THE EASIER WAY

di Swamy

 

 

Pairing: S/W

 

Raiting: PG

 

Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono. Sono di proprietà di J.Wheddon, della UPN, WB e Mutant Enemy. L'autrice non intende violare alcun copyright, ne scrivere a scopo di lucro.

 

Note: Questa fan fiction è ambientata durante la quinta stagione di BTVS, approssimativamente dopo “Once more with feeling” e prima di “Tabula Rasa”, ovvero, il sign.Giles è partito, Willow e Tara si sono lasciate, Spike e Buffy non stanno insieme.

La canzone utilizzata all’interno della fan fiction è “Light on my shoulder” di Susie Suh.

 

 

 

 

******

 

Due crepe di circa cinque centimetri nell’angolo sinistro della parete.

Quarantadue volumi su come far crescere piante magiche nel giardino di casa, nel primo scaffale alla sinistra della porta d’ingresso.

Una confezione regalo di pastelli a cera Sabrina Vita da Strega al prezzo scontato di 9.99$ sul bancone, accanto alla cassa.

 

Di nuovo un sospiro leggerissimo disturbò la sua noiosa quanto inutile attività.

 

Lei era a pochi metri.

 

Il modo più facile per evitare la follia era sembrato distrarsi.

 

Ora non più.

 

Si voltò lentamente verso la strega, seduta al di là della stanza. La poteva vedere battere controvoglia sui tasti del suo portatile. Gli occhi bassi, l’espressione assente, quasi appetitosa dentro la camicetta di cretonne in seta marrone, leggermente aperta sulla pancia, con la scollatura a V, fermata sul seno da lacci neri e rosa antico.

 

Si alzò dalla sedia e si avviò a passi verso di lei, come un animale che ha fiutato la preda.

Lei alzò la testa spalancando gli occhi.

 

“S-Spike.. c-cosa?” sta volta il balbettio non gliel’avrebbe fatta trovare carina, nè piacevole, non lo avrebbe fermato. Sta volta l’istinto non poteva essere fermato dalla ragione.

“Ora so..” la voce bassa, le aveva attanagliato lo stomaco, monopolizzato la sua attenzione come se fosse un’ipnosi “Ora so.. perché diavolo Frankestein aveva quel chiodo infilato nel cervello!..”, si toccò la tempia tenendo uniti l’indice e il medio come se avesse una pistola e stesse per premere il grilletto, “.. scommetto che stava nella stessa stanza con una ragazza depressa e tentò di auto-lobotomizzarsi per smettere di ascoltare quello strazio di musica che andava a ripetizione da ore!”,

lei aprì la bocca formando una ‘O’ di sorpresa e cercò di raddrizzare le spalle per dare l’impressione di non essere minimamente colpita da quello che le stava dicendo,

“Io-io.. tengo.. il volume basso”,

“Vampiro, qui, ricordi?” quasi ruggì prendendo un respiro che non gli era necessario “Chip o non chip se trovo Sarah McLachlan la uccido!”,

“Tu-tu..”  lei si alzò in piedi, forse stando così le parole sarebbero salite senza intoppi su dallo stomaco “n-non hai il-il diritto.. di trattarmi così”, ovviamente non era così.

“E tu non hai quello di farmi sanguinare dallo strazio! Potevi accoltellarmi, legarmi, frustarmi..” l’ombra di un sorriso brillò nei suoi occhi mentre immaginava la scena “quello sarebbe stato divertente” la vide sgranare gli occhi e cominciare ad arrossire, per un attimo si dimenticò che stava parlando ma poi riprese “invece no, mi tocca stare chiuso qui dentro con te che hai avuto il coraggio di riascoltare quell’accidenti di canzone per cinque volte di fila!”,

lei girò gli occhi cercando di capire quale fosse la canzone, “Uh.. oh, A sorta Fairytale?.. o forse.. no.. forse era..” la voce si assottigliò mentre cercava di ricordare,

“Non mi interessa! Non mi interessa cosa fosse.. mi interessa capire per quale peccato sono finito qui con te oggi!..”

 

Lei si era seduta di nuovo. Mentre lui continuava a sbraitare, tentava di tenere il respiro calmo e si guardava le mani, giunte, in grembo,

“..sicuramente doveva essere uno grosso!”.

