THE GUARDIAN

 

Autore : Aldebaran

Rating: Angs – Romance, NC – 17 solo in alcune parti ed anche un pò di AU

Note: Questa storia è ambientata dopo l’episodio “I Will remember you” della 1 stagione di ATS. Infatti l’ho scritta dopo aver letto il riassunto delle puntata, prima che venisse programmato in Italia. Ci saranno accenni anche alla seconda stagione di ATS e la quarta – quinta e sesta di Buffy.

Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono a J:W: ecc.ecc….tranne alcuni personaggi di mia invenzione.

Note: Buffy in questa fan-fic apparirà solo all’inizio e verso la fine. Spero che piaccia come è piaciuta Underground.

 

CAPITOLO 1

 

Vancouver – Canada.

 

Maddeline Dessaline si coricò nel suo letto. Era felice.

Il suo ragazzo, Robert, sarebbe ritornato l’indomani dopo aver passato una settimana a Toronto causa un viaggio organizzato dalla sua università.

Stava con lui da quasi un anno e da quando avevano fatto l’amore, la lontananza le sembrava tremenda, ma ora sarebbe ritornato …e presto.

Lui aveva venticinque anni e spesso si chiedeva che cosa avesse trovato in lei, che cosa lo avesse spinto ad avvicinarla. Fra poco avrebbe compiuto venti anni, ma assieme a lui si sentiva completa e felice e non riusciva a immaginarsi la sua vita senza di lui.

Si addormentò con la sicurezza che i suoi sogni sarebbero stati bellissimi.

 

Si trovava in un luogo misterioso, tutto era luce, sembrava un arcobaleno. Istintivamente si diresse verso una luce più abbagliante delle altre.

“Dove sei?” gridò lei

“Vieni da me…” rispose una voce soave.

Dopo un lungo camminare, nella quale sentiva attorno a se bisbigli e parole, che stranamente non le facevano paura, ma sembrava rassicurarla si trovò innanzi ad una donna. Una bellissima donna. Capelli lunghi, biondi, ciglia folte, corpo snello, viso quasi angelico e due occhi, due occhi che scrutavano l’anima

“Chi sei?” chiese Maddeline

“Benvenuta. Abbiamo atteso tanto, ma ora è giunto il momento…” rispose la donna

 

Los Angeles – Appartamento di Angel.

 

“Non dimenticherò mai…non dimenticherò mai…” Angel si svegliò di soprassalto, il ricordo di quel giorno mai esistito lo tormentava ancora. Sentire le sue mani su di se, il suo respiro, i suoi baci. Si chiedeva, a volte, se la decisione presa fosse stata giusta.

Si alzò dal letto, il sole non era ancora tramontato. Si diresse verso il suo piccolo salotto e accese il televisore. Cordelia aveva insistito nell’acquisto perché doveva “passare il tempo quando non dormiva e fuori il sole splendeva” secondo le sue testuali parole.

Si diresse verso il bagno e si gettò sotto il getto dell’acqua della doccia, forse questo avrebbe riportato tutto nella sua giusta dimensione. Si era svegliato da quel sogno in uno stato di evidente eccitazione. Battè il pugno sulle piastrelle “Accidenti! Possibile che solo sognarla bastasse a ridurlo in quello stato?” Lasciò che l’acqua scorresse lungo il suo corpo. Una sola cosa leniva un po’ il suo sordo dolore la sicurezza che lei lo amava, profondamente. Quel giorno, di cui lui solo serbava il ricordo, ne era la conferma.

Uscì dalla doccia, si rivestì e si diresse verso il divano del suo appartamento. Guardò senza interesse lo schermo del televisore, fino a quando quello che vide lo scosse oltre ogni limite. Stavano trasmettendo “Il postino suona sempre due volte” con Jack Nicholson e Jessica Lange. La scena che aveva attirato la sua attenzione era il focoso amplesso che i due stavano avendo sul tavolo della cucina della casa di lei. Troppi dolorosi ricordi. Anche lui e Buffy si erano lasciati prendere la passione e avevano devastato la cucina, proprio come nel film, gli sembrava di rivedere la scena. Prese la tazza che aveva in mano e la scagliò con forza contro lo schermo frantumandolo.

“Dannazione!” gridò con quanto fiato aveva.

 

Sunnydale – casa di Buffy

 

Buffy non stava bene. Aveva passato una brutta influenza, ma si sentiva spossata. Solitamente si ammalava raramente e guariva velocemente, ma questa volta era diverso. Dopo la febbre non si era ripresa, erano giorni che non faceva la ronda, era troppo debole, si sentiva come se qualcuno risucchiasse tutta la sua energia. Si sedette sul divano quasi sconsolata.

Sua madre, Giles e gli altri avevano insistito perché lei facesse tutti gli accertamenti del caso ed ora era in attesa del risultato.

Il telefono squillò.

“Pronto?”

“Buffy Summers?” chiese la voce all’altro capo del telefono

“Si”

“Sono il dott. Morgan, solitamente non telefono ai miei pazienti, ma sua madre era così preoccupata che…”

“Passi al sodo dottore, si può sapere che cosa ho?”

Dopo qualche attimo Buffy riagganciò la cornetta. Era bianca come un cencio e dovette appoggiarsi al muro per non cadere. Come avrebbe potuto dirlo a sua Madre? A Giles e agli altri? Come?”

Come poteva dire loro che non sarebbe più stata in grado di fare ronda e i soliti allenamenti. Era ancora persa nei suoi cupi pensieri quando improvvisamente il campanello suonò.

Meccanicamente si diresse verso la porta e aprì.

Di fronte a lei stava una ragazza, con lunghi capelli color miele, il viso di un ovale delicato e due occhi, che nel sole avevano il colore del brandy. Portava un paio di Jeans, ed una giacca ed era abbastanza alta.

“Desidera?” chiese Buffy

“Buffy Summers?” chiese lei

“Si”

“Piacere, mi chiamo Maddeline…” disse la ragazza porgendola la mano

Buffy gliela strinse e subito provò un senso di sicurezza, di sintonia.

“Posso entrare?” chiese la ragazza

Buffy la scrutò. Era mattino quindi non poteva trattarsi di un vampiro e nemmeno di un demone.

“Prego”

Appena entrata Buffy disse “Che cosa posso fare per te?”

Maddeline si girò verso di lei e rispose “Non si tratta di quello che tu puoi fare per me, ma di quello che io farò per te!”.

 

Due anni dopo

Los Angeles vicinanze del Karaoke Bar

 

Angel seguito da Cordelia Wesley e Gunn uscì dal Karaoke Bar. Lorne lo aveva fatto cantare per avere le informazioni che gli servivano e lui non era del migliore degli umori.

Dei rumori di lotta attirarono la loro attenzione e i quattro di diressero verso il vicolo da dove provenivano

Improvvisamente la videro. Una donna stava lottando con tutte le sue forse contro tre vampiri che non avevano certo buone intenzioni.

Senza pensare un attimo i tre uomini corsero in suo aiuto due vampiri furono ridotti in polvere in poco tempo mentre uno fuggiva. La donna era accasciata a terra, respirava affannosamente.

Angel si avvicinò a lei

“Tutto bene?” chiese

Due occhi profondi lo scrutarono “Dov’è?” disse la donna

“Dov’è chi?” chiese Angel

Con una forza inaudita la donna scaraventò a terra Angel e si alzò di scatto “Daniel!” cominciò a gridare mentre rovistava in ogni angolo di quel vicolo.

Dopo qualche secondo, una voce fece capolino da un mucchio di scatoloni “Sono qui Ma”

“Dio ti ringrazio” disse la donna “Stai bene? Ti hanno fatto del male?”

“No” disse scuotendo la testa “Ma quegli uomini mi hanno spaventato”

“Ora è tutto finito, non ti preoccupare” rispose la donna mentre lo abbracciava stretto.

Angel e gli altri guardavano la scena. Angel, pur non dandolo a vedere, era scosso. Quella donna lo aveva allontanato con una forza impressionante. Probabilmente era sotto shoc e preoccupata per il bambino e questo aveva aumentato l’adrenalina nel suo corpo, senza contare che lui era alquanto stanco….

La donna si sollevò lentamente da terra e tese la mano ai quattro dicendo “Grazie per avermi aiutato”

“Di nulla” disse Wesley mentre gli stringeva la mano.

“Mi potreste indicare un albergo? Purtroppo sono scesa alla fermata sbagliata e mi sono persa…”

“Doveva stare più attenta, Los Angeles non è una città molto tranquilla, soprattutto con un bambino apresso” disse Angel con ironia

Lei represse una risposta cattiva e senza farsi notare mise una mano al fianco. Un vampiro l’aveva ferita e sentiva la maglietta che si stava inzuppando lentamente di sangue.

“Angel sei davvero maleducato” disse Wesley mentre continuava a fissare ammirato la sconosciuta.

Lui rimase in silenzio, quella donna le dava una strana sensazione, che non sapeva bene spiegarsi.

“Se vuole la accompagno io” disse Gunn “Conosco un buon albergo, è qui vicino e non molto caro”

“Grazie “ disse la donna.

Improvvisamente si guardò attorno “Mi hanno rubato lo zaino” disse

“Oh” intervenne sbuffando Cordelia che finalmente aveva deciso a partecipare ai convenevoli del gruppo. Si sentiva stanca e sporca. Era stato un duro giorno di lavoro e non vedeva l’ora di andare a casa e di crogiolarsi in un bagno caldo. Ed ora ci si metteva anche questa sconosciuta. “Ci dispiace molto, ma noi qui abbiamo qui abbiamo finito. Buona fortuna. Andiamo?” disse rivolta agli altri.

Wesley alzò gli occhi al cielo “Ha denaro con lei?”

La donna scossa la testa “Mi hanno preso tutto” disse

“Beh, potresti ospitarla tu all’Himperyon” disse Wesley rivolto ad Angel

“Ma sei impazzito?” rispose lui

“Senti, se vuoi posso rimanere anch’io. In fondo ci sono così tante stanze….”

“No! Se vuole le do dei soldi…”

Lui e Wesley stavano ancora discutendo quando la donna prese per mano il bambino e si incamminò verso l’uscita del vicolo

“Angel cerca di ragionare…” continuava come una litania Wesley, appoggiato anche da Gunn, mentre Cordelia disinteressata della cosa sbuffava “E’ una persona in difficoltà, non sa dove andare ed inoltre ha un bambino…”

“Ti sei bevuto il cervello? Non posso ospitarla! Se poi scoprisse che cosa sono?”

“Si tratta di un’emergenza….” Intervenne Gunn

“No…!” rispose perentorio Angel

Il grido improvviso del bambino ruppe la discussione “Ma!”

I quattro si girarono appena in tempo per vedere la donna cadere a terra.

 

CAPITOLO 2

 

Angel fu il primo a soccorrerla. Sentiva odore di sangue, poi le slacciò la giacca e vide la macchia che si spandeva velocemente. “E’ ferita” disse.

“Da come sanguina deve essere una cosa seria, dobbiamo portarla all’ospedale” disse Gunn

“No!” rispose la donna, mentre di districava dalle braccia di Angel e cercava di sollevarsi, senza molti risultati

“Ma ha bisogno di cure…” disse improvvisamente Cordelia

“No. Se vado all’ospedale mi toglieranno Daniel…non posso permetterlo. Lui deve stare con me!”

Il bambino intanto teneva la mano della donna “Ma…ti senti male? Vuoi un bacino che ti passa tutto?”

La donna gli sorrise “Penso che un tuo bacino questa volta non basterà Daniel, ma starò bene, vedrai…lascia solo che mi alzi e poi andiamo…”

“Sei forse impazzita? Con quella ferita non arriverai lontano” disse Angel

“Hai forse qualche idea alternativa? Io non posso andare all’ospedale…ve l’ho già detto!”

“Io avrei un’idea “intervenne Gunn

Tutti la guardarono.

“Se ti fidi abbastanza io e Cordelia, potremmo portare Daniel all’Hynperion mentre tu puoi andare all’Ospedale scortata da Angel e Wesley”

La donna non rispose, sembrava stesse pensando ad altre alternative ma chiese ugualmente “Che cos’è l’Hymperion?”

“E’ un albergo” disse Gunn

“Albergo?”

“E’ anche la sede dalla nostra Agenzia” gli fece eco Cordelia

“Penso che non sia una buona idea” disse la donna

“A me sembra la soluzione migliore” disse Wesley

La donna lo fissò, mentre pensava velocemente. Effettivamente quel ragazzo aveva ragione, era l’unica alternativa accettabile.

“Va bene” disse infine

“Perfetto!” rispose Gunn

“Ma sei impazzito?” disse Cordelia “Io non so nulla di bambini ed inoltre anche Angel non vuole…”

“E’ semplice” rispose la donna “Quando hanno fame si sfamano e quando sono sporchi di lavano, non c’è altro” disse con molta ironia.

“Visto? Sembra facile” disse Gunn

“E tu?” chiese Cordelia rivolta ad Angel “Cosa ne pensi?”

Lui fissò sia Wesley che Gunn e vedendo i loro sguardi alquanto decisi annui “Solo fino a quando non sarà in grado di cavarsela da sola, non un minuto di più!” rispose

“Nemmeno io ho voglia di dipendere troppo da qualcuno, non ti preoccupare” disse la donna “ma purtroppo si tratta di un’emergenza del tutto imprevista…”

Angel e Wesley intanto la aiutavano ad alzarsi. “Daniel, ora andrai con questi due signori mentre io devo andare a mettere un cerotto su questo taglio”

Il bambino annui “Vedrai che ti tratteranno bene” e poi rivolta a Gunn e Cordelia “E’ un bravo bambino e solitamente non da noia. Unica cosa particolare un bicchiere di latte ed una storia prima di addormentarsi”

“Ce la caveremo vedrai.” Disse Gunn “Allora Daniel, andiamo?”

Il bambino sembrava titubante e guardò la donna che gli annui e lui prese la mano di Gunn.

“Il vostro indirizzo” chiese lei

“Cosa?” disse Wesley

“L’indirizzo di dove lo portate”

“Ah” rispose Wesley mentre le allungava il biglietto da visita

La donna guardò il bianco talloncino e sollevò un sopracciglio “Angel Investigazioni…” disse mentre alle labbra le saliva un sorriso.

I due sostenendola, si diressero verso l’auto di Angel

“Visto che non ci siamo ancora presentati io sono Wesley, lui è Angel mentre i due che sono andati via con il bambino sono Cordelia e Gunn”

La donna fissò di sottecchi Angel , era turbata e ansiosa ma cercò di non farlo notare.

“E tu sei?” chiese Wesley

“Maddeline…”

“Maddeline e poi?” disse quasi con noncuranza Angel

“Maddeline Dessaline” rispose la donna.

 

Ospedale

 

“C’è un ferito qui!” gridò Wesley mentre entrava nel pronto soccorso.

Lui ed Angel stavano aspettando in sala d’attesa quando un’infermiera si avvicinò.

“Scusate” disse “Mi servirebbero alcune informazioni…”

“Informazioni?”

“Si, per il modulo, dati personali”

“Ah, beh…” disse Wesley

“Non sappiamo nulla” rispose per lui Angel “ L’abbiamo solo trovata….”

“Ah, in questo caso devo chiamare la polizia…” disse l’infermiera mentre si allontanava verso al reception.

“Andiamocene” disse Angel

“Ma…la lasciamo sola?”

“Ha il nostro indirizzo no? Se la caverà vedrai…”

“Ma…”

“Ascoltami bene, lo spieghi tu alla polizia quello che è successo? E quel bambino? Se sanno che ha un bambino glielo porteranno via….”

“Non ci avevo pensato…”

“Andiamo!” gli ordinò Angel mentre si avviava velocemente verso l’uscita.

 

Il dottore entrò nella stanza dove era ricoverata Maddeline e la trovò vuota.

“Infermiera!” gridò

“Mi dica…”

“Dov’è la paziente?”

“Come dov’è la paziente?”

“Vede forse qualcuno qui?”

L’infermiera scosse la testa.

L’uomo sospirò. “Speriamo solo che i punti tengano…”disse.

 

Strada per l’Hotel Hymperion – auto di Angel

 

“Secondo me abbiamo fatto male a lasciarla sola” rimuginò Wesley

Angel fissava la strada senza rispondere

“E poi, dovrà subire anche un interrogatorio…”

“Se la caverà benissimo” rispose lui

“Si. Riesco sempre a cavarmela benissimo” disse una voce all’improvviso alle loro spalle.

Angel frenò bruscamente e lei sbattè contro la poltrona del guidatore

“Che diavolo…”

“Hai! Fai piano, mi hanno dato dei punti…vuoi che si riapri la ferita?”

“Come hai fatto a finire qui?” chiese sorpreso Wesley

“Già” disse Angel “Come? Non dovresti essere all’Ospedale?”

“Primo” rispose Madeline sono fuggita e la ferita non sanguina più. Poi ho rubato alcuni antidolorifici e sopra ogni cosa non volevo lasciare Daniel da solo…”

“Non è prudente…per la tua ferita” disse Wesley

“So io quello che è prudente o meno, andiamo?”

“Dove?” chiese stizzito Angel

“A casa tua. Da Daniel!”

Angel rimise in moto l’auto e si diresse verso l’Hymperion.

 

Hotel Hymperion

 

“Si è addormentato?” chiese Gunn

Cordelia sospirò. “Si dopo la quarta fiaba non ha retto. Era esausto.”

“Ne ha passate tante questa notte”

“Spero solo che questo non lo turbi, sai quando frequentavo il corso di psicologia, ho studiato dei traumi infantili….”

“Sei anche esperta della psiche umana ora?”

“Ascoltami, ho le visioni, vedo demoni e vampiri. E’ logico che sia esperta di psiche…”

Gunn scosse la testa. Cordelia riusciva sempre a sorprenderlo. Guardò l’orologio. “Fra poco sarà l’alba. Si può sapere dov’è Angel?”

“Sono qui” disse una voce.

“Hei amico, come …” la domanda rimase a mezz’aria quando vide entrare dalla porta anche Maddeline

“Tu non dovresti essere in ospedale? Ti hanno già dimessa?”

“Non esattamente. Dov’è Daniel”

“Di sopra. Dorme” rispose Cordelia.

“Vado a vedere…qualcuno mi accompagna?”

“Vieni” disse Cordelia.

 

Wesley guardò le donne che salivano la scalinata. Poi rivolto ad Angel “Perché sei così astioso verso di lei?”

“Astioso?”

“Si, sembra quasi che non la sopporti.”

“E’ solo una tua impressione” rispose Angel, mentre si avviava verso la sua stanza. “Vado a dormire…”

Si stava dirigendo verso la sua stanza quando passò innanzi a quella occupata da Daniel. Lentamente guardò dentro. Seduta accanto a lui, Maddeline gli accarezzava la fronte. Il bambino aprì gli occhi “Ma…sei arrivata.”

“Certo, ne dubitavi forse?”

“Ti hanno messo il cerotto?”

“Si”

“Stai bene ora?”

“Si. Dormi ora. Domani sarò ancora qui vicino a te”.

Con un sospiro di sollievo il bambino richiuse gli occhi.

“Hai qualche coperta?” chiese a Cordelia

“Si. Perché”

“Vorrei sistemarmi su quel divano…”

“Ma sei ferita. Non sarebbe meglio un letto?”

“Il divano andrà benissimo” rispose Maddeline.

“Va bene. Cercherò anche qualcosa perché tu possa cambiarti”

“Come?”

“Non vorrai rimanere qui con quei jeans sporchi di sangue e quella specie di camiciola da ospedale vero?”

Maddeline si guardò. Effettivamente Cordelia aveva ragione.

“Se riesci a trovarmi qualcosa…te ne sarei veramente grata”

“Non ti preoccupare. Dovrei avere ancora un mio cambio da qualche parte…” rispose Cordelia mentre si avviava verso la porta.

 

Angel si diresse verso la sua stanza. Non riusciva a capire ma quella donna gli dava una strana sensazione. Ripensò a quello che era capitato nel vicolo. Lo aveva buttato a terra con grande forza. Una forza che lui ben conosceva. La forza di una cacciatrice disse fra sé.

In fin dei conti era un bene che si trovasse lì. Appena si fosse ristabilita un po’ Maddeline avrebbe dovuto dargli alcune spiegazioni …esaurienti spiegazioni.

 

CAPITOLO 3

 

Maddeline fissava il soffitto. La ferita gli faceva male, ma era sopportabile. Strinse fra le dita il suo ciondolo. Quel giorno era iniziato male e finito peggio. Prima l’autobus si era guastato, era arrivata in ritardo, aveva sbagliato fermata ed era stata attaccata da dei vampiri ed infine era corso in suo aiuto Angel.

Fra tutte le persone esistenti a Los Angeles proprio lui doveva incontrare?

Tralasciò tutte le complicazioni del caso per concentrarsi sul suo problema principale. La usa sacca. Quel vampiro non aveva rubato solo i suoi soldi, ma anche qualcosa che le apparteneva e che era di vitale importanza. Doveva ritrovarla e presto, molto presto.

 

Mattina dopo.

 

“Ma…Ma…svegliati” disse una voce mentre la scuoteva

Maddeline aprì gli occhi, si sentiva debole, tastò con le dita delicatamente la ferita. Non sanguinava. Buon segno. Stava guarendo velocemente.

“Dimmi Daniel...cosa vuoi?”

“Ho fame…”

“Mi alzo e cerco di trovare qualcosa, va bene?”

Il bambino annui. Solo allora, avendolo davanti a se, notò che Cordelia gli aveva infilato a mò di pigiama una maglia che lei presunse fosse di Angel.

Lentamente si avviarono alla ricerca di una cucina.

Dopo circa dieci minuti arrivarono ad una stanza che conteneva alcuni elettrodomestici.

“Penso che abbiamo trovato la cucina Daniel..”

Il bambino si fiondò nella stanza e andò verso il frigorifero.

“Non so se troverai del latte, penso che sia la bevanda preferita dal padrone di casa…”

“L’ho trovato!” disse esultando il bambino mentre lo prendeva incurante che nel frigorifero ci fosse anche qualcos’altro di meno commestibile per gli esseri umani

“Aspetta…” Maddeline controllò la data di scadenza e mentre metteva a scaldare il latte cercò anche qualcosa di più sostanzioso. Alla fine trovò dei biscotti e della marmellata e fece dei piccoli bocconcini.

 

Mentre Daniel mangiava voracemente latte ed i biscotti Maddeline decise di cambiarsi le bende che ricoprivano la ferita. Mentre frugava tra i pensili aveva notato alcune garze sterili e del disinfettante. Evidentemente il padrone di casa era alquanto soggetto a farsi del male.

Non riuscendo a tenere la maglia alzata per medicarsi, decise di togliersela rimanendo solo in jeans e reggiseno.

Si era appena tolta la medicazione fatta in ospedale quando Wesley entrò nella stanza.

“Oh…scusa” disse mente si girava

Maddeline sobbalzò e la garza le cadde per terra “accidenti!” disse

“Vuoi…che ti aiuti?” chiese Wesley alquanto imbarazzato

“Penso che sarebbe opportuno. Così finirò prima…”

Wesley prese il coraggio a quattro mani e si girò nuovamente verso di lei. Era una donna molta bella, alta e magra, fianchi stretti e un seno…oddio quel seno era perfetto, come piaceva a lui generoso senza essere pesante.

Mentre lei teneva la garza sulla ferita, e lui metteva dei cerotti la sua attenzione fu attirata da un medaglione. Era uno strano medaglione. Nel centro c’era un rubino incastonato fra le fauci di un orso da una parte e quelle di un lupo dall’altra.

Stava cercando di fare il più velocemente possibile, ma le mani gli tremavano un po’. Si stava eccitando. Con la coda dell’occhio guardava il medaglione e involontariamente i seni di Maddeline.

“Sei un pervertito” disse fra sé, ma non poteva fare a meno di ammirare quella bellezza. In fin dei conti era già da molto che aveva rotto con la sua ragazza e da allora non aveva più avuto nessuno…

“Hai bisogno di aiuto?” disse improvvisamente una voce.

Wesley e Maddeline alzarono lo sguardo appena in tempo per vedere la figura di Angel scagliarsi sull’entrata della stanza.

“No…” rispose Wesley sempre più imbarazzato “abbiamo finito” disse mentre metteva l’ultimo pezzo di cerotto.

“Grazie per l’aiuto” disse Maddeline, mentre, senza alcun imbarazzo attraversava la stanza per andare a prendere la sua maglietta appoggiata su un pensile.

Angel la guardò. Era davvero bella e per la prima volta, dopo tanto tempo si sentì turbato.

Non senza difficoltà lei riuscì a infilarsi la maglietta.

“Hai finito Daniel?”

“Ho ancora fame…” rispose il bambino.

“Ci sono altri biscotti” disse improvvisamente Angel mentre si dirigeva verso un pensile posto molto in alto e prendeva un pacchetto di biscotti al cioccolato e del caffè e li porse a Maddeline.

“Grazie…” disse lei.

“Wesley devo parlarti…subito”

“Vengo” rispose l’uomo ad Angel.

 

Ufficio di Wesley

 

“Mi vuoi spiegare che cosa stavi facendo?”

“La stavo aiutando a medicare la ferita…”

“Quando sono entrato sembravi più occupato a guardare qualcos’altro…”

Wesley aggrottò la fronte, era la prima volta che Angel faceva il moralista e poi era stato quasi impossibile non guardare. “Quando sono arrivato stava medicandosi da sola e mi ha chiesto di aiutarla, inoltre, stavo osservando il medaglione che porta al collo…”

“Ah…”rispose sarcastico Angel “ora si chiama in questo modo…”

“La vuoi smettere di comportarti come uno stupido e stare ad ascoltarmi?”

“Non sono io lo stupido, a quanto ricordo eri tu in cucina a sbavare…”

“Chi sbavava?” chiese curiosa Cordelia mentre varcava la soglia dell’ufficio con Gunn

“Wesley…”

“Io non sbavavo…”

“Scusate” chiese Gunn “avete problemi di salivazione?”

I due lo guardarono quasi in cagnesco

“Angel mi ha visto mentre aiutavo Maddeline a medicare la ferita…”

“E sbavavi per questo?” chiese quasi disgustata Cordelia

“Visto che la signora in questione era solo in jeans e reggiseno…” disse tutto in un fiato Angel

“E vai…hai fatto colpo amico” rispose Gunn

“Non è come pensate…” cercò di ribattere Wesley

Pur volendo sapere qualcosa di più su quella donna Angel aveva deciso, dopo un lungo rimuginare, che prima se ne fosse andata e meglio sarebbe stato per tutti. “Comunque” esclamò improvvisamente lui “Visto che sta abbastanza bene potrebbe andarsene…”

“Ma è ferita e poi le hanno rubato tutto!” disse Welsley

“Hey Wesley” intervenne Cordelia “Sei sicuro di pensare con il cervello e non con un’altra parte anatomica?”

“Non essere offensiva!. E’ una persona in difficoltà giusto? E noi aiutiamo le persone e quindi lei ed il bambino devono essere aiutati”

“Ma non possono rimanere qui!” disse Angel

“Perché?”

“Perché potrebbero scoprire tutto! Guardala è qui da meno di un giorno e già si comporta da padrone di casa e tu le dai man forte. Potremmo pagarle un motel fino a quando non riuscirà a trovare un lavoro”

“Un motel non è un posto adatto ad un bambino…” disse Wesley

“Io ho bisogno della mia privacy! Lo sapete bene tutti e invece cosa ho ottenuto ad ospitarla? Mi alzo questa mattina e la trovo in cucina assieme al figlio mentre fa colazione. Cosa pensi che abbia pensato quando ha aperto il frigorifero e ha trovato non solo il latte, ma anche qualcos’altro?”

“Che sei un vampiro?” disse improvvisamente una voce cristallina.

 

CAPITOLO 4

 

“Ma che sciocchezze stai dicendo?” disse con una risata quasi isterica Cordelia.

Maddeline entrò nella stanza, seguita da Daniel, portando un vassoio con cinque tazze di caffè.

Angel per la prima volta fissò bene il bambino. La sera prima non si era sbagliato. Avrà avuto circa cui quattro anni, capelli chiari, quasi biondi e due occhi scuri. Assomigliava molto a Maddeline, ma alcuni tratti dei suoi lineamenti gli ricordavano anche qualcun’altro….ma non riusciva bene a capire chi.

Maddeline pose il vassoio sulla scrivania. Prese una tazza di caffè e lentamente si sedette sul divano.

“Potete berlo” disse facendo segno verso le tazze “Non l’ho avvelenato…”

Wesley si tolse gli occhiali, li pulì e poi li ripose sul naso “Per quello che hai detto prima, comprendo che tu abbia pensato, ma ti stai sbagliando…insomma vedi…”

“vuoi dire che tenete del sangue ne frigorifero per…emergenza trasfusioni? Quando la banca del sangue è a corto ricorre a voi?”

“No…ma ci sono alcune circostanze…” continuò Wesley

“Adesso basta tergiversare” intervenne Angel quasi adirato. Quella donna lo innervosiva ed ancora più ora che non sembrava affatto turbata da quello che aveva scoperto “Io sono un vampiro e mi nutro di sangue e mi meraviglio che tu non abbia paura” poi avvicinandosi con fare quasi felino e fissandola negli occhi “Molte altre persone sarebbero già fuggite…”

Maddeline non abbassò lo sguardo e Angel, ancora una volta si meravigliò del caldo colore che avevano, simile al brandy invecchiato e stranamente nemmeno Daniel provava paura.

“Perché dovrei avere paura? Tu sei il vampiro con l’anima giusto? Perché dovresti farmi del male?”

A quel punto Gunn si alzò di scatto dalla sedia “Ok. Fermi tutti . Penso che sia giunto il momento di spiegarci chi sei e di come fai a sapere di Angel!”

“Chi sono io non ha molta importanza”

“Oh certo che ce l’ha carina” disse Cordelia “Vuoi farci del male? Sei venuta per uccidere Angel?”

“No! Niente di tutto questo. Diciamo che non prevedevo di incontrarmi con voi, ma il destino ha mischiato le carte e ora devo fare buon viso a cattiva sorte”

“Tutto questo è molto interessante” disse Angel “Ma ancora non ci hai dato nessuna spiegazione”

“E nemmeno ve ne darò! Almeno fino a quando non saprò se mi posso fidare di voi!. L’unica cosa che chiedo, se riterrete opportuno, è il vostro aiuto per ritrovare quello che mi hanno rubato”

“Sarà impossibile” disse Gunn

“Ho imparato nella mia vita che nulla è impossibile. Devo trovare quello che mi hanno preso”

“Perché? Che cosa c’era di così importante?” chiese Cordelia

“Una cosa che serve a proteggere me e Daniel”

“Siete in pericolo?” disse quasi ansioso Angel

Maddeline sospirò. Qualcosa doveva dirla, sarebbe rimasta sul vago.

“Tutto è iniziato circa un mese fa. Sembrava che mi pedinassero, ma inizialmente non ci ho fatto molto caso. Quando una notte mi hanno aggredito…”

“Vampiri?”

Lei annui. “Non so come sono riuscita a cavarmela quella volta, poi un giorno mi arriva un pacco ed una lettera. Nella lettera mi si diceva che io e Daniel eravamo in pericolo e che dovevo nascondermi”

“E il pacco cosa conteneva?” chiese Gunn

“Una spada”

“Una spada?” gli fece eco Angel

“Esatto. Nella lettera c’era inoltre scritto che sarebbe servita per proteggerci e di non abbandonarla mai. Solo che io non l’ho mai usata. A dire il vero non ne ho mai avuto bisogno…”

“Allora perché la rivuoi?” chiese ingenuamente Cordelia

“Perché è mia e in futuro potrebbe servirmi”

I quattro si guardarono negli occhi. Wesley prese la parola “Penso di parlare a nome di tutti, ma credo che dovremmo discuterne fra di noi”

“Comprendo perfettamente” rispose Maddeline. Poi preso Daniel per mano disse “Quando avrete preso al vostra decisione mi troverete nella stanza che avete dato a Daniel” ed uscì dalla porta richiudendola dietro di se.

 

“E’ molto strana quella ragazza” disse Gunn mentre sorseggiava il suo caffè “però un punto a suo favore voglio lasciarlo, fa un caffè da urlo”

“E’ vero!” gli fece eco Cordelia “E’ molto buono”

“E solo perché fa un caffè buono dovremmo aiutarla?” Disse Angel “Pretende il nostro aiuto, ma non sappiamo nulla di lei…”

“Forse no…” disse Welsey

“Come?” chiese Cordelia.

“Lei ha un medaglione e sono sicuro di averlo già visto da qualche parte…potrei fare delle ricerche, forse in questo modo potremmo scoprire qualcosa di più!”

Angel si appoggiò alla scrivania e incrociò le braccia “Non mi piace…”

“Cosa? Maddeline?” chiese Gunn

“No. Tutta questa assurda situazione”

“Io penso che dovremmo reggerle il gioco, almeno per un po’” intervenne a quel punto Cordelia

“Come?” esclamò Wesley

“Pensateci attentamente, se noi l’aiutiamo possiamo anche tenerla d’occhio e scoprire se mente o meno e correre ai ripari al momento giusto”

“Non ha tutti i torti” disse Angel

“Ok. Siamo tutti d’accordo allora?” chiese Wesley.

I tre annuirono.

“Chi le da la buona notizia?” chiese Gunn

“Beh, visto che Wesley qui è il capo penso che tocchi a lui!” disse Angel.

 

Sera – Karaoke Bar

 

“Si può sapere cosa facciamo qui?” chiede perplessa Maddeline

“Volevi informazioni? Bene qui si possono avere” gli disse Wesley

Lei lo guardò scettica “In un karoke bar?”

“Il proprietario è speciale…”

“Speciale?”

 

Proprio in quel momento Lorne fece la sua comparsa. Maddeline si trovò ad osservare un demone verde, ma innocuo. Cercò di rammentare da dove provenisse e improvvisamente le venne in mente “Pylea!”

“Ma guarda chi si rivede. E cosa abbiamo qui?” disse lui mentre elegantemente prendeva la mano di Maddeline per portarsela alle labbra.

“Beh oltre ad essere un tipo speciale è anche galante” rispose lei

“Oh, questo è manna per il mio spirito. Devo dire che questa volta avete superato Voi stessi. Bella, intelligente e con il senso del buon gusto…”

Angel a quel punto alzò gli occhi al cielo “Abbiamo bisogno di un’informazione…”

“Conosci le regole amico” gli rispose Lorne “una canzone…una informazione”

“Non si tratta di me” rispose Angel

“Wesley?”

Lui scosse la testa

“Ah…allora è per questa bella ragazza…”

Maddeline annui.

“Allora accomodati…” le disse Lorne mentre le faceva un cenno verso il palco

“Che cosa dovrei fare?”

“Cantare?”

“Cantare? Perché?”

“Perché una persona quando canta mente a nudo la sua anima…”iniziò Wesley

“E lui la legge?”

“Esatto, quindi se vuoi accomodarti..”

“Non ci penso nemmeno” disse Maddeline

“Allora non avrai nessuna informazione…”

“Ti consiglio di accettare la sua proposta, altrimenti potresti non riuscire più a recuperare quello che ti interessa” le bisbigliò Wesley

“E lui sa sempre tutto?”

“Certamente!” rispose quasi offeso Lorne “Che canzone vuoi?”

“Nessuna” esclamò senza la minima esitazione Maddeline

“Cosa?”

“Ascoltatemi bene, tutti! Non sono venuta qui a perdere tempo cantando mentre un demone verde cerca di vivisezionare la mia vita privata” e si girò andando verso il telefono e iniziando a sfogliare l’elenco telefonico

“Cosa hai intenzione di fare?” gli chiese Angel

“Trovare quello che mi hanno preso con i metodi tradizionali”

“Non ce la farai mai”

“Solo perché lo dici tu?”

“Ascoltami” gli disse Angel mentre le prendeva un braccio “se canti potresti ritrovare la tua spada in poco tempo”

“Sei alquanto fiducioso, comunque io la cercherò a modo mio”

“Cerca di essere ragionevole” intervenne a quel punto Wesley che nel frattempo si era avvicinato.

Maddeline a quel punto strappò delle pagine, prese l’elenco e lo mise con forza contro il torace di Wesley “io sono ragionevole!” gli disse prima di uscire dal locale.

Angel le corse dietro, ma lei era come scomparsa. Si guardò attorno. La sua auto era ferma ancora dove l’aveva lasciata, ma di lei nessuna traccia.

Dopo qualche minuto rientrò nel locale

“Dov’è Maddeline?” chiese preoccupato Wesley

“E’ sparita, non capisco …si è come volatilizzata”

“Voglio solo dirvi una cosa” intervenne a quel punto Lorne “Quella donna mi da una strana sensazione che non riesco bene a decifrare. Vi conviene tenerla d’occhio”

“E’ quello che ho intenzione di fare” rispose Angel.

 

 

CAPITOLO 5

 

Maddeline percorreva arrabbiata la strada. Come si permettevano di ordinarle cosa fare? Come? Il phyleiano non sarebbe mai riuscito a ritrovare la sua spada, mentre lei poteva e doveva farlo senza Angel, Wesley e gli altri tra i piedi, altrimenti avrebbe dovuto chiarire troppe cose e tutte in una volta!. Guardò le pagine che aveva strappato, era l’elenco dei negozi di magia di Los Angeles. Si fermò su una panchina e iniziò a scorrerlo con gli occhi. Decise che avrebbe tralasciato quelli più alla “moda” ed in centro della città per dedicarsi alla periferia.

Il suo zaino, o meglio la sacca che aveva con sé, aveva una piccola particolarità: era intrisa di magia. Si poteva aprire, ma nulla poteva essere tolto. Quindi qualsiasi persona che cercasse di rubarne il contenuto avrebbe avuto una bella sorpresa.

Non riusciva a capire perché il vampiro lo aveva preso. Si alzò e iniziò a camminare per schiarirsi le idee. Dopo qualche minuto arrivò alla conclusione che coloro che avevano mandato quei tipi avevano preteso, oltre che la sua morte, anche la sua sacca.

Il ladro, dunque avendo fallito la missione avrebbe cercato di rivendere il maltolto a qualche negozio di magia. La refurtiva, dopo che qualcuno ne avesse visto il contenuto, era una sfida per qualsiasi mago o persona che praticasse la magia a certi livelli. Per questo aveva scartato i negozi del centro e quelli in cui i proprietari consideravano la magia solo una favola.

I veri praticanti di quest’arte si trovavano in zone meno…appariscenti.

 

Strade di Los Angeles.

 

“Ok. Avvisatemi se arriva”. Angel chiuse la comunicazione e si rivolse a Wesley “Non l’hanno vista”

“Chissà dove si sarà cacciata. Dalle pagine dell’elenco mancano quelle con gli indirizzi dei negozi di magia della città”

“Sono un centinaio…” rispose Angel “Non possiamo controllarli tutti questa notte”

“Che cosa facciamo?” chiese Wesley con preoccupazione

“Iniziamo dal primo della lista” rispose Angel “Se come ci ha detto all’Hymperion qualcuno sta cercando di ucciderli, avrà bisogno di protezione” disse mentre rimetteva in moto la macchine e si immetteva nel traffico notturno della città.

 

Maddeline era il terzo negozio che visitava. Iniziava ad essere stanca. Durante quella piccola passeggiata notturna si era dovuta difendere da un paio di ubriaconi, due ragazzi in cerca di avventure e cinque vampiri. Era inutile dire che questi ultimi non avrebbero rivisto un’altra notte.

Improvvisamente il medaglione si illuminò. “Ci siamo” pensò.

Stranamente il negozio era ancora aperto ed entrò.

Un uomo circa sulla quarantina dopo aver sentito lo scampanellio della porta la raggiunse.

“Che cosa posso fare per lei?” chiese l’uomo mentre la osservava con lo sguardo in modo quasi lascivo.

Maddeline sorrise, era la persona giusta. Il tipico essere che faceva affari con tutti, non gli importava se fossero demoni o umani, gli importava solo il suo tornaconto, ma dubitò fortemente che sarebbe stato in grado di togliere la magia di protezione.

“Sto cercando una cosa…” disse lei

“Che cosa?” chiese l’uomo

“Una sacca…”

“Una sacca? Mia cara penso proprio che tu abbia sbagliato indirizzo. Questo è un negozio di magia, non una boutique”

“So perfettamente dove mi trovo” rispose Maddeline

“Davvero?” rispose l’uomo. Maddeline lo fissò e lui si innervosì, ma ebbe la prontezza di ribattere “Come sto dicendo qui non vendo accessori per abbigliamento, se vuoi una pozione o delle erbe, oppure qualche libro…”

Maddeline sospirò. Possibile che doveva sempre trovarsi di fronte degli stupidi? Allungo il braccio e lo prese per il bavero della giacca attirandolo verso di lei.

L’uomo era molto alto e robusto, ma si ritrovò ugualmente disteso sul ripiano del bancone. Lei si avvicinò al suo viso “Tu hai qualcosa che mi appartiene ed io lo rivoglio…sta a te decidere in quale modo…”

 

Dieci minuti dopo Maddeline usciva dal negozio con la sua sacca al braccio. Non era stato molto difficile convincere il suo attuale proprietario a restituirgliela.

Si diresse verso una zona più illuminata, la aprì e prese il suo cellulare e compose un numero che ben conosceva. Dopo un paio di squilli una voce le rispose. “Sono io” disse Maddeline.

 

Hotel Hymperion

 

Angel sembrava un leone in gabbia, continuava a percorrere l’atrio dell’albergo e imprecava fra se. Era quasi l’alba e Maddeline non era ancora ritornata. Accidenti e se i suoi inseguitori l’avessero trovata e uccisa? Che cosa avrebbe dovuto fare con il bambino? Stava per scoppiargli la testa.

Wesley era chiuso nel suo ufficio a cercare qualcosa sul medaglione che, solo lui aveva visto da vicino, Cordelia era andata a casa e Gunn era a perlustrare il suo quartiere. Daniel dormiva beatamente e lui era lì ad aspettarla.

Improvvisamente Maddeline fece il suo ingresso nella Hall dell’albergo con la sua sacca a tracolla.

Angel cercò di sembrare calmo “L’hai trovata?”

Lei mise la sacca su una delle poltrone “come puoi constatare tu stesso..:”

“E come hai fatto?”

“Con i metodi tradizionali…”

“Metodi tradizionali?” chiese con ironia Angel

“Diciamo con i miei metodi tradizionali….” le rispose lei.

“Bene” disse poi ad un tratto prendendo la sua sacca e avviandosi verso le scale “credo che andrò a riposare un po’ prima di togliere il disturbo”.

Angel non rispose mentre la guardò salire le scale.

 

Ufficio di Wesley

 

Wesley era addormentato su uno dei suoi polverosi libri quando Angel entrò. Si avvicinò e lo scosse leggermente “Welsey…Wesley…svegliati”

“Come? Ah si….mi sono addormentato”

“Lo avevo notato”

“Ci sono novità?”

“E’ ritornata!”

“Ritornata? E come sta? E’ ferita?”

“Non ti preoccupare, era in ottima forma…e con la sua sacca”

“Ha ritrovato la sua sacca? Ma come ha fatto? In così poco tempo poi!”

“Con i suoi metodi a quanto pare” disse stizzito Angel. “Mi ha avvisato che se ne andrà”

“Non possiamo…non sappiamo nulla di lei”

“Questo non ci deve importare molto…ormai ha quello che cercava ed sembra perfettamente guarita…”

Wesley chiuse il libro sul quale si era addormentato ed Angel notò uno schizzo, prese il foglio fra le mani e lo guardò.

“E’ questo il medaglione che porta al collo?” chiese con curiosità

“Si, ma il disegno non gli rende merito. Qui in mezzo c’è un rubino di un rosso abbagliante…” e poi notando che fissava ancora il foglio “Ti è famigliare?”

Angel annui “Non ricordo dove l’ho visto…ma mi posso sbagliare. In fin dei conti tu se l’unico che l’abbia potuto ammirare da vicino” disse sarcastico Angel

“Angel ti prego…ancora con quella storia?”

“Perché? Non sei forse attratto da lei?”

Wesley non rispose. Certo che era attratto da lei, e chi non lo sarebbe stato? Oltre ad essere bella era circondata da un alone di mistero che rendeva la cosa alquanto eccitante.

“Vado a dormire” disse Angel mentre usciva dall’ufficio.

Mentre saliva le scale che portavano alle sue stanze Angel non potè fare a meno di sbirciare nella stanza di Maddeline e Daniel. Lei era distesa sul divano e sembrava che dormisse. Riprese il suo cammino. Il problema e lui lo sapeva bene, disse fra se, era che quella donna era attraente non solo per Wesley, ma anche per lui.

 

Hotel Hymperion pomeriggio.

 

Dopo aver fatto il bagno a Daniel, averlo cambiato con i vestiti che aveva nella sacca, ed essersi preparata a sua volta era giunto il momento di salutare l’allegra compagnia. Maddeline si sentì sollevata.

Essere li, con Angel non era molto facile.

Era sicura che stavano cercando di capire chi fosse e questo non era opportuno che venisse alla luce, almeno per il momento. Quindi prima se ne fosse andata e avesse fatto perdere le sue tracce e meglio sarebbe stato per tutti.

Si sentiva turbata, e ne conosceva il motivo: Angel. Certo le avevano detto che era un bel tipo, ma di persona era molto più affascinante e dopotutto erano due anni che aveva lasciato Robert.

Non doveva pensare a questo. Avere una relazione, con qualsiasi persona, in quel momento non era molto opportuno. Aveva cose più importanti a cui pensare.

Prima di ritornare nel suo nuovo nascondiglio avrebbe fatto una piccola sosta.

 

Tutti erano nella Hall ad aspettarli. Wesley aveva cercato di convincerla a rimanere, ma non aveva ottenuto nessun risultato.

Lei scese le scale con indosso un nuovo paio di jeans ed una nuova maglietta. La sua sacca a tracolla.

“Sei sicura di avere abbastanza denaro?” le chiese Wesley

“Certo. Ritrovando la mia sacca ho ritrovato anche i miei soldi, documenti, cellulare ecc…” e poi rivolta a Cordelia “Ho lasciato gli abiti che mi hai prestato nella stanza di sopra. Sono puliti non ti preoccupare.”

Angel era in disparte a guardare. Nel suo animo si agitavano sentimenti contrastanti. Se da una parte gli dava una strana sensazione e voleva che se ne andasse, dall’altra voleva che rimanesse, non sapeva bene il motivo, ma era così.

Lei si avvicinò a lui e gli pose la mano “Grazie di tutto e mi dispiace di essere stato un po’ scortese”

Lui gliela strinse “Solo un po?”

“Diciamo alquanto…” rispose lei.

La sua stretta era calda e sicura e gli insinuò un senso di pace.

“Daniel andiamo” gridò ad un tratto.

“Vengo Ma” rispose il bambino mentre correva velocemente giù dalle scale

“Vai piano potresti farti male” gli disse

Non aveva ancora finito di pronunciare la frase che Daniel scivolò su un gradino e ruzzolò giù per la scalinata.

 

CAPITOLO 6

 

Ospedale

 

Angel guardava Maddeline mentre parlava con il dottore. La vide annuire con il capo e poi stringergli la mano. Infine si diresse verso di lui.

“Come sta?” chiese preoccupato Angel

Maddeline sospirò “Tutto sommato bene, ha una gamba rotta”

“Non è cosa da poco”

“Infatti. Dovrà rimanere con il gesso almeno un mese. Questo non ci voleva! Che cosa farò adesso?”

Proprio in quel momento anche gli altri fecero il loro ingresso nella sala d’aspetto.

Angel li aggiornò sulle condizioni di Daniel.

“Che cosa farai ora?” chiese Wesley

“Non so. Sarei dovuta partire oggi, ma questo cambia tutti i miei programmi. Daniel per almeno un settimana non potrà muoversi. Dovrò cercare un posto dove andare”

“Potresti venire da me” disse Wesley

Angel , Cordelia e Gunn lo guardarono sbigottiti. “Sei impazzito?” disse Cordelia “Il tuo appartamento è piccolo, basta appena per una persona, e poi il bambino dove lo metti? Sul divano?”

“Ha ragione” esclamò Gunn

“Però il problema rimane” intervenne nuovamente Cordelia “Insomma dobbiamo trovare un posto adatto per lei ed il bambino”

“Non preoccupatevi, mi cercherò un motel” rispose lei

“Un motel non è un posto adatto…”continuò Cordelia “Dobbiamo trovare qualcosa di più comodo…e soprattutto pulito…”

“Potresti ospitarla da te” disse Gunn rivolto a Cordelia

“Cosa? Non se ne parla proprio, insomma io ho la mia vita sociale…e poi con le visioni…potrei traumatizzare il bambino…”

Angel che fino a quel momento era rimasto in disparte ad ascoltare tutti quei discorsi disse “Potrà rimanere all’Hymperion”

“Cosa?” chiese stupita Maddeline

“Puoi rimanere all’Hymperion per tutto il periodo che occorre”

Maddeline sgranò gli occhi “Scusa, ma fino a due giorni fa mi volevi fuori dai piedi. Come mai questo cambiamento?”

“Beh, Daniel si è fatto male a casa mia e mi sento in qualche modo responsabile…”

Maddeline lo guardò perplessa “e come mi ha fatto notare Cordelia fin dal nostro primo incontro ci sono molte stanze libere” continuò Angel. “Poi, Dobbiamo anche tenere conto che ti stanno inseguendo e all’Hymperion saresti al sicuro…”

“Non so…”

Wesley le prese una mano fra le sue “Accetta, vedrai che non sarà così male. Daniel sarà al sicuro e anche tu visto che saremmo in quattro a sorvegliarlo…”

Angel fissò Welsley. Quella donna gli piaceva proprio pensò, forse un po’ troppo.

Maddeline sorrise e disse “Va bene”

“Perfetto” gli fece eco Wesley. “Che ne dici di andare a prendere Daniel e di ritornare all’Hymperion?”

“D’accordo” rispose lei.

 

Hotel Hymperion

 

Maddeline stava mettendo a dormire Daniel, mentre gli altri erano nell’Ufficio di Wesley a discutere.

“Sei sicuro della tua decisione?” chiese Gunn ad Angel

Lui annui. “Ho ripensato a quello che ci ha detto Cordelia l’altro giorno”

“Che cosa ho detto?”

Angel alzò gli occhi al cielo “Il fatto che avendola qui avremmo potuto controllarla…”

“Ah…si…ora ricordo”

“E la tua privacy?” chiese quasi stizzito Wesley. Lui aveva sperato che lei accettasse la sua offerta. Aveva voglia di conoscerla meglio, ed un mese sarebbe stato sufficiente.

“Ormai non ha molta importanza. Lei sa che sono un vampiro e quindi penso che sappia a cosa va incontro”

“Sa anche che tu hai un’anima” disse Gunn

“Questo è un altro punto su cui voglio fare chiarezza, scoprire che cosa sa esattamente”

“Quindi cercheremo di prendere due piccioni con una fava?” chiese Gunn

Angel annui.

“Sta arrivando” sussurrò Cordelia.

Poco dopo Maddeline fece il suo ingresso nell’ufficio.

“Si è addormentato” disse mentre si sedeva su una poltrona. “Devo ammettere che mai mi sarei aspettata tanta disponibilità”

“Che cosa ti saresti aspettata?” chiese Angel

“Altro, ma non questo. Su un punto avete ragione, Daniel è più al sicuro qui”

“Sai perché lo cercano?”

Certo che lo sapeva, ma lei scosse la testa in segno di diniego.

“E’ meglio andare a dormire” disse Angel

“Un’ultima cosa” intervenne Maddeline “Quando vuoi di affitto?”

“Affitto?”

“Si, per la stanza, ed il resto…”

“Niente!”

“Ma sei ammattito?” esclamò Cordelia “Ti devo ricordare che le nostre finanze non sono fra le più floride?”

“Ho detto niente” ripeté Angel con un tono che non ammetteva repliche.

“Allora vi aiuterò nelle vostre attività”

“Cosa?” disse Gunn

“Vi aiuterò a risolvere i vostri casi”

“Maddeline non penso che sia opportuno. I nostri casi sono…singolari” rispose con calma Wesley

“So benissimo come sono i vostri casi…e potrei esservi d’aiuto”

“In che modo?” chiese Angel

“Non riesci ad immaginarlo?” gli rispose lei

“Scusami tanto Maddeline, ma non hai esperienza in questo campo…” disse Cordelia

“Imparo in fretta”

“Non sono d’accordo” intervenne Gunn, “non ci serve una donna che magari durante una nostra incursione non sappia cavarsela da solo… qualcuno potrebbe rimanerci secco!”

Maddeline scosse la testa. “Hai paura che non sappia combattere?”

“Esattamente! Quindi sarà meglio che tu rimanga qui a fare la mamma felice con Daniel”

“Vuoi una dimostrazione?”

“Come?”

“Domani pomeriggio ti darò una dimostrazione. Se riuscirai a battermi starò tranquilla e calma, altrimenti mi sdebiterò con voi aiutandovi. Ci stai?”

Gunn alzò il sopracciglio “Potresti farti male”

“Non ti ho chiesto questo. Domani?”

“Va bene!”

“Ma siete ammattiti?” intervenne quasi urlando Wesley “Gunn, mi meraviglio di te e tu Maddeline, non devi dimostrare nulla a nessuno, ti siamo grati dell’aiuto che ci stai offrendo, ma…”

“Anche tu pensi che non sia in grado?”

“Non ho detto questo…”

“Però l’hai pensato!”

“Tu che ne pensi Angel?” chiese Cordelia.

“Se va bene a loro…”. Si immaginava, remore dell’esperienza del vicolo, che per Gunn non sarebbe stata una passeggiata.

“Perfetto” disse lei alzandosi dalla poltrona. “Ora se non vi dispiace vado a riposarmi un po’

“Maddeline…disse Wesley

“Maddie”

“Come?”

“Maddie, tutti i miei amici mi chiamano Maddie”.

.

Grazie.

 

CAPITOLO 7

 

Mattina – Hotel Hymperion

 

Gunn volò letteralmente dall’altra parte del piccolo giardino interno dell’Hymperion mentre un Daniel sempre più felice batteva le mani incitando Maddie “Brava Ma…brava…”

Wesley e Cordelia erano stupefatti, mentre Angel ebbe la conferma di quello che sospettava dal loro primo incontro. Quello che lo sconcertava maggiormente però, era il fatto che il bambino non sembrava per nulla turbato, come se fosse abituato a vedere la madre combattere, e vincere.

Gunn si rialzò con fatica.

“Allora?” chiese Maddie sempre in posizione d’attacco.

“Ok…mi hai convinto, dove hai imparato ha combattere in questo modo?”

“Segreto” rispose e poi rivolta a Daniel “Allora Daniel cosa ne pensi?”

Il bambino, immobilizzato su una piccola poltroncina disse “Sei sempre la più brava Ma…”

“Grazie” rispose lei scompigliandogli i capelli con fare allegro “I tuoi complimenti sono sempre i più graditi. Hai fame?”

Il bambino annui.

Maddeline lo prese in braccio e si diresse verso la cucina dicendo “latte e biscotti?”

“Si…si…ma tanti biscotti” rispose il bambino.

 

Ufficio di Wesley

 

“Ha una forza straordinaria” disse Gunn mentre si metteva la sacca di ghiaccio che gli porgeva Cordelia su una spalla

“Forse troppo” rispose Wesley “nella mia lunga carriera come osservatore conosco solo un essere umano che possa essere così forte…”

“La cacciatrice” intervenne a quel punto Angel

“E’ una cacciatrice?” disse Cordelia “All’ultimo conteggio ce ne erano due e una è in prigione. E’ forse morta?”

“Cordelia un po’ di tatto per favore” disse Wesley e poi rivolto ad Angel “tu lo sospettavi?”

Angel annui

“Potevi avvisarmi prima che mi gettassi in un’azione suicida!” esclamò Gunn

“Ti ricordo che hai fatto tutto da solo e poi…volevo una conferma”

“Che è una cacciatrice?”

“No. Che è forte come una cacciatrice”

“Quando ti è venuto il primo sospetto?” chiese incuriosito Wesley

“La prima sera, nel vicolo”

“Che cosa è successo?”

“Mi ha gettato a terra con facilità” rispose Angel “All’inizio non ci ho fatto molto caso, ma dopo, ripensandoci…”

“Allora stiamo ospitando una cacciatrice? Che noia. Pensavo di essermi liberata di tutte loro una volta lasciato Sunnydale” disse Cordelia mentre si ammirava in un piccolo specchietto ritoccandosi il rossetto

“Dubito che sia una cacciatrice” disse Wesley mentre si toglieva gli occhiali e li ripuliva

“Perché” chiese con genuina curiosità Cordelia

Wesley si rimise gli occhiali “Perché ha un figlio”

Tutti lo guardarono stupiti

“Vedete, la cacciatrice o meglio tutte le cacciatrici non possono avere figli. La loro missione glielo impedisce. Molte muoiono giovani, e altre che superino i venti anni, come nel caso di Buffy arrivano alla conclusione che non si può mettere al mondo un figlio per poi lasciarlo solo. Tutte sanno che il loro destino, il loro certo destino, è la morte!”

“E’ una cosa orribile” disse Gunn

“Lo so, ma è così. La cacciatrice non avrà mai una discendenza…il suo destino è di rimanere sola”

Angel non parlava e ascoltava con attenzione Wesley

“Scusami” intervenne Cordelia “ma se una rimanesse incinta prima della famosa chiamata?”

“Non sarebbe mai chiamata. I suoi poteri non sarebbero attivati e continuerebbe la sua vita”

“Ma perché?”

“Perché non combatterebbe al meglio. Non chiedermi come succede so solo che è così!”

“E’ alquanto vago” disse Gunn “non le invidio per niente…deve essere dura per loro”

“Non sai quanto” rispose Angel. Improvvisamente gli ritornarono alla mente i motivi per cui aveva lasciato Buffy, uno di questi erano i figli. Se solo avesse immaginato…forse le cose sarebbero andate diversamente. No. Non doveva avere ripensamenti. La sua era stata una decisione dettata dall’amore e non si tornava indietro. Ormai si era abituato alla cosa.

“Quindi l’unico indizio, oltre a quello che è molto forte, rimane il suo medaglione…”disse improvvisamente Angel.

“Già” rispose Wesley

“Hai fatto progressi nella ricerca?” chiese Gunn

“Non molti. Potrei contattare alcuni miei amici…”

“Quali?”

“Osservatori ancora in carica. Come sapete la biblioteca del consiglio è la più imponente del pianeta, ci sono libri antichissimi. Forse loro potrebbero trovare qualcosa…”

“Ma scusa, non eri stato licenziato?” intervenne Cordelia a quel punto

“Ho ancora degli amici, la mia vita non si è fermata qui a Los Angeles” rispose Wesley.

“Contattali!” esclamò Angel

“Come?”

“Contattali. Forse loro saranno più fortunati”

“Va bene” rispose lui.

 

Vancouver – Canada

 

Robert Cynster suonò per l’ennesima volta il campanella della casa dei Dessaline. Una donna, sulla quarantina, aspetto aggraziato e capelli neri venne ad aprire.

“Robert…”

“Buon pomeriggio Signora…”

La donna sospirò. “Sei venuto per la solita cosa?”

Il ragazzo annui.

“La risposta è sempre la stessa…”

“La prego signora…mi dica se almeno sta bene!”

“Sta bene, non preoccuparti. Sono due anni che ormai mi assilli, ma come ti ha spiegato lei prima e io dopo, sono cose troppo complicate perché tu possa capire…mettiti il cuore in pace”

“Non posso! Io l’amo ancora!”

La donna guardò il ragazzo “Non hai un’altra ragazza? So che ti sei consolato presto…solo due mesi dopo e già uscivi con lei”

“Ho cercato di dimenticarla ma non ci sono riuscito! Io devo trovarla…”

“Dimenticala, per il suo bene ed il tuo…dimenticala” rispose la donna mentre richiudeva la porta.

Robert rimase lì, a fissare l’uscio chiuso. Aveva cercato di dimenticarla, aveva avuto altre ragazze, ci era persino andato a letto, ma questo non riusciva a riempire il suo cuore e la sua anima.

Sperava di non dover ricorrere a questo, ma ora era necessario. Aveva incaricato un suo amico, una specie di genio del computer di fare alcune ricerche.

“Ti troverò Maddie…fosse l’ultima cosa che faccio, ma ti troverò!” disse fra se mentre si incamminava lungo il vialetto

 

Michelle Dessaline si appoggiò alla porta sospirando. Robert era ritornato alla carica. Pensava che dopo i primi mesi di due anni prima dopo che Maddie se ne era andata, in cui bussava alla porta e telefonava a tutte le ore, si fosse rassegnato.

Infatti improvvisamente tutto si era acquietato e lui non si era più fatto sentire. Lo aveva visto alcune volte in giro per la città e lui l’aveva saluta con educazione, ma non aveva chiesto più nulla. Gli era in qualche modo dispiaciuto che lui si fosse consolato così presto. Nemmeno due mesi dopo usciva già con un’altra ragazza e sembravano molto affiatati! Lo aveva comunicato a Maddie, sapendo che le avrebbe spezzato il cuore, ma lei aveva accolto la notizia con coraggio, come era logico che facesse. Sapeva che la sua vita, fin da quel giorno in cui era venuta a conoscenza del segreto della sua famiglia, ormai era stata tracciata. Entrò nell’elegante salotto della sua casa e si accasciò sulla poltrona. Possibile che questo dolore fosse destinato a lei? Sapeva che era una possibilità che come una spada di Damocle gravava sul destino sua famiglia, ma perché proprio ora? Perché a Maddie? Scosse la testa. Fin da piccola aveva dimostrato di essere una bambina fuori da comune, aveva quella luce particolare, il suo carattere fiero e in qualche modo ribelle, il suo spirito, la rendevano adatta a quello che sarebbe accaduto dopo.

Ai suoi fratelli avevano spiegato l’essenziale e loro avevano promesso di mantenere il segreto, ma era così difficile!. Tutti sentivano la sua mancanza!

Guardò l’orologio. Avrebbe atteso ancora qualche ora prima di chiamarla. Doveva sapere che Robert era intenzionato a trovarla.

 

Los Angeles. Hotel Hymperion.

 

Il cellulare di Maddeline suonò, lei guardò sul display il numero ed ebbe un tuffo al cuore. Rispose con trepidazione

“Maman…”

“Come stai tesoro?”

“Bene. E’ successo qualcosa? Mon pére. Marcel, Jeanette…”

“Non, non, non” fece Michelle “Si tratta di Robert…”

Il suo cuore perse un battito. “Robert?”

“E’ ritornato, vuole trovarti…”

“Ma non aveva un’altra ragazza? Speravo che ormai si fosse rassegnato..”

“Ti ama…mon petite…è logico che cerchi di rintracciarti…”

Proprio in quel momento Angel passò davanti alla stanza di Maddie e Daniel e sentendo delle voci si fermò. Non era sua abitudine origliare, ma se poteva scoprire qualcosa di più…tutto era ben accetto.

“Capisco” rispose Maddie sedendosi stancamente sul letto di Daniel “Tu che cosa hai risposto?”

“Quello che rispondo da due anni …devo continuare?”

“Si”

“Non credi che se tu gli spiegassi…forse capirebbe?”

“Maman…”

“Si, è alquanto azzardato, ma sentiamo tutti la tua mancanza…e vorremo che tu fossi qui, a casa”

“Anche voi mi mancate…”

Ci fu un attimo di silenzio.

“Ti voglio bene” disse Michelle

“Anch’io”

“Stai attenta mi raccomando…”

“Si, non di preoccupare…ah, Maman?”

“Oui?”

“Non chiamarmi più se non effettivamente necessario!” Come le pesava dirle quelle parole.

“Capisco” disse con tono denso di tristezza Michelle, ma capiva quello che la figlia le voleva dire. Era pericoloso, qualcuno avrebbe potuto rintracciare la chiamata!

“Stammi bene”

“Anche tu” rispose Maddie.

Chiuse la comunicazione mentre una lacrima solitaria le scendeva lungo il viso.

 

“Tutto bene?” chiese improvvisamente una voce che la fece trasalire. Angel entrò nella stanza e andò a sedersi vicino a lei.

“Si, non preoccuparti” rispose Maddie mentre con il dorso della mano si asciugava le lacrime

“Non sembra. Cattive notizie?”

Lei scosse la testa. “Solo il passato…che ritorna”

“E’ così doloroso?”

“Cosa?”

“Il tuo passato” gli chiese Angel

“No, al contrario é bellissimo e felicissimo. Forse è proprio per questo è più doloroso ricordare quello che si è perso”

“Ti capisco”

“E’ tua abitudine origliare le conversazioni altrui?” chiese Maddie

Angel scosse la testa, ma decise di essere sincero, a volte era la tattica migliore.

“Volevo sapere qualcosa di più su di te. Tu hai chiesto il nostro aiuto, ma ad essere sincero non ci hai dato molte informazioni”

Maddie sospirò. Avevano ragione. Forse era giunto il momento di fidarsi di qualcuno.

“Chiama tutti i tuoi amici, ci riuniamo nell’ufficio di Wesley”

“Perché?”

“Volevi delle rispose? Ebbene le avrai!” disse quasi tutto in un fiato.

 

Vancuouver – Canada

 

Robert era nervoso. Si agitava di qua e di là per la stanza di attesa che il suo amico gli fornisse qualche indizio.

“Allora?” chiese impaziente

“Calmati, non è facile” rispose il ragazzo mentre pigiava sulla tastiera del computer

“Ok. Ci siamo!”

“Davvero?”

“Ne dubitavi? Bene Michelle Dessaline ha chiamato un cellulare…”

“Dove?”

“Zona approssimativa…Los Angeles”

“Los Angeles? Non puoi essere più preciso?”

L’amico scosse la testa. “Probabilmente la zona a nord.”

“Tutto qui?”

“E’ già stato alquanto difficoltoso inserirsi nella rete telefonica, ma pretendi un po’ troppo se voi l’indirizzo esatto”

“Grazie” rispose Robert mentre lasciava la stanza

“Hey, dove hai intenzione di andare?” chiese il ragazzo

“A Los Angeles” rispose Robert con sicurezza.

 

CAPITOLO 8

 

Ufficio di Wesley

 

Tutti erano seduti in attesa. Daniel stava disegnando e sembrava che non si interessasse di quello che stesse succedendo. Maddie prese la parola. “Ho promesso ad Angel che vi avrei dato alcune informazioni, altrimenti prima o poi vi ritroverò sotto il letto a spiarmi”

“Non esageriamo” disse con imbarazzo Wesley

“Però” continuò Maddie “c’è una piccola regola…”

“Cominciamo bene” esclamò Gunn

Maddie non fece caso alle sue parole “Potrete farmi tutte le domande che riterrete opportuno, solo che io risponderò solo a quelle che ritengo necessarie….”

“Perché?” chiese alquanto stupito Angel

“Perché non siete ancora pronti per alcune spiegazioni, mentre altre non sono necessarie…”e poi guardandoli attentamente “prendere o lasciare, ma vi posso promettere che in qualsiasi momento potrete chiedere…”

“E tu risponderai?” chiese Cordelia

“Dipende…”

“Bene” intervenne Gunn “Come facevi a conoscere Angel?”

“E chi non lo conosce?” rispose Maddeline “Lui non è un normale vampiro, anzi uccide i suoi simili, ha un’agenzia investigativa che si occupa di demoni e persone in difficoltà. Lo sapevi che hai una certa fama fra le creature della notte?”

“Davvero?”

“E devo dire che è una fama ben meritata. Sei proprio come mi aspettavo…”

“Non hai risposto alla domanda” riprese Gunn “Come sei venuta a conoscenza della sua particolarità?”

“Casualmente a dire il vero. Per un certo periodo ho frequentato dei luoghi un po’…particolari. E’ così che sono venuto a sapere di lui…”

“E perché dovevi frequentare questi luoghi?” intervenne a quel punto Cordelia

Maddie scosse la testa. Questa era una domanda a cui non poteva rispondere, almeno non ancora.

“Come mai sei così forte?” chiese Wesley

“Non so. Quando è arrivato Daniel mi sono arrivati anche questi poteri. All’inizio non riuscivo a capirne il motivo, ma poi, dopo l’arrivo della misteriosa lettera, ho cominciato ad apprezzarli…”

 

“Perché Daniel è così importante?” chiese a quel punto Angel

Maddie stinse le labbra come se fosse indecisa a rispondere a quella domanda. Dopo qualche attimo disse “Daniel è speciale. Lui è destinato ad una grande impresa…”

“Quale?”

“Non posso dirvelo…per il momento”

“E’ qualcosa di buono almeno?” chiese Cordelia con il solito tatto

“Certamente!” rispose quasi arrabbiata Maddie. Come poteva solo pensare quella superficiale ragazza che Daniel avrebbe portato qualcosa di male? Sbuffò quasi sonoramente.

“Nessuno voleva offendere te o Daniel” disse Angel “Ma devi anche comprendere la situazione in cui ci troviamo…”

Maddie alzò la mano come per scacciare una mosca “Si, si, comprendo perfettamente…”

Angel si aspettava che Wesley le chiedesse del medaglione, ma lui rimase in silenzio e questo lo fece riflettere non poco. Dopo avrebbe chiesto spiegazioni.

“Anche se sei molto forte, tre giorni fa hai avuto bisogno del nostro aiuto…” disse Gunn

“Era una situazione particolare. Erano in otto…”

“Otto?” chiese stupito Angel “Noi ne abbiamo visto solo quattro…”

“E ve ne avete lasciato fuggire uno…”

“Lasciamo perdere le circostanze del nostro incontro” intervenne Cordelia

“Comunque” continuò Maddie “quattro li avevo già eliminati, ma sono stata ferita e voi siete giunti provvidenzialmente in mio aiuto…”

“Il resto è storia” disse Gunn

Maddie annui. “Ci sono altre domande?”

“Non per il momento” rispose Angel.

“Perfetto” disse Maddie mentre si dirigeva verso Daniel e lo prendeva in braccio “Andiamo un po’ in giardino…è una bellissima giornata”.

 

Appena Maddie lasciò la stanza Angel chiese a Wesley del medaglione “Non voglio che si insospettisca troppo” fu la sua risposta.

Wesley temeva infatti che facendole troppa pressione, così improvvisamente, si sarebbe chiusa a riccio o peggio sarebbe fuggita appena possibile e lui non voleva. Inoltre aveva già chiesto informazioni ad alcuni suoi amici in Inghilterra.

 

Maddie era con Daniel nel piccolo giardino interno dell’Hynperion Angel la guardava da lontano. Aveva risposto ad alcune domande, ma molte rimanevano senza risposta. La guardò ancora attentamente: certamente non era una donna comune. Chissà quanti anni aveva. A giudicare dal suo aspetto forse non più di venti o ventidue, ma il suo corpo…quel corpo sprigionava una sensualità che aveva visto poche volte nella sua lunga vita e gli faceva ritornare a galla certi desideri che aveva cercato a lungo di tenere a freno.

Chiuse gli occhi. Fino a quel momento solo un’altra ragazza aveva destato così il suo interesse…”Buffy” sussurrò lievemente il suo nome. Da quando si erano visti l’ultima volta, o per essere precisi, da quando lui aveva picchiato il suo attuale ragazzo, provando una soddisfazione impareggiabile, aveva deciso di non nominarla più. Cercava di non pensare a lei…perché sapeva che se ne avesse parlato apertamente con i suoi amici, tutte le sue buone intenzioni sarebbero crollate.

Si ricordava ancora la loro reazione quando quella attrice di soap-opera aveva cercato di sedurlo, risvegliando momentaneamente Angelus. Non era riuscita ancora a capire perché il suo demone si fosse ritirato, in fondo la droga che lei gli aveva propinato gli aveva fatto raggiungere quel senso di beatitudine necessario. Aveva fatto ricerche dopo quel fatto, ma non era ancora riuscito a trovare una risposta. Quindi per i suoi amici lui doveva rimanere casto e guardare una donna solo da lontano.

Questo inizialmente non era un problema. Aveva fatto così tanto sesso nella sua vita, sperimentato così tanto che non era difficile restare per così dire, in astinenza.

Ma dopo che aveva passato quel giorno con Buffy, riscoperto le sensazioni che riusciva a risvegliare nella sua anima e nel suo corpo, era diventato alquanto difficile.

Così a volte, il desiderio era così intenso che nemmeno le battaglie notturne e la stanchezza riuscivano a placarlo, si rinchiudeva nella sua stanza e provvedeva da solo. Quello che ricavava era solo un modo per lenire il dolore corporeo, ma era meglio di niente. Dormire di giorno dava i suoi vantaggi. Nessuno lo disturbava e sapeva che avrebbe provato alquanto imbarazzante spiegare la cosa ai suoi amici.

 

Ma ora era arrivata lei, con quel corpo conturbante, con un carattere fiero e forte che assomigliava così tanto a Buffy.

Si girò di scatto incamminandosi verso le scale che portavano alla sua stanza. Non poteva permetterle, anche inconsciamente, di turbare il suo fragile equilibrio, tanto più che aveva già fatto colpo su Wesley.

Passò davanti alla stanza che occupava con Daniel, la porta era aperta e vide la sacca appoggiata su un divanetto.

Si avvicinò lentamente e l’aprì. Conteneva le solite cose ed una fodera di pelle morbida che avvolgeva qualcosa, ne scostò i lembi e il suo sguardo fu come incatenato alla spada più bella che avesse mai visto. Avvicinò la mano per toccarla

“Se fossi in te non lo farei” tuonò improvvisamente la voce di Maddie.

 

CAPITOLO 9

 

Angel sussultò lievemente

“Ti metti anche a frugare fra le mie cose adesso?” chiese Maddie quasi con rabbia

“Scusami…è stato un impulso…”

Maddie si avvicinò alla sua sacca e la richiuse prontamente.

“Forse dovresti controllare di più i tuoi …impulsi…oppure in giorno ti troverai nei guai” rispose lei fissandolo negli occhi.

Ancora una volta Angel si stupì della fierezza che traspariva dal suo sguardo. Sarebbe potuto annegare in quello sguardo…in quegli occhi.

“Non succederà più!” disse con una voce più alta del normale mentre lasciava in fretta la stanza. Altri occhi avevano avuto quell’effetto su di lui. Entrò velocemente nella sua stanza e chiuse la porta a chiave. La doccia fredda questa volta non sarebbe servita a molto!.

 

Sunnydale – Casa di Buffy

 

“Ma ti sei bevuto il cervello?” gridò Buffy contro Riley

“Buffy mi dispiace, ma io non posso più stare con te!”

“Perché?”

“Perché ho capito che non mi ami!”

“Non ti amo? Ti ho dimostrato più volte di amarti. Mio Dio Riley ho persino perdonato quelle tue scappatelle con le vampire, se questo non è amore che cosa è?”

“Non so cosa sia, ma non è amore. Non nego che tu mi voglia bene, ma anche quando siamo insieme ti sento distante”

“In che senso?”

“Insomma, anche quando facciamo l’amore una parte di te mi rimane reclusa. Io eccito il tuo corpo, ti sono vicino nelle battaglie e durante il giorno, ma una parte di te rimane nascosta, come se appartenesse a qualcun’altro!”

“Stai dicendo un mare di sciocchezze. Io ti ho raccontato tutto della mia vita. Mi sono donata a te come a nessun altro e questo non puoi negarlo, conosci la mia storia”

Raley annui

“Allora non si tratta di questo. C’è qualcos’altro vero?”

“No! Non c’è altro!”

“Smettila di prendermi in giro e affrontami una volta per tutte!” disse Buffy quasi arrabbiata

“E va bene. Buffy io devo stare con qualcuno che abbia bisogno di me, devo essergli indispensabile, di aiuto, con te invece…”

“E’ per questo? Per il tuo fottutissimo orgoglio maschile? Vuoi lasciarmi non perché come dici tu non ti amo abbastanza o non sono brava a letto, ma solo perché sono più forte e combatto meglio di te?”

“No. Hai frainteso”

“Ho capito benissimo! Sapevi chi ero fin dal primo giorno e conoscevi la mia missione e fino a poco tempo fa non sembrava importati molto…hai incontrato un’altra?”

“No…non dire stupidaggini”

“Non mentirmi Riley, non cercare di farmi passare per stupida…la conosco?”

Lui scosse la testa

“E scommetto che è la classica brava ragazza, che studia, prende bei voti e ha bisogno del suo cavaliere che la protegga …”

“Buffy ti prego…”

“Ti prego cosa? Non essere così sarcastica? Pensavo che fra noi ci fosse una certa dose di sincerità!. Da quanto va avanti questa storia?”

“Un paio di mesi…”

“Hai continuato a fare l’amore con me mentre stavi con lei?”

“Io …non sapevo come dirtelo...”

“Aprire la bocca e dargli fiato sarebbe bastato. Mi hai ferito Riley…”

“Buffy, io ti ho amata molto, ma tu…insomma anche tu mi hai ferito”

“Quando?”

“Ho cercato di accettare il fatto che tu ti fossi innamorata di un vampiro, ma quando ho saputo che era stato il tuo primo ragazzo…”

“Cosa?”

“Insomma tu dovresti combatterli, non scoparteli!”

Buffy sgranò gli occhi “Non osare parlarmi in questo modo! Ero una adolescente innamorata e a volte non si pensa alle conseguenze delle proprie azioni. Ho pagato caro il mio amore per Angel! Dimmi Riley, se il mio primo ragazzo fosse stato uno normale, le cose sarebbero diverse vero?”

Lui non parlò

“Dimmelo!” gridò lei

“E’ vero! E lo sai perché? Perché anche se, come mi ha detto Xander, siete stati insieme una volta sola, ti sei donata a lui più di quanto ti sia donata a me in tutti questi mesi,… eri pure disposta a morire per lui!”

“Anche per te! Ho combattuto anche per te!”

“Ma con me è diverso. E’ come se salvassi un tuo amico o un membro della tua famiglia, con lui era diverso vero? Ti sei perfino fatta mordere pur di salvarlo!”

“Chi te lo ha detto?”

“Mi prendi per uno stupido? So riconoscere il morso di un vampiro e poi ho chiesto a Xander…”

“Xander e la sua boccaccia. Comunque ora è tutto finito. Lui ora è a Los Angeles e ha la sua vita, ed io sono qui...dimmi Riley hai sempre mentito con me?”

“Buffy ho cercato di superare quelle che hai fatto con Angel, ma non riesco a dimenticarlo. All’inizio non gli ho dato molta importanza, ma…insomma non riesco ad accettarlo!”

“Vattene!”

“Buffy…mi dispiace…”

“Vattene! E non farti più vedere!”

Dawn incontrò Riley proprio sull’uscio di casa “Ciao, stai andando via?”

“Si. Addio Dawn”

Dawn non diede molto peso alla frase di Riley fino a quando non entrò in casa e vide il volto livido di Buffy.

 

Due settimane dopo

 

Robert Cynster parcheggiò la sua auto davanti alla casa nella quale aveva preso in affitto una stanza. La zona era tranquilla e la donna, una cara signora circa sulla sessantina, a cui apparteneva la casa era stata molto felice nell’accoglierlo. Le aveva raccontato di essere uno studente e di frequentare l’Università e quindi non aveva avuto sospetti che lui se ne andasse la mattina presto e rientrasse la sera.

Era arrivato da due settimane e le sue ricerche non avevano dato molti frutti. La madre non aveva più chiamato Maddeline e quindi le ricerche da quel punto di vista erano ad un punto morto. Doveva solo aspettare che fosse Maddie a fare la prima mossa. Il suo amico, non senza difficoltà, era riuscito a procurarsi il suo numero. Sospirò sonoramente, non poteva chiamarla, altrimenti avrebbe cambiato numero, doveva solo aspettare ma la pazienza non era una delle sue migliori virtù.

 

Hotel Hymperion

 

Un sibilo fendeva l’aria simile ad una musica e questo bastò a svegliarlo. Si stiracchiò nel letto e sbatté le palpebre più volte. Erano passate due settimane da quando Maddie e Daniel si erano stabiliti all’Hymperion e per lui non era cambiato nulla.

Erano discreti al massimo. A parte il frigorifero che ormai non conteneva più solamente il sangue per il suo sostentamento, ma altro tipo di cibo, se qualcuno fosse entrato in quel momento non avrebbe sospettato la loro presenza.

La guarigione troppo veloce di Daniel aveva fatto in modo che il gesso gli fosse tolto per sostituirlo con un sostegno più leggero erano divenuti ancora più silenziosi, sembrava che quasi non esistessero.

Gli intravedeva di rado, probabilmente si aggiravano per l’albergo di giorno, mentre lui dormiva.

Un altro sibilo lo riportò alla realtà. Che cosa stava succedendo?

Si vestì in fretta e scese nella Hall dell’albergo. Il suo sguardo fu attirato verso il piccolo giardino interno, illuminato dal sole.

Una figura, avvolta in un top aderente e in un paio di pantaloni che la fasciavano come una seconda pelle si stava allenando.

Come per incanto si diresse verso quella figura.

Movimenti sinuosi, sicuri, antichi sembravano la facessero quasi danzare. La spada passava da una mano all’altra, roteava sicura sopra la sua testa ed attorno a lei. Il sole colpiva la lama mandando bagliori dorati, mentre i capelli di Maddeline, sciolti ed alla mercé del vento le avvolgevano il viso.

Angel conosceva bene quei movimenti, erano esercizi antichi usati per l’arte delle armi bianche, ma svolti da lei, si erano arricchiti di una carica sensuale ed erotica non indifferente. Solo allora notò che un altro paio di occhi la stavano scrutando. Wesley era lì. Seduto con Daniel, su una delle panchine del piccolo giardino, rapito dai movimenti della donna.

Angel sogghignò. Evidentemente, come aveva già notato in precedenza, non era il solo ad essere attratto da lei. Forse era il caso di lasciare campo libero a Wesley e non pensarci più. D’altro canto lui non doveva fare i conti con i problemi derivanti da una certa maledizione!

 

Maddie roteò per l’ultima volta la spada sopra la testa e fermò la lama a pochi centimetri dal viso di Wesley. Lui sussultò per lo spavento. Era così preso dai movimenti dei corpo della ragazza che non si era reso conto che avesse terminato.

Lei gli fece un sorrisetto e disse “Come vedi la so usare…”mentre riponeva la spada sopra la sua fodera di pelle.

A quel punto Angel fece la sua comparsa battendo fragorosamente le mani. “Complimenti, sei molto brava”

“Mi hai visto?”

Lui annui. “Il sibilo della lama mi ha svegliato” disse lui come per giustificarsi. Poi volse lo sguardo verso la spada. La spada era semplice ed elegante, composta da un’impugnatura priva di fronzoli, da un pomolo a forma di disco e da una lama a doppio taglio. Quest’ultima era affusolata e portava incisi, su tutta la sua lunghezza, cinque gigli color oro.

Angel come incantato allungò la mano per toccarla, quella spada gli ricordava qualcosa.

“Non toccarla Angel” disse improvvisamente Maddie “non so che effetto avrebbe su di te”

“Effetto?”

Maddie prese l’arma e puntò la lama verso l’alto.

Le incisioni auree brillarono. La spada era magnifica, pensò Angel. Sembrava una spada magica, quella di mitici eroi o eroine. Un lieve sorriso salì alla sue labbra. Stranamente anche nella sua vita questi personaggi erano un motivo ricorrente, rifletté fra sé, mentre Maddie riponeva la spada nel fodero.

 

Si stavano incamminando verso l’interno quando Angel si fermò quasi di colpo e Wesley gli sbatté contro.

“Che cosa ti prende?” chiese

“La spada di Santa Caterina…”

“Come?”

“Maddie ha la spada di Santa Caterina…”

Maddie a quelle parole strinse ancora di più fra le mani l’involucro di pelle.

Angel si voltò verso di lei. “Come sei entrata in possesso di un oggetto così prezioso?”

“Si può sapere di che cosa state parlando?” chiese incuriosito e preoccupato nello stesso tempo Wesley

“Sto parlando della spada di Giovanna D’Arco” rispose Angel.

 

CAPITOLO 10 ( NC – 17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

“La spada di Giovanna d’Arco? Ma sei forse impazzito? E’ solo una leggenda” rispose Wesley

“Non è una leggenda. Avevo letto la sua descrizione in alcuni antichi libri e ti posso assicurare che so quello che dico. Vieni” disse Angel rivolto a Wesley mentre andava verso la biblioteca del suo ufficio. Rovistò per alcuni minuti fra i polverosi libri mentre Wesley cercava di calmare la sua disperata ricerca “Angel…calmati di prego, non penso che sia il caso…”

“Ecco qua!” rispose lui mentre con un tonfo sbatteva un libro sulla scrivania e lo apriva “Leggi!”

Wesley iniziò a scorrere con gli occhi la pagina, mentre lentamente la sua espressione cambiava.

Maddie con Daniel vicino guardava la scena.

Wesley si tolse gli occhiali e con un gesto ormai consueto li pulì e poi rivolto a Maddie “Non pensi di doverci alcune spiegazioni?”

 

Scozia – secoli prima

 

In piedi di fronte alla fornace Tomas MecCor strofinava due pezzi di pietra focaia sopra un mucchietto di legna secca, aspettando che prendesse fuoco. Quando finalmente le scintille cominciarono a far crepitare il legno lo prese, deponendolo in mezzo ad arbusti e sterpaglie che avvamparono al centro della bocca della fornace.

Pensava ancora a quello che Mairi gli aveva chiesto di fare: preparare due spade, due spade gemelle per la precisione.

Sorrise fra se. Una antica leggenda narrava che la sua famiglia discendesse direttamente dalle fate, padrone di quel magico lago e di quel bosco. Lui, fino a quel momento aveva pensato che si trattasse solo di una leggenda appunto, ma quando due giorni prima, all’alba si era presenta davanti a casa sua con l’occorrente per forgiare due spade, e spiegando esattamente come dovevano essere fatte era rimasto allibito.

Conosceva Mairi fin da bambino e la amava da sempre. Ma la sua famiglia l’aveva promessa già ad un altro un uomo molto ricco e influente, quindi aveva cercato di rassegnarsi all’idea, ma ogni volta che la vedeva o che le parlava era per lui un tormento.

Aveva sperato ed aspettato che Mairi gli desse una spiegazione riguardo al suo fidanzamento, aveva sperato che cercasse di ribellarsi alla decisione, ma non era accaduto. Forse non la conosceva così a fondo come pensava.

Le braci ardevano ora purpuree nella forgia e Tomas guardò la lama prendere colore, diventare pian piano rossa come il fuoco che gli scorreva nelle vene. Forgiare l’acciaio non era uno scherzo, ma lui era il migliore nel suo campo. Le lame dei MecCor non avevano mai tradito il loro padrone,

Rigirò quindi il pezzo che teneva in mano con le tenaglie. Controllò il mantice, il soffio doveva essere leggero, ma costante. Per una buona lama la fiamma doveva avere sempre la stessa intensità.

Prese la lama che aveva messo dentro la pila di carbone rovente e versò della sabbia sul metallo. Al contatto con l’oggetto arroventato, i granelli cominciarono a sciogliersi, trasformandosi in una massa vitrea.

Quando la copertura di sabbia fusa cominciò a fumare, Tomas estrasse la lama dal fuoco e l’appoggiò sull’incudine. Con leggeri colpi di martello, lavorò piano la lama, fino a quando il metallo rovente cominciò ad assottigliarsi e ad allungarsi, per poi ripetere il procedimento. Stringendo gli occhi per evitare di essere abbagliato Tomas riprese a martellare piano il metallo, fino a quando la lama non diventò lunga e sottile. Solo allora la mise da parte, prese un pezzo di metallo corroso dal tempo e lo affondò nel fuoco.

Guardò interessato il lingotto d’acciaio che Mairi gli aveva portato. L’acciaio è composto da ferro riscaldato con il carbone e mescolato con la sabbia in modo da farlo diventare forte e flessibile al tempo stesso. Questo pezzo di acciaio era diverso, lo sentiva, non proveniva dalla terra, ma dal cielo. Era una di quelle rocce che di tanto in tanto cadono sulla terra. Chissà come Mairi era riuscita a procurarsela.

Versò ancora della sabbia sul metallo che iniziò a sprizzare scintille simili a piccole stelle. Quando il pezzo d’acciaio cominciò a fumare e a cambiare colore, virando al bianco acceso, Tomas lo trasse dal fuoco per lavorarlo piano con il martello fino a dargli la forma di una spada lunga e sottile. Ancora una volta una pioggia di scintille sprizzò tutto intorno. La spada stava prendendo forma. Tomas alimentò il fuoco, quindi pose i due pezzi di metallo appena lavorati dentro le fiamme, aspettando che entrambi assumessero il giusto colore. Poi li adagiò sull’incudine e dopo averne dato alcuni vigorosi colpi versò ancora della sabbia.

Lavorò per tutta la notte fino a quando la stanchezza non lo sopraffece. Le lame erano appena abbozzate, scuri, senza manico, eppure già se me poteva intuire la bellezza.

 

Mairi fissava le due spade che dovevano essere ancora temprate e l’uomo disteso sul letto di erica posto in un angolo della fornace. Era davvero il migliore. Non riusciva a capire perché un destino crudele gli impedisse di amarlo. Per salvare la famiglia ed il villaggio aveva acconsentito ad un fidanzamento con un uomo che detestava, il dovere innanzitutto. E poi anche sua madre le aveva ripetuto più volte che vita avrebbe avuto con un fabbro? “L’unica che voglio” disse quasi ad alta voce.

Questo bastò per far risvegliare Tomas.

“Mairi! E’ da molto che sei qui?”

Lei scosse la testa. “Volevo sapere a che punto eri con la mia richiesta…”

Tomas si alzò dal letto “devo solo temprarle”

“Bene. Vuoi che ti aiuti?”

Tomas sgranò gli occhi. “Non occorre” rispose con voce dura mentre riprendeva il lavoro.

Depose una delle lame su un letto di braci roventi. Quando l’acciaio divenne di un bel rosso acceso lo immerse nell’acqua e sale per poi infilarla nuovamente fra le fiamme. La lama doveva essere perfetta e flessibile nonostante la solidità. In essa si devono sposare gli opposti della natura, il caldo e il freddo, il fuoco e l’acqua, il duro ed il tenero, il maschile ed il femminile. Il momento più propizio è quando l’acciaio si trova fra il marrone ed il porpora. Con un gesto rapido la tolse per immergerla in un catino di acqua e sale e continuò così.

 

Pioveva ormai da alcuni giorni e Tomas aveva finalmente finito il suo lavoro. Erano perfette. Due spade uguali in tutto e per tutto. Due spade gemelle. Le avvolse in una fodera di pelle e dopo essersi lavato velocemente, cercando di non inzupparsi troppo. si incamminò verso la sua casa posta proprio di fronte alla forgia.

Quando aprì la porta fu colpito dalla visione di Mairi vicino al fuoco che preparava una zuppa. Vederla lì, in quella situazione gli strinse il cuore.

“Che cosa ci fai qui?”

Mairi si spaventò e sobbalzò. “Ti ho preparato qualcosa da mangiare, sono giorni che sei chiuso nella forgia”

“Ho finito il lavoro” rispose lui porgendole le spade avvolte nella pelle.

Mairi si illuminò. “Davvero?”

Come se si trattasse della cosa più preziosa del mondo Mairi tolse le spade dalle fodere e le ammirò

“Oh Tomas sono perfette…”

“Ora vuoi spiegarmi a cosa ti servono?”

“Ho fatto un sogno…”

“Mi hai commissionato due spade per via di un sogno?”

Lei annui. “Vieni è pronto”

“Non dovresti stare qui! Non sta bene!”

“Non dire sciocchezze…ci conosciamo fin da bambini…”

“Ma ora non siamo più bambini…e questa non è casa tua. Inoltre ti ricordo che sei già promessa ad un altro. Che cosa direbbe il tuo ricco fidanzato se sapesse che tu sei qui?”

“Non parlare di cose che non sai…tu non puoi capire, ci sono circostanze…”

“Quello che so è che ti sei lasciata comprare…”

“E’ questo che pensi di me?” disse lei furente “Ho dovuto farlo, per la mia famiglia, per l’intero villaggio!”

“Come? Che cosa stai dicendo?”

“Verrò a prendere le spade domani e ti porterò anche il tuo compenso…” disse lei mentre con le lacrime agli occhi lasciava in fretta la casa per immergersi nella notte piovosa.

“Dove vai? E’ pericoloso!” cercò di dirle Tomas, ma lei era già sparita.

 

Era quasi a metà strada dalla sua casa quando alle sue spalle sentì un forte rumore di zoccoli percuotere il terreno madido di pioggia.

D’istinto cominciò a correre forte, poi col fiato in gola e conscia che non ce l’avrebbe fatta a scappare, si fermò e attese che lui si avvicinasse.

Raggiuntala, Tomas si chinò, allungò un braccio e con un unico e potente gesto, la sollevò mettendola a sedere tra le sue gambe. “non hai bisogno di fuggire da me, perché non è con me che sei arrabbiata”

“Come fai ad esserne sicuro?”

“Perché ti conosco! Sei furente con te stessa, anche se non hai fatto nulla di sbagliato”

Mairi avrebbe voluto dirgli che si sbagliava che lei aveva commesso un errore dietro l’altro, si sentiva trascinata da un vortice di mille emozioni diverse. Ammirava la riservatezza dell’amico che faceva parte della sua natura più profonda e sapeva che non le avrebbe chiesto ulteriori spiegazioni fino a quando non fosse stato necessario, ma al tempo stesso desiderava capire cosa provava, se anche lui era ferito e arrabbiato. Solo così l’amore che c’era fra loro sarebbe potuto sbocciare. Anche se ormai era troppo tardi, anche se adesso era legata ad un altro e la salvezza della sua famiglia dipendeva da lei, Mairi doveva sapere se Tomas l’amava con la sua stessa intensità o se si trattava solo di passione o amicizia.

Giunti vicino alla forgia Tomas scese dalla sella porgendole mano per aiutarla. “Vai dentro. Dammi il tempo per sistemare il cavallo e poi parleremo”

“Non è questo che voglio”

“E cosa allora? La mia compassione forse? Non potrebbe esserti di aiuto”

“Non voglio neppure quella, vorrei solo che tu mi dicessi che non sei d’accordo con il mio matrimonio”

“E’ ovvio che non lo sono. Ma ormai parlarne non farebbe nessuna differenza. Hai già scelto la tua strada.”

“Non è stata una mia scelta. Speravo che saperlo ti avrebbe fatto sentire meglio”

“Sentirmi meglio?” rispose lui ridendo ironico

“Che stupida che sono! Magari sei felice perché non ti starò più tra i piedi, anche ora ti costringo a rimanere qui, sotto la pioggia quando magari vorresti essere da tutt’altra parte”

“Ti stai avvicinando alla verità, anche se tutto quello che hai detto finora è in grado di descrivere i miei sentimenti”

“E quali sono questi sentimenti? Dimmi cosa senti! Dimmelo!” lo incitò lei

“Devastato!” rispose lui “ Vai dentro” disse infine

“Tomas io…”

“Adesso entra. Fa freddo. Sta piovendo ed io devo ancora mettere il cavallo al riparo” concluse voltandole le spalle.

 

Dopo aver badato al cavallo Tomas uscì dalla stalla intenzionato ad raggiungere la forgia, ma i suoi piedi lo condussero verso la casa.

Vide filtrare un filo di luce dalla imposte accostate. La porta era chiusa. Si fermò sulla soglia. Quella casa calda, confortevole, animata dalla sua presenza era la sola cosa che desiderasse la mondo.

Non voleva perderla, ma non poteva neppure negare la passione che provava per lei. Senza Mairi la sua vita non aveva senso.

Bussò alla porta, prima che il buonsenso prendesse il sopravvento. Eva aprì era ancora bagnata, i capelli gocciolanti di pioggia ed il volto rigato dalle lacrime

“Ti ho sempre amata” le disse

“Cosa?”

Tomas entrò in casa, richiuse la porta e appoggiò entrambe le mani sul battente in modo che lei non potesse fuggire.

“Ti amo fin da quando ero un ragazzo” mormorò. “Non è passato un solo giorno o una sola notte durante la quale non ho pensato a te. Ho tentato di reprimere questo sentimento quando ho saputo che eri promessa ad un altro, Mairi. Ma tu sei parte di me. E ti amo ancora e non smetterò mai! Volevi conoscere i miei sentimenti? Ti è tutto chiaro adesso?”

Mairi annui con un’esclamazione di pianto e di gioia “Tomas anch’io ti amo” bisbigliò infine

“Davvero?” chiese l’uomo incredulo abbandonandosi alle carezze della compagna

“E’ sempre stato così”

Lui la baciò con passione, ma poi si staccò da lei. “Ma tu sei promessa ed io non rovinerò il tuo nome”

Lei pose un dito sulle sue labbra. “Questo non ha importanza ora. Mi sacrificherò per salvare la mia famiglia, ma questo, questo è solo per me, per noi”

Coprendole la bocca con la propria Tomas l’avvolse fra le braccia, sentendosi aviluppare dal desiderio, un desiderio alimentato dalla sensazione della mani di lei sul corpo da baci che Mairi ricambiava con tutta se stesa.

La giovane gli si strinse contro, sollecitandone i baci e le carezze, tenendolo forte per le spalle, mentre lui le sfiorava il seno da sopra il vestito bagnato di pioggia.

Il tocco di Tomas era gentile, insistente e lei tremava, sospirando il suo ardore sulle labbra di lui.

Con la schiena contro la porta, ricambiando ogni suo bacio, Mairi gli tirò la camicia fuori dai pantaloni lasciandolo poi che lui l’aiutasse a sfilarla completamente. Si spogliarono reciprocamene con gesti frenetici e quando furono nudi Tomas la strinse di nuovo fra le braccia, sentì il desiderio di lei farsi potente e incontenibile.

Mairi era ancora bagnata dalla pioggia, con i capelli umidi che le incorniciavano il viso. Le mani dell’uomo scivolarono lungo il corpo morbido e sinuoso. I baci di lei erano delicati ma ardenti e quando si soffermò sul collo e sulle labbra del compagno lui non riuscì a trattenere un sospiro, stringendola ancora più forte a sé. Le dita di Mairi gli corsero sulle spalle, sulla schiena, aumentando il suo desiderio. Tomas la spinse contro la porta, facendola gemere, fino a quando non perse la ragione, il fiato, il controllo. Le accarezzò il seno morbido e turgido, le baciò la gola sentendo pulsare il cuore di lei, s’impossessò con la bocca dei suoi capezzoli, mentre Mairi tratteneva il fiato, toccandolo dietro un orecchio e facendolo irrigidire di piacere.

Tomas la prese fra le braccia, sollevandola e insieme caddero sul letto. Mairi, più bella e seducente che mai si distese, aspettando che l’amante la stringesse di nuovo fra le braccia, pronta ad accogliere ogni sua carezza. Alla luce soffuso dei riverberi del fuoco brillava come un gioiello prezioso. Tomas si chinò per baciarla, scendendo piano dal seno all’addome fino a quando non la sentì inarcarsi contro il suo corpo.

Poi si sdraiò, accarezzandole le gambe nude, il ventre e ancora più giù. Sentendo il tocco farsi sempre più audace, Mairi trattenne il fiato, muovendosi piano trono la sua mano. Tomas continuò sfiorandola con dolcezza, facendola sospirare di gioia, togliendole il respiro, che diventava sempre più rapido. Mairi, contro di lui, conobbe un piacere infinito. Benché divorato dalle fiamme del desiderio il giovane si trattenne accontentandosi di assaporare ogni parte del corpo di lei, fino a quando Mairi non si aggrappò forte alle sue spalle.

Le mani di lei si mossero sulla sua schiena, sui suoi fianchi, sul ventre, soffermandosi sulla sua virilità pronta a prenderla, trafiggendolo di piacere. Tomas si scostò continuando a regalarle dolcezza e beandosi dei gemiti di lei leggeri e continui.

Resistette a lungo fino a quando il fuoco nelle vene divenne intollerabile e il sangue prese a scorrere violento. Le dita di Mairi si strinsero di nuovo su di lui, ardenti come braci, infiammandolo oltre ogni dire e attirandolo a sé e quando finalmente Tomas fu dentro la compagna, quando ne sentì il calore e la dolcezza perse la capacità di pensare e di contenersi ancora.

Trattenne il fiato e spinse verso l’alto, penetrandola: Lei gemette dapprima per il fastidio e poi, dubito dopo, per il piacere, muovendo piano di fianchi in modo da accoglierlo ancora più profondamente.

Sussultò contro di lui, fondendo il proprio corpo con quello dell’amante, ondeggiando per sentirlo dentro di se. Dove cominciasse o finisse il corpo dell’uno o dell’altra, nessuno dei due avrebbe saputo dirlo. Baciandola sulla bocca, catturandone la lingua, Tomas sentì il piacere impossessarsi di lui come un marea che lo travolse potente, facendogli perdere il controllo. Muovendosi all’unisono con lei, lasciò che tutta la passione e il desiderio celato per anni esplodessero. Adesso possedeva ciò che aveva più desiderato. Adesso possedeva Mairi.

Lentamente Tomas riprese coscienza di sé. Sospirando l’accolse fra le sue braccia. “Sei mia” le sussurrò piano fra i capelli, baciandola ancora illanguidito dalla passione.

“E tu sei mio” rispose lei, accoccolandosi contro il suo petto. “E’ sempre stato così.

 

La pioggia batteva incessante sul tetto di paglia della casa. Tomas allungò il braccio in cerca di Mairi, ma trovò il letto vuoto. Si girò di scatto, trovandola già vestita e con le spade in mano.

Le volgeva le spalle “Non dire nulla” disse lei improvvisamente “O non sarò più in grado di andare via”

“Ti amo Tomas, più della mia vita e questa notte ho pensato di vivere per me, di avere qualcosa di unico e indimenticabile, un ricordo solo mio, un momento solo mio…”

“Le spade…” disse lui in un sussurro

“Sai la leggenda che si racconta sulla mia famiglia? Credo che sia vera. Queste spade serviranno a due fanciulle di grande coraggio e tempra morale, serviranno a salvare vite ed a cambiare la storia…”

“Se tu avessi bisogno di me…” disse lui

“Avrò sempre bisogno di te…ti porterò nel mio cuore fino alla morte Tomas” rispose lei mentre usciva dalla casa

“Ti amerò sempre Mairi” gridò Tomas

Lei si fermò un attimo sull’uscio. Lacrime scendevano lungo il suo viso, ma non si girò, non corse fra le sue braccia come l’istinto gli stava suggerendo. Uscì da quella casa dove era stata veramente felice chiudendo la porta dietro di lei.

 

Il sole stava sorgendo e la pioggia lentamente stava cessando, Mairi aveva con se due spade, due spade meravigliose, due spade che aveva visto in sogno impugnate da due fanciulle. Improvvisamente una voce la richiamò alla realtà. Lei sorrise e si inoltrò nella foresta.

Arrivata ad una radura la vide. Era una donna anziana, vestiva in modo molto insolito, ma lei sapeva benissimo chi era.

Si inginocchiò di fronte a lei porgendole le due spade.

La vecchia sorrise. “Il fabbro ha fatto un buon lavoro?”

“E’ il migliore…”

“E tu hai ottenuto quello che desideravi?”

Mairi arrossì. “Non ha molta importanza, io ho degli obblighi…”

“L’unico obbligo è verso te stessa e verso l’uomo che ami, non puoi sacrificarti per l’egoismo degli altri…”

“Ho dato la mia parola, la mia famiglia, l’intero villaggio conta su di me, non posso deluderli”

“Vedo che hai già preso la tua decisione” rispose la donna anziana mentre prendeva le due spade “ma vorrei chiederti una cosa Mairi, è giusto che un sola persona sacrifichi la propria felicità per gli altri? Non pensi che ognuno debba combattere le proprie battaglie?”

Mairi non rispose.

La donna iniziò ad incamminarsi nel folto della foresta e mentre la vedeva lentamente svanire sentì le sue ultime parole “Vivi per te stessa Mairi, vivi il tuo amore e considera che qualche volta è meglio fare una scelta sbagliata, ma dettata dal cuore, che mille esatte dettate dalla ragione”.

 

Hotel Hymperion –

 

“Allora? Sei in grado di spiegarmi? E’ la spada di Giovanna d’Arco?”

Maddie, entrò con Daniel nell’ufficio di Wesley e si sedette graziatamente su una delle poltrone. Stava per rispondere alla domanda quando Cordelia seguita da Gunn entrò nella stanza. “Hei ragazzi come va?” riuscì a dire prima di portarsi le mani alla fronte.

Era in arrivo una visione.

 

 

CAPITOLO 11

 

“Oh mio Dio” disse Cordelia prima di accasciarsi al suolo

“Che cosa succede?” chiese Gunn

“Una donna…con dei bambini…sono in pericolo….al molo…un demone…”

“Stai calma Cordelia, cerca di riprenderti…”

Maddie e Daniel guardavano la scena.

“Che cosa ha Ma?” chiese ingenuamente il bambino

“Ha delle visioni di persone in difficoltà. E’ così che riescono ad aiutarle” rispose lei.

“Capisco” disse Daniel con voce sicura, come se sapesse esattamente cosa stesse accadendo.

