UNDERGROUND

 

Autore: Aldebaran

Rating: Angs, Romance, NC-17 solo in alcune parti

Note: Questa storia è ambientata durante la sesta Stagione BTVS e la terza di ATS. Ho cambiato alcuni avvenimenti:

Raley ha lasciato Buffy ma non è partito

Ha troncato la sua relazione con Spike subito dopo l’episodio “Smashed”. Non ho mai apprezzato come la J.W. ha fatto evolvere il personaggio di Buffy trasformandolo quasi in una poco di buono. Non che ammiri tutte le fanfic che hanno come tema questi due personaggi, le trovo molto avvincenti, solo che a mio parere la storia poteva essere ampliata in modo diverso e non farla sembrare sono una squallida e sordida storia di sesso

Xander è ancora fidanzato con Anya

Tara non è morta

Crossower: “La Bella e la Bestia”. Ho visto questo telefilm tempo fa e vedendo poi Buffy ho trovato molte similitudini fra i personaggi ma soprattutto nella loro storia d’amore.

Mi scuso anticipatamente se ci saranno delle incongruenze e delle piccole “licenze poetiche” nella storia ma il telefilm “la Bella e la Bestia” è andato in onda alla metà degli anni ‘90 e la memoria a volte fa cilecca.

Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono a J.W. ecc.ecc.

Anche se scrivo molte fanfic questa è la prima che ho il coraggio di postare. Vi prego d’essere magnanimi.

 

Capitolo 1

New York – Central Park

 

 

Correre…. Correre ….doveva correre, allontanarsi il più possibile da li, il cuore le batteva in gola, il fiato corto e i polmoni le bruciavano ma non poteva fermarsi,… non doveva.

Improvvisamente una figura le se parò davanti “Allora bellezza hai finito di correre?” La ragazza, capelli corti, neri, fisico esile respirava a fatica, aprì la bocca ma non uscì alcun suono. Due occhi cangianti la scrutarono “capolinea” disse prima che due zanne si fiondassero sul suo collo “strano” penso’ la ragazza “non sento dolore” mentre la vita le scivolava via inesorabilmente. Il Vampiro lasciò cadere a terra il corpo esanime come se fosse una bambola di pezza, “e ora cerchiamo un degno dessert” disse fra se.

Una sinistra figura uscì improvvisamente dalla boscaglia, era più alta del normale, un lungo mantello partiva dalle spalle e scendeva fin quasi a terra e il viso era coperto da un cappuccio.

“Che cosa le hai fatto?” disse “Niente che possa interessarti” rispose il vampiro “a meno che tu non voglia fare la stessa fine, stavo giusto cercando qualcosa di più…sostanzioso” non riuscì a finire la frase che la figura lo attaccò. Era forte. Un pugno fece volare il vampiro lontano e quando si rialzò vide la figura china sul corpo della ragazza. Il Vampiro la aggredì alle spalle strappandole il mantello, il viso che gli si presenterò era assi inusuale “non sei un demone” disse “almeno non ne ho mai visti della sua razza, se avevi fame potevi dirlo ti avrei lasciato qualcosa”

Per risposta il vampiro fu colpito da un calcio che lo fece cadere pesantemente a terra “Vuoi la guerra?” disse ancora con il volto deformato e si lanciò contro il suo avversario.

La lotta che scaturì era violenta “Sei un buon lottatore,…ma non basta” e con un ultimo pugno atterrò il suo aggressore. Quando lo sconosciuto si rialzò del vampiro non c’era più traccia e l’unica cosa che rimaneva era il corpo senza vita della ragazza.

“Ma che diavolo sta succedendo?” pensò. Era noto che Central Park era un luogo pericoloso soprattutto la notte, ma da qualche tempo c’erano troppe strane morti e troppi poliziotti, investigatori e cameraman che cercavano indizi ed a lungo andare avrebbero potuto scoprire l’entrata.

Si avvicinò ad un condotto fognario, entrò e un paratia si aprì per poi richiudersi alle sue spalle.

Lunghe galleria scavate nella roccia , illuminate si aprivano davanti a lui, con passo svelto si diresse verso il centro dei cunicoli. Le persone che vi abitavano lo salutarono, dei bambini che correvano quasi si scontrarono con lui, poi giunse ad una grotta, più grande delle altre, con scaffali di libri, un tavolo, delle poltrone, un uomo seduto su una di loro che leggeva.

Era circa sulla cinquantina, capelli brizzolati, barba. I suoi abiti, come quelli degli altri abitanti di quelle grotte erano un insieme di vari stracci, cuciti a più strati per tenere più caldo del normale.

Appena l’uomo percepì la sua presenza si volse e sorrise.

“Padre” disse con voce dolce e suadente la figura

“Dimmi Vincent che cosa è successo? Perché sei in ritardo?”

Capitolo 2

 

Nota: per chi non avesse mai visto o sentito parlare del telefilm “La Bella e la Bestia” devo ricordare alcune cose.

Padre, il cui vero nome è Jacob, è il capo della comunità sotterranea ed é chiamato da tutti in questo modo in quanto è amorevole e protettivo proprio come un buon padre deve essere.

Vincent è stato raccolto appena nato da Jacob vicino all’Ospedale S.Vincent, da cui prende il nome. Però è particolare. Il suo aspetto è simile a quello di un leone.

 

Due grandi mani ricoperte di una folta pelliccia abbassarono il cappuccio mostrando il viso. Aveva tratto felini, simili ad un leone, lunghi capelli ricadevano sulle spalle. I suoi abiti erano fatti di stracci, stivali di pelle che attutivano i suoi passi e due occhi chiari come il cielo, pieni di calore e sincerità.

“Sei ferito” disse mentre si avvicinava a lui “non è niente” rispose Vincent, “solo un graffio” “che deve essere curato” disse l’uomo con autorità:

“Allora che cosa è successo?”

“Un’altra ragazza morta, vicino all’entrata”

“Vicino all’entrata? Potrebbe essere pericoloso…dobbiamo spostare il corpo”

“Ho già provveduto padre e non è stato facile”

“Lo so”

 

*Due mesi prima

Era sparito ormai da una settimana e tutti erano preoccupati.

Era nuovo e si poteva perdere facilmente nei cunicoli. Tutti lo stavano cercando ma di lui nessuna traccia.

“Padre, potrei andare a perlustrare le grotte a nord”

“Non penso che si sia spinto fino lassù, sapeva che era pericoloso e non doveva andare”

“Ma è l’unica possibilità! Lo abbiamo cercato ovunque ormai”

“Va bene …ah….Vincent”

“Si?”

“Sta attento”

Vincent sorrise fra se “certo Padre” rispose “come sempre del resto”

Stava ormai camminando da ore, quelle grotte poco usate e scarsamente illuminate erano un vero e proprio labirinto, ma lui le conosceva bene. Fin da piccolo, quando fu consapevole della propria diversità, nei momenti di sconforto si rifugiava li.

Stava addentrandosi sempre più nei cunicoli, la luce cominciava a scarseggiare e accese una torcia.

Dopo circa due giorni di ricerche improvvisamente inciampò in qualcosa, abbasso la torcia e lo vide.

Sthefen era li, bocconi a terra, morto. Era in uno stato pietoso. Probabilmente, pensò, si era perso, la paura, il freddo e la mancanza di cibo lo avevano portato alla morte.

Vincent raccolse il corpo, trovò una specie di nicchia e ve lo pose richiudendola con delle rocce trovate qual e là.

Si apprestò a comunicare la notizia a Padre e agli altri.*

 

“Ci sono state troppe strane morti negli ultimi tempi nel Parco. Era sempre stata una zona tranquilla, che cosa ne pensa Catherine? In fondo l’ufficio del procuratore dovrebbe essere il più informato!”

“Brancolano nel buio”

“Vincent come ti sei ferito?” disse Padre mentre medicava un profondo taglio sul braccio

“Ho lottato con l’assassino!”

“Hai visto chi ha ucciso la ragazza?”

Vincent annui

“Bene allora potrai aiutare gli investigatori. Parla con Cathrine, puoi descriverlo, fare un identikit, e forse queste morti finiranno”

“Non è facile”

“Perché?”

“Beh, era diverso”

“In che senso diverso?”

“Era…non ci posso ancora credere, insomma era un Vampiro”

“Vampiro?”

“Si e non credere che me lo sia immaginato…Quando mi sono scontrato con lui sembrava di essere nel bel mezzo di uno di quei film horror degli anni 50 di serie b. In ogni modo abbiamo lottato ed io ho perso…Padre...”

Vincent vide l’uomo sedersi di peso sulla sedia con lo sguardo fisso nel vuoto

“E’ vero Padre credimi”

“Ti credo Vincent. Non occorre che tu mi convinca, ti credo”

“Padre c’è qualcosa che dovrei sapere?”

L’uomo fisso Vincent negli occhi, si alzò e prese una vecchia cassetta di legno finemente intarsiata, tolse la chiave da una catenina che aveva al collo e l’aprì.

Estrasse un libro antico con la copertina di pelle con inciso un simbolo che non aveva mai visto. Aprì il volume e comparve il disegno di un vampiro.

Vincent alzò il sopracciglio e guardò l’uomo negli occhi

“Padre che cosa significa?”

“Che cosa potrebbe significare secondo te?”

“Che esistono veramente i Vampiri?”

“E’ una lunga storia Vincent”

“Non vado da nessuna parte ho tempo”

“Tutti abbiamo dei segreti ”

“E questo è uno di quelli?”

“Si!”

“Ora tutto è più chiaro. Le morti di Stefhen, Danielle e Morris non sono stati incidenti. Quando li abbiamo trovati erano già morti da alcuni giorni e forse per questo non abbiamo notato nulla di strano.”

Jacob sospirò sconsolato.

“Questo libro spiega come si possono uccidere? Non voglio che un altro membro di questa comunità muoia. Ora anche noi siamo in pericolo!”

“Lo so, appena mi hai accennato al vampiro tutto mi è stato più chiaro. Fino a poco tempo fa erano solo dei casi isolati in superficie e pensavo che noi fossimo al sicuro”

“Tu sapevi?”

“Si ma in superficie c’è chi se ne occupa”

“Devo in ogni caso scovarlo e ucciderlo, probabilmente si nasconde nei cunicoli”

“Potrebbero essere più di uno”

“Più di uno?”

“Si, vivono anche loro in gruppi”

“Questo non è un problema, cercherò di riuscirci ugualmente”

“Non è semplice, ti ha già battuto”

“La prossima volta andrà meglio. Non per cadere nella retorica ma per eliminarli serve aglio, paletti ecc. come nei film?”

“Non ci riusciresti Vincent. Sono molto forti, sanguinari. Sono dei demoni!”

“Demoni?”

“Si”

“A pensarci bene quel vampiro mi ha scambiato per un demone”

Padre guardò Vincent perplesso

“Scusa Padre continua pure”

“Come ti stavo dicendo non riusciresti a batterli. Questa volta sei stato fortunato, la prossima ti potrebbero uccidere”

“Sono forte Padre”

“Ma non basta. Ci vuole qualcuno destinato a questo”

“Destinato ad uccidere demoni e Vampiri?”

Padre annui.

“E chi sarebbe questo novello Superman?” chiese Vincent con una punta di scetticismo

Padre sorrise “non si tratta di un lui ma di una lei”

“Una donna?”

“Non una donna qualsiasi, la prescelta, la cacciatrice!”

 

Capitolo 3

 

"Cacciatrice? E chi sarebbe?"

Padre porse il libro a Vincent "Ti consiglio di leggere questo. E’ in latino ma non dovresti avere difficoltà. Poi cercherò di risolvere questo problema"

 

Biblioteca – città sotterranea

 

“Dimmi Jacob perché hai voluto vedermi così urgentemente?” chiese un uomo sulla sessantina, capelli bianchi in abito firmato

“Scusami Gorge se ho fatto pressione per vederti subito so quanto sei occupato!”

“Non ti preoccupare. Ho sempre tempo per te”

“Grazie” disse Jacob “avrei bisogno che tu facessi una ricerca per me”

L’uomo lo guardò stupito

“E’ una richiesta insolita da parte tua”

“Lo so. Ma tu hai accesso agli archivi dell’immigrazione”

“E’ uno straniero?”

“Inglese. Dovrebbe essere nel nostro Paese con un visto di insegnante o un permesso di lavoro inerente all’insegnamento”

“Va bene“ disse l’uomo alzandosi dalla sedia “il nome?”

“Rupert Giles » disse Jacob

“Ti farò sapere”.

 

Sunnydale

 

Quando Giles prese la posta quella mattina rimase attonito nel trovare una busta proveniente da New York, non conosceva nessuno che abitasse nella Grande Mela.

Aprì la busta febbrilmente e rimase sorpreso nell’apprendere chi fosse la persona che richiedeva il suo aiuto.

Non aveva più avuto contatti con Jacob da circa 25 anni, da quando era scomparso dopo essere stato accusato dell’omicidio della moglie.

La moglie era molto malata e pur di non vederla soffrire era ricorso all’eutanasia. Si riprese da quella riflessione e continuò a leggere.

Chiuse il foglio, si tolse gli occhiali e li pulì. Si diresse verso il telefono e compose il numero della sola persona in grado di risolvere la situazione.

“Buongiorno signor Giles” disse Buffy con un sorriso quando lui aprì la porta del suo appartamento “come mai ha voluto vedermi qui e non al Magic Box?”

Giles si scostò e fece entrare Buffy.

“Si tratto di una questione personale”

“Personale?”

“Si. Un mio amico, un ex osservatore o meglio, una persona che studiava per diventare osservatore, ha bisogno d'aiuto”

“Studiava per diventare osservatore e che cosa è successo è stato forse bocciato?” disse Buffy sorridendo

“Buffy per favore…”

“Mi scusi signor Giles, continui pure”

“Jacob, questo è il suo nome, lasciò gli osservatori per diventare un medico. Ed era un ottimo medico”

“Era? Perché ora è forse in pensione?”

“No, lui ha avuto dei problemi in passato e ora dirige una specie di comunità”

“Comunità?” fece eco Buffy con il viso contrariato.

“Questa sua comunità si trova a New York”

“New York?”

“Buffy la smetti di ripetere tutto quello che dico per favore?”

Buffy annuì

“Jacob ha dei problemi con dei vampiri, sembra che ultimamente si siano scatenati. Hanno ucciso anche alcuni membri del gruppo ed ora tutti sono in pericolo. Per questo ha chiesto il mio aiuto”.

“Vuole che vada a N.Y.?”

“Se non fosse importante non te lo chiederei mai, lo sai. Lui aiuta tante persone in difficoltà”

“Capisco Signor Giles, ma qui? Che cosa succederà mentre sono via? Siano sulla Bocca dell’Inferno. Anche se ultimamente tutto è abbastanza tranquillo, troppo tranquillo direi, ci potrebbe essere un’improvvisa intensificazione dell’attività demoniaca. Senza contare che dovrei lasciare il mio lavoro e sa quanto sia importante, dopo la morte della mamma…”

“Lo so Buffy. Senti mi occuperò di tutto io dalle bollette a Down e poi quando ritornerai ti aiuterò a cercare un altro impiego meno…”

“Meno degradante? Fare la cameriera in un fast food non è male Signor Giles!”

“Non avrei usato questo termine. Intendevo meno gravoso e più remunerativo, inoltre penso che per un po’ di tempo riusciremo a cavarcela da soli”

Buffy lo guardò con aria scettica

“Se ci fossero dei problemi impellenti potrei chiedere aiuto ad Angel”

“No!” disse Buffy con tono autoritario “Lasci Angel a Los Angeles. New York non è in capo al mondo e potrò tornare in qualunque momento. Magari riuscirò a risolvere la questione velocemente.”

“Va bene Buffy, come vuoi. Andiamo al Magic Box per avvisare anche gli altri e poi partirai per New York!”.

 

New York- notte

 

Catherine Chandler aprì la porta finestra che dava sul balcone del suo appartamento nel grattacielo dove abitava.

Un’ombra uscì dal suo nascondiglio

“Ciao Vincent”

“Ciao Catherine”

Come la maggior parte delle sere s’incontravano su quel balcone che era diventato il loro mondo, lontano da occhi indiscreti dove poter stare insieme, parlare e confidarsi.

Catherine abbracciò Vincent e lo fece accomodare nell’appartamento, era nervosa e questo non sfuggì al suo compagno. Dalla sera di due anni prima quando lui le aveva salvato la vita si era creato tra loro legame meraviglioso e riuscivano a sentire i reciproci sentimenti, rafforzato dall’amore che cresceva giorno dopo giorno.

“E’ successo qualcosa?” chiese Vincent preoccupato

“Un altro omicidio al Parco. Stesse modalità. Le vittime sono tutte dissanguate. E’ terribile, non sappiamo più cosa fare. I nostri consulenti presuppongono che si tratti di un’organizzazione implicata nel traffico di sangue umano, ma ci credo poco. Le modalità del dissanguamento sono davvero tremende. Ormai ci stiamo arrampicando sugli specchi” disse sospirando Cathrine, “l’ipotesi più credibile è il serial Killer, anche se le morti sono troppe. Inoltre non c’è nulla che colleghi le vittime fra loro, diversa estrazione sociale, sesso, razza, età. Ma continueremo a indagare.” concluse sconsolata.

“Potrebbe essere pericoloso”

“Vincent dobbiamo fermare questa scia di sangue si sta’ creando panico ovunque e il colpevole deve essere punito”

Vincent si alzò. Aveva promesso a Padre di non dire nulla a Catherine, ma la sua vita poteva essere in pericolo, era così testarda. “Catherine dovresti lascia perdere questa inchiesta”

“Lasciar perdere? Ma ti rendi conto di cosa mi chiedi? Il dolore dei parenti è straziante. Devo, dobbiamo trovare i colpevoli!”

“Catherine ti prego…”

“Che cosa succede Vincent? Sai qualcosa che io non so?”

Vincent la fissò negli occhi e titubante rispose “ho assistito ad un omicidio”

“Hai assistito?”

Lui annuì “e ho visto l’assassino”

“Bene” disse Catherine sicura di avere finalmente una traccia.

“Non direi” continuò Vincet “quello che sto per raccontarti è davvero incredibile”

“Ti ascolto” disse Catherine

Vincent iniziò il suo racconto, alla fine lei lo guardò incredula “non ci posso credere, insomma credevo che i vampiri fossero frutto d’immaginazione. Sei sicuro?”

Lo sguardo di Vincent la convinse. “Certo non posso andare da mio capo a raccontargli una storia del genere, mi prenderebbe per pazza!”

“Non devi”

“Non capisco”

“Padre ha promesso che se ne occuperà”

“Cosa centra Padre in questa storia?”

“So solo che ha chiesto aiuto ad un suo amico che conosce qualcuno in grado di risolvere la situazione”

“E chi sarebbe?”

“La cacciatrice” risposte Vincent.

 

Central Park – notte

 

“Fantastico” sussurrò Buffy “penso che ucciderò Giles per questo. E' più di mezz’ora che aspetto e nessuno si è fatto vivo, senza contare che mi si stanno congelando i piedi”

Essendo solo autunno il freddo era pungente “Tenendo conto che Central Park non è un posto molto sicuro. Certo è meglio di un cimitero, se solo non facesse così freddo…” Buffy batté i piedi più volte e proseguì l’attesa.

 

Gallerie – Central Park

 

“Padre siamo in ritardo”

“Lo so Vincent ma Maggie ha avuto le doglie”

“Davvero?”

“Abbiamo una nuova arrivata fra di noi ora”

“Sono felice, Robert sarà al settimo cielo presumo”

“Al decimo direi, su dobbiamo avviarci” rispose Padre.

 

Buffy stava perdendo la pazienza. “Un’ora, è in ritardo di un’ora. E’ la prima volta che mi danno buca senza nemmeno avermi visto” pensò. Improvvisamente un suono metallico attirò la sua attenzione ed una figura uscì dal tunnel fognario.

Zoppicava e si reggeva ad un bastone, era circa dell’età di Giles, aveva barba e baffi, capelli brizzolati e indossava strani abiti.

Si avvicinò con cautela, appena fu visibile alla luce del lampione una voce calda e matura disse: “Buffy Summers?”

“Si e Lei deve essere Jacob” rispose allungando la mano.

L’uomo risposte al suo gesto e le strinse la mano.

“Scusi il ritardo, un imprevisto all’ultimo momento. Benvenuta a New York.”

“Grazie” rispose Buffy, “il Signor Giles mi ha riferito che avete dei problemi”

“Purtroppo..” Non riuscì a terminare la frase che una voce minacciosa proruppe alle loro spalle

“Possiamo partecipare anche noi alla conversazione o è una cosa privata?”

Buffy si girò velocemente notando due vampiri che si stavano avvicinando.

“E’ una cosa privata direi” rispose Buffy con sicurezza, poi rivolta a Jacob disse flebilmente “Pensa di riuscire a fuggire?”

“Improbabile” rispose quest’ultimo notando altri due vampiri che uscivano dalla boscaglia.

“Bene, allora non m’intralci, mi stia vicino e andrà tutto bene… o almeno spero”

“Peperina la ragazza” disse uno dei vampiri “potremmo divertirci a lungo con lei” mentre il volto mutava rivelando la sua natura demoniaca

Buffy sorrise “Oh si, mi divertirò moltissimo!”

I vampiri dapprima spiazzati dalla sua risposta lentamente li circondarono, Buffy si mise in posizione d’attacco. “Hai coraggio bella” ringhiò il vampiro mentre si avventava su di lei.

Con una mossa fulminea lo scansò e meno di un secondo dopo era polvere. Gli altri rimasero un attimo attoniti e poi uno di loro disse “la cacciatrice”

“Indovinato mio caro, vuoi essere il prossimo?”

I Tre si avventarono su di loro e mentre due combattevano con Buffy, il terzo tentava di mordere Jacob che cercava di difendersi con il bastone.

 

Vincent era irrequieto doveva rimanere nascosto, ma ormai era passato troppo tempo da quando padre era uscito

Aprì la paratia e uscì dal condotto.

Si trovò di fronte ad una scena di lotta. Jacob stava per soccombere mentre una ragazza bionda a minuta che dopo aver polverizzato un vampiro si stava occupando di un altro e gridava a Jacob di fuggire.

Vincent con una velocità felina si gettò sul vampiro, allontanandolo da Padre. In tutta risposta il vampiro lo atterrò con un pugno e lo attaccò.

“C’incontriamo ancora” disse a Vincent “questa volta ti ucciderò!”

Nel frattempo Buffy eliminato anche il terzo vampiro, iniziò a correre verso lo sconosciuto che sembrava, anzi, era in difficoltà. Lo spinse lontano con un calcio e si occupò dell’aggressore di Jacob.

Vincent rialzatosi stava soccorrendo Padre, ancora a terra e scosso per l’accaduto.

Liberatasi anche dell’ultimo vampiro con il paletto in mano si diresse verso Jacob e la figura china su di lui.

“Ferma!” gridò Padre con tutto il fiato che aveva, ma Buffy con una gomitata spinse Vincent lontano giusto in tempo per polverizzare un altro vampiro che stava arrivando di soppiatto alle loro spalle.

Quando tutto fu finito un inquietante silenzio calò improvvisamente.

“Sta bene?” chiese Buffy a Jacob “si, ma…”

Lentamente, con il paletto stretto in mano, si voltò verso Vincent. La lotta gli aveva tolto il cappuccio ed alla luce il suo viso era ben visibile.

Per un istante che a Vincent sembrò interminabile lei lo fissò negli occhi.

Alla fine gli sorrise, gli tese la mano e l’aiutò a rialzarsi.

Vincent era frastornato. Tutti coloro, a parte Catherine, che lo vedevano per la prima volta rimanevano attoniti se non spaventati. Invece questa ragazza gli sorrideva e l’aiutava a rialzarsi incurante del suo aspetto e delle sue mani.

“Hai combattuto bene” disse alla fine “ma dovresti allenarti di più se vuoi lottare contro i vampiri. Io sono Buffy” disse stringendogli la mano “e io sono Vincent”.

“Bene Vincent, tu e Jacob avete qualcosa di raccontarmi ed io dovrei cambiarmi e bere qualcosa di caldo. Conosci un luogo sicuro e tranquillo dove posso fare tutto questo?”

“Ho il luogo adatto” rispose Vincent.

Da lontano Jacob osservava quella strana ragazza che parlava abilmente con Vincent e sorrise fra se.

Era davvero eccezionale pensò. Ora forse tutto si sarebbe risolto per il meglio.

I due gli si avvicinarono e Vincent lo sorresse mentre s’incamminavano verso il condotto.

 

CAPITOLO 4

 

Una paratia d’acciaio si aprì davanti a loro. Buffy represse un’esclamazione.

Innanzi a lei si trovava una galleria scavata nella roccia che lentamente iniziarono a percorrere.

Lungo i cunicoli correvano delle tubazioni che risuonavano in continuazione.

Notando il suo stupore Vincent disse “Il rumore che senti sono dei messaggi che noi c’inviamo via condutture. E’ il solo modo per comunicare anche dalle gallerie più lontane”

Dopo un po’ arrivarono in una zona più ampia, dove si aprivano altri cunicoli, percorsi da varie persone che notarono subito che Padre era ferito e accorsero.

“Cosa è successo?”

“Perché Padre è ferito?”

“E’ solo un piccolo incidente, niente di grave” disse Vincent cercando di tranquillizzare le persone che si erano raccolte attorno a loro.

Ad un tratto una voce tuonò “E lei chi diavolo è?” Tutti si girarono a fissarla, preoccupati com’erano per la sorte di Padre, l’avevano notata solo ora.

“Sei impazzito? Lo sai che prima di portare un’estranea devi chiedere il permesso al consiglio!”

“Si tratta di un’emergenza” risposte Vincent

“Hai violato le regole!”

“Basta!” disse Jacob, “Vi spiegherò tutto più tardi ora per favore dovrei medicarmi”

Sempre sorretto da Vincent e seguito da Buffy, Jacob si diresse verso la biblioteca.

Raggiunta la grotta Vincent fece accomodare Jacob su una sedia a prese la cassetta del pronto soccorso”.

“E’ un luogo strano” disse Buffy per rompere il ghiaccio “il signor Giles aveva sostenuto che dirigeva una specie di comunità ma questo è…”

“Sorprendente?” rispose Jacob

“Si, direi di si” e continuando “non avrei mai creduto che sotto la Grande Mela ci fossero dei cunicoli e che delle persone vi vivessero… di solito sono i vampiri che si nascondono!”

“Noi non ci nascondiamo” disse Jacob “ abbiamo solo deciso di vivere in modo diverso. Viviamo in un regime di solidarietà reciproca e di rispetto delle diversità, quelle stesse diversità che nella società che esiste in superficie non sarebbero ben accette.

Ci sono persone che ci conoscono, mantengono il nostro segreto e ci aiutano e a nostra volta noi aiutiamo chi si trova in difficoltà.”

“Bello, mi potrei trovare bene qui” disse Buffy

Vincent chiuse la cassetta del pronto soccorso e si girò verso Buffy. Ancora una volta lei sorrise.

“Suppongo tu sia stanca. Vincent di mostrerà la tua stanza dove potrai riposarti. Poi parleremo magari bevendo qualcosa di caldo” disse Jacob.

“Va bene” rispose Buffy.

Vincent prese il suo borsone “Da questa parte prego”.

Lei lo seguì silenziosamente e per la prima volta notò la sua stazza. Era grande e muscoloso, ben addestrato sarebbe stato un ottimo lottatore. Se, non fosse stato per i capelli lunghi e gli abiti assomigliava molto a… “Ma che diavolo sto pensando?” Ora devo solo concentrarmi su questo problema”

“Eccoci arrivati” disse Vincent. Buffy si ritrovò in una stanza ricavata nella roccia. Era abbastanza grande ed una tenda riparava la sua Privacy.

Sul letto ricoperto da uno spesso materasso e molte coperte vi erano appoggiati degli abiti.

“Ti consiglio di riposare e poi di indossare quegli abiti. Possono sembrare vecchi, ma ti assicuro che sono puliti, più caldi e comodi dei tuoi. Qui la temperatura è leggermente inferiore al normale e poi in questo modo passerai inosservata.”

“Va bene” rispose Buffy

“Ti verrò a chiamare più tardi”

“Grazie”

Buffy mise il borsone a terra, chiuse la tenda e si gettò sul letto. Era davvero esausta dopotutto, pensò, ed un po’ di riposo le avrebbe fatto bene.

Quindi si addormentò.

 

Vincent scostò lentamente la tenda della stanza di Buffy. Il consiglio degli anziani si era riunito e la discussione stava degenerando.

Stava dormendo e doveva svegliarla.

“Buffy…” disse squotendola leggermente

Buffy si girò “Angel..” sussurrò.

Vincent sorrise, probabilmente stava sognando il suo ragazzo, la scosse di nuovo. “Buffy “

Lei aprì gli occhi, ci volle qualche istante per mettere a fuoco il viso.

“Ah sei tu Vincent, dimmi”

“E’ ora. Gli anziani si sono riuniti”

“Ho capito. Mi cambio e arrivo subito.”

Vincent uscì dalla stanza e attese con le braccia incrociate al petto e appoggiato alla roccia.

Poco dopo Buffy uscì.

Aveva indossato gli abiti trovati sul letto, pantaloni più larghi del normale, e circa tre strati fra camicia e giacca, guanti senza le dita e un paio di stivali di pelle con tacco basso e molto morbidi.

Vincent la guardò “Non sono all’ultima moda, mi dispiace”

“Non fa niente. Avevi ragione sono caldi e comodi e poi non sono qui per una sfilata giusto?”

“Giusto” rispose Vincent

“Andiamo?”

“Andiamo” disse Buffy.

 

“Sei stato imprudente Padre” disse un uomo sulla sessantina “hai portato un’estranea che potrebbe essere chiunque e tradirci in qualunque momento”

“Non è così ci sono delle circostanze speciali”

“Quali circostanze?” chiese una donna.

“Riguardano le morti di Stefhen, Danielle e Morris” disse Padre

“Avevi assicurato che si trattavano d’incidenti. Che cosa ci hai nascosto?”

“Sono stati uccisi!”

“Uccisi?”

Un mormorio riempì la biblioteca.

“Perché tu non hai detto nulla ci hai messo in pericolo !”

“No. Anch’io credevo fossero incidenti fino a poco tempo fa. Ma ora…”

“C’è un assassino fra noi? Dobbiamo trovarlo!”

“Tutto questo è collegato forse con quelle strane morti avvenute in superficie vicino alle nostre entrate?”

“Si” rispose Jacob

“E quando ci avresti informato?”

“Vincent potrebbe occuparsene, ci ha sempre protetto”

“Questa volta è diverso. Nemmeno Vincent riuscirebbe a proteggersi adeguatamente. Quella ragazza che avete visto con noi invece può farlo.”

“Sei forse impazzito? Vincent è molto forte e quella ragazzina che può fare?”

“Salvarvi la vita” fece eco una voce cristallina. Tutti la fissarono e Buffy si sentì sotto esame.

Trasse un respiro profondo e seguendo Vincent entrò nella stanza.

“Salvarci? Ridicolo!”

“Non è ridicolo” ribatté Vincent “ha salvato me e Padre la scorsa notte”

“Sarà stata fortuna” disse l’uomo sulla sessantina

“Sam…” disse sospirando Jacob

“Ma guardatela è mingherlina ed è una donna!”

“Oddio” pensò Buffy “mi trovo di fronte ad un maschilista”

“Comportati con educazione” rispose Jacob “stai offendendo la nostra ospite”

“Davvero? Cosa può farmi, sculacciarmi?”

Jacob conosceva il carattere impulsivo di Sam. Era un brav’uomo ma le sue idee a volte erano davvero antiquate.

Buffy si mosse verso Sam. Lui la guardò con aria divertita. Improvvisamente si sentì prendere per il bavero della camicia e sollevare da terra.

“Che diceva a proposito della mingherlina?”

Sam emise un gemito e impallidì. Buffy lo ripose a terra.

“Bene ora che ho tutta la vostra attenzione Vi consiglio di ascoltare quello che deve dire Padre” disse e poi rivolta a Jacob “posso chiamarla padre vero?”

Jacob annuì “Certo figliola ed ora ascoltatemi attentamente”.

Dopo un lungo racconto il silenzio nella stanza era glaciale.

“Vampiri…ma è impossibile. Insomma io pensavo, come la maggior parte di noi, del resto, che fossero solo leggende, figure nate dalla fantasia di qualche scrittore”

“Non direi” disse Vincent “io ne ho visto più di uno e vi assicuro che sono anche molto forti”

“E lei dovrebbe proteggerci?”

Stanca di essere nominata in terza persona Buffy esplose “Lei si chiama Buffy e sì, io posso risolvere il vostro problema!”

Tutti si zittirono.

“Che cosa hai in mente?” chiese Vincent

“Da ciò che ho sentito, a mio parere il Vampiro si nasconde nei vostri cunicoli se, non addirittura tra voi”

“Tra noi?”

Buffy riprese “Si. Avete notato ultimamente comportamenti strani, persone divenute più aggressive, cambiamenti d’umore e carattere, che si sono rifiutate di uscire alla luce del giorno?”

Tutti i presenti si guardarono, nessuno aveva notato nulla.

“Questo significa che dovrete stare attenti. E’ opportuno che nessuno altro sappia di questa riunione. Avete degli specchi?”

“Specchi?”

“I vampiri non hanno riflesso è un metodo molto sicuro per scoprirli.”

“Dovremmo tappezzarne le gallerie forse?” disse Sam che aveva ripreso a parlare.

“Sam “intervenne Vincent “troveremo un metodo più appropriato, non ti preoccupare. Intanto diremo a tutti che Buffy è un nuovo membro della nostra comunità così potrà indagare senza problemi”

“Scusate” disse Buffy “sicuramente qualcuno si porrà qualche domanda”

“No” rispose Vincent “una volta avuto il benestare dagli anziani tutti accolgono il nuovo arrivato senza domande. Deve unicamente rispettare le nostre regole.”

“Perfetto” disse Buffy. “Innanzitutto qualcuno dovrà spiegarmi come di diramano i vari cunicoli in modo che possa ispezionarli”

“Ci penserò io” disse Vincent “In fin dei conti nessuno conosce questi luoghi meglio di me”.

“La riunione può considerarsi conclusa” disse Jacob “mi raccomando, prudenza” aggiunse.

I membri del consiglio lasciarono lentamente la stanza.

Vincent prese delle mappe da un contenitore e le srotolò sul tavolo.

“Potremmo iniziare da qui” disse mostrando a Buffy una mappa con la diramazione di vari cunicoli che partivano da quello principale.

Stavano osservando attentamente il percorso che avrebbero dovuto seguire quando Jacob intervenne.

“Vincent, per prima cosa dovresti mostrare a Buffy la zona centrale. In questo modo potrà muoversi con facilità anche senza te e poi potreste iniziare con i cunicoli esterni.”

“Hai ragione. Buffy vieni ti mostro la nostra piccola città”

Buffy seguì Vincent all’esterno della biblioteca.

I cunicoli centrali erano i più larghi, con molte stanze, tutte occupate. Bambini che correvano, persone affaccendate. C’erano anche grotte adibite a scuola e infermeria.

Era davvero bellissimo. L’illuminazione era elettrica. Vincent le spiegò che erano collegati alla rete elettrica principale e nessuno non si era mai accorto di nulla.

C’erano postazioni di controllo e numerose altre entrate che davano in scantinati, debitamente camuffate.

“Ora ti mostro qualcosa di speciale” disse Vincent.

Arrivarono ad una grotta grande, rischiarata da una luce simile al sole. Si sentiva i suoni provenire dalla superficie.

Buffy si lasciò sfuggire un gemito d’ammirazione.

Vincent la guardò. “Questa è la grotta che preferisco” disse

“Chiamarla grotta è alquanto riduttivo direi” rispose Buffy

“Vedi qui c’è sempre questa calda luce data dalla particolarità delle rocce. Qui si sentono molti suoni provenire dalla superficie se ti sposti in alcuni punti particolari puoi sentirli ben distinti. Noi la chiamiamo la grotta dei sospiri. Vieni”

Con un gesto della mano la invitò a seguirlo e la condusse qualche metro più in là. Improvvisamente Buffy fu circondata da una musica soave e guardò Vincent.

“Opera” disse quest’ultimo “ti piace?”

“Non ho mai avuto il tempo per scoprirlo. A scuola ascoltavo la musica che era in voga fra noi ragazzi. Andavo nei locali dove ci certo non si sente musica classica. Poi con la scoperta della mia missione ho avuto altre priorità nella mia vita. Conosco qualcuno cui questo posto piacerebbe molto…”

“Capisco”

"E' molto bella, è così passionale. Qual è il titolo?”

“Tristano e Isotta di Wagner”

“Mi Piace”

“Conosci la storia?”

Buffy scosse la testa

Vincent iniziò il suo racconto “Tristano è stato scelto per scortare Isotta a sposare il suo re. All’inizio i due i detestano, ma alla fine si innamorano, tuttavia il dovere di Tristano e il tradimento di qualcuno li separa. Quando finalmente si riuniscono, muoiono entrambi. Quello che stai ascoltando è l’aria dell’atto finale. Questa è Isotta che canta il suo amore così grande da superare qualsiasi barriera. Se stai attenta parte piano per poi crescere d’intensità con la soprano che canta la sua passione” le spiegò lui con voce rotta per l’emozione “La musica è un continuo crescendo che ti trasporta, suscitando emozioni fortissime e quando pensi che proprio non ne puoi più, esplode e poi piano piano scema.”

Vincent si volse verso Buffy. Aveva gli occhi chiusi e sembrava rapita dalle note della Liebestod

Quando l’aria finì Buffy sentì il fragore degli applausi e meccanicamente si unì a loro.

“E’ veramente molto bella” disse Buffy quasi con le lacrime agli occhi.

Improvvisamente Vincent si alzò.

“Che cosa succede?”

“Sta arrivando Catherine”

“Catherine?”

“Vieni, te la presento”.

 

CAPITOLO 5

 

Si addentrarono lungo il cunicolo e improvvisamente Buffy la vide.

Era una donna molto bella, capelli chiari fino alle spalle e un sorriso così splendente, Notò che Vincent aveva lievemente accelerato il passo.

“Ciao Vincent” disse Catherine mentre lo abbracciava.

Lui ricambiò l’abbraccio e Buffy si sentì fuori luogo. Quei due sprizzavano amore da tutti i pori. Erano così belli insieme, così perfetti.

“Non mi presenti la tua amica?” disse con voce melodiosa.

“Catherine lei è Buffy. Buffy ti presento Catherine

Si strinsero la mano e si sorrisero.

“Devo parlarti. Ci sono novità” disse infine Catherine.

“Puoi parlare tranquillamente. Lei è qui per aiutarci”

“Sei la cacciatrice?”

Buffy guardò Vincent stupita “Si. Catherine sa tutto. E’ un avvocato. Lavora per l’ufficio del procuratore e si sta occupando delle indagini”

Raggiunta presto la biblioteca, dove trovarono anche Padre, Cathrine iniziò ad aggiornare i presenti.

“C’è stato un altro omicidio stanotte, in un vicolo vicino all’entrata est del Parco. Gli investigatori ormai non sanno più cosa pensare. Buffy tu puoi risolvere la situazione vero?” disse speranzosa guardando Buffy.

“Beh, posso cercare il covo e ucciderli, ma non si possono distruggere tutti. Qualcuno rimarrà sempre”

“Mi basterebbe solo” continuò Catherine, “che tutto tornasse come prima. Oh che cosa orribile ho detto” sussurrò sconsolata.

“No non è orribile” rispose Vincent “cercheremo di porvi rimedio, vedrai “ disse a Cathrine mente le prendeva la mano.

“A questo proposito se vuoi aiutarmi a combattere devi imparare ad ucciderli senza sprecare energia, ma soprattutto come si deve ucciderli. Sarai in grado in questo modo di proteggere la comunità quando me ne sarò andata” disse Buffy.

Vincent annui. “Bene, quando si incomincia?”

“Subito” rispose Buffy ma prima dovrei avvisare il signor Giles che mi tratterrò qui più a lungo. Non ci sono telefoni vero?”

“Puoi salire da me per chiamarlo. Potrai dargli il mio recapito in caso di necessità” disse Catherine.

“Perfetto” risposte sollevata Buffy.

L’entrata per il grattacielo dove abitava Catherine era nascosta nel seminterrato. Buffy entrò nel suo appartamento quasi con timore. Tutto rispecchiava la sua personalità. Le pareti erano tinteggiare con colori caldi, l’arredamento era accogliente, si respirava un’aria di serenità. C’erano libri ovunque di poesie, romanzi e dettati di legge, dischi di musica classica.

Erano fatti l’uno per l’altra pensò Buffy.

“Il telefono si trova li” disse Catherine distogliendo Buffy dai suoi pensieri e lascio la stanza per lasciarla sola.

“Buffy compose il numero di Giles a Sunnydale in California e si apprestò a comunicare la notizia al suo osservatore.

Dopo un paio di squilli “Risponde la segreteria telefonica…”

“Accidenti Giles non è in casa. Lascerò un messaggio”

“Signor Giles, sono Buffy…”

 

Sunnydale – casa di Giles

 

Giles rientrò dopo circa un’ora. Era stanco e preoccupato. Buffy era a New York da due giorni e non aveva avuto nessuna notizia. Entrò in cucina e mise a bollire l’acqua per il tè.

Stava sorseggiando la bevanda da una tazza quando vide lampeggiare il segnale della segreteria e si precipitò ad ascoltare il messaggio. Sentendo la voce della sua protetta si tranquillizzò.

“Signor Giles sono Buffy. Ho incontrato il suo amico Jacob e…”improvvisamente un suono gracchiante disturbò il messaggio, Giles guardò l’apparecchio “…se vuole contattarmi le…”il messaggio continuava ad essere a tratti indecifrabile “a presto e mi saluti tutti”.

A parte l’inizio e la fine del rimanente si capiva poco o niente. Giles riavvolse il nastro e lo riascoltò, ma il risultato fu lo stesso.

“Dannato catorcio” disse gettando la tazza ancora colma di tè a terra e si rese improvvisamente conto di non sapere come contattare Buffy .

 

Gallerie – Central Park

 

Padre entrò nella grotta adibita a palestra mentre Vincent volava e sbatteva contro la parete.

“Scusami Vincent”

“Non è niente, solo un livido in più”

“Non potreste essere meno violenti?” disse Padre “per fortuna questa stanza è abbastanza lontana da occhi indiscreti!”

Buffy si avvicinò a Vincent “stai migliorando”

“Ma non sono bravo quanto te”

Avevano fatto qualche uscita notturna nel Parco ed ucciso un paio di vampiri e Vincent era abbastanza in gamba.

“Vincent io sono stata destinata a questo. Ricordi ho dei super poteri che mi rendono forte”

“Addolcisci pure la pillola, il mio orgoglio maschile è ferito!”

Entrambi risero allegramente

Padre si sedette su una roccia.

“Ci sono novità?”

“Fino ad ora tutti i tunnel perlustrati hanno data esito negativo” disse Buffy “come pure gli speciali interrogatori avvenuti in superficie. I vampiri non sono molto loquaci” continuò.

“Il problema” proseguì Vincent “è che le morti nel parco sono continuate e molte vicino alle nostre entrate”

“Penso” intervenne Buffy “ che il vampiro o, i vampiri, che cerchiamo usino le gallerie come nascondiglio, escono per nutrirsi e poi si rientrano al sicuro quaggiù!”

“E le morti dei nostri compagni?” chiese Jacob

“Secondo me hanno dovuto ucciderli perché li avevano scoperti. Dopo quelle morti, infatti, non ce ne sono state altre”

“E’ vero, inoltre i controlli che abbiamo fatto non hanno portato a nulla” proseguì Vincent.

“Non riesco a capire dove si possono nascondere” disse Buffy

“Le gallerie a Nord” intervenne Vincent

“Le gallerie a Nord?”

“Sono gallerie scomode e poco non illuminate, nessuno non ci va quasi mai. La roccia è instabile e friabile, inoltre l’entrata è vicina allo zoo e quindi poco sicura.”

“Allora dobbiamo andare laggiù. Penso che abbiamo trovato il nostro covo di vampiri” disse sicura Buffy”

Vincent intervenne “C’è solo un piccolo problema. Sono lontane e dovremmo stare via alcuni giorni!”

“Beh, sarà l’occasione per fare un po’ di campeggio!” sdrammatizzò Buffy.

“Potremmo partire domani” disse Vincent

“Preparerò tutto l’occorrente” intervenne Jacob

“Io vado. Devo avvisare Catherine così saprò anche se il Signor Giles ha chiamato” disse Vincent e si allontanò dalla stanza.

“Potrei perlustrare qualche cunicolo” suggerì Buffy a Jacob

“No!” rispose risoluto “hai bisogno di riposo è da un mese che tu e Vincent non fate altro. Ti consiglio di passare un po’ di tempo nella grotta delle cascate e di rilassarti”

Buffy sorrise e annuì, non vedeva l’ora.

La grotta delle cascate era una grotta naturale dalle cui rocce fuoriuscivano miriadi di rivoli d’acqua calda che creavano dei laghetti sotterranei. Era ricca d’anfratti e nicchie che permetteva una notevole Privacy.

Buffy, quasi saltellando uscì dalla palestra seguita dallo sguardo sorridente di Jacob.

 

CAPITOLO 6

 

“Dobbiamo chiamare Angel, non possiamo continuare in questo modo” disse Down mentre metteva una borsa di ghiaccio sulla mano di Xander

“Ahi!”

“Mi scusi signor Giles” disse Willow mentre medicava il suo labbro rotto. “Ma Down ha ragione. Non riusciremo mai a sconfiggere questo demone e Buffy è irraggiungibile”.

“Per esattezza non sappiamo nemmeno se sia viva o morta” fece eco Anya “poteva almeno richiamare per lasciare un recapito. E’ un irresponsabile!”

“Anya, per favore” disse Xander “abbiamo cercato in tutti i modi di decifrare la cassetta della segreteria e la compagnia telefonica non ha voluto fornirci il numero da cui Buffy ha chiamato poiché un numero privato e non sull’elenco”.

“Non sono riuscita nemmeno ad entrare nei loro archivi per ricercarlo. Sono demoralizzata” aggiunse Willow.

“Non è colpa tua “ sottolineò Tara

“Possibile che il suo amico non sia contattabile in nessun modo?”

“Ti ho già ripetuto più volte Xander, dopo la lettera mi ha telefonato lui e come risulta dalle ricerche si trattava di una cabina telefonica a Central Park”

“Va bene. Buffy è irreperibile da un mese e fino a quando non avremo notizie per distruggere quel demone abbiamo bisogno d’aiuto. La magia di Willow lo ha solo stordito. Deve essere ucciso” disse Down tutto in un fiato “non ci resta che una soluzione”.

Tutti fissarono Giles. Quest’ultimo si tolse gli occhiali e ripulì le lenti, di cui una era rotta, e zoppicando si avvicinò al telefono.

“Spero solo che Buffy non mi uccida” disse

 

Los Angeles – Hotel Imperion

 

“Angel investigazioni aiutiamo chi ha bisogno d’aiuto” disse una voce all’altro capo del filo

“Salve Cordelia sono Giles. Sto cercando Angel”

“Salve Signor Giles come sta? Va tutto bene a Sunnydale? E Buffy? Willow?”

“Cordelia ho urgenza di parlare con Angel per favore”

“Va bene” disse sbuffando Cordelia “Angel è per te, Prendi la linea”

Giles allontanò la cornetta dall’orecchio. Cordelia non era poi cambiata molto.

“Pronto? E’ successo qualcosa?”.

Dopo circa dieci minuti di conversazione attentamente scrutata da Wesley, Gunn e Cordelia Angel posò la cornetta e uscì dal suo ufficio.

I tre lo guardarono con aria interrogativa

“Preparate i bagagli. Si va a Sunnydale!” disse Angel con tono autoritario.

 

Un’auto nera sfreccia lungo l’autostrada.

“Si può sapere perché dobbiamo correre a Sunnydale? Non ci può pensare Buffy a questo demone?” disse con tono lamentoso Cordelia

“Buffy è irreperibile e Giles ha bisogno d’aiuto” rispose Angel

“Buffy non c’è e si può sapere dov’è andata? No, non dirmi che è in vacanza con il suo ragazzo e non ha lasciato un recapito. Tipico di Buffy!”

“Cordelia ti prego non dire stupidaggini” disse Wesley “se Giles ci ha chiamato è sicuramente qualcosa di urgente. Potrai fare a lui le tue eventuali lamentele.”

 

New York – appartamento di Catherine Chandler

 

“Quanto starai via?” chiese Catherine a Vincent

“Tre, quatto giorni, al massimo una settimana. E’ la nostra ultima possibilità!”

“Ti sei molto legato a Buffy, vero?”

“E’ una ragazza con un grande potere, ma così sola. A volte è così…”

“Triste?” finì per lui la frase Catherine

“Lo hai notato anche tu vero?” sussurrò Vincent

“Si. E’ così oppressa dal suo destino, dal difendere gli altri, i suoi amici, la sua famiglia e nessuno che si occupi di lei. Tutti vogliono qualcosa dalla cacciatrice”

“Da questo punto io sono fortunato” disse Vincent “ho Padre, gli amici ma soprattutto te”

Catherine si avvicinò e lo abbracciò

“Sta attento mi raccomando”

Vincent la guardò e gli sorrise “Non preoccuparti tornerò da te”. Detto questo abbracciati continuarono a guardare lo splendido panorama notturno di New York.

 

Sunnydale – Magic Box

 

Quando Anya aprì la porta del Magic Box si trovò di fronte il cipiglio di Cordelia che entrò come una furia in nel negozio.

“Era ora che aprissi. Oddio sono stanca morto. Odio viaggiare di notte!” disse sedendosi stancamente su una sedia.

Tre figure la seguivano demoralizzate. Viaggiare con Cordelia di cattivo umore non doveva essere molto piacevole.

Improvvisamente Giles seguito da Willow, Tara, Xander e Down sbucò dalla porta che conduceva alla palestra.

“Oh siete arrivati”

“Signor Giles” disse Angel “è un piacere rivederla” e poi rivolto a tutti “Cordelia e Wesley li conoscete già. Questo è Gunn, un nostro collaboratore”

“Piacere disse Giles” stringendogli la mano”

“Gunn, questi sono Willow, Xander, Anya, e Down”

“Ciao” disse Gunn alzando la mano. Mentre fissava Down in modo particolare.

“Bene ora che abbiano fatto le presentazioni mi vuole spiegare che cosa è successo?” disse Angel

 

“Così ha spedito Buffy a New York, da una persona che non vedeva da più di vent’anni, non sa se sia viva o morta. Le sembra il modo di comportarsi?” disse con voce stridula Cordelia “ e come se non bastasse viene a disturbare noi. Guardi che abbiamo in nostro bel da fare anche a L.A.!”

“Cordelia ti prego” intervenne Angel.

“Lo so di avervi disturbato. Avevo promesso a Buffy di non farlo. Pensavamo di riuscire a fare da soli per un po’ di tempo. Ma poi è arrivato quel demone Torkar”

“Un demone Torkar?” fece eco Wesley “questo si che è un problema”

“Inutile discuterne ora. Fra un paio d’ore sarà giorno. C’è un posto dove possiamo dormire?” chiese Angel

“Potete venire a casa mia” disse con voce assonnata Down “c’è tanto spazio da quando la mamma è morta e ora che Buffy non c’è…”

“Down non credo che…”

“Oh senti Angel” disse Cordelia “è quasi giorno e a meno che tu non voglia dormire sul pavimento di quella sudicia palestra io vorrei farmi una doccia e dormire in un letto!”

“Va bene” disse riluttante Angel.

La strana compagnia arrivò a casa di Buffy e Down poco prima dell’alba e in poco tempo furono tutti sistemati.

Cordelia avrebbe dormito con Down. Mentre, recuperati un paio di sacco a pelo, ad Angel, Wesley e Gunn era toccato il salotto. Dopo aver tirato le tende per impedire che il sole penetrasse dalle finestre. Tutti si coricarono.

Ad Angel faceva uno strano effetto essere nel salotto della casa di Buffy. Era entrato senza invito il che significava che non era stato fatto l’incantesimo per impedirgli l’accesso com’era successo tempo addietro. Erano passati tre anni da quando era stato lì per l’ultima volta e sembrava che nulla fosse cambiato.

 

Angel si rigirò per l’ennesima volta. Ormai il sole era sorto. Si alzò lentamente, attento a non svegliare gli altri e, s’incamminò su per le scale.

Aprì lentamente la porta della camera da letto di Buffy. Le tende erano chiuse e questo gli permise di entrare.

Per un attimo rimase interdetto. Chissà perché pensava di ritrovare la stessa stanza di allora disse fra se.

Poster e peluche erano scomparsi. Sulla toletta in bella mostra c’era una foto di Joyce. La cassapanca con le armi non era più nascosta. Era stranamente in ordine. La stanza appariva più funzionale.

“E’ la stanza di una donna” pensò “non quella di un’adolescente”.

Improvvisamente fu assalito dall’aroma del suo profumo. Dio quanto gli era mancato!

Il suo sguardo cadde improvvisamente su una divisa appesa all’anta dell’armadio e si avvicinò.

La toccò leggermente.

“Lavora come cameriera in un fast-food ora” disse una voce alle sue spalle.

Angel si girò e vide Down sulla soglia.

“Non riesci a dormire?”

“Nemmeno tu a quanto pare” rispose Down mentre entrava nella stanza.

“La nostra vita non è facile Angel. Nostro padre non ci aiuta molto e Buffy ha dovuto abbandonare la scuola per mantenerci.”

“Mi dispiace. Se avessi saputo”

“Che cosa avresti fatto Angel? Se avessi saputo avresti mandato dei soldi forse?”

Angel distolse lo sguardo

“Scusami Angel. Ma sono così preoccupata per Buffy. Ho tanta paura che lei possa essere…”

“Non dirlo nemmeno per scherzo!” disse perentorio Angel “non le è successo nulla devi essere fiduciosa”

Down sorrise e ricacciò le lacrime in gola. Poi si sedette sul letto di Buffy e prese la foto di Joyce.

“Ti manca molto vero?”

“Si. Anche se non era la mia vera madre mi manca tantissimo”

Angel la guardò stupito

“So tutto. Ne sono venuta a conoscenza durante la battaglia con Glory. Tutti erano stati influenzati dall’incantesimo dei monaci e pensavano che fossi la sorella di Buffy. Poi hanno scoperto la verità. E’ solo grazie a Buffy se mi hanno accettato e aiutato. Io sono parte di lei. Ma con te la magia non ha è riuscita molto bene vero?”

Angel sorrise “Già” e continuando “ho anch’io quei ricordi come gli altri ma per uno strano motivo, che non riesco a spiegare, so che non sono veritieri. Come lo hai scoperto?”

“Ho notato come mi guardavi al Magic box e ho intuito qualcosa”

Down si alzò dal letto e ripose la foto al suo posto.

“A proposito Down” chiese Angel “non avrai problemi con Riley visto che siamo tutti qui a casa tua?”

“Riley?”

“Si. Insomma penso che anche lui sia preoccupato per la scomparsa di Buffy, oppure è già andato a N.Y. alla sua ricerca?”

Down scoppiò in una risata e Angel al guardò allibito.

“Riley. Bel tipo quello. Ha lasciato Buffy tempo fa, prima della morte della mamma e della battaglia con Glory”

“Non lo sapevo. Pensavo che dopo il suo ritorno stessero ancora insieme” disse Angel.

“No. Non gli abbiamo nemmeno detto della morte di Buffy dopo la lotta con Glory”

“Ma perché…”

“L’ha lasciata?” finì la frase Down

Angel annui, non voleva sembrare troppo curioso, ma doveva sapere.

“Buffy non ha mai voluto dirmelo. Ma sono riuscita a capirlo lo stesso. Prima di tutto non gli ha mai detto di me, non so se per precauzione o perché non si fidava di lui e della sua organizzazione. Poi si lamentava con lei perché lo trascurava e decideva sempre senza consultarlo”.

“Imbecille” disse sottovoce Angel

“Sono pienamente d’accordo” rispose Down e poi riprese “Sai, si lamentava anche del fatto che era più forte di lui e, ciliegina sulla torta, si faceva succhiare il sangue da una vampira.”

Angel era innoridito

“E sai come si è giustificato?” continuò Down “ Che voleva mettere alla prova il loro rapporto perché lei non ci teneva abbastanza e quindi di conseguenza si era cercato qualcuno che avesse bisogno di lui. ”

Lo sguardo di Angel era furioso. “Ma non ha mai chiesto sue notizie?”

“No. Continua a frequentare U.C. Sunnydale e a combattere i mostri per l’Iniziative. Inoltre per il periodo in cui Buffy non c’era è stata sostituita da Buffy-bot”

“Buffy-bot?” chiese stupito Angel

“Ah, non sai quello che ha fatto Spike?”

“Spike?”

“Si. Spike ora è buono”

Lo sguardo di Angel era scettico

“Vedi l’organizzazione di Raley ha inserito un chip nel suo cervello e ora non può fare più del male a nessuno e ci aiuta molto spesso”

“E il Buffy-bot?”

“Non ne so molto. So solo che Spike lo ha fatto costruire per aiutare Buffy. Ci è stato molto utile. Prima contro Glory e poi ha sostituito Buffy fino a quando Willow con l’incantesimo non l‘ha riportata tra noi”.

“Che fine ha fatto ora?” chiese Angel incuriosito

“E’ stato distrutto da una banda di demoni motociclisti.”

 

Dopo circa mezz’ora Angel non poteva credere alle proprie orecchie. Spike innamorato di Buffy e con un chip in testa che lo rendeva innocuo.

Down guardò l’orologio. Erano quasi le sette.

Stiracchiandosi disse “per fortuna che oggi è sabato e non c’è scuola. Vado a dormire per un paio d’ore. Ci vediamo dopo”

“Riposa bene” disse Angel

 

Verso le nove tutti erano riuniti in cucina a fare colazione. Willow stava preparando le frittelle e toast per tutti, mentre Down stava versando il caffè.

“Un demone Torkar e cosa sarebbe venuto a fare a Sunnydale?”

“Forse perché questa è la bocca dell’inferno non credi Wesley?” disse Cordelia

“Willow l’ultima volta è riuscita solo a bloccarlo temporaneamente” continuò Xander guardando la sua mano fasciata.

“Ha trovato sui suoi libri come si può uccidere?” chiese Down

“Ci serve Angel” disse Giles “e qualche altro incantesimo”

Finita la colazione mentre Down riordinava la cucina il resto del gruppo si era spostato in salotto per pianificare l’azione della notte.

 

Cimitero si Sunnydale. Notte.

 

“Ma dove diavolo si è cacciato?” disse Xander

“Pazienza” rispose Wesley “vedrai che arriverà”

“Ormai è più di un’ora che aspettiamo. Forse ha fiutato la trappola”

“Improbabile” disse Angel “i demoni Torkar non sono molto intelligenti”

Un suono gutturale attirò la loro attenzione. Un demone molto alto. Con una lunga coda, il viso ricoperto d’aculei stava entrando nel cimitero.

“Bene tocca a me” sussurrò Angel e impugnando la spada si avviò verso di lui.

“Ehi amico lo sai che qui non sei gradito?”

Ringhiando il demone si avventò su di lui.

Tutti uscirono dai loro nascondigli. Mentre Angel spingeva il demone verso il cerchio magico di Willow, lei si apprestava a recitare l’incantesimo.

Impegnati nel seguire il piano di battaglia non si accorsero di un gruppo di vampiri che stava arrivando alle loro spalle.

Improvvisamente Gunn si girò e li vide.

“Oh, oh” disse “siamo nei guai”. E afferrata la balestra si preparò alla lotta.

Il cimitero non era mai stato così movimentato. Grida, urla e rumori d’ogni genere squarciavano la notte.

Mentre gli altri lottavano con i vampiri e ci riuscivano abbastanza bene, Angel si ritrovò a terra.

“Dannazione” pensò dopo aver perso la spada, cambiando il viso in quello del demone.

Intanto la battaglia fra i vampiri e la gang stava volgendo a favore di quest’ultimi. Poco dopo i vampiri superstiti stavano fuggendo.

“Willow” gridò Angel, “Willow!”

Il demone era ormai vicinissimo al cerchio.

Rialzatosi da terra Willow corse verso il demone, che nel frattempo era entrato nel cerchio e gridando parole antiche e misteriose lo immobilizzò. Una luce accecante lo circondò, mentre Angel affondava la spada nel suo petto. Con un urlo assordante il demone sparì.

“Sembra che gliel’abbiamo fatta” disse Giles.

Tutti annuirono sollevati.

Una voce alla loro spalle li fece trasalire

“Ehi gente è successo qualcosa?”

Tutti si voltarono e videro una figura con capelli color platino che si stava avvicinando.

“Spike?” disse Willow.

 

CAPITOLO 7

 

“Avete già finito, vedo” disse Spike con la solita strafottenza e poi rivolto ad Angel “lui che ci fa qui?”

In tutta risposta Xander si avventò su di lui con un paletto in mano e con un pugno lo atterrò

“Tu! Come osi farti vedere dopo quello che hai fatto a Buffy! Ti ucciderò!”

“Fermatelo!” gridò Willow ed il gruppo si precipitò a trattenere Xander

“Xander si può sapere cosa ti prende?” disse Giles “Sei impazzito? A Nessuno piace molto Spike, ma da quando ha il chip ci ha aiutato più volte. Anche contro Glory!”

“Ha ragione” disse Willow

“Voi non sapete che cosa ha fatto!” gridò Xander

“Ma Xander” intervenne nuovamente Willow “lui non può fare più del male a nessuno. Lo sai bene questo. Se si tratta del Buffy-bot è stato tutto risolto ormai”

“Spike non può fare del male a noi, questo è vero. Però lo ha fatto a Buffy. Lui poteva farle del male, con lei il chip non funzionava. E quando lo ha scoperto ne ha approfittato!”

“In che senso?” chiese curioso Giles

“Hei “ disse Spike “è acqua passata”

“Acqua passata un accidenti” gridò ancora furioso Xander “pensi che possa perdonarti di aver tentato di violentarla?”

Un silenzio glaciale cadde fra i presenti.

Angel, trasformando il viso in quello del demone e con la spada ancora stretta nella mano fece un passo avanti.

Wesley lo fermò afferrandolo per un braccio “Sta fermo” gli sussurrò”

“Buffy mi ha già perdonato è stato un momento di pazzia” disse Spike come per giustificarsi

“Lei ti ha perdonato? Beh io no! Ti ucciderò Spike!” gridò fuori controllo Xander

“Conviene andartene” disse Giles “non sei più il benvenuto”

Spike guardò tutti negli occhi in cerca di un po’ di comprensione. Abbassò il capo e sparì nella notte.

Il gruppo ancora sotto shock per quello appena appreso si avviarono verso casa.

 

“Perché diavolo non l’hai detto?” gli gridò Willow una volta a casa

“Non era compito mio e poi avevo promesso a Buffy di non farlo!”

“E ti sembra un valido motivo per non dirci nulla?” disse adirato Giles “ora alcune cose hanno senso. Spike che non veniva più al Magic Box e Buffy che ha richiesto l’incantesimo per togliere l’invito ad un vampiro per entrare in casa…”

“Volete parlare sottovoce per favore o sveglierete Down” intervenne Cordelia entrando nella stanza tutta arruffata

“Com’è andata con il demone?” chiese

“Bene” rispose Gunn “ma ora c’è un’altra questione”

“Basta” disse stizzito Xander “quando Buffy ritornerà chiederete spiegazioni a Lei. Io mi sono comportato da amico facendo quello che aveva chiesto. Ora vado a casa!” e detto questo uscì sbattendo la porta.

“Che succede?”

Tutti si girarono. Down era sulle scale

“Niente, niente solo una piccola discussione “ disse Giles “su andiamo tutti a dormire. Abbiamo bisogno di riposo”.

 

“Angel?”

“Si?”

“Che cosa stai pensando?” chiese Wesley dopo che tutti erano andati a dormire si erano ritrovati da soli nella cucina

“Xander” rispose Angel

“Xander?” fece eco Wesley

“Penso che andrò a trovarlo” e detto questo uscì

 

Il suono del campanello di casa svegliò Xander e Anya

“Che cosa succede?” chiese Anya

“Niente Anya continua a dormire”.

Quando aprì la porta si trovò di fronte l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere.

“Angel”

“Xander”

“Dobbiamo parlare”

“Tu credi?”

“Io…devo sapere”

“Va bene” disse Xander con un sospiro. Si scostò per farlo entrare. Angel lo fissò

“Scusa. Prego accomodati”

Angel entrò nella stanza.

“Allora Xander che cosa è questa faccenda di Spike e Buffy?”

“Parla piano o sveglierai Anya” rispose seccato Xander

“Scusami”

“Bene. Che cosa vuoi sapere?”

“Come sai che Spike ha cercato di…”

“Violentare Buffy?” finì la frase per lui Xander

Xander si sedette sul divano ed Angel lo seguì

“Vediamo. Tutto è iniziato con il Buffy-bot”

“Down mi ha spiegato che Spike lo aveva fatto costruire per aiutare Buffy” disse Angel

“Questo è quello che le abbiamo fatto credere noi. Il Buffy –bot era perfetto sotto tutti i punti di vista. I punti di vista di Spike ovviamente!” rispose Xander

Angel guardò Xander interdetto

“Spike si è fatto costruire il Buffy-bot da uno che non riusciva a trovare una ragazza e che perciò se n’è creata una. Per questo il robot era perfetto”

Angel continuava a non capire

“Accidenti Angel ai più di 200 anni e non riesci a capire? Spike era ossessionato da Buffy e lei non ne voleva sapere così si è trovato una sostituta”

“Vuoi dire che Spike ed il robot…”

“Facevano sesso! E devo dirti che il programma era davvero variegato! Quando lo abbiamo utilizzato per sostituire Buffy, Willow ha avuto accesso ai suoi files e non ti dico che cosa abbiamo trovato!”

“Maledetto bastardo” disse quasi ringhiando Angel “come fai a sapere che il chip di Spike con lei non funzionava?”

“Non ne so molto. Buffy non ha mai voluto spiegarmi quest’anomalia. Mentre con noi e tutti gli altri funzionava e, funziona tuttora con Buffy non succedeva. So solo che Spike poteva picchiarla e combattere contro di lei”

“Ma perché Buffy non vi ha informato?”

“La conosci, forse preferiva risolvere la questione da sola. Avevo notato che Spike le ronzava sempre attorno ma non avrei mai pensato…”

“Sei sicuro che non ci sia riuscito?” chiese Angel quasi angosciato

“Quando l’ho trovata era scossa e un po’ ammaccata. Lei mi ha assicurato che non era successo nulla. Ma…”

“Ho capito. Non sei sicuro”

“Già!” disse Xander affranto.

Angel si alzò dal divano

“Ma dove vai?”

“A trovare Spike” disse Angel.

 

CAPITOLO 8 (nc 17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Cripta di Spike

 

Appena Spike entrò nella cripta notò subito che c’era qualcuno.

“Bene il cavaliere senza macchia è venuto a vendicare l’onore della sua bella. Ops della sua ex bella” disse con la voce di uno che aveva bevuto troppo.

“Comportati bene Spike e forse vivrai ancora qualche minuto” rispose Angel avanzando verso di lui con un paletto in mano.

“Sono colpito. Devo avere paura?”

Angel sorrise e fece spallucce e poi disse “Bene Spike, perché non inizi dal principio?”

Spike fece una risata amara che echeggiò nella cripta, prese da una cassapanca una bottiglia di Whisky e iniziò a bere.

“Vuoi la storia completa? Pensavo che dopo tutto il tempo che avessimo passato insieme tu, io, Darla e Drusilla non esistessero ombre sul nostro passato”

“Non parlo di quello. Voglio sapere di Buffy”

“Buffy.” Disse Spike e bevve un altro sorso dalla bottiglia “Deve avere una maledizione per riuscire a far innamorare solo i vampiri. Sarà che è una cacciatrice?”

“Non targiversare Spike” gridò Angel

“Che vuoi che ti dica? Volevo che lei stesse con me”

“Ma lei non ti voleva”

“Oh si che mi voleva e ora capisco perché ti piaceva tanto. E’ così appassionata, morbida, invitante”

Angel tirò un pugno a Spike e gli puntò il paletto al cuore.

“Che cosa stai dicendo?”

Con un movimento veloce e inatteso Spike scansò Angel, riprese la bottiglia caduta a terra e bevve un lungo sorso.

“Che me la sono scopata mio caro e gli è pure piaciuto!” Spike guardò Angel che era rimasto ammutolito

“Per una volta in vita tua non sai cosa dire vero? Mi compiaccio. Scommetto che Xander questo non te l’ha raccontato. Del resto è grazie a lui se io e Buffy abbiamo fatto sesso. Un sesso fantastico devo dire” concluse Spike mentre ingurgitava un altro sorso di Whisky.

“Grazie a Xander?”

“E’ già! Il nostro amico gioca con la magia e io mi scopo la cacciatrice!”

Questa volta Angel non andò per il sottile e Spike si ritrovò dall’altra parte della cripta.

“Ti sei approfittato di lei!”

“E’ quello che ha detto anche Buffy dopo aver fatto sesso con me una notte intera. Posso affermare piacevolmente che ne aveva un gran bisogno!”.

Poi facendone l’imitazione “Non è successo nulla. E’ stato un errore. Non mi toccare, ero sconvolta” e continuando “si, sconvolta…sai amico ha molte potenzialità quella ragazza”

Angel si avvicinò minaccioso

“Ok, ok poteva anche essere sconvolta. Chi non lo sarebbe nel scoprire che, non era stata scaraventata all’inferno, ma si trovava in una specie di paradiso dove si sentiva in pace e protetta. E i suoi cari amici l’hanno riportata qui in questo mondo di lacrime. Così dopo essercele date di santa ragione ci siamo divertiti in un altro modo”

Angel guardò Spike che stancamente sprofondava nella poltrona con il viso sanguinante e una nuova bottiglia in mano.

“Perché il chip con lei non funzionava?”

Spike squadrò Angel “Ti hanno detto anche questo. E’ un regalino dell’organizzazione di quell’imbecille che lei si portava a letto”

“Rispondi Spike” disse con tono autoritario Angel

“Perché lei è ritornata…sbagliata, diversa in qualche modo ...anche se non se ne rendeva conto era piena di rancore verso i suoi amici che l’avevano riportata in vita. Lei è ritornata grazie alla magia nera. Il chip non funziona per questo motivo” e continuando “sai, non mi sarei lamentato se mi avesse usato solo per il sesso. Ma lei niente. Non ha più voluto che la toccassi!”

“E allora hai tentato di violentarla!” gridò Angel

“Volevo solo che stesse con me. Volevo conquistarla”

“Bel modo di conquistarla!”

“Ah, che ne sai tu? L’hai lasciata e lei si è messa con quell’imbecille, con il bel soldatino. Non sono forse meglio io? In fondo non c’è molta differenza fra noi” disse guardando Angel “Entrambi siamo innamorati di lei e faremo qualsiasi cosa per averla. Inoltre stando con me non c’era il pericolo che si ritrovasse con un demone sanguinario nel letto dopo averci fatto l’amore. Io ho un chip, non una stupida anima!” Concluse Spike con una risata.

Angel lo fissò.

Spike bevve un altro sorso di Whisky e riprese “io l’amo!”

“Amore? Che ne sai dell’amore tu?” disse Angel

“Ne so più di te! Sai come ci si sente quando si stringe fra le braccia la donna che si ama e lei ti chiama con il nome di un altro?”

Angel lo guardò perplesso

“No, credo di no” riprese Spike “io l’avrei resa felice” concluse sottovoce.

Angel mise il paletto nella tasca del cappotto e si diresse verso l’uscita.

“Ehi, non mi uccidi?” gridò Spike ormai completamente ubriaco

“No!”

“Non voglio la tua pietà” disse alzandosi dalla poltrona barcollando “voglio solo…”

“Buffy?” concluse per lui Angel

Spike non rispose

“Non potrai mai averla Spike. Questo è il rimpianto che ti porterai dietro per l’eternità”

Detto questo uscì.

 

Angel attivò a casa di Buffy che tutti dormivano profondamente. Oltrepassò il salotto, salì le scale ed entrò nella usa stanza.

I ricordi lo sommersero.

Quante volte si era arrampicato oltre quella finestra solo per vederla o per poter stare un po’ con lei. In quella stanza era nato il loro amore. Si erano baciati ed abbracciati entrambi consapevoli che prima o poi sarebbe successo quello che i loro cuori sapevano.

La prima notte insieme era ancora così viva nei suo ricordi.

Dopo essere sfuggiti al giudice si erano rifugiati nel suo appartamento inzuppati fino alle ossa e scossi per l’avventura avuta.

“Sta zitto, devi solo baciarmi” era iniziato tutto così. Da tanto tempo non aveva contatti intimi con una donna e la desiderava così tanto.

Lentamente l’aveva spinta sul letto e le sue mani si erano insinuate sotto il top, per accarezzare la sua pelle così liscia e profumata. Anche lei aveva sollevato la sua maglia e lo stava accarezzando. Le sue carezze erano così inesperte ma deliziose e per quanto la volesse doveva trattenersi. Si immaginava che non avesse avuto molte esperienze e doveva andare cauto con lei. Bastava una sua parola e si sarebbe fermato. Non voleva costringerla a fare qualcosa che forse solo lui desiderava. Doveva tenere conto che era ancora scossa per l’incontro con il giudice.

Tutti questi pensieri svanirono quando sentì la lingua di Buffy penetrare nella sua bocca e per poco non perse il controllo.

Lentamente gli tolse il top ed i suoi seni erano ormai esposti al suo sguardo. Buffy arrossì lievemente. Lui iniziò a baciarle il collo per scendere lentamente fra l’incavo dei seni. Un gemito sommesso fuggì dalle sue labbra. Angel alzò lo sguardo e vide Buffy con gli occhi chiusi, il viso leggermente arrossato persa in sensazioni nuove.

Lentamente spostò le mani dalla schiena ai suoi seni e con i pollici accarezzò i suoi capezzoli. Lei sussultò e aprì gli occhi.

Buffy lentamente l’aiutò a togliersi la maglia e quando si trovò di fronte il suo petto nudo titubante iniziò ad accarezzarlo con movimenti fluidi e lenti, partendo dalle spalle per poi scendere e fermarsi sul suo petto. Lentamente avvicinò il viso e iniziò a baciarlo come lui aveva fatto con lei.

Angel trattenne un gemito. Non avrebbe resistito per molto. La sua ingenuità era così disarmante ed eccitante.

Buffy stava massaggiando il suo torace e lui decise che era meglio interromperla. Prese le sue mani fra le sue e le spostò sulla schiena che era una zona meno sensibile.

La spinse ancora una volta sul letto e lentamente con le mani iniziò a scendere verso i fianchi. Il suo respiro era affrettato e inconsciamente s’inarcò verso di lui. Angel la fissò e lei con lo sguardo gli disse di continuare.

Presto anche i pantaloni furono tolti e lei rimase solo con gli slip.

Angel a torso nudo si chinò su di lei e la baciò mentre le sue mani la accarezzavano lentamente passando dall’esterno della coscia all’interno e quando raggiunse la prossimità dell’inguine sentì Buffy irrigidirsi.

Approfondendo il bacio, come per rassicurarla, Angel continuò la sua carezza, non troppo intima, non era ancora giunto il momento.

Stava cercando di capire le sensazioni che le sue carezze avevano su Buffy che improvvisamente, con un movimento veloce, che stupì anche lui, le mani di Buffy si spostarono sulla cintura dei suoi pantaloni cercando di slacciarla.

Non riuscendoci, frustrata, girò il volto da un lato e si morse il labbro.

Angel sorrise e prese le sue mani fra le sue l’aiutò.

Poco dopo si ritrovarono nudi sotto le coperte.

Facendo scorrere le mani lungo i fianchi la sentì rabbrividire. La sua eccitazione era palpabile, Ne sentiva l’odore. Improvvisamente Buffy gli allacciò le braccia al collo e lo baciò con un ardore che lo infiammò. Ogni altro pensiero coerente lo abbandonò mentre esplorava quella pelle vellutata.

Muovendosi languidamente contro di lui Buffy emetteva piccoli gemiti di piacere, contemporaneamente le sue mani cercavano spasmodicamente di attirarlo sopra di lei. Sentiva crescere dentro una tensione sempre più insostenibile, un bisogno imperioso che andava appagato.

Angel consapevole di questo alzò lo sguardo e incontrò il suoi occhi carichi di fiducia e di amore e comprese di non potersi controllare oltre. Sentì Buffy che si sollevava e le schiude le gambe con un ginocchio.

Quando tentò un approccio molto più intimo incontrò una barriera. Provò con maggiore decisione e sentì che Buffy gli affondava le unghie nella schiena e cercò di tirarsi indietro.

“No Angel non ti fermare” lo trattenne e tornò ad attirarlo su di se.

Fermarsi era l’ultima cosa che avrebbe voluto, in quel momento, ma rimase impietrito, per la paura di farle male.

“Continua ti prego” lo esortò lei. Le sue parole gli solleticarono il collo e un attimo dopo le labbra vi si posarono. Al che, Angel riprese a muoversi, dapprima lentissimamente, sentendola nuovamente irrigidirsi iniziò a baciarla e sussurrare parole d’amore a fior di labbra, Ancora una spinta, vigorosa, e la penetrò a fondo.

Attese qualche istante perso in sensazioni mai provate, che lei si rilassasse. Buffy istintivamente iniziò a muoversi e a partire da quell’istante, fu come un precipitare in un vorticoso turbinio di sensazioni incredibili. Prima fra tutte una passione incontrollabile che portò Angel in cima al mondo.

Quando sentì i suoi muscoli interni che lo stringevano, le sue contrazioni sempre più rapide, non riuscendo più a trattenersi esplose dentro di lei.

Ebbe bisogno di alcuni secondi per riprendersi. Guardò Buffy, aveva ancora gli occhi chiusi ed il respiro affrettato. Uscì dal suo corpo e si chiese come fosse possibile che una donna alla sua prima esperienza gli avesse donato un piacere così puro e sublime. Era questo dunque l’amore. L’amore che nella sua vita mortale prima e immortale poi non aveva mai conosciuto. Un’unione di due corpi ma anche di due anime che si completavano a vicenda. L’amore che univa due esseri per l’eternità. Ora iniziava a capire. Buffy era la sua metà del cielo che lo completava. Si sentiva finalmente in pace e felice con tutto l’universo.

Girò il viso e incontrò quello di Buffy

“Stai bene?” gli chiese preoccupato paura di averle fatto del male. Non aveva mai fatto l’amore con tanta passione.

Lei gli sorrise.

“Mai stata meglio” gli disse.

Angel la baciò. Ma quello che doveva essere un semplice e dolce bacio improvvisamente divenne più esigente e la passione esplose di nuovo.

Mai avrebbe immaginato che amare con tanta intensità una donna avrebbe portato alle successive catastrofiche conseguenze.

La sua maledizione era davvero progettata bene. Sapendo ora quello che sarebbe successo, non gli era concesso di amare nessuno. Doveva rimanere solo.

Si gettò sul suo letto. Le sensazioni di quella notte erano ancora così vive dentro lui che sembrava che tutto fosse successo appena la notte prima e non che fossero passati più di quattro anni.

Quando era stato con Darla tutto si era risolto con un rapporto fisico, non affettivo. Aveva dato sfogo ai suoi istinti, per disperazione.

No, non era stato per disperazione, pensò. Lo aveva fatto perché voleva perdere ancora la sua anima. Pensava che non valeva la pena di combattere contro qualcuno che, alla fine, avrebbe sempre vinto. Era meglio quindi ritornare dalla parte del male. Sarebbe stato tutto più facile. Al suo risveglio dopo la notte passata con Darla aveva capito. L’amore vero lo aveva trovato solo con Buffy. Lei gli aveva aperto le porte del suo cuore e lo aveva fatto entrare nella sua anima risplendente di luce.

Faticosamente era riuscito a risalire la sua disperazione, a farsi perdonare dai suoi amici e a ristabilire con loro un certo rapporto basato sulla reciproca fiducia.

Affondò il viso nel suo cuscino aspirandone il profumo e con questo ricordo si addormentò.

 

Quando Angel aprì gli occhi ci mise un po’ a capire dove si trovava. Poi ricordò di essersi addormentato nella stanza di Buffy.

Stava ancora immerso nel suo ricordo che la voce stridula di Cordelia lo riportò bruscamente alla realtà

“Ma sei forse impazzita?”

Angel scese le sale. Tutti erano in salotto e si girarono appena lo videro.

“Ah sei qui. Ma dove diavolo sei stato?”

“Mi sono addormentato nella stanza di Buffy” disse Angel ancora assonnato “che cosa succede?”

“Succede” disse Willow “che Down vuole andare a New York”

“Si, e non mi fermerete. Vado a cercare Buffy visto che a nessuno interessa”

“Down” disse Giles “non è che a nessuno interessi solo che non sappiamo dove sia”

“Ho il luogo esatto dove doveva incontrare il suo amico. Inizierò da li” disse Down con un tono che non ammetteva repliche

“Down” continuò Giles “ New York non è un luogo sicuro e Central Park ancora meno”

“E io ci vado lo stesso!”

“No” disse Angel “ci andrò io”

 

 

CAPITOLO 9

 

“Ma ti sei bevuto il cervello?” gridò Cordelia “il nostro compito è finito. Avete ucciso il demone. Quindi si ritorna a Los Angeles dove ci aspetta il nostro lavoro!”

“Il lavoro può aspettare. Vado a New York a cercare Buffy”

“Bene” disse Willow “si parte per N.Y.”

“Willow” riprese Angel “non che apprezzi il vostro aiuto ma Voi sarete più utili qui, nel caso che sorgesse qualche problema imprevisto. Inoltre mi muoverò meglio da solo”

“Ma come farai” intervenne Gunn “dovrai andare in aereo e come sai è sempre rischioso. Devo ricordarti che sei un vampiro?”

“Non ti preoccupare. Ho già qualche idea” rispose Angel “intanto tu, Wesley e Cordelia ritornerete a Los Angeles e vi occuperete dei casi meno difficili”

“Vengo io” disse Down

“Down”, intervenne Xander “tu hai la scuola e Buffy non approverebbe di certo”

“E’ sempre così” sbottò Down “mi trattate tutti come una bambina, invece sono in grado di cavarmela da sola” gridò mentre si dirigeva a passo svelto verso la cucina.

Giles sospirò. Cominciava a capire Buffy e i problemi che l’assillavano.

“Signor Giles “ riprese Angel “ Mi spieghi il luogo esatto dell’incontro e non preoccupatevi ve la riporterò!”

 

Down stava lavando le tazze della colazione. Aveva i nervi a fior di pelle. Tutti la trattavano sempre come una bambina. In fin dei conti era la chiave. Aveva tanto potere da poter aprire i portali dell’Inferno pensò sbuffando per l’ennesima volta.

“Ti vogliono solo proteggere” disse una voce alle sue spalle

Down si girò e si trovo di fronte Gunn. Non riusciva a spiegarlo ma la sua vicinanza gli faceva uno strano effetto.