Spike non aveva ancora finito, aveva in mente di meglio per rifarsi dell’ultima abbondante ora passata a sperare che tagliandosi le vene sarebbe riuscito a morire e smettere di sentire quella roba, ma il vago tremore delle spalle di lei reclamò la sua attenzione. Quando fece silenzio l’ennesima chitarra minacciava di alimentare una depressione, ma il respiro tremante di lei fu più irritante.

“E adesso non metterti a piangere!.. Sono io quello che si dovrebbe disperare”.

 

Lei però non alzava la testa.

 

“Strega non ci provare..” la voce aveva smesso di essere minacciosa, cominciava già a sentirsi accerchiato, “.. guarda che non attacca..” ovviamente mentiva, ma forse l’avrebbe fatta desistere dal lacrimargli davanti.

 

La ragazza si portò le mani sul viso soffocando i singhiozzi “Ti sto dicendo che non funziona”,

l’ultimo disperato tentativo per evitare che lei piangesse fallì, sentì l’odore salato delle lacrime pungergli le narici,

“D’accordo. Funziona, ma smettila adesso” disse con tono lamentoso.

 

La ragazza però aveva trattenuto quelle lacrime per più di un ora, resistendo ad una colonna sonora che gli aveva fatto desiderare che il suicidio fosse alla sua portata. L’immortalità a volte era una seccatura.

Aveva già lo stomaco attanagliato e la gola stretta.

Le donne e quel loro maledetto vizio di piangere. Potevano urlare, sbraitare, lanciare oggetti. Ma no, loro piangevano.

 

Spike aggirò il tavolo e mosse goffamente una mano cercando un punto dove appoggiarla per confortarla, alla fine mise la mano nei capelli di lei, cercando di trovare qualcosa da dire,

“Avanti..” come inizio era debole, ma lui era il cattivo, si supponeva che godesse quando riduceva la gente in lacrime, invece no. La sola vista di una ragazza in lacrime lo metteva in crisi, e loro ne approfittavano. “.. da quando stai a sentire quello che dico? Qui dentro non mi ascolta mai nessuno”, lei però non accennava a smettere.

“Avanti tesoro..” le prese un polso in una mano facendole togliere le mani dal viso.

Willow guardò in alto verso di lui, con due occhioni verdi che minacciavano di piangere ancora più forte “.. la strega ha tolto le tende? Troverai lidi migliori..” ok, forse aveva detto la cosa sbagliata, ma sinceramente si sarebbe aspettato di vederla con qualcuno di più appassionato di Tara.

“C-come puoi dire questo?..” lei si alzò in piedi, per un secondo sperò che l’infervorarsi sulla sua ultima mancanza di tatto in ordine di tempo l’avrebbe distratta dal piangere fuori l’anima

“Io.. io..” sembrava cercare le parole, mentre lui contava i secondi in cui non scendevano lacrime, prendendolo come un buon segno “.. lei non mi vuole..”, e subito dopo una lacrima rotolò giù dalla guancia,

“Stai scherzando giusto?” lei lo fissò notando una vaga irritazione “Io sono quello che viene malmenato per sport per colpa di un chip, con la vostra amata cacciatrice che mi tratta come se fossi spazzatura.. e tu sei quella non voluta?”,

“Oh..” lo vide incrociare le braccia sul petto.

 

Non aveva tutti i torti.

 

“Mi-mi dispiace Spike.. io.. io sono stata molto egoista” altre due lacrime cascarono giù.

 

Forse puntare sul senso di colpa della strega non era stata una gran mossa dopotutto.

 

Il vampiro scosse la testa e allungò le mani fino a prenderle il volto. Muovendo i pollici tolse via le lacrime dalle guance “Ma come diavolo fate voi donne a piangere così tanto?..”, chiese a nessuno parlando a bassa voce “Avete delle scorte d’acqua da qualche parte?”,

“E’ la secrezione riflessa nella ghiandola lacrimale principale” mormorò lei tirando su col naso.

 

Quando alzò gli occhi lui la stava fissando. Qualcosa tra l’incredulo e il divertito.

 

Spike scosse la testa togliendo le mani.

 

Lei tirò su col naso di nuovo, e una lacrima scese giù.

 

“Ancora?” di nuovo il tono lamentoso. Sta volta, tendente all’implorante. “Questa tua secrezione andrà avanti per molto?” chiese passando i polpastrelli della mano destra sulla sua guancia per togliere via le lacrime.

