MIDNIGHT'S CONFESSION


Autrice: Acrux Nyx




C’era una volta una ragazza che s’innamoro di un vampiro in un piccola città della California


C’era una volta una ragazza trasformata in vampiro a Parigi


C’era una volta una ragazza che era un dampyr che tradì la sua miglior amica


C’era una volta una ragazza nei Caraibi che divenne immortale


C’era una volta una ragazza che s’innamoro di un cavaliere nella Grecia del V secolo


Indovinate cosa hanno in comune tutte queste ragazze?


AVVISO: Questa storia si colloca fra la III e IV serie di Buffy, due o tre settimane dopo il diploma, durante le vacanze estive della nostra Vampire Slayer. Buffy ed Angel si sono lasciati e quest’ultimo si è gia trasferito a Los Angels. Ma non ci sono riferimenti precisi alla III.

Un’altra cosa prima d’iniziare: questa fanfic non vuole essere un libro di storia. Seguo degli eventi senza però entrare mai nei particolari.



Laura: “Sono contenta che tu mi abbia invitata a casa tua.”


Buffy: “Nessun problema. Stanotte mia madre non c’è, è partita.”


Laura: “Hai una madre?”


Buffy: “Ti sembra così strano?”


Laura: “Si! di solito le Slayer, non hanno famiglia...”


Buffy: “E di solito io non invito vampiri a casa mia...”


Laura: “A parte Angel. Lo devo ringraziare: è merito suo se hai accetto di parlarmi stanotte.”


Buffy: “Cosa vuoi da me?”


Laura: “Voglio solo parlare un po’, se non ti dispiace, Buffy... Posso chiamarti Buffy?”


Buffy: “Si certo. Non mi hai ancora detto il tuo nome...”


Laura: “Mi chiamo Laura Ossian, sono nata a Parigi nel 1788 e sono stata una Slayer.”


Buffy: “Cosa?! Tu eri una Slayer, come lo sono io?! E come sei diventata una vampira?”


Laura: “Subito al sodo, eh! Sono stata morsa...”


Buffy: “Si lo so, ma chi è stato? E perché tu, come Angel, hai l'anima?”


Laura: “E’ stata la mia miglior amica. E anch’io, come il tuo ex, ho riavuto l’anima, con la stessa maledizione.”


Buffy: “Mi sembra incredibile incontrare un altro vampiro con l’anima.”


Laura: “Vorrei raccontarti la mia storia Buffy.”


Buffy: “Certo, va bene. Ci vorrà tutta la notte vero?”


Laura: “Credo di si.”


Buffy: “Meglio preparare un po’ di caffè”


Laura: “Mi sa di si.”


(Dopo aver preparato il caffè le due ragazze tornano a sedersi al tavolo della cucina.)


Laura: “Come ti ho già detto sono nata nel 1788, un anno prima che in Francia scoppiasse la rivoluzione. E sono più giovane di Angel di circa 60 anni. Ma sono stata abbracciata prima di lui, quando avevo 16 anni, nel 1804. Sono stata abbandonata appena nata davanti a un convento di suore, e sono vissuta lì fino all’età di 9 anni. Poi la religione cattolica venne bandita, e il convento chiuso, e noi ragazzi sbattuti in mezzo ad una strada a vivere d’espedienti: s’impara in fretta nelle strade di Parigi quando sei costretto a rubare per mangiare.”


Buffy: “Non dev'essere stato facile.”


Laura: “Non lo è stato. Forse sarei passata dall'elemosinare e rubare, a vendere il mio corpo se non fosse stato per Luc Denoch, il mio osservatore, e sua moglie Marie, che mi notò un giorno per strada... All'epoca avevo solo 13 anni... Vide che avevo le potenzialità per essere una Slayer, mi prese con se, mi portò a casa sua e mi diede una famiglia. Dio solo sa quanto ne avevo bisogno. Marie mi trattò subito come una figlia. Luc mi diede un'educazione e mi addestrò ad essere uno spietato killer per le creature delle tenebre. L’addestramento durò due lunghi anni, ma alla fine ero pronta, coraggiosa, determinata e molto eccitata.”


Buffy: “Capisco cosa vuoi dire. So cosa vuol dire provare quell'eccitazione che ti fa sentire così viva...”


Laura: “Io e te siamo molto simili Buffy.”


Buffy: “E’ strano per quanto vorrei avere un vita normale, ormai, non riesco ad immaginare una esistenza senza lotte. Credo d’essere diventata una drogata d’adrenalina.”


Laura: “Ho conosciuto molte slayers diverse nel corso dei decenni, ma questa caratteristica era in ognuno di loro, ed è in te e in me.”


Buffy: “Cosa hai provato quando...”


Laura: “Sono diventata una vampira?”


Buffy: “Si. Cosa si prova?”


Laura: “Paura: senti l’anima che ti viene strappata, senti un vuoto incolmabile, la vita che ti lascia. E le tenebre ti avvolgono. Ma stranamente senti un immenso piacere.”


Buffy: “Chi è stato?”


Laura: “Si chiama Nicole Bathory, era la mia miglior amica, un dampyr.”


Buffy: “Un dampyr?”


Laura: “Un dampyr è un mezzo sangue, figlio di un vampiro e di un essere umano, viene detto anche diurno.”


Buffy: “Pensavo che i vampiri non potessero avere figli!”


Laura: “E’ vero, nella maggior parte dei casi non possono averne poiché si dice che dalla morte e dalle tenebre non può nascere la vita. Ma c’è sempre qualche eccezione. Forse è meglio che ti racconti tutto dall'inizio. Anche se Luc, Marie e i suoi due bambini Angelique e Mathieu, mi consideravano un membro della loro famiglia, a me mancava qualcosa: non avevo amici della mia età con cui parlare. E anche se non ne avevo mai parlato con Luc, lui s’era accorto della mia solitudine; non voleva che presa dalla caccia perdessi la mia umanità e il contatto con la realtà. Si preoccupava moltissimo per me; anche se con me non ne fece mai parola, io ero la sua terza slayer, l'ho scoperto leggendo di nascosto il suo diario. E una delle due, prima d’essere uccisa, impazzì per la solitudine. Luc non voleva ripetere lo stesso errore. Ma all'epoca la vita sociale era già complicata per una persona normale, immaginati per una slayer!”


Buffy: “Diciamo che anche oggi non è facile.”


Laura: “Tu sei fortunata, Buffy, hai degli amici e una parvenza di vita normale.”


Buffy: “Si, proprio una parvenza!”


Laura: “La maggior parte delle slayers hanno vissuto una vita in solitudine e non hanno mai conosciuto l’amore.”


Buffy: “E tu sei una di loro?”


Laura: “Alla solitudine ci si abitua...”


Buffy: “Davvero?”


Laura: “No” (Sorride) “Per quanti anni possono passare non ci si abitua mai.”


Buffy: “E non hai neanche mai conosciuto l’amore? Non hai mai avuto un ragazzo?”


Laura: “Ho conosciuto l’amore, ma mi ha dato solo sofferenze.”


Buffy: “Mi dispiace.”


Laura: “Dov’ero rimasta? Ah si! Luc voleva che io avessi degli amici, anche se non sapeva bene come fare... Una notte durante una caccia, un vampiro m’attacco alle spalle, sarei morta, quando dal nulla comparve una ragazza che lo uccise. Dopo poco ci ritrovammo circondate da una dozzina di vampiri: da sola non ne sarei mai uscita viva. Eravamo schiena a schiena, aspettando le loro mosse. Attaccarono. Ma noi eravamo pronte. Per la prima volta, avevo qualcuno che mi guardava le spalle, mi sentivo sicura, anche se non conoscevo la mia compagna. Sentivo che anche lei provava le stesse cose. Dopo qualche minuto era tutto finito: nove vampiri morti e gli altri in fuga. Era il momento delle presentazioni. Mi disse di chiamarsi Nicole e d’avere 16 anni. Io le chiesi se era una slayers. Mi rispose, anche se con un po’ d’imbarazzo, d’essere un dampyr. La portai a casa Denoch; fu Luc a spiegarmi che i dampyr erano mezzi sangue e ottimi cacciatori di vampiri, che avevano il meglio dei non-morti: agilità, forza e nessun punto debole. Nicole dal quel giorno rimase con noi, avevo finalmente una amica, una sorella.”


Buffy: “Eri felice?”


Laura: “Si, ma ogni cosa ha un prezzo. Qualche tempo dopo Nicole mi raccontò la sua storia. Anche lei era un'orfana, non aveva mai conosciuto sua madre e fu suo padre a lasciarla in una chiesa. A quanto le avevano raccontato, il padre inseguito da un essere malvagio aveva cercato riparo in una chiesa con la figlia. Ma la vampira che lo inseguiva minacciava di uccidere tutti gli abitanti della città, se l’uomo non fosse uscito dalla terra consacrata. Il padre di Nicole, che era un guerriero, affidò la figlia al parroco, e uscì da solo ad affrontare il demone, anche se era ferito gravemente. L’uomo combattè da leone, ma il suo nemico era troppo forte. Fu solo grazie all'intervento del parroco che uscì dalla chiesa con una croce e buttò addosso al demone dell'acqua santa, che si riuscì a metterlo in fuga. Il parroco affidò la bambina ad un convento di suore. Ma già da piccola in lei c’era qualcosa di strano, i suoi sensi erano iper-sviluppati, e le suore cominciarono a pensare che fosse figlia del diavolo. Ma di più di loro lo pensavano gli abitanti della città. Allora, anche se a malincuore, per evitare che i cittadini assediassero il convento, affidarono la bambina ad una carovana di zingari provenienti da est. All'epoca Nicole aveva solo 10 anni. Una vecchia zingara s’accorse subito di cos’era in realtà, e cominciarono ad addestrarla. Le spiegò che era un Dampyr, il naturale nemico dei vampiri. Ma dopo sei anni la carovana, che si fermò nei pressi di Parigi, si trovò contro un branco di vampiri, e anche se Nicole fece del suo meglio per difendere la sua nuova famiglia, fu sopraffatta, gli zingari furono tutti massacrati, compresi le donne e i bambini. Nicole si salvo soltanto perché era caduta nella Senna, che scorreva lì vicino. Salva per miracolo giurò che avrebbe eliminato la piaga dei vampiri.”

Seconda parte



Buffy: “Questa Nicole mi ricorda una persona…”


Laura: “Parli di Faith?”


Buffy: “Conosci Faith?”


Laura: “Non di persona è stato Angel a parlarmene.”


Buffy: “Hai detto che hai conosciuto altre Slayer, ce ne sono state di malvagie?”


Laura: “Alcune. Dopo tutto le slayer sono pur sempre degli esseri umani, ce ne sono state alcune che hanno addirittura ucciso il loro osservatore.”


Buffy: “Possibile?”


Laura: (Si fece seria) “Ne hai una davanti.”


Tra le due ragazze scese il silenzio.


Laura: “Continuiamo?”


Buffy: “Si.”


Laura: “Qualche mese dopo l’arrivo di Nicole a Parigi iniziò una guerra tra i vampiri.”


Buffy: “I vampiri si fanno la guerra fra loro?”


Laura: “Si.”


Buffy: “Per quali motivi?”


Laura: “Gli stessi degli uomini. Potere, denaro, ambizione.”


Buffy: “Cosa ha fatto scoppiare la guerra fra i non morti?”


Laura: “Lo scontro fra due clans, quello che risiedeva nella città sin dalla fondazione, il clan Baphomet, e uno proveniente dal Est, il clan Lamia. E nel mezzo io, Luc e Nicole e tutta la ignara popolazione di Parigi. Ogni notte c’erano degli scontri.”


Buffy: “Si uccidevano fra loro. Meglio cosi.”


Laura: “All’inizio lo pensavo anch’io, ma cambiai idea molto presto. Il numero di vampiri era raddoppiato con l’arrivo del nuovo clan, e si nutrivano degli abitanti. E per accrescere le loro fila i clan cominciarono ad abbracciare sempre più persone, senza pensare se c’era abbastanza sangue per tutti.”


Buffy: “E tu intanto cosa facevi?”


Laura: “Il mio lavoro: uccidevo il maggior numero di vampiri possibili dei due clans. Rimanendo naturalmente neutrale. Dopo due mesi di guerra il clan Baphomet si trovava in netta difficoltà. Il Clan Lamia era penetrato nella città stabilendo il suo quartier generale sotto l’Opera. Luc era preoccupato, fin dall’inizio, che il Clan Lamia potesse vincere. Come stava accadendo.”


Buffy: “Preoccupato, perché?”


Laura: “Come ci sono differenza fra gli esseri umani, ci sono fra i vampiri. Il Lamia è uno dei più spietati, crudeli e potenti fra i clan dei non morti. E non si preoccupano di celare la loro presenza agli uomini. In confronto a loro il Clan Baphomet era un gregge di pecore.”


Buffy: “Ma come mai adesso non si parla più di clan tra i vampiri? Giles mi ha detto che ormai non esistono più.”


Laura: “E’ vero: dopo la II guerra mondiale i clans, che ormai erano istituzioni prive di senso, furono distrutti. Ancora c’è qualche nostalgico fra i vampiri che li considera importanti, ma non sono altro che titoli privi di senso.”


Buffy: “Mi puoi dire qualcosa di questi Clan?”


Laura: “Certo, il numero esatto dei clan non si conosce, ne quando siano nati, sicuramente molti sono stati assorbiti o distrutti nelle varie guerre. Crescevano nelle diverse civiltà del mondo. Si sa molto poco dei Clans perché i vampiri sanno tenere bene i loro segreti. Il Clan Lamia era un clan antichissimo d’origine greca, la sua fondatrice è stata Nyx, la dea della notte. Ma dopo la sua distruzione il comando del clan passò a Lamia, da cui prese il nome. La sua organizzazione era matriarcale: c’era una vampira a comandare e poteva essere sostituita solo se veniva uccisa in duello da un'altra vampira.”


Buffy: “E del clan Baphomet cosa mi dici?”


Laura: “Era un clan di filosofi guerrieri, anche questo d’origini molto antiche, forse esisteva prima della conquista romana. Ma fu verso l’anno 1000 che divenne potentissimo, grazie all’influenza dei Templari. Molti di questi monaci-guerrieri vennero abbracciati e divennero il braccio armato del clan, in più lo rifornirono di ricchezze appartenute al loro ordine. Forse ti sto annoiando?”


Buffy: “Stranamente no. Di solito queste cose non mi piacciono. Giles ci prova a farmele entrare in testa ma non ci riesce. Forse sono una persona fatta più per l’azione che per lo studio, i miei voti lo dimostrano. Ma si vede che tu queste cose le hai vissute, le rendi appassionanti.”


Laura: “Grazie. Anche Luc cercava di darmi delle nozioni, ma a me sembravano inutili, poi imparai che la conoscenza è potere e che può salvarti la vita. In seguito all’abbraccio cominciai a interessarmi di moltissimi argomenti come filosofia, lingue, letteratura, fisica, matematica….”


Buffy: “Anche fisica e matematica?”


Laura: “Si certo, avevo molto tempo libero durante il giorno, dovevo tenere la mente occupata e lo studio teneva a freno la mia sete di sangue a volte.”


Buffy: “Studiavi da sola?”


Laura: “All’inizio si, poi ho avuto un maestro.”


Buffy: “Chi?”


Laura: “Te lo dirò in seguito, Buffy.”


Buffy: “Ok, tornando al tua storia, mi dicevi che Luc era preoccupato.”


Laura: “Si molto. Allora prese l’unica decisione possibile: chiese una tregua e un’alleanza al clan Baphomet.”


Buffy: “Cosa? Vi siete alleati al clan Baphomet?“


Laura: “Si. Era l’unica cosa da fare. Naturalmente il consiglio era contrario, ma quei vecchi bacucchi non sanno niente della notte, dei suoi pericoli e delle battaglie.”


Buffy: “Sono d’accordo con te.”


Laura: “Così una notte, dopo tanto tempo Luc uscì con noi per chiedere udienza al simposio dei 21”


Buffy: “Come dopo tanto tempo? Il tuo osservatore non veniva con te in missione?”


Laura: “A dire il vero gli osservatori così attivi come il tuo sono una cosa recente, il più delle volte l’osservatore si limitava davvero ad osservare. Ma Luc era diverso, all’inizio veniva con me, ma poi gli dissi che era meglio che fossi sola, lui aveva una famiglia a cui badare e poi per ogni generazione…”


Buffy: “… c’è una prescelta…”


Laura: “… che si erge…”


Buffy: “… contro i vampiri…”


Laura: “… i demoni…”


Buffy: “… e le forze del male.”


Laura e Buffy: “Lei è la Slayer”


Buffy: “Amen”


Laura: “Amen”


Buffy: (sorride)


Laura: (sorride)


Buffy: “Ci vuole un brindisi.” (E alza la tazza di caffè)


Laura: “Certo” (E alza anche lei la tazza, fino a toccare quella di Buffy)


Buffy: “Alle Slayers, che c’è ne sia sempre una a rompere le ossa.”


Laura: “Alle Slayers, del passato, del presente e del futuro.”


Buffy: “Cin cin.”


Laura: “Cin cin”


(E bevono il caffè.)


Laura: “Mi chiedo che sapore abbia…”


Buffy: “E’ vero, tu non senti il sapore del cibo o delle bevande, questo mi servirebbe nella mensa scolastica” (sorride)


Laura: “Mi piacerebbe poter di nuovo sentire il gusto delle cose, il calore del sole sulla pelle o potermi specchiare. Gli esseri umani considerano queste cose normali, naturali tanto da pensare che niente te le può portare via tranne la morte. Ma essere vampiri è peggio, è una morte eterna vissuta attimo per attimo per secoli. Ti viene strappata la vita e l’umanità, ti senti costantemente violentata. Soprattutto se ti viene ridata l’anima, devi vivere con i ricordi di ciò che hai fatto. Chi ti fa la maledizione è più crudele di un vampiro, e poi può stabilire il limite della maledizione.”


Buffy: “Angel non può raggiungere la felicità. Anche tu non puoi fare la stessa cosa che ridiventi un demone?”


Laura: “Per me è molto peggio, Buffy.”


Buffy: “Peggio di non poter mai essere felici.”


Laura: “Angel può scegliere di non uccidere le persone io invece non ho scelta, chi mi ha maledetto ha stabilito che ogni 29 giorni io debba uccidere 7 uomini o vampiri bevendone il sangue. Io non ho scelta, se non lo faccio perdo l’anima.”


Buffy: “Hai ragione è peggio della maledizione di Angel. Almeno i vampiri non hanno una coscienza a cui rispondere, ma come fai?”


Laura: “Mi nutro di vampiri o di criminali anche se non mi piace uccidere degli uomini, non posso fare altro.”


Buffy: “Mi dispiace, se vuoi non ne parliamo?”

Terza parte



Laura: “E' meglio. Allora ero rimasta alla notte dell’alleanza… Il simposio dei 21 era il vertice del clan Baphomet, ed era composto dai 20 anziani più il principe. Ogni anziano controllava una parte della città divisa in 20 domini a forma di spicchio, partendo dal Ile de la citè, l’isola dove si trova Notredame, che veniva considerata zona franca. Secondo le regole del clan lì non si poteva ne combattere ne cibarsi. Un altro posto dove rispettare tali leggi era la chiesa di Saint Merri, dove sulla chiave di volta del portale principale c’è il Baphomet, demone dalla testa di ariete. Saint Merri era la chiesa dei templari, nei suio sotterranei si tenevano le riunioni del simposio dei 21. Abbiamo raggiunto la chiesa senza problemi. Eravamo caricati al massimo pronti a tutto. Non avevo mai visto Luc cosi determinato, camminava dinanzi a noi. Arrivati davanti alla chiesa abbiamo incontrato dei vampiri che abbiamo eliminammo in pochi secondi. Entrati nel tempio chiesa, siamo scesi giù nelle catacombe. Davanti alla porta c’erano delle guardie, e inizio uno scontro. Io con un calcio lancia un vampiro e gli feci sfondare la porta. Dovevi vedere la sorpresa dipinta sui volti degli anziani. Luc entro dicendo signori, noi gli venivamo dietro con le balestre in mano. Il principe era furente di rabbia, ma a Luc non importava, comincio dicendo che dei 20 domini in cui era divisa la città ne avevano già persi 11 e che il simposio si era ridotto di 5 membri. Il principe gli chiese cosa voleva e lui gli rispose una alleanza, e aggiungendo non conviene ne a voi ne a noi che il Clan Lamia vinca la guerra. Il principe gli chiese se si rendeva conto di cosa proponeva non era mai successo che i vampiri e la Slayer si alleassero, Luc gli rispose che a mali estremi ci vogliono estremi rimedi.”


Buffy: “Il tuo osservatore doveva essere un uomo coraggioso.”


Laura: “Lo era. Il principe propose la votazione. 12 membri votarono a favore dalla alleanza. Ormai era fatta. La notte seguente iniziò la guerriglia. Io e Nicole eravamo alla giuda di un gruppo di 5 vampiri i migliori guerrieri dei Baphomets, colpivamo il clan Lamia quando meno se lo aspettavano con velocità e spietatezza, in poco più due settimane avevamo riconquistato 6 degli 11 domini persi.”


Buffy: “Ma come mai il Clan Baphomet, non c’era riuscito da solo?”


Laura: “Perché il vampiri non possono usare certe armi, come croci, aglio, acqua santa, cose che potevamo usare noi.”


Buffy: “Insomma voi eravate l’arma segreta. Ma come erano i rapporti con i vampiri?”


Laura: “Tutto avveniva in fretta, non c’era tempo nemmeno per parlare. Anche dopo molti giorni io e Nicole non ci fidavamo di loro, e viceversa. Dopo tutto con alcuni di loro avevamo combattuto e noi avevamo ucciso dei loro compagni. Era la necessita che di faceva stare insieme, il nemico comune.”


Buffy: “Capisco cosa vuoi dire Laura, ho sperimentato certi tipi di alleanze, per esempio con Spike, a volte ci posso essere nemici tanto potenti che non puoi battere da sola.”


Laura: “Ah Spike!” (ride)


Buffy: “Cosa c’è da ridere?”


Laura: “Verso gli inizi delle secolo prima di stare con Drusila, io e Spike abbiamo avuto una notte di passione…”


Buffy: “Veramente! Non ci credo! Tu e Spike… Possibile non sembrate fatti l’uno per altra.”


Laura: “Appunto non lo siamo. E’ stata un’avventura di una notte, ma devo dire che è un amante eccezionale e ha un sederino niente male.” (ride)


Buffy: “Non l’ho mai notato”.


Laura: “Anche Angel non è male. E molto affascinante.”


Buffy: “Laura dimmi la verità siete mai andati a letto insieme tu e il mio ex?”


Laura: “La verità. No. Quando era un demone, eravamo nemici e quando gli fu restituita l’anima troppo amici per rovinare tutto, e poi siamo stati compagni d’armi durante la II guerra mondiale.”


Buffy: “Tu e Angel avete combattuto durante la II guerra mondiale?”


Laura: “Si per gli inglesi, in un reparto speciale che si chiamava Night Hunters… ma te ne vorrei parlare in seguito.”


Buffy: “OK, pero sono curiosa. So molto poco del passato di Angel soprattutto degli anni dopo che a ri-avuto l’anima.”


Laura: “Mi dispiace ma io ti posso parlare solo degli anni in cui militavamo tutti e due negli NH, poi ci siamo persi di vista.”


Buffy: “Scusami, puoi continuare la tua storia.”


Laura: “Allora con il nostro aiuto la guerra fra i clans aveva subito un svolta, ma il Lamia non stava certo a guardare. La Matriarca del Clan fu presto informata della situazione, e si volle sincerarsene con i suoi occhi. Una notte ci spio e noto Nicole, riconoscendola.”


Buffy: “Riconoscendola?”


Laura: “Si. Elisabetta Bathory, la matriarca del Clan Lamia, era la madre di Nicole. Elissabetta Bathory nata nel 1560, è forse stata una fra le più spietate e crudeli vampire mai esistite. Oltre a bere il sangue solo di ragazze molto giovani, ci faceva addirittura il bagno ogni notte.”


Buffy: “Da come ne parli sembra che tu la odi?”


Laura: “La odio, ma odio ancora di più sua figlia, per quello in cui mi ha trasformato e per quello che mi ha fatto fare.”


Buffy: “Comprendo il tuo disprezzo.”


Laura: “Grazie. Dopo quella notte il Clan Lamia ebbe una reazione. Fecce scendere in campo tutti i suoi vampiri, e nel tempo di una sola notte sbaraglio il Clan Baphomet riuscendo a uccidere tutti i membri del simposio. Allo stesso tempo ci attiro in una trappola. Gli ordini di Elisabetta erano chiari rapire Nicole e uccidere chiunque si opponesse. E la trappola scatto perfettamente. Nicole fu rapita ed io mi salvai soltanto grazie al sacrificio dei 5 vampiri. Tornata a casa, trovai Luc ad aspettarmi. Già era a corrente della disfatta. Abbiamo discuso per il resto della notte su cosa fare, arrivando alla conclusione di cercare di riunire le forze rimaste del Clan Baphomet per un ultimo attacco nel tentativo di salvare Nicole. Mai come allora Parigi correva un simile pericolo. Intanto sotto l’Opera Nicole era stata portata al cospetto di sua madre, che la uccise.”


Buffy: “L’uccise?! Pensavo la volesse viva?”


Laura: “Un Dampyr dopo morto si trasforma in un vampiro, molto potente. La Matriarca aveva ottenuto ciò che voleva, una perfetta macchina per uccidere, per poter distruggere tutti i suoi nemici e i clan rivali. Con Nicole, Elisabetta Bathory voleva ottenere il potere assoluto. Ma accade qualcosa di imprevisto: Nicole trasformata in vampira divenne più crudele e più forte della stessa. Durante la cerimonia del primo sorso di Sangue, in cui un nuovo nato succhia per la prima volta da vampiro il sangue dal polso del suo sire, in segno di sottomissione… Nicole inizio succhiando dapprima poche gocce… poi sempre di più. Sua madre non poteva opporsi e nessuno del clan si mosse. Entro pochi minuti, Elisabetta Bathory non aveva in corpo una sola goccia di sangue cadde a terra, implorando aiuto ma nessuno intervene. Nicole chiese una spada e le fu data, s’avvicino alla madre. Le disse addio e che la voleva bene. Elisabetta gli chiese perché. E lei disse semplicemente, per il potere e che voleva essere la padrona del clan. E la trafisse allo stomaco e in seguito gli taglio la testa. Il clan Lamia sussulto e saluto Nicole come la nuova Matriarca. Nicole rispose che avrebbero prima presso Parigi, poi la Francia, in seguito l’Europa e il resto del mondo, che loro del clan Lamia avrebbero realizzato i sogni di conquista di: Alessandro Magno, Cesare e del imperatore Napoleone. Il clan sussulto. E Lamia guardo le ceneri di sua madre, si ripromise che lo stessa sorte sarebbe toccata a me.”


Buffy: “Tu eri l’unico ostacolo alle sue ambizioni”


Laura: “Certo, ormai il clan Baphomet non era più un problema. Eliminato il simposio i vampiri erano alla sbando, privi d’organizzazione. Intanto Nicole preparava il suo attacco e noi il nostro, volevamo colpire il Clan Lamia nel suo cuore, l’Opera. Ma Nicole l’aveva previsto. ciò che noi non potevamo sapere e che il clan aveva cambiato padrone. Prima di andare Luc volle dire addio alla sua famiglia, raccomodando a Marie di andarsene dalla città se lui non fosse tornato. Bacio Marie e i bambini. Poi i piccoli baciarono anche me. Mi si avvicinò baciandomi, dicendo di volermi bene mi sussurrò che ormai era al corrente di tutto. Mi raccomandò di tornare sana e salva” (Laura s’alzo e diede le spalle a Buffy: non aveva che la vedesse piangere)


Buffy: (Rimase in silenzio)


Laura: (Torno a sedersi)


Buffy: “Cosa voleva dire Marie quando ti ha sussurato di essere al corrente di tutto?”


Laura: “C’è una cosa che non ti ho detto di me e Luc, Buffy, che non mai ho detto a nessuno.”


Buffy: “Eravate qualcosa in più che Osservatore e Slayer vero?”


Laura: “Si, come la hai capito?”


Buffy: “Dal modo in cui ne parlavi.”


Laura: “Eravamo amanti. Sembra assurdo. Ne ero innamorata. E poi… aspettavo un figlio da lui.”


Buffy: “Lui lo sapeva?”


Laura: “No non sapeva nulla. Appena usciti di casa ho provato a dirglielo, ma non ci sono riuscita. Lui mi disse che non potevamo continuare cosi, se ne fossimo usciti vivi avrebbe dato al consiglio le sue dimissioni e mi avrebbero assegnato ad un altro Osservatore.”


Buffy: “Praticamente ti ha scaricato per tornare con la sua moglie.”


Laura: “Lo capisco dopo tutto avrei rovinato la sua famiglia. Avevo deciso che se fossimo usciti vivi da quella storia, me ne sarai andata e dopo aver partorito avrei abbandonato mio figlio davanti a un convento; proprio come fecce mia madre con me.”


Buffy: “Non ti capisco, perché condannare tuo figlio alle tue stesse sofferenze?”


Laura: “Ero una Slayer. Sono una slayer. Era il mio destino uccidere i vampiri e lo è anche adesso che sono una di loro. Non potevo e non volevo che mio figlio soffrisse per quello che era sua madre.”


Buffy: “La tua vita deve essere stata una infinita catena di scelte difficili. Noi Slayers siamo portate a fare delle scelte.”


Laura: “Ripensi ad Angel, alla vostra storia?”


Buffy: “A volte. Ma è un amore impossibile.”


Laura: (Sorride) “Sono un esperta d’amori impossibili.”


Buffy: “Stai parlando di Luc?”


Laura: “No sto pensando al secondo uomo di cui mi sono innamorata, e che forse amo ancora. Te ne parlerò in seguito.”


Buffy: “Ok”

Quarta parte



Laura: “Non appena abbiamo lascito casa i vampiri del Clan Lamia presserò in ostaggio, Marie e i bambini. Arrivati al Opera entrammo senza problemi: non trovammo alcuna guardia, né all'ingresso, né nei sotterranei. Tutto ciò era strano. Abbiamo raggiunto la sala grande che era tutta ornata d’oro. Ci chiedemmo dove fossero i vampiri, quando sentimmo dei passi e dalla oscurità emerse Nicole. Ero felice nel vederla ancora viva, ma subito mi ressi conto che non era più la Nicole che conoscevo, era diventata una vampira. Ci disse che era contenta di rivederci, e che molte cose erano cambiate per sempre: ora era la regina del Clan Lamia. Poi rivolgendosi a Luc gli chiese come stavano i bambini e Marie. Un pensiero attraverso le nostre menti: i bambini… Marie. Luc sembrò impazzire. Li dissi di andare a casa subito e che me la sarai vista io con Nicole. Pronuncio un semplice si e dopo aver fatto alcuni passi si volto, per raccomandarmi di stare a attenta. Adesso c’eravamo solo io e Nicole che comincio a girarmi intorno. Mi disse che dal primo momento in cui c’eravamo viste aveva desiderato sapere chi di noi due fosse la più forte, la migliore e sapeva che io volevo la stessa cosa. Era vero. C’eravamo addestrate insieme, abbiamo combattuto l’una contro altra in allenamento mai sul serio, chi avrebbe vinto in uno scontro dove c’erano in gioco le nostre vite. La verità era che ci eccitava una simile eventualità.”


