffy si stringeva a lui e aspirava il suo odore, affondando il viso nel suo
torace liscio e caldo. – Cosa c’è di sbagliato in me? Perché non posso fare
come tutti gli altri? –
Lui
le accarezzava teneramente i capelli morbidi e profumati, e la stringeva
cercando di rassicurarla.
-
Amore, piccola. E cosa vorresti fare? – le baciava la fronte.
Buffy
non rispose subito, fu scossa da un tremito e poi sussurrò – Vivere –
Spike
la allontanò leggermente da se per poterla guardare in volto. Era bellissima
con il naso arrossato, gli occhi lucidi, e le labbra chiuse in una smorfia
imbronciate che la rendevano semplicemente stupenda.
-
Passerotto, io ti prometto che ti renderò felice, che ti farò vivere –
‘
Sì è vero ‘ pensò dentro di se Spike
‘
io ti farò vivere amore. Perché io ti amo ‘ ora Spike ne era certo, lui amava
Buffy.
I
loro occhi si incontrarono ancora e lui le sorrise teneramente.
-
Co…sa vu…oi di…re? – La fronte di Buffy si imperlò di sudore.
‘
Cosa ti sta proponendo Buffy? E’ sbagliato, lui ti farà soffrire. Ti
abbandonerà e tu ne morirai. Non devi innamorarti di lui ‘ sgranò gli occhi
‘
Sono innamorata di lui? ‘ si chiese, mentre la testa le scoppiava.
Il
sorriso sul viso di Spike si spense di colpo. E una smorfia ironica gli fece
piegare le labbra in giù. Vedeva già la sua barriera alzarsi e la sua corazza
avvolgerla.
-
Ora devo andare – gli disse tornando la Buffy fredda e controllata di sempre.
-
Cosa? Buffy, hai sentito cosa ho detto? – Spike la guardò socchiudendo gli
occhi.
-
E’ molto tardi, devo andare –
Buffy
era impacciata. Ma continuava a restare
stretta a lui.
-
Già – rispose sarcasticamente.
-
Vado – Buffy esitò, ancora qualche istante tra le sue braccia e poi si distaccò
da lui e uscì in tutta fretta dall’aula. Ancora qualche minuto e le cose
sarebbero precipitate lo sentiva.
Corse,
corse a più non posso, con l’eco dei suoi passi nelle orecchie, e il battito
del cuore che le squarciava il petto.
Le
parole di Spike l’avevano sconvolta e confusa. Cosa intendeva esattamente, cosa
voleva da lei? E soprattutto cosa lei voleva da lui? E cosa gli avrebbe
risposto se lui avesse continuato nel suo folle discorso poco prima.
Arrivata
al parcheggio, riprese fiato. La sua auto e la sua salvezza erano a pochi
passi, si disse e rallentò.
Una
mano si serrò sul suo braccio prima che la sua voce le giungesse all’orecchio
come una carezza e una sferzata.
-
Questa volta non ti faccio scappare via così Buffy -
Lei
si voltò di scatto e lo fissò incredula. Non lo aveva sentito alle spalle.
-
Io devo andare -
-
Buffy, non puoi sempre scappare – le disse sorridendo a metà e guardandola
negli occhi.
-
Non sto scappando, e comunque non abbiamo nulla di cui discutere, io e te –
-
No? Io credo di sì invece – lui fece una smorfia e reclinò il capo fissandola
divertito. Buffy avrebbe negato l’evidenza sino alla morte.
-
Insomma cosa vuoi da me? Non ti è bastato quello che hai avuto? – disse
seccata.
-
Buffy io sto parlando sul serio – sembrava offeso per le parole dette da Buffy
– non voglio solo sesso, io voglio di più – le disse facendosi serio e
percorrendo il suo viso con uno sguardo adorante.
-
Ah. Beh mi spiace amico, ti sei rivolto alla persona sbagliata – rispose acida.
Senza volerlo, ma ogni volta che aveva paura diventava aggressiva.
-
Maledizione Buffy. Falla finita –
Spike
si stava alterando. Lei non lo stava ascoltando.
Buffy
strinse i pugni e cercò di liberarsi dalla sua presa.
-
Lasciami. Tra te e me non ci sarà mai niente. Mai – urlò la frase, più a se
stessa che a lui.
La
mascella di Spike si serrò e la sua espressione divenne dura e cattiva.
L’attirò
a se e cominciò a baciarla con desiderio ma anche rabbia.
Buffy
non si oppose, desiderava che lui la baciasse. Ne aveva bisogno, soprattutto
dopo Riley, con la sua freddezza ed insensibilità.
Lui
le circondò il busto con le braccia e la strinse quasi a farle male.
-
Allora cosa vuoi Buffy, avanti dillo al tuo Spikey – e la guardò con malizia
mentre si sfregava contro di lei, facendole chiaramente sentire la sua
eccitazione.
Buffy
si sentiva mancare, aveva bisogno di sentirsi desiderata da lui. Lo voleva
disperatamente questa era la verità.
Cominciò
anche lei a sfregarsi contro di lui e i loro respiri divennero più affannosi.
Lui
la sciolse dall’abbraccio, sapeva che non sarebbe scappata adesso. Lei si fece
indietro sino ad urtare la macchina con le gambe. Ci si sedette su poggiandosi
sui gomiti. Sollevò i piedi fermandoli al paraurti. Divaricò le gambe e si
sollevò un po’ la gonna.
Spike
era catturato dal suo modo di fare, ma soprattutto dal suo viso: pieno di
desiderio e di voglia di lui. Buffy scrollò la testa e la lenta coda si
sciolse, i capelli le ricaddero liberi sulla schiena sino a toccare il cofano
della macchina.
Spike
aprì la bocca per dire qualcosa, ma solo un gemito ne uscì fuori.
Si
insinuò tra le sue cosce e con le mani cominciò ad accarezzarla voglioso lungo
l’interno coscia, risalendo rapidamente verso i suoi riccioli d’oro già
bagnati.
-
Oh Buffy, ti adoro quando sei così disinibita. Con il viso contratto in una
smorfia di desiderio e di piacere. Adoro l’odore della tua pelle – si chinò su
di lei e affondò il viso nell’incavo della spalla, aspirandola a pieni polmoni.
-
Adoro le tue provocazioni, il tuo corpo fremente sotto di me. Il tuo modo di
sfregarti contro di me e di portarmi dentro di te. I tuoi riccioli d’oro che mi
solleticano il membro facendomi impazzire ed i tuoi gemiti – le sue dita
giocherellavano con il bordo dei suoi slip sino a che non gli scostò ed infilò
un dito in lei.
Buffy
gemette - Si così –
Lui
sorrise mentre un altro dito si perdeva in lei. Buffy ansimò socchiudendo gli
occhi. Spike la guardò con desiderio e le disse sussurrando – alzati la
maglietta amore – e Buffy eseguì ormai preda del piacere che il movimento
rapido, dentro fuori, delle dita di lui le dava.
-
Spike – mormorò mentre le labbra di lui segnando una scia rovente, scivolavano
sul suo seno e si richiudevano sul suo capezzolo duro come marmo. Con la lingua
glielo picchiettava e accarezzava, mentre con le labbra succhiava avido.
Facendo di tanto in tanto sfregare i suoi denti contro la sua pelle morbida e
tesa.
-
Ti prego, non smettere mai – gemette lei divaricando ancora di più le gambe.
-
Non ne ho la minima intenzione passerotto – il movimento delle sue dita
accelerò impietoso.
Con
la bocca scese lungo il suo ventre e poi giù sino al pube le cui labbra erano
già gonfie e bisognose di attenzione.
La
sua lingua cominciò a torturarle il clitoride e Buffy allargò le braccia stendendosi
totalmente sulla macchina e inarcando la schiena implorante.
-
Oh…siiiiii – gemette – mi vuoi Spike? – gli domandò in un sussurro
-
Sì. Sempre Buffy –
-
Mi ami Spike? – Buffy si sentì mancare nello stesso istante in cui pronunciò
quella frase, ma ormai era troppo tardi.
-
Sì. Credo di si Buffy – rispose Spike sinceramente, continuando a leccare e
succhiare con maggiore intensità il centro del suo piacere, mentre la mano si
muoveva sempre più velocemente in lei.
-
Non resisto più – disse infine lei con voce roca, e la sua essenza si sparse
sulle mani e la lingua di lui, scivolando vischiosa sulla macchina.
Intensi
e dolcissimi tremiti assalirono e spossarono Buffy, costringendola a chiudere
gli occhi e a trattenere le urla mordendosi le labbra.
Dopo
averle dato altre spinte Spike fece scivolare lentamente le sue dita fuori da
lei. Portandosele alle labbra con la lingua lentamente le leccò. Buffy a quella
visione così eccitante tornò a socchiudere gli occhi, in un cenno di desiderio.
Spike
si sollevò in piedi davanti a lei e tirò giù la lampo dei jeans.
-
Passerotto…- la chiamò con voce roca e profonda.
Dopo
un lungo interminabile istante, finalmente lei riuscì a riaprire gli occhi, che
si incontrarono quelli di Spike, accesi di lussuria sfrenata.
Si
avvicinò a lei e cominciò a sfregare il suo pene contro la sua coscia,
facendolo risalire in una carezza sensuale sino ai suoi riccioli, che lo
solleticarono facendolo diventare ancora più duro.
Inarcò
il sopracciglio ammiccante mentre lei lo scrutava con sguardo indecifrabile.
Lei si sollevò a sedere sul cofano e si spinse verso il bordo. Le sue natiche
scoperte toccarono l’acciaio reso tiepido dal suo corpo. Lasciò che lui
continuasse a sfregarsi contro di lei mentre le sue mani vagavano libere sul suo
torace teso. Infine dopo avergli lanciato uno sguardo malizioso. Prese tra le
mani il suo membro liscio e umido e cominciò ad accarezzarlo lentamente e con
delicatezza.
Spike
sorrise soddisfatto per il trattamento. Chiuse gli occhi godendosi quel tocco
così gentile e così eccitante. Il suo capo sollevato verso l’alto in una
espressione di godimento puro. Quando un – Uh…- sommesso gli sfuggì dalle
labbra incontrollato. Buffy si era chinata con il capo su di lui, i capelli a
sfiorarli le ginocchia e le labbra chiuse sul suo pene, ormai duro a fargli
male.
-
Buffy – disse con voce rotta abbassando di colpo il capo e fissando la sua
chioma muoversi ondeggiando sotto di lui.
-
Oh…sìììì così piccola – ora era il suo turno di implorare ed agonizzare.
-
Continua ti prego, non fermarti – respirava affannosamente per il piacere.
Buffy
mugolò e la vibrazione della sua bocca provocò un fremito intenso al membro di
Spike, le cui onde si propagarono rapidamente per tutto il corpo. Le sue
ginocchia si piegarono e dovette fare un grande sforzo per non lasciarsi
cadere.
Lentamente
in modo da non interferire con il movimento sempre più avvolgente delle labbra
di Buffy lui si spostò con una rotazione di 180 gradi, in modo da guadagnare il
cofano della macchina, su cui si sedette a gambe divaricate nella posizione che
era stata prima di Buffy. Lei che non aveva smesso di tenerlo stretto tra le
sue labbra succhiandolo avidamente, finì inginocchiata tra le sue gambe. Spike
non riusciva a distogliere lo sguardo dalla chioma di Buffy che adesso ricadeva
fluente sul suo addome solleticandolo, sollevandosi e abbassandosi seguendo il
ritmo incalzante della sua bocca.
-
Oh si prendilo tutto amore – le sussurrò accarezzandole i capelli dolcemente,
accompagnandola nel movimento fluido delle sue labbra e della sua lingua.
Ormai
al limite con un gesto delicato tirò su la testa di lei e le accarezzò il
mento, sorridendole grato. L’attirò a se e la baciò lentamente assaporando le
sue labbra e la sua bocca bagnata di lui. Infine la fece stendere sulla
macchina. Le sfilò lentamente gli slip indugiando con le dita ancora qualche
istante sulla sua femminilità, e poi si alzò. Le prese le cosce tra le mani
accarezzandole, e la fece scivolare lungo il cofano sino a che il bacino non fu
sul bordo. Si portò le gambe sui fianchi. Buffy glieli cinse, pronta a
accoglierlo dentro di se.
Spike
attese che lei aprisse gli occhi e lo guardasse. Voleva entrare in lei mentre
erano occhi negli occhi. Buffy lo guardò, e non appena i loro occhi si
baciarono in silenzio, Spike affondò in lei con un gesto irruente e intenso.
-
Ahhhhh – gemette lei soddisfatta e sorpresa.
Lui
rise facendo vibrare il suo corpo e quello di lei all’unisono, e poi cominciò a
muoversi lentamente in lei. Voleva che Buffy lo implorasse, lo pregasse di
farla sua totalmente. E Buffy ormai in preda al desiderio cominciò a muoversi
verso di lui, in una muta richiesta di una penetrazione più profonda.
-
Spike – mugugnò. Quasi una protesta. Inarcando il bacino più che poté verso di
lui.
-
Guardami Buffy, continua a guardarmi – le disse accarezzandole il viso e poi
chinandosi a baciarle le labbra, con dolcezza più che desiderio.
Buffy
continuò a guardarlo, gli occhi di lui si fecero lucidi per il desiderio e le
sue spinte divennero sempre più profonde e violente, tanto da far dondolare la
macchina. Buffy gemeva e respirava affannosamente, sentendo il suo membro
sfregarsi contro le pareti della sua femminilità perfettamente adattata a lui.
Avvolta e imprigionata nel suo ritmo sempre più intenso e travolgente si
sollevò aggrappandosi a lui. Infine entrambi si persero l’uno nell’altro quasi
gridando l’uno il nome dell’altro. Senza smettere di guardarsi negli occhi e di
baciarsi.
Ancora
tremanti e ansimanti rimasero avvinghiati, continuando a guardarsi, come in una
sfida d’amore. Spike, con dispiacere, scivolò lentamente fuori da lei,
lasciandola libera. Buffy si riordinò gli abiti. Ma i loro occhi non si
lasciarono per un momento.
Lui
si tirò su la lampo e si mise in piedi in attesa. Sapeva che ora veniva il
peggio per lui, ma questa volta Buffy non lo guardò con rabbia o odio, si alzò
anche lei in piedi e gli andò vicina. Spike imbarazzato si passò una mano tra i
capelli e distolse lo sguardo pensando ‘ adesso ogni traccia di amore e di
desiderio svanirà in lei ‘ .
Buffy
gli accarezzò la guancia con tenerezza e cercò ancora i suoi occhi, che si
incontrarono e si baciarono con dolcezza e malinconia.
-
Spike… mi dispiace, non posso – i suoi occhi divennero lucidi. Gli posò un
lieve bacio sulle labbra chiudendo per un istante gli occhi e poi girandosi e
senza mai voltarsi raggiunse lo sportello, si sedette in macchina e ripartì. Lasciandolo da solo nel
parcheggio deserto. Le braccia rilasciate lungo i fianchi e lo sguardo
rassegnato, perso nel vuoto, dove un attimo prima c’era il viso triste di lei.
-
Maledizione me l’ha fatta di nuovo – imprecò lui, chiudendo gli occhi. Questa
volta però non andò al Bronze. A passo lento accompagnato dalle ombre della
notte, tornò a casa sua. Sorrise amaramente scuotendo il capo, l’eco dei suoi
passi lo seguì lungo il tragitto solitario.
Su
di lui c’era il suo odore, e sino a che ne era impregnato (e di sicuro lo
sarebbe stato a lungo), non poteva andare con nessun altra donna. Buffy Summers
lo aveva marchiato a fuoco, e adesso gli bruciava dentro.
Capitolo
7: menzogne
Il
giorno successivo Spike non si fece vivo alla fine delle lezioni, e Buffy ne
rimase, suo malgrado, delusa. Tornò a casa in preda all’angoscia e alla
tristezza.
-
Okay, avanti B. muovi il tuo piatto e secco fondoschiena, e vatti subito a
cambiare – Faith non le diede il tempo di entrare in casa che subito l’assalì.
-
Cosa? – Buffy la guardò senza seguirla.
-
Hai capito sorellina. Vatti a cambiare e subito, siamo già in ritardo –
Dawn
le era venuta dietro. Entrambe erano in tiro per uscire.
-
Non capisco! – Buffy era già abbastanza provata e non aveva proprio intenzione
di giocare agli indovinelli.
-
Già quando mai tu capisci? Il carciofo fuori dai piedi, tu esci con noi,
semplice. Su ora andiamo di sopra che ti aiuto a prepararti-
Buffy
avrebbe voluto protestare, rifiutare, ma era stanca e già provata per quello
che era accaduto il giorno precedente. E anche troppo delusa per non averlo visto.
Si
preparò svogliatamente e trenta minuti dopo erano già all’ingresso del locale,
dove le aspettavano Willow e tre giovani…
-
Finalmente! È una vita che vi aspetto – Willow era seccata per la lunga attesa.
-
Buffy questi sono Andrew, Wes e lui è Angel –
-
Oh ma noi ci conosciamo, stiamo ristrutturando la scuola – Angel le fece un
cenno di saluto.
-
Ah si è vero – Buffy sembrava imbarazzata e confusa.
Il
locale era affollato, le ragazze si sedettero al bar, ma non vi rimasero a
lungo. Faith arpionò la mano di Wes e lo trascinò in una danza scatenata e
sexy. Mentre Dawn e Andrew si appartarono in un angolo poco illuminato a
chiacchierare di poesia, dissero, ma più che altro era una lezione di lingua.
Infine Willow sparì inghiottita dalla folla con il suo angelo nero.
Buffy
rimase a guardare la pista, e si sentì sola come mai in vita sua. Prese la sua
bibita e si sedette in un angolo, dove poteva starsene in pace.
-
Ciao passerotto – una voce dolce e calda le sfiorò l’orecchio e le fece tremare
le mani.
Lentamente
e quasi con timore si voltò a guardare nella direzione da cui proveniva quella
voce.
Due
occhi blu la stavano fissando con calore. Era bellissimo, indossava un paio di
jeans neri, una t-shirt aderente dello stesso colore ed uno spolverino in pelle,
anch’esso nero.
Le
sorrise. Un sorriso ammaliante e dolce, che Buffy non poté fare a meno di
ricambiare.
-
Spike – mormorò e i suoi occhi si illuminarono di gioia. Era felice di
rivederlo. Buffy era felice.
-
Posso? – le chiese mentre prendeva posto accanto a lei.
Buffy
non rispose, continuò a fissarlo estasiata.
Lui
la guardò divertito.
-
Sei venuta da sola? – le domandò, con una punta di gelosia nella voce.
-
No. Sono venuta con alcuni amici –
-
E dove sono? – quando l’aveva vista non le era sembrata felice, aveva l’aria
triste e pensierosa.
-
In giro – Buffy fece una smorfia, sapeva cosa lui stesse pensando.
-
Buffy – Spike si voltò a guardarla con intensità – perché hai paura? –
-
Io non ho paura! – Buffy replicò subito.
-
No? –
-
No. Io sono una persona responsabile e adulta che sa padroneggiare la sua vita…
Oh Spike non rendere le cose più complicate –
Cercò
di essere convincente.
-
Più difficili? Io ti sto dicendo che probabilmente sono innamorato di te e che
voglio di più di una bella scopata giornaliera. Cosa c’è di complicato in
questo Buffy? – Spike si passò una mano tra i capelli.
-
Tu non capisci –
-
Allora spiegami –
-
Non è così semplici. Io devo rendere conto di quello che faccio, delle mie
scelte. Io….non posso deludere, non posso fallire. Non posso –
-
Chi non puoi deludere Buffy? – le chiese con voce alterata.
Lacrime
scesero dagli occhi grandi e tristi di lei.
-
Oh piccola, ti prego non fare così. Non sopporto di vederti piangere –
Spike
l’attirò a se e la strinse al petto. Cercando di rassicurarla e con una mano le
accarezzò i capelli dolcemente.
-
Oh Spike, mi dispiace – Buffy si portò le mani al viso.
-
St…basta adesso – Spike le sollevò il mento delicatamente e i loro occhi si
trovarono, si fissarono a lungo. Le labbra di lui si posarono su quelle di lei
in
un
bacio lento, dolce, pieno di tenerezza e amore.
-
Cosa provi per me Buffy?... Ti piaccio almeno? – le chiese guardandola
speranzoso.
‘
Già cosa provo io per lui? ‘ si disse Buffy ‘ cosa? ‘ in quel momento Buffy si
diede la risposta.
I
suoi occhi si asciugarono. Aprì la bocca per rispondergli – Spike io ….-
….
-
Ehi Buffy finalmente ti ho trovata. Tua sorella ti cerca – Andrew era comparso
davanti a loro all’improvviso.
-
Oh io…- Buffy si era alzata di colpo.
-
Oh scusatemi ho interrotto qualcosa? – domandò Andrew a cui Spike aveva
lanciato uno sguardo per niente amichevole.
-
No, No. Certo che No. Non hai interrotto nulla. Non c’erano posti e così mi sono
seduta qui. Stavamo solo facendo due chiacchiere per passare il tempo –
Buffy
non osò alzare lo sguardo su Spike, ma poteva sentire il suo furioso su di lei.