 

Un altro minuto a guardare il suo labbro inferiore stretto tra i denti e si sarebbe steso ai suoi piedi implorandola di avere pietà di lui.

 

Non avrebbe giovato alla sua reputazione. Decisamente.

 

Così fece l’unica cosa che gli avrebbe permesso di mantenere la sua dignità e non guardarla in faccia.

 

It’s easier to fall and harder to stand

It’s easier to cry and harder to laugh

 

La attirò a se lasciando che a tentoni le sue mani si aggrappassero intorno alle sue spalle.

Lei era calda, molto calda, e profumava di mandole e muschio.

Si strinse di più a lui, e la lasciò fare. Era piacevole, e consolante.

Era molto tempo che qualcuno non si affidava così a lui. Gli tremò contro e il calore che irradiava cominciò a diffondersi nelle sue membra fredde.

 

“Lo sai strega? Stai facendo miracoli per la mia circolazione”, la sentì tremare, per una risata, contro la sua spalla.

 

Forse aveva trovato un modo per interrompere lo straripamento.

 

Le accarezzò la schiena con una mano mentre le teneva l’altra alla base del collo. I capelli lisci di lei gli solleticavano un po’ il collo.

Lei stava prendendo dei respiri profondi. Il fiato caldo gli sfiorava la base del collo, e il seno strofinava appena contro il petto, “Tesoro, fossi in te farei dei respiri meno profondi”.

Sapeva che lei si stava solo calmando, ma non era una risposta che avrebbe cambiato qualcosa da un punto di vista fisiologico, “Uh..?” lei alzò il viso tenendo il mento contro la sua spalla, e lui guardò in basso, per fare in modo che la sua espressione fosse inequivocabile,

“La circolazione sanguigna sta aumentando in punti sconvenienti per una brava bambina come te”, lei sbattè le ciglia mentre recepiva l’informazione, e si staccò da lui di scatto,

“Scusa!”, lui la guardò arrossire, sentì il sangue scorrere più velocemente, il cuore martellarle nelle tempie, e forse una vaga eccitazione su cui non gli conveniva soffermarsi,

“Figurati tesoro, è stato un piacere” le sorrise e lei dovette abbassare la testa per non andare a fuoco.

 

Era così divertito che avrebbe continuato così per ore. Sfortunatamente qualcosa la distrasse interrompendo il gioco.

“La tua..” la ragazza indicò con l’indice e lui guardò verso il punto su cui erano gli occhi di lei, “Bene.. sembra che abbia usato la mia maglia preferita per spolverare..”,

“Sembra un barboncino..” mormorò lei guardando la macchia sulla maglia blu,

“Ottimo, ora me ne andrò in giro con un fottuto barboncino sulla spalla”,

lei alzò gli occhi guardandolo mortificata, e di riflesso lui alzò le mani mostrando i palmi per bloccare ogni reazione

“No.. non ci provare.. mi piacciono i barboncini ok? Davvero.. ma tu non piangere”.

 

Willow passò una mano sopra la spalla e quando la tolse la maglia era tornata pulita,

“Meglio..” commentò, prima di guardarla “sai, ho la lavatrice rotta e-“,

“Non ho intenzione di essere il tuo elettrodomestico personale” lei precisò spostando il peso da un piede all’altro.

 

Il modo in cui la guardava la innervosiva. La faceva sentire come se non avesse niente addosso.

 

“Oh strega, mi spezzi il cuore.. ma soprattutto, mi rovini la vita sociale. Non posso andarmene in giro come un barbone..” disse inclinandosi verso di lei “Non che il mio fascino non basterebbe ad attirare le ragazze, ma ho un certo stile..”.

 

And I don’t know how, I don’t know why

But you’re the light on my shoulder

When I’m tired

 

Aveva gli occhi blu più belli che avesse mai visto.

E le labbra, erano così rosa. Sembravano molto morbide.

 

Si sentì arrossire di nuovo. Il cuore le stava martellando nella gola.

Si sentiva quasi esasperata dalla sua bellezza.

Tentò di concentrarsi sul pensiero di Tara. L’idea della rottura la fece sentire in salvo.

Le calò addosso un velo di tristezza.

E lui se ne accorse.

La luce che le si era riaccesa intorno si era attenuata,

“Vedrai che ti sentirai meglio prima o poi”, non si poteva dire esattamente una di quelle perle di infinita saggezza che si sarebbero tramandate nei secoli, però prima o poi sarebbe accaduto.