Maddie non si sorprese più di tanto. Daniel era speciale e spesso negli ultimi due anni aveva dovuto ricredersi sul fatto che non era un semplice bambino.

Angel aiutava Cordelia a sedersi su una poltrona. “Stai bene?” chiese seriamente preoccupato

“Non riesco a capire perché non possono essere meno dolorose” disse la ragazza mentre ingurgitava l’antidolorifico che gli porgeva Wesley

“Ti ricordi che tipo di demone era?”

“Schifoso!” rispose lei come tutti i demoni

“Cordelia, per favore. So che è difficile, ma sforzati, ti prego…” chiese ancora Angel

Cordelia prese un respiro profondo. “Alto, colore grigio, due zanne enormi che escono dalla bocca, la faccia piena di aculei…”

“Può bastare” disse Wesley e poi rivolto ad Angel “Tu e Gunn potreste andare al molo per vedere quello che succede, mentre io faccio delle ricerche”

“C’è il sole” disse Gunn

“Andremo attraverso le fogne” rispose Angel mentre apriva un armadio per estrarne delle armi.

“Ok andiamo!” disse Gunn

“Avete bisogno di una mano?” chiese a quel punto Maddie.

“Ce la caveremo da soli” rispose quasi sprezzante Gunn mentre Angel rimaneva in silenzio e si incamminava verso la scala che portava allo scantinato.

 

Due ore dopo Cordelia era ancora distesa su un divanetto dell’ufficio di Wesely con una pezza bagnata sulla fronte mente quest’ ultimo cercava notizie sul demone visto nella visione.

Maddie aveva preparato il pranzo per Daniel ed ora si ritrovava nella stessa stanza con il bambino che disegnava allegramente e pensava.

Ripensava alla descrizione del demone…aculei…zanne…. Cercò di ripescare nella sua memoria che cosa le ricordasse una descrizione di quel genere e poi improvvisamente un nome le salì alle labbra: un demone Ribbonk!

Wesley era intento nella ricerca quando lei si avvicinò. Poggiò delicatamente la sua mano sulla spalle e questo bastò perché il corpo di lui fosse attraversato da una scarica elettrica. La fissò negli occhi. “Un demone Ribbonk”

“Come?” chiese lui ancora sotto l’influsso del suo tocco.

“Cordelia ha visto un demone Ribbonk”

“E come fai a saperlo?”

Maddie sorrise e ponendogli un dito sulle labbra disse “Segreto!”

Wesley prese un altro libro e controllò. “Hai ragione. Dobbiamo avvisare Angel e Gunn” Fece il numero sul cellulare di Angel, quando questo suonò nell’altra stanza. “Accidenti se lo è dimenticato di nuovo! Sarà meglio andare al molo!”

“Vengo anch’io” si offrì Maddie

“No. Tu rimani qui con Cordelia e Daniel” Saremo presto di ritorno.

 

Non erano nemmeno passati cinque minuti da quando Wesely se ne era andato che Daniel, senza alzare gli occhi dal suo bel disegno disse “Sarà meglio che tu vada Ma, oppure tutto quello che abbiamo sofferto non servirà a nulla. Loro ci servono lo sai…”

“Lo so Daniel” e corse su per le scale verso la sua stanza.

 

“Cordelia….Cordelia…svegliati”

“Cosa c’è?” rispose lei mente apriva gli occhi. Ci volle qualche minuto perché riuscisse a mettere a fuoco l’immagine.

“Come ti sei conciata?” disse squadrandola da capo a piedi.

La folta capigliatura era raccolta in una lunga treccia. Indossava una maglietta nera e pantaloni di una tuta anch’essi neri concludendo con scarpe da ginnastica. A tutto questo di aggiungeva un cinturone nero su cui era agganciata la spada.

“Ti senti meglio?”

Lei annui. “Dove sono tutti?”

“Penso che siano nei guai” rispose Maddie.

“Nei guai?” ripeté Cordelia

“Si. Ti lascio Daniel” disse mentre si incamminava verso la porta dell’Hymperion

“Hey. Hai intenzione di andare per strada conciata in quel modo? E poi che cosa faccio con Daniel?”

“Compragli un Hamburger e delle patatine” rispose lei mentre indossava una lunga giacca.

“Ma quella giacca non è di Angel?”

“Non ti preoccupare. Non la rovinerò!”

 

Porto Los Angeles. Molo n.45

 

Angel e Gunn erano giunti al molo attraverso le fognature ed ora stavano cercando le persone che Cordelia aveva visto nella sua visione.

I capannoni al molo erano ancora brulicanti di persone, ma presto l’orario di lavoro sarebbe finito e sarebbe stato più facile controllare la zona.

“Il sole tramonterà fra poco” disse Gunn.

Angel annui. Ormai sentiva nelle ossa quando il sole sorgeva e tramontava. Dopo così tante albe e tramonti, non era una novità.

“Ti potrai muovere più liberamente” gli disse l’amico.

“Non vedo l’ora”. Era riuscito solo a controllare un paio di magazzini e questo forzata inattività lo stava rendendo nervoso. Più tempo aspettava e meno probabilità c’erano di ritrovare le persone ancora vive.

 

Maddie aveva preso un taxi per arrivare fino all’entrata del porto. Il taxista era rimasto sorpreso che lei volesse scendere in quel luogo

“Ma è sicura di voler scendere qui?”

“Si non si preoccupi” rispose Maddie mentre gli porgeva una banconota da dieci dollari

“Il porto non è un luogo molto indicato di giorno per una donna, figurasi dopo il tramonto. Ci sono tipi poco raccomandabili…la prego ci ripensi!”

“Non mi succederà nulla e poi…” disse ancora Maddie con un sorriso ironico sulle labbra “alcuni considerano me un tipo poco raccomandabile!”

Il taxista non rispose e ripartì mentre Maddie si dirigeva verso il molo 45

 

Angel e Gunn entrarono nel capannone stando all’erta. Era scesa la sera nel loro girovagare avevano visto alcune persone sospette entrare nell’edificio.

Con le armi in mano pronti alla lotta si guardarono attorno guardinghi. Improvvisamente in un angolo scorsero una donna e due bambini imbavagliati e si affrettarono verso di loro per liberarli.

Avevano appena tagliato i lacci che li imprigionavano quando il rumore assordante del portone che si chiudeva li fece voltare.

Davanti a loro c’erano numerosi vampiri, circa una ventina, che avanzavano minacciosi. Angel si preoccupò di slegare i prigionieri prima di porsi davanti a loro per proteggerli impugnando l’arma che aveva portato con se e lo stesso fece Gunn.

I vampiri avanzavano lentamente, dietro di loro si notava una figura nell’ombra più alta del normale che sembrava osservare la scena quasi divertita.

“Vedi una via di fuga?” chiese Gunn

“Ci sarebbe quella porta, dovrebbe essere un’uscita di sicurezza”

“Credi che ci potremmo arrivare?”

“Da soli forse, ma loro…” rispose Angel guardando la donna e i due ragazzini

“Bene…che cosa facciamo?”

“Tu cosa pensi?”

“Va bene amico. E’ stato bello conoscerti”

“La stessa cosa vale per me” disse Angel mentre stringeva fortemente l’arma nella sua mano e avanzava verso il gruppo.

Improvvisamente la porta laterale si aprì e apparve Wesley che lanciò un fumogeno fra il gruppo.

Angel non si perse d’animo e mentre di gettava nella mischia gridò alla donna ed ai ragazzini di fuggire, i quali non se lo fecero ripetere due volte e come furie uscirono dal magazzino.

Alcuni vampiri ripresosi dall’improvviso attratto cercarono di inseguire i fuggitivi ma una voce li bloccò “Lasciateli andare, erano solo un’esca dopotutto!”.

I vampiri si fermarono.

“Prendeteli” gridò l’ombra misteriosa. E la battaglia ebbe inizio.

 

Maddie stava correndo lungo il molo. Accidenti non pensava che il posto fosse tanto grande, inoltre il buio non facilitava certo le cose. Quando quasi si scontrò con tre persone che correvano come se avessero il diavolo alle costole capì che era sulla strada giusta e non si diede per vinta.

 

Magazzino. Molo 45

Angel, Wesley e Gunn si ritrovarono legati e appesi come salami.

“Devo dire che combattete bene, per essere degli umani” disse improvvisamente l’ombra uscendo finalmente alla luce della pallida lampadina che illuminava quella parte del magazzino.

Il demone Ribbonk in tutta la sua bruttezza fece la sua comparsa.

Angel notò la sua stazza. Avrebbe faticato ad ucciderlo, se solo fosse riuscito a togliersi quelle catene.

“E tu saresti il vampiro con l’anima. Ho sentito molto parlare di te”

“Spero bene, almeno”

“Ma…secondo i punti di vista. Sai ti pensavo più alto!”

“Ed io ti pensavo più bello!” rispose ironico il vampiro

Il demone rise “Hai molto spirito, devo ammetterlo. Quasi mi dispiace doverti uccidere”

“Per questo dispiace anche a me. Che cosa ne farai di loro?” chiese poi rivolto verso Wesley e Gunn.

“Penso che li lascerò alla mercè dei superstiti” rispose il demone

“Lasciali andare. Hai me che cosa possono farti?”

“Rovinare i miei piani ad esempio e poi…i miei amici qui devono avere la loro ricompensa”.

I vampiri iniziarono ad avanzare verso Wesley e Gunn che strattonavano energicamente le catene nel tentativo di liberarsi.

Il demone si avvicinò ad Angel con un paletto “Penso che sia così che si uccidono i demoni come te vero?” chiese mentre lo alzava e lo puntava dritto al cuore di Angel.

Angel sgranò gli occhi. Sapeva che il suo lavoro poteva portarlo alla morte, ma non si aspettava che anche Wesley e Gunn avrebbero diviso la sua sorte.

Vide il braccio del demone calare su di lui e attese. Improvvisamente un suono sordo fece volare il paletto lontano ed il demone si ritrovò a terra.

“Hai bisogno di aiuto?” chiese una voce che ben conosceva.

 

CAPITOLO 12

 

Angel per un istante la squadrò da capo a piedi. Assomigliava ad una antica guerriera. Con una veloce rotazione della spada decapitò due vampiri che si ridussero in polvere. Sconcertati da questa nuova intrusione gli altri rimasero fermi alcuni istanti, abbastanza perché Maddie con un colpo netto recidesse le catene che tenevano imprigionati Angel, Welsey e Gunn.

Il demone Ribbonk intanto si era rialzato. Vedendo la scena urlò “Uccideteli!”

Ma ormai i tre erano liberi e recuperate le armi velocemente erano in posizione di attacco.

Maddie intanto avanzava verso il demone che si era faticosamente rialzato. Era a dir poco mastodontico, ma questo non la impressionò.

“Pensi di batterti con me ragazza?” chiese lui che nel frattempo aveva recuperato quella che doveva essere la sua arma: una specie di doppia ascia.

Maddie non rispose e lo attaccò. I suoni delle due armi che si scontravano rimbombavano nel caos del magazzino, mentre gli altri tre si occupavano dei vampiri.

Il demone era sorpreso dell’abilità con cui quella sconosciuta lo fronteggiava. Maddie parò un colpo di enorme forza non senza fatica. I colpi erano forti e ben calibrati, quel demone non stava lottando con lei, si stava divertendo. Questo la fece arrabbiare oltre ogni limite e con una mossa fulminea affondò la lama nel braccio del suo avversario. Il demone urlò per il dolore.

“Fai sul serio” disse

“Perché pensavi forse il contrario?” rispose lei.

“Allora basta giocare” disse lui mentre si avventava con tutto il peso del suo corpo su di lei.

Maddie aveva il fiato corto. L’ultimo colpo che aveva parato era stato così forte che per un attimo aveva pensato che la lama si sarebbe spezzata, ma così non era stato.

Angel intanto dopo aver eliminato altri due suoi simili e notando che Wesley e Gunn riuscivano a cavarsela da soli con quelli che erano rimasti corse verso Maddie. Anche se era brava con la spada non sarebbe stata in grado di sconfiggerlo. Era troppo forte.

Sentì un tonfo e vide la ragazza scivolare letteralmente sul pavimento del magazzino mentre la spada rotolava lontana da lei.

Il demone aveva alzato la sua arma pronta a colpirla “Sei una buona combattente. E’ stato un onore fronteggiarmi con te…” le disse

Un placcaggio di Angel non riuscì a fargli finire quello che aveva iniziato.

Il demone rispose con un pugno che gli fece sanguinare il labbro. Iniziò così una serie di colpi che stordirono momentaneamente Angel.

Maddie intanto aveva recuperato sia la sua spada che l’arma di Angel e si diresse verso i due, lanciò l’arma vicino ad Angel e trafisse con la sua la schiena del demone.

Quest’ultimo urlò per il dolore e si girò furioso, sanguinante ed estremamente arrabbiato verso di lei e alzata la sua arma iniziò un nuovo duello. Improvvisamente qualcosa luccicò ed il demone fu catturato da quel riflesso e fu allora che lo vide. Il medaglione di Maddie dondolava al suo collo ed il rubino sembrava fosse animato nuova luce. “Il medaglione…Sei tu!” disse il demone improvvisamente come se quella scoperta lo ripagasse di anni e anni di ricerche.

“Si sono io” rispose Maddie “A dire il vero io sono sempre io…”

“Non intendevo questo e lo sai bene…non avrei immaginato di trovare il custode del medaglione proprio qui. E’una scoperta interessante” continuò il demone mentre Maddie era intenta a parare i suoi colpi.

Maddie arretrò di un paio di passi e poi, notando sopraggiungere Angel alle spalle del demone alzò l’arma, le incisioni dorate brillarono accecandolo momentaneamente “Hai anche la spada!” disse lui prima che l’arma di Angel gli tagliasse l’arto che teneva la sua ascia. Il demone si accasciò a terra.

Maddie alzò la spada “Tu…non riuscirai…” ma il demone non finì la frase. Un veloce sibilo e la sua testa rotolò sul pavimento.

Maddie si accasciò a terra e lo stesso fece Angel.

“Era forte” disse con il fiato corto

“Te le sei cavata egregiamente” rispose Angel ancora scosso per il colpi ricevuti.

Anche Wesley e Gunn quasi trascinandosi di accasciarono al suolo con loro.

“Sono tutto un dolore” disse Gunn

“Idem” rispose Wesley

“Che cosa facciamo ora?” chiese Maddie

“Andiamo a casa?” fece eco Gunn

“Intendevo con questo coso qua!” esclamò Maddie facendo segno verso il corpo decapitato del demone. “Non possiamo certo lasciarlo qui. I vampiri sono polvere e non ci sono molte tracce, ma questo…cosa penserà la gente quando verrà a lavorare domani?”

Wesley si lasciò cadere sul pavimento. “Dovremmo occultarlo. Che faticaccia. Almeno fosse piccolo!”

Angel si alzò dal pavimento e si mise a cercare “Cosa stai cercando?” chiese curioso Gunn

“Zavorra” rispose lui

“Zavorra?”

“Certo. Siamo o non siamo al porto?”

 

Dopo aver impachettato ben bene il demone ed averlo gettato nell’oceano i quattro abbastanza esausti si diressero verso l’auto che Wesley aveva lasciato poco lontano dal magazzino.

Maddie dopo aver riposto la spada camminava vicino ad Angel “Mi sembra che quel demone abbia riconosciuto la tua arma” disse lui

Lei fece spallucce “Mah, ha detto un sacco di cose senza senso”

“Ho sentito benissimo, anche nella confusione. Era meravigliato e stupito che tu avessi quella spada” esclamò lui sottolineando le ultime due parole

Maddie non rispose. Angel le prese con forza un braccio e la fermò. “Smettila di fare finta di non capire. Dobbiamo ancora terminare quel discorso iniziato all’Hymperion. Non pensi che sia giunto il momento di darci alcune spiegazioni? E non intendo le solite mezze verità, intendo specifiche ed esaurienti rispose alle nostre domande!”

Lei strattonò il braccio e si sciolse dalla sua presa

“E tu mi vuoi spiegare a chi hai pestato i piedi e hai fatto tanto infuriare da ingaggiare uno dei migliori sicari del mondo demoniaco per ucciderti?”

 

CAPITOLO 14

 

Robert Cynster fu svegliato dal suono intermittente del suo cellulare. Stava sognando Maddie, non era una novità e come se non bastasse era stato interrotto sul più bello.

“Pronto?” disse con voce assonnata

“Hey amico, nessuno ti ha mai detto che sei nato con la camicia?”

Riconoscendo immediatamente il suo amico di Vancouver Robert si tirò a sedere velocemente sul letto

“Hai novità?”

“Una telefonata”

“Sei riuscito a rintracciarla?”

“No, però ha chiamato un numero…”

“Che numero?”

Robert dopo aver ascoltato con attenzione l’amico e averlo ringraziato di affrettò verso la doccia. Lo aspettavano giorni molto duri.

 

Hotel Hymperion

 

“A cosa stai pensando?” chiese Wesley ad Angel

“A quello che ha detto Maddie, sulla spada, su Daniel…

“E…”

“E alla risposta che ha dato a Cordelia”

“A che proposito?”

“Sul fatto che non si può scegliere…si deve solo accettare quello che viene proposto dalla vita. E’ triste!”

“Non capisco perché tu sia così meravigliato. Eppure hai conosciuto Buffy”

“Cosa centra Buffy ora?”

“Buffy è una cacciatrice” rispose Wesley mentre sistemava la sua scrivania. “Il destino di queste due ragazze è molto simile” Notando che Angel non riusciva a comprendere appieno lui continuò “Maddie come la cacciatrice ha dovuto accettare, nolente o volente quello che la vita, o il destino le aveva riservato. Entrambe devono combattere, proteggere… ed in questa missione sono sole”

“Buffy non era sola!” proruppe Angel

“Il caso di Buffy è sempre stato singolare. Ma anche lei, come le cacciatrici che l’hanno preceduta avrà un solo certo destino: la morte. E’ brutto pensare questo, ma è la realtà, alla quale non si sfugge. Forse un domani lei sarà ricordata dai suoi amici, da sua madre…” disse Wesley mentre riprendeva fiato “ma pensa solo alle altre migliaia di cacciatrici che la hanno preceduta. Loro non avevano famiglia, amici. L’unica traccia del loro passato sono i diari degli osservatori che le hanno accompagnate nella loro missione. La cacciatrice salva le persone, salva il mondo ed alla fine cosa rimane? Solo una lapide con un nome che presto sarà dimenticato, nessuna medaglia per il bene che ha fatto, nessun riconoscimento sui libri di storia, nessuna targa in sua memoria. Alla cacciatrice viene imposto il suo destino, e lei deve accettarlo. Tu sei stato fortunato…”

“Cosa centro io?”

“Tu, a differenza di loro, hai potuto scegliere…”

“Scegliere?”

“Si. Dopo la tua maledizione, invece di rimanere indifferente a ciò che accadeva hai scelto di aiutare le persone in difficoltà ed alla fine avrai la tua ricompensa…”

“Questo è vero…almeno secondo la profezia..” disse Angel

“Alla cacciatrice non arriverà mai nessuna ricompensa….solo la morte”

Angel rimase senza parole. Non aveva mai visto ma missione di Buffy sotto questo aspetto. Era davvero così tremendo essere la prescelta.

“Scusami Wess, ma non c’è mai stata nella storia una cacciatrice che non abbia accettato?”

Wesley spalancò gli occhi e lo fissò come se gli fossero spuntate due teste “Che cosa stai dicendo? E’ una sacra missione! Nessuna ha mai rinunciato!”

“Ok, non ti scaldare…era solo una domanda! Ritornando a Maddie…”

“Già, devo dire che ci sono ancora molte lacune nelle sue spiegazioni, ma penso che voglia solo proteggere il proprio figlio”

“Lo penso anch’io. Perché non le hai chiesto del medaglione?”

“Non so. L’istinto mi ha suggerito di lasciare cadere l’argomento”

“Hai notizie dai tuoi amici in Inghilterra?”

“Non ancora. Ma dalla loro ultima E-mail mi hanno detto di essere vicino ad una risposta”

“Speriamo bene. Forse è meglio andare a dormire che ne dici?”

“Concordo pienamente. Sono esausto” rispose Wesley “Che cosa farai con la Wolfram & Hart?”

Angel alzò il sopracciglio perplesso “Quello che faccio di solito” rispose

Wesley sospirò sonoramente “Saranno giorni molto, molto lunghi” disse prima di uscire dall’Hymperion.

 

Sunnydale- cimitero.

 

Buffy ridusse in polvere l’ennesimo vampiro. Che diavolo stava succedendo? Oltre a Glory doveva preoccuparsi anche di vampiri che sembravano puntassero come funghi.

Stava quasi per finire il suo giro di ronda quando incrociò Raley con la sua squadra.

“Ciao Buffy come va?”

“Bene”

“Sei a caccia?”

Buffy alzò gli occhi al cielo ma che razza di domanda era? “No sto cogliendo margherite e tu?”

“Ragazzi” disse Raley a quel punto “Potete andare”

“Ma capo…”

“Andate. E’ un ordine!”

I tre a malincuore se ne andarono e Raley rincorse Buffy che nel frattempo si era allontanata

“Buffy aspettami”

“Che diavolo vuoi?”

“Vorrei che mi perdonassi, ci siamo lasciati così…”

“Perdonarti? Non ti sembra di chiedere troppo? Mi hai preso in giro. E’ tanto se non ti rompo il naso”

“Cerca di capire…”

“Già, io devo sempre capire, passare sopra a tutto, anche ai miei sentimenti. Non ti vergogni di chiedermi questo?”

“Buffy, io con te stavo perdendo la stima di me stesso…”

“Ed ora l’hai riguadagnata?”

Riley non rispose.

Buffy, con voce acida disse “Penso che la tua attuale ragazza ti renda molto fiero, vero? Scommetto che ha tanto bisogno di te che l’accompagni pure a fare spese”

“Buffy, ti prego”

“Ti prego cosa? Tu mi hai lasciato per motivi futili ed ora vorresti che io non provassi almeno un briciolo di risentimento? Ma per favore…”

Raley le afferrò il braccio “Sei tu che mi hai portato a questo punto!”

“Io? Mi dispiace, ma hai fatto tutto da solo. Io sono una cacciatrice, sono di natura indipendente e prendo le mie decisioni da sola. Sono fatta così. E’ il mio destino che lo impone. Quando hai iniziato da uscire con me lo sapevi e lo hai accettato. Ma tu ti sentivi sminuito, ed hai optato per avere una ragazzina che se non ti senti ogni due ore viene a piagnucolare da te. Se questo aumento la tua autostima, ben venga!”

“Non essere così sarcastica”

“Io sono come sono e tu non puoi venire qui come se nulla fosse successo!. Non intralciare più la mia strada Raley, ora ho altro di cui occuparmi che delle tue scuse e della tua ritrovata autostima!” disse mentre gli voltava le spalle e lasciava il cimitero, lasciando un Raley senza parole fermo come una statua di marmo.

 

Buffy percorreva la strada che stava per portarla a casa. Ancora non riusciva a credere di aver amato un uomo del genere. Gli si era data con tutta se stessa, nel limite delle sue possibilità, gli era stata fedele e lo aveva aiutato in più modi. Ma c’erano cose che non poteva confidargli. Accidenti non le aveva confidate nemmeno a sua madre, a Giles ed agli altri.

Sospirò. Si sentiva libera. Lo scontro con Raley le aveva aperto finalmente gli occhi. Dopo che lui l’aveva lasciata si era distrutta nel dolore delle sue parole, e si era chiesta se quello che aveva detto fosse vero, se era così insano aver amato un vampiro, esserci andata a letto e avergli salvato la vita. Per qualche tempo, dopo che lui l’aveva lasciata, si era crogiolata in uno stato di colpevolezza, ma ora aveva capito. Non aveva nulla di cui rimproverarsi, lei aveva amato Angel a dispetto di quello che era e sapeva che era stato giusto così e Raley si era dimostrato geloso e immaturo come nessuno mai, nemmeno Xander era arrivato a tanto.

Fin dal primo loro incontro, lei non aveva mai visto Angel come un vampiro, ma come l’uomo del suo destino. Certo, aveva solo sedici anni, che ne sapeva dell’amore?

A dispetto di sua madre, di Giles e dei suoi amici, lei conosceva bene l’amore. L’amore era avere qualcuno con cui confidarsi, che non sbuffava se si arrivava in ritardo ad un appuntamento e se i vestiti erano sporchi e stracciati. Che capiva perché a volte c’erano dei lividi sul suo corpo ed era nervosa per qualcosa che stava per succedere. Con Angel lei non aveva mai dovuto dare spiegazioni. Lui sapeva chi era e lo aveva accettato. Con lui lei si sentiva sempre completa e felice, anche se il mondo stava per finire, nulla aveva importanza quando vicino c’era il suo Angelo.

Bene, disse varcando la soglia della sua casa. Raley non la meritava! Chiunque non riuscisse ad accettare il suo passato ed il suo destino non poteva far parte della sua vita.

Salì le scale che portavano alla sua stanza con un sorriso. Finalmente il suo cuore era libero e il suo spirito sereno.

 

Los Angeles Hotel Hymperion

 

Angel, Gunn e Maddeline entrano nell’albergo esausti e sporchi. Sembrava avessero combattuto contro un’orda di demoni.

“State bene?” chiese Cordelia

“Si potrebbe stare meglio” rispose Maddie. “Non vedo l’ora di farmi una doccia”

“E il nostro cliente?” chiese nuovamente

“Non ti preoccupare bellezza” rispose Gunn “E’ al sicuro e domani passerà a saldare la parcella”

“Davvero? Che bello vado a preparare il conto. Come avete fatto convincerlo?”

“E’ stata Maddie”

“Maddie?”

Maddie guardo Cordelia con sguardo estremamente compiaciuto “L’ho minacciato”

“Cosa?” dissero all’unisono i tre, compreso Angel che sembrava alquanto sorpreso

“Visto che mi ha messo le mani addosso più volte e non per errore e mentre eravamo soli ed intenta a proteggerlo ha cercato di palpeggiarmi, era il minimo non pensi?”

“A cercato cosa?” disse Angel evidentemente contrariato.

Maddie alzò le mani “Non ti preoccupare l’ho rimesso al suo posto e poi ho minacciato di dire tutto alla moglie se non fosse passato a saldare il suo debito”

“E lui c è cascato?” disse Gunn

“Beh, visto che è la moglie quella ricca…”

“Tu come fai a saperlo?”

“Cordelia…si devono sempre prendere informazioni sui clienti, l’auto con cui era arrivato era intestata a lei e la seguiva come un cagnolino. Ora vado…sono tutta appiccicosa”

“Non voglio sapere che cosa hai addosso che ti rende tale…”

“A volte quando si combatte ci si sporca e non è sempre piacevole quello che si ha addosso..” rispose lei mentre saliva le scale che la portavano alla sua stanza.

 

Appena fu fuori dalla loro vista Cordelia disse “Vi è stata d’aiuto?”

“Certamente” rispose con una punta di orgoglio Angel. Era stata fantastica. Per qualche attimo gli era sembrato di essere tornato indietro nel tempo quando combatteva fianco a fianco con Buffy.

“E’ molto forte e competente e poi se riesce a farci pagare…è davvero strepitosa!”

In quel momento fece la sua comparsa Wesley estremamente eccitato.

“Ho delle novità!”

“Novità? Non possono aspettare che ci ripuliamo un po’?”

“Va bene. Ma fra dieci minuti vi voglio qui, in ufficio.

 

Dieci minuti dopo tutti, tranne Maddie, si trovavano nell’ufficio di Wesley.

“Allora? Questa grandiosa notizia?” chiese Angel

“Ho ricevuto una risposta dai miei amici osservatori”

“Hai la nostra completa attenzione” intervenne Gunn

“Allora” riprese Wesley sedendosi alla scrivania e leggendo la posta elettronica arrivata “I miei amici mi informano che l’unico indizio riguardo all’amuleto di Maddie è possibile leggerlo nella pagine di un libro intitolato “Cronache di antiche leggende scozzesi”

“E tu ce l’hai?”

“L’ho ordinato alla solita libreria. Fra pochi giorni sarà qui.”

“Perfetto” disse Angel contento che finalmente anche l’ultimo dubbio su quella donna si sarebbe ben presto dissolto.

 

Il giorno dopo Daniel avanzava felice attraverso le porte dell’Hymperion. Zoppicava ancora, ma almeno non era più ristretto nei movimenti.

“Com’è andata?” chiese Cordelia

“Bene” rispose Maddie. Fra una settimana dovrò portarlo alla visita di controllo, e poi toglierò il disturbo..”

“Ma cosa dici, non disturbi affatto…”

“Cordelia…non essere bugiarda…”

“No, veramente. Devo ammetterlo che all’inizio non era molto favorevole che tu stessi qui, ma ora…”

“Hai cambiato idea?”

Codelia annui.

“Senza contare che riesco a farvi pagare le parcelle dai clienti” disse Maddie

“”In tutta questa faccenda questa è la parte che preferisco” rispose la ragazza con ingenuità.

Maddie scosse il capo. Non sarebbe cambiata mai “Porto Daniel in camera” disse mentre saliva le scale.

 

Un attimo dopo un Wesley con il fiatone con in braccio un grosso libro entrò quasi correndo.

“Ce l’ho”

“Cosa?”

“Il libro. Chiama Angel e Gunn.”

“Va bene” rispose Cordelia.

Poco dopo tutti erano riuniti nell’ufficio mentre Wesley sfogliava il libro “Ecco” disse all’improvviso “Il medaglione con il rubino fra le fauci di un orso e di un lupo è segno di onestà e potenza. A colui che lo possiede vengono dati grandi poteri ed una spada”

“Questo lo sappiamo già” disse Angel “Che altro?”

“Lo chiamano The Guardian “il guardiano”

“Il guardiano di chi?” chiese Gunn

“Lui è il guardiano di colui destinato a chiudere le porte dell’Inferno, di cancellare il passaggio fra i due mondi”

“Accidenti” disse Cordelia “Ed è una cosa buona vero?”

Wesley non rispose mentre continuava a leggere “il guardiano è destinato a proteggere da tutti, demoni ed umani il bambino destinato all’impresa. Questo è un bambino speciale in quanto è nato da…”Wesley a quel punto rimase senza parole “Non è possibile” disse mentre rileggeva la pagina ancora stupito della sua scoperta.

“Allora?” chiese Angel con impazienza.

“Forse dovresti sederti” disse Wesley

“Non dire stupidaggini. Da chi è nato questo bambino?”

“Beh, ma sono sicuro che deve esserci un errore…lui è il figlio…”

“Della cacciatrice” irruppe improvvisamente la voce di Maddie nella stanza.

 

CAPITOLO 13

 

Sunnydale- Casa di Buffy Summers

 

“…lasciare un messaggio…” Buffy chiuse la comunicazione e sbuffò. Era tutto il giorno che provava ma rispondeva sempre la segreteria telefonica. Era preoccupata! Che fosse successo qualcosa di brutto?

Era ancora persa nei suoi pensieri quando Dawn bussò ed entrò nella stanza.

“Ciao Buffy sono arrivata”

“Dawn” rispose lei alzandosi dal letto “Ero preoccupata, sei in ritardo!”

“Mi sono fermata in biblioteca” rispose la ragazza.

“Lo sai che devi avvisare!”

“Smettila di preoccuparti. Mamma non lo fa mai”

“Ma quando lei non c’è sei sotto la mia responsabilità!”

“Non vedo l’ora che ritorni. Sei davvero stressante lo sai?” rispose Dawn mentre lasciava la stanza “Ah proposito, ho visto Giles, ti aspetta al Magic Box” concluse prima di sbattere la porta.

“Anch’io non vedo l’ora che ritorni la mamma” disse fra sé Buffy. Dawn non si preoccupava di quello che stava accadendo, e sapeva poco di quello che stava accadendo. Forse per il momento era meglio così. Si alzò e prese la sua giacca. Chissà che cosa voleva Giles, forse una novità per quanto riguardava Glory.

 

Hotel Hymperion.

 

I quattro varcarono le porte dell’Hotel ancora visibilmente scossi per l’accaduto. Cordelia corse loro incontro. “Che cosa è successo? Avete salvato quelle persone?”

Wesley annui.

“Dov’è Daniel?” chiese Maddie

“A dormire” rispose la ragazza.

“Bene” disse Angel “così potremmo parlare liberamente” concluse mentre si dirigeva verso l’ufficio

“Si può sapere che cosa sta succedendo?” chiese Cordelia

“Cordelia ci potresti portare del caffè per favore?” le disse Wesley

“Certo!”

 

Erano tutti seduti in attesa di Cordelia e del caffè. La tensione era tangibile.

Wesley seduto alla scrivania scrutava sottecchi Maddie. Quella ragazza lo intrigava. Sapeva troppe cose.

“Allora, Maddie…”

“Si?”

“Come facevi a sapere che si trattava di un demone Ribbonk?”

“Sei pregata di non mentire!” disse Angel con tono duro

“Precisamente non so come accada. Ma a volte le risposte mi balenano nella mente così, senza una spiegazione ben precisa…”

“Hai parlato di un sicario…” chiese Gunn

Proprio in quel momento Cordelia fece la sua comparsa con cinque tazze di fumante caffè

“Sicario? Chi era un sicario?”

“Il demone che hai visto nella visione” le rispose Wesley

“Davvero?”

“Cordelia, per favore siediti e non fare domande” disse a quel punto Angel

Maddie sorseggiò il caffè. Mio Dio era veramente terribile e faticò non poco ad ingoiarlo.

“Dunque quel demone era ingaggiato per ucciderti” disse Gunn ad Angel

“Questo non ha importanza. Voglio che Maddie risponda ad alcune domande!”

“La spada?” chiese lei

Angel annui.

Maddie sospirò e per un attimo fu persa nei suoi pensieri. Forse raccontare la verità sull’arma non avrebbe poi intaccato la sua missione.

“Effettivamente” iniziò la ragazza “La spada potrebbe a primo acchito sembrare quella di Santa Caterina…”

“La spada di chi?” chiese a quel punto Cordelia

“Cordelia sei pregata di non interrompere” le disse Angel

Lei alzò gli occhi al cielo e di accomodò meglio sulla poltrona

“Vai avanti” chiese con tono perentorio Angel

“Della spada di Santa Caterina, come viene raccontato dalla leggenda, dopo essersi spezzata, ne furono perse le tracce. Questa…” continuò Maddie mentre la toglieva dalla fodera e la mostrava, ancora sporca del sangue del demone “semplicemente è la sue gemella”

“Gemella?” chiese a quel punto Wesley.

Lei annui. “Non tutti sanno infatti che il fabbro creò due spade identiche in tutto e per tutto. Due spade destinate a grandi imprese…”

“Una la conosciamo bene” disse Wesley ripensando alla storia della pulzella d’Orleans “e l’altra dovresti compierla tu?”

“Probabile” rispose Maddie “Quando Daniel è arrivato mi sono giunti anche i poteri che conoscete e la spada. Non potevo certo buttarli via. Servivano alla nostra sopravvivenza. Ed io ho preso tutto, niente escluso!”

“Non posso darti torto” disse a quel punto Gunn che aveva ascoltato la storia in silenzio “Un offerta così allettante non capita tutti i giorni!”

“E cosa sarebbe questa grande impresa?” chiese a quel punto Angel

Maddie decise di mentire, spudoratamente. “Precisamente non so!”

“Non lo sai o non vuoi dircelo?” esclamò Angel fissandola dritta negli occhi.

Lei sostenne il suo sguardo. “So che devo proteggere Daniel, è lui la chiave di tutto!”

“Devi proteggerlo dai demoni? Loro vogliono ucciderlo?” intervenne Wesley

“Devo proteggerlo da tutto e da tutti!” le rispose lei.

“Perché sei venuta ad aiutarci?” chiese Gunn

“Ti stai lamentando?” disse Maddie

“No. Solo che non capisco. Non ti avevamo chiesto nulla…”

“Devo pur sdebitarmi in qualche modo per l’ospitalità, ve lo avevo promesso…Ci sono altre domande?”

“Si narra che la spada di Santa Caterina era speciale…anche la tua?” chiese Wesley

“Effettivamente…”

“E’ per questo che non hai voluto che Angel la toccasse?”

Maddie annui

“Perché?” chiese con genuino interesse Gunn

“Perché lui, anche se ha l’anima rimane pur sempre un demone, senza offesa…” disse Maddeline rivolta al vampiro “e per quanto ne so toccarla avrebbe anche potuto ucciderlo…”

“Ma non ne sei sicura…”

“Non al cento per cento, ma se vuol provare…”

“Meglio non correre rischi” si intromise a quel punto Wesley

“Bene. Abbiamo finito?”

“Per il momento” disse quasi contrariato Angel

“Allora…”continuò Maddie “Mio scorbutico padrone di casa…” disse con tono ironico “perché quel demone ti voleva morto?”

“Non so…”

“Sei tu ora che stai mentendo”

“Perché ti interessa tanto? Ti sta a cuore la mia salute?”

“Mi interessa perché se qualcuno ha deciso di eliminarti, Daniel ed io non siamo più al sicuro qui e dovremmo andarcene…”

“Non affrettare le cose” intervenne Wesley

“Allora?” chiese ancora Maddie

“L’unico che mi viene in è lo studio Wolfram & Hart”

“E chi sarebbe?”

“E’ uno studio associato di avvocati” disse Gunn

“Scusa, gli hai fatto perdere una causa?” disse quasi sorridendo Maddie

“Non è un semplice studio legale” intervenne Wesley a quel punto “Ci sono alcune sezioni speciali ed i suoi soci sono alquanto…particolari”

“Lasciami indovinare…hanno una sezione demoni ed affini?” disse a quel punto Maddie

“Hai colto nel segno. E molto volte Angel ha intralciato la sua strada…”

“E gli ha rotto le uova nel paniere come si suol dire” concluse per la ragazza

“Effettivamente…”

“Quindi questo studio legale ti vuole eliminare. Devo dire che devono avere enormi risorse per potersi permettere un sicario come un demone Ribbonk”

“E’ costoso?” chiese Cordelia a quel punto

“La sua parcella è insolita” disse Wesley. “Oltre ad essere estremamente venali, solitamente voglio anche un contributo in natura…”

“Che genere di contributo?” continuò Cordelia

“Beh…”disse quasi imbarazzato Wesley

“Allora?” lo incalzò Cordelia

“Ragazze..”

“Ragazze?”

“Si, loro vogliono almeno due ragazze per…insomma avete capito…”

Cordelia lo guardò con aria interrogativa a quel punto Maddie decise di togliere dai guai il timido Wesley e disse “Sesso!”

L’aria improvvisamente si fece rarefatta “Sesso?”

“Si. Vogliono soldi e piacere, ti sembra tanto strano?”

“Con quel demone schifoso? Oddio che orrore. Ma come possono?”

“Molte volte nella vita non si può scegliere, si deve solo accettare” rispose Maddie. “Bene” continuò mentre si alzava e prendeva la spada. “ora devo pulire la mia arma e vado a dormire. Buonanotte” disse mentre si dirigeva fuori dall’ufficio.

 

Arrivata nella sua stanza, Maddie riempì la vasca da bagno con acqua calda, mise un paio di manciate di sale e vi immerse l’arma. Poi andò verso la sua sacca e prese il cellulare. C’erano alcuni messaggi. Pigiò sui tasti un numero che ben conosceva.

“Sono io” disse quando qualcuno rispose al numero che aveva appena compo

 

CAPITOLO 14

 

Robert Cynster fu svegliato dal suono intermittente del suo cellulare. Stava sognando Maddie, non era una novità e come se non bastasse era stato interrotto sul più bello.

“Pronto?” disse con voce assonnata

“Hey amico, nessuno ti ha mai detto che sei nato con la camicia?”

Riconoscendo immediatamente il suo amico di Vancouver Robert si tirò a sedere velocemente sul letto

“Hai novità?”

“Una telefonata”

“Sei riuscito a rintracciarla?”

“No, però ha chiamato un numero…”

“Che numero?”

Robert dopo aver ascoltato con attenzione l’amico e averlo ringraziato di affrettò verso la doccia. Lo aspettavano giorni molto duri.

 

Hotel Hymperion

 

“A cosa stai pensando?” chiese Wesley ad Angel

“A quello che ha detto Maddie, sulla spada, su Daniel…

“E…”

“E alla risposta che ha dato a Cordelia”

“A che proposito?”

“Sul fatto che non si può scegliere…si deve solo accettare quello che viene proposto dalla vita. E’ triste!”

“Non capisco perché tu sia così meravigliato. Eppure hai conosciuto Buffy”

“Cosa centra Buffy ora?”

“Buffy è una cacciatrice” rispose Wesley mentre sistemava la sua scrivania. “Il destino di queste due ragazze è molto simile” Notando che Angel non riusciva a comprendere appieno lui continuò “Maddie come la cacciatrice ha dovuto accettare, nolente o volente quello che la vita, o il destino le aveva riservato. Entrambe devono combattere, proteggere… ed in questa missione sono sole”

“Buffy non era sola!” proruppe Angel

“Il caso di Buffy è sempre stato singolare. Ma anche lei, come le cacciatrici che l’hanno preceduta avrà un solo certo destino: la morte. E’ brutto pensare questo, ma è la realtà, alla quale non si sfugge. Forse un domani lei sarà ricordata dai suoi amici, da sua madre…” disse Wesley mentre riprendeva fiato “ma pensa solo alle altre migliaia di cacciatrici che la hanno preceduta. Loro non avevano famiglia, amici. L’unica traccia del loro passato sono i diari degli osservatori che le hanno accompagnate nella loro missione. La cacciatrice salva le persone, salva il mondo ed alla fine cosa rimane? Solo una lapide con un nome che presto sarà dimenticato, nessuna medaglia per il bene che ha fatto, nessun riconoscimento sui libri di storia, nessuna targa in sua memoria. Alla cacciatrice viene imposto il suo destino, e lei deve accettarlo. Tu sei stato fortunato…”

“Cosa centro io?”

“Tu, a differenza di loro, hai potuto scegliere…”

“Scegliere?”

“Si. Dopo la tua maledizione, invece di rimanere indifferente a ciò che accadeva hai scelto di aiutare le persone in difficoltà ed alla fine avrai la tua ricompensa…”

“Questo è vero…almeno secondo la profezia..” disse Angel

“Alla cacciatrice non arriverà mai nessuna ricompensa….solo la morte”

Angel rimase senza parole. Non aveva mai visto ma missione di Buffy sotto questo aspetto. Era davvero così tremendo essere la prescelta.

“Scusami Wess, ma non c’è mai stata nella storia una cacciatrice che non abbia accettato?”

Wesley spalancò gli occhi e lo fissò come se gli fossero spuntate due teste “Che cosa stai dicendo? E’ una sacra missione! Nessuna ha mai rinunciato!”

“Ok, non ti scaldare…era solo una domanda! Ritornando a Maddie…”

“Già, devo dire che ci sono ancora molte lacune nelle sue spiegazioni, ma penso che voglia solo proteggere il proprio figlio”

“Lo penso anch’io. Perché non le hai chiesto del medaglione?”

“Non so. L’istinto mi ha suggerito di lasciare cadere l’argomento”

“Hai notizie dai tuoi amici in Inghilterra?”

“Non ancora. Ma dalla loro ultima E-mail mi hanno detto di essere vicino ad una risposta”

“Speriamo bene. Forse è meglio andare a dormire che ne dici?”

“Concordo pienamente. Sono esausto” rispose Wesley “Che cosa farai con la Wolfram & Hart?”

Angel alzò il sopracciglio perplesso “Quello che faccio di solito” rispose

Wesley sospirò sonoramente “Saranno giorni molto, molto lunghi” disse prima di uscire dall’Hymperion.

 

Sunnydale- cimitero.

 

Buffy ridusse in polvere l’ennesimo vampiro. Che diavolo stava succedendo? Oltre a Glory doveva preoccuparsi anche di vampiri che sembravano puntassero come funghi.

Stava quasi per finire il suo giro di ronda quando incrociò Raley con la sua squadra.

“Ciao Buffy come va?”

“Bene”

“Sei a caccia?”

Buffy alzò gli occhi al cielo ma che razza di domanda era? “No sto cogliendo margherite e tu?”

“Ragazzi” disse Raley a quel punto “Potete andare”

“Ma capo…”

“Andate. E’ un ordine!”

I tre a malincuore se ne andarono e Raley rincorse Buffy che nel frattempo si era allontanata

“Buffy aspettami”

“Che diavolo vuoi?”

“Vorrei che mi perdonassi, ci siamo lasciati così…”

“Perdonarti? Non ti sembra di chiedere troppo? Mi hai preso in giro. E’ tanto se non ti rompo il naso”

“Cerca di capire…”

“Già, io devo sempre capire, passare sopra a tutto, anche ai miei sentimenti. Non ti vergogni di chiedermi questo?”

“Buffy, io con te stavo perdendo la stima di me stesso…”

“Ed ora l’hai riguadagnata?”

Riley non rispose.

Buffy, con voce acida disse “Penso che la tua attuale ragazza ti renda molto fiero, vero? Scommetto che ha tanto bisogno di te che l’accompagni pure a fare spese”

“Buffy, ti prego”

“Ti prego cosa? Tu mi hai lasciato per motivi futili ed ora vorresti che io non provassi almeno un briciolo di risentimento? Ma per favore…”

Raley le afferrò il braccio “Sei tu che mi hai portato a questo punto!”

“Io? Mi dispiace, ma hai fatto tutto da solo. Io sono una cacciatrice, sono di natura indipendente e prendo le mie decisioni da sola. Sono fatta così. E’ il mio destino che lo impone. Quando hai iniziato da uscire con me lo sapevi e lo hai accettato. Ma tu ti sentivi sminuito, ed hai optato per avere una ragazzina che se non ti senti ogni due ore viene a piagnucolare da te. Se questo aumento la tua autostima, ben venga!”

“Non essere così sarcastica”

“Io sono come sono e tu non puoi venire qui come se nulla fosse successo!. Non intralciare più la mia strada Raley, ora ho altro di cui occuparmi che delle tue scuse e della tua ritrovata autostima!” disse mentre gli voltava le spalle e lasciava il cimitero, lasciando un Raley senza parole fermo come una statua di marmo.

 

Buffy percorreva la strada che stava per portarla a casa. Ancora non riusciva a credere di aver amato un uomo del genere. Gli si era data con tutta se stessa, nel limite delle sue possibilità, gli era stata fedele e lo aveva aiutato in più modi. Ma c’erano cose che non poteva confidargli. Accidenti non le aveva confidate nemmeno a sua madre, a Giles ed agli altri.

Sospirò. Si sentiva libera. Lo scontro con Raley le aveva aperto finalmente gli occhi. Dopo che lui l’aveva lasciata si era distrutta nel dolore delle sue parole, e si era chiesta se quello che aveva detto fosse vero, se era così insano aver amato un vampiro, esserci andata a letto e avergli salvato la vita. Per qualche tempo, dopo che lui l’aveva lasciata, si era crogiolata in uno stato di colpevolezza, ma ora aveva capito. Non aveva nulla di cui rimproverarsi, lei aveva amato Angel a dispetto di quello che era e sapeva che era stato giusto così e Raley si era dimostrato geloso e immaturo come nessuno mai, nemmeno Xander era arrivato a tanto.

Fin dal primo loro incontro, lei non aveva mai visto Angel come un vampiro, ma come l’uomo del suo destino. Certo, aveva solo sedici anni, che ne sapeva dell’amore?

A dispetto di sua madre, di Giles e dei suoi amici, lei conosceva bene l’amore. L’amore era avere qualcuno con cui confidarsi, che non sbuffava se si arrivava in ritardo ad un appuntamento e se i vestiti erano sporchi e stracciati. Che capiva perché a volte c’erano dei lividi sul suo corpo ed era nervosa per qualcosa che stava per succedere. Con Angel lei non aveva mai dovuto dare spiegazioni. Lui sapeva chi era e lo aveva accettato. Con lui lei si sentiva sempre completa e felice, anche se il mondo stava per finire, nulla aveva importanza quando vicino c’era il suo Angelo.

Bene, disse varcando la soglia della sua casa. Raley non la meritava! Chiunque non riuscisse ad accettare il suo passato ed il suo destino non poteva far parte della sua vita.

Salì le scale che portavano alla sua stanza con un sorriso. Finalmente il suo cuore era libero e il suo spirito sereno.

 

Los Angeles Hotel Hymperion

 

Angel, Gunn e Maddeline entrano nell’albergo esausti e sporchi. Sembrava avessero combattuto contro un’orda di demoni.

“State bene?” chiese Cordelia

“Si potrebbe stare meglio” rispose Maddie. “Non vedo l’ora di farmi una doccia”

“E il nostro cliente?” chiese nuovamente

“Non ti preoccupare bellezza” rispose Gunn “E’ al sicuro e domani passerà a saldare la parcella”

“Davvero? Che bello vado a preparare il conto. Come avete fatto convincerlo?”

“E’ stata Maddie”

“Maddie?”

Maddie guardo Cordelia con sguardo estremamente compiaciuto “L’ho minacciato”

“Cosa?” dissero all’unisono i tre, compreso Angel che sembrava alquanto sorpreso

“Visto che mi ha messo le mani addosso più volte e non per errore e mentre eravamo soli ed intenta a proteggerlo ha cercato di palpeggiarmi, era il minimo non pensi?”

“A cercato cosa?” disse Angel evidentemente contrariato.

Maddie alzò le mani “Non ti preoccupare l’ho rimesso al suo posto e poi ho minacciato di dire tutto alla moglie se non fosse passato a saldare il suo debito”

“E lui c è cascato?” disse Gunn

“Beh, visto che è la moglie quella ricca…”

“Tu come fai a saperlo?”

“Cordelia…si devono sempre prendere informazioni sui clienti, l’auto con cui era arrivato era intestata a lei e la seguiva come un cagnolino. Ora vado…sono tutta appiccicosa”

“Non voglio sapere che cosa hai addosso che ti rende tale…”

“A volte quando si combatte ci si sporca e non è sempre piacevole quello che si ha addosso..” rispose lei mentre saliva le scale che la portavano alla sua stanza.

 

Appena fu fuori dalla loro vista Cordelia disse “Vi è stata d’aiuto?”

“Certamente” rispose con una punta di orgoglio Angel. Era stata fantastica. Per qualche attimo gli era sembrato di essere tornato indietro nel tempo quando combatteva fianco a fianco con Buffy.

“E’ molto forte e competente e poi se riesce a farci pagare…è davvero strepitosa!”

In quel momento fece la sua comparsa Wesley estremamente eccitato.

“Ho delle novità!”

“Novità? Non possono aspettare che ci ripuliamo un po’?”

“Va bene. Ma fra dieci minuti vi voglio qui, in ufficio.

 

Dieci minuti dopo tutti, tranne Maddie, si trovavano nell’ufficio di Wesley.

“Allora? Questa grandiosa notizia?” chiese Angel

“Ho ricevuto una risposta dai miei amici osservatori”

“Hai la nostra completa attenzione” intervenne Gunn

“Allora” riprese Wesley sedendosi alla scrivania e leggendo la posta elettronica arrivata “I miei amici mi informano che l’unico indizio riguardo all’amuleto di Maddie è possibile leggerlo nella pagine di un libro intitolato “Cronache di antiche leggende scozzesi”

“E tu ce l’hai?”

“L’ho ordinato alla solita libreria. Fra pochi giorni sarà qui.”

“Perfetto” disse Angel contento che finalmente anche l’ultimo dubbio su quella donna si sarebbe ben presto dissolto.

 

Il giorno dopo Daniel avanzava felice attraverso le porte dell’Hymperion. Zoppicava ancora, ma almeno non era più ristretto nei movimenti.

“Com’è andata?” chiese Cordelia

“Bene” rispose Maddie. Fra una settimana dovrò portarlo alla visita di controllo, e poi toglierò il disturbo..”

“Ma cosa dici, non disturbi affatto…”

“Cordelia…non essere bugiarda…”

“No, veramente. Devo ammetterlo che all’inizio non era molto favorevole che tu stessi qui, ma ora…”

“Hai cambiato idea?”

Codelia annui.

“Senza contare che riesco a farvi pagare le parcelle dai clienti” disse Maddie

“”In tutta questa faccenda questa è la parte che preferisco” rispose la ragazza con ingenuità.

Maddie scosse il capo. Non sarebbe cambiata mai “Porto Daniel in camera” disse mentre saliva le scale.

 

Un attimo dopo un Wesley con il fiatone con in braccio un grosso libro entrò quasi correndo.

“Ce l’ho”

“Cosa?”

“Il libro. Chiama Angel e Gunn.”

“Va bene” rispose Cordelia.

Poco dopo tutti erano riuniti nell’ufficio mentre Wesley sfogliava il libro “Ecco” disse all’improvviso “Il medaglione con il rubino fra le fauci di un orso e di un lupo è segno di onestà e potenza. A colui che lo possiede vengono dati grandi poteri ed una spada”

“Questo lo sappiamo già” disse Angel “Che altro?”

“Lo chiamano The Guardian “il guardiano”

“Il guardiano di chi?” chiese Gunn

“Lui è il guardiano di colui destinato a chiudere le porte dell’Inferno, di cancellare il passaggio fra i due mondi”

“Accidenti” disse Cordelia “Ed è una cosa buona vero?”

Wesley non rispose mentre continuava a leggere “il guardiano è destinato a proteggere da tutti, demoni ed umani il bambino destinato all’impresa. Questo è un bambino speciale in quanto è nato da…”Wesley a quel punto rimase senza parole “Non è possibile” disse mentre rileggeva la pagina ancora stupito della sua scoperta.

“Allora?” chiese Angel con impazienza.

“Forse dovresti sederti” disse Wesley

“Non dire stupidaggini. Da chi è nato questo bambino?”

“Beh, ma sono sicuro che deve esserci un errore…lui è il figlio…”

“Della cacciatrice” irruppe improvvisamente la voce di Maddie nella stanza.

 

CAPITOLO 15

 

“Che cosa?” chiese improvvisamente Cordelia

“E’ impossibile” concluse di rimando Angel

Maddie entrò nell’ufficio sicura e alquanto seccata. Avevano fatto indagini su di lei. Non che questo la sorprendesse più di tanto, ma sperava che non riuscissero a trovare quell’unico libro nella quale veniva descritta la sua storia ed il suo compito. Daniel era quasi guarito e fra pochi giorni ne se sarebbe andata facendo perdere le sue tracce e loro si sarebbero rassegnati.

“Il libro non lascia dubbi. Daniel è il figlio della cacciatrice” continuò Wesley

Angel non riusciva a pronunciare una parola. Daniel doveva avere circa quattro anni e non poteva certo essere figlio di Buffy. Lei ora aveva poco più di vent’anni e quindi era impossibile che lei fosse la madre. Improvvisamente gli venne in mente un’altra cacciatrice. Una cacciatrice bruna, che ora stava scontando la sua pena in carcere. Conosceva bene lo spirito di Faith ed era quindi probabile, visto anche la vita molto godereccia che lei aveva vissuto che il bambino fosse suo figlio. Si, ripensò fra se, il bambino non poteva altro che essere figlio di Faith.

“Perché non ci hai detto che Daniel non era tuo figlio?” chiese irritato Wesley

“Non me lo avete chiesto” rispose Maddie

“Ma, insomma lui ti chiama Mamma e noi abbiamo pensato…”

“Lui non mi chiama mamma, mi chiama Ma, è diverso”

“Quindi lui è figlio della cacciatrice” si intromise Gunn “Ma non mi avevi detto che le cacciatrici non possono avere figli?”

“Questo è quello che ho studiato quando ero osservatore. Nessuna cacciatrice può avere figli”

“Evidentemente i tuoi libri sbagliano Wes” disse Cordelia “E chi sarebbe la fortunata madre di questo miracolo?”

“Faith” intervenne Angel a quel punto “Non può essere che Faith. Ora capisco molte cose del suo comportamento…”

“Faith?” disse Maddie a quel punto “E cosa c’entra Faith con Daniel?”

“Come?” chiese con curiosità Wesley

“Daniel non è figlio di Faith, ma di Buffy!”

 

Un gelo improvviso calò nella stanza. Angel si accasciò sulla poltrona ancora incredulo su quello che aveva sentito, mentre gli altri erano rimasti a bocca aperta.

Dopo quello che sembrava un eternità Wesley disse “Buffy…ma come”

“E’ impossibile” intervenne a quel punto Angel “Insomma Daniel ha circa quattro anni, e sono sicuro che Buffy non era incinta a sedici”

“Non ho detto che ha avuto Daniel a sedici anni…”

“Ma scusa hai appena detto che è suo figlio, lo ha forse adottato?”

“No. È suo figlio naturale, solo che lo ha partorito molto tempo dopo…”

“Senti” disse a quel punto Wesley “Non riesco a capire…Daniel è il figlio di Buffy, ma è nato non molto tempo fa…il bambino cresce più velocemente degli altri?”

Maddie scosse la testa “E’ un bambino del tutto normale…la sua crescita è normale…”

“Ma i tempi non coincidono!” Urlò quasi frustrato Angel. Quella situazione era talmente irreale. “E’ il figlio di Buffy, ha quattro anni, ma non lo ha partorito quattro anni fa…ma molto tempo dopo…c’è da impazzire!”

“Non capisco perché vi interessi tanto quando Buffy abbia avuto il bambino. Questo non è importante!”

“Certo che lo è” intervenne a quel punto Cordelia

“E si può sapere il perché?”

“Perché questo vuol dire che Buffy non e quella santarellina che ha sempre voluto far credere. La sacra missione della cacciatrice! La famosa e invincibile cacciatrice si è fatta mettere incinta e scommetto che non ha detto nulla a nessuno! Questo è troppo bello, finalmente anche lei non era perfetta dopotutto!”

“Cordelia!” tuonò Wesley improvvisamente

“Che cosa c’è?” rispose lei genuinamente sorpresa “ho detto solo quello che tutti voi stavate pensando e che non avevate il coraggio di esprimere!”

“Non è vero” disse Welsey

“Non mentire” rispose Cordelia

Stanca di sentire denigrare così Buffy e notando che Angel non diceva nulla Maddie decise di intervenire “Ora basta!” gridò

Cordelia sussultò lievemente sulla poltrona.

“Sono veramente delusa da tutti voi. Avete conosciuto Buffy, vi ha aiutato, vi ha salvato la vita e voi la trattate in questo modo?”

“Io non la conosco” intervenne a quel punto Gunn

“Non parlo con te, ma con loro!” disse Maddie rivolta verso Angel e gli altri e poi avvicinandosi a Cordelia “Che cosa ne puoi sapere tu? Cosa puoi sapere della sofferenza che ha provato nel dover nascondere a tutti che aspettava un bambino? Nel dover rinunciare a lui? Di non poterlo vedere crescere e vivere una vita tranquilla e normale che aspetterebbe a tutti i bambini? Di vederlo raramente e solo per poche ore? Non sei cambiata affatto, sei rimasta la solita ragazzetta insensibile”

“Non è vero!” rispose Cordelia “Io aiuto le persone, con le visioni e sono così dolorose…”

“Diciamo allora che sei diventata un po’ più sensibile verso gli altri, ma in questo tuo nuovo modo di essere non rientra Buffy…perché? Perché la detesti in questo modo?”

“Io non la detesto, solo non riesco a sopportarla…lei mi ha rovinato la vita!”

“Ti ha rovinato la vita? Che diavolo stai blaterando? Non l’hai mai sopportata, eppure non ti ha mai fatto nulla, ti ha salvato…anche durante il ballo…ricordi?”

“Se lei non fosse stata immischiata con vampiri e demoni, sarei arrivata in tempo al ballo e sarei stata eletta…invece mi sono ritrovata a scappare da dei sicari, con il vestito stracciato ed i capelli ed il trucco un disastro…e poi la faccenda di Xander e Willow…se non fosse stato per lei avrei concluso il liceo felicemente…invece è riuscita a rovinare perfino la consegna dei diplomi!”

Maddie spalancò gli occhi e alzò le braccia al cielo “Io ci rinuncio!” esclamò esasperata “Non cambierai mai, in fondo rimarrai sempre la solita adolescente viziata e piena di se!”

“Io non sono affatto viziata…” intervenne a quel punto Cordelia

“Cordelia per favore stai zitta!” disse con voce alterata Angel

“Ma…perché?”

“Stai in silenzio!” ripeté nuovamente.

Maddie era in piedi di fronte ad Angel e Wesley. Entrambi la scrutavano come se volessero strozzarla, un sorrisetto buffo le salì alle labbra.

“Ti diverti?” chiese Angel a quel punto

“Visto che avete la faccia come se stesse sul punto di esplodere…direi di si”

“Ritorniamo a Daniel..” disse Wesley

“e Buffy” concluse per lui Angel

“Daniel non può essere figlio di una cacciatrice…non è mai successo…io ho studiato che è impossibile…tutte le scritture e le profezie…”

“Non sono infallibili Wess” disse Maddie a quel punto “Daniel è figlio di Buffy e questo non può cambiare…è un bambino speciale ed io devo proteggerlo!”

“Quando è nato precisamente Daniel?”

“Faccio la stessa domanda che ho fatto a Cordelia. Perché ti interessa Angel?”

“Non riesco a capire come possa avere già quattro anni…il tempo non è qualcosa di elastico”

“Davvero? E chi te lo ha detto questo?” gli rispose Maddie

Wesley stava pensando…il bambino era nato forse da poco più di un anno…e improvvisamente un’idea assurda quando semplice lo colpì e improvvisamente disse “Una dimensione parallela!”

“Cosa?” gli fece eco Angel

“Ha portato Buffy in una dimensione parallela…”

“E bravo Wess…vedo che hai studiato bene alla scuola degli osservatori…”

“Non capisco..:” disse a quel punto Gunn “Cosa sarebbe una dimensione parallela?”

“E’ una dimensione” rispose Wesley “nella quale il tempo scorre più velocemente o lentamente di questa dimensione nella quale viviamo noi, praticamente mentre da noi trascorre un giorno in un’altra dimensione possono trascorrere ore, mesi o addirittura anni...”

“Quindi Buffy si è rifugiata lì mentre aspettava Daniel” constatò Gunn

“Esattamente” rispose a quel punto Maddie.

“Sei in grado di aprire una porta dimensionale?” chiese perplesso Wesley

Maddie non rispose.

“Vuoi rispondere?” chiese battendo un pugno sulla scrivania Angel

“E anche se fossi in grado di aprire un portale, che differenza farebbe? Volete forse fare un viaggetto?”

“Non dire sciocchezze!” intervenne Wesley “Da quello che ho studiato quando ero un osservatore solo i grandi maghi riescono ad aprire un portale dimensionale in quanto richiede un’enorme esperienza poiché l’energia che si sprigiona è enorme e potrebbe risucchiare tutto quello che lo circonda. Chi te lo ha insegnato?”

“Non ha importanza ora…comunque non ho fatto tutto da sola”

“Qualcuno ti ha aiutato?”

“Effettivamente…ma non ti dirò nulla di più”

“Quindi” intervenne a quel punto Angel “ricapitolando Buffy è rimasta incinta e perché tutto rimanesse un segreto tu hai aperto un portale portandola in un’altra dimensione dove il tempo scorre più velocemente in modo che mentre a Sunnydale trascorrevano pochi giorni, lei ha potuto portare a termine la sua gravidanza…”

“Hai colto nel segno” gli rispose Maddie

“E in quale dimensione siete andate?” chiese Angel

“Maddie fece una risata cristallina “Pensi davvero che te lo dirò?”

“Ma scusa è forse un segreto di Stato?” intervenne a quel punto Cordelia con voce stridula “E poi chi è il fortunato padre?”

“Prima di tutto, anche se sapessi chi fosse il padre di Daniel, questi sono fatti privati di Buffy e poi non è di vitale importanza portare a vostra conoscenza in quale dimensione ha trascorso il suo tempo la cacciatrice”

“Ma tu non eri con lei?” chiese Wesley incuriosito

“Non sempre. Quando a Sunnydale sorgevano problemi io ritornavo per sistemare tutto”

“E nessuno dei suoi amici si è mai accorto di nulla? Non hanno mai sospettato niente?” intervenne Gunn a quel punto

“ Che cosa doveva sospettare? Buffy non ha mai lasciato effettivamente Sunnydale…almeno per loro…”

“Non riesco a capire” si intromise nuovamente Cordelia “Buffy era in quella dimensione giusto? Chi la sostituiva mentre lei aveva il pancione?”

Maddie sorrise soddisfatta

“Tu?” disse Angel

“Chi altri? Comunque è stato per poco…”

“Ma come sei riuscita a farti passare per lei?” chiese Cordelia “Insomma siete completamente diverse”

“Magia” si intromise Wesley a quel punto

“Magia?”

“Si” rispose Wesley a Cordelia “Probabilmente un incantesimo che portava le persone a vederla come Buffy”

“Sei stato molto perspicace” rispose Maddie

“Ecco come sei venuta a conoscenza del passato di Angel…”disse a quel punto Wesley “Sostituivi Buffy nella caccia e avendo contatti con Giles e con gli altri…”

“Non è stato Giles a raccontarmi di Angel”

“E chi allora?” chiese a qual punto Gunn

“Il bar di Willie è sempre stata un ottima fonte di informazioni. Sai Angel stanno parlando ancora di te, dopo più di due anni! Il vampiro con l’anima che amava la cacciatrice.”

Angel non rispose. La sua storia con Buffy faceva ormai parte del suo passato e aveva cercato di non rivangarla e c’era quasi riuscito quando questa ragazza fa scoppiare una bomba di proporzioni catastrofiche: Buffy aveva un figlio. Non riusciva ancora a capacitarsi. Chissà chi era il padre. Non certamente il suo attuale ragazzo. Se avesse solo scoperto che Buffy era incinta l’avrebbe sposata o perlomeno avrebbe dato il suo nome al bambino. Quindi doveva trattarsi di qualcun altro, qualcuno prima di lui. La gelosia iniziò a farsi strada nella sua mente. Quanti amanti aveva avuto dopo che lui l’aveva lasciata? Con quanti uomini aveva diviso il letto?

“A cosa stai pensando?” chiese improvvisamente Maddeline

“Come?” rispose distrattamente Angel

“Sei assorto nei tuoi pensieri, non hai nulla di dire?”

“Cosa dovrei dire?”

“Beh, dopo questa notizia su Buffy mi aspettavo una diversa reazione…”

“Quale? Buffy ed io ci siamo lasciati. Può andare a letto con chi le pare e fare tutti i figli che vuole. Non fa più parte della mia vita da molto ormai!” rispose astioso lui.

Maddie si alzò di scatto dalla poltrona. Stava per rispondere quando una voce richiamò la sua attenzione.

“Ma…”

Era Daniel.

“Daniel…cosa è successo?”

“Mi è venuta sete. Ti ho chiamato ma tu non hai risposto”

“Vengo subito tesoro” e poi rivolta ai quattro nella stanza. “Domani toglieremo il disturbo” disse prima dirigersi verso le scale con il bambino.

 

Dopo aver riaddormentato Daniel, Maddie prese il cellulare e compose un numero che ben sapeva. Questa notizia non poteva essere tenuta nascosta.

 

Sunnydale – stanza di Buffy

 

Buffy rientrò dalla ronda appena in tempo per sentire suonare il suo cellulare.

“Pronto?”

“Ciao Buffy sono io”

“Maddie! E’ successo qualcosa a Daniel? Siete in pericolo?”

“Peggio” rispose Maddie “Hanno scoperto tutto!”.

 

CAPITOLO 16

 

Sunnydale – stanza di Buffy

 

“Ma come è possibile? Mi avevi assicurato che pensavano che Daniel fosse tuo figlio.”

“E’ stato Wesley”

“Wesely?”

“Si. E’ riuscito a trovare l’unico libro nel quale si parlava di me”

“Come lo ha scoperto? Insomma avevamo visto che era praticamente impossibile”

“Era quasi praticamente impossibile. E’ partito dal mio medaglione…”

Buffy per qualche secondo rimase in silenzio.

“Buffy? Sei ancora li?”

“Si…come hanno preso la notizia?” chiese quasi timorosa lei

“Vuoi sapere la reazione di tutti o la sua reazione?”

“Maddie…per favore”

“Sorpresi per la maggior parte del tempo…e poi arrabbiati”

“Arrabbiati?”

“Per il fatto che gli avevo nascosto la vera identità di Daniel…ma in fin dei conti non me lo avevano chiesto…”

“E’ un po’ debole come scusa…”

“Avrei dovuto dirgli tutto subito secondo te?”

“No. Non avresti nemmeno dovuto incontrarli!”

“Non è stata colpa mia. Ti ho spiegato la situazione e poi diciamo che la sfortuna di ha messo lo zampino”

“Non volevo accusarti di nulla, non potevi agire diversamente. E’ solo che a volte…”

“Cosa?”

“Sono invidiosa…”

“Invidiosa?”

“Per tutto il tempo che passi con Daniel. Mi manca tanto. A volte ho paura che non possa più riconoscermi…è difficile!”

“Lui sa benissimo che sei sua madre e ti vuole bene! Nonostante sia così piccolo capisce più di quanto tu creda. Potresti andare un po’ vi con lui, come l’ultima volta…”

“Non è possibile. Ci sono troppi problemi qui. Ma…”

“Ma…cosa?”

“Mi piacerebbe vederlo”

“Vieni a Los Angeles. Ci possiamo incontrare qui!”

“Non so…come posso giustificarmi con mia madre e gli altri?”

“Starai via solo un giorno. Non cadrà il mondo per questo. Allora?”

“Mi hai convita. Tu cosa farai ora?”

“Penso che domani mi cercherò un altro posto dove andare…la situazione qui è diventata alquanto pesante…”

“Capisco. Anche se penso che non sia la cosa migliore”

“Come?”

“Mi ha detto che ti senti al sicuro e sei certa che nessuno ti segua. Inoltre quattro persone sono meglio di una.”

“Concordo. Che cosa hai in mente?”

“Dovresti rimanere li”

“E come farò a convincerli? Gli ho detto che me ne sarei andata…”

“Io avrei un piano…”

 

Hotel Hymperion – Ufficio di Wesley.

 

Wesley chiuse il libro che aveva portato tanto trambusto. “Che notizia!” disse

“Eh già!” intervenne Gunn “una notizia di questo tipo di sconvolge la vita. Visto che secondo te le cacciatrici non possono avere figli, scoprire che una lo ha avuto deve essere davvero traumatico”

“Che cosa ci importa?” intervenne a quel punto Cordelia “E va bene Buffy la cacciatrice ha avuto un figlio, è una notizia interessante, ma non sconvolgente, almeno per me. Facciamole tanti auguri e chi si è visto si è visto, tanto più che Maddeline se ne va domani. Potremmo darle un biglietto di congratulazioni da portarle. Che ne pensate?”

“Cordelia stai zitta!” disse a quel punto Angel. Era già abbastanza scioccato dalla notizia senza che la sua segretaria facesse continue ilazioni di cattivo gusto.

“Io penso che non dovremmo lasciarla andare”

“Cosa stai blaterando Wess? Perché dovremmo tenerla ancora con noi?” chiese Cordelia al limite dell’isteria.

“Perché se Daniel è veramente il bambino di cui si parla nella profezia deve essere protetto”

“Pensi che sia in pericolo?” si intromise a quel punto Angel

“Ricorda che quando li abbiamo trovati lei stava combattendo contro dei vampiri”

“E credi che non si trattasse di una coincidenza vero?”

Wesley annui. “Anche al magazzino, il demone Ribbonk l’ha riconosciuta dalla spada. Sembrava desideroso di ucciderla”

“Quindi secondo te è una persona in difficoltà e bisognosa si aiuto?” chiese Gunn

“Non dire sciocchezze” rispose Cordelia “tutto si può dire di lei ma non che sia bisognosa di aiuto!”

“Questo è vero. Ma Daniel? Se dovesse succederle qualcosa il bambino sarebbe abbandonato a se stesso e questo non possiamo permetterlo! Sarebbe meglio per tutti che lei rimanesse qui”

“Ti preoccupi del bambino o di Maddie?” chiese Angel a Wesley

“Ma che domande fai? Del bambino naturalmente”

“Non essere ipocrita, si vede lontano un miglio che quella donna ti piace. Faresti di tutto perché lei rimanesse qui e cercare di portartela a letto!” sbottò improvvisamente Angel

“Ma si può sapere cosa ti prende?” gli urlò contro Cordelia “Non trattare Wess in quel modo. Non è certo colpa tua se la tua ex è andata a letto con un altro e ha avuto anche un figlio. Cerca di calmarti ok?”

“Fate quello che vi pare!” disse con voce più alta del normale prima di lasciare la stanza e dirigersi verso la piccola palestra che aveva attrezzato nelle cantine. Aveva bisogno di scaricare la tensione e la rabbia accumulata

 

Inghilterra: Sede del consiglio degli osservatori.

 

L’ufficio era arredato in modo sobrio. Scaffali pieni di libri antichi correvano lungo i muri. Chino sulla scrivania un uomo di mezza età stava leggendo un libro con grande interesse, quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta.

“Avanti” disse l’uomo.

Un uomo sulla trentina entrò nella studio. “Signore mi ha convocato?”

“Si Trent. Devi partire per una missione”

“Destinazione?”

“Stati Uniti” rispose l’uomo mentre gli porgeva una cartellina.

Trent seduto in una soffice poltrona cominciò a sfogliare il fascicolo.

“Interessante. Siete sicuri che si trovi a Los Angeles?”

“ Si”

“La fonte è attendibile?”

”Molto”

“Leggo che il bambino lo volete vivo, ma la donna?”

“Fai quello che devi. Dovrai portarmi il bambino vivo perché io possa avere conferma o meno della sua identità.” e poi allungandogli una grossa busta marrone “Nella busta troverai tutto il necessario, passaporto, denaro ed il biglietto aereo. Parti tra due ore”

“E’ così urgente?”

“Non sai quanto. Buon viaggio” rispose l’uomo anziano prima di chinarsi nuovamente sul libro.

Trent non disse nulla e lasciò la stanza. Era da molto tempo che desiderava ritornare negli Stati Uniti. Casa. Sarebbe ritornato a casa finalmente.

 

Hotel Hymperion – ufficio di Wesley

 

“E’ vero quello che ha detto Angel, che tu vuoi tenere qui Maddie perché ti piace?” chiese Gunn con genuino interesse

“Sarei un bugiardo che vi dicessi che non sono attratto da lei. E’ una bella donna! Ma ora che ho saputo la verità su Daniel sono sempre più convinto che dovremmo tenerla qui con noi, per aiutarla a proteggerlo”

“Angel non mi sembrava molto d’accordo” disse Cordelia

“Non mi interessa quello che pensa Angel. Lui è troppo coinvolto in questa faccenda e non esprime i suoi giudizi con lucidità.”

“Ma Maddie ha deciso di andarsene. Come farai a convincerla a rimanere? Mi sembrava alquanto arrabbiata”

“Questo sarà un problema…”

“Per quanto può contare la mia opinione” intervenne a quel punto Cordelia “Perché non glielo chiedi e basta? Sottolineo che non vado pazza per lei, ma se questo può aiutare Daniel…vedrai che accetterà!”

“Proverò” rispose Wesley mentre di dirigeva verso la scalinata dell’Hotel che portava alle stanze superiori.

 

CAPITOLO 17 (NC 17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Maddie chiuse la comunicazione con Buffy pensierosa. Il piano che quest’ultima aveva elaborato non era molto fattibile. Innegabilmente lei si sentiva al sicuro all’Hymperion. Era serena come non le succedeva da tempo. Era stanca di guardarsi continuamente le spalle e di scappare. Ma i suoi attuali padroni di casa, dopo la notizia che gli aveva dato, non le avrebbero permesso di rimanere. Soprattutto Angel.

Per tutto il tempo che era rimasta lì non era stata con le mani in mano. Aveva già scovato un posto abbastanza sicuro per lei e Daniel.

Ormai era deciso sarebbe partita l’indomani. Lentamente iniziò a preparare le sue cose.

 

Dopo aver quasi distrutto il sacco degli allenamenti Angel si diresse verso la sua stanza. Percorrendo il corridoio passò davanti alla camera che occupavano Maddeline e Daniel. La porta era socchiusa e sbirciando vide la donna che preparava i bagagli. Era vero! Se ne sarebbe andata! Questo gli procurò uno strano senso di vuoto.

Arrivato nella sua stanza si diresse verso il bagno e aprì la doccia. Aveva bisogno di calmarsi. Se Buffy fosse presentata in quel momento probabilmente gli avrebbe gridato contro tutto la sua rabbia e la sua frustrazione.

Ma perché si sentiva tradito? Perché era così che si sentiva dentro. Sapeva che non era giusto, ma non poteva farci nulla. In fin dei conti lei aveva fatto quello che lui, nel loro drammatico scambio di battute nelle fogne non avrebbe mai potuto darle. Aveva trovato un uomo che potesse amarla, sul piano fisico, aveva avuto un figlio ed una vita alla luce del sole. Eppure, per un attimo, per un fugace giorno era stato in grado di offrirglielo ed erano stati felici. In quel momento non erano più la cacciatrice ed il vampiro ma solo un uomo e una donna che si amavano.

Lo ricordava ancora. Avevano discusso davanti ad una tazza di the sul da farsi, ma poi era bastato sfiorarsi e la passione tenuta a freno per mesi era esplosa. Lei gli aveva avvinghiato le gambe attorno al bacino e lui l’aveva trasportata sul tavolo sgombrandolo da tutto quello che c’era sopra.

Aveva iniziato a baciarla appassionatamente mentre le mani si insinuavano sotto la maglietta alla ricerca dei suoi fianchi e dei suoi seni e Buffy non era da meno, le mani erano sotto il suo maglione intente ad esplorare la schiena, mentre con movimenti lenti a appassionati si muoveva contro di lui.

Angel chiuse gli occhi e la scena gli si presento davanti.

La stava schiacciando sul tavolo mentre gli alzava la maglietta fino a trovare i suoi seni e lentamente con la lingua iniziò ad esplorare la sua pelle. Iniziò a tracciarle dei circoli intorno a un capezzolo, mandando l’eccitazione alle stelle, tanto che il corpo di lei fremette. Buffy prese a dondolare il bacino, alla ricerca dell’appagamento. Ma lui finse di ignorare il suo invito e continuò a succhiarle il capezzolo. Buffy emise un gemito di piacere e di frustrazione insieme. Non le bastava, voleva di più. Angel era al limite. L’aveva desiderata così tanto!. Freneticamente riuscì a toglierle i pantaloni e le scarpe mentre le mani risalivano lungo le sue gambe fino ad arrivare alla sua intimità. Buffy rabbrividì ed Angel la baciò con passione mentre le sue mani iniziarono ad esplorarla con carezze sempre più intime. Buffy intanto aveva allungato la mano sfiorando la sua virilità chiusa ancora nei pantaloni.

“Fai l’amore con me” sussurrò Buffy afferrando la fibbia dei pantaloni e aprendola alla svelta. ”Adesso” Quelle parole lo fecero impazzire, spezzando gli ultimi brandelli di autocontrollo. Non aveva mai provato niente di simile prima. Quando Buffy gli aprì la zip dei pantaloni, Angel perse completamente il bene dell’intelletto. Gli slip di Buffy non erano un problema e lui li strappò con impazienza. Dopo qualche secondo lei boccheggiò e gemette sentendolo dentro di sé. I loro corpi stretti cominciarono a muoversi con intensità sempre maggiore, fremendo a chiedendo di più. Angel

avvertì la presa delle unghie di Buffy sulla camicia e il sangue gli ribollì. Subito dopo entrambi furono investiti dall’ondata impetuosa e travolgente del piacere.

Passarono dei lunghi istanti prima che tornassero a respirare con regolarità, che riuscissero a pensare …a parlare.

“Mi…mi dispiace” farfugliò Angel realizzando che erano ancora in cucina “Avrei dovuto farlo almeno in camera da letto”

Buffy gli baciò il collo e la spalla “Lo faremo”

Ridendo sommessamente, Angel la prese fra le braccia e la portò in camera.

Quelli erano ricordi solo suoi. Buffy non rammentava nulla. Aveva immaginato che lei avrebbe continuato a vivere, anche dopo la sua partenza. Solo che per qualche tempo, soprattutto dopo quel giorno, si era crogiolato nella speranza che non avrebbe trovato qualcuno tanto presto. Improvvisamente si rammentò del suo scontro con Spike.

Spike! Non aveva creduto a quello che lui gli aveva raccontato, o meglio non aveva voluto crederlo! Ma ora alla luce dei recenti fatti poteva dar credito alla sue parole. Buffy si era dimenticata presto di lui e lo aveva rimpiazzato quasi subito.

Si diede dell’idiota! Gettò la saponetta con forza contro la porta “Puttana!” gridò con quanto fiato aveva.

 

Sunnydale- Vicinanza della casa di Buffy.

 

Il telefono di Robert trillò insistentemente. “Pronto?”

“Ciao. Sono io. La tua ragazza ha appena chiamato quel numero di Sunnydale. E’ stata al telefono molto a lungo. Penso che stia per succedere qualcosa!”

“Lo spero bene” rispose il ragazzo. Erano ormai giorni che sorvegliava quella casa e le persone che la abitavano. Dopo aver scartato la madre e la ragazza più giovane si era concentrato sulla ragazza bionda. Sapeva che si chiamava Buffy Summers, usciva spesso la notte e rientrava quasi sempre poco prima dell’alba e che durante le sue passeggiate notturne era dedita all’uccisione di vampiri. Aveva sempre creduto che fosse solo una leggenda, ma aveva dovuto ricredersi. Sentiva che quella ragazza era la chiave di tutto e presto l’avrebbe portato da Maddie.

 

Los. Angeles. Hotel Hymperion.

 

Wesely bussò alla stanza di Maddie. “Posso entrare?”

“Certo. Cosa vuoi?”

“Abbiamo parlato fino ad ora e insomma…noi…pensiamo che tu…”

“Vieni al sodo Wess”

“Dovresti rimanere qui!”

“Cosa?”

“Tu stessa hai detto che ti stanno inseguendo. Qui saresti al sicuro, soprattutto Daniel. Nessuno sospetta che lui possa trovarsi qui…quindi”

“Cosa ne pensa Angel?”

“Lui non ha espresso opinione in merito”

“Allora non mi vuole qui”

“Non essere schiocca. Non negherebbe mai aiuto ad una persona in pericolo”

“Ma io non sono una persona normale. Sono la donna che deve proteggere il figlio della cacciatrice, il figlio della donna che ama!”

“Amava!” la corresse Wesley.

“Ma siete tutti così ciechi? Non vi siete accorti che lui è ancora innamorato di lei?”

“Ma non si vedono da mesi ormai. Sa che si è rifatta una vita, che ha un altro ragazzo. Si è rassegnato. Non ne parla nemmeno, non la nomina più”

“E da questo hai dedotto che non sia più innamorato? Si vede che non hai mai amato Wess”

“Non è vero. Anch’io ho avuto le mie esperienze…amorose”

“Ma mai un amore come il loro! Un amore così! Un amore che riempie la vita, che ti fa andare avanti ed affrontare tutto, anche le cose peggiori. Un amore che ti fa vivere e respirare, che ti rende felice anche nelle avversità”

Mentre parlava a Maddie brillarono gli occhi per le lacrime, ma lei prontamente le ricacciò indietro cosa che non sfuggì a Wess “parli per esperienza personale?”

Lei non rispose. “Quando ci si ama in quel modo, è difficile da dimenticare o da cancellare, come se nulla fosse successo!”

“Angel accetterà! Lo costringerò se necessario!”

“Ma sono io che non accetto!. Certamente mi sentirei più tranquilla qui. E’ un luogo sicuro. Ma non voglio rimanere per pietà… e soprattutto non voglio vivere sotto lo stesso tetto con una persona che guarderà me e Daniel con astio e rabbia tutte le volte che lo incontro. Una persona che vuole da me delle risposte che io non posso e non voglio dargli. Domani me ne vado!”

“Ti prego di ripensarci Maddie”

“Ci ho già ripensato!”

“Se riuscissi a trovare un accordo con Angel, almeno fino a quando Daniel non sarà completamente ristabilito?”

“Puoi tentare Wess, ma questo no cambierà i miei piani. A meno che non sia lui a chiedermelo e di sua spontanea volontà. Io domani parto!”.

 

CAPITOLO 29 (NC –17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Maddie aveva mentito, l’acqua della doccia era bollente e lei era in piedi, sotto il getto caldo, sperando di chiarirsi le idee.

Purtroppo la cosa non sembrava funzionare. Riusciva solo a pensare a Angel, ed a quello che avevano condiviso quella fatidica notte.

Mentre si insaponava, l’acqua continuava a scenderle lungo il corpo, riscaldandola e facendole passare il lieve tremore che l’aveva colta baciando Angel. Ora era più rilassata e si sentiva languida, quasi indolente e sensuale. Accidenti a tutta quella storia! Non riusciva più a pensare ad altro che a fare l’amore con Angel per potersi ritrovare fra le braccia di Robert. Anche se il suo cervello le diceva che non era giusto quello che stava accadendo, il suo corpo la pensava in modo diverso

Maddie sospirò e inclinò ancora più la testa per ricevere l’acqua sul viso ad occhi chiusi.

Sentì la porta del bagno aprirsi e un istante dopo, la tenda della doccia scostarsi.

“Non stai facendo una doccia fredda” disse Angel

D’istinto fece per coprirsi, ma lui entrò nella doccia e l’avvolse in un abbraccio possessivo. Poi la scostò da se e la guardò con i suoi occhi penetranti, allungò le mani ai lati della sua testa, appoggiandole alle piastrelle.

“Dimmi di andarmene, e lo farò all’istante. Ma dovrai dirmelo guardandomi negli occhi altrimenti non ti crederò. Penso che quello che abbiamo condiviso sia stato qualcosa di speciale e che si potrebbe ripetere e che dovremmo ritentare”

In quel momento Maddie non era nello stato mentale migliore per poter riflettere. Erano entrambi nudi, e tutti quei muscoli ben disegnati e lisci che assomigliavano tanto a quelli del suo ex ragazzo…”Tu pensi che…”

“So che lo vuoi anche tu. Non importa quello che pensi o che esprimi a parole, ma entrambi lo desideriamo, entrambi ne abbiamo bisogno”

“No, no...quell’altra cosa…hai detto che si potrebbe ripetere…”

“Hai sentito bene”. Angel le si avvicinò ulteriormente, era magnifico, così fiero e virile nella sua nudità. Non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. La situazione la intrigava e la spaventava nello stesso momento.

“Ma se non dovesse succedere? Che cosa accadrà dopo?”

Angel sentì una nota di preoccupazione e paura nella sua voce temeva forse che l’avrebbe odiata incolpata o peggio?

“Ci penseremo se e quando succederà! Non dovrai avere paura di me, mai” gli sussurrò lui, accarezzandola dappertutto con dolcezza

“Non potrò mai avere paura di te”

“No?”

“No. Davvero.”

Angel le sorrise e abbassò la testa per baciarla, lentamente e con tenerezza. Lei contraccambiò, senza esitazione, intensificando il bacio. Le sue mani si mossero lungo quel corpo morbido come seta, reso scivoloso e lucente dall’acqua e dalla schiuma profumata. Le accarezzò la schiena e i fianchi per poi scendere fino ai glutei. I loro respiri, stranamente anche quello di Angel misti al vapore divennero irregolari e affannosi, mentre la magia si ripeteva. Angel fissò Maddie negli occhi e vide il volto soffuso di piacere di Buffy che gli sorrideva appassionata, mentre Maddie sorrise al volto conosciuto di Robert.

Con movimenti lenti e sensuali Angel la stuzzicò e lei non fu da meno. Poi si sentì sollevare e schiacciare dolcemente contro le piastrelle, sostenuta dal corpo di Angel.

 

Sunnydale – stanza di Buffy.

 

Buffy stava sognando ed era tutto così reale. Era avvolta nelle forti braccia di Angel mentre un getto di acqua calda riscaldava i loro corpi. Lui la stava accarezzando, baciando, e lei si sentiva così bene, così viva e si lasciò andare, anche quando lui la sollevò per schiacciarla contro le piastrelle della doccia…

 

Hotel Hymperion – doccia

 

Lui la guardò a lungo negli occhi, facendole accelerare il battito del cuore. Poi tornò ad impossessarsi delle sue labbra, già gonfie per i baci ricevute scese a tormentarle il collo e il seno con la bocca e l’accarezzò là dove il bisogno si faceva più urgente e il desiderio più acuto e pulsante, quasi doloroso.

Improvvisamente lei provò un misto di frenesia e impazienza che non volle più controllare non poteva aspettare un momento di più per rivivere quelle sensazioni incredibili. Sapeva che lui l’avrebbe presa e attendeva quel momento con trepidazione, Lui continuò a regalarle carezze sempre più intime, facendola gemere, dapprima debolmente e poi con maggiore intensità

“Ti piace?”

Quella domanda non la colse alla sprovvista. Robert le chiedeva sempre se ciò che faceva le piacesse o meno

“Lo sai che mi piace “ fu la sua risposta mentre si inarcava ancora verso di lui

L’accarezzò di nuovo, quasi con riverenza, stuzzicandola appena, e lei impaziente, si spinse più vicina a lui, per avere di più. Quando lui la sollevò su di sè chiedendole di avvolgergli le gambe attorno al bacino, lei gli afferrò le braccia, faticando a credere di essere di nuovo vicina a quel piacere intenso da darle le vertigini.

“Ora…”

“Lo so, lo so…” Angel entrò in lei lentamente, affinché il suo corpo di abituasse alla sua presenza, e quell’attesa non fece altro che intensificare il piacere che già provavano.

Cominciò poi a spingersi sempre più in lei, e a baciarla con crescente passione.

 

Sunnydale – stanza di Buffy

 

Buffy si stava agitando nel suo letto, sentiva crescere dentro una tensione, una piacevole tensione e lei non voleva svegliarsi, sapeva che molto presto si sarebbe librata nuovamente in quel magico oceano di sensazioni e piacere che aveva già provato, provato solo con lui, perché lei aveva amato in modo incondizionato e totalmente solo lui. Si inarcò mentre nel suo ventre esplodeva un piacere intenso e in quel momento due parole uscirono dalle sue labbra “Ti amo”

 

Hotel Hymperion

 

Maddie avvertì i suoi fremiti e i gemiti rochi, e si sentì gratificata e forte per averlo reso così debole di fronte al desiderio.

“Ora, Buffy, adesso…non riesco più a resistere”

“Si ora” rispose lei abbandonandosi all’indescrivibile piacere che provava aggrappandosi a lui. Angel continuò a muoversi con ritmo sempre più incalzante, e Maddie per un istante pensò che sarebbe caduta a terra. Ma in qualche modo lui la tenne sollevata, sebbene fosse scosse scosso dagli spasmi di un orgasmo così potente da lasciarlo disorientato.

 

Stanza di Robert –

 

“Sai che mi piace accarezzarti Robert” stava sussurrando Maddie mentre lui nascondeva la faccia nel cuscino lei continuò “Mi piace farti felice! Mi piace che tu sia il mio compagno..Mmh…non è eccitante? Non è bello Robert?”

Maddie distesa vicino a lui gli stava sussurrando all’orecchio passandogli un dito sul torace, solleticando i muscoli pettorali prima di tracciare lentamente il contorno dei capezzoli, Mentre lei lo portava sempre più vicino al limite estremo del piacere, lui ammirò i semi morbidi e si eccitò vedendo i suoi fianchi ed tutto il resto.

Dopo essere usciti dalla doccia si erano asciugati a vicenda ed ora si ritrovavano di nuovo a letto.

“Ti piace Robert?” tubò lei, inumidendosi un dito con la lingua prima di continuare ad accarezzargli il petto in un modo che le fece fremere. “E questo?” chiese, usando entrambe le mani per massaggiargli i pettorali, Abbassò i pollici sulla gabbia toracica “E qui?”

“E’ tutto stupendo” riuscì a dire lui con voce roca “Davvero stupendo Maddie”

Inalando il suo profumo, aspettò che le mani di Maddie scendessero più in basso, che i suoi occhi si illuminassero di una luce maliziosa e sensuale.

Tendendosi nell’attesa, la pressione dell’inguine sempre più forte, le lasciò fare tutto ciò che voleva, chiedendo tacitamente misericordia quando lei usò il dorso delle mani per accarezzargli le cosce. Ogni centimetro di pelle formicolava sotto le sue dita a man mano che lei si avvicinava alla sua erezione.

Si inarcò, ma ancora lei esitava a toccarlo intimamente.

All’improvviso, lei si fermò, limitandosi a giocherellare con il suo ombelico come se si fosse stancata.

“Maddie” l’avvertì Robert

“Che c’è?” chiese lei, l’aria innocente”

“Dai Maddie, smettila di girarci intorno. Toccami”

“Ti sto toccando sciocco”

“Sai benissimo che cosa voglio dire”

La desiderava al punto da soffrirne, e se non lo avesse accarezzato più intimamente, ne sarebbe morto.

Tutto quello che gli stava facendo lo avevano sperimentato assieme. Era un’allieva da dieci e lode e lui ne era pazzamente innamorato. Ma perché non faceva qualcosa di più?

Maddie gli rivolse un sorriso misterioso che la fece assomigliare alla gioconda e continuò a tracciargli sciocchi disegni sulla pelle sensibile. Quando lo toccò fra le gambe lui emise un suono soffocato “Di per favore, Robert” sussurrò

“Per favore” mormorò lui con voce burbera, il battito sempre più veloce all’idea di stare al suo gioco “Mi stai tormentando”

“Ma ti piace”

Lui sorrise guardandola “Si mi piace”

Mentre si rigirava nel letto teneva gli occhi chiuso ma il corpo vibrava di febbrile desiderio e ogni volta che si rigirava nella speranza di porre fine alla frustrazione di quel sogno i suoi movimenti contribuivano ed eccitarlo massaggiandogli il bacino

Lei abbassò ulteriormente la mano fermandosi fra le sue gambe e fissando la sua erezione “Non hai idea di quello che ti farò” disse lui fissandola intensamente

“Perché non me lo dici? Abbiamo tutta la notte a disposizione” Senza lasciargli il tempo di replicare, sussurrò “Si” Poi porse il seno alle sue carezze. Rovesciò la testa all’indietro e la vista del suo corpo nudo lo infiammò in tutto il corpo.

Quando lei toccò il suo membro eccitato, indugiò con lo sguardo sulla sua bocca invitante “Baciami Maddie” le ordinò con voce roca, tirandole i capelli per avvicinare a se la testa

Lei trattenne il fiato “Dove vuoi che ti baci esattamente?”

Robert abbassò la voce “Lo sai benissimo”

“Avevo altro in mente”

“Che cosa?”

Lei si sedette a cavalcioni su di lui, con le mani attorno al suo membro e lui temette di essere sul punto di esplodere

 

Vagamente si rese conto del suono di una sirena.

Veniva da lontano, dapprima ai margini della sua coscienza, poi assordante, mentre un’ambulanza o un’auto della polizia passava sotto la finestra.

Aprì gli occhi e si mise seduto sul letto, la testa pulsante per il movimento improvviso. Di qualunque cosa stesse sognando, doveva averlo portato ai limiti estremi della fase REM, perché si sentiva completamente stordito.

Passandosi una mano nei capelli, si rese conto che erano umidi di sudore. E che non si trovava nel suo letto a Vancouver.

“Sono a casa di Mariel” sussurrò, sentendosi leggermente disorientato e sorpreso di scoprire che aveva la bocca arida. Aveva scostato quasi tutte le coperte e il lenzuolo rimasto gli si era attorcigliato intorno alle gambe.

Ed era ancora molto, molto eccitato.

Ricordandosi del sogno si lasciò sfuggire un gemito e rendendosi conto di essere sul punto di raggiungere un altro orgasmo, inspirò a fondo e aggiustò gli occhi all’oscurità della stanza. “Dio che sogno!” borbottò.

Non era la prima volta che Maddie entrava nel suo mondo notturno e lo provocava. E si era svegliato, con sensazione di non poter vivere senza di lei. “Mi sa che sto perdendo la testa” sussurrò. Doveva trovare Maddie al più presto possibile o sarebbe impazzito.

Ma era più facile a dirsi che a farsi. L’unica traccia era Buffy e non aveva intenzione di lasciarsela sfuggire. Alzatosi, andò alla finestra. Però invece di tirare la tenda, guardò attraverso. D’un tratto si sporse in avanti “No” borbottò “E’ assurdo!” l’aveva vista. Spalancò la finestra ma lei era svanita. Era stato solo un’illusione.

Riaccostò le tende e tornò a letto con un gemito di frustrazione.

 

“Ti dispiace se mi corico di fianco a te Robert?” sussurrò lei

“Accomodati Maddie”

Lei gli strofinò una coscia nuda contro il fianco. Robert inserì una mano fra i loro corpi per raggiungere il centro della sua femminilità. Pochi momenti prima era stato sul punto di esplodere e adesso, eccitato dalle sue carezze, si ritrovava nella medesima situazione

“Vieni da me Robert” Allora lui perse il controllo. All’improvviso la baciò dappertutto, sulla bocca, sul collo e poi sul seno, stuzzicandole lievemente i capezzoli, lei si inarcò implorando: “Amami Robert. Ti prego”

La penetrò con un’unica spinta e stabilì il ritmo che lo avrebbe presto portato all’estremo piacere. Raggiunse l’orgasmo mentre era profondamente addormentato.

 

Maddie si svegliò perché sentiva i piedi freddi, gelati per l’esattezza.

Le ci vollero alcuni istanti prima di capire il motivo per cui provava quella sensazione di freddo. Era nuda, distesa a pancia in giù sul letto e accanto a lei c’era Angel, anche lui nudo.

Lentamente ricordò che al termine di un’incredibile e indimenticabile notte si erano abbandonati sul letto e addormentati.

Angel aveva ancora gli occhi chiusi, e sembrava avere un sorriso divertito sulle labbra.

Lui sollevò una palpebra e la guardò.

“Sono gelata” disse lei istintivamente tirandosi su le coperte quasi fino al mento seguita quasi immediatamente da Angel. Strano pensò Maddie si erano baciati e toccati dappertutto ed ora erano entrambi imbarazzati a mostrarsi nudi. La cosa non la colse però impreparata, in fin dei conti in quel strano mondo onirico in cui si rifugiavano, entrambi stavano facendo l’amore con la persona di cui erano innamorati.

Angel notò il suo sguardo pensieroso, probabilmente stavano pensando la stessa cosa.

“Maddie…”

All’improvviso vide il sorriso scomparire dalle labbra di Angel “Ieri sera, sotto la doccia…ti ho chiamato Buffy”

“Non fa nulla. So che ti immaginavi di essere con lei”

“Non ti disturba questo?”

“No. Ti avevo detto che anche per me è la stessa cosa”

“Solo che tu non hai gridato il suo nome”

Lei sorrise “Mi sono trattenuta. Robert riusciva sempre a farmi perdere il controllo”

“Cercherò di trattenermi anch’io”

“Angel non vedo il perché. A volte fa bene lasciarsi andare e come vedi non ti è successo niente. Siamo solo due amici che …possiamo definirlo uno scambio di favori.”

Angel alzò il sopracciglio e improvvisamente scoppiò in una sommessa risata “Scambio di favori …qualcuno potrebbe non pensarla in questo modo. Comunque hai trovato una frase…”

“Che calza a pennello?”

“Si. Quindi mi consideri un tuo amico?”

“E perché no? Sei stato gentile con me e Daniel, a parte qualche sporadico caso, ma nessuno è perfetto e poi anche se all’inizio eri alquanto riluttante continui ad ospitarci in casa tua…”

“Non hai tutti i torti, ed ora” disse lui attirandola ancora verso di se “non sono più riluttante al fatto che tu ti trovi qui!”

“Quindi mi ospiti solo per questo?” rispose lei strofinandosi languidamente contro di lui che iniziava ad eccitarsi nuovamente

“Per cosa altro se no?” rispose mentre sue mani iniziavano ad accarezzarla per tutto il corpo con un sorriso divertito negli occhi.

Maddie ricambiò quel sorriso. No, sapeva che non era solo per quello, c’era qualcosa di più. Un’amicizia che diventava sempre più profonda ed una fiducia che entrambi aveva provato ben poche volte. Lo attirò nuovamente verso di se baciandolo con passione.

 

 

CAPITOLO 18

 

Hotel Hymperion. Stanza di Angel

 

Angel uscì dalla doccia ancora scosso per la sua reazione riguardo alla faccenda di Buffy. Il demone dentro di lui si agitava, lei era sua era sempre stata sua, aveva il suo marchio sul collo a dimostrazione di questo fatto. La gelosia lo attanagliava. Chi poteva essere il padre di Daniel? Perché non aveva riconosciuto il bambino? Forse la Buffy che lui ricordava non esisteva più e al suo posto c’era una donna che amava incontri occasionali e non duraturi. Una donna che non si preoccupava nemmeno di avere dei rapporti protetti visto che era rimasta incinta.

Fu ridestato dai suoi pensieri dal bussare insistente alla sua porta.

“Chi è?”

“Wesley”

“A meno che non sia una visione di Cordelia non voglio sapere nulla”

“Invece mi ascolterai” rispose Wesley mentre entrava nella sua stanza.

 

Maddeline assistette alla scena. Avrebbe voluto essere una mosca per sentire quello che quei due si stavano dicendo, ma non era possibile. Chiuse la porta, si svestì e si coricò a letto. Sarebbero dovuti partire abbastanza presto.

 

Dopo due ore di discussioni Angel non aveva voluto sentire ragione. Wesley aveva cercato in tutti i modi di convincerlo, ma non era stato possibile.

Probabilmente Maddie aveva ragione, era troppo arrabbiato, troppo risentito. Era disposto a calpestare i principi che avevano scandito la sue vita in quegli anni a Los Angeles per colpa di questi suoi assurdi sentimenti. Doveva escogitare qualcosa. Daniel era troppo prezioso per poterlo perdere.

Passo innanzi alla porta di Maddeline e accostò l’orecchio. Non si sentiva nulla. Probabilmente stava dormendo.

Bene, pensò Wesley fra sé. Decise che sarebbe rimasto li, per quella notte. Al mattino avrebbe almeno potuto salutarla.

 

Giorno dopo – Hotel Hymperion.

 

Era da poco sorta l’alba ma Maddeline era già pronta per la partenza. Doveva solo svegliare Daniel, fare colazione e poi tutto sarebbe finito. Finalmente sarebbe uscita dalle loro vite e presto tutto sarebbe ritornato alla normalità.

“Daniel…svegliati dobbiamo andare”

“Ho sonno Ma..:”

“Dormirai sull’autobus. Forza pigrone” disse Maddie mentre gli arruffava i capelli ed allora sentì che scottava. Non ci voleva proprio ora che stavano per partire.

“Scotti Daniel. Penso che tu abbia la febbre”

“Non mi sento bene Ma, ho i brividi”

“Aspetta qui, vado alla ricerca di un termometro per misurarti la temperatura”

 

Wesley fu svegliato dal rumore dei cassetti e delle ante della cucina che venivano aperti e richiusi quasi freneticamente. Si alzò e si diresse verso la stanza e trovò Maddie intenta a cercare qualcosa

“Maddie, buon giorno. Cosa stai cercando?”

“Un termometro”

“Un termometro? Per farci cosa?”

“Sospetto che Daniel abbia la febbre, mi serve per misurargli la temperatura.”

“Non penso che troverai una cosa del genere. Dopotutto è la casa di un vampiro”

“Lo so. Ma avevo sperato forse nell’impossibile”

“Qui vicino c’è un supermercato aperto che rimane aperto 24 ore su 24, se vuoi vado a vedere”

“Te ne sarei molto grata Wess”

“Ok. Dammi cinque minuti”

 

Angel non era riuscito a dormire un granché. Troppi pensieri gli occupavano la mente e riguardavano tutti Buffy, Daniel e Maddie.

Guardò l’orologio. Presto sarebbe partita e risentì nuovamente quel senso di vuoto. Una parte di lui non voleva che Daniel se ne andasse, ma l’altra, quella ancora sconvolta dalle notizie ricevute, voleva solo che lei sparisse dalla sua vita, anzi desiderava non averla mai incontrata.

Aprì la porta e si diresse verso le scale che portavano ai piani inferiori dell’albergo. Passando davanti alla stanza di Daniel notò che era ancora a letto e solo! Inspiegabilmente entrò e si avvicinò al letto.

Due occhi lucidi ed un visino arrossato si alzarono verso di lui.

“Non stai bene?” chiese quasi preoccupato il vampiro.

“Ma dice che ho la febbre” rispose sinceramente quest’ultimo.

“Allora non partirete”

Il bambino scosse il capo. “Ma ha detto di si.”

“Anche se sei ammalato?”

“Lei mi guarirà. Lo fa sempre”

“Vuoi molto bene a Maddie vero?”

“Certo è la seconda persona al mondo a cui voglio più bene. Con lei ho visto tante cose, mi porta spesso al parco così che io posso giocare con gli altri bambini, mi fa assistere ai suoi allenamenti con la spada e poi lei mi protegge”

Angel rimase quasi sbalordita dalle parole usate dal bambino.

“Da chi ti protegge?”

“Dai mostri che mi vogliono fare del male”

“Mostri?”

“Ma gli chiama così.”

“Ne avete incontrati molti?”

