LE STRADE DEL DESTINO


di Elisa


CAPITOLO I



Ma che diavolo sto facendo?”

Buffy accartocciò l’ennesimo foglio di carta per gettarlo, senza fortuna, nel cestino che già straripava di fogli appallottolati.

Sconsolata, appoggiò la testa sulla mano: lo sguardo le vagò per la sua stanza, tornando inesorabilmente alla pila di fogli bianchi che si era preparata davanti: da circa un’ora tentava, senza risultati apprezzabili, di scrivere una lettera…

Lettera che avrebbe cambiato la sua vita, o almeno, lo sperava.

Aveva deciso di cambiare la sua vita: voleva prenderne in mano le redini…

Negli ultimi tempi, le pareva di essere stata guidata troppo, da tutti, anche se non avevano certo intenzioni deplorevoli. Il signor Giles - che aveva rinviato la sua partenza per l’Inghilterra - lei lo sapeva, pensava solo al suo bene, alla sua incolumità, ed era per questo che era sempre tanto pedante ogni qualvolta che si ritrovassero in una stanza comune. Ma anche pensando che lo faceva perché teneva a lei, non riusciva più a sopportarlo!

E i ragazzi…Li adorava, non poteva continuare senza di loro, ma le sembrava di essere l’unico pulcino in una comunità di chiocce!

Stava impazzendo: se non fosse riuscita a cambiare le cose, aveva paura di fare o dire qualcosa per cui, poi, si sarebbe pentita amaramente.

Era da un po’ che quest’idea le stava frullando nel cervello, ma solo dopo oggi aveva deciso di metterlo in pratica! Certo, aveva Dawn a cui badare, ma era più che sicura che insieme a Tara e Willow sarebbe stata benissimo…


Sembravano più sorelle loro che…


Si impose di cacciare le negatività almeno per quel pomeriggio: ancora una volta, impugnò la penna e cercò di mettere per iscritto il fiume di emozioni e pensieri che le si agitavano dentro.


Cari amici,

so che probabilmente questa notizia vi prenderà alla sprovvista, ma ho deciso che ho bisogno di un break.

Non è colpa vostra: voi non avete fatto niente!

Siete sempre molto affettuosi e, ora più che mai, siete la mia famiglia. E io vi voglio un gran bene, solo il cielo sa quanto…

Ma qui non si tratta di voi, si tratta di me: mi sento troppo chiusa in una scatola d’ovatta, anche se sono la Cacciatrice sono sempre controllata a vista…Io vi capisco, ma vi prego, cercate di capire anche me: ho bisogno di riafferrare la mia esistenza, di farla nuovamente mia, per poter continuare a svolgere il mio compito con serenità…

Ora come ora, la mia vita è solo caccia: automatica, fredda caccia…Ma io sono più di questo, sono più della Cacciatrice.

Detto così, mi rendo conto che suona come una gara con sé stessi, ma vi assicuro che non è così: da molti anni, ormai, ho accettato il mio ruolo e anche ora non intendo sottrarmici.

Ma per continuare a svolgerlo al meglio, ho bisogno di un periodo di ritiro, di meditazione, per poter essere di nuovo la vecchia Buffy che voi conoscevate.

Quindi, vi prego, VI SUPPLICO, non cercatemi.

Vi prometto che tornerò, molto presto, prima di quello che pensate…E starò bene, di questo non dovete preoccuparvi…

Molto probabilmente, neanche farete in tempo ad accorgervi che sono partita che già sarò di ritorno!

Comunque, vi voglio dire che mi mancherete tantissimo, questo già lo so.


Signor Giles, la prego, vegli sui ragazzi.


Dawn, piccola, mi mancherai tanto, ma presto sarò di nuovo con te: spero che con Willow e Tara ti troverai bene…Loro sono altre due sorelle per me, e quindi sono sicura che anche con te sapranno essere presenti e affettuose come lo sono sempre state con me.


Ragazze, vi affido mia sorella: sono certa che sarà al sicuro con voi, al calore di persone che si vogliono bene e sempre protetta.


Xander, Anya, cercate di finire questi benedetti preparativi per quando sarò tornata, altrimenti inizierò a disperare per la realizzazione di questo matrimonio!


Vi voglio bene, a tutti quanti…Cercate di non fare pazzie durante la mia assenza, e vi prego, vi prego con tutto il cuore,

NON CERCATEMI.

Buffy



Non poteva crederci!

Ce l’aveva fatta….Ci era riuscita: le sembrava di aver trattenuto il fiato per tutta la stesura della lettera…e dal fiatone che si ritrovava, forse, era proprio così!

Ormai era notte inoltrata: in casa, Dawn dormiva e così Tara e Will.

Chiuso il foglio in una busta, preparò una borsa con pochi vestiti, per lo più tute e indumenti sportivi, indossò la SUA giacca di pelle – che, dopo tutti questi anni, aveva ancora il suo profumo - e scese dabbasso.

Senza fare alcun rumore, posizionò la busta dove potessero vederla appena svegli, sul tavolo della cucina, e poi uscì dalla porta sul retro.



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Le stelle ricoprivano Los Angeles, come una coperta intessuta dalle fate.

Una fresca brezza smuoveva le fronde degli alberi e i capelli di Angel che, in silenzio, percorreva una stradina secondaria nella periferia della città.

Era riuscito ad uccidere un demone che affliggeva L.A. da circa una settimana, ma non senza averne avuto in cambio alcuni souvenir: molte ferite lo stavano infastidendo…Anche se poteva guarire più in fretta dei comuni mortali, il dolore poteva sentirlo ugualmente e ora, ne sentiva parecchio!

In effetti, erano un paio di mesi che si ritrovava, alla fine di ogni lotta, con sempre più ferite…E la cosa aveva impensierito Gunn, Fred, Wesley e Cordelia, in particolare, che non voleva che il suo capo rischiasse di ricevere una ferita pericolosa anche per lui…Non voleva perdere il lavoro!

Mentre gli altri avevano iniziato una ricerca a riguardo, senza informarne Angel: volevano capire se c’era all’opera qualche forza oscura o capire ugualmente cosa gli stava accadendo.

Naturalmente, la cosa non era sfuggita a Cordelia, che era stata convinta a fatica a tenere la bocca chiusa sull’argomento, ma che poi, alla fine, si era unita alla ricerca.

Da giorni stavano spulciando ogni libro che potesse dar loro qualche informazione, ma la totale mancanza di risultati stava iniziando a preoccupare l’ex osservatore…per non parlare della frustrazione. Erano ancora concentrati sui volumi che avevano davanti, quando Angel rientrò…Non palesò loro la sua presenza, ma facendo pochissimo rumore, si ritirò nel suo appartamento.

Se non fosse stato per le porte che cigolavano, nessuno se ne sarebbe accorto…

Anche stanotte è rientrato tardi…se va avanti così, non avrà più forze. Le ferite che si procura ogni notte non fanno in tempo a guarire tutte per la notte successiva, e se la cosa venisse di dominio pubblico, sarebbe un bel guaio: qualche demone potrebbe fare comunella per affrontarlo e non sono sicuro che potrebbe uscirne bene…”

Nella voce di Wesley era riflessa tutta la preoccupazione per il vampiro che era ben presto diventato un suo amico: solo un anno prima, avrebbe definito la cosa impossibile, ma tante cose erano cambiate da allora…per fortuna sua…

Sì, certo…vaglielo a dire tu di rientrare più presto! Io, di certo, non mi offro volontaria…Lo sai, oltre a lavorare sempre di più, è diventato ancora più chiuso, se solo la cosa è possibile…No, non penso sia una buona idea…”

Cordelia aveva parlato col suo solito tono disinteressato, ma lui sapeva bene che aveva a cuore il bene di Angel, proprio come lui.

Poteva ingannare chiunque, ma non lui.

Wesley guardò Fred che si era addormentata con alcuni libri in braccio: la stanchezza iniziava a farsi sentire, in ognuno di loro. Rispose a Cordelia cercando di non alzare troppo la voce.

Certo, e allora restiamocene buoni buoni qui, in silenzio, mentre lui continua a correre sempre più rischi ogni notte che passa…”

Ma io non sto dicendo questo, testardo di un inglese! Sto solo dicendo che non è il caso di andarglielo a dire, tutto qui…Non ho detto che non dobbiamo fare niente!”

Appunto…continuiamo a cercare: prima o poi, qualcosa verrà fuori…”

Gunn aveva espresso la sua idea: secondo lui, era inutile accapigliarsi su questa questione, sarebbe successo ciò che sarebbe dovuto succedere…finiva sempre così.

O quasi.



Le loro voci risuonavano nitide come cristalli, fino al piano di sotto, dove Angel aveva deciso di ignorarle…Ma anche con tutta la buona volontà, non ci stava riuscendo. Stavano gridando troppo forte. Decise che, l’indomani, gliene avrebbe detto quattro a proposito del lavoro straordinario notturno…

Ora era troppo stanco.

Era consapevole che qualcosa non andava.


Troppe ferite.

Troppo dolore.

Fisico.


E mentale.


Ogni volta che rientrava, cadeva esausto e completamente privo di forze sul letto, sprofondando in uno stato di sonno senza pace e senza riposo…Passava gran parte del giorno ad agitarsi tra le lenzuola, con il dolore di ogni ferita che lo pungolava e lo straziava ogni volta di più. Quando poi si alzava, ricominciava tutto daccapo: il dolore, la stanchezza e l’agitazione.

Non aveva pace.

Quel giorno decise che ne aveva abbastanza di non riposare, così si alzò che il sole era ancora alto nel cielo – era pieno pomeriggio – e decise di riordinare casa.

Anche se era un vampiro, non gli piaceva il disordine.

Decise di riporre degli antichi testi che ancora doveva sistemare dacché era arrivato a Los Angeles: mentre li prendeva, uno per uno, per ordinarli sullo scaffale, un particolare attirò la sua attenzione…un piccolo foglio di carta era caduto da uno di essi.

Curioso per questo piccolo incidente, si accovacciò per vedere di cosa si trattasse e, con suo grande stupore, notò che si trattava di una busta proveniente da Sunnydale, col timbro di qualche settimana prima…

Tentò di capire come diavolo potesse esserci finita, anche perché non ricordava assolutamente di aver ricevuto niente da Sunnydale da ormai un bel po’ di tempo…Sempre con la busta tra le mani, si avvicinò alla lampada, per poterla osservare da vicino: non riconosceva la scrittura, ma l’aprì lo stesso e ne lesse il contenuto. Si trattava di un singolo foglio bianco, su cui c’erano scritte poche parole.


Caro Angel,

mi dispiace disturbarti.

Non so nemmeno io perché ti sto scrivendo questa lettera: forse, dopo tutto il dolore per le vicissitudini passate da Buffy, avevo bisogno di parlare con qualcuno che mi possa capire, o semplicemente ascoltare. E tu, queste due cose, le sai fare meglio di chiunque altro io conosca.

Scusami se ti posso sembrare egoista: so che hai lasciato Sunnydale per darle quello che pensi sia meglio per lei…

Non sai quante volte ho temuto per lei, per la sua salute mentale…e quante volte ho pensato di avere fatto un grande, madornale errore nel castare l’incantesimo che l’ha riportata tra di noi. Per innumerevoli notti, mi ripetevo di essere stata la più grande egoista di questo mondo, che non aveva scusanti, non potevano esistere scusanti per una come me…

Ora sono riuscita a zittire queste mie paure: vedendo Buffy di nuovo serena, che tenta di riappropriarsi della sua vita, mi dico che – forse – ne è valsa la pena.

E volevo dividere questo momento con te: non chiedermi perché…se vuoi chiamalo istinto, se vuoi chiamala stupidità…Sta di fatto che ora sto scrivendo questa lettera.

Ti accludo una sua foto: secondo me è la più bella dopo che…Beh, hai capito.

Spero che mi perdonerai per questo mio ennesimo atto di egoismo.

Ti auguro di trovare altrettanta serenità…o per lo meno, un po’ di pace.


Con affetto,

Willow


Non poteva credere ai suoi occhi.

Era davanti a lui…

Certo, era solo una fotografia, ma la sua bellezza lo travolse come se fosse stata lì davanti a lui.


Di nuovo viva.


Bella.

Come sempre sarebbe stata.


Per lui, non sarebbe mai cambiata: sarebbe rimasta la dolce ragazza, solare e piena di vita, che aveva amato…

E che amava.


Quella foto lo sconvolse totalmente: la camera si era messa improvvisamente a girare intorno a lui, come una trottola. Gli ci vollero alcuni secondi affinché si riappropriasse delle sue facoltà.

Solo allora, riguardò la foto.

Mille dardi sembrarono trafiggerlo: le gambe gli tremarono e questa volta non lo ressero più…cadde sul pavimento, con ancora la foto in mano. La stringeva come se fosse la sua ancora di salvezza in mezzo alla più violenta delle tempeste…

La vista iniziava ad essere oscurata da infinite lacrime che avevano iniziato a scendere dai suoi occhi color della notte.


Decise che non poteva continuare così, doveva fare qualcosa per uscire da quella situazione.


Non sarebbe stato d’aiuto a nessuno, in quelle condizioni…Fu d’impulso che si alzò, quasi cadendo per il capogiro che ne risultò, e si diresse in camera sua: prese un borsone e lo riempì con qualche vestito e alcuni volumi che stava leggendo.

Decise che, appena fosse scesa la notte, sarebbe partito per mettere ordine nei suoi pensieri, visto che nel suo cuore non avrebbe mai potuto, stando lontano da lei.

Si accorse, però, che gli sarebbe dispiaciuto dare una preoccupazione ai suoi amici: un debole sorriso si fece largo nella tempesta di emozioni che lo stavano squassando…Non avrebbe mai pensato di affezionarsi così a quel manipolo di persone che ora, rappresentavano quasi una famiglia per lui.

Cercò un foglio di carta, su cui tentò di spiegare le sue intenzioni.

Sperò che, tra tutti, lo trovasse Wesley, e non Cordelia che avrebbe sicuramente dato in escandescenze…ma forse, avrebbe dato in escandescenze lo stesso.

Sperò solo di riuscire a mettere per iscritto quello che aveva nella mente.

E nel cuore.


Cari amici,

so che probabilmente disapproverete questa mia decisione, ma io parto.

Ho bisogno di allontanarmi dalla città per qualche tempo.

So che lascio la Angel Investigations in buone mani, in ottime mani…

Vi prego, cercate di capirmi: ma soprattutto, non cercatemi.

Nel modo più assoluto.

Vi prometto che tornerò, ma voi dovete continuare con le vostre vite, con il vostro lavoro.


Devo riuscire a trovare un po’ di pace o perderò me stesso.


Angel



Chiuse il foglio nella busta e decise di lasciarla attaccata alla porta…dove non potevano non vederla. Prese il borsone ed uscì dalla finestra: fuori stava iniziando ad imbrunire e presto sarebbe stato buio, quindi sperava di allontanarsi abbastanza…anche se non sapeva in che direzione sarebbe andato.

Sapeva solo che voleva andarsene, doveva…

Messa al sicuro la foto nella tasca interna della giacca, fu così che si ritrovò in strada, sotto le stelle che, lontane, brillavano, indifferenti al suo tormento…Ma chi non lo era?

Ognuno era troppo preso dal proprio per occuparsi e preoccuparsi anche di quello degli altri: ma gli andava bene così, in fondo aveva passato ottanta anni a autocommiserarsi, crogiolandosi nel dolore, nel rimpianto…

In questi due anni a L.A. era cresciuto, come ‘persona’, imparando ad appoggiarsi agli altri, sempre un po’ di più, giorno dopo giorno…


Anche se non era mai stata la stessa cosa…che con lei.


Se ne stava andando proprio per maturare ancora, e per cercare quella stabilità che sempre gli mancava. Poteva fare qualsiasi cosa, ma si sarebbe sentito sempre incompleto: non aveva alcun dubbio a riguardo, lo sapeva anche fin troppo bene…Purtroppo, quello che lo avrebbe reso completo, rischiava di rovinare tutto, ma soprattutto, avrebbe messo a rischio la persona che più contava per lui. E questo non lo poteva accettare…adesso, come allora, quando l’aveva lasciata.

Era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto: vedere il suo cuore che si spezzava, lì, davanti a lui, e sapere che ne era lui l’artefice, il maledetto artefice, era stato come morire…


Vedere nei suoi occhi tutto l’amore congelarsi alle sue fredde parole…

Vedere nei suoi occhi tutte le speranze per il loro futuro insieme svanire come neve al sole…

Vedere nei suoi occhi la totale incomprensione per le sue parole…


Vedere le sue lacrime…


Ma lei era stata tanto forte da andare avanti, come lui aveva sperato: non ne aveva mai dubitato, sapeva che era una ragazza straordinaria, dotata di risorse eccezionali…

Non amava pensare al fatto che si stesse rifacendo una vita: questo comportava immaginare qualcun altro vicino a lei...e anche se era il motivo per cui l’aveva lasciata, era ancora un pensiero troppo doloroso per lui, per cui preferiva evitarlo.

Una leggera brezza si era alzata, e gli stava ora sferzando il viso: il freddo del vento l’aveva scosso da quei pensieri che, di solito, non lo portavano da nessuna parte se non a rimuginare e di essere di cattivo umore per giorni interi, addirittura settimane.

Infilò il borsone in macchina e avviò il motore, dirigendosi verso…neanche lui lo sapeva: prese solo la direzione che portava a nord, fuori città…era la strada più veloce per uscire da L.A. e quindi fu quella che scelse.


CAPITOLO II



Buffy aveva velocemente lasciato Sunnydale: aveva portato con sé i propri risparmi, e si era diretta all’aeroporto, dove era riuscita a trovare un posto libero sul primo volo per l’Europa…

Aveva deciso di cambiare totalmente ambiente e cosa c’era di meglio se non il vecchio Continente? Avrebbe messo in pratica gli studi d’arte che era stata costretta a seguire all’università, visitando dei musei…cercando sé stessa tra dipinti e sculture.

Durate il volo, che fu tranquillo, dormì un sonno agitato, come sempre del resto: era molto tempo ormai che non riusciva a riposare e neanche sfiancarsi con la caccia era servito a qualcosa.

Si svegliò di soprassalto, ma rassicurata dalla voce del pilota che si era trattato solamente di un vuoto d’aria: guardò fuori dal finestrino, facendo vagare lo sguardo tra le nuvole che riempivano il cielo come una coppa di panna montata…Chiese alla hostess un bicchiere d’acqua e quando sarebbero arrivati.

Atterreremo a Parigi fra mezz’ora…Posso portarle qualcos’altro?”

No, grazie”

Sorseggiando la sua acqua, pensò a come la scelta della sua destinazione era stata alquanto fortuita: era arrivata all’aeroporto senza idee e aveva deciso che il primo volo disponibile sarebbe stato il suo. E così era stato.

Intravide i primi segni della grande città sotto di sé poco dopo aver parlato con la hostess: era incredibile quante cose si potevano osservare da lassù…La cattedrale…La torre Eiffel!

Ora iniziava a sentirsi eccitata all’idea di camminare tra tutti quegli edifici antichi, dai quali si poteva respirare la storia…..beh, in fondo, forse non sarebbe stato così entusiasmante.

Ma forse avrebbe apprezzato altre cose…

Mentre era ancora persa in questi pensieri, la voce del pilota la riscosse riportandola alla realtà, dicendo che era il momento di allacciare le cinture visto che si stavano preparando all’atterraggio.


Era una giornata grigia, in cui una leggera pioggerellina rendeva l’aria quasi tangibile intorno a sé…davanti all’uscita, una lunga fila di turisti aspettava che si liberasse un taxi, mentre Buffy li sorpassava per dirigersi all’ufficio del cambio, per avere del denaro contante.

Cambiato parte di quello che si era portata dietro, si diresse verso la fermata della metropolitana, sperando di trovare la linea che portava in centro senza troppa fatica: a portata di mano aveva sempre il suo dizionario tascabile, acquistato proprio prima di partire da cui aveva appreso alcune espressioni di conversazione durante il volo. Non che si illudesse di riuscire a comunicare qualcosa di comprensibile, ma era sempre un inizio…Scesa nei sotterranei, riuscì a prendere il primo treno che l’avrebbe portata a Notre Dame.

Non sapeva ancora dove avrebbe alloggiato, ma era decisa a trovare una camera nei dintorni, giusto per essere a portata di mano da quasi tutti i posti degni di visitare nella ville lumiere.

La metropolitana a quell’ora era piena solamente di turisti e studenti che tornavano da scuola…

Buffy riusciva abbastanza bene a confondersi tra la folla: in fondo, il suo solo bagaglio era il borsone che aveva a tracolla per cui, non sembrava la solita turista…Ragion per cui, veniva evitata da tutte quelle zelanti persone che, fuori da ogni stazione – di metropolitana, bus o treno – offrivano i loro servigi a turisti più o meno sprovveduti.

Uscita dalla metropolitana, decise per prima cosa di trovare un alloggio.



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Aveva lanciato la macchina a velocità folle, diretto fuori città…in men che non si dica, aveva attraversato il confine e, appena aveva iniziato a percepire che la notte stava per terminare, era riuscito a trovare un rifugio in una vecchia cascina abbandonata, in cui non aveva trovato riposo, ma solo un sonno agitato e tormentato da mille incubi.


Diverse settimane passarono nello stesso modo: attraversò tutti gli stati, fino a giungere sull’altra costa, nello stato della Virginia e, la notte stessa che vide l’oceano, si diresse al porto di Norfolk dove in poco tempo, trovò un cargo diretto in Europa…Aveva ritrovato alcuni vecchi conoscenti che non gli fecero problemi a dargli quel passaggio che a lui stava così a cuore.

Avrebbe potuto evitare la luce del sole con relativa facilità, anche se avrebbe impiegato un maggior tempo a raggiungere la sua destinazione…ma questo non gli importava: l’importante era andarsene, non il tempo che avrebbe impiegato per farlo.

Era una nave mercantile, che trasportava solo container: i marinai che vi prestavano servizio erano tutti esperti e nessuno era incuriosito dal nuovo passeggero che il loro capitano aveva accolto a bordo: ogni tanto, capitava che il loro capo decidesse di dare un passaggio a qualcuno che ne aveva bisogno….Il fatto, poi, che si conoscessero da prima, era una cosa che normalizzava il tutto più di ogni altra congettura. Angel era stato sistemato in una cabina che non aveva oblò, ma che era situata proprio nella parte più centrale della nave: aveva così a disposizione uno spazio tutto per sé in cui passare tutto il tempo necessario.

Partirono la notte stessa del suo arrivo in città, visto che il cargo era già in ritardo di un giorno. L’oceano si presentava davanti a loro placido: era una notte tranquilla, in cui solo una leggera brezza faceva loro compagnia…Angel era sul ponte, rivolto vero il porto che si andava via via allontanando: i suoi occhi erano fissi sulle luci che si stavano lentamente spegnendo all’orizzonte, non realmente guardandole ma restando fissi su un volto…volto che stava ancora una volta abbandonando.

Ma questa volta era diverso: se ne stava andando per lui.

Ormai, l’aveva lasciata: lei si stava ricostruendo una vita, la più normale possibile, non faceva più parte della sua vita, almeno, non una parte attiva…

Perché lei ne avrebbe sempre fatto parte.


Lei era in lui, radicata in lui così profondamente che niente avrebbe potuto scinderla da lui.


Quando le luci si persero nel buio della notte, i suoi pensieri vagarono ancora per qualche ora nei meandri del suo passato, fino a quando non percepì l’imminenza dell’alba. Dopodiché, si ritirò nella sua cabina, dove restò chiuso per tutto il giorno.


Il suo viaggio passò pressappoco nello stesso modo: a parte l’oceano un po’ più agitato, a volte anche molto, niente cambiò il corso degli eventi…fino al loro arrivo al porto di Lisbona.

Arrivarono a giorno inoltrato, per cui Angel dovette aspettare a bordo l’arrivo dell’oscurità per togliere il disturbo: poté sentire intorno a sé il lavoro dei marinai, intenti all’approdo, e in tutte quelle mansioni ad esso annesse.

Appena mise piede a terra, l’aria calda lo avvolse: il porto era finalmente tranquillo, a parte alcuni marinai che stavano rientrando alle loro navi dopo essere andati in giro per la città.

Con il suo borsone, si diresse verso il centro, non sapendo bene cosa cercasse, ma con la speranza che, strada facendo, lo avrebbe capito.



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Due settimane erano ormai passate dal suo arrivo a Parigi: madame Boisin le aveva affittato una camera che, solitamente, teneva per gli studenti dell’università, ma quando aveva incontrato Buffy al mercato rionale ed era stata aiutata da lei con un sacchetto che si era rotto e aveva riversato tutto il suo contenuto sul marciapiede, l’aveva dapprima invitata a prendere un the e, dopo una breve chiacchierata e venuta a sapere che stava ancora cercando un alloggio, le aveva proposto la stanza che teneva libera al piano di sopra. Era modesta, ma pulita e confortevole: un letto di fattura antica, di legno intagliato, aveva fresche lenzuola ricamate e una copriletto fatto a mano; l’altro mobilio della stanza era uno scrittoio, su cui c’erano alcuni libri, una sedia, e una libreria, con altri volumi, per lo più vecchi testi scolastici e romanzi rosa…i primi appartenuti al figlio della padrona di casa, ora all’estero per un corso post-laurea, mentre i secondi erano proprio di madame Boisin: erano l’unico suo divertimento. Ormai vedova, non le restava altro se non il figlio, ora lontano, il gatto Noel e i romanzi rosa: quando prendeva il the con Buffy – praticamente ogni pomeriggio – si divertiva a prendersi in giro per questa sua passione.

Continuava a ripeterle che era il suo modo per liberare la sua fantasia: con i libri, lei poteva essere chi voleva e fare viaggi al di là di ogni immaginazione.

Durante questi loro pomeriggi, madame cercava, molto cortesemente, di sapere qualcosa di più sulla sua affittuaria: era sempre molto discreta con le sue domande, anche se stava diventando più insistente con la sua curiosità…Buffy, da quando era arrivata, aveva condotto una vita tranquilla, visitato musei, girato per i quartieri tipici, passeggiato lungo il Lungo Senna, era anche andata sulla torre Eiffel…fino all’ultimo piano!

Era rimasta senza fiato davanti a quel panorama: aveva avuto fortuna ed era capitata in una giornata limpida, che le permise di vedere tutta Parigi distesa a i suoi piedi.

Decisamente, era una città che le piaceva, l’aveva conquistata con la sua passione, la sua voglia di vivere…Ma ora, si rendeva conto che era ora di andarsene.

E lo disse a madame Boisin.

Oh no, ma cheré! Ma come mai? Non ti trovi bene qui, con me? Eppure, sei così serena…e mi sembra che Parigi ti piaccia molto…”

Buffy rimase un attimo imbarazzata: non voleva darle l’impressione di andarsene perché non si trovava bene….anzi, aveva trovato una compagnia davvero deliziosa in quella vecchia signora.

No, no, non è assolutamente così, glielo assicuro! E’ solo che…vede…ho bisogno di andare, di trovare me stessa e non posso farlo se resto ancora qui”

Si fermò un attimo, posando la tazza che aveva in mano e rivolgendo il suo sguardo a madame.

Ma questo non significa che non mi sono trovata bene qui….anzi…Lei è stata davvero preziosa, per me, in questo periodo e sono sicura che non la dimenticherò mai…”

Madame era seduta vicino alla finestra aperta, da cui entrava tutta l’aria primaverile piena di profumi tipici della stagione: accarezzava Noel, acciambellato sulle sue ginocchia, che faceva le fusa emettendo rassicuranti e rilassanti rumori. Guardò Buffy con uno sguardo triste, ma col sorriso sulle labbra.

Anche tu cara: rimarrai nei miei pensieri e spero che, qualsiasi cosa tu stia cercando, tu la possa trovare al più presto possibile. Ma ricorda: se non saprai dove andare, qui ci sarà sempre una porta aperta per te e un tetto pronto a darti riparo. Ed un’amica che saprà ascoltarti. Ricordatelo, mi raccomando”

Buffy annuì, grata di aver incontrato una persona così gentile.

Stia tranquilla, non me ne dimenticherò. Grazie”


Il pomeriggio era passato, e Buffy era ripartita: dopo aver salutato madame Boisin – a cui non era riuscito di non piangere – si era diretta verso la stazione dalla quale aveva preso un treno per la Normandia…Aveva sentito parlare così tanto di questa regione in modi così meravigliosi che non aveva resistito ed aveva deciso di andare a visitarla.

Dopotutto, stava seguendo quello che le diceva il cuore e finora non le era andata poi così male.



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Promontorio di Sagres.

Un faro abbandonato.

Aveva avuto la fortuna di trovarlo appena cinque giorni dal suo arrivo in Portogallo: era in una zona disabitata, per cui non correva il rischio di visite inopportune…e dalla cima del faro poteva stare ad osservare l’oceano quanto voleva.

Solo davanti alla sua immensità, alla maestosa imponenza della natura riusciva a trovare un po’ di pace.

La notte era appena finita, ed Angel si era ritirato nella cantina del faro: l’aveva scoperta lo stesso giorno che era arrivato, esplorando la costruzione…e si era rivelata perfetta per passarvi i giorni: era molto umida, ma abbastanza ben conservata e – dopo un po’ di pulizie – era apparsa ancora più confortevole. C’era un piccolo caminetto, con molta cenere depositata lì da anni, che però funzionò benissimo: in poco tempo, un fuoco scoppiettante riempì la stanza col suo calore…Angel si perse nelle fiamme, solo osservando i guizzi delle lingue di fuoco. Si accoccolò su un letto che aveva ripulito da infinite ragnatele e, in breve tempo, si addormentò.

Fu un sonno agitato e senza pace quello che lo pervase, ma portò con sé qualcosa in più.

Un sogno.


Subito, tutt’intorno a lui c’era solo il buio…poi mentre la stanza si andava facendo più nitida, lui la riconobbe e non poté trattenere un brivido di dolore….


Si trovava a casa sua….A Galway!


Poteva riconoscere lo studio del padre: il suo scrittoio intagliato, ricoperto ordinatamente da pile di carte, probabilmente il lavoro della giornata, le librerie piene di volumi che – aveva sempre pensato – suo padre non aveva mai letto, ma teneva lì esclusivamente per incutere timore ai suoi interlocutori, che il più delle volte erano ignoranti contadini, vassalli delle sue terre.

Nel grande caminetto di marmo bianco, ardevano ceppi di legna che emanavano un tepore così piacevole che, però, non riuscì a toccare il cuore di Angel. Non sentiva nulla, se non un dolore terribile pervaderlo tutto…Delle due poltrone davanti al caminetto, riusciva a vedere solo il retro, ma trasalì quando un braccio spuntò da una di esse ed una voce, una voce che non sentiva da anni – da secoli – gli parlò.

Vieni avanti, Liam…non avere timore…O dovrei chiamarti Angel?”

Anche se era moltissimo tempo che non la udiva, non ebbe dubbi a chi appartenesse la voce: era suo padre quello che gli aveva parlato!

E il suo tono lo sorprese non poco: di solito, quando era ragazzo, suo padre gli si rivolgeva sempre con tono autoritario ed arrabbiato, anche perché il suo comportamento non lo soddisfaceva mai.

Invece, l’uomo che gli aveva parlato ora, aveva un tono di voce tranquillo, quasi sereno…

Non avendo avuto risposta, l’uomo seduto in poltrona ripeté il suo invito.

Non avere timore…vieni a sederti accanto a me, figlio mio…”

Il dolore che fino a pochi attimi fa lo aveva pervaso, si tramutò ora in confusione: in tutta la sua vita, non si era mai rivolto a lui chiamandolo figlio mio!

Non aveva mai usato un’espressione così affettuosa…e sentirla ora, gli riempì il cuore come mai in passato.

Decise di accettare l’invito e si andò a sedere nell’altra poltrona: stranamente, non si voltò verso il padre, anche se era la cosa che più desiderava…Restarono così, a fissare il fuoco, per molto tempo…o almeno, così parve ad Angel.

Poi, la voce del padre, lo riscosse.

Figlio, tanto tempo è passato…forse anche troppo…ma tu, vedo che sei scosso da un dolore troppo grande per essere sopportato: non me ne vuoi parlare?”

La voce così serena lo avvolse come una coperta calda in una notte fredda e gli diede lo stesso inebriante calore…Senza accorgersene, ebbe gli occhi pieni di lacrime…Aveva sempre sognato di sentire parlare suo padre con quel tono, al posto della rabbia aveva sempre sognato dolcezza e comprensione…E ora che le aveva, piangeva!

La voce non gli venne, per quanto si sforzasse non riuscì a pronunciare una sola parola…

E proprio mentre si sforzava di parlare, sentì un boato e si svegliò.

Sulle prime, non riuscì a capire dove si trovasse: era ancora con la mente al sogno e per riconoscere la cantina del faro gli ci vollero alcuni minuti…

Il fuoco era ancora scoppiettante e mentre lo guardava, cercando di capire cosa fosse successo – e perché – sentì un altro boato.

Evidentemente era scoppiato un temporale…perché per tutto il giorno, i tuoni si ripeterono, uno dopo l’altro.

