Di Troi on the Hellmouth
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Pairing:
Buffy/Angel
Rating: PG
Spoiler: di Btvs “The
Gift” e le prime puntate della sesta stagione, di Ats “I Will Remember You”.
Disclaimer: Non
possiedo (purtroppo) i diritti di Btvs o Ats che appartengono a Joss Whedon,
alla Mutant Enemy, alla UPN ….blah blah woof woof… La storia è scritta senza
scopo di lucro.
Trama: La
fanfiction è ambientata fra le puntate di Btvs ‘Flooded’ e ‘Life Serial’ (6x04
e 6x05).
Quando Buffy riceve la
telefonata di Angel e decidono di vedersi, lei esce ma non si vedrà l’incontro,
vediamo solo quando Buffy ritorna da questo ‘Cross-over che non si vede’. Visto
che non ci hanno dato il Cross-over e penso che molti come me ci siano rimasti
piuttosto male, ho scritto la mia versione. Spero vi piaccia.
~
Bring me to Light ~
Giles e Dawn erano rimasti un po’
meravigliati dalla fugace uscita di scena di Buffy, anche se la cosa non
avrebbe dovuto sorprenderli più di tanto, dato che si trattava di Angel.
Gli Scoobies erano tutti a casa
Summers quella mattina per cercare di riparare i danni del demone Mmm’Fashnik,
il rapinatore di banche, che la sera prima aveva fatto una visitina
distruggendo mezza casa.
Giles e Buffy avrebbero dovuto
discutere riguardo ai debiti ed alle bollette.
Bastò però una semplice telefonata
da parte di una persona, che semplice proprio non era, a distogliere la
Cacciatrice da quelle questioni.
Angel voleva vederla.
Aveva saputo da una telefonata di
Willow, aveva appreso da lei la notizia più bella che potesse aspettarsi.
Buffy era tornata.
Ironicamente era stata la stessa persona,
mesi prima ad informarlo della tragedia.
Buffy si congedò brevemente,
afferrò le chiavi, il giaccone e fu subito fuori. Si sarebbe occupata dopo di
quelle scartoffie, e poi c’era Giles; con il suo aiuto avrebbe trovato una
soluzione, almeno per gli affari più urgenti, che importa se il seminterrato
restava per un po’ come il Titanic, tanto non poteva affondare... o forse si?
Non sapeva di preciso neppure come
sarebbe arrivata al luogo dell’appuntamento. Si trattava di una cittadina, Simi
Valley, a metà strada fra Sunnydale e Los Angeles, in effetti non era proprio a
metà strada, infatti lei ci avrebbe messo un po’ di più ad arrivarci.
Fortunatamente Buffy aveva con sé
qualche dollaro e pensò di recarsi alla stazione dei bus.
Arrivata lì fece il biglietto per
un bus della Greyhound diretto a Simi Valley e partì alle 10.30.
Mentre il mezzo usciva da
Sunnydale imboccando l’autostrada, Buffy notò la vecchia insegna sul ciglio
della strada: “Now Leaving Sunnydale.
Come back soon!”
Di certo sarebbe tornata presto,
anche se sapeva già che lasciare Angel le sarebbe stato difficile, lo era ogni
volta. Tutte le volte che lo incontrava avrebbe voluto chiedergli ancora e
ancora il perché del suo addio, certe volte avrebbe voluto addirittura
picchiarlo, ma di sicuro e più fortemente, avrebbe voluto restare con lui.
Separarsi era stato difficile e
non era stata una sua scelta, ma Buffy aveva trovato il modo di andare avanti,
il suo amore per Angel però era rimasto immutato, come una cicatrice aperta che
non potrà mai guarire; per Buffy l’amore era sempre stato sofferenza, ogni
ragazzo con cui era stata alla fine se ne era andato.
Forse le Cacciatrici erano
destinate a stare da sole, ma anche se così è scritto, Buffy non è forse sempre
stata quella che sovverte le regole?
