Di
Xspazz
Questa
è una FF un po' fuori dai canoni, per quanto mi riguarda, e chi ha letto le mie
precedenti creazioni sa che voglio dire.
In effetti è del tutto fedele ai dettami della FF classica, ma volevo cimentarmi anche in questo. Riconosco che può sembrare una vera e propria segheria mentale... vabbé. Pazienza.
Ho
cominciato a scriverla mentre aspettavo il permesso di Buffy Italian Guide
(http://web.tiscali.it/thebig/home1.htm) di riportare le due interviste per
“Morizio at work”. Poi è rimasta nel cassetto... fino ad ora. E' da un bel po'
che ci lavoro e non so perchè ma... l'ho postata con riluttanza. Non riesco a
capire bene se sia completa o no. Una vaga impressione, quasi
d'insoddisfazione... ma ormai è fatta. Ho bruciato le navi, dietro a me... non
si torna... si può solo andare avanti.
Tengo
a precisare che non sono un B/S shipper, anche se come coppia non è poi così
male...
Ora,
vorrei dedicarla a Jana, Solitaire e Anyanka72, le mie talent-scout, a Tacchan,
il mio editore, e a tutti i frequentatori di questo Forum, e di IBC,
naturalmente.
Non
so se loro ne saranno felici. Forse apprezzerebbero di più una delle mie altre
FF come dedica. Magari l'ho fatto proprio per questo...
...
hihhihhihhihii...
...
ma, infine, è dedicata anche a te, lettore sconosciuto che scorrendo la rete
hai portato alla luce il sito da cui stai leggendo questo racconto...
Yoàli
Ehécatl, Vento Notturno, era uno degli innumerevoli Dei del Pantheon azteco. I
mexìca dicevano che egli vagava, nelle tenebre, pronto a ghermire qualsiasi
incauto sorpreso nella notte. Il Dio, però, era capriccioso, e se decideva di
liberare la persona catturata questa allora vedeva realizzato il suo più grande
desiderio... ma bisogna sempre stare molto attenti a ciò che si vuole...
Vento.
Il
vento.
Poco
vento, ma fastidioso.
S'intrufolava
fra i vestiti silenzioso e guardingo, con un tocco leggero ma freddo.
Eppure
non era molto forte, il vento.
Ombra
tattile, scorreva sulla pelle del viso, come una carezza...
...gelida.
Chissà
a che ora l'avrebbe vista. Ora? Un sorriso ironico, inconsciamente ironico.
Scialbo ricordo di prima, prima di incontrarla, prima di averla conosciuta.
Ora?
Tempo?
E
che significato poteva avere il tempo per lui? Vago ricordo... ma non era il
momento. Ogni fibra del suo essere fremeva di attesa, di concentrazione, come
quando andava a caccia, un tempo. Un tempo appunto. In fondo era tutto lì il
problema... la questione... ma avrebbe chiarito tutto, finalmente...
Tempo.
Ah!
L'ironia di questa parola... è sempre colpa del dannato tempo... tempo per
questo, tempo per quello, non è il momento... un momento, già... se il tempo è
l'unità di misura il momento è una sua frazione... ma si riscosse. Bruscamente!
Non era il momento... basta! Basta coi giochi di parole! Calma. Ora la vedrai.
Fra poco.
Uno
scatto!
Era
teso. Troppo.
Meglio
attendere...
Ma
perchè?
Perchè?
Perchè
proprio a lui? In fondo, lei avrebbe dovuto essere solo una preda...
pericolosa, certo... una sfida... ma questo, e solo questo, era nell'ordine
naturale delle cose... ma sapeva che anche nell'ordine c'è sempre una... una
variabile, ecco! Sì! Una variabile! Che fosse toccata a lui... questo non
capiva. Va bene, ammettiamo l'incognita. Ma perchè, perchè a lui?
Dei
passi.
Là.
In
fondo al sentiero... mmhh... chi poteva essere? O cosa? Un demone, forse? Ma di
che specie?
Guardingo,
si sporse un poco. Sempre meglio stare attenti... sempre. Un guizzo dorato,
riflesso di Luna sui capelli... era lei. Si volse e rientrò nella cripta.
L'avrebbe attesa lì, con comodo... se fosse entrata. Altrimenti... ma no. In
fondo lo sapeva. Sarebbe andato da lei... comunque. Doveva parlarle. Ora.