Angel, incapace di richiudere occhio, rimase tutto il tempo seduto davanti al camino, rifornendo il fuoco di nuova legna, e cercando di capire cosa volesse dire il sogno che aveva fatto.

Era da molto tempo che non sognava più la sua famiglia, suo padre in particolare: i primi anni dopo la maledizione gli capitava ripetutamente, era il suo incubo peggiore…Non gli diceva mai niente, ma lo guardava e lo additava, seguendolo per tutto il tempo…E più lui cercava di fuggire, più non riusciva ad allontanarglisi.

E finiva sempre allo stesso modo: si svegliava di scatto, tutto sudato e urlante…perché gli chiedeva pietà.

Il ricordo di quei sogni – incubi – lo fece sudare freddo, facendogli provare dolore nella parte più profonda del suo essere…Ma, al pensiero del nuovo sogno, il dolore andò un poco diminuendo: era un cambiamento che non si era aspettato e, anche se non sapeva cosa significasse, era stato felice di aver sentito ancora la voce di suo padre. Non aveva mai avuto modo di dirgli quanto gli volesse bene, perché i sentimenti e la foga di uno e dell’altro aveva impedito la cosa: quando era ragazzo, era stata troppa la voglia di evadere da quell’ambiente che lui riteneva obsoleto e chiuso ad ogni diversità per comunicare al padre i suoi sentimenti.


Se ne era sempre pentito, ma mai come ora.


Aver sentito di nuovo la sua voce, tranquilla e piena d’affetto, gli aveva fatto rimpiangere di non avergli mai detto cosa provava davvero per lui.

Decise di recuperare.

Scattando in piedi, riempì il suo borsone e fu risoluto a partire la notte stessa.


Se non glielo aveva mai detto prima, poteva sempre dirglielo adesso.



*********************************************************



La sua permanenza in Normandia fu abbastanza breve: era stranamente inquieta, neanche lo splendido panorama era riuscito a calmarla…Aveva provato ugualmente a fare delle lunghe passeggiate per i campi di lavanda, ma il suo spirito non si era placato lo stesso.

Decise così, di partire di nuovo, attraversando la Manica.

Sentiva che il suo viaggio non la stava portando da nessuna parte, non le stava portando quell’aiuto che lei sperava di trovare…E durante uno dei suoi ultimi giorni in Normandia, durante una giornata di pioggia era rimasta in camera sua a fissare la pioggia venire giù e le era venuta in mente che, forse, al Consiglio, avrebbe trovato quello che cercava.

Non sapeva se fosse possibile, ma non gliene importava: l’avrebbero fatta entrare, fosse stata l’ultima cosa che avesse fatto.

Fu così che si ritrovò sul traghetto, a fissare la costa francese che si allontanava, tra le onde impetuose che si andavano ad infrangere ai lati della nave…Per fortuna non soffriva il mal di mare: era una giornata infausta, come se qualcuno, da lassù, non volesse che lei attraversasse lo stretto.

Una forte pioggia battente era iniziata poco dopo che erano partiti e non li abbandonò per tutto il viaggio, anche al loro arrivo non smise un attimo.

Si ritrovò inzuppata in pochissimo tempo, e col suo borsone a tracolla, si avviò piedi verso il centro città, sperando che non fosse stagione di punta a Dover.


Una settimana dopo.

Non era stato facile trovare il Consiglio.

Non era propriamente una società reclamizzata sull’elenco del telefono…Aveva trovato alloggio a Londra, vicino alla biblioteca, in un alloggio che, solitamente, era destinato a studenti universitari….Sembrava essere una costante del suo viaggio, sostituirsi a studenti dell’università. Comunque fosse, aveva pensato che la biblioteca fosse il posto giusto per chiedere informazioni: se non avesse trovato lì quello che cercava, non sapeva proprio dove cercare.

Una mattina si era risoluta a non tornare a casa se non avesse avuto quel che cercava. Così risoluta, si presentò alla bibliotecaria: era una signora di una certa età, con piccoli occhiali posizionati sulla punta del naso, tanto che Buffy si chiese come potessero esserle d’aiuto…

Buongiorno, posso aiutarla?”

Sì…ecco, io mi chiedevo se lei non sapesse dirmi dove potevo trovare il Consiglio…”

Di che libro si tratta?

No, vede non è un libro, ma è…”

Se non è un libro, mi dispiace signorina, ma non posso esserle d’aiuto. Avanti un altro”

Buffy era rimasta ad occhi spalancati di fronte a tanto disinteresse: non l’aveva minimamente considerata e tantomeno il fatto di poterle essere d’aiuto. Le sembrava impossibile che l’avesse già liquidata…

Ma, signora, lei non può…”

Sì che posso e se non mi crede, preferisce che chiami la sicurezza?”

L’aveva guardata storta da dietro quei suoi occhialetti, con un’aria di chi non è abituato a sentirsi contraddire e Buffy aveva pensato che la cosa più saggia fosse quella di desistere, almeno per il momento…Pensò di tornare un altro giorno, in cui la perfida bibliotecaria non fosse stata in servizio.

Riprovò per i successivi giorni, ma senza maggior successo: trovò sempre l’arpia al banco così, seguita dal suo sguardo torvo, dovette consultare alcuni libri di cui, onestamente, non gliene importava nulla.

Seduta ad un lungo tavolo, occupato anche da alcuni studenti che avevano davanti una fila infinita di volumi aperti da cui stavano studiando senza posa, decise che poteva approfittare per leggere qualcosa dal libro che aveva chiesto questa volta: era una raccolta di poesie di Emily Bronte, e si disse fortunata, visto che la poesia non le dispiaceva più di tanto.

E ad ogni pagina che leggeva, si accorgeva che le piaceva proprio!

In breve, si perse in quelle pagine, tra quei versi che così tristi, le richiamavano alla memoria paesaggi grigi e desolati, ma anche un cuore inquieto…come il suo.

Dei versi in particolare attirarono la sua attenzione.


Mese per mese, anno dopo anno,

la mia arpa ha versato un canto triste;

ora una nota vivace la rallegra

e il piacere intona le sue corde.


Che importa se le stelle e il bel chiaro di luna

Si estinguono nel grigio mattino?

Sono soltanto emblemi della notte,

e questo, anima mia, è il giorno.


Ebbe gli occhi pieni di lacrime senza neanche accorgersene: facendo finta di niente, cercò di asciugarseli senza dare nell’occhio…Ma appena ebbe riposto il fazzoletto si accorse che qualcuno aveva deposto un biglietto ripiegato più volte proprio davanti al libro: non le era mai capitato di perdersi così tra le pagine di un libro tanto da non accorgersi di altro.

La curiosità fu più forte di lei e lesse il biglietto.


Ho sentito quello che stai cercando. Se ancora ti interessa, ti aspetto nel pub di fronte alla biblioteca, dopo la chiusura’


Si guardò in giro, ma niente di quello che vide le fece pensare che chi avesse scritto il biglietto si trovasse ancora lì: c’erano solo studenti intenti a studiare, tutti chini sui libri davanti a loro.

Guardò ancora il biglietto, e decise che non aveva niente da perdere ad andare all’appuntamento: al massimo, avrà assaggiato la birra di cui aveva sentito parlare così tanto.


La biblioteca doveva ancora chiudere quando Buffy entrò nel pub: prese posto ad un tavolo vicino alla finestra, da cui poteva osservarne l’uscita…era molto incuriosita da quel misterioso messaggio e dal suo autore…o autrice, poteva anche essere una donna. L’unica cosa da fare era aspettare.

Decise di ordinare qualcosa da mangiare, così provò i tanti rinomati sandwiches con un the bollente che l’aiutò a passare un po’ di tempo…Fino a che la sua attenzione fu richiamata da una figura che si era fermata presso il suo tavolo.

Ciao. Vedo che sei puntualissima”

Buffy sussultò a quella voce: alzò gli occhi e davanti si trovò una ragazza più alta di lei, di corporatura robusta, con lunghi capelli rossi…Era vestita con un lungo cappotto nero, e aveva a tracolla una borsa che pareva piena di libri pesanti.

Bene, è una buona cosa”

Detto questo, le si sedette di fronte e ordinò anche lei una tazza di the. Poi rivolse il suo sguardo e tutta la sua attenzione a Buffy.

Piacere di conoscerti. Io mi chiamo Lynn O’Danan e, come avrai sicuramente intuito, conosco ciò che stai cercando”

Buffy aveva sorseggiato il suo the, per poi rivolgerle finalmente la parola.

E cos’è che starei cercando?”

Non voleva scoprire le sue carte senza sapere se, effettivamente, la sua interlocutrice conosceva davvero la sua meta.

Ma il Consiglio, ovviamente”

Le sorrise, apertamente e sorseggiò il the che il cameriere le aveva portato.

Capisco che, se lo stai cercando, la tua diffidenza è legittima…ma di me ti puoi fidare: ho quasi completato i miei studi per diventare Osservatrice. Mi resta un esame da superare oltre alla tesi finale, che devo completare entro la fine dell’estate”

Buffy l’aveva ascoltata sorseggiando il suo the, e non togliendo mai il suo sguardo da quello di lei: non pareva avere l’aspetto di un Osservatrice…anche se in formazione…non sembrava noiosa…e non ne aveva l’atteggiamento.

Decise che era venuto il momento di farle alcune domande.

Mi fa piacere…anche se non capisco questa tua volontà: l’Osservatore è un mestiere che decisamente non terrei tra i miei preferiti…Insomma, sempre tra i libri…”

Lynn la guardò con uno sguardo indecifrabile: la stava ancora studiando, valutando…in fondo, si conoscevano da pochi minuti e non sapevano nulla l’una dell’altra.

Intuisco che i libri non sono il tuo passatempo preferito…forse, è meglio…la caccia?”

Buffy posò molto rumorosamente la tazza sul piattino, guardando la ragazza seduta di fronte a lei con occhi sgranati.

Tu…come fai a saperlo?”

La ragazza sorrise in maniera così spontanea e serena che Buffy si sentì momentaneamente rassicurata: non erano molti quelli che sapevano della sua missione, al di fuori della sua stretta cerchia di amici.

Beh, chiunque studi per diventare Osservatore conosce la Cacciatrice in carica…anche se dovrei dire, le Cacciatrici, visto che per la prima volta da millenni, ci ritroviamo con due ammazza vampiri contemporaneamente…”

Bene, a quanto pare è informata su tutto…’

Buffy era pensierosa: il ragionamento filava, doveva ammetterlo: nonostante ciò, non era convinta a lasciarsi andare.

Abitudine.

Sì, beh…comunque, non dovresti preoccuparti di questo: Faith sta scontando una pena per i suoi crimini, per cui ci sono solo io in circolazione! Ma dimmi…come posso arrivare al Consiglio?”

Perché vuoi andare al Consiglio?”

Non aveva neanche tentato di risponderle…ne fu leggermente infastidita: troppe volte, negli ultimi giorni, non aveva avuto le risposte che cercava….e iniziava ad averne abbastanza.

Senti, il perché è affar mio, se non ti dispiace…”

Lynn la guardava con occhi che sembravano dire ‘fidati, fidati’ ma, nonostante questo Buffy aveva ancora qualche dubbio. Lei lo capì e pensò di soprassedere, almeno per il momento.

Ascolta, ho un’idea: visto che ormai è tardi, per qualsiasi cosa, che ne diresti di venire a casa mia per cenare? Non è molto lontano da qui, e con la scusa, potremo fare due chiacchiere e conoscerci meglio…Ti va?”

Decise di abbassare la guardia e di provare a fidarsi: in fondo, le aveva fatto una buona impressione, fin dall’inizio, e decise che lei rappresentava l’unico mezzo possibile per arrivare al Consiglio.

Va bene…”

Pagarono e uscirono, sotto la pioggia battente: Lynn aveva un ombrello che riuscì a riparare entrambe fino a casa sua che si trovava a pochi isolati dal pub.

Saliti alcuni gradini, dalla strada entrarono direttamente nel piccolo ingresso, il cui pavimento era interamente ricoperto da un vecchio tappeto: alle pareti c’erano alcuni appendiabiti su cui lasciarono le loro giacche zuppe di acqua.

Vieni, accomodati pure…Ora accendo il fuoco, così ci potremo scaldare…Hai bisogno di abiti asciutti?”

Aveva notato che Buffy indossava abiti bagnati, già da quando si erano incontrate al pub.

Beh, se non è troppo disturbo, accetterei volentieri qualcosa…”

Lynn scomparve per alcuni minuti, e tornò con un paio di jeans, una t-shirt e un cardigan di rustica lana.

Spero vadano bene …Se vuoi, al fondo della camera c’è un bagno dove ti puoi cambiare: intanto io metto su il bollitore…Si parla meglio davanti a una tazza di the fumante….e a qualche biscotto”

Sorridendole, andò a cambiarsi: il bagno era piccolo, ridotto semplicemente ai servizi, ma molto confortevole…si vedeva che ci abitava una ragazza: dal piccolo mobile sopra il lavandino, pendeva una pianta rampicante, che dava un po’ di colore alla stanza. Gli asciugamani colorati, la saponetta a forma di fiore, così come le boccette di creme e profumi disposte ordinatamente davanti allo specchio erano tutti elementi che, secondo Buffy, stonavano un po’ con l’immagine che Lynn dava di sé…Non sembrava essere propensa per tutte quelle cose, così prettamente femminili.

Ma d’altra parte, aveva imparato – nel corso degli anni – a non fidarsi delle apparenze.

Raggiunse Lynn davanti al camino, in cui scoppiettava allegro un fuoco che, in breve tempo, scaldò la stanza rendendola molto più confortevole.

Ti ringrazio, vanno benissimo…Spero che non ti dispiaccia, ma ho lasciato i miei vestiti ad asciugare sul termosifone…”

No, certo che no…sono contenta che ti vadano bene: ma ora, vieni, siediti accanto a me…ho idea che avremo un bel po’ di cose da dirci…”

Fu così che accettò il suo invito e, dopo un sorso di the caldo, che le fece piacere più di quanto non avrebbe mai ammesso, iniziarono a parlare. In poco tempo, Buffy si ritrovò a confidarsi con quella ragazza che conosceva da poche ore: si sentiva a suo agio, come poche altre volte in passato, e quella dolce sensazione di essere con una persona che la comprendeva, aveva fatto sì che le parole venissero da sole…Lynn, dal canto suo, non poneva mai domande, se non quando era strettamente necessario, per il resto si limitava ad ascoltare Buffy: aveva capito che, forse, quello che cercava non era così facile da trovare….Quella ragazza aveva bisogno di chi l’ascoltasse ma anche di trovare una pace per il suo cuore che, temette, era quasi impossibile da trovare.

Mentre le tazze di the si svuotavano e venivano riempite di nuovo, Buffy si raccontò apertamente a Lynn, dagli inizi come Cacciatrice, alla sua storia con Angel – che l’aveva lasciata e che ora aveva una vita sua a Los Angeles – fino ad arrivare alla sua resuscitazione.

Era stremata quando finì il suo racconto…Aveva le mani che le tremavano e qualche lacrima era scesa dai suoi occhi.

Ne fu tremendamente imbarazzata.

Oddio, scusami…io…non volevo assillarti con la mia storia, ma è che….mi trovo stranamente a mio agio con te….cioè…” rendendosi conto che, forse, poteva essere interpretata malamente da parte di Lynn “…non è che….oddio, scusa! Quello che volevo dirti è che mi hai fatto sentire così a mio agio che mi è venuto naturale parlartene…Chissà che idea ti sei fatta di me, ora…”

Sorridendo, posò la tazza e si alzò, fino ad andare ad inginocchiarsi di fronte al camino scoppiettante. Sentì che Lynn era rimasta seduta, ma che aveva anch’essa posato la sua tazza.

Non ti devi preoccupare…Io ho questa tendenza, a mettere a proprio agio la gente, motivo per cui si trovano bene a parlare con me….Ma non ti devi preoccupare: io non sono qui certo per giudicarti, ma semmai, per cercare di aiutarti…Devo dire che, per essere così giovane, hai avuto una vita molto movimentata! Davvero…Ma ho paura che, quello che cerchi non lo troverai al Consiglio…”

Buffy si girò, speranzosa.

Ma allora…significa che mi aiuterai ad andarci?”

Lynn sorrise e la raggiunse: si inginocchiò anche lei e ravvivò il fuoco.

Ci andremo domani mattina. Non sarà facile farti entrare, questo è sicuro, ma tenteremo…”

Oh, stai tranquilla: so essere molto persuasiva, quando voglio!”

Risero insieme di gusto, poi si prepararono per la notte.


La mattina seguente il tempo non sembrò essere migliorato molto: la pioggia aveva continuato a cadere per tutta la notte, anche se con minor intensità…Uscirono di buon’ora, incamminandosi verso la vicina fermata di metropolitana: Lynn le aveva detto che la Sede si trovava fuori città, anche se non ci voleva molto per arrivarci, quello che di sicuro il metodo più veloce.

Dovettero fare, però, tutte le fermate, sino al capolinea: la pioggia aveva finalmente smesso di cadere, lasciando spazio ad una fitta nebbia che circondava tutto come una coperta…molto spessa, però. Buffy decise che preferiva la pioggia a quel manto che rendeva vedere le cose e gli edifici una vera impresa. Lynn avanzava sul marciapiede con la sicurezza di chi è abituata a situazioni del genere: camminando, raccontò a Buffy che era una situazione molto comune per chi abitava a Londra, ma che faceva sempre lo stesso effetto a chi veniva da un altro paese.

Dopo una camminata di una buona mezz’ora, arrivarono in una zona in cui i negozi avevano lasciato il posto a palazzi interamente dedicati ad uffici e banche: tutto quello che si poteva vedere, lungo i marciapiedi, erano portoni austeri, fuori dei quali campeggiavano lastre di ottone, lucidissime, con sopra incise liste di nomi di avvocati, dottori e altri professionisti.

Svoltarono un angolo e si ritrovarono davanti ad un imponente edificio che, dall’aspetto non proprio curatissimo, sembrava avere molti più anni di quelli che poteva avere in realtà. Né targhe, né insegne stavano ad indicare che erano arrivate: ciononostante, Lynn si incamminò sicura su per le scale che le separavano ancora dall’entrata, quando si accorse che Buffy era rimasta indietro.

La raggiunse per vedere se andava tutto bene.

Sì, è che….mi aspettavo qualcosa di diverso: questo palazzo ha un’aria così anonima…”

La ragazza si tolse una ciocca di ribelli capelli rossi dal viso, cosparso di lentiggini – che le davano un’aria davvero sbarazzina, nonostante il comportamento austero che teneva - e le sorrise caldamente.

E’ proprio quello che vuole il Consiglio…Vedi, la loro politica è quella di confondersi, di amalgamarsi tra il resto della città: non vogliono – non hanno mai voluto – essere riconosciuti troppo in fretta…E’ per questo che il palazzo, da fuori, non ti dice niente. Ma aspetta di entrare…”

Buffy annuì e la seguì all’interno.



*********************************************************



Molti giorni gli ci vollero per raggiungere il più vicino porto per prendere un traghetto – Cherbourg – e, quando vi giunse, dovette aspettare la notte e la prima corsa notturna. Fortunatamente, non c’erano molti passeggeri, così poté tranquillamente godersi la traversata.

Ad ogni miglio che percorrevano, nuove emozioni andavano a riempire il cuore di Angel…O meglio, vecchie emozioni che si riaffacciarono nella sua ‘vita’.

L’aria iniziò ad essere pregna di quegli aromi, di quella peculiarità tipica della sua terra: profumo di lavoro, fatica, felicità d’appartenenza…

D’improvviso, sentì che provava una forte nostalgia per l’Irlanda, più di quello che pensava: da quell’infausto periodo, non aveva più messo piede sull’isola di smeraldo…Inconsciamente, se ne era tenuto lontano, sperando di esorcizzare il dolore, ma senza fortuna. Il ricordo – il dolore - era sempre stato con lui, perseguitandolo, tormentandolo senza requie…e i primi tempi credette di impazzire, di non riuscire a sopportare tutto…Era troppo, quello che aveva fatto non poteva essere sopportato.

Finalmente iniziò ad intravedere la costa che, sempre più velocemente, si fece vicina: l’approdo non occupò molto tempo, così come la discesa dei passeggeri, visto il loro numero.

Angel, appena mise piede a terra, restò immobile a guardarsi intorno: com’era cambiata…la civilizzazione aveva stravolto la sua terra, anche se sperava di ritrovare angoli sperduti ancora incontaminati. Senza perdere altro tempo, si incamminò, cercando di allontanarsi il più possibile da lì, e di avvicinarsi il più possibile a…casa.


CAPITOLO III



Lynn aveva avuto ragione.

Attraversato l’anonimo salone d’ingresso in cui una normalissima guardia controllava chi entrava e usciva, avevano oltrepassato una porta di legno massiccia, finemente lavorata e accuratamente lucidata: nessun rumore, neanche il più minimo…Buffy si era immaginata un insieme di persone vocianti, o comunque, segni evidenti di lavoro fervente.


Niente.


La stanza in cui erano entrate era silenziosa come un cimitero di notte, anche se più ben illuminata: un grande lampadario pendeva dall’alto soffitto, con mille gocce di cristallo che riflettevano la luce sui muri con i mille colori dell’arcobaleno. Sulle pareti tutt’intorno, scaffali alti fino al soffitto, divisi in più piani - tre - contenevano la più stupefacente raccolta di volumi che Buffy avesse mai visto.

Ad ogni piano, c’erano almeno una decina di persone, uomini e donne di cui non avrebbe saputo dire l’età da così lontano – vestivano in una tale maniera! - che stavano consultando qualche volume e parlottando tra di loro: quando sentirono aprire la porta, il rumore diminuì perché l’attenzione fu attirata, momentaneamente dalle due ragazze appena entrate. Dopo averle squadrate dall’alto in basso, senza tralasciare alcun particolare, se ne dimenticarono per tornare alle loro discussioni.

Solamente un uomo, alto circa un metro e ottanta, capelli castani, volto giovanile - Buffy pensò che non doveva avere più di quaranta anni – ripose il libro che aveva in mano e scese, fino a raggiungere le due ragazze che, nel frattempo, si erano fermate a poca distanza dalla porta, richiusa alle loro spalle.

Lynn non fece in tempo a dire niente a Buffy, che l’uomo gli si presentò davanti, con lo sguardo accusatorio e un’aria tremendamente indisponente.

Signorina O’Danan, sa benissimo che l’ingresso non è consentito agli estranei…civili. Mi meraviglio che la guardia vi abbia fatto passare…”

Buffy trattenne Lynn dal rispondere mettendole una mano sul braccio: lei, a malincuore, restò ferma, lasciandole la possibilità di replicare.

Vede…non è che abbia avuto la possibilità di impedirmelo…”

Gli aveva parlato guardandolo negli occhi, al contrario di lui che aveva parlato di lei guardando sempre e solo Lynn, e gli si era avvicinata un poco, rimanendogli davanti, con le braccia conserte.

Capisco…E con chi ho il piacere?”

Buffy Summers. E io? Con chi ho il piacere?”

Diversi colpi di tosse andarono a mutare il sottofondo della loro chiacchierata: da quando avevano iniziato a parlare, il brusio di fondo era andato diminuendo vertiginosamente…Chiaramente, tutti stavano origliando, curiosi di sapere chi era quella civile che si era intrufolata nella sede del Consiglio.

Uno sguardo torvo dell’uomo tutt’intorno fece smettere all’istante i colpi di tosse…Tutto sommato, doveva essere un pezzo grosso se incuteva tanto timore.

Il suo sguardo tornò a fissarsi su Buffy.

Brendon Williams…E così tu saresti la Cacciatrice?”

La stava squadrando come non le piaceva: la faceva sentire sotto esame, e un esame a cui non stava ricevendo i risultati previsti.

Si trattenne dal replicare, aspettando che esternasse i suoi pensieri.

Allora il discorso è diverso: potrai avere accesso ad alcune parti del Consiglio, visitare il nostro repertorio di armi antiche e moderne e, se vorrai, provarne anche alcune…”

Di certo, non era quello che si aspettava: Lynn le aveva detto che ci sarebbero stati problemi e invece quest’uomo, che le aveva accolte non nel migliore dei modi, le stava dicendo che poteva tranquillamente visitare la Sede.

Ah…Grazie. Ma vede, io non sono qui per visitare la vostra Sede…”

Si affrettò ad aggiungere qualcosa, visto lo sguardo di rimprovero che le aveva appena rivolto il signor Williams.

“…Anche se non ho dubbi che la vostra raccolta di armi debba essere veramente…notevole!”

Ora il suo sguardo era ritornato benevolo, o perlomeno, non accusatorio.

No, vede…Io vorrei, se possibile, poter esaminare la storia delle Cacciatrici precedenti…Pensa che sarà possibile?”

Williams era rimasto impassibile, non una parola o un segno, niente. Semplicemente, girò sui tacchi e si incamminò verso la parte opposta della stanza. Quando giunse davanti ad una porta che si trovava esattamente dall’altra parte da quella da cui erano entrate, si girò e vide che le due ragazze erano rimaste indietro, così fece loro cenno di seguirlo.

Se volete, da questa parte, prego…”

E, aprendo la porta, fece loro segno con la mano.

Lynn e Buffy si guardarono, dal principio titubanti, ma poi fiduciose in qualche progresso nella ricerca di Buffy.

Così lo seguirono.



*********************************************************



Era riuscito, la notte stessa del suo arrivo, a prendere un treno che lo portasse da Rosslare a Limerick: da lì, poi, avrebbe dovuto prendere un autobus che, in due ore, lo avrebbe portato a Galway.

La notte era offuscata da molte nuvole che, però, non stavano mai ferme: la mutevolezza del tempo era una cosa che sempre lo aveva affascinato…Improvvisamente, si ricordò di un episodio avvenutogli da bambino.


Un giorno aveva insistito con sua madre affinché gli desse il permesso per andare a pescare con un suo amico che, lei sapeva, non avere la stessa estrazione del figlio…Ma a Margareth non importava: lei aveva a cuore solamente la sua felicità, indipendentemente da chi frequentava. Visto che il sole splendeva il piccolo Liam aveva insistito molto, e alla fine la madre aveva acconsentito…l’importante era che tornasse prima che rientrasse il padre dal lavoro. Felice, il ragazzino era andato via di corsa, a raggiungere l’amico…Durante il pomeriggio, le nuvole avevano riempito il cielo e d’improvviso una violenta pioggia aveva colpito la regione: Margareth aveva atteso il ritorno del figlio da dietro la finestra, sempre più preoccupata. Il marito era rientrato da poco quando anche Liam era rientrato, bagnato fradicio ma con il suo canestro pieno di pesci: la madre non aveva fatto in tempo a farlo salire in camera sua che il padre li aveva raggiunti nell’ingresso.

Era andato su tutte le furie vedendo il figlio ridotto così, e quando lui gli aveva mostrato quanti pesci aveva preso, la troppa ira glielo aveva fatto scagliare lontano, sparpagliando i pesci per terra.

Mentre il padre lo sgridava, intimandogli di non andare mai più a pesca con i suoi ‘amici’, Liam lo fissava con occhi di chi era stato profondamente deluso…deluso da un padre da cui continuava ad aspettarsi approvazione, parole di incoraggiamento…e invece, continuava ad avere solo odio e disapprovazione.

Quando il padre aveva finito di urlare, lui era scappato via, in camera sua, dove aveva iniziato a perdere definitivamente le speranze di entrare nei suoi favori.


Una profonda tristezza lo aveva avvolto: anche se era solo un ricordo tra tanti – di una giornata tra tante – lo aveva ferito in maniera particolare, forse perché aveva rappresentato l’inizio della sua definitiva resa nel tentativo di piacere al padre.

Si riscosse dai suoi pensieri quando la luna fece capolino da dietro le nubi: splendeva serena, in cielo, testimone eterna del suo cammino su questa terra. Pensò che, poteva rifarsi, o almeno tentare, e ci avrebbe messo tutta l’energia possibile.

Arrivò a Limerick senza chiudere occhio, ma ormai la notte era quasi passata e, prima di proseguire per Galway, doveva trovare un riparo in cui trascorrere il giorno. Subito fuori dalla stazione, c’erano alcuni magazzini abbandonati, ma abbastanza ben tenuti da poter trovare riparo sufficiente.

Erano depositi di vecchi materiali per la ferrovia, in disuso ormai da anni, viste le ragnatele che si potevano trovare praticamente ovunque. Angel scelse l’angolo più riparato, mise due grandi bauli a coprirlo da chi poteva, eventualmente, entrare e si sistemò per passare il giorno.

La stanchezza si stava facendo sentire, rendendo le sue gambe pesanti, e quasi non riuscì a sdraiarsi che gli occhi gli si chiusero ed Angel cadde in un sonno profondo, agitato…e visitato da presenze inquietanti.


Subito, fu solo nell’oscurità.

Dopo un iniziale momento di smarrimento, lo spazio intorno a sé iniziò a farsi più definito, facendolo tornare nello studio del padre.

La scena si presentava uguale al sogno precedente: il fuoco scoppiettava nel grande camino e tutto intorno a lui era silenzio.

Aveva davanti a sé le due poltrone: senza aspettare oltre, andò a sedersi su quella libera, mentre l’altra era sempre occupata dal padre.

I loro occhi erano fissi sul fuoco, ed Angel poteva sentire tutta la tensione scorrergli attraverso, dandogli un leggero tremore…

Padre…”


Quanto aveva desiderato pronunciare quella parola!


Per tutti gli anni passati da ragazzino a covare rancore nei suoi confronti, e per tutti gli anni passati da vampiro con l’anima a straziarsi con i ricordi di ciò che aveva fatto…

Per qualche istante non riuscì ad aggiungere altro, ma ci pensò l’anziano genitore a parlare.

Liam…Angel…quanto tempo…Finalmente, sei tornato per parlare con me…Per tutti questo tempo, ti ho aspettato, figlio mio, e ora, che sei qui, sento che il tuo cuore è dilaniato dal dolore per ciò che un altro essere ha fatto…”

Angel guardava sempre il fuoco, anche se – finalmente – aveva aperto i cancelli del suo cuore a suo padre.

Non un altro essere, padre…ma io, sempre e soltanto io. Non posso accusare altri delle orribili cose di cui mi sono macchiato…”

Incapace di restare oltre fermo, si alzò per andarsi ad appoggiare alla mensola sopra la camino: gli occhi, tuttavia, non riuscirono a lasciare le fiamme guizzanti nel camino.

Era perso nei suoi pensieri e nei suoi orribili ricordi quando un tocco gentile sulla sua spalla lo fece trasalire: non si era accorto che il padre si era alzato per raggiungerlo al camino.

Quando voltò il suo sguardo verso di lui, i suoi occhi erano pieni di lacrime, ma non poté sentire altro da lui, visto che si svegliò all’improvviso…Ansimava, ed era tutto madido di sudore.

Fuori del magazzino, il sole stava scendendo oltre l’orizzonte, mentre dentro l’oscurità era già regina: per Angel, solo il buio esisteva.

Deciso più che mai a raggiungere al più presto possibile Galway, uscì fuori non appena la rossa sfera oltrepassò le linee delle colline in lontananza. Si diresse con passo spedito alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portato, in sole due ore, in città: era l’ultima corsa della giornata, ma era stato fortunato che fosse subito dopo il tramonto…Non c’era molta gente, poté tranquillamente sistemarsi nell’ultima fila di posti, in cui annullarsi fino alla fine della corsa.

Non riuscì a continuare il suo sonno, ormai perfettamente sveglio, ma stette ad osservare le colline rincorrersi l’una dietro l’altra, durante tutto il percorso. La notte stava svolgendo la sua scura coltre sopra il paesaggio, mentre qualche stella riusciva a far risplendere la sua luce tra le nubi, sempre più numerose.

Così passò le due ore che lo separavano dal ricongiungersi con i suoi cari.

La luna era andata a nascondersi di nuovo dietro le nuvole, quando Angel scese dall’autobus: le poche persone che scesero con lui, si dispersero in fretta, allontanandosi verso le proprie case.

Con il borsone sempre a tracolla, si diresse verso il centro della città, dove si trovava la principale chiesa di Galway.

Le strade erano deserte, le poche luci alle finestre esacerbavano ancor di più il rumore dei passi di Angel per i marciapiedi…solo qualche gatto gli faceva compagnia mentre la distanza che lo separava dal suo destino si accorciava sempre di più.

Voltò l’ennesimo angolo, e davanti a lui si erse, in tutta la sua bellezza, la chiesa: immutata, in tutti questi anni, vegliava sulla città con tutta la severità propria del periodo in cui era stata costruita.

Restò immobile a fissarla, riponendo tutte le sue speranze nel momento che così tanto aveva atteso.


Il vecchio cimitero era sul retro della chiesa: un cancello di ferro ormai arrugginito divideva il sentiero ghiaioso dal prato ordinatamente tenuto su cui svettavano le alte croci di pietra, con sopra incise scritte, ormai logorate dal tempo…Angel oltrepassò quel cancello con l’anima in subbuglio, scossa da mille emozioni che lo trattenevano dal correre subito sulle tombe dei suoi cari.

