Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

WELCOME TO SUNNYDALE

Di Spuffy

 

La caverna, la luce abbagliante e quel rumore sordo di mura che crollano, e di terra e cemento che si ammassano su di me.

Le mie unghie che scavano inseguendo gli ultimi respiri e la stanchezza che mi assale.

E quel desiderio radicato profondamente in me.

Quel desiderio di Morte di oscurità che non mi ha mai abbandonata mi avvolge e mi tira verso il basso, verso le tenebre.

Smetto di scavare e mi abbandono, mi arrendo al mio destino e tutto si confonde attorno a me.

Poi il freddo buio e il gelido silenzio della morte.

Si perché sono morta, per l’ennesima volta. Ma questa volta non c’è calore, non c’è luce, non c’è quel senso di protezione che avevo sentito prima.

Questa volta attorno a me è tutto immobile e silenzioso.

Ho paura, vorrei gridare ma non posso. Un nodo fa morire la mia voce in gola.

Poi ripenso a lui, a loro. E mi chiedo se anche loro sono qui. O se ce l’hanno fatta.

Ma nessuno può più rispondere alle mie domande.

Sono morta.

Poi il torpore e un bagliore improvviso. Mi sveglio e sobbalzo nel letto.

Non riconosco il posto e mi sento indolenzita. Mi guardo con circospezione intorno.

Mi alzo dal letto e a piedi nudi mi aggiro per la stanza.

È una stanza normale di ragazza. Ci sono le tendine alla finestra. Un peluche accanto al letto e riviste e vestiti sparsi per terra.

Mi avvicino al comò e osservo le varie bottigliette che vi sono disposte sopra e un biglietto scritto in bella calligrafia attaccato allo specchio.

 

‘ Welcome to Sunnydale ‘

 

Jo Ann Dale 1997.

 

 

Un diario è posato in ordine con ancora la penna tra le pagine, sul comò in bella vista.

Lo apro e inizio a scorrerne le pagine.

 

‘ Non può dirsi vivo colui che non è mai morto ‘

 

Dice la frase iniziale e mi fa venire i brividi. I miei occhi distrattamente si posano sullo specchio.

Un grido mi si strozza in gola e sono sconvolta.

L’immagine riflessa non è la mia. Non sono io quella che vedo.

Ma una ragazza dai capelli corvini gli occhi neri come la notte, duri e pallida.

Le gambe cedono e mi siedo per riprendere fiato.

Cerco di riordinare i pensieri, di ricordare. Di capire cosa è accaduto e chi sono? Chi è quella donna riflessa nello specchio.

- Mio Dio – riesco a dire.

Raccolgo il diario che mi è caduto dalle mani e inizio a leggerlo, anzi a divorarlo.

Dopo un’ora sollevo nuovamente gli occhi.

La frase finale è una sentenza e una condanna.

 

‘ La cosa più difficile al mondo è viverci…’

 

Le mani tremano. La testa mi duole. Respiro profondamente.

‘ Sono Jo Ann Dale una sconosciuta ‘

 

- Che cosa è successo? – mi domando ad alta voce incredula.

- Buffy? –

Una voce sussurra nella stanza il mio nome, mi chiama.

- Si – mi sembra familiare.

Spalanco gli occhi.

- Mamma sei tu vero? Allora io sono… non ho sognato tutto vero? -

Calde lacrime scendono lungo le mie gote arrossate.

- Si bambina mia. Si -

- Cosa sta succedendo mamma? – Sono spaventata.

- Oh tesoro mi spiace. Sei morta –

La sua voce è angosciata.

- Noooo – mormoro disperata – non ancora una volta –

- Tesoro, adesso devi ascoltarmi non abbiamo molto tempo. C’è solo un modo per farti tornare. Uno solo –

- Quale? Ti prego dimmelo –

- Lui deve riconoscerti. Lui deve vedere in te, e riconoscerti. Solo cosi tornerai ad essere Buffy –

- E se non dovesse accadere? Se lui non mi riconoscesse, se lui….- ingoio saliva e lacrime.

- Allora tu svanirai e lei vivrà –

- E se io glielo dicessi, se ….-

- No. Tu non puoi dirglielo, come non puoi aiutarlo, ti è proibito e non riusciresti. Prova a dire il tuo nome – e resta in attesa.

- Io sono ….-

Non riesco a parlare, la mia gola non emette alcun suono.

Sgrano gli occhi.

- Non ci riesco – dico alla fine stremata per lo sforzo.

- Si lo so, non puoi tesoro. Solo lui può pronunciare il tuo nome e salvarti –

- E se lo scrivessi? –

Mormoro fissando il vuoto con gli occhi pieni di lacrime.

La voce tace.

Prendo un foglio e provo a scrivere il mio nome in tutti i modi, ma niente.

In un moto di rabbia passo la mano sul comò rovesciandone tutto il contenuto per terra.

- Aiutami – imploro.

- Non posso. Non posso bambina smetti di piangere. Devi essere forte, so che puoi farcela. Io lo so-

- Mamma ti prego –

Mi lascio cadere sul pavimento e mi ripiego su me stessa.

Resto così per un tempo indefinito.

‘ Se Angel non mi riconoscerà io non esisterò ‘

Tremo. E vorrei essere morta, non provare più. Non pensare più.