Nessuno avrebbe dovuto conoscere
il suo ruolo, ma ecco che Buffy ha un gruppo di amici che sanno e la
sostengono; la Cacciatrice è sempre subordinata al Consiglio degli Osservatori
e deve sottostare alla loro spietata politica, ma Buffy se ne distacca; le
Cacciatrici muoiono sempre giovani, e Buffy sconfigge la morte per ben due
volte. Una Cacciatrice non può amare un vampiro…
Ma se il vampiro in questione ha
un’anima e lotta per il bene? Stavolta allora la colpa non è del destino
avverso, ma di quest’ultimo vampiro che non ha voluto correre una serie di
rischi che gli avrebbero permesso di stare vicino alla donna che ama.
Angel se ne era andato per il suo
bene…
Lei continuava a ripeterselo e
chissà se un giorno…
Non poteva certo stare aggrappata
a queste false speranze, e poi lui adesso aveva una nuova vita a Los Angeles,
ma a volte le era capitato di immaginare come sarebbe stato.
Aveva da raccontare molte cose
importanti ad Angel. Le avrebbe parlato del posto in cui era stata.
Arrivò a destinazione poco dopo
mezzo giorno, percorse pochi isolati camminando fino al Best Western Inn,
l’hotel che Angel le aveva indicato. Lui era stato lì per circa un mese prima
di trasferirsi a Los Angeles; quando dopo aver lasciato Sunnydale si era preso
un periodo per riflettere su cosa fare. Così si era fermato a Simi Valley, un
posto tranquillo dove la gente non faceva domande e questo era il luogo
dell’incontro.
Alla reception bastò solo che
dicesse: Sono Buffy Summers…
“Lui la sta aspettando. La faccio
accompagnare.” Rispose il tranquillo signore addetto.
Un giovane la accompagnò al
secondo piano fino alla camera 47.
“Ecco, questa è la suite, una
delle tre camere più belle dell’hotel. Il signore ha detto che poteva
accomodarsi non appena fosse arrivata. Lui è già dentro. Le auguro un piacevole
soggiorno.”
“Grazie.”
Il ragazzo accennò un sorriso e si
allontanò, Angel aveva già provveduto a dargli una cospicua mancia.
Buffy bussò ed entrò senza
attendere una risposta. Si chiuse la porta alle spalle.
La stanza era ben illuminata anche
se la luce era artificiale, notò che le finestre erano ben chiuse; da quella
che doveva essere la camera da letto, entrò Angel.
Si abbracciarono e Buffy guardò Angel sorridere, fu uno dei
sorrisi più belli che avesse mai visto sulle sue labbra. Mentre sorrideva, due
lacrime gli rigarono il viso e per poco Buffy non si unì al suo pianto di
gioia.
“Angel…”
“Oh Buffy. Quando Willow me l’ha
detto non riuscivo a crederci, finché non ti ho sentita avevo un po’ di paura.”
“Paura?”
“Ho visto degli episodi di
resurrezione che non sono andati certo a buon fine, ma non è il tuo caso per
fortuna.”
“Allora sei contento di vedermi,
ancora me stessa…almeno credo.”
Angel la strinse a se ancora una
volta, poi le fece cenno di sedersi.
“Hai voglia di parlare?”
“Si, io ne ho davvero bisogno.
Saprai cos’è successo, di Glory e tutto il resto.”
“Willow me ne ha parlato, in linea
generale. Era una dea che voleva tornare nella dimensione infernale.”
“E per fare questo le serviva mia
sorella.”
“Quando il portale era aperto tu
ti sei gettata nell’energia per richiuderlo, al posto di Dawn, salvando lei e
tutto il mondo.”
“Questa è la versione breve. –
fece una pausa - Angel, io vorrei parlarti del posto in cui ero, voglio dire…”
“Ti ascolto.”
“..non l’ho descritto a nessuno,
non nei particolari, nessuno dei ragazzi sa dove ero in realtà, neppure Giles,
credono di avermi tirata fuori da qualche sorta di dimensione demoniaca o
peggio…”
”Non è così?”
“No. Quel luogo, se posso definirlo
così, non era certo infernale, anzi io credo… non ho mai riflettuto su questo
genere di cose prima… ma credo fosse il Paradiso.”
Angel prese una mano di lei nella
sua.
“Io, ero felice, protetta, sapevo
che tutti voi stavate bene. C’era silenzio, non un silenzio totale, ma era come
se non utilizzassi più i miei sensi, come se percepissi ogni cosa con la
mente.”
