Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

TIME BY TIME

 

By Spuffy

 

 

Da un’idea della mia sis Ginny che non scrive più (la impaletterò un giorno di questi!!!)

 

Tra poche ore sarebbe sorto il Sole e lei come sempre sarebbe fuggita, dandogli la sua dose di insulti e pugni…una scena già girata milioni di volte. Nel silenzio della sua cripta seduto accanto al letto Spike fissava la sua cacciatrice addormentata, e pensava che nemmeno in quegli istanti lei gli apparteneva; magari stava pensando a quell’altro vampiro con l’anima, e avvertì una forte fitta al petto. Cosa avrebbe dovuto fare? Lasciarla? Andare lontano? Oh si tutte cose giuste e logiche, ma lui non poteva; era prigioniero, schiavo dell’amore che provava per lei, anche se lei rimaneva convinta che lui, cosa senz’anima, non potesse amare (come avrebbe voluto che questa fosse la verità); ma lui lo sapeva bene anche senz’anima si può amare e con la stessa intensità e dolore di un qualunque mortale.

Mentre era assorto in questi pensieri uno strano vento si alzò. Fischiava forte attraverso gli alberi, come un mormorio di voci venute da lontano, e improvvisamente fu silenzio nella notte. Preoccupato per quell’innaturale silenzio, Spike andò di sopra a controllare ma non vide nulla. Attese qualche minuto e poi ridiscese di sotto, era giunto il momento di svegliarla, ed ogni volta era più difficile farlo

– Buffy è tardi svegliati devi andare – disse con un tono un po’ amareggiato, ma dalla stanza non giunse alcuna risposta. Allora Spike entrò e vide che lei si era raggomitolata sotto le lenzuola e sorrise. Era la prima volta che non voleva alzarsi e andare via da lui. Era contento, le andò accanto e sollevando il lenzuolo le disse allegro – tesoro vuoi giocare a nascondino? – e rimase a bocca aperta, e d’istinto si coprì, rendendosi conto di essere completamente nudo. Agli occhi di Spike sotto le lenzuola era apparsa una bambina di si e no 6 anni: capelli biondi, occhi verdi, era lei. Era Buffy, l’avrebbe riconosciuta in qualsiasi sembianza gli fosse apparsa, ma era una bambina. Sgranò gli occhi e cominciò a balbettare – Oh bloody hell! Buffy che cosa è successo? – la bambina gli sorrideva contenta mentre chinava la testa da un lato per squadrarlo, e dall’espressione sembrava lei lo trovasse particolarmente buffo. Spike si vestì di corsa e riutilizzati alla meglio gli abiti di Buffy, prese la bambina e si diresse a casa Summers. Willow o Giles, loro avrebbero saputo cosa fare. Bussò alla porta ansioso, mentre la bambina si aggrappava alla sua gamba, nascondendosi nel suo spolverino. Ad aprirgli la porta fu Dawn, che lo accolse con uno sguardo speranzoso e a sua volta sconvolto – Spike! - urlò – meno male che sei venuto –. Nello stesso momento Spike, anche lui sconvolto, le stava chiedendo: – Briciola! Dove sono la rossa e Giles? È urgente – poi sentì una baraonda provenire dal salotto, si girò, e vide due bambini picchiarsi violentemente e due bambine giocare tenendosi per mano. – Oh no! anche loro? – domandò Spike esasperato. Dawn annuì con la testa e disse – Sì ma non capisco cosa possa essere successo, tutti gli adulti sono diventati bambini – rifletté un attimo e continuò – ehi, e come mai io no? – Spike sorrise ironico – forse perché non sei adulta? – le disse canzonatorio. Dawn si adirò e lo fulminò con uno sguardo – cosa facciamo adesso? – gli chiese, sperando lui avesse la soluzione e sapesse cosa si dovesse fare. – Io vado a trovare qualcuno che sbrogli questo pasticcio, tu cerca di badare a loro. Evita che Tara e Willow giochino al dottore e che Giles impaletti Xander –. Dawn sorrise e gli fece cenno di sì – occupati di tua sorella – disse infine allargando lo spolverino per mostrare una cosina attaccata alla sua gamba. – Ora tu starai con questa signorina – le disse Spike, cercando di staccarla da lui, ma la bambina cominciò a urlare: – no io voglio stare con te, non mi lasciare. Io ti voglio bene Spike, resta – e iniziò a piangere a dirotto. Spike la guardò con tenerezza, sembrava così serena, così diversa dalla Buffy che conosceva; e soprattutto questa Buffy gli voleva bene. Dawn lo guardò e gli disse – Buffy negherà di aver detto questo sino alla morte, ma noi sappiamo che i bambini non mentono – e sorrise. Spike la fissò un attimo e poi come preso da pazzia le disse – la porto con me, non temere, la proteggerò io. Appena trovo qualcosa o il modo di risolvere ti chiamo. – Dawn acconsentì, e lui e la piccola Buffy si misero in cammino nel deserto. Presto fu giorno. Spike decise di fermarsi in un posto riparato dal sole, che i Vampiri utilizzavano come tappa di sosta nei loro viaggi. Entrò nel locale illuminato da luci soffuse e rigorosamente privo di finestre. Si avvicinò al barista, dopo aver dato uno sguardo agli avventori del posto; accertandosi che non ci fossero tipi pericolosi, che avrebbero potuto dargli fastidio o mettere in pericolo la piccola Buffy. Si sedette con in braccio la bambina, che incuriosita dal posto, si guardava attorno stupita ma non spaventata. – Ehi Spike, quanto tempo – disse il barista che sembrava contento di vederlo – Ciao Willy – rispose Spike – una birra e un po’ di latte caldo per favore –. Willy lo guardò un po’ stupito, scrollò le spalle e gli portò quello che aveva ordinato. – Ma che succede Spike? Come mai ti porti dietro una mocciosa, non vorrai dirmi che è fig..- Spike sgranò gli occhi e subito replicò – no, no niente di tutto ciò. E’ una storia lunga e complicata Willy – e sorrise un po’ amareggiato. Willy lo guardò ancora un po’ fisso e poi sbottò in una risata e disse – ho capito, vuoi crescertela. Fai bene amico! quando le prendi da ragazzine e le educhi per il tuo piacere, sono qualcosa di incredibile. Io conoscevo un tipo che si era preso una ragazzina, e le aveva insegnato tutti i giochetti che gli piacevano. Beh, non se ne stancava mai tanto lei riusciva a soddisfarlo in modo così perfetto –. Spike gli lanciò uno sguardo freddo e disgustato, poi si girò verso Buffy, che era tutta intenta a sorseggiare il suo latte caldo. Aveva tutte le labbra sporche. Lei ricambiò lo sguardo e gli sorrise. Un sorriso che spezzava il cuore tanto era dolce. Fu in quel momento che un pensiero si insinuò nella mente di Spike, che cominciò a vacillare; ed una nuova vita, non – vita, gli si presentò davanti.

Passò tutto il giorno a riflettere, a valutare tutti i pro e i contro della situazione. Al tramonto pagò quanto dovuto e prendendo per mano la bambina, si diresse verso la macchina. Uscito dal locale vide un telefono, e dopo aver esitato un attimo sollevò la cornetta e compose il numero. Nella mente si ripeteva come un ritornello “Andrà tutto bene. La renderò felice, sarà felice. E quando sarà di nuovo adulta non mi odierà, mi amerà. Tutto sarà diverso, niente preoccupazioni, niente dolore. Nessun vampiro o demone da combattere.”

- Pronto, Oh Spike! Sei tu finalmente – disse la voce all’altro capo del ricevitore.

- Ciao Briciola – disse con voce un po’ amareggiata il vampiro.

- Hai trovato la soluzione – chiese tra l’ansioso e l’angosciato Dawn.

- Non ancora piccola, sono in un bar adesso. – e fece silenzio.

- Cosa? Spike ma cosa dici? Invece di trovare il modo di uscire da questo pasticcio tu vai a bere? E per giunta sei con mia sorella. Quando tornerai dovrai fare i conti con me –

Spike tossicchiò e si schiarì la voce – Briciola questo è il punto, non credo tornerò. Non credo che io e Buffy torneremo – Dall’altra parte ci fu un lungo silenzio. – Come non tornerete? Cosa vuoi dire? – Spike sospirò e infine parlò – lei adesso è diversa, lei non mi considera più … beh sai come mi considerava prima. Adesso mi vuole bene ed è così serena. Io voglio renderla felice, voglio solo amarla e fare in modo che lei mi ami. Questa è forse l’ultima chance che ho, e non ho intenzione di lasciarmela sfuggire. – e senza più ascoltarla disse – addio briciola – e riattaccò il ricevitore. Poi guardò la piccola accanto a lui, le sorrise dolcemente e inginocchiadosi di fronte a lei disse – Piccola, quanti anni dovrò aspettare prima di poter nuovamente giocare con te? Ma io ho tutto il tempo di questo mondo per aspettarti. - Buffy lo guardò senza capire e poi gli stampò un bacio sulla guancia. Il vampiro si rimise in piedi contento, la prese per mano e si diresse alla macchina. Adesso era sua, solo sua, dipendeva completamente da lui. Ma allo stesso tempo avrebbe dovuto aspettare anni per poterla stringere nuovamente tra le braccia, risentire il calore del suo corpo; i suoi baci e le sue carezze. Ma ora non voleva pensarci, sarebbe stato paziente di questo era certo, l’ avrebbe attesa e alla fine sarebbe stata sua per davvero questa volta.

Ora doveva affrettarsi aveva molte cose da fare, prima di poter finalmente pensare a come organizzare la vita futura sua e di Buffy. Si diresse in un posto fuori mano, nel nulla. Era una piccola costruzione marrone bruciato con due piccole finestre sul davanti, circondata da un piccolo orto ben tenuto. Spike disse a Buffy di aspettarlo in macchina e di non muoversi, e poi si diresse verso il portico. Bussò piano e attese, dopo pochi istanti apparve un piccolo omino sulla 70ina, basso di statura, con i capelli bianchi e lo sguardo bonario. – Ciao Spike – esordì allegro l’omino – Ciao Trick – rispose Spike ed entrò in casa, su invito del tipetto. – Ho poco tempo Trick, sono qui per chiederti un grosso favore – Trick lo guardò fisso e sospirando disse – Una donna vero? Ne sei innamorato? – Spike scosse il capo e lo abbassò – Veramente è una bambina. Comunque si ne sono innamorato – e sorrise – ho bisogno che tu mi aiuti, perché io non voglio perderla questa volta – Trick si portò la mano sinistra al mento e lo accarezzò lentamente – Bene dimmi tutto e, vedremo che si può fare –. Spike gli spiegò le cose e poi finì facendo la sua richiesta – io voglio tenerla con me, vorrei che tu quindi annullassi l’incantesimo o quello che è per gli altri ma non per lei –. Si fermò un attimo come per riflettere bene, e poi proseguì – vorrei che il tempo per noi scorresse più rapidamente e che, loro sino al momento in cui non vorrò io, non si ricordassero di lei. – Trick lo guardò un attimo perplesso e poi rispose – Devi essere davvero innamorato di lei per fare tutto questo. Va bene Spike. L’incantesimo se di incantesimo si tratta sarà bloccato e loro non si ricorderanno di lei.- Spike lo ringraziò e ritornò alla macchina. Si guardò un attimo attorno, da quel momento iniziava una nuova vita per lui e per lei. Accese il motore, guardò sorridendo la piccola che sembrava curiosa di tutto quello che vedeva di nuovo attorno a se e poi partì verso una nuova vita.

Era notte quando giunsero in un piccolo villaggio posto su una scogliera, quasi inaccessibile, con un grande faro all’estremità nord del paese. Spike si stiracchiò un momento e poi senza svegliarla prese tra le braccia la piccola Buffy, e si avviò verso una casetta che si affacciava proprio sulla scogliera. Alla porta ad attenderlo c’era una signora di mezza età, dall’aspetto gentile e molto dolce. – Ciao William, come stai? – gli disse sorridendogli – Salve Sally, scusami se ti piombo così all’improvviso in casa, ma ho davvero bisogno di aiuto – la signora lo guardò seria e poi gli rispose – per te questo e altro lo sai. – e richiuse la porta alle loro spalle.