“All’inizio tutto era bello, ma da un po’ loro ci inseguono E’ tutta colpa mia…perché sono speciale.”

Angel fu colpito da quella frase. Così piccolo e già era a conoscenza della sua particolarità. Cercò di rassicurarlo.

“Non è colpa tua se ci sono delle persone cattive”

“Lo dice anche Ma. Ma tante volte, quando lei non mi vede e non mi sente io….”

“Cosa fai?”

“Signor Angel prometti di non dirlo a Ma?”

“Chiamami solo Angel, e prometto di non dirle niente. E’ una cosa così brutta?”

“No. Solo che non si deve fare”

“Cosa?”

“Piangere”

Angel sorrise. “Perché non si deve fare?”

“Perché ho promesso di non farlo. Gli ometti coraggiosi non piangono mai”

“Dimmi Daniel prima hai detto che Maddie è la seconda persona a cui vuoi più bene. Chi è la prima?”

“Ma che domande. La mamma! Sai tenere un segreto sign…Angel?”

Angel annui.

“Anche la mia mamma è speciale sai?”

“In che modo?” Angel sapeva già la risposta, ma lo chiese per non insospettire il bambino

“Anche lei combatte i mostri. Ed è la migliore! E’ quasi più brava di Ma” disse con orgoglio il bambino e poi continuando “E’ a lei che ho promesso di non piangere”

“La vedi spesso? La tua mamma…intendo”

“Ormai è da tanto tempo che siamo lontani. Io sento tanto la sua mancanza anche se a volte quando siamo insieme è un pò triste”

“Buf…la tua mamma è triste?”

Il bambino annui con la testa. “E’ successo quando siamo stati in vacanza insieme.”

“Siete stati in vacanza?”

“Ci ha mandato Ma” rispose il bambino.

Probabilmente gli aveva spediti in una dimensione parallela pensò Angel, ma non interruppe il bambino che continuò. “Lei pensava che io stessi dormendo e l’ho sentita piangere. Guardava dentro una piccola scatola e piangeva”

“E non sai perché?”

Il bambino scosse la testa e poi abbassando gli occhi “Forse per colpa mia”

Maddie intanto all’esterno della stanza ascoltava quella strana conversazione fra i due.

Fra poco Daniel avrebbe avuto abbastanza confidenza e chissà come se la sarebbe cavata fra qualche minuto Angel con le sue domande. Nel periodo che erano rimasti lì i due non avevano avuto molti contatti. Era giunto il momento che si conoscessero meglio. Tese ancora di più l’orecchio pronta ad intervenire nel caso che Angel avesse posto qualche domanda inopportuna.

 

“Ti ho già detto che tu non hai colpa se ci sono delle persone cattive”

“Tu sei cattivo?”

“Perché mi fai questa domanda? Ti faccio paura?”

“No. Ho visto che alcune volte la tua faccia diventa uguale a quella dei mostri che hanno fatto male a Ma nel vicolo e poi….”

“Poi cosa?”

“Tu non mangi mai il latte ed i biscotti solo quella cosa rossa che c’è nel frigorifero”

Angel scoppiò in una fragorosa risata. Era da molto che qualcuno non riusciva a farlo ridere con una frase così spontanea e genuina.

“Hai ragione, a volte il mio viso diventa brutto, ma non per questo sono cattivo”

“Lo immaginavo, altrimenti Ma non mi avrebbe portato qui. Posso farti un’altra domanda?”

“Spara” disse Angel

“Perché dormi sempre durante il giorno? E perché non esci mai in giardino quando c’è il sole?

“Io lavoro la notte e quindi di giorno dormo” rispose Angel

“Ma ora sei sveglio. Mi volevi salutare?”

“Hai fatto centro piccolo” rispose Angel arruffandogli i capelli. Poi improvvisamente una domanda balenò nella sua mente. Non voleva usare Daniel per questo, ma in quel momento non gli parve di fare nulla di male.

“Ed il tuo papà dov’è?” chiese con genuina curiosità.

 

A quel punto Maddie decise di intervenire ed entrò nella stanza.

“Fra poco Wesley sarà qui con un termometro” disse mentre si avvicinava a Daniel, “Copriti bene e rimani a letto. Io devo parlare con Angel”

 

Angel la seguì fuori dalla stanza, consapevole che tutto era contro di lui.

Maddie si chiuse la porta alle spalle. “Sei caduto proprio in basso. Chiedere ad un bambino notizie su Buffy e su suo padre”

“Non volevo…mi dispiace”

“Ti dispiace un accidente! Tu lo volevi eccome! E visto che non hai avuto le risposte che volevi da me ti sei messo ad interrogare un bambino. Mi fai pena!”

“E tu cosa puoi dire in tua discolpa? Hai origliato tutta la conversazione!”

“Certo! Volevo vedere fin dove saresti arrivato pur di raggiungere il tuo scopo!”

“E va bene” gridò Angel “ho chiesto di suo padre perché volevo sapere, ho il diritto di sapere!”

“Sapere cosa? Con chi ha fatto l’amore Buffy per rimanere incinta?”

“Amore? Vuoi dire sesso!”

“Vedo che hai un’alta opinione di te stesso! Con te era amore e con un altro si tratto solo di sesso. Non offenderla in questo modo Angel, non te lo permetto!”

“Lei …non doveva…non ne aveva il diritto. Lei era mia!”

“Esatto era. Da quello che mi ha raccontato sei stato tu che l’hai lasciata giusto? Non puoi venire a fare il moralista, lei era libera”

“Già libera. Diceva di amarmi e appena sono sparito dalla sua vita ha trovato subito un altro con cui andare a letto e ci ha fatto anche un figlio.”

“Dimmi Angel, perché sei così risentito con lei? In fin dei conti ha fatto quello che tu gli hai chiesto di fare. Ha vissuto la sua vita. Ma forse non è questo il tuo problema vero? Il problema è Daniel. Un bambino. Una delle cose che tu non potevi dare a Buffy! Tu non sei arrabbiato con lei ma con te stesso!"

“Non dire stronzate!”

“Non sono stronzate! Tu detesti Buffy perché lei ha avuto con un altro quello che avresti voluto darle tu!”

“Non è vero!”

“E’ vero eccome! Sei arrabbiato con lei perché ha continuato a vivere, ad amare nonostante tutto, mentre tu eri rintanato qui, costretto a vagare di notte, ad uccidere demoni ed a vivere con i fantasmi del tuo passato! E poi Angel, in fin dei conti, l’unica cosa che ti ha impedito di fare sesso in tutti questi mesi è il fatto che sei maledetto. Sii sincero, se non ci fosse quella stupida clausola, dubito che saresti rimasto casto. E’ anche per questo che sei arrabbiato con Buffy, perché lei poteva fare l’amore con altri e tu no!”

Angel spinse Maddie contro il muro e mutò il suo volto. Era furioso. La sollevò da terra, ma lei non fece nulla per liberarsi se non fissarlo intensamente negli occhi. Improvvisamente Angel realizzò che era la verità. Poco importava che Buffy aveva avuto un figlio con un altro, se avesse fatto l’amore con un altro. Cristo glielo aveva chiesto lui, glielo aveva quasi imposto!. Era arrabbiato perché Buffy aveva fatto quello che lui non poteva fare. Fare l’amore, avere figli ed un domani forse anche una famiglia. Non era giusto punire un bambino, che colpa aveva lui? Forse solo quella di essere il figlio di Buffy.

Lentamente lasciò Maddie e si passò la mano fra i capelli.

“Non accadrà più”

“Questo è sicuro. Noi oggi ce ne andiamo”

“No!”

“Come?”

“Non voglio che ve ne andiate! Rimanete”

“Perché tu possa interrogarci a tuo piacimento?”

“No. Perché dentro di me sento che è giusto così. Ti prometto che non vi infastidirò più con domande su Buffy e sul padre di Daniel. Ieri ero troppo turbato per pensare con lucidità, ma oggi ho capito che devo aiutarlo, devo proteggerlo”

“Non so se posso fidarmi.”

“Ti prego…rimani”

 

“Che cosa succede qui?” disse Wesley mentre arrivava con un pacchettino del supermercato

“Una piccola discussione con Angel”

“Angel, so benissimo che mi hai detto che devono andarsene, ma probabilmente Daniel ha la febbre, non si potrebbe rimandare?”

“Le ho già detto che può rimanere tutto il tempo che vuole” disse Angel a quel punto

“Oh…fantastico” rispose Wesley “Cosa ti ha fatto cambiare idea?”

“Daniel” rispose il vampiro mentre si allontanava verso la sua stanza “e Maddie” concluse

“Che cosa gli hai detto?” chiese a quel punto Wesley a Maddeline

“Nulla che non sapesse già” rispose lei mentre prendeva il pacchettino dalle sue mani e si dirigeva dentro la stanza da Daniel.

 

 

CAPITOLO 19

 

Sunnydale – Casa di Buffy.

 

Robert si stiracchiò per l’ennesima volta. Era stanco morto. Aveva seguito quella ragazza per tutta la notte. Accidenti se ne aveva di energia!. Erano ormai quasi due settimane che la controllava e a parte alcune telefonate lei non si muoveva da quella cittadina. Forse era tutto un buco nell’acqua e non sarebbe mai riuscito a rintracciare Maddie.

 

Hotel Hymperion – ufficio di Wesley

 

“Allora rimane?” chiese Cordelia con interesse

“Si. Daniel ha la febbre o poi anche Angel ha cambiato idea” le rispose Wesley

“Come mai?” disse con curiosità Cordelia

“Esattamente non so. Mi ha solo detto che lo hanno convinto Daniel e Maddie”

“Allora continuerà a stare qui?”

“Esattamente Cordy” rispose a quel punto Angel

“E non ci sono secondi fini? Come per esempio sapere chi è il padre di Daniel e quando è nato?”

“Ho promesso che non le avrei chiesto nulla in proposito”

“E resisterai alla tentazione?”

Angel annui. Sapeva che sarebbe stato difficile, molto difficile “Devo almeno tentare” rispose lui.

“Comunque non mi fido molto di lei.” disse Cordelia seguendo una logica contorta dei suoi pensieri “Buffy potrebbe aver avuto il bambino prima di trasferirsi a Sunnydale. In fin dei conti abbiano solo la parola di Maddie che Daniel è nato dopo….”

“Non ha avuto il bambino prima” disse Angel

“E come mai ne sei sicuro?”

“Lo sono e basta!” rispose lui

“Ah…già dimenticavo la vostra storia quando tu ….”

“Ora basta Cordelia. E’ una storia risaputa ormai” disse Wesley a quel punto pur di far finire quell’assurda conversazione, poi continuando “questo fatto che lei rimarrà nei paraggi ci permetterà di studiare meglio quella strana profezia, e vedere se ci sono altri trattati in proposito”

“Sai come Daniel dovrebbe chiudere il passaggio?” intervenne a quel punto Gunn

“Queste è una delle cose che devo cercare. Ma mi raccomando non fate parola con Maddie di questo o potrebbe andarsene.”

“Non ti preoccupare. Saremo muti come pesci. Cordelia?” disse Gunn

“Va bene…e poi io ho altro a cui pensare”

 

Stanza di Maddie e Daniel

 

Il cellulare suonò e Maddie corse a rispondere “Pronto?”

“Ciao, sono io. Sei già in viaggio?”

“Ciao Buffy. No. Daniel ha cambiato i miei programmi!”

“Daniel? E come ha fatto?”

“Ha la febbre”

“Sta bene vero? Passamelo per piacere”

“Daniel, la mamma vuole parlarti” disse Maddie mentre porgeva il cellulare al bambino.

Dopo circa dieci minuti di conversazione Daniel ripassò il cellulare a Maddie “LA mamma vuole parlare con te” disse

“Dimmi Buffy”

“Se venissi a L.A. sabato, pensi che si sarebbero problemi?”

“Se Daniel è guarito penso proprio di no”

“Sicura? Come farai a liberarti senza destare sospetti?

“Non sono in prigione Buffy e non devo dare spiegazioni su dove vado…E tu?”

“Sono riuscita a liberarmi. Saranno solo poche ore”

“Va bene. Daniel sarà molto felice. Dove ci possiamo incontrare?”

Dopo essersi messe d’accordo sul luogo dell’incontro Maddie disse “Presto vedrai la mamma sei contento?”

Il bambino di illuminò di felicità.

“A proposito” continuò Maddie “E’ un segreto. Nessuno deve sapere niente. Promesso?”

“Promesso” rispose felice il bambino.

 

Sabato mattina – Sunnydale.

 

Finalmente qualcosa di stava muovendo pensò Robert. Buffy di buon ora si era diretta verso la stazione dei Bus. Forse andava ad incontrare Maddie.

 

Hotel Hymperion.

 

“Allora Daniel sei pronto?”

Il bambino annui. Era tanto felice.

“Oggi starò tutto il giorno con la mamma?”

“Si. Ma ricorda quello che ti ho detto…”

“E’ un segreto. Ok”

Stavano uscendo dalla porta quando una voce li richiamò “Dove state andando?”

“Usciamo Wess. Daniel ha bisogno di una boccata d’aria”

“Ma…potrebbe essere pericoloso. Vengo con voi!”

Maddeline fu colta dal panico. Non poteva venire anche lui. Sentì Daniel che gli stringeva la mano.

“Non ci succederà nulla. E’ pieno giorno e abbiamo deciso di passare la giornata noi due da soli…”

“Ma in tre ci si diverte di più….”

Accidenti se era ottuso. Maddie decise di utilizzare un’arma imbarazzante “Non che apprezzi la tua compagnia, ma noi dobbiamo anche andare a fare spese…”

“Perfetto. Mi piacciono i grandi magazzini”

“Forse non mi sono spiegata. Devo fare alcune spese anche per me!”

“Oh…Oh…ho capito” disse Wesley arrossendo leggermente “Divertitevi”

“Lo faremo di sicuro. Andiamo Daniel?”

 

Robert stava seguendo Buffy da quando era scesa dall’autobus. Forse aveva un appuntamento con Maddie. Vide che si stava dirigendo verso il parco e la speranza fece capolino nel suo cuore.

Era così intento nei suoi pensieri che andò a sbattere contro un ragazzo che faceva footing. Dopo essersi scusato scoprì che aveva perso di vista Buffy.

 

Maddie e Daniel seduti su una panchina stavano aspettando Buffy con impazienza. Appena Daniel la scorse le corse incontro.

“Mamma” gridò buttandole le braccia al collo

“Tesoro mio. Quanto mi sei mancato” disse Buffy mentre ricambiava l’abbraccio.

Maddie guardò la scena felice.

“Maddie” disse Buffy abbracciandola “Da quanto tempo!”

“Forse troppo” rispose lei. “Ci sono novità da Sunnydale?”

“Niente che non sia in grado di sistemare”

Maddie la fissò negli occhi “Sei una bugiarda lo sai?”

Buffy alzò gli occhi “Non ti si può nascondere nulla. Sono solo un po’ preoccupata”

“Lascia perdere le tue preoccupazioni e goditi questa giornata con tuo figlio!”

“Lo farò! Il mio autobus parte alle 18,00”

“Ok. Ci incontreremo qui verso le 17,00. Divertiti” disse Maddie mentre si allontanava.

 

Robert stava scrutando il parco. Aveva perso Buffy. Imprecando fra se cominciò a perlustrarlo.

Poco dopo sbattè contro un bambino che correva a perdifiato “Hey ragazzino, stai attendo!” disse mentre guardava i suoi pantaloni macchiati irrimediabilmente di gelato.

“Daniel ti sei fatto male?” disse Buffy mentre arrivava

Robert non pensava di essere così fortunato. L’aveva ritrovata!

“Non mi sono fatto niente mamma. Non ti preoccupare”

Mamma? Dai suoi appostamenti non aveva mai notato che avesse un figlio. Cercò di nascondere la sua sorpresa.

“Guada quello che hai combinato. Mi dispiace molto. I suoi pantaloni sono rovinati. Scusati con lui Daniel”

“Mi dispiace molto signore…” disse il bambino mortificato.

“Non ti preoccupare. Non è nulla! Ma se vuoi c’è un modo per farti perdonare”

“E quale sarebbe?”

“Che ne dici di un altro gelato? A patto che non finisca sui miei pantaloni”

Il bambino sorrise

“Non è il caso” disse a quel punto Buffy

“Non si preoccupi. E’ solo gelato un po’ d’acqua e si sistema tutto. E’ suo figlio?” chiese mentre si avvicinava ad una fontanella.

Buffy annui.

“E’ un bel bambino” disse Robert. Se fosse riuscito a fare amicizia forse l’avrebbe portato da Maddie. “Non mi sono presentato. Mi chiamo Robert Cynster”

“Buffy Summers e lui è Daniel”

“Bene. Ora che i pantaloni sono puliti andiamo a prenderci quel gelato?”

 

Maddie si girò di scatto quando sentì il grido di Daniel ed il suo cuore perse un battito. Avrebbe riconosciuto quell’uomo anche fra cento ed anche se era di spalle. I capelli biondi brillavano al sole, le spalle larghe, il torace robusto, i fianchi stretti e le gambe agili e lunghe lo rendevano attraente per qualsiasi donna.

“Robert” disse con un filo di voce.

 

CAPITOLO 20 (Nc –17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

“Robert” ripetè Maddie. Cosa diavolo ci faceva a Los Angeles? Pensava che fosse ancora a Vancouver a sbaciucchiarsi con la sua attuale ragazza.

Lo fissò come per imprimersi nella memoria il suo aspetto, come se fosse difficile dimenticarlo! Erano passati più di due anni da quando lo aveva lasciato per partire per la sua missione ed ancora gli faceva battere il cuore, come allora.

Chiuse gli occhi e per un attimo fu riportata indietro nel tempo, quando ancora non sapeva, quando l’unico problema era trovare un ragazzo per il ballo. E lo aveva trovato, solo che quel cretino il giorno dopo si vantava a destra e a sinistra con i suoi amici su qualcosa che non era successo e lì era scattata la sua vendetta. Si sentiva umiliata e profondamente delusa da quello che lei credeva essere un bravo ragazzo.

Robert era un caro amico di sua fratello Marcel. Era più grande di lei di cinque anni e pur trovandolo molto carino, lo aveva sempre considerato come un secondo fratello.

Quando Marcel era venuto a conoscenza delle dicerie che correvano sul suo conto era montato come una furia e aveva giurato di uccidere quel disgraziato. Ma lei aveva escogitato un modo più interessante per fargliela pagare.

Robert aveva appoggiato sia lei che Marcel, perché come aveva più volte detto”Nessuno poteva fare del male alla sua sorellina acquista”. Alla fine della sua atroce vendetta il ragazzo si era ritrovato umiliato e lei invece con la reputazione ripulita.

Improvvisamente un giorno Robert le aveva chiesto di uscire. Lei pensava che cercasse di distrarla da tutto quello che era successo, ma molto presto si era accorta che non era così. Da quel giorno avevano iniziato a frequentarsi. Si ricordava ancora quando lei aveva deciso che era giunto il momento di trasportare la loro relazione su un piano superiore.

 

Vancover – tre anni prima

 

“Non penso che sia una buona idea Maddie”

“Perché”

“Il mio compagno di stanza non c’è”

“E’ proprio per questo che ti ho chiesto di salire”

“Non so…”

“Dai…non è la prima volta che rimaniamo soli”

“E’ la prima volta che siamo soli nel mio appartamento” rispose lui

“Prometto di non mordere…”

Robert sospirò “E va bene”.

L’appartamento che Robert divideva con il suo amico James, esperto di computer, era piccolo, ma ospitale. C’erano due stanze da letto, un bagno ed una stanza centrale che fungeva da cucina, sala da pranzo e salotto tutto assieme.

Maddie era nervosa, ormai erano quasi otto mesi che usciva con lui e a parte baci, che a suo parere non erano nemmeno troppo appassionati non c’era stato altro. Percepiva la sua tensione quando erano insieme e lo sforzo che faceva per tenerla a freno, era ora di porvi rimedio.

Dopo aver preparato i poc-corn ed inserito una videocassetta, si accomodarono sul divano per godersi il film.

Dopo qualche minuto Maddie si accoccolò contro di lui e distrattamente iniziò ad accarezzargli il torace. Lo sentì tendersi e sorrise.

All’improvviso sentì la sua mano afferrargli il polso “Basta Maddie”

“Perché?” esclamò lei e senza attendere una sua risposta si accomodò sulle sue ginocchia, gli mise un braccio intorno al collo e lo baciò audacemente.

Dopo un attimo di smarrimento Robert accettò quel bacio, dischiuse le labbra e lei si fuse in quella unione profonda.

Le loro bocche si separarono dopo un lungo abbandono.

“Sarà meglio andare” disse a quel punto lui

“Non ne ho voglia e poi mi piace qui”

“Maddie non so che cosa tu abbia programmato per questa sera, ma non credo…”

“Programmato?” chiese sfiorandogli un orecchio con le labbra “Io seguo l’impulso”

“Che il cielo mi aiuti, che impulso stai seguendo adesso?”

“Credo proprio che tu lo sappia”

Lui la scostò leggermente da se “Maddeline, ho promesso a tuo fratello che non avrei tentato …lui è il mio migliore amico!”

“Ma io non ho premesso niente”

Si chinò per avere un altro bacio, ma lui la bloccò. Era rosso in viso e ansimava leggermente “Se poi dovessi pentirti? Non è una cosa da prendere alla leggera…e poi dopo quello che è successo con quel ragazzo lo scorso anno….”

“Acqua passata” rispose lei mentre gli prendeva il viso tra le mani. Lui gliele afferrò e le tenne lontane “Maddie…”

Che meravigliosa sensazione di potere le dava l’espressione che vedeva negli occhi di lui! E lei stava cercando di sedurre un uomo….quasi non riusciva a crederci! Eppure era così, e stava vincendo, lo sentiva nel tocco delle mani di lui, ancora strette sui suoi polsi, lo vedeva nei suoi occhi. Lo sentiva addirittura nell’aria.

Sentiva, vedeva il desiderio che provava per lei, trattenuto a stento.

“Che faresti se cominciassi a svestirmi qui, davanti a te?”

Lui chiuse gli occhi, il volto quasi sofferente.

“Ti piacerebbe?” gli chiese stupita della sua stessa voce che sembrava fare le fusa come un gattino

“E a te piacerebbe bruciare fino a essere ridotto a pura cenere?”

“Allora, ti piacerebbe?

Lui rialzò le palpebre illanguidito “E’ il più segreto desiderio di tutti gli uomini” Quello era desiderio puro, anche se le parole parevano scherzose.

Maddie si chinò in avanti, lasciando che lui le prendesse la mani per avvicinarla a sé e sfiorarle le labbra con le sue “Fai l’amore con me stanotte, Robert. E’ il mio più grande desiderio”

Robert non parlò e Maddie si diede della stupida. Si sentiva umiliata, lui non la voleva. Si alzò quasi di scatto e si allontanò da lui. “E’ meglio che io vada…”

Robert la guardò mentre raccoglieva il suo giaccone “Maddie…”

“Stai zitto! Chissà quante ragazze hai portato qui e ci hai fatto l’amore. Scommetto che con loro non ti sei comportato da gentiluomo come con me e sono sicuro che Marcel non centra molto. Ho quasi diciotto anni e penso di essere l’unica ragazza che non abbia rapporti con il suo partner”

“E’ solo per questo? Perché vuoi fare una nuova esperienza?”

“Non è solo per questo. Io ti amo e voglio dividere questo con te e se non riesci a capirlo mi dispiace. Sai che ti dico?” disse lei piena di risentimento “Cercherò un altro che non sia tanto schizzinoso!”

“Maddie non dire stupidaggini”

“Non sono stupidaggini. Tu hai già fatto le tue esperienze, mi metterò con qualcuno che voglia dividerle con me”

Robert strinse i pugni “Non voglio che tu ti metta con un altro”

Il cuore le batteva in petto; era senza respiro e tremava “Tu non vuoi me, punto.”

Lui distolse lo sguardo e ad Maddie parve di poter sentire i suoi pensieri in tumulto. Infine, piano, come se faticasse a far fuoriuscire le parole le disse: “Si, ti voglio”

Maddie rimase a bocca aperta. Temette di andare in ebollizione “Mi vuoi?”

Robert si alzò dal divano. I pantaloni trattenevano a stento al sua erezione. Gli brillavano gli occhi ed era più sexy che mai “La mia eccitazione è per te”

“Davvero?”. Si sentiva come un pappagallo idiota, ma era sconvolta dalla piega che avevano preso gli eventi.

Robert le si avvicinò, la prese per un braccio e la tirò verso il petto e la tenne stretta. Maddie era nervosa e questo gli faceva piacere. “Ti desidero Maddie, non sai quanto. Io ti amo, sono sicuro di questo, ma tu non sai ancora che cosa sia l’amore, ho il dubbio che tu voglia solo sperimentare, che i sentimenti che provi per me siano solo di affetto fraterno. Ho cinque anni più di te e capisco che tu voglia fare nuove esperienze. Ma il problema è un altro. Se poi pensassi di aver fatto un errore? Non si può tornare indietro”

Maddie sorrise felice. “So quello che provo qui” disse mettendosi la sua mano sul cuore “Ti amo e voglio dividere questo con te.”

“Davvero?”

“Certo. Non posso negare di essere anche curiosa” disse Maddie come per sdrammatizzare “Sai ho comprato anche dei libri…”

Lui la guardò stupito

“Ma sento che è giusto farlo…” concluse lei

Lui la strinse ancora di più a se. “Mi arrendo” disse infine portandola verso la stanza da letto.

La stanza era abbastanza ampia, la lampada sul comodino era accesa e illuminava debolmente la stanza.

Maddie non sapeva esattamente cosa fare. Tutta la sua intraprendenza era svanita per lasciare posto all’incertezza. Robert lo capiva. Si tolse la maglia rimanendo a petto nudo. Lentamente si sedette sul letto “Stenditi qui di fianco a me” disse

Maddie si morse il labbro “Vuoi che mi tolga i vestiti prima?”

“No. Vieni!”

Lei si stese rigida. Robert le posò una mano sul ventre. Era calda e anche lui si sentiva bruciare. Era così dolce e bella! Si rese conto che stava trattenendo il fiato

“Maddie sei nervosa?” La accarezzò con gentilezza e vide il suo volto farsi paonazzo per il desiderio. Oppure stava soffocando?

Lei annaspò in cerca d’aria “Sono preoccupata”

Robert si chinò e le sfiorò la tempia con un bacio lieve e tentatore “Per che cosa?”

Maddie si immaginava che Robert fosse al corrente che lei era vergine, come dirgli che a parte i libri che aveva letto non aveva avuto altre esperienze? Che aveva paura di deluderlo? Disse la prima cosa che le venne in mente “Per la mia faccia da orgasmo”

Il cuore cessò di battergli un istante “Per che cosa?”

“Sono preoccupata per la mia faccia da orgasmo. Ho letto un articolo che diceva che alcune persone fanno facce stupide quando giungono all’apice. Emettono strani rumori, sobbalzano, rovesciano gli occhi e io temo di poter sembrare orribile visto che ho così poca esperienza”

Robert si sentiva raggelare, e non sembrava in grado di formulare un pensiero coerente.

Maddie rigida al suo fianco, girò il volto per guardarlo “Forse potresti raggiungere l’orgasmo tu per primo, così io potrei copiare la tua faccia” Vedendo che non rispondeva Maddie continuò a dar sfogo ai suoi pensieri. “La tua faccia da orgasmo è penosa vero? Bè, non dirò nulla, prometto. Potremmo sempre decidere di tenere gli occhi chiusi”

Capendo il suo nervosismo e ignorando le sue parole, Robert le mise una mano dietro la testa e la tirò verso di sé per baciarle la gola. Un’altra serie di baci lievi e tentatori

Maddie gemette “Mi piace”

Robert, fece scivolare la camicetta dalle sue spalle e aprì la bocca sulla sua pelle nuda

“E questo ancor di più”

Sospirò. “Maddie non mi serve un reportage passo per passo. Non potremmo prendere la cosa un po’ più seriamente?”

“Ho letto in un libro che si dovrebbe sempre dire al proprio partner quello che ci piace di più”

“Io so quello che ti piace”

“Davvero? E come fai a saperlo?”

Robert le baciò l’interno del polso e poi si guardò i segni che lei gli aveva lasciato stringendogli la spalla” “Lo vedo da come reagisci. Guarda qui”

“Oh mio Dio! Ti ho fatto male?” Era così preoccupata per ciò che aveva fatto che sarebbe scappata se lui non l’avesse trattenuta. I suoi contorcimenti lo eccitarono ancora di più.

Con i muscoli in tensione Robert le chiese “Lo senti come siamo vicini? Sei premuta contro i miei fianchi, percepisco il tuo calore, il battito del tuo cuore. Vuoi perdere quei dannati libri?”

Lei lo guardò e gli sorrise.

“Ho intenzione di baciarti Maddie”

“Mi hai baciata altre volte”

Robert le coprì la bocca con la sua. Fu un bacio leggero e semplice come quelli le aveva dato sulla gola. Maddie gli si fece più vicina e aprì le labbra. Con leggerezza lui infilò la sua lingua ed esplorò con lentezza tutta la sua bocca.

Maddie annaspò. Le loro labbra si toccavano ancora quando gli chiese “Puoi rifarlo?”

Lui la accontentò più e più volte e lei cercò di seguirlo, di rendere più ardito il bacio. Lentamente gli toccò il seno attraverso il reggiseno. Era morbido e delicato. Col cuore a mille Maddie inarcò la schiena poi prese un capezzolo tra un indice e pollice e lo tirò con dolcezza.

Maddie gemette soddisfatta. Robert le baciò il mento, il naso, le palpebre chiuse continuando a stuzzicarle il seno. Poi prese in bocca uno dei capezzoli coperto dalla stoffa leggera del reggiseno, lo mordicchiò piano, lo succhiò e Maddie gemette inarcandosi.

Maddie gli passò le mani tra i capelli e lo tenne stretto. Gli gettò una gamba a cavallo di un ginocchio e in breve si ritrovò col corpo premuto contro quello di Robert. Lui le mise le mani sulle natiche e la strinse ancora di più a se. Ad un tratto Maddie lo spinse via e prima che potesse chiedergliene la ragione, sganciò il reggiseno.

Robert strabuzzò gli occhi. “Sei così bella”

“Non sono bella” si schermì “Pensi che lo sia?”

“Penso che tu sia sexy, dolce e innegabilmente bella” rispose lui baciandola nuovamente. Maddie si perse in quel bacio. Il calore tornò a salire, benvenuto da entrambi. Ma oltre ai fremiti di passione e di piacere che le stuzzicavano i sensi, Maddie si accorse di provare anche uno strano entusiasmo, una frizzante sensazione che l’avrebbe spinta a lanciare un cappello in aria battendo le mani per la gioia, se solo se avesse auto uno.

Sapeva che Robert la desiderava ardentemente. Era scritto sul suo volto, nei suoi duri lineamenti tesi per la passione, nel fuoco che gli riempiva gli occhi. Il suo desiderio era palpabile, una cosa viva e calda come il fuoco che l’avvolgeva a ogni contatto con le sue mani, con le sue labbra, con il suo corpo: anche lei lo desiderava con la stessa intensità.

Quando lui pose fine al bacio per riprendere fiato, gli sorrise e lo allontanò un poco. Poi si alzò in piedi e si tolse i pantaloni. A Robert non restò altro che guardarla senza fiato, teso al massimo nell’attesa.

“So di non essere perfetta” spiegò Maddie “Ma ho letto che non ha importanza”

Si raddrizzò con lentezza. I pantaloni rimasero a terra. Era rossa in volto, ma non abbassò lo sguardo.

Robert pensò che il solo guardarla lo mandava in orbita. Non era perfetta? Era la donna più bella che avesse mai visto. Tutto in lei, il corpo, il sorriso, gli occhi languidi, il modo diretto e determinato con cui gli aveva detto di voler fare l’amore con lui, la rendeva irresistibile.

Robert respirò a fondo e le tese la mano “Vieni qui”

Due secondi dopo Maddie era al suo fianco stretta a lui, calda e sensuale. Tenendo i suoi impulsi sotto controllo, cominciò una lenta esplorazione. Calda e sensuale la sua mano le accarezzò le natiche, le cosce, le ginocchia. Poi, con decisione, s’inoltrò tra le sue gambe aprendole leggermente.

Le gambe non erano unite ciononostante Maddie resistette per un attimo, Poi, esitante ma ben disposta lo lasciò fare fino a quando le sue dita non si posarono tra i folti riccioli scuri.

Robert tirò un lungo respiro di trionfo, ma il fiato gli restò in gola quando lei scese con la mano dalla spalla, fermandosi sul suo torace.

Una fremente eccitazione lo pervase quando sentì le sue dita posarti sui potenti pettorali per poi giocare con il capezzolo. Sospirò di piacere e dovette fermarsi per un attimo, estasiato dalla delicatezza del suo tocco.

Ci volle qualche istante per liberarsi da quell’incantesimo, ma quando vi riuscì la baciò furiosamente, posando al contempo due dita sulla sua soffice apertura per poi divaricare le pieghe ardenti, trovandole umide, calde, quasi pronte per lui. Maddie tremava di tensione e di piacere e lui mosse le dita dolcemente, trovando infine il sensibile bottone del piacere e cominciando a stuzzicarlo con movimenti lenti e circolari.

“Mmmm” sussurrò lei inarcandosi e sospirando, per poi aprire gli occhi e guardarlo con amore, con un’estasi che tradiva tutta la sua passione.

Lui continuò con il delizioso massaggio, mantenendo però leggere le sue carezze e riprendendo a baciarla. Maddeline gemette e s’inarcò e Robert ne approfittò per infilare l’altra mano sotto le natiche, alzandola leggermente per farle apprezzare le sue carezze.

Era completamente esposta al suo tocco, al suo inarrestabile impeto. Lui la toccava nei punti più indiscreti e la baciava strappandole dei gemiti. E poi ignorando la leggera tensione che la spinse a irrigidirsi, entrò pian piano, per poi ritirarsi ed entrare con più forza mentre lei apriva le labbra in un’esclamazione meravigliata.

Maddie inspirò avidamente come se fosse all’improvviso a corto d’aria, mentre lui sentiva il fremito che la scuoteva in tutto il corpo. Poi, i suoi muscoli umidi si chiusero con forza sul dito indiscreto e allora lo sentì spingere a fondo, per poi abbassare la testa e succhiarle avidamente un capezzolo.

Ormai non riusciva più a pensare, né era certa di sopravvivere a quell’esperienza tanto travolgente. Si sentiva così calda da temere d’incendiarsi e si rese conto che il calore nato nel profondo del suo corpo aveva raggiunto anche il resto. Anche la pelle sembrava bruciare. In un attimo di fugace lucidità pensò che i libri che aveva letto non l’avevano preparata ad un’esperienza così, non si immaginava che l’amore fisico fosse una cosa tanto devastante, tanto eccitante, tanto potente da oscurare tutto il resto. E soprattutto, delizioso al punto di farla impazzire.

Robert sapeva perfettamente cosa provava Maddie. Non aveva smesso di osservare, neppure per un attimo. Ritirò il dito dall’umida apertura solo per entrare anche con il secondo, tendendola deliberatamente, preparandola alla sua prossima mossa.

Lentamente sfilò le dita e velocemente si infilò un preservativo, quindi le allargò le gambe e salì sopra di lei, prestando attenzione a far forza sulle braccia per non pesare troppo. Un fremito di pura delizia lo pervase quando il suo turgido membro premette sull’umida carne; poi lentamente, spinse ancora fino a quando la grande punta scivolò nella sua calda intimità.

Sospirando si fermò per permetterle di abituarsi, ma lei non parve apprezzare la sua delicatezza. “Che succede?” gli disse aprendo gli occhi “Non vuoi più farlo?”

“Ma certo” rispose Robert. Accidenti non riusciva più a parlare. Lo sforzo di restare fermo appena entrato, mentre la sua carne umida gli scaldava il membro, gli tendeva i muscoli oltre ogni limite.

“E’ solo che in questo modo, per te sarà più facile” spiegò. Si sentiva duro come una roccia e lei era vergine: affondare con troppa energia non era certo raccomandabile.

Maddie si leccò le labbra, poi s’inarcò invitante “Ma quando…”cominciò, ma lui la precedette.

Lei sobbalzò e reprimendo con un fremito l’eccitante scossa che le corse lungo il corpo, si schiarì la voce e disse “Se continui così penso che impazzirò prima che tu possa prendermi dal tutto”

Robert rise, scuotendo la testa “Non abbiamo alcuna fretta” le disse “Ma dato che anch’io sono sul punto di impazzire, potremmo accorciare i tempi…così”

Non avrebbe mai dimenticato il modo in cui lei lo guardò. Maddie sgranò gli occhi mentre la penetrava piano, dando tutto il tempo ai suoi muscoli di rilassarsi per accoglierlo. Era più stretta di quanto immaginasse, ma con suo sollievo non s’irrigidì. Allora continuò la sua lenta progressione, giungendo alla barriera della sua verginità. Si fermò, lasciò che Maddie tirasse un profondo respiro e poi spinse con forza, affondando dentro di lei.

Maddie si irrigidì.

Gemette per il dolore e per un istante si ritrasse, contraendo i muscoli nel disperato tentativo di scacciarlo. Ma era tardi omai. “Shhh. E’ passato ormai” le sussurrò “Da adesso in poi, ti prometto che ci sarà solo piacere”

Un bacio ardente suggellò quelle parole, mentre Robert riprendeva in pugno il suo autocontrollo contro la selvaggia urgenza di possederla subito. Ma per adesso poteva accontentarsi della sua splendida bocca, del suo corpo sensuale, dell’inebriante sensazione della sua carne chiusa su di lui. Il suo controllo vacillava, ma con uno sforzo restò fermo e continuò a baciarla.

Poi alzò la testa, fece forza sulle braccia e lentamente arretrò, per poi affondare ancora riempiendola tutta. Lei gemette e mosse istintivamente le anche accettandolo appieno perché il dolore era già passato. Lui si ritirò di nuovo per poi riempirla ancora.

Gli tremavano i muscoli per lo sforzo ma continuò così, con un ritmo lento che l’avrebbe abituata alla sua presenza, al calore del più intimo dei contatti. Tuttavia non era facile resistere e il suo respiro affannoso lo dimostrava. Si sentiva così teso che respirava a fatica. Ma finalmente era dentro di lei, tanto calda e stretta, tanto pronta ad accettarlo da spingerlo a chiedersi se sarebbe riuscito a prolungare la dolce tortura quanto voleva.

Maddie seguiva con gioia la sua guida, deliziata anche dal solo pensiero di riuscirci. Nonostante il dolore dell’inizio, era facile abituarsi a quel ritmo regolare che la riempiva di nuove sensazioni. In quel momento lui affondò di nuovo, accelerando il ritmo. Annaspando, lei pose fine al bacio e tirò un lungo respiro, inarcandosi tra le sue braccia improvvisamente incerta del perché. Di nuovo lui la reclamò fino in fondo e lei gemette per l’intenso piacere che provava Un turbine di sensazioni ignote le riempì la mente: eccitazione, euforia, desiderio e molto altro ancora. Gemeva e si inarcava senza freni quando lui cambiò il ritmo in una serie di potenti spinte. Per un attimo chiuse gli occhi davanti alla potenza di quell’assalto. Una travolgente eccitazione l’afferrò con forza insieme a qualcos’altro, un desiderio urgente e implacabile da soddisfare subito.

Entrambi ansimavano, muovendosi con disperata energia nel tentativo di arrivare insieme all’estasi finale. Robert voltò la testa e le loro labbra si incontrarono, poi Maddie sentì una mano stringerle possessivamente le natiche ed alzarla, avvicinandola a lui per prenderla con una profondità che sembrava impossibile. L’altra mano le strinse il seno, trovò il turgido capezzolo e le dita si chiusero, stuzzicandole, premendo e tirando, mandano in frantumi ciò che restava del suo disperato controllo.

E allora lei emise un piccolo grido, un suono pregno di piacere che echeggiò a lungo nella stanza. Le sue mani la toccavano ovunque a lei bruciava, ardeva di passione incontrollata. Fuoco e fiamme erano dappertutto, devastando la sua carne. Fiumi incandescenti di ardore e desiderio le scorrevano nelle vene. L’ondata prese a salire, portandola in alto, consumandole il corpo, spazzando via la sua mente e si suoi sensi, avvolgendo entrambi in impeto di calda voluttà.

In alto. Sempre più in alto. Fino a quando i mondo non esplose. Per un attimo credette di perdere i sensi, ma poi si accorse che aveva semplicemente perso ogni contatto con la realtà. Si sentiva spazzata via da una forza indescrivibile, calda e potente, in grado di proiettarla in un baleno in un oceano di pura delizia, di profondo, inimitabile appagamento. Tutto parve fermarsi mentre lei fluttuava tra le calde onde del piacere.

Ma con sua sorpresa, un attimo più tardi i suoi sensi ritornarono, più acuti e concentrati solo su di lui, Di nuovo sentì le sue mani forti toccarla con possesso, afferrarle le natiche e alzarla un poco mentre affondava all’impazzata dentro di lei. Sentì quella forza ritornare e pervaderla in tutto il corpo, sentì il piacere crescere di nuovo mentre le sue spinte si facevano frenetiche e una serie di gemiti gutturali sottolineava la sua estasi.

E finalmente Robert si unì a lei in quell’oceano di piacere e il mondo intero esplodeva in una caleidoscopio di colori, portandoli via entrambi.

Senza più parole, incapace persino di pensare, posò le mani sulla sua forte schiena e assorbì avidamente il calore del suo corpo, dei suoi muscoli, della sua pelle.

Solo allora si arrese alla grande forza che generava la loro passione

 

CAPITOLO 21

 

Fu ridestata dai suoi ricordi dalle grida di alcuni bambini che giocavano. Come aveva fatto a rintracciarla? Poteva scommettere tutto quello che possedeva che non si trattava di una coincidenza. Evidentemente James, l’amico di Robert esperto in computer aveva fatto la sua parte. Si diede della stupida. Erano riusciti a rintracciare le sue chiamate a Buffy ed ora Robert aveva deciso di non mollare la sua preda. Era davvero intenzionata a trovarla!

Per il momento Buffy e Daniel non correvano nessun pericolo. Decise che forse era meglio cambiare il loro luogo d’incontro. Avrebbe chiamato Buffy, ma non con il cellulare!.

Si avvicinò ad un telefono pubblico e dopo averne inserito la scheda chiamò.

“Pronto?”

“Buffy sono io…puoi parlare?”

Buffy si alzò dalla panchina e si allontanò di qualche metro da Robert, sempre tenendo d’occhio Daniel

“Dimmi”

“Ho avuto un piccolo imprevisto…ti seccherebbe se ci incontrassimo al centro commerciale che si trova in centro? Sai quello vicino al museo…al piano dei giocattoli…”

“No, nessun problema per me va bene…”

“Perfetto ci vediamo dopo”

 

Robert guardava di sottecchi Buffy. Non sembrava per nulla turbata quindi non erano cattive notizie. Era giunto il momento di giocare le sue carte. Non l’avrebbe più persa di vista ed era sicuro che l’avrebbe portata da Maddie.

Buffy si avvicinò in quel momento.

“Bene” disse Robert guardando l’orologio “Si è fatto tardi e devo proprio andare. Piacere di averti conosciuto Buffy ed anche te Daniel”

“Anche si ti ho macchiato i pantaloni?”

Robert sorrise. “Fai il bravo mi raccomando”

 

Buffy lo guardò allontanarsi, ma dopo la sua attenzione fu tutta per suo figlio. Evidentemente quell’uomo non aveva intenzione di abbordarla. Era un esemplare raro a quanto pare! Era quasi ora di pranzo chiamò Daniel e si diresse verso un fast-food vicino.

 

Da lontano due occhi la seguivano senza perderla di vista.

Robert sapeva che la sua mossa era stata la migliore. Se avesse insistito per rimanere con loro si sarebbe insospettiva e lo avrebbe scambiato per il solito cascamorto. In questo modo poteva seguirla, senza destare sospetti.

 

L’ora della separazione era vicina. Buffy sospirò. Il tempo scorreva sempre così velocemente quando era con Daniel.

Avevano passato una bellissima giornata insieme ed era giunto il momento di porvi fine. Chiamò un taxi e si diresse verso il centro commerciale.

Dal canto suo Robert non aveva perso una sua mossa e prontamente la seguì.

 

Los Angeles – centro commerciale.

 

Il centro commerciale era più grande e caotico di quanto si ricordasse. Tenendo saldamente Daniel per una mano si diresse verso il piano dove erano esposti i giocattoli. Era sabato pomeriggio ed c’erano molte famiglie con i bambini. Il piano era stracolmo.

Robert faticava a starle dietro. Evidentemente Buffy aveva intenzione di acquistare un giocattolo per il bambino.

Improvvisamente una voce invase il piano avvisando tutti i presenti che presto sarebbe iniziato lo spettacolo con il clown. I bambini, iniziarono a strattonare i genitori e in un attimo ci fu una bolgia totale e Robert perse di vista Buffy.

 

Buffy si sentì afferrare per un braccio.

“Sono qui”

“Non potevi scegliere un posto meno caotico?”

“Pensavo che a Daniel sarebbe piaciuto vedere dei giocattoli e i clown. Guarda, gli brillano gli occhi”

Buffy guardò suo figlio. Maddie aveva ragione.

“Andiamo a vedere lo spettacolo?”chiese Buffy al bambino

“Non mi piacciono molto i clown. Voglio un altro gelato!”

“Ne hai già mangiati due. Che ne diresti di un succo di frutta?”

Il bambino sbuffò. Ma annui.

“Forse è meglio andare in un posto più tranquillo” disse infine Buffy.

 

Si ritrovarono sedute in una delle tante caffetterie del centro. Dopo aver bevuto qualcosa Buffy guardò ancora l’orologio. Ormai era quasi ora.

Strinse a se Daniel “Ti voglio tanto bene, mi mancherai tanto”

“Devi proprio andare?”

“Purtroppo si, ma prometto che cercherò di non stare tanto tempo senza vederti”

“Lo so. Ti voglio tanto bene anch’io mamma” disse Daniel mentre le lacrime gli salivano agli occhi

“Gli ometti coraggiosi non piangono mai” disse Buffy con la voce rotta dall’emozione

“Angel ha detto che non c’è nulla di male?”

“Angel?”

“E’il padrone della casa dove stiamo io e Ma”

Buffy incrociò lo sguardo di Maddie “Gli ho scoperti mentre stavano parlando…

“Devo preoccuparmi?”

“No! Ti ho già raccontato mi pare”

“E’ buono questo Angel con te?”

“E’ simpatico anche se….”

“Se…cosa?”

“Posso dirglielo Ma?”

Maddie annui, sapendo benissimo che quello che stava per dire Daniel non era per niente nuovo a Buffy

“Lui è come i mostri che ci inseguono…solo che è buono…ti assicuro” disse il bambino con sicurezza.

“Su questo non avevo dubbi o Maddie non sarebbe rimasta li così a lungo. E’ ora di andare” concluse Buffy abbracciando di nuovo Daniel. “Ti telefono presto…Mi dispiace così tanto lasciarti…”

Improvvisamente il bambino si fece serio “Non ti preoccupare, so che non è colpa tua. Tu sei speciale, io sono speciale, Maddie è speciale…ma tutto questo presto avrà fine anche se prima dovremmo soffrire molto. Ricorda che io ti voglio bene. Tu sei la mia mamma, nulla può cambiare questa realtà” esclamò.

Buffy sgranò gli occhi. Suo figlio riusciva ancora a sorprenderla con i suoi discorsi da adulto, come se lui fosse a conoscenza di qualcosa di speciale. Lo baciò sulla fronte, salutò Maddie e si allontanò verso l’uscita del centro commerciale con la morte nel cuore.

 

Robert si guardava attorno con frenesia quando la scorse lasciare il centro commerciale. Facendosi largo fra la folla cercò di raggiungerla.

 

 

Hotel Hynperion.

 

“Ciao” disse loro Wesley quando li vide entrare “avete fatto buoni acquisti?” notando la borsa che Maddeline portava con se.

Maddie sorrise. Non aveva resistito alla tentazione. Era da tanto che non acquistava qualcosa per lei e quando aveva visto quel vestito…probabilmente lo avrebbe indossato solo nella sua stanza., ma ne valeva la pena.

“Ciao Signor Wesley” rispose educatamente Daniel

“Ciao piccolo e chiamami Wess per favore”

“Va bene”

“Dove siete stati?”

“Oh è stato bellissimo. Ma mi ha portato al parco e poi al centro commerciale. C’erano tanti giocattoli …”

“Deve essere stato molto emozionante…”

“Si…sai ho incontrato anche….”

Maddie fermò Daniel appena in tempo “Daniel che ne diresti di andare a cambiarci? E’ quasi ora di cena”

“Chi hai incontrato?” chiese Wesley con curiosità

“Una bambina molto simpatica” rispose Daniel “Abbiamo giocato insieme. Mi sono molto divertito”

Maddie tirò un respiro di sollievo. Daniel si era ripreso in tempo e non aveva tradito il loro piccolo segreto.

“Che cosa vuoi per cena?” chiese

Improvvisamente la voce di Gunn fece capolino nella Hall dell’albergo. “Niente cena. Stasera offro io”

“E a cosa si deve questa novità?” disse a quel punto Cordelia uscendo dall’ufficio di Wesley

“Beh…insomma…è il mio compleanno!”

Tutti si precipitarono a fare gli auguri al ragazzo e anche Daniel gli strinse la mano da vero ometto.

“Non aspettatevi niente di fastoso…”

“Perché dovremmo aspettarci qualcosa di fastoso?” disse improvvisamente Angel apparendo in cima alla scalinata.

Maddie lo fissò. Da quando avevano avuto la loro piccola discussione non si erano più incontrati. Sembrava che facesse di tutto per evitare lei e Daniel. Che stupido! Pensò fra se.

“E’ il compleanno di Gunn” disse Cordelia a quel punto “E ci ha invitato fuori a cena”

“Auguri”

“Grazie Angel. Ma non navigo nell’oro così ho prenotato da Lorne”

“Lorne?” chiese a quel punto Wess “Pensavo che fosse solo un bar, non un ristorante”

“Ha deciso di fare un’eccezione per me”

“Temo che io e Daniel non parteciperemo all’evento”

“Dai…non faremo tardi. Ci aspetta per le sette, al massimo alle nove saremo qui”

“Non so…”

“Dai Ma…mi piacerebbe festeggiare Gunn”

“Non sei troppo stanco?”

Il bambino scosse la testa. Maddie sorrise. “Va bene. Ma prima ci cambiano”

“Si” disse il bambino correndo su per le scale a tutta velocità. “Ciao Angel” disse mentre gli passava davanti.

Maddie lo seguì poco dopo incrociando il vampiro a metà scalinata. “Buonasera” disse

Angel la fissò. Sembrava triste. “Buonasera” rispose cortesemente.

 

Raggiunta la sua stanza Maddie aprì il pacco e tolse il vestito.

“E’ bello Ma, perché non lo metti stasera?”

“Pensi sia il caso? Non è troppo elegante?”

“No. Non ti metti spesso vestiti così belli. E poi non voglio che quella ragazza di nome Cordelia sia più bella di te…”

Maddie fissò Daniel negli occhi. “Certamente sai come adulare una ragazza”

“Che cosa vuol dire adulare?”

“Fare i complimenti. Se continui così da grande avrai un sacco di fidanzate”

“Ma prima di avere delle fidanzate dovrò fare una cosa molto più importante”

Maddie lasciò cadere il vestito su una poltrona vicino “Non pensare a questo. Oggi è un giorno di festa!”

 

Los Angeles – vicinanza della stazione dei Bus

 

Buffy camminava spedita verso la stazione. Accidenti era in ritardo. L’autobus per Sunnydale sarebbe partito fra pochi minuti e se lo perdeva avrebbe dovuto attendere il giorno dopo.

Stava per arrivare alla stazione quando due braccia forti la afferrarono e la spinsero dentro un vicolo.

Robert, si stava dirigendo con la sua auto verso la stazione nella speranza di trovare Buffy li. Con la coda dell’occhio vide due tizi che trascinavano una ragazza bionda in un vicolo. Era lei! Frenò improvvisamente e scese correndo verso il luogo dove aveva visto sparire Buffy.

 

CAPITOLO 22

 

Hotel Hymperion. Stanza di Maddie e Daniel.

 

Maddie si guardò allo specchio per l’ennesima volta. L’abito, color crema le stava d’incanto. Era una specie di tubino, non molto scollato e lungo fino un po’ sopra al ginocchio. Era aderente al punto giusto e metteva in risaldo tutte le sue forme. Le spalle erano leggermente scoperte e così aveva optato per uno scialle dello stesso colore. Aveva raccolto i capelli ed alcune ciocche sfuggivano all’acconciatura, incorniciandole il volto. Le scarpe non avevano il tacco molto alto, ma questo non importava molto era già alta di se.

L’ultima volta che si era agghindata in un modo così curato era stato per uscire con Robert.

Robert, rivederlo le aveva fatto venire in mente cose che pensava di aver dimenticato. Ma si può dimenticare l’uomo che si ama tanta facilmente? Si può dimenticare colui che la vita ti ha destinato?

Dopo che lei lo aveva lasciato la sua unica compagnia era stata Daniel. Erano stati due anni di solitudine sia dal punto di vista emotivo che da quello fisico. Gli mancava il suo modo di baciarla, di farla impazzire quando facevano l’amore, di portarla ogni volta a vette di piacere inimmaginabili.

Non aveva molta voglia di uscire, ma Daniel sembrava così felice che non aveva potuto dirgli di no.

“Sei bellissima Ma” disse il bambino

“Lo pensi sul serio?”

“Certo! Cordelia è spacciata!”

“Su vieni, è ora di andare”

 

Hall dell’Albergo.

 

“Ma si può sapere quanto ci mette ad infilarsi un paio di jeans ed una maglietta?” chiese una Cordelia in una mise da mozzare il fiato mentre si sedeva stancamente su una poltrona

“Deve preparare anche Daniel. E poi non è in ritardo”

“Ci mancherebbe altro! Non deve mettersi in ghingheri, non deve truccarsi ed allora perché non scende?”

“Potevi prestarle qualcosa di carino tu” disse a quel punto Wesley

“Io? Primo non ho nessun vestito usato da prestarle e poi non siamo della stessa taglia!”

“Non occorre che mi presti niente Cordelia” le rispose improvvisamente una voce.

Quattro paia di occhi la fissarono.

Cordelia rimase senza parole, a Wesley caddero gli occhiali che stava pulendo, Gunn lasciò una frase a mezz’aria ed Angel…beh lui era semplicemente impietrito.

Dire che era bella era un eufemismo.

Iniziò a scendere la scalinata con una grazie ed eleganza che Cordelia non aveva mai visto.

Era perfetta, bellissima e perfetta.

Cordelia fu la prima a ridestarsi da quella visione.

“Era ora” disse quasi stizzita.

I tre uomini erano ancora imbambolati. Erano abituati a vedere una ragazza che portava soprattutto tute ampie e non si curava molto del suo aspetto. Ma ora…

“Sono pronta andiamo?”

“Come?” disse Gunn

“Non avevi prenotato per le sette?”

“Ah… si. Angel?”

“Eh?”

“Ci porti con la tua macchina?”

 

Esterno Hotel Hynperion.

 

Quando vide uscire tutti i membri del gruppo dall’Hotel Trent sospirò. Finalmente!

Erano giorni che era appostato davanti a quella che ormai era stata definita la sede della Angel Investigation, ma c’era sempre stato qualcuno.

Aveva visto la donna con il bambino, ma nonostante tutto non era ancora sicuro che fossero le persone che cercava. Aveva esposto i suoi dubbi e come risposta aveva ottenuto di appostarsi per approfondire la questione.

Quella mattina erano usciti, ma non li aveva seguiti sicuro che sarebbero ritornati alla base molto presto. Per il momento gli era parso più importante esplorare i dintorni e cercare di reperire più informazioni possibile.

Ora che l’albergo era libero avrebbe potuto perquisirlo per cercare informazioni. In una struttura così grande aveva trovato alcuni infissi che non si chiudevano molto bene. Sarebbe stato facile penetrare all’interno.

 

Karaoke Bar –

 

“Ah…ecco il festeggiato” disse Lorne andando loro incontro appena entrarono nel locale. “Cordelia sei splendida come sempre” e poi rivolto a Maddie “E lei signorina è molto affascinante. Stasera sarà la più ammirata qua dentro” finì mentre faceva il baciamano alla ragazza.

Cordelia vistasi rubata la scena di primadonna con fare quasi stizzito disse “Allora dove ci dobbiamo sedere?”

“Da questa parte” Solo allora Lorne si accorse del bambino

“E questo nuovo membro del gruppo chi è?”

Daniel guardò Lorne con gli occhi sbarrati. Era tutto verde, gli occhi rossi, ma era simpatico! Non era cattivo lo sentiva dentro. Gli altri mostri che aveva incontrato avevano il cuore nero, lo aveva visto chiaramente, lui lo aveva bianco, come quello di Angel. Improvvisamente seppe che poteva fidarsi di quel tipo strano. Assomigliava ad un personaggio dei cartoni animati che aveva visto in tv.

“Daniel?” chiese Maddie

Il bambino piegò il capo da una parte all’altra fissando Lorne e poi gli girò intorno. Tutti lo guardarono chiedendosi che cosa stesse facendo.

“Non hai il guscio” disse improvvisamente il bambino

Lorne sgranò gli occhi “E perché dovrei avere un guscio di grazia?”

“Assomigli a quei personaggi dei cartoni animati, sono tutti verdi come te, sono tartarughe giganti. Ma tu non hai il guscio. Lo hai perso?”

A quel punto Gunn non resistette più e scoppiò in una fragorosa risata seguito da Maddie.

“Non c’è nulla da ridere” disse Lorne con tono di falsa arrabbiatura, era la prima volta che lo scambiavano per un personaggio dei fumetti. Poi si inginocchiò per essere alla stessa altezza del volto del bambino. “Non ho perso nessun guscio e non sono una tartaruga. Sono solo diverso…mi chiamo Lorne” disse porgendo la mano al bambino.

Daniel gliela strinse senza timore e Lorne improvvisamente lo sentì. Il potere. Un potere immenso che non aveva mai sentito prima e ne ebbe paura: Cercò senza farsi notare di interrompere il contatto, ma il bambino tenne la mano stretta nella propria. “Io sono Daniel. E tu sei una persona buona” A queste parole Lorne rimase stupito. Nessuno lo aveva mai paragonato ad una persona. Doveva chiedere spiegazioni ad Angel.

 

Vicolo vicino alla stazione dei Bus.

 

“Hey ragazzi ho portato la cena” disse un vampiro ad altri tre che stavano attendendo nel vicolo.

“Lasciami andare maledetto bastardo” urlò Buffy

“Calmati ragazzina, è da parecchio che non ci nutriamo e abbiamo fame. Fra poco sarà tutto finito”

“Si” rispose Buffy liberandosi dalla presa del suo assalitore con facilità. “Ma per voi” finì mentre estraeva un paletto

“Wow, abbiamo una combattente!” grugnì sarcastico quello che sembrava il capo di quella gentaglia

“La combattente” se non ti dispiace.

“La cacciatrice?”

“Bingo!” urlò Buffy “Hai vinto il primo premio”

“E sarebbe?” rispose nuovamente lui mentre assieme agli altri la circondava lentamente

“Quello di morire per primo”

 

Robert sentì rumori di lotta provenire da vicolo e senza pensarci due volte di addentrò. La cacciatrice era in azione e non lasciava nulla al caso. Ma questa volta erano in troppi. Quando vide che uno dei vampiri stava per colpirla alle spalle, prese un pezzo di legno e lo colpì. Il vampiro si polverizzò. Rimase per un attimo sbigottito.

Buffy si girò di scatto e lo vide proprio nel momento in cui il vampiro svaniva. “Attenta alle spalle” gridò improvvisamente il ragazzo.

Dopo circa cinque minuti di lotta serrata i vampiri erano stati sconfitti e Buffy con Robert si incamminavano all’uscita del vicolo.

“Non è come pensi” disse Buffy cercando di far sembrare la cosa una sorta di incubo ad occhi aperti

“Oh, quello che penso io non ha molta importanza…almeno credo”

“Insomma…loro non erano…”

“Non erano vampiri?”

Buffy lo guardò stupita.

“Non racconterò nulla, te lo prometto. Anche se lo facessi mi prenderebbero per pazzo e non ho nessuna intenzione di finire in un ospedale psichiatrico”

“Concordo”

“Sei molto forte ed agile. Difesa personale?”

“In un certo senso. Come mai ti trovi qui?”

“Abito qui vicino. Ho sentito dei rumori e mi sono precipitato”

“Non sai che può essere pericoloso?”

“In quel momento mi sembrava la cosa migliore da fare”

Improvvisamente Buffy vide l’autobus che partiva.

“Accidenti ho perso la mia corsa” Sospirò “fino a domani non ce ne sono altre. Mi dovrò cercare una stanza per la notte!”

“Non abiti qui in città?”

“No”

“Scusami non vorrei essere indiscreto. Ma dov’è tuo figlio?”

“Lui è in un…collegio”

“Collegio?”

“Già. Sai con il lavoro ed altre incombenze non posso occuparmi tutto il giorno di lui e così gli ho trovato un posto qui, in una scuola…” rispose Buffy lasciando cadere il discorso nella speranza che quel ragazzo non le ponesse altre domande.

Robert non ci fece molto caso, a lui interessava sapere se avesse incontrato Maddie e se si dove si trovasse in quel momento.

“Forse potrei risolvere il tuo problema”

“Quale?”

“Quella della sistemazione per la notte. Puoi venire da me”

 

Hotel Hynperion

 

Trent stava lentamente ispezionando l’albergo. Al piano terra c’erano alcune stanze adibite ad uffici ed anche ad una specie di biblioteca. Aveva controllato anche il computer. Trovare la password era stata una bazzecola.

Nei giorni che era stato appostato aveva raccolto abbastanza informazioni su quello stranissimo gruppo. Sul vampiro e Wesley la documentazione gli era stata fornita dal consiglio, mentre sugli altri due aveva dovuto darsi da fare.

Avendo stillato un profilo di Cordelia Chase e Gunn, ed avendole studiate a fondo era normale che la parola per accedere ai file del computer fosse “QueenC!”. Era davvero megalomane quella ragazza!.

I dati riportati non erano importanti e quindi dopo aver controllato aveva spento il computer.

Le stanze superiori erano interessanti.

Ci aveva messo qualche minuto per trovare la stanza del vampiro.

Era una specie di suite e dopo averla rovistata con molto tatto non aveva trovato nulla di insoluto, a parte le numerose armi.

Quando aprì la porta di un’altra stanza sullo stesso piano fu evidente che era quello della donna e del bambino.

Vi entrò con cautela e iniziò l’ispezione.

Aprì l’armadio, appoggiata su delle stoffe c’era quello che avrebbe confermato i suoi sospetti e quelli del Consiglio. Sgranò gli occhi ancora incredulo per quello che aveva trovato. “La spada” disse fra se. Era molto più bella di quanto immaginasse. Fu tentato di toccarla, ma ritrasse repentinamente la mano, quasi intimorito.

Guardò l’ora. Avrebbe sicuramente svegliato qualcuno, ma la notizia non poteva attendere oltre.

Compose il numero sul cellulare ed attese.

“Sono io” disse dopo qualche secondo “La donna ha la spada…”

 

CAPITOLO 23

 

Buffy non poteva credere alle sue orecchie. Chi pensava che lei fosse? La sua prima impressione cambiò drasticamente. Era il solito bastardo in cerca di avventure.

Robert notò subito la sua espressione e corse ai ripari.

“Forse mi sono espresso male” disse. “Ho una stanza in affitto presso una signora di mezza età molto simpatica, e questa mattina aveva ancora due camere libere. Penso che potrebbe cederne una per una notte…”

Buffy socchiuse gli occhi

“Te lo giuro. Non ho altri secondi fini” finì Robert “Almeno non in quel senso” pensò.

“Ok. Voglio fidarmi. Ma se solo scopro che mi hai mentito, si rompo il naso”

“Non ti ho mentito e poi…”

“Poi…”

“Ci tengo al mio naso” concluse lui.

Buffy rise e salì nella sua auto mentre lui le teneva la portiera aperta.

 

Karaoke Bar –

 

Daniel si stava divertendo un mondo. La cena era squisita e i cantanti che si esibivano sul palco abbastanza bravi e Lorne continuava a darle loro informazioni e consigli.

Il bambino batteva le mani all’impazzata e quando arrivò la torta aiutò Gunn a spegnere le candeline. Maddie cercava di essere allegra. Non voleva rovinare la festa con la sua tristezza.

“Se ci avessi avvisato prima ti avremmo fatto un regalo” disse a quel punto Angel. Non riusciva a capire questa strana usanza di festeggiare i compleanni, forse perché lui era da molto che non festeggiava più il suo.

“Ci ho pensato io” intervenne a quel punto Cordelia mostrando a tutti un bel pacchettino “E’ da parte nostra”

Gunn lo aprì con trepidazione e soffocò un urlo di stupore quando si ritrovò fra le mani un cellulare.

“Wow”

“Così ti potrò rintracciare sempre”

“Sapevo che c’era un secondo fine. Comunque grazie”

Maddie si sentì fuori posto. Lei non aveva comprato nulla. Ma in fin dei conti erano stati avvisati solo all’ultimo momento!

“Mi dispiace Gunn, io e Daniel non abbiamo niente”

“Non c’è nessun problema. Non vi ho invitati per ricevere dei regali…”

“Potresti cantare” disse improvvisamente una voce che ben conosceva

“Cosa?”

“Potresti regalargli una canzone. Non è difficile e anche se sei stonata è il pensiero che conta!” continuò Lorne

“Grazie. Ma non me la sento!” Non era certo nello spirito adatto di cantare concluse fra se.

“Dai Ma” intervenne a quel punto Daniel “Canta. Hai una bellissima voce.”

“Daniel…”

“Se non conosci le canzoni di Lorne puoi cantare la ninna-nanna che canti a me tutte le sere!”

Angel trattenne una risata.

“Così ci addormenteremo tutti!” disse a quel punto Cordelia ancora seccata per i complimenti che Maddie aveva ricevuto.

“Non conosco solo ninne-nanne…” le rispose lei a quel punto “Non voglio cantare, tutto qui”

“E dai” insistette Wesley “Ha cantato anche Angel”

“Tu hai cantato?”

“Sono stato costretto” disse lui con cipiglio ricordandosi ancora la magra figura che aveva fatto

“Hai forse paura?” chiese Lorne, speranzoso che accettasse la sfida. Quella ragazza lo intrigava e voleva sapere di più e voleva sapere di Daniel.

“Non ho paura”

“Dai Ma. Canta. Così sentiranno come sei brava”

Maddie sospirò. Come spiegare a Daniel che veramente non era nello stato d’animo adatto per cantare? Poi incrociò il suo sguardo. Non riusciva mai a rifiutargli nulla quando la guardava in quel modo.

“E va bene” disse infine con riluttanza.

 

Los Angeles – periferia

 

Robert fermò la sua auto vicino ad una casetta molto graziosa.

“Abiti qui?” chiese incuriosita Buffy

Lui annui. “Vieni di presento alla padrona di casa. Si chiama Mariel”

Dopo le dovute presentazioni Mariel confermò che c’era ancora una stanza libera e che poteva occuparla Buffy. Lei era felice. Non se la sentiva di dover trascorrere la notte in un motel.

Chiamò con il cellulare sua madre e gli altri per informarli del contrattempo e si apprestò a prepararsi per la cena.

 

Karaoke Bar.

 

“Vuoi una canzone particolare?” chiese Lorne mentre faceva scorrere i vari titoli su display “o posso scegliere io?”

“Non occorre” rispose Maddie. Aveva già visto quello che le interessava

“Perché sei così restia a cantare? E’ per via della mia particolarità?”

“Oh, questo è l’ultimo dei miei pensieri” disse lei alzando una mano con fare annoiato.

Salì sul palco e la musica iniziò a diffondersi “Who Want To Live Forever” dei Queen

 

Al tavolo del festeggiato Gunn si parlava ancora quando Daniel irruppe improvvisamente “State zitti Ma sta per cantare”

 

“There's no time for us

There's no place for us

What is this thing that builds our dreams yet slips away from us”

 

Non c’era dubbio. Era ben intonata e la sua voce era molto bella. Gli acuti erano perfetti, ma qualcosa non andava. Angel la fissò. Era triste. Il suo sguardo era perso forse in ricordi dolorosi. Lo aveva già notato all’Hymperion, ma ora quasi tangibile. Lui se ne intendeva abbastanza di tristezza e dolore da riconoscerlo quasi immediatamente. Girò la testa e con lo sguardo cercò Lorne. Sicuramente lui stava captando qualcosa, poi gli avrebbe chiesto. Aveva promesso di non farle domande, non di scoprire qualcosa di lei da altre fonti. Gli altri sembravano non accorgersi di nulla mentre lei continuava la sua esibizione

 

“Who wants to live forever

Who wants to live forever....?

 

There's no chance for us

It's all decided for us

This world has only one sweet moment set aside for us

 

Who wants to live forever

Who wants to live forever?

 

Who dares to love forever?

When love must die”

 

Qualcosa non andava, pensò Lorne. Non riusciva a leggerle l’anima, i pensieri e i desideri. C’era qualcosa di molto ambiguo in quella ragazza. Non gli era mai successo nulla del genere. Non sembrava pericolosa, ma le apparenze a volte possono ingannare. Cercò di concentrarsi ancora, niente, vuoto totale, come una pagina bianca. Non riusciva a percepirla! Era davvero snervante oltre che estremamente imbarazzante.

 

“But touch my tears with your lips

Touch my world with your fingertips

And we can have forever

And we can love forever

Forever is our today

Who wants to live forever

Who wants to live forever?

Forever is our today

 

Who waits forever anyway?”

 

Maddie finì la sua esibizione, era travolta dai ricordi che quella canzone portava con sé, ma non lo diede a vedere. La sua uscita fu accompagnata da applausi meritati. Arrivata al tavolo tutti si complimentarono con lei , mentre Wesley iniziò una divagazione sul gruppo dei Queen che erano originari del Regno Unito.

Angel senza dire una parola si alzò e si diresse verso Lorne. A Maddie salì un piccolo sorrisetto di soddisfazione. Angel non avrebbe ricevuto nessuna notizia da Lorne. C’erano cose che nemmeno quel demone Phileyano poteva fare!

 

Quando Lorne vide avvicinarsi Angel sospirò.

“Allora?” chiese il vampiro

“Allora cosa?”

“Che cosa hai percepito?”

“Niente!”

“Come niente? E’ impossibile”

“Non dirlo a me. Non avevo mai fallito prima d’ora!” rispose Lorne alquanto alterato

“Che cosa è successo? Sei forse stanco o ammalato?”

Lorne scosse la testa. “E’ imbarazzante ammetterlo. Ma non sono riuscito a leggere niente di lei. Era come si mi arrivasse una pagina in bianco”

“E perché? Hai una spiegazione?”

“Nessuna abbastanza plausibile. Ti voglio solo avvisare Angel” continuò Lorne, “E’ una ragazza molto bella, e sembrerebbe inoffensiva, ma mi da una strana sensazione, come se attorno a lei gravitassero forze e magie che nessuno di noi può comprendere e quel bambino…”

“Che cos’ha il bambino?”

“Lo hai mai toccato?”

“Di sfuggita, una volta credo”

“Io ho sentito un grande potere, che se guidato erroneamente potrebbe portare distruzione e morte”

“Lei deve proteggerlo. Così ci ha raccontato ed anche i riscontri di Wesley sembrano darle ragione”

“Deve proteggerlo per il bene o per il male?”

“Per il bene credo…”

Lorne lo fissò con aria interrogativa

“Ok. Non ne sono sicuro. A dirti il vero quando sono vicino a lei, quando incrocio il suo sguardo mi sento…”

“Eccitato?”

Angel rimase di sasso “Che diavolo stai blaterando? Volevo dire confuso”

“Certo, il tuo cervello vuole dire una cosa, il tuo corpo ne dice un’altra” disse Lorne quasi sghignazzando.

Angel cercò di sfuggire al suo sguardo indagatore.

“Non essere imbarazzato, è una donna molto bella e desiderabile, è una reazione normale. Con quel vestito e dopo la sua esibizione penso che molti qua dentro siano nelle tue stesse condizioni”

“Io non sono tutti! Non ho mai avuto problemi in questo senso. Fino ad ora solo un’altra mi aveva fatto sentire così”

“Capisco” rispose Lorne.”E’ meglio che vai al tavolo ora”

 

Angel arrivò al tavolo appena in tempo per sorreggere Cordelia in preda ad una visione improvvisa.

Stranamente la visione questa volta era semplice. Lui, Wesley e Gunn uscirono velocemente dal locale, mentre a Maddie rimase l’ingrato compito di accompagnare Cordelia a casa. Chiamò un taxi e si apprestò a sopportare i mugolii di Cordelia fino al suo appartamento.

 

CAPITOLO 24

 

Casa di Mariel.

 

“Allora Buffy è da molto che conosci Robert?”

Buffy non sapeva cosa rispondere. “Non da molto”

“Frequenti la sua stessa Università?”

“In un certo senso…”

“Era qui per un corso di aggiornamento” rispose Robert venendole in aiuto. Mariel era una signora molto gentile e simpatica solo che era alquanto impicciona e ultimamente si era messa in testa di trovagli una ragazza. Ma quella che lui voleva continuava a sfuggirgli.

“Già.” Riprese Buffy “Purtroppo ho perso l’autobus”

“Dove vivi cara?”

“Sunnydale”

“Ho si, la conosco è una cittadina così carina e allegra”

Buffy si sorprese nel sentire definire Sunnydale in quel modo, ma rispose con un sorriso.

“Raccontami un po’ di te, sono curiosa” riprese Mariel mentre versava l’ennesima tazza di caffè.

Buffy sorrise ancora malvolentieri. Era stanca e voleva andare a dormine, ma non poteva farlo senza sembrare maleducata. Si accomodò meglio sulla poltrona e cerò di rispondere alle domande della donna.

 

Hotel Hymperion.

 

Angel arrivò all’Hynperion esausto. Quello che sembrava fosse un caso semplice si era dimostrato più complicato del previsto. Erano riusciti a salvare il malcapitato, ma che fatica! Ultimamente sembrava che i demoni diventassero sempre più forti, oppure lui stava diventando più vecchio.

Stancamente si diresse su per le scale e prima che potesse rendersene conto sbatté contro Maddie.

“Non sei in forma vedo” disse la donna

Lui la squadrò da capo a piedi. Portava una T-shirt ed una paio di pantaloncini corti, che mettevano in evidenza le lunghe gambe e un brivido di eccitazione lo pervase.

“Non dormi?” chiese

“Mi sono preparata del te, concilia il sonno” disse lei mostrandole la tazza fumante

“Bene. Buonanotte” rispose lui, mentre vacillando si dirigeva verso la sua stanza. Aveva bisogno di una doccia e di medicarsi la ferita.

“Angel!”

“Cosa?”

“Sei ferito” disse Maddie notando la lunga giacca nera intrisa di sangue

“Non è nulla, una doccia, una dormita e passa tutto”

“Non penso proprio” rispose lei mentre gli andava vicino e tentava di sorreggerlo “A meno che tu non sia un contorsionista, non riuscirai a medicare questa ferita. Ti aiuto!”

“Non ho bisogno di aiuto” rispose lui tentando di allontanarla da se

“Tutti abbiamo bisogno dell’aiuto di qualcuno, anche un vampiro forte come te”

“Tu non volevi il nostro aiuto”

“Beh…io sono un caso particolare”

“E se lo fossi anch’io?”

“No, tu non lo sei” rispose lei mentre arrivavano alla porta della sua stanza. Senza chiedere il permesso, l’aprì e stancamente accompagnò Angel verso il letto.

Lui gemette nel tentativo di togliersi la giacca.

“Lascia, faccio io”

Con movimenti esperti in un attimo Angel si ritrovò a torso nudo.

“Sei molto abile” disse

“Quando si deve badare ad un bambino di impara a vestirli e svestirli velocemente, anche contro la loro volontà. Accidenti è una brutta ferita”

“Lo immagino”

“Ti conviene fare una doccia, mentre io prendo tutto l’occorrente per medicarti” disse Maddie mentre si dirigeva verso la porta.

Angel la guardò stupito. Quella donna era entrata di prepotenza nella sua vita sconvolgendola, ed ora gli dava anche degli ordini!

La ferita pulsò. “Dannazione se faceva male!” Ringhiò lui fra i denti. Per questa volta avrebbe seguito il suo consiglio.

 

Quando Angel riemerse dal bagno sentì la stanza pervasa da uno strano profumo. Sul tavolino era appoggiate due tazze ed una teiera fumante, mentre sul letto era sistemato un asciugamano con tutto l’occorrente per la medicazione.

Si era infilato un paio di pantaloni di una tuta e maledisse di non potersi vedere in uno specchio per poter valutare l’entità della ferita. Il sangue doveva essersi fermato, ma faceva male. Scrutò con la sguardo la sua stanza, ma di Maddie nessuna traccia.

Meno male pensò fra sé. Si sedette sul letto, prese del cotone idrofilo e il disinfettante.

Proprio in quel momento fece la sua apparizione Maddie.

“Non riuscirai a medicarti senza aiuto” disse lei mentre entrava nella stanza e appoggiava sul tavolo un piatto con dei biscotti

Lui alzò leggermente il sopracciglio, “Non ti preoccupare in qualche modo farò!”

“Lascia fare a me” rispose lei mentre gli prendeva dalle mani il cotone ed il disinfettante.

“Sdraiati”

“Prego?”

“Sdraiati. Così riuscirò a medicarti meglio”

Angel riluttante si sdraiò supino sul letto mentre lei iniziò a tamponare delicatamente la ferita. Le sue mani erano calde e morbide. Chiuse per un attimo gli occhi immaginandosi che fossero le mani di un’altra donna.

“E’ alquanto profonda. Ci vorrebbero dei punti”

“Non serviranno. Si rimarginerà molto velocemente”

“Ah…si dimenticavo che i vampiri guariscono velocemente” rispose lei, continuando a pulire accuratamente la ferita.

“Ma quanto ci metteva?” Pensò fra se Angel, “Non stava indugiando un po’ troppo su quella ferita? Che idee si era messa in testa?” Si dimenò un po’.

“Stai fermo, ho quasi finito” disse Maddie mentre tagliava la garza ed i cerotti “E’ un bel tatuaggio lo sai?”

C’era stato un’altra ragazza che glielo aveva detto anni prima. Lui chiuse gli occhi ricordandosi la scena, ogni sfumatura della voce di lei, ogni suo movimento. Anche quel famoso giorno di cui lui solo portava il ricordo Buffy aveva tracciato con la lingua i contorni di quel tatuaggio. Era stata un’esperienza erotica inebriante.

Ancora perso in quei ricordi quasi non sentì Maddie che diceva “Finito. Puoi alzarti”

Lui si alzò e roteò lentamente la spalla. “Hai fatto una buona medicazione”

“Grazie” rispose lei mentre riponeva l’occorrente per la medicazione su un mobile della stanza. “Ti va del the? E’ al gelsomino. Non guardarmi con quella faccia. So benissimo che non è la tua bevanda preferita, ma ho pensato che forse ti avrebbe fatto piacere bere qualcosa di caldo”

“Il the va benissimo, grazie” rispose lui sedendosi su una delle due poltroncine poste ai lati del tavolo. Distrattamente prese fra le dita un biscotto

“Sono biscotti al burro. Li ho preparati per Daniel. A lui piacciono tanto”

Maddie si accucciò vicino al tavolo e iniziò a versare il the. Il profumo del gelsomino invase la stanza. Quando le porse la tazza Angel notò ancora il suo sguardo triste.

“C’è un motivo particolare sul fatto che non riesci a dormire?” le chiese

“Cosa te lo fa pensare?”

“La canzone che hai eseguito da Lorne?”

Maddie si irrigidì. Era da tanto che non parlava con qualcuno. Era forse un delitto dare sfogo alla sua rabbia ed alla sua frustrazione? Forse Angel era l’unico essere, oltre a Buffy che potesse comprenderla.

Chiuse gli occhi e per un attimo rivide il volto di Robert.

“E’ così evidente?” disse riaprendoli e fissandolo

“Penso di essermene accorto solo io” disse Angel sorseggiando lentamente il the. La bevanda calda scese lungo la gola e per un attimo gli diede quella strana sensazione di calore che a lui piaceva tanto.

“Già”

“Mi vuoi raccontare?”

“Raccontare? Forse” rispose lei sorseggiando a sua volta la bevanda sempre rimanendo accucciata vicino al tavolo.

“A Lorne non ispiri molta fiducia”

“Penso che questo sia l’ultimo dei miei problemi. Mi ha fatto cantare nel tentativo di leggermi l’anima. Ma non c’è riuscito”

“Infatti. Era alquanto arrabbiato. Sai speravo che riuscisse a carpire qualcosa di te”

“Sei rimasto deluso, sorpreso?”

“Deluso per lo più, ma anche sorpreso della scelta della canzone e della tristezza con cui l’hai cantata. Chi è lui?”

“Perché pensi che ci sia un lui?”

“Le donne e gli uomini sono così tristi solo quando ricordano quello che hanno perduto”

“Anche per te?”

Lui annui.

“Lui è…era il mio ragazzo. Oggi, mentre andavo in giro con Daniel ho visto una persona che gli assomigliava molto”

“E i ricordi sono riaffiorati”

“Già.”

“Ti ha fatto soffrire molto?”

Lei scosse la testa. “Sono stata io”

“Tu? Come?”

“Quando sono stata informata della mia missione, ho dovuto fare delle scelte”

“Capisco…”

“Davvero? Per via di Buffy?”

Lui annuì.

“Buffy mi ha raccontato…”

“Cosa esattamente?”

“Tu l’hai lasciata.”

“Era l’unica cosa che potevo fare. Meritava molto di più di quello che io potevo offrirle. E’ stata una scelta…”

“Dolorosa? Necessaria? Perché per me è stato così. Robert, questo è il suo nome” continuò Maddie “è stato il mio ragazzo per due anni ed io ero così felice. Pensavo che lui fosse quello che ogni ragazza attende nella propria vita e lui…per lui io ero tutto. Sai, per incoraggiarlo l’ho quasi sedotto”

Angel strabuzzò gli occhi “Non stento a crederlo. Sei una persona decisa”

“Forse troppo” rispose la ragazza sorseggiando ancora un po’ di the.

Angel pensò che doveva stare attento con lei. Si stava confidando in qualche modo, ma nello stesso tempo era capace di estorcergli delle informazioni personali. Era un gioco a doppio taglio, un gioco pericoloso. Ma per la prima volta comprese che forse lei avrebbe potuto capire quello lui stesso si stava ripetendo da più di un anno.

“Lo hai lasciato quando hai saputo della tua missione?”

“Esattamente .Lui non riusciva a capire perché tutto ad un tratto io volessi lasciarlo e partire. E’ stato molo difficile” continuò Maddie ricordando quel momento di due anni prima. “Gli ho detto che avevo bisogno del mio spazio, di fare altre esperienze e che dovevo fare chiarezza sui sentimenti che provavo per lui”

“Ed non era vero”

“L’ho ferito così tanto, l’ho indotto ad odiarmi e ho proibito a tutti di dirgli dove ero andata”

“Quindi lui non sa niente di Daniel e del resto”

“Ho messo fra di noi più chilometri possibile. Ho lasciato tutto, la scuola, la mia famiglia per seguire questo strano destino. Sapevo che la vita che avrei condotto non era la migliore e non potevo fargli questo”

“Lo so. E’ stato così anche per me”

“Lui aveva davanti una carriera universitaria brillante, e presto mi avrebbe dimenticato, su questo ero sicura. Non potevo distruggere le sue speranze. C’erano già le mie che ormai non si sarebbero mai realizzate”

“Già le speranze della persona che si ama”

Maddie fissò Angel esortandolo ad andare avanti

“L’amore fa si che la persona su cui ruota la tua vita sia la persona di cui sei innamorato. Io ho lasciato Buffy perché potesse portare a termine alcuni dei suoi sogni, perché la sua vita non fosse legata ad un essere come me, io non potevo farla felice, mentre un altro uomo si.”

“Non riesco a capire perché tu l’abbia lasciata. In fondo avevate molto in comune, combattevate insieme, affrontavate i problemi che questo comportava…io non potevo fare questo con Robert, portarlo in un mondo così diverso…mentre tu e Buffy lo dividevate…eravate consapevoli di quello che accadeva”

“Potevo dividere solo la notte con lei, con le sue brutture e i demoni che lei combatteva, ma il giorno…la luce quello non potevamo affrontarla insieme. Nella luce del giorno lei era sola, a me è preclusa. Meritava di vivere quella vita che ogni ragazza della sua età sta vivendo”

“Lei non è una ragazza comune. La sua vita non era comune. Come potevi pretendere che potesse essere vissuta comunemente?”

“Come potevi pretendere che Robert accettasse la tua decisione senza combattere?”

“Oh, ma lui ha combattuto. Ha assediato casa mia per giorni, mi ha assillato al telefono. Ma ormai avevo preso la mia decisione, una persona deve soffrire perché altre possano essere felici. Sono partita improvvisamente, senza nemmeno salutarlo. Mia madre ha detto che per alcuni giorni ha insistito ancora e poi più niente”

“Aveva ceduto?”

“Aveva un’altra ragazza! Mi sono sentita così…”

“Tradita?”

“Anche tu?”

Angel fece un cenno con il capo C’erto che si era sentito tradito. Come si era sentito tradito quando aveva saputo che Daniel era figlio di Buffy, era una rabbia sorda e profonda che, anche se tentava di nasconderla, a volte tornava in superficie

“Ma poi ho pensato che in fondo è stata colpa mia” continuò Maddie come se stesse leggendogli nel pensiero “Io lo avevo lasciato, gli avevo detto che non lo amavo era logico che cercasse un’altra”

“Così preso? Dopo solo pochi mesi?”

Maddie piegò la testa da un lato e lo fissò. Anche Buffy aveva trovato un altro poco tempo dopo, era stata lei a confidarglielo ma non riusciva a capire come Angel ne fosse a conoscenza, decise di non indagare oltre.

“Non avevo il diritto di giudicarlo. Penso che il mio comportamento lo abbia lasciato di stucco ed anche con un vuoto nel cuore e una delusione che non si può colmare facilmente. Ci eravamo scambiati delle promesse e improvvisamente io venivo meno alla mia. Era dunque logico che cercasse qualcuno che fosse in grado di riempire quel vuoto. Io lo avevo lasciato…che doveva fare… aspettarmi? Ha fatto quello che io incoscientemente gli avevo chiesto ha continuato a vivere. Tu cosa ne pensi?”

Angel posò la tazza sul tavolino. Era vero. Buffy aveva continuato a vivere e lui aveva rigettato la promessa che gli aveva fatto tempo prima su un molo di Sunnydale: l’anello Chaddagh. Inconsciamente toccò l’anello con il pollice. Lui aveva scelto, lui l’aveva delusa e lei si era consolata.

“Forse hai ragione”

“Forse?”

“Ebbene hai ragione. Non ho il diritto di giudicare quello che Buffy ha fatto dopo che io l’ho lasciata. Lei, come il tuo Robert, non hanno compreso pienamente perché ci siamo comportati in questo modo. Penso che per un certo periodo di tempo mi abbia anche odiato. Ma viveva già tra mostri e i demoni che io non volevo che scendesse e vedesse anche l’infermo che mi porto appresso. Non avevo il diritto di coinvolgerla in una vita così. Ti sei pentita di averlo lasciato?

“A volte, all’inizio, ma dopo ho preso una decisione”

“Quale?”

“Di non rimuginare sul passato. Ormai non si può tornare indietro, ma guardare solo avanti”

“Beh, non hai tutti i torti”

“Certo che no!” rispose lei mentre lo fissava negli occhi e improvvisamente scoppiarono a ridere.

Di colpo le risa finirono mentre continuavano a fissarsi negli occhi poi Angel le prese il volto tra la mani e …la baciò.

 

CAPITOLO 25 ( NC– 17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

La baciò con decisione, con forza. Le sue labbra forzarono quelle di Maddie, ferendole con violenza virile e così a lungo che lei rimase stordita. Cercò di staccarsi, ma senza molta decisione. Lui la cercò di nuovo con la bocca, con la stessa furia selvaggia di prima. La pietra incastonata nel medaglione di Maddie iniziò a brillare lentamente.

 

Los Angeles – Casa di Mariel

 

Mentre percorreva il piccolo corridoio che li portava alle loro stanze Buffy pensò di essere esausta.

Mariel era una cara signora ma chiacchierava per quattro.

Come se leggesse nel pensiero Robert disse “E’ una cara signora, solo un po’ invadente”

“Solo invadente?” le rispose lei

“Ma è simpatica”

“Si è vero, è molto simpatica”

“Bene sono arrivato. Se vuoi domani ti accompagno alla stazione. Ti va?”

“Mi farebbe molto piacere Grazie” rispose Buffy allungando la mano.

Robert gliela strinse, i loro occhi si incontrarono e lei improvvisamente si trovò avvinghiata a lui in un bacio da mozzare il fiato.

 

Hotel Hymperion

 

Angel aprì gli occhi. Che diavolo stava facendo? Si sentiva così bene, così eccitato che non riusciva più a controllare il proprio corpo. E mentre fissava quello che doveva essere il volto di Maddie incontrò gli occhi di lei. Due iridi verdi che gli esprimevano tutto il suo amore. Era un sogno? Il suo sogno. L’unico sogno che voleva si realizzasse: aveva fra le braccia Buffy. Che male avrebbe fatto sognare? Anche solo per un fugace attimo?

 

Los Angelese – casa di Mariel – stanza di Robert

 

Buffy gemette contro le labbra di Robert e mentre si staccava da lui per respirare incrociò il suo sguardo che si immerse in due occhi scuri carichi di desiderio e passione e non in quelli azzurri del ragazzo. I suoi occhi, occhi che ricordava bene, che non avevano mai abbandonato i suoi sogni e le sue speranze. Sospirando avvicinò ancora le labbra mentre si stringeva convulsamente a lui.

 

Hotel Hymperion

 

Bello, era bello pensò Maddie. Solo lui era riuscito a farla sentire in quel modo. Certo, Robert era stato il suo primo ed unico ragazzo, non aveva l’esperienza per confrontarlo con altri ma questo, gli ricordava tanto lui. La pietra del medaglione che portava al collo divenne di un rosso vivo, quasi accecante e nulla ebbe più importanza.

 

Angel la schiacciò contro di se e mentre faceva questo le posò la mano destra sul seno, coprendolo, accarezzandolo. Era una sensazione stranissima. La sua bocca bruciava, eppure la sua mano la percorreva con delicatezza come un vento di primavera. Il pollice sfiorò un capezzolo.

Maddie sentì un’indescrivibile sensazione nel ventre, simile al mal di mare. Cercò di staccarsi, di respirare un po’ d’aria, ma lui non lo permetteva e continuava a baciarla sulle labbra.

 

Stanza di Robert

 

Buffy era travolta da sensazione contrastanti “Devo uscire di qui” pensò prima che due forti labbra si posassero nuovamente sulle sue. Era un sogno? Forse. Ma era il sogno che aveva accarezzato per così tanto tempo che forse si stava realizzando e che fece scomparire tutti i suoi timori, senza sapere che lo stesso stava succedendo anche a Robert. Aveva di nuovo fra le braccia Maddie e niente contava più.

 

Hotel Hymperion

 

Con un movimento improvviso, Angel infilò le dita sotto la maglietta, scostò la biancheria e le scoprì i seni. Esalando un lungo, lento sospiro, posò la bocca sulla sua carne, stringendo Maddie a sé con la disperazione di un affamato che lotta per la sua sopravvivenza. Il bisogno di quell’uomo era così inatteso, così assoluto, così sbalorditivo che istintivamente lei gli gettò le braccia al collo e lo accolse.

Le sue mani salirono lungo le gambe di Maddie che gli stava seduta sulle ginocchia. La dolcezza della bocca che le succhiava il seno era così inebriante, così stordente “Ah!” sospirò lui apparendo così diverso dal solito, così inerme e incantato “Sei dolce come la pioggia: Mi sei mancata”

“Anche tu” rispose lei in preda a sensazioni che credeva non avrebbe mai più provato, mentre due occhi di un azzurro profondo carichi di passione di un volto famigliare apparivano nella sua mente.

E poi non riuscì più a dire nulla, perché lui la stava baciando di nuovo sulla bocca. Quando si interruppe, riprese con violenza a leccarle i seni, suscitando in lei ondate si sensazioni così devastanti da farle dimenticare ogni cosa. Lui la sollevò in aria senza sforzo, mentre la sua maglietta e la biancheria sottostante volava a terra, sistemandola più comodamente sulle sue ginocchia, mentre lei premeva le sue labbra sulla sua bocca.

Lui si sdraiò sotto di lei e con le mani le afferrò le natiche, tirandosela contro con violenza, in modo che il suo sesso le premesse in mezzo alle gambe attraverso il suoi pantaloncini. La tenne in quella posizione finché non ebbe schiacciato i lombi contro di lei, con movimenti ipnotici e lenti,

I seni di Maddie erano premuti contro il tuo torace; le sue mani la toccavano, la schiacciavano, la immobilizzavano, Lei gemeva, mentre il suo ventre veniva travolta da un fremito di dolce calore “Si” sussurrò

“Si” riecheggiò lui tenendola stretta. Si stringeva contro di lei con una furia cieca, muovendola su e giù, sempre più in fretta, mentre il suo membro duro spingeva contro di lei con furore e disperazione,

Anche attraverso la stoffa dei pantaloni lei sentiva la sua forza affamata e quel bisogno divenne anche il proprio, quel desiderio il proprio desiderio, così presero a danzare insieme quella strana danza selvaggia. Lei strusciò i capezzoli sul petto di Angel. Lui rise sommessamente e baciò appassionatamente sul collo.

Lei si spostò per dargli la possibilità di leccarle nuovamente i seni. Lui li succhiò con tale ferocia da farle girare la testa, ma Dio, quello che stava facendo ora era così bello…la sua bocca, le sue mani, la sua voracità, il suo bacino che spingeva, gli ricordò che a Robert piaceva farla impazzire, era un ricordo quasi tattile, che pian piano stava diventando reale e desiderava solo che quell’estasi non finisse mai. Le braccia di lui scivolarono verso il basso sulle sue ginocchia e verso i pantaloncini, che slacciò con molta abilità e a quel punto li tirò giù con decisione assieme alle mutandine. Con le punta delle dita lui le sfiorò il seno, percorse il suo ventre e poi scese versi i ricci tra le sue cosce, emettendo un lungo e languido sospiro “Bella” disse. Incominciando ad accarezzarla lì, affondando, provando, esplorando. Le sue dita toccarono un punto morbido, umido e caldo, esitarono, si ritrassero. I fianchi di Maddie, seguivano le sue dita, come dotati di una volontà propria, a quel punto lei tirò le corde dei suoi pantaloni slacciandoli che lentamente scesero lungo le sue gambe.

I suoi baci le coprirono il volto, la gola, gli occhi e le orecchie. La afferrò per le natiche e se la mise a cavalcioni. Il contatto con la sua pelle nuda, con l’intera lunghezza del suo membro, provocò in lei un brivido di piacere. Ora quella verga dura era tra le sue cosce, pressante e fremente.

Lui iniziò ad accarezzarla con le mani, dappertutto. “Ti ho aspettato tanto, mi sono allontanato da te, ma è stato un errore…” sussurrò lui al suo orecchio

“Anch’io ho sbagliato” rispose lei

 

Stanza di Robert.

 

“Non lasciarmi più” disse Robert mentre abbracciava Buffy

“No, rimarrò sempre con te” rispose lei ricambiando il suo abbraccio mentre lo baciava con passione.

 

Hotel Hymperion

 

Angel sollevò Maddie inclinandola leggermente all’indietro. Poi infilò l’intera lunghezza del suo grande membro dentro di lei, sprofondando fino in fondo con un sospiro di immensa soddisfazione.

“Ah” le mormorò all’orecchio, tenendola stretta a se.

La sensazione era incredibile…come una mano che si infilasse in un guanto, una radice che entrassa nella terra, una montagna che si elevasse fino al cielo…Lui allargò le ginocchia per farle aprire le gambe a sua volta, mormorando “Oh cielo!” e affondando le mani nella sua folta capigliatura che nel frattempo si era sciolta.

Incominciò a muoversi, lentamente, piacevolmente, con un movimento avanti e indietro dei fianchi, affondando, ritirandosi mentre la baciava sulle labbra voracemente. Maddie prese quel ritmo: si alzava facendo leva sulle ginocchia quando lui si allontanava e scendeva quando lui premeva, persa nell’incredibile calore evocato dai suoi movimenti. Dentro e fuori, continuamente. I suoi seni schiacciavano contro il petto di Angel, poi si risollevavano verso il cielo. Ogni volta in cui lui le afferrava con la bocca un capezzolo e lo succhiava con violenza Maddie gemeva di piacere. Il suo membro era una sciabola affilata e lei era il fodero perfetto…un incontro sublime.

Lui la accarezzò sulle natiche tirandosela ancora più vicina, muovendosi con ritmo sempre più veloce finchè…

Maddie emise un gemito più forte. Si chinò in avanti, in modo che lui rientrasse dentro di lei “Oh” gemette

Lui la tenne così stretta che soltanto i loro fianchi erano liberi di muoversi su e giù. Premeva la bocca sulla sua per bere i suoi gemiti.

“Oh” fece anche lui senza più fiato

Lei lo strinse con le ginocchia e prese a cavalcarlo senza freni, mentre lui assecondava i movimenti, inarcandosi senza più controllo.

E proprio quando credeva di non riuscire più a tollerare l’intensità del piacere, che, se lui non avesse smesso, sarebbe impazzita, Maddie smise completamente di pensare, si separò dalla sua parte conscia e fu proiettata oltre la ragione, in una qualche gloriosa regione di luce bianca e accecante che li abbracciava entrambi dentro le sue ali.

Allora si accasciò su di lui e Angel, a sua volta, sullo schienale, mentre quella luce calda li avvolgeva e poi pian piano li abbandonava con lunghe ondate lente. Si guardarono. Nel cerchio luminoso che li univa, lei vide i riflessi tremanti della passione che la percorrevano inondare quella stanza, tutto il palazzo, anzi il mondo e l’universo intero, con il loro incredibile bagliore. Poi le ondate di fiamma lentamente cessarono.

 

Casa di Mariel – Stanza di Robert.

 

Buffy si accasciò su Robert ansimante. La stanza sembrava brillare di una luce innaturale, di una passione a troppo trattenuta. Ancora sconvolti da quella tempesta di emozioni lentamente si addormentarono.

 

CAPITOLO 26

 

Hotel Hymperion.

 

Angel non ricordava che il suo letto fosse caldo e poi che cos’era che gli solleticava il petto? Lentamente aprì gli occhi. Da dietro le pesanti tende il sole stava sorgendo. Qualcosa si mosse vicino a lui e questo lo allarmò. Quando su ben sveglio guardò a lato e vide il corpo nudo di una donna disteso a fianco. La sua testa era appoggiata sul suo petto…i capelli scendevano a coprirle il volto. Si scosse quasi inorridito. Che cosa ci faceva una donna nel suo letto? Il movimento brusco fece si che la sua ospite si voltasse ed la riconobbe “Maddie?” pensò e poi dalla nebbia della sua mente riaffiorarono lentamente i ricordi…allora non era stato un sogno. Spaventato si mosse ancora bruscamente nel letto, ma lei non accennava a svegliarsi. Doveva avere il sono pesante! Istintivamente si portò la mano in centro al suo petto. Non era successo niente. Aveva ancora la sua anima…forse la cosa sarebbe avvenuta più tardi…

“Ma…?…Ma…dove sei?”

A quel lieve richiamo Maddie aprì gli occhi improvvisamente. Il suo viso sorrise apertamente a qualcuno…ci volle qualche secondo per rendersi conto di dov’era.

“Daniel mi sta chiamando” disse alzandosi di scatto.

Angel era ancora perso nelle sue paure quando lei gli si avvicinò e posò un lieve bacio sulle sue labbra “buongiorno” gli disse mentre afferrava al volo i suoi abiti e li indossava a tutta velocità prima di uscire dalla stanza.

 

Casa di Mariel – stanza di Robert

 

Buffy aprì gli occhi. Si sentiva incredibilmente soddisfatta. Aveva fatto un sogno stranissimo. Si stiracchiò nel letto e solo allora si accorse che vicino a lei c’era qualcun altro. Si ritirò sorpresa lanciando un urlo

Lo sconosciuto voltò il capo e scoprì che si trattava di Robert. Lui aprì gli occhi e la fissò con aria dolce e innamorata, poi quando le immagini furono a fuoco, lui balzò sul letto.

“Che cosa ci fai nella mia stanza?” chiese e notando che era completamente nudo strattonò il lenzuolo per coprirsi, mentre Buffy faceva lo stesso.

“Io…non so…” disse lei alquanto imbarazzata “Non faccio cose del genere…”

“Nemmeno io…” rispose lui

“Mi ricordo che ci stavamo salutando e poi…pensavo fosse un sogno”

“Anche tu? E’ successa la stessa cosa anche a me…che cosa ci è successo?”

Buffy sospirò “Qui ci vorrebbe Willow” disse

“Willow? E chi è?”

“E’ una mia amica…lei è una strega”

Robert rimase sorpreso

“Penso che siamo stati vittime di qualche incantesimo…altrimenti non so come si possa spiegare una cosa del genere” continuò Buffy

“Streghe, incantesimi? E io pensavo che esistessero solo nelle favole. Forse quei vampiri ci hanno fatto qualcosa…”

“E’ inutile pensarci. Io dovrei andare a farmi una doccia…ti vorresti” disse Buffy facendogli un gesto con la mano

“Oh…si scusami” rispose lui voltando lo sguardo da un’altra parte.

 

Robert indirizzò il getto di acqua fredda verso il suo viso. Che diavolo era successo? Come era possibile che quello che reputava un suo sogno erotico con Maddie si fosse trasformato in una notte di sesso con quella ragazza che appena conosceva? A quanto aveva visto anche per lei era stato così. Qualcuno aveva giocato con loro e avrebbe scoperto chi per fargliela pagare!

Si diresse verso l’armadietto del bagno, l’aprì e tolse l’occorrente per radersi, Chiuse il mobiletto e con un colpo di mano tolse il vapore dallo specchio quando vide riflesso un volto che non era il suo. Il cuore gli mancò un battito. Per un fugace attimo, per qualche secondo aveva visto riflesso nello specchio il volto di un uomo bruno, occhi scuri e profondi, ma era stato solo un attimo, abbastanza per lasciarlo sgomento.

 

Hotel Hymperion –stanza di Angel

 

Angel era appena uscito dalla doccia quando la sua attenzione fu attratta da uno strano riflesso nello specchio. Cordelia aveva insistito perché ne mettesse uno in bagno e ancora non riusciva a capirne il perché. Si avvicinò credendo che fosse solo uno scherzo di ombre quando vide apparire due occhi di un azzurro profondo e un viso contornato da capelli color sabbia. Colto alla sprovvista fece un balzo indietro, inciampò nello sgabello e cadde a terra con un tonfo.

 

Casa di Mariel –

 

Robert incrociò una Buffy evidentemente imbarazzata sul corridoio.

“Buffy…”

“Non dire nulla è già abbastanza imbarazzante…non vedo l’ora di tornare a casa”

“Non è stata colpa tua…non devi sentirti in colpa”

“Invece lo sono. Quando ci sono di mezzo io succedono sempre cose strane e tu ci sei andato di mezzo. Spero che questo non sconvolga la vita”

“Sconvolgermi?”

“Beh, penso che abbia una ragazza…”

“Non più”

Buffy lo fissò “Mi dispiace” disse

“Non dispiacerti. Molto presto la ritroverò”

“Ti ha lasciato?”

Lui annui. “Ma ho deciso di non darmi per vinto. Sono intenizionato a ritrovarla, costi quel che costi”

“E’ lei che stavi sognano la notte scorsa mentre noi…”

“Si. E scommetto che anche tu stavi sognando qualcuno”

Buffy abbassò lo sguardo.

Robert le mise le mani sulle spalle e lei alzò il viso.

“Non vergognarti Buffy di quello che hai provato, hai sperato. Qualcuno si è divertito a giocare con noi, ha usato i nostri sentimenti per qualche scopo che ancora non so, ma ti assicuro che cercherò di scoprire che è stato. Non devi raccontare nulla al tuo ragazzo, non eravamo noi…”

“Io non ho più un ragazzo…comunque non era con lui che io…”

“Scusa, sono stato inopportuno…non sono affari miei”

“Lui…mi ha lasciata sola…ormai è passato tanto tempo…”

“E ne sei ancora innamorata. Le nostre storie si assomigliano…siamo stati lasciati dalle persone che amavamo di più. Anche lui ti ha detto che era per il tuo bene?”

Lei annui.

“e nonostante tu abbia cercato di fargli cambiare idea non c’è stato nulla da fare?”