“Deve essere stato traumatico
tornare a vivere.”
“ E non solo per il fatto di
risvegliarsi in una bara, che è già abbastanza sconvolgente.”
“ So cosa intendi.”
“Essere di nuovo qui, respirare,
parlare, ascoltare i suoni, le voci, era come se mi assordassero….anche se
adesso il fastidio va affievolendo… resta tutto così freddo.”
A quella parola Angel
inconsciamente cercò di allontanare la mano, anche se ormai era diventata calda
a contatto con quella di Buffy, ma lei la trattenne e la strinse forte, poi la
avvicinò al suo cuore.
“Lo senti Angel? Il battito del
mio cuore, per me non conta più niente, sono morta dentro…io non credo che
riuscirò più a vivere come prima…la gioia, i sentimenti, la passione…non riesco
più a provare nulla di tutto questo. La vecchia Buffy non c’è più, penso che
una parte di lei sia rimasta in Paradiso e Osiris s’è scordata di mandarla
indietro.“
Buffy non riuscì a trattenere le
lacrime, Angel l’abbracciò mentre lei singhiozzava e sembrava non riuscisse più
a smettere. Gli aveva fatto male sentire quelle parole, la sua Buffy era sempre
stata piena di gioia di vivere, adesso sembrava sul bordo di un precipizio; ma cercava
una mano a cui aggrapparsi, lui lo sapeva, e sapeva anche che sarebbe stato lui
a tendergliela, come molte volte lei aveva fatto.
Dopo alcuni minuti il pianto
cessò, ma la ragazza restò dov’era, con la guancia poggiata sulla spalla del
vampiro, in quel punto la sua camicia era ormai bagnata dalle lacrime della
ragazza.
Angel la allontanò per guardarla
negli occhi, le prese il viso fra le mani.
“Devi darti del tempo Buffy. E’ comprensibile
che tu sia scossa, quello che ti è accaduto non è certo normale, ma puoi
superare tutto questo, ci vorrà un incredibile forza di volontà ma a quanto ne
so quella non ti è mai mancata.”
Buffy accennò un sorriso, Angel le
strinse le mani.
“Quella parte che credi sia
rimasta in Paradiso, io sono convinto che sia dentro di te, devi solo riuscire
a riportarla in superficie, e per quanto riguarda questo… - le poggiò una mano
sul cuore - …per quanto ne abbia
passate e per quanto tu sia convinta che non te ne importi più niente se batta
o meno, tornerai ad apprezzare quel leggero tump tump. Essere vivi è un dono
grande e non va sprecato.”
Buffy era rimasta conquistata da
quelle parole. Dopo poco parlò.
“Ma come ci riesci? Sei riuscito a
farmi vedere una luce alla fine del tunnel.”
“Nella mia lunga esistenza avrò
imparato qualcosa…”
I due sorrisero.
“Già. Ma la luce di cui parli mi
sembra ancora lontana. E’ già un passo avanti che abbia pianto, è la prima
volta che ci riesco da quando sono tornata, esserti vicino credo che abbia
fatto effetto.”
Angel s’incupì.
“Non per il pianto! Intendevo dire
che ha risvegliato delle emozioni in me.”
“Questo è positivo.”
“Angel, come pensi che dovrei
comportarmi con i ragazzi? Pensi che debba dirglielo? Devo raccontargli
dov’ero?”
“Come pensi che reagirebbero?”
“Credo che sarebbe un po’
difficile per loro, si sentirebbero in colpa, soprattutto Willow, è lei che ha
avuto il ruolo principale nel fare l’incantesimo…”
“Capisco, ma adesso devi pensare a
te stessa, cosa è meglio per te, sei stata già abbastanza altruista; credi che
ti aiuterebbe dirglielo?”
“Non lo so, comunque non me la
sento di gettargli questo peso addosso.”
“Fa ciò che ritieni più giusto, ma
ricorda di pensare al tuo bene. Sii un po’ egoista, te lo meriti. Io sto già
entrando in questa mentalità …infatti rivoglio la mia Buffy…la vecchia Buffy.”
Buffy chiese abbozzando una
smorfia: “Quella nuova fa proprio così schifo, eh?”
“Assolutamente no. Io la amo.”