Buffy: “Capisco cosa vuoi dire, sembra che fra noi Slayer ci sia un forma di rivalità prima fra me e Kendra, poi con Faith e devo confessare che mi piacerebbe confrontami con te, Laura.”


Laura: “Quando vuoi Summers, sono sempre pronta, impareresti qualcosa.” (Sorride)


Buffy: “Credo che sarai tu ad imparare, Ossian.” (Sorride)


Laura: “Anch’io appena ti ho visto ho pensato ad uno scontro fra noi due.”


Buffy: “Allora siamo d’accordo un giorno vedremo chi è la migliore, chi perde offre la cena al altra.”


Laura: “OK ci sto, Slayer.”


Buffy: “Mi auguro però di non dover arrivare mai ad ucciderti, come è successo con Angel.”


Laura: “Anch’io non vorrei essere costretta a ucciderti, già una volta ho dovuto combattere contro una slayer e mi è bastato. Combattere contro una slayer e…”


Buffy”… e come combattere contro se stessi. So cosa si prova ho combattuto contro Faith e non avrei voluto mai farlo.”


Laura: “Come disse un mio caro amico: ‘Facciamo ciò che deve essere fatto.’ Anche se può costare molto caro fare il proprio dovere”


Buffy: “E’ maledettamente vero.”


Laura: “Si fermo davanti a me, ci guardammo negli occhi un tempo infinito. Non era più la mia miglior amica, la mia unica amica. Colei a cui volevo bene come ad una sorella, la mia compagna d’armi di cui mi fidavo. Ma un demone come quelli che affrontavo ogni notte, no non come quelli peggio, più forte più potente, poi: lei mi conosceva meglio di quanto non mi conoscessi io, mi leggeva dentro, sapeva ogni mia debolezza, di ogni mia paura. Abbiamo iniziato a combattere sapendo che una delle due non sarebbe uscita viva da quello scontro, lo leggevamo nei nostri occhi. Dopo esserci scambiati qualche colpo tutte due abbiamo fatto un salto indietro, avevamo tutt’è due già il fiatone. Era il mio nemico più forte me ne ressi conto subito, la nostra forza era uguale. Ma lei aveva un vantaggio lei non avrebbe esitato io forse si. Ad un tratto schiocco le dita e dai loro nascondigli uscirono decine e decine di vampiri. Ero circondata. Mi disse ridendo che voleva qualche vantaggio. Pensavo fosse la fine, non c’è l’avrei mai fatta, erano in troppi. Però non mi attaccavano, forse aspettavano un segnale dalla loro signora. Nicole era immobile e mi sorrideva, sapeva cosa mi aspettava lo aveva preparato in modo perfetto.

Fecce un segno, pensai che mi avrebbero massacrato, ma avrei venduto cara la pelle se dovevo morire ne avrei portati alcuni con me cercando di uccidere anche Nicole. Ma invece restavano fermi, sembrava che volessero giocare come il gatto col topo. Poi ad un tratto sentii un piccolo dolore sul colo, come un ago, era un dardo di una cerbottana bagnata in un potente anestetico. Tutto comincio a girarmi intorno poi il buio. Mi risvegliai ero seduta sul pavimento di una piccola stanza buia, illuminata da una torcia, incatenata mani e piedi; davanti a me c’era Nicole e dietro di lei un numero imprecisato di vampiri. Tutto era molto strano e sbiadito, mi sentivo intorpidita. Nicole mi disse che aveva dormito per circa 6 ore, e che la dose d’anestetico che mi avevano dato avrebbe ucciso un uomo normale. Gli chiesi di Luc. E lei mi disse che mi sarei dovuta preoccupare di me; poi ai suoi seguaci disse che potevano farmi ciò che volevano. Ma prima di uscire dalla stanza si volto e mi sorrise. I vampiri s’avventarono su di me, mi strapparono i vestiti, cominciarono a mordermi e succhiarmi il sangue. Io sentivo un calore e un piacere mai provato, ero alla loro mercé. Mi succhiarono tutto il mio sangue piano senza fretta, ed io persi nuovamente si sensi.”


Buffy: (Sconvolta)


Laura: “E quando mi risvegliai ero molto debole, ma ancora viva. Sulle braccia, sulle gambe e su tutto il corpo c’erano i segni dei loro morsi. Sentivo l’odore acre del mio sangue misto al mio sudore, sentivo il tanfo della loro saliva sul mio corpo. Ma non riuscivo a muovere un muscolo ne a dire una parola, la vista era annebbiata. Mi accorsi che nella stanza c’era una persona, ma ci missi un pò a rendermi conto di chi era. Era Nicole che rideva, mi chiedeva come stavo, e si rispondeva da sola. Mi disse che una persona normale non sarebbe sopravissuta priva di 4 litri di sangue. E ridendo aggiunse che le dispiaceva che mio figlio fosse morto. E che mi dava una alternativa al morte, ma dovevo suplicarla. Io dissi no, lei faceva finta di non sentire, avvicino l’orecchio alla mia bocca, e nuovamente rinnovai il mio rifiuto. Divenne furiosa. Mi schiaffeggio più volte, poi mi presse per i capelli e mi disse che non gli interessava la mia risposta, che mi avrebbe reso una creatura delle tenebre. Mi lecco il colo e mi morse succhiando il mio sangue con avidità e violenza. Dopo aver bevuto s’avvicino con la bocca al mio orecchio lo lecco e mi sussurro d’amarmi. Con unghia taglio il labbro inferiore e mi bacio sentivo il suo sangue nella mia bocca, era dolce ed amaro, caldo e denso. Mi piaceva. Quando ebbe finito si rialzo e mi disse che adesso dipendeva da me.”


Buffy: “Come dipendeva da te?”


Laura: “Vedi, Buffy, non tutti dopo abbraccio, diventano vampiri. Buona parte muore, ma se in te c’è il desiderio, anche inconscio d’esserlo e sei oscuro, invece di morire, muori eternamente condannato a bere il sangue.”


Buffy: “Insomma bisogna essere predisposti ad essere un vampiro.”


Laura: “Si è cosi. Nicole mi osservava morire e sorrideva. Sentivo il mio cuore battere sempre più lentamente poi ad un tratto il nulla, le tenebre mi avvolsero non sentivo più niente, il tempo e lo spazio non avevano importanza. Poi ho sentito un dolore lancinante, la mia anima mi veniva strappata via, non sentivo più niente tranne che oscurità m’invadeva, mi penetrava, mi violentava. La mia mente era come in una tempesta. Ad un tratto tutto si calmo. Senti il crescere in me il faschino del male e aperti gli occhi, dinanzi a me c’era Nicole. Ero slegata, mi alzai mi sentivo bene, anzi non mi ero mai sentita meglio, mi sentivo forte, mi sentivo onnipotente. I miei sensi erano al massimo ed ero piena d’energie mai avute prima, e la cosa mi eccitava. Per la prima volta mi sentivo pienamente libera di fare ciò che volevo, mi sentivo totalmente viva. Era diventata una vampira. Nicole mi chiese come mi sentivo ed io risposi che stavo bene, ma che avevo sete. Lei si taglio nuovamente il labbro ed io la bacia succhiandone il nettare rosso, come un bambino succhia il latte della madre. Dopo qualche secondo mi spinse lontano. Una piccola goccia di sangue colava dalle mie labbra fino al mento, io la leccai. Il sangue mi piaceva era più buono di qualunque altra cosa avessi mai mangiato in vita mia. Nicole mi chiese se ne volevo ancora, io risposi di si. Mi disse di vestirmi indicandomi una sedia su cui erano appoggiati degli indumenti da uomo blu e neri e mi passò anche una maschera ordinandomi d’indossarla. Io ubbidì. Quando ebbi finito mi disse di seguirla e che avrei soddisfatto la mia sete. Mi porto a casa di Luc. Tutte le imposte erano chiuse, e c’erano una decina di vampiri. Luc, Marie e i bambini era legati. Nicole mi sussurro di restare nascosta finche non mi avrebbe chiamato. Si presento di fronte a Luc, che riconoscendola gli chiese di me. Lei con non curanza gli risposse che ero morta. Lui la maledisse, ma lei scoppiò in una fragorosa risata, Luc sapeva cosa gli aspettava, e supplicò Nicole di salvare almeno i bambini. Lei lo scerni dicendogli che odiava separare le famiglie. Luc chiese, inferocito, cosa aspettava ad ucciderli. Nicole gli disse che non sarebbe stata lei ad ucciderli, ma il suo più feroce vampiro. E mi fecce segno d’uscire dal mio nascondiglio. Io senza dire nulla mi avventai sulla piccola Angelique e in pochi secondi gli succhiai tutto il suo sangue. Luc, Marie gridavano. Ma a me non importava niente: il sangue innocente mi faceva impazzire, era denso e caldo nella mia bocca. Dopo essermi saziata gettai il corpo della bambina privo di vita. Poi mi avvicinai a Luc, sussurrandogli che avrei lasciato per ultimo, Nicole arrivo alle mie spalle mi tolse la maschera. Luc grido tutta la sua disperazione: la sua Slayer, aveva appena ucciso sua figlia. Mi rivolsi a Marie che era sconvolta e gli dissi che aspettava un figlio da suo marito, ma vedendo che lei non riusciva a dire niente per lo schock, io aggiunsi che, però, il nostro bambino era morto, come lo ero io. Detto ciò mi attaccai alla sua giugulare, i suoi occhi erano pieni di terrore. Non succhia tutto il suo sangue, volevo che morisse lentamente. Nicole ordino hai suoi vampiri di prenderla e portarla fuori. Essi obbedirono e una giunti al esterno la fecero a pezzi ancora viva, si sentivano chiaramente le carni che si dilaniavano e le ossa che si spezzavano. Ora restavano solo Luc e suo figlio. Lui mi prego di risparmiare il bambino, ma io gli risposi ridendo che avrei trasformato suo figlio in un vampiro e comincia a succhiare il sangue di Luc. Intanto sentivo Nicole recitare una formula magica, in una strana lingua, quando quasi ebbi finito di bere tutto il sangue del mio osservatore senti qualcosa, un dolore nel petto, tutto il mio corpo era come avvolto dalle fiamme. Ad un trattomi ressi conto che la mia anima la mia coscienza era tornata. Alzai il volto al cielo e gridai. Luc era agonizzante cercai di fermare il sangue, ma sapevo che non c’era niente da fare. Nicole con i suoi vampiri era scomparsa portando con sei Mathieu. Luc mi implorò di salvare suo figlio. Io gli risposi che avrei fatto il possibile e gli chiesi di perdonarmi: egli morì sussurrando un sì. Mi rialzai volevo piangere ma non c’era il tempo, dovevo inseguire Nicole e liberare Mathieu. Ad un tratto la porta della casa s’apri e comparve Padre Giovanni, ero un amico di Luc. Si fecce il segno della croce, poi invoco il nome di Dio. Mi chiese cosa era successo. Io gli risposi i che erano stati i vampiri. Lui mi chiese di Mathieu. Gli risposi che avevo preso loro. Lui invoco la protezione di Dio sul bambino. Io gli disse voltandomi verso che non c’era bisogno di Dio c’avrei pensato io, Padre Giovanni vide la mia faccia deformata e spaventato fece un passo indietro. Poi con la voce tremante mi chiese cosa mi avevano fatto. Io gli risposi che ormai ero una di loro, ma che avevano fatto un grande errore a trasformarmi perché mi avevano reso più forte. Andai nella mia stanza pressi paletti, dardi, la balestra, qualche bottiglietta d’acqua santa. Dovevo essere pronta. Padre Giovanni mi segui, chiedendomi cosa avevo intenzione di fare. Io gli risposi che avrei liberato Mathieu e che avrei ucciso tutti i vampiri e me ne andai via. Era aperta la caccia ad ogni vampiro. Sapevo dov’erano, Nicole mi stava aspettando. Mentre correvo sentivo le lacrime scendere sul mio viso erano miste a sangue. Il mio mondo era in pezzi. Ma io non potevo piangere, non mi era permesso. Asciugai le mie lacrime con la mano. Girato un angolo mi ritrovai davanti un gruppo di 8 vampiri, la dolce Nicole mi aveva lasciato qualche amichetto con cui giocare. Mi circondarono, ed io l’invitai ad attaccarmi. Finalmente avevo modo di verificare le mie nuove capacità. Ero in grado di colpire più forte e più velocemente. Riuscivo a distinguere chiaramente le loro mosse, a seguire contemporagniamente ogni mio avversario. Dopo pochi minuti ero riuscita ad ucciderli tutti e 8 senza sforzo. Ero più forte di un normale vampiro, probabilmente era dovuto al fatto d’essere stata una Slayer o d’aver avuto un’addestramento. Arrivai al Opera entrai e delle patetiche guardi cercarono di ostacolarmi invano, mi domandavo per quanto tempo Nicole mi avrebbe mandato contro questi insetti, a parte lei non c’era nessuno in tutto il suo dannato Clan in grado di uccidermi.

Raggiunsi la sala del nostro primo scontro li trovai Mathieu, svenuto con due ferite sul colo, era il morso di Nicole, aveva bevuto qualche goccia di sangue, il bambino pero era vivo. Accanto a Mathieu trovai un biglietto con su scritto: ‘Arrivederci, amore mio. Nicole Bathory.’ Strinsi il biglietto in una mano, la nostra sfida era appena iniziata, ero sicura che sarebbe durata anni, secoli o millenni o forse per tutta l’eternità. Il penserò di una sfida del genere mi eccitava, mi eccita tutt’ora.”

Quinta parte



Buffy: “Voi due dovete essere complementari, non hai mai pensato che forse nella vostra guerra nessuna delle due può uscirne viva, che potreste uccidervi a vicenda”


Laura: “So cosa vuoi dire, Buffy, forse potrei lasciami tutto alle spalle dimenticare, ma ho promesso a me stessa che avrei uccisa. E probabilmente anche lei la pensa come me. Come hai detto tu siamo complementari come due facce di una stessa medaglia.”


Buffy: “E’ una cosa che io posso solo immaginare, non ho mai avuto un nemico a me complementare, l’unica che mi viene in mente è Faith, penso di non averla mia capita fino in fondo come non capisco fino in fondo Angel.”


Laura: “Neanche io sono riuscita a capire Nicole, ne prima ne dopo la sua trasformazione. Si può conoscere una persona per secoli senza sapere cosa a dentro, te lo dicco per esperienza personale. Un essere umano può ergere un muro intorno al suo cuore, per dolore o per solitudine. La solitudine e il nemico più insidioso per le Slayer, ricordalo Buffy. E ricorda che quello che tu hai amici, famiglia, amori per alcune slayers non sono state altro che sogni. E sono…”


Buffy: “…la mia vera forza. Lo so Laura. Ma grazie di ricordarmelo.”


Laura: “Prego. Dopo aver liberato Mathieu, lo consegnai nelle mani di padre Giovanni, lui lo avrebbe mandato a Londra, dove sarebbe diventato un osservatore come avrebbe voluto suo padre. Prima d’andare Mathieu mi disse che voleva rimanere con me, io gli dissi che non era possibile che io appartenevo ad un altro mondo e che lui non sarebbe potuto venire con me. Gli dissi addio e lo baciai sulla fronte, probabilmente pensai un giorno avrebbe guidato una Slayer come suo padre e forse questa mi avrebbe ucciso. Padre Giovanni mi chiese se avevo bisogno di qualcosa. Io gli risposi che me la sarai cavata. Mi disse che se avessi avuto bisogno la sua porta era sempre aperta. Lo ringraziai e mi girai me ne andai, ma mia nuova vita di tenebra era appena iniziata.”


Buffy: “Ti aspettarono molti cambiamenti?”


Laura: “In realtà meno di quelli che pensi, come Slayer in un certo senso ero già una creatura della notturna, vivo più di notte che di giorno. La prima cosa da fare era trovare un rifugio lontano dai raggi del sole. Per fortuna Parigi essendo una città molto vecchia offriva diverse possibilità non fu difficile trovare un posto nel centro stesso della città. E neanche il nutrimento fu mai un problema, tra i vampiri che uccidevo, i morti per le strade che ripulivo, i barboni e le prostitute a cui rubavo qualche goccia di sangue e qualche delinquente che non meritava altro, avevo tutto il sangue che mi serviva. Cosi passarono i 20 anni tra cambiamenti storici e politici, cose che non mi interessavano più di tanto. In un certo senso continuavo il mio lavoro di Slayer, dopo la fugga di Nicole, il clan Lamia era nel più totale confusione, ognuno pensava a se alla propria dose di sangue, ed io ne approfittavo per ucciderli senza problemi. Però il numero di vampiri non diminuiva, sia perché come metropoli Parigi il produceva come fuggi sia perché si riempiva sempre di nuovi arrivati, vampiri senza clan. Insomma avevo il mio da fare, di tanto in tanto facevo visita a Padre Giovanni, che mi informava del novità essendo in contatto con il consiglio degli osservatori a Londra, in quei 20 anni si susseguirono 9 Slayers, ma solo una si fecce notare il suo nome era Miyuki Hoshino ed era giapponese. Oltre gli incontri con Padre Giovanni non avevo altri rapporti umani, stranamente non ne sentivo la necessità, o meglio credevo di non aver bisogno degli altri, mi sbagliato. La notte del 26 dicembre 1824 feci un incontro che cambio la mia esistenza. Già qualche giorno prima, mi ressi conto che qualcun altro stava uccidendo i vampiri, pensai che una nuova Slayer fosse stata attivata a Parigi, se era vero, questo poteva darmi dei problemi, sicuramente avrei incontrata prima o poi, ma non sapevo come avrebbe reagito forse dandomi la caccia. il 26 appena il sole tramonto, andai a parlarne con Padre Giovanni mi disse che la vecchia Slayer, una spagnola, era morta e che ancora non era stata ancora trovata la nuova; ma che sicuramente non poteva essere lei, ad uccidere i vampiri senza un osservatore che gli spiegasse cosa era e come fare. Lasciai il sacerdote e mi incamminai per il lungo Senna per riflettere un po’. Mi domandavo chi avrebbe potuto uccidere dei vampiri a parte le Slayers. Una persona da sola non ci sarebbe riuscita, almeno ad eliminare più di 100 vampiri in poche notti.”


Buffy: “100 vampiri, io non gli ammazzo in un mese.”


Laura: “Al quel tempo io si, ma Parigi di un secolo fa era sempre più grande di Sunnydale. Ma sicuramente non sarei riuscita ad ucciderne 100 in un paio di notti. Pensai ad un gruppo di cacciatori, ben addestrati, ma scartai questa ipotesi subito un gruppo non si poteva muoversi senza attirare l’attenzione. Pensai a qualche essere sovrannaturale forse un licantropo, non corre buon sangue fra i noi vampiri e i licantropi.”


Buffy: “Puoi dirlo forte. Ma mi sa che neanche questa ipotesi andava bene, giusto?”


Laura: “Giusto, i vampiri era stati uccisi in modo perfetto, da un professionista. Un licantropo li avrebbe li avrebbe sbranati, fatti a pezzi con i suoi artigli. Le uccisioni era invece pulite, e soprattutto era stato usato un paletto ho qualcosa del genere.”


Buffy: “Non poteva essere un Dampyr?”


Laura: “No non sono cosi comuni, pensai che Nicole fosse tornata, ma neanche lei avrebbe potuto fare tanto. Chi mi chiedevo. Ero anch’io in pericolo? Ma non ho potuto continuare le miei riflessioni un gruppo di vampiri, mi aveva circondato. Scambiandomi per un facile preda umano, avrei potuto facilmente avere la meglio su quei pezzenti ma ero debole, erano giorni che non mi nutrivo decentemente. Valutai in fretta tutte le possibilità e l’unica praticabile era la fuga, saltai sul muretto dietro di me, e cominciai a correre, i vampiri mi stavano inseguendo. Ad un tratto per la fame mi venne un capo giro e caddi del fiume. In una situazione normale non avrei avuto problemi, ma era troppo debole per attraversare la Senna d’inverno. Ormai sapevo che era vicina la fine, persi i sensi, senti soltanto qualcuno che mi sorreggeva, che mi teneva a galla. Poi più niente. Mi risvegliai in un letto, in un posto che conoscevo sotto la chiesa di Saint Merri, il luogo devo si tenevano le riunioni del simposio dei 21 del clan Baphomet, erano 20 anni che non ci tornavo più. Cercai di muovermi ma era intorpidita ed avevo un tubo attaccato al mio braccio, in questo sottile tubo c’era del sangue addirittura altra estremità del tubicino era conficcata in una bottiglia anche questa contenente sangue.”


Buffy: “Era una trasfusione, ma nel 1824 si facevano trasfusioni di sangue?”


Laura: “No le prime trasfusioni sono state fatte agli inizi del 900. Una voce mi disse di stare ferma, perché ero ancora debole, mi voltai e vidi un ragazzo sui 24 anni, vestito di nero e con una barba di circa due giorni, s’avvicino chiedendomi come stavo io risposi che mi sentivo molto meglio, gli chiesi chi era, se fosse stato lui a salvarmi e cosa mi stava facendo. Lui mi ordino con voce ferma, gentile di stare giù, mi disse che mi stava facendo un trasferimento di sangue che mi avrebbe fatto bene, poi mi disse che era stato proprio lui a tirarmi fuori dal fiume e che si era anche preoccupato dei vampiri che mi inseguivano. Però evito accuratamente di rispondere alla mia domanda su chi era. La cosa non mi piaceva, allora gli rifeci la domanda, mi disse di chiamarsi Erik Dioudonne, ma guardandolo negli occhi mi ressi conto che stava mentendo, gli gridai che volevo la verità, lui era sorpreso costatando che avevo capito che mi aveva dato un nome falso. Mi disse d’aver molti nomi, e mi chiamo Laura Ossian. Io era sorpresa, come faceva a sapere il mio nome, gli dissi che ormai quel nome non aveva più molto importanza. Siamo rimasti in silenzio per qualche secondo. Al improvviso mi disse che sapeva anche che ero stata una vampire slayer. Adesso pretendevo di sapere chi era. Pronuncio solo una parola, l’ombra.”


Buffy: “L’ombra?”


Laura: “Si trattava di un leggenda, l’ombra delle slayers, un guerriero oscuro, che attraverso i secoli, aiutava ed addestrava le migliori slayers. Un giorno Luc me ne aveva parlato, i vampiri ne erano terrorizzati lo chiamavano il massacratore, sembra che fosse immortale e che aveva una spada dalla lama nera. La sua figura era avvolta dal mistero e dalla leggenda. Dopo aver detto la parola ombra, non apri più bocca, si sedette davanti ad un tavolo pieno di libri. Chiuse gli occhi e fecce finta di dormire, sapevo pero che era sveglio, sentivo il suo cuore battere e il battito non era di una persona che dormiva. Era sveglio, al erta. Non era sicura che fosse davvero l’ombra e se mi potevo fidare di lui. Ormai la notte era finita il sole stava sorgendo. Il mio compagno di stanza non si era addormentato neanche per un secondo. Verso le 8 del mattino, movendosi silenzioso come un gatto, usci dal nostro nascondiglio. Ci tornò qualche ora più tardi portando qualcosa da mangiare, e una bottiglia di sangue di mucca per me. Mi ritrovo a leggere al suo tavolo. Fecce un sorriso quando mi vide e un segno di saluto, poi dopo aver posato la spessa, mi chiese se avevo trovato qualcosa che mi interessava. Gli dissi che avevo letto un pò, ma che c’era poco roba in francese. Si scuso. Nella sua ricca biblioteca c’erano moltissimi volumi, di qualunque argomento.”


Buffy: “Questo tizio mi ricorda qualcuno.”


Laura: “Il tuo osservatore immagino?”


Buffy: “Sembra che viva in un modo tutto suo, ma ci si può sempre contare su di lui.”


Laura: “Gli osservatori sono fatti cosi.”


Buffy: “Hai ragione.”


Laura: “Era incredibile quanti libri c’era in quella sala, centinai messi ovunque, ma anche papiri ed anche tantissime armi, archi, balestre, mazze, lance e moltissime spade. Su una mensola c’era una piccola statua di circa 30 cm, che attiro la mia attenzione, raffigurava una donna con un l’elmo, uno scudo e un piccola figura alata nella mano destra. Lui si resse conto del mio interesse e s’avvicino a me, chiedendomi se mi piaceva, io risposi di si e gli chiesi se rappresentava la dea Ragione, lui mi rispose che raffigurava la Dea Athena, una divinità dell’antica Grecia, dea della guerra e della sapienza e che in mano teneva Nike, la vittoria. Io gli chiesi che l’aveva scolpita lui; mi rispose che lo scultore di chiamava Fidia, detto il divino perché era specializzato della costruzione di tempi e nello scolpire statue di divinità. Gli chiesi quanto era vecchia quella statuetta, e mi rispose che aveva 2200 anni. Pensai che mi stava prendendo in giro. Poi guardai le spade, ne aveva tantissime di qualunque nazione e periodo storico. Li domandai se le collezionava, lui mi rispose di si. Gli chiesi se ne potevo provare qualcuna. Lui mi disse se volevo fare un duello con lui. E accettai subito. Mi disse allora di prendere l’arma che volevo. Io andai a colpo sicuro e pressi una Toledo Salamanca, che oggi viene quotata più di un milione di dollari.”

Sesta parte



Buffy: “Aveva una spada da un milione di dollari?”


Laura: “E’ non era che uno dei pezzi di minor valore. Credo che oggi in quella sala c’era un valore equivalente a tutte le opere d’arte contenute nei musei del Louvre e del British Museum messe assieme.”


Buffy: “Praticamente di quanti milioni di dollari si parlerebbe”


Laura: “Diciamo miliardi.”


Buffy: “Miliardi? Incredibile”


Laura: “Si complimento per la mia scelta. E prese da un angolo una Katana, una spada tipica giapponese, pero dalla lama nera. Al epoca non conoscevo le armi giapponesi, ma non c’era dubbio quella era la prova che era davvero ombra. Mi disse che quella spada veniva da un paese molto lontano vicino alla Cina, che si chiamava Yamato.”


Buffy: “Yamato pensavo che fosse una spada giapponese?”


Laura: “Yamato era il nome antico del Giappone. Gli chiesi se era originario di quella terra? Mi disse che era un tipo che viaggiava moltissimo, ma che aveva le stesse origini di quella statuetta cioè greche. Io intanto prendevo confidenza con la mia arma, ottimo acciaio di Toledo resistente ed leggero ottima equilibratura.”


Buffy: “Ti piacciono le spade, Laura. Ti brillano gli occhi quando ne parli.”


Laura: “E’ una passione che mi aveva contagiato Luc, ma il mio amico la resse più forte. E’ una arma nobile peccato che ormai non si usa che solo nello sport, rimpiango i tempi in cui la spada di un guerriero poteva dividere il bene dal male, e in cui un nemico si affrontava con la mente, con il cuore e con l’acciaio, sono parole del mio miglior amico.”


Buffy: “Devo dire che le spade hanno un fortissimo fascino, rievocano tempi andati, tempi con forti ideali per cui vivere e morire. Tempi d’eroi e di grandi gesta.”


Laura: “Disgraziata la terra che a bisogno d’eroi.”


Buffy: “Bella frase.”


Laura: “E di ******”


Buffy: “Poi il duello fra te e l’ombra, come e andato a finire? Chi ha vinto?”


Laura: “Abbiamo combattuto per circa 3 ore senza fermarci, fu molto divertente, e anche un bel modo di cominciare un amicizia. Guardandolo negli occhi, durante il nostro duello, sentivo di potermi fidare di lui. Finito il nostro combattimento, ci siamo seduti al tavolo lui ha mangiato qualcosa ed io ho bevuto il sangue che mi aveva portato. Poi lui presse un libro e comincio a leggermi qualcosa era piacevole ascoltarlo. Dopo la lettura che duro un paio d’ore, abbiamo ripreso le spade. E ci siamo scambiati affondi e parate per circa un oretta, poi mentre stavo rimettendo a posto la spada, mi chiese cosa stavo facendo, io non capivo, presse e me la consegno dicendomi che mi ormai mi apparteneva e di farne buon uso. Io non sapevo che dire, ero felice d’avere un arma del genere.”


Buffy: “Hai miei tempi i ragazzi per far colpo sulle ragazze regalavano fiori, cioccolatini, o la loro giacca….” (E si fecce triste)


Laura: “Angel mi ha raccontato la vostra storia, porti ancora il suo anello.”


Buffy: “Non riesco a togliermelo, non riesco a dimenticarlo è più di me.”


Laura: “Non si era mai separato da quel anello, per lui era importante rappresentava la sua terra.”


Buffy: “Al bando la tristezza.”


Laura: “Dopo il regalo, gli chiesi se poteva farmi un favore d’addestrarmi come faceva con le migliori Slayer se ne ero degna. Lui disse che mi aveva già seguita di nascosto e aveva deciso di addestrami, ma al epoca un problema molto grave l’aveva impegnato e quando finalmente era tornato a Parigi io era morta, e lui se ne era andato ad osservare la nuova slayer che aveva preso il mio posto.”


Buffy: “Come se ne eri degna?”


Laura: “Come ti ho già detto l’ombra non aiutava tutte le slayer, ma solo quelle che mostravano le migliori attitudini.”


Buffy: “Allora io non sono poi cosi eccezionale, se in tutti questi anni lui non è mai venuto da me.”


Laura: “Tu sei una delle migliori, hai tecnica, fantasia, cuore, coraggio, rabbia e sai sfruttare l’ambiente che ti circonda. E poi ti ha osservato, anche se tu non te ne sei ressa conto, quando gli ho detto che venivo qui mi ha detto di mandarti i suoi saluti e anche che sei una delle migliori che abbia mai visto; e non è un tipo che fa complimenti a vanvera”


Buffy: “Veramente. Allora perché non si è fatto vivo?”


Laura: “C’è un motivo da anni ormai non addestra più nessuna slayer. Perché durante la II guerra mondiale una di noi, che lui aveva addestrato ha usato i suoi insegnamenti per scopi malvagi. Cosi decise che non avrebbe mai più addestrato una slayer e da allora si limita ad osservarle per un po’ di tempo e se la situazione lo richiede interviene.”


Buffy: “Hai detto che mi ha tenuto d’occhio senza che io me ne rendesi conto, ma quando è successo?”


Laura: “Durante il tuo primo anno qui a Sunnydale, si era fatto assumere come inserviente nella tua scuola. Una volta ha giocato a scacchi con Giles, o ha risolto un problema di algebra particolarmente difficile alla tua amica Willow, ha aiutato Cordelia a mettere a moto l’auto, ha offerto un caffè a Xander al bronze quando scopri d’essere uscito senza soldi….”


Buffy: “Tipico di Xander. Ma tu conosci i miei amici!”


Laura: “Non di persona me ne hanno parlato lui ed Angel. Tu non lo sai, ma lo hai anche incontrato più di una volta, a scuola gli sei andata a dosso, poi di notte poteva essere un barbone su una panchina che dormiva in un parco, o nascosto su un albero al cimitero. Riesce ad essere molto discreto. Ti ha anche salvato la vita una volta, solo che tu non te ne sei accorto, una notte un vampiro ti ha attaccato alle spalle, tu non te n’eri ressa conto lui ha lanciato un paletto e ha ucciso il vampiro prima che potesse anche solo toccarti.”


