IL SOGNO

AUTRICE:ALEX

Ciao a tutte mi chiamo Alex e questa è la mia prima ff che scrivo,spero vi possa piacere e non annoiarvi.

In caso contrario ditemi pure di smettere e vi accontenterò.

E' una ff AU che si basa cmq sulla realtà in quanto alcuni personaggi sono reali, altri di mia invenzione. Ci sto lavorando da qualche anno a questa storia, ma non l'ho mai finita nè postata, soprattutto per pigrizia, ma ora sento sia giunto il momento di renderla nota anche a voi quindi ho preso il coraggio a due mani ed eccomi qui...

Accetterò qualsiasi tipo di critica sia benevola che non, purchè siano costruttive e mi aiutino a proseguire la storia....

Quindi non mi resta altro che augurarvi BUONA LETTURA!!!

 

(le " indicano i dialoghi, mentre * indica i pensieri)

 

 

PERSONAGGI REALI: David Boreanaz, Jamie Bergamm (non ricordo se si scrive così il cognome della moglie di David..scusate), Sarah Michelle Gellar, Joss Whedon...per il momento, poi si vedrà

 

PERSONAGGI DI MIA INVENZIONE: Daphe, nonna Shayri....per il momento, poi ne arriveranno altri

 

PERIODO: Da dopo il matrimonio di David in poi...

 

TITOLO: Il sogno

 

 

 

 

 

CAPITOLO 1

 

Si svegliò di soprassalto, quasi spaventato...aveva fatto ancora quel sogno, ormai era da troppo tempo che si svegliava in quel modo, con il cuore in gola e con il viso di quella ragazza ben stampato nella sua mente...

Il sogno era sempre lo stesso ed era così reale da lasciargli una profonda tristezza dentro ad ogni suo risveglio.

Le sensazioni che provava non potevano appartenere solo ad un sogno, sentiva chiaramente il calore del sole, il profumo del mare, e la brezza che lo avvolgeva in quello scenario quasi paradisiaco....e poi c'era lei...

Quella ragazza così esile e tormentata che gli urlava tutta la sua disperazione, e lui inerme e impotente non poteva fare altro che prenderla tra le sue braccia e stringerla così forte per proteggerla da chissà quale tremenda realtà, e lasciare che si abbandonasse in un pianto liberatorio e straziante.

Ad ogni risveglio sentiva ancora il dolore della ragazza, il suo profumo lieve eppur inebriante, poteva chiaramente percepire la sensazione che provava quando, nel sogno abbracciandola, accarezzava i suoi lunghi capelli; erano come seta, sentiva sul suo petto la sensazione di calore che lasciavano se sue lacrime.

 

...No, non poteva essere solo un sogno!

Forse tutti quei mondi paralleli che avera conosciuto recitando in Buffy ed Angel non erano solo una malata visione di Joss, forse esistevano realmente e lui ci si trovava dentro, li stava vivendo...

Si alzò dal letto con un movimento meccanico, si avvicinò alla vetrata che dava sulla spiaggia ammirando la magnifica alba che stava per dar vita ad un nuovo giorno, ed un sorriso ironico segnò il suo volto ancora assonnato.

*Stò vaneggiando, ...mondi paralleli...David stai lavorando troppo, hai bisogno di una vacanza...* pensò continuando a sorridere.

Improvvisamente si destò dai suoi pensieri sentendo il fruscio delle lenzuola provenire dal suo letto.

"David , sei già sveglio?"

"Buon giorno Jamie, ti ho svegliata, scusa tesoro", si avvicinò al letto sdraiandosi accanto alla donna baciandole dolcemente la fronte.

Jamie si accoccolò accanto al suo splendido marito e si abbandonò nuovamente ad un sonno sereno.

*Jamie...è così dolce il tuo viso...dormi tesoro* e stringendo la donna che solo pochi mesi prima aveva sposato e che presto lo avrebbe reso padre si sentì pervadere da una sensazione di pace e tranquillità, e per qualche istante tutta la tristezza che sentiva dentro svanì per incanto.

Ma gli bastò chiudere gli occhi per vedere nuovamente il volto malinconico di quella ragazza e spezzare quel momento di serenità trovato tra le braccia della moglie.