******
Buffy si immerse nell’ampia
jakuzi, aveva accettato l’offerta di Angel di fare un bagno mentre lui ordinava
qualcosa da mangiare, avevano preparato l’occorrente e adesso lui era andato
nell’altra camera lasciandola nell’intimità della stanza da bagno. Per quanto
intimo potesse definirsi un bagno grande quasi quanto una camera da letto.
L’acqua era leggermente tiepida ed
Angel vi aveva aggiunto dei sali da bagno che la rendevano assolutamente
allettante alla vista e all’olfatto, Buffy appoggiò la testa indietro, sul
bordo della jakuzi e rimase completamente immersa dal collo in giù. Stirando i
muscoli come un gatto si distese, trovando la posizione più comoda possibile,
nonostante questo restava abbastanza spazio, pensò che addirittura per Angel
sarebbe stato sufficiente…
“Cattiva ragazza” si rimproverò.
In ogni caso era l’ideale per
rilassarsi, dopo qualche minuto decise di provare l’idromassaggio.
Sperò di non fare confusione con i
tasti, la tecnologia non era mai stata il suo forte, premette Start e non
modificò l’intensità che non era al massimo.
Era incredibile come le bollicine
riuscissero a rilassarla e solleticarla allo stesso tempo, si lasciò andare
completamente e cerco di non pensare che c’era posto anche per Angel.
Sapeva che il sesso era fuori
discussione ma avrebbe voluto che lui la stringesse, la cullasse nel suo
abbraccio, le sussurrasse parole di amore e di conforto, avrebbe voluto
sentirsi al sicuro come quando… …come in quel posto. Il Paradiso o qualunque
cosa fosse, avrebbe voluto tornarci con tutte le sue forze.
Anche se stare insieme ad Angel
non era poi così male. Quando poco prima le aveva detto di amarla le era venuto
un nodo in gola. Lui però si era subito alzato e aveva cambiato argomento;
avevano passato dei minuti in questa stanza mentre lui miscelava l’acqua e i
sali, e poi si era allontanato senza più dire una parola.
Ciò che Buffy si chiedeva era
l’esatto peso da dare a quelle parole che le aveva detto poco prima. Intendeva
dire che le voleva bene o quel sentimento non si era mai affievolito neppure
per lui? Quando Angel faceva l’enigmatico c’era da arrovellarsi per un tempo
infinito e Buffy non intendeva farlo in quel momento.
Angel bussò alla porta.
“Posso?”
“Si.”
Angel entrò e Buffy era ancora
nella vasca.
“Scusami, credevo avessi finito.”
“Stavo per uscire.” Buffy spense
l’idromassaggio.
“Volevo avvisarti che il servizio
in camera è già arrivato.”
“Ok.”
Angel fece per uscire.
“Angel, ti dispiacerebbe passarmi
un asciugamano?”
Angel ne prese uno abbastanza
grande e si avvicinò alla vasca aprendolo davanti a se, Buffy uscì dall’acqua e
lui l’avvolse senza esitare, anche se nel frattempo aveva già visto a
sufficienza.
Erano l’uno di fronte all’altra ed
Angel le asciugò con la mano il mento gocciolante.
“Sei sempre più bella.” Buffy fece una smorfia.
“Non fraintendermi sei sempre
stata bellissima, ma ora… ti appresti a diventare una donna.”
Buffy era un po’ in imbarazzo ma
accettò i complimenti.
“Grazie.”
Ci fu un silenzio fin troppo lungo
e l’accenno di un bacio, che subito venne interrotto, ma che altrettanto
velocemente riprese. Fu al contempo dolce e passionale. Buffy aveva dimenticato
tutto ciò che le faceva provare anche un solo bacio di Angel, ma quando i due
ritrovarono un po’ di coerenza si allontanarono l’uno dall’altra, non sapendo
con sicurezza come comportarsi.
“Mi vesto e sono da te.”
“Ok.” Angel uscì senza replicare oltre.
Angel non era stato intenzionato a
baciarla ma trovandosi così vicino a lei in quella situazione…non aveva potuto
farne a meno. Gli era successo altre volte, quella ragazza riusciva a fargli
perdere il controllo, non completamente certo, altrimenti in questo momento
starebbero facendo sesso sfrenato sul pavimento. In qualche modo riuscivano
sempre a riguadagnare il controllo delle proprie azioni; dovevano.