Buffy: “Caspita, mi ricordo vagamente di quel inserviente, scommetto che neanche i miei amici si ricordano di lui. Ma Angel sapeva che era a Sunnydale a osservarmi?”


Laura: “Certo che lo sapeva si notarono subito l’uno dell’altro. Ed Angel aspetto che lui gli facesse visita. Al incontro lui lo prego di non dirti niente della sua presenza, e Angel gli chiese ti starti dietro di controllarti e d’aiutarti se era necessario, ma sapeva che lo avrebbe fatto ugualmente.”


Buffy: “Laura, ma si conoscevano?”


Laura: “Hanno combattuto prima della maledizione di Angel l’uno contro altro. Poi durante la guerra insieme, sono molto amici. E’ stato l’ombra ad insegnare al tuo ex a tirare di scherma. Era comico vedere Angel battuto regolarmente ogni volta con pochi affondi, da un ragazzo che d’aspetto era più piccolo di lui.”


Buffy: “Ed Angel è uno spadaccino eccezionale, questo tizio deve essere un vero campione.”


Laura: “E la migliore lama che sia mai esistita.”


Buffy: “Tu ed Angel avete mai combattuto anche solo addestramento?”


Laura: “A volte.”


Buffy: “E chi vinceva?”


Laura: “A volte io a volte lui.”


Buffy: “Poi cosa successe fra te e l’ombra?”


Laura: “Abbiamo aspettato che il sole tramontasse e siamo usciti per un giro di perlustrazione, io continuavo a chiamarlo l’ombra o Erik. Dopo un po’ abbiamo padre Giovanni, che mi stava cercando perché un gruppo di vampiri avevano presso in ostaggio un intera famiglia di 6 persone nella loro casa. L’ombra aggiunse che li conosceva: era una corteria che si faceva chiamare i cani rossi, erano appena arrivati dal Austria, il loro capo grazie ad un incantesimo era riuscito a superare la maledizione del vampiro che impediva ad un non-morto d’entrare in una casa senza essere invitato. Li aveva già affrontati uccidendone otto. Ma altri sei, compreso il capo, gli erano scappati, non vedeva l’ora di poter portare a termine il lavoro. I suoi occhi s’illuminarono di una luce sinistra, tanto da far paura al povero Sacerdote, che mi sussurro chi fosse l’uomo che veniva con me, io gli dissi di non preoccuparsi che era un amico. Il sacerdote ci diede le indicazioni su dove si trovava la casa, i vampiri erano ancora li sicuri che nessuno gli avrebbe disturbati. Raggiunta l’abitazione il più presto abbiamo deciso che bisognava far uscir fuori i vampiri perché non avremo potuto affrontarli al interno. Io mi nascosi e l’ombra sfondo la porta con un calcio, i vampiri dopo averlo visto lo inseguirono fuori in strada. E lo circondarono. Uscita dal mio nascondiglio ne colpi due con la balestra uccidendone uno e ferendo altro ad un spalla. Un altro si lancio contro di me, ma avevo in tasca una bottiglietta d’acqua santa, che tirata fuori lancia sul viso del vampiro, che grido l’acqua gli bruciava la pelle e gli occhi come fosse acido, io presso un paletto lo fini. Intanto l’ombra aveva eliminato due vampiri compreso quello ferito da me. Rimaneva il più pericoloso il capo, che dopo aver visto i suoi cadere come mosche, tremava di paura indietreggiando mentre noi gli venivamo incontro io tenendo nelle mani un paletto e il mio compagno, nella mano destra, la sua katana nera. Il vampiro indietreggiava chiedendo pietà, per poi attaccarmi senza preavviso. Io mi abbassai impalandolo al cuore, mentre l’ombra gli taglio di netto la testa. Del vampiro non restava altro che cenere. L’ombra si diresse verso l’entrata della casa per vedere se ci fossero dei sopravvissuti. Quando stava per superare la soglia della abitazione un vampiro armato di un pezzo di legno si lancio urlando da una finestra verso di me. Ero impreparata vidi un ombra mettersi fra me e il vampiro per poi cadere a terra, io saltai e lo colpi il vampiro con un calcio, questo cadde rovinosamente a terra e tirato fuori un paletto lo colpi al cuore. Senti un lamento e vidi l’ombra con il pezzo di legno conficcato nella schiena, corsi da lui, che mi ordino di estrarlo, io obbedì. Lui urlo per poi cadere. Vedi la ferita, la sua ferita richiudersi. Toccai la sua pelle non c’era più traccia di niente. Gli domandai cosa era. E lui mi rispose dicendomi che era dolore ed odio eterno. Io non riuscivo a credere hai miei occhi ed ero anche terrorizzata, cosa era successo non riuscivo a capirci niente. Tornato in piedi come se non fosse successo niente l’ombra entro in casa per poi uscirne qualche minuto dopo dicendo che ormai non c’era più niente da fare. Io non riuscivo a parlare, ma era chiaro che volevo delle spiegazioni. Lui non sembrava cosi propenso a darmele. Mi diede le spalle dicendo che era meglio tornare a casa. Io non riuscì a far altro che annuire. Mentre camminavamo in silenzio io lo guardavo cercando una spiegazione a quello che era successo quella che avevo visto era un ferita mortale nessuno avrebbe potuto sopravivere e l’avevo visto rimenarsi in pochi secondi. Lui camminava con la testa bassa. Ad un tratto senti due parole: Acrux Nyx. Io gli chiesi cosa voleva dire, e lui mi disse che era il suo vero nome: Acrux Nyx. Fecce un lungo sospiro. Tornati nel suo rifugio mi racconto la sua storia.Era nato nel 453 A.C. in Grecia in un piccolo villaggio di pescatori dell’Attica, di fronte al isola Eubea. Ed era immortale”


Buffy: (a quelle parole il caffè che stava bevendo quasi gli andò di traverso.)


Laura: “Buffy stai calma.”


Buffy: (Tossendo) “Si. ora va meglio. Hai detto che era nato nel 453 A.C. aveva più di 2000 anni.”


Laura: “Per essere esatti più di 2200 anni. A 7 anni fu allontanato dalla sua famiglia, per avere un addestramento che ne durò 8. E mandato in giro per il mondo per difendere la sua patria. Dopo anni di lotte, Acrux torno finalmente ad Atene, dopo una guerra combattuta contro i cavalieri di Asgard nel centro Europa, ma ormai non aveva più nessun parente. Si stabili al grande tempio, e quando poteva scendeva in città per andare al mercato o a teatro per assistere a commedie e tragedie. All’epoca aveva 22 anni, ed era amico con le più brillanti menti della città: Socrate, Platone, Fidia, Pericle, Euripide e molti altri. Un giorno al mercato era in compagnia di Socrate, Fidia e Pericle vide in mezzo alla folla un ragazza, vestita alla spartana, con una gonna molto corta, affascinato decise di seguirla. La ragazza si accorse subito di lui e volto per una piccolo vicolo, aspettando il suo inseguitore che non si fecce attendere. Cerco di colpirlo con un calcio ma Acrux si sposto. Tutti e due capirono di non trovarsi di fronte un normale avversario. Acrux gli sorrise dicendogli che non voleva fargli del male. La ragazza capi che diceva la verità. Si presentarono, lei si chiamava Tisifone. E se ne andò correndo via, passando sotto al naso di Acrux. Il guerriero passo i giorni seguenti ad indagare sulla ragazza, scoprendo che era sola al mondo e che il suo tutore era Tuciride lo storico della guerra del Peloponso, ma stranamente poteva girare liberamente per la città cosa che non era permessa alle altre fanciulle di 16 anni. E che molti l’avevano vista andare in giro persino di notte, anche fuori dalle mura della città. La vita di questa Tisifone insomma era avvolta dal mistero, e la cosa piaceva ad Acrux. Decise di seguirla la stessa notte quando usciva dalla città e la vide uccidere un vampiro, al tempo stesso lui fu aggredito da un non-morto che uccise, aveva già affrontato delle creature come quelle nelle campagne di guerra. Adesso si ritrovarono circondati e schiena contro schiena, ma non fu difficile per loro ucciderli tutti. La ragazza lo ringrazio per l’aiuto, pero vedendolo ferito ad un braccio lo invito a casa sua per medicarlo. Tucidire era stupito a vederla tornare cosi presto e insieme ad un ragazzo. Acrux fu invitato a rimanere per cenare con loro e mentre erano a tavola Tucidire spiego al cavaliere che Tisifone era una Slayer. Da quella notte, Acrux aiutava Tisifone quando poteva nel suo lavoro, e passavano anche molto tempo insieme finendo innamorasi. Ma ad Atene scoppio la peste portata dai servitori di Nyx, la dea della notte, e tutta la città fu invasa da mostri. Gli abitanti furono portati in salvo sulla Acropoli e protetti dai guerrieri. Ma non c’era traccia di Tisifone, Acrux era molto preoccupato e quando anche l’ultimo gruppo di persone entro, chiese il permesso di andare a cercarla, ma gli fu negato. Anche se il suo amico Aiace cerco di farlo ragionare lui era irremovibile voleva ritrovare Tisifione e nessuno avrebbe potuto trattenerlo. Aiace capi e diede ordine d’aprire i cancelli. Acrux lo ringrazio e corse via. Aiace gli grido di stare attento e d’andare a prendere la spada nera. Dopo molte ricerche trovo infine Tisifone era al teatro circondata dai mostri, ma appena la vide capi che qualcosa non andava, era strana e la sua voce era cambiata. Tisifone era stata posseduta da Nyx. Con un corpo a disposizione Nyx poteva diventare la padrona della terra. Acrux non poteva fare altro che ucciderla. Dopo averla colpita al cuore con la spada ci fu un esplosione e lui fu colpito in pieno dall’energia divina, che lo resse immortale e l’anima della dea Nyx entro nella spada. Le creature delle tenebre scapparono. E Acrux ripresosi, andò da Tisifone, ma ormai non c’era piu’ niente da fare. Tisifone ormai morente, gli fecce promettere che avrebbe difeso le Slayer e gli disse d’amarlo. La sua anima entro nella spada insieme a quella di Nyx. Acrux dopo aver salutato Tuciride, parti diventando cosi l’ombra delle Slayer.”


Settima parte



Buffy: “Sembra incredibile la storia di Acrux e Tisifone sia simile a quella che abbiamo vissuto io ed Angel.”


Laura: “E’ vero. Dopo avermi raccontato la sua storia, Acrux rimase in silenzio. Si può vivere per un amore passato, Buffy? E rimanere fedeli al ricordo della donna amata per più di 2500 anni?”


Buffy: “Non lo so, un tempo credevo negli amori eterni, adesso comincio a pensare che sia un’invenzione dei poeti.”


Laura: “Sai questa tua frase me ne ricorda una di Acrux: ‘Amore è per i poeti’”


Buffy: “Dimmi la verità Laura, ma tu lo ami?”


Laura: (Rimase in silenzio, un silenzio fin troppo eloquente)


Buffy: “Poi cosa è successo?”


Laura: “Acrux si riprese è abbiamo parlo per tutto il resto della notte, la mattina dopo lui presse il necessario per farsi la barba. E quando ebbe quasi finito mi avvicinai e gli sussurrai che radersi davanti al un vampiro non mi sembrava la cosa migliore da fare, lui sorrise dicendo che lo avrebbe tenuto in considerazione. Ma non fini la frase che si taglio vicino al labbro inferiore. Io vidi riflessa nello specchio la goccia di sangue scendere piano fino al mento, con movimenti sinuosi e languidi come quelli di un serpente che avvolge la preda, mi portai di fronte a lui e gli leccai il sangue per poi baciarlo e mordicchiargli il labbro inferiore per poi baciarlo nuovamente, mi sembrava di morire.”


Buffy: “E’ lui?”


Laura: “Lui era un pezzo di ghiaccio, ad un tratto mi afferro le braccia con forza, e per un secondo mi sembrò che si lasciasse andare alla passione, ma mi allontano e fecce un passo indietro. Mi chiese cosa volevo fare adesso che l’avevo baciato. Mi leccai le labbra sporche del suo sangue.”


Buffy: “Il mio Angel è tutt’altro che un pezzo di ghiaccio quando lo baciavo.”


Laura: “Si lo so, quel vampiro bacia proprio e bene” (E si accarezzo il labbro inferiore con il pollice)


Buffy: “Scusa non mi avevi detto che con c’era stato niente fra te ed Angel.”


Laura: “Tu mi hai chiesto se c’ero mai andata a letto, ed è vero non ci sono mai andata. Una volta quando era ancora un mostro che si faceva chiamare Angelus, mi ha presso con la forza e mi ha baciato per poi propormi di fare una cosa a tre con Drusila.”


Buffy: “Che porco! E tu cosa hai fatto?”


Laura: “Una ginocchiata nei gioielli di famiglia, gli ha fatto passare i bollori.” (ride) “Mi ricordo che Spike se la rideva. A riparlarne oggi mi viene da ridere, ma è stato un miracolo se quella notte, sono uscita da quel buco con le miei gambe e non dentro ad un posacenere.”


Buffy: “Tutto questo mi ricorda qualcosa.”


Laura: “Ah si anche tu hai lasciato un ricordino ad Angelus, bisogna dire che alter ego di Angel è un vero bastardo sadico.”


Buffy: (si rattristo)


Laura: “Scusami non volevo.”


Buffy: “Sai a volte mi chiedo come sarebbe finita se non fosse tornato un mostro, e se non fosse partito.”


Laura: “Non bene Buffy. Forse è stato meglio così. Prima o poi avreste sofferto entrambi.”


Buffy: “Forse hai ragione, ma non posso evitare di chiedermi come sarebbe andata.”


Laura: “Buffy credimi se ti dico che è inutile porsi queste domande.”


Buffy: “Dopo che Acrux ti ha detto che era immortale i vostri rapporti sono cambiati?”


Laura: “No, anzi la sua confessione ci ha avvicinato, anche se ero una vampira da solo 20 sapevo che avrei potuto vivere molto a lungo e il sapere che avrei avuto un amico nella mia stessa condizione d’immortalità mi avrebbe aiutato. E poi Acrux allevio la mia solitudine, speravo che io e lui potessimo restare insieme per sempre, ma sapevo che prima o poi le nostre strade si sarebbero divise. E cosi accade circa 6 mesi dopo il nostro primo incontro. Eravamo appena tornati da un caccia, quando entrati nel rifugio vidi Acrux cadere a terra per poi urlare di dolore e potarsi le mani al petto come se fosse stato colpito. Tutto accade molto velocemente, qualche istante dopo Acrux era di nuovo in piedi ma molto stanco e provato. Io lo aiutai a distendersi nel letto. Mi disse che la Slayer era morta e che tra un po’ attivata quella nuova, che sarebbe partito per osservarla.”


Buffy: “Lui come faceva a saperlo?”


Laura: “E’ collegato alle Slayers, ogni volta che ne muore una, lui sente gli stessi dolori. Poi per sapere dove si è attivata quella nuova guarda la lama della sua spada, li viene scritto il nome della Slayer e il posto dove si trova. Ti ho parlato della sua spada?”


Buffy: “No. Mi hai detto che ci sono le anime della sua amata Tisifone e della dea della notte Nyx.”


Laura: “E’ un arma eccezionale si chiama Nyx, in grado di tagliare qualsiasi cosa. Un giorno Acrux mi disse che era una lega di 4 elementi: Orilacon, Suplice, Argento e Titanio. Un'altra sua qualità era quella di potersi trasformare in una qualunque altra spada di qualsiasi tempo e nazionalità anche se la sua lama restava sempre nera, il colore del Suplice. Ma dopo il viaggio di Acrux in Giappone questo visto le potenti lame nipponiche la fece rimanere sempre a forma di Katana. Si può dire che sia un parte del corpo di Acrux, la può richiamare a se in qualunque momento con un semplice gesto della mano, e non ha bisogno di un fodero perché risiede nella ombra di Acrux.”


Buffy: “Poi Acrux è partito vero?”


Laura: “Mi disse che se la Slayer non avesse avuto le caratteristiche che cercava sarebbe tornato e che quando poteva, sarebbe venuto a trovarmi dato che la nuova slayer si trovava ad Avignone nel sud della Francia, si chiamava Justine De Voudrel. Ma io sentivo che questa Slayer sarebbe stata una delle migliori. Sapevo che Avignone non era un luogo posto tranquillo ma un centro energia mistica, come lo è Sunnydale.”


Buffy: “Esistono altri centri l’energia mistica per il mondo?”


Laura: “Si parecchi alcuni d’energia positiva altri d’energia negativa, mentre altri ancora sono neutri. Per esempio Stonelaigen o Avalon sono centri positivi. Mentre un centro positivo respinge il male un centro negativo come questo lo attira come il miele attira le mosche, questi luoghi influenzano anche le persone che vi abitano.”


Buffy: “Che aveva Avignone per essere un centro d’energia mistico?”


Laura: “Basta vedere la proprio storia fatti strani, uomini di chiesa corrotti dal male, insomma una vera porta del inferno. Acrux parti due giorni più tardi mi affido il suo rifugio, ci potevo rimanere quanto tempo volevo mi dissi di farmi chiamare se avessi avuto bisogno, gli risposi che lo stesso valeva per me. Mentre andava via ero sicura che l’avrei rivisto. Ormai la nostra amicizia sarebbe durante nei secoli. Una notte dopo la paterna di Acrux ho avuto una visita di padre Giovanni, era molto preoccupato, aveva bisogno del mio aiuto. La figlia di una sua parrocchiana era stata abbracciata e quindi trasformata in vampiro, la madre accecata dalla felicità di riavere la figlia se l’era riportata a casa senza immaginare cosa era diventata la sua creatura. Non c’era tempo da perdere cosi mi feci portare da padre Giovanni a casa De Raymond. Li per evitare che la nuova nata capisse cosa ero abbiamo fatto uscire la padrona di casa per parlargli, ma non capiva l’unica che per lei era importante era che la sua bambina era di nuovo nella sua casa. Sapevo che era solo una questione di tempo prima che quel essere avrebbe avuto fame e ucciso tutti i membri della sua famiglia, padre Giovanni cercava di convincerla con le buone che quella non era più la sua adorata figlia ma un demone con le sue sembianze. Ma non c’era verso, era quasi andata via quando decisi di farglielo capire con le cattive, mi trasformai facendogli vedere il mio vero volto, per lei fu un vero shock ma neanche questo riuscì a convincerla. Corse in casa, padre Giovanni era molto preoccupato ed io sapevo qual’era l’unica strada fare uccidere quel essere prima che potesse far del male. Il sacerdote mentre camminavamo mi disse che oltre la signora De Raymond c’era un bambino di appena 2 anni e che il marito era morto in guerra. Io capi che la famiglia era medio borghese con una buona rendita visto la loro casa. Gli dissi che avrei sorvegliato la casa, ma che senza un invito non sarei potuta intervenire. La prima notte la nuova nata s’affaccio ad una finestra e ci siamo guardate per un tempo infinito, era una ragazza di appena 13 anni, anche se l’abbraccio la faceva sembrare più grande i qualche anno, mi sorrise per poi farmi vedere il suo vero volto. Aveva imparato in fretta a celare la sua vera natura. Poi come era apparsa spari probabilmente era stata chiamata da sua madre. La seconda notte mi lancio una sfida, alla stessa finestra mi fecce vedere come era brava nel succhiare il sangue di una povera cameriera, io ero non potevo fare nulla. Non uccise quella povera ragazza la lascio appena in tempo. La terza notte io dovendomi nutrire arrivai in ritardo, e capi subito che qualcosa non andava, la vampira aveva iniziato il suo pasto, dovevo fare qualcosa mi buttai contro la porta, ma la maledizione mi impediva d’entrare, dopo qualche minuto la signora De Raymond mi apri, era stata dissanguata e non c’era più niente da fare per lei, mi invito ad entrare per poi aggiungere che avevo ragione e mi pregava di uccidere quel essere con le sembianze di sua figlia. Entrata corsi verso la stanza da dove sentivo l’odore del sangue fresco, tutti di domestici erano stati massacrati senza pietà. Nella stanza vidi un spettacolo raccapricciante la vampira teneva in bocca il corpicino senza vita del bambino, come un lupo che tiene tra le fauci un coniglio. Mi guardo con odio e getto via la sua piccola vittima, come un rifiuto, io sentivo in me cresce la rabbia. Avevo un vantaggio su di lei: l’esperienza. Lei era una vampira da soli 3 giorni io lo ero da 20 anni. Ma dovevo rimanere calma e fredda un minimo errore poteva essermi fatale, era forte e si sapeva muovere bene. Mi disse che Nicole mi porgeva io suoi saluti. Lo scontro comincio era veloce e forte, e al primo colpo riuscì a ferirmi al volto. Poi leccarsi le unghie del mio sangue. Senza preavviso parti al attacco lei cerco di parere i miei colpi, io gli bloccai un braccio per poi romperlo. Lei cadde a terra ormai era finita. Mi avventai su di lei, ormai era alla mia mercé, e la morsi sul colo, dopo avergli quasi bevuto tutto il sangue mi alzi spaccai un pezzo di legno dal lettino del piccolo e la impalai al cuore. In quel momento entro padre Giovanni si fecce il segno della croce, e mi chiese se era tutto finito. Gli risposi che non finisce mai. In quel istante un dardo ruppe la finestra per poi conficcarsi nel muro, mi precipitai alla finestra per vedere chi aveva lanciato e vidi Nicole con la balestra ancora in mano. Mi saluto e scomparve. Avrei potuto inseguirla, ma non avrei mai potuto raggiungerla. Il dardo portava un biglietto su questo c’era scritto che era venuta a Parigi per degli affari ma aveva pensato di farmi un regalino per non farmi annoiare, ma che adesso stava per ripartire.”


Buffy: “Ha sacrificato un intera famiglia solo per farti sapere che era in città. Ma era pazza.”


Laura: “Si Buffy, ma ti assicuro che non è stato l’atto più folle di Nicole Bathory più volte ha passato i limiti ed io nella maggior parte dei casi non sono riuscita a fermarla. Conoscevo Nicole prima che fosse abbracciata e lei conosceva me prima che mi rendesse una creature delle tenebre. Adesso che eravamo cambiate, nessuna delle due conosceva altra, come facevano due persone a non conoscersi ad odiarsi tanto, mi chiedevo e me lo chiedo tutt’ora. A volte penso che sia stata colpa di Luc, a volte mia, a volte di Nicole, di Elisabetta Bathory, dei vampiri e del umanità. Ma forse non è colpa di nessuno, forse alla fine anche senza essere state trasformate saremo state l’una contro l’altra. Forse una di noi due avrebbe superato i limiti.”


Buffy: “Quando credi che una Slayer superi i limiti?”


Laura: “Quando sono sa più distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è.”


Buffy: “Lo credi d’avere, Laura?”


Laura: “Se non ci credessi mi sarei conficcata un paletto nel cuore da ormai 2 secoli.”

Ottava Parte



Buffy: “E dopo la storia della famiglia De Raymond, cosa è successo?”


Laura: “Ho ricevuto una lettera di Acrux dove mi scriveva che la Slayer aveva ottime potenzialità, ma che doveva rimanere a Avignone perché la situazione non era delle migliori, ma di non muovermi da Parigi. Passarono due anni e con l’inizio della rivoluzione industriale, le città s’ingrandirono diventando vere metropoli, con tutti i problemi che questo comportava: malattie, criminalità, disordini sociali; in tutto questo i vampiri ci sguazzavano. Le città come Parigi e Londra erano perfetti terreni di caccia, milioni di individui tutti ammassati fra loro erano come frutti maturi pronti per il raccolto. La scienza aveva sconfitto la superstizione con il risultato che molti pensavo ai vampiri come storie per spaventare bambini. In più molti vampiri lasciavano i clans considerandoli ormai istituzione vecchie e non al passo coi tempi, questi formavano piccoli gruppi di sbandati alla ricerca di sangue. Ormai cacciavo quasi ogni notte, in più dovevo anche procurarmi il sangue. Poi tanto per cambiare le cose peggiorarono.”


Buffy: “Cosa è successo?”


Laura: “Le notizie del sopranumero di vampiri a Parigi allarmarono la chiesa di Roma e qualcuno penso bene di porci rimedio mandandoci Madaleine.”


Buffy: “Madaleine? E chi era?”


Laura: “La killer della chiesa cattolica, praticamente una vampire slayer sponsorizzata dai papi. Appena ha messo piede a Parigi ha cominciato a sterminare i vampiri e qualunque altra creatura delle tenebre. Io ero stata informata del suo arrivo da Padre Giovanni, parlandomi dei suoi metodi sbrigativi tipo santa inquisizione, e che i rapporti fra le Madaliene e le Vampire Slayers sono sempre stati tessi, anche se non sono mancate le collaborazioni e l’amicizie. Insomma avrei dovuto tenere gli occhi aperti cercando di non farmi beccare, e cosi ho fatto per un paio di settimane tenendo però d’occhio la nuova arrivata. Era molto esperta, agile e potente. Usava molte croci, acqua santa e anche armi in argento. Ed era anche una discreta spadaccina. Molto spesso non agiva da sola ma insieme ad altri per lo più sacerdoti. Però ben presto mi ressi conto che era un pericolo, non uccideva solo i vampiri ma anche persone normali, che secondo lei, erano potenziali vampiri. Una notte Padre Giovanni mi venne a cercare, era molto agitato, mi spiego che Madaliene aveva intenzione di colpire l’orfanotrofio di Saint Anne, dove secondo lei si svolgevano riti di possessione demoniaca sui bambini…”


Buffy: “Non è che, quella pazza, aveva intenzione di uccidere tutti quei bambini.”


Laura: “Invece si Buffy. Anche a me sembrava una follia, ma Padre Giovanni era molto sicuro e preoccupato. Avevo poco tempo, l’orfanotrofio si trovavo dall’altra parte della città, e in più il sacerdote aveva perso tempo a trovarmi. Dovevo muovermi in fretta prima che quel gruppo di fanatici iniziassero una nuova strage degli innocenti, in quel casa c’erano più di 200 bambini da 3 ai 12 anni. Cercai di fare il più presto possibile, ma arrivai troppo tardi l’orfanotrofio stava già bruciando sentivo chiaramente gli urli di paura e di dolore dei bambini, poi tutta la casa crollo e tutte le grida si fermarono. Intanto dal alto di un tetto vedevo quella assassina congratularsi con i suoi per il buon lavoro fatto e che tutte le loro fatiche sarebbero state ripagate dal Dio. Dov’era Dio in quella strage di anime innocenti. La rabbia s’impossesso di me, senza pensarci mi lancia contro quella fanatica, gridandogli assassina. Iniziai a colpirla selvaggiamente, per la prima volta dalla morte di Luc ero tornata ad essere un demone, la volevo uccidere con le miei mani.”


Buffy: “Avevi tutte le ragioni per volerla morta.”


Laura: “Si, ma non vado fiera di quel momento di rabbia. Per anni avevo trattenuto il demone dentro di me, ma quella vista e quelle urla mi avevano reso furente. Non ero riuscita ad impedirlo, come per la famiglia di Luc. Se fossi stato più veloce, più attenta hai movimenti di quella pazza, se invece di preoccuparmi della inutile vita l’avessi uccisa senza pietà. Quei bambini avrebbero vissuto e forse alcuni di loro avrebbero trovato un motivo per essere felici.”


Buffy: (gli mette una mano sulla spalla) “Laura, non siamo perfette nessuno lo è, facciamo quello che possiamo per salvare più vite possibili, ma molte ci sfuggono. Ognuno di noi deve convivere con le proprie responsabilità ed errori. Dobbiamo essere forti, la hai detto anche tu.”


Laura: “Hai ragione Buffy. Madaliene colta di sorpresa non riusciva a difendersi, io mentre la colpivo continuavo a chiamarla assassina. Per quanto la colpissi rimaneva in piedi, non era un essere umano normale. Intanto i suoi uomini erano riusciti a bloccarmi a fatica. Lei s’avvicino a me, mi presse per il colo e mi fecce alzare la testa e mi schiaffeggio. Poi tiro fuori un paletto, ormai ero sicura che sarei morta, quando dal nulla venne fuori Padre Giovanni, che gli ordino di non farlo, chiamandola figlia.”


Buffy: “Come figlia?”


Laura: “Le Madaliene sono degli ibridi umani/angeli il padre è umano la madre è un angelo. Di solito viene scelto dopo una lunga selezione un seminarista che ancora non ha fatto il voto di castità. Questo essere che è sempre di sesso femminile viene addestrato fin da piccola, e le sue cellule dopo lo sviluppo invecchiano molto più lentamente, in pratica 4 anni corrispondono a 1 anno degli esseri umani, ma non vivono più di 25 anni. La Madaliene che avevo davanti era la figlia di Padre Giovanni. A sentire quella voce Madaliene si fermo e gli chiese cosa voleva, lui s’avvicino dicendogli che non poteva uccidermi che io non ero come gli altri vampiri, che ero stata una Slayer, e che come lei uccidevo le creature delle tenebre. Lei lo guardo negli occhi rimanendo in silenzio. Poi gli disse che non gli importava cosa era stata, adesso ero solo una vampira da ridurre in cenere. Fecce un cenno ai due suoi umani perché prendessero Padre Giovanni, dopo che il sacerdote fu presso, gli si avvicino e gli sussurro che aveva letto nella sua mente il vero motivo per cui voleva che io restassi in vita.”


Buffy: “Il vero motivo?”


Laura: “Padre Giovanni provava per me un’attrazione morbosa, fin da quando ero piccola, ed adesso che ero una creatura della notte il desiderio nei miei confronti era aumentato. In più avrebbe voluto che io lo abbracciassi per renderlo immortale, da tempo ormai non credeva più nella vita eterna e nel esistenza del paradiso. Madeliene riusciva a leggere nella mente dei peccatori. Dopo aver parlato col padre, disse hai suoi uomini di portarci nella loro base. A me furono messe ai polsi e alle caviglie delle catene argento che mi bruciarono la carne, il dolore era fortissimo ma non avrei mai dato la soddisfazione a quei fanatici di sentirmi urlare, poi intorno al colo mi fu messa una collana d’aglio. Poi fui spinta a forza a camminare. Arrivati nella loro base io fui incatenata al muro, mentre Padre Giovanni veniva torturato da Madeliene. Il sacerdote venne torturato per ore, vedevo Madaliene provare piacere nel infliggere dolore, sentivo le urla e cercavo di liberarmi ma ogni volta che muovevo le mani argento mi bruciava. Gridai a Madeliene di smetterla e se aveva abbastanza coraggio d’affrontarmi. Mi rispose di stare zitta che non avevo il diritto di parlare, che non ero altro che una creatura di Satana. E continuo a torturare suo padre. Dopo qualche ora il sacerdote mori fra atroci sofferenze. In quel istante vidi un ombra muoversi nel oscurità, conoscevo solo due persone muoversi in quella maniera: Nicole Bathory e Acrux Nyx. Adesso toccava a me. Madaliene bagno d’acqua santa una frusta e fecce per colpirmi. Ma fu colpita dalla mano da un dardo di balestra, che gli fecce cadere di mano la frusta. Alzai lo sguardo e vidi chi aveva lanciato il dardo, era una ragazza sui 16 anni con i capelli castani, che portava un basco blu ed indossava un ambio mantello nero, in mano teneva ancora la balestra. Non c’erano dubbi era Justine De Voudre

la Slayer d’Avignone. Si lancio contro Madeliene e la scese con un calcio poi spezzo le mi catene, io ero troppo stanca per camminare e quasi persi si sensi fu lei a sostenermi con il braccio destro per poi lanciarsi verso la porta. Ma degli uomini ci bloccarono la strada, lei sfodero la spada e inizio a combattere. Sembrava che fosse nata con una spada in mano. Io senza gli anelli argento mi ero un poi rispesa, vista la balestra nella sua cintura la pressi e con un dardo ne freddai uno. Intanto ci facevamo largo verso l’uscita, nessuno riusciva a fermarci. Finalmente fuori, lei fischio e dal nulla comparve un cavallo bianco, ci montammo io dietro di lei per poi galoppare via. Madalieni ripresesi dal calcio si precipito fuori e mi colpi alle spalle con una freccia.”