- Mi spiace tesoro. Non sai quanto mi addolori non poterti aiutare -

- Mamma - piango.

- Addio bambina mia. Addio -

- No non lasciarmi. Mamma ti prego, non lasciarmi di nuovo. Mamma? mamma? Noooo. Non ti ho nemmeno detto che ti voglio bene -

Piango disperata e so che se n'è andata per sempre.

 

Mi faccio forza e mi rialzo. Fisso la mia immagine allo specchio. Stringo i pugni.

- Io ce la farò. Io non morirò – e nel mio sguardo c’è ancora quella luce, quella sfida eterna con me stessa.

Apro l’armadio, devo vestirmi. Dentro c’è un baule, lo apro.

Bottigliette di acqua, croci e i paletti. Mi guardo di nuovo intorno e poi guardo i vestiti.

Pantaloni, scarponcini, giacche….

‘ Sono una cacciatrice. Il mio destino mi perseguita ‘

Scendo di sotto e giro per casa.

Si è la casa di una cacciatrice. Guardo fuori e riconosco la strada.

‘ Sono a Sunnydale, ma dovrebbe essere stata distrutta..’ penso tra me e me.

E’ mattino, qualcuno bussa alla porta.

Apro ed è Willow.

Ma è così diversa. Sembra molto più sicura di se.

- Ciao Jo Ann – mi dice tranquilla.

- Ciao – la guardo stupita.

- Ma come ancora non sei pronta? –

- Pronta? – le faccio eco.

- Si su dai muoviti dobbiamo andare a scuola. Giles ci aspetta –

- Giles? – una stretta al cuore mi avvolge.

‘ Giles è ancora al liceo di Sunnydale non è andato via ‘

- Ma che fai Jo? Resti lì imbambolata? -

- Si arrivo – e la seguo.

Saliamo in macchina.

- Ma cosa hai questa mattina? Sei così silenziosa -

- Niente, sono solo un po’ stanca, non ho dormito bene –

- Sono un po’ di notti che accade. Hai qualche presentimento? –

- No, forse sono solo un po’ stanca –

- Si può essere –

Parcheggia davanti all’ingresso ed il liceo è sempre lo stesso.

- Su avanti o faremo tardi -

Entriamo ed è così malinconico ripercorrere quei corridoi. Quanti ricordi.

Cerco di sbirciare sulle pareti. Da qualche parte ci sarà pure un calendario.

‘ Eccolo…2003 ‘ una fitta mi taglia in due. Non riesco a capire.

- Su avanti va in classe adesso -

Mi sorride ed io annuisco.

Corro, e non so come so qual è la mia classe. Entro e mi siedo.

E so che non ho amiche, che sono sola come lo sono sempre stata.

Le ore scorrono lente

La campanella suona e so che devo andare in biblioteca. E’ la che mi attende Giles.

Attraverso lentamente il corridoio fissando la porta oltre la quale c’è il mio passato. La mia vita.

Apro lentamente e….

 

- Su avanti Xander vuoi smetterla di blaterare -

- Grazie tesoro come sempre sei il mio sostegno –

- Ciao – dico un po’ titubante.

- Su vieni avanti Jo –

Xander è sempre lo stesso, e sta ancora con Anya.

Giles è in piedi davanti ad una pila di libri e li sta dividendo leggendone i titoli.

- Ah eccoti. Non credere che abbia dimenticato quello che hai fatto ieri sera ragazzina. Questa volta non te la caverai così a buon mercato -

E mi fissa da sotto gli occhiali.

‘ Quanto mi siete mancati. Quanto tempo era che non eravamo più così. ‘

Ma non parlo, non posso, non ci riesco.

Nessuno di loro parla di lei, è come se non fosse mai esistita.

 

- Su signorina adesso è l’ora dell’allenamento -

Andiamo sul retro.

‘ E’ vivo ed è qui ‘ lo fisso.

- Spike – dico ed è come avessi visto un fantasma.

- Finalmente. Ho messo radici – dice tranquillo e si mette in posizione.

- Ma…-

- Niente ma. Adesso ti alleni con Spike sino a che le mani non sanguineranno –

Giles è categorico. Spike ride e poi torna serio.

- Su avanti bambola vieni a ballare con me -

Non è cambiato.

Gli sono davanti e lo sto fissando. E sembra diverso, come se ……

‘ Oh lui non ha ancora l’anima ‘ ecco cosa lo rende diverso.

Almeno credo.

 

- Angel arriverà al tramonto -

Sussulto, ‘ Angel è qui ‘

- Angel? - dico e fisso incredula Giles.

- Si certo, sai che prima di sera non arriva mai –

- Già – dice in una smorfia Spike – se la prende comoda Mr. sorriso –

sto ancora fissando Giles e pensando che presto rivedrò Angel.

Quando….

 

Un rumore sordo e un violento spostamento d’aria.

Mi ha colpita in pieno viso e il mio labbro sanguina.

- Passerotto mai abbassare la guardia. Mai -

- Non vale – dico con rabbia.

- La guerra è guerra tesoro – e cerca di colpirmi di nuovo.

Uno, due evito i suoi colpi. Poi uno sgambetto e mi atterra.