Non negava però di sentirsi un po’
stordito da ciò che era appena successo, aveva rivisto Buffy completamente
nuda, in tutta la sua bellezza; erano passati quasi due anni dall’ultima volta
che era successo, quando lui era diventato umano per un giorno, avevano passato
dei momenti indimenticabili. Era triste pensare che lei non ricordasse niente
di quella giornata, gli Oracoli l’avevano ritenuta una condizione necessaria,
solo lui ne aveva memoria; gli dispiaceva infinitamente che Buffy non
ricordasse ma non poteva fare a meno di pensare che era meglio così, la ragazza
avrebbe solamente ricordato qualcosa che difficilmente avrebbe potuto riavere,
probabilmente le avrebbe fatto solo male.
Ad ogni modo erano passati due
anni e nonostante la traumatica esperienza vissuta, il suo corpo restava
perfetto, anche se osservandola attentamente in viso si poteva notare il
disagio interiore che stava vivendo.
Lui voleva aiutarla, voleva con
tutte le sue forze che tornasse ad essere se stessa. Ci sarebbe voluto del
tempo, anche per lui era stato difficile tornare alla normalità dopo il ritorno
dalla dimensione demoniaca, Buffy gli era stata vicino, gli era stata
indispensabile, lui l’amava e l’avrebbe tirata fuori da quel baratro…ma come ci
sarebbe riuscito trovandosi distante?
Buffy uscì dal bagno interrompendo
il corso dei suoi pensieri.
“Tutto bene?”
“Oh si, avevo proprio bisogno di
rilassarmi.”
“Non so se ti andrà bene quello
che ho ordinato…”
Angel le indicò il divano, dove
andarono a sedersi; sul tavolino era poggiato un vassoio, Buffy non ebbe da
ribattere sul tipo di pietanza, voleva solo mettere qualcosa nello stomaco.
“Va bene?”
“Si, perfetto. Tu sei a posto?”
“Se non è un problema..” Allungò la mano per prendere un alto
bicchiere di plastica dal vassoio.
“…berrei questo.”
“D’accordo.” La ragazza
iniziò a mangiare osservando occasionalmente Angel mentre beveva, il bicchiere
non era trasparente e lui non aveva mutato volto, sembrava proprio stesse bevendo
un normale caffè.
“Angel, sono curiosa, il servizio
in camera ti ha portato quello?”
“In quest’albergo ci sono un paio
di persone che riescono a procurarti del sangue senza destare pettegolezzi, e
non è neanche tanto male; come cucinano?”
“Non c’è male.”
Angel finì il contenuto del
bicchiere e lo poggiò sul tavolino.
“Lo sai che sono al verde?”
Angel la guardò con aria
interrogativa.
“Voglio dire, non sono solo a
corto di soldi, ma anche piena di debiti, il seminterrato è allagato perché si
sono rotte le tubature ed ho un sacco di bollette e fatture da pagare. Debiti
accumulati mentre ero morta!”
“Se vuoi posso darti una mano…”
“No, non voglio dei soldi, ti
stavo solo raccontando. Sono andata a chiedere un prestito ma un demone ha
attaccato la banca, in ogni caso non me l’hanno concesso.”
“Buffy veramente, posso pensarci
io, di quanto si tratta?”
“No Angel, non insistere,
risolverò la cosa.”
“E se fosse un prestito? Se
proprio vuoi me li restituirai quando le cose andranno meglio.”
“Quel po’ di orgoglio che mi è
rimasto mi impedisce di accettare. Giles mi sta aiutando a fare il punto della
situazione, stabilire cosa è più urgente eccetera. Ce la farò.”
“Sei sicura che non…”
“Si. Comunque ti ringrazio.”
“Se ci ripensi puoi sempre chiamarmi.”
“In ogni caso dovrò trovare una
fonte di reddito, mi cercherò un lavoro…magari spogliarellista in un night
club.”
Angel la guardò scioccato.
“Sto scherzando!”
“Guarda che l’avevo capito.”