 

Si sentiva quasi in colpa nei confronti di Jamie nel provare quel groviglio di emozioni che gli tormentavano l'anima ogni qual volta pensava a quel volto, le aveva parlato di quei sogni senza però entrare nei particolari, limitandosi a spiegarle che erano solo incubi.

Non una parola, un accenno alla ragazza, quella era una realtà che non avrebbe condiviso con lei, Jamie non avrebbe potuto capire i suoi turbamenti perchè neppure lui poteva spiegarseli, e poi non aveva alcun senso renderla gelosa di un sogno...

Già, la gelosia di Jamie la conosceva bene, anche troppo!!!

Sua moglie quando avvertiva qualche minaccia, per altro infondata dato che non aveva occhi che per lei, diventava quasi buffa e comica cercando di difendere il suo territorio, come lo definiva lei; e nonostante la gelosia fosse uno dei difetti che David poco tollerava nelle donne, in sua moglie non lo disturbava affatto, anzi aveva imparato ad apprezzare e ad amare anche questo lato turbolento del carattere di Jamie.

 

Assorto nele sue riflessioni quasi dimenticò di doversi preparare per andare agli studios dove l'avrebbe atteso un'estenuante giornata di lavoro, così si affrettò preparandosi per uscire.

Oggi avrebbero cominciato le riprese dei cross-over ed avrebbe sicuramente trovato un'elettrizzata Sarah ansiosa di ricominciare a lavorare con lui.

Si erano sempre trovati bene quei due sul set e la loro intesa era ormai perfetta a tal punto da essere diventati grandi amici; la considerava la sua migliore amica, come una sorella alla quale confidare le sue ansie e le sue gioie.

Sapeva sempre di poter contare sul suo appoggio, si rivolgeva a lei per qualsiasi cosa riguardasse il lavoro o la vita privata, e lei non gli aveva mai negato il suo sostegno.

E lo stesso valeva per Sarah che si era affidata ciecamente a David nei momenti di maggior difficoltò, senza mai rimanerne delusa, trovando sempre una risposta rassicurante, un gesto affettuoso in quel fantastico uomo che era diventato ilpiù prezioso di tutti i regali che la vita le avesse donato.

 

David guardò Jamie che ormai si era completamente destata e avvicinandosi le diede un tenerissimo bacio.

"Buon giorno tesoro, ben svegliata"

"Stai andando agli studios?" farfugliò lei con una voce assonnata, stiracchiandosi accanto al marito.

"Si devo scappare, oggi cominciano le riprese dei cross-over e sicuramente Sarah avrà già dato i numeri non vedendomi arrivare. Già me la vedo tutta agitata che non vede l'ora di cominciare a lavorare di nuovo insieme"

Sarah...era un vulcano pieno di energia, ed il suo entusiasmo riusciva a contagiare chiunque. Ormai conosceva bene il suo scriciolo, così la chiamava lui fin dai tempi di Buffy.

"Salutala da parte mia e dille che sono arrabiata con lei, è da un eternità che non si fa sentire."

Jamie non era affatto gelosa di Sarah, ormai aveva compreso il tipo di rapporto creatosi tra lei e David accettandolo senza difficoltà, perchè aveva intuito da subito che la loro era un'amicizia pura e sincera, di quelle amicizie che non chiedono nulla in cambio e che sono destinate a durare per sempre, perchè nate da un affetto vero e profondo.

E poi anche volendo era proprio impossibile non voler bene a Sarah, una persona veramente deliziosa, sempre pronta a sacrificarsi per gli altri senza mai tirarsi indietro.

Jamie era felice che David avesse un'amica così preziosa nella sua vita.

"Mi raccomando non stancarti troppo, e fai la brava. Ci vediamo stasera, ciao tesoro, e chiamami in qualunque momentose hai bisogno".

Si avvicinò per un ultimo bacio prima di uscire e lei lo accompagnò alla porta salutandolo con unsorriso dolcissimo che le illuminava il volto ancora assonnato.

 

Arrivò agli studios con qualche minuto di ritardo, ma nessuno ci badò, tanto da quelle parti non si cominciava mai a lavorare per l'ora stabilita, si slittava sempre di una mezz'oretta abbondante.