Buffy: “Ma tu sei sopravissuta.”


Laura: “La freccia mi colpi la spalla destra, ma questa era imbevuta di un particolare veleno.”


Buffy: “Un veleno per vampiri il cui unico rimedio è il sangue di Slayer, giusto?”


Laura: “Giusto. Lo stesso veleno che Faith uso con Angel. Justine si resse conto che ero stata colpita, si diresse verso l’Ile de la citè. E dopo alcuni minuti di ricerca, ci siamo fermate davanti a una abitazione che doveva essere un tempo un negozio. Forzato il lucchetto siamo entrate, il posto era abbandonato chi sa da quanti anni. Mi aiuto a salire le scale ed ad entrare in una piccola stanza dove c’era un letto e una piccola finestra rotonda. Mi sdraio sul letto e mi estrasse la freccia il dolore fu tale che svenni. Mi risvegliai qualche ora più tardi, alba era prossima, ritrovai la mia compagna a guardare dalla finestra gli uomini di Madeleine erano ancora sulle nostre tracce. Mi presentai e con un sorriso mi disse di sapere chi ero, mi chiese se sapevo come sia chiamava e cosa era. Io gli risposi di si a mia volta gli domandai dov’è eravamo. Lei continuando a guardare fuori dalla piccola finestra, mi rispose che ci trovammo a casa di sua madre e di non preoccuparmi. Stava albeggiando e copri la finestrella con il suo mantello, ormai dovevamo rimanere li fino a tramonto. Io mi sentivo strana, debole. Justine s’avvicino e mi tocco la fronte avevo la febbre molto alta. Mi disse che l’aveva mandata Acrux a cercarmi. Gli domandai se Acrux era a Parigi, mi rispose di si. Passiamo tutto il resto della notte a parlare, in un certo senso come io e te Buffy. E’ strano ho sempre avuto lunghe conversazioni con le Slayers.”


Buffy: “Lo capisco, il sapere che qualcuno a provato quello che provi ti da sicurezza. E poi non ti senti più sola. Almeno è quello che ho provato quando ho incontrato Kendra e in seguito per un po’ con Faith.”


Laura: “So cosa vuoi dire. Posso chiederti una cosa Buffy?”


Buffy: “Si, chiedimi pure.”


Laura: “Tu hai paura di me?”


Buffy: “Forse al inizio di questa nostra chiacchierata si ma adesso non…”


Laura: “Non mentire Buffy. Sono una creatura delle tenebre. Una di quelle che tu uccidi ogni notte, e che cercano di ucciderti, e sai che prima o poi ne incontrerai una più forte che ti ucciderà.”


Buffy: “Si in realtà ho ancora paura di te, Laura, ma non perché sei una vampira, ma perché eri una Slayer come me.”


Laura: “Hai paura di diventare come me, giusto. Che quello che mi è capitato succeda a te.”


Buffy: “Si”


Laura: “Ogni Slayers con cui ho parlato provava la stessa paura. Io sono la rappresentazione della peggiore paura delle Slayers: diventare un vampiro.”


Buffy: “Ti sembra strano?”


Laura: “Mi sembra naturale.”


Buffy: “E tu sinceramente cosa provi a parlare con una Slayer?”


Laura: “Sinceramente. Invidia.”


Buffy: “Invidia? Vorresti tornare viva?”


Laura: “Non solo viva. Vorrei essere di nuovo una Slayer. In realtà non so fare altro, forse e per questo che ho continuato a uccidere i vampiri, anche dopo che sono diventata una di loro.”


Nona parte



Buffy: “Poi tu e Justine cosa avete fatto? Mi interessa sapere il più possibile sulle Slayers del passato.”


Laura: “Mi racconto la sua storia, già prima di diventare una slayer, fin da piccola era stata addestrata alle armi dai suoi genitori. Suo padre era morto quando aveva 6 anni restando sola con sua madre. A 14 anni divenne una slayer, e gli fu dato il suo primo osservatore: Emily Navare. Avignone non era un posto molto tranquillo, cosi Justine non ebbe molto tempo per addestramento ma fu buttata subito nella mischia, per fortuna con l’arrivo di Acrux la situazione miglioro, almeno per un po’. Era appena passato un anno dal inizio delle sue attività notturne, che Emily venne uccisa, Justine non si dava pace non aveva perso solo l’osservatore, ma una persona che amava come una seconda madre. Fu solo grazie al aiuto di Acrux e della Madre che si riprese. Dopo qualche mese da Londra arrivo il suo nuovo osservatore: Mathieu Denoch.”


Buffy: “Il figlio di Luc. Che tu avevi salvato da Nicole.”


Laura: “Si proprio lui. Era diventato a soli 25 anni un osservatore. Justine era la sua prima Slayer. Al inizio i rapporti fra i due erano tesi, Mathieu non aveva molta esperienza sul campo e Justine lo vedeva come un sostituto di Emily. Fu grazie ad Acrux che le cose fra loro iniziarono a funzionare. Così in meno di un anno sono riusciti a distruggere il Clan ******* che dopo la caduta del Clan Baphomet aveva cercato di prendere il potere in tutta la Francia. Risolta la situazione ad Avignone il consiglio ordino il trasferimento a Parigi, Mathieu non avrebbe voluto tornare nella sua città natale fu Acrux a convincerlo che era la cosa migliore. Il gruppo si trasferì, oltre ad Acrux, Mathieu e Justine con loro venne anche Jean un amico d’infanzia di Justine, innamorato segretamente di lei. Arrivati in città Acrux mi cerco a Saint Merri senza trovarmi era molto preoccupato, sapeva che in città era arrivata una Madaleine. Decise di cercarmi insieme a Mathiue e Justine, mentre Jean sarebbe rimasto nel rifugio. Dopo ore di ricerche Justine noto una strano movimento intorno ad una casa, decise di dare un occhiata, poi grazie alla descrizione che Acrux aveva fatto di me mi riconobbe per poi portarmi in salvo. La mia febbre aumentava, Justine avrebbe voluto portarmi da Acrux, ma era giorno ed io non potevo uscire, ne lei poteva andarlo a chiamare lasciandomi da sola. Oltre la febbre cominciai ad avere degli spasmi tanto forti che mi ruppi il braccio sinistro e mi stirai i muscoli della spalla destra, Justine fu costretta a legarmi al letto e cerca di abbassare la febbre senza riuscirci, ormai deliravo chiamando sia Luc che Acrux. Justine era sempre al mio fianco non dormi e non mangio per rimanermi accanto, era la prima volta che una persona appena conosciuta mi mostrava tanta amicizia. Finalmente il sole tramonto e con un carro mi porto a Saint Merri. Ero completamente distrutta vidi Acrux e non riuscì a far altro che pronunciare il suo nome. Lui mi presse in braccio e mi porto a letto, poi chiese a Justine cosa era successo. La ragazza gli racconto tutto e lui capi immediatamente ero stata avvelenata, lui conosceva la cura: sangue di slayer.”


Buffy: “Come per il dardo che Faith lancio ad Angel.”


Laura: “Si ma Justine era stanca. Jean si oppose ma lei decise il correre il rischio e si fecce mordere da me, il suo sangue era buonissimo e sentivo ritornare in me le forze. Fu Acrux ad allontanarmi dalla sua gola prima che fosse troppo tardi, Justine cadde svenuta. Io intanto era tornata in forma e mi alzai dal letto per far posto alla mia nuova amica. Acrux disse che Justine aveva bisogno di una trasfusione. Sia Jean che Mathiue si proposero come donatori, ma non c’era il tempo per sapere se il loro gruppo era compatibile con quello della slayer. In quel istante ricordai che il tipo di sangue di Justine era lo stesso di Acrux. Informai Acrux della cosa, lui si strappo la manica della camicia, mi disse che avrei dovuto fare l’operazione seguendo le sue indicazioni. Dovevo stare molto attenta ad un introdurre aria delle vene altrimenti i globuli rossi del sangue sarebbero esplosi e ci sarebbe stata un embolia. Se per Acrux sarebbe stato solo un fastidio per Justine significava la morte. Mi tremavano le mani, Acrux mi guardava, si fidava di me, mi feci coraggio e con massima attenzione infilai l’ago nel braccio di Acrux. Tutto andò bene nessuna bolla d’aria, passai a Justine, seguivo le indicazioni di Acrux con la massima attenzione e non ci furono problemi. Il mio professore mi fecce i complimenti. Passarono pochi minuti, che a me sembravano ore. Tirai via l’ago dal braccio di Acrux, lui era molto pallido mi cadde davanti agli occhi si era privato di troppo sangue. Aveva bisogno di riposo. Dopo parecchie ore, Justine si sveglio e vedendo Acrux sdraiato in un letto vicino al suo mi chiese cosa era successo, gli raccontai tutto. Nel rifugio eravamo sole, perché avevo mandato Mathieu e Jean a fare la spesa. Justine lo guardava dormire. Anche sapendo la risposta gli domandai cosa provava per l’ombra. E lei mi rispose che provava lo stesso sentimento che io provavo per lui. L’amavamo lo stesso uomo, ma lui non ci avrebbe mai amato nessuna delle due, nel suo cuore c’era posto solo per Tisifone. Noi per lui eravamo solo amiche ed alleate niente di più.”


Buffy: “Amare una donna oltre la morte, oltre il tempo. Tisifone deve essere stata una ragazza molto particolare.”


Laura: “Probabilmente lo era, per far innamorare un uomo come Acrux. Sai per molto tempo ne sono stata gelosa, non solo Acrux continuava ad amarla, ma lei era sempre con lui.”


Buffy: “Ti capisco sono stata gelosa di Drusilla, del legame che aveva con Angel.”


Laura: “Sai il sapere che Justine provava i miei stessi sentimenti ci ha unite. Dopo più di due decenni avevo di nuovo una amica. Mathiue era tornato da solo ed era ferito. Madaliene gli aveva letto nella loro mente, Jean era loro prigioniero se non ci fossimo presentati due ore prima del alba sul tetto di Notre Dame l’avrebbe ucciso. Sapeva anche del esistenza di Acrux. Ci voleva affrontare in terra consacrata, un campo a lei favorevole. Justine medico le ferite di Mathiue, intanto io pensavo ad un piano. Senti la voce di Acrux chiedermi a cosa stavo pensando, ci aveva ascoltato mi disse di aiutarlo ad alzasi, protestai dicendogli che doveva rimanere a letto. Mi guardo negli occhi e mi prego di aiutarlo. Dopo essersi alzato in piedi fecce qualche passo, era incredibile un essere umano normale non aveva una simile capacità di recupero. Adesso non dovevamo aspettare altro che l’ora del appuntamento che arrivo inesorabile. Mathiue sarebbe rimasto nel rifugio. Io e Justine seguivamo Acrux, lo avremo seguito anche fino al inferno se c’è lo chiedeva. Arriva davanti alla cattedrale di Parigi, Acrux e Justine vi entrarono io non potevo allora iniziai a scalare,

i Gargoiles mi tenevano compagnia. Arrivata sul tetto ci trovai Madaleine e Jean legato, un istante dopo fecero la loro entrata i miei due compagni. Madaleine ci invitava ad attaccarla anche tutte tre insieme, io e Justine eravamo pronte ma Acrux mi fermo mettendomi una mano sulla spalla, voleva che Justine combattesse da sola contro quell’essere, la stava mettendo alla prova. Lo scontro inizio ero tutte due le guerriere di eccezionale agilità e forza, mi ricordavano me e Nicole. Il duello prosegui per molto tempo a fasi alterne, Acrux delle volte sembra un impassibile spettatore, per poi frenarsi ad intervenire se la slayer veniva colpita. Jean era molto preoccupato, si vedeva subito che era innamorato di Justine, ma lei amava l’unico uomo che non avrebbe mai amata, che ironia.”


Buffy: “Jean mi ricorda Xander, quando era innamorato di me.”


Laura: “Deve essere difficile per lui, starti vicino e amarti in silenzio.”


Buffy: “Credo che gli sia finita da tempo ormai.”


Laura: “Ormai il combattimento volgeva al termine a favore della slayer. Madaleine cadde in ginocchio, pensava che avversaria gli avrebbe dato il colpo di grazia, ma Justine non fecce nulla, slego Jean e fecce per andarsene, per lei lo scontro era finito, aveva vinto. Madaleine estrasse due pistole e sparo Acrux fecce scudo a Justine, colpito alla schiena, si accascio e disse sorridendo aspettarlo che tornava subito. Avrei voluto farla a pezzi, ma mi minaccio che le sue armi erano caricate ad argento, anche solo una ferita superficiale per me poteva essere mortale, fra altro stava per sorgere il sole. Eravamo alla sua merce. Quando Jean gli si lancio addosso, istintivamente Madaleine sparo, colpendolo ad una spalla. Madaleine si lancio contro Justine entrambe caddero giù dalla torre, Justine riuscì a lanciarmi la frusta che aveva Madaleine le placche argento mi bruciavano la mano dove resistere, ma il sole stava sorgendo quando ormai pensavo di cedere qualcuno mi butta d’addosso un mantello nero e afferra la frusta, era Acrux. Madaleine intanto era aggrappata a Justine e cercava di farla cadere. Gli diceva che se doveva morire l’avrebbe portata con se. Justine non era della stessa idea, e gli disse che se era un angelo di volare e la lancio giù.”


Buffy: (Ride) “Carina questa battuta.”


Laura: “Justine aveva un senso del umorismo un po’ nero. E non è la sola fra le slayer a quanto mi ha detto Angel e Acrux a te piace scherzare durante i comabatimenti.”


Buffy: “Sai e per sdrammatizzare un po’.”


Laura: “Tornati a Saint Merri, abbiamo cominciato ad organizzarci. Era nata la prima formazione dei Night Hunters.”


Buffy: “La prima formazione? Ma i Night Hunters non erano la squadra di cui faceva parte anche Angel durante la II guerra mondiale?”


Laura: “Si, ci furono tre squadre di Night Hunters, la più forte fu quella del 1941. Poi c’erano già state una nel 1826 a Parigi e una nel 1888 a Londra.”


Buffy: “Un gruppo come gli X-men, bello.”


Laura: “X-men? Ci sono?”


Buffy: “Scusa cultura fumettistica. Chi le organizzava questi Night Hunters? Tu ne hai sempre fatto parte?”


Laura: “Si sono stata in ognuna delle formazioni. Era Acrux ad organizzarle e a comandarle, riusciva a tenerci uniti a farci lavorare in gruppo, cosa difficile dato che eravamo tutti dei cani sciolti.


Buffy: “Insomma avete dato vita al primo gruppo, mai cosa è successo?”


Laura: “Passarono cinque anni, li vedevo scorrere sui visi di Justine, di Mathiue e di Jean. Mentre io ed Acrux non cambiavamo. Quando era da sola non avevo più un concetto molto preciso del tempo, scorreva ma io quasi non me ne rendevo conto. Avevo sempre lo stesso corpo ne ero sicura, anche se non potevo riflettermi in uno specchio, ero la stessa dal 1804 avevo l’aspetto di una ragazza di 16 anni, ma avevo superato i 50. Anche Parigi era cambiata, la città medievale non esisteva più. I vicoli avevano ormai ceduto il passo ai grandi viali. Fu una di queste trasformazioni a portarci un nuovo nemico vecchio di secoli.”


decima parte



Buffy: “Cosa intendi dire?”


Laura: “Poco distante a Parigi si ergeva la chiesa di San Dumas, costruita nel 1455 dopo guerra dei 100 anni per imprigionare un mostro, che per tutta la guerra aveva combattuto con i francesi accanto alla Pulzella d’Orleans. Forse non lo sai che Giovanna d’Arco era una Slayer.”


Buffy: “Cosa Giovanna d’Arco era una Slayer.”


Laura: “Non è la prima Slayer ad essere famosa. Il suo osservatore si chiamava Gilles de Rais, divenne un vampiro durante la fase finale della guerra, ma continuo lo stesso a servire la corona di Francia ed a accompagnare la Pulzella fino alla sua morte.”


Buffy: “I vampiri che combattono le guerre degli uomini, sembra cosi strano.”


Laura: “Ti assicuro che in ogni guerra c’è una presenza di non-morti. De Rais non era l’unico vampiro del esercito francese, c’era Chandagnac e i suoi figli di tenebra tra cui Geneviève, una vampira nobile, forte ed orgogliosa che ti auguro di non avere mai contro.”


Buffy: “Anche Acrux a partecipato alla guerra?”


Laura: “Si anche lui era con esercito francese. E’ un guerriero non riesce a stare lontano dalla battaglia, ma rimpiange le battaglie del passato in cui gli uomini si affrontavano acciaio contro acciaio.”


Buffy: “Non mi sembra l’unico.”


Laura: “Io non ho visto queste guerre è stato lui a contagiarmi questa passione. Tornando a De Rais dopo la guerra il vampiro, che era anche un alchimista, ossessionato dalla ricerca della pietra filosofale, che secondo lui avrebbe eliminato la sete di sangue ai vampiri e dato la vita eterna ai mortali. Uccise fra i 140 e 800 bambini nei suoi castelli della Bretagna. I suoi crudeli esperimenti riuscirono a creare delle reliquie, come la Gemma di Amarra, che potevano rendere un vampiro privo di punti deboli. Poteva stare alla luce del sole e ne i paletti, ne argento, ne croci o l’aglio potevano fermarlo. I Francesi riuscirono a bloccarlo a interno di un campo mistico creato dagli antichi Druidi e sopra la sua tomba ci costruirono la chiesa di San Dumas. Ma dopo secoli di prigionia la chiesa fu rasa al suolo e il vampiro di nuovo libero e completamente pazzo. Conosceva i segreti delle slayer come fermale come ucciderle, creo una sostanza chimica che se iniettata nel sangue di una slayer annulla i suoi poteri per qualche giorno.”


Buffy: “Conosco quella sostanza lo provata, per colpa di quei pazzi del consiglio stavamo per morire io e mia madre.”


Laura: “Quei bastardi non hanno smesso di pensare che le Slayers siano delle loro proprietà. Non sanno niente di noi e dei vampiri. Non conoscono niente delle tenebre. Giocano col fuoco e prima o poi si bruceranno. Dopo la sua liberazione a Parigi cominciarono a scomparire dei bambini, troppi bambini di qualunque età. Ma in una città cosi grande e con un numero cosi elevato di bambini lasciati a se stessi, nessuno se ne rendeva conto tranne noi. Quando Acrux seppe della chiesa, ci racconto la storia di Gilles de Rais. La notte stessa comincio la caccia ma non potevamo sapere che eravamo noi le prede. Le notti si susseguivano pattugliavamo le strade senza trovare nessuna traccia di quel mostro, intanto i bambini continuavano a sparire ormai avevano superato il centinaio. Acrux non si fermava un attimo, mi disse che stava rivivendo un incubo che aveva cercato di dimenticare. La notte in cui entro in quel castello bretone con una ventina di soldati e trovo quel mostro ancora intento nei suoi esperimenti. Dopo un duro scontro riuscirono a catturalo. Rimasto solo in quella sala, Acrux si senti male nella sua vita aveva visto ogni genere di crudeltà e di morte di solito queste cose non lo toccavano, ma il vedere quelle creaturine massacrate avevano inclinato anche la sua tempra da guerriero millenario. Gente come noi che vive a stretto contato con la morte, prima o poi matura un certo distacco come se vedi un cadavere durante un telegiornale. Provi un dispiacere che dura un istante fino alla prossima notizia.”


Buffy: “Credo Laura che sia una forma di difesa, che ci creiamo per non impazzire. Ma ogni volta che cerchiamo di rimanere distaccati perdiamo un pezzo della nostra umanità. A volte mi chiedo per quanto tempo si possa sfuggire alla follia nel nostro mondo.”


Laura: “Non lo so forse per secoli, se si trova un equilibrio. Ho visto tutto il secolo appena trascorso, sono stati i 100 anni più cruenti della storia umana, ma non sono stati i vampiri o i demoni a compiere le stragi e i genocidi o a far scoppiare le guerre e le rivoluzioni, sono stati gli uomini per quanto un vampiro posso uccidere per secoli non può raggiungere le cifre dei morti delle varie guerre. Una notte finalmente trovammo il suo nascondiglio. Riconobbe subito Acrux chiamandolo col nome che usava al epoca: Eric Alexander du Lac Pallade. Io e Justine lo guardammo con curiosità e lui ci disse che allora si usavano nomi lunghi. Noi lo chiamavamo Acrux in realtà usava il nome Eric Dieudonne. Ma lo cambiava molto spesso per non attirare l’attenzione, cercava il passare il più inosservato possibile nelle varie epoche storiche, cosa che però dato il suo carattere non gli riusciva molto bene. Appena c’era una guerra da combattere o una causa da seguire ci si buttata dentro senza pensarci due volte. Gilles era un uomo sui 40 anni, si vedeva lontano un miglio che era matto da legare. Noi stavamo per attaccarlo quando dal nulla arrivarono degli strani esseri che l’alchimista chiamava changelin; non erano difficili da uccidere anche se erano tanti. Intanto Gilles rideva mentre io e Justine avanzavamo verso di lui. Acrux era stranamente rimasto indietro e cercava il più possibile di non uccidere gli changelin. Quando finalmente eravamo a pochi passi da quel pazzo, Acrux ordino la ritirata. Noi non capivamo, abbiamo obbedito. Tornati al rifugio Acrux ci spiego che in realtà gli changelin, erano dei bambini che Gilles aveva modificato, oggi si direbbe geneticamente.”


Buffy: “Geneticamente? Ma com’era possibile, che Gilles conoscesse la genetica? E riuscisse…”


Laura: “…. a modificare i geni umani nel 1831, secondo Acrux lo aveva già fatto 4 secoli prima nel 1436. Acrux non ci aveva raccontato tutto, ci aveva nascosto che lui e Gilles erano amici e che svolgevano delle ricerche biologiche, in pochissimo tempo scoprirono cose inimmaginabili riuscendo anche a manipolare i geni. Questo fatto porto la rottura fra i due. Acrux era spaventato di quello che avevano scoperto e dei suoi possibili utilizzi, al contrario Gilles era eccitato per le possibilità che le sue scoperte offrivano. Tra i due scoppio una lite, alla fine Acrux lo abbandono, l’avrebbe dovuto uccidere, ma il pensiero di Giovanna disperata per la perdita del suo osservatore lo fermo. Gli disse che se avesse superato i limiti lo avrebbe ucciso. Ma lasciar vivere degli esseri del genere può essere un gravissimo errore. Passarono gli anni Giovanna fu condannata al rogo come strega il 30 maggio del 1431, Acrux ha assistito al esecuzione ma non è intervenuto, non ci spiego i motivi ma conoscendolo dovevano essere gravi. Cinque anno più tardi era il 1436 Acrux vide in un villaggio una ragazza identica alla Pulzella. La segui fino a casa e li ci trovo Gilles, aveva clonato Giovanna ed era completamente impazzito. Acrux busso alla porta e fu Giovanna ad aprigli, De Rais lo riconobbe subito. Si sedette di fronte a lui e gli chiese spiegazioni, Gilles rivolgendosi a Giovanna gli disse d’andare via per un po’ cosi che lui e il suo vecchio amico potessero parlare. Lei obbedì e appena i due rimase soli, Gilles gli domando cosa ne pensava, aggiungendo che fisicamente e caratterialmente erano identiche ma non era riuscito a rimettere perfettamente i suoi ricordi, anche se alle volte sembrava ricordare qualcosa. Per la seconda volta Acrux penso di ucciderlo e per la seconda volta non lo fecce, senza di lui quella povera creatura sarebbe morta. Andò via. Qualche anno più tardi anche il clone di Giovanna morì. Gilles impazzi del tutto si chiuse nel suo castello. Il resto lo sai.”


Buffy: “Sembra incredibile che abbia clonato una persona.”


Laura: “Al epoca la cosa stupì anche me. Oggi invece parlare di cloni, di geni e di manipolazione genetica è una cosa normale; ormai siamo ad un passo dalla clonazione umana.”


Buffy: “Tutto questo è spaventoso.”


Laura: “Era terribile dover uccidere quei poveri bambini, trasformati in orrendi mostri. Passarono i mesi ma non riuscivamo a fermarlo. Acrux non si fermava un attimo lo combatteva di giorno con Justine e di notte con me, lo vedevo sempre più stanco e sfiduciato. In lui le ferite del corpo guariscono subito, ma non quelle del anima, anche se non lo dava a vedere si sentiva responsabile della morte di quelli innocenti. Tutti noi eravamo distrutti le lotte contro De Rais ci sfiancavano sia fisicamente che moralmente, continuando cosi non saremo durati molto. Io in ogni changelin rivedevo il volto terrorizzato della piccola Angelique, avrei fatto qualunque cosa per salvarne almeno uno. Una notte, durante uno scontro Acrux mi lascio sola per inseguire De Rais, avevo contro una ventina di changelin, ma non fu difficile ucciderli tutti. Stavo per andare al ricerca di Acrux, quando mi ressi conto che uno di loro era ancora vivo, era stato mutato in una specie di felino nero solo il lato destro del viso e il braccio destro avevano ancora un aspetto umano. Mi avvicinai poteva avere più o meno 9 anni, gli avevo rotto le costole e la zampa posteriore sinistra, cerco di parlare ma quasi non ci riusciva capi che cercava la madre. Al inizio pensai di ucciderlo per evitargli la sofferenza e lo stavo per fare, tagliandogli la testa, ma mi afferro per un braccio, mi chiedeva aiuto chiamandomi mamma. Non potevo abbandonarlo, forse l’avrei potuto salvare, forse Acrux conosceva un modo per invertire la trasformazione. Cercavo di illudermi in qualche modo. Lo pressi in braccio è lo portai a Saint Merri. Per fortuna non c’era nessuno. Lo misi sul mio letto, lo accarezzavo e gli tenevo la mano umana. Capi che ormai non c’era molto da fare, sarebbe morto, ma anche se in realtà era un atto di misericordia facilitare il trapasso non me la sentivo. Avevo ucciso sia uomini che creature delle tenebre, e anche dei bambini ma uccidere in quel modo un ragazzino non me la sentivo. Pensai che forse avrei dovuto chiamare un sacerdote, ma non potevo rischiare di farmi scoprire e anche se lo trovavo probabilmente si sarebbe terrorizzato a vedere quel essere che aveva ben poco di umano. Cercavo rilassarlo con dolci parole e canzoni, lui continuava a confondermi con sua madre. Non sapevo neanche se mi poteva ancora sentire. Del cereo spurgo rosso gli colava dalle orecchie mi suggeriva che poteva essere sordo oltre che cieco. La sua gola si gonfio come quella di un rospo e sangue salmastro colo dalla sua bocca. Premetti sul gonfiore e intanto cantavo e pregava, non lo aveva mai fatto neanche quando ero viva. Più volte avevo sconfitto la morte, e l’avrei fatto anche negli anni futuri, ma la grande tenebra si prendeva sempre la sua rivincita. Quante vite ho visto spegnersi come per compensare la mia lunga esistenza nella notte. Non sapevo anche il suo nome, non sapevo come chiamarlo. I suoi occhi mutati simili a quelli di un gatto si spalancarono, si vedeva che soffriva. Continuava a chiamare la madre. Avrei voluto trovare Gilles De Rais per dargli la stessa sofferenza e terrore che dava a quei piccoli. Il ragazzino tremò in un accesso. Gocce di sudore insanguinato le spuntarono su tutto il viso. Gli dissi d’essere sua madre. Io non posso avere figli, Buffy. Però in quel istante mi sentivo una madre che accudisce la propria creatura. gli sussurrai di volerlo bene. E lo strinsi a me con forza. Le ossa si mossero nel piccolo torace del bambino. Tenevo la sua minuscola e fragile testa con il mio seno. Mi sono aperta la camicia e mi praticai un taglio con l’unghia del pollice, facendone uscire il sangue. E lo incoraggiavo a bere. Speravo che per una volta il mio sangue da non-morte potesse salvare qualcuno e anche ridargli un aspetto umano. Tenevo la sua testa appoggiata al mio seno, guidando sua la bocca fino al ferita. Mi faceva male come se il mio cuore fosse stato trafitto da un ago. Amare significa soffrire. Il mio sangue, di un vivido scarlatto, era sulle sue labbra. Gli cantai d’amarlo. Nel fondo della gola emise un piccolo suono strozzato. Poi la sua testa ricadde dal mio seno, il suo viso era imbrattato di sangue. La sua zampa anteriore batté una volta, in uno scatto che mi sbilanciò. Era morto, con uno spasimo di scoramento lasciai cadere il cadavere avvolto nella coperta. E urlai. La mia fronte era impregnata del mio inutile sangue. I miei capelli umidi si erano incollati al viso, gli occhi erano pieni di lacrime rosso-sangue coagulate. Avrei voluto creare in Dio, per poterLo maledire.

Mi allontanai, mi strofinai gli occhi e spinsi indietro i capelli. C’era una bacinella d’acqua, mi lavai il viso. Voltandomi vidi che non ero più sola, c’erano i miei compagni. La faccia di Jean era esterrefatta, anche dopo tanto tempo, quando la mia faccia cambiava gli apparivo orribile. Non si era mai abituato a vivere nelle tenebre, rimaneva con noi solo per amore di Bustine. Acrux rientro in quel momento la caccia a quel pazzo era andata male, gli era sfuggito. Vide il corpo del changelin ma non disse nulla, credo che capì tutto appena mi vide, per poi uscire nuovamente non so se per ricominciare la ricerca di De Rais o per sfuggire a me.”


Undicesima parte



Buffy: “Sfuggire a te?”