“Ma io vorrei partecipare, rendermi utile”

“Ti rendi già utile”

“A fare cosa, le frittelle?”

“Beh, è un buon inizio”

Down guardò negli occhi Gunn ed entrambi risero.

“Si, un buon inizio. Spero solo di non avvelenare qualcuno prima o poi”

“Io non sono morto”

“Lo sguardo di Down si intristì improvvisamente

“Angel la troverà vedrai” disse prendendole la mano

“Si, lo so. Mi manca tanto” rispose Down alzando lo sguardo verso Gunn.

Per un attimo rimasero così. Mano nella mano a fissarsi quando una voce alle loro spalle li scuote.

“E’ora di partire Gunn” disse Angel

Down si scosse o rossa in viso riprese a lavare i piatti della colazione.

“Arrivo” rispose Gunn imbarazzato come un bambino sorpreso a rubare la marmellata.

Angel trattenne Gunn prima di entrare nel salotto

“Che intenzioni hai?”

“Su cosa?” chiese Gunn

Angel guardò Down attraverso la porta della cucina.

“E’ molto carina. Ma si merita qualcosa di meglio” disse sconsolato Gunn “e poi fra poche ore partirò per Los Angeles” e detto questo si diresse verso il salotto.

Angel rimase a fissare Down e a ripensare alle parole di Gunn.

“Qualcosa di meglio” era per questo che aveva lasciato Buffy perché lei potesse avere “qualcosa di meglio” se lo era ripetuto così tante volte. Soprattutto dopo quel giorno che non c’era mai stato e si era rafforzata la sua convinzione che era stata la cosa migliore. Vide Down riporre i piatti della colazione e s’immaginò Buffy mentre faceva la stessa cosa tutte le mattine, con calda luce del sole che entrava dalla finestra, mentre faceva delle raccomandazioni alla sorella. Si sentì invadere da una dolce malinconia. Erano aspetti della sua vita cui lui non poteva più partecipare. L’aveva lasciata perché la sua vita fosse felice. Ed era stato un bene. Scosse la testa perso nei suoi pensieri. Ma chi diavolo voleva prendere in giro. Lui l’amava ancora e avrebbe sempre fatto parte della sua vita. Una vita che avrebbero dovuto dividere insieme sopportandone tutti i problemi e le avversità.

Ributtò tutti questi pensieri nel profondo del suo essere. Non doveva avere ripensamenti, non era giusto o il muro che con fatica aveva costruito attorno al suo cuore ed alla sua anima sarebbe crollato. I suoi amici dovevano vederlo sicuro e inflessibile nella sua decisione o tutti si sarebbe intromessi ancora di più nella sua vita e in quella di Buffy. Doveva proteggere lei, ma soprattutto se stesso.

La voce di Willow lo riportò alla realtà e s’incamminò anche lui verso il salotto.

 

“Il primo volto per New York parte alle “20,00” disse Willow “ma ancora non riesco a capire come farai a prendere il volo”

Angel sorrise. “Una cassa”

“Una cassa?” disse Xander meravigliato

“Si. Mi spedirete a New York in una cassa. Possibilmente la più confortevole possibile”

“Non occorre che ti sacrifichi a tanto” disse Gunn. “ho alcuni amici che mi potrebbero procurare dei documenti falsi”

“In così poco tempo?” intervenne Wesley

“Non vi preoccupate. Willow prenota il volo a nome di Angel …” e poi rivolto a lui “scusa il cognome?”

“Summers!” intervenne Down “Angel Summers. Devo dire che suona bene. In questo modo hai anche un indirizzo a Sunnydale!”

“Bene” disse Gunn “Signor Angel Summers avrai i documenti in tempo per il volo di stasera”. Tese la mano verso Angel “le chiavi”

“Le chiavi?”

“Si le chiavi della macchina o vuoi che ritorni a Los Angeles a piedi?”

Angel alzò il sopracciglio perplesso

“Dai non te la rovino. L’hai fatta guidare anche a Cordelia!”

“Va bene” disse sconsolato Angel

“Ci vediamo stasera” disse rivolto soprattutto a Down e uscì di corsa dalla casa.

 

Ore 17,00 Sunnydale – casa di Buffy

 

Angel guardò per l’ennesima volto l’orologio. Gunn sarebbe ritornato presto con i documenti falsi e avrebbe preso il volo diretto a New York.

Provava un certo brivido. Non aveva mai volato prima d’ora. Per i lunghi spostamenti i vampiri preferivano le navi oppure la macchina che permettevano loro di ritirarsi al sicuro una volta sorto il sole. Le autostrade erano piene di motel e le navi mercantili… beh, nessuno chiedeva mai nulla ai passeggeri di quest’ultime.

Era rimasto solo in casa.

Willow, Cordelia, Down e Tara erano uscite a fare un po’ di shopping. Wesley e Giles erano al Magic Box a studiare dei nuovi libri e Xander era con Anya.

Si sedette sul divano e continuò a leggere un libro che aveva trovato sullo scaffale. Parlava di antichità. Doveva essere di Joyce pensò Angel.

Buffy e Down non leggevano certo libri di quel genere. Si mise a pensare quello che gli aveva detto Spike. Del pasticcio che aveva combinato Xander.

Il chiudere della porta della cucina lo mise in allarme.

Si alzò di scatto nell’attimo in cui Xander entrava nel salotto.

“Ciao. Dove sono tutti?”

“Sono usciti” rispose Angel

“Bene. Hai parlato con Spike?”

Angel annui.

“Allora?”

“Non è successo nulla”

“Meno male” sospirò di sollievo Xander. “Non sarei riuscito a perdonarmelo”

“Che cosa centri tu?”

“Buffy è mia amica. Devo proteggerla nel limite delle mie possibilità”

“Sembra che non ci sia riuscito molto nel tuo intento! E’ morta e poi Spike ha tentato di stuprarla!”

“Non venire a farmi la predica!” gridò Xander “tu l’hai lasciata e quando è morta dov’eri?

Noi qui abbiamo evitato la fine del mondo, ancora una volta!”

“Non sei stato tu. E’ stata lei. Non vi siete resi conto che il più delle volte le siete d’intralcio?”

“Sei venuto qui per discutere i nostri metodi di lotta?

“Ma guadatevi. Per configgere un demone Torkar avete dovuto chiamare me”

“Solo perché Buffy era irreperibile. Nemmeno lei ti avrebbe voluto qui! Tu non mi sei mai piaciuto Angel, non è una novità, ma questo non ti da il diritto di denigrare tutto quello che noi facciamo a Sunnydale”

La discussione stava diventando sempre più accesa

“Dimmi Xander non ti piaccio io in generale o non ti piaccio perché sono stato il ragazzo di Buffy? O per specificare meglio perché Buffy ha scelto me e non te? Forse tutto il tuo astio nei miei confronti nasce proprio da questo!”

“Io voglio bene a Buffy. Tu l’hai solo fatta soffrire! La cosa migliore che tu abbia fatto è stata lasciarla. Lei è felice ora!”

“Felice? Ne sei così sicuro? Che ne sai tu della felicità di Buffy?”

“Scusa” disse sprezzante Xander “l’esperto in felicità sei tu vero?”

Angel si avvicinò minaccioso a Xander…

 

La porta di casa si aprì improvvisamente

“Ciao siamo tornate!” disse la voce squillante di Down

Xander e Angel si ricomposero appena in tempo prima le quattro ragazze entrassero nel salotto.

“Ciao… Xander ci sei anche tu?” disse Willow

“Sono appena arrivato” rispose Xander

Willow notò subito l’atmosfera tesa della stanza. Ma non indagò oltre. Dopo avrebbe chiesto spiegazioni a Xander.

“Gunn ha dato sue notizie?” chiese Down con un po’ di apprensione

“Ha telefonato. Sarà qui fra poco” disse Angel.

 

Per la gioia di Down, Gunn arrivò a casa Summer verso le 18,30 appena in tempo perché Angel si dirigesse verso l’aeroporto scortato da tutta la compagnia. Giles gli fece mille raccomandazioni, Down gli buttò le braccia al collo e tutti attesero il decollo del suo aereo speranzosi di rivedere Buffy al più presto.

 

CAPITOLO 10

 

New York – gallerie

 

Buffy si appoggiò alla parete del cunicolo. Per arrivare all’entrata delle gallerie a Nord ci avevano messo due giorni e da un paio avevano iniziato la perlustrazione.

“Sono giorni che controlliamo ma ancora nessuna traccia” disse.

“Stanca?” chiese Vincent

“Non più del solito”

“Beh possiamo fermarci a mangiare qualcosa non credi?”

Buffy annuì.

Stava addentando il secondo panino quando Vincent le chiese “E’ ormai un mese che sei qui con noi. Non senti la mancanza dei tuoi amici?”

“Si. Ma se ci fossero stati problemi Giles mi avrebbe chiamato”

“Non ti pesa tutto questo?” le domandò Vincent

“Questo cosa?”

“Il fatto di essere la cacciatrice, di dover lottare contro demoni e vampiri, di camminare con la morte a fianco. Anche se il tuo caso è particolare…”

“Cosa né sai esattamente?” chiese Buffy incuriosita

“Padre mi ha consegnato un libro che parlava delle cacciatrici, della loro missione e della loro solitudine..”

Buffy fissò Vincent

“Devi ammettere che le cacciatrici hanno contatti solo con il proprio osservatore, mentre tu hai una famiglia, degli amici”

“E’ stato un caso. Il primo osservatore che ho avuto mi ha trovato in ritardo e non potevo certo sconvolgere la mia vita. Anche se essere…” fece il gesto con le dita “diversi non ha facilitato le mie relazioni sociali”

“Ti capisco” disse Vincent “però da quello che mi hai raccontato i tuoi amici, anche se sanno la verità, ti vogliono bene e Giles si comporta più come un padre che come un osservatore”

“Già”

Buffy diede un altro morso al suo panino e continuò “Anch’io voglio bene a tutti loro ma a volte mi sento fuori posto, come se non appartenessi più a quel mondo. Qui è diverso. Dopo tanto tempo mi sento in pace con me stessa, tranquilla. In questo luogo ho potuto riflettere su molte cose e a volte penso che vorrei rimanere qui per sempre”

“E allora rimani”

Buffy sorrise “Non è facile”

“Puoi combattere il male anche qui non solo a Sunnydale”

“Non capisci. Non posso abbandonarli. Loro contano così tanto su di me. Poi devo badare a mia sorella e, dopo la morte della mamma ho iniziato a lavorare. La spesa, le bollette da pagare…”

“Ho capito, ho capito, non devi darmi ulteriori spiegazioni. La tua vita è così piena” disse Vincent

Buffy rise “Piena di demoni e vampiri!”

“Avrei detto piena di compiti da assolvere”

“E’ solo che…non voglio deludere nessuno”

“Chi dovresti deludere? Sei la cacciatrice il tuo compito non ha bisogno di spiegazioni” affermò Vincent.

“Non tutti la pensano in questo modo. Mia madre non ha mai capito fino in fondo la mia missione. Down era la figlia che io non sono stata. Brava a scuola, ordinata, sincera”

“Non eri brava negli studi?”

“Lo sarei stata se avessi avuto più tempo. Non è facile essere concentrati sullo studio quando si passa la maggior parte della notte a caccia”

“Ma i tuoi amici non ti aiutano?”

“I miei amici fanno quello che possono. Vorrei essere una amica migliore”

“ E Giles?”

“Il mio osservatore?” chiese Buffy

Vincent annui con il capo

“Lui è più di un osservatore. E’ stato, soprattutto negli ultimi tempi, come un padre per me. Ho deluso anche lui qualche volta. Ma mi ha sempre perdonato”

“Chi è Angel?”

A sentire questa domanda il cuore di Buffy perse un battito “Angel? Come fai a sapere di lui?”

“Il primo giorno che arrivasti quando sono venuto a svegliarti hai sussurrato il suo nome. E’ il tuo ragazzo?”

“No!”

“Ti ha forse lasciata? Per il fatto di essere la cacciatrice?”

“Non voglio parlare di questo” disse perentoria Buffy. Angel era una parte bellissima e terribile della sua vita che solo lei poteva conoscere e capire.

“Anche lui voleva la ragazza perfetta?”

“Che casa intendi?” chiese Buffy con la voce leggermente alterata

“La figlia perfetta, l’amica perfetta, la ragazza perfetta…la cacciatrice perfetta. Tutti volevano una Buffy perfetta. Ma tu Buffy che cosa vuoi?”

“Che cosa voglio?”

“Si è una domanda semplice. Che cosa vuoi?”

Buffy rimase senza una risposta.

Vincent la guardò.

“E’ meglio riposare un po’ ora. Farò io il primo turno di guardia.”

Senza dire nulla Buffy prese dallo zaino le coperte, le stese per terra e si coricò.

Buffy era di schiena e Vincent la fissò. Sapeva bene che non dormiva. La sua domanda doveva averla colpita più di quanto pensasse. Aveva notato, dopo i primi giorni, la sua insicurezza. Non per quanto riguardava le scelte della caccia, ma la sua vita privata. Doveva aver sofferto molto, ma sembrava che nessuno se ne fosse curato abbastanza. Era la cacciatrice e doveva essere forte. Erano sensazioni che conosceva bene. Molti membri della comunità pensavano a lui nello stesso modo e, lui aveva accettato questo fatto. Era forte e la sofferenza doveva essere superata. Ma poi era arrivata Catherine. Con la sua dolcezza e la sua perspicacia gli aveva fatto provare sentimenti nuovi e importanti ma soprattutto aveva fatto si che lui amasse se stesso per quello che era, senza dimostrare nulla a nessuno.

Buffy non riusciva a dormire. Ripensava alla domanda di Vincent. “Che cosa vuoi?” Strano non si era mai posta il problema. Aveva cercato di essere tutto quello che gli altri vedevano in lei, su questo Vincent aveva ragione. Sua madre voleva una figlia modello, i suoi amici una amica sempre disponibile, che non sbagliasse mai, il suo osservatore una cacciatrice sempre ligia alle regole e lui…l’uomo della sua vita voleva per lei una vita normale. Solo ora ripensando alle parole di Vincent si rese conto che i suoi amici, sua madre, Giles ed anche Angel prima e Riley poi, avevano voluto che lei fosse qualcosa che non era. Che cosa voleva? Voleva una vita semplice, senza complicazioni, voleva essere semplicemente se stessa. Non la Buffy figlia, la Buffy sorella, la Buffy amica, la Buffy cacciatrice solamente Buffy. Buffy Anne Summers ragazza con i suoi difetti, con il suo carattere a volte intrattabile, la cacciatrice con regole e modi di fare, a volte sbagliati, ma sempre in buona fede. Voleva essere accettata per i suoi pregi e per i suoi difetti senza dimostrare in continuazione che, era forte e ciò che accadeva poteva essere superato senza mostrare dolore. La cacciatrice, non doveva essere coinvolta da sentimenti come la compassione o l’amore. La sua missione prima di tutto. Aveva sacrificato la sua vita alla sua missione, la sua famiglia, il suo amore. Per la prima volta si rese conto che Spike aveva ragione. Lei era ritornata diversa.

Era vero.

Provava rancore verso i suoi amici per l’egoismo dimostrato. Tralasciando se l’avevano fatto, secondo loro, per amore, ma questo non gli dava il diritto di farla ritornare sulla terra a combattere e soffrire. Aveva fatto la sua scelta ed ancora una volta non era stata rispettata.

Con questo pensiero si addormentò.

Fu svegliata un paio d’ore più tardi da Vincent per il cambio di turno.

Una volta addormentato Buffy continuò a pensare alla domanda di Vincent “Che cosa vuoi?” “Che cosa voleva?”

Guardando Vincent che dormiva beatamente sorrise ripensando al rapporto che aveva creato con Catherine. Un rapporto basato sulla fiducia, sull’amore. Vivevano giorno per giorno quel sentimento che diventava sempre più forte.

Si appoggiò alla parete. Aveva iniziato a dormire veramente bene solo una volta arrivata lì. Ogni sua notte era popolata da demoni reali o meno, le sue giornate da un lavoro che odiava, da una sorella che pretendeva troppa attenzione, da amici invadenti.

Si, a pensarci bene i suoi amici erano invadenti. Voleva loro molto bene, ma ora ripensando ai fatti accaduti dal suo arrivo a Sunnydale constatò che fin dall’inizio della loro amicizia si erano insinuati lentamente nella sua vita di teen-ager e di cacciatrice.

E quando aveva iniziato la sua storia con Angel le cose erano peggiorate.

Willow da romantica e da amica aveva inizialmente appoggiato la cosa. Xander, con la sua puerile gelosia non era mai stato molto d’accordo. Giles aveva accettato semplicemente l’evidenza.

Dopo, quando lui aveva perso l’anima dopo aver fatto l’amore con lei, la situazione era precipitata. Tutti le davano la colpa del ritorno di Angelus, e delle morti che erano seguite.

Alla fine se ne era convita anche lei ed era decisa ad affrontarlo. Più volte si era chiesta se forse c’era un altro modo per chiudere il vortice di Acthala, senza ucciderlo. Serviva solo il suo sangue, non era necessario spedirlo all’Inferno.

Ma in quel momento, durante il loro ultimo bacio, il dovere aveva preso il sopravvento e dopo aver attraversato il suo corpo con la spada, in quel preciso istante anche il suo cuore era morto.

Se forse fosse stata più coraggiosa l’avrebbe seguito, pensò. Ma l’istinto di sopravvivenza aveva avuto la meglio.

L’unica cosa che aveva fatto era scappare.

Al suo ritorno nessuno aveva capito.

Sua madre l’aveva accusata di averla indotta a bere. Willow, la sua amica che lei credeva potesse capire meglio degli altri, era stata in grado solo di rinfacciarle di non averle chiesto nulla del suo rapporto con Oz e delle sue esperienze con la magia. Xander e Cordelia si preoccupavano di sbacciucchiarsi e mostrare a tutti il loro bellissimo rapporto amoroso. E Giles, lui gli aveva chiesto ogni minimo dettaglio della sua lotta con Angelus e quando aveva confessato che prima di ucciderlo era ritornato il suo Angel, lui aveva solo annuito.

Ancora nessuno aveva capito il suo dolore.

Aveva ucciso l’uomo che amava. Probabilmente l’unico uomo che avrebbe mai amato veramente nella vita e appena ritornata a casa tutti l’avevano incolpata dei loro problemi, del suo scarso interesse verso le loro vite. Le loro vite? La sua era stata frantumata dal suo dovere di cacciatrice e doveva pensare alle loro vite?

Quando pensava che la sua vita iniziasse nuovamente a scorrere con la consueta routine Angel era ritornato.

Tutti erano preoccupati che non finissero a letto insieme. Li spiavano e più volte aveva notato i loro sguardi che si chiedevano chi si trovavano di fronte Angel o Angelus.

Era sempre sotto esame. Le rammentavano in continuazione la maledizione. Come se fosse stato facile dimenticarla. Al principio aveva nascosto il suo ritorno per impedire la loro intrusione.

In fondo al cuore gli piaceva occuparsi di lui. Andarlo a trovare. Anche se ne aveva timore non sapendo se era ritornato con l’anima o meno, ma nonostante tutto aspettava con ansia il tramonto per andare da lui.

E poi lei lo aveva lasciato. Era stata la cosa più difficile di tutte. Forse era troppo giovane, con poca esperienza. Aveva cercato di convincere tutti che erano solo amici, ma in cuore suo sapeva che nessuno ci credeva. Tanto meno lei. Spike aveva avuto ancor una volta ragione. La passione che li univa era divorante, era stimolate, era bellissima.

Non erano solo amici e la notte di Natale lei era andata da lui per salvarlo, per parlargli, per dirgli che l’amava ancora. Ci era riuscita. Poi tutto era trascorso abbastanza nella normalità. Questo a lei stava bene. Si sentiva felice con l’uomo della sua vita accanto.

Ma alla fine ci fu l’intromissione di sua madre.

Sua madre odiava Angel. Lo aveva conosciuto solo quando era Angelus e poi si era rifiutata di farlo. Gli aveva chiesto di lasciarla libera ignorando i suoi desideri. Amore di madre che vuole il meglio per la propria figlia, senza chiedersi che forse il meglio era proprio la persona a cui chiedeva un sacrificio così grande, non tenendo conto della sofferenza che avrebbe causato.

Tutti pensava al suo bene. Ma nessuno aveva capito che lei era in grado di scegliere da sola come vivere la sua vita.

Angel aveva pensato al suo bene lasciandola perché doveva avere una vita normale, dei figli. Figli? Una cacciatrice non avrà mai dei figli. Una cacciatrice muore giovane. Lei era una rarità. Era la più longeva di tutte.

Solo ora riusciva a capire bene alcune cose. In quel luogo così vicino al mondo eppure così lontano stavano affiorando tutte quelle risposte alle sue domande che per codardia non aveva mai voluto accettare.

L’amore che tutti dicevano di provare per lei era egoistico. Tutti volevano la sua felicità ma in cambio pretendevano che lei fosse perfetta come si immaginavano.

Ripensandoci, inconsciamente, aveva sempre cercato la loro approvazione per paura di rimanere sola. Aveva letto della solitudine delle cacciatrici e non voleva fare la loro stessa fine. Essere citata solo come esempio sui diari degli osservatori. Morire ed essere dimenticata..

Con una famiglia e degli amici almeno qualcuno avrebbe portato qualche fiore sulla sua tomba.

Buffy sospirò. Infine Angel.

Angel l’aveva lasciata non per le parole di sua madre, per una vita felice e normale, ma solo perché lui aveva paura di vivere una vita. Una vita con responsabilità, con delusioni, con dolore.

La vita che sua madre, Willow, Xander, Angel, Giles e Riley volevano per lei non era la vita che LEI VOLEVA.

Lei voleva…

Un rumore attirò la sua attenzione. Lentamente svegliò Vincent.

“C’è qualcuno “ gli disse

 

CAPITOLO 11

 

Buffy e Vincent si nascosero in un anfratto della caverna.

Il rumore dei passi si stava avvicinando. Vincent uscì improvvisamente pronto alla lotta ma si fermò appena in tempo prima di colpire un ragazzo.

Aveva circa 18 anni, capelli biondi tagliati in un leggero caschetto.

Cadde a terra con un tonfo

“Ahh…”

“Mouse? Che ci fai qui?”

“Mi hai spaventato!Sono venuto a prendere delle rocce per la mia collezione”

“Padre ti ha avvisato che non devi venire qui? Lo sai che è pericoloso!”

Buffy guardò attentamente il ragazzo. Vincent gli parlava in modo lento e scandendo le parole.

Probabilmente doveva avere qualche problema di apprendimento pensò fra se. Notò subito, infatti, che si esprimeva con una certa ingenuità.

“Non verrò più” disse improvvisamente “vedi…” continuò mostrando a Vincent delle pietre con scaglie lucenti “dove ho trovato queste ora ci sono delle persone”

“Persone?” intervenne Buffy

“Si. Sono cattive ed hanno una strana faccia. Ho paura e così non ci vado più”

“E dove sono queste persone cattive?” chiese Buffy con voce calma e tranquilla seguendo il modo di fare di Vincent.

“Sono due gallerie più in alto, dove si sentono gli animali. Mi piacciono gli animali. Andavo sempre a sentire il loro suono”

“Ascoltami” disse Vincent “ora ritornerai da Padre e promettimi di non venire più qui. D’accordo?”

Mouse annui e si allontanò

“Abbiamo trovato il nostro covo a quanto pare” disse Buffy

Vincent la guardò

“Andiamo” disse.

Lentamente iniziarono a risalire i cunicoli

“Ho sentito come hai parlato a Mouse” disse Vincent a Buffy

“Ho seguito il tuo esempio. Mi è sembrato alquanto…”

“Ingenuo?” suggerì Vincent

“Si”

“Come hai compreso Mouse è un nomignolo che gli abbiamo dato noi. Lui è speciale. Sa fare praticamente di tutto. Il suo unico difetto consiste nella sua poca disciplina. Fa le cose senza pensare alle conseguenze. Tuttavia è una persona molto semplice molto ingenuo. Forse è dovuto dal fatto che praticamente è cresciuto qua sotto. Non conosce molto della vita in superficie”.

“Tieni molto a lui vero?”

“Si. Come a tutti gli altri membri della comunità. Ma lui è come un fratello minore per me. Gli ho insegnato a leggere e scrivere e molte volte cerca rifugio in me quando combina qualche pasticcio.”

Lentamente arrivarono in prossimità dei cunicoli indicati d Mouse. Buffy iniziò a sentire i rumori provenienti dallo zoo.

Il tunnel che stavano percorrendo improvvisamente sboccò in una galleria più grande e molto ben illuminata.

“Strano” disse Vincent “non dovrebbe essere illuminata”

“Questo significa che siamo sulla buona strada” rispose Buffy

Con i sensi all’erta iniziarono a percorrere la galleria. Si sentivano dei rumori e man mano che si avvicinavano alla fine del tunnel si distinguevano delle voci.

Si appiattirono lungo il tunnel e guardarono nella stanza in cui sboccava.

C’erano circa una decina di vampiri che parlottavano fra loro.

Improvvisamente una voce tuonò.

“Silenzio!”

Tutti i presenti si girarono verso la fonte da cui era pervenuto l’ordine.

Dalla semioscurità uscì un uomo molto affascinante. Era alto, capelli biondi, viso quasi angelico. Portava un vestito firmato.

“Non è certo un vampiro” pensò Buffy.

Con uno sguardo disse a Vincent di non fare rumore.

“Come sta andanto il nostro piano?” chiese l’uomo

“Bene” rispose un vampiro

“Bene?” fece eco l’uomo “non mi sembra proprio. Siamo in ritardo. A questo punto si dovrebbe aver già raggiunto la quota di uccisioni necessarie e dovrebbe esserci la giusta dose di panico. Invece siamo ancora lontani dall’obiettivo!”

“Signor Smith” disse un altro vampiro “ci sono stati alcuni problemi Steve, Lucinda e Dan non sono rientrati”

“Non m’interessa!” sbottò l’uomo “questo è un vostro problema. La mia parte l’ho fatta. Vi ho trovato un luogo accessibile e adatto alla caccia, ma soprattutto insospettabile. Il mio capo non vuole altri intoppi”

“Quindi c’era qualcun altro che tirava le fila di quello strano complotto” pensò Buffy

“Adrian…” disse una vampira con voce suadente mentre si avvicinava all’uomo. Era vestita con un abito attillatissimo e le sue movenze mettevano in risaldo l’ondeggiare dei fianchi ed il seno prosperoso.

“Non ti adirare. Lo sai che non ti fa bene” gli sussurrò mentre gli accarezzava i capelli.

L’uomo guardò la vampira con occhi di ghiaccio.

Le prese i lunghi capelli tra le mani e tirò la sua testa indietro. La vampira gemette.

“Dopo tesoro. Dopo.” gli disse. Poi la lasciò andare con tale violenza che la donna cadde a terra.

Tutti i vampiri rimasero immobili.

“Deve avere un grande potere se riesce a controllarli in questo modo” continuò a pensare Buffy. Da ciò che Giles le aveva raccontato solo un Maestro o il Sire avevano tale capacità.

L’uomo lentamente prese un fazzoletto dalla tasca interna della giacca e si pulì le mani.

“Parlavi di vampiri che non sono tornati. Cosa può essere successo?”

“L’unica spiegazione per la loro scomparsa sarebbe la cacciatrice”

“Cacciatrice?”

“La prescelta. Colei che è destinata ad ucciderci”

“Interessante” disse Adrian

“Ma non può essere la cacciatrice. Lei si trova in un altro luogo ora”

“A meno che non sia morta. Allora potrebbe essere stata attivata quella nuova e potrebbe essere qui a N.Y.”

“Problema risolvibile” costatò Adrian “cercate di scoprire la sua identità e la farò eliminare”

I vampiri si guardarono attoniti

“Cercheremo di scoprire se le recenti scomparse dei nostri compagni sono colpa della cacciatrice. Le faremo sapere”

“Bene. Non voglio ritardi questa volta. La faccenda deve concludersi entro la fine della settimana!”

I vampiri annuirono

L’uomo volse le spalle e s’incamminò verso un lungo tunnel che, pensò Vincent, doveva portare verso l’uscita.

Buffy fece un cenno a Vincent e lentamente si allontanarono dall’entrata della grotta e si fermarono in un luogo più appartato.

“Pensi che riusciremo ad ucciderli tutti?” chiese preoccupato Vincent.

“Ne ho contati circa dieci. Dovremmo farcela.”

“E il piano di cui parlava quell’uomo?”

“Ci penseremo dopo. Intanto cercheremo di distruggere il covo. Ho qualche idea in proposito”

Vincent pensò che il piano di Buffy era alquanto azzardato ma che poteva funzionare.

Con passo svelto si avviò perso l’entrata della grotta.

I vampiri stavano organizzando il piano per l’uscita della notte.

“Buonasera” disse con voce più dura del consueto.

Tutti i vampiri lo fissarono.

“E tu chi diavolo saresti?”

“Un amico”

“Non abbiamo bisogno di amici! Che razza di demone sei?” disse un vampiro mentre gli girava attorno, scrutandolo attentamente.

“Non vivrai abbastanza da scoprirlo” ruggì Vincent mentre con un gesto fulmineo rendeva polvere il suo interlocutore.

Con un sorriso fuggì lungo il tunnel.

“Inseguitelo!” gridò un vampiro

Rumore di passi veloci di più persone attirarono la sua attenzione “Stanno arrivando” pensò Buffy.

Vincent era inseguito da cinque vampiri. Improvvisamente si fermò dove la galleria si allargava in una specie di spiazzo.

I vampiri lo raggiunsero e lo attaccarono. Buffy arrivò alle loro spalle. Con movimenti veloci ne polverizzò due. Vincent fece fare la stessa fine ad un altro. I due vampiri rimasti, spiazzati dalla velocità dell’azione tentarono di lottare ma furono sopraffatti.

“Ora pensiamo agli altri” disse Buffy e iniziarono a correre velocemente lungo il tunnel che portava al covo.

“Stanno ritornando” disse una donna vampiro agli altri. Passi veloci stavano giungendo dal tunnel. Ma la sorpresa fu molta quando nel covo irruppero Buffy e Vincent.

Due vampiri si gettarono all’attacco, mentre gli altri scelsero la via della fuga.

 

Central Park – notte

 

Angel per l’ennesima volta perlustrò il luogo dell’incontro di Buffy.

Era arrivato il giorno prima all’aeroporto. Aveva dovuto attendere il tramonto. Non era stato difficile. Gli aeroporti erano ricchi di luoghi privi di luce e abbastanza movimentati per non annoiarsi.

Volare era stato entusiasmante, un’esperienza irripetibile. Aveva volato nel passato ma con le mongolfiere. Era a Parigi durante la loro prima ascensione il 21 novembre 1783 e aveva voluto provare l’emozione di vibrarsi nel vuoto. Purtroppo lo aveva fatto dopo il tramonto e non aveva potuto godere appieno dell’esperienza e del panorama di Parigi.

Darla lo aveva deriso per questa sua debolezza umana. Lui non la aveva considerata tale, ma una esperienza che andava provata, come andava provato un nuovo modo per infliggere dolore e tormento oppure una nuova pietanza. Volare con i mezzi attuali non era stato così eccitante. Si era perso un po’ dello spirito dell’avventura di quei tempi. Ma era stato comunque un’esperienza nuova che andava ad aggiungersi a tutte le altre che aveva avuto nel corso dei secoli.

“Buffy dove sei?” pensò fra sé. Era preoccupato. A parte l’entrata del condotto che aveva percorso più volte in cerca di indizi quel luogo era assolutamente quello che ci aspettava da un parco.

Zeppo di piante, con lampioni e panchine ovunque.

Aveva intravisto qualche banda di ragazzi ma non aveva incontrato vampiri. Sembrava un luogo tranquillo. Forse doveva ampliare la zona della ricerca e si diresse verso il lato nord del parco.

 

Covo dei vampiri

 

Buffy e Vincent avevano appena ucciso i due vampiri e si gettarono all’inseguimento dei fuggitivi.

Sbucarono nello zoo. La notte, rischiarata dalla luna piena, rendeva il luogo particolarmente sinistro. Gli animali, sentendo il rumore e percependo la presenza dei demoni s’inquietarono ed iniziarono ad agitarsi.

“Sarà difficile trovarli fra tutte queste gabbie” disse stizzita Buffy

Aveva appena finito di pronunciare la frase che un rumore attirò la loro attenzione. Video i vampiri che fuggirono verso l’entrata dello zoo e scavalcavano il cancello in cerca di salvezza.

Buffy e Vincent fecero altrettanto e iniziarono a rincorrerli nel parco. Quello che però non avevano previsto erano i rinforzi che stavano sopraggiungendo in aiuto dei fuggitivi.

Probabilmente qualcuno aveva chiamato aiuto.

Buffy e Vincent si trovarono circondati.

“Uccidiamoli!” gridò un vampiro mentre tutti iniziarono a combattere.

Attirato dai rumori della lotta Angel arrivò trafelato in tempo per vedere Buffy che combatteva contro una mezza dozzina di vampiri assieme ad un uomo che non riusciva bene a vedere ma che a primo acchito sembrava aiutarla.

L’aveva trovata finalmente. E si lanciò nella lotta.

Un vampiro stava per colpirla alle spalle con un bastone. Angel lo polverizzò all’istante. Nella foga della lotta, la scarsa luce della luna che filtrava fra i rami degli alberi, Angel si ritrovò a rotolare con Buffy stretta fra le braccia lungo un pendio.

Arrivati in fondo Angel si ritrovò in posizione di inferiorità. Buffy era a cavalcioni sopra di lui. Vide il paletto alzato e pensò che orami era finita. Chiuse gli occhi e attese.

Buffy si fermò appena in tempo. Vide subito il volto famigliare che tanto amava, anche se mutato in quello del demone.

“Angel? Che ci fai qui?”

 

CAPITOLO 12

 

Era ancora sopra di lui in una posizione alquanto imbarazzante.

“Se ti togli e mi fai alzare ti spiego tutto” disse Angel alquanto divertito.

Buffy arrossì e si alzò. Rivederlo era stata come una scossa di adrenalina pura e il suo cuore non smetteva di battere all’impazzata.

Respirò a fondo e con voce, che sperava, non tradisse la sua emozione chiese

“Che ci fai a New York?”

“Sono venuto a cercarti”

“Cercarmi? Ci sono stati problemi? Giles non mi ha avvisato!”

“Giles non sapeva dove rintracciarti. Il tuo messaggio è andato perso”

“Non lo sapevo”

“Potevi richiamare almeno. Pensavi che i mostri di Sunnydale fossero andati in vacanza? Vivi sulla bocca dell’infermo e non chiami per avere notizie?” disse Angel con voce alterata.

“Senti, non venire qui ad accusarmi senza…”

Un grido simile ad un ruggito fendette la notte.

“Vincent” disse preoccupata Buffy e con una sveltezza che sorprese lo stesso Angel fuggì verso il luogo dove fino a poco tempo prima stava combattendo.

“Vincent?” sussurrò Buffy “e chi diavolo è?” pensava mentre correva dietro alla cacciatrice.

Arrivò appena in tempo. I due vampiri avevano avuto la meglio. E stavano per morderlo.

Con mosse veloci e fulminee riuscì ad atterrarli ed ad ucciderli.

Poi si chinò su Vincent

“Stai bene?” chiese preoccupata

Con una smorfia di dolore Vincent ansimando disse “Mi hanno ferito” e mostrò a Buffy la camicia insanguinata.

Angel arrivò in quel momento.

Buffy era stata veloce. Troppo veloce. Aveva sorpreso anche lui. Pensava che dopo aver combattuto quasi due anni da solo a Los Angeles la sua forza e velocità fossero aumentate. Ma evidentemente si sbagliava.

Lo aveva atterrato senza nessuna difficoltà. I suoi poteri erano aumentati notevolmente.

Pensò che non aveva mai visto in Buffy uno sguardo così preoccupato e ansioso nel soccorrere qualcuno. Questo Vincent doveva essere importante per lei. Forse era per questo che non si era fatta più sentire da Giles e dagli altri. Aveva trovato un nuovo amore. Una fitta di gelosia gli attraversò il cuore, ma cercò di non darle importanza. Era giusto, pensò. Lui ormai non era più nulla per lei lo dimostrava il fatto che era corsa via improvvisamente, senza curarsi se stesse bene o se ci fosse qualche altro pericolo prima di lasciarlo solo. Non che avesse bisogno di aiuto. Ma in passato lo avrebbe aiutato ad alzarsi, lo avrebbe baciato e….Non devo pensare a questo. L’aveva trovata. Aveva portato a termine il suo compito. Presto sarebbe ripartito per L.A. e avrebbe ripreso la sua vita. Lentamente si avvicinò alle due figure. Notò che gli abiti di Vincent erano particolari. Gli ricordavano tempi passati. Vide Buffy che tentava di aiutarlo ad alzarsi, ma con difficoltà. Quando una fitta di dolore lo fece piegare in due e stavano quasi per cadere entrambi Angel arrivò in aiuto.

“Sei arrivato finalmente!” disse sarcastica Buffy “Volevi forse un invito scritto per aiutarmi?”

Angel non rispose. Notò che l’uomo aveva la sua stessa altezza e corporatura. Quando alzò lo sguardo incontrò prima i suoi occhi e poi notò il suo viso. Angel rimase sbigottito. Aveva visto demoni e mostri di tutti i generi, ma mai nulla di simile.

“Che razza di essere era quello?” pensò. Il viso era deformato da tratti felini e solo ora notava che le mani erano ricoperte da una leggera peluria.

“Dobbiamo portarlo al riparo” disse Buffy

Angel era ancora schioccato per la scoperta di quello strano essere.

“Angel ti vuoi svegliare per favore?”

Improvvisamente scosso dalla domanda di Buffy disse “non sarebbe meglio un ospedale?”

“Penso che non sia il caso, credi?” rispose Buffy

“Il covo. Dobbiamo distruggerlo” disse fievolmente Vincent

“Non ci pensare. Me ne occuperò io. Intanto dobbiamo fermare l’emorragia. Padre ti curerà”

“Padre?” chiese Angel

Buffy non rispose e con un gesto lo invitò ad aiutarla.

Aiutando Buffy a sostenere Vincent Angel senza proferire parola e con mille domande che gli affollavano la mente si diresse verso il condotto

“Dove stiamo andando?” chiese Angel incuriosito

“Ora vedrai” disse Buffy “dobbiamo portare Vincent al sicuro. Poi ti spiegherò ogni cosa.”

Si incamminarono lungo il condotto.

“Vorresti lasciarlo qui? In questo luogo? Io lo porto in ospedale”

Vincent respirava a fatica. Buffy non riteneva opportuno mettersi a discutere con Angel in quel momento.

Gli bastava averlo vicino e subito i rancori riaffioravano. Era perché si era messa a litigare con lui che Vincent era stato ferito. Tutti i suoi buoni propositi stavano svanendo.

“Stai zitto per favore” disse Buffy con voce calma e pacata che sorprese Angel e se stessa. “Non è il momento…”

Arrivati davanti ad una paratia di acciaio questa si aprì.

Angel rimase stupito

“Entra Angel” disse Buffy e seguendola entrò nella galleria che si apriva davanti a lui.

Buffy colpì le tubazioni che correvano lungo le pareti con colpi precisi . Poco dopo alcune persone arrivarono trafelate.

“Chiamate Padre presto. Vincent è ferito!” gridò mentre lentamente li raggiungevano.

“Svelto Marc vai ad avvisare padre. Ti aiuto Buffy” disse un uomo sulla trentina, mentre prendeva il suo posto nel sostenerlo.

“E lui chi è?” chiese con apprensione

“Sta con me” disse Buffy. “E un mio amico. Mi ha aiutato”

L’uomo non pose altre domande e lentamente si avviarono lungo i cunicoli

“Vincent…” disse visibilmente preoccupato Padre

“Non ti preoccupare Padre. Sto bene” rispose Vincent prima di svenire.

“Preparate l’infermeria e chiamate Margareth” ordinò Padre e fece segno ai due uomini di seguirlo.

Lentamente lo adagiarono su una specie di lettino. Angel era ancora sbigottito. Anche lui ai tempi in cui era il “flagello d’Europa” in occasioni rare si era nascosto in cunicoli. Ma questi erano straordinari.

Padre fece cenno a tutti di uscire e rimase solo con Margareth nella stanza.

Molte persone si erano raccolte fuori da quella che Angel presunse fosse l’infermeria. Questo Vincent aveva molti amici.

Marc il ragazzo che era andato di corsa ad avvisare del ferimento di Vincent chiese

“Buffy com’è successo?”

“Eravamo nel parco e siamo stati attaccati da una banda di ragazzi”

“Lo sai che è pericoloso. Che cosa stavate facendo tu e Vincent?”

Buffy attese un attimo nella ricerca di una risposta plausibile.

“Abbiamo sentito delle grida e siamo accorsi in aiuto”

“Di lui?” chiese una donna rivolta ad Angel

Angel piegò le labbra in un leggero sorriso. Non aveva mai avuto bisogno d’aiuto. Da nessuno.

Buffy aveva tralasciato il fatto dei vampiri e ciò significava che la maggior parte di loro non conosceva la verità

“No! Di due donne che stavano per essere aggredite” ripose Buffy

“E lui che cosa centra?” chiese ancora Marc

“E’ venuto a cercarmi. I miei amici erano preoccupati. E’ stato un caso che mi abbia trovato. Ma ci ha aiutato”

“E lo hai portato qui” disse Sam

“Non riuscivo a trasportare Vincent da sola e non potevo certo lasciarlo nel parco ferito”

Padre uscì in quel momento dalla stanza.

“Come sta?” chiese Buffy preoccupata

Ancora una volta la gelosia di Angel fece capolino nel suo cuore

“E’ debole, ha perso molto sangue ma in complesso sta bene. Ha chiesto di te!”

“Posso vederlo?”

“Si entra pure Buffy, ma solo qualche minuto. Ha bisogno di riposo.”

“Grazie”

“Voi potrete vederlo fra un paio d’ore quando si sarà ripreso un pò” disse alle persone radunate fuori della grotta. La piccola folla si dissolse in un attimo.

Poi rivolto ad Angel.

“Devo occuparmi di alcune cose. Tu aspetta Buffy lei ti condurrà da me più tardi”

Angel Annui.

Era vicino alla tenda che separava la stanza. Era rimasta scostata e quindi poteva vedere e sentire tutto.

“Come stai?” chiese Buffy preoccupata mentre si avvicinava al letto e s’inginocchiava.

“Potrei stare meglio” rispose Vincent

“Mi dispiace” disse mentre calde lacrime scendevano lungo le sue guance

“Di cosa?” rispose Vincent allungando la mano asciugandole.

“Che tu sia stato ferito per colpa mia”

“Non è stata colpa tua. Erano troppi. Sapevo benissimo i rischi che correvo nell’aiutarti Buffy. Sono stato ferito altre volte. E tu non c’eri”

“Lo so. Ma…”

“Sthh…” disse posandole un dito sulle labbra “quando si aiutano gli altri si devono accettare anche le conseguenze. Tu non sei responsabile di quanto accaduto”

“Ma io mi sono distratta”

“Non direi. Eri presa dalla foga della lotta. Anche con i migliori propositi si combatte sempre pensando alla propria sopravvivenza. E’ un istinto che ci portiamo dentro dall’alba della nostra nascita. E’ il risultato che conta, se poi non succede nulla a nessuno meglio. Non sono morto e di sicuro non ho intenzione di morire così presto. Ho qualcuno di importante a cui questo non farebbe molto piacere.”

A Buffy sfuggì un sorriso. Le sue parole avevano sempre la facoltà di rassicurarla.

Angel stava ascoltando tutto. Non c’erano dubbi. Erano innamorati.. Come poteva? Era un essere così diverso. Almeno lui apparentemente, fino a quando non si trasformava, sembrava un essere umano.

Vincent si appisolò e lei uscì dalla stanza.

“Ah, sei ancora qui”

“Quell’uomo che chiamate Padre mi ha detto di aspettarti e che mi avresti condotto da lui”

Buffy sospirò

“Va bene. Ma prima devo cambiarmi” e fece cenno di seguirlo.

 

CAPITOLO 13

 

Solo in quel momento Angel notò i suoi abiti. Erano simili a quelli che indossavano tutte le altre persone incontrate. Si guardò attorno. C’erano molte stanze e gallerie. Alcune persone che percorrevano quei luoghi incontrandola la salutavano calorosamente.

Arrivò davanti ad una grotta ed entrò insieme a Buffy.

Non era molto grande, ma funzionale. Notò che c’erano alcuni libri, gli abiti erano riposti in modo ordinato.

“Vorresti voltarti per favore?”

Angel sussultò. Era immerso nelle sue constatazioni e le volse le spalle.

Un evidente sorriso gli salì sulle labbra. Aveva visto Buffy svestita poche volte. Ma l’aveva vista. Chiuse gli occhi ripensando al giorno che non c’era mai stato. In quell’occasione si erano amati senza remore e pudori. Avevano esplorato i loro corpi centimetro per centimetro. Sentiva ancora il sapore della sua pelle sulle sue labbra.

“Ho finito”

Angel si voltò. Anche con addosso quegli strani abiti appariva bellissima.

“Mi dicevi che Giles ha perso il mio messaggio…” disse mentre si sedeva su letto. Angel titubante si sedette sull’altra estremità. Con la sua presenza a Buffy la stanza appariva più piccola.

“La sua segreteria era guasta”

“Stanno tutti bene vero? Ci sono stati dei problemi?”

“Stanno bene. Hanno cercato di fare del loro meglio. Alla fine hanno chiamato me”

“Mi dispiace se ti hanno disturbato. Ma non potevo sapere…”

“Accidenti Buffy” disse Angel alzandosi di scatto dal letto e passandosi le mani fra i capelli “potevi almeno richiamare. Tutti erano in pena per te e tu eri qui a giocherellare alla cacciatrice con quel Vincent”

Buffy spalancò gli occhi. Come si permetteva di giudicarla? Parlando con Vincent per la prima volta non si era sentita in colpa per quello che era accaduto ed ora Angel era lì davanti a lei a rinfacciarle cosa? Che non si era interessata dei suoi amici, di quello che accadeva sulla bocca dell’inferno? Era stato il suo osservatore a spedirla a New York e stava facendo il suo dovere ed ancora questo non bastava? No,. non avrebbe permesso all’ira di prendere il sopravvento. Aveva raggiunto il suo equilibrio e nessuno lo avrebbe inclinato nuovamente.

“Non stavo giocherellando” rispose pacata “Avrai parlato con Giles. Lui ti ha spiegato presumo”

La sua compostezza lo irritava. Era così diversa. Non era più la Buffy che ricordava. Ai vecchi tempi gli avrebbe gridato tutto il suo rancore e la sua insofferenza. Incrociò per un attimo il suo sguardo e rimaste stupito. Era diverso. Non lasciò che questa scoperta lo distraesse.

“Mi ha spiegato. Ma tu potevi chiamare. Informarti”

“Qui non ci sono telefoni. E sono stata molto impegnata in questo ultimo mese”

“Con Vincent?”

“Con lui e con altri” rispose vagamente Buffy

Angel stava per scoppiare. Solitamente era sempre stato tranquillo. Ponderava le sue azioni e le sue risposte. Ma la gelosia stava riaffiorando. Cercò di tenerla a freno il più possibile. Cercò di cambiare discorso

“Che luogo è questo?”

“Ti piace?”

“Non hai risposto”

Buffy iniziò a spiegare dove si trovavano e come funzionava la comunità

“Mi trovo bene qui”

“Vuoi rimanere?” chiese Angel apprensivo

Buffy fece cenno di no con il capo. “Ma prima devo scoprire cosa sta effettivamente succedendo”

“Il covo dei vampiri di cui parlava Vincent?”

“Esattamente”

“Che razza di essere è?” chiese Angel. Ma si pentì subito della domanda vedendo il viso contrariato di Buffy

“Lui è speciale. Ed non è un essere. Ma una persona con dei sentimenti e con un cuore grande come il mondo. Non devi giudicare dal suo aspetto Angel. Mi ha aiutato a capire molte cose.

“Quali cose?”

“Su me stessa e sulla mia missione”

“Sei innamorata di lui?”

“Non hai il diritto di farmi questa domanda. E comunque anche se fosse? Tu mi hai lasciato ed entrambi abbiamo vite diverse ora”

“Ti ho lasciato per una vita normale” disse Angel con voce alterata “non perché stessi rintanata in una grotta con un …”

“Un che cosa?”

“Un mostro”

“Lui ha le fattezze, come dici tu, di un mostro. Ma il suo cuore e le sue azioni lo rendono degno di qualsiasi forma di amore possibile. Le apparenze non hanno mai contato molto per me, non ricordi? Ho amato anche te in fondo!” disse sempre con tranquillità.

Angel rimase senza parole. “Ho amato anche te” quindi non lo amava più. Stava per risponderle quando una voce oltre la tenda li interruppe.

“Posso entrare?”

Fece capolino il viso di una ragazzina. Aveva sui 13-14 anni.

“Padre ti vuole vedere”

“Arrivo subito Megan” disse gentilmente Buffy

“Buffy posso chiederti una cosa?”

“Certo Megan”

Guardò Angel e poi tutto in un fiato disse “Lui è il tuo fidanzato?”

Angel sussultò lievemente. Buffy lo fissò “No Megan. E’ solo un amico”

“Che peccato” disse la ragazzina e uscì dalla stanza.

 

Angel seguiva Buffy lungo le gallerie. Sembrava conoscerle bene. Entrarono in una grotta molto più ampia nella quale erano riunite varie persone.

Tutti la salutarono.

Padre fece loro cenno di sedersi e chiese “Che cosa è successo?”

Buffy spiegò brevemente l’accaduto e parlò anche del complotto in atto.

“Che cosa possiamo fare?” chiese una donna

“Innanzitutto chiuderemo l’entrata delle gallerie a Nord. In questo modo sarete tutti al sicuro e poi cercheremo informazioni su questo Adrian Smith. Non credo che sappia della vostra esistenza ma è meglio non correre rischi”.

Padre annuì con il capo.

Angel aveva ascoltato Buffy con attenzione. Era stata veloce e esauriente nella sua spiegazione. Era davvero cambiata così tanto? Si erano incontrati dopo il suo ritorno ma la felicità di rivederla viva forse aveva offuscato il suo giudizio. Non si era nemmeno accorto del suo disagio, di ciò che animava il suo animo. Invece Spike se ne era accorto…

“E del tuo amico ci si può fidare?” chiese Sam

Angel sentendosi nominare volse lo sguardo verso l’uomo.

“Si. E’ venuto a cercami perché ci sono stati problemi a casa. Garantisco io per lui”

“E non ci tradirà”? chiese una donna con evidente preoccupazione

“No, non vi tradirò” disse perentorio Angel.

L’atmosfera della stanza si fece più rilassata.

“Come faremo a chiudere l’entrata a nord?”

“Vincent mi ha detto che la roccia è molto friabile. Forse basterebbe una piccola frana..” suggerì Buffy

“Potremmo utilizzare l’esplosivo. Dovrebbe esserne rimasto un po’ dall’ultima volta”

“E’ l’unica soluzione possibile” disse Padre.

“Bene siamo d’accordo. Andrò a perlustrare il covo per vedere se alcuni vampiri sono ritornati e cercare alcuni indizi poi vi farò sapere”

“Potrebbe essere pericoloso” disse Sam

“Andrò io con lei” suggerì Angel

Buffy non rispose. “Ora che so dove esattamente si trova il covo posso raggiungerlo facilmente”.

Guardò l’orologio. “E’ quasi l’alba. Andrò domani sera, quando lo zoo è chiuso”

 

Improvvisamente una voce interruppe la riunione

“Buffy, dov’è Vincent?”

Angel si girò e vide una donna molto bella, con il fiatone ed evidentemente preoccupata.

Padre si alzò e zoppicando le andò incontro.

“Sta bene Catherine. Non ti preoccupare. Lo trovi in infermeria”

“Ho sentito che era in pericolo e mi sono precipitata. Purtroppo ero fuori città e ho dovuto guidare per ore”

“Ti accompagno” disse una donna sulla sessantina.

“Per il momento abbiamo concluso” disse Padre “meglio tornare alle nostre mansioni”. Le persone lasciarono la stanza.

“Buffy, il tuo amico non può restare. Potresti accompagnarlo tu all’uscita per favore? Vi metterete d’accordo per domani…”

Il viso di Angel si fece teso. Accompagnarlo all’uscita. Avrebbe dovuto passare il resto della giornata in quel condotto fognario. Non che fosse abituato ma non ne aveva molta voglia.

“Padre è l’alba”

“Ho capito Buffy, ma il parco è ancora deserto. Nessuno vi noterà”

“Padre…Angel non può stare al sole”

“Come non può stare al sole. Che cosa…” Padre che se avesse compreso improvvisamente si accasciò sulla sedia

“Vedo che ha capito” disse Angel

“Hai portato un vampiro qui, fra noi?”

“Non si preoccupi Padre Angel non fa del male. Aiuta le persone come faccio io”

“Aiuta le persone? Strano per un vampiro”

“Angel è particolare vede lui …”

“Ho un’anima” disse improvvisamente l’interessato

“Un’anima. Tu sei il vampiro con l’anima”

Angel alzò lo sguardo alquanto perplesso

Buffy come intuendo i suoi pensieri gli disse “E’ un ex osservatore”

“Va bene. Potrai rimanere qui per oggi., ma non voglio che giri per le gallerie. La gente potrebbe porsi delle domande e scoprirti”

“Starà nella mia stanza” disse Buffy “io devo telefonare a Giles per dare mie notizie. Chiederò a Catherine di aiutarmi. In questo modo l’aggiornerò anche su quello che è successo. Come avvocato dell’ufficio del procuratore penso che potrà aiutarci”

 

Gallerie – infermeria

 

Catherine entrò nella stanza trafelata. Vincent dormiva.

Lei gli accarezzò il viso e lui si destò

“Catherine” disse

“Ciao. Come stai?”

“Bene, non ti preoccupare”

“Voi farmi morire di spavento? Ho sentito che eri in pericolo, ma ero fuori città. Per un attimo ho avuto paura”

“Non è successo nulla di grave. Sono stato ferito altre volte”

“Ma questa volta è diverso. Ho sentito la tua vita in pericolo” disse posando il capo sul suo petto.

Vincent le accarezzò i capelli

“Non mi succederà mai nulla di male fino a quando tu sarai con me”

Lei alzò lo sguardo e li sorrise e ritornò a posare il capo sul suo petto.

Con voce calma chiese “Che cosa è successo? Vuoi raccontarmelo oppure sei troppo stanco?”

“Non sono stanco. Sai che guarisco molto in fretta” e lentamente iniziò il suo racconto

Buffy e Angel stavano percorrendo la galleria che conduce all’infermeria.

“Chi è quella donna?” chiese incuriosito Angel

Buffy non rispose. Arrivati all’entrata della grotta Angel sentì la voce della donna dolce, calma e pacata, leggere alcuni brani tratti dal romanzo di Charles Dickens “Grandi speranze”. Strano, pensò fra se, sentirlo leggere da lei era tutt’altra cosa che leggerlo personalmente. Gli dava quell’enfasi, quella chiarezza che non aveva mai notato.

Buffy bussò lievemente sulla roccia.

“Posso entrare?”

“Entra” disse Catherine

Vincent ancora a letto, sorrise.

Buffy fece largo ad Angel.

“Vincent, Catherine, lui è Angel, un mio amico”

Catherine si alzò e andò a stringerli la mano “piacere” disse.

“Catherine dovrei telefonare a Giles.”

Catherine sorrise “Ho capito, ma non so se posso lasciare Vincent…”

“Non sono moribondo, verrai da me più tardi”

“Bene, ma prima finisco di leggerti il capitolo”

Vincent sospirò. Sentire la voce di Catherine era sempre molto rilassante per lui.

Buffy fece cenno ad Angel di uscire e disse “A dopo”

“Va bene” rispose Catherine.

Quando Angel e Buffy se ne furono andati Vincent chiese “Perché hai scelto questo libro?”

“Quando sono stata aggredita e voi mi avete curato tu mi hai letto lo stesso libro”

Vincent sorrise ripensando ai quei giorni. Era nato così il loro strano legamene che li univa oltre lo spazio.

Catherine riprese la lettura.

 

Buffy ed Angel erano nella sua stanza.

Angel era irrequieto, avrebbe dovuto rimanere li per fino al tramonto. Nella stessa stanza con Buffy. Forse avrebbe dovuto riposare un po’ Notò che c’era solo un letto e non molto grande. All’Himperion dormiva in un letto a due piazze e lo trovava estremamente comodo. Dormire in quello striminzito giaciglio avrebbe causato non pochi problemi

“E’ la sua ragazza?”

“Chi?”

“Catherine, E’ la ragazza di Vincent?”

“Ti sorprende? Pensavi che uno come lui non meritasse l’amore di una donna?”

“Non ho detto questo”

“E’ quello che hai detto circa un’ora fa!”

“Mi sono espresso male, scusami”

“Non devi scusarti con me, ma con Vincent” disse Buffy

“Hai ragione” constatò Angel

“Potrai riposare qui, fino a quando non ritornerò” disse Buffy

“Dove vai?”

“A telefonare a Giles” rispose come se la cosa fosse stata evidente e continuando “Se ti dovessi annoiare su quella roccia ci sono dei libri. Cercherò di fare presto” e uscì dalla stanza.

 

CAPITOLO 14

 

Angel rimase solo.

Iniziò a percorrere la stanza in lungo e in largo per un buon quarto d’ora.

Poi si avvicinò alla pila dei libri e lesse i titoli.

“Foglie d’erba” di Withman, “Cime tempestose” di Emily Bronte, “Cento sonetti d’amore” di Pablo Neruda, una raccolta di poesie di “Jacques Prévert..

Rimase sorpreso. Da quanto ricordasse Buffy non aveva mai letto poesie e romanzi d’epoca.

Le poesie di Withman erano cariche di sensualità e di riferimenti erotici.

Lo aprì e ne uscì un segnalino. Evidentemente Buffy lo aveva letto più volte. Il segnalibro riportava la sua scrittura e alcune pagine dove si trovavano le poesie più belle.

Scorse le pagine e l’aprì sulla poesia indicata da Buffy

 

*“Dall’ondeggiante oceano, la folla, venne

teneramente a me una goccia,

mormorando Io ti amo, tra non molto morirò,

ho fatto un lungo viaggio solo per guardarti,

toccarti,

perché non potevo morire sinchè non ti

avessi guardato,

perché temevo di poterti poi perdere.

 

Ora ci siamo incontrati, si siamo guardati, siamo salvi,

ritorna in pace all’oceano mio amore,

anch’io sono parte dei quell’oceano amore,

non siamo così separati,…”*

 

Era una delle poesie più seducenti dell’autore. Non parlava certo dell’oceano inteso come acqua ma dell’oceano di piacere in cui due amanti annegano nel fare l’amore. Aprì anche un altro libro e scorse ancora un foglio con una nota. Scorse le pagine di “Cento sonetti d’amore” e lesse:

 

“…t’amo come si amano certe cose oscure,

segretamente, tra l’ombra e l’anima.

 

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca

dentro di se, nascosta, la luce di quei fiori;

grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo

il concentrato aroma che ascese dalla terra.

 

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,

t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:

così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,

così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno”

 

Sorrise sorpreso e stupito delle scelte operate da Buffy e si mise a leggere fino a quando la stanchezza ebbe il sopravvento e si addormentò.

 

Appartamento di Catherine Chandler

 

“Il telefono sai dov’è. Ti va una tazza di the?”

“Si grazie” rispose Buffy.

Compose il numero di Giles

“Pronto?” disse una voce familiare all’altro capo del telefono

“Signor Giles sono Buffy. Come state?”

“E’ Buffy !” gridò Giles

Buffy udì un urlo di gioia provenire dalla casa di Giles talmente forte che dovette staccare per un attimo la cornetta dall’orecchio.

Dopo circa un’ora durante la quale aveva salutato tutti, rassicurato Down e informato Giles sugli ultimi avvenimenti accaduti a New York. Diede il numero di telefono di Catherine per le emergenze dicendo che fino a quando non avesse trovato l’uomo misterioso che voleva creare il panico in città, si sarebbe fermata li. Disse inoltre di comunicare a Cordelia e Wesley che Angel stava bene”

Buffy esausta per la telefonata sprofondò nella poltrona

“Va tutto bene?” chiese Catherine mentre versava il the e portava dei pasticcini

“Si. Ora sono tutti più tranquilli.”

“Vincent mi ha raccontato tutto”

“Mi dispiace che sia rimasto ferito, dovevo stare più attenta”

“Non mi riferisco a questo Buffy” disse pacatamente Catherine “tu non hai colpa. Certo sono stata molto in pensiero, ma questo fa parte della vita. Stavo parlando di quell’uomo nel covo dei vampiri”

“Adrian Smith” disse Buffy

“Ho intenzione di cercare informazioni su di lui, in ufficio domani. Potresti venire anche tu a controllare qualche foto segnaletica”

“Dubito che si tratti di un delinquente comune. Era vestito bene e parlava con molta eleganza”

“Pensi che sia una persona importante in città?”

Buffy annui “Da come si comportava con i vampiri deve essere una persona abituata a comandare e ha parlato di un capo” concluse.

“Prima troviamo questo fantomatico signor Smith e prima sapremo chi è il suo capo” disse risoluta Catherine.

Buffy sorseggiò il the.

Improvvisamente il telefono squillò. Catherine rispose. Era il suo superiore che chiedeva notizie.

Nell’attesa del ritorno della padrona di casa, Buffy si rilassò nella poltrona. Le piaceva quell’appartamento. Appena arrivata a Sunnydale avrebbe apportato alcune modifiche alla sua casa come alla sua vita concluse.

Stando nel mondo sotterraneo vicino a persone così diverse fra loro ma così solidali aveva scoperto cosa le mancava.

Rivedere Angel aveva messo a dura prova il suo autocontrollo. Era cambiata e in meglio concluse. Era diventata più riflessiva e sicura.

Chiuse gli occhi gustando le dolci note che si diffondevano per la casa. Musica classica, doveva essere Schubert, se ricordava bene.

Sorrise fra se. Nelle gallerie non c’erano molte distrazioni e aveva scoperto che le piaceva la musica classica, le poesie e i romanzi d’epoca. Se i suoi amici lo sapessero la guarderebbero inorriditi.

Si sistemò meglio nella poltrona e continuò l’ascolto.

Catherine rientrò nella stanza in quel momento.

“Potresti venire domani a controllare le foto segnaletiche in ufficio?”

Buffy si destò improvvisamente.

“Come? A sì le foto. Domani verrò”

“Potremo trovarci qui. Ti accompagnerò io”

“Va bene” rispose Buffy

Dopo qualche minuto Catherine disse “E’ carino”

“Chi?”

“Angel, il tuo amico. E’ carino. Dimmi la verità è il tuo ragazzo?”

Il tuo ragazzo. A quelle parole il cuore di Buffy parve scoppiare. Che cosa significava avere un ragazzo? Ormai se lo era scordato ed Angel non era mai realmente stato il “suo ragazzo”

Rivederlo era stato devastante per il suo cuore.

Senza accorgersene le lacrime iniziarono a rigarle le guance e scoppiò in un pianto dirotto.

Catherine sorpresa di tale atteggiamento si avvicinò a lei e la prese fra le braccia.

“Scusami Buffy non volevo essere inopportuna. Mi dispiace se ti ho chiesto qualcosa che ti fa male ricordare”

“Non è questo” disse Buffy fra i singhiozzi

“Parlare a volte aiuta” disse Catherine

Buffy incrociò il suo sguardo e sentì di potersi fidare di lei.

Come un fiume troppo a lungo stretto fa gli argini il dolore irruppe nel racconto e nelle parole di Buffy.

La sua chiamata, l’inizio della sua storia con Angel. La scoperta che era un vampiro. L’amore che lo legava a lui e la maledizione. Il combattimento e la morte di Angel ed infine la sua decisione di lasciarla. L’arrivo di Down e la scomparsa di sua madre, il loro breve incontro al suo funerale ed infine la lotta con Glory, la sua morte ed il ritorno per opera di Willow.

Alla fine del racconto Buffy era esausta. Catherine aveva le lacrime agli occhi.

“Mi dispiace Buffy. Se avessi saputo non ti avrei chiesto nulla”

“No. E’ stato meglio così. Avevi ragione parlare aiuta molto. E’ come se mi fossi tolta un peso dal cuore. Ripensandoci è la prima volta che parlo così liberamente con qualcuno della mia vita. Sento che tu puoi capirmi meglio di chiunque altro”

“Sotto alcuni aspetti hai ragione” disse Catherine. “Tu hai avuto la chiamata che ti ha cambiato, Io ho avuto Vincent”

Buffy guardò Catherine

“Prima di conoscerlo ero una ragazza ricca e viziata. Dopo una festa sono stata aggredita a Central Park da un gruppi di malviventi e sfigurata”, detto questo mostrò a Buffy una piccola cicatrice vicino all’orecchio che aveva tenuto come ricordo dell’accaduto “Vincent mi ha soccorso e portato nei cunicoli dove Padre mi ha curata. Per i giorni che sono rimasta lì Vincent è stato vicino a me. I miei occhi erano coperti da bende e non potevo vederlo ma solo udire la sua voce così rassicurante. Mi lesse quello stesso libro che oggi leggevo a lui.” Disse Catherine con un sorriso ricordando quei dolci momenti. “Quando mi hanno toto le bende inizialmente non voleva mostrarsi, ma io l’ho convinto. Lui era scosso, ma in quei dieci giorni la sua vicinanza mi ha cambiata e l’ho visto con gli occhi del cuore e alla fine il suo aspetto non aveva poi molta importanza per me.”

“Ti capisco” disse Buffy

Catherine piegò le labbra in un sorriso “Il nostro speciale legame è nato così. Lui sente quando sono in pericolo e viceversa. Possiamo sentire i nostri reciproci sentimenti.”

“Sono invidiosa” disse Buffy “vi amate così tanto e sembra che non esistano problemi fra di voi”

“Sembra” rispose Catherine “Anche noi abbiamo passato le nostre piccole crisi. La peggiore fu quella dell’anniversario della morte di mia madre”

“Un’altra cosa che abbiamo in comune” concluse Buffy tristemente

“Durante quel periodo ero scossa. Ero convinta che la mia relazione con Vincent non mi avrebbe permesso di vivere quelle vita felice che mia madre avrebbe voluto per me”

“Conosco la storia” rispose sconsolata Buffy

“Una sera, durante un concerto questo mio stato d’animo si è così accentuato che sono dovuta correre da Vincent che percependo i dubbi che agitavano il mio animo mi ha lasciata”

Buffy sussultò sulla poltrona. Loro due erano così diverse ma così uguali pensò fra sé.

“Ho protestato. Ma secondo il suo parere se rimanevo con lui avrei dovuto rinunciare a troppo”

“E’ un copione che ho già sentito. Ma siete ancora insieme. Come hai fatto?”

“Quella sera stessa mi sono rifugiata da una mia amica. Lei è sposata ed ha anche due bambini. Classico esempio di quella vita normale e felice che forse il legame con Vincent mi avrebbe precluso. La notte stessa mi sono svegliata piangendo perché avevo sognato la vita che volevo, essere assieme a lui. Ho parlato a lungo con la mia amica e anche lei mi ha spiegato che la sua vita è il seguito di scelte che ha dovuto affrontare, felici e meno. Per avere un marito e una famiglia aveva rinunciato ad una promettente carriera, a proseguire i suoi studi di specializzazione. Poi mi ha detto una frase…”

“Quale?” chiese curiosa Buffy

“Segui il tuo cuore”

“Segui il tuo cuore” ripetè Buffy

“Quella notte stessa sono corsa da lui. Gli ho chiesto perdono per aver dubitato di tutto ciò che condividiamo e solo allora ho capito che ciò che conta veramente è quello che sentiamo l’uno per l’altro che vale più di ogni altra cosa”

“E’ quello che ho cercato di fare con Angel” disse sconsolata Buffy “Ma lui è così testardo”

“Hai provato a discuterne ancora con lui?”

Buffy scosse la testa. “Pensa di essere dalla parte della ragione”

“E ti sei arresa” disse Catherine

“Non c’è molto da combattere quando la persona che ami ti lascia e si allontana da te fino ad arrivare ad abitare in un’altra città. A questo aggiungi un pizzico d’orgoglio…”

“Capisco” riprese Catherine “Ma ora hai un’altra occasione. Ti è venuto a cercare dall’altro capo del continente. Potresti riprovare con lui”

“Non so” disse Buffy “Ho paura”

“Vuoi un consiglio?”

Buffy annuì con il capo

“Sii schietta e sincera. Parla a lui come hai parlato a me. Dei tuoi dubbi, delle tue paure e delle tue speranze. Se dopo tutto questo non vorrà sentire ragione non potrai più incolparti di nulla e potrai finalmente ricominciare a vivere”

“Come Vincent a fatto con te?”

“Si”

Buffy guardò l’orologio “Dio mio come è tardi. Abbiamo parlato per più di tre ore!”

“A volte parlare fa bene”

“Concordo pienamente” disse Buffy “Meglio che vada ora” e si diresse verso la porta

“Buffy, darai un’altra occasione ad Angel?”

“Ci penserò. Ma non ti prometto nulla”

“E’ già qualcosa. Ci vediamo domani”

“Ciao Catherine …grazie”

“Di nulla Buffy”

 

CAPITOLO 15

 

Gallerie – stanza di Buffy

 

Angel si sentì scuotere leggermente

 

“Signore. Ehi Signore…”

Aprì gli occhi e vide il volto di un ragazzino chino su di lui. Doveva avere circa dieci anni.

“Signore, svegliati!” disse con un tono misto fra l’arrabbiato e l’impaziente.

“Sono sveglio. Che cosa c’è?”

“Mi manda Vincent. Vuole vederti

Angel rimase sorpreso della richiesta e lentamente si alzò dal letto di Buffy

Il ragazzino appariva impaziente.

“Ti vuoi sbrigare per favore? I miei amici mi aspettano” disse mentre usciva velocemente dalla stanza.

Angel sorrise “Arrivo, arrivo”

Seguì il ragazzino lungo il tunnel fino ad arrivare alla stanza che fungeva da infermeria. Il ragazzino entrò di corsa e lo sentì dire “E’ qua fuori. Posso andare ora?”

“Vai pure Tommy, scusami se ho interrotto il tuo gioco”

“Non è niente” rispose con una risata cristallina “tanto stavo perdendo” Usci dalla stanza e si scontrò con Angel

Lo prese per le spalle “Hei stai attento!”

Ma Tommy era già scappato di corsa.

Bussò lievemente sulla roccia

“Entra pure” disse la voce suadente di Vincent

Angel entrò nell’infermeria. Vincent era a letto. Una lunga una lunga fascia gli percorreva il torace. Vincent con fatica si infilò una camicia e fece cenno ad Angel di sedersi.

“Visto che nessuno ha provveduto mi presento, io sono Vincent”

“Angel”

“Devo ringraziarti”

“Di cosa?”

“Per avermi aiutato e portato al sicuro”

“Avevo ricevuto un invito che non potevo eludere”

“Ti riferisci a Buffy?”

“E’ sempre stata capace di farmi fare quasi tutto quello che voleva”

“Quasi, ma non tutto” intervenne Vincent.“Gli altri lo sanno?”

“Che cosa dovrebbero sapere?”

“Che sei un vampiro. Non guardarmi con quell’espressione truce, Ho visto il tuo viso durante la lotta”

“Lo sa solo Padre” rispose Angel “Non hai paura?”

“Perché dovrei avere paura? Sei un amico di Buffy e se lei si fida di te possiamo farlo anche noi, oppure no?”

“Si. Penso di si”

Si era creato un silenzio imbarazzante, Angel si alzò e prese il libro che Vicent aveva riposto vicino al letto. “Grandi speranze” di Dickens

“Ti piace? Se vuoi te lo presto”

“Penso che Catherine debba finire di leggertelo prima”

“Il libro lo conosco quasi a memoria” rispose Vincent “ma mi piace sentire leggere qualcuno per me”

“Anche Buffy?”

“Buffy?”

Vincent piegò le labbra in un leggero sorriso. Riconosceva la gelosia. Anche lui qualche volta ne era soggiogato. Quell’uomo provava ancora qualcosa per Buffy. Tentò di indagare.

“Non ho mai sentito Buffy leggere ad alta voce. Tu si?”

Angel scosse la testa.

Buffy per me è una cara amica. Le ho prestato alcuni miei libri. Poesie soprattutto”

“Le ho viste nella sua stanza e…”

“E…”

“Mi hanno sorpreso”

“Non sapevi che a Buffy piace la poesia? Ha molto intuito, molte volte durante la perlustrazione delle gallerie abbiamo discusso su un sonetto o su un particolare verso”

Angel era sbigottito. Quando andavano a caccia assieme non avevano mai discusso di poesia o di letteratura. Forse erano troppo occupati in altro. Ricordò con rimpianto quelle notti passate a cacciare e a baciarsi, quando lei era sua e lo amava.

“Mi ha raccontato che non aveva molto tempo per studiare, per via della sua missione”

“Già”

“Tu l’aiutavi?”

“In cosa?”

“Nella caccia”

“Qualche volta”

Accidenti, pensò Vincent, era peggio di quello che si era immaginato. Questo tipo era scontroso e abile nello schivare le domande, solitamente riusciva a capire lo stato d’animo delle persone, ma il suo era alquanto altalenante.

Tentò un approccio diverso

“A Sunnydale stanno tutti bene?”

“Si tutti. Che cosa ti ha raccontato Buffy?”

Vincent esultò, finalmente Angel pareva interessarsi a ciò che Buffy poteva avergli raccontato. Non sapeva molto, ma questo lui non lo poteva intuirlo.

“Mi ha raccontato dei suoi amici, della sorella e di Giles. Della sua difficoltà dopo la morte della madre. Ha dovuto affrontare molte avversità.”

“Lo so”

“Posso farti una domanda personale?”

Angel guardò Vincent. Qualcosa lo spingeva a fidarsi di lui. Lui che non si fidava di nessuno.

“Fai pure”

“Tu sei il ragazzo di Buffy?”

“No”

Vincent lo guardò con aria interrogativa

“E va bene. Una volta lo ero ma ora non più. Buffy non ti ha raccontato di me?”

Vincent scosse il capo “L’unica volta che le ho chiesto qualcosa ha lasciato cadere l’argomento”

“Tipico di Buffy. Non è mai stata molto espansiva quando si parla di me”

“Vi siete lasciati?”

“Penso che non siano fatti tuoi. Chi ti da il diritto di indagare nella vita privata degli altri?”

“Il desiderio di aiutare una ragazza eccezionale!”

“Beh, non contare su di me. Se vuoi sapere qualcosa chiedilo a lei!”

“Lei non vuole parlarne. Quindi rimani solo tu. Lei è così sola, così oppressa dal suo destino e nessuno che sia riuscito veramente ad aiutarla.”

“E pensi di riuscirci tu?”

“Posso tentare. Angel…io non sono un tuo rivale o un tuo nemico” disse con tono pacato “voglio solo conoscerti meglio, forse riuscirò a comprendere meglio anche la vita che conduceva Buffy”

“Buona fortuna” disse sprezzante Angel

“Che cosa ti fa infuriare? Perché sei così restio a parlare con me di Buffy?”

Angel si alzò dalla sedia e iniziò a girare per la stanza. Assomigliava ad un leone in gabbia, pensò Vincent, prima o poi sarebbe esploso

“Che cosa le avete fatto?”

“Fatto?”

“Si. Lei è cambiata. Non è più la stessa!” disse tutto in un fiato.

“Perché come dovrebbe essere?”

“E’ diversa!”

“Non capisco Angel. Buffy è come deve essere. Semplicemente Buffy. Anche se devo ammettere che da quando è qui con noi la vedo più tranquilla.”

“Non è Buffy!” esplose Angel. “la Buffy che conosco io non leggeva poesie, non parlava pacatamente. Tempo fa se fossi venuto a cercarla mi si sarebbe scagliata contro con mille rimproveri pieni di rancore. La Buffy che conoscevo non aveva quello sguardo”

“Quale sguardo?” chiese Vincent incuriosito

“Sereno” disse Angel in un soffio

“Penso che sia un bene non credi?”

“Non lo so” disse Angel sedendosi nuovamente sulla sedia. “mi sembra che tutta la sua esuberanza, la sua voglia di vivere sia sparita”

“Sei preoccupato per lei?”

“Da quella sua esuberanza dipende la sua sopravvivenza. Se smettesse di desiderare di vivere sarebbe finita”

La risata di Vincent fu per Angel una doccia fredda.

“Non c’è nulla da ridere. Non capisci che lei è in pericolo?”

“Non è in pericolo. Lei ha trovato quella serenità di cui aveva bisogno e ti assicuro che il suo ultimo pensiero è la morte!”

“Come fai a dirlo?”

“Perché penso di conoscerla”

“La conosci? E’ qui solo da un mese come puoi conoscerla? Io sono stato vicino a lei per tre anni e ancora molte volte non so cosa vuole, cosa pensa!”

“Ho visto il suo cuore” disse pacatamente Vincent

Angel lo guardò scettico “E così hai letto nel suo cuore. Sei anche un veggente?” Angel era sulla difensiva. Vincent riusciva a far parlare le persone, riusciva a leggerli l’anima. Lui non voleva essere sezionato da Vincent. C’era già Lorne a Los Angeles che lo studiava con il suo dannato Karaoke. Doveva essere forte, lui non dipendeva da nessuno, non aveva bisogno di nessuno. Dipendere da qualcun altro era un segno di debolezza e lui non voleva essere debole.

Vincent era perplesso. Era la prima volta che si trovava di fronte un persona così testarda.

“No, non sono un veggente. Però conosco qualcuno che lo è. Vuoi conoscerla?”

“Per carità! Ne ho avuto abbastanza di zingari e maledizioni nella mia esistenza!”

“Maledizioni?” chiede Vincent

In quel momento Padre entrò nella stanza sorpreso di vedere Angel.

“Non dovresti essere qui” disse

“L’ho chiamato io Padre. Volevo ringraziarlo”

“Devo cambiare la fasciatura a Vincent. Farai meglio a ritornare nella stanza di Buffy”

Che modo elegante per dirmi di andarmene pensò Angel. Lui annuì e voltando le spalle se ne andò.

“Perché lo hai trattato in quel modo?”

“Non mi fido molto di lui. Anche se è il vampiro con l’anima”

“Il vampiro con l’anima? Penso che dovresti spiegarmi alcune cose”

“Risale al periodo in cui studiavo per divenire osservatore. Venni in possesso di un volume nel quale di parlava di un vampiro con l’anima. Quando una persona viene vampirizzata il demone prende possesso del suo corpo e si presume che l’anima venga distrutta o allontanata. La loro vita è priva di coscienza. Per questo possono commettere qualsiasi nefandezza”.

“Questo l’ho letto sul libro che mi ha consegnato Padre. Non c’è nulla di nuovo”

“Ho fatto alcune ricerche fra i miei vecchi libri. Angel o meglio Angelus , chiamato anche il flagello d’Europa, per quasi due secoli ha seminato il terrore…”

“E poi?”

“Poi ha ucciso la persona sbagliata. Era una zingara e la sua tribù lo ha maledetto”

“Ecco perché mi ha detto di averne abbastanza di zingare e maledizioni. E l’effetto della maledizione è la restituzione dell’anima?”

“Anima. Coscienza chiamala come vuoi. Loro non gliela hanno restituita, ma risvegliata. Ho discusso ore su questo con i miei colleghi anni addietro. A loro non interessava il fatto dell’anima, erano vampiri e per questo andavano distrutti”

“Dalla cacciatrice”

“Esatto. Io sostenevo che nella maggior parte dei vampiri l’anima è latente e può essere risvegliata.”

“Che è quello che hanno fatto con Angel”

Padre annuì. “La famosa maledizione non fa altro che risvegliare l’anima latente. Ma perché possa funzionare anche l’interessato deve volerlo. La sua volontà deve volere più di ciò che gli era stato offerto al momento del trapasso, deve credere che c’è qualcosa di meglio oltre ad una vita eterna fatta di uccisioni e solitudine”

“Quindi non funziona sempre”

Padre scosse la testa. “Nella maggior parte delle volte si. In questo modo avremmo avuto a disposizione un esercito che poteva aiutarci a combattere il male. Su questo mondo non camminano solo i vampiri ma una miriade di altri demoni”

“Deduco quindi che i tuoi superiori non erano d’accordo”

“Esattamente! Per questo ho lasciato gli osservatori prima che loro mi cacciassero”

“Ora capisco molte cose. Angel ha un’anima e aiuta le persone. Questa maledizione si può annullare? L’anima può rientrare nel limbo in cui si trovava inizialmente?”

“Dipende sempre dalla volontà. E’ un cammino molto lungo e pieno di insidie. Se l’interessato non si sente degno, se ha ripensamenti sulla vita che conduce, se pensa che non avrà un futuro, o di non riuscire più a sopportare i rimorsi per la vita passata, l’anima viene nuovamente assopita e tutto ricomincia di nuovo. Questo è il vero unico inconveniente!”

“Sono una specie di bomba ad orologeria. Pronte ad esplodere”

“Alcune. Ma se la volontà è forte non ci sono problemi ed alla fine avranno la loro ricompensa”

“Quale ricompensa?”

“Non lo so esattamente”

Padre aveva finito di medicare Vincent.

“Riposa ora”

“Padre che cosa farai con Angel?”

“Sinceramente non lo so. Aspetterò Buffy e deciderò”

 

Buffy scostò la tenda della sua stanza sorpresa di trovarla vuota. Chissà dov’era Angel. Forse era stato chiamato da Padre.

Si sentiva esausta sia fisicamente che emotivamente, ma parlare con Catherine, aprirle il suo cuore aveva avuto un grande beneficio sulla sua sanità mentale.

Si gettò sul letto ancora vestita. Si coprì con le coperte e lentamente scivolò in un sonno ristoratore profondo e appagante.

 

CAPITOLO 16

 

Quando Angel ritornò nella stanza notò immediatamente la presenza di Buffy. Stava dormendo profondamente costatò. Si sedette su una poltrona. Era scomoda e lui era stanco. Il viaggio, la lotta, la scoperta di quel luogo e incontrare Buffy lo avevano come svuotato di ogni energia. Cercò di dormire in qualche modo ma ogni posizione appariva scomoda. Guardò il letto. Buffy non era molto grande e se si fosse messo vicino al bordo con una gamba a penzoloni forse ci sarebbe stato.

Si avvicinò con cautela. Scostò lentamente le coperte e sospirò di sollievo quando vide che era completamente vestita. Lentamente si coricò. Era passato molto tempo da quando avevano dormito nello stesso letto. Si ricordava ancora il suo ultimo periodo a Sunnydale dopo la caccia avevano preso l’abitudine di fare un “riposino”. Entrambi sapevano che era solo una scusa per poter stare vicini, insieme. Buffy gli volgeva le spalle. Meno male, altrimenti sarebbe stato troppo difficile, vederla senza poterla toccare o baciare.

Lentamente il sonno sopraggiunse.