Appena scese dall'auto si sentì travolgere da un vero e proprio ciclone..... era Sarah che appena lo vide non seppe resistere all'impulso di saltargli letteralmente al collo sommergendolo di baci ed abbracci, togliendogli quasi il respiro.

"David, David come sono felice di vederti!!!! Ero qui sola soletta ad aspettarti e tu come al solito sei in ritardo!!

Lo sai che sono impaziente di cominciare.. potevi arrivare prima, ora non abbiamo più un secondo per scambiare qualche chiacchiera."

Era sempre la solita Sarah, con la sua vitalità contagiosa che se ne stava li di fronte a lui guardandolo con quel sorriso da monellaccia.

Era praticamente impossibile non essere allegra con lei intorno, riusciva sempre a spazzare via qualsiasi turbamento con la sua felicità avvolgente.

"Buon giorno anche a te Sarah....ehi piano....Sarah mi....mi stai facendo soffocare....finirai col consumarmi le guance.....Sarah....basta...ho....ho capito che sei felice di rivedermi, ma ora basta....si,si anche io sono contento....ma....Sarah....basta...."

Nonostante i suoi tentativi David non riuscì a placare quel ciclone d'entusiasmo che gli saltellava ripetutamente intorno, abbracciandolo e baciandolo in continuazione.

 

"Forza David, ora vai di corsa in sala trucco, c'è Lily che è impaziente di mettere le sue belle manine sulla tua poderosa schiena per farti il tatuaggio....su, su, sbrigati!"

"Cara la mia scriciola se ti decidessi a lasciarmi anzichè avvinghiarti a polipo forse riuscirei anche a raggiungere la sala trucco!"

Fece un'espressione tra il semiserio e il divertito, ma non riuscì a trattenere una fragorosa risata, contagiando anche Sarah.

"Che avete tanto da ridere voi due, siamo già in ritardo di un'ora!" sbraitò Joss dal parcheggio, arrivando tutto trafelato semimando ovunque fogli usciti dalla sua borsa aperta.

"Allora? che ci fate ancora qui impalati? Forza correte immediatamente a prepararvi e a stamparvi su quelle vostre facce beote i visi tormentati e innamorati di Buffy ed Angel....siamo in ritardo!"

"Ma Joss calmati, dopo tutto sei in ritardo anche tu..." commentò ironicamente Sarah lanciando un'occhiata maliziosa a David.

"Certo che sono in ritardo! sono rimasto sveglio tutta la notte per dare gli ultimi ritocchi ai copioni che oggi voi due rompipalle dovrete interpretare magnificamente!!!....avete percepito bene? Magnificamente!!! Avete insistito tanto con i vostri cross-over, con la storia d'amore tra Buffy ed Angel che doveva continuare ed ora eccovi accontentati!! Quindi datevi da fare per rendere indimenticabile il mio soffertissimo lavoro!!"

Joss era proprio un folle, ed era proprio grazie alla sua follia che avevano preso vita Buffy ed Angel, trasformandoli nelle due serie più seguite d'america e non solo.

E a quel buffo uomo David sarebbe stato sempre riconoscente perchè gli diede fiducia sin dall'inizio di quell'avventura, affidandogli la parte di Angel nonostante la poca esperienza, e rendendolo protagonista di una serie tutta sua.

 

Adorava quel lavoro così frenetico e massacrante, in cui momenti di tensione e di follia pura si alternavano ad altri in cui la gioia e l'entusiasmo per un ciak ben riuscito elettrizzavano l'aria tutta intorno, trascinando in uno stato di totale euforia tutto lo staff.

Era come vivere in una grande e unica famiglia, nella quale anche il più umile tra i tecnici si sentiva indispensabile per l'ottima riuscita del lavoro, perchèli dentro nessuno si sentiva una super star, e questo contribuiva a creare quell'atmosfera di serenità e sicurezza che regnava tra di loro.

David era riuscito a sgomberare la mente dal pensiero angoscioso della ragazza dei suoi tormenti notturni, sicuramente l'impatto mattutino con il buon umore di Sarah lo aveva aiutato a rilassarsi complice anche una ottima giornata di lavoro in cui tutto era amdato per il verso giusto, proprio come aveva chiesto Joss.

Ma durante una delle ultime paude David avvertì una starna sensazione d'ansia pervadergli l'anima, si sentì starnamente agitato, quasi spaventato, senza capirne il motivo.