Con passo incerto iniziò a camminare tra le tombe, conoscendo bene, però, la direzione da prendere…i suoi piedi si fermarono quando le vide. La luna era riapparsa, illuminando debolmente quell’angolo di cimitero: i lampioni erano troppo lontani per dare luce sufficiente ad Angel, ma la luna e la sua speranza fecero sì che riuscì perfettamente a scandire ogni lettera, ogni incisione nella fredda pietra di tutte le tombe della sua famiglia.

Ce le aveva tutte davanti.


Suo padre.

Sua madre.

Kathy…


Si sentì mancare.

Tutto intorno a lui iniziò a girare vertiginosamente, fino a che le gambe non lo ressero più e lui cadde in ginocchio proprio davanti alla croce della tomba di Kathy…

Colei che, quando era ancora in vita, le era stata cara più della vita stessa…

Colei che, quando diventò demone, era stata quella che le aveva dato più piacere, con la sua candida ingenuità…

Non riuscì a trattenere le lacrime: i suoi occhi sembrarono non fare parte del suo corpo…le lacrime continuarono a scendere anche se lui non voleva…

Mise le mani nell’erba fresca dell’umidità della notte, dove timidi fiorellini erano sbocciati a dare qualche tocco di colore a quel luogo di pace…


Pace…Ma cos’era, per lui, la pace?


Non ne conosceva da così tanto tempo…Tutto il suo essere agognava per un po’ di pace, da tutto il rimorso per le atrocità commesse.

Fu con l’anima volta alla ricerca della pace che Angel si addormentò piangendo sulla tomba della sua sorellina.


Era pace, quella che aveva trovato?


No, solo oscurità, che placida e silenziosa, era sua compagna…

Ma lentamente, un poco di luce illuminò l’ambiente intorno a lui…e con sua sorpresa, quello che vide lo lasciò a bocca aperta: era di nuovo a Sunnydale, non poteva sbagliare, perché la casa che aveva davanti era la sua casa.

Tutto taceva, ma quando dei passi risuonarono alle sue spalle, Angel si voltò per trovarsi di fronte suo padre, vestito del suo abito più buono…quello con cui era stato sepolto.

Gli si avvicinò e gli posò la mano sulla spalla…Proprio come era finito il sogno precedente…E con quel tocco, ritornò anche tutta quell’ondata di emozioni che lo sopraffecero, fino a riempirgli gli occhi di lacrime, impedendogli di parlare.

Ma non di ascoltare.

Liam…non sei stato tu…Tutto il dolore che provi per le azioni compiute dal demone che alberga dentro di te…Non ho mai avuto occasione di dirti quanto significavi per me…”

Esitò un attimo, come se, anche lui, avesse paura di quello che stava per dire…ma non si fece fermare, e continuò.

“…O forse, non ho mai voluto dirtelo, temendo che se ti avessi rivelato il mio affetto, avrei potuto avvicinarti, e ne avevo una paura folle…Ecco cosa sono sempre stato, un folle: avevo un figlio meraviglioso, altruista e che mi voleva bene e io ho saputo solo allontanarlo da me…”

Nelle sue parole, poteva sentire tutto il dolore, tutto il peso del rimpianto di una vita: poteva sentire, tramite il suo tocco, che tremava come una foglia scossa dal vento…Si girò verso di lui, facendogli ricadere il braccio lungo il fianco e, senza dire una parola, lo abbracciò.

In quell’abbraccio silenzioso ci furono tutte le parole non dette, tutto l’affetto mai dimostrato…Entrambi piansero lacrime silenziose, liberatorie, che resero le loro anime più leggere. Sapevano che non potevano più recuperare il tempo perduto, ma sapevano anche che quella riconciliazione lo valeva tutto.

Il padre batté un paio di leggeri colpi sulla schiena del figlio e, riprendendo il controllo di sé, lo prese per le spalle per poterlo guardare bene in viso.

Dio…perché tutto questo dolore…perché la tua anima non trova un po’ di pace? Te la meriteresti, figlio mio…Non sai quanto…”

Ma io non merito proprio nulla, padre…Come posso meritare qualcosa di così magnifico quando porto con me il fardello delle azioni passate? No, la pace non è fatta per quelli come me…”

Non aveva fuggito il suo tocco, ma non era stato capace di sostenere oltre il suo sguardo pieno di amore…e di speranza, per lui.

Quelli come te? Perché dici così? Proprio perché sei quello che sei, meriteresti la pace a cui ambisci da così tanto tempo…”

Gli mise la mano sul cuore. Angel rabbrividì.

Ah…ma vedo che avevi trovato la pace…almeno per qualche tempo…ma poi, hai gettato tutto al vento. Perché?”

Sapeva benissimo a cosa si riferiva: non c’erano bisogno di altre parole, di altre spiegazioni…

Ma non potevo, padre…come potevo metterla a rischio? L’amavo troppo per…”

Lottare? Provare con tutte le tue forze a farlo funzionare? Figlio, non commettere il mio stesso errore, non allontanare da te le persone che ti amano o ne porterai il peso del rimpianto per tutta la vita…e non penso che tu voglia soffrire in eterno”

Angel rialzò lo sguardo e non poté credere che suo padre gli avesse appena detto quello che, effettivamente gli aveva detto.

Come poteva parlargli a quel modo, dopo tutto quello che aveva passato…che avevano passato.

Una rabbia, fredda e lancinante, iniziò a pervaderlo, e con voce glaciale si rivolse al padre.

Tu…come osi parlarmi così, quando non sai nulla, NULLA di quello che abbiamo passato….PER COLPA MIA!!!!”

Con uno strattone si era staccato da lui e gli aveva voltato le spalle: era troppo arrabbiato, adesso, troppo…Non sapeva neanche perché, ma di sicuro non voleva parlare ancora con lui.

Forse.

Liam…Angel…non è colpa tua, ma di questo non credo riuscirai mai a convincerti, qualunque parole vengano usate per dissuaderti……Allora dovremo trovare un altro sistema…”

Angel si voltò lentamente, chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo…la voce era cambiata, diventando femminile e maschile allo stesso tempo…era una voce che conosceva bene…

Ti vediamo sorpreso…Ma placa la tua curiosità: in breve sarà esaudita…tu ci hai già conosciuto e sai come procedere…”

Era senza parole: erano gli Oracoli che gli stavano parlando! Ma davanti a lui aveva sempre suo padre che, con sguardo placido, lo stava fissando.

Ora più di prima, era confuso…Sapeva di star sognando, ma voleva sapere che significato potesse avere tutto ciò…


Erano stati gli Oracoli, allora, a permettergli di riappacificarsi con suo padre? E se sì, perché?

Decise di chiederglielo.


Se tu sei veramente gli Oracoli, allora perché tutta questa messa in scena? Perché placare il mio rimpianto per poi rivelarvi a me?”

Ebbene, è stato deciso di darti una possibilità: e non ci riferiamo a questo incontro, peraltro molto…umano, così intriso di sentimenti…Ma di una chance, in cui dovrai mostrarti degno: come ricompensa ci sarà la tua umanità. Devi solo dirci se sei interessato…”

Angel restò in silenzio qualche istante prima di rispondere: era stato travolto da questa rivelazione, ma non voleva darlo a vedere. Non gli piaceva il loro modo di condurre le transazioni, non gli era mai piaciuto e, pensò, non ci si sarebbe mai abituato…

Non gli ci volle poi molto a decidere.

Ditemi solo cosa dovrei fare…”

La figura di suo padre si era illuminata di una strana luce argentata, che lo faceva risplendere come uno specchio appena lucidato. Lo stava guardando – non aveva mai spostato il suo sguardo da quello di Angel - e, anche ora, stava aspettando, fissandolo.

Quando ti sveglierai da questo sogno, sarai vivo…completamente umano. Non avrai memoria… né di te stesso né di questo incontro: così, dovrai trovare te stesso, solo in questo modo avrai guadagnato l’umanità. Per sempre”

Ma come farò a trovare…”


Un lampo.


“…me stesso?”

E il sole si alzò sull’isola di smeraldo, custode di segreti e di meraviglie al di là di ogni immaginazione.


CAPITOLO IV



La sala in cui le aveva condotte era situata nel sottosuolo.

Buffy si meravigliò quando il signor Williams le guidò giù per delle scale molto buie e molto ripide. Lo disse ai suoi accompagnatori – a Lynn era andata con loro grazie ad una dispensa speciale – e lui convenne che quell’edificio riservava molte sorprese a chi lo conosceva molto bene.

E ci sono molte persone che corrispondono a questi requisiti?”

Era stato più forte di lei: la curiosità aveva avuto la meglio e la domanda era venuta da sé. Ma, fortunatamente, non se la prese.

No, in effetti, non ce ne sono poi molte: a parte me, se ne possono contare altre quattro. Vedi, non ci piace che troppi conoscano tutto di tutto: la discrezione, questa è la nostra arma migliore”

Avevano raggiunto un piccolo pianerottolo, illuminato da un lungo neon che conferiva al luogo un’aria alquanto strana: ma Buffy non ebbe molto tempo per rimuginarci sopra, perché venne guidata attraverso una porta di ferro, chiusa da alcuni serrature molto complicate. Appena oltrepassata la soglia, si trovò davanti allo spettacolo più stupefacente che avesse mai visto.

Non era assolutamente quello che si sarebbe aspettata.


La porta dava direttamente su di un lungo ponte di legno, dall’aspetto molto insicuro.

Sbucava sulla costruzione che aveva attirato la sua attenzione: era come vedere dall’esterno un antico palazzo…Archi di pietra si rincorrevano uno dietro l’altro; sottili colonne di marmo ormai oscurato dal fumo delle candele e dal tempo, dividevano gli archi e si perdevano a vista d’occhio, sia che guardasse a destra, sia che guardasse a sinistra.

Il ponte era illuminato alle due estremità da fiaccole che davano abbastanza luce perché si potesse intravedere che, al di là degli archi, c’erano numerosi scaffali su cui era conservata la storia delle Cacciatrici.

Williams era rimasto di fianco alla porta aperta, permettendo così a Buffy di avere la visuale completa di quello che l’aspettava se decideva di attraversare il ponte. E le chiese cosa era disposta a fare.

Qui davanti a te si trova tutto lo scibile esistente sulle Cacciatrici. Se deciderai di oltrepassare il ponte, ti devo avvertire che sarai sola: la tua posizione di concede l’onore di consultare tutto il materiale che vuoi, per tutto il tempo che vorrai. C’è anche una dispensa in cui troverai cibo e acqua necessari per tutto il tempo che deciderai di passarvi…Quando, poi, vorrai andartene, basterà che attraversi il ponte ripercorri tutta la strada al contrario. Non puoi sbagliare…E non preoccuparti delle serrature: si chiudono da sole”

Lei stava guardando avanti a sé, ma appena restarono in silenzio, volse uno sguardo verso Lynn, che le stava sorridendo fiduciosa, poi si volse verso il signor Williams.

Bene. Per ora, la ringrazio della sua cortesia, signor Williams. Intendo approfittare della sua offerta, finché non troverò quello che cerco”

E io ti auguro di trovarlo”

Detto questo, le voltò le spalle, iniziando ad incamminarsi, mentre le due ragazze restavano qualche secondo da sole.

Buffy, sei davanti a quello che potrebbe darti la risposta…Ma ricorda: talvolta, la risposta più ambita da noi stessi non la troveremo scritta da nessuna parte…per quanti libri tu consulterai, potresti non trovare quello che cerchi…”

Buffy guardò un attimo al di là del ponte, per poi guardare negli occhi la sua nuova amica, che così tanto aveva fatto per lei.

Lo so bene…so che corro il rischio di aver fatto tutto per niente…Ma devo tentare, capisci? Devo, assolutamente…”

Lynn non disse nulla, ma la abbracciò forte – e Buffy poté sentire una sincera preoccupazione e gliene fu profondamente grata – dopodiché si incamminò anche lei su per le scale.

La seguì per qualche istante con lo sguardo poi, quando scomparve nel buio da cui erano venuti, rivolse la sua attenzione al ponte e a quello che c’era al di là. Trasse un profondo respiro e si chiuse la porta alle spalle.


Il ponte fu facile d’attraversare.

Anche se non amava particolarmente le grandi altezze – dette una sbirciatina, ma non riuscì a vederne il fondo – arrivò dall’altra parte.

Trovò un lume ad olio e dei fiammiferi per accenderlo: in questo modo, riuscì a farsi avanti tra gli scaffali.

Dette una prima rapida occhiata, per cercare di capire come erano disposti: se erano catalogati per secolo, per nomi…e, con suo sommo piacere, notò che erano catalogati per secolo. Gli scaffali erano in fila, uno dopo l’altro, ma ad un certo punto si interrompevano per fare largo ad uno spazio abbastanza vasto da poter ospitare un grande tavolo in legno massiccio, con una decina di sedie imponenti, il cui rivestimento in stoffa era andato rovinandosi col tempo, ed un mobile in metallo che, dopo successivo esame, Buffy ritenne essere uno schedario…Il fatto importante era capire schedario di che cosa.

Vi appoggiò il lume sopra, in modo da avere le mani libere: ne aprì un cassetto e una lunga serie di cartellette vi era ordinatamente riposta.

Buffy ne estrasse una a caso, e la sfogliò per cercare di capire cosa fosse stato catalogato…La sua attenzione fu catturata da quel fascicolo, perché trattava di vampiri, e mostri…Ora aveva capito!

Se sugli scaffali c’era tutto lo scibile sulle Cacciatrici, lì era catalogato tutto quello che negli scaffali trattava di mostri e vampiri…visto che i volumi erano in ordine temporale, trovare qualcosa su un determinato demone sarebbe stata un’impresa, invece ora, poteva sperare di trovare qualcosa in più.


Le ore passarono veloci e i giorni si susseguirono.

Buffy era sempre rinchiusa al di là del ponte, sfogliando volumi su volumi: aveva deciso di guardare prima gli albori della ‘stirpe’ di cui faceva parte, per conoscere veramente le loro origini…le sue origini.

Finora, non aveva trovato nessuna illuminazione…

Ingenuamente, aveva sperato di trovare qualche magica soluzione ai suoi problemi…I suoi problemi…

Si fermò dal consultare l’ennesimo volume polveroso per riflettere cosa l’aveva davvero spinta lì.

Pensò…ma la vera risposta non veniva fuori.

O, meglio, non voleva rispondersi perché avrebbe significato mettere a nudo una verità che non era ancora disposta ad affrontare.

Sgomberò la mente da queste riflessioni, che non l’avrebbero portata da nessuna parte – non lì, non in quel momento – e si perse di nuovo tra le pagine minuziosamente scritte a mano da storici ormai divenuti polvere.


Alla fine, aveva ceduto.

Si era addormentata.

Dopo una settimana che era là sotto, dormendo praticamente un paio d’ore ogni quindici/diciotto ore – anche se in realtà non si rendeva conto del reale scorrere del tempo – aveva lavorato così sodo che, anche il suo fisico, aveva chiesto un break.

Se la stanchezza l’aveva fatta crollare, il sonno che ne venne non fu così ristoratore come avrebbe avuto bisogno: fu agitato da orribili incubi che non l’abbandonarono per un solo istante.

E tra gli incubi, venne anche un sogno – enigmatico - ma che l’aiutò a fare un po’ di chiarezza nelle sue ricerche.



Buio.

Sulle prime, pensò che il lume si fosse spento.

Solo quando il buio si fece persistente, quasi tangibile, capì che doveva trattarsi di qualcos’altro. Aveva solo timore di scoprire cosa fosse, questo qualcos’altro.

Non che avesse da temere alcunché da chissà chi, in fondo lei era la Cacciatrice e sapeva badare a sé stessa, ma l’idea di trovarsi in territorio sconosciuto non le piaceva ugualmente.

Era immobile, come fluttuante nel vuoto: provò a fare alcuni passi, ma non sentì nulla sotto i suoi piedi…Un momento di panico, che passò però molto velocemente, la attraversò…

Finì proprio quando iniziò a vedere qualcosa, davanti a sé.

L’ambiente intorno a sé era rimasto buio, solo una figura era illuminata e si stava lentamente avvicinando a lei: man mano che si faceva più vicina, Buffy poté vedere che era lei!

Davanti aveva un’altra sé stessa…Tutto era uguale, capelli, persino gli abiti: era come trovarsi davanti ad uno specchio, solo che l’altra figura iniziò a parlare.

Vedo che sei giunta fino a qui per cercare le risposte…Ma cosa ti ha spinto a cercarle qui?”

Buffy restò un attimo esitante, non sapendo bene se risponderle…poi decise che poteva essere un metodo per avere quello che voleva.

Pensavo che il Consiglio, avendo tutto il materiale su tutte le Cacciatrici finora esistite, potesse darmi le risposte…”

La figura continuò a camminare lentamente, facendo un giro intorno a lei, osservandola minuziosamente: quando le arrivò di nuovo davanti, si fermò e continuò a parlarle guardandola negli occhi.

Oh certo…il Consiglio ha tanti libri, carta su carta che, però, non ti potrà mai dare la risposta che il tuo cuore cerca…Quella dovrai trovarla fuori di qui, da sola, come sempre. Tu sei sola ma se saprai trovare la risposta, allora, non lo sarai più”

Buffy restò pensierosa per qualche secondo, prima di farle ancora una domanda.

Ma come faccio a trovarla se non so neanche cosa sto cercando…Io speravo che i libri fossero la risposta…”

La figura rise, silenziosamente, poi le diede le spalle e si incamminò…iniziando ad allontanarsi.

Aspetta! Dimmi dove posso trovare la risposta…”

Quando era già a diversi passi da lei, si fermò e si voltò per darle un ultimo, intenso sguardo.

Nel tuo cuore…solo lì potrai trovare quello che cerchi…”

Detto questo, si voltò ancora e si allontanò, fino a che scomparve nel buio intorno a Buffy.


Si svegliò, di scatto, non riuscendo a vedere niente intorno a lei. Il lume era ancora spento ma riuscì ad accenderlo e la luce tornò ad illuminare il posto: Buffy guardò il volume su cui si era addormentata…Trattava delle Cacciatrici subito prima di lei, di come avevano svolto la loro missione, combattendo orribili mostri e demoni, ed uscendone sempre vittoriose…almeno fino alla fine.

Lei sapeva che erano state loro a cercare la fine: come nel suo caso, ogni Cacciatrice aveva un dono – la Morte – e giungeva un momento in cui ambiva solo a questo.

A morire.

Lei lo sapeva, aveva già sognato la Prima di tutte loro che glielo aveva detto…se subito non aveva capito, in seguito aveva compreso cosa significasse e cosa doveva fare.


Era morta.


Per salvare tutti.


Il mondo.


Ancora una volta.


Ma ora, doveva cercare nel suo cuore, territorio infausto per lei, perché nascondeva verità che, da troppo tempo, cercava di evitare.

Decise che doveva uscire da lì: i libri non le avrebbero portato nulla di buono ma, soprattutto, non le avrebbero dato la risposta che cercava. Così fece quello che il signor Williams le aveva detto: riattraversò il ponte e fece tutto il percorso al contrario…lasciandosi dietro solo porte che, richiuse, facevano scattare tutte le serrature che custodivano quel luogo.



*********************************************************



Era una giornata limpida: le nuvole erano scomparse durante la notte e ora il sole poteva splendere incontrastato in cielo.

Rimase confuso dal trovarsi sdraiato al cimitero, sopra un’antica tomba familiare…Non ricordava niente: aveva la mente confusa, come a voler stipare troppe cose in un contenitore piccolo.

Ricordava, però, una voce, che gli diceva di trovare sé stesso: e che lo chiamava per nome…Angel…

Si alzò, per sgranchirsi le ossa e godere della calda luce del sole: ormai l’estate stava per arrivare, portando con sé tutti gli aromi e i profumi tipici della stagione. Decise che era tempo di muoversi, anche perché il prete non sarebbe stato contento di vedere che aveva forzato il cancello per entrare…

Con passo deciso, si diresse verso il centro della città, pensando a trovare un impiego…

Va bene trovare se stessi, ma doveva pur vivere.


Era passato un mese.

Angel aveva trovato lavoro presso un pub del centro, molto rinomato per la birra e le session musicali. Gli lasciava il tempo necessario a chiarirsi le idee, dovendo iniziare solo verso metà pomeriggio.

In breve tempo, era diventato famoso tra le ragazze della città: non erano molti – anzi, non ce ne erano proprio – i ragazzi così belli e single…e Angel aveva tutta l’intenzione di rimanerlo.

Non aveva mai mostrato particolare interesse alle avances di una o di un’altra ragazza: aveva sempre rifiutato con tanta cortesia e amabile gentilezza che, invece di farle desistere, aveva solo accresciuto il loro interesse nei suoi confronti.

Non sapeva più come fare: non voleva offendere nessuna di loro, ma voleva solamente starsene tranquillo, con il suo lavoro e il suo piccolo cottage fuori città…Il suo passatempo preferito era quello di tornare a casa e osservare il mare: sin dal primo giorno, aveva scoperto che quell’attività gli dava una serenità che niente altro era in grado di dargli. Solo nel costante fluttuare del mare sembrava trovare pace…


Pace…


Chissà perché quella parola continuava a tornargli alla mente: quando cercava di sforzarsi e pensare a quanto era avvenuto prima di quella mattina in cui si era svegliato nel cimitero, il risultato era sempre lo stesso, e cioè un forte mal di testa e una notte piena di orribili incubi, in cui scappava, rincorso da una creatura che Angel non riusciva mai a vedere bene in volto.

Si svegliava sempre madido di sudore, con un’ansia crescente che si placava solo alla vista del mare: quella libertà che solo chi naviga ha provato, dava serenità al suo cuore in tumulto.


Una mattina in cui il sole era rimasto nascosto dietro le nuvole, Angel stava camminando nei pressi dell’università quando, con sua grande sorpresa, gli venne addosso un ragazza che portava una pila di libri che finirono tutti a terra. Sentendosi in parte responsabile, l’aiutò a raccoglierli.

Ti ringrazio…e scusa se ti ho urtato: spero di non averti fatto male…”

Era una ragazza che aveva già visto al pub: aveva attirato la sua attenzione perché era rimasta ad osservarlo in silenzio per tutto il tempo che era rimasta a bere la sua birra…non aveva mai provato a parlargli né ad avvicinarlo.

Lo guardava e basta.

Decise di passare sopra alla cosa e di fare finta di niente.

No, stai tranquilla…non mi hai fatto male. Ma devi portarli molto lontano? Se vuoi, ti posso dare una mano…”

Lei era rimasta a guardarlo con la stessa curiosità che aveva notato al pub: era carina, aveva lunghi capelli castani e due profondi occhi marroni, che sembravano lo specchio di un animo schietto e deciso.

Non era molto alta, infatti, doveva guardarlo dal basso verso l’alto, allungando il collo in una maniera che fece venire i brividi ad Angel…

Improvvisamente, vide un altro collo, dei capelli biondi e due occhi in cui perdersi…

Fu una visione rapidissima, che scomparve così come era venuta.

Lei notò la confusione sul suo viso e gli chiese se tutto era a posto.

Sì, ti ringrazio, è solo che…non so, per un attimo mi è sembrato di vedere un’altra persona…”

Che ne dici se, per farmi perdonare, ti offro un the? C’è un pub proprio qui vicino e fa dei buonissimi sandwiches!”

Angel non vide ragione per rifiutare l’invito ed accettò molto volentieri.

Si meravigliò di come poteva parlare di qualsiasi cosa con Adele: lei era preparata su tantissimi argomenti e, cosa più importante per lui, sapeva ascoltare senza porre domande.

Dal canto suo, la ragazza restò meravigliata di come Angel fosse preparato sulla storia del suo paese: conosceva a menadito ogni fatto storico degli ultimi due secoli e non finivano certo qui le sue conoscenze…anche sul resto del mondo, la sua competenza era notevole e non mancò di farglielo notare.

Ma tu sei sprecato, per servire in un pub! Dovresti iscriverti all’università, assolutamente, al corso di storia tenuto dal professor Byrne: è un vero appassionato della sua materia e il corso prevede anche una serie di cambi con altre università del paese, in special modo il Trinity College di Dublino, in cui sai sicuramente che c’è la principale biblioteca di tutta l’Irlanda! Non mi alzo di qua se non mi prometti che vieni con me a prendere informazioni…”

Angel sorseggiava il suo the pensoso: finora la sua vita gli era andata bene così, col lavoro e il cottage, ma da qualche giorno sentiva che iniziava ad andargli stretta, così decise di acconsentire e si lasciò guidare da Adele.

In due giorni, la sua iscrizione era stata presentata e, previo esame a cui aveva raggiunto notevoli risultati, era stata fatta un’eccezione ed era stato ammesso a corso iniziato. Il professor Byrne era stato entusiasta delle sue capacità di collegamento e della sua memoria: così, non era stato difficile convincerlo.

Adele, dal canto suo, era felicissima di aver convinto Angel a studiare: soprattutto perché avrebbe potuto vederlo molto di più.


L’università procedeva gonfie vele per Angel che aveva ampliato il suo corso di studi aggiungendo anche una serie di corsi paralleli, tenuti dal professore fuori dal contesto universitario, di occultismo e storia dei demoni, seppur in contrasto con Byrne: lui era un uomo vecchio stampo e credeva che quelle materie servissero solamente per sviare la mente da altre più serie e consone all’ambito universitario.

Ma Angel era riuscito a fargli capire che voleva ampliare il più possibile il suo raggio d’azione ed era riuscito a convincerlo che non avrebbe perso di vista la storia.

Dopo un mese, riuscì a vincere una borsa di studio per Dublino, dove aveva il suo studio il professor Bower che possedeva alcuni antichi testi di demonologia che voleva assolutamente consultare: salutò Martin, il proprietario del pub che rimpianse la sua partenza più di ogni altra cosa al mondo. Anche se aveva iniziato a studiare, un paio di volte a settimana aveva continuato ad andare a lavorare al pub e quelle erano in assoluto le sere in cui l’affluenza era maggiore…e di conseguenza, anche gli incassi.

Alla stazione lo accompagnò Adele che, poco prima che il treno partisse, gli raccomandò di non perdere di vista anche il suo principale obiettivo.

Quando le chiese a cosa si riferisse, lei gli fece un sorriso enigmatico e gli rispose semplicemente.

Tu sai”

Con questa domanda che continuava a ronzargli nella testa, affrontò il viaggio di tre ore che lo separavano dalla capitale.


Si ambientò a fatica in quell’ambiente rigido e conservatore: anche se riuscì ad arrivare ai testi che così tanto gli premeva di consultare, la severità del luogo mal si confaceva al suo temperamento libero e senza costrizioni.

Aveva trovato alloggio presso un caseggiato destinato agli studenti: la sua stanza era piccola ma aveva avuto la fortuna di averne assegnata una singola…poteva così, fare tardi quando e come voleva, senza nessun coinquilino che trovasse da ridire.

Era riuscito ad avere l’autorizzazione dal professor Bower di portare a casa un volume molto antico, su alcuni demoni del secolo scorso: ‘Demoni dell’ottocento’ di Gabriel Drew.

Si preparò un rapido spuntino, che consumò in piedi, fissando il libro che aveva posato sul suo scrittoio: da quando l’aveva preso in mano, una strana sensazione lo aveva pervaso, senza mai lasciarlo…

Cercò di non pensarci, concentrandosi sul panino che stava addentando: solo dopo averlo finito, andò a sedersi e , finalmente, poté aprire e leggere il tanto sospirato volume.


*********************************************************


Quando era riapparsa nella grande sala, trovò tutto deserto: evidentemente, doveva essere un orario in cui erano in corso altre attività. Vagò, nel silenzio scosso solamente dal rumore dei suoi passi: il legno sotto i suoi piedi era lucido come uno specchio e vi erano intarsiati complicati disegni geometrici.

Spinta dalla curiosità, salì al primo piano per dare una scorsa ai volumi che vi erano contenuti: dopo una breve occhiata, notò che erano volumi di magia, provenienti da tutto il mondo e scritti in tutte le lingue. Visto che la magia non era il suo campo, salì al secondo piano per vedere se c’era qualche testo che potesse attirare la sua attenzione.

Ed ebbe più fortuna: infatti, c’erano trattati su demoni…pensò probabilmente su tutti quelli esistenti. Cercò la sezione riguardante gli Stati Uniti e le apparvero davanti file e file di volumi dall’aria molto noiosa…Ne prese uno a caso e lo aprì: c’erano le storie dettagliate di alcuni demoni, ora fortunatamente estinti.

Lo ripose e cercò altro materiale sui vampiri.

Fu folgorata da un’idea.

Andò alla sezione dell’Irlanda e cercò, visto che erano in ordine alfabetico, ‘Cronache di vampiri nell’ottocento’.

Sfogliò avidamente le pagine fino a trovare quello che cercava: Angelus.

Era scritto di come le prime apparizioni del temibile vampiro erano state temute dalle popolazioni locali: dove passava lui, restava solo una lunga scia di morte e di sangue. Seguivano, le descrizioni di altre scorribande in cui la parola d’ordine era la violenza e la perversione.

Buffy si pentì da aver dato ascolto alla sua curiosità: non sapeva neanche lei perché avesse cercato del materiale su di lui…semplicemente, era stato più forte di lei.

Richiuse il libro e lo ripose al suo posto.

Decise che ne aveva avuto abbastanza di libri: scese i due piani e stava decidendo da che parte andare quando da una porta nascosta nella parete uscì Lynn. La ragazza guardò un momento Buffy come se fosse stata l’ultima persona che si aspettasse di incontrare lì, ma dopo il primo attimo di smarrimento, le andò incontro con il suo solito sorriso aperto e sincero.

Buffy…finalmente sei uscita! Iniziavo a preoccuparmi, anche se il signor Williams mi diceva di stare tranquilla…”

Lei ricambiò il sorriso e la gentilezza.

Sto benissimo, grazie…ma toglimi una curiosità. Quanto tempo ho passato là sotto?”

Una settimana intera…anzi, sarebbero stati otto giorni fra poche ore: ma dimmi, hai avuto fortuna?”

Lynn la guardava con uno sguardo speranzoso che, però, Buffy non si sentì di ricambiare. Non voleva mentirle.

No…non ho trovato nulla se non quello che già sapevo: le cronache sono molto interessanti, ma devo dire la verità, mi ci sono anche…addormentata! Forse il signor Giles le avrebbe trovate più interessanti!”

Già…il tuo Osservatore…Mi dispiace, sinceramente: adesso cosa hai intenzione di fare?”

Non rispose subito: in effetti, se lo era chiesto diverse volte anche lei, e non aveva trovato una risposta soddisfacente…Aveva deciso che prima sarebbe risalita alla civiltà, poi avrebbe deciso. E lo disse a Lynn, che si mostrò molto entusiasta.

Bene, allora dobbiamo passare un po’ di tempo insieme: ti farò visitare la città e potremo fare un po’ di sano shopping!”

Mi sembra un’ottima idea, ma non ti vorrei disturbare più di quanto non abbia già fatto…”

Assolutamente. Non voglio sentire ragioni….e poi, potresti trovare qualcosa che ti interessa e prolungare, così, la tua permanenza…Magari, trovando anche quello che cerchi, chi lo sa?”

Già…chi lo sa?”

Buffy era diventata pensierosa e aveva seguito meccanicamente Lynn in un’altra stanza, dove chiaramente c’era del cibo: un piacevole profumo aveva riempito la stanza e Buffy si accorse di essere piuttosto affamata.

E ci credo bene! Sono le sei di mattina…Sei fortunata: fra poco verrà servita la colazione. Dopodiché potremo occupare la giornata riordinando le idee, che te ne pare?”

Vada per la colazione e il riordino, allora”



Il ritorno alla normalità fu abbastanza facile: ebbe solo dei problemi a riaddattarsi agli orari ‘normali’, ma dopo una settimana tutto era tornato alla normalità.

Buffy stava ancora da Lynn, che, dopo una settimana passata insieme, stava continuando i suoi studi presso il Consiglio, la lasciava sola per la maggior parte della giornata: durante tutto questo tempo, aveva visitato tutti i musei e le gallerie d’arte della città, fatto shopping e visitato il Consiglio molte altre volte.

Proprio durante un pomeriggio che si trovavano entrambe alla Sede, Buffy raggiunse Lynn e le disse che doveva parlarle.

Era piuttosto nervosa perché, se da una parte voleva andarsene per provare a cercare la risposta alla sua domanda, dall’altra le dispiaceva andarsene perché in Lynn aveva trovato un’amica sincera.

Me ne vado…Lynn, è giunto il momento che io mi muova: se resto qui, resterò sempre allo stesso tempo…Ancora non ho idee di dove andrò, ma sono sicura che troverò qualcosa, da qualche parte…”

Aveva avuto un tono molto scoraggiato: non sapeva da dove cominciare e, onestamente, non sapeva neanche dove andare per trovare un’ispirazione.

Lynn la guardò, chiaramente dispiaciuta, ma più serena di quello che Buffy si aspettasse.