Adesso. Non avrebbe più rimandato. Era il momento...
"Oh.
Eccoti qui. Come al solito."
"Oh.
Eccoti qui. Come al solito... il tuo tono è sempre gentile, vero?"
"Beh!
Che ti prende...?" accorgendosi dalla sua voce che era nervoso... si
avvicinò e lo guardò... si, era decisamente teso...
"Che
mi prende? E che vuoi che mi prenda, dolcezza? Tu!"
"Non
chiamarmi così. Sai che lo detesto! E perchè mi guardi in quel modo?"
"Scusa...
quale modo?" disse, inarcando il sopracciglio. Stava rilassandosi ora. Gli
faceva bene un po' di azione. Anche solo parlare era azione, con una come
lei... parole e frasi da usare con cautela, come armi sottili. Con lei era
sempre un duello.
"Quale
modo? Quello! Che hai? Di solito non devo usare le tenaglie per farti parlare.
Vuoi che le usi adesso? Spiacente, non le ho e il ferramenta è chiuso...
dolcezza!" Stava arrabbiandosi ora. Perchè la innervosiva sempre così?
Sorrise
mentre la guardava. Un sorriso diverso dal solito... più da vecchi tempi.
Sapeva che le avrebbe fatto del male... ma lui era cattivo, no? Era malvagio,
un demone. Ultimamente l'aveva dimenticato. Ma non adesso...
"Il
ferramenta? Sei in forma stasera, tesoro."
"Non
sono il tuo tesoro!"
"Già,
sembra anche a me." disse Spike, accendendosi una sigaretta con un gesto
sciolto, tipico della sua agilità innata. Una scioltezza non priva di classe,
comunque... cosa che Buffy ammetteva con un certo fastidio... o ammirazione?
"Come mai sei venuta a trovarmi?"
"Oh...
passavo di qui... ho pensato di dare un'occhiata... non si sa mai, con quelli
come te."
"Ohhssì,
non si può mai sapere con uno come me, un vampiro... hai proprio ragione."
"Ma
che ti prende, Spike? Crisi di coscienza? Oh, scusami... crisi di chip, semmai!
Ti ha morso lui stasera?"
La
osservò attentamente, attraverso le volute di fumo, mentre il vento, fuori,
suonava melodie fruscianti...
"Oh
no, niente di tutto questo, stai tranquilla. Funziona sempre bene. Siete bravi
a costruire, voi... fin troppo. E' proprio questo il punto. Vedi, mi sono
stancato..." il suo sguardo vagava, in lontananza... sembrava che
vedesse... non un punto davanti a sé ma qualcos'altro... un ricordo, forse.
"Sì. Sono proprio stanco di essere trattato così. Da te. Non me lo
merito."
"Merito?
Tu! Hai fatto colazione col bourbon vero? E come pensi che dovrei trattarti?
Facendo finta di niente? Ignorando quello che sei?"
"No,
no, certo!" Il suo tono era smaccatamente sarcastico, adesso "Mai
fare finta di niente. Non con me. Ma il problema è un altro. Cosa che non ti
hanno mai detto, mia cara, nemmeno Giles..."
"Cose
che non mi hanno mai detto, certo! Come se non ne avessi passate già
abbastanza!"
"Come
no! Con tutte quelle che hai passato... hai ragione, ma come sempre non
rifletti abbastanza, dolcezza." Ancora con quel nome! Dio, se le dava
fastidio... "Non ti fermi mai un secondo... mai... neanche dopo essere...
tornata. Sempre col bisogno di agire e mai un'attimo di pensiero. Che cosa
siamo, noi, Buffy? Te lo sei mai chiesto?"
"Noi?
Che vuol dire noi?" Dove voleva andare a parare? Il chip? Forse era rotto?
Sentiva di dover stare all'erta, ora più che mai. Incrociò le braccia e scosse
i capelli, fluente chioma dorata che riusciva a risaltare anche nella penombra
carica di anni della cripta...
A
quella vista Spike ebbe un fremito. Aveva sempre ammirato la forza che lei
riusciva a trasmettere con quei gesti tipicamente femminili... e lei era molto femminile...
ma anche forte. Sì. Forte ed elegante, elegante come solo chi sa di non esserlo
lo è. L'eleganza deve sempre essere innata, altrimenti è una posa e lui
detestava le cose fasulle.