Sentì uno strano turbamento, una forte sensazione di calore lo avvolse completamente, ed un suono flebile si fece largo nella sua mente confusa e spaesata.

Era il suono di una strana voce, ma non arrivava dall'ambiente che lo circondava, non arrivava da qualcuno li attorno.

No, arrivava da dentro di lui, e si faceva sempre più chiara ed insistente.

*VOLTATI, ORA, ADESSO!*

 

 

 

CAPITOLO 2

 

Era la voce del suo inconscio, del suo io più nascosto che lo supplicava di voltare lo sguardo dietro di sè.

David si girò meccanicamente seguendo quell'instinto irrefrenabile che lo attanagliava, cominciando ad osservare con minuziosa attenzione gli sguardi distratti ed assorti in altri mille pensieri delle persone che lo circondavano.

*DOVE SEI, DOVE SEI...*, ripeteva insistentemente quella voce implacabile nella sua mente...*POSSO SENTIRE LA TUA PRESENZA, MA NON TI TROVO*, continuava imperterrita la vocina.

Era terribilmente spaventato, voleva ammutolire quella voce, farla tacere, scacciarla via dalla sua mente perchè non riusciva a capirne la provenienza, voleva trovare una spiegazione plausibile, ma inutilmente cercò di razionalizzare quelle sensazioni.

La vocina continuava ad assillarlo, ora sembrava quasi urlare quel suo bisogno disperato di trovarla, era un'esigenza non più una sensazione!

Ma trovare chi, o che cosa?!

Si sentiva sempre più smarrito e svuotato.

Portò le mani al volto come per proteggersi da chissà quale minaccia, le tempie ora pulsavano sempre più velocemente, sentì il sangue affluire violentemente alla testa, provò quasi dolore.

"David, David, ti senti bene? che hai?"

La voce di Sarah lo fece trasalire spaventandolo e riportandolo alla realtà.

"Sarah....sei tu...mi hai spaventato".

"Scusami, non volevo, ma ho visto l'espressione del tuo volto, era terrorizzata! Sembravi rapito da chissà quali terribili pensieri....è successo qualcosa a Jamie?"

"Come?....oh no....no, Jamie stà bene, lei on c'entra, è solo che....non so, ho sentito una strana sensazione di ansia, non so come spiegarlo....ma no preoccuparti Sarah, sarà solo un pò di stanchezza! con questo caldo e con tutto questo lattice sulla faccia oggi per me la giornata è stata piuttosto pesante." riuscì a ranquillizzare Sarah che lo guardò più sollevata.

"Hai ragione oggi è stato pesantissimo, questo caldo torrido mi ha sfinita, e tu poverino hai girato gran parte delle scene con il trucco sul viso, devi essere proprio sfinito, povero cucciolo..." gli prese il viso tra le mani e cominciò a coccolarlo.

 

Improvvisamente David sentì di nuovo quel turbinio di emozioni, nonostante le coccole di Sarah non riusciva a rilassarsi e istintivamente si voltò nuovamente quardando verso gli edifici degli studios.

Un tremore lo pervase completamente e dovette sedersi appoggiandosi prima a Sarah per evitare di cadere a terra, la vocina di nuovo prese il sopravvento.

"TI HO TROVATA FINALMENTE!!"

Non poteva credere a ciò che stava vedendo, lei era li di fronte a lui con la testa china intenta a leggere dei fogli disordinatamente infilati in una cartelletta.

Quella figura esile che ogni notte lo tormentava inesorabilmente nei suoi sogni era apparsa come dal nulla, si era inspiegabilmente materializzata nelle fattezze delicate di quella ragazza.

Si sentiva come paralizzato, rapito dalla sinuosità del suo corpo.

Il suo sguardo cominciò a scrutare con minuziosa attenzione ogni minimo particolare di quella figura come a voler memorizzare in modo indelebile nella mente quell'immagine, per non lasciarla svanire nella sua immaginazione.

Aveva lunghi capelli castani che coprivano le spalle con voluttuosi e morbidi riccioli illuminati dagli ultimi ancor caldi raggi di un sole ormai stanco e prossimo al tramonto, che valorizzavano la bellezza di quei riflessi magici e dorati che incorniciavano il volto delicato nascosto dietro grossi occhiali scuri.

