Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
TIME
BY TIME
By
Spuffy
Da
un’idea della mia sis Ginny che non scrive più (la impaletterò un giorno di
questi!!!)
Tra
poche ore sarebbe sorto il Sole e lei come sempre sarebbe fuggita, dandogli la
sua dose di insulti e pugni…una scena già girata milioni di volte. Nel silenzio
della sua cripta seduto accanto al letto Spike fissava la sua cacciatrice
addormentata, e pensava che nemmeno in quegli istanti lei gli apparteneva;
magari stava pensando a quell’altro vampiro con l’anima, e avvertì una forte
fitta al petto. Cosa avrebbe dovuto fare? Lasciarla? Andare lontano? Oh si
tutte cose giuste e logiche, ma lui non poteva; era prigioniero, schiavo
dell’amore che provava per lei, anche se lei rimaneva convinta che lui, cosa
senz’anima, non potesse amare (come avrebbe voluto che questa fosse la verità);
ma lui lo sapeva bene anche senz’anima si può amare e con la stessa intensità e
dolore di un qualunque mortale.
Mentre
era assorto in questi pensieri uno strano vento si alzò. Fischiava forte
attraverso gli alberi, come un mormorio di voci venute da lontano, e improvvisamente
fu silenzio nella notte. Preoccupato per quell’innaturale silenzio, Spike andò
di sopra a controllare ma non vide nulla. Attese qualche minuto e poi ridiscese
di sotto, era giunto il momento di svegliarla, ed ogni volta era più difficile
farlo
–
Buffy è tardi svegliati devi andare – disse con un tono un po’ amareggiato, ma
dalla stanza non giunse alcuna risposta. Allora Spike entrò e vide che lei si
era raggomitolata sotto le lenzuola e sorrise. Era la prima volta che non
voleva alzarsi e andare via da lui. Era contento, le andò accanto e sollevando
il lenzuolo le disse allegro – tesoro vuoi giocare a nascondino? – e rimase a
bocca aperta, e d’istinto si coprì, rendendosi conto di essere completamente
nudo. Agli occhi di Spike sotto le lenzuola era apparsa una bambina di si e no
6 anni: capelli biondi, occhi verdi, era lei. Era Buffy, l’avrebbe riconosciuta
in qualsiasi sembianza gli fosse apparsa, ma era una bambina. Sgranò gli occhi
e cominciò a balbettare – Oh bloody hell! Buffy che cosa è successo? – la
bambina gli sorrideva contenta mentre chinava la testa da un lato per
squadrarlo, e dall’espressione sembrava lei lo trovasse particolarmente buffo.
Spike si vestì di corsa e riutilizzati alla meglio gli abiti di Buffy, prese la
bambina e si diresse a casa Summers. Willow o Giles, loro avrebbero saputo cosa
fare. Bussò alla porta ansioso, mentre la bambina si aggrappava alla sua gamba,
nascondendosi nel suo spolverino. Ad aprirgli la porta fu Dawn, che lo accolse
con uno sguardo speranzoso e a sua volta sconvolto – Spike! - urlò – meno male
che sei venuto –. Nello stesso momento Spike, anche lui sconvolto, le stava
chiedendo: – Briciola! Dove sono la rossa e Giles? È urgente – poi sentì una
baraonda provenire dal salotto, si girò, e vide due bambini picchiarsi
violentemente e due bambine giocare tenendosi per mano. – Oh no! anche loro? –
domandò Spike esasperato. Dawn annuì con la testa e disse – Sì ma non capisco
cosa possa essere successo, tutti gli adulti sono diventati bambini – rifletté
un attimo e continuò – ehi, e come mai io no? – Spike sorrise ironico – forse
perché non sei adulta? – le disse canzonatorio. Dawn si adirò e lo fulminò con
uno sguardo – cosa facciamo adesso? – gli chiese, sperando lui avesse la
soluzione e sapesse cosa si dovesse fare. – Io vado a trovare qualcuno che
sbrogli questo pasticcio, tu cerca di badare a loro. Evita che Tara e Willow
giochino al dottore e che Giles impaletti Xander –. Dawn sorrise e gli fece
cenno di sì – occupati di tua sorella – disse infine allargando lo spolverino
per mostrare una cosina attaccata alla sua gamba. – Ora tu starai con questa
signorina – le disse Spike, cercando di staccarla da lui, ma la bambina
cominciò a urlare: – no io voglio stare con te, non mi lasciare. Io ti voglio
bene Spike, resta – e iniziò a piangere a dirotto. Spike la guardò con
tenerezza, sembrava così serena, così diversa dalla Buffy che conosceva; e
soprattutto questa Buffy gli voleva bene. Dawn lo guardò e gli disse – Buffy
negherà di aver detto questo sino alla morte, ma noi sappiamo che i bambini non
mentono – e sorrise. Spike la fissò un attimo e poi come preso da pazzia le
disse – la porto con me, non temere, la proteggerò io. Appena trovo qualcosa o
il modo di risolvere ti chiamo. – Dawn acconsentì, e lui e la piccola Buffy si
misero in cammino nel deserto. Presto fu giorno. Spike decise di fermarsi in un
posto riparato dal sole, che i Vampiri utilizzavano come tappa di sosta nei
loro viaggi. Entrò nel locale illuminato da luci soffuse e rigorosamente privo
di finestre. Si avvicinò al barista, dopo aver dato uno sguardo agli avventori
del posto; accertandosi che non ci fossero tipi pericolosi, che avrebbero
potuto dargli fastidio o mettere in pericolo la piccola Buffy. Si sedette con
in braccio la bambina, che incuriosita dal posto, si guardava attorno stupita
ma non spaventata. – Ehi Spike, quanto tempo – disse il barista che sembrava
contento di vederlo – Ciao Willy – rispose Spike – una birra e un po’ di latte
caldo per favore –. Willy lo guardò un po’ stupito, scrollò le spalle e gli
portò quello che aveva ordinato. – Ma che succede Spike? Come mai ti porti
dietro una mocciosa, non vorrai dirmi che è fig..- Spike sgranò gli occhi e
subito replicò – no, no niente di tutto ciò. E’ una storia lunga e complicata
Willy – e sorrise un po’ amareggiato. Willy lo guardò ancora un po’ fisso e poi
sbottò in una risata e disse – ho capito, vuoi crescertela. Fai bene amico!
quando le prendi da ragazzine e le educhi per il tuo piacere, sono qualcosa di
incredibile. Io conoscevo un tipo che si era preso una ragazzina, e le aveva
insegnato tutti i giochetti che gli piacevano. Beh, non se ne stancava mai
tanto lei riusciva a soddisfarlo in modo così perfetto –. Spike gli lanciò uno
sguardo freddo e disgustato, poi si girò verso Buffy, che era tutta intenta a
sorseggiare il suo latte caldo. Aveva tutte le labbra sporche. Lei ricambiò lo
sguardo e gli sorrise. Un sorriso che spezzava il cuore tanto era dolce. Fu in
quel momento che un pensiero si insinuò nella mente di Spike, che cominciò a
vacillare; ed una nuova vita, non – vita, gli si presentò davanti.
Passò
tutto il giorno a riflettere, a valutare tutti i pro e i contro della
situazione. Al tramonto pagò quanto dovuto e prendendo per mano la bambina, si
diresse verso la macchina. Uscito dal locale vide un telefono, e dopo aver
esitato un attimo sollevò la cornetta e compose il numero. Nella mente si
ripeteva come un ritornello “Andrà tutto bene. La renderò felice, sarà felice.
E quando sarà di nuovo adulta non mi odierà, mi amerà. Tutto sarà diverso,
niente preoccupazioni, niente dolore. Nessun vampiro o demone da combattere.”
-
Pronto, Oh Spike! Sei tu finalmente – disse la voce all’altro capo del
ricevitore.
-
Ciao Briciola – disse con voce un po’ amareggiata il vampiro.
-
Hai trovato la soluzione – chiese tra l’ansioso e l’angosciato Dawn.
-
Non ancora piccola, sono in un bar adesso. – e fece silenzio.
-
Cosa? Spike ma cosa dici? Invece di trovare il modo di uscire da questo
pasticcio tu vai a bere? E per giunta sei con mia sorella. Quando tornerai
dovrai fare i conti con me –
Spike
tossicchiò e si schiarì la voce – Briciola questo è il punto, non credo
tornerò. Non credo che io e Buffy torneremo – Dall’altra parte ci fu un lungo
silenzio. – Come non tornerete? Cosa vuoi dire? – Spike sospirò e infine parlò
– lei adesso è diversa, lei non mi considera più … beh sai come mi considerava
prima. Adesso mi vuole bene ed è così serena. Io voglio renderla felice, voglio
solo amarla e fare in modo che lei mi ami. Questa è forse l’ultima chance che
ho, e non ho intenzione di lasciarmela sfuggire. – e senza più ascoltarla disse
– addio briciola – e riattaccò il ricevitore. Poi guardò la piccola accanto a
lui, le sorrise dolcemente e inginocchiadosi di fronte a lei disse – Piccola,
quanti anni dovrò aspettare prima di poter nuovamente giocare con te? Ma io ho
tutto il tempo di questo mondo per aspettarti. - Buffy lo guardò senza capire e
poi gli stampò un bacio sulla guancia. Il vampiro si rimise in piedi contento,
la prese per mano e si diresse alla macchina. Adesso era sua, solo sua,
dipendeva completamente da lui. Ma allo stesso tempo avrebbe dovuto aspettare
anni per poterla stringere nuovamente tra le braccia, risentire il calore del
suo corpo; i suoi baci e le sue carezze. Ma ora non voleva pensarci, sarebbe
stato paziente di questo era certo, l’ avrebbe attesa e alla fine sarebbe stata
sua per davvero questa volta.
Ora
doveva affrettarsi aveva molte cose da fare, prima di poter finalmente pensare
a come organizzare la vita futura sua e di Buffy. Si diresse in un posto fuori
mano, nel nulla. Era una piccola costruzione marrone bruciato con due piccole
finestre sul davanti, circondata da un piccolo orto ben tenuto. Spike disse a
Buffy di aspettarlo in macchina e di non muoversi, e poi si diresse verso il
portico. Bussò piano e attese, dopo pochi istanti apparve un piccolo omino
sulla 70ina, basso di statura, con i capelli bianchi e lo sguardo bonario. –
Ciao Spike – esordì allegro l’omino – Ciao Trick – rispose Spike ed entrò in
casa, su invito del tipetto. – Ho poco tempo Trick, sono qui per chiederti un
grosso favore – Trick lo guardò fisso e sospirando disse – Una donna vero? Ne
sei innamorato? – Spike scosse il capo e lo abbassò – Veramente è una bambina.
Comunque si ne sono innamorato – e sorrise – ho bisogno che tu mi aiuti, perché
io non voglio perderla questa volta – Trick si portò la mano sinistra al mento
e lo accarezzò lentamente – Bene dimmi tutto e, vedremo che si può fare –.
Spike gli spiegò le cose e poi finì facendo la sua richiesta – io voglio
tenerla con me, vorrei che tu quindi annullassi l’incantesimo o quello che è
per gli altri ma non per lei –. Si fermò un attimo come per riflettere bene, e
poi proseguì – vorrei che il tempo per noi scorresse più rapidamente e che, loro
sino al momento in cui non vorrò io, non si ricordassero di lei. – Trick lo
guardò un attimo perplesso e poi rispose – Devi essere davvero innamorato di
lei per fare tutto questo. Va bene Spike. L’incantesimo se di incantesimo si
tratta sarà bloccato e loro non si ricorderanno di lei.- Spike lo ringraziò e
ritornò alla macchina. Si guardò un attimo attorno, da quel momento iniziava
una nuova vita per lui e per lei. Accese il motore, guardò sorridendo la
piccola che sembrava curiosa di tutto quello che vedeva di nuovo attorno a se e
poi partì verso una nuova vita.
Era
notte quando giunsero in un piccolo villaggio posto su una scogliera, quasi
inaccessibile, con un grande faro all’estremità nord del paese. Spike si
stiracchiò un momento e poi senza svegliarla prese tra le braccia la piccola
Buffy, e si avviò verso una casetta che si affacciava proprio sulla scogliera.
Alla porta ad attenderlo c’era una signora di mezza età, dall’aspetto gentile e
molto dolce. – Ciao William, come stai? – gli disse sorridendogli – Salve
Sally, scusami se ti piombo così all’improvviso in casa, ma ho davvero bisogno
di aiuto – la signora lo guardò seria e poi gli rispose – per te questo e altro
lo sai. – e richiuse la porta alle loro spalle.