- Dunque quella bambina sarebbe l’amore della tua vita? – sospirò la donna incrociando le mani sul tavolo – Sì – disse deciso il vampiro che la fissava cercando di capire cosa pensasse di tutto quello che le aveva raccontato – William, vediamo se ho capito bene: tu sei fuggito con questa ragazzina ed hai deciso di crescerla perché speri che un giorno ti ami, come tu ami lei. Giusto? – Spike annuì con il capo senza profferir parola – visto che prima non ti amava giusto? – Spike storse il labbro in una smorfia di diniego – non ho detto che non mi amasse, ma era confusa e poi…- rimase un attimo in silenzio a capo basso e infine proseguì – non avrebbe mai ammesso di amare una cosa disgustosa e cattiva, priva di anima come me. – dalla voce si intuiva che quella frase lo faceva soffrire molto, e Sally provò un moto di rabbia verso quella ragazzina che aveva così calpestato i sentimenti di William. Fu solo un attimo poi con voce gentile gli disse – non ti preoccupare adesso sei qui, io ti devo la vita, e se posso fare qualcosa per te. Beh sono pronta – Spike sorrise, era quello che voleva sentirsi dire, ne aveva bisogno. – Grazie, io da solo con lei non ce la farei, ho bisogno di qualcuno che sia presente il giorno che si occupi di lei –. Sally annuì – va bene, non ci sono problemi Willliam; anzi sono contenta così non sarò più sola in questa grande casa. – Poi riflettendo un attimo aggiunse – di sotto ho lasciato tutto come era, ho solo portato qualche miglioria e messo la TV via cavo, spero ti piaccia –. Spike sorrise, era sempre così premurosa.

All’alba dello stesso giorno, Spike ricevette la telefonata del demone che lo avvertiva che l’incantesimo, anzi anomalia generata dalla bocca dell’ inferno, era rotto e che adesso non poteva più tornare indietro. Spike ebbe un momento di panico e disse – Oh bloody Hell! – poi respirò lentamente per calmarsi.

La mattina dopo la casa fu scossa dalle grida di Buffy che si era svegliata da sola nella stanza ed aveva cominciato ad urlare – Mamma, Spike. – e a piangere disperatamente. Sally aveva provato a calmarla, ma per tutta risposta lei le aveva tirato un sonoro pugno. E visto che aveva sempre la forza delle cacciatrici, la povera Sally si era ritrovata un occhio nero. Spike era corso di sopra ed entrato nella stanza aveva visto Buffy che tirava i capelli della povera Sally.

- Buffy tesoro cosa c’è? Sono qua non piangere - Buffy all’udire la sua voce aveva sollevato il viso verso di lui. Era pieno di lacrime. Gli era corsa incontro e lo aveva colpito con piccoli pugni alle gambe. Era arrabbiata perché lui l’aveva lasciata da sola. Lui la sollevò e la strinse forte, forte a se. – Sch.. piccola non piangere. Sono qui. Lo sai che non ti lascerei mai vero? – e le scostò una ciocca di capelli dal viso. Lei allora smise di piangere e fece un lieve sorriso. E si strinse forte a lui. Spike era contento avrebbe voluto che quell’istante durasse per sempre. Poi Sally si era alzata e un po’ indolenzita aveva detto in tono ironico– non preoccuparti per me Spike non mi sono fatta nulla – e uscì dalla stanza. Spike stava per far scendere Buffy ma lei gli si attaccò al collo e protestò. – no, no – e lui la tenne in braccio e scese in cucina per la colazione. E lei volle assolutamente mangiare seduta sulle sue ginocchia.

- Spike non devi dargliele tutte vinte – e sorrise ben sapendo che si trattava di una battaglia persa in partenza.

- Si lo so - disse lui, - ma è solo per oggi - ma nei suoi occhi si leggeva chiaramente che non le avrebbe mai detto di no.

Tutto il pomeriggio Buffy giocò in cucina accanto a Spike e lo teneva d’occhio, se lui si spostava lei lo seguiva, come avesse paura che lui se ne andasse e la lasciasse sola. Spike era confuso e al settimo cielo. Buffy che era pazza di lui, nemmeno nei suoi sogni più belli aveva immaginato una cosa del genere. La sera dopo cena giunse il momento di metterla a letto, Sally si preparò a cambiarla ma mentre si avvicinava al letto vide nello sguardo di Buffy aria di sfida e capì che non le avrebbe permesso di spogliarla. E disse canzonatoria – Spike… credo che tocchi a te – gli passò il pigiama ed uscì ridendo. Spike sembrava impacciato, spogliarla? Non aveva mai pensato a questa eventualità. Era una bambina eppure provava trepidazione al solo pensiero di sfiorare la sua pelle candida. Buffy armeggiava con i bottoni della maglietta, senza riuscire a sbottonarli. Poi lo guardò e disse – Spike! – lui si fece coraggio e le cominciò a sbottonare la maglietta, cercando di distogliere lo sguardo e i pensieri dalla Buffy che pochi giorni prima giaceva nel letto della sua cripta. Esausta dopo una notte di sesso. Poi lei gli sorrise e fu tutto facile. Spike le mise il pigiama e lei gli saltò addosso tirandogli i capelli e prendendolo per il collo. Giocarono a fare la lotta per un po’ e poi lui le disse di mettersi sotto le coperte era ora di dormire. Buffy lo guardò con gli occhi lucidi … - altro capriccio in arrivo – disse Sally da sull’uscio. Era passata per vedere cosa stessero combinando quei due. Spike stava già per cedere, ma Sally intervenne e disse – a nanna signorina e niente capricci o Spike se ne andrà per davvero – Buffy lo guardò allarmata e lui senza farsi scorgere da Sally che era alle sue spalle, faceva le linguacce e le smorfie alla bimba per non farla agitare e preoccupare. Lei allora sorrise e si mise sotto le coperte. Spensero la luce e andarono di sotto. Sally era contenta nel vedere Spike felice, e si era resa conto che quella bambina lo adorava. Adesso sapeva che Buffy amava Spike qualsiasi cosa lei dicesse, prima da adulta non contava. Lei lo amava era palese.

Si salutarono e andarono anche loro a dormire. Nel bel mezzo della notte Spike fu svegliato dal calore proveniente dal suo letto. Si girò e vide rannicchiata sotto le lenzuola Buffy con un peluche. La guardò era bellissima. Lei aprì gli occhi, erano imploranti. – Non riesco a dormire – disse semplicemente – ci sono i mostri che mi inseguono. Ho paura – e si strinse ancora di più al suo vampiro. Spike le carezzò il viso. – No amore, ci sono io qui a proteggerti. Te lo prometto nessuno ti farà del male mai – lei lo abbracciò e posò la sua testa sul suo fianco e rassicurata si addormentò.

La mattina quando Sally trovò il letto della piccola vuoto, non si stupì più di tanto, sapeva dove era andata.

Spike non aveva chiuso occhio era troppo emozionato, troppo contento. Non voleva perdere nemmeno un istante di quella notte. Buffy era sua. Quella notte era sua solo sua. Quando provò ad alzarsi, non ci riuscì senza svegliarla, lei lo aveva stretto in una morsa d’acciaio. Aprì gli occhi e li piantò nei suoi. A Spike per un istante sembrò mancargli il respiro. Anche se non respirava. Poi lei sorrise e gli stampò un bacio sulle labbra. “il suo primo bacio” pensò Spike dentro di se. Poi si alzò e si preparò per una nuova giornata. “la vita è bella” disse a bassa voce mentre si rivestiva.

La prima delusione per Buffy fu quando cominciò la scuola. Lei voleva assolutamente che fosse Spike ad accompagnarla, ma il Sole… non fu clemente e non si nascose dietro nuvole benevole e così Sally e Spike dovettero dissuaderla. Quella sera Buffy era arrabbiata e delusa. Come sempre andò a dormire con Spike

….Infatti dalla prima sera Buffy non aveva più usato la sua stanza. non c’era stato verso di staccarla da Spike, piangeva e non dormiva. Allora Spike alla fine l’aveva presa in braccio e stringendola aveva detto – va bene piccola hai vinto tu. Dormirai con il vecchio Spike. - ….

Ma non lo abbracciò, cercò di mantenere le distanze da lui. Spike stava male per questo. Così prima cercò di provocarla tirandole qualche ciocca di capelli o soffiandole tra i capelli. Ma lei lo scacciò con un gesto di stizza. Allora lui disse piano – Buffy guardami – lei esitò un istante poi si girò. E lui le disse un po’ agitato. – Amore non potevo venire con te questa mattina – lei lo guardò con un grosso punto interrogativo disegnato sul viso. – Io sono un vampiro e si mise in posa sorridente. Lei lo fissò e sorrise. E inaspettatamente senza la minima paura gli chiese candidamente – mostramelo – lui la guardò tra il divertito e il serio. Lei si mise in ginocchio sul letto e lo guardò dritto negli occhi – avanti – allora lui le mostrò il volto della caccia. Voleva che la sua Buffy sapesse cosa era, voleva che lei si innamorasse di lui e non della sua immagine riflessa. Lei invece di urlare mugugnò qualcosa – Uhm… - e poi toccò il volto del vampiro curiosa. – Tu non puoi vedere il Sole? – chiese. Lui annui, e allora Buffy rise e disse – sei brutto così Spike – e lo abbracciò. Lo aveva perdonato e Spike contento si addormentò insieme alla sua Buffy.

I giorni correvano veloci tra giochi, coccole e capricci che Buffy vinceva tutti. Il tempo passava già 4 anni da quando erano da Sally e come ogni anno il 2 dicembre si festeggiava il suo compleanno. Spike aveva preso per lei un bel paio di orecchini. Voleva ringraziarla di tutto quanto stava facendo per lui e per Buffy. Aveva comprato una bella torta e messo su un po’ di musica. Quando lei rientrò fu commossa dalla sorpresa.

- Grazie Spike sei stato davvero gentile – e sorrise contenta come una bimba. Buffy soffriva nel vedere che tutte le attenzioni di Spike adesso erano per Sally e non per lei. Si rabbuiò. Poi lui le diede il regalo e Sally per ringraziarlo lo abbracciò e gli diede un lieve bacio sulle labbra. Buffy divenne verde. Spike doveva baciare solo lei e nessun altra. Si avvicinò a Sally e la spinse in malo modo, rovesciandole la torta sul vestito. Spike la guardò e disse – Buffy smettila e chiedi scusa a Sally - era la prima volta che la rimproverava. Buffy divenne furente e rossa in viso. – No mai! Non la devi abbracciare e baciare. Ti odio! – e gli assestò un potente pugno in pieno viso che lo fece cadere al suolo. E poi corse via.

Spike si sollevò a sedere sul pavimento e si massaggiò la mandibola. – Mi ha colpito – disse sorridendo compiaciuto. – A quanto pare siamo gelose – disse Sally pulendosi il vestito. Lui continuava ad avere un’espressione incredula e felice sul viso. – Sai sei il primo uomo che è felice di essere preso a pugni –. Spike la fissò, e rise. Poi si alzò e andò a cercarla.

- Buffy – la chiamò. Era seduta sul retro nel portico. Il suo rifugio. Aveva il viso voltato dall’altra parte. – Perché ti sei comportata in quel modo con Sally? – le domandò dolcemente. Ma lei non rispose. – Buffy sto parlando con te rispondimi -

- Ti odio. Tu vuoi bene più a lei che a me – E incrociò le braccia mettendo il broncio. Non poté vedere la gioia che si dipinse sul volto di Spike. Che si sedette accanto a lei e le carezzò dolcemente i capelli. Lei si scostò. Lui allora le prese il braccio e dolcemente l’attirò a se e la strinse. E mentre la teneva stretta tra le braccia, nonostante le sue deboli proteste, le sussurrò all’orecchio – si è vero io voglio molto bene a Sally. Ma tu sei il mio amore. E sarai sempre l’unica nel mio cuore. – Lei si allontanò un po’, senza sciogliersi dall’abbraccio, in modo da guardarlo negli occhi e lo fissò. Come per accertarsi che fosse vero quello che stava dicendo. – Tu sei mia Buffy e io sono tuo. Per sempre. – e con lo sguardo le carezzò il viso. Buffy sorrise e disse – si per sempre – e lo strinse forte, quasi a soffocarlo. E per la prima volta da che erano arrivati lì Spike, desiderò fare l’amore con lei. Un pensiero fugace che durò solo un attimo e poi tornò la dolcezza e il suo bisogno di proteggerla, anche da lui se era necessario.