Buffy era appoggiata su qualcosa di duro e freddo. Non si ricordava che il suo cuscino fosse così. Nel dormiveglia che precedeva il risveglio la mente di Buffy cercava di trovare una spiegazione. Si sentiva stranamente bene, come non gli capitava da tempo. Cercò di muoversi. Qualcosa la bloccava. Eppure non le dispiaceva. Cercò di sistemarsi meglio. Non voleva svegliarsi ma doveva. Lentamente aprì gli occhi e lo vide. Stava dormendo tra le braccia di Angel.

Il suo viso era sereno. Buffy pensò a quello che le aveva detto Catherine. Una nuova possibilità ad Angel, ma soprattutto a se stessa. Voleva tentare ancora con lui? Forse avrebbe sofferto di nuovo, perché a lui lei non interessava più, ma doveva sapere. Solo in questo modo avrebbe iniziato nuovamente a vivere e non a vegetare come aveva fatto negli ultimi tre anni. In quel momento aprì gli occhi pure lui.

“Ciao” gli disse Buffy cercando di nascondere un certo imbarazzo.

Angel si alzò di scatto e per poco Buffy non cadde dal letto

“Hai! Che ti prende? Ti ho forse spaventato?”

“Scusami, io non volevo”

“Non ti preoccupare Angel. Dovevi essere esausto e la poltrona non è molto comoda per dormire. Mi ci sono addormentata una volta e quando mi sono svegliata avevo le ossa a pezzi!”

“Non ti dispiace?”

“Di cosa? Eravamo entrambi stanchi e penso che questa dormita ci abbia fatto bene.”

Angel le sorrise apertamente. Buffy rimaste stupita. Lui aveva sempre sorriso così poco. Era così restio a mostrare i suoi sentimenti, le sue emozioni. Anche lui era cambiato pensò.

Buffy si alzò dal letto e si stirò. Angel la guardò con desiderio. Dannazione, non riusciva a non desiderarla, la voleva ancora. Lei gli faceva sempre questo effetto. Era peggio di quello che pensava. Credeva di averla dimenticata ma Buffy gli era entrata nel sangue, se così si poteva dire. Ma ero lo stesso anche per lei? Lo desiderava ancora? Lo amava ancora?

Improvvisamente, Angel disse

“Non sei arrabbiata? Insomma mi sono infilato nel tuo letto senza chiedere, dovresti essere…”

“Sorpresa.” Concluse Buffy, decisa a mettere in pratica quello che aveva detto Catherine “Sono rimasta piacevolmente sorpresa. Era molto che non dormivo tra le braccia di qualcuno e le tue sono sempre state molto rassicuranti per me”

Angel sembrò improvvisamente sollevato. Questa Buffy così sicura e diversa da come la ricordava iniziava a piacerle. Forse era rimasto troppo a lungo attaccato all’immagine dell’adolescente irrequieta, della ragazzina di cui si era innamorato quel primo giorno in cui l’aveva vista in una giornata di pieno sole. La Buffy che si trovava di fronte era una donna, una donna capace, sicura, serena. All’inizio ciò che l’aveva attratto era la sua voglia di vivere, l’energia che sprizzava da tutti i pori, quell’elettricità che la avvolgeva ogni qual volta che combatteva. Ora era la calma, la pacatezza. a dettare le sue parole e le sue azioni. Ma nonostante tutto attorno a lei si sprigionava ancora una forza che lui riusciva a percepire chiaramente. Questa sua nuova coscienza di se l’avrebbe portata a diventare la cacciatrice più potente.

“Un penny per i tuoi pensieri” disse Buffy

Angel si ridestò.

“Io vado a setacciare il covo dei vampiri. Vuoi venire?”

“Certo” risposte Angel

“Prima avviseremo Padre” accennò Buffy

E lentamente si avviarono verso l’uscita del tunnel

Buffy percepì che Angel si stava lentamente rilassando, ed anche lei. Forse sarebbero potuto stare vicini senza farsi troppi problemi

 

Covo dei vampiri.

 

“Non sono ritornati e non c’è nessun indizio rilevante” disse Buffy

Angel si guardò attentamente intorno, e improvvisamente lo notò. Era un foglio accartocciato in un angolo

“Ho trovato qualcosa”

Buffy si avvicinò

“Hai un’ottima vista” e lentamente aprì il foglio. Sembrava una mappa che riportava chiaramente disegnata la zona che si estendeva a nord dello zoo.

“Sarà meglio portarla a Padre e mostrarla a Catherine” disse Buffy

“Sono d’accordo” risposte Angel.

Uscirono allo scoperto e si ritrovarono nello zoo.

Buffy aspirò a pieni polmoni. Era una notte di luna piena e Angel era vicino a lei. Sembrava di essere ritornati indietro nel tempo.

“Come faremo a chiudere l’entrata?” chiese Angel

“Padre ha detto che ha dell’esplosivo. Chiuderemo la galleria con una frana. In questo modo saranno al sicuro!”

“E il covo?”

“Non possiamo bruciarlo ne usare l’esplosivo a causa della vicinanza dello zoo. Pensavo di far sparire le tracce sigillare l’entrata con una porta in acciaio o costruire un muro con delle pietre ”

“Notevole” disse Angel

Buffy si girò verso di lui

“In che senso?”

“Ti stai occupando della faccenda in modo molto professionale”

“In fondo non sono una professionista? Buffy Summer professione cacciatrice. Potrebbe suonare bene su una domanda di lavoro”

Angel scoppiò in una risata, seguito da Buffy.

La tensione iniziale fra loro stava svanendo lentamente lasciando il posto ad una specie di serena tregua.

“Non ti avevo mai visto ridere in questo modo” riprese Buffy

Angel si ricompose.

“Sei diventata alquanto ironica, sul fatto della tua missione”

“Beh, Ora ho capito alcune cose. Non posso cambiare ciò che sono e questo mi ha dato una nuova sicurezza.”

Arrivarono nuovamente all’entrata del tunnel.

 

Gallerie- Central Park

 

“Ciao Buffy”

“Catherine. Sei venuta a trovare Vincent?”

“Si. Ora sta riposando. Dimmi hai trovato qualcosa di interessante”

Buffy annui “Viene andiamo in biblioteca” disse

Arrivati nella stanza Buffy aprì il foglio che avevano trovato.

Catherine lo guardò attentamente.

“Si tratta della zona a nord dello zoo. Strano è riportato un complesso edilizio. Ma è impossibile. Quella zona è soggetta a tutela ambientale. Non si può costruire, al massimo solo ristrutturare le poche case esistenti”

“Questo progetto” intervenne Padre “evidenzia alberghi e centri commerciali”

“Non capisco” riprese Catherine “il Comune ha deciso di acquista l’area per destinarla a zona di pubblica utilità”

“Qualcuno non è d’accordo evidentemente” disse Angel

“Vuoi dire che tutte quelle morti, quel panico che volevano creare era solo una questione di soldi? Creare Alberghi e centri commerciali è più importante della vita umana?” disse disgustata Buffy

“Ho visto anche di peggio” rispose Catherine. Attese un attimo e riprese “Creando il panico intorno alla zona dello zoo, facendo credere che le bande scorrazzando libere, qualche investitore senza scrupoli potrebbe convincere l’Amministrazione comunale che creando una zona residenziale, la delinquenza sarebbe dimezzata. E si creerebbero posti di lavoro. Cosa che uno spazio verde in più non farebbe”

“Mi viene la nausea” disse Buffy “pensavo che i demoni fossero terribili, ma queste persone sono davvero…non trovo le parole”

“Non ci sono parole per descriverli” concluse Angel. “l’unico modo è riuscire a trovare questo …come si chiamava?”

“Adrian Smith” dissero all’unisono Buffy e Catherine.

“Ho cercato informazioni in ufficio. E’ il vicedirettore delle Holcob Enterprise, che a sua volta è un’ associate della Prode Interprise, che a sua volta fa parte della Medison Interprise ltd. E’ una specie di piramide di consociate. Ci vorrà più di un anno per capire tutta la struttura Piramidale. Ad un certo punto mi sono arenata.”

“Lo credo bene” disse Angel. “Chiunque voglia portare a termine il progetto deve essere una persona molto potente”.

“Ho avuto scontri con molti tipi di persone, ma qui si tratta di qualcosa di molto grosso” rispose Catherine. “il mio capo mi ha dato il permesso di continuare le indagini” e poi rivolta a Buffy “Domani potresti venire in ufficio? Ti mostrerò le foto che ho trovato e così potrai identificare se Adrian Smith è la persona che era nel covo”.

“Certamente” rispose Buffy.

Mouse entrò trafelato nella biblioteca.

“Padre, è ora di far saltare la galleria!”

“Sei sicuro di sapere come funziona quella dinamite?” chiese Padre con apprensione

“L’ho fatto anche l’altra volta per liberare te e Vincent” disse quasi scocciato Mouse “ed è andato tutto bene”

Padre sospirò “E’ questo che mi preoccupa “La tua sicurezza potrebbe essere pericolosa”

 

Entrata delle gallerie a nord

 

“Sei sicuro?” chiese per l’ennesima volta Buffy a Mouse

“Certo. Questa carica farà cadere una frana abbastanza grande da chiudere l’entrata. Poi chiuderemo anche là in fondo con una porta di legno. Così nessuno verrà più qui!”

“Va bene. E’ meglio che vi allontaniate tutti. Fra poco ci sarà un bel botto”

Tutti i presenti tranne Angel, Buffy e Padre si allontanarono dalla zona.

Angel era preoccupato. Mouse non sembrava in grado di gestire un’operazione così importante e c’era qualcosa che non quadrava, ma non sapeva cosa.

Mouse si incamminò verso la galleria seguito da Buffy, infatti per tranquillizzare Padre e Vincent aveva promesso loro che gli sarebbe stata accanto.

“Ho piazzato le cariche in vari punti della volta della grotta, questo dovrebbe farle crollare per un lungo tratto” disse a Buffy. Quest’ultima annui, cercando di celare la sua impazienza. Non vedeva l’ora di allontanarsi da li, ed essere al sicuro prima dell’esplosione.

Mouse stava ora collegando la miccia ai vari candelotti di dinamite.

 

Angel guardò nuovamente nella scatola che conteneva ciò che rimaneva della miccia. Improvvisamente comprese.

“La miccia” gridò

Padre sussultò “Che cosa?”

“Quel ragazzo. Mouse ha preso il pezzo sbagliato, non avranno abbastanza tempo” disse mentre correva lungo il tunnel che portava al luogo dove stava per essere piazzata la dinamite. Durante la sua corsa pensava solo ad una cosa aiutare Buffy. Ora che la tensione fra loro sembrava essersi affievolita non voleva perderla di nuovo.

 

Buffy udì distintamente i passi che si stavano avvicinando.

“Ho fatto!” disse Mouse mentre accendeva la miccia che iniziò a bruciare velocemente.

Angel arrivò in quel momento e urlò “La miccia è troppo corta. Correte!”

Mouse e Buffy non se lo fecero ripetere due volte. I tre iniziarono una corsa contro il tempo. La detonazione era più vicina di quando pensassero e non sapevano che affetto avrebbe avuto sulla volta della galleria.

Stavano correndo più velocemente possibile quando alle loro spalle ci fu un rumore assordante e una nuvola di polvere e detriti li avvolse e tutto divenne improvvisamente buio

 

CAPITOLO 17 (NC –17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Padre sentì il fragore dell’esplosione e vide la nuvola di polvere che ne seguì. Appena tutto fu più tranquillo chiamò “Mouse, Buffy, Angel. Mi sentite?” L’esplosione aveva fatto saltare la luce e padre accese una torcia. Sentendo le grida di Padre alcuni membri della comunità lo raggiunsero.

“Che cosa è successo?” chiesero.

“Mouse ha preso la miccia sbagliata ed l’esplosione è avvenuta troppo presto!”

“Saranno rimasti sepolti?”

“Non lo so. Organizziamo delle squadre per la ricerca” ordinò padre. “Portate dei picconi e delle pale e chiamate anche gli altri!”

Buffy era schiacciata al suolo da qualcosa di pesante. Respirava a fatica e attorno a lei era tutto buio. Si mosse lentamente, dal buio una voce ad un orecchio le sussurrò “Stai bene?”

Improvvisamente capì. Angel si era gettato sopra lei per proteggerla. Il suo respiro aumentò leggermente.

“Non vedo niente” disse

Angel, anche se riluttante, si sollevò da lei “Non ti preoccupare. Io vedo benissimo” le sussurrò ancora all’orecchio. Un brivido le percorse la schiena. Non doveva pensare all’effetto che Angel aveva sul suo corpo. Mouse! Si era dimenticata di Mouse!

“Mouse dove sei?” gridò

“Sono quaggiù” rispose. “E’ tutto buio!”

“Aspettami qui, vado a prenderlo” gli disse Angel.

Dopo essersi assicurato che stesse bene si diresse nuovamente verso Buffy.

“Penso che dovremmo proseguire lungo il tunnel per cercare l’uscita” propose Angel.

“Va bene” rispose Buffy. “Sarà meglio che fai strada tu, visto le tue doti”

“Ok!” e repentinamente prese la mano di Buffy. “Tu prendi quella di Mouse, così non ci perderemo” e iniziò a camminare lungo il tunnel.

“Che strana sensazione” pensò Buffy, sembrava che fosse passato un secolo dall’ultima volta che si erano tenuti per mano. L’ultima volta era stato durante il funerale di sua madre. Quando si erano rivisti, dopo il suo ritorno, tutto si era svolto in un’atmosfera di serena cordialità. Erano entrambi emozionati, ma lui l’aveva abbracciata quasi di sfuggita e poi tutto si era risolto in una semplice chiacchierata fra amici.

Anche Angel stava provando le stesse emozioni. Non riusciva a dimenticarla. Bastava tenerla per mano che il suo corpo era in subbuglio. Cercò di dare la colpa alle varie vicissitudini che erano successe durante quei due giorni, troppe emozioni disse fra se. Lui non era propenso alle emozioni, soprattutto a mostrarle agli altri.

“Vedo una piccola luce, la in fondo” disse improvvisamente.

I tre, sempre tenendosi per mano si incamminarono.

 

Tutto era pronto per il soccorso. Gli uomini armati di torce stavano per entrare nel tunnel quando sentirono delle voci e dei passi. Alzarono le torce e improvvisamente li videro. Tre figure, ricoperte di un dito di polvere, con gli abiti strappati si presentarono davanti a loro. Tutti esultarono felici.

 

Appena alla luce delle gallerie, Buffy si fermò a fissare Angel.

“Che cosa c’è?”

“Spero di non essere conciata in questo modo” disse Buffy mentre lo squadrava

“Direi anche peggio” intervenne Padre “Vi conviene cambiarvi e poi andare alla grotta delle cascate per ripulirvi un po’” e continuando “Angel chiederò a Vincent di prestarti degli abiti fino a quando i tuoi non saranno sistemati”.

“La grotta delle cascate?” ripetè Angel

Buffy sorridendo disse “Ti piacerà te lo assicuro”

 

Quando arrivarono all’entrata della grotta, Angel non potè fare a meno di reprimere un moto di stupore. Aveva davanti una grotta enorme, che rifletteva una luce simile a quella del sole. Era ricca di piccoli laghetti, anfratti e numerose rivoli e piccole cascate scendevano dalle pareti.

Una roccia ampia, non molto alta divideva l’entrata in due e creava due stanze dove ci si poteva spogliare.

“L’acqua è calda” disse Padre. “Puoi spogliarti in quella stanza, troverai tutto l’occorrente, asciugamani. Chiederò a Vincentdegli abiti puliti. Siete di corporatura molto simile. Intanto cercheremo di sistemare i tuoi”

“Grazie” rispose Angel.

Si spogliò velocemente degli abiti e si immerse nell’acqua. Era calda e questo gli dava una sensazione molto piacevole sulla pelle. Essendo privo di temperatura corporea, qualsiasi cosa che riuscisse a scaldarlo era sempre ben accetta.

Si diresse lentamente verso il centro dei laghetti. Gli sembrava di essere in una di quelle fiabe narrate nella sua terra d’origine dove ci sono elfi e fate. Mancavano solo delle belle piante lussureggianti. Era davvero un luogo eccezionale pensò.

Forse in quel luogo poco frequentato, rimanendo a debita distanza, avrebbe potuto parlare con Buffy. Doveva chiarire alcune cose con lei, ora che il loro rapporto appariva più rilassato. Pensandoci bene, questa sua ritrovata serenità era davvero di beneficio ad entrambi, sapeva che il luogo non era il più appropriato, ma in questo modo nessuno li avrebbe interrotti.

Improvvisamente la sentì. Era vicina. Buffy non era rimasta ad ascoltare le spiegazioni di Padre ed si era immediatamente incamminata verso l’altra stanza.

 

Buffy riemerse dall’acqua, sospirando. Quella grotta le piaceva moltissimo. Nuotando lentamente si diresse verso una piccola rientranza. Ormai la considerava la sua piccola grotta personale. Rivoli di acqua calda scendevano lungo le pareti ricoperte di un soffice muschio verde e molte volte si era appisolata appoggiandosi a quel piccolo cuscino naturale.

 

Come una falena attirata dalla luce della lampada Angel si diresse verso di lei e la vide. Era in quella piccola grotta, la luce era flebile ma poteva scorgere distintamente il suo viso rilassato, appoggiato alle rocce con gli occhi chiusi. Stette per un attimo interminabile ad ammirarla. I seni spuntavano appena dall’acqua. Era un’immagine così seducente. Si avvicinò lentamente tenendo gli occhi fissi su quelle figura.

Ormai era solo a pochi centimetri da lei. Improvvisamente come percependo la sua presenza Buffy aprì gli occhi e incontrò i suoi.

Per un momento nessuno dei due si mosse, quasi increduli di ciò che stava accadendo, poi le dita di Angel accarezzarono la nuca di Buffy e finalmente cominciarono ad attirarla verso di lui.

Lei non provò nemmeno ad evitare il bacio. Lui le sfiorò la bocca dolcemente con le labbra, con un movimento appena accennato, così seducente e gentile che le parve quasi di immaginarselo. Poi imbaldanzito, la baciò con trasporto. Un fuoco d’artificio esplose nella mente di Buffy paralizzandola.

Era li, protesa verso di lui senza toccarlo, come se avesse paura di svegliarlo da un bel sogno. Lo assecondò in ciò che stava diventando un’esplorazione molto intima, piegando la testa a destra e a sinistra. Lui approfondì il bacio e affondò le dita nella chioma di lei, portandosela sempre più vicino. Centimetro dopo centimetro lei si strinse a lui, finché non riuscì più a reggere: Buffy alzò una mano e gliela mise sulla spalla, con l’altra gli prese la testa e si lasciò completamente andare al piacere di quel bacio.

Incoraggiato, Angel le mise un braccio attorno alla vita e la strinse a sé. In un baleno, la gentile esplorazione si trasformò in un assalto vero e proprio che le mise i sensi in subbuglio. Che cosa poteva fare se non arrendersi alla sua irruenza? Buffy soccombette agli appetiti e ai desideri che l’avevano tormentata fin dal primo giorno che l’aveva conosciuto. Gli prese il viso tra le mani e restituì il bacio con tutto l’entusiasmo di cui era capace. Lui rispose con un gemito disperato e spinse Buffy contro la parete della grotta coperta di muschio. La sua mano vagò intorno alla vita di lei, premendo il corpo morbido contro il proprio finché Buffy si ritrovò schiacciata contro il suo petto.

La sua pelle, grazie all’acqua, era diventata leggermente calda. A Buffy piaceva sentirsi stringere da lui, ma c’era qualcosa che doveva dirgli, che doveva fare.

Lui intanto si dava da fare. La mano scese dalla vita verso le natiche che accarezzò con gesto sensuale. Buffy sussultò a quel contatto e lui ne approfittò per baciarla come un affamato. Lei scese a sfiorargli la gola fino a esplorare i bicipiti possenti che si irrigidirono sotto le sue dita.

Angel sapeva che doveva fermarsi, non dovevano continuare, che era pericoloso. Buffy gemette ed Angel smise di ragionare e si concentrò sulle sensazioni che provava, sul desiderio di cui lei era il fulcro. La strinse forte e con una mano scese lungo le cosce saggiando la carne tenera, poi risalì con lentezza indugiando su ogni centimetro di quella pelle di seta. Lei rispose esplorandogli il petto muscoloso e l’addome piatto. Per Angel fu come un segnale di via libera. Lentamente, quasi con riverenza cominciò ad accarezzare i seni palpitanti. Buffy emise un piccolo grido. “E’ così bello” pensò. Da molto non riceveva attenzioni del genere ed il suo corpo ne sentiva la mancanza, una vocina dal profondo le stava gridando qualcosa, che cosa? Non ricordava… Angel intanto allargò la mano sulla dolce rotondità in cerca dei teneri capezzoli inturgiditi, li trovò stuzzicandoli con i polpastrelli

“Non dovrei farlo” pensò Angel in un piccolo barlume di lucidità “Devo lasciarla, devo fermarni…”

“Oh” sussurrò lei, avvinta dal piacere sempre più intenso. “oh Angel…”

Lui continuò a esplorarla con gesti delicati, prendendo possesso di lei, riscoprendo ogni sinuosità, ogni curva di quel corpo fremente. Scese a baciarla, a stuzzicarle i teneri boccioli che coronavano i suoi seni e Buffy si mosse inquieta contro di lui. Lo teneva per i capelli, ma invece di allontanarlo la traeva a sé, non paga della loro vicinanza.

Un mano di Angel lentamente si insinuò fino ad arrivare al centro della sua femminilità. Buffy si irrigidì

“Rilassati tesoro” le disse lui “sarà molto piacevole …andrà tutto bene vedrai” mentre continuava ad accarezzarla intimamente.

Queste parole ebbero su Buffy un effetto pari ad una doccia fredda. Improvvisamente si staccò da lui con tale violenza che Angel perse l’equilibrio e finì sott’acqua.

“Ma che cosa…” disse quando riemerse e vide Buffy con le braccia avvolte attorno al corpo e che lo guardava con un’aria imperscrutabile

“Devo riprendere il controllo” pensò mentre tutto il suo corpo, illanguidito dalle esperte carezze di Angel, gridava tutta la sua frustrazione.

Senza dire una parola Buffy lasciò la grotta e si diresse verso la stanza dove avrebbe potuto asciugarsi e rivestirsi.

Angel sospirò sonoramente. Il suo corpo era vistosamente eccitato e ci volle qualche minuto perché riuscisse ad uscire dalla grotta.

“Che cosa era successo? Forse era meglio così!”. Buffy si era riavuta appena in tempo prima che potesse succedere l’inevitabile. Ma non riusciva a capire la sua eccessiva reazione. Un attimo prima era così appassionata fra le sue braccia e meno di un secondo dopo era diventata miss ghiaccio.

Appoggiato ad una roccia che emergeva dal laghetto, confuso seccato e stordito, Angel passò in rassegna i fatti appena successi.

Si sentiva in colpa per il suo comportamento e continuava a rimuginare sul fatto che prima di compiere un passo così irrevocabile lui avesse qualcosa importante di comunicare a Buffy. Ora doveva assolutamente ricordare che cos’era perciò decise di riesaminare ogni momento del loro incontro per capire dove e come avesse sbagliato.

Primo: avevano salvato Mouse dal crollo delle gallerie e avevano ritrovato la via del ritorno. E questo non rappresentava niente di particolare, poi si erano diretti verso la grotta delle cascate per ripulirsi, e anche in quello non c’era nulla da eccepire.

A un certo punto, lui l’aveva vista e era andato verso di lei per parlarle, poi l’aveva baciata. E da lì le cose erano andate male, meditò Angel, già eccitato dai ricordi che evocava. Dopo i baci, carezze e preliminari che avevano acceso i loro sensi oltre ogni immaginazione… Che cosa era successo dopo?

Gli aveva detto di rilassarsi, che sarebbe andato tutto bene. Ora si, ora ricordava. Buffy a quelle frase aveva reagito come se le avessero riportato alla mente dei brutti ricordi.

“Che idiota” pensò. Probabilmente la tentata violenza subita da Spike era ancora troppo viva nella sua mente.

Con fare deciso si diresse verso l’uscita della grotta, sperando che gli avessero portato i vestiti per cambiarsi, deciso a scusarsi con Buffy e a parlare finalmente con lei.

 

Buffy era nella sua stanza .Come era potuto succedere? Si era lasciata andare alla sue carezze, ai suoi baci. Perché aveva tanto potere su di lei? Fin dal loro primo incontro lui era sempre riuscito a risvegliare i suoi istinti più profondi. Non poteva permetterlo di nuovo. Non poteva ritornare succube di ciò che provava per lui. Poi quella frase.. chiuse gli occhi e la sua voce rimbombò nella sua mente. Se voleva avere una speranza il loro nuovo rapporto doveva basarsi sulla fiducia e sulla chiarezza. Lui credeva che dandole piacere tutto si sarebbe risolto. L’aveva trattata come una…Scosse la testa. Lei voleva di più da Angel. Voleva che si fidasse di lei. Voleva che le raccontasse della sua vita, che la rendesse partecipe di ricordi belli e brutti, voleva che lui l’amasse per ciò che era e per fare questo doveva ricominciare a conoscerla di nuovo.

Si alzò improvvisamente dal letto e si diresse verso la grotta dei sospiri, forse un po’ di buona musica le avrebbe schiarito le idee e calmato l’animo.

Angel entrò nella stanza di Buffy quasi di corsa, si guardò attorno “Ma dov’era?”. Preoccupato per ciò che era accaduto nella grotta delle cascate si diresse verso l’infermeria, forse era andata a parlare con Vincent.

 

Si accostò lentamente alla tenda, non sentendo nessuna voce provenire dall’interno, lentamente la scostò. Vincent stava leggendo.

“Angel! Ti serve qualcosa? Noto che i miei abiti ti vanno molto bene…”

“Sto cercando Buffy. Pensavo che fosse qui”

“Non l’ho vista. Padre mi ha raccontato della vostra avventura”

“Si” rispose distrattamente Angel “Non sai dove posso trovarla?”

Vincent alzò il sopracciglio alquanto perplesso. Doveva essere importante per Angel trovare Buffy, e in fretta.

“Prova nella grotta dei sospiri”

“La grotta dei sospiri? Ogni grotta ha un nome qui?”

“Come in superficie lo hanno i palazzi e le strade. Solo che qui sono più…romantici”

“Come posso arrivarci?”

In quel momento una donna sulla cinquantina passò davanti all’infermeria e Vincent la chiamò

“Linda”

“Si?” rispose la donna

“Scusami, potresti accompagnare Angel alla grotta dei sospiri?”

“Certamente” disse

“Grazie” sospirò sollevato Angel.

 

Quando arrivò alla grotta dei sospiri rimase stupito. Tutto in quel luogo era davvero fantastico.

Su stordito da una miriade di suoni che provenivano dalla superficie. Appena accennò in passo all’interno tutto divenne distinto e i suoni si erano sparpagliati per la grotta.

Cercò Buffy con lo sguardo e la vide. Era seduta quasi in fondo e sembrava rapita da qualcosa.

Lentamente avanzò verso quel punto della grotta e raggiuntolo fu investito dalle note di un’opera lirica. La “Carmen” di “Bizet”. Buffy sembrava assolta nell’ascolto. “Da quanto tempo ascoltava musica classica?” pensò Angel. Era arrivato proprio durante l’esecuzione dell’Habanera, il canto appassionato della Carmen, la giovane zingara esperta nell’arte della seduzione, disposta a seguire la passione ovunque l’avesse portata. Ascoltò la zingara che cantava di un amore privo di inibizioni e se la immaginò mentre danzava sensualmente sul palcoscenico.

Alla fine della rappresentazione sentì lo scroscio degli applausi provenire dal teatro dove si stava svolgendo la rappresentazione.

Buffy si asciugò una lacrima con il palmo della mano e solo allora parve notarlo.

“Angel…”

“Non sapevo che ti piacesse l’opera” disse stupito

“Ci sono molte cose che non sai di me. Molte le ho scoperte solo qui” rispose Buffy

Angel si sedette vicino a lei e fissò un punto indefinito della grotta “Scusami” disse

Buffy non rispose. Sospirando Angel continuò “Scusami per prima, non avrei dovuto fare…baciarti in quel modo. Mi dispiace molto.”

Buffy continuava a fissarlo e a non parlare.

Angel prese il coraggio a quattro mani. Se non avesse introdotto lei l’argomento l’avrebbe fatto lui. “Posso comprendere perché tu te ne si andata. L’esperienza con Spike deve essere stata davvero tremenda …”

Buffy trasalì. Chi lo aveva informato?

“Chi te lo ha detto?”

“Xander”

“Xander, il mio buon amico Xander, sempre disposto a parlare con gli altri dei fatti altrui”.

Ripensandoci solo ora Buffy comprese che il suo rapporto con Riley aveva iniziato ad incrinarsi dopo che Xander gli aveva parlato.

“Non devi biasimarlo, lui ti vuole bene e purtroppo gli e sfuggito in un attimo di ira, quando ha visto Spike”

“Avete incontrato Spike?”

Angel annui “Dopo il combattimento con quel demone. Erano tutti arrabbiati con Xander perché non aveva detto niente, ma io sono…ho dovuto incontrare Spike”

“Perché?”

“Come perché! Dovevo sapere se ti aveva…”

“Stuprata?”

“Si”

“E’ ancora vivo?” chiese con evidente preoccupazione

“Si. Ma è stato difficile, non polverizzarlo, sapendo quello che ti ha fatto! Approfittando anche di te in quel modo, dopo l’incantesimo di Xander”

“Capisco. Ti ha raccontato tutto.Ero sicura che Spike non fosse un gentiluomo”

“Era ubriaco. Buffy, comprendo perché tu sia scappata prima. Non è colpa tua quello che è successo con Spike, eri sotto l’influsso di un incantesimo e poi…insomma sono certo che ti riprenderai presto e dimenticherai”

“Che cosa dovrei dimenticare?”

Angel la guardò stupito.

“Ho perdonato già da tempo Spike. Per quanto riguarda quello che è successo dopo il gioco di magia di Xander non voglio dimenticarlo. Sai penso che mi voglia bene”

“E perché lui ti vuole bene lo giustifichi per quello che ha fatto?”

Buffy non rispose.

Angel si era alzato in piedi e ora la sovrastava con la sua mole.

“Sto aspettando una risposta” disse infine

“Che cosa ti dovrei dire Angel? Che cosa vorresti sentire? Che sono stata con Spike e non sapevo quello che facevo? Beh ti devo deludere, io sapevo benissimo ciò che stava accadendo”

“Tu…cosa stai dicendo?”

“Che Spike nonostante tutto mi voleva. Non voleva la cacciatrice, non voleva l’amica, voleva me! Buffy Anne Summers, la donna!”

“Stai delirando” ringhiò Angel “Lui mi ha detto che eri sconvolta, per questo avete…”

“Fatto sesso” finì la frase per lui Buffy. “Ero sconvolta, si è vero. Dopo tutto quello che era successo ero…persa. Penso che la parola mi calzi a pennello. I miei amici, e mia sorella mi avevano riportato in vita per egoismo. Mi hanno risvegliato e ho dovuto uscire dalla bara facendomi strada nella terra”

Angel spalancò gli occhi

“Ora so cosa si prova. Quando ci si risveglia.E’ così soffocante, terribile… Ho detto a Spike di non cercarmi più perché ero rimasta inorridita, disgustata e sorpresa dal mio comportamento”

Angel la guardò interrogativamente

“Vedi. Avevo sempre associato il sesso con l’amore. Ero stata con te per amore e a modo mio amavo anche Riley. Ma con Spike è stato diverso…”

“Diverso? Lo credo bene è un vampiro!”

Buffy represse una risposta cattiva e continuò “Mi ha fatto scoprire un lato di me stessa che non conoscevo. Avevo fatto sesso con lui, mi era piaciuto e mi sentivo bene” disse guardando Angel negli occhi nei quali notò un velo di tristezza “Sin dal mio ritorno e, pensandoci ora anche prima, sentivo che mancava qualcosa. Sentivo un vuoto dentro, come un pezzo di ghiaccio che non riuscivo a sciogliere. In quei momenti che sono stato con lui questo vuoto era sparito”

“Non dire stupidaggini” disse Angel

Buffy non rispose e continuò, doveva chiarire le cose, ora o mai più. Gli stava aprendo il suo cuore e la sua anima, se non avesse compreso e capito non ci sarebbe stata una nuova occasione per loro “Sai perché era sparito? Perché lui mi voleva per quello che sono, non pretendeva di cambiarmi, di decidere per me, voleva stare con me, voleva me, senza ipocrisia, senza illusioni. Anche se non lo amavo mi voleva ancora. Con tutti i suoi difetti, con la sua natura demoniaca Spike è l’unico essere che non abbia cercato di impormi qualcosa” concluse Buffy alzandosi dalla roccia e ponendosi di fronte a lui.

Alzò la testa e incrociò nuovamente il suo sguardo

Gli occhi di Angel lanciavano lampi d’ira e con voce leggermente alterata disse “Io non ho mai cercato di cambiarti, non paragonarmi a Giles e agli altri”

Buffy rise e Angel perse il controllo.

Le prese i polsi fra le mani e la strinse a se. Il suo viso si trasformò in quello del demone e puntò i suoi occhi gialli in quelli di lei

“Sono così divertente?”

“Lasciami” disse calma Buffy, ma Angel non accennava a mollare la presa

“Ripeto. Sono così divertente? Rispondi!”

“Vuoi che ti risponda? Vuoi la verità? Tu non hai mai cercato di cambiarmi, tu hai fatto di peggio, molto peggio”.

 

CAPITOLO 18

 

A quelle parole Angel lasciò la presa riprese le sua fattezze umane.

“Se ti riferisci a quando Angelus…”

“Non mi riferisco a quello Angel, mi riferisco a te!”

“Io…non capisco”

“Tu mi hai lasciata…”

“Lo sai perché..”

“Per un’illusione”

“Un’illusione?”

“Non comprendi vero? Hai più di duecento anni e ancora non capisci. Tu mi hai lasciata per l’illusione che io dovessi avere una vita felice, un marito e dei figli. Sapevi benissimo che sono cose che una cacciatrice non potrà mai avere. Mi hai lasciata perché potessi avere tutte quelle cose che TU non puoi avere, quelle cose a cui TU avevi rinunciato”

Angel sussultò lievemente.

Buffy continuo “ E io come una stupida ti ho dato retta. Ho cercato di vivere quella vita che tu avevi scelto per me, pensavo che se avessi fatto come volevi, saresti ritornato da me. Ma questo non è avvenuto. Ti ho aspettato così tanto. Alla fine mi sono arresa all’evidenza. Tu non mi volevi più. Allora sono venuta a Los Angeles a trovarti per chiarire le cose…”

Angel spalancò gli occhi “Non puoi…”

“Ricordo tutto Angel. Ricordo quel giorno. Gli pose le mani sul petto. Ricordo il tuo cuore che batteva, ricordo il tuo stupore quando ti ho fatto assaggiare il cioccolato con il burro di arachidi, ricordo i tuoi baci, ricordo le tue carezze…”

“Basta!” Angel si mise le mani sulle orecchie e le voltò le spalle

Buffy lo prese per un braccio e lo costrinse a guardarla

“No. Io ricordo Angel e ricordo il tuo stupido sacrificio”

“Non è stato stupido”

“Si. E’ stato inutile. Io sono morta ugualmente, ma quello che mi ha fatto più male è che tu hai deciso senza interpellarmi. Ancora una volta. Hai mai pensato che avrei preferito vivere un giorno di felicità con te che tre anni di falsa serenità senza di te?. Dubito che tu abbia mai riflettuto su questo”.

“L’ho fatto prima di decidere. Se ricordi sai anche quello che “i poteri che sono” mi hanno detto”

“Non tirare in ballo quegli esseri. Sei stato tu a decidere alla fine. Hai preferito continuare la tua esistenza come un vampiro con l’anima e non come un uomo”

“Non è vero. Lo sai. L’ho fatto per te…”disse fievolmente Angel

“Non usarmi come scudo per le tue decisioni!” rispose con voce alterata Buffy “Ti sei nascosto prima dietro la scusa che non potevi darmi quella vita che meritavo e poi che sarei potuta morire. La realtà è un’altra. L’ho scoperto stando qui e vedendo Catherine e Vincent, di come vivono il loro amore e di come cerchino di superare tutte le difficoltà insieme. Tu avevi paura di vivere. Ironia della sorte. Tutti hanno paura di morire, tu che puoi vivere in eterno hai paura di V I V E R E” scandì bene l’ultima parola.

“Stai dicendo un mare di sciocchezze Buffy”

“Lo credi davvero? O lo dici solo dare forza alle due decisioni?”

Angel la fissò negli occhi, e ancora il suo sguardo la sconcertò. Era pieno di certezze, di sicurezza. Possibile che Buffy avesse ragione? No. Non era vero. Lui se ne era andato perché lei potesse avere una vita normale, un uomo che potesse fare l’amore con lei, dei figli. Ancorato sulle sue decisioni disse “Ho agito per il meglio”

“Il mio meglio o il tuo? Vivere come un uomo normale ti avrebbe portato delle responsabilità nuove, un destino diverso che tu non vuoi accettare.” disse Buffy

Angel era in difficoltà e non rispose

“Ti ho parlato chiaramente Angel. Era una cosa che dovevo fare, da tempo, molto tempo. Ora sai come la penso. Sarei una bugiarda se dicessi di non amarti. Ho provato a farlo ma non ci sono riuscita. Non conosco più i sentimenti che tu provi per me, forse è solo amicizia o pietà, questo poco importa. Ma devi essere onesto con me, devi dirmi la verità piacevole o spiacevole che sia. Solo così potremmo continuare ad andare avanti per le nostre strade. Non so se saremmo insieme o meno ma questo tu me lo devi Angel. Lo pretendo!”

Angel rimase in silenzio. Aveva ascoltato attentamente tutto quello che Buffy gli aveva detto, e sopra tutto emergeva una sola cosa. Lei lo amava.

“Disturbo?”

Angel si girò di scatto e vide Catherine che avanzava.

“Catherine” disse Buffy “sei venuta per me?”

“Si. Domani dobbiamo andare nel mio ufficio. Pensavo che potevi dormire da me così saremmo entrambe più comode”

“Hai ragione. Vado a prendere le mie cose e ti raggiungo” e poi rivolta ad Angel “puoi usare la mia stanza fino al mio ritorno…ti troverò ancora qui?”

Angel non rispose.

“Capisco. Addio Angel” disse fievolmente “Catherine aspettami!” e insieme si incamminarono lungo il tunnel.

 

CAPITOLO 19

 

Ufficio dirigenziale Holcob Enterprise

 

Si godeva un ottimo panorama da quegli uffici.

Adrian Smith sedeva sulla sedia fissando le sfavillanti luci di N.Y. Improvvisamente il telefono squillò. sobbalzò leggermente sulla poltrona, sapeva benissimo chi era e ne provava timore. L’uomo all’altro capo del telefono non ammetteva errori. Lo lasciò suonare ancora una volta e poi accese il viva voce. Non c’era nessun altro in ufficio.

“Non credo che farmi aspettare migliorerà la tua posizione” disse una voce profonda ed autoritaria “

“Mi scusi molto Signor P., ero distratto” disse con falsa sicurezza Adrian

“Preoccupato vorrai dire, e fai bene ad esserlo”

“Mi dispiace, ma c’è stato un imprevisto”

“Ho notato. Visto che tutto a Central Park si è calmato e che i nostri comuni amici hanno rotto il nostro patto. Non mi piace quando qualcuno mi da il benservito, Adrian, non mi piace per niente”

“Comprendo perfettamente…”

“Che cosa vuoi comprendere tu? Sei solo una pedina in un gioco troppo grande…una pedina sacrificabile”

Adrian si irrigidì. Sapeva bene il significato di quelle parole.

“Qualcuno ha fatto delle ricerche” disse la voce al telefono

“Come…”

“Ti sei attirato l’attenzione dell’Ufficio del procuratore, non doveva succedere.”

“L’ufficio del procuratore? Come fa a saperlo?”

Una risata risuonò nell’ufficio “Un uomo nella mia posizione sa sempre tutto, al contrario di te. Sei entrato nelle grazie del miglior investigatore di quel ufficio”

“E sarebbe?”

“Catherine Chandler”

“Mai sentita nominare”

“La sentirai presto. Ha fatto ricerche, sa chi sei”

“Che posso fare?”

“Non mi riguarda”

“Questa società fa parte della struttura, se fosse messa sotto inchiesta…”

“Non succederebbe nulla. La nostra struttura è molto complessa e…Adrian tu e quella tua piccola azienda non siete importanti.”

Adrian rimase paralizzato. Credeva di essere una parte centrale del progetto e del programma, ma si sbagliava. Doveva rimediare, rientrare nelle grazie del signor P. Ironia della sorte, aveva sempre e solo udito quella persona per telefono. Non sapeva nemmeno se quella era la sua vera voce. Per quanto potesse immaginare poteva trattarsi del maggiordomo e del cuoco che faceva le sue veci.

“Posso rimediare” disse Adrian

“In che modo? Io non mi preoccupo per l’organizzazione solo che non mi va di dover perdere qualcosa che mi appartiene per l’inettitudine di qualcuno che credevo capace. Buona fortuna Adrian”

“Aspetti!” gridò con foga Adrian

Seguì qualche secondo di silenzio che gli sembrarono un’eternità

“Che cosa hai in mente?”

“Se risolvessi il problema con quella investigatrice dell’ufficio del procuratore?”

“Questo non porterebbe il piano nella sua fase originale. Ormai l’effetto sorpresa è svanito”

“Ma potremmo comunque concluderlo…”

“Va bene Adrian, ti lascio ancora 36 ore di tempo. Dopo di che non avrai più contatti con me e con nessuno dei membri dell’organizzazione” disse la voce prima di chiudere la comunicazione.

Doveva muoversi in fretta.

Prese il cellulare dalla tasca e compose un numero. Erano i migliori nel loro campo, un po’ cari ma sempre i migliori. Catherine Chandler avrebbe avuto un brutto incidente, mortale possibilmente, e poi avrebbe fatto sparire tutte le prove in suo possesso. Aveva ancora qualcuno sul suo libro paga che non gli avrebbe rifiutato un ultimo favore.

 

Appartamento di Catherin Chandler

 

Catherine guardò per l’ennesima volta Buffy, non aveva detto una parola da quando aveva lasciato Angel. Non dovevano essere buone notizie pensò. Arrivarono all’entrata dello scantinato che portava al suo appartamento. La salita in ascensore non fu diversa. Il silenzio era tangibile, quasi tattile. Appena entrati nell’appartamento Buffy appoggiò il suo borsone per terra.

“La in fondo c’è la stanza per gli ospiti” disse Catherine, “Troverai anche degli asciugamani puliti, ed altre cose che ti potranno servire”

“Ti ringrazio” rispose Buffy

Catherine prese il coraggio a quattro mani e chiese “Ho visto che stavi parlando con Angel”

“Infatti”

“E…vi siete chiariti?”

“Tu che cosa pensi? Sono stata onesta e sincera con lui, come mi avevi consigliato”

“Forse il mio consiglio non era dei migliori” disse fievolmente Catherine

“Al contrario, è il migliore che ho avuto da molto tempo…”

“Ma non è andata come speravi vero?”

“Ti avevo avvertito che era testardo”

“Quindi non è andata molto bene…”

Lei annui tristemente “Già”.

“Capisco…ed ora cosa farai?”

Buffy guardò Catherine direttamente negli occhi “Ricomincerò a vivere” disse mentre si dirigeva verso la stanza che lei le aveva indicato

 

Gallerie – Grotta dei sospiri

 

La rappresentazione dell’opera era finita da un pezzo. Angel ascoltava i rumori provenienti dalla superficie. Erano i rumori della notte, molto meno caotici ma sempre interessanti e ripensava alle parole di Buffy. Non riusciva a capacitarsi che lei fosse consenziente quando aveva fatto sesso con Spike, d’accordo era una ragazza che aveva delle esigenze, ma Spike… e poi non era vero che lui non voleva vivere, a lui piaceva la sua non vita. Ogni notte lottava per la sua sopravvivenza, combatteva contro demoni e aiutava le persone. Ogni tanto si faceva pagare, ma doveva provvedere anche a Cordelia, Wesley e Gunn, loro dipendevano da lui. Le parole di Buffy gli ronzavano nella testa, l’aveva lasciata per paura? Lei aveva diritto ad una vita normale e su questo lui aveva pienamente ragione. Aveva fatto la scelta giusta anche quel fatidico giorno.

Se solo lei non avesse ricordato sarebbe stato tutto più facile. Gli aveva rimproverato anche il suo sacrificio. Ma che diritto aveva di rimproverarlo in quel modo? Lui non le aveva rimproverato la sua relazione Riley, ci era stata anche a letto! Ma che cosa pretendeva da lui? Lui aveva deciso e questo era l’importante, la sua decisione era stata la più saggia e la più logica. Lei aveva detto di amarlo ancora, ma se anche lui provava i suoi stessi sentimenti non poteva farla soffrire, non poteva ritornare indietro.

Stava ancora rimuginando su quello che Buffy aveva detto cercando di dare più forza del necessario alle sue ragioni che stavano lentamente vacillando quando una voce alle spalle ruppe il filo dei suoi pensieri

“Buffy è andata con Catherine?”

Angel si girò, e vide Vincent che lentamente avanzava verso di lui. I rumori dalla superficie si stavano lentamente facendo più caotici, la città si stava svegliando.

“Si. E’ andata via circa un paio d’ore fa”

“E tu sei rimasto qui…a fare cosa?”

“I vampiri non hanno bisogno di dormire molto, stavo ascoltando i suoni provenienti dalla superficie"

“E… null’latro?”

“Null’altro” fece eco Angel

Vincent rise, e si sedette vicino ad Angel. “Sei un pessimo bugiardo lo sai?”

“Qualcuno prima di te me lo ha già detto, arrivi in ritardo”

“Raccontami la tua storia Angel…”

“Non penso che ti piacerebbe…ah, grazie per i vestiti”

“Di nulla, ma non cambiare discorso, forse parlare con me ti potrebbe chiarire alcune cose”

“Come hai fatto con Buffy?”

“Lei ha fatto tutto da sola, ma il risultato è ottimo”

“Già, troppo”

“Troppo?”

“E’ così sincera, schietta, aperta…mi ha detto delle cose che non avrei mai creduto di poter sentire”

“Quali cose?”

“Sono cose personali. Non mi va di parlare ora…”

“Credo che tu non ne parlerai mai, ne ora ne mai…Angel perché hai paura di parlare di Buffy? Perché hai paura di parlare di te?”

“La mia storia farebbe impallidire chiunque, e Buffy, la mia storia con lei è troppo…”

“Dolorosa?”

“Importante” rispose Angel. Vincent era un essere davvero speciale pensò, aveva avuto una buona influenza su Buffy

“Perché non mi racconti Angel, forse potrei aiutarti…”

“Aiutare me? Perché dovresti farlo? Pensi che meriti aiuto Vincent?”

“Penso che chiunque abbia bisogno di una seconda chance Angel e, aiutando te aiuterei anche Buffy”

“Due piccioni con una fava vero?

“In un certo senso…”

Angel scosse la testa “Come fai Vincent?

“Fare cosa?”

“Far si che le persone si fidino di te, si aprano con te”

“Anni di esperienza. Visto il mio aspetto ho passato molto tempo quaggiù. Le persone che mi hanno accolto quando ero appena nato hanno imparato a conoscermi, ma quando arriva qualcuno di nuovo cerco di non farmi vedere, sai per non turbarlo. Viene, se così si può dire, abituato lentamente alla mia diversità. Dovevo fare così anche con Buffy. Ma quando l’ho incontrata stava cercando di salvare Padre da dei vampiri e io mi sono lanciato nella mischia, ed è stato allora che ho capito quanto fosse eccezionale”

“In che modo?”

“Se fosse stata un’altra persona che vedeva il mio aspetto per la prima volta sarebbe fuggita o avrei letto nei suoi occhi terrore e disgusto, ma con lei…lei è andata oltre il mio aspetto fisico…”

“Tipico di Buffy”

“Si, era la prima volta che mi vedeva eppure mi ha porto la sua mano” disse guardando le proprie “aiutandomi a rialzarmi, mi ha sorriso e non mi ha trattato da diverso, non ho letto nel suo sguardo nulla di negativo, anzi…fino ad allora solo un’altra persona aveva agito in questo modo”

“Catherine” disse Angel

“Esatto. Sai quando ho chiesto a Buffy il perché non vi avesse ucciso e non fosse fuggita mi ha solamente detto che a visto la mia anima nei miei occhi, ed ha letto la bontà e non la cattiveria”

Angel sorrise, “la mia Buffy” disse fievolmente

“Come l’hai incontrata?”

Senza rendersene conto Angel iniziò a raccontare il suo primo incontro con Buffy, quando non sapeva di essere ancora la prescelta, la sua intenzione di aiutarla stando celato nell’ombra, ed il suo amore per lei che cresceva di giorno in giorno “Se solo no ci fosse questa maledizione” disse

“Padre mi ha raccontato qualcosa a proposito”

“La maledizione mi ha dato un’anima, ma lei mi ha fatto ritornare un uomo, non avevo diritto di amarla e di farmi amare, dovevo solo proteggerla senza che se accorgesse, ma questo non è accaduto. Lei mi ha dato così tanto ed io l’ho ricambiata solo con sofferenza, dopo quella notte che noi…”Angel si fermò, non poteva raccontare a Vincent qualcosa di così intimo “tutta colpa di questa maledizione. Gli zingari dovevano uccidermi, avrebbero reso un favore a tutti!”

“Come hai fatto a perdere l’anima?” chiese schietto Vincent

“Un attimo di felicità” rispose Angel e poi lo guardò e lesse dello sconcerto nello sguardo di Vincent, evidentemente non capiva, cercando di usare molto tatto aggiunse “Io sono stato il primo ragazzo di Buffy e noi ci amavamo molto, moltissimo ed era logico che succedesse…”

Vincent sorrise “Capisco. Era il naturale svolgimento della vostra relazione”

“Già. Ero sicuro che l’avrei resa felice. Ma se solo avessi saputo delle conseguenze mi sarei allontanato da lei prima che ciò capitasse. Eppure quando eravamo insieme tutto il mio universo era in lei e viceversa. Eravamo una sola cosa. E’ stato meraviglioso…”

“Un amore così non si trova facilmente” rispose Vincent

“Posso farti una domanda personale?” chiese Angel

“Certo”

“Tu e Catherine siete mai stati insieme?”

“Siamo insieme ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Ma se ti riferisci all’aspetto biblico della cosa, no, non siamo mai stati insieme in quel modo”

“Ma voi vi amate molto si vede benissimo, come fate a non…”

“L’unione fisica di due esseri è certamente meravigliosa, ma noi non ne sentiamo la mancanza. Il nostro amore è qualcosa che va oltre. Si può amare in molti modi. Comunque anche il nostro rapporto non è stato tutto rose e fiori, abbiamo avuto anche noi le nostre difficoltà”

“Ma le avete superate”

“Certo, con pazienza, perseveranza, e un pizzico di fortuna”

“Non hai paura che lei possa lasciarti? Per avere una vita diversa, più…completa”

Vincent scosse la testa “Tempo fa di avrei detto di si, ma ora sono così certo del sentimento che ci lega che non ho dubbi”

“Ma supponiamo che lei ti lasciasse, cosa faresti?”

“Suppongo che mi sentirei distrutto…ma anche felice”

“Felice?”

“Felice per averla incontrata, felice per l’amore che mi ha dato, felice per il tempo trascorso insieme e ringrazierei Dio ogni giorno per i momenti che ho potuto passare con lei i cui ricordi riempirebbero i giorni e le notti. In una storia d’amore, quando si ama davvero, io penso che sopra ogni cosa sia la felicità delle persona amata che conta, non la propria”

“E’ così facile parlare con te Vincent. Buffy non comprende perché io l’ho lasciata, ma tu…”

“Nemmeno io comprendo effettivamente”

“Dopo quello che hai detto non comprendi? Lei doveva essere felice, doveva avere dei figli, un uomo che vivesse con lei alla luce del sole, che l’amasse. Una vita normale insomma. Io l’ho lasciata perché volevo che lei avesse tutto questo”

“Appunto Angel tu volevi…”

“Era la cosa migliore per lei, io volevo…” improvvisamente Angel smise di parlare e comprese, tutto ciò che Buffy gli aveva detto, quello che aveva cercato di spiegargli e che lui non aveva voluto ascoltare ora diventava chiaro nella sua mente. Buffy aveva ragione. Era stato un’egoista, come tutti gli altri. Aveva solo preso da lei, aveva deciso per lei.

“Vedo che hai compreso” disse Vincent “Tu volevi per lei una vita normale, tu volevi che avesse un altro uomo, tu volevi che lei avesse dei figli…Ma ti sei mai chiesto che cosa voleva lei? Le hai mai chiesto che cosa desiderasse? Dalla tua espressione suppongo di no. Non trattarla come una ragazzina Angel, lei è una donna, una splendida donna…”

“Pensavo di fare la cosa migliore…”

“Le migliori azioni sono cariche di delusioni. E’ evidente che vi amate ancora, cercate di trovare un punto d’incontro e ricominciate. Potrebbe essere la volta buona”

“E se non lo fosse? Se la deludessi ancora una volta?”

“Finché non proverai non potrai mai saperlo. Il rischio fa parte dell’amore, altrimenti non sarebbe tale non credi? Devi ricominciare a vivere”

“Già, vivere…”

“Comprendo che forse non è l’espressione più appropriata per quanto riguarda te, ma certamente sai quello che intendo”

“Si” disse Angel, ora capiva tutto, le ragioni di Buffy e comprese una cosa: lui l’amava ancora ed era stato un grandissimo idiota!

 

CAPITOLO 20

 

Ore 08.00 A.M. - Garage sotterraneo palazzo di Catherine Chandler.

 

Adrian Smith stava in attesa. Con i suoi uomini aveva intenzione di cancellare quello stupido intoppo chiamato Catherine Chandler, in questo modo avrebbe riottenuto fiducia dal signor P., ma soprattutto non sarebbe sparito nel nulla

“Deve sembrare un incidente” disse agli uomini seduti nel grosso furgone assieme a lui. Erano circa una decina di vampiri.

Quello più anziano, il loro capo disse “Tanto disturbo per una semplice donna? Avrei potuto occuparmene da solo”

“Non voglio problemi di nessun genere. Ti ho ben pagato se ricordo e devi solo eseguire”

Il vampiro ringhiò e si avvicinò pericolosamente al viso di Adrian, il quale non si scompose minimamente. “Si ci hai pagato…” rise in modo agghiacciante “e devo dire che è stato alquanto…soddisfacente. Eseguiremo il piano come prestabilito, ma ti consiglio di essere più rispettoso nei miei confronti o potresti seguire il destino di quella donna”

La sera prima Adrian, aveva abbordato circa una decina di prostitute e poi le aveva consegnate al gruppo come pagamento il quale aveva fatto baldoria con loro per tutta la notte. La mattina dopo, nel covo aveva trovato loro e i dieci cadaveri, nudi e con evidenti segni sul collo. Non osava pensare a quello che era successo. Ma questo non aveva importanza, erano sacrificabili e a nessuno sarebbe importato della loro scomparsa se non ai loro protettori. Sorrise. Sarebbero state comunque rimpiazzate molto presto.

Adrian fissò il vampiro negli occhi “Non ho paura. Vedi non per sminuirti di fronte ai tuoi uomini, ma il mio capo è assai molto più potente e, temo più lui di te e del tuo fottutissimo gruppo”

“Mi piacerebbe conoscerlo” disse il vampiro “deve essere una personcina davvero a modo” concluse con una risata gutturale e profonda

Proprio in quel momento le porte dell’ascensore si aprirono ed uscì Catherine seguita da Buffy

“Mi avevi detto che era sola” ringhiò il vampiro

“Perché una vittima in più ti da tanto fastidio?” disse stizzito Adrian

“No, al contrario sarà più stimolante” e facendo segno ai suoi uomini aprì il portellone del furgone e scese

 

Gallerie – Grotta dei sospiri

 

“La città si e completamente svegliata ora” disse Vincent

Avevano parlato per ore, e Angel, con il passare del tempo aveva sentito crescere una certa affinità fra di loro. Non erano diversi, erano assai più simili di quello che pensavano.

Avevano discusso di molte cose, di letteratura, di musica, ma soprattutto di Buffy e Catherine, erano innamorati come due ragazzini. Vincent gli aveva raccontato di quando aveva salvato Catherine a Central Park e dello strano legame che li univa e delle varie vicissitudini che avevano avuto nel corso della loro storia.

Angel gli aveva raccontato di Buffy, delle loro avventure di quando si era fatta mordere per salvargli la vita, e anche di quel giorno che non c’era mai stato e Vincent gli aveva apertamente dato dello stupido, ma lui non si era offeso. Aveva capito di aver sbagliato, anche se in buona fede.

“Hai mai paura?” chiese Angel a Vincent

“Di cosa?”

“Di leggere un giorno, negli occhi di Catherine l’orrore per la tua diversità”

“No. Non più almeno. Perché pensi che Buffy potrebbe …”

“No, dopo il primo approccio un po’ troppo burrascoso lei mi ha accettato per quello che sono. Quando combatto il mio aspetto è diverso…”

“Ti trasformi in un vampiro, come l’altra notte?”

Angel annui “ma questo non l’ha mai spaventata, mi ricordo che una volta mi ha baciato mentre ero ancora trasformato dicendomi che non se ne era nemmeno accorta…”

“L’amore è cieco mio caro…” rispose Vincent “Quando io combatto per salvare Catherine o un’altra persona il mio lato…bestiale esce in tutto il suo orribile aspetto, ma questo non ha mai spaventato la mia Catherine, eppure ha visto mentre facevo cose abbastanza brutali…”

“Anche Buffy…”

“Devo dire che abbiamo davvero due ragazze eccezionali. E’ una fortuna che ci abbiano scelto!”

“Scelto?” chiese alquanto interdetto Angel

“Angel, pensi davvero che siamo stati noi a sceglierle? Credi che se loro avessero deciso il contrario ora noi saremmo qui a parlare?”

“Ai pienamente ragione” rispose sorridendo lievemente Angel

“Vorrei farti conoscere…” Vincent lasciò la frase a meta si alzò improvvisamente

“Che succede?” chiese preoccupato Angel

“Catherine…è in pericolo” e iniziò a correre lungo la galleria seguito a ruota da Angel che faticava a stargli dietro. Con Catherine c’era anche Buffy e quindi era possibile che entrambe fossero nei guai

 

Garage sotterraneo palazzo di Catherine Chandler

 

Buffy si fermò di colpo. I suoi sensi erano all’erta e improvvisamente li vide. Una decina di vampiri stava dirigendosi verso di loro e le intenzioni non erano delle migliori.

“Catherine, dobbiamo fuggire” disse.

Corsero improvvisamente verso l’ascensore e Catherine pigiò sui tasti più volte per farlo tornare nel sotterraneo.

Ormai erano circondate.

“Stai dietro di me” disse Buffy “e cerca di non farti prendere” mentre si metteva in posizione di difesa.

Catherine lasciò cadere la valigetta a terra e disse “Ho fatto un corso di autodifesa, penso che potrò cavarmela”

Buffy la guardò. Era meglio di niente. Le mise un paletto in mano e disse “Colpisci al cuore” mentre due vampiri si lanciavano verso di loro.

 

Angel intanto continuava a seguire Vincent. Erano usciti lungo un tunnel della metropolitana e saltati sopra un vagone. Era davvero molto agile e faticava non poco a restare al suo passo.

Vincent non diceva nulla ma la sua preoccupazione era tangibile

 

Con due mosse fulminee Buffy aveva eliminato i due primi vampiri.

Non è una ragazza qualsiasi pensò il capo banda, si girò verso il furgone e disse “Quella ragazza è la cacciatrice! Non ci avevi avvisato di questo”

“Non sapevo chi fosse” rispose allarmato Adrian, questo sconvolgeva il suo piano perfetto.

Il vampiro alzò le spalle “Ho sempre desiderato uccidere una cacciatrice” disse mentre si avvicinava a loro.

Catherine, con un movimento veloce era riuscita a polverizzare un vampiro dopo che una gomitata lo aveva fatto piegare in due.

Buffy intanto era presa nella lotta. La sua velocità era notevole, la sua forza anche e quando con le mani aveva strappato letteralmente da terra un cestino per gettarlo contro i suoi assalitori, Catherine era rimasta stupita.

La lotta continuava senza esclusioni di colpi e Buffy aveva tratto d’impiccio un paio di volte Catherine. I vampiri erano ridotti a quattro.

A Buffy l’ultimo scontro aveva portato qualche danno, si era slogato il polso e combatteva con una mano sola, ma non si dava per vinta.

Dal furgone intanto Adrian Smith guardava meravigliato la scena, quella ragazza combatteva con un’energia, una potenza…quando il grido di un vampiro che svaniva lo riportò alla realtà.

Razza di incompetenti pensò. Scese dal furgone con una pistola in mano e si diresse verso il gruppo.

“Sei finita ragazzina” disse il capobanda.

Catherine era a terra, esausta e Buffy rispose “fino ad ora mi pare che quello che ha avuto la peggio siano stati i tuoi scagnozzi”

Il vampiro si lanciò su di lei, Buffy lo colpì con un pugno e lanciò un urlo. Il polso le faceva male. Era ancora frastornata quando il vampiro la prese per il collo e la sbatté contro il muro “Ora ti ucciderò cacciatrice” disse

“Non credo proprio” disse Buffy mentre lui diventava polvere.

Tossì un paio di volte e si rialzò lentamente.

“Ho sempre detto che se si vuole qualcosa fatta bene si deve provvedere personalmente” disse una voce decisa.

Catherine e Buffy alzarono lo sguardo e videro Adrian Smith che pistola in mano si dirigeva verso di loro.

“Non riuscirai a farla franca” disse Catherine “ci sono le telecamere di sorveglianza, fra poco sarà qui la polizia”

“Oh, non credo. Il circuito è stato staccato. Non verrà nessuno” e puntò l’arma verso Catherine con il dito sul grilletto.

“Addio signorina Chandler è stato un piacere conoscerla”

Uno sparo secco rimbombò improvvisamente nel garage.

Angel e Vincent ormai vicini lo sentirono e corsero verso il luogo da cui proveniva.

 

CAPITOLO 21

 

Garage sotterraneo palazzo abitato da Catherine Chandler

 

Catherine si sentì improvvisamente schiacciata da qualcosa e un urlo echeggiò nelle sue orecchie.

Buffy era accasciata sopra di lei, mentre una chiazza di sangue si stava lentamente allargando sul suo vestito.

“O mio Dio…”

“E brava la cacciatrice. Non è invulnerabile ai proiettili a quanto vedo” disse sarcastico Adrian e poi rivolto ai due vampiri rimasti “Che cosa fate li impalati? Finite il lavoro per cui vi ho profumatamente pagato e poi andiamo via”

Uno dei vampiri prese Buffy per le spalle per toglierla dal corpo di Catherine, lei lanciò un urlo. La pallottola era conficcata nella spalla e stava perdendo molto sangue. Cercò in qualche modo di strattonarsi per liberarsi dalla sua morsa ma lui la gettò con forza in terra mentre l’altro si avventava su Catherine.

Catherine vide il volto del demone mentre calava sul suo collo e poi sentì un dolore fortissimo e la vista inziò ad annebbiarsi. Buffy troppo debole, stava per subire la stessa sorte.

Un righio irruppe improvvisamente nel garage.

Adrian vide due esseri che stavano correndo verso di lui e volse le spalle si diresse velocemente verso il furgone.

Vincent, con uno strattone tolse il vampiro dal corpo di Catherine, gettandolo lontano

“Catherine..” disse mentre con il palmo della mano premeva sulla ferita per richiuderla

Lei aprì gli occhi appena in tempo “Attento!” disse. Con una veloce rotazione della mano Vincent staccò la testa al malcapitato vampiro che sparì in una nuvola di polvere.

Angel intanto aveva soccorso Buffy e liberatola del suo aggressore stava cercando di fermare l’emorragia provocata dal colpo di pistola

“Buffy…Buffy…mi senti? Ti prego apri gli occhi…sono io…”

Ma la perdita di sangue e il colpo inferto dal vampiro avevano reso Buffy priva di coscienza. Catherine sorretta da Vincent si avvicinò a loro.

“Passami la mia borsa, devo chiamare il 911, svelto!”

Contemporaneamente uno stridio di gomme annunciava che Adrian Smith stava fuggendo velocemente.

Angel continuava a tenere la mano sulla ferita di Buffy e a chiamarla e a dire frasi sconnesse.

“Fra poco sarà qui la polizia e l’ambulanza. Dovete andarvene…” disse Catherine

“Ma tu stai bene? “ chiese preoccupato Vincent

“Si, non ti preoccupare. Il sangue si è fermato. Ma ora è meglio che andiate e porta Angel con te non mi sembra molto in se”

Vincent annui “Andiamo Angel…”

“No! Non la lascerò sola ancora una volta. E’ tutta colpa mia…”

“Non dire stupidaggini…andiamo” mentre le sirene della polizia e dell’ambulanza che si stavano avvicinando.

Visto che Angel non voleva sentire ragioni Vincent fece una cosa che mai avrebbe immaginato. Gli sferrò un pugno così forte che cadde a terra privo di sensi, se lo caricò in spalla e si diresse verso lo scantinato dove era situato l’ingresso delle gallerie.

“Ti farò sapere” disse Catherine

 

Gallerie – Central Park

 

Quando Angel rinvenne si trovava ancora sulle spalle di Vincent che lo stava trasportando lungo una galleria.

“Lasciami andare” ringhiò

Vincent lo depose a terra. Il viso di Angel era mutato in quello del demone. Per nulla sorpreso disse “Sei rinvenuto alla fine”

“Perché lo hai fatto? Perché mi hai portato via da lei?”

“Era la cosa migliore da fare, o avresti preferito gli interrogatori dei poliziotti, magari un’uscita alla luce del sole sarebbe stata molto illuminante” disse sarcastico.

In tutta risposta un pugno lo colpì in pieno viso e lo fece rotolare a terra.

“Questo per avermi colpito di sorpresa” disse Angel e poi tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi “e questo per aver fatto la cosa più saggia”

Vincent sorrise. “Starà bene vedrai. Catherine si sta occupando di lei. Ci avviserà immediatamente appena ci saranno notizie”

Arrivarono ad una scala a chiocciola che conduceva ancora più nelle profondità. Angel si sedette su un gradino

“E’ anche per questo che l’ho lasciata”

“Come?” chiese Vincent stupito della sua affermazione

“E’ anche per questo che l’ho lasciata. Non solo perché potesse avere una vita normale ma perché non sopportavo l’idea di poterla perdere per sempre”

“Sinceramente non capisco”

“Vederla tutti i giorni combattere per la sua sopravvivenza era difficile per me. Certo l’aiutavo ma a volte pensavo se non fossi arrivato in tempo, se non fossi stato abbastanza forte nella lotta al suo fianco, allora lei sarebbe morta e io l’avrei persa per sempre. Il rimorso mi avrebbe accompagnato per l’eternità. Ma invece, lasciandola, lei non avrebbe più dovuto pensare anche me e, sapevo che avrebbe avuto qualche possibilità in più e questo mi dava la forza di andare avanti”

“Hai scelto la strada più facile”

“La missione di Buffy è così pericolosa. Lei doveva convergere tutte le sue energie sulla sua sopravvivenza, e non doveva preoccuparsi di me. Molte volte durante la lotta mi ha aiutato mettendo in pericolo la sua vita. Non volevo questo sacrificio da lei”

“E così, da persona sensata quale sei, hai deciso di lasciarla al suo destino. Se fosse morta, non avresti avuto anche questo peso sulla tua coscienza. Tu non stavi più con lei, vivevi in un’altra città, non potevi fare nulla per evitare l’inevitabile. Mio Dio Angel ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?”

“Perfettamente! Non volevo anche la sua morte fra i miei incubi, ne ho già così tanti.!”

Vincent si sedette vicino a lui

“Non è facile amare Angel. Ogni giorno e ogni notte ho sempre paura di poter perdere Catherine. Il suo lavoro per l’ufficio del procuratore non è fra i più tranquilli. Ma cerco di non pensare e di godere appieno dei momenti che passiamo assieme. Forse sarà egoistico da parte mia, ma so che Catherine non desidera nulla di diverso. La vita è piena di scelte, di strade da percorrere. Sta a noi decidere quale intraprendere, se la più facile o la più difficile…”

“Sono stato un vigliacco” disse Angel

“No. Sei solo un uomo innamorato che ha cercato di proteggere colei che amava. Ma nel tuo desiderio di dare a lei una vita appagante l’hai relegata a subire le tue decisioni, le tue insicurezze, le tue paure. Buffy ti ama moltissimo, l’ho notato da come ti guarda, da come parla di te. Hai una seconda possibilità con lei. Non sprecarla”

“Non capisci. Oggi quando l’ho vista per terra, fra tutto quel sangue ho pensato di averla persa di nuovo…”

“Di nuovo?”

Angel raccontò della lotta di Glory , della morte di Buffy e del suo risveglio per opera dei suoi amici.

“Quella volta, quando ho saputo della sua morte, mi sono rifugiato in un monastero. Ero distrutto dalla sua perdita, ma in fondo al cuore sapevo di non avere nulla da rimproverarmi per la sua morte. Ci eravamo lasciati, lei stava con un altro ragazzo e non mi aveva avvisato del pericolo che correva. Senza contare che ero impegnato in un universo parallelo con i miei amici cercando di salvare delle persone. Ma oggi, il mio peggiore incubo era diventato realtà. Io ero li con lei ma non ero riuscito a salvarla. Non voglio anche questa responsabilità Vincent, non posso sopportare di vivere accanto a lei con questo consapevolezza”

“Nessuno sa cosa ci attende nella vita Angel. La vita di Buffy potrebbe finire oggi, come fra un anno o dieci. Tu vivi da molti anni…”

“Più di duecento…”

“Sei sicuro che domani non sarai un mucchietto di polvere?”

Angel lo guardò con aria interrogativa

“Quello che cerco di farti comprendere è che la vita riserva sempre delle sorprese, belle o brutte che siano. Decidere di cambiare il destino non è nelle nostre umane possibilità, si deve accettare ciò che la vita ci propone e vivere intensamente i momenti che ci offre” Si alzò di scatto e disse “Vieni, ti voglio presentare una persona”.

 

New York – ospedale

 

Dopo essere stata medicata al pronto soccorso ora Catherine stava aspettando notizie di Buffy. Era in sala operatoria da circa un’ora e iniziava a preoccuparsi.

Improvvisamente il medico uscì e si diresse verso di lei

“Dottore come sta?”

“E’ fuori pericolo. Ma a perso molto sangue. La pallottola si era fermata nella clavicola. Dovrà rimanere a riposo e non potrà usare il braccio per almeno un mese. Nel complesso sta abbastanza bene”

“Posso vederla?”

“Solo qualche minuto. E’ancora sotto anestesia e dubito che sia sveglia.”

Catherine entrò nella stanza di Buffy. Era così pallida. Una flebo le pendeva dal braccio. Si avvicinò a lei e le baciò la fronte “grazie Buffy” disse consapevole che le doveva la vita.

Uscita dalla stanza ordinò all’agente di guardia di non far entrare nessuno se non il personale medico e si diresse verso i poliziotti che l’aspettavano in sala d’aspetto.

“Siamo pronti signorina Chandler” disse il capitano della squadra

“Bene. Andiamo” rispose Catherine. Adrian Smith aveva ormai le ore contate.

 

Quando fece irruzione negli uffici dirigenziali delle Holcob Enterprise trovarono il corpo di Adrian riverso sulla poltrona con una pallottola nella testa.

Lo hanno eliminato per far perdere le tracce pensò Catherine, mentre abbandonava l’edificio.

 

Un uomo alto, capelli neri entrò nella limousine parcheggiata poco lontano dall’entrata del palazzo.

“E’ tutto sistemato signor P.” disse l’uomo mentre si sedeva nei posti anteriori dell’auto parlando attraverso il vetro annerito.

“Povero Adrian, ha giocato male le sue carte” constatò una voce proveniente da dietro il vetro divisorio. “Andiamo” disse mentre il vetro si alzava del tutto.

La limousine lentamente si immise nel traffico di New York.

 

New York – ospedale

 

Quando Buffy riaprì gli occhi la prima persona che vide fu Catherine.

“Ciao” le disse

“Ciao” rispose Buffy

“Come ti senti?”

“Come se un Tir mi fosse passato sopra” rispose ironica Buffy

“Grazie. Ti devo la vita”

“E’ mio dovere. E poi non avevo voglia di scontrarmi con Vincent se ti fosse successo qualcosa” disse sorridendo a stento Buffy

“Capisco. Ora riposa. Devo dare la buona notizia a un uomo che è molto in pensiero.”

“Lui sta…bene?”

“Con un po’ di mal di testa forse, ma bene suppongo…”

Buffy la guardò con aria interrogativa

“Riposa ora. Ti racconterò tutto più tardi” disse Catherine mentre si dirigeva verso l’uscita.

 

Gallerie sotterranee

 

Stavano scendendo parecchio notò Angel.

Arrivati in fondo ad un tunnel entrarono in una grotta illuminata da varie candele. Angel si guardò attorno. C’era poca luce ma questo non lo disturbava. Quello che lo inquietava di più era l’aroma di varie erbe, piccoli alambicchi e profumi che non presagivano nulla di buono.

Una figura appoggiata ad un bastone venne avanti. Era una donna di colore, piccola e robusta ed era cieca. Angel lo aveva notato subito. Le sue pupille erano fisse.

“C’è qualcuno qui?” disse preoccupata

“Sono io”

La donna andò incontro a Vincent e lo abbracciò “Vincent è da molto che non vieni da me. E’ forse successo qualcosa?”

“Ti ho portato un amico”

“Ho sentito che non eri solo. Deve essere un amico speciale”

“Vieni, te lo presento. Angel lei è Narcissa”

“Piacere” disse Angel mentre le stringeva la mano

Narcissa ritrasse la mano in modo improvviso, quasi spaventata.

“Sei sicuro che sia amico tuo?”

“Si. Non ti preoccupare. Non ti farà del male”

“Perché lo hai portato da me?”

“Tu sei la maga dei nostri tunnel, ma sei anche la persona più saggia che io conosca, dopo Padre naturalmente. La tua conoscenza va oltre le nostre percezioni. Vorrei che tu aiutassi Angel”

“Non voglio avere nulla a che fare con la magia. Nella mia vita ne ho avuto più che a sufficienza” disse indispettito Angel. Non voleva che nessuna sedicente maga lo aiutasse.

“Lei non ti farà nulla Angel, ti renderà le cose più chiare, più facili da capire”

“Niente magia?”

“Niente magia. Mi serve solo la tua mano…” rispose Narcissa mentre lo invita a sedersi su una roccia.

“Vi lascio soli. Aspetterò fuori” disse Vincent.

La donna prese la mano di Angel fra le sue. Gli percorse con il pollice il palmo, seguendo tutte le sue linee.

“Tu non sei umano, almeno non più”

“Sei perspicace” rispose Angel alquanto sulle sue

“Hai vissuto a lungo, ma nulla è cambiato in te. Irascibile, irrequieto, dispotico a volte. La tua volontà era debole. Volevi avere tutto dalla vita immediatamente. Poi un periodo buio. Una nuova vita, una possibilità di cambiamento ma non era quello che ti aspettavi. Ma tu l’hai pienamente accettata, era meglio di niente”

Probabilmente si riferiva al periodo che aveva passato con Darla dopo la sua trasformazione. Come era possibile che lei sapesse tante cose dal solo toccare la sua mano? Angel era impaziente. Era un luogo strano e misterioso quello. Lentamente tutte le certezze che si era costruito in anni di duro lavoro stavano sgretolandosi.

“Ah…”disse la donna che riportò Angel in stato vigile “una vittima non predestinata. Un errore.”

La zingara! Il pensiero corse subito a lei

“Era destinata ad un fulgido futuro ricco di potere e magia. La sua morte ha cambiato la tua sorte. Il tuo spirito è ritornato e tutto era diverso ora. Anni di solitudine…”continuava Narcissa mentre percorreva lentamente la sua mano “anni di vagabondare, anni di indifferenza fino al suo arrivo. La prescelta. Una nuova occasione, un nuovo destino.”

Buffy!

“Avere il suo amore è qualcosa di grande. La prescelta ama incondizionatamente. La sua potenza sta nel suo amore verso il prossimo. Un destino avverso il tuo…” continuò Narcissa rivolta ad Angel “ Quanta felicità, ma anche quanto dolore. L’amore della prescelta è prezioso come un raro gioiello, non deve essere sprecato. Perché tu lo hai fatto?” chiese Narcissa con la sua voce flebile

“Io non ho fatto nulla” rispose Angel

“Hai sprecato la tua occasione di essere felice, la tua occasione di redenzione”

“La felicità per me è preclusa. Se hai letto hai visto cosa mi hanno fatto gli zingari. La maledizione mi preclude la felicità, mi preclude di rendere felice qualcuno e in quanto alla mia redenzione , non credo molto più nemmeno a quello…”

“Non capisci…”

“Cosa non capisco? Tutti mi ripetono che non capisco. Non penso di essere diventato stupido tutto ad un tratto. Ho 240 anni di esperienza e tutti dicono che io non capisco”

“240 anni sprecati.”

“Come?”

“E’ ancora troppo presto per te…troppo presto. Sono stanca ora. Devi andare!”

“Tutto qui? Non c’è altro?”

La donna non rispose. Angel capì che non avrebbe ottenuto più nulla da lei e si diresse verso l’uscita della grotta

“Ognuno è artefice del proprio destino Angel, non dimenticarlo mai questo!” disse Narcissa mentre Angel lasciava la grotta.

Vincent stava aspettando

“Non capisco perché tu mi abbia portato qui. Non mi ha detto nulla di nuovo”

Vincent guardò Angel perplesso “Molto presto capirai cosa Narcissa volesse dirti. Forse ci vorrà un po’ di tempo, ma presto tutto ti sarà chiaro. Marcissa ama nascondere l’evidente dietro frasi incomprensibili, ma quando sarà giunto il momento tutto sarà chiarito.”

“Se lo dici tu…”

“Andiamo. Catherine ci sta aspettando”.

 

CAPITOLO 22

 

Catherine era nella biblioteca e stava raccontando gli ultimi avvenimenti a Padre. Quando li vide arrivare gli sorrise apertamente ed Angel sospirò di sollievo.

“Sta bene?” chiese preoccupato

“Si. Non preoccuparti. Dovrà riposare almeno un mese. La pallottola si era fermata nella clavicola. Per un po’ non potrà combattere”

“E tu?” intervenne Vincent

Catherine si toccò leggermente la benda che ricopriva dove il vampiro aveva affondato i denti. “Sto bene ora. Nulla di preoccupante”.

“E Adrian Smith?”

“Morto. Suicidio a quanto pare”

“Ti vedo scettica in proposito”

“Nessuno mi toglie dalla mente che sia stato eliminato prima che potesse darci delle informazioni. L’amministrazione comunale presto varerà il piano definitivo per l’area situata a nord dello Zoo e nessuno potrà cambiarlo”

“Quindi è tutto finito?” chiese Padre con apprensione

Lei annui “Forse è troppo presto per dirlo. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni.”

“Devo andare a trovare Buffy” disse Angel “per vedere se ha bisogno di qualcosa…forse dovrei avvisare Giles e gli altri”

“Quando l’ho lasciata si stava riprendendo dall’anestesia, ma credo che nessuno di voi potrà vederla. Per la sua sicurezza ho messo un piantone davanti alla sua stanza. Ho detto al mio capo che era una mia amica in visita, per non coinvolgerla ulteriormente”

La voce di Angel non represse un moto di delusione “Capisco”

“Comunque fra una settimana al massimo la dimetteranno così potrete tutti vedere che sta bene”

Catherine guardò l’orologio “Dio mio come è tardi. Buffy dovrebbe essere sveglia ora. E meglio che vada da lei. Vi porterò sue notizie al più presto.”

“Ti accompagno” disse Vincent

“Io andrò a riposare” sussurrò Angel mentre lasciava la biblioteca.

 

Ospedale – stanza di Buffy

 

Quando Catherine entrò nella stanza Buffy era sveglia e stava mangiando a fatica qualcosa che non doveva essere molto buono vista la sua espressione.

“Il cibo non è di tuo gusto?”

“Tu che ne dici?” disse alzando il cucchiaio e lasciando cadere nella scodella qualcosa di molle e gelatinoso “Quando potrò andarmene?”

“Quando il medico darà il suo consenso”

“Presto?”

“Non ti piacciano molto gli ospedali vero?”

“A nessuno piacciono gli ospedali Catherine, ma io credo di essere in cima alla lista”

Catherine sorrise “Il dottore mi ha detto che stai guarendo molto in fretta, fra una settimana, se tutto va bene, ti dovrebbe dimettere”

“Evviva. Devo ringraziare i miei poteri per la guarigione velocizzata”

Catherine aggiornò Buffy sugli ultimi avvenimenti “Vuoi chiamare a casa?”

“Gli telefonerò per assicurarli che sto bene e che mi fermerò ancora per un pò. Ma non gli racconterò niente di questo” disse facendo segno con il capo verso la spalla ed il braccio fasciato “altrimenti vedremo arrivare qui un’orda di persone preoccupate oltre ogni limite. Non ho voglia di confusione ora…”

“Bene.Se è questo che vuoi” Catherine porse a Buffy il cellulare e lei chiamò Sunnydale.

 

Gallerie – Central Park

 

Nei giorni che seguirono Angel non si allontanò quasi mai dalla stanza di Buffy. Aveva solo chiesto a Vincent di accompagnarlo all’uscita ed era andato a procurarsi del cibo adatto.

Vincent, da persona intelligente quale era, non aveva fatto commenti.

Catherine aveva assicurato a tutti che Buffy si stava riprendendo e lui era molto sollevato. Doveva solo decidere una cosa: dirle che l’amava ancora? Confidarle le sue paure, i suoi timori? Cercare di tornare ancora con lei nonostante tutto? Questi dubbi tormentavano i suoi giorni e le sue notti.

Vincent, dopo un iniziale tentativo di convincerlo, lo aveva lasciato solo a schiarirsi le idee. Solo che le idee stavano sempre diventando più confuse e lui, per la prima volta dopo tanto tempo, non sapeva cosa effettivamente fare.

 

Ospedale – stanza di Buffy

 

Catherine entrò nella stana con un splendido mazzo di fiori “Da parte di tutti i tuoi amici”.

Buffy sorrise, chissà se comprendeva anche Angel, ma disse solamente “sono bellissimi!”

“Su, rallegrati domani sera ti dimettono”

Davvero? Oh come sono felice, non ce la facevo più a rimanere rintanata qua dentro”

“Bene” disse Catherine “ora che la faccenda con Adrian Smith è finita, sembra che tutto sia ritornato alla normalità.”

“Non ci sono state più morti sospette?”

“Nessuna che io sappia. Central Park è ritornato come era prima che tutta questa storia cominciasse, e devo dire che il merito è tuo”

“Sono contenta di essere stata d’aiuto. Mi dispiace solo che fra poco ritornerò a Sunnydale. Mi mancherete tutti così tanto!”