 

Ancora chinato verso di lei, solo più vicino, vide la sua bocca emettere un respiro.

 

“E’ che.. preferirei il prima” gli occhi verdi, grandi, scheggiati d’oro, lo fissavano sinceri. Non aveva innalzato alcun muro tra loro. Lei non innalzava mai muri tra loro.

Ma questo non gli impedì di essere sorpreso quando lei schiuse le labbra per accettare il suo bacio, o compiaciuto quando le mani di lei si fecero strada sul suo petto fino ad arrivare a cingergli il collo. La tenne stretta avvolgendole un braccio intorno alla vita per sfiorarle la base della schiena quando la stoffa sottile della sua camicia si alzava, e quando lei si staccò per respirare, fissandolo a pochi centimetri dal suo viso, inalò il suo fiato come se le stesse prendendo la sua vita.

 

Mentre le mani di lei scivolavano via piano, e la vedeva fare un paio di passi indietro poteva quasi sentire le rotelle del suo cervellino iperattivo girare all’impazzata per metabolizzare quello che era successo. Trovare un non-significato.

 

E il calore che gli aveva lasciato addosso sarebbe svanito presto.

 

“Sai di fragole..” sorrise e la vide sgranare gli occhi mentre il cuore le premeva contro le costole come se volesse uscire fuori.

 

It’s easier to run and harder to be still

It’s easier to hate and harder to love

 

Quando il campanello sopra la porta del Magic Box suonò, e fece passare Buffy, lei fuggì nella stanza accanto. La cacciatrice avanzò piano cercando di capire il motivo di quello strano comportamento, “Che le hai fatto?”.

 

Quello che Spike aveva imparato è che la cosa migliore è sempre dire la verità.

 

“Aver constatato personalmente quanto sono seducente e abile a baciare deve averla scossa” – perché non gli credeva mai nessuno.

“Si.. come se questo fosse possibile” – appunto.

 

Sentì Willow tornare nella stanza, e seguì i suoi movimento con la coda dell’occhio.

 

“E adesso cosa facciamo noi due?”, Willow si congelò e si girò a guardarlo. Non si era potuto trattenere dallo stuzzicarla almeno un pò. Lui la guardò prima di spostare gli occhi su Buffy “Allora cacciatrice.. non avevamo un giro di ronda?”,

“Noi due non abbiamo niente Spike. E per quanto riguarda la ronda stasera è serata fiacca”,

“Fiacca eh?.. Io la stavo trovando alquanto eccitante” disse sorridendo in direzione della strega,

“Io invece ti sto trovando solamente fastidioso” replicò Buffy puntando i pugni sui fianchi,

“Ovviamente” lei poteva negare quanto voleva che non fosse attratta da lui “Allora con il vostro permesso oh Regina dei dannati, tolgo le tende”,

“Era ora..” borbottò lei dandogli le spalle.

 

Spike aprì la porta e quando fu fuori si girò verso Willow che lo guardava andare via.

 

Sembrava quasi che le dispiacesse. E gli piacque.

 

Le strizzò l’occhio “Notte principessa” richiudendo la porta.

 

Tirò fuori un sigaretta dal pacchetto ammaccato che teneva nella tasca dei jeans, e quando fu ad una ventina di metri dal negozio si fermò per accenderla. Tirò un paio di boccate e infilò una mano in tasca.

 

Buffy stava diventando davvero irritante con quel suo atteggiamento.

Sarebbe stato infinitamente meglio non essere innamorato di lei.

 

And I don’t know how, I don’t know why

You are the light on my shoulder

When I’m tired

 

Ma il modo più facile di disinnamorarsi di una donna era innamorarsi di un’altra.

 

Sentì di nuovo la porta del negozio aprirsi e vide la strega sgattaiolare fuori a passo rapido stringendo tra le braccia la borsa che conteneva il portatile. La gonna di cotone elasticizzato rosa e nero le aderiva alla curva del sedere, i capelli si alzavano per il vento leggero e il passo veloce. Per un instante assaporò di nuovo il calore umido e dolce della sua bocca sulla punta della lingua.

 

Buttò a terra la sigaretta, che non era consumata neanche per metà, e la calpestò con un anfibio nero.

 

Si, il modo più facile d- Notte principessa – Merda!