Rientrarono in casa e Buffy corse in camera sua, non voleva chiedere scusa a Sally, era ancora gelosa. Spike era raggiante.

- Sally mi spiace -

- Ah si dal volto non si direbbe – aggiunse lei sorridente.

- Sì lo so ma è che…è la prima volta che… - e i suoi occhi lampeggiarono e si intristirono allo stesso tempo per un attimo – … mostra di provare qualcosa per me. –

Sally lo guardò con dolcezza e gli disse – no Spike è da quando è qui che lo mostra. Io l’ho visto. Lei ti ama Spike. Qualunque cosa lei ti abbia detto o abbia fatto. Quegli occhi sono di una donna, beh diciamo di una bambina innamorata. –

Spike la fissò, era così contento da non sapere cosa dire o fare. - Ora vediamo di far tornare il sorriso su quel faccino – disse lei e salì di sopra da Buffy

- Buffy sono io – disse bussando piano alla porta – Entra – disse Buffy ancora imbronciata ma anche pentita per il suo comportamento.

- Piccola, so cosa provi… ma ti posso giurare che tra me e Spike non c’è nulla se non una profonda amicizia. E ti posso garantire che lui non ti lascerà mai Buffy. E spero che nemmeno tu lo farai – disse con una nota di tristezza nella voce.

Buffy la guardò, aveva le lacrime agli occhi – mi spiace Sally io…- Sally le fece cenno di tacere. – E’ tutto a posto piccola, tutto a posto. Ora scendiamo di sotto a mangiare quel che resta della torta? – e le sorrise. Buffy l’abbracciò e poi scesero di sotto. Spike era in fondo alle scale che aspettava. Buffy lo vide e gli corse incontro. Gli saltò addosso e lo abbracciò.

Pochi mesi dopo toccò a Spike dare i primi segni di gelosia era pomeriggio inoltrato quando lui si svegliò quella notte era stato fuori. Sentì delle risa provenire dal piano di sopra, pensava che Sally e Buffy stessero giocando e salì per unirsi anche lui al gioco. Entrato in salotto vide Buffy in compagnia di un bambino, il figlio del vicino. Che giocavano si imbrattavano il viso. Era assurdo ma vedere quel bambino toccare Buffy, e lei ridere, lo fece ingelosire. – Che succede qui? – disse serio, il bambino che aveva sentito parlare del vicino “strano” si intimorì e zittì. – Niente Spike – rise lei – io e Peter stiamo giocando alla mamma e al papà – e rise finendo di colorare un baffo sul labbro del bambino. Spike si accigliò e sbuffò stizzito. In quel momento Sally fece capolino dalla cucina – Ciao Spike, puoi venire un attimo – lui alzò il sopracciglio e andò in cucina.

- Non fare così su. – e sorrise – non puoi essere geloso di un bambino -

- Io non sono geloso - e sollevò il sopracciglio – e che non mi piace che le la tocchi –

- Ma dai, è un bambino – Spike la guardò poco convinto e poi disse – si lo so io cosa pensano i bambini a quell’età. Altro che …- e mugugnò.

Sally rideva e disse – iniziamo presto Spike, tra qualche anno mi chiedo cosa farai. La rinchiuderai nello scantinato con te? – Spike esitò un attimo e poi disse – questa sì che è una buona idea ma perché non ci ho pensato prima – Sally lo guardò stupita.

- Troverò il modo…lei è mia Sally. Non ho fatto tutto questo perché un altro Mr. Macho man con la depressione latente me la porti via. – Sally sorrise a quella battuta.

- Buffy adesso è ora che Peter torni a casa non pensi? Non vuoi giocare con Spike? – la bambina all’inizio aveva fatto la faccia seccata. Avrebbe voluto giocare ancora con il bambino, ma poi sentendo il resto della frase si alzò contenta e disse – Okay. Ciao Peter, io adesso vado a giocare con Spike. – E corse tra le braccia del vampiro che carezzandole il mento, prendendola in braccio, le disse – prima di tutto signorina andiamo a ripulire il tuo visino imbrattato – e si diresse verso il bagno.

Mentre Sally accompagnava Peter a casa.

Domani Buffy avrebbe compiuto 15 anni. Era notte e Spike non riusciva a dormire, negli ultimi tempi Buffy assomigliava sempre più alla vecchia Buffy e per lui mantenere il controllo era diventato davvero difficile. Passava notti intere a guardarla, a osservare ogni lieve mutamento del suo viso che la rendeva sempre più vicina al suo ricordo. Tra poco avrebbe avuto l’età in cui la conobbe, quella sera al Bronze. Era bellissima ballava quella canzone, ed era davvero solare e vitale. Ora lo sapeva sin da allora l’aveva voluta per se. Sin da allora l’aveva amata, solo che lo aveva capito dopo.

Era un po’ preoccupato, pochi giorni prima per la prima volta da quando erano lì si era eccitato la notte quando Buffy, che ancora dormiva con lui, si era adagiata sopra di lui e con le braccia lo aveva stretto. Lui non si era mosso, ma il suo corpo aveva reagito da solo a quel contatto. Alla pelle calda di lei che lo copriva. Il suo respiro lento e regolare. Il battito del suo cuore. Dio quanto la desiderava, era stato impossibile controllarsi. – Buffy ti prego amami o io non so cosa farò – le aveva sussurrato nella notte. E lei aveva in quel momento stretto di più le braccia sul petto e Spike aveva ceduto senza difese.

Nella tarda mattinata quando Buffy era a scuola si era alzato ed era andato in cucina da Sally. Che aveva notato la sua aria strana in quei giorni e ci aveva messo poco a capire il problema.

- Spike come va hai l’aria stanca -

- Non riesco a dormire – aveva risposto, ma dallo sguardo si capiva che c’era di più.

- Non può più dormire con me Sally – era triste, era così bello dormire con lei. Si era illuso per anni ma adesso non poteva far finta di nulla.

- Si lo so Spike, era normale che prima o poi sarebbe accaduto. Sono 10 anni che non tocchi una donna non sei di pietra. –

- Sì ma io non voglio rinunciare a lei … è così bello sentirla respirare nella notte. Vederla dormire, sentire che c’è che è lì con te. – e sospirò.

- Ti capisco Spike, ma è pericoloso… e se … - ma non finì la frase.

- No mai – disse Spike ed aveva lo sguardo atterrito. Mai, mai più avrebbe cercato di farle del male. Mai. – Va bene solo dovremo trovare una scusa. Il modo per convincerla. – disse lui amareggiato.

- Già – sospirò Sally questa volta ben sapendo il difficile compito da svolgere. Buffy era davvero caparbia quando si metteva in testa una cosa.

La serata passò tranquilla ma Spike e Sally a Buffy erano sembrati agitati e si era già messa sulla difensiva. Sentiva che qualcosa era accaduto. Era arrivato il momento di andare a nanna e come ogni sera lei si dirigeva verso lo scantinato tenendo per mano Spike. quella sera Spike non si decideva ad andare a nanna, di solito quando la vedeva sbadigliare le faceva un cenno e si andava a nanna. Quella sera sembrava che nessuno avesse intenzione di dormire.

Poi Spike guardò Sally e lei disse – Buffy senti, devo dirti una cosa – e attese che lei la guardasse – da questa sera tu dormirai nella tua stanza. – lei sgranò gli occhi. “No mai” pensò dentro di sé. Ogni giorno attendeva quel momento, adorava dormire con Spike. Abbracciarlo, stringersi a lui. Era così rassicurante e bello. Il suo modo di accarezzarle i capelli e di baciarle la fronte mentre lei scivolava nel sonno. E quella sensazione che provava negli ultimi tempi, quel calore intenso quando gli era vicina. Quel desiderio profondo di toccarlo di abbracciarlo. Buffy non voleva nemmeno sentir parlare di dormire da sola. – No! – gridò.

- Buffy tu sei una signorina e le signorine non dormono con gli uomini …- ma non sembrava convincente a dire il vero e anche Spike la guardò dubbioso.

- Invece sì – rispose secca Buffy – e una mia amica mi ha detto anche che …- Spike era sconvolto. – Basta Buffy, non vogliamo saperlo – si affrettò a dire Sally. – Comunque tu da oggi dormirai nella tua stanza. Spike resterà con te sino a che non ti addormenti va bene – Dal tono con cui l’aveva detto Buffy capì che non c’era possibilità di farle cambiare idea. La sua rabbia allora si rivolse verso di lui – non mi vuoi più? – e gli occhi divennero lucidi – tu non mi vuoi più bene –

Spike era combattuto, avrebbe voluto urlarle: “certo che ti voglio e non sai quanto ed è per questo che devi starmi lontano. Ho paura che non riuscirò più a controllare quello che provo per te. Ad aspettare che tu sia pronta”. Ma si limitò a dire – Buffy ti prego non fare così lo sai che ti voglio bene, che ti amo. – e disse quella frase in un modo così intimo e profondo che anche Sally si commosse.

- Allora perché ? Perché non vuoi che stia più con te? – Buffy non capiva.

- Perché ad una certa età le cose cambiano e le ragazzine hanno bisogno della loro privacy. Stanno diventando donne. - Sally non lo sapeva ma era riuscita nel suo intento. Buffy al sentire quelle parole fece un sorriso strano. “lei stava diventando una donna”. E poi così di punto in bianco – Va bene – disse. Stupendo Sally e un po’ deludendo Spike che aveva sperato lei facesse più resistenza a quella imposizione.

- Però facciamo che questa è l’ultima notte? – disse Buffy con uno sguardo così triste che Sally non se la sentì di dirle di no.

 

- E va bene solo per questa notte però – e si alzò. Adesso potevano andare a dormire. Spike aveva sussultato a quella frase. Ricordi e paure lo avevano assalito. Ma ora non voleva pensarci. Quella notte era tutta per loro. Lui l’avrebbe fatta durare il più a lungo possibile. Chissà quando avrebbe dormito di nuovo con lei.

Si spogliò lentamente , lasciandosi su come sempre i pantaloni e si stese nel letto, dove Buffy lo aspettava rannicchiata, come quando era piccola. Con indosso il suo pigiamino con i pesci e le tartarughe. Lei come ogni sera si distese con il suo corpo su di lui e con le braccia gli circondò i fianchi. Mentre lui con le sue abbracciava lei. E le carezzava i capelli dolcemente, dandole di tanto in tanto dei baci sulla fronte.

- Perché? – chiese lei a bassa voce mentre due lacrime le scivolarono lungo il viso.

- Amore non posso fare diversamente. Ti prego cerca di capire. Se potessi io ti terrei qui, così, con me per sempre. – e senza che lei lo vedesse anche i suoi occhi divennero lucidi.

- Tu non… dormirai con qualcun altro vero? – gli chiese preoccupata, sollevando il viso in modo da guardarlo negli occhi.

- No amore te lo giuro. Con nessun altra. Se dormirò di nuovo con qualcuno un giorno, quella sarai tu. – lei sembrò rassicurarsi e posò nuovamente il capo sul petto di Spike.

- Va bene allora adesso dormo – disse lei che subito dopo scivolò nel sonno.

- Va bene amore dormi veglio io su di te. – disse lui e la strinse a se con maggior forza come temesse che qualcuno volesse strapparla via da lui. E di nuovo in lui i sensi si risvegliarono. Dentro di sé lottava contro un forte desiderio di baciarla di accarezzarla e di non lasciarla andare via. Poi come era accaduto quel giorno preso da un momento di follia sollevò il mento di Buffy e la baciò, dolcemente, lentamente e con passione crescente. E lei non si oppose anzi lo ricambiò con passione. Fu lui a staccarsi per primo, temeva che da un momento all’altro avrebbe perso il controllo, l’eccitazione era forte. Lei era lì indifesa, addormentata, fiduciosa. E probabilmente non si sarebbe nemmeno opposta se lui avesse cercato di fare l’amore con lei. Poi tra i denti, con angoscia e speranza disse – ma un giorno non molto lontano Buffy, sarà diverso. – guardò fuori dalla finestra e poi fissò il volto di lei voleva imprimerselo nella mente. Era così che la voleva ricordare sino a quel giorno, serenamente abbandonata tra le sue braccia.