“Noi saremo sempre qui. Se avrai bisogno di qualcosa, basterà un colpo di telefono”

“Grazie Catherine. Sei la migliore amica che potessi incontrare.”

 

Gallerie – Central Park

 

“Catherine sta arrivando” disse Vincent ad Angel. Era preoccupato da quando Buffy era stata ferita era caduto in uno stato catatonico, parlava poco e non si vedeva gironzolare per le gallerie. A parte quelle volte che lo aveva accompagnato all’esterno, stava tutto il giorno nella stanza di Buffy a leggere e a pensare. Pensare troppo non fa bene. Doveva distrarlo

“Salutamela” disse poco interessato Angel

“Non vuoi avere notizie di Buffy?”

“Si…no…non so.”

Vincent lo guardò perplesso.

Angel lo fissò “Va bene. Vengo subito”.

 

Catherine era in biblioteca e li stava aspettando. Quando entrarono li accolse con un sorriso “ho buone notizie. Buffy verrà dimessa domani pomeriggio”

“E’ una bellissima notizia” fece eco Vincent

“Si molto bella” riprese Angel con tono indifferente e lasciò la stanza.

Catherine rimase sorpresa dal suo atteggiamento “Ma che cos’ha?”

“E’ indeciso” disse Vincent “Non riesce a far chiarezza nei suoi sentimenti e nelle sue azioni. Sai l’ho portato da Narcissa ma sembra che questo lo abbia confuso ancora di più”

“Confuso riguardo a Buffy? Da come si è comportato nel garage mi sembrava che tenesse molto a lei”

“Si. Ma ha paura di quello che prova. E’ un sentimento troppo grande e non riesce ancora a comprendere”

“Capisco. Forse dovrei parlargli”

“Non credo che cambierebbe qualcosa. E’ meglio lasciarlo da solo. Deve trovare la soluzione guardando dentro se stesso. Noi abbiamo fatto il possibile”

“Farò come dici tu” rispose Catherine. “Stasera ci vediamo per il concerto?”

“Certamente. Come sempre del resto”

 

Angel vagava per le gallerie. Non riusciva a prendere una decisione. Non gli piaceva essere così indeciso. Non era da lui.

Si ritrovò per caso vicino alla grotta dei sospiri e ripensò a tutto quello che Buffy prima e Vincent poi gli avevano detto. Era possibile che l’amore risolvesse tutti i problemi? Era l’amore che metteva tutte le cose a posto, serenamente? Era possibile che tutto fosse così semplice alla fine? Aveva dunque sbagliato così tanto?

Nella sua lunga esistenza aveva conosciuto solo una volta il vero amore ed era stato con Buffy. Prima della sua trasformazione non aveva mai trovato nessuna donna che suscitasse in lui un sentimento così profondo ed il legame con Darla era troppo complesso, troppo intrigante, ma non era amore.

Aveva dunque sprecato l’amore di Buffy? Le parole di Narcissa gli rimbombavano nella mente. e lui non riusciva a darsi una risposta.

Improvvisamente, come dal nulla comparve Narcissa

“Ti stai torturando inutilmente” disse

“Torturando?”

“Ti stai creando dei problemi che non esistono. Abbi fiducia nell’amore. E’ un sentimento così potente.”

“Si lo so smuove le montagne, appiana le divergenze ecc.ecc. Non stiamo cadendo nella retorica?”

“Vai incontro all’amore con fiducia Angel, lasciati trasportare da lui. Ognuno è artefice del proprio destino. Non dimenticarlo mai questo”

“E’ già la seconda volta che me lo ripeti. Che cosa vuol dire?” Ma la domanda di Angel rimase sospesa nel vuoto. Come era arrivata Narcissa era anche sparita.

Angel si sedette su una roccia. Dopo un attimo che parve interminabile si alzò di scatto. Aveva preso la sua decisione e per la prima volta, dopo molto tempo, sul suo viso apparve un’espressione di serenità.

 

Scantinato palazzo di Catherine Chandler - Gallerie

 

Catherine portava il borsone di Buffy mentre di incamminavano verso l’entrata del tunnel che partiva dal suo scantinato.

Buffy la seguiva. Il braccio era fasciato e appoggiato al suo torace. Le avevano dato degli antidolorifici, se il male fosse stato troppo forte. Per una volta ringraziò la sua buona stella e i suoi super poteri. L’avrebbero fatta guarire velocemente. Dopo il primo giorno in cui Catherine le aveva assicurato che Angel stava bene, lei non aveva più chiesto notizie e Catherine, non le aveva raccontato nulla, rispettando la sua decisione. Non sapeva quindi se fosse ancora nella città sotterranea o se ne fosse andato.

Ma Buffy pensava continuamente a lui. Ogni notte quando si addormentava, sognava di lui che la pregava in ginocchio di tornare, che non l’avrebbe lasciata mai più, di stare con lui per sempre. Ancora in sogno, facevano l’amore nel più sensuale dei modi; Angel la voleva ancora accanto se se perché non poteva sopravvivere senza il suo amore.

Era tutto ciò che le restava. I sogni. Ripensandoci da anni ormai non le rimaneva altro del periodo trascorso con Angel, sogni, e anche una dolorosa solitudine che non le dava tregua.

E dopo quel loro chiarimento prima del suo ferimento, sembrava che le cose fossero peggiorate. Aveva un bel dirsi che era stato meglio così, che una qualsiasi relazione con Angel non avrebbe avuto senso finché lui continuava ad imporre le sue delle decisioni.

Erano arrivate vicino alla grotta dei venti. Era una grotta che per raggiungerla si doveva percorrere un piccolo sentiero appoggiato alla roccia. Ma quando la porta che la racchiudeva si apriva, appariva in tutto il suo splendore. Era ampia. Avevano posto dei tavoli e delle panche. Ogni anno si svolgeva una festa speciale. Improvvisamente la giacca che aveva sulle spalle le cadde a terra e si chinò.

Chinandosi per raccoglierla, trovò un paio di scarpe maschili, due scarpe nere per essere precisi, ai piedi di un uomo. Sulle prima Buffy pensò ad uno scherzo del destino, poi riconoscendo nell’uomo fermo di fronte a lei l’oggetto dei suoi sogni, Angel, si disse che dopotutto si stava comportando meglio di quanto avesse mai sperato.

Lentamente accarezzò con gli occhi le lunghe gambe fasciate nei pantaloni neri, poi l’addome e il torace stretti nella maglietta anch’essa nera. Sotto le lunghe maniche si intravedevano i bicipiti possenti, ed il collo soprastava due spalle solide e sosteneva una mascella molto volitiva

Il volto era quello di Angel, ma sembrò diverso da solito. Quando lei se ne era andata, il suo viso era teso per l’apprensione; ora i suoi occhi avevano invece una luce allegra e felice. La contentezza e un altro sentimento che lei non osava identificare gli illuminavano il volto. E un sorriso sereno gli distendeva le labbra.

“Ciao” gli disse Buffy, ancora piegata in una posizione certamente poco elegante. In realtà, sarebbe dovuto essere lui a chinarsi di fronte a lei.

“Ciao” rispose lui, sollevato

Lei sentì un groppo alla gola e tacque. Non perché non sapesse che cosa dire, ma perché voleva contemplarlo a suo piacimento. Sembrava fosse passata un’eternità da quando l’aveva visto l’ultima volta.

Lui le tese la mano e Buffy accettò l’invito, mettendovi le dita tremanti che lui strinse subito. L’aiutò a rialzarsi, ma non si limitò a quello, l’attirò a sé, la prese tra le braccia e, prima ancora che lei potesse scostarsi, la strinse e la baciò con trasporto. Senza un attimo di dubbio, Buffy gli si sciolse contro. Fu un bacio straordinario mai sperimentato prima, neanche con Angel.

Pieno di sollecitudine, certezza, passione e promesse. Le diceva quanto lui l’avesse rimpianta e che non era sicuro dell’accoglienza che lei gli avrebbe riservato. Stupito, pensò lei, era proprio stupido!

Come se le potesse leggere nella mente Angel l’allontanò abbastanza da guardarla negli occhi e, tranquillo, le disse “Buffy, sono un idiota, lo sapevi?”

Lei sorrise, mentre un piacevole senso di calore le si irradiava in tutto il corpo. “Mi era venuto il dubbio già da qualche tempo.”

Lui sorrise divertito “Ah, si? E quando?”

“L’ho capito dal tuo comportamento degli ultimi tre anni”

Angel la fissò, un’espressione interrogativa “Che cosa aveva di strano il mio comportamento? Era perfettamente consono alla mia identità”

Lei annuì “Appunto Un comportamento così inflessibile e rigoroso avrebbe bisogno di una scrollatina e qualche suggerimento”

Lui sorrise “O di una cacciatrice testarda.”

“Esatto”

La guardò con amore e le accarezzò dolcemente la guancia con le nocche della dita “Mi perdoni?” domandò titubante

Il cuore di Buffy batteva impazzito. Ma lei non osò lasciarsi andare del tutto alla speranza. “Dipende…”

Lui continuava ad accarezzarle la guancia come se non riuscisse a staccarsi da lei, e gli occhi fissi in quelli di Buffy, chiese “Da che cosa?”

Lei gli accarezzò il volto con la mano libera “Dipende da motivo per cui chiedi il mio perdono”.

Angel abbassò gli occhi e solo allora parve accorgersi della fasciatura di Buffy “Hei…” le disse

“Si?”

Il suo sguardo scese sul suo braccio immobilizzato “Sei ferita”

“Sono stata appena dimessa dall’ospedale” si schermì lei

Lui annuì, ma non si accontentò “Ma, vedi…Insomma hai il braccio immobilizzato” ripeté come se fosse la sua preoccupazione principale.

“Ti crea qualche problema?” chiese Buffy

“Bè, è che…Insomma volevo parlare con te.”

“E non posso parlare con un braccio così?”

“Certo che puoi” la rassicurò lui, “non so però se un discorso sarebbe la cosa migliore da fare, devi essere molto stanca”

“C’è chi dice che i fatti sono più eloquenti delle parole” gli disse lei.

Lui annui con entusiasmo. “E’ verissimo. E credimi, intendo darti degli esempi vividissimi di ciò che sto per dire. Solo che ora…”

Lei ebbe un moto di disappunto “Non voglio essere motivo di distrazione per te. Adesso cerco un posto comodo per sedermi”. Buffy però non si mosse e lui lo notò, perché con il dito seguì la curva delicata della sua guancia. “Dovrei ringraziarti, ma non te ne sono affatto grato, sappilo”

Angel ricominciò a baciarla, ma lei si scostò. A parte i gesti, lui non le aveva ancora detto per quale motivo era li. Ora era il momento di chiarire le cose.

“Vieni” lo invitò.

Gli fece strada di seguirla e trovarono una serie di rocce su cui sedersi. Erano l’uno di fronte all’altra.

“Mi sei mancata, Buffy” cominciò Angel senza preamboli. Si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro. Finalmente si fermò di fronte a lei e la guardò come se Buffy fosse il suo giudice e la sua giuria. “Ci ho messo del tempo a capire” continuò, “ma ora so che avevi ragione, su tante cose.”

“Davvero?”

Angel annui. “Ho finalmente capito ciò che mi hai detto prima di uscire dalla mia vita.”

Buffy arrossì “Non sono uscita dalla tua vita, ho solo lasciato le gallerie”

“Ritornerai a Sunnydale?”

Non le piacque quel tono, dove voleva arrivare? “Perché?” chiese seccata.

“Perché presto io dovrò ritornare a Los Angeles, al mio lavoro, alla mia vita…”

Tutte le speranze di Buffy scomparvero come per magia. Era tornato ad ripeterle le stesse cose di allora?

“Angel…”

“Non è come pensi” la interruppe lui. “Ascoltami, per piacere”

Lei annui mestamente “E va bene”

Angel ricominciò a camminare come un leone in gabbia, Le parve molto concentrato su ciò che stava per dire. “Come dicevo prima, avevi ragione su molte cose. Ma su un fatto hai sbagliato. Io non ho mai avuto paura di vivere. Quando tu eri con me, tutto andava benissimo. Vivevo, se così posso dire, pienamente giorno dopo giorno... fino alla scoperta dell’aspetto tragico della mia maledizione.”

Lei chiuse gli occhi e ricacciò indietro le lacrime. Ci risiamo, pensò sconsolata. Ma perché insisteva?

“Solo ora ho capito però che la maledizione non c’entra niente, o almeno non è una parte decisiva.” Concluse lui.

Lei riaprì gli occhi, sorpresa ma ancora sospettosa.

“Cosa?”

“Non era colpa della maledizione. L’ho capito dopo”

“Come sarebbe?” chiese lei confusa.

Lui le si avvicinò e le prese la mano fra le sue “ Era colpa mia. Tu sei la cacciatrice. Sei speciale. Sono stato attratto da te fin dal primo giorno. Mi infondevi un calore, una consapevolezza di me stesso che in due secoli non ero mai riuscito a trovare. Tu eri occupata con a caccia, con la scuola, eppure avevi tempo per i tuoi amici, la tua famiglia e me. Io ne ero orgoglioso. La cacciatrice che trova tempo per un vampiro”

“Andiamo” obiettò lei “Non ho fatto nulla di speciale”

Lui la guardò serio “Hai fatto molto di più. Tu hai un modo così caloroso ed umano che non si può non volerti bene ed io, come gli altri ho sempre preso da te. E ti ho dato così poco.”

“Ma…”mormorò Buffy.

“Io sono un vampiro Buffy, questo non potrà mai cambiare” gli avrebbe parlato più avanti della profezia scoperta da Wesley “l’amore che provo per te mi ha reso simile agli esseri umani, ma io sono un demone, ho un’anima è vero, ma dentro di me esiste ed esisterà sempre un demone” dichiarò lui.

Ancora una volta i sogni che piano piano Buffy aveva cominciato a elaborare subirono una battuta d’arresto. Ancora una volta Angel pensava a se stesso, e voleva decidere per lei

Buffy liberò le mani dalle sue e si alzò “Non credo…”

“Torna con me, Buffy” la pregò. Ma non si alzò per seguirla. Anzi, mise un ginocchio per terra.

“Grazie ma…”

“In qualità di amica” la interruppe lui.

“Non credo…”

“In qualità di compagna”

“Proprio non…”Buffy chinò la testa così bruscamente che quasi perse l’equilibrio “Come hai detto?”

Lui sorrise. “Diventa mia amica” ripeté

“Non questo, l’altra cosa” lo incalzò lei,

Il sorriso di Angel si allargò. “Diventa di nuovo la mia ragazza”.

Buffy lo guardò incredula.

“Buffy Anne Summers” cominciò lui, gli occhi maliziosi, “Sto facendo del mio meglio.” Si alzò in piedi e le prese una mano tra le sue. “Vuoi essere di nuovo la mia ragazza?”

“Stai dicendo sul serio?” esclamò lei

“Sono serissimo” la rassicurò lui.

“Ma perché?”

Angel strabuzzò gli occhi, facendo finta di cercare una risposta. “Vediamo…un minuto fa lo sapevo il motivo. Che cos’era? Ah, si, ora ricordo”. La guardò con un’espressione felice e tenera. “Perché ti amo.”

“Ma…”

“Perché non posso vivere senza di te.”

“Ma…”

“Con te accanto, sarò l’uomo più felice di questa terra, maledizione o non maledizione.”

Lei s’irrigidì di colpo. Ancora con quella storia?

“Basta. Angel non dirlo più”

“Mi spiace, ma chiunque si sia conquistato l’amore di Buffy Summers è senza dubbio il più felice e fortunato degli uomini. Devi accettarlo, tesoro mio, perché è la pura verità!”

Buffy lo guardava ancora stupida delle sue parole. Improvvisamente il volto di Angel si fece serio “So che la mia condizione di vampiro e la maledizione pongono dei limiti, ma cercheremo di superarli…insieme”

Ancora una volta l’ottimismo tornò nel cuore di Buffy “Ma io sono la cacciatrice. Sai la vita che mi aspetta! Non volevi qualcosa di diverso per me?” protestò.

“Me ne infischio che tu sia la cacciatrice e della mia maledizione” ribatté lui, “nel limite delle nostre possibilità, insieme tu ed io ci costruiremo un’esistenza possibilmente felice e serena”

“In che modo?”

“Amandoci come ci amiamo, e so che tu mi ami, lo leggo nei tuoi occhi, non possiamo che essere felici. Semplice.”

Lei sorrise “E’ quello che pensi?”

Angel annui deciso. “E’ quello che so. La felicità non nasce per la magia di un talismano, nasce dall’ottimismo, dalla positività, dall’amore. Dopo il mio ritorno dall’inferno avevo perso tutto questo. Ho cercato di migliorare le cose, ma non ci sono riuscito. Ho pensato che non avevo il diritto di costringerti a vivere una vita così, ti amavo molto su questo non avevo dubbi, ma non avevo altro da offrire. Un’esistenza che precludeva la luce del sole, una maledizione che complicava la vita, un demone che faticavo a controllare e i tuoi amici che ancora non si fidavano di me.”

“Hai mai pensato che mi sarebbe bastato? Che era tutto ciò che desideravo?”

“Mi sono innamorato di te quasi subito, lo sai. E allora tutto era diventato possibile. Una vita diversa, senza solitudine. Tu non mi facevi sentire diverso, ma un uomo come gli altri. Dopo, senza di te ero disperato, sperduto. E anche tutto il resto è peggiorato. Sono andato a Los Angeles per cercare di dimenticarti, ma non ho più trovato quelle sensazioni che tu mi infondevi nel solo vederti o sentirti. Pensavo che aiutare gli altri avrebbe cambiato qualcosa, ma nemmeno la caccia era così gratificante senza di te. Peccato che me ne sia accorto così tardi.“

Lei lo guardava, le idee confuse, incapace di rispondere.

Al suo silenzio Angel si rannuvolò e le chiese inquieto: “Non è troppo tardi? Mi voi ancora vero?”

A questo Buffy sapeva cosa rispondere. E come aveva detto in precedenza, i fatti a volte sono più eloquenti delle parole. Perciò si avvicinò a lui, pose la mano dietro alla nuca e lo attirò a se.

Bé, pensò Angel, questa era una risposta positiva. Per accertarsene avvicinò il viso a quello di lei e la baciò.

 

Da lontano due figure abbracciate avevano osservato la scena

“Pensi che ora andrà tutto bene?” chiese Catherine

“Sembra che si siano ritrovati. Forse è troppo presto per dirlo. Ma sicuramente è un buon inizio” rispose Vincent mentre lentamente si incamminavano lungo il tunnel.

 

Sullo sfondo Angel e Buffy continuavano a baciarsi. Sapevano entrambi che i loro problemi non erano finiti, che avrebbero dovuto affrontare molti ostacoli, ma questa eventualità non sembrava turbarli.

Buffy era consapevole che mai Angel le aveva aperto così il suo cuore. Forse ci sarebbe stata ancora una speranza per loro, pensò, mentre si lasciava trasportare sulle ali della felicità.

 

CAPITOLO 23

 

Sunnydale – Casa Summers

 

Il telefono squillava già da un po’. Dawn prese la cornetta sbuffando “Pronto?”

“Ciao Dawn, sono io”

“Buffy. Come stai? Quando ritorni a casa?”

“Venerdì” disse la voce all’altro capo del telefono.

“Allora li è tutto a posto ora?”

“Si tutto a posto. Ti prego avvisa Giles, io non sono riuscita a rintracciarlo. Il mio volo arriverà alle 22,OO”

“Ok. Avvertirò Xander è l’unico che abbia l’auto”

“Va bene. Ciao Down. Ci vediamo Venerdì. Mi passi Will per favore?

“Willow e Tara sono uscite”

“Ti hanno lasciata sola?”

“Buffy sono in grado di badare a me stessa…”

“Non voglio discuterne adesso. Riprenderemo il discorso quando sarò a casa. Salutami tutti. Ciao”

“Ciao”

 

“Allora quando arriva?” disse improvvisamente una voce.

“Venerdì alle 22,00” rispose Dawn, mentre si abbracciava teneramente a Gunn.

“Strano nessuno mi ha avvisato dell’arrivo di Angel”

“Forse perché hai lasciato il cellulare spento”

“E’ vero!”

Gunn si alzò di scatto dal divano, prese il cellulare e compose il numero. Dall’altro capo del telefono una voce irruppe improvvisamente

“Cordelia…ci sono novità?” Dopo aver annuito un paio di volte ripose il cellulare.

“Allora?” chiese Dawn mentre versava una tazza di caffè

Angel ha comunicato che arriverà domenica. Ha dovuto fermarsi a New York per dei problemi. Quindi questa è l’ultima sera che abbiamo per noi” disse malizioso

“Effettivamente…” non fece in tempo a finire la frase che Gunn la baciò con trasporto.

 

Avevano iniziato a frequentarsi subito dopo la partenza di Angel, anche se all’inizio Gunn era titubante. Dawn aveva insistito per incontrarsi per vedere un film e mangiare qualcosa. Da cosa era nata cosa ed ora si vedevano assiduamente, ogni qualvolta il lavoro di Gunn lo permetteva.

Non avevano detto nulla a nessuno. Probabilmente Xander e Giles lo avrebbero trovato sconveniente. Gunn era più grande di lei, ma questo non la disturbava e come lui le aveva spiegato voleva vedere come si sarebbero sviluppate le cose prima di rendere tutto ufficiale.

“Devo andare” disse dopo averle dato l’ennesimo bacio

“Mmm…”mugolò Dawn, non potresti aspettare un po’?”

“E’ già tardi…”

“Va bene”. Fino a quel momento la sua relazione con Gunn si era fermata ai baci ed a carezze, non troppo audaci, ma era sicura che prima o poi la loro relazione sarebbe saltata ad un gradino superiore. Aveva sedici anni, e non vedeva l’ora di sperimentare qualcosa di più.

“Quando ci vediamo?”

“Ti chiamerò! Con tua sorella in casa sarà ancora più difficile incontrarci.”

“Potremmo dirle di noi…”

“E’ ancora troppo presto Dawn…”

Un velo di sofferenza le attraversò gli occhi

Gunn le prese le mani fra le sue “Dawn, ti voglio molto bene, ma penso che non si debba affrettare le cose. Quando sarà il momento parlerò io con tua sorella.”

“Dici sul serio?”

“Ti ho mai mentito?”

“Mai... fino ad ora!”

Le diede un buffetto sul naso, e dopo averla baciata uscì dalla casa dalla porta sul retro.

 

New York – appartamento di Catherine

 

Buffy appoggiò la cornetta del telefono mentre delle lacrime le salivano agli occhi.

“E’ stata felice di sentirti?” chiese Catherine

“Molto. Non vede l’ora di rivedermi. Del resto è quasi due mesi che manco da casa” Fece un rapido gesto con il braccio. Non le doleva più e aveva ripreso pienamente la sua mobilità e forza.

Catherine l’osservò attentamente “Mi stupisco ancora della tua capacità di guarigione.”

“Super poteri ci cacciatrice. Andiamo?”

“Certamente” rispose sorridendo Catherine. Sulla terrazza qualcuno stava aspettandole.

 

Angel guardò ancora una volta il magnifico panorama che si godeva dall’appartamento di Catherine.

“Toglie il fiato” ripeté per l’ennesima volta

“E’ davvero stupendo. Queste luci rappresentano il sole per me e Catherine” disse Vincent.

Per arrivare fino al suo balcone avevano intrapreso una via abbastanza ardua. Certo Angel sarebbe potuto entrare tranquillamente in ascensore. Il suo aspetto non destava curiosità. Ma per Vincent sarebbe stata un’altra cosa. Vincent arrivava al balcone di Catherine arrampicandosi lungo i condotti dell’aria condizionata e lungo delle scale di servizio usate per la manutenzione.

“La gallerie e questo balcone sono gli unici luoghi che possiamo frequentare insieme. Non possiamo girare liberamente a parte una notte all’anno”

“Halloween?”

Vincent anui. “Ma abbiamo molti altri interessi in comune”

“Si ho notato. Anche io e Buffy ci siamo riavvicinati parecchio. Abbiamo scoperto molte cose su noi stessi, e sui nostri gusti. A volte penso che le tue gallerie siano magiche Vincent”

“Non c’è nessuna magia. Solo tanta solidarietà e amore”

“Forse è proprio questa la magia”

“Padre ti ha raccontato della sua teoria a proposito della tua maledizione?

“Si. Ma non ci credo molto. Non ho detto nulla a Buffy, sai per non darle delle false speranze. Farò delle ricerche e poi le parlerò”.

“Decisione molto saggia. Le racconterai tutto quando sarai sicuro?”

“Certamente”

“Me lo prometti?”

“Ma che domande mi fai?”

“Non voglio rivedere Buffy ancora triste perché sei caduto nel tuo solito errore. Vi siete ravvicinati e l’onestà fra voi deve avere la massima importanza”.

Angel annui.

“Hai scoperto alla fine che cosa volesse dirti Narcissa?” chiese Vincent

“No. Non ho capito molto di ciò che mi ha detto. Ma questo non ha molta importanza ora” disse sorridendo mentre fissava Buffy e Catherine che si stavano avvicinando alla vetrata che dava sul balcone. Avevano organizzato una piccola cena per quattro. Una cena di arrivederci. Erano diventati molto amici e ad a tutti dispiaceva lasciarsi.

 

New York . - aeroporto

 

Angel si staccò riluttante dalle labbra di Buffy.

“Devo andare” disse quest’ultima.

“Quando ci risentiremo?”

“Prima dobbiamo riprendere possesso delle nostre vite, e ricominciare lentamente la solita routine”

“Sarà difficile”

“Lo so. Ma è l’unico sistema...” e dopo aver riflettuto disse “Ci sentiamo alla fine della prossima settimana, va bene?”

Angel parve soddisfatto. “Ti chiamo io. E’ più semplice”

“Devo proprio andare ora…”

“Un ultimo bacio” disse mentre si piegava verso le sue labbra.

 

Angel guardò il volo di Buffy mentre decollava. Avevano deciso di non dire nulla a nessuno. Non avrebbero capito e sarebbero stati tutti col fiato sul collo per paura che accadesse l’inevitabile.

All’inizio non era stato molto d’accordo, ma poi Buffy gli aveva raccontato di quello che era accaduto quella volta che era ritornato dall’inferno. Le avevano quasi fatto un processo accusatorio per avergli taciuto il suoi ritorno. Angel era rimasto sorpreso. Comprendeva bene le loro paure, ma accusare in quel modo Buffy, proprio non capiva. Non si fidavano del suo giudizio quando c’era di mezzo lui. Comunque nel suo profondo nemmeno a lui piacevano le intromissioni dei loro amici.

Si diresse verso l’uscita dell’aeroporto. Aveva trovato una stanza in un motel li vicino. Il suo volo sarebbe partito fra due giorni. Due lunghissimi giorni.

 

Venerdì sera. Casa di Buffy

 

Buffy gettò il borsone sul suo letto. Era stanchissima. Aveva trovato tutta la gang all’aeroporto, e dopo baci e abbracci, l’avevano tempestata di miriadi di domande.

Buffy era riuscita a posticipare il tutto per il giorno dopo. Si sarebbero incontrati al Magic box e gli avrebbe raccontato tutto.

Si gettò sul letto e improvvisamente un odore famigliare la colpì. Era il profumo di Angel. Come era finito sul cuscino del suo letto? Sorrise. Non aveva molta importanza, forse al loro prossimo incontro glielo avrebbe chiesto e ora…una bella doccia e un buon sonno era quello che desiderava altre ogni cosa. Guardò ancora il suo cuscino. “Non cambierò molto presto quella federa” pensò mentre si dirigeva in bagno.

 

Sabato pomeriggio – Magic Box

 

“E questo è tutto” disse Buffy

Giles si pulì gli occhiali, mentre tutti gli altri erano ancora senza parole dopo tutto il suo racconto.

“Quindi Jacob e la sua comunità non dovrebbero più correre seri pericoli” disse Giles sollevato.

Buffy annui. Aveva dato un resoconto molto preciso dei fatti accaduti a New York, ma aveva tralasciato alcuni particolari: Vincent ed il suo riavvicinamento ad Angel.

“E Angel?” chiese Xander

“Angel?”

Tutti la guardarono.

Ci siamo pensò Buffy. Si era preparata quel discorso durante il viaggio di ritorno e sperava che le avrebbero creduto.

“Dopo che mi ha trovata e avvisato che il messaggio a Giles era andato perduto, mi ha aiutato con qui vampiri e se ne è andato”

“E’ tutto?” chiede Willow

“Si. Non c’è altro. Ora abbiamo vite separate e diverse. Ed io ho solo bisogno di tranquillità”

“Xander ci ha detto di Spike” disse preoccupato Giles

“Spike è un capitolo chiuso ora. Lasciatelo in pace. Ha già abbastanza problemi” rispose pacatamente Buffy.

“Bene” disse Anya, “se non c’è altro è il caso di riaprire il negozio. I clienti aspettano”

Anche Willow e Tara si alzarono, dovevano fare delle ricerche, mentre Giles fece segno a Buffy di seguirlo.

Entrati nella palestra posta sul retro del Magic Box Giles, tolse dalla tasca della sua giacca un foglietto.

Buffy lo guardò stupita

“E’ il nuovo lavoro che ti avevo promesso”

“Di cosa di tratta?”

“Aiutante in una palestra”

“Palestra?”

“Buffy, dati i tuoi poteri, sei veloce e molto atletica. E’ un lavoro ben remunerato. Ti aspettano lunedì mattina alle 09,00”.

Buffy prese il foglietto “Grazie signor Giles. Lei è un tesoro”.

Giles seguì Buffy con lo sguardo mentre uscita dalla palestra. Avrebbe dovuto dirglielo che presto sarebbe ripartito. Aveva rimandato troppo a lungo. Buffy per lui era stata quella figlia che non aveva mai avuto e lasciarla era doloroso. Ma purtroppo doveva ritornare in Inghilterra.

 

Los Angeles – Domenica notte.

 

Quando Angel superò l’entrata dell’Hymperion una Cordelia al settimo cielo gli gettò le braccia al collo tempestandolo di domande.

Wesley e Gunn gli strinsero la mano felici di rivederlo. Poi, iniziò il suo racconto sui fatti accaduti a New York

“E Buffy?” chiese Cordelia

“E’ ritornata a Sunnydale” disse perentorio Angel. Data la risposta assai brusca nessuno chiese altro.

Improvvisamente Cordelia di piegò in due e si mise la mani attorno alla testa. Una visione.

Tutto ritornava alla normalità alla fine pensò Angel, mentre assieme a Gunn e Wesley lasciava in tutta fretta l’hotel.

 

Sunnydale – Due mesi dopo

 

Buffy si stava preparando con cura. Giles era partito per l’Inghilterra quasi un mese prima, e le era dispiaciuto moltissimo. Si sentivano per telefono e anche per e-mail. Lavorando alla palestra, aveva dovuto imparare ad usare il computer ed ora era abbastanza brava, tanto che ne aveva acquistato uno. Serviva anche a Down per la scuola. Tutto stava procedendo per il meglio.

Era elettrizzata. Quella sera avrebbe rivisto Angel. Erano passati dieci giorni dall’ultima volta e a lei sembrava un’eternità. Le aveva detto che le avrebbe fatto una sorpresa. Buffy fremeva nell’attesa.

Dawn entrò nella stanza senza bussare “Buffy…”

“Quante volte ti ho detto che devi bussare prima di entrare nella mia stanza?”

“Tanto sei sola. Che senso ha bussare, scusa?”

Buffy sospirò. Dawn non sarebbe cambiata mai e purtroppo l’aveva vista. Doveva fare buon viso a cattivo gioco.

“Non sei troppo elegante per andare a caccia?”

“Non vado a caccia. Ho un appuntamento”

“Davvero? Lo conosco?”

Buffy scosse la testa “è un ragazzo che frequenta la palestra”

“Me lo presenterai?”

“No. Dawn esco solo con lui, non me lo sposo!”

“Allora rimarrò da sola stasera!”

“Ho chiesto a Xander e Anya di venire a farti compagnia”

“Buffy ho quasi diciassette anni, non credi che posso stare una sera a casa da sola?”

Buffy guardò Down. Un mese prima era riuscita a far sgombrare gentilmente da casa sua Willow e Tara.

Ora avevano un appartamentino per conto loro. Aveva anche apportato alcune modifiche all’arredamento. Guardò Dawn effettivamente era diventata grande “Va bene, ma mi raccomando..”

“Lo so, lo so Non inviterò nessuno in casa, non uscirò da sola…ecc.ecc.”

“Down è importante lo sai”

“Si. Non ti preoccupare Buffy. Farò la brava” gridò mentre come una furia si chiudeva in camera sua e componeva un numero di telefono che ben conosceva

Quando Buffy uscì Dawn si sorprese che il suo accompagnatore di quella sera non fosse venuta a prenderla davanti alla porta di casa. La cavalleria era morta disse fra se. Salì in camera sua e si preparò per il suo appuntamento.

 

Buffy attraversò il cimitero quasi di corsa. Era in ritardo. Angel la stava aspettando alla periferia della Cittadina. Chissà cosa aveva in mente. Forse un cinema di quelli in bianco e nero, oppure un concerto o solo una seratina romantica. Avevano scoperto che piacevano ad entrambi i film anni 50 e a volte si svolgeva qualche concerto di musica da camera che a Buffy non dispiaceva. A dire il vero in questo modo poteva stare vicino ad Angel senza che i suoi amici potessero vederli. Erano luoghi che non frequentavano di certo.

Era quasi fuori dal cimitero che fu bloccata da un imprevisto.

Il vampiro, un novellino, le se parò davanti. “Senti non ho tempo ora” disse mentre estraeva velocemente il paletto “fatti da parte”

Il vampiro le saldò addosso, la fece ruzzolare a terra. Quando si liberò di lui, il vestito nuovo era sgualcito, la pettinatura era andata ed era piena di polvere.

Angel, appoggiato alla sua auto stava aspettando con impazienza. Aveva una sorpresa per Buffy. I loro ultimi incontri si erano svolti al cinema, ad concerti o in locali poco frequentati. Angel non avrebbe voluto portarla li, assomigliavano più a delle bettole che a dei bar, ma era il solo modo per non farsi vedere dai suoi amici di Sunnydale.

Un paio di ragazze gli passarono vicino e gli sorrisero. Lui rispose meccanicamente. Una voce melodiosa proruppe alle sue spalle. “Bella macchina, è tua?” Angel si voltò e vide una donna, sui venticinque anni, con un aderentissimo abito nero, capelli di un rosso acceso farsi avanti. La studiò a fondo. Non era una vampira era solo una donna in cerca di avventura. Cosa assai pericolosa a Sunnydale. “Sei solo?”

“No. Sto aspettando qualcuno” rispose gentilmente Angel

“E’ da molto che aspetti. Forse ti ha dato buca, non credi?” disse la donna mentre con movenze feline si stava avvicinando quasi strusciando languidamente contro la macchina.

Quella donna stava flirtando con lui e cercava di adescarlo. Angel sorrise fra se. Ora era vicina e con le unghie perfettamente laccate di un rosso acceso gli stava percorrendo il braccio

“Senti, sono impegnato. Cerca qualcun altro per questa sera”

“Ho trovato quello che voglio” disse la donna, sempre più vicina. Ormai gli si era quasi appiccicata addosso.

Angel lentamente la scansò. “Ti ho detto che aspetto una persona.”

“Che è in ritardo. Potremmo divertirci molto assieme non credi? Non ti preoccupare non sono il tipo di persona da relazioni stabili, mi bastano avventure occasionali, sono più soddisfacenti. E guardandoti attentamente, penso che saranno estremamente soddisfacenti” disse mentre lo squadrava dall’alto in basso vogliosamente.

Angel cercò di togliersela di dosso. Se Buffy fosse arrivata in quel momento chissà cosa avrebbe pensato!

“Ti ringrazio per il complimento, ma veramente non sono interessato”

“Perché?”

“Perché lui sta con me” disse una voce molto arrabbiata alle sue spalle

Buffy!

La donna si girò e la squadrò. Sorrise apertamente “E’ un bel ragazzo è naturale provarci non credi? Ho trovato poche persone fedeli fino ad oggi e se mi fosse andata bene avrei passato una bellissima serata e nottata” Poi rivolta ad Angel “Non sai cosa ti perdi tesoro” e si allontanò ondeggiando i fianchi con fare provocante.

Angel si avvicinò a Buffy. “Sei ferita?”

“No.” Era palesemente arrabbiata ed Angel cercò di essere il più cauto possibile.

“Per fortuna che sei arrivata, non voleva lasciarmi in pace”

“Non le posso dare torto” disse Buffy “E’ solo che…insomma ogni volta che cerco di arrivare in tempo ed di essere presentabile arriva sempre qualche imprevisto. Volevo essere perfetta per te stasera, ed invece eccomi qua, il vestito nuovo sgualcito, i capelli arruffati e tutta la polvere…”non riuscì a finire la frase che Angel la baciò con passione.

Quando le loro labbra si staccarono disse “Non puoi fare così”

“Così come?” chiese Angel divertito

“Così. Un bacio mozzafiato, le mie cellule cerebrali che si disintegrano e io che non ricordo più quello che volevo dire” rispose Buffy con un sospiro.

Angel la allontanò da se. “Sei bellissima, anche con il vestito sgualcito, e i capelli arruffati”. Le porse il braccio. Buffy lo accettò e insieme si incamminarono verso la macchina.

 

Appena Dawn aprì la porta di casa, Gunn la baciò senza esitazione.

“Così tua sorella ha un appuntamento”

“Già! Sarà a casa tardi, molto tardi”

“Allora abbiamo tempo per vedere questo film” disse porgendo la cassetta.

Dawn si illuminò di felicità. “Ho preparato i pop-corn ed il gelato”

Gunn le circondò le spalle con un braccio “Sarà una bellissima serata. Lo sento” disse mentre si dirigevano insieme in salotto.

 

Stava percorrendo una strada periferica di Sunnydale.

“Dove mi stai portando?”

“E’ una sorpresa, vedrai” Si fermò davanti ad un cancello in ferro battuto. Scese e aprì il suo sportello.

“Signorina Summers, prego”

“Che cos’è?”

“Una casa”

“Questo lo vedo anch’io. Ma perché mi hai portato qui?”

“Sono stanco che per vederti devo sempre portarti in posti…orribili. Alla mia vecchia casa è troppo pericoloso, qualcuno potrebbe andare a controllare. Bene questo è il nostro rifugio”

Angel spinse il pesante cancello. Buffy entrò. Il giardino era circondato da un alto muro. In fondo ad un viale non molto lungo si ergeva una piccola villetta. Era in stile Tudor.

“Molto carino”

“Viene ti faccio vedere il resto”

Aprì la porta che cigolò leggermente. “Devo ancora sistemare alcune cose” disse. Accese la luce.

Buffy si trovava in un salotto, non molto ampio, la mobilia era scarsa e c’era un enorme caminetto posto in fondo alla stanza davanti al quale troneggiava un enorme divano.

Le fece visitare tutto il piano terra. C’era una cucina, molto funzionale, un piccolo bagno, lo scantinato. Poi salirono al piano superiore. C’erano quatto porte. Angel le aprì. Due erano delle piccole camere da letto, ma non c’era nessun mobile in esse, un altra era la porta del bagno. Infine arrivarono alla porta in fondo al piccolo corridoio.

Quando fece cenno a Buffy di entrare lei rimase senza parole.

La stanza era grande. Appoggiato alla parete c’era un grande letto a due piazze, e al lato opposto un altro caminetto. C’era pure un armadio e un cassettone. Angel accese una piccola lampada appoggiata sul comodino.

“Ti piace?”

Buffy fu presa alla sprovvista “Eh?”

“La casa ti piace?”

“E’ molto bella”

“Sono contento. Ora potremmo incontrarci qui tutte le volte che vogliamo senza il timore di essere scoperti. Ero stanco di portarti in quei …bar” disse sedendosi sul letto

“Erano molto caratteristici”

“Erano delle bettole! Tu meriti…”

“Che cosa?” chiese apprensiva Buffy

Con un gesto plateatico della mano Angel disse “questo”

Buffy si avvicinò a lui “Tutta la casa o questa stanza in particolare?”

Angel la guardò sorridendo. “Tutta la casa” sussurrò mentre Buffy si piegava verso di lui per baciarlo

I loro baci erano sempre favolosi. Anche Angel si stupiva di quanto piacere e felicità riuscivano a dargli. Certo non era il famoso attimo di felicità ma erano stupendi ugualmente. Le pose le mani sulla vita e stringendola la attirò a se fino a quando non si ritrovò sdraiato sul letto con lei sopra. Continuando a baciarla, cominciò ad accarezzarla seguendo la curva della spina dorsale, per poi scendere lungo i fianchi.

A Buffy piaceva baciare Angel. Sapeva benissimo che si sarebbero fermati in tempo. Erano ormai due mesi che si vedevano e toccavano in quel modo. Dio, i suoi baci sono così pieni di desiderio pensò, mentre con le mani si era insinuata sotto la sua maglietta e aveva iniziato a massaggiargli il petto.

Non si accorsero del tempo che passava. Si stavano ancora baciando che Buffy sentì un suono attraversarle la mente. “Scocciatore” penso. Il suono era sempre più fastidioso e visto che Angel non accennava ad abbandonare quello che stava facendo, si scostò riluttante e disse “il cellulare…”

“Cellulare?…”

“Si…il tuo cellulare sta suonando”

“Lascialo suonare…” mentre riprendeva possesso delle sue labbra

Buffy si staccò ancora da lui “Devi rispondere potrebbe essere importante” disse mentre si rialzava in piedi.

Angel rimase disteso sul letto che le braccia aperte “Ucciderò Cordelia per avermelo comprato”

Prese il cellulare dalla tasca del suo ampio cappotto “Pronto?…Cordelia calmati. Si. Sarò lì al più presto possibile. Rintraccia Gunn intanto…Non so prova a casa sua, dai suoi amici. Lascia un messaggio in segreteria….Ci vediamo presto”

Chiuse la comunicazione e sbuffò

“Problemi?” chiese Buffy mentre si lisciava il vestito che ormai era del tutto sgualcito.

“Devo andare. Una Visione di Cordelia”

“Non ti preoccupare. Capisco molto bene”

“Vieni. Ti accompagno vicino a casa”

“Grazie. Non mi va di camminare questa sera”

Arrivati in prossimità della casa di Buffy Angel le diede un piccolo pacchetto. Trepidane lo aprì e scorse una chiave. La sollevò in alto e guardò Angel con aria interrogativa.

“La chiave della porta d’ingresso della casa”

Lei sorrise e baciandolo disse “Grazie. Chiamami quando tutto sarà finito mi raccomando”

“Puoi contarci.”

Buffy rimase a fissare l’auto di Angel fino a quando fu inghiottita dalla notte e lentamente si avviò verso casa.

 

Anche Gunn era stato chiamato e aveva dovuto lasciare Dawn in tutta fretta. Si stava dirigendo verso il parcheggio dove aveva lasciato il suo furgone quando vide l’auto di Angel.

“Che cosa ci fa la sua auto qui?”

Forse si sbagliava. Poteva essere un altra auto. I suoi dubbi svanirono quando vide Angel seduto al posto di guida intento a baciare una donna. Strinse gli occhi per vedere meglio: Buffy!. E bravo il mio capo, a tutti ha detto che non ha più contatti con lei e invece è qui che se la sta sbaciucchiando. Ora mi sentirà pensò fra se. Ma poi ripensandoci capì che forse avevano fatto quello che anche lui e Dawn stavano facendo. Impedire noiose e apprensive intromissioni da parte dei loro amici.

“Il tuo segreto al sicuro con me, non ti preoccupare” disse ad alta voce mentre metteva in moto il suo furgone e si dirigeva verso Los Angeles.

 

CAPITOLO 24

 

Los Angeles - Hotel Hymperion

 

Angel e Gunn arrivarono quasi contemporaneamente davanti all’hotel Himperion. Entrarono come furie e furono aggrediti da Cordelia che sbraitando gli disse che Wesley era andato da solo.

Senza un attimo di esitazione, si armarono e uscirono.

 

Sunnydale - Casa di Buffy

 

Quando Buffy arrivò a casa era triste. Forse avrebbe dovuto permettere ad Angel andare oltre i baci. Sapeva bene che il suo corpo ed anche quello di lui desideravano qualcosa di più.

Ricordava ancora quello che era successo nella grotta delle cascate. Le sue carezze, il suo corpo nudo contro il proprio…non doveva pensare a questo.

Sentiva che Angel tutte le volte che era con lei si tratteneva nel toccarla sotto i vestiti, e ripensandoci non la stringeva nemmeno con molta forza.

Lui aveva molta esperienza e sicuramente era capace di farle provare un piacere infinito, ma lui? Avrebbe potuto trovare appagamento in una esperienza del genere senza andare incontro a quel ormai triste attimo di felicità?

Non aveva molta esperienza in quel campo. Decise che il giorno dopo avrebbe acquistato qualche libro “in tema” per così dire. Ma in fondo aveva ancora paura. E se poi si fossero lasciati andare e fosse successo l’inevitabile? Doveva parlare con lui di questo. Ora che avevano quella piccola casa forse sarebbe stato possibile. Queste non erano certo conversazioni da fare in un cinema o in un bar.

Salì al piano di sopra e aprì lentamente la porta della camera di Dawn. Stava dormendo profondamente. Si era comportata bene pensò fra se e questo la sollevò un po’ dai tristi pensieri che occupavano la sua mente.

Appena Buffy chiuse la porta, Dawn aprì gli occhi. Sotto le coperte era ancora vestita. Era ritornata prima del previsto. Per fortuna che Gunn aveva avuto quella chiamata altrimenti li avrebbe scoperti, non che questo le sarebbe dispiaciuto, anzi, ma per il momento era meglio non darle altre preoccupazioni.

 

Los Angeles

 

Angel e Gunn rientrarono portando di peso Wesley all’Himperion poco prima dell’alba. Si erano ritrovati nel bel mezzo di una riunione di demoni Skiltos, che si preparavano ad effettuare un rituale con sacrifico umano. Interrotti sul più bello non erano stati felici di vederli. Risultato: demoni distrutti, vittima liberata, Welsey con un bernoccolo grande come un pomodoro e lui e Gunn, stanchi, vestiti strappati e lividi ovunque.

 

Quando Cordelia li vide entrare lanciò un urlo di gioia. Dopo aver depositato Wesley su un divano dell’entrata e posato sul suo enorme bernoccolo una borsa con del ghiaccio. Cordelia iniziò a tempestarli di domande.

“Si può sapere deve eravate finiti? Ci ho messo un sacco di tempo per rintracciarvi. Capisco che Gunn abbia la sua vita, ma tu Angel, si può sapere dov’eri?. Ti ho cercato per tutto l’Hotel, anche da Lorne. Dovresti lasciare detto dove vai” disse arrabbiata mentre gli medicava una ferita sulla fronte con poco garbo e applicava un cerotto.

“Se solo sapesse” disse Gunn sottovoce

“Hai detto qualcosa?” chiese Cordelia mentre iniziò a medicare anche lui.

“No. Ma ti prego fai piano, dopo essere scampato a quei demoni non vorrei morire per mano tua”.

“Scusami Gunn, non sono arrabbiata con te. So benissimo che hai il tuo gruppo, il tuo quartiere da proteggere, sono arrabbiata con lui” disse mentre con un’occhiata fulminava Angel

“Non posso avere una serata libera?” disse quest’ultimo

“Serata libera? Che cosa stai dicendo? Tu non hai una vita sociale, non hai una ragazza, vivi di notte, che cosa ti serve una serata libera”? continuò Cordelia mentre finiva di medicare Gunn.

Angel si alzò. Il tatto di Cordelia era sempre delicato come quello di un elefante. Ringraziò Buffy per averlo convinto a non dire nulla.

“Vado a dormire” disse

“Ora?”

“E’ l’alba Cordelia e io non esco con il sole”

“Va bene, vai pure”

“Oh grazie per avermi dato il tuo consenso” rispose sarcastico mentre saliva la scalinata che portava ai piani superiori.

“Non dovresti essere tanto dura con lui” disse Gunn

Cordelia sospirò. “Lo so è che mi preoccupo sempre quando non ho vostre notizie”

Gunn le diede un bacio in fronte

“E questo per cos’è?”

“Perché ti preoccupi per noi. Cosa faremo senza di te?”

Cordelia sorrise “Dovreste cercarci un’altra segretaria con le visioni”

Un lamento li riportò alla realtà. Wesley si stava risvegliando.

 

Sunnydale

 

Buffy rientrò dall’ennesima ronda. Non vedeva l’ora di farsi una bella doccia. Guardò l’orologio. Erano le due passate. Bene disse fra se, doccia, sei ore di sonno e dopo al lavoro.

Aprì la porta della sua stanza. Dopo quel giorno di due settimane prima che Angel l’aveva chiamata per dirle che stava bene, non si erano più sentiti. Buffy gli aveva lasciato un paio di messaggi sul cellulare, ma lui non aveva mai risposto. Cominciava a preoccuparsi. Improvvisamente il telefono squillò e repentinamente alzò la cornetta prima che il suono svegliasse Dawn “Pronto?”

“Ciao tesoro…”

“Angel…stai bene?”

“Certo che sto bene, perché?”

“Non ti ho più sentito, cominciavo a preoccuparmi”

“Mi dispiace, ma sono stato tremendamente occupato. Ho passato gli ultimi dieci giorni nelle fogne a dare la caccia ad un gruppo dei demoni. Poi ho letto i tuoi messaggi.”

“Quando ci possiamo vedere?”

“Per il fine settimana va bene?”

“Si. Ti aspetto al nostro rifugio? Sai ho fatto qualche modifica, non ti dispiace vero?”

“Non vedo l’ora di vederla. Ci vediamo Venerdì”

“A Venerdì’” rispose Buffy mentre appoggiava al cornetta. Sorrise. Sarebbe stato un bellissimo fine settimana. Aprì il cassetto della sua toletta ed estrasse un libro. Lo aveva letto tutto, da cima a fondo un paio di volte e dubitava di riuscire a fare quello che c’era descritto. Arrossì involontariamente mentre pensava che prima doveva chiedere alcune cose un po’ private ad Angel. Ma ci avrebbe provato comunque.

 

Venerdì notte. Nuova casa di Angel

 

Buffy era in attesa. Fra poco Angel sarebbe arrivato e tutto doveva essere perfetto. Aveva ripulito dalla polvere, preparato la legna per il fuoco, acquistato del cibo, per entrambi, ed era riuscita a trovare in piccolo televisore e un videoregistratore a buon prezzo. Guardò per l’ennesima volta l’orologio, quando il cellulare suonò.

“Pronto?”

“Buffy, ciao sono io”

“Ciao! Quando arrivi?”

“Non arrivo proprio…una visione….mi dispiace molto”

Buffy non riuscì a reprimere una nota di disappunto nella voce “Non ti preoccupare, capisco bene, anche io delle volte ho saltato qualche appuntamento…”

“Tu non hai mai saltato nessun appuntamento, sei solo arrivata in ritardo…”

“E’ vero.”

“Scusami ti prego, so che tenevi molto a questa serata…ma mi farò perdonare”

“Lo spero bene!” disse risoluta Buffy “chiamami quando sarai libero”

“Puoi contarci….Ah Buffy?”

“Si?”

“Lo sai che ti amo vero?”

“Ti amo anch’io”

“Ti telefonerò appena possibile”

“Va bene”

Buffy chiuse la comunicazione. Spense le candele, prese il cappotto e uscì dalla porta. Sarà per un’altra volta concluse mentre si dirigeva verso casa.

 

Casa Summers

 

Gunn e Dawn erano teneramente abbracciati sul divano guardando la videocassetta “Il matrimonio del mio migliore amico”.

“Mi è sempre piaciuta Julia Roberts” disse Dawn

“A me piaci tu” rispose Gunn mentre la baciava “così Buffy ha un ragazzo?”

“Non so molto. A volte esce vestita di tutto punto, altre solo per la caccia. Sai non l’ho mai visto e non parla molto di lui, non so nemmeno come si chiama”

“Lo so io” pensò Gunn, ma non disse nulla. “Meglio per noi, comunque. Quando ha questi appuntamenti io e te possiamo incontrarci”

Dawn sorrise “vorrei che uscisse più spesso”

“Anch’io” rispose Gunn, mentre si chinava per baciarla.

Improvvisamente la porta di casa si aprì e Buffy entrò nel salotto. Quando vide Gunn abbracciato a sua sorella sul divano spalancò gli occhi “Che diavolo sta succedendo qui?”

 

CAPITOLO 25

 

Presi alla sprovvista, Gunn si alzò improvvisamente, Dawn che era appoggiata contro di lui rotolò da divano, i pop-corn finirono a terra ed il tavolino si rovesciò, e tutto quello che era appoggiato sopra andò a macchiare il tappeto nuovo.

“Allora? Sto aspettando una risposta!”

Dawn si rialzò da terra in tutta fretta “Buffy sei ritornata prima”

“Per fortuna dovrei dire. Chi sei?” chiese sulla difensiva Buffy

Con voce tremolante e imbarazzata Dawn disse “Lui è Gunn...”

“Non ho chiesto a te, ma a lui”

“Mi chiamo Gunn”

“Da quanto tempo va avanti questa storia?”

“Da un paio di mesi” rispose Dawn

“E’ così che fai la ragazza responsabile? Mentre io sono fuori inviti ragazzi che nemmeno conosco in casa! Sei forse impazzita?”

“Buffy io…

“Stai zitta! Con te ne discuterò dopo e in quanto a lui” disse mentre si volgeva verso Gunn “è meglio che vada via e subito!”

Gunn, non diceva nulla. Buffy era molto arrabbiata e per la prima volta pensò di aver sbagliato insistendo nel tenere nascosta la loro storia.

“No!” rispose perentoria Dawn “Lui non va da nessuna parte”

“Dawn, ragiona, lo conosci da appena due mesi, e lo inviti a casa, senza dirmi nulla. Lo sai che potrebbe essere pericoloso. Chi è? Che lavoro fa?”

A quel punto la voce Gunn si intromise fra le due sorelle “Cacciatore di Vampiri e demoni come lavoro è abbastanza soddisfacente?”

“Cosa?” chiese Buffy mentre le sue pupille si dilatavano.

“Lavora con Angel” finì Dawn

“Angel?”

“Ci siamo incontrati quando Angel è venuto qui per aiutare Giles e dopo ci siamo rivisti e insomma, ora cerchiamo di vederci il più possibile…

“Vi vedete da prima che io tornassi da N.Y.?”

Entrambi annuirono.

Vedendo che Buffy non diceva nulla Down prese il coraggio a quattro mani, si avvicinò a Gunn e lo prese sotto braccio “Abbiamo aspettato a dire di noi perché non sapevamo se la cosa avrebbe funzionato. Nemmeno a Los Angeles sanno nulla…”

“E pensi che questo mi consoli?”

“Non occorre che ti arrabbi tanto…”

“Non dovrei arrabbiarmi? Mi hai mentito Dawn! Ti lasciavo sola in casa perché mi hai assicurato che potevi badare a te stessa e quando rientro prima del tempo cosa vedo? Tu e questo ragazzo seduti abbracciati sul divano. E’ meglio che vada via ora, e tu…prima che ti lasci di nuovo sola la sera passerà un bel po’ di tempo, da domani ci sarà sempre qualcuno a farti compagnia!”

“Non puoi farmi questo…”

“Certo che posso. Sono tua sorella. La tua tutela è sotto la mia responsabilità e quindi ora fila in camera tua mentre io mi occupo di lui!”

“Non vado in camera mia! Ho quasi diciassette anni, tu alla mia età uscivi la notte ed eri la ragazza di un vampiro!” appena finita la frase Dawn si morse la lingua. “Mi dispiace Buffy…io non volevo…”

“Oh si che volevi Dawn. Quello che mi ha ferito maggiormente è il fatto che non ti sei fidata abbastanza di me per dirmi che avevi un ragazzo, perché?”

“E perché tu non mi hai detto che ti vedi ancora con Angel?”

Buffy sbiancò all’improvviso e si accasciò sulla poltrona

“Come fai a saperlo?”

Già come faceva a saperlo? pensò Gunn

“Ho ascoltato una tua telefonata…”

“Mi spii anche adesso? Come ti sei permessa?”

“E’stato un incidente, non l’ho fatto apposta. Ma visto la tua situazione penso che tu possa capire la nostra decisione”

“La mia situazione con Angel è diversa!”

“Non è molto diversa di quella tra me e Gunn. Non vogliamo che nessuno sappia di noi…per il momento”

“Per il momento…per te forse, ma per me…è tutto rovinato ora…”

“Che cosa sarebbe rovinato?” chiese Gunn

“Tu lavori con lui, vero? Ora tutti i suoi amici sapranno di noi, e data la buona chiacchiera di Cordelia in meno di un nano secondo lo sapranno anche qui a Sunnydale. Fra poco l’incubo ricomincerà. Quindi grazie Dawn, grazie davvero!”

“Non ho intenzione di dire nulla!” disse con voce ferma Gunn

“Come?”

“Capisco Angel meglio di quanto credi. Sapevo di voi due già da un pò!”

Due sguardi indagatori gli si puntarono addosso

“Vi ho visto una sera in macchina, e non ho detto niente a nessuno. Questa situazione potrebbe essere favorevole per entrambi”

“Non capisco…” disse Buffy

“Tu potrai incontrarti con Angel ed io potrò proteggere Dawn quando non ci sei. Ho molta esperienza in vampiri e demoni, chiedi pure a lui se non mi credi” e con uno sguardo pieno di sottointesi continuò “inoltre potrei coprire le vostre piccole fughe…”

“Non so….”

“Senti, è inutile pensare a questo ora. Contatta Angel e chiediglielo e poi fammi sapere la tua decisione tramite Down”

Gunn le diede un piccolo bacio sulla guancia “Ci sentiamo presto ok?”

“Si.” Rispose Down mentre lui usciva dalla porta principale.

 

Buffy era ancora seduta sulla poltrona immobile. Down si avvicinò a lei e le si inginocchiò davanti.

“Mi dispiace Buffy se ti ho mentito, ma volevamo aspettare”

Buffy la fissò negli occhi “Ti capisco…solo che vederti qui con uno sconosciuto…mi sono preoccupata. Down tu sai di essere la chiave, anche se ben nascosta sei sempre in pericolo”

“So benissimo cosa sono!” disse stizzita “ma lui mi piace e voglio provare se funziona. L’ultimo ragazzo con sui sono uscita non era certamente affidabile!”

“Lui lo sa?”

“Cosa?”

“Di tutta la faccenda della chiave e di Glory. Gli hai raccontato?”

Down scosse la testa “Voglio che impari a conoscermi prima, ho paura che se gli dicessi la verità mi guarderebbe in modo diverso”

“Bene” disse Buffy “Approvo la tua decisione” guardò l’orologio. “E’tardi è meglio andare a dormire. Domani chiamerò Angel per aggiornarlo della nostra situazione e vedremo il da farsi”

“Pensi che il piano di Gunn non sia attuabile?”

“Non so. Certamente sarei più tranquilla sapendo che qualcuno veglia su di te…”

“Ed usciresti con Angel più spesso!”

Buffy non rispose “Andiamo a dormire, è meglio” disse mentre saliva le scale che conducevano al piano di sopra.

 

Los Angeles – Hotel Hymperion

 

Angel appoggiò la cornetta del telefono con troppa forza. Come era potuto accadere? Dawn si vedeva con Gunn e per di più ora loro sapevano di lui e Buffy. Era meglio fare un certo discorsetto con il ragazzo ed alla svelta.

Il sole era appena tramontato. Prese il suo cappotto e uscì diretto al quartiere di Gunn.

 

Poco lontano seduta in un auto una donna dai lunghi capelli biondi guardò Angel andarsene. Si toccò il ventre prominente, segno della sua gravidanza.

“Vedi? Quello è il tuo papà. Presto lo conoscerai… molto presto” disse mentre metteva in moto la macchina e si dirigeva verso il centro della città.

 

CAPITOLO 26 (NC- 17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Los Angeles – quartiere generale di Gunn

 

Angel entrò nello scantinato che fungeva da quartiere generale per Gunn ed il suo gruppo.

“Ciao!” disse

“Hei amico che ci fai qui?”

“Voglio parlare con te”

“Ok. Vengo subito”

Appartantosi in un luogo mento frequentato Angel disse “Mi ha chiamato Buffy”

“Allora non hai bisogno di molte spiegazioni”

“Perché non mi hai detto che ti vedevi con Dawn?”

“Perché tu non sei mio padre e la mia vita privata è solo mia chiaro?” urlò arrabbiato Gunn.

Angel stava per dire qualcosa quando lo interruppe “e non venire a farmi la predica visto che tu ti vedi con sua sorella da quando siete ritornati da New York e hai tenuto tutto nascosto!”

“Avevamo le nostre buone ragioni!”

“Come le mie e di Dawn!” Gunn iniziò a camminare nervosamente “Senti Angel, questa situazione anche se può sembrare complicata è più semplice di quello che credi. Io terrò d’occhio Dawn, tutte le volte che mi sarà possibile e tu potrai vedere Buffy con più tranquillità. Ci potremmo coprire a vicenda che ne dici?”

“Ne ho discusso con Buffy, anche lei trova che sia la soluzione migliore”

Gunn diede una pacca sulla spalla ad Angel “Ok amico, siamo d’accordo. Io copro te e tu copri me. Andrà tutto a meraviglia vedrai”

Chissà perché Angel non ne era del tutto convinto ma annui ugualmente.

 

Casa di Buffy Summers – due settimane dopo.

 

Dawn bussò alla porta della camera di Buffy. Dopo che l’aveva scoperta con Gunn, si erano chiarite ed avevano parlato di molte cose. Si erano riavvicinate molto ma soprattutto aveva scoperto che ogni persona ha bisogno della sua privacy.

“Avanti”

“Ciao Buffy…woww”

Buffy era davanti allo specchio. Indossava un tubino nero, non molto attillato, aveva raccolto i capelli in un bella acconciatura e le spalle erano coperte da uno scialle dello stesso colore.

“Che ne pensi?”

“Penso che Angel rimarrà folgorato! Sei bellissima!”

“A che ora arriva Gunn?”

“Verso le 20,00. Vuoi restare per salutarlo?”

“Non ci penso proprio. Salutamelo tu. Io andrò via prima” e poi guardandola divertita “Non devi prepararti anche tu?”

Down si guardò allo specchio. Indossava una vecchia tuta, era spettinata e ai piedi aveva due enormi ciabatte con la faccia di topolino.

“Sarà meglio che mi cambi” e si infilò velocemente in camera sua.

Buffy si ammirò allo specchio. Quel vestito le stava davvero bene. Aveva speso un pò, ma era in saldo e poi era da tanto che non acquistava qualcosa di nuovo per lei.

Il lavoro alla palestra le piaceva ed era ben pagato, senza contare che in questo modo si allenava con tutti gli attrezzi e gratis!.

Guardò l’orologio. Fra poco avrebbe rivisto Angel. Fra una cosa e l’altra era quasi un mese che non si incontravano. Sospirò. Doveva farsi coraggio e chiedergli alcune cose prima di fargli una sorpresa, sperando di non fare la figura della solita imbranata.

 

Sunnydale – Nuova casa di Angel.

 

L’orologio battè le dieci, Angel era in ritardo. Buffy si strinse nella coperta decisa che lo avrebbe aspettato sveglia, ma lentamente il sonno giunse e poco dopo si addormentò.

Fu svegliata dalla porta che si chiudeva. Accese la piccola lampada vicino al divano e aspettò che gli occhi si abituassero alla luce.

“Ciao”

Buffy sobbalzò e improvvisamente lo vide e correndo verso di lui lo baciò con passione.

“Angel sei arrivato finalmente”

“Scusami per il ritardo” disse mentre si avvicinava al divano.

Buffy lo squadrò da capo a piedi. Era sporco, il viso appariva affaticato, aveva le nocche delle mani sbucciate e zoppicava vistosamente.

“Che cosa è successo?”

“Nulla di importante. Vuoi andare da qualche parte? Fra poco inizia l’ultimo spettacolo di quel film che ti piace tanto, potremmo andare lì”

“L’unico posto dove andrai sarà il bagno”.

Angel al guardò stupito.

“Ora ti preparerò un bel bagno caldo e poi andrai a letto a riposare”

“Buffy…non occorre…veramente”

“Zitto! Fai come dico, non accetto lamentele”

“Va bene” disse Angel mentre sprofondava nel divano.

Buffy salì al piano di sopra, riempì la vasca di acqua calda, preparò gli asciugamani e scese per chiamare Angel.

Lo trovò che dormiva profondamente. Lentamente lo svegliò. Ancora mezzo assonnato lo accompagnò fino alla porta del bagno. “Dentro troverai tutto l’occorrente, poi vieni in camera da letto, hai bisogno di riposare”.

Mentre Angel era chiuso un bagno Buffy accese il fuoco del caminetto della stanza da letto, sollevò le coperte e le lenzuola, sprimacciò i cuscini. Era davvero esausto pensò. Prese il cellulare e chiamò Dawn per avvisarla che sarebbe rientrata più tardi.. Il giorno dopo era domenica e quindi non doveva andare al lavoro.

Quando Angel riemerse dal bagno, aveva i capelli ancora bagnati e indossava solamente un paio di boxer neri.

Buffy lo guardò ammirata.

“Hai acceso il fuoco…”

“Si. Finalmente ho imparato. Vieni” disse mentre indicava il letto.

“Buffy non credo…”

“Hai bisogno di riposare. Da quanto non dormi?”

“Quattro giorni” rispose senza pensare Angel

“Potevi rimandare il nostro incontro”

“Dopo l’ultima volta non volevo darti un altro dispiacere” disse mentre si infilava sotto le coperte.

Buffy li si sedette accanto. “Dormi ora. Io rimarrò qui”

“Grazie” rispose Angel mentre gli occhi gli si chiudevano.

Buffy attizzò il fuoco. Anche lei era molto stanca. Si avvicinò al letto, e si acciambellò sul materasso accoccolata vicino a lui.

Angel come sentendo la sua presenza le fece scivolare il braccio attorno alla vita, poi la strinse più vicino.

 

Buffy si svegliò nel mezzo della notte con la sensazione che ci fosse qualcosa fuori posto. Rimase immobile e cercò perfino di trattenere il respiro. Poi si rese conto che la mano di lui era chiusa sul suo seno.

Rimase distesa quasi timorosa di respirare, chiuse gli occhi e finse di dormire.

“Ti amo così tanto” le sussurrò all’orecchio.

Buffy aprì gli occhi in un lampo.

Le stava baciando un orecchio, titillandolo con la lingua e con le labbra mentre la mano le accarezzava il seno con lentezza ancora maggiore.

La mano le scivolò lungo il petto e lentamente sul ventre e più in basso. La sua bocca si mosse lungo il collo di lei e le sue dita cominciarono a sollevarle la gonna del vestito. Poteva sentirne l’orlo risalirle lungo le cosce ed oltre.

Voltò il capo per guardarlo. Era ancora molto buio dentro la stanza ma il fuoco si era ridotto a un caldo scintillio e gettava una luce rossastra sui suoi lineamenti.

Poteva vedere i capelli un po’ arruffati e gli occhi aperti e fissi su di lei, la sua bocca che si muoveva sempre più vicino, finché non coprì quella di lei in un bacio profondo ed appassionato.

Durò un tempo lunghissimo, le loro labbra, bocche e lingue congiunte.

Poi Angel si allontanò da lei e fece scivolare le dita tra le sue cosce per toccarla in modo più intimo.

Lentamente le abbassò gli slip fino a toglierli.

Lei sospirò le gambe si aprirono un poco. Si guardavano intensamente. Il respiro di lei accelerò e le rimase compresso in gola, poi riprese sempre più rapidamente. La sua mano si chiuse sotto di lei e le sue dita giocarono sempre più profondamente, cosicché anche lei face scivolare in basso la mano e lo afferrò attraverso i boxer ricambiando quanto lui stava facendo.

Quel contatto gentile sulla sua eccitazione lo fece impazzire, Angel strinse i denti e chiuse gli occhi, e lei interpretando quella reazione come un segno di dolore, cessò subito la tenera esplorazione. Questo bastò a farla rinsavire.

“Angel…la maledizione”

Lui si interruppe un attimo e a fior di labbra le disse “Non corriamo nessun pericolo in questo modo, fidati mi sono documentato”

“Davvero?” E lei che aveva timore di parlargli di questo aspetto della loro relazione

Con mano ferma, Angel prese quella di lei e la fece scivolare di nuovo sull’evidenza del suo desiderio.

Gli occhi di lui si fecero di un colore più profondo ed egli socchiuse un poco le palpebre, ma non smise di guardarla. La sua mano esplorò con passione e quella di lei fece lo stesso con lui. Poi Angel le allontanò la mano e si abbassò i boxer e rimise la mano di lei là dove l’aveva tolta.

Non appena Buffy cominciò a muovere la mano su e giù lui chiuse gli occhi, poi ricominciò a toccarla. Il respiro di Buffy si fece più rapido. Le loro mani si muovevano all’unisono, regalando piacevoli sensazioni con tocchi selvaggi e pieni di passione.

Si schiacciò contro di lui, spinta da una sensazione dolorosa che le faceva provare il bisogno di muoversi nello stesso modo in cui la sua mano si muoveva su di lei, facendo inumidire e stillare il suo corpo proprio in quel punto.

Il suo membro era già duro e lungo contro la sua mano e più lei la muoveva e più lungo e duro diventava.

Buffy inarcò i fianchi, sempre di più sotto la spinta delle sue dita, e per istinto lo afferrò più saldamente.

Lui spinse le dita più in profondità e più rapidamente, quasi dentro di lei, che ora era umida e danzava con la sua mano a un ritmo intenso.

Lei emise un singulto e chiuse gli occhi “Se ti fermi ora credo che morirò”

“Non lo farò” le sussurrò all’orecchio. “Amore mio, te lo giuro”. Poi un dito scivolò più profondamente dentro di lei mentre le sue nocche premevano nel punto in cui aveva bisogno di essere toccata. Lui spingeva il dito dentro e fuori mentre le sue nocche si muovevano in circolo. Lei si sollevò ancora di più sui fianchi. La sua mano si strinse su di lui e continuò a scivolare su e giù, allo stesso ritmo.

“Di più…” le sussurrò all’orecchio e lei si schiacciò contro la sua mano, incapace di trattenere il respiro che le sfuggiva di bocca sempre più velocemente. I fianchi di lui si schiacciarono contro la sua mano e si mossero all’unisono con essa.

Poi accadde qualcosa. Qualcosa si infiammò, come se il cielo sopra di lei si fosse squarciato in due. Lampi di luce scintillarono davanti ai suoi occhi e anche dentro il suo corpo, poi scivolarono via come selvaggi fuochi pirotecnici dal centro di lei verso i suoi piedi, le mani e la testa.

Sentì il cuore pulsare in mezzo alle gambe, come se all’improvviso fosse diventato più grande e si fosse spostato dal suo petto verso quel punto dove continuava a martellare.

Da un luogo lontano lo udì gemere, un suono basso e protratto e sentì il suo umido fremito contro la sua mano che continuava a muoversi ad ogni pulsare di lui.

Quando il cuore di lei finalmente rallentò il suo battito, altrettanto fece la sua mano.

Giacquero esausti stranamente anche Angel aveva il respiro affannoso. Lei sentì il respiro di lui acquietarsi come il suo e attese finché lui non aprì gli occhi.

Buffy lo guardò sconcertata. Come era riuscita a fare quello che aveva fatto? Certo aveva letto quel libro, ma dubitava di esserne capace

“Stai bene?” chiese quasi allarmato Angel, temeva di essere stato troppo audace con lei, forse non era ancora pronta a passare a questo tipo di relazione.

Buffy non rispose “Buffy…stai bene?”

“No” Angel si irrigidì e lei con sguardo canzonatorio negli occhi disse “Credo di aver perso altre cellule cerebrali. Mi fai sempre questo effetto!”

Angel scoppio in una risata e Buffy si stupì. Rideva così di rado!

Lentamente si abbracciò a lui. Con tutto il coraggio di cui era capace chiese

“Perché l’altra volta ai perso l’anima?”

Angel la strinse a se più forte. Non si aspettava una domanda così diretta da Buffy. Dopo aver fatto l’amore il giorno del suo diciassettesimo compleanno e dopo il suo ritorno non ne avevano mai parlato.

“Scusami, non volevo riportarti alla mente brutti ricordi”

“Sono brutti ricordi per te? Voglio dire quella notte è un brutto ricordo?”

“Buffy si sollevò sopra di lui. Il vestito era attorcigliato fino in vita ed era spettinata,

“Che cosa dici? E’ un bellissimo ricordo. Il più bel ricordo di quel periodo della mia vita!”

“Meno male” disse sottovoce Angel.

Lei le pose la mano sul petto “Angel quel giorno è stato stupendo, mi ricordo ogni cosa che è successo, ogni parola che mi hai detto, ogni bacio che ci siamo dati”

Angel la strinse ancora a se. Era giunto il momento di parlarle di quello che era accaduto e di come si era sentito.

“Quella notte Buffy io ti ho amato come non ho mai amato nessuna. Tu eri così arrendevole, appassionata, innocente. Quando io ero dentro di te, la mia individualità era sparita, ero diventato tutt’uno con te”

“E’ stato così anche per me…”

“Davvero?”

Lei annui. Rincuorato dal suo sguardo sereno e fiducioso Angel continuò “Era da molto che non avevo contatti …intimi con l’altro sesso, ma non avevo mai sentito la mancanza dopo che mi avevano maledetto. Ero occupato a espirare i miei peccati. Tu quella notte mi hai aperto le porte del tuo mondo fatto di luce e amore e io sono entrato, godendone a piene mani. La nostra non è stata solo l’unione fisica di due esseri, ma anche un’unione spirituale…che mi ha dato quel momento di assoluta e perfetta felicità” fece un attimo di pausa “Mi sono sentito così vivo, così amato. Tu avevi tanta fiducia in me che mi stavi donando la tua verginità ed il tuo amore. Io che cosa avevo da offrirti?”

“Angel..ti prego” disse Buffy. Aveva paura di perderlo di nuovo.

Angel la guardò con sguardo sereno. “Ero un vampiro di 240 anni, la maledizione aveva risvegliato in me un anima. Potevo considerarmi degno di te? Certamente non ero il ragazzo adatto da presentare in famiglia, o portare in gite e scampagnate. Che futuro potevi avere con uno come me? Io ho così tanti peccati da espirare che non mi sembrava giusto coinvolgerti nei miei incubi. Ma tu quella notte mi hai dato fiducia, mi hai amato…

“E ti amo ancora”

“Lo so” rispose Angel “Comunque mentre i guardavo dormire fra le mie braccia quella notte per un attimo mi sono sentito indegno di ciò che mi avevi offerto. Ho avuto paura di non riuscire a renderti felice…” Angel rimase assorto, ripensando per un attimo alle parole di Padre.

Fu riportato alla realtà da Buffy “Tu mi rendi felice, Angel, molto”

Lui la guardò con uno sguardo malizioso “Anche prima?”

Buffy sentì il viso farsi di fuoco ma non abbassò lo sguardo e annui e poi chiese “In questo modo tu …voglio dire…non corri nessun pericolo?”

Angel scosse la testa

“Perché?”

“Perché anche se sono gesti fatti con amore soddisfano solo una parte di noi. L’unione totale dei nostri spiriti in questo modo non può avvenire, io non posso entrare nel tuo mondo e tu non puoi fare altrettanto. Mi spiego meglio, ma ti prego non prenderla come un’offesa o qualcosa di degradante. Noi ci siamo donati piacere a vicenda. I nostri corpi sono appagati, manca quel qualcosa che rende unico l’atto d’amore l’unione assoluta”

Buffy lo guardò sorridente. “Non mi sento offesa, anzi hai spiegato il tutto in modo esauriente. Era da molto che volevo sapere” disse mentre si avvicinava alle sue labbra e insinuava la mano sotto le lenzuola

“Buffy…che stai facendo?”

“Secondo te? Visto che non c’è nessun pericolo…”

Angel le sollevò la mano. Buffy rimane alquanto stupita. Si alzò a sedere sul letto e lentamente le sollevò l’abito fino sfilarlo dalla testa. La guardò ammirato. “Sei bellissima” sussurrò mentre si chinava verso i suoi seni, dando inizio ad una dolorosa tortura. Buffy non fu da meno e poco dopo furono entrami soggiogati dalla passione regalandosi a vicenda amore e piacere attraverso baci e carezze sempre più intime.

 

Angel guardava Buffy placidamente addormentata vicino a lui. Si erano amati e dati piacere a lungo alla fine erano crollati esausti. Ne aveva di energia! Pensò. Si era svegliato da pochi minuti e quel corpo caldo accanto al suo gli dava una piacevole sensazione. Quel dolce contatto ebbe un rapido effetto sul suo corpo che si stava risvegliando prepotentemente. Per quanto volesse amarla ancora e desiderasse essere amato da lei, doveva trattenersi e lasciarla riposare. Anche se era la cacciatrice doveva recuperare le forze.

Si alzò da letto. Sarebbe andato a comperare qualcosa di buono per la colazione. Chissà come sarebbe stata felice della sorpresa.

Si infilò i vestiti e uscì. Il sole non era ancora sorto e vicino c’era un bar aperto tutto la notte:

 

Buffy si stiracchiò nel letto piacevolmente illanguidita e allungò la mano verso il cuscino, trovandolo vuoto il cuore perse un battito. Ha detto che non sarebbe successo nulla, pensò fra se, probabilmente è in bagno. Tese l’orecchio per sentire se provenivano rumori, ma la casa era avvolta nel silenzio più totale.

Si avvolse il lenzuolo attorno al corpo e uscì lentamente dalla stanza

“Angel? Angel sei in bagno?” bussò più volte, non ricevendo risposta entro. Vuoto.

Aprì tutte le porte del corridoio ma di Angel nessuna traccia.

Il panico ormai si stava impossessando di lei. Scese le scale

“Angel? Non farmi brutti scherzi. Dove sei? Angel?” non riuscendo più a trattenersi scoppiò in un pianto dirotto. Era successo ancora e questa volta sapeva le conseguenze che ne sarebbero scaturite. Non voleva combattere ancora con lui, non lo avrebbe sopportato

Si sedette sul divano in preda alla sconforto mentre i singhiozzi scuotevano irrimediabilmente il suo corpo.

Stava ancora piangendo a dirotto che non sentì Angel che rientrava.

“Buffy? Che cosa è successo?”

A quelle parole Buffy si girò verso di lui e il pianto si fece ancora più forte.

Angel lasciò cadere a terra il sacchetto che conteneva caffè e brioche calde e corse da lei.

“Buffy, che cosa è successo? Perché piangi in questo modo? Ti sei forse pentita?” disse mentre la stringeva a se nel tentativo di consolarla.

Buffy tremava e sembrava che non riuscisse a smettere di piangere.

Dopo un tempo che parve interminabile, e la camicia zuppa di lacrime Angel disse “Calmati ora. Sono qui con te. Non ti preoccupare andrà tutto bene vedrai…”

“Non ti ho trovato quando mi sono svegliata”

“Piangi per questo? Sono uscito a comperare la colazione. Sei una piccola sciocca se piangi per così poco”

“Anche l’altra volta è successo così”

“Anche l’altra volta…che cosa…” Che stupido! Si riferiva alla notte del suo diciassettesimo compleanno e a ripensarci bene anche quel famoso giorno che non c’era mai stato l’aveva lasciata sola addormentata nel suo letto.

“Perdonami Buffy…non ci ho pensato…veramente”

“Da quel giorno ho sempre paura di risvegliarmi da sola in un letto. E’ il mio peggiore incubo. Quando questa mattina non ti ho visto ho pensato…” mentre le lacrime iniziarono a rigarle le guance

“Sthhh…non è successo nulla. Ti ho spiegato che non poteva succedere nulla”

“Ma io ho avuto paura. Ero sola, tu non c’eri. Non volevo ripetere quello che era successo la volta scorsa. L’umiliazione, la rabbia,…non potrei sopportarlo di nuovo”

“Ti sei sentita umiliata?”

Buffy lo guardò con gli occhi gonfi e arrossati per il pianto “Come ti sentiresti tu, nel dover dire a tutti i tuoi amici che il tuo ragazzo è diventato cattivo dopo aver fatto l’amore con te? Un fatto così bello e intimo, così importante era di dominio pubblico. La mia prima volta sbandierata ai quattro venti!”

Gli avevano fatto pesare anche quello! Pensò Angel arrabbiato. Certo anche Angelus aveva avuto la sua parte ma i suoi amici? Che razza di persone erano? Invece di essere comprensivi si erano dimostrati insensibili come pochi.

Angel la prese tra le braccia e la sollevò da terra.

“Che cosa fai?”

“Prima di tutto hai bisogno di un bel bagno caldo, di una dormita e prometto solennemente una cosa” disse con sguardo serio “d’ora in poi quando saremmo insieme prometto di essere sempre vicino a te quando ti svegli”

“Davvero?”

“Croce sul cuore” disse lui sorridendo

“Cuore?”

“Non si dice così in questi casi?”

“Si.” Disse sollevata Buffy appoggiandosi al suo petto mentre lui la portava al piano di sopra.

 

CAPITOLO 27

 

Buffy dormiva profondamente fra le sue braccia. Angel la guardò rapito. Aveva sofferto molto, e principalmente a causa sua. Sperava di riuscire a farsi perdonare. Era davvero una donna forte. Aveva superato tutto, aveva tenuto nascosto le sue paure ed era andata avanti guardando con fiducia il futuro. Aveva salvato il mondo, i suoi amici, la sua famiglia e lui.

Ripensò a quello che gli aveva detto durante la notte, di ciò che aveva provato dopo aver fatto l’amore con lei. Padre gli aveva parlato della sua teoria, sembrava che tutto coincidesse, ma lui la considerava ancora alquanto azzardata. Buffy sembrava felice di come si stava sviluppando la loro relazione. Non poteva illuderla di nuovo. Era meglio aspettare e vedere come si sarebbero evolute le cose.

Sentì il suo cellulare trillare. Lo prese dalla borsetta prima che potesse svegliarla. Quando vide che la telefonata proveniva da casa sua rispose

“Pronto?”

“Angel? Sei tu?”

“Si. Buongiorno Dawn”

“Buffy è lì con te vero? Non è rientrata questa notte”

“Si ha dormito qui. Io sono arrivato tardi ieri…”lasciò cadere l’argomento nella speranza che Dawn si accontentasse di quella banale spiegazione. “Gunn è ancora li?”

“No. Se ne andato questa mattina presto. Durante il giorno non è pericoloso…”

“Appena si sveglia le dico di richiamarti va bene?”

“Ok. Ciao Angel mi è piaciuto risentire la tua voce”

“Anche a me Dawn”.

Chiuse la comunicazione e si distese nuovamente accanto a Buffy. Dopo qualche minuto lei aprì gli occhi incontrando i suoi.

“Buongiorno tesoro mio” disse Angel

“Buongiorno…Non occorreva che tu mi stessi vicino. Ora so che non è successo nulla…”

“Ti ho fatto una promessa. Quando saremmo insieme ti sveglierai sempre con me accanto”

Lei si sollevò a sedere sul letto. Indossava solo a biancheria intima. Si avvicinò a lui e le baciò lievemente “Grazie “ disse.