Lei annui nuovamente.

“Sembriamo la copia uno dell’altra” disse lui “Vieni, ti accompagno alla fermata del bus”

“Grazie” rispose lei.

 

Hotel Hymperion

 

Maddie stava sorseggiando un caffè mentre Daniel stava finendo di fare colazione persa nei suoi pensieri. Che cosa aveva fatto? Qualcuno le avrebbe dovuto dare qualche spiegazione! Non era giusto quello che era successo. Lei stava immaginando di fare l’amore con Robert e probabilmente Angel stava pensando di stare con Buffy. Che situazione! Al suo risveglio, quando aveva visto il volto quasi sconvolto di Angel l’unica cosa che aveva pensato di fare per tranquillizzarlo era stato baciarlo leggermente e dirgli buongiorno. Scosse la testa. Che cosa sarebbe accaduto ora?

Angel apparve sulla porta. Rimase per un attimo a fissarla. Era davvero una donna molto bella, solo che lui l’altra notte stava sognando di fare l’amore con un’altra. Ormai era sicuro che non era accaduto nulla. La sua anima era ancora al suo posto. Certo avevano passato una notte fantastica e, a dire il vero, visto la sua vasta esperienza davvero sublime, ma questo era tutto. Era stato un errore.

“Hai intenzione di rimanere li ancora a lungo?” chiese lei

“Noi…dobbiamo parlare”

“Di cosa?”

“Di quello che è successo…”disse sottovoce Angel per non farsi capire da Daniel

Lei fece spallucce.

“Ma…” disse Daniel “posso andare ora?”

“Certo tesoro…” rispose lei. “Cosa stavi dicendo?” disse poi rivolta ad Angel

Lui iniziò a girare per la piccola cucina come un forsennato. Si passò le mani fra i capelli come alla ricerca delle parole giuste

“Tu…sai della mia maledizione vero?”

“Si. So quello che Buffy mi ha raccontato, ma non ho mai approfondito l’argomento…non vedo dove sia il problema”

“Insomma, non riesci a capire?”

“Sinceramente no…”

“Non ho perso l’anima!” gridò lui avvicinando il viso al suo

“Capisco” rispose lei con calma “E questo dovrebbe rendermi felice o rattristarmi?”

 

CAPITOLO 27

 

Angel si accasciò sulla sedia fissandola quasi sbalordito “Ma che razza di risposta era quella?” pensò, stava per dire qualcosa quando Wesley irruppe in cucina

“Ciao Maddie…Oh Angel ci sei anche tu…come mai? Di solito dormi a quest’ora”

“Penso che sia colpa mia” disse Maddie a qual punto

L’espressione di Angel si fece quasi drammatica “Non gli avrebbe certo raccontato quello che era successo” disse fra se

Maddie sorrise leggermente come se intuisse le sue preoccupazioni. “Devo aver fatto più rumore del solito questa mattina. Come mai sei qui così presto?” chiese a Wesley

“Non ti dovevo accompagnare?”

“Accompagnare?”

“All’ospedale, al controllo per Daniel”

“Me ne ero scordata. Dammi un quarto d’ora “ disse lei alzandosi e correndo fuori dalla stanza.

 

Angel era ancora seduto perso nei suoi pensieri

“Angel? Che cosa c’è? È successo qualcosa?”

“Vuoi sapere che cosa è successo? Io e Maddie abbiamo fatto l’amore tutta la notte e non ho perso l’anima quindi lasciala in pace lei è mia ora…” gli gridò lui in faccia

“Angel? Mi vuoi rispondere?” chiese nuovamente Wesley

Angel si ridestò da quel sogno ad occhi aperti e alzatosi dalla sedia si diresse verso la porta “Ho solo dormito male e poco per via della ferita” rispose mentre lasciava la cucina.

Wesley non badò molto alla risposta scorbutica di Angel in fondo il suo carattere schivo e chiuso era ancora un mistero per lui.

Si versò una tazza di caffè in attesa dell’arrivo di Maddie e Daniel.

 

Hotel Hynperion - Stanza di Maddie

 

Dopo aver raccolto i capelli, non aveva tempo di lavarseli, Maddie si gettò sotto il getto d’acqua. “Dio” pensò “Era stata una notte fantastica. Era stata di nuovo fra le sue braccia” ma per ottenere tutto questo si era dovuta servire di Angel o perlomeno altri si erano serviti di entrambi.

Improvvisamente percepì una presenza famigliare nella stanza.

“Spero che tu ti sia divertita” disse

“Non mi sono divertita” rispose una voce di donna che ben conosceva “Lo sai era necessario”

“Necessario per chi?”

“Necessario per lui …ed anche per te…”

Meddie fece un sorrisetto ironico “Lui deve comprendere molte cose ancora…” disse la voce

“Ma perché io e perché proprio ora?”

“Perché c’erano tutte le condizioni, perché era giunto il momento di creare il legame, tutti gli interessati erano presenti.”

“Già…ma non capisco ugualmente…”

“Sei sempre stata molto perspicace, capirai presto vedrai senza nessuna spiegazione da parte mia”

“Come al solito del resto…che cosa farò ora?”

Ma la domanda di Maddie rimase lì sospesa a mezz’aria. Lei se ne era andata lasciandole il compito di gestire quella scottante situazione da sola.

Chiuse il getto d’acqua e uscì dalla doccia. Aveva un appuntamento.

 

Los Angeles – Hilton Hotel

 

Trent uscì dalla doccia con solo un asciugamano avvolto attorno ai fianchi e guardò l’ora. Era ora di chiamare il suo capo. Dopo giorni di appostamenti era giunto il momento di elaborare un piano. Solo che aveva bisogno di aiuto. Prendere il bambino non sarebbe stato facile. Compose il numero sulla tastiera del suo cellulare.

“Sono io” disse “Ho tutte le informazioni necessarie, possiamo procedere!”

“Bene. Per quando è previsto?”

“Penso al massimo fra un paio di settimane solo che avrei bisogno di qualche aiutante”

“Perché?”

“Il bambino non è mai solo, la donna è sempre con lui e quando non c’è ci sono o il vampiro oppure i suoi collaboratori. Devo trovare un modo per allontanarli”

“Capisco. Conosco qualcuno che potrebbe aiutarti. I loro uffici sono proprio in quella città”

“Uffici?”

“E’ un rinomato studio di avvocati “La Wolfran & Hart”, ma non farti ingannare dalle apparenze. Vai da loro e chiedi di parlare con Holland della sezione affari speciali, loro ti aiuteranno.

“Bene e per il pagamento dei loro…servizi?”

“Domani ti arriverà tutto il necessario…ah Trent?”

“Si?”

“Ricorda che nessuno deve sapere di me…tu agisci da solo!”

“Certo, come sempre del resto!”

 

Strada per Sunnydale . Autobus

 

Buffy ripensava a quello che era successo. Eppure era stato tutto così reale, aveva sentito le sue mani su di lei, aveva sentito i suoi baci e le sue carezze, aveva sentito lui dentro di lei…era stato così bello, eppure si era risvegliata con un altro uomo accanto. Chiuse gli occhi. Robert aveva ragione qualcuno aveva giocato con loro, ferendone i sentimenti. Ma chi? Questa domanda presto o tardi avrebbe sicuramente trovato una risposta.

L’autobus si fermò. Willow la stava aspettando. Sorridendole le andò incontro e la abbracciò.

 

Los Angeles – Ospedale.

 

“Bene Daniel devo dire che sei guarito completamente” disse il dottore al bambino

“Davvero? Allora adesso potrò saltare di nuovo?”

“Certamente. Vai ora devo parlare con la tua mamma”

“Ok” disse il bambino

“Sta davvero bene?”

“Perfettamente. Le ossa si sono saldate perfettamente e devo ammettere più in fretta del previsto. Solo che per sicurezza è meglio che non faccia molti sforzi per ancora un paio di settimane”

“Grazie dottore” disse Maddie stringendogli la mano

“Non c’è di che” rispose lui

 

Hotel Hymperion – pomeriggio inoltrato

 

Daniel entrò come una furia dentro l’albergo seguito da Maddie e Wesley. Corse su per le scale velocemente

“Ciao Angel” disse incrociandolo

“Ciao” rispose lui

Stava per scendere la scalinata quando sentì Maddie e Wesley chiacchierare fra loro.

“Ti vorrei invitare fuori, magari a cena” disse lui

“Perché?”

“Non capisci? Vorrei conoscerti meglio”

“Meglio in che senso? Informazioni sulla mia missione o su Daniel?”

Wesley scosse la testa “No, tu mi piaci molto…e pensavo che frequentandoci un po’…”

“Oh, capisco. Conoscermi in quel senso”

“Si” rispose lui prendendole una mano fra le sue

Maddie prese un respiro profondo che cosa poteva dire? Dopo quello che era successo con Angel c’era già troppa tensione e intrecciare una qualsiasi relazione con Welsey non avrebbe certo giovato alla situazione e poi non voleva relazioni!

“Non occorre che tu mi dia una risposta immediata…” disse l’uomo

“Vieni sediamoci” iniziò Maddie dirigendosi verso delle poltroncine della Hall.

“Wesely, tu sei una cara persona, ma sinceramente in questo momento non me la sento di intrecciare nessun tipo di relazione”

“Comprendo che il momento non sia fra i migliori, ma ora mi sembra che la tua situazione sia un po’ più equilibrata”

“Presto me ne dovrò andare Wess e non ho intenzione e desiderio di lasciare dietro di me cuori infranti e delusi, ho smesso da molto tempo di sognare una relazione amorosa con qualcuno, devo pensare alla salvezza di Daniel e non ho posto per nient’altro, e poi non pensi che ci vogliano anche una qualche tipo di sentimento fra due persone che desiderano uscire insieme?”

Lui la fissò come se le sue parole l’avessero preso a pugni

“Wesley, non fraintendermi, sei un buon amico, ma nulla più”

“Non potresti ripensarci?”

Lei scosse la testa. “Ci sono cose che non possono cambiare. Mi dispiace molto”

“Beh, per lo meno sei stata sincera, e non biasimarmi per averci almeno provato”

“Non ti biasimo affatto. Era da molto tempo che qualcuno non mi faceva un’offerta così vantaggiosa. Dopo un po’ una donna ha bisogno di sentirsi dire cose di questo tipo” rispose Maddie sorridendo.

 

Angel in cima alla scalinata trasse un respiro di sollievo. Era giunto il suo turno di parlare con quella ragazza e come se nulla fosse iniziò a scendere le scale e incrociando Maddie si lanciarono un lungo sguardo.

 

Il resto della serata passò abbastanza tranquillo. Cordelia non aveva avuto visioni, ed quindi erano usciti solo per fare un piccolo giro di ronda per uccidere dei vampiri. Al suo rientro Angel trovò l’Hymperion nel silenzio più assoluto.

Imprecando fra sé si diresse verso la stanza di Daniel e Maddie, era giunto il momento di parlarle a costo di svegliarla.

Stava per bussare alla porta quando una voce alle sue spalle lo fece voltare “Stai cercando me?”

Lui la squadrò da capo a piedi. Portava un top bianco e dei pantaloni di una tuta. Cercò di tenere a freno l’impulso di stringerla fra le braccia. “Dobbiamo parlare”

“Va bene. Da me o da te?”

“Direi in ufficio” rispose Angel, che non voleva essere tratto in tentazione alla vista del letto.

“Perfetto”

 

Ufficio di Angel – Hotel Hymperion

 

“Di che cosa vuoi discutere?” chiese Maddie

“Di quello che è successo la notte scorsa ti sembra poco?”

“Non è stato affatto qualcosa da poco”gli rispose Maddie “Vuoi che vada via?”

Angel chiuse per un secondo gli occhi cercando di riprendere il controllo “Certo che non era stato qualcosa da poco, a letto aveva fatto faville” pensò fra se “Solo che c’era un particolare che non quadrava e a lui non piaceva non avere il controllo della situazione.

“No. Non occorre è solo che…è’ stato un errore” disse improvvisamente tutto in un fiato lui “Non sarebbe dovuto accadere, …non mi era mai successo di lasciarmi andare in quel modo”

“Non c’è nulla di male a lasciarsi andare un po’”

“Per me è pericoloso”

“Ah, già per via della tua presunta maledizione”

“Esatto e non è presunta, è reale! Non voglio correre rischi inutili. Non accadrà più. E poi io stavo sognando e non eri tu che tenevo fra le braccia” disse rendendosi conto subito che quello che aveva detto era una cosa che nessuna donna avrebbe voluto sentirsi dire.

“Va bene”

“Va bene? E’ tutto quello che hai da dire?”

Maddie avrebbe voluto dire di più. Che lei non stava facendo l’amore con lui ma con Robert, che c’era in gioco molto di più di una semplice notte, c’era in gioco una vita intera. Ma, come spesso le succedeva, comprese che era troppo presto per spiegargli tutto quello che sarebbe successo.

“Quello che è successo la notte scorsa è una cosa che capita spesso fra persone adulte e consenzienti. Forse eravamo presi dai ricordi, dalle nostre sensazioni, dalla nostra solitudine e non vedo nulla di male nel consolarci a vicenda nella speranza di lenire un po’ il nostro dolore. Non vuoi che accada più? Per me va bene, non ci sono problemi”

“Davvero?” disse Angel con una nota di delusione

“Come ti ho detto l’altra notte raramente rimugino sulle decisioni prese e sulle azioni fatte. Quello che è successo è stato molto bello e non ti preoccupare per la tua virtù non verrò a bussare alla tua porta in piena notte. Dormi bene” disse lei lasciando l’ufficio e un Angel impietrito e senza parole.

 

CAPITOLO 27

 

Angel si accasciò sulla sedia fissandola quasi sbalordito “Ma che razza di risposta era quella?” pensò, stava per dire qualcosa quando Wesley irruppe in cucina

“Ciao Maddie…Oh Angel ci sei anche tu…come mai? Di solito dormi a quest’ora”

“Penso che sia colpa mia” disse Maddie a qual punto

L’espressione di Angel si fece quasi drammatica gli avrebbe raccontato quello che era successo?

Maddie sorrise leggermente come se intuisse le sue preoccupazioni. “Devo aver fatto più rumore del solito questa mattina. Come mai sei qui così presto?” chiese a Wesley

“Non ti dovevo accompagnare?”

“Accompagnare?”

“All’ospedale, al controllo per Daniel”

“Me ne ero scordata. Dammi un quarto d’ora “ disse lei alzandosi e correndo fuori dalla stanza.

 

Angel era ancora seduto perso nei suoi pensieri

“Angel? Che cosa c’è? È successo qualcosa?”

“Vuoi sapere che cosa è successo? Io e Maddie abbiamo fatto l’amore tutta la notte e non ho perso l’anima quindi lasciala in pace lei è mia ora…” gli gridò lui in faccia

“Angel? Mi vuoi rispondere?” chiese nuovamente Wesley

Angel si ridestò da quel sogno ad occhi aperti e alzatosi si diresse verso la porta “Ho solo dormito male e poco per via della ferita” rispose mentre lasciava la cucina.

Wesley non badò molto alla risposta scorbutica di Angel in fondo il suo carattere schivo e chiuso era ancora un mistero per lui.

Si versò una tazza di caffè in attesa dell’arrivo di Maddie e Daniel.

 

Hotel Hynperion - Stanza di Maddie

 

Dopo aver raccolto i capelli, non aveva tempo di lavarseli, Maddie si gettò sotto il getto d’acqua. “Dio” pensò “Era stata una notte fantastica. Era stata di nuovo fra le sue braccia” ma per ottenere tutto questo si era dovuta servire di Angel o perlomeno altri si erano serviti di entrambi.

Improvvisamente percepì una presenza famigliare.

“Spero che tu ti sia divertita” disse

“Non mi sono divertita” rispose una voce di donna che ben conosceva “Lo sai era necessario”

“Necessario per chi?”

“Necessario per lui …ed anche per te…”

Meddie fece un sorrisetto ironico “Lui deve comprendere molte cose ancora…” disse la voce

“Ma perché io e perché proprio ora?”

“Perché c’erano tutte le condizioni, perché era giunto il momento di creare il legame, tutti gli interessati erano presenti. Ormai tutto sta giungendo al termine”

“Già…ma per raggiungere lo scopo avete ferito i suoi sentimenti…era alquanto turbato questa mattina”

“Il turbamento gli passerà molto presto…e i suoi sentimenti sono ancora molto forti…”

“E’ vero”

“Come i tuoi del resto!”

“Puoi usare me, ma non Robert, lui non c’entra nulla in tutto questo!”

“Perché non vuoi trarre un po’ di felicità da questa situazione?”

“Perché non è giusto. Deve continuare per la sua strada…senza di me. Lui non era nei nostri piani”

“Vi è entrato quasi di prepotenza. Ormai non devi far altro che accettare”

“E se non volessi? Che cosa succederebbe?”

“Sei sempre stata molto perspicace e la risposta la conosci perfettamente, non ti occorre nessuna spiegazione da parte mia”

“Come al solito del resto…che cosa farò ora?”

Ma la domanda di Maddie rimase lì sospesa a mezz’aria. Lei se ne era andata lasciandole il compito di gestire quella scottante situazione da sola.

Chiuse il getto d’acqua e uscì dalla doccia. Aveva un appuntamento.

 

Los Angeles – Hilton Hotel

 

Trent uscì dalla doccia con solo un asciugamano avvolto attorno ai fianchi e guardò l’orologio. Era ora di chiamare il suo capo. Dopo giorni di appostamenti era giunto il momento di elaborare un piano. Solo che aveva bisogno di aiuto. Prendere il bambino non sarebbe stato facile. Compose il numero sulla tastiera del suo cellulare.

“Sono io” disse “Ho tutte le informazioni necessarie, possiamo procedere!”

“Bene. Per quando è previsto?”

“Penso al massimo fra un paio di settimane solo che avrei bisogno di qualche aiutante”

“Perché?”

“Per tenere d’occhio l’Hotel. Inoltre il bambino non è mai solo, la donna è sempre con lui e quando non c’è ci sono o il vampiro oppure i suoi collaboratori. Devo trovare un modo per allontanarli”

“Capisco. Conosco qualcuno che potrebbe aiutarti. I loro uffici sono proprio in quella città”

“Uffici?”

“E’ un rinomato studio di avvocati “La Wolfran & Hart”, ma non farti ingannare dalle apparenze. Vai da loro e chiedi di parlare con Holland della sezione affari speciali.”

“Bene e per il pagamento dei loro…servizi?”

“Domani ti arriverà tutto il necessario…ah Trent?”

“Si?”

“Ricorda che nessuno deve sapere di me…tu agisci da solo!”

“Certo, come sempre del resto!”

 

Strada per Sunnydale . Autobus

 

Buffy ripensava a quello che era successo. Eppure era stato tutto così reale, aveva sentito le sue mani su di lei, aveva sentito i suoi baci e le sue carezze, aveva sentito lui dentro di lei…era stato così bello, eppure si era risvegliata con un altro uomo accanto. Chiuse gli occhi. Robert aveva ragione qualcuno aveva giocato con loro, ferendone i sentimenti. Ma chi? Questa domanda presto o tardi avrebbe sicuramente trovato una risposta.

L’autobus si fermò. Willow la stava aspettando. Sorridendole le andò incontro e la abbracciò.

 

Los Angeles – Ospedale.

 

“Bene Daniel devo dire che sei guarito completamente” disse il dottore al bambino

“Davvero? Allora adesso potrò saltare di nuovo?”

“Certamente. Vai ora devo parlare con la tua mamma”

“Ok” disse il bambino

“Sta davvero bene?”

“Perfettamente. Le ossa si sono saldate perfettamente e devo ammettere più in fretta del previsto. Solo che per sicurezza è meglio che non faccia molti sforzi per ancora un paio di settimane”

“Grazie dottore” disse Maddie stringendogli la mano

“Non c’è di che” rispose lui

 

Hotel Hymperion – pomeriggio inoltrato

 

Daniel entrò come una furia dentro l’albergo seguito da Maddie e Wesley. Corse su per le scale velocemente

“Ciao Angel” disse incrociandolo

“Ciao” rispose lui

Stava per scendere la scalinata quando sentì Maddie e Wesley chiacchierare fra loro.

“Ti vorrei invitare fuori, magari a cena” disse lui

“Perché?”

“Non capisci? Vorrei conoscerti meglio”

“Meglio in che senso? Informazioni sulla mia missione o su Daniel?”

Wesley scosse la testa “No, tu mi piaci molto…e pensavo che frequentandoci un po’…”

“Oh, capisco. Conoscermi in quel senso”

“Si” rispose lui prendendole una mano fra le sue

Maddie prese un respiro profondo che cosa poteva dire? Dopo quello che era successo con Angel c’era già troppa tensione e intrecciare una qualsiasi relazione con Welsey non avrebbe certo giovato alla situazione e poi non voleva relazioni!

“Non occorre che tu mi dia una risposta immediata…” disse l’uomo

“Vieni sediamoci” iniziò Maddie dirigendosi verso delle poltroncine della Hall.

“Wesely, tu sei una cara persona, ma sinceramente in questo momento non me la sento di intrecciare nessun tipo di relazione”

“Comprendo che il momento non sia fra i migliori, ma ora mi sembra che la tua situazione sia un po’ più equilibrata”

“Presto me ne dovrò andare Wess e non ho intenzione e desiderio di lasciare dietro di me cuori infranti e delusi, ho smesso da molto tempo di sognare una relazione amorosa con qualcuno, devo pensare alla salvezza di Daniel e non ho tempo per nient’altro”

Lui la fissò come se le sue parole l’avessero preso a pugni

“Wesley, non fraintendermi, sei un buon amico, ma nulla più”

“Non potresti ripensarci?”

Lei scosse la testa. “Ci sono cose che non possono cambiare. Mi dispiace molto”

“Beh, per lo meno sei stata sincera, e non biasimarmi per averci almeno provato”

“Non ti biasimo affatto. Era da molto tempo che qualcuno non mi faceva un’offerta così vantaggiosa. Dopo un po’ una donna ha bisogno di sentirsi dire cose di questo tipo” rispose Maddie sorridendo.

 

Angel in cima alla scalinata trasse un respiro di sollievo mentre dentro di se esultava per la risposta di Maddie a Wess. Era giunto il suo turno di parlare con quella ragazza e come se nulla fosse iniziò a scendere le scale e incrociando Maddie si lanciarono un lungo sguardo.

 

Il resto della serata passò abbastanza tranquillo. Cordelia non aveva avuto visioni, ed quindi erano usciti solo per fare un piccolo giro di ronda per uccidere dei vampiri. Al suo rientro Angel trovò l’Hymperion nel silenzio più assoluto.

Imprecando fra sé si diresse verso la stanza di Daniel e Maddie, era giunto il momento di parlarle a costo di svegliarla.

Stava per bussare alla porta quando una voce alle sue spalle lo fece voltare “Stai cercando me?”

Lui la squadrò da capo a piedi. Portava un top bianco e dei pantaloni di una tuta. Cercò di tenere a freno l’impulso di stringerla fra le braccia. “Dobbiamo parlare”

“Va bene. Da me o da te?”

“Direi in ufficio” rispose Angel, che non voleva essere tratto in tentazione alla vista del letto.

“Perfetto”

 

Ufficio di Angel – Hotel Hymperion

 

“Di che cosa vuoi discutere?” chiese Maddie

“Di quello che è successo la notte scorsa ti sembra poco?”

“Non è stato affatto qualcosa da poco”gli rispose Maddie “Vuoi che vada via?”

Angel chiuse per un secondo gli occhi cercando di riprendere il controllo “Certo che non era stato qualcosa da poco, a letto aveva fatto faville” pensò fra se “Solo che c’era un particolare che non quadrava e a lui non piaceva non avere il controllo della situazione.

“No. Non occorre è solo che…è’ stato un errore” disse improvvisamente tutto in un fiato lui “Non sarebbe dovuto accadere, …non mi era mai successo di lasciarmi andare in quel modo”

“Non c’è nulla di male a lasciarsi andare un po’”

“Per me è pericoloso”

“Ah, già per via della tua presunta maledizione”

“Esatto e non è presunta, è reale! Non voglio correre rischi inutili. Non accadrà più. E poi io stavo sognando e non eri tu che tenevo fra le braccia” disse rendendosi conto subito che quello che aveva detto era una cosa che nessuna donna avrebbe voluto sentirsi dire.

“Va bene”

“Va bene? E’ tutto quello che hai da dire?”

Maddie avrebbe voluto dire di più. Che lei non stava facendo l’amore con lui ma con Robert, che c’era in gioco molto di più di una semplice notte, c’era in gioco una vita intera. Ma, come spesso le succedeva, comprese che era troppo presto per spiegargli tutto quello che sarebbe successo.

“Quello che è successo la notte scorsa è una cosa che capita spesso fra persone adulte e consenzienti. Forse eravamo presi dai ricordi, dalle nostre sensazioni, dalla nostra solitudine e non vedo nulla di male nel consolarci a vicenda nella speranza di lenire un po’ il nostro dolore. Non vuoi che accada più? Per me va bene, non ci sono problemi”

“Davvero?” disse Angel con una nota di delusione

“Come ti ho detto l’altra notte raramente rimugino sulle decisioni prese e sulle azioni fatte. Quello che è successo è stato molto bello e non ti preoccupare per la tua virtù non verrò a bussare alla tua porta in piena notte. Dormi bene” disse lei lasciando l’ufficio e un Angel impietrito e senza parole.

 

 

CAPITOLO 28

 

Uffici della Wolfran & Hart

 

“Allora signor Smith che cosa possiamo fare per lei?”

Trent squadrò l’uomo di fronte a lui. Non era molto alto. Tipo comune ma aveva qualcosa di ambiguo che gli piacque molto.

“Mi hanno indirizzato qui delle persone che sono state molto soddisfatte della vostra consulenza”

“Bene. Ma di che cosa si tratta specificatamente?”

Trent aprì la sua valigetta e ne estrasse una busta che fece scivolare sul tavolo verso Lindsey .

Quest’ultimo l’aprì e scrutò le foto in esso contenute.

“Interessante” disse “Di cosa ha bisogno esattamente?”

“Di aiuto. Dovete allontanarli dall’Hymperion”

“Solo questo? E perché?”

“Il perché non dove interessarvi, ma una cosa è fondamentale questa donna” disse mettendo un dito sulla foto che ritraeva Maddie “deve essere allontanata anche lei”

“Possiamo ucciderli?” chiese a quel punto

Trent solitamente non voleva che fossero coinvolte persone innocenti, cercò di misurare la risposta.

“Per quanto riguarda la sorte del vampiro e della donna non ho preferenze, mentre per gli altri…opterei che rimanessero in vita, ma la cosa più importante” continuò Trent mostrando una foto di Daniel “Lui deve rimanere vivo, lui è mio”

“Si rende conto che una tale operazione le costerà parecchio?” intervenne Lindsey

“Non è un problema” rispose Trent lanciando un mazzo di banconote verso di lui.

“Bene” disse Lindesy stringendogli la mano “Penso che rimarrà molto soddisfatto del nostro operato”

 

Tre giorni dopo – Ufficio di Lindsey

 

Trent si agitò lievemente sulla poltrona del lussuoso ufficio alquanto irritato

“Mi scusi per il ritardo signor Smith”

“E’ il minimo. Mi avevate assicurato una certa velocità, invece siamo ancora fermi al punto di partenza”

“Non si preoccupi. Tutte le persone interessate sono ancora all’Hymperion, le abbiamo controllate”

“Questo lo so anch’io” rispose sprezzante Trent “Il tempo stringe”

“Lei voleva dei professionisti ed noi abbiamo trovato i migliori”

“Ne è certo?”

Lindsey annui “Il vampiro è molto forte ho dovuto cercare qualcuno in grado di affrontarlo”.

“Voglio i particolari” disse Trent

“Bene. Per allontanarli tutti dovremmo indurre in quella ragazza che lavora con lui una visione di alcune persone in pericolo. In questo modo il campo rimarrà scoperto e potremmo agire…”

“In che modo?”

Notando che aveva finalmente attirato l’attenzione di quel fantomatico personaggio Lindesy continuò con l’esposizione del suo piano.

 

Hotel Hymperion

 

Angel si abbracciò mentre aghi d’acqua fredda gli percuotevano la schiena. Tremava, ma rifiutava di uscire da lì sotto finché non avesse annullato gli effetti che Maddie aveva su di lui. Finalmente chiuse il rubinetto della doccia e uscì.

Bella idea aveva avuto!

Dopo il loro scambio di battute nel suo ufficio Maddie si comportava normalmente come se nulla fosse successo, mentre lui si sentiva infiammare ogni volta che la vedeva. Si era chiesto più volte se facendo ancora sesso con lei sarebbe ricaduto nella magia di quella notte.

Andò in camera e si rivestì di fretta. Aveva temporaneamente domato la sua libido, ma non riusciva a dimenticare con quale facilità Maddie lo aveva mandato su di giri.

 

Quella sera erano andati tutti da Lorne, per svagarsi un po’ e lì era accaduto l’imprevedibile. Wesley aveva invitato Maddie e ballare e lei aveva accettato. Vederli abbracciati aveva risvegliato la sua gelosia. Era ben conscio che non ne aveva il diritto e non capiva nemmeno il perché ma era accaduto. Concludendo aveva rovinato al serata a tutti: risposto male a Cordelia, trattato male Wess, Gunn per non parlare di Maddie prima di lasciarli, compreso Daniel, ringhiando fra i denti che aveva bisogno di un po’ di aria fresca e azione e svagarsi non era una delle sue priorità! Quindi era uscito quasi di corsa dal locale di Lorne con un diavolo per capello se così si poteva dire.

 

Ed ora si ritrovava lì, stanco e arrabbiato con se stesso per come si era comportato. Aveva fatto una ronda poco produttiva e ormai l’effetto della doccia fredda era passato e nuove immagini Maddie e Buffy cominciavano a riaffacciarsi alla sua mente. Perché quella notte non lo aveva respinto? Lui la voleva intensamente e questo era veramente un guaio di proporzioni astronomiche!

Si diresse verso la cucina e incrociò Maddie.

“Ciao” disse lei

“Ciao” gli rispose lui

“Ti sei calmato?”

“Come?”

“Posso capire che tu ce l’abbia con me, anche se non ne capisco il motivo visto che quella notte eravamo in due, ma prendersela anche con gli altri…”

“E tu non dovresti comportarti da civetta con tutti gli uomini che incontri”

“Ma che diavolo stai dicendo? Ho solo ballato con Wess e poi tu chi sei per impicciarti delle mie relazioni sociali? Sei forse mio marito? Il mio ragazzo? Ti rendi conto che stai rasentando il ridicolo?”

“Non sono ridicolo. Tu sei stata con me…tu mi appartieni”

“Io appartengo a me stessa, tu stesso hai detto che è stato un errore quello che è successo la scorsa notte, hai cambiato idea?”

Come spiegargli che la voleva perché voleva di nuovo Buffy? Come spiegarle che la gelosia che provava era verso Buffy, immaginandola mentre ballava con altri, mentre rideva con loro, mentre faceva l’amore con loro? Per poche ore, lei avrebbe potuto regalarle ancora quella tenue illusione mentre erano insieme? Decise di essere onesto, costi quel che costi.

“Voglio riavere tra le braccia Buffy, quella notte è stato così. Ma ho…”

“Paura?”

“Posso comprendere se tu ora mi mandi al diavolo, nessuno vuole essere usato, tanto meno per uno scopo così abbietto”

“Ti ho usato anch’io!”

“Cosa?”

“Pensi che tu sia stato il solo a provare certe emozioni? Pensi davvero che io facessi l’amore con te? Non per togliere nulla al tuo aspetto, sei un bel ragazzo, ma non sono innamorata di te, io sono innamorata ancora di Robert, come tu lo sei ancora di Buffy.”

Gli occhi di Maddie iniziarono a luccicare per un dolore troppo a lungo represso e improvvisamente ricordò quello che aveva detto la sua misteriosa visitatrice, voleva trarne un po’ di felicità da tutta quella situazione? Ma se non fosse più successo? Decise di dare sfogo alle sue preoccupazioni. “Se vuoi sapere anch’io ho paura. Ho paura di provare ancora quelle sensazioni, paura di ferire ancora i tuoi sentimenti. Come vedi non sono quell’essere insensibile che credi. Ma se noi stessimo insieme cosa succederebbe? Forse ci ritroveremmo in quel mondo che abbiamo sognato o forse no e il giorno dopo ci guarderemmo con odio e disprezzo. Anche se mi costa farlo non voglio correre il rischio, non lo sopporterei!”

Vedendo che non riceveva nessuna risposta lei gli passò vicino e lui fu assalito dal suo profumo e fece una cosa che mai si sarebbe immaginato di fare. La bloccò e la baciò. Lei gli aderì al corpo e lui assaporò lentamente sue labbra prima di allacciare la lingua alla sua. Aveva un buon sapore, un sapore che non aveva mai scordato. Nessuna esitazione, la baciò con un ardore che la stordì e la lasciò ansimante.

Lei tentò di allontanarsi, ma Angel la schiacciò contro di se, passandole una mano sulle natiche mentre continuava a baciarla, perso nelle sensazioni che questo risvegliava in lui.

Finalmente riuscì a staccarsi.

“Dicevi che non doveva accadere più. Non voglio che accada più”

Lui la guardò e come ridestatosi da un sogno disse “Scusami”

“Andrò a farmi una doccia…una doccia fredda e ti consiglio di fare altrettanto” disse lei ancora in subbuglio per quel bacio.

Angel la fissò mentre percorreva il corridoio. Anche lei era attratta da lui e da quello che poteva succedere se fossero stati insieme e in cuor suo ne fu felice. Dovevano correre il rischio. Voleva correre il rischio. Perché negarsi l’un l’altro a causa di un futuro incerto? Era proprio un peccato. A quel punto prese una decisione e si diresse verso la porta del bagno.

Quindi appoggiò la mano sulla maniglia e lentamente la abbassò. Maddie non aveva chiuso la porta a chiave. Bussò, ma non ricevette risposta, quindi interpretò il silenzio come un invito a entrare. Rimase un secondo immobile, infine aprì la porta.

 

CAPITOLO 29 (NC –17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Maddie aveva mentito, l’acqua della doccia era bollente e lei era in piedi, sotto il getto caldo, sperando di chiarirsi le idee.

Purtroppo la cosa non sembrava funzionare. Riusciva solo a pensare a Angel, ed a quello che avevano condiviso quella fatidica notte.

Mentre si insaponava, l’acqua continuava a scenderle lungo il corpo, riscaldandola e facendole passare il lieve tremore che l’aveva colta baciando Angel. Ora era più rilassata e si sentiva languida, quasi indolente e sensuale. Accidenti a tutta quella storia! Non riusciva più a pensare ad altro che a fare l’amore con Angel per potersi ritrovare fra le braccia di Robert. Anche se il suo cervello le diceva che non era giusto quello che stava accadendo, il suo corpo la pensava in modo diverso

Maddie sospirò e inclinò ancora più la testa per ricevere l’acqua sul viso ad occhi chiusi.

Sentì la porta del bagno aprirsi e un istante dopo, la tenda della doccia scostarsi.

“Non stai facendo una doccia fredda” disse Angel

D’istinto fece per coprirsi, ma lui entrò nella doccia e l’avvolse in un abbraccio possessivo. Poi la scostò da se e la guardò con i suoi occhi penetranti, allungò le mani ai lati della sua testa, appoggiandole alle piastrelle.

“Dimmi di andarmene, e lo farò all’istante. Ma dovrai dirmelo guardandomi negli occhi altrimenti non ti crederò. Penso che quello che abbiamo condiviso sia stato qualcosa di speciale e che si potrebbe ripetere e che dovremmo ritentare”

In quel momento Maddie non era nello stato mentale migliore per poter riflettere. Erano entrambi nudi, e tutti quei muscoli ben disegnati e lisci che assomigliavano tanto a quelli del suo ex ragazzo…”Tu pensi che…”

“So che lo vuoi anche tu. Non importa quello che pensi o che esprimi a parole, ma entrambi lo desideriamo, entrambi ne abbiamo bisogno”

“No, no...quell’altra cosa…hai detto che si potrebbe ripetere…”

“Hai sentito bene”. Angel le si avvicinò ulteriormente, era magnifico, così fiero e virile nella sua nudità. Non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. La situazione la intrigava e la spaventava nello stesso momento.

“Ma se non dovesse succedere? Che cosa accadrà dopo?”

Angel sentì una nota di preoccupazione e paura nella sua voce temeva forse che l’avrebbe odiata incolpata o peggio?

“Ci penseremo se e quando succederà! Non dovrai avere paura di me, mai” gli sussurrò lui, accarezzandola dappertutto con dolcezza

“Non potrò mai avere paura di te”

“No?”

“No. Davvero.”

Angel le sorrise e abbassò la testa per baciarla, lentamente e con tenerezza. Lei contraccambiò, senza esitazione, intensificando il bacio. Le sue mani si mossero lungo quel corpo morbido come seta, reso scivoloso e lucente dall’acqua e dalla schiuma profumata. Le accarezzò la schiena e i fianchi per poi scendere fino ai glutei. I loro respiri, stranamente anche quello di Angel misti al vapore divennero irregolari e affannosi, mentre la magia si ripeteva. Angel fissò Maddie negli occhi e vide il volto soffuso di piacere di Buffy che gli sorrideva appassionata, mentre Maddie sorrise al volto conosciuto di Robert.

Con movimenti lenti e sensuali Angel la stuzzicò e lei non fu da meno. Poi si sentì sollevare e schiacciare dolcemente contro le piastrelle, sostenuta dal corpo di Angel.

 

Sunnydale – stanza di Buffy.

 

Buffy stava sognando ed era tutto così reale. Era avvolta nelle forti braccia di Angel mentre un getto di acqua calda riscaldava i loro corpi. Lui la stava accarezzando, baciando, e lei si sentiva così bene, così viva e si lasciò andare, anche quando lui la sollevò per schiacciarla contro le piastrelle della doccia…

 

Hotel Hymperion – doccia

 

Lui la guardò a lungo negli occhi, facendole accelerare il battito del cuore. Poi tornò ad impossessarsi delle sue labbra, già gonfie per i baci ricevute scese a tormentarle il collo e il seno con la bocca e l’accarezzò là dove il bisogno si faceva più urgente e il desiderio più acuto e pulsante, quasi doloroso.

Improvvisamente lei provò un misto di frenesia e impazienza che non volle più controllare non poteva aspettare un momento di più per rivivere quelle sensazioni incredibili. Sapeva che lui l’avrebbe presa e attendeva quel momento con trepidazione, Lui continuò a regalarle carezze sempre più intime, facendola gemere, dapprima debolmente e poi con maggiore intensità

“Ti piace?”

Quella domanda non la colse alla sprovvista. Robert le chiedeva sempre se ciò che faceva le piacesse o meno

“Lo sai che mi piace “ fu la sua risposta mentre si inarcava ancora verso di lui

L’accarezzò di nuovo, quasi con riverenza, stuzzicandola appena, e lei impaziente, si spinse più vicina a lui, per avere di più. Quando lui la sollevò su di sè chiedendole di avvolgergli le gambe attorno al bacino, lei gli afferrò le braccia, faticando a credere di essere di nuovo vicina a quel piacere intenso da darle le vertigini.

“Ora…”

“Lo so, lo so…” Angel entrò in lei lentamente, affinché il suo corpo di abituasse alla sua presenza, e quell’attesa non fece altro che intensificare il piacere che già provavano.

Cominciò poi a spingersi sempre più in lei, e a baciarla con crescente passione.

 

Sunnydale – stanza di Buffy

 

Buffy si stava agitando nel suo letto, sentiva crescere dentro una tensione, una piacevole tensione e lei non voleva svegliarsi, sapeva che molto presto si sarebbe librata nuovamente in quel magico oceano di sensazioni e piacere che aveva già provato, provato solo con lui, perché lei aveva amato in modo incondizionato e totalmente solo lui. Si inarcò mentre nel suo ventre esplodeva un piacere intenso e in quel momento due parole uscirono dalle sue labbra “Ti amo”

 

Hotel Hymperion

 

Maddie avvertì i suoi fremiti e i gemiti rochi, e si sentì gratificata e forte per averlo reso così debole di fronte al desiderio.

“Ora, Buffy, adesso…non riesco più a resistere”

“Si ora” rispose lei abbandonandosi all’indescrivibile piacere che provava aggrappandosi a lui. Angel continuò a muoversi con ritmo sempre più incalzante, e Maddie per un istante pensò che sarebbe caduta a terra. Ma in qualche modo lui la tenne sollevata, sebbene fosse scosse scosso dagli spasmi di un orgasmo così potente da lasciarlo disorientato.

 

Stanza di Robert –

 

“Sai che mi piace accarezzarti Robert” stava sussurrando Maddie mentre lui nascondeva la faccia nel cuscino lei continuò “Mi piace farti felice! Mi piace che tu sia il mio compagno..Mmh…non è eccitante? Non è bello Robert?”

Maddie distesa vicino a lui gli stava sussurrando all’orecchio passandogli un dito sul torace, solleticando i muscoli pettorali prima di tracciare lentamente il contorno dei capezzoli, Mentre lei lo portava sempre più vicino al limite estremo del piacere, lui ammirò i semi morbidi e si eccitò vedendo i suoi fianchi ed tutto il resto.

Dopo essere usciti dalla doccia si erano asciugati a vicenda ed ora si ritrovavano di nuovo a letto.

“Ti piace Robert?” tubò lei, inumidendosi un dito con la lingua prima di continuare ad accarezzargli il petto in un modo che le fece fremere. “E questo?” chiese, usando entrambe le mani per massaggiargli i pettorali, Abbassò i pollici sulla gabbia toracica “E qui?”

“E’ tutto stupendo” riuscì a dire lui con voce roca “Davvero stupendo Maddie”

Inalando il suo profumo, aspettò che le mani di Maddie scendessero più in basso, che i suoi occhi si illuminassero di una luce maliziosa e sensuale.

Tendendosi nell’attesa, la pressione dell’inguine sempre più forte, le lasciò fare tutto ciò che voleva, chiedendo tacitamente misericordia quando lei usò il dorso delle mani per accarezzargli le cosce. Ogni centimetro di pelle formicolava sotto le sue dita a man mano che lei si avvicinava alla sua erezione.

Si inarcò, ma ancora lei esitava a toccarlo intimamente.

All’improvviso, lei si fermò, limitandosi a giocherellare con il suo ombelico come se si fosse stancata.

“Maddie” l’avvertì Robert

“Che c’è?” chiese lei, l’aria innocente”

“Dai Maddie, smettila di girarci intorno. Toccami”

“Ti sto toccando sciocco”

“Sai benissimo che cosa voglio dire”

La desiderava al punto da soffrirne, e se non lo avesse accarezzato più intimamente, ne sarebbe morto.

Tutto quello che gli stava facendo lo avevano sperimentato assieme. Era un’allieva da dieci e lode e lui ne era pazzamente innamorato. Ma perché non faceva qualcosa di più?

Maddie gli rivolse un sorriso misterioso che la fece assomigliare alla gioconda e continuò a tracciargli sciocchi disegni sulla pelle sensibile. Quando lo toccò fra le gambe lui emise un suono soffocato “Di per favore, Robert” sussurrò

“Per favore” mormorò lui con voce burbera, il battito sempre più veloce all’idea di stare al suo gioco “Mi stai tormentando”

“Ma ti piace”

Lui sorrise guardandola “Si mi piace”

Mentre si rigirava nel letto teneva gli occhi chiuso ma il corpo vibrava di febbrile desiderio e ogni volta che si rigirava nella speranza di porre fine alla frustrazione di quel sogno i suoi movimenti contribuivano ed eccitarlo massaggiandogli il bacino

Lei abbassò ulteriormente la mano fermandosi fra le sue gambe e fissando la sua erezione “Non hai idea di quello che ti farò” disse lui fissandola intensamente

“Perché non me lo dici? Abbiamo tutta la notte a disposizione” Senza lasciargli il tempo di replicare, sussurrò “Si” Poi porse il seno alle sue carezze. Rovesciò la testa all’indietro e la vista del suo corpo nudo lo infiammò in tutto il corpo.

Quando lei toccò il suo membro eccitato, indugiò con lo sguardo sulla sua bocca invitante “Baciami Maddie” le ordinò con voce roca, tirandole i capelli per avvicinare a se la testa

Lei trattenne il fiato “Dove vuoi che ti baci esattamente?”

Robert abbassò la voce “Lo sai benissimo”

“Avevo altro in mente”

“Che cosa?”

Lei si sedette a cavalcioni su di lui, con le mani attorno al suo membro e lui temette di essere sul punto di esplodere

 

Vagamente si rese conto del suono di una sirena.

Veniva da lontano, dapprima ai margini della sua coscienza, poi assordante, mentre un’ambulanza o un’auto della polizia passava sotto la finestra.

Aprì gli occhi e si mise seduto sul letto, la testa pulsante per il movimento improvviso. Di qualunque cosa stesse sognando, doveva averlo portato ai limiti estremi della fase REM, perché si sentiva completamente stordito.

Passandosi una mano nei capelli, si rese conto che erano umidi di sudore. E che non si trovava nel suo letto a Vancouver.

“Sono a casa di Mariel” sussurrò, sentendosi leggermente disorientato e sorpreso di scoprire che aveva la bocca arida. Aveva scostato quasi tutte le coperte e il lenzuolo rimasto gli si era attorcigliato intorno alle gambe.

Ed era ancora molto, molto eccitato.

Ricordandosi del sogno si lasciò sfuggire un gemito e rendendosi conto di essere sul punto di raggiungere un altro orgasmo, inspirò a fondo e aggiustò gli occhi all’oscurità della stanza. “Dio che sogno!” borbottò.

Non era la prima volta che Maddie entrava nel suo mondo notturno e lo provocava. E si era svegliato, con sensazione di non poter vivere senza di lei. “Mi sa che sto perdendo la testa” sussurrò. Doveva trovare Maddie al più presto possibile o sarebbe impazzito.

Ma era più facile a dirsi che a farsi. L’unica traccia era Buffy e non aveva intenzione di lasciarsela sfuggire. Alzatosi, andò alla finestra. Però invece di tirare la tenda, guardò attraverso. D’un tratto si sporse in avanti “No” borbottò “E’ assurdo!” l’aveva vista. Spalancò la finestra ma lei era svanita. Era stato solo un’illusione.

Riaccostò le tende e tornò a letto con un gemito di frustrazione.

 

“Ti dispiace se mi corico di fianco a te Robert?” sussurrò lei

“Accomodati Maddie”

Lei gli strofinò una coscia nuda contro il fianco. Robert inserì una mano fra i loro corpi per raggiungere il centro della sua femminilità. Pochi momenti prima era stato sul punto di esplodere e adesso, eccitato dalle sue carezze, si ritrovava nella medesima situazione

“Vieni da me Robert” Allora lui perse il controllo. All’improvviso la baciò dappertutto, sulla bocca, sul collo e poi sul seno, stuzzicandole lievemente i capezzoli, lei si inarcò implorando: “Amami Robert. Ti prego”

La penetrò con un’unica spinta e stabilì il ritmo che lo avrebbe presto portato all’estremo piacere. Raggiunse l’orgasmo mentre era profondamente addormentato.

 

Maddie si svegliò perché sentiva i piedi freddi, gelati per l’esattezza.

Le ci vollero alcuni istanti prima di capire il motivo per cui provava quella sensazione di freddo. Era nuda, distesa a pancia in giù sul letto e accanto a lei c’era Angel, anche lui nudo.

Lentamente ricordò che al termine di un’incredibile e indimenticabile notte si erano abbandonati sul letto e addormentati.

Angel aveva ancora gli occhi chiusi, e sembrava avere un sorriso divertito sulle labbra.

Lui sollevò una palpebra e la guardò.

“Sono gelata” disse lei istintivamente tirandosi su le coperte quasi fino al mento seguita quasi immediatamente da Angel. Strano pensò Maddie si erano baciati e toccati dappertutto ed ora erano entrambi imbarazzati a mostrarsi nudi. La cosa non la colse però impreparata, in fin dei conti in quel strano mondo onirico in cui si rifugiavano, entrambi stavano facendo l’amore con la persona di cui erano innamorati.

Angel notò il suo sguardo pensieroso, probabilmente stavano pensando la stessa cosa.

“Maddie…”

All’improvviso vide il sorriso scomparire dalle labbra di Angel “Ieri sera, sotto la doccia…ti ho chiamato Buffy”

“Non fa nulla. So che ti immaginavi di essere con lei”

“Non ti disturba questo?”

“No. Ti avevo detto che anche per me è la stessa cosa”

“Solo che tu non hai gridato il suo nome”

Lei sorrise “Mi sono trattenuta. Robert riusciva sempre a farmi perdere il controllo”

“Cercherò di trattenermi anch’io”

“Angel non vedo il perché. A volte fa bene lasciarsi andare e come vedi non ti è successo niente. Siamo solo due amici che …possiamo definirlo uno scambio di favori.”

Angel alzò il sopracciglio e improvvisamente scoppiò in una sommessa risata “Scambio di favori …qualcuno potrebbe non pensarla in questo modo. Comunque hai trovato una frase…”

“Che calza a pennello?”

“Si. Quindi mi consideri un tuo amico?”

“E perché no? Sei stato gentile con me e Daniel, a parte qualche sporadico caso, ma nessuno è perfetto e poi anche se all’inizio eri alquanto riluttante continui ad ospitarci in casa tua…”

“Non hai tutti i torti, ed ora” disse lui attirandola ancora verso di se “non sono più riluttante al fatto che tu ti trovi qui!”

“Quindi mi ospiti solo per questo?” rispose lei strofinandosi languidamente contro di lui che iniziava ad eccitarsi nuovamente

“Per cosa altro se no?” rispose mentre sue mani iniziavano ad accarezzarla per tutto il corpo con un sorriso divertito negli occhi.

Maddie ricambiò quel sorriso. No, sapeva che non era solo per quello, c’era qualcosa di più. Un’amicizia che diventava sempre più profonda ed una fiducia che entrambi aveva provato ben poche volte. Lo attirò nuovamente verso di se baciandolo con passione.

 

 

CAPITOLO 30

 

Sunnydale – una settimana dopo.

 

Buffy stava letteralmente correndo a casa. Era in ritardo! Aveva incontrato un piccolo imprevisto che dopo essere stato debitamente polverizzato aveva anche attirato una serie di parolacce che dette da una ragazza non sono molto appropriate.

Era ormai una settimana che la cosa di ripeteva. Sognava di fare l’amore con Angel e al mattino si risvegliava meravigliosamente stanca, appagata e felice. La cosa la sorprendeva parecchio. Aveva sognato ancora di fare l’amore con lui, soprattutto dopo quella fatidica notte, ma dopo lentamente il tutto era ritornato nel tormentato ricordo e lì era rimasto.

Ma questi erano sogni estremamente veri ed estremamente erotici. Angel non aveva mai fatto alcune cose con lei, beh, in fondo non c’era nemmeno stato il tempo per sperimentarle!

Ed il periodo passato con Rale, pensò sospirando, lui era alquanto ordinario in fatto di sesso. Lei invece, col passare del tempo, aveva scoperto di avere una certa vena sensuale ed erotica e questo le piaceva. Aveva iniziato a leggere riviste e libri e tutto, a parte pratiche un pò estreme, le era parso bello ed eccitante. Quando aveva cercato di sperimentare qualcosa con Raley, aveva notato il suo imbarazzo. Non voleva che lei prendesse l’iniziativa ed alcune posizioni un po’ particolari lo avevano messo a disagio. Quindi lei dopo alcuni tentativi aveva lasciato perdere, seguendo quello che a lui piaceva di più. Certo provava piacere quando era con lui, ma essere sempre passiva non era nella sua natura. Si diede della stupida capendo solo ora che lui voleva controllarla. Non potendo farlo nella caccia e con i demoni, lo faceva a letto. Poteva scommettere che con la sua attuale ragazza le cose non fossero così. In fin dei conti forse era un bene che l’avesse lasciata: ancora qualche tempo con lui e si sarebbe trasformata in una ragazza repressa e piena di complessi.

Comunque questi sogni avevano notevolmente migliorato il suo umore.

I suoi amici aveva cercato di estorcerle informazioni sul suo cambiamento, poco adatto secondo loro vista la situazione con Glory e la chiave, ma lei aveva eluso le domande. Voleva godersi quegli attimi, goderseli al 100%.

Arrivò nella sua stanza e guardò l’orologio. Era arrivata in tempo! Aveva stranamente notato che avvenivano sempre dopo la mezzanotte. Si fece una doccia usando un sapone con un lieve profumo di vaniglia e nuda si infilò nel letto in questo modo non avrebbe dovuto lavare pigiama e biancheria. Felice si addormentò.

 

Uffici della Wolfram & Hart

 

“Allora è tutto pronto?” chiese Trent a Lindsey

“Si. La prima fase dell’operazione inizierà questa sera”

“E’ sicuro che riuscirete?”

“Certo” rispose non con falsa sicurezza Lindsey

 

Hotel Hymperion.

 

Angel continuava a stupirsi della calma e controllo che Maddie dimostrava in tutta quella assurda situazione. Riusciva a mascherare il tutto e si comportava come se nulla fosse, anche con lui, tanto che nessuno sospettava di nulla e non dovevano assolutamente sospettare, rammentò, altrimenti sarebbe scoppiata una terza guerra mondiale!

Ma la notte…ah, la notte era un’altra cosa. Non riusciva a trattenersi. A volte arrivava dopo una battaglia e la prima cosa che faceva era correre da lei, prenderla fra le braccia, gettarla sul letto e abbandonarsi alle sensazioni.

La guardò di sottecchi senza farsi notare dagli altri. Sotto alcuni aspetti assomigliava molto a Buffy, la sua forza, la sua determinazione. Quel Robert era davvero fortunato pensò fra sé, come lo era stato lui del resto.

Il grido improvviso di Cordelia lo mise in allarme.

Dopo alcuni istanti di sconclusionate parole e indizi più o meno validi Cordelia ingoiò un paio di aspirine e mugolando si distese sul divano.

Nel frattempo Angel, Wesley e Gunn, armati di tutto punto erano pronti per uscire.

“Vengo con voi” disse Maddie

“No” rispose Angel “è meglio che rimani”

“A fare cosa? Vi potrei essere d’aiuto. Da quel che ho capito avrete un bel po’ da fare”

“E’ notte!”

“Lo vedo anch’io”

“Vuoi che Daniel rimanga da solo?”

“Sta dormendo e poi c’è Cordelia”

“Maddie non ho voglia di discutere. Cordelia ora non è in grado di occuparsi del bambino. La prossima volta va bene?”

Iniziare un battibecco con Angel era l’ultima cosa che Maddie voleva. In certe occasioni non si sa mai che cosa si può dire.

“Ok, ma se poi ritornerete con le ossa rotte, non ditemi che vi avevo avvertito”

 

Los Angeles – periferia – due giorni dopo

 

“Oh Dio non ce la faccio più” disse Gunn mentre si accasciava esausto al suolo dopo aver ucciso l’ennesimo demone “Si può sapere che diavolo sta succedendo in questa città? C’è forse il raduno nazionale di demoni e affini?”

“Su questo non hai torto” rispose a sua volta Wesley. Cordelia non ha mai avuto tante visioni come in questo ultimo periodo. Ho paura per la sua sanità mentale, tutte queste visioni…non è un bene”

“Hai perfettamente ragione” intervenne Angel a quel punto.

“Angel, so che non vuoi però Maddie ci sarebbe di enorme aiuto…”

“Lo so. Ma lasciare il bambino da solo…”

“Da quando vive all’Hymperion non è mai successo nulla…sarà al sicuro. Tutti questi demoni, queste visioni di Cordelia…non vorrei che fosse il preludio a qualcosa di più pericoloso” disse Wesley a quel punto.

Vedendo che Angel non accennava a nulla continuò “Lei è speciale. E ’forte come una cacciatrice, maneggia un’arma formidabile…”

“Non occorre che tu mi convinca…sarà meglio andare ora” rispose lui.

 

Hotel Hymperion.

 

Quando rientrarono alla sede dell’agenzia tutto era avvolto nel silenzio più profondo. Dopo aver deposto le armi, Gunn e Wesley salutarono Angel borbottando che avrebbero dormito tutto il giorno, mentre lui si dirigeva verso la sua stanza.

Era stanco! Non vedeva l’ora di gettarsi sul letto e fare una buona dormita.

 

Quando uscì dal bagno trovò Maddie seduta sul letto con solo addosso un t-shirt a mò di pigiama.

“Com’è andata?”

“Siamo ancora vivi ed esausti”

“Non ti sembra che ci siano troppi casi ultimamente?”

Lui annui, mentre la fissava intensamente. Sapeva benissimo che sotto non portava niente ed improvvisamente il suo corpo dimenticò la stanchezza e si irrigidì.

Con una veloce falcata fu le fu vicino e la strinse fra le braccia

“Non eri esausto?” disse lei con una nota di divertimento nella voce

“Chissà perché ma ora mi sento pieno di energia” rispose lui mentre la baciava. Distrattamente vide che il medaglione che portava al collo iniziava lentamente ad illuminarsi. Era una cosa che aveva notato anche le altre volte. Per questo aveva iniziato a fare ricerche più approfondite ed in gran segreto. Nessuno doveva sapere. Poi la spinse sul letto e nulla ebbe più importanza.

 

Giorno dopo – Uffici della Wolfran & Hart

 

Trent era davvero furioso. Dopo giorni di visioni indotte e perdite il bambino non era mai rimasto solo.

“Il suo piano non sta funzionando” disse con una nota di pura rabbia nella voce

“Un po’ di pazienza” rispose Lindesey

“La sto esaurendo…ho delle scadenze da rispettare”

“Nessuno dei nostri clienti si è mai lamentato”

“C’è sempre una prima volta” rispose l’uomo

“Signor Smith” disse Lindsey con una nota sarcastica dovuta al fatto che quello strano personaggio avrebbe potuto presentarsi con un nome meno ovvio “Tutto è stato programmato nei minimi dettagli”

“Non la preoccupata tutte le perdite che avete subito?”

“Erano sacrificabili…” rispose mentre fissava il sole che stava tramontando “Caffè?” chiese

“Non voglio del caffè voglio dei risultati”

“Che arriveranno presto…forse questa sera”

 

Hotel Hymperion

 

Quella pomeriggio Cordelia aveva avuto un’altra visione. Dopo alcune ricerche Wesley aveva scoperto il luogo dove si sarebbe svolta quelle strana riunione con riti e sacrifici. Questa volta avrebbero avuto bisogno di Maddie.

Cordelia, seppur riluttante, aveva acconsentito a badare a Daniel.

Ora l’auto di Angel con a bordo i quattro stava sfrecciando a tutta velocità verso l’estrema periferia di Los Angeles.

 

Uffici della Wolfram & Hart

 

Il telefono dell’ufficio di Lindsey squillò.

“Pronto?” rispose lui. Dopo alcuni secondi che a Trent parvero interminabili “Perfetto” disse mentre riagganciava

“Allora?” chiese lui

“Il campo è libero”

“Bene” rispose Trent mentre si alzava dalla poltrona e con un cenno della mano avvisava i quattro personaggi che erano lì di seguirlo.

Appena Trent e gli altri uscirono dall’ufficio Holland entrò dalla porta.

“Bene, Spero che questo volta tutta vada per il meglio”

“Andrà bene” rispose Lindsey

Holland si sedette sulla poltrona di pelle

“Lo spero per te Lindsey. L’ultima volta che hai tentato di uccidere Angel ci è costato uno dei migliori sicari che avevamo, e le tue ultime operazioni…non sono hanno portato i risultati sperati”

Lindsey non rispose

“Comincio a pensare che quello che stai facendo contro Angel non riguardi lo Studio ma la tua sfera personale”

“Non volete che venga eliminato?”

“Le alte sfere non sanno ancora cosa esattamente fare di lui, ma fino a quando non avremmo ordini diversi…si, deve essere eliminato”

“Allora non vedo il problema”

“Il problema è che questa tua piccola guerra privata ci sta costando troppe risorse che potremmo utilizzare in un altro modo. Vedi di non deludermi ancora , non potrei salvarti questa volta” finì Holland prima di lasciare l’ufficio.

Lindey guardò fuori dalla vetrata “Questa volta non fallirò” mormorò fra se. Angel era sfuggito a tutti i suoi attacchi, ma questa ultima visione avrebbe portato qualche sorpresa pensò mentre un ghigno malvagio saliva alle labbra.

 

Estrema periferia di Los Angeles

 

Quando Angel e gli altri entrarono nella grotta notarono subito che qualcosa non andava. Era una normale grotta e non c’era segno di nessuna riunione di demoni e sacrifici.

Perplessi si chiesero se gli indizi di Cordelia elaborati da Wesley fossero esatti.

Offeso quest’ultimo confermò che aveva controllato più volte e che tutto portava in quel luogo desolato.

“Forse non è il giorno giusto” disse a quel punto Gunn felice per una volta di non dover combattere ancora stanco per le passate battaglie

“Lo escludo. Il giorno è questo e il luogo è quello che Cordelia ha visto nelle visioni” rispose Wesley anticipando la domanda di Angel

A quel punto Maddie si preoccupò. Non era mai successo che Cordelia fallisse nella visioni. Erano sempre state estremamente precise a meno che…come illuminata da una risposta ovvia corse fuori dalla grotta.

I tre vedendola la rincorsero

“Maddie dove stai andando?” chiese Angel una volta raggiunta la macchina mentre lei prendeva dal cassetto il suo cellulare. Compose il numero dell’Hymperion e dopo alcuni secondi non ricevendo nessuna risposta disse “Era una visione fasulla”

“Come?”

“Non avete capito? Ci hanno teso una trappola per allontanarci dall’Hymperion”

“Daniel” disse improvvisamente Angel

“Esatto. Forza andiamo e speriamo solo che non sia troppo tardi!”

 

Hotel Hynperion.- contemporaneamente

 

Quattro energumeni entrarono di forza nell’albergo spaventando non poco Cordelia.

Cercando di sfuggire iniziò a lanciargli contro di tutto mentre con Daniel saliva velocemente le scale per essere però fermati da uno strano personaggio coperto da un passamontagna.

Legata e imbavagliata nonostante le proteste veniva con Daniel caricata su un’auto con i vetri anneriti.

 

Maddie e gli altri arrivarono all’Hymperion quando era troppo tardi.

Notando la confusione che regnava sovrana Maddie con il cuore in gola salì le scale chiamando Daniel per nome.

Non ricevendo risposta capì immediatamente quello che era successo.

“E’ stato rapito e Cordelia è con lui” disse

“Ma chi? Qualche demone? Nessuno sapeva che era qui” disse Wesley preoccupato per la situazione che si era creata.

“Sei sicura che quelli che ti stavano inseguendo non ti abbiano rintracciato?”

“Non sono esattamente dei personaggi che elaborano un piano così astuto. Insomma indurre delle visioni in Cordelia fino a quando anche l’ultima, la più raccapricciante non fosse sembrata così reale da farci uscire tutti, lasciandoli soli...quelli che ci inseguivano l'ultima volta sono più votati all’azione…tipo prendi e uccidi”

“Ma allora chi può essere stato?” chiese Angel con una nota di disperazione nella voce.

Maddie non rispose e iniziò a ripercorrere mentalmente tutti i fatti che erano successi da quando era arrivata.

La perdita della sua spada, Lorne, Wesley che scopriva la sua missione tramite il medaglione…era stato davvero bravo. Quel libro non era facilmente rintracciabile…a meno che…

Maddie con fare felino si diresse verso Wesley “Dimmi Wesley come hai scoperto chi ero?”

“Come?” chiese lui non comprendendo appieno la domanda

“Come hai trovato il libro nel quale è descritto il mio medaglione? Non è un libro facile da reperire e non è certo materia di studio presso gli osservatori…”

“Oh…beh mi hanno aiutato”

Maddie ora era pericolosamente vicina a lui. Gli occhi lanciavano lampi di ira, mentre Gunn ed Angel assistevano a quello strano scambio di battute.

Improvvisamente Welsey si sentì prendere per il bavero della maglietta e sbattere contro il muro. Angel corse verso l’amico, ma Maddie senza nemmeno guardare sguainò la spada e la puntò dritta verso la sua gola, immobilizzandolo.

“Non ti muovere Gunn o giuro che lo infilzo” disse improvvisamente.

Gunn impietrito osservava atterrito la scena. Angel in piedi dietro Maddie con la punta della spada che premeva sul collo e Wesley sbattuto contro la parete.

“Allora mi vuoi rispondere? Chi ti ha aiutato”

Evidentemente spaventato debolmente Wesley rispose “Ho chiesto aiuto a dei miei ex colleghi, amici di quando ero ancora un osservatore”

Maddie sgranò gli occhi, lasciò cadere la spada e tirò un pugno a Wess che gli fece sanguinare il naso e mentre lo lasciava andare e lui cadeva a terra si avventò su di lui colpendolo nuovamente.

“Razza di imbecille!” gridò “Dovevi avvisarmi. Sei uno stupido idiota”

Gunn ed Angel, liberi ormai dalla minaccia della spada si gettarono su Maddie cercando di staccarla da Wess o lo avrebbe ucciso

“Maddie calmati…” disse Angel mentre la spingeva via dal malcapitato che veniva soccorso da Gunn

Wesley ancora scosso per i pugni ricevuti si appoggiò alla parte mentre la donna gridava “Se succede qualcosa a Daniel giuro che ti uccido…ex osservatore dei miei stivali”

“Maddie…” ripeteva Angel mentre la teneva per le braccia. Ci voleva tutta la sua forza .

“Non capisco…che male ho fatto?” chiese Wesley a quel punto

Senza nessuno sforzo Maddie si liberò della stretta di Angel e lo scaraventò lontano.

“Non capisci?” disse lei mentre gli si avvicinava nuovamente a Wess nascosto dietro a Gunn “io non sto tentando di salvare Daniel dai demoni, a loro non interessa, sono solo pagati per inseguirci. Lo sto proteggendo dal consiglio!” gli gridò Maddie mentre lasciava di corsa l’Hymperion.

 

CAPITOLO 31

 

Maddie correva per la strada come una forsennata. “Forza” borbottò, cercando di ignorare l’aria fresca gli tagliava i polmoni. Corri pensò, schivando i passanti sul marciapiede. Come aveva potuto essere così stupida? Doveva immaginare che Wess non sarebbe mai riuscito a risalire a lei se non aiutato da qualcuno. Ma per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentiva al sicuro e tranquilla che non aveva pensato a quell’eventualità.

Daniel aveva ritrovato un certo equilibrio nella vita e questo le piaceva. Strinse il medaglione fra le mani così forte che le rimase il segno impresso nel palmo. Non aveva tempo per girovagare per la città come aveva fatto per la ricerca della spada. Aveva bisogno di informazioni e subito. Aveva bisogno di Lorne.

Trafelata arrivò al locale ed entrò.

 

Hotel Hymperion

 

Angel ancora non riusciva a capacitarsi di quello che era successo. Wesley stava mettendosi una borsa di ghiaccio sul naso, nella speranza che non gli si gonfiasse e rifletteva sulle parole di Maddie

“Chi ha preso Daniel ha anche Cordelia. Dobbiamo cercare di capire dove possono essere” disse a quel punto Angel

“Sarà alquanto difficile amico” rispose Gunn

Angel guardò Wess ancora frastornato

“A cosa stai pensando?”

“A quello che ci ha detto Maddie…che sta proteggendo Daniel dal consiglio…non capisco” disse scuotendo la testa

“Anche se niente del consiglio mi meraviglia più” rispose Angel ricordando come gli osservatori avevano voltato le spalle a Buffy quando gli aveva chiesto di trovare un antidoto al veleno che lo stava uccidendo “ora la cosa più importante è ritrovare il bambino e Cordelia”.

“Che cosa facciamo?” chiese Gunn

“Andiamo da Lorne” disse Angel mentre si incamminava verso l’uscita dell’Hymperion seguito dai due.

 

Karaoke Bar –

 

“Lorne…”

Lorne si girò per scontrarsi con Maddie. Era ancora vestita con la tenuta da combattimento. La spada ondeggiava al fianco. Bella e letale pensò improvvisamente.

“Ciao. Cosa ti porta qui?”

“Ho bisogno di informazioni”

“Bene. Conosci la regola…”

“Non ho tempo per queste cose…è urgente!”

“Oh…hai ancora molto tempo. Voglio sentirti cantare”

Maddie si avvicinò e sibilando disse “Non portare la mia pazienza al limite Lorne. Anche se cantassi, e non voglio, non riuscirai a fare meglio dell’ultima volta”

“E’ proprio per questo tesoro” rispose lui “Questa volta non voglio trucchi, niente magia, devi lasciarmi esplorare il tuo animo”

“Non metterti contro di me…potresti pentirtene…”

“Mi picchierai? Angel mi ha avvisato che sei molto forte, ma non otterrai nessuna informazione ed il tuo protetto…non riuscirai a raggiungerlo”

Il volto di Maddie aveva un’espressione indecifrabile. Non voleva farlo, ma la sua priorità era Daniel, si allontanò da Lorne stringendo l’elsa della spada

“Oh vedo che hai deciso” disse lui pensando che avesse intenzione di cantare.

Maddie aprì le braccia, il medaglione si illuminò e mentre una luce scaturiva da esso iniziò a pronunciava parole tanto antiche da essere sconosciute persino a Lorne. Lui si sentì stringere e sollevare in aria.

Gli avventori del bar sentirono Lorne gridare. Il demone impegnato nella sua esibizione si zittì immediatamente mentre tutti spaventati da quello che stava avvenendo cercarono scampo verso l’uscita.

Alcuni demoni e umani cercarono di correre in aiuto del malcapitato ma si trovarono scaraventati a terra senza capire come.

Lorne si sentiva bruciare dentro e stringere fuori. Come era possibile? Chi era quella donna? Fin dal loro primo incontro aveva scoperto che era qualcosa di più di quello che diceva di essere. C’era in lei, come in quel bambino, tanto potere, tanta magia antica di secoli, se non di millenni.

“Dimmi dov’è Lorne” chiese una voce suadente rimbombante nella sua mente

“Perché?”

“Dimmi dov’è e cesserà il dolore…forza Lorne…sai anche tu che è giusto così…in fondo che cosa pensi di ottenere leggendo l’anima di Maddie? Coraggio parla!”

E senza rendersene conto Lorne parlò. Disse dove potevano trovarsi Daniel e Cordelia prima di cadere a terra con un sordo tonfo.

L’ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi fu Maddie che diceva “Scusami, non volevo”.

 

Quando Angel seguito da Gunn e un alquanto ammaccato Wesley entrarono nel bar la scena che si presentò non fu delle migliori.

I tavoli erano gettati alla rinfusa , sedie a terra, bicchieri rotti e alcuni clienti cercavano di rialzarsi dimostrando di essere alquanto frastornati e Lorne…beh lui era steso a terra immobile.

La paura attanagliò l’anima di Angel : che fosse morto?

Corse verso di lui e notò che stava respirando e lentamente iniziò a scuoterlo.

“Lorne…Lorne …rispondi”

Il demone aprì prima un occhio e poi l’altro “Ahh…ho la testa che mi scoppia”

“Che cosa è successo?” chiese Angel come se non lo immaginasse

“La tua graziosa inquilina è stata qui”

“E ha fatto tutto questo?” intervenne Gunn a quel punto

“Già!”

“Cosa voleva?”

“Quello che volete anche voi presumo.”

“Sai dove si trova Cordelia?” chiese Wesley

“Hey inglese hai per caso sbattuto contro una porta?” gli rispose Lorne notando i lividi che portava sul viso e ritrovando per qualche secondo la sua solita verve

“In un certo senso”

“Scommetto che anche nel tuo caso centra la nostra amica”

“Tralasciamo i particolari. Dimmi dov’è Cordelia”

“Ok. Palazzo in Jefferson Street. Quinto piano.”

“Grazie” rispose quasi ad unisono i tre prima di incamminarsi verso l’uscita

“Angel” chiamo Lorne

“Si”

“Stai attento. Quella donna è diversa da quello che sembra”

“Lo so. Ha una missione”

“Non intendevo questo. Non lasciare che quello che ti lega a lei offuschi il tuo giudizio. Ha tanto potere, ed è disposta a tutto pur di salvare quel bambino. A tutto!”

“Capisco”

“Non credo che tu abbia effettivamente compreso. Lei non è sola. Le sue azioni sono dettate da qualcosa che va oltre quello che conosciamo, oltre quello che per noi potrebbe essere normale o logico. Conosce cose che tutti noi ignoriamo. Sta attento mi raccomando”

“Sto sempre attento!” rispose Angel

 

Jefferson Street

 

Il palazzo era in costruzione.

“Ottimo nascondiglio” disse Maddie a bassa voce.

Notò che l’ascensore era funzionante, ma decise di optare per le scale. Probabilmente sarebbero state meno sorvegliate e non avrebbe dato nell’occhio.

Si tolse la lunga giacca che nascondeva la spada, si risistemò i capelli, e respirando a fondo entrò nel palazzo.

 

Palazzo – quinto piano.

 

A Cordelia facevano male i polsi, tanto erano legati stretti, mentre Daniel, seduto accanto a lei non si muoveva. Non sembrava spaventato come se sapesse qualcosa che altri ignoravano.

Si guardò attorno. A fare la guardia c’erano cinque demoni, gli stessi che avevano fatto irruzione all’Hymperion.

Il viso non era così orripilante, ma erano estremamente muscolosi e agguerriti.

In fondo alla stanza, un uomo alto , capelli neri , di spalle parlava al cellulare “Ho il bambino”

“Molto bene. Non mi hai deluso nemmeno questa volta”

“Ho preso anche la ragazza quella Cordelia Chase”

“Perché?”

“Ho pensato che potrebbe esserci utile, potremmo studiare le sue visioni”

“Non sei pagato per pensare Trent, ma per agire” rispose l’uomo all’altro capo del telefono evidentemente alterato.

Dopo qualche secondo riprese “Ma forse hai ragione. Credo che sarà un interessante materia di studio”

“Quando potremmo partire?” chiese Trent

“Domani arriverà un aereo privato. Ti chiamerò per i dettagli”

“Bene”

Trent chiuse la comunicazione, si calò il passamontagna sul viso e si diresse verso i suoi ospiti. Prima interrogò il demone che fissava la strada da una vetrata.

“Tutto a posto?” chiese

L’essere grugnì in risposta affermativa.

Trent controllò che il perimetro fosse a posto.

Due demoni erano alle vetrate, due alle porte, uno vicino agli ostaggi mentre un altro sorvegliava le scale. Tutto era estremamente perfetto.

 

Si avvicinò a Cordelia che era stata imbavagliata e legata in quanto gridava e scalpitava come se fossero state dieci persone.

“Se mi prometti di non gridare ti toglierò il bavaglio”

Cordelia annuì con la testa.

“Se non manterrai la promessa giuro che te lo rimetterò e non lo toglierò finché non sarò al sicuro OK?”

Cordelia annui nuovamente.

Dopo che il bavaglio fu tolto disse “ Cosa vuoi da noi?”

“Da te in particolare nulla, mi interessa il bambino” rispose l’uomo mentre le porgeva un bicchiere d’acqua per farla bere

“Cosa gli farai?”

“Io? Nulla. Ho solo il compito di portarlo da chi di dovere”

“Vuoi uccidermi?” chiese spaventata Cordelia visto che lei non era stata nominata nei piani di quell’uomo.

“Non per il momento. La tua particolarità ti ha salvata e verrai con noi”

“E dove vuoi portarci esattamente?”

“E’ una piccola sorpresa” le rispose l’uomo

“Perché vi interessiamo tanto?”

“Beh, avrai certamente capito che il bambino è unico ed per quanto ti riguarda, i miei committenti desiderano…studiarti!”

“Non sono una cavia!”

L’uomo alzò le spalle come se la cosa non gli importasse.

“Non riuscirai. I miei amici mi troveranno”

“Non credo che riusciranno e anche se dovesse accadere, avranno vita assai difficile con i miei collaboratori”

Cordelia guardò di nuovo i demoni e un brivido le corse lungo la schiena. Cercò di mantenere la calma, anche per via di Daniel.

“I miei amici sono forti e non si spaventano facilmente!”

Trent rise. A dire il vero l’unica persona che temeva veramente era la donna e la sua spada. Gli altri invece…”Parli di quel vampiro con l’anima, un ex osservatore e quel ragazzo? Mia carissima signorina Chase, loro non mi incutono alcun timore e paura. Posso affrontarli tranquillamente!”

 

Scale- palazzo.

 

Maddie saliva le scale molto lentamente. Ci aveva messo un po’ ad abituarsi all’oscurità ed ora tutti i suoi sensi erano all’erta. Sapeva che probabilmente avevano messo qualcuno di guardia e si aspettava di incontrarlo da un momento all’altro.

Aveva appena finito di formulare il pensiero quando un demone le si parò davanti.

Prontamente lei estrasse la spada.

 

Strada – Los Angeles

 

“Angel ti vuoi sbrigare?”

“Sto andando più veloce che posso, fra poco saremo lì”

“Non avremmo perso tanto tempo se non fossimo passati di nuovo all’Hymperion a prendere delle armi”

“Wess” rispose Angel “Non sappiamo chi potremmo trovarci di fronte, era meglio tutelarsi”

“Sono d’accordo” intervenne a quel punto Gunn mentre stringeva a se un’enorme ascia!

 

Palazzo – scale

 

Maddie guardò il corpo del demone mentre precipitava per la tromba delle scale. Tutti i demoni avevano un punto debole, e questo non era da meno! Diede un calcio ad una specie di appendice che pendeva dal demone da dietro la testa e che lei aveva prontamente tagliato.

“E’ meglio che raggiungi il resto” sussurrò fra sé mentre apriva la porta che permetteva di accedere al quinto piano.

 

CAPITOLO 32

 

Quinto piano – Palazzo

 

Cordelia guardò Daniel. Non sembrava per nulla spaventato e questo la irritava. Un bambino nelle sue stesse condizioni probabilmente avrebbe pianto e tremato per la paura.

Trent gli scompigliò i capelli “Non hai paura piccolo?” chiese

Daniel lo fissò intensamente negli occhi e per un attimo Trent ne fu turbato, poi il bambino scosse la testa

“Perché?”

“Ma verrà a salvami”

“Ma? E chi è?”

“Lo scoprirai presto”

“Davvero?”

Il bambino annui e disse “ Lei è già qui”

Aveva appena finito di pronunciare la frase quando la porta fu scardinata e fece la sua comparsa Maddie.

 

Per qualche secondo tutto fu immobile, poi i demoni le si lanciarono contro.

Trent sorpreso per quella improvvisa irruzione, rimase un attimo attonito e poi lentamente si diresse verso una cassa. L’aprì e ne estrasse una spada enorme. Era antica. Appartenuta a un guerriero delle crociate gli era stata spedita solo alcuni giorni prima dall’Inghilterra con un messaggio alquanto oscuro nel quale gli si chiedeva di usarla se fosse stato necessario.

L’elsa era classica e sull’impugnatura erano incastonati due smeraldi. La impugnò e dentro di sé seppe che aveva atteso quel momento da tutta una vita.

La lotta infuriava. Maddie aveva eliminato un demone, ma ne rimanevano altri tre che l’avevano ormai stretta in un angolo, mentre un quarto con fare minaccioso si dirigeva verso Cordelia ed il Bambino.

A quel punto Daniel alzò le braccia e le mani verso il demone. Quest’ultimo come sollevato da una forza oscura volò letteralmente fuori dalla vetrata.

 

Palazzo in costruzione – Jefferson Street

 

Il rumore sordo di vetri rotti fece alzare lo sguardo ad Angel ed agli altri verso il quinto piano del palazzo, mentre attoniti vedevano precipitare un corpo.

“Oh mio Dio” disse Wess.

“Maddie è già qui. Forza andiamo” ordinò a quel punto Angel.

 

Appartamento quinto piano

 

“E fuori due” disse a quel punto Maddie mentre un altro demone cadeva sotto i colpi della sua spada.

Ora erano rimasti solo tre demoni e l’uomo che fermo vicino alle vetrate fissava il combattimento, come se fosse in attesa di qualcosa.

 

Angel e gli altri entrarono nella stanza e per la frazione di un secondo rimasero allibiti nel vedere Maddie tenere a bada tre demoni grandi il doppio di lei, poi si gettarono in suo soccorso.

Lei non fece molto caso a chi gli aveva tolto di dosso i tre energumeni e si diresse lentamente verso lo sconosciuto.

“I tuoi amici sono venuti ad aiutarti a quanto vedo” disse lui mentre alzava la spada pronto al confronto.

“Ha importanza?” rispose lei

“No, credo i no. Così tu saresti il famoso guardiano, quello della leggenda”

“E tu saresti il mercenario del Consiglio”

“Non sono un mercenario, sono…”

“Non mi interessa. Tanto morirai!”

“Sono un essere umano e non un demone. Penso che vada contro i tuoi principi uccidermi!”

“Non mi dire. Scommetto che tu mi uccideresti senza pensarci due volte”

“Veramente non era nelle mie intenzioni…ma visto che ora sei qui, penso che non mi lascerai portare via il bambino senza combattere vero?”

“Sei alquanto perspicace” gli rispose Maddie mentre continuavano a studiarsi l’un l’altro

“Se devo ucciderti lo farò! Io ho solo un obbligo, un solo ordine. Portare il bambino in Inghilterra. Mentre, nonostante la tua freddezza, in fondo sai che devi seguire determinate regole. Le stesse imposte dal Consiglio, le stesse che devono seguire le cacciatrici, quindi sotto questo aspetto sei in svantaggio”

“Ne sei sicuro?”

“Più che sicuro. Le regole…”

Maddie rise sommessamente. “Le famose regole...ma io non sono una cacciatrice e il Consiglio non ha nessun potere su di me!” rispose prima di gettarsi all’attacco.

 

CAPITOLO 33

 

La lotta infuriava. Daniel in qualche modo era riuscito a slegare Cordelia che con lui si era prontamente rifugiata in un angolo in modo da non intralciare gli altri.

“Ma questi non muoiono?” gridò Gunn

Infatti erano alquanto coriacei e sembravano invincibili, quando Angel notò il demone a terra e capì. Con tutto il fiato che aveva gridò di tagliare a loro l’appendice che usciva dal retro della loro testa.

 

Maddie e Trent combattevano.

Le spade di incrociavano lanciando bagliori dorati.

Il Consiglio lo aveva equipaggiato bene pensò Maddie prima di parare un suo fendente. Lo scambio di battute fra loro era passato dalle parole alle azioni. Nel vederli lottare era come se a una domanda di uno corrispondesse la risposta dell’altro e viceversa.

Con uno scatto felino ed un movimento veloce del polso Maddie fece sfuggire di mano la spada al suo avversario che trovandosi improvvisamente disarmato indietreggiò verso al vetrata.

“Mi ucciderai?” chiese a Maddie che avanzava minacciosa verso di lui

“Cosa mi puoi offrire in cambio della tua vita?”

Lui non rispose

“E’ quello che immaginavo. Sei solo un mercenario, sacrificabile per giunta”

“Il Consiglio non te la farà passare liscia!”

“Ma lo ha già fatto. Ti hanno mandato una spada senza spiegarti come avresti potuto sfruttarla al meglio, se questo non è disinteresse…”rispose mentre raccoglieva la sua enorme spada con agilità. Le strinse l’elsa e Trent vide che le gemme si illuminavano.

“Vedi?” disse nuovamente lei

“Io lavoro per il Consiglio. E’ l’organo supremo che lotta contro il male”

“Le cacciatrici lottano contro il male, quegli uomini laggiù” disse indicando velocemente con lo sguardo Angel e gli altri che ancora combattevano “lottano contro il male, il Consiglio è solo un’organizzazione statica, obsoleta, malata…”

“Non è vero” rispose Trent facendo alcuni passi avanti che furono prontamente fermati dalla lama affilata di Maddie che puntava al cuore.

“Ognuno ha le proprie idee, giuste o sbagliare che siano” disse nuovamente lei

 

Un grido improvviso di Daniel la fece distrarre e questo bastò a Trent per colpirla al viso. Lei cadde rovinosamente a terra. Con un veloce colpo di reni fu di nuovo in piedi pronta a schivare un nuovo colpo ed a rispondere prontamente.

Trent colpito da un calcio in pieno petto vacillò e si schiantò contro la vetrata.

 

Nel frattempo Wesely, Gunn ed Angel stavano avendo la meglio sui tre demoni, quando sentirono ancora una volta una vetrata frantumarsi.

 

Trent era appeso, sospeso nel vuoto e Maddie lo guardava sovrastandolo.

“Aiutami” disse “ti prego…”

Maddie si accucciò e tese la mano “Ferma!” le disse una voce

“Devo aiutarlo”

“Non devi”

“E’ un essere umano…non un demone…non posso lasciarlo morire”

“Se lo aiuterai te lo ritrovai di fronte in un futuro…è un bene se non vivrà”

Maddie afferrò il braccio dell’uomo

“ Non avrebbe esitato ad uccidere te, pur di portare via il bambino…pensaci”

“Io…non sono come lui, se lo lascio morire niente mi distinguerà da questo uomo o dal Consiglio”

“Devi scegliere Maddie. O lui o Daniel e tu sai bene quanto il bambino sia importante”

“Non puoi chiedermi questo” rispose Maddie mentre stringeva sempre più forte il braccio a Trent.

“Lascialo…lascialo…lascialo…”improvvisamente una marea di voci iniziarono quella specie di cantilena “lascialo…lascialo…”

“Non posso…”

Le voci continuavano “lascialo…lascialo”

Maddie scrutò gli occhi dell’uomo con il volto ancora coperto da un passamontagna e con il corpo che dondolava cercando di trovare un qualche appiglio e mentre una lacrima scendeva lungo il suo viso lasciò la presa.

 

Angel, Wess e Gunn arrivarono proprio mentre lei lasciava la presa e fissava Trent che precipitava.

“Che cosa hai fatto?” chiese Angel prendendola per le spalle e scuotendola

“Lasciami!” rispose lei gettandolo lontano e incamminandosi verso Daniel e Cordelia.

 

Wess e Gunn guardarono oltre la vetrata rotta verso il basamento del palazzo.

“Penso proprio che abbiamo un problema amico”

“Lo penso anch’io Gunn” rispose Wesley alquanto allarmato per quello a cui aveva appena assistito.

 

“Ma” gridò Daniel correndole incontro “Sapevo che saresti arrivata”.

“Hai avuto paura?”

Il bambino scosse la testa.

“Questa città non è più sicura per noi. Dovremmo andarcene”

“Non voglio. Sto bene qui”

“Cerca di capire, vuoi mettere in pericolo le loro vite?”

Il bambino pensò un attimo e scosse il capo.

“Sapevo che avresti compreso. Domani dovremmo partire”

 

Angel si diresse verso Cordelia.

“Grazie al cielo siete venuti a salvarmi. Quell’uomo era un pazzo. Voleva portarmi con lui e farmi fare la cavia!” disse lei tutto in un fiato andandogli incontro.

Angel dopo averla abbracciata velocemente per rassicurarla, si avvicinò a Maddie e Daniel

“Mi devi alcune spiegazioni Maddie”

In lontananza il suono delle sirene della polizia si stavano avvicinando. Probabilmente era stata allarmata da qualche curioso passante che aveva notato quello che stava succedendo.

“Penso che sia meglio andare… almeno che tu non voglia darle ad uno stuolo di poliziotti!” le rispose lei mentre si incamminava verso le scale con Daniel in braccio.

 

CAPITOLO 34

 

Hotel Hymperion –

 

Sei persone ammutolite e provate varcarono la soglia dell’Hymperion.

Maddie si diresse verso la scalinata per portare Daniel nella loro stanza. Era stanco e fra poche ore sarebbero dovuti partire.

La voce di Wess la fermò “Non pensi di doverci alcune spiegazioni?”

“Su cosa?”

“Su tutto quello che è successo…”

“Non c’è molto da dire mi pare”

“Invece si che c’è!” intervenne a quel punto Gunn

Maddie gli rivolse un’occhiata furiosa e ricominciò a salire le scale “Vado a mettere Daniel a letto” disse.

 

I quattro si riunirono nell’ufficio di Wesley.

“Dobbiamo fare qualcosa” disse a quel punto quest’ultimo

“Perché?” chiese con genuino interesse Angel

“Angel hai visto anche tu lei…ha ucciso quell’uomo”

“Lo stesso uomo che ha rapito Cordelia e Daniel…”

“E che mi avrebbe usata come cavia” concluse la ragazza

“Ma forse non era necessario ucciderlo” intervenne Gunn a quel punto

“Forse non è più riuscita a tenerlo” disse Angel

“Non tentare di giustificarla” intervenne Wesley evidentemente ancora scosso da tutta la situazione “Ha ucciso un essere umano, penso che dovremmo toglierle Daniel e renderla innocua”

Angel rise sommessamente ricordando la forza e l’abilità della donna “Ascoltami Wess siamo ancora troppo sconvolti da tutta questa assurda situazione non pensi che prima dovremmo sentire il suo punto di vista?”

“Vuoi dire che approvi quello che ha fatto?”

“Wess, comprendo che tu sia ancora scosso. Insomma Maddie ti ha pure picchiato, però date le circostanze…”

“Devo dire che questa volta sono d’accordo con Angel” intervenne a quel punto Cordelia “Insomma mi avrebbero usato come cavia!”

“Su questo non discuto! Ma quello che ci distingue dai comuni delinquenti e coloro che combattiamo è che seguiamo determinate regole…senza regole regnerebbe l’anarchia!” continuò Wesley

“A volte è necessario fare cose che non vorremmo…”

“Ma non questa volta! Quell’uomo avrebbe potuto darci informazioni utili a chiarire alcune cose su Maddie e Daniel”

“E’ solo per questo che lo volevi vivo?” chiese Angel

“No…certo che no” rispose l’uomo alquanto imbarazzato “Ma, anche considerando le azioni abiette di cui si era macchiato o che stava per compiere, nulla la autorizzava a giustiziarlo perché, e su questo non mi puoi dare torto, nessuno può erigersi a giudice e giuria”

“Anche se ci sono in ballo delle vite? Ti devo ricordare Wess che uccidiamo anche noi per salvarle? E non ci siamo mai posti il problema mi pare”

“Noi uccidiamo dei demoni e salviamo persone innocenti” disse a quel punto Cordelia

“Quindi avresti preferito che Maddie non fosse arrivata a salvarvi?”

Cordelia, stranamente rimase senza parole.

“Vedo che per una volta in vita tua non sai cosa dire. La cosa mi stupisce un po’” continuò Angel

“Non essere offensivo” urlò Wesley

Angel si girò di scatto verso di lui pronto a dar battaglia non riusciva a comprendere perché fosse così arrabbiato per la morte di quell’uomo. Era un essere malvagio che voleva fare del male a Daniel e Cordelia e quindi non molto differente dai demoni che combattevano ogni giorno.

“Hey…hey calmiamoci un po’ Ok?” disse Gunn a quel punto, cercando di calmare gli animi.

Wesley si tolse gli occhiali e li pulì mentre Angel usciva dalla stanza

“Dove vai?”

“A chiamare Maddie. Non vuoi delle spiegazioni?”

 

Hotel Hymperion – piano superiore

 

Dopo aver messo Daniel a letto Maddie si era diretta verso il bagno. Aveva bisogno di una doccia.

Come un automa aprì l’acqua, si tolse i vestiti e si gettò sotto il getto bollente.

Improvvisamente calde lacrime iniziarono a rigarle il volto. Si accasciò contro le piastrelle e iniziò a singhiozzare.

 

Non trovandola nella sua stanza Angel si preoccupò non poco fino a quando sentì una specie di lamento provenire dal bagno e fu lì che la trovò. Stringeva le gambe al petto, il visto nascosto mentre piangeva.

Senza pensarci su due volte entrò nella doccia e l’abbracciò.

Lei si strinse a lui come se fosse la sua ancora di salvezza, come se tutto il suo mondo dipendesse da quel gesto.

Angel zuppo fino alle ossa, chiuse l’acqua, l’avvolse in un asciugamano e con lei in braccio si diresse verso la sua camera certo che nessuno gli sarebbe venuto in mente di cercala lì.

Per la prima volta gli appariva fragile, non sembrava più il temibile guardiano di Daniel o la donna appassionata che aveva stretto fra le braccia in quelle ultime settimane, era solo una ragazza spaventata, schiacciata dal rimorso di quello che aveva fatto.

La strinse più forte a se mentre si sedeva sul suo letto. Non c’era nessuna bramosia sessuale in quell’atto. C’era solo il desiderio di confortarla, di porgerle una spalla su cui piangere, un amico con cui confidarsi.

Chiuse gli occhi per un attimo mentre lei continuava a singhiozzare, cercando di mettere ordine nei suoi sentimenti verso quella strana ragazza. Comprese alla fine quello che lei aveva cercato di spiegargli dopo i loro tumultuosi amplessi, dopo che ritornavano alla realtà. Quello che li legava non era amore o desiderio, era pura e semplice amicizia, era fiducia. Fiducia! Che strana parola. Aveva altri amici, tre erano al piano inferiore che probabilmente stavano ancora discutendo, ma mai a nessuno aveva concesso la sua fiducia. Ma stranamente a Maddie sì.

Era un sentimento che nasceva da dentro e gli sembrava così giusto, così normale, consapevole che non lo avrebbe mai tradito. Anche nei momenti più tristi di tutta quella vicenda, quando lo aveva insultato, quanto gli aveva puntato la spada alla gola o quando lo aveva picchiato lui non aveva mai avuto veramente paura perché aveva fiducia in lei. La strinse ancora più forte. Fino a quel momento aveva concesso, anche se in modo più limitato, fiducia solo ad un’altra persona, ma Maddie era riuscita a penetrare la corazza che si era costruito intorno dopo la maledizione, aveva raggiunto il profondo della sua anima e nonostante tutto riusciva a comprenderlo meglio di quanto riuscisse a fare lui stesso.

“Se mi stringi ancora un po’ mi stritolerai” disse a quel punto una voce roca

Solo allora Angel si accorse che aveva smesso di piangere

“Ti senti meglio?” disse sciogliendola dall’abbraccio

Lei annui. “Un bel pianto sistema le cose” rispose lei abbozzando un sorriso

“Non mentirmi Maddie. Conosco la sensazione, sono cento anni che ci convivo”

“E ci riesci?”

“E’ difficile. Ma mentre io, o meglio il demone che è in me traeva piacere dal male che faceva, tu…è stato un gesto necessario vero?”

“E questo dovrebbe farmi sentire meglio?”

“Non lo so. Ma so per certo che non sei un’assassina, che hai fatto di tutto per non arrivare a quel punto. Ricorda che devi proteggere Daniel”

Lei tirò su col naso ed ad Angel parve di vedere una bambina che era appena stata sgridata. Si alzò dal letto, prese dei fazzolettini di carta e glieli porse

“Fino ad ora avevo ucciso solo demoni” disse lei mente soffiava il naso e asciugava le lacrime

Lui si sedette di nuovo a fianco a lei “Maddie, quando si combatte il male e si deve proteggere qualcuno si commettono degli errori, a volte si coinvolgono persone innocenti, a volte si ferisce qualcuno anche se involontariamente...ma in tutto questo c’è sempre un fine superiore che attenua il dolore ed il senso di colpa”

Lei lo fissò negli occhi “Daniel?”

Lui annui con la testa “Se questo ti può consolare penso che al tuo posto probabilmente avrei agito allo stesso modo”

“Probabilmente, ma non ne sei sicuro vero?”

Lui scosse la testa.

Lei si fece un debole sorriso, si alzò e si diresse verso la porta.

“Vado a cambiarmi e poi scenderò per dare alcune spiegazioni a tutti voi e” continuò fissandolo “Ti consiglio di fare lo stesso!”

Angel si guardò e solo allora comprese di avere indosso ancora gli abiti bagnati.

 

Ufficio di Wesley

 

“Insomma si può sapere quanto ci mette a chiamarla?” disse Cordelia con la sua solita voce stridula

“Sta arrivando” esclamò Angel mentre entrava nella stanza

“Ti sei fatto una doccia? Con tutto quello che è successo?” chiese Cordelia notando i capelli umidi e gli abiti puliti

“E’ forse un delitto essere amante della pulizia?” chiese lui alquanto irritato

“Per favore, lasciamo perdere queste stupidaggini” sbottò Wesley “Dobbiamo pensare cosa fare di Maddie e Daniel”

“Non pensi che dovremmo darle il beneficio del dubbio?” disse Gunn

Wesley non rispose perso nei suoi pensieri. Maddie lo aveva picchiato, aveva accusato il Consiglio, aveva ucciso un uomo, ma soprattutto lo aveva offeso definendolo un imbecille e un inetto, questo non poteva certo perdonarglielo. Ammetteva che in passato non era stato molto brillante, ma ora tutto era diverso. Stando vicino ad Angel aveva acquistato sicurezza e padronanza nelle conoscenze dell’occulto ed era gratificato dal fatto che in quella squadra anche lui faceva la sua parte.

“Sono sempre dell’idea che dovremmo rendere Maddie inoffensiva, almeno fino a quando non saremo sicuri di quello realmente è!”

“E pensi di farlo tu Wess?” chiese Maddie mentre entrava con passo felpato nella stanza e andava a sedersi di fronte a lui.

“Ah, bene sei arrivata finalmente!” disse Cordelia “Ero stanca di aspettare!”

Maddie alzò gli occhi al cielo “Sia chiaro che sono qui perché ritengo che forse abbiate diritto ad alcune spiegazioni, se non fosse così, sarei già andata via e nessuno me lo avrebbe impedito!”

 

“Allora chi vuole essere il primo? Wess? Cosa vuoi sapere?”

Wesley la fissò negli occhi e con tutto il coraggio di cui era capace chiese “Il Consiglio”

“Il Consiglio?”

“Si. Perché hai detto che devi proteggere Daniel dal Consiglio?”

“Bene, da dove posso iniziare?” disse sospirando Maddie “Il guardiano deve proteggere colui che è nato dalla cacciatrice…”

“Questo lo sappiamo già” intervenne Gunn a quel punto

Maddie alzò la mano come per dirgli di stare zitto “…il bambino nato dalla cacciatrice è speciale in quanto è destinato a chiudere le porte dell’inferno, a riportare il mondo alle origini, a richiudere i demoni nel loro mondo, a separare gli universi…Il guardiano deve proteggere il bambino da tutto e da tutti, demoni e umani, sacrificando anche la sua vita se necessario”

“Ok, Ok, ma questo non spiega perché ritieni il Consiglio una minaccia”

“Perché non si fida di loro” disse a quel punto Angel

“Hai colto nel segno!”

Wesley si alzò di scatto dalla sedia che cadde rovinosamente a terra “ Come non ti fidi del Consiglio! Lui combatte il male!”

“Combatte il male tanto bene che non ha voluto aiutare la cacciatrice quando gli ha chiesto aiuto, ha licenziato Giles e te, non è riuscito a controllare Faith, e per ultimo ha tentato di rapire Daniel in tutti i modi possibili e immaginabili, anche cercando di uccidermi. E mi chiedi perché non mi fido di loro? Sei alquanto ingenuo!”

“Non sono ingenuo. Ammetto che molte delle azioni del Consiglio risultino alquanto macchinose e inspiegabili, ma non pensi che forse vogliono solo aiutarti e che tu con il tuo comportamento intransigenti gli hai costretti a fare delle scelte che non avrebbero mai intrapreso?”

“Può darsi, ma non voglio correre il rischio! Ritengo che il Consiglio non sia degno di fiducia e per questo non avranno mai Daniel se non passando sul mio cadavere!”

“Il Consiglio non fa queste cose” disse Wesley con tono deciso ancorato alle sue posizioni “Sono stato uno di loro, ho studiato con loro, e in tutta la storia di questa antica organizzazione non c’è mai stato niente che non fosse studiato per combattere il male”

Maddie sospirò sonoramente se solo avesse saputo! Pensò. Ma era troppo presto. Fra non molto tutto sarebbe venuto alla luce ed era meglio che Wesley lo scoprisse la momento opportuno.

“Sono cambiate molte cose da quanto ti hanno …sei andato via!”

“Il Consiglio non cambia! Sono persone in cui ripongo la massima fiducia”

“Spero che tu non debba pentirtene. Comunque…” continuò a quel punto Maddie “la cosa non ha importanza ora. Questo posto non è più sicuro. Domani devo partire!”

“Partire?” chiese quasi allarmato Angel “E dove andrai?”

“Non ve lo posso dire, per la vostra e la mia sicurezza. C’è altro che dovete chiedermi?”

“Sei una strega?” intervenne a quel punto Gunn

“Come prego?”

“Abbiamo visto tutti quello che hai fatto da Lorne. Hai usato la magia, quindi sei una strega”

“Ci mancava anche questa” disse a quel punto Cordelia “un’altra Willow”

“Diciamo che di tanto in tanto posso usare la magia, solo in casi estremi”

“E questo era uno di questi?”

“Si Wess, era proprio uno di questi”

“Ma scusa se Daniel è così importante, perché non siete rimasti nascosti in una di quelle dimensioni parallele? Sai come hai fatto con Buffy”

Maddie rimase stupita dalla domanda intelligente che Cordelia le aveva posto e decise di soddisfare la sua curiosità

“Nelle dimensioni in cui il tempo è accelerato rispetto al nostro non si può soggiornare più di un determinato periodo di tempo”

“Perché che cosa succede?” chiese con genuino interesse Gunn

“Si invecchia precocemente e si muore” fu la risposta di Maddie “e poi aprire un portale non è molto facile, si deve fare attenzione”

“Sei in grado di aprire un portale dimensionale?” intervenne a quel punto Wesley

“Si, ma solo…”

“In casi eccezionali” terminò la frese per lei l’ex osservatore.

“Vedo che hai capito. C’è altro? Perché vorrei andare a riposare prima di partire”

“Il medaglione” chiese a quel punto Angel

“Il mio medaglione? Che cosa vuoi sapere?”

“Il suo significato”

“E’ concesso di portarlo solamente ai guardiani. Ha determinati poteri e caratteristiche che ci vengono in aiuto quanto necessario…”

“A volte brilla….”

Tutti i presenti si stupirono della banale domanda di Angel, con tutto quello che era accaduto che cosa poteva interessargli se un medaglione brillava o meno?

“Ah…sinceramente non lo so” rispose Maddie ben sapendo che la risposta non avrebbe soddisfatto per nulla Angel

“Bene. Penso di aver esaudito tutte le vostre richieste. Manca ancora qualche ora prima dell’alba. Penso che mi riposerò” disse Maddie e augurandosi che anche gli altri facessero lo stesso uscì dalla stanza.

 

Tutti erano stanchi e nessuno aveva la forza di andarsene a casa. In fondo quello era un ex albergo e ognuno dopo aver preso una stanza si addormentò profondamente.

 

Angel fu felice e sorpreso di trovare Maddie in camera sua. Non voleva che lei se ne andasse e sperava di convincerla. Come avrebbe fatto senza di lei a perdersi in Buffy? A provare quelle emozioni? Lei doveva rimanere!

“Speravo di trovarti qui” disse

“Lo so” rispose lei

“Non andartene Maddie, potremmo proteggerti, in fondo quell’uomo è morto e tu per il momento sei al sicuro. Pensa a Daniel”

“Io sto pensando a Daniel e tu?”

“Io? Non capisco…”

“Angel perché vuoi che rimanga?”

“Beh…io ti posso proteggere, tutti noi …anche Lorne…e poi la casa è grande…non mi dai fastidio…”

Maddi rise, una risata argentea e cristallina “Ti stai arrampicando sugli specchi, rispondi sinceramente, so che ti preoccupa l’incolumità di Daniel, ma c’è dell’altro o sbaglio?”

“Non voglio che tu vada via perché di voglio tutte le sere nel mio letto!” sbottò lui. Ecco finalmente lo aveva detto.

“Non ti sembra di essere alquanto egoista?”

“Egoista?”

“Metteresti in pericolo la vita di Daniel, la mia, quella dei tuoi amici e la tua solo per qualche ora di passione, di sensazioni, qualche ora con Buffy?”

“E tu non lo faresti per Robert?”

“Certo. Ma a differenza di te, io riesco ancora a controllare le mie emozioni e, so quello che è giusto!”

“Anch’io so quello che è giusto!”

“Davvero? Non si direbbe”

Angel rimase per un attimo fermo, perso nei suoi pensieri “E’ vero, non mi sono reso conto… sono un egoista. Scusami”

“Di cosa? Ad essere sincera anch’io ero tentata a non partire ma dopo il dovere è prevalso”

“Come fai ad essere così saggia?”

“Non mi adulare. Fra poche ore partirò, abbiamo poco tempo!”

“Per cosa?”

Lei si sedette sul letto e gli fece cenno di avvicinarsi. Insieme ed abbracciati si distesero. Stranamente il loro solito famelico desiderio che si scatenava quando si toccavano aveva lasciato il posto ad una pacata tranquillità.

“In ufficio, non ho detto tutto”

“Lo immaginavo. Hai deciso di dirmi tutti i tuoi segreti?”

“Si…No…, non tutti almeno” Lei si alzò e lo fissò negli occhi “Ti voglio raccontare una storia….”