Poteva percepire l'essenza e la bellezza aggraziata di quel viso ormai noto, riconoscerne le fattezze angeliche e delicatamente tristi che tante volte gli avevano riempito il cuore di malinconia.

La ragazza sembrava aver percepito su di sè lo sguardo ormai ossessivo di David distogliendo la sua attenzione dalla lettura di quei fogli che teneva tra le mani; si voltò verso di lui fissandolo per qualche minuto, poi si girò e si diresse verso l'interno dell'edificio.

David continuò ad osservarla mentre si allontanava, riuscendo a percepire il leggero fruscio dell'ampia gonna bianca mossa dal suo lento avanzare finchè non la vide sparire oltre la porta d'ingresso.

Rimase ancora seduto ad osservare quella porta ormai chiusa nella speranza che le riportasse indietro quella dolce visione.

Sarah rimase a dir poco attonita nel vedere quello strano comportamento che sicuramente non poteva certo solo essere una conseguenza della fatica giornaliera e del gran caldo patito durante le riprese delle esterne, poteva persino intravvedere il pallore del suo viso nascosto sotto il trucco in lattice!

Non aveva mai visto David in quello stato.

 

"David ora mi stai veramente spaventando, stavi quasi per crollare a terra, mi vuoi dire per favore che cosa ti succede? non ti ho mai visto in queste condizioni. Forse è meglio se lasci qui la macchina, ti riaccompagnoio a casa, non mi fido a farto guidare in questo stato."

"Sarah....scusami, ma io..." si rese conto di non riuscire neppure a parlare.

"Non continuare a scusarti con me, piuttosto cerca di dirmi che cosa ti stà succedendo, ti senti male?" Sarah era sinceramente preoccupata per il suo amico, non riusciva a capire che cosa lo angosciasse in quel modo.

"Non preoccuparti stò bene, non c'è nulla per cui ti debba allarmare scriciolo, veramente, ora stò bene."

"David non continuare a dirmi che stai bene perchè èevidente che non è così, stai tremando come una foglia... sembra quasi che tu abbia visto un fantasma."

Proprio così, aveva visto un fantasma, un bellissimo fantasma che non era più nei suoi sogni, ma era diventato reale, lasciandolo ancora più smarrito e incapace di capire...

"Sarah per favore accompagnami in sala trucco, mi sento soffocare con tutto questo lattice addosso."

"Certo David, andiamo. Aspetterò che tu abbia finito così ti accompagno a casa e finalmente spero ti deciderai a darmi delle spiegazioni."

David non le rispose, si sentiva troppo spossato per controbattere alle sue parole, si limitò semplicemente ad annuire.

 

Dopo essersi a sua volta velocemente cambiata e sistemata Sarah decise di aspettare David al bar.

Ordinò una tazza di caffè e pensierosa cercò di ripensare in modo razionale al comportamento dell'amico.

Non riusciva a capacitarsi di quella strana reazione, ripetendosi più volte che sicuramente non era dovuta soltanto alla stanchezza come le aveva fatto intendere David, ma che doveva esserci una spiegazione ben più seria, ed era fermamente intenzionata a scoprirne la provenienza.

Mentre cercava di trovare una logica in tutta quella strana situazione si accorse che non lontano da lei, seduta su di una poltrona, se ne stava tutta sola la nuova assistente di Joss, e subito le apparve nella mente l'immagine dello sguardo incredulo e smarrito di David mentre, qualche attimo prima all'esterno, si era come ipnotizzato osservando la ragazza....

Tutto cominciò ad apparirle più chiaro e non ci volle molto a collegare la strana reazione di David alla vista della ragazza.

Effettivamente si rese conto che lo strano comportamento cominciò a manifestarsi quando notò la ragazza, ma al momento non diede importanza a questo particolare perchè troppo sconvolta e preoccupata per David, ma ora rivedendola quel particolare trascurato prima le sembrò estremamente importante.

Doveva assolutamente farsi dare una spiegazione convincente perchè quella situazione cominciava a sembrarle veramente assurda!