-
Già – rispose amaramente lui, sospirando.
–
Adesso ‘ il perfetto sconosciuto ‘ toglie il disturbo. Ha già perso troppo
tempo. Buonanotte – e si allontanò
sparendo poco dopo tra la folla.
Buffy
lo seguì con lo sguardo e un dolore lancinante al petto le spezzò il respiro.
-
Buffy tutto bene? – le chiese Andrew vedendola pallida.
-
Si tutto bene, andiamo – si aggrappò con le mani al suo bicchiere come fosse la
sua ancora di salvezza per non cadere e raggiunse gli altri, sfoderando il suo
sorriso di circostanza.
Tornata
a casa, finalmente da sola nella sua stanza, diede libero sfogo al suo dolore.
-
Buffy ti senti bene tesoro? – La voce di sua madre la riportò al tavolo della
cucina, dove stava facendo colazione prima di andare al lavoro.
-
Si certo – rispose Buffy cercando di apparire allegra.
-
Forse non dovresti restare fuori sino a tardi quando hai lezione il giorno
dopo. E poi andare in quel posto senza Riley, non mi sembra una cosa ben fatta
Buffy – Joyce si versò una tazza di caffè e le si sedette accanto.
-
Mamma io ho ventidue anni, sono adulta, vorrei che lo tenessi a mente. Non c’è
bisogno che tu mi dica cosa devo fare o non fare della mia vita. Sono in grado
di decidere da sola – Era la prima volta che Buffy rispondeva acidamente a sua
madre, che ne fu sorpresa.
-
Ma Buffy io lo faccio per il tuo bene! – la madre rimase turbata dalla sua risposta.
-
So già cosa è bene per me mamma – Buffy si alzò dal tavolo prese la sua
valigetta e uscì sbattendo la porta. Joyce rimase a fissare il banco della
cucina, cosa stava succedendo a Buffy? Si chiese preoccupata.
Nonostante
i suoi sforzi di apparire allegra e felice, tutti gli studenti notarono che
qualcosa non andava.
-
Buffy, cosa è successo? Sembri triste? – le chiese uno di loro.
-
Niente Jonathan, è tutto a posto –
-
Eppure ha l’aria così abbattuta, di chi ha pianto tutta la notte –
-
Ah sì? Beh non è successo nulla ragazzi. Sono solo stanca –
-
Se lo dici tu – ma Jonathan non ne era del tutto convinto.
-
Adesso potete andare ragazzi – Non avrebbe retto ancora a lungo.
I
ragazzi lentamente, lanciandole occhiate dispiaciute lasciarono l’aula.
Buffy
decise di non trattenersi quel pomeriggio, voleva evitare ogni tentazione e
raccogliendo le sue cose si avviò verso le scale. Ripensando però all’ultima
volta che le aveva prese…optò per l’ascensore.
Pigiò
il bottone e sperò che arrivasse, prima della fine del mondo.
-
Accidenti quanto è lento questo maledetto ascensore -
Dopo
alcuni minuti la luce verde si accese – Finalmente – esclamò.
Le
porte si aprirono e lei istintivamente si infilò dentro, per rimanere poi
paralizzata. Davanti a lei c’era Spike, e come quel giorno indossava solamente
un paio di jeans, attillati e la sua aria strafottente. La stava fissando.
Entrambi avevano avuto la stessa idea di evitare le scale ed ecco il risultato.
-
Ciao – balbettò lei in preda alla confusione totale.
-
Salve – rispose freddamente lui.
Le
porte si richiusero ma l’ascensore non accennava a muoversi, e Buffy cominciava
a soffocare lì dentro.
Le
mani rigide aggrappate alla valigetta, e lo sguardo basso fisso davanti a se.
Sentiva
il suo respiro regolare. Il silenzio,
così innaturale tra loro, la stava esasperando, e l’ascensore ancora non
accennava a muoversi. Improvvisamente sentì un irrefrenabile bisogno di girarsi
verso di lui.
I
loro occhi si avvinghiarono, ma in quelli di lui vi erano rabbia ed amarezza,
oltre al desiderio e all’ amore.
-
Spike mi dispiace, sono stata una sciocca – gli disse tutto d’un fiato,
credendo che se lo avesse detto più lentamente non sarebbe stata capace di
farcela.
Spike
la osservò per qualche secondo, socchiudendo gli occhi. Buffy con un balzo
coprì la breve distanza che li separava e schiacciò il suo corpo contro quello
di lui, alla ricerca disperata delle sue labbra e del suo calore.
Spike
esitò, e Buffy labbra sulle labbra, gli mormorò
–
Ti prego perdonami Spike –
L’ascensore
si mosse lentissimamente.
Spike
sorrise stringendola tra le sue braccia nude.
-
Va bene passerotto…ma devi guadagnartelo il perdono – alzò il sopracciglio
ammiccante.
Buffy
gli sorrise provocante e si fece scivolare con il corpo lungo quello di lui, percorrendolo
con le mani.
Spike
la seguì con lo sguardo, già eccitato. Con il viso si fermò all’altezza della
chiusura dei pantaloni. Con entrambe le mani glieli sbottonò e tirò giù sino
alla caviglia. Il viso di lei era a pochi centimetri dalla sua virilità già
dritta e gonfia.
Gli
occhi di Spike mandavano scintille di desiderio.
La
mano di lei l’accarezzò sensualmente, mentre gli occhi non si staccavano da
quelli di lui. Spike poggiò le mani e il bacino contro una fascia in metallo
sporgente che tagliava in due la cabina dell’ascensore. Aveva bisogno di
aggrapparsi ad una qualsiasi cosa.
Buffy
si leccò le labbra inumidendole, e Spike gemette, la fronte imperlata di
sudore.
-
Sono stata davvero una bambina cattiva – disse sporgendo le labbra in una
smorfia imbronciata davvero eccitante.
-
Si molto cattiva – rispose con voce roca Spike, il cui sguardo era incapace di
distogliersi da quella visione.
-
Vediamo…come posso farmi perdonare – sorrise lei mentre la sua testa affondava
tra le sue cosce e le sue labbra si schiudevano ad accoglierlo totalmente in
lei. Umido, caldo e liscio. Una sensazione di piacere e di calore si sprigionò
tra le gambe di Buffy e i suoi slip si bagnarono.
Spike
inghiottì la poca saliva rimastagli e cominciò a respirare affannosamente.
-
mm…mm…- piccoli mugolii e gemiti provenivano dal basso: Dalla chioma folta di
lei che si sfregava contro le sue cosce ormai piegate dal piacere che la bocca
di lei gli stava dando. Anche lui fu pervaso da una lingua di calore intenso
che gli saliva dalle gambe propagandosi in onde sempre più intense e dolci di
piacere.
-
Oh Dio – gemette lui incapace di ogni pensiero coerente.
Spike
affondò la sua mano nella chioma di lei e l’attirò ancora più verso di se, come
volesse penetrarla dalla bocca sino alla sua femminilità.
-
Oh…così, si così…Oh – la sua testa si reclinò all’indietro e i suoi occhi si
chiusero in una smorfia di piacere intensissimo, che quasi rasentava il dolore.
Il
pene durissimo continuava a fare dentro e fuori la bocca umida e calda di lei.
-
Amore, amore, mi uccidi così…Oh si continua, brava piccola – mugugnò,
continuando ad affondare le sue mani nei capelli di lei, e ad attirarla ancora
di più verso il suo membro ormai di una durezza granitica. Pronto ad esplodere.
La
mano di lei scese giù verso i suoi testicoli, accarezzandoli e stringendoli
delicatamente. Spike era senza fiato. E per poco non ebbe un infarto quando una
mano di lei scivolò lungo il suo fianco a raggiungere le sue natiche e
massaggiargli l’apertura dietro. Ebbe un tremito e una sensazione di totale
abbandono mai provata prima con una donna.
-
Buffy…sto venendo – l’avvisò per consentirle di lasciarlo uscire dalla sua
bocca.
Buffy
lo fissò con maggiore intensità, senza smettere il suo dondolio ora rapido, ora
più lento ed avvolgente attorno al suo glande, ormai al limite dell’umana
sopportazione.
Spike
sussultò con tutto il suo corpo – Buffy…oh maledizione – non riuscì a dire
altro. Giocando sporco lei, aveva accelerato il movimento delle sue labbra e
con la lingua aveva tracciato i contorni del prepuzio, prima di risucchiare
avidamente una, due, due, tre volte il suo pene con la bocca.
Spike
urlò – Ahhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii – un gemito roco e profondo, e il suo
seme caldo e vischioso, invase la bocca di lei e scivolò lento lungo la sua
gola.
-
Buffy, Buffy – ripeté tirandola su – ti amo Buffy – le sussurrò mentre le
baciava il collo ancora ansimante e scosso. Le mani a sbottonarle la camicia
per sentire la sua pelle liscia sotto le sue dita, e stringere il suo seno tra
le sue mani.
-
Allora sono perdonata? – gli chiese lei sorridendo trionfante.
Lui
rimase a fissarla, con il cuore in gola e poi le disse con voce profonda e
sensuale – non è così facile passerotto…te l’ho detto l’altra sera. Io voglio
di più – Le sorrise arrogante, mentre l’espressione di Buffy si faceva
accigliata.
-
Voglio che tu sia mia Buffy. Portami dentro di te, vuoi? – le domandò
guardandola con gli occhi di un innamorato.
Lei
non riuscì a parlare, un nodo alla gola glielo impedì: era gioia. Con la testa
gli fece cenno di si. Lui la baciò sollevandola per i fianchi.
Invertì
le posizioni le tirò su la gonna strappandole via gli slip.
Con
le dita cominciò a torturare la sua femminilità gonfia e bagnata. Il pollice si
sfregò ripetutamente sul suo clitoride e Buffy gemette più forte aggrappandosi
a lui. Spike tirò su le gambe di lei sino ai suoi fianchi e Buffy le incrociò
dietro il suo fondoschiena.
-
Avanti amore, portami dentro di te - la incitò.
Buffy
rise divertita e cominciò a sfregare i suoi riccioli contro il suo pene di
nuovo gonfio e duro. Inarcandosi e poi ritraendosi, in un’altalena di piacere.
Spike gemette e il suo sguardo divenne torbido.
-
Sei perversa lo sai amore? – le disse ridendo mentre le sue labbra tornavano a
cercare e imprigionare quelle di lei.
Finalmente
soddisfatta e appagata da quella dimostrazione di potere, Buffy lo accontentò.
Posizionando il pene di lui sulla sua femminilità, tirò un respiro profondo e
poi con una spinta poderosa lo prese tutto dentro di se.
-
Ahhhhhuuuu – gemette lui cominciando a muoversi ormai privo di controllo.
Questa
volta anche Buffy cominciò a gemere per il piacere, aggrappandosi con le
braccia alle sue spalle. Spike le dava spinte sempre più violente tanto da far
sobbalzare l’ascensore, che proseguiva la sua lentissima discesa. Ma per Buffy
non era abbastanza – Di più. Ancora più forte - gli chiedeva tra un gemito e
l’altro e Spike spingeva più forte e più a fondo.
Sino
a che lei non urlò, inondandolo con i suoi umori. Seguita dalle urla di Spike,
e dal seme di lui che la riempì con un fiotto caldo e denso.
-
Oh si – gemette lui finalmente appagato.
Rimase
qualche secondo con il capo chino sulla spalla di lei e gli occhi chiusi.
-
Ti amo Spike –
Fu
un ansito? La suggestione del momento? Il desiderio che aveva di sentire quelle
parole pronunciate da lei?
Spike
sollevò il capo di scatto: La testa reclinata e lo sguardo adorante.
-
Cosa hai detto? – domandò titubante, temendo davvero di averlo solo immaginato.
-
Ti amo Spike – ripeté lei sorridendo.
E
un senso di leggerezza, di libertà e di euforia la avvolse.
Quella
era la felicità ora Buffy lo sapeva.
Si
tirò su la lampo e si passò una mano tra i capelli, guardandola.
-
Cosa stai fissando? – gli domandò lei sorridendo.
-
Te piccola – sorrise lui, avvicinandosi di nuovo a lei, che aveva appena finito
di riordinarsi la gonna.
-
No. Non ti avvicinare – gli intimò lui – e poi devi smetterla di strapparmi gli
slip, non posso andarmi a comprare biancheria intima, un giorno si un giorno no
– Buffy rideva, vedendo negli occhi di lui la scintilla del desiderio
riaccendersi.
-
Mmmm….. vieni qui passerotto, voglio assaggiarti ancora un po’ – Le sue mani si
posarono sui fianchi, spingendola contro la parete dell’ascensore. Le sollevò la
gonna e cominciò nuovamente ad accarezzarla con desiderio.
-
Spike – lo rimproverò lei mentre si spingeva con il bacino verso le sue dita.
Lui
rise e affondò il viso tra i capelli, mordendole dolcemente il collo. Sino a
lasciarle il segno.
-
Ehi…- gemette Buffy.
-
Questo è il mio marchio passerotto. Così tutti sapranno che sei mia – mormorò
lui sempre ridendo.
-
Ci vediamo al Bronze stasera? – mormorò lui sperando che lei dicesse di si.
-
Sì – rispose lei continuando ad accarezzarli senza sosta il torace e le spalle.
Le
loro labbra si cercarono ancora e si intrecciarono. Gemiti di piacere e risa,
invasero l’ascensore che in quel momento si arrestò. Le porte si spalancarono
e…
-
Oh santo Cielo! Sorellona! – Urlò una voce femminile dall’altra parte della porta
scorrevole.
-
B. accidenti, questa si che è una vera sorpresa. Non c’è più religione a questo
mondo. –
-
Non c’è nulla da scherzare! Vi rendete conto nell’ascensore…mi toccherà
disinfettare tutto. Buffy non potevi farlo nella tua aula? – Willow, Faith e
Dawn erano davanti alla porta con la bocca aperta, gli occhi sgranati e le
braccia incrociate al petto, in attesa di una spiegazione.
Buffy
avvampò cercando di ricomporsi. Spike con sicurezza le guardò tutte e tre e poi
tornò a voltarsi verso Buffy, le sorrise e le diede un altro tenero bacio sulle
labbra.
-
A stasera amore – le disse guardandola intensamente. Con la sua solita
camminata arrogante oltrepassò le tre ragazze salutandole – Salve ragazze
– e proseguì senza voltarsi indietro.
Le
tre lo seguirono con lo sguardo (e rivoli di bava agli angoli della bocca) sino
a che lui non sparì svoltando lungo il corridoio. E poi tornarono a guardare
Buffy sconvolte.
-
Non è come sembra! – si affrettò a giustificarsi lei alzando le mani.
-
Ah no? – domandò Dawn scrutandola scettica.
-
Tu avvinghiata ad un macho con indosso solo un paio di jeans, brandelli di slip
sul pavimento? – Faith indicò il pezzo di biancheria incriminato che giaceva
abbandonato ai piedi di Buffy - C’ è bisogno di una spiegazione per questo? –
-
Ed un…un….succhiotto grande quanto un cocomero sul collo! – ulrò Willow
puntando l’indice verso il collo di Buffy.
Buffy
abbassò il capo sconfitta e sospirò pesantemente – Okay mi arrendo. E’ come
sembra – disse infine
-
Oh Dio! Buffy fa sesso con…con….ehi ma io quello lo conosco – Willow spalancò
ancora di più gli occhi – …è lo stallone del Bronze – urlò.
-
No vi sbagliate – Buffy le guardò e arrossendo un po’ aggiunse a voce bassa
-
Non è solo sesso, è qualcosa di più –
Tutte
e tre le ragazze si guardarono con intenzione.
-
Tu ci stai dicendo che….- Willow non riusciva a continuare la frase,
balbettava.
-
B. tu vuoi dire quello che penso tu voglia dire? – Faith sorrise.
-
Buffy si è innamorata! – urlò, battendo le mani Dawn – Finalmente!!!!!!! –
cominciò a saltellare come una cavalletta e a canticchiare un vecchio motivo.
-
Oh fatela finita adesso – bofonchiò Buffy sempre più imbarazzata.
Ma
oramai era impossibile far cessare i loro sberleffi, le loro risate complici, e
le insinuazioni.
La
sera stessa Buffy aveva appuntamento con Spike al Bronze, la loro prima uscita
insieme. Era nervosa come mai in vita sua. Davanti al locale esitò qualche
istante, aprendo e chiudendo nervosamente le mani, respirò a fondo.
-
Su dai sorellona, non è niente. Entri, gli vai incontro con il tuo più
smagliante sorriso e poi lo baci. Fine della lezione – disse Dawn sicura.
-
Già…beh visto che lo hai fatto in ascensore B….non è poi così diverso –
-
E in chissà quale altro posto – aggiunse Willow pensierosa.
-
Okay, si posso farcela – si disse Buffy e insieme entrarono nel locale
affollato.
-
Ciao – subito Faith individuò Wes, beh era l’unico con cravatta ed occhialini
in tutto il locale; Dawn invece venne letteralmente portata via da Andrew, e
Willow farfugliando confusamente qualcosa, circa la pelle e l’oscurità della
notte, svanì come per incanto tra la folla e le luci soffuse del locale.
Buffy
si guardò intorno in cerca di Spike, ma non riuscì a vederlo. Per un attimo
pensò che le avesse fatto buca, ma poi si disse che non era da Spike, fare una
cosa del genere.
Una
mano le abbracciò la vita.
-
Ciao passerotto – mormorò la voce tra i suoi capelli.
-
Ciao – rispose lei con voce roca, mentre lui le baciava il collo avidamente.
-
Balli? – le chiese prendendola tra le braccia.
Lei
annuì con il capo e si lasciò trascinare nella mischia.
I
loro corpi si allacciarono e un lento partì. Buffy poggiò il capo sulla sua
spalla e lui la strinse a se, accarezzandole la nuca con la guancia.
Entrambi
come in un tacito accordo, chiusero gli occhi e si lasciarono cullare dalla
dolce e lenta melodia, nella semioscurità della sala.
-
Buffy – la chiamò lui a voce bassa.
-
Sì, Spike – rispose lei al suo richiamo.
-
Ti amo –
-
Anche io ti amo Spike – e fu tutto così naturale e perfetto che loro stessi ne
rimasero stupiti e commossi.
Come
la prima volta che si erano incontrati Spike aveva chiesto al Dj di mettere un
bel po’ di lenti.
Alla
fine, quando le note della musica si spensero tra i tasti e le corde degli
strumenti, Buffy fece scivolare la sua mano lentamente, lungo il braccio di
lui, sino a trovare la sua mano. La strinse nella sua, e poi sollevò il capo
alla ricerca dei suoi occhi. Quando li trovò, sorrise e avvicinò le sue labbra
a quelle di lui.
-
Baciami – gli disse in un soffio a fior di labbra.
-
Okay – rispose lui in tono scherzoso, poi divenuto serio, con le labbra
assaporò delicatamente e lentamente, le labbra di lei.
-
Vieni – gli disse Buffy decisa e lo trascinò per il locale, sino ad un tavolo
ad angolo.
-
Ciao ragazzi – li salutò allegra – questo è Spike, il mio ragazzo – disse tutto
in un fiato, ed attese i commenti. Sempre stringendo saldamente la mano di lui
nella sua.
-
Wow, ma è …è bellissimo B. – disse Faith emettendo un fischio di approvazione,
ed attirandosi lo sguardo imbronciato di Wes.
–
Beh io credo che prima di esprimere pareri dovrei conoscerti… anche se sembri
simpatico e…e…ah si ‘ NON FARE PIU’ SESSO CON BAFFI NEI LOCALI COMUNI DELLA
SCUOLA ‘ - Willow parlò in fretta per
l’emozione e non si rese nemmeno conto di quello che stava dicendo, sino a che
non fu troppo tardi.
-
Willow – Dawn la guardò divertita.
Wes
e Andrew si scambiarno uno sguardo sconcertato.
-
Locali della scuola? – Angel aveva sputato fuori il sorso di birra – ‘ rimango a
riordinare gli attrezzi ‘, ‘ devo sistemare ancora questa trave ‘ …tutte balle.
E bravo il mio amico Spike! – gridò Angel guardandolo allibito.
Poi
il suo sguardo si posò su Buffy – era lei che dovevi sistemare – Rise.
Willow
lo guardò torvo e gli assestò una potente gomitata nel fianco.
-
Ohi – gemette, mentre il riso gli moriva in gola.
-
Così impari – sussurrò Willow, ridendo nervosamente.
Il
viso di Buffy era color ciliegia.
Dawn,
dapprima squadrò Spike dalla testa ai piedi, e poi gli tese la mano sorridente.
-
Qua la mano straniero -
-
Qua la mano briciola - gli fece eco
Spike e Dawn rise.
-
Voi cosa fate adesso? – domandò Faith, che a giudicare dallo scintillio che
aveva negli occhi stava di sicuro per abbandonare il locale per un posto più
intimo ed appartato come il suo appartamento, situato a pochi isolati.