 

CAPITOLO 35

 

Hotel Hymperion – primo pomeriggio.

 

Tutto era pronto per la partenza. Maddie e Daniel stavano aspettando il taxi che gli avrebbe condotti lontano da Los Angeles.

Regnava un silenzio quasi irreale carico di imbarazzo e domande che con avevano trovato risposte.

“Non posso andarmene così!” pensò Maddie fra sé. Doveva cercare di chiarire alcune cose, in un futuro non molto lontano dovevano essere uniti e non poteva permettere che vecchi rancori minassero la loro missione.

Maddie si avvicinò a Wesely. “Mi dispiace di averti picchiato Wess, ma ero troppo sconvolta dal rapimento di Daniel, e mi dispiace per le cose che ti ho detto”

“Sicuramente le pensavi!” rispose lui

Lei scosse la testa “Sei un ottimo amico per tutti loro ed un ottimo ricercatore. Molte persone avrebbero desistito nel combattere i demoni una volta che il Consiglio gli avesse cacciati, ma tu hai dimostrato coraggio e caparbietà. Due ottime doti. Non dimenticarlo mai, nemmeno nei momenti più bui, nemmeno quando tutto sembrerà perduto ricorda che le tue qualità ti saranno utili”

Poi gli porse la mano “Senza rancore?”

Vedendo quella mano tesa, Wess la fissò negli occhi e notando la sua sincerità senza pensarci due volte l’abbracciò con sincero affetto “Fai buon viaggio e stai attenta mi raccomando”

“Certamente” rispose lei

Poi salutò Cordelia e Gunn ed alla fine si diresse verso Angel

“Grazie di tutto Angel, non ti dimenticherò”

“Lo spero bene” rispose lui abbracciandola. “Ti rivedrò ancora?”

“Certo. Ma ricorda Angel questa è stata la nostra ultima notte insieme” gli sussurrò all’orecchio in modo che nessuno sentisse

Lui la staccò da sé fissandola negli occhi certo di non aver capito bene.

Lei gli sorrise, gli aprì la mano. Mise qualcosa dentro e poi la chiuse a pugno. “Quando non saprai cosa fare, questo potrebbe darti le risposte che cerchi”

Il suono di un clacson riportò tutti alla realtà, Maddie e Daniel salutarono nuovamente i quattro amici e salirono sull’auto.

Una volta dentro il taxista chiese “Dove?”

“Sunnydale” rispose Maddie senza alcun indugio.

Dalla vetrata dell’Hymperion Angel guardò il taxi sparire nel traffico caotico di Los Angeles e improvvisamente sentì un vuoto nascere da dentro, come se avesse perso qualcosa di troppo importante. Si sentì solo.

 

“Vado a riposare un po’” disse “e sarebbe meglio che anche voi faceste lo stesso. E’ stata una lunga notte!”

Cordelia, Wesely e Gunn non se lo fecero ripetere due volte e salutandolo lasciarono la sede dell’agenzia.

 

Arrivato nella sua stanza Angel si distese sul letto.

Era stata una notte alquanto bizzarra. Maddie gli aveva raccontato una storia davvero strabiliante, mentre lui gli aveva raccontato un po’ del suo passato. Quella ragazza era davvero furba. Era riuscito a coinvolgerlo nel suo racconto e lui piano piano si era rilassato e aperto con lei. Gli aveva spiegato le origini della spada e la leggenda che aleggiava su essa, di come era venuta a conoscenza della sua missione, dell’incontro con Buffy, e dell’amicizia che la legava a lei. Non gli aveva raccontato nulla di dove l’avesse portata quando aspettava il bambino e del padre affermando, giustamente, che erano cose personali e che avrebbe dovute chiederle a Buffy

Lui le aveva raccontato del riflesso nello specchio che aveva visto dopo che erano stati insieme.

**”Quindi hai visto il riflesso di un volto nello specchio, perché non me lo hai detto subito?”

“Non lo ritenevo importante e poi…non succedeva sempre”

“Ti ricordi quel volto? Com’era?”

Lui glielo aveva descritto a grandi linee e per un attimo gli era parso che lei volesse dire qualcosa, ma dopo aveva taciuto.

“Ti ricorda qualcuno?” aveva chiesto lui

“Nessuno in particolare” era stata la risposta di Maddie. Ma lui aveva notato che aveva stretto il medaglione fra le mani.

Ma quello che lo aveva colpito di più alla fine di quella notte erano state le sue ultime parole.

“Fra poco ci troveremo ad affrontare un grande dolore, che quasi ci distruggerà”

“Che tipo di dolore?”

“Non posso dirti di più. Ma devi sapere che è necessario, necessario per gli eventi che accadranno in futuro, necessario per crescere”

“Mi sembra di essere già cresciuto abbastanza”

“Sai cosa intendo. Crescere interiormente. Ti do un solo consiglio, non prostrarti nel dolore, non chiuderti nella ricerca di un’illusione, affrontalo e usalo per lottare, per combattere. Alla fine sarai vincitore”

“Vincitore? Su chi?”

“Lo scoprirai presto. E’ meglio riposare ora….”

Consapevole che lei non avrebbe risposto ad altre domande, Angel si era addormentato con lei fra le braccia e aveva sognato Buffy.

 

CAPITOLO 36

 

Sei mesi dopo – Hotel Hymperion

 

Angel si gettò sul letto sfinito ripensando a quello che era accaduto negli ultimi sei mesi. Dio se erano successe di cose!. Ma sopra tutte ne troneggiava una: Buffy era morta!.

Si ricordava ancora quando era andato a Sunnydale per la morte della madre di lei. In quell’occasione non gli era parso opportuno chiederle di Maddie e Daniel, pensando scioccamente che avrebbe avuto altre occasioni per incontrarla.

Lui era rimasto con lei fino al sorgere del sole e l’aveva consolata e baciata. Si ricordava tutto di quel bacio. Il suo sapore, il suo trasporto, il suo desiderio, ma nonostante tutto non aveva compreso il pericolo che lei correva, sicuro che se la sarebbe cavata anche questa volta. Ma così non era stato: dal suo ritorno da Phylea, lo attendeva Willow per dargli la cattiva notizia.

Era morta, per salvare il mondo e per salvare anche lui!

E lì tutto era precipitato. Ora non aveva più nessun legame con Sunnydale.

Maddie e Daniel, nonostante le spasmodiche ricerche dei primi giorni si erano come volatilizzati. Sconsolato e arrabbiato con tutto e tutti si era rinchiuso in un monastero per trovare delle risposte, ma aveva trovato solo altri demoni da combattere e così era ritornato a Los Angeles, aveva ricominciato il suo lavoro, salvare gli innocenti, combattere la Wolfran ed Hard, sopportare Cordelia.

Ma c’era una piccola novità!

Uno stanco sorriso salì alle labbra. Da tutta quella assurda storia nata da un casuale incontro con una donna ed un bambino in un vicolo aveva scoperto che ora poteva stare con le donne senza alcun pericolo per la sua preziosa anima.

Nessuno sapeva o sospettava di nulla. Era molto cauto in questo e il tutto veniva agevolato dalla sua missione .Infatti il più delle volte le malcapitate gli erano così grate che lui le avesse salvate che non ci pensavano due volte a concedersi al loro salvatore.

Si tolse di scatto la giacca e la camicia, gettandole da parte. Portava ancora il profumo della sua ultima conquista, come si chiamava Jill? Jinny? Che importanza aveva? Con quante donne aveva fatto l’amore negli ultimi mesi? O per meglio dire quante se ne era scopato? Perché di questo si trattava di semplice e puro sesso, senza sentimenti, senza coinvolgimenti, senza amore.

Dio che squallore! Pensò. Ma quello era l’unico sistema che aveva trovato per cercare di far cessare quel dolore sordo e profondo che dalla morte di Buffy non lo aveva più abbandonato. All’inizio aveva pensato che forse si sarebbe ricreata la stessa magia che era successa con Maddie, ma non era successo. Probabilmente perché Buffy era morta e nessuna di quelle ragazze era legata a lei come lo era Maddie.

Aveva bisogno di una doccia e subito!

Aprì il cassetto e ne tolse un asciugamano quando lo vide: il regalo di Maddie. Quel giorno lo aveva riposto nel cassetto e poi stranamente se ne era dimenticato, ed ora eccolo lì come se fosse in attesa che colui a cui era stato dato si ricordasse di lui.

Alzò lo strano ciondolo. Era una finissima catenina d’oro con appeso un piccolo pendente di uno strano colore ambrato.

“E tu dovresti darmi che risposte che cerco?” disse ad alta volte fissando intensamente il pendente

“Che risposte vuoi Angel?”

“Maddie?” rispose lui guardandosi intorno

“Che risposte vuoi?”

Angel fissò ancora lo strano pendente e tutto divenne improvvisamente buio.

 

Quando riaprì gli occhi si ritrovò ancora nella sua stanza, ma in fondo al letto sedute e sorridenti si trovavano Maddie e Buffy.

Lui sgranò gli occhi “Buffy!” disse allungando la mano.

Lei sorrideva, serena, come se nulla la preoccupasse.

“Buffy” disse nuovamente lui cercando di afferrarle il braccio “Sei qui…sei viva” ma la mano gli passò attraverso. Inorridito la ritrasse prontamente.

“Che cosa sta succedendo?”

“Perché ti comporti in questo modo?” chiese Buffy a quel punto

“Io…ti ho perso…sei morta”

“E per questo ti vuoi distruggere? Vuoi gettare alle ortiche tutti quello che hai fatto fino ad ora? Tutto quello per cui hai combattuto? Quello per il quale anche io ho combattuto? Perché vuoi denigrare in questo modo quello che io ho fatto? Quello che ho sofferto? Quello che io provavo per te?”

“Non sto gettando via niente, ero solo disperato…”

“La disperazione non ha mai fermato Buffy” intervenne a quel punto Maddie “nemmeno nei momenti più bui della sua vita ha sempre trovato la forza di reagire e combattere…”

“Lo so…”

“Sei un debole…” disse Buffy a quel punto con una nota di delusione

“Non sono un debole!” rispose arrabbiato lui.

“E allora dimostralo” esclamò quasi arrabbiata lei a quel punto

“Stai attento Angel” disse Maddie “Il dolore serve a rendere forti, non devi lasciarti sopraffare da esso, e se cerchi in altre solo la mera illusione non farai che peggiorare la tua situazione. Vuoi delle risposte? Tutti le vorremmo. Ma prima dovresti porti le domande sulle quali desideri riceverle…”

“Non capisco…”

“Il tuo comportamento non è degno di te. Pensavo che dopo tutto quello che ti è successo, che hai sofferto tu fossi diverso, che avresti saputo reagire…Io ho reagito. Benché il dolore fosse forte, il vuoto incolmabile ho continuato a lottare…a vivere” disse Buffy con calma

“Io non sono vivo quindi…”

“Dipende dai punti di vista” intervenne a qual punto Maddie “Sei ancora in questo mondo non è vero? Cammini, dormi, ti nutri quindi vivi….”

Angel era ancora scosso da tutta quella strana visione, perché di visione si trattava “Buffy…perché sei dovuta morire?”

“Era necessario”

“Quel giorno non ho capito, Sarei dovuto morire io…dovevo essere al tuo posto”

“Non è giunto il tuo tempo Hai ancora molte cose da compiere. Ma devi ritornare quello che eri, sicuro di te stesso, combattere per il bene, aiutare gli altri senza trarne profitto. Hai già fatto così tanto. Perché vuoi ricadere nella melma dalla quale sei faticosamente uscito?” chiese lei

“Non devi dirmi queste cose, non le merito. Tu eri…”

“La vita non è giusta o sbagliata Angel” intervenne Maddie “La vita deve essere vissuta, sempre al meglio. Le rispose che vuoi sono dentro di te, quindi cerca di trovarle, molto spesso sono più semplici di quello che sembrano…”

Buffy si avvicinò a lui e lo accarezzò su una guancia. Chiuse gli occhi. Poteva sentire il suo tocco “Vivi sempre al meglio Angel e presto sarai ricompensato…ricorda” gli disse lei prima di svanire in una luce dorata.

 

Due settimane dopo – Hotel Hymperion- stanza di Angel

 

Angel era finalmente soddisfatto di se stesso. Lo strano sogno che aveva fatto gli aveva aperto gli occhi e lo avevano ricondotto alla ragione.

Maddie e Buffy avevano ragione. Si stava lentamente distruggendo, sia nel corpo che nello spirito e se c’era una cosa che quelle due ragazze gli avevano dimostrato e insegnato era la perseveranza. Si sentiva stranamente bene. Tutto era ritornato alla normalità. Si distese sul letto con gli occhi al soffitto pensando che il dolore della morte di Buffy era sempre presente, ma ora gli dava una forza in più, uno stimolo che prima non aveva. Era vero. Doveva ritornare ad essere quello che era all’inizio, era il modo migliore per onorare la sua memoria concluse prima di chiudere gli occhi.

 

Un colpo secco alla porta lo riportò alla dura realtà. Si ridestò appena in tempo per rendersi conto che una Cordelia eccitata entrava come una furia nella sua stanza

“Che diavolo…”

“Angel non ci crederai…”

“Si può sapere che cosa sta succedendo?”

“Buffy è viva!”

 

 

 

CAPITOLO 37

 

“Stai giù Daniel” gridò Maddie prima di trafiggere l’ennesimo demone.

Quando tutto fu finito Daniel uscì dal suo nascondiglio “Tutto bene Ma?”

Lei annui stancamente con la testa. Non si poteva continuare così! Quando pensava di essere fuggita alle grinfie del Consiglio ecco che rispuntava qualche demone a dimostrarle il contrario. Era esausta e non si trattava certo di un eufemismo. Aveva bisogno di un posto sicuro e di aiuto. La sua identità era ancora segreta, Wesley gli aveva confermato più volte di non aver mai dato il suo nome quando aveva chiesto aiuto per scoprire chi fosse, quindi…

Prese Daniel per mano e si alzò di scatto

“Dove andiamo Ma?”

“A Vancouver” rispose lei “Si va a casa!”

 

Vancouver – appartamento di Robert

 

“Hey amico non devi distruggerti in questo modo!”

“Parli bene tu” rispose Robert al suo amico. “ormai non ci sono più speranze che io riesca a ritrovare Maddie”

“Non vorrei essere ovvio, ma non hai mai pensato che forse lei non vuole essere trovata?”

“Non ti ci mettere anche tu…non è giornata”

“Ma perché le corri ancora dietro? Ti ha piantato dal giorno alle notte, la sua famiglia non ti ha voluto dire niente e l’unica traccia che avevamo trovato…quella Buffy…”

“E’ morta”

“Allora mettici una pietra sopra e non pensarci più. Ci sono tanti pesci nel mare”

“Non posso”

“Ma perché? Mi chiedo io Perché? Capisco che tu ne sia innamorato ma ora si rasenta l’ossessione”

“Perché ci sono ancora molte domande senza risposta ed io intendo averle!” gli urlò contro Robert prima di lasciare l’appartamento sbattendo la porta.

 

Hotel Hymperion – Stanza di Angel

 

Angel riagganciò la cornetta del telefono. Aveva appena sentito Buffy e stava bene. Quella Willow era davvero portentosa. Ma per il momento, anche se lo desiderava ardentemente non voleva incontrarla. Era ancora troppo presto almeno per lui…

 

Vancouver – casa dei Dessaline

 

Quando Michelle .Dessaline aprì la porta quasi non credette ai propri occhi. “Oh mio Dio Maddeline”

“Ciao Mamma…”

“Vieni entra presto…” disse lei attirandola verso la porta e abbracciandola fino a toglierle il fiato

“Oh come saranno felici i tuoi fratelli e tuo padre? Eravamo così in pensiero per te”

“Mi dispiace essere piombata qui…ma era un’emergenza”

“Non ti preoccupare…”

Daniel tirò la lunga giacca di Maddie

“Oh…Maman…ti presento Daniel”

Michelle Dessaline gli strinse la mano “Quindi tu saresti il bambino speciale di Maddeline…ma ormai sei un vero ometto piacere di conoscerti. Che ne diresti di un bel gelato?”

Daniel allungò la mano e gliela strinse. Quella signora gli piaceva, Era simpatica.

“Vieni” disse a quel punto “Suppongo che tu sia stanca, ti tratterai a lungo?”

“Il tempo necessario”

“Non ti danno tregua vero?”

“Esattamente. Sembra impossibile ma riescono a rintracciarmi ovunque così ho pensato…”

“Hai fatto bene. Lo sai che questa casa è fuori dalla loro portata…dovevi venire prima”

“Non volevo coinvolgervi. Loro non si servono solo di demoni, potrebbero farvi del male in altro modo pur di arrivare a me ed a lui” disse guardando Daniel occupatissimo a gustarsi un gelato.

“Hai saputo della notizia vero?”

Maddie annui. “Siamo stati sulla sua tomba…ora siamo in attesa”

“Pensi che quella ragazza, quella Willow sarà in grado?”

“Con una buona dose di aiuto…”

“Ma lei…come ritornerà? Accetterà? In fin dei conti ormai la sua missione era finita”

“Non era finita” disse improvvisamente Daniel “Il sacrificio non era necessario, ma lei non aveva scelta…” concluse prima di riprendere a magiare il gelato.

“Lo fa spesso?” chiese sua madre a Maddeline per nulla turbata di quel cambiamento nel bambino

“Col tempo ci si abitua” rispose sorridendo la ragazza

Su venite ora. Sarete stanchissimi. Tu Maddie puoi prendere la tua stanza. Sai l’ho sempre tenuta in ordine, mentre tu Daniel ti darò una bellissima stanza degli ospiti”

“Una stanza tutta per me?”

“Certo!”

“Evviva!” urlò felice il bambino.

“Stasera dopo aver festeggiato decideremo sul da farsi. E’ giunto il tempo che il Consiglio comprenda con chi si sta per scontrare…”

 

Sera – casa dei Dessaline

 

Tutto si stava svolgendo in un atmosfera gioiosa. La famiglia era finalmente riunita, cosa che Michelle pensava non sarebbe successo più. Tante notti si era svegliata in preda all’angoscia con il timore che Maddeline fosse morta, ma fortunatamente questo non era successo.

Dopo aver messo Daniel a dormire tutta la famiglia Dessaline si riunì in soggiorno.

“Allora? Che cosa hai intenzione di fare?” chiese suo fratello Marcel

“Fino a quando non sapremo se ci sono novità sulla cacciatrice dovremo aspettare”

“Cosa farai con gli scagnozzi del Consiglio tesoro?” intervenne preoccupato il Padre

“Quello che faccio di solito”.

Marcel accavallò le lunghe gambe e Maddie lo fissò. Non era strano che le ragazze lo trovassero così affascinante. Era un ragazzo alto, spalle possenti, capelli castano chiaro e occhi scuri e quando era assieme a Robert non passavano certo inosservati. Robert. Era molto tempo che non pensava più a lui. Chissà cosa stava facendo, si vedeva con qualcuno? Probabilmente ora era con una ragazza o con degli amici.

“E’ inutile continuare a fare congetture” la voce di Marcel la riportò alla realtà. “Dobbiamo chiudere tutta questa faccenda altrimenti il peso che grava sulla nostra famiglia non avrà mai fine. Non voglio che un domani i miei figli si trovino in questa situazione!”

“Hai intenzione di sposarti?” chiese Jeanette “Hai sempre detto che deve ancora nascere chi riuscirà a portarti all’altare”

“Era un modo di dire” rispose lui “e penso che anche Maddie abbia diritto a vivere un po’ tranquillamente la sua vita non credete? E poi penso anche a te sorellina…non vorrai che quello che è successo a noi possa accadere anche ai tuoi discendenti in futuro?”

“Grazie frattellone” rispose la ragazza

“Grazie anche da parte mia, ma non sono poi così importante”

“Certo che lo sei. Se siamo arrivati fino a questo punto lo dobbiamo soprattutto a te ed a tutto quello che hai sacrificato. Potremmo chiamare il nostro informatore a Sunnydale…”

 

Stanza di Maddeline

 

Michelle bussò lentamente alla porta “avanti “ si sentì rispondere.

“Non dormi?”

“Non ancora. Voglio godermi questi attimi…”

“Bene” rispose la madre andandosi a sedere accanto.

“Maman….”

“Si?”

“Hai avuto più notizie di Robert?”

La donna scosse la testa.

“Sai che è quasi riuscito a rintracciarmi a Los Angeles?”

“Come?”

Maddie le raccontò quello che era accaduto. Del suo incontro con Buffy e, un po’ imbarazzata di quello che era successo con Angel.

La madre di lei non era mai stata una puritana e sorrise “Questo Angel deve essere uno schianto se ti sei lasciata andare con lui”

“Maman…ti ho già spiegato”

“Si. Hai già intuito quello che è successo vero?”

“Si. So che centra il medaglione “

“Esatto. Il medaglione ha fatto si che i sogni degli interessati combaciassero, portandovi oltre il conosciuto. Solo che non capisco che ruolo abbia Robert in tutta questa faccenda…dovrò consultare i miei libri…”

“Maman…Robert deve rimanere al di fuori di tutto…hai capito? Fuori da tutto!”

“Devi esserene proprio molto innamorata se vuoi proteggerlo in questo modo, ma molto non dipende da noi, lo sai…”

Maddie sospirò. “Si lo so!”

 

Giorno dopo – sala da pranzo – casa dei Dessaline.

 

“Bene” disse Marcel dopo aver sentito il misterioso informatore“la cacciatrice è ritornata”

“Ed è…?”

“Sembra tutto a posto, ma forse è presto per dirlo. Comunque il momento si sta avvicinando e noi non abbiamo ancora trovato il tramite…sei sicura che non sia quel vampiro con l’anima?”

Maddie scosse la testa “Più che sicura”

“Potremmo farcela anche senza il tramite?” chiese a quel punto Jeanette

“Difficile ma non impossibile” rispose il padre “Ma se trovassimo il tramite tutto sarebbe più facile”

“Bene fino al momento che non sarà necessario continueremo le ricerche e speriamo in bene” disse a quel punto Maddie.

 

Inghilterra. Sede del consiglio.

 

Una figura ascoltava al telefono le ultime notizie tamburellando nervosamente con le dita la lucida superficie della sua scrivania.

In uno scatto d’ira il telefono volò letteralmente dall’altra parte della stanza.

“Dannazione! Non può essere ancora viva!”

 

CAPITOLO 38

 

Alcuni giorni dopo - Sunnydale – stanza di Buffy

 

Buffy prese la cornetta del telefono “Pronto?”

“Ciao, sono io”

“Maddie!” rispose lei e poi improvvisamente cominciò a singhiozzare

“Su Buffy…”

“E’ solo che non pensavo che avrei più sentito la tua voce e quella di Daniel. Sono così felice!”

“Se sei felice e piangi in questo modo quando sei triste cosa fai?”

Buffy cominciò a ridere e piangere allo stesso tempo, Maddie riusciva sempre a sollevarle il morale.

“Sai qui vicino a me c’è qualcuno che ha tanta voglia di sentirti….”

“Mamma!”

“Daniel tesoro come stai?”

“Mi sei mancata tanto…”

“Anche tu…”

La conversazione fra i due continuò per un buon quarto d’ora, poi Daniel ripassò la comunicazione a Maddie

“Avrei tanta voglia di vederlo…”

“Posso venire a Sunnydale…”

“Non penso che sia prudente, qui è tutto diverso ora…”

“Diverso? Buffy ti senti bene? Puoi confidarti con me lo sai…”

Buffy notò che era stata la prima persona a chiederle come si sentisse, gli altri le avevano subito gettato in faccia la triste realtà, avevano preteso subito che ricominciasse la caccia. Sua sorella invece di aiutarla, e capirla era uscita con un vampiro, Willow era tutta presa da Tara e si pavoneggiava di quello che aveva fatto e Xander…beh quello era meglio lasciarlo perdere. A tutto questo si aggiungeva il fatto che era praticamente in bancarotta e che doveva lavorare per mantenersi

“Buffy…”

“Si…sono qui…”

“Hai voglia di parlare?”

“In questo momento non me la sento proprio…magari più avanti”

“Capisco. Comunque Daniel vuole vederti. Potremmo venire a Sunnydale!”

“Potrebbero esserci delle difficoltà io…lavoro!”

“Lavori? Come mai?”

“E’ una lunga storia”

“Ok, Mi racconterai tutto quando verremo lì””

“La casa è piena di gente!”

“Non riesco a capire molto, comunque cerca di liberartene e se mi scoprissero…inventeremo una scusa qualsiasi”

“Ma non è pericoloso? Se ti rintracciassero?”

“Sarò prudente” rispose Maddie riagganciando.

 

Vancouver – Casa dei Dessaline

 

“Allora?” chiese Marcel preoccupato

“L’ho trovata giù di tono. Ho bisogno di parlarle e lei ha bisogno di vedere e stare con Daniel per un po’”

“Non sono molto convinto. Forse è meglio se ti accompagno”

“No. Non voglio che voi siate coinvolti in questa faccenda prima del previsto. Questo posto è ancora sicuro perché ignorano la mia identità. Se questo dovesse accadere…non oso nemmeno pensare a quello che sarebbero capaci di fare!”

“Va bene. Quando parti?”

“Penso al massimo fra una settimana, quando Buffy avrà risolto qualche problemino in casa”

 

Sunnydale – Casa di Buffy – bagno

 

Buffy si gettò con violenza sotto il getto di acqua bollente e iniziò a strofinarsi con vigore il corpo. Non ci poteva credere, stava quasi per dare sesso con Spike!

Spike! Al solo pensiero le salì un conato di vomito, ma riuscì a controllarsi.

Da quando era ritornata tutto era diverso. Lei era diversa e Spike questo lo aveva capito. Il suo chip con lei non funzionava e poteva picchiarla…e baciarla…e toccarla.

Aveva sentito le sue mani fredde sul suo corpo, le sue labbra sulle sue e all’inizio era stata tentata di lasciarsi andare, ma dopo, prima che succedesse l’irreparabile era riuscita a rinsavire e dopo averlo tramortito era fuggita come se fosse inseguita da un’orda di demoni.

Come diavolo era potuto accadere? Lei e Spike! Come aveva potuto permettere che si avvicinasse così tanto a lei? Accidenti era la cacciatrice e i vampiri doveva ucciderli non baciarli. Il Problema fondamentale consisteva nel fatto che gli era piaciuto.

Alzò il viso in modo che fosse colpito dal getto d’acqua. Era fuggita, ma davvero voleva fuggire da Spike? Probabilmente lei stava fuggendo da se stessa, da quello che lei aveva paura di essere diventata. Dannato Xander, perché si era messo a giocare con la magia? Tutto andava bene finché non aveva deciso di provare il brivido del proibito.

Era confusa, molto confusa. Aveva necessità anzi il bisogno di confidarsi con qualcuno, ma chi? Se avesse raccontato l’accaduto ai suoi amici sicuramente l’avrebbero accusata. Ultimamente non facevano altro, e sua sorella? Scosse la testa, era tutto così difficile ora!

Sospirò di sollievo. L’indomani Maddie sarebbe arrivata, era sicura che a lei sarebbe riuscita a confidarle tutto!.

Chiuse l’acqua della doccia e si diresse verso la sua stanza.

 

Sunnydale – Cripta di Spike

 

Spikè entrò allegramente nella cripta, felice di come erano andate le cose. Certo non era riuscito del tutto nel suo intento, ma la cacciatrice si era lasciata andare e lui aveva intravisto quella sua parte oscura e sensuale che anche lei ignorava, ma che lentamente stava raggiungendo la superficie e presto anche lei ne avrebbe percepito la presenza.

Si toccò con le mani le labbra che portavano ancora il suo sapore e poi aspirò avidamente dal loro palmo il suo profumo.

Chiuse gli occhi. Aveva percorso il suo corpo, le sue forme morbide e arrendevoli. Prese una bottiglia di Burbon e ne bevve avidamente. Presto, ne era certo, avrebbe avuto la cacciatrice nel suo letto!.

 

Sunnydale – Casa di Buffy

 

Buffy trasse un respiro profondo prima di aprire la porta, era agitata. Non aveva dormito molto la notte precedente rosa dal pensiero di quello che era accaduto con Spike e dal fatto che forse Daniel non l’avrebbe riconosciuta. Era riuscita a liberare la casa ed era tutta per lei.

Appena aprì la porta Daniel le saltò al collo e lei sbilanciata cadde a terra.

“Mamma!” disse il bambino dandole baci sulle guance

“Oh Daniel” rispose lei stringendolo forte.

“Forse è meglio se entriamo in casa non credi? Qui stiamo dando nell’occhio”

“Certo”.

Dopo baci e abbracci, Daniel era seduto a guardare la televisione mentre Buffy raccontava a Maddie quello che era successo.

“Capisco che siano amici tuoi, ma sono veramente degli stupidi. Willow fa una magia per riportarti a noi e non dissotterrano la bara? Mio Dio Buffy non posso nemmeno lontanamente immaginare come ti sia sentita”

“E’ stato terribile. Prima ero così felice, serena e dopo in un attimo…mi mancava l’aria era tutto buio…ho avuto paura!”

“Non devi vergognartene. Chiunque avrebbe avuto paura al tuo posto!”

“Anch’io ho paura del buio” disse Daniel a quel punto “Ma ho il mio sistema…”

“Quale sarebbe?” chiese Buffy

“Penso a te mamma!” rispose il bambino.

A quella risposte lei si alzò ed andò ad abbracciarlo forte.

Maddie osservò la scena con emozione, ma c’era dell’altro, lo percepiva.

“Sbaglio o non mi hai detto tutto?”

Buffy improvvisamente si trovò imbarazzata, ma doveva sfogarsi con qualcuno e Maddie era l’unica che potesse comprenderla.

“Quindi ti senti attratta da lui?” chiese Maddie. Conosceva bene la storia di Spike, Drusilla ed Angel, era stata Buffy a raccontargliela ed anche se non lo aveva mai incontrato di persona, dalla descrizione appariva come un bel ragazzo, solo che quel nome Spike! Assomigliava tanto a quello di un cane. Si ricordava ancora che quando Buffy lo aveva nominato la prima volta aveva riso a crepapelle per cinque minuti. Ma, intuendo che non era un vampiro qualsiasi, aveva anche fatto alcune ricerche anche su di lui: “William il sanguinario” e si poteva dire che lo conoscesse abbastanza bene

“Non so esattamente se sia attrazione, ma per un attimo mi sono lasciata trasportare”

“Trasportare? Da Cosa? Non dai ricordi spero!”

Buffy arrossì leggermente.

“Buffy se tu ti senti attratta da lui e pensi che possa farti felice non vedo nulla di male, ma se lo stai usando per cercare di ritrovare qualcosa che pensavi di aver perso, ti scotterai e solo tu ne pagherai le conseguenze”

“Lo so. Solo che per un attimo mi ha ricordato lui”

“E’ comprensibile. In fin dei conti Angel era una specie di Sire per Spike. Hanno convissuto tanti anni assieme, ma ricorda che Spike non ha un’anima, solo un chip che forse un giorno si guasterà ed allora…”

“Lo so. Ma lui ha detto di amarmi…mentre Angel da quando sono ritornata mi ha solo fatto una telefonata e poi più niente. Da come si sta comportando penso che lui non provi più niente per me, a parte forse amicizia, mentre Spike mi assicura che i suoi sentimenti sono sinceri”

“Quindi ricapitolando da una parte hai Angel, il tuo grande amore, che non si è fatto vivo con te a parte una misera telefonata e pensi che non ti voglia più bene. Mentre dall’altra ti ritrovi un vampiro con un chip nella testa che dice di amarti appassionatamente”

“Esatto”

“Il punto focale è: tu lo ami?”

Buffy sospirò. Lo amava? Si chiese fra se. La risposta le arrivò spontanea dal cuore “Non lo so. Mi ha aiutato Glory, e ha badato A Dawn mentre non c’ero…”

“Non scambiare il sentimento della gratitudine con l’amore, è una cosa totalmente diversa”

“Sono confusa

“Bene!”

“Bene? Che cosa stai dicendo?”

“Quando ti ho incontrato più di due anni fa avevi solo certezze, e andavi dritta per la tua strada. Ora hai dei dubbi. Segno di maturità!”

“Ne sei sicura?”

“Più che sicura. Hai bisogno di una vacanza!”

“Vacanza?”

“Certo. Devi mettere in chiaro quello che provi per Spike, e quello che vuoi per te stessa. Un po’ di tempo in un certo posto con Daniel ti farà bene”

“Ma...il lavoro, la casa, Down”

“Non ti preoccupare. Ci penserò io: Allora?”

Buffy sorrise sollevata. Era sicura che Maddie sarebbe stata in grado di ascoltarla senza giudicarla.

“Va bene! Ma devi sapere alcune cose…”

Buffy spiegò a Maddie i suoi turni di lavoro, di Dawn e di Willow e Tara che praticamente vivevano in casa con lei, senza contare le piccole visite di Spike.

“Questo è tutto?” disse Maddie ancora un po’ frastornata

Buffy annui.

“Ok. Daniel si parte!”

“Davvero Ma? Dove andiamo?”

“Noi da nessuna parte, ma tu e la tua mamma andrete in vacanza in un bel posto”

“A Roath?”

Maddie annui. “Bene, lasciatemi lavorare ora…”

Dopo aver pronunciato parole magiche, il medaglione iniziò a brillare ed un portale comparve nel salotto di Buffy.

“Grazie Maddie” disse lei prima di abbracciarla

“Di nulla: Ora vai. Ci vediamo domani mattina”

“Fra dieci giorni per me e Daniel” rispose Buffy mentre con il bambino si incamminava verso il portale. L’ultima cosa che vide prima che si richiudesse fu Maddie che si trasformava in lei.

 

CAPITOLO 39

 

Los angeles – Hotel Hymperion

 

“Perché la Wolfram ed Hart hanno riportato in vita Darla?” chiese Cordelia ancora scossa per l’accaduto.

“Volevano che lei mi maledisse di nuovo” rispose Angel

“Per fortuna non ci sono riusciti. Non ci sono riusciti vero?” chiese preoccupata la ragazza

Angel scosse la testa. Non poteva certo raccontarle che aveva passato un’intera notte a fare sesso con lei prima di capire che stava sbagliando clamorosamente. L’aveva cacciata via in malo modo, ma dopo lei era ritornata decisa a vendicarsi, aveva attaccato Cordelia e Fred. Per fortuna era arrivato in tempo.

“Sei sicuro che ora lei sia morta?”

“Fino a quando è stata un essere umano ho cercato di aiutarla. Ma ho compreso troppo tardi che anche in vita lei era malvagia. Quando Drusilla l’ha trasformata di nuovo e lei è ritornata quella di un tempo…non ho avuto scelta…ho dovuto ucciderla, un’altra volta!” disse Angel con una nota di rimpianto.

“Hai fatto il possibile” intervenne a quel punto Wesley, “Non devi sentirti in colpa”

“Già me lo state ripetendo da ore, ma chissà perché questo non mi solleva minimamente”

 

Sunnydale – Cimitero

 

Maddie aveva appena finito il turno al fast food e si stava aggirando per il cimitero. Doveva scaricare un po’ di aggressività. Aveva dovuto sopportare l’odore del fritto, bambini maleducati e scalpitanti e ragazzi in piena tempesta ormonale che aveva allungato le mani. Come faceva Buffy a sopportare tutto questo?

Come faceva anche lei del resto. Stringendo i denti e pensando agli altri prima che a se stessa.

Guardò il quadrante dell’orologio. Buffy aveva permesso a Down di dormire fuori, Willow e Tara erano ad un seminario all’università, non vedeva di ritornare a casa a farsi una doccia e riposare. Doveva essere pronta quando Buffy e Daniel sarebbero ritornati. Sperava che quella piccola vacanza le fosse servito a schiarirsi le idee.

“Hey cacciatrice, ti va di giocare un po’?”

Maddie si girò di scatto e si ritrovò fra le braccia di un vampiro biondo.

“Lasciami” disse con tutta la calma che era capace. Quello doveva essere Spike. Era esattamente come Buffy glielo aveva descritto. Ossigenato e troppo pieno di sé.

“Hey hai messo su qualche chilo dall’ultima volta vedo. Mi piace”

Maddie doveva allontanarlo il più presto possibile. La magia camuffava l’aspetto esteriore, però se qualcuno la toccava notava immediatamente che la corporatura era diversa.

“I miei chili di troppo non ti devono interessare Spike, quindi togli le mani ho ti impaletto!”

“Su non fare la schizzinosa. Qualche giorno fa non ti sono dispiaciute le mie carezze”

E ora che cosa avrebbe risposto? Buffy doveva ancora prendere una decisione e quindi cercò di tergiversare

“Era un momento tremendo, mi hai colta di sorpresa”

“Ma ti è piaciuto”

“Certo, soprattutto la fase del pugno sulla faccia”

Spike si toccò la mascella che gli doleva ancora, “Hai sempre avuto un ottimo gancio!” rispose lui prima di attaccarla.

Maddie non accennò nemmeno a scansarsi e Spike cadde a terra tenendosi la testa per il dolore.

“Che succede Spike?”

“Non è possibile. Il chip con te non funzione, lo so!”

“Le cose cambiano” rispose Maddie nella speranza che questo lo facesse desistere per un po’ dal tormentare Buffy.

Maddie si avvicinò e lo prese per il bavero della giacca “Lasciami in pace Spike! Ho perderò la pazienza e ti ritroverai un mucchietto di polvere!”

“Non ti lascerò in pace. So che provi qualcosa per me, lo so! Ti ho sentito fremere sotto le mie carezze e rispondere ai miei baci. Sei attratta da me, non negarlo”

O Dio e adesso? Che cosa doveva rispondere? “Non so ancora che cosa provo per te, ma per il tuo bene ti consiglio di non intralciarmi fino a quando non mi sarò schiarite le idee”

“Va bene” disse Spike alzandosi da terra “Aspetterò le tue decisioni, ma non ti assicuro che le accetterò!”

“Questo non ha importanza ora. Buonanotte Spike” disse Maddie prima di dirigersi verso la casa di Buffy

“Buonanotte cacciatrice!” rispose sprezzante lui.

 

Quando Buffy attraversò il portale con Daniel Maddie notò subito che il suo sguardo era diverso. Era più sereno come se avesse preso una decisione.

“Ti vedo rilassata. La vacanza di ha fatto bene?”

“Benissimo” rispose lei abbracciandola “Anche Daniel si è divertito un mondo!”

“Solo che i miei amici sono cresciuti più di me! Non è giusto”

“Ma hanno giocato con te ugualmente vero?”

Il bambino annui.

Maddie guardò di nuovo l’orologio. “Dobbiamo andare Daniel”

“Non possiamo rimanere ancora un po’?”

“Mi dispiace…”

Il bambino sospirò. “E va bene. Ma ci rivedremo presto vero mamma?”

“Certamente. Te lo prometto” rispose Buffy abbracciandolo forte.

“Allora ti sei schiarita le idee?” chiese Maddie a quel punto

Buffy annui. Il tempo trascorso a Roath le era servito molto più di quanto immaginasse.

“Si. Ho preso la mia decisione” rispose lei.

 

Maddie e Daniel salutarono Buffy sulla porta e dopo che furono saliti sul Taxi, lei seguì l’auto fino a quando non scomparve in fondo al viale.

Nessuno delle due notò che all’angolo di un edificio una figura con un lungo cappotto scuro le stava osservando nell’ombra.

 

CAPITOLO 40

 

Vancouver – casa dei Dessaline.

 

“Ne se sicura?” chiese Marcel evidentemente preoccupato. Maddie era a casa da solo tre settimane, non poteva partire di nuovo. Certamente non erano state settimane dedicate a socializzare in quanto era rimasta sempre in casa, per la paura che Robert o qualche scagnozzo del Consiglio la potessero vedere. Aveva bisogno di tranquillità.

“Non ne sono sicura al cento per cento, ma ho notato qualcuno che sorveglia la casa” rispose lei

“Non sei diventata paranoica per caso? Ti ho già detto che il Consiglio, anche se usasse tutta la magia di cui dispone, non riuscirà a rintracciarti” le ricordò la madre

“Il Consiglio non usa solo la magia…esistono anche gli investigatori e l’organizzazione si può permettere i migliori che esistano lo sai.”

“Non dovevi andare da Buffy” disse Jeanette

“Era necessario. Daniel doveva vedere la madre e lei aveva bisogno di qualcuno con cui confidarsi. Ora è più serena”

“Pensi che ti abbiano seguito da Sunnydale?”

“Sinceramente non lo so. Sono stata molto attenta, ma purtroppo non sono infallibile”

“Come hai intenzione di procedere?”

“Prima mi devo assicurare che siano davvero chi penso e poi cercherò di risolvere il problema”

 

Inghilterra – sede del Consiglio.

 

Il sole stava tramontando gettando le sue ombre rossastre all’interno dell’ufficio. L’uomo era immobile ad ammirare quello spettacolo che ancora, dopo tanti anni, riusciva a lasciarlo senza fiato.

Il telefono squillò. Notando che si trattava della sua linea privata l’uomo schiacciò il tasto della viva voce

“Si?”

“Aveva ragione, la donna ed il bambino sono andati dalla cacciatrice”

“Sei riuscito a rintracciare la donna?”

“Ho perso le sue tracce all’aeroporto…”

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta e l’aprì. L’uomo seduto alla scrivania fece cenno alla persona di entrare.

“Continua pure” disse

“Ho incaricato un mio collaboratore di fare alcune ricerche. Ora si trova in Canada. A Vancouver”

“Pensi che sia lì?”

“Non mi ha ancora comunicato niente di preciso, ma sembrava alquanto fiducioso”

“Bene. Appena avrai notizie più dettagliare devi informarmi immediatamente”

“Certamente signore!” rispose la voce all’altro capo del telefono.

La figura che era entrata nella stanza zoppicando si diresse verso una poltrona e si sedette stancamente.

“Come va la tua gamba?” chiese l’uomo

“E’ quasi guarita. Ancora qualche giorno e sarà come nuova”

“Bene. Perché dovremmo partire per gli Stati Uniti il prima possibile!”

“Ho sentito. E’certo che quell’investigatore riuscirà a rintracciarla?”

“Questa volta sono molto ottimista.”

L’uomo seduto sulla poltrona toccò con le dita una cicatrice che gli percorreva il volto. Partiva dall’occhio per arrivare fino sotto il mento.

“Non capisco perché non tu non abbia voluto risistemare il volto Trent, in fin dei conti ti avevano assicurato che non sarebbe stato particolarmente doloroso”

“No. Questa serve per ricordarmi di quella donna. Per non dimenticare”

“Sono felice che tu voglia vendicarti del guardiano, ma questo non ti impedirà di svolgere la tua missione? Prima viene il Consiglio ricorda!”

“Lo ricordo perfettamente!” rispose Trent. Covava dentro di se per quella donna un odio tremendo. Lo aveva lasciato cadere dal palazzo e solo grazie all’intervento di alcuni membri della Wolfram & Hart, era riuscito a sopravvivere. Non ricordava quante volte l’aveva maledetta per tutto il dolore che aveva provato, ma soprattutto per l’umiliazione. Non aveva mai fallito e avrebbe certamente preferito morire piuttosto che ritornare in Inghilterra senza aver concluso niente e su una barella.

Quando aveva letto le notizie sul famoso guardiano, aveva sottovalutato il suo potere.

Era rimasto sorpreso dal fatto che il bambino, anche se figlio della cacciatrice, come riportava la documentazione che aveva studiato, nel tempo sarebbe diventato un essere malvagio, in grado di distruggere il mondo. Ma le notizie riguardo “al guardiano” erano scarne e lui aveva appurato di persona quanto potesse essere pericoloso.

Si toccò ancora la cicatrice, visto che quella donna proteggeva un essere malvagio che cosa si poteva aspettare da lei? Non riusciva però a capire perché il Consiglio volesse il bambino vivo.

“E’ sicuro che vuole venire anche Lei? Non è pericoloso?”

L’uomo scosse il capo. Doveva trovare il bambino, distruggere il guardiano e riportare il tutto nell’ordine prestabilito o quello che aveva fatto, quello che aveva programmato sarebbe stato vanificato.

“Tieniti pronto. Appena avremmo notizie partiremo”

“Certamente” rispose Trent.

 

Vancouver – casa dei Dessaline

 

“Io non ho notato nulla di strano” disse nuovamente Marcel

“Non mi sento tranquilla…”

“Forse non sei più abituata, dopo due anni di fughe continue…”

“E’ proprio per questo, dopo tante notti e tanti giorni ho imparato a seguire il mio istinto…e ti ripeto che non sono tranquilla”

“E va bene” rispose il fratello sospirando “dirò a Maman di rafforzare l’incantesimo”

“Non credo che si tratti di demoni, l’incantesimo non servirà. Sarà meglio preparare i bagagli”

“Non è che vuoi partire perché hai paura di incontrare Robert?”

“Che cosa centra lui in questa storia?”

“Centra eccome! Sai l’ho rivisto un paio di giorni fa e mi ha chiesto di te…”

“Non voglio sapere niente!” disse Maddie andando a rifugiarsi nella sua stanza.

 

Sunnydale – cripta di Spike.

 

Buffy bussò lievemente sulla porta. Erano passati alcuni giorni dal suo ritorno da Roath e Spike non si era fatto vivo. Doveva parlargli assolutamente. Si passò le mani sudate sui jeans ed entrò.

“Si può?” chiese guardandosi attorno

“La cacciatrice che viene a trovarmi, che onore” disse improvvisamente una voce alle sue spalle

“Spike! Cercavo proprio te”

“Davvero?” rispose lui mentre con fare felino le si avvicinava. Era a torso nudo, piedi scalzi. Portava solo un paio di pantaloni di pelle nera.

“Si. Dobbiamo parlare”

“E di cosa?”

“Di quello che è successo”

“O di quello che non è successo” disse lui mentre la abbracciava.

“Spike per favore” gridò Buffy mentre cercava di divincolarsi dal suo abbraccio

“Per favore? Certamente” rispose lui prima di baciarla con violenza.

Per un istante Buffy rimase sorpresa. Era bello, le sue labbra erano fredde e appassionate allo stesso tempo, e lei era da così tanto tempo che non baciava qualcuno. Si lasciò andare contro di lui gemendo piano.

Spike la fece arretrare fino a raggiungere il letto e vi caddero sopra assieme. Lui continuava a baciarla, mentre con le mani si infilava sotto il suo maglione.

“E’ così bello!” pensò Buffy. Il suo corpo ne aveva bisogno, bisogno per sentirsi nuovamente vivo, desiderato…

Spike continuava ad esplorarla sotto la maglietta senza mai smettere di baciarla. Quando raggiunse il reggiseno pizzicò i capezzoli attraverso la stoffa sottile e lei gemette.

“Dio” continuò a pensare Buffy “è così eccitante…Angel non aveva mai…”

Come ridestatosi da un sogno Buffy sgranò gli occhi e con uno sforzo poderoso allontanò Spike da sé mentre contemporaneamente scendeva dal letto e si riaggiustava i vestiti

“Hey cacciatrice ti ho spaventato? O forse ti ho eccitato troppo?”

Buffy si strinse le braccia attorno al corpo cercando di calmare i brividi che Spike era riuscito a provocarle.

“Su non fare la difficile. Lo vuoi anche tu, non negarlo” sogghignò lui mentre si avvicinava nuovamente a lei.

Buffy in tutta risposta gli diede un pugno che lo scaraventò sul letto.

“Vuoi un po’ di violenza? Ti accontento subito” disse lui scagliandoglisi addosso.

Ma Buffy prontamente lo rispedì sul letto

“Stai fermo Spike o me ne vado”

Lui si stirò con fare languido sul letto “Che cosa vuoi cacciatrice?”

Buffy fece un respiro profondo “Quello che è successo tra di noi, non va bene Spike”

“Perché? Mi sembra che ti fosse piaciuto, anche poco fa e questa volta non puoi dare la colpa a quel cretino di Xander…Non penso che il problema consista nel fatto che io sia un vampiro. In fondo anche il tuo ex lo era!”

“E’ proprio questo il punto…” sussurrò Buffy

“In che senso?” chiese lui alzandosi a sedere sul letto

“Nel senso che il mio ex era un vampiro ed anche tu lo sei…”

“Fammi capire tu ti senti attratta da me perché anche il tuo ex lo era?”

Lei annui

“Non c’è problema. Devo dire che la cosa mi eccita particolarmente. In fin dei conti sei stata con Angel solo una notte e non hai potuto godere appieno della sua esperienza. Ti assicuro che non ti deluderò. In fin dei conti nella mia lunga esistenza ho imparato alcune cose e ti posso confermare che siamo molto, ma molto resistenti…”

Buffy arrossì leggermente e lui si sentì avvampare. Come era possibile che il solo guardarla lo eccitasse più di ogni altra cosa? La voleva subito, nuda sotto di lui. Fece per alzarsi ma lei le fermò con uno sguardo.

“Spike, io sono attratta da te perché penso a lui”

Spike alzò un sopracciglio come se non capisse

“Insomma” continuò Buffy mettendosi a camminare avanti ed indietro “Quando mi baci, quando mi accarezzi, io penso che tu sia lui, io voglio che tu sia lui.”

“Ti ricordo Angel? Quel bastardo con l’anima? Quello che ti ha lasciato perché non poteva fare l’amore con te e che ti ha gettato nelle braccia di quel cretino che mi ha fatto diventare un invertebrato grazie a questo dannato chip che ho in testa?”

“Si”

Spike si passò le mani fra i capelli, poi alzò le spalle come se la cosa non gli importasse più di tanto. Pur di averla, di sentire il suo calore era anche disposto ad accettare il fatto che lei pensasse ad un altro.

“Non mi importa!”

“Non ti importa del fatto che potrei fare sesso con te e pensare ad un altro?”

“No”

Buffy rimase senza parole. In fin dei conti Spike rimaneva sempre un demone. Il chip gli impediva di aggredire gli essere umani, ma non c’era altro. Anche l’amore che lui diceva di provare per lei probabilmente era solo fittizio. Sicuramente lui pensava che fosse amore. ma in realtà nessun uomo veramente innamorato le avrebbe proposto quello che aveva appena udito.

Sarebbe stato facile anche per lei lasciarsi andare. Un po’ di sano sesso in fin dei conti poteva solo farle bene, ma poi? Quando i sensi fossero stati appagati cosa sarebbe rimasto? Lei lo sapeva bene, sapeva cosa si sentiva ad essere usati, l’esperienza con Parker le aveva aperto gli occhi trasportandola bruscamente nel mondo degli adulti. Nessuno si meritava di vivere un’esperienza del genere, nemmeno Spike.

I sentimenti di Spike, per quanto sinceri potessero essere, erano sempre contaminati dal demone che albergava in lui. I sentimenti nascevano dall’anima e Spike ne era privo.

“Ma interesserebbe a me” disse Buffy improvvisamente.

“Se sei preoccupata per i tuoi fottutissimi amici, ti posso garantire che nessuno verrebbe a saperlo”

“Ma lo saprei io! Sarebbe sbagliato ed anche tu lo sai. Sarebbe un inganno ed io non voglio. Non è giusto nei tuoi confronti. Hai fatto così tanto in questi ultimi mesi per me e Dawn, che non credo opportuno…”

“Io posso sopportare molto bene…”

“Ma non lo posso io. Come pensi che mi sentirei dopo? Come pensi che mi potrei guardare allo specchio sapendo quello che ho fatto? Quello che ti ho fatto! Non voglio usarti, anche se sei un vampiro” Lentamente si avvicinò al letto e si sedette accanto prendendogli una mano fra le sue “Ho capito che quello che sento per te è gratitudine, amicizia. Devo dire che fin da quando ti ho incontrato ti ho sempre odiato, ma dopo tutto quello che è successo con Glory e Down, hai dimostrato che sai essere anche generoso, e mantieni le promesse. Voglio vivere serenamente, se possibile, ed una relazione con te mi porterebbe su un sentiero troppo doloroso, e non voglio che questo accada. Non voglio un coinvolgimento che ci porterebbe ad odiarci a vicenda, a distruggerci. Tengo troppo a te Spike. Ti considero un vero amico”

“Solo un amico?” chiese speranzoso lui

Lei annui. “Sei in grado di capire molto di me, soprattutto ora che sono ritornata, ho bisogno di qualcuno che mi indichi cosa fare quando sarà il momento. Per ora ti posso offrire solo la mia amicizia Spike nient’altro”

“E’ molto più di quanto abbiamo molti umani” disse lui. “E va bene cacciatrice. Per il momento mi accontenterò. Però ti prometto che presto ritornerò all’attacco!”

Buffy gli sorrise e si alzò da letto prima però gli posò un leggero bacio sulla guancia e senza girarsi uscì dalla cripta.

 

Hotel Hymperion – stanza di Angel

 

Angel riagganciò per l’ennesima volta la cornetta del telefono. Erano ormai passati due mesi dal ritorno di Buffy e lui, a parte quel giorno quando le aveva telefonato. Non aveva mai trovato il coraggio di incontrarla di persona.

Chissà cosa stava pensando. Probabilmente dopo il modo in cui si era comportato lei lo odiava. Avrebbe tanto voluto sentire la sua voce, vederla, parlarle, ma aveva ancora troppa paura, paura che lei potesse capire.

 

Improvvisamente Cordelia entrò nella sua stanza

“Cordelia non sai che si deve bussare?”

“E perché?”

“Potrei essere occupato”

“Occupato? Con chi? La tua vita sociale praticamente è zero e ti rintani sempre in questa stanza da solo. Non abbiamo più avuto ospiti dopo che Maddie se ne è andata, quindi non fare il difficile”

“Che cosa vuoi?”

“Come? Ah si ho una notizia super da Sunnydale”

“E chi sarebbe la tua fonte?”

“Anya, la ragazza di Xander”

“Da quando vai d’accordo con la ragazza del tuo ex?”

“E’ successo per caso. Ci siamo incontrare mentre facevamo shopping e allora…”

“Cordelia se è il solito pettegolezzo da Cheerleader non sono in vena”

“Non è il solito pettegolezzo è una bomba di notizia, anche se devo dire che ci ho pensato molto prima di venire qui da te. Ma gli amici si dicono tutto vero?”

Lui le sorrise. Stranamente da qualche tempo Cordelia aveva la capacità di farlo sorridere.

“Si gli amici si dicono tutto, sputa il rospo”

“Spike fa la ronda con Buffy”

Angel si alzò di scatto “Come?”

“Anya mi ha detto che quei due sono inseparabili e che molte volte Spike aiuta Buffy nella ronda e si ferma a dormire a casa sua!”

Angel non aveva parole. Non aveva più incontrato Spike dopo che aveva cercato di rubargli l’anello di Amara ed ora cacciava i suoi simili?

Intanto Cordelia continua il suo racconto “Pare che siano diventati quasi inseparabili. Anya però mi ha assicurato, anche se non ne era sicura al cento per cento, che non stanno insieme, sono solo amici, in fondo Spike da quando gli hanno messo il chip in testa è diventato innocuo”

“Che chip?”

“Come non lo sai? Oh che sbadata probabilmente me lo ha raccontato quando tu eri via e poi mi sono dimenticata di riferirtelo” Cordelia a grandi linee raccontò ad Angel di quello che era successo a Spike, dell’organizzazione di cui faceva parte Raley ed altre tre o quattro piccolezze che si era dimenticata di raccontare.

Dopo più di un’ora di chiacchiere insistenti di Cordelia Angel ringraziò il cielo che lei si fosse ricordata di avere un appuntamento con una sua amica. Il tanto agognato silenzio calò nella stanza. Era una cara ragazza, ma a volte era un po’ troppo chiacchierona, anche quando si allenavano parlava in continuazione. Non riusciva ancora a capacitarsi di come riuscisse a combattere e parlare allo stesso tempo.

Angel cominciò a rimuginare. Spike dunque era innocuo per via di un chip, ma non aveva un’anima. Come poteva Buffy provare qualcosa per lui? Lo aveva sempre odiato e profondamente!

Chissà che cosa pensava Xander di tutta questa faccenda. Quando lui stava con Buffy Xander non aveva mai nascosto di non sopportarlo e che lo avrebbe volentieri ucciso se solo ne fosse stato capace. Lo aveva odiato perché era stato il primo ragazzo di Buffy, lo aveva odiato perché era ritornato ad essere Angelus e poi lo aveva odiato perché era ritornato dall’inferno. Buffy non aveva mai fatto caso ma Xander sopportava a malapena la sua presenza, cosa che in fin dei conti era reciproca.

Ma ora questa strana faccenda di Spike e Buffy, non aveva senso. Doveva andare a Sunnydale per verificare con i propri occhi. No! Non poteva andare significava rivederla, e se poi avesse scoperto che veramente stava con quel vampiro ossigenato? Non avrebbe potuto sopportarlo. Forse era meglio rimanere nel dubbio e accontentarsi di quello che gli aveva raccontato Cordelia. Ormai doveva rendersi conto che Buffy aveva una sua vita. Dannazione aveva avuto anche un figlio e se ora era felice stando vicina a Spike lui doveva accettarlo.

Le loro strade si erano divise molto tempo fa, quando lui aveva lasciato Sunnydale e i loro incontri sporadici erano serviti solo a farli allontanare di più.

Erano accadute troppe cose. Buffy non era più la ragazzina adolescente che gli aveva fatto dono della propria verginità, ormai era diventata una donna che aveva delle esigenze. In fin dei conti negli ultimi mesi anche lui aveva dato sfogo alle sue, senza contare quello che aveva fatto in cento anni prima di riavere la sua anima, con e senza Darla.

Dentro sé sapeva che non poteva accettare il fatto di Buffy e Spike. Ma, razionalmente, chi era lui per entrare nella sua vita e sconvolgerla ? Lui in fondo era solo il sue ex ragazzo, incapace di amarla come avrebbe dovuto essere amata una donna come lei. Un ragazzo che l’aveva fatta soffrire e che non aveva esitato a giudicarla quando aveva saputo di Daniel.

Daniel! Chissà come aveva preso la morte della madre ed il suo ritorno? Sorrise fra se. Sicuramente Maddie aveva pensato a tutto. Chissà se era riuscita a fare incontrare madre e figlio. Probabilmente si. Molto spesso si era accorto che il bambino gli mancava. Anche quando era partito aveva avuto la sensazione che stesse per perdere qualcosa. Probabilmente essendo il figlio della cacciatrice, della donna che lui aveva tanto amato e che, nonostante tutto, amava ancora, aveva sentito per quel bambino un forte sentimento di protezione. Non aveva mai parlato molto con lui e nemmeno giocato, ma molto spesso si era ritrovato a fissarlo. Era molto assomigliate a Buffy, ma anche a qualcun altro che non riusciva a ricordare.

Chiuse gli occhi e sospirò sonoramente. Forse era giunto il tempo di allontanare Buffy dai suoi pensieri, anche se difficile. Avrebbe nascosto il suo amore per lei nel profondo del suo cuore e, forse con il tempo sarebbe riuscito a dimenticare.

Il sole stava ormai per sorgere. Chiuse le tende della sua stanza e si coricò sul letto cercando di riposare un po’.

 

Vancouver – esterno casa dei Dessaline

 

Un uomo con un lungo cappotto nero guardò spegnersi anche le ultime luci della casa dei Dessaline. La ragazza era stata molto abile a far perdere le sue tracce all’aeroporto. Era molto tempo che non trovava un degno avversario, ma lui ormai faceva l’investigatore di più di vent’anni e conosceva molto bene il proprio mestiere.

Dietro un compenso da capogiro gli avevano dato l’incarico di rintracciare una donna ed un bambino ed ormai era sicuro che quello che cercava si trovasse in quella casa.

Prese il suo cellulare e compose il numero “L’ho trovata”

 

CAPITOLO 41

 

Inghilterra – sede del Consiglio

 

“Mi congratulo con lei” rispose l’uomo dall’altro capo del telefono “Mi dica tutto…”

L’uomo ripose la cornetta del telefono e con una espressione felice sul viso si rivolse alla persona seduta di fronte

“Bene domani partiremo per Vancouver e sapremo senza ombra di dubbio se è la donna che stiamo cercando e tu Trent ci aiuterai. In fin dei conti se l’unico che l’abbia vista in faccia”

“Non si preoccupi. Ho atteso a lungo questo momento”

“Mi raccomando, ricorda prima di tutto il bambino e poi la tua vendetta”

“Una cosa non esclude l’altra…”

“Non sappiamo cosa potremmo trovare, magari ha qualcuno che la sta proteggendo”

“Dal nostro incontro non mi era parso che avesse bisogno di protezione” disse quasi stizzito Trent

“Sto ultimando gli ultimi dettagli. Se veramente è il guardiano che stiamo cercando avremmo bisogno di una buona dose di aiuto”

“Demoni?”

L’uomo scosse la testa “Non sono molto affidabili, ci sono delle persone meglio organizzate e più sicure”

“Mercenari?”

“Io non li chiamerei così, direi piuttosto personale specializzato adeguatamente retribuito”

Trent stava per ribattere quando il citofono lo interruppe

“Si?” rispose l’uomo

“Signor Travers, c’è una chiamata per lei”

 

Vancouver tre giorni dopo

 

Trent era riuscito solo a scorgerla di sfuggita, ma era sicuro che fosse lei e non ci pensò due volte a confermarlo ad suo capo.

“Bene, dovremmo agire quanto prima” disse Travers

Trent non era molto d’accordo sugli uomini che aveva scelto, erano estremamente agguerriti e privi di scrupoli, ma ormai non si poteva più tornare indietro.

 

Maddie guardò da dietro la tenda lo strano furgone fermo di fronte a casa. Non rimaneva mai più di alcuni minuti, ma ormai erano giorni che girovagava lì attorno.

Il suo istinto le diceva che prima o poi sarebbe successo qualcosa.

“Lo hai notato anche tu vero?” chiese una voce alle sue spalle. Suo fratello Marcel era entrato dalla porta di servizio con il suo solito passo felpato.

“Cosa ne pensi?”

“Che molto presto avremmo una visita. Maman mi ha assicurato che la casa è protetta contro i demoni e tutto il resto, ma gli esseri umani…”

“Posso entrare normalmente” Maddie sospirò e allontanandosi dalla finestra sprofondò nella poltrona. “Non dovevo rimanere così a lungo. Vi ho messi tutti in pericolo”

“Non dire stupidaggini. Siamo la tua famiglia, non ha senso che tu continui i combattere da sola, in fondo il periodo di addestramento è finito da un pezzo ed ora siamo più che pronti”

“Marcel, per favore pensi davvero che riusciresti ad uccidere un essere umano? Ti assicuro che fa molto male…”

“Perché tu…”

“E’ stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, era necessario. Ma ancora oggi mi sento così in colpa”

“Lo hai fatto per salvare la tua vita e quella di Daniel vero?”

Lei annui

“Forse non posso comprendere come ti sei sentita, ma spesso le nostre azioni devono essere viste in un ottica più lungimirante…”

Maddie decise che non era il caso di discutere con Marcel, lui riusciva sempre a farle vedere il lato positivo delle cose. Anche quando aveva lasciato Robert aveva cercato in tutti i modi di convincerla a parlargli di quello che stava succedendo, di renderlo partecipe, sicuro che lui avrebbe capito. Ma lei era stata irremovibile. Preferiva che lui pensasse le peggiori cose di lei, ma almeno avrebbe vissuto in pace e serenamente.

“Forse potrei fuggire con Daniel…dovrei essere ancora in tempo”

“Dubito che riusciresti a fare un solo metro senza che se ne accorgessero” disse a quel punto la madre.

“Che cosa proponi Maman?”

“Di combattere e di illuderli…

Siamo tutt’orecchi” disse Marcel a quel punto.

 

Vancouver – notte – interno furgone

 

“Siete pronti?” chiese Quentin Travers agli uomini che aveva davanti

“Si”

“Mi raccomando. Non dobbiamo attirare troppo l’attenzione. Non voglio inutili spargimenti di sangue. Le armi che avete con voi sparano proiettili anestetici e se tutto fila liscio come abbiamo pianificato sembrerà solo una banale rapina”

“Se ci fosse resistenza?”

“Non so esattamente cosa troveremo, ma nessuno e sottolineo nessuno, deve rimanere ucciso. E’ un ordine e io mi aspetto che i miei ordini siano sempre eseguiti. Controlliamo gli auricolari funzionano?”

Tutti annuirono e si preparano per entrare in azione.

 

Casa dei Dessaline –

 

“Tu starai qui fino a quando Michelle non verrà a prenderti va bene?” disse Maddie a Daniel

“Perché tu dove vai?”

“A dare una lezione a degli uomini cattivi”

Daniel la guardò con il suo solito sguardo e poi disse “Anche se saremo separati, io ti sarò sempre vicino. Ti voglio bene Ma” esclamò prima di stringersi a lei

“Anch’io ti voglio bene”

Maddie richiuse il passaggio segreto e poi si voltò verso i membri della sua famiglia.

Tutti erano pronti, ma quello che faceva più timore era Marcel.

Aveva una frusta appoggiata alla cintura e due fondine con inserite due pistole ai lati delle ascelle.

“Sembri pronto per una guerra. Sei sicuro che riuscirai ad usarle?”

“Non lo so. Comunque i proiettili che uso sono stati creati per i demoni, non credo che abbiano effetto sugli esseri umani”

Maddie lo guardò scettica

“Non ti preoccupare. Se intendono attaccarci non sono certo persone perbene. Vuol dire che cercherò di non tastare l’effetto che questi gioiellini possono avere su un uomo” ribadì mostrando le pistole.

“Se dovesse succedere, cosa farai?”

“Il necessario” intervenne a quel punto sua madre. Lei e Jeanette erano vestite in modo uguale ed entrambe avevano stretta nella mano un bastone che assomigliava molto ad un giavellotto, mentre suo padre brandiva una strana ascia a doppio taglio.

“Non volevo che succedesse…”

“Sapevano che c’era la possibilità che ti scoprissero. Sono tre anni che ci stiamo preparando e non ti deluderemo”

“Grazie papà” disse Maddie.

Improvvisamente la vetrata del salotto andò in frantumi e cinque uomini fecero irruzione in casa.

 

 

I cinque sembrarono sorpresi di trovarli in attesa e pronti. Maddie ed i suoi famigliari non ebbero il tempo di riflettere che stavano già combattendo.

Era una lotta veramente impari. A parte lei e Marcel gli altri non erano molto allenati nei combattimenti e nonostante si difendessero bene, si notava la loro inesperienza.

Maddie cercava di fare del suo meglio ma quegli uomini erano professionisti. Improvvisamente echeggiò il colpo di una pistola e vide che suo Padre cadeva a terra.

“O mio Dio” disse liberandosi in fretta del suo avversario e correndo verso di lui. Quando notò che respirava ancora e che sul suo petto faceva bella mostra una siringa soporifera un po’ si tranquillizzò, “State attenti sparano proiettili soporiferi” gridò prima di ritornare nella mischia.

La situazione era di stallo, mentre il salotto della casa sembrava un campo di battaglia.

Improvvisamente anche Marcel e Jeanette si accasciarono privi di sensi al suolo. Erano rimaste solo lei e la madre, circondate dai cinque uomini.

“Trovare il bambino” gridò una figura mentre entrava in quello che rimaneva dell’atrio della casa.

“Penso che sia ora Maman” disse Maddie

“Si”. La donna iniziò una lenta cantilena ed una luce improvvisa abbagliò i presenti quanto basta perché Maddie prendesse la via della fuga.

“Sta scappando con il bambino” gridò un uomo lanciatosi all’inseguimento, ma fu fermato da una specie di barriera. Michelle Dessaline conosceva bene come muoversi in certi frangenti.

“Sparate alla donna” disse l’ultimo arrivato. Uno dei mercenari puntò l’arma verso la madre di Maddie e poi tutto divenne buio.

 

Il primo a ridestarsi fu il Andrè Dessaline, il Padre di Maddie.

Cercò di abituare la vista al buio e poi a tentoni cercò una lampada. Gli faceva un braccio. Probabilmente era rotto.

Quando riuscì a trovare la lampada quello che vide fu quasi scioccante.

La sua famiglia era a terra svenuta, il suo salotto era distrutto e di Maddie nessuna traccia.

Faticosamente si diresse verso la moglie e la scosse. “Michelle”

Lei aprì gli occhi. “Che cosa è successo? Maddie?”

“Penso che sia riuscita a fuggire. Ma propongo di far sparire le nostre armi prima di chiamare la polizia”

“Hai perfettamente ragione” e poi notando che si teneva un braccio disse “Sei ferito?”

Lui annui. “Non ho più l’età per certe cose. Farai meglio a sbrigarti” continuò lui mentre si sentivano le sirene della polizia “o dovremmo spiegare troppo cose”

 

La notizia dei una famiglia assalita da dei teppisti in casa propria fece il giro della città se non del Paese.

La polizia aveva accettato la versione dei Dessaline, ribadendo che erano stati fortunati a cavarsela solo con qualche livido e mobili rotti. Sarebbe potuto succedere di peggio!

 

Maddie chiuse la pagina del giornale e sospirò. La sua famiglia stava bene. La tentazione di chiamarli era forte, ma poi la paura di metterli nuovamente in pericolo l’aveva fatta desistere. Era riuscita a far perdere le sue tracce per il momento. Ora doveva pianificare la prossima mossa.

 

Michelle Dessaline attaccò il pesante specchio al muro.

“Sei sicuro di volerlo appendere?”

“Fino a quando non verrà rimpiazzato con un altro. Non mi piace vedere la parete così spoglia”

“Ma Maman” disse Jeanette a quel punto “Non ti serve per trovare il tramite?”

“Oh, anche se rimarrà qui per un po’ non penso che farà del male a nessuno” rispose lei.

 

La vetrata era stata riparata, ed ora si era solo in attesa che arrivassero i mobili nuovi.

“Signora Michelle” disse improvvisamente la voce di un bambino

“Chiamami solo Michelle Daniel”

“Michelle, dove si trova Ma?”

“Non ti preoccupare, appena sarà sicuro verrà a prenderti. Hai fame?” chiese lei notando l’ora

Il bambino annui.

“Vai in cucina con Jeanette e fatti fare un buon hamburgher con patatine”

“Si!” rispose il bambino con gioia.

 

“Abbiamo visite!” gridò la voce di Marcel

“Accidenti amico non credevo che ci fossero tanti danni”

“Non lo pensavamo nemmeno noi all’inizio, ma dopo…”

“Mi dispiace di non essere venuto prima, ma ero fuori città, ho saputo la notizia dai giornali e dalla Tv”

“Non ti preoccupare Robert, mi ha fatto piacere ricevere la tua telefonata”

“Buongiorno Robert, come stai?” chiese Michelle Dessaline

“Bene Signora e lei? Deve essere stata una terribile esperienza. Ah proposito come sta il signor Dessaline?”

“Lui? Benissimo. Lo sai che non sopporta gli ospedali ed appena dimesso ha iniziato a sbraitare a destra ed a sinistra contro tutti!” rispose la donna.

Robert aveva sempre invidiato la famiglia di Marcel. I suoi genitori erano sposati da molti anni ed ancora nei loro occhi brillava l’amore che provavano l’uno per l’altro.

“Avete notizie sui vostri assalitori?”

Marcel scosse la testa. “Vicolo cieco. Probabilmente a quest’ora avranno lasciato sia la città che il Paese. Ho spiegato alla polizia che si doveva trattare di alcuni sbandati di passaggio”

“Comunque dovete ritenervi fortunati…”

 

Proprio in quel momento Daniel entrò di corsa nel salotto. “Michelle lo sai che ho mangiato tutto?”

“Oh sei proprio un bravo ometto” rispose lei.

Robert rimase senza parole. Che diavolo ci faceva il figlio di Buffy Summers a casa dei Dessaline?

La rabbia si impadronì di lui. Era giunto il tempo che qualcuno chiarisse tutta quella faccenda.

“Bene. Che cosa ci fa lui qui? E si può finalmente sapere dove si trova Maddie?”

 

 

CAPITOLO 42

 

“Non capisco Robert” disse Marcel a quel punto

Robert non ci pensò su due volte, prese Marcel per il collo e lo sbattè contro la parete.

“Lascialo!” gridò Michelle

“No. Sono stanco di tutte le vostre mezze verità, delle vostre omissioni. Voglio sapere tutto, avete capito? Tutto!”

“André, Jeanette, correte” gridava intanto Michelle mentre cercava di dividere i due.

Jeanette e suo padre entrarono nella stanza e rimasero atterriti nel vedere Robert che quasi stava strangolando Marcel. Lui si dibatteva, ma non riusciva a liberarsi. Andrè ancora con il braccio ingessato non poteva fare molto, e nemmeno Jeanette.

“Voglio delle risposte hai capito?” sbraitava intanto Robert.

Michelle non vedendo altra soluzione prese un vaso, l’unico che si era salvato dalla battaglia con gli uomini del consiglio e glielo frantumò sulla testa.

 

Marcel guadava il suo amico svenuto disteso sul divano.

“Come diavolo fa a conoscere Daniel?”

“L’ho incontrato in città con la mamma”

“Città? Los Angeles?”

“Si. Ma aveva chiamato la mamma perché potessimo stare insieme per un po’, ed è stato lì che l’ho incontrato”

“Capisco. Però non ha incontrato Maddie vero?”

Il bambino scosse la testa.

“Penso che sia ora di dargli delle spiegazioni.” disse Marcel

“Maddie non approverebbe, sappiamo tutti cosa ne pensa in proposito” rispose Jeanette

“ A questo punto sono d’accordo con Marcel” disse Michelle “Ho sempre sostenuto che dovevamo renderlo partecipe fin dall’inizio, ma mi sono lasciata convincere da Maddeline”

“Ma Maddie…” continuò Jeanette

“Maddie non è qui e lui mi sembra alquanto coinvolto in tutta questa storia, il fatto che conosce Daniel pone il tutto in un’altra prospettiva!” intervenne Marcel

“Allora siamo d’accordo. Gli spiegheremo tutta la faccenda” esclamò il padre a quel punto.

 

Robert mugugnò, la testa gli faceva un male del diavolo. Lentamente aprì gli occhi e vide attorno a se tutta la famiglia Dessaline e Daniel.

“Hei, ti sei svegliato finalmente” disse Marcel

Lui si tirò faticosamente a sedere, mentre Jeanette gli porgeva una borsa di ghiaccio che lui prontamente mise sul bernoccolo che gli aveva procurato Michelle.

“Mi dispiace di averti fatto del male” disse quest’ultima

Lui non rispose.

“Robert posso comprendere…”

“Lei non può comprendere nulla, non può capire come mi sento, così solo, così …”

“Impotente?” finì la frase per lui il padre di Maddeline.

“Ho bisogno di spiegazioni, ho necessità di sapere. Pensavo che non mi importasse ed invece…”

“E’ una lunga storia” disse Marcel a quel punto

“Non devo andare da nessuna parte”

“Ti avviso che potrai trovarla davvero insolita da credere”

“Sputa, ho le spalle larghe”

“Non abbastanza…”

 

Dopo due ore di spiegazioni Robert era pallido come un cencio.

“Tieni, ne hai bisogno” disse Marcel porgendogli un bicchiere che conteneva un liquido ambrato.

Robert ne bevve un lungo sorso e quasi soffocò.

“Hey, su con la vita” disse Andrè battendogli delle pacche sulla schiena.

“Scusate, non sono abituato a bere” disse Robert alzandosi dal divano. “E’ una storia strana. Avevo già alcuni sospetti su quella Buffy, ho visto che cosa o chi combatteva e stentavo a crederlo, ma ora… dopo tutto questo. E quindi la devastazione della vostra casa è dovuta a questo Consiglio, che cercava Maddie ed il bambino. Sapete dove si trova lei ora?”

Tutti scossero la testa.

“E non siete preoccupati?” disse Robert mentre camminava in lungo ed in largo per la stanza.

“Sta bene, lo so” disse Michelle

“Come fate ad esserne sicuri? Magari è stata catturata ed ora la stanno torturando, dobbiamo trovarla! Soprattutto ora che so la verità. Ha bisogno di aiuto, delle persone che le vogliono bene” concluse Robert.

“Senti Robert…” iniziò Marcel nella speranza di calmarlo un po’

“Non cercare di rabbonirmi” gridò andando avanti ed indietro per il salotto. Fu proprio mentre passava davanti allo specchio appeso da Micelle che un strano luccichio attirò l’attenzione di quest’ultima.

Lei si alzò e si avvicinò allo specchio, seguita dallo sguardo di tutti che non capivano che cosa stesse succedendo “Avvicinati allo specchio Robert”

“Cosa? Con tutto quello che accade vuole che mi specchi?”

Michelle annui e poi lo prese per un braccio e lo avvicinò nuovamente allo specchio.

 

Il riflesso di Robert aveva qualcosa di strano, non era un normale riflesso, “Allunga la mano verso la tua immagine Robert”

“Cosa?”

“Fai come ti dico e non discutere”

Robert allungò la mano per toccare la propria immagine quando questa scomparve nello specchio. Lui la ritirò prontamente “Che diavoleria è questa? Che cosa mi sta succedendo?”

“Non ti sta succedendo niente” disse fiduciosa Michelle “Lascia che il le tue braccia attraversino lo specchio, abbi fiducia”

“Maman…” disse Marcel

“Stai zitto Marcel, è importante”

Robert trasse un sospiro profondo ed ubbidì. Le sue mani ed una parte delle braccia passarono attraverso lo specchio e quando le ritrasse aveva fra le mani un arco ed una faretra.

Robert non aveva parole, come tutti gli altri del resto

“Tesoro che cosa sta succedendo?” chiese Andrè alla moglie

“Abbiamo trovato il tramite” rispose lei.

 

CAPITOLO 43

 

Erano passate ormai due settimane da quando era fuggita da Vancouver e doveva assolutamente dare notizie ai suoi genitori.

Chicago era una strana città. Per il momento non aveva incontrato nessuno di pericoloso. Fortunatamente i suoi assalitori pensavano che Daniel fosse fuggito con lei quindi, momentaneamente, la sua famiglia era al sicuro. Ma il problema principale rimaneva: fino a quando sarebbe riuscita a portarli su una falsa pista?

Doveva contattare sua madre e gli altri, continuò a pensare mentre sorseggiava un caffè, per avere notizie più precise. Sicuramente il Consiglio teneva sotto sorveglianza sia la casa sia la linea telefonica. Come fare?

Posò la tazza sul tavolo e cominciò a scarabocchiare su un foglio. Fortunatamente non aveva bisogno di denaro. Quando erano venuti a conoscenza della sua missione, il padre aveva creato un fondo a cui attingeva tramite un determinato codice segreto. Il conto era intestato a così tante persone fittizie e società fantasma che era impossibile risalire a lei.

Come contattare la sua famiglia? Un’idea balzana le balenò in mente. Era una possibilità. Doveva solo sperare che un certo demone verde a cui piaceva cantare non la odiasse per quello che gli aveva fatto.

 

Los Angeles – Karaoke bar.

 

Quando Lorne rispose al telefono, mai si sarebbe aspettato di risentire quella voce.

“Che cosa vuoi?” chiese adirato lui

“Un favore?” disse Maddie

“Dopo quello che hai fatto e me ad al mio bar perché ti dovrei aiutare?”

“Per amore della verità?”

“Tesoro, l’unica verità in cui credo è la mia, e tu non hai voluto partecipare”

“Non ho tempo di dileguarmi in inutili discussioni, mi vuoi aiutare oppure no?”

Lorne sospirò. Nonostante tutto quello che era accaduto qualcosa dentro gli diceva che doveva aiutarla, qualsiasi fosse la sua richiesta.

“Spero proprio di non pentirmene. Cosa vuoi?”

“Voglio Angel” rispose Maddie.

 

Hotel Hymperion

 

Lorne varcò la sede dell’Angel Investigazioni alquanto frettolosamente.

“Ciao Cordelia, lui c’è”?

“E’ giorno Lorne dove vuoi che vada?”

“Potresti chiamarlo per favore? Ho una comunicazione importante”

“Puoi lasciare detto a me”

Lorne scosse la testa. “Il messaggio è per Angel”

 

Stanza di Angel.

 

Angel aveva appena finito di farsi la doccia quando Cordelia entrò nella stanza senza troppi preliminari.

Imbarazzato lui si strinse addosso l’asciugamano

“Dannazione Cordelia perché non bussi?”

Lei non parve notare il suo imbarazzo “Quando sei pronto c’è Lorne che vuole parlarti urgentemente” disse lei uscendo dalla stanza e prima di chiudere la porta “Sbrigati! Non voglio che mi spaventi eventuali clienti che dovessero entrare in agenzia!”

Angel alzò gli occhi al cielo. Va bene che aveva le visioni e che li aiutava, ma come riuscisse a sopportare Cordelia era un vero mistero. Probabilmente era una sorta di auto-punizione per essersi allontanato dopo la morte di Buffy e per averli lasciati soli.

Ma poi sorrise fra se. Cordelia comunque era cambiata. Non era più quella ragazzina viziata che aveva incontrato a Sunnydale. Probabilmente le visioni, cacciare i demoni e aiutare gli altri, avevano migliorato il suo carattere e piano piano aveva iniziato ad apprezzarla. Ma a volte la vecchia Cordelia riaffiorava ed allora…in fondo non era cattiva, solo che Cordelia nella scala delle sue priorità spesso metteva al primo posto se stessa.

Si vestì in fretta curioso di quello che Lorne doveva comunicargli.

 

Karaoke Bar – sera.

 

Il locale di Lorne era pieno come al solito. Angel ascoltava distrattamente un ragazzo che cantava, inconsapevole che il demone, padrone del Bar, leggeva nella sua anima.

Il telefono squillò.

“Pronto?”

“Ciao Angel, come stai?”

“Maddie? Ma dove ti trovi? Ti ho cercata dappertutto. Hai saputo vero? Come sta Daniel?”

“Hey calmati un po’ Ok? Non ho tempo per parlare di me, mi devi fare un favore”

“Quale?”

“Contattare la mia famiglia per avvisarli che sto bene”

“La tua famiglia?”

“Si. Per ragioni che non ti posso spiegare, Daniel non è più con me, ma ti posso assicurare che è in buone mani ed al sicuro”

“Senti…”

“Angel ascoltami non ho molto tempo. Non posso contattare la mia famiglia direttamente quindi dovresti telefonare a mia sorella Jeanette…”

 

Vancouver – College

 

Jeanette Dessaline trovò alquanto strano quando fu convocata in segreteria.

“Buongiorno. Mi cercava?” chiese alla signora che la scrutava da dietro gli occhiali.

“C’è una telefonata per lei” disse alquanto seccata quest’ultima

“Una telefonata?”

“Devo ricordarle signorina Dessaline che non è permesso ricevere telefonate personali. La pregherei di fare presto”

“Si lo so. Mi scuso anticipatamente” disse Jeanette appoggiando la cornetta del telefono all’orecchio

“Jeanette Dessaline, chi parla prego?”

“Buongiorno. Lei non mi conosce. Mi chiamo Angel. Ho un messaggio da parte di Maddie…”

 

Casa dei Dessaline

 

Jeanette entrò quasi gridando in casa “Mamma! Mamma!”

“Non gridare in questo modo non sono mica sorda!”

“Ho notizie di Maddie…”

 

Sera – Casa dei Dessaline

 

“Quindi sei sicura che stia bene”?

Jeanette sospirò “Per la centesima volta Robert si!”

“Ma c’è da fidarsi di questo Angel? E poi in che rapporti è con Maddie?”

“Non fare il geloso!” intervenne a quel punto Marcel “Angel è un amico di Maddie che ci ha dato sue notizie e questo deve bastare!”

“Ha che punto sono gli allenamenti?” chiese a quel punto Michelle Dessaline

“Procedono bene” rispose André, “Robert è un ottimo allievo. Fra poco sarà pronto!”

“Pronto per cosa? So che mi avete spiegato quasi tutto, ma ci sono ancora alcune cose che…”

Michelle alzò la mano come per farlo tacere “Quando sarà giunto il momento capirai da solo quello che devi fare, l’arco ti indicherà la via”

Robert rigirò fra le mani l’arco che aveva estratto da quello strano specchio. Era molto grande e pesante. Il legno era scuro, quasi nero, mentre sulle due estremità erano intarsiate le fauci di un orso e di un lupo.

Aveva avuto qualche difficoltà a tenderlo, ma ora ogni volta che lo usava pareva che la corda diventasse più morbida.

La faretra era ricolma di frecce. Molto appuntite e letali da quanto aveva potuto notare facendo i suoi allenamenti. Ma non si sentiva tranquillo. Maddie era ancora in pericolo e prima o poi era sicuro, i suoi inseguitori l’avrebbero trovata. Rabbrividì per quello che sarebbe potuto capitarle.

Come avendogli letto nel pensiero Michelle disse “Non ti preoccupare le lei, sa badare a se stessa!”

“Lo spero proprio”, fu la sua risposta.

 

Los Angeles – Un Hotel in centro

 

Trent era nervoso camminava avanti ed indietro per la stanza.

“Vuoi smettere di comportarti come un leone in gabbia?”

“Ma Signor Travers non è preoccupato? E’ riuscita a far perdere le sue tracce anche a Chicago, e non sappiamo dove sia ora. E’ veramente un mistero come riesca sempre a sfuggirci”

Quentin Travers chiuse con un secco rumore il libro che stava leggendo. Trent aveva ragione. Ora che era lontano dalla sede del Consiglio, molte informazioni che poteva recepire tramite la magia gli erano negate. Però conosceva qualcuno che poteva ovviare a questo inconveniente.

Si alzò elegantemente dalla poltrona e prese la giacca.

“Dove va?”

“Dove andiamo vorrai dire” disse Travers

“Va bene, dove andiamo?”

“Agli uffici della Wolfram & Hart. Loro ci saranno di aiuto”

“Ma signore…”

“Non voglio sentire obiezioni. In fin dei conti devi ringraziare loro se sei ancora in vita!”

Trent inconsciamente si toccò la cicatrice che deturpava il suo volto. Presto o tardi avrebbe avuto la sua vendetta ne era sicuro.

Senza rispondere si incamminò dietro a Quentin Travers.

 

Wolfram & Hart – ufficio di Lilah Morgan

 

“Prego signor Travers, si accomodi”

“Dov’è Lindsey?” chiese Trent sinceramente curioso

Lialh sorrise affabilmente “C’è stato un cambio di organico, ora dirigo io la sezione affari speciali”

“Devo dire che se le hanno dato un posto così prestigioso deve essere molto capace” disse Travers

“Diciamo che riesco a risolvere i problemi…”

“Sempre?” chiese Trent

“Altrimenti non sarei qui signor Smith” rispose lei sempre con il solito sorriso.

“Trent, mi chiamo Trent”

“Avevo intuito che non era il suo vero nome, ma la riservatezza è una delle nostre migliori qualità”

“Lo spero bene, perché l’incarico che voglio proporle deve rimanere molto riservato e delicato”

“Comprendo…”

“No, lei non comprende, qui c’è in gioco molto…”

“Non sono una stupida signor Travers. Immagino che non si tratti di una cosa di poco conto. Ma è una cosa che non riesce a risolvere da solo a quanto vedo” disse Lialh girando attorno alla sua scrivania e andandosi a sedere elegantemente sulla poltrona “Ma mi tolga una curiosità: perché il capo del Consiglio degli Osservatori, l’Organo supremo che combatte il male a bisogno del nostro aiuto?”

 

CAPITOLO 44

 

Travers non si scompose minimamente a quella domanda.

“Vedo che sa chi sono”

“Cerco sempre di conoscere a fondo le persone che mi contattano”

“Ha fatto delle ricerche personali?”

“Abbiamo un archivio ben fornito. Mi ha sorpreso che lei chiedesse il nostro aiuto. In fin dei conti sa che cosa siamo e cosa facciamo”

Trent ascoltava la conversazione senza capire dove volessero parare.

“Trent ho bisogno di parlare da solo con la signorina Lilah”

“Ma signore…”

“Ti prego di non discutere con me, dopo ti metterò al corrente di tutto”

“Va bene” rispose riluttante Trent mentre lasciava l’ufficio.

 

“Bene signorina Lilah, scopriamo le carte”

“Sto aspettando”

“Lei deve trovarmi un bambino”

“Quello che dovevamo rapire la prima volta?”

Travers annui.

“Perché questo bambino è così importante?”

Traver estrasse dalla valigetta un fascicolo e lo spinse verso la donna “Qui troverà tutte le informazioni di cui ha bisogno, ma le basti sapere che quel bambino potrebbe mettere fine al mondo che noi conosciamo”

“Non capisco. E’ un demone così potente?”

“Non è un demone, peggio. E’ destinato a chiudere le porte dell’inferno, a separare il mondo demoniaco da quelle degli uomini, sa che cosa significa vero?”

Lilah non parve comprendere

“Significa che tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi, tutto quello per cui abbiamo lotta, tutto quello che abbiamo ci verrà tolto! E’ per questo che dobbiamo trovarlo e renderlo innocuo”

Lilah aprì il fascicolo e lo lesse velocemente. Improvvisamente il volto sbiancò e lei rabbrividì

“Vedo che inizia a comprendere”

Si iniziava a comprendere pensò fra di se Lialh. Aveva lottato con le unghie e con i denti per arrivare dove era ora e non avrebbe permesso ad un moccioso qualsiasi di rovinare tutto!

“Bene, preparerò un piano e poi le farò sapere” disse lei a quel punto

“Presto?”

“Molto presto” rispose la donna consapevole che prima portava a termine quell’incarico, prima si sarebbe tolta quella spada di Damocle dalla testa.

 

Phoenix – Ariziona

 

Maddie guardò fuori dalla finestra del proprio Albergo. La città di notte aveva un certo fascino. Sorseggiò lentamente la sua coca-cola. Anche questa volta era riuscita a seminarli, ma per quanto ancora? Daniel era al sicuro a casa sua, era certa che sua madre aveva trovato qualche incantesimo per nasconderlo da eventuali sentinelle che tenessero d’occhio la casa. Ma lei era stanca. Da quando aveva parlato con Angel, non aveva rivolto la parola più a nessuno, se non per ordinare qualcosa o prenotare una stanza.

Guardò l’orologio. Forse sarebbe potuta scendere nel ristorante dell’albergo per cenare, aveva bisogno di distrarsi un po’.

Aprì l’armadio che conteneva a parte Jeans e comode magliette anche un abito che aveva indossato una sola volta, quello che aveva acquistato a Los Angeles.

Lo indossò, si truccò leggermente e scese per la cena.

 

Ristorante dell’Albergo.

 

“E’ tutta sola?” chiese una voce profonda.

Maddie alzò gli occhi da proprio menù per incrociare lo sguardo di un uomo, sulla trentina, capelli scuri ed occhi azzurri.

“Perché?”

“Beh, pensavo che potevamo cenare assieme”

“Davvero?”

“Sa, anch’io sono solo…”

“Ed allora?” rispose quasi sgarbatamente Maddie. Quell’uomo non era quello che sembrava, il suo istinto la aveva avvertita subito.

“Io odio mangiare solo…”

“Io no!”

L’uomo si sedette di fronte a lei e Maddie aprì la bocca per mandarlo via, ma lui la precedette

“Non mi fraintenda, non voglio abbordarla, voglio solo cenare in compagnia…”

Maddie era scettica, ma riflettendo attentamente quella era un occasione per capire se il suo istinto diceva il vero e in tal caso per scoprire cosa quell’uomo voleva.

“Va bene”

“La ringrazio molto, lasci che mi presenti: Bryce”

“Maddeline”

“Maddeline…e poi?”

“Maddeline e basta”

“Capisco, non vuole dare molta confidenza, comunque potremmo darci del tu?”

“Non vedo perché no” rispose lei.

 

La serata si rivelò più piacevole del previsto. L’uomo era abile quanto lei a schivare le domande e questo rese il tutto più eccitante.

I sensi di Maddie erano allo spasmo. Presto sarebbe accaduto qualcosa, ne era certa. E, per quanto non volesse dire “io lo sapevo”, l’uomo si dimostrò essere un demone trasformista, un sicario per essere esatti.

Dopo aver cenato, erano usciti nel giardino dell’albergo e lì era avvenuta la trasformazione.

“Mi chiedevo quando ti saresti rivelato” disse lei

“Immaginavi chi fossi? E perché sei uscita qui con me?”

“Sprezzo del pericolo?”

“Non ridere donna, mi hanno assoldato per un compito preciso. Ma prima di eliminarti vorrei sapere una cosa: dove si trova il bambino?”

Maddie fece spallucce “Non è qui. La cosa ti infastidisce?”

“Non ha molta importanza. Riuscirò a trovarlo, intanto ti ucciderò guardiano e prenderò la tua spada” disse lui estraendo un bellissimo pugnale.

Il combattimento non era facile. Senza la sua spada Maddie era in difficoltà, ma non era un tipo da arrendersi tanto facilmente.

Alla fine, il suo vestito era rovinato, ed ora si trovava a cavalcioni sopra il demone che aveva il proprio pugnale appoggiato alla gola.

“Non mi uccidi?”

“Non so, prima vorrei delle risposte”

“Non sono un traditore”

“Lo credi? Ti potrei fare molto male…”

“Non ho paura del dolore, nella mia vita…”

“Ti prego non mi interessa la tua miserevole vita, mi interessano altre informazioni, e visto che non vuoi collaborare…”

Una luce fortissima si sprigionò dal medaglione ed improvvisamente il demone capì che la morte sarebbe stata una liberazione.

 

Maddie si alzò da terra dove sotto di lei faceva bella mostra un cadavere che lentamente si stava liquefando. Il demone alla fine aveva ceduto.

Prese il pugnale e rientrò in albergo. Fortunatamente data l’ora tarda non c’erano molto persone che potevano notare lo stato disastroso in cui i trovava.

Raggiunta la sua stanza si tolse l’abito e si gettò sotto la doccia. Doveva pensare.

Il sicario l’aveva informata che ormai era questione di tempo, ma sarebbero riusciti a trovarla. In fin dei conti vi era riuscito anche lui. Fra i sicari del mondo demoniaco era stata sparsa una voce: una favolosa ricompensa per chiunque avesse rintracciato ed ucciso il famoso guardiano. Alla domanda di chi fosse il mandante il demone aveva risposto che per qualunque ulteriore informazione si doveva ricorrere ad un numero telefonico che corrispondeva ad un noto studio di avvocati di Los Angeles: la Wolfran ed Hart.

Ma quello che più la preoccupava consisteva nel fatto che Quentin Travers era negli Stati Uniti e questo non prometteva nulla di buono. Doveva ormai aver perso il senno se si era appoggiato a quel covo di lestofanti pur di trovarla ed ucciderla. Ormai non si poteva temporeggiare oltre, che si fosse trovato o meno il famoso tramite era giunto il momento di scoprire tutte le carte.

Si avvicinò nuovamente alla finestra per ammirare il panorama. Si sentiva sola, ma soprattutto era stanca di dormire in un letto vuoto e freddo. Un luccichio di malizia le passò nello sguardo. Si distese sul letto, prese il suo cellulare compose un numero che ben conosceva.

 

Il telefono squillò più volte. Sospirando l’uomo allungò il braccio verso il telefono.

“Pronto?”

Le note di una famosa canzone dei Queen riempirono la cornetta.

L’uomo balzò a sedere sul letto

“Maddie?”

 

CAPITOLO 45 (NC – 17 )

 

Al suono della sua voce, lei chiuse gli occhi ricordando il suo viso rimanendo in silenzio, mentre lui attendeva, ascoltando il brano musicale ben sapendo che Maddie era all’altro capo della linea

“Sei sempre li?” gli chiese lui con voce bassa e roca.

“Si sono sempre qui” rispose improvvisamente la voce calda e sensuale di lei. “Come stai?”

“Tutto sommato bene. Ti ho cercata tanto, sono accadute tante cose…”

“Sthhh” disse lei, non voleva parlare di quello che era accaduto, voleva rivivere le sensazioni che solo l’uomo che amava era capace di regalarle, anche solo ascoltando per un breve attimo la sua voce.

Robert sentì che le armeggiava con la cornetta

“Non riagganciare ti prego!”

Maddie a quel suono disperato della sua voce non riuscì a trattenere le lacrime. Doveva chiudere quella comunicazione e subito. Era stata una pazza. Ma per quanto il suo cervello le dicesse una cosa il suo braccio si rifiutava di obbedire.

“Dove sei? Ti vengo a prendere”

“No!”

“Siamo tutti preoccupati per te!”

“Non dovete. Io sto bene. Come sta la mia famiglia?”

“Ancora scossa, dopo tutto quello che è successo…ed ad essere sincero anch’io”

“Anche tu? Perché? Pensavo che ora mi avessi dimenticato…dopo che me ne sono andata” disse quasi arrabbiata lei. Si, era vero lo aveva abbandonato su due piedi, ma lui nemmeno un paio di mesi dopo se la stava già spassando con un'altra! Il grande amore che lui diceva di avere per lei non era poi così grande se aveva trovato così presto una sostituta.

No, pensò ancora fra se scuotendo il capo, non aveva il diritto di giudicare, almeno non ne aveva lei.

“Non ti ho mai dimenticato Maddie. Mi sono sempre preoccupato per te, anche quando stavo…”

Come si chiama la tua attuale ragazza?”

“Non ci sono attuali ragazze, Maddie ed ora smetti di comportarti da incosciente e torna a casa, ci sono molte novità”

“Che novità possono esserci?”

“So tutto Maddie”

“Tutto cosa?”

“Tutta la storia, il guardiano, Daniel, la cacciatrice…”

“Come fai a saperlo? Chi ti ha informato?”

“Tua madre. Quando ho visto Daniel sono stati costretti a raccontarmi tutto, poi è successo il fatto dello specchio”

“Quale fatto?”

“Io sono il tramite”

“Impossibile.”

“Possibilissimo invece, torna”

“Non devi essere tu, non devi…Ho sopportato tutto questo proprio per non coinvolgerti”

“Non preoccuparti Maddie, non succederà niente di male, puoi smettere di fuggire ora…”

“Non so…”

“Perché mi hai chiamato? E non mentirmi, capisco quando lo fai”

“Un momento di sconforto presumo”

“Presumi?”

“E va bene…”continuò lei quasi sbuffando “Volevo sentire la tua voce, mi sento sola”

“Sai questa canzone mi riporta alla mente una quantità di ricordi”

“Cosa hai fatto quando me ne sono andata?” chiese lei cercando di sviare il discorso

“Ho studiato, lavorato. E ricordato”

“Ricordato cosa?”

“Com’eri quando ti spogliavi per me”

“Bello!”

La musica dei Queen continuava ed echeggiare nel telefono.

A Robert gli si contrasse lo stomaco al ricordo del sesso telefonico cui lui e Maddie si dedicavano ogni qualvolta lui o lei erano lontani e non si potevano vedere.

Gli parve di sentire i capelli di lei sfiorargli l’addome e le cosce. La sua eccitazione pulsò imperiosamente e Robert si abbassò i boxer per lasciarle più spazio. Erano due anni che non la vedeva e non la sentiva ed ora lui riusciva a pensare solo a quello? Cercò di riprende il controllo della situazione. C’erano così tante cose che doveva chiederle, così tanto da parlare…

Le note della musica dei Queen si interruppero all’improvviso e lui sentì i passi di Maddie ed il tintinnio di un bicchiere.

“Maddie?”

Lei non rispose. Cosa stava facendo? Cosa indossava?

Maddie non sapeva cosa dire. Avrebbe voluto dimenticare la loro relazione. Aveva sbagliato a chiamarlo ed ora ne pagava le conseguenze. Si accorse di avere voglia di fare l’amore in quel preciso momento. E raggiungere il piacere da sola non le sarebbe bastato. Voleva Robert.

Maledizione! Pensò fra sé.

La sua intenzione, telefonandogli, era stata quella di sentire la sua voce, ancora una volta.

“Maddie?” la chiamò ancora lui

“Scusa, la tua notizia mi ha un po’ colta alla sprovvista. Non avrei dovuto chiamarti.”

Robert dal canto suo sogghignò. Ora lei sarebbe tornata e sapeva benissimo come accelerare questo fatto.

“So bene perché mi hai chiamato” ribattè lui

“Lo sai?” Non avrebbe dovuto sorprenderla tanto. Lei e Robert erano sempre stati in sintonia. Il tempo e la distanza non avevano cambiato nulla.

“Si” rispose lui abbassando la voce. “Non riesci ad addormentarti questa sera?”

“No. Ho avuto un piccolo scontro”

“Niente di pericoloso vero?” le domandò lui con quella voce profonda che le accarezzava i sensi cercando di mascherare la sua preoccupazione “dal momento che stai parlando con me…”

“Ti sbagli, ma grazie lo stesso”

“La dama fa troppo grandi proteste, mi pare” disse lui

“Non citare Shakespeare, non ti piace”

“Ma a te si. So che ti piace sentirlo la notte…dopo.”

“Riaggancia subito!” pensò lei

Quella telefonata le stava sfuggendo di mano, Robert le stava riportando alla mente ricordi che avrebbe preferito dimenticare. Maddie non voleva ricordare la voce profonda di Robert che le leggeva i sonetti di Shakespeare nel cuore della notte.

“Ma adesso non è dopo” ribatté. La sua voce tradì più di quanto avrebbe voluto.

“Sei vuoi posso chiudere…”

“No” disse lei tutto in .un fiato ma pentendosi quasi immediatamente

Robert sorrise apertamente “Io so come conciliare il tuo sonno”

“Davvero?” chiese lei come se non lo sapesse

“Che cosa indossi?”

“Solo una maglietta e tu?”

“Un paio di boxer. Cosa porti sotto?” le chiese lui con voce già roca per l’eccitazione

“Niente”

“Bella, così mi uccidi”

“Bene” Maddie sorrise per la prima volta da quando lo aveva chiamato. “Ora togliti i boxer e sdraiati sul letto”

“Solo se ti sdrai anche tu”

Lei accesa la lampada sul comodino e si sfilò la maglietta. Poteva vedere il proprio corpo riflesso nello specchio dell’armadio, aveva già i capezzoli turgidi.

“Ti puoi vedere Robert?” volle sapere lei

“Si, nello specchio sopra il comò”

“Dimmi cosa vedi” gli ordinò lei

La voce di Robert era profonda e seducente mentre lui descriveva il proprio corpo eccitato

“Mi sto passando la mano sul petto, come facevi tu. Ti ricordi della mia cicatrice?”

Quella sopra il capezzolo sinistro, che Robert si era procurato a dieci anni, quando aveva cercato di salire in bicicletta sul tavolo da picnic in giardino.

“Tesoro?”

“Sono qui. Mi piacerebbe leccarti quella cicatrice, so quanto ti eccita”

“Si. Accarezzati anche tu”

Maddie lasciò scorrere le mani sulle curve piene dei seni. Il respiro le accelerò.

Lei immaginò le proprie mani muoversi sul corpo di Robert, poi con la mente gli si sistemò sopra, premendogli i seni contro il petto e sentendo la sua virilità fra le gambe. Ansimò.

“Maddie?”

“Sono qui, sopra di te. Sei caldo e durissimo”

“Non lo sono mai stato tanto, Maddie. E tu sei già pronta”

“Si”

“Posso essere dentro di te?”

“No, non ancora. Voglio che mi baci il seno”

“Lo sto facendo, oh è così dolce”

Lei ansimò di nuovo.

“Ora sto mettendo la mano sopra la tua, tra le tue gambe. Mi senti?

Maddie contrasse la muscolatura interna mentre si lasciava scivolare una mano tra le gambe e si accarezzava ascoltando i gemiti all’altro capo del telefono

“Si” gli rispose

Anche Robert iniziò ad accarezzarsi immaginandosi che fosse lei a farlo

“Robert…ti voglio dentro di me. Subito”

“Sono dentro di te. Sei così morbida, così calda…perfetta. Sto spingendo. Una volta”

“Oh si!”

“Ora muoviti insieme a me”

“Robert!”

“Più forte piccola…”

Fu allora che i sussulti di lei culminarono in un gemito più forte, poco dopo anche Robert raggiunse l’orgasmo e si lasciò ricadere indietro suo cuscini.

Mentre i battiti del suo cuore si placavano lentamente, ascoltò il respiro di Maddie tornare pian piano alla normalità.

Maddie rimase sdraiata sui cuscini ascoltando il suono del respiro di Robert. Si sentiva più vicina a lui di quanto si fosse mai sentita con chiunque altro. Avrebbe voluto essere accanto a lui in quel momento. Avrebbe voluto sentirsi circondata dal suo calore e sapere di non essere più sola.

“Maddie”

“Si?”

“Vieni a casa…vieni da me”

“Non è il momento…”

“E’ quando sarebbe? Forse è finito il tempo di aspettare. E’ ora di agire. E’ giunto il tempo di riprenderci la nostra vita…”

Era davvero così? Pensò Maddie. Era giunto il momento di mettere fine in un modo o nell’altro a tutta quella situazione? Tutto era pronto ormai e mancava solo lei all’appello.

“Ho paura”

“Di cosa?”

“Di quello che potrebbe accadervi, non potrei mai perdonarmelo se uno di voi…fuggendo in questo modo voi siete al sicuro”

“Hai così poca considerazione per tutto quello che abbiamo fatto? La tua famiglia ed io ci siamo allenati duramente e sappiamo benissimo a ciò che andiamo incontro. La tua paura è infondata, non puoi salvare tutti Maddie, puoi cercare di fare solo del tuo meglio…”

Le stesse parole di Angel pensò Maddie. Quei due in un certo senso si assomigliavano parecchio. Si alzò di scatto a sedere sul letto. Robert aveva ragione era giunto il momento di agire, di scoprire le carte.