Angel cercò di trattenersi. Avevano tutto il giorno per loro ed anche se estremamente piacevole non voleva certo passarlo a letto con lei, la tentazione era forte. Distolse i suoi pensieri da immagini voluttuose che erano apparse nella sua mente “Colazione?”

Lei sorrise. “Effettivamente ho un po’ fame. Ho fatto la spesa. Scendo a preparare qualcosa” disse Buffy mentre si alzava dal letto e apriva l’armadio. Aveva portato li alcuni cambi di abito. Si infilò un paio di jeans e una maglietta. Lui la guardava divertito.

“Mio Dio devo chiamare Dawn. Sarà in pensiero!”

“Ti ha chiamato cinque minuti fa. L’ho tranquillizzata, non preoccuparti”

“Meno male…” Raccolse il suo abito della sera precedente e lo guardò sconsolata. “Lo porterò in tintoria, è in condizioni pietose. Vuoi che porti anche i tuoi?”

“Non occorre Buffy, me li riporterò a Los Angeles”

“Va bene. Scendo a preparare la colazione” disse mentre usciva dalla stanza.

Angel si diresse verso il bagno, aveva bisogno di una bella doccia rilassante.

Quando scese lo investì il profumo del caffè appena fatto.

Buffy era in cucina e se ne stava versando una tazza. Aveva spalmato alcune fette biscottare con la marmellata e aveva aperto un enorme pacchetto di biscotti.

“Ho pensato anche a te” disse quando lo vide.

“Grazie…ma non h fame ora” disse lui. Provava infatti ancora imbarazzo nel nutrirsi di fronte a lei.

“Non fare lo sciocco” e posandogli un enorme tazza in mano con disegnato il viso di un porcellino gliela porse. Lui la guardò divertito. “E’ l’unica abbastanza grande che ho trovato”.

Angel prese dal frigorifero un contenitore che aveva acquistato Buffy, lo versò nella tazza e lo mise nel microonde.

Quando il forno suonò lo tolse e si sedette di fronte a Buffy che stava bevendo il suo caffè.

“Non ti ho mai chiesto come hai trovato questa casa”

“L’avevo già notata quando vivevo qui. Quando ho visto che era ancora libera ne ho approfittato”

“Sei stato qui molte volte?”

“Venivo qui dopo averti lasciato qualche sono venuto appositamente da Los. Angeles”

“Perché non mi hai avvisato? Ti avrei aiutato volentieri”

“Che sorpresa sarebbe stata altrimenti?”

“Hai ragione. Bene cosa hai intenzione di fare oggi?”

Lui la guardò con uno sguardo che lasciava poco spazio all’immaginazione, lei lo ricambiò e disse “oltre a quello…intendo”

“Prima di tutto io chiamerò Cordy per avvisarla che sono bloccato e che sarò a Los Angeles questa sera e tu Dawn per vedere se ha bisogno di qualcosa. Ho visto quel piccolo televisore, potremmo guardare un po’ la TV e andare anche in giardino. Ci sono parecchie zone d’ombra…”

“Approvato!” disse Buffy felice. Si alzò prese i piatti sporchi e le tazze e si mise a lavarli.

Dopo aver telefonato sia a Los Angeles, dove una Cordelia isterica aveva tentato in tutti i modi di scoprire dov’era senza successo e a Down che le comunicò che sarebbe uscita con delle amiche per andare al centro commerciale, entrambi si accoccolarono sul divano.

Buffy accese il piccolo televisore. Stavano programmando un vecchio film con John Wayne e Maurine O’hara “Un uomo tranquillo”ambientato in Irlanda.

Senza pensare Buffy disse “Parlami della tua terra Angel…”

Lui la fissò negli occhi “Come sai che è la mia Patria?”

“Me ne ha parlato Giles, una volta. Appena scoperto che eri un vampiro. Ma se non vuoi parlarne, non fa nulla” rispose Buffy

“No, vorrei parlartene, solo che non credo che tu possa capire molto di quello che ho fatto…”

“Io voglio conoscerti meglio, voglio sapere tutto di te. Di come era la tua vita prima che Darla di trasformasse, il dopo …beh forse posso immaginarlo, fammi entrare nel tuo mondo…abbi fiducia in me. Tu sai tutto della mia vita ed io sò così poco”

“Va bene…da dove posso iniziare?”

“Dalla casa dove sei nato…”

Angel inziò il suo racconto. Era nato in una famiglia benestante, suo padre, un uomo arido di sentimenti non amava nessuno veramente. Nemmeno sua madre e sua sorella. Lui era un giovane irrequieto aveva fatto di tutto per compiacerlo, ma nulla di ciò che faceva sembrava soddisfarlo.

“Allora me ne sono andato”

“Sei andato via di casa? E come facevi a vivere?”

“Avevo del denaro con me e mi diedi alla pazza gioia…”

“Pazza gioia?”

“Ero, come si direbbe oggi, un ragazzo irrequieto”

“Beh, non c’è nulla di male in questo…o c’è qualcos’altro?”

Angel chiuse gli occhi. Decise che era tempo che lei sapesse che razza di persona era stata “Ero un vero dongiovanni. Penso che tutte le prostitute della città mi conoscessero, senza parlare dei proprietari di quelle taverne che frequentavo…”

“Capisco…avevi molte donne”

“Ad essere sinceri erano loro che avevano molti uomini. Bastava pagare e quel momento che stavi con loro eri la persona più importante e poi...più nulla” Rimase un attimo in silenzio e continuò “Mi piaceva bere e ubriacarmi, facevo sesso con delle perfette sconosciute…ero un…”

Buffy gli pose un dito sulle labbra “Non dirlo…tu ora non sei più così. Penso che il vecchio Angel non mi sarebbe piaciuto, ma quello che ho davanti a me…sia il ragazzo più straordinario, sensato e sensibile di tutto l’universo ed io lo amo molto”, disse mentre di alzava dal divano e si dirigeva verso la cucina.

Lui la guardò. Aveva uno stranissimo desiderio di baciarla. Così strano che desiderava baciare lei dentro se stesso. Aveva sempre voglia di baciarla, ma lo turbava l’intensità del suo bisogno. Era come se concretamente, definitivamente, sapesse che, se non l’avesse baciata in quello stesso istante, la sua vita sarebbe cambiata per sempre, e non in meglio.

Doveva baciarla, questo era tutto.

Attraversò la stanza come in trance. Lei gli disse qualcosa, ma Angel non afferrò le parole.

Le labbra di Buffy si aprirono lentamente per la sorpresa. Angel si comportava in modo sconcertante. Era come se fosse altrove, eppure la fissava con la massima intensità.

Lei sussurrò il suo nome, forse per la terza volta, ma Angel non rispose, e poi fu lì di fronte a lei.

“Angel?”

Lui le toccò la guancia con una riverenza che la fece tremare

“C’è qualcosa che non va?”

“No” mormorò Angel. “No”

“E allora…”

Qualsiasi cosa Buffy avesse voluto dire, andò perduta nella forza con cui la strinse a sé, baciandola con feroce tenerezza. Buffy sentì una delle mani di Angel affondarle tra i capelli, mentre l’altra percorreva la sua schiena prima di soffermarsi all’altezza della vita.

Poi la tirò contro il proprio corpo, finché non sentì la forza della sua eccitazione. La testa di Buffy di piegò indietro mentre lei gemeva il suo nome e le labbra di Angel le percorrevano la gola e continuavano a baciarla fino all’altezza della scollatura della sua maglietta.

Lei fece un piccolo strillo quando la mano di lui le scese sulle natiche e gliele strinse, e quel suono dovette riscuoterlo dall’incantesimo di cui era preda, perché all improvviso di bloccò, scosse il capo e si fece indietro.

“Scusami” disse, sorpreso “Non so cosa mi abbia preso”

Lei spalancò gli occhi “Tu mi chiedi scusa?”. Lui l’aveva baciata con tanta intensità, che a stento Buffy era riuscita a reggersi in piedi, ed ora si era interrotto e le chiedeva scusa?

“E’ stato un impulso stranissimo” disse Angel più a se stesso che a lei.

“Non mi pare che fosse poi così strano” sussurrò lei.

“Dovevo assolutamente baciarti.”

“Tutto qua?”

Lui ebbe un lento sorriso. “Be in un primo momento, si, ma adesso…”

“Adesso cosa?”

“Sai che sei una ragazza impaziente?”

Buffy battè un piede per terra “Angel, se tu non…”

“Io non faccio cosa?” chiese con un sorriso decisamente malizioso

“Se non me lo fai dire…” borbottò lei arrossendo leggermente

“Penso che sarà meglio tenerlo in serbo per la prossima volta che ci incontreremo. Ma in questo momento penso che faresti meglio a correre”.

“Correre?”

“Si, e in fretta”:

“Perché?”

“Lo scoprirai da te”

Lei si avviò verso le scale “E se volessi essere presa?”

“Oh, so benissimo che vuoi essere presa” replicò Angel avanzando verso di lei con l’agile grazia di un predatore nato.

“E allora, perché dovrei scappare?”

“Perché così è più divertente”

“Ah si?”

“Fidati”

“Hmm…Le ultime parole famose…” Ma mentre le diceva, era già sulle scale che portavano al piano di sopra, camminando all’indietro con notevole velocità.

Angel si leccò le labbra

“Oh! Quand’è così, farei meglio…dovrei…”

Lui si mosse più in fretta

“Oh mio Dio!” Buffy fece un balzo e imboccò di corsa la scale ridendo.

Angel la raggiunse sul pianerottolo, se la buttò in spalla e, ignorando le sue proteste la portò in camera da letto.

Poi chiuse la porta con un colpo di tacco e incominciò a dimostrarle perché la cattura era assai spesso persino più elettrizzante della caccia.

 

Angel se ne era andato da poco. Come sempre era rimasta fino a fissare la sua auto fino a quando i fari erano spariti all’orizzonte.

Lentamente rientrò in casa. Appena varcata la soglia vide la sua immagine riflessa nella specchio. Aveva il volto sereno e appagato. Sospirò. Angel aveva molta esperienza in quel campo con le donne, in fondo aveva avuto molte amanti e lei…beh, meglio lasciar perdere. Aveva cercato di non sembrare impacciata mentre lo toccava in quel modo e in fin dei conti non è che si fosse lamentato. Le sue mani erano meravigliose e facevano delle cose….rabbrividì ancora al pensiero di quello che era successo nel pomeriggio e arrossì lievemente. Fu allora che vide un post-it attaccato sullo specchio. Era di Dawn che la avvisava che avrebbe dormito da un’amica e che si sarebbero riviste solo la sera del giorno dopo.

Buffy salì velocemente al piano di sopra, si spogliò e si gettò sotto il getto di acqua calda della doccia.

Ripensò a quello che lei ed Angel avevano fatto. Durante il pomeriggio lui l’aveva baciata e stuzzicata in molti modi, ma si ben guardato nel fare alcune cose che aveva letto nel suo famoso libro. Forse aveva paura di turbarla. In fin dei conti nemmeno lei era stata molto ardita, c’erano state un paio di occasioni, ma aveva avuto paura di provare, e se poi lui non fosse piaciuto, o avesse sbagliato qualcosa? Chiuse gli occhi e improvvisamente le apparvero le illustrazioni del libro. Buffy girò la manopola della doccia finché un getto freddo la colpì.

Uscì dal bagno avvolta in un asciugamano che ancora tremava dal freddo. Per calmare i suoi bollenti spiriti avrebbe dovuto aspettare un nuovo incontro con Angel. Si asciugò con cura e si infilò gli abiti della caccia. Prese le armi dalla solita cassapanca e uscì dalla stanza.

Dalla finestra due occhi chiari come il ghiaccio la stavano scrutando. “Sembri serena e felice Buffy…” disse in un sussurro l’ombra prima di seguirla.

 

Cimitero di Sunnydale.

 

Buffy si liberò anche dell’ultimo vampiro, aveva una strana sensazione come se qualcuno la spiasse. Era da molto che pensava di essere pedinata, ma questa sera la cosa si faceva più concreta.

Cerco di sembrare disinvolta e scrutò attentamente i dintorni fino a quando vide la figura nascosta dietro un albero. Lei si sedette su una panchina e sorridendo disse “Non ti sembra ora e tempo di farti vedere Spike?”

Nessuna risposta. “Per favore, non comportarti come un bambino. Vieni fuori e fatti vedere!”

Poco dopo una figura uscì dall’ombra e si diresse verso di lei.

“Ciao” disse titubante. Non sapeva cosa passasse nella mente di Buffy ed era pronto a qualsiasi cosa.

“Ciao Spike, vieni siediti” rispose Buffy con tono tranquillo indicando il posto libero sulla panchina.

Lui si sedette Per alcuni minuti rimasero in silenzio a fissare il vuoto

“Stai bene?” chiese Spike

“Si. Grazie e tu?”

“Beh, gironzolo di qua e di la. Ma tutto sommato bene”

Altro silenzio

“Come sta Dawn?”

“Bene”

Silenzio

Spike non sapeva come comportarsi. Buffy sembrava tranquilla, non era arrabbiata con lui. Certo gli aveva detto di averlo perdonato, ma…

“Buffy…”

“Si?”

“Ho incontrato Angel”

“Lo so.”

“Gli ho raccontato…”

“So anche questo”

“Non avrei dovuto, ma ero ubriaco…scusami”

“Non scusarti Spike. Non ha più importanza ormai…”

“Hai litigato con lui? Sai quando è venuto alla cripta pensavo che volesse polverizzarmi…Xander gli ha raccontato di quel brutto episodio”

“E’ alquanto riduttivo chiamarlo brutto episodio, non credi?”

“Ero fuori di me. Sai tutta la gang ora non mi parla più. Non sono stato nemmeno a trovare Dawn, per paura che le avessero raccontato qualcosa”

“Lei non sa nulla”

Spike sospirò. “Per fortuna. Non potrei sopportare di vedere l’odio nei suoi occhi”

“Buffy voltò il viso verso di lui.

“Ti ho perdonato da tempo Spike. Mi hai fatto del male è vero, ma anche io non sono stata da meno” Prese la sua mano fra le sue e continuando disse “Sono rimasta sconvolta dal tuo tentativo di violenza. Per la prima volta mi sono sentita impotente e debole come raramente mi sia capitato nella mia vita. Quando pensavo che tutto fosse perduto tu ti sei fermato ed io ho letto il dispiacere nei tuoi occhi, e l’orrore per quello che stavi per farmi. Ti voglio bene, non posso dimenticarmi di come sei stato vicino a Dawn mentre ero via, di come mi hai aiutato con Glory, e con la caccia, ma soprattutto di come mi facevi sentire. Me stessa. Tu eri l’unico che non mi vedeva come volevi vedermi ma come ero in realtà”

“Beh, è una cosa logica, mi pare”

“Non per la maggior parte delle persone che conosco…”

Spike non riusciva a capire. Buffy lasciò cadere il discorso “Io ti voglio bene, ma non ti amo…Non voglio ferirti, ma questa è la verità”

“L’ho sempre saputo…hai sempre amato solo lui”

Spike si alzò e guardando le stesse disse “Anche quella notte che noi siamo stati insieme ai invocato il suo nome…”

Buffy non disse nulla.

“Peccato che colui che si ritiene il mio Sire sia così cieco. Lui non comprende quanto amore sei in grado di offrirgli e lo rifiuta.”

“Spike, non voglio parlare di lui…”

“Come sempre del resto. Tu non parli di lui, ma lo ami, lo desideri, e sei infelice per questo…Perché non puoi amare me così?” gridò in uno sfogo di rabbia

“Perché lui è il mio destino” rispose con sicurezza Buffy

“Ti ha lasciato, ti ha fatto soffrire, si è rifatto nuova vita a Los Angeles e non si è più curato di te. E pensi che lui sia il tuo destino? Anche adesso che non state più insieme?”

Buffy per non tradire il suo piccolo segreto mentì “E’ vero, non stiamo più insieme, ma come mi dicesti una volta noi siamo uniti, la passione si unisce. Io potrò amare altre persone, ma non sarò mai innamorata di loro. E’ triste, ma è così. Noi siamo diventati parte uno dell’altra quando ci siamo conosciuti e tutto ciò che abbiamo condiviso ci ha reso le persone che siamo oggi. Non so se ci rincontreremo ancora, ma questo non cambia le cose. Lui è il mio destino e io sono il suo”

“Cosa ti rende così sicura?” e guardandola attentamente negli occhi “Sei diversa. Sei…tranquilla, serena. Che cosa ti ha cambiato?”

“Una persona che ho incontrato a New York”

“Forse dovrei incontrarla anch’io, magari riuscirebbe a fare il miracolo anche con me…”

“Forse”

Buffy si alzò dalla panchina e gli prese nuovamente la mano costringendolo a fissarla negli occhi

“Spike non puoi avere il mio amore…ma la mia amicizia si.”

“Lo dici per interesse, scommetto” rispose con un sorriso malinconico

“Certo! Sai avrei bisogno di qualcuno che mi aiutasse nella ronda. Gli anni avanzano anche per me…”

“E con gli altri come la mettiamo?”

“A questo ci penserò io. Non ti preoccupare. Vieni…”

“Dove?”

“Io ho bisogno di una tazza di caffè e tu…beh, una tazza di qualcos’altro credo”

Spike rise. Era da molto che non lo faceva. La nuova Buffy le piaceva. Sicura, schietta e con un tocco di umorismo che non guastava di certo.

In un attimo le fu accanto mentre si incamminavano verso la casa di lei.

 

 

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KristalLover

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Re: UNDERGROUND - capitolo 27

No score for this post         August 4 2004, 9:13 PM

 

Continuala, presto....

E' bellissima...

Ma quali altre ff hai scritto?

Posta un capitolo ogni giorno please....

Silvia

 

 

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Aldebaran

(no login)     

Re: UNDERGROUND - capitolo 27

No score for this post         August 5 2004, 12:50 PM

 

Di fan-fic ne ho scritte parecchie, ma questa è la prima che ho avuto il coraggio di postare.

Ne sto risistemando alcune, le più belle secondo il mio parere, in quanto dopo che ho avuto occasione di vedere sia la prima che la seconda stagione di Angel ho dovuto apportare alcune medifiche.

Alcuni miei lavori li ho scartati fin dal principio in quanto sono storie assai banali e senza molto suspance.

Fra poco questa fan-fic sarà finita e allora ne posterò un'altra nella speranza che piaccia come questa.

Ringrazio tutte voi che seguite questa mia "opera prima". I vostri complimenti e messaggi mi hanno incoraggiata molto, non ero sicura se il mio modo di scrivere e di vedere alcune situazioni sarebbe piaciuta o meno.

Grazie ancora.

 

CAPITOLO 28 (PG – 13 )

 

Il giorno dopo. Magic Box

 

“Ma sei forse impazzita?” gridò Xander con quanto fiato aveva in gola “Non ti ricordi cosa ha tentato di farti?”

“Xander per favore” rispose calma Buffy

“Sono d’accordo con Xander” riprese Willow “Insomma lui ha cercato di violentarti ed ora vuoi che faccia la ronda con te?”

“Io e Spike ci siamo chiariti. Io l’ho perdonato. Siamo di nuovo amici adesso”

“Io no!. Se lo incontro lo uccido!” gridò ancora Xander

“Ed io ti aiuto” incalzò Willow

Gli occhi di Buffy erano due fessure. Willow e Xander erano fuori controllo, mentre Anja a Tara non dicevano nulla. Per fortuna che Dawn era ancora a scuola.

Buffy esplose “Ora basta!” gridò.

Il silenzio cadde nella stanza.

“Spike è l’unica persona che possa aiutarmi nella ronda. I vampiri sono sempre più forti ed io a volte fra il lavoro, la casa ed il resto sono stanca”

“Ti abbiamo sempre aiutato” disse con orgoglio Xander.

“Non voglio sminuire l’aiuto che mi date. Ma tu, Xander fra poco di sposerai e, penso che Anya vorrebbe suo marito vicino la sera e tu Willow, vuoi finire i tuoi studi, vuoi specializzarti. Tutti noi ne trarremmo vantaggio e poi da quando Giles è partito ci serve qualcuno che ci dia man forte”

“Continuo a non essere d’accordo. Lui ha tentato di farti del male Chi mi assicura che non ci riproverà? Io opto per impalettarlo”

“Adesso sono stanca di questa storia” riprese Buffy

“E’ così che definisci quello che è successo? Quello che ti ha fatto?” disse con voce più alta del normale Willow

“Lo ha fatto a me! Non a voi! Possibile che qualunque cosa mi accada deve essere sempre coinvolto tutto il nostro gruppo? Ho odiato Spike per quello che ha tentato di farmi, ho pensato perfino di ucciderlo. Ma ora è passato del tempo e cerco di fare quello che ritengo giusto. Spike è sinceramente pentito e mi potrebbe aiutare moltissimo”

Dopo un silenzio che parve interminabile Xander disse “Va bene Buffy. Lui è molto forte e ti può aiutare molto. Ma ti avviso se vedo che ti guarda in modo strano o che fa qualcosa che non mi convince, dico a Willow di incendiarlo!”

Buffy sorrise e si girò verso Willow. Quest’ultima annui. “Grazie. Sapevo di poter contare su di voi” disse. Anche questa era fatta!

L’unica cosa che la preoccupava era che avrebbe dovuto dirlo anche ad Angel!.

 

Los Angeles – Karaoke Bar

 

Quando Angel e gli altri entrarono nel locale Lorne corse loro incontro. “Hei ragazzi come va?”

“Siamo qui per informazioni” disse in fretta Angel

“Informazioni?”

“Si. E canterò. So che provi un gusto sadico nel sentirmi”

Lorme lo guardò perplesso ”Bene ragazzi sedetevi e ordinate qualcosa mentre io parlo con Angel”

“Spero solo che gli dia le informazioni senza farlo cantare. Non sopporterei di sentirlo di nuovo” disse Cordelia mentre si sedeva al tavolo con Gunn e Wesley.

“Dimmi che cosa c’è di nuovo amico”

“Nuovo?”

“E dai, sprizzi felicità e serenità da tutti i pori. Hai l’aria trasognata ed a volte ti sale sulle labbra un sorriso beatifico. Hai una ragazza?”

Angel cercò di trattenere le proprie emozioni

“No”

“La conosco?”

“Dubito che tu possa conoscere qualcuno che non esiste” rispose diplomaticamente Angel

“Allora per le informazioni? Devo proprio cantare?”

“No. Se mi racconti cosa ti è capitato. Avevo già notato qualche cambiamento dal tuo ritorno da New York, ma ora …”

“Ora niente. Se vuoi canto…”

Lorne sorrise. Se Angel arrivava a proporsi più volte di cantare per avere informazioni per non tradire il suoi piccolo segreto, doveva essere davvero qualcosa di importante. “No. Risparmia le mie orecchie per questa sera. Ho già sentito un paio di persone che…lasciamo perdere” Gli allungò un foglietto. “Ecco quello che vuoi sapere”

“Grazie” disse Angel mentre lo prendeva

“Mi dici il nome della ragazza?”

“Non c’è nessuna ragazza..” E avvicinandosi al tavolo. “Andiamo ho l’informazione..”

“Non devi cantare?” chiese Wesley sorpreso

“No.”

“Grazie a Dio” disse Cordelia , mentre tutti e quattro si avviavano verso l’uscita del Bar

All’esterno del bar una donna guardò avidamente le quattro figure che salivano in macchina.

“Siamo alla resa dei conti piccolo mio” disse toccandosi il ventre. “Fra poco prenderemo il posto che ci aspetta, vicino al tuo papà e tutti ci dovranno rispettare!”

 

Sunnydale – Centro Sportivo

 

Quando Buffy arrivò in palestra notò subito un grande fermento

“Che cosa succede?” chiese

Una ragazza alta e con i capelli castani, rispose “E’ ufficiale, andiamo tutti a Los Angeles”

“Los Angeles?”

“Certo. Alla fine del mese si svolgerà una manifestazione dove vengono mostrati nuovi attrezzi, nuove diete…le solite cose insomma e Dan ha deciso di portarci tutti con lui. Non è fantastico?”

“Beh, forse per voi. Io sono l’ultima arrivata e non credo proprio che potrò venire”

“Scherzi? Dan conta su di te per mostrare la nuova impostazione della palestra”

Buffy alzò il sopracciglio sorpresa. Dan non le aveva mai mostrato di apprezzare le sue doti. Certo aveva notato più volte che la fissava durante le lezioni “ti stai sbagliando” disse.

Proprio in quel momento il padrone della palestra fece il suo ingresso. Anche se si stava avvicinando ai quaranta il suo fisico asciutto, i muscoli ben torniti e la carnagione abbronzata gli toglieva parecchi anni. Era un uomo che non passava inosservato.

“Bene. Forse vi è già giunta al voce della manifestazione che si svolgerà a fine mese a Los Angeles. Questa non sarà come le altre. Noi vi parteciperemo portando un nostro stand.”

La notizia fu contornata da un mormorio.

“E’ una grande occasione per noi. Certo abbiamo molte iscrizioni ma il mio intento è quello di ricercare nuovi iscritti fuori da Sunnydale.”

“Che cosa dovremmo fare?” chiese un ragazzo di nome Michel.

“Ognuno terrà delle piccole lezioni gratuite e mostrerà il nostro modo di lavorare. Quindi cercate di essere al meglio per la fine del mese. Ora al lavoro. Fra poco si apre!”

Tutti i presenti, entusiasti della notizia si diressero verso le loro postazioni.

Buffy prese il suo borsone e si diresse verso la sua piccola stanza dove svolgeva le sue lezioni. Era la stanza più brutta della palestra. Era sul retro e le finestre erano piccole. In questo modo entrava poca luce e il neon era sempre acceso.

Stava preparando i tappeti per terra e sistemando i cuscini quando Dan entrò.

“Buffy. Vorrei parlarti”

“Dimmi”

“Hai sentito di Los Angeles, vero?”

“Certo. Spero che vada tutto bene. Te lo meriti”

“Io conto molto su di te per questa iniziativa”

“Su di me?” chiese stupita Buffy

“Certo. L’idea di un corso di difesa personale, all’inizio non mi andava molto a genio. Ma poi ho visto che sei riuscita ad impostarlo bene, ed anche se non è molto frequentato devo dire che hai fatto un ottimo lavoro. Riesci a dare fiducia alle persone. E sei anche molto paziente con tutti i tuoi allievi.

“Lo credi davvero?”

“Certamente” disse lui sicuro. “Vorrei che tu tenessi un paio di lezioni durante la fiera”

“Ma io non so…”

“Buffy. Questa è una grande occasione per noi. Pur essendo minuto riesci a difenderti benissimo. Sei riuscita perfino ad insegnare alla signora Taylor come difendersi dagli scippatori!”

Buffy sorrise. La signora Taylor era una vecchietta adorabile che aveva paura perfino di schiacciare una mosca. Ma dopo che l’avevano scippata ben due volte della pensione, aveva deciso di iscriversi al suo corso di autodifesa. Buffy era riuscita a convincerla che se si feriva qualcuno per difendersi non era una cosa cattiva.

La prima volta che avevano cercato di scipparla nuovamente aveva reagito prendendo a borsate il ragazzino e gli aveva rifilato anche un calcio.

“La signora Taylor è troppo generosa con le lodi…”disse seria Buffy.

“Non cercare di sminuirti. Sei molto brava nell’insegnare l’autodifesa, anche se a volte metti un po’ di troppa forza nelle tue spiegazioni. Ma come ti ho già accennato prima tu dai fiducia alla gente. Gli fai scoprire le loro capacità, li dai una dose in più di coraggio per affrontare il mondo”.

“Non penso di riuscire a fare una lezione in mezzo a tanta gente…”

“Ho pensato anche a questo. Faremo una dimostrazione sulle tecniche di autodifesa. Tu verrai aggredita e mostrerai alcune mosse…sarai bravissima vedrai!”

“Se lo dici tu. Quando sarebbe questo fiera?”

“Alla fine del mese. Avrai tutto il tempo per trovare qualcuno che tenga compagnia a tua sorella, e poi si tratta solo di un Week-end!”

“Ok” rispose Buffy.

“Ora ti lascio alla tua lezione” disse Dan mentre lasciava la stanza.

Buffy era felicissima. Sarebbe andata e Los Angeles e li stava Angel. Chissà come avrebbe reagito alla notizia!.

 

Buffy raccontò tutto a Dawn.

“E’ meraviglioso. Potrei dire a Gunn di venire qui a tenermi compagnia per il fine settimana”

“Non penso che sia una buona idea” disse Buffy

“Perché?”

“Sono tre giorni Dawn. Non è mai stato via così tanto prima da Los Angeles e dal suo quartiere. E poi potrebbero notarlo”

“Così tu vai a Los Angeles a divertirti ed io rimango sola”

“Vado per lavoro”

“Vedrai Angel?”

“Penso di si”

“Allora è divertimento!”

“E’ inutile litigare. Telefona a Gunn e chiedi cosa ne pensa e poi decideremo. Va bene?”

Dawn annui e salì in camera sua per telefonare.

Quando scese una mezz’ora dopo era triste.

“Cosa ti ha detto?

“Che non sa se potrà venire. Tre giorni sono troppi e non vuole lasciare il suo gruppo per così tanto tempo!”

“Allora?”

“Chiederò a Lisa se mi può ospitare a casa sua…”

“Farò di meglio” disse Buffy “lo chiederò io a sua madre” Poi guardando Dawn “Cinese?”

“Non ho voglia di cinese questa sera …”

“Pizza?”

“Con peperoni e acciughe?”

Buffy sospirò “Vada per i peperoni e acciughe…”

 

Los Angeles. Hotel Hymperion– stanza di Angel.

 

Il cellulare suonò per l’ennesima volta. Angel uscì quasi di corsa dalla doccia, con un asciugamano attorno ai fianchi.

“Pronto?”

“Ciao! Si può sapere dov’eri?”

“Sotto la doccia. Mi piacerebbe sapere perché il telefono squilla sempre quando si è sotto la doccia”

“Chiamo più tardi?”

“Avevo finito. Dimmi…è successo qualcosa?”

Buffy raccolse tutto il coraggio di cui era capace “Ho incontrato Spike…”

Angel ascoltò il discorso di Buffy senza dire nulla. La rabbia ribolliva furente, mentre pensava a quello che aveva cercato di farle.

“Angel? Sei ancora li?”

“Si”

“Cosa ne pensi?” Buffy era impaurita. Angel era calmo, troppo calmo e questo no presagiva nulla di buono.

Angel dal canto suo non parlava. Sapeva benissimo che se avesse aperto la bocca ne sarebbe uscito un urlo agghiacciante.

“Angel? Insomma mi vuoi dire qualcosa?”

“Non sono d’accordo!” tuonò la voce di Angel mentre lei sussultava sul letto. Aveva un misto di rabbia e velata vendetta che non le piacque molto.

“Ti ho spiegato che è cambiato…”

“Cambiato un corno! Il lupo perde il pelo ma non il vizio”

“Non mi farà più del male. Non preoccuparti!”

“Non mi fido. Lo conosco bene lo sai!”

“Ti prego. Fidati di me…”

“Penso che non riuscirò a farti cambiare idea vero?”

“Ne dubito”

“Va bene. Accetto al tua decisione. Ma se solo ho il sentore che cerca di fare qualcosa, o che solo lo pensa, vengo li e lo uccido!”

“Non ti preoccupare ci sono già Willow e Xander che mi controllano”

“Non che questo mi tranquillizzi” disse mentre si stendeva sul letto.

“C’è un’altra notizia…”

“Spero che non si tratti di qualcosa come la precedente…”

“A fine mese sarò a Los Angeles…”

“Come mai?” chiese felice Angel

Buffy gli raccontò della palestra e della manifestazione che si sarebbe svolta “dovrò fare un paio di dimostrazioni, ma poi la sera sarò libera” disse con tono malizioso

“Perfetto…”rispose Angel

“Non sarà pericoloso?”

“Risolverò il problema, non ti preoccupare. Hai già finito la ronda?”

“Si. Tutto nella normalità”

“E dove ti trovi ora?”

Buffy sentì un fruscio all’altro capo della linea, si stava facendo la doccia, quindi probabilmente era nudo o aveva solamente un asciugamano intorno ai fianchi. Si immaginò il suo corpo e fu pervasa da un fremito

“Sono a letto, in pigiama, appoggiata ai cuscini”

“Pigiama?” chiese lui incuriosito “Di che cosa è fatto?”

Lei dovette ammettere che non perdeva un colpo “Di seta. I pantaloni sono lunghi, mentre il top ha le spalline sottili”

“Di che colore è?”

“Color carne, molti simile alla mia pelle”

“Hai una pelle splendida”

“Grazie”

“Aspetta un attimo” le disse Angel-.

Buffy capì che voleva stuzzicarla e quel pensiero la elettrizzò. Cercò di ricordare quello che aveva letto nel libro. Il solo sentire la sua voce e immaginarlo coperto solo da un minuscolo asciugamano le aveva trasformato il sangue nelle vene in lava fusa. Lei aveva intenzione di avere un effetto analogo su di lui quella notte, voleva parlargli con tono sensuale, usando parole audaci.

“Eccomi”

“Bene” Molto Bene.

“Mi sei mancata”

Un’ammissione tanto intima la sorprese, colmandola di consapevolezza. Fece un respiro profondo, il suo petto di alzò e si abbassò sotto il pigiama e la seta le sfiorò i capezzoli.

“Anche tu mi sei mancato. Ti ho pensato, immaginando le tue mani su di me”

“Davvero? Dove?”

Buffy, si ricordò improvvisamente di una frase letta sul suo famoso libro /Dite al vostro amante cosa vorreste da lui e viceversa/,facendo un altro profondo respiro disse:

“In questo momento vorrei che mi liberassi i seni dal top e li toccassi. Riesco a immaginare la tua bocca sui miei capezzoli” sussurrò lei, lasciandosi trascinare dall’immaginazione in modo nuovo “il solo pensarci mi fa impazzire”

Lui rise piano “E sentirti parlare ha lo stesso effetto su di me”

“Se tu fossi qui, Angel, ti spoglierei un indumento alla volta e userei la bocca per conoscere il tuo corpo” ecco, finalmente lo aveva detto!

Chiuse gli occhi, pervasa da un piacevole formicolio “Vorrei essere con te adesso, poterti baciare la bocca, il collo, il petto muscoloso. Ti piacerebbe, Angel?”

Ci volle un momento prima che lui rispondesse, rauco “Si”

“Bene, perché voglio guardarti, toccarti e assaporarti. Voglio ancora accarezzare la tua pelle. Non vedo l’ora”

Un sospiro di lui incrementò la sua audacia ricreando nella mente di Buffy l’immagine del viso di Angel, trasfigurato dalla passione

“Accarezzati, Buffy” la esortò lui, dimostrandole di saper stare al gioco “Dato che non sono li, dimmi che cosa senti”

Per un momento Buffy esitò. Si chiese come Angel interpretasse il suo silenzio, sperando che non capisse di averla colta alla sprovvista con quella richiesta. Se la sarebbe dovuta aspettare, dopotutto stava giocando con un esperto.

“Okay” disse infilando le dita tremanti sotto il pigiama

“La mia pelle è calda…Immagino che siano le tue dita a toccarmi, come l’altra notte. Le tue mani sono leggermente ruvide e sentirle sulla mia pelle mi ha dato i brividi”

“Io sto rabbrividendo proprio adesso” confessò Angel

“Bene.” Respiro profondo “Significa che mi desideri”

“Non sai quanto”

“Invece credo di si perché so quanto desidero te. Perché non ti accarezzi anche tu, Angel? Immagina che siano le mie mani”

Il fragore che seguì la stupì a tal punto che Buffy sussultò mentre il suo sguardo saettava verso la porta, chiusa a chiave.

L’imprecazione soffocata di Angel riportò la sua attenzione sul telefono.

“Dannazione” brontolò lui in lontananza. Buffy sentì un fruscio, poi l voce di Angel tornò chiara. “Sei ancora li? Mi è caduto il telefono”

Lei rise “Si, sono qui.”

“Stavo cercando di…spostare le mani altrove”

“Mmh. Ti aiuterei volentieri, ma non posso continuare senza mettere giù il telefono, quindi è meglio aspettare sia tu a soddisfarmi”

“Vuoi farmi impazzire?”

Buffy rise, una risata sexy e profonda che strappò un gemito a Angel. Le piaceva esercitare un potere tanto intenso.

“Fra due settimane sarò a Los Angeles…”

“D’accordo, ma non prendere iniziative, Buffy, aspetta che sia io a soddisfarti”

“Anche tu aspetterai?”

“Si. Anche se sarà la mia morte” concesse lui con un sospiro

Buffy rise, pensando a quello che aveva appena detto Angel “Ho molti progetti per te, ma ucciderti non è tra quelli”.

 

CAPITOLO 29 (NC – 17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Sunnydale –

 

“La ringrazio molto signora Rush” disse Buffy

“Non ti preoccupare Buffy, Dawn starà benissimo qui. Spero che tutto vada bene”

“Lo spero anch’io. Comunque se ci fossero problemi” continuò Buffy porgendole un biglietto “qui ci sono i numeri del mio cellulare e dell’albergo che ospita la manifestazione”

“Non penso che si sarà nessun bisogno di chiamarti. In fin dei conti sono solo tre giorni”

Il suono di un clacson la fece sobbalzare

“I tuoi colleghi ti stanno chiamando e non ti preoccupare”

“Ancora Grazie e tu Dawn mi raccomando, comportati bene”

“Certo che lo farò! Per chi mi prendi?”

“Bene devo proprio andare ora. Arrivederci a tutti!”

“Ciao Buffy” gridò Dawn mentre lei si allontanava sull’auto di Dan.

 

Los Angeles

 

L’albergo che ospitava la manifestazione era davvero imponente. Circondato da un giardino con annessa una spiaggia privata, appariva a Buffy splendido.

Dan si diresse verso al reception e dopo aver dato tutte le informazioni necessarie, un facchino si avvicinò per accompagnarli nelle loro stanze.

Mentre salivano in ascensore Dan prese la parola “Bene ragazzi. Ora andate nelle vostre stanze, lasciate le valige e scendete subito. Voglio mostrarvi in nostro Stand ed il programma”. Tutti annuirono entusiasti.

 

Spiaggia privata dell’albergo.

 

“Questo è il nostro stand.” Disse Dan. “A tutti vi è stato dato copia del programma. La manifestazione si svolgerà su tre giorni. Questa sera ci saranno le presentazioni delle varie palestre e dei loro programmi con alcune dimostrazioni. Buffy?”

“Si”

“Vorrei che tu ti esibissi questa sera”

“Questa sera? Ma è la serata di apertura, non credo che…”

“Ascoltami, tutti presenteranno i soliti esercizi, se vogliamo essere notati e attirare l’attenzione dobbiamo presentare qualcosa di nuovo”

“Ma non so…”

“E dai Buffy” disse Michel “sarai eccezionale…”

“Su, non farti pregare” disse un’altra ragazza

Buffy sospirò “Va bene”

“Perfetto” disse Dan “avrò bisogno della collaborazione di tutti…” e cominciò a spiegare come si sarebbe svolta l’esibizione di Buffy.

 

Stanza di Buffy

 

Buffy cercò per l’ennesima volta di contattare Angel ma rispondeva solo la segreteria del suo cellulare. Ormai era tardi e decise di lasciare un messaggio.

Audry, la sua compagna di stanza, uscì dal bagno “Su Buffy, è ora di prepararsi. Nervosa?”

“Un po’” rispose

“Andrà tutto bene vedrai. Farai un figurone”

“Lo spero sinceramente” rispose mentre si chiudeva in bagno.

 

Dan aveva ragione. Tutti gli altri partecipanti stavano mostrando i soliti esercizi. Le istruttrici erano vestite molto più succintamente del normale e gli istruttori giravano tutti senza maglietta mostrando i bicipiti a destra e manca a ragazze che andavano i bisibiglio.

L’idea di Dan era facile e ingegnosa alla stesso tempo. Buffy rappresentava la classica ragazza che rientrando da sola a casa veniva aggredita da dei malintenzionati.

All’inizio c’erano poche persone che guardavano la loro dimostrazione, ma quando Buffy, con mosse fulminee e veloci, con agilità e destrezza riuscì ad atterrare i suoi due colleghi grandi il doppio, la folla cominciò ad accalcarsi per poter vedere meglio.

Ancora due mosse, ed anche gli altri erano atterrati.

Alla fine della rappresentazione la folla esplose in un applauso trionfate. Buffy non credeva alle proprie orecchie, tutta quella gente stava applaudendo lei. e arrossì vistosamente.

“Non vedete che è tutto un trucco?” disse una voce potente.

Buffy si girò e lo vide. Era l’essere umano più grande che avesse mai visto. Un tipo muscoloso con i capelli rossi raccolti in una coda. Era davvero enorme…il collo largo come quello di un toro, le braccia come tronchi di alberi e le gambe, fasciate nei pantaloni per lo sport ancora più grosse.

“Chi è quello?” chiese Buffy a Dan

“E’ Paul Sander, titolare di una palestra qui a Los Angeles”

“E che cosa vuole?”

“Screditarci presumo. La sua esibizione è stata praticamente surclassata dalla tua. Vedi quanta poca gente c’era?”

La folla si aprì per farlo passare. Con un movimento veloce, che stupì Buffy stessa salì sulla pedana. “Sei stata brava nella tua esibizione” disse “ma era tutto programmato e i tuoi compari hanno finto di aggredirti e non ci hanno messo nemmeno tanta forza. Non credo che tu saresti capace di difenderti da un vero aggressore!”

Buffy sorrise. Se solo sapesse!

“Paul,” intervenne Dan “si tratta solo di un esibizione non credi di esagerare?”

In tutta risposta lui lo spinse così forte che Dan cadde dalla piccola pedana.

Buffy a quel punto alzò gli occhi. Di fronte a lui sembrava ancora più minuta di quello che era, ma non gliela avrebbe lasciata passare liscia. Era grosso, vero, ma come si dice? Più grossi sono più fanno rumore quando cadono.

“E se battessi te?” disse Buffy con sicurezza

“Ragazzina, sei meno della metà di me non dire stupidaggini”

“Hai paura?”

Lui rise e la sua risata echeggiò per tutta la sala “Paura? Non ho mai avuto paura di niente nella mia vita”

“C’è sempre una prima volta…”

Paul Sander la guardò negli occhi, nessuno lo sfidava impunemente. Gli avrebbe dato una bella lezione. “D’accordo ragazzina. Ma ti avviso che potrei farti male”

“Non c’è problema…” rispose Buffy

Dan si avvicinò a Buffy. La situazione stava degenerando “Buffy, sei impazzita? Per quanto tu possa essere brava non potrai mai batterlo. Ti farai solo del male”

Buffy con sguardo sicuro gli disse “Non ti preoccupare, ho visto di peggio”.

“Pronta?” disse la voce alle sue spalle

“Pronta “rispose Buffy.

L’ultima cosa che Paul Sander ricordò, erano le gambe di Buffy che gli stringevano il collo mentre lui era a terra.

Quella ragazza era veloce e forte. Quando si riprese la gente stava ancora applaudendo. Il loro era più stato un incontro di Wresling che una lezione di autodifesa.

Si alzò e la folla ammutolì. Guardò Buffy, sudata e con il fiatone e gli sorrise “Sei davvero in gamba ragazzina” disse infine “penso che verrò a prendere lezioni di autodifesa anch’io”. Tutti i presenti risero e l’atmosfera divenne più rilassata. Improvvisamente Buffy si sentì sollevare da terra e Paul Sander gli stampò un bacio divertito sulla bocca.

Tutti risero fragorosamente e con la coda dell’occhio vide Dan che tirava un respiro di sollievo. La manifestazione stava ritornando alla normalità.

Ancora scossa per tutto quello che era successo, Buffy decide che era meglio andare in camera a riposare in questo modo avrebbe avuto la possibilità di chiamare Angel. Si sentiva stanchissima. Audrey si avvicinò “Sei stata eccezionale. Dove hai trovato tutta quella forza?”

“Non chiedermelo” rispose Buffy. “Non saprei cosa rispondere” disse mentre si dirigeva verso l’ascensore.

Entrò e si appoggiò alla parete, esausta. Le porte dell’ascensore si stavano per chiudere quando un braccio vi si infilò e le fermò.

Buffy aprì gli occhi appena in tempo per vedere una sagoma vestita di nero entrare, sussultò lievemente ed era pronta a sferrare un poderoso pugno quando due labbra che ben conosceva si avventarono sulla sua bocca.

Buffy si rilassò immediatamente e lo abbracciò dietro la nuca.

Quando il bacio finì lei aveva il fiatone mentre Angel la guardava con espressione divertita

“Ciao” le disse

“Sono due settimane che non mi vedi e non mi senti e riesci solo a dirmi un semplice ciao?” disse Buffy

“Vero…”rispose lui prima di chinarsi nuovamente verso di lei.

Lei sentì il suo desiderio premerle il bacino e guardandolo maliziosa disse “Ti sono mancata?”

“E’ colpa tua. Dopo la tua telefonata non mi sono più ripreso. Sono due settimane che cerco di impedire che chiunque mi veda capisca il mio stato”

Lei sorrise e gli intrecciò le braccia dietro la nuca.

Si stavano ancora baciando quando l’ascensore suonò e le porte di aprirono. Un “Scusate, noi vorremmo scendere e voi?” li riportò alla realtà.

Angel e Buffy risero mentre uscivano dall’ascensore lasciando il posto ad una coppia non più giovane ma che gli aveva rivolto un sorriso molto complice.

“Non vedo l’ora di farmi un bagno” disse Buffy mentre apriva la porta della sua stanza. “Sono tutta un dolore…”

“Così impari a lanciare sfide a persone più grosse di te”

“Mi hai visto?”

“Sono arrivato appena hai iniziato la tua esibizione. Non me la sarei persa per nulla al mondo”

“Come ti è sembrata?”

“Ottima…”

“Ma…”

“Dovevi proprio affrontare quel tipo? Avrebbe potuto farti del male. Non so che cosa mi abbia trattenuto dal salire sulla pedana con te!”

“Ho affrontato di peggio nella mia vita, lo sai bene” disse mentre si levava la tuta e prendeva l’accappatoio dall’armadio. Angel la stava guardando sbalordito e pieno di desiderio.

Chiuse l’anta dell’armadio e si girò. Fu allora che vide il suo sguardo. Istintivamente si strinse l’accappatoio sul corpo “mi dispiace…ero sopra pensiero…”

Lui si avvicinò e la prese tra le braccia “A me non dispiace affatto…” e dopo un attimo di riflessione disse “Devi proprio farti un bagno?”

Buffy lo guardò con aria schifata “Sono tutta sudata e sporca, penso che sia il minimo…perché?”

“Mi è venuta in mente una certa idea”

“Che idea?”

Lui sorrise sornione. “Se ti metti qualcosa addosso, ti porto in un posto”

“Che posto?”

“Vedrai…allora?”

Riluttante Buffy annui, si rimise la tuta sporca e mise degli abiti puliti nello zaino. “Bene sono pronta…”

“Un’altra cosa…se quello prova a baciarti di nuovo lo disintegro”

“Sei geloso?”

“Geloso?…Non dire stupidaggini…di quello? Assomiglia più ad un toro che ad un uomo…”

Buffy lo fisso negli occhi divertita

Lui la prese fra le braccia e la baciò con trasporto “E’ vero sono geloso…gelosissimo”

Lei rispose al bacio “Non devi esserlo…lo sai che amo solo te”

“Lo so. Vieni ho la macchina parcheggiata qui vicino”

 

Angel parcheggiò davanti all’Hotel Hymperion.

“Tu abiti qui?” chiese stupita Buffy

“Si” rispose lui mentre scendeva per aprirle la portiera dell’auto.

“Hai sempre amato i luoghi ampi, ma questo…non è troppo grande per te?”

“No. E poi ci sono Cordelia e Wesley e a volte anche Gunn”

Buffy si fermò. “Ora sono qui?”

“Non ti preoccupare. Sono tutti fuori. Siamo soli…soli…”

 

Angel le fece strada. Buffy entrò nella grande Hall dell’albergo c’erano delle poltroncine e il bancone dell’entrata dove facevano bella mostra libri di ogni genere.

Angel si avviò verso la scalinata che portava al piano di sopra. Buffy lo seguì. Arrivarono davanti ad un’enorme porta di legno massiccio e Angel la spalancò.

“Abiti in una suite” disse Buffy

“Beh, visto che potevo scegliere ho preso la stanza più bella”

Buffy mise lo zaino su una poltrona “Allora la sorpresa?”

“Aspettami qui”. Angel sparì dietro ad una porta. Buffy rimase per un attimo impalata in mezzo all’enorme stanza e poi si avvicinò al balcone.

La vista che si godeva non era certo all’altezza di quella che si vedeva dall’appartamento di Catherine a New York, ma era comunque bella. Sorrise ripensando alle lettere che lei e Catherine si scambiavano periodicamente. Lei li raccontava quello che succedeva nella città sotterranea, di Vincent e di Padre, mentre Buffy le scriveva di Sunnydale, di Angel , di Dawn e della gang.

Assorta nei suoi pensieri sobbalzò lievemente quando due forti braccia la strinsero da dietro. Lei si appoggiò contro il suo petto respirando profondamente. “Allora la sorpresa?”

Angel la condusse oltre la porta dove era sparito poco prima. Un’esclamazione uscì dalle labbra di Buffy. Si trovava nel più ampio bagno che avesse mai visto. C’era un’enorme vasca piena di schiuma e delle candele profumate accese che davano alla stanza un fascino antico. “Che bello” disse.

“E’ tutto per te” rispose lui. “Su spogliati e entra nella vasca. Hai bisogno di rilassarti. Io vengo subito”.

Buffy fu grata ad Angel della sua discrezione. Era ancora imbarazzata a mostrarsi nuda di fronte a lui. Era una reazione sciocca da parte sua in quanto l’aveva vista molto bene durante i giorni passati a Sunnydale. Si tolse tutti gli indumenti e li appoggiò su uno sgabello e poi entrò nella vasca. L’acqua era leggermente più calda del normale, ma a lei non dispiacque. Lentamente, fra quelle bollicine di schiuma e quella meravigliosa fragranza che non sapeva ben identificare si appoggiò alla sponda della vasca e chiuse gli occhi.

Poco dopo Angel entrò nel bagno. Lei istintivamente aprì gli occhi.

“Ti piace?”

“Molto. Ne avevo veramente bisogno”

Lui si tolse la maglia e rimase a petto nudo. Poi prese la spugna e l’immerse nell’acqua. “Vieni ti lavo la schiena”.

Buffy non se lo fece ripetere due volte.

Le mani di Angel erano davvero magnifiche. Forti ma dolci e sotto il suo tocco i suoi muscoli iniziarono a rilassarsi.

Poi la spugna passo alla parte anteriore del suo corpo. Lei lo fissò negli occhi e lesse tutto il desiderio che provava.

Con movimenti lenti e circolari Angel le massaggiò il seno, per poi scendere sempre più giù. Quando la mano arrivò in prossimità della sua parte più intima Buffy emise un lieve sospiro e lui sorrise. Non si era sbagliato le sue carezze le piacevano.

Stava per intensificare il suo tocco quando uno squillo lo riportò repentinamente alla realtà.

“Accidenti, mi sono dimenticato di staccare il telefono”

Ripresasi bruscamente dal dolce languore in cui era caduta Buffy disse “Che cosa?”

“Telefono…”

“Telefono?”

“Posso sempre non rispondere…”

“Potrebbe essere importante. Non ti preoccupare…vai”

Riluttante Angel si alzò e uscì dalla stanza.

 

Buffy nel frattempo iniziò a passarsi la spugna su tutto il corpo. Il profumo di cui era intrisa la stanza le piaceva molto. Si lavò lentamente, nella speranza che Angel rientrasse per continuare quello che aveva interrotto. Ma quando l’acqua iniziò diventare fredda, decise che era meglio uscire.

Si avvolse in un enorme asciugamano. Si pettinò i capelli ancora bagnati ed uscì.

Angel era seduto sul pavimento vicino al letto e stava ancora parlando.

Quando la vide, la quadrò da capo a piedi e gli sorrise. Poco dopo la telefonata finì.

Lei si avvicinò “Problemi?”

Lui scosse la testa “Di poca importanza. Vieni qui” Angel si allungò e le afferrò una caviglia.

Lo guardò, mentre lui le sollevava l’asciugamano “Che cosa stai facendo?”

Lui le fece un sorrisetto, poi abbassò la testa e cominciò a baciarle i polpacci.

“Angel?”

Lui mosse le labbra verso le ginocchia di lei, mentre con le mani le allargava le caviglie

“Angel!” Lei gli afferrò i capelli “Che cosa fai?”

“Ti bacio, amore” la voce ovattata sotto il lungo asciugamano di lei.

Buffy poggiò la mano sul muro e chiuse gli occhi. L’altra mano afferrava ancora la nuca di lui.

Le labbra di lui risalirono lungo l’interno delle sue cosce, leccandole e baciandole delicatamente, poi mordicchiandole la pelle. Un gemito sfuggì dalle labbra di lei e le ginocchia le si piegarono.

La bocca di lui continuò a salire, finché non la baciò quasi tra le gambe. Aveva la bocca proprio là. Poi la baciò.

“Angel!” Gli afferrò il capo e perse l’equilibrio, facendo cadere entrambi sul letto in un viluppo di braccia e gambe.

Lui rideva da sotto l’asciugamano, con il viso premuto sul suo ventre nudo. Continuava a ridere.

Buffy si trascinò fuori da sotto le sue spalle e si arrampicò lungo il letto, fino ad avere la schiena contro la spalliera e le caviglie strette.

Angel alzò gli occhi e le sorrise. Poi le afferrò nuovamente le caviglie e lentamente fece scorrere le mani lungo le sue gambe, poi di nuovo verso il basso, poi su e giù, finché lei smise di guardarlo e chiuse gli occhi. In un piccolo barlume di lucidità riuscì solo a pensare che forse sarebbe accaduto quello che aveva letto sul libro. Sarebbe bastato rilassarsi e seguire solo il suo istinto.

Buffy appoggiò il capo all’indietro contro la spalliera del letto. Lui le accarezzò le gambe, poi la tirò lentamente a sè, le sciolse l’asciugamano , mentre la tirava sempre più in basso e più vicino, sollevandole le gambe sopra le sue spalle.

Allora cominciò a toccarla con le dita, delicatamente, accarezzandola senza sosta, poi si fermò si slacciò i pantaloni, liberando il suo pene. Lei aprì gli occhi e lo guardò, turgido e poggiato contro di lei.

“Angel…non puoi…”

“Non farò nulla di irreparabile…”disse mentre i pantaloni volavano via dal letto.

Angel lo usò per accarezzarla, per scivolare contro di lei, piegandosi su e giù e muovendosi contro il suo corpo.

Lei osservò quello che faceva, lo guardò muoversi sopra di lei. I loro occhi si incontrarono e lo sguardo di lui la infiammò.

Lui allungò le mani, prese le sue e la fece sollevare finché non fu inginocchiata di fronte a lui, faccia a faccia.

Si strinse con forza contro il corpo nudo di lei, le mani sui suoi glutei, e la baciò ancora e ancora, finché lei non chiuse gli occhi.

Buffy gemette, allora Angel smise di baciarla e la fece distendere, tenendo ancora le mani sotto il suo corpo. Il suo sguardo era così intenso che il respiro di lei si spezzò; lui avvicinò le labbra alle sue. Un attimo dopo le diede un bacio più intimo.

“Angel…” Lei invocò più volte il suo nome, ma lui non si fermò, e del resto lei non lo voleva. Fu un bacio peccaminoso e meraviglioso.

Lui usò la lingua e le labbra e la succhiò facendola sussultare senza sosta. Ma non smise, come se fosse così affamato di lei da non poterne fare a meno.

Lei gridò il suo nome quando accadde di nuovo e poi si allontanò; lo guardò le palpebre socchiuse e lesse la passione sul suo viso.

Lo aveva letto sul suo libro ma non immaginava che si potesse usare la bocca per amare qualcuno in quel modo. Ma le piaceva come la faceva sentire, amava il piacere che le procurava.

Così cercò di fare lo stesso per lui. Gli baciò le gambe, gliele accarezzò con le mani, facendogli correre le dite lungo l’interno delle cosce. Poi fece lo stesso con la bocca, come aveva fatto lui con lei, e gli leccò l’interno delle gambe e delle cosce, muovendosi lentamente su e giù, finché fu così vicino al suo pene da potergliene toccare la punta prima con le dita e poi con le labbra.

Lui gemette “Buffy….”

Lei lo leccò e Angel gemette ancora. Indugiò nel gioco in poco più a lungo, poi lo succhiò, prendendo la punta nella bocca e tirandolo con le labbra.

Lui si mosse con tale rapidità che a stento si rese conto di che cosa stesse accadendo. La girò sotto di se, in modo da poterla baciare mentre lo succhiava.

Buffy allora cambiò ritmo e rallentò, poi fece scorrere i denti delicatamente lungo il pene di lui. Appoggiò la guancia sul suo ventre e gettò uno sguardo alla testa di lui tra le sue gambe. Poi chiuse gli occhi nel preciso istante in cui raggiunse il culmine del piacere.

Venne con violenza e rapidamente, a lungo, e il suo respiro era rapido e lieve, ma l’amore che provava per lui e quello che lui le dava non era affatto lieve. Era intenso e per sempre.

Angel sollevò il capo e la fece sdraiare con i fianchi acconto alle sue spalle, in modo che gli stesse accanto, la testa ancora poggiata sul ventre i lui. Sollevò il capo dal letto e la guardò con un lieve sorriso.

Lei si sedette sorridendo a sua volta. Quando lui cercò di alzarsi, lei gli mise le mani sul petto e lo costrinse a distendersi, felice del potere che aveva, della capacità di renderlo incapace di resistere ai suoi voleri. Di farlo gemere e fremere e pregarla di non smettere.

E lei non smise. Anzi si chinò e gli baciò il ventre e poi più in basso, facendo scivolare la lingua lungo il suo pene e aprendo le labbra fino ad accoglierlo tutto nella sua bocca. Un attimo dopo, quando lui gridò il suo nome come se Buffy fosse tutto il suo mondo, lei sentì il saldo del suo piacere.

Angel gemette fremendo e disse “Ti amo. Dio del cielo quanto di amo” Poi mosse in basso le labbra e un’altra volta regalò a lei quello che aveva ricevuto.

Poco dopo erano distesi sul letto, esausti e appagati, il respiro di Buffy andava lentamente placandosi.

Lei teneva la guancia appoggiata a una coscia di lui. Guardava i riccioli scuri sulle sue gambe e vicino al suo pene.

“Ti è piaciuto” le disse, accarezzandole le braccia. La sua voce sembrava sorpresa.

“Si” rispose lei dolcemente, mentre disegnava con le unghie il profilo del suo ginocchio facendolo sussultare. Le piaceva che non riuscisse a controllarsi quando lei lo toccava così.

“Avevo letto di questo, ma non credevo che fosse così…”

“Letto?”

Buffy arrossì “Ho comprato un libro in cui erano spiegati…” lui la guardò con aria interrogativa “Insomma, altri modi per dare piacere…”

“Ci sono libri che spiegano questo? E perché l’avevi acquistato?”

“Beh, io pensavo che noi…io…avrei potuto…che tu potevi….aggirando la maledizione io avrei potuto…”

Angel sorrise “Ho capito Buffy, non occorre che tu ti sforzi…”

“Sono molto impacciata vero?” chiese lei distogliendo lo sguardo. Se ho fatto qualcosa di sbagliato mi dispiace.”

“Non hai fatto nulla di sbagliato, anzi…ma tu e Raley non avete mai…”

Vedendo Buffy irrigidirsi disse “Scusami non volevo essere indiscreto…”

“No, non ti preoccupare. Io e Raley quando stavamo insieme eravamo molto…ordinari. Forse la nostra relazione è durata troppo poco per poter esplorare altri aspetti più particolari”

Angel dentro di se esultò. Non lo aveva mai fatto con altri! Lui era stato il primo.

“Angel?”

“Si?”

“Io ho letto un libro, ma tu? Chi te lo ha insegnato?”

Angel emise un gemito e si coprì gli occhi con la mano, poi rimane immobile.

“Dimmelo”.

Angel emise un gran sospiro, poi disse “Ho sentito gli uomini in una taverna che parlavano di questo accoppiamento orale. Poi l’ho provato anch’io e ho scoperto di che cosa si trattava”

“E con chi l’hai provato?”

“La prima volta è stata con una delle cameriere di mia madre”

Buffy rimase in silenzio non sapendo bene quale fosse la sua reale reazione a quelle parole: la prima volta.

Angel si rizzò a sedere e l’attirò a se, abbracciandola teneramente.

“Sento il sapore dell’erica sulla tua pelle e sulla tua spalla”

“E’ essenza di erica quella che hai messo nella vasca?”

“Ti piace?”

“Molto.” Buffy represse uno sbadiglio. Lui sollevò lentamente le lenzuola e la coprì. “Dormi ora sei molto stanca”

“Anche tu presumo”.

“Certo”

Lentamente il sonno sopraggiunse.

 

Una figura lentamente entrò nella stanza e guardò i due amanti teneramente abbracciati. Con lo sguardo carico d’ira e rabbia disse fra sè:

“Goditi la tu Cheerleader finché sei in tempo Angel, perché fra poco non lo potrai più fare” e toccandosi il ventre gonfio “fra poco ci saremo noi ad occupare tutto il tuo tempo, il tuoi giorni e le tue notti, i tuoi pensieri, anche quelli più profondi e otterremo anche tutto il tuo amore. Su questo non ho alcun dubbio!”.

 

CAPITOLO 30 (PG -14 per discorsi un pò troppo espliciti!)

 

Sunnydale un mese dopo

 

Buffy si trattenne dal gettare contro il muro il telefono. Era quasi un mese che sentiva Angel solo per telefono, ma quello che la preoccupava di più era che le loro telefonate si riducevano ad monosillabi da parte di lui ed un fiume di chiacchiere da parte di lei.

Le aveva esposto le più strane e strambe scuse per non venire a Sunnydale. Alla proposta che sarebbe andata lei da lui le aveva quasi ordinato di non muoversi di casa.

Stava succedendo qualcosa di strano e non capiva bene cosa fosse.

Sentì sbattere la porta della stanza di Down.

Si alzò e andò a bussare

“Dawn, posso entrare?”

“Fai pure”

Down era seduta sul letto e abbracciava un cuscino

“Problemi?” chiese preoccupata Buffy

“Gunn è da un mese che non si fa vedere. Devo sempre chiamarlo io e quando parliamo devo quasi costringerlo a rispondermi”

“Anche tu?” disse sospettosa Buffy. Se Gunn si comportava in questo modo c’era davvero qualcosa di anomalo a Los Angeles, magari un nuovo potente demone. Angel avrebbe potuto avvisarla!

“Succede anche con Angel?”

Buffy annui.

“Pensi che si siano stancati di noi? Che non ci amino più?” chiese preoccupata Dawn

Buffy si alzò di scatto “Lo scopriremo presto! Prepara solo l’indispensabile. Si va a Los Angeles!”

 

Los Angeles – pomeriggio.

 

Buffy e Down scesero dall’autobus con i loro zaini.

“Andiamo a cercarci una stanza in albergo” disse Buffy

“Non possiamo andare subito da Angel?” chiese speranzosa Down

“No. Potrebbero esserci Cordelia e Wesley. Loro non sanno nulla e non voglio intromissioni. Magari erano solo occupati e non volevano farci preoccupare. Prima è meglio sondare il terreno”

“Va bene”.

 

Los Angeles – tramonto.

 

Erano state le tre ore più lunghe della sua vita. Sembrava che il tramonto non arrivasse mai. Buffy aveva lasciato Down in al albergo non senza fatica e prese un taxi e si era diretta verso l’Hotel Hymperion. Si fece lasciare un po’ lontano in modo da controllare l’entrata.

Stava mangiando un panino in un piccolo bar situato di fronte all’albergo quando Buffy vide Cordelia e Wesley uscire da quella che era la casa di Angel.

“Se ne stanno andando” pensò fra sé e, pagato il conto in fretta e furia, usci da locale.

Appena entrata nell’albergo Buffy imboccò le scale e si diresse verso la stanza di Angel.

Aprì la porta senza bussare e notò una sagoma distesa nel letto.

Accese una piccola lampada e lo chiamò “ Angel?” mentre si avvicinava al letto.

La sagoma era troppo minuta per essere lui, poi notò i capelli biondi. Improvvisamente la donna si rigirò nel letto e le sorrise.

“Benvenuta cacciatrice”

“Darla?”

 

Albergo – Stanza di Dawn e Buffy

 

Dawn sapeva di aver promesso a Buffy di non uscire, ma non ce la faceva più ad aspettare. Chiamò un taxi e si diresse verso l’Hotel Hymperion. Doveva sapere.

 

Hotel Hymperion – stanza di Angel

 

Buffy era scossa e non sapeva cosa dire. Che cosa ci faceva Darla li e soprattutto che cosa ci faceva nel letto di Angel?

“Non è possibile…tu sei morta”

“Beh…tecnicamente sì, sono morta” disse mentre tramutava il suo volto in quello del demone

Buffy estrasse un paletto dalla tasca del sua giacca.

“Che cosa vorresti fare?” disse la donna, per nulla spaventata e ancora distesa nel letto di Angel

“Tu cosa pensi?…Vediamo…polverizzarti?”

A queste parole la donna si alzò e Buffy sgranò ulteriormente gli occhi Darla era incinta!

“Sei incinta oppure è un cuscino?” chiese cercando di essere ironica la punto giusto

“No. Aspetto un bambino mia cara e per quanto tu possa essere la cacciatrice non è certo nella tua indole uccidere gli innocenti”

“Dubito che la cosa che porti in grembo sia innocente. Mi sono persa qualcosa? I vampiri non possono avere figli! Hai fatto una cura ormonale per caso?”

Darla si stirò mostrando ancora più apertamente il suo ventre gonfio e tondo. “Dopo che sono riusciti a farmi tornare, non mi stupisco più di nulla!”

“Chi ti ha fatto tornare?”

“Un gruppo di avvocati la Wolfram & Hart. Penso che Angel ti abbia parlato di loro”

Angel le aveva accennato qualcosa, ma non gli aveva mai parlato della rediviva Darla.

“Il problema…”continuò la donna “consisteva nel fatto che mi avevano fatto tornare come umana”

“Però ora sei un vampiro”

“Si. Purtroppo la malattia che mi stava uccidendo la prima volta, continuava il suo corso e così Drusilla mi ha trasformato. Ora mi sento benissimo.” La donna si accarezzò il ventre e Buffy fece una smorfia disgustata e alzò il paletto.

“Vuoi uccidermi? Non pensi al bambino?”

“Pensi che sia un BAMBINO? Sei molto ottimista!”

“Se non vuoi farlo per lui fallo per suo padre”

“E chi sarebbe il fortunato?”

“Non lo immagini?” disse sogghignano Darla “In fondo io riposavo nel suo letto…”

“Non è possibile….non ci credo…”rispose Buffy mentre sbiancava in viso.

“Credici mia cara. Il fortunato Padre del pargolo è Angel”

“I vampiri non possono avere figli” ripetè come un automa Buffy

“E invece possono …o almeno in questo frangente. Mi hanno fatto ritornare per farlo felice, perché perdesse di nuovo la sua anima…”

“Ma non ci sei riuscita…”

“No. Però ho ottenuto qualcosa lo stesso” rispose mentre si sedeva con eleganza su una poltrona.

“Un figlio ed una notte fantastica di sesso frenato” aggiunse.

“Tu e lui…”

“Pensavi che fossi in questo stato per immacolata concezione? Sai come si fanno i bambini vero?”

Buffy non rispose.

“Vi ho visti”esclamò improvvisamente Darla

“Come?”

“Tu e lui insieme. Vi ho visti. Angel ha molta esperienza in cerci giochini. Sa come dare piacere ad una donna. Ripensandoci bene molti glieli ho insegnati io…”

“Non mi interessa.!” rispose arrabbiata Buffy

“Come? Non vuoi sapere che cosa gli ho insegnato? Che stupida suppongo che molte cose te le abbia fatte provare. E’ molto bravo…le sue mani…la sua bocca…Avete trovato il modo di aggirare la sua maledizione, certamente all’inizio è molto piacevole…i sensi sembrano appagati e penso che lui ti abbia detto che sei molto brava vero?”

“Non sono affari tuoi” rispose Buffy .Darla faceva apparire quello che lei ed Angel facevano come qualcosa di sporco e volgare, invece era il loro modo di amarsi, di darsi l’un l’altro fino a quando non avessero scoperto qualcosa di più sulla maledizione o fino a quando non avesse ricevuto la sua redenzione.

Darla si alzò dalla poltrona con uno scatto quasi felino. “So cosa si prova, il piacere dato dalle mani e dalla bocca può essere stupefacente, ma dopo un po’ diventa quasi monotono. Ma sentire il suo corpo sopra il tuo che ti schiaccia, sentirlo dentro di te, mentre si muove e ti porta a livelli di piacere che non puoi sopportare, sentirlo venire dentro di te, mentre urla il tuo nome…lo ricordi cosa si prova? Lo ricordi cosa si sente? Io ho avuto questo da lui per più di cento anni ed ora lo avrò ancora. Tu piccola e insignificante cacciatrice non può offrirgli niente di più che una qualsiasi prostituta alle prime armi offre ad un suo cliente…credi davvero che riusciresti a tenerlo legato a te in questo modo?

Lacrime iniziarono a correrle lungo le guance, non voleva che Darla vedesse, ma purtroppo non riusciva a fermarle.

“Io gli darò un figlio…e riuscirò a portarlo nel mio letto e non solo con la promessa di qualche ora di piacevole sesso orale…”

Improvvisamente una voce tuonò “Ora basta Darla!”

 

Buffy sussultò lievemente. Doveva fermare le lacrime. Non voleva che lui vedesse quanto stesse soffrendo. Ma le lacrime non si fermarono.

“Buffy…” disse lui mentre si avvicinava a lei.

“Devo andare ora” rispose Buffy e, senza nemmeno guardalo in viso si diresse fuori dalla stanza.

“Buffy.!” La chiamò lui e lei iniziò a correre.

Era tutto un sogno un brutto sogno. Darla viva, il bambino di Angel. Si sarebbe presto risvegliata nel suo letto e avrebbe riso insieme a lui di questo incubo.

Angel al raggiunse sulle scale e l’afferrò per le braccia “Buffy, ascoltami, ti prego”

Lei si girò e quello che lui vide lo sconvolse. I suoi occhi colmi di lacrime e di un dolore così profondo e così intenso che distolse lo sguardo.

“Mi dispiace amore mio…non sai quando mi dispiace”

“Non chiamarmi così!” disse Buffy

“Ti prego…”

“Perché non mi hai detto di Darla?”

“Io…pensavo che non fosse importante. Lei aveva lasciato al città, quindi…”

“Non era importante che fosse ritornata? Incinta per giunta?”

“Lo so non avrei dovuto stare con lei, ma era un periodo terribile della mia vita, tutto mi sembrava perduto ed io…ero disperato”

“Non mi riferisco a quello. Noi non stavamo insieme e non ti posso rimproverare di nulla. Mi hai nascosto che lei era viva!”

“E’ successo tempo fa…ma il mese scorso me la sono ritrovata nella mia stanza”

“E’ per questo che non sei più venuto a Sunnydale?”

Lui annui. “Non sapevo cosa fare…cosa dire”

“Dire la verità era così difficile?”

“Pensavo che non mi avresti perdonato…”

“Quello che non ti perdono Angel è che tu mi abbia mentito. Io ti ho detto del ritorno di Spike, ti ho raccontato tutto, ma tu non avevi il coraggio di dirmi che Darla era ritornata in vita, era stata vampirizzata da Drusilla ed ora aspetta un figlio. Tu hai tradito la mia fiducia, mi avevi promesso che ci saremmo detti tutto, che non ci saremmo nascosti più nulla!”

“Conosci poco gli uomini mia cara se credi alle loro promesse” si intromise Darla ferma in cima allo scalone.

“Stai zitta.!” Gli urlò Angel.

Buffy si sciolse dal suo abbraccio e cominciò a scendere le scale.

“Buffy…aspettami!”

Lei si girò

“Che cos’altro mi hai nascosto Angel? Qualche altro aspetto della tua maledizione o della profezia? C’è qualcosa che ancora non so?”

Lui abbassò gli occhi.

“Mi hai deluso, pensavo che tra noi fosse cambiato qualcosa…dopo New York”

“Mi dispiace…”

“Smettila di dispiacerti. Non serve a nulla! Io me ne vado!”

“Non puoi…lasciarmi così. Dobbiamo parlare”

“Abbiamo già parlato abbastanza. Tu non hai avuto fiducia in me di dirmi che Darla era ritornata, non ha avuto fiducia che il nostro amore avrebbe superato anche questo. E ora che lei è incinta…”

“Questo non cambia nulla…”

“Questo cambia tutto! Un figlio ti cambia la vita. Sei stato così geloso di questo segreto, così ostinato sulle tue antiche posizioni che non hai avuto il coraggio di dirmi niente.” Buffy era ormai arrivata in fondo alla scalinata.

“Ti ho nascosto il suo ritorno è vero. Ma pensavo di fare la cosa più giusta. Aspettavo di trovare il momento migliore”

“La cosa giusta. Il momento migliore” ripetè Buffy mentre si avviava verso la porta d’entrata dell’albergo.

Non poteva lasciarla andare via “E tutto quello che ci siamo detti? Tutto quello che abbiamo condiviso? Tutto quello che ci siamo promessi? Vale così poco per te da lasciare tutto?”

Lei si girò furente “Non vale poco per me ma per te! Sei tu che lo hai sminuito! Sei tu che lo hai tradito!”

Cordelia e Wesley arrivarono proprio in quel momento

“E lei che cosa ci fa qui?” disse Cordelia quasi stizzita

“Sono felice di rivederti anch’io Cordelia. Spero che tu stia bene”

Improvvisamente anche Down fece la sua comparsa. “Buffy che cosa sta succedendo?” E alzato lo guardo vide Darla in cima alla scalinata con un sorriso maligno sul viso “Oh mio Dio. Aspettami, dove stai andando? Buffy!”

Ma Buffy era già stata inghiottita dalla notte di Los Angeles.

 

CAPITOLO 31

 

Buffy camminava come un automa. Pensava che dopo tutto quello che avevano passato, dopo tutte le promesse e le parole che si erano scambiati Angel fosse cambiato. Invece era stata solo una stupida a crederlo. Lui gli aveva taciuto il ritorno di Darla pensando che fosse la cosa migliore e soprattutto gli aveva taciuto che era incinta.

Angel sarebbe diventato padre, che cosa strana. Molte volte aveva pensato che sarebbe stato bello avere un bambino da lui, ma la maledizione non permetteva certi intimi contatti e poi essendo morto, non poteva avere figli, anche Giles glielo aveva confermato.

Per una strana sorte del destino, tutto era cambiato non importava se per colpa della Wolfram & Hart o per i famosi poteri che sono, ma lui ora avrebbe avuto qualcosa che non pensava di poter avere mai più: un figlio!

Quando le aveva raccontato della profezia tradotta da Wesley era stata molto felice nell’apprenderla. Un giorno sarebbe ritornato umano, forse lei lo avrebbe visto o forse no. Questo non aveva importanza. Lei era felice della possibilità che gli era stata data. Ed ora Darla ed il bambino.

“Perché avete voluto questo? Che cosa ho fatto per meritarmi solo infelicità?”. si chiese lei con voce incerta che rivelava l’atroce dolore che sentiva nel petto, e che minacciava di soffocarla

Avrebbe dovuto essere arrabbiata anzi, furiosa, ma sentiva soltanto quel profondo dolore e si chiedeva quanto sarebbe durato, senza dubbio le sarebbe rimasto per tutta la vita.

Ma nel profondo del suo essere, era felice di nuova opportunità che veniva offerta ad Angel. Chissà perché, nonostante la notte fosse calda lei sentiva così freddo. Si strinse ancora di più nella sua giacca. Era un freddo che nasceva nella sua anima per poi espandersi in tutto il suo corpo.

Si sedette su una panchina guardando senza interesse le auto che passavano lungo la strada.

Lo Odio…Lo odio pensò con tutta la forza di cui era capace. Ma chi voleva illudere? Lei lo amava, come lo amava il primo giorno e come lo avrebbe amato per sempre. Forse era questo il suo destino. Morire senza essere felice per più di un determinato periodo nella sua vita.

Lentamente si alzò e si incamminò lungo la strada incurante di chi le passava vicino, persa nei suo pensieri.

 

Hotel Hymperion

 

“Si può sapere che cosa ci faceva Buffy qui?” gridò Cordelia con quanto fiato aveva.

Darla intanto era scesa ed ora si trovava in mezzo al gruppo.

“Ma come non sapevi che si vedevano da mesi?” disse con tutta la cattiveria di cui era capace

“Vi vedevate da mesi?” disse sorpreso Wesley

“Ti sei bevuto il cervello? Ti vedevi con lei? Noi hai pensato a noi?” disse Cordelia rasentando l’isterismo

“A voi?” chiese Angel. Doveva rincorrere Buffy e loro non lo lasciavano andare, a questo si aggiungeva una Dawn pallida come un cencio che ascoltava il tutto con gli occhi sbarrati.

“Si a noi!” riprese Cordelia “Quando tu e Buffy siete insieme accadde sempre qualcosa di terribile e chi ne fa le spese sono i suoi amici, famigliari, e conoscenti.

“Cordelia calmati…”disse Wesley in un barlume di lucidità. “Angel può spiegare tutto”

“Certo” disse Darla “Su tesoro spiega a tutti i tuoi amici che cosa facevate tu e la cacciatrice quando vi incontravate, siamo tutt’orecchi”

“Non sono affari vostri e soprattutto non sono affari tuoi Darla”

“Non le parlare così. Tu con il tuo comportamento insano hai causato abbastanza guai” riprese Cordelia, “Hai visto in che condizioni si ritrova? E ora scopriamo che ti vedevi con Buffy. Sei un egoista!”

“Egoista?”

“Si pensi solo a te stesso e non ti curi di noi. Potevi perdere la tua anima stando con Buffy e non ci hai avvisato del pericolo che correvamo tutti noi. Sei un egoista!”

“Ma da che pulpito viene la predica” rispose arrabbiato Angel “parla l’essenza della disponibilità e dell’altruismo.”

“Angel non essere offensivo” disse Wesley

“Offensivo? Sono stato fin troppo educato”

Down ascoltava tutto. Erano così gretti e meschini. Ora capiva i motivi di Buffy. Tutti loro pensavano solo a loro stessi e non si preoccupavano di altro. Sentì la rabbia ribollirle dentro.

Improvvisamente nella sua mente comparvero chiari fatti e persone, situazioni e battaglie di cui non era a conoscenza. La vita di tutti loro fu chiara, limpida e senza segreti. Sentiva le parole del gruppo provenire da lontano finché esplose

“Basta!” gridò. Il grido fu così forte che il lampadario tintinnò, mentre le vetrate vibrarono come cristalli.

Dawn era la chiave, un potere che non riusciva a controllare.

Darla era stupita.

“Calmati Dawn” disse Angel. Non sapeva infatti quali conseguenze potevano avere i suoi poteri

“Siete tutti una massa di ingrati! Pensate solo a voi stessi! Al vostro lavoro, ai vostri libri, ai vostri bisogni e nessuno pensa a Buffy”

“Non è vero…” disse Angel seguito a Wesley

“Stai zitto, state tutti zitti. Siete così piccoli e meschini. Quante volte Buffy vi ha salvato la vita? Quante volte ha salvato il vostro prezioso mondo? Ma nessuno di voi le ha mai detto grazie o ha cercato di sostenerla nella lotta. Tu Cordelia…”disse mentre si voltava verso di lei “così viziata, così bella e così stupida”

“Non è vero io ho le visioni…aiuto la gente”

“Hai le visioni perché Doyle non poteva certo trasmetterle ad Angel…”

Come faceva a sapere di Doyle si chiese Angel, il potere di Dawn era immenso e improvvisamente si rese conto che lei sapeva cose che nessun altro poteva sapere.

Intanto Dawn continuava nel suo discorso “… ed ha scelto te, pensando di cambiarti, ma non è così, sei rimasta la piccola sciocca Cordelia. E tu Wesley ora presunto cacciatore di demoni, sei stato licenziato per la tua inettitudine, non sei capace nemmeno di fare l’osservatore e tu...”disse rivolta ad Angel “Sei il peggiore di tutti, lei si fidava di te, è stata onesta con te e tu le hai mentito. Che cosa sareste ora senza Buffy? Ve lo dico io niente! A pensarci bene anche ora siete niente, mi correggo meno di niente. Voi non vi meritate Buffy…andate tutti all’inferno con il vostro egoismo e con le vostre stupide e vuote vite”

Dawn si diresse verso la porte

“Dawn aspetta.” La rincorse Angel.

Lei si girò. “Lasciateci in pace!” gridò. Il grido creò uno spostamento di aria ed Angel con Wesley, Cordelia e Darla si ritrovarono catapultati contro il bancone, mentre il lampadario cadeva frantumandosi nella Hall dell’Albergo e le vetrate scoppiavano in mille pezzi.

 

Il lungo camminare di Buffy l’aveva portata davanti al bar di Lorne. Entrò senza saperne il motivo e lui le venne incontro.

“Ciao bellissima è da molto che non ci vediamo…” e poi preoccupato “è successo qualcosa?”

Buffy non rispose e si diresse verso un piccolo tavolo libero. Lorne la seguì. “Hai litigato con Angel?”

“In un certo senso” rispose lei

“Su, vedrai che tutto si sistemerà! Oh, devo andare il dovere mi chiama. Il primo drink lo offre la casa”

“Grazie” rispose Buffy.

Ascoltò per quello che le parve un’eternità demoni e umani che cantavano canzoni fra le più disparate e pensava…pensava.

Improvvisamente si avvicinò al bancone e chiese una busta, carta e penna e poi si mise a scrivere.

Poco dopo Lorne si avvicinò a lei “Non essere triste bellissima, non sarà poi così grave…”

“Ho deciso che canterò per te Lorne”

Lui si stupì non poco

“Canterai? Perché hai bisogno di qualcosa?”

Lei sorrise e salì sul palco e la musica partì

“Ain’t it funny” di Jennifer Lopez

 

*il seemed to be like teh perfet thing for you and me

Is’s so ironic you’re what I had pictured you to be

But there are facts in our lives we can never change

Jus tell me that you understand and feel the same

This perfect romance that I’ve created in my mind

I’d live a thousand live each one with you right by my side

But yet we find ourselves in a less than perfect circumstance

An so il seem like we ‘ll never the change

Ain’t it funny how some feelings you just cant’t deny

And you can’t move on even thougt you try

Ani’t it strange when you’re feeling thins you shoudn’t feel

Oh I wish this could be real

Ain’t il funny how a moment could just change your life

And you don’t want to face what’s wrong or righ

Ain’t it trange how fate con play a part

In the story of your heart…*

 

(Sembrava la cosa perfetta per te e per me

E’ così buffo che tu sia come io ti ho immaginato

Ma ci sono accadimenti nelle nostre viste che non potremmo mai cambiare

Dimmi solo che capisco e che senti lo stesso

Idillio perfetto che ho creato nella mia testa

Potrei vivere migliaia di vite e ognuna con te accanto

Ma ci troviamo in una circostanza non propria perfetta

E così sembra che non avremmo mai opportunità

Non è curioso, come esistano serti sentimenti che non puoi negare

E che non puoi cambiare nemmeno se ci provi?