Quale strano legame poteva unirli? In fondo quella ragazza era appena arrivata e lei stessa aveva avuto il piacere di conoscerla solo il mattino stesso mentre, aspettando David, si erano presentate scambiando qualche chiacchiera di circostanza giusto per fare conoscenza, ed era sicura che durante la giornata lei e David non avevano proprio avuto modo di presentarsi, quindi escluse a priori la possibilità che già si conoscessero, anche perchè David sicuramente gliel'avrebbe detto.

Più la sua mente cercava di razionalizzare più i suoi sforzi si perdevano in mille quesiti e ipotesi.

Era talmente assorta nei suoi pensieri che la voce di David la fece trasalire.

 

"Sono pronto Sarah, se vuoi possiamo andare,,,," non si accorse neppure del suo arrivo.

"Oh David... mi hai spaventata. Oggi non fai altro che farmi spaventare! Ti sembra il modo di arrivare tutto silenzioso alle mie spalle!" sbottò dallo spavento, ma si accorse che David non la stava neppure a sentire.

Fissava ancora quella ragazza e il suo sguardo si fece di nuovo cupo e turbato.

 

 

CAPITOLO 3

 

*Ora basta!* pensò Sarah.

Non poteva sopportare di vederlo ancora così angosciato e soprattutto non le andava giù l'idea che David non si fosse confidato con lei, non era da lui un simile comportamento quindi decise che era giunto il momento di smetterla con i misteri, avrebbe preteso da David delle spiegazioni convincenti.

In quello stesso istante, dall'altra parte del locale, la ragazza del mistero si alzò dalla poltrona e nervosamente si diresse verso l'uscita voltandosi prima nella direzione di David come fosse stata richiamata da un inspiegabile istinto.

Poteva percepire l'angoscia del suo sguardo ossessivo su di sè, sentire il suo turbamento, la confusione della sua mente, ma questo non era il momento delle spiegazioni, voleva solo allontanarsi da quel luogo e da quell'uomo, dal suo sguardo impaurito che la faceva sentire smarrita e terribilmente a disagio.

Nonostante il gran caldo che ancora accompagnava gli ultimi istanti del giorno sentiva brividi di frebbo sulla sua pelle e avrebbe voluto gridargli di non fissarla in quel modo, ma la voce rimase intrappolata i gola, soffocata da un improvviso magone che le impediva quasi di respirare.

Dovette ricorrere a tutte le sue energie per cancellare il torpore nella quale era sprofondata e ridare volontà di movimento alle sue gambe riuscendo finalmente ad allontanarsi da quel luogo.

 

David guardò un'altra porta chiudersi portandogli via nuovamente quella dolce creatura, e non riuscì neppure a sentire i richiami insistenti di Sarah che dovette squotergli vigorosamente un braccio per avere la sua attenzione.

"David perchè non ti siedi un attimo così ci beviamo una bella tazza di caffè e parliamo un pochino?" la voce di Sarah era dolce e rassicurante e i suoi occhi lo guardavano con tenerezza, tanto che si sentì indifeso di fronte a lei.

Sarah lo prese per una mano e lo invitò a sedersi con uno di quei suoi dolci sorrisi.

"Allora perchè non cominci a raccontarmi che cosa ti sta succedendo?"

Il tono pacato e rassicurante della ragazza lo tranquillizzò notevolmente e, anche se con non poco timore, si rese conto che non poteva tenersi dentro ancora per molto una simile angoscia e che parlarne con Sarah gli avrebbe solo fatto bene liberandolo da quel pesante fardello.

Del resto sapeva benissimo che lei era l'unica persona alla quale avrebbe potuto e dovuto confidare il suo tormento, ricevendo sicuramente quel sostegno di cui aveva disperatamente bisogno per affrontare quella paradossale realtà.

Cominciò con titubanza a raccontarle dei sogni e del turbamento che seguiva ogni suo risveglio, le spiegò in maniera minuziosa le strane sensazioni provate nel pomeriggio e l'angoscia straziante di quella vocina supplichevole che sentiva dentro, e nel ripercorrere quegli inspiegabili avvenimenti si sentì raggelare il sangue tanto erano forti le sensazioni provate.

Sarah gli teneva amorevolmente la mano accarezzandola di tanto in tanto cercando così di trasmettergli tranquillità, rimanendo tuttavia incredula di fronte al racconto di David, ma cercò di mascherare la sua agitazione dietro un dolcissimo sorriso.