Me lo aspettavo, sai? Sono diversi giorni ormai che ti vedo inquieta, così mi sono presa la libertà di prendere delle informazioni su un corso universitario molto interessante…”

Aveva, nel frattempo, guidato Buffy nella sala in cui lunghi tavoli apparecchiati stavano iniziando ad essere riempiti da studenti e professori: vicini alla parete di fondo, ce ne erano quattro ordinatamente in fila, su cui c’era il buffet più ricco ed assortito che Buffy avesse mai visto.

Lynn, che cosa stai tramando?”

Aveva uno sguardo malizioso mentre cercava di indagare negli occhi dell’amica.

Ti sembro tipo da tramare? No, no di certo…Dico solo che, forse, ci potrebbe qualcosa che ti potrebbe interessare: vedi, a Dublino c’è un corso di storia che prevede una serie di aggiornamenti e corsi paralleli in studio di occultismo e demoni. Inoltre, esiste una palestra tra le più rinomate che, occasionalmente, mette a disposizione esclusivamente per il Consiglio una sala speciale, in cui fare allenamenti…particolari”

Buffy la aveva ascoltata attentamente, meditando sulla cosa man mano che Lynn parlava.

L’idea di frequentare un corso universitario di storia non l’entusiasmava molto, così come quei corsi, ma la prospettiva di poter frequentare quella palestra era una cosa molto più allettante.

E per l’iscrizione? I corsi sono già iniziati, dubito che mi faranno…”

Nessun problema…vedi, mi sono presa la libertà di informarmi e se ti presenterai con una lettera del Consiglio, non ci saranno obiezioni al tuo ritardo”

Certo…perché tu non avevi nessun dubbio riguardo alla mia decisione, vero?”

La stava fissando con uno sguardo falsamente indignato: in realtà, non le dispiaceva l’idea di andare in Irlanda…da molto tempo aveva questo desiderio, ma troppo timore di realizzarlo.

E visto che Lynn si limitava a guardarla, con un mezzo sorriso, finì di parlare.

“…E avevi ragione! Ma sentirò molto la tua mancanza, di questo ne sono sicura!”

Anch’io…ma saperti occupata con attività che, forse, potrebbero aiutarti, mi aiuterà molto”

Non dissero più niente, semplicemente si diressero verso il buffet per fare un’abbondante colazione.


Il volo fu rapido e abbastanza movimentato: il maltempo fece sobbalzare più del normale l’aeroplano e quando iniziarono l’atterraggio una fitta pioggia rendeva impossibile vedere alcunché dal finestrino…In qualche modo, comunque, toccarono terra e Buffy poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Inconsciamente, aveva iniziato a temere il fatto di non riuscire a vedere l’Irlanda…

Fortunatamente, Lynn aveva accluso al suo bagaglio un ombrello, così non dovette inzupparsi fino alle ossa: si era anche premurata di trovarle un alloggio presso una casa dello studente poco distante dall’università. Così, appena scese dall’aereo. Salì sulla navetta che portava in città e, mezz’ora dopo, stava vagando per Dublino: anche se era pomeriggio appena iniziato, la luce era molto scarsa. Mentre camminava per le strade della città, la pioggia andò gradualmente diminuendo fino a che un pallido sole fece capolino da dietro le scure nuvole. Così raggiunse il caseggiato, si identificò all’entrata, dove avevano già tutto il suo incartamento mandato loro dal Consiglio, e prese possesso della sua stanza, dove posò solamente il borsone: uscì, infatti, di nuovo per andare a conoscere il professor Bower con il quale Lynn le aveva fissato un appuntamento per le quattro in punto.

Era in perfetto orario, quindi si godette la passeggiata che dovette fare per raggiungere l’ateneo, ammirando i bei palazzi che fiancheggiavano le strade.


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I libri del professore lo avevano profondamente colpito: non parlavano solamente di demoni, ma anche di vampiri…Man mano che le pagine passavano davanti ai suoi occhi, un nome sempre più ricorrente tornava a tormentarlo…Angelus…Era divenuto ormai il suo chiodo fisso: doveva sapere il più possibile su di lui, ma purtroppo le parole scritte su di lui non erano così abbondanti Aveva anche chiesto al professore, ma anche lui non aveva saputo aggiungere molto a quello che già sapeva.

Così, le sue giornate continuavano a passare uguali, tra libri e corsi di storia e la sera, tra i volumi dei corsi paralleli del professor Bower.

Una mattina si era appena seduto nell’aula di filosofia quando Dean, un ragazzo con cui aveva fatto amicizia da quando era arrivato, gli si sedette accanto e confabulò con lui con aria cospiratrice.

Ehi, amico…hai visto? C’è una nuova al corso del professor Bower…E’ americana ed è una meraviglia: bionda da far girare la testa anche a te…sempre che tu ne sia capace, cosa di cui inizio fortemente a dubitare! Non hai mai adocchiato nessuna dacché sei qui…”

Angel sospirò e con un sorriso di rassegnazione si rivolse al ragazzo dai capelli rossi le cui lentiggini gli conferivano un’aria eternamente sbarazzina.

Dean, forse ne dubiti perché non capisci che a me sta bene così, non mi interessa. Sono contento per te che sia bella e che sia appena arrivata, così non avrà sicuramente avuto tempo per conoscere la tua fama!”

Ehi…non ti scaldare, io facevo per parlare…e poi lo sai che io dico così solo perché penso al tuo bene…Comunque, ha solo quel corso in comune con i nostri, purtroppo…ci saranno ben poche occasioni di vederla…”

Mi spiace per te, ma sono sicuro che avrai miglior sorte con un’altra ragazza…del resto, non ti mancano mai, vero?”

Dean sorrise con l’aria di chi la sa lunga e si preparò per la lezione, che si svolse senza ulteriori problemi.

Dopo, andarono in biblioteca, dove dovevano finire di preparare una tesina per il corso di letteratura inglese: Angel si era dedicato alla poesia di Emily Bronte.

L’aveva toccato la sensibilità di questa donna che, con così poche parole, aveva saputo toccare i più profondi recessi dell’animo umano: leggere le sue poesie era diventato, per le sue giornate, un appuntamento fisso.

Di solito, la notte, quando aveva problemi a dormire – il che capitava praticamente tutte le notti – o i pomeriggi quando aveva un break tra una lezione ed un’altra, era solito leggere i suoi versi: vi trovava una serenità che ristorava il suo cuore…

In quel periodo una strana agitazione mista ad ansia lo aveva pervaso, dandogli un senso d’inquietudine che lo accompagnava per tutta la giornata: non lo abbandonava mai, lasciandogli i nervi a fior di pelle…Dean più volte lo aveva preso in giro per questa sua ‘elettricità’…gli aveva anche offerto il suo aiuto, ma Angel aveva sempre rifiutato.

Non sapeva spiegarlo a se stesso, figuriamoci ad un altro.


No.


Doveva risolvere da solo la questione.


Di notte, quando il sonno vinceva la stanchezza, continuava a tornargli alla mente il viso di Adele che gli diceva ‘Tu sai’…in cuor suo, sentiva che c’entrava qualcosa, e si sforzava di collegare le cose, ma appena iniziava a pensarci, doveva iniziare a scappare perché la solita creatura di cui non vedeva il volto lo inseguiva…Risultato, si svegliava, ancora nel cuore della notte, madido di sudore e ansimante, non riuscendo a chiudere occhio per il resto della notte.

Era allora che la sua anima si placava con la lettura di Emily Bronte: dei versi, in particolare, gli davano conforto…


E solo come me, del tutto solo,

vede il giorno e il suo lungo splendore;

e come me effonde il suo lamento

in sconfinato dolore.



Ma lasciami pensare che se oggi

languisce in questa fredda prigionia,

domani entrambi voleremo via,

completamente liberi, in eterno.


Solo dopo aver letto questi versi trovava uno spiraglio di pace a cui si aggrappava con tutto se stesso.

Per il momento, doveva accontentarsi.

Ma poche sere dopo, accadde un fatto che avrebbe cambiato il suo punto di vista sulle cose.


CAPITOLO V



Il professor Bower si era dimostrato una persona aperta, non il solito topo di biblioteca che Buffy si aspettava: lui ne era rimasto divertito, e compiaciuto. Le aveva fatto una certa impressione, quella ragazza minuta, che sprigionava una tale energia….Naturalmente, il fatto che fosse raccomandata dal Consiglio faceva di lei una persona speciale ai suoi occhi, pur non conoscendo la sua speciale ‘natura’…anche se, le aveva promesso, non avrebbe fatto preferenze.

E a lei stava bene così: non voleva essere trattata con riguardo, ma come tutti gli altri.

Rapidamente, si era ambientata: il corso era molto duro e non le lasciava molto tempo a disposizione, ma aveva fatto amicizia con alcune persone che incontrava in aula e, spesso, al dormitorio.

Si trovava bene specialmente con una ragazza – Susan – che era con lei non solo nel corso del professor Bower, ma anche in quelli di lingue antiche e di storia medievale.

Pranzavano insieme, studiavano insieme e, le rare volte che Buffy si concedeva un’uscita, uscivano insieme: andavano in un pub poco lontano dai dormitori, in cui le aveva insegnato a giocare a freccette. Alcuni sabati in cui si trovavano lì anche a ore più tarde a quelle a cui erano soliti restare, si divertivano ad incitare con applausi scroscianti i musicisti che si riunivano per una session musicale.

La vita scorreva tranquilla, fino ad una notte in cui, mentre molti ragazzi erano ancora in università per alcune conferenze tenute da professori venuti da università inglesi, il silenzio dei corridoi fu rotto da un urlo lacerante.

Subito, gran parte dei ragazzi si riversò fuori dalle aule per vedere cosa fosse successo: una gran folla si accalcò cercando di vedere, anche se inutilmente…Buffy era in aula per una conferenza sull’architettura inglese quando, si ritrovò anche lei tra la folla, spinta suo malgrado verso il fulcro dell’attenzione: arrivò abbastanza vicina da poter ascoltare il resoconto della ragazza, visibilmente spaventata e sotto choc, che aveva urlato. A quanto pareva, c’era stato un omicidio…e la vittima era…l’assistente del professor Bower!

Buffy rimase paralizzata quando sentì che era stato trovato orribilmente sfigurato…Iniziavano a girare voci in cui si diceva che doveva essere opera di un assassino senza pietà alcuna.

Cercò di ascoltare altro dai poliziotti che nel frattempo erano arrivati e stavano isolando la zona, quando un brivido la percorse, dandole una sensazione che non provava da così tanto tempo ormai…


No, non era possibile…


Di scatto, si girò, cercandolo freneticamente con gli occhi, ma tutto quello che riuscì a vedere fu il ragazzo che era subito dietro di lei: la folla in corridoio era così accalcata che non riuscì a fare altri movimenti…Restò lì con quella sensazione che andava spegnendosi…


Ma che le aveva fatto di nuovo battere il cuore.

Come da tempo non faceva.


Da anni.



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Quando era iniziato il trambusto, Angel era in una delle aule per una conferenza sulla poesia femminile inglese nel secolo scorso: i ragazzi avevano iniziato a riversarsi nel corridoio e, alla fine, spinto da Dean, anche Angel era uscito a dare un’occhiata.

Non riuscirono a fare che pochi passi, quando Dean, rivolgendosi all’amico, restò senza parole e fu seriamente preoccupato per lui…

Era pallido come uno straccio e gli occhi erano sbarrati…Lo sfiorò e un leggero tremore scuoteva il suo corpo.


Lei era lì…vicino a lui…


La pelle morbida come il velluto…

Le guance rosa come un fiore appena sbocciato…


Si riebbe proprio quando Dean lo stava chiamando…ma non lo sentì, almeno non subito…

Ma cos’era stata quella sensazione così travolgente che l’aveva appena abbandonato?


E di chi erano i ricordi che gli erano venuti alla mente?


Una ragazza, ma chi?

Nella sua vita non c’era nessuno, non aveva mai permesso a nessuno di avvicinarglisi, nemmeno lui sapeva perché.

Ehi…amico…tutto bene? Che succede?”

Poteva sentire, ora, dal tono della sua voce, che era veramente preoccupato per lui. Gliene fu grato e cercò di rispondergli, non appena ebbe recuperato la voce.

Tutto bene…io…io ho avuto un capogiro…”

Sembrava a che avessi visto un fantasma! Sei sicuro che vada tutto bene?”

Angel lo guardò e gli fece un debole sorriso.

Certo. Sicuro. E’ tutto…passato”

Diede un ultimo sguardo al corridoio, ormai mezzo vuoto, prima di uscire: visto l’incidente, tutte le conferenze erano state sospese e rinviate a un successivo appuntamento.


La sera, quando rientrò nella sua stanza, non riuscì a dormire: con la mente, continuava a tornare a quel momento nel corridoio quando tutto il suo essere aveva vibrato per la presenza di un’altra persona…Rimase sconcertato e tuttavia, meravigliato davanti alla potenza di un sentimento così forte: era una cosa nuova per lui, non aveva mai sperimentato prima una cosa del genere…o forse sì?

Quando l’aveva percepita, si ricordò che il suo primo pensiero fu che non la sentiva da così tanto….e che la nostalgia era un coltello che affondava lentamente nel suo cuore e nella sua anima.

Si lambiccò il cervello pensando a come poteva provare nostalgia per una sensazione – per una persona – che non aveva mai provato prima, che non aveva mai incontrato prima.

Decise che rinchiuso tra quelle quattro mura non ne avrebbe cavato niente di buono, se non un terribile mal di testa, per cui uscì a fare una passeggiata, sperando che l’aria fresca della notte l’avrebbe aiutato a schiarirsi le idee.



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Buffy, dopo l’incidente della sera, era molto agitata: mentre camminava nella sua stanza – avanti e indietro – non era all’incidente, però, che stava pensando…ma a lui.


Angel.


Non poteva essersi sbagliata…quella sensazione era la stessa che provava quando lui era vicino a lei, nascosto tra le ombre, aiutandola senza volersi far vedere…

Ma lei poteva sentirlo – dentro – anche se era celato ai suoi occhi, non poteva celarsi al suo cuore.

Ma la confusione che gliene era derivata, non l’aveva abbandonata e, ancora adesso, affollava la sua mente.


Come poteva averlo percepito se lui era a migliaia di chilometri di distanza?

Aveva la sua vita da vivere, che andava a gonfie vele anche senza di lei…


No.


Non poteva andare avanti così, o ne sarebbe uscita pazza prima dell’alba. Decise di andare a dare un’occhiata al cadavere, per vedere se poteva riconoscere l’opera di qualche demone.

Fu così che, in cinque minuti, fu in strada, cercando tra le stelle la risposta che il suo cuore ambiva più di ogni altra.



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L’aria limpida aveva contribuito un poco a fare chiarezza nei suoi pensieri: non era riuscito a ricordarsi niente, come sempre, ma aveva deciso che era inutile sforzarsi così quando non riusciva ad avere le risposte che cercava.

Così, aveva fatto un rapido giro della città, passando davanti alla cattedrale: ne ammirò le eleganti forme, ripromettendo a se stesso di andare a visitarla. Stava ancora camminando nei suoi pressi quando la sua attenzione fu attirata da alcuni rumori che provenivano da un palazzo nelle vicinanze: fece capolino al di là dell’angolo per vedere cosa stava succedendo, quando fu travolto di nuovo dalla stessa sensazione che aveva provato solo poche ore prima. Solo che questa volta fu molto più intensa…tanto intensa che le ginocchia non lo ressero più e cadde a terra, ansimante.

I suoi occhi non videro più l’ambiente intorno a lui, ma una figura di spalle, dai lunghi capelli biondi e un’andatura pari a quella di un angelo…Nel cuore, sentiva di averla ferita, di aver fatto qualcosa per cui l’aveva fatta soffrire. E questo lo faceva star male più di quanto avesse mai desiderato.

Passò, così come era venuta lasciandogli, però, addosso una sensazione di spossatezza che non gli permise di rialzarsi subito: restò immobile, a fissare il vuoto davanti a lui, con ancora negli occhi la ragazza che si allontanava da lui.

Quando ci ripensava, una fitta di dolore gli attraversava il petto, facendolo piegare in due: era un dolore insopportabile, che gli fece venire le lacrime agli occhi.

Si rimise in piedi e, barcollante, decise che doveva parlarne con qualcuno. Non sapendo a chi altri rivolgersi, si diresse di nuovo verso il dormitorio, ma invece che andare diretto in camera sua, andò a bussare alla porta di Dean che, appena lo vide di fronte a lui, si fece improvvisamente serio.

Amico…Ma sai che ore sono?…”

La voce gli morì in gola quando vide l’espressione sul volto di Angel.

Dio, sei proprio ridotto male…entra, vieni…”

Senza dire una parola, accettò il suo invito, anche se restò immobile, al centro della stanza.

Dean richiuse la porta e andò vicino al suo amico, che chiaramente, aveva bisogno di aiuto: sperò soltanto di potergliene dare a sufficienza.

Ma tu stai tremando…siediti che ti preparo una tazza di the…”

Mise sul suo fornellino elettrico il bollitore e, in pochi minuti, entrambi stavano fissando la loro tazza di caldo the fumante.

Erano seduti sul letto di Dean, tra libri e riviste di sport.

Visto che Angel persisteva nel suo mutismo, Dean pensò di provare a scuoterlo.

Allora, mi vuoi dire che cosa ti è successo?”

Bevve ancora un sorso d the prima di rivolgere il suo sguardo verso di lui.

Ero in giro, sai, non riuscivo a dormire e allora ho pensato che un po’ di aria fresca mi avrebbe aiutato a chiarirmi le idee…Invece…”

Posò la tazza e si alzò, tirando un sospiro e cercando le parole per spiegarglielo…

Vedi…ti ricordi stasera, in università, quando ti ho detto che avevo avuto un capogiro? Ecco, in realtà…”

Si voltò verso di lui, lo guardò negli occhi e le parole vennero…anche se con un po’ di difficoltà.

In realtà, ho sentito qualcosa…qualcuno…Qualcuno che era molto importante per me: l’ho sentita dentro, ho potuto percepire la sua presenza nello stesso corridoio…E anche stasera, proprio quando ero davanti alla cattedrale, mi è successo di nuovo, solo che è stato molto più…intenso”

Dean l’aveva ascoltato sorseggiando il suo the e non lasciando trasparire quello che pensava: il primo timore di Angel era che lo prendesse per visionario…Ma dall’espressione seria che aveva ora assunto, escluse questa possibilità.

Dean, devi credermi quando ti dico che è stata l’esperienza più sconvolgente della mia vita e anche la più…inebriante e seducente. Insomma, era come se potessi sentire il suo respiro sulla mia pelle, le sue mani che prendevano il mio viso…Oddio, non so più che pensare e che cosa fare…”

Si risedette di fianco all’amico e si prese la testa fra le mani.

Prima di tutto, smetti di pensarci: crogiolarti sforzandoti di ricordare cosa – o meglio, chi – ti suscitava tali emozioni è inutile, dato che i ricordi sembrano non volerti tornare”

E’ facile per te, dirlo: ma sarebbe come smettere di respirare…Come posso farlo? No, devo riuscire a scoprire CHI mi suscita questa emozione così forte. Senz’altro, si trova in università, dato che era ad una delle conferenze...”

Amico…non per deludere le tue aspettative, ma le conferenze erano aperte anche al pubblico, quindi potrebbe trattarsi di una presenza fortuita nel campus…”

Sì, è vero, però l’ho risentita stasera per strada, poco lontano dai dormitori, quindi è presumibile pensare che sia ancora in città…almeno questo mi dà la possibilità di sperare…sperare che torni lì, per quando rifaranno le conferenze”

Dean si era alzato anche lui, prendendo le tazze e posandole sul minuscolo lavandino che aveva in un angolo. Andò vicino ad Angel e lo abbracciò, cingendogli le spalle con un braccio.

Bene, allora non ti resta che aspettare fino alla prossima settimana e potrai andare in cerca di lei!”

Già…finalmente”

Si salutarono, non prima che Angel lo ebbe ringraziato per averlo accolto a quell’ora della notte.

Ehi…vedi di ricordartelo quando verrò da te a chiederti un favore!”

Con l’idea che sarebbe successo anche fin troppo presto, Angel si diresse verso la sua stanza, dove riuscì a dormire per un paio d’ore prima che dovesse di nuovo alzarsi per andare alla prima lezione della giornata.

Non fece sogni, ma una strana sensazione di disagio lo accompagnò fino al risveglio.



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Aveva trovato la risposta al suo dubbio in una fredda sala dell’obitorio.

Quel cadavere non era certo stato reso tale da un essere umano: le ferite erano troppo profonde e tali da rendere plausibile l’idea di un demone dagli artigli molto affilati. Inoltre, era stato asportato il cuore…Aveva fatto non poca fatica ad esaminarlo, ma era sola e non poteva contare sull’aiuto di nessuno, lì.

Mentre tornava indietro, il suo stomaco stava esprimendo tutto il ribrezzo che aveva provato nel compiere quella ‘missione’…Era nei pressi della cattedrale – poteva vederne le alte torri spuntare da dietro alcuni palazzi – quando era stata attaccata da una figura che, subito, non riuscì ad identificare. La forza con cui l’aveva spinta a terra le dette solo il tempo di reagire all’ultimo momento, parando un colpo diretto al suo cuore!

Lo scalciò lontano da lei, rialzandosi e guardandosi in giro per vedere se c’era qualcosa che poteva usare come arma…purtroppo per lei, nulla corrispondeva alle sue necessità, così dovette combattere a mani nude.

Ora che poteva osservarlo meglio alla luce dei lampioni, poté notare che era un demone che non aveva mai visto prima: l’aspetto non prometteva niente di buono…Era alto almeno cinquanta centimetri più di lei, e di corporatura molto massiccia: il volto era quanto di più brutto avesse mai visto…gli occhi erano piccoli e laterali, neri e sempre in movimento; il naso aquilino conferiva al volto una durezza che , già di per sé, incuteva timore; la testa era priva di capelli, ma al loro posto, vi erano una serie di punte molto acuminate, usate come arma estrema. Era abbigliato con una semplice veste verde scuro che stonava con il suo aspetto, e il suo fare, minaccioso. Era possente e aveva una muscolatura in grado di respingere gli attacchi, anche i più violenti, di Buffy…che lo sperimentò su se stessa.

Si ritrovò stesa nuovamente a terra, dopo aver tentato di atterrarlo.

Sai, te l’ha mai detto nessuno che se continui a respingere così le ragazze rimarrai single per tutta la vita?”

Il demone non solo non aveva fatto una piega, ma aveva emesso una specie di ruggito verso di lei, e ora stava avanzando nella sua direzione.

Si rialzò velocemente, preparandosi ad un altro attacco, e invece il demone si fermò, guardandosi intorno con aria diffidente, poi poco prima di darle le spalle e scomparire nella notte, le parlò.

La sua voce sembrava venire direttamente dall’oltretomba e le fece accapponare la pelle.


Tu…stai lontana dalla mia preda…o ucciderò anche te!”


L’eco delle sue parole erano ancora nella mente di Buffy mentre stava rientrando…Così, era venuto a cercarla perché gli era d’impiccio…Sì, ma impiccio per che cosa?

Aveva parlato di una preda, ma lei non aveva idea a cosa si riferisse…

Si massaggiò il gomito sinistro che era rimasto ammaccato dalle cadute a terra: aveva altri dolori, sparsi un po’ ovunque, ma tutto tacque e tutto passò in secondo piano quando lo sentì di nuovo…


Più forte e più intenso della sera precedente…


Così intenso che la travolse: la testa le girava e nei suoi occhi c’era solo lui…come se nemmeno un giorno fosse passato da quando se ne era andato…

Si ritrovò gli occhi pieni di lacrime senza neanche accorgersene.

Era incapace di muovere un altro solo passo senza cadere a terra, priva di forze: si asciugò come meglio poté gli occhi, poi decise che doveva vederci chiaro in questa faccenda.


Che sembrava impossibile.


Spinta da un nuovo vigore, corse nella direzione che il suo cuore – che tutto il suo essere – le diceva essere il punto d’origine di tale…sensazione. Ma quando svoltò l’angolo che dava sulla piazza della cattedrale, tutto quello che riuscì a vedere furono due gatti che passeggiavano tranquillamente e niente altro.

Non anima viva.

Come se avesse davvero sperato di trovarlo lì…

Ma chi voleva prendere in giro?

Solo se stessa.

Fece ritorno ai dormitori, osservando le stelle brillare nel cielo, tra le nubi che preannunciavano una giornata di pioggia.


Non era stata delusa.

La pioggia cadeva incessantemente fin dall’alba, che aveva visto Buffy sveglia già da molto: incapace di dormire, aveva telefonato a Lynn, raccontandole tutto…il demone, la sensazione di avere Angel intorno, vicino…così vicino che le sembrava di poter allungare una mano e toccarlo…

Lei aveva saputo confortarla, almeno ci aveva provato e un poco di effetto l’aveva ottenuto: se dal principio Buffy era spaventata e quasi disperata, ora le pareva che fosse un po’ più propensa ad essere fiduciosa…e positiva. Fu felice di esserle stata d’aiuto e si offrì di parlarne con il signor Williams, che avrebbe saputo dirle che specie di demone era: i suoi studi a riguardo non le avevano ancora permesso di riconoscerlo e anche Lynn non le era stata d’aiuto…d’altra parte, le mancava ancora il corso di perfezionamento sullo studio dei demoni.

Si salutarono con la promessa di sentirsi il giorno dopo, in modo da aggiornarsi: riuscì a far promettere a Buffy che, fino ad allora, non sarebbe uscita e sarebbe stata al sicuro.

Era uscita molto presto per andare in università e, sulla strada, aveva incontrato Susan, con la quale aveva lezione le prime tre ore. Il suo umore non trasse giovamento dal tempo, ancora piovoso, e continuò a pensare alla telefonata quando la voce di Susan la fece tornare coi piedi per terra.

Ehi, ma hai sentito quello che ho detto?”

Era Susan che, mentre entravano nell’edificio, le aveva chiaramente rivolto la parola…Fu con molto imbarazzo che Buffy le parlò.

Ehm…scusami, Susan…è che…beh, non ho dormito molto bene stanotte…”

Sei sicura che sia solo questo il motivo? E’ da quando sei arrivata che hai un’espressione…come dire, assente. Tu sei qui, ma la tua mente, i tuoi pensieri sono a mille miglia di distanza. Ne possiamo parlare, se vuoi…”

Sospirò, come se fosse una cosa che voleva fare ma, qualche cosa, la tratteneva sempre.

No, davvero…non è il caso che ti preoccupi per me. E’ solo stanchezza. Ma grazie dell’offerta, te ne sono grata”

Evidentemente poco convinta delle sue rassicurazioni, ma convinta anche che – se avesse avuto davvero bisogno – sapeva che poteva contare su di lei, cambiò velocemente argomento.

Va bene…Senti, hai visto che nel corso che era del professor Bower c’è il ragazzo più affascinante di tutta la scuola? E’ da far perdere la testa…un vero schianto!”

Tipico di Susan: la sua principale occupazione, dopo lo studio naturalmente, era fare la radiografia a tutti i ragazzi che circolavano…e non mancava mai di farne rapporto a Buffy: ancora, sperava di trovare qualcuno che fosse il suo tipo. Le dispiaceva vederla sempre sola e sempre pensierosa…aveva deciso che il rimedio migliore fosse un po’ di compagnia maschile.

Ma Buffy la pensava diversamente.

Susan, fermati…non dire un’altra parola. Come te lo posso far capire che non mi interessa nessuno? Non ho assolutamente tempo, né voglia, di complicarmi la vita con una relazione…non ora…”

E allora quando? Quando sarai vecchia? Andiamo, Buffy…devi vivere la vita se non vuoi che ti passi davanti senza che tu riesca a salirci sopra!”

Sapeva che parlava perché aveva a cuore il suo benessere, ma in quel momento voleva sentir parlare di tutto, tranne che di ragazzi…

Senti, apprezzo i tuoi sforzi e so che li fai perché sei una buona amica…ma proprio perché sei una buona amica dovresti capire quando è il momento di desistere dai propri sforzi…”

Susan la guardava pensierosa. Poi, con lo sguardo di chi capisce le cose all’ultimo secondo, si rivolse nuovamente a lei, senza far cadere l’argomento.

Ho capito! Hai avuto una storia che è finita male…non è vero? Ho indovinato?”

Sì, hai indovinato, sei contenta ora?”

Aveva parlato con tono più scontroso di quello che avrebbe voluto, e se ne dispiacque subito.

Susan….scusami, io non volevo…E’ che…non sono ancora riuscita a lasciarmela alle spalle: è ancora doloroso, per me, parlarne…”

Susan, se subito fu indispettita dal suo tono, ora apparve molto più propensa al perdono, ed infatti, con sua somma gioia, le rivolse un radioso sorriso.

Acqua passata! Colpa mia che non dovevo insistere…ma sai come sono fatta, no? Senti, facciamo un patto, se tu mi parlerai di questo amore, io la smetterò di procacciarti gli uomini, che ne dici? Mi sembra uno scambio equo…”

Aveva uno sguardo così malizioso e sincero, che Buffy si ritrovò improvvisamente ad accettare: in fondo, pensò, parlare di Angel a chi era completamente estraneo alla cosa, poteva aiutarla ad affrontare la sua perdita.

Certo…doveva evitare di sottolineare che lui era un vampiro…ma in fondo, nessuno è perfetto, no?



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La pioggia aveva reso Angel ancor più pensieroso del solito…e l’episodio della notte precedente, di certo non aiutava a migliorare la situazione.

La mattina passò, tra una lezione e l’altra: Dean provò a trascinarlo via a metà pomeriggio, ma non ebbe fortuna. Con la scusa di dover preparare un esame, Angel si era fermato fino alla chiusura della biblioteca dell’università. Quel pomeriggio, molti studenti si erano fermati a studiare là, complice anche il mal tempo, cosicché un leggero brusio fece da sfondo allo studio di Angel.

Ma non riuscì a combinare poi molto: la mente non riusciva a focalizzare i concetti che doveva apprendere…pensava solo alla sensazione che aveva provato.

Solo quello. Niente altro.

Quando furono le sei e mezza, chiuse i libri che aveva davanti e se ne tornò in camera. Quando era a mezza strada, decise che era meglio se andava a fare una passeggiata, prima di rientrare…avrebbe potuto mangiare un panino in giro, e intanto, schiarirsi le idee.

Fuori, aveva finalmente smesso di piovere, anche se grosse pozzanghere erano rimaste ad insidiare i passanti che circolavano: Angel si trovò a vagare per la città, passando davanti a pub pieni di studenti chiassosi e di persone che sorseggiavano tranquille il loro the o la loro birra…I negozi erano un via vai di gente, che entrava e usciva con borse colorate che rendevano l’atmosfera molto allegra.

Alcune mamme avevano per mano i loro bimbi che, usciti da scuola, raccontavano la loro giornata.

Il tempo passò velocemente, perché in breve i negozi chiusero e la gente per strada si fece sempre meno…I suoi passi risuonavano per la strada bagnata e gli fecero compagnia, finché, nel suo girovagare, si ritrovò ancora dalla cattedrale.

Pensando che doveva essere una costante nel suo soggiorno, trovarsi sempre lì ogni qual volta che usciva a fare due passi, così questa volta decise di guardare anche la parte posteriore: come aveva immaginato, sul retro c’era un piccolo cimitero, risalente ai tempi antichi, ben tenuto, con molte croci di pietra e lapidi in cui erano incisi i nomi e le date, ormai usurate dal tempo e dalle intemperie. Non c’era cancello, ma una piccola staccionata, ridipinta di fresco, che lo separava dal resto del prato: Angel la scavalcò facilmente e vagò tra le tombe, osservando ora una ora l’altra lapide. Tutti quei nomi, tutte quelle date gli stavano facendo tornare alla memoria qualcosa…lentamente, vide altre lapidi, altre date…altri nomi.

Si fermò presso una tomba e vi appoggiò leggermente una mano: si vide chino su una di queste tombe, a piangere, incapace di sopportare tanto dolore…Ma di chi erano queste lapidi?


Per chi provava tutto questo dolore?


Stava ancora pensando, sforzandosi di ricordare quando una figura gli piombò addosso con una forza che gli tolse il respiro…Si ritrovò sdraiato a terra, dolorante per il colpo – aveva sbattuto violentemente contro una lapide – e completamente sconcertato per la cosa…Ma chi era che l’aveva attaccato?

Sentì una specie di ruggito proprio dietro di lui: rotolò in modo da vedere da chi – cosa – provenisse e sgranò gli occhi per lo stupore e la paura…

Davanti a lui, pronto a scattare in un altro attacco, c’era un demone!

E non un demone qualunque, ma un Seguace di Frayryth: aveva avuto la possibilità di studiarne la storia su un libro del professor Bower.

Erano una setta di demoni inferiori che servivano un demone infinitamente più potente…e grosso. Frayryth, appunto, che si cibava delle anime di ‘coloro che sono ciò che non sono’…praticamente, di tutti coloro che apparivano in un modo ma che in realtà erano in un altro.