E seduto sopra di me a cavalcioni e ride.

- Mm… interessante prospettiva Bambi. SEI MORTA –

E scivolando nella faccia della caccia si avventa sul mio collo e fa il gesto di mordermi.

‘ Ho perso maledizione. ‘

Mi brucia, non sono abituata a perdere specie con lui.

- Grazie per il ballo – si alza e mi tende la mano.

La rifiuto e mi alzo da sola.

Il mio solito maledetto orgoglio.

 

- Ora si fa sul serio – e stringo i pugni.

Riprendiamo a combattere.

Giles scuote il capo e togliendosi gli occhiali torna in biblioteca.

- Ah finiranno con l’ammazzarsi quei due prima o poi -

- Schiva questo – gli dico e lo colpisco con un calcio.

Finisce contro la parete si rialza e scuote il capo.

Mi fissa e socchiude gli occhi.

- Mm….miglioriamo vedo – e solleva il sopracciglio.

- Non immagini quanto – e di nuovo il mio sguardo lancia fiamme.

- Si fammi vedere avanti –

Riprende la lotta e il tempo passa.

Esausti e senza fiato ci studiamo girando l’uno attorno all’altro senza toglierci gli occhi di dosso.

Non lo ricordavo così forte.

Con l’anima non era più lo stesso.

- Per oggi può bastare: Spike, Jo. Venite di là -

- Si per me va bene – dico quasi senza fiato.

- Nessuna obiezione –

Rimette lo spolverino e riaccende la sua immancabile sigaretta.

- Angel è appena arrivato -

Mi volto e senza aspettare oltre seguo Giles.

- Si, si corri passerotto – sussurra.

 

Mi riavvio i capelli e mi sistemo la maglia.

Entro nella stanza e lui è lì davanti a me.

Ed è bello e malinconico come lo ricordavo.

- Ciao – quasi balbetto ed arrossisco.

- Ciao – mi guarda dal basso verso l’alto.

Il suo sguardo mi accarezza.

‘ Angel sono io riconoscimi avanti ‘

- Allora? – domando un po’ seccata.

‘ Perché tardi a riconoscermi Angel ‘

Lo sconforto e la paura mi attanagliano.

- Allora cosa? – domanda guardandosi intorno come chiedendosi cosa voglia da lui.

Mi rendo conto che lo sto fissando, devo sembrargli un’idiota.

- Niente io ….-

Arrossisco e abbasso lo sguardo.

Willow mi lancia uno sguardo eloquente.

‘ Oddio sono innamorata di lui ancora ‘.

 

- Allora cosa si fa adesso? -

- Tu vai di ronda – Giles mi sorride nervosamente.

- Ma ….- ‘ E odio ancora le ronde a quanto pare ‘.

- Su Jo a casa a cambiarti e poi al cimitero –

- Che bello quello che ho sempre sognato –

- Su muoviti –

La seguo a malincuore guardando sempre Angel.

- Ciao – fa cenno con la mano Spike da sulla porta.

Gli faccio la linguaccia.

‘ Non me lo ricordavo nemmeno così antipatico ‘.

Siamo sole in macchina io e Willow.

- Jo devi controllarti -

- Cosa? –

- Angel –

Abbasso lo sguardo.

- Si nota così tanto? -

- Si e lui credo lo sappia oramai –

- Ma…-

- Tu sei una cacciatrice lui un vampiro. Quindi ‘ nemici ‘-

- No non è così –

- Anche Buffy la pensava come te e lo sai come è finita –

- Cosa vuoi dire? –

- Lui l’ha lasciata e lei è morta –

- Cosa stai cercando di dirmi? –

- Che lei è morta perché non era più felice. Perché tutto era cambiato dopo che Angel se n’era andato –

- Non è così – vorrei piangere ma le lacrime non scendono.

Sospira.

- Io vorrei tanto che non fosse così. Ma quel giorno se lui fosse stato con lei, io non credo si sarebbe lanciata da lì – fissa un attimo la strada assente.

Si riprende e mi sorride mestamente.

- Ma adesso è passato -

- E Dawn? – domando curiosa.

- E’ a Los Angeles da suo padre da quando lei è morta non ricordi? –

- Ah si avevo scordato – stringo i pugni.

- Ma a lei non ci pensate mai? –

- Si certo, ma la vita va avanti –

- Chissà se è venuta anche Harm –

- Harm? Con Spike? –

- No con Angel. Lo sai che sono inseparabili quei due adesso –

- Cosa???????? – urlo sbigottita. ‘ Sta con Harmony. Questo è l’inferno ‘.

- Ehi cosa ti prende. Lo hai sempre saputo che Angel e Harm stavano insieme –

- E Spike? – domando e mi stupisco della mia stessa domanda.

- Lui è solo. Credo che Buffy lo ossessioni ancora –

- Ah – ‘ Fantastico l’unico che mi rimpiange è Spike ‘.

 

Sono a casa.

Doccia veloce e via al cimitero.

Il cimitero è l’unica cosa che mi sembra come allora. Sarà perché era il posto che frequentavo di più.

Lo attraversiamo in silenzio ognuna assorta nei sui pensieri.