Laura: “Acrux è un guerriero, uno dei migliori al mondo, ma a volte non sa che cosa dire in certe situazioni, cosi preferisce fuggire e trovare rifugio nel suo habitat naturale il campo di battaglia; lì non c’è bisogno di parole, lì e tutto più facile. Torno qualche ora più tardi. Gli altri erano andati a letto. Non aveva trovato De Rais ma aveva ucciso un paio di vampiri, sentivo l’odore della loro cenere. Io e lui non ne avevamo bisogno di dormire, il riposarsi era una prerogativa dei mortali a noi non era permesso. Io cercai di rompere di ghiaccio fra noi, chiedendogli come era andata lui mi rispose con un semplice bene. Dal suo sguardo capi che non era arrabbiato per quello che avevo fatto; portare un changelin a Saint Merri, ma che avevo rischiato la vita e se lo changelin mi avesse succhiato tutto il sangue uccidendomi, sembrava che lui non mi volesse perdere, come era successo per la sua Tisifone, ci teneva a me come amica o come qualcosa di più. Non lo sapevo. Forse non era bravo a parole ma aveva imparato ad non mostrare i propri sentimenti. In realtà anch’io tenevo nascosti i miei sentimenti nei suoi confronti. Passo circa una settimana e finalmente eravamo riusciti a mettere in trappola De Rais, quando dal nulla arrivo un guerriero con indosso un armatura medievale e in mano una spada. Attacco me e Justine, la sua agilità era incredibile anche se indossava una pesante armatura, ed era forte e con la spada ci sapeva fare. Anche se eravamo due contro uno riuscì facilmente a sconfiggerci e stava per ucciderci quando Acrux, accortosi delle nostre difficoltà lasciò lo scontro con De Rais per correre in nostro aiuto. Fra il guerriero medievale ed Acrux iniziò uno scontro. Era la prima volta che vedeva Acrux in difficoltà in duello con le spade, sembrava che Acrux conoscesse il modo di combattere del suo avversario, anzi che sapesse chi si nascondeva dietro l’elmo. I minuti passarono ma l’esito del duello era incerto. I due continuavano a scambiarsi affondi e parate, De Rais il guardava sorridendo. A un certo punto mi sembro che il guerriero avesse chiamato Acrux: Eric. E che la sua voce fosse quella di una donna. De Rais richiamo a se il guerriero e i due sparirono. Acrux cadde inginocchio era stato ferito ad un fianco, anche se grave la ferita guari in pochi secondo. Io e Justine invece avevamo subito una ferita molto più grave nel nostro orgoglio. Un solo guerriero era riuscito a metterci fuori combattimento. Tutti noi avevamo capito chi si nascondeva dietro a quell’elmo, De Rais c’era riuscito, aveva di nuovo clonato Giovanna d’Arco. Acrux ci parlo di lei era una guerriera dalla forza e dal carisma fuori dal comune. L’aveva incontrata a Orlèans, dopo la liberazione. E dopo un duello fra i due, lui si uni al suo esercito; fianco a fianco hanno combattuto durante la battaglia di Patay. Lui e De Rais la seguirono in ogni impresa, fino al rogo. La notte successiva ci arrivo una lettera di sfida da parte di De Rais, il luogo era il suo vecchio castello in Bretagna. Siamo partiti il giorno dopo, con un carro eravamo Acrux, Justine e io, chiusa in una barra.”


Buffy: “Bel modo di viaggiare.”


Laura: “Per fortuna non soffro di claustrofobia. Prima d’andare in Bretagna Acrux volle passare a prendere una cosa che aveva lasciato ad Orlèans, dopo la guerra dei 100 anni. Si trattava dell’armatura che usava a quel tempo, era di colore viola ed era ancora in perfetto stato anche se era rimasta sotto terra per più di 4 secoli. Acrux ci disse che la lega con cui era stata forgiata rimaneva congelata nel tempo. Sul elmo faceva bella mostra di se la testa di profilo un corvo e lo stesso uccello era messo sullo scudo, per questa ragione, ci disse Acrux, lo avevano soprannominato Corvo Viola. Dopo una giornata di viaggio siamo finalmente arrivati nel castello, era notte ed io usci dalla cassa e andai a mettere qualcosa sotto i denti. Quando tornai Acrux aveva indossato la sua vecchia armatura, e Nyx era diventata una spada medievale. Il castello era un cumulo di macerie, delle quattro torri poste agli angoli solo una era intatta. Tutto era avvolto dalla sinistra luce della luna piena, si sentivano gli ululati dei lupi, vidi Justine tremare non so se dal freddo o dalla paura. Io sembravo tranquilla in realtà avevo paura, per la prima volta dopo essere stata abbracciata, la cosa mi eccito. Entrati nel castello, una voce proveniente dall’alto del mura ci chiamo, era De Rais che ci dava il suo ben venuto, vicino a lui c’era Giovanna con l’armatura ma senza elmo, i suoi capelli erano castani corti e il suo viso inespressivo. A un di De Rais si lancio dalle mura e ci attacco, Acrux estratta la spada paro il suo affondo, intanto anch’io avevo estratto la mia spada e lo stesso aveva fatto Justine. Giovanna riusciva a tenerci testa. Acrux approfittando che io e Justine la distraevamo corse verso la torre, voleva De Rais. Mentre andava via ci disse di tenerla impegnata e di non ucciderla se non era necessario. Sembrava facile. Dopo pochi secondi lui era già sulle mura ad affrontare Gilles de Rais. Lo scontro inizio furioso fra i due, De Rais mentre combatteva parla con Acrux dei vecchi tempi, gli chiedeva se si ricordava la notte in cui l’avevo presso cosi simile a quella e la prima volta che aveva incontrato la Pulzella, e il duello sulle mura d’Orlèans. Acrux rimaneva in silenzio, e De Rais si rispondeva da solo dicendogli che era sicuro che si ricordava tutto, poi gli domando se la stava ancora cercando.”


Buffy: “Chi stava cercando?”


Laura: “Al epoca non capì, a chi si riferiva. Lo sguardo di Acrux era inespressivo a quelle parole. Il duello fra i due continuava, avrebbero potuto combattere per anni senza che ci fosse un vincitore, ero entrambi immortali, Acrux può essere ucciso solo da un arma spirituale e De Rais anche se era un vampiro non aveva punti deboli. Pero tra i due un differenza c’era: Acrux aveva 2500 anni d’esperienza, De Rais era rimasto in una cassa per 400 anni. Intanto lo scontro fra noi e Giovanna continuava ma tutte e tre eravamo esauste, poi avevo paura se il duello fosse durato fino al sorgere del sole io avrei dovuto lasciare Justine a vedersela da sola. Dovevamo trovare un sistema per fermarla ma quale ad un tratto mi venne in mente. La saltai finendo alle sue spalle, Justine approfittando del momento la trafisse al ventre, lei stava per reagire ma io più veloce la bloccai e la morsi sul colo. La sentivo ansimare, il suo sangue caldo scorreva nella mia bocca, il suo sapore mi inebriava. De Rais non l’aveva ressa immune hai morsi dei vampiri cosi che se un giorno la creatura si fosse ribellata lui avrebbe potuta eliminare o per farla diventare un giorno una vampira. De Rais visto cosa stava succedendo, urlo e cerco di raggiungere sua “figlia”, ma Acrux si butto contro di lui e tutte due caddero giù dalle mura. Ormai avevo quasi prosciugato la nostra avversaria, Justine se ne resse conto e mi spinse lontano, ma io volevo ancora quel sangue, mi piaceva e pressa dalla sete attaccai la mia amica, e stavo per morderla, quando per fortuna lei tiro fuori una croce e mela mise davanti agli occhi, alla vista di quel simbolo io feci dei passi indietro, Justine ne approfitto per colpirmi allo stomaco facendomi perdere i sensi. Era la prima volta da quando avevo ucciso Luc che la sete si impadroniva di me, ma il sangue di Giovanna era puro come quello di un bambino, come quello di Angelique, da quel giorno mi ressi conto che se anche avevo l’anima restavo sempre una vampira, l’anima non mi rendeva l’umanità ma solo mi faceva rimanere al confine fra la luce e le tenebre, fra i vivi e i non-morti. Per non perdere il poco di umano che mi rimaneva non dovevo solo seguire le regole della maledizione, ma anche non cedere alle tenebre e alla sete. La caduta di Acrux e De Rais era stata terribile, sotto le mura del castello c’era il bosco, i rami degli alberi li ferirono. Anche se indossavano delle armature le ossa e gli organi interni subirono dei danni, Acrux aveva le ossa della gamba destra fratturate in più punti, la clavicola della spalla sinistra e tre costole rotte. De Rais, che era vicino a lui, aveva più o meno gli stessi danni. Quelle ferite avrebbero fermato chiunque, e ritrovate le spade, anche se a fatica si avvicinarono l’uno all’altro erano inginocchio ma continuavano a combattere. Sembrava che non sentissero il dolore volevano solo uccidersi a vicenda. Le loro ferite cominciarono a guarire e dopo qualche istante i due anche se malamente si alzarono. Acrux con un rapido movimento riuscì a tagliare il netto la mano destra di De Rais disarmandolo, per poi andare alle sue spalle e colpirlo dietro il colo De Rais cadde a terra, non poteva più muovere un solo muscolo del corpo. Acrux con un colpo di un antica tecnica cinese aveva distrutto i nervi. Era finita, esausto Acrux si sedette ai piedi di un albero. Dopo qualche istante siamo arrivati io e Justine. Acrux ci disse che dovevamo aiutarlo, l’abbiamo spogliato del armatura e dovevamo rompere nuovamente le ossa di modo che questa volta si saldassero in modo coretto, non fu una bella cosa lui grido più volte per il dolore. Finita quel operazione ci siamo sedute vicino a lui. Ed io gli chiesi cosa dovevamo fare di lui, indicando De Rais, mi rispose che l’avremo seppellito e che questa volta nessuno l’avrebbe liberato. In quel momento abbiamo senti un fruscio qualcuno si stava avvicinando, io e Justine ci siamo alzate per affrontare chiunque fosse, era Giovanna. Aveva in mano la spada, ma il suo viso non era inespressivo come prima. Chiese a Acrux se era Erik, lui annui, poi la saluto e ci presento. Giovanna non guardava neanche verso il corpo immobile di De Rais. Acrux gli chiese che cosa aveva intenzione di fare adesso, lei rispose che avrebbe voluto vedere i nuovi tempi, e come era cambiata la Francia, ma soprattutto voleva vivere in pace basta con le guerre, con essere la Pulzella e la Slayer. Gli era stata offerta una nuova possibilità, una nuova vita. E dopo aver salutato se ne andò. Il sole stava per sorgere, io rientrai nella cassa, mentre Justine e Acrux stavano scavando una fossa per De Rais.”


Buffy: “L’hai mai rincontrata?”


Laura: “Si, in Francia durante la seconda guerra mondiale combatteva come partigiana e si faceva chiamare Isabelle Domrèmy. Isabelle era il nome di sua madre, Domrèmy era il villaggio, sulle rive del Mosa, in cui era nata.”


Buffy: “Aspetta se non sbaglio avete affrontato De Rais nel 1831, e tu adesso mi dicci che hai rincontrato il clone di Giovanna d’Arco, nella seconda guerra mondiale; ma sono passati più di 100 anni…”


Laura: “La creatura di De Rais invecchiava di 1 solo anno ogni 50 anni. Dopo la lotta contro De Rais la situazione a Parigi si calmo, per 4 anni non abbiamo fatto altro che affrontare piccoli vampiri. Ma non furono anni facili. Jean mori fatto a pezzi da un licantropo, Justine se ne sentiva responsabile e non riusciva più ad essere se stessa. Poi arrivo la notizia della morte si sua madre. E’ una notte il mio peggior incubo torno, vidi Nicole. Indossava un costume da pierrot rosso, il volto bianco e le labbra rosse. Si faceva chiamare Arquine, Arlerchina. Justine voleva aiutarmi, ma Nicole era un mio affare privato, e non volevo intrusioni ne da parte sua, ne di Acrux; era la mia guerra, la mia vendetta. Passai notti a cercarla, pestando chiunque potesse darmi informazioni, ma Parigi aveva troppi nascondi, giù nelle fogne o negli alti palazzi e monumenti. Acrux e Justine erano impegnati nelle caccie di routine. Dopo cerca una settimana di ricerche fu lei ha venire da me. Mi chiese di venire con lei, di tornare al tempo in cui eravamo sole contro tutti. Aggiunse che io ero una vampira e che potevo stare solo con i miei simili e che lui non mi avrebbe mai amato.”


Buffy: “Sapeva di Acrux?”


Laura: “Si, riusciva a leggere i miei pensieri. Mi voltai, ma lei non c’era più. Dopo qualche secondo arrivo Acrux, aveva ascoltato quello che Nicole mi aveva detto? Sembrava di no. Gli dissi che dopo aver sistemato Nicole sarei andata via da Parigi. Speravo che mi avrebbe detto di rimanere, che mi amava. Rimase in silenzio per alcuni istanti, poi si volto in mano aveva Nyx e mi chiese se mi andava di combattere. Estrassi la Toledo-Salamanca, e abbiamo cominciato. Mi piacevano i suoi occhi quando combattevamo. Dopo un paio d’ore siamo tornati a Saint Merri, Mattieu ci stava aspettando, voleva delle spiegazioni sul perché non l’avevamo informato del ritorno di Nicole, era infuriato con noi. Acrux cerco di calmarlo senza riuscirci. Mattieu gli grido che non poteva capire cosa provava, si resse conto di cosa aveva detto, e si scuso. Acrux nei quei 2500 anni per colpa dei vampiri aveva perso la donna che amava, e un infinita di Slayers che considerava come sue figlie o sorelle. Dissi a Mattieu che avrebbe dovuto lasciare a me Nicole, che doveva preoccuparsi della sua Slayer, come suo padre vegliava su di me. Chi sa come avrebbe reagito nel sapere che io e Luc eravamo amanti. Quel ragazzo aveva sacrificato tutto per essere un osservatore e anche lui era una vittima di Nicole. Passarono tre giorni e Nicole si presento davanti a Saint Merri, invitandomi a seguirla. Correvamo per le vie di Parigi, come un tempo quando eravamo amiche e vive. Ad un tratta comparve un gruppo di sicari, uomini e creature delle tenebre. Era assassini dell'Ordine di Taraka. Credo che tu li conosca?”


Dodicesima parte



Buffy: “Si, ne ho affrontati tre che mi furono mandati da Spike.”


Laura: “Spike la sa organizzare una festa. Ero circondata, un vampiro si lancio contro di me, ma fu colpito da un dardo. Acrux era venuto in mio aiuto. Si scuso perché non aveva mantenuto la promessa e con un altro dardo feri un sicario. Eravamo schiena contro schiena. Mi disse di occuparmi di Nicole, che lui se la vedeva con i Taraka. Gli dissi di stare attento. Mi rispose di non preoccuparmi. Corsi verso Nicole, due dei suoi sicari cercarono di fermami, senza riuscirci. Nicole ricomincio a correre ed io gli ero sempre dietro. Uno degli assassini immobilizzo il braccio sinistro di Acrux, questo diede uno stratone e il sicario si ritrovo con 70 cm di katana nello stomaco. Liberatosi del cadavere, lancio la catena che si attorciglio intorno al collo di un altro sicario, per poi spezzargli l’osso del colo. Un sicario lo attacco con una scure, Acrux gli taglio la mano, e questa volo verso alto, e con un salto l’ombra presse la scure con la sinistra, per poi massacrare gli avversari. All’apparenza Acrux può sembrare calmo e tranquillo, ma a volte quando combatte assomiglia ad un demone, che non conosce ne’ paura ne’ pietà. Dopo una ventina di minuti tutti i Taraka erano morti, Acrux aveva qualche ferita ed era ricoperto di sangue. Intanto io aveva raggiunto Nicole davanti all’Arco di Trionfo, che al epoca era ancora in costruzione. Lei tiro fuori una frusta e mi colpi al viso, sorrisi. Cercava di tenermi lontana con la frusta, ma io prevedeva i suoi movimenti, c’era qualcosa di strano conoscevo il modo di combattere di Nicole e quella che aveva davanti anche se brava non era allo stesso livello della mia rivale. Poi con un salto mi misi alle sue spalle e la minacciai con la spada chiedendogli dove Nicole. Mi rispose che era troppo tardi che aveva servito la sua padrona e che ormai poteva morire, estrasse un paletto e si uccise. Acrux arrivo un minuto più tardi e vide il mucchio di cenere, mi chiese se era tutto finito, ed io gli risposi di no che non era Nicole. Fu allora che capi tutto: Nicole non voleva me ma Justine. Ne parlai con Acrux e stavamo per andare a Saint Merri, ma Acrux si senti male, non erano le ferite, era quello che provava quando una Slayer stava per morire. Mi grido di fare in fretta, di non preoccuparsi per lui. Corsi come non aveva mai corso, ma arrivai tardi Nicole era legata ad una sedia con due tagli sui polsi ed uno sul colo. Piansi lacrime miste a sangue, gridai maledicendo me, Dio e Nicole. Mattieu era privo di sensi ma stava bene. Acrux arrivo poco più tardi le sue ferite stavano già guarendo. Io era distrutta per la seconda volta aveva permesso a Nicole di uccidere una persona a cui volevo bene. La notte dopo siamo partiti per Avignone, dove abbiamo seppellito Justine accanto hai sui genitori, non ho potuto neanche assistere al funerale. Tornati, dopo qualche giorno a Parigi, Matte parti per Londra, forse gli avrebbero affidato una nuova Slayer, ma lui aveva deciso di rimanere del consiglio. Anche Acrux parti qualche giorno dopo di lui, senza dirmi una parola. Rimasta di nuovo solo decisi di lasciare Parigi, d’andare per il mondo. Nicole era sparita proprio com’era ricomparsa. Io mi diressi a Sud in Italia, poi andai in Grecia la terra di natale di Acrux li affrontai un vampiro molto potente Lord Ruthven. Poi mi diressi in Egitto, e anche li ho combattuto al ombra delle piramidi con i vampiri del Clan Tera, uno dei più antichi ma per mia fortuna già in declino. Dal Egitto andai in Arabia che al epoca, come Egitto, faceva parte del impero Ottomano ormai sulla via del tramonto, poi la Palestina e quella che nella antichità si chiamava Mesopotamia, dove i vari clan di vampiri non fanno altro che farsi la guerra fra loro, poi in Persia e in Afghanistan, che sono terre desertiche e inospitali. Poi prima d’andare in India, sono salita sul tetto del mondo, il Nepal terra magica e piena di cultura millenaria, i monaci mi insegnarono diverse tecniche marziali e di meditazione, cose che imparai anche in India. Poi andai in Cina, li esistono dei vampiri dai poteri incredibili e meglio non avere niente a che fare con loro. Poi salpai per il Giappone, li gli occidentali non erano visti di buon occhi, anzi venivano uccisi fu il nome di Acrux a salvarmi, anni prima lui e una Slayer salvarono una famiglia da un clan di vampiri samurai, questi saputo che io ero una sua amica si sentirono in obbligo d’aiutami.”


Buffy: “Di solito quanto tempo passavi nei varai paesi?”


Laura: “A volte pochi mesi, altri volte anni. Più viaggiavo più imparavo nuove cose, nuove lingue, nuovi modi di combattere, nuove armi.”


Buffy: “Quante lingue e arti marziali conosci?”


Laura: “Conosco circa una trentina di lingue e una cinquantina di arti marziali.”


Buffy: “Caspita, io non so una parola di francese e pratico solo due tipi di combattimento. Sono impressionata. Forse dovrei anch’io fare una specie di viaggio d’iniziazione.”


Laura: “E’ una cosa emozionante. Per la prima volta ero contenta d’essere immortale, una vita non sarebbe bastata per vedere e imparare tutte quelle cose. Se sei impressionata da me, Acrux ti farebbe paura, conosce quasi 200 lingue, fra vive e morte, e le parla tutte perfettamente; di arti marziali ne conosce circa 300. Il bello e che riesce a passare da una lingua ad un’altra nella stessa frase. Dove ero rimasta? Ah si al Giappone. Perfezionai la mia scherma, come in Cina, e appresi alcune tecniche ninjia. Finito il mio viaggio in estremo oriente, sono salita in Russia e dopo aver passato lo stretto Bering, mi ritrovai in Alaska, che al epoca era ancora proprietà della Russia. E mi spostai in Canada

per poi scendere fino a qui in California, che da poco faceva parte degli Stati Uniti era il 1849.”


Buffy: “Se venuta pure qui a Sunnydale?”


Laura: “Si, e ho affrontato il sindaco e quasi ci lasciavo le pene. Sono stata felice nel apprendere che l’hai mandato al inferno quel bastardo immortale.”


Buffy: “E’ stata dura, abbiamo dovuto far esplodere la scuola per distruggerlo.”


Laura: “Lo sentito dire. E stata una mossa molto azzardata, complimenti.”


Buffy: “Grazie.”


Laura: “Dopo essere scampata al sindaco, mi diressi vero Est, e per qualche tempo mi fermai con i Raven una tribù indiana di vampiri, nei territori selvaggi del Nevada. Stavo bene con loro, mi trattarono benissimo, e comincia una relazione con un nuovo nato di nome Hawk, loro non uccidevano esseri umani ma succhiavano il sangue dai bisonti. Ma insieme con i bianchi arrivarono anche i clans di vampiri, che volevano una fetta del nuovo mondo. Io mi ero allontanata per qualche giorno per rispettare la maledizione, e quando tornai tutta la tribù era stata massacrata, compressi donne e bambini. Il mio amato Hawk, morì fra le mie braccia, era stato colpito da una pallottola d’argento non al cuore ma lo stava infettando in non potevo far niente. L’odio si impadronì di me, trovai quei luridi vermi, e li uccisi tutti. Ma la vendetta non porta a niente, rimasi per 4 anni da sola nella prateria fino al 1852, poi tornai alla civiltà, e mi comprai una pistola una colt navy model con manico in avorio uscita l’anno prima, nel tamburo mettevo sempre una pallottola d’argento, per quelli a cui il piombo non faceva che li solletico.”


Buffy: “Come facevi a caricarla, l’argento non ti bruciava le dita?”


Laura: “Usavo un paio di guanti, ma al inizio non e’ stato facile mi ci e voluta un po’ di pratica. Nel 1859 incontrai un pony espress di 18 anni, che aveva la mia stessa arma il suo nome era James Butler Hickok.”


Buffy: “Hai incontrato Wild Bill Hickok?”


Laura: “Si ma al epoca non lo chiamavano ancora cosi, ma la sua bravura con la pistola era gia leggendaria. Ero arrivata in città inseguendo un gruppo di vampiri. Uno di loro non aveva perso tempo e aggredendo una ragazza di saloon, per fortuna ero intervenuta in tempo. Ma il mio viso nella foga dello scontro era cambiato, e quella stupida che era rimasta zitta mentre il vampiro gli succhiava il sangue comincio a gridare appena mi vide, da quelle parti stava passando Jimmy, cioè Hickok, che sentire le urla corse a vedere cosa stava succedendo. Arrivato appena ci siamo visti abbiamo estratto la pistola, per fortuna senza fare fuoco, mi chiese cosa diavolo ero. Gli dissi che ero una vampira, e che se quella arma non era caricata con pallottole d’argento non poteva uccidermi. Ripreso il mio aspetto umana me ne andai, lui non riuscì a fare niente, però non era impaurito, sembrava sorpreso. Riaccompagno la ragazza, che gli spiego che io l’avevo salvata. Decise che mi voleva rincontrare per scusarsi. E cosi passo tutto il giorno dopo e la notte a cercarmi.”


Buffy: “Il giorno?”


Laura: “Fino ad allora non sapeva cosa era un vampiro, ne che la luce del giorno poteva uccidermi. Visto che mi stava cercando con tanta passione decisi di farmi trovare. Appena mi vide mi saluto per poi chiedermi scusa e si presento, ed io feci lo stesso. I suoi occhi mi ricordavano quelli di Acrux, in seguito li rividi solo in un altro uomo, Angel. Occhi di fuoco, che esprimevano coraggio e carisma, ma soprattutto erano…..”


Buffy: “….pericolosi. Che ti danno la scossa elettrica quando li guardi e ti fanno venire la pelle d’oca quando ti osservano. A quanto pare abbiamo gli stessi gusti in fatto di uomini. Però non e’ giusto tu conosci il mio ex, ma io non conosco Acrux.”


Laura: “Forse un giorno succederà, mi ha detto che potrebbe ripassare da Sunnydale prima o poi, sai gli piace il clima, e poi mi ha confessato che l’ultima volta si è molto divertito.”


Tredicesima parte



Buffy: “Ma ha scambiato Sunnydale per un Luna Park?”


Laura: “Forse hai ragione. I compagni del vampiro che avevo ucciso vennero in città qualche notte dopo, fu solo grazie all’aiuto di Jimmy che riuscì ad ucciderli tutti. Dopo la battaglia, io e Jimmy ci siamo ritrovati nella mia stanza d’albergo, seduti sul letto parlavamo del più e del meno, quando senza accorgermene gli chiesi di baciarmi. Lui esito. Io gli sorrisi e poi gli dissi che non lo avrei morso. Mi disse che ero una bugiarda. Io rissi e lui avvicino la sua bocca alla mia. Lo strinsi a me. La mia lingua scivolo sulle labbra di lui. La sua mano mi passo fra i capelli. Gli chiesi se mi stava seducendo o se io stavo seducendo lui. Mi rispose di non saperlo. Lo spinsi sul letto ed io ero sopra di lui, e gli baciai il collo, per poi dirgli che quello poteva essere un amplesso al quale non era abituato. I miei denti ero più aguzzi adesso, più lunghi. La mia camicia era scivolata fuori dalla pantaloni e si era slacciata. Dopo poco anche i suoi abiti si slacciarono. Mi rispose che lui avrebbe potuto dirmi lo stesso. Rissi e gli mordicchiai il collo, i miei capelli mi ricaddero davanti alla faccia, e mi solleticarono la bocca e il naso. Le mani di Jimmy frugarono sotto la mia camicia, su e giù per la schiena e le spalle. Io staccavo i bottoni dalla sua camicia coi denti e li sputavo via, per poi baciarlo sulla bocca e sul collo, sentivo il suo sangue pulsare. Ci spogliamo fra le carezze, per poi giacere stretti riscaldati dai nostri corpi. Vidi delle cicatrici, e segui con un dito un taglio sotto le costole, gli domandai come mai avesse avuto tante ferite, lui mi rispose che i guai lo seguivano ovunque. Trovai due ferite di proiettili sulla spalla destra, d’ingresso e uscita. Mi bacio i seni ed io senti un fremito, i suoi denti mi premettero delicatamente contro la pelle. Mi chiesi come mai io non avessi nessuna cicatrice o voglia sulla pelle. Gli risposi che su di me tutto guarisce all’esterno. Mi sposto e si messe su di me, sospirò lentamente mentre scivolavamo l’uno contro l’altro. Avvicinai la testa al suo collo e lo morsi. Lui trasali e, per un momento, si trovo nel mio corpo e nella mia mente. Lo chiamai e gli dissi di fermarmi se gli facevo male. Lui scosse la testa. Dopo averlo fatto siamo rimasti in silenzio per un po’. Jimmy s’addormento ed io rimasi immobile, sotto le coperte a guardare il soffitto e a sentire il ritmo regolare del suo respiro. Quando dormiva sembrava un bambino indifeso, era adorabile. Aspettai che lui si svegliasse, gli sussurrai buon giorno e mi rispose con un buon giorno amore, per poi baciami dolcemente sul colo. Il segno del mio morso era già sparito. Il sole finalmente tramontava, ci siamo alzati e rivestiti, fu allora che Jimmy noto in un angolo la Toledo-Salamanca, la prese in mano e mi disse che conosceva solo un altro uomo che usava una spada, ma queste era diversa la lama tutta nera. Per me fu come ricevere una scossa elettrica. Al mondo esisteva solo una spada dalla lama nera, è apparteneva ad Acrux Nyx. Gli chiesi dove aveva conosciuto quel uomo e se sapeva dov’è potevo trovarlo. Mi disse che per qualche mese aveva fatto il Pony Express, nella sua stessa stazione a Sweetwater, che anche lui aveva una Colt Model Navy come le nostre. Veloce sia con la pistola che con i cavalli, si chiamava Vincent Draven. Mi domando se lo conoscevo, gli risposi di si e che l’avrei voluto rivederlo. Mi disse che non sapeva dov’è era andato, forse ad est. Dopo qualche settimana io e Jimmy ci sia lasciati, non poteva durare ognuno di noi amava un'altra persona. Andai ad est, e una notte a Ridgetown, una piccola città in mezzo al nulla. E l’incontrai Marin Yeovil, un ex osservatore che era stato allontanato dal consiglio. Stavo combattendo dei vampiri, intervenni in suo aiuto, e insieme siamo riusciti a ucciderli. Dopo lo scontro mi chiese se io ero la slayer, io di spalle di dissi che un tempo lo ero mi voltai avevo il volto deformato, pensai che avrebbe cercato di uccidermi, invece dopo la sorpresa iniziale mi invito a casa sua, il suo atteggiamento mi ricordava Luc. Per la strada, gli dissi come mi chiamavo, mi conosceva di nome; ero passata alla storia delle Slayer per essere stata quella che aveva affrontato la guerra dei clans a Parigi. Il consiglio mi aveva trasformato in una leggenda, in un esempio di sacrificio e forza. Senza però raccontare la verità sul alleanza con il clan Baphomet, o che io fossi stata abbracciata, questo avrebbe spaventato le nuove slayer. Marin era stata esonerato dal ruolo di osservatore perché si era rifiutato di uccidere la sua slayer che era stata ferita gravemente rimasta paralizzata dalla vita in giù, quei bastardi del consiglio mandarono i loro uomini per ucciderla. Sentita quella storia il sangue mi bolli nelle vene e di nuovo il mio volto cambio, strinsi il pugno sinistro e digrignai i denti, tanto da far paura al mio nuovo amico, gli chiesi scusa e tornai col mio volto umano. Mi disse che non dovevo scusarmi e apprezzava la mia rabbia verso quei figli di puttana del consiglio. Dopo aver attraversato quasi tutta la città siamo arrivati a casa sua, era un abitazione modesta, che gli serviva anche come clinica dato che ufficialmente svolgeva attività di medico, m’invito ad entrare ad accoglierlo arrivarono due ragazze, che lui mi presento come le sue figlie: Jade e Seira. Io appena le vidi capi che non erano state adottate e anche che erano delle potenziali Slayer. Seira era più grande aveva 17 anni, mentre Jade aveva quasi 15 anni. Mi accolsero bene io evitai di far capire cosa ero, a quanto pare erano allo scuro delle attività notturne del padre. Dopo la cena le due ragazze andarono a dormire, ed io e Marin siamo usciti sul portico a goderci la notte. Mi spiego che se una di quelle ragazze fosse diventata la slayer, lui l’avrebbe difesa dal consiglio. Mi offri ospitalità per il giorno, ma io andai via, c’erano ancora un paio d’ore per cacciare qualche vampiro in più aveva sete. La notte dopo tornai da Marin, avevo bisogno d’aiuto, la coteria di vampiri a cui davo la caccia, aveva il suo nido in delle grotte in un canyon a qualche chilometro dalla città. Marin fu felice di darmi una mano, ci sembrava di tornare indietro nel tempo, quando io ero una slayer e lui un osservatore, e poi lui conosceva il territorio meglio di me. Arrivati alla grotta abbia aspettato che tutti i vampiri fossero tornati, il sole stava per sorgere quando siamo entrati, fu un macello io li buttavo fuori di peso dalla grotta, e il mio compagno li colpiva con acqua santa e balestra. Dopo qualche minuto tutto era silenzio, eravamo esausti, ma li avevamo massacrati tutti. Sarei dovuto rimanere nella grotta ad aspettare il tramonto del sole, ma Marin mi diede un ciondolo, una delle reliquie costruite da De Rais che annullavano i punti deboli dei vampiri. Cosi per la prima volto dopo 55 anni ho rivisto il sole al inizio mi abbaglio, poi mi abituai; era più bello di come lo potessi ricordare, ed cosi piacevole essere scaldata dai suoi raggi. Era bellissimo rivedere i colori, quel deserto mi sembrava un giardino. Tornati a casa Jade mi presto un suo vestito, era strano vestirsi con un abito da donna raramente lo avevo fatto quando era viva e ancora meno dopo essere stata abbracciata, e insieme a Seira siamo uscite le vie della città era piene di vita. Molti ragazzi si voltavano a guardarci, le due ragazze mi presentavano come loro cugina, comprai persino un capello di quelli strani. Fu una bella giornata. Al tramonto siamo tornate a casa, ed io riconsegnai il ciondolo a Marin, mi disse che potevo tenerlo che era un regalo, ma io gli dissi di no che era meglio distruggerlo, nessun vampiro doveva avere quella reliquia, era troppo pericoloso se un giorno una creatura delle tenebre me lo avesse rubato o peggio io avessi perso l’anima. Marin capì le mie ragioni e mi disse che il prima possibile avrebbe preparato un incantesimo di distruzione. Avrei voluto andarvi via ma Jade e Seira insistettero perché io rimanessi, erano delle care ragazze, mi ricordavano me e Nicole. L’incantesimo doveva essere fatto durante una notte di Luna nuova, ci volevano ancora una decina di giorni. Decisi di rimanere in città volevo vedere quel ciondolo distrutto con i miei occhi. Tre giorni prima della cerimonia arrivo la richiesta d’aiuto da un città vicina, un gruppo di demoni l’avevano attaccata. Io parti immediatamente e non ebbi difficoltà a eliminare quei mostri. Sembrava che quel attacco forse stato preparato per farmi andare via da Ridgetown. Intanto Marin si preparava al incantesimo, quando due uomini e una donna ferita bussarono alla sua porta erano stati attaccati da dei banditi e cercavano un medico. Marin senza rendersene conto l’invito ad entrare, ma non appena dentro casa i tre mostrarono il loro vero volto; erano dei vampiri e cosa peggiore la donna era Nicole. Nicole obbligo Marin a farsi dare la reliquia, per poi divertirsi nei suoi modi sadici. Messi inginocchio obbligo il padre a scegliere chi delle due figlie voleva salvare, avrebbe avuto dieci secondi altrimenti avrebbe sparato a tutte due. Comincio a contare puntando ad ogni numero all’alternativamente la pistola alla testa delle ragazze. Quando il conteggio era quasi finito Marin scelse: Seira. E Nicole sparo allo stomaco proprio a Seira. Per poi cominciare a ridere e chiese al uomo se gli piaceva il gioco. Far scegliere chi delle due preferiva e poi sparare proprio a quella cosi che l’altra avrebbe vissuto nella consapevolezza che il padre l’aveva condannata a morte. Seira non era ancora morta e cercava l’aiuto del padre, intanto gli scagnozzi di Nicole gli succhiavano il sangue dalla ferita. Nicole si fece dare una pistola e la mise in mano a Jade, sussurrandogli al orecchio se non avrebbe voluto vendicarsi delle padre che la voleva morta, per poi leccarne il viso. La ragazza pressa l’arma la punto verso Nicole, ma lei gli grido che non avrebbe