-
Beh noi…- Spike non sapeva cosa dire, non era ancora del tutto sicuro che Buffy
non avrebbe avuto ripensamenti. Quindi non sapeva ancora come comportarsi con
lei.
-
Noi andiamo a casa di Spike – Buffy sembrava così diversa, sicura, allegra,
decisa – Dawn di alla mamma che resto fuori, domani le spiegherò tutto io –
-
Oh, oh….dolce risveglio – disse ironicamente ridendo, immaginando la faccia
sconvolta della madre, quando Buffy le avrebbe raccontato di chi si era
innamorata e con chi stava adesso.
-
Andiamo? – Domandò Buffy a Spike, che spiazzato ed incredulo era rimasto
immobile a fissarla orgoglioso e felice come mai.
-
Si andiamo – sussurrò, regalandole un dolce sorriso.
-
A domani allora -
Senza
attendere oltre la coppia uscì dal locale. Una folata di aria fresca accarezzò
i loro visi sorridenti.
-
Non posso credere tu lo abbia davvero detto – Spike era ancora incredulo.
-
Sono una donna che riserva molte sorprese Amore – gli sussurrò lei
all’orecchio, allungando il viso verso di lui, sino a sfiorarlo con la guancia.
-
Ora andiamo, sono curiosa di vedere la tua tana –
Lui
rise – mm…lo sai che una volta entrata nella tana del lupo, mia cara
cappuccetto rosso, non ne uscirai per tutta la notte vero? –
-
Mmmm… oh che paura – fece lei fintamente spaventata, portandosi la mano alla
bocca – questa è una minaccia? – lo guardò maliziosamente.
-
No è una dannata certezza, quindi pensaci bene passerotto – le disse lui serio.
-
E chi ti dice che io voglia uscirne prima di domani? - la sua voce suonò
maliziosa e provocante.
Spike
strinse di più la sua mano - allora andiamo - le intimò e si mosse verso il suo
appartamento, seguito da una Buffy divertita ed euforica.
Spike
infilò la chiave nella serratura e guardò Buffy, rimasta un po’ indietro a
guardarsi intorno forse intimidita e stordita.
-
Sei sicura? – le chiese la mano stretta attorno alla chiave.
Buffy
non parlò, ma con il capo fece un leggero cenno affermativo.
Spike
le sorrise e fece girare la chiave. La porta si aprì e lui si spostò per farla
entrare.
La
sua mano cercò l’interruttore sulla parete.
-
Così questa è la tana del Lupo – disse Buffy divertita.
-
Già, un vero Lupo cattivo – scherzò lui. La porta si chiuse alle sue spalle.
L’appartamento
piccolo, era arredato con molto gusto, ed era accogliente e confortevole.
-
Vuoi qualcosa da bere? – le chiese lui osservandola attentamente. Buffy era a
disagio, lo si vedeva lontano un miglio.
-
No grazie, magari un po’ d’acqua – muoveva le mani nervosamente.
-
Su Buffy, siediti – le disse lui indicando il divano.
Buffy
si sedette in un angolo, rigida e dritta. Spike la osservò divertito e scosse
il capo. Prese due bicchieri, in uno vi versò dell’ acqua e nell’altro un po’ di
bourbon, e raggiunse Buffy sul divano. Lei rimase in silenzio. Il suo sguardo
vagava qua e là nell’unico intento di evitare quello di lui.
-
Buffy – la sua voce morbida, calda e vellutata, l’avvolse facendole tremare le
labbra.
-
Buffy guardami – le impose, prendendole una mano tra le sue.
Buffy
ebbe un sussulto, ma alla fine si voltò, e i suoi occhi si posarono in quelli
di lui.
La
mano di lui con un tocco leggero le accarezzò la guancia, leggermente
arrossata. Con un dito le percorse i contorni delle labbra.
Buffy
stava tremando.
-
Passerotto hai paura? – le domandò guardandola intensamente.
-
No – rispose Buffy, ma dal tono della voce, poco convinto, era chiaro che ne
aveva.
-
Di cosa amore? – Spike comprendeva lo stato d’animo di Buffy.
-
Non lo so – rispose sinceramente Buffy, facendo una smorfia scontenta.
I
suoi occhi divennero lucidi per un attimo – forse ho paura che tutto questo sia
solo un’illusione, e che quando domani mi sveglierò tutto sarà svanito. Sparito
– Due lacrime caddero dalle ciglia di Buffy.
-
Oh …piccola – Spike reclinò il capo e le sorrise dolcemente.
Le
passò dolcemente le dita sotto gli occhi, per asciugargliele.
-
Spike, hai avuto molte donne? – Lo guardò accigliata
lui
la guardò spiazzato.
–
Beh, ne ho avute un po’ – ammise alla fine distogliendo lo sguardo.
-
Le porti qui? – Buffy sembrava ferita.
-
A volte si – mormorò Spike. Non gli piaceva parlare delle altre con lei.
Adesso
era lui a sentirsi a disagio. Si passò una mano tra i capelli.
Bevve
un sorso del suo drink.
-
Le amavi Spike? O erano solo ….- Buffy sembrava arrabbiata.
-
Buffy potremmo evitare di parlare di questo – L’espressione di Spike era
diventata seria. Era come se Buffy cercasse un pretesto qualsiasi per litigare.
E accidenti, era lei che era voluta venire nel suo appartamento.
-
Perché ti infastidisce? – la voce di Buffy suonò acida per un momento.
-
Buffy. Se non vuoi restare, basta che lo dici. Non sei obbligata – le rispose
alterandosi.
La
rabbia di Buffy si sciolse come neve al Sole, all’udire quella sua
affermazione.
Lei
voleva restare, era la cosa che desiderava di più al mondo. Eppure non si
sentiva a suo agio.
-
Io…non volevo, solo che io…- Buffy balbettava cercando di riuscire a spiegargli
quello che provava.
Spike
sorrise, si sporse verso di lei e con le labbra accarezzò le sue.
-
Non aver paura tesoro, ti amo - La rassicurò.
-
Spike da quando noi abbiamo… tu hai mai…? –
Buffy
si era allontanata leggermente con il viso e lo fissava, era sempre più
agitata.
Spike
esitò, guardò Buffy dritto negli occhi. Erano così grandi, attenti e sinceri.
Non poteva dirle che era stato con un’altra, non adesso.
-
No – disse prendendo un profondo respiro.
Buffy
sorrise, come avesse bisogno di questa certezza.
Si
fece più vicina e cominciò a strofinare le sue labbra su quelle di lui.
Invitandolo ad approfondire il bacio.
-
Spike – mormorò passandogli le mani dietro il collo.
-
Buffy, vuoi fare l’amore con me? - le chiese lui guardandola.
-
Si Spike – rispose in un sussurro Buffy – io voglio fare l’amore con te –
Il
bacio pian piano si fece più profondo ed intimo. Le labbra unite, le lingue
intrecciate e le loro mani avvinghiate attorno ai loro corpi accaldati e
bisognosi di amore.
-
Buffy, Buffy. Ti ho desiderata dal primo giorno che ti ho vista – continuava a
baciarla lentamente, mentre le sue mani si serravano sempre di più attorno al
suo corpo.
-
Spike, non mi stai prendendo in giro vero? – gli chiese stringendolo più forte
a se.
-
No Buffy, non ti sto prendendo in giro – le disse serio Spike, con un’ombra di
tristezza sul viso.
Si
guardarono per un interminabile istante con intensità. Con mani tremanti Spike
cominciò a sbottonarle la camicia, ad ogni bottone il suo cuore perdeva un
colpo, scoprendo la sua pelle liscia e chiara. Quando l’ultimo bottone cedette
sotto il tocco delle sue mani esperte, lui tirò un profondo respiro e scostò
con estrema delicatezza i lembi della camicia, esponendo alla sua vista il seno
ansimante e leggermente accaldato di Buffy.
-
Sei bellissima – sussurrò, e Buffy si sentì invadere da una gioia infinita, e
non per le parole che le aveva detto, ma per il tono che aveva usato. Caldo e
profondo, che sembrava provenire dall’anima.
-
Mi vuoi Buffy? – le domandò a voce bassa occhi negli occhi.
-
Si – la voce di Buffy suonò sensuale e sicura nella stanza.
-
Toccami amore – la pregò. E lei impacciata, fece scivolare le sue mani lungo lo
spolverino nero, sfilandoglielo. Per poi tornare a posarle sul suo torace,
accarezzandolo lentamente attraverso la t-shirt. Gliela sfilò da dentro i
jeans. Ansiosa insinuò le sue mani avide sotto di essa e cominciò ad
accarezzare la sua pelle. Provocando in lui intensi brividi di piacere.
Le
mani di lui indugiavano sui seni turgidi di lei, accarezzandoli e stuzzicandoli
con piccole strizzatine gentili.
Lei
rise divertita mentre gli sollevava la maglietta e lo invitava ad alzare le
braccia per consentirle di sfilargliela. Poi fu il turno di lui, di toglierle
la camicia facendola scivolare sensualmente lungo le braccia, baciando ogni
centimetro di pelle che scopriva. Con un gesto rapido le sbottonò e sfilò anche
il reggiseno. E poi subito l’attirò a se avvolgendola in un abbraccio caldo e
sicuro. Voleva sentire la pelle di lei contro la sua.
-
Oh Spike, è così bello – mormorò lei, riversando il capo all’indietro nel
tentativo di resistere al piacere intenso che lui le procurava lasciando una
scia di piccoli baci dal collo sino al seno teso e desideroso delle sue labbra.
E
lui non si fece pregare. Con una mano cominciò a giocherellare con la punta
turgida del seno di lei e con le labbra cominciò ad accarezzare e baciare
l’altra punta, per poi chiuderle sulla sua punta e cominciare a succhiare
avido. Buffy gemette socchiudendo gli occhi. Il respiro accelerato e affannato.
-
Oh ti prego – mormorò ansimando.
-
Si pregami, pregami amore – Spike si sollevò nuovamente per cercare le labbra
di lei. Prese la mano di Buffy e se la portò sull’inguine, esercitando una
pressione leggera, per farle sentire il suo desiderio di lei.
Buffy
non ritrasse la mano, anzi cominciò ad accarezzarlo attraverso la tela ruvida
del jeans. Spike gemette di piacere tra le labbra di lei, ed anche lui adesso
aveva il respiro affannoso e alterato. La strinse ancora di più a se e il bacio
divenne più profondo ed impetuoso.
-
Amore, Amore. Passerotto – gemeva in preda al piacere.
Un
attimo dopo senza respiro, si immobilizzò. Buffy gli aveva sbottonato i jeans
ed aveva infilato la mano dentro, facendosi strada tra le pieghe del tessuto,
sino a raggiungere e stringere la sua virilità umida e fremente.
-
Oh…- un gemito soffocato, sfuggì alle labbra di Spike, sempre più premute su
quelle di Buffy.
La
mano di Buffy cominciò a muoversi e Spike si sentì mancare. In preda alla
passione cieca anche lui le sbottonò i pantaloni ed infilò la mano,
accarezzando gli slip ormai bagnati di Buffy. Sorrise e le sue dita
cominciarono a massaggiarle il centro della sua femminilità, ansiose di
sentirla godere al suo tocco gentile e sempre più intenso.
-
Oh si – questa volta fu Buffy a lasciarsi sfuggire un gemito sommesso.
-
Ti piace? – domandò lui sicuro.
Lei
incapace di parlare, fece cenno di si con il capo.
Lui
si alzò in piedi e si tirò dietro Buffy, tenendola per i fianchi. Posando le
mani sui lati dei suoi pantaloni li fece scivolare sul pavimento. Buffy
cominciò a sfilargli i suoi, con un gesto sensuale. Si abbassò con il busto
seguendo il movimento dei jeans, e con gli occhi percorse avida le sue gambe,
le cosce…per soffermarsi sulla sua virilità eretta fieramente davanti a lei.
Le
sue dita, dapprima timidamente, si posarono su di essa, scorrendola lentamente.
Poi la sua mano lo avvolse e lo massaggiò.
Le
labbra di Spike emisero gemiti di approvazione e di piacere, che si propagarono
per la stanza.
Gli
occhi maliziosi di Buffy si posarono in quelli di Spike, pieni di desiderio e
di attesa. Buffy si fece passare la lingua sulle labbra, inumidendolie, ed un
sorriso divertito apparve sulle labbra di Spike.
-
Oh si bambina cattiva – sospirò, socchiudendo gli occhi. La lingua di Buffy in
un guizzo era scivolata lungo il glande ed aveva cominciato a disegnare piccoli
cerchi attorno alla sua punta pulsante. Spike tornò a guardare quella scena
così sensuale ed erotica, respirando irregolarmente. Le labbra di Buffy
lentamente inghiottirono la sua virilità e il corpo di Spike fu attraversato da
brividi di piacere mai provato prima.
La
mano di lui era corsa sulla nuca di lei ad accompagnarne i movimenti sempre più
rapidi e avvolgenti.
-
Oh Buffy, tu non sai cosa mi fai – continuava a ripeterle – non smettere, ti
prego. Continua, oh sì – gemendo e respirando pesantemente.
Infine
il suo seme vischioso e caldo invase la bocca di Buffy che continuò a succhiare
avida sino a che, non lo sentì completamente abbandonato tra le sue labbra,
strette attorno a lui.
-
Oh…- sospirò lui soddisfatto. Buffy si alzò in piedi. Uno di fronte all’altro
si fissarono in silenzio. Spike le accarezzò i capelli morbidi e lucidi, e lei
sorrise allegra.
-
Vieni, andiamo di là – le disse con voce dolce, mentre sollevandola tra le
braccia la portava nella sua camera da letto.
La
stese sul letto e con le mani percorse il suo corpo, accarezzandolo avido, come
lo scoprisse per la prima volta. La sua mano si soffermò sui suoi riccioli
biondi e sparì in mezzo alle sue cosce, risucchiata dalla femminilità eccitata
di lei. E questa volta fu il turno di lui di torturarla, muovendo le sue dita
dentro e fuori di lei, costringendo Buffy ad emettere gemiti sempre più forti e
prolungati. Le divaricò le gambe e la guardò maliziosamente. Infine il suo capo
affondò tra le sue cosce e la lingua calda, veloce ed umida, sostituì la sua
mano. Buffy emise un grugnito di soddisfazione. La sua mano affondò tra i
capelli di lui è lo attirarono ancora di più contro la sua femminilità. Mentre
divaricava le gambe, ancora di più, per offrirsi maggiormente a lui. Spasmi
violenti e sussulti del corpo di lei, avvertirono Spike che stava per
raggiungere l’apice. Le mani di lui scivolarono lungo le cosce di lei sino a
racchiudersi sulle sue natiche, per premersela maggiormente contro il viso. E Buffy
lo ripagò con il suo nettare prezioso. Spike assaporò il suo sapore e leccò
avido, continuando a farla gemere dal piacere.
Eccitato
incredibilmente, di nuovo, si tirò su raggiungendo il suo viso e la baciò.
Buffy ricambiò con passione. Lentamente Spike affondò in lei che serrò le gambe
attorno ai suoi fianchi, implorandolo di spingersi più a fondo. La femminilità
di lei si modellò attorno al membro duro e gonfio di lui.
Le
loro mani si cercarono ed intrecciarono, come i loro occhi.
Un
lieve sorriso apparve sui loro volti distesi e entrambi si sussurrarono con le
labbra, senza suoni, un dolcissimo TI AMO. Lo sguardo si fece intenso e
profondo e le loro labbra quasi timorose, si sfiorarono ancora, per poi
perdersi le une nelle altre, scambiandosi la loro promessa d’amore.
Solo
allora lui cominciò a muoversi in lei portando entrambi verso il piacere
assoluto. Gocce di sudore imperlavano i loro corpi avvinghiati, mentre si
spingevano l’uno contro l’altro, come a volersi fondere in un unico essere.
Quando
stremati si accoccolarono l’uno nelle braccia dell’altro, i loro occhi
continuarono a guardarsi sorridendosi, persi gli uni negli altri, sino a che
non si addormentarono esausti ma felici.
Capitolo
8: segreti
La
luce mattutina penetrò indiscreta dalle imposte semichiuse della stanza,
pigramente immersa nella penombra.
Buffy
si spostò leggermente, accomodandosi meglio sul torace liscio e morbido del suo
uomo.
Spike
aprì gli occhi ma non si mosse, la sensazione che il corpo di Buffy mollemente
adagiato su di lui, gli procurava era troppo piacevole per farla finire.
Sorrise
lievemente, accarezzando il suo viso con lo sguardo, mentre la sua mano vagava
sensualmente e senza meta, lungo la schiena nuda di lei.
Buffy
mugolò qualche parola indistinta, strofinando la guancia contro la sua pelle.
Infine
aprì gli occhi, e per un attimo esitò cercando di mettere a fuoco la stanza.
Poi sentì le braccia di lui strette attorno al suo corpo e ricordò. Un sorriso
si allargò piano, piano sul viso.
-
Ciao passerotto – mormorò lui con il fiato spezzato, mentre la guardava
stiracchiarsi su di lui e sollevare il capo alla ricerca del suo viso.
-
Ciao amore – rispose lei regalandogli il più dolce dei suoi sorrisi.
-
Come ti senti? – le domandò lui con una punta di malizia sulle labbra.
-
Come fossi in paradiso – replicò lei continuando a muoversi sinuosamente su di
lui.
-
Mmmm….interessante amore – il viso di lui si chinò su quello di lei per
raggiungere le sue labbra e sentire ancora il suo sapore sulle sue.
-
E’ già mattina – Buffy sospirò e la sua espressione si tinse di tristezza.
-
Ecco siamo già al rimpianto? – Spike sembrò seccato.
-
Spike…cerca di capire – Buffy era leggermente arrossita.
-
Si ma certo che capisco. Adesso ti vestirai, tornerai a casa e ti inventerai
una bella favola a cui non crederai nemmeno tu – sospirò pesantemente. Allungò
il braccio alla ricerca del pacchetto di sigarette, nella tasca dello
spolverino.
-
Spike, io non sono una vigliacca – Buffy si era sentita punta sul vivo.
-
Ah no? – lo sguardo di Spike era scettico. - Dove sono quelle dannate sigarette
- borbottò cupo.
-
No, non lo sono. Io sono una persona adulta ed indipendente – la frase fu detta
tutta d’un fiato, e lo sguardo di lui fu evitato accuratamente.
-
Sei sempre stata una cattiva bugiarda Buffy – rise lui ironico, scuotendo il
capo.
-
Non è vero! E sono pronta a dimostrartelo, come e quando vuoi tu – Buffy si
fece seria, uno sguardo di sfida negli occhi fiammeggiante.
-
Davvero? – una luce sinistra comparve per un attimo negli occhi intensi e
tenebrosi di lui.
-
Si – insistette lei decisa.
-
Allora sposami – la frase restò sospesa nella stanza, dove regnava un silenzio
innaturale.
Buffy
a occhi spalancati fissava Spike, che adesso aveva uno sguardo deciso e di
sfida accolta.
-
Ma…io…- Buffy balbettò.
-
Oh…oh….ecco che tutto il coraggio svanisce, vero tesoro? – Spike rise
amaramente.
Buffy
strinse i pugni, non poteva tirarsi indietro, e forse nel profondo, nonostante la
paura e i dubbi, non voleva tirarsi indietro.
-
Si va bene – il tono voleva essere sicuro, ma apparve piuttosto incerto.
Spike
socchiuse gli occhi e rise, ma Buffy restò seria. E pian piano anche il sorriso
di Spike si spense per lasciare il posto ad un espressione incredula e confusa.
-
Dici davvero? – la sua domanda, mal celava speranza.
Buffy
annuì, incapace di ripetere la frase con sicurezza.
-
Okay, allora vestiti passerotto – Spike vide nel suo sguardo incertezza, ma
decise di ignorarla. Voleva Buffy a qualsiasi costo, e se lei era stata tanto
impulsiva da mettersi in quella situazione, tutta a suo vantaggio, lui non
poteva far altro (da innamorato perso qual era) che approfittarne.
Spike
con un movimento del braccio fece volare lontano le lenzuola. Si alzò in piedi
e attirò Buffy a se.
-
Ti amo passerotto – le sussurrò prima di sfiorarle le labbra, chiedendole una
resa totale, che non si fece attendere. Il bacio divenne sempre più profondo,
intimo ed intenso.
-
Anche io Spike – mormorò lei quando riuscì a catturare un po’ di fiato. Con le
mani si aggrappò a lui, nella speranza che le infondesse sicurezza.
-
Vieni a fare la doccia con me? – le disse ridendo, mentre a passo svelto si
sparì in bagno.
-
Si arrivo – rispose lei sorridendo a metà.
Rimasta
sola nella stanza, Buffy si lasciò cadere sulle lenzuola.
-
Oh mio Dio! – esclamò con espressione terrorizzata in volto – cosa ho fatto?–
si morse il labbro inferiore.
Si
alzò sgomenta, guardandosi intorno, e lo raggiunse in bagno.
-
Vieni amore che ti insapono – le disse lui. La sua testa immersa sotto un getto
d’acqua tiepida. Allungò una mano e le prese un lembo del lenzuolo, tirandola
verso di se. Con entrambe le mani sciolse il nodo che lei si era fatta sul
petto per tenerlo su, e lo fece scivolare sul pavimento.