“Pensa inoltre ad un altro lato positivo” continuò Robert in quel momento “La prossima volta non ci sarà un telefono fra noi…”

Maddie arrossì fino alla radice dei capelli. Si ricordava quello che Robert era capace di farle provare.

“E va bene…” disse

“Davvero?”

“Si, ma non ritorno per quello, deve essere ben chiaro. Ci sono ancora molte cose di cui parlare”

“Sono pienamente d’accordo, ma fra una discussione e l’altra…”

“Robert, ti prego, avremmo altro a cui pensare”

“Vedremo” rispose con un tono carico di promesse “Quando sarai qui?”

“Presto. Ma prima andrò a trovare un amico”.

CAPITOLO 46

 

Los Angeles – due giorni dopo – vicolo

 

Angel stese il demone con un sonoro pugno che lo scagliò con forza contro la parete di mattoni. Stava per dargli il colpo finale quando questi riuscì a scappare ed a rifugiarsi in un tombino aperto.

“Dannazione” imprecò fra se mentre si dirigeva verso il tombino quando un rumore attirò la sua attenzione. Si girò di scatto pronto a dar battaglia quando improvvisamente un viso che ben conosceva appariva sotto la luce del lampione

“Sbaglio o siamo alquanto nervosetti?”

Senza pensarci due volte Angel lasciò cadere l’arma che brandiva a terra e corse ad abbracciare Maddie.

 

“Da questo tuo abbraccio così spontaneo deduco che sei felice di vedermi” disse lei

“Non sai quanto. Ti ho cercata dopo che Buffy…ma non sono riuscito a trovarti” disse lui ancora incredulo di trovarsela lì.

Maddie era confusa. Angel non era mai stato espansivo verso gli altri. Lui, notando la sua titubanza disse “C’è qualcosa che non va?”

“Si può sapere che cosa ti è successo?”

“Come?”

“Sei diverso…”

“In che senso?”

“Suvvia Angel non sei mai stato la quintessenza dell’esternazione dei sentimenti, soprattutto dei tuoi…”

“Sono successo molte cose da quando tu te ne sei andata, ho imparato che molto spesso si devono mostrare i propri stati d’animo”

Lei si staccò da lui e lo fissò, squadrandolo da capo a piedi

“Che cosa guardi?”

“Niente…hai intenzione di seguire quel demone?” disse lei indicando il tombino

“Oh, diavolo me ne ero scordato” disse

“Hai bisogno di aiuto?”

“Solitamente no, ma se mi dai una mano ci sbrigheremo prima e poi andremmo all’Hymperion, anche gli altri saranno felici di vederti”

“Ne dubito…”

 

Maddie si tolse un pezzo di demone dai pantaloni

“Devo affermare che non pensavo che le fogne fossero così sovraffollate”

“E’ la casa di molti, sicure e poco trafficate da umani”

“Già e si può girare tutta la città senza essere notati ed anche di giorno, nel tuo specifico caso”

“Esatto. Eccoci siamo arrivati”

 

Angel e Maddie sbucarono dalla cantina dell’Hymperion “Ragazzi guardate chi c’è!” gridò lui

Wesley e Fred uscirono dal suo ufficio e Cordelia alzò gli occhi dalla sua ultima rivista.

“Maddie?” gridò la ragazza

“Ciao Cordelia come stai?”

“Oh mio Dio Maddie” disse di nuovo Cordelia andandole incontro e abbracciandola “Pensavo che non ti avrei più rivista, soprattutto dopo che Buffy….ma che cosa ti è successo?” chiese lei vedendo come era conciata

“Ho aiutato Angel…”

Fred intanto guardava la scena esterrefatta la scena e chiese a Gunn “Lei chi è?”

“Una che abbiamo ospitato tempo fa”

“Ospitato? Come me?”

“E’ un po’ più complicato…”

Come se avesse intuito quello che passava nella mente di Fred Angel disse “Oh, scusami non ho fatto le presentazioni Maddie ti presento Fred, Fred questa è Maddeline”

Le ragazze si strinsero la mano e si sorrisero.

“Oh piacere” disse Fred, “Gunn mi ha detto che anche tu sei stata ospitata qui tempo fa. E’ un bel posto con trovi? Sono sempre felice di conoscere gente nuova, soprattutto umani. Sai a Phylea non c’erano molti umani, poi è arrivato Angel che mi ha liberata. Devo dire che essere risucchiati da un portale dimensionale e essere ridotti in schiavitù non era la mia massima aspirazione…” vedendo che tutti la guardavano con gli occhi spalancati disse “Scusa, parlo troppo come al solito…”

“Tu sei stata a Phylea e ne sei ritornata?” chiese incuriosita Maddie

“Beh, si…ma grazie a Angel ed a tutti gli altri…”

“Come mai siete capitati a Phylea?”

“Oh, è una lunga storia” disse Cordelia a quel punto “che ne dici di una bella doccia, poi ti racconteremo tutte le novità!”

“Non vedo l’ora” disse Maddie mentre si dirigeva ai piani superiori dell’Hymperion

 

Lilah Morgan era pensierosa, il suo piano era studiato in tutti i dettagli, mancava l’elemento principale: il guardiano.

Il demone trasformista dopo averla informata di averla avvistata non aveva dato più notizie il che voleva sicuramente dire che era stato eliminato.

L’eliminazione di un demone non la infastidiva più di tanto in quanto il compenso sarebbe stato elargito solo in caso che la missione fosse andata a buon fine.

Quentin Travers e gli anziani si aspettavano che lei risolvesse la cosa. Si alzò e andò verso il bar per versarsi qualcosa di forte. Improvvisamente il telefono squillò

“Pronto?”

“Ci sono novità” disse una voce quasi grottesca

“Dimmi”

“Mentre facevo il solito giro nelle fogne ho incontrato un certo vampiro”

“Non vedo quale sia la novità”

“Non era solo…”

“Davvero?” disse Lilah senza sembrare troppo curiosa

“Già, devo dire che ha ottimi gusti in fatto di donne, questa era particolarmente bella e letale, lo ha aiutato ad eliminare un demone…”

“So benissimo quello che Angel fa per vivere, non mi stai dicendo nulla di nuovo…”

“E’ una nuova, non è di qui, è forte ed ha una spada che maneggia con molta perizia, lui la chiamata Maddie”

A quel punto Lilah aprì il fascicolo che gli aveva dato Quentin Travers e scorse velocemente i fogli, poi sorrise soddisfatta

“E’ ancora lì?” chiese la voce al telefono

“Si”

“Vale qualcosa quello che le ho riferito?”

“Si. Avrai il tuo compenso come al solito” disse lei chiudendo la conversazione. Se quella donna con Angel era il guardiano, tutto poteva procedere velocemente finalmente, ma prima doveva esserne sicura, non doveva e non poteva fallire!.

 

 

Hotel Hymperion

 

Tutti erano riuniti nell’Ufficio di Wesley “Allora a cosa dobbiamo la tua visita”? chiese lui

“Rimarrai molto?” intervenne a quel punto Cordelia

Maddie scosse la testa “Sono solo di passaggio, prima di tornare a casa…e da Daniel”

“Quindi non si tratta di una semplice visita di cortesia” disse Gunn

“Esatto! Quindi sarò breve e concisa. Ormai il tempo si sta avvicinando e vi chiedo una cosa: Da che parte starete?”

“Il tempo per cosa?” chiese Fred a quel punto

“Non le avete spiegato niente?” esclamò Maddie

“Beh, lei è arrivata dopo che te ne sei andata e pensavamo di non vederti più!” intervenne a quel punto Angel

“Capisco. Ma il problema ora è un altro. Tutto è pronto perché la profezia di avveri, ho bisogno di sapere se in voi troverò degli alleati o meno!”

“Ci stai offendendo!” disse adirato Wesley

“Non era mia intenzione, ma fra poco inizierà una battaglia e mi dispiace per te, ma dovrò affrontare anche il Consiglio. Cosa farai Wess?”

Lui si tolse gli occhiali e li pulì lentamente “Anche se non credo che il consiglio farebbe mai male a Daniel, io ti aiuterò Maddie…”

“E voi?” chiese lei

“Non c’è bisogno di chiedere!” dissero tutti all’unisono.

Maddie trasse un profondo respiro “Devo dire che mi sento molto sollevata. Temevo che non avrei avuto nessun appoggio. Allora posso partire tranquilla e confermare che a Los Angeles ho degli alleati?”

“Certo! Quando partirai?”

“Domani sera. Purtroppo è il primo volo su cui ho trovato posto!”

“Allora festeggiamo!”

“E dove vorresti andare Cordelia?”

“Ma che domande, da Lorne” disse lei tutta eccitata prima di uscire dall’ufficio.

 

Hotel Hymperion – esterno

 

Mentre uscivano tutti per andare da Lorne, in lontananza un uomo scattava delle fotografie, cercando di non perdere un solo viso. Era sicuro che se fosse riuscito a portare a Lilah Morgan quello che aveva chiesto, sarebbe stato ricompensato molto bene,

 

Wolfram & Hart – ufficio di Lilah Morgan

 

Trent e Quentin Travers stavano attendendo nell’ufficio da circa cinque minuti. Erano stati convocati d’urgenza da Lilah che gli aveva confermato di avere molte novità.

La porta si aprì e la donna entrò nella stanza con una cartellina in mano.

“Sono felice che siate venuti subito”

“Vista la sua telefonata, non potevano fare altro!” disse quasi sarcastico Trent

Lilah aprì la cartelletta e mostrò una foto “C’è la donna che cercate?”

Trent sgranò gli occhi “Si! È Lei!” disse indicando un volto che ben conosceva

“Il posto che occupa non potrebbe avere titolare migliore signoria Lilah, devo farle i miei complimenti. Dove si trova la donna?” disse a quel punto Quentin Travers

“Si trova all’Hymperion!”

“E c’è il bambino con lei?”

“Dai miei informatori parrebbe di no, ma non ne siamo sicuri”

“Questo non ha molta importanza ora, prendiamo lei e avremmo anche il bambino”

“Ne è sicuro?” chiese allarmato Trent “Dal nostro scontro mi è parso che sarebbe morta prima di consegnarcelo”

“Ah, mio giovane amico” intervenne a quel punto Quentin, “Quanto devi imparare. Quella donna ha una famiglia, degli amici, alcuni la stanno ospitando. Se prendiamo loro faranno qualsiasi cosa per liberarla!”

“Ma non ci daranno il bambino!”

“E’ su questo che io punto! Verranno a liberarla ed allora gli avremmo tutti ed il bambino rimarrà senza scorta”

“E’ un piano molto astuto” disse Lilah

“E come faremo a prenderla?” intervenne Trent

“Questo ce lo spiegherà questa bella signora presumo” concluse Quentin rivolgendosi a Lilah che gli lanciava uno smagliante sorriso.

 

Karaoke bar –

 

Lorne non fu molto felice di rivedere Maddie. Il ricordo del loro ultimo scontro era ancora troppo vivo. Con lei si dimostrò alquanto freddino mentre con gli altri ci furono sorrisi e complimenti.

Una volta seduti al tavolo, mentre attendevano le loro ordinazioni, Maddie notò immediatamente che il cambiamento del vampiro non era avvenuto solo nello spirito. Certo era molto più affabile, ma quello che la preoccupava maggiormente era il modo in cui guardava Cordelia. Le faceva dei complimenti e ogni tanto, la guardava con aria quasi trasognata. Che si fosse infatuato di lei? Cercò di non pensarci, mentre un brivido le percorreva la schiena.

Fu allora che Cordelia ebbe una visione e iniziò a fluttuare a mezz’aria. Maddie era alquanto perplessa, mentre Angel, Gunn e Wesley uscivano di fretta e furia dal locale. Rimaste sole, lei chiese spiegazioni e fu allora che Cordelia raccontò do quello che le era successo il giorno del suo compleanno e della sua decisione di continuare ad aiutare gli altri. Per fare questo, in modo che le visioni non la uccidessero aveva accettato di trasformarsi in un mezzo demone. All’inizio aveva avuto paura che il suo aspetto cambiasse, ma alla fine tutto si era tradotto semplicemente in una specie di lievitazione concluse lei per nulla turbata.

Dopo una lunga attesa di più di un’ora le ragazze decisero ad uscire e di recarsi nuovamente all’Hymperion in attesa del rientro degli altri.

Fu proprio allora, che uscite dal locale l’aspettava una brutta sorpresa.

 

Karaoke bar – esterno.

 

I sensi di Maddie si allertarono subito, ma prima che potesse fare qualcosa le tre ragazze erano già circondate da cinque demoni grossi e puzzolenti.

“Che cosa facciamo ora?” chiese Fred allarmata.

Maddie sguainò la propria spada.

“State dietro di me” disse con aria minacciosa.

“Non puoi farcela da sola, sono troppi e troppo grossi” disse Cordelia

Maddie doveva ammettere che per una volta aveva ragione. L’unica speranza era il locale di Lorne, lì i demoni non sarebbero potuti entrare con fare bellicoso.

Maddie tirò un fendente ad uno dei demoni che cadde a terra in una pozza molto simile a del sangue e lei girdò “Verso il locale di Lorne!”

Le ragazze non se lo fecero ripetere e iniziarono a correre seguite da Maddie che cercava di tenere a bada i loro inseguitori.

Arrivati nei pressi del locale Maddie si fermò per affrontare i demoni

“Maddie vieni, sbrigati” gridò Fred

“Entrate! Non preoccupatevi di me”

Cordelia a quel punto la prese per un braccio e la strattonò, “Vieni sarai al sicuro anche tu”

Ma Maddie sapeva che ormai era troppo tardi e quei demoni erano interessati a lei e non avrebbero esitato ad uccidere Cordelia e Fred .

Con un veloce movimento del braccio si liberò di Cordelia che andò a sbattere contro Fred, entrambe oltrepassarono l’entrata del Karaoke bar ruzzolando per le scale.

 

Maddie intanto si era tolta la giacca e presa la posizione di attacco si preparò ad affrontare quella nuova minaccia.

 

Karaoke Bar – interno.

 

Quando Fred e Cordelia irruppero nel locale con un grido anche il demone che si stava esibendo si zittì. Lorne vedendole entrambe a terra e ammaccate si diresse velocemente verso di loro.

 

 

Karaoke bar – esterno.

 

I demoni l’avevano ormai circondata, i suoi colpi andavano a segno, ma questo non sembrava turbarli più di molto. Le ferite si rimarginavano quasi immediatamente, ma lei avrebbe venduto cara la pelle! Non si ricordava di nessun demone di quel tipo, dove diavolo erano andati a scovarli? Pensò lei mentre schivava un colpo abbassandosi prontamente.

 

Da una macchina in fondo al viale, due uomini ed una donna stavano osservando la scena.

“Devo dire che è molto brava, capisco come sia riuscita a sconfiggerti Trent” disse Lilah con fare mieloso

Lui non rispose rapito dal combattimento che si stava svolgendo a pochi metri da lui.

“Questa farsa va troppo per le lunghe” intervenne a quel punto Quentin Travers “Trent pensaci tu”

A quelle parole l’uomo prese una pistola dalla valigetta e sceso dalla macchina si diresse verso il luogo della battaglia.

“Scansatevi” gridò ai demoni.

Maddie fece appena in tempo a vedere l’uomo che le puntava la pistola, sentì un colpo e poi improvvisamente tutto si fece nero.

 

“Forza, prendetela e portatela alla macchina e non dimenticatevi al spada” ordinò Trent ai cinque demoni.

Loro non se lo fecero ripetere due volte, uno di loro prese Maddie e si diresse verso l’auto in attesa seguito dagli altri.

“La spada ho detto!” urlò quasi adirato Trent. “Demoni Tik, forti e quasi invulnerabili, ma molto stupidi” pensò fra se. Non riusciva a capacitarsi come Lilah fosse riuscita a ingaggiarli, anche perché pensava che orami fossero estinti da secoli.

Il demone si piegò per raccogliere la spada, appena toccò l’elsa un calore improvviso gli attraversò il corpo. Un grido agghiacciante echeggiò per il vicolo. Trent e gli altri si voltarono appena in tempo per vedere il demone sciogliersi come neve al sole.

L’uomo socchiuse gli occhi. Quella spada era veramente potente! Si avvicinò quindi con cautela all’arma, si tolse la giacca e ve l’avvolse. Con il suo strano pacchetto fra le mani salì sull’auto nella quale era già stata portata Maddie ancora priva di sensi.

“Possiamo andare” disse Lilah all’autista.

 

Quando Lorne uscì dal locale L’unica cosa che vide fu una strana macchia a terra che emanava un odore sgradevole ed una macchina che partiva a grande velocità.

 

CAPITOLO 47

 

Vancouver – Canada casa dei Messaline

 

Michelle entrò di corsa nella stanza di Daniel che stava urlando nel cuore della notte. Si avvicinò a lui “Non è nulla Daniel, calmati è stato solo un incubo”

Daniel alzò gli occhi lucidi di lacrime “Ma è in pericolo” disse

“Cosa?”

“E’ successa una cosa brutta a Ma” ripetè il bambino.

Michelle si mise una mano sul cuore e improvvisamente una fitta di paura e dolore l’attanagliò.

“E’ vero” disse mentre le lacrime le inumidivano le guance. Abbracciò Daniel con tutto l’amore che era capace di infondergli.

 

Los Angeles – karaoke Bar

 

Angel, Wesley e Gunn entrarono come furie nel locale di Lorne e si diressero verso il retro dove c’era la stanza del demone.

Lì c’erano Cordelia e Fred: una con una borsa del ghiaccio su un ginocchio e l’altra che si tamponava una ferita alla tempia dalla quale fino a poco tempo prima usciva del sangue.

“Oh finalmente siete arrivati” disse improvvisamente Cordelia appena li vide

“Che cosa diavolo è successo? Al cellulare Lorne non ha saputo spiegare molto. Dov’è Maddie?”

“Hey biscottino calmati” disse Lorne a quel punto rivolto verso Angel

“Ti ho già detto di non chiamarmi con i nomi di dolci” lo rimproverò lui “Ci spiegato o no quello che è accaduto?”

“Hanno preso Maddie” disse Fred

“Chi?” chiese interessato Wesley

“Da quello che ho trovato in terra desumo che si trattassero di demoni Tik”

“Demoni Tik? Ma non erano estinti?” chiese perplesso Angel

“Si vede di no” intervenne a quel punto Gunn “Ma che cosa diavolo vogliono da Maddie?”

“Daniel presumo” rispose Angel a quel punto

“Ma Daniel non è qui…”

“Beh…” iniziò Lorne “Nel mondo demoniaco gira una certa voce…”

“Quale voce?”

“Una taglia. Una taglia sul guardiano…possibilmente vivo”

“Quindi questi demoni l’anno presa per la taglia?”

“No, mio giovane amico” disse Lorne rivolto a Gunn “Erano stati assoldati da qualcuno. Quando sono arrivato fuori dal locale ho visto una macchina partire a forte velocità. I demoni Tik sono ottimi mercenari, forti ma non molto intelligenti ed inoltre non sono avvezzi a certe comodità”

“Quindi loro hanno fatto il lavoro sporco, ma chi l’ha rapita?” chiese Cordelia ancora scossa per tutto quello che era successo.

Angel pieno di astio disse “Il Consiglio”

“Su Angel non essere anche tu così prevenuto!” intervenne a quel punto Wesley “Capisco che tu non abbia molta simpatia per il Consiglio, ma io penso…”

Gli occhi di Angel si strinsero fino a divenire due fessure e fissando Wesley disse “No, non ho molta simpatia per il Consiglio, ma conosci altri interessati a Maddie?”

Wesley scosse il capo. A malincuore doveva dare ragione a Angel anche se questo non era facile.

“Ci sono altre notizie” disse Lorne a quel punto

“Quali?”

“La taglia è stata offerta da qualcuno che conoscete bene…”

“LA Wolfran e Hart” constatò sconsolato il vampiro.

“Si dice inoltre che Lilah Morgan si occupi personalmente della cosa…e che sia direttamente a disposizioni di alcune persone molto importanti…persone che vengono dalla cara e vecchia Europa”

“Non ho bisogno di sentire altro. Andiamo a recuperare Maddie”

“Dubito che sia nei loro uffici. Sono troppo scaltri e ormai ti conoscono fin troppo bene…l’avranno portata in un altro luogo” disse Wesley pensieroso “Hey dove stai andando?”

“Da Lilah Morgan” rispose Angel

 

Wolfram e Hart – ufficio di Lilah Morgan

 

Quando entrò nel suo ufficio Lilah non fu affatto sorpresa nel vedere Angel seduto dietro la sua scrivania. “Quello è il mio posto” disse con voce calma e fredda

“E’ un bel posto” rispose lui “e si gode un’ottima vista” continuò fissando le luci della città che fendevano la notte

“Grazie. Cosa vuoi?”

“Lo sai benissimo. La donna che hai rapito oggi?”

“Ah, quella donna. Mi dispiace, ma non so dove sia”

“Stai mentendo” disse lui dirigendosi verso il bar dove lei si stava versando da bere

“Può darsi” gli rispose mentre sorseggiava il suo Whyskey “e cosa vorresti farmi, uccidermi?”

“Non tentarmi…”

“Oh, Angel non ne saresti capace, per via della tua preziosa anima…”

“A volte la mia anima mi lascia fare alcune piccole cose” disse lui mettendole una mano sul colle e stringendo leggermente

“Ed i rimorsi?”

“Non passerò giornate insonni per la tua morte Lilah. Dove si trova la ragazza?” chiese lui stringendo ancora di più.

Lei sorrise sprezzante e Angel strinse un po’ di più. Proprio in quel momento tre guardie della sicurezza fecero irruzione nell’ ufficio con le armi spianate

“La lasci subito” gridò uno degli uomini

Angel non parve preoccuparsi troppo di loro, ma quando uno degli agenti gli gettò contro dell’acqua benedetta fu costretto a lasciarla andare.

Lilah si toccò il collo e con fare bellicoso disse “E’ meglio che esci di fin tanto che ne sei ancora capace”

“Pensi che con questi trucchetti mi fermerai?”

“No…ma io sono un avvocato e mi hanno pagato per svolgere un certo lavoro, se vuoi ritrovare la ragazza arrangiati, ma ti avviso Angel non venire più a disturbarmi, la prossima volta potresti non essere così fortunato!”.

Senza parlare Angel, scortato dagli agenti uscì dal suo ufficio.

Lilah tirò un respiro di sollievo. Difficilmente il bel vampiro avrebbe trovato quella Maddie mentre per il bambino ormai era questione di tempo. Non avrebbe potuto chiedere un alleato migliore di Quentin Travers!

 

Vancouver – Casa dei Dessaline

 

Robert era al settimo cielo e quasi fischiettando bussò alla porta della casa dei Dessaline. Fra poche ore avrebbe rivisto Maddie.

Quando Marcel aprì la porta notò subito che qualcosa non quadrava.

“Che cosa c’è’” chiese allarmato lui

“Perché pensi che ci sia qualcosa?”

“Basta guardarvi” disse mentre entrava nel salotto dove tutta la famiglia e Daniel erano seduti “avete le facce da funerale”

“E’ successo qualcosa a Maddie” disse senza preamboli Marcel

“Che cosa dici? Maddie sarà qui fra poche ore….” Rispose Robert

“Non sarà qui” intervenne a quel punto Michelle “questa notte ho avuto una strana sensazione…so che mia figlia è in pericolo”

“E basa tutto questo su una sensazione? Fra poco Maddie entrerà da quella porta e tutti ci rideremo sopra” continuò Robert incapace di affrontare la verità. Aveva atteso tanto a lungo e non era disposto a perderla prima ancora di averla ritrovata

“Ma non entrerà da quella porta” disse improvvisamente Daniel con sicurezza

Tutti lo guardarono attoniti. Daniel a volte parlava e si esprimeva come se si trattasse di un adulto, un adulto a conoscenza di tutto.

“Non ci posso credere” mormorò Robert mentre si accasciava sul divano “Non è giusto…”

“Lei è viva” continuò il bambino “Solo attraverso lei possono arrivare a me”

“Non ti dare troppa importanza ragazzino” disse sprezzante Robert

“Calmati Robert” intervenne Marcel a quel punto “Non è colpa sua”

“Certo che è colpa sua” disse inviperito lui

“Robert!” gridò a quel punto Michelle Dessaline

Robert respirò profondamente cercando di calmarsi “Mi dispiace…non volevo” disse a quel punto

“Che cosa facciamo ora? Non abbiamo la più pallida idea dove possa essere, come rintracciare i suoi rapitori…forse si metteranno in contatto con noi”

“Probabile” disse a quel punto André Dessaline

“E nel frattempo ?” chiese Jeanette “Staremo qui impotenti ad aspettare una telefonata che forse non faranno mai?”

“Non staremo ad aspettare” disse Daniel a quel punto e fissando Michelle negli occhi disse “E’ giunto il tempo,il tempo di combattere… è giunto il tempo di riunirci alla cacciatrice!”

 

CAPITOLO 48

 

Hotel Hymperion

 

Angel entrò nell’albergo come se il peso del mondo gravasse sulle sue spalle.

“Non è andata bene presumo” disse Gunn

Lui scosse la testa. “Lilah Morgan è un osso duro, non ha detto niente”

“Allora dovremmo cercarla da soli” intervenne Cordelia a quel punto

“In una città come Los Angeles? E’ come cercare un ago in un pagliaio. Ci sono miriadi di posti dove possono averla portata e se per caso avessero lasciato la città?” disse Wesley

“Forse Lorne potrebbe darci alcune informazioni” iniziò Fred “Lui conosce tante persone, magari avrebbe fortuna…”

Tutti la fissarono sbigottiti “E brava la nostra Fred” disse tutto in un fiato Gunn mentre la abbracciava e gli posava un bacio sulla fronte “Hai sempre le idee migliori”

“Allora” disse a quel punto Angel, “Gunn chiedi in giro, magari contattando il tuo vecchio gruppo, forse sanno qualcosa, tu Cordelia vai da Lorne, mentre Wesley e Fred cercheranno nei libri se esiste qualche incantesimo con cui possiamo rintracciarla.

“E tu cosa farai?”

“Io chiederò in giro…”

“Chiederai?” chiese perplesso Wesley a quel punto

“Va bene Wesley questa volta ci andrò leggero, vuoi che li paghi?”

“Sarebbe un’idea visto che non ci sono molti esseri che abitano il sottosuolo che vogliono parlare con te…”

“Ma sei impazzito? Vuoi pagarli? Ti devo ricordare che non abbiamo molti liquidi in cassa?” disse Cordelia tutto in un fiato

Lui gli sorrise. “Non ti preoccupare, userò i miei risparmi va bene?”

“Non volevo dire questo…per il bene di Maddie puoi dare fondo a tutto il contante che abbiamo”

“Questa è la Cordelia che mi piace sentire parlare” rispose Angel rivolgendogli un sorriso a trentadue denti.

 

Sunnydale – due giorni dopo.

 

Quando Dawn aprì la porta di casa si trovò di fronte degli sconosciuti “Desiderate?”

“Stiamo cercando Buffy Summers” chiese a quel punto Michelle

“Oh, Buffy è al lavoro al momento, ma se volete dire a me”

Michelle scosse la testa “Dove lavora?”

Dawn si insospettì. Chi erano quelle strane persone che cercavano Buffy?

“Perché volete saperlo? Che cosa volete da lei?”

“Non ti allarmare” disse ancora Michelle a quel punto “non vogliamo farle del male, ma abbiamo urgenza di parlarle, se proprio non vuoi dirci dove lavora potremmo aspettarla in casa che cosa ne dici?”

“No!”

“Come?”

“Non vi farò entrare in casa mia!”

A quel punto Robert perse la pazienza ed avanzò quasi minaccioso “Senti un po’ ragazzina”iniziò lui “abbiamo urgenza di parlare con la cacciatrice e se non vuoi farci entrare e dirci dove lavora ci accamperemo qui, davanti alla tua porta fino a quando non farà ritorno, ti va l’idea?”

“Robert…per favore”disse Marcel a quel punto

“Per favore un accidente! Questa ragazzina non vuol collaborare? E allora ci arrangeremo”

Dawn sgranò gli occhi come si permetteva di chiamarla ragazzina?

“Non sono una ragazzina!” disse arrabbiata lei

“Non devi avere paura di noi”intervenne a quel punto Michelle, “Ma è importante che noi incontriamo Buffy”

“Ma io…”

“Fidati” le disse Michelle prendendole la mano.

Dawn la fissò negli occhi e comprese improvvisamente di potersi fidare. “Accomodatevi” disse lasciandoli entrare in casa.

 

Dall’altro lato della strada un uomo seduto su una panchina prese un cellulare.

“Travers”

“Sono io. La cacciatrice ha ricevuto delle visite oggi”

Probabilmente la famiglia del guardiano pensò Travers fra sé

“C’è un bambino?”

“Negativo”

Stizzito per la risposta Traver concluse bruscamente la comunicazione “continua a tenere d’occhio la casa e informami se ci sono altre novità!”

 

Casa di Buffy Summers – salotto.

 

Appena entrati nel salotto di casa Summers Jeanette si preoccupò di chiudere le tende

“Hei, ma cosa stai facendo?”

“Non ti preoccupare si tratta solo di un piccolo accorgimento nel caso che la casa sia sorvegliata non vogliamo che nessuno veda Daniel”

“Daniel? E chi è?”

“Sono io” disse improvvisamente il bambino comparendo dal nulla

Dawn lanciò un urlo spaventato e fece un saldo indietro

“Non volevamo spaventarti” intervenne a quel punto Michelle, “Ma Daniel è importante e nessuno deve sapere che si trova qui.”

“Come hai fatto?” chiese Dawn sinceramente perplessa

“Magia” rispose Michelle sperando che la risposta bastasse alla ragazza.

Aveva trovato quell’incantesimo in un libro antico. Daniel alla luce del sole era nascosto alla vista di tutti tranne che alla loro, al guardiano e naturalmente alla madre, ma quando si trovava in luoghi d’ombra od al chiuso ridiventava visibile e questo comportava alcuni piccoli accorgimenti.

Dawn disse a loro di sedersi, mentre andava in cucina a prendere qualcosa da bere per tutti. Dentro di se sperò che Buffy ritornasse presto dal lavoro.

 

Los Angeles –luogo imprecisato.

 

Travers battè forte il pugno sul tavolo tanto che Trent trasalì.

“Che cosa è successo?”

“La cacciatrice ha ricevute visite…ma non c’è il bambino”

“Dovremmo attendere che si svegli per chiederle dove lo ha nascosto…” rispose Trent fissando una branda posta in fondo alla stanza dove la sagoma di una persona legata era stata deposta.

 

Maddie stava lentamente riprendendo coscienza di sé. I ricordi, frammentari, le ritornarono alla mente. Come poteva essere stata così stupida? Era caduta in una trappola come una principiante.

Cercò di toccarsi il viso con le mani, ma constatò che erano legate assieme. Aprì gli occhi. Intorno a lei tutto era buio, a parte una fievole luce che proveniva dall’alto. Ad occhio e croce doveva trovarsi in n magazzino. Dai rumori che provenivano dall’esterno doveva trovarsi alla periferia della città. Dio la testa le stava scoppiando, avrebbe pagato a peso d’oro un chachet!. Si mosse ancora cercando di tirarsi a sedere. La cosa era alquanto complicata. Le avevano legato anche i piedi!

 

Trent fu ridestato dalla avvincente lettura del suo libro dal demone Tik “Signore, si sta svegliando”

“Finalmente!” disse l’uomo. Per un attimo aveva pensato di aver esagerato con il sonnifero erano quasi due giorni che dormiva. Fra poco si sarebbe ritrovato nuovamente a faccia a faccia con la donna che gli aveva rovinato la vita!.

 

Sunnydale – casa di Buffy Summers

 

Quando Buffy entrò in casa mai si sarebbe aspettata di trovare così tante persone ad attenderla, tanto meno suo figlio!.

“Ciao Dawn, sono tornata”

“Oh finalmente Buffy, non sapevo cosa fare”

“Fare?”

“Con loro, mi hanno assicurato che vogliono solo parlarti…”

Buffy fissò tutte quelle persone, estranee per lei a parte due, suo figlio e un ragazzo alto, con i capelli color della sabbia con cui aveva passato una notte di fuoco a Los Angeles.

Non fece nemmeno in tempo a proferire parola quando Daniel le corse incontro e saltandole al colle gridò

“Ciao Mamma, mi sei mancata tanto!”

“Mamma?” gridò uno stuolo di persone affacciandosi dalla porta che dava sulla cucina. Avvisati da Down. Giles, Xander, Willow e Tara erano venuti a dare man forte alla cacciatrice in caso fosse in pericolo.

Buffy alzò gli occhi al cielo. Dopo una dura giornata di lavoro ci voleva anche questo: spiegare ai suoi amici, a sua sorella ed al suo osservatore perché il suo salotto era pieno di gente, ma soprattutto perché un bambino la chiamava mamma. Sarebbe stata una lunga lunghissima serata!.

 

CAPITOLO 49

 

Los Angeles – luogo imprecisato

 

“Finalmente ti sei svegliata!”

Maddie sbatté le palpebre più volte per mettere a fuoco il luogo dove si trovava, ma soprattutto il viso della persona che le stava parlando.

Era nascosto nell’ombra e riusciva a scorgerlo appena cercò di essere sarcastica “Colazione a letto?”

Trent sogghignò stupendosi ancora una volta del coraggio di quella ragazza. Chiunque al suo posto sarebbe stata terrorizzata trovandosi incatenata, con quattro demoni che le facevano la guardia ed una persona che probabilmente l’avrebbe uccisa.

“Posso darti da bere se vuoi, io preferirei farti morire di sete, ma ho ricevuto degli ordini” le rispose lui porgendole una bottiglietta d’acqua.

Maddie la prese fra con entrambe le mani in quanto i polsi erano legati assieme e bevve abbondantemente.

“Lasciamo perdere i preamboli. Che cosa vuoi?”

“Molte cose direi, fra le quali spicca la vendetta”

“Vendetta? Per cosa?”

“Vediamo, da dove posso iniziare? Forse dal dolore che mi hai causato?”

“Che ti ho…ci conosciamo?”

l’uomo fece qualche passo avanti, lei lo fissò intensamente, ma non gli ricordava nessuno “Spiacente, ma non ti conosco…”

“Strano come tu possa aver dimenticato l’uomo che hai lasciato deliberatamente cadere da un palazzo”

“Eri tu!” disse lei spalancando gli occhi

“Pensavi che fossi morto vero? Ma per tua sfortuna non lo sono. Ho patito le pene dell’inferno, ma ora siamo di nuovo faccia a faccia, e molto presto regolerò il conto” sibilò fra i denti l’uomo mentre si avvicinava con fare minaccioso al piccolo giaciglio di Maddie.

“Dimmi guardiano che cosa provi? Paura? Oppure delusione per il tuo tentativo fallito?”

Maddie piegò da un lato il capo e disse “Sollievo direi…” ed era proprio quello che provava in quel momento. Non era morto, quindi non era un assassina!

“Sollievo? Che diavolo stai blaterando?”

Maddie fece un lieve sorriso “Non uccido mai essere umani, tu eri…sei stato un incidente, un tragico incidente che non doveva succedere….”

“Ma è successo” disse Trent che era ora completamente illuminato dalla lampada appesa al soffitto e mostrava la cicatrice che deturpava il suo volto.

“Tu cosa avresti fatto al mio posto?” chiese lei

Trent non rispose

“Siamo onesti” continuò Maddie, “mi avresti ucciso, si trattava di sopravvivenza!”

“La sopravvivenza di un essere che porterà distruzione nel mondo?

“La distruzione del mondo? Ma chi ti ha raccontato queste fandonie?”

“Non sono fandonie, è la verità!”

“E da dove scaturisce questa presunta verità?”

“Non è importante questo. La mia fonte è la migliore del pianeta, la sua verità è inoppugnabile!”

“Nulla è inoppugnabile, tanto meno la verità. Spesso vista sotto un’altra ottica…”

“Sotto un’altra ottica? Quale ottica? Il bambino che proteggi è un mostro che distruggerà il mondo che noi conosciamo…”

“Non è assolutamente vero, se solo tu mi dessi ascolto…”

Una voce improvvisa tuonò nel vuoto del magazzino “Trent!”

 

L’uomo si girò “Arrivo subito signore!” disse e poi rivolto a Maddie. “Qualsiasi cosa tu possa raccontarmi non ti crederò mai!” poi si girò e si allontanò da lei.

 

Sunnydale – Casa di Buffy Summers

 

“Allora ci vuoi spiegare tutta questa faccenda? Come mai quel bambino ti chiama mamma! Chi sono tutte queste persone?” Tutti i suoi amici la stavano tempestando di domande e lei non sapeva o meglio non voleva rispondere. Era tutto, troppo dannatamente complicato.

Dal canto loro Michelle e gli altri osservavano la scena sbigottiti. Michelle provò improvvisamente una grande tenerezza per Buffy, che doveva vedersela ogni giorno con tutte quelle persone insensibili e prive di tatto. Buffy Summers, la cacciatrice, colei che aveva generato un bambino così speciale come Daniel doveva dare spiegazioni?

Era ora di finirla!

Con fare non molto elegante mise le dita delle mani in bocca e lanciò un lungo fischio.

Tutti si zittirono.

“I tuoi fischi hanno sempre effetto amore mio” disse Andrè Dessaline

“Lo so!” Gli rispose dolcemente lei prima di volgere il suo sguardo verso tutti quegli intrusi.

Lentamente si avvicinò a Buffy, e la prese per mano. “Su vieni a sederti qui, vicino a tuo figlio, sarai stanchissima presumo e lascia che spieghi tutto io”

A Buffy non sembrò vero che qualcuno prendesse le sue difese. Lentamente come una bambina obbedì.

“Chi crede di essere per dare ordini in casa di Buffy? E cosa vuol dire che spiegherà tutto?” tuonò improvvisamente la voce di Xander

“Io sono Michelle Dessaline, e questi sono mio marito Andrè e i miei figli Jeanette e Marcel mentre lui è un nostro amico Robert, e per rispondere alla tua domanda giovanotto, io come te sono un ospite in questa casa e credo che ci si debba comportare in un determinato modo, non pensi?”

Xander a quelle parole arrossì violentemente, mentre gli altri abbassavano lo sguardo.

“Se volete delle spiegazioni, sarà meglio calmare gli animi e sedersi e parlare civilmente come persone adulte!”

Tutti, sotto lo stupore di Buffy obbedirono e lei si ripropose di chiedere lezioni a quella donna.

“Bene allora ascoltatemi tutti, vi racconterò quello che è necessario sapere, non voglio interruzioni né domande almeno fino a quando non avrò terminato. Avete compreso?”

Tutti annuirono.

Michelle Dessaline si sedette acconto al marito “Come avete capito fin dal primo momento questo bambino, il cui nome è Daniel è il figlio di Buffy. A voi non deve interessare quando sia nato o chi sia il Padre, questo non è importante e non deve interessarvi, è la vita privata della cacciatrice ed ognuno ha diritto alla propria privacy. Daniel è il figlio della cacciatrice e come tale è il prescelto per chiudere il passaggio tra la dimensione demoniaca e la terra.

Giles si tolse gli occhiali e disse quasi impercettibilmente: “Il guardiano”

Michelle si voltò verso di lui “Vedo che ne ha sentito parlare…”

Lui annui.

Michelle continuò il suo discorso. “Daniel è importante, ma purtroppo è in pericolo, ci sono persone che vogliono impedire la riuscita della sua missione”

“Altri demoni?” chiese Willow con timore

Michelle non le rispose, era ancora troppo presto perché conoscessero tutta la verità. “ Fino a poco tempo fa,”continuò la donna “Mia figlia Maddeline, conosciuta nei libri come il guardiano, lo aveva sotto la sua protezione, ma ora è successo l’irreparabile…Maddie è stata rapita ed è in pericolo”

“E’ stata rapita?” chiese Buffy preoccupata

“Purtroppo si. Sicuramente cercheranno uno scambio con Daniel, ma non possiamo permetterlo. Ci sono troppe cose in gioco, ma non possiamo nemmeno perdere Maddie. Lei è un elemento essenziale per la battaglia finale, ci servono i poteri che gli sono stati conferiti come guardiano e la sua spada”

“Quale battaglia finale?” chiese quasi urlando Xander

Marcel gli lanciò un occhiata furibonda

“Dobbiamo fare qualcosa” intervenne Buffy in quel momento “Si sono già messi in contatto?”

Michelle scosse la testa. “Probabilmente non sanno se Daniel sia con noi o meno e ci stanno controllando, anche in questo momento…”

“Come? Mi stanno spiando?” chiese preoccupata Buffy

Michelle annui con il capo. “Non hai notato quell’uomo seduto sulla panchina?”

“Beh, non ci ho fatto caso, non pensavo…Ma come hanno osato e soprattutto chi?”

“Sono persone disposte a tutto Buffy…”

“Allora hanno visto Daniel ed ora sapranno dove si trova” disse Buffy stringendolo a se

“Credo di no, se la magia ha funzionato”

“Che magia…” chiese vivamente interessata WIllow

“Lo abbiamo nascosto. Alla luce del sole è invisibile a tutti coloro che non siano legati a lui in qualche modo, mente ricompare appena entra nell’ombra od al coperto” spiegò Michelle

“E’ per questo che avete tirato le tende appena arrivati” mormorò Dawn

“Esatto.”

“Quando avete avuto notizie da Maddie l’ultima volta?” chiese Buffy

A quel punto Robert, che era sempre stato in silenzio intervenne “Tre giorni fa mi ha chiamato per dirmi che ritornava a casa”

“Dove si trovava?”

“Non so esattamente, mi ha solo detto che doveva passare a Los Angeles a trovare un amico”

“Los Angeles?” gridarono Giles e gli altri

“Che cosa c’è?” chiese preoccupato Robert

“Non allarmarti” intervenne a quel punto Giles che aveva ascoltato tutta la vicenda cercando di elaborare le nozioni di cui era venuto a conoscenza “E’ solo che a Los Angeles vive un nostro amico…molto particolare…anzi penso che in questo frangente potrebbe aiutarci”

“No!” disse Buffy “Lui non c’entra nulla in questa storia” aggiunse nella speranza che Giles non insistesse nel suo proposito

 

Hotel Hymperion – stanza di Angel

 

Angel si gettò letteralmente sul letto supino. Era distrutto. Aveva corrotto, minacciato ed anche ucciso pur di ottenere qualche informazione, ma tutto era stato vano. Certo si vociferava del guardiano, della taglia, ma nessuno sapeva dove fosse stato portato e questo era un fatto preoccupante. Doveva esserci una persona veramente potente per impedire che informazioni di tale portata non fossero a conoscenza delle spie del mondo demoniaco. Le spie di quel mondo erano infatti le migliori in assoluto!. A tutto questo si aggiungeva il fatto che nemmeno Lorne e gli altri aveva trovato indizi e informazioni e questo non era certo una buona cosa!

Due mani leggere si appoggiarono sulle sue spalle massaggiandolo

“Deduco che non ci sono novità” disse la voce di una donna che ben conosceva

Lui annui con un gemito e si mosse leggermente

“Sei teso come una corda di violino” disse nuovamente la donna aiutandolo a togliersi la camicia.

Angel mugolò “Ma tu sei capace di fare miracoli”

“Non esagerare, ho solo seguito un corso di dieci lezioni, non pensavo che mi sarebbe stato utile in un futuro”

“Sei comunque molto brava” rispose lui girandosi improvvisamente e attirandola fra le braccia

“Angel, potrebbe entrare qualcuno…”

“Se ti conosco bene, Cordelia, scommetto che in questo momento qui all’Hymperion siamo soli e che hai chiuso la porta a chiave”

Lei gli sorrise con fare malizioso “Devo dire che mi conosci davvero bene” rispose prima di aprire i lembi dell’accappatoio e ricadere sopra di lui fra le sue braccia.

 

Sunnydale – casa di Buffy Summers-

 

A Buffy martellavano le tempie.

Giles, Xander e Willow avevano tenuto a freno la loro curiosità per quanto riguardava Daniel, ma su Angel no.

Aveva discusso per più di un’ora con i suoi amici sul fatto di non voler coinvolgere Angel, sapeva che Maddie lo aveva incontrato, ma avrebbe fatto a meno di lui. Santo cielo erano due anni che ne faceva a meno e nessuno si era mai lamentato.

Alla fine esausta aveva spedito tutti a casa loro, mentre Michelle e gli altri si erano arrangiati, utilizzando la camera da letto di sua madre ed il salotto.

Guardò Daniel dormire. Aveva cercato, dopo essere venuta a conoscenza della profezia , di proteggerlo dal suo destino e ci era quasi riuscita, ma ora tutto sembrava essergli contro. Michelle in un momento di tregua, quando se ne erano andati via tutti gli aveva accennato che i responsabili di tutto quello che stava accadendo probabilmente erano alcuni membri del Consiglio.

Non riusciva a capire perché il Consiglio stesse cercando di rapire Daniel.

D’accordo che i loro rapporti non erano fra i migliori, ma arrivare fino a fare del male ad un bambino, la cosa gli pareva illogica.

Eppure, quando Giles gli aveva proposto di chiedere aiuto ad Angel il suo cuore aveva perso un battito. Come sarebbe stato rivederlo dopo due anni? Combattere nuovamente al suo fianco?. Era inutile negarlo, lo amava, probabilmente lo avrebbe amato per sempre, ma non poteva fare affidamento su di lui, non in questo frangente.

Chiuse gli occhi cercando di non piangere, ma era difficile.

“Mamma?”

“Che cosa c’è?” chiese Buffy andando a sedersi sul letto vicino a suo figlio

“Perché piangi?”

“Non è nulla…”

Daniel la fissò negli occhi come per volerle leggerle l’anima.

“Anche quando eravamo a Roath piangevi spesso e mi davi sempre la stessa risposta”

“Sono cose troppo complicate. Quando sarai più grande capirai”

“Non mi piace vederti piangere. E’ per quello che ha detto quell’uomo di nome Giles?”

“Come?”

“Sul fatto di chiedere aiuto ad Angel”

“Come fai a sapere che parlavano di lui?” chiese sorpresa Buffy. Infatti all’inizio della discussione aveva spedito Daniel e sua sorella in cucina e poi in camera.

“Penso che dovremmo andare da lui mamma”

“Daniel….”

“Anche si ti ha fatto soffrire, dobbiamo pensare al guardiano ed alla profezia” disse con fare autoritario.

“Non penso che sia una buona idea…”

“E’ l’unico modo. Los Angeles sarà il luogo della battaglia. Tutte le forze stanno confluendo, la profezia si sta per avverare.”

“Daniel…” iniziò Buffy cercando di non spaventarsi alla vista del suo comportamento

“Dobbiamo andare a Los Angeles, dobbiamo andare da Angel”

Buffy chiuse gli occhi sospirando. “Non è necessario per la battaglia”

“Menti, e lo sai benissimo” rispose il bambino “E’ giunto il momento di affrontare i nostri nemici, è giunto il momento per te di affrontare Angel, di affrontare il tuo destino”.

“Il mio destino di cacciatrice lo conosco benissimo”

Daniel scosse la testa “Il tuo destino di donna…” gli rispose

 

CAPITOLO 50

 

Hotel Hymperion – stanza di Angel

 

Angel ascoltava il respiro lieve di Cordelia abbracciata a lui. Avevano fatto l’amore con passione e dopo lei si era addormentata con fiducia fra le sue braccia. Era ormai un mese che stavano assieme e nessuno si era accorto di niente. Ripensandoci era accaduto tutto così in fretta.

Erano andati a vedere uno spettacolo, un balletto per essere precisi e lì, erano caduti in una specie di incantesimo ed avevano finito per fare l’amore nel camerino della prima ballerina.* Logicamente l’artefice di tutto questo era il solito personaggio megalomane, che loro avevano debitamente sconfitto.

Dopo la battaglia Cordelia si era mostrata evidentemente preoccupata per quello che era accaduto, ma lui gli aveva assicurato che non aveva perso l’anima.

Cordelia aveva quindi presupposto che non si fosse ritrasformato in Angelus in quanto in quel camerino sotto l’influsso dell’incantesimo avevano fatto solo sesso e non l’amore.

Ma lui aveva risposto che non era vero, poiché aveva scoperto che in realtà provava verso di lei dei sentimenti profondi.

Cordelia era rimasta inizialmente schioccata dalla su affermazione, ma alla fine aveva ammesso che li ricambiava.

Ma era spaventata dal fatto che se avessero fatto di nuovo l’amore lui avrebbe potuto perdere la sua anima. In tutta risposta lui aveva cercato di trovare una spiegazione plausibile, non poteva certo raccontarle di Maddie e di tutte le donne che aveva avuto dopo la morte di Buffy.

Quindi dopo averne parlato per ore era riuscito a convincerla del fatto che lui le voleva bene e che probabilmente non aveva perso l’anima in quanto ormai lei era diventata una mezzo demone e probabilmente questo cambiava le cose. La maledizione degli zingari forse non aveva tenuto conto di questa possibilità.

Cordelia sembrava aver accettato la sua spiegazione. Comunque la cosa che più lo aveva tranquillizzato era il fatto che entrambi erano d’accordo nel tenere nascosto la loro relazione. Gli altri non avrebbero capito.

Cordelia si mosse e lui la strinse più a se. Voleva bene a Cordelia. L’aveva vista trasformarsi lentamente da una ragazzina viziata ad una donna matura e consapevole che aiuta gli altri, che aveva accettato una parziale trasformazione in demone pur di continuare ad avere le visioni.

La baciò leggermente sulla fronte. Eppure, constatò, perché quando erano insieme a volte sentiva un grande vuoto, come se gli mancasse qualcosa?

Con questo pensiero si addormentò.

 

Sunnydale – giorno dopo

 

Tutti erano seduti in cucina a fare colazione. Michelle si era alzata per prima e aveva preparato una quantità enorme di cose buone.

Buffy e Daniel fecero la loro comparsa.

“Buongiorno Daniel, Buongiorno Buffy, dormito bene?”

“Si grazie” rispose la ragazza e versandosi una tazza di caffè continuò “Volevo ringraziarvi per ieri, per avermi appoggiato e soprattutto per non esservi intromessi nella discussione con i miei amici”

“Ma ti pare tesoro” rispose Michelle

“Sai” disse a quel punto Andrè Dessaline “Abbiamo pensato che saresti stata in grado di gestire la situazione...e poi noi non avevamo voce in capitolo…almeno per quanto riguarda i tuoi amici”

“Certo che l’avete! Insomma Maddie è stata rapita…”

“Siamo tutti preoccupati per Maddie” intervenne a quel punto Marcel “ma la decisione finale spetta a te. Daniel è tuo figlio, e sinceramente, in questo frangente, non vorrei essere nei tuoi panni…”

“Suvvia Marcel” disse Michelle a quel punto “Qualsiasi decisone Buffy prenderà noi la rispetteremo e tu Robert stai zitto!” apostrofò verso il ragazzo ancora prima che aprisse bocca.

“Grazie, ma penso di aver già preso la mia decisione…”

“E quale sarebbe?” chiese speranzoso Robert

“Prima la colazione, poi farò un paio di telefonate…pensi di resistere ancora per un’ora?”

 

Los Angeles – Hotel Hymperion

 

“Angel è ancora in giro per informazioni?” chiese Gunn a Wesley

Quest’ultimo alzò gli occhi da un voluminoso libro e annui con la testa.

“Stavo pensando” disse il ragazzo mentre stava versandosi una tazza di caffè “perché non proviamo a chiamare quella ragazza?”

“Quale ragazza?” esclamò Fred

“Ma si. Avete capito, la madre di Danile, B…”

“Non pronunciare quel nome” intervenne a quel punto Cordelia

“ E dai Cordy, non essere troppo protettiva. Non pensi che gli sia passata la fase tormento?” disse il ragazzo facendo un gesto in aria con le mani

“Non lo so, comunque non voglio correre rischi quindi limitatevi a dire solamente lei, in questo modo se Angel arriva non sospetterà di nulla”

“Angel non è stupido” intervenne a quel punto Wesley

“Comunque cerchiamo di non dire quel nome, d’accordo?”

Gunn sospirò “Continuando il discorso di prima perché non contattiamo lei, in fin dei conti è la madre di Daniel e dobbiamo avvisarla di quanto è accaduto. Magari il bambino potrebbe essere con lei e noi non lo sappiamo…”

“Non penso proprio” intervenne a quel punto Welsey “B…Lei dovrebbe dare troppe spiegazioni ai suoi amici…insomma spiegare il fatto che lei abbia un figlio…la cosa sarebbe complicata”

“Ma Lei è la madre credo che abbia il diritto di sapere” disse Fred con la solita timidezza

“Maddie ci aveva assicurato che Daniel era al sicuro non vedo perché dovremmo avvisare Lei” constatò Cordelia

“Io penso che dovremmo avvisare Lei” disse imperterrito Gunn, sostenuto anche da Wesley che continuò il discorso “Lei potrebbe aiutarci a ritrovare il guardiano, è sparita ormai da giorni, non sappiamo se sia viva o morta, chissà cosa le staranno facendo in questo momento” concluse rabbrividendo l’uomo

“Se chiedessimo a Angel cosa ne pensa?” intervenne candidamente Fred a quel punto

“Ma sei impazzita?” gridò rasentando quasi l’isterismo Cordelia “Non mi avete proprio ascoltato, non dovete mai nominare Lei…soprattutto con Angel”

“Ma Lei…”iniziò Wesley

“Lei è qui” si intromise improvvisamente una voce

I quattro membri della Angel Investigation fissarono l’entrata dell’albergo nella quale si scagliava fra un gruppo di persone la figura inconfondibile di Buffy.

 

CAPITOLO 51

 

Tutti rimasero ammutoliti, sapevano che Buffy era stata riportata in vita, ma nessuno l’aveva incontrata dopo la magia di Willow.

La prima a ridestarsi fu Cordelia “Oh Buffy che sorpresa come mai sei a Los Angeles?” le disse andandole incontro ed abbracciandola

Buffy sgranò gli occhi Cordelia non era mai stata molto espansiva, soprattutto con lei, ma cercò di non indagare oltre.

A quel punto anche Wesley seguito da Gunn e Fred si avvicinarono al gruppo. Con fare tipicamente inglese strinse la mano a Giles, mentre Cordelia salutava e abbracciava Willow, Xander e si presentava a Tara.

Improvvisamente una voce interruppe il vociare “Perché nessuno saluta me?”

“Oh mio Dio c’è Daniel” gridò una sollevata Cordelia.

“Per fortuna” continuò Gunn

“Angel sarà molto felice” finì Fred.

A quelle parole il silenzio cadde fra i presenti. A quel punto Buffy decise di prendere in mano la situazione.

“Immagino che sappiate perché siamo qui”

Wesley annui “Chi sono i tuoi accompagnatori?”

“Se ci offri un buon caffé e ci fai accomodare faremo le presentazioni” rispose Buffy.

 

Karaoke Bar –

 

Angel entrò nel locale con i vestiti in pessime condizioni

“Hey amico, hai avuto un piccolo scontro?”

“Già” rispose il vampiro a Lorne

Il demone verde lo guardò da capo a piedi “Preferirei comunque che non entrassi nel mio locale conciato in questo modo, sai non dai una buona immagine”

Angel si guardò attorno fissando la clientela, dubitando fortemente che a qualcuno degli avventori del locale interessasse il suo modo di vestire.

“Ci sono novità?” chiese

“Nessuna purtroppo. Quella donna sempre sparita nel nulla”

“Mi sempre impossibile che non abbiano lasciato traccia”

“Niente è impossibile in una città come Los Angeles…ed a questo proposito di consiglierei di ritornare a casa…”

Angel lo guardò accigliato “perché”

“Perché nulla è impossibile amico mio” gli rispose il demone

 

Hotel Hynperion –

 

Dopo aver fatto tutte le presentazioni del caso il gruppo si era messo a discutere su come rintracciare Maddie e trovare i suoi rapitori.

Il più disperato sembrava Robert che accettava tutti i piani che venivano proposti dai più assurdi ai più fantasiosi.

Cordelia guardò l’orologio. Angel sarebbe ritornato fra qualche ora, doveva allontanare al più presto tutta quella gente, soprattutto Buffy.

Lei ed Angel stavano insieme, ma la presenza di Buffy non la rassicurava di certo.

“Sentite, perché non andiamo tutti a riposare e ne parliamo con calma domani mattina?” propose speranzosa la ragazza. Desiderava ardentemente che Buffy non fosse lì quando il bel vampiro fosse ritornato.

Michelle Dessaline fissò l’orologio che stava appeso alla parete “E’ vero. Ormai si è fatto tardi e noi dobbiamo ancora cercare un albergo”

“Potreste rimanere qui” propose Gunn “Ci sono miriadi di stanze”

“Non pensi che dovremmo chiedere prima ad Angel” disse quasi seccata Cordelia. Voleva dare lei la notizia ad Angel per vedere la sua reazione.

“Penso che Angel non avrebbe nulla a ridire. Si tratta di un caso eccezionale, e poi è buio, e Daniel è visibile ora. Potrebbe essere pericoloso”

“Oh mi sembra che sia arrivato qualcuno” disse Cordelia a quel punto “mi accompagnate?” continuò la ragazza facendo cenno con il capo

“Cosa? Oh si certo…” fece eco Wesley che con Gunn e Fred uscirono dall’ufficio lasciando gli altri da soli

 

Atrio Hotel Hymperion

 

“Ma sei ammattito? Chiedere di rimanere, Angel non vuole nemmeno sentire il nome di Buffy, vivere sotto le stesso tetto, poi…”

“Cordelia capisco che tu sia preoccupata, ma in questo caso penso dovremmo fare un’eccezione” disse calmo e pacato Wesley

“Eccezione? Eccezione è così che la chiami? Quei due non si vedono da due anni, che cosa potrebbe accadere?”

“Angel è in grado di dominare i propri istinti, e poi non stanno più insieme…le persone cambiano, e tu ne sei la prova…”

Cordelia stava difendendo un suo territorio e doveva lottare, ma anche stare attenta a non tradirsi “Io sono preoccupata lo stesso. Quando ha saputo che era morta è quasi impazzito per il dolore e ora, rivedersela qui, viva…non potrebbe causarli quel famoso momento di felicità?”

“Cordelia non dire stupidaggini, ci vuole altro. Apprezziamo tutti che tu voglia proteggerlo, ma devi comprendere…”

“E da cosa vorresti proteggermi Cordelia?” chiese improvvisamente una voce profonda

Cordelia non fece in tempo a rispondere che la porta dell’ufficio si aprì e fece la sua comparsa correndo Daniel che andò a gettarsi letteralmente in braccio ad Angel

“Ciao Angel sono contendo di vederti”

“Ciao Daniel” rispose lui ancora sorpreso “Stai bene? Che cosa è successo? Con chi sei venuto? Eravamo tutti in pensiero”

“Sono arrivato con la mamma” rispose il bambino

“La tua mamma?” disse lui spostando lo sguardo e dirigendolo verso la porta da cui era uscito il bambino quando improvvisamente la vide

Lei gli sorrise “Ciao Angel” disse

“Buffy…”

 

CAPITOLO 52

 

Cordelia stava gironzolando per la stanza continuando a rimuginare

“Così mi rovinerai il tappeto” disse Angel

“Non mi interessa…sono preoccupata”

“Preoccupata per cosa?”

“Per cosa? Se la memoria non mi inganna hai appena offerta ad uno stuolo di perfetti sconosciuti di rimanere qui”

“Ci sono tante stanze…”

“Oh, potevano benissimo andare da un’altra parte”

“Dimmi che cosa hai Cordelia, si tratta forse di Buffy?”

Cordelia lo fissò negli occhi e annui

“Non devi avere paura, lei appartiene al passato ormai, io sto con te ora…”

“Questo lo so, è solo che i guai seguono la cacciatrice e in special modo Buffy, ho molta esperienza in proposito”

Angel si avvicinò a lei e la abbracciò.

“Si risolverà tutto, vedrai”

“Davvero?”

“Certamente, qualcosa mi dice che coloro che hanno rapito Maddie sapranno ben presto che tutti i suoi famigliari sono qui e si faranno vivi, quindi potremmo agire e finita tutta questa storia ritornerà tutto alla normalità…oh almeno alla nostra normalità”

Cordelia gli sorrise e lo baciò leggermente sulle labbra “Sarà meglio andare ora, date le circostanze non posso trattenermi qui!”

“Peccato, potresti ritornare più tardi…”

“Non tentarmi, comunque tutte queste emozioni mi hanno svuotata completamente…ci vediamo domani”

“Ok”

“Angel?”

“Dimmi”

“Sei sicuro, insomma mi posso fidare vero?”

Angel comprese che Cordelia voleva essere rassicurata “Ti ho mai mentito?”

“Beh, per essere precisi…”

“Cordelia” disse lui “Pensi davvero che dopo tutto quello che abbiamo condiviso rovinerei tutto per fare un tuffo nel passato?”

“Ma tu e Buffy eravate…”

“Esatto eravamo. Quello che mi interessa ora è il presente, e quello sei tu Cordelia”

Cordelia gli sorrise e lo baciò con passione prima di lasciare la sua camera.

 

Stanze Hotel Hynperion –

 

André, Michelle, Marcel, Jeanette e Robert dopo aver sistemato le loro cose nelle stanze che gli erano state assegnate si erano riuniti e stavano ancora parlando.

“Così quello è il famoso Angel, l’amico che Maddie doveva passare a trovare” disse Robert agli altri ai quali non sfuggì una nota di gelosia nella sua voce

“Esatto” rispose Marcel “Capisco perché Maddie si fidasse di lui, ti assomiglia molto”

Robert quasi lo fulminò con lo sguardo, ma poi dalle nebbie della sua mente spuntarono alcuni ricordi “Io l’avevo già visto”

“Come?” chiese incuriosita Michelle “e quando sarebbe successo?”

“Alcuni mesi fa io avevo appena sognato di fare…” Robert si fermò appena in tempo, non poteva certo raccontare i suoi sogni erotici con Maddie alla sua famiglia.

“Insomma mi sono svegliato una mattina ed allo specchio invece di vedere riflessa la mia faccia, ho visto il suo viso…”

“Strano, è successo una volta sola?”

“No, non ho tenuto il conto, ma penso una decina, non ho mai detto nulla in quanto avevo paura di stare per diventare paranoico o pazzo”

“Evidentemente il rapporto che si è creato fra Angel e Maddie in qualche modo deve avere coinvolto anche te”

“Rapporto?” sibilò fra i denti Robert

“Su amico mio, non essere geloso, abbiamo altre cose di cui parlare”

“Parleremo domani” disse improvvisamente Andrè Dessaline siamo tutti esausti e dovremmo andare a letto. Riposati si pensa meglio”

“Hai pienamente ragione tesoro” gli rispose Michelle

“Perfetto! Tutti a nanna” disse Jeanette reprimendo uno sbadiglio.

 

Stanza di Angel –

 

Angel aveva assicurato a Cordelia che tutto sarebbe andato per il meglio, ma ora iniziava a dubitare. Non poteva negare che rivedere Buffy lo aveva emozionato non poco. In lui era ancora impresso il ricordo della ragazzina diciannovenne che aveva amato nel giorno che non c’era mai stato e che lo aveva rimproverato quando aveva cercato di aiutare Faith.

Ora era diversa. Più mature e semmai più bella. Anche Cordelia era bella, ma Buffy aveva qualcosa in più, forse la maternità aveva accentuato il suo aspetto. Il suo corpo non era più acerbo, ma era più maturo e appariva molto morbido. Chissà come sarebbe stato tenerla fra le braccia. Si rigirò nel letto. Non poteva pensare a quello, stava con Cordelia ora, non era giusto tradirla, anche se solo con il pensiero.

Fra tutte quelle persone che si erano presentate quella sera, un ragazzo lo aveva colpito. Robert. Il suo viso gli era comparso davanti varie volte nel periodo che Maddie aveva trascorso con lui e se il suo istinto non lo tradiva sembrava che la stessa cosa fosse successa a lui.

Ma ora doveva pensare a come risolvere quella difficile situazione. A lui era sempre piaciuta la solitudine, ma ora…cominciò a contare tutte le persone che erano arrivate: i famigliari di Maddie, 4, Robert, 1, Willow e la sua amica, 2, Xander, Down e Giles altri 3 e poi Buffy e Daniel in tutto12 persone, 12 persone che avrebbero vissuto lì, con lui per i prossimi giorni. Sperò con tutto se stesso che la cosa si risolvesse presto.

Accidenti, pensò fra se scagliando lontano le coperte, non riusciva a dormire. Forse una doccia calda avrebbe risolto il problema.

 

Hotel Hymperion, stanza di Buffy

 

Buffy non riusciva a prendere sonno. Continuava a pensare al freddezza con cui Angel l’ aveva accolta. Certo erano passati quasi due anni dal loro ultimo incontro e si erano sentiti solo per telefono, ma sperava in qualcosa di più. Il suo istinto le suggeriva che il suo comportamento non si riconduceva solo alla presenza di altre persone, .a qualcosa che ancora non riusciva a capire. Si alzò dal letto, forse una doccia le avrebbe fatto bene.

 

Buffy uscì di soppiatto dalla sua stanza avvolta solo in un minuscolo asciugamano, sicura che nessuno l’avrebbe vista. Ore prima aveva fatto il bagno a Daniel e lui aveva rotto la manopola della doccia e quindi doveva cercare un altro bagno, in fin dei conti era un albergo, doveva per forza essercene un altro da qualche parte.

Prese il suo beauty e si mise alla ricerca.

 

“La doccia mi ha fatto bene” pensò Angel mentre si frizionava i capelli con l’asciugamano, la tensione sembrava essere sparita e lui era più tranquillo.

Improvvisamente il suo udito capto un rumore, impercettibile agli esseri umani, ma non a lui. Si infilò i pantaloni e con passo felino si inoltrò lungo il corridoio quando la vide: Buffy avvolta in quasi niente che percorreva il corridoio.

Come un automa la seguì mentre il suo sguardo vagava dalla caviglia verso le cosce ed al suo fondoschiena celato a malapena da un asciugamano, rimase affascinato dal dondolare dei suoi fianchi, ma dove aveva imparato a camminare in quel modo?

Improvvisamente lei si fermò e lui fece altrettanto, non voleva essere scoperto!. Per qualche istante la vide titubante mentre apriva una porta e dopo averci dato un’occhiata veloce sparirne oltre.

Lui si avvicinò e sentì il getto dell’acqua. La sua mano, come spinta da volontà propria si abbassò sulla maniglia ed entrò.

L’immagine che si presentò ai suoi occhi era stupefacente e sì che ne aveva viste di donne, ma chissà perché Buffy era un’altra cosa. Girata di spalle lasciava che l’acqua le scendesse lungo il corpo e la schiena, mentre la schiuma faceva scintillare il suo corpo.

Dio, non se la ricordava così! E improvvisamente il suo corpo si risvegliò.

Buffy inconsciamente sapeva che lui era lì e la stava guardando, incredibilmente non provava vergogna. Era vero che lui l’aveva vista poche volte senza niente addosso e sapeva che la maternità aveva lasciato qualche segno sul suo corpo, ma non le importava nulla, che guardasse pure!

Lo aveva sentito appena era uscita dalla sua stanza. Era sempre così, riusciva a percepire la sua presenza, una cosa terribile e piacevole che nasceva da dentro. Improvvisamente decise di girarsi, ma quando lo fece lui era sparito.

Un sorrisetto furbo le salì alle labbra “Non ti sono poi così indifferente vero Angel?” pensò fra sé mentre l’acqua continuava a correrle lungo il corpo.

 

Angel arrivò quasi trafelato in camera sua. Come era possibile che il solo vederla facesse reagire il suo corpo in quel modo? Ci era mancato poco che lo scoprisse, si era comportato come un guardone, ma era stato più forte di lui.

Il suo corpo era ancora teso “questa volta mi servirà una doccia fredda” disse fra sé

 

Giorno dopo – Hotel Hymperion

 

Tutti si erano svegliati molto tardi, quasi verso ora di pranzo, e quindi Marcel e Robert erano usciti a comperare qualcosa di pronto da mangiare.

Erano riuniti in cucina a mangiare pizza e hamburger quando Angel fece la sua comparsa.

“Buongiorno” disse Wesley “o buon pomeriggio come preferisci”

“Vedo che vi siete ambientati” disse lui

Cordelia si alzò, prese una tazza dal frigo e la mise nel microonde

“Si” disse Michelle a quel punto “Ti ringrazio molto di averci ospitato, eravamo esausti”

“Di nulla” rispose lui mentre prendeva la tazza dalla mano di Cordelia e iniziava a bere.

Buffy era sbalordita ma cercò di non farlo notare: da quando in qua Angel si nutriva di fronte a tutti?.

“Ci sono novità?” chiese nuovamente il vampiro

“Che novità vuoi che ci siano da ieri sera?” rispose sarcastico Robert

“Robert, per favore” intervenne a quel punto Marcel, “ricordati che siamo ospiti in casa sua…”

Robert non rispose, quel tipo non gli piaceva, innanzitutto perché era colpa sua se Maddie era stata catturata e poi non gli piaceva nemmeno lo strano legame che si era creato fra lui e la sua ragazza. Doveva indagare accuratamente.

“Sai” intervenne a qual punto Wesley “Michelle e Giles avrebbero un piano”

“Bene e quale sarebbe” rispose Angel sedendosi accanto a Cordelia con noncuranza

“Ci servirà il talento di Willov e Tara”

“Davvero?” rispose ad unisono le due ragazze

“E’ un incantesimo difficile, ma non impossibile, con il mio aiuto saremmo in grado di rintracciare mia figlia, solo che avremmo bisogno di un altro elemento?”

“Quale altro elemento?” chiese Jeanette curiosa

“Un’altra cacciatrice” rispose Michelle

“Ah, l’unica altra cacciatrice che conosco è in prigione” ribatté Cordelia a quel punto

“Appunto” disse Andrè Dessaline

“Io non vi capisco, e come pensate di farla uscire di li? La volete far evadere per caso?” disse Gunn mente addentava un pezzo di pizza ai peperoni

Marcel sorrise furbescamente

Wesley strabuzzò gli occhi “Non voglio sentire, non voglio sapere”

“E come pensate di farla evadere?” intervenne a quel punto Buffy

Angel rimase sorpreso, tutti, ma soprattutto Buffy avevano un motivo perché Faith non uscisse di prigione e lei appoggiava il loro piano? Era davvero cambiata così tanto?

“Io non sono d’accordo” disse Cordelia “Vi devo ricordare che Faith non è affidabile? Insomma ha fatto cose orribili”

“E chi non le ha fatte?” disse Fred a quel punto “Insomma, penso che si sia pentita di quello che ha combinato, voi stessi mi avete raccontato che si è costituita quindi…”

“Non conosci Faith”

“Perché Cordelia tu la conosci?” gli chiese genuinamente interessato Xander

“Oh senti Xander tu non sai che cosa ha combinato qui…”

“E sinceramente ora non ha molta importanza” disse a quel punto Buffy “Dobbiamo lasciare da parte il passato. Devo ammettere che nemmeno io sono molto entusiasta di averla di nuovo fra i piedi, ma se questo serve per liberare Maddie, non ho nulla in contrario. Allora che cosa facciamo?”

“La facciamo morire” disse Michelle e il silenziò calò nella stanza

CAPITOLO 53

 

“Come hai detto?” chiese Giles perplesso

“Che dovremmo farla morire” rimarcò Michelle

“Siete tutti impazziti?” disse a quel punto Gunn “Farla evadere è una cosa, ma ucciderla..:”

“Non ha detto che la uccideremo” intervenne Jeanette con il sorriso sulle labbra

“Non è il caso di sorridere la faccenda è seria” disse Wesley a quel punto

“Non siamo mai stati così seri, non è vero Marcel?”

Il ragazzo annui al padre

“Non ci capisco più niente” intervenne Cordelia con un sospiro

“Non è certo una novità!”

“Xander per favore” disse Buffy “allora ci volete spiegare?”

“Faith è in prigione giusto? Non possiamo farla evadere così si trasformerebbe anche in una fuggiasca, ebbene noi faremo in modo che lei muoia così…”

“Nessuno la cercherà” finì la fra Buffy

“Esattamente”

“E come avete in mente di attuare questo folle piano?” chiese Angel

“Oh avremmo bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto del tuo” disse rivolta verso Angel “ e quelle di Marcel”

 

Prigione – Orario di visita

 

“Hey bellissimo è da tempo che non ci vediamo”

“Ho avuto da fare mi dispiace”

“Non ti preoccupare, sai le tue visite rompono la monotonia di questo posto, le giornate sembrano non finire mai…”

“Ti capisco”

“Ebbene, che cosa mi racconti?”

“Sono accadute molte cose, troppo complicate da spiegare, vorrei avere più tempo”

“Io non vado da nessuna parte, potresti raccontarmelo a puntate, tipo telenovela”

“Dubito che ne sarei capace, volevo solo avvisarti che succederà una cosa questa notte”

“Questa notte? Che cosa?”

“Faith, devi fidarti di me, questa notte ti accadrà qualcosa di ecezzionale, ma ti prego non spaventarti”

Faith corrugò la fronte “Non capisco, che cosa vuoi fare Angel?”

“Io non farò niente, ma ti avverto potrebbe essere pericoloso”

“Questo potrebbe cambiare la mia vita?”

“Si”

“Allora correrò il rischio…”

 

Notte – cella di Faith

 

Faith era turbata, non riusciva ancora a comprendere del tutto quello che Angel le aveva detto, era disposta a correre il rischio pur di uscire di li, ma non vedeva come la cosa fosse fattibile.

Improvvisamente si ritrovò come trasportata in un mondo a parte, il respiro divenne affannoso e sentì il suo cuore fermarsi, poi tutto divenne buio.

 

Magazzino – luogo imprecisato di Los Angeles

 

Maddie fu scaraventata a forza per terra. Le sue ossa scricchiolarono. Quell’ uomo di nome Trent si divertiva a farla combattere contro i demoni Tik e lei priva della spada non era letale al 100%. Il demone la scrutò da capo a piedi e socchiuse gli occhi con fare minaccioso.

Da quando qualche giorno prima aveva ucciso uno dei suoi compagni, le loro azioni erano più caute. Aveva scoperto, sulla loro pelle che in fondo non erano invincibili, anche loro avevano un punto debole. Sorrise ricordando dove si trovasse.

Il demone vedendo il suo sorriso spostò il peso del suo corpo in modo da proteggersi il lato destro .

Lei si alzò

“Ricorda che non devi ucciderla” ricordò Trent al demone

Il demone scosse il capo in segno di assenso e Maddie decise di sferrare il colpo finale, anche senza spada in fin dei conti non era una guerriera da buttare.

Con una mossa veloce prese il demone di sorpresa, gli alzò il braccio pronta a colpire il suo punto debole per ucciderlo quando un pugno la riportò a terra.

Maddie si alzò lentamente sputando sangue, i demoni, soprattutto questi non agiscono mai da soli, barcollando si rimise in piedi.

“Per oggi basta” disse l’uomo ai demoni e questi si ritirarono dalla gabbia in cui Maddie era stata rinchiusa.

“Come ti senti dopo questo piccolo tet a tet?” chiese quasi sorridendo l’uomo

“Ho avuto incontri migliori” rispose lei

“Sempre pungente vero?”

“Pensi che basti qualche incontro di lotta per piegarmi? Sei un illuso e un vigliacco”

“Non sono un vigliacco”

“Allora perché fai fare a loro quello che dovresti fare tu?” disse Maddie avvicinandosi alle sbarre.

Trent la fissò. Pur avendo il viso pieno di lividi era bellissima.

“Non voglio rovinarmi il divertimento, prima o poi ci scontreremo ed allora…”

“E allora morirai…sai preferirei non battermi con te”

“Perché? Ti sono forse simpatico?”

“Questo non c’entra niente con tutto quello che sta succedendo, tu sei stato ingannato, come molti altri del resto e non vedo perché dovresti pagare per qualcosa che non sai”

“Ti ho già ripetuto alla nausea che non credo a nulla di quello che mi hai raccontato”

“Per il tuo bene faresti meglio a crederci”

“Faresti di tutto per salvarti la vita vero?”

“No, non voglio salvare la mia vita, ma la tua!”

“Stai cercando solo si portarmi dalla tua parte, io non ti aiuterò mai e se per fermare te e quel piccolo demonio che stai proteggendo devo sacrificarmi, io lo farò”

“Pensaci bene Trent” continuò Maddie “se proprio vuoi sacrificarti è meglio farlo per una causa giusta”

Trent stava per ribattere quando il suo cellulare squillò.

“Pronto?” disse prima di voltare le spalle a Maddie ed allontanarsi dalla gabbia

“Ci sono novità” disse una voce femminile e suadente

“Quali?”

“I miei informatori che tengono d’occhio l’Hymperion mi hanno avvisato che Angel ha ricevuto visite questa notte”

“Interessante”

“Molto interessante direi, fra loro c’è anche un bambino”

“Ne sei sicura?” chiese Trent con trepidazione

“Più che sicura”

“Perfetto avviserò immediatamente il signor Travers, lei è davvero un’ottimo avvocato Lilah”

“Me lo dicono in molti. Arrivederci!”

 

Carcere – cella di Faith

 

“L’ho trovata così questa mattina” disse una guardia al direttore del carcere

“Tu, non ti sei accorta di nulla?”

“No” rispose la compagna di cella “Ieri sera si è distesa come al solito sulla sua branda senza nemmeno dire buonanotte”

“Va bene, portatela via…e chiamate il medico legale”

Faith stava guardando la scena come se si svolgesse al cinema. Il suo corpo era lì, freddo e privo di vita “Non sono morta” gridò nella speranza che la sentissero, ma la sua voce rimbombò nel vuoto nel quale si trovava.

Cercò di calmarsi “Ok Angel, cercherò di avere fiducia” disse fra se cercando di farsi coraggio mentre continuava ad assistere a quello che succedeva nella sua ex cella

Il medico legale si alzò dal corpo esamine di Faith “Si direbbe morte naturale, ma non ne sarò sicuro fino a quando non avrò eseguito l’autopsia”

“Ma siete impazziti? Mi volete smembrare? Hey, io sono qui!” gridò nuovamente Faith

“E proprio necessario?” disse il direttore del carcere

“Sa bene come me che in questi casi la procedura lo prevede…dovremmo avvisare i familiari…”

“Non aveva nessuno, a parte un uomo che ogni tanto le faceva visita”

“Sarebbe il caso di contattarlo, almeno per avvisarlo se intende o meno sostenere il costo delle esequie”

“Vedrò quello che posso fare” rispose l’uomo mentre fissava il corpo di Faith che scompariva nel sacco nero dell’obitorio.

 

Hotel Hymperion –

 

“Angel Investigation chi parla?” chiese Cordelia come una provetta segretaria “oh capisco, le passo subito il titolare”

Angel alzò la cornetta e ascoltò in silenzio. Quando riagganciò disse “Faith è morta!”

“Perfetto” disse a quel punto Michelle “è ora di entrare in azione”.

 

Magazzino – Los Angeles

 

“Così finalmente il bambino si trova qui” disse Quentin Travers che non riusciva a trattenere la propria eccitazione. Finalmente avrebbe riportato tutto alla normalità.

“Ci potrebbero essere dei problemi”intervenne Trent mentre scorreva i fogli che Lilah Morgan gli aveva fatto recapitare “Ci sono molte persone con lui per non parlare di Buffy”

“Buffy, la cacciatrice in carica, la più forte cacciatrice di tutti i tempi” disse fra sé Travers

“Non lascerà suo figlio tanto facilmente”

“Si dovrà adeguare alle decisioni del Consiglio”

“Sbaglio oppure già una volta con le vostre decisioni avete fatto sì che si allontanasse?”

“Ma poi è ritornata in seno al Consiglio, questa volta non è diverso, dopo che avrà saputo”

Trent scosse il capo non molto convinto

“Non ti preoccupare Trent, vedrai che anche lei accetterà l’inevitabile, è un suo dovere!” disse con voce ferma “Ed ora…procediamo con il piano” continuò mentre si alzava dal tavolo e porgeva a Trent un coltello

“Con molto piacere” rispose quest’ultimo.

 

“Allontanati dalle sbarre” disse Trent a Maddie mentre apriva la porta ed entrava con i demoni Tik che provvedettero immediatamente ad immobilizzarla.

“Ti farà piacere sapere che il bambino si trova in città” disse l’uomo mentre si avvicinava a lei con il pugnale ben in vista

“Ma non è solo vero?”

“Sei molto perspicace”

“Non lasceranno mai il bambino al Consiglio non lo hai ancora capito? Uccidermi non ti servirà a nulla”

“Non è ancora giunto il momento, però potrei inviargli un piccolo omaggio del guardiano” disse l’uomo mentre alzava il pugnale sulla ragazza.

 

CAPITOLO 54

 

Hotel Hymperion – sera

 

“Allora ci siete riusciti?” chiese Jeanette

“Certo” rispose Marcel mentre portava dentro il sacco nero che conteneva il corpo di Faith

“Non è stato facile” disse Gunn a quel punto “non pensate che sospetteranno quando non troveranno più il corpo?”

“Forse all’inizio, ma all’obitorio succedono tante cose strane, anche la sparizione o il trafugamento di cadaveri”

“Parli per esperienza?” ribattè Robert ad Angel

Il vampiro non gli rispose, quel ragazzo cercava la lite e lui non voleva dagli la soddisfazione di perdere le staffe, non riusciva a capire il motivo di tanto astio.

“Non preoccupatevi. Faith risulta essere stata cremata e riposa in una bellissima urna” disse Wesley mentre ammirava lo strano disegno sul pavimento della Hall dell’albergo “che cosa è?”

“E’ il modo per riportare Faith da noi” rispose Michelle che con Tara e Willow stava finendo di preparare una strana pozione.

“Ci siamo” disse Andrè Dessaline “Forza Marcel ora tocca a te”

“Posso farlo io” intervenne a quel punto Angel “Faith si è fidata di me, ed ora non posso deluderla”

“Mi dispiace ma non saresti in grado di fare niente”

“E perché dici questo? In fin dei conti è molto forte e ha combattuto contro cose che nemmeno ti puoi immaginare” intervenne Cordelia

“Perché lui è morto” rispose seccamente il ragazzo “senza offesa naturalmente”

“Naturalmente” gli fece eco Angel

 

Il ragazzo si posizionò in mezzo allo strano disegno e bevve la pozione che la madre gli offrì, poco dopo il pavimento divenne traslucido e Marcel venne inghiottito.

Faith era seduta e abbracciava le proprie ginocchia. Per un po’ tutto era stato solo silenzio ma da qualche ora una voce la tormentava continuamente

“Hai deciso allora? Vieni da me, ti hanno abbandonata”

“Non è vero, Angel verrà a riprendermi”

“Ti ha mentito, da quando in qua un vampiro mantiene le promesso?” continuava imperterrita la voce

“Lui non mi ha mentito”

“Vieni da me, il tuo corpo è morto e probabilmente a quest’ora sarà già stato sepolto se non bruciato, ti rimango solo io…vieni”

“No!” gridò Faith con tutta la voce che aveva in corpo Doveva tenere duro, Angel sarebbe arrivato

“Ragazzina impudente, ora verrai con le buone o le cattive” disse nuovamente la voce mentre una forza iniziò a strattonarla “No” gridava la ragazza “Lasciami non voglio” mentre la forza continuava a trascinarla verso un punto profondo di quello strano mondo.

Improvvisamente lo schiocco di una frusta fendette l’aria e Faith sentì che qualcosa l’aveva afferrata per la caviglia.

Si trovava strattonata e pensò che il suo corpo si sarebbe spezzato, cercò di liberare le mani e dopo alcuni sforzi ci riuscì.

Per effetto del tira e molla a cui era stato sottoposta scivolò velocemente verso la parte dalla quale proveniva la frusta ed andò a sbattere contro qualcosa

“Hai” disse una voce che non conosceva mentre l’aiutava a rialzarsi

Faith si trovò così a stretto contatto con un corpo massiccio e ben fatto

Alzò lo sguardo e rimase affascinata dal volto che le si presentò “Non sei Angel” disse improvvisamente

“Accidenti vengo a salvare una bella ragazza e lei vuole un altro, la mia solita fortuna” rispose l’uomo

Faith lo guardò smarrita

“Non sono Angel, ma sono un suo amico, ti fidi ugualmente?”

Lei annui con la testa quando la misteriosa entità cercò di prenderla di nuovo, ma l’uomo la trattenne per la vita con una forza non indifferente.

“Non è tua” gridò improvvisamente

“E’ mia, è sempre stata mia…” disse la voce

“No, non ti appartiene, cerca altrove…”

“Voglio lei…lei mi darà quello di cui ho bisogno”

“Non penso proprio, il suo potere passerà ad un'altra quando sarà il momento, ma ora…” continuò Marcel mentre prendeva ancora la sua frusta e la faceva schioccare “dobbiamo andare…”

Tutto accade in un attimo ci fu una specie di boato e Faith si ritrovò scaraventata lontana da Marcel

“Dannazione” gridò il ragazzo mentre si rialzava e si dirigeva verso Faith che nel frattempo giaceva a terra cercando di scrollarsi di dosso una forza che la stava soffocando, nella confusione lei riuscì a vedere una sagoma dell’essere demoniaco che la sovrastava.

Il braccio di Marcel comparve dal nulla e lo avvolse attorno a quello che doveva essere il collo del demone, quest’ ultimo urlò tanto forte che tutto attorno a loro tremò. Faith era libera mentre l’uomo di cui non conosceva il nome lottava contro quella strana entità.

Lui sferrava i suoi colpi e l’essere arretrava come spaventato, ogni volta che lui lo toccava quest’ultimo urlava di dolore, alla fine arretrò e sparì da dove era venuto.

“Penso che sia ora di andare Faith” disse l’uomo mentre le porgeva la mano “sono sicuro che non vedi l’ora di rivedere i tuoi amici”

Lei non disse nulla, lui la prese per la vita con fare possessivo facendo schioccare nuovamente la frusta, un cancello apparve e loro lo varcarono.

 

Faith sentiva un ronzio forte nella testa ed alcune voci in lontananza

“Non si sta svegliando” disse una voce che assomigliava molto a quella di Angel

“Siete sicuri che sia andato tutto bene?” disse un altro uomo che non riusciva a riconoscere

“Più che certi. Abbiate un po’ di pazienza per favore…”

“Sono preoccupata, è così pallida…”

“Buffy?” pensò fra se Faith che cosa diavolo ci faceva lei lì?

Faith cercò di aprire gli occhi, ma le palpebre erano così pesanti

“Mi sembra che si stia svegliando”

Faith mugolò piano. Dio la testa le stava scoppiando!

“Faith, svegliati, Faith”

“Angel?” disse lei mentre apriva gli occhi e a stento metteva a fuoco il viso del vampiro

“Hey, bentornata fra noi, eravamo tutti preoccupati”

“Tutti?” rispose lei ancora intontita mentre lentamente si guardava attorno

Angel annui.

Faith scrutò attorno a se e vide una miriade di persone, alcune le conosceva, altre no, poi vide Buffy seduta con in braccio un bambino

“Buffy…”

“Ciao Faith, sono felice che tu sia qui” disse la cacciatrice con voce sincera

“Davvero?” rispose la ragazza

“Certo, ma ora riposa, più tardi ti spiegheremo…”

“Mi sono riposata abbastanza” disse al cacciatrice bruna mentre si alzava a sedere sul letto, ed ora mi volete spiegare che cosa è successo?”

Si guardò intorno con aria interessata quando vide Marcel “Tu sei quello che mi ha salvato vero?”

“Esatto” rispose il ragazzo “Mi chiamo Marcel”

“E il demone? Come hai fatto a sconfiggerlo?”

“Vengono chiamati i demoni delle anime” intervenne a quel punto Michelle. “Sono alla continua ricerca di anime sperdute, sono quasi incorporee, ma come tutti i demoni hanno un punto debole”

“E sarebbe?” chiese molto interessato Gunn

“Non possono entrare in contatto con gli esseri viventi”

“E’ per questo che è fuggito quando lo hai toccato?” chiese Faith a Marcel

Il ragazzo annui. “Tu non potevi fare nulla, il tuo corpo era morto, ma io sono vivo ed il contatto con il calore del mio corpo, con la vita che scorre in esso…lui non può sopportarlo”

“Ora capisco perché non potevo andare io” disse Angel

 

Dopo circa mezz’ora di spiegazione e di presentazioni Cordelia annoiata si alzò dal suo posto

“Sentite io la storia la conosco già, sarà meglio che scenda nel caso arrivasse qualche cliente,” disse la ragazza mentre lasciava la stanza.

Il suo atteggiamente non stupì affatto i presenti in fondo era la segretaria della Angel Investigazioni e stava facendo solo il suo dovere.

 

Cordelia si mise dietro il bancone a scartabellare alcuni documenti quando un fattorino fece la sua comparsa.

“Ho un pacco per un certo Angel” disse il ragazzo mentre porgeva il block per la firma della ricevuta

“Un pacco? Oh che bello. Ma in questo momento Angel è occupato se vuoi lasciare a me…”

“Non so…mi è stato detto tassativamente che devo consegnarlo a lui personalemte…”

“Beh, se insisti, ma credo che ne avrà per parecchio, penso che gli altri tuoi clienti possano aspettare…” rispose la ragazza con un sorriso sornione

“Effettivamente ho ancora molte consegne…in fondo …ma si, firma qui ed il pacco è tutto tuo”

“La capacità di prendere velocemente delle decisioni è una grande virtù” disse Cordelia mentre firmava al ricevuta.

 

Cordelia era curiosa. Chissà che cosa conteneva quel pacco, forse una regalo per Angel? No, lui non era il tipo da regali, comunque non si sarebbe certamente arrabbiato se lo avesse aperto al suo posto.

Lentamente cominciò a scartarlo, alzò il coperchio….

 

Un’urlo aghiacciante interruppe la spiegazione a Faith al pianto superiore e tutti si precipitarono a vedere che cosa fosse accaduto.

 

 

CAPITOLO 55

 

Il primo ad arrivare nella Hall fu Angel che si diresse verso una Cordelia ancora sconvolta “Cosa è successo?”

“Lì” rispose la ragazza indicando il pacco

Angel e gli altri si avvicinarono cautamente alla fine Andrè Dessaline sgranò gli occhi “Mio Dio” disse

“Che cosa c’è?” chiese Michelle

“E’ meglio che non veda tesoro”

“Cosa non dovrei vedere? Si tratta di Maddie vero? Le è successo qualcosa voglio vedere” rispose la donna mentre cercava di sbirciare nel pacco che nel frattempo Angel cercava di nascondere

“Lasciaci vedere” disse autoritario Robert “ne abbiamo il diritto…”

“Non penso che sia il caso” rispose il vampiro

“Angel” intervenne a quel punto Buffy, “Sono i loro famigliari, non puoi opporti…”

“Si che posso!”

Robert e Marcel con un movimento veloce gli furono vicini a gli strapparono letteralmente di mano il pacco che nella confusione cadde a terra rovesciando il suo contenuto.

Una lunga treccia del colore del Brandy ed un indumento sporco di sangue fece rimanere tutti senza fiato

“Sono capelli di Maddie” disse Robert mente si avvicinava lentamente a sfiorarli

“Come fai ad esserne così sicuro?” disse a quel punto Gunn.

L’occhiata che Robert li lanciò bastò come risposta.

“Quanto sangue” disse quasi piangendo Jeanette mentre fissava la maglia “Mamma, non l’avranno..”

“Non dirlo nemmeno per sogno” rispose a quel punto Michelle

“C’è un messaggio” intervenne Wesley mente raccoglieva da terra una busta coperta si sangue.

La tensione salì alle stelle mentre Weley apriva la busta.

“Che cosa dice?” chiese allarmato Giles

“E’ un messaggio dei rapitori, Maddie è ancora viva, ma per poco…”

“Che cosa vogliono?”

“Daniel” intervenne a quel punto Buffy “Vogliono Daniel”

“Mi dispiace Buffy, ma qui dicono che se non consegnamo il bambino entro una settimana ci spediranno il guardiano un pezzo alla volta…”

“Maledetti bastardi” sibilò fra i denti Robert

“Io non consegnerò mai mio figlio a quelle persone”

“La proposta è inaccettabile” intervenne a quel punto Giles

“Ma Maddie morirà!” gridò Jeanette

“Dobbiamo fare qualcosa, non dico di consegnare il bambino, ma cercare di ingannarli”

“E come pensi di fare Marcel? Vorresti illuminarci?”

“Non lo so ancora, ma sono sicuro che non lascerò mia sorella in mano a quei mostri!”

L’unica a non proferire parola era Michelle che fissava ancora attonita la lunga treccia di Maddie e la maglia insanguinata quando improvvisamente urlò “State tutti zitti!”

“Che cosa c’è tesoro?” chiese sinceramente preoccupato il marito

“Daniel non può essere consegnato, e questa è una certezza…”

“Ma loro dicono…” intervenne Cordelia

“Non mi interessa cosa dicono o cosa vogliono, io rivoglio mia figlia e loro hanno commesso un errore…”

“Quale?” chiese Angel

“Di averle fatto del male …”

“Capisco che lei sia turbata per quello che è accaduto” disse Giles, “Ma chiunque abbia rapito il guadiano è disposto a tutto” continuò l’uomo facendo cenno verso il pavimento, “e vista l’importanza di Daniel, il destino del guardiano è segnato”

“Lei non sa che cosa sta dicendo Giles, il Consiglio non avrà né mia figlia né Daniel…”

“Il Consiglio..:”

“Le ho già spiegato che non mi interessa che lei mi creda o meno su quello che le ho raccotato in merito del Consiglio, ma ora, grazie alla loro stupidità io posso rintracciare mia figlia e la nostra ira sarà tremenda…”

“Rintracciare? In che modo?” chiese Andrè alla moglie

“Con il suo sangue” rispose la donna “dobbiamo prepararci. Ora abbiamo tutto quello che occorre, anche la seconda cacciatrice, possiamo entrare in azione”

“Azione?” irruppe una voce improvvisa “Allora ho fatto bene a venire, Sunnydale è diventato monotono”

“Spike?” gridò Cordelia in preda al panico.

 

CAPITOLO 56

 

“Che diavolo ci fai tu qui?” disse Angel mentre gli andava incontro quasi ringhiando tramutanto il suo volto.

“Io…” Spike non fece in tempo a rispondere che si trovò scaraventato a terra da un sonoro pugno e prima che riuscisse a capire quello che stava accadento ne arrivò un altro

Buffy corse immediatamente verso i due cercando di fermare Angel

“Ma ti vuoi calmare?” disse improvvisamente bloccandogli il braccio

“Calmare? Ho ancora un conto aperto con lui, non è vero Spike?”

“Non mi interessa” rispose a quel punto la cacciatrice “Spike è dei nostri ora”

“L’ho sentito dire, ma io voglio ugualmente la mia piccola vendetta…”

“Se è per quello che è successo riguardo all’anello di Amara…” disse Spike rialzandosi

“Certo che è per quello oppure non ti ricordi che mi hai fatto torturare per entrarne in possesso?”

“Spike!” gridò a quel punto Buffy “Come hai potuto!”

“E’ stato tempo fa, ora tutto è diverso”

“Ma non per me” concluse Angel con tono minaccioso

“Invece si!” disse Buffy

“Come? Non puoi darmi ordini Buffy, devo forse ricordarti che sei nella mia città?”

Buffy fece una risata amara “Non penso proprio che la città ti appartenga e poi abbiamo cose più importanti a cui pensare, la tua piccola vendetta può aspettare” rispose la ragazza andando verso Spike e aiutandolo ad alzarsi mentre Angel lanciava occhiate cariche di rabbia che avrebbero potuto incenerire tutti i presenti.

 

Los Angeles – luogo imprecisato

 

“ Il pacco è arrivato a destinazione”

“Perfetto. Ora dobbiamo attendere gli sviluppi “ rispose Quentin Travers

“Sicuramente non lasceranno il bambino, lotteranno per questo”

“E’ quello che auspico sinceramente”

Trent fissò Quentin con aria interrogativa.

Quest’ultimo fece un sorrisetto maligno “Dobbiano andarcene da qui. Trovare un posto meno accessibile, ma soprattutto altri aiutanti” terminò l’uomo mentre chiudeva un libro e lo riponeva in una valigetta.

 

Maddie guardava i due uomini confabulare. Fissò la propria mano fasciata. Almeno l’avevano medicata, amaramente pensò che riusciva ad impugnare la spada anche con la sinistra, sempre se fosse stata capace di recuperarla.

Con la mano andò ai suoi capelli e gli occhi le si riempirono di lacrime. Ora le arrivavano solo fino alla clavicola. Sarebbero ricresciuti. Ma quello che più la rattristava era il fatto che da quanto era iniziata tutta quella storia, da quando aveva lasciatola sua famiglia e Robert non li aveva mai tagliati.

Chiuse gli occhi ricordando come piaceva a Robert quanto lei usava i lunghi capelli per solleticarlo ed eccitarlo, quando lui, dopo aver fatto l’amore, giocherellava con le lunghe ciocche.

Inconsciamente sperava che una volta che tutto si fosse sistemato sarebbe ritornata alla sua vita normale e da lui che avrebbe sicuramente apprezzato il fatto che non avesse cambiato look.

Ma chi voleva prendre in giro, pensò ancora fra sé, probabilemtne non avrebbe più rivisto nessuno, né la sua famiglia, né Daniel e tantomeno Robert.

Senza immaginarlo quel galoppino di Trent era riuscito a rovinarle un bel ricordo!

 

Hotel Hymperion

 

“Una settimana”

“Una settimana? Ma siete tutti impazziti? Non possiamo lasciare Maddie in mano a quelli per una settimana!”

“Robert comprendo benissimo che tu sia preoccupato per mia figlia” intervenne a quel punto Andre’ Dessaline “Tutti noi lo siamo, ma non abbiamo altra scelta, questa è l’unica possibilità”

“Non è l’unica. Potremmo chiedere in giro. Lui avrà qualche informatore no?” disse Robert rivolto ad Angel

“Lui ha già chiesto” rispose quest’ultimo “ e nessuno sa nulla”

Prima che la situazione degenerasse, Marcel mise una mano sulla spalla di Robert “devi avere fiducia, vedrai che non le succederà nulla”

“Avevi detto la stessa cosa anche quando eravamo a Vancouver, ma avevi torto. Se la prossima volta invece che i suoi capelli ci arivvasse qualcos’altro?”

“Non dirlo nemmeno per scherzo” disse arrabbiata Jeanette “lei ritornerà e tutto finirà”

Robert la fissò scettico.

“Mia figlia è forte e non cederà” riprese con calma Michelle “Vorrei che tutto fosse più rapido, ma non è possibile. Creare un passggio che ci porti da lei non è cosa semplice, anche con l’aiuto di Willow e Tara è il massimo che possa fare…” concluse preoccupata la donna.

Spike aveva scoltato tutto in silenzio e non era riuscito a capire nulla. C’era anche Faith e Buffy con un bambino he la chiamava mamma. Si era forse perso qualcosa?

A quel punto il vampiro biondo battè le mani come per applaudire “Tutto molto interessante. Ma non ho capito ninte, mi spiegate quello che sta succedendo? Forse dovrei ritornare a Sunnydale, qui la cosa mi sembra alquanto complicata”

“Buon viaggio” disse acido Angel

“No, lui ci serve” internne Michelle

“Spiegherò io a Spike” disse Giles a quel punto alzandosi e facendo cenno al vampiro di seguirlo.

“Sarà meglio andare tutti a riposare ora” propose Andrè Dessaline, sarà una lunga e intensa settimana”.

 

Due ore dopo – stanza di Buffy

 

Spike era davanti alla porta della stanza di Buffy e bussò leggermente. Dopo qualche secondo lei l’aprì.

“Sapevo che saresti venuto, entra” di disse

Spike entrò con passo leggero e fissò Daniel

“E’ un bel bambino Buffy”

“Grazie, Giles ti ha spiegato?”

“E’ stato molto esauriente…”

“Ti ho scioccato?”

“Tesoro, vivo da più di cento anni e nulla può scioccarmi…però mi hai sorpreso, tenere un segreto come questo, stare lontano da tuo figlio,.. ti conosco, deve esserti costato parecchio”

“Hai ragione, ma era necessario”

“Ti aiuterò”

Buffy lo fissò e gli sorrise “Grazie” disse prima di baciarlo sulla guancia

“…Sarà meglio che vada ora, devo ancora cercarmi una stanza”

Mentre Spike percorreva il corridoio due occhi carichi di odio lo stavano scrutando.

 

Due giorni dopo - Los Angeles – luogo imprecisato

 

Maddie si stiracchiò sulla misera brandina. Dopo che avevano cambiato luogo di prigionia, Trent aveva smesso di tormentarla con i suoi tirapiedi demoni. Si guardò ancora intorno. Erano in una grotta, grande ed illuminata da torce. L’aspetto era spettrale e non per il luogo in se, ma per i demoni che Trent ed il misterioso uomo da cui prendeva ordini avevano ingaggiato. Erano molti, circa una trentina, sembrava quasi che si aspettassero un attacco da un momento all’altro, ma da chi? Sicuramente non dai suoi familiari, Sua madre, pur essendo un ottima strega non era così potente, almeno credeva. Divenne improvvisamente irrequieta. I suoi famigliari e amici sarebbero caduti in una trappola e non aveva modo di avvisare!.

 

CAPITOLO 57 – NC -17 ( per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Hotel Hymperion –

 

Faith fissò nuovamente Marcel, era davvero un bel ragazzo. Pensandoci a parte un misero grazie quel giorno che lui l’aveva salvata non aveva avuto modo di sdebitarsi adeguatamente. Sorrise fra se sorniona, era stata mesi in carcere e la vicinanza di un uomo le mancava e più di una volta aveva notato che la stava fissando, soprattutto il giorno prima, mentre si stava allenando con Buffy e la sua maglietta ridotta e tutta sudata aveva messo i mostra tutte le sue forme, lo sguardo che lui le aveva lanciato era stato molto eloquente.

“Bene” pensò fra se, “sarebbe stato un pomeriggio davvero piacevole, se fosse riuscita a convincerlo, non che avesse mai trovato uomini che dicevano di no quando si presentava l’occasione, forse uno do due, ma avrebbe fatto di tutto per convincerlo!

 

Marcel percorreva il corridoio al secondo piano dell’albergo dirigendosi verso la sua stanza. Aveva appena finito un allenamento con Robert ed aveva urgentemente bisogno di una doccia. Improvvisamente si sentì chiamare

“Faith” disse “Hai bisogno di qualcosa?” disse mentre si dirigeva verso la ragazza ferma sulla porta della propria stanza

A Faith sudavano le mani, e se poi lui l’avesse respinta? Diavolo non era certo una verginella timida e conosceva molti modi per eccitare un uomo

Quando lui le fu abbastanza vicino lo fissò con gli occhi affamati. Era davvero molto molto carino. Si avvicinò con fare languido e mise una mano sul suo petto.

“Pensavo che non ti ho ancora ringraziato”

“Lo hai fatto” rispose il ragazzo “quel giorno”

“Oh, ma quello era poco, in confronto a quello che hai fatto per me” continuò Faith mentre percorreva con le dita il torace del ragazzo scendento verso il basso.

Marcel la fissò. Faith gli piaceva, a scapito di tutto quello che aveva fatto ed era successo era una ragazza bella ed in gamba. Era bella anche dentro, altrimenti il demone non avrebbe voluto prenderla. Più volte si era accorto di fantasticare su di lei e la reazione del suo corpo era stata molto esplicita. Quindi da come si stava comportando anche lui non gli era indifferente.

Faith vedento l’esistazione di Marcel gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò. Lui non si aspettava certo un assalto in piena regola e dopo un primo momento di stupore si lasciò andare. Faith lo costrinse ad aprire le labbra e lui fu ben lieto di concederglielo, la sua lingua ora stava esplorando la sua bocca e viceversa.

Faith si sentiva eccitata come non mai, e quel bacio era proprio…e si che ne aveva baciati di uomini! Lentamente con la mano scense verso la cintura di Marcel e sentì il suo evidente desiderio e ne fu molto compiaciuta.

Quando si staccarono Marcel si accorse di essere entrato nella camera di Faith, lei gli aveva tolto la maglia ed ora si stava togliendo la propria.

Marcel si era chiesto perché portasse maglie così grandi che gli arrivavano a metà coscia e poi comprese. Sotto non portava niente! A Marcel mancò il fiato. Era davvero molto carina, ma stava correndo troppo, lui non voleva fare solo sesso con lei, voleva qualcosa di più.

Improvvisamente si sentì tirare per le braccia e si ritrovò disteso sopra di lei, mentre lo baciava ancora appassionatamente e le mani gli accarezzavano la schiena e scendevano oltre l’elastico dei pantaloni della tuta fino a raggiungere la sua virilità. Faith lo stava accarezzando. Marcel emise un gemito di compiacimento e lei in tutta risposta cercò di abbassargli i pantaloni mentre avvolgeva le gambe attorno al suo corpo.