-
Dunque quella bambina sarebbe l’amore della tua vita? – sospirò la donna
incrociando le mani sul tavolo – Sì – disse deciso il vampiro che la fissava
cercando di capire cosa pensasse di tutto quello che le aveva raccontato –
William, vediamo se ho capito bene: tu sei fuggito con questa ragazzina ed hai
deciso di crescerla perché speri che un giorno ti ami, come tu ami lei. Giusto?
– Spike annuì con il capo senza profferir parola – visto che prima non ti amava
giusto? – Spike storse il labbro in una smorfia di diniego – non ho detto che non
mi amasse, ma era confusa e poi…- rimase un attimo in silenzio a capo basso e
infine proseguì – non avrebbe mai ammesso di amare una cosa disgustosa e
cattiva, priva di anima come me. – dalla voce si intuiva che quella frase lo
faceva soffrire molto, e Sally provò un moto di rabbia verso quella ragazzina
che aveva così calpestato i sentimenti di William. Fu solo un attimo poi con
voce gentile gli disse – non ti preoccupare adesso sei qui, io ti devo la vita,
e se posso fare qualcosa per te. Beh sono pronta – Spike sorrise, era quello
che voleva sentirsi dire, ne aveva bisogno. – Grazie, io da solo con lei non ce
la farei, ho bisogno di qualcuno che sia presente il giorno che si occupi di
lei –. Sally annuì – va bene, non ci sono problemi Willliam; anzi sono contenta
così non sarò più sola in questa grande casa. – Poi riflettendo un attimo
aggiunse – di sotto ho lasciato tutto come era, ho solo portato qualche
miglioria e messo la TV via cavo, spero ti piaccia –. Spike sorrise, era sempre
così premurosa.
All’alba
dello stesso giorno, Spike ricevette la telefonata del demone che lo avvertiva
che l’incantesimo, anzi anomalia generata dalla bocca dell’ inferno, era rotto
e che adesso non poteva più tornare indietro. Spike ebbe un momento di panico e
disse – Oh bloody Hell! – poi respirò lentamente per calmarsi.
La
mattina dopo la casa fu scossa dalle grida di Buffy che si era svegliata da
sola nella stanza ed aveva cominciato ad urlare – Mamma, Spike. – e a piangere
disperatamente. Sally aveva provato a calmarla, ma per tutta risposta lei le
aveva tirato un sonoro pugno. E visto che aveva sempre la forza delle
cacciatrici, la povera Sally si era ritrovata un occhio nero. Spike era corso
di sopra ed entrato nella stanza aveva visto Buffy che tirava i capelli della povera
Sally.
-
Buffy tesoro cosa c’è? Sono qua non piangere - Buffy all’udire la sua voce
aveva sollevato il viso verso di lui. Era pieno di lacrime. Gli era corsa
incontro e lo aveva colpito con piccoli pugni alle gambe. Era arrabbiata perché
lui l’aveva lasciata da sola. Lui la sollevò e la strinse forte, forte a se. –
Sch.. piccola non piangere. Sono qui. Lo sai che non ti lascerei mai vero? – e
le scostò una ciocca di capelli dal viso. Lei allora smise di piangere e fece
un lieve sorriso. E si strinse forte a lui. Spike era contento avrebbe voluto
che quell’istante durasse per sempre. Poi Sally si era alzata e un po’
indolenzita aveva detto in tono ironico– non preoccuparti per me Spike non mi
sono fatta nulla – e uscì dalla stanza. Spike stava per far scendere Buffy ma
lei gli si attaccò al collo e protestò. – no, no – e lui la tenne in braccio e
scese in cucina per la colazione. E lei volle assolutamente mangiare seduta
sulle sue ginocchia.
-
Spike non devi dargliele tutte vinte – e sorrise ben sapendo che si trattava di
una battaglia persa in partenza.
-
Si lo so - disse lui, - ma è solo per oggi - ma nei suoi occhi si leggeva
chiaramente che non le avrebbe mai detto di no.
Tutto
il pomeriggio Buffy giocò in cucina accanto a Spike e lo teneva d’occhio, se
lui si spostava lei lo seguiva, come avesse paura che lui se ne andasse e la
lasciasse sola. Spike era confuso e al settimo cielo. Buffy che era pazza di
lui, nemmeno nei suoi sogni più belli aveva immaginato una cosa del genere. La
sera dopo cena giunse il momento di metterla a letto, Sally si preparò a
cambiarla ma mentre si avvicinava al letto vide nello sguardo di Buffy aria di
sfida e capì che non le avrebbe permesso di spogliarla. E disse canzonatoria –
Spike… credo che tocchi a te – gli passò il pigiama ed uscì ridendo. Spike
sembrava impacciato, spogliarla? Non aveva mai pensato a questa eventualità.
Era una bambina eppure provava trepidazione al solo pensiero di sfiorare la sua
pelle candida. Buffy armeggiava con i bottoni della maglietta, senza riuscire a
sbottonarli. Poi lo guardò e disse – Spike! – lui si fece coraggio e le
cominciò a sbottonare la maglietta, cercando di distogliere lo sguardo e i
pensieri dalla Buffy che pochi giorni prima giaceva nel letto della sua cripta.
Esausta dopo una notte di sesso. Poi lei gli sorrise e fu tutto facile. Spike
le mise il pigiama e lei gli saltò addosso tirandogli i capelli e prendendolo
per il collo. Giocarono a fare la lotta per un po’ e poi lui le disse di
mettersi sotto le coperte era ora di dormire. Buffy lo guardò con gli occhi
lucidi … - altro capriccio in arrivo – disse Sally da sull’uscio. Era passata
per vedere cosa stessero combinando quei due. Spike stava già per cedere, ma
Sally intervenne e disse – a nanna signorina e niente capricci o Spike se ne
andrà per davvero – Buffy lo guardò allarmata e lui senza farsi scorgere da
Sally che era alle sue spalle, faceva le linguacce e le smorfie alla bimba per
non farla agitare e preoccupare. Lei allora sorrise e si mise sotto le coperte.
Spensero la luce e andarono di sotto. Sally era contenta nel vedere Spike
felice, e si era resa conto che quella bambina lo adorava. Adesso sapeva che
Buffy amava Spike qualsiasi cosa lei dicesse, prima da adulta non contava. Lei
lo amava era palese.
Si
salutarono e andarono anche loro a dormire. Nel bel mezzo della notte Spike fu
svegliato dal calore proveniente dal suo letto. Si girò e vide rannicchiata
sotto le lenzuola Buffy con un peluche. La guardò era bellissima. Lei aprì gli
occhi, erano imploranti. – Non riesco a dormire – disse semplicemente – ci sono
i mostri che mi inseguono. Ho paura – e si strinse ancora di più al suo
vampiro. Spike le carezzò il viso. – No amore, ci sono io qui a proteggerti. Te
lo prometto nessuno ti farà del male mai – lei lo abbracciò e posò la sua testa
sul suo fianco e rassicurata si addormentò.
La
mattina quando Sally trovò il letto della piccola vuoto, non si stupì più di
tanto, sapeva dove era andata.
Spike
non aveva chiuso occhio era troppo emozionato, troppo contento. Non voleva
perdere nemmeno un istante di quella notte. Buffy era sua. Quella notte era sua
solo sua. Quando provò ad alzarsi, non ci riuscì senza svegliarla, lei lo aveva
stretto in una morsa d’acciaio. Aprì gli occhi e li piantò nei suoi. A Spike
per un istante sembrò mancargli il respiro. Anche se non respirava. Poi lei
sorrise e gli stampò un bacio sulle labbra. “il suo primo bacio” pensò Spike
dentro di se. Poi si alzò e si preparò per una nuova giornata. “la vita è
bella” disse a bassa voce mentre si rivestiva.
La
prima delusione per Buffy fu quando cominciò la scuola. Lei voleva
assolutamente che fosse Spike ad accompagnarla, ma il Sole… non fu clemente e
non si nascose dietro nuvole benevole e così Sally e Spike dovettero
dissuaderla. Quella sera Buffy era arrabbiata e delusa. Come sempre andò a
dormire con Spike
….Infatti
dalla prima sera Buffy non aveva più usato la sua stanza. non c’era stato verso
di staccarla da Spike, piangeva e non dormiva. Allora Spike alla fine l’aveva
presa in braccio e stringendola aveva detto – va bene piccola hai vinto tu.
Dormirai con il vecchio Spike. - ….
Ma
non lo abbracciò, cercò di mantenere le distanze da lui. Spike stava male per
questo. Così prima cercò di provocarla tirandole qualche ciocca di capelli o
soffiandole tra i capelli. Ma lei lo scacciò con un gesto di stizza. Allora lui
disse piano – Buffy guardami – lei esitò un istante poi si girò. E lui le disse
un po’ agitato. – Amore non potevo venire con te questa mattina – lei lo guardò
con un grosso punto interrogativo disegnato sul viso. – Io sono un vampiro e si
mise in posa sorridente. Lei lo fissò e sorrise. E inaspettatamente senza la
minima paura gli chiese candidamente – mostramelo – lui la guardò tra il
divertito e il serio. Lei si mise in ginocchio sul letto e lo guardò dritto
negli occhi – avanti – allora lui le mostrò il volto della caccia. Voleva che
la sua Buffy sapesse cosa era, voleva che lei si innamorasse di lui e non della
sua immagine riflessa. Lei invece di urlare mugugnò qualcosa – Uhm… - e poi
toccò il volto del vampiro curiosa. – Tu non puoi vedere il Sole? – chiese. Lui
annui, e allora Buffy rise e disse – sei brutto così Spike – e lo abbracciò. Lo
aveva perdonato e Spike contento si addormentò insieme alla sua Buffy.
I
giorni correvano veloci tra giochi, coccole e capricci che Buffy vinceva tutti.
Il tempo passava già 4 anni da quando erano da Sally e come ogni anno il 2
dicembre si festeggiava il suo compleanno. Spike aveva preso per lei un bel
paio di orecchini. Voleva ringraziarla di tutto quanto stava facendo per lui e
per Buffy. Aveva comprato una bella torta e messo su un po’ di musica. Quando
lei rientrò fu commossa dalla sorpresa.
-
Grazie Spike sei stato davvero gentile – e sorrise contenta come una bimba.
Buffy soffriva nel vedere che tutte le attenzioni di Spike adesso erano per
Sally e non per lei. Si rabbuiò. Poi lui le diede il regalo e Sally per
ringraziarlo lo abbracciò e gli diede un lieve bacio sulle labbra. Buffy
divenne verde. Spike doveva baciare solo lei e nessun altra. Si avvicinò a
Sally e la spinse in malo modo, rovesciandole la torta sul vestito. Spike la
guardò e disse – Buffy smettila e chiedi scusa a Sally - era la prima volta che
la rimproverava. Buffy divenne furente e rossa in viso. – No mai! Non la devi
abbracciare e baciare. Ti odio! – e gli assestò un potente pugno in pieno viso
che lo fece cadere al suolo. E poi corse via.
Spike
si sollevò a sedere sul pavimento e si massaggiò la mandibola. – Mi ha colpito
– disse sorridendo compiaciuto. – A quanto pare siamo gelose – disse Sally
pulendosi il vestito. Lui continuava ad avere un’espressione incredula e felice
sul viso. – Sai sei il primo uomo che è felice di essere preso a pugni –. Spike
la fissò, e rise. Poi si alzò e andò a cercarla.
-
Buffy – la chiamò. Era seduta sul retro nel portico. Il suo rifugio. Aveva il
viso voltato dall’altra parte. – Perché ti sei comportata in quel modo con
Sally? – le domandò dolcemente. Ma lei non rispose. – Buffy sto parlando con te
rispondimi -
-
Ti odio. Tu vuoi bene più a lei che a me – E incrociò le braccia mettendo il
broncio. Non poté vedere la gioia che si dipinse sul volto di Spike. Che si
sedette accanto a lei e le carezzò dolcemente i capelli. Lei si scostò. Lui
allora le prese il braccio e dolcemente l’attirò a se e la strinse. E mentre la
teneva stretta tra le braccia, nonostante le sue deboli proteste, le sussurrò
all’orecchio – si è vero io voglio molto bene a Sally. Ma tu sei il mio amore.
E sarai sempre l’unica nel mio cuore. – Lei si allontanò un po’, senza
sciogliersi dall’abbraccio, in modo da guardarlo negli occhi e lo fissò. Come
per accertarsi che fosse vero quello che stava dicendo. – Tu sei mia Buffy e io
sono tuo. Per sempre. – e con lo sguardo le carezzò il viso. Buffy sorrise e
disse – si per sempre – e lo strinse forte, quasi a soffocarlo. E per la prima
volta da che erano arrivati lì Spike, desiderò fare l’amore con lei. Un
pensiero fugace che durò solo un attimo e poi tornò la dolcezza e il suo
bisogno di proteggerla, anche da lui se era necessario.