-
Sei bellissima – disse con voce roca e sguardo estasiato.
La
immerse sotto il getto d’acqua e con le mani insaponate cominciò ad
accarezzarle la pelle umida. Buffy gemette, lui le si mise alle spalle, facendo
in modo che la schiena di lei poggiasse sul suo torace. le sue mani percorsero
le sue braccia, il suo seno, il ventre piatto e infine si immersero con
desiderio tra le sue gambe, leggermente divaricate. Buffy si morse
ripetutamente il labbro inferiore, e poggiò la testa contro il petto di lui,
respirando irregolarmente.
-
Oh Spike – gemette più forte. Le mani di lui si muovevano con foga su di lei.
-
Si passerotto? – le mordicchiò il lobo dell’orecchio, mentre le sue dita,
scivolate nella sua femminilità già gonfia di desiderio, si muovevano dentro e
fuori di lei, seguendo il movimento sempre più rapido del bacino di lei.
-
Sto morendo – gemette abbandonando il capo sul braccio di lui.
L’acqua
scorreva rapida lungo i loro corpi accaldati e eccitati.
-
Oh povera piccola…- ghignò lui divertito, e le sue mani accelerarono il ritmo.
-
Spikeeeeeeeeeeeeeeeeeee – urlò lei, quando il piacere divenne insostenibile da
contenere. Spike la piegò leggermente in avanti e la penetrò da dietro con
dolcezza e attenzione. Buffy schiacciò le sue mani sulle mattonelle. Ansimò.
Spike attese qualche secondo che lei si abituasse a lui, e poi iniziò a
muoversi, dapprima lentamente e poi sempre più rapidamente. Assecondando i
movimenti sempre più convulsi dei fianchi di lei, ormai in preda al suo secondo
orgasmo.
-
Si, continua, più forte – gemeva incoerentemente.
-
Si amore, continuo non temere – le sue spinte si fecero più intense e più
profonde.
-
Oh siiiiii – Buffy morì per la seconda volta, seguita subito dopo da Spike,
ansimante e soddisfatto.
-
Ora sarà meglio muoversi – la baciò sulle labbra bagnate.
-
Sì – si arrese Buffy, ancora non del tutto lucida, dopo il turbine di emozioni
provate.
Spike
chiuse l’acqua e presa una asciugamano l’avvolse attorno ai loro corpi. Con
delicatezza cominciò a massaggiarla lentamente, soffermandosi sul suo seno,
sfiorando con i pollici i suoi capezzoli turgidi e tesi.
I
loro occhi si intrecciarono, e le labbra tornarono bramose a cercarsi e
divorarsi avidamente.
Un
sospiro e un gemito, Spike si alzò in piedi e cominciò a vestirsi.
E
anche se con l’angoscia che l’attanagliava, e la paura che l’assaliva ad ondate
sempre più alte e violente, anche Buffy cominciò a vestirsi.
Il
vento le accarezzava dolcemente il viso, i capelli ondeggiavano al Sole caldo
della California. Da quando erano partiti, a tutta velocità, Buffy non aveva
detto una parola. Tutta assorta nei suoi pensieri. Si chiedeva come aveva fatto
cacciarsi in questo guaio, e non che fosse pentita di aver detto di ‘ Sì ‘ a
Spike, ma aveva paura di quello che sarebbe accaduto dopo…precisamente quando
sua madre avesse scoperto quello che aveva fatto. Il solo pensiero la
terrorizzava.
-
Ehi sei ancora dei nostri passerotto? – la sua voce, calma, sicura e calda come
una carezza, la distolse dal filo dei suoi timori.
-
Si. Presumo di sì – disse premendo leggermente i polpastrelli contro il palmo
delle mani, creando un alone bianco con attorno ad un anello di pelle
arrossata.
-
Bene. Perché siamo quasi arrivati – il sangue di Buffy si gelò nelle vene, e il
suo viso divenne di un pallore quasi mortale, all’udire quella frase.
-
Davvero – fu un sottile mormorio.
-
Sì…ancora della stessa idea? – Spike le domandò guardandola di sbieco, con
sguardo indecifrabile.
Lei
annuì con il capo, continuando a guardare dritto davanti a se.
Lui
distolse lo sguardo. Sapeva cosa passava per la testa di Buffy, conosceva ogni
suo timore, ogni suo dubbio ed ogni sua paura. Ma decise di ignorarle tutte. La
voleva. L’amava e non gli importava se lei lo sposava perché messa alle
strette, o in un momento di debolezza. Quello che per lui contava e che era lì
accanto a lui, e che presto sarebbe stata la Signora Giles. Il resto…beh…quello
poteva aspettare. Lui era un tipo abituato a prendere la Vta come veniva, e se
la Vita gli aveva portato un dono come Buffy, chi era lui per rifiutarlo?
Sorrise a questi pensieri, non del tutto giusti, ma lui era sempre un uomo
innamorato... ‘ E in amore ed in guerra non ci sono regole ‘ .
La
macchina si fermò davanti ad una piccola cappella bianca, con un piccolo
colonnato sul davanti.
Buffy
salì quei tre gradini, che la separavano dall’ingresso, come avesse il piombo
nelle scarpe. L’impulso di scappare era fortissimo, ma la stretta di lui
attorno al suo braccio e il calore della mano intrecciata alla sua, la faceva
sentire debole e incapace di opporsi a quella follia.
Entrò
nella chiesetta con il cuore che le batteva all’impazzata e il respiro
praticamente inesistente.
-
Ci siamo piccola – le sussurrò lui, posandole un bacio sulla guancia.
Buffy
ebbe un tremito a quel contatto così intimo e casto allo stesso tempo.
Sorrise
e strinse la mano di lui con più forza.
-
Su passerotto non aver paura andrà tutto bene – le sorrise e Buffy si sentì
invadere da una forza sconosciuta sino ad allora. Lei voleva sposare Spike e
questa ora era l’unica cosa di cui era certa.
Spike
la lasciò solo per qualche secondo, il tempo di palesare la loro presenza al
prete. Che apparve subito dopo da una piccola porta al lato dell’altare.
La
chiesa era arredata modestamente, il che era davvero una cosa inusuale per un
posto come Las Vegas. Le vetrate laterali illuminavano le file di banchi
bianchi come le pareti. Ai quattro angoli erano stati accesi quattro grossi
ceri dorati, sorretti da quatto lunghi candelabri in ferro battuto nero.
L’altare era di modeste dimensioni, e coperto da un panno bianco dai bordi
ricamati con filo dorato. Spike bisbigliò delle frasi al prete, ma Buffy era
troppo intenta ad osservare il soffitto a volta per prestarvi attenzione.
Quando
riabbassò lo sguardo, si trovò di fronte quello felice e divertito di Spike che
allungando la mano le accarezzò il viso con dolcezza.
-
Su vieni Buffy – le disse prendendola per mano e conducendola davanti
all’altare.
Buffy
tirò un sospiro e alzò lo sguardo verso il prete. Un ragazzo sui ventotto anni,
capelli e occhi neri. Folte sopracciglia scure, sguardo deciso e molto severo.
Gli
sorrise impacciata, ma lui non ricambiò. Chissà quanti matrimoni come questo
aveva visto. Le coppie arrivavano lì, magari non del tutto lucide, si sposavano
e dopo alcuni mesi divorziavano. Era lo sport più praticato a Las Vegas. Buffy
si fece seria, per lei non era così. Lei si stava sposando per sempre, almeno
così sperava.
La
cerimonia ebbe inizio, fu breve e sobria. Alla fine la frase di rito fu
pronunciata.
‘
Vi dichiaro marito e moglie ‘. Buffy e Spike si guardarono immobili per un
interminabile istante, i loro occhi si scambiarono mute promesse d’amore e di
felicità. Alla fine lui si sporse verso di lei, che come in un muto accordo
fece la stessa cosa e le loro labbra si incontrarono. Un bacio dolce, lento e
gentile. Lui le cinse la vita con un braccio e l’attirò a sé, mentre con
l’altra mano le accarezzò i capelli. Le loro labbra si staccarono, mentre i
loro occhi continuarono a sorridersi felici.
Buffy
solo allora si accorse restandone scioccata, che era sposata e non conosceva
nemmeno il cognome di suo marito.
Spike
per tutto il tempo aveva tenuto stretta la mano di lei nella sua e non le aveva
mai tolto gli occhi di dosso, come avesse paura che lei da un momento all’altro
scappasse via.
Sospirò
tranquillizzato e tornò a sorriderle. Buffy ricambiò il sorriso e poi a disagio
gli domandò.
-
Scusami, ma tu come ti chiami? -
Spike
scoppiò in una sonora risata, mentre Padre Xander, quello era il suo nome, la
guardava disgustato.
-
Spike Giles, amore. Ora tu sei la Signora Giles -
Buffy
rise a metà, vergognandosi ancora per la magra figura.
-
Su andiamo…- la prese sotto braccio e dopo aver ringraziato il prete e preso la
licenza di matrimonio, la condusse nuovamente alla macchina.
-
Cosa facciamo adesso? – domandò Buffy, incerta. Sembrava che lo sforzo fatto
per dire il suo Sì davanti all’altare l’avesse privata di ogni energia.
-
Torniamo a casa – le disse sicuro lui – voglio fare l’amore con te nella nostra
casa, non in uno squallido motel –
-
Abbiamo una casa? – domandò lei confusa.
-
Sì, su vieni – Spike sorrise e le aprì lo sportello con sguardo fiducioso.
Buffy
ricambiò il sorriso e decise di fidarsi di lui.
Il
viaggio di ritorno fu molto più tranquillo dell’andata. Buffy era al settimo
cielo. Amava l’uomo che le era seduto accanto, con tutta se stessa. Ed era
felice. Per la prima volta il pensiero di sua madre non la sfiorò, avrebbe
affrontato tutto per lui. Si lo amava, doveva essere questo l’amore si disse.
Osservandolo di nascosto, mentre lui era concentrato nella guida.
Non
si accorse della sottile ruga che si era formata sulla sua fronte, e del suo
sguardo preoccupato. Gli si fece vicina e gli si accoccolò su un fianco, Spike
sorrise leggermente, mentre lei gli posava un bacio a fior di labbra.
-
Ti amo – sussurrò al suo orecchio.
Spike
la guardò un secondo con tenerezza e le sue mani sudate, si serrarono sul
volante. Premette sull’acceleratore, il momento della verità era vicino e lui
sperò che Buffy avrebbe capito le sue ragioni e lo avrebbe perdonato.
Buffy
continuava a guardare la fede che lui le aveva donato. Era un normale
cerchietto di oro, acquistato nella stessa cappella dove si erano sposati.
-
Te ne comprerò una nuova, amore – le disse lui stringendola a se.
Buffy
sorrise e poi gli disse – Spike, potresti lasciarmi a casa prima? -
Lui
la guardò e le domandò – perché? – lei prese un grande respiro e poi rispose –
perché vorrei prima parlare con la mia famiglia. Ti prego, farò presto e poi
staremo insieme – lo guardò implorante e lui non se la sentì di dire di No.
Inoltre avrebbe avuto più tempo per prepararsi il discorso da farle una volta a
casa.
-
Va bene – le disse sorridendole incoraggiante e Buffy tornò a posare il capo
sul suo torace. Adesso non aveva più paura di niente.
Il
Sole era tramontato e gli ultimi bagliori dei suoi raggi si riflettevano sui
tetti delle abitazioni.
La
macchina si arrestò nel viale, il motore spento.
-
Fa presto amore – le disse lui baciandola con ardore.
-
Si promesso amore – rispose lei, contraccambiando il suo bacio con passione.
-
Ti aspetto – lei sorrise e scese dalla macchina. Quasi saltellando di gioia si
diresse alla porta di casa. Non riuscì a bussare che questa si spalancò.
-
Ciao sorellona – le disse Dawn a bassa voce – La Santa inquisizione è di là in
cucina che ti aspetta…ROGO è il verdetto, quindi piccola strega eretica, sta
attenta – sorrise stringendo il braccio della sorella, che con un sospiro e
l’aria per niente tranquilla entrò in casa. La porta si richiuse alle sue
spalle.
Joyce
l’aspettava seduta a braccia incrociate sul petto, sguardo truce, davanti da
una tazza fumante di camomilla.
-
Ciao Mamma – cercò di sorridere Buffy, ma il risultato fu una smorfia agitata.
-
Ciao Buffy – il tono era freddo e deluso.
Nella
stanza calò un silenzio imbarazzante.
-
Allora dove sei stata? – la voce tratteneva a stento la sua rabbia crescente.
-
Mamma c’è una cosa che devo dirti – iniziò Buffy angosciata, torcendosi le mani
nervosamente.
-
So già tutto – esclamò la madre guardandola seriamente.
-
Cosa? – Buffy sgranò gli occhi dalla sorpresa.
La
madre fece cenno di sì con il capo.
.-
Ma come? – Buffy non riusciva a capire.
-
Sono stata io – una voce da dietro le spalle la fece sobbalzare.
-
Anya? – la guardò interrogativamente.
-
Si Buffy – Anya sembrava alquanto dispiaciuta e agitata – dovevo farlo, per il
tuo bene – sospirò e abbassò lo sguardo.
-
Cosa le hai detto? – Buffy guardò prima sua madre e poi Anya, infine Dawn, sul
cui viso lesse tristezza e dolore. Adesso aveva di nuovo paura.
-
La verità – esclamò Anya poggiando la schiena contro il battente della porta.
-
Quale verità? – adesso Buffy balbettava.
-
Che quello…quell….Spike, ti sta prendendo in giro –
-
Co….sa? – Buffy non poteva crederci – conosci Spike? – era stupita.
-
Sì Buffy…lo conosco…molto bene – la guardò significativamente e Buffy si sentì
mancare.
-
Cosa vuoi dire Anya? – la voce di Buffy si era incrinata.
-
Quello che pensi Buffy – sospirò.
-
Ma come? Quando? Dove? – Buffy non voleva crederci, non poteva aver sbagliato
ancora. Lei si era fidata di lui.
-
La prima volta o le altre? – Buffy poggiò una mano allo schienale della sedia,
si sentiva debole e non aveva la forza di distogliere lo sguardo da Anya, né di
guardare sua madre. Il cui sguardo sentiva attraversarla.
-
Quando – sibilò.
-
Tre giorni fa – rispose lei, stringendosi nelle spalle – a casa sua –
-
Non è vero – sussurrò lei, ma dentro di se il dubbio la lacerava.
-
Mi spiace – disse Anya lo sguardo triste e amareggiato – dovevo dirtelo, quando
Dawn mi ha detto di lui e di te…dovevo. Sono tua amica, io ho sbagliato ma…-
non finì la frase, il suo sguardo si era posato su Buffy e lei stava piangendo
in silenzio. Anya abbassò di nuovo lo sguardo.
-
Perdonami – disse in lacrime e scappò via.
-
Non è vero, non può essere vero – Buffy ripeteva a bassa voce.
-
Oh bambina mia…gli uomini sono tutti uguali – sua madre si era alzata e si era
avvicinata per abbracciarla.
-
No, non ora – Buffy con un gesto fermò la madre e senza guardare Dawn, come una
furia corse fuori, diretta alla macchina di Spike.
-
Amore hai fatto presto – Spike sprofondato nel sedile della sua auto, stava fumando
una sigaretta in silenzio, guardando il cielo diventare nero e i lampioni del
viale accendersi.
-
Dimmi che non è vero? Dimmi che sono tutte bugie – Buffy lo guardava con un
misto di rabbia e di speranza.
-
Buffy – Spike la guardò titubante.
-
Dimmi che non sei stato con lei? Dimmi che non sei stato con Anya – La voce di
Buffy era rotta dalla paura e quasi una preghiera.
Spike
abbassò il capo e sospirò. Non avrebbe capito, lo sapeva.
-
Buffy ti prego, lascia che ti spieghi – La voce di lui era bassa e amareggiata.
-
Cosa? Cosa vuoi spiegarmi? Sei un lurido bugiardo, un verme come tutti gli
uomini, ed io sono stata una stupida a fidarmi di te – l’aveva detto con rabbia
ed odio, ma il suo viso era triste e deluso. Spike si sentì morire. Aveva
promesso di renderla felice, di proteggerla e invece, lui era la causa del suo
dolore. Si maledisse mentalmente per la sua stupidità. Uscì dalla macchina e
cercò di abbracciarla.
-
Amore, ti prego. Io ti amo…ho sbagliato, ma…-
-
No, sta zitto. Non voglio sentire più niente. E’ finita – si sfilò l’anello e
glielo lanciò contro – Sparisci. Non voglio più vederti, mai più.- e senza
aspettare oltre, corse in casa richiudendosi la porta violentemente alle
spalle.
Spike
rimase a guardare per qualche momento la porta chiusa. Strinse l’anello nel
palmo della mano, fino a che questi non si conficcò nella pelle lasciando il
segno, e poi salì in macchina e partì a tutta velocità. Cercare di parlarle
adesso sarebbe stato inutile. L’ Indomani sarebbe tornato da lei e avrebbe cercato
di chiarire le cose.
Buffy
era corsa in camera sua e si era chiusa dentro. Quella sera non voleva sentire
e vedere nessuno, voleva solo piangere e non pensare. Sfinita dalle lacrime e
dalla stanchezza alla fine si addormentò.
Spike
richiuse la porta di casa con un tonfo secco. La stanza era piena di fiori e di
candele accese. L’aveva fatta preparare per loro, ma adesso non serviva più.
Si
lasciò cadere pesantemente sul divano e chiuse gli occhi. Doveva spiegarle,
doveva farsi perdonare. Doveva riuscirci, non poteva vivere senza di lei, non
poteva. – Oh Buffy amore, tu devi capire. Io ti amo – una lacrima macchiò la
sua camicia azzurra. Prese la bottiglia di bourbon e si accinse a riempire il
bicchiere. Poi ci ripensò e con una mano lanciò il bicchiere, che si frantumò
contro la parete, e bevve direttamente dalla bottiglia a grandi sorsate. Ma non
sembrò trarre giovamento dall’alcool. Guardò il liquido ambrato per qualche
minuto, mentre galleggiava nella bottiglia e poi anche questa seguì la sorte
del bicchiere frantumandosi con un sonoro rumore contro la parete.
Spike
rise amaramente e si portò le mani al viso. Non voleva perderla, al solo
pensiero si sentiva morire. Si impose di calmarsi e si passò una mano tra i
capelli, non era il momento di disperarsi, avrebbe giocato sporco, barato se
necessario, ma Buffy sarebbe tornata con lui. Non era finita, non così.
Buffy
era chiusa in bagno da un’ora, ferma davanti allo specchio ripeteva in
continuazione la stessa frase: ‘ mamma io devo dirti una cosa: Sono sposata ‘
-
No, così non và. Mi ucciderà – mormorò bagnandosi il viso, che portava ancora i
segni della notte passata in bianco a piangere.
Aveva
preso sonno solo all’alba, un sonno pesante e privo di sogni.
Quando
entrò in cucina, armata di tutto il suo coraggio per affrontare sua madre e
dirle la verità, tutte le sue forze vennero meno.
-
Ciao tesoro. Spero tu stia meglio oggi, non vale la pena abbattersi per un uomo
– le disse sicura porgendole un bicchiere di latte.
Buffy
seppe in quel preciso istante che non sarebbe mai riuscita a dirle che era
sposata con Spike. Prese il bicchiere dalle sue mani e lo bevve d’un fiato.
-
Ho chiamato Riley, sta arrivando – Joyce le diede la notizia con un tono
sicuro.
-
Cosa hai fatto? – Buffy sembrava incredula.
-
Beh, lui non sa niente e nessuno gli dirà nulla…quindi è come se non fosse mai
accaduto. Dimentica tesoro – le disse secca e Buffy non ebbe il coraggio di
replicare.
-
E’ venuto qualcuno? Ha chiamato qualcuno? – domandò con in fondo agli occhi una
debole speranza.
-
No nessuno cara – le disse la madre sostenendo il suo sguardo.
Non
le disse che Spike aveva chiamato almeno dieci volte prima di presentarsi alla
porta di casa sua e di essere cacciato in malo modo da lei.
…..
-
Tu sei un semplice manovale, non puoi offrirle una vita degna di lei – gli
disse con disprezzo nella voce.
-
Io amo sua figlia – aveva sibilato lui guardandola dritto negli occhi.
-
Già. È per questo che ti sei scopato Anya? -
-
Non credo che questo la riguardi Signora. Voglio parlare con Buffy –
Spike
era a disagio, ma determinato a non andarsene senza aver prima parlato con sua
moglie.
-
Mi spiace, Buffy non c’è, è andata a Los Angeles…ad aspettare il suo Fidanzato
– sorrise perfidamente dicendo la parola ‘ fidanzato ‘ .
Spike
strinse i pugni con rabbia.