"Stai
tranquilla, non intendevo in quel senso... non ora perlomeno. Sembri una
liceale a volte, lo sai? Sempre con la paura di farti scoprire..." disse
lui con un vago sorriso negli occhi. La guardava dritto, come se la studiasse
attentamente per anticipare un'eventuale mossa... o forse era solo l'inconscio
desiderio di fotografarla con la mente. "Ma non è questo il punto, ripeto.
No. Vedi, non ti sei mai veramente chiesta perchè c'è il male. Sei sempre stata
per il bianco e il nero, senza considerare che esistono molti colori. Hai anche
un vantaggio su di me. Io i colori li vedo sempre spenti..."
Il
suo tono non era sarcastico. Non più. Sembrava quasi triste, anche se era
strano riferirito a lui, fuori luogo. Non l'aveva mai visto triste.
"In
bianco e nero? Se non te ne sei accorto è da anni che c'è la TV a
colori..."
"Smettila!
Non stiamo giocando! E' una cosa seria e che ti piaccia o no dovrai starmi a
sentire!"
"Beh,
non mi piace, non ne ho voglia e non ne ho il tempo... tesoro!" disse,
scattando verso l'uscita. Meglio troncare sul nascere certi discorsi...
"Fermati!"
Il
tono era tranquillo ma deciso. Qualcosa nella sua voce... come una richiesta,
più che un'ordine... e si girò verso la sua ombra, leggermente confusa ora.
Perchè gli dava retta? Forse l'innata curiosità di ogni individuo aveva avuto
il soppravvento su di lei? La curiosità... la curiosità ha ucciso il gatto...
la curiosità... non si può mai sapere dove ti porterà... e troppa curiosità era
pericolosa... e lei, amava il pericolo? Il rischio?
Un
profondo respiro... cercò di concentrarsi... come sempre di fronte all'ignoto.
Si
guardò attorno in cerca di un posto un po' più comodo... tanto valeva...
vedendo quel luogo come per la prima volta: strano trovare normali certi posti
e certe situazioni. Già. Molto strano. Chissà perchè non ci aveva mai pensato
prima... ma l'abitudine è subdola, peggio di un vizio. Molto peggio. Diventa
una cosa automatica, inconscia, e per questo nociva... o forse era meglio così?
"Che
c'è di tanto importante?" disse, trovando finalmente un appoggio comodo.
Meglio essere pronti...
Spike
si guardò attorno, attentamente, come per imitarla, facendo però un gesto con
il braccio, come se stesse presentando la cripta ad un potenziale aquirente.
"Siete
bravi a costruire. Molto. Questo posto è una memoria. Tempo remoto... persone
vissute come te, con le loro speranze, le loro debolezze, la fede... ma non c'è
più fede, oggigiorno. Non c'è più magia. Non c'è più equilibrio. C'è solo la
tecnologia, con cui pensate di dominare il mondo. Poveri illusi. Non so se mi
fate più pena o più rabbia."
"Rabbia?"
"Sì!
Rabbia! Tu dici che io sono il male. D'accordo. Ma solo io sono il male? Prima
di diventare un demone ho studiato... a scuola, già... le guerre, gli omicidi,
la conquista violenta di interi popoli, colpevoli di essere inferiori mentre
erano solo diversi e forse, chissà, migliori. Succedeva ai miei tempi ma ora...
è anche peggio. Genocidio dei propri simili. Distruzione della natura per fare
soldi. Caccia ad intere specie animali per sport. Torture gratuite in nome
della scienza e della tecnologia. Queste sono le vostre dee... onnivore,
spietate, insaziabili... dominate da un solo obbiettivo: il progresso! Quale
progresso, Buffy?! Non c'è il male qui? Ma certo. Siete riusciti a vivere più a
lungo. Comode case riscaldate o rinfrescate, la TV, i computer, gli aerei, le
macchine... ma a quale prezzo? Dov'è il bene e il male? Dov'è
l'equilibrio?"
Era
stupita, attonita, di fronte a quello sfogo. Non se lo sarebbe mai aspettato!
"Non
mi dire! Sei diventato socio di GreenPeace?"
"Non
esattamente. Rispondi alla mia domanda, piuttosto. Solo quelli come me
commettono il male? E voi, neanche un po', vero? No, no, certo che no... che
stupido. Voi siete i buoni..." Un vago sorriso, più con gli occhi, mentre
la guardava.