Rientrarono
in casa e Buffy corse in camera sua, non voleva chiedere scusa a Sally, era
ancora gelosa. Spike era raggiante.
-
Sally mi spiace -
-
Ah si dal volto non si direbbe – aggiunse lei sorridente.
-
Sì lo so ma è che…è la prima volta che… - e i suoi occhi lampeggiarono e si
intristirono allo stesso tempo per un attimo – … mostra di provare qualcosa per
me. –
Sally
lo guardò con dolcezza e gli disse – no Spike è da quando è qui che lo mostra.
Io l’ho visto. Lei ti ama Spike. Qualunque cosa lei ti abbia detto o abbia
fatto. Quegli occhi sono di una donna, beh diciamo di una bambina innamorata. –
Spike
la fissò, era così contento da non sapere cosa dire o fare. - Ora vediamo di
far tornare il sorriso su quel faccino – disse lei e salì di sopra da Buffy
-
Buffy sono io – disse bussando piano alla porta – Entra – disse Buffy ancora
imbronciata ma anche pentita per il suo comportamento.
-
Piccola, so cosa provi… ma ti posso giurare che tra me e Spike non c’è nulla se
non una profonda amicizia. E ti posso garantire che lui non ti lascerà mai
Buffy. E spero che nemmeno tu lo farai – disse con una nota di tristezza nella
voce.
Buffy
la guardò, aveva le lacrime agli occhi – mi spiace Sally io…- Sally le fece cenno
di tacere. – E’ tutto a posto piccola, tutto a posto. Ora scendiamo di sotto a
mangiare quel che resta della torta? – e le sorrise. Buffy l’abbracciò e poi
scesero di sotto. Spike era in fondo alle scale che aspettava. Buffy lo vide e
gli corse incontro. Gli saltò addosso e lo abbracciò.
Pochi
mesi dopo toccò a Spike dare i primi segni di gelosia era pomeriggio inoltrato
quando lui si svegliò quella notte era stato fuori. Sentì delle risa provenire
dal piano di sopra, pensava che Sally e Buffy stessero giocando e salì per
unirsi anche lui al gioco. Entrato in salotto vide Buffy in compagnia di un
bambino, il figlio del vicino. Che giocavano si imbrattavano il viso. Era
assurdo ma vedere quel bambino toccare Buffy, e lei ridere, lo fece ingelosire.
– Che succede qui? – disse serio, il bambino che aveva sentito parlare del
vicino “strano” si intimorì e zittì. – Niente Spike – rise lei – io e Peter
stiamo giocando alla mamma e al papà – e rise finendo di colorare un baffo sul
labbro del bambino. Spike si accigliò e sbuffò stizzito. In quel momento Sally
fece capolino dalla cucina – Ciao Spike, puoi venire un attimo – lui alzò il
sopracciglio e andò in cucina.
-
Non fare così su. – e sorrise – non puoi essere geloso di un bambino -
-
Io non sono geloso - e sollevò il sopracciglio – e che non mi piace che le la
tocchi –
-
Ma dai, è un bambino – Spike la guardò poco convinto e poi disse – si lo so io
cosa pensano i bambini a quell’età. Altro che …- e mugugnò.
Sally
rideva e disse – iniziamo presto Spike, tra qualche anno mi chiedo cosa farai.
La rinchiuderai nello scantinato con te? – Spike esitò un attimo e poi disse –
questa sì che è una buona idea ma perché non ci ho pensato prima – Sally lo
guardò stupita.
-
Troverò il modo…lei è mia Sally. Non ho fatto tutto questo perché un altro Mr.
Macho man con la depressione latente me la porti via. – Sally sorrise a quella
battuta.
-
Buffy adesso è ora che Peter torni a casa non pensi? Non vuoi giocare con
Spike? – la bambina all’inizio aveva fatto la faccia seccata. Avrebbe voluto
giocare ancora con il bambino, ma poi sentendo il resto della frase si alzò
contenta e disse – Okay. Ciao Peter, io adesso vado a giocare con Spike. – E
corse tra le braccia del vampiro che carezzandole il mento, prendendola in
braccio, le disse – prima di tutto signorina andiamo a ripulire il tuo visino
imbrattato – e si diresse verso il bagno.
Mentre
Sally accompagnava Peter a casa.
Domani
Buffy avrebbe compiuto 15 anni. Era notte e Spike non riusciva a dormire, negli
ultimi tempi Buffy assomigliava sempre più alla vecchia Buffy e per lui
mantenere il controllo era diventato davvero difficile. Passava notti intere a
guardarla, a osservare ogni lieve mutamento del suo viso che la rendeva sempre
più vicina al suo ricordo. Tra poco avrebbe avuto l’età in cui la conobbe,
quella sera al Bronze. Era bellissima ballava quella canzone, ed era davvero
solare e vitale. Ora lo sapeva sin da allora l’aveva voluta per se. Sin da
allora l’aveva amata, solo che lo aveva capito dopo.
Era
un po’ preoccupato, pochi giorni prima per la prima volta da quando erano lì si
era eccitato la notte quando Buffy, che ancora dormiva con lui, si era adagiata
sopra di lui e con le braccia lo aveva stretto. Lui non si era mosso, ma il suo
corpo aveva reagito da solo a quel contatto. Alla pelle calda di lei che lo
copriva. Il suo respiro lento e regolare. Il battito del suo cuore. Dio quanto
la desiderava, era stato impossibile controllarsi. – Buffy ti prego amami o io
non so cosa farò – le aveva sussurrato nella notte. E lei aveva in quel momento
stretto di più le braccia sul petto e Spike aveva ceduto senza difese.
Nella
tarda mattinata quando Buffy era a scuola si era alzato ed era andato in cucina
da Sally. Che aveva notato la sua aria strana in quei giorni e ci aveva messo
poco a capire il problema.
-
Spike come va hai l’aria stanca -
-
Non riesco a dormire – aveva risposto, ma dallo sguardo si capiva che c’era di
più.
-
Non può più dormire con me Sally – era triste, era così bello dormire con lei.
Si era illuso per anni ma adesso non poteva far finta di nulla.
-
Si lo so Spike, era normale che prima o poi sarebbe accaduto. Sono 10 anni che
non tocchi una donna non sei di pietra. –
-
Sì ma io non voglio rinunciare a lei … è così bello sentirla respirare nella
notte. Vederla dormire, sentire che c’è che è lì con te. – e sospirò.
-
Ti capisco Spike, ma è pericoloso… e se … - ma non finì la frase.
-
No mai – disse Spike ed aveva lo sguardo atterrito. Mai, mai più avrebbe
cercato di farle del male. Mai. – Va bene solo dovremo trovare una scusa. Il
modo per convincerla. – disse lui amareggiato.
-
Già – sospirò Sally questa volta ben sapendo il difficile compito da svolgere.
Buffy era davvero caparbia quando si metteva in testa una cosa.
La
serata passò tranquilla ma Spike e Sally a Buffy erano sembrati agitati e si
era già messa sulla difensiva. Sentiva che qualcosa era accaduto. Era arrivato
il momento di andare a nanna e come ogni sera lei si dirigeva verso lo
scantinato tenendo per mano Spike. quella sera Spike non si decideva ad andare
a nanna, di solito quando la vedeva sbadigliare le faceva un cenno e si andava
a nanna. Quella sera sembrava che nessuno avesse intenzione di dormire.
Poi
Spike guardò Sally e lei disse – Buffy senti, devo dirti una cosa – e attese
che lei la guardasse – da questa sera tu dormirai nella tua stanza. – lei
sgranò gli occhi. “No mai” pensò dentro di sé. Ogni giorno attendeva quel
momento, adorava dormire con Spike. Abbracciarlo, stringersi a lui. Era così
rassicurante e bello. Il suo modo di accarezzarle i capelli e di baciarle la
fronte mentre lei scivolava nel sonno. E quella sensazione che provava negli
ultimi tempi, quel calore intenso quando gli era vicina. Quel desiderio
profondo di toccarlo di abbracciarlo. Buffy non voleva nemmeno sentir parlare
di dormire da sola. – No! – gridò.
-
Buffy tu sei una signorina e le signorine non dormono con gli uomini …- ma non
sembrava convincente a dire il vero e anche Spike la guardò dubbioso.
-
Invece sì – rispose secca Buffy – e una mia amica mi ha detto anche che …-
Spike era sconvolto. – Basta Buffy, non vogliamo saperlo – si affrettò a dire
Sally. – Comunque tu da oggi dormirai nella tua stanza. Spike resterà con te
sino a che non ti addormenti va bene – Dal tono con cui l’aveva detto Buffy
capì che non c’era possibilità di farle cambiare idea. La sua rabbia allora si
rivolse verso di lui – non mi vuoi più? – e gli occhi divennero lucidi – tu non
mi vuoi più bene –
Spike
era combattuto, avrebbe voluto urlarle: “certo che ti voglio e non sai quanto ed
è per questo che devi starmi lontano. Ho paura che non riuscirò più a
controllare quello che provo per te. Ad aspettare che tu sia pronta”. Ma si
limitò a dire – Buffy ti prego non fare così lo sai che ti voglio bene, che ti
amo. – e disse quella frase in un modo così intimo e profondo che anche Sally
si commosse.
-
Allora perché ? Perché non vuoi che stia più con te? – Buffy non capiva.
-
Perché ad una certa età le cose cambiano e le ragazzine hanno bisogno della
loro privacy. Stanno diventando donne. - Sally non lo sapeva ma era riuscita
nel suo intento. Buffy al sentire quelle parole fece un sorriso strano. “lei
stava diventando una donna”. E poi così di punto in bianco – Va bene – disse.
Stupendo Sally e un po’ deludendo Spike che aveva sperato lei facesse più
resistenza a quella imposizione.
-
Però facciamo che questa è l’ultima notte? – disse Buffy con uno sguardo così
triste che Sally non se la sentì di dirle di no.
-
E va bene solo per questa notte però – e si alzò. Adesso potevano andare a dormire.
Spike aveva sussultato a quella frase. Ricordi e paure lo avevano assalito. Ma
ora non voleva pensarci. Quella notte era tutta per loro. Lui l’avrebbe fatta
durare il più a lungo possibile. Chissà quando avrebbe dormito di nuovo con
lei.
Si
spogliò lentamente , lasciandosi su come sempre i pantaloni e si stese nel
letto, dove Buffy lo aspettava rannicchiata, come quando era piccola. Con
indosso il suo pigiamino con i pesci e le tartarughe. Lei come ogni sera si
distese con il suo corpo su di lui e con le braccia gli circondò i fianchi.
Mentre lui con le sue abbracciava lei. E le carezzava i capelli dolcemente,
dandole di tanto in tanto dei baci sulla fronte.
-
Perché? – chiese lei a bassa voce mentre due lacrime le scivolarono lungo il
viso.
-
Amore non posso fare diversamente. Ti prego cerca di capire. Se potessi io ti
terrei qui, così, con me per sempre. – e senza che lei lo vedesse anche i suoi
occhi divennero lucidi.
-
Tu non… dormirai con qualcun altro vero? – gli chiese preoccupata, sollevando
il viso in modo da guardarlo negli occhi.
-
No amore te lo giuro. Con nessun altra. Se dormirò di nuovo con qualcuno un
giorno, quella sarai tu. – lei sembrò rassicurarsi e posò nuovamente il capo
sul petto di Spike.
-
Va bene allora adesso dormo – disse lei che subito dopo scivolò nel sonno.
-
Va bene amore dormi veglio io su di te. – disse lui e la strinse a se con
maggior forza come temesse che qualcuno volesse strapparla via da lui. E di
nuovo in lui i sensi si risvegliarono. Dentro di sé lottava contro un forte
desiderio di baciarla di accarezzarla e di non lasciarla andare via. Poi come
era accaduto quel giorno preso da un momento di follia sollevò il mento di
Buffy e la baciò, dolcemente, lentamente e con passione crescente. E lei non si
oppose anzi lo ricambiò con passione. Fu lui a staccarsi per primo, temeva che
da un momento all’altro avrebbe perso il controllo, l’eccitazione era forte.
Lei era lì indifesa, addormentata, fiduciosa. E probabilmente non si sarebbe
nemmeno opposta se lui avesse cercato di fare l’amore con lei. Poi tra i denti,
con angoscia e speranza disse – ma un giorno non molto lontano Buffy, sarà
diverso. – guardò fuori dalla finestra e poi fissò il volto di lei voleva
imprimerselo nella mente. Era così che la voleva ricordare sino a quel giorno,
serenamente abbandonata tra le sue braccia.