-
Sta mentendo – le disse furioso – chiami Buffy e la faccia scendere subito -
-
Se non se ne va subito chiamo la polizia...lei è stato solo una triste
parentesi nella vita di mia figlia. Ogni tanto ama mischiarsi alla feccia, ma
poi dopo un bel bagno caldo, torna alla ragione e al suo posto in società,
accanto a Riley –
-
Voglio che sia Buffy a dirmelo –
In
quel momento Dawn si affacciò alla porta, Spike la guardò speranzoso, sapeva di
starle simpatico, almeno prima lo era.
-
Dawn devo vedere Buffy – le disse implorante.
-
Mi spiace Spike è partita. E’ tornata da Riley, mia madre ha ragione – e gli
chiuse la porta in faccia.
-
Spero davvero che stiamo facendo la cosa migliore per Buffy, Mamma – Dawn
sospirò amareggiata. Non poteva perdonare a Spike il tradimento compiuto nei
confronti di Buffy, come aveva fatto suo padre con sua madre.
Buffy
rimase delusa, ma non lo diede a vedere. La sera arrivò Riley e Buffy si sentì
morire… e in trappola. Lui e sua madre cominciarono a parlare di matrimonio e
Buffy si sentì soffocare, come avrebbe fatto a dire la verità, ad affrontarli?
Sentiva che tutta la sua forza se n’era andata con Spike.
Riley
sentiva che c’era qualcosa di diverso ed era preoccupato, la sua vita perfettamente
pianificata sembrava turbata, e lui non poteva accettarlo. Non adesso che si
presentava alle elezioni nel suo Stato.
-
Buffy tesoro ti senti bene? – le disse abbracciandola e baciandole la guancia.
-
Si tutto a posto – disse con un fil di voce lei, sentendo l’impulso di
allontanare le mani di lui, che ora gli sembravano così viscide. Non sopportava
che la toccasse, non dopo Spike.
Dawn
non aveva resistito ed aveva preferito andare a dormire da Willow.
Buffy
si era appena messa a letto cercando di prendere sonno, quando un lieve bussare
alla porta l’aveva fatta sobbalzare.
Aprì
la porta lentamente – cosa c’è Riley? – gli domandò stupita.
-
Beh…stavo pensando che ….noi potremmo – e con il capo indicò il letto.
Buffy
si sentì nauseata al solo ricordo della volta precedente. E in fretta la sua
testa cercò una scusa plausibile.
-
Sono stanchissima Riley e domani mi aspetta una giornata pesante, quindi se non
ti spiace vorrei dormire – lo disse con un tono gentile, ma che non ammetteva
repliche e Riley fu certo che fosse successo qualcosa. Quella non era la Buffy
Summers che lui conosceva.
-
Va bene, capisco – disse sorridendole, ma dentro il dubbio e il timore lo
divoravano.
Buffy
si rimise a letto e stanca per la notte precedente passata in bianco si
addormentò profondamente.
Per
tutto il giorno successivo attese che lui la cercasse, che la chiamasse che
bussasse alla sua porta. Che magari la costringesse a seguirlo a casa. Ma
nulla, Spike non si fece vivo.
Chiuso
nella sua stanza Spike giaceva riverso sul divano, in mano una bottiglia vuota
di bourbon e un’altra era rovesciata sul pavimento, anch’essa vuota.
Il
telefono squillò insistentemente, Spike cercò di ignorarlo, ma alla fine
rispose.
-
Pronto? – la voce assonnata e abbattuta.
-
Papà? …Cosa? Quando? …Non posso adesso…Papà vedi….- una pausa più lunga mentre
sul suo viso si dipingeva una smorfia contrariata.
-
Va bene, partirò domani. Si, si ho capito – sbuffò seccato e riagganciò.
Guardò
l’orologio, erano già le sette e mezza. Andò in bagno a lavarsi la faccia tesa
e stanca, e dopo aver fatto una doccia veloce, si mise in macchina, diretto a
casa Summers. Questa volta avrebbe parlato con Buffy ad ogni costo.
Quando
imboccò il viale, vide Buffy che sotto braccio a quello che doveva essere
Riley. Si stava dirigendo verso la macchina. Batté un pugno sul volante. Joyce
non aveva mentito, era tornata con Riley.
La
macchina partì e lui la seguì, folle di rabbia e di gelosia. Erano diretti al
Bronze. Parcheggiò poco distante da loro, ed attese che entrassero nel locale
prima di uscire anche lui dalla vettura.
Entrò
come una furia e con lo sguardo la cercò in mezzo alla confusione del venerdì
sera. Era seduta al tavolo con i suoi amici: Willow con Angel e Faith con Wes.
Si diresse al bancone ed attese il momento giusto per avvicinarla. E questi non
tardò ad arrivare. Riley ricevette una chiamata al cellulare e dovette uscire
fuori dal locale, i ragazzi si lanciarono in pista e Buffy salì di sopra per
sedersi in un angolo più tranquillo.
Lui
la seguì a passo spedito. Lei si poggiò alla balaustra e guardò in basso i suoi
amici che ridevano e ballavano. Erano allegri, mentre lei sentiva che il mondo
le stava crollando addosso.
-
Buffy – la sua voce calda e sensuale la fece trasalire.
Si
voltò di scatto e i loro occhi si incontrarono per un breve istante, poi le li
distolse.
-
Cosa vuoi ancora? – disse con voce sottile tornando a guardare la pista in
basso.
-
Buffy dobbiamo parlare, io devo spiegarti…-
-
Non c’è nulla di cui parlare. E’ tutto finito. Ho commesso un errore a cui
intendo riparare al più presto. – cercò di assumere un tono convincente e le
riuscì perfettamente.
-
Cosa vuoi dire? – Spike era esasperato, non del tutto lucido visto tutto
l’alcool ingurgitato ed era dannatamente arrabbiato con se stesso e con Buffy.
-
Che io e te non ci vedremo più, contatterò il mio avvocato per le pratiche del
divorzio, e sposerò Riley. Non appena questo incubo sarà finito – sospirò
secca. Nessuna incertezza nella voce.
-
Tu vuoi divorziare? – Spike sembrò stupito. In quei due giorni non gli era mai
passato per la testa che lei avrebbe chiesto il divorzio. – Io non ti concederò
il divorzio Buffy – disse lui alterandosi.
-
Non mi interessa, te la vedrai con i miei avvocati – non si era scomposta,
aveva solo alzato le spalle incurante.
-
Buffy…ti prego parliamo, io ti amo –
Le
si era avvicinato ed aveva posato le mani sulle spalle di lei.
-
Non toccarmi – lei si era spostata, come scottata da quel contatto.
-
Buffy…- la sua voce era stata un gemito ferito.
Buffy
strinse i pugni e si girò, cercando di nascondere quello che provava.
E
decise di farla finita una volta per tutte.
-
Cosa credevi? Che davvero tra me e te
sarebbe durata? Ma dai si onesto con te stesso, cosa abbiamo in comune io e te?
Beh a parte Anya – sorrise, cercando di apparire cinica.
-
Buffy – il viso di Spike divenne teso e i suoi lineamenti si indurirono.
-
Sei stato solo qualche scopata Spike, fattene una ragione – e muovendo la testa
all’indietro con aria di sfida continuò – qualche strepitosa scopata e nulla
più. E’ Riley l’uomo degno di stare al mio fianco, adesso lo so –
-
Ah …già siete fatti l’uno per l’altro – una smorfia di disprezzo e di rabbia
comparve sul viso alterato di Spike.
-
E tu sei la degna figlia di tua madre. Fredda, calcolatrice ed opportunista –
disse
con voce tagliente.
-
Esatto – scandì lei senza guardarlo.
Lui
le mise le mani sui fianchi e bloccò il suo corpo contro la balaustra.
-
Cosa fai? Ti ho detto di non ….- la sua mano scivolò lungo i suoi fianchi sinuosamente
e si soffermò sull’orlo della gonna.
-
Smettila – disse con voce roca, mentre la sua mano risaliva lungo la sua
coscia, tirandosi dietro la gonna.
Lui
cominciò a baciarle il collo avidamente. Mentre l’altra mano si chiudeva sul
seno di lei, strappandole un gemito sommesso.
-
Lasciami, no – sussurrò ansimante, mentre i baci di lui le bruciavano la pelle.
-
Fermami – le rispose lui mentre tirava giù la lampo dei suoi jeans.
Buffy
chiuse gli occhi sentendo la sua eccitazione, dura e tesa premere contro le sue
natiche calde e contratte.
-
Ti prego – mormorò, ma lui con un’unica fluida e lenta spinta la penetrò da
dietro. Coprendola con il suo spolverino.
-
Ohhhhh – gemette lei, il respiro irregolare e l’espressione del viso alterata
dal piacere. Le spinte di lui da lente divennero sempre più veloci e profonde.
Buffy avrebbe voluto gridare, avvinghiarsi a lui e dirgli che lo amava alla
follia, ma non lo fece. Restò in silenzio, gemendo e ansimando, e così fece
lui. I respiri si confusero e intrecciarono, ma non i loro sguardi. Buffy
rimase ad occhi chiusi e Spike guardò il vuoto davanti a se, che Buffy stava
per lasciare nella sua vita.
Vennero
insieme in silenzio, nella disperazione. Lui cercò di restare in lei il più a
lungo possibile, ma alla fine dovette lasciarla andare e lei si tirò giù la
gonna con un gesto di rabbia e di sconfitta.
-
Sei soddisfatto? – gli disse sarcasticamente.
Spike
fece qualche passo indietro, disgustato per quello che aveva fatto, ma la
rabbia che ribolliva in lui non tacque – Oh sì moltissimo – rispose con intento
di ferirla – è sempre un piacere scoparti Buffy. Quando vuoi….sai dove trovarmi
– e senza aspettare risposta si allontanò più disperato di prima.
Buffy
non si voltò, calde lacrime solcarono il suo viso e il suo cuore si spezzò
-
Ti odio – disse tra singhiozzi silenziosi. Timorosa che qualcuno la vedesse in
quello stato, si asciugò le lacrime e si sforzò di sorridere.
Spike
tornò a casa e raccolse l’indispensabile, ficcandolo alla rinfusa in valigia.
Non voleva restare in quel posto un istante di più.
-
Accidenti a te Buffy Summers – disse a bassa voce, sbattendo la porta.
Salì
in macchina e a tutta velocità si diresse all’aeroporto dove lo attendeva il
primo volo per New York. Chiamò Angel dicendogli che era dovuto partire e che
appena finito, avrebbe dovuto raggiungerlo.
Angel
sembrò stupito dal comportamento di Spike, ma preferì non chiedergli nulla.
Quando se la sarebbe sentita, sarebbe stato lui stesso a dirgli quello che era
successo.
Capitolo
9: rivelazioni
Il
viaggio in aereo fu il più triste che Spike avesse mai fatto. Il suo cuore e la
sua mente rimanevano a Sunnydale con lei.
Ripensò
con dolore, al volto di lei, amareggiato e deluso, quando aveva scoperto che
lui era stato con Anya. Rivedeva davanti agli occhi il suo volto triste mentre
facevano l’amore al Bronze. Perché nonostante tutto, lui aveva fatto l’amore
con lei, mai sesso.
Sospirò
chiudendo gli occhi, non avrebbe mai rinunciato a lei. Sarebbe tornato il prima
possibile da lei e l’avrebbe fatta ragionare, con le cattive o con le buone.
Tornata a casa Buffy si era rifugiata nella sua stanza, non voleva vedere e
parlare con nessuno. Sentiva ancora la sua voce ed il suo alito caldo che
soffiava sul suo collo. Addosso aveva il suo odore. Indossò in fretta il
pigiama e si rannicchiò sotto le lenzuola. Di nuovo le lacrime investirono i
suoi occhi e singulti scossero il suo corpo.
-
Perché Spike, perché? – mormorò nella stanza vuota, alla ricerca di una
risposta che facesse meno male, anche se solo una bugia.
I
giorni passarono vuoti e senza senso, sua madre e Riley erano sempre più presi
dai progetti matrimoniali, e continuavano a farle pressioni per fissare una
data.
Una
sera si ritrovò al Bronze con Faith, Dawn e Willow. Stufa della situazione che si
era creata a casa, aveva deciso di accettare l’invito di Dawn ‘ una sera tra
amiche senza cane da guardia ‘
-
Allora ti sposi B. – disse senza entusiasmo Faith.
-
Sì – cercò di sembrare allegra, ma la voce fu un suono strozzato.
-
Bene finalmente ti sei decisa – sospirò Willow cincischiando con il bicchiere.
-
Sì era ora – un sorriso forzato, accompagnò le parole di Buffy.
-
Beh forse è meglio così – disse alla fine Dawn rassegnata, mentre portava la
cannuccia alle labbra.
-
Sì è meglio – fece eco Buffy, poi al tavolo ci fu silenzio.
-
Ehi ciao ragazze – la voce squillante di Anya fece sobbalzare tutte, che si
guardarono l’un l’altra dubbiose sul da farsi.
-
Oh Buffy ci sei anche tu …- il sorriso di Anya si spense, lasciando il passo
all’imbarazzo.
Tutte
guardarono Buffy in attesa di un suo cenno.
-
Ciao Anya, ragazze è tutto okay davvero – disse infine Buffy cercando di
apparire il più naturale possibile.
Anya
rincuorata tornò a sorridere e prese posto accanto a Willow, spingendola senza
tatto.
-
Allora ho saputo che ti sposi! – sorrise prendendo la bibita di Willow e
cominciando a sorseggiarla.
-
Già – disse Buffy con una smorfia.
-
Sì era ora! Non ti sembra? – cercò di essere incoraggiante Willow.
-
Si e poi Riley è …Riley è…è Riley – concluse Faith con poco entusiasmo.
Dawn
annuì astenendosi prudentemente dal dire qualcosa sul CARCIOFO.
-
Oh…insomma! Balle! – sbottò Anya roteando gli occhi.
-
Ma se sembra che vi state preparando per un funerale – continuò a bere la
bibita incurante degli sguardi torvi delle altre.
-
Badate bene io sono favorevole ai matrimoni combinati, specie quando lui vale
milioni di dollari…ma ….io sono io. Tu Buffy non sei il tipo, e poi sei
innamorata di un altro – concluse secca.
Di
nuovo al tavolo calò il silenzio. Anya alzò gli occhi dal bicchiere sentendosi
osservata.
-
Oh, avanti non mi guardate come se avessi detto chissà cosa. Tutte sappiamo che
Buffy è innamorata di Spike. Io dovevo dirle la verità, per coscienza ed
amicizia, ma lei poteva anche chiarire le cose invece di buttare tutto alle
ortiche -
-
Anya – disse Willow a mezza voce.
-
Cosa c’è? Sto dicendo la verità – Anya le guardò con aria innocente.
-
Ma lui si è preso gioco di entrambe – Willow assunse uno sguardo severo.
-
E tutto per fare sesso usa e getta – concluse disgustata.
-
Beh…questo non è del tutto vero – balbettò Buffy impacciata.
-
Oh, che bastardo ti ha anche illusa? Ti ha fatto credere fosse una cosa seria –
Willow sembrava infuriata, le posò una mano sul braccio per consolarla.
-
Diciamo che ha fatto qualcosa di più che promettere – Buffy era sempre più a
disagio e titubante.
-
Cosa stai cercando di dire Buffy? – Faith scrutava con occhi attenti.
Buffy
sospirò pesantemente ed abbassò lo sguardo.
-
Ci s…o.. sp….ti – un mormorio indistinto uscì dalle sue labbra.
-
Cosa hai detto B.? – chiese Faith.
Tutte
si sporsero verso Buffy per sentire. La musica copriva il suo bisbiglio.
-
Ci si…mo… sp….ti – ancora un mormorio incomprensibile.
-
Cosa? – Anya si sforzò di leggere le labbra.
-
Buffy non tenerci sulle spine avanti. Sputa il rospo – disse secca Dawn.
Buffy
alzò lo sguardo esasperata – Siamo Sposati!!!!! – urlò, e in quell’ istante la
musica cessò. Nella sala per un attimo calò un silenzio innaturale. Tutti gli
sguardi puntati al loro tavolo.
-
Oh mio Dio! – urlò Anya sputando la cannuccia.
-
Cosaaaaaaaaa!!!! – Willow si alterò incredula.
-
Oh porca paletta! – Faith emise un lungo fischio acuto.
-
Tu e lui…siete? ….ma accidenti B. e quando avevi intenzione di dircelo? Il
giorno delle tue SECONDE NOZZE? Buffy Bigama, non c’è più religione – si portò
una mano alla fronte.
-
Tu lo ami, lui ti ama tanto da sposarti e tu lo mandi a quel paese? …Ma Buffy
che diavolo ci fai ancora qui? – disse Anya con disarmante sincerità.
-
Io…lui mi ha mentito – cercò un appiglio, una debole difesa.
-
Mentito? Ma ti ha sposata – l’incalzò Anya sempre più decisa.
-
Si ma …ma detto una menzogna – Buffy cercava di resistere. Guardando le amiche
in cerca di sostegno.
-
Oh andiamo Buffy, tu non hai mai mentito? E poi lui ti ha sposato, sai cosa
vuol dire questo? CHE TI AMA! Oh santo cielo e tu vuoi sposare quel…quel….vabbé
ha tanti soldi ma è ….- Anya cercava la parola adatta.
-
Carciofo – suggerì Dawn che era rimasta a fissare la sorella incapace di
parlare.
-
Già un carciofo. Avrà tanti milioni, ma non puoi paragonare uno stallone che
ami, con un carciofo – sbuffò stizzita Anya – tutte le fortune sempre a chi non
ha i denti – borbottò, tornando a sorseggiare la bibita.
-
Ragazze – Buffy chiese apertamente il loro sostegno guardandole una ad una.
Willow
distolse lo sguardo – Beh Buffy, non ha tutti i torti Anya – disse infine
sospirando.
-
Faith? – chiese guardandola supplichevole.
-
Beh come dice Anya, uno stallone è uno stallone e un carciofo e un carciofo B.-
Faith alzò le spalle, guardandola dritta negli occhi.
-
Oh al diavolo il carciofo Buffy. Tu devi chiarire con Spike e subito – Disse
Dawn risoluta.
-
Ma è partito…- Buffy fece una smorfia disperata.
-
E’ a New York, ho l’indirizzo se ti interessa – disse Willow arrossendo.
-
E tu come lo sai rossa? – Faith sorrise beffarda – ah, ah…allora la storia con
lo stallone bruno procede…- sorrise deridendola.
Il
viso di Willow andò in fiamme – ma co…sa sta…te in…si…quando – Willow cercò di
schermirsi.
-
Ma come faccio con…- Buffy cercò di protestare poco convinta.
-
Non ti preoccupare sorellona, al carciofo e all’arpia ci penso io – sorrise con
complicità.
-
Aeroporto – propose Anya alzandosi in piedi con lo sguardo acceso.
-
Si aeroporto – fecero eco tutte le altre, sotto lo sguardo un po’ spaventato di
Buffy.
-
Su muovete le chiappe ragazze – Anya partì sparata verso l’uscita seguita dalle
altre tre. Buffy era rimasta un attimo perplessa, seduta al suo tavolo.
Dawn
e Faith tornarono indietro guardandola seccate.
-
Su avanti fifona – disse Dawn, mentre entrambe la prendevano sotto braccio e la
trascinavano fuori.
Di
corsa raggiunsero l’aeroporto, dove Faith impossessatasi dell’interfono della
reception, urlava a squarciagola – Wesley Windham Pryce, muovi il tuo grosso
sedere e vieni subito qui –
-
Cosa succede, Faith? – Wes arrivò trafelato, e la guardò preoccupato.
-
Ciao amore – lo accolse lei sorridendo.
-
Buffy deve partire per New York –
-
Beh il prossimo volo è alle ….-
-
Buffy deve partire ADESSO – sibilò lei, fissandolo seccata.
-
Oh! – Wes si pulì gli occhiali restando in silenzio.
-
Wes! – urlò Faith.
-
Potrei perdere il posto, c’è un regolamento da rispettare …-
-
Wes! – lo sguardo divenne rabbioso.
-
Va bene, andiamo – Wes deglutì rumorosamente, indicando la strada.
-
Grazie Amore – la voce di Faith tornò gentile e mielosa. Si sorrisero.
-
Okay, le smancerie dopo – Dawn spinse avanti Wes e Buffy – abbiamo un aereo da
prendere adesso –
Seduta
nella cabina di comando Buffy si sentì pervadere da una sensazione di paura e
di emozione. Tra poche ore avrebbe rivisto Spike ed avrebbero chiarito tutto
tra loro. Sorrise al ricordo dei suoi baci roventi e delle sue carezze. E pensò
che dovevano ancora avere la loro prima notte di nozze.
***
-
Oh cavolo. Buffy sposata, non posso crederci – disse Willow guardando l’aereo
innalzarsi in volo, lasciando dietro di se una scia di fuoco e di calore.
-
Già B. è una donna piena di sorprese – mormorò Faith, infilando le mani nelle
tasche posteriori dei jeans.
-
La mia sorellona, ha sempre bisogno di una spinta – Dawn scosse il capo.
-
Ma Anya, perché lo hai fatto? – chiese alla fine guardando la biondina che era
rimasta in silenzio a guardare fuori dalla grande vetrata le luci della pista.