"Che
c'entra questo? Tu sei un demone, non io!"
"Ti
sei mai chiesta perchè hai il potere di combatterci? Pensaci. Nel corso dei
millenni avete inventato sempre nuove armi. Organizzato eserciti. Per cosa? Per
fronteggiare un pericolo. Per difendervi. Per avere il potere.
Ma
un tempo non c'era la tecnologia, no. C'era qualcos'altro.
C'era
la magia!
Tu
sei un'arma, né più né meno, creata per combattere qualcosa che non era
possibile affrontare altrimenti. Per difendersi dai predatori... per avere
potere su di loro..."
"Ma
che ti stai inventando, Spike? Che significa tutto questo?" Era
preoccupata, ora. Molto.
“In
natura è tutta una questione di equilibrio. Troppe gazzelle mangiano troppa
erba. In poco tempo non ce ne sarebbe più. Sei d'accordo fin qui?” le chiese,
muovendosi per la sala come ad illustrarle la savana piena di vita.
“Sì.
E con questo?”
“Con
questo? Beh, per dare equilibrio all'ambiente, a quell'ambiente particolare,
servono dei predatori. I leoni, i leopardi, quello che vuoi. Ma in questo modo,
semplice ed efficace, l'equilibrio si mantiene. Cosa succederebbe se
eliminassimo i predatori? Semplice! In breve tempo le gazzelle mangerebbero
tutta l'erba, perchè sarebbero troppe. E poi? Morirebbero... a meno che...”
“A
meno che...?” stava seguendo il discorso suo malgrado, ma cercò di restare
concentrata. Non le sembrava che ci fosse pericolo. Meglio assecondarlo. Forse
era solo voglia di parlare a vanvera, la sua...
“A
meno che una di loro cominci a pensare in maniera diversa... come è successo a
voi tanto tempo fa.”
Sgranò
gli occhi, stupita. Che c'entravano le gazzelle? Doveva essere ubriaco, come
minimo. “Che vuoi dire?”
“Un
tempo, su questa terra, c'eravate voi, le prede, e noi, i predatori. Tu dici
che siamo spietati... e può essere vero. Ma anche un leone sembra spietato
mentre caccia, eppure... non fa altro che quello per cui è stato creato.”
Lei
sciolse le braccia, le allargò come ad indicare tutto il mondo. “E voi sareste
i leoni? Assassini... demoni... ecco quello che siete. Anche tu! Come puoi
giustificarti così per tutti gli innocenti a cui hai fatto del male? Come puoi
essere tanto arrogante?” disse, facendo un passo verso di lui, rabbiosa adesso.
Odiava quei discorsi... quei patetici tentativi di giustificarsi.
Spike
mise le mani avanti “Ferma! Stai calma. Non mi fai mai finire di parlare,
Buffy! Che ti prende? Non vuoi sentire il resto?” disse, avvicinandosi un poco
e guardandola negli occhi. Congiunse le mani, come un gesto di preghiera “Hai
paura di sentire altro?”
Lei
ricambiò il suo sguardo, ferma, come sempre di fronte a una sfida.
“No?
Benissimo. Andiamo avanti. Vedi...” proseguì, muovendosi ancora per la sala,
illustrando con un ampio gesto tutti i tempi di cui parlava “nel corso dei
millenni siete aumentati a dismisura. Sarai d'accordo con me se dico che il
vostro numero è semplicemente troppo alto per questa povera terra martoriata,
seviziata, torturata, sviscerata e sfruttata sino all'inverosimile. Il tempo
cambia. Le stagioni cambiano. La vita stessa si ritira negli angoli più remoti.
Il mondo incanutisce, Buffy. Avvizzisce. Si sta spegnendo, lentamente ma
inesorabilemente. E' malato. E cosa succede ad un malato?” e voltandosi di
scatto, battendo le mani “Muore!”
Prese
a passeggiare ancora per la cripta, quella sudicia stanza così opprimente
adesso per lei che lo seguiva con lo sguardo.
“Voi
siete la malattia che sta uccidendo il mondo. Siete un cancro per questa terra,
Buffy. E come un tumore crescete, vi moltiplicate, vi espandete... senza
freni... senza controllo... ... ... ... senza equilibrio.”
Lei
cercò di riscuotersi, bruscamente. Non l'aveva mai sentito parlare con così
tanta passione.