Hai paura, vero? E fai bene, la paura è fondamentale per dare sapore alla tua anima…La grande Frayryth mi sarà grata per il dono che le porterò…La tua anima è di grande valore per la mia signora e non intendo farmela sfuggire…”


Era confuso…perché volevano lui?

Lui era quello che era.

Un ragazzo normale che studiava storia al Trinity College grazie ad una borsa di studio…che utilità poteva avere per un demone come Frayryth?

Non ebbe molto tempo per pensarci: scattò in piedi e fuggì, più velocemente che poté: sentiva il demone dietro di lui, che non perdeva terreno, ma anzi, si stava facendo sempre più vicino…


Scappa, sì…Più cullerai dentro di te l’illusione di riuscire ad evitare il tuo destino, più la tua anima avrà sapore per la mia padrona!!!!”


Si era diretto verso la parte più esterna della città: a quell’ora, non c’era più nessuno in giro…era troppo tardi per i negozi e troppo presto per chi faceva vita notturna…Giunto ad un bivio, non sapeva dove dirigersi quando un fatto inaspettato venne in suo aiuto.

Una sirena si stava avvicinando: il demone ne fu chiaramente infastidito e, proprio mentre l’auto della polizia svoltava l’angolo per passare davanti ad Angel, il demone scattò nella direzione opposta, tenendosi quelle che a lui parvero essere le orecchie…Evidentemente, il rumore gli aveva dato molto fastidio, tanto che aveva interrotto il suo inseguimento e se ne era andato, non senza prima avergli lanciato un altro avvertimento.


Per questa volta finisce qui, ma non temere…tornerò presto a prenderti…Non importa dove ti nasconderai, io ti troverò!”


Poi, scomparve nella notte.

Angel fu immensamente grato a quella coincidenza…molto probabilmente, gli aveva salvato la vita.

Ora che il peggio era passato, i dolori si fecero sentire molto di più: fino a che c’era stata l’adrenalina, non sentiva nulla, ma ora era tutto un dolore. Zoppicando e tenendosi il braccio sinistro, camminò fino ad arrivare ai dormitori, anche se quando arrivò, gli sembrò di aver percorso mille chilometri.

Una volta chiuso nella sua stanza, si cambiò e si medicò le ferite: sul braccio aveva avuto come souvenir un profondo taglio che gli attraversava tutto il tricipite, mentre sulle gambe era pieno di lividi che stavano diventando viola. Una volta medicate le ferite, si sedette sul letto a riflettere su quello che era appena successo: ancora non si spiegava il perché volessero proprio lui.

Certo, sapeva di non avere ricordi da prima di quella mattina a Galway, ma ciò non voleva dire che lui non fosse quello che era…o, meglio, quello che credeva di essere.

Decise che poteva fare solo una cosa: parlarne con il professor Bower.

Era un uomo di larghe vedute e sicuramente la persona più indicata per aiutarlo. Così, si addormentò ripromettendosi di andare nel suo ufficio la mattina seguente.


Come si era aspettato, il professore lo ascoltò prestandogli la massima attenzione. Non fece un fiato per tutto il tempo in cui gli espose i fatti successi la notte precedente e, anche quando ebbe finito il suo racconto, stette in silenzio, fissando un punto indefinito fuori dalla finestra.

Hai fatto bene a venire da me, Angel…Quello che mi hai raccontato mi fa pensare al peggio, purtroppo…Come sai, i Seguaci di Frayryth non demordono molto facilmente dai loro propositi e, temo, questo voglia dire che presto – molto presto – ti troverai di nuovo in una situazione simile…”

Si alzò dalla sua poltrona, ormai logora dagli anni, per andare alla finestra: piccole goccioline di pioggia, residue dal giorno prima, ancora scorrevano placide sul vetro…Al di là, tutto scorreva tranquillo: i ragazzi andavano e venivano dall’università, parlottando tra di loro. Vagò per un attimo tra la normalità per poi tornare alla cosa più urgente che dovevano pianificare: come evitare che Angel venisse preso dal demone.

Ritengo saggio non uscire di sera, almeno per qualche giorno, finché non avremo deciso una strategia. Nel frattempo, chiederò consiglio a persone in cui ripongo la massima fiducia, per sapere se potranno esserti d’aiuto. Mi raccomando, non farne parola con nessuno e stai attento, sempre e ovunque. Cerca di rientrare presto e non uscire di notte”

Si voltò verso di lui, poi fece qualche passo nella sua direzione.

Mi dispiacerebbe perdere uno dei migliori studenti che abbia mia avuto”

Gli tese la mano che Angel strinse con tutta la riconoscenza di cui era capace.

Non si preoccupi, professore: non ho intenzione di farmi prendere, quindi me ne starò calmo finché lei non avrà notizie dalle persone che deve consultare”

Bene, allora, ci vediamo domani, qui, alla stessa ora in modo che potrò dirti come procedere. Buona giornata”

Si lasciarono amichevolmente ed ognuno dei due tornò alle proprie occupazioni.


Subito dopo che Angel era uscito dal suo ufficio, il professor Bower telefonò al signor Williams, al Consiglio.

Williams, abbiamo un grosso problema…”

La sua voce stridula e allarmata fece trasalire il suo interlocutore.

Per l’amor di Dio, Bower, si calmi e mi dica che cosa è successo…”

Così, gli raccontò per filo e per segno cosa era accaduto ad Angel; solo quando ebbe terminato, Williams parlò, spiazzandolo completamente.

Ero già al corrente di quanto era successo, della presenza del demone, anche se non dello scontro con il vostro studente…”

Così, lo aggiornò, mettendolo al corrente che anche la studentessa che il Consiglio gli aveva raccomandato aveva avuto un’infelice incontro con il demone in questione.

Lei allora sapeva già che si trattava di un Seguace di Frayryth…ma non capisco cosa possa volere da un ragazzo come Angel, è una persona come tutti noi…”

O forse no…Professor Bower, non devo certo essere io a ricordarle che, tante volte, le apparenze ingannano. Comunque, una persona di mia fiducia informerà la signorina Summers della natura del demone: avrà una nuova studentessa…naturalmente, sarà solo una copertura…Lynn O’Danan. Sarà lei il suo collegamento con me: per tutto quello che riguarda questa faccenda, può parlarne con lei. Siamo d’accordo? Intanto, faccia qualche ricerca su questo ragazzo, in modo da sapere se è veramente chi dice di essere”

Si salutarono, e Bower rimase piuttosto scettico…

Era propenso a credere ad Angel: gli piaceva quel ragazzo, era diretto, onesto e dannatamente in gamba. Non voleva perdere uno studente come lui. Comunque, convenne con Williams, che c’era bisogno di saperne qualcosa di più.

Così si attivò.



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Susan ebbe gli occhi pieni di lacrime, alla fine del racconto di Buffy.

Aveva ascoltato ogni singola parola con sempre maggior partecipazione, trattenendo anche il respiro quando le aveva detto degli avvenimenti più terribili…Naturalmente, aveva sorvolato su alcuni particolari e cambiato un po’ le carte in tavola, per non svelare la completa verità sulla sua natura e su quella di Angel.

Aveva finito di raccontarle tutto, sedute una accanto all’altra sul letto di Susan quando le parlò molto piano, tanto che dovette sforzarsi per sentirla.

Scusami…Buffy, tu mi devi perdonare: io che per tutto questo tempo ti ho costretta a subire le mie descrizioni….io non avevo idea…non immaginavo che potesse esserci un amore così forte, così totale…mi dispiace tanto…”

Buffy la guardò, riconoscente: era stata a sentirla ed era stata partecipe del suo dolore…non aveva niente di cui scusarsi e glielo disse.

Tu non potevi saperlo…come avresti fatto? No, non ti devi scusare di niente. Basterà che tu smetta di provare a farmi fidanzare per forza con qualcuno!”

Di questo hai la mia parola!”

Si asciugò le lacrime, poi si alzò, prendendo la sua borsa.

Bene! Che ne diresti di un’abbondante colazione, prima di tuffarci nello studio?”

Buffy sorrise e si alzò anche lei: ora, si sentiva molto meglio, sicuramente un po’ più leggera. Le aveva fatto bene parlarne con qualcuno…

Direi che è un’ottima idea! Andiamo!”


Le prime ore di lezione erano volate via: si avvicinava l’ora di pranzo quando la lezione di storia medievale venne interrotta da un leggero bussare alla porta.

Si fece avanti una delle segretarie dell’accettazione.

Mi scusi professoressa Corren, ma la signorina Summers dovrebbe recarsi un attimo in biblioteca”

Buffy fu sorpresa di sentirsi chiamata in causa e, dopo un primo momento di esitazione, si alzò e seguì la signorina fino alla biblioteca dove, appena vi entrò, ebbe la più gradita sorpresa della giornata…della settimana!

Davanti a lei, sorridente nella sua tenuta da viaggio – pantaloni verdi con grandi tasconi e un cardigan di lana simile a quella che le aveva prestato dopo il loro primo incontro sopra a una t-shirt – c’era Lynn, che stava esaminando un volume dall’aria molto polverosa.

O mio Dio, Lynn…che ci fai qui?”

Le andò incontro e la abbracciò vigorosamente.

Prima di parlare, aspettò che la signorina richiudesse la porta: solo quando furono sole, parlò. Buffy lo notò e ne fu maggiormente incuriosita…

Sono qui per te, Buffy…Il signor Williams ha motivo di credere che tu ti trovi in grossi guai...”

Si sedettero ad uno dei lunghi tavoli e Lynn le raccontò quanto sapeva sui Seguaci di Frayryth: purtroppo, furono solo brutte notizie e, mentre la sua voce diveniva sempre più bassa, Buffy si fece sempre più cupa. Quando le finì di fare il resoconto, le spiegò anche perché era stata mandata lì.

Così, il Consiglio ha pensato che fosse saggio affiancarti qualcuno e visto che noi ci siamo già conosciute e abbiamo fatto amicizia, il signor Williams ha pensato a me. So che non sono un Osservatore, non a tutti gli effetti, però ti assicuro che farò del mio meglio. Durante il viaggio, ho letto questo compendio sui Seguaci che il Signor Williams mi ha affidato: ha detto che potrà esserci molto utile…anche se, temo di doverlo dire, non so come!”

Buffy non aveva detto una parola: stava ancora pensando a tutto ciò che era avvenuto negli ultimi giorni…e ora il Consiglio…

Si era alzata e aveva fatto alcuni passi avanti e indietro…

No, ho piacere che tu sia qui, e sono sicura che riuscirai a darmi tutto l’aiuto di cui sarai capace, ma non posso sopportare queste intromissioni del Consiglio: sono andata via da casa per sfuggire a chi mi controllava a vista, per cercare di riappropriarmi della mia vita…ci stavo riuscendo, e quello che mi manca ora è il Consiglio che si mette in mezzo!”

Lynn ne fu chiaramente dispiaciuta: non pensava che avrebbe reagito così…

Buffy, ragiona…sai che è solo per il tuo bene se io sono qui…”

Lynn…è sempre per il mio bene…però non mi si interpella mai, mi dici perché?”

Lei non rispose, ma distolse lo sguardo dai suoi occhi: era un po’ confusa…naturalmente, non conosceva Buffy da così tanto tempo per capire le sue emozioni, per capirla a fondo, ma aveva sperato in una reazione diversa…un po’ più di voglia di collaborazione.

Dio…Lynn, mi dispiace…Scusa, non voglio sembrarti insensibile o altro…Capisco la decisione del Consiglio e so che è la cosa migliore – l’unica – da fare, e quindi stai tranquilla che collaborerò al massimo…Non voglio che qualche demone cornuto rovini il mio tentativo di riappropriarmi della mia vita!”

Era andata a sedersi di nuovo accanto a lei, rivolgendole un sorriso pieno di speranza e amicizia. E aveva funzionato, perché Lynn sorrise a sua volta.

No, scusami tu…io non dovevo permettermi di criticarti: avrai le tue buone ragioni e io, in qualità di amica, devo accettarle. Aiutarti e accettarle”

Buffy fu grata di aver conosciuto una persona così aperta e comprensiva, e che ora questa persona fosse lì con lei, in quel momento così…strano.

Restarono qualche momento in silenzio, assorte ognuna nei propri pensieri, fino a che Lynn le fece una domanda.

Hai più percepito…Angel?”

Buffy la guardò, seria, in silenzio: solo dopo aver sospirato le raccontò il turbinio di emozioni che la stavano scuotendo…

Io…io non so nemmeno se fosse lui…Andiamo Lynn, lui è Los Angeles, e vive la sua vita senza di me…perché dovrebbe trovarsi proprio qui, proprio ora?”

Aveva un tono così disperato che Lynn si commosse: chiaramente, Buffy non aveva mai dimenticato Angel, nonostante avesse provato e riprovato…


Ma l’amore vero non si dimentica, neanche si avessero mille vite a disposizione…


Buffy, non puoi saperlo finché non lo verifichi…Non potresti telefonare a L.A. per controllare che si trovi là? Potresti così escludere la sua presenza qui…”

A queste parole, si fece ancor più pensierosa: non ci aveva pensato, ma anche ora che lo aveva fatto per lei Lynn, non le sembrava poi un’idea così buona…Certo, era l’unico modo per sapere dove realmente si trovasse, ma l’idea di parlare con Cordelia non la entusiasmava molto, visto che era sempre lei che rispondeva al telefono…E lo disse a Lynn.

Beh, e non c’è nessun altro con cui potresti parlare?”

Buffy non ci pensò due volte prima di parlare.

Sì, in effetti c’è il mio ex-Osservatore, Wesley…”

Wendham Price! L’ho conosciuto, prima che venisse in America: era un tipo molto bacchettone, se ricordo bene…”

Sì, ricordi molto bene, te lo assicuro…ma per il suo bene, è cambiato molto in questi anni…”

Lynn sorrise, poi le strinse la mano per infonderle un po’ di forza…

Lei infondere forza alla Cacciatrice!

Questo era un pensiero che la fece sorridere…

Allora, facciamo così: chiamo io e, se mi risponde una voce di donna, chiedo di Wesley e poi te lo passo, che ne dici?”

Gli occhi di Buffy si illuminarono e Lynn fu felice di averci pensato.

Dico che è una grande idea!”

Allora, andiamo: il professor Bower mi ha autorizzato ad usare il suo ufficio, visto che adesso sta facendo lezione…Andiamo a telefonare!”



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Bower era sconcertato: per quanto cercasse informazioni su Angel, non riusciva a trovarne.

Non si sarebbe mai aspettato una tabula rasa tale…Certo, sapeva che aveva avuto un qualche incidente per il quale non aveva memoria se non da un certo giorno in poi, ma qualcosa doveva pur esserci.

Il cognome che usava gli aveva detto che non sapeva se essere veramente il suo, ed evidentemente, non lo era, perché all’appellativo Leary non aveva trovato nessun Angel…almeno, non che corrispondesse al lui.

E più continuava a fare controlli – previdenza sociale, certificati di nascita e quant’altro gli veniva in mente – più il risultato era sempre lo stesso.

Niente.

Non voleva ammettere con se stesso che, forse, Williams aveva ragione: a questo punto, iniziava a credere anche lui che Angel non fosse quello che in realtà diceva di essere…Il problema era come scoprire chi fosse.

Non pensava di esprimergli i suoi dubbi finché non avesse avuto in mano qualcosa di più concreto: in fondo, anche se era vero che no trovare informazioni poteva essere qualcosa di concreto, era anche vero che voleva continuare a cercare…Non voleva arrendersi.

Anche se ora era solo, vista la tragica fine del suo assistente, avrebbe dato tutto se stesso per venire a capo di questa faccenda.

Finì di fare lezione con ancora la mente ingombra da questi pensieri e anche quando uscì per andare a fare visita ad un suo amico, Tom O’Hara che faceva l’investigatore, e che avrebbe saputo da che parte cominciare per trovare qualcuno di cui non si sapeva nulla, continuò a pensare alla faccenda di Angel. Visto che era quasi ora di pranzo, pensò di prendere qualcosa da una rosticceria vicino all’università per indorare un po’ la pillola…Era da tanto tempo, ormai, che si vedeva con questo suo amico solo per lavoro: era tempo di uscire per una pinta di birra…Si ripromise di farlo al più presto…anzi, di invitarlo la sera stessa!

Con questo pensiero un po’ più piacevole, si incamminò verso la fermata dell’autobus che portava alla casa del suo amico.

Abitava appena fuori città, in una zona un po’ isolata: dalla strada, si doveva percorrere un sentiero che attraversava la campagna…Non vedeva l’ora di arrivare perché la campagna di questa stagione era uno spettacolo che lo metteva sempre di buon umore.

A quell’ora, sull’autobus c’erano solo pochi ragazzi e qualche pendolare che tornava a casa per pranzo. La corsa fu veloce e senza troppe fermate: quando scese, il sole brillava alto nel cielo e una calda e piacevole brezza accarezzava la sua pelle.

Decisamente, l’estate era la sua stagione preferita!

Si incamminò con passo deciso lungo il sentiero che portava alla casa di Tom: in una mano stringeva il sacchetto con i due polli arrosto e lo sformato di patate che aveva comprato per pranzo…non sapendo che non sarebbe mai riuscito a mangiarlo insieme a Tom, come aveva programmato.

Perché i Seguaci lo avevano trovato.

Ed eliminato.


Lo avevano seguito da quando era uscito dall’università: attraverso gli scarichi delle fogne, avevano potuto vedere in che direzione andava e poi ne avevano seguito l’odore…Per il loro sviluppatissimo olfatto, ogni umano aveva un odore differente e non avevano avuto dunque problemi a seguirne uno in particolare.

Quando era sceso dal bus, era stato chiaro che non avrebbero avuto problemi ad attaccarlo in pieno giorno, visto che era un posto molto isolato…Non erano stati delusi: come si aspettavano, non aveva opposto la minima resistenza, visto che dopo il primo attacco, era già morto. Lo lasciarono lì, in mezzo al sentiero, incuranti dell’orribile spettacolo che avrebbe offerto al primo malcapitato passante: un cadavere orribilmente sfigurato…e con il cuore mancante!



Angel aveva seguito le sue lezioni, studiato per l’esame e poi, seguendo le indicazioni del professore, tornò in camera sua, dove avrebbe passato l’intera serata.

In fondo, era l’idea più saggia: era inutile esporsi a pericoli dei quali non si conosceva nulla…Meglio attendere di saperne di più.

Aveva appena cenato e stava per mettersi sui libri quando un bussare interruppe i suoi piani.

Era la segretaria del professor Bower quella che, con uno sguardo preoccupato, stava in piedi davanti alla sua porta.

Mi scusi del disturbo a quest’ora, signor Leary, ma il Rettore mi ha imposto di venire a chiamarla immediatamente”

Angel fu più stupito che altro…

Cosa poteva volere da lui il Rettore a quell’ora?

E’ successo qualcosa? Come mai vuole vedermi a quest’ora?”

La sua curiosità traspariva dalle sue parole: d’altra parte, non aveva fatto nulla per nasconderla.

Glielo dirà il Rettore. Io devo solo accompagnarla”

Angel annuì e, dopo aver messo un maglione pulito, seguì l’anziana donna fuori dal dormitorio, fino sulla strada, dove c’era una macchina che li aspettava: li condusse all’università che, con poche luci accese, sembrava avere un’aria tutt’altro che priva di mistero.

In pochi minuti, raggiunsero l’ufficio del Rettore e la donna, dopo averlo annunciato, gli fece cenno che poteva entrare.

Esitante, ma spinto dalla curiosità, entrò e la prima cosa che vide fu il professor Connor seduto alla sua imponente scrivania di mogano.

La lampada su di esso era accesa e gli illuminava il viso dal basso in alto, creando uno strano gioco di luce…Naturalmente, anche il grande lampadario di cristallo era acceso, illuminando perfettamente l’ampia stanza.

La segretaria richiuse dietro di lui la porta: restò per qualche attimo in piedi, in silenzio, senza sapere bene che cosa fare…Non gli sembrava appropriato parlare per primo, così aspettò.

Non per molto.

Prego, signor Leary, si accomodi”

Gli fece cenno ad una apparentemente comoda poltrona in pelle, posta davanti alla scrivania.

Prima di tutto, la ringrazio di essere venuto qui a quest’ora…Mi rendo conto che può esserle sembrato strano, ma le assicuro che se non fosse stato importante, non l’avrei fatta scomodare”

Angel fu colpito dal suo discorso…piacevolmente colpito. Anche se continuava a rimanere curioso del motivo della sua convocazione.

Non si preoccupi. Devo ammettere che ho una certa curiosità sul perché lei mi abbia convocato a quest’ora…è piuttosto insolito, per non dire eccezionale”

Il Rettore lo fissava, serio, e con aria più grave di quella che Angel considerava normale.

Ne convengo. Ed è con grande dolore che le dico che il motivo per cui l’ho fatta chiamare è che il professor Bower è stato trovato morto, oggi pomeriggio, in un sentiero isolato fuori città…Si pensa che il motivo per cui si trovasse là fosse che lì vicino abita un suo vecchio amico, un certo Tom O’Hara. La sua segretaria dice che non le aveva detto del suo proposito di andare a fargli visita, ma è l’unica spiegazione plausibile”

Angel era rimasto pietrificato alla notizia.

Il professor Bower…Morto!

Ma chi poteva aver voluto la sua morte? Era un uomo tranquillo, dedito solamente al suo lavoro e a sua moglie. Era benvoluto da tutti e non immaginava possibile che avesse dei nemici.

Non seppe che cosa dire, così preferì rimanere in silenzio.

Il Rettore sembrò capire il suo sgomento, così continuò il suo triste racconto…che doveva ancora volgere alla sua parte peggiore.

La capisco…Anch’io non so darmi una spiegazione. Conoscevo Richard da quasi trent’anni ed era uno degli uomini di cui avevo più stima. E questo rende ancora peggiore quello che devo ancora dirle…”

Esitò un attimo, evidentemente turbato.

“…Lo stato del cadavere è lo stesso di quello del suo assistente!”

Angel sgranò impercettibilmente gli occhi, iniziando a collegare le cose: prima l’attacco del demone, poi la morte dell’assistente, e adesso anche il professor Bower…Erano troppe le cose che collimavano, riconducendo tutto a…lui!

Erano troppe le emozioni che stava provando, che non riuscì più a stare seduto. Scattò in piedi e iniziò a camminare avanti e indietro nell’ufficio.

Se le cose stanno veramente così, allora la causa delle loro morti sono io! Io ero andato dal professore per alcuni problemi che da un po’ di tempo mi stavano dando pensiero e questo è il risultato!”

Lo so. Me ne aveva parlato poco dopo aver parlato con il signor Williams, del Consiglio, a Londra…Ora che ci penso, devo ancora avvertirlo dell’incidente. Se vuole, può assistere alla telefonata, e anche sentirla: posso metterla in vivavoce”

Grazie, resto volentieri…”

Si sedette di nuovo sulla poltrona, anche se non seppe stare fermo finché non sentì gli squilli dall’altra parte del telefono.

Fu testimone dello sbigottimento di Williams nell’apprendere la notizia e li mise al corrente delle loro conversazioni: di come gli avesse chiesto aiuto in quella situazione e di come lui avesse mandato Lynn O’Danan in supporto della signorina Summers, già studentessa dell’università…

Uno strano ronzio iniziò a farsi sempre più forte nelle orecchie di Angel…


Perché gli sembrava strano che questa ragazza si trovasse lì, in Irlanda?


Lui neanche la conosceva…


Non gli diede molto peso e tornò a concentrarsi sulla voce di Williams. Il Rettore gli disse che il giorno seguente l’avrebbero convocata per sapere se aveva fatto qualche progresso: si lasciarono con la promessa di risentirsi il giorno dopo per aggiornarsi.

Molto bene…Parlerò con la signorina Summers domani mattina, subito prima delle lezioni, poi, le farò sapere che cosa avrò saputo. Per il momento, può andare…Spero che riesca a riposare, almeno un poco”

Ne dubito…comunque, tenterò pensando a cosa sia meglio che faccia, da domani. Se resto, sono un chiaro pericolo per tutti quelli che mi circondano e io non voglio assolutamente essere la causa di altre morti…”

Il Rettore si alzò, per dirigersi verso di lui che ormai era di fronte alla porta: lo cinse per le spalle e lo guardò serio negli occhi.

No, mi deve promettere che non farà nulla finché non ne sapremo di più…Non è lei la causa, altri lo sono, questo è sicuro. Troverà ancora la mia auto che la riporterà al dormitorio. Mi deve promettere che non farà nulla di avventato né lascerà il dormitorio o la città finché non avremo altre informazioni. Me lo prometta”

Angel lo fissò intensamente, poi annuì.

Va bene, glielo prometto…Ma solo finché non avremo la certezza che non sono io la causa”

I due uomini si scambiarono un ultimo sguardo, poi Angel uscì, trovando l’autista ad aspettarlo, come gli aveva detto il Rettore, che restò nel suo ufficio per tutta la notte: era un caro amico di Richard Bower, era a conoscenza dei suoi studi e anche lui era un appassionato, anche se non del suo livello. La sua passione erano sempre stati i vampiri, fin da quando era ragazzo e sentiva narrare dai vecchi della città orrende storie su di loro, in particolare su uno, Angelus, temuto da tutta la gente per la sua cattiveria e perversione: era tristemente famoso per prediligere una vittima ed accanircisi fino ad annientarla, in tutti i sensi.

Ricordò che i brividi erano i suoi soli compagni durante quei racconti…e con il raggiungimento di un’età più matura, i brividi si sostituirono alla sete di conoscenza che fece di lui un esperto sui non morti e sul loro mondo: in particolare, gli interessava la storia dei vampiri, i loro rapporti e le loro sorti. Sfortunatamente per lui, non erano una razza che lasciava documentazioni scritte del loro passaggio, così aveva dovuto trovare altre strade e le aveva trovate nel Consiglio: aveva studiato presso di loro e solo all’ultimo aveva deciso di non intraprendere la carriera di Osservatore…sapeva dell’esistenza della Cacciatrice, anche se non ne conosceva l’identità, naturalmente…Aveva preferito quella di professore universitario che poi lo aveva portato a ricoprire la carica che aveva oggi.

Con questi ricordi, si apprestò a rincasare, promettendo a se stesso di fare chiarezza in questa faccenda.



*********************************************************



Appena furono nell’ufficio di Bower, si chiusero dentro, dicendo di non essere disturbate: il professore aveva lasciato chiare indicazioni a riguardo.

Buffy diede il numero a Lynn con voce tremante, e con un’ansia sempre crescente, la vide comporre il numero: si affidarono alla fortuna in quanto con Los Angeles c’era una differenza di otto ore, in meno, e quindi se lì erano le undici a L.A. erano le tre di notte…Sperarono negli straordinari.

La prima chiamata andò a vuoto e così anche la seconda e la terza. Sempre e solo la segreteria con la sua voce, ed ogni volta era come girare un coltello nel cuore di Buffy.

Lynn si accorse che stava patendo un inutile pena, così lanciò l’idea di andare a mangiare qualcosa, per far passare ancora un po’ di tempo, e poi di riprovare a telefonare. Anche se a malincuore, Buffy accettò ed insieme si diressero verso la mensa…dubitando fortemente di riuscire ad ingerire alcunché.


Non sapendo neanche come, fecero arrivare le due.

E a Los Angeles sarebbero state le sei. Tentarono un’altra volta la fortuna. E andò meglio.

Angels Investigation…posso esserle utile?”

Buffy annuì verso Lynn, anche se lei aveva già riconosciuto la voce di quel tipetto così strano che tanto l’aveva colpita qualche addietro.

Sì, buongiorno…Volevo parlare con Angel, per favore…”

Non voleva scoprire subito le sue carte – a dir la verità, non le voleva scoprire affatto, ma solo se ce ne fosse stato bisogno, e su questo era già d’accordo con Buffy – ma voleva sentire come reagiva…e cosa avrebbe detto.

Potrei sapere con chi parlo?”

Aveva notato un po’ di indecisione nell’iniziare a parlare e anche Buffy, che continuava a tormentarsi le mani…

Mi chiamo Lynn e chiamo dall’Irlanda…Sono una vecchia conoscenza di Angel e avrei davvero urgenza di parlare con lui…”


Silenzio.


Le due ragazze non sapevano se esserne incoraggiate o meno: poteva voler significare che Wesley stesse valutando che risposta dare…se fidarsi o no…

Mi dispiace, ma non è ancora arrivato…se vuole, posso farla richiamare, se mi lascia il suo numero…”

Ci aveva provato.

La stava mettendo alla prova.

Entrambe sapevano bene che Angel a quell’ora doveva essere da poco rientrato: per lui era ora di andare a dormire.

Senta, non provi a prendermi in giro…Entrambi sappiamo che Angel a quest’ora dovrebbe dormire come un ghiro…a meno che non si sia trovato un modo per far girare i vampiri alla luce del sole…”


Silenzio.

Ancora una volta.


Questa volta, si fece più veloce a rispondere.

Signorina, chiaramente il fatto che lei sappia che Angel è un vampiro, mi trattiene ancora di più dal risponderle…Chi mi assicura che lei non sia un nemico che si vuole solo informare per quando attaccare il forte?”

Buffy fece segno a Lynn di tacere e poi si rivolse al suo ex-Osservatore con voce più forte di quello che avrebbe voluto.

Io te lo assicuro, ecco chi! E ora, stupido inglese, dimmi se Angel è a Los Angeles!”

Bu-Buffy…Ma come…? E dove…?”

Wes…riesci a parlare o devo chiederti di passarmi Cordelia?”

Lynn trattenne a stento un sorrisetto, mentre Wesley rispondeva, conscio che nessuno dei due avrebbe voluto la cosa.

Buffy, certo che riesco a parlare…è solo che è davvero tantissimo tempo che non abbiamo notizie di te….Da Sunnydale ci hanno chiamato Dio solo sa quante volte: ora, ci sentiamo una volta alla settimana per aggiornarci sulle rispettive condizioni…”

Buffy non mancò di notare la cosa e fu subito agitatissima.

Come, rispettive condizioni? Riguarda Angel? Wesley, dimmelo…”

Dopo un secondo di silenzio, aggiunse due parole che fecero decidere il suo vecchio amico.

Ti prego…”

Un sospiro andò a scuotere ancora di più il cuore di Buffy, già in subbuglio per un terribile presenitmento…

Buffy, non ho notizie di Angel ormai da quasi quattro mesi…Siamo tutti preoccupatissimi: non è mai stato lontano tanto a lungo e…”

E…cosa?”

Le sembrava che il cuore dovesse scoppiarle da un momento all’altro.

Beh, ci ha lasciato una lettera in cui ci chiedeva espressamente di non cercarlo, che sarebbe tornato solo quando avrebbe trovato se stesso. E un po’ di pace”

Un sorriso triste le increspò la bocca…


Una lettera…

Anche lei ne aveva lasciata una…


Fu distolta dai suoi pensieri dalla voce di Wesley.

Buffy, ma hai chiamato a casa? Sono tutti preoccupatissimi per te: iniziano a temere che ti sia successo qualcosa di brutto…quattro mesi senza sapere nulla sono tanti, te lo assicuro…”

Il suo tono preoccupato la rinfrancò: era davvero un buon amico per Angel, e ne era contenta. Ma non poteva distrarsi, non ora…

No, e non ho intenzione di farlo. E nemmeno tu, capito? Chiamerò, quando sarà il momento…e ora, proprio non lo è, questo è certo”

E gli raccontò cos’era successo, dell’attacco del Seguace di Frayryth, delle sue parole e delle sensazioni che aveva provato…che l’avevano portata a pensare che Angel si trovasse in Irlanda…

Ma come può essere, Wesley? Non avrebbe avuto altro modo per arrivarci se non con l’aereo e lui non può volare…”

Beh, in verità poteva arrivarci anche con la nave…certo, è molto più lunga, ma è fattibile…Comunque, ti posso dire che i Seguaci cacciano ‘coloro che sono ciò che non sono’: solo le loro anime costituiscono il cibo per Frayryth…ma non capisco come questo si possa collegare ad Angel…Lui è un vampiro e basta…è ciò che è…”

E allora come potrebbe essere nelle loro mire? Sempre ammesso che sia veramente qui…”

Buffy si stava facendo sempre più pensierosa…L’idea che Angel potesse essere lì, in quello stesso istante, era una cosa che la sconvolgeva completamente.

Beh, l’unica cosa che puoi fare è aspettare: non vedo altra possibilità…Ma se scoprirai qualcosa, dovrai farmelo sapere…Assolutamente”

Certo…Spero che tu abbia ragione”

La telefonata finì con la promessa, e la speranza, di sapere presto qualcosa di più.

Quando resteranno in silenzio, Buffy ricominciò a camminare avanti e indietro, mentre Lynn la guardava pensierosa.

All’improvviso, si fermò, esponendole l’unico piano cui era riuscita a pensare.

Devo fare una ronda più accurata e più lunga, di questo non c’è dubbio…E’ l’unico modo per incontrare di nuovo il Seguace che mi ha attaccato la scorsa volta…”

Lynn sgranò gli occhi, chiaramente non d’accordo su questo piano.

Ma Buffy…è pericoloso! Hai visto di cosa sono capaci: come pensi di riuscire a scappare se dovessi incontrarlo ancora?”