La
mattina dopo lei si svegliò lentamente stirando i muscoli. Era ancora
avvinghiata a Spike che non aveva chiuso occhio. Lui non disse nulla, non
voleva essere lui a mettere fine a quella notte. Lei restò in silenzio per un
po’ poi disse – possiamo stare così ancora per un po’? – lui rispose con
dolcezza – tutto il tempo che vuoi amore – gli piaceva chiamarla amore, visto
che in passato non gli era permesso. Poi si lei si alzò e lui rimase a letto a
sentire il suo calore tra le lenzuola sino a quando non si addormentò e sognò
di averla ancora tra le sue braccia.
Spike
da quella notte tornò alla sua vita notturna e non riuscì più a dormire. Spesso
andava nella stanza di lei e la osservava dormire. Le carezzava la guancia. E
pensava che era vero stava crescendo. Ogni giorno in lei lui rivedeva sempre
più la sua cacciatrice e una strana inquietudine lo assalì.
Un
altro anno era passato Buffy aveva 16 anni e le cose erano ancora più difficili
per Spike.
La
mattina quando si alzava per la colazione: in pigiama, tutta in disordine, con
il viso assonnato, e quell’ aria strana. Lui si sentiva sempre più perso.
Indossava pigiami succinti (un micro pantaloncino e una canotta) che la
rendevano terribilmente sexy ai suoi occhi e risvegliavano in lui sensazioni
intense. Erano 11 anni che non toccava una donna e il suo controllo ormai era
vacillante. Così dopo aver rinunciato a lei la notte, preferiva evitare di
incontrarla anche la mattina. Faceva in modo di salire dopo che lei era andata
a scuola, e si sedeva in cucina aspirando il suo odore ancora forte. Era un po’
di tempo che lei lo evitava, non si confidava più con lui e questo lo aveva
reso ancora più triste e depresso. Era arrivato a pensare che era il destino,
che qualunque cosa facesse alla fine lei non lo avrebbe mai amato comunque.
Poi
un giorno Sally rimasta sola con lui dopo aver esitato più volte, si sedette al
tavolo e gli disse – William, devo parlarti – Spike la guardò preoccupato – è
successo qualcosa con Buffy? Ci sono problemi? – lei lo tranquillizzò – no, no
niente di grave per adesso, ma è meglio che ne parliamo se ti và – e attese una
sua risposta – si va bene dimmi Sally, cosa c’è? – Sally cercò di mettere
insieme le frasi prima di parlare e poi disse – William si tratta di Buffy, lei
adesso sta per compiere 17 anni. È una ragazza molto vivace, molto matura e
bella. Questo lo sai da te. Penso che sia giunto il momento che tu ti faccia
avanti William – Spike la guardò stupito – cosa vuoi dire Sally? – voleva avere
la conferma di aver capito bene cosa lei volesse dire con quelle parole. –
Spike lo sai come sono gli adolescenti a 17 anni tutti ormoni e voglia di
scoprire di … insomma di andare oltre – Spike era sempre più attento ed in
allarme - continua – le chiese – Bene, penso che sia giunto il momento che tu e
lei, insomma…William devo farti i disegnini? – Spike sgranò gli occhi e poi
scoppiò in una risata – No ho capito- le rispose – ma non capisco come mai tu
mi dica questo, io la amo e la desidero questo ormai dovrebbe essere lampante,
però non voglio ancora. E’ troppo presto è ancora una ragazzina e io non voglio
fare pressioni su di lei adesso … – Sally lo fissò un attimo e poi infine
sospirando glielo disse – William, frequenta un ragazzo da un po’, e temo che
se tu non le farai capire quello che provi e che lei è tua… potresti anche
perderla. – Spike sembrò come cadere dalle nuvole, non si era accorto di nulla
in tutto quel tempo come era possibile. – No, stai scherzando vero? – Sally
scrollò la testa negativamente – no dico sul serio – Spike si alzò in piedi e
cominciò a fare su e giù per la cucina. – No, non può essere lei è mia… ma è
ancora così giovane, io…- la signora aggrottò le sopracciglia e lo redarguì –
accidenti William, quando sei arrivato qui sembravi così determinato. Sembrava
che niente potesse fermarti o distoglierti dal tuo scopo, tanto che ho davvero
temuto che tu… insomma che tu non avresti aspettato molto e che avresti… fatto
di lei una donna troppo presto. E adesso che è giunto il momento ti tiri
indietro? E’ arrivato il momento di prenderti quello che è tuo! – Spike sospirò
– e se lei non mi am…- lei non gli lasciò finire la frase – lei ti ama Spike,
solo non lo sa ancora. – lui la fissò, come volesse davvero poter credere a
quelle parole – Accidenti ma è possibile che io una donna anziana, con tutti i
miei principi morali, debba convincere un vampiro, senz’anima per giunta – e
gli sorrise bonaria – a fare l’amore con la donna che ama e che desidera da più
di 10 anni? Per lei sono dieci anni che non sfiori una donna, vivi qui sotto da
solo, aspettandola. Credo sia arrivato il momento di cambiare le cose William.
Riflettici, io tra 2 ore parto resterò fuori per tutto il weekend ho delle cose
da sbrigare in città –. Si alzò e dopo avergli dato uno sguardo d’intesa uscì
dalla stanza, lasciando Spike assorto nei suoi pensieri. Forse aveva ragione,
era arrivato il momento di fare il grande passo di cambiare le cose. Anche se
dentro di se aveva paura di un rifiuto, si sentiva incredibilmente contento; al
pensiero che anche Sally, a cui era affezionato, pensasse fosse giunto il
momento.
Per
tutto il giorno, fu in uno stato di agitazione e angoscia. Quella notte forse
dopo tanti anni: avrebbe potuto stringerla di nuovo tra le sue braccia, avrebbe
di nuovo accarezzato il suo corpo, baciato le sue labbra. Sarebbe stata di
nuovo sua. Giunse la sera e Spike si era messo in tiro, voleva fare colpo, le
mani gli tremavano per l’emozione. L’aveva evitata per tutto il giorno, ed
adesso era arrivato il momento di rischiare tutto, di riprendersela.. Salì di
sopra nella sua stanza, aprì piano la porta, ed ebbe un sussulto. Lei non era
nella sua stanza, girò per la casa, ma di Buffy nessuna traccia. L’angoscia lo
assalì. Dove era andata? Che era successo? Poi vide il suo diario aperto sul
letto e senza pensarci due volte iniziò a leggere.
Caro
Diario,
Anche
oggi ho pensato a lui, anche questa notte ho fatto lo stesso sogno, è stato
incredibile. Io cerco di non pensarci, di non sognarlo ma non ci posso fare
nulla. È più forte di me. Lo desidero da morire, e ci sto male perché so che
non dovrei, che è sbagliato. Ma lui è sempre presente, premuroso, gentile,
dolce, così caldo e mi guarda con certi occhi non so spiegarti. Secondo te
questo è amare? Io ho paura, perché è qualcosa che non riesco a controllare.
Ho
deciso! Basta non può più andare avanti così. Questa notte andrò da Jack e
accada quel che accada, non mi tirerò indietro. Non riesco più a sopportare
questa situazione.
Spike
era furioso, con se stesso e con lei. Avrebbe ucciso quel Jack e in quanto a
lei appena l’avesse ritrovata e riportata a casa, l’avrebbe incatenata e
segregata. Si alzò di scatto dal letto e corse fuori, si fermò un secondo a
sentire l’aria attorno a se. Percepì il suo odore e lo seguì. Doveva fare
presto ogni minuto era prezioso, chissà da quanto tempo era uscita,
dall’intensità dell’odore non doveva essere passata di lì da molto tempo.
Giunse davanti a cimitero, l’odore adesso era intenso, camminò a passo felpato
tra le tombe e finalmente li vide, seduti su una panchina in un vialetto
nascosto. Si stavano baciando, Spike ebbe un moto di rabbia che riuscì a stento
a controllare. “Ma in fondo chi sono io per lei?” si chiese amareggiato “forse
era giusto così, lei si sarebbe rifatta una vita Normale e lui sarebbe andato
al Diavolo”, proprio in quel momento spostandosi un po’ dietro gli alberi poté
vedere lui che le infilava le mani sotto la maglia, quello era troppo per lui.
Si irrigidì e tutte le sue considerazioni andarono a farsi benedire. “Chi se ne
frega di quello che è giusto e di quello che non è giusto! Lei è mia e nessuno
me la porterà via”. Uscì dal nascondiglio dirigendosi dritto verso di loro.
Senza accorgersene era scivolato nel volto della caccia, tanta era la rabbia
che aveva dentro. Ringhiò, e il ragazzo voltatosi di scatto, sbiancò alla vista
del vampiro. Si alzò di corsa e senza pensare un solo istante a Buffy se la
filò a gambe levate. Spike non si mosse, non aveva nessuna intenzione di
inseguirlo, ora doveva mettere in chiaro alcune cose con la sua incosciente e
imprudente principessa. Girò la testa verso di lei, lanciandole uno sguardo
sarcastico – oh che vero macho, questo Jack, se l’è filata senza pensare a te
principessa – Buffy era allibita, era in disordine la maglia semi sollevata e
le labbra ancora gonfie dei baci dati a quel ragazzino. Spike la fissò per un
attimo, la desiderava da morire. Poi riacquistò le sembianze umane e si
avvicinò a lei, che istintivamente si riassettò la maglia e si tese. – cosa
volevi fare Buffy? – le chiese con calma apparente – io… - esitò un attimo lei,
poi fissandolo con aria di sfida continuò – sono fatti miei, non sei mio padre
e non devo rendere conto a te di quello che faccio o non faccio della mia vita.
– Spike aggrottò la fronte – ah davvero? – Buffy si alzò come incapace di
continuare quella conversazione e urlando gli disse – ma cosa vuoi da me?
Lasciami in pace – e scappò via. Spike le corse dietro e l’afferrò per un
braccio bloccandola – Ti sbagli tesoro, tu sei affare mio e non ti lascerò in
pace. Ci siamo capiti? – Buffy si alterò ancora di più, chissà perché ogni
volta che era con lui tirava fuori il peggio di se. Prima non era così. – Ti
sbagli, io non sono affare tuo e presto me ne andrò via così mi lascerai in pace
finalmente – Spike tremò a quelle parole, dunque lei appena avesse potuto
sarebbe scappata via. Quella frase lo fece decidere, se ancora avesse avuto un
dubbio, non poteva più aspettare l’avrebbe persa. Senza risponderle, la
trascinò via. Lei cercò di divincolarsi, ma la sua mano le serrava il braccio
come in una morsa d’acciaio. Giunsero a casa, non si erano scambiati una sola
parola lungo il tragitto. Lui la spinse letteralmente dentro casa e richiuse la
porta alle sue spalle. Buffy senza degnarlo di uno sguardo si diresse verso le
scale per raggiungere la sua stanza, ma lui la fermò. Lei si voltò a guardarlo
e in un attimo si trovò premuta contro il muro dal corpo di Spike che la stava
baciando appassionatamente. Lei aveva serrato le labbra, rifiutando quel bacio,
ma dentro di se un calore intenso l’aveva avvolta. Si divincolò e quando le
labbra si staccarono lei gli disse fredda – sei impazzito? – lui la fissava con
uno sguardo indecifrabile che la fece rabbrividire. – non era questo che
volevi? Passione, desiderio … sesso? – lei sgranò gli occhi, l’aveva ferita, e
a sua volta rispose tagliente: – Sì, ma non con te che sei una cosa d… - lui la
interruppe e strinse le braccia di lei tanto da farle male. – Non provare a
continuare Buffy – un dolore lancinante lo aveva colpito al petto, non poteva
credere che anche adesso la scena si ripetesse. – Ho letto quello che hai
scritto nel diario – le disse secco, Buffy arrossì violentemente e tutta la sua
rabbia e la sua forza sembrarono venire meno. – Io .. io …- balbettò, confusa,
mentre anche lui la guardava spiazzato da quel suo improvviso cambiamento. –
Quello che c’è scritto non riguarda te, sono solo stupidaggini. Non le penso
davvero e tu non dovevi farlo, come hai potuto – e abbassò lo sguardo mentre il
viso andava in fiamme. In un lampo il vampiro capì, i sogni, quei riferimenti a
quello che provava non erano rivolti a quel ragazzino ma a lui. Dunque Buffy
sognava di lui, lo desiderava. Il suo cuore ebbe un moto di gioia, quasi
incontenibile. Allentò la stretta e le sollevò il viso delicatamente – piccola
– disse con voce tornata gentile e calma. Buffy non aveva il coraggio di
guardarlo – lasciami – disse e cercò di divincolarsi, ma lui glielo impedì –
Buffy guardami – le disse, ma lei si agitava sempre di più. Aveva paura, tutto
si complicava e lei era confusa. Lui allora le prese il volto tra le mani e
teneramente la baciò, dapprima con dolcezza e poi sempre più intensamente.