Marcel espirò avidamente, doveva ritrovare il controllo! Con uno sforzo sovraumano prese i polsi di Faith e li bloccò sopra la testa.

Lei si agitò languidamente sotto di lui. “Fermati Faith”

“Non ti piace?”

“Mi piace, ma non voglio che succeda, non così”

“Sarà un pomeriggio divertente, è il mio modo di ringraziarti”

“Ringrazi tutti in questo modo?”

“Fino ad ora non ho mai avuto lamentele…gli altri…”

“Io non sono gli altri” rispose Marcel mentre si sottraeva al suo bacio

Faith lo fissò attonita e furiosa “Tutti gli uomini sono uguali, vogliono una sola cosa, tu cosa avresti di diverso?”

Marcel sapeva che se solo avesse voluto Faith si sarebbe liberata in un attimo, doveva procedere con cautela

“Non ho mai usato una donna…né ho approfittato della sua debolezza!”

“Non farmi ridire…il mondo è fatto così, o si usa qualcuno o si è usati”

“Non nel mio caso…ho sempre avuto il massimo rispetto per tutte le ragazze che ho frequentato”

“Rispetto…non voglio il tuo rispetto” rispose la ragazza muovendosi ancora languidamente contro la sua erezione “mi vuoi lo sento…e anch’io ti voglio che male c’è?

“C’è che da te non voglio solo sesso Faith”

“Non ti piaccio abbastanza vero? Oh certo io non sono la classica studentessa o ragazza di buona famiglia che sei abitato a frequentare!” disse lei con astio mentre voltava la testa da un lato “Vattene prima che mi arrabbi, potrei anche fati male” finì lei fissandolo con gli occhi carichi di rabbia.

Marcel la fissò. Faith aveva bisogno di una dimostrazione concreta di quelle che voleva dire e senza dire nulla la baciò sulle labbra, sulle guance, sul collo.

Lei potè sentire il bisogno urgente vibrare in lui, nel tocco lieve delle sue mani che avevano lasciato i polsi ed erano andati a posarsi sui suoi seni.

“Sei così morbida” sussurrò

Non ricevendo risposta, travolse entrambi in un bacio che fece sparire tutto ciò che li circondava e portò FAith al bisogno di avere di più.

Marcel posò la mano sullo stomaco piatto, indugiando sulla curva del fianco e poi salendo nuovamente verso il seno.

Quando si mise a stuzzicarle un capezzolo, lei gridò per la sensazione troppo intensa.

Marcel alzò lo sguardo e la fissò. Faith eveva gli occhi chiusi e il viso arrossato per il piacere che lui le stava dando. “bene” pensò fra se mentre posava una mano fra e seni e sentiva il battito accelerato del suo cuore.

Poi lasciò che le sue dita scivolassero fino all’ombelico. Faith schiuse le cosce invitandolo silenziosamente a spingersi oltre. Marcel sentì il battito accelerare e l’eccitazione che pulsava. Doveva resistere, lo doveva a Faith.

La sua mano scivolò ancora più in basso, impaziente verso il piacere. Faith rimase senza fiato quando le dita di lui affondarono tra le sue cosce. Il suo sesso era caldo e umido attorno alla mano di Marcel, tanto che lei non riuscì a trattenere un gemito di impazienza.

Inarcò la schiena, spingendosi contro il palmo della mano di lui “Marcel, ora…Non posso più aspettare” mormorò ansimando “Ti voglio dentro di me”

Marcel incontrò il suo sguardo. Era ansiosa ed impaziente, ma lui non voleva essere frettoloso, voleva che fosse indimenticabile.

Le posò una mano sulla guancia e le baciò l’angolo della bocca “Rilassati e goditi questo momento”

Faith tentò di rimanere immobile e fare come aveva detto Marcel. Ogni muscolo del suo corpo pulsava di eccitazione, pregustando il piacere. Si sentiva sospesa tra la passione che la rendeva euforica e un indefinito desiderio di qualcosa che andasse oltre

“Marcel” il suo nome risuonò come un sussurro e una supplica, mentre lui le titillava i capezzoli con le mani e le labbra. Sentì le labbra di lui curvarsi in un sorriso mentre le lasciava una scia di baci infuocati lungo i fianchi, fino allo stomaco.

“Che…cosa stai facendo?” gli chiese con un soffio di fiato

“Voglio sentire il tuo sapore” rispose il ragazzo con tono gutturale e febbricianto che le fece provare un brivido intenso lungo la schiena. Faith soffocò un gemito mentre lui le divaricava le gambe e affondava tra le sue cosce.

Marcel con la lingua prese a solleticarle il centro del suo piacere, mandandole una spirare di brividi in tutto il corpo. Continuò a lambire e succhiare finchè Faith credette di non riuscire più a respirare. Si inarcò contro il letto, impaziende di dare sfogo alla sua eccitazione, ma tentando al tempo stesso con tutte le sue forze di non perdere il controllo.

Lui sollevò la testa senza smettere di accarezzarle le cosce “Che c’è che non va?” Le chiese.

Faith non osava aprire gli occhi, scosse la testa e serrò i pugno lungo i fianchi. Come poteva spiegare che nessuno aveva mai pensato a lei in quei momenti? Che con nessuno aveva mai sentito un bisogno così impellente? “Non lo so” riuscì a rispondere con un filo di voce “E’ solo che io…non ho mai…provato nulla del genere”.

Le molle del letto cigolarono, mentre lui le scivolava accanto. Faith aprì gli occhi e incontrò ancora una volta il suo sguardo.

La baciò sulla guancia e poi sulla bocca. Con la mano le carezzò il braccio e poi la lasciò scivolare sul seno. Le sue rotondità gli riempivano perfettamente il palmo. Marcel l’attirò a se e prese a stuzzicarle il collo con le labbra e i denti “Sono qui “ le sussurrò “Sono qui accanto a te”

Le sue mani scivolarono lungo il corpo di lei e le sue dita trovarono nuovamente il suo luogo più intimo. Prese ad accarezzarla lentamente, per poi aumentare gradualmente l’intensità della pressione ed il ritmo del movimento, scatenando la sua voglia.

Stretta contro di lui, Faith si sentì protetta e coccolata e finalmente libera di lasciarsi andare e si abbandonò senza più timori all’ondata di piacere che la scosse nel profondo con forza prorompente.

Rimase sospesa per un istante tra sogno e realtà mentre lui si staccava da lei. Aprì gli occhi e lo vide che le sorrideva.

Tese la braccia verso Marcel “Vieni qui” gli sussurrò con voce roca “Voglio sentirti dentro di me”

A Marcel costò una fatica enorme non accontentarla, la sua eccitazione era evidente e stava quasi per scoppiare, ma decise di resistere.

“No Faith” le rispose con un sorriso ampio e carico di promesse mentre la copriva con un lenzuolo “Questo era solo per te, perché tu lo meriti…”

“Ma…”

“Io non sono come gli altri Faith” disse Marcel mentre si alzava dal letto e lasciava la sua stanza.

Faith rimase distesa sul letto, appagata e per la prima volta dopo molto tempo felice. Lacrime le riempirono gli occhi. Nessuno le aveva mai fatto un dono così grande. Era vero, Marcel non era come gli altri.

Fuori dalla stanza intanto Marcel si appoggiò al nuro respirando avidamente tentando di riprendere il controllo. Il suo sguardo scese sulla sua erezione ben visibile sotto i pantaloni, altro che doccia fredda!.

 

CAPITOLO 58

 

Giardino interno Hotel Hymperion

 

Buffy guardava Daniel giocare con il pallone sotto il sole pomeridiano di Los Angeles, non era riuscita a tenerlo nella stanza, del resto era quasi impossibile e quindi aveva fatto promettere al bambino che non avrebbe fatto troppo rumore. Sapeva che Angel dormiva di giorno e non voleva disturbarlo più del dovuto. Ormai era lì da parecchi giorni e a parte alcune frasi inerenti a quello che stava succedendo non aveva mai parlato direttamente con lei. Era un po’ delusa, sperava che dopo più di due anni che non si vedevano…sospirò lievemente, ormai non faceva più parte della sua vita!

“Mamma guarda che bravo!” gridò il bambino mentre mostrava come teneva in equilibrio il pallone sulla testa.

“Sei bravissimo Daniel” rispose Buffy sorridendo “ma non gridare, potresti disturbare…”

“Non disturba per niente!” disse una voce che ben conosceva alle sue spalle.

Buffy non ebbe bisogno di voltarsi per capire chi fosse. L’uomo andò a sedersi vicino a lei sulla panchina che era stata opportunamente messa in una zona d’ombra del giardino.

Rimasero per alcuni istanti in silenzio fissando entrambi Daniel

“Ha l’argento vivo addosso” disse improvvisamente Angel.

“Già, mi dispiace che ti abbia svegliato, ma non sono riuscita fermarlo” rispose Buffy fissandolo.

Angel rimase per un attimo impietrito a fissarla negli occhi e poi come riprendendosi disse “Il mio bisogno di dormire è limitato e da quando vivo qui, spesso ci sono persone che girano per casa e ormai mi sono abituato!” Buffy piegò a lato la testa con aria interrogativa “Sei cambiato molto”

“In che senso?”

“Prima, insomma quanto vivevi a Sunnydale, eri un tipo piuttosto solitario, ora è diverso, hai un'agenzia, collaboratori, amici…sono sorpresa”

“Non dovresti esserlo, in fin dei conti anche tu hai contribuito”

Buffy lo fissò negli occhi e lui riprese a parlare “nel mio periodo a Sunnydale tu mi hai insegnato ad avere fiducia negli altri, a collaborare, ma molto mi ha aiutato anche Doyle”

“Doyle?”

Lo sguardo di Angel divenne triste “Scusa non volevo essere inopportuna” disse la ragazza.

“No, è che ricordarlo mi rende triste. Lui era un mezzo demone, il primo vero amico incontrato qui dopo che io ti…” Angel si fermò prima di concludere la frase con “avevo lasciato” “…dopo che sono andato via da Sunnydale. Lui mi ha spronato ad aiutare gli altri, a migliorarmi. Attraverso le sue visioni mi conduceva verso chi aveva bisogno di me e quando si è sacrificato, ha passato questi poteri a Cordelia…”

“Ora comprendo il suo cambiamento”

“Si è cambiata molto” finì Angel cercando di non esternare troppo i sentimenti che lo univano a lei, cercò quindi di cambiare discorso

“Che mi dici di Daniel?”

“Daniel è la mia vita” rispose Buffy

“Deve essere stato molto difficile lasciarlo ad un’altra”

Buffy annui “Ma nonostante tutto è cresciuto felice. Maddie ha fatto un ottimo lavoro, ha sempre cercato di non fargli mancare nulla!”

“Sei sicura?”

“Cosa vuoi insinuare? Che sono stata una cattiva madre perché non mi sono occupata direttamente di lui?”

“No, non volevo offenderti solo che un bambino ha bisogno dell’affetto e della presenza costante dei genitori, io lo so bene. Vedi la mia famiglia, soprattutto mio padre non era certo molto amorevole con me…ed io ho iniziato ad odiarlo…”

“Pensi che Daniel mi odi? Io non posso giudicare la tua esperienza visto anche che non mi hai mai parlato della tua famiglia o di te, ma ho fatto del mio meglio, ho passato più tempo possibile con lui, l’ho amato e lo amo ancora con tutta me stessa, tutte le mie decisioni le ho prese tenendo conto principalmente Daniel, sono perfino morta per lui. Daniel lo ha capito. Nonostante sia ancora così piccolo è speciale, sa molte cose che ti sorprenderebbero e non mi ha mai rimproverato nulla!” finì Buffy fissando il figlio con amore.

“Quanti anni ha?”

“Secondo te?”

“Dimostra quattro o cinque anni, ma questo non è possibile. Maddie ci ha spiegato che durante la gravidanza ti ha portato via, ma sono sicuro che non è successo quando io ero ancora a Sunnydale”

“Esatto è successo dopo”

“Quando esattamente?”

Buffy eluse la domanda con una piccola alzata di spalle

“E suo Padre? Si è mai interessato di lui? Daniel non ne parla mai, non siete rimasti in buoni rapporti?”

“Suo padre non sa della sua esistenza”

“Come? Perché?”

“Perché ho deciso così”

“Hai deciso? E’ suo padre ha diritto di saperlo. Daniel ha bisogno dell’affetto di un padre, hai pensato che forse avrebbe potuto aiutarti? Comprendo che Daniel è speciale, ma non penso che lo avrebbe ripudiato per questo! Il bambino avrebbe avuto una vita normale, una famiglia, non avrebbe girovagato per il Paese e corso inutili pericoli…”

“Forse” rispose calma lei “ma ora non ha molta importanza e vuoi sapere il perché? Perché Daniel è mio, soltanto mio”

“Ti stai comportando da egoista, lo hai privato del padre, hai deciso così, senza tenere conto dei diritti di quell’uomo, del suo diritto di sapere”

“Ah, io sarei un’egoista, avrei deciso senza…” Buffy si alzò dalla panchina e si mise di fronte a lui “ma da che pulpito viene la predica” rispose “Anche tu hai sempre deciso per gli altri e mi rimproveri cosa? Di aver amato mio figlio, di aver preso la decisione che ritenevo meglio per lui? In ogni modo se ti fa sentire meglio ho rivisto suo padre dopo la nascita ed ero intenzionata a raccontargli tutto, ma lui ormai si era creato una nuova vita, altri interessi, altre amicizie e non era nemmeno molto felice di vedermi, quindi non ti azzardare più a giudicarmi, non sei nella posizione per farlo!”

“Lo amavi almeno?” chiese Angel quasi con rabbia

“Mamma che cosa sta succedendo? Perché state litigando?” Buffy si girò verso suo figlio “Non ti preoccupare a volte gli amici litigano. Andiamo a giocare?”

“Si!” rispose il bambino mentre trascinava la madre al centro del piccolo giardino

Angel rimuginava. La domanda più importante non aveva ricevuto risposta. Di una cosa era certo. Buffy gli aveva gettato in faccia tutto l’astio ed il rancore che provava. Erano passati quasi tre anni da quando aveva lasciato lei e Sunnydale e ancora gli rinfacciava la sua decisione. Forse aveva ragione non era la persone più indicata per giudicare. Fissò Buffy e Daniel che giocavano felici e si sentì pervaso da un grande senso di perdita. Lui plagiato da Darla aveva lasciato tutto pensando che affetti come la famiglia e dei figli non fossero importanti. Forse se non avesse incontrato il suo sire quella sera, se si fosse sottratto a lei , avrebbe trovato una ragazza come Buffy, avrebbe messo la testa a posto, si sarebbe riconciliato con il padre, avrebbe auto un figlio come Daniel, avrebbe vissuto.

Sotto sotto invidiava Buffy. Nonostante tutto lei era stata capace di fare qualcosa che forse lui aveva rinnegato per paura dandosi a Darla. Viveva! Nonostante tutto quello che le era successo in quegli anni Buffy aveva continuato a vivere pienamente, aveva sofferto e gioito, aveva amato e odiato, aveva combattuto e vinto.

Fissò ancora Buffy che stava rincorrendo Daniel e la sensazione si fece più acuta.

Se fosse stato meno impulsivo, se fosse stato meno immaturo forse sarebbe stato in grado di vivere e imparare.

Darla gli aveva offerto l’immortalità ma non gli aveva insegnato a vivere.

Sconsolato si alzò e si diresse verso l’interno dell’Hotel.

 

CAPITOLO 59

 

Interno Hotel Hymperion – Hall

 

Stranamente da quando era arrivata tutta qulle gente Cordelia non aveva avuto visioni di alcun genere e questo la tranquillizzava. L’unica cosa che le mancava erano i suoi incontri con Angel. Michelle aveva fatto un incantesimo di protezione. Se qualcuno fosse entrato per errore o avesse spitato dalle vetrate avrebbe visto solo delle persone parlare normalmente e non tutto quel caos che esisteva davanti alla reception dell’agenzia.

L’agenzia era stata momentaneamente chiusa e questo non era certo una buona cosa. Quando aveva protestato Michelle le aveva assicurato che avrebbe pagato per le loro prestazioni e per evenutali mancati guadagni.

Non voleva sembrare venale ma oltre a lei altre persone vivevano di quello strano lavoro.

 

Una fiammata improvvisa la riportò alla realtà, proprio nel momento in cui Angel faceva la sua comparsa. Notando il viso più triste del solito gli chiese “Tutto Bene?”

Angel gli sorrise timidamente “Si, non preoccuparti. Che cosa sta succedendo?”

“Non so, spero solo di non dover chiamare i pompieri” concluse Cordelia.

 

Micelle Dessaline, Willow e Tara si accasciarono a terra senza forze.

“Stai bene tesoro?” chiese preoccupato il marito.

Lei annui esausta “Dovreste smetterla e riposare per un po’” riprese l’uomo “sono due giorni che lavorate senza sosta”

“Il tempo stringe” sussussò Michelle

“Tesoro ti prego…”

La donna scosse la testa. “Abbiamo poco tempo per concludere l’incantesimo e ormai siamo vicine”

“Quanto vicine” chiese Angel

Willow si rialzò con fatica “Dodici ore, ci servono ancora dodici ore”

“Secondo la loro missiva il termine per la consegna scadrebbe stanotte” intervenne Wesley a quel punto

“Dobbiamo temporeggiare, se consegniamo Daniel tutto sarà perduto e non rivedremo più Maddie” disse Michelle

“Forse ci daranno più tempo” sussurrò a quel punto Angel “in fondo non hanno ancora specificato i dettagli dello scambio”

“Debole speranza a cui aggrapparsi” disse astioso Robert

“Ma è l’unica che abbiamo” concluse Michelle.

 

Due ore dopo tutte le speranze e le domande trovarono la soluzione. Un fattorino portò una lettera indirizzata ad Angel. Buffy era nervosa. Si parlava di suo figlio e mandavano una lettera ad Angel? Comunque il messaggio era chiaro. Angel il giorno dopo, circa un’ora prima dell’alba, da solo avrebbe dovuto portare Daniel alla spiaggia, se solo avessero notato persone estranee Maddie sarebbe stata uccisa.

Il piano era ben congeniato. La spiaggia era priva di luoghi in cui mascondersi, rendevano il vampiro innocuo e lo invitavano apertamente ad un suicidio.

Ma questa discrepanza di tempo permise a Michelle, Willow e Tara di concludere l’incantesimo.

 

Sera – piani superiori Hotel Hymperion

 

Buffy era esausta. Si era allenata fino allo sfinimento con Faith. Si incamminò lentamente verso la sua stanza quanto una risata soffocata la fermò.

Furtivamente sbirciò attraverso una porta socchiusa di una stanza e per poco non le venne un infarto.

Angel stava baciando appassionamene Cordelia e sembrava che la cosa andasse oltre. Le mani di lui erano sotto la sua maglietta e stavano massaggiandole i seni.

“Mi sei mancato” disse lei

“Anche tu” fu la sua risposta mentre le mani della ragazza slacciavano la cintura dei suoi pantaloni

“Ti hanno vista entrare?” chiese il vampiro fra un bacio e l’altro. Cordelia scosse la testa “sono stata attenta”.

“In questo caso…” disse nuovamente lui mentre le alzava la gonna e la spingeva verso il muro. Cordelia avvolse le gambe attorno aiu suoi fianchi e gemette.

Buffy chiuse gli occhi e si allontanò di corsa da quello spettacolo. Ora tutto le era più chiaro. La confidenza fra loro, gli sguardi, le piccole sparizioni casuali di loro due, tutto tornava finalmente! Angel e Cordelia. Angel che baciava Cordelia. Angel innamorato di Cordelia. Angel che faceva sesso con Cordelia.

Ora comprendeva perché il vampiro era stato così distante con lei. Così insofferente- Per lui tutta questa faccenda era solo un nuovo caso da risolvere.

Arrivò nella sua stanza con le lacrime che le rigavano il viso e non riuscì a trattenere i singhiozzi.

Daniel si svegliò.

“Mamma cosa è successo? Perché piangi?”

“Non è nulla tesoro, dormi ora fra poco passa”

“Mamma…”

“Tra poco passa…dormi” disse nuovamente Buffy al figlio, ma il verso problema pensò consisteva nel fatto che non passava mai!

 

Una figura uscì dall’ombra del corridio “Sapevo che prima o poi l’avrebbe scoperto” disse fra sé.

 

Giorno dopo

 

Buffy si guardò allo specchio. Aveva smesso di piangere solo verso l’alba e gli occhi arrossati lo dimostravano. Pensava di aver pianto tutte le sue lacrime tempo addietro, ma evidentemente non era così.

Si sciacquò il viso con acqua fredda e si truccò leggermente e si fissò allo specchio. Era riuscita a mascherare la sua disperazione.

Daniel era pronto e la stava aspettando.

“Va tutto bene mamma?”

“Si”

“E’ stato Angel vero?”

Lei fissò il figlio sforsandosi si sorridere “Cosa ti fa pensare questo?”

“Anche l’altro giorno stavate litigando”

“Ti ho spiegato…”

“Che a volte gli amici litigano” finì la frase il bambino

“Esatto” rispose Buffy passandogli una mano fra i capelli

“Ora è tutto passato?”

Buffy non rispose e si limitò a sorridergli nuovamente “Andiamo a fare colazione” disse.

 

Angel era allegro e stava fischiettando sotto la doccia. Un incontro incandescente con Cordelia era quello che ci voleva per scacciare tutte le preoccupazioni e anche quello strano senso di perdita che lo aveva colto in giardino. Amava Cordelia, ne era certo, anche se rivedere Buffy lo sconvolgeva ancora, era deciso a non lasciarsi trasportare dai ricordi.

Si vestì in fretta e scese.

Tutti erano in cucina a fare colazione ed stranamente allegri.

Quando lo vide entrare Cordelia aprì il frigorifero, ne estrasse una tazza che mise nel microonde e poi gliela porse dicendo “Buongiorno, dormito bene?”

“Bene grazie” rispose lui mentre gli rivolgeva uno sguardo pieno di sottointesi.

Buffy cercò di non scoppiare a piangere

“State festeggiando qualcosa?” chiese il vampiro

“Si” rispose Michelle “La conclusione dell’incantesimo. Questa sera agiremo”

“Perfetto” Urlò quasi Robert pieno di entusiasmo

“Mangiamo ora. Dopo metteremo a punto il piano” finì Andrè mentre addentava una focaccia calda.

 

Angel stava percorrendo il corridoio dove si trovava la sua stanza quando incrociò Daniel

“Hey Daniel come va?”

Daniel non rispose

“Daniel?”

“Con te non parlo”

“Cosa? Perché?”chiese il vampiro gentilmente mettendogli una mano sulla spalla

“Non mi toccare! Ti Odio!”

“Daniel…ma cosa ti ho fatto? Mi vuoi spiegare?”

“Tu fai sempre piangere la mamma, la rendi triste!”

“Buffy ha pianto?”

“Sei cattivo, cattivo” fu la risposta del bambino prima di correre lungo il corridoio e rifugiarsi nella sua stanza.

Angel stava per seguirlo quanto una voce lo fermò “Se fossi in te non lo farei”

“Spike…sei ancora qui? Perché non vai a fare una passeggiata? C’è un sole bellissimo”

“Ah..Ah…” sogghignò il vapiro biondo prima di sorpassarlo per dirigersi verso la stanza di Daniel e Buffy

“Dove credi di andare?”

Spike non rispose ed Angel furioso lo bloccò contro la parete con tutta la sua forza “Sai qualcosa che io non so vero?”

Spike fece una smorfia

“Perché Buffy piangeva? Voglio saperlo!” sibilò fra i denti Angel “Se scopro che le hai fatto o detto qualcosa…”

In tutta risposta Spike lo prese per le spalle colpì il suo viso con una testata. Angel barcollò.

“Non le ho fatto proprio nulla razza di imbecille, credevi che non lo avrebbe scoperto?”

“Scoperto cosa?”

“Cosa? Che ti scopi miss Sunnydale tesoro”

“Come…”

“Oh, io lo avevo intuito fin dal primo momento, ma sono stato zitto, chi ti porti a letto sono affari tuoi e volevo proteggere Buffy, non mi piace vederla piangere…ah proposito mentre scopi Cordelia la tua fottuta anima che fa?”

“Non parlare così di Cordelia e poi non sono affari tuoi!”

“Non sono affari miei fino a quanto le tue piccole attività sessuali notturne consumate contro un muro fanno soffrire le persone che amo. Forse finalmente Buffy ha capito che non sei l’eroe senza macchia e paura, il povero vampiro inconsolabile e senza vita sociale e si guarderà intorno”

“E sceglierebbe te?”

“Sono sempre stato onesto con lei io! Non ho mai cercato di illuderla e potrei renderela felice…volevo solo sapere una cosa caro Angel…almeno Cordelia ne vale la pena?”

Un pugno lo colpì in pieno viso e Spike finì a terra.

“Devo parlare con Buffy”

“Non pensi sia troppo tardi per le spiegazioni?”

 

 

CAPITOLO 60

 

Hotel Hymperion – piano interrato – stanza degli allenamenti

 

Buffy stava picchiamo il sacco delgi allenamenti con tutta al forza di cui era capace.

Davanti agli occhi aveva ancora la scena della sera prima e della mattina. Lacrime gli inumidirono gli occhi.

“Buffy…”

Lei si immobilizzò immediatamente cercando di non esternare i propri sentimenti

“Ho quasi finito…”

“Ho bisogno di parlarti”

“Di cosa?”

“Cordelia”

“Oh…”

“Forse avrei dovuto dirtelo. Ma con tutto quello che sta succedendo, non volevo darti altre preoccupazioni. Insomma abbiamo scoperto di amarci, ma abbiamo tenuto nascosta la cosa…gli altri non avrebbero capito, anche per via della mia maledizione”

La maledizione certo! Buffy la ricordava bene, fin troppo. Perché con Cordelia non funzionava? Lei non rispose ed Angel continuò “Mi dispiace che lo abbia scoperto in questo modo, non volevo farti soffrire”

“Tu mi fai sempre soffrire Angel” disse Buffy a quel punto “Ogni volta che ti vedo, che mi parli, tu mi fai soffrire…mi spezzi il cuore. Non finirà mai vero?”

“Cosa vuoi che dica Buffy? Che mi dispiace di essermi innamorato di Cordelia? Che mi dispiace di poter finalmente avere un’esistenza abbastanza normale? Avere una donna e degli amici? No Buffy non mi farai sentire in colpa per quello che ho finalmente trovato”

A Buffy fu come se il cielo si squarciasse. Quindi la incolpava, nel periodo in cui erano stati insieme di avergli impedito una esistenza “normale”? Fu troppo. Un pugno lo colpì ed il vampiro si ritrovò dall’altro capo della stanza.

“Ma come ti permetti di parlarmi in questo modo? Come osi pensare che io sia così meschina? Ti ho mai impedito di fare qualsiasi che che desiderassi? Ho mai giudicato? Incolpato di qualcosa?”

“Lo stai facendo ora!”

“No, non ti sto giudicando né incolpando. Sei tu che vuoi giustificarti con me. Giustificarti perché vai a letto con Cordelia e non perdi la tua anima? Giustificare la tua nuova “normale” vita? Ti ho chiesto qualcosa? Mi sembra che quello che guarda tutti dall’alto in basso non sia io in questa stanza. Nessuno è perfetto Angel..:”

“Nemmeno tu” rispose lui

“Cosa? Non mi sono mai considerata perfetta e tu lo sai!”

“Davvero? Cordelia è sempre stata sé stessa, con il suo carattere e opinioni a volte discutibili devo ammetterlo, ma non ha mai voluto dare un’immagine diversa si sé”

“E io l’avrei fatto?”

“Quando eravamo a Sunnydale volevi fare sembrare la tua vita normale…anche me”

“E mi vuoi condannare per questo? Sono la cacciatrice e nessuno deve saperlo. Forse avrei dovuto mettere un annuncio sul giornale e offrire le mie prestazioni al miglior offerente che ne dici? Avevo sedici anni Angel…è normale che cercassi di sembrare normale”

“Oh certo la tua giovane età…non è certo una scusante e non ti ha impedito di andare a letto con il primo che ti è capitato e farti mettere incinta e cosa hai fatto poi? Hai nascosto a tutti la tua gravidanza perché l’immagine della perfetta cacciatrice non fosse sporcata. Capisco perché ti vergognassi!”

Gli occhi di Buffy divennero due fessure. Si trattenne a stento ad impalettarlo all’istante.

“Non mi sono mai vergognata di niente! Nemmeno della notte che ho passato con te!”

“Non stiamo parlando di quello!”

“Oh no, stiamo parlando di quella sgualdrina di Buffy che rimorchia in un bar uno sconosciuto per farsi mettere incinta!”

“Non intendevo..:”

“Che cosa intendevi Angel? Perché sinceramente non ti capisco. Da quanto sono arrivata ci siamo scambiati si e no dieci parole e quanto decidi di fare conversazione con me l’unica cosa che fai è accusarmi! Che cosa ti rode Angel? Perché mi detesti tanto?”

“Non ti detesto!”

“Da come ti comporti non si direbbe”

Lui le andò vicino “Non so cosa fare con te. Scopro che hai avuto un figlio con chissà chi, combatti contro un Dio, muori, resusciti e poi irrompi in casa mia e mi sconvolgi la vita! Non posso andare avanti così! Quando ti vedo mi sembra di tornare indietro nel tempo, di essere ancora il vampiro che non aveva trovato una sua strada, con te le certezze che ho raggiunto vacillano” finì lui e poi la prese per le brccia e la baciò con violenza.

Buffy fu dapprima schioccata da tale gesto, ma piu si rilassò. Il bacio divenne via via più appassionato e poi esigente. Le labbra si riscoprirono, entrambi caddero a terra e Buffy finì sopra di lui.

Il vampiro infilò le mani sotto al sua maglietta e quando sentì la sua pelle calda e setosa emise un gemito strozzato.

“Angel sei lì sotto?”

La domanda di Cordelia fece irrigidire entrambi. Buffy si scostò da lui sistemandosi la maglietta

“Scusa…non volevo” disse il vampiro

“Gia!”

“Insomma non so cosa mi sia capitato. Sto con Cordelia ora, non dovevo farle questo”

“Non dovevi farlo a lei? E a me? Che cosa hai fatto a me?”

“Angel mi vuoi rispondere?” chiese nuovamente Cordelia

““Si Cordy sono qui, non preoccuparti” rispose lui e poi rivolto nuovamente a Buffy “Io…non…mi dispiace”

“Ti dispiace…” disse Buffy “ Mi sembra alquanto aleatoria come scusa, a pensarci bene tutte le tue scuse sono sempre state aleatorie…e tutte mi hanno fatto soffrire”

“Non tirare in ballo la nostra storia, tutto è diverso ora…”

“Si è tutto diverso…l’ho notato” rispose lei con amarezza e poi raccogliento le sue cose “Ma quello che mi fa soffrire di più sai che cosa é? Non il fatto che tu ti sia innamorato di Cordelia, in fin dei conti non stiano nemmeno più insieme, ma il fatto che tu l’abbia resa partecipe della tua vita, che l’abbia fatta entrare nel tuo piccolo mondo. Le hai concesso una confidenza che a me non hai mai dato. Conosce cose di te che io nemmeno sospettavo. Dannazione Angel quanto eravano insieme e ti ho proposto di portare alcune cose da te in tutta risposta mi hai lasciato!”

“Io e Cordelia ne abbiamo passate tante insieme…”

“E noi due no?”

Angel non rispose

“Spero che tu sia…”inziò Buffy per poi interrompersi non volendo pronunciare la parola felice che portava in sé troppi ricordi “Spero che tu abbia finalmente trovato tutto quello che desideravi qui a Los Angeles, in quanto a me finita tutta questa storia ritornerò con Daniel a Sunnydale e non ti disturberò mai più, non sconvolgerò più la vita”

“E’ un addio questo?” chiese lui con una punta di rammarico e nostalgia

“Tu cosa pensi?” rispose la ragazza mentre saliva le scale che portavano al piano di sopra.

 

Stanza di Buffy

 

Buffy stava fissando il tramonto dalla sua stanza. Quello era l’ultimo incontro che avrebbe avuto con Angel, l’ultimo promise a se stessa.

Il bussare alla porta la riportò alla realtà

“Avanti…ah Robert sei tu!”

“Ciao, volevo sapere come stavi, da quando ci siamo rivisti non abbiamo avuto mai molto tempo per parlare”

“Non ti devi preoccupare. Comprendo che tu sia in ansia per Maddie”

“E’ così evidente?”

“Sei innamorato è normale presumo”

“Grazie…volevo chiederti…insomma…” inziò Robert con evidente imbarazzo

“Sputa il rospo”

Robert prese un bel respiro “Per quello che è successo tra noi, quando ci siamo incontrati la prima volta, ecco vorrei essere io a parlarne a Maddie”

“Ne sei sicuro? In fondo non credo che sia necessario ed io sicuramente non glielo dirò”

Lui scosse la testa “Non le ho mai nascosto niente, non voglio iniziare ora…”

“Ma tu hai avuto altre ragazze dopo di lei, perché voi raccontargli di noi?”

“Perché tu e lei siete legate da un destino che ancora non riesco a capire e da Daniel”

“Va bene allora, spero solo di non rovinare la vostra storia”

“Se dovesse succere non sarà colpa tua. Dopo che ho scoperto il segreto di Maddie, della sua famiglia ed il tuo ho capito che ci sono cose che non possiamo controllare”

“Già”

“Posso farti una domanda personale?” chiese a quel punto Robert

“Vediamo”

“Angel è il tuo ex vero? Quello che sognavi mentre noi…”

Buffy lo zittì con un cenno della mano

“Ora capisco tutto!” riprese Robert “Ma ti prego devi smetterla di essere così triste. Non ne vale la pena!”

“La tua opinione è di parte. Ho visto che non ti è molto simpatico”

“E’ vero, non mi è simpatico, ma fin dal primo giorno che ti ho incontrata ho notato che il tuo sguardo è sempre triste e sincerante credo che lui non meriti tutta questa tua sofferenza. La vita continua Buffy, nonostante tutto!”

“Parli bene tu, visto che fra poco se tutto andrà bene rivedrai Maddie”

“Questo non c’entra niente: Sei una donna eccezionale Buffy e sono sicuro che un giorno quando meno te lo aspetti incontrerai l’amore che hai diritto ad avere e sarai finalmente felice e serena. I ricordi si affievoliranno e ritornerai a sorridere.”

Buffy stava per ribattere quanto Roberto continuò “E prima che tu mi ponga la domanda, no, non ti giudico per quello che tu provavi per lui perché tu sei la cacciatrice e lui un vampiro, non ho il diritto di farlo. Ho scoperto tempo fa che l’ amore è proprio cieco, lo so, per esperienza! Non lasciare che una storia d’amore finita ti roda dentro come un tarlo, non sarai mai felice se continuerai ad aggrapparti al passato, un passato che ormai non tornerà più da quello che ho capito. Devi rivolgerti al futuro Buffy, al tuo futuro che sono sicuro non portera solo combattimenti con demoni e mostri ma anche amore e speranza”.

Buffy si avvicinò a Robert e lo abbracciò forte. Possibile che le uniche parole di conforto le giungessero da dei perfetti sconosciuti e non della sua famiglia o dai suoi amici?

“Grazie” disse e quando Robert lasciò la stanza riprese a pensare.

Forse era vero. Era ora e tempo di voltare pagina e lasciarsi il passato alle spalle per ricominciare una nuova vita.

La voce di Michelle attirà la sua attenzione. Tutto era pronto. Era giunto il momento di entrare in azione.

 

 

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lelelu

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 60

No score for this post         July 27 2006, 2:08 PM

 

sigh,sigh...,ma tu vuoi farmi morire? secondome sì!!!! Se continui così morirò dalla disperazione!!!! Intese??

baci

lele

 

p.s.CONTINUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!

 

 

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alexaalexa

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troppo bella

No score for this post         August 1 2006, 12:04 AM

 

continua presto questa storia é troppo bella.COME ANDRA A FINNIRE TRA BUFFY E ANGEL????

 

 

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alexa

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aspettando di leggerti ancora

No score for this post         August 5 2006, 9:24 AM

 

QUANTO TEMPO CI METTI A POSTARE ......ancora complimenti per questo capitolo che ho letto piu volte...POSTA PRESTO....ciao alexa

 

 

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clodiaclodia

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Re: aspettando di leggerti ancora

No score for this post         August 11 2006, 12:45 AM

 

ciao io sn alice...sn nuova!!!!

adoro la tua storia t prego posta il prossimo capitolo!!!!nn resisto!!!

 

 

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alexa

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perché non ci sei

No score for this post         August 22 2006, 3:43 PM

 

aspetto sempre ci sei, sei in vacanza? mi tieni con il fiato sospeso posta presto ....

 

 

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Aldebaran

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THE GUARDIAN - Capitolo 61

No score for this post         August 30 2006, 12:57 PM

 

CAPITOLO 61

 

Los Angeles – luogo imprecisato.

 

Maddie si avvicinò alle sbarre della rudimentale gabbia che la teneva prigioniera attirata dalla confusione che improvvisamente si era creata.

I demoni si stavano agitando ed armando seguendo le istruzioni di Quentin Travers.

Trent con un ghigno soddisfatto si diresse verso di lei e quanto le fu abbastanza vicino disse “Fra poco avrai compagnia”

“Hanno accettato lo scambio?”

“Devono farlo se vogliono rivederti viva”

“Daniel è più importante di me e di tutti voi, non lo cederanno mai”

“Staremo a vedere. Fra poco ci sposteremo al luogo dell’incontro. Se il vampiro ed il ragazzo non si faranno vedere o se i tuoi amici tenteranno di fare qualcosa”continuò lui alzando un cellulare “mi basterà fare una piccola telefonata e domani riceveranno la tua mano in un pacchetto!”

“Quindi Angel dovrebbe consegnarvi Daniel non avendo nulla in cambio? Pensate che sia stupido?”

“Nemmeno noi lo siamo. Sicuramente tenteranno di fare qualcosa, tu sei il nostro asso nella manica, c’è troppo in gioco!”

“Su questo non ti do torto, comunque non riuscerete mai ad avere il bambino! Potrai anche farmi a pezzi, ma tu, il tuo amico ed il Consiglio non lo avrete mai!”

“Questa conversazione mi sta stufando. Fra poco partiremo, comunque ti lascio in buona compagnia” disse l’uomo facendo cenno ad un demone di aprire la porta della cella.

Maddie fu strattonata fuori con forza e messa al centro di quella strana grotta, in ginocchio e con una mano immobilizzata su un ceppo, pronta ad essere tagliata.

Per la prima volta poteva scrutare il luogo nel quale si trovava. Era ampio e non filtrava luce. Ma si sentiva il mare. Una grotta in riva al mare, pensò improvvisamente, ma che romantico!.

Si guardò intorno. Improvvisamente un fodero che ben conosceva attirò la sua attenzione. La sua spada! Se fosse riuscita a prenderla in qualche modo avrebbe avuto qualche possibilità!.

Come se Trent le leggesse nel pensiero le sussurrò all’orecchio “Non ci pensare nemmeno. Dopo quello che è accaduto al quel demone fuori dal locale di Lorne, nessuno ha voluto toccarla.”

“Nemmeno tu?”

Trent la fissò ironico “I demoni hanno ordine di ucciderti se tenti qualcosa di strano quindi fai la brava se non vuoi che gli autorizzi a divertirsi con te e non si tratterebbe di un combattimento, ti avverto!”

Un brivido le corse lungo la schiena ma cercò di mantenere la calma, Trent però lo notò, abbastanza da farlo allontanare con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

 

Hotel Hymperion – Hall

 

“E’ tutto pronto” disse Michelle molto eccitata.

“Che cosa succederà esattamente?” chiese Wesley

“Aspetteremo fino a quando macherà poco all’incontro. Presumo che chi tiene prigioniera Maddie lasceranno solo pochi a guardia in quanto la maggiorparte saranno all’appuntamento”

“Ma noi all’appuntamento non ci andremo!”

“Esatto Robert! Quando avrà inzio l’incantesimo comparirà un portare che vi porterà nel luogo dove Maddie è tenuta prigioniera, ma c’è un piccolo inconveniente come potete attraversarlo voi…”

“Anche gli altri possono farlo!” finì la frase Spike.

Michelle annui. “E’ per questo che dovremmo dividere le forze. Buffy, Angel, Robert, Marcel e Faith attraverseranno il portale mentre mio marito, Janette, Spike, Welsey, Gunn e Giles rimarremmo fermando chiunque osi oltrepassare il cerchio. Io, Willow e Tara saremmo impegnate a tenere aperto il portale mentre Cordelia e Lorne e Fran si occuperanno di Daniel.”

“Hai pensato a tutto vero?” disse Marcel alla madre

“Comunque c’è un piccolo inconveniente, il portare rimarrà aperto per un massino di dieci minuti”

“Dieci minuti? Ma è troppo poco! E se Maddie non fosse più lì?”

“Il portale si aprirà nel luogo in cui è tenuta, te lo prometto Robert, ma dovrete fare in fretta!”

“Puoi giurarci!”

“Allora è il momento andiamo a prepararci”

 

Hotel Hymperion – piani superiori.

 

Faith prese Marcel per un braccio e lo baciò con passione. Lui rispose al bacio prima di staccarsi da lei.

“Non è il momento per certe cose Faith”

“E quando sarebbe?”

“Faith ti ho già spiegato…”

“Si, anche se non ho compreso molto bene la tua reticenza, ma rispetto la tua decisione”

Lui le prese il viso fra le mani e posò un bacio leggero sulle labbra

“Quando tutto sarà finito ci sarà tutto il tempo per parlare e capirci a vicenda”

“Ok” rispose la ragazza.

 

Luogo di prigionia di Maddie

 

Maddie si spostò di nuovo. La posizione innaturale in cui l’avevano costretta a stare le stava facendo irrigidire gli arti

“Non ti muovere” gridò un demone con astio

“Siamo nervosetti? Mi sto solo sgranchendo un po’!”

“Non lo fare!” disse il demone prima di rifilarle un manrovescio.

Maddie non battè ciglio e odiò il fatto di essere immobilizzata e di non potersi difendere. Come aveva appreso nessuno, dopo quello che era accaduto all’esterno del bar di Lorne aveva accennato ad impugnare la sua spada nemmeno quell’uomo di nome Trent. Dovevano essersi spaventati parecchio.

Stava riflettendo su questo quando una luce improvvisa illuminò la grotta che per qualche istante le fece chiudere gli occhi.

 

I demoni rimasero alquanto perplessi in un primo momento, ma poi si lanciarono all’attacco contro gli intrusi pervenuti dal portale. Il demone che aveva il compito di tenerla d’occhio alzò una accetta pronto a tagliarle la mano. Maddie strattonò la mano cercando di liberarla dalla stretta nella quale era rinchiusa ma tutto era inutile.

Il tonfo del demone la fece sobbalzare. Una freccia lo aveva attraversato da parte a parte. Si guardò intorno e vide Robert che in tutta quella confusione correva verso di lei. Probabilmente era morta ed aveva le visioni pensò fra sé la ragazza mentre lo guardava inebetita.

Le labbra del ragazzo sulle sue la fecero ritornare alla realtà.

“Robert?”

“E chi altro vuoi che sia amore mio?”

“Cosa ci fai qui?”

“E troppo complicato da spiegare ora. Accidenti come si fa a togliere questo affare? Marcel vieni ho bisogno di te!”

 

Spiaggia – luogo dello scambio.

 

Trent fissò il cielo “Mancano ancora cinque minuti all’ora stabilita”

“Ho una strana sensazione” disse Quentin Travers a quel punto

“Pensa che non verranno?”

“Non lo so. Ma abbiamo difronte persone non comuni. Chiama e chiedi se sta succedento qualcosa”

“Ma cosa vuole che succeda? La ragazza è sotto stratta sorveglianza di tre dozzine di demoni e noi fra poco avremmo il bambino”

“Chiama” fu la risposta di Travers

Il cellulare squillava senza ricevere risposta e Trend imprecò. “Non risponde nessuno!”

“Dannazione! Ci hanno preso in giro!” disse Traver in preda all’odio mentre intimava a tutti di salire sulle auto e ripartiva in fretta e furia.

 

Luogo di prigionia di Maddie.

 

Era riuscita a recuperare la spada, ma la situazione non era fra le migliori. Rimanevano ancora almeno venti demoni e la lotta era veramente impari.

Con un colpo secco recise la testa ad un demone che crollò ai suoi piedi. Con la coda dell’occhio vide che uno di quegli essere stava attraversando il portale “Marcel!” gridò.

“Non ti preoccupare abbiamo provveduto”

Dall’altra parte del portale Spike e Welsey si stavano occupando dell’intruso.

“Dobbiamo andare” gridò Angel a quel punto mentre indietreggiava verso il portale

“Va bene” gridarono gli altri.

Il Portale si stava per chiudere e i demoni non avevano intenzione di lasciarli andare.

“Forza Marcel vieni” gridò Faith in attesa.

Marcel, Robert e Maddie erano spalla a spalla. Doveva trattenere i demoni o nessuno sarebbe ritornato vivo.

“Per fortuna che dovevano essere pochi” disse Marcel con una nota sarcastica.

Buffy, Angel e Faith si liberarono di altri demoni ed erano ormai vicini al portale

“Il portale sta per chiudersi” gridò Buffy

“Andate stiamo arrivando” gli rispose si rimando Maddie

“Non ti lascio qui!” gli gridò Buffy mentre si dirigeva verso di lei.

Faith aveva già varcato il portate ed Angel notando che mancava davvero poco prese Buffy per un braccio “Dobbiamo andare, pensa a Daniel”

“No, prima loro” disse Buffy facendo cenno con il capo

“Accidenti Buffy” disse Angel, poi con uno strattone la gettò oltre e lui la seguì, mentre la luce del portale si stava affievolendo sempre più.

“Aspetta!” gridò Robert verso Angel, ma questo era sparito nel portale. Accidenti a lui! Sapeva che non era un tipo molto raccomandabile!

“Forza Robert tocca a te” disse Maddie.

“Fossi matto, vai tu!”

“Non è il momento di discutere, io ti seguo”

“Ti ho già perso una volta non voglio correre il rischio”

“Razza di stupido” sussurrò Maddie. I demoni erano troppi e fissando il fratello negli occhi fece un cenno con il capo e Robert si trovò catapultato nella Hall dell’Hymperion. Un fragore improvviso tramortì tutti i presenti mentre la luce del portale spariva.

 

Maddie e suo fratello si guardarono negli occhi prima di fissare i demoni che erano rimasti. Anche se bravi combattenti non sarebbero riusciti a vincere.

“Qualche idea sorellina?”

“Quante munizioni di rimangono?” chiese lei

“Non molte”

I due indietreggiarono verso una parete mentre i demoni li circondavano.

“Non uscirete vivi di qui” disse il più disgustoso di tutti

Marcel in tutto risposta gli sparò e questo cadde a terra con un urlo “La speranza è l’ultima a morire” disse il ragazzo

“Che fai sfotti?” disse un altro demone

“Ma guarda demoni permalosi. E’ la prima volta che ne incontro uno”

“Ti farò sparire quel sorretto dalla faccia” rispose un altro demone mentre si avvicinava.

Marcel si rivolse a Maddie sconsolato“Mi dispiace non essere riuscito a salvarti e riportarti dai nostri genitori, non me lo perdonerò mai”

“Non essere così scettico Marcel, esiste sempre una possibilità ma devi promettermi che non ne farai parola con nessuno”

“Usciremo vivi da qui?”

Maddie annui con la testa

“Sarò muto come un pesce”

Maddie si mise in posizione di attacco e Marcel estrasse le pistole dalle fondine

“Volete combattere? Ma vi rendete conto che ci vorrebbe almeno un esercito per sconfiggerci? Siamo più di venti e voi solo due”

Maddie sorrise e mentre il suo medaglione iniziava a brillare violentemente disse “Ma io sono un esercito!”.

 

CAPITOLO 62

 

Hotel Hymperion – Hall

 

La prima a ridestarsi fu Buffy che si alzò con fatica. “Maddie?” chiamò debolmente guardandosi intorno.

Lentamente anche gli altri iniziarono a riprendersi.

“Che cosa è successo?”

“Il portale si è chiuso” disse Michelle ancora frastornata

“Dove sono Marcel e Maddie?” chiese preoccupata Jeanette

“Non sono qui?” intervenne a quel punto il loro padre

“No!” rispose carico di astio Robert e poi puntanto il dito verso Angel “E’ tutta colpa sua!”

“Ma che diavolo stai dicendo?” rispose Angel

“Non hai voluto aiutarli mentre stavano combattendo per proteggervi la fuga, bastava solo un attimo!”

“Ho agito per il meglio!”

Michelle a quel punto singhiozzò sonoramente “E’ stato tutto inutile, oltre a Maddie anche Marcel, mio Dio”

“Riusciranno a cavarsela vedrai” disse Andrè con voce poco convinta.

“Riaprite il portale” gridò Faith in preda ad una strana frenesia “Dobbiamo salvarli!”

“Non possiamo” intervenne a quel punto Willow “è una magia troppo potente, ritentare sarebbe inutile, ci abbiamo messo una settimana per prepararci, non possiamo…”finì lei mentre le lacrime gli unimidavano gli occhi.

“E’ colpa tua!” gridò nuovamente Robert mentre si scagliava contro Angel

Buffy riuscì a dividerli “Vi sembra il momento di litigare? Dobbiamo trovare una soluzione!”

“No!” ripetè Robert, ormai in preda ad una cieca disperazione, mentre tentava ancora di prendere a pugni Angel e quest’ultimo cambiava il volto in quello della caccia

“Non dovevamo fidarci i lui! Ha pensato solo a salvarsi!”

“Ho fatto il possibile ragazzo” disse Angel ormai al limite della sopportazione “Ero sicuro che ci avrebbero seguiti immediatamente”

“Non dire fandonie. Hai avuto occasione di toglierti dall’impiccio e l’hai presa al volo ma prima ti sei preoccupato di mettere in salvo anche la tua ex, senza pensare agli altri. Che cosa Maddie trovasse in te non riesco ancora a capirlo”

Angel lo atterrò con un sonoro pugno. “Stai giocando con il fuoco ragazzo…”

“Non sono un ragazzo e posso sempre romperti il muso”

“E’ questo che volete?” gridò a quel punto Faith “Con tutti i problemi che ci sono pensate solo alla vostra antipatia reciproca? Volete picchiarvi? Pensate che dopo starete meglio? Allora fatelo!” finì lei prima di rifugiarsi in giardino.

“Siete peggio dei bambini” intervenne Buffy in quel momento mentre seguiva Faith verso l’esterno.

Spike a quel punto intervenne in tutta la discussione dicendo “Vi serve per caso un arbitro?”

 

Hotel Hymperion – giardino

 

Faith stava singhiozzando.

“Faith”

La ragazza si deterse con il palmo delle mani le lacrime

“Che vuoi?”

Buffy avanzò lentamente verso di lei “Chiederti come stai”

“Bene!”

“Non mentire. E’ per Marcel non è vero?”

Faith fissò negli occhi l’altra cacciatrice e poi scoppiò in lacrime

“Piangi vedrai che ti farà bene” disse Buffy.

Dopo un paio di minuti Faith si era calmata “Non sapevo che tu e Marcel steste insieme”

“Infatti non lo siamo”

“Ma la tua reazione…non capisco”

“Ho cercato di portarmelo a letto, sai per ringraziarlo di avermi salvato la vita, ma lui invece di approffitarne…è stato il primo che non lo abbia fatto!”

“Non ha voluto…?”

Faith scosse la testa. “Lui ha…mi ha amato!”

Buffy la fissò con evidente aria interrogativa

“Lui non ha preteso niente da me, anzi si è occupato di me, ha pensato a me, a quello che provo, a quello che desidero, non ha fatto come gli altri che cercavano di scoparmi e basta. Mi ha fatto sentire bella…accettata e…”

“Amata?” finì la frase per lei Buffy

Faith annui con il capo.

“E’ così Buffy? E così che ci si sente quando qualcuno di ama? Si dà senza prendere nulla? E così che succedeva con Angel? E’ questa la felicità?”

A quella domanda Buffy si rattristò. A parte i primi anni nei quali si erano conosciuti loro non erano mai stati felici ed ora, con Cordelia, non lo sarebbero certamente stati “Presuppongo di si” rispose lei.

“Mi sembrava che Angel lo facesse”

“La mia storia con Angel non deve essere un esempio. E’ sempre stata troppo complicata per i canoni standar delle relazioni sentimentali. Ma Marcel è un bravo ragazzo e tu devi piacerli davvero molto se ha fatto questo per te”

“Ma ora lui non tornerà più” disse Faith attorcigliando le mani in grembo.

“Non puoi essere sicura. Sicuramente troveremo qualche magia per rintracciarli …e poi sono forti e ottimi guerrieri”

“Non dire bugie Buffy, hai visto anche tu quanti erano, è impossibile che sopravvivano. Non lo vedrò mai più e non avrò occasione di dirgli quello che provo per lui!”

 

Sala degli allenamenti –

 

Robert ed Angel erano ormai ai ferri corti. Si stavano guardando in cagnesco in attesa che uno dei due facesse la prima mossa.

Robert con un movimento veloce assestò un pugno nello stomaco di Angel “Questo è per Maddie, non ho mai apprezzato il legame che vi univa!”

“Sei geloso ragazzo?” disse Angel mentre si rialzava.

“Dovrei esserlo?” rispose Robert mentre si gettava ancora su di lui.

 

Hotel Hymperion – Hall

 

Tutti erano nella disperazione più cupa. Michelle, Tara e Willow avevano cercato di riaprire il portare ma tutto era stato inutile. Erano troppo stremate.

Andrè abbracciò sua moglie e sua figlia cercando di essere forte in quella situazione ormai disperata.

Improvvisamente dal nulla apparirono Marcel e Maddie. Sporchi, feriti ma vivi!

Tutti rimasero attoniti. Fu Marcel che ruppe il silenzio “Nessuno ci da il benvenuto?”

Un grido di gioia si sprigionò. Faith e Buffy fecero la loro comparsa proprio in quel momento. La cacciatrice bruna corse verso il ragazzo e lo abbracciò forte seguita da tutti i membri della sua famiglia che non si capacitavano all’idea di averli di nuovo fra di loro. La madre tastò entrambi per assicurarsi che stessero bene, Andrè abbracciò il figlio e baciò la figlia che non vedeva da tempo mentre Jeanette piangeva e abbracciava tutti contemporaneamente.

“Come avete fatto?” chiese Giles con genuino interesse

Maddie fece un cenno con la mano. Era stanchissima e a malapena riusciva a tenere gli occhi aperti. Improvvisamente notò che mancava qualcuno.

“Angel e Robert?”

A quel punto interviene Spike “Non avevano meglio da fare che picchiarsi, vista la situazione..:”

Maddie sospirò. “Sala degli allenamenti?”

Sua madre annui.

“Buffy mi aiuti?”

“Maddie non sei in grado di fare niente” disse sua madre a quel punto “Sei troppo stremata”

“Devo fermarli” rispose la ragazza mentre con fatica si alzava dalla poltrona.

Buffy sostenendola l’aiutò a scendere le scale. Lo spettacolo che si presentò era raccapricciante. Tutta la palestra era sottosopra ed i due uomini con il volto tumefatto, ormai allo stremo delle forze continuavano a picchiarsi.

Maddie avanzò verso di loro con passo felpato. Non l’avevano notata. Prese la spada in mano e la lanciò vero la parete opposta della stanza. La lama sfiorò i volti dei due contendenti che presi alla sprovvista vacillarono e caddero a terra.

“Quando avrete esaurito il vostro sur-plus di testosterone vi informo che io e Marcel siamo ritornati!” disse la ragazza prima di andarsene lasciano i due con lo sguardo inebetito a capacitarsi di quello che era appena successo.

 

Come due furie Angel e Robert risalirono le scale e si precipitarono nella Hall.

Marcel e Maddie non c’erano più.

“Dove sono?”

“Vi siete divertiti a quanto vedo” disse Spike

“Dove sono?”

“Non ti agitare ok?” intervenne a quel punto Buffy “Sono con la loro famiglia. Avevano bisogno di cure e di risposo. A Guardarvi bene anche voi avreste bisogno di qualche borsa per il ghiaccio!”

“Devo andare da Maddie!” disse Robert precipitandosi su per la scala

“Fermo dove sei” lo fermò Jeanette che stava scendendo proprio in quel momento

“Come?”

“Maddie sta riposando e Marcel pure!”

“Io…”

“Potrai vederla quando lo smetterai di comportarti da bambino arrabbiato, così mi ha detto!”

Robert rimase senza parole. Erano anni che non si vedevano e lei voleva ancora aspettare? Guardò Angel negli occhi che riflettevano il suo stesso stupore e contemporaneamente si resero conto di quanto erano stati stupidi e infantili. Robert inziò a ridere prima sommessamente e poi sempre più forte, si lasciò cadere sulla poltrona e continuò a ridere, Angel vedendo la scena non riuscì a non seguirlo.

“Ma sono impazziti?” chiese Xander sorpreso “Se le sono date di santa ragione e adesso ridono?”

Buffy fissava la scena sorridendo fra se ed anche lei inziò a ridacchiare, poco dopo fu seguita da Willow, Dawn, e tutti gli altri “A questo punto rinuncio a capirvi” continuò Xander sempre più innoridito.

In soccorso di Xander arrivò Spike “Hanno appianato le loro divergenze non lo capisci?”.

 

Giorno dopo – piani superiori Hotel Hymperion – stanza di Marcel

 

Faith entrò di soppiatto nella stanza. Le tende erano tirate ma la luce del sole filtrava ugualmente. Marcel era disteso sul letto, e respirava regolarmente.

Faith si avvicinò lentamente e lo fissò. Dio quanto gli voleva bene. Mai avrebbe pensato che sarebbe stata capace di amare in quel modo. La cosa era assurda, lo conosceva da così poco e avevano parlato ancora meno.

Lui si agitò nel sonno. La ragazza spostò una ciocca di capelli che ricadeva sulla fronte e gli accarezzò il viso dolcemente cercando di non svegliarlo.

Lui si agitò nuovamente e lei ritrasse si scatto la mano. Improvvisamente lui aprì gli occhi “Non ti ho chiesto di smettere. Era piacevole”

“Scusa…non volevo svegliarti”

“Se mi svegliassi tutte le mattine in questo modo sarei un uomo felice”

Lei arrossì “Non dire stupidaggini”

“Pensi che lo siano?”

Faith non sapeva come comportarsi lui era così…oh al diavolo. Si chinò su di lui e lo baciò con passione e amore.

Marcel rispose al bacio notando che qualcosa era cambiato.

“Faith…” disse

“Sthhh…” fece lei “ho capito cosa volevi dire l’altra volta”

“Davvero?”

“Davvero!”

Quando entrò nella stanza il padre di Marcel li trovò abbracciati che si baciavano.

I ragazzi sussultarono e Faith cadde a terra.

“Non volevo disturbare”

Faith rossa in viso scappò quasi dalla stanza.

Andrè Dessaline si sedette sulla sedia vicino al letto del figlio notando il suo sgardo compiaciuto.

“Bella ragazza…”

“Non sai quanto” rispose il ragazzo

“Sai che non ho mai interferito con le tue scelte…”

“Non farlo ora papà ti prego”

“Ha avuto molti problemi, era un ex cacciatrice votata al male, ha anche ucciso delle persone…”

“Non è stata colpa sua, lo sai”

“Ma non ha fatto nulla per contrastare quel destino”

“E’ cambiata”

“E’ una testa calda come pensi che si comporterà quando saprà la verità?”

“Sono fiducioso. Ha capito il suo errore prima di sapere tutta la storia e penso che ci sorprenderà”

“Lo spero proprio figlio mio, tu cosa provi per lei?”

Marcel lo fissò

“Capisco” rispose il padre. “Fra poco verrà a trovarti tua madre sarebbe il caso che parlassi anche con lei!”

 

Stanza di Maddie

 

Maddie si svegliò , girò la testa sul cuscino e trovò Robert che dormiva. La parte alto del torso appoggiata al letto accanto a lei. Allungò la mano per accarezzargli il viso e i suoi occhi si aprirono con una sbattere di ciglia convulso. In un battibaleno era sveglio e in piedi.

“Come ti senti?”

“Dovrei farti la stessa domanda”

Robert si toccò il viso che portava i segni evidenti del suo scontro con Angel

“Mi sono comportato…”

“Da stupido?”

“Mi sentivo così impotente…Angel era a portata di …pugno” rispose lui imbarazzato

“Vieni qui” disse lei allungando la mano.

Lui non se lo fece ripetere due volte, fu subito vicino a lei baciandola con una voracità che aveva dell’incredibile.

“Hai ancora lo stesso sapore” disse lui mentre riprendeva a baciarla.”Mi mancava tutto questo!”

“Non sai quanto” rispose lei.

“Ma…Ma…sei sveglia?” gridò Daniel entrando nella stanza di corsa seguito dalla madre che cercava di fermalo

Il bambino non badò a Robert che si era ritratto di scatto e saltò letteralmente alla gola della ragazza.

Poco dopo la sua stanza fu invasa da sua madre, suo padre, Jeanette Willow e tutti gli altri. Alla fine giunse anche Angel

“Hey” disse lei

“Ciao Maddie”

“Non hai un bell’aspetto”

“Me lo hanno detto”.

“Spero che non succederà più vero?”

Angel e Robert si guardarono, poi Robert tese la mano verso di lui. Angel alzò il sopracciglio e poi gliela strinse “Senza rancore” disse il ragazzo.

“Senza rancore” rispose Angel “e comunque…” continuò mentre si toccava la mascella “hai un destro niente male”

“Anche tu!”

“Ah Maddie, la tua spada è ancora…dove l’hai lasciata” disse Angel

“Mio Padre verrà a prenderla, non preoccuparti”

“Bene, ora fuori tutti” disse Michelle “Devo medicare le ferite di Maddie e lei deve ancora riposare”

Quando tutti furono usciti Maddie disse “ Cosa c’è mamma?”

“Ho avuta tanta paura, quando non ti ho vista dopo la chiusura del portale…ho pensato il peggio”

“Su non fare così”

“Come sei riuscita a ritornare?”

“Non posso dirtelo”

“Chiederò a Marcel allora”

“Ha promesso di mantenere il segreto, non dirà nulla nemmeno lui”

“Un giorno saprò la verità?”

“Certo!”.

 

Grotta in riva al Mare.

 

Trent fissava ancora attonito la grotta ricordando la scena che si era presentata ai suoi occhi quando erano vi erano giunti dopo che avevano scoperto che l’incontro non sarebbe avvenuto.

Tutti i demoni che erano rimasti in quel luogo erano morti. Sembrava fosse passato un esercito. Anche i demoni più forti erano stati sconfitti.

Quentin travers aveva fatto ripulire la grotta dai demoni rimasti e poi li aveva liquidati. Si vedeva lontano un miglio che non era soddisfatto di come erano andate le cose. I suoi piani riuscivano sempre, almeno fino a quel momento.

“Andiamo” disse improvvisamente “Lilah Morgan ci sta aspettando”

“Lilah Morgan? Perché?”

“Perché non si deve lasciare fare agli inetti quello che invece richiede dei professionisti”

 

CAPITOLO 63 (NC – 18 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Tre giorni dopo – Hotel Hymperion.

 

Lentamente tutto stava ritornando alla normalità, pensò compiaciuta fra se Cordelia. Michelle, Andrè e Jeanette Dessaline erano partiti quella mattina, il pomeriggio Dawn, Tara e Willow sarebbero ritornati a Sunnydale, e poi anche Buffy e gli altri avrebbero lasciato l’Hymperion. Che bello! Disse fra se la ragazza.

 

Piani superiori – Stanza di Marcel.

 

Marcel stava preparando la valigia. Non aveva molta voglia di partire, doveva ancora chiarire alcune cose con Faith. A parte quel primo giorno, lei si era vista raramente. Bussarono.

“Permesso?”

Marcel si immobilizzò immediatamente “Faith, entra…”

“Sono venuta a salutarti…”

“Grazie”

“Ritornerai a Vancouver?”

Lui annui “E tu cosa farai?”

“Beh, visto che sono ufficialmente morta, andrò un po’ in giro”

“Non hai nessun posto dove andare?”

Lei scosse la testa

“Qui?”

“Capisco quando non sono ben accetta, non voglio pesare a nessuno”

Lui le si avvicinò. “Vieni con me”

“Come?”

“Vieni con me Faith”

“No, non posso” rispose lei dirigendosi verso la porta.

“Perché?”

“Perché mi sono innamorata di te” voleva gridare lei ma non disse nulla. Sapeva di piacerli, almeno fisicamente, ma doveva tenere presente che Marcel aveva visto la morte da vicino e non avrebbe certo sprecato la sua vita con una con un passato come il suo.

“Non voglio la tua pietà” disse invece lei.

“Pietà?”

“Si, sei un bravo ragazzo è normale che tu ti sforzi di…essere gentile con me, ma io non sono quella che pensi”

“So benissimo chi sei Faith, e essere gentile non è esattamente quello che voglio fare con te”

Faith non riuscì a non arrossire. Ma come faceva a renderla pudica come una verginella? Lasciò che questo pensiero rimanesse senza risposta ed accennò ad andarsene.

Lui la bloccò, la strinse fra le braccia sfiorandole delicatamente la bocca “Che labbra meravigliose” Reprimendo un gemito di eccitazione, si irrigidì come una corda di violino.

Tutto il suo essere era concentrato sulla morbida pelle di quelle labbra carnose che tremolavano sotto le sue.

Una passione primordiale cominciò a montare a dismisura dentro di lui, sgorgando ed eclissando completamente qualunque pensiero ed emozione.

Chiuse gli occhi per contrastare il desiderio. Accidenti quanto la desiderava, quanto voleva che diventasse parte di lui. Abbassò la testa e trovò la sua bocca dolcissima. Quando sentì il tocco della lingua di Faith sulla sua gemette forte, le dita che si serravano nel groviglio dei capelli mentre accettava cona avidità il bacio che lei gli offriva con tanta frenesia. “Hai un sapere così delizioso. Una pelle così morbida. Ti desidero disperatamente. Sto impazzendo.”

“Taci e baciami. Voglio la tua bocca. Voglio te”

Quelle parole lo fecero struggere di desiderio e l’urgenza di entrare dentro di lei divenne imperiosa. Una forza primitiva si impossessò di lui. Le sue contorsioni erano una tortura feroce. La sua arrendevolezza una stimolo.

Sollevandola la portò verso il letto

“La porta…”

“Non ti preoccupare è chiusa” rispose lui coprendole la bocca con la sua.

Si sbarazzò dei vestiti suoi e di lei, coprendole l’esile corpo. Sentiva il calore che le bruciava la pelle, i capezzoli sensibili che premevano sul suo petto liscio, il respiro irregolare ed il cuore martellante.

Le passò il pollice sulla bocca e le prese il viso con il palmo della mano, la morbida carezza delle dita che scendeva lungo il collo e sui seni.

Con un borbottio di soddisfazione la bocca si chiuse su uno dei capezzoli turgidi, titillandolo con i denti. Non aveva mai provato un desiderio così intenso. Faith arcuò la schiena in risposta alla deliziosa sensazione della sua lingua che volteggiava attorno alle punte dei seni e le leccava con bramosia.

Marcel premette la mano sulla sua pelle sensibile e accarezzò il fuoco che imperversava dentro di lei. Sentendo l’umidità del sesso sulla pelle, spinse ritmicamente verso l’altro, una e un’altra volta. Il respiro gli venne meno a ogni gemito languido di Faith che sollevava i fianchi in modo sensuale contro la sua mano, chiedendo di più

La sua bocca scese sulla pelle morbida del ventre di Faith, baciano e stuzzicando la pelle delicata, cercando la sua invitante femminilità.

I deboli freni che ancora lo trattenevano si spezzarono ed i timori persero ogni logica, diventando nient’altro che un guazzabuglio insulso.

Le mani afferrarono l’orlo degli slip che indossava ancora e lentamente li abbassarono, mentre le labbra tracciavano un sentiero infuocato sulla pelle nuda.

Le separò le cosce snelle affondò la testa nel suo sesso dolce e caldo, titillando con la linga il centro nevralgico del suo desiderio. Faith si contorse sotto di lui, gemendo in preda all’estasi e bocheggiando mentre raggiungeva l’acme del piacere.

Marcel risalì fino alla bocca e Faith gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione.

Lui frugò nei jean e trovò un preservativo. Finalmente la sua vorace bramosia avrebbe trovato la giusta soddisfazione. Senza perdere un colpo, affondò la sua dolorosa erezione nel corpo caldo di Faith.

Si mosse a scatti in preda a un sensuale stupore, gemendo in modo incontrollato mentre il piacere si diffondeva dentro di lui spingendolo ad accelerare il ritmo.

Faith accettò con impazienza quegli affondi. Si mosse, perdendosi nel desiderio sfrenato, smaniosa di raggiungere la vetta del piacere che aveva appena sfiorato.

Le mani gli afferrarono la testa per avvicinarla alla sua bocca, le gambe gli avvinghiarono i fianchi, il corpo rispose con entusiasmo agli affondi cadenzati che la colmavano. La sua mente si annebbiò mentre percepiva i piccoli tremori dell’orgasmo.

Marcel era smarrito in un mare di desiderio bruciante e continuò a spingere con movimenti meccanici. Il contatto delle sue labbra provocava esplosioni di piacere lungo ogni terminazione nervosa. Le divorò la bocca, mordendole le labbra, facendo scivolare la lingua sulla carne umida e sensibile. Quello non era un parto della sua fantasia eccitata: il viso meraviglioso di Faith era a pochi centimetri dal suo, acceso di desiderio, i capelli lucidi sciolti sul cuscino.

Voleva continuare ad amarla così per tutta la notte, muovendoi con affondi lenti e decisi dentro di lei, ma Faith gli allacciò le dita dietro la nuca, tirando e sollevando i fianchi “Marcel, ti prego” sussurrò.

La squisita dolcezza che permeava il suo nome e il movimento sensuale del suo corpo gli strapparono un gemito profondo. Marcel spinse forte, immergendo la lingua nella sua bocca accogliente, e in quel momento Faith si mosse in preda agli spasimi. Gli affondi di Marcel cessarono in risposta all’immenso appagamento che lo dilaniò. Fremiti violenti lo travolsero e insieme si abbandonarono a un’ebrezza estatica. Crollò sopra di lei, la pelle calda e umida, il respiro affannato. Subito si spostò di lato per evitare di schiacciarla. Rotolando, la trascinò con sé e le cinse la schiena, le dita intrecciate tra i capelli.

Marcel si sentiva leggero come una piuma. La mano vagò con indolenza lungo il corpo di Faith, su e giù, su e giù, andandosi infine a pasare tra i capelli.

Faith lo baciò sul collo e strusciò le labbra sulla sua clavicola prima di sussussargli all’orecchio “Sei un tipo molto convincente”

Brividi di piacere gli solleticarono la pelle, Marcel strinse la presa su di lei con un sospiro di sollievo, lasciando che quel delizioso contatto con Faith lo cullasse fino a farlo scivolare in un sonno profondo.

 

Maddie passò davanti alla camera di Marcel e sorrise compiaciuta fra sé. Faith era perfetta per suo fratello, anche lui se ne era reso conto fin dal primo momento.

 

“Hai visto Faith?” chiese Buffy preoccupata. Anche se i loro rapporti non erano fra i più tranquilli, aveva deciso di chiederle di andare con lei a Sunnydale fino a quando non avesse saputo cosa fare di preciso, non voleva abbandonarla.

Maddie fissò ancora la porta della stanza di suo fratello “No”

“Accidenti la sto cercando da una buona mezz’ora, spero che non se ne sia già andata. Forse tuo fratello sa dove si trova” riprese Buffy mentre avvicinava la mano alla maniglia della porta.

Prontamente Maddie la fermò.

“Cosa…”

“Non dovresti disturbare ora…”

Buffy la fissò con aria interrogativa e poi spalancò gli occhi e le si aprì un sorriso sulle labbra “Oh, capisco” disse “Deduco quindi che la mia proposta arrivi tardi”

“Anche se lo avessi chiesto prima, presumo che quella di mio fratello sia molto più alettante”

“Su questo non avevo dubbi” rispose Buffy felice per la cacciatrice bruna che forse finalmente aveva trovato la sua strada e qualcuno che la amasse per quello che veramente era.

 

CAPITOLO 64 (NC -18 PER DESCRIZIONE GRAFICA DI RAPPORTI SESSUALI)

 

Maddie era seduta davanti alla finestra cercando di concentrarsi. Tutti i protagonisti di quella strana storia fra poco sarebbero ritornati alla loro vita normale.

Improvvisamente due forti braccia la strinsero. Lei si appoggiò al petto dell’uomo sospirando.

“Ti senti bene?”

Maddie annui. Ma in fondo sapeva che non tutto era terminato. Era meglio godersi quegli istanti. Si girò lentamente verso di lui e gli offrì le labbra.

Il bacio fu lungo e languido. Robert intrecciò le mani fra i suoi capelli.

Lei si staccò di lui e distolse lo sguardo “Mi dispiace”

Lui le alzò il viso e la fissò negli occhi “Ti dispiace per cosa? Per i tuoi capelli? Quelli ricrescono, le tue ferite guariranno, ma tu, tu sei insostituibile!” disse prima di baciarla con passione.

“Dio, quanto mi sei mancata”

“Tu nemmeno un po” disse lei. Lui si staccò e la fissò con aria interrogativa e quando vide il suo sguardo ironico, sorrise prima di premerle le labbra sul viso, per scendere poi sulla gola e tempestarla di baci provocanti.

Una scarica di desiderio squassò Maddie e le sue mani affondarono nei morbidi capelli di Robert. Si dimenò nella sua stretta e gli prese la mano, guidandolo verso il seno.

Robert tracciava una scia di baci seducenti dalla gola alla morbida curva della spalla, ed il desiderio divenne più acuto.

“Mostrami quanto ti sono mancata” lo implorò

“Con molto piacere” mormorò Robert risalendo con una serie di baci dal collo all’orecchio. Le titillò il bordo con la lingua, poi prese il lobo fra le labbra e lo succhiò delicatamente.

“Sto esplodendo, Maddie”. A dimostrazione del concetto le prese la mano e se la portò sulla cerniera dei Jeans premendole il palmo sull’erezione e tenendolo là.

Con baci roventi le sfiorò la mascella, scendento fino all’angolo della bocca ed esplorando abilmente le labbra con la punto della lingua “Ti voglio” sussurrò con tone seducente.

Le sue labbra, decise e morbide e così abili si mossero e si strofinarono sopra quelle di lei, inducendola a rispondere con la stessa foga. Si avvicinò un altro po’ e sollevò l’altra mano, affondando di nuovo le dita tra i capelli. Poi le spinse indietro la testa per aveve un’angolazione migliore.

La bocca di Robert era focosa, esigente , allettante e le dava così tanto piacere che la testa le girò. Con un gemito profondo le dita di Maddie si arricciarono nella stoffa della camicia, premendo contro i muscoli tesi del suo petto. Lui le insinuò la lingua nella bocca con affondi decisi e sensuali. Lei gli rispose con entusiasmo, la lingua che seguiva la linea del labbro inferiore e si immergeva nella sua bocca. Incapace di aspettare oltre per sentire la sua pelle, Maddie fece scivolare le mani sulla vita e sull’orlo dell T-shirt, che sfilò con bramosia dalla testa e lanciò a un lato.

Robert boccheggiò quanto sentì le mani di lei vagare sul suo petto. Maddie gli accarezzò i muscoli solidi e i contorni del corpo esplorandone la forza. Con un gesto deciso Robert le tolse il top, poi si sbarazzò del reggiseno. Lei gli si avvicinò, il seno proteso e smanioso di carezze. Ciò che era rimasto del suo respiro evaporò quando si schiacciò contro di lui, i capezzoli brucianti e turgidi. Robert emise un verso roco e la baciò, accarezzandole ogni millimetro di pelle. L’attirò a sé e le sollevò i fianchi, facendole sentire forte e chiaro quanto disperatamente e urgentemente la desiderasse. Maddie lo avvinghiò con le braccia, baciandogli collo e spalle. La lingua affondò nell’incavo alla base della gola e il desiderio la travolse con un’onda.

Le dita di Robert armeggiarono con il bottone e la lampo dei pantaloni, Maddie gli coprì le mani, aiutandolo. Con gesti freneciti le abbassò l’indumento, che andò a raccogliersi in corrispondenza delle caviglie. Poi iniziò a giocherellare con l’orlo degli slip, le sue dita come lingue di fuoco sulla pelle di Maddie.

Finalmente, dopo tanto tempo, era nuda fra le sue braccia. Gli occhi di Robert lampeggiarono nella stanza silenziosa, mentre si imbeveva con lenta avidità di quella vista.

Si arcuò quanto la mano di Robert si chiuse sopra il suo seno. Glielo prese delicatamente e lei restò senza fiato mentre il bisogno irrefrenabile di sentire il suo tocco le bruciava dentro. Le sensazioni magiche delle sue dita che la stuzzicavano le mozzarono il respiro.

Quando Robert fece scendere la mani lungo la spina dorsale e sopra le natiche, srizzando e manipolando, Maddie gli cinse il collo e si sollevò in punta di piedi, offrendogli tutta se stessa.

Le carezze sensuali di Robert scatenarono esplosioni multiple di estasi profonda, infiammando ogni terminazione nervosa e facendola vibrare come una corda tesa. Quando insinuò una mano tra i loro corpi e allargò le dita nella soffice peluria che copriva la sua femminilià, un incendio divampò dentro Maddie, togliendole il fiato.

La adagiò piano sul letto allungandosi sopra di lei. Maddie arcuò la schiena sollevandosi appena e Robert cercò il seno con la bocca, catturando un capezzolo fra le labbra e succhiadone forte la punta dolorante per poi lambirlo con la lingua. Ripetè l’operazione una e un’altra volta, finchè lei non riuscì a sopportare quel dolce tormente un secondo di più.

Maddie gli intrecciò le mani fra i capelli scuri e si mosse con impazienza sotto di lui. Gli cinse i fianchi con le gambe, il denim dei jeans ruvido sulla pelle sensibile dell’interno coscia. Sollevando le anche verso il suo corpo, cercò il contatto con la parte più eccitata di lui, nel tentativo di lenire il dolore che bruciava nel punto cruciale del desiderio.

Con il pollice Robert spinse sulla clitoride tumida ed indolenzia, e con un gemito profondo Maddie aprì le gambe, smaniosa di sentirlo allentare la tensione che si era accumulata a quel punto.

“Oh ti prego!” disse lei

Lui alzò la testa e le sorrise. Le labbra gonfie dei suo baci, umide e schiuse, lo imploravano. “Ti piace?” sussurrò mentre continuava la sua lenta esplorazione.

A quel punto lei si drizzò di colpo, spingendo sulle sue spalle e gettandolo sul letto con tutta l’energia che aveva. Poi raggiunse il bottone dei jeans e afferrò la lampo, lottando disperatamente per liberarlo.

Il corpo di Robert si irrigidì come in una morsa e lui gemette a fior di labbra dinanzi a quella dimostrazione di forza. Appena Maddie riuscì ad abbassargli la zip, la sua erezione guizzò fuori come se non tollersasse più quella prigione forzata.

Ormai la pazienza di Maddie si era abbondantemente esaurita. Lo voleva. Subito. Si allungò di nuovo verso di lui, mentre Robert si abbassava con foga i jeans, poi si mise seduta e gli stampò un bacio infuocato sul petto, chiudendo le dita attorno al suo sesso vibrate.

“Non posso resistere oltre” disse lui “Voglio essere dentro di te”

Maddie lo fece ricadere sui cuscini e lui si coprì con una mano per impedirle di accoglierlo nel suo corpo. Momentaneamente confusa, lo guardò dritto negli occhi.

Assomigliavano a due carboni ardenti. “Protezione” sussurrò disperato. Si infilò un preservativo alla svelta prima di lasciarsi guidare da Maddie. Chiuse forte gli occhi mentre lei lo prendeva dentro di sé. Il petto che si sollevava con un moto ritmico e ogni muscolo che tremava per lo sforzo di trattenersi. Maddie decise di sollevarlo da quella decisione, mettendosi sopra e accogliendolo per metà prima di sussurrare

“Si…”

“Prendimi” disse lui a denti stretti.

Maddie era fuori di sé per il piacere e non desiderava altro che perdersi nel turbine di emozioni che poteva darle solo Robert.

Gemette in preda ad un misto di agonia ed estasi, desiderosa di prendere tutto di lui. Incamerò aria e si rovesciò in avanti, ombelico contro ombelico, petto contro petto. Gli afferrò gli avambracci per sostenersi, i bicipiti duri come la roccia sotto le sue dita.

Lui premette la testa forte sul letto, mentre il respiro diventava sempre più irregolare “Accidenti, mi stai facendo impazzire”

Godendosi quella meravigliosa sensazione di potenza, Maddie sprofondò ancora un po’, stuzzicandolo oltre i suoi e i propri limiti. Lui si sollevò a catturarle un capezzolo tra le labbra e le posò le mani sul posteriore. Quell’andamento seducente era una deliziosa tortura.

Le sue mani le presero il viso, trascinando la bocca verso quella di lui. Robert la baciò con disperazione, sussurrandole parole eccitanti, adulandola, provocandola, lasciandola boccheggiante e facendola gemere in modo incontrollato.

“Maddie, di prego, muoviti. Forte e veloce, Ti prego…sto morendo” la supplicò

Lei chiuse gli occhi e spinse con decisione i fianche accogliendolo completamente dentro du sé. La sua bocca si staccò interrompendo il bacio e Robert girò la testa di lato, sospirando forte.

Mentre si muovevano all’unisono il piacere aumentò di intensità, dilatandosi dentro di lei finchè riuscì a malapena a respirare per la pressione.

I baci di Robet si fecero più urgenti, più carnali, gli affondi più decisi, stimolandola, mettendola a dura prova. Il tempo per il divertimento si esaurì, smorzandosi di fronte a qualcosa di torrido e soffocante che li avvolgeva e minacciava di consumarli.

Robet insinuò una mano tra i loro corpi e le sfirò il delicato centro del desiderio proiettandola oltre il limite.

Maddie quasi urlò quando l’orgasmo la investì con la forza di una violenta deflagrazione. Si arcuò sopra di lui, le mani che scivolavano sul suo petto sudato, i muscoli che si serravano intorno alla sua erezione con un intensità che prolungò il piacere all’infinito.

Quando anche Robert raggiunge l’acme del piacere, Maddie gli si avvinghiò quasi con disperazione e diede una spinta energica, fino in fondo, regalandosi un’ultima ondata di piacere.

Esausta, sprofondò sul suo petto, i muscoli tremanti che si rilassavano poco per volta. Il respiro entrava e usciva spezzato dai polmoni e il cuore galoppava come un cavallo da corsa.

Annebbiata da un senso di languore e spossatezza, alzò la testa e in qualche modo trovò la forza di sorridere

“Wow” disse Robert

“Devo ammettere che ti sono mancata davvero tanto” rispose lei

“Avevi qualche dubbio?”

“Beh, sono successe tante cose e non siamo più gli stessi”

“E’ vero, non siamo più gli stessi,” disse lui abbracciandola “ma quello che proviamo l’uno per l’altro non è cambiato ed alla fine è questo quello che conta”

“Hai ragione”

“Ah questo proposito” risprese Robert, “Lascia che ti dimostri ancora quanto mi sei mancata”

 

Avevano fatto l’amore fino allo sfinimento. Robert si era appisolato ed il suo respiro regolare riempiva la stanza. Maddie dal canto suo non riusciva a dormire. Voleva godersi quegli attimi totalmente, prima che una nuova bufera li investisse. Robert nel sonno si volse verso di lei e la abbracciò. Nulla era cambiato, pensò fra sé, la loro unione era sempre totale e completa, ma c’erano ancora alcune cose da chiarire, prima fra tutte la sua relazione con Angel. Robert sembrava non darle peso, ma lei sapeva che prima o poi tutto sarebbe venuto a galla. Chissà se la verità sarebbe stata ben accetta. Lentamente il sonno sopraggiunse.

 

Wolfram & Hart – Ufficio di Lilah Morgan

 

“Ne è sicuro?” chiese la donna

Quentin Travers la fissò gelido “I demoni non sono sicuri, basta vedere quello che è successo, voglio dei professionisti, veri professionisti”

“Ma loro…”

“Non voglio sentire nessun ma. Alcuni degli ospiti di quel vampiro se ne sono andati, ma il bambino è ancora là. Dei veri professionisti senza scrupoli faranno al caso mio. Allora?” finì lui gettandole una valigetta che la donna aprì scoprendo una cifra esorbitante

“Nessun problema” rispose Lilah.

 

Hotel Hymperion.

 

Buffy era seduta nella Hall dell’Albergo leggendo una rivista. Daniel stava riposando nella sua stanza e finalmente poteva dedicarsi un po’ a se stessa e riposare. Tutti gli accadimenti degli ultimi giorni l’avevano sfinita.

Lorne si avvicinò a lei. Buffy alzò gli occhi e gli sorrise “Non mi chiederai di cantare vero?”

“Tesoro, non siamo nel mio locale, ma se vuoi impressionarmi”

“Non ci tengo particolarmente…”

“Comunque qualcosa ho capito ugualmente”

“Cosa?”

“Hai scoperto tutto di Angel e Cordelia vero?”

“Non mi va di parlarne e poi sono fatti personali di Cordelia e Angel”

“Ma ti infastidisce?”

Buffy fece spallucce “Ho già detto tutto quello che dovevo ad Angel e sinceramente non mi va di riperterlo. Fra due giorni me ne andrò e tutto ritornerò alla normalità!”.

 

Robert si svegliò con la presenza di un corpo caldo accanto al suo e sospirò soddisfatto. Tutto era stato tremendamente perfetto, lei era di nuovo sua, nonostante quello che poteva esserci stato con Angel. Certo, ora alcube delle loro divergenze si erano appianate, ma al solo pensiero di loro due insieme la gelosia fece capolino. Certamente anche lui aveva avuto altre storie ed era sicuro che se si fosse trattato di un ragazzo normale non sarebbe stato geloso. Ma Angel non era un uomo normale e il solo pensare che lei, forse, aveva provato le stesse cose anche con lui…non riusciva ad accettarlo.

“A cosa pensi?”

Robert sussultò alla domanda “Niente di particolare…”

Lei li passò un dito sulla fronte “Bugiardo…non sei mai stato capace di mentire. Allora?”

“Non voglio rovinare quello che abbiamo con una futile discussione, passerà prestro”

“O ritornerà altrettanto presto. Si tratta di Angel vero?”

Lui la fissò, ma non disse nulla “Chi tace acconsente…cosa vuoi sapere?”

Robert si alzò a sedere, voleva sapere tutto, ma prima c’era una cosa che doveva dirle.

Maddie aprì la bocca per dire qualcosa quanto lui la interruppe. “Prima che tu inizi devo dirti una cosa…” Gli raccontò di come aveva incontrato Buffy la prima volta e che senza capire il perché erano finiti a letto insieme. Dei sogni dove lui faceva l’amore con lei e delle strane visioni nel quale vedeva il viso di Angel.

“Ma ora voglio sapere una cosa e devi essere sincera. Te lo chiederò una sola volta e poi non ritonerò più sull’argomento…sei stata a letto con lui?”

Maddie sorrise. Era arrivato il momento che tutti gli interessati conoscessero la verità. Lo baciò leggermente e si alzò dal letto.

“Dove vai?” chiese lui

Lei ammiccò maliziosamente “A farmi una doccia, vuoi venire?”

Vedendo che non riceveva risposta Maddie continuò. “Vieni con me Robert e dopo ti darò tutte le rispose che vuoi”

Lui non se lo fece ripetere due volte e come una furia la seguì in bagno.

 

 

 

 

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Stellina

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Wooooooooooooooooooooooooooooooooooooooow

No score for this post         October 3 2006, 2:11 PM

 

Ciao Non mi sono ancora presenata Sono Stellina e sono una nuovo scrttrice sul forum!!!

 

La tua storia la seguivo anche prima di scrivere e mi piace troppo sprero che continui presto!!!

 

POstaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Bacini Stellina

 

 

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Aldebaran

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THE GUARDIAN - Capitolo 65

No score for this post         October 11 2006, 1:25 PM

 

Piccolo commento agli ultimi episodi di Angel.

 

Evviva...Evviva! Finalemte il telefilm sta ritornando agli antichi splendori. Il ritorno di Angelus è veramente...non ho parole...e tutto il resto...eccezzionale. Angelus ha il pregio di mettere in evidenza quello che veramente le persone provano e pensano mettendole difronte alla verità.

Ripensandoci bene, la vera caratteristica di Angelus, a parte essere brutale e dominiaco consiste nel fare della verità la sua arma migliore!

Devo dire che gli gli sviluppi che accandono nei personaggi di Fred e Gunn, Wesley, Connor e la stessa Cordelia sono molto, ma molto interessanti.

Attendo con trepidazione domani sera per godermi il seguito.

Con l'occasione eccovi un nuovo capitolo della mia fan-fic. Spero che continuerete a seguirla!

Grazie

 

CAPITOLO 65

 

Ufficio di Angel – pomeriggio.

 

Buffy si mosse a disagio sulla sedia, Angel riusciva sempre a farle questo strano effetto. Maddie gli aveva dato appuntamento ed ancora non si faceva vedere.

Dal canto suo Angel cercava di rimanere impassibile, come se la cosa fosse facile.

Improvvisamente la porta si aprì e fecero la loro comparsa Robert e Maddie. Entrambi avevano un sorriso stampato sul viso ed i capelli bagnati. Ad Angel e Buffy non sfuggì la cosa e capirono che finalmente i due si erano ritrovati.

“Vi chiederete perché ho voluto incontrarvi” iniziò Maddie

“Effettivamente…” disse Buffy cercando di mantenere la calma. Probabilmente Robert le aveva raccontanto quello che era successo ed ora lei voleva mettere le cose in chiaro.

Anche Angel stava pensando la stessa cosa, Maddie aveva raccontato tutto al suo ragazzo e, quello che prima era solo un sospetto, era diventato una certezza e lui …avrebbero fatto di nuovo a pugni?

“Prima di andarecene volevo chiarire alcune cose che riguardano noi quattro. Come sapete” continuò la ragazza mentre si sedeva sul divano con accanto Robert “Sono successe molte cose, che hanno cambiato il corso di tutta questa storia. Non era nelle mie intenzioni e non era sicuramente previsto, ma ho incontrato Angel per caso e senza volerlo è diventato un tassello indispensabile, tutto quello che è successo fra di noi” continuò la ragazza fissando il vampiro “doveva accadere”

“Maddie, non occorre.che tu …”iniziò Angel notando i segni della tensione sul volto di Robert

“E’ necessario. Anche quello che è successo tra Robert e Buffy era inevitabile”

“Che cosa sarebbe successo?” chiese il vampiro fissando Buffy. Lei distolse lo sguardo

“Capisco, quindi vi conoscevate da prima…”

“Non capisco cosa ti possa interessare” sbottò a quel punto Buffy evidentemente irritata dal comportamento del vampiro “Eventualmente è una questione personale con Maddie”

“Non pensare di essere al centro della mia vita, con chi ti incontri non mi interessa più ormai” rispose Angel con cattiveria

“Bene, ora che abbiamo chiarito tutto posso anche andarmene!” disse Buffy

“Accomodati, nessuno ti trattiene!”

Maddie ascoltava quel battibecco abbastanza stupita, per essere due persone che affermavano di non provare più niente l’uno per l’altro erano alquanto tesi “Avete finito?” grido la ragazza

Buffy ed Angel la fissarono. “Come vi ho già detto prima non c’è nessuno da incolpare, niente da recriminare, niente di cui essere gelosi perché io ed Angel non abbiamo mai fatto sesso insieme!”

“E’impossibile” intervenne a quel punto il vampiro “Insomma ci svegliavamo nello stesso letto …e se ben ricordo eravamo senza vestiti”

“Tu l’hai vista nuda?” chiese Robert ormai sull’orlo del tracollo

“Stai zitto Robert, cerca di mantenere la calma. Vi ricordate tutti i vostri sogni?” I tre annuirono.

“E tu Angel ricordi che cosa mi hai detto una volta?”

Il vampiro annui

“Potremmo sapere anche noi o si tratta di un segreto di Stato?” chiese Robert a quel punto

Il vampiro abbassò lo sguardo ed esitando disse “Mi vedevo insieme a…Buffy”

Il cuore della cacciatrice si fermò per un attimo. Dunque era successo anche a lui!

Maddie notò lo sguardo smarrito dei suoi tre interlocutori mentre ripensavano a quello che succedeva in quei sogni così reali.

Maddie sorrise “Vedo che cominciate a capire…quei sogni che facevamo, noi eravamo con le persone che desideravamo, con coloro che amiamo” finì la ragazza sorridendo a Robert.

“Quindi tutti i sogni che ho fatto…facevo davvero l’amore con Angel? Ma come è possibile? Eravano lontani, entrambi con le nostre vite…oddio mi sta venendo mal di testa”

“I cuori si incontrano ovunque” disse a quel punto Maddie “Ed la magia del mio medaglione ha fatto il resto.”

“Non può essere vero…io…” intervenne a quel punto Angel

“Si?”

“La mia anima…”

“Non capisco tutta questa tua preoccupazione” disse Buffy a quel punto “Mi sembra che la cosa non ti scalfisca molto quanto sei con Cordelia”

“Non nominare Cordelia, lei non c’entra in tutta questa storia. Non riesco ancora a crederci. Io ero con te, con te!” finì il campiro passandosi nervosamente la mano fra i capelli.

“La cosa non ti fa piacere?” chiese Robert evidentemente sollevato dalla rivelazione di Maddie

“Si..No…non so più cosa pensare. L’ho desiderato così tanto e per così tanto tempo che alla fine anche i sogni erano ben accetti, ma scoprire ora che tutto era reale…sono confuso” finì il vampiro sedendosi stancamente sulla poltrona dietro la sua scrivania.

“L’ho desiderato tanto anch’io” disse Buffy a quel punto. I loro occhi si incontrarono e il loro sguardo rimase alacciato per alcuni intermabili secondi.

Angel si alzò e si avvicinò a lei, Le prese una mano fra le sue. “Scusami Buffy se mi sono comportato…”

“Penso che sia meglio che togliamo il disturbo” disse Maddie a quel punto mentre lasciava la stanza con un Robert al settimo cielo per la felicità.

Rimasti soli Angel fissò nuovamente Buffy negli occhi e le parole uscirono dalle sue labbra come un fiume in piena. Si scusò con lei per quello che aveva pensato, per come l’aveva trattata da quanto era arrivata all’Hymperion, e Buffy fece lo stesso. Parlarono per molto tempo, districando quella matassa di rancori, scelte sbagliate, di odio represso che non doveva esistere, scoprendo che il tempo passato lontano li aveva fatti cambiare e crescere preparandoli al futuro.

Alla fine Angel e Buffy capirono che tutto quello che era successo in quegli anni era necessario per continuare la loro strada, e l’amore che era nato a Sunnydale era ancora lì, ma doveva trasformarsi da quell’amore adolescenziale ed un po’ egoistico a quell’amore maturo che cresce e accresce con il passare del tempo ed unisce due persone per l’eternità.

“In fondo al mio cuore” disse Buffy con le lacrime agli occhi “Non ho mai smesso di amarti. Ho avuto altre storie, sarebbe inutile negarlo, ma quell’amore da adolescente nato per caso a Sunnydale era sempre lì e senza saperlo con il tempo si è trasformato in qualcosa che nemmeno io riesco a comprendere appieno…”

“Anche per me è così. Ho avuto tanto tempo per pensare ed ho scoperto che dovevo lasciarti per capire veramente quello che provavo per te. Io non ho mai saputo che cosa fosse l’amore, non l’ho mai provato, ma con te…tutto era diverso…Io avevo paura.

“Paura?”

“Paura di quello che provavo. E se poi non si fosse trattato di amore? Ma solo di un’infatuazione? Non potevo approfittare di te in questo modo, dovevo capire se quello che provava il mio cuore morto da più di duecento anni fosse veramente amore”

“Angel…” disse Buffy appoggiando una mano sul suo petto “Il tuo cuore non è morto, e pieno di buoni sentimenti e di amore. Hai così tanto da dare”

Angel fissò Buffy negli occhi e senza pensarci due volte la baciò.

Nell’ufficio accanto Cordelia mise una mano sulle labbra a soffocare un singhiozzo. Senza volere aveva sentito tutto!

 

Uffici della Wolfran e Hart – sotterraneo

 

Trent fissava allibito le persone che si trovava davanti. Si vedeva infatti lontano un miglio che erano mercenari e della peggiore specie.

“Vuole davvero avvalersi di loro?” chiese con una nota di preoccupazione

“Non voglio tentennamenti o sbagli. Questa volta avrò il bambino a costo di distruggere mattone per mattone il covo di quel vampiro”

“Ma…i suoi collaboratori…la cacciatrice…”

“Dovranno scegliere” rispose Quentin Travers

 

Hotel Hymperion – stanza di Angel

 

Angel era sdraiato sul letto e pensava alla conversazione avuta con Buffy. In realtà, anche se erano anni che si conoscevano, quella era stata la prima volta che avevano parlato e ascoltato veramente. Ma nonostante avessero compreso di amarsi ancora c’erano alcune difficoltà. Chiuse gli occhi ripensado alle parole di Buffy dopo che le loro labbra si erano staccate

“Non possiamo tornare insieme Angel, non siamo più soli”

“Non capisco…”

“Ci sono altre persone ora nelle nostre vite, non dobbiamo farle soffrire…”

“Stai pensando a Cordelia vero?”

Lei annui. “Ti ama Angel e da quanto ricordo dalla nostra ultima discussione anche tu ricambi i suoi sentimenti”

“Le voglio bene, è vero, ma ora…”

“Ora che cosa? Non puoi comportarti con lei come hai fatto con me, non se lo merita. E’ cambiata l’ho notato anch’io ed ora fa parte della tua vita, io… non posso più farlo”

“Buffy cosa stai dicendo? C’è qualcun altro forse?”

“Sì e per lui sono disposta a tutto”

“Anche rinunciare a quello che abbiamo appena ritrovato?”

“Si”

“Ma è assurdo, nessuno vale tanto!”

“Daniel lo vale”

“Daniel…”

“Lui è la mia vita ora e non voglio più lasciarlo solo. Voglio dargli una vita serena e regolare nelle mie possibilità, voglio vivere con lui e vederlo crescere”

Angel continuava a fissarla negli occhi e lei continuò “Le nostre vite si sono separate tempo fa. Tu qui ed io a Sunnydale. Entrambi abbiamo fatto delle scelte e dobbiamo rispettarle. Forse noi ci ameremo sempre, ma non potremmo mai stare assieme, almeno non come tu stai con Cordelia. Non eri forse felice fra le sue braccia?”

Angel annui abassando gli occhi

“Non devi sentirti in colpa, forse i suoi poteri rendono nulla la tua maledizione, ma questo non cambia le cose tra noi, ma ha cambiato la tua vita con lei. Anche se Maddie ci ha confermato che i sogni erano reali, per noi a quel tempo erano sogni a cui ci aggrappavamo estenaumente. Ma la realtà è diversa, la tua realtà di chiama Cordelia” aveva finito lei alzandosi dalla poltrona. “Domani tutti noi ce ne andremo e tu ritornerai alla tua normalità ed a Cordelia” finì lasciando la stanza.

Angel non le aveva né risposto né l’aveva rincorsa sapendo benissimo che aveva ragione. Pur amandosi, di quell’amore che si trovava una volta nella vita, le loro vite sarebbero rimaste separate.

 

Casa di Cordelia

 

Cordelia gettò l’ennesimo fazzolettino di carta nella spazzatura. Aveva pianto tanto dopo che aveva lasciato l’Hymperion con l’immagine di Buffy ed Angel che si baciavamo e dichiaravano amore eterno. Ma in fondo al suo cuore sapeva che sarebbe successo. Quei due erano come due calamite, anche se stavano lontano anni ritornavano sempre ad unirsi.

Lei amava Angel e non lo avrebbe certo lasciato a Buffy, avrebbe combattuto per lui come aveva fatto anche in passato. In fin dei conti ne avevano passate tante assieme e ormai si conoscevano benissimo. Dov’era Buffy quando lui era ferito o aveva bisogno di conforto e aiuto? Lei era lì con lui a Los Angeles mentre Buffy…Buffy era a Sunnydale a combattere ed a soffrire. Purtroppo la realtà era questa. Angel aveva cominciato ad interessarsi versamente di lei quando Doyle le aveva passato le visioni. Prima la considerava un’amica, poi un collegamento con le forze dell’essere, era andato perfino in un’altra dimensione a cercarla. Il loro rapporto, lentamente, era cambito, ma il punto di svolta quando era stato? Improvvisamente si ricodò del ballo. Tutto era iniziato quella sera, un’attrazione fatale a sentire Lorne, ma c’era solo questo fra di loro? No, disse fra sé, scuotendo il capo, fra loro c’era anche amore. Ma che tipo di amore? C’era più di un modo per amare? Fin dai tempi di Sunnydale aveva sempre invidiato Buffy per come Angel l’amava. Quell’amore che ti fa alzare la mattina, che fa sembrare bello anche le cose più brutte, che illumina l’esistenza. Angel e Buffy avevano avuto tutto questo. Nonostante la maggiorparte della loro relazione si svolgesse di notte, fra la caccia ed i demoni, loro squarciavano le tenebre con il calore del loro amore e lo vivevano.

La domanda finale era dunque questa, concluse alla fine Cordelia: che tipo di amore univa lei ed Angel? Che tipo di amore provava Angel per lei, ma soprattutto che tipo amore provava lei per lui?

 

Sera- Hotel Hymperion

 

Tutti erano riuniti nella Hall. Della compagnia giunta all’inizio erano rimasti sono Giles, Spike, Xander, Marcel, Faith, Maddie, Robert, Buffy e Daniel, tutti gli altri erano già partiti per Sunnydale.

I componenti della Angel Investigazioni erano intenti a salutare. Wesley stava dando a Giles un antico libro pieno di profezie e si stavano mettendo d’accordo di collaborare di quanto in quanto. Marcel e Faith erano abbracciati e raggianti.

“Allora partirari con lui?” chiese Fred evidentemente emozionata per quella bella storia d’amore.

Faith si strinse più al ragazzo “Beh, mi ha fatto un’offerta davvero alettante e poi sono sicura che anche a Vancouver troverò qualcosa da cacciare”

Cordelia cercava di non far trapelare il suo stato d’animo e sorrideva a tutti. Anche Angel era teso.

Improvvisamente Daniel li saltò al collo

“Verrai a trovarmi a casa della Mamma?”

Il vampiro gli sorrise “Certamente, appena sarò libero dagli impegni verrò volentieri”

“Al mio compleanno?”

“Certo, quando sarebbe?”

“Fra due mesi, così mi ha detto la mamma. Sai, le vuole dare una festa, ma non devi dirlo a nessuno perché è una sorpresa” rispose il ragazzo sussurrandolo ad Angel

“Non ti tradirò, stanne certo”

“Forza è ora di andare” disse Buffy

“E’ tutto pronto. Il furgone ci sta aspettando” rispose Xander

Tutti iniziaronoa scambiarsi baci e abbracci, ma quando Buffy giunse vicino ad Angel gli perse la mano.

“E’ stato bello rivederti Angel” disse lei

“Anche per me” rispose il vampiro stringendo più del normale la sua esile mano

“Spero che la fortuna continui ad assiterti. Hai una bella agenzia”

“Grazie”

Cordelia guardava la scena e non riusciva a capire bene. Lei non rimaneva? Lui non le correva dietro? Allora Angel aveva deciso di rimanere con lei! Questa certezza la tranquillizzò.

 

Stavano tutti per lasciare l’albergo quando le porte si spalancarono ed entrarono Quentin Travers, Trent ed alcuni brutti ceffi che non promettevano nulla di buono

“State andando da qualche parte?”

 

 

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alexis82

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 65

No score for this post         October 11 2006, 1:58 PM

 

la storia è davvero fantastica e tu scrivi magnificamente..

continua presto sono sempre li che aspetto il seguito perchè è troppo bella..

complimenti a presto............

alexis

 

 

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Stellina

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wooooooooooooooooooooow

No score for this post         October 11 2006, 3:47 PM

 

Ma mi vuoi morta!!! per favore coninua al piu presto!!!

 

postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!

 

 

bacini Stellina

 

 

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maudit

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favolosa!!!!!!!!!

No score for this post         October 12 2006, 9:17 PM

 

ti prego continua presto adoro la tua ff non farci attendere molto ti prego ti prego ti prego!!!!!!!!!!

 

 

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Anonymous

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Continua!!!!!!!!

No score for this post         October 25 2006, 1:33 PM

 

Allora quando la continui? PResto ti prego!!!!!!!!

 

 

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alexis82

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 65

No score for this post         November 6 2006, 6:48 PM

 

continui presto vero???

ti pregoooooooooooo....

postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

alexis

 

 

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maudit

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mi manca la tua creativita'

No score for this post         November 12 2006, 11:41 PM

 

ciaooo sono madddy...lo so ti stresso... ma vedi aspetto con ansia nuovi cap...ogni giorno spero di avere sorprese da parte tua....posta presto...un bacio !!