“Si certo…”
Buffy che ormai aveva smesso di
mangiare da un pezzo, si mise sopra ad Angel a cavalcioni, avvicinò anche il
viso ed a pochi centimetri dalla sua bocca si fermò.
“Buffy è sinonimo di purezza, non
la pensi così? Credi che non potrei farlo?”
Angel era un po’ sorpreso ma lo
nascose molto bene.
“Oh potresti, ad hai anche tutte
le qualità per farlo, anche se non ti sapevo così disinibita, ma ci sarebbe
comunque un problema.”
“E quale sarebbe?”
“Semplice. Io caverei gli occhi a
tutti i fortunati clienti del night club, ti troveresti presto senza lavoro.”
“Geloso?”
“Da morire.”
Sorrisero e si baciarono, mentre
le loro lingue si sfioravano Buffy si ritrovò presto distesa, faccia a faccia
con Angel sopra di lei. Lui le baciò il collo e vi ritrovò il suo marchio, neppure
le capacità di guarigione di una Cacciatrice erano state sufficienti ad
eliminare completamente il segno del morso.
Angel fu preso da un moto
d’orgoglio tipico di un maschio vampiro, un tipico vampiro che a questo punto
l’avrebbe morsa, ma Angel non era un tipico vampiro e non avrebbe più morso
Buffy. Baciò quel punto avidamente, Buffy gli mordicchiò l’orecchio e mise le
mani fra i suoi capelli, lui le scoprì leggermente il seno e scese a baciarlo.
D’un tratto lei lo sentì premere
contro di se, fu una scarica d’adrenalina che la spinse a cercare nuovamente la
sua bocca. Si baciarono ancora fin quando Angel si fermò di colpo.
Buffy sapeva che aveva fatto bene
anche se voleva disperatamente che non fosse così.
Lui rimase su di lei, disteso, con
la testa sul suo petto assorto ad ascoltarle il battito del cuore. Non la
guardava e restava immobile. Dopo qualche minuto fu Buffy a parlare:
“Angel, tutto bene?”
Il vampiro si sollevò per
guardarla in volto.
“Si, perché non andiamo di la?”
Si alzò e gli tese una mano, Buffy
la prese ed andarono in camera da letto.
Era davvero lussuosa, ogni piccolo
dettaglio lo indicava, Buffy si domandò come mai Angel avesse scelto una suite,
appena furono distesi sul letto uno di fianco all’altra glielo chiese.
“Volevo offrirti il meglio. E poi
piace anche a me, sai, vivere sempre nello stesso vecchio hotel mi ha fatto
apprezzare di più gli alberghi di lusso.”
Buffy abbozzò un sorriso e fu
subito pensierosa. Dopo un po’ Angel le chiese:
“Brutti pensieri?”
Lo guardò dritto negli occhi.
“No…anch’io ti amo.”
Angel la strinse a se.
“Come mai me lo hai detto?”
“Mi hai chiesto cosa pensavo, in
ogni caso siamo pari adesso e poi esprimere ciò che provo non dovrebbe farmi
bene?”
“Hai ragione su tutta la linea, inoltre
mi ha fatto piacere sentirlo.”
“Io credo che avrò bisogno di te.”
“A questo proposito volevo
parlarti Buffy.”
La ragazza annuì.
“Ho riflettuto molto e credo che
tu abbia ragione, per tornare quella che eri può servirti il mio aiuto ed io
intendo dartelo. - fece una pausa - sono tornato da poco dallo Sri Lanka, ho
passato praticamente tutta l’estate in un monastero a meditare…quando ho saputo
ciò che ti era successo credevo di averti persa per sempre… mi sono sentito
davvero in colpa, non mi davo pace.”
“Angel, non ne avevi motivo, cosa
avresti potuto fare?”
“E se fossi stato lì con te Buffy?
A combattere al tuo fianco? Forse avrebbe fatto la differenza. Io ti ho
lasciata per permetterti di avere una vita normale, non per lasciarti morire.
Invece è successo ed io mi sono reso conto di aver fatto un errore madornale.
Certo c’è sempre la clausola della mia maledizione…”
Buffy lo stava ascoltando
attentamente, ma restava un po’ incredula.