Si arresta davanti ad una lapide ed io leggo l’incisione

 

Buffy Summers

Buffy Anne Summers

1981 - 2001

Beloved Sister. Devoted Friend

She saved the world

a lot.

 

Spalanco gli occhi è la mia tomba, lì sotto ci sono io.

Le mie mani tremano.

- Buona sera signore -

La sua solita arrogante voce dietro le spalle.

- Ciao Spike – dico senza enfasi.

- Ma come siamo allegre questa sera. Ti ha dato buca eh? –

- Spike ma perché non vai a…-

- E’ un piacere se ci vieni anche tu –

Sorride beffardo ed io vedo di nuovo davanti a me il mio sacco preferito.

- Un giorno di questo infilerò per errore il paletto nel tuo cuore -

- Io invece spero di infilarlo in qualche altro posto –

‘ Ma era così volgare? ‘

- La volete finire adesso? Spike smettila e dacci una mano piuttosto.-

- Agli ordini rossa. Hai sempre avuto l’attitudine al comando. Io lo sapevo che sotto quell’aria così fragile e remissiva si nascondono fuoco e fiamme –

Si morde il labbro inferiore ed io non so perché sono infastidita da quello che sta dicendo.

E soprattutto sta scherzando davanti alla mia tomba. Non deve essere in fondo così ossessionato da me. E un po’ mi dispiace.

- Silenzio – ci richiama all’ordine Willow a bassa voce.

- Sono in tre – dice e si posiziona al mio fianco.

- Stai attenta cacciatrice. Vedi di riportare il tuo fondo schiena intatto a casa. Ho altri progetti per te-

Sta ancora ridendo. E una voglia matta di impalettarlo mi assale.

Poi un fruscio tra le fronde ed ecco i tre ospiti non invitati che si fanno avanti.

 

Uno mi viene incontro ed io ho paura, non ricordavo l’odore e il sapore della paura.

Resto immobile mentre lui mi colpisce in pieno viso e in bocca il sapore dolciastro di sangue.

Ecco questa è la paura.

Mi colpisce ancora ed io sono incapace di reagire. Non sembro io. Non sono io.

- Jo che fai? – Willow urla mentre con un colpo secco manda in polvere il suo avversario.

E di nuovo quella sensazione, quel desiderio oscuro.

Chiudo gli occhi ed attendo il colpo che mi darà la pace. Ma tarda ad arrivare.

Riapro gli occhi e vedo il braccio di Spike che blocca la mano del vampiro e lo scaraventa per terra.

Con un gesto elegante e aggraziato si china su di lui ed è cenere.

- Ma che accidenti ti prende ragazzina? – Willow urla.

Non rispondo. Mentre Spike mi fissa furioso.

- Accidenti – e mi viene incontro minaccioso.

Stringe i pugni e mi fissa. Ma non dice nulla.

Alza le mani scuote il capo e se ne va.

- Io ci rinuncio, è tutto inutile -

- Spike – lo richiama Willow – ti prego non lasciarci sole –

Non ha fiducia nelle mie capacità di slayer ed a dire il vero non ho dato prova di coraggio e di forza poco fa.

Sono abbattuta.

Spike si è fermato ed ha messo le mani sui fianchi. Non si è voltato.

Alza la testa al cielo – Oh bloody hell. Non finirà mai – e poi torna sui suoi passi.

Mi sento sollevata.

- Su andiamo vi riaccompagno a casa. La cacciatrice questa sera ha voglia di morire -

Quella frase detta così freddamente e a cuor leggero, mi ferisce. Forse perché so che è la verità.

E come sempre lui l’ha vista prima di me.

Non rispondo e mestamente ritorniamo verso casa.

- Di questo non diremo nulla a Giles – dice a bassa voce Willow.

- Perché? – chiedo stupita.

- Perché lui, da quando Buffy non c’è più, ha perso la fiducia e non voglio che … -

Non finisce la frase ma io ho capito. Buffy lo ha deluso ed adesso non crede più nelle cacciatrici.

- Già sarà meglio non dirlo a nessuno – e mi fissa con rabbia.

Poi nessuno dice più niente e ci avviamo in silenzio verso casa.

 

 

Qualcosa non quadrava, qualcosa non andava, questa non sono io…

Io avrei polverizzato quel vampiro…

Sono di nuovo sola in casa, pensavo che lui mi avrebbe riconosciuta pensavo che sarebbe bastato che mi guardasse. Ed invece lui è con Harm e di me non è rimasto che un ricordo.

Io sono solo un ricordo. Ma non voglio piangermi addosso, non voglio rinunciare così presto.

Io sono la cacciatrice, l’unica. La prescelta.

Stringo i pugni e mi guardo ancora allo specchio.

‘ Rivoglio il mio viso, il mio corpo e farò di tutto per riaverlo ‘

Altra giornata a scuola. Altra giornata in solitudine.

Questo è rimasto come allora. Il giorno per me non è altro che un sogno, un bellissimo sogno che svanisce al calar del Sole quando inizia la mia vita.

- Sei pronta Jo? – sempre la voce tranquilla e sicura di Willow.

E’ con Tara, come è bello rivederla. Lei non sa che morirà, è così allegra ed ha tanta speranza.

Quella che io non ho mai avuto.