mai avuto il coraggio e che poi il piombo non faceva gran che ai vampiri, lo poteva chiedere a me. Jade era ancora di più terrorizzata nello scoprire che io ero una vampira. Nicole stanca delle esitazioni di Jade gli punto la sua pistola alla testa, dicendogli che se non avesse sparato al padre gli avrebbe fatto schizzare il cervello sulla parete. Io arrivai qualche istante prima dell’alba, per sentire lo sparo mi precipitai dentro casa per vedere Jade con ancora in mano l’arma fumante il corpo di Marin riverso a terra, e Nicole che mi salutava per poi scappare dalla finestra con il corpo agonizzante di Seira. Io cercai di inseguirla ma i primi raggi del sole mi bloccarono. Mentre i suoi due tirapiedi morivano bruciati cercando di seguirla. Jade giaceva silenziosa inginocchio a terra non piangeva, il suo sguardo era perso nel nulla, io anche se non difficoltà riusci a chiudere la finestra. E cercai di consolarla, la portai in braccio nella sua stanza. Missi il cadavere in cantina lo avrei seppellito la notte dopo. Passarono due giorni in cui Jade era in uno stato d’apatia, non parlava, non mangiava, non dormiva. Al terzo giorno mentre gli stavo preparando da mangiare, mi chiamo e mi disse che voleva vendicare suo padre e sua sorella e se potevo addestrala. Forse non avrei dovuto acconsentire ma lei suoi occhi vedevo un fuoco, lo stesso fuoco che era in me, in Acrux e un tempo in Justine. Gli raccontai la mia storia e il giorno dopo comincia ad addestrarla, ero dura come lo era Acrux con me e Justine, forse speravo che avrebbe rinunciato ma ogni giorno la sua determinazione cresceva, forse non aveva la forza di una slayer ma ne aveva il cuore. Passarono i mesi, e ormai era pronta a combattere, sentiva il richiamo della battaglia, voleva mettersi alla prova, io posticipavo dicendogli che non era ancora il momento. Perché l’avevo addestrata se poi non la facevo combattere? E poi sapevo che Nicole aveva sicuramente abbracciato Seira, ma non volevo dire a Jade che forse un giorno avrebbe affrontato sua sorella. In lei rivedevo me stessa e questo mi faceva paura. Una notte durante una lotta d’allenamento riuscì a battermi. Ormai non potevo più evitarlo e cosi la notte dopo siamo partite; Jade non si volto neanche una volta a guardare quella piccola città. Non passarono molti giorni che affrontammo un gruppo di 6 vampiri, Jade non ebbe grosse difficoltà. Dopo lo scontro la vedevo eccitata, non c’erano dubbi la lotta gli piaceva. Il tempo passava e noi due viaggiavamo per gli Stati Uniti alla ricerca di non-morti, ormai la guerra civile era alle porte, ma a noi non ci interessava. Poi una notte Jade era in difficoltà combattendo contro tre vampiri, io non potevo aiutarla avevo a che fare con il loro capo. Quando ormai pensavo che avrebbe avuto la peggio la vidi muoversi molto velocemente e colpire i vampiri con una forza che prima non aveva.”


Buffy: “Non mi dirai che era diventata…..”


Laura: “Si Buffy, Jade era diventata una slayer. Gli avevo già spiegato cos’era una slayer e esserlo diventata la eccito, sentiva di porte far tutto, è una sensazione che ognuna di noi prova. Temevo che il consiglio avrebbe mandato un osservatore, ma stranamente non lo fecce, pero sapevo che lui, che ombra delle slayers sarebbe venuto. I mesi passarono Jade era un ottima combattente, intanto che viaggiavamo per il Stati Uniti, lontani dalle prime scaramucce della guerra, raccoglievo informazioni, Nicole aveva davvero reso Seira una vampira, che ora si faceva chiamare Solitaire, il suo apprendistato era durato poco, Solitaire aveva imparato in fretta dal suo Sire, le due si erano separate. Nicole era tornata nel vecchio mondo, pero prima della partenza aveva incontrato a New York, Acrux anche se non era riuscito ad ucciderla, aveva distrutto il ciondolo. Sulle prime pensai di non raccontare la verità sulla sorella a Jade, non sapevo come avrebbe reagito, però una notte un vampiro prima di morire disse il suo nome. Ormai non potevo più rimanere in silenzio e cosi decisi di raccontagli tutto, era meglio che sapesse anche perché molti diventati vampiri uccidono per primi i loro parenti come per cancellare tutto della loro umanità. Jade accuso il colpo, aveva creduto d’averla perso col padre, ma decise che l’avrebbe uccisa; per lei quel essere era un offesa alla memoria di sua sorella. In cuor mio ero contenta della sua reazione, ci siamo messe alla caccia di Solitarie. E una notte in un hotel di una piccola città rincontrai Acrux Nyx. Jade era in giro, sapeva badare a se stessa; Acrux voleva parlarmi da solo. Non era contento del mio intervento in quella storia, mi chiese cosa volevo ottenere. Io non capivo cosa voleva dire e gli chiesi di spiegarsi. Mi domando perché stavo con Jade. Gli risposi che volevo aiutarla. Mi spinse contro il muro, e mentre mi teneva ferma con la mano sulla spalla sinistra, colpi il muro vicino alla mia testa con il pugno destro, il colpo fu cosi forte che sulla parete si scheggio. Mi chiese se in realtà non volevo provare che la mia creatura fosse superiore a quella di Nicole. Io negai, ma in realtà aveva ragione. I suoi occhi erano oscuri, il suo sguardo mi faceva paura. Per istanti che sembravano ore siamo rimasti in silenzio, poi gli accarezzai il pugno destro ancora contro il muro, lo strinsi forte, un uomo normale avrebbe gridato dal dolore, lui non disse nulla. La mia mano comincio a salire su per il braccio e lui a stringere con l’altra mano la mia spalla. Senza preavviso ci siamo baciati, le nostre mani si muovevano come per togliersi l’impaccio dei vestiti. Poi senti bussare alla porta era Jade che mi chiedeva se poteva entrare, io mi girai un attivo verso la porta e quando mi voltai Acrux era sparito dalla finestra. Dissi a Jade che sarai andata a nutrimi e la lascia sola. Per un po’ andai alla ricerca di Acrux, ma lui non voleva farsi trovare. Giravo per la cittadina senza una meta, pensando alle parole di Acrux. Davvero Jade era un mia creatura, un mio giocatolo? L’avevo addestrata per dimostrare la mia superiorità su Nicole? Mi stavo comportando come i vampiri che usano i loro nuovi nati come pedine sacrificabili? O come il consiglio che considerava le slayers come carne da canone? La risposta a tutte queste domande era si. Per la prima volta mi ero comportata da vampira in tutto e per tutto. Non ero diversa da Nicole Bathory o da Gilles de Rais. Cosa dovevo fare? Ci pensai per quasi tutta la notte, ma sapevo che c’era una sola cosa da fare: parlarne con Jade. Stava albeggiando quando tornai al hotel, mi aveva aspettato ma al fine era si era addormentata. Cercai di non far rumore, ma si sveglio. Gli dissi che dovevamo parlare. Gli raccontai ogni cosa, lei ascoltava in silenzio, cercai le parole migliori. Ma quando apprese ciò che gli avevo fatto mi diede un pugno in faccio, avrei potuto evitarlo, ma lo meritavo. Mi insulto, poi disse che dopo aver ucciso la sorella mi avrebbe ammazzato e se ne andò. Pensavo che non l’avrei più rivista e che se un giorno ci fossimo rincontrati avrei dovuta uccidere. Invece la sera stessa busso alla porta. Si scuso con me per quello che mi aveva detto, ed io mi scusai con lei. Mi disse che aveva ancora bisogno di me per fermare Solitaire, ma che dopo avrebbe voluto camminare con le sue gambe, provare a se stessa cosa era in grado di fare. Io ero d’accordo. Dalle ultime mie informazioni Solitaire guidava un gruppo di nuovi nati, il cui rifugio era una città fantasma. Arrivati lì si scateno l’inferno; io e Jade ne avevamo uccisi parecchi, ma stavamo per finire le munizioni. Quando ormai sembrava tutto era perduto, e stavano per esserci addosso, uno di loro fu colpito al cuore da una pallottola d’argento e poi finire in cenere, poi un altro e un terzo. Cercavano di mettersi a riparo ma venivano freddati.Gli spari arrivavano da una collina vidi un uomo armato di fucile su un purosangue nero. Sorrisi. Acrux non poteva abbandonare una slayer. Grazie all’aiuto del ombra, avevamo eliminato tutti i vampiri tranne Solitaire. Rimasta sola usci allo scoperto e dopo essere giunta alla centro della strada avanzo verso di noi. Jade mi guardo per un attimo e poi s’alzo per andare verso la sorella. Ad un tratto si fermarono tra loro c’era circa 15 metri. Si guardarono per un tempo infinito. Erano cresciute insieme e adesso erano pronte ad uccidersi. Acrux le guardava dall’alto, fermo ed inespressivo come un statua. Poi ad un tratto estrassero le pistole e spararono. Jade si accascio al suolo, Solitaire sorrise per un istante. Per poi scappare, io feci per inseguirla, poi pensai a Jade, era stata colpita al petto, non c’era più niente da fare. Acrux avrebbe avuto inseguire Solitaire ma il suo legame con le Slayer glielo impedì. Jade mi sussurro grazie di tutto, e poi spiro. Acrux si avvicino mi diede coraggio mettendomi una mano sulla spalla. Ormai stava sorgendo il sole dovevo trovarmi un riparo, Acrux si preoccupo di seppellirla. Tornato gli dissi d’andarsene che volevo rimanere sola. Dopo qualche giorno decisi d’abbandonare gli stati uniti e di tornare in Europa, giusto in tempo per non rimanere coinvolta nella guerra civile.”


Quattordicesima parte



Buffy: “Sei tornata a Parigi?”


Laura: “No, Parigi a quel epoca era un posto fin troppo tranquillo per me. Volevo tornare a fare quello che sapevo far meglio: rompere le ossa ai vampiri nelle strade di una grande città. E cosi scelsi Londra. Nella seconda metà del 800 Londra era al suo apice in quel periodo storico che viene chiamato età vittoriana, dal nome della regina che porto l’impero britannico alla sua massima espansione. La parola giusta per descrivere la capitale inglese in quel periodo era progresso. A Londra si sviluppavano le teorie scientifiche più interessanti, come l’origine delle specie di Charles Darwin. Le fabbriche sorgevano come funghi, le strade erano illuminate, sotto la città entrò in funzione la prima linea metropolitana. Insomma è tutto un trionfo di scienza e tecnologia.”


Buffy: “Sembra un epoca d’oro, Laura.”


Laura: “Lo era, Buffy, lo era. Ma ogni medaglia a il suo rovescio. Un rovescio fatto di crudeltà, di estrema povertà, di orrori, di ospizi e osterie di infimo ordine e di lavori di fatica. Londra aveva queste due facce, ma restava lo stesso una città magica e misteriosa.”


Buffy: “Laura fu allora che hai incontro Angel per la prima volta?”


Laura: “Si, ricorderò sempre quella notte. Ero appena arrivata in città è il primo posto che voli vedere era la Torre. E sotto la torre bianca si trova l’entrata per il consiglio degli osservatori. Poco lontano dalla Torre si trova l’osteria Red Shuhu, un luogo estremamente pericoloso, punto di ritrovo di tutti gli esseri demoniaci della città in particolar modo vampiri. Lo so può sembrare assurdo che un posto del genere sorga vicino al consiglio ma era proprio cosi. Entrai e per un secondo tutti gli sguardi erano su me. C’era un odore di fumo, sangue, alcool e altre puzze strane. Mi avvicinai al bancone e ordinai del sangue. L’oste prese una bottiglia e lo verso il un bicchiere, io lo assaggiai era sangue di maiale allungato con acqua. Gridai all’oste, mostrandogli i canini e poi gli lancia in faccia quello schifo, dicendogli che volevo sangue umano e non una schifezza animale per giunta con l’acqua. L’uomo si fecce piccolo e tremante, ma non aveva paura di me. Qualcuno era alle mie spalle chi sa da quanto tempo, aveva occultato la sua presenza in modo perfetto, non c’erano dubbi era un vampiro, ma molto potente. Mi voltai era Angelus, che aveva lasciato al tavolo Drusilla e Darla per conoscermi. Quale onore.”


Buffy: “Mi sembra di capire che tu lo conoscesi già di fama?”


Laura: “Si certo, ne avevo sentito parlare. Per quanto non avesse che poco più di un secolo era gia molto temuto, anche da vampiri molto più vecchi. Neanche il conclave, l’istituzione che comprendeva i capi dei vari clans di Londra, riusciva a farsi rispettare da lui e dai suoi. Praticamente aveva in mano la città. Sapevo che prima o poi l’avrei incontrato, ma non immaginavo già al primo giorno. Ci siamo guardati negli occhi, era un gioco di nervi. Non potevo permettermi mosse false, altrimenti non sarei uscita viva da quella fogna. Ero nel suo territorio e lui sembra starci come un ragno nella ragnatela. Si mostro un vero gentiluomo mi bacio la mano e si presento, capi che voleva sapere chi ero. Mi presentai in perfetto inglese, ma lui capi subito che ero francese. Mi mise una mano sulla spalla ed io senti un brivido lungo la schiena. Avvicino la sua bocca al mio orecchio, sussurrandomi che per restare tranquilla a Londra avrei dovuto mostrarmi gentile. Poi indico Drusilla e mi chiese se volevo fare un gioco con loro due. Voleva vedere di che pasta ero fatta. Gli sorrisi e gli tirai una bella ginocchiata nei suoi gioielli di famiglia. Accusato il colpo e si accascio a terra. I vampiri stavo per attaccarmi ma io ero pronta. Pero Angelus gli ordino di fermarsi poi rivolto a me mi sussurro che avevo carattere e la cosa gli piaceva, ma di stare attenta perché ero nel sua città. Io annui. Era un vampiro affascinante e carismatico.”


Buffy: “Lo so bene. Ti confesso che lo amavo anche quando era tornato malvagio. Come una farfalla quando viene attratta dalla fiamma.”


Laura: “Uscendo dalla locanda urtai un vampiro che stava entrando era Spike, che si fermo a guadarmi. Gli chiesi si sposarsi è lui ci mise qualche secondo a capire.”


Buffy: “Ma stiamo parlando proprio di Spike?”


Laura: “Si certo al epoca si faceva chiamare ancora Willam il sanguinario ma era lui. Era ancora un nuovo nato. Uscita da quel dannato posto feci un sospiro di sollievo e mi allontanai. Intanto Spike chiedeva ad Angel chi fossi. E il suo sire gli rispose dicendogli il mio nome, per poi chiedere a Darla se poteva raccogliere informazioni su di me. Intanto lui mi organizzava una festicciola di benvenuto. Camminavo seguendo le mura della tour, avevo un problema importante da risolvere dove passare il giorno. Dovevo trovare un posto, valutai ogni possibilità decidendo andare nei tunnel della metropolitana, avrei dovuto trovare al più presto un posto dove stare. Mentre riflettevo dove avrei potuto farmi una tana mi ressi conto d’essere seguita. Continuai a camminare facendo finta di niente, capi subito che il mio inseguitore non era un principiante, chiunque altro umano o vampiro non si sarebbe accorto di nulla. Questo tizio sapeva occultare perfettamente la propria presenza aveva passo leggero e veloce. Ma anch’io conoscevo qualche trucco, mi arrampicai su un muro di cinta restando attaccata alle pietre e aspettando. Il mio ammiratore non si fecce attendere, e fui soppressa nello scoprire che era una ragazza sui 16 anni dalla pelle scura per essere una inglese, si guardo intorno per vedere dove ero andata a finire. Approfittai del momento di distrazione per attaccarla ma lei non si fecce sorprendere, e fece un salto indietro. Io cambi faccia mostrando i denti e sguainando la Toledo-Salamanca. Quella agilità e quel modo di inseguire la preda non c’era dubbi era la Slayer. Non mi piaceva l’idea di uccidere una di noi, ma se non mi dava alternativa l’avrei dovuto fare. Vista la mia spada la ragazza sorrise, gli piaceva un duello all’arma bianca, sguaino le sue armi un pugnale e una sciabola spagnola, quelle erano armi tipiche 700, principalmente usate dai pirati e corsasi dei Caraibi. Il nostro duello inizio ci sapeva fare, nel suo modo di combattere rivedevo la mano di Acrux, pensai che l’aveva sicuramente addestrata e facendo un ottimo lavoro. La ragazza dimostrava di essere una buona lama. Mi stavo divertendo a combattere contro di lei e dalla luce che vedevo nei suoi occhi si capiva che per lei era lo stesso. A un certo punto io esegui un passaggio traverso.”


Buffy: “Un passaggio traverso?”


Laura: “E’ un affondo molto particolare che colpisce lo stomaco del avversario. E stato inventato dagli irlandesi pochissimi lo conoscono. E’ uno dei colpi preferiti di Acrux. Riuscire a pararlo è quasi impossibile, ma lei ci riuscì. Ci siamo fermate nel medesimo momento. Era sorpresa che il suo maestro avesse potuto insegnare a una vampira una delle sue tecniche. Ma non c’era dubbi. Su di noi cadde il silenzio. Poi gli domandai se era la slayer, mi rispose che un tempo lo era.”


Buffy: “Come un tempo? L’unico modo per smettere d’essere una slayer è morire.”


Laura: “E’ vero ma ci sono delle eccezioni. Gli risposi che anch’io lo ero e che non doveva temermi perché mi era stata ridata l’anima. Era il momento del presentazioni. Quando dal nulla arrivo un gruppo di vampiri e ci attacco, era la festa di benvenuto per me organizzata da Angelus. Ci siamo messe schiena contro schiena ad affrontarli, di nascosto Spike che ci osservava. Mentre combattevamo ci siamo finalmente presentate. Si chiamava Emeraldas de Bonny. Lo scontro duro pochissimo dopo averne ucciso circa la metà, gli altri scapparono. Ci siamo allontanate, Emeraldas mi invito ad andare da lei, aveva una camera d’albergo, accettai e abbiamo passato tutto il resto della notte e il giorno seguente a parlare raccontandoci le nostre storie. Era nata nel 1721 ed era immortale come Acrux, ma cosa forse più incredibile i suoi genitori erano il corsaro Jack Rackham e Anne De Bonny passata alla storia come la regina dei pirati. L’anno prima della sua nascita i suoi furono arrestati e suo padre impiccato, sua madre si salvo perché era in incinta. Ma dopo il parto spari lasciandola sola, fu allevata da un vecchio amico del padre. Ma quando ebbe 16 anni decise di seguire la sua ereditata diventando la principessa dei pirati. Divento capitano di una nave che battezzo Leviathan, nome di un drago biblico, che entro brevissimo tempo divento il terrore dei mari. Un giorno scopri con piacere di avere una forza e una agilità fuori dal comune. E’ qualche tempo più tardi abbordo un veliero inglese e si scontro in duello con un giovane ufficiale e per la prima volta fu sconfitta, dovette ritirarsi. Non passo molto tempo che quel giovane ufficiale busso alla sua porta, il suo nome era Ian Stingray, ma in realtà si chiamava Acrux Nyx. Emeraldas cosi abbandono la vita da corsara diventando la Slayer, ma otto anni dopo mentre inseguiva un vampiro entro in una grotta e durante il combattimento cadde in un pozzo dove si trovava il sangue del drago Fafnir. Acrux giunse troppo tardi lei era morta, o almeno cosi sembrava. Il sangue del drago la fece ringiovanire fino a 16 anni per poi risputarla fuori dopo circa un secolo di animazione sospesa. Era diventa immortale e si era ritrovata nel 1855, viaggiò per qualche mese, poi si stabilirsi a New York per circa 5 anni, in seguito penso di vedere l’Europa e venne a Londra, dove rimasta affascinata dalla città decise di rimanerci. Avrebbe voluto cominciare una nuova vita senza vampiri. Ma senza volerlo ricomincio ad ucciderne qualcuno, quando si presentavano sulla sua strada. Poi senza che loro sospettassero nulla inizio a frequentare il Red Shuhu, per rendersi conto che sola non avrebbe avuto speranze contro i non-morti di Londra. Avrebbe voluto avvertire Acrux ma non sapeva come rintracciarlo stava combattendo nella guerra civile. Si erano incontrati a New York dopo che lui si era scontrato con Nicole. Finito il suo racconto mi domando se avessi un posto dove andare, gli risposi di no ma che fino a quando non avessi trovato mi sarei stabilità nelle gallerie della metropolitana. Mi disse che non era una buona idea, molti vampiri stavano la sotto. Mi propose invece di dividere insieme una appartamento di due stanze al numero 9 di Wigmore Street, ma che costava troppo per lei sola. Accettai di buon grado.”


Buffy: “Ma come facevate per il denaro?”


Laura: “C’era diverse strade, ma non pensare a male non facevamo le sgualdrine anche se ci avrebbe reso bene soprattutto nel quartiere di Soho. Rubavamo i soldi dei vampiri che uccidevamo, in più Emeraldas aveva una rendita dovuta alle sue attività da corsara. Ed io di tanto in tanto davo lezioni di francese. Insomma ci davamo da fare.”


Buffy: “Com’era l’appartamento dove vivevate?”


Laura: “L’appartamento era di quattro stanze: due stanze da letto, il bagno e un ampio salone tappezzato di velluto viola con due grandi finestre su un lato. Tutto l’appartamento è più o meno grande come ¼ di casa tua, Buffy. In seguito è diventato di nostra proprietà e anche se ti sembrerà incredibile non abbiamo quasi fatto modifiche. Resta uno dei due posti che chiamo casa, altro è il rifugio sotto Saint Merri a Parigi. Usavamo il salone come: sala letture o da pranzo, per ricevere gli ospiti.”


Buffy: “Sala da Pranzo? Ma…”


Laura: “Si lo so cosa vuoi dire, in realtà neanche Emeraldas aveva bisogno di mangiare, ma gli piaceva gustarsi qualcosa di tanto in tanto e poi dovevamo passare per ragazze normali agli occhi della padrona di casa che ci faceva anche da governante, la signora Dora Williams, che già dovevamo sembrare strane, avevamo l’aspetto di ragazze di 16 anni e quell’età molte fanciulle del epoca erano già sposate a volte con figli. Molto spesso ci diceva che dovevamo trovarci un marito altrimenti saremo rimaste zitelle come lei, ci chiedevamo cosa avrebbe detto se avesse scoperto che eravamo di molto più vecchie e chi sa cosa pensava di noi essendo due ragazze che convivevano. Oltre la signora Dora Williams avevamo altri amici come, il detective di Scotland Yard, James Hately e il dottor Henry Jekyll che ci dava consulenza scientifica e medica. James Hately era un uomo d’azione da tempo si era reso conto che a Londra succedevano delle cose strane, che Scotland Yard classificava generalmente come roba da matti, cosi quando si presentava con caso con caratteristiche fuori dalla norma, lo mandava da noi. Henry Jekyll era un uomo di scienza, per lui ogni cosa poteva essere spiegata e classificata, non so quante volte ci chiese di sottoporci a una visita, ma noi eravamo sempre contrarie, non per la visita in se, ma avevamo paura di scoprire qualcosa di spaventoso sulla nostra natura.”


Quindicesima parte



Buffy: “E i nemici. Quanti ne avevate?”


Laura: “Ah di quelli ne avevamo quantità industriali, Angelus e i suoi, il Conclave e molti altri. Gli anni passarono velocemente, affrontavamo ogni avversario e in poco tempo, le creature di Londra cominciarono a temerci. Fu allora che il mio peggior incubo ebbe inizio ho perso la mia anima. Questa, Buffy, è la parte più oscura della mia esistenza. Tutto inizio una mattina di marzo del 1864, James Hately era venuto da noi, come ogni volta che si ritrovava davanti un caso dalle implicazioni strane. Con lui c’era Lord Latimer, fu Emeraldas ad aprire la porta accogliendogli indossando una vestaglia, il suo nuovo ragazzo se n’era appena andato dopo aver passato la notte da noi. James era un po’ imbarazzato, da tempo sapevamo il giovane detective aveva una cotta per Emeraldas ma sapeva nascondere bene i suoi sentimenti e manteneva il suo distacco tipicamente britannico. Tu ne dovresti sapere qualcosa?”


Buffy: (ride) “Direi proprio di si.”