Per questo non mi preoccuperei: mi ha preso solo alla sprovvista…Ora che so cosa mi troverò davanti, non mi farò trovare disarmata, prima di tutto…poi, devo per forza scoprire perché vogliono Angel o chi per lui…”

Lynn si alzò.

Bene. Allora, andiamo a prendere le armi?”

Andiamo? Oh, no, Lynn, vado da sola…è troppo pericoloso…”

Le si fece più vicina e le si parò davanti, a braccia conserte.

Non se ne parla neanche. Hai bisogno di tutto l’aiuto possibile…e vorrei ricordarti che non sono proprio inesperta…anche se non sono la Cacciatrice!”

Le fece l’occhiolino e un piccolo sorriso…che ottennero il risultato sperato, perché Buffy sorrise a sua volta e sospirò.

Ok, ok…mi hai convinto! Però, mi devi promettere che non correrai pericoli inutili…e niente gesti eroici!”

Tranquilla…Voglio diventare Osservatrice, io!”

La prese sottobraccio e si diressero fuori dall’ufficio.

Vieni…andiamo a fare rifornimento…In città c’è un negozio che da secoli rifornisce il Consiglio: troveremo tutto quello che ci occorre!”


Buffy fu estasiata: era il più vasto assortimento di armi bianche che avesse mai visto…si andava dalle balestre più moderne, con mirini di precisione, a strani strumenti che il negoziante fu felice di spiegare loro come si utilizzassero: decisero di prendere una balestra ciascuno, Buffy aggiunse un paio di pugnali e un’ascia, mentre Lynn optò per una spada corta ma molto robusta e una mazza.

Il Consiglio aveva dato carta bianca alla sua emissaria: qualsiasi cosa avessero avuto bisogno, potevano procurarsela. Avrebbero pensato loro a pagare.

Si fecero mettere il tutto in un paio di borsoni e, così, uscirono dal negozio con un po’ più di fiducia: sapere di essere ben armate, dava loro maggior speranza.


La notte arrivò presto e, armate di tutto punto, si avviarono per fare pattugliare: avevano deciso di partire dalla zona intorno alla cattedrale…lì Buffy aveva percepito Angel ed era stata attaccata dal demone, speravano quindi che tornasse nello stesso posto un’altra volta.

Per fortuna, l’improvviso calo della temperatura, aveva fatto sì che non ci fosse tanta gente in giro: incontrarono solamente un paio di coppiette che si dirigevano in qualche locale per passare la serata.

Controllarono la piazza, tutte le vie traverse che portavano ad essa, ma senza alcun risultato…Iniziava a farsi frustrante: Buffy, specialmente, smaniava per un po’ d’azione…Sperava che, combattendo, avrebbe sfogato un po’ della tensione che aveva accumulato nel pomeriggio: ipotizzare che Angel fosse lì, in Irlanda, l’aveva resa tesa come una corda di violino…

Fu riportata alla realtà dalla voce di Lynn.

Brrr…Sembra che stasera il Seguace sia stato a casa: che dici, sentirà freddo?”

Spero che tu abbia ragione, anche se devo dire che avrei preferito incontrarlo e scoprire finalmente qualcosa di questa strana faccenda…Più ci penso, più mi sento…tesa…”

Lynn cercò di scrutarle il viso, ma la poca luce disponibile non le fu di molto aiuto: mentre si strofinava le mani e si calcava un po’ di più il cappello che aveva indosso, cercò di provare a farlo parlandole.

Uhm…solo tesa?”

Che intendi? Non ti sembra abbastanza?”

No, no, dico solo che se il mio ex si trovasse qui, e sentissi tutto quello che senti tu, beh dico solo che sarei più che…tesa! Sarei terribilmente eccitata e ansiosa di rivederlo! Ecco cosa!”

Si era illuminata, parlando, e anche leggermente arrossita…Invidiava il sentimento che Buffy aveva diviso con Angel, così totale, così forte…assoluto.

Buffy si era fermata a guardarla con occhi spalancati.

Lynn…insomma, ti ho detto che è tutto finito tra di noi, ormai abbiamo le nostre vite…la mia tensione è dovuta solamente al pericolo che potrebbe correre: anche se non stiamo più insieme, questo non significa che non mi posso più preoccupare per lui, ti pare? Siamo amici e non voglio che gli accada niente di male…”

Sì, certo, se lo dici tu…”

Le era passata oltre, lasciandola momentaneamente indietro, a pensare a quello che aveva appena detto: certo, lei e Angel erano solo amici, ormai non provavano più quello che avevano provato anni addietro…


No…provavano molto di più, ecco la verità.


La lontananza aveva solo contribuito ad aumentare il loro desiderio, la necessità che avevano l’uno dell’altra…Ne era sempre stata consapevole: se aveva negato, era solo nel tentativo di ingannare se stessa – il suo cuore – nella vana speranza di riuscire ad eliminarlo dalla sua vita.


Ma avrebbe significato eliminare la parte più profonda di sé.


Il suo cuore.

La sua anima.

Tutto il suo essere.


No, non sarebbe mai riuscita a dividere la sua esistenza da quella di lui…per quanto si sforzasse di costruire altre relazioni, altre storie, quando era in intimità con il suo partner, era Angel che vedeva…


Che baciava…


Che desiderava, con tutta se stessa…


E forse per questa ragione, ogni suo tentativo era stato vano: le sue storie andavano inevitabilmente a finire male…malissimo.

Aveva così desistito, dedicandosi solamente alla caccia: anche se era monotono e ripetitivo, era una cosa che le permetteva di scaricarsi e di liberare la mente da lui…almeno per qualche tempo.


Quando tornò coi piedi per terra, si accorse che Lynn era sparita…

Maledicendo se stessa per essersi persa così nei suoi pensieri, corse avanti, cercando di recuperare e di raggiungerla.

Appena alla fine dell’isolato, sentì dei suoni attutiti e una voce, soffocata…Lynn!

Corse verso quei rumori, trovando – strada facendo – la borsa di Lynn e le sue armi…Saltò una siepe e vide il Seguace accanito contro la sua amica: le stringeva il collo ed era per quello che la sua voce non aveva potuto udirla se non quando si era avvicinata.

Con un calcio, gli fece perdere la presa consentendo a Lynn di riprendere fiato, tossendo rumorosamente…

Lynn, tutto bene?”

Sto…bene…grazie…”

Tra un colpo di tosse e l’altro, era riuscita a rimettersi in piedi e ad allontanarsi un poco, in modo da recuperare le armi…Buffy, nel frattempo, stava combattendo il demone…

Allora…Vediamo se indovino…non hai ancora trovato la tua preda, dico bene? Penso che Frayryth dovrà scegliere meglio chi mandare in missione…se tutti sono come te…”

Ancora tu…Non hai il permesso di pronunciare il nome della grande Frayryth…per questo, dovrò ucciderti!”

Aveva sguainato una spada dalla lama molto larga e molto affilata: avanzava verso di lei, come se non avesse da temere nulla…

Alzò la spada e affondò un colpo che Buffy riuscì a schivare, e tentò di colpirlo con l’ascia che aveva nel frattempo tirato fuori dalla borsa: il demone evitò il colpo e colpì Buffy alla schiena, che cadde a terra, carponi. Stava per sferrare un colpo alla schiena quando un urlo gutturale uscì dalla sua bocca…Lynn!

Buffy si rialzò veloce e colpì a sua volta il demone al braccio armato, facendogli perdere la presa sulla spada, dopodiché aveva trapassato il suo braccio da parte a parte fino a conficcare la spada nella terra, immobilizzandolo.

Può essere, ma prima dovrai dirmi alcune cosette…Primo, chi è la tua preda e secondo, perché proprio adesso…Allora?”

Piccola sciocca…non hai la minima idea di cosa ti aspetta…Quando la grande Frayryth sarà nel pieno della sua potenza, niente esisterà più…e Lei regnerà, fino alla fine dei giorni!”

Buffy sguainò uno dei due pugnali che aveva portato con sé e lo conficcò nell’altro braccio, finché ci fu lama.

Sì, certo…ma tu non sarai al suo fianco, o forse sì…ma con qualche pezzo in meno se non ti decidi a dirmi quello che voglio!”

Il demone grugniva sempre più forte, ora che aveva le braccia immobilizzate a terra: lei gli stava davanti, in piedi, con le braccia conserte.

Lynn era rimasta indietro, riprendendo l’uso della parola. Si era seduta su un muretto con la sacca delle armi in grembo: stava osservando Buffy, aspettando che convincesse il demone a parlare.

Ma per ora, non aveva successo.

Morirò, piuttosto che dirti qualcosa…ma prima, ti eliminerò, facendoti molto, molto male!”

Prendendola alla sprovvista, il suo colpo fece ancora più effetto: urtandola violentemente con le gambe, Buffy perse completamente l’equilibrio e cadde a terra, di lato al demone che – con un grugnito di dolore – estrasse prima il pugnale e poi anche la spada dalle proprie braccia. Si rimise in piedi e con le due armi insanguinate in mano fece alcuni passi verso Buffy, che era ancora a terra, dolorante per la caduta.

Non si era accorto che Lynn era balzata in piedi, impugnando la mazza: silenziosamente, si era avvicinata a lui, che ancora non si era accorto della sua presenza.

E proprio mentre alzava la spada per fendere il colpo decisivo su Buffy, Lynn, con quanta forza aveva, sferrò un colpo micidiale alla nuca del demone che lo fece barcollare visibilmente...Senza aspettare che riprendesse forza, sferrò un altro colpo ancora, ed un altro ed un altro…finché cadde a terra, completamente immobile.

Anche Lynn era immobile, con la mazza insanguinata in mano…un leggero tremore scuoteva il suo corpo, ma sul viso aveva un sorriso raggiante. Appena realizzò che il demone era ormai defunto, si diresse da Buffy e l’aiutò a rialzarsi.

Ehi…come stai?”

Con una smorfia di dolore, Buffy si rimise in piedi, leggermente zoppicante.

Uhm…sono stata meglio, però una cosa è certa: se non fosse stato per te, ora starei molto peggio!”

Sì, però ormai non potremo sapere nulla dal demone: credo di averlo colpito una volta di troppo!!”

Fece spallucce e nascose la mazza dietro la schiena.

Recuperate le borse, stavano decidendo come disfarsi del corpo del demone, quando la loro attenzione fu attirata da un riverbero di luce proveniente proprio dal corpo esanime…Il corpo aveva assunto una luminescenza argentata che si fece sempre più vivida fino a che il corpo si smaterializzò completamente, assumendo la forma di una piccola formazione gassosa argentata che, dopo aver fluttuato alcuni secondi davanti a loro, sparì allontanandosi nella direzione opposta.

Lynn e Buffy rimasero interdette da questa evoluzione della situazione…

Io non avevo letto niente a proposito di smaterializzazione…”

Beh, in effetti, nemmeno io…Chiederò maggiori informazioni al signor Williams appena rientriamo”

Bene...Intanto, io cercherò di scoprire se effettivamente si tratta di Angel…”

Lynn la prese per un braccio e la fece fermare, guardandola seria.

E cosa farai se scoprirai che è proprio lui?”

Buffy restò in silenzio, non conoscendo neanche lei la risposta.


CAPITOLO VI



Angel aveva passato un’altra notte insonne: aveva continuato a rimuginare su cosa poteva fare per saperne di più…Tutta questa storia appariva sempre più contorta, ogni giorno che passava.

Erano troppi i fatti riconducibili a lui per considerarli tutte coincidenze…Nonostante quello che diceva il Rettore, lui era convinto di essere la causa di quelle due morti. E questo pensiero non gli dava pace: voleva scoprire perché, perché lui era la chiave.

Con il nuovo giorno sperò che arrivasse anche qualcosa che l’aiutasse a scoprire qualcosa di nuovo.

Le lezioni non furono per lui cosa facile, perché con la mente continuava a tornare agli assassinii…Non finì neanche la prima ora, non essendo in grado di concentrarsi sulla lezione: decise che sarebbe andato in biblioteca finché il Rettore non l’avrebbe chiamato per aggiornarlo sulla situazione.

Guardò l’orologio.

Erano appena le otto e mezza: ormai, avrebbe già dovuto parlare con quella ragazza, Summers.

Quel che poteva fare era aspettare. E pensare.

Non aveva dimenticato l’effetto che gli aveva fatto sentire pronunciare quel nome…come se gli sembrasse strano che quella ragazza, mai vista e conosciuta, potesse trovarsi lì.



*********************************************************



Avevano chiamato il signor Williams appena rincasate: non sapendone nulla, aveva promesso che avrebbe fatto fare una ricerca dettagliata da una squadra appositamente composta dai più brillanti ricercatori del Consiglio. Si erano ripromessi di sentirsi in serata per gli aggiornamenti.


Buffy arrivò presto in università.

Con Lynn, non erano riuscite a chiudere occhio per tuta la notte: avevano speso ogni minuto dapprima a medicarsi reciprocamente le ferite, e poi a studiare il trattato sui Seguaci che Williams aveva affidato a Lynn.

La fine del demone, la sua fuga allo stato gassoso, le aveva lasciate interdette e volevano scoprire perché non era rimasto allo stato ‘solido’. Purtroppo, il trattato non faceva nessun accenno a tale trasformazione, così arrivarono all’alba stanche e frustrate per la totale inutilità di quella ricerca.

Sperarono che le lezioni mattutine, riuscissero a sgomberare le loro menti, permettendogli così di vedere più chiaramente le cose.

Appena giunsero nell’edificio, furono fermate dalla stessa signorina che aveva condotto Buffy in biblioteca, dopo l’arrivo di Lynn.

Scusate…Signorina Summers, il Rettore desidera parlarle, subito…”

Buffy e Lynn si guardarono, poi Buffy annuì e seguirono la donna. Quando giunsero fuori del suo ufficio, la donna andò ad annunciarla: Buffy si fece avanti, seguita da Lynn…e se la donna protestò, dicendo che solo Buffy Summers era stata convocata, il Rettore fugò ogni suo dubbio.

No, va bene così, non si preoccupi: sarà bene che anche la signorina O’Danan assista. Grazie, può andare”

Si richiuse la porta alle spalle, lasciandoli soli.

Prego, accomodatevi”

Gli indicò le poltrone di pelle, dove si era seduto Angel la sera prima, e loro si sedettero, curiose di questa convocazione.

Evidentemente, il Rettore intuì la loro curiosità e parlò subito, saltando i preamboli e venendo al punto.

D’accordo con il signor Williams, vi ho chiamato qui stamane per sapere se avete fatto progressi con i Seguaci di Frayryth”

Restarono ancora più sbigottite: sapeva! E molto, anche, visto che era in diretto contatto con il Consiglio!

Lynn guardò Buffy e le fece cenno di parlare per prima.

No, purtroppo no…Abbiamo pattugliato le strade ieri notte e alla fine ne abbiamo incontrato uno…ci ha ridotte piuttosto male, ma ne siamo uscite: Lynn lo aveva ucciso, ma poi è successa una cosa che ci ha colte alla sprovvista…”

Il Rettore si sporse sulla scrivania, con aria molto preoccupata.

Buon Dio, che cosa?”

Beh…come dire…si è smaterializzato in una nube argentata: prima una strana luminescenza, sempre argentata, è venuta fuori dal suo corpo, che poi si è proprio ridotto allo stato gassoso…Stato in cui è fuggito…Mi dispiace, ma non siamo riuscite a farci dire né chi è la preda che stanno seguendo con tanto accanimento, né perché la cercano…”

Il Rettore si fece buio in volto e aggrottò le sopracciglia, che andarono a formare un’unica linea: il volto già magro e austero di per sé, ne guadagnò un’aria ancora più severa…e preoccupata.

Deduco dalla sua espressione che non è una buona notizia…”

La guardò, facendola momentaneamente rabbrividire.

Ahimè, devo convenirne con lei, signorina Summers…questo fatto mi coglie alla sprovvista, come ha fatto con voi: anche se è vero che io non sono esperto in demoni antichi come lo sono i Seguaci…sapete, la mia specializzazione sono i vampiri, la loro storia e le loro sorti…Comunque, comunicherò questo fatto al signor Williams e…”

Lo abbiamo già fatto, appena rientrate dalla pattuglia”

Lynn aveva messo al corrente il Rettore della loro conversazione e di come avevano intenzione di sentirsi la sera stessa per gli ultimi aggiornamenti.

Molto bene. Vorreste farmi il favore di tenere anche me aggiornato? Devo tenere calmo uno studente del professor Bower che teme di essere lui la causa di questi assassinii…”

Buffy si fece subito scura in volto, volgendo il suo sguardo a Lynn che poté vederci tutta l’ansia, tutte le aspettative di un cuore innamorato…e preoccupato.

Visto che Buffy era incapace di parlare, persa ancora nei suoi pensieri, pensò di fare lei la domanda che, sicuramente, la sua amica, avrebbe avuto più a cuore.

Professore, mi scusi, potremmo sapere il nome di questo ragazzo?”

Oh sì, scusate…Il suo nome è Angel Leary”

Buffy si fece così pallida che il Rettore si preoccupò: si alzò e si diresse verso di lei.

Signorina…si sente male? Posso portarle un po’ d’acqua?”

Anche Lynn aveva notato il cambiamento di Buffy: ne aveva avuto timore per tutto il tempo…anche mentre pronunciava la domanda, quasi si pentì…ma ormai era tardi.

No, no…sto bene…Ma mi dica…questo studente, da dove viene?”

Da Galway. Ha ottenuto una borsa di studio e anche qui ha confermato di essere brillante: è uno dei migliori e più promettenti”

Si era seduto nuovamente alla sua scrivania, mentre Lynn ancora stava fissando l’amica, pallida come uno straccio…

I suoi occhi non stavano guardando la stanza, ma il suo volto, così dolce e così struggente…

Anzi, dovrei incontrarmi con lui proprio in mattinata…Volete esserci anche voi?”

No…no, grazie…Ma crede che sia possibile fissare un incontro, dopo che vi sareste visti? Vorrei parlargli…”

Lynn si rabbuiò, temendo che non fosse una buona idea, ma tenendosi quest’idea per sé…almeno finché fossero state nell’ufficio del Rettore.

Ma certo…Alle nove e mezza va bene? Potrete usare il mio ufficio: io sarò fuori per alcuni appuntamenti precedenti. Lascerò detto affinché nessuno vi disturbi”

La ringrazio molto, è gentile da parte sua…”

Non lo dica neppure, signorina Summers: è il minimo che io possa fare in queste circostanze. Ma se posso esservi d’aiuto in qualsiasi altro modo, dovete solo dirmelo e sarà mia premura farlo”

Si congedarono con la promessa di tenersi informati: sembrava che fosse la principale preoccupazione di tutti…ma d’altra parte, non poteva essere diversamente.

Solo quando furono fuori dell’ufficio Lynn espose i suoi dubbi a Buffy.

Sei sicura che sia una buona idea incontrare questo Angel Leary? E se fosse davvero lui, cosa farai Buffy? Non puoi andare lì e…”

E cosa? Lynn, ma non capisci che è l’unica cosa che posso fare? A parte per me, anche per questa situazione che sta diventando ingarbugliata all’inverosimile e molto più oscura di quello che sembrava all’inizio”

E va bene…Ma se avrai bisogno di me, mi troverai in biblioteca”

Buffy sorrise, grata dell’aiuto che le veniva offerto.

Va bene…”

Passarono la rimanente ora in biblioteca: erano troppo nervose per seguire le lezioni e, al momento, quello che poteva servire loro, era un po’ di ricerca.


Vennero le nove e mezza: Buffy aveva lasciato Lynn in biblioteca con il cuore che batteva come un pazzo, tanto che le sembrava che dovesse scoppiare da un momento all’altro.

Non avevano detto una parola, ma con uno sguardo Lynn le diede tutto l’appoggio e l’incoraggiamento di cui era capace. Dal canto suo, Buffy annuì in sua direzione e poi uscì dalla sala.

Con passi lenti, e la mente e il cuore in subbuglio, si avviò di nuovo verso l’ufficio del Rettore.

Appena fu nella stanza della segretaria, fu travolta dalla sua presenza…

Ogni fibra del suo corpo vibrava della sua energia, del suo amore…Ebbe gli occhi pieni di lacrime senza neanche accorgersene.

E alcune lacrime scesero dai suoi occhi prima che se li asciugasse e afferrasse la maniglia per entrare.



*********************************************************



Non riuscì neanche ad andarci, in biblioteca, perché la segretaria del Rettore lo intercettò a metà strada, dicendogli che poteva già andare a parlargli.

Appena bussò, la voce del Rettore gli disse di farsi avanti: purtroppo, non aveva buone notizie da dargli…Le ragazze avevano avuto un altro scontro con il demone e lo avevano eliminato, o almeno così credevano fino a che non era successo quell’increscioso episodio che aveva turbato tutti quanti: era plausibile pensare che non fosse realmente morto.

Angel ne fu turbato, non gli piaceva l’idea di un demone che non poteva essere ucciso…almeno, non nella maniera convenzionale.

Ah, signor Leary…La signorina Summers desidera parlarle: mi sono preso la libertà di dirle che l’avrebbe raggiunta nel mio ufficio subito dopo il nostro colloquio. Io mi devo assentare per degli appuntamenti precedenti e ho già lasciato detto di non disturbarvi…”

Non seppe cosa pensare: perché voleva parlargli in privato?

Perché non era venuta anche lei a quel colloquio?

Si accorse che il Rettore lo stava fissando, in attesa di una risposta…

Mi scusi…certo, va bene…E grazie della disponibilità”

Si alzò, prendendo la giacca e la sua borsa in pelle, pronto a lasciare l’ufficio.

Di niente. Come ho già detto alle signorine prima di lei, è il minimo che io possa fare. Buona giornata”

Anche a lei”

E detto questo, uscì, lasciandolo solo.

Incapace di rimanere seduto, si alzò e andò alla finestra, ad osservare la vita che scorreva tranquilla al di là del vetro.

Era intento ad osservare uno stormo di uccelli che volava nel cielo, quando il respiro gli si mozzò in gola…

Un’ondata di emozioni gli si riversarono addosso, facendolo appoggiare al vetro per non cadere…


Cos’era quella familiarità?


E quella passione e quella intensità?


Lentamente si voltò, proprio mentre la porta si apriva.

Il suo cuore ebbe un balzo quando vide davanti a sé quella ragazza bionda, che lo stava fissando a bocca aperta, immobile come una statua.

Aveva lunghi capelli biondi, come nelle sue ‘visioni’…

No, non poteva essere…Almeno, questo era quello che si ripeteva nella sua mente.

Lei entrò, richiudendosi la porta alle spalle.

Poi rimase a fissarlo, incapace di emettere un solo suono, a quanto pareva.

Scusami ma…sei sicura di stare bene? Perché non ti siedi?”

Lo sconvolse vedere che aveva gli occhi lucidi, pieni di lacrime che, con immane fatica, stava ricacciando indietro.

Accolse comunque il suo invito, e anche quando fu seduta non smise di guardarlo. Era come se fosse incapace di staccargli gli occhi di dosso…Non sapeva se esserne lusingato o infastidito.

Prevalse la curiosità.

Senti, ma…come mai mi guardi così?”

Solo in quel momento Buffy si rese conto che le stava parlando come se non la conoscesse nemmeno…Ma come poteva? La stava forse di nuovo prendendo in giro?

Angel…come puoi chiedermi una cosa così? E come puoi essere qui, ora…è giorno…”

Si rialzò, andandogli più vicino…


Dio, il profumo della sua pelle…

Le stava facendo girare la testa…Cercò di concentrarsi sulle parole.


Va bene che ognuno ha la sua vita, adesso, ma non ti pare di esagerare?”

Gli voltò le spalle e fece per allontanarsi, ma poi ci ripensò e tornò indietro…

Ah, e detto per chiarire le cose, la mia sta procedendo a gonfie vele!”

Sono contento per te…Comunque, mi spiace, ma è la prima volta che ti vedo…”

Buffy restò senza parole: non la stava prendendo in giro…


Lui davvero pensava di non conoscerla!


Ora era più confusa che mai: con la testa che le girava, si sedette di nuovo e, dopo aver pensato alcuni secondi, parlò, cercando di essere un po’ più calma.

Ascolta, ti dispiacerebbe sederti e raccontarmi di te?”

Gli aveva parlato con una voce così gentile e disperata quasi, che gli sembrò naturale fare quello che gli aveva chiesto.

Le sedette accanto, e le raccontò tutto: le parole vennero fuori da sole, con una facilità che lo sorprese non poco…di solito, non gli riusciva così facile parlare di sé con degli estranei…

O forse, lei, non era un’estranea.

Partì dalla mattina in cui si era svegliato al cimitero di Galway fino ad ora, periodo non proprio roseo: lei aveva ascoltato senza fiatare, guardandolo sempre negli occhi e con una tale intensità che credette di arrossire, anche se…quando si era accorto che lo guardava, la prima emozione provata era stata una grande felicità per avere ancora quello sguardo su di sé.

Comunque, finì il racconto e, non sapendo che altro aggiungere, restò in silenzio, visto che neanche lei diceva una parola.

Sei sicura di non volere un po’ d’acqua? Mi sembra che tu non stia bene…”

Lei sorrise debolmente e, non sapendo neanche perché, Angel ne fu felice: si sentiva sollevato di vederla sorridere ancora.

Ti ringrazio, sarebbe perfetto…”

Visto che dietro la scrivania del Rettore c’era un vassoio con una brocca e dei bicchieri, Angel si alzò e ne riempì uno, che poi le porse.

Quando lei allungò la mano per prenderlo, le loro dita si sfiorarono, dando ad Angel un brivido da febbre improvvisa…

Delle immagini scorsero nella sua mente, rapide e fugaci come una brezza estiva, ma tumultuose e sensuali come un calore che ti pervade il corpo…


Le loro mani intrecciate…


Le loro labbra unite…


I loro corpi stretti in un abbraccio troppo corto…


Si sentì il viso avvampare, mentre lei ritirava la mano e il bicchiere che le aveva portato. Aveva distolto i suoi occhi da quelli di lui, abbassando lo sguardo e tremando leggermente…

Grazie…”

La sua voce era quasi un sussurro, ma un sussurro che fece piacere ad Angel…anche se non sapeva perché.

Onestamente, non ci capiva più niente: era confuso, spaventato e si sentiva frustrato per non poter fare niente per migliorare la situazione. Pensò che poteva tentare…di chiedere spiegazioni a lei: sembrava conoscerlo, e forse ne sapeva più di lui su se stesso.

Scusa, posso chiederti una cosa?”

I suoi occhi lo fissarono di nuovo…

Come mai si sentiva così bene quando lo guardava?

Certo…”

Quando sei entrata, dal modo di parlare…mi è sembrato che tu già mi conoscessi…e che sapessi di me molto più di quello che so io”

Tornò a fissare il bicchiere, quasi vuoto ormai: era come se non sapesse da che parte cominciare.

Scusa, mi dispiace averti messo in imbarazzo…Davvero, non volevo….Solo che…beh, tu…”

Angel si era seduto di nuovo accanto a lei: la guardava e Buffy si sentiva senza difese: Dio, quanto aveva sognato di averlo di nuovo così vicino…

Ebbe un sussulto quando lui le tolse il bicchiere dalle mani, lo appoggiò sul mano e poi gliele strinse.

Ti prego, dimmi tutto quello che sai: è chiaro che io non so chi sono…Ho delle…delle visioni in cui ci sei anche tu…e ogni volta durano un po’ di più, ma sono sempre molto frammentarie e io non riesco a ricordare…Ma ho bisogno di sapere, capisci? O non avrò pace…”

Pace…”

La voce di Buffy era come rassegnata…ma continuò a parlare.

Sei partito proprio alla ricerca di un po’ di pace…e di te stesso. Hai lasciato Los Angeles quasi quattro mesi fa e nessuno, da allora, ha più avuto tue notizie. E poi, ti trovo qui, come un ragazzo qualsiasi, a studiare grazie a una borsa di studio…”

Quattro mesi? Los Angeles?”

Era incredulo…

Come poteva venire da così lontano, da posti che non aveva mai…


Un momento!


Si ricordava di un vecchio palazzo e lui che usciva da una finestra…per evitare Cordelia e Wesley…Lo disse a Buffy e lei annuì.

Lavorano con te…Alla Angels Investigations…”

Lo guardò, mentre cercava di pensare, di ricordare…Ne fu così intenerita che gli strinse più forte le mani e gli fece un sorriso.

I ricordi verranno, non ti preoccupare…Comunque, ora, quello a cui dobbiamo pensare è come sconfiggere i Seguaci di Frayryth…”

Ancora una cosa prima…Non mi hai detto come facevi a conoscermi…Vivi anche tu a Los Angeles?”

No…no, io vivo a Sunnydale, a un paio d’ore da L.A….Ma tu vivevi lì, qualche anno fa…quando io andavo al liceo…”

Davanti agli occhi, Angel ebbe un altro flash back, di quelli che sembravano ricordi di quel periodo…un edificio che saltava in aria…confusione, ma soprattutto un dolore infinito, da cui non si può guarire ma solamente si può imparare a convivere, anche se ogni giorno è sempre più difficile…più insopportabile…


Le fogne: lei che gli dice che vuole che la sua vita sia con lui, e lui che la strazia dicendo che per lui non è così…anche se in realtà, lei è tutto quello che ama, che vorrebbe…per sempre…


Poi lei, nel fumo, che lo fissava con uno sguardo di chi sa che sta perdendo l’unico amore della propria vita e che, chiunque incontrerà di nuovo, non sarà mai – MAI – lontanamente paragonabile a quel sentimento…


Io…mi ricordo di te…ricordo che ti ho detto qualcosa che ti ha ferita profondamente…mentre…mentre tutto quello che volevo realmente dirti era l’opposto…”

Non riuscì a sopportare oltre il suo sguardo, così si alzò, lasciandole bruscamente le mani: fece qualche passo e si ritrovò di nuovo davanti alla finestra…anche se non riusciva a vedere fuori, dato che gli occhi gli si erano riempiti di lacrime.

Dio…se ripenso a quanto ti ho fatto soffrire…ogni volta che ho questi ricordi, una disperazione devastante mi travolge…e ora so che è per il dolore che ti ho inflitto…e poi, questa disperazione viene sostituita da una nostalgia così forte che mi sembra di svenire…Dio…”

Buffy non riuscì a non piangere…

Era troppo, non poteva sopportare di vederlo così, di sentirlo parlare così…Le sue parole la avevano cullata…Era così dolce risentire la sua voce e quello che le stava dicendo le riempiva il cuore di gioia…


Lui non aveva mai voluto realmente lasciarla!


Anche se il cuore lo aveva sempre saputo, sentirlo dalla sua stessa voce era una cosa ben diversa, era come se fosse ritornato indietro, capendo di aver fatto uno sbaglio e non l’avesse mai lasciata.

Si alzò dalla poltrona, sentendosi leggera come mai prima d’ora e gli andò incontro: lui era ancora girato di spalle e la sua figura, sempre più vicina, riempiva l’anima di Buffy, rendendola - finalmente - completa!

Quando fu ad un solo passo da lui, si fermò e allungò, tremante, il braccio fino ad appoggiare la mano sulla sua schiena…Sentire i suoi muscoli sotto le sue dita fu un’emozione troppo forte per lei: ora aveva la certezza che non era un sogno…poteva sentirlo, sotto la sua mano, lui era lì, davanti a lei…Vivo!

Troppo felice e troppo confusa per parlare, rimase lì, tenendo vivo quel contatto tra loro.

Appena l’aveva toccato, Angel aveva avuto un leggero sussulto, poi si era sentito bene come se si fosse appena liberato da un peso enorme, che gravava sulle sue spalle da mesi: non riuscì ad impedire ai suoi occhi di versare le lacrime che fino a quel momento aveva trattenuto dentro di sé…

Fu travolto dai ricordi che vennero fluenti come le lacrime scendevano senza alcun impedimento dai suoi occhi…Ricordò tutto, la sua natura, la sua vita dannata e le efferatezze di cui si era macchiato, ma anche i rimpianti, l’autocommiserazione che per anni non gli aveva dato requie…fino a che non aveva visto la ragazza che sarebbe stata chiamata per diventare la nuova Cacciatrice, che aveva dato, da quel primo momento, un significato alla sua esistenza, rendendola più vicina alla vita di quanto non avesse mai sognato.

Mi dispiace, mi dispiace tanto, io non volevo farti soffrire…Dio solo sa, Buffy, se non ti ho continuato ad amare con tutto me stesso, per tutto questo tempo…”

Si girò, e vide che anche lei stava piangendo: non sopportò di vederla così, non dopo tutto quello che avevano dovuto sacrificare…

Allungò una mano e, con un tocco gentile e lento, le asciugò le lacrime…

No, non devi piangere…”

Come posso, quando mi hai detto quelle cose? Angel, io ti amavo con tutta me stessa e tu mi hai spezzato il cuore…”

Angel abbassò lo sguardo per qualche secondo, poi, quando lo rialzò, i suoi occhi bruciavano di una determinazione che non gli aveva mai visto e che la fecero tremare…di amore.