Non è strano quanto provi sentimenti che non vorresti sentire?

Oh spero che possa essere vero

Non è curioso come un solo momento potrebbe cambiarti la vita

E non vorresti affrontare quel che è giusto o sbagliato?

Non è strano come il destino può giocare una parte

Nella storia del tuo cuore?)

 

Il silenzio era caduto nel bar e non perché l’esecuzione fosse qualcosa eccezionale. Era ben intonata, certo ma era la tristezza che traspariva dalla sua voce a rendere il tutto così.irreale. Lorne la ascoltava e improvvisamente tutto fu chiaro e un dolore così profondo lo sommerse. Si posò la mano sul petto e le lacrime gli salirono agli occhi

 

Buffy continuava a cantare

 

*Life can be cruel in a way that I can’t explain

And I don’t think that could face all again*

 

(la vita può essere crudele in un modo che non posso spiegare

E non penso che potrei affrontarla ancora tutta)

 

*…Emotion I felt held me back from what my life should be

I pushed you far away

And yet you stayed with me…*

 

(Le emozioni provate mi hanno distolto da quel che sarebbe dovuta essere la mia vita

Non mi permettono di vivere la mia vita come avrebbe potuto essere

Ti ho spinto lontano da me

E tuttavia sei rimasto con me…)

 

Quando Buffy finì la sua canzone il bar di Lorne era intriso di una tristezza quasi tangibile. Lei si avvicinò al suo tavolo, prese il foglio che aveva scritto poco prima, lo mise in una busta e lo consegnò a Lorne.

“Addio Lorne” disse mentre si dirigeva verso l’uscita del locale

Lorne, ancora sconvolto per i sentimenti che aveva sentito agitarsi nell’anima di Buffy la chiamò

“Buffy…”

Lei si girò, ma Lorne non riuscì a dirle nulla. Buffy gli sorrise e uscì dal locale stringendosi nella sua giacca…sentiva così freddo…!.

 

CAPITOLO 32

 

Dawn fermò un taxi, comunicò l’indirizzo del suo Albergo al conducente e profondò nello schienale. Era ancora sconvolta per quello che era successo. Il lampadario caduto, le vetrate e quei fatti apparsi improvvisamente nella sua mente. Si mise le mani sul viso. Doveva raccontarlo a Buffy! Oddio, non era proprio il momento più adatto dopo tutto quello che era successo, ma non sapeva cosa fare ed era spaventata a morte.

 

Hotel Hymperion

 

Gunn arrivò nell’attimo in cui i quattro malcapitati si stavano riprendendo dalla sfuriata di Dawn.

“Che cosa è successo?” chiese preoccupato

Angel aiutò Darla a rialzarsi e Cordelia, ancora scossa per quanto accaduto disse “Dovresti chiederlo a Dawn”

“Dawn?”

“Buffy e Dawn sono state qui” comunicò Wesley

“Ed hanno visto Darla?”

Lui annui “Che cosa c’entra questo disastro con Dawn?” chiese ancora Gunn in uno stato di agitazione.

“Che posso dirti, tutti in quella famiglia sono strani, c’era da aspettarselo che la sorella della cacciatrice non poteva essere una ragazza normale, le è bastato gridare ed ha combinato questo disastro…oh mio Dio” disse mentre si toccava la testa con la mano “sto sanguinando…”

Angel intanto si avvicinò a Gunn “Occupati di loro, devo trovare Buffy”

“Io Dawn, deve essere sconvolta!”

Angel gli strinse il braccio così forte che lui gemette.

“Se trovo Buffy trovo anche Dawn, non ti preoccupare” disse mentre correva fuori dall’Hotel e verso la sua macchina.

Era stato un’idiota! Doveva avere fiducia in Buffy, ma aveva avuto così paura! Chissà dov’era andata e ripensandoci non sapeva nemmeno se era alloggiata in qualche albergo.

Guidò senza sosta per circa un’ora e poi improvvisamente si ritrovò vicino al bar di Lorne. Forse Buffy era passata di li. Scese dall’ auto ed entrò.

 

Albego - Stanza di Dawn e Buffy

 

Dawn continuava nervosamente a camminare per la stanza. Al suo ritorno l’aveva trovata vuota ed ora cominciava a preoccuparsi.

“Ho paura che abbia commesso qualche schiocchezza” pensò con terrore. Era ancora immersa nei suoi cupi pensieri che la porta si aprì.

“Buffy!” gridò buttandole le braccia al collo e si mise a piangere.

“Su Dawn, va tutto bene, calmati”

“Calmarmi? Dopo che te ne sei andata…” e Dawn iniziò il suo racconto, i pensieri che improvvisamente avevano invaso la sua mente, l’urlo, il lampadario “… ho paura Buffy” le disse guardandola negli occhi. Solo allora vide la sua disperazione, la rassegnazione “Scusami non sono migliore di loro, ho solo pensato a me stessa mentre tu…Come stai? Hai rivisto Angel? Hai parlato con lui?”

“Non ha importanza ora” rispose Buffy

“Si che ha importanza!”

“Sthh….”disse Buffy “si torna a casa”

“Ma Buffy…”

Lei non rispose e iniziò a riporre le sue cose nello zaino. Dawn si alzò e fece altrettanto. Sempre in silenzio uscirono dalla stanza, pagarono il conto e di diressero verso la stazione degli autobus.

 

KaraoKe Bar

 

Solitamente il bar di Lorne era allegro, ma quando Angel Vi entrò, notò subito l’atmosfera triste, la gente seduta ai tavoli non parlava e stranamente nessuno stava cantando ed anche Lorne sembrava abbattuto.

“Lorne…” disse Angel

“Ciao amico che cosa fai qui?” chiese lui come se non sapesse

“Hai visto Buffy per caso?”

“E’ stata qui, ha cantato e questo è il risultato che ne è scaturito” rispose Lorne ancora con gli occhi lucidi mentre faceva un gesto plateatico con la mano.

“Buffy ha cantato? Sai dov’è andata? Ti prego è importante!”

Lorne prese la busta e la diede ad Angel “E’ per te” e poco dopo si allontanò.

Angel guadrò quella piccola busta bianca. Aveva paura di aprirla e leggerne il contenuto. Si sedette ad un tavolo, spiegò il foglio e iniziò a leggerla

“Angel,

ti scrivo questa lettera in quanto non so se riuscirei a parlarti direttamente. Non fraitendermi, non ho paura di un confronto diretto, ho solo paura di non riuscire a controllare le mie emozioni e in un impeto di rabbia potrei anche farti del male. Qundi penso sia meglio così.

Quando ho visto Darla nel tuo letto ed ho saputo del bambino ti ho odiato, odiato perché mi avevi tenuto all’oscuro di tutto, perché avevi deciso per entrambi, ancora una volta.

Il dolore ha invaso il mio cuore e la mia anima e se avessi seguito il mio istinto sarei tornata indietro per uccidervi, ma questa non è la soluzione. Ho imparato da Vincent e Catherine che il dolore va affrontato solo in questo modo può essere superato e sconfitto.

Passato il primo momento di sgomento e di rabbia mi sono ritrovata a pensare a Darla ed al bambino: tuo figlio!

Non so per quale scopo il destino voglia giocare con noi in questo modo orribile, ma purtroppo ora loro ci sono ed io posso solo accettarli.

Lei ti sta dando qualcosa che pensavi non avresti mai più avuto e come ti ho detto prima un figlio cambia la vita.

Da tutta questa irreale storia ho capito che noi siamo solo pedine ignare in un gioco troppo grande e complicato e non ci rimane che cercare di combattere al meglio rovinando dei piani già prestabiliti, degli esiti già scritti.

Hai pensato che quel bambino potrebbe portarti alla redenzione?

Forse coloro che hanno deciso questo macabro scherzo non hanno pensato a ciò. Tu hai la possibilità di amarlo, di educarlo di insegnargli la differenza fra il bene ed il male e di renderlo una persona migliore di quello che fu tuo padre e di quello che saresti stato tu se Darla non ti avesse portato alle tenebre.

E Darla…hai mai pensato che questo bambino potrebbe cambiarle la vita?

Per me rimane e rimarrà sempre un essere indegno, ma forse potrebbe dimostrarsi una madre migliore di quello che pensi.

Ed io…beh io non posso più far parte della tua vita. Non voglio che tu debba scegliere fra me e tuo figlio, penso che non sia giusto. Se scegliessi me, l’ombra di ciò che avresti potuto avere con Darla e quel bambino che deve ancora nascere, alzerebbe un muro tra di noi che porterebbe a distruggerci.

Così decido io, questa volta, per entrambi.

Ti lascio Angel, ti lascio vivere assieme a ciò che più desideri che pensavi di non potere avere mai più. Ti lascio alla tua nuova famiglia, a nuove responsabilità, a nuove speranze con l’augurio che ciò ti porti sempre più vicino alla tua redenzione.

Io ritornerò alla mia vita a Sunnydale, alla caccia, al lavoro.

Non cercarmi più.

Addio.

Buffy”

 

Angel lesse ancora una volta quella lettera scritta di getto, intrisa di tristezza ma anche di una forte consapevolezza. Si alzò di scatto rovesciando la sedia a terra. Doveva trovarla!. A costo di rivoltare tutta la città come un guanto ma doveva trovarla. Si diresse verso la porta e Lorne gli si parò davanti

“Lasciami passare Lorne. Devo trovarla, possiamo sistemare tutto!”

“Angel…”rispose lui “Non servirebbe…”

“L’hai ascoltata mentre cantava, che cosa hai letto nel suo cuore? Dimmelo!” gli urlò contro con foga.

“Non posso dirtelo amico, lo sai, non sarebbe giusto nei suoi confronti e poi lei non lo desidera…”

“Ti prego”

Lorne scosse la testa

“Allora l’ho persa per sempre” disse Angel sconsolato mentre lasciava il locale.

“Ognuno è artefice del proprio destino” sussurrò lievemente Lorne mentre fissava la figura che si allontanava.

 

Hotel Hymperion

 

Quando Angel rientrò all’albergo tutti lo guardarono ammutoliti e notando la sua espressione nessuno accennò a chiedergli qualcosa.

Salì velocemente nella sua stanza, si gettò sul letto e rimase lì fermo e immobile.

Gunn bussò “Angel? Posso entrare?” Doveva chiedergli di Dawn e Buffy, non poteva aspettare.

Angel era disteso sul letto in uno stato catatonico.

“Hai trovato Dawn e Buffy?”

Lui scosse la testa “Mi ha lasciato una lettera” disse come in trance

“Una lettera? Dove?”

“Da Lorne…l’ho persa Gunn, l’ho persa per sempre”

“E Dawn? Cosa sai di Dawn?”

“L’ho persa per sempre” ripeté come in una litania Angel

Gunn capì che non avrebbe risolto nulla, lasciò la stanza deciso ad andare a Sunnydale a parlare con Dawn prima che fosse troppo tardi.

 

Due occhi scrutarono Gunn mentre usciva dalla stanza di Angel, un ghigno malvagio salì sulle sue labbra. Era il momento pensò, mentre si dirigeva verso la porta.

 

L’unico pensiero coerente di Angel era che Buffy lo aveva lasciato e, benchè fosse morto e privo di temperatura corporea, sentiva un grande freddo.

Chiuse gli occhi e ricomparvero nella mente i giorni che avevano passato assieme nella sua stanza, il desiderio di lei di esplorare e sperimentare. Era stato così piacevole, così bello. Gli sembrava di sentir ancora le mani su di lui, che gli esploravano il torace, i baci lievi che posava sul suo viso, anche quando al culmine de piacere non era riuscito a controllarsi ed era scivolato nel volto del demone. Lui aveva cercato di nascondere il viso, ma lei lo aveva baciato, ricordandogli che non gli era importato quando aveva diciasette anni e meno che meno ora e poi aveva ricominciato a baciarlo ed ad accarezzarlo ancora…

Sentiva le sue mani che scendevano lungo i fianchi fino alla cintura dei pantaloni e li slacciava. Istintivamente lui alzò le mani e le pose sui suoi fianchi “Buffy…” sospirò, ma quando queste si spostarono verso il suo ventre Angel spalancò gli occhi.

“Darla!” disse ritornando in se

Lei era a cavalcioni su di lui “Su amore mio, sai che sono brava in certi giochini”

Lui le fermò le mani con vigore “Togliti di li”

“Perché? Posso fare meglio di come faceva lei, ho molta più esperienza”

“Non ha importanza. Non voglio nulla da te!”

Angel si sollevò e molto delicatamente la scostò da sé

Arrabbiata Darla disse “Però vuoi il bambino!”

“Perché tu no?”

Lei rise “Non ho mai voluto figlio quando ero in vita, figurati ora che sono morta. E’ ingombrante, imbarazzante e estremamente noioso, senza contare che non trovo nulla da mettermi!”

“Perché hai tenuto il bambino? Potevi sbarazzartene in qualsiasi momento, io non avrei mai saputo nulla ed il tuo guardaroba non ne avrebbe risentito”

Lei si distese voluttuosamente sul letto “Ma così , tesoro, non avrei potuto torturare te!” disse con un sorriso cattivo

Lui si diresse verso la porta

“Ti consiglio di trattarmi bene Angel o giuro che sparirò e non saprai più nulla del tuo prezioso figlio, così avresti altre colpe con cui tormentarti”

“Non ne saresti capace”

“Mi conosci bene e sai che posso farlo…non vorrei andarmene, mi piace qui e poi mi piace anche il tuo letto!”

“E’ questo che vuoi? Il mio letto?”

“Per cominciare…”

Lui si avvicinò a lei e mutò il viso in quello del demone, lei rabbrividì di piacere

“Va bene Darla, prenditi pure la mia stanza, il mio letto, ma non avrai me. Quello che è successo quella notte è stato un attimo di disperazione che non accadrà mai più. Ma ti avviso, se provi a sparire con mio figlio, giuro che rovisterò ogni angolo del pianeta per ritrovati ed ucciderti, e sai che non scherzo, l’ho già fatto una volta. Ricordati che ho solo un’anima, ma posso essere molto vendicativo. Anche tu mi conosci bene vero?”

Lasciando una Darla senza parole, Angel uscì dalla stanza.

 

Appena la porta si richiuse Darla si toccò il ventre. Angel non poteva saperlo ma lei era stata più volte sul punto di sbarazzarsi di quel fastidioso problema, ma in qualche modo, quell’essere che stava crescendo dentro di lei glielo aveva impedito. Era certa che fosse un bambino, anche lo sciamano glielo aveva confermato, solo che a volte lui riusciva ad influenzare le sue scelte e a dominarla.

Cercò di scacciare questi pensieri e si concentrò su Angel. Per un attimo, quando la minacciava, aveva intravisto il vecchio Angelus. Se avesse giocato bene le sue carte, forse sarebbe riuscita a risvegliarlo senza il famoso attimo di felicità.

“Dannata cacciatrice!” pensò con rabbia possibile che fra tutte le donne della terra lei fosse l’unica in grado di far perdere l’anima ad Angel? L’attimo perfetto, l’amore perfetto. L’aveva mai conosciuto lei l’amore perfetto? si chiese Darla. Non doveva pensare a questo, l’amore non esisteva, non esisteva quando faceva la prostituta e, non è mai esistito dopo quando era una vampira. L’unica cosa che contava era il piacere che derivava dall’unione di due corpi, dal bere sangue caldo di una vittima, dall’ infliggere dolore.

Presto questo bambino sarebbe venuto al mondo, era curiosa di vedere il suo aspetto, e soprattutto curiosa di vedere cosa avrebbe fatto Angel. Ripensandoci la nascita di un figlio è gioia, forse sarebbe stato tanto felice da perdere la sua anima.

Un’idea malvagia le attraversò la mente. Lei, Angelus e il loro figlio. Avrebbero atteso che fosse abbastanza grande per renderlo simile a loro e poi avrebbero potuto governare tutto il mondo delle tenebre. Sorrise a questa prospettiva. Si alzò da letto. Le era venuta fame. Era ora di andare a cercare uno spuntino. Angel non voleva che lei lo facesse, ma questo aveva poca importanza. Il sangue caldo di una vittima era più gustoso di quello che si trovava in frigorifero.

 

CAPITOLO 33

 

Sunnydale – Casa Summers

 

L’alba era appena sorta quando Buffy e Dawn varcarono la soglia di casa. Erano entrambe esauste, sia emotivamente che fisicamente. Non si erano parlate per tutto il viaggio entrambe perse nei propri pensieri.

Dawn gettò il suo zaino sulla poltrona e si diresse verso la cucina, aveva fame ed dopotutto era ora di colazione.

Buffy la seguì e cominciò a preparare il caffè e a togliere le uova dal frigorifero per preparare delle frittelle.

Dawn apparecchiò la tavola e si sedette in attesa.

Buffy mise le frittelle su un piatto e si versò il caffè. Tutto nel completo più completo silenzio. Dawn si alzò e aprì il frigorifero per prendere il latte quando questo le cadde dalla mano e si versò per terra.

“Mio Dio.” Disse presa da un’improvvisa frenesia “Mi dispiace Buffy…pulisco subito, scusami” mentre prendeva lo straccio.

Iniziò ad asciugare il latte dal pavimento e improvvisamente gli occhi le si annebbiarono di lacrime e le sfuggì un singhiozzo. Buffy si inginocchio accanto a lei, si fissarono negli occhi e improvvisamente si abbracciarono strette mentre copiose lacrime solcavano i loro visi.

 

Los Angeles – hotel Hymperion

 

Presto l’alba sarebbe sorta. Da quell’angolo buio del giardino Angel la stava aspettando. Sarebbe bastato poco pensò, il primo raggio del sole, uscire allo scoperto e tutto sarebbe finito.

Strinse fra le dita la lettera di Buffy, l’aveva letta innumerevoli volte. Forse se fosse morto lei avrebbe smesso di soffrire, dopo tutto quello che le aveva fatto meritava solo questa fine.

 

Il sole stava sorgendo Angel accennò un passo verso la luce, la voce di Buffy gli rimbombò nella mente “un figlio cambia la vita”, e si fermò. Aveva ragione lei, ancora. Non poteva lasciare suo figlio nelle mani di Darla e di coloro che avevano organizzato tutto. Lo avrebbe protetto, gli avrebbe insegnato la differenza fra il bene ed il male, gli avrebbe insegnato ad amare. Lui che in 243 anni non era riuscito ad impararloe capirlo, eppure avrebbe dovuto essere semplice. Quando si trovava a New York con Vincent, aveva capito che l’amore sistemava tutto, serenamente, bastava solo affidarsi a lui, lasciarsi trasportare, avere fiducia. Chiuse gli occhi. Buffy lo aveva capito da tempo, e lui l’aveva tradita, non fisicamente, anche lei glielo aveva confermato, ma emotivamente. Aveva avuto paura ad affidarsi all’amore che provavano l’uno per l’altro. Ma quello che sembrava così semplice a New York, a Los Angeles si era complicato nuovamente. La preoccupazione che i loro amici gli scoprissero, lottare contro il male, avevano lentamente minato le sicurezze che erano nate a New York e lentamente lui era ritornato quello di prima. Tutto questo non sarebbe successo se lui si fosse affidato ai sentimenti che provava per Buffy, forse si sarebbe arrabbiata, forse avrebbero litigato, ma non si sarebbero lasciati, su questo era certo.

Il sole era ormai sorto dal tutto. Fissò la sfera di fuoco nel cielo “Lei era il mio sole, tu non sei nemmeno paragonabile. I tuo raggi mi possono bruciare, il suo amore mi riscaldava dentro, faceva svanire un freddo di due secoli. La tua luce mi può portare alla morte, il suo abbraccio placava i miei tormenti. Tu splendi sulla terra, lei faceva splendere il mio cuore. Ed ora sono di nuovo solo…” abbassò il capo e rientrò all’albergo. In quel momento Darla stava rientrando dalla porta dello scantinato. Lui la guardò di sbieco, notando le labbra sporche di sangue. Era questa la vita che lo attendeva con Darla? Vuota e senza calore? Forse Buffy aveva ragione, quel bambino avrebbe colmato quel freddo che era nato dentro quando lei lo aveva lasciato e che non riusciva più a scacciare. Lentamente salì la scalinata e si diresse ai piani di sopra.

 

Sunnydale – casa Summers

 

Dopo aver pianto tutte le lacrime possibili Dawn e Buffy erano sedute sul divano a sorseggiare il caffè.

“Mi sento più tranquilla” disse Dawn “E’ vero che piangere fa bene”

Buffy annui e sorrise lievemente lei non si sentiva meglio, ma non voleva da Dawn si preoccupasse.

Il suono del campanello le scosse.

Dawn si alzò ed andò ad aprire e si trovò di fronte Gunn.

“Ciao Dawn, come stai?”

In tutta risposta Dawn gli sbattè la porta in faccia e corse su per le scale.

“Che cosa succede? Dawn…” chiese Buffy preoccupata e andò ad aprire la porta.

Gunn era lì, con una faccia addolorata “Ciao Buffy….”

“Su entra Gunn, non ti faccio niente, prometto”.

Titubante entrò in casa “Mi dispiace di non averti detto nulla di Darla, ma Angel…” Buffy alzò la mano per zittirlo “Non è colpa tua Gunn, era Angel che doveva parlami di lei, ora questo non ha molta importanza, l’importante qui è Dawn…”

“E’ molto arrabbiata vero? Ad essere sincero me lo merito…io devo parlare con lei per spiegarle…”

“Aspettami qui” disse Buffy e si incamminò su per le scale.

Bussò alla porta “Dawn, sono io posso entrare?” non ricevendo nessuna risposta Buffy lentamente aprì l’uscio ed entrò. Dawn con lo sguardo fisso era davanti alla finestra.

“C’è Gunn…”

“Lo so” rispose Dawn

“Penso che dovresti parlare con lui”

“Io credo di no”

“Non devi essere in collera per quello che è successo a Los Angeles con Angel, lui non ha nessuna colpa.”

“Non ci ha detto nulla di Darla…”

“Non era compito suo. Dimmi Dawn c’è qualche altro motivo per cui non lo vuoi vedere?”

Dawn sospirando sonoramente si lasciò cadere sul letto

“Ho paura” disse

“Paura?”

“Se lui è stato all’albergo avrà visto lo sfacelo che ho combinato e gli avranno raccontato…Che cosa penserà ora di me? Non gli ho mai detto nulla…mi considererà un mostro”

Buffy si sedette vicino a lei.

“Se ti vuole bene davvero, non terrà conto di questo. Tu sei una persona meravigliosa Dawn, sei intelligente, simpatica, ed anche una bella ragazza. Ma non puoi rimanere qui e decidere di non chiarire le cose con lui. Vuoi che il rimpianto ti segua per tutta la vita? I tuoi poteri sono enormi, ma i sentimenti che provi sono reali. Non lasciare che la paura ed il puntiglio decidano per te. Devi affrontarlo e solo dopo che vi sarete chiariti potrai decidere cosa fare”

“Parli per esperienza personale?”

“In un certo senso. Posso farlo salire?”

“Penso di si”

Buffy lesse nello sguardo di Dawn l’ansia lei disse “Senti, io devo uscire a fare alcune commissioni, devo passare alle palestra ed al Magic Box, così potrete parlare liberamente, ed eventualmente riappacificarvi senza una sorella invadente tra i piedi”.

“Sei sicura?”

“Certo, non ti preoccupare” e uscì dalla stanza a chiamare Gunn.

 

“Puoi salire Gunn” disse Buffy

“Grazie”

“Gunn?” lo chiamò Buffy quando era già a metà scalinata “Cerca di non farla soffrire troppo o dovrai vedertela con me”

“Io non voglio farla soffrire, io le voglio bene…anzi l’amo!” rispose risoluto lui

“Ci sono persone che pur amando hanno fatto soffrire altre più del dovuto”

“Io non sono come….” Rispose Gunn, ma Buffy era già uscita di casa.

 

“Ciao Dawn…posso entrare o sei ancora arrabbiata?”

“No. Entra pure io…volevo scusarmi per prima, non avrei dovuto sbatterti la porta in faccia in quel modo”

“Avevi le tue buone ragioni. Io non ti ho detto nulla di Darla, e sono stato lontano così tanto senza darti una spiegazione…se fosse capitato a me, sarei stato furioso anch’io”

Era giunto il momento della verità. Non poteva più nascondergli quello che era. Prese un respiro profondo e disse “Io devo dirti una cosa”

“Ti ascolto” rispose lui

“Quando sono stata a Los Angeles con Buffy è successa una cosa...”

“All’Hymperion?”

Lei annui, “Io non volevo farlo, ma è successo…ora mi consideri un mostro vero? Uno di quei demoni che combatti tutti i giorni. Forse avrei dovuto parlartene prima, ma volevo piacerti perché ero una ragazza normale e non volevo che sapessi che cosa ero” disse senza guardarlo negli occhi.

“E che cosa sei?” chiese lui con voce calma e pacata

Sempre con lo sguardo a terra lei rispose “Sono la Chiave” non ricevendo nessuna risposta da lui Dawn continuò “Con il mio sangue ed un certo rituale si possono aprile le porte dell’Inferno, e fino ad ieri pensavo che fosse solo questa la mia particolarità, ma dopo quello che è successo…” e notando che lui non diceva ancora nulla e per paura di leggere il disgusto nei suoi occhi “è meglio che vai ora…so che ti faccio ribrezzo e non voglio…”

Due forti braccia la strinsero forte e posando due dita sotto il suo mento Gunn la costrinse ad alzare la testa fino a che si guardarono fissi negli occhi, lei distolse lo sguardo.

“Guardami Dawn”

“No!”

“Perché?”

“Non voglio leggere il disgusto o la pietà nei tuoi occhi, per favore va via”

“Guardami…”

Lei alzò gli occhi e non vide quello che temeva

“Io non ti considero un mostro, e nemmeno mi fai ribrezzo. Mi sono innamorato di te perché sei carina, intelligente e simpatica e sei speciale. Questo fatto della chiave, e che puoi frantumare i lampadari e le vetrate non cambia quello che provo”

“Tu mi ami?”

“Certo. Penso che mi sono innamorato ancora quel primo giorno, in cucina. Solo che ci ho messo un po’ a capirlo. Poi c’era la faccenda del cacciatore di vampiri e pensavo di non piacerti…”

“Mi sei piaciuto subito…e ti amo tanto”

Lui le sorrise e scese a sfiorarle le labbra con un bacio leggero che in un istante divampò e si fece infuocato. Lentamente con la lingua cerò di far schiudere le sue labbra e approfondì il bacio che lei cercò di corrispondere. Le labbra di lui fecero rimanere Dawn senza fiato, eppure, appena egli la lasciò andare riuscì a dire “Non sono molto brava vero?”

“Oh Dawn, sei bravissima” la contraddisse lui, quindi la strinse ancora di più tra le braccia e la baciò, impossessandosi con maestria delle labbra di lei e ottenendo dalle sue un’istintiva risposta.

Ma presto, in preda ad emozioni mai provare, Dawn non si accontentò di subire passivamente la passione di Gunn, e sentì il bisogno di manifestare la propria. Portando le braccia intorno alle spalle di lui, ricambiò il bacio, abbandonandosi e lasciandosi trascinare in un mondo sensuale fino a quel momento a lei sconosciuto. La sua reazione inaspettata fece per un momento perdere la testa a Gunn, che la strinse ancora di più a approfondì ulteriormente il bacio. Dawn, a contatto con il corpo di lui, ne sentì la tensione e sospirò.

Fu quel suono delizioso che riportò bruscamente Gunn alla realtà e al luogo dove si trovarono.

“Tesoro” sussurrò contro i suoi capelli “si è fatto tardi e fra poco Buffy sarà qui. E’ meglio che vada ora…verrò a trovarti presto, te lo prometto”

Dawn si strinse ancora più a lui “Buffy è fuori per delle commissioni, farà tardi, molto tardi” disse con una luce maliziosa negli occhi

“Dawn, non credo che si opportuno, tu sei ancora abbastanza sconvolta per tutto quello che è accaduto e non voglio approfittare, non sarebbe giusto”

“So quello che voglio Gunn e non sono sconvolta…”

“Ne sei sicura?”

“Beh, forse solo un po’, ma io voglio tanto che tu…”

“Anch’io lo desidero, solo che non è il momento adatto, quando questo avverrà lo sapremo non ti preoccupare”

“Va bene” rispose con il broncio Dawn, ma in fondo al cuore sapeva che aveva ragione, lei era ancora troppo turbata per gli avvenimenti di cui era stata partecipe ed la sicurezza iniziale provata ora stava lasciando il posto ad un dolce consapevolezza che quello non era effettivamente il momento migliore.

 

Buffy intanto era passata in palestra informando Dan che era rientrata prima e che il giorno dopo sarebbe ritornata al lavoro, poi al Magic Box ed aveva lasciato la parte più dolorosa per ultima.

Arrivò alla casa, che aveva condiviso con Angelm nel pomeriggio. Appena varcata la soglia fu immersa nei ricordi, con le lacrime agli occhi salì le scale che portavano al piano di sopra ed alla stanza da letto.

Vi entrò trattenendo il respiro, aveva passato dei momenti indimenticabili in quella stanza, ed era stata felice come non mai, chiuse gli occhi ricordando l’effetto che avevano su di lei le carezze ed i baci di Angel. Era stato lì che per la prima volta si erano amati in un modo diverso, ma piacevole, e dopo molto tempo si era sentita completa come non mai.

Sospirando si avviò verso l’armadio. C’erano ancora i suoi vestiti. Ne aspirò il profumo e fu tentata di prendere un maglione ma si trattenne. Prese lo zaino e lentamente lo riempì delle sue cose, andò in bagno e fece lo stesso.

Scese le scale, e si guardò per un ultima volta attorno, “Non verrò mai più qui” disse ed uscì da quella casa che l’aveva vista così felice senza voltarsi indietro consapevole che una parte del suo cuore era rimasta lì, assieme ai suoi ricordi.

 

CAPITOLO 34

 

Sunnydale – Casa Summers.

 

Buffy, rientrando notò subito che il furgoncino di Gunn non c’era e si chiese se le cose fra lui e Dawn si fossero sistemate.

“Dawn, sono a casa!”

Dawn scese le scale con un enorme sorriso e le buttò le braccia al collo.

“Deduco che tutto si è sistemato vero?”

“A lui non importa che io sia la chiave, mi vuole bene!”

“Sono felice per te, Dawn” disse Buffy mentre un velo di tristezza le attraversava gli occhi.

“Sono una stupida. Dovrei sentirmi in colpa”

“Perché?” chiese sorpresa Buffy

“Io sono qui che ti esprimo la mia felicità che tutto si è sistemato con Gunn, mentre tu ed Angel…”

“Io ed Angel evidentemente non siamo destinati a restare insieme”.

“Non dire così, vedrai che verrà a cercarti e vi spiegherete com’è successo tra me e Gunn”

“Non credo. Gli ho lasciato una lettera…”

“Una lettera? Cosa gli hai scritto?”

Buffy guardò Dawn “Scusami sono inopportuna”

“Fin dal primo giorno che ho scoperto che era un vampiro ho lottato contro il destino, contro i miei amici, contro il mio osservatore ed anche contro la mamma che ci voleva separati. L’ho amato così tanto e lo amo tutt ora, solo ho scoperto che non posso amare per entrambi, non posso lottare per entrambi. Tutta la mia vita è stata una lotta, contro i vampiri, demoni, contro i sentimenti che provavo per lui e contro quello che lui pensava di se stesso”

“Se solo avessi immaginato, forse sarei stata meno egoista” rispose Dawn

“Non ti preoccupare, non potevi comprendere, è solo che ora mi sento stanca…”

“Che vuoi dire?” chiese preoccupata Dawn

“Niente. Beh, fra poco devo uscire di ronda. Sarà meglio mangiare qualcosa che ne dici?”

Dawn annui, ma una strana inquietudine si faceva strada nel suo animo, non le era piaciuto il discorso di Buffy, per niente.

 

Dopo aver cenato, Dawn sentì bussare alla porta di servizio e aprendo si trovò di fronte Spike.

“Ho visto la luce, siete ritornate prima. Com’era Los Angeles?”

“Bella” poi uscì di casa e chiuse la porta dietro di se.

“Che cosa succede? C’è forse qualcuno che non devo vedere?”

Dawn scosse la testa “Devo chiederti un favore Spike”

“Favore? Ok sputa il rospo…”

“Dovresti tenere d’occhio Buffy”

Spike alzò il sopracciglio alquanto sorpreso, Dawn non poteva certo raccontargli quello che era successo e quindi optò per una piccola bugia.

“Vedi, oggi mi ha detto che si sente stanca, ma invece di riposare vuole andare a caccia ed allora…”

“Ho capito, hai paura che non sia al meglio. Non ti preoccupare, gli darò man forte”

“Ma non farti scoprire, se sa che ti ho accennato a questo…”

“Sarò muto come una tomba…” disse sorridendo Spike.

“Grazie Spike, sapevo di poter contare su di te” rispose Dawn e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia.

“Hey” rispose lui, “niente smancerie, ho una reputazione da difendere…”

 

Sunnydale – Cimitero

 

Dawn aveva ragione, pensò Spike, la cacciatrice era sotto tono in un modo alquanto pauroso, non combatteva al meglio ed un paio di volte aveva dovuto trarla d’impaccio da dei vampiri che solo qualche giorno prima avrebbe battuto con una mano legata dietro la schiena. Sembrava quasi che cercasse ... Spike scosse la testa, era una cosa impossibile, lei era troppo legata alla vita, ai suoi amici perché agognasse la morte e l’oblio.

La vide rialzarsi e la fissò attentamente. Il suo sguardo non era più come quello di prima. Era velato di tristezza e disperazione.

Non era solo stanca. Era successo qualcosa a Los Angeles e lui voleva scoprirlo, ne andava della vita della persona che amava, la stessa persona che gli aveva dato un’altra possibilità. Questa volta lui l’avrebbe aiutata e nessuno lo avrebbe impedito.

“Per questa sera penso che abbiamo finito” disse Spike.

“Si, lo credo anch’io”

“Vieni ti accompagno a casa”

“Grazie” rispose Buffy.

 

Appena lasciata Buffy, Spike saltò in macchina. Mancavano ancora quattro ore prima dell’alba e, in ogni caso i vetri erano anneriti. Ah, magia della tecnologia!. Era sicuro che a Los Angeles fosse successo qualcosa. Improvvisamente un’idea ardita fece capolino nella sua mente. Aveva rivisto Angel, e probabilmente avevano litigato. No, questo non l’avrebbe ridotta in quello stato, c’era qualcos’altro e lui non vedeva l’ora di sapere che cosa fosse.

 

Los Angeles – Hotel Hymperion

 

Gunn attraversò l’Hall dell’albergo e si sentì chiamare.

“Vieni nel mio ufficio per favore?” chiese Angel.

“Certo”

Rimasero seduti uno di fronte all’altro per alcuni minuti poi Angel chiese “Sei riuscito a parlare con Dawn?”

Gunn annui “Ho sistemato tutto, solo che sono ancora un po’ sconvolto per quello che ho scoperto, la chiave e i poteri che ha…ma questo non ha importanza, l’amo e non voglio perderla…”

“Hai visto anche…Buffy”

“Si, per alcuni minuti”

“E come ti è sembrata?”

“Come una persona che ha scoperto che il suo ragazzo aspetta un figlio da un’altra. Cercava di nasconderlo, ma si vedeva lontano un miglio che era distrutta. Accidenti Angel ti avevo avvertito che era meglio dirle la verità fin dal principio, ma tu no, avevi paura che lei ti lasciasse e cosa hai ottenuto ora? Ti ha lasciato ed entrambi siete tristi e depressi”

“Ho sbagliato, ora me ne rendo conto, ma in quel momento mi sembrava la cosa migliore”

“Vai da lei Angel, parlale, forse siete ancora in tempo”

Lui scosse la testa. “Ormai non è più possibile, lei ha deciso Gunn e non tornerà indietro”

“E tu ti arrendi così? Non vuoi lottare per lei?”

“Non servirebbe a niente. Ora devo pensare solo al bambino che Darla mi sta per dare. Nella lettera Buffy mi ha scritto proprio questo”

“Certo che ti ha scritto così, cosa pretendevi che dicesse? Manda Darla e tuo figlio al diavolo e resta con me? Da quanto tempo conosci Buffy?”

Angel fece mente locale per un attimo “Personalmente… sei anni”

“E ancora non hai capito di che pasta è fatta?”

Angel corrugò la fronte

“Lei pensa sempre agli altri, anche oggi si è preoccupata di Dawn e l’ultima volta che ha voluto pensare solo a se stessa, che ha si è messa in gioco, che ha esternato i suoi sentimenti si è trovata a combattere contro di te, una rediviva ex amante ed un figlio in arrivo. Era logico che scegliesse per il bene di tutti. Chi avresti scelto Angel? Fra tuo figlio e Buffy intendo, chi avresti preferito?”

La frase gli uscì dalla bocca senza pensare “Mio figlio” e poi sgranò gli occhi.

“Ti conosce meglio di quanto tu conosca te stesso, non ti meriti una donna come Buffy. Non conosco molto bene la vostra storia, ma non la meritavi sei anni fa e non la meriti nemmeno ora”. Si alzò dalla poltrona e fece per uscire

“Mi aiuterai ancora nel lavoro?” chiese Angel

“Certo, lo sai che non mi tiro mai indietro quando si tratta di uccidere demoni e vampiri, ma devi capire che i nostri rapporti non saranno più come prima. Sai, pensavo che tu fossi più coraggioso e responsabile, combatti come una furia e aiuti sempre tutti. Ma quando si tratta di Buffy, tutte le tue paure prendono il sopravvento e preferisci aiutare degli sconosciuti che aiutare l’unica persona che se lo meriterebbe davvero”.

“Non è così”

“Davvero? Forse sbaglio, forse no, ma pensaci e vedrai che ho ragione” concluse mentre lasciava la stanza.

 

Los Angeles notte

 

 

Dopo aver trascorso la mattinata in un vecchio magazzino in periferia, Spike era riuscito ad avere il nuovo indirizzo di Angel da un vecchio amico.

Scosse la testa. Aveva sempre avuto predilezione per i grandi spazi, ma questo era troppo, pensò, mentre fissava l’entrata dell’Albergo. Se Buffy si trovava in quelle condizioni a causa sua, si ripromise di ucciderlo, mentre attendeva di vederlo uscire dalla sua mostruosa abitazione.

Quando lo vide uscire scese dalla macchina deciso ad affrontarlo a costo di rimediare anche qualche pugno. Fece alcuni passi verso di lui quando si bloccò.

“Darla!” disse.

Ecco cosa aveva sconvolto Buffy, Darla ed Angel insieme e lei era…incinta? Che diavolo era successo? Il mondo aveva iniziato a girare al contrario? Darla incinta e stava con Angel? Doveva sapere di più su questo fatto e sapeva anche a chi chiedere informazioni.

 

Spike pigiava più forte che poteva sull’acceleratore della macchina. Doveva arrivare in tempo, prima che accadesse l’irreparabile. Ora capiva perché la cacciatrice aveva quello sguardo, lo stesso che aveva visto nelle due cacciatrici che lui stesso aveva ucciso: muta rassegnazione.

E Buffy molto presto avrebbe trovato la morte, doveva sbrigarsi o non ci sarebbe stato più nulla da fare.

 

Sunnydale – notte – cimitero.

 

Al vampiro non sembrava possibile che la ragazza che si trovava sotto di lui fosse la stessa invincibile cacciatrice, terrore di tutti i vampiri di Sunnydale. Ed ora era lì, con gli occhi chiusi che attendeva la morte. Si diceva che il sangue di una cacciatrice fosse un nettare unico e sublime ed ora lui lo avrebbe assaporato.

Buffy era in attesa. Era giunto il suo momento e questa volte nessuno l’avrebbe riportata in vita. Forse la morte avrebbe fatto sparire quel tremendo freddo che sentiva nel cuore da quel giorno che aveva saputo di Darla, del bambino e della mancanza di fiducia di Angel nel loro amore. Non c’era più nulla che la tenesse legata a quel mondo. I suoi amici presto si sarebbero fatti una nuova vita. Dawn aveva Gunn che vegliava su di lei e il resto del mondo…beh, loro avrebbero avuto presto un’altra cacciatrice che li avrebbe salvati e che sarebbe morta senza che nessuno sapesse nulla, un’altra anonima vittima, un altro inutile sacrificio.

Sentì i denti acuminati del vampiro lambirle la gola, fra poco sarebbe tutto finito quando improvvisamente una voce le risuonò nelle orecchie “Vivi per te stessa”, le parole di Vincent. Era vero, nessuno si meritava il suo sacrifico, né il mondo, né gli osservatori, né i demoni e i vampiri e tantomeno Angel, Doveva vivere per se stessa, aveva ancora molto da offrire ma soprattutto voleva vivere. Improvvisamente il corpo di Buffy si irrigidì, i muscoli ripresero vigore ed il vampiro rimase alquanto allibito nel vedere la cacciatrice riaprire gli occhi e dire “la festa è finita” mentre un paletto lo mandava in polvere.

 

Spike arrivò al cimitero appena in tempo per vedere Buffy stesa a terra inerme con un vampiro sopra che cercava di morderla. Sfilò il paletto dalla giacca e corse verso di lei.

 

Quando il vampiro di polverizzò la prima cosa che Buffy vide fu Spike con un paletto in mano e con un’espressione di sorpresa sul volto.

“Lo hai ucciso” disse lui

“Certo che l’ho ucciso non sono la cacciatrice?”

“Fino ad un attimo fa sembravi solo una vittima” riprese Spike quasi arrabbiato. Poi prendendola per le spalle con forza “Che sia l’ultima volta che fai una cosa del genere”

“Chi sei tu per giudicare il mio modo di lottare?”

“Non stavi lottando stavi morendo!”

“Che cosa diavolo stai dicendo?” chiese arrabbiata Buffy, temeva che Spike potesse scoprire qualcosa e non voleva.

“Che da quanto sei ritornata da L.A. sei diversa e combatti come se non ti importasse nulla di ciò che può accaderti”

“Stupidaggini…”

“Sono stato a Los Angeles!”

Buffy si paralizzò per un attimo e sbiancò in volto, ma non disse nulla

“So tutto!”

Il cuore di Buffy perse un battito “Tutto cosa?”

“Ho visto Angel e Darla. All’inizio ero sorpreso di rivederla ancora tra noi, puoi immaginarti come sono rimasto quanto ho visto che era incinta” e notando che Buffy non diceva nulla “Così ho preso alcune informazioni. Sai ho ancora degli amici e a quanto pare il padre è Angel.” Buffy era ancora ferma nello stesso punto di prima, Spike la lasciò andare “E’ per questo che volevi farti uccidere? Sei andata a Los Angeles, hai visto lui e una Darla incinta e decidi di morire?”

Lei scosse la testa, incapace di rispondere e Spike, le strinse ancora le braccia con forza e iniziò a scuoterla.

“Non te lo permetto hai capito? Non ti lascerò morire ancora una volta! Lo odio, odio il potere che ha su di te! Non ti sei mai arresa” e poi lasciandola e passandosi una mano fra i capelli “Dannazione Buffy, l’ultima volta hai combattuto contro una Dea e se non fosse stato che Dawn era ferita ed il portale aperto non saresti neppure morta, e ti basta vedere quell' imbecille per decidere di suicidarti?”

Buffy scosse la testa mentre le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance. Spike allora la abbracciò teneramente “Scusami non volevo farti piangere è solo che mi fa star male vederti in questo stato…Vorrei tanto ucciderlo!” ringhiò.

“Pensavo di aver pianto tutte le lacrime possibili, invece ne possiedo ancora” rispose Buffy e poi staccandosi da lui “Non ti preoccupare Spike è stato solo un attimo di debolezza, ma ti prometto che non succederà più. Quando ero lì distesa e quel vampiro stava per mordermi mi sono tornate in mente le parole di una persona che ho incontrato e New York e ho deciso di combattere e di non lasciarmi più sopraffare dalla tristezza”

“Che parole sono?”

“Combatti per te stessa, vivi per te stessa” rispose con un debole sorriso Buffy.

“Sagge parole” disse Spike

“Si” rispose Buffy “Sagge parole”.

 

 

 

CAPITOLO 35

 

Sunnydale – casa Summers – tre giorni dopo

 

Quando Buffy aprì la porta quasi gridò dalla gioia nel vedersi davanti Catherine.

“Catherine che bella sorpresa, vieni accomodati” E poi preoccupata “E’ successo qualcosa a Padre ed agli altri? Come mai sei qui?”

“No, non ti preoccupare, va tutto bene…”

“Oh, che padrona di casa distratta che sono, vuoi qualcosa di bere, un caffè, un analcolico?”

“Un caffè andrà bene, grazie”

“Accomodati pure, vengo subito”.

Catherine posò la valigia vicino all’entrata e si accomodò in salotto.

Poco dopo comparve Buffy con due tazze fumanti di caffè.

“Allora dimmi Catherine quale buon vento di porta a Sunnydale?”

“Tu”

“Io?”

“Dal tono della tua ultima lettera ero molto preoccupata e volevo accertarmi che tu stessi bene”

“Sto bene” rispose fievolmente Buffy, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime

“Lo sai che puoi parlare come me di tutto Buffy, mi hai confidato tante cose che qualcuna in più non fa differenza, forse posso aiutarti”

Buffy fece un profondo respiro e ricacciò le lacrime in gola. Aveva promesso a se stessa che mai più avrebbe versato una lacrima per Angel, mai più.

“Coraggio Buffy…lo sai che di me ti puoi fidare…”

“Si”.

 

Catherine non poteva credere a quello che aveva udito dalle labbra di Buffy

“Quindi lo hai lasciato perché potesse stare con suo figlio?”

“Tu che cosa avresti fatto?”

“Probabilmente la stessa cosa. E’ davvero una situazione complicata. Mai dalla tua lettera avrei pensato che fosse successo tutto questo. Deve essere stato terribile”

“Tanto terribile che ho desiderato di morire” disse con sincerità Buffy

“Cosa? Non puoi aver pensato questo!”

“Non ti preoccupare, mi sono ripresa in tempo ed ora cerco di andare avanti, pensando che la vita mi riserverà ancora tante sorprese….”

“Su questo hai ragione. Vincent lo dice sempre che si deve vivere pienamente…”

“Come sta?”

“Lui? Sta bene come al solito, anzi, ti manda questo” e aperta la valigia prese un piccolo pacco

“Tieni”

Buffy lo aprì con trepidazione ed esclamò di gioia “Oh, si è ricordato che non avevo finito di leggerlo “Grandi speranze” di Dickens”

“C’è una dedica” disse Catherine

Titubante aprì la copertina e la vide “Tutti hanno grandi speranze, anche se non si avvereranno l’importante è non abbandonarle Vincent”

 

Improvvisamente la porta si aprì “Ciao Buffy sono tornata! Oh hai ospiti”

“Vieni avanti Dawn, ti voglio presentare una mia amica Catherine Chandler. Catherine lei e Dawn, mia sorella”

“Piacere di conoscerti Dawn” disse porgendole la mano

Dawn rispose alla sua stretta “Sei quella Catherine di New York?”

Lei annui “Buffy mi ha parlato tanto di te, sono così felice di conoscerti”

“Bene” disse Catherine “E’ ora che vada, devo ancora cercarmi una sistemazione”

“Puoi rimanere qui” disse Dawn “Potrebbe occupare la stanza che era della mamma”

Catherine scosse il capo “Non credo sia il caso”

“Ma figurati. Così potrai raccontarmi le novità di New York ed io sarò più tranquilla saperti a casa mia che in giro per Sunnydale, sai non è la classica cittadina americana”

“Se non disturbo, accetto volentieri”

“Perfetto. Dawn mostrale la stanza, mentre io inizio a preparare la cena”

“Certamente. Vieni Catherine, da questa parte”

“Grazie” rispose lei.

 

Dopo cena erano sedute in salotto a chiacchierare allegramente quando furono interrotte dallo squillo del campanello.

Buffy andò ad aprire e si trovo davanti Spike “Hey cacciatrice non si esce questa sera?”

“Buonasera Spike. No stasera niente caccia, ho ospiti”

“Ospiti? Lo conosco?” disse Spike mentre allungava il collo per vedere di chi si trattasse.

“No. Non la conosci ed ora ciao, ci vediamo domani”

“Conosci? E’ una donna? Posso entrare?”

“No”

Ma Spike non si fece scoraggiare e con una mossa veloce aggirò Buffy ed entrò nel salotto per immobilizzarsi quasi subito.

Seduta su una poltrona stava la donna più bella che avesse visto, dopo Buffy si intende. Aveva i capelli biondi che arrivavano alle spalle, il viso sereno, la sua voce era soave e la sua risata era bellissima.

Lei si girò e incrociò il suo sguardo

Dawn si alzò di scatto “Ciao Spike! Vieni ti voglio presentare Catherine”

Spike avanzò lentamente nel salotto e le porse la mano

“Piacere Catherine”

“Spike” rispose lui

Catherine guardò Buffy e chiese “E’ quel Spike?”

Lei annui

“Che cosa vuol dire quel Spike?” chiese allora sorpreso lui

“Che sa tutto di te Spike. Sai a New York abbiamo parlato parecchio” rispose Buffy

Lui sprofondò nella poltrona “Ah. Allora presumo che non posso invitarti fuori” chiese a Catherine

“Non penso che sia il caso” rispose lei

“Perché sono un vampiro? Buffy ti ha detto che non faccio più male a nessuno? Sono completamente innocuo”

Buffy guardava meravigliata quello scambio di battute fra Catherine e Spike, indubbiamente lei aveva fatto colpo.

“Non è per questo, è solo che sono …impegnata”

“Impegnata?. La mia solita sfortuna. Beh” disse alzandosi “Io Vado. Ci Vediamo domani sera cacciatrice”

“Ti accompagno Spike” disse Buffy

Quando fu fuori dalla porta Spike sussurrò “E’ molto carina! Sei sicura che sia una cosa seria con il tizio di New York?”

“Si”

“E se la corteggiassi un pò?”

“Spike…”

“Quanto rimane? Forse potrei farle cambiare idea, in fondo sono molto affascinante…”

“Non credo proprio che funzionerà”

“Lui è così bello?”

Buffy alzò il sopracciglio perplessa “Non direi” rispose “E’ alquanto particolare…”

“Particolare?”

“E’ inutile che ti spieghi sarebbe troppo complicato, ma Catherine non è disponibile”

“Deve essere destino ogni volta che trovo una bella donna che mi attira, è già occupata” Poi guardando Buffy “che c’è?”

“Niente. E’ bello vedere che ti interessi di qualcun altro che non sia io o Dawn”

Lui non rispose “Ci vediamo domani”

“Si a domani”

 

Quando Buffy rientrò in casa disse “Hai fatto colpo Catherine”

“Su Spike?” chiese estasiata Dawn “In fondo molto affascinante. Sapete avevo una cotta per lui una volta”

“Cotta? E da dove salta fuori questa storia?” chiese Buffy

“E dai Buffy, tutte noi abbiamo avuto una almeno una cotta nella nostra vita, non è vero Catherine?”

Catherine annui “Anch’io ho avute le mie cotte quando ero al liceo, mi ricordo infatti di un ragazzo…”

La serata continuò così, fra risate e chiacchiere finché non furono troppo stanche per continuare ed andarono a dormire.

 

Sunnydale . giorno dopo

 

“Grazie per essere venuta Catherine, avevo proprio bisogno di parlare con qualcuno” disse Buffy mentre la abbracciava.

“Sono felice. Ti senti meglio ora?”

Buffy annui “Parlare con te è sempre stato semplice, e poi non posso discutere di certe cose con Dawn, lei ha cercato di starmi vicina, ma…capisci anche tu che alcune cose sono …particolari”

“Ti capisco benissimo, solo che avrei voluto fare di più”

“Hai già fatto molto, mi hai ascoltata e compresa, come sempre…”

“Posso andarmene senza preoccuparmi che commetterai qualche sciocchezza?”

“Si non ti preoccupare, ho intenzione di vivere ancora a lungo” e poi porgendole un pacchettino “Questo è per Vincent, ringrazialo per il libro e mi raccomando salutami tutti”

“Contaci! Ciao Dawn è stato un piacere conoscerti”

“Anche per me. Vieni a trovarci ancora”

Il suono del clacson del taxi le richiamò alla realtà. “Devo andare ora. Ciao e statemi bene mi raccomando” disse Catherine mentre saliva sull’auto

“Ciao Catherine a presto” rispose Buffy e Dawn mentre osservavano il suo taxi allontanarsi lungo la strada.

 

Los Angeles – quattro mesi dopo

 

Angel entrò nella stanza di Connor in punta dei piedi per non svegliarlo. Dormiva beatamente nel suo lettino ed aveva un’espressione angelica. Darla si era tolta la vita per farlo nascere e lui la ringraziava ancora.

Buffy aveva avuto ragione anche su questo. Il bambino l’aveva cambiata più di quanto immaginasse ed alla fine aveva imparato ad amarlo, aveva sacrificato la sua vita per lui.

Aprì leggermente le tende, il sole era appena tramontato. Chiuse gli occhi e ripensò a Buffy. Subito dopo la loro rottura era andato a Sunnydale nella loro casa, ma l’aveva trovata vuota. Lei era andata lì ed aveva portato via tutte le sue cose. Le uniche notizie che aveva di lei gli venivano fornite da Gunn, che continuava a vedersi con Dawn. Erano notizie scarne, senza molti particolari, ma lui cercava di accontentarsi. Più volte era stato tentato di domandare a Gunn se lei chiedesse notizie su di lui, o su quello che succedeva, ma non aveva mai avuto il coraggio.

Connor si agitò nel sonno e lui si girò per guardarlo. Ormai aveva preso la sua decisione, ora doveva dedicarsi solo per quel bambino e a nessun altro.

 

“Hey amico come va?” chiese Gunn entrando con passo deciso nell’ufficio di Wesley

Wesley dal canto suo alzò gli occhi dal libro che stava cercando di tradurre “Non molto bene” disse togliendosi gli occhiali e posandosi la mano sugli occhi. Erano ormai giorni che cercava di tradurre quella profezia e fino ad ora non aveva risolto nulla.

“Nessun passo avanti nella traduzione?” chiese perplesso Gunn

“Non riesco a capirne il significato. E’ snervante…”

“Lascia perdere” disse Cordelia mentre gli porgeva una tazza di caffè “Non sai nemmeno se parla di Angel e del bambino, forse si tratta solo di una ricetta di qualche schifosa pozione per sconfiggere i demoni…”

“Cordelia, per favore…” rispose Wesley spazientito. Cordelia non era mai stata dotata di molto tatto ed anche se aveva cercato più volte di spiegarle che c’era in ballo molto di più di una semplice battaglia di demoni, ancora non era riuscita a capire. Se qualcuno aveva deciso che Angel avesse un figlio doveva far parte di un disegno molto complesso di cui non era riuscito a ricomporre tutti i pezzi. Eppure gli stava sfuggendo qualcosa di importante che si trovava nel passo di quel libro che cercava inutilmente di tradurre fin dalla nascita di Connor.

“Fino ad ora che cosa hai tradotto che possa significare qualcosa?” chiede Gunn

“Beh, Si parla del figlio di Angel in questo punto e leggendo “colui che è nato da un essere che non vive” poi parla della missione di Angel per la redenzione di cui fa parte anche il bambino. Poi si accenna anche ad un essere che inizierà la battaglia e porterà via colui che non sarebbe dovuto nascere.

“Connor” sussurrò Gunn “Angel lo sa?”

Wesley annui “Era molto turbato dalla notizia, ma poi mi sono arenato a questo punto” continuò mostrando a Gunn delle parole incomprensibili con il dito “Si parla di una grande battaglia in cui leggo testualmente “colui che ha conosciuto la luce, colui che ha conosciuto la vita, colui che ha conosciuto la morte, colui che ha conosciuto il dolore, colui che ha conosciuto l’amore, colui che ha combattuto battaglie, colui che ha saputo scegliere, colui che ha pianto, colui che ha cambiato il destino del mondo e degli uomini, colui che ha sacrificato la giovinezza, colui da cui è nato l’essere di luce propria, colui che amando la morte come la vita ha scelto di unire la luce alle tenebre per libera scelta, di unire il calore con il gelo per libera scelta, di unire la vita e la morte per libera scelta, dovrà decidere il destino di coloro che combatteranno l’ultima battaglia per la redenzione o la morte”

Gunn si grattò la testa “Beh, mi sembra alquanto chiaro” disse

Welsey lo guardò perplesso “Chiaro?”

“Mi sembra che parli di Angel, in fondo ci sono abbastanza similitudini”

“Non sono io” Gunn disse una voce alle sue spalle

“Come fai a saperlo?”

“In una pagina” disse Wesley mentre sfogliava il libro “gli hanno dato un nome colui che splende o, splendente, se preferisci”

“Quindi noi dovremmo trovare questo splendente per vincere giusto?” chiese quasi annoiata Cordelia

“Si tratta di un uomo o di una donna?” ribatté Gunn

“Non so. Le profezie sono sempre molto misteriose. Ho cercato notizie anche in altri testi, ma non viene vi è nessuna traccia”

“Non ci rimane che aspettare allora” disse Angel “e vedere cosa succederà. Intanto dobbiamo proteggere Connor da tutto e da tutti. Se non riusciranno a portarmelo via non dovrebbe accadere nulla giusto?”

“Teoricamente” rispose Wesley

“Allora è deciso. Connor sarà sotto la protezione di tutti. Chi comincia il primo turno di guardia?” chiese Gunn

 

Welsey ormai sfinito era andato a dormire. Cordelia era uscita a fare spese ed Angel era con Connor.

Gunn entrò nell’ufficio di Wesley, prese il libro della profezia, che era ancora aperto alle pagine che gli interessavano e le fotocopiò. Se Wesley non era riuscito a capirne molto forse qualcuno a Sunnydale avrebbe avuto più fortuna.

 

CAPITOLO 36

 

Sunnydale – Casa Summers

 

Dawn stava aspettando con impazienza Gunn, le aveva promesso che l’avrebbe portata al cinema e non stava più nella pelle.

“Se continui a girare come una pazza per il salotto mi rovinerai il tappeto” disse Buffy

“Scusami ma sono così eccitata. Ti rendi conto che è da un secolo che non usciamo insieme? Non vedo l’ora di essere sola con lui”

“Lo so che ultimamente sono sempre in casa, mi dispiace Dawn”

“Non è per questo Buffy, scusami”

“Non scusarti, capisco benissimo che gli innamorati vogliono la loro privacy”

Dawn arrossì “Posso farti una domanda?”

“Certo”

Preso un bel respiro Dawn chiese “Come hai capito che era arrivato il momento?”

“Quale momento scusa?”

“Il momento di ….caspita come è difficile…di fare….si insomma di stare insieme al tuo ragazzo”

“Ah, quel momento”

“Già. Insomma io credo di volerlo, amo Gunn e lui mi ama e quindi perché non farlo?”

Buffy chiuse gli occhi. Sua madre era morta e quindi ora doveva spiegare lei a Dawn. Quando Joyce aveva saputo di lei ed Angel le aveva fatto una specie di romanzina, se era stato il primo, se aveva usato precauzioni, non era certo quello che avrebbe voluto sentire ed ora doveva parlare con Dawn. Sua madre su una cosa aveva ragione: era difficile.

“Quello che so dalla mia esperienza è che ci si deve amare, il momento non deve essere scelto perché devi farlo in quanto tutte lo fanno, ma perché sembra che sia il momento giusto, quello perfetto, il momento ideale. Ma soprattutto devi essere sicura dei sentimenti che provate l’uno per l’altra”

“E’ stato così anche per te?”

Buffy annui. Dawn non sapeva i dettagli che avevano portato Angel a perdere la sua anima, e sorrise. Sapeva che era stato il suo ragazzo e forse aveva immaginato qualcosa, ma niente di più. Le immagini del suo diciassettesimo compleanno le ritornarono alle mente e sospirò.

“Buffy…è stato doloroso?”

“Doloroso?”

“Sai parlando con le mie amiche ed anche leggendo dei libri ho letto che può essere doloroso”

Buffy non sapeva cosa dire. Il dolore che lei aveva provato era stato minimo e subito era sparito in un turbine di sensazioni e in un piacere che pensava non esistesse. Inoltre Angel aveva molta esperienza ed era stato molto paziente e delicato quella notte.

“Penso che vari da persona a persona, non saprei cosa risponderti”

Dawn abbassò gli occhi

“Ascoltami Dawn, se credi che lui sia l’uomo giusto per te, vai con fiducia incontro all’amore e non rimpiangere mai la scelta che hai fatto, ma segui il tuo istinto ed il tuo cuore”

Il campanello in quel momento suonò.

“Grazie Buffy” disse mentre si affrettava ad aprire la porta.

 

Gunn entrò ed andò a salutare Buffy, mentre Dawn era andata di sopra a prendere la sua borsetta, Gunn mostrò le fotocopie a Buffy.

“Che cosa sono?”

“E’ una cosa che sta traducendo Wesley. E’ molto importante e siccome so che tu sei in contatto con il signor Giles volevo chiederti se poteva aiutarci.”

“Loro lo sanno?”

“No. Ma vorrei chiedertelo come favore personale”

“Va bene. Dopo la ronda lo replicherò con lo scanner e lo invierò via e-mail a Giles chiedendo di fare qualcosa”

“Grazie Buffy”

“Pronta” disse scendendo le scale Dawn

“Sei bellissima. Andiamo. Ci vediamo dopo”

“Non credo che mi troverai. Dopo sono di ronda”

“Ok. Buonanotte allora”

“Ciao e divertitevi”

Quando Gunn uscì dalla porta Buffy guardò le fotocopie.

Dopo il suo ritorno da Los Angeles, Buffy aveva contattato immediatamente il signor Giles perché scoprisse qualcosa di più sui poteri di Dawn ed ora si sentivano quasi regolarmente per telefono oppure tramite e-mail.

Giles non aveva scoperto molto, anche perché dopo quel fatto non era più successo nulla e Dawn sembrava essere ritornata quella di prima.

Per quanto riguardava Angel e tutti i suoi amici, anche se non aveva chiesto direttamente sapeva quasi tutto di quello che era successo a Los Angeles. Senza che Dawn e Gunn se ne accorgessero aveva escogitato un piccolo stratagemma. Quando si telefonavano faceva partire sempre la segreteria telefonica, in questo modo poteva sapere tutte le novità che riguardavano Angel senza chiedere nulla a nessuno. Poi quando la telefonata diventava troppo intima smetteva immediatamente di ascoltare e si premuniva sempre di cancellare il tutto.

Aveva saputo della nascita di del bambino che Angel aveva chiamato Connor e della morte di Darla, e della continue battaglie che combatteva.

Si ritrovò a pensare come fossero i lineamenti del bambino. Assomigliava ad Angel oppure a Darla? Piangeva spesso? Mangiava molto? Purtroppo erano cose che lei non avrebbe mai potuto sapere.

Guardò fuori. Era ora di andare a caccia. Prese la giacca ed uscì, ma prima lasciò un biglietto a Dawn in cui la avvisava che sarebbe rientrata molto tardi. Buffy sorrise. Se volevano un po’ di intimità in questo modo l’avrebbero ottenuta.

 

Dawn e Gunn ritornarono rientrarono a casa di lei dopo un paio d’ore. Il film era stato deludente e se ne erano andati prima che finisse.

“Ti va un caffè?” chiede Dawn con una voce calma mentre cercava di nascondere il suo nervosismo.

“Volentieri, grazie” rispose Gunn.

Seduti sul divano, abbracciati stavano guardando uno stupido programma alla televisione. Gunn si sentiva irrequieto, sia per via della profezia che gli aveva letto Wesley, sia per via di Dawn. Aveva qualcosa di diverso quella sera. Era più carina del solito e si era messa un vestito che la fasciava come un guanto. Era bellissima!

Senza dire una parola, si girò verso di lei, la fissò negli occhi e la baciò. In un attimo al passione esplose e il bacio si fece più esigente mentre le mani scivolarono sotto il top. Dawn si lasciò andare a quelle sensazioni ….

 

Buffy, dopo la ronda, si era fermata in un piccolo locale aperto tutta la notte a bere qualcosa. Stava fissando il bicchiere immersa nei suoi pensieri quando una voce la ridestò.

“Hey cacciatrice a cosa stai pensando?”

“Buonasera Spike, è da molto che non ti vedo”

“Sono andato un po’ in giro” rispose lui mentre le se sedeva di fronte “e tu cosa fai ancora qui? Non dovesti essere a dormire? Sono quasi le tre del mattino”

“Lo so. Aspetto ancora un po’ e poi vado”

“C’è qualcosa che dovrei sapere?”

“Si tratta di faccende personali, non puoi sempre sapere tutto!”

“Non è da te lasciare Dawn sola così a lungo. Quindi deve esserci qualcuno con lei”

“Spike non essere curioso”

“Chi c’è con la mia piccola Dawn?” chiese quasi arrabbiato Spike

“Il suo ragazzo” rispose Buffy

“Dawn ha un ragazzo? E da quando? Come mai non ne sapevo niente?”

“Non è più una bambina Spike, ha diritto anche lei a vivere la sua vita”

“E tu stai qui, a bere tranquillamente mentre loro sono in casa da soli? Chi è questo ragazzo? Ci si può fidare? Lo conosci da molto? Che lavoro fa?”

“Spike, ti comporti più come un padre che come un amico”

“Beh, a conti fatti potrei essere un suo bisavolo…allora?”

“E’ un ragazzo a posto, lavora con Angel”

Lui alzò il sopracciglio alquanto perplesso “Angel?”

“Si. Beh ora devo andare” disse alzandosi dal tavolo.

“No, prima spiegami questa cosa che lui lavora con Angel” disse Spike seguendola fuori dal locale.

Buffy sospirò sonoramente.

“Lo ha incontrato quando Angel era stato qui per aiutare Giles mentre io era New York e poi ha continuato a frequentarlo e questo è tutto”

“Non sono molto d’accordo”

“Non è importante che tua d’accordo o meno Spike, E’ la vita di Dawn, è grande e deve fare le sue scelte"

“Spero solo che quel tipo non la faccia soffrire, altrimenti…”

“Mettiti in fila Spike, in questo caso io sarei la prima”

“Ok. Ti accompagno?”

“Grazie”

 

Casa Summers

 

Dawn si strinse a Gunn sospirando. Era stato più bello di quello che aveva mai immaginato. Il dolore, peraltro trascurabile, che aveva sentito era sparito per lasciare posto ad una sensazione che non era capace di descrivere.

“Come ti senti?” chiese lui

“Benissimo. E’ stato…molto bello. Sai non pensavo che avremmo concluso la serata in questo modo”

“Sei pentita? Doveva aspettare, ma tu sei così bella ed io ti amo tanto”

Lei scosse la testa. “Ho aspettato questo momento per tutta la vita e sento che è stato giusto che io lo abbia condiviso con te”

Lui le baciò la fronte e gli occhi gli caddero sulla radiosveglia di Dawn.

“Mio Dio come è tardi. Se tua sorella mi trova ancora qui mi uccide”

“Non credo. Sai penso che sia stata fuori così tanto per lasciarsi un po’ da soli…”

“Ma credo che se mi trovasse nella tua stanza, nudo, non sarebbe molto felice e poi, mi dispiace ammetterlo ma devo andare” disse mentre si alzava dal letto e si rivestiva. Dawn arrossì lievemente nel vederlo completamente nudo, ma lui non disse nulla. Vedendo che non accennava ad alzarsi dal letto, forse ancora timorosa della sua nudità Gunn disse “Io vado un attimo di sotto a bere qualcosa. Ti aspetto giù”

“Va bene” rispose Dawn

Lei gli fu grata del suo tatto. Probabilmente Gunn aveva intuito che si vergognava ancora a farsi vedere completamente senza vestiti da lui. Era ridicolo, pensò, dopo quello che avevano fatto quella notte.

Si fece una rapida doccia, si infilò un pigiama e scese a salutare Gunn.

 

Quando Buffy arrivò nelle vicinanze della sua casa notò subito che il bacio che sua sorella e Gunn si stavano scambiando era diverso, molto più intimo e passionale. Sorrise al pensiero che forse sua sorella aveva trovato il ragazzo giusto, che l’amava e che l’avrebbe protetta quando lei non ci fosse stata più.

Attese che Gunn se ne andasse e poi rientrò in casa. Dawn stava già dormendo in camera sua. Guardò l’orologio. Aveva davanti a lei ben due ore di sonno prima di prepararsi per andare al lavoro.

 

CAPITOLO 37

 

Los Angeles – Hotel Hymperion due settimane dopo

 

Angel entrò come una furia nell’albergo, era caduto come uno stupido in una trappola e questo non gli piaceva per niente. Salì a due a due le scale che portavano alla stanza di Connor. Quando entrò rimase di sasso. Cordelia era legata e imbavagliata e Gunn era a terra in una pozza di sangue, i mobili attorno erano distrutti e Connor era scomparso.

 

Si precipitò a vedere come stava Gunn, sospirò nell’apprendere che respirava ancora, poi si voltò verso Cordelia e la slegò.

Proprio in quel momento fece la sua comparsa Wesley, aveva un grosso livido sull’occhio e il labbro sanguinava.

“Che cosa è successo?”

“Hanno preso Connor” disse Angel “Chiama il 911 per Gunn mentre io cerco di rintracciarli!” e corse via velocemente

Dove diavolo potevano essere? Si chiese mentre come un pazzo girava per la città in macchina e chiedeva informazioni a tutti coloro che conosceva, pestandoli a sangue se si mostravano reticenti. Nemmeno Lorne era stato di aiuto, ma gli aveva promesso che avrebbe indagato.

Rientrò che era l’alba. C’era un biglietto di Cordelia che gli comunicava che lei, Gunn e Wesley erano andati all’ospedale e di tenere il cellulare acceso in caso di necessità. Si cambiò d’abito, entrò nella stanza adibita ad armeria, prese una sacca e la riempì con una quantità enorme di armi e poi scese nelle fogne. Le avrebbe perlustrate palmo a palmo finché non avesse trovato Connor o ottenuto una risposta.

 

Los Angeles – Ospedale

 

Il dottore stava parlando con Wesley, mentre Cordelia sorseggiava un caffè preoccupata per la sorte del suo amico.

Gettò la testa indietro e chiuse gli occhi mentre le immagini degli ultimi mesi le affiorarono nella mente.

Prima Darla incinta, poi la scoperta della relazione di Angel con Buffy e Dawn che aveva distrutto la Hall dell’albergo. Sperava che la nascita di Connor portasse un po’ di tranquillità a tutti quanti, ma invece era stato rapito.

Wesley gli si avvicinò

“Come sta?”

“Nulla di grave. La pallottola gli ha attraversato la spalla. Si rimetterà molto presto”

“Meno male…”

“Che cosa è successo?”

“Io e Gunn stavamo controllando Connor quando sono arrivati degli uomini. Lui ha cercato di fermali allora gli hanno sparato, io sono stata legata e imbavagliata e loro portavano via il bambino. Mi sento in colpa Welsey. Angel sarà molto arrabbiato”

“Non potevi fare di più. Vieni ritorniamo a casa e raccontiamo tutto ad Angel”

 

Hotel Hymperion.

 

Cordelia e Wesley stavano aspettando Angel. Era pieno giorno e quindi dedussero che fosse nelle fogne.

Poco dopo apparì. Gli abiti sporchi e strappati dimostravano che aveva combattuto.

“Scoperto qualcosa?” chiese Wesley

Lui scosse la testa e si accasciò nella poltrona “Nessuna traccia. Nessuno sa nulla. Dannazione non dovevo andare, dovevo intuire che era una trappola”

“Ma non potevi immaginarlo” disse Cordelia.

“Raccontami ogni dettaglio Cordelia, ogni cosa, anche se ti sembra insignificante. Devo scoprire chi ha preso mio figlio!”

Cordelia iniziò il suo racconto, di come erano entrati nella stanza e il ferimento di Gunn “Avevano una specie di divisa”

“Divisa?” fece eco Wesley “e com’era?”

“Era di un colore cenere scuro e sopra portavano stampati un simbolo”

“Che simbolo?” chiese Angel speranzoso

“Vediamo” disse lei facendo mente locale “ Era racchiuso in uno scudo a forma di cerchio allungato, al centro c’era una spada che trafiggeva un sole e sotto c’erano delle montagne, mi sembra”

“Ti sembra?” chiese quasi adirato Angel

“Angel non l’ho visto molto bene, ed era buio…”

“Wesley, inizia le ricerche, vedi se riesci a scoprire qualcosa. Io vado a farmi una doccia e poi vado a trovare Gunn prima di iniziare a perlustrare ancora la città!”

 

Ospedale – Stanza di Gunn.

 

“Hey amico sei riuscito a trovare Connor?” chiese Gunn appena Angel attraversò la porta della sua stanza.

“Non ancora. Ti ricordi qualcosa?”

“Non molto a dire il vero. Avevano una specie di divisa…”

“Cordelia me l’ha già descritta. Non hanno detto nulla? Parlato di chi li aveva mandati? Dove avrebbero portato Connor?”

Gunn scosse la testa “Niente, accento normale. Erano incappucciati ma di una cosa sono sicuro erano veri professionisti. Sapevano il fatto loro e sapevano cosa prendere e poi…

“Poi?”

“Non so se possa essere importante ma hanno parlato di un capo…”

“Il nome?”

Gunn scosse la testa “Ho solo sentito uno di loro dire all’altro che il loro capo non ammetteva errori e se avessero sbagliato non avrebbero potuto appellarsi al suo buon cuore…”

Angel si avviò verso la porta

“Dove vai?”

“A cercare mio figlio”

“Mi presteresti il tuo cellulare per un attimo?”

“Perché?”

“Questo fine settimana avevo promesso a Dawn che sarei andato a trovarla e non posso certo andare in queste condizioni, morirebbe di spavento”

“Capisco” e gli passò il cellulare.

“Chiamami quando hai finito”.

 

Sunnuydale – Casa Summers

 

“Pronto?”

“Ciao Buffy sono Gunn, mi passi Dawn per favore?”

“Mi dispiace ma doveva passare in biblioteca e quindi farà tari. Le dico di richiamare?

“No. Senti dille solo che non potrò venire questo Week-end e che la richiamerò appena possibile”

“Faresti meglio a comunicarglielo tu” disse scocciata Buffy

“Purtroppo devo andare immediatamente fuori città e non potrò più chiamare,”

“Va bene Gunn, ma ti avverto che non sarà molto felice della notizia”

“Mi farò perdonare non ti preoccupare. Ciao Buffy”

“Ciao Gunn”

 

New York – Central Park – due giorni dopo.

 

Vincent stava attraversando il Parco. Era stato a trovare Catherine ed ora si stava godendo la sua passeggiata notturna.

Purtroppo non potendo farlo di giorno, si doveva accontentare della notte.

Improvvisamente degli uomini gli si pararono davanti e lui si fermò.

“E’ lui” disse uno di loro

“Chi siete?” disse Vincent

Un uomo estrasse una pistola e la puntò contro di lui e sparò. Vincent vide la siringa che colpiva il suo petto ed la estrasse immediatamente e si gettò sui suoi assalitori. Ma il sonnifero fece effetto velocemente e lui si accasciò a terra privo di sensi mentre un furgone nero appariva da una piccola stradina.

 

Appartamento di Catherine Chandler

 

Catherine si svegliò di soprassalto. Aveva fatto un sogno stranissimo ed era agitata. Respirò a fondo e comprese: era successo qualcosa a Vincent.

Si infilò velocemente degli abiti e scese nello scantinato che portavano alle gallerie.

 

Gallerie – Central Park

 

Appena gli avevano comunicato che Catherine stava arrivando, Padre era uscito dalla sua stanza per andarle incontro.

Quando la vide rimase sorpreso. Era vestita in modo trasandato ed ancora spettinata

“Vincent è qui?”

“Non doveva essere con te?” rispose Padre preoccupato

“Ci siamo lasciati circa un’ ora fa, ma ho fatto uno strano sogno…”

Padre sorrise amabilmente “Non ti preoccupare era solo un incubo, vedrai che fra poco arriverà”

“Non era un incubo è successo qualcosa, l’ho sento qua dentro” disse poggiando la mano sul petto.

“So che voi due siete molto uniti, ma Vincent sa badare a se stesso…”

“Ho paura Padre, ho tanta paura”

 

Los Angeles – Hotel Hynperion una settimana dopo

 

“Wesley accidenti a te, non può andare avanti così!” disse Gunn alquanto alterato. Era stato dimesso dall’ospedale solo il giorno prima ed era già al lavoro

“Non so cosa dirti. Gli ho detto più volte di riposare ma non vuole sentire ragioni. La mattina perlustra le fogne e la notte la città. Ma non ci sono novità!”

“E la profezia? Hai scoperto qualcosa di più?”

“Niente. Solo cose di poca importanza…”

“Abbiamo bisogno di aiuto” disse Gunn

“Aiuto? E da chi?” Intervenne Cordelia con la sua solita voce stridula

“Buffy”

“No. Lei no. L’ultima volta che è stata qui è stata una catastrofe. Vuoi che Angel ti uccida? Lo sai che non la vuole rivedere”

“O sei tu che non la vuoi rivedere?” chiese Gunn

“Non dire scemenze. E poi avranno il loro bel fa fare a Sunnydale, ricordi? La bocca dell’Inferno. Avranno altro a cui pensare…”

“Potremmo chiedere che cosa ne pensa Angel..” disse Wesley

“A che proposito?” disse una voce alle loro spalle

“Gunn propone di farci aiutare da qualcuno…” rispose Wesley, cercando di addolcire la pillola

“Chi?”

“Buffy e la gang” rispose Cordelia “Ho cercato di spiegargli che non è la cosa migliore, ma loro niente…”

“Non voglio la loro intromissione…”

“Angel, cerca di essere realistico. Ormai non sappiamo più cosa fare e da quanto so Willow è una strega potente e potrebbe aiutarci, senza contare che Buffy essendo la cacciatrice…”

“Ho detto di no e non voglio più discussioni!” rispose con tono autoritario Angel ed uscì dalla stanza.

“E’ testardo…” disse Gunn

Welsey si tolse gli occhiali e iniziò a pulirli “Io credo che tu abbia ragione e, sicuramente Buffy può contattare Giles, un uomo con la sua esperienza potrebbe esserci molto utile e la gang ha molta esperienza e potrebbe darci una mano nella ricerca”

“Bene. Che aspettiamo a chiamarli?”

“Hey ma siete sordi? Angel ha detto che non vuole” disse Cordelia

“Senti Cordelia” disse Wesley “tu vuoi bene ad Angel vero?”

Lei annui

“Vuoi che ritrovi Connor?”

Lei annui ancora

“Se non troviamo una soluzione si distruggerà, lo vedi in che condizioni si trova?”

“Ma Buffy…vorrà aiutarlo?” rispose lei

“Basterà chiederglielo” rispose Gunn.

 

Sunnydale – Casa Summers.

 

Giles era seduto nel salotto. Notò subito che Buffy aveva apportato dei cambiamenti. Stava sorseggiando la sua tazza di te quando Buffy chiese “Quindi è riuscito a tradurre quella profezia che le ho spedito?”

“Si. Non per essere indiscreto. Dove l’hai trovata?”

“Me l’ha portata Gunn. Il ragazzo Dawn”

“Gunn…è lo stesso ragazzo che lavora con Angel?”

Lei annui.

“Allora? Mi spieghi tutto!” disse Buffy

“Prima dovrai spiegarmi tu alcune cose…”

“Quali cose?”

“Su Angel…”

 

“Quindi Angel ha avuto un figlio da Darla. Questo spiega una parte della profezia che non riuscivo a comprendere ed anche il resto diventa più chiaro…”

Stavano ancora discutendo sulla profezia quando il campanello squillò. Buffy corse ad aprire per trovarsi di fronte Gunn con il braccio fasciato e Wesley con un’espressione triste.

“Ciao Buffy, possiamo entrare?”

“Certo” rispose lei.

Appena entrati in salotto si sorpresero nel trovare Giles.

“Perché siete qui?” chiese Buffy ansiosa

“Connor è stato rapito” rispose Gunn

“Rapito?” fece eco Giles. “Un’altra parte della profezia che si sta avverando”

“Che ne sa lei della profezia?” chiese Wlesley incuriosito.

Gunn confessò allora di aver consegnato delle fotocopie a Buffy perché le consegnasse a Giles in previsione di quello che sarebbe potuto accadere.

“Come sta Angel?”

“Distrutto. E’ da quando è scomparso che lo sta cercando per tutta la città! Si sta distruggendo! Devi aiutarci Buffy”

“Aiutarvi? Certamente, ma lui è d’accordo?”

“Lui non sa che siamo venuti qui, ti prego…”

“Ma…non so se…”

 

“Buffy sono a casa…” disse entrando come una furia Dawn che quando vide Gunn gli saltò letteralmente addosso baciandolo con passione.

“Dawn…non siamo soli” disse Gunn

“Oh, scusate” rispose lei alquanto imbarazzata

Wesley guardò la scena alquanto perplesso “Bene, non credi che tu mi debba qualche spiegazione Gunn?”

 

New York – Gallerie Central Park – contemporaneamente

 

“E’sparito da una settimana Padre e sono preoccupata”

“Anch’io” rispose lui “Ma a parte quel pezzo di stoffa che abbiamo trovato vicino al condotto non abbiamo altro…”

“Abbiamo bisogno di aiuto” disse Catherine

Tutti i membri della comunità avevano perlustrato le gallerie in lungo ed il largo nella speranza di trovarlo ferito da qualche parte ma senza nessun esito.

“Aiuto? Tutte le persone che ci conosciamo ci stanno aiutando”

“Pensava a qualcuno di speciale”

Padre la guardò con aria interrogativa

“Qualcuno che combatte tutti i giorni contro il male. Lei avrebbe più possibilità di noi di scoprire qualcosa in certi ambienti”

Padre annui. “Io aspetterei ancora un paio di giorni. Dobbiamo finire ancora di perlustrare le gallerie più profonde. Se non ci fosse alcun risultato…la chiami tu?”

“Certamente” rispose Catherine.

 

New York – luogo imprecisato

 

Vincent sentiva le palpebre pesanti. Da quanto tempo si trovava in quel luogo? Non ricordava. Da lontano giungevano delle voci ovattate

“Si sta svegliando Signor P”

“Stordiscilo!”

“Ma ormai sono giorni che è sotto sedativo, potrebbe causare gravi danni”

“Non mi serve sveglio…per il momento”

Vincent gemette mentre cercava di tirarsi in piedi. Le gambe non lo reggevano e lentamente aprì gli occhi

“Allora?”

“Va bene signor P. come ordina Lei”

L’ultima cosa che sentì fu lo sparo e qualcosa che gli si conficcava nella spalla oltre, in lontananza, il pianto di un bambino.