 

 

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Aldebaran

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THE GUARDIAN - Capitolo 66

No score for this post         November 14 2006, 1:03 PM

 

Eccomi di nuovo qui. Mi scuso per il tremendo ritardo, ma purtroppo in questo periodo ho molta da fare. Non so se è successo anche a Voi, ma giovedì scorso c'erano problemi con il satellite e fox tv non si vedeva! Accidenti mi sono persa le ultime due puntate di Angel. Ma ho rimediato subito e le ho prontamente registrate il lunedì sucessivo quando le hanno ripetute alle 01,00 del mattino!.

Devo dire che la serie, partita veramente in sottotono alla fine si è riscattata, non come speravo, ma abbastanza da far si che la cosa continuasse ad interessarmi.

Ed ora per tutte coloro che mi seguono eccovi una nuova puntata della mia fan-fic.

Grazie!

 

CAPITOLO 66

 

I primi a rimanere sorpresi furono Giles e Wesely che ad unisono dissero “Quentin?”

Buffy si mise davanti a Daniel per proteggerlo e fu subito affiancata da Marcel e Faith.

“Che cosa vuole?” chiese con aria agguerrita.

Quentin Traver avanzò attraverso la Hall dell’albergo mentre i sei uomini che erano con lui lo seguivano ad armi spiegate.

“Buffy, per favore… Cosa ci fai qui Quentin?” Chiese gentilmente Giles al suo vecchio amico nonché capo del Consiglio degli Osservatori.

Lui gli sorrise sarcastico “Non lo immagini? Voglio il bambino”

“Come?”

“Pensa davvero che le darò mio figlio senza combattere?”

“Vedi cacciatrice” inziò lui “o me lo consegni volontariamente e nessuno si farà male, oppure vi ucciderò tutti, e lo prenderò ugualmente. Scegli tu.”

“Quentin cosa stai dicendo?”

“Oh per favore stai zitto Giles, sono cose che non puoi comprendere”

“Invece lei comprende tutto non è vero?” intervenne a quel punto Maddie facendo brillare la sua spada.

“Il guardiano. Finalmente ti conosco personalmente. Sarebbe stato tutto più facile se non ti fossi intromessa”

“Ma io dovevo farlo, lei lo sa benissimo!”

“Sei intervenuta per salvare quell’essere che distruggerà il mondo” gridò carico di rabbia Trent, ancora risentito per quello che la ragazza gli aveva fatto.

Robert si affiancò a Maddie e fissò l’uomo con odio. Se voleva farle del male prima avrebbe dovuto passare sul suo cadavere.

“Distruggerà il mondo? Daniel? Ma chi le ha raccontato queste sciocchezze?” chiese Wesley a Trent

L’uomo stava per rispondere quanto fu interrotto da Quentin “Questo non ha importanza, il bambino prego.”

“Piuttosto la morte” rispose Buffy

Quentin Travers fece un cenno con una mano e sei fucili le se puntarono addosso

“No!” gridò Angel andandosi a parare davanti a lei

“Quentin che cosa stai facendo? Sei il capo del Consiglio degli osservatori, devi proteggere ed aiutare la cacciatrice, non ucciderla”

“Rupert…Rupert…sei sempre stato così ligio alle regole, così attaccato a questa cacciatrice. Ti avevo già avvertito una volta che l’affetto che provi per lei non ti rende lucido nei giudizi”

“Non capisco perché voglia Daniel, porterà solo del bene…la profezia…”

“La profezia è chiara, distruggerà il mondo” ribadì Trent

“Non so chi lei sia” si intromise Wesley a quel punto “Ma secondo le nostre ricerche Daniel è destinato a chiudere la porta che collega il mondo demoniaco con il nostro, ed il guardiano ne è la prova…”

Quentin interruppe Welsey nelle sue spiegazioni, ma ormai Trent inziava a pensare e ripensare su quello che Maddie prima ed l’ex osservatore avevano detto.

“Non vorrai credere ad un ex osservatore che abbiamo licenziato per inettitudine e che lavora per un vampiro spero!” disse Quentin rivolto a Trent.

“Ma puoi credere a me!” intervenne Giles “Pensi davvero che se Daniel fosse pericoloso tutti noi lo proteggermo con la nostra vita? Pensi che Buffy lo proteggerebbe?”

“Lei è sua madre…”

“Non ha esitato a mandarmi all’inferno per salvare il mondo…” disse Angel a quel punto

“Ho lo so benissimo” disse Quentin a quel punto “Ma ora non stiamo discutendo della tua relazione con la cacciatrice ma del bambino. Lo voglio!”

“Per farne cosa? Se è davvero così pericoloso come dici che cosa farai di lui?” intervenne Gunn alquanto adirato

“Lo terremo sotto chiave e lo studieremo”

“Davvero? Come una piccola cavia da laboratorio?”

“E’ il minimo. Il suo potere può tornarci utile”

“Ma se ha appena detto che il bambino è pericoloso come può controllare il suo potere?” chiese Trent ormai assalito dai dubbi.

“Le spiegazioni a dopo…”

“No” rispose l’uomo “Ora, voglio sapere ora” chiese mentre con la mano gli stringeva un braccio.

Quentin non rispose.

Allora per Trent fu tutto chiaro.“Mi ha mentito…”

“Complimenti, finalmente ci sei arrivato”

“Ma perché?...”

“Perché ho scelto te? Perchè tu sei così irreprensibile, proprio come Giles e Wesley, così devoti al Consiglio che mai avresti pensato che potessi mentirti. Sei sorpreso? Vedi mio caro ragazzo, l’eterna lotta tra il bene ed il male si basa su delle semplici regole, ma il bene non porta potere o ricchezza, mentre il male…beh, lui elargisce a piene mani. All’inizio Ero come te e loro” disse Travers facendo cenno verso Giles e Wesley “Pensavo che essendo capo del Consiglio degli osservatori fosse la cosa più importante, abnegazione al lavoro e lottare per il trionfo del bene mi sarebbe bastato. Ma con il passare del tempo ho desiderato essere ed avere qualcosa di più. Perchè tanto lavoro non doveva essere retribuito? Perché non potevo anch’io avere un mio tornaconto?”

“Io non ho mai avuto nulla” disse Buffy a quel punto

Quentin face spallucce “Avevo scelto te perché ti occupassi del guardiano di del bambino. Il tuo Curriculum era irreprensibile, ma mi sono sbagliato. Non sei nemmeno stato in grado di usare la spada che ti ho dato”

Trent strinse l’elsa fra le sue mani e improvvisamente ricordò che quando Maddie, durante il loro scontro ne era entrata in possesso, l’elsa aveva brillato. Come era stato possibile che si fosse sbagliato tanto sul conto di quell’uomo? Tutti lo consideravano al di sopra di ogni sospetto, ed ora…Infuriato gli gridò contro.

“Non avrà più il mio aiuto, e non avrà nemmeno il bambino. La porterò davanti al tribunale degli osservatori e la farò condannare!” disse Trent a quel punto carico di odio e rabbia per come era stato raggirato.

Un colpo echeggiò nell’albergo e Trent cadde a terra privo di vita.

“Mi stava davvero annoiando” disse Travers “Ma ora torniamo a noi…”

“Perché stai facendo questo?” chiese Giles

“Per il potere mio caro Giles, solo per il potere. Pensi davvero che osservare una cacciatrice ed aiutarla nel suo compito sia soddisfacente? Ebbene, non lo è. Sono più di tre secoli che inseguo un mio piano e non lo farò certo rovinare da tipi come voi!”

“Secoli?”

“Già, e devo dire che li porto davvero bene. Tempo fa ho fatto un patto ed ora voglio raccoglierne i frutti. Il bambino”

“No!” gridarono tutti insieme, uniti a sacrificare anche la vita per salvare Daniel.

Quentin non si scompose e fece un cenno con la mano, uno degli uomini fece partire una freccia diretta al cuore di Angel. Buffy con una velocità incredibile la fermò.

“Sempre a proteggerlo vero cacciatrice? Pensavo di essermi liberato di lui tempo fa. Quando venni a sapere che te le facevi con un vampiro ed il famoso vampiro con l’anima decisi che non era consono che una cacciatrice amoreggiasse con il nemico e decisi di intervenire. Devo dire che il mio intervento fu un’opera d’arte. Ho dovuto attendere molto prima che si presentasse l’occasione propizia”

“Che cosa intende?” chiese Buffy

“Sapevo che il vampiro avrebbe giocato un ruolo importante in tutta questa faccenda e decisi che avresti dovuto ucciderlo. La tua relazione con lui stava screditando il Consiglio e me agli occhi di tutti, se tu lo avessi ucciso, gli osservatori sarebbero stati soddisfatti e i miei amici avrebbero capito che potevo controllare la cacciatrice. Così ho atteso, sperato ed atteso. Tenevo sotto sorveglianza il luogo dove abitava ed una sera di pioggia…”

Angel e Buffy si fissarono neglio occhi “Quella sera!” pensarono all’unisono.

“Lei mi spiava?” chiese Buffy ancora increduto

“Certamente. Sapevo” continuò Travers “Che prima o poi sareste finiti a letto insieme, insomma tu eri una ragazzina innamorata cotta e lui…beh uomo o vampiro nessuno si fa scappare un’occasione del genere”

“Ma gli zingari…la maledizione…”

“Per essere un vampiro con più di duecento anni devo ammettere che sei davvero stupido. Certo gli zinagari ti hanno lanciato una maledizione, ma che razza di maledizione è se si spezzazze al primo momento di felicià? Tu non potresti mai essere felice. Pensaci bene, i primi tempi con una donna sarebbero rose e fiori, ma dopo? Tu sei un animale notturno Angel, e gli umani hanno altri bisogni oltre al sesso. Avevamo fatto credere agli zingari che la maledizione potesse essere sciolta. In questo modo ti tenevano d’occhio. Alla fine sono intervenuto io, mentre tu e lei eravate impegnati, con l’aiuto di alcuni miei amici ho fatto l’incantesimo per togliere la tua preziosa anima...ed il seguito è storia”

Scioccata da tutte quelle rivelazioni Buffy cadde in ginocchio con un tonfo. “Tutto quel dolore, tutti quelle morti…tutta l’angoscia ed il senso di colpa che ho provato…tutto questo perché lei era assetato di potere” finì mentre non riusciva a trattenere le lacrime.

“Esatto. Tutto stava svolgendosi nel migliore dei modi quando quella tua amica, Willow si mette in testa di restituirgli l’anima e ci riesce! Comunque la cacciatrice ha fatto quello che doveva mi pare!”

“Si immagina che cosa ho dovuto sopportare all’inferno?” gridò adirato Angel

“Oh, nulla che non ti meritassi presumo. Per concludere tutto stava ritornardo alla normalità quando…”

“Mio Dio Quentin ma come hai potuto fare una cosa del genere?” chiese Giles con una nota di disperazione nella voce arrivando alla conclusione che se Jenny era morta la colpa era da imputare al suo antico amico.

“Come ho fatto tante altre cose mio caro Rupert. Adesso datemi il bambino”

Faith a quel punto fece un passo in avanti. “Mi piacerebbe tanto ucciderti lo sai?”

“Oh ma chi abbiamo qui? La cacciatrice rinnegata, devo ammettere che ti sei comportata meglio di come sperassi. Anche con te ho fatto un buon lavoro!”

La cacciatrice bruna strabuzzò gli occhi non riuscendo a capire dove volesse arrivare Quentin.

“Ci siamo!” pensò fra sé Marcel. Fra poco tutti avrebbero saputo la verità.

“Non capisci vero? In tutti questi secoli non c’è mai stata una cacciatrice votata al male. Sarebbe stato illogico. Ma quanto ti ho visto ho capito. Tu eri perfetta. Una parte di te, minuscola devo ammetterlo, anelava la parte “cattiva” del tuo potere, ma dovevi essere aiutata”

“Aiutata?”

“Certo, ti ho affidata ad una osservatrice che poi ho fatto uccidere…”

“Ha fatto uccidere?”

“Certamente, poi ti ho mandato Guendalin Post. Ti ricordi di lei vero? E devo dire che ha fatto un ottimo lavoro. Ti ha insinuato il dubbio che tu non fossi aprezzata ed amata e poi una piccola magia ed il Sindaco di Sunnydale è stato un ottimo alleato…”

“Lei mi ha fatto diventare cattiva?”

“Oh no, quello lo eri già, ti ho solo dato una spintarella sulla strada giusta o sbagliata secondo il punto di vista”

A quel punto Faith si lanciò verso di lui “Tu maledetto figlio di…”

Uno sparo e gemendo Faith si accasciò a terra stringendosi una gamba.

“No!” gridò Marcel mentre si affrettava ad avvicinarsi a lei per tamponarle la ferita.

Quentin non diede molto peso a quello che stava succedendo “Allora cacciatrice vuoi che li uccida lentamente uno per uno prima che tu mi consegni quel moccioso?” aveva appena finito di pronunciare quelle parole quando con un cenno della mano un altro colpo echeggiò nell’albergo. Giles gridò mentre anche lui cadeva a terra tenendosi un braccio.

“Basta!” gridò Buffy.

Ma Quentin Travers non aveva ancora finito. Un altro cenno, un altro colpo e Buffy si ritrovò schiacciata sotto il corpo di Angel.

“Cosa?!”

“Sempre ad aiutarla vero vampiro? Ho tentato di eliminarla più di una volta. Ho persino scomodato un Dio…”

“Glory…”sussurrò Giles mentre si rialzava aiutato da Xander “C’era il tuo zampino anche in quello?”

“Certo che si!” Rispose con orgoglio Quentin. “Mi avevano avvisato di una futura gravidanza della cacciatrice. A questo punto morta lei e Faith in prigione, non sarebbe stata attivata un’altra cacciatrice per molto, molto tempo. Tutto era filato liscio. Buffy si era uccisa per salvare il mondo, ed io potevo continuare con il mio piccolo piano, ma no…Willow, quella tua amica doveva metterci lo zampino ed io ho dovuto ricominciare tutto d’accapo!”

“Ma era troppo tardi non è vero?” disse Maddie a quel punto

“Guardiano…posso ucciderti immediatamente! Tutto questo è colpa tua!”

Robert si mise davanti a lei per proteggerla.

“Non ho bisogno di protezione Robert!” continò Maddie a quel punto. “Ora che tutto è stato svelato…

“Tu sapevi?” disse Buffy a quel punto

Maddie annui con il capo.

“E non hai detto niente?”

“Cosa avrei dovuto dirti Angel?”

“Se mi avessi detto della maledizione, che non esisteva la clausola della felicità io…avrei fatto scelte diverse!”

“Ti riferisci a me?” Intervenne a quel punto Cordelia che fino a quel momento era rimasta in disparte. “Se Maddie ti avesse raccontato tutto saresti subito corso da Buffy vero? Sono stata solo un ripiego per te? Una compagna di letto di quando in quando? Dimmelo Angel voglio saperlo!”

“No…non intendevo questo…”

“Voi due state insieme?” chiese Wesley a quel punto

“Da mesi” rispose Cordelia

“E la maledizione?”

“Evidentemente con lei non funzionava Gunn” ribadì Fred “A pensarci bene non avrebbe funzionato con nessuna donna a questo punto!”

Quenti Traver guadava spazientito tutte quelle persone che sembravano essersi dimenticati di lui. Un cenno della mano ed un altro sparo echeggiò nell’albergo.

Gunn cadde a terra colpito ad un fianco.

Tutti rimasero attoniti ed a quel punto un uomo velocemente prese Daniel e lo portò vicino a Travers.

“Ridammi mio figlio!” gridò Buffy

Traver in risposta puntò una pistola alla tempia del bambino

“Scegli cacciatrice, preferisci vederlo morto ora e saperlo vivo lontano da te?”

Buffy impallidì vistosamente. Quentin Travers era pazzo e sicuramente non avrebbe esitato ad uccidere Daniel.

“Allora? Scegli! Fino ad ora hai sempre fatto scelte molto accurate!”

“Non dovrai scegliere, Daniel non andrà con lui!” disse Maddie

Travers puntò la pistola verso la ragazza e sparò.

 

 

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Stellina

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podddiooooooooooo!!!!!!!!!!

No score for this post         November 14 2006, 2:11 PM

 

Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ma io dico quel ocnsiglio e diventato matto!!!!!!!!!!!!! e adesso che cs succedera' a Maddie e altri altri e soppratutto Daniel ?????

 

postaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! t prego!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

BAci Stellina

 

 

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alexis82

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 66

No score for this post         November 14 2006, 7:56 PM

 

bellissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.. ti prego continua prestoooooooooooooooo

non resisto devo sapere come continua..............

postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

alexis

 

 

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maudit

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piccole curiosita'

No score for this post         November 30 2006, 11:46 PM

 

ciao come puoi notare seguo molto la tua ff!!mi piace molto mi dispiace solo che ci fai attendere molto!!!!!ma d'altronde cosi' ce la fai desiderare davvero...posso chiederti un po' di cose??a che punto della storia siamo???ci vuole tanto??la ff la costruisci volta per volta o la copi solo?????ora starai pensando...ma quante cose vuole sapere!!!in realta' vorrei capire perche' vedi la tua ff mi ha presa molto tanto che ogni sera spero di trovare nuovi cap e immagino come la procederai!!!!

spero che buffy potra' stare con angel ma soprattutto che angel scopra di daniel(che e' suo figlio!!!o sbaglio???) baci maudit

 

 

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Aldebaran

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THE GUARDIAN - Capitolo 67

No score for this post         December 5 2006, 1:58 PM

 

Ciao a tutte ragazze! Eccomi con un nuovo capitolo della mia fan-fic. Per rispondere alle domande di Maudit ti comunico che siamo quasi alla fine. Per quanto riguarda il modo in cui gestisco la mia storia ti devo avvertire che inizialmente cerco di non farla mai troppo lunga, ma poi non ci riesco in quanto continuo a modificarla man mano che vado avanti. Le idee mi balenano nella testa e zac, io le inserisco. Cerco comunque di seguire uno schema preciso e di dare una certa continuità. Benedico comunque chiunque abbia inventato il sistema copia e incolla, altrimenti passerei ore ed ore a ricopiarla per il sito. Mi dispiace di non essere più precisa nel postare, ma il tempo è tiranno, a volte riesco a scrivere più capitoli a volte solo poche righe, ma penso che questo sia un problema di tutte coloro che scrivono.

Vi ringrazio per la vostra assiduità nel seguirmi.

P.S. A proposito ieri ho visto "BONES". Carino come telefilm vero?

 

CAPITOLO 67

 

Come in una scena al rallentatore il medaglione di Maddie si illuminò e la pallottola si fermò a pochi millimetri da lei per cadere a terra.

“Non sai ancora con chi ti stai scontrando Travers” disse la ragazza mentre il medaglione si illuminava sempre più, “Io e la mia famiglia sapevamo tutto. Della maledizione di Angel, di quello che avevi fatto a Buffy ed a Faith, ma dovevamo averne una conferma. Nessuno dei membri del Consiglio avrebbero mai creduto alla nostra storia, anche Giles e Wesley non credevano fino a questo momento, ma ora che tutti i nodi sono al pettine, è ora che tu conosca quello per cui io ho combattuto fino a questo momento”. Maddie parlava con voce autoritaria e pacata mentre si avvicinava a lui.

“Sparate!” gridò l’uomo voltandosi verso i mercenari che aveva ingaggiato. Ma questi ultimi, come pietrificati erano incapaci di muoversi e di fare qualsiasi cosa.

La mano di Travers tremava. Maddie allungò il braccio e prese Daniel. Il bambino corse verso la madre che lo abbracciò, poi prese la pistola di Traver e la gettò a terra.

Improvvisamente la luce del medaglione divenne accecante e tutto divenne buio.

 

Luogo imprecisato.

 

“Mamma dove siamo?”

“Non lo so Daniel, ma stammi vicino…”

“Buffy…”

“Signor Giles…la sua ferita, è scomparsa!”

“Anche le nostre” dissero all’unisono Gunn e Faith mentre si avvicinavano a lei.

A poco a poco tutti si ritrovarono attorno a Buffy e Daniel.

“Dov’è Maddie?” chiese Robert a quel punto

“Manca anche Travers” finì Xander

“Dobbiamo cercarli…forza!”

All’improvviso un lampo e tutti si ritrovarono all’aperto, su una distesa verde, sotto il sole. Angel si coprì istintivamente, ma non accadde nulla.

A pochi metri da loro Maddie e Travers si stavano fronteggiano.

Tutti si avvicinarono a loro e sentirono Travers dire “Credi che un po’ di magia mi spaventi?”

“La tua magia non ha potere qui. Ora incontrerai il tuo destino Travers”

Da ogni angolo di quella bellissima terra iniziarono ad arrivare una miriadi di giovani donne, di ogni razza, di varie età che accerchiarono Traver, Maddie e tutti gli altri.

Angel, Gunn e gli altri si misero sulla difensiva credendo che volessero fargli del male.

“Chi diavolo sono?” chiese Xander mentre si preparava per un’eventuale battaglia

“Cacciatrici” dissero Faith e Buffy contemporaneamente

“Cacciatrici?”

“Non vi preoccupate, non ci faranno del male” continuò Buffy sicura di quello che stava dicendo “Non sono qui per noi, noi dovremmo solo ascoltare ed allora…”

“Sapremo tutto” finì la frase per lei Faith.

“Ma dove ci troviamo?”

Maddie si voltò verso Robert “Nel paradiso delle cacciatrici!”

 

Nel paradiso delle cacciatrici pensò fra sé Angel. Ecco perché riusciva a percepire tanta forza e tanta pace. Era un bellissimo luogo. Era il luogo dove era stata anche Buffy.

“Chi siete? Che cosa volete? Statemi lontano!” gridava Travers cercando un varco per fuggire.

“Non hai ancora capito?” disse Maddie sorridendo

“Non fare quel sorrisetto ironico! Vi distruggerò!” disse l’uomo

“Tu qui non puoi fare nulla” disse una voce melodiosa. Due ali di cacciatrici di aprirono per lasciare passare una donna molto bella seguita da un giovane aitante.

Maddie si inginocchio e chinò il capo, mentre le porgeva la spada.

Buffy e gli altri guardarono esterrefatti.

“Alzati guardiano, non devi inginocchiarti davanti a me, è grazie a te se siamo arrivati fino a questo punto. Quello che dovrebbe essere in ginocchio in questo momento è lui!” disse la donna. Quentin Travers, come attirato da una forza sconosciuta cadde in ginocchio.

“Così va meglio!”

“Chi sei tu?”

L’uomo rifilò un manrovescio a Travers “Più rispetto! Quando parli con Mairi cane!”

“Tomas, non era necessario” disse la donna sorridendogli.

Mairi. Dove aveva sentito quel nome? Angel e improvvisamente ricordò. La storia che Maddie gli aveva raccontato prima di partire. La donna che aveva fatto forgiare due spade destinate a grandi imprese! La stessa donna che per amore aveva combattuto una guerra e l’aveva vinta. La donna che aveva realizzato il suo sogno ed il suo destino.

“Tu mi chiedi chi io sia. Io sono Mairi. Sono sicura che hai letto di me in qualche libro”

“Mairi? Pensavo che si trattasse solo di una leggenda” disse sottovoce Wesley.

“Evidentemente no” rispose Giles

“Volete spiegare anche a noi?” Chiese Xander

“Se stai attento capirai tutto Xander” disse Faith.

Sia Buffy che Faith infatti improvvisamente, non sapendo come, erano a conoscenza della storia, retaggio di memoria delle cacciatrici.

“Mairi…è impossibile!” disse Travers

“Oh, nulla è impossibile. Sapevi che prima poi saremmo giunti alla resa dei conti. Per anni i tuoi antenati e tu, ci avete sfruttato, ma ora tutto si compirà. Ti sei chiesto chi sono tutte queste ragazze? Non lo immagini da solo?”

Quentin si guardò intorno e improvvisamente capì “Cacciatrici!”

“Esatto!”

A quel punto si fece avanti la prima cacciatrice che si affiancò a Maddie. “Fin dalla notte dei tempi le cacciatrici hanno combattuto contro i demoni e le forze del male sostenute da persone che sapevano della loro missione e le seguivano passo a passo. Essendo una missione pericolosa che necessitava di continue informazioni, alcune di noi decisero di fondare il consiglio degli osservatori. Inizialmente era una struttura atta a proteggere le cacciatrici ed aiutarle nelle scelte che avrebbero compiuto nella loro vita. Ad indirizzarle nella scoperta dei loro poteri, se decidevano di seguire questa strada, oppure ad rinunciarvi se decidevano altrimenti”

“Si può scegliere?” chiese Fred in un sussurrò

Mairi si girò verso la ragazza e le fece un sorriso dolce. Poi iniziò lentamente a camminare avanti ed indietro davanti a Travers.

“Tutto procedeva per il meglio. Coloro che sceglievano di diventare cacciatrici erano istruite e, se dopo numerose battaglie decidevano di abbandonare, erano libere di farlo. Ma è arrivata la tua stirpe. I tuoi avi e tu avete modificato tutto quello che di buono era stato creato.

La cacciatrice rimaneva isolata, non poteva avere amici ed una famiglia era logico che in queste condizioni una ragazza non potesse sopravvivere a lungo. Fu allora che decidemmo di mettere fine a tutto questo.”

“Le spade…” disse Traver

Un altro pugno lo colpì al volto “Nessuno ti ha interrogato!” sibilò Tomaz

“Grazie tesoro” disse Mairi “Dove eravamo rimasti? Ecco, Anch’io ero una cacciatrice, ma una cacciatrice speciale. Una notte sognai due spade, che dovevano essere forgiate con una pietra particolare, che avrebbero aiutato le generazioni delle cacciatrici future. Tomaz le forgiò per me e proprio nel momento in cui pensavo che tutto fosse perduto, anche il mio amore per lui, una donna molto anziana mi raccontò tutto e mi spiegò come fare per ristabilire l’ordine perduto. Ho combattuto contro un tuo antenato Travers ed ho vinto, le cacciatrici erano di nuovo libere ed io ero libera di amare chi volevo. Ma non siamo immortali e dopo una vita lunga e felice ho lasciato la mia eredità ad un degno sostituto, ma non ho calcolato che l’avidità ed il potere rendono gli uomini meschini e malvagi e disposti a tutto. Tralasciamo tutto quello che è successo, troppo doloroso ricordare quante sono morte per difendere quello che avevamo, ma alla fine il Consiglio era stato ristabilito e con lui tutto quello che ne consegue. Ma non siete riusciti ad avere le spade non è così?” disse Mairi mettendo la lama alla gola di Travers e tagliandola leggermente.

Travers scosse la testa.

“Avete più volte tentato di rubarla, ma non ci siete riusciti. Eravate così frustrati che la vostra sete di potere ha portato perfino una giovane donna ad essere bruciata al rogo come eretica”. La voce di Mairi era carica di odio ora. “Le ultime cacciatrici che conoscevano la vera storia, perchè era stata tramandata verbalmente, visto che vi siete preoccupati di cancellarne ogni traccia dai libri, decisero di fare un incantesimo che potesse oltrepassare il tempo, un incantesimo capace di liberare nuovamente le cacciatrici.”

“Sono tutte morte…” disse Traver

“Oh, lo sappiamo benissimo che le avete uccise tutte, ma la magia è rimasta. Poiché sapevano che il Consiglio istaurato avrebbe certamente trovato il modo per annullarla abbiamo fatto si che si avverasse in particolari circostanze, con una particolare cacciatrice ed un particolare uomo in un particolare momento…”

Travers a quel punto si mise a ridere sommessamente, Tomaz alzò il braccio per colpirlo ma Mairi lo fermò.

“Sono felice che tu sia così felice Travers…perché non spieghi a tutti noi il motivo? Non che io non se sia a conoscenza, ma per i nostri spettatori penso che farebbe piacere sapere”

“L’incantesimo non aveva mai funzionato, noi arrivavamo sempre prima, a volte uccidevamo la cacciatrice, a volte il ragazzo…tutto era così semplice”

“Quentin” disse a quel punto Giles ancora scosso “Come avete potuto, come avete osato!”

“Il potere Ruper, il potere che solo il male può dare”

“Lo stesso potere che ora ti porterà alla morte” disse Mairi. “Riuscivate sempre a precederci di un passo, del resto i tuoi potenti alleati vi aiutavano parecchio. Ci siete riusciti anche due secoli fa, per pura fortuna” continuò la donna e poi volgendosi verso Angel “Darla ti ha trovato per prima e la cacciatrice è arrivata troppo tardi”

“Cosa? Non capisco. Che cosa centra Darla?”

“Solo una particolare discendenza era adatta ed era stata scelta fin dalla notte dei tempi ad unirsi alla cacciatrice per riportare le cose nel giusto ordine. La tua Angel o meglio Liam”

“La mia famiglia? E’ impossibile, vi state sbagliando. Insomma mio padre non era certo un guerriero, anzi era talmente…”

“Esigente?”

Mairi si avvicinò al vampiro. “La discendenza non derivava da tuo padre ma da tua madre. Quando lui ne venne a conoscenza cercò di fare del proprio meglio per prepararti al compito che ti era stato affidato, pensava di fare la cosa migliore, di forgiare il carattere di quello che sarebbe stato il degno compagno di una donna valorosa, ma tu non sopportavi restrizioni e ti comportavi come un bimbetto viziato, lui cercava di farti capire, ma tu non stavi ad ascoltare. Ma questo ormai fa parte del passato. Il Consiglio, non sappiamo ancora bene in che modo, riuscì a risalire alla famiglia di tua madre e, visto che ucciderti non avrebbe risolto il problema tentarono un’altra strada e mandarono Darla”

Come in uno stato ipnotico Buffy si vece avanti “Ho corso così tanto quella notte, il cuore batteva così forte, i polmoni mi scoppiavano ma non sono riuscita a raggiungerti. Quando arrivai eri già a terra, privo di vita”

Angel era sbigottito, come tutti i presenti.

“Voi eravate destinati l’uno all’altro da molto prima che vi incontraste. Anche questa volta sembrava che il consiglio avesse vinto. Un demone era in possesso del tuo corpo, la discendenza di tua madre era stata spazzata via ed i vampiri non possono procreare. Tutto era perduto, ma come spesso accade il destino a volte cambia. La tua uccisione di una zingara riportò tutto nella giusta prospettiva e la nostra speranza si riaccese”

“La mia anima”

“L’esperienza che hai vissuto come demone prima e come essere non morto con l’anima poi ti ha fatto diventare quello che speravamo. Un valoroso combattente. Le pene che hai dovuto sopportare erano dovute per tutte le vite che hai spezzato, il dolore era necessario per ripagare tutte le persone che hai fatto soffrire. Ma dovevamo attendere l’arrivo di una cacciatrice, una cacciatrice particolare che non fosse influenzata dal consiglio fin dall’inizio, ma abbastanza indipendente da gestire la propria vita ed arrivasti tu Buffy”.

Buffy annui come se già sapesse quello che Mairi avrebbe raccontato dopo.

“Abbiamo fatto in modo che voi vi incontraste, sapendo che vi sareste innamorati. Eravamo fiduciose, ma Quentin mischiò nuovamente le carte e tutto dovette ricomunicare dall’inizio. Chi pensi che ti abbia fatto ritornare dall’inferno?”

“Il male, ne ho avuto conferma una notte di natale che…”

Mairi scosse la testa. “Siamo state noi. Abbiamo combattuto all’inferno per te Angel, abbiamo sofferto per te, abbiamo pagato per te, solo per farti ritornare. E tu che cosa hai fatto? Hai lasciato Buffy”

“Ho avuto le mie ragioni, io non potevo…renderla felice”

“E chi te lo ha detto scusa?” chiese Mairi irritata dalla sua ottusità. “Se avessi pazientato tutto sarebbe stato più facile, avresti saputo la verità. Ma tu con il tuo comportamento ci hai fatto perdere nuovamente tempo prezioso. Avevamo deciso che un certo demone ti avrebbe rivelato la verità sulla maledizione, ma Quentin intervenne ancora una volta. Come sei riuscito a far uccidere un demone Chaval Travers?”

Travers sogghignò nuovamente “Non è stato facile”

“Un demone Chaval?” Intervenne Wesley “pensavo che fossero solamente delle fantasie.”

“Vuoi spiegare anche a noi?” chiese Fred a quel punto

“I demoni Chaval sono erroneamente chiamati in questo modo. Loro sono dei messaggeri di verità, e di pace. Chiunque gli incontri percepiscono la loro forza e la loro potenza che nasce dal bene”

“Ottima spiegazione Wesley” disse a quel punto Mairi.”Comunque il Consiglio o meglio quest’uomo è riuscito a rintracciarlo ed ucciderlo. Ma noi non ci siamo arrese e abbiamo fatto trovare a Buffy l’anello di Amara. Ma tu ancora una volta hai cambiato le carte in tavola e lo hai distrutto.”

“Era la cosa più giusta da fare un vampiro non deve vivere alla luce del sole…”

“E’ stata la cosa più stupida vorrai dire” rispose Mairi alquanto alterata. “Non ti seri reso conto che l’anello di Amara ti rendeva immune da qualsiasi cosa? Anche dalla tua presunta maledizione. Saresti potuto ritornare dalla donna che amavi e vivere con lei, combattere con lei”

“Non ho pensato a questo…”

“Già, ce ne siamo accorti, allora esasperate alla fine ti abbiamo mandato un demone Mohra”

“Anche quello era opera vostra?”

“Certo che si. Il sangue del demone ti ha rigenerato e tu sei ritornato umano. Hai vissuto con Buffy un giorno da umano, ma poi…hai rinunciato nuovamente a tutto!”

“I poteri mi hanno detto che lei sarebbe morta…”

“Non hai ancora capito che pur essendo dalla parte del bene anche loro vogliono il proprio tornaconto? Ti hanno ingannato Angel, ma anche se hanno cancellato, a parte te, quel giorno nel quale tu e Buffy avete vissuto quello che inseguivate da anni, non hanno potuto disfarsi di quello che era stato creato quel giorno…”

Angel fissò Mairi non riuscendo a capire che cosa stesse dicendo.

“Buffy è ritornata al passato, ma non era più sola…”

“Non era più…” Angel fissò la cacciatrice e lei arrossì lievemente mentre stringeva Daniel a se. Alla fine Angel capì “Vuoi dire che Daniel…”

“Vedo che cominci a capire Angel. Quello che doveva accadere molto tempo fa, finalmente era giunto a piacevole conclusione.

“Sei solo una sgualdrina” gridò a quel punto Travers “Ti meriti quello che ti accadrà, tutti voi meritate di soffrire ed io finalmente sarò libero” disse alzandosi in piedi con uno sforzo quasi sovraumano.

Improvvisamente alzò le braccia al cielo e iniziò una lenta cantilena. Un enorme vorticoso buco si aprì sopra di lui.

Mairi per nulla preoccupata lo fissava con aria di sufficienza. Un enorme saetta attraversò il vortice dirigendosi verso Maddie. Maddie alzò le braccia avanti a sé, la saetta svanì ed il vortice si richiuse.

“Come hai fatto? Nessuno è tanto potente” disse Quentin in preda al panico

“Sei tu che non comprendi. Il guardiano è intoccabile il suo potere deriva da tutte noi” rispose Mairi facendo un ampio gesto con il braccio.

A quel punto intervenne Maddie “Il mio potere, ti sembrerà strano è opera tua e dei tuoi antenati. Io sono nata da tutto quello che voi avete fatto sopportare alle cacciatrici. Da tutti quei matrimoni che non sono mai stati celebrati, dagli amori mai vissuti, dai figli mai nati, dalle famiglie mai create, dalle vite mai appagate, dal dolore patito da tutte quelle ragazze che avrebbero potuto avere un destino migliore. E’ per questo che ora tu sei qui. Espiare le tue colpe e liberare noi”

Quentin Travers improvvisamente iniziò a tenersi il capo con le mani. Una miriade di voci aveva invaso la sua mente, voci cariche di rabbia, risentimento ed odio “Fatele tacere, fatele smettere!” gridava.

Gli altri non capivano, le cacciatrici erano ancora in silenzio, ma Quentin continuava a gridare.

Mairi si avvicinò, con Tomaz e Maddie al gruppo.

“Ora che tutto si è compiuto dobbiamo lasciarci” Poi presa la spada la riconsegnò a Maddie “Tieni, questa è tua di diritto e comunque sono certa che ti servirà ancora, In quanto a te” disse rivolta a Daniel “mio piccolo guerriero, cerca di essere degno di coloro che ti hanno generato, il loro amore ti sarà molto utile in futuro”

Daniel annui con sicurezza.

“E a voi tutti, siete stati testimoni di un’impresa eccezionale, riportatela nei libri e negli annali, che tutti conoscano la verità! Addio!”

 

Buffy, Daniel, Angel e gli altri si ritrovarono nuovamente all’Hymperion.

Gli uomini di Travers immobilizzati fino a quel momento si ritrovarono liberi, ma spaventati da quello che era successo lasciarono cadere le armi e fuggirono.

Quentin Travers era disteso a terra, tenendosi saldamente la testa fra le mani. Giles e Wesley si avvicinarono a lui cercando di risvegliarlo da quello stato.

“Sta pagando per quello che ha fatto” disse Maddie “La sua mente è invasa da tutto il dolore che ha fatto patire alle cacciatrici. Sta sentendo le voci di tutte coloro che ha fatto soffrire. Non si riprenderà mai più”

“Cosa possiamo fare?” disse Giles

“Me ne occuperò io” rispose una voce improvvisamente. Trent era dinanzi a loro vivo!

“Non so come sia potuto accadere, ma sono ancora vivo. Lo riporterò in Inghilterra. Il Consiglio deve sapere quello che ha fatto. Per quanto riguarda Daniel, beh, penso che lui starà meglio qui con sua madre”.

Buffy gli sorrise “Grazie”

 

Ore dopo.

 

Trent se ne era andato, ma gli avvenimenti di cui tutti erano stati protagonisti erano ancora vivi e gli interessati continuavano a parlarne incessantemente.

Angel era chiuso nel suo ufficio con Daniel e lo fissava in silenzio, Buffy e gli altri si stavano preparando per partire.

Angel ancora non si capacitava che quel bambino fosse suo. Fin dall’inizio aveva trovato un che di famigliare in lui, pensava che gli ricordasse Buffy, ma a notare alcuni lineamenti ricordavano lui. Era seduto vicino a suo figlio e non riusciva a spiaccicare una parola. Che cosa avrebbe dovuto dirgli? Eppure quando ancora non sapeva riusciva a conversare con Daniel a volte, ma ora…

“Pensi che sia opportuno che stiano da soli?” chiese Giles a Buffy

“E’ suo padre, non posso certo negarglielo…”

All’interno dell’ufficio Daniel stava finendo un disegno. Era molto bravo. Improvvisamente alzò gli occhi, fissò il Padre e disse “Verrò presto a trovarti, non preoccuparti”

“Penso che forse verrò prima io…”

Il bambino scosse la testa. “Devi risolvere i problemi con la mamma prima. Devi capire che lei lo ha fatto solo per me, non odiarla per questo!”

Angel stava per ribattere quando una voce cristallina gridò “Vieni Daniel dobbiamo andare”

Il bambino si alzò e si diresse verso la madre.

A quel punto Angel si alzò e con uno scatto felino si avvicinò a Buffy e la prese per un braccio. “Non pensi di dovermi alcune spiegazioni?”

 

 

 

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alexis82

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 67

No score for this post         December 5 2006, 9:47 PM

 

fantastico sempre meglio..

ti prego vai avanti il prima possibile è troppo bella..

troppoooooo...

 

 

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Buffy4ever

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Continuaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

No score for this post         December 6 2006, 2:50 PM

 

Nn l'ho seguita dall'ìinizio ma l'ho letta.....mi piace!Ti prego continualaaaaa!!!!!!!!!!!

 

 

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maudit

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magnifica!!!!!

No score for this post         December 7 2006, 10:58 PM

 

ciao cara, grazie di avermi dedicato un po' del tuo tempo a rispondermi e' inutile dirti che adoro la tua ff!!!!!poi ora tutto e' piu' magnifico!!di solito leggendo altre ff riesco a intuire il finale o che verso prende la storia ma con te e' impossibile le tue storie hanno sempre delle sorprese!!!!questo cap e' stupendo l'ho letto molte volte e non ti nascondo che vorrei leggere il prossimo... quindi continua noi attendiamo fiduciose! baci maudit

 

 

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Aldebaran

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THE GUARDIAN - Capitolo 68 (NC - 17)

No score for this post         December 21 2006, 1:31 PM

 

Finalmente le vacanze! Spero che in questo lieto periodo riuscirò finalemente a finire questa lunghissima fan-fic. Intanto Augurando a tutte voi di passare felicemente queste feste (io sicuramente lo farò!) posto un nuovo capitolo sperando che vi piaccia!

Ancora Tanti Auguri!!!!!!

 

CAPITOLO 68 (Nc -17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Stanza di Angel –

 

“Che cosa vuoi?”

“Perché non mi hai detto di Daniel?”

“E cosa avrei dovuto dirti?”

“Un figlio non è una cosa da poco, avevo il diritto di sapere!”

“Tu avevi …cosa? Ed io non avevo il diritto di decidere quel famoso giorno?”

“E’ diverso”

“E’ la stessa identica cosa. Tu come sempre hai deciso, io non avevo voce in capitolo, ebbene questa volta ho deciso io”

“Hai deciso che io non avevo il diritto di sapere che aspettavi un figlio da me? Hai la minima idea di come mi sono sentito quanto Mairi mi ha fatto capire che Daniel era anche mio?”

“Hai la minima idea di come mi sono sentita io quando ho scoperto di essere incinta e non sapevo come diavolo era accaduto?”

Angel rimase per un attivo allibito e poi sogghignò. “Non dirmi che non sai come si fanno i bambini…”

“Lo so benissimo, visto che il primo che me lo ha spiegato sei stato tu. Ma a differenza di quello che hai pensato non sono andata a letto con molti uomini dopo te e comunque non certamente in quel periodo. Ho scoperto di aspettare un bambino e non avevo fatto sesso con nessuno negli ultimi mesi. Ho cominciato a pensare il peggio. Che qualcuno mi avesse lanciato una maledizione e che quello che portavo dentro di me potesse essere un mostro. Fortuna che è arrivata Maddie”

“E lei ti ha raccontato tutto non è vero? Perchè non sei venuta da me?”

Buffy scosse la testa. “Lei non mi ha raccontato niente. E’ stato durante il mio soggiorno a Roath mentre Daniel cresceva dentro di me ho iniziato a ricordare, prima dei piccoli frammenti, pensavo di impazzire, ma Maddie mi rassicurava e poi, una notte mi svegliai di soprassalto ricordando tutto. Ti ho odiato così tanto Angel, non immagini quanto!”

“E perché mai? Semmai in questo momento dovrebbe essere il contrario visto che sei tu quella in torto!”

Un pugno improvviso lo atterrò. Buffy era furibonda. “Ti ho odiato per quello che mi hai fatto. Della tua stupida scelta sono stata io a pagarne le conseguenze!”

“Quindi non volevi il mio bambino” rispose carico di rabbia Angel

“Non ho detto questo. Quando ho scoperto che era tuo l’ho amato subito, ma immagina come ho passato il tempo delle mia gravidanza, lontano dai miei amici, dalla mia famiglia e …da te. Per colpa della tua stupida scelta non hai potuto godere di quelle che si prova quando è in arrivo un figlio”

“Va bene, te lo concedo, ma poi, avresti potuto dirmi…”

“Oh, ma io sono venuta per avvisarti, ma tu eri tutto preso da Faith e dalla tua nuova vita, se non sbaglio mio hai pure cacciata dalla tua città!”

“E tu mi ha sbattuto in faccia che avevi un ragazzo di cui ti fidavi!”

Buffy gli girò le spalle e prese un respiro profondo. Poi si volse e lo fissò nuovamente negli occhi “E’ stato allora che ho deciso che non ti avrei mai detto nulla. Maddie lo proteggeva molto bene e non avresti mai saputo se non ti avesse incontrato per caso. E’ stata la scelta più sofferta che io abbia mai fatto, ma come ti ho già detto tempo addietro la rifarei altre mille volte!”

“Mi hai privato di mio figlio!” sibilò Angel carico di rabbia e risentimento verso Buffy, ma anche verso se stesso e senza pensare la colpì al viso.

Colta alla sprovvista la ragazza cadde a terra. “Pensi che combattere risolverà la cosa?” disse lei “Allora ti accontento subito” e gli restituì il manrovescio.

Angel dal canto suo non rimase con le mani in mano e con uno sgambetto la fece cadere a terra e lui fu sopra di lei e le bloccò le mani sopra la testa.

“Non mi interessano le tue decisioni, che tu lo voglia o no ora voglio far parte della vita di Daniel e tu non me lo impedirai!”

“Non voglio impedirtelo, Daniel aspetta da molto tempo questo momento, solo non capisco perché di questa discussione, sapevi benissimo che non ti avrei mai allontanato da lui soprattutto ora” rispose lei fissandolo negli occhi ed Angel si perse in essi.

L’attacco fu rapido e sicuro. Lei gli andò incontro con uguale impeto. Le loro bocche si unirono con violenza in un bacio che esprimeva tutto il loro desiderio, un desiderio che era stato soffocato da tempo, perfino ignorato, ma che adesso era esploso in modo incontenibile.

“Credevo che non mi volessi più” ansimò lei

“Io ti voglio sempre”

“Mi hai ingannata”

Angel si staccò da lei per poterla guardare “Cercavo di comportarmi nel modo migliore”

“Non farlo.” Buffy gli premette una mano sulla nuca e l’attirò verso di sé. Presero a baciarsi con voracità, toccandosi dappertutto con gesti frenetici. I jeans di Buffy scivolarono via, seguiti dalla camicetta, poi Angel le infilò le mani dentro il reggiseno e lo sollevò, liberandole i seni.

Felici di sentirsi tanto desiderata, Buffy gli aprì la camicia con tanta foga da strappare due bottoni.

Angel la voleva! Lei lo voleva. Potevano stare insieme per sempre.

Lui la stava accarezzando, la stringeva per farle sentire la sua eccitazione, la baciava, leccandola, mordendola finché lei non fu più un essere pensante, ma una creatura scatenata e fremente di piacere.

Poi Angel la portò verso il letto e le sfilò le mutandine. Lungo quel breve tragitto doveva essersi spogliato perché quando si adagiò su di lei era nudo. Buffy avrebbe voluto prendere qualche iniziativa, ma lui le aveva inchiodato le braccia sopra la testa e le stava leccando il collo e i capezzoli. Impaziente, gli allacciò le gambe ai fianchi e sollevò il ventre in un invito esplicito.

“Lo voglio” ansimò. “Adesso. Subito!”

“Lo avrai” e dopo aver detto questo la penetrò.

Lei rimase ferma un momento mentre si sentiva colmare, poi non resistette e cominciò a muoversi, assaporando la forza e la bellezza del suo corpo, il guizzare dei suoi muscoli, il sudore, l’istinto potente come una droga, e lo accolse tutto dentro di sé in modo che la loro unione fosse totale.

Un’emozione incontrollabile le gonfiò il cuore e le inumidì gli occhi. L’orgasmo stava per arrivare, ma questa volta non era solo un piacere fisico come era accaduto con gli altri suoi ragazzi, bensì un legame completo e definitivo.

Angel la stringeva tanto forte da non farla respirare. Aveva nascosto il viso contro il suo collo e muoveva i fianchi. Lei sollevò il bacino e gli infilò le dita tra i capelli, stringendolo a sé come la stingeva lui.

Le mani le si chiusero a pugno.

Tutto il suo corpo si tese.

“Si” disse lei soffocando il grido nel cuscino mentre lui, puntellandosi sui gomiti, la penetrava ripetutamente e infine le crollava addosso con un gemito prolungato.

Giacquero abbandonati in mezzo a un groviglio di lenzuola e lentamente ritornarono alla realtà.

“Non credevo che le persone gridassero in momenti simili” mormorò lei “Io l’ho fatto vero?”

“Non so” rispose lui a occhi chiusi “C’era un treno che passava sferragliando dentro la mia testa”

“Non ho mai fatto una cosa simile” Buffy si stiracchiò “Devo vergognarmi?”

“Niente affatto. Ne sono felice. Desidero che con me sia più bello”

“Solo con te” disse lei, prima di poterselo impedire. Era troppo presto per parlare di un rapporto fra di loro. Doveva stare attenta, si impose allontanandosi da lui.

Angel lo sentì e le mise un braccio intorno alla vita per trattenerla. “Non andare” mormorò baciandole una spalla. Lei stava quasi per cedere quando la voce di Cordelia la riportò alla realtà.

“Buffy, Angel si sta facendo tardi!”

Buffy si irrigidì immediatamente, si alzò lentamente dal letto recuperando i suoi indumenti ed iniziò a rivestirsi.

Angel stava facendo lo stesso. Prese una camicia nuova, tanto nessuno avrebbe notato la differenza in quanto il suo abbigliamento era alquanto monocromatico.

Fissò Buffy che stava finendo di allacciarsi le scarpe “Buffy io…”

“Ti prego non iniziare a dire che ti dispiace Angel, perché a me non dispiace affatto. L’unica cosa di cui mi rammarico è il fatto che Cordelia non si meritava un comportamento così da parte mia”

“Cordelia è…”

“E’ la tua ragazza Angel, e dovevamo avere più rispetto verso di lei”

“Forse ci siamo lasciati trasportare. Con tutto quello che è successo, non ho nemmeno pensato ad un solo istante alla mia maledizione. Ti volevo così tanto che…mi sono scordato di Cordelia”

“Lei fa parte della tua vita ora Angel, e questo immancabilmente implica che non c’è posto per me, ma per Daniel si. Sarai sempre il benvenuto a Sunnydale tutte le volte che vorrai, e lui sarà molto felice di vederti”

“E tu?”

“Non interferirò nel tuo rapporto con lui, ma devi comprendere che fra noi non potrà più esserci niente, tu stesso mi hai ripetuto che ora hai la tua vita qui. Io cercherò la mia a Sunnydale” disse lei dirigendosi verso la porta.

“Buffy io ti amo ancora”

Lei si bloccò di colpo. “Ma ami anche Cordelia. E’ stata lei che ha fatto parte della tua vita negli ultimi anni. Non posso negare che quello che è successo fra noi sia stato fantastico, ma deve esserci altro oltre ad ricordo ed una attrazione fisica a legare due persone. Tu lo hai trovato in Cordelia, io devo solo cercarlo”

Angel non sapeva che cosa dire. Cordelia era una parte importante della sua vita, questo era vero, ma Buffy…Buffy era la sua vita. Questa era la vera differenza.

“Buffy ascoltami, Cordelia non…”

Lei lo zittì con la mano. “Non azzardarti a dirmi che non è importante quello che c’è stato e c’è fra di voi, non sminuirla in questo modo. Visto che non riesci a decidere lo farò io. Sono molto brava in questo. Addio Angel” finì lei prima di lasciare la stanza.

Angel la seguì incapace di proferire parola.

Nella Hall dell’Imperion tutti erano in attesa di qualche annuncio particolare, ma non ce ne furono.

L’ultima cosa che i membri della Angel Investigation videro furono i fari di un furgone che si perdevano nel traffico della città.

 

 

 

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Buffy4ever

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Woooowww!!!!!!

No score for this post         December 21 2006, 2:52 PM

 

Ke BELLA!!!!!!!!!!!!!!!anke io sn contenta ke siano arrivate le vacanze cosi riprenderò la mia ff fino ad ora trascurata parecchio!!!!1Cmnq........CONTINUA!!!!!!!!!!!

 

 

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alexis82

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 68 (NC - 17)

No score for this post         December 21 2006, 3:01 PM

 

sempre piu bella.. sempre piu bella..

non vedo l'ora di sapere come finisce..

continua prestoooooooooo...

super

 

 

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alexis82

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 68 (NC - 17)

No score for this post         January 9 2007, 10:11 AM

 

scrivi presto ti pregooooo....

 

 

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Aldebaran

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THE GUARDIAN - Capitolo 69

No score for this post         January 15 2007, 1:47 PM

 

Hey ragazze vi avviso che sono in dirittura di arrivo con questa lunghissima fan-fic. Spero che questo capitolo vi piaccia.

Buona lettura!

 

CAPITOLO 69

 

Due settimane dopo

 

Tutto era ritornato alla normalità, almeno in apparenza. Le persone continuavano a rivolgersi alla Angel investigazioni in cerca di aiuto ed Angel non si risparmiava.

Usciva tutte le sere appena il sole tramontava e rientrava sempre alle prime luci dell’alba. Cordelia aveva atteso e sperato che la partenza di Buffy e degli altri riportasse tutto a come era prima, ma si era sbagliata. Avevano fatto l’amore solo un paio di volte da quel giorno, ma lui era sembrato assente. Tutti i membri dell’agenzia sapevano della loro relazione e quindi non c’era più bisogno di nascondersi, ma questo non aveva migliorato il loro rapporto. Avevano parlato poco in quelle due settimane e ormai era giunto il momento. Stanca della situazione che si era creata Cordelia decise di prendere finalmente in mano la situazione.

Sbatté con forza la rivista che stava leggendo sul ripiano del tavolo della sua scrivania e a testa alta e passo spedito, sotto lo sguardo attonito di Wesley e degli altri si diresse ai piani superiori e precisamente nella stanza di Angel.

Non bussò nemmeno ed entrò. Angel non stava dormendo, era seduto su una poltrona al buio. Sembrava essere ritornato tutto come ai vecchi tempi.

“Dobbiamo parlare” disse Cordelia

Angel fissò il volto deciso della donna “Capisco che tu sia arrabbiata con me, so che non ci siamo visti molto in questi ultimi tempi…”

“Esatto! E penso di aver diritto a delle spiegazioni!”

“Beh, abbiamo avuto molto da fare e poi…”

“Sei ancora innamorato di Buffy”

A quelle parole Angel trasalì. Cordelia si avvicinò a lui “Ho cercato inutilmente di mentire a me stessa, ma sapevo fin dal primo momento in cui Buffy ha varcato la soglia dell’Hymperion che tutto sarebbe cambiato”

“Non è cambiato niente, è solo un periodo, vedrai che passerà”

“Passerà il fatto che lei ti ha dato un figlio? Passerà il fatto che nonostante tutto voi due vi amate e continuerete ad amarvi per l’eternità? Come ha detto quella donna, Mairi, eravate destinati a stare insieme fin dall’inizio. Chi sono io per combattere il destino?”

“Daniel e quella storia non cambierà quello che c’è tra noi”

“Lo ha già fatto, senza accorgertene, ma lo ha fatto” Cordelia gli accarezzò una guancia.”Angel non posso negare di volerti bene, ma in questo periodo ho avuto molto tempo per riflettere sul alcune cose. Noi ci siamo avvicinati in un momento particolare delle nostre vite, ricordi l’incantesimo a quel balletto? Entrambi ci sentivamo soli e avevamo bisogno di qualcuno e forse era naturale che la nostra amicizia sfociasse in qualcosa di più, ma in realtà non ci siamo mai amati veramente”

“Stai dicendo che ti ho preso in giro?”

“No, tu eri sicuro, come io del resto di quello che provavamo, ma in fondo al mio cuore sapevo che non sarebbe potuto durare. Lo sai che a volte nel sonno chiami ancora il suo nome?”

Lui distolse lo sguardo. “Mi dispiace…”

“Non devi dispiacerti. Fin dall’inizio sapevo che tu amavi profondamente Buffy, ma la decisione di lasciarla e allontanarti da lei…pensavo che ormai tu l’avessi dimenticata, ma mi sbagliavo. L’arrivo di Buffy ha fatto si che io mi ponessi delle domande riguardo alla nostra relazione. Il fatto stesso che tu non volessi rimanere con lei perché non potevi darle quello che anche tu desideravi mi ha fatto riflettere. Certo con me puoi fare l’amore, ma le altre cose non me le puoi dare, i figli ad esempio, una vita alla luce del sole. Hai pensato a questo?”

“Mi accusi di averti solo usato? Di non aver tenuto conto dei tuoi desideri?”

“No, semplicemente non ci hai pensato…”

“Cordelia stai dicendo un mare di sciocchezze, io ti amo e voglio stare con te!”

“Tu mi vuoi bene e vuoi stare con Buffy!”

“Questa discussione non ha né capo né coda, non capisco proprio…”

“Accidenti Angel come sei ottuso! Guardami negli occhi e giura che mi ami, mi ami con quella passione bruciante che ti toglie il respiro, che ti fa liquefare il sangue nelle vene, sei capace di dirmi questo?”

Angel fissò Cordelia negli occhi “Cordelia io…ti voglio veramente bene, ti amo!”

“No, mi vuoi bene, ma non mi ami. E’ la stessa cosa che ho capito anche io dopo molte riflessioni. Il tempo che abbiamo passato insieme è stato molto bello ed io lo ricorderò sempre. Quel giorno della partenza di Buffy, quando vi siete appartati in questa stanza…avete fatto l’amore vero?”

Angel annui. “Non volevamo che succedesse…sono così dispiaciuto…Se mi odiassi lo capirei”

“E perché dovrei odiarti? Angel sii onesto con te stesso, la passione che hai provato in quel momento, il desiderio che lei ti ha scatenato, succede anche con altre?”

Angel iniziò a pensare. In tutte le donne che erano passate fra le sue braccia, nessuna aveva mai provocato in lui quel desiderio e quella passione che gli aveva provocato Buffy.

“Il tuo silenzio è eloquente più di mille parole” disse Cordelia a quel punto “E’ l’amore che crea tutto quello che tu provi quando sei con Buffy, e non si tratta solo di attrazione fisica, ma dell’incontro di due anime. Va da lei Angel, va prima che sia troppo tardi”

Angel si avvicinò e le prese le mani fra le sue “Sei una gran donna Cordelia, la migliore amica che potessi avere, ma ormai è tardi. Lei mi ha fatto capire che tollererà la mia presenza solo per via di Daniel. Buffy mi ha detto che ormai ci unisce solo il ricordo del nostro amore e una semplice attrazione fisica. Sono accadute troppe cose che si hanno cambiato. Ormai siamo quasi due estranei, non ci conosciamo più”

“E tu impara a conoscere la nuova Buffy. Il tempo è passato per tutti Angel, anche per te. Riscopritevi a vicenda, iniziate daccapo, riallacciate i legami che vi univano nel passato, sono sicura che tutto si aggiusterà”

“Hai ragione!” gridò quasi Angel mentre gli occhi brillavano di nuova speranza e poi come ricordandosi improvvisamente di Cordelia disse “E tu? Cosa farai?”

Lei gli sorrise e mentre lasciava la stanza disse “Shopping!”

 

Periferia di Los Angeles

 

Maddie e Robert non erano ritornati a Vancouver, avevano deciso di rimanere in città e prendersi un po’ di tempo per stare soli e riallacciare la loro relazione non solo sul piano fisico ma anche su quello emotivo.

La casetta che avevano affittato era piccola ma carina, era a due piani ed aveva un piccolo giardino intorno.

Angel fermò la sua macchina davanti al cancelletto della casa e attese. Maddie gli aveva detto che se avesse avuto bisogno di lei poteva chiamarla in qualunque momento e gli aveva messo in mano un biglietto con indirizzo e numero di cellulare. Allora non aveva capito il motivo di quella offerta, ma ora tutto era chiaro. Maddie si riferita a lui e Buffy. Quella ragazza riusciva sempre a sorprenderlo. Prese il coraggio a quattro mani. Anche se Maddie gli aveva offerto il suo aiuto, Robert era tutt’altra cosa. Anche se i loro rapporti si erano stabilizzati su un “cordiale: non cercarci più”, dubitava che lui sarebbe stato felice di vederlo.

Scese dalla macchina e suonò il campanello. Dopo alcuni minuti Robert apparve sulla porta a piedi nudi e la camicia allacciata in qualche modo.

Non serviva un genio per capire che Angel aveva interrotto qualcosa che non dovrebbe mai essere interrotto, imbarazzato tossì lievemente e disse “Scusami Robert, se vuoi torno più tardi”

Lui lo guardò torvo “No, entra. Maddie non me lo perdonerebbe mai se sapesse che ti ho mandato via.”

Angel entrò e si guardò intorno. La casa era accogliente e molto intima, cosa che non era certo l’Hymperion. Ma lui abitava all’albergo in quanto non potendo uscire di giorno, almeno poteva girare in luoghi ampi.

Improvvisamente fece la sua comparsa Maddie, aveva indosso una maglietta e un paio di pantaloncini, i capelli erano arruffati, ma lei non sembrava importarle molto ed il suo sguardo era carico di felicità.

“E’ successo qualcosa?” chiese con apprensione “Un nuovo demone? Il consiglio?”

Angel scosse la testa “Io…volevo parlare con te”

“Di che cosa si tratta?” chiese lei facendogli strada verso il salotto

Si sedettero uno di fronte all’altro, ma Angel non sapeva come iniziare anche perché c’era Robert e sinceramente non gli andava di fare la figura dello stupido. Un vampiro di oltre duecento anni che chiedeva consigli amorosi, la cosa era alquanto umiliante.

“Allora?” chiese con impazienza Maddie

“Beh…si tratta di Buffy”

“Buffy…?”

“Insomma io…” Accidenti a Robert, pensò Angel ,possibile che non capisse che doveva andarsene?

Robert dal canto era divertito come un matto, ma poi ripensandoci bene si rattristò. Da quello che gli aveva raccontato Maddie, Angel e Buffy dovevano amarsi molto, solo che i problemi e le scelte che avevano fatto nel passato li separavano ancora. Lui era stato fortunato a ritrovare Maddie, decise che forse era giunto il momento di dare una mano al vampiro ed alla cacciatrice.

“Maddie penso che Angel debba parlare di cose un po’ personali, che ne dici di lasciarci soli?”

Maddie fissò Robert e poi decise di lasciarlo fare “Penso che sia una magnifica idea” rispose la ragazza lasciando il piccolo salotto “Andrò a preparare il caffè”

Rimasti soli e vedendo che Angel faceva scena muta Robert decise che l’attacco era la migliore cosa da fare

“Quindi hai lasciato Cordelia”

“Come fai a saperlo?”

“Sei venuto da Maddie per parlare di Buffy è logico che tu non stia più con Cordelia, spero solo che non abbia a soffrirne troppo”

Angel scosse il capo “Abbiamo parlato a lungo e chiarito le cose”

“Bene. Perché hai cercato Maddie?”

“Penso che me ne andrò…”

“Continui a scappare Angel?”

Il vampiro si girò di scatto ed in un baleno fu a pochi centimetri da lui “Io non scappo! Solo che noi due non ci siamo mai piaciuti e non vedo il motivo per cui io debba parlare con te”

“Perché forse io sono l’unico che può capire quelle che provi. Si è vero noi due non ci siamo molto simpatici, ma questo non vuol dire che io non possa aiutarti. Sono stato lontano da Maddie molto a lungo e posso capire come ci si sente. Si possono avere altre storie, ma una sola conta davvero. Sul piano fisico ci siamo ritrovati subito, ma su quello emotivo, beh, su quello stiamo ancora lavorando. E’ difficile, ma si deve tentare, il ricordo a volte non basta”

“E’ quello che ha detto Buffy, il ricordo non basta..”

“E’ una donna eccezionale Angel, non capisco perché siate ancora separati”

Angel si sedette sulla poltrona “Quando ho lasciato Buffy pensavo fosse la cosa migliore. Lei aveva solo 18 anni ed una vita da vivere, io non avevo niente. L’unica cosa che mi distingue da quelli della mia razza è l’anima, se non l’avessi avuta sicuramente Buffy mi avrebbe ucciso come fa con gli altri vampiri”

“Forse si o forse no, non potrai mai saperlo, l’unica cosa certa è che vi siete incontrati ed innamorati, suppongo che la cosa sia alquanto bizzarra, ma è successo. Ma tu non stai mettendo in discussione il tuo amore per Buffy vero?

“In duecento anni non sono mai stato così indeciso“

“L’uomo che ha vissuto di più non è quello che può annoverare il maggior numero di anni, ma colui che più intensamente ha sentito la vita”

“Belle parole”

“Jean Jacques Rousseau.” Rispose Robert “Buffy ha vissuto la vita e tu?”

“Io sono morto, come potrei vivere? E poi…lei è cambiata così tanto!”

“Tutti cambiano. Buffy non è più una ragazzina, è una madre ora, con diverse priorità e desideri diversi è questo che ti spaventa?”

Angel annui. “Io non sono cambiato!”

Robert alzò il sopracciglio con aria interrogativa

“Insomma” disse Angel alzandosi dalla poltrona “Io non sono cambiato. Rimango un vampiro che per sopravvivere deve nutrirsi di sangue, non posso stare alla luce del sole,. Certo ho aperto un’agenzia, ma continuo a fare quello che facevo a Sunnydale, combatto il male. Buffy invece ha superato così tante prove e non si è mai arresa, ha lottato così tanto, è cresciuta interiormente diventando una persona bellissima che non si merita uno come me che in duecento anni non è riuscito a cambiare nulla, nemmeno il suo aspetto”

“Una volta qualcuno ha detto” disse Robert “Forse in tutti questi anni non sarò cambiato ma grazie a Dio non sono più quello di prima”

“Le belle frasi non cambiano quello che ho detto”

“Tutti cambiano Angel, è successo a Buffy ed allora? Tu la ami non è vero?”

Angel annui

“Vai dai lei e riconquistala, avete un figlio insieme, cerca di creare quella famiglia che hai sempre desiderato, ora la maledizione non vi tiene più lontani”

“Ma questo non basta”

“Però è di aiuto, te lo assicuro. Hai già fatto alcuni passi importanti. Ti sei chiarito con Cordelia, stai imparando a fare il padre, stai cercando di cambiare e questo è positivo. La vita deve continuare e per fare questo devi gettare via il tuo passato per liberare il tuo presente. Sei un vampiro che combatte demoni e mostri? Non c’è nulla di strano visto che lei è la cacciatrice. Non vi dovrete mai giustificare l’un l’altro perché sapete come conducete la vostra vita, anzi sarete di estremo conforto nei momenti più difficili, non dovrete mostrarvi fra di voi per quelle che non siete perché entrambi conoscete la realtà della vostra missione e ciò che voi siete. Lei non deve nasconderti di essere la cacciatrice e tu di essere un vampiro. I problemi che ti poni Angel sono futili e inutili. Hai paura che lei non ti voglia perché non sei cambiato come tu speravi? Chiediglielo e lo scoprirai. Mairi e le altre cacciatrici ti hanno offerto così tante occasioni, ma le hai sprecate. Vuoi forse perdere anche questa? Attendo, non potrebbe essercene un’altra e tu rimarresti solo con il tuo rimpianto. Vuoi passare il resto dei tuoi giorni così?”

“No” rispose Angel deciso Era stanco di rimuginare sui suoi crimini, sulle sue sofferenze. Aveva salvato così tante persone che un po’ del peso che gli gravava l’anima poteva anche essere rimosso, in fondo stava espiando colpe che non erano sue, il demone aveva commesso quei delitti, era giusto aiutare gli altri, ma non era giusto negarsi un po’ di felicità. Sarebbe andato da Buffy e da Daniel ed al diavolo tutti quanti!

Appena Angel lasciò la casa Maddie fece la sua comparsa e abbracciò Robert da dietro.

“Non sapevo che fossi così bravo a risolvere i problemi di cuore…”

“Qualcuno di ha ispirato” rispose lui girandosi e prendendola fra le braccia baciandole i capelli e aspirando il suo profumo

“E chi sarebbe?” chiese la ragazza

“Non lo immagini?” rispose lui abbracciandola più forte per farle sentire la sua eccitazione

“Oh…” rispose lei “E cosa altro ti ispiro?”

“Andiamo di sopra che te lo mostro!”

 

 

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Buffy4ever

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TI PREGO!!!!!!!!!!!!

No score for this post         January 15 2007, 3:16 PM

 

vAI cosi!!!!!!!!!miraccomando continua ke sn curiosa!!!!!!!!POSTAAAAAAAAAAAA!!!!!!

 

 

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alexis82

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Re: THE GUARDIAN - Capitolo 69

No score for this post         January 15 2007, 3:42 PM

 

come al solito bellissima... a quando il prossimo?? presto vero?? manca molto alla fine??sono troppo curiosa è troppo bella la storia..postaaaaaaaa

 

 

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maudit

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noooooooo.....

No score for this post         January 15 2007, 11:56 PM

 

ti prego non lasciarci cosi'!!!lo sai che ho la fissa per la tua ff quindi non farci attendere altri 15 giorni..saro' un tantino malata..ma ho notato che passano sempre 15 giorni fra un cap e l'altro!!!mi sbaglio??questo cap e' precedente all'unione fra b/a per quanto ho potuto capire!!!credimi non vedo l'ora di leggere penso il finale della tua storia...ti prego, ti prego, ti prego, continua presto!!!

baci maudit

 

 

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mei

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ti pregoooo...

No score for this post         February 6 2007, 11:28 AM

 

ti prego posta un'altro capitolo nn c'è la faccio più ad aspettare!

 

 

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maudit

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non ce la facio piu'!!!!!!!!

No score for this post         February 18 2007, 5:50 PM

 

ciaooooooo!!!!

lo ammetto sono in crisi!!!!!questa ff mi sta tormentando in modo positivo.....ormai mi sogno il seguito anche di notte!!e' passato molto tempo quando posti un nuovo cap????!!!!!

baci maudit

 

 

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Stellina

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Maudit a ragione!

No score for this post         February 18 2007, 6:15 PM

 

Questa e davvero una ff stupenda ma ce la fai davvero penare di

brutto! COntinua prestissimo!! Bacioni Stellina

 

 

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alexis82

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QUANDO

No score for this post         March 8 2007, 2:31 PM

 

ti prego quando posti?????

non ce la faccio piu ad aspettare

ti pregoooooo

fatti vivo...

ciao

 

 

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maudit

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simbolicamente scendo nel forum per protestare !!!!!!!

No score for this post         March 25 2007, 2:16 AM

 

ciaooooooo sono sempre io!!!!cosa e' successo non ci hai mai lasciato cosi'a lungo senza la tua ff!!!spero niente di grave e come puoi ricordati di noi!!lo sai che e' la mia ff preferita!!!!!!!sono preoccupata!!!!!facci sapere!!!!!posta altrimenti renderai me molto triste!!!baci maudit

 

 

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Aldebaran

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THE GUARDIAN Capitolo 70 (NC - 18)

No score for this post         April 5 2007, 1:47 PM

 

Eccomi di nuovo a voi. Comunico che si tratta del capitolo finale di questa storia. So benissimo di avervi fatto aspettare un’eternità, ma a volte ci vorrebbero giorni lunghi 48ore e non 24. Spero che il finale sia di Vostro gradimento.

 

CAPITOLO 70 (NC – 18 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Sunnydale – sera.

 

Angel aveva guidato a tutta velocità ed ora era seduto in macchina da più di mezz’ora fermo davanti alla casa di Buffy.

Era partito con tante certezze ed ora i dubbi lo stavano assillando di nuovo. Buffy gli aveva detto che avrebbe cercato di farsi una nuova vita, e forse si stava già muovendo in quella direzione.

Improvvisamente vide arrivare Spike che senza nessun riguardo bussava ed entrava in casa. La gelosia lo fece destare. Sapeva che Spike mirava a Buffy, ma lui non gliela avrebbe lasciata a costo di rendersi ridicolo e umiliarsi. Prese il cellulare e telefonò all’Hymperion, dove ebbe la conferma che tutto era tranquillo e scese dalla macchina.

Suonò il campanello.

Sentì la voce allegra di Buffy che rispondeva ad una battuta stupida di Spike e la porta si aprì.

Buffy rimase senza parole.

“Ciao Buffy”

“Angel…”

“Avevo tempo e così…posso vedere Daniel?”

“Come? Oh certo entra…”

Appena entrato in casa Angel notò che suo figlio stava giocando ad un videogioco con Spike e questo lo irritò, ma cercò di non farlo notare. Avendo scoperto da poco di avere un figlio aveva deciso di non sconvolgergli la vita.

“Daniel guarda chi c’è!”

Il bambino si girò e lasciato tutto corse verso il padre “Papà, sei venuto a trovarmi?”

“Certo, sentivo la tua mancanza”

“Anche io“

Spike alquanto sorpreso della visita di Angel si alzò dal tappeto e disse “Penso che la partita sia finita, comunque stavo perdendo”

“Sono così contento che tu sia venuto” disse il bambino tirandolo per un braccio mentre lo accompagnava in salotto. “Stavo giocando con Spike, ma lui non è molto bravo, tu lo sei?”

“Non penso, non ho mai giocato!”

“Vieni che ti insegno”

 

Dopo qualche minuto Buffy appoggiò un piatto con dei Sandwich ed un bicchiere di latte “Non voglio interrompere il vostro divertimento, ma io dovrei uscire”

“Proprio oggi che c’è anche papà?” disse il bambino “Pensavo che saresti rimasta…”

Buffy si inginocchiò vicino a Daniel “Prometto che non ci metterò molto, devo solo controllare alcune cose”

“Hai bisogno di aiuto?” chiese Angel

Buffy scosse la testa “Sei venuto a trovare Daniel, passa il tempo con lui, ne ha bisogno e poi…”

“Andrò io con lei” si intromise Spike.

Se Angel avesse seguito il suo istinto gli sarebbe saltato addosso e lo avrebbe preso a pugni, ma mantenne la calma.

“Se sei in grado” disse

“Papà stai attento, altrimenti perdi”

Angel ritornò a giocare con Daniel e sentì appena il rumore della porta che si richiudeva.

 

Buffy rientrò più tardi di quello che pensava. Le luci della casa erano spente. Entrò di soppiatto in salotto e la scena la fece rimanere senza fiato.

Daniel addormentato nelle braccia del padre.

“Dovresti portarlo a letto” disse sottovoce

“Non sapevo dove fosse la sua stanza”

“Vieni”

Angel con il braccio il figlio seguì Buffy al piano di sopra ed entrò nella stanza che era stata di Joice, solo che ora l’arredamento era adatto ad un bambino.

Stette a guardare Buffy mentre con abili mosse metteva il pigiama a Daniel e gli rimboccava le coperte.

Poi ritornarono ai piano di sotto.

“Sei rientrata tardi, problemi?”

“Nulla che non potessi risolvere” rispose Buffy mentre si dirigeva in cucina e metteva a bollire dell’acqua per un the.

“Dawn non c’è?”

“Pigiama party da una sua amica, WIllow e Tara avevano da fare è per questo che avevo chiesto a Spike di rimanere con Daniel” Buffy silenziosamente si maledì. Perché doveva dare spiegazioni ad Angel?

“Daniel è stato molto felice di vederti” riprese lei mentre si versava il the in una tazza. Poi aprì uno sportello e ne estrasse dei biscotti.

Angel non sapeva cosa dire o cosa fare. Perché era così difficile? Una volta bastava uno sguardo per comprendersi ed ora…

“Io e Cordelia ci siamo lasciati” ecco lo aveva detto. Quale sarebbe stata la sua reazione?

Buffy rimase per alcuni istanti con la tazza a mezz’aria, poi la posò sul ripiano del tavolo. Le mani tremavano leggermente.

“Spero che non sia stata colpa mia, non volevo far soffrire Cordelia”

Lui era seduto di fronte a lei, prese un biscottino e iniziò a rigirarselo fra le mani

“No, abbiamo parlato a lungo ed alla fine siamo giunti, o meglio lei è giunta, alla conclusione che fosse la cosa migliore”

“E’ per questo che sei qui? Avevi bisogno di distrarti con Daniel per non pensare a Cordelia che ti aveva mollato?”

“Cosa stai dicendo? Volevo vedere mio figlio e… volevo vedere anche te!”

“Me?”

Angel annui.

“Perché? Mi sembrava che avessimo chiarito tutto, e visto che non è colpa mia la fine della tua relazione con Cordelia…”

“Voglio invitarti a cena!”

Buffy rimase a bocca aperta

“In un ristorante di Sunnydale oppure conosco alcuni buoni locali anche a Los Angeles, chiederemo a Dawn di fare da Baby-sitter a Daniel…”

Buffy era ancora lì a bocca aperta e scioccata.

“Buffy, mi stai ascoltando?”

“Eh?”

“Hai capito cosa ti ho chiesto?”

“Come?”

“Insomma vuoi venire a cena con me?”

 

Due mesi dopo.

 

Buffy si guardò allo specchio ammirandosi nel nuovo vestito che aveva appena acquistato. Non era il suo genere, alquanto scollato e aderente, ma non vedeva altra soluzione.

Improvvisamente lo squillo del campanello la ridestò dai suoi pensieri. Si infilò una vestaglia e scese.

“Ciao Buffy come stai?”

“Maddie, Robert! Rispose lei abbracciando entrambi con felicità. “Su entrate, sono così felice che siate venuti a trovarmi!”

“Stiamo ritornando a Voncouver, non potevo andarmene senza rivedervi tutti!”

“Quindi te ne vai” disse Buffy triste

“Ho finito il mio periodo all’Università di Los Angeles e devo rientrare” rispose Robert “E poi anche la famiglia di Maddie sente la sua mancanza”

“Ho sentito Faith l’altro giorno” riprese Buffy “Sembrava felice”

“Marcel fa questo effetto alle donne” sogghignò Robert, ma il sorriso sparì subito quando Maddie li rifilò una gomitata

“Ah che ho detto!”

“Non è felice solo per quello, penso che finalmente lei abbia trovato una sua dimensione e mio fratello certamente la sta aiutando molto. E tu Buffy come stai?”

Buffy sospirò sonoramente “Bene, almeno credo”

“Almeno credo…c’entra Angel vero? Ma non uscite insieme ora?”

“Già usciamo...è proprio questo il punto!”

“Non capisco” chiese Robert

“Uffa, non capisci? A parte uscire e qualche bacio della buonanotte non facciamo altro!”

“Adesso è tutto chiaro” rispose lui

Buffy iniziò a parlare a ruota libera, non aveva mai avuto difficoltà a confidarsi con Maddie e Robert, beh che ascoltasse pure. Gli raccontò di come lei ed Angel avevano iniziato prima con una cena, un cinema ad uscire ancora insieme. Lui veniva spesso a trovare Daniel e alcune volte erano andati tutti e tre da Mc Donalds a mangiare un Hamburger proprio come una famiglia normale. In questi due mesi avevamo parlato a lungo e si erano riavvicinati solo che lui non si dava ancora da fare “Capite? Ho cercato più volte di convincerlo, ma lui vuole ancora aspettare perché non vuole rovinare quello che abbiamo ritrovato, non vuole accelerare le cose. Accelerare le cose? Non pensate che abbiamo aspettato anche troppo a lungo?”

“E’ proprio un idiota” disse Robert a quel punto

“Non dirlo a me, sono arrivata persino sul punto di comprare questo!” disse lei togliendosi la vestaglia e mostrando il vestito.

Un lungo fischio di ammirazione di Robert la fece rinsavire e lei si ricoprì in fretta “Lo confermo è proprio un idiota!”

“Penso che sia ora di scuoterlo un po’. Il vestito Buffy è già un buon passo, ma io avrei un’altra idea”

“Che idea?”

“Se la tua idea è quello che penso io, tesoro” intervenne Robert a quel punto “Angel capitolerà in meno che non si dica”.

 

Los Angeles una settimana dopo dopo.

Hotel Hymperion

 

Angel era solo. Non essendovi molto da fare aveva dato a tutti una serata libera. Era nervoso. Da una settimana sentiva Buffy solo per telefono poiché aveva accampato così tante scuse per impedirgli di andare a Sunnydale che non sapeva più cosa pensare. Gli sembrava di impazzire e non solo perché non riusciva a capire il comportamento di Buffy ma perché durante le sue telefonate improvvisamente la sua voce diventava più seducente, le parole cariche di sottointesi e sensualità per poi ritornare improvvisamente ad un tono normale per parlare del più e del meno.

Ricordava ancora l’ultima telefonata e si eccitò improvvisamente. Si sentiva frustato, fisicamente, emotivamente e sessualmente!

Respirò a fondo, anche se non necessario, per riprendere il controllo del suo corpo.

 

Esterno Hotel Hymperion

 

“Respira e stai calma”. Maddie strinse la spalla di Buffy quando la machina di Robert si fermò davanti alla casa di Angel. Il viaggio da Sunnydale le era sembrato eterno e la sua ansia aumentava con il passare dei minuti. Ora era ridotta ad un fascio di nervi.

“C’è la luce accesa” osservò Maddie “Quindi Angel è in Albergo, ma aspetteremo fino a quando non sarai entrata”

“Forse dovrei chiamarlo” mormorò Buffy

“Ormai sei qui” la incoraggiò Robert

Buffy si strinse nel cappotto “Penso che non sia una buona idea” rispose Buffy “Insomma, pensi davvero che quello che ho indosso potrebbe fargli perdere il controllo?” Buffy ripensò a quello che Maddie le aveva fatto comprare e arrossì vistosamente “Insomma ha più di duecento anni e ha avuto così tante esperienze che un capo di biancheria intima non lo scuoterà più di tanto”

“Forse, ma devi ammettere che lui non ha mai visto TE con indosso…beh, con quello che porti”

“Se non siete certe dell’effetto, perché non lo avete mostrato a me? Avrei dato certamente un giudizio imparziale” disse Robert

Un pugno leggero sul braccio lo fece azzittire.

“Volevo solo essere di aiuto. Comunque posso immaginare cosa Maddie ti ha fatto fare in questi ultimi giorni poiché l’ho sperimentato io stesso. Scommetto che passato una settimana a provocarlo per portarlo su un punto di non ritorno e, ti assicuro che anche se indossassi un telo di Juta l’effetto sarebbe lo stesso, solo che con quello che indossi sarà molto più…piacevole”

“Lo spero bene!”

“Basta parlare ora, Vai!” disse Maddie uscendo dalla macchina per aprirle la portiera “E non tornare indietro”

Buffy prese due bei respiri e sua borsa e si diresse verso l’Albergo.

 

Hotel Hymperion

 

Buffy sprangò le porte dietro di sé, spense le luce della Hall e si diresse ai piani superiori.

 

Angel aveva appena finito di farsi l’ennesima doccia fredda, uscì dalla sua stanza. Indossava solo i pantaloni ed era a piedi scalzi. Era una cosa che non faceva spesso, solo nella privacy della sua stanza, ma visto che non c’era nessuno era bello poter girare in libertà.

Improvvisamente una figura lungo il corridoio attirò la sua attenzione “Buffy!” esclamò

Lei si strinse nel cappotto. “Ciao Angel” mormorò incerta.

Buffy aveva il cuore in gola, ma per fortuna Angel sembra più stupito che arrabbiato “Come mai sei qui? E’ successo qualcosa a Daniel?”

“No, niente di tutto questo, volevo solo farti una sorpresa”. Visto che la voce la stava abbandonando, Buffy si fece coraggio e slacciò i bottoni e, prima di cambiare idea, fece cadere il cappotto

“Sorpresa!”

Lui rimase immobile, squadrandola da capo a piedi. Buffy arrossì: si era scandalizzata vedendo la guepière che Maddie le aveva fatto indossare.

Il corpetto push-up conteneva appena i seni e le bastava muoversi perché spuntassero i capezzoli. Sottili strisce di cuoio lo univano ad un bustino di pizzo, e con grande imbarazzo, Buffy aveva scoperto che la mutandina non aveva il davanti.

“Tesoro” ansimò Angel, e la strinse forte.

La baciò con passione, e Buffy rispose con ardore, inalando il profumo virile di Angel e godendosi le sue mani che l’accarezzavano.

Quando lui si staccò per mordicchiarle l’orecchio Buffy mormorò “Allora non sei arrabbiato?”

“Come potrei visto il modo in cui ti sei presentata?” Angel le accarezzò i seni facendole fiorire i capezzoli e accendendo frecce di desiderio in tutto il corpo.

“Sei una bellissima sorpresa”

Angel le infilò una mano fra le cosce, trovandola umida di desiderio. Le baciò il collo e stringendosi a lui Buffy ebbe la prova inconfutabile della sua eccitazione.

Angel l’accarezzò con abilità, fino a portarla all’orgasmo.

“Ti desidero da morire, Angel. Mi sei terribilmente mancato”

Gli sfilò i pantaloni in preda a una frenesia quasi dolorosa. Con un gemito roco, Angel la sollevò per le gambe e la spinse contro la parete.

La penetrò e Buffy fu invasa da un fuoco. Angel aumentò il piacere muovendosi sempre più in fretta fino a portarla ad un’indescrivibile estasi.

Il grido vittorioso di Buffy lo incitò ad aumentare il ritmo. Lei si abbandonò sulla sua spalla, e poco dopo lui la raggiunse in quel mondo incantato. Si cullarono a lungo, con tenerezza.

 

Esterno Hotel Hymperion –

 

“Bene, è entrata, ora possiamo andare” disse Robert avviando la macchina. “Per curiosità che cosa le hai fatto indossare?”

Maddie sorrise sorniona, si avvicinò a Robert e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Robert serrò le mascelle e strinse le mani sul volante, e improvvisamente svoltò in una via secondaria. Spense il motore, inserì il freno a mano.

E si lanciò su Maddie.

Si incontrarono a metà strada.

Slacciatasi la cintura di sicurezza, lei fu pronta a gettarsi fra le sue braccia.

Robert se la attirò addosso di peso e se la sistemò in grembo, a cavalcioni. La aiutò a mettersi in una posizione comoda…cioè seduta proprio sul punto più incandescente della sua anatomia.

“Non so se hai notato,…ma mi stai facendo morire” le sussurrò tempestandole la bocca di piccoli baci.

“No…non ancora. Ti voglio vivo e vegeto. Ti desidero…”

“Ecco brava. Non avevo dubbi, ma è bello sentirtelo dire” stavolta lui la baciò con più decisione, aprendole la bocca e affondandovi dentro la lingua. La sentì emettere un gemito soffocato e, mentre la stringeva più forte, si sentì travolgere dall’amore che provava per lei.

Le fece scivolare una mano lungo la gamba, risalì sulla coscia sollevando il vestito…e grugnì quando le sue dita vennero a contatto con il pizzo elasticizzato di un paio di provocanti calze autoreggenti, ed il sangue che gli scorreva nelle vene raggiunse temperature incandescenti.

Lei cominciò a dimenarsi mentre le mani di Robert continuavano a salire sempre più in alto.

“Robert”

“Lasciati toccare tesoro” mormorò lui, posandole le labbra sul collo.

Maddie reclinò il capo all’indietro “…si…”

“Si…” fece eco lui, solleticandole la pelle con il suo respiro. Maddie era calda. Smaniosa. Il modo in cui gli si premeva addosso, gli avvolgeva le braccia intorno al collo e gli premeva la bocca sulla gola….era tutto quello che aveva sempre cercato in una donna, anzi di più.

Il stradina era buia e silenziosa e l’unico suono che si sentiva era il loro respiro affannato.

Le sue dita continuavano la loro audace salita all’interno delle gambe di Maddie sempre più vicino al centro del suo calore.

Lei sollevò automaticamente il bacino spostandolo in avanti “Robert, voglio…”

“Anch’io tesoro. Ma non posso aspettare. Devo toccarti”

Maddie piegò la testa in avanti e lo guardò “Neanch’io voglio aspettare. Nemmeno un minuto. Toccami” lo esortò, in un sussurro “Toccami adesso…”

Le loro bocche tornarono a incontrarsi mentre la mano di lui giungeva a destinazione.

Maddie gemette e ricominciò a muoversi, ma Robert la bloccò. Tenendole una mano su un fianco, con l’altra afferrò l’elastico di quello che credeva essere uno slip di pizzo e tirò deciso.

Lo strappò di netto. E finalmente poté toccarla come voleva.

Maddie lo baciò di nuovo, affamata ed in preda a una smania incontrollabile, ed il cuore di Robert accelerò ancora, battendo a un ritmo forsennato. Se lo sentiva tamburellare nelle orecchie.

Sollevandole i fianchi, la udì emettere un suono gutturale mentre scivolava dentro prima con un dito, poi con due. Lentamente.

Era così calda…

Staccò le labbra da quelle di lei perché aveva bisogno di riprendere fiato.

Maddie ne approfittò per inarcarsi in avanti e spalancare le gambe, offrendogli di più. E lui non si fece pregare. Continuò a toccarla, a esplorarla intimamente, strappandole gridolini estasiati.

“Robert…ti prego…non ce la faccio. Così è troppo”

“Non è ancora niente, piccola. C’è molto di più” Così dicendo, scivolava dentro e fuori da lei, portandola sempre più in alto. La sentiva respirare sempre più affannosamente, muoversi a un ritmo sempre più frenetico.

“E’ stupendo. E’…” Maddie si irrigidì. E un gemito fioco le fuoriuscì dalla gola mentre il mondo, l’universo intero sembrava esploderle intorno.

 

Hotel Hymperion

 

Angel posò Buffy a terra, entrambi ancora scossi per quello che era appena successo, improvvisamente lui la sollevò fra le braccia

“Ce la faccio a camminare…”

“Voglio portarti io” Angel le rubò un bacio “Non voglio staccarmi da te nemmeno per un istante”

Nemmeno lei, se era per quello. E poi era così romantico! L’uomo che amava da quando aveva quindici anni la stava portando fra le sue braccia verso la sua camera da letto per una lunga, appassionata notte d’amore.

Arrivato alla porta della sua stanza, lui dovette liberarsi una mano per aprire la porta che però stava facendo i capricci; perciò se la caricò su una spalla

“Ehi” protestò Buffy “Questo non è molto romantico, Angel!”

Lui aprì la porta, poi fece scorrere una mano su una gamba risalendo fino alla natica nuda. “Dammi tempo. Ho solo cominciato”

“Promesse, promesse…” Fu lei a chiudere la porta dietro di loro.

Angel si fermò sul lato del letto. Con un agile sussulto della spalla, la fece scivolare sul materasso e cominciò a togliersi freneticamente i pantaloni.

“Volevi un amante romantico? Eccoti accontentata” Con un sorriso sornione sulle labbra si spogliò a tempo di record e si offrì nudo alla sua vista.

Buffy fece per togliergli la guepière ma lui la bloccò. “No, lasciala”

“Perché?”

“Perché così sei l’incarnazione di una delle mie fantasie più roventi”

“Ma io non sono una fantasia, Angel. Sono vera”

“Si. E sei mia…

Mentre Angel al divorava con gli occhi, Buffy cercò di leggergli in viso le emozioni che lo agitavano, ma si alternavano tanto rapidamente che non era sicura di interpretarle in modo corretto. Sapeva solo che si sentiva bene tra le sue braccia. Si sentiva bellissima. E sexy. Selvaggiamente audace.

“Stenditi” le ordinò lui, spingendola dolcemente sul letto “Volevi un amante romantico? E lo avrai”

“Vieni Angel. Voglio sentirti dentro di me”

“E’ quello che voglio anch’io. Prima però voglio baciare ogni millimetro di questo corpo stupendo”

“Ma…”

“Niente ma. Fidati”

“Mi fido”

Le si distese sopra. E cominciò a posarle baci febbrili sul collo, poi sui seni. Le catturò i capezzoli tra le labbra, prima uno e poi l’altro. Li accarezzò con la punta della lingua, finchè Buffy non riuscì più a subire impassibile quella tortura dolceamara. Si contorceva sempre più impaziente. Non avrebbe retto ancora per molto. Ma non le importava. Purchè Angel non si fermasse. La bocca di lui le scese fino allo stomaco, attraversò l’addome e raggiunse l’attaccatura delle gambe., Buffy si irrigidì e si tirò indietro istintivamente.

Le mani forti di Angel la bloccarono

“Angel…non…”

“Ho detto ogni millimetro”. Lui le sorrise, le strizzò l’occhio. E le regalò il bacio più intimo che un uomo possa regalare alla sua donna.

Dalle labbra di Buffy fuoriuscì un sospiro interminabile. Era tutto così perfetto. Così meraviglioso. Così squisitamente erotico.

La lingua di Angel la solleticava in quel punto così delicato, donandole sensazioni straordinarie, e lei si inarcava, per esortarlo ad andare più a fondo. E a ogni carezza, si sentiva sempre più vicina alla meta.

Quando sopraggiunsero i primi tremiti, intuendo che stava per arrivare al piacere estremo, Angel interruppe quel bacio infuocato e tornò a distendersi su di lei.

“Sei bella come un sogno” le disse “Con indosso solo il chiarore della luna e questa...tua sorpresa”

“Tu non sei da meno…senza niente addosso” mormorò Buffy sorridendo

“In questo momento addosso voglio solo te”

“E io ti voglio dentro. Ho aspettato abbastanza, non credi?”

“Giusto” E la accontentò.

Buffy sussultò mentre lo accoglieva in se. Lo agganciò con le gambe e lo strinse forte, desiderosa di donargli tutto il piacere che aveva ricevuto.

Lui prese a muoversi, affondandole il viso nell’incavo del collo. Ben presto accelerò il ritmo. A ogni spinta, affondava in lei sempre più completamente.

Bruffy lo avvolse anche con le braccia. Angel sollevò il viso per guardarla, un istante prima del sussulto col quale il suo corpo si tese.

Buffy arrivò al piacere contemporaneamente a lui. Di nuovo provò la sensazione di librarsi in alto e poi di precipitare nel vuoto ed Angel era ancora con lei, a condividere quell’esperienza meravigliosa

 

Maddie baciò voracemente Robert inghiottendo il suo grido liberatorio mentre entrambi raggiungevano l’apice del piacere. Rimasero per alcuni interminabili istanti abbracciati, con il respiro affannoso. Maddie ridacchiò leggermente.

“Non pensavo di essere divertente” disse lui

“Sai, se avessi saputo che fare l’amore in macchina sarebbe stato così…mi sarei fatta avanti prima”

Lui non rispose. Maddie soffiò leggermente sulla sua fronte ancora imperlata di sudore “Ho detto qualcosa che non dovevo?”

“Io…beh sai ho avuto altre ragazze…”

“E hai fatto l’amore con loro in macchina?”

Lui annui. Lei capì che lui aveva bisogno di essere rassicurato “Non mi importa, tu stai con me ora. Lo sapevo fin dall’inizio, quando ho deciso che saresti diventato il mio ragazzo che avevi avuto altre storie, in fondo se un bel ragazzo come te non le avesse avute…mi sarei preoccupata”

“Preoccupata?”

“Sei una persona bellissima Robert, e non mi riferisco solo all’aspetto fisico. Sei leale con gli amici e con chi ami e questo mi basta. Ti chiedo solo di non paragonarmi mai alle altre ragazze che hai avuto”

“Questo sarebbe impossibile…tu sei unica Maddie, sei l’unica che amo e che amerò per tutta la mia vita!”

“Questo è quello che volevo sapere” rispose lei muovendosi leggermente sul suo grembo.

Lui trattenne il respiro. “Non farlo altrimenti rimarremmo qui per tutta la notte”

Lei lo baciò “Sarebbe bellissimo non credi?” rispose muovendosi ancora.

Improvvisamente la prese per i fianchi e la fece alzare. Si risistemò i pantaloni e riaccese la macchina. “Sarà meglio trovare un albergo…”

Maddie non rispose e si risistemò il vestito, sicura che ora sarebbe andato tutto per il meglio.

 

Hotel Hymperion.

 

Buffy si sera appisolata. La guepiére giaceva ormai ai piedi del letto. Angel la fissava mai pago della sua vista.

Buffy si avvicinò ancora di più a lui. Sembrava che il freddo del suo corpo non le desse fastidio. Cordelia invece a volte se ne era lamentata, non rimanevano mai abbracciati troppo a lungo. Buffy era diversa, ma lui sapeva, anche se il contatto con il suo corpo era piacevole, che presto avrebbe avuto freddo. Cercò quindi di scostarsi lentamente, ma le sue forti braccia lo trattennero.

“Dove credi di andare?”

“Avrai freddo….”

“Sto benissimo!” rispose lei cominciando ad accarezzarlo lentamente con una gamba fino a risalire all’inguine.

“Cosa stai facendo?”

“Vorrei recuperare il tempo perduto”

Lui avrebbe voluto assecondarla, ma aveva bisogno di chiarire alcune cose e controvoglia si staccò da lei.

Buffy interpretò quel gesto in modo errato ed il suo viso si rabbuiò.

“Devo andarmene?” chiese

“Andartene? Perché?”

“Beh, suppongo che ora che sei più lucido e la passione svanita…ti sia pentito…forse dovrei ritornare a casa”

“La mia passione per te non svanirà mai e ti assicuro che se seguissi il mio istinto mi getterei su di te a fare l’amore fino allo sfinimento, ma ci sono alcune cose che vorrei chiarire prima”

“Cosa vuoi chiarire? Credevo che ormai avessimo risolto tutti i nostri problemi”

“Ce ne sono ancora alcuni e dobbiamo affrontarli”

“Parla” disse Buffy decisa.

Angel si passò la mano fra i capelli. “La nostra vita non sarà semplice…”

“E quando mai lo è stata?”

“Non mi riferivo solo ai demoni che combattiamo tutti i giorni, ma soprattutto alla mia natura…”

“So benissimo chi sei”

“O cosa sono”

“Non sono cose scindibili per me Angel, tu sei l’uomo che amo ed il fatto che tu sia un vampiro non mi importava quando avevo sedici anni e mi importa ancora meno ora”

“Ma purtroppo io sono ciò che sono e questo ci porterà numerosi problemi”

“Ad esempio?”

“Daniel”

“Daniel?”

“Io non posso stare alla luce del sole e quindi non potrò essere un padre come gli altri, seguirlo ai pic-nic della scuola, alle partite, per me e lui non ci saranno gare padre e figlio, poi io non invecchio…non pensi che col passare del tempo qualcuno potrebbe insospettirsi?”

Buffy scoppiò in una fragorosa risata ed Angel rimase senza parole.

La sua risata cristallina riempì la stanza e tutto l’albergo quando gli ultimi echi di acquietarono lei disse “Vuoi proprio crearti problemi anche quando non ci sono. Non pensavo che tu fossi così insicuro riguardo a noi”

“L’unica certezza che sento in questo momento è il mio amore per te, ma per il resto…”

“Daniel sa benissimo che non sei e non sarai mai un padre come gli altri, lo conosci ancora poco…lui ti stupirebbe se sentissi come parla di te, come ti vede, come ti vuole bene. Per quanto riguarda il fatto che non invecchi, beh ad essere sincera quella preoccupata dovrei essere io. Io invecchierò Angel e un giorno vedrai in me i segni del tempo e cercherai una persona più giovane, sempre se non morirò prima”

“Non dire queste cose!”

“E’ una realtà che mi accompagna da quando ho scoperto la mia missione. Tu sarai sempre giovane e forte Angel e potrai proteggere nostro figlio fino a quando la sua missione sarà compiuta. Potrai vederlo sposato, potrai vedere i tuoi nipoti ed a pensarci bene anche i pronipoti. Io probabilmente non ci sarò!” finì lei con una nota di malinconia.

Angel la fissò negli occhi. Aveva ragione! Come sempre lei aveva ragione! Le prese il viso fra le mani e la baciò. Un bacio dolce, pieno di amore e promesse.

“Sposami”

“Co…come?”

“Sposami Buffy. Non mi importa se, come dici tu il tempo lascerà dei segni, per me sei e sarai sempre l’unica donna che amo e che amerò sempre. Io vedrò sempre la bellissima donna che ora è qui nel mio letto con me, perché la tua anima non cambierà mai. E voglio che tutti lo sappiano!”

“Sei impazzito”

“Si, pazzo d’amore e di felicità” rispose lui prima di stendersi su di lei e cominciare a baciarla.

Improvvisamente con una mossa repentina lei si ritrovò sopra di lui.

“Cosa stai facendo?”

“Ora tocca a me”

Buffy allungò le braccia e le sue mani si tuffarono nei capelli neri di Angel mentre lentamente scendeva a baciargli il collo fino a raggiungere il petto. Buffy vi depose lievi baci e con la lingua gli titillò un capezzolo, mentre con le mani massaggiava le ampie spalle. Angel sobbalzò lievemente mentre una scarica elettrica gli attraversava il corpo.

“Buffy…” sussurrò piano

Ma lei non lo stette a sentire e lentamente cominciò a scendere sempre più giù, continuando a massaggiargli il petto, arrivò all’ombelico dove vi insinuò la lingua. Angel trattenne a stento un ringhio di puro piacere.

Il sangue prese a scorrere più veloce e improvvisamente si sentì accaldato. Era come se le mani di Buffy attraverso quella deliziosa tortura lo stessero riscaldando. Intanto Buffy scese ancora, lentamente. Lui tentò di dire qualcosa ma quando sentì le sue labbra su di lui e il calore della sua bocca il cervello smise di funzionare e lui si dimenticò di tutto. Quella donna lo stava letteralmente facendo impazzire, ma dentro di se sapeva che non poteva lasciarsi andare completamente, doveva rimanere lucido e soprattutto doveva impedirsi di…

“Buffy” sussurrò nuovamente

“Sthh…lasciati andare Angel, non devi avere paura” rispose lei prima di risucchiarlo nuovamente nel calore della sua bocca.

Fu troppo! Anche le ultime briciole di autocontrollo si frantumarono e lui esplose, scivolando nel volto della caccia mentre tratteneva un urlo di puro piacere e il suo corpo veniva sconquassato da un orgasmo che sembrava non avere mai fine.

Con gli occhi chiusi Angel stava respirando a fatica! Lui non respirava mai, era morto fu il primo pensiero coerente che balenò nella mente. Improvvisamente sentì le labbra di Buffy posarsi sulle sue e lui si accorse di avere tramutato il volto e cercò di sottrarsi.

“Non farlo” disse Buffy.

Lui aprì gli occhi e incontrò i suoi. “Non farlo Angel, non devi mai scappare da me. Era forse di questo che avevi paura? Che io non potessi accettare il tuo volto quando siamo in intimità? Io conosco benissimo il tuo aspetto perché conosco il tuo cuore e la tua anima” disse lei posandogli la mano sul petto.

Angel gli prese la mano e gli baciò il palmo mentre il volto ritornava alla normalità.

“Sei eccezionale Buffy, straordinaria davvero. Comunque è molto raro che io perda il controllo in situazioni del genere…”

“Beh…non cercare di adularmi, penso che anche altre volte mentre…tu abbia…”

Lui scosse la testa. “Molto, ma molto raramente. Succedeva spesso quando non avevo l’anima ed ero Angelus, ma il mio demone lo faceva per spaventare le sue vittime e perché a Darla piaceva”

“Quindi…” disse Buffy mentre una luce maliziosa gli illuminava il viso

“Quindi” risprese lui, mentre con una mossa veloce gli rotolava sopra “Ci sono anche altri aspetti della mia natura che spero non ti dispiaceranno”

Buffy lo fissò senza capire molto bene, poi sentì la sua erezione premere sulla coscia e spalancò gli occhi.

Lui le sorrise e tornò a baciarla appassionatamente.

 

All’esterno dell’Hotel Hyperion Maddie e Robert fissarono l’entrata.

“E’ ancora chiusa, quindi deduco che il tuo piano abbia funzionato” disse lui

“Quando mai i miei piani non funzionano? E’ meglio andare non abbiamo altro da fare per il momento e suppongo che Buffy se la stia cavando alla grande!”

“Bene” rispose Robert mentre avviava la macchina, poi come ripensando alle parole di Maddie si girò verso di lei

“Cosa vuol dire per il momento?”

Lei gli sorrise birichina

“Maddie!”

“Ci sono cose che non posso dire!”

“Maddie!”

Sentendo la sua insistenza Maddie sbuffò. In fin dei conti qualcosa poteva anche dirlo.

“Nella lotta contro il male Daniel non sarà solo”

“Beh, presumo che ci sarà Buffy, Angel, e tutti noi”

“Non solo, vedi la profezia come è conosciuta dagli osservatori è incompleta”

“Come incompleta”

“Fu fatto appositamente, per avere altre possibilità se Daniel non fosse sopravissuto”

“Spiegati” disse Robert ritornando a spegnere il motore.

“La profezia si avvererà quando oltre a Daniel arriveranno anche altri tre predestinati”

“Ma sei i predestinati sono i figli di Buffy e Angel questo vuol dire che…”

Lei annui con il capo

“C’è altro?”

“I Predestinati avranno degli aiutanti, i figli di coloro che hanno partecipato a questa vicenda…”

“Figli…”disse Robert mentre una luce carica di felicità gli riempiva lo sguardo ed il cuore.

Robert riaccese il motore, ma prima di partire chiese

“Aspetta un attimo, ma Angel è un vampiro e non può avere figli, come è possibile…”

Maddie gli mise una mano sul braccio e disse “Basta ora, ti ho detto anche troppo. Portami a casa”

Robert non se lo fece ripetere due volte e lentamente si immise nel traffico di Los Angeles.

Maddie si girò un’ultima volta a fissare l’Hotel Hymperion. Sarebbe passato del tempo prima che si ritrovassero tutti assieme un’altra volta. Sorrise fra se. Quello che sarebbe successo dal quel momento in poi era ancora sfuocato nella sua mente e comunque si trattava di un’altra storia e di un’altra avventura.

 

FINE