-
Beh...Sarò egoista e opportunista, ma Buffy è mia amica e voglio che sia
felice. Il che vuol dire che non deve sposare il Carciofo – Sorrise.
-
Non è che questo ha a che fare con il fatto che tu vuoi proporti come consolatrice
ufficiale del Carciofo? – Dawn la guardò scettica.
Anya
la guardò incredula – Ovvio che Sì, mia cara – e sul suo viso comparve il più
luminoso dei suoi sorrisi.
Tutte
risero e si girarono camminando lentamente verso l’uscita dell’aeroporto, adesso
toccava a Buffy.
L’aereo
atterrò quattro ore dopo, erano quasi le una. Wes accompagnò Buffy al taxi.
-
Sei sicura che non vuoi che ti accompagni? – la guardò serio.
-
Si, vado da sola – gli disse sorridendole.
-
Va bene, in bocca al lupo Buffy – le strinse la mano e intimò al tassista di
partire.
Venti
minuti dopo era davanti ad una grande villa, sul cancello c’era uno stemma
molto antico, con una grande ‘ G ‘ stilizzata vergata al centro dello stemma.
Buffy
si guardò intorno incerta. La villa era tutta illuminata e una fila di macchine
lussuose era parcheggiata lungo il viale d’ingresso.
Avanzò
a passo rapido, mentre la pioggia cadeva copiosa sull’asfalto. Era bagnata
fradicia quando bussò al portone della villa.
La
sua immagine si riflesse capovolta sul vetro accanto al battente della porta e
Buffy fece una smorfia amareggiata. Aveva i capelli bagnati il trucco che le
colava dal viso e i vestiti, fradici. Uno spettacolo orribile, ma non le
importava. Doveva chiarire con Spike.
-
Sì? – Una voce gentile ma decisa, precedette l’uomo che le aprì la porta di
pesante quercia.
-
Sono Buffy Summers – disse titubante sbirciando nella sala, riccamente
addobbata, da dove provenivano voci, risa e musica.
L’uomo
controllò una lista di nominativi che aveva in mano e poi rialzò lo sguardo,
carico di disapprovazione su di lei.
-
Mi spiace Signorina, non è nella lista degli invitati -
Buffy
fece una smorfia – si lo so. Sono un’amica di Spike – disse cercando di
apparire sicura.
-
Ah – l’uomo la squadrò dalla testa ai piedi – mi spiace ma adesso c’è una
festa, torni domani – E fece per richiudere la porta.
Ma
Buffy Summers non aveva fatto tutta quella strada per niente.
-
Senta, io non posso aspettare domani. Devo vederlo adesso – e lo guardò con
aria di sfida.
-
Signorina le ho appena detto che …- Buffy non lo fece terminare, gli assestò un
pugno in pieno viso e l’oltrepassò.
Senza
tante cerimonie si diresse nella sala. Tutti gli sguardi si posarono su di lei
carichi di disprezzo e stupore. Buffy non se ne curò, era venuta per parlare
con Spike, e ci avrebbe parlato ad ogni costo. Si alzò sulle punte e lo cercò
tra la folla. Si morse il labbro inferiore. I suoi occhi infine si
illuminarono, lui era dall’altra parte della sala, la sua chioma era
inconfondibile.
A
passo svelto, quasi correndo, lo raggiunse.
-
Spike – disse a voce alta.
Lui
si voltò e rimase a bocca spalancata.
Un
mormorio indistinto proveniva dalle sue spalle. Buffy lo ignorò, affondando i
suoi occhi in quelli di lui, che la stavano fissando intensamente.
-
Buf…fy? – balbettò esitante.
-
Dobbiamo parlare – disse lei decisa, sorridendogli con dolcezza. In quel
momento un uomo alto, dai capelli leggermente ingrigiti e un viso gioviale ed
allegro, le si avvicinò.
Aveva
due occhi azzurri e portava gli occhiali scesi sul naso.
-
Salve…Sono il padrone di casa il Signor Rupert Giles, e lei è la signorina…? -
Le domandò guardandola con curiosità.
-
Buffy Summers – disse lei sorridendogli a metà – mi spiace aver fatto irruzione
alla sua festa, ma dovevo parlare con un suo dipendente –
-
Un mio dipendente? Chi? – chiese sempre più attento alla conversazione.
-
Spike – e tornò a fissarlo intensamente indicandolo con un cenno del capo.
Spike si sentì mancare, Buffy era lì per lui, non poteva crederci.
-
Buffy – cercò di dire lui avvicinandosi senza toglierle gli occhi di dosso.
-
Signorina, lei è in errore. Lui è mio figlio William Giles, non un mio
dipendente – Lo sguardo del Signor Giles Senior passò da Buffy a Spike, in
attesa di una spiegazione.
-
Cosa? Ma cosa sta dicendo – Buffy rise incredula.
-
Non ora Papà – Spike sembrò seccato da quella intrusione che aveva spezzato la
magia che si era creata tra i loro occhi.
-
Papà? – Buffy sgranò gli occhi, e la sua espressione divenne fredda e
distaccata.
-
Buffy dobbiamo parlare – disse lui avvicinandosi ancora di più a lei, mente
Buffy faceva qualche passo indietro guardandolo disgustata.
-
Tu….- Buffy non riusciva a dire nulla, si guardava intorno sentendosi
improvvisamente ridicola e stupida – Sono stata una stupida – mormorò.
-
No Buffy ascolta…- Spike cercò di fermare la miriade di cattivi pensieri che
sapeva stavano affollando la testa di Buffy in quel momento.
-
Chi è questa Blondie Bear – Una voce alle spalle di Spike attirò l’attenzione
di Buffy. Una donna bionda, tutta curve e silicone la fissava sorridendo
sarcastica.
Si
strinse al braccio di Spike e gli posò una mano sulla spalla.
Buffy
guardò lo guardò con disgusto e si sentì ferita e delusa ancora una volta.
Proprio
in quel momento si accorse che una telecamera della Cnn era puntata su di lei.
I suoi occhi si spalancarono come due fanali e le lacrime salirono veloci agli
occhi, ma lei le ricacciò indietro. Tirò un profondo sospiro e strinse i pugni,
le braccia rilasciate lungo i fianchi.
-
Signor Giles, deve perdonarmi, c’è stato un terribile equivoco. Cercavo una
persona, ma mi sono sbagliata, non è qui. Mi scusi ancora – e senza dire altro
girò i tacchi e a testa alta, camminando regalmente attraversò la sala
guadagnando l’uscita.
-
Buffy – la chiamò lui riprendendosi dallo stupore.
-
Spike, odio quando prendi in giro le donne a quel modo – lo riprese riluttante
suo padre.
-
E falla finita Harm - Spike si scrollò di dosso Harmony e sospirando disse al
padre – Questa non la stavo prendendo in giro Papà. – Nel tono della voce una
nota di amarezza. E poi le corse dietro.
Appena
la porta si era richiusa alle sue spalle, portandosi via i sussurri e le
risatine degli invitati e della servitù. Buffy si accasciò contro la porta,
abbassò il capo e lasciò libere le lacrime di solcare il suo viso teso e
abbattuto.
Si
era ripresa subito, aveva tirato su con il naso e a passo svelto si era diretta
verso il cancello. Aveva detto al tassista di aspettarla, fortunatamente.
-
Buffy fermati ti prego – la sua voce la raggiunse quando era quasi arrivata al
cancello. Non si voltò, continuò a camminare svelta. La sua mano si serrò
attorno al suo braccio e la bloccò. I loro visi bagnati dalla pioggia, e dalle
lacrime si trovarono uno di fronte all’altro.
-
Tu – sussurrò Buffy – mi hai mentito, sin dall’inizio – lo guardò con
espressione ferita e disillusa.
-
Ti prego Buffy – lui cercò di abbracciarla. Era così indifesa, bagnata come un
pulcino e tremante per i singhiozzi.
-
Lasciami – urlò guardandolo con odio – Tu non saprai mai quanto io ti disprezzi
e ti odi Spike Giles – disse con voce tagliente e acuta.
-
Buffy dobbiamo parlare lo hai detto tu – cercò di insistere lui. La sua
bellezza lo lasciava senza fiato.
-
No. Io dovevo parlare con un certo Spike Smith…io e lei Signor Giles non
abbiamo niente, niente da dirci – e cercò di divincolarsi dalla stretta.
-
Buffy, noi dobbiamo parlare e parleremo – le disse alterandosi.
-
No – urlò lei e lo colpì con un sinistro, prendendolo in pieno nell’occhio.
-
Ohi – gridò lui coprendosi con le mani il viso – Buffy fermati -
Buffy
approfittò del momento per correre al taxi salire su e farlo partire alla
velocità della luce. Quattro ore dopo, grazie a Wes era di nuovo a Sunnydale.
La mano stretta sulla chiave infilata nella serratura di casa Summers.
Come
avrebbe fatto ad affrontare sua madre, probabilmente adesso era lo zimbello di
tutti gli Stati Uniti.
-
Stupida, stupida, stupida – mormorò, mentre le lacrime tornarono a premere sui
suoi occhi. Ma anche questa volta le ricacciò indietro, girò la chiave ed entrò
in casa.
***
In
casa Giles nel frattempo…
-
Wow, ammiro Buffy Summers – sorrise Rupert Giles, versando da bere al figlio. –
Ti rendi conto? Ti ha fatto un occhio nero. Ah, questo fa cambiare l’opinione che
avevo delle donne – Giles sembrava allegro.
-
Ti fa tanto ridere la cosa? – Spike era seduto a gambe divaricate sul divano e
si premeva una borsa di ghiaccio sull’occhio nero.
-
Si immensamente devo confessarti – i suoi occhi lampeggiarono di una luce maligna.
-
Grazie Papà – Spike gli sorrise seccato.
-
Allora cosa hai intenzione di fare con lei? Non dirmi che vuoi lasciartela
sfuggire? È la prima che riesce a tenerti testa – sorrise ancora
maliziosamente.
-
No, non ho intenzione di lasciarmela sfuggire –
-
Oddio voi non immaginereste mai cosa ho scoperto – Harmony entrò correndo nella
stanza – Blondie Bear chi ti ha conciato così? – Harmony lo guardò con
desolazione e gli corse accanto.
-
Cosa hai scoperto? – le chiese curioso Rupert.
-
Buffy Summers….è la ragazza del figlio del Senatore Finn? –
-
Cosa? Di quel….di quel…carciofo di Riley Finn? Non posso crederci -
-
Già – disse sarcasticamente Spike.
-
Oh…la cosa si complica, la ragazza è impegnata – si pulì gli occhiali con la
cravatta, un gesto abituale. – Allora come la metti con il suo ‘ fidanzato ‘
figliolo? – disse la parola fidanzato con riluttanza. Il solo pensiero lo
disgustava.
-
Non lo so – Spike sembrava riflettere sul da farsi.
-
Ma non vi ho detto tutto – continuò divertita Harmony – dopodomani si sarebbe
dovuta sposare con lui…ora dopo il video in diretta…immagina cosa è successo –
rise divertita.
-
Domani? Sposare? – dissero all’unisono Spike e Rupert.
-
Ah, ah – annuì Harmony.
-
Non può – disse secco Spike.
-
Ah no? – domandò Rupert guardandolo interrogativamente.
-
Si –
-
E perché di grazia? –
-
Perché è già sposata -
-
Dettaglio davvero interessante – Rupert continuò a pulirsi gli occhiali.
-
Oh…e con chi? – domandò Harmony interessata al nuovo pettegolezzo.
-
Con me – mormorò lui tornando a pigiarsi il ghiaccio sull’occhio.
-
Oh….dettaglio molto interessante. La ami? – Rupert glielo domandò con
tranquillità. Inforcò di nuovo i suoi occhiali e fissò suo figlio.
-
Si Papà. La amo – Spike lo disse in un sospiro.
–
Allora muoviti. Va a cambiarti. Chiamo Ken alla pista e ti faccio preparare il
Jet. Non vorrai che tua moglie venga accusata di bigamia vero? –
Spike
saltò in piedi e dopo aver regalato a suo padre un sorriso speranzoso, corse di
sopra a prepararsi per il viaggio.
-
Ehi ma perché io devo essere sempre l’ultima a sapere le cose in questa casa-
borbottò Harmony e sbuffando incrociò le braccia al petto.
-
Perché sei la piccola di famiglia? – rise Rupert abbracciandola.
-
Falla finita Papà – replicò lei imbronciata.
-
Su domani andiamo a fare shopping – sorrise sornione.
-
Siiiii – urlò la ragazza saltellando per la stanza.
Il
padre prese il telefono in mano e compose il numero del suo pilota personale.
Suo figlio era innamorato e sposato. Chi l’avrebbe mai detto. Ormai non ci
sperava più. Scosse il capo e sorrise divertito.
-
Gioventù – mormorò.
Capitolo
10: sorprese
Si
lasciò andare contro lo stipite della porta. Sua madre era in piedi, davanti
alle scale che la guardava con le braccia conserte.
-
Mamma – mormorò lei lasciando libere le lacrime di cadere dal suo viso.
-
Oh tesoro, mi spiace tanto – le disse ed allargò le braccia invitandola a
raggiungerla.
Buffy
le corse incontro e si rifugiò tra le sue braccia, come non faceva da
tantissimo tempo.
-
Non piangere amore, non piangere. E’ tutto finito adesso – con dolcezza le
accarezzava i capelli, tenendola stretta.
I giorni che seguirono furono i più difficili
della sua vita. La prima cosa che doveva fare era affrontare Riley.
***
-
Buffy! – esordì urlando, non appena varcata la soglia di casa Summers.
-
Come hai potuto farmi questo? – la fissò sconcertato.
-
Riley ti prego ascoltami – Buffy prese un profondo respiro.
-
No, adesso tu ascolta me – le disse serio, invitandola a sedersi.
-
Nella mia famiglia non ci sono mai stati scandali, e non ho intenzione di
iniziare adesso. il tuo è stato solo un colpo di testa…l’ultimo! – la sua
espressione significativa era dura e decisa.
-
Questa settimana ci sposeremo. Tu smetterai di lavorare e ti occuperai di me e
della casa, come tutte le donne della mia famiglia –
Joyce
seduta sul divano, aveva ascoltato tutto il discorso di Riley in silenzio,
passando gli occhi ripetutamente da lui a lei.
Buffy
non aveva detto una parola, incapace in quel momento di fronteggiare gli
eventi.
-
Tesoro non preoccuparti, presto sarà tutto dimenticato. Ed il tuo comportamento
IRREPRENSIBILE, ti scuserà agli occhi di mia madre – le sorrise soddisfatto e
le strinse la mano, ma nessuno conforto o calore giunse a Buffy.
-
Bene se è tutto deciso – Joyce si alzò sospirando – non resta che fissare la
data. Allora Buffy? – sua madre cercava una conferma da sua figlia.
-
Si va bene – acconsentì alla fine, svuotata di ogni emozione. La voce atona e
priva di sentimento.
Riley
e sua madre si misero a discutere di addobbi, fiori ed inviti. Buffy disse di
essere stanca e lasciò la stanza. Sua madre la seguì con sguardo apprensivo.
In
cima alle scale sua sorella Dawn le lanciava sguardi di fuoco.
-
Buffy, ti ha per caso dato di volta il cervello? Non puoi sposare Riley! -
-
Perché? – Buffy doveva mentire.
La
guardò sarcasticamente – Per un piccolissimo dettaglio: tu sei già sposata - le
disse a bassa voce.
-
Oggi stesso farò recapitare i documenti per l’annullamento a Spike. Ho qualche
conoscenza. Sistemerò tutto – Buffy cercò di apparire sicura.
-
E se non volesse firmare? Cosa molto ovvia visto che sembrava cotto di te nel
video? –
-
Certo che firmerà – Buffy sembrò incerta.
-
Oh fantastico, ma tu almeno ci credi a quello che dici? – la sorella roteò gli
occhi contrariata
Buffy
la guardò arrabbiata – e poi lui mi ama tanto che era avvinghiato a quella
bionda tutta curve – sospirò.
–
Ti arresteranno per bigamia – alzò le spalle e lentamente risalì le scale.
***
-
Ciao Spike -
-
Ciao Angel. Allora hai fatto quello che ti ho chiesto? – Spike sembrava
agitato.
-
Si certo, ma non ti capisco. Lei sta per sposarsi, cosa aspetti che diventi la
moglie del carciofo? –
-
Questo non mi preoccupa – rispose tranquillo.
-
Ci rinuncio – Angel alzò le mani in segno di resa.
-
Anche io – una voce soffocata giunse dalla cucina. Dove Wes stava preparandosi
un Hamburger gigante.
-
Buffy non sposerà Riley – Spike continuava a cercare qualcosa nella sua
valigia.
-
Come fai ad esserne certo? Hai la sfera di cristallo? – Wes apparve sulla
porta.
-
No, ma ho questo – Spike sorrise e tirò fuori un foglio spiegazzato dalla
valigia.
-
E cosa sarebbe questo? – chiese Angel che insieme a Wes avevano avvicinato la
faccia al foglio tenuto in alto con la mano da William.
-
Un certificato di matrimonio – Spike sembrava sicuro e sereno.
-
Di chi? – domandò Wes pigiando gli occhiali sul naso ed iniziando a leggere ad
alta voce – Si certifica che il Signor Spike Giles e la Signora….Oh madre de
Dios – Urlò Wes ingoiando il boccone che stava masticando e per poco non
strozzandosi. Quando finalmente riprese fiato e il suo colorito da violaceo
tornò quasi normale aggiunse – tu e Buffy siete sposati? –
Spike
fece cenno di si con il capo.
Un
tonfo sordo si udii alle loro spalle, Angel era inciampato e caduto
pesantemente sul pavimento battendo il fondoschiena.
-
Sposati? – ripeté incredulo.
-
Già. Quindi Buffy non sposa proprio nessuno per adesso. Non prima che io le
abbia parlato da solo – e lanciò loro uno sguardo complice.
-
Va bene, faremo tutto quello che ci hai detto – Wes e Angel annuirono
contemporaneamente, ancora non del tutto ripresisi dallo stupore.
-
Ma è impazzita allora? – Anya le guardava incredula sbattendo le palpebre.
-
Non so cosa le sia preso, di certo è che oggi l’arresteranno – sentenziò Dawn.
-
B. in galera per bigamia, da non crederci, oggi ci resto secca ragazze. Che
dire? Mi ha tolto lo scettro di Bad Girl – sorrise nervosamente Faith.
-
Perché si è così intestardita in questa pazzia? – Willow sospirò sconsolata – e
mi è toccato dire anche una menzogna a mia madre –
-
Qualcuno deve fermare questa pazzia – Anya era decisa.
-
Tu prova ad aprire il becco Anya e giuro che ti ammazzo – Faith le si parò
davanti con sguardo minaccioso.
-
Allora è tutto pronto? Su ragazze andate a vestirvi svelte – la voce ansiosa di
Joyce riempì la stanza improvvisamente diventata silenziosa.
Le
quattro amiche si mossero a malincuore, ben sapendo la tragedia che incombeva
su tutti loro.
-
Dite a Buffy di fare presto è tutto pronto – sorrise allegra Joyce – e di non
preoccuparsi andrà tutto bene -
-
Sì come no….- mormorò Anya salendo le scale seguita dalle altre.
-
Buffy allora hai deciso di rinsavire? – Dawn spalancò la porta della stanza.
Buffy
era seduta sul letto, il viso teso e terribilmente depresso. L’aria di una che
non ha chiuso occhio, eppure era stupenda nel suo vestito bianco.
-
Oh sorellona sei….sei….stupenda – disse Dawn andandole incontro.
-
Grazie Dawn – Buffy accennò un sorriso.
-
Sì anche in galera ti troveranno stupenda Buffy – Anya sbuffò incrociando le
mani al petto.
-
E falla finita Anya – disse Willow acidamente, tutte si voltarono verso di lei.
Willow di solito era sempre gentile e dolce.
-
Oh va bene, se volete mettervi i prosciutti davanti agli occhi ed i tappi nelle
orecchie fate pure. Ma questo non cambia i fatti: Buffy finirà in galera e ci
sarà uno scandalo come Sunnydale non ne vedeva dai tempi della caccia alle
stregha – lo sguardo di Anya era eloquente.
Tutte
tacquero sapendo che era vero quello che diceva, eppure nessuna se la sentiva
di dare addosso a Buffy, specie così splendida nel suo abito da sposa.
-
Su andiamo…se ti arrestano noi saremo con te – Dawn tirò su la sorella e le
sistemò la coroncina di fiori che aveva tra i capelli.
-
Grazie – Buffy sorrise e abbracciò le amiche ed insieme scesero di sotto,
pronte ad affrontare il nemico.
***
-
Sei sicuro che andrà tutto secondo i suoi piani? – Wes sembrava dubbioso mentre
strisciando tra i cespugli insieme ad Angel cercava di nascondersi al servizio
di sicurezza voluto dalla famiglia di Riley.
-
E che vuoi che ne sappia io? Non sto mica nella testa di Spike –
-
Mi chiedo se lui si renda davvero conto di quello che stiamo facendo –
Angel
alzò le spalle e tirò fuori il binocolo.