 

CAPITOLO 38

 

Sunnydale – Magic Box – sera

 

“E questo è tutto” disse Wesley al gruppo riunito. Su desiderio di Buffy e Dawn si era astenuto di parlare della relazione della cacciatrice con Angel. Mentre Dawn aveva spiegato a tutti che Gunn e lei stavano insieme ora.

“E questo cosa c’entra con noi?” chiese Xander “Se lo trovi da solo suo figlio”

“Sono d’accordo con lui” riprese Spike “Ma poi siamo sicuri che sia proprio un bambino?”

“E’ un bambino del tutto normale” rispose Wesley

“Non ne sarei molto sicuro, in fin dei conti è il figlio di due vampiri, ma scusate non siete sterili?” chiese Xander con impertinenza a Spike

“Non guardare me, io non vado in giro a mettere incinta delle vampire e del resto non abbiamo mai avuto problemi di nascite fino a questo momento. Caspita ha duecento anni e non conosce che ci sono modi per non fare certi pasticci?”

“Xander, Spike ora basta!” urlò quasi indispettita Buffy “Vi state comportando come due bambini. Angel è nei guai e noi dobbiamo aiutarlo. Non è forse venuto qui a darvi man forte quando io ero a New York? E’ora di restituire il favore…”

“Quindi si tratterebbe solo di uno scambio di favori?” disse Willow “Buffy, capisco che tu voglia aiutarlo, ma rivedere Angel …potrebbe essere pericoloso, inoltre ci hanno detto che non è molto in se, quindi potrebbe farci del male”

“Angel non farà del male a nessuno” disse Wesley quasi arrabbiato “Suo figlio è stato rapito come vi sentireste voi?”

Nessuno parlò e un improvviso imbarazzante silenzio cadde fra di loro a questo punto intervenne Dawn “Allora che cosa facciamo?”

“Sinceramente non lo so ci troviamo di fronte ad una situazione alquanto insolita” rispose Wesley e da li iniziò una discussione su quello che aveva scoperto della profezia e su cosa si potesse fare o meno.

Buffy da canto suo era pensierosa doveva aiutare quel bambino. I problemi che erano sorti fra lei ed Angel non potevano influenzare la sua decisione.

Lo avrebbe rivisto! Erano passati quasi cinque mesi dall’ultima volta e non era certo un bel ricordo. Doveva controllare i suoi sentimenti ed i suoi istinti di velata vendetta. Non erano pensieri degni di una cacciatrice disse fra se, ma nessuna donna innamorata e tradita le avrebbe dato torto. L’importante ora era trovare il bambino e impedire l’avverarsi della profezia.

“Si va a Los Angeles” disse improvvisamente

“Cosa?” risposero in coro tutti

“Avete capito benissimo si va a Los Angeles. Da qui non possiamo risolvere nulla, quindi dobbiamo andare la!”

“Ma Angel?” disse Gunn

“Di Angel ci preoccuperemo al momento opportuno, ora dobbiamo organizzarci”

“Che bello” rispose Dawn stringendosi a Gunn “Verrò con te!”

“No Dawn, tu non vieni” le disse Buffy

“Perché?”

“Fra due settimane la scuola finirà e tu devi superare ancora un paio di esami, poi eventualmente potrai raggiungerci. Non occorre che andiamo tutti. Basterà solamente Giles, Willow ed io”

“E noi?” chiese perplesso Xander

“Tu con Spike vi occuperete della caccia!”

“Con quel cretino?” rispose Spike “Non ci penso nemmeno”

“L’idea non piace nemmeno a me!”

“Statemi a sentire voi due” disse Buffy battendo un pugno sul tavolo “Sono stanca dei vostri continui battibecchi, qui si tratta di qualcosa di grosso e volenti e nolenti dovete collaborare altrimenti andata al diavolo!”

“Ok. Ma non ti arrabbiare” rispose Spike “penso che per un po’ potremmo sopportarci, almeno fino al tuo ritorno”

“Xander?” chiese lei

Sospirando lui rispose “E va bene, però non sono molto felice della situazione”

“Non ti preoccupare bello” disse Spike “Dobbiamo solo pattugliare insieme, non sposarci”

“Questo lo anch’io mezzo vampiro…”

“Come mi hai chiamato?” disse sollevandosi di scatto Spike

“Ne avete per molto?” gli interruppe Buffy “Non ho voglia né tempo di occuparmi di voi! Accidenti Spike tu hai più di cento anni e tu Xander sei una persona adulta e allora comportatevi da tali!”

“Scusaci Buffy, non succederà più” disse imbarazzato Xander

“Spike?” chiese lei

Lui annui.

 

Sunnydale – giorno dopo

 

Buffy uscì dalla palestra con un sorriso sulle labbra. Dan era davvero una persona meravigliosa. Anche se lei aveva adotto come giustificazione motivi personali lui le aveva promesso che quando fosse ritornata avrebbe ritrovato il suo posto di lavoro.

Ora doveva parlare con Spike.

 

Cripta si Spike

 

“Spike ci sei?” gridò Buffy appena entrata

“Certo che ci sono dove credi che possa andare con questo sole?” rispose lui.

Emerse da quella che doveva essere la sua camera di letto solo con indosso dei ridottissimi slip neri.

“Spike dovrei parlarti”

“Va bene” rispose lui mentre si avvicinava ad un mobile ed prendeva una bottiglia

“Vorresti metterti qualcosa addosso per favore?”

“Perché?”

“Spike…”

“Va bene” rispose lui mentre si infilava i pantaloni. “Allora che cosa c’è di così urgente da buttarmi giù dal letto?”

“Questo pomeriggio partiamo”

“E…”

“Vorrei che tu tenessi d’occhio Dawn e nel caso che non tornassi, la vorrei affidare a te…”

“ La terrò d’occhio fino a quando non tornerai, perché tu tornerai. Continuo a pensare che non sia una buona idea che tu riveda quell’imbecille”

“Spike, per favore”

“L’ultima volta rivederlo ti ha quasi ucciso ed ora corri da lui a salvargli il figlio. Io non lo farei mai”

“Ma tu non sei me Spike,.. io devo andare capisci?”

“No, non lo capisco ma questo non ti farà cambiare idea vero?”

Buffy non rispose “Allora farai quello che ti ho chiesto?”

“Certamente, l’ho già fatto una volta e non ti ho deluso”

“Si. Non mi hai deluso” e baciandolo sulla guancia “Grazie Spike, grazie di tutto” e uscì dalla cripta.

Ancora sorpreso per il bacio lui disse “Stai attenta cacciatrice, questa volta sarà più dura del solito, me lo sento”.

 

Los Angeles – hotel Hymperion

 

Il gruppo formato da Buffy, Willow, Giles, Wesley e Gunn arrivarono all’albergo che era appena tramontato il sole.

Quando entrarono nella Hall Cordelia lanciò un grido di sollievo misto ad orrore

“Cordelia, sono venuti ad aiutarci” disse Wesley

“Angel non vuole il loro aiuto. Si arrabbierà moltissimo”

“Dov’è?”

“Dove vuoi che sia? In giro a perlustrare ogni angolo della città”

“Dove possiamo sistemarci?” Chiese Buffy con una tranquillità che stupì perfino se stessa

“Volete rimanere qui?”

“Smetti di fare l’isterica ed ascoltami” rispose Buffy “Giles e Wesley devono concludere la traduzione della profezia, Willov deve fare delle ricerche tramite internet e io non posso permettermi di alloggiare in un albergo e questo posto è tanto grande che penso troveremo una stanza in cui sistemarci”

“Angel non sarà d’accordo”

“Ci penseremo quando lui sarà qui”

“Lui è già qui!” rispose una voce profonda alle loro spalle.

Buffy si girò di scatto e il cuore perse un battito. Fece un respiro profondo cercando di controllare le proprie emozioni.

Lui le passò davanti senza nemmeno guardarla “Vi avevo detto che non avevamo bisogno di aiuto. Di chi è stata l’idea?”

“Non guardare me” rispose Cordelia

“E’ stata nostra” disse Gunn “Avevamo bisogno di aiuto. Sono passati già troppi giorni e non abbiamo risolto nulla”

“E pensate che loro possano fare qualcosa?”

“Giles ha già tradotto quasi tutta la profezia” disse Wesley

“La profezia? E come l’hanno avuta?” poi si girò verso Gunn “Sei stato tu?” disse mentre gli si avvicinava, mutava il volto in quello del demone e alzava il braccio per colpirlo.

Una presa d’acciaio fermò il suo braccio e Angel si ritrovò a terra. Buffy lo sovrastava “Dobbiamo parlare” gli disse

“Non abbiamo nulla da dirci” rispose lui

Come se non avesse udito la sua risposta Buffy chiese a Cordelia “C’è un posto dove si possa parlare tranquillamente da soli?”

“Il suo ufficio”

“Bene. Andiamo?” chiese a lui

“Ti ho già detto…” rispose Angel mentre si rialzava

“Dov’è?” chiese Buffy a Cordelia

“La seconda porta a destra”

Buffy si avviò. “Ti vuoi muovere? Non ho tutto il giorno!”

Angel, sotto lo sguardo attonito dei presenti la seguì.

 

Appena lui varcò la soglia del suo ufficio un pugno di Buffy lo fece volare letteralmente sopra il divano.

“Sei venuta per picchiarmi?” chiese lui con arroganza

“Se avessi voluto solo picchiarti lo avrei già fatto molto tempo fa e non mi sarei limitata a quello” rispose arrabbiata lei

“Che cosa sei venuta a fare?”

“Ad aiutarti”

“Non mi serve il tuo aiuto”

“Anche con Faith non serviva, tu mi hai rimproverato di cercare solo vendetta con lei, mentre tu da bravo padrone di casa volevi solo consolarla e portarla sulla via della redenzione”

“Non stiamo parlando di Faith ora”

“Già stiamo parlando di te”

“Mio figlio è solo un problema mio, devo risolverla da solo”

“Da quello che mi hanno raccontato non hai fato molti progressi da quando è stato rapito”

Angel dovette ammettere con se stesso che Buffy aveva ragione. In fondo al cuore sapeva che Wesley e Gunn avevano fatto la cosa giusta.

“Pensavo che essendo figlio di Darla tu non volessi …”

“Aiutarti?” finì la frase per lui “Ma che razza di persona credi che io sia? Pensi davvero che lascerei che l’odio o la vendetta prevalicassero i miei doveri nei confronti degli altri? Stiamo parlando di un bambino innocente e nonostante non sappia perché lo abbiamo fatto venire al mondo il mio compito è ritrovarlo e proteggerlo da chi gli vuole fare del male. Non ha importanza ora di chi sia figlio, so solo che nessuno può portare via un bambino alla sua famiglia e tu…” continuò Buffy fissandolo direttamente negli occhi “Mister non ho bisogno dell’aiuto di nessuno, accetterai quello che offriamo senza mettere il broncio hai capito?” e uscì sbattendo la porta.

Angel era senza parole. Quella non era la Buffy che lo aveva lasciato più di quattro mesi prima. I suoi occhi non erano pieni d’amore o comprensione, semplicemente erano inespressivi. Ormai lo odiava e faceva questo solo per aiutare un bambino innocente e per scongiurare la fine del mondo. Si coprì il viso con le mani. In che cosa l’aveva trasformata?

 

Buffy si appoggiò al muro. Era stato difficile nascondere i propri sentimenti. Se avesse dato retta all’istinto gli si sarebbe avvinghiata addosso e l’avrebbe baciato fino allo sfinimento. Appena lo aveva visto aveva avuto il desiderio di strappargli i vestiti di dosso e di sentire ancora le sue mani su di se. Ma doveva essere forte. Non poteva più permettere ai suoi sentimenti di guidare le sue azioni. Aveva già dato due possibilità ad Angel e lui le aveva calpestato e frantumato il cuore. Non gli avrebbe dato un’altra opportunità. A nessuno avrebbe mai più dato una possibilità. Sospirò a fondo e si incamminò verso la Hall dell’albergo dove tutti la stavano aspettando.

 

Dopo essersi sistemati in varie stanze dell’albergo, si misero al lavoro.

Giles e Wesley misero assieme quello che avevano tradotto dalla profezia

“E questo come è riuscito a farlo?” chiese Wesley

“Ho usato il codice di Roddok”

“Il codice di Roddok, ecco perché la frase non aveva senso…”

Willow cercava su internet notizie dello strano simbolo stampato sulle divise dei rapitori mentre Buffy, Gunn e Cordelia cercavano nei libri. Angel aveva deciso di perlustrare ancora la città.

Buffy si alzò e si diresse verso una pila di libri che non avevano ancora guardato

“Su quelli non troverai nulla” disse Wesley, “Sono testi di poca importanza”

Ma Buffy li stava già sollevando quando notò che la copertina di uno dei libri aveva impresso una spada e lo aprì.

Sfogliò lentamente le pagine ed alla fine lo vide.”Trovato” disse

“Trovato?” fece eco Willow

“Guarda bene Cordelia è possibile che sia questo?”

Cordelia lo guardò attentamente “Si è proprio lui.”

Tutti si avvicinarono a fissarlo “Cordelia ha scambiato le fauci aperte di un drago per delle montagne” disse Buffy

Giles strappò il libro dalle mani di Buffy

“Oh mio Dio…”

“Che cosa c’è?” chiesero tutti preoccupati

“Cordelia, contatta Angel e fallo venire qui. Subito!” disse mentre si dirigeva verso la scrivania con il libro aperto e contemporaneamente ne prendeva un altro.

 

Angel arrivò trafelato. Come era possibile che in un giorno fossero riusciti a scoprire cose che loro cercavano da giorni?

Li trovò tutti seduti nell’ufficio di Wesley.

“Allora?” chiese

“Giles deve dirci qualcosa di importante”

“Buffy ha trovato il simbolo. Si tratta di una antica casta di guerrieri che si pensava fosse estinta”

“Non lo è evidentemente” rispose Gunn

“Lasciatemi finire. Questa casta di guerrieri è ormai entrata nella leggenda. Il loro compito era di portare a compimento l’antica profezia e di seguire colui che, dopo aver nominato due condottieri, avrebbe comandato l’armata delle tenebre. Venne distrutta integralmente nel 200 dopo cristo da un condottiero romano. E da allora non si hanno avuto più notizie”

“Fino ad oggi”

“Qualcuno di molto potente è riuscito a ricomporla e questo mi preoccupa”

“E la profezia, siete riusciti a tradurla?”

“La maggior parte…” Giles iniziò a rispiegarla nuovamente. La redenzione di Angel, la nascita di Connor, l’essere che era chiamato splendente e poi colui che avrebbe iniziato la battaglia “ma c’è qualcos’altro” disse improvvisamente “Si parla di un uomo che non è un uomo, l’animo umano ed il volto bestiale, che aiuterà o combatterà contro colui che è chiamato splendente”

Buffy a quella rivelazione rimase pensierosa. Sembrava quasi che si parlasse di Vincent. Impossibile! Vincent non aveva nulla a che fare con demoni e mostri.

“Ma il fatto più grave” continuò Giles “Consiste nel fatto che per dominare i condottieri e per avere la fedeltà dei cavalieri Connor dovrà essere sacrificato”

“No!” gridò Angel in preda alla disperazione “Dobbiamo trovarlo”

“Scusate” intervenne Buffy “La profezia dice chi sono i condottieri delle armate?”

“Si parla solo di due condottieri, ma non si hanno descrizioni precise”

“Questo è un problema. Se avessimo una loro descrizione avremmo potuto distruggerli prima che si congiungessero al loro capo”

“Dobbiamo trovare Connor” disse ad alta voce Angel ormai disperato

“Io avrei un’idea” intervenne Willow

“Quale?”

“La magia del dislocamento”

“E’ una magia molto potente Willow, potrebbe essere pericoloso”

“Di che cosa di tratta?” chiese Buffy

“Tramite un oggetto appartenuto a Connor potrei localizzarlo”

“Non sono d’accordo Willow, non sei ancora a quei livelli” disse Giles

“Ma signor Giles, stiamo parlando di un bambino, che potrebbe essere ucciso da un momento all’altro. E’ un emergenza!”

Giles sospirò. “Va bene Willow, ma noi ti aiuteremo e se non ti sentirai in grado di compiere la magia fino in fondo, la lascerai d’accordo?”

“D’accordo. Allora mi serve….”

 

Sunnydale – Casa Summers

 

Catherine bussò per l’ennesima volta alla porta senza ricevere nessuna risposta. Chissà dov’era si chiese in preda all’angoscia. Improvvisamente una voce cristallina la chiamò era Dawn

“Catherine, che bella sorpresa. Che cosa ci fai qui?”

 

Los Angeles – Hotel Hymperion

 

Tutti erano in attesa. Dopo aver disegnato un quadrato ed un cerchio, Willow dispose un braciere al centro, e iniziò a bruciare delle erbe mentre Giles pronunciava delle frasi in una lingua antica.

Improvvisamente una luce l’avvolse e Willow si accasciò a terra.

Buffy, Giles ed Angel erano con lei, mentre gli altri erano nell’ufficio di Wesley in attesa di notizie.

Willow si sentì trasportare lontano. Improvvisamente si ritrovò in una stanza, sentì il pianto di un bambino e lo vide. Connor era in una bella culla, e due mani lo stavano prendendo e cullando dolcemente. Improvvisamente sentì una specie di ruggito e come di scatto di volse. Un volto mostruoso con delle zanne la stava per sopraffare.

Willow si riprese con un urlo. Buffy le fu subito vicino. Lei tremava ancora ed aveva lo sguardo spaventato.

“Willow, stai bene?” chiese Buffy

“Hai visto qualcosa?” chiese Angel

“Angel per favore, non la assillare, deve riprendersi”

“No” fece un cenno con la mano Willow mentre prendeva un bicchiere d’acqua che Giles le porgeva.

“Ho visto Connor” disse “Stava bene, era in una stanza fatta di mattoni, sembrava sereno, ma poi ho visto anche un essere mostruoso”

“Mostruoso?” disse Angel agitato

“Aveva il viso di un animale…”

Buffy lanciò uno sguardo ad Angel “E’stato terribile. Purtroppo non sono riuscita a vedere altro…mi dispiace”

“Non fa nulla Willow, ha cercato di fare del tuo meglio”

 

Catherine Chandler scese dal taxi che l’aveva portata all’Hotel Hymperion, pagò l’autista e di diresse verso la porta.

Appena entrata posò la valigia e si diresse verso il bancone. Wesley uscì proprio in quel momento e rimase sorpreso di trovare qualcuno li, ma soprattutto rimase affascinato dalla bellezza di Catherine.

“Oh! Prego, le serve qualcosa?”

“Sto cercando Buffy”

“Buffy?”

“Non è qui? Dawn. mi ha dato questo indirizzo..:”

“Si, Si è qui. Un attimo che vado a chiamarla…”

Cordelia intanto era apparsa sulla soglia ed ammirava quella donna. Si vedeva che era una donna di classe, ed i vestiti… Dio avrebbe ucciso per dei vestiti così.

 

Buffy arrivò quasi di corsa.

“Catherine. E’ successo qualcosa?”

Gli occhi di Catherine si riempirono di lacrime “Qualcuno ha rapito Vincent”

 

CAPITOLO 29 BIS (NC-17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

 

Buffy si svegliò che era ancora notte. Sorrise al pensiero di quello che lei ed Angel avevano condiviso. Era riuscita a farsi raccontare qualcosa del suo passata ed ne era felice. A malincuore si alzò dal letto, era meglio andare prima che Wesley e Cordelia arrivassero in ufficio. Decise che era meglio vestirsi, altrimenti Angel non l’avrebbe lasciata andare tanto facilmente.

Stava cercando una scarpa quanto una voce la fece sobbalzare “Stai andando da qualche parte?”

“Sto cercando la mia scarpa. E’ meglio che vada prima che arrivino i tuoi colleghi”

“Te ne andavi senza salutarmi?”

“Non dire stupidaggini. Ti avrei svegliato”

“Scusa perché stai parlando sottovoce?”

“Per non svegliarti”

“Sono già sveglio e voglio baciarti”. Allungò la mano e l’attirò a se. Buffy, anche se coperto dal lenzuolo, sentì il desiderio di lui accendersi nuovamente.

“E’ meglio che vada ora. Altrimenti ci potrebbero scoprire”

“Già. Dammi un minuto e ti accompagno”

“Va bene.” Angel si alzò dal letto alla riceva dei suoi vestiti.

Poco dopo erano in auto diretti verso l’albergo di Buffy.

 

Buffy entrò nella sua stanza che erano le quattro del mattino passate.

“Dove sei stata?” chiese curiosa Audrey, “mi sono preoccupata”

“Ho incontrato un vecchio amico e…”

“Avete ricordato i bei tempi?”

“In un certo senso” rispose carica di sotto intesi Buffy

“Beata te” disse sospirando Audrey, “Sono secoli che non esco con un ragazzo e soprattutto che non svolgo certe piacevoli attività. Adesso è meglio che ti riposo. La tua esibizione è per domani, o scusa oggi alle 09.00. Ti consiglio di dormire”

“Buonanotte Audrey”

“Buonanotte Buffy”.

 

Buffy era carica di energia. La sua esibizione fu spettacolare e più di una volta aveva dovuto controllare la sua forza. Si sentiva benissimo. Il suo rapporto con Angel andava a gonfie vele ed avevano superato un altro gradino riguardo la maledizione. Lui le aveva detto che non era affatto impacciata e questo la rassicurava molto. E per ultimo nessuno sapeva di loro e si sentiva serena come non mai.

Era seduta al bar che beveva la sua spremuta quando una voce alle spalle quasi la spaventò

“Ciao Buffy, come stai?”

Era Paul Sander e ancora una volta Buffy si stupì della sua stazza. “Non ti dispiace se mi siedo vero?”

“No. Accomodati pure”.

“Ieri sera ti ho cercato. Dove sei sparita?”

“Perché mi cercavi?” chiese cercando di eludere la domanda

“Volevo invitarti fuori, sai a bere qualcosa o a cena. Comunque possiamo fare questa sera che ne dici?”

“Sono molto lusingata del tuo invito ma io non sono libera…”

“Hai già un ragazzo vero?”

Lei annui

“Dovevo immaginarlo che quelle carine sono già state accalappiate. Peccato. Speravo di poter uscire con te, ma fa niente” e alzandosi “E’ ora della mia esibizione. Ci vediamo dopo. Ciao”

“Ciao” rispose Buffy.

 

Karaoke Bar- sera

 

Angel era arrabbiato. Cordelia e Wesley erano ancora all’Hymperion. Cordy aveva avuto una visione molto confusa a dire il vero e Wesley stava facendo ricerche. Guardò l’orologio. Fra meno di mezz’ora doveva passare a prendere Buffy, ma dubitava di riuscire. Lorne si avvicinò ed Angel alzò gli occhi al cielo. Questa volta avrebbe dovuto cantare non c’erano dubbi.

“Hey amico come va?”

“Informazioni” disse quasi sibilando Angel

“Ti vedo un po’ sulle spine. Deve essere qualcosa i importante”

“Infatti”.

Il demone che stava cantando una canzone stava quasi per finire la sua esibizione.

“Deduco che dopo tocchi a me, vero?”

“No”

“No?”

“Ti dispenso dal cantare se dopo accompagni qui la tua misteriosa ragazza.”

“Ti ho già detto…”

“Lo so, lo so, non c’è nessuna ragazza…Il tempo passa Angel. Ho mi presenti a lei o niente informazioni”

“Sei veramente terribile, lo sai?”

“Lo so”

“Potrei sempre farne a meno” disse Angel

“Purtroppo per decifrare la visione di Cordy hai bisogno di un certo libro…”

Angel lasciò cadere le braccia lungo il corpo

“Hai vinto. Ma devi promettermi una cosa”

“Qualsiasi cosa, amico” disse con un sorriso smagliante Lorne

“Nessuno deve sapere di lei. Tanto meno Cordelia e Wesley

“Prometto e ti assicuro che questa sera non verranno qui. Cordy ha troppa emicrania e Wesley sarà preso nella traduzione”.

Angel, a malincuore annui e Lorne gli allungò un foglietto. Chiunque fosse questa misteriosa ragazza aveva un effetto positivo sul vampiro.

 

Appena uscito dal Karaoke Bar Angel prese il cellulare e compose il numero di Buffy. Dopo il terzo squillo partì la segreteria telefonica. Probabilmente era ancora occupata pensò. “Ciao Buffy, sono io. Contrattempi. Arriverò con circa mezz’ora di ritardo. Aspettami mi raccomando”

Chiuse la comunicazione e saltò in macchina. C’era un lavoro da fare.

 

Hotel Hymperion.

 

Angel entrò come una furia nell’albergo. Welsey era ancora seduto a spulciare i libi mentre Cordelia aveva una borsa di acqua fredda sulla fronte.

Lui mise il libro sul tavolo.

“Con questo dovresti riuscire a scoprire qualcosa di più”

Wesley lo prese immediatamente e iniziò a sfogliarlo. “Oh si…certo…magnifico” disse mentre cominciava a leggerlo avidamente.

“Dove vai?” chiese vedendo che Angel usciva di nuovo

“Devo fare una cosa per Lorne” rispose. Se ci sono novità mi trovi sul cellulare.

 

Albergo di Buffy.

 

Buffy guardò l’orologio. Angel era in ritardo di quasi un quarto d’ora. Sospirando si sedette sulle poltroncine della Hall dell’Albergo e si mise a sfogliare una rivista.

“Buffy” si sentì chiamare. Era Paul Sanders, che vestito con giacca e pantaloni sportivi era alquanto affascinante.

 

Angel fermò l’auto quasi davanti all’entrata dell’Hotel. Appena varcata la soglia cercò Buffy con lo sguardo e improvvisamente la vide. Stava parlando con quella specie di uomo. Si meravigliò come la poltroncina su cui fosse seduto non fosse sprofondata sotto il suo peso.

Lentamente si avvicinò.

La sua risata cristallina giunse alle sue orecchie “Buffy” disse quando le fu vicino

Lei si alzò ed il viso le si illuminò “Angel. Sei arrivato.”

“Certamente. Non mi presenti al tuo amico?”

A quel punto Paul si alzò. Visto da vicino era ancora più grande di quanto si fosse immaginato. Avrebbe avuto qualche difficoltà ad atterrarlo, ma poteva sempre provare.

“Piacere Paul Sanders” disse allungando il braccio per stringergli la mano

“Angel” rispose alquanto riluttante. La sua stretta era forte e decisa. Buffy era sempre stata alquanto minuta di fronte a quell’energumeno sembrava una bambina.

“Non ti dispiace se ho tenuto compagnia alla tua bella ragazza vero?” disse con voce allegra. “Ci sono tipi poco raccomandabili in giro. Non che lei non sappia difendersi, ma non si sa mai”

Angel non disse nulla “E dai non essere arrabbiato. Abbiamo fatto solo due chiacchiere” e dandogli una forte pacca sulle spalle “Vi lascio soli. Ciao Buffy e divertiti mi raccomando”

“Ciao e grazie” rispose Buffy

“Addio” disse Angel.

Dopo che Paul se ne fu andato Buffy disse “Che tipo simpatico”

“Ti piace quello?”

Buffy rimase stupida da suo tono di voce. “Oh certo. Penso che siamo ben assortiti. Io sono piccola e lui grande, io sono una cacciatrice e lui possiede una palestra. Penso che si sposeremo presto e avremo sei o sette figli. Sai…se sono solo maschi non ci saranno problemi, ma se fossero femmine…” e vedendo che lui non diceva nulla “Sono sicura che ci saranno dei problemi, se tutto è rapportato alla dimensione penso che la nostra unione avrà qualche difficoltà, deve essere alquanto …”

Angel la guardò stupito “Stai scherzando vero?”

Buffy sorrise “Secondo te?.” E baciandolo lievemente sulle labbra “Angel io ti amo. Devi fidarti del mio amore per te…”

“E’ solo che quando vedo qualcuno vicino a te…divento geloso”

Buffy non aveva voglia di discutere di questo e preso sotto braccio disse “Andiamo a casa tua?”

“No” rispose Angel mentre uscivano dall’albergo “Ci sono Cordelia e Wesley. Però ti porto in un altro posto” disse mentre si immetteva nel traffico di Los Angeles.

 

Karaoke Bar

 

Buffy entrò nel locale e si stupì nel vedere sia clientela umana che demoni.

Angel la teneva per mano. “Non temere. Questo locale è protetto da un incantesimo che impedisce qualsiasi forma di rabbia e violenza”

“Non sono preoccupata per questo. Solo che non pensavo che esistesse un posto così.”

Lorne gli si fece incontro. Buffy lo squadrò da capo ai piedi. A parte il colorito verde, due occhi rossi e due piccole protuberanze che uscivano dalla fronte sembrava innocuo. Oddio, se si tralasciava il suo modo di vestire. Giacca sgargiante e orribile abbinamento di colori.

“Hey non mi presenti la tua amica?”

“Lorne di presento Buffy. Buffy lui è Lorne”

Buffy allungò la mano e gliela strinse. “Il padrone di questo locale presumo”

“Hai indovinato bellissima. Devo farti i miei complimenti Angel è davvero uno schianto”

Un uomo finì una sua esibizione e si avvicinò ai tre. Lorne gli diede un foglietto. “Fanno buon uso mi raccomando” disse all’uomo mentre questo lasciava il locale.

“Dai informazioni?” chiese stupita Buffy

“Certo”

Poi rivolta ad Angel “E ’come il bar di Willy?”

“No. Qui è diverso” rispose Angel

“In che senso?”

“Qui per avere informazioni devi cantare”

“Cantare? Perché”

“Perché io leggo nell’anima di coloro che cantano, capisco i loro dubbi ed i loro problemi. Vedi bellissima quando si canta si mette a nudo la propria anima. Pensa che ha cantato perfino Angel”

“Tu hai cantato?”

“Non me lo ricordare”

“E’ terribile te lo assicuro bellissima. Vuoi cantare anche tu?”

Buffy sorrise apertamente “Non ho segreti da nascondere e confessare. Declino la tua offerta. E se ora volete scusarmi, devo assentarmi un attimo.” Disse Buffy mentre si dirigeva verso la toilette.

“Devo dire che è magnifica. Capisco perché tu sia così felice”

“Non troppo spero” rispose Angel “Essere troppo felice non è nei miei programmi”.

“Ma ora state insieme, e a quanto riesco a percepire non fate parole crociate quando vi vedere”

“Lorne…sono cose private”

“Va bene. Così lei è la cacciatrice”

“Come fai a saperlo?”

“La prima volta che hai cantato ho scoperto molto di te. E poi se ben ricordo dal tuo ritorno da New York non hai avuto bisogno di molte informazioni”

“Per fortuna. Mi raccomando non devi dire nulla a nessuno”

“Sarò una tomba”

“Eccomi qua” disse Buffy.

“Andate a sedervi ad un tavolo. Il primo giro lo offre la casa. Piacere di averti conosciuto bellissima” disse Lorne prima di andare verso il bancone.

Angel e Buffy rimasero nel locale ad ascoltare qualche brano e nonostante le continue insistenze di Lorne, lei si rifiutò di cantare.

Quando uscirono dal locale era mezzanotte.

“Dove andiamo ora?”

“Purtroppo l’Hymperion è ancora occupato”

“Non fa niente” rispose con una nota di disappunto Buffy.

“Potremmo andare nella tua stanza d’albergo” rispose speranzoso Angel

Lei scosse la testa. “Ho una compagna di stanza”

“Ti porto in giro per la città” disse lui. E detto questo accese l’automobile intenzionato a mostrarle Los Angeles di notte.

Passarono un’ora molto allegra. Stavano percorrendo una piccola strada lungo la spiaggia quando Buffy si ricordò di un posto.

“Angel frena!”

Colto quasi impreparato Angel fermò l’auto con uno stridio di freni.

“E’ successo qualcosa?”

“E’ solo che…mi sembra di ricordare un posto”

“Che posto?”

“Quando frequentavo i primi anni del liceo sono venuta qui con il mio boy-friend”

“E che cosa facevate?”

Lei li lanciò uno sguardo eloquente

“Secondo te? Vieni.” E detto questo uscirono dall’auto.

Scesero lungo un piccolo sentiero e raggiunsero una piccola spiaggetta nascosta dagli scogli. Lei sia guardò intorno. Non c’era nessuno.

Si sedette sulla sabbia ed Angel le si sedette vicino. Il chiarore della luna gli illumina i capelli di riflessi d’argento.

Stettero seduti a fissare le onde e le stelle per qualche minuto.

“Mi dispiace molto di questo contrattempo” disse Angel

“Non ti preoccupare, non fa nulla” rispose Buffy, ma dentro di se si sentiva così eccitava. Aveva pensato per tutto il giorno a lui ed alla notte trascorsa nella sua stanza.

Angel le passò una mano lungo la schiena “Hai freddo, dobbiamo rientrare”

“Non ho freddo”. I brividi che lui aveva percepito erano dovuti a qualcos’altro “Baciami” gli disse prendendogli il viso tra le mani per reclamare la sua bocca

“Bacerò ogni centimetro del tuo corpo per essere sicuro di riscaldarti”

Per assicurarsi che mantenesse la promessa, Buffy gli mordicchiò le labbra e poi un orecchio. Angel gemette, poi la baciò con passione, con quella passione che si accendeva sempre tra loro, non appena si sfioravano.

“Vieni, sdraiamoci”

“Qui?” chiese lui titubante

“Si qui”

Erano soli sulla spiaggia, con le onde, il vento leggero e il cielo della notte. Abbracciati l’uno all’altro sembravano avere tutto ciò di cui avevano bisogno.

Le onde sembravano infrangersi sulla costa con lo stesso ritmo con cui il piacere scorreva nella loro vene.

Angel si sfilò il cappotto e lo appoggiò sulla sabbia. Lentamente cominciò ad accarezzarle il seno, lei si inarcò per offrirsi a lui, chiedendo di più. Lui le stuzzicò un capezzolo attraverso la camicetta, ma non era abbastanza, e sapeva, dal desiderio che leggeva nel suo sguardo che non lo era neanche per lei.

Le sfilò l’indumento e le percorse il profilo del reggiseno fino ad arrivare a gancio anteriore, che aprì con facilità. Lei lo guardò con occhi languidi e sollevò il mento ruotando la testa.

Angel la liberò del reggiseno esponendola alla brezza della notte a ai propri occhi carichi di desiderio.

Aveva i capezzoli duri come piccole perle e lui prese a lambirglieli, mentre lei cominciava a tremare.

Si spostò su di lei e la guardò negli occhi pensando che fosse la donna più bella che avesse mai visto.

Aveva le labbra dischiuse e gonfie per i baci che si erano scambiati. La sua pelle era chiara e vellutata, resa ancora più splendente dal chiarore della luna

“Buffy…”

“Lo so” I suoi occhi riflettevano tutto ciò che entrambi sapevano.

La baciò sulla bocca, sul collo, poi si mosse per spostarsi più giù fino al ventre piatto. Con la mani accarezzò i polpacci, le cosce, sollevando la gonna man mano che saliva. Le scostò le gambe e fissò gli slip di seta. Glieli sfilò in un unico rapido gesto.

“Angel?”

“Ssh, intendo mantenere la promessa che ti ho fatto. Ogni centimetro ricordi?”

“Non penso…”

“Non è permesso pensare” mormorò con voce roca piegandosi su di lei e trovando il centro della sua femminilità “Non smetterò di baciarti, finché non perderai il controllo”

“Tu…” Dopo aver pronunciato quel monosillabo, non riuscì ad aggiungere più nulla, potè solo arrendersi alle sensazioni che lui le regalava.

La stuzzicò, la accarezzò, la lambì, senza concederle tregua finchè lei si inarcò e prese a tremare, lasciandosi andare completamente al piacere che le esplodeva dentro.

Poi la tenne stretta fino a quando il respiro di Buffy non tornò a essere regolare e i suoi battiti meno accelerati. La aiutò a mettere gli slip e le abbassò la gonna.

La fece sedere e prese il reggiseno

“Aspetta, voglio…”

“Non occorre Buffy…”

Lei lo guardò maliziosa cominciò ad accarezzarlo, scoprendo quanto fosse eccitato

“Buffy…” lui si inumidì le labbra asciutte e la baciò.

Gli infilò le mani sotto la maglietta, facendolo irrigidire.

“Buffy…”

“Ti piace?” mormorò lei, guardandolo negli occhi. Era rossa in viso e piena di desiderio. “E’ bello?” gli chiese continuando ad accarezzarlo

“Bello non è proprio la parola che userei” riuscì a dire lui

“No?” Buffy si morse il labbro inferiore, mettendosi a cavalcioni su di lui, e posando lo sguardo sull’allacciatura dei pantaloni. Poi cominciò a slacciarglieli. “E che aggettivo useresti?” domandò

“Direi…” Angel si interruppe e iniziò a gemere piano quando lei gli abbassò i pantaloni e i boxer suo fianchi.

“Diresti cosa?” Buffy usò le mani per accarezzarlo, torturandolo così come lui aveva fatto con lei. Poi, dopo avergli scoccato un sorriso innocente, abbassò il capo e continuò quella deliziosa tortura con la bocca.

“Buffy!”

Sollevò la testa “Intendi Buffy, si, oppure Buffy non mi piace?”

Forse sarebbe riuscito a risponderle, se non si fosse piegata di nuovo su di lui continuando ciò che aveva interrotto.

Angel era perso nel piacere, succube delle sensazioni e delle emozioni che provava, era perso, senza più alcun controllo su di se.

Lei continuò a rimanere su di lui, finché lo sentì tremare, gemere e contrarsi per il piacere.

 

“Ci vediamo domani?” chiese Buffy davanti al suo albergo “Sai verso le 20,00 ci sarà la chiusura della manifestazione e Dan non aprirà la palestra lunedì per darci modo di riposare un po’ e di visitare la città”

“Ti chiamerò io per darti via libera o meno”. Poi si chinò a baciarla.

“E se casa tua non fosse libera?”

“Mi preoccuperò io di renderla libera”

“Altrimenti potremmo sempre ritornare a quella piccola spiaggetta” disse sottovoce Buffy

“Non che sia molto romantico, ma certe cose preferisco farle in privato, lontano da eventuali occhi indiscreti”

“E’ stato molto bello questa sera” disse Buffy

“Anche per me” rispose Angel.

 

Quando Angel rientrò all’Hyperion Wesley stava ancora cercando di decifrare la visione di Cordelia.

“Non capisco perché le tue visioni non siano più chiare…”

“Non le ho certo volute io. Non sai che mal di testa mi viene ogni volta. Oh ecco arrivare il nostro presunto capo…dove sei stato?”

“Dovevo fare una cosa per Lorne”

“E sei andato sulla spiaggia?”

“Spiaggia?”

“Hai tutto il tuo bel cappotto nero sporco di sabbia. E a guardarti bene…sei felice?”

“Felice?”

“Hai sul viso un sorriso….non hai fatto quello che noi pensiamo vero?”

“Che cosa dovrei aver fatto? Sono andato a fare un lavoro per Lorne vicino alla spiaggia e questo è tutto!”

“Sei sicuro?”

“Cordelia…non credi di essere un po’ inopportuna?” chiese Wesley

“Inopportuna? Ti ricordi quello che è successo con quell’attrice? Non voglio trovarmi qui a fronteggiare Angelus”

“Se avete finito di parlare della mia vita privata io andrei a dormire”

“Si. Se ci sono novità ti chiamo” disse Wesley prima di infilare il suo naso nel libro che lui gli aveva portato.

 

Los Angeles – Tramonto

 

“Siamo pronti?” chiese Wesley agli altri. Aveva decifrato la visione di Cordelia. Dovevano recarsi in una casa alla periferia di Los Angeles per salvare una famiglia in pericolo poiché senza saperlo erano in possesso di un certo talismano.

 

Angel era di nuovo in ritardo e questa volta non aveva nemmeno telefonato.

Buffy lo stava aspettando sempre nella Hall dell’Albergo e ormai stava diventano impaziente.

“E’ di nuovo in ritardo?” chiese Paul Sanders mentre si avvicinava “Se fossi in lui non ti lascerei sola così a lungo”

“E’ il suo lavoro”

“Che lavoro fa?”

“E’ abbastanza complicato spiegarlo. E’ una specie di …investigatore privato”

“Professione molto eccitante.” Paul si girò verso i suoi amici che lo chiamavano. “Beh io vado. Buonanotte Buffy”

“Buonanotte”.

 

Un’ora! Era in ritardo di un’ora questa volta Buffy lo avrebbe ucciso.

Arrivò trafelato all’albergo

“Scusami, un imprevisto”

“Spero solo che ti farai perdonare!” rispose quasi seccata Buffy

Lui si avvicinò malizioso “Certamente. All’Hymperion non c’è nessuno”

“Davvero?”

“Davvero.”

 

Angel rientrò all’Hymperion dopo aver riaccompagnato Buffy in albergo. Sorrise apertamente. All’inizio aveva pensato di essere troppo audace, ma dopo lei si era rilassata ed si era gettata nella sperimentazione. Emise un sospiro era stata una notte bellissima.

Entrò nella sua stanza, si tolse il cappotto e la camicia e rimase a torso nudo. Si diresse verso il bagno.

Ne uscì poco dopo con un asciugamano avvolto attorno ai fianchi.

Una figura vicina alla vetrata del suo balcone lo bloccò.

“Buffy?”

La figura si girò. “Non sono Buffy…riprova tesoro”

Angel sgranò gli occhi “Darla…” disse.

 

CAPITOLO 39

 

Angel e Buffy osservavano Catherine seduta mentre stava sorseggiando una tazza di caffè.

“Quando è successo?”

“Poco più di una settimana fa” rispose lei

“Quando hanno rapito Connor” fece eco Angel

“Hanno rapito tuo figlio?”

Lui la guardò sorpreso.

“Buffy mi ha raccontato tutto”

“Capisco” rispose lui.

“Quindi quello che Willow ha visto era il volto di Vincent”

“Willow?”

Buffy spiegò a Catherine quello che avevano fatto “Ho amici molto particolari, come puoi constatare tu stessa”

“Ma sono amici preziosi” rispose lei

“Si. Molto preziosi. Possiamo quindi dedurre che Connor sia New York”

“Cosa te lo fa pensare?” chiese Angel

“Primo, tu qui non sei riuscito a trovarlo, in secondo luogo dubito che qualcuno correrebbe il rischio di viaggiare con Vincent, non è un tipo che passa inosservato e terzo, Willow lo ha visto nella sua visione, quindi….”

“Partiamo con te Catherine” finì la frase Angel

“Davvero? Ma come spiegherete la vostra partenza?”

“Purtroppo qualcuno dovrà venire con noi. Willow e Giles sicuramente. Pensi che Padre avrà problemi ad ospitarci?”

“Non so. Sai come sono ferree le regole”

“Cercheremo di renderle più malleabili” disse Buffy e inginocchiandosi a terra prese le mani di Catherine fra le sue “Lo troveremo vedrai, non avere paura”.

“Mi fido di te Buffy” rispose lei.

 

Erano tutti riuniti nell’ufficio di Wesley per chiarire la situazione. Angel lasciò parlare Buffy, che sembrava svolgere questo compito egregiamente. E come aveva notato anche altre volte lei aveva dato solo le informazioni basilari.

“Ma perché hanno rapito questo Vincent?” chiese Cordelia con il solito tatto

“Lui è un potente guerriero, molto forte. Forse questa misteriosa entità crede che lui sia uno dei condottieri”

“Supponiamo che lui sia uno, l’altro chi potrebbe essere?” chiese curioso Giles

“Io una mezza idea ce l’avrei” disse Gunn

“E quale sarebbe, se è lecito chiederlo?” chiese Wesley in modo ironico

“Angel”

“Angel?” disse Giles

“Pensateci bene. Questo Vincent è una persona molto forte, ha vissuto sempre aiutando gli altri, cosa che ha fatto anche Angel”

“Non ho sempre aiutato gli altri”

“Va bene, ma ora lo fai giusto? Tu sei un guerriero che combatte il male, come fa anche Vincent, quindi i due condottieri destinati a guidare le armate delle tenebre siete voi”

Pulendosi per l’ennesima volta gli occhiali Giles intervenne “Un’ipotesi alquanto azzardata oserei dire”

“Ma è l’unica che abbiamo” rispose Gunn.

“Bene” disse Cordelia “Che cosa facciamo ora?”

“Accompagniamo Catherine a N.Y.” disse Angel

“Sei sicuro che Connor sia lì? Willow in fondo ha visto solo una stanza e quell’essere” continuò Cordelia con un espressione disgustata sul viso.

Buffy guardò Catheirne che non diceva nulla. Aveva sempre ammirato la sua volontà e la sua pacatezza d’animo.

“Quando ero a New York, ho sentito una specie di leggenda metropolitana che parlava di questo essere…” disse Buffy

“E tu basi la tua teoria che Connor sia in quella città sulle dicerie della gente?” si intromise Wesley

“Io penso che Buffy abbia ragione” intervenne Angel. Anche lui non voleva rivelare l’aspetto di Vincent. “Connor non è qui. Ho rovistato la città da cima a fondo e nemmeno Lorne ha saputo dirmi nulla. L’unica pista che abbiamo è questo ed è meglio seguirla”

“Perfetto. Andiamo tutti a New York. Non vedo l’ora di fare shopping…”

“Tu non vieni Cordelia” disse Angel

“Come non vengo?”

“Abbiamo deciso che andremmo solo io, Buffy, Giles e Willow” e prima che fosse interrotto da una serie di lamentele “Qualcuno deve stare qui a controllare la situazione, senza contare le visioni di Cordelia che molto spesso devono essere decifrate. Quindi voi rimanete qui” disse rivolto a Cordelia, Wesley e Gunn.

“Non è giusto però” disse Cordelia

“Cordelia per favore, non è il momento…” rispose Angel.

“Io chiamerò Sunnydale per informali della nuova situazione. Quando partiamo?”

“Il più presto possibile” disse perentorio Angel

 

Sunnydale – Casa di Willow e Tara.

 

“Pronto?” rispose Tara

“Ciao Tara sono Buffy mi passi Dawn, per favore?”

“Certamente”

“Ciao Buffy, raccontami tutto….”

Dopo aver raccontato a Dawn tutto quello che era successo, Buffy le disse “Potresti dire a Spike di chiamarmi? E’urgente!”

“Certamente. Dammi il numero”

“Un attimo” Buffy lesse il numero sul telefono e salutò Dawn.

 

Hotel Hymperion – Ufficio di Angel

 

“Angel Investigazioni…”

“Mi passi Buffy?”

Angel riconobbe subito la voce di Spike “Che cosa vuoi?”

“Certamente non parlare con te. Allora?”

“Un attimo” e chiamando ad alta voce “Buffy è per te!”

Buffy arrivò di corsa “Chi è?”

Lui non rispose, lasciò la cornetta appoggiata al tavolo e uscì dall’ufficio

“Pronto?”

“Ciao. Sono io”

“Ciao Spike, volevo solo dirti…”

Angel non si sarebbe mai immaginato di origliare una conversazione altrui. Ma doveva sapere se fra Spike e Buffy ci fosse qualcosa. Gli stava parlando con tranquillità spiegando i dettagli del loro viaggio. Chiuse gli occhi. C’era un tempo che un voce così dolce la usava solo con lui.

“Riguardo a quello che ti ho detto prima di partire…”continuava Buffy “Ti ricordi vero?”

“Certo. Ma sono sicuro che tornerai”

“Anch’io Spike, lo sento dentro di me”

Sente cosa? Pensò Angel. Che cosa sentiva per Spike? Non si starà per caso innamorando, o forse era già innamorata e stavano insieme. Non poteva essere vero. Spike non poteva avere Buffy, non doveva averla!

“Ciao. Appena sarà tutto risolto vi chiamerò” disse Buffy mentre chiudeva la comunicazione.

Angel riuscì ad andarsene appena in tempo prima che Buffy aprisse la porta dell’ufficio e lo cogliesse in flagrante.

 

New York – aeroporto.

 

IL volo atterrò poco prima dell’alba. Dopo un’accesa discussione Angel decise che non c’era tempo da perdere e quindi si infilò nel bagagliaio dell’auto di Catherine, assicurando tutti che lui non aveva bisogno di respirare e nella sua vita era stato rinchiuso in posti ben peggiori.

 

Garage sotterraneo – appartamento di Catherine Chandler

 

Buffy aprì il bagagliaio e aiutò Angel ad uscirne. Lui si stirò i muscoli che erano indolenziti.

“Bene, se volete seguirmi” disse Catherine e li accompagnò tutti nel suo appartamento.

Fece loro segno di accomodarsi. “Padre sarà qui fra poco” disse, mentre si premuniva di chiudere le tende del suo appartamento.

“Chi è Padre?” Chiese curiosa Willow.

Buffy capì che era giunto il momento di spiegarle alcune cose e così iniziò il suo racconto.

Erano tutti seduti intenti a bere qualcosa quando una mezz’ora dopo il campanello suonò.

“Deve essere Padre” disse Catherine.

Infatti era lui.

“Jacob” Giles gli corse incontro salutandolo calorosamente “Quanto tempo”

“Troppo” rispose lui mentre ricambiava la stretta di mano.

“Angel e Buffy li conosci già Lei è Willow” continuò Giles

“Piacere di conoscerla signorina” disse Padre stringendole la mano

“Piacere mio” rispose timorosa Willow

“E’ lei che ha visto Vincent” disse Catherine

“Io ho visto il viso di un essere…” e poi capì “Lui è Vincent?”

Buffy annui “Non devi avere paura del suo aspetto, aspetta a conoscerlo è una persona meravigliosa”

“Come ha fatto a vederlo?” chiese Padre

Giles fece cenno a Padre di sedersi “Lei ha dei poteri magici. E’ una strega”

“Strega?”

“E molto potente” aggiunse Buffy “lei può aiutarci a ritrovare sia Vincent che Connor”

“Connor?”

Buffy spiegò la situazione a Padre ed anche la profezia che avevano tradotto.

“Quindi pensi che Vincent sia uno dei condottieri della profezia?” chiese Padre a Giles

Lui annui “La magia di Willow è molto potente ma, se loro sono qui, in questa città sarà più facile trovarli tramite la magia e salvarli”

Padre annui. “Bene, spero che riuscirete. Dove vi potrò contattare in caso di novità?”

“Pensavamo di venire nelle gallerie” disse Buffy

Padre scosse la testa. “Troppe persone conoscono questo segreto. Abbiamo già fatto un strappo alla regola per te ed Angel l’altra volta, non penso che i membri del consiglio accetteranno di buon grado”

“Nemmeno per salvare Vincent?” chiese Buffy

“E’ inutile stare qui a discutere. Andiamo e basta” disse Angel con impazienza.

“Angel capisco che tu sia preoccupato per Connor, ma ci sono delle regole da rispettare” disse Catherine

“Non vuoi ritrovare Vincent?” disse lui

“Certo che lo voglio, ma non posse mettere in pericolo tutta la comunità”

“Diavolo” rispose lui “Io devo ritrovare mio figlio prima che sia troppo tardi e se per fare questo dovrò prendere a pugni tutti i membri del consiglio lo farò!”

“Calmati” disse Buffy. Stranamente era la prima volta che gli rivolgeva la parola direttamente da quando avevano avuto quella piccola scaramuccia nel suo ufficio all’Hyperion. Lui la guardò fisso negli occhi e lei sostenne il suo sguardo e disse “Willow ed il signor Giles non diranno nulla a nessuno e per calmare gli animi del consiglio possiamo promettere le lei farà un incantesimo per farci dimenticare tutto. Pensa che accetteranno?”

“Possiamo provare” rispose Padre.

Tutti lo fissarono in attesa. Improvvisamente come se avesse preso una decisione importantissima disse “Ora prendete i vostri bagagli e andiamo”

“Dove?” chiese preoccupata Willow

“Sottoterra” rispose lui.

 

CAPITOLO 40

 

New York – Gallerie sotterranee.

 

Giles e Willow non riuscivano a credere ai loro occhi e continuavano a tempestare Padre di domande. Quando giunsero alla biblioteca il Consiglio era già riunito.

“Avevamo detto che non volevamo altri estranei” disse Sam

“Loro ci aiuteranno a trovare Vincent. Ormai è certo che sia stato rapito” rispose Padre

“Da chi?”

“Da un essere malvagio che vuole portare le tenebre sulla terra” disse Willow

“Non sono d’accordo” rispose un altro uomo “Noi tutti vogliamo bene a Vincent, ma tutte queste persone…questi estranei….il nostro segreto potrebbe essere in pericolo”

“E’ vero” si intromise una donna

Buffy non poteva credere alle sue orecchie, Vincent li aveva sempre aiutati e ora loro…

“Vergognatevi” urlò Catehrine.

Tutti rimasero di stucco, anche Buffy, non aveva mai sentito Catherine gridare.

“Vincent vi ha sempre aiutato, ha combattuto e ucciso per voi, ed ora lo ripagate in questo modo. Io voglio bene a tutti lo sapete, ma se il prezzo per riportare Vincent fra noi è mettere in pericolo la segretezza della Comunità. Io voglio correrlo”

“Non pensi a lui? Dove vivrebbe se noi fossimo scoperti?”

“Io penso sempre a lui, a differenza di voi. Già una volta Buffy ed Angel ci hanno aiutato, due persone in più che differenza volete che faccia? Io rivoglio Vincent” concluse Catherine piangendo e correndo fuori dalla stanza.

Buffy la seguì, la raggiunse lungo un cunicolo e la strinse fra le braccia “andrà tutto bene vedrai, tutto bene” le disse mentre lei piangeva sulla sua spalla.

 

Dopo circa mezz’ora Catherine e Buffy rientrarono in biblioteca “Vi prego di scusarmi, non so che cosa mi sia preso” disse Catherine per giustificarsi

“Comprendiamo benissimo il tuo stato d’animo e abbiamo deciso che possono rimanere”

“Davvero?” chiese speranzosa lei

Padre annui.

“Abbiamo però deciso, che non abbiano molti contatti con gli altri membri della comunità. Quindi è stato disposto che potranno utilizzare la grotta dei venti per le loro ricerche e discussioni”

“Va bene” disse Buffy

“Scusate” intervenne Willow “Presumo che qui non ci sia una linea telefonica per il mio portatile vero?”

Tutti si guardarono allibiti e poi Catherine disse “Potrebbe occuparsene Mouse”

“Mouse? Quello della dinamite?” chiese Angel

“Questa volta avrà a che fare solo con dei fili elettrici, non dovrebbero esserci problemi” rispose fiduciosa Catherine

“Speriamo bene” disse alzando gli occhi al cielo Buffy.

 

New York – luogo imprecisato

 

Il pianto di un bambino lo riportò lentamente alla realtà. La testa era pesante, ma con uno sforzo sovraumano riuscì ad aprire le palpebre.

Si trovava in una grande gabbia, al centro di una stanza. Le pareti erano di mattoni. Strisciando arrivò fino ad una brandina e con notevole sforzo riuscì ad adagiarsi sopra.

“Mi sembra debole, Signor P. Penso non sia il caso di sedarlo nuovamente”

“Va bene. Ma tienilo d’occhio non voglio problemi. Ho saputo dai miei informatori che loro sono arrivati. Quindi è questione di poco”

Loro chi? Pensò Vincent sempre più confuso. Cercò di parlare, ma non riusciva a dare voce ai suoi pensieri.

“Controlla che le sbarre siano abbastanza robuste e che abbia tutto ciò che gli occorra. Fra poco mi servirà al pieno delle forze” disse la voce misteriosa.

“Va bene, ma preferirei che mi mandasse qualcuno in aiuto”

“Va bene, Dirò a Jake di venire qui. Come sta il bambino?”

“Bene” rispose la voce di una donna “HA appena finito di mangiare ed ora…” l’uomo alzò la mano per fermare la donna “Non mi interessa cosa fa, mi interessa solamente che sia vivo e in ottima salute al momento opportuno”

“Va bene” rispose lei.

 

Gallerie – Central Park.

 

Erano stati sistemati nella grotta dei venti. Era abbastanza lontana dalle altre stanze e quindi non c’era pericolo che potessero incontrare altri membri della comunità. Willow non riusciva ancora a credere che Mouse fosse riuscito a collegarla alla rete telefonica nazionale. Aveva già spedito una e-mail a Tara e Wesley e attendeva una loro risposta.

Buffy era uscita ed Angel stava aiutando Giles a portare dei voluminosi libri e cercava di aiutare nella traduzione della profezia.

 

Buffy si avvicinò alla biblioteca ed andò incontro a Padre.

“Vi siete sistemati?”

Lei annui.

“Avete bisogno di qualcosa?”

“Non per il momento. Ma io volevo chiederti un favore…”

Padre la ascoltò attentamente. “Se è questo che vuoi. Avviserò i membri del consiglio, ma per gli altri…vedrò cosa posso fare.”

“Grazie Padre, di tutto!”.

 

Buffy arrivò alla grotta dei venti mentre gli altri stavano attorno al portatile di Willow.

“Ci sono novità?”

“Wesley non ha trovato nulla di nuovo. Comunque io continuerò a cercare nei siti specializzati di internet”

“Bene. Io vado!”

“Dove?” chiese Giles perplesso.

“A caccia. Anche qui ci sono vampiri. Forse potrei gentilmente chiedere loro se sanno qualcosa, prima di ucciderli si intende”

“Vengo con te” disse Angel.

“Non c’è problema” rispose lei “Questo è un paese libero in fondo.

 

Quando Angel e Buffy furono usciti Willow disse “Non ho mai visto Buffy trattare così Angel”

“Devi capirla” rispose Giles “E’ rimasta alquanto schioccata da quello che è avvenuto”

“Si, ma…ho paura che ci nasconda qualcosa”

“Che cosa?”

“Non ne sono sicura…gli parla …”

“Con esplicita indifferenza” rispose Giles per lei.

 

Central Park – notte.

 

Buffy si pulì dalla polvere del vampiro che aveva appena polverizzato.

“Anche lui non sa nulla” disse

“Come gli altri” rispose Angel

“Sono sempre più convinta che ci sta sfuggendo qualcosa…”

“Che cosa sarebbe? Secondo me stiamo perdendo tempo. Forse dovremmo indagare in un’altra direzione”

“E quale? Se è lecito saperlo?”

Lui non rispose.

“E’ meglio rientrare ora” e si diressero verso il condotto.

 

Galleria dei venti

 

“Non penso che sia una buona idea Willow”

“E’ l’unica possibilità che abbiamo” rispose lei

“Quale possibilità?” chiese Buffy mentre entrava nella stanza

“La magia del dislocamento” disse Willow

“E’ pericoloso. Lo hai già praticato una volta, è troppo presto”

“Troppo presto per cosa?” chiese Padre proprio in quel momento.

“Willow vuole riprovare lo stesso incantesimo che ha provato a Los Angeles “ disse Angel

“E non può?” chiese Padre

Giles scosse la testa. “E’ un incantesimo molto potente ed lei lo ha già provato una volta, potrebbe anche avere dei danni collaterali…”

“Ma Signor Giles, se loro si trovano veramente qui, è probabile che questa volta possa ottenere più informazioni”

“Continuo a pensare che non sia una buona idea” disse Giles

“Deve proprio fare lei l’incantesimo? Non potrebbe prendere il suo posto qualcun altro?”

“Si, è possibile. Chi avresti in mente Buffy?”

“Io”

“Tu?” disse Padre

“Certo. Sono la cacciatrice, ho particolari poteri e quindi…perché no?”

Willow la fissò negli occhi “Potrebbe essere pericolo anche per te. In fondo non lo hai mai fatto prima”

“C’è sempre una prima volta…”

“Vi aiuterò io” disse una voce.

“Narcissa, che sorpresa vederti” disse Padre mentre le andava incontro.

“Lei può aiutarci?” chiese Willow alquanto scettica. Quella donna era cieca e assomigliava più ad una ciarlatana che ad una strega

“Narcissa è la nostra…maga personale” le rispose Padre. “Ha molta esperienza e potrebbe esserci molto utile”

Narcissa iniziò a parlare “L’incantesimo del dislocamento si può rivelare pericoloso se non è ben fatto, soprattutto quanto devono effettuarlo delle persone esterne all’incantesimo stesso”

Che ne sapeva quella donna dell’incantesimo? Si chiese Willow fra se.

Angel non diceva nulla. Non voleva ritrovarsi a parlare di nuovo con Narcissa. Le sue parole avevano sempre un doppio significato che non gli piaceva molto.

Guardò Buffy. Lei avrebbe provato quell’incantesimo per ritrovare suo figlio e Vincent. Gunn aveva ragione, non si meritava una donna come lei.

“Tengo molto a Vincent, e quindi voglio aiutarvi a ritrovarlo”

Buffy andò verso di lei e le prese la mano “Bene. Quando iniziamo?”

Narcissa piegò lievemente la testa da un lato e fissò Buffy. Strano, pensò fra se, riusciva a vederla, a vedere la sua splendida luce che irradiava la sua anima anche se era offuscata da un dolore profondo.

“Subito. Ma devi stare attenta ragazza mia ad alcune cose…”

 

Buffy si sentiva leggera. Era trasportata lungo una luce abbagliante, calda e rassicurante. Le sembrava di essere ritornata nel luogo dove si trovava prima che i suoi amici la richiamassero in vita.

Improvvisamente la luce finì e si ritrovò proiettata in una stanza. Era pulita e ben curata. I mattoni erano a vista e c’era una piccola finestra in alto con delle sbarre. I suoi occhi scrutarono la stanza finché vide una culla e si avvicinò. Beatamente addormentato stava un bambino: Connor! Pensò Buffy. Assomigliava molto ad Angel. Aveva gli stessi capelli e anche i tratti del viso erano molto simili. Almeno era trattato bene. Il suo sguardo girò ancora per la stanza dove incontrò una gabbia. Era abbastanza grande e robusta e dentro stava Vincent. Anche lui era addormentato. Probabilmente lo avevano drogato pensò. Da quella stanza non si poteva dedurre dove si trovassero. Ad un tratto la porta si aprì e vi entrò una donna. Buffy fece appena in tempo a vedere un corridoio ed uno strano dipinto prima che si richiudesse. La donna prese Connor e delicatamente iniziò a cambiarlo.

La stanza ad un tratto iniziò a girarle attorno e fu come risucchiata dentro il tunnel che l’aveva portata lì.

Appena aprì gli occhi comprese di ritrovarsi nella stanza dei venti

“Che cosa hai visto?” chiese Angel

“Carta e penna” rispose Buffy

“Cosa?”

“Carta e penna…”

Giles gliela porse e lei iniziò a scarabocchiare qualcosa, poi la porse a Willow e svenne.

 

“Starà bene?” chiese Angel a Narcissa.

“Si. Ma avrà un grande mal di testa. Anche se ha poteri straordinari, l’incantesimo della dislocazione mette a dura prova il fisico. Il mio compito ora è finito”

“Grazie” le disse Padre

“Non c’è di che.” Rispose mentre lasciava la stanza.

Angel guardò Buffy. Era sempre bellissima e la desiderava ancora, come il primo giorno che l’aveva vista. Non pensava che il rivederla avrebbe portato alla mente tutti i momenti passati con lei sia a Sunnudale che a Los Angeles.

Ma dal suo comportamento ormai era chiaro che non provava più nulla per lui, o perlomeno ciò che provava non era certo amore.

Le mancava. Gli mancavano i suoi sorrisi, i suoi baci e le sue carezze.

Ormai era troppo tardi, concluse fra se.

 

Buffy si svegliò con un rumore sordo che gli invadeva la testa.

“Che mal di testa” disse

“Buffy ti sei svegliata finalmente!” disse Willow mentre si avvicinava al suo letto e la abbracciava

“Parla piano. Mi sembra di avere un martello pneumatico in testa!”

“Questo ti aiuterà” disse Giles porgendole un bicchiere d’acqua con due aspirine

“Grazie. Avete scoperto qualcosa?”

Willow annui. “Stiamo cercando in internet…”

“Sei riuscita a decifrare il mio sgorbio?”

“A dire la verità il merito è di Angel. Lui se ne intende molto di arte. Mi ha detto che assomiglia molto ad un dipinto e stiamo cercando dove si possa trovare ora” e voltando il portatile verso di lei “E’ questo?”

Lei annui “Bene. Sono felice di esservi stata utile” rispose Buffy. Poi mugolò di dolore

“Forse è meglio che tu riposi ancora un pò. Ce la caveremo vedrai”

“Grazie Willow” disse Buffy mentre gli occhi le se chiudevano nuovamente.

 

Catherine fece la sua apparizione proprio in quel momento.

“Che cos’ha Buffy?” chiese preoccupata.

Willow le spiegò l’accaduto e le mostrò il disegno.

“Mi sembra di averlo già visto da qualche parte”

“E’ un dipinto abbastanza famoso” disse Angel

“Non parlo di questo. Mi sembra di averlo visto ad una mostra in una galleria in centro”

“Ne sei sicura?”

“Potrei sempre indagare” e guardando l’orologio. A quest’ora Jake dovrebbe essere ancora lì. Se c’è qualcuno che può sapere dove si trova quel dipinto è lui. Posso andare a trovarlo..:”

“Ti accompagno” disse Angel

“Non so se sia il caso…”

“Se non esco da qui. Diventerò pazzo. Inoltre hai bisogno di protezione”

“Va bene rispose Catherine” e poi rivolta agli altri disse “Avvisate voi Buffy quando si sveglia”

 

New York – centro città.

 

La galleria di Jake era fra le più rinomate nel settore.

“Allora puoi aiutarmi?” chiese speranzosa Catherine

“Non so. Lo sai che molti acquirenti vogliono rimanere anonimi”

“Ti prego. E’ molto importante…”

“Potrei chiedere a Meredith, le sa sempre tutto di tutti”

“Puoi contattarla ora?”

“E’ così urgente?”

Catherine annui.

“Va bene” rispose lui “ma non ti assicuro niente”

Catherine si avvicinò ad Angel che era rimasto in disparte ad ammirare i dipinti esposti

“Che cosa ha detto?” le chiese

“Sta cercando di contattare una sua amica. Ti piace molto l’arte vero?”

“Si. Ho avuto molto tempo per studiarla…”

“Buffy mi ha detto che dipingi”

Lui rimase sorpreso che Buffy si ricordasse un aspetto così trascurabile della sua personalità. “Per lo più sono ritratti a carboncino…”

“Hai mai pensato di esporre le tue opere?”

Angel sorrise. “Non sono a questi livelli” le disse mostrandole un dipinto

 

Esterno della galleria.

 

Un furgone nero stava attendendo. Al loro interno quattro uomini molto robusti stavano osservando le due persone all’interno della galleria.

“Mi raccomando, non ammetto errori” disse una voce alla radio

“Non si preoccupi Signor P. Non ci scapperà. Che dobbiamo fare con la donna?”

“Non dovete farle del male. Per il momento mi serve solo lui…”

“D’accordo” disse l’uomo chiudendo la conversazione e poi rivolgendosi agli altri presenti nel furgone

“Pronti?”

 

Galleria d’arte.

 

Furono interrotti da Jake.

“Ho quello che mi hai chiesto. Meredith non sa chi sia l’acquirente, però dopo l’ultima esposizione lo hanno riportato a questo indirizzo.” le disse porgendole un biglietto.

Si trattava di un indirizzo di fuori città.

“Grazie Jake. Sono in debito”

“Non dire così. Tu mi hai aiutato così tanto”.

Catherine ed Angel lo salutarono ed uscirono dalla galleria.

 

“Mi sembra che forse siamo sulla strada giusta” disse Catherine

“E’ sempre meglio di niente” rispose Angel

Improvvisamente furono affiancati da un furgone nero. L’azione fu veloce. Mentre un uomo spingeva Catherine lontano gli altri si occupavano di Angel, che prima di rendersene conto si ritrovò a terra privo di sensi e caricato di peso sul furgone.

Catherine si rialzò in fretta, appena in tempo per vedere il furgone sfrecciare via.

 

Galleria – Stanza dei venti.

 

Buffy si svegliò di soprassalto gridando “Angel!”.

 

CAPITOLO 41

 

New York – luogo imprecisato

 

Vincent aveva cercato più volte di scardinare le sbarre di quella gabbia, ma non vi era riuscito. Era esausto. Guardò per l’ennesima volta la stanza dove si trovava. A parte quella piccola finestra in alto da dove entrava una debole luce e la porta da cui entravano ed uscivano le uniche tre persone che aveva imparata a riconoscere non c’erano altre uscite. Si accasciò sulla branda sconfortato.

Quella mattina al suo risveglio aveva notato qualcosa che fino al giorno prima non c’era: un altro giaciglio.

“A quanto pare avrò compagnia” pensò fra se.

Improvvisamente la porta si a spalancò e quattro uomini con il viso coperto e con la divisa che ormai conosceva alla perfezione stavano trascinando una persona. Gli sembrò di riconoscerlo.

Uno degli uomini imbracciò il fucile “Indietro!” gli ordinò puntandoglielo contro

Vincent riluttante indietreggiò fino alla fine della gabbia. Il quarto uomo la aprì mentre gli altri due gettavano dentro il malcapitato.

Non usarono molto riguardo e l’uomo cadde a terra con un tonfo. Quando la porta della gabbia fu richiusa Vincent si avvicinò a lui e lo girò.

“Angel?” disse sorpreso.

 

Gallerie – Central Park.

 

Buffy era agitata. Si era svegliata di soprassalto urlando il nome di Angel.

“Calmati Buffy” le disse Willow “Vedrai che non gli è successo nulla”

“Non mi è mai successo nulla di simile. E’ una sensazione strana che nasce da dentro…”

“Forse sei ancora sconvolta per l’incantesimo” cercò di rassicurarla Giles

“Già forse” rispose Buffy. Ma si sentiva irrequieta come non le era mai capitato e questo non presagiva nulla di buono, proprio nulla.

 

New York – luogo imprecisato.

 

Mister P. stava osservando da un monitor la stanza dove erano rinchiusi Vincent, Angel e Connor. Sorrise malignamente fra poco avrebbe avuto tutto ciò che gli serviva per lo scambio.

Il suo telefono squillò. Lui accese il viva voce “Allora?”

“Siamo sul posto signor P.” rispose una voce all’altro capo del telefono

“Bene, Procedete…”

“Ci sarebbe un piccolo intoppo”

“Risolvibile?”

“Si, ma potrebbero esserci delle perdite”

“E questo vi preoccupa? Portate a termine la missione, o dovrete considerarvi tutti delle …perdite”

“Abbiamo capito Signor P:” rispose la voce e chiuse la comunicazione.

Il signor P. accarezzò un libro antico. Tutto procedeva secondo i piani. Fra due giorni, nella prima notte senza luna avrebbe avuto finalmente quello che agognava da tempo.

 

Gallerie Central Park

 

Catherine arrivò correndo alla grotta dei venti, seguita da uno zoppicante Padre che non riusciva a starle dietro.

“Catherine aspettami…”

“Buffy!” gridò lei “Buffy!”

Buffy le corse incontro

“Che cosa è successo? Dov’è Angel?”

“Angel è stato rapito”

 

“Si può sapere chi ci troviamo di fronte?” chiese allarmata Willow

Catherine aveva raccontato l’accaduto e l’agitazione serpeggiava per la stanza

“Prima Connor, poi Vincent ed ora Angel…” disse Padre

Giles sospirò “Evidentemente Angel è il secondo condottiero. Ora ne abbiamo avuto la conferma…”

“Che cosa succederà ?” chiese Buffy “Chiunque li abbia rapiti ora ha tutto ciò che serve. Che cosa o chi dovremmo fronteggiare?”

“Sinceramente non ne ho idea…la fine del mondo?” rispose Giles

“Non è certo una novità per me” disse ironica Buffy.

 

In tutta quella confusione Catherine si era completamente dimenticata dell’indirizzo “Oh, il mio amico mi ha dato un indirizzo dove è stato consegnato quel quadro”

“Davvero?” disse Willow “E cosa aspettavi a darcelo?”

“Scusate, ma con tutto quello che è successo…”

“No, scusami tu, sono molto nervosa”

Prendendo in mano la situazione Buffy disse “Willow, cerca tutto quello che puoi su quel indirizzo, non abbiamo nolto tempo…”

Willow si mise alla ricerca. Era l’indirizzo di una villa di fuori città e apparteneva ad un certo Callan Sinclair. Era una tenuta abbastanza grande.

“Saresti capace di trovare una pianta della casa?”

“Ma sei sicura che si trovino lì? In fondo il dipinto potrebbe essere stato rivenduto…”

“E’ l’unica traccia che abbiamo e dobbiamo batterla finché è calda”

 

Stavano cercando negli archivi della planimetria della città quando uscì un messaggio di posta in arrivo.

Willow aprì il file e vi trovò un messaggio di Tara che chiedeva a Buffy di richiamarla immediatamente. Stupita per la richiesta Buffy e Catherine si diressero verso l’appartamento di lei dove Buffy avrebbe potuto telefonare.

“Ciao Tara sono io. Che cosa è successo?”

 

Quando Buffy rientrò alla grotta dei venti tutti notarono la disperazione sul suo volto.

“Che cosa è successo?” chiese preoccupato Giles

“Dawn è stata rapita”

Con voce preoccupata Willow disse “Come? Quando?”

“E’ successo ieri. Xander e Spike hanno tentato di fermarli, ma non ci sono riusciti” Percependo la domanda che sarebbe arrivata Buffy li rassicurò “Stanno bene. Xander ha rimediato una gamba rotta, mentre Spike le costole e un braccio. Mi hanno detto che i quattro uomini avevano una divisa…”

“Allora sono gli stessi…” concluse Giles.

“Non capisco a cosa possa servire Dawn…”

“Ti voglio ricordare Willow che Dawn è la chiave ed ha enormi poteri. Se solo la profezia fosse più completa…” riflettè Giles.

“Non importa che cosa dice la profezia. Dobbiamo trovarli tutti prima che sia troppo tardi!” disse Buffy “Hai trovato qualcosa su quella casa?”

Willow annui. “La pianta più recente risale circa a dieci anni fa. E’ una villa risalente alla guerra d’indipendenza ed pur mantenendo l’aspetto originale, all’interno è stata modificata più volte”

“Questo è senz’altro molto istruttivo, ma hai trovato come possiamo entrare?” chiese Buffy

“Forse” le rispose Willow. “Ho scoperto nelle mappe più vecchie un vecchio condotto che parte dalle cantine della casa e porta fin fuori le mura che circondano la proprietà”

“Perfetto”

“Ma siamo sicuri che ci sia ancora?” intervenne Padre

“E’molto probabile. Non vi è cenno in nessuna delle modifiche apportate e quindi possiamo presumere che non sia mai stato scoperto, oppure viene usato tutt’ora”.

“Bene, Questo è quello che volevo sapere. Catherine potresti procurarci un furgone?”

“Vuoi andare la?”

“Tu hai un’idea migliore?”

Catherine scosse la testa. “Non abbiamo bisogno di un piano?”

“Certamente. Questa sarebbe la mia idea….” cominciò Buffy

 

Avevano messo a punto un piano che a sentire Giles era rischioso, ma fattibile. Dopo un’accesa discussione alla fine Catherine l’aveva spuntata e sarebbe andata con loro.

Buffy era seduta su una roccia con gli occhi chiusi.

“Buffy…”

“Padre. Desideri qualcosa?”

“Narcissa vorrebbe vederti”

“Bene. Vado subito da lei.” E si incamminò verso il cunicolo. Poi si fermò improvvisamente “Forse è meglio se mi accompagni. Non mi ricordo molto bene la strada”

“Certamente” rispose lui.

 

Stanza di Narcissa.

 

Buffy aveva visto quella stanza solo di sfuggita, mentre perlustrava le gallerie con Vincent. Aveva un po’ di timore. Quella stanza le ricordava tanto l’antro di una strega. Sorrise ed entrò.

“Benvenuta ragazza mia…”

“Mi volevi vedere?”

“Si. Siediti per favore”

Buffy si sedette e Narcissa le prese la mano e iniziò a percorrerla con le dita in tutta la sua lunghezza.

“Vuoi che ti dica cosa vedo?”

“No. Non voglio sapere nulla. So che non cambierebbe quello che sta per succedere…”

“Sei molto saggia…”

“Grazie…”

“Ma qualcosa voglio dirti ugualmente”

“Non penso che sia opportuno”

“Ascoltami. Sei una donna molto forte, passionale e quando ami, ami totalmente, senza riserve. Gradi decisioni, grandi rinunce e poca felicità…ma molto intensa…”

“Hai descritto la mia vita…”

“Non ho finito. Quello che dovrai affrontare è qualcosa che non hai mai affrontato prima. Ti verrà in aiuto il tuo amore per lui e per i tuoi amici, sarà una dura lotta”

“Vincerò?”

“Questo non mi è possibile leggerlo. Devi solo sapere che molto spesso la strada che sembra la più semplice è anche la più dolorosa e insignificante. Attenta a ciò che ti verrà offerto e fai la scelta più giusta…”

“Non ho capito molto…”

“Quando sarà il momento capirai….”

Buffy si alzò e le strinse la mano “Non ti preoccupare ti riporterò Vincent”

“Su questo non ho mai avuto dubbi. Aspetta voglio darti una cosa…”

Narcissa tornò con un piccolo sacchetto di pelle chiuso.

“Devi metterlo al collo. Ti sarà molto utile un giorno”

“Che cosa c’è dentro?” chiese Buffy curiosa mentre lo indossava

“Un po’ di erbe profumate, un po’ di magia, un po’ di speranza, un po’ d’amore”

“Grazie. Ne avrò molta cura”

“A presto Buffy”

“A preso” e lasciò la stanza.

 

New York – luogo imprecisato.

 

Angel era in un luogo sconosciuto. Tutto era buio intorno a lui. Vide una piccola luce in lontananza e iniziò a rincorrerla, ma quando gli sembrava di raggiungerla gli sfuggiva nuovamente.

“Svegliati Angel”

Quella voce…riconosceva quella voce…

“Angel mi senti?”

Lentamente aprì gli occhi. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco l’immagine “Vincent?”

“Si. Come ti senti?”

“Sono stato meglio”

“Dove siamo?

“Non lo so esattamente. Sono giorni che sono rinchiuso qua dentro. Come mai sei qui?”

“Catherine è venuta a chiederci aiuto…”

“Chiederci?”

“Già. Ci siamo tutti”

Improvvisamene un piccolo lamento attirò la sua attenzione. Si alzò di scatto “Connor!”

“Tuo figlio? Quel bambino è tuo figlio?”

Angel iniziò a scuotere le sbarre.

“Connor…”

“Se continui così lo sveglierai e inizierà a piangere” disse una voce.

Angel e Vincent alzarono gli occhi e videro una piccola telecamera.

“Maledetto. Fatti vedere” disse Angel

“Mi vedrete presto, non preoccupatevi. Ma per il momento non è una cosa di prioritaria importanza” rispose il signor P. “Mi raccomando, comportatevi bene o sarò costretto a ricorrere a mezzi più drastici per farvi stare buoni”

“E’ meglio non farlo innervosire. Sono stato giorni e giorni sotto sedativo e non mi sono ancora ripreso” disse sottovoce Vincent per non farsi sentire

“Ascolta le sagge parole del tuo amico” riprese la voce “Non pensavo che voi vi conosceste, questo semplifica notevolmente le cose”

“Quali cose?” gli urlò Angel.

Ma non ricevette nessuna risposta.

Erano passati meno di dieci minuti che la porta si aprì e vi entrò una donna. Portava un biberon e l’occorrente per un cambio. Si avvicinò alla culla dove stava Connor e lo sollevò.

“Lascialo!” gridò Angel mentre si lanciava contro le sbarre facendole tremare. La donna sussultò. Improvvisamente entrarono quattro uomini armati e alzarono i fucili verso di loro. “Fermo!”

Angel mutò il volto in quello del demone “Voglio mio figlio” ringhiò.

L’uomo stava per premere il grilletto quando la voce proruppe

“Non sparare. Non posso certo consegnartelo nella gabbia, ma se vuoi posso fartelo vedere, se prometti di non crearmi altri problemi”

Angel ritornò alla sue sembianze umane. Era meglio di niente e annui.

La donna, pur rimanendo a distanza di sicurezza, gli mostrò Connor. “Come sei cresciuto bambino mio” e allungò un braccio fuori dalle sbarre per prenderlo.

“Basta così!” disse la voce “Visto che la presenza del bambino causa solo problemi, lo toglierò dalla stanza e lo sistemerò altrove”

“No!” urlò Angel

Ma come al solito non ricevette risposta. Non gli rimase che guardare rassegnato mentre la culla di Connor veniva portata via.

 

CAPITOLO 42

 

Gallerie – Central Park

 

“Abbiamo tutto l’occorrente?” chiese Buffy mentre prendeva un borsone enorme

“Direi di si” le rispose Giles.

Buffy era riuscita a recuperare molte armi e Willow aveva trovato un negozio di magia in cui acquistare tutti gli ingredienti per le sue pozioni che ora stava risistemando accuratamente in una specie di bisaccia.

Proprio in quel momento giunse Catherine. Tutti si erano vestiti con gli abiti che si era procurato Padre. Assomigliavano agli abitanti delle Gallerie.

“Ho il furgone. L’ho lasciato al parcheggio dove abito”

“Perfetto. Andiamo…”

“Mi raccomando di stare attenti” disse Padre

“Lo facciamo sempre” gli rispose Buffy.

 

New York – luogo imprecisato.

 

Angel stava raccontando della profezia a Vincent.

“Quindi sospetti che ci abbiamo rapito perché ci ritengono i due condottieri?”

Lui annui.

“E tuo figlio?”

“Lui dovrà essere sacrificato…”rispose Angel con angoscia

“Non possiamo permetterlo. Dobbiamo fermarli!”

“Credo che ormai sia tardi” disse la solita voce che ormai conoscevano bene.

La porta si aprì ed entrarono i quattro uomini con la divisa. Imbracciarono il fucile e spararono. Vincent e Angel caddero a terra.

 

Catherine stava guidando con molta prudenza.

“Non ti sembra di andare troppo piano?” le chiese Buffy

“Non vorrai che una pattuglia ci fermi e perquisisca il furgone vero? Come spiegheresti certe cosucce?” le rispose facendo cenno con la testa verso le sue armi.

“Hai ragione, come sempre del resto. Manca molto?”

“Ormai ci siamo”

Il furgone svoltò per una piccola stradina e si fermò davanti ad una vecchia casupola abbandonata. Entrarono, scesero nello scantinato e cercarono la porta del tunnel. Era inchiodata con numerosi assi, ma Buffy, in breve tempo riuscì a romperle ed a scardinare la porta.

Accesero le torce e si addentrarono nel buio.

 

Grotta sotterranea – luogo imprecisato

 

Dawn aprì gli occhi lentamente. Era buio. Improvvisamente le ritornarono alle mente le immagini di quello che era successo e rabbrividì. Quegli uomini avevano lottato contro Spike e Xander per portarla via. Mentre Xander era stato messo fuori combattimento quasi subito, Spike si era battuto come un leone. Chissà se era ancora vivo. Si ricordava che gli avevano gridato di scappare, poi uno sparo ed infine il buio.

Ora era lì. Il buio non era così totale come le era sembrato all’inizio. Vi erano delle torce appoggiate alle pareti di quella che sembrava una grotta che rischiaravano l’ambiente.

Girò lentamente la testa e vide che era rinchiusa in una gabbia. Sentì qualcuno avvicinarsi e finse di dormire ancora.