 

"Mio dio David, è pazzesco quello che mi stai raccontando! Se non ti conoscessi bene sarei tentata di pensare che tu sia un folle visionario..."

"Probabilmente lo sono Sarah, probabilmente stò impazzendo e tutto questo non è altro che un incubo, tra poco mi sveglierò e questa assurda vicenda sarà solo un ricordo, ma l'hai vista anche tu la ragazza, hai visto anche tu la mia reazione e non credo che anche tu sia impazzita di colpo!" il tono della sua voce la turbò molto, le sue parole erano spezzate dall'emozione, era spaventato e non sapere come aiutarlo anche solo con una qualche plausibile spiegazione, seppur strampalata, le riempì il cuore di tristezza.

"Sarah ho paura, ho veramente paura, è tutto così assurdo, che cosa mi sta succedendo?"

Ormai l'emozione aveva preso il sopravvento sulla ragione, gli occhi lucidi gli si riempirono di lacrime cercando negli occhi dell'amica una qualche rassicurazione.

Sarah si alzò dalla sedia avvicinandosi a David, gli prese il volto tra le mani asciugandogli le lacrime e lo abbracciò stringendolo con tutta se stessa come per proteggerlo da quell'assurda realtà.

Era la prima volta che lo vedeva piangere, di solito era lui a consolarla durante le sue crisi isteriche, ma questa volta doveva essere lei quella forte e confortare quell'uomo che per la prima volta le mostrava tutta la sua fragilità.

"Non preoccuparti David non sei pazzo, vedrai riusciremo a trovare una spiegazione e tutto si sistemerà, ma ora calmati, non dovrai affrontare più tutto questo da solo, ci sono io..."

Nel suo amorevole abbraccio sentì la rigidità di quel corpo, di quei muscoli tesi abbandonarsi lentamente fra le sue braccia.

David si lasciò cullare dalle dolci carezze della sua adorata musa consolatrice ritrovando un pò di quella pace cancellata dagli strani eventi che avevano segnato definitivamente la sua esistenza. Era perfettamente conscio del fatto che in qualunque modo si fosse risolta quella situazione avrebbe cambiato notevolmente la sua vita, nulla sarebbe stato più come prima, ed era questa consapevolezza a sconvolgerlo totalmente.

 

Tutto il suo mondo, la sua vita fatta di certezze concrete e reali si stava inesorabilmente sgretolando nello sguardo di quella misteriosa ragazza che gli avrebbe strappato l'anima, lasciandolo andare alla deriva in quel mare di incertezze senza risposte, senza punti fermi al quale aggrapparsi per non perdere quel poco di ragione rimastagli.

Ma ora non aveva più energie per pensare, si sentiva maledettamente svuotato, privo di qualsiasi forza, aveva solo il desiderio di lasciarsi cullare tra le tenere braccia del suo scriciolo.

Si sentiva terribilmente al sicuro in quel caloroso abbraccio e avrebbe voluto prolungare quell'attimo in eterno per non dover più sentire nè angoscia nè dolore, ma la realtà presto avrebbe ripreso il sopravvento e gli sarebbe rimasto solo l'essenza di quel momento di pace, ed era tutto quello che ora poteva permettersi, solo momenti di pace.

 

Sarah accompagnò David a casa come promesso e lo vide più rilassato, le sue parole evidentemente avevano contribuito a rasserenarlo, ma durante il tragitto non parlò se non solo per ringraziarla, e dal canto suo non oso' spezzare quel silenzio nel quale sembrava aver trovato pace.

Improvvisamente fu lui ad interrompere quel silenzio così gravoso e pesante.

"Jamie non sa nulla di questa storia, le ho solo accennato ai sogni senza spiegarle niente di più, sa solo che sono incubi. Non ho voluto turbarla in questo momento, sai è il periodo più delicato della gravidanza e non voglio darle preoccupazioni, e poi non capirebbe, come potrebbe farlo se neppure io so cosa mi sta succedendo!