Lo so, e non sai quante volte mi sono maledetto per averlo fatto…ma tu lo sai che volevo solo il tuo bene…l’ho fatto solo per te…”

Lei si staccò da lui, da quel contatto che li aveva riempiti di una gioia a lungo agognata…

Per me! Come puoi dirmi questo? Se davvero avevi a cuore il mio bene, dovevi restare con me, non abbandonarmi…Angel, la mia vita non è stata più la stessa da quando te ne sei andato, te ne rendi conto? E quanto tempo è passato? Cinque anni! Cinque!”

Aveva parlato con una rabbia che era andata crescendo, come il tono della sua voce…Angel sentiva che si stava sfogando, che aveva tutto il diritto di farlo, e che lui avrebbe accettato tutto quello che lei aveva intenzione di dirgli: sapeva di meritarselo.

Aveva compreso il suo più grande errore: l’aveva sempre sottovalutata, e con lei anche i suoi sentimenti…

Le doveva almeno questo.

E più provavo a rifarmi una vita, più l’unica cosa a cui aspiravo era riaverti al mio fianco…Ogni volta che uscivo con qualcuno, era te che volevo: te che baciavo, te che stringevo…te che amavo!……Dio, avrei voluto odiarti, sai? Avrebbe reso le cose più facili, per me…”

Ora, la sua voce era tornata normale, anzi, anche più lieve di prima: gli ritornò vicino e gli prese le mani.

Angel non ci aveva sperato, ma accolse questo gesto come un dono del cielo…Ora più che mai, sentiva di amarla.

Ma non ho potuto…io non posso odiarti, neanche se ci provassi per tutta la vita…”

Lo guardò negli occhi, con un sorriso così dolce e così sincero che avrebbe voluto stringerla per l’eternità, tenendola stretta al suo cuore per sempre.

Posso solo amarti…”

Non doveva sapere altro.

Ora il suo cuore sapeva a chi apparteneva, finalmente ogni cosa era chiara come mai prima d’ora: le prese il volto tra le mani, desiderando fermare quell’istante nel suo cuore, per averne sempre ricordo.

L’avrebbe confortato nei momenti bui, supportato nelle difficoltà e avrebbe addolcito i periodi più tristi.

Non smettendo di fissare i suoi occhi, la baciò…


E fu come tornare a casa…

Dove era accolto ed amato, sempre e comunque…

Qualsiasi cosa accadesse.


Lei restituì il bacio con una passione che lo travolse…C’era tutta la disperazione di chi aveva pensato di aver perso qualcuno per sempre e poi, improvvisamente, avesse realizzato che era stato tutto un brutto sogno.

Si strinsero in un abbraccio che li rese un solo essere…ma non era solo la forza delle loro braccia a renderlo possibile, ma anche la passione e l’amore che stavano condividendo.


Il bacio terminò ma non il loro abbraccio: stettero alcuni secondi senza parlare, fino a quando Buffy udì le parole più dolci che avesse mai sentito pronunciare.

Anche io ti amo, Buffy, e nessuno potrà mai più convincermi a lasciarti di nuovo…Se tu mi vorrai ancora, io resterò al tuo fianco, qualsiasi cosa succeda…per sempre”

Buffy l’aveva guardato negli occhi, rossi dal pianto, ma con il viso finalmente sereno: ad Angel fece bene al cuore vederla così…e ancora meglio, sentirla parlare.

Non ho dubbi, su questo: io voglio solo te…sempre e solo te…niente altro…per sempre…”

Gli accarezzò il volto, e la sua pelle gli dette una sensazione così piacevole e così travolgente che gli sembrò che tutto fosse sparito intorno a loro…Poi, si allungò in punta di piedi, fino a raggiungere di nuovo le sue labbra, dove trovò solo amore…un amore sconfinato.


Il tempo si era fermato in quell’attimo perfetto.

Dove tutto era stato risolto e ogni timore era stato spazzato via dalla forza dei loro sentimenti.


Fu quindi con molto fatica che tornarono a percepire anche il mondo intorno a loro.

Odio doverne parlare, ma dobbiamo trovare una soluzione per i Seguaci…”

Buffy odiava questo lato del loro rapporto: c’era sempre di mezzo il lavoro! Non potevano mai avere un momento di intimità che subito qualche terribile demone sanguinario veniva a fare qualche disastro…

No, hai ragione…Solo che io posso esserti di ben poco aiuto…Quando ho incontrato il demone, tutto quello che sono riuscito a fare è stato scappare…”

E hai fatto la cosa migliore, di questo devi esserne convinto. Ma hai notato niente di strano…qualche suo comportamento che potrebbe essermi d’aiuto nel combatterlo?”

Erano tornati a sedersi sulle poltrone, solo che Angel non aveva permesso a Buffy di sedersi da nessun altra parte se non sulle sue ginocchia: lei non aveva espresso nessuna protesta, anzi, aveva accondisceso molto volentieri…lo poteva capire da come gli stava attaccata.

Escludendo il fatto che fosse grande, grosso e cattivo? Temo di no…a parte…”

A parte cosa? Ogni dettaglio può essere importante…”

Gli era tornato in mente il fatto che, a salvarlo, era stato il rumore della sirena dell’auto della polizia. Forse, poteva fare la differenza…

Beh, vedi, non sapevo dove andare, così sono scappato per le vie della città…Stavo ancora scappando, con il demone che si faceva sempre più vicino, quando è arrivata a sirene spiegate un’auto della polizia, e il demone si è ritirato, tenendosi quelle che presumo dovessero essere le sue orecchie, grugnendo come se il rumore gli provocasse veramente dolore…”

Buffy si illuminò: non le sembrava vero di sentire quelle cose…Stava iniziando a temere che non ci fosse niente da fare contro questi Seguaci, e invece…

Fantastico! E’ sempre un inizio da cui vale la pena tentare…Ne parleremo con Lynn e…”

Sgranò gli occhi, come se avesse dimenticato una cosa importantissima.

O mio Dio, Lynn…mi sta ancora aspettando in biblioteca! Poverina, chissà come sarà nervosa…Sai, le ho parlato di te e dei miei dubbi prima di venire a questo incontro e ora non starà più nella pelle dalla curiosità!”

Beh, allora, andiamo a togliergliela!”



*********************************************************



Lynn aveva guardato uscire Buffy dalla biblioteca con il cuore in subbuglio: si era affezionata in fretta a quella ragazza così diretta…proprio come piaceva a lei la gente.

E ora, dopo aver saputo tutte le traversie che aveva passato con Angel – e aver intuito la forza dei loro sentimenti – sperava con tutta se stessa che le cose andassero a posto…Anche se non sarebbe stato così facile.

Se lo meritavano.

Non sapendo bene come, passarono quarantacinque minuti…i più lunghi della sua vita.

Aveva sfogliato libri e riviste, senza in realtà vederne una sola pagina, tentando di occupare la mente, di distoglierla da Buffy e dalla sua sorte. Avrebbe voluto aiutarla, anche se non sapeva come.

Aveva accantonato l’ennesimo libro quando la sua attenzione fu attirata da un movimento dalla porta: era rimasta seduta rivolta proprio in quella posizione, in modo da vedere chi usciva, ma soprattutto, chi entrava.

Fu così che il suo cuore si alleggerì dall’ansia dell’attesa.

Perché vide la cosa più dolce che avesse mai guardato.


Due persone innamorate, ritrovate, e intenzionate a non lasciarsi più.

Erano entrati in biblioteca, con Angel che stringeva Buffy come a volerla proteggere da tutto e tutti…e lei aveva l’espressione più serena e felice che le avesse mai visto.


Sì, ora ne era certa.


Finalmente, aveva trovato quello che cercava.


Buffy le fece cenno di uscire, visto che non era stata capace di alzarsi…era stata troppa l’emozione!

Si scosse abbastanza da raggiungerli fuori dalla grande sala, e appena furono vicine, Buffy – senza smettere di sorridere – gli presentò il ragazzo che la stringeva…anche se non ce ne sarebbe stato bisogno.

Lynn, questo è Angel…Angel, questa è l’amica di cui ti ho parlato, Lynn: è stata così importante per me, da quando sono qui…”

Si strinsero la mano, che fu forte e decisa, come erano entrambi.

Piacere. Buffy mi ha parlato molto di te…”

Non riuscì a pronunciare altre parole, ma appena si sciolse dalla stretta di Angel, abbracciò Buffy, così forte da trasmetterle, lei sperava, tutta la sua amicizia e il suo piacere di vedere che le cose erano andate a posto!

Non ci fu bisogno di parlare, perché era già stato detto tutto…

Le diede un’ultima stretta, dopodiché parlò con voce così allegra da contagiare tutti.

Bene! Ora che vi siete ritrovati, direi che è il momento di aggiornarci sul problema Seguaci…Possiamo andare in un’aula vuota”

Fu così che, tutti soli, Buffy mise al corrente Lynn della novità dettale da Angel. Ne fu piacevolmente colpita, visto che sembrava essere il solo spiraglio di luce nell’oscurità.

Potremmo parlarne al signor Williams, sentire la sua opinione e poi decideremo su come sia meglio agire…Se volete, potremmo farlo subito e, visto che il Rettore non tornerà prima di pranzo, possiamo andare nel suo ufficio”

Accettarono la sua decisione e andarono a fare questa telefonata che non consolidò le loro speranze, almeno, non così come avrebbero voluto loro.

Il signor Williams non aveva mai sentito parlare di un tale punto debole, anche se non escludeva il fatto di non sapere tutto sui Seguaci…non era uno studioso di demoni antichi. Li aggiornò sui risultati ottenuti dalla squadra di ricerca che aveva appositamente formato: avevano trovato il modo di uccidere definitivamente un Seguace. Quando si riducevano in una nube argentata, andavano a ricomporsi in stato umanoide: prima che scappassero, bisognava recitare un incantesimo e gettare sulla nube un pizzico di sorbo selvatico essiccato e triturato. Era un’erba che avrebbe potuto trovare facilmente in città, mentre la formula da recitare gliela avrebbe spedita via email all’istante. Si lasciarono con la promessa di sentirsi prima di sera per sapere se riuscivano a scoprire qualcosa sul rumore e se poteva essere usato per annientarli.

Lynn rimase seduta alla scrivania, pensierosa, mentre Buffy ed Angel erano seduti sulle poltrone.

Aspettando la sera, potremo organizzarci così: io andrò a procurarmi abbastanza sorbo selvatico da uccidere ogni Seguace presente sulla faccia della terra, e non, mentre voi vi prendete la giornata libera! E prima che tu dica qualcosa…”

Aveva interrotto sul nascere la protesta di Buffy, e assumendo un tono che non ammetteva repliche, le aveva ingiunto di ‘obbedirle’ …

“…Sappi che non ammetto proteste! Spiacenti, ma l’ufficio reclami Lynn O’Danan è chiuso per tutto il giorno! Pensate a recuperare almeno un po’ del tempo perduto: io penserò alle erbe e a rifornire il nostro arsenale. Ci vediamo davanti ai dormitori alla nove. Quindi, non pensate a me e…divertitevi!”

Buffy non aveva smesso un attimo di sorriderle: aveva un’espressione così radiosa e felice che fu contenta di poter far loro quel piccolo ‘dono’. Si alzò e andò ad abbracciarla.

Lynn….grazie, sei un’amica davvero speciale e io ti sono grata più di quanto non riesca ad esprimere!”

Non devi dirlo neanche: vederti così felice è la cosa più bella che potessi vedere mai…spero solo che questa felicità non ti abbandoni mai…”

Di questo, hai la mia parola”

Sorprendendo entrambe, Angel aveva parlato: le guardava sorridente, felice che Buffy avesse un’amica davvero in gamba come Lynn.

Loro, in risposta lo guardarono e sorrisero ancora…

In quella camera, c’erano stati più sorrisi che secondi nell’eternità.

Buffy annuì all’uomo della sua vita e poi volse di nuovo il suo sguardo verso Lynn.

Hai sentito? Non ti devi preoccupare di niente!”

Lynn sorrise maliziosa…

Oh, ma io non mi preoccupo affatto! Allora, andate e passate una buona giornata!”

Buffy raggiunse Angel che nel frattempo si era alzato, ed insieme aprirono la porta per uscire quando Lynn li richiamò.

Dimenticavo una cosa importante…”

Buffy guardò Lynn con aria interrogativa, cercando di capire cos’era.

Fate i bravi!”

Buffy arrossì lievemente, poi, sempre sorridendo, annuì verso di lei ed uscì insieme ad Angel, lasciando Lynn felice per due persone che, in così poco tempo, erano entrate nella sua vita, dandogli un colore e una vitalità che prima neanche immaginava.


CAPITOLO VII



Anche se il sole era rimasto dietro le nuvole che riempivano il cielo, per due ragazzi era la giornata più bella che ci fosse mai stata.

Buffy ed Angel uscirono dall’università subito dopo aver salutato Lynn: in strada, la gente procedeva con le proprie vite, senza accorgersi che due cuori avevano finalmente trovato la pace che, per anni, era stata loro negata.

Tenendosi per mano, attraversarono alcune strade, godendo solamente della presenza dell’altro, come se fosse la cosa più preziosa del mondo: non aveva importanza la direzione, l’importante era essere insieme.

A rompere il silenzio fu Buffy, che abbracciò Angel, per sentirlo ancora più vicino.

Mi è venuta una splendida idea: perché non compriamo qualcosa da mangiare e andiamo a prepararlo da me? Non sono una grande cuoca, ma se ti accontenti…”

Lui la strinse forte a sé e le baciò i capelli, che profumavano d’estate.

Sono sicuro che sarà tutto buonissimo…cosa preferisci mangiare?”

Si divertirono come due bimbi a fare la spesa: Buffy si deliziò, godendo di ogni momento…


Comprare del cibo con Angel!


Non l’avrebbe mai neanche osato sognare!

Comprarono del pane, del prosciutto, formaggio, insalata e molta frutta: uscirono dal negozio con due grandi buste e, prima di rientrare, si sedettero su di una panchina per godere dei raggi del sole che, nel frattempo, era uscito a fare capolino da dietro le nubi.

Buffy si era sdraiata tra le braccia di Angel e, così sistemati, stettero alcuni secondi in silenzio. Di nuovo, fu Buffy a parlare per prima.

E’ così assolutamente…perfetto. Ogni cosa, ogni parola che diciamo, o che non diciamo…Vorrei che questo giorno non finisse mai!”

Angel la guardò: era la creatura più deliziosa che avesse mai calcato questa terra…la sua espressione comunicava solo amore, amore per lui. La strinse più forte poi le sussurrò qualcosa nell’orecchio.

Direi che ci starebbe bene una fotografia…che ne dici? Hai voglia di fermare questo momento per sempre?”

Dai suoi occhi sgranati poté intuire la risposta, che – però - non tardò.

E me lo chiedi? Andiamo!”

Raggiunsero la stazione degli autobus, non distante dai dormitori, dove c’era una di quelle macchine per fare le foto tessere.

Anche qui, si divertirono un mondo a fare i quattro scatti che la spesa prevedeva…quattro espressioni diverse, di due persone profondamente innamorate. Osservando le foto, si incamminarono verso i dormitori, con il sole che splendeva caldo sulla loro pelle.


Ecco, questa è la mia stanza!”

Aveva posato le borse sulla scrivania, spingendo da parte le carte che c’erano ammucchiate sopra: Angel si era richiuso la porta alle spalle e, in quel momento, quando i loro occhi si incontrarono ancora, il mondo sparì.

Poca era la distanza che li separava e fu presto colmata, perché non seppero stare più a lungo lontani…più a lungo divisi…

Con pochi passi fu vicino a lei, accarezzandole con tenerezza infinita i capelli. Da parte sua, Buffy si era persa in quegli occhi che, ora, erano il suo mondo.

Le loro labbra si trovarono di nuovo, ma lentamente, dolcemente, imprimendo a fuoco ogni momento, ogni gesto, ogni sussurro…

Quello fu un bacio che valse più di mille parole.


C’era tutto il tempo che non avevano potuto passare insieme…


Tutte le esperienze che non avevano potuto dividere…


Che gli erano state negate…


Le loro mani cercavano di riconoscere la strada per i loro cuori e fu facile come tornare a casa. Senza dire una parola, ma fissando gli occhi dell’altro come se fossero l’unica cosa esistente al mondo, iniziarono a disfarsi dei vestiti: quando poté accarezzare la sua pelle, sentirne il profumo che per così tanto gli era mancato, si sentì graziato dal cielo, per avere una ragazza così speciale da amare, e da cui essere amato. Coprì ogni centimetro delle sue spalle, del suo collo con dolci baci che le provocarono brividi di piacere, mentre l’elettricità che la pervadeva andava aumentando sentendo il contatto con la sua pelle. Fece scivolare le mani lungo la sua schiena, sentendo ogni muscolo, ogni fibra di Angel: era il momento più perfetto che avessero mai vissuto, e avevano intenzione di viverlo intensamente e completamente, fino all’ultimo secondo.

Non sapevano se la sua condizione era permanente…in caso contrario…No, non voleva nemmeno pensarci, ma fu più forte di lei ed ebbe gli occhi pieni di lacrime. Angel se ne accorse e ne fu turbato: pensava che, forse, aveva fatto qualcosa…

Ehi…che succede?”

Con una mano, le asciugò le lacrime che le avevano bagnato il viso, mentre lei tentava debolmente di sorridere.

Non ho potuto fare a meno di pensare…di chiedermi se la tua situazione rimarrà così anche dopo che questa storia dei Seguaci sarà finita o se…”

Shhh…togli questi pensieri dalla tua mente…”

Ma è più forte di me, Angel…dopo tutto questo tempo, sei finalmente umano, ma chi ci dice che durerà?”

La risposta di Angel fu intensa e fu capace di scacciare i pensieri negativi dalla mente di Buffy…almeno per il momento.

Nessuno, almeno, per adesso…e proprio per questo, voglio che sia perfetto e…speciale”

La prese in braccio e la depose sul letto, sistemandole un cuscino in modo da farla stare comoda.

Io ho solo te, ora e sempre…il mio amore per te non muterà mai, qualsiasi cosa accada…”

Non le diede tempo di rispondere perché fermò ogni sua parola con un bacio così passionale che Buffy si sentì travolta dal suo amore, come mai in passato. Sgomberando la mente dai se e dai forse, fu libera di ricambiare tutto il desiderio e la passione bruciante che li unì, mai paghi dell’altro…

Fuori, il sole fu nascosto nuovamente dalle nuvole, come se si rendesse conto di essere stato oscurato da una luce maggiore…


Quella di un amore vero, ritrovato e finalmente condiviso.



Il cibo era stato presto dimenticato.

Dopo aver fatto l’amore, erano rimasti svegli, a godere della reciproca presenza e del reciproco contatto.

Buffy era stretta ad Angel, con la testa nell’incavo della sua spalla, mentre lui la teneva stretta a sé, quasi con la paura che potesse svanire da un momento all’altro.

Stava facendo correre la sua mano sul petto di lui, mentre con l’orecchio sentiva il suo cuore battere, quando il respiro le si mozzò in gola: una sensazione di deja-vù le fece girare la testa, dandole una sgradevole sensazione di disagio…


Come poteva ricordarsi di una situazione simile se non ne avevano mai vissuta una?

Angel non era mai stato umano…O forse sì?


Sì!


Si tirò su a sedere, guardando Angel con un’espressione negli occhi che lo trafisse come un dardo avvelenato…

Buffy, cos’hai?”

Si era messo a sedere anche lui: le aveva sfiorato il braccio e aveva sentito che tremava…ora, si stava davvero preoccupando.

Ma tu stai tremando come una foglia…ti senti male? Ti prego, parlami…”

Com’era dolce la sua voce…ora come allora, quando aveva pronunciato parole di ben altro genere…quando le aveva detto di aver chiesto agli Oracoli di farlo tornare com’era…spezzandole un’altra volta il cuore…

Perché me ne sono ricordata solo adesso?”

Ricordata di che cos…?”

Si ammutolì…

E Buffy capì.


Lui ricordava.


Aveva sempre ricordato, anche se lei non lo sapeva ed era uscita dal suo ufficio e dalla sua vita ancora una volta.

Buffy capì, dal suo sguardo, che lui ricordava…il punto era, da quando? Conoscendolo, non ebbe dubbi sulla risposta.

Tu…ricordi…fin da allora? Hai sempre avuto il ricordo di quel giorno, non è vero? Rispondimi!”

Si stava arrabbiando…In fondo, a lei non era stato concesso nemmeno quello, nemmeno il ricordo in cui struggersi, niente…

Possibile che fosse considerata così poco?

Buffy, ti prego…non avevo altra scelta, lo sai…come potevo restare umano se il prezzo da pagare fosse stato la tua vita, o quella di altri innocenti? Non avrei sopportato la mia umanità, costata così cara…troppo cara…No, potevo solo fare quello che ho fatto…”

Ma perché solo tu ricordavi? Perché io no? Valgo così poco che non sono nemmeno degna di ricordare l’unico giorno che finora abbia dato senso alla mia vita?”

La rabbia era stata presto sostituita dal dolore di sentirsi esclusa da qualcosa di cui pensava di far parte…Piangeva, ma non gliene importava niente.

Non sono stato io a decidere…ma gli Oracoli: è stato il prezzo dello scambio. La mia natura contro il ricordo di quello che poteva essere…

Dio…Buffy, tu sei degna, eccome….sei degna di essere amata fino alla fine, con quanta forza possiedo, per sempre e anche oltre…Ogni volta che la mia mente tornava a quel giorno, mi maledicevo per aver preso quella decisione, anche se sapevo che – se avessi avuto un’altra possibilità – avrei deciso ugualmente così…Avrei voluto morire, ma almeno quel ricordo mi ha aiutato a tenere il mio amore per te al sicuro, dentro di me…”

Si asciugò le lacrime con le mani, poi allungò la mano fino a toccare il suo petto…il suo cuore…

Lo so che dovevi farlo, ma non è giusto! Quand’è che finiremo di dover salvare tutti e potremo prenderci un po’ di tempo per noi? Solo per noi? Decidendo esclusivamente per il nostro, di bene?”

Gli faceva tenerezza: non era la Cacciatrice che ora gli stava seduta di fianco, ma una ragazza provata dalla vita, che doveva sempre sacrificarsi per gli altri, nonostante tutto e tutti…Aveva già sacrificato così tanto…


Decise che era abbastanza.


Ti prometto che, qualsiasi cosa succederà, quando questa storia sarà finita, decideremo solo ed esclusivamente per il nostro bene…se lo vuoi ancora…”

La guardò intensamente, asciugando l’ultima lacrima che scendeva placida dai suoi bellissimi occhi.

Se mi vuoi ancora…”

Il suo volto si illuminò a quelle parole: un sorriso di speranza si dipinse sul suo viso.

Certo che lo voglio…e ti voglio con tutta me stessa…con tutta me stessa…”

Si allungò a cercare le sue labbra che la ricevettero come un dono prezioso, da custodire per sempre, al riparo da ogni avversità.

In silenzio, lentamente, si perdettero nuovamente l’uno nelle braccia dell’altra, cullati solo dal rumore dei loro cuori, che battevano all’unisono, come un corpo solo…

Come un’anima sola.


Alla fine, la stanchezza aveva avuto il sopravvento su di loro e si erano addormentati. Anche nel sonno, erano rimasti così vicini, così stretti l’un l’altro da godere di ogni istante concesso loro…

Buffy riaprì gli occhi, stiracchiandosi lentamente, incuriosita da alcuni rumori…sospetti. Angel non era più di fianco a lei: sentendolo, ora più che mai, restò sdraiata ma allungò la testa per vedere se riusciva a scorgerlo. Non dovette aspettare molto perché spuntò da dietro il muro che separava l’angolo cottura dal resto della camera: aveva in mano un vassoio ricoperto da un asciugapiatti…un irresistibile profumino lo seguiva, fino a quando la raggiunse. Posò il vassoio ai piedi del letto, poi diede un bacio a Buffy, che sorrideva compiaciuta del gradevole risveglio.

Buongiorno…dormito bene?”

Uhm…sì, così bene che non mi ricordavo neanche! E così sei un uomo di casa, eh? Non avevo ancora scoperto questo tuo lato…”

Lui sorrise, malizioso e tenebroso allo stesso tempo, poi le diede un altro bacio.

Vero…ma se mi darai tempo, e la possibilità, ti farò scoprire tutto di me…”

Buffy sorrise, gongolandosi all’idea…

Mi sembra un’ottima idea, sai? Ottima! Come il profumo che si sente dal vassoio…”

Fece per allungare la mano, ma lui gliela riprese e gliela baciò, allontanandola dal vassoio.

Eh, no…devi permettermi di servirti…”

Mise il vassoio tra di loro, poi, datole un ultimo sguardo felice, tolse l’asciugapiatti e scoprì quanto di più delizioso potesse essere preparato per una colazione - pranzo: frittelle con lo sciroppo, sandwiches con prosciutto e formaggio, un’insalata che pareva appena colta, e frutta fresca, appena lavata e che invitava a morderla…Buffy andò in estasi quando scoprì che le aveva preparato un sandwich speciale in cui, con i pomodorini tagliati, aveva formato un cuore con la scritta TI AMO.

Oddio, ma è meraviglioso…come faccio a mangiarlo, però? E’ troppo bello, sarebbe un peccato…”

No, sarebbe un peccato lasciarlo lì, dopo il lavoro e l’immane fatica che mi è costato…”

Lo guardò storto, poi sorrise.

Immagino…grande fatica a tagliare in due i pomodori…”

Eh sì…sai, un’anima buona potrebbe aiutarmi a riprendermi, diciamo, con…un bacio”

Buffy finse di pensarci, poi si allungò e gli diede il bacio più tenero che avesse mai ricevuto…

Va meglio?”

Decisamente…grazie”

Restando abbracciati, mangiarono tutto quello che Angel aveva preparato, lasciando il famoso sandwich per ultimo: divisero il cuore a metà e ne mangiarono una parte per uno.

Deposto il vassoio per terra, restarono stretti: Buffy aveva la testa sul suo petto e lui le accarezzava lentamente i capelli…così morbidi e lisci, gli erano mancati. Gli era mancato tutto di lei.

Cosa ti piacerebbe fare, nel tempo che ci resta prima di dover incontrare Lynn?”

A parte restare qui sdraiati?”

Gli si era stretta ancora di più contro, praticamente non c’era zona del suo corpo che non fosse a contatto con quello di lui…Sentirlo così vicino, era una cosa che le dava quella sicurezza, ma soprattutto, quella pace che era andata cercando per tutto questo tempo.

Sì, a parte questo?”

Si tirò su, fino a fissarlo negli occhi…pieni di amore solo per lei.

Beh, qualche idea su come potremo passare il pomeriggio ce l’avrei…bisogna vedere se hai voglia di dividere con me questo tempo…Sai, non so se sei libero oggi…”

Uhm…se mi dai il tempo di controllare sull’agenda, te lo dico subito…Ahi!”

Buffy gli aveva tirato il cuscino in faccia, colpendolo in pieno…e lui, per difendersi, l’aveva afferrata e fatta sdraiare sulle sue ginocchia, tenendola ferma tra le sue braccia.

E ora? Cosa vorresti farmi?”

Con aria falsamente spaventata, lo stava guardando, reprimendo a fatica il desiderio di baciarlo…trattenersi, per qualche delizioso secondo, rendeva ancora più eccitante la situazione.

Tante cose……ma per cominciare…”

Le fece scivolare via di dosso il lenzuolo che finora si era tenuta tirato su e la ricoprì di baci, che fecero perdere loro il senso del tempo.


Alla fine, quando il sole era scomparso dietro l’orizzonte, si erano alzati, avevano fatto una doccia - memorabile – dopodiché si rivestirono ed uscirono per mangiare un boccone, prima di vedersi con Lynn.

Fecero una passeggiata fino in centro, rabbrividendo piacevolmente della frizzante brezza serale: restando sempre abbracciati, non notarono nemmeno che iniziò a cadere una leggera pioggerellina. Corsero fino a raggiungere Bewley’s, dove Angel la voleva portare per farle assaggiare la famosa zuppa di patate: trovarono un tavolo libero vicino alla finestra e, una volta seduti, ordinarono anche focacce al miele, frittelle e birra.

Passarono l’attesa della cena parlando, di cosa avevano fatto dacché erano in Irlanda: di come lo studio aveva rappresentato, per entrambi, lo sbocco principale.

Angel le prese la mano e la fissò, dall’altra parte del tavolo.

Sai, avrei sempre voluto portarti qui, a farti vedere la mia terra…E ora sei qui…Siamo qui…”

Gli strinse la mano, annuendo, proprio quando gli portarono i piatti fumanti e con un delizioso profumino: si divertirono come due bimbi durante la cena, imboccandosi l’un l’altro e ridendo e scherzando per tutto il tempo.

Si stava avvicinando l’ora dell’appuntamento con Lynn: si alzarono, pagarono e uscirono, nell’aria sempre più fresca della notte.

Abbracciati, raggiunsero in perfetto orario il luogo dell’appuntamento: erano le nove in punto quando raggiunsero i dormitori…e Lynn era lì, con i borsoni, ad aspettarli. Quando li vide arrivare, si illuminò: era chiaro come il sole che avevano trovato quello che volevano. Le loro espressioni erano serene e da come gli brillavano gli occhi, Lynn si sentì felice per loro.

Ragazzi! Siete pronti ad essere aggiornati?”

Gli raccontò della conversazione avuta con il signor Williams: in effetti, avevano trovato traccia di un caso in cui il grande rumore aveva permesso la sconfitta dei Seguaci, solo che c’era un inconveniente…e doveva essere davvero assordante, e non c’era verso di provocare un tale rumore.

A parte questo, non si erano verificati altri incidenti, e lei aveva completato il rifornimento di armi: aveva preso altri pugnali, frecce per le balestre, una spada più lunga di quella che già avevano ma più flessibile e delle granate. Buffy fu stupita, e così Angel, di quanto era riuscita a procurarsi.

Lynn…ma ci vuoi portare alla guerra?”

Beh, visto che ci serviva rumore, mi è venuta un’idea: se tu riesci a tenere occupato un Seguace abbastanza a lungo da permettermi di lanciare un incantesimo di limitazione, sarò in grado di concentrare lo scoppio della granata, che Angel dovrà tirare sul demone, su di lui, in modo che il rumore investa solo lui. Questo dovrebbe eliminarlo. Definitivamente”

Buffy aveva guardato alternativamente lei ed Angel, poi era andata ad abbracciarla.

Ma è un’idea fantastica! Magari ne avessi io, di idee così…Giles ne sarebbe estremamente compiaciuto!”

La sua amica sorrise, convinta che aveva avuto idee ben migliori…comunque, smorzò per un attimo il suo entusiasmo.

Sì, però aspetta, potrebbe non essere abbastanza…questo eliminerebbe un Seguace, non tutti….e anche se riuscissimo a eliminare ogni demone che Frayryth ci invierà, rimarrà sempre lei….e qui, neanche il Consiglio ci potrà aiutare. E’ un demone che vive da sempre, nessuno è mai riuscito ad annientarlo, per quanto ci abbiamo provato in molti, in ogni secolo e con ogni arma…Niente, il risultato è stato sempre lo stesso: sono tutti morti”

Si fecero tutti seri e pensierosi: sapevano che avrebbero corso dei rischi, ma non ne volevano correrne di inutili.

Sentite, per ora direi di pensare ai Seguaci, che sono gli unici a minacciarci, direttamente…Se verrà il momento di fronteggiare Frayryth, ci penseremo…”

Detto questo, si divisero le armi e iniziarono la ronda notturna.

Le strade erano state svuotate dalla pioggia che a momenti era più intensa: Lynn aveva procurato anche tre giacche impermeabili che li aiutarono a non inzupparsi. Stavano costeggiando la cattedrale quando dei rumori attirarono la loro attenzione. La voce di Lynn risuonò molto spaventata.

Avete sentito? Veniva da là…”

Sì…stiamo uniti…”

Buffy non voleva che si allontanassero troppo: vicini, avevano più possibilità di coalizzare le loro forze e, forse, di mandare a buon fine un attacco. Ognuno dava le spalle all’altro, cercando di scrutare il buio, alla ricerca di un’ombra…di un segno della presenza nemica.

Stavano guardando in ogni direzione…tranne che in alto, da dove piombò loro addosso il Seguace. Li travolse, facendoli cadere a terra.

Appena atterrò, scalciò lontane le borse con le armi di scorta mentre dai cespugli intorno, uscirono altri due Seguaci, armati, che andarono verso il gruppetto.

Si rimisero presto in piedi, anche se quello che era caduto su di loro stava attaccando Lynn: Buffy ed Angel lo stavano colpendo alle spalle, almeno finché non arrivarono gli altri…a quel punto, furono costretti a girarsi per difendersi. In pochi gesti, il Seguace che era davanti ad Angel, gli fece volare via di mano la spada: appena Buffy se ne accorse, sferrò un attacco più forte al Seguace che la stava attaccando, facendo rovinare a terra, in modo da poter andare ad aiutare Angel.

Con la sua ascia, colpì la schiena del demone, poi gridò qualcosa ad Angel.