Laura: “Dall’espressione di Lord Latimer si capiva subito che si chiedeva dove era capitato e anche se Hately era impazzito a voler affidare il suo caso a due ragazzine, era una cosa che ci capitava di continuo con i clienti. Dopo essere entrati e fatti accomodare la mia socia mi chiamo, ero rientrata dalla caccia da appena un paio d’ore e in bocca sentivo ancora il sapore caldo del sangue. Hately fecce le presentazioni e anche se un po’ titubante Lord Latimer comincio il suo racconto, tutto era iniziato quando il figlio del lord era andato con sua moglie e sua figlia di appena 8 anni in Scozia a far visita a dei parenti della moglie. Ma durante il viaggio la famigliola spari misteriosamente nei pressi di un luogo chiamato Arkham’s Lot; Lord Latimer parti subito per cercarli ma arrivato li non poté organizzare le ricerche perché tutti gli abitanti dei paesi vicini dicevano che il luogo era infestato di vampiri. Tornato a Londra chiese intervento di Scotland Yard, fu li che incontro James che gli consiglio di rivolgersi a noi. Il nobiluomo inglese alla fine del suo racconto commento dicendo che i vampiri non erano altro che sciocchezze senza senso. Io ed Emeraldas ci guardammo in faccia e quasi ci siamo messe a ridere, chi sa cosa avrebbe detto se avesse saputo che era seduto allo stesso tavolo con una vampira. Avevamo già sentito nominare Arkham’Lot, ma tutto era avvolto dal mistero e l’idea d’andare li a dare un occhiata ci eccitava tantissimo anche se non lo davamo a vedere, non era giusto nei confronti del nostro ospite, anche se manteneva la sua flemma britannica si vedeva che era preoccupato per i suoi cari. Abbiamo accettato l’incarico, dicendogli che saremo partite l’indomani e che il nostro onorario era di 200 sterline al giorno più le spese, pagate solo alla risoluzione del caso. Il lord rispose che andava bene, ma che sarebbe venuto con noi. Eravamo d’accordo, ma sarebbe dovuto rimanere al di fuori di Arkham’s Lot ad aspettarci. Detto questo il nostro ospite se ne andò insieme con Hately. Appena la porta fu chiusa Emeraldas ed io siamo rimaste sedute senza dire una parola, la possibilità che fossero vivi era remotissima. Ma non lo potevamo dire a quel povero vecchio, sarebbe morto o avrebbe tentato di fare una follia e poi potevamo sempre essere l’arma della sua vendetta. Siamo partiti dalla stazione Vittoria con il treno del 15:30 per Dundee, Lord Latimer appena il treno si mise in movimento chiese a Emeraldas dov’ero, gli rispose che io dovevo viaggiare in un modo un po’ particolare. Ero dentro ad una cassa nel vagone riservato ai bagagli, il viaggio fu una noia incredibile fra le altre cose sentivo i topi muoversi sulla cassa, unica nota positiva che mi sono divertita a spaventare un vagabondo. Dopo circa un giorno di viaggio, abbiamo raggiunto la nostra destinazione; era notte ed io sono ricomparsa davanti a Lord Latimer. Dopo aver lasciato la stazione, abbiamo preso un carro e ci siamo ridetti verso Arkham’s Lot, dopo un circo due ore abbiamo dovuto abbandonare il nostro mezzo di trasporto perché la strada era finita. Procedevamo cosi Emeraldas aventi con una lanterna a olio, subito dopo Latimer ed io come retroguardia. Dopo un po’ senti la presenza di qualcuno, e chiamai la mia compagna, anche lei lo aveva avvertito. Gli disse che mi sarei nascosta, Emeraldas annui e disse al lord di non fare parola su di me a chiunque stava arrivando. Il lord non capiva gran che di quello che stava succedendo, non aveva sentito arrivare nessuno. Mi ero appena arrampicata su un albero, quando comparve un uomo sui 50 anni. Si avvicino e senza neanche salutare chiese al lord e a Emeraldas cosa stavano facendo lì di notte per poi aggiungere che era un posto pericoloso e che dovevano andarsene. Emeraldas gli rispose che erano alla ricerca di qualcuno. L’uomo fecce un mezzo sorriso e poi disse che potevano tornarsene a casa perché le persone che cercavano erano morte. Emeraldas gli chiese chi fosse, l’uomo gli rispose di chiamarsi Robert Neville. Neville l’invito a casa sua ed io uscita dal mio nascondiglio li seguivo stando molto attenta a non farmi scoprire. Tutta la campagna circostante era davvero spettrale, brulla e rocciosa. Si sentiva solo il soffio freddo del vento del nord. L’abitazione di Robert Neville non era altro che una decadente torre abbandonata ai margini di un bosco, tutto intorno non c’erano altro che croci o corone d’aglio, il nostro amico sapeva con che cosa aveva a che fare, ma perché restava li. Non potendomi avvicinare alla casa comincia a guardarmi intorno, mi sentivo osservata. Dentro la torre il padrone di casa offriva del caffè ai suoi ospiti, Emeraldas senza farsi notare si guardava intorno per capire con chi aveva a che fare, ma l’arredamento era scarno ed esenziale. Mentre camminavo i vampiri uscirono dal bosco circondandomi, pensavano che fossi una normale ragazzina. Tirai fuori i canini e il mio volto si deformo, per poi girarmi verso di loro. I vampiri erano sorpresi, e mi disse che ero una di loro. Risposi che nessuno era perfetto e mi lancia all’attacco, con la spada nella mano destra e un paletto nella sinistra. Emeraldas nella torre senti i rumori della battaglia e usci per unirsi alla festa lasciando Latimer nelle mani di Neville. Quando sembravamo avere la meglio ecco arrivare una vampira bionda con i braccio una bambina, i non-morti si fermarono e dietro le nostre spalle sentimmo la voce di Latimer chiamare la bambina per nome, era sua nipote. Insieme con lui c’era Neville che teneva in mano un bastone animato, cioè un bastone da passaggio che nascondeva una lama in questo caso d’argento. La vampira sussurro alla piccola di andare a salutare il nonno. La bambina si lancio in volo finendo tra le braccia del uomo, questa cambio il suo viso, era stata abbracciata. E stava mordendo suo nonno sul colo. Il lord cercava si staccarsela dal colo, senza riuscirci; mentre quel piccolo demone spaccava pezzi di carne a morsi. Intervenni e dopo avergli fatto lasciare la pressa la buttai a terra per poi impalarla al cuore. Latimer era caduto a terra morto. La vampira aveva risso per tutto il tempo. Aveva gli stessi occhi di Nicole, gli occhi della follia, ma di una follia fredda, razionale e determinata. I vampiri aspettavano un suo ordine per attaccarci, lei schiocco le ditta e dalla terra e dal bosco arrivarono altri non-morti, che i unirono agli altri, eravamo circondati da un centinaio di non-morti. La vampira ci disse che potevamo scegliere o combattere e morire o considerarci suoi graditi ospiti. Emeraldas, io e Neville abbiamo fatto cadere a terra le nostre armi. La mia amica si rivolse con fare ironico alla vampira chiedendogli di chi eravamo graditi ospiti, la vampira sorrise e disse che lei era Nemain, regina del clan Annwin, che in antico celtico vuol dire Abisso. Siamo stati portati nel bosco, davanti ad una cripta nera e consumata dal tempo. Entrati c’era una scala che portava verso il basso, Nemain ci diede il benvenuto nel suo regno. Fui separata dai miei compagni, e portata in una specie di stanza di forma circolare scavata nella roccia, davanti a me c’era un trono dove si sedete Nemain. I suoi servi mi costrinsero ad inginocchiarmi, e la loro regina mi risolse la parola dicendomi che ero una vampira con l’anima, cosa molto rara; mi chiamo per nome e leggendo lo stupore sul mio viso. Sorrise per poi dirmi che da molto tempo mi stava tenendo d’occhio, che la interessavo. Rimanevo in silenzio, mi chiedevo dove voleva arrivare se stava giocando con noi come il gatto col topo. Sapeva che ero stata una Slayer, che ero stata abbracciata da Nicole Bathory, nuova e potente signora del clan Lamia e che ero innamorata di Acrux Nyx, l’immortale ombra delle Slayers. Cercavo di rimanere impassibile ma lei sapeva leggermi dentro e si divertiva a farlo. Mi disse che circa 1400 anni prima aveva incontrato Acrux che con l’aiuto del Mago Merlino e dei cavalieri Parsifal e Kei gli aveva dato una sonora sconfitta. Pensai che si volesse vendicare di Acrux tramite me ed Emeraldas; di nuovo lesse i miei pensieri e si mise a ridere, dicendomi che la vendetta ogni interessava e mi chiese se sapevo per quale motivo Nicole mi aveva maledetto restituendomi l’anima, non risposi avevo sempre pensato che era stata una crudeltà per aumentare il mio dolore. Nemain sapeva la verità, ma cambio discorso raccontandomi la sua storia non era scozzese ma romana e si chiamava Lucedia nel 455 d.C. faceva parte del antico clan Lemures da sempre in lotta con gli altri clans della antichità alcuni come: il clan incubo col quale divideva fin dalla fondazione il predomino di Roma, o quello dei Dusieni vampiri druidi della Gallia o il clan egiziano Tera, ma il loro nemico per eccellenza fu gli clan Lamia. Con la caduta del impero romano d’occidente e l’alleanza fra il clan vandalo Mahr e quello Lamia, i clans romani vennero sconfitti, quelli dell’Incubo furono massacrati e quelli del Lemures furono torturati e lasciati morire alla luce del sole, in pochi si salvarono raggiungendo le coste della Britannia per poi salire fino alla Caledonia, antica Scozia. Al epoca era solo una nuova nata fondo il nuovo clan Annwin giurando di vendicarsi del Clan Lamia. Rimanendo li ad aspettare il momento opportuno per colpire si suoi nemici. Ma una profezia diceva che sarebbe morta per mano di una Slayer con l’anima creata dall’ultima matriarca del clan Lamia.”


Buffy: “Parlava di te, Laura, non ci sono dubbi.”


Laura: “Hai ragione, Nicole mi aveva creato per uccidere la sua peggior nemica, dovevo essere il suo sicario, ed ironia della sorte era andata li proprio per eseguire questo compito. Ma nel 1804 qualcosa nel piano di Nicole andò storto, lei non pensava che io mi sarei adatta cosi in fretta ad essere una vampira ne tanto meno che mi sarei lasciata andare alla disperazione per aver ucciso Luc e la sua famiglia. Mi aveva sottovalutato e lo stesso lo stava facendo Nemain lasciandomi in vita. Emeradas e Neville furono buttati in una cella. Neville chiese ad Emeraldas se era una slayer, lei gli rispose chiedendogli se era un osservatore, lui dopo un attimo di silenzio gli rispose che un tempo lo era ed Emeraldas gli disse che lei un tempo era una slayer. Neville gli racconto che nel 1859 accompagno la sua slayer, Priss Stardust, in questo posto dimenticato da Dio per liberarlo dai vampiri ma furono sopraffatti, lui si salvo per miracolo grazie all’alba, ma Priss era stata portata qui dentro. Neville decise che anche se ci avesse dovuto mettere tutta la sua esistenza l’avrebbe vendicata, cosi resto li da solo ad uccidere ogni notte il maggior numero di vampiri possibili. Intanto il duello psicologico fra me e la padrona del clan Annwin continuava, dovevo stuzzicare la sua curiosità, farla scoprire senza rivelare i miei pensieri. Gli domandai per quale motivo fossi ancora viva dato che era un simile pericolo per la sua esistenza. Sorrise e mi rispose che c’era due motivi, prima di tutto secondo la profezia non poteva essere lei ad uccidermi e in secondo luogo aveva da propormi un accordo, allearmi con lei, diventare il suo sicario e sua figlia; secondo lei insieme avremo potuto governare il mondo, uccidendo chiunque ci avrebbe ostacolarto: Nicole Bathory, le Slayers e in seguito Acrux Nyx, e poi Dracula. Gli chiesi cosa sarebbe successo a me a ai miei amici se avessi rifiutato, ma immaginavo la risposta. Nemain si limito a sorridere. Dovevo stare al suo gioco ed essere molto convincente. Feci un ghigno e gli disse che la sua offerta era interessante avere un clan e poi diventare padrona, insieme a lei, del mondo. Sorrise ero riuscita nel mio inganno almeno per ora. Gli chiesi cosa avremo fatto adesso. Mi rispose che per prima cosa dovevo tagliere i legami con il mio passato e poi mi chiamo figlia. A quella parola sentì un brivido lungo la schiena e trattenei il disgusto. Aggiunse che avrei dovuto anche superare una prova perché voleva vedere la mia vera forza. Acconsentii e la chiamai madre. Uscite dalla stanza del trono la segui fino alle prigioni, lì Emeraldas e Neville furono costretti ad uscire alla cella ed a inginocchiarsi davanti a noi per poi rialzarsi. Io e la mia socia eravamo l’una di fronte all’altra. Mi fu portata la Toledo-Salamanca, sentivo gli occhi di Nemain su di me aspettava che “tagliasi i legami col passato” anche quella era una prova per fortuna non sapevano con chi avevano a che fare.”



Sedicesima parte




Buffy: “Cioè che Emeraldas era immortale?”


Laura: “Presi la spada con la mano destra, Emeraldas mi sussurro ci vediamo dopo e mi sorrise. La trafissi allo stomaco, lei cadde in ginocchio estrassi la spada e stavo per colpirla nuovamente. Quando Namain mi fermo dicendomi che poteva bastare per ora e che dopo se avessi voluto avrei potuto renderla la mia bambola o ucciderla. Tornai in posizione normale, Emeraldas perdeva sangue sia dalla ferita che dalla bocca, quel odore mi eccito. La mia amica sarebbe potuta guarire in pochi minuti ma non poteva senza far cadere il nostro inganno. Guardai la mia mano che impugnava ancora la spada e poi guardai negli occhi Nemain, per un istante pensai che avrei potuto ucciderla, ma non sarei uscita viva da lì. Quel demone mi sorrise per compiacersi dicendomi se avessi voluto ucciderla per diventare io la regina dei Annwiners, gli risposi che per un secondo mi era passato per la mente. Mi disse che non era il tempo che la principessa diventasse regina, la figlia madre, ma un giorno se avessi avuto abbastanza coraggio l’avrei potuta sfidare, dopo tutto non ci vogliono per padrone per il mondo. Feci un ghigno dicendogli che avrei aspettato con ansia quel giorno. Nemain rise di gusto dicendomi che anche lei l’avrebbe atteso, perché in ogni caso avrebbe vinto, anche se battuta sarebbe riuscita a far nascere una vera dea del male. Poi rivolta a suoi servi gli disse di portare i prigionieri all’arena. Poi di nuovo a me disse che era tempo che sostenessi la prova. Gli chiesi di che prova si trattasse. Mi rispose che avrei dovuto combattere contro il suo campione. Riconsegnai la spada nelle mani del vampiro che me l’aveva ridata, e fui portata all’arena che si trovava in un immensa caverna, assomigliava al Colosseo di Roma ma era in perfette condizioni.

mi portarono in una piccola stanza buoi dove rimasi sola. Passo un tempo infinito se fossi una credente forse avrei pregato. Nella stanza entro una vampira con in mano un coltello e un’anfora molto grande. S’inchino di fronte a me, per un secondo pensai che mi sarei pure tutta abituare ad essere temuta e ripestata. Il potere aveva un gusto simile al sangue. Mi prese la mano sinistra e mi taglio il polso facendo scorrere il sangue nella anfora. Dopo pochi muniti ero quasi del tutto dissanguata, e sentivo in me crescere la sete di sangue. La mia mente di annebbiava e piano piano sentivo la belva che avevo dentro impadronirsi di me. La vampira mi fascio il polso e mi disse che era giunto il momento, uscite dalla stanza mi indico da che parte andare. E dopo una decina di metri trovai una scala e alla fine di questa una porta, superata questa vidi l’Arena. Mi feci coraggio ed entrai, gli spalti erano pieni, probabilmente c’era l’intero clan. Su un palco speciale c’era da sola Nemain, che con un gesto fecce zittire tutti. Per poi salutarmi e presentarmi come sua figlia, il pubblico sussulto. Nemain mi lancio la mia spada che si conficco nella sabbia, raccolta aspettavo che dalle varie porte uscissero i nemici che dovevo affrontare. Nei pressi del palco reale vidi Emeraldas che era ancora sofferente e Neville vicino c’era una vampira, che probabilmente gli stava spiegando cosa sarebbe successo e due guardie. Squillarono delle trombe e le porte si aprirono ne uscirono dei guerrieri vampiro che indossavano armature di varie epoche storiche c’erano centurioni romani, cavalieri medievali, Highlanders scozzesi, vichinghi e molti altri ognuno aveva una sua arma e niente di umano, sembravano delle belve, probabilmente come me li avevano dissanguati quasi del tutto per fargli aumentare la sete di sangue e la rabbia, cosi da farli combattere fino alla morte per bere il sangue del avversario. Dovevo rimanere calma la sete non doveva prendere il sopravento, dovevo rimanere padrone della mia mente non farmi prendere dalla frenesia, ricordavo le parole di Acrux: “Si sempre padrona delle tue emozioni, altrimenti ti porteranno alla rovina, Laura”. Per mia fortuna molti vampiri combattevano fra loro, fui attaccata da 4 vampiri ma riuscivo a tenerli a bada, i pubblico gridava ed incitava per vedere il sangue. Nemain sorrideva compiaciuta ad aver avuto ragione sulle mie capacità, sapevo che tra un po’ li avrei avuti tutti addosso, dovevo eliminare il maggior numero adesso e risparmiare le forze. Ma più mi muovevo più la sete di sangue aumentava. Tra il pubblico c’erano due vampiri che mi guardavano con particolare attenzione, si chiamavano Erec e Tuan Mhorag ; avevano notato che il mio modo di combattere ricordava quello di un uomo che aveva conosciuto e rispettato secoli prima. Erec era un cavaliere della Tavola Rotonda vicino di posto di Acrux, col quale era in debito. Erec si era messo alla ricerca di un uomo che aveva insultato la regina Ginevra, giunto in nella città di Lalut s’innamoro di Enide, la figlia del siniscalco, diventando “recreant” cioè rinunciatario, fu Acrux, che arrivato in città lo convinse a tornare ai suoi doveri, ma un cavaliere nero rapì Enide e i due entrarono nel suo castello per liberarla alla fine ci riuscirono, e tornarono a Cammelot dove Erec e Enide si sposarono e Acrux gli fecce da testimone. Erec gli promise che un giorno gli avrebbe restituito il favore. Passarono alcuni anni e durante la battaglia fra Artù e il traditore Mordred, Erec fu quasi del tutto dissanguato da un vampiro e casualmente ne beve il sangue, si risveglio vampiro sotto un cumulo di cadaveri. Tuan Mhorag era una scozzese, che aveva combattuto gli inglesi per l’indipendenza della scozia, un giorno prima di una battaglia arrivo al accampamento un uomo che chiese di poter combattere con loro.”


Buffy: “E quel uomo era Acrux, giusto?”


Laura: “Si proprio lui. Acrux rimase per qualche anno per poi sparire, sicuramente per osservare qualche slayer, Tuan mori durante una battaglia risvegliandosi vampiro essendo un dampyr di terza generazione. Erano sicuri che io fossi una allieva di Acrux e decisero di aiutarmi scesero con un salto nella l’arena e cominciarono a combattere, s’avvicinarono a me ci siamo presentati e mi chiesero se conoscevo un uomo di nome Acrux Nyx, risposi di si era la conferma che volevano, finalmente potevano restituire i debiti che avevano con Acrux aiutandomi. Nemain guardava compiaciuta lo spettacolo; io, Erec e Tuan riuscivamo a tenere testa ai suoi migliori guerrieri, anzi stavamo vincendo. Quando ormai la vittoria era certa, mi arrampicai sul palco reale e minacciai Nemain di lasciarci andare altrimenti sarebbe arrivato il giorno in cui sarei diventata la regina del clan Annwin. Lei sorrise. Un ombra mi colpi la mano facendomi cadere la spada. Davanti a me c’era una vampira bionda con i capelli tagliati corti. Neville la vide e grido il nome di Priss, un tempo era stata la sua slayer adesso era la principessa del clans Annwin, anni prima era stata abbracciata da Nemain e mandata contro Nicole, ma fu battuta e di lei non se ne seppe più nulla. Nemain allora penso di sostituirla con me; lei era tornata a chiedere l’eredita che gli spettava, la figlia al prodigo era tornata. Mi aveva disarmato pensavo che mi avrebbe ucciso, invece si rivolse a Nemain chiamandola madre e chiedendogli spiegazioni sulla mia nomina a principessa. Nemain si giustifico dicendo che aveva bisogno di un erede di un campione e che io ero stato, come lei una slayer. Priss si rivolse a me sorpresa chiedendomi in modo retorico se ero una slayer. Non risposi. Ci siamo guardate negli occhi per un tempo infinito, per un attimo mi sembro che al mondo fossimo solo io e lei. Eravamo uguali. Poi ad un tratto Priss tiro fuori un paletto e colpi Nemain al cuore, la vampira divento cenere. Il clan la saluto come sua nuova regina. Emeraldas e Nemain s’avvicinarono, Priss ignoro del tutto il suo ex-osservatore. Mi disse che potevo andarmene e di non mettermi mai contro di lei e contro il suo clan. Emeraldas mi sussurro che non avevamo più niente da fare li d’andarcene, ma io non ero d’accordo. Non so cosa mi prese mi avvicinai a Priss, la guardai negli occhi e li lancia uno schiaffo con il dorso della mano destra. Lei si sbilancio e cadde per poi guardarmi con odio. Gli dissi che l’avrei sfidata per il comando del clan. Non era costretta ad accettare la sfida ma se voleva il rispetto dei suoi non aveva altra scelta. Siamo scese nella arena essendo una sfida avevamo bisogno di due secondi, scelsi Emeraldas ed Erec.”


Diciassettesima parte



Buffy: “Perché l’hai sfidata che bisogno c’era?”


Laura: “Anche Emeraldas, mentre mi preparavo, mi chiese perché lo facevo, non risposi, non c’era una ragione precisa tranne che la voglia di scontrami con Priss che rappresentava la mia perfetta nemesi, la voglia di provare il brivido della lotta e della morte. Negli occhi di Priss vedevo che provava le mie stesse sensazioni, era dagli scontri con Nicole che non mi sentivo cosi viva. Io e Priss siamo stati incatenati alla mano sinistra l’un l’altro con una catena d’argento lunga circa 8 metri. Ci furono dati due paletti, equidistante fra noi furono conficcate nel terreno le due nostre spade. Ora dovevamo solo aspettare il segnale d’inizio. Le trombe squillarono e la battaglia inizio, ci siamo corse incontro, lei mi colpi con un calcio, lo parai con il braccio sinistro, si sbilancio e cadde a terra ne approfittai per cercare di colpirla con il paletto ma lei fu più veloce di me, si rialzo ed io rimasi a terra inginocchio, Priss stava correndo per prendere la spada, dovevo fermarla, afferrai la catena con la destra, l’argento mi bruciava la pelle, ma dovevo resistere, diedi uno stratone e la mia nemica cadde rovinosamente a terra, continuai a tirare per portarla vicino a me, era tanta la rabbia e la foga del combattimento che non sentivo più il dolore delle ustioni delle mani. Quando ormai pensavo d’averla in pugno, Priss si diede un colpo di reni facendo un salto e finendo in piedi; anche lei afferro la catena. L’argento ci bruciava le mani ma non volevamo cedere. Tutto il clan Annwin era ammutolito anche se per secoli aveva assistito allo spettacolo del circo ma non aveva mai visto due guerrieri combattere con tanto accanimento. Inizio una specie di tiro alla fune. Emeraldas seguiva lo scontro con preoccupazione, Erec gli domando da quanto tempo ci conoscevamo, gli rispose che ormai erano anni. Erec continuo dicendo che il duello era molto equilibrato, io avevo più esperienza di Priss come vampira, ma ero stata dissanguata. Emeraldas non rispose Erec si chiese sussurrando cosa poteva spingere due come me e Priss a combattere in quel mondo, si rispose da solo dicendo che le slayers erano strane. Emeraldas si volto e lo guardo dicendogli che anche lei era stata una slayer. Erec non sapeva che cosa dire. La mia amica continuo a guardare il mio duello e a ride del povero vampiro. Quella prova di forza tra noi stava durando troppo doveva finire al più presto, stavo consumando troppe energie. Per mia fortuna Priss era più giovane, inesperta e resistente di me. Per un attimo ebbe un mancamento ne approfittai lanciandomi contro di lei e colpendola ripetutamente, ormai era alla mia mercé, stavo per dargli il colpo di grazia, quando le forze mi abbandonarono. Allora fu Priss ad approfittarne, mi arrivo alle spalle e mi strinse intorno al colo la catena d’argento. Non poteva soffocarmi ma argento mi bruciava il colo alla fine avrebbe potuto staccarmi la testa dal corpo, dovevo trovare una soluzione, ma più io mi muovevo più Priss stringeva la catena. Comincia a non sentire più di dolore a non vedere niente, ad un tratto sentì una voce dentro la mia testa che si burlava di me. Gli chiesi chi fosse e la voce mi disse che io sapevo la risposta, e vero la sapevo, era quel lato di me che trattenevo da quando ero diventata una vampira era quella parte di me che aveva ucciso Luc e la sua famiglia. Per anni era riuscita a tenerla a bada ma questa era cresciuta in me cibandosi della mia rabbia, nel mio odio, della mia sete di sangue e violenza, della mia oscurità. Piano piano aveva preso coscienza di se e aspettava il momento giusto per prendere possesso del mio corpo. Mi disse di lasciargli il comando. Risposi di no. Mi disse che saremo morte e con noi anche i miei amici, mi chiese se era questo che volevo, mi ordino nuovamente di lasciarla fare. Non avevo altra scelta e cosi accettai, in quel momento non potevo sapere che quel gesto estremo avrebbe avuto delle conseguenze. Mi sentì inabissare rimanevo cosciente di tutto ma non ero più padrona del mio corpo, i miei occhi s’illuminarono di una luce sinistra. Con un rapido movimento della mano destra afferrai la mano di Priss cominciando a stringere, sentivo con piacere nella mia mano le sue ossa andare frantumi come fossero cristallo. Cadde in ginocchio tenendosi la mano, la pressi a calci nello stomaco e poi in faccia. Dopo qualche istante Priss non era più in grado di combattere giaceva al suolo più morta che viva, mi allontanai e presi da terra uno dei paletti. Il Clan Annwin mi saluto come sua nuova regina e iniziarono a gridare il mio nome. Mi piaceva la sensazione di potere che sentivo, mi guardai intorno godendo il più possibile di quel momento, quando ad un tratto il mio sguardo incrocio quello di Emeraldas, mi guardava con aria sorpresa e disgustata, i suoi occhi erano di ghiaccio e tradivano odio ma nel profondo anche paura. Furono quelli occhi a darmi la forza di farmi tornare normale. Mi avvicinai a Priss, ormai era pronta alla fine, tutto il clan Annwin non facceva altro che gridare morte e polvere. Mentre aiutavo Priss a rialzarsi gli sussurrai sorridendo se potevamo finirla di comportarci come due stupide, ricambio il mio sorriso si complimento con me per l’ottimo duello fatto per poi dirmi che ero diventata la nuova regina del clan Annwin. Gli chiesi come ne potevo uscire, mi rispose che me la sarei dovuta sbrigare da sola e che me l’ero cercata. Con un gesto chiesi silenzio e tutta l’arena si zitti, a Emeraldas che intanto si era avvicinata gli dissi che mi sarei potuta abituare a tutto. Comincia a parlare a voce alta dicendo al clan che ora ero la sua nuova regina, ci fu un boato da parte dei vampiri e poi di nuovo silenzio. Continuai dicendo che però non potevo rimanere e che in mia assenza avrebbero seguito gli ordini di Priss, gli chiesi se per lei andava bene, mi rispose che ne sarebbe stata onorata. Per aiutarla nel giuda del clan nominai come consiglieri Erec, Tuan e Neville.”


Diciottesima




Buffy: “Caspita sei una regina di clan. Ma come mai non sei rimasta li? Invece di tornare a Londra.”


Laura: “Buffy, non sono il tipo da restare in un buco scavato nelle terra a dare ordini.”


Buffy: “Ma scommetto che di tanto in tanto ci tornavi, non è vero?”


Laura: “Si anche soltanto per stare con i miei simili per un po’ di tempo e poi la Scozia è una bellissima terra. Tornate a Londra io e Emeraldas abbiamo ricominciato la nostra solita vita, ma io facevo sempre più ricorso al mio lato oscuro, era come avere una marcia in più e poi mi faceva sentire bene libera e viva. Più lo usavo più lo volevo usare e diventava sempre più difficile tornare normale. Ad Emeraldas non avevo detto niente, non so bene la ragione ma preferivo che tutto rimanesse un segreto, ero sicura che cominciasse a nutrire dei sospetti. Una notte, dopo alcuni mesi dal nostro viaggio in Scozia abbiamo ricevuto la visita di Korrigan, una illusionista, gli eravamo state raccomandate da Jekyll per risolvere un caso molto particolare; si trattava di una bambina di circa 9 anni si chiamava Alice Liddell, mesi prima era caduta in un buco in campagna e da allora era in coma. Alice era dotata di poteri extra sensoriali, cioè era una Esper naturalmente al epoca si sapeva poco dei poteri della mente umana o meglio pochi sapevano di questi poteri. Korrigan per nostra fortuna era una di quelle persone che li conoscevano.”


Buffy: “Che tipo era questa Korrigan?”


Laura: “Era un tipo stravagante ma sapeva il fatto suo, nel suo lavoro era un vero asso sia come prestigiatrice che come combattente del occulto.” (Sorride) “Andava in giro vestita in modo veramente strano dalla vita in su portava una giacca rosso sgargiante, la camicia, un capello a cilindro cioè come un prestigiatore mentre dalla vita in giù aveva delle sexy calze a rete e addirittura il bastone da passeggio multiuso, cosa non riusciva a fare con quel bastone.”


Buffy: “Ma cosa c’è di particolare molte assistenti di illusionisti sono vestite cosi.”


Laura: “Si ma non nel 1864.” (Sorride)


Buffy: “Ah questo è vero.”


Laura: “Sulla carrozza per casa Liddell, Korrigan ci spiego la situazione: Alice si era creata nel coma un mondo fittizio dove regnava il lato più oscuro della bambina, la regina di cuori. Korrigan era riuscita ad entrare in quel mondo ma era stata attaccata dagli stranio esseri che l’immaginazione di Alice aveva creato; illusionista ne era uscita per miracolo e aveva capito che aveva bisogno d’aiuto, che la personalità della bambina era stata del tutto soprafatta dalla regina e che molto presto la regina si sarebbe ressa conto del mondo reale svegliandosi del corpo di Alice e con i suoi poteri avrebbe potuto distruggere tutta Londra o anche peggio.Saputo del pericolo imminente dissi a Korrigan che si sarebbe dovuto prendere in considerazione l’idea di uccidere Alice. Korrigan mi disse che era un idea degna di una vampira, e poi rivolgendosi a Emeraldas gli chiese cosa ne pensava un immortale. Aveva fatto delle indagini su di noi prima di ingaggiarci. La mia miglior amica non batte ciglio a quelle parole e disse semplicemente che se la situazione lo richiedeva uccidere la bambina poteva essere la soluzione migliore, ma che preferiva lasciarla come l’ultima risorsa. Korrigan non era sconvolta dalle nostre parole e sicuramente era una cosa a cui aveva già pensato. Arrivati dai Liddell, mi trovavo bloccata dalla solita maledizione ma con non curanza chiesi alla padrona di farmi entrare. Proprio davanti alla porta c’era uno specchio per mia fortuna nessuno si resse conto che la mia immagine non si rifletteva. Dopo un po’ di convenevoli in sala da pranzo siamo entrati nella camera di Alice, Korrigan dopo aver fatto andare via tutti fecce un incantassimo che ci permise entrare nella mente della bambina. Il mondo di Alice era un luogo privo di senso popolato da esseri stranissimi, conigli bianchi, gatti parlanti, cappellai matti, soldati a forma di carta da gioco. Dopo aver affrontato tutti questi strani esseri siamo riusciti a raggiungere il castello e li abbiamo trovato la regina di cuori seduta sul suo trono ai suoi piedi giaceva incatenata la bambina, il suo viso era inespressivo i suoi occhi vitrei. La regina dimostrava vent’anni si vedeva che era completamente pazza, ci disse che noi eravamo la prova che stava cercando del esistenza di un mondo fuori dal suo. Ci attacco con una spada e una scure a forma di cuore, era potente e veloce negli attacchi quasi io ed Emeraldas non riuscivamo ad affrontarla. Per un attimo guardai Alice e mi sembro che fosse sveglia, dissi alle miei compagne di tener impegnata la regina e con un salto mi avvicinai alla piccola, Emeraldas grido che cosa avevo intenzione di fare. Non gli diedi ascolto cercando di svegliare Alice, appena la toccai ho sentito la sua voce nella mia testa, mi diceva che quello era un mondo di sogno, un mondo dove si sogni si avverano. Fu allora che capi io avrei dovuto darle i miei sogni e lei l’energia per farvi vivere. Emeraldas e Korrigan erano armai alla mercèe di quella strega, che stava per dargli il colpo di grazia dicendoci che eravamo delle pazze a pensare di poterla fermare, la chiamai e lei si volto verso di me. Gli dissi che era vero eravamo folli a pensare di batterla con i soliti sistemi, che dovevamo combatterla usando le sue stesse armi. Allora si scaglio verso di me, ma dal nulla io creai tre figure: Acrux, Nicole e Justine che immediatamente l’attaccarono. Korrigan aiutando Emeraldas a rialzarsi le chiese chi erano le figure le avevo creato, Emeraldas si limito a dire che erano i migliori guerrieri che avevo conosciuto. Ormai eravamo in sei contro una; la regina non ebbe nessuna possibilità fu trafitta prima da me allo stomaco poi da Nicole e in seguito da tutti gli altri. Urlo prima di morire, era finita potevamo salvare Alice, almeno cosi pensavamo. Mi avvicinai alla bambina, che si era alzata sembra cosciente, la chiamai fu allora che vidi i suoi occhio erano quelli della regina. Con la forza della sua mente mi alzo in aria per poi lanciarmi contro le miei alleate. Le immagini di Acrux, Nicole e Justine ci attaccarono, Alice con i suoi poteri ci faceva cadere il castello addosso. Korrigan urlo di uscire fuori di li al più presto. In un attimo ci siamo ritrovati nella stanza della bambina, ma anche Alice era sveglia, cominciarono a volare oggetti per la stanza. La madre della ragazza entro nella camera ma io la buttai letteralmente fuori chiudendo la porta. Emeraldas grido che dovevamo uscire dalla stanza si butto dalla finestra rompendola, seguita da me e Korrigan. Alice ci segui fuori usando i suoi poteri per frenare la caduta. Alice stava con gli occhi chiusi e la testa bassa aspettando una nostra reazioni, furono istanti infiniti di silenzio. Ormai stava albeggiando, Emeraldas mi chiamo, sapevo cosa voleva dire, per fortuna avevo notato un tombino delle fogne sulla strada per poter rifugiarmi dal sole. Korrigan prese dalla tasca della giacca cinque carte francesi, le carico di potere e le scaglio contro Alice. In seguito ci spiego che non era altro che una pratica degli esorcisti giapponesi che lei aveva riadattato. Esper fermo le carte a mezz’aria davanti alla sua faccia, ma la nostra amica l’aveva previsto e fecce esplodere le sue arma, accecando la bambina Emeraldas si lancio con spada trapassandola da parte a parte con la spada e sollevandola di mezzo metro per poi facendola sbattere con il muro. Stava per usare ancora i suoi poteri quando io con un pugno gli feci spiaccicai la testa contro il muro. Senti urlare la signora Liddell era scesa in strada seguita da suo marito e dalla figlia maggiore, e aveva visto tutto. In prega al isterismo corse verso il corpicino decapitato. Emeraldas mi guardo per un attimo per poi distogliere lo sguardo. Korrigan mi chiese urlando cosa mi passava per la testa ad ucciderla in quel modo. Mi senza rendermene conto avevo cambiato faccia e mi voltai verso di lei dicendogli che non c’era altro modo per fermarla. La madre continuava a piangere sul corpo della figlia, il padre era impietrito, la sorella stava vomitando anima per la strada. La signora Liddell inizio a chiamarci mostri che gli avevamo ucciso sua figlia. Il nostro lavoro era finito, mentre andavamo via siamo passate di lato al signor Liddell che ci sussurro che capiva quello che avevamo fatto. Emeraldas voleva chiedere se era già successo. Ma si fermo lo sguardo del uomo era fin troppo evidente. In questo secolo gli studi sui fenomeni extra sensoriali e sui cromosomi umani hanno scoperto che il gene di questi poteri viene trasmesso al padre nei membri maschili il gene sopito mentre in quelli femminili ha il 50% di possibilità di manifestarsi con il primo sviluppo o con il primo ciclo mestruale.”