“…Io non ti sto chiedendo di
tornare insieme non è fattibile e
comunque non ne ho il diritto, è ovvio che i nostri sentimenti non sono
cambiati, so anche che tu vorrai stare con un ragazzo con cui puoi fare l’amore
e quello…non sono io, perché questa dannata clausola è una mia doppia
maledizione… ma voglio lo stesso aiutarti e starti vicino.”
“Angel come puoi pensare che per
me sia più importante avere un ragazzo con cui fare l’amore, certo è rilevante,
ma quello che provo per te va oltre. – Prima che lui potesse replicare,
continuò – Il fatto che tu voglia starmi vicino non può che farmi piacere,
credo però che sarà un po’ difficile, noi viviamo in due città diverse e
abbiamo dei doveri.”
“Come al solito non mancano gli
ostacoli. Possiamo sempre parlare quando vogliamo in ogni caso, per telefono;
se vuoi potremmo anche vederci di tanto in tanto, attività demoniaca
permettendo.”
“Sembra una buona idea.” Lui prese ad accarezzarle il volto e
continuò il suo discorso,
“Buffy, io voglio che tu sappia che
io ci sarò sempre, ogni volta che ne avrai bisogno. Quando vorrai parlarmi
anche solo per raccontarmi cose sciocche, non esitare a chiamarmi. Voglio
aiutarti a stare bene, a superare ciò che ti è successo come tu hai aiutato
me.”
“D’accordo Angel, accetto
volentieri il tuo aiuto.”
Passarono il resto della giornata
accoccolati a parlare. Dopo il tramonto Angel l’accompagnò alla stazione dei
pullman, si salutarono con un lungo bacio e Buffy gli disse che lo avrebbe
chiamato presto, infatti quella sera stessa, dopo cena, lo fece e parlarono per
quasi un’ora.
La ragazza non raccontò nulla ai
suoi amici, né i particolari dell’incontro con Angel né del posto in cui era
stata quando non era in vita.
Dopo un paio di settimane Buffy
iniziò ad avere delle perplessità riguardo al mantenere i contatti con Angel,
sapeva che ciò accadeva perché era troppo difficile sentirlo senza poterlo
avere accanto.
Decise di chiamarlo e dirgli che
avrebbero interrotto i contatti.
“Parlarti così spesso mi sta
aiutando, ma inevitabilmente mi ricorda che non posso averti e questo mi fa
soffrire…”
“Va avanti.”
“…credo sia meglio che smettiamo
di sentirci.”
“Se è ciò che vuoi. Vorrei poter
venire a Sunnydale ma stanno succedendo tante cose qui…”
“Tu stai bene?”
“Si, ma non purtroppo posso
allontanarmi, mi dispiace.”
“Non preoccuparti, anzi ti voglio
ringraziare di tutto,”
“E’ solo un piacere. Comunque se
cambi idea… ”
“Lo so. Grazie ancora Angel.”
“Ti amo.”
“…anch’io.”
Buffy agganciò il telefono lasciando
Angel perplesso e un po’ preoccupato. Il comportamento di Buffy gli era
sembrato un po’ strano ma non voleva pressarla, probabilmente lei preferiva
affrontare da sola ciò che stava vivendo; sperò che un giorno o l’altro avrebbe
chiamato dicendo di stare meglio di adesso, lei era forte e con il tempo
sarebbe tornata quella di prima, Angel ne era sicuro.
Buffy sapeva che in fondo la vera
ragione per interrompere i contatti con Angel era solo in parte quella che gli
aveva detto. Per un po’ si era voluta convincere ma in verità lei voleva
qualcuno accanto, una presenza tangibile che l’aiutasse a ritornare a vivere, a
sentire.
Sapeva che se lo avesse detto ad
Angel in questi termini, lui non avrebbe esitato a tornare a Sunnydale; ma non
sarebbe stato giusto nei confronti degli innocenti che lui proteggeva. Non
poteva chiederglielo e neppure fargli sospettare qualcosa; avrebbe provato a
farcela da sola, se la solitudine interiore non la sconfiggeva prima. Sperò di
riuscire a superare il disagio che provava e di tornare a vivere davvero…
… la Cacciatrice non è solo
oscurità, la Cacciatrice può essere luce.
Promise a se stessa di riuscire a
provarlo.
07/05/04