“Sì,
c'è l'inquinamento. E allora?” Non capiva bene cosa intendesse, ma sentiva che
quello che voleva dirle non era niente di buono. Non voleva più stare ad
ascoltarlo. Fece per andarsene ma lui le si parò davanti, fulmineo, con le
falde del trench svolazzanti attorno alle agili gambe. La prese per le spalle,
delicatamente, e con voce calma le disse di fermarsi ancora un attimo. Glielo
doveva, no?
“Devi
ascoltare, Buffy. Perchè hai paura? Voglio solo dirti la verità. Credi forse di
sapere tutto?”
Stranamente
il suo tono preoccupato la calmò. Cercò di indovinare le sue intenzioni, ma non
voleva combattere. Lo avrebbe già fatto, altrimenti. Scosse il capo mentre si
appoggiava di nuovo al muretto.
“Ti
sei mai veramente chiesta il perchè succede tutto questo? No, eh? Troppo
impegnativo, certo... beh, io penso che sia colpa vostra. Siete in troppi. Così
numerosi da essere diventati un fattore di disturbo.”
“Un
fattore di disturbo? Io sarei un disturbo? Grazie del complimento” replicò lei,
cercando di dare alla voce il solito tono sferzante, senza riuscirci del tutto,
però...
“Che
ti ha detto Dracula, Buffy? Rammenti?”
Alzò
gli occhi su di lui, guardandolo intensamente. “Niente che non sapessi già. E
poi è una storia chiusa ormai” disse, parlando lentamente e scandendo le parole
in una maniera insolita per lei.
Spike
accese un'altra sigaretta, l'ennesima, come a prender tempo...
“Già.
Storia chiusa.” la brace descrisse un cerchio “Lo sai perchè l'incantesimo di
Willow ha funzionato?”
“Che
vuoi dire? Io non sono una strega. So solo che è riuscito perchè... perchè sono
morta per cause soprannaturali... e... e... così è andato...” rispose,
odiandosi per non essere riuscita a replicare in maniera sicura, ma tutta
quella faccenda... quei discorsi... non le piacevano. Neanche un po'.
“Oh
già. Cause soprannaturali, sì... dimmi: come ha fatto Angel a tornare? Non ti
sei mai domandata perchè non è rimasto la? Certo... il male l'ha riportato
qui... perchè non è realmente morto, no. Non come se tu lo avessi ucciso
nell'unico modo giusto. Semplicemente...” continuò lui, con un vago tono
cattedrattico “ha varcato una porta dimensionale. In realtà non è mai morto. E'
andato in un altro posto. Come hai fatto tu. La sua... essenza, se vuoi
chiamarla così, ha fatto un viaggio.” La stava osservando attentamente, come
sempre. Vedeva la sua sicurezza sciogliersi man mano. Aveva sempre sospettato
che la cacciatrice non sapesse un bel niente di queste cose... ma non riuscì ad
odiarsi per quello che le stava dicendo. Era giusto che sapesse... ed era
logico che lui le rivelasse tutto. Finalmente avrebbe capito e non l'avrebbe
disprezzato. Non più... anche se non poteva negare che tutto questo gli stava
procurando un sottile piacere.
“Non
capisco. Che c'entra Angel adesso? E poi io ero morta... completamente. Ero
sepolta, rammenti?” Un brivido mentale... il buio... l'odore... lo shock...
suoni cavernosi... il suo stesso respiro forzato che sibilava nuovamente dentro
lei... cercò di scacciare il ricordo, invano...
...
mentre il vento, fuori, continuava a soffiare, gentilmente. Un fiato divino che
traeva una sommessa melodia da tutte quelle tombe e cappelle, insinuandosi
attraverso fessure, rilievi e decorazioni, usandoli come strumenti musicali.
Colonna sonora pietosa per tutto quello che il cimitero rappresentava, quasi a
voler consolare i defunti per l'indifferenza dei vivi...
...
quel vento... la faceva rabbrividire... non per il freddo ma perchè era quello
che aveva sentito mentre si ridestava. Da allora le aveva sempre fatto
impressione.
“E'
vero. Ma perchè sei tornata? Per l'incantesimo, certo. Anche Angel è tornato
per un'incantesimo. Il punto, Buffy...” indicandola con la brace della
sigaretta “... è esattamente questo. La magia ha funzionato perchè riporta qui
solo certe entità... solo i demoni vanno e ritornano. Solo loro possono varcare
le soglie dimensionali. E la dimensione demoniaca, come la chiama Giles, è solo
un'altro posto. Un po' come un viaggio in aereo. Solo che per volare basta il
biglietto” disse, con un vago sorriso.