La mattina dopo lei si svegliò lentamente stirando i muscoli. Era ancora avvinghiata a Spike che non aveva chiuso occhio. Lui non disse nulla, non voleva essere lui a mettere fine a quella notte. Lei restò in silenzio per un po’ poi disse – possiamo stare così ancora per un po’? – lui rispose con dolcezza – tutto il tempo che vuoi amore – gli piaceva chiamarla amore, visto che in passato non gli era permesso. Poi si lei si alzò e lui rimase a letto a sentire il suo calore tra le lenzuola sino a quando non si addormentò e sognò di averla ancora tra le sue braccia.

Spike da quella notte tornò alla sua vita notturna e non riuscì più a dormire. Spesso andava nella stanza di lei e la osservava dormire. Le carezzava la guancia. E pensava che era vero stava crescendo. Ogni giorno in lei lui rivedeva sempre più la sua cacciatrice e una strana inquietudine lo assalì.

Un altro anno era passato Buffy aveva 16 anni e le cose erano ancora più difficili per Spike.

La mattina quando si alzava per la colazione: in pigiama, tutta in disordine, con il viso assonnato, e quell’ aria strana. Lui si sentiva sempre più perso. Indossava pigiami succinti (un micro pantaloncino e una canotta) che la rendevano terribilmente sexy ai suoi occhi e risvegliavano in lui sensazioni intense. Erano 11 anni che non toccava una donna e il suo controllo ormai era vacillante. Così dopo aver rinunciato a lei la notte, preferiva evitare di incontrarla anche la mattina. Faceva in modo di salire dopo che lei era andata a scuola, e si sedeva in cucina aspirando il suo odore ancora forte. Era un po’ di tempo che lei lo evitava, non si confidava più con lui e questo lo aveva reso ancora più triste e depresso. Era arrivato a pensare che era il destino, che qualunque cosa facesse alla fine lei non lo avrebbe mai amato comunque.

Poi un giorno Sally rimasta sola con lui dopo aver esitato più volte, si sedette al tavolo e gli disse – William, devo parlarti – Spike la guardò preoccupato – è successo qualcosa con Buffy? Ci sono problemi? – lei lo tranquillizzò – no, no niente di grave per adesso, ma è meglio che ne parliamo se ti và – e attese una sua risposta – si va bene dimmi Sally, cosa c’è? – Sally cercò di mettere insieme le frasi prima di parlare e poi disse – William si tratta di Buffy, lei adesso sta per compiere 17 anni. È una ragazza molto vivace, molto matura e bella. Questo lo sai da te. Penso che sia giunto il momento che tu ti faccia avanti William – Spike la guardò stupito – cosa vuoi dire Sally? – voleva avere la conferma di aver capito bene cosa lei volesse dire con quelle parole. – Spike lo sai come sono gli adolescenti a 17 anni tutti ormoni e voglia di scoprire di … insomma di andare oltre – Spike era sempre più attento ed in allarme - continua – le chiese – Bene, penso che sia giunto il momento che tu e lei, insomma…William devo farti i disegnini? – Spike sgranò gli occhi e poi scoppiò in una risata – No ho capito- le rispose – ma non capisco come mai tu mi dica questo, io la amo e la desidero questo ormai dovrebbe essere lampante, però non voglio ancora. E’ troppo presto è ancora una ragazzina e io non voglio fare pressioni su di lei adesso … – Sally lo fissò un attimo e poi infine sospirando glielo disse – William, frequenta un ragazzo da un po’, e temo che se tu non le farai capire quello che provi e che lei è tua… potresti anche perderla. – Spike sembrò come cadere dalle nuvole, non si era accorto di nulla in tutto quel tempo come era possibile. – No, stai scherzando vero? – Sally scrollò la testa negativamente – no dico sul serio – Spike si alzò in piedi e cominciò a fare su e giù per la cucina. – No, non può essere lei è mia… ma è ancora così giovane, io…- la signora aggrottò le sopracciglia e lo redarguì – accidenti William, quando sei arrivato qui sembravi così determinato. Sembrava che niente potesse fermarti o distoglierti dal tuo scopo, tanto che ho davvero temuto che tu… insomma che tu non avresti aspettato molto e che avresti… fatto di lei una donna troppo presto. E adesso che è giunto il momento ti tiri indietro? E’ arrivato il momento di prenderti quello che è tuo! – Spike sospirò – e se lei non mi am…- lei non gli lasciò finire la frase – lei ti ama Spike, solo non lo sa ancora. – lui la fissò, come volesse davvero poter credere a quelle parole – Accidenti ma è possibile che io una donna anziana, con tutti i miei principi morali, debba convincere un vampiro, senz’anima per giunta – e gli sorrise bonaria – a fare l’amore con la donna che ama e che desidera da più di 10 anni? Per lei sono dieci anni che non sfiori una donna, vivi qui sotto da solo, aspettandola. Credo sia arrivato il momento di cambiare le cose William. Riflettici, io tra 2 ore parto resterò fuori per tutto il weekend ho delle cose da sbrigare in città –. Si alzò e dopo avergli dato uno sguardo d’intesa uscì dalla stanza, lasciando Spike assorto nei suoi pensieri. Forse aveva ragione, era arrivato il momento di fare il grande passo di cambiare le cose. Anche se dentro di se aveva paura di un rifiuto, si sentiva incredibilmente contento; al pensiero che anche Sally, a cui era affezionato, pensasse fosse giunto il momento.

Per tutto il giorno, fu in uno stato di agitazione e angoscia. Quella notte forse dopo tanti anni: avrebbe potuto stringerla di nuovo tra le sue braccia, avrebbe di nuovo accarezzato il suo corpo, baciato le sue labbra. Sarebbe stata di nuovo sua. Giunse la sera e Spike si era messo in tiro, voleva fare colpo, le mani gli tremavano per l’emozione. L’aveva evitata per tutto il giorno, ed adesso era arrivato il momento di rischiare tutto, di riprendersela.. Salì di sopra nella sua stanza, aprì piano la porta, ed ebbe un sussulto. Lei non era nella sua stanza, girò per la casa, ma di Buffy nessuna traccia. L’angoscia lo assalì. Dove era andata? Che era successo? Poi vide il suo diario aperto sul letto e senza pensarci due volte iniziò a leggere.

 

Caro Diario,

 

Anche oggi ho pensato a lui, anche questa notte ho fatto lo stesso sogno, è stato incredibile. Io cerco di non pensarci, di non sognarlo ma non ci posso fare nulla. È più forte di me. Lo desidero da morire, e ci sto male perché so che non dovrei, che è sbagliato. Ma lui è sempre presente, premuroso, gentile, dolce, così caldo e mi guarda con certi occhi non so spiegarti. Secondo te questo è amare? Io ho paura, perché è qualcosa che non riesco a controllare.

 

Ho deciso! Basta non può più andare avanti così. Questa notte andrò da Jack e accada quel che accada, non mi tirerò indietro. Non riesco più a sopportare questa situazione.

 