Questa volta lei non riuscì a respingerlo, anche se cercò di allontanarlo. Ma Spike
ormai non si sarebbe più fermato nemmeno se il mondo gli fosse crollato
addosso: Lei lo voleva, lo amava forse, quanto tempo aveva atteso quel momento;
una vita intera (o più). Le mani scivolarono sui fianchi di lei e l’attrassero
ancora di più a se, come volesse penetrarla con tutto il suo essere. Lei si
sentì mancare, quel bacio era troppo intenso e profondo, faceva quasi male.
Respirava a fatica quando lui liberò le sue labbra. Ansimava rossa in viso, e
con gli occhi lucidi. Lui la fissò e quello sguardo la fece tremare, tanto era
intenso e pieno di desiderio. Adesso aveva davvero paura. – Buffy io… - cercò
di dire lui, ma lei spalancò gli occhi e si mise a urlare – no, no, basta io
non voglio sentire nulla. Voglio andare a letto – lui la fissava stranito, ma
dentro di se aveva deciso: non l’avrebbe lasciata andare – anche io – rispose
lui guardandola con malizia. Buffy allora d’istinto gli assestò un calcio alle
parti basse e il vampiro gemette di dolore. E poi divincolandosi corse verso le
scale. Spike sorrise, quella era la sua Buffy, era tornata, e sarebbe stata
sua; ora lo sapeva. Le corse dietro, la raggiunse sulle scale e le bloccò i
polsi dietro le spalle. La sollevò di peso ben attento a tenerle ferme le gambe
per non farla scalciare e la portò di sotto, nella sua stanza. – Perdonami
amore, ma ti desidero troppo per aspettare – la stese sul letto e le si adagiò
sopra delicatamente. Iniziando a baciarla disperatamente. Non le dava tregua,
Buffy si sentiva mancare. Le sue carezze si facevano sempre più audaci, fece
scivolare le mani sotto la maglietta e cominciò a sfiorarle il seno
delicatamente. Buffy sussultò a quel contatto freddo. Senza esitazioni il
vampiro gliela sfilò, mentre Buffy cercava di coprirsi con le mani. Lui le
sorrise e prendendo le mani di lei nelle proprie le scostò dal suo bellissimo
corpo. Sempre fissandola, lentamente le sbottonò il reggiseno e lo fece
scivolare via. Buffy arrossì violentemente, vedendo lo sguardo avido di Spike
che la stava osservando sfacciatamente. Poi messosi a cavalcioni su di lei si
sollevò leggermente e si sfilò la maglietta. Buffy tremava e il suo cuore
sembrava balzarle fuori dal petto. Lentamente lui seguì con lo sguardo le curve
del corpo di Buffy che avvampò e girò lo sguardo imbarazzata, mentre lui si
riempì entrambe le mani con i suoi seni. Buffy non riuscì a trattenere un
gemito e i suoi seni si irrigidirono sotto quel tocco gentile e sensuale.
Infine lui si chinò su di lei e senza smettere di guardarla e cominciò a
succhiare e leccare lentamente prima uno poi l’altro capezzolo, mentre Buffy
chiuse gli occhi, respirando sempre più rapidamente e gemendo dal piacere. Con
le mani le accarezzò lentamente le braccia, intrecciò le mani di lei e poi si
fermò all’apertura dei suoi pantaloni. Buffy a quel punto spalancò gli occhi e
gli afferrò i polsi bloccandoglieli – no – disse intimorita. Spike si fermò e
la guardò dolcemente – ti fidi di me? – Buffy non rispondeva. Lei si fidava di
lui ma aveva troppa paura – no – disse senza guardarlo in volto, lui rise
questa volta – ah no? – fece eco e si chinò a baciarla. Sentì la sua
eccitazione crescere, non avrebbe resistito ancora molto a lungo, doveva far
andare avanti le cose. Così mentre la baciava le sbottonò i pantaloni,
ignorando le resistenze di lei e con un gesto rapido glieli sfilò. E mentre con
una mano tratteneva lei che adesso sembrava davvero terrorizzata, si sbottonò e
sfilò i suoi. – Oh Dio! – disse Buffy chiudendo gli occhi. Spike sotto i jeans
non aveva nulla. Lui rise forte, era davvero stupendo vederla così imbarazzata,
con gli occhi serrati mentre cercava di divincolarsi dalla stretta di lui.
Adesso a separarli vi erano solo gli slip di lei che ansimava e si agitava, non
sapendo che questo lo eccitava ancora di più. – Amore sta tranquilla, non ti
farò male te lo prometto. Vedrai ti piacerà – ma Buffy non ascoltava tanta era
la paura. Con Jack non aveva provato nulla se non un senso di rifiuto, ma con
Spike era diverso. Sentiva sensazioni così intense da farle pensare di stare
per morire. Lui si era risteso su di lei facendo aderire completamente il suo
corpo a quello di lei. Che adesso poteva sentire distintamente l’eccitazione di
lui. Sino ad allora lui non era mai sceso al di sotto della sua pancia ad
accarezzarla, insinuò la sua mano tra le cosce di lei, Buffy sussultò, e il suo
corpo inaspettatamente reagì a quel tocco aprendosi ancora di più per
facilitarli il movimento. Con gesti gentili ma anche intensi Spike le
massaggiava le parti sensibili. Strappando a Buffy gemiti sempre più forti e più
vogliosi. La portò vicino all’orgasmo e poi ritrasse la mano. Lasciandola
gonfia di piacere inappagato. Buffy fece una smorfia, di diniego e lo guardò
stupita. Lui la stava fissando divertito, poi cercò di sfilarle gli slip e fu
allora che Buffy iniziò a piangere, implorandolo – no, no, non voglio ti prego
basta, basta -. Spike ebbe un attimo di indecisione, ma lei era cosi bella con
quello sguardo lucido. Le accarezzò i capelli sempre sorridendole e le disse –
amore vedrai sarà bello, lo so che ti piacerà. Fidati di me andrà tutto bene,
non vuoi che completi quello che ho interrotto? – cercava di tranquillizzarla,
Buffy arrossì, era in balia di emozioni troppo forti da poter controllare.
Spike sospirò, e riprese a baciarla e a carezzarle il seno, sino a che non la
sentì di nuovo rilassata sotto di lui. A quel punto riprese nuovamente a
sfilarle gli slip, e anche questa volta lei cercò di fermarlo, ma lui
bloccandole il bacino con il peso, glieli strappò via. Riprese a toccarla
intensamente e lei tornò a gemere violentemente. Quando la sentì completamente
bagnata avvicinò la sua virilità, tesa ormai allo spasimo dal desiderio di
entrare in lei, alla femminilità di lei, senza smettere di eccitarla. Lei
timorosa lo implorava – no, no, ho paura, non farlo ti prego – lui la baciò e
mentre la baciava lentamente si spinse in lei. trattenendo la sua foga con
grande sforzo. Buffy puntò le braccia al petto di lui nel tentativo di
respingerlo, provava dolore, misto a un senso di inappagamento che la faceva
sentire male e i suoi muscoli si irrigidirono. – Oh Buffy, sei mia, sei sempre
stata mia. Sapessi quanto ti ho atteso amore. Rilassati, stai tranquilla non ti
farò male – e con una prolungata, dolce ma anche vigorosa spinta la penetrò. –
AH! – gridò lei, seguito dal gemito appagato di lui. Che immobile in lei
attendeva che i muscoli si rilassassero e cedessero alla sua penetrazione. La
baciò e continuando a guardarla teneramente nel tentativo di tranquillizzarla
le disse – avanti tesoro è tutto fatto sei mia adesso, lasciati andare -.
Quando sentì la stretta allentarsi, lentamente iniziò a muoversi su di lei, che
ebbe una fitta di dolore seguita subito da una serie di sensazioni indefinibili
sempre più intense e alla fine riprese a gemere, cingendo le spalle di Spike e
attirandolo a se. Mentre lui si muoveva su di lei, e la guardava contento.
Godendo nel vederla godere. – Si amore, così, seguimi, assecondami. Cosi brava
lasciati andare godi. Fammi vedere quanto ti piace quello che ti faccio – le
sussurrava all’orecchio, facendola arrossire. I movimenti si fecero sempre più
intensi, lui le impose il suo ritmo e lei con i fianchi protendendosi verso di
lui lo assecondava. – Sei bravissima amore, mi fai impazzire, continua così –
Buffy aveva ancora gli occhi chiusi e respirava affannosamente, ma allo stesso
tempo si spingeva verso di lui per facilitargli la penetrazione e lo
accarezzava audacemente con le mani, spingendo il bacino di lui contro di lei
come a chiedergli di penetrarla ancora più a fondo. – Continuo così amore o devo
smettere – le chiese lui retoricamente, lei in preda al piacere, era incapace
di rispondere coerentemente alle sue domande – No, sì – lui sorrise e disse –
No, devo smettere, o Sì devo continuare? – dandole una sua spinta più vigorosa
e profonda, lei emise un gemito più forte era vicina all’orgasmo oramai. Le
sollevò le gambe per penetrarla totalmente – Sì – disse lei approvando la nuova
posizione, che le provocò subito sensazioni ancora più intense. – Si amore su,
vieni avanti fammi vedere quanto ti piace – fece eco lui, ormai al limite
dell’eccitazione. Lei d’improvviso aprì gli occhi e lo fissò – Spike – disse in
tono serio. Il vampiro fu un po’ allarmato e le chiese subito – cosa c’è
piccola ti ho fatto male? – lei lo guardò e disse: – sento che sto per morire –
mentre richiudeva gli occhi incapace oramai di trattenere il suo piacere. Lui
rise, provocandole un ulteriore brivido di piacere con le sue vibrazioni e le
disse - No amore non stai per morire, stai per venire. Avanti non fermarti,
fammi vedere quanto mi vuoi – e poi lei urlò, avvinghiandosi a lui – Ahhhh! –
un gemito prolungato seguito da un sospiro di appagamento. Subito dopo anche
lui si abbandonò e venne, con un movimento prolungato del bacino. E il più
lentamente possibile uscì da quell’antro caldo che era la SUA Buffy, perché
adesso era sua per sempre, niente li avrebbe più divisi.
Lentamente
lei si addormentò, mentre il vampiro, troppo eccitato ed incredulo per quanto
accaduto, non riusciva a prendere sonno. La teneva stretta tra le braccia nel
timore che tutto si rivelasse un sogno e che al risveglio tutto svanisse.
Questa volta non c’era stata violenza, non c’era stata lotta, solo una
scaramuccia. Adesso era lui ad avere paura, di quello che sarebbe accaduto al
suo risveglio. Con la vecchia Buffy il copione era lo stesso: qualche bacio,
pugni e fuga rapida della disgustata e pentita cacciatrice. Attese il momento
del suo risveglio come una rivelazione di quello che sarebbe stato il suo
destino e lei alla fine si svegliò, stiracchiandosi. Senza aprire gli occhi,
mugugnò qualcosa, poi si strinse ancora di più contro il petto di Spike, che se
avesse potuto avrebbe trattenuto il fiato in quel momento. “Ecco adesso mi
guarderà e… “ mentre stava pensando questo Buffy spalancò gli occhi e lo fissò
dritto negli occhi. Un attimo che al vampiro sembrò tutta la sua eternità. Un
sorriso gioioso le illuminò il viso e d’istinto si sporse verso di lui e lo
baciò dapprima dolcemente e poi via, via più appassionatamente. – Buongiorno
amore. Ho fame – disse e lui si sciolse come cera al Sole. Avrebbe voluto
urlare di gioia, gridare al mondo che lei era sua, che lo amava. Non era più
una cosa disgustosa e cattiva adesso. Invece ricambiò il suo bacio stringendola
tra le braccia. – Ciao amore, ben svegliata. Hai dormito bene? – Un lieve
rossore apparve sulle guance di Buffy, che ancora non aveva fatto ben mente
locale su quello che era accaduto. Lui le sorrise e la baciò sulla guancia. Poi
si alzò e si diresse di sopra con disappunto di Buffy che voleva restare ancora
accoccolata tra le sue braccia. Dopo un po’ però riapparve con il vassoio della
loro colazioni. Lei sorrise contenta, aveva davvero molta fame, viste le
energie consumate la notte precedente. Addentò una ciambella, mentre Spike la
guardava sorridendo. Mangiarono in silenzio scambiandosi sguardi sensuali e
provocanti, mentre Buffy si portava un grissino alla bocca, o Spike leccava la
crema che fuoriusciva dalla ciambella. Non finirono la colazione che erano di
nuovo avvinghiati l’uno all’altro, e facevano l’amore. Mentre Buffy si spingeva
verso di lui per farlo entrare a fondo, in un gemito di piacere disse – Ti amo
Spike –. Lui sussultò a quella dichiarazione così inaspettata, che perse il
ritmo per qualche istante fermandosi. Buffy riaprì gli occhi, senza capire bene
cosa fosse accaduto e gli chiese con voce implorante e roca dal desiderio – No
Spike. Non fermarti ti prego. Ancora – Spike si riprese dallo stupore e
continuò a darle spinte sempre più vigorose e prolungate, sino a farla venire.