NO!
NO! Scosse il capo, violentemente. “Tu sei PAZZO, Spike! Tutto questo è una
pazzia. BASTA! Non voglio più starti a sentire!” disse, voltandosi verso
l'uscita.
“Sì,
certo. Sono pazzo. Ti fa comodo pensarla così, vero? Spike è pazzo, Spike è un
demone, Spike è il male! Come no! Sempre colpa mia, solo mia... ma non è così
semplice, Buffy.”
Lei
si girò verso la sua voce. Non riusciva a guardarlo. Aveva paura. Sentiva il
suo stesso sangue fluire, spinto con violenza inaudita dal suo cuore impazzito.
Pressione... “Perchè? Perchè mi dici questo? Come fai a esserne così sicuro?”
“Perchè
è vero. Come mai il chip non funziona più con te? Perchè ti senti diversa?
Perchè sei attratta da me? Perchè adesso sei ancora più simile a noi.
L'incantesimo... ha funzionato, certo. Ti ha riportata qui... ma non ha
nascosto il tuo essere... non del tutto.” Il suo tono era volutamente calmo,
quasi a volerla tranquillizzare. “La tua essenza è quella del guerriero. Ma non
di un guerriero umano. Nessun umano avrebbe la forza di combattere un demone.
Solo un'altro demone può farlo. Così, l'incantesimo, tanto tempo fa, prese
questo potere per riversarlo dentro una persona con certe... caratteristiche,
creando un'ibrido. E' un po' la cosa che hanno cercato di fare con Mister
Meccano. Solo che questo è infinitamente più letale. La verità” continuò lui,
guardandola “è che il vero potere non è altro che energia. Si tratta di
manipolarla per certi scopi. La tecnologia che voi adorate è uno di questi ma
non è l'unico modo. Gli Antichi la sapevano lunga e la usarono diversamente.
Con
la magia.
L'energia
attraverso se stessa.
Cosa
credi che sia il Consiglio? Nient'altro che gli eredi di quella Sapienza. Ma
non si rendono conto di quanto sono ignoranti. Pensano che il loro compito sia
solo osservare... perchè hanno perduto quella Sapienza e non lo sanno. Non
potrebbero più fare una cosa simile. Non sono gli Antichi. Loro previdero tutto
questo. Quando una cacciatrice muore l'energia riprende a vagare, inquieta,
finchè non trova un'altra ragazza... la prescelta. Ma tu sei un caso unico. Una
parte di questa energia non ti ha abbandonata, evidentemente. Per questo sei
tornata.
Perchè
non sei umana.
Non
del tutto.”
Lo
osservava affascinata, nonostante la paura, la rabbia, l'improvvisa voglia di
chiudergli quella sporca bocca bugiarda... ma dentro di sé credeva a quello che
le stava dicendo. La sua parte razionale tendeva a dubitarne, certo, eppure era
tutto così logico...
...
si prese il volto fra le mani. Era stato tutto inutile? Era veramente un
demone? Ma perchè? Tutto il male... per che cosa aveva combattuto finora? Per
sentirsi dire questo?
“So
a cosa stai pensando” disse Spike, inginocchiandosi e prendendole i polsi.
Delicatamente. Le tolse le mani dal viso, incorniciato dai capelli ora. “Non è stato
inutile. Non tutto. Come puoi crederlo? No. Il Maestro, il Giudice, Angel, il
Sindaco, Glory... anche loro erano fattori di disturbo per l'Equilibrio.” Le
lasciò le mani, alzandosi e sedendosi di fianco a lei. Gli dispiaceva un po',
ora, per tutto quello che le aveva rivelato, ma era necessario. Riprese a
parlarle, tranquillo, cercando di consolarla... “Vedi, gli Antichi... sapevano
che prima o poi fra i predatori ne sarebbe apparso uno affamato di gloria, di
potere, accecato dall'ambizione al punto tale da sconvolgere tutto. Leoni e
gazzelle, ricordi? Se ci sono troppi leoni... niente più gazzelle... e a questo
punto... no, Buffy. Non è stato inutile. Rammenti quando ci alleammo per
sconfiggere Angel? Perchè l'ho fatto? Semplicemente per i motivi che ti dissi
allora. Non potevo permettere che lui sconvolgesse tutto quanto, così come tu
non potevi... è per questo che è stata creata la Cacciatrice. Questa è la sua
missione, il suo scopo, la ragione per cui sei qui. Equilibrio.”