‘ No basta pensieri negativi ‘

- Si sono pronta – replico seguendola per il cortile della scuola.

- Questa sera andiamo al Bronze. Hai bisogno di rilassarti un po’ e di divertirti –

- Bene – ma niente sembra toccarmi adesso.

E’ affollato come sempre, mi siedo al tavolo con Willow e Tara, che non fanno altro che sbaciucchiarsi e parlare sottovoce.

Lui è appena entrato ed è come sempre.

Una smorfia, accanto a lui c’è Harmony, che sorride.

Non mi vede, non mi vede.

- Ciao dolcezza -

- Spike ma che piacere rivederti – dico sarcastica.

- Già si vede – sorride.

- Fa male? – e indica nella direzione di Angel.

- Non sono fatti tuoi – mi alzo infastidita ed esco. Devo respirare.

Bere non è stata una grande idea.

- Su non prendertela – mi ha seguita.

- Perché non te ne vai all’inferno e mi lasci in pace? –

- Come siamo suscettibili. Nessuno ti ha mai detto che sei una ragazza impossibile? –

Cammino lentamente tenendomi la testa con una mano. Gira.

- Non reggiamo l’alcool vero. Già –

Mi prende per la vita e mi sorregge.

- Lasciami – e il mio tono non è per niente convinto.

- Andiamo – mi trascina.

Resta in silenzio per un po’.

- Dove stiamo andando? -

- Lo sai – dice sicuro.

- Fermati –

- No. Sai che è così che deve andare –

Lo guardo sconvolta.

- Smettila -

- Tu vuoi sentire vero? –

- Cosa? – sono sempre più sconcertata.

Mi chiedo se Spike non abbia studiato psicologia da vivo o da morto.

- Hai capito -

Con un calcio spalanca la porta della cripta e siamo dentro.

Mi attira per i fianchi e mi bacia.

Come se volesse divorarmi le labbra.

- Sei bellissima – mi sussurra.

- No lasciami – protesto debolmente.

- No adesso devi ballare con me –

Mi bacia ancora e ancora.

Non resisto. Come allora la storia si ripete.

Gli strappo la camicia e lo spingo sul letto.

Siamo avvinghiati sul letto nudi che ci esploriamo.

Sto per prenderlo in me quando lui mi ferma.

Lo fisso incredula.

- Ehi vacci piano o ti farai male – mi dice scrutandomi.

Mi ritraggo un attimo.

‘ Sono ancora vergine ‘.

E lui lo ha sentito. Ha sentito il mio odore.

Esito un attimo, ma questa volta lui prende l’iniziativa.

Le sue mani mi cingono i fianchi e ribalta le posizioni.

- Lascia fare a me tesoro -

Mi bacia ancora e mi accarezza i capelli.

Ma io non voglio tenerezza.

E lentamente mi penetra.

Ansimo e cerco di evitare il suo sguardo, ma non ci riesco.

È come se una calamita mi attirasse a se.

Lo stringo e sono in pace. Sento di nuovo la vita in me.

- Si – un fil di voce.

- Si – ripete lui e continua ad affondare in me implacabile ed inesorabile.

E sono di nuovo viva.

 

E’ l’alba il Sole sta per sorgere.

Lui è steso accanto a me.

‘ Mio Dio no, non di nuovo ‘

Sto piangendo, ma so che è inevitabile. Sto ripercorrendo la mia vita con tutti i miei errori.

- Amore perché tanta fretta, dove vai? – mi domanda con voce assonnata.

- A casa e non chiamarmi così –

- Questa notte non sembrava ti desse fastidio – sorride e inarca il sopracciglio

- Dai resta, pensavo che io e te avremmo …-

- Scordatelo, la nostra relazione finisce qui –

- Non dire così –

Mi stringe di nuovo ed io non posso resistere.

- Cosa pensavi che avremmo potuto fare colazione e leggere il giornale insieme? -

Infila la sua mano nei miei pantaloni e mi eccita.

- Io avevo qualcos’altro in mente -

- No – mi bacia e siamo di nuovo avvinghiati.

- Non posso uscire resta –

- Devo andare – mi stendo sotto di lui e lo attiro a me.

- Lo sapevo che ancora più eccitante che uccidere una cacciatrice è sco…-

- Lasciami. Sei disgustoso –

- Io ho fatto la mia parte ed anche tu non mi sembra ti sia tirata indietro –

- Ammettilo che ti piacciono i Vampiri –

- C’è solo un vampiro che mi piace tu sei solo conveniente –

L’ ho ferito, non volevo ma le parole sono uscite da sole. Non sono riuscita a fermarle.

 

 

- Bene passerotto come vuoi tu. Non credere che io sarò pronto a correre ogni volta che avrai voglia di me -

- Non essere presuntuoso non sei un dono del cielo –

- Io sono un niente, ma ti piaccio anche per questo. Su ammettilo –

- Togliti di mezzo –

- E di queste che ne faccio? – le mie mutandine oscillano tra le sue mani.

Un pugno e sono di nuovo a casa da sola.

Cosa sta succedendo? Questa non dovrei essere io, ma allora perché sto facendo gli stessi errori. Perché tutta la mia vita si sta riflettendo come distorta da uno specchio. E cosa più incredibile non posso far nulla per oppormi.