Spike era furioso, con se stesso e con lei. Avrebbe ucciso quel Jack e in quanto a lei appena l’avesse ritrovata e riportata a casa, l’avrebbe incatenata e segregata. Si alzò di scatto dal letto e corse fuori, si fermò un secondo a sentire l’aria attorno a se. Percepì il suo odore e lo seguì. Doveva fare presto ogni minuto era prezioso, chissà da quanto tempo era uscita, dall’intensità dell’odore non doveva essere passata di lì da molto tempo. Giunse davanti a cimitero, l’odore adesso era intenso, camminò a passo felpato tra le tombe e finalmente li vide, seduti su una panchina in un vialetto nascosto. Si stavano baciando, Spike ebbe un moto di rabbia che riuscì a stento a controllare. “Ma in fondo chi sono io per lei?” si chiese amareggiato “forse era giusto così, lei si sarebbe rifatta una vita Normale e lui sarebbe andato al Diavolo”, proprio in quel momento spostandosi un po’ dietro gli alberi poté vedere lui che le infilava le mani sotto la maglia, quello era troppo per lui. Si irrigidì e tutte le sue considerazioni andarono a farsi benedire. “Chi se ne frega di quello che è giusto e di quello che non è giusto! Lei è mia e nessuno me la porterà via”. Uscì dal nascondiglio dirigendosi dritto verso di loro. Senza accorgersene era scivolato nel volto della caccia, tanta era la rabbia che aveva dentro. Ringhiò, e il ragazzo voltatosi di scatto, sbiancò alla vista del vampiro. Si alzò di corsa e senza pensare un solo istante a Buffy se la filò a gambe levate. Spike non si mosse, non aveva nessuna intenzione di inseguirlo, ora doveva mettere in chiaro alcune cose con la sua incosciente e imprudente principessa. Girò la testa verso di lei, lanciandole uno sguardo sarcastico – oh che vero macho, questo Jack, se l’è filata senza pensare a te principessa – Buffy era allibita, era in disordine la maglia semi sollevata e le labbra ancora gonfie dei baci dati a quel ragazzino. Spike la fissò per un attimo, la desiderava da morire. Poi riacquistò le sembianze umane e si avvicinò a lei, che istintivamente si riassettò la maglia e si tese. – cosa volevi fare Buffy? – le chiese con calma apparente – io… - esitò un attimo lei, poi fissandolo con aria di sfida continuò – sono fatti miei, non sei mio padre e non devo rendere conto a te di quello che faccio o non faccio della mia vita. – Spike aggrottò la fronte – ah davvero? – Buffy si alzò come incapace di continuare quella conversazione e urlando gli disse – ma cosa vuoi da me? Lasciami in pace – e scappò via. Spike le corse dietro e l’afferrò per un braccio bloccandola – Ti sbagli tesoro, tu sei affare mio e non ti lascerò in pace. Ci siamo capiti? – Buffy si alterò ancora di più, chissà perché ogni volta che era con lui tirava fuori il peggio di se. Prima non era così. – Ti sbagli, io non sono affare tuo e presto me ne andrò via così mi lascerai in pace finalmente – Spike tremò a quelle parole, dunque lei appena avesse potuto sarebbe scappata via. Quella frase lo fece decidere, se ancora avesse avuto un dubbio, non poteva più aspettare l’avrebbe persa. Senza risponderle, la trascinò via. Lei cercò di divincolarsi, ma la sua mano le serrava il braccio come in una morsa d’acciaio. Giunsero a casa, non si erano scambiati una sola parola lungo il tragitto. Lui la spinse letteralmente dentro casa e richiuse la porta alle sue spalle. Buffy senza degnarlo di uno sguardo si diresse verso le scale per raggiungere la sua stanza, ma lui la fermò. Lei si voltò a guardarlo e in un attimo si trovò premuta contro il muro dal corpo di Spike che la stava baciando appassionatamente. Lei aveva serrato le labbra, rifiutando quel bacio, ma dentro di se un calore intenso l’aveva avvolta. Si divincolò e quando le labbra si staccarono lei gli disse fredda – sei impazzito? – lui la fissava con uno sguardo indecifrabile che la fece rabbrividire. – non era questo che volevi? Passione, desiderio … sesso? – lei sgranò gli occhi, l’aveva ferita, e a sua volta rispose tagliente: – Sì, ma non con te che sei una cosa d… - lui la interruppe e strinse le braccia di lei tanto da farle male. – Non provare a continuare Buffy – un dolore lancinante lo aveva colpito al petto, non poteva credere che anche adesso la scena si ripetesse. – Ho letto quello che hai scritto nel diario – le disse secco, Buffy arrossì violentemente e tutta la sua rabbia e la sua forza sembrarono venire meno. – Io .. io …- balbettò, confusa, mentre anche lui la guardava spiazzato da quel suo improvviso cambiamento. – Quello che c’è scritto non riguarda te, sono solo stupidaggini. Non le penso davvero e tu non dovevi farlo, come hai potuto – e abbassò lo sguardo mentre il viso andava in fiamme. In un lampo il vampiro capì, i sogni, quei riferimenti a quello che provava non erano rivolti a quel ragazzino ma a lui. Dunque Buffy sognava di lui, lo desiderava. Il suo cuore ebbe un moto di gioia, quasi incontenibile. Allentò la stretta e le sollevò il viso delicatamente – piccola – disse con voce tornata gentile e calma. Buffy non aveva il coraggio di guardarlo – lasciami – disse e cercò di divincolarsi, ma lui glielo impedì – Buffy guardami – le disse, ma lei si agitava sempre di più. Aveva paura, tutto si complicava e lei era confusa. Lui allora le prese il volto tra le mani e teneramente la baciò, dapprima con dolcezza e poi sempre più intensamente. Questa volta lei non riuscì a respingerlo, anche se cercò di allontanarlo. Ma Spike ormai non si sarebbe più fermato nemmeno se il mondo gli fosse crollato addosso: Lei lo voleva, lo amava forse, quanto tempo aveva atteso quel momento; una vita intera (o più). Le mani scivolarono sui fianchi di lei e l’attrassero ancora di più a se, come volesse penetrarla con tutto il suo essere. Lei si sentì mancare, quel bacio era troppo intenso e profondo, faceva quasi male. Respirava a fatica quando lui liberò le sue labbra. Ansimava rossa in viso, e con gli occhi lucidi. Lui la fissò e quello sguardo la fece tremare, tanto era intenso e pieno di desiderio. Adesso aveva davvero paura. – Buffy io… - cercò di dire lui, ma lei spalancò gli occhi e si mise a urlare – no, no, basta io non voglio sentire nulla. Voglio andare a letto – lui la fissava stranito, ma dentro di se aveva deciso: non l’avrebbe lasciata andare – anche io – rispose lui guardandola con malizia. Buffy allora d’istinto gli assestò un calcio alle parti basse e il vampiro gemette di dolore. E poi divincolandosi corse verso le scale. Spike sorrise, quella era la sua Buffy, era tornata, e sarebbe stata sua; ora lo sapeva. Le corse dietro, la raggiunse sulle scale e le bloccò i polsi dietro le spalle. La sollevò di peso ben attento a tenerle ferme le gambe per non farla scalciare e la portò di sotto, nella sua stanza. – Perdonami amore, ma ti desidero troppo per aspettare – la stese sul letto e le si adagiò sopra delicatamente. Iniziando a baciarla disperatamente. Non le dava tregua, Buffy si sentiva mancare. Le sue carezze si facevano sempre più audaci, fece scivolare le mani sotto la maglietta e cominciò a sfiorarle il seno delicatamente. Buffy sussultò a quel contatto freddo. Senza esitazioni il vampiro gliela sfilò, mentre Buffy cercava di coprirsi con le mani. Lui le sorrise e prendendo le mani di lei nelle proprie le scostò dal suo bellissimo corpo. Sempre fissandola, lentamente le sbottonò il reggiseno e lo fece scivolare via. Buffy arrossì violentemente, vedendo lo sguardo avido di Spike che la stava osservando sfacciatamente. Poi messosi a cavalcioni su di lei si sollevò leggermente e si sfilò la maglietta. Buffy tremava e il suo cuore sembrava balzarle fuori dal petto. Lentamente lui seguì con lo sguardo le curve del corpo di Buffy che avvampò e girò lo sguardo imbarazzata, mentre lui si riempì entrambe le mani con i suoi seni. Buffy non riuscì a trattenere un gemito e i suoi seni si irrigidirono sotto quel tocco gentile e sensuale. Infine lui si chinò su di lei e senza smettere di guardarla e cominciò a succhiare e leccare lentamente prima uno poi l’altro capezzolo, mentre Buffy chiuse gli occhi, respirando sempre più rapidamente e gemendo dal piacere. Con le mani le accarezzò lentamente le braccia, intrecciò le mani di lei e poi si fermò all’apertura dei suoi pantaloni. Buffy a quel punto spalancò gli occhi e gli afferrò i polsi bloccandoglieli – no – disse intimorita. Spike si fermò e la guardò dolcemente – ti fidi di me? – Buffy non rispondeva. Lei si fidava di lui ma aveva troppa paura – no – disse senza guardarlo in volto, lui rise questa volta – ah no? – fece eco e si chinò a baciarla. Sentì la sua eccitazione crescere, non avrebbe resistito ancora molto a lungo, doveva far andare avanti le cose. Così mentre la baciava le sbottonò i pantaloni, ignorando le resistenze di lei e con un gesto rapido glieli sfilò. E mentre con una mano tratteneva lei che adesso sembrava davvero terrorizzata, si sbottonò e sfilò i suoi. – Oh Dio! – disse Buffy chiudendo gli occhi. Spike sotto i jeans non aveva nulla. Lui rise forte, era davvero stupendo vederla così imbarazzata, con gli occhi serrati mentre cercava di divincolarsi dalla stretta di lui. Adesso a separarli vi erano solo gli slip di lei che ansimava e si agitava, non sapendo che questo lo eccitava ancora di più. – Amore sta tranquilla, non ti farò male te lo prometto. Vedrai ti piacerà – ma Buffy non ascoltava tanta era la paura. Con Jack non aveva provato nulla se non un senso di rifiuto, ma con Spike era diverso. Sentiva sensazioni così intense da farle pensare di stare per morire. Lui si era risteso su di lei facendo aderire completamente il suo corpo a quello di lei. Che adesso poteva sentire distintamente l’eccitazione di lui. Sino ad allora lui non era mai sceso al di sotto della sua pancia ad accarezzarla, insinuò la sua mano tra le cosce di lei, Buffy sussultò, e il suo corpo inaspettatamente reagì a quel tocco aprendosi ancora di più per facilitarli il movimento. Con gesti gentili ma anche intensi Spike le massaggiava le parti sensibili. Strappando a Buffy gemiti sempre più forti e più vogliosi. La portò vicino all’orgasmo e poi ritrasse la mano. Lasciandola gonfia di piacere inappagato. Buffy fece una smorfia, di diniego e lo guardò stupita. Lui la stava fissando divertito, poi cercò di sfilarle gli slip e fu allora che Buffy iniziò a piangere, implorandolo – no, no, non voglio ti prego basta, basta -. Spike ebbe un attimo di indecisione, ma lei era cosi bella con quello sguardo lucido. Le accarezzò i capelli sempre sorridendole e le disse – amore vedrai sarà bello, lo so che ti piacerà. Fidati di me andrà tutto bene, non vuoi che completi quello che ho interrotto? – cercava di tranquillizzarla, Buffy arrossì, era in balia di emozioni troppo forti da poter controllare. Spike sospirò, e riprese a baciarla e a carezzarle il seno, sino a che non la sentì di nuovo rilassata sotto di lui. A quel punto riprese nuovamente a sfilarle gli slip, e anche questa volta lei cercò di fermarlo, ma lui bloccandole il bacino con il peso, glieli strappò via. Riprese a toccarla intensamente e lei tornò a gemere violentemente. Quando la sentì completamente bagnata avvicinò la sua virilità, tesa ormai allo spasimo dal desiderio di entrare in lei, alla femminilità di lei, senza smettere di eccitarla. Lei timorosa lo implorava – no, no, ho paura, non farlo ti prego – lui la baciò e mentre la baciava lentamente si spinse in lei. trattenendo la sua foga con grande sforzo. Buffy puntò le braccia al petto di lui nel tentativo di respingerlo, provava dolore, misto a un senso di inappagamento che la faceva sentire male e i suoi muscoli si irrigidirono. – Oh Buffy, sei mia, sei sempre stata mia. Sapessi quanto ti ho atteso amore. Rilassati, stai tranquilla non ti farò male – e con una prolungata, dolce ma anche vigorosa spinta la penetrò. – AH! – gridò lei, seguito dal gemito appagato di lui. Che immobile in lei attendeva che i muscoli si rilassassero e cedessero alla sua penetrazione. La baciò e continuando a guardarla teneramente nel tentativo di tranquillizzarla le disse – avanti tesoro è tutto fatto sei mia adesso, lasciati andare -. Quando sentì la stretta allentarsi, lentamente iniziò a muoversi su di lei, che ebbe una fitta di dolore seguita subito da una serie di sensazioni indefinibili sempre più intense e alla fine riprese a gemere, cingendo le spalle di Spike e attirandolo a se. Mentre lui si muoveva su di lei, e la guardava contento. Godendo nel vederla godere. – Si amore, così, seguimi, assecondami. Cosi brava lasciati andare godi. Fammi vedere quanto ti piace quello che ti faccio – le sussurrava all’orecchio, facendola arrossire. I movimenti si fecero sempre più intensi, lui le impose il suo ritmo e lei con i fianchi protendendosi verso di lui lo assecondava. – Sei bravissima amore, mi fai impazzire, continua così – Buffy aveva ancora gli occhi chiusi e respirava affannosamente, ma allo stesso tempo si spingeva verso di lui per facilitargli la penetrazione e lo accarezzava audacemente con le mani, spingendo il bacino di lui contro di lei come a chiedergli di penetrarla ancora più a fondo. – Continuo così amore o devo smettere – le chiese lui retoricamente, lei in preda al piacere, era incapace di rispondere coerentemente alle sue domande – No, sì – lui sorrise e disse – No, devo smettere, o Sì devo continuare? – dandole una sua spinta più vigorosa e profonda, lei emise un gemito più forte era vicina all’orgasmo oramai. Le sollevò le gambe per penetrarla totalmente – Sì – disse lei approvando la nuova posizione, che le provocò subito sensazioni ancora più intense. – Si amore su, vieni avanti fammi vedere quanto ti piace – fece eco lui, ormai al limite dell’eccitazione. Lei d’improvviso aprì gli occhi e lo fissò – Spike – disse in tono serio. Il vampiro fu un po’ allarmato e le chiese subito – cosa c’è piccola ti ho fatto male? – lei lo guardò e disse: – sento che sto per morire – mentre richiudeva gli occhi incapace oramai di trattenere il suo piacere. Lui rise, provocandole un ulteriore brivido di piacere con le sue vibrazioni e le disse - No amore non stai per morire, stai per venire. Avanti non fermarti, fammi vedere quanto mi vuoi – e poi lei urlò, avvinghiandosi a lui – Ahhhh! – un gemito prolungato seguito da un sospiro di appagamento. Subito dopo anche lui si abbandonò e venne, con un movimento prolungato del bacino. E il più lentamente possibile uscì da quell’antro caldo che era la SUA Buffy, perché adesso era sua per sempre, niente li avrebbe più divisi.

Lentamente lei si addormentò, mentre il vampiro, troppo eccitato ed incredulo per quanto accaduto, non riusciva a prendere sonno. La teneva stretta tra le braccia nel timore che tutto si rivelasse un sogno e che al risveglio tutto svanisse. Questa volta non c’era stata violenza, non c’era stata lotta, solo una scaramuccia. Adesso era lui ad avere paura, di quello che sarebbe accaduto al suo risveglio. Con la vecchia Buffy il copione era lo stesso: qualche bacio, pugni e fuga rapida della disgustata e pentita cacciatrice. Attese il momento del suo risveglio come una rivelazione di quello che sarebbe stato il suo destino e lei alla fine si svegliò, stiracchiandosi. Senza aprire gli occhi, mugugnò qualcosa, poi si strinse ancora di più contro il petto di Spike, che se avesse potuto avrebbe trattenuto il fiato in quel momento. “Ecco adesso mi guarderà e… “ mentre stava pensando questo Buffy spalancò gli occhi e lo fissò dritto negli occhi. Un attimo che al vampiro sembrò tutta la sua eternità. Un sorriso gioioso le illuminò il viso e d’istinto si sporse verso di lui e lo baciò dapprima dolcemente e poi via, via più appassionatamente. – Buongiorno amore. Ho fame – disse e lui si sciolse come cera al Sole. Avrebbe voluto urlare di gioia, gridare al mondo che lei era sua, che lo amava. Non era più una cosa disgustosa e cattiva adesso. Invece ricambiò il suo bacio stringendola tra le braccia. – Ciao amore, ben svegliata. Hai dormito bene? – Un lieve rossore apparve sulle guance di Buffy, che ancora non aveva fatto ben mente locale su quello che era accaduto. Lui le sorrise e la baciò sulla guancia. Poi si alzò e si diresse di sopra con disappunto di Buffy che voleva restare ancora accoccolata tra le sue braccia. Dopo un po’ però riapparve con il vassoio della loro colazioni. Lei sorrise contenta, aveva davvero molta fame, viste le energie consumate la notte precedente. Addentò una ciambella, mentre Spike la guardava sorridendo. Mangiarono in silenzio scambiandosi sguardi sensuali e provocanti, mentre Buffy si portava un grissino alla bocca, o Spike leccava la crema che fuoriusciva dalla ciambella. Non finirono la colazione che erano di nuovo avvinghiati l’uno all’altro, e facevano l’amore. Mentre Buffy si spingeva verso di lui per farlo entrare a fondo, in un gemito di piacere disse – Ti amo Spike –. Lui sussultò a quella dichiarazione così inaspettata, che perse il ritmo per qualche istante fermandosi. Buffy riaprì gli occhi, senza capire bene cosa fosse accaduto e gli chiese con voce implorante e roca dal desiderio – No Spike. Non fermarti ti prego. Ancora – Spike si riprese dallo stupore e continuò a darle spinte sempre più vigorose e prolungate, sino a farla venire. Poi in un sussurro all’ orecchio le chiese – dillo ancora Buffy, ti prego – e Buffy intuendo quello che le stava chiedendo, gli cinse le spalle con le mani e gli disse ancora – TI A-M-O SPIKE –. Spike sorrise grato e allo stesso tempo stordito da quella frase così attesa e inattesa allo stesso tempo, e le rispose – Anche io ti amo Buffy, da morire -. Buffy rendendosi conto del paradosso dell’affermazione scoppiò in una fragorosa risata. E poi riprese a baciarlo con rinnovata passione e voglia. E gli disse – Abbiamo tempo, Spike, tanto è giorno e tu non puoi andare da nessuna parte… quindi ho pensato che … - e ammiccò alla virilità del vampiro nuovamente eccitata. Poi lui la spinse supina sul letto e le si distese sopra – agli ordini mia regina – disse e la baciò con desiderio.