Non potermi confidare con lei mi fa stare male da morire, mi sento in colpa ogni volta che la guardo. E' come se la stessi tradendo, ma cos'altro potrei fare? Dovrei dirle -sai aore sto sognando una ragazza che mi tormenta tutte le notti e oggi si è materializzata agli studios-.....mi prenderebbe perpazzo,o peggio ancora penserebbe subito che ho una relazione con lei e si scatenerebbe l'inferno.....con che coraggio ora enterò in quella casa? che cosa le dirò per cercare di non farle capire nulla? le basterà guardarmi in faccia per accorgersi che sto male,lo fa sempre, mi guarda negli occhi e capisce subito il mio stato d'animo! Non riesco a nasconderle nulla, ha imparato a conoscermi anche fin troppo bene in così poco tempo."

Sarah non oso' interrompere il suo sfogo, ora lui aveva scelto di affidarsi completamente a lei e sarebbe rimasta in silenzio ad ascoltarlo per ore se questo fosse bastato per alleviargli un pò di sofferenza, e le faceva così male vederlo in quelle condizioni!

Avrebbe volutopiangere con lui come se le loro lacrime bastassero per lavare via ogni angoscia e tormento dal suo cuore e ridonargli serenità, ma non sarebbe servito a niente lasciarsi prendere dallo sconforto perchè non l'avrebbe di certo aiutato in quel modo, anzi avrebbe solo aumentato i sensi di colpa in David.

Ora avrebbe dovuto essere forte per lui senza lasciarsi travolgere dalle emozioni perchè David aveva un bisogno disperato di ritrovare certezze nella sua vita per non impazzire, e lei ora eral'unica certezza al mondo rimastagli e per niente e nessuno lo avrebbe abbandonato.

 

Cercò di parlargli dando un tono rassicurante alla sua voce evitando di lasciare trasparire lo stato emotivo in cui si trovava.

"David lo so che è tremendo quello che stai passando e so anche quanto sia doloroso dover mentire o nascondere la verità alla persona che si ama, ma purtroppo ora non hai altre alternative e sarebbe meglio per il momento se non raccontassi a Jamie quello che è successo perchè nelle condizioni in cui ti ritrovi non saresti in grado di darle delle spiegazioni plausibili, rischieresti solo di peggiorare la situazione portandola in uno stato di agitazione inutile che non aiuterebbe lei a capire e te a trovare delle risposte.

Lo so che è difficile, ma ora devi cercare di tranquillizzarti e tornare da tua moglie come se quello che ti è capitato oggi non fosse mai accaduto."

Trovo' solo sconforto nello sguardo di David.

Come avrebbe potuto cancellare le assurde vicende vissute in quella giornata?

"Lo capisco che è maledettamente complicato ma devi farti forza e cercare di reagire. E poi tu sei David Boreanaz, sei un magnifico attore, te lo sei forse dimenticato? non sei certo un attoruncolo da quattro soldi e ora non dovrai fare altro che calarti nella parte del marito felice e spensierato che torna dal lavoro ansioso di farsi coccolare dalla sua dolce mogliettina..."

 

Finalmente Sarah riuscì a farlo sorridere, anche se più che un sorriso apparve una smorfia sul suo bel volto, ma era un modo come un altro per rispondere al suo tentativo di sdrammatizzare la situazione con qualche battuta.

"Credo tu abbia ragione, non devo far altro che fare quello che mi viene meglio, recitare..."

Non sembrava molto convinto, ma del resto Sarah aveva ragione, doveva cercare di reagire e se per farlo avrebbe dovuto fingere di essere tranquillo e normale lo avrebbe fatto, perchè al momento non aveva altre alternative e le risposte non le avrebbe di certo trovate lasciandosi cadere nell'oblio della sua disperazione.

Si congedo' dal suo scriciolo abbracciandola e quasi la soffoco' talmente era forte la sua stretta e prima di lasciarla la guardo' intensamente negli occhi...

"Ti voglio bene Sarah....non sai quanto..." e con un gesto che parve durare all'infinito le sfioro' dolcemente le labbra con un bacio che racchiudeva tutta la gratitudine e tutto l'affetto che con le parole non sarebbe mai riuscito a dimostrarle, poi scese dall'auto e si diresse con non poca titubanza verso l'ingresso di casa sua voltandosi di nuovo verso di lei per trovare un ultimo sguardo d'incoraggiamento negli occhi comprensivi dell'amica.

Sarah rimase a guardarlo fino a che non lo vide entrare in casa e chiudersi la porta d'ingresso alle spalle.

 

Tbc…………….