Non posso mutarne il corso. E so già dove tutto questo porterà.

Ma questa volta i miei amici non ci sono, sono sola.

Improvvisamente un’idea terribile attraversa la mia mente.

‘ Io sono sempre stata sola. E’ da tanto tempo che loro non mi sono più vicini.

Che non mi vedono più ‘ ed un tremito attraversa le mie membra.

Ma oggi sento. Per poco. Non è reale lo so, ma sento.

E mi domando perché tutto questo. Ma come sempre nessuna risposta.

‘ Non accadrà più ‘ e so già di mentire.

Nessuno si accorge di nulla. come allora ed io faccio finta che non sia mai accaduto.

La giornata scorre lenta, ma sono ansiosa che venga la notte.

Quando il Sole cade giù e le ombre scure della notte si allungano inizia la mia giornata.

Oggi sono in caccia, Giles è stato categorico.

‘ Non tornare a casa se non hai fatto fuori almeno una mezza dozzina di vampiri e demoni ‘.

Sono al cimitero, ma non sono le tombe scavate di recente che cerco, o succhia sangue dalle lunghe zanne.

Sto cercando un vampiro, uno solo. Ho bisogno di lui, ed anche se non voglio sono davanti alla sua cripta.

Spalanco la porta con violenza, come sempre del resto.

- Salve passerotto. Ti aspettavo -

Si sta versando da bere e sembra così sicuro di se.

La camicia sbottonata sul suo torace scolpito e quello sguardo assassino.

- Sono qui per dirti che devi lasciare la mia città subito -

- Ma davvero? E sei venuta a dirmelo di persona? –

Sembra divertito.

- Si. Spike vattene è meglio per te -

- O per te? –

Si avvicina pericolosamente.

- Avanti sappiamo entrambi perché sei venuta -

Stringe le sue mani attorno ai miei fianchi e mi attira a se.

- Lasciami o questo è l’ultimo sbaglio che farai -

- Non credo proprio –

Le sue labbra sono quasi sulle mie.

- Spike – e faccio per colpirlo con un paletto.

Mi blocca la mano a mezz’aria con la sua, e con l’altra mi accarezza in mezzo alle cosce.

Una vampata di fuoco sale dal ventre al viso. Ed è un incendio dei miei sensi.

- No – ansimo e non so come sono nel suo letto avvinghiata a lui.

E’ senza pietà. Senza ritegno e pudore.

Mi prende e riprende a suo piacimento. A volte dolcemente a volte con ardore e foga.

Ed io lo assecondo, lo seguo e anzi lo incito.

L’odore del suo corpo, del suo piacere. Il mio si mischiano in una danza che sa di morte e

perdizione. Ma che continuo a ballare incapace di arrestarmi.

 

- Su avanti cosa aspetti? -

Mi sta fissando in attesa.

- Cosa? – lo fisso interrogativamente.

- Su avanti è il momento del disgusto dell’ ‘ O Mio Dio cosa ho fatto ‘. Di colpirmi e di fuggire via a confessare i tuoi peccati –

Ride ed io lo odio come sempre.

- Questa è l’ultima volta –

- Si avanti, questo ritornello non mi è nuovo baby. Ma la musica non cambia. Come non cambia quello che vuoi –

- Io non ti voglio –

- Ah no? –

Mi è addosso e mi sta baciando. Mi accarezza con libidine ed io rispondo con tutta me stessa.

- Non mi vuoi vero – dice staccandosi da me che ansimo.

Gli occhi lucidi e arrossati dalla rabbia e dall’impotenza.

- Sei un maledetto. Una cosa cattiva e disgustosa -

Mi metto le mani sulla bocca. Non posso averlo detto, non posso.

- Si ma tu vuoi giocare con questa cosa disgustosa è cattiva non è vero? -

- Si appunto sei solo un passatempo e niente più. Quando mi stancherai sarà finita -

‘ Ma come è iniziata questa pazzia? ‘

- Si lo so – i suoi occhi si sono scuriti e fissano il vuoto.

 

Vado via correndo.

Sono a pezzi, distrutta. Lasciarlo è stato più difficile dell’altra volta.

E’ come una droga. Ne ho bisogno.

Lontano da lui non provo nulla, mi sento morta.

‘ Angel se tu mi avessi riconosciuta ‘

Le lacrime, non so più nemmeno che sapore abbiano.

Sono arida.

Il Bronze unico appiglio e parvenza di una mia umanità che sta svanendo.

- Jo avanti vieni a ballare –

Anya è più umana lei, ex demone millenario quasi, di me.

- No grazie prenderò qualcosa da bere -

In realtà ho bisogno di allontanarmi dai riflettori, dalla luce della vita.

Sulla balconata nella penombra, questo è il mio posto. Né viva né morta.

- Passerotto. Vedi. Tu cerchi di essere come loro ma alla fine….

….finisci sempre nell’oscurità con me -

Mi sta stringendo e mi solleva la gonna.

- No ti prego -

- Fermami –

E sento la sua voglia premere contro di me.

E non riesco a fermarlo, non riesco a dire o fare nulla se non sottomettermi alla sua volontà.

Al suo desiderio di dominarmi completamente e mi abbandono contro di lui.