-
Eh? – Wes lo guardò stupito – che cavolo ci fai con quel binocolo? Guarda che
l’altare è a pochi metri da noi -
-
Si lo so…ma fa più scena – sorrise – sai ho sempre sognato di interpretare
James Bond –
-
Fantastico, mi sono imbarcato con un innamorato folle e uno che si crede
l’agente 007. Finiremo in galera lo so –
-
Su non essere tragico Wes – Angel gli diede una leggera spallata.
-
Tragico? Io sono realista mio caro –
-
Allora che ci fate voi qui? – una voce alle spalle li fece sobbalzare.
-
La prego non spari siamo solo dei guardoni – piagnucolò Angel.
Entrambi
alzarono le mani in segno di resa.
-
Vigliacco, bugiardo – disse Wes tirando su gli occhiali – lui è un guardone, io
sono ….un giornalista d’assalto in missione –
-
Eh? – Angel lo guardò incredulo.
-
Giornalista? Ma non sei un pilota? – chiese Angel confuso.
-
Imbecille – disse a denti stretti Wes.
Una
risata sommessa gli fece voltare.
-
Spike sei uno stronzo – gli disse Angel, riprendendo a respirare.
-
Ah, ah…Spike, davvero divertente – aggiunse Wes ridendo sarcasticamente.
-
Avreste dovuto vedere le vostre facce ragazzi – la musica attaccò e Spike smise
di ridere.
Tutti
gli invitati erano seduti al loro posto. Lo sposo davanti al sacerdote, sotto
un piccolo gazebo in legno bianco, ricoperto da rose rosse, attendeva nervoso
la sposa.
Le
damigelle, nei loro vestiti azzurri avanzarono lungo le file di sedie sino al
gazebo e si disposero a sinistra.
-
Oh guardate Faith è bellissima – sospirò Wes a bocca aperta, mentre gli
occhiali gli scivolavano lungo il naso.
-
Quella è Wil…low? – chiese Angel inghiottendo la saliva, mentre i suoi occhi
erano rapiti dalle forme aggraziate ed eleganti della piccola Willow.
-
Su non è il momento di pensare cose sconce, concentratevi –
I
due come colti in flagrante tossicchiarono e guardarono altrove.
-
Allora tenetevi pronti – disse lui prima di rimanere folgorato dalla più bella
visione della sua vita. La marcia nuziale attaccò e una splendida, anche se
triste, Buffy avanzò verso il gazebo a passo lento.
I
raggi del Sole le illuminavano il viso, i suoi capelli sciolti ondeggiavano
leggermente sulle spalle emanando riflessi dorati tutt’attorno.
Un
lieve sorriso malinconico apparve sulle sue labbra e Spike si accorse di essere
senza fiato. aveva smesso di respirare nello stesso istante che l’aveva vista
-
Ehi Spike. Spike?! – Wes gli tirò il braccio per destarlo dallo stato dtrance
in cui era caduto.
-
Si? Dicevo…ah si…tenetevi pronti – sussurrò allontanandosi e mischiandosi agli
invitati, badando bene di tenersi alla larga dalla famiglia di lei e dalle sue
amiche.
Riley
prese la mano di lei e se la portò sotto il braccio, sorridendole nervosamente.
-
Siamo qui riuniti in questo giorno di festa per ….. – il prete iniziò la
cerimonia e Buffy strinse convulsamente il bouquet che aveva in mano.
Mentre
Willow, Faith, Anya e Dawn si guardavano circospette, decidendo sul da farsi,
prima che fosse troppo tardi.
Mentre
Buffy riconosciuto il prete cercava di nascondere il viso dietro il suo bouquet
-
Se qualcuno ha da dire qualcosa…parli adesso… o taccia per sempre – il momento
era solenne, nel giardino regnava un silenzio spettrale.
Buffy
ad occhi chiusi pregava in silenzio. Il prete si sporse oltre gli sposi per
guardare tra le file di invitati e poi prendendo un grande respiro si preparò a
continuare.
-
Un momento – una voce si alzò nel silenzio, seguita da un – Ohhhhh – stupito di
tutti gli invitati, che si guardarono intorno in cerca della persona che aveva
parlato.
E
tutti gli occhi si posarono su Dawn, che rossa in viso cercava qualcosa da
dire.
-
Si, parli pure Signorina – disse padre Xander.
-
Veramente io…mi si sono addormentati i piedi – bofonchiò lei abbassando il
viso.
-
Ah…bene – il prete rise nervosamente – falso allarme possiamo andare avanti-
-
Dove eravamo…ah si ‘ taccia per sempre ‘ –
-
Aspettate mmm …..mmmmm – Willow tossicchiò rumorosamente.
Ancora
un – Ohhhhh – si sollevò tra le fila di sedie.
-
Si? – Padre Xander tornò a guardare verso le damigelle.
-
Oh fa caldo vero? – Willow impacciata e imbarazzata sorrise scioccamente.
-
Altro falso allarme – ridacchiò nervosamente il prete e sospirando, tornò a
posare lo sguardo sul libro.
-
Andiamo avanti …-
-
Ehi e aspetta un attimo becchino – disse Faith puntando i pugni sui fianchi e
guardando fissa Buffy, che di proposito evitava di guardare verso le sue
amiche.
-
Becchino? Ma che simpatiche le sue damigelle – Xander lanciò uno sguardo
assassino a Faith e poi guardò la sposa severamente, mentre un dubbio si
insinuava nella sua mente.
-
Già. Andiamo avanti? – Buffy sussurrò e si strinse nelle spalle.
-
Si andiamo avanti – Xander si passò un fazzoletto sulla fronte madida di
sudore.
-
Buffy! – gridarono tutte insieme.
-
Eh facciamola finita con questa stronzata – disse secca Anya, sollevandosi la
lunga gonna e coprendo la breve distanza che c’era tra lei e gli sposi.
- Buffy questa sciocchezza deve finire adesso!
– sentenziò piantandosi davanti ad una Buffy in preda ad una crisi di panico.
-
Ma cosa sta succedendo Buffy? – chiese Riley guardandola interrogativamente.
-
Niente, cosa vuoi che stia accadendo, sai com’è sono nervose il giorno delle
loro nozze –
-
Eh? – Riley la guardò come fosse pazza.
-
Vo…glio di….re il giorno delle mie nozze – Buffy si morse il labbro inferiore.
Anche
le altre damigelle si avvicinarono a Buffy e la circondarono come a difesa.
-
Buffy esigo subito una spiegazione! Ti ordino di…. -
-
Tu carciofo sta zitto non è una cosa che ti riguarda – Dawn lo spinse via
facendolo finire contro il padre, entrambi caddero per terra con un tonfo
pesante.
Tutte
cominciarono a parlare insieme, assalendo una Buffy che si era portata le mani
alle tempie, ormai prossima al crollo.
-
Buffy – una voce alle loro spalle, le fece tacere tutte – Mi vuoi spiegare cosa
sta succedendo? - Joyce come una delle furie era alle sue spalle, con lo
sguardo che lanciava fiamme.
-
Mamma, ti posso spiegare tutto – balbettò lei, sudando freddo.
-
Lo spero per te – tuonò ancora lei avvicinandosi alla figlia.
-
Loro….sono gelose sai, non hanno uno straccio di vita privata e così…vogliono
farmi uno scherzo – supplichevole guardò le sue amiche.
-
Cosa? Non abbiamo uno straccio d’uomo? – tuonò Willow irriconoscibile con il
viso adirato e i pugni alzati.
-
Ehi B. ma il Sole ti ha dato alla testa? – Faith la guardava dall’alto in
basso.
-
Sorellona vacci piano con le parole okay? – Dawn era imbronciata.
-
Ehi perché hai rimorchiato uno stallone non devi mica darti tutte queste arie miss
cheerleaders anno vattelapesca –
-
Eh ma di cosa stanno parlando Buffy? Adesso basta fatela finita con queste
sciocchezze e riprendiamo la cerimonia – il tono di Joyce non ammetteva
repliche.
-
Oh ma – Dawn cercò di replicare debolmente, ma uno sguardo di sua madre la fece
tacere.
-
Riprendete le postazioni! – ordinò – Riley qui accanto a Buffy e lei padre
riprenda pure il sermone –
-
Mm…veramente Signora non è un serm…-
-
Riprenda ho detto! – esclamò alterandosi.
-
Si, subito – il prete tossicchio e rimessosi in piedi, tornò a guardare il
libro.
-
Andiamo avanti – sospirò passandosi ripetutamente il fazzoletto sulla fronte.
-
Un momento padre – la sua voce sovrastò di nuovo il silenzio. Tutti si
voltarono tranne lei, che cominciò a
tremare, il respiro irregolare.
-
Padre vada avanti – lo implorò lei sentendosi ormai in trappola.
-
Non posso – le disse a bassa voce osservandola meglio, mentre lei continuava a
coprirsi con il bouquet – ma Signorina prima di sposarsi poteva accertarsi di
avere almeno qualcuno che non avesse qualcosa da obiettare – sbuffò seccato,
mai un matrimonio gli era costato tanta fatica.
-
Lei mi è di grande conforto padre – Buffy lo guardò torva.
-
Allora giovanotto…spero che non abbia qualcosa da ridire sugli addobbi, sul
tempo o altre sciocchezze varie –
-
No padre, io mi oppongo a questo matrimonio – Spike sorridendo, raggiunse gli
sposi a grandi passi. I suoi occhi si soffermarono sulla sposa che non si
voltò.
-
Bene – disse il padre richiudendo rumorosamente il libro – si metta in fila –
sbuffò.
-
Buffy – la chiamò con dolcezza, ma lei continuò a rimanere girata con in mano
ben stretto il suo bouquet da sposa.
-
Buffy dobbiamo parlare – allungò una mano per accarezzarle una guancia.
-
Ehi lei. Tolga le mani di dosso a mia moglie – Riley si mise tra loro.
-
Togliti di mezzo. Lei non sarà mai tua moglie – gli disse Spike serrando la
mascella e guardandolo dritto negli occhi.
-
Ragazzi, sbattete fuori questo buffone – Riley chiamò il servizio d’ordine e
Buffy sussultò.
-
Buffy. Esigo una spiegazione subito – Joyce si era alzata ed aveva nuovamente
raggiunto la figlia, che continuava a restare immobile. Anche la madre di Riley
la Dottoressa Walsh si avvicinò all’altare. Alta, bionda, sobriamente vestita,
tratti marcati e sguardo altero e severo. Disciplina e rigore trasparivano da
tutta la sua personalità.
-
Riley, ti avevo avvertito che lei non era la donna per te. Una piccola borghese
di dubbia moralità – e guardò da capo a piedi Spike, con riluttanza.
-
Come si permette? – La madre di Buffy si voltò furiosa verso la madre di Riley.
– Stupida oca –
-
Come osa – replicò la Walsh guardandola stupita – insulsa donnetta incapace di
tenersi anche il marito –
Joyce
fu ferita da quella frase e per un attimo i suoi occhi si velarono di lacrime.
-
Ehi stupida, insensibile, vecchia arpia. Non si azzardi mai più a insultare mia
madre – Buffy finalmente si era fatta coraggio e si era voltata lanciando
fiamme in direzione della Walsh, lasciando tutti a bocca aperta.
-
Buffy! Modera i termini con la mamma – piagnucolò Riley – e lei non ha tutti i
torti…il tuo comportamento non è stato migliore di quello di una donna dai
facili costumi – Buffy stava per dire qualcosa ma non ci riuscì.
Riley
fece un volo di qualche metro e piombò nuovamente addosso al prete. Entrambi
finirono per terra.
-
Ma è un vizio allora – sospirò esasperato il prete, cercando di scrollarsi di
dosso Riley.
-
Azzardati ancora una volta ad insultare mia moglie e giuro che ti ammazzo –
Spike lo fissava con occhi glaciali, la mascella serrata e l’espressione tesa.
-
Moglie? – dissero tutti all’unisono.
-
Già. Buffy ed io siamo sposati – disse Spike passandosi una mano tra i capelli.
Un
– Ohhhhh – di stupore più forte si alzò sotto il tendone, tra le file di
invitati.
-
Ma cosa vuol dire questa storia? – il prete era davvero furibondo – ma che vi
state burlando di me? – urlò inferocito, spalancando gli occhi, finalmente
riconoscendo i due sposi.
-
Lui mi ha fatto bere – Buffy cercò subito una scusa plausibile.
-
Tutte le volte? – le chiese lui ridendo beffardo, mentre tutti gli occhi
tornavano a fissarsi, da lui a lei.
-
Si –
-
E cosa ti avrei fatto bere di così tanto …buono da farti accettare di sposarmi?-
Spike rideva divertito. E Buffy senza rendersene conto aveva abbassato lo
sguardo a fissare i suoi pantaloni proprio in quel punto. Subito sollevò lo
sguardo. Gli occhi vergognosi di lei incontrarono quelli beffardi di lui, che
le sorrideva arrogantemente.
-
Buffy, dobbiamo parlare adesso – Spike si era nuovamente avvicinato a lei
-
Lasciami, non abbiamo più niente da dirci. Prima firmerai i documenti del
divorzio, meglio sarà –
-
Tu sei già sposata, incredibile. – la madre di Riley era incredula.
-
Che non ci sente? – Joyce ghignò perfidamente.
-
Io non firmerò un bel niente Buffy –
-
Perché? – gridò lei in preda all’ira.
-
Perché io non voglio il divorzio. Io ti amo – Spike era alterato.
-
Io invece no – Buffy cercò di apparire sincera.
-
Non ti credo – le disse lui avvicinando il viso a quello di lei.
-
Lasciami ti ho detto – e scrollò la sua mano dal braccio.
-
Hai intenzione di continuare con questa follia? – le domandò serio.
-
Si – Buffy puntò i piedi.
-
Cocciuta ragazza – sospirò Spike.
-
E va bene…non mi lasci altra scelta – La guardò fisso e ancora una volta la sua
bellezza lo lasciò senza fiato.
-
Ora – urlò e Wes e Angel saltarono fuori dai cespugli e con un coltello
tagliarono le corde che tenevano su il tendone.
In
un attimo gli invitati furono coperti dal pesante lenzuolo bianco. Urla di
spavento e di sorpresa si levarono da sotto il tendone.
-
Ma …Tu sei pazzo - Buffy guardava stupita il lenzuolo sollevarsi e riabbassarsi
ai movimenti confusi degli invitati.
-
Adesso tu vieni con me amore – e senza dire altro la sollevò di peso
caricandosela sulle spalle.
-
Lasciami Spike, cosa vuoi fare? – urlò scalciando lei.
Spike
rise – voglio farti bere ancora un po’ di quella roba che ti piace tanto – e le
tirò una pacca sul sedere. Buffy arrossì violentemente e smise di parlare.
Lui
a passo rapido si allontanò dal luogo della cerimonia.
Anya
approfittando della confusione e della copertura offerta dal telone si era
lanciata su Riley.
Wes
era corso da Faith per soccorrerla, ma lei con un coltello aveva già tagliato
il telone nel punto in cui era rimasta intrappolata e ne era uscita.
Angel
invece si era tuffato per recuperare Willow ed era rimasto anche lui
imprigionato.
Dawn
seduta sull’altare improvvisato ridacchiava divertita chiacchierando allegramente
con Andrew.
-
Che bel matrimonio – rise lui – era una vita che non ne vedevo uno così -
-
Già – annuì con il capo lei.
-
Mi chiedo solo chi abbia fatto entrare Spike – mormorò e i suoi occhi
involontariamente si posarono su sua madre, che poco distante guardava sua
figlia portata via in spalla a spike, con un sorriso divertito sul viso sereno.
-
Mamma? – balbettò incerta Dawn, osservandola meglio – non è possibile –
***
Spike
era seduto sul letto e fissava il suo anello, rigirandolo tra le dita.
-
Buffy – mormorò, posando ancora una volta lo sguardo sulle carte di divorzio,
che lei gli aveva mandato – sciocca ragazza – sospirò.
Qualcuno
bussò e lui controvoglia andò ad aprire.
-
Si? – rimase senza parole, La madre di Buffy era davanti alla sua porta.
-
Cosa vuole? – il suo tono divenne scostante.
-
Posso entrare? – chiese gentilmente lei.
-
Si accomodi – si spostò per farla passare.
-
So che le sembrerà alquanto bizzarra questa mia visita –
-
Cosa vuole? Non le basta aver rovinato la vita di sua figlia? – Spike fu
sferzante.
-
Touché – sorrise lei – ha ragione, ho rovinato la vita di mia figlia. Ed è
questa la ragione per cui sono qui. Voglio fare, per una volta, la cosa giusta
per lei –
Sospirò
agitando nervosamente le mani.
-
Si sieda – le disse un po’ confuso Spike.
-
Grazie. Tu la ami? – gli chiese a brucia pelo guardandolo dritto negli occhi.
-
Si la amo – le rispose senza esitare lui, non distogliendo lo sguardo.
-
Bene. Io voglio che Buffy sia felice, e so che con il Carciofo…voglio dire
Riley, non lo sarà – continuò a guardarlo dritto negli occhi – perché anche lei
ti ama-
-
E allora? – chiese lui curioso.
-
Questo matrimonio non si deve fare – esclamò alla fine sicura.
-
Oh…interessante – Spike era spiazzato.
-
Dobbiamo impedire che Buffy compia questa follia – disse seria – prima che sia
tardi –
-
Signora, Buffy domani non sposerà Riley, questo è certo –
-
Hai già un piano? – gli domandò.
-
No –
-
Allora….-
-
Buffy è già sposata – il suo sguardo si fece attento.
-
Cosa? – Joyce sembrò stupita.
-
Già. Si è sposata con me alcune settimane fa – Le mostrò il certificato.
-
Oh mio Dio! È impazzita? Vuole che l’accusino di bigamia? –
-
Non tema, non permetterò che la cerimonia abbia termine – Spike era sicuro.
-
Lo sa che Riley ha predisposto un imponente servizio di sicurezza? –
-
Si lo so, ma io sarò lì –
-
Ci conto…e credo che questo le potrà essere utile – e da una tasca estrasse un
piccolo foglio rettangolare, chiuso in una busta finemente decorata.
-
Cosa è? – domandò Spike.
-
Un invito. Con questo non avrà problemi all’ingresso – Joyce gli sorrise.
-
Grazie – Spike ricambiò il sorriso.
-
Buffy forse non sarà tanto…disposta a seguirla, quindi si prepari a un ratto in
piena regola –
-
Si ci avevo già pensato – disse lui scuotendo il capo divertito.
-
Bene. allora è tutto sistemato. A domani…e buona fortuna –
Spike
ripose l’invito nella tasca della giacca.
-
Ah proposito, non dica a Buffy che ho chiamato Riley carciofo –
-
No, non si preoccupi, non glielo dirò – si scambiarono un cenno col capo e poi
Joyce uscì e richiuse la porta alle sue spalle.
Capitolo
11: chiarimenti
-
Beh qualcuno doveva pur fare qualcosa per quella cocciuta di tua sorella, non
credi Dawn? -
-
Ma io credevo che….-
-
Io voglio la felicità di Buffy, e so che solo con l’uomo che ama potrà esserlo
e non con il car….Riley – Joyce si corresse immediatamente e sorrise.
Dawn
corse ad abbracciare sua madre – Figo. Sapevo non mi avresti
delusa
mamma – e le diede un sonoro bacio sulla guancia.
***
-
Mettimi giù Spike – Buffy scalciava sempre più forte.
-
Okay amore come vuoi – Spike la posò per terra, ma non le diede il tempo di
aprire bocca che la spinse sul sedile posteriore di una vettura.
-
Ehi ma…- protestò Buffy, mentre il vestito si sgualciva, spiegazzato sul
sedile.
-
Vai Wes avanti – Wes ingranò la marcia e partì a tutta velocità.
-
Tu devi essere impazzito Spike – Buffy era furibonda.
-
Già, ma visto che tu insistevi in quell’assurdità – la guardò socchiudendo gli
occhi in due fessure – ma lo sai che potevano accusarti di bigamia? –
-
Non sono affari tuoi – Buffy sbuffò – riportami indietro e tornatene dalla tua
bionda tutte curve Signor Industrie Giles – incrociò le braccia al petto.
-
Bionda tutte curve? – Spike cercò di capire a cosa Buffy si riferisse,
improvvisamente un sorriso si fece strada sul suo viso.
-
Harmony? – rise di gusto.
Buffy
gli rispose acida – cosa c’è di tanto divertente da ridere? –
-
E’ mia sorella Buffy – Lui la fissò intensamente – sei gelosa? – rise ancora.
-
Io..- Buffy era rimasta a bocca aperta, ma si riprese quasi subito – no certo
che no – mormorò ‘ stronzo e ora me lo dici? ‘ e si girò verso il finestrino.
-
Buffy…piccola, avanti parlami. Dobbiamo chiarire tutta questa storia – Spike le
aveva preso la mano nella sua e le accarezzava il dorso con lenti movimenti del
pollice.
-
Non abbiamo niente di cui parlare – Buffy era ancora imbronciata.
-
Buffy – Spike continuò nella sua opera di convincimento.