Diciannovesima parte



Buffy: “Quanti posso avere questo potere oggi giorno?”


Laura: “Di preciso nessuno lo sa, si dice che certe nazioni facciano esami del DNA da molti anni per individuare gli esper pare che in alcuni paesi la ricerca sia riuscita ad isolare il gene o che usino gli esper per scopi bellici. Ex Unione Sovietica era al avanguardia su queste ricerche, ma anche voi dello Zio Sam non siete da meno come la Cina, la Germania, la Gran Bretagnia o la Francia e pare che anche l’India stia compiendo delle ricerche.”


Buffy: “Sei informata sul argomento, Laura, come mai?”


Laura: “Quando affronti delle creature che con la sola forza del pensiero riescono a scagliare automobili a metri di distanza o a ridurre un masso in povere ti assicuro che ti vien voglia ti tenerti informata su di loro. Non sembra d’affrontare essere umani ma degli dei”


Buffy: “Cosa dovrei fare se mi capita d’affrontarne uno potente?”


Laura: “Non combatterlo da sola. Ma se sei sola scappa e prega che non ti raggiunga.”


Buffy: “Molto rassicurante.”


Laura: “Dopo la storia di Alice, Korrigan entro nel gruppo i suoi abracadabra ci furono molti utili in varie occasioni. Una sera mi trovai a passare per Kensington Church Street, in quei pressi viveva e aveva lo studio Korrigan, abitava al 16 di Edge Street. Quando arrivai Korrigan era sulla porta a salutare una ragazza che stava andando via. Mi nascosi istintivamente qualcosa non andava, vidi il volto di quella ragazza e un brivido corse lungo la mia schiena, il mio volto muto e tirai fuori i canini. Era Nicole. Cosa era venuta a fare? Perché era a Londra? E soprattutto che rapporto con Korrigan? Ascoltai i loro discorsi Korrigan la chiamava Lucy, e presto si salutarono, stavo per seguire Nicole quando mi accorsi che la sua immagine si specchiava in una vetrina, che Nicole avesse trovato il modo di tornare un essere umano? Dovevo saperlo. Bussai alla porta di Korrgan lei mi saluto. Ma io bruscamente la spinsi ed entrai in casa. Korrigan capi subito che qualcosa non andava. Gli chiesi chi fosse la ragazza che avevo visto. Mi rispose che si chiamava Lucy Ross, era un’apprendista giornalista e una sua paziente che sottoponeva ad ipnosi per guarire da degli incubi ricorrenti, che lei supponeva fossero dovuti a qualche vita precedente. Gli dissi che era identica alla vampira che mi aveva abbracciato. Korrigan era stupefatta. Prese il suo fonografo, che usava per registrare le sedute e come diario. Al inizio si sentiva la voce calma di Korrigan che diceva di rilassarsi, di dormire. Dopo qualche minuto la voce di Lucy cambiava e si metteva a parlare francese. Lingua che la ragazza non conosceva, Korrigan mi disse se potevo tradurre alcuni punti poco chiari, lei conosceva il francese ma non abbastanza. Lucy descriveva in modo perfetto la Parigi del 1804, rispondeva alle domande di Korrigan, dicendo che stava combattendo contro a dei vampiri ma non era sola con lei c’era una ragazza; Korrigan le chiese il nome è la risposta fu Laura Ossian.”


Buffy: “Allora Korrigan sapeva?”


Laura: “Fino a qualche ora prima no. Era la prima volta che in quel caso ipnosi offriva un racconto tanto dettagliato. Korrigan fermo lo strumento dicendomi che era in dubbio se informarmi della cosa o meno, non sapeva come avrei reagito ne tanto meno sapeva che la sua paziente era la reincarnazione dell’anima di Nicole Bathory.”


Buffy: “Ma quante possibilità ci sono che un vampiro incontri la reincarnazione della sua anime?”


Laura: “Pochissime, ma la possibilità c’è.”


Buffy: “E’ cosa succede quando un vampiro incontra la persona che ha la propria anima?”


Laura: “La fine per entrambi, però non conosco le ragioni di questo fatto, Buffy. Dissi a Korrigan che volevo incontrarla, lei mi rispose che non era una buona idea. Io gli mostrai i denti e Korrigan mise una mano nella tasca della giacca per prendere una delle sue carte. Siamo rimaste cosi per un paio di secondi, a guardarci negli occhi. Vedevo in lei la paura, aveva una sola possibilità per colpirmi, se sbagliava io l’avrei uccisa, stava anche pensando che potevo anche barrare, no capi che non stavo barrando. Tolse la mano dalla giacca e mi disse che potevo incontrarla però dovevo farlo qui, nel suo studio e non avrei dovuto dirle cosa ero. Sapevo che anche Korrigan era curiosa di vedere cosa sarebbe successo in quel incontro, a lei non interessava curare le persone, usava i suoi pazienti come cavie da laboratorio. L’incontro si ci fu tre giorni dopo, cioè alla prossima seduta della ragazza, Lucy arrivo puntuale ed io gli spiegai che la dottoressa era stata chiamata al Toynbee Hall dove Korrigan svolgeva l’attività di medico volontario nel quartiere degradato di Whitechapel. Eravamo sedute nella sala d’aspetto, sapevo che Korrigan ci stava spiando, come una scienziato studia i topolini in un labirinto. Leggevo distrattamente il Lancet sentivo i suoi occhi su di me, mi stava osservando, mi stavo studiando per un secondo mi chiesi se non avesse capito cosa ero in realtà. Senza distogliere lo sguardo dal giornale gli chiese per quale motivo mi stava guardando. Lei disorientata e sorpresa, si scuso e aggiunse che gli ricordavo qualcuno e se ci conoscevamo. Mi voltai e gli sorrisi, gli dissi che non mi sembrava per poi domandargli per quale motivo fosse rimasta li sapendo che Korrigan poteva non tornare presto da Whitechapel. Non rispose. Ed io ricomincia a leggere il giornale. Ad un tratto senza preavviso si presento ed io feci altrettanto, mi domando se ero una paziente gli risposi di no che ero una amica che veniva a leggere il Lancet per non comprarlo, sorrise. Era una tipica ragazza inglese dell’età vittoriana bene educata ma anche una delle cosiddette nuove donne che volevano il voto ed essere indipendenti, insomma in lei c’era un bel controsenso tra quello che gli avevano insegnato ad essere e quello che lei voleva essere.”


Buffy: “A quanto pare gli adolescenti sono adolescenti sempre in qualunque epoca.”


Laura: “Abbiamo continuato a parlare del più e del meno per circa un ora, in certe sue espressioni sembrava del tutto simile a Nicole, se la cosa mi faceva piacere da una parte dall’altra mi innervosiva. Ogni volta che ricordo i bei momenti passati con Nicole da vive, mi torna in mente quello che mi ha fatto. Mentre parlavamo dovevo tenere a bada il demone che era dentro di me che mi dice di ucciderla o di abbracciarla, di vendicarmi. Lucy inizio a palarmi dei suoi sogni, io gli dissi che conoscevo un sistema con il quale i suoi incubi smettessero di tormentarla, vivere nel suo incubo, diventare uno dei mostri che sognava. Mi guardo, era terrorizzata, mi chiese in che modo poteva diventare un mostro, gli risposi che non era difficile che potevo aiutarla io, poi sorridendo gli dissi che stavo scherzando.”


Buffy: “Volevi farla diventare una vampira?”


Laura: “Si ma non so se ero io a parlare o il mio alter ego. A Korrigan prese un infarto quando senti quelle parole, tanto che si precipito fuori per far finta che era rientrata in quel momento. Ci saluto e si scuso con Lucy per l’imprevisto e che avrebbero rimandato la seduta perché ormai si era fatto tardi. Lucy gli disse che non c’erano problemi, saluto andò via. Korrigan mi chiese cosa mi passava per la testa in quel momento e cosa avevo intenzione di fare con Lucy, gli dissi che non erano affari suoi e che se avessi voluto abbracciarla con vedo in che modo lei avrebbe potuto impedirmelo. E me ne andai corsi dietro a Lucy raggiungendola prima che prendesse un cab a due ruote.”


Buffy: “Un cab a due ruote?”



Ventesima parte (VM 18)



Laura: “Una carrozza, il mezzo di trasporto più comune nella Londra vittoriana, era come un taxi. Korrigan mi aveva inseguito nel tentativo di fermarmi, ma senza riuscirci, il cab era partito poco prima del suo arrivo. Poteva fare due scelte o inseguirmi da sola o chiamare Emeraldas, scelse la seconda possibilità e prese un cab che la portasse a casa mia e di Emeraldas. Ma la mia coinquilina era al momento fuori Londra, decise di cercare aiuto da James Hately, ma anche lui non era disponibile, andò a cosa di Jekyll lo trovo e gli spiego la situazione. Dopo un breve giro io e Lucy siamo arrivati a casa sua, una classica casa vittoriana su due piani, Lucy viveva da sola. Arrivate sull’uscio le chiesi se mi invitava ad entrare. Cosi sono riuscita ad aggirare la maledizione. Mi fece accomodare in salotto e mi chiese se volevo una tazza di caffè gli risposi che io non bevo mai caffè. Aveva le idee chiare l’avrei abbracciata, sarebbe diventata una bellissima vampira ed io avrei avuto una prole e sarei stata un sire. Dopo un po’ si scuso e andò in camera sua, gli era cominciato il ciclo, sentivo l’odore del sangue. Aspettai qualche minuto per poi raggiungerla, senza fare rumore trovai la sua stanza, la porta era socchiusa, si stava rivestendo. Pregustavo il suo sangue e mi eccitava l’idea di portarla alla dannazione. Entrai. Lei fecce in tempo solo a dire il mio nome. La presi di forza la portai a me, la baciai e le strappai la biancheria per poi buttarla sul letto, il viso cambio. Era terrorizzata mi domando cosa ero. Gli risposi che ero uno dei mostri che sognava ogni notte, una vampira, ma che quello che gli stavo per fare era peggio dei suoi incubi. Mi lanciai su di lei e sinuosa come un serpente raggiunsi la gola, la giugulare, la morsi il suo corpo vibro come una corda tessa. Comincio ad ansimare, le piaceva. Intanto le toccavo i seni per poi spingermi più giù. Dopo aver succhiato un bel po’, la baciai nuovamente in bocca lei mi lecco le labbra assaporando il suo stesso sangue. Mi sussurro che voleva che continuasi, sorrisi. La leccai sul colo per poi scendere fino al capezzolo sinistro, lo leccai più volte e poi morsi il seno succhiando avidamente. Più succhiavo più provava piacere. Ormai era quasi del tutto dissanguata, le lenzuola era zuppe di sangue. Mi alzai e guardai la mia opera, dai miei morsi il sangue non usciva più. Gli occhi di Lucy erano assenti e trasognanti, piangeva non so se dal dolore o dal piacere. A me era piaciuto, non era come le solite volte che mi nutrivo, mi aveva dato un eccitazione sessuale e una sensazione di potere. Le sussurrai che stava per morire, ma che io l’avrei potuta salvare, facendola diventare come me, le davo una possibilità di scelta che ha me non era stata data. Mi disse che lo voleva, voleva diventare come me. Mi morsi il polso destro, il sangue mi scorreva sulla mano, avvicinai la mano alla sua bocca e gli ordinai di succhiare. Sentivo un piacere immenso del tutto simile a quello che provai quando fui abbracciata e fu allora che sentì strapparmi l’anima. Aveva appena iniziato a bere il mio sangue, quando senti buttare giù la porta d’ingresso e due persone salire di corsa le scale, erano Korrigan e Jekyll, entreranno nella stanza lei aveva in mano un croce e lui una balestra. Per loro la scena deve essere stata scioccante, vedermi su Lucy che mi succhiava il polso, come un assettato che trova una fonte nel deserto. Korrigan solevo la croce e Jekyll mi punto addosso l’arma. Staccai Lucy dal mio braccio, questa ricade sul letto, la mia ferita non si era ancora rimarginata. Korrigan guardo Lucy cercando si sincerarsi delle sue condizioni, gli dissi che se non avessi completato l’abbraccio sarebbe sicuramente morta. Korrigan mi guardo con odio e mi domando gridando cosa avevo fatto. Sorrisi e gli risposi semplicemente che avevo mangiato. Jekyll si trovava a disaggio con quella balestra in mano, gli chiese cosa voleva fare forse uccidermi; mi misi a ridere. Jekyll perse il controllo e fecce partire un dardo ma mi manco, Korrigan cerco distrarmi con la croce, ma io la colpi alla mano facendogliela cadere per poi colpirla allo stomaco, stavo per prendere in braccio Lucy per portarla via per completare cosi l’abbraccio quando senti che qualcuno era entrato in casa e stava salendo le scale di corsa, sapevo chi era: Emeraldas. Non potevo affrontarli tutti e tre da sola, cosi mi buttai dalla finestra correndo l’attraverso i tetti. Emeraldas entro nella stanza senza dire una parola, si avvicino al letto. Lucy ormai era alla fine. Korrigan rialzandosi gli chiese cosa potevano fare. Emeraldas disse che ormai era troppo tardi. Lucy fece un lungo sospiro e mori Emeraldas si preoccupo di chiudergli gli occhi. Poi si volto verso Korrigan dicendogli che erano in guerra. Mentre scappavo avevo solo due pensieri in mente volevo vendicarmi dei miei ex-alleati e farmene di nuovi per poter raggiungere i miei scopi. Andai ha casa di James Hately, entrai senza troppi problemi era quasi l’alba e non era la prima volta che usavo la sua casa per passarci il giorno, Emeraldas e gli altri erano troppo indaffarati a cercarmi per pensare di avvisarlo del mio cambiamento. Lo aspettai per circa una mezz’ora quando senti il rumore della chiave nella serratura. Io ero seduta in una delle poltrone del soggiorno, mi saluto ed io ricambiai e lui mi chiese che facevo dalle sue parti gli risposi che ero a caccia. Disse che come al solito potevo stare quanto volevo, ma che lui era stanco morto che sarebbe andato a dormire. Mi alzai e mi avvicinai a lui con fare provocante chiedendogli a brucia pelo se era ancora innamorato di Emeraldas. Chiese spiegazioni ed gli risposi che non aveva speranze e ma avevo una cura per il suo cuore, chiodo schiaccia chiodo mi chiese ha cosa alludevo cosi senza preamboli gli domandai se voleva fare l’amore con me, e senza neanche aspettare la sua risposto lo bacia, lui perse i sensi sorridendo gli dissi che i miei baci mi facevano cadde gli uomini ai piedi; avevo cosparso le mie labbra di cloroformio. Lo portai a Purfleet in una villa antica chiama Carfax.”


Buffy: ”Carfax questo nome non mi è nuovo, non può essere ma Carfax era….”


Laura: “….il rifugio principale di Dracula a Londra, strana coincidenza vero. Lo legai ad una sedia avrebbe dormito per un bel po’, intanto stava albeggiando ero stanca cosi mi sistemai in un angolo coprendomi di cenci, mi sentivo come un animale restai immobile per tutto il giorno a pensare agli ultimi avvenimenti e poi agli anni passati. Al tramonto James si sveglio, era ancora tramortito dal sedativo, mi chiese dove si trovava gli risposi che era nelle tenebre, mi chiamo, mi avvicinai facendomi vedere mi disse che io non ero Laura. Sorrisi. Mi chiese cosa volevo da lui, gli sussurrai che volevo farlo diventare come me.”


Buffy: “Lo volevi abbracciare?”


Laura: “No volevo farne un vampiro, avrebbe dovuto scegliere le tenebre volevo che mi vendesse l’anima. Comincia a torturarlo in tutti i modi rompendogli le ossa, ma ci facevo persino l’amore, lo trattavo come un pupazzo, ma lui non cedeva avrebbe preferito. Continuai per ore ma poi il gioco mi stanco, dovevo recuperare la mia spada, cosi usci. Per mia fortuna la finestra del salone era aperta, entrai.”


Buffy: “Ma scusa perché Emeraldas non fece fare l’incantesimo per vietarti l’ingresso se non invitata?”


Laura: “E’ vero Buffy, ma tu dimentichi che quella era pure casa mia, e che nessuno deve essere invitato a casa sua, è questo vale pure per i vampiri. La casa era avvolta dalle tenebre e dal silenzio, non ebbi difficoltà a trovare la spada, e stavo per andarmene, quando mi resi conto che seduta su una delle poltrone c’era Emeraldas, mi stava aspettando ed aveva occultato perfettamente la sua presenza. Mi chiese cosa volevo fare, non risposi. Disse che non potevamo tornare indietro che la prossima volta mi avrebbe ucciso. Prima d’andare gli dissi che lo stesso valeva per me. Stavo per uscire dalla finestra quando mi saluto dicendomi notte vampira, sorrisi e gli risposi notte slayer. Tornai a Carfax, continuando a torturare James volevo dimostrare che ogni uomo messo alle strette si sarebbe concesso alle tenebre, ebbene mi sbagliavo James Hately non era come gli altri uomini, preferì morire o forse quello che vide nelle tenebre era tanto forte da farlo morire. Potevo saziarmi di lui, potevo abbracciarlo, i suoi occhi vitrei e terrorizzati mi diedero la felicità. Per quanto avrei potuto torturare un immortale? Per secoli, facendogli guarire le ferite per poi ricominciare ancora ed ancora. Poi un’altra idea si formo nella mia mente e se avessi avuto a disposizione il popolo di un intera nazione, e se avessi regnato sul Inghilterra, e con essa plasmare il mondo con le mie mani. Esisteva un solo luogo in tutta Londra dove potevo trovare degli alleati e questo era Red Shuhu.”


Ventunesima parte



Buffy: “Il punto di ritrovo del gruppo di Angelus.”


Laura: “Ci arrivai senza difficoltà, il posto non era cambiato dalla mia prima visita. Era pieno di nuovi nati, ma non c’era traccia di Angelus, l’avrei aspettato. Mi avvicinai al banco, e chiese del sangue misto a vino, l’oste mi servi ed io gli ordinai di lasciare la bottiglia. Quel intruglio non era male per essere sangue di coniglio. Avevo appena finito di bere il mio primo bicchiere e stavo per prendere la bottiglia per versamene un altro, quando una mano da dietro la prese, mi voltai era Angelus, gli sorrisi, e lui mi riempi il bicchiere. Si sedete di lato a me chiedendomi che cosa ci facevo da quelle parte, non risposi, mi domando se volevo vedere come si comportavano i veri vampiri. Gli risposi che ero venuta ad imparare dal migliore. Si mise a ridere, per poi chiedermi cosa volevo, questa volta guardandomi negli occhi. Mi domando chi fossi, perché secondo lui non ero Laura Ossian, potevo avere il suo aspetto ma in me c’era qualcosa di diverso. Gli risposi che ero cambiata. Mi dissi che avevo subito un bel cambiamento, domandandomi cosa ne pensava la mia socia del mio nuovo modo di pensare. Sorrisi dicendogli che avevamo avuto delle piccole divergenze di vedute. Mi domando cosa avrei voluto fare adesso che ero una vera vampira, gli dissi che volevo due cose, la prima ed immersi un dito nel bicchiere per poi succhiarmelo. Angelus dissi che volevo il sangue e mi chiese cosa era la seconda. Risposi che volevo il potere. Mi disse che il primo si trova facilmente ma il secondo è molto difficile. Gli dissi che io e lui potevamo dividerci città la maggior parte dei vampiri di Londra erano nuovi nati non troppo forti. Mi domando se mi stavo dimenticando del conclave e degli anziani. Gli risposi se il grande Angelus aveva per caso paura di quattro vecchi che non cacciavano più da secoli ormai, per poi aggiungere che sapevo che il conclave lo temeva. Tra noi c’era una certa affinità; aveva un carisma, una forza magnetica. Eravamo simili. Drusilla, appena entrata, s’avvicino a noi due aveva notato quella affinità ed era gelosa; chiamo Angelus e gli chiese se cosa stavamo facevo. Non diedi tempo ad Angelus di rispondere chiamando Drusilla nuova nata e dicendogli d’andarsene che io e il suo sire dovevamo parlare d’affari. Drusilla era rossa dalla rabbia, cerco di colpirmi con un pugno che io bloccai facilmente afferrandogli il polso, il mio volto cambiò, i miei canini uscirono dalle gengive. Angelus guardava la scena divertito gli piaceva la rissa fra donne, anche il resto del locale si fermo. Cominciai a stringere la mano intorno al polso, sentivo le ossa scricchiolare fra loro, e mi gustavo il dolore crescere negli occhi di Drusilla. Gli dissi che non avrebbe dovuto cercare di colpirmi che adesso avrebbe avuto una lezione, la spinsi verso il basso facendola mettere inginocchio. Poi gli dissi che ero Laura Ossian ex slayer e regina del clan Annwin, della stirpe nobile dei Bathory del clan Lamia. Il dolore negli occhi di Drusilla divento paura. Anche Angelus muto la sua espressione a sentire la parola slayer.”


Buffy: “Come mai presentandoti hai citato i Bathory e il clan Lamia?”


Laura: “Non lo so probabilmente, la mia controparte senza anima si sentiva orgogliosa di far parte di una antica stirpe e di uno del clan più temuti. Volevo anche far sapere ad Angelus con chi aveva a che fare. Finita la mia presentazione senti una voce provenire dalla porta del locale che mi diceva di lasciar andare Drusilla era Darla. Pensai che la cosa si faceva molto interessante. Drusilla non era una guerriera e non era molto antica, Darla invece era un paio di decenni più vecchia di me, ed era un’avversaria temibile. Darla si lancio contro di me cercando di colpirmi al viso, mi abbassai colpendola alla stomaco e facendola cadere a terra, tirai fuori un paletto stavo per colpirla al cuore quando una mano mi fermo a pochi millimetri dal suo petto. Era Angelus che mi sussurro che il gioco era finito. Afferrai con la sinistra la sua mano costringendolo a lasciare la presso. Gli dissi che non c’erano problemi e gli domandai se poteva trovarmi un posto dov’è stare fin quando non ne trovavo uno per me. Mi rispose che potevo usare un suo appartamento nel quartiere di Soho e mi diede l’indirizzo, lo ringrazia e prima di salutarlo gli dissi che mi sarei fatta via io, ma prima di uscire dal locale mi girai dicendogli che doveva migliorare i suoi gusti in fatto di donne. Darla e Drusilla erano nere, la cosa mi diverti moltissimo e comincia a ridere di gusto. Quando la porta del Red Shuhu si chiuse Darla si avvicino ad Angelus chiedendogli se si fidava di me, gli rispose di no. Darla continuo dicendo che c’èra qualcosa in me che gli ricordava lui, avevo la sua stessa ferocia ed ero senza pietà. Angelus sorrise. L’appartamento di Angelus era al 56 di Wardour Street era in realtà una Garconier, ma non c’era da stupirsi Soho era un quartiere di case di tolleranza, case da gioco, posti dove si fumava l’oppio o si bevevo l’assenzio. Il quartiere era abitato principalmente da straniere per lo più cinesi. Sulle scale incrociai delle ragazze cinesi tutte vestite di lustrini e truccate pesantemente, si capiva benissimo che lavoro facevano, mi hanno sorriso ed io educatamente ho risposto, poi in cinese hanno detto che dovevo essere una nuova ragazza di Angelus. Trovata la chiave entrai, il posto non era male, anzi era davvero di buon gusto. Fu allora che mi resi conto d’avere sete, avevo consumato il sangue di Lucy nella fuga e poi al Red Shuhu, anche se mal volentieri dovevo uscire. Avevo appena aperto la porta quando mi si presento davanti una ragazzina cinese di più o meno 13 anni, mi consegno una lettera, era destinata ad Angelus, l’ho aperta e letta a quanto pare quella ragazzina era il servizio in camera d’Angelus o meglio era parte di un tributo che lo Si-Fan, un Tong, faceva al vampiro.”


Buffy: “Lo Si-Fan? Il Tong?”


Laura: “Un specie di società segreta fra la massoneria e la mafia, roba molto seria e pericolosa.”


Buffy: “E’ Angelus aveva a che fare con queste cose ha Londra?”


Laura: “A volte lui si serviva di loro a volte il contrario. Angelus a Londra era un uomo pericoloso con le mani dappertutto, anche per questo il conclave lo temeva, era riuscito a stringere alleanze con società segrete e criminali cose che quei vecchi del conclave, non erano riusciti a fare, con le loro idee antiquate che consideravano gli uomini solo come bestiame. Mentre la faceva entrare con la scusa che gli avrei dato la risposta, mi domandai se Angelus avesse da ridire si mi prendevo qualcosa dalla sua “credenza”. La ragazzina era obbediente e riservata, non immaginava neanche d’essere un sacrificio ad un mostro. Mi avvicinai alla scrivania pressi un foglio di carta e una penna poi la diedi alla ragazza, e gli dissi che era la richiesta che Angelus faceva ai suoi padroni e di leggerla, mi rispose che non sapeva leggere bene inglese, gli dissi che era scritta nella sua lingua apri il biglietto e lesse ad alta voce c’era scritto: “voglio essere morsa”. Il mio volto cambio, lei grido di paura cercando di fuggire, ma io la bloccai. Stava piangendo. Senza esitazione la morsi sul colo e cominciai a succhiare il suo sangue. In realtà non avevo bisogno di sangue, fino ad allora ne avevo bevuto solo quando ne avevo bisogno adesso lo prendevo anche soltanto per il gusto di prenderlo. Ne avevo bevuto solo metà quando mi venne in mente un idea, la lascia cadere, ansimava e delirava, il suo viso era pallido i suoi occhi inespressivi la pressi per le braccia e la trascinai fino alla stanza da bagno la buttai nella vasca, gli tagliai le vene dei polsi e allargai le ferite sul colo. Il sangue comincio a riempire la vasca ma non poteva bastare. La ragazzina mori ed io dopo averlo tolto dalla vasca lo buttai a terra, e chiamai le due vicine con una scusa, le portai nella stanza da bagno quando videro il corpo della ragazzina gridarono ma io con due semplici colpi le feci perdere i sensi, poi sistemando anche loro dentro la vasca per poi tagliargli le vene, ci volevo pochi minuti perché i loro corpi si svuotassero. Finalmente il bagno era pronto pressi e tolsi quei due corpi inutili e li lascia su pavimento, mi spogliai ed entrai fu una sensazione bellissima, il sangue era caldo, denso e molto rilassante. Passarono alcuni minuti e mi ressi conto che qualcuno era entrato in casa e mi stava spiando, al inizio pensai fosse Angelus, ma era Spike senza indugio gli ordinai d’entrare, chiedendogli per quanto tempo avesse intenzione di spiarmi. Spike entro era intimidito ed impacciato come uno scolaretto, la cosa mi diverti, decisi di sedurlo.”


Buffy: “Spike intimidito ed impacciato non ci credo.”


Laura: “Al epoca era ancora un nuovo nato ancora legato al sua umanità. Non osava guardarmi anche se tutto il mio corpo era immerso. Gli chiesi cosa voleva oltre che spiarmi, mi rispose che Angelus voleva vedermi, gli dissi che non mi importava che poteva aspettare. Spike fu molto sorpreso dalle mie parole, nessuno aveva mai osato far aspettare Angelus, lui lo vedova come un dio al epoca, era il suo sire, lo stava addestrando, anche se il suo sire naturale era Drusilla era stata lei ad abbracciarlo. Mi disse che non aveva mai visto un vampiro fare il bagno del sangue, gli risposi che era un passatempo che avevo ereditato dalla madre del mio sire. Detto questo mi alzai in piedi, Spike era incredulo. Gli misi le braccia al colo sussurrandogli se voleva fare il bagno con me, lo lascia andare lui si spoglio ed entro nella vasca, eravamo l’uno davanti all’altro, gli chiesi se si chiamava William lui mi rispose di si, lo chiamai per nome e gli dissi il mio, ma lui lo sapeva già gli dissi di rilassarsi, e poi gli domandai se aveva voglia di fare l’amore con me. Non aspettai la risposta e mi avvicinai sinuosa come un serpente, era una situazione strana io dimostravo molti anni meno di lui ma in realtà ero di quasi 50 anni più grande.”


Buffy: “E lo avete fatto?”


Laura: “Si, e devo dire che Spike è molto bravo e dotato sa come far piacere ad una ragazza.”


Buffy: “Senza offesa Laura, ma la tua versione senza anima è una vera…..”


Laura: “….Puttana. Si lo so ero senza freni. Dopo averlo fatto nella vasca Spike ci siamo trasferiti nel letto, e lo abbiamo fatto altre 3 volte.”


Buffy: “Lo avete fatto 4 volte.”


Laura: “Ehm”


Buffy: “5”


Laura: “6 volte.”


Buffy: “Oh mio Dio.”


Laura: “Dopo siamo stati accovacciati l’uno all’altro, io tenevo la testa sul suo petto e lui la mano fra i miei capelli. Mi chiese come mi sentivo gli risposi che stavo bene. Dopo un po’ mi domando chi era Acrux, una volta lo avevo chiamato. Gli dissi che non era nessuno di importante. Usci dal letto avvicinandomi al cammino, mi volevo riscaldare al fuoco. Mi chiamo per nome ed io gli risposi di non chiamarmi più Laura che volevo cambiare nome in Tisifone Nyx. Mi rispose che per lui andava bene e mi chiamo Tis. Sorrisi e per poi dirgli che anche lui avrebbe dovuto cambiare nome, William non faceva paura a nessuno. Ci penso un attimo per poi chiedermi cosa ne pensavo di Cain, secondo me aveva bisogno di un nome più suo un nome da duro e gli consigliai Spike, a lui piacque moltissimo.”


Buffy: “Sei stata tu a dargli il nome Spike.”


Laura: “Si. Mi domando se potevo innamorarmi di lui, gli risposi che aveva qualche possibilità. Abbiamo parlato per un altro po’ anche della nostra condizione di vampiri, io non avevo mai parlato molto con altri vampiri e non avevo avuto un sire, ero un autodidatta, lui stava appena compiendo i primi passi nel mondo di tenebre. In questo eravamo simili.”


Buffy: “Lo amavi?”

(WIP)