Mi prende ancora in un modo perverso che non avevo mai provato in vita mia.

‘ Dov’è la ragazza che tremava tra le braccia di Angel? E’ morta ‘.

- Ti piace vero essere presa così sotto il naso dei tuoi amici? -

- Chissà cosa direbbero loro se sapessero quello che fai, quello che ti piace –

Ed ho un fremito. Io so cosa direbbero e so cosa sarà.

Ma adesso gemo in silenzio e sento.

Poco mi importa di quello che so già accadrà.

Di quello che mi attende e di come amaramente entrambi dovremo scontare tutto questo.

Ancora a casa, non capisco perché continui a chiamarla casa, è un luogo freddo che non mi appartiene. Come non mi appartiene più questa vita.

So che il fondo è ancora lontano, che dovrò cadere ancora più in basso prima che sia finita.

 

Cammino lentamente, come una sonnambula per i corridoi.

- Jo ti senti bene? -

- Si grazie –

- Su vieni Giles ti aspetta –

Sono di nuovo in biblioteca e so già cosa Giles deve dire.

- Ragazzi ho deciso di tornare in Inghilterra per un po’ -

Sorrido amaramente. E mi rendo conto che questo è solo il primo atto dichiarato di una fine che è già iniziata molto tempo prima, forse dal giorno stesso in cui ci siamo incontrati.

- Ma Signor Giles –

Willow obietta, Xander fa le sue solite due battute e Anya spera che le lasci i suoi libri di magia.

Quanto è pietoso il film della mia vita.

Non serve dire nulla tutto è deciso oramai.

Giles se ne andrà, come Angel prima di lui e come gli altri.

Si perché adesso lo so Angel non mi riconoscerà mai.

Angel non esiste più se non nei miei sogni di ragazzina, se non nel mio ricordo.

Lascio la biblioteca e mi chiedo perché mi è stata inflitta questa punizione.

Come a dire che il destino di tutte le cacciatrici è uguale, che il loro desiderio di morte e loro aridità ed incapacità di vivere siano le stesse.

Mi lascio vivere, ma in fondo è quello che ho sempre fatto. Lasciare agli altri il compito di decidere.

Oh certo salvare il mondo, decidere del destino dell’umanità queste sono scelte facili da fare. Ma per la mia vita lasciamo decidere agli altri cosa sia giusto o sbagliato.

E come le falene sono attratte dalla luce, così io sono attratta dalle tenebre.

In un angolo buoi fuori del Bronze contro una parete umida, lui è ancora dentro me.

Ansima e geme. Cerca di baciarmi ma io rifiuto quel contatto troppo intimo.

Non parla si limita a guardarmi e nei suoi occhi c’è un’espressione indefinibile. Triste e sconfitta.

Ma continua la sua discesa, anche lui non può fermarla proprio come me.

E’ finito, si è staccato da me.

Si aggiusta lo spolverino e mi guarda di sbieco mentre si accende una sigaretta.

Non dice nulla e si allontana. E di nuovo il vuoto dentro me.

 

Piango non riesco a muovermi.

Schiacciata contro questa parete, inchiodata a questa vita che non voglio più e che non mi vuole più.

E come allora anche adesso attendo solo che sia finita.

Andare in polvere come i miei nemici.

Attraverso le strade deserte e buie.

E non so come sono di nuovo al cimitero. ‘ Il mio destino ‘.

Entro, non sono armata.

Ma non ho bisogno di armi.

Non vado lì per combattere.

Entro lentamente nella cripta.

Lui è seduto sulla poltrona di spalle.

Fa piccoli cerchi di fumo nell’aria.

- Ciao passerotto, ci hai messo tanto -

- Spike –

- Dimmi –

E’ come se sapesse cosa sono andata a fare lì.

- Spike io voglio che ..-

- Si so cosa sei venuta a chiedermi –

- Davvero? –

- Si –

Resta seduto di spalle.

- Allora non sei contento? Saranno tre -

- No mi spiace trovati qualcun altro –

- Vigliacco –

- Pensala come vuoi ma io non ti ucciderò. Questo è tutto –

- Perché? –

- Perché? Perché? Mi domandi ancora perché? Oddio tu non cambierai mai. È inutile sperare ancora. Sei patetica, assurda, bugiarda e vigliacca. Ma è possibile che tu non capisca –

Mi stringe le braccia e mi scuote.

I suoi occhi scintillano.

- Mi fai male –

Allenta la stretta e poi mi accarezza il viso.

- Tu devi vivere, perché uno di noi due sia vivo. Non lo capisci? –

Sto piangendo e senza accorgermene lo bacio.

E non è un déjà vu è qualcosa di diverso.

Qualcosa di nuovo e di inaspettato.

Mi stringe e mi solleva tra le braccia.

Una strana luce gli brilla negli occhi.

- Tu sentirai, tu vivrai. Tu devi vivere per me –

Ed è dolce e caldo il suono della sua voce.

Mi adagia sul suo letto e mi bacia teneramente.

Mi accarezza e io sento il suo calore. Lo sento.

- Mi vuoi? – mi domanda con una muta speranza negli occhi.

- Si ti voglio – e non sto mentendo.

Lo voglio e non è solo bisogno di sentire, bisogno del suo corpo, di possedere ed essere posseduta.