Lei
lo stava ascoltando, calma. Troppo calma. “Perchè Giles non mi ha mai detto
niente di tutto questo?” gli chiese, voltandosi verso lui.
“Forse...
nemmeno Giles sapeva questo. Neanche il Consiglio... nessuno ormai bada più a
queste cose... ma ora che sai... puoi distinguere veramente fra il bene e il
male. O forse no. Però ne sai di più... sai perchè sei qui.”
Rimasero
in silenzio... ascoltando i rumori notturni... il vento...
“Vedi,
Buffy, qualcosa di grave accadrà qui a Sunnydale, qualcosa di molto
pericoloso... ma io non ci sarò. La magia... devi stare attenta. E' sfuggente e
non si può dominare, se non per breve tempo. Dovrai fare attenzione... anche ai
tuoi amici. Per questo dovevi sapere tutto. E' giusto che tu sappia chi sei...
ricorda: il vero potere è la conoscenza.”
“Cosa...
cosa vuoi dire? Quale pericolo...”
Si
alzò, voltandosi verso l'uscita, verso la notte, verso il vento... “Forse ci
rivedremo, un giorno... ma ora il mio posto non è più qui” disse, parlando alle
tenebre...
“Aspetta!
Dove vai?” Uscì anche lei, rincorrendolo. Perchè era così spaventata adesso?
“Cosa...?”
Lui
tolse un telo scuro, scoprendo una Harley. Le cromature risaltavano alla luce
della Luna quasi come le vene su un braccio muscoloso.
“Te
ne vai con quella? Dove l'hai presa?” Non potè fare a meno di chiederglielo.
“Oh,
il suo proprietario non ne avrà più bisogno. Probabilmente se n'è dimenticato.
Ha altro a cui pensare, adesso...” disse, mentre cercava il pulsante
dell'accensione. Scomoda la faccenda. La De Soto era meglio ma le moto gli erano
sempre piaciute.
“Perchè
vuoi andartene?” disse, con una voce piatta, quasi rassegnata. Il suo sguardo
era implorante, lo sentiva, ma non le importava. Non più. Ormai aveva accettato
tutto quello che le aveva detto. Lo aveva fatto perchè era sempre stata la sua
paura... per questo il suo incubo peggiore era diventare un vampiro.
Il
vento le muoveva i capelli, come a pettinarglieli. Spike la stava guardando,
trovandola ancora più bella sotto quella luce tenue... e non resistette. Le
prese il mento, tirandola a se...
...
delicatamente...
...
un bacio tenero, tranquillo... che lei ricambiò... sorpresa...
...
e si guardarono... tristi.
“Lo
devo fare. Mi dispiace. Lo devo a me stesso. Non posso più restare, lo capisci?
Non finchè... tu non mi accetterai, non accetterai tutto. Ma c'è un prezzo da
pagare, Buffy. C'è sempre un conto da saldare... e io non posso aiutarti.
Dovrai fare da sola.” Mise in moto con un colpo improvviso, quasi avesse paura
che il motore non si accendesse... ma il rombo sommesso gli disse che non c'era
niente da temere. Sana e genuina meccanica... nessuna magia.
“Ma
come farai alla luce?” chiese, preoccupata per lui. Strano. Non le era mai
successo, pensò, con un nodo alla gola...
“Oh”
e chinandosi verso un fianco della moto “ho questi. Tutto intonato, vedi?"
disse, mostrandole il casco e i guanti neri.
Un
secco rumore del cambio... un'accelerata... verso la strada... verso dove?
Guardò
la Harley che si allontanava zigzagando in maniera buffa attraverso le lapidi
del cimitero. Il ruggito del motore giungeva a lei, sempre più lontano,
trasportato dal vento.
Il
vento.
Poco
vento, ma fastidioso.
S'intrufolava
nella sua mente silenzioso e guardingo, con un tocco leggero ma freddo.
Eppure
non era molto forte, il vento.
Ombra
mentale, scorreva sui suoi pensieri, come una carezza...
...gelida.
Xspazz