-
Cosa vuoi ancora? Hai avuto quello che ti premeva avere –
-
Buffy, smettila. Sai bene che non volevo solo sesso da te – Spike si stava
spazientendo.
-
Siamo arrivati – gli interruppe Wes.
-
Sì, grazie. Vieni Buffy – le tese la mano per aiutarla ad uscire.
Buffy
ci riuscì con non poche difficoltà, visto l’abito che indossava.
Wes
ripartì facendo un cenno con il capo sollevando un polverone dietro di se.
-
Dove siamo? – domandò lei guardandosi intorno. Era un piccolo cottage posto
all’estremità di un’altura che si affacciava a picco sul mare. Dalle finestre
si poteva vedere la profonda insenatura rocciosa, che si immergeva nel mare
scuro e mosso, sollevando grandi ondate di schiuma bianca e iridescente sotto i
raggi del Sole che riuscivano a infiltrarsi nell’insenatura e a baciare l’acqua
salata del mare.
-
A casa – le disse lui stringendo la mano di lei nella sua.
Il
cottage era recintato da una graziosa palizzata bianca, e nel giardino erano
piantati fiori di tutti i colori, da farlo apparire un tappeto dai colori
sgargianti, ondeggiante al vento.
-
Cosa? – lei lo guardò scettica
-
Su vieni amore – la condusse in casa.
Il
pavimento in legno e le mura in pietra la rendevano calda ed accogliente.
Al
centro della parete del salotto vi era un grande camino, davanti al quale troneggiava
un grande divano a tre posti di color albicocca. Per terra un tappeto dai
colori sgargianti. Luci soffuse per tutta la stanza e una grande vetrata che
dava ad ovest per poter ammirare il Tramonto. Quando il Sole si tuffava nelle
acque tinte di arancio e giallo.
Buffy
si soffermò a guardare il quadro appeso alla parete era il bacio di Klimt.
-
Oh – Buffy si lasciò sfuggire un’esclamazione di stupore.
Spike
sorrise soddisfatto di averla stupita.
-
Siediti tesoro, vuoi metterti comoda? – e la guardò come volesse spogliarla con
gli occhi.
Buffy
arrossì leggermente – no grazie – e si sedette alla meglio in un angolo del
grande divano.
Lui
si versò da bere e poi la raggiunse – bene adesso io e te parliamo – e si
sedette accanto a lei.
-
Ti ho già detto che …-
-
Buffy vorrei che prima tu ascoltassi quello che ho da dire io – Spike le fece
cenno di tacere.
Buffy
tacque e lui dopo aver bevuto un sorso del suo drink riprese a parlare.
-
Ho sbagliato è vero, sono andato con Anya, un paio di volte – la guardò di
sott’occhi per osservarne la reazione – Ma non dopo che tra noi le cose sono
diventate più serie -
-
Cosa vuoi dire? – gli domandò lei attenta, ma evitando di guardarlo.
-
Non dopo che io e te abbiamo fatto l’amore per davvero – e la guardò con intesa.
-
Ma tu hai mentito, mi hai mentito – urlò lei ferita.
-
Io ti ho mentito? E tu Buffy cosa hai fatto? Hai mentito alla tua famiglia,
alle tue amiche e al tuo fidanzato…Dimmi Buffy ci andavi a letto anche dopo
essere stata con me? – la scrutò freddamente.
Buffy
arrossì al ricordo di quella terribile notte ed abbassò il capo.
-
Ti vergognavi di me Buffy! – esclamò lui.
-
Mi dispiace, io ti ho detto mi dispiace …- cercò di scusarsi lei.
-
Si lo hai detto, ma poi cosa hai fatto? Ti sei tirata indietro – le rinfacciò
-
Io ti ho sposato –
-
Tu cosa Buffy? Io ti ho convinta a sposarmi, che è diverso. Se fosse stato per
te staremmo ancora avvinghiati in qualche ascensore o aula del liceo –
-
Questo è ingiusto – calde lacrime riempirono i suoi occhi.
-
Oh dannazione piccola. Ti prego non piangere, non lo sopporto – e si avvicinò a
lei accarezzandole la guancia e asciugandole le lacrime con i pollici.
-
Anche a me dispiace per quello che è successo e mi dispiace di non averti detto
chi ero, ma non volevo che tu mi accettassi perché ero il partito adatto a te,
come voleva tua madre. Io volevo che tu mi dicessi di sì perché ero l’uomo
adatto a te. Perché ero l’uomo che amavi –
La
sua mano scivolò lungo i capelli morbidi e luminosi di lei.
I
loro occhi si incontrarono e si sorrisero.
-
Cosa facciamo adesso? – chiese lei titubante.
-
Beh…io proporrei di toglierti di dosso quello strumento di tortura e di andare
di sopra a fare l’amore nella nostra stanza – sorrise maliziosamente.
-
Spike io dico sul serio – Buffy roteò gli occhi.
-
Anche io passerotto – sorrise lui divertito, gli piaceva prenderla in giro.
-
Spike – disse lei con voce alterata.
-
Buffy io voglio stare con te. Non desidero altro. Tu sei l’unica per me Buffy. –
lo sguardo si fece intenso e il sorriso lasciò il posto ad un’espressione
intensa e tesa.
-
Oh Spike, anche io non desidero altro – Buffy gli lanciò le braccia al collo e
lo baciò con trasporto.
Spike
rise sulle sue labbra – non respiro – mormorò rispondendo al bacio con ancora
più ardore e passione.
-
Bene allora è deciso – disse lui quando le loro labbra si staccarono in cerca
di aria – andiamo di sopra adesso? – chiese divertito lui, inarcando il
sopracciglio maliziosamente e reclinando il capo da un lato.
Buffy
annuì rispondendo al suo sorriso. Lui si alzò in piedi e la prese tra le
braccia. A passo svelto salì le scale e percorse il breve tratto di corridoio
che lo separava dalla loro stanza e dal loro letto.
-
Mi sei mancata passerotto lo sai? – le disse mentre spalancava la porta della
loro stanza.
-
Anche tu amore da morire – gli disse lei, stringendosi a lui.
-
Spike posso chiederti una cosa? – domandò mentre lui le tirava giù la cerniera
del vestito.
-
Si certo – le rispose lasciandole una scia di piccoli baci infuocati sul collo.
-
Come sei entrato durante la cerimonia? – lo guardò in attesa.
Lui
le regalò uno dei suoi sorrisi arroganti e strafottenti e facendo scivolare
l’abito sul pavimento le sussurrò all’orecchio – indovina? – una risata sommessa
contagiò anche Buffy che gli passò una mano dietro la nuca e l’attirò a se,
coinvolgendolo in un bacio appassionato e pieno di desiderio.
-
Dopo – sussurrò lei. I pantaloni di lui raggiunsero l’abito di lei sul
pavimento, con il resto dei loro vestiti. Finalmente liberi e pelle contro
pelle si stesero sul letto.
-
Sai amore…questa è tecnicamente la nostra prima notte di nozze – sorrise lui
mentre le sue labbra si chinavano per serrarsi sul suo capezzolo turgido e
teso.
-
Si lo so – gemette lei mentre il piacere si impossessava di ogni cellula del
suo corpo. Con le mani lo allontanò. Spike la guardò contrariato e preoccupato
dal suo rifiuto.
Lei
gli sorrise maliziosa si poggiò sui gomiti e divaricò le gambe provocantemente.
Spike sorrise diabolicamente, soffermandosi a guardare la sua femminilità
semidischiusa che lo invitava a riempirla.
Buffy
fece scivolare un piede sulla sua coscia e lo poggiò sulla sua virilità
eccitata al massimo. Una lieve pressione e Spike gemette senza fiato.
-
Credo che qualcuno qui sia ansioso di darsi da fare – disse lei guardandolo
furbescamente.
-
E non immagini quanto – rispose lui con voce roca, ingoiando la saliva.
-
No…ma credo che tu potresti darmene una vaga idea – lo provocò lei infilando un
dito in bocca e succhiandolo con aria ingenua.
-
Non tanto vaga, amore…non tanto vaga – con un balzo le fu addosso,
impossessandosi delle sue labbra umide.
-
Si meglio dettagliata…molto dettagliata – sospirò lei mentre lui cominciava a
torturarla senza pietà.
-
Buffy sei un diavolo di donna, lo sai vero? – entrambi risero, poi gli sguardi
si fecero seri e profondi.
-
Ti amo Buffy – disse lui, la voce spezzata dall’emozione.
-
Anche io ti amo Spike – rispose lei accarezzandogli il viso con il palmo della
mano.
Le
labbra si avvicinarono e si toccarono prima di divorarsi. I loro occhi
sprofondarono gli uni negli altri, mentre lui entrava in lei e si lasciava
andare ad una danza sempre più coinvolgente ed intensa.
Esausti
ma felici, alla fine si addormentarono abbracciati. Cullati dal dolce mormorio
del mare che spinto dal vento impetuoso, si infrangeva contro la scogliera.
Epilogo
I
violini intonarono una melodia leggermente melanconica, le damigelle vestite di
verde avanzarono a passo solenne lungo la navata della chiesa.
-
Ma proprio verde elettrico doveva sceglierli? – brontolò Dawn strattonandosi il
vestito stile damina 800 che la sposa aveva voluto per le sue damigelle.
-
Pizzica questo dannatissimo merletto – Faith cercava di grattarsi le spalle con
le unghie, in un gesto davvero sgraziato.
-
State ferme ragazze, dobbiamo resistere per un’ ora – Buffy sbuffò spingendo
con un gomito la sorella.
-
Già resistere, resistere – mormorò Willow sospirando.
Finalmente
la sposa fece la sua apparizione. Anya nel suo abito bianco a grandi balze e il
velo lunghissimo era raggiante.
Si
avviò all’altare con passo rapido, come temesse di perdere la cerimonia.
La
musica cessò ed Anya cinse il braccio dello sposo.
-
Siamo qui riuniti per celebrare, in questo lieto giorno, le nozze tra padre
Xander Harris e Anya Aud -
-
Ma lei non voleva sposare Riley? – chiese a bassa voce Buffy che a causa
dell’ardore del marito, era rimasta fuori dal mondo in quelle settimane.
-
Si ma …quando lei è saltata addosso a Riley sotto il tendone….beh….lui – Willow
indicò con l’indice Xander – è stato più veloce ed è saltato addosso a
lei…risultato….aspettano due gemelli –
-
Io lo continuo a dire – borbottò Faith – non c’è più religione –
-
Già questa volta concordo anche io – disse sottovoce Dawn.
-
E Riley che fine ha fatto? – domandò curiosa Buffy.
-
Oh insomma Buffy ma in queste settimane non ti sei alzata dal letto nemmeno per
accendere la tv? – Dawn roteò gli occhi.
-
No – rispose incerta Buffy – non mi era permesso – un sorriso si allargò sul
suo viso ripensando alle catene e alle cinture.
Con
le mani si sfregò i polsi che portavano ancora i segni delle torture.
Tutte
la guardarono – Oh….non mi dire che voi… che tu….ti sei fatta legare? ohhh
Porca Paletta –
Faith
alzò la voce e tutti si voltarono verso le damigelle.
-
Parli adesso o taccia per sempre – aveva appena finito di dire il prete, che
abbassando gli occhiali le guardò in attesa – avete qualcosa da dire? – domandò
intimorito.
Anya
piantò i pugni sui fianchi e fissò le sue amiche, lanciando fuoco e fiamme.
-
No, no – Willow si affrettò a scusarsi muovendo le mani davanti a loro –
niente, ora chiudiamo il becco… per sempre – sorrise nervosamente.
-
Non c’è più religione ora ne ho la certezza – continuò a bofonchiare Faith
scuotendo il capo.
Finita
la cerimonia gli invitati si sparpagliarono nel giardino, per lo più assediando
il tavolo dove era servito il buffet.
I
genitori di Xander cominciarono a litigare, per divergenze circa
l’organizzazione delle nozze, con i genitori della sposa minacciandosi con gli
spiedini e le posate di plastica.
-
Ti ho detto che la torta a strati era migliore di questa –
-
Ma come ti permetti? Quella che abbiamo preso e perfetta –
-
Papà su calmati – Xander cercava di calmare gli animi.
-
Io ma calmati tu razza di imbecille –
-
Ehi papà ma che dici? –
-
Bene l’avete voluta voi…- urlò il padre di Xander, correndo verso la macchina
inferocito.
-
Ma che succede? – Joyce si guardava intorno confusa mentre gli invitati delle
due fazioni si strattonavano ed insultavano.
-
Niente mamma…riunioni di famiglia – sospirò Buffy.
Un
urlo agghiacciante fece voltare tutti. Un fagotto bianco con velo ondeggiante
al vento correva per il prato gridando a squarciagola – Creature mostruose.
Diavoli infernali – e dietro di lei uno stuolo di conigli che la inseguivano.
-
Papà ma sei impazzito? Perché hai portato i conigli? -
Xander
cercava di fermare la corsa folle della sposa.
-
Figliolo la guerra è guerra, non si fanno prigionieri – ghignò divertito.
Mentre un pugno sordo lo colpiva in pieno viso.
-
Terrorizzare così la mia bambina, il giorno delle sue nozze – la madre di Anya
era furiosa e cominciò a colpirlo ripetutamente con la borsetta di metallo.
In
poco tempo il giardino della chiesa divenne un campo di battaglia.
Un
piatto colpì in pieno viso Wes che cercando di pulirsi il viso disse incredulo
-
ed io cosa centro? Sono pacifista - un altro piatto volò a pochi centimetri
sulla sua testa – oh al diavolo! Volete la guerra e l’avrete…. – urlò come un
ossesso.
-
Su amore non stare lì impalato, diamoci dentro – Faith si era sollevata la
gonna, sotto la quale spuntava un paio di boxer neri, ed aveva cominciato a
tirare pugni a destra e sinistra.
Dawn
facendosi schermo con il suo fidanzato, Andrew cuoco provetto, lanciava tutto
quello che le capitava a tiro a qualsiasi cosa si muovesse.
Willow
invece beccato il primo piatto di frutta in faccia aveva cominciato a
piagnucolare – perché ce l’avete con me? Che vi ho fatto di male? - ed era
stata soccorsa dal suo ragazzo, che con la sua corporatura l’aveva
completamente coperta per evitare che fosse ancora colpita – Su baby non fare
così, c’è il tuo Angel adesso, sta dietro di me -
Rupert
salvò una bottiglia di champagne e due bicchieri dalla battaglia, e prendendo
sotto braccio Joyce si sedette sui gradini della chiesa a bere in santa pace.
-
Una bella giornata vero? Joyce –
-
Sì Rupert, adatta ad un matrimonio – le porse il bicchiere.
-
Ma dove sono Spike e Buffy? – domandò Joyce in apprensione.
-
Oh non temere Joyce, Spike alle prime avvisaglie della battaglia l’ha presa e
l’ha portata via – sorrise divertito.
-
Bene – sorrise lei mentre lui le riempiva di nuovo il bicchiere.
***
-
Uh… non assistevo ad un matrimonio così ….- Buffy si bloccò
-
Dal tuo? – sorrise lui.
-
Già – rise lei divertita.
-
Sei sicuro che abbiamo fatto bene ad andarcene? –
-
Certo che si amore – la guardò con dolcezza – nelle tue condizioni…- le
accarezzò il ventre pronunciato. Lei intrecciò la mano di lui alla sua e la
mantenne ferma sulla pancia.
-
Siamo stati degli incoscienti lo sai? – Buffy lo guardò di sott’occhi.
-
Sì vero…ma ogni volta che ti avevo davanti…beh… chi pensava ai preservativi? –
lui le sorrise malizioso.
-
Sei un vero bad boy lo sai Spike? –
-
Ehi amore io sono the big bad – le fece l’occhiolino.
-
Non mi hanno detto che fine ha fatto Riley…- Buffy sbuffò.
***
- Il colpo è stato talmente duro che la sua
psiche ne ha risentito…quella donna ha distrutto il mio bambino – la Signora
Walsh piangeva disperata, portandosi il fazzoletto davanti al viso.
-
Su signora non faccia così…non è mica la fine del mondo. In fondo suo figlio ha
soltanto preso i voti – Il prete esasperato dai piagnistei di quella donna,
alzò la testa al cielo e pregò di liberarsene al più presto.
-
Sì ma…ma….Riley – si disperò ancora una volta.
-
Signora ha ricevuto la chiamata. La vocazione –
-
Vocazione un corno. E’ impazzito, le dico – la signora Walsh disse a denti
stretti, allontanandosi infastidita.
-
Oh…figuriamoci se le avesse anche detto che è Gay. Lo avrebbe ucciso, ora
capisco perché ha preso i voti. Povero ragazzo - il prete mosse il capo
sconsolato e a passo lento tornò verso la sagrestia.
***
- Amore …. – Buffy si stiracchiò sul suo
petto, accoccolandosi meglio.
-
Si dimmi – le rispose una voce assonnata.
-
Ho voglia di Fragole – mormorò lei mordendosi le labbra.
-
Fragole? A quest’ora? – Lui continuò a tenere gli occhi chiusi.
-
Si –
-
Domani te le prendo, promesso amore – borbottò lui stringendosi a lei.
-
Amore, adesso – protestò lei scuotendogli il braccio.
-
Amore ti prego…ho sonno – Spike brontolò cercando di resistere alle sue
pressioni.
-
Uff…non hai mai sentito parlare di voglie? – Buffy lo guardò spazientita.
-
Amore dormi su – le diede un bacio sulle labbra e l’abbracciò stretta, affondando
il viso sulle spalle di lei.
Buffy
rimase a guardarlo per un po’, poi una strana luce si accese nei suoi occhi.
Sorrise divertita e spingendolo disteso sulla schiena gli si adagiò sul fianco.
La sua mano si mosse veloce sul suo torace e scese a serrarsi sulla sua
virilità rilassata. Bastarono pochi tocchi perché questa si animasse e si
ergesse fiera e pronta a soddisfarla.
-
Bene…visto che non mi vuoi andare a prendere le fragole…- mormorò lei
scivolando con la testa giù tra le gambe di lui.
Cominciò
a leccarlo lentamente e poi a stuzzicarne la punta con la lingua umida e calda.
Spike
mugolò qualcosa ancora non del tutto sveglio.
Infine
ingorda lo fece scivolare nella sua bocca calda. I movimenti si fecero sempre
più avvolgenti e intensi. Cominciò a fare piccoli cerchi con la lingua e a
succhiarlo con avidità.
Gli
occhi di Spike si spalancarono mentre faceva fatica a trovare il suo respiro.
-
Buffy? – la chiamò ansimando e cercandola con lo sguardo.
Lei
succhiò con maggiore forza e Spike gemette, abbassando di scatto il capo.
-
Oh Buffy…. – mormorò lui – Ancora amore. Ancora così, sì – lui continuò a
fissarla dritta negli occhi.
Lei
lo spinse più che poté in bocca, e lui si sentì mancare.
-
Buffy, Buffy….non fermarti ti prego – Sussurrò spingendo la sua nuca ancora di
più verso il suo membro.
Buffy
socchiuse gli occhi e cominciò a spingerlo dentro e fuori, dentro e fuori
sempre più rapidamente. Spike ormai privo di lucidità gemeva e si tendeva al
ritmo delle sue carezze e della sua bocca. Ansimando sempre di più.
-
Buffy….vengo, amore vengo – e un fiotto caldo invase la bocca di Buffy, che
vogliosa ingoiò il suo seme.
Spike
si lasciò andare sulle lenzuola, sudato e accaldato come mai in vita sua.
-
Oh mio Dio Buffy…mi farai morire – Sospirò lui cercando di recuperare il suo
controllo.
-
Così impari a non soddisfare le voglie di una povera donna in cinta – rise lei
stendendosi al suo fianco.
Lui
sorrise malizioso abbracciandola – io invece credo che non soddisferò più le
tue voglie…se la conseguenza è che tu soddisfi la mia, come adesso – la guardò
maliziosamente, inarcando il sopracciglio.
Poi
le sue labbra cercarono quelle di lei – amore grazie è stato bellissimo – le
sussurrò prima di baciarla con passione.
-
Ora posso avere le fragole? – protestò lei toccandosi il pancione
delicatamente.
-
Mi sembra giusto – rise lui mettendosi a sedere e prendendo qualcosa, dal
comodino.
-
Eh? Fragole? – Buffy lo guardò stupita – le tenevi lì? –
Lui
fece cenno di sì con il capo.
-
Ma allora perché… - lo guardò socchiudendo gli occhi – imbroglione, mi hai
preso in giro -
-
Eh – rise divertito lui – anche io e lui, abbiamo le nostre voglie amore… –
ghignò beffardo, guardando in basso verso il suo membro.
-
Sei un demonio – rise lei baciandolo.
-
Beh per un diavolo di donna ci vuole un demonio no? – rispose al bacio.
-
E adesso che ne dici di soddisfare la nostra voglia reciproca? – la guardò con
complicità.
-
Mmm…fammici pensare – fece lei fintamente seria – Okay – e gli saltò addosso
avvinghiandosi a lui.
-
Oh Bloody hell – mormorò lui arrendendosi senza opporre resistenza.
Fine