Poi in un sussurro all’ orecchio le chiese – dillo ancora Buffy, ti prego – e
Buffy intuendo quello che le stava chiedendo, gli cinse le spalle con le mani e
gli disse ancora – TI A-M-O SPIKE –. Spike sorrise grato e allo stesso tempo
stordito da quella frase così attesa e inattesa allo stesso tempo, e le rispose
– Anche io ti amo Buffy, da morire -. Buffy rendendosi conto del paradosso
dell’affermazione scoppiò in una fragorosa risata. E poi riprese a baciarlo con
rinnovata passione e voglia. E gli disse – Abbiamo tempo, Spike, tanto è giorno
e tu non puoi andare da nessuna parte… quindi ho pensato che … - e ammiccò alla
virilità del vampiro nuovamente eccitata. Poi lui la spinse supina sul letto e
le si distese sopra – agli ordini mia regina – disse e la baciò con desiderio.
Erano
profondamente addormentati quando Sally….che si era un po’ allarmata per il
troppo silenzio della casa a quell’ ora della sera; Quando di solito Spike si
preparava ad uscire e Buffy faceva i capricci perché voleva andare con lui,
strillando per tutta la casa…. Discese nella stanza di Spike per vedere se c’
era. Il vampiro all’udire i passi si destò di soprassalto e d’istinto si coprì.
E come accadeva in passato, coprì la cacciatrice con un lenzuolo per evitare
che la vedessero. – Sally, ciao andato bene il viaggio – disse imbarazzato
rendendosi conto dei numerosi indizi sparsi per la stanza, che lasciavano
intuire cosa fosse accaduto. Poi Buffy fece capolino con la testa tra le
lenzuola. E disse – salve signora Sally, spero non si arrabbi per questo, ma io
…. – e tacque non sapendo bene cosa dire per spiegare quello che le era
accaduto. Poi facendosi coraggio disse in un fiato – Io amo Spike, e non mi
interessa se lei non approva o se non è d’accordo. Io voglio stare con lui e né
lei né nessun altro me lo impedirà. – e la fissò con aria di sfida. Spike era
al limite dell’incredulità, la guardò sconcertato e Buffy un po’ esitante gli
domandò – Ho detto bene? Anche tu lo pensi vero? – e lo guardò in attesa. Lui
per un attimo non riuscì a proferir parola e poi disse urlando – ti amo honey,
da impazzire. Che qualcuno provi a separarci adesso -. Buffy sorrise
rassicurata e tornò a guardare seria Sally, che dopo un momento di smarrimento,
scoppiò in una fragorosa risata. E salendo le scale disse – era ora! – poi
scuotendo la testa - Ragazzi d’oggi tutte chiacchiere e niente fatti -. Spike e
Buffy scoppiarono a ridere e ripresero a baciarsi davvero euforici. Era notte
fonda quando Spike si svegliò, aveva avuto un incubo, Buffy fuggiva via e lui
la inseguiva senza mai riuscire a raggiungerla. Si tranquillizzò vedendola
addormentata pigramente tra le sue braccia. Si alzò e si diresse verso il
frigorifero, aveva fame, Buffy lo aveva davvero stancato. E sorrise tra se
ripensando al giorno appena trascorso. Indubbiamente uno dei più belli della
sua vita. Bevve un po’ di sangue e poi subito si rimise sotto le lenzuola, non
voleva lasciarla nemmeno per un minuto. Buffy gli sorrise nel sonno, contenta
di riabbracciare qualcosa di fresco e morbido. – Spike ho ancora voglia
possiamo rifarlo? – Spike non poté trattenere una risata sommessa, anche nel
sonno lei gli chiedeva di fare ancora l’amore. Era davvero instancabile, la
guardò un attimo e poi il suo sguardo si illuminò come folgorato da un’idea
geniale…. Buffy stava sognando di loro, del mare, quando una sensazione di
calore intenso la pervase. Aprì lentamente gli occhi e vide qualcosa che si
muoveva sotto le lenzuola e un’ondata di piacere liquido la fece fremere. Capì
che spike con la testa tra le sue gambe la stava eccitando da morire. Gemette
incapace di controllarsi e disse con voce roca – Spike! – la testa di Spike
spuntò da sotto le lenzuola e Buffy ebbe un attimo di tregua. Interrotto subito
dalla mano di Spike che si era sostituita alla sua lingua. – Dimmi amore, cosa
c’è? – le chiese fintamente stupito e con aria innocente. Lei aveva chiuso gli
occhi e riverso la testa all’indietro. Era ancora inesperta, lui doveva
ricordarlo, era facile farla venire ed eccitare sino all’inverosimile. – Basta
ti prego, Spike! – lui si sollevò e raggiunse le sue labbra, e la baciò
intensamente. – Ho appena cominciato – disse e penetrò in lei lentamente. Buffy
si avvinghiò a lui e gli circondò i fianchi con le gambe, spingendosi verso di
lui per prenderlo totalmente in lei. E fecero ancora l’amore. Dentro di se
pensò che quello era il modo più bello per svegliarsi, far l’amore con l’uomo
che si ama. Subito dopo l’amore si fecero una doccia insieme, divertendosi con
l’acqua e salirono a fare colazione. Sally li aspettava, sulla tavola
imbandita, vi era ogni ben di Dio. I due si guardarono stupiti – Beh ho pensato
che avreste avuto fame… e poi dovete recuperare le energie – fece Sally con
fare malizioso. Buffy arrossì violentemente, mentre Spike la guardava
sorridendo. Eh sì a dire il vero avevano proprio bisogno di fare una lauta
colazione.
Si
sedettero imbarazzati, mangiarono in silenzio e voracemente. Poi Sally, anche
se un po’ dispiaciuta disse – Buffy per oggi passi, ma domani a scuola intesi? –
Spike la guardò un po’ contrariato, ma era consapevole del fatto che Sally
avesse ragione. Buffy sbuffò e girò gli occhi stufata. Spike non disse nulla,
era troppo felice e non voleva rovinare quel momento per nulla al mondo. Finita
la colazione si guardarono indecisi sul da farsi, non potevano tornare di
sotto, anche se l’ avrebbero volentieri fatto. Quindi si aggirarono per la
cucina per un po’ aiutando Sally e poi decisero di vedere un po’ di TV. Seduti
sul divano abbracciati. Non volevano lasciarsi per un istante. Dopo un’ora
circa Sally disse loro – Bene ragazzi esco a fare la spesa – e sottolineando la
frase aggiunse conscia del desiderio della coppia di stare da sola – tornerò
tra un’ora o giù di lì – e uscì. Spike e Buffy erano rimasti sul divano immobili,
poi realizzarono il significato delle parole di Sally e dandosi uno sguardo
d’intesa corsero giù per le scale diretti alla cantina. Liberandosi il più
rapidamente possibile degli indumenti. Fecero l’amore in modo un po’ selvaggio,
e a Spike venne in mente la vecchia Buffy. A cui la nuova sembrava somigliare
sempre di più, anche se questa lo amava. Si rivestirono di corsa come si erano
spogliati, non volevano Sally li trovasse ancora a letto. Fecero in tempo a
salire in cucina che la porta si aprì. Sally era rientrata. – Ciao – le dissero
in coro fingendo indifferenza e un po’ di noia. – Ciao ragazzi – rispose Sally,
a cui non era certo sfuggito il lieve rossore sulle guance di Buffy. Ma fece
finta di nulla, non voleva imbarazzarli troppo. Dopo pranzo e qualche
esitazione Sally disse – credo che adesso si dovranno fare degli spostamenti –
e li guardò – Che spostamenti? – ripeterono i due ragazzi all’unisono. – Beh… -
continuò – ho pensato che voi adesso che state insieme dovreste dormire nella
stessa stanza – e attese prima di continuare. – Allora avete scelto in quale
stare? Quella di Buffy o la tua Spike? – i due sembrarono colti di sorpresa e
si sentirono in imbarazzo. – Quella di Spike! – disse Buffy, sicura. Spike la
guardò e le chiese curioso – perché? – Buffy avvampò e distolse lo sguardo,
cercando disperatamente una scusa. Perché la sua scelta era stata dettata dal
fatto che in cantina lei e Spike, lontano dal Sole, avrebbero potuto farlo
anche tutto il giorno. Spike capì il motivo di quel rossore e per aiutarla
disse: - Oh, amore hai paura che vada in polvere, qualora ti venisse voglia di
aprire le tende appena alzata? – e le strizzò l’occhio in segno di intesa.
Buffy sentendosi un po’ più rassicurata dalla scusa plausibile inventata da
Spike, fece cenno di sì. Lui le prese la mano e la strinse tra le proprie. Era
quasi il tramonto quando Buffy chiese – Spike, andiamo a fare una passeggiata?
Ti prego dai!! – Spike la guardò, sorrise e le fece cenno di sì. Per la strada
mano nella mano Spike si sentiva un bambino che abbia ricevuto il suo dono più
grande da Babbo Natale e lo volesse mostrare al mondo dicendo “ecco guardate la
cosa più bella al mondo. Ed è mia”. Era la loro prima uscita da fidanzati.
Perché adesso lui era il suo ragazzo e lei la sua ragazza, pensava Buffy con
una punta di soddisfazione. Incontrarono due compagne di Buffy e lei le salutò
sorridendo – Ciao Mary, Ciao Sam – . Le due si avvicinarono guardando Spike,
facendogli un sorriso. Buffy ebbe un moto di gelosia e subito, stringendosi a
lui precisò – Lui è il mio ragazzo –. Le due amiche smisero di sorridere e i
loro volti si dipinsero di incredulità; – Il tuo cosa? – ripeterono insieme.
Spike sorrise, la situazione si faceva divertente, ma non voleva che la sua
piccola si agitasse. E per rassicurarla le cinse la vita e la baciò
teneramente, ma anche appassionatamente su una guancia. – Bene ragazze adesso
io e la mia principessa andiamo, è stato un piacere – e prendendola per mano si
allontanarono. Buffy non aveva detto una ancora parola, lui la guardò di
sottecchi e le chiese – gelosa? – lei sobbalzò e rispose – no macché – ma dalla
voce si capiva che era gelosa. – perché dovrei essere gelosa? Perché ti stavano
mangiando con gli occhi o perché tu ridevi come un imbecille – e gli diede una
gomitata nello stomaco accelerando il passo. Lui la raggiunse, dentro di se era
incredibilmente soddisfatto e contento della reazione della sua cacciatrice. –
Amore, smettila. Lo sai che amo solo te. Questo dovresti averlo capito mi pare.
– Buffy fece ancora l’imbronciata e lui prendendola tra le braccia la baciò
intensamente, facendola restare quasi senza fiato. Buffy rispose al bacio e gli
cinse le spalle con le sue braccia. – Ti amo Spike – lui le sorrise e la baciò
ancora. Si recarono ad un centro commerciale e Buffy correva da una vetrina
all’altra senza sosta. Curiosa di tutto quello che vedeva. Poi volle lo
zucchero filato e puntò i piedi sino a che lui non glielo comprò. Era proprio
una bambina, ma a Spike piaceva quel suo modo di fare prepotente ed infantile,
che l'altra Buffy aveva perso da un pezzo. Improvvisamente in lui si risvegliò
il desiderio di lei. Era assurdo, ma era come … un bisogno insopprimibile di
toccarla, baciarla fare l’amore con lei. Si fermò, tenendole la mano. Buffy
alzò lo sguardo verso di lui e vi lesse desiderio, passione bisogno di lei.
Esitò un momento e poi gli prese la mano e cominciò a correre verso casa.