Erano profondamente addormentati quando Sally….che si era un po’ allarmata per il troppo silenzio della casa a quell’ ora della sera; Quando di solito Spike si preparava ad uscire e Buffy faceva i capricci perché voleva andare con lui, strillando per tutta la casa…. Discese nella stanza di Spike per vedere se c’ era. Il vampiro all’udire i passi si destò di soprassalto e d’istinto si coprì. E come accadeva in passato, coprì la cacciatrice con un lenzuolo per evitare che la vedessero. – Sally, ciao andato bene il viaggio – disse imbarazzato rendendosi conto dei numerosi indizi sparsi per la stanza, che lasciavano intuire cosa fosse accaduto. Poi Buffy fece capolino con la testa tra le lenzuola. E disse – salve signora Sally, spero non si arrabbi per questo, ma io …. – e tacque non sapendo bene cosa dire per spiegare quello che le era accaduto. Poi facendosi coraggio disse in un fiato – Io amo Spike, e non mi interessa se lei non approva o se non è d’accordo. Io voglio stare con lui e né lei né nessun altro me lo impedirà. – e la fissò con aria di sfida. Spike era al limite dell’incredulità, la guardò sconcertato e Buffy un po’ esitante gli domandò – Ho detto bene? Anche tu lo pensi vero? – e lo guardò in attesa. Lui per un attimo non riuscì a proferir parola e poi disse urlando – ti amo honey, da impazzire. Che qualcuno provi a separarci adesso -. Buffy sorrise rassicurata e tornò a guardare seria Sally, che dopo un momento di smarrimento, scoppiò in una fragorosa risata. E salendo le scale disse – era ora! – poi scuotendo la testa - Ragazzi d’oggi tutte chiacchiere e niente fatti -. Spike e Buffy scoppiarono a ridere e ripresero a baciarsi davvero euforici. Era notte fonda quando Spike si svegliò, aveva avuto un incubo, Buffy fuggiva via e lui la inseguiva senza mai riuscire a raggiungerla. Si tranquillizzò vedendola addormentata pigramente tra le sue braccia. Si alzò e si diresse verso il frigorifero, aveva fame, Buffy lo aveva davvero stancato. E sorrise tra se ripensando al giorno appena trascorso. Indubbiamente uno dei più belli della sua vita. Bevve un po’ di sangue e poi subito si rimise sotto le lenzuola, non voleva lasciarla nemmeno per un minuto. Buffy gli sorrise nel sonno, contenta di riabbracciare qualcosa di fresco e morbido. – Spike ho ancora voglia possiamo rifarlo? – Spike non poté trattenere una risata sommessa, anche nel sonno lei gli chiedeva di fare ancora l’amore. Era davvero instancabile, la guardò un attimo e poi il suo sguardo si illuminò come folgorato da un’idea geniale…. Buffy stava sognando di loro, del mare, quando una sensazione di calore intenso la pervase. Aprì lentamente gli occhi e vide qualcosa che si muoveva sotto le lenzuola e un’ondata di piacere liquido la fece fremere. Capì che spike con la testa tra le sue gambe la stava eccitando da morire. Gemette incapace di controllarsi e disse con voce roca – Spike! – la testa di Spike spuntò da sotto le lenzuola e Buffy ebbe un attimo di tregua. Interrotto subito dalla mano di Spike che si era sostituita alla sua lingua. – Dimmi amore, cosa c’è? – le chiese fintamente stupito e con aria innocente. Lei aveva chiuso gli occhi e riverso la testa all’indietro. Era ancora inesperta, lui doveva ricordarlo, era facile farla venire ed eccitare sino all’inverosimile. – Basta ti prego, Spike! – lui si sollevò e raggiunse le sue labbra, e la baciò intensamente. – Ho appena cominciato – disse e penetrò in lei lentamente. Buffy si avvinghiò a lui e gli circondò i fianchi con le gambe, spingendosi verso di lui per prenderlo totalmente in lei. E fecero ancora l’amore. Dentro di se pensò che quello era il modo più bello per svegliarsi, far l’amore con l’uomo che si ama. Subito dopo l’amore si fecero una doccia insieme, divertendosi con l’acqua e salirono a fare colazione. Sally li aspettava, sulla tavola imbandita, vi era ogni ben di Dio. I due si guardarono stupiti – Beh ho pensato che avreste avuto fame… e poi dovete recuperare le energie – fece Sally con fare malizioso. Buffy arrossì violentemente, mentre Spike la guardava sorridendo. Eh sì a dire il vero avevano proprio bisogno di fare una lauta colazione.

Si sedettero imbarazzati, mangiarono in silenzio e voracemente. Poi Sally, anche se un po’ dispiaciuta disse – Buffy per oggi passi, ma domani a scuola intesi? – Spike la guardò un po’ contrariato, ma era consapevole del fatto che Sally avesse ragione. Buffy sbuffò e girò gli occhi stufata. Spike non disse nulla, era troppo felice e non voleva rovinare quel momento per nulla al mondo. Finita la colazione si guardarono indecisi sul da farsi, non potevano tornare di sotto, anche se l’ avrebbero volentieri fatto. Quindi si aggirarono per la cucina per un po’ aiutando Sally e poi decisero di vedere un po’ di TV. Seduti sul divano abbracciati. Non volevano lasciarsi per un istante. Dopo un’ora circa Sally disse loro – Bene ragazzi esco a fare la spesa – e sottolineando la frase aggiunse conscia del desiderio della coppia di stare da sola – tornerò tra un’ora o giù di lì – e uscì. Spike e Buffy erano rimasti sul divano immobili, poi realizzarono il significato delle parole di Sally e dandosi uno sguardo d’intesa corsero giù per le scale diretti alla cantina. Liberandosi il più rapidamente possibile degli indumenti. Fecero l’amore in modo un po’ selvaggio, e a Spike venne in mente la vecchia Buffy. A cui la nuova sembrava somigliare sempre di più, anche se questa lo amava. Si rivestirono di corsa come si erano spogliati, non volevano Sally li trovasse ancora a letto. Fecero in tempo a salire in cucina che la porta si aprì. Sally era rientrata. – Ciao – le dissero in coro fingendo indifferenza e un po’ di noia. – Ciao ragazzi – rispose Sally, a cui non era certo sfuggito il lieve rossore sulle guance di Buffy. Ma fece finta di nulla, non voleva imbarazzarli troppo. Dopo pranzo e qualche esitazione Sally disse – credo che adesso si dovranno fare degli spostamenti – e li guardò – Che spostamenti? – ripeterono i due ragazzi all’unisono. – Beh… - continuò – ho pensato che voi adesso che state insieme dovreste dormire nella stessa stanza – e attese prima di continuare. – Allora avete scelto in quale stare? Quella di Buffy o la tua Spike? – i due sembrarono colti di sorpresa e si sentirono in imbarazzo. – Quella di Spike! – disse Buffy, sicura. Spike la guardò e le chiese curioso – perché? – Buffy avvampò e distolse lo sguardo, cercando disperatamente una scusa. Perché la sua scelta era stata dettata dal fatto che in cantina lei e Spike, lontano dal Sole, avrebbero potuto farlo anche tutto il giorno. Spike capì il motivo di quel rossore e per aiutarla disse: - Oh, amore hai paura che vada in polvere, qualora ti venisse voglia di aprire le tende appena alzata? – e le strizzò l’occhio in segno di intesa. Buffy sentendosi un po’ più rassicurata dalla scusa plausibile inventata da Spike, fece cenno di sì. Lui le prese la mano e la strinse tra le proprie. Era quasi il tramonto quando Buffy chiese – Spike, andiamo a fare una passeggiata? Ti prego dai!! – Spike la guardò, sorrise e le fece cenno di sì. Per la strada mano nella mano Spike si sentiva un bambino che abbia ricevuto il suo dono più grande da Babbo Natale e lo volesse mostrare al mondo dicendo “ecco guardate la cosa più bella al mondo. Ed è mia”. Era la loro prima uscita da fidanzati. Perché adesso lui era il suo ragazzo e lei la sua ragazza, pensava Buffy con una punta di soddisfazione. Incontrarono due compagne di Buffy e lei le salutò sorridendo – Ciao Mary, Ciao Sam – . Le due si avvicinarono guardando Spike, facendogli un sorriso. Buffy ebbe un moto di gelosia e subito, stringendosi a lui precisò – Lui è il mio ragazzo –. Le due amiche smisero di sorridere e i loro volti si dipinsero di incredulità; – Il tuo cosa? – ripeterono insieme. Spike sorrise, la situazione si faceva divertente, ma non voleva che la sua piccola si agitasse. E per rassicurarla le cinse la vita e la baciò teneramente, ma anche appassionatamente su una guancia. – Bene ragazze adesso io e la mia principessa andiamo, è stato un piacere – e prendendola per mano si allontanarono. Buffy non aveva detto una ancora parola, lui la guardò di sottecchi e le chiese – gelosa? – lei sobbalzò e rispose – no macché – ma dalla voce si capiva che era gelosa. – perché dovrei essere gelosa? Perché ti stavano mangiando con gli occhi o perché tu ridevi come un imbecille – e gli diede una gomitata nello stomaco accelerando il passo. Lui la raggiunse, dentro di se era incredibilmente soddisfatto e contento della reazione della sua cacciatrice. – Amore, smettila. Lo sai che amo solo te. Questo dovresti averlo capito mi pare. – Buffy fece ancora l’imbronciata e lui prendendola tra le braccia la baciò intensamente, facendola restare quasi senza fiato. Buffy rispose al bacio e gli cinse le spalle con le sue braccia. – Ti amo Spike – lui le sorrise e la baciò ancora. Si recarono ad un centro commerciale e Buffy correva da una vetrina all’altra senza sosta. Curiosa di tutto quello che vedeva. Poi volle lo zucchero filato e puntò i piedi sino a che lui non glielo comprò. Era proprio una bambina, ma a Spike piaceva quel suo modo di fare prepotente ed infantile, che l'altra Buffy aveva perso da un pezzo. Improvvisamente in lui si risvegliò il desiderio di lei. Era assurdo, ma era come … un bisogno insopprimibile di toccarla, baciarla fare l’amore con lei. Si fermò, tenendole la mano. Buffy alzò lo sguardo verso di lui e vi lesse desiderio, passione bisogno di lei. Esitò un momento e poi gli prese la mano e cominciò a correre verso casa. Entrarono come due furie in salotto, Sally stava guardando la TV, si voltò di scatto e le bastò una sola occhiata per capire. – Ragazzi mi raccomando non fate troppo rumore, ricordate che c’è una povera vecchietta timorata di Dio in soggiorno …. Che è in astinenza da una vita – e rise. Mentre i due amanti erano già corsi di sotto spogliandosi a vicenda. Non arrivarono al letto che lui era già in lei. E l’amava furiosamente e appassionatamente. Si strinsero l’uno all’altra in un abbraccio disperato di appartenenza reciproca e si fusero in un’anima sola. Quando si riprese Buffy disse – abbiamo mancato il letto –. Spike sorrise ricordando, la sua prima vera conversazione post – sesso con l’altra Buffy, e rispose – Meglio per il letto -. La baciò, non sazio ancora di lei.