E’ bisogno di lui.

Mi lascio abbracciare e accarezzare.

E quando si spinge in me lo fisso negli occhi.

- Dimmi che mi ami –

- Ti amo –

- Dimmi che mi vuoi –

Spalanco gli occhi, ‘ cosa sto dicendo? ‘

- Si ti voglio sempre -

E poi restiamo in silenzio e ci apparteniamo.

E’ notte fonda lui è ancora sdraiato nel letto ed io sto per fuggire ancora una volta.

- Dove vai? –

Mi chiede con calma.

- A casa –

- Resta –

E c’è una muta preghiera nella sua voce ed una speranza.

- No devo andare –

- Già devi –

- E’ stato bello per un po’ ma è finita Spike –

- Il disco si è incantato –

- Sono debole ed egoista –

- Non mi sono mai lamentato –

- Ti sto usando e questo mi sta uccidendo -

- Mi dispiace. Addio William –

Ed ancora quel suo sguardo.

Quel senso di abbandono.

Il rumore del suo cuore che si spezza adesso posso sentirlo anche io.

Dru aveva ragione anche senz’anima si può amare.

 

Si è alzato in piedi e mi sta guardando.

Inclina la testa da un lato e il suo sguardo mi perde.

Non parla e continua a fissarmi.

Mi giro e mi avvio alla porta.

E inspiegabilmente sento un dolore sordo.

La mano sulla maniglia, se la apro sarà finita lo so.

Il cuore in gola, il respiro che si ferma.

- Ti prego non andare –

E la sua voce calda che mi avvolge.

- Non posso, io non posso ancora –

Stringo la maniglia, l’aria della notte sferza il mio viso.

- Io ti amo. In centoventitre anni della mia vita. Ho avuto una sola certezza: tu. Sei l’unica per me, non ci sarà un’altra come te per me. –

Mi volto a guardarlo. E la rabbia si fa strada in me.

Io credevo che amasse me, che io fossi speciale per lui.

Fossi l’unica. Le lacrime scendono e questa volta il dolore lo sento ed è lancinante.

- Sei un bugiardo –

E vorrei colpirlo ma resto a fissarlo stringendo i pugni.

Lui sorride lievemente e cerca di accarezzarmi il viso ma io mi discosto.

- Ti amo Buffy e nemmeno questo può cambiare. –

Spalanco gli occhi e sbatto le ciglia.

- Cosa hai det…t…o? -

Sto balbettando.

Una lacrima scende dal suo viso e la luce ci avvolge.

E’ la fine.

 

 

Mi ritrovo nella caverna.

Tutto sta crollando attorno a noi io gli stringo la mano e lui brucia.

Il suo sguardo è perso nel mio.

Sembra stupito che io gli tenga la mano e gliela stringa.

Quanto male gli ho fatto.

- Ti amo - lo sto dicendo.

- Non è vero, ma grazie per averlo detto –

Sorride lievemente, e il suo viso è imperlato di sudore.

Ora so che è lui il mio destino che è lui la mia vita.

- Vai quella lassù e la tua vita -

Guardo verso la luce.

No si sbaglia.

- No. Questa è la mia vita -

Mi stringo a lui.

I nostri visi sono sempre più vicini e fa paura baciare chi si ama.

- Buffy ti prego va –

- No. Io sono viva solo con te –

Gli sussurro

- Questa volta non ti lascio -

Lo bacio teneramente e lui si arrende e mi stringe a se.

Il fuoco divampa e brucia.

Ma io sono contenta.

Ora sento e sono viva.

Per la prima volta non ho paura del domani, della vita.

Perché ora appartengo a lui e lui appartiene a me.

 

L’amuleto smette di bruciare, la luce si affievolisce.

Ci fissiamo ancora un momento e poi io urlo.

- Andiamo via -

E corriamo a perdifiato verso l’uscita.

- Dannazione il Sole –

- Vai – mi intima lui.

- No mai senza di te –

- Via – urla ed esce trascinandomi sul tetto.

Non brucia, lui non brucia.

Sono ancora atterrita per il suo gesto sconsiderato.

Ma adesso dobbiamo correre.

La città scivola via sotto di noi.

Un salto disperato ed un attimo dopo il baratro.

Mano nella mano.

Aggrappati al tetto dell’autobus sorridiamo.

- Ce l’hai fatta – mi dice orgoglioso.

- Ce l’abbiamo fatta – rispondo.

L’autobus si ferma.

Davanti a noi il deserto e dietro di noi il nulla.

Scendiamo dal tettuccio.

Giles guarda stupito Spike

- Ma tu non …-

- Sorpresa vero? –

Ci sorridiamo guardandoci con complicità.

E ci avviciniamo all’immenso buco che adesso è Sunnydale.

- Il cartello però ha…-

Sta dicendo Xander quando questi scivola via nel cratere.

Spike fa una smorfia e dice

- Ah non ho mai sopportato quei dannati cartelli -

Lo guardo alla luce del Sole ed è stupendo.

- Ti amo – gli ripeto.

- Due volte in un giorno. Questo è il mio giorno speciale –

Mi cinge la vita e mi attira a se.

Ci baciamo ed io sono in pace con l’universo.

E con me stessa.