“Possiamo lasciarli qui” disse una voce maschile.

“Non pensi che dovremmo immobilizzarli prima?”

“Il signor P. non ha detto nulla in proposito. Ci ha ordinato solo di condurli qui e lasciarceli”

“Ma quando si sveglieranno….”

“Dubito che riusciranno mai a scardinare queste sbarre, sono intrise di magia”

Dawn sentì il tonfo di due corpi che cadevano a terra. Aspettò che ritornasse il silenzio e riaprì gli occhi. Si alzò lentamente dalla branda dove era distesa, le girava ancora un po’ la testa. Respirò a fondo e si diresse verso le due figure.

La prima le sembrava famigliare. Si avvicinò di più e notò che era Angel. Poi rivolse lo sguardo verso l’altro corpo e per poco non lanciò un urlo. Era…raccapricciante.

Cercò di svegliare Angel senza riuscirci. Con uno sforzo sovrumano lo allontanò il più possibile da Vincent e si sedette accanto a lui, continuando a chiamarlo. Nella sua mente infatti era balenata l’idea che probabilmente erano destinati ad essere uccisi da quell’essere che lei considerava mostruoso, non sapendo che li accomunava lo stesso destino.

 

Tunnel

 

“Ci vorrà ancora molto?” chiese Willow intimorita. Appena entrati erano stati sorpresi da dei pipistrelli che non avevano gradito la loro intromissione.

“Lo so che stiamo procedendo lentamente, ma questo cunicolo è così vecchio che ho paura che possa crollare da un momento all’altro” le rispose Giles, mentre scrutava una vecchia cartina reperita da internet.

“Fra poco saremmo arrivate” la rassicurò Buffy.

“Lo spero” le rispose lei.

 

Caverna sotterranea

 

“Angel, per l’amor del cielo svegliati, ti prego”

Angel emise un debole lamento

“Angel, svegliati” continuava Dawn mentre lo scuoteva

“Buffy…”

“Non sono Buffy, sono Dawn! Svegliati!”

Angel aprì gli occhi. “Dawn?” e guardando attorno “Dove Sono? E come mai sei qui?”

“Non so dove siamo, l’unica cosa che so di certo è che sono stata rapita…”

“Rapita?” Poi vide il corpo di Vincent e fece per avvicinarsi

“Non andare è mostruoso…”

“Non è mostruoso. E’ amico mio e di Buffy. Si chiama Vincent ed è dalla nostra parte”

“E’ buono?”

“Si. E’ una persona buona. Fidati” e alzando in piedi “Vieni, aiutami”:

 

Tunnel

 

“Il tunnel è alla fine” disse Giles. Buffy, Willow e Catherine si avvicinarono e notarono era stato murato.

“Questo non ci voleva” disse Buffy. Che facciamo ora?”

“Ci penso io” intervenne Willow

Tutti la guardarono stupiti.

“Che cosa vorresti fare?” chiese Catherine

“Magia. Se vi volete allontanare…”

Willow prese dalla sua bisaccia alcune erbe e boccette, le sparse sul muro, pronunciò qualche parola e il muro iniziò a disgregarsi.

“Sei la migliore” disse Buffy

“Grazie”

“Che cos’altro hai in quella sacca?” chiese Giles

“Molte cose. Ma spero di non doverle usare…Dovremmo attendere qualche minuto.”

Dopo circa dieci minuti il muro era completamente sgretolato ed i quattro entrarono in una stanza che assomigliava molto ad una cantina. Si guardarono attorno. “Niente” disse Catherine. “Forse si siamo sbagliati”

“Potremmo salire, per vedere dove ci troviamo” propose Buffy

“E come spiegheremo la nostra presenza qui?” intervenne Giles

Stavano ancora cercando una soluzione quando giunsero delle voci in lontananza

“Dobbiamo nasconderci!”

Buffy riuscì a mettere un grande armadio davanti all’apertura e poi si nascose assieme agli altri dietro a delle enormi botti.

Sentirono dei passi e delle voci.

“E’ tutto pronto spero”

“Si, signor P. non si preoccupi. E tutto sistemato”

“Perfetto!”

Un cigolio rimbombò nella stanza e poi le voci scomparvero.

I quattro uscirono dal loro nascondiglio.

“Ci deve essere una porta o una botola” disse Buffy.

Dopo qualche minuto la trovarono. Era un’enorme botola di legno con un gancio in metallo. Buffy la sollevò senza problemi. Dalla profondità giungevano voci, canti e litanie.

“Credo che dovremmo scendere. Se qualcuno non se la sente è il momento di tirarsi indietro” disse seria Buffy.

“Sono venuta di mia spontanea volontà e non tornerò indietro” le rispose Catherine. Gli altri due annuirono e tutti iniziarono la discesa.

 

Grotta sotterranea.

 

Anche Vincent si era svegliato e dopo le presentazioni avevano cercato di mettere assieme tutti i pezzi di un puzzle sempre più complicato.

“Quindi ci siamo noi due, Connor e Dawn. Capisco le prime due cose, per via della profezia, ma Dawn? Perché rapire lei?” disse Vincent dando voce ai suoi pensieri.

“Perché sono la chiave!”

“Chiave?”

Angel cercò di spiegare a Vincent quello che era accaduto con Glory.

“Quindi vogliono riaprire le porte di quella dimensione?” chiese lui

“La profezia riportava solo che si sarebbe stata una grande battaglia, non parlava di riaprire dei portali…” disse Angel

“Sono sicura che Buffy ci troverà e sistemerà tutto!”

Angel la guardò, non poteva mentirle “Non so, penso che dovremmo cavarcela da soli”

“Lei verrà!” disse sicura Dawn

“Dobbiamo prepararci al peggio ed escogitare un piano per uscire di qui, riprenderci Connor e fuggire”

“Penso che non ne avremmo il tempo” disse Vincent. Angel e Dawn volsero lo sguardo verso l’apertura proprio mentre circa una decina di persone stavano entrando nella grotta.

 

A parte l’uomo che guidava la strana processione tutti gli altri erano a volto coperto e portavano la divisa con il simbolo che Angel conosceva ormai molto bene.

Dietro di loro li seguiva una donna con in braccio Connor. Dormiva beatamente inconsapevole di quello che stava succedendo.

Angel lo guardò rapito.

“E’ un bel bambino” gli disse Vincent

Lui annui. Era tutto ciò che gli rimaneva dopo aver perso Buffy e non voleva perdere anche lui.

“E’ il momento” disse l’uomo agli altri

“Va bene Signor P.”

 

Dal loro nascondiglio Buffy e gli altri osservavano la scena. Videro mentre prendevano Dawn, Angel e Vincent, e li incatenavano al muro, mentre Connor veniva riposto in una culla.

L’uomo che si faceva chiamare Signor P. era circa sulla quarantina, sul metro e novanta, aveva capelli castani e gli occhi dello stesso colore e comandava tutti con polso fermo.

“Lui dev’essere il capo” disse Catherine

“Che cosa facciamo? Sono troppi per noi” sussurrò Giles

Buffy guardò ancora la scena. LA grotta era molto grande, al centro c’era una specie di altare adornato di fiori e candele.

“Penso che stiano per evocare qualcuno o…qualcosa” intervenne Willow

“Allora dobbiamo sbrigarci. Fra le tue preziose pozioni c’è qualcosa che possa corrodere quelle catene?” chiese Buffy.

Willow annui

“Che cosa hai in mente?” disse Catherine

“Creare un po’ di confusione. Tu prenderai Connor e fuggirai…”

“Non è pericoloso?”

“Se non avranno Connor non potranno iniziare il loro rito…”

“E se mi prendono?”

“Almeno avremmo guadagnato tempo per permettere alla pozione di Willow di intaccare le catene”

“Così anche loro ci aiuteranno”affermò Giles

“Vedo che approva…”

“Non molto, ma è l’unico piano che abbiamo…”

 

Tutto era pronto. Il Signor P. sorrise soddisfatto. Finalmente avrebbe avuto ciò che agognava da tanto tempo.

“Che cosa vuoi da noi?” gli chiese Angel

“Finalmente ci conosciamo di persona” rispose l’uomo

“Non mi interessa molto questo” disse di rimando Vincent “Perché ci hai rapito?”

“Non lo immaginate? Eppure Angel ti ha spiegato la profezia…”

“Non collaboreremo mai” ringhiò Angel

“La vostra collaborazione non mi interessa, dopo il rito quello che è stato fino a questo momento non avrà più importanza”. L’uomo alzò gli occhi verso un’apertura in cima alla grotta dalla quale si poteva scrutare il cielo “E’ quasi ora” disse.

 

CAPITOLO 43

 

“Allora avete capito bene?” disse Buffy al resto del gruppo. Tutti annuirono. Lei e Giles, con alcune pozioni esplosive avrebbero creato confusione e distratto il capo, mentre Catherine si sarebbe occupata di portare via Connor e Willow delle catene.

 

Nel frattempo il signor P. si era diretto verso l’altare, aveva iniziato a bruciare delle erbe ed a pronunciare delle parole antiche che nemmeno Giles, con la sua esperienza riusciva a capire che lingua fosse.

 

Tutto si svolse in un attimo, Buffy e Giles gettarono le ampolle esplosive fra gli uomini che stavano assistendo al rito e la confusione regnò sovrana.

Angel, Vincent e Dawn all’inizio non capirono che cosa stesse succedendo. Poi videro Catherine correre verso la culla e prendere il bambino, mentre Willow, stava velocemente spargendo qualcosa sulle loro catene.

“Non muovetevi per alcuni minuti” gli disse mentre cercava di scorgere Giles e Buffy in tutto quel fumo.

Giles stava lottando con un’ascia contro due uomini e Buffy, dopo aver steso un paio di persone stava correndo verso il loro capo.

Ma il signor P. ormai aveva finito il rito dell’invocazione e quando Buffy arrivò vicino all’altare era troppo tardi.

“Sei in ritardo cacciatrice”

“Mai troppo tardi per ucciderti” le rispose lei.

“Non è facile…”

Buffy si lanciò verso di lui, pronta a colpirlo con un pugnale quando improvvisamente svanì

“Ma dov’è andato?” si chiese

Troppo tardi, lo vide alle spalle di Catherine, non fece in tempo ad avvertirla e lui le strinse il collo con in una morsa di acciaio

“Fermi tutti o li uccido” gridò l’uomo.

Catherine era riuscita a prendere Connor ed ora lo teneva stretto in braccio.

Buffy corse verso di lui, ma due uomini le se pararono davanti.

“Non costringermi cacciatrice…” le ripeté il signor P. mentre stringeva con più vigore la gola di Catherine che emise un debole lamento.

“Catherine” gridò Vincent mentre strattonava le catene. “Ma quanto ci voleva perché cedessero?” pensò in preda alla disperazione.

Buffy si guardò attorno. Giles e Willow erano ormai nelle loro mani e lei non poteva fare nulla o avrebbe messo in pericolo le loro vite.

Forse Willow era riuscita ad indebolire le catene pensò e con questa speranza lasciò cadere a terra il pugnale.

“Legateli!” disse il signor P. mentre lasciava andare Catherine e prendeva Connor per riporlo nuovamente nella culla.

 

Ora erano tutti lì. Legati ed impotenti.

“Catherine stai bene” chiese Vincent

“Si, e tu? Ti hanno fatto del male?”

Lui scosse la testa.

“Ma che bel quadretto” disse il signor P. “Vi consiglio di godervi questi attimi perché non ce ne saranno altri…”

“Perché lo dici tu?” chiese ironica Buffy.

Lui si avvicinò a lei, la fissò negli occhi e rise “Sei molto combattiva. Mi piace questo in una donna. E devo dire…” continuò mentre con un dito le sfiorava la guancia “Che sei anche molto bella”

“Non la toccare!” gli gridò Angel

Il Signor P. non gli fece caso. “Saresti una compagna ideale lo sai? Combattiva, bella e molto forte. Non ho ancora scelto una regina…vorresti essere tu?”

Buffy sgranò gli occhi “Scusami, non per offenderti ma non mi vedo molto come signora P. Dimmi, Signor P. sta per signor Paura?” disse lei ironica

Lui rise “Sei anche spiritosa. Qualità che non guasta. Ma voglio accontentarti. P. non sta per paura, ma è l’iniziale di un nome così antico che non riusciresti nemmeno a pronunciarlo”

“Non che questo mi consoli…e così sei l’ennesimo pazzo che vuole la fine del mondo?”

“Ti sbagli su questo, io non voglio la fine del mondo, voglio dominarlo, voglio governarlo”

“E non ti bastavano delle semplici elezioni?”

Lui sorrise nuovamente. “Mi piaci davvero” disse mentre avvicinava le labbra alle sue. Buffy girò la testa per impedirlo.

Angel strattonò le catene, gli sembravano meno forti “Buffy!”

L’uomo si fermò e lo fissò. “So benissimo che stavate insieme una volta, ma fra poco questo non ti importerà più”.

“Sei un pazzo incosciente” disse Buffy.

“Io sarei un pazzo? E Come ti consideri tu che vieni qui, nel tentativo di liberare i tuoi amici e mettendo a repentaglio la tua vita in una specie di azione suicida? Potresti morire anche adesso, basterebbe un mio cenno…”

“Non è una novità.” Gli rispose Buffy “Sono già morta due volte…”

Il signor P. la squadrò da capo a piedi.

“Non hai paura di morire? Questa volta non ci sarebbe ritorno”

“Convivo con la morte da molto tempo, non mi spaventa…”

“Sei riuscita dunque ad affrontare tutte le tue paure?” Gli si avvicinò e le pose la mano sulla fronte e chiuse gli occhi. Dopo qualche istante gli riaprì.

“Si, ci sei riuscita. A differenza di loro sei riuscita in ciò che è più difficile per ogni essere che cammini su questa terra. Lui” disse rivolta ad Angel “ E’ in vita da molti anni ed è ancora dominato dai dubbi e dalle paure e anche Vincent, non è da meno. Vincent riesce a dominare la bestia che è in lui, ma lo teme. Ogni volta che combatte e la lascia libera ha paura di non riuscire più a relegarlo nella parte più intima di sé… in quanto al tuo ex…” disse rivolto ad Angel “Ha così paura dei cambiamenti e delle responsabilità che comporta amare totalmente che non mai osato farlo, né quando era in vita, né ora che è morto”.

Ci fu un attimo di silenzio e poi rivolto a Buffy disse “Ti voglio fare un regalo” mentre di avvicinava nuovamente a lei

“Regalo? Perché?”

“Perché fra tutti loro sei l’unica che meriti di ottenere qualcosa da tutto questo, oltre me si intende…”

“E cosa sarebbe? Un’auto nuova?”

“La vita che avresti voluto avere…” le disse lui appoggiando la mano sulla sua fronte

Buffy la vide. La sua vita se non fosse stata una cacciatrice. Lei che andava ai balli, che usciva con i ragazzi, la sua carriera scolastica ed infine il suo matrimonio e dei figli. Era la vita che aveva sempre sognato, tranquilla e appagante. Una lacrima le scese lungo la guancia.

“Allora?” le disse il signor P. “Non vorresti che la tua vita fosse stata così? Io posso farlo, torneresti indietro, non saresti più la cacciatrice e tutto sarebbe normale. Questo è un nuovo mondo ed una nuova vita. Questa dimensione è mia, ma l’altra…pensaci Buffy, saresti felice”

Lei si guardò attorno. Erano tutti lì, i suoi amici e l’uomo che amava. In quel mondo avrebbe avuto una vita normale, ma constatò tristemente, non avrebbe conosciuto loro, non avrebbe conosciuto lui.

E Dawn? Dawn non sarebbe mai esistita, non sarebbe mai vissuta.

“Non posso…”

“Perché?” Poi una risposta balenò nella mente del signor P. “Lo fai per loro? Per i tuoi amici? Si meritano questo tuo sacrificio cacciatrice? Si meritano tutto questo tuo amore e tutta questa abnegazione? Perché non pensi a te stessa?”

“Lo sto facendo”

“Come?”

“Io sono quello che sono proprio perché ho incontrato loro, perché li ho amati e continuo ad amarli. La vita che mi offri può essere bellissima, ma dentro di me so che sarebbe vuota, senza uno scopo. La vita che ho non sarà fra le migliori che si possa avere, ma non la cambierei con un'altra per niente al mondo. E’ la mia vita dopotutto e voglio continuare a viverla così, fino in fondo… fino alla morte”.

“Ti piace così? Con il dolore? Con la sofferenza? Pensi che loro possano solo lontanamente immaginare cosa hai provato? Che cosa hai sentito in tutte le decisioni prese? Anche quando i monaci sono venuti per metterti al corrente della chiave e ti hanno avvisato del pericolo che correvi nel crearla da una parte di te e del dolore che avresti provato non hai rinunciato, hai affrontato il tuo compito. Certo, dopo ti hanno fatto dimenticare, ma quando sei ritornata hai ricordato tutto vero?”

Buffy sgranò gli occhi. Come poteva sapere?

“Sei una grande guerriera cacciatrice, ma tutti loro devono sapere ed a questo posso rimediare io”

Alzò le braccia e iniziò “Sentirete ciò che ha sentito, patirete quello che ha provato”.

“No!” gridò Buffy. Ma ormai era troppo tardi.

I corpi dei suoi amici si tesero e il dolore gli invase. Il grido si levò dalle loro labbra. Era straziante, sordo e profondo. Angel, in un momento di lucidità, non riuscì a concepire come Buffy fosse riuscita a non perdere il senno, prima che un dolore ancora più acuto quasi portassi tutti all’incoscienza.

Improvvisamente il dolore cessò. Tutti erano ancora stesi a terra, incapaci di muoversi.

 

“Sta arrivando” disse uno degli uomini ed il signor P. si girò verso l’altare .

Tutti aprirono gli occhi proprio nel momento in cui da una luce abbagliante appariva una donna bellissima.

“Benvenuta fra noi”

“Mi hai evocato ed eccomi qua” rispose la donna.

Buffy pensò di non aver mai visto una donna così bella in vita sua. Era alta e longilinea, la pelle sembrava porcellana, gli occhi di un blu così intenso e i capelli lunghi fino quasi a terra neri e lucenti. Indossava un abito lungo di un colore quasi simile all’argento. Com’era possibile che una donna così bella fosse anche malvagia?

“Hai quello che ti ho chiesto?” Chiese lei.

“Si. Mia signora” disse il signor P.

Buffy notò che anche gli altri erano rimasti senza parole. Vide però che Angel e Vincent continuava a strattonare le catene che lentamente stavano cedendo.

“Posso vedere?”

La donna camminava leggiadra e sembrava quasi che nemmeno toccasse il pavimento e si diresse verso la culla di Connor.

Un sorriso le salì alle labbra “Il bambino” disse lui

“Non lo toccare” gridò Angel.

“Zitto!” gridò un uomo mentre lo colpiva con il calcio del fucile.

“E’ un bel bambino. E’ perfetto. Sarà un buon figlio, lo sento” continuò la donna.

Poi lentamente si avvicinò a loro, e li fissò negli occhi.

Il signor P. iniziò a parlare “Il potere nascosto in forma umana” disse rivolto verso Dawn “E l’anima di un demone” finì rivolto verso Angel.

“Hai trovato tutto quello che ho chiesto. Mi devo complimentare. Ora secondo i patti avrai quello che desideri da così tanto.” La donna fissò Vincent ed Angel “I due condottieri e la tua armata…”

“Grazie mia signora. Mi dispiace solo…”

“Dispiace…cosa?”

“Di averti fatto attendere così a lungo”

“Il tempo non ha importanza per me. Io vivo oltre il tempo.”

Il Signor P. annui e abbassò gli occhi come per rendersi conto della sciocchezza che aveva appena detto.

“Bene, ora mi prenderò quello che devo” disse la donna. Si avvicinò ad Angel e posò la mano sul suo petto, una luce iniziò a scaturire dal suo palmo, Angel emise un urlo agghiacciante.

“No!” gridarono quasi tutti all’unisono.

Improvvisamente la donna si fermò. Alzò con un dito il viso di Angel e lo fissò negli occhi e scosse il capo che fece ondeggiare i lunghi capelli.

Si alzò e si diresse verso la luce

“Dove vai mia Signora?”

“Non posso prendere una cosa che lui non ha”

“Cosa?”

Tutti i presenti erano allibiti. Angel non aveva più un’anima? E da quando?

“Non posso prendere una cosa che non gli appartiene” disse nuovamente la donna

“Lui ha un’anima, ne sono certo!”

La donna si girò verso il signor P. “Ha un’anima, vero, ma non gli appartiene più. L’ha già data a qualcun altro. Una promessa eterna, che nemmeno io posso spezzare”

“Non puoi…”

“Non posso? Io Posso tutto. Tu hai fatto male i tuoi calcoli. Non hai quello che ti ho chiesto, quindi non avrai quello che volevi.”

“Dammi un’altra possibilità…mia signora”

“Questa era la tua ultima possibilità ed hai fallito” disse la donna mentre spariva nella luce.

“Noooooo!” gridò il signor P.

 

Il silenzio cadde nella grotta.

“Come diavolo può essere successo?” Si avventò come una furia su Angel mentre iniziò a scuoterlo violentemente.

“Perché non hai più un’anima? A chi hai donato la tua preziosa anima?” e improvvisamente capì. Una promessa eterna che non si poteva spezzare. Guardò Buffy e poi Angel e poi di nuovo Buffy e gridò “Vi siete sposati?”

 

CAPITOLO 44

 

New York – città sotterranea un anno prima.

 

“Vieni, vivi con me e sii il mio Amore,

Tutti i piaceri proveremo

Che campi e colli e vallette e valli

Donano e i boschi e i rapidi pendii.

 

Ed io ti farò un letto di rose

E mille fragranti mazzetti;

E un berretto di fiori, e un mantello

Tutto con foglie di mirto ricamato.

 

CHRISTOPHER MARLOWE

(L’appassionato pastore al suo amore)

 

Angel e Vincent erano nella stanza delle cascate, innanzi alla più grande. La luce naturale della grotta sembrava dare un tocco autunnale all’ambiente.

Vicino a loro stava Padre, mentre attorno vi erano tutti i membri della comunità. Erano vestiti molto più sontuosamente del solito.

Angel era in piedi in attesa di Buffy e sorrideva a se stesso, nella consapevolezza di sentirsi al sicuro e tranquillo, come se finalmente si trovasse nel suolo luogo dove sarebbe dovuto essere.

Non era trascorso molto tempo da quando aveva considerato che la sua nuova vita a Los Angeles avrebbe risolto tutti i problemi, gli avrebbe fatto dimenticare, da quando aveva pensato a Buffy solo come una persona da aiutare, da rintracciare, da riportare ai suoi amici ed alla sua vita a Sunnydale.

Ma quando era arrivato lì, in quei luoghi quasi magici aveva scoperto che, quando l’aveva lasciata aveva abbandonato una parte di sé e aveva anelato la presenza di lei poiché era lei la sua parte migliore. Non voleva perderla. Era la sola cosa che avesse cercato così a lungo. Ma fino ad allora non aveva pienamente compreso di averla sempre avuta sotto i propri occhi.

Si, aveva anelato lei, avrebbe vissuto per lei, e per lei sarebbe morto.

Buffy era il suo destino. Non Darla, e nemmeno le altre numerose amanti che aveva avuto.

Quella notte orribile nella quale lui e Darla erano stati insieme era lontana solo pochi mesi. Ora mentre era lì in piedi, gli pareva che Darla appartenesse ad un’altra vita.

Buffy aveva ragione. Ora lui capiva. Era strano che alla sua età non avesse ancora scoperto che cosa fosse il vero amore. Il suo amore verso Buffy era stato egoistico. L’amore di lei verso di lui era stato autentico, disinteressato, sincero.

Alla sua destra sentì un suono leggero. Vincent gli diede una gomitata alle costole per richiamare la sua attenzione, poi gli indicò il sentiero e gli disse con fare scherzoso “Sei ancora in tempo…”

Lui scosse la testa.

Buffy avanzava verso di lui, con il cuore nell’incredibile sorriso che gli rivolgeva. Il potere di quel sorriso! Se avesse potuto vedere quel sorriso ogni giorno per il resto della sua non vita, sarebbe anche potuto dissolversi in polvere felice.

Buffy seguiva Catherine che con un cesto in mano spargeva bianchi petali morbidi davanti ai suoi piedi.

I capelli le ricadevano morbidi sulle spalle. Indossava una tunica di color verde spento, e appoggiata alla vita portava una cintura di foglie di mirto ed edera intrecciate mentre, fra i capelli vi erano appoggiati dei piccoli fiori bianchi.

Era la sposa più bella che avesse mai visto. Tutti attorno a loro erano in muto silenzio. Catherine giunse vicino a loro e si mise da parte e lasciò che Buffy si ponesse a fianco di Angel.

Angel le sorrise. Lei pose le sue mani contro quello di lui, palmo contro palmo. Erano morbide e calde e tanto più piccole. Intrecciarono le dita.

Angel si fermò un attimo a pensare: aveva riflettuto tutta la notte e la mattina per cercare ogni parola che avrebbe usato per prenderla in sposa, la donna del suo cuore, della sua mente, della sua anima.

Tirò un profondo respiro e cominciò. “Lei è Buffy, alla quale ho donato il mio cuore. Non conoscerò altro amore se non il suo, e se non il suo, allora nessun altro. Perché lei ha sovrastato tutto, così leale, così nobile, così vera, che io l’amerò fino alla fine dei miei giorni. Da questo momento in poi lei possiede il mio cuore e io metto in comune con lei tutto ciò che a questo mondo per me ha più valore donandole la mia anima e questo anello” disse mentre prendeva il claddagh fra le dita per infilarlo al suo anulare “che nulla ci possa separare”.

Gli occhi di lei si spalancarono e Angel poté sentire che Vincent ridacchiava silenziosamente accanto a lui.

Buffy sorrise e i suoi occhi si inumidirono per l’emozione, la stessa che anche lui provava.

Sollevò il mento come se parlasse al mondo intero “A te Angel io affido il mio corpo e la mia anima. Non amerò nessun’altro per più di un anno e un giorno, per più di tre o dieci o cento anni. .Io amerò te, per l’intera mia vita, e ti giuro che per me, per sempre, non ci sarà altro amore.

Prenderò su di me le tue sofferenze come se fossero le mie, le tue ferite come se fossero inferte a me. Ti dono il mio corpo, i miei occhi di donna, perché tu possa vedere il mondo sotto un’altra luce, le mie labbra e la mia voce per parlare in tua difesa e il mio cuore e la mia mente e la mia anima. Accetto con orgoglio ed onore l’anello che mi hai donato. Lo custodirò come se fosse il tesoro più grande di tutto l’universo”.

Abbassarono le mani, ma Angel si portò alle labbra quelle di lei e le baciò i palmi, poi le mise attorno al collo e diede a sua moglie un vero bacio, labbra, bocca e lingua. Durò così a lungo che Vincent cominciò a schiarirsi la gola, poi borbottò ed infine diede un colpo sul braccio di Angel.

Angel e Buffy si sciolsero dal loro abbraccio, ma rimasero ancora fermi in piedi a guardarsi, nessuno dei due desideroso di parlare per primo.

Parlò invece Padre “Chi sono i testimoni?”

“Io Vincent sono testimone che voi due siete marito e moglie”

“Io Catherine sono testimone che voi due siete marito e moglie”

“Ed io” continuò Padre “come membro e attuale capo di questa comunità a nome di tutto sono testimone che voi due siete marito e moglie. Che il vostro amore e le vostre promesse siano sempre salde e forti come oggi”.

Alla fine delle parole di Padre, esplose un fragoroso applauso mentre Buffy e Angel si sorridevano felici e mano nella mano si avviarono verso la stanza dei venti dove era stata allestita una piccola festa.

 

 

Angel guardò Buffy. Forse anche lei stava ripensando a quella cerimonia. Portava l’anello solo quando erano insieme, per non dare adito ai suoi amici a domande imbarazzanti.

Tutti erano rimasti attoniti. Sposati? Giles improvvisamente ebbe un illuminazione. Era Buffy il splendente! Che Idiota, non aveva riconosciuto nella descrizione la sua pupilla. Lei aveva sacrificato la sua giovinezza, aveva combattuto per i suoi amici, da lei era nata Dawn ed lei si era sposata con Angel. Ricordò le parole “Colei che ha unito la vita alla morte per libera scelta, …”

Fu ridestato dai suoi pensieri dal signor P. che sbraitava come un ossesso “Vi siete sposati?” gridò al limite della pazzia.

Angel stava per rispondere quando Buffy lo anticipò. “Non vedo cosa possa interessarti, visto che il tuo piano ormai è fallito!”

Lui la colpì con una violenza tale che Buffy sbatté la testa contro la roccia “Stupida donna. Aspettavo questo momento da quasi duemila anni ed ora tu hai rovinato tutto!. Ho atteso pazientemente un demone con l’anima, un essere dal viso mostruoso” e avvicinandosi a Vincent “quel giorno che sei nato anch’io ero in cerca di te, ma quell’uomo ti ha trovato prima…”

“Per mia fortuna” gli rispose lui

Il Signor P. lo colpì forte al volto “Ora tutto il mio attendere è stato vano….”

“Che vuoi che ti dica? A volte si vince a volte si perde…”gli disse sarcastica Buffy.

“Io non dovevo perdere! Io sono destinato a dominare il mondo. Quando Lucius mi ha fermato più di millecinquecento anni fa, sapevo che se avessi pazientato ci sarebbe stata un’altra occasione per me…ed ora…per quel tuo stupido amore verso di lui…non ci sarà un’altra occasione. Maledetta ti ucciderò!” e presa un’ascia in mano si diresse con fare minaccioso verso Buffy.

Lei cercava di strattonare le corde che le tenevano legate i polsi. Vide l’uomo con gli occhi carichi d’odio che avanzava, che alzava l’ascia e si preparò al peggio.

“Non così in fretta” disse una voce mentre frenava il braccio del signor P.

Buffy alzò lo sguardo e vide Angel. Era riuscito a liberarsi ed anche Vincent stava per farlo.

Angel diede un pugno così forte all’uomo che volò letteralmente in mezzo alla grotta. Velocemente liberò Buffy e corse verso la culla di Connor, mentre Vincent si occupava di Catherine, Willow e Giles.

Ora erano tutti liberi, anche Dawn, e si ritrovarono schierati su due fronti. A guardarsi negli occhi.

Angel aveva in braccio suo figlio, in quelle condizioni non poteva certo combattere. “Sarà meglio che tu lo dia a Catherine” gli suggerì Buffy. “Lei con gli altri sa cosa deve fare”.

Riluttante glielo consegnò. Giles, Willow Catherine e Dawn si diressero verso l’uscita. Degli uomini cercarono di fermarli, ma Vincent riuscì ad impedirlo.

“E’ la resa dei conti a quanto pare” disse il Signor P.

“Certamente” gli fece eco Buffy, mentre la battaglia iniziava.

 

Sulla loro via di fuga, intanto i quattro fuggitivi, sentirono l’inizio della battaglia

“Dobbiamo aiutarli” disse Catherine

“Se la caveranno meglio senza di noi” gli rispose Giles, “Forza, andiamo!”

 

Erano tutti e tre stanchi, ma ora almeno erano in parità. Erano rimasti solo due guerrieri ed il signor P.

“Siete davvero eccezionali, devo ammetterlo, ma per uccidermi vi servirà qualcosa di più”

Tutti e tre lo avevano capito. Mentre gli altri erano semplici uomini, anche se forti, lui era diverso. Nulla sembrava scalfirlo. Ne paletti, ne i pugni ed i calci che Buffy gli aveva dato.

Le nocche delle mani erano spellate, le braccia iniziavano a dolerle, ma non poteva cedere.

L’unica cosa che aveva notato era che non abbandonava mai la sua ascia. Anche quando era caduta, invece di cercare un’altra arma per difendersi, era corso a riprendersi quella. Che fosse il suo punto debole?

Ricordava ancora, quando nella lotta contro un antico indiano, l’unica arma che lo aveva ucciso era stato il suo stesso pugnale. Che fosse così anche per lui?

Buffy gli si gettò contro e lo colpì forte, ma questo non lo fermò.

Con un gesto fulmineo lei riuscì a scansare un fendente dell’ascia, che però la ferì al braccio. Questo la fece vacillare e perdere l’equilibrio e cadde a terra. “Ormai è finita” disse lui

Buffy gli lanciò contro un pugno di sabbia e lui chiuse gli occhi incapace di vedere e lasciò cadere l’arma. Buffy velocemente la prese e con un gesto veloce puntò al collo.

La testa rotolò a terra.

Era tutto finito. I guerrieri rimasti erano fuggiti ed ora regnava il silenzio.

Buffy cadde in ginocchio. Era esausta.

“Ti senti bene?” le chiese Angel mentre si avvicinava a lei.

“Sto bene, grazie.”

“Sei ferita” le disse mentre notava il profondo taglio sul braccio che sanguinava ancora copiosamente

“Non è nulla. Passerà come tutto del resto”

“Lascia che ti aiuti”

“Non serve” le rispose lei.

Si alzò con fatica e si diresse quasi traballando verso Vincent. “Mi dai una mano per favore?” gli chiese.

“Certo” rispose lui alquanto sorpreso.

Buffy alzò gli occhi verso l’apertura della grotta. “Dobbiamo sbrigarci. E’ quasi l’alba” e si diressero verso l’uscita.

Angel li seguiva in silenzio. Non aveva nemmeno voluto che la toccasse. Ora ne era veramente certo. Lo odiava. Una tristezza cupa e nera scese sulla sua anima.

 

Furgone.

 

Tutti stavano aspettando con ansia. Connor si era addormentato ed ora riposava tranquillamente fra le braccia di Dawn.

“Vado a cercarli” esclamò Catherine

“E’ pericoloso” rispose Giles.

“Ma, non abbiamo notizie…”

“Se la caveranno vedrai. Non possiamo ritornare lì. Altrimenti tutto quello che stanno facendo risulterà vano”.

“Ho paura signor Giles” disse Willow

Lui non rispose. Anche lui era in ansia, ma doveva dimostrarsi forte e fiducioso.

Improvvisi colpi li fecero sobbalzare.

Giles aprì prontamente la portiera del furgone e li vide. Tutti e tre, sporchi, feriti, ma vivi.

Catherine si gettò nella braccia di Vincent, mentre Dawn, dopo aver consegnato Connor a Willow fece lo stesso con Buffy.

Voci concitate, pianti e abbracci erano mescolati nel caos più assoluto.

Angel con lo sguardo cercò suo figlio e Willow con un sorriso glielo porse. Lui lo strinse a sé felice di poterlo fare ancora.

Fra tutto quel caos la voce di Giles emerse “Non credete che dovremmo andarcene?”

Buffy alzò gli occhi al cielo “Meglio. Fra poco sorgerà il sole” disse.

Tutti salirono sul furgone e partirono.

Catherine era alla guida. Giles era seduto vicino a lei. Il traffico, data l’ora era ancora poco e lei si diresse verso il garage dove era situato il suo appartamento. Avrebbero atteso il momento opportuno e poi sarebbero ritornati tutti nelle gallerie.

Buffy, Vincent ed Angel esausti erano appoggiati alle pareti del furgone. Lei aveva gli occhi chiusi, sembrava che dormisse, in realtà stava osservando Angel che continuava a fissare il bambino

“Come sono belli insieme” pensò. Come poteva lei fa parte delle loro vite? Non gli interessava che Connor fosse il bambino di Darla, ma ora, vedendoli insieme capiva che i due si completavano a vicenda. Represse un sospiro. Lei non sarebbe mai diventata madre, lo sapeva fin dall’inizio. Anche questa volta era sopravvissuta, ma la prossima?

Il Signor P. aveva ragione. Lei aveva imparato a convivere con tutte le sue paure, e le sue disilluse speranze, anche quella di non poter avere un figlio ed una famiglia. Per il periodo che gli sarebbe rimasto da vivere l’unica cosa che avrebbe voluto era l’amore di Angel, solo quello. Ma lui non aveva capito. Chiuse più forte gli occhi. Non voleva più vedere. Voleva solo abbandonarsi all’oblio della stanchezza.

 

Angel guardò Buffy, aveva gli occhi chiusi. Lei era stata così scostante con lui. Connor si agitò fra le sue braccia. Lui lo cullò leggermente. Fissò nuovamente Buffy senza farsi notare, anche sporca, ferita era bellissima. Dio! Come amava quella donna! Possibile che non ci fosse più nessuna possibilità per loro? Forse, parlandole, avrebbe potuto risolvere qualcosa. Magari, puntando sul fatto che lui non sapeva come cavarsela con un bambino….No! Non poteva usare suo figlio per i suoi scopi. Chiuse gli occhi. Era troppo stanco, troppo provato per poter pensare…

 

La voce di Catherine li ridestò!

“Siamo arrivati!”

“Bene!” disse Buffy. Fece per alzarsi, ma perse l’equilibrio

“Buffy!” gridò Dawn. La ferita al braccio sanguinava ancora e stranamente non si era richiusa.

Vincent lentamente si avvicinò a lei. “Sarà meglio portarla da Padre. Deve essere medicata…”

“Aspettate un attimo che controllo che non ci sia nessuno!” disse Catherine

“Le telecamere di sorveglianza?” chiese Vincent

Lei sorrise “Questo è un punto cieco. Ci ho messo un’ora prima di trovarlo!”

“Sei eccezionale sai?”

 

Gallerie – città sotterranea

 

 

Tutti furono felici del ritorno di Vincent e degli altri e furono subissati di domande.

Padre dopo aver medicato Buffy, alla quale diede anche dei punti alla ferita, vedendo la stanchezza ordinò che fossero lasciati tranquilli di riposare e che avrebbero risposto alle domande molto più tardi.

Tranne Vncent, tutti erano nella grotta dei venti. Per l’occasione era stata portata anche una piccola culla per Connor, Padre aveva inoltre assicurato che avrebbe procurato tutto l’occorrente per il bambino.

Esausti, si addormentarono.

 

Una calda voce stava sussurrando parole dolci e tranquille. Angel si crogiolò nel suo suono. Erano sussurrate con calma e pacatezza, ma a chi? Aprì lentamente gli occhi e ciò che vide lo sorprese. Buffy, con in braccio Connor, gli stava dando il biberon, e gli sorrideva.

Evidentemente doveva essersi svegliato per la fame. Strano non lo aveva sentito. Rimase ancora un attimo ad osservare la scena. Come sarebbe stato svegliarsi tutti i giorni con lei accanto? Aprire gli occhi e vedere una scena così bella? Forse avrebbe accettato, in fin dei conti erano sposati, una moglie dovrebbe stare accanto al marito. Con questo pensiero si alzò lentamente e si diresse verso di loro.

“Buffy”

Lei sussultò leggermente

“Scusami” disse “L’ho sentito piangere e visto che tu non ti svegliavi…”

“Non devi scusarti, ti ringrazio molto…”

“Bene” disse lei porgendole Connor ed il biberon “Forse è meglio che continui tu!”

“Non volevo…”

“No. E’ meglio così. In fin dei conti siete stati lontani così a lungo…”

Angel prese Connor “Dobbiamo parlare…”

Lei non rispose

“Ti prego…devo spiegarti, farti capire che…”

“Non cambierà nulla Angel…” le disse lei mentre usciva dalla grotta.

 

Willow e Giles trovarono Buffy nella stanza dei sospiri. Sorpresi che ascoltasse musica classica, si diressero verso di lei.

“Come mai siete qui?” chiese lei

“Penso che tu ci debba qualche spiegazione” disse Giles

“In merito a cosa?”

“Al tuo matrimonio?” intervenne Willow

“Ah, quello”

“Da quanto ti vedevi con Angel?”

“Da quanto sono ritornata da N.Y:”

“Perché non ci hai informato?” chiese sempre Willow

“Perché non vi riguardava…”

“Non ci riguardava? Tu ti vedi con Angel e non ci riguardava? L’ultima volta che siete stati insieme ci ha quasi uccisi, ha cercato di distruggere il mondo…”

“Ed io ho dovuto ucciderlo” finì la frase Buffy.

“Devi capire Buffy” intervenne Giles “che scoprire tutto questo ci ha alquanto…sconvolti. Ma anche se siete capaci di tenere a freno i vostri….sentimenti, qualche volta ci si può lasciare andare ed allora…”

Buffy rise. Se solo sapessero!

“Insomma!” disse la strega “Dovevi almeno pensare a noi, avvisarci..”

Buffy prese in mano una roccia che si frantumò per la violenza con cui la lanciò contro la parete

Willow e Giles fecero un piccolo passo indietro.

“A voi? Io avrei dovuto pensare a voi? Io ed Angel siamo stati insieme mesi, abbiamo fatto l’amore…” e vedendo lo sguardo interrogativo dei due rise “oh, non nel modo tradizione, ma ci siamo amati e non è successo nulla. Quello che è successo fra noi, quello che abbiamo condiviso non vi interessa, non vi riguarda. E’ la mia vita privata e tale deve rimanere”

“Ma ti devi rendere conto che Angel non è…” intervenne Willow

“So benissimo chi è Angel, forse lo so meglio di voi ed anche di lui stesso. Ma quello che sentirete ve lo dirò una volta sola. Lasciatemi in pace! Sono stanca delle vostre intromissioni, stanca delle vostre allusioni, stanca dei vostri continui rimproveri”

“Ma non ti abbiamo mai…” disse Giles

“Sempre!” rispose lei “Vi voglio bene e so che anche voi ne volete a me. Ma dovete capire che non potete intromettervi nella mia vita, distruggerla, plasmarla a vostro piacimento e poi lasciarmi lì, da sola a raccogliere i cocci. Sono adulta e consapevole delle scelte che ho fatto”

Si avvicinò a loro, apparentemente calma “Lasciatemi la mia vita, lasciate che io viva la vita che mi rimane nel modo che credo più opportuno. Vi prego!”

Willow e Giles si guardarono negli occhi.

Lei gli sorrise debolmente e lasciò la grotta.

 

Giles si tolse gli occhiali e li pulì.

“Signor Giles, ha sentito?”

“Si”

“Ma noi…voglio dire, ci siamo comportati veramente così con lei?

“Si”

“Non siamo stati migliori di Angel in questo. Non abbiamo mai capito”

“Si”

“Pensa che ci perdonerà?”

Giles si rimise gli occhiali sul naso e la fissò negli occhi

“Si”.

 

Vincent entrò nella grotta dei venti e trovò Angel, Connor e Dawn.

“Come vi sentite?” chiese

“Bene grazie” rispose Dawn. Connor stringeva il suo dito forte nella sua manina e lei si stava divertendo.

“Ora che lo vedo da vicino, ti riconfermo che è davvero un bel bambino. Devi amarlo molto”

“Infatti”.

“Dov’è Buffy?”

“E’ uscita prima che mi svegliassi” rispose Dawn

“Che ne diresti di un bel bagno caldo?” le chiese Vincent

“Davvero?”

“Si. Fuori di qui troverai una ragazza, si chiama Megan, lei ti condurrà alla grotta delle cascate”

“Oh. Grazie Vicnent” rispose Dawn

 

Appena uscita, Angel disse “Perché hai mandato via Dawn?”

“Voglio parlare con te”

“Di cosa?”

“Buffy”

Angel non rispose.

“E’ proprio finito tutto fra di voi?”

“Hai visto come si è comportata? Io non sono più nulla per lei. Non mi ama più”

“E’ venuta a salvarti”

“E’ venuta per salvare Connor”

“Quante altre lo farebbero? Salvare il figlio del suo ex, pensi che sia il comportamento di una donna che non ti ama più?”

“Lei ha solo scongiurato una nuova fine del mondo. Ha fatto solo il suo dovere. Ci siamo incontrati di nuovo solo perché eravate coinvolti tu e Connor, altrimenti…”

“Altrimenti cosa?”

“Non avrebbe mosso un dito. Anche quando era ferita, e le ho chiesto se aveva bisogno di aiuto, non ha voluto nemmeno che la toccassi. C’eri anche tu! Non mi vuole più!”

“Ne sei certo?”

Lui lo guardò negli occhi e annui con il capo.

Vincent pensò che era davvero un imbecille. Nessuna donna, avrebbe fatto quello che Buffy aveva fatto per lui. Non aveva capito che lei non aveva voluto il suo aiuto in quanto dalla ferita sgorgava troppo sangue e, immaginando che non avesse ricevuto nutrimento nel periodo della prigionia, non voleva farlo soffrire. L’odore del sangue, la sua vista, avrebbe potuto fargli perdere il controllo. Per questo le era rimasta lontana fino a quando lui non aveva tamponato la ferita.

“Quindi non c’è più nulla che io possa fare?”

“Sarebbe tempo sprecato. Ho tentato di parlarle, ma ormai mi odia. Non mi vuole nemmeno più vicino. Penso che mi voglia morto!”

“Davvero?” Vincent si alzò “Vorrei solo farti notare una cosa” continuò “Quando la battaglia è finita…mentre stavamo avviandoci all’uscita, ti ricordi che cosa ha detto?”

Angel corrugò la fronte, mentre Vincent con un sorriso sornione lasciava la grotta.

 

CAPITOLO 45

 

Tre giorni dopo.

Los Angeles Hotel Hymperion.

 

Dopo aver salutato tutti a Ne York, dopo baci abbracci e ringraziamenti da parte di Padre, Vincent e Catherine, il gruppetto varcò le soglie dell’Hotel Hymperion.

Ad aspettarli, oltre a Cordelia, Wesley e Gunn c’erano anche Tara, Xander, Anya e Spike.

Dawn volò letteralmente fra le braccia di Gunn, Willow in quelle di Tara, Wesley e Cordelia andarono incontro a Angel ed a Connor, mentre Buffy con Giles si diresse verso Spike e Xander.

“Come vi sentite?” chiese preoccupata

Xander si alzò appoggiandosi ad un bastone. “Bene” rispose mentre lei lo abbracciava.

“Ed io?” intervenne Spike. Buffy si girò verso di lui e lo abbracciò “Grazie, Grazie per aver difeso Dawn”

“Non con molto successo” rispose il vampiro biondo, mentre un abbraccio più forte lo faceva gemere.

“Oh, scusami Spike, le tue costole…”

“Guariranno in fretta. Lo sai che noi abbiamo notevoli capacità di recupero, tempo ancora un paio di giorni e potrò fare lotta libera con qualche altro demone”

“Si lo so” rispose Buffy, mentre tutti e tre scoppiavano in una risata liberatoria.

Angel, intanto da lontano guardò con estrema gelosia l’abbraccio fra Spike e Buffy.

 

Spike era seduto nel piccolo giardino dell’Hymperion. Aveva osservato Connor e doveva ammettere che era davvero un bel bambino ma per quanto riguardava a quel cretino di Angel…meglio lasciar perdere. Meglio concentrarsi sul presente. Buffy lo aveva abbracciato con genuino affetto. Forse se fosse stato paziente…

I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Dawn.

“Ciao piccola”

“Ciao Spike. Non ti ho ancora ringraziato”

“Di cosa?”

“Di quello che hai fatto a Sunnydale”

“Normale routine” rispose lui mente si accendeva una sigaretta. “Per fortuna che domani partiamo”

“Sei stanco di rimanere qui?”

“Non sono mai andato molto d’accordo con il padrone di casa e poi non vedo l’ora di ritornare nella mia piccola e confortevole cripta”

“Capisco…”

“E poi penso che prima Buffy lascia questo posto, prima si riprenderà da tutta questa faccenda”

“Hai intenzione di aiutarla ancora con la caccia?” chiese Dawn

“Certamente. Perché? A mister simpatia non aggrada? In fondo lui ha un figlio, la vita che voleva…senza Buffy. Mi pare che fosse stato chiaro su questo punto…”

“Solo che la sua vita sarà sempre con Buffy” disse quasi sottovoce Dawn

“Ho sentito. Che cosa vuoi dire?”

“Non so se posso dirtelo, Buffy mi ucciderà!”

“Prometto di non lasciarmi fuggire nulla”

“Lei ed Angel si sono sposati!”

Spike si alzò così velocemente dalla panchina che per poco Dawn non perse l’equilibrio “Cosa?” esclamò.

 

Sunnydale una settimana dopo.

 

Angel da lontano guardava Buffy mentre combatteva. Le mancava.

Quella stessa mattina aveva litigato con Cordelia che apertamente gli aveva gridato contro i più svariati epipeti quando era venuta a conoscenza di tutta la storia.

Accidenti a Dawn. Era a Los Angeles per trovare Gunn e si era lasciata sfuggire tutto.

Così aveva lasciato Connor nelle sue mani e se ne era andato per non sentire più le lamentele di Cordelia. Solo che il suo vagabondare lo aveva portato, chissà perché a Sunnydale.

Ora era lì, nel cimitero a guardare da lontano sua moglie che combatteva. Era una cosa ridicola. Avrebbe dovuto essere al suo fianco, avrebbe dovuto aiutarla!

 

“Che cosa ci fai qui?” gli disse una voce alle spalle

“Spike! Penso che non ti riguardi”

“Mi riguarda eccome! Non stai più con lei, quindi…ripeto la domanda che ci fai qui?”

“Ripeto la risposta: non ti riguarda” rispose Angel con un sorriso guardingo.

La videro allontanarsi verso l’uscita del cimitero. Spike accese una sigaretta.

“Fammi indovinare. Passavi per caso? Los Angeles non ha bar aperti a quest’ora?” chiese

Angel non rispose.

“Sei ridicolo!”

“Cosa hai detto?” esclamò Angel mentre lo prendeva per il bavero della giacca e lo sbatteva contro un albero.

“Che sei ridicolo. Ma guardati. Vieni a spiarla di notte. Non hai nemmeno il coraggio di parlarle apertamente. E tu saresti il vampiro che ha terrorizzato l’Europa? Mi fai solo pena!”

“Attento Spike, potrei esaurire la mia pazienza!”

“Sarebbe già qualcosa” gli rispose lui mentre si scioglieva dalla sua presa.

“Dove vai?” chiese Angel quando lo vide incamminarsi verso l’uscita del cimitero

“Da Buffy, naturalmente. Visto che tu non ne hai il coraggio…”

“Sta lontano da lei” gli ringhiò contro lui

“Perché? Non state più insieme, e forse questa volta avrò fortuna!”

“Non ti azzardare! Lei è mia…”

“Moglie?”

Angel rimase sorpreso.

“Mi ha detto tutto Dawn. So che vi siete sposati”

“Allora sai che non devi nemmeno avvicinarti a lei, o giuro che ti uccido!”

“Con quale diritto?”

“Il diritto di un marito” disse furioso Angel

“Allora comportati da tale! Brutto imbecille! Dovresti essere accanto a lei, prenderla fra le braccia e consolarla. Devo insegnarti io come si conquista una donna?” esclamò Spike mentre gli tirava un pugno che lo fece cadere a terra.

Angel si rialzò furioso con il volto mutato in quello del demone

“Bene, bene” disse Spike “perdiamo la calma è?”

“Piccolo fottuto poeta da strapazzo…”

“Ascoltami bene, imbecille” riprese Spike “io sarò anche un piccolo fottuto poeta da strapazzo, ma non ho mai avuto paura di affrontare una donna. Invece tu…ma con chi sto sprecando il fiato. Lei sta soffrendo le pene dell’inferno dopo tutto quello che le hai fatto passare e, sono fiducioso che prima o poi avrà bisogno di qualcuno che la consoli”

“E saresti tu?”

“Certamente. Tu perdi…” Spike ruggì quasi con impazienza “e il bottino va al vincitore..”

“Non te lo permetterò!”

“Come farai ad impedirlo?” chiese Spike, mentre con una risata lasciava il cimitero.

 

Angel rimase senza parole.

Già come avrebbe fatto per impedirlo?

C’era solo una soluzione. Velocemente si avviò verso al casa di Buffy

 

CAPITOLO 45 (NC 17 per descrizione grafica di rapporti sessuali)

 

Casa Summers – stanza di Buffy

 

La stava aspettando da più di un’ora. Era entrato dalla sua finestra come ai vecchi tempi. Non aveva infatti perso l’abitudine di lasciarla aperta, come se aspettasse, sempre in attesa.

Sentì la porta d’entrata richiudersi. Era arrivata.

Buffy entrò nella sua stanza ed accese una piccola luce sul comodino e improvvisamente lo sentì.

“Cosa vuoi?”

Angel uscì dall’ombra Parlarti”

“Ti ho già ripetuto più volte che non abbiamo più nulla di dirci”

“Si invece!” Rispose lui quasi indispettito “E mi ascolterai che tu lo voglia o no!”

“Non minacciarmi Angel, non è giornata!” gli urlò contro lei.

“Non voglio minacciarti, voglio solo spiegarti quello che è successo, quello che è accaduto”

“So quello che è successo! Tu non hai avuto fiducia nel nostro amore e in conseguenza io ho perso la fiducia che avevo in te! LA fiducia che ancora una volta di ho dato e che ancora una volta tu hai buttato alle ortiche”

“Lo so e ti chiedo scusa per questo…”

“Le scuse non possono cancellare quello che ho provato, quello che sento. Vattene!”

Angel non se ne sarebbe andato questa volta. Il ricordo delle parole di Spike gli rimbombavano ancora nella mente. Velocemente si avvicinò a lei e le strinse le braccia “Non me ne vado! Ora mi devi ascoltare!”

“Non voglio sentire altre menzogne” gridò Buffy mentre si strattonava. Fu proprio mentre cercava di liberarsi dalla presa di Angel che il sacchetto che le aveva donato Narcissa e che lei portava al collo si ruppe.

Una fragranza inondò la stanza, era un aroma strano, sensuale, profondo

Dopo un attimo di smarrimento Angel disse “Cosa?…”

“Ma?” rispose Buffy mentre quello strano profumo impregnava la stanza.

Senza accorgersene Angel avvolse Buffy nelle sue forti braccia e l’attirò contro di sé. Le sue mani scivolarono sopra la sua camicetta e si posarono a coppa sopra i suoi seni, mentre con i pollici le stuzzicava i capezzoli attraverso il tessuto. Buffy avvertì che si indurivano a quel contatto e si rannicchiò contro di lui. Riusciva a malapena a respirare, che cosa stava succedendo? Quel profumo era così…pensò ma non gli importava.

Rimanendole avvinghiata le loro labbra si incontrarono con un desiderio crescente che la travolse fino a divorarle l’anima.

Le mani di Buffy cercarono di sfilargli la giacca dalle spalle finché questi non se la scrollò di dosso e cadde sul pavimento. Lo baciò sulle labbra e mento, ricambiata dalla bocca di lui che accoccolata nell’incavo della sua spalle, le suscitò un lungo fremito di desiderio.

Buffy insinuò le mani sotto la sua maglietta, mentre lui trafficava con i bottoni della sua camicetta

“Diavolo!” Mormorò l’uomo contro la sua pelle “Questa dannata camicetta, non riesco a…”

“Strappala, Angel” ansimò lei “Adesso”

L’altro non accennò a protestare e, afferrato il delicato tessuto, lo lacerò nel mezzo.

Il corpo di lei, stretto fino a quel momento nella camicetta, esplose in tutta la sua libertà, pulsante di attesa. Angel iniziò a baciarle i seni e lei si aggrappò alle sue spalle. Le dita di lui si muovevano sul suo corpo stuzzichevoli e insistenti tanto che lei si chiese se non sarebbe svenuta tanto quelle emozioni inebrianti la sconvolgevano. Rabbrividì quanto Angel iniziò a lambirle con la lingua i capezzolo, dapprima lentamente, poi con un ritmo sempre più incalzante finché lei, fremente inarcò i reni esplodendo in un gemito di piacere.

Poi le passò il braccio dietro il fondo schiena e la strinse a se con ardore. Buffy si trovò a guardare compiaciuta quegli occhi scuri, carichi di passione, specchio del suo stesso travolgente desiderio. Gli afferrò la maglietta e con forza gli strappò il davanti, senza che il suo sguardo abbandonasse quelle iridi nere come la notte.

Angel, perso anche lui in quelle sensazioni, in quel sensuale profumo, non lo notò neppure. Buffy gli posò i palmi delle mani sul torace e li fece scorrere verso l’alto fino alla spalle. Si chinò in avanti e passò la lingua sugli ovali scuri dei capezzoli di lui.

Angel emise un sospiro e lei si crogiolò in quel inebriante senso di potenza che le procurava la reazione dell’uomo. Angel allora la fece aderire al proprio corpo e la sua bocca si posò appassionatamente su quella di lei, conquistandola.

I suo seni, ormai liberi si schiacciarono contro il petto di lui, duro e possente. La sensazione che seguì era meravigliosa e Buffy gli si avvinghiò addosso ancora più stretta. La sua esplorazione riprese, raggiungendo la schiena di lui fino alla curvatura delle natiche e le sue dita indugiarono sul tessuto dei pantaloni, mentre le mani di Angel si abbassarono fino all’orlo della sua gonna, sollevandogliela con impazienza, finché non creò una specie di fagotto tra loro.

Le mani di lui scivolarono sui suoi fianchi e sul suo ventre piatto e poi più in basso ancora, fino a insinuare le dita tra le sue gambe. Buffy provò un brivido a quel contatto così intimo. Con un tocco straordinario l’accarezzò avanti e indietro e il mondo di lei si ridusse a quell’unico punto di piacere. Il tempo e lo spazio svanirono. Tutto quel che seppe e che voleva sapere era l’indescrivibile tensione che le montava dentro e il sangue che le pulsava nelle vene con una violenza che la infiammava.

Poi all’improvviso, Angel si fermò e prima che lei potesse protestare la spinse verso il letto, per poi cominciare a stendersi sul suo corpo.

Avvolti in quella strana aurea magica, carica di desiderio i due ora erano distesi sopra il letto, dibattendosi per trovare i loro corpi torridi di passione in quel garbuglio di abiti strappati.

Angel le sfilò la gonna e lei gli tirò i pantaloni. Mani, bocche, labbra e dita erano tutte una frenesia di passione. Buffy si rese conto di essere riuscita a sfilargli i pantaloni e le gambe nude di lui sfioravano ora le sue. Eccitata abbassò la mano che strinse attorno alla sua virilità, più grossa e dura di quanto di ricordasse e sorprendentemente liscia sotto le punte delle sue dita. Acciaio, ammantato di velluto.

Angel si lasciò sfuggire un gemito a quel contatto, poi si spostò per portarsi sopra di lei, con le ginocchia piantate sul letto e sorreggendosi sugli avambracci.

“Buffy” mentre la sua mano si insinuava fra di loro e la sentì che lo guidava dentro di lei con un movimento lento e misurato.

Era da così tanto che non faceva nulla del genere pensò Buffy, il suo corpo si oppose inizialmente a quella dolce intrusione, ma l’eccitazione prese il sopravvento, su entrambi, “Non posso aspettare” le sussurrò lui all’orecchio

“Si, mi…” Ma prima che potesse finire la frase, si era tirato indietro e poi aveva compiuto un affondo deciso dentro di lei.

Una fitta di dolore le attraversò il basso ventre e aprì la bocca per gridare, ma Angel incollò le labbra alle sue e la tenne stretta. Il corpo di lei pulsava dolorosamente, mentre le labbra di Angel restavano appiccicate alle sue, il suo bacio non si allentava.

Dopo qualche istante il dolore cominciò a diminuire e si rilassò leggermente. Angel si muoveva dentro di lei lentamente, con tenerezza. In risposta ai suoi movimenti, iniziò a muovere il proprio corpo. Ad ogni affondo di Angel il piacere aumentava e fu ancora più bello quando sollevò i fianchi per venirgli incontro.

L’uomo aumentò il ritmo e lei si adeguò, sentendo nuovamente svilupparsi dentro di se quell’elusiva sensazione di tensione dolceamara che aveva già avvertito in precedenza. I loro corpi si muovevano all’unisono adesso e lui scavava sempre più a fondo nella sua femminilità mentre Buffy rispondeva premendosi sempre più forte contro il suo torace, col fiato che le usciva a singulti.

Il sangue le rombava nelle vene. Il cuore le batteva all’impazzata e sentì che stranamente anche Angel respirava a fatica.

In una minuscola parte della sua mente non totalmente assorbita da quella travolgente sensazione di piacere, notò che non aveva mai provato nulla di simile.

Quando, ad un certo punto, le sembrò che non potesse sopravvivere un solo istante di più a quel torrente di piacere e che sarebbe senza dubbio morta se non avesse raggiunto quell’elusivo punto culminante a cui sentiva di dover arrivare, si sentì esplodere. Inarcò la schiena ed il suo corpo fu scosso da una serie di brividi mentre veniva attraversato da ondate di estasi che le tolsero il fiato. Angel la penetrò ancora una volta con un potente affondo e si unì a lei in un sussulto spasmodico, accompagnato da un grido che era allo stesso tempo di sofferenza e di gioia.

I due rimasero avvinghiati a lungo, lottando per riprendere fiato, in attesa che il ritmo del cuore di Buffy ritornasse normale e il mondo smettesse di roteare attorno a loro.

Appagati ed esausti, lentamente scivolarono in un sonno ristoratore.

 

Angel aprì gli occhi lentamente. Si trovava in un luogo che non riconosceva. L’ultima cosa che ricordava era che stava discutendo con Buffy e poi? Che cosa era successo dopo? Cercò di sforzarsi. L’immagine del loro amplesso amoroso gli apparì chiaro in mente. Come era potuto accadere? Si guardò attorno. Su un punto non c’erano dubbi: non era nella stanza di Buffy. Cercò di muoversi e solo allora si rese conto che un suo polso era legato con una catena, cercò di tirare il più possibile senza risultato.

“Non riuscirai a spezzarla” disse una voce

“Chi sei?” chiese lui, mentre con lo sguardo cercava qualche segno della sua presenza

“Non te lo immagini?” Lentamente una figura si fece avanti ed Angel si ritrovò a fissare se stesso.

Anche l’altra figura aveva un polso legato con una catena.

“Che diavoleria è mai questa? Dove sono?”

L’uomo si sedette di fronte ad Angel.

“Questo” disse “E’ un luogo dove le anime incontrano il proprio demone e dove si decide il proprio destino”

Angel alzò il sopracciglio, mentre una sconcertante realtà si insinuava nei suoi pensieri.

“Vedo che cominci a capire” disse l’essere

“Chi sei?”

“Io sono te!”

“No!”

“Si. Io sono l’essere che ti ha tenuto in vita per più di duecento anni. Io sono il tuo demone”

“Non sei il mio demone. Sei solo un demone che ha preso possesso del mio corpo quando Darla mi ha trasformato!”

L’essere rise. Una risata malvagia e prolungata che rimbombò per quello strano mondo in cui si trovavano.

“Sei davvero uno stupido!. Ogni essere umano ha un demone nascosto dentro di se. Pensi che Darla ti abbia trasformato per suo diletto? Lei ha riconosciuto le mie potenzialità e ha deciso di liberarmi.”

“Ma io ero vivo, come ha capito…”

“La maggior parte degli esseri umani riesce a controllare il proprio demone. Ma tu…tu non eri il migliore degli uomini, io ero presente in tutte le azioni depravate che facevi, ma mancava ancora quel tocco di perfezione che Darla ti ha dato liberandomi”

“Non è vero, mi stai ingannando!”

“E’ la verità e tu lo sai.! Affrontala finalmente! Sei stato tu l’artefice del tuo destino, come sarai l’artefice di quello che accadrà fra poco”

“Che cosa stai dicendo? Che cosa accadrà?”

“Sarò di nuovo libero…”

“No!.”

“Non potrai impedirlo. Sapevo che se avessi pazientato sarebbe arrivata la mia occasione. La prima volta, quando gli zingari mi incatenarono, risvegliando la tua anima, mi sono sentito sconfitto. Ero arrabbiato, e lo sono stato quasi per cento anni. Tu troppo occupato a pensare ai tuoi crimini non potevi sentire la mia rabbia. Avevo perso le speranze fino a quando non hai incontrato lei…”

“Buffy”

“Esatto. Allora ho capito che prima o poi sarebbe stata tua ed io mi sarei liberato. Gli zingari ti hanno restituito una coscienza diciamo…amplificata”

“Amplificata? In che senso?”

“Se fosse ritornata la tua anima originale, penso che molti crimini che abbiamo commesso non ti avrebbero scalfitto più di tanto, ma se questa viene amplificata, anche il senso di colpa sarà più profondo e grande. Così ho atteso perché sapevo…”

“Che cosa sapevi?” chiese Angel continuando a strattonare la catena che inspiegabilmente diventava sempre più forte

“Che amandola come la ami, i sensi di colpa di non poterla rendere felice, di non poterle offrire la vita che dovrebbe avere, i figli, le gite al parco, una cenetta al lume di candela?” sogghignò mentre si avvicinava di più a lui “ti avrebbero condotto a desiderare di essere insensibile, di non avere un’anima alla quale rendere conto del tuo egoismo. In fondo stavi legando a te una creatura piena di vita, una creatura che, col passare del tempo si sarebbe sempre più appoggiata a te. Una relazione comporta certe responsabilità che tu non hai mai voluto accettare, ne prima quando ero vivo ne dopo…senza tenere conto quella paura inconscia che lei ti lasciasse per avere una vita normale con un altro uomo…”

“Non è vero…io non ho mai respinto le mie responsabilità”

“Certo, la responsabilità verso i tuoi amici, vero il nostro sire, perfino verso nostro figlio le hai accettate, ma quelle che derivavano dalla nostra cacciatrice, ne hai avuto paura, perché l’ami.”

“Amo anche altri…”

“Ma non come ami lei. Lei ti ha insegnato il vero amore. Tu non lo avevi mai conosciuto. L’amore disinteressato, l’amore semplice, l’amore onesto. Ammettilo sei un codardo! Sei perfino fuggito pur di non affrontare il suo amore, ed io ho dovuto attendere ancora…”

“Questa volta sarà diverso…”

“Menti a te stesso. Ho aspettato e mi sono deliziato dei vostri piccoli giochetti…a pensarci bene ne ho persino tratto un certo piacere, ma sapevo che prima o poi te la saresti scopata di nuovo…”

“Non parlare così di lei!”

“Allora diciamo che avreste fatto l’amore di nuovo. E’ una donna così passionale e calda, sarà eccitante provare…”

“Provare…cosa?”

“A scoparmela e penso che poi la trasformerò. Sarà interessante vedere come si evolverà la cosa. Una cacciatrice che diventa un vampiro. Che spasso!”

“Non ci riuscirai…te lo impedirò!”

Lui rise nuovamente “Non vedi che sta già accadendo di nuovo?” disse lui mentre mostrava il proprio braccio. La catena che lo teneva legato lentamente stava svanendo, mente ne stava apparendo una sull’ altro polso di Angel.

Lui strattonò le catene con forza.

 

Buffy su svegliata da Angel che si agitava come un ossesso nel letto.

Si sollevò a sedere nel tentativo di capire che cosa stesse succedendo quando una rotazione più forte del braccio la colpì in pieno viso e lei cadde rovinosamente a terra.

Rialzatosi immediatamente, Buffy senza pensare si mise a cavalcioni su di lui e cercò di tenere fermo le braccia. Ci voleva tutta la sua forza.

“Angel svegliati…” disse

Ma lui si agitava sempre più. Allora lei posò le labbra sulle sue e lo baciò con tutta la passione e amore possibile, poi poggiò il capo sul suo petto, mentre lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance “Torna da me amore mio, torna da me….ti aspetto” iniziò a sussurrare.

 

“Fra poco sarò libero” disse il demone “Tu hai ancora gli stessi dubbi di allora, non vuoi accettare la responsabilità che comporta amare una donna come quella, non hai ancora capito quello che lei vuole…eppure è così semplice”

“Cosa è semplice?”

“Pensi che ti dica dove stai sbagliando? Mi credi così stupido? La tua ottusità torna a mio vantaggio…come sempre!”

Improvvisamente una luce abbagliante avvolse il corpo di Angel e costrinse il demone a ritirarsi in una zona più in ombra.

Angel chiuse gli occhi. Quel calore, quella passione “Torna da me amore mio….torna da me…ti aspetto” le sue parole. Era Buffy! Era l’amore di Buffy!

Per un attimo godé appieno di quel calore e poi le parole di Narcissa e del demone tornarono alla mente “Sei stato tu l’artefice del tuo destino…”

Era vero! Tutto quello che era accaduto era per colpa sua. Lui aveva deciso il corso della sua vita. Ora tutto era chiaro, finalmente, dopo più di duecento anni tutto gli era chiaro. Alzò gli occhi e incontrò quelli del demone nei quali vide passare un’ombra di puro e genuino terrore.

“Cosa pensi di poterle offrire? Lei è viva e tu sei morto. Lei vuole una vita normale!”

“Non è vero! Lei vuole solo vivere la sua vita così com’è, senza cambiarla, lei vuole essere amata, e capita per quello che è in realtà. Ora ho capito.”

“Stai solo bleffando” rispose il demone “Ma questo non cambia che tu non puoi offrirle nulla”

“Posso offrirle me stesso e tutto l’amore che sarò in grado di donarle da qui alla fine dei giorni che ci è concesso passare su questo mondo. So benissimo che non posso offrile quello che un uomo normale potrebbe darle, ma nessun’altro potrà amarla come la amo io”

Angel strattonò nuovamente le catene. Stavano diventano più deboli.

“Pensi che a lei basterà? Pensi che sia quello che vuole?”

“E’ sempre stato questo quello che lei voleva. Voleva solo il mio amore, incondizionato. Qualcuno che comprendesse i suoi stati d’animo e le sue paure, qualcuno che non la giudicasse, qualcuno che la confortasse senza bisogno di spiegazioni. Ora capisco, finalmente. Lei ha sempre voluto me e solo me e nient’altro! Ognuno è artefice del proprio destino. Finalmente ho capito!”

Angel alzò le braccia in alto in segno di vittoria. Le catene erano sparite.

Il demone ringhiò di rabbia strattonando forti e pesanti catene che ormai cingevano i suoi polsi “Maledetto! Hai vinto solo questo battaglia, prima o poi i dubbi ritorneranno. E se lei ti lasciasse per avere quello che tu non puoi darle?”

Angel si avvicinò a lui. Sicuro nelle parole e nell’animo “Non succederà. Mai! E se anche accadesse io mi sentirei felice per lei, perché mi ha amato, mi ha concesso di amarla e di vivere vicino a lei e i ricordi mi basteranno…”

Il demone ringhiò e strattonò ancora le catene “Belle parole, ma sono solo parole…”

Angel non rispose si diresse verso la luce, verso l’amore di Buffy e vi entrò. “Sto tornando da te amore mio…”

 

Angel aveva smesso di agitarsi. Buffy lasciò i polsi con cautela, aprì il cassetto del comodino accanto al letto e ne estrasse un paletto che mise sotto il cuscino. Alzò il viso rigato di lacrime e pose le sue labbra sulle sue. “Un’ultimo bacio al mio amore prima che debba ucciderlo” pensò distrutta dal dolore. Non avrebbe mai più permesso che Angelus camminasse su questa terra, mai più e poi…beh poi sarebbe arrivata una nuova cacciatrice.

 

Due forti braccia la avvolsero mentre le labbra rispondevano al suo bacio. Buffy sorpresa, tentò di divincolarsi, ma alla fine si arrese alla dolcezza che questo atto le trasmetteva.

Alla fine del bacio, lei aprì gli occhi e incontrò lo sguardo di Angel. Piegò la testa da un lato cercando in quello sguardo quello che aveva paura di trovare.

“Buffy?”

Lei non parlava e continuava a fissare quegli occhi, lo specchio dell’anima come aveva detto qualcuno tempo addietro.

“Buffy…sono io” disse Angel continuando a stringerla fra le sue braccia. ”Buffy…”

Lei sembrò ridestarsi “Si?”

Angel aveva la fronte corrugata “Va tutto bene, sono io”

“Davvero? Non so se posso fidarmi” disse lei mentre insinuava la mano sotto il cuscino.

“Fidati, ti prego. E’ successa una cosa stranissima mentre ero incosciente…” lui iniziò il suo racconto, mentre Buffy lo ascoltava, incurante della sua nudità, sempre a cavalcioni su di lui.

“Devo ammettere che è una storia molto bizzarra” le disse lei

“So solo che è vera. Ora sono libero, libero di amarti e di affrontare tutte le responsabilità che questo comporta, senza paura che il demone prenda il sopravvento nuovamente” rispose Angel mentre con lo sguardo percorreva il suo corpo nudo.

Solo allora, come ridestatasi da un sogno resasi conto nelle situazione in cui si trovava, lei lasciò i polsi di Angel e si alzò dal letto avvolgendosi nelle lenzuola e contemporaneamente lasciando lui completamente nudo.

Lui sorrise compiaciuto e con uno sguardo pieno di desiderio negli occhi

“Posso farti una domanda?” chiese lei

“Me lo aspettato”

“A che riguardo?” Si sforzò di reprimere una fitta di paura

“Riguardo a Darla” le sorrise timidamente “Per prima cosa devo scusarmi…”

“No, no” lei gesticolò come per dirgli di lasciar perdere “Si sono curiosa, però al momento non ha importanza. Ma dopo tutto quello che è successo, quello che ho fatto e ho detto…mi stavo solo chiedendo se…”

“Se…?”

“Se…mi ami?” chiese Buffy con tutto il coraggio che conosceva

“Se ti amo?” ripeté lui inarcando le labbra in un sorriso. Alzatosi dal letto le prese le mani tra le sue, le voltò con i palmi in alto e se le portò alla labbra “Scalerei montagne intere per te” iniziò a baciarle “attraverserei oceani a nuoto” Dopodiché le girò di nuovo e sfiorò il dorso con le labbra “Ucciderei draghi e catturerei le stelle”

“Tutte cose bellissime, ma…”

“Si mia cara Buffy Summers “ affermò Angel ridendo “mia adorata moglie ti amo”

“E io amo te” rispose Buffy

Le avvolse le braccia intorno al corpo e l’attirò a sé. Nei suoi occhi brillava un lampo divertito

“E’ solo perché sai che ho capito che ho sbagliato tutto in questi ultimi anni vero?”

Gli fu grata per il tono leggero che aveva assunto la conversazione. Era terrorizzata dall’idea che si stesse sbagliando “Non ha assolutamente nulla a che fare con l’uccisione di draghi o la cattura di stelle”

“Che sollievo!” esclamò l’altro in tono drammatico “La mia spada è arruginita e il mio retino cattura stelle ha un bel buco nel mezzo. Al momento non potrei neppure catturare una lucciola”

Buffy gli sfiorò le labbra “Allora dovrai trovare un altro modo per dimostrarmi di amarmi”

Le braccia di lui la strinsero ancora di più “In che modo?”

“Fammi pensare” gli sussurrò Buffy “Ho un po’ di difficoltà a trovare l’idea giusta. Probabilmente mi verrebbe subito in mente se non avessi questo addosso”. Indietreggiò e lasciò cadere le lenzuola

“Pensavo anch’io la stessa cosa” disse Angel

“Adesso mi sta venendo un’idea” Gli si avvicinò di un passo

“Anche a me” le fece eco lui, stringendola con tenerezza e piegò la testa per coprirla di baci. Le sue mani la accarezzavano incendiandola di desiderio “Hai pensato a tutto?”

“A niente” sussurrò lui “Temo che il sangue mi sia andato alla testa e la mia mente non funzioni a dovere”

“Forse staresti meglio se ti sdraiassi…”

La sollevò e la trasportò fino al letto, deponendola con delicatezza, come se temesse di spezzare un oggetto troppo fragile.

Buffy gli tese le braccia per accoglierlo in un abbraccio senza fine, gentilmente, come se avessero tutto il tempo del mondo.

Il corpo di lei aderiva a quello di lui con una naturalezza che sfidava la ragione e il fato. I suoi seni premevano contro il petto di lui e fu avvolta da una violenta ondata di calore che la penetrò fino all’anima.

Avrebbe voluto che quella notte durasse in eterno, per restare fino alla fine dei giorni stretta tra le sue braccia, al sicuro, protetta e amata. E a sua volta voleva amarlo e proteggerlo.

Ne esplorò il corpo con le dita e le labbra, memorizzando ogni angolo, ogni avvallamento. Aveva bisogno di ricordare ogni sfumatura del suo tocco, ogni sottigliezza delle sue carezze. Gli baciò il tatuaggio sulla spalla e ne sfiorò i contorni con la punta delle dita, che poi scesero sui muscoli del petto.

Angel rispose a sua volta con movimenti lenti e languidi, assetato della sua pelle, di lei, del suo profumo, della sua morbidezza. La sua lingua scivolò tra i suoi seni e giocò con un capezzolo, poi con l’altro. Buffy sentì la mente annebbiarsi, annullarsi nella voluttà, scossa da un tremito irrefrenabile. Ora le sue mani si insinuavano nelle sue parti più intime, all’attaccatura delle cosce. Lei allargò le gambe per accoglierlo. Le accarezzò il centro della sua femminilità e fu scossa da una serie di brividi sotto il suo tocco lento e misurato. Si beò di quella lenta tortura erotica. La tensione andò accumulandosi e lottò per non lasciarsi andare.

Quando ormai le parve di non potere resistere oltre, Angel si spostò per inginocchiarsi a cavalcioni sopra di lei. Buffy allungò la mano e accarezzò la sua dura e vellutata virilità. Lui gemette a quel tocco, così continuò ad accarezzarlo fin quando lo sentì tremare sotto le sue mani. Infine lo guidò verso di lei e Angel scivolò nel suo corpo.

Insieme raggiunsero vette di piacere mai toccate prima. Il turbine dei sentimenti che sapevano scatenare l’un l’altro pareva non avere mai termine. Si saziarono dei loro copri, consumati dal desiderio.

Finché la tremenda tensione accumulata cedette di colpo. Buffy lanciò un grido gioioso e dolce amaro di bisogno finalmente appagato. Anche Angel gemette contro il suo collo mentre il suo corpo tremava nel momento della liberazione.

E loro due furono una cosa sola. Ora e per sempre.

Un paio di lacrime rigarono la guancia di Buffy, ma subito le deterse nel timore che Angel le notasse. Si avvinghiò a lui, attenta che non rimanesse nemmeno un solo un filo di spazio fra di loro. Alla fine con riluttanza, lo lasciò andare e rotolò su un fianco. Lui le si accostò il petto contro la sua schiena, le gambe piegate dietro quelle di lei

“E’ stato, si certo…è stato proprio…” Il sospiro di soddisfazione di lui la percorse come un brivido, come se fossero ancora uniti

“Si…è stato proprio.” Buffy riuscì a ridere leggermente.

“Mi è venuta in mente una cosa” la stuzzicò lui “Che mentre io ti ho coraggiosamente offerto la prova del mio amore, tu non ne ha data alcuna”

“Oh? Questa non è stata una prova?”

“Una reciproca prova al massimo” Angel emise una risatina “Io sono disposto ad attraversare oceani e nuoto e scalare montagne per dimostrarti il mio amore per te, e tu? Che cosa fari per rimostrarmi il tuo di amore?”

Lei rimase a lungo silenziosa

“Buffy?”

“Farò ciò che devo” gli rispose alla fine con dolcezza ed uno sguardo malizioso negli occhi “Tutto ciò che devo” E ricominciò a baciarlo.

 

Appoggiato ad un lampione Spike fissava le finestre di Buffy, immaginando quello che stava succedendo.

“L’ho sempre detto che questo chip mi ha reso un rammollito” disse fra sé, mentre si accendeva una sigaretta e si allontanava verso la sua cripta.

 

EPILOGO

 

Quattro anni dopo.

 

Buffy si guardò alla specchio soddisfatta. Il vestito nuovo le stava a pennello!. Sorrise. Erano passati quattro anni da quella fatidica notte. Quattro anni di battaglie, di litigi, di notti insonni e di tanto tanto amore. Come tutte le coppie avevano avuto anche loro delle piccole crisi, ma l’ombra di Angelus non si era più proiettata all’orizzonte. Angel aveva capito come tenerlo incatenato e aveva accettato tutto quello che il destino gli aveva riservato.

Era sereno e questa sua ritrovata serenità gli aveva anche portato l’agognata ricompensa. Ma nessuno si sarebbe aspettato che questo cambiasse in qualche modo anche la sua vita.

Erano passati tre mesi da quel giorno. Nemmeno Giles avrebbe mai sospettato di nulla. Nella ricompensa di Angel era compresa anche lei. Ironia della sorte! Gli avevano ridato la sua vita e con essa anche la donna che amava. All’inizio essere trattata come un oggetto l’aveva indignata, ma nello scorgere la vita che la attendeva con l’unico uomo che avesse mai amato aveva spazzato via tutta la sua amarezza.

I suoi poteri le erano stato tolti ed una nuova cacciatrice era arrivata.

La Angel Investigazioni continuava a esercitare, solo che si occupava anche di casi più normali. Angel aveva detto che ormai il lavoro gli piaceva e tutti i erano più o meno rassegnati.

Willow e Tara si erano trasferite a New York per completare il master, Xander si era sposato con Anya e avevano avuto una bellissima bambina. Giles era ritornato Inghilterra, ma erano rimasti in contatto. Dawn stava ancora con Gunn che assieme a Wesley e Cordelia continuava a lavorare all’agenzia.

Ai aiutarli, nei casi più difficili era arrivato Spike.

Un’altra regola per la redenzione di Angel comprendeva che dovesse continuare ad aiutare la gente in difficoltà e per questo gli avevano lasciato alcuni poteri propri dei vampiri. Era ancora molto forte, il suo udito e la sua vista era più affinata del normale, solo che poteva stare alla luce del sole e invecchiare.

Dopo un primo impatto, non molto piacevole, lui e Spike erano diventati amici. Spike aveva una nuova ragazza. Si chiamava Jocelyn, e stranamente non era affatto turbata dal fatto che fosse un vampiro.

Tutto era perfetto!.

“Sei bellissima amore mio” gli disse una voce.

“Anche tu” rispose lei mentre si avviava verso la porta della loro stanza da letto.

“Mamma!” gridò la voce di un bambino “non riesco a trovare la scarpa”.

“Arrivo” disse Buffy mentre si avviava verso la camera di Connor. Praticamente lo aveva allevato lei, ma si era ripromessa un giorno di parlarle della sua vera madre, tralasciando dei particolari, ma lui doveva sapere.

Buffy allungò la mano sotto il lettino di Connor e prese la scarpa.

“Non sarebbe il caso di portarlo via? Connor ha il suo letto più grande. Avrebbe anche più spazio per giocare”

“Non così in fretta. Ci servirà molto presto”

“Molto presto cosa?”

Buffy gli sorrise

“Vuoi dire che…” disse Angel

Lei annui

“Ma come…dove…quando?”

“Beh, come lo sai, dove... direi in un qualsiasi posto tra la cucina e la camera da letto, quando direi circa due mesi fa…”

Lui la abbracciò e la baciò con ardore.

“Si può essere così spudoratamente felice?”

“Non so. Io non sono mai stata così spudoratamente felice” rispose lei mentre lo baciava a sua volta.

Connor guardò i suoi genitori che si baciavano e sbuffò, poi tirò i pantaloni ad Angel

“Papà…papà!”

“Cosa c’è?”

“Smetti di baciare la mamma o faremo tardi!”

Angel prese suo figlio un braccio e rise assieme a Buffy, mentre si avviava verso l’uscita. “Si” pensò “Si poteva anche essere così spudoratamente felici!”

 

FINE