Entrarono come due furie in salotto, Sally stava guardando la TV, si voltò di
scatto e le bastò una sola occhiata per capire. – Ragazzi mi raccomando non
fate troppo rumore, ricordate che c’è una povera vecchietta timorata di Dio in
soggiorno …. Che è in astinenza da una vita – e rise. Mentre i due amanti erano
già corsi di sotto spogliandosi a vicenda. Non arrivarono al letto che lui era
già in lei. E l’amava furiosamente e appassionatamente. Si strinsero l’uno
all’altra in un abbraccio disperato di appartenenza reciproca e si fusero in
un’anima sola. Quando si riprese Buffy disse – abbiamo mancato il letto –. Spike
sorrise ricordando, la sua prima vera conversazione post – sesso con l’altra
Buffy, e rispose – Meglio per il letto -. La baciò, non sazio ancora di lei.
Erano
ormai due mesi quasi da quando Buffy e Spike stavano insieme. Sally era
contenta, vedere William così felice e sereno la faceva stare bene, anche se in
fondo al cuore era in pena. Non aveva mai visto Spike in quello stato di totale
balia della donna amata. Lui era pazzo di lei, e questo la preoccupava pensando
che qualcosa potesse distruggere quel momento ed insieme anche William. E fu in
una sera d’autunno che accadde quello che Sally aveva sempre temuto. Perché non
si può andare contro il tempo ed il destino. Aveva iniziato a piovere a dirotto
e Spike e Buffy stavano rientrando velocemente da una passeggiata. Lui aveva
coperto entrambi con lo spolverino e correva verso casa, quando furono
attaccati da alcuni vampiri. Era la prima volta che accadeva. Spike ne bloccò
tre ma un altro attaccò Buffy; che spaventata a morte, senza rendersi nemmeno
conto di quello che faceva rispose all’attacco. Schivò il colpo e a sua volta
lo colpì in pieno viso atterrandolo. Si guardò intorno e come se sapesse da
sempre cosa fare, prese un pezzo di legno e lo colpì dritto al cuore
polverizzandolo. Rimase qualche minuto immobile guardando prima il suolo dove
poco prima c’era il vampiro e poi il paletto. Sollevò poi la testa e guardò
Spike, che aveva appena polverizzato i suoi avversari. – Che è successo? –
disse e il suo sguardo divenne freddo improvvisamente. Spike ebbe una fitta al
cuore, come fosse stato appena colpito da un paletto appuntito. Gli bastò
guardarla negli occhi per capire, era finita. Buffy sembrava furente – cosa hai
fatto? Cosa mi hai fatto? – iniziò a urlare avventandosi contro il vampiro che
rimase immobile, mentre lei lo colpiva con tutta la violenza di cui era capace.
Rimasero immobili, il viso bagnato dalla pioggia e dalle lacrime, perché
entrambi stavano piangendo. – Ti odio – disse lei con calma innaturale e Spike
guardandola disperato e senza riuscire a dire nulla. Lei scappò via. Tornata a
casa, Buffy guardò Sally con disprezzo, essendo certa che anche lei sapesse… -
brava davvero una bella recita Sally – disse con tono sprezzante. Sally la
fissò senza parlare – come ha potuto permettergli di crescermi per i suoi
sporchi giochini…- Sally cercò di spiegarle – Buffy credimi lui non lo ha fatto
per….- ma Buffy era sorda ad ogni spiegazione ad ogni parola. Non voleva
sentire, perché forse temeva che quello che avrebbe sentito fosse la verità. E
lei questo non lo accettava, non lo aveva mai accettato. – Quella cosa
disgustosa e cattiva mi fa solo schifo – disse e Sally la colpì in pieno viso
dicendole – devi essere proprio cieca, cacciatrice per non accorgerti di questo
–. Buffy era furiosa e si trattenne a stento dal colpirla – siete tutte cose
senz’anima – urlò. Sally le lanciò uno sguardo gelido e disse tra i denti – sei
patetica, mi fai davvero pena –; e voltandosi continuò – raccogli le tue cose e
vattene –. Buffy rimase un attimo incredula e poi corse per le scale nella sua
vecchia stanza, raccolse poche cose e fece per uscire. Si fermò sulla soglia e
tornò indietro, e senza rendersi conto del valore di quel gesto e del perché lo
stesse facendo. Prese un piccolo carillon che era stato il dono di Spike per il
suo decimo compleanno. Corse giù per le scale e di sotto ad aspettarla trovò
uno Spike bagnato fradicio e con lo sguardo implorante di un amante che sa che
è finita. Lei lo fissò un istante e poi si diresse alla porta – Buffy – fu
tutto quello che riuscì a dire lui, ma in quel nome vi era tutto l’amore del
mondo. Il cuore di Buffy però era sordo e non volle sentire. Aprì la porta e la
sbatté violentemente dietro di se. Calde lacrime scesero lungo le guance mentre
prendeva la strada che l’avrebbe riportata a casa. O almeno così pensava.
In
casa era sceso il silenzio Spike, si accasciò su una sedia come fosse stato
spezzato e abbattuto. Sally taceva, sapeva che in quel momento le parole
sarebbero state inutili per William. Il suo cuore era andato in frantumi.
Buffy
aveva trovato una stazione, era notte fonda. Fece il biglietto per Sunnydale e
attese paziente il suo treno. Mentre in testa migliaia di pensieri ed emozioni
contrastanti si sovrapponevano facendola sentire male.
-
Buffy – urlarono insieme Willow e Tara, quando aprirono la porta e se la
trovarono davanti. Stanca, dall’aria smarrita, affranta e bagnata fradicia.
-
Cosa è successo? – chiese guardandole entrambe, con un disperato bisogno di
sapere.
-
Oh Buffy! Un’ incantesimo ci ha fatti tornare tutti bambini - e Tara e Willow
si lanciarono uno sguardo – tranne me – aggiunse una voce alle loro spalle. Era
Dawn che abbracciò la sorella e subito la invitò ad entrare. In salotto un’ora
dopo seduta davanti ad un caffélatte Buffy ascoltò incredula quello che era
accaduto.
-
Beh Spike, ti ha portata con se come ti stavo dicendo, perché tu non ne volevi
sapere di separarti da lui… poi mi ha chiamata e mi ha detto che non ti
riportava indietro – Dawn fece una pausa guardando la sorella un po’ preoccupata.
-
Perché non mi avete cercata? – chiese Buffy quasi risentita.
-
Non ci ricordavamo nulla all’inizio, poi Willow ha fatto un incantesimo dei
suoi ed ha avuto come dei flashback. Delle visioni. Ha interrogato un demone
del tempo e questi ha rivelato l’illusione –
Willow
ascoltava agitata e faceva cenno di sì con la testa – Così ho spezzato
l’incantesimo – aggiunse alla fine – e abbiamo iniziato la tua ricerca, poi tu
sei apparsa e … o come sono felice Buffy. Ci sei mancata da morire – e iniziò a
piangere, di gioia. Mentre Tara le stringeva la mano per confortarla.
-
Ma come è stato possibile? Chi ha fatto questo e perché? – chiese ancora
dubbiosa.
-
Non lo sappiamo ma come è iniziato così è finito un’anomalia temporale forse
dovuta alla bocca dell’inferno.-
Dawn
fece una pausa, decidendo se proseguire o meno nel racconto e poi riprese - per
la perdita della memoria e per il fatto che tu sei rimasta bambina beh… quello
è stato Spike. Lui voleva che tu, che tu…. Lo amassi. – e si fermò intimorita
dallo sguardo che Buffy le aveva appena lanciato.
-
Chiamo subito gli altri, Xand e Giles saranno così felici di sapere che ti
abbiamo tr.. beh che sei tornata – disse Willow contenta.
-
Si va bene – rispose - Sono stanca adesso, vado a dormire domani starò meglio–
. Si alzò e si diresse verso le scale. Era furiosa, ma non sapeva bene con chi
e per che cosa.
Quando
si svegliò la mattina dopo, era tornata lei con la sua età e tutti i suoi
ricordi. E non sapeva se esserne felice o meno. Sentiva solo un gran vuoto e
tanta rabbia dentro. Doveva sfogarsi.
Si
alzò fece una colazione abbondante e poi disse a Dawn che andava a trovare
Giles, doveva parlargli di molte cose. Stava per uscire quando si fermò e senza
voltarsi, e improvvisamente domandò – Quanto sono stata via? – era la seconda
volta che faceva quella domanda, e ricordava bene la prima risposta quale era
stata. – una settimana Buffy, solo una settimana. Bolla temporale ha detto
Willow. L’ha fatto Spike perché voleva che tu … beh che tu rivedessi i tuoi
amici e non che loro fossero morti, quando tu fossi diventata adulta -. Buffy
non disse nulla e uscì.
-
Buffy, Dio mio pensavo di averti persa per sempre – disse Giles abbracciando la
ragazza – su entra dai è da ieri sera che non vedo l’ora di riabbracciarti.
Volevo riposassi però. Ho invitato a pranzo tutti gli altri così saremo di
nuovo insieme -. E le sorrise contento, ma si accorse che un’ombra era scesa
sul viso della cacciatrice. – Cosa c’è Buffy è successo qualcosa? Quel mostro
ti ha fatto qualcosa? Buffy? – Buffy lo fissò come rendendosi conto solo adesso
che lui fosse lì davanti a lei. – No niente! – rispose secca e poi aggiunse –
Ho voglia di allenarmi. Le va? – Giles la guardò perplesso, ma non fece domande
– Certo, Buffy -. Si allenò per ore ma non servì a niente. C’era qualcosa in
lei, qualcosa che era cambiato. Non era più lei.
La
sera stessa riprese la sua ronda, si aggirò per il cimitero, come una
sonnambula, un automa. Uccise 3 vampiri, ma non era lei. “Angel, devo andare da
Angel” pensò dentro di sé e tornò a casa convinta che rivedendo Angel tutto
sarebbe tornato al suo posto.
La
mattina dopo lo chiamò e gli chiese di venire. Angel come sempre corse e la
sera stessa era tornato a Sunnydale. “Due giorni” si stava dicendo Buffy quando
qualcuno bussò alla porta.
-
Angel – disse lei e lo abbracciò. – Buffy cosa è successo? Come stai? Eravamo
in pensiero per te!- ma mentre diceva quelle parole in Buffy qualcosa si
spezzò. “Se era tanto in pena per me come mai non è venuto a cercarmi, ed è
rimasto a Los Angeles? Ho dovuto chiamarlo io perché venisse da me”. Si sentì
stupita infine “NON è POSSIBILE” disse dentro di sé “Come può essere? Non provo
nulla, non mi interessa” e guardò Angel per la prima volta con occhi diversi.
Come qualcosa di distinto da sé, non gli apparteneva più ora lo sapeva.
Gli
sorrise, lo invitò a sedersi e gli offrì qualcosa da bere. Lui la guardò
stupito e le chiese di nuovo – sei sicura vada tutto bene? – lei sorrise ancora
e gli rispose – Sì, adesso sto meglio – parlarono un po’ di loro, e di come
andassero le cose. Era quasi l’alba e per Angel era arrivato il momento di
andarsene. Aprì la porta, lei lo trattenne per un braccio e lo baciò
dolcemente. Era un addio ed entrambi lo sapevano. L’adolescenza era finita per
sempre. Adesso erano adulti e dovevano andare avanti per la loro strada senza
rimpianti o rimorsi; Ma solo con dolci ricordi nel cuore.
Seminascosto
nell’oscurità qualcuno aveva osservato quella scena e il cuore già spezzato,
gli si era frantumato in mille pezzi. E dentro di sé per la prima volta dopo
più di 100 anni si era sentito morto per davvero. Nella sua cripta poche ore
dopo Spike stava distruggendo le ultime cose rimaste. – Stupido, sei uno
stupido. Un idiota, un cretino. Imbecille – e sospirò – come hai potuto pensare,
immaginare, credere che lei … che lei un giorno avrebbe…- guardò in alto e urlò
– Oh bloody Hell! Maledetto cuore anche da fermo continui a farmi male -. Poi
sedendosi sul pavimento, bevendo ancora un sorso dalla bottiglia disse a bassa
voce, tra le lacrime – perché l’hai seguita? Per essere umiliato ancora? Perché
non puoi fare a meno di lei, mentre puoi fare a meno dell’aria? Perché ti è
entrata così dentro da sentirti morire al solo pensiero di lei – poi indurendo
lo sguardo – avrei dovuto ucciderla tanto tempo fa. Quando ancora non era
nulla, non esisteva per me era solo…solo…la cacciatrice – sospirando di nuovo –
la mia cacciatrice - e riprese a bere.
Buffy
aveva ripreso la sua vita, anche se adesso non le sembrava più così. Ma teneva
tutto dentro, cercava di farlo notare il meno possibile. Mentre i suoi amici
addicevano il tutto al momento, e a tutto quello che aveva passato. Ma Buffy
dentro di se sapeva bene cosa stava succedendo, e cosa provava. Non lo avrebbe
mai ammesso però, nemmeno con se stessa. E continuava nella farsa che era
diventata la sua vita.