Erano ormai due mesi quasi da quando Buffy e Spike stavano insieme. Sally era contenta, vedere William così felice e sereno la faceva stare bene, anche se in fondo al cuore era in pena. Non aveva mai visto Spike in quello stato di totale balia della donna amata. Lui era pazzo di lei, e questo la preoccupava pensando che qualcosa potesse distruggere quel momento ed insieme anche William. E fu in una sera d’autunno che accadde quello che Sally aveva sempre temuto. Perché non si può andare contro il tempo ed il destino. Aveva iniziato a piovere a dirotto e Spike e Buffy stavano rientrando velocemente da una passeggiata. Lui aveva coperto entrambi con lo spolverino e correva verso casa, quando furono attaccati da alcuni vampiri. Era la prima volta che accadeva. Spike ne bloccò tre ma un altro attaccò Buffy; che spaventata a morte, senza rendersi nemmeno conto di quello che faceva rispose all’attacco. Schivò il colpo e a sua volta lo colpì in pieno viso atterrandolo. Si guardò intorno e come se sapesse da sempre cosa fare, prese un pezzo di legno e lo colpì dritto al cuore polverizzandolo. Rimase qualche minuto immobile guardando prima il suolo dove poco prima c’era il vampiro e poi il paletto. Sollevò poi la testa e guardò Spike, che aveva appena polverizzato i suoi avversari. – Che è successo? – disse e il suo sguardo divenne freddo improvvisamente. Spike ebbe una fitta al cuore, come fosse stato appena colpito da un paletto appuntito. Gli bastò guardarla negli occhi per capire, era finita. Buffy sembrava furente – cosa hai fatto? Cosa mi hai fatto? – iniziò a urlare avventandosi contro il vampiro che rimase immobile, mentre lei lo colpiva con tutta la violenza di cui era capace. Rimasero immobili, il viso bagnato dalla pioggia e dalle lacrime, perché entrambi stavano piangendo. – Ti odio – disse lei con calma innaturale e Spike guardandola disperato e senza riuscire a dire nulla. Lei scappò via. Tornata a casa, Buffy guardò Sally con disprezzo, essendo certa che anche lei sapesse… - brava davvero una bella recita Sally – disse con tono sprezzante. Sally la fissò senza parlare – come ha potuto permettergli di crescermi per i suoi sporchi giochini…- Sally cercò di spiegarle – Buffy credimi lui non lo ha fatto per….- ma Buffy era sorda ad ogni spiegazione ad ogni parola. Non voleva sentire, perché forse temeva che quello che avrebbe sentito fosse la verità. E lei questo non lo accettava, non lo aveva mai accettato. – Quella cosa disgustosa e cattiva mi fa solo schifo – disse e Sally la colpì in pieno viso dicendole – devi essere proprio cieca, cacciatrice per non accorgerti di questo –. Buffy era furiosa e si trattenne a stento dal colpirla – siete tutte cose senz’anima – urlò. Sally le lanciò uno sguardo gelido e disse tra i denti – sei patetica, mi fai davvero pena –; e voltandosi continuò – raccogli le tue cose e vattene –. Buffy rimase un attimo incredula e poi corse per le scale nella sua vecchia stanza, raccolse poche cose e fece per uscire. Si fermò sulla soglia e tornò indietro, e senza rendersi conto del valore di quel gesto e del perché lo stesse facendo. Prese un piccolo carillon che era stato il dono di Spike per il suo decimo compleanno. Corse giù per le scale e di sotto ad aspettarla trovò uno Spike bagnato fradicio e con lo sguardo implorante di un amante che sa che è finita. Lei lo fissò un istante e poi si diresse alla porta – Buffy – fu tutto quello che riuscì a dire lui, ma in quel nome vi era tutto l’amore del mondo. Il cuore di Buffy però era sordo e non volle sentire. Aprì la porta e la sbatté violentemente dietro di se. Calde lacrime scesero lungo le guance mentre prendeva la strada che l’avrebbe riportata a casa. O almeno così pensava.

In casa era sceso il silenzio Spike, si accasciò su una sedia come fosse stato spezzato e abbattuto. Sally taceva, sapeva che in quel momento le parole sarebbero state inutili per William. Il suo cuore era andato in frantumi.

Buffy aveva trovato una stazione, era notte fonda. Fece il biglietto per Sunnydale e attese paziente il suo treno. Mentre in testa migliaia di pensieri ed emozioni contrastanti si sovrapponevano facendola sentire male.

- Buffy – urlarono insieme Willow e Tara, quando aprirono la porta e se la trovarono davanti. Stanca, dall’aria smarrita, affranta e bagnata fradicia.

- Cosa è successo? – chiese guardandole entrambe, con un disperato bisogno di sapere.

- Oh Buffy! Un’ incantesimo ci ha fatti tornare tutti bambini - e Tara e Willow si lanciarono uno sguardo – tranne me – aggiunse una voce alle loro spalle. Era Dawn che abbracciò la sorella e subito la invitò ad entrare. In salotto un’ora dopo seduta davanti ad un caffélatte Buffy ascoltò incredula quello che era accaduto.

- Beh Spike, ti ha portata con se come ti stavo dicendo, perché tu non ne volevi sapere di separarti da lui… poi mi ha chiamata e mi ha detto che non ti riportava indietro – Dawn fece una pausa guardando la sorella un po’ preoccupata.

- Perché non mi avete cercata? – chiese Buffy quasi risentita.

- Non ci ricordavamo nulla all’inizio, poi Willow ha fatto un incantesimo dei suoi ed ha avuto come dei flashback. Delle visioni. Ha interrogato un demone del tempo e questi ha rivelato l’illusione –

Willow ascoltava agitata e faceva cenno di sì con la testa – Così ho spezzato l’incantesimo – aggiunse alla fine – e abbiamo iniziato la tua ricerca, poi tu sei apparsa e … o come sono felice Buffy. Ci sei mancata da morire – e iniziò a piangere, di gioia. Mentre Tara le stringeva la mano per confortarla.

- Ma come è stato possibile? Chi ha fatto questo e perché? – chiese ancora dubbiosa.

- Non lo sappiamo ma come è iniziato così è finito un’anomalia temporale forse dovuta alla bocca dell’inferno.-

Dawn fece una pausa, decidendo se proseguire o meno nel racconto e poi riprese - per la perdita della memoria e per il fatto che tu sei rimasta bambina beh… quello è stato Spike. Lui voleva che tu, che tu…. Lo amassi. – e si fermò intimorita dallo sguardo che Buffy le aveva appena lanciato.

- Chiamo subito gli altri, Xand e Giles saranno così felici di sapere che ti abbiamo tr.. beh che sei tornata – disse Willow contenta.

- Si va bene – rispose - Sono stanca adesso, vado a dormire domani starò meglio– . Si alzò e si diresse verso le scale. Era furiosa, ma non sapeva bene con chi e per che cosa.

Quando si svegliò la mattina dopo, era tornata lei con la sua età e tutti i suoi ricordi. E non sapeva se esserne felice o meno. Sentiva solo un gran vuoto e tanta rabbia dentro. Doveva sfogarsi.

Si alzò fece una colazione abbondante e poi disse a Dawn che andava a trovare Giles, doveva parlargli di molte cose. Stava per uscire quando si fermò e senza voltarsi, e improvvisamente domandò – Quanto sono stata via? – era la seconda volta che faceva quella domanda, e ricordava bene la prima risposta quale era stata. – una settimana Buffy, solo una settimana. Bolla temporale ha detto Willow. L’ha fatto Spike perché voleva che tu … beh che tu rivedessi i tuoi amici e non che loro fossero morti, quando tu fossi diventata adulta -. Buffy non disse nulla e uscì.

- Buffy, Dio mio pensavo di averti persa per sempre – disse Giles abbracciando la ragazza – su entra dai è da ieri sera che non vedo l’ora di riabbracciarti. Volevo riposassi però. Ho invitato a pranzo tutti gli altri così saremo di nuovo insieme -. E le sorrise contento, ma si accorse che un’ombra era scesa sul viso della cacciatrice. – Cosa c’è Buffy è successo qualcosa? Quel mostro ti ha fatto qualcosa? Buffy? – Buffy lo fissò come rendendosi conto solo adesso che lui fosse lì davanti a lei. – No niente! – rispose secca e poi aggiunse – Ho voglia di allenarmi. Le va? – Giles la guardò perplesso, ma non fece domande – Certo, Buffy -. Si allenò per ore ma non servì a niente. C’era qualcosa in lei, qualcosa che era cambiato. Non era più lei.

La sera stessa riprese la sua ronda, si aggirò per il cimitero, come una sonnambula, un automa. Uccise 3 vampiri, ma non era lei. “Angel, devo andare da Angel” pensò dentro di sé e tornò a casa convinta che rivedendo Angel tutto sarebbe tornato al suo posto.

La mattina dopo lo chiamò e gli chiese di venire. Angel come sempre corse e la sera stessa era tornato a Sunnydale. “Due giorni” si stava dicendo Buffy quando qualcuno bussò alla porta.

- Angel – disse lei e lo abbracciò. – Buffy cosa è successo? Come stai? Eravamo in pensiero per te!- ma mentre diceva quelle parole in Buffy qualcosa si spezzò. “Se era tanto in pena per me come mai non è venuto a cercarmi, ed è rimasto a Los Angeles? Ho dovuto chiamarlo io perché venisse da me”. Si sentì stupita infine “NON è POSSIBILE” disse dentro di sé “Come può essere? Non provo nulla, non mi interessa” e guardò Angel per la prima volta con occhi diversi. Come qualcosa di distinto da sé, non gli apparteneva più ora lo sapeva.

Gli sorrise, lo invitò a sedersi e gli offrì qualcosa da bere. Lui la guardò stupito e le chiese di nuovo – sei sicura vada tutto bene? – lei sorrise ancora e gli rispose – Sì, adesso sto meglio – parlarono un po’ di loro, e di come andassero le cose. Era quasi l’alba e per Angel era arrivato il momento di andarsene. Aprì la porta, lei lo trattenne per un braccio e lo baciò dolcemente. Era un addio ed entrambi lo sapevano. L’adolescenza era finita per sempre. Adesso erano adulti e dovevano andare avanti per la loro strada senza rimpianti o rimorsi; Ma solo con dolci ricordi nel cuore.

Seminascosto nell’oscurità qualcuno aveva osservato quella scena e il cuore già spezzato, gli si era frantumato in mille pezzi. E dentro di sé per la prima volta dopo più di 100 anni si era sentito morto per davvero. Nella sua cripta poche ore dopo Spike stava distruggendo le ultime cose rimaste. – Stupido, sei uno stupido. Un idiota, un cretino. Imbecille – e sospirò – come hai potuto pensare, immaginare, credere che lei … che lei un giorno avrebbe…- guardò in alto e urlò – Oh bloody Hell! Maledetto cuore anche da fermo continui a farmi male -. Poi sedendosi sul pavimento, bevendo ancora un sorso dalla bottiglia disse a bassa voce, tra le lacrime – perché l’hai seguita? Per essere umiliato ancora? Perché non puoi fare a meno di lei, mentre puoi fare a meno dell’aria? Perché ti è entrata così dentro da sentirti morire al solo pensiero di lei – poi indurendo lo sguardo – avrei dovuto ucciderla tanto tempo fa. Quando ancora non era nulla, non esisteva per me era solo…solo…la cacciatrice – sospirando di nuovo – la mia cacciatrice - e riprese a bere.

Buffy aveva ripreso la sua vita, anche se adesso non le sembrava più così. Ma teneva tutto dentro, cercava di farlo notare il meno possibile. Mentre i suoi amici addicevano il tutto al momento, e a tutto quello che aveva passato. Ma Buffy dentro di se sapeva bene cosa stava succedendo, e cosa provava. Non lo avrebbe mai ammesso però, nemmeno con se stessa. E continuava nella farsa che era diventata la sua vita.