E
poi una notte la verità le si parò davanti, durante una ronda notturna al
cimitero. Circondata da sette vampiri aveva iniziato una lotta che si era
rivelata più estenuante e difficile del previsto. Tanto che già due volte aveva
rischiato di essere morsa da uno di loro. Quando d’improvviso udì un rumore
sordo alle sue spalle e si voltò in tempo per vederne andare in polvere uno. –
Spike – disse e senza rendersene conto, la sua voce aveva assunto un tono
ansioso. – Salve cacciatrice – aveva risposto lui con un ghigno e aveva
continuato a lottare. Liberatisi di loro i due rimasero immobili a fissarsi,
come quella sera. – Che ci fai qui? – chiese lei sferzante come sempre. – Sono
qui… - disse lui esitando, chissà cosa si era aspettato poi. Lei era sempre
lei, non sarebbe cambiata, nulla sarebbe cambiato. – sono qui per vedere come
stavi – e distolse lo sguardo, perché non voleva lei leggesse sul suo viso il
dolore che provava. – Va bene adesso mi hai vista ora puoi andartene – lui la
guardò intensamente e le disse piano – mi dispiace, non volevo farti soffrire.
Io volevo solo che tu…- e si fermò, non riusciva a continuare. – Non mi importa
cosa tu volessi o meno. Avrei dovuto ucciderti… - ma anche lei si interruppe
per un attimo – ora sparisci dalla mia vita per sempre o potrei cambiare idea.
– e si incamminò per il viale. Ma subito dopo averlo detto un senso di nausea
l’aveva pervasa.. Perché le faceva così male. Spike rimase immobile a fissarla
mentre si allontanava nella notte. – Addio – disse e si andò nella direzione
opposta.
Buffy
arrivò a casa, tutto era silenzioso, quando udì dei passi leggeri dietro di
lei. si mise sulla difensiva e voltandosi stava per colpire, quando vide… -
Sally – disse stupita. – cosa vuoi? – si guardarono fisse per alcuni secondi.
Poi Sally disse – devo parlarti Buffy, ascoltami per favore. Poi non mi
rivedrai mai più te lo prometto – Buffy sospirò e poi rispose – va bene entra
-.
-
Buffy tu puoi mentire ai tuoi amici, a lui, a te stessa, a me… ma non alla tua
vita. Buffy, tu puoi dire quello che vuoi. Ma io ho visto i tuoi occhi. Ho
visto il tuo viso. Ti ho vista “raggiante come non mai”. Non puoi dire adesso
che non è così. Perché mentiresti alla tua vita. Non so alla fine cosa
deciderai. Questo dipende da te, io voglio solo che tu non ti accorga troppo
tardi di aver sbagliato. A volte si cerca la felicità in posti assurdi, non
rendendosi conto che basterebbe allungare una mano e prenderla. Tanto ci è
vicina – fece una pausa guardandola con tenerezza. – Sta andando via. Se ne va
per sempre Buffy – Buffy sussultò a quelle parole ma non lo diede a vedere –
Chi? –domandò con finto stupore. Sally la fissò e disse, scandendo le parole
lentamente – Vedo che è inutile, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Buona fortuna con la tua vita “NORMALE” CACCIATRICE – e sorrise all’ironia
assurda di quei due termini messi insieme in una frase. Si girò e se ne andò.
Buffy
faceva avanti e dietro nel soggiorno, non sapeva cosa fare. Cosa doveva fare,
cosa era giusto. – Buffy tu lo sai cosa devi fare – Buffy si voltò di scatto
presa di sorpresa. Dawn la stava guardando a mezza scala. – Cosa vuoi dire
Dawn? – chiese dubbiosa, o forse spaventata da quello che Dawn le avrebbe
risposto. – Ho sentito cosa ti ha detto quella donna. Buffy ha ragione, ma è
possibile che tu non lo capisca? – poi sospirando riprese – quando eri
diventata piccola io ti ho vista Buffy, ti ho sentita. Buffy tu lo ami, hai
bisogno di lui. Non puoi permettere che se ne vada, come gli altri. Perché lui
a differenza degli altri che se ne sono andati quando tu avevi più bisogno di
loro. Lui non ti ha mai lasciata, sei tu che lo stai mandando via. – Buffy
sgranò gli occhi stupita dal sentire Dawn parlare così – Buffy credi che non mi
sia accorta di come stai? Di quante volte il tuo sguardo si perde nel vuoto? E
credi che non abbia sentito quel tuo dannato carillon suonare centinaia di
volte? È un suo regalo vero? – Buffy arrossì e distolse lo sguardo, mordendosi
le labbra.
-
Io, io …. – cercò di giustificarsi – basta Buffy, non voglio sentire più bugie.
Preferisco tu non dica nulla. Solo che mi spiace, perché hai la felicità a
portata di mano e te la stai lasciando scappare. E non ti rendi conto di quanto
tu sia fortunata. – poi facendosi forza aggiunse mentre risaliva le scale –
Pensavo che una cacciatrice avesse più coraggio Buffy. Non che fosse così
vigliacca da non affrontare i suoi sentimenti. – e sparì al piano di sopra.
Buffy
rimase in soggiorno a fissare le scale per un tempo indefinito. Il cuore
cominciò a batterle all’impazzata. “ Se ne va per sempre.” “Non lo rivedrò
più”. Poi come scossa da una forza misteriosa in un balzo raggiunse la porta,
la spalancò e si mise a correre a perdifiato.
Giunse
in pochi minuti al cimitero lo attraversò sino alla cripta che cercava. C’era
luce ancora dentro. Non era ancora andato via, per un istante pensò di tornare
indietro, e stava per farlo quando una voce sarcastica le disse – ma guarda chi
si vede la cacciatrice – Buffy riconobbe subito la sua voce – Spike – disse
voltandosi a guardarlo. – Cosa ci fai qui? Hai smarrito la retta via? O forse…-
e guardandola con fare ammiccante aggiunse - … vuoi riprendere le vecchie sane
abitudini – e rise. Buffy lo guardò con rancore – No sono qui perché volevo
accertarmi che te ne andassi per davvero dalla mia città – lui la fissò qualche
istante e poi rispose – La tua città. Siamo un po’ esagerate non ti pare? – la
rabbia in Buffy cominciava a farsi sentire. – Vattene Spike e non tornare mai
più – lui ghignò sarcastico – altrimenti cosa mi fai la bua? – Buffy non ci
vide più e gli assestò un pugno, che lo fece finire per terra. Lui si rialzò
rapidamente e iniziarono a lottare – Accidenti cacciatrice, tu in diplomazia
andavi maluccio a scuola vero? – e la colpì con un calcio. – Mai quanto te in
letteratura e poesia W i l l i a m t h e B l o o d y– rispose lei sogghignando,
mentre lo colpiva allo stomaco.
-
Che tu sia maledetta – disse il vampiro scivolando nel volto della caccia. – No
tu sia maledetto – disse lei colpendolo ripetutamente. Poi lui prese il
sopravvento messosi a cavalcioni su di lei, cominciò a colpirla senza sosta. –
Ti è piaciuto come quando lo hai fatto con me? È stato bello rivedere il tuo
“vampiro con l’anima” te lo sei goduto? Magari ti avrà lasciato un altro
ricordino sulla parete della tua stanza, firmato di pugno con il suo sangue
bitch! – Buffy era furiosa lo disarcionò e invertì le parti – che tu sia
maledetto io ti odio. Come hai potuto farmi una cosa del genere. Come hai potuto
prendermi, decidere della mia vita! Sei un maledetto bastardo. – prese il
paletto e stava quasi per polverizzarlo quando di tasca, un piccolo oggetto
luccicante scivolò per terre e una dolce melodia si diffuse nell’aria fredda
della notte. Buffy si fermò, e Spike riassunse il suo volto umano. – Ma questo
è … - disse stupito. Lei sbuffò e si rialzò – L’ ho trovato tra le mie cose e
volevo riportartelo – ma non osò guardarlo in viso. – Ah davvero? – disse lui,
senza sarcasmo nella voce. – Bene adesso sarà meglio che vada – disse lei, ma
non accennava a muoversi. Lui raccolse l’oggetto – sai era di mia madre – le
disse con voce triste – voleva che lo avesse la donna che…- e tacque. – Addio
Buffy – disse infine e ritornò nella cripta senza voltarsi una sola volta a
guardarla. Buffy strinse i pugni e lo seguì – ah è così? vuoi filartela adesso?
– Spike la guardò stupito. – Cosa? – disse incredulo – sei una testa di rapa.
Un maledetto imbecille, stupido, idiota – Spike era sempre più stupito, le
rispose ironico – questo disco non mi è nuovo –. Buffy gli strappò di mano il
carillon e disse urlando – Questo è mio. Me lo hai regalato non te lo puoi
riprendere-. Lui la fissò come per dire “ma sei impazzita” – hai detto che me
lo volevi restituire poco fa – Buffy sbuffò – Non capisci niente -. E lo baciò
intensamente, stringendosi a lui. Ma Spike si ritrasse quasi subito. – Cosa
diavolo… è un altro dei tuoi giochetti cacciatrice? Con Angel non è andata e ti
senti sola? – e la guardò interrogativamente. Buffy fece un grande sforzo e poi
le parole vennero fuori da sole – io… ti amo Spike.- Spike sconvolto continuò,
incurante di quello che aveva appena detto Buffy – guarda che non ho intenzione
di riprendere le vecchie abitudini. Se vuoi uno stallone vallo a cercare fuori
di qui. Non mi umilierai più hai capito cacciatrice. Ed è inutile che tu per
tenermi buono e per farmi cedere mi dica che …. Mi a…mi? – e la guardò
sconvolto. – Che cosa…hai detto? – domandò esitante. Buffy lo guardò un po’
imbarazzata – io …- era arrossita. – Uffa, non mi va di ripeterlo. Così impari
a non ascoltare mai quello che ti dicono – e tirò su le spalle. Spike la prese
per le spalle e la costrinse a voltarsi – Vigliacca! – disse ironico, ma anche
un po’ canzonatorio. Lei lo guardò furente – io non sono una vigliacca …. E te
posso dimostrare quando vuoi e dove vuoi. – lui sorrise – ripeti allora se ne
hai il coraggio – Buffy chiuse gli occhi e con fare imbarazzato ripeté – ti
amo. Se ridi giuro che ti polverizzo all’istante – e poi ci fu silenzio. A
Buffy sembrò così innaturale, che riaprì lentamente gli occhi, giusto in tempo
per vedere Spike che l’attirava a sé prendendola per i fianchi e che la baciava
appassionatamente. – Ho aspettato talmente tanto che non credo ancora che tu lo
abbia detto. Ti prego dimmelo ancora. – lei sorrise questa volta, e ripeté – T
I A M O!! va bene così? – lui allora sorrise e disse – bene ecco fatto - e
tutto soddisfatto tirò fuori un piccolo registratore dalla tasca. – Adesso non
potrai più rimangiartelo – Buffy lo guardò stupita a sua volta – ma accidenti
sei proprio un… un…. – e non trovava la parola adatta per definirlo. Lui
l’abbracciò di nuovo e le sussurrò all’orecchio. – Allora cacciatrice… cosa hai
da offrire in cambio del mio silenzio. – e la fissò con occhi pieni di
desiderio. Lei sorrise maliziosa – vediamo un po’- e fece scivolare la mano nei
pantaloni di Spike, che emise un mugugno di piacere. – Beh devo dire che come
inizio non c’è male – lei lo prese per il bavero della camicia e lo trascinò
verso il letto. Si distese e lo attirò a se.
Stesi
nel letto abbracciati ridevano pensando a tutto quello che da quel giorno
avrebbero fatto insieme e poi Buffy improvvisamente si fece seria e disse – Oh!
Amore adesso iniziano i veri problemi – Spike domandò preoccupato – cosa? Quali
problemi? – Buffy scosse la testa.
……
il giorno dopo……
-
salve Signor Giles -
-
Ciao Buffy. Vedo che stai molto meglio, sono contento. –
-
mm… si Signor Giles… ha ragione ma vede ho una cosa importante da dirle…- e lo
guardò angosciata. – possiamo parlare? - ……..poco dopo Buffy usciva di corsa
dalla biblioteca della scuola……
-
Allora cosa ha detto – chiese Spike ansioso
-
Cosa, Spikeeeee??????? Buffy… torna qui immediatamenteeeee…… -
-
Mm… diciamo che è rimasto un po’ sorpreso – e lo baciò teneramente. Poi lo
prese per mano e si diressero verso casa. Spike la guardava ancora perplesso e
lei sorridendo gli chiese – Che ne dici se agli altri mandiamo una lettera? -.
FINE