E poi una notte la verità le si parò davanti, durante una ronda notturna al cimitero. Circondata da sette vampiri aveva iniziato una lotta che si era rivelata più estenuante e difficile del previsto. Tanto che già due volte aveva rischiato di essere morsa da uno di loro. Quando d’improvviso udì un rumore sordo alle sue spalle e si voltò in tempo per vederne andare in polvere uno. – Spike – disse e senza rendersene conto, la sua voce aveva assunto un tono ansioso. – Salve cacciatrice – aveva risposto lui con un ghigno e aveva continuato a lottare. Liberatisi di loro i due rimasero immobili a fissarsi, come quella sera. – Che ci fai qui? – chiese lei sferzante come sempre. – Sono qui… - disse lui esitando, chissà cosa si era aspettato poi. Lei era sempre lei, non sarebbe cambiata, nulla sarebbe cambiato. – sono qui per vedere come stavi – e distolse lo sguardo, perché non voleva lei leggesse sul suo viso il dolore che provava. – Va bene adesso mi hai vista ora puoi andartene – lui la guardò intensamente e le disse piano – mi dispiace, non volevo farti soffrire. Io volevo solo che tu…- e si fermò, non riusciva a continuare. – Non mi importa cosa tu volessi o meno. Avrei dovuto ucciderti… - ma anche lei si interruppe per un attimo – ora sparisci dalla mia vita per sempre o potrei cambiare idea. – e si incamminò per il viale. Ma subito dopo averlo detto un senso di nausea l’aveva pervasa.. Perché le faceva così male. Spike rimase immobile a fissarla mentre si allontanava nella notte. – Addio – disse e si andò nella direzione opposta.

Buffy arrivò a casa, tutto era silenzioso, quando udì dei passi leggeri dietro di lei. si mise sulla difensiva e voltandosi stava per colpire, quando vide… - Sally – disse stupita. – cosa vuoi? – si guardarono fisse per alcuni secondi. Poi Sally disse – devo parlarti Buffy, ascoltami per favore. Poi non mi rivedrai mai più te lo prometto – Buffy sospirò e poi rispose – va bene entra -.

- Buffy tu puoi mentire ai tuoi amici, a lui, a te stessa, a me… ma non alla tua vita. Buffy, tu puoi dire quello che vuoi. Ma io ho visto i tuoi occhi. Ho visto il tuo viso. Ti ho vista “raggiante come non mai”. Non puoi dire adesso che non è così. Perché mentiresti alla tua vita. Non so alla fine cosa deciderai. Questo dipende da te, io voglio solo che tu non ti accorga troppo tardi di aver sbagliato. A volte si cerca la felicità in posti assurdi, non rendendosi conto che basterebbe allungare una mano e prenderla. Tanto ci è vicina – fece una pausa guardandola con tenerezza. – Sta andando via. Se ne va per sempre Buffy – Buffy sussultò a quelle parole ma non lo diede a vedere – Chi? –domandò con finto stupore. Sally la fissò e disse, scandendo le parole lentamente – Vedo che è inutile, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. Buona fortuna con la tua vita “NORMALE” CACCIATRICE – e sorrise all’ironia assurda di quei due termini messi insieme in una frase. Si girò e se ne andò.

Buffy faceva avanti e dietro nel soggiorno, non sapeva cosa fare. Cosa doveva fare, cosa era giusto. – Buffy tu lo sai cosa devi fare – Buffy si voltò di scatto presa di sorpresa. Dawn la stava guardando a mezza scala. – Cosa vuoi dire Dawn? – chiese dubbiosa, o forse spaventata da quello che Dawn le avrebbe risposto. – Ho sentito cosa ti ha detto quella donna. Buffy ha ragione, ma è possibile che tu non lo capisca? – poi sospirando riprese – quando eri diventata piccola io ti ho vista Buffy, ti ho sentita. Buffy tu lo ami, hai bisogno di lui. Non puoi permettere che se ne vada, come gli altri. Perché lui a differenza degli altri che se ne sono andati quando tu avevi più bisogno di loro. Lui non ti ha mai lasciata, sei tu che lo stai mandando via. – Buffy sgranò gli occhi stupita dal sentire Dawn parlare così – Buffy credi che non mi sia accorta di come stai? Di quante volte il tuo sguardo si perde nel vuoto? E credi che non abbia sentito quel tuo dannato carillon suonare centinaia di volte? È un suo regalo vero? – Buffy arrossì e distolse lo sguardo, mordendosi le labbra.

- Io, io …. – cercò di giustificarsi – basta Buffy, non voglio sentire più bugie. Preferisco tu non dica nulla. Solo che mi spiace, perché hai la felicità a portata di mano e te la stai lasciando scappare. E non ti rendi conto di quanto tu sia fortunata. – poi facendosi forza aggiunse mentre risaliva le scale – Pensavo che una cacciatrice avesse più coraggio Buffy. Non che fosse così vigliacca da non affrontare i suoi sentimenti. – e sparì al piano di sopra.

Buffy rimase in soggiorno a fissare le scale per un tempo indefinito. Il cuore cominciò a batterle all’impazzata. “ Se ne va per sempre.” “Non lo rivedrò più”. Poi come scossa da una forza misteriosa in un balzo raggiunse la porta, la spalancò e si mise a correre a perdifiato.

Giunse in pochi minuti al cimitero lo attraversò sino alla cripta che cercava. C’era luce ancora dentro. Non era ancora andato via, per un istante pensò di tornare indietro, e stava per farlo quando una voce sarcastica le disse – ma guarda chi si vede la cacciatrice – Buffy riconobbe subito la sua voce – Spike – disse voltandosi a guardarlo. – Cosa ci fai qui? Hai smarrito la retta via? O forse…- e guardandola con fare ammiccante aggiunse - … vuoi riprendere le vecchie sane abitudini – e rise. Buffy lo guardò con rancore – No sono qui perché volevo accertarmi che te ne andassi per davvero dalla mia città – lui la fissò qualche istante e poi rispose – La tua città. Siamo un po’ esagerate non ti pare? – la rabbia in Buffy cominciava a farsi sentire. – Vattene Spike e non tornare mai più – lui ghignò sarcastico – altrimenti cosa mi fai la bua? – Buffy non ci vide più e gli assestò un pugno, che lo fece finire per terra. Lui si rialzò rapidamente e iniziarono a lottare – Accidenti cacciatrice, tu in diplomazia andavi maluccio a scuola vero? – e la colpì con un calcio. – Mai quanto te in letteratura e poesia W i l l i a m t h e B l o o d y– rispose lei sogghignando, mentre lo colpiva allo stomaco.

- Che tu sia maledetta – disse il vampiro scivolando nel volto della caccia. – No tu sia maledetto – disse lei colpendolo ripetutamente. Poi lui prese il sopravvento messosi a cavalcioni su di lei, cominciò a colpirla senza sosta. – Ti è piaciuto come quando lo hai fatto con me? È stato bello rivedere il tuo “vampiro con l’anima” te lo sei goduto? Magari ti avrà lasciato un altro ricordino sulla parete della tua stanza, firmato di pugno con il suo sangue bitch! – Buffy era furiosa lo disarcionò e invertì le parti – che tu sia maledetto io ti odio. Come hai potuto farmi una cosa del genere. Come hai potuto prendermi, decidere della mia vita! Sei un maledetto bastardo. – prese il paletto e stava quasi per polverizzarlo quando di tasca, un piccolo oggetto luccicante scivolò per terre e una dolce melodia si diffuse nell’aria fredda della notte. Buffy si fermò, e Spike riassunse il suo volto umano. – Ma questo è … - disse stupito. Lei sbuffò e si rialzò – L’ ho trovato tra le mie cose e volevo riportartelo – ma non osò guardarlo in viso. – Ah davvero? – disse lui, senza sarcasmo nella voce. – Bene adesso sarà meglio che vada – disse lei, ma non accennava a muoversi. Lui raccolse l’oggetto – sai era di mia madre – le disse con voce triste – voleva che lo avesse la donna che…- e tacque. – Addio Buffy – disse infine e ritornò nella cripta senza voltarsi una sola volta a guardarla. Buffy strinse i pugni e lo seguì – ah è così? vuoi filartela adesso? – Spike la guardò stupito. – Cosa? – disse incredulo – sei una testa di rapa. Un maledetto imbecille, stupido, idiota – Spike era sempre più stupito, le rispose ironico – questo disco non mi è nuovo –. Buffy gli strappò di mano il carillon e disse urlando – Questo è mio. Me lo hai regalato non te lo puoi riprendere-. Lui la fissò come per dire “ma sei impazzita” – hai detto che me lo volevi restituire poco fa – Buffy sbuffò – Non capisci niente -. E lo baciò intensamente, stringendosi a lui. Ma Spike si ritrasse quasi subito. – Cosa diavolo… è un altro dei tuoi giochetti cacciatrice? Con Angel non è andata e ti senti sola? – e la guardò interrogativamente. Buffy fece un grande sforzo e poi le parole vennero fuori da sole – io… ti amo Spike.- Spike sconvolto continuò, incurante di quello che aveva appena detto Buffy – guarda che non ho intenzione di riprendere le vecchie abitudini. Se vuoi uno stallone vallo a cercare fuori di qui. Non mi umilierai più hai capito cacciatrice. Ed è inutile che tu per tenermi buono e per farmi cedere mi dica che …. Mi a…mi? – e la guardò sconvolto. – Che cosa…hai detto? – domandò esitante. Buffy lo guardò un po’ imbarazzata – io …- era arrossita. – Uffa, non mi va di ripeterlo. Così impari a non ascoltare mai quello che ti dicono – e tirò su le spalle. Spike la prese per le spalle e la costrinse a voltarsi – Vigliacca! – disse ironico, ma anche un po’ canzonatorio. Lei lo guardò furente – io non sono una vigliacca …. E te posso dimostrare quando vuoi e dove vuoi. – lui sorrise – ripeti allora se ne hai il coraggio – Buffy chiuse gli occhi e con fare imbarazzato ripeté – ti amo. Se ridi giuro che ti polverizzo all’istante – e poi ci fu silenzio. A Buffy sembrò così innaturale, che riaprì lentamente gli occhi, giusto in tempo per vedere Spike che l’attirava a sé prendendola per i fianchi e che la baciava appassionatamente. – Ho aspettato talmente tanto che non credo ancora che tu lo abbia detto. Ti prego dimmelo ancora. – lei sorrise questa volta, e ripeté – T I A M O!! va bene così? – lui allora sorrise e disse – bene ecco fatto - e tutto soddisfatto tirò fuori un piccolo registratore dalla tasca. – Adesso non potrai più rimangiartelo – Buffy lo guardò stupita a sua volta – ma accidenti sei proprio un… un…. – e non trovava la parola adatta per definirlo. Lui l’abbracciò di nuovo e le sussurrò all’orecchio. – Allora cacciatrice… cosa hai da offrire in cambio del mio silenzio. – e la fissò con occhi pieni di desiderio. Lei sorrise maliziosa – vediamo un po’- e fece scivolare la mano nei pantaloni di Spike, che emise un mugugno di piacere. – Beh devo dire che come inizio non c’è male – lei lo prese per il bavero della camicia e lo trascinò verso il letto. Si distese e lo attirò a se.

Stesi nel letto abbracciati ridevano pensando a tutto quello che da quel giorno avrebbero fatto insieme e poi Buffy improvvisamente si fece seria e disse – Oh! Amore adesso iniziano i veri problemi – Spike domandò preoccupato – cosa? Quali problemi? – Buffy scosse la testa.

 

…… il giorno dopo……

 

- salve Signor Giles -

- Ciao Buffy. Vedo che stai molto meglio, sono contento. –

- mm… si Signor Giles… ha ragione ma vede ho una cosa importante da dirle…- e lo guardò angosciata. – possiamo parlare? - ……..poco dopo Buffy usciva di corsa dalla biblioteca della scuola……

- Allora cosa ha detto – chiese Spike ansioso

- Cosa, Spikeeeee??????? Buffy… torna qui immediatamenteeeee…… -

- Mm… diciamo che è rimasto un po’ sorpreso – e lo baciò teneramente. Poi lo prese per mano e si diressero verso casa. Spike la guardava ancora perplesso e lei sorridendo gli chiese – Che ne dici se agli altri mandiamo una lettera? -.

 

 

 

 

FINE