Và…Corri a prendere altre armi!”

Mentre lei era occupata a tenere a bada i due demoni, lui riuscì a raggiungere le borse e a prendere la balestra e un paio di pugnali.

Lynn…aiuta Lynn!”

Il demone stava per avere la meglio sulla loro amica: l’aveva disarmata e gettata a terra, quando – nel momento in cui stava per sferrare l’attacco finale – Angel sopraggiunse da dietro e gli affondò un pugnale nella schiena…Il demone lanciò un urlo terrificante, inarcò la schiena e si girò così velocemente che con il braccio fece volare via Angel, che cadde pesantemente a terra, senza più muoversi.

Buffy aveva seguito la scena, pur combattendo i demoni, con il cuore dilaniato per il terrore…ora era umano, con tutti i pro…e i contro.

Angel!”

Con il cuore che batteva a mille, infilzò un demone con la spada e all’altro diede un calcio tale da scaraventarlo a diversi metri da lei. Corse in direzione dell’uomo che aveva appena ritrovato, rendendosi conto che respirava, anche se era ancora privo di sensi.

Accertatasi delle sue condizioni, la sua attenzione fu attirata dalla voce di Lynn, che gridava il suo nome, e appena alzò gli occhi, vide con orrore che un Seguace la stava portando via.

Si rialzò, prendendo la balestra che era caduta dalle mani di Angel e mirò al demone che aveva preso Lynn: lo colpì alla testa e, all’istante, questo fece cadere la ragazza dalle sua grinfie. Buffy raggiunse di corsa Lynn.

“…Dio, Buffy, che bello vederti…ho avuto paura che…Attenta!”

Non aveva fatto in tempo a ringraziarla, che erano state raggiunte dal Seguace che Buffy aveva scagliato a terra: aveva colpito violentemente Buffy alla nuca, facendole perdere i sensi. A quel punto, nessuna delle mosse di Lynn gli impedì di fuggire via con Angel – ancora privo di sensi - fino a perdersi nell’oscurità.


Buffy….Buffy, mi senti?”

Si sentiva chiamare, ma non riusciva a capire da dove proveniva la voce…voce che la stava attirando e lei voleva con tutta se stessa raggiungerla, e sembrava non farcela, più sforzi faceva, più lontana sembrava andare…fino a quando la forza che sembrava trattenerla la lasciò libera di seguire il suo cuore…e seguire la voce che chiamava il suo nome.

L…Lynn? Stai…bene?”

Aveva riaperto gli occhi…e questo era l’importante.

Si era spaventata a morte quando, realizzato che non poteva inseguire il demone, che si era rivelato troppo veloce per lei – anche se aveva una persona ad appesantirlo – era tornata indietro e aveva visto Buffy sdraiata a terra, priva di sensi!

Per i primi minuti aveva temuto il peggio: non riusciva a svegliarla, per quanto forte la chiamasse o la scuotesse, non reagiva. Neanche il minimo segnale di ripresa, quando…

L’aveva chiamata con la voce rotta dal pianto, pianto disperato di chi teme di aver perso un’amica cara…E ora era lì, davanti a lei, che cercava di riprendersi e di tirarsi in piedi.

Sto bene, a parte migliaia di lividi e dolori praticamente dappertutto…e tu? Riesci ad alzarti?”

Sorreggendola, la fece mettere in piedi: lentamente, stava riprendendo il controllo del suo corpo: aveva solo un forte mal di testa che le rendeva difficile pensare e concentrarsi…

Dio…la mia testa…ma cosa mi ha colpito?”

Uno dei Seguaci, ha colpito te e…”

La fissò intensamente, con occhi pieni di dolore.

“…E ha preso Angel”

Buffy sgranò gli occhi e guardò dietro le sue spalle: era scomparso!

Era stata così stupida da mettere a rischio la persona che amava più della sua stessa vita…per cui avrebbe dato tutto…

O mio Dio…Angel….Angel…”

Le gambe che le avevano appena permesso di rialzarsi, l’abbandonarono di nuovo, per il totale senso di perdita che l’aveva investita: fu come se fosse stata privata di ogni osso…il suo corpo divenne una forma senza sostegno alcuno e, per questo, crollò a terra. Lynn si spaventò a vederla in quello stato….lo sguardo aveva perso ogni lucidità, sembrava una marionetta a cui erano stati tagliati i fili. E ora, in quel momento, non potevano permettersi un tale abbandono.

Buffy…Buffy, guardami: lo troveremo e lo salveremo…mi hai capito? Non permetteremo che gli facciano alcun male!”

Buffy le rivolse lo sguardo più straziato che avesse mai visto: non era la Cacciatrice, non in quel momento…ma solo una ragazza che ha perso tutto quello che contava per lei nella vita.


Uno sguardo di chi implora aiuto.


Mi hai sentito? Andiamo a riprenderlo! Ma tu devi reagire…non per me, non per te, ma per Angel!”

Buffy sembrò come scuotersi: si asciugò con le mani le lacrime che le avevano bagnato il volto e si alzò nuovamente in piedi.

Hai ragione….Perdonami, Lynn…io…io non sono riuscita a…”

Lynn le posò una mano sulla spalla e le sorrise, cercando di infonderle coraggio…coraggio che nemmeno lei aveva.

No…non devi dire niente. Ora dobbiamo solo riorganizzarci, al più presto, e scovare dove l’hanno portato…Solo il tempo potrà aiutarci: aiutami a raccogliere le armi poi andremo a telefonare al signor Williams, sperando che abbiano trovato l’ubicazione dei seguaci”

Buffy la guardava, ma la sua mente era lontana…


Pensava a quando aveva ritrovato Angel, a tutte le sensazioni che l’avevano nuovamente travolta, come un fiume in piena…non lasciandole altra possibilità di quella di lasciarsi andare all’amore vero, che tanto aveva agognato e che, ora, finalmente, sembrava sorridergli.


Buffy…sei sicura di sentirti bene?”

Tornò con i piedi per terra, lasciando da parte i ricordi per concentrarsi sulla linea d’azione da seguire.

No: mi sentirò bene solo quando Angel sarà di nuovo con noi…dobbiamo sbrigarci: dobbiamo assolutamente scoprire dove si sono diretti…Andiamo!”

Veloci come un soffio d’aria, raccolsero tutte le armi e si diressero ai dormitori, dove telefonarono a Londra.

Il signor Williams aveva messo sotto torchio l’equipe di studiosi: non poteva accettare come risultato il niente assoluto che avevano raggiunto fino ad ora…e questa sua durezza aveva dato qualche frutto insperato: avevano scoperto che per cibarsi delle anime prescelte, Frayryth doveva avere un contatto diretto con il corpo. Si sapeva che viveva nel sottosuolo, ma per il rito sarebbe uscita allo scoperto: alcuni agenti del Consiglio avevano riferito che il suo covo era la collina di Tara! Aveva scavato una grotta sotterranea, in cui rimanere fino a che i suoi Seguaci gli portassero le vittime prescelte: c’era un iter da seguire, quindi avevano ancora un po’ di tempo per raggiungere il posto, che distava circa quaranta chilometri dalla città. Potevano chiedere al Rettore una macchina: lui avrebbe dato loro tutto l’aiuto possibile…Non dovevano preoccuparsi di svegliarlo, lui avrebbe capito.

Buffy e Lynn stavano facendo il numero del Rettore, mentre Buffy borbottava tra sé e sé.

In questo momento, non mi preoccuperei di svegliare neanche la Regina in persona…o il Presidente!”

Lynn la zittì, non appena sentì la voce del Rettore dall’altra parte del filo.

Sì, mi scusi professore…sono Lynn O’Danan…Sono con Buffy Summers e, noi, avremmo bisogno di aiuto, urgentissimo….Sì, abbiamo avuto uno scontro con i Seguaci e…Angel è stato preso. L’hanno portato via e sappiamo dove andarlo a cercare. Ci serve solo una macchina….Sì, sarebbe perfetto, allora l’aspettiamo qui davanti fra un quarto d’ora. Grazie mille”

Riattaccò il telefono e guardò Buffy.

Viene con la macchina. Intanto, conviene iniziare a prepararci…”

Controllò le scorte di sorbo selvatico, il libro di incantesimi, le armi: tutto era a posto, e ora rimaneva solo da placare l’ansia che le pervadeva, dando loro un forte senso di disagio.

Dopo essersi cambiate, uscirono ed andarono ad aspettare il Rettore in strada: erano appena scese, che videro arrivare l’auto.

Il professore ne scese, evidentemente ancora scosso dall’essere stato svegliato in piena notte…

Signorine, sono desolato per quanto accaduto stanotte…Questa vi porterà ovunque vorrete: il serbatoio è pieno e voi dovrete preoccuparvi solamente di arrivare in tempo…”

Signor Rettore, non ho parole per ringraziarla: lei è stato davvero gentile, più di quanto avrebbe dovuto….e questo non me lo dimenticherò…”

Buffy aveva fatto il giro dell’auto ed era andata a stringergli la mano.

Non deve ringraziarmi, ma pensare solo a riportare indietro il signor Leary: non voglio perdere uno studente come lui…”

Di questo può esserne certo”

Non furono dette altre parole, ma Lynn e Buffy salirono in macchina e partirono a tutto gas direzione Tara, lasciando il Rettore a stringersi nel suo giaccone, guardando l’auto sparire dietro l’angolo di un edificio, incamminandosi poi per tornare a casa.


Lynn guidava, mentre Buffy era crollata: la stanchezza, lo shock, avevano avuto la meglio su di lei e un sonno agitato era ora suo compagno.

Vederla così la faceva solo preoccupare: sembrava aver appena ritrovato un po’ di pace ed ecco che, di nuovo, tutto era stato sconvolto…Decisamente, dovevano sbrigarsi se volevano aver successo...Schiacciò con ancor più decisione il pedale dell’acceleratore, divorando la strada e accorciando la distanza che le separava da Angel. Ci misero quaranta minuti ad arrivare.

Lynn parcheggiò la macchina e poi si rivolse verso Buffy, pensando di doverla svegliare, e si meravigliò, quindi, quando la trovò perfettamente sveglia e vigile.

Oddio, Buffy…pensavo di trovarti addormentata…mi hai fatto spaventare…”

Non ottenne risposta, e, fissandola con più attenzione, si accorse che aveva lo sguardo accigliato e un paio di lacrime le stavano scendendo dagli occhi…

E’ qui, Lynn…lo sento…è spaventato, ma sta bene…non gli hanno ancora fatto niente…e non ne avranno il tempo!”

Afferrò la borsa delle armi e scese dall’auto.

Lynn la seguì e dovette affrettare il passo, visto che Buffy si stava allontanando molto velocemente: avevano raggiunto la collina e si erano fermate ad osservarla.

La luce della Luna la illuminava chiaramente, lasciando vedere le lapidi lasciate a perenne ricordo della storia che vi si era svolta.

Dobbiamo trovare l’entrata della grotta…”

Lynn stava scrutando il sito per cercare di individuare qualche segno che fosse a loro utile, mentre Buffy chiuse gli occhi, e lasciò che la forza che li univa scorresse dentro di lei…guidandola.

Da quella parte…”

Si incamminò verso il lato sinistro della collina, con Lynn subito dietro: avevano preso un’arma ciascuno, lei una spada corta e un paio di granate che aveva messo in tasca, mentre Buffy aveva optato per un’ascia dalla lama molto potente ed un paio di granate.

Non vedendo niente, Lynn aveva espresso a voce alta i suoi dubbi.

Ma sei sicura che sia la direzione giusta? Non si vede niente di simile ad un’entrata…”

La voce le si smorzò in gola, perché appena fecero qualche passo in più, videro davanti a loro un ammasso di foglie che, malamente, nascondeva un buco fatto alla base della collina. Si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi Buffy si avvicinò in modo guardingo: fatte da parte le foglie, si avviarono lungo il tunnel che, se all’inizio era buio come la notte, man mano che si addentrava nella pancia della collina, una leggera luce si espandeva intorno a loro, permettendogli di vedere le pareti del tunnel.

Riuscivano a camminare senza problemi: sarà stato alto un paio di metri e largo altrettanto…in fondo, doveva permettere il passaggio dei Seguaci che erano molto alti. Buffy, che era davanti, si fermò all’improvviso: venne raggiunta da Lynn e, insieme, ascoltarono attentamente i suoni che provenivano da davanti a loro.

Si distinguevano nettamente alcune voci differenti: una apparteneva al Seguace che aveva dato la caccia a Buffy, mentre altre due o tre voci si mescolavano tra di loro, rendendo impossibile distinguerle.

Cosa facciamo, adesso?”

Lynn aveva sussurrato, e Buffy si girò verso di lei, indicandole di arretrare di qualche metro. Raggiunsero una curva che le riparava dalle voci provenienti dal covo dei Seguaci, per organizzarsi in modo appropriato.

Direi che non abbiamo molta scelta…Io vado avanti, attirando l’attenzione dei Seguaci ed eliminandoli, mentre te pensa ad Angel: Lynn, te lo affido…ti prego, mettetevi in salvo…e non pensate a me, va bene?”

Buffy, ragiona…come pensi di riuscire ad occuparti di un gruppo di Seguaci, quando abbiamo visto di cosa sono capaci? Non riuscirai mai a venirne fuori…”

Lei la guardò e sorrise, di un sorriso pieno di fiducia e speranza.

Hai ragione, ma prima non ero così motivata: ti assicuro che niente e nessuno – neanche un gruppetto di Seguaci – riuscirà a tenermi lontana da Angel…”

Va bene…ma dimentichiamo una cosa: nel covo, dovrebbe esserci anche Frayryth: come l’affrontiamo? Non dobbiamo illuderci di passare inosservate…è potente, potente come non riesci neanche ad immaginare…”

Buffy era già girata verso il tunnel, verso le voci…

Me ne occuperò al momento: ora andiamo…è inutile sprecare altro tempo…”

Prese anche una balestra e delle frecce, poi iniziò ad incamminarsi verso le voci e, mentre Lynn rimaneva leggermente indietro, Buffy avanzava: la vide studiare per un attimo il covo, ora che era pienamente in vista…

C’era una grande sala con il soffitto a volta, al centro della quale si ergeva una piccola torre in pietra, su cui troneggiava una figura indistinta, luminescente, i cui contorni erano troppo confusi nella luce che emanava…Tutt’intorno, c’erano Seguaci: Buffy ne contò sei, due dei quali controllavano a vista Angel che, incatenato alla parete di roccia, stava inginocchiato a terra, in silenzio, osservando attentamente la scena intorno a sé.

Appena Buffy posò lo sguardo su di lui, lo vide sussultare impercettibilmente, e far scorrere lo sguardo intorno, come a cercarla…e la vide.

I suoi occhi espressero tutto l’amore che provava per lei, ma anche tutta la preoccupazione che vederla lì gli dava. Lei annuì nella sua direzione e vide che, anche se in modo appena percettibile, lui rispose annuendo a sua volta.

Visto che anche gli altri Seguaci davano le spalle al tunnel, avanzò silenziosamente, fino a raggiungere alle spalle uno di loro: brandendo con le due mani l’ascia, gli inferse un colpo così violento da mozzargli la testa…e se uno era fuori gioco, almeno per il momento, gli altri furono attirati dal rumore dietro di loro…In breve, li ebbe tutti addosso, e con l’ascia riuscì ad eliminarne altri due – che non si tramutarono in una nube argentata come si era aspettata ma rimasero morti - mentre i rimanenti si accanivano contro di lei.

Lynn…pensa ad Angel! Lynn!”

Appena si sentì chiamare, sbucò dal tunnel e corse in direzione del ragazzo incatenato: i suoi sorveglianti, l’avevano lasciato incustodito, per andare a lottare con Buffy. Purtroppo, non aveva con sé delle tenaglie per spezzare le catene, così prese a colpirle con la spada, più e più volte, mentre Angel cercava di aiutarla…ma dovettero lavorare così per diversi minuti, prima che le catene si spezzassero.

Andiamo!”

Lo aiutò ad alzarsi e lo indirizzò verso il tunnel, quando lui si fermò per guardare Buffy.

Non possiamo andarcene…Buffy non riuscirà a farcela…Sono troppi!”

Lynn era combattuta: sapeva che Angel aveva ragione, ma ricordava anche quello che le aveva detto Buffy a proposito…doveva mettere in salvo Angel, a tutti i costi.

Sì, ma dobbiamo andare: le ho promesso che ti avrei messo in salvo…Solo così potrà concentrarsi nella lotta…”

All’improvviso, ogni loro parola fu interrotta dall’espandersi di una luce molto intensa per tutta la grotta: proveniva dalla torre di pietra su cui troneggiava quella figura indistinta…

Stupidi esseri…non avete ancora capito che nessuno di voi si salverà? E’ tutto inutile, ogni vostro sforzo servirà solamente a rendere più delizioso il mio pasto…e più piacevole la lotta dei miei servi”

Si immobilizzarono tutti quanti: i Seguaci caddero prostrati in ginocchio, mentre Buffy e gli altri guardavano scendere dalla torre l’ammasso luminescente che, man mano che si avvicinava a terra, stava assumendo una forma umanoide. Quando toccò terra, era una figura alta quasi due metri, sottile ma che emanava una forte energia…Aveva i capelli fluttuanti, che li facevano assomigliare ad una criniera di luce purissima…Si avvicinò a Buffy, restandole a un metro di distanza.

Tu…quanti sforzi per salvare questo ragazzo, che ragazzo non è…Ma ne vale davvero la pena?”

Buffy non abbassò la guardia: ne aveva incontrati troppi di demoni che credevano che un po’ di dialettica servisse a disorientarla…o a sconfiggerla.

Perché dovrei perdere tempo a spiegartelo? Non capiresti mai…Quindi, saltiamo i convenevoli e veniamo a noi…”

Come vuoi tu….così, mi rendi le cose solo più facili…Peccato!”

Allungò un braccio verso di lei, e all’istante Buffy fu scaraventata contro la parete opposta, che distava diversi metri: il colpo fu duro e lei rimase per qualche secondo stesa a terra, intontita dal dolore…L’ascia le era caduta d mano, lasciandola disarmata.

Quanta poca resistenza…sai, mi aspettavo di meglio dalla Cacciatrice…ma evidentemente, ti avevo sopravvalutata!”

NO!”

Angel era scattato verso Frayryth e le aveva stretto il collo con le catene che ancora gli pendevano dai polsi: era stato veloce, tanto che Lynn non aveva potuto far altro che andargli dietro, cercando di aiutare Buffy a rialzarsi.

Buffy, tutto bene? Prendi…”

Le aveva rimesso in mano l’ascia e anche una granata.

No, Lynn…non penserai di attaccarla adesso? Angel è così vicino che potrebbe restare ucciso…”

Ma è l’unica soluzione, non capisci? Adesso che la sta tenendo occupata, è vulnerabile…”

Appena Angel era saltato al collo del demone, i Seguaci si erano rialzati, andando verso la loro padrona anche se fecero una cosa che stupì Buffy: in effetti, non fecero niente! Restarono a circa un metro da lei, mentre cercava di levarsi Angel di dosso, come se non potessero toccarla…

Lì, vide l’opportunità di eliminarli.

Lynn…usiamo l’incantesimo per i Seguaci….Ora!”

Lei lanciò una granata proprio tra i loro piedi, mentre Lynn asperse un pizzico di sorbo selvatico mentre lanciava l’incantesimo e…


E funzionò!


Lo scoppio fu contenuto proprio sui tre Seguaci che si volatilizzarono, mentre Frayryth proruppe in un urlo disumano.

TU!!! Te la farò pagare per questo….”

Con un’esplosione di luce, si staccò dal corpo Angel che ricadde pesantemente a terra: poi, concentrò tutta la sua energia, per lanciarla contro Buffy.

Lynn…pensa ad Angel! Corri!”

Con in mano l’ascia, e in tasca ancora una granata, si preparò per l’attacco del demone…Era concentrata, tanto che non sentì gli urli disperati di Lynn.

Angel…No!”

Non era riuscita ad impedire ad Angel di correre verso Frayryth, e lanciarsi nel fascio di luce ed energia che aveva lanciato proprio verso di Buffy: con occhi pieni di orrore, sia lei che Lynn videro che Angel aveva fatto da scudo con il suo corpo e, proprio mentre l’energia fluiva in lui, si gettò nel corpo di luce di Frayryth.

Ci fu un lampo accecante, che emanò anche un’onda d’urto che fece rovinare malamente a terra le due ragazze. E mentre cadeva, Buffy poté sentirlo…


Nella sua mente…


Nel suo cuore…



Buffy, ricorda…sarò sempre con te…non ti lascerò mai, e così il mio amore…ti accompagnerà sempre, in ogni momento…io ti amo, Buffy, e ti amerò per sempre…e vivrò in te’



No…no…Angel!”

Buffy era ancora stesa a terra, con Lynn al suo fianco, che si stava riavendo proprio in quel momento…Si sentiva svuotata di ogni energia, ogni singola fibra del suo essere era stata annientata.

Davanti a lei, c’era Angel, sdraiato e non dava segni di vita.

Non riuscì ad alzarsi – le gambe le facevano male, troppo male – ma strisciò fino ad essergli vicina. Lo girò, e gli prese la testa sulle sue ginocchia: gli tolse i capelli dal viso, quel viso che tanto amava…che gli era mancato così tanto…


Non era giusto…l’aveva appena ritrovato e l’aveva già perso.


Non poteva credere a quello che stava guardando…Angel era morto, per salvare lei, e non era stata capace di impedirlo…

Ancora una volta, si era sacrificato per lei, perché lei era tutto per lui: bastava che lei stesse bene…il resto, non importava.

Lynn si era ripresa e si era messa a sedere: tenendosi la testa che sanguinava abbondantemente, non riuscì a parlare vedendo la scena che si stava svolgendo davanti a sé.

Buffy era china su Angel, lo accarezzava continuamente, sussurrandogli parole dolci…le lacrime stavano bagnando il viso, riempiendo i suoi occhi e il suo cuore di una tristezza infinita.


Il suo volto era pallido come la neve e il suo corpo aveva perso quel calore che tanta gioia le aveva donato: una cosa sola non era cambiata…l’espressione che - finalmente - era tornata serena, non l’aveva abbandonato, nemmeno in punto di morte…e Buffy fu sicura che era perché era stato conscio di averla salvata.


E lei maledisse la sua incapacità…il suo fallimento…


Perché con la morte di Angel, era stata lei a fallire…lei era il bersaglio del demone…non lui…non lui…


Improvvisamente, una brezza leggera andò a scuotere il cuore affranto di Buffy: alzò gli occhi, cercando di capire da dove poteva provenire…erano in una grotta, molto addentro alla collina…

La brezza andò sfumando in un vortice, ma al suo posto, apparve una figura, proprio davanti a lei: era una ragazza minuta, dai lunghi capelli castani e uno sguardo sincero, che le diede un grande senso di pace.

Fece qualche passo verso di loro, poi parlò, ma con una voce che sembrava venire da molto lontano.

Non temere…non corri nessun pericolo…Lascia fare a me…”

Si inginocchiò vicino ad Angel, e gli posò una mano sul petto, in prossimità del cuore, mentre Buffy continuava a tenergli la testa, come aspettando che si risvegliasse, ma sapendo bene che ormai era finita…

Finita per sempre…

Ti sei dimostrato degno…come pensavamo…non hai esitato a rischiare la tua vita per ciò che ritenevi sacro per te, anche se significava rinunciare a quello che avevi appena ritrovato…Per questo, sei libero da ogni compito, libero di vivere la tua vita come essere umano…Per sempre, sarai uomo e onorerai questa tua condizione con il tuo coraggio e il tuo amore…Destati, dunque, e riaffacciati alla vita…”

Buffy stava trattenendo il respiro, per paura di fare o dire qualcosa che potesse rovinare quel momento: non sapeva chi fosse quella ragazza che era apparsa dal nulla, ma erano troppo belle le parole che stava pronunciando…


Quasi, non ci poteva credere…ma credeva a quello che vedeva…


I suoi occhi non si erano staccati dal corpo esanime di Angel, che lentamente fu pervaso da una luce che, in breve tempo, lo avvolse tutto…per un po’, riuscì a continuare a fissarlo, poi dovette distogliere lo sguardo, perché ci fu un lampo troppo intenso da sopportare. Appena la luce andò smorzandosi, rivolse di nuovo il suo sguardo verso il suo amore che era ancora sdraiato con la testa sulle sue ginocchia…ma si stava muovendo!

Lentamente, riaprì gli occhi e subito sembrò non vederla…

Buffy…Stai..?”

Sono qui, sono qui…sto bene…e anche tu…”

Riusciva a malapena a parlare: era troppo felice, mille emozioni la agitavano e le lacrime quasi le impedivano di vedere il suo bellissimo volto che aveva ripreso colore.

Lynn era rimasta seduta, appoggiata contro la parete di pietra, piangendo per la felicità di quel fatto insperato…Avrebbe voluto dimostrare loro tutta la sua gioia, ma decise di aspettare…


C’era tempo, ora, c’era tutto il tempo che volevano.


Non riuscì a distogliere lo sguardo da quei due ragazzi che avevano rischiato tutto l’uno per l’altro…anche se sentiva di essere di troppo.

Buffy stava accarezzando il viso di Angel, senza smettere di sorridere…I suoi occhi, finalmente, la stavano guardando, esprimendole tutto l’amore che riempiva il suo cuore e la sua anima…amore solo per lei.

Pensavo di non rivederti più…ma…ma cosa è successo?”

Buffy alzò lo sguardo, davanti a lei, e Angel lo seguì, notando la presenza di quella ragazza che aveva compiuto il miracolo.

Adele…ma che significa? Che ci fai qui?”

Buffy lo guardò con aria interrogativa: lo aiutò ad alzarsi e, anche se il suo equilibrio era molto precario, si avvicinò alla ragazza misteriosa, che pareva conoscere già.

Non capisco…non ti ho visto arrivare…come hai fatto? E cos’è questa luce…?”

Era la ragazza che conosceva ma una strana luminescenza era irradiata da tutto il suo corpo…pervadendo lo spazio intorno a lei di un calore rasserenante.

Non potevi…eri morto, morto per salvare quello che di più sacro c’era per te…e per questo, i Poteri che Sono ti hanno ritenuto degno, degno di divenire umano, per sempre…”

Ma come…i Poteri che Sono? Tu che cosa c’entri? Io pensavo che tu fossi…”

Una studentessa? Non ti devi preoccupare…quella era la copertura che mi hanno dato per poterti avvicinare e indirizzarti verso il tuo destino…che si è finalmente compiuto”

Angel la guardò, ora più confuso che mai.

Quindi, tu già sapevi che sarei diventato umano…”

Così era scritto…ma si doveva vedere se tu ne saresti stato degno…solo questo era da verificare…Ma non hai deluso le nostre aspettative…”

E ora…sono davvero libero? Per sempre?”

La luce che Adele aveva emanato fino ad ora, andò spegnendosi, lasciando davanti a loro una ragazza qualsiasi…che non aveva smesso un solo istante di sorridergli.

Per sempre, Angel…sei libero di vivere la tua vita come vorrai…Non sentirai più parlare dei Poteri che Sono”

Fece un passo verso di lui e lo guardò intensamente negli occhi.

Ricordati di me, se puoi…”

Angel sorrise.

Non potrò mai dimenticarti, Adele, questo è sicuro…tu hai reso possibile tutto questo e non saprò mai esprimerti tutta la mia riconoscenza…”

Non io, ma i Poteri che Sono…”

No”

Angel fu deciso: poteva dire quello che voleva, ma lui sapeva a chi doveva dire grazie. E lo fece.

Per me, sarai sempre tu nei miei pensieri quando rivivrò questo momento…tu e non i Poteri che Sono…Quindi, se mai avrai bisogno di aiuto…anche se ne dubito…sai dove trovarmi”

Si girò e andò ad abbracciare Buffy che era rimasta leggermente indietro, permettendo ad Angel di prendere commiato da quella ragazza. La strinse a sé, e lei ricambiò la stretta: era così felice che si sentiva leggera come una piuma…

Tutto il dolore era stato dimenticato…a favore di una gioia incontenibile.

Adele guardò prima lui poi Buffy…Sorrise, poi rivolse nuovamente lo sguardo ad Angel.

Bene…Ti ringrazio dell’offerta, ma non credo accadrà mai…”

Nemmeno io…”

Allora, vivi intensamente e assapora ogni momento…Addio…”

Chiuse gli occhi e distese le braccia in fuori: la luce tornò ad irradiarsi dal suo corpo, che si alzò da terra fino a che, con un lampo, scomparve lasciandoli soli.

Appena furono soli, Buffy si girò verso Lynn, che aveva osservato la scena da lontano. Si inginocchiò accanto a lei, cercando di capire quanto gravi fossero le sue condizioni.

Ehi…come stai?”

Lynn le sorrise debolmente: era molto pallida e aveva il fiato corto. La ferita alla testa continuava a sanguinare, anche se meno copiosamente di prima, e la gamba sinistra aveva una posizione del tutto innaturale.

A parte un mal di testa che non mi permette di elaborare una sola idea degna di questo nome e la gamba che oramai ha perso ogni sensibilità, direi che è tempo di uscire di qui! Non so a voi, ma a me inizia a star stretta, questa grotta!”

Buffy sorrise…Di sicuro, era ridotta male, ma non così tanto da non fare battute.

Sono d’accordo con te…Angel…”

Non aveva fatto in tempo a chiedergli aiuto che lui era già al suo fianco: insieme, aiutarono Lynn ad uscire dalla grotta.

Se qualcuno li avesse visti, non avrebbero certo fatto una buona impressione: a parte Lynn in centro che zoppicava vistosamente e aveva la testa tutta insanguinata, Angel aveva i vestiti stracciati e insanguinati, mentre Buffy aveva un vistoso taglio alla tempia sinistra e lividi praticamente ovunque.

Comunque, riuscirono a raggiungere la macchina: deposero Lynn sul sedile posteriore, dove riuscì a trovare una posizione che non le facesse provare troppo dolore, poi Buffy prese posto al volante, e con Angel al suo fianco, avviò il motore per dirigersi nuovamente verso Dublino.


CAPITOLO VIII



Erano arrivati a Dublino che il sole doveva ancora sorgere: erano neanche le cinque quando si presentarono all’accettazione dell’ospedale…Indicarono ai barellieri dov’era l’auto con Lynn, in modo che la potessero portare dentro, dopodiché i dottori visitarono sia Buffy che Angel. Vennero divisi, mandati ognuno ad un reparto diverso: a Lynn venne ingessata la gamba sinistra e steccata quella destra, e medicata la ferita alla testa che, per fortuna, non era così grave come sembrava all’inizio. Angel ebbe solo bisogno di qualche medicazione alle varie ferite che gli ricoprivano praticamente tutto il corpo: fortunatamente, erano superficiali, e non davano preoccupazione ai dottori. Si ritrovarono nella sala d’attesa ad aspettare Buffy: Lynn sulla sedia a rotelle e Angel seduto a fatica su uno dei divanetti.

Ma perché non esce? Non era ridotta certo peggio di noi, da dover richiedere tutto questo tempo…”

Sì, forse però deve fare qualche esame per cui ci vuole più tempo…”

Non sapeva che cosa dire per tranquillizzare Angel: in effetti, anche lei si sentiva molto preoccupata e nervosa per questo ritardo…

Aveva ragione lui: non stava certo così male…

Basta! Io non ce la faccio più ad aspettare…vado a cercare un dottore…”

Aspetta…prima, credo che ti converrebbe chiedere al banco delle infermiere…”

Si alzò di scatto e, anche se zoppicante, andò a chiedere informazioni all’infermiera che, gentilmente, si offrì di andare a chiedere notizie al dottore che l’aveva in cura.

Gli disse di accomodarsi: lei sarebbe tornata tra poco.

Accomodarsi…come se fosse facile: Buffy è là dentro da più di tre quarti d’ora e non sappiamo niente…”

Vedrai che tornerà con delle buone notizie…me lo sento…”

Più che altro, lo sperava: non voleva esternare la sua agitazione per evitare che Angel diventasse ancora più nervoso…già era un’impresa tenerlo seduto…Non fece in tempo a pensarlo, che di nuovo scattò in piedi: aveva visto tornare l’infermiera….e il cuore di Lynn fece un balzo.

Non come quello di Angel, però: gli sembrò che gli si fosse fermato…

L’infermiera gli si avvicinò con un sorriso, che fece allentare di molto la loro tensione.

Mi scusi se l’ho fatta aspettare: il dottore sarà da lei in pochi minuti: sta finendo di fare un esame alla signorina Summers…”

Ma sta bene?”

Non si preoccupi, sta bene….le spiegherà tutto il dottore”

Con un sorriso, si congedò da loro e tornò al banco, dove diversi telefoni stavano squillando.

Angel, invece, incapace di sedersi ancora, iniziò a camminare avanti e indietro, facendo salire alle stelle il nervosismo di Lynn.

Che non ce la fece più e sbottò, alzando la voce.

Ti prego, Angel…Se continui così, mi farai diventare pazza….”

Scusa, ma è più forte di me: non riesco a stare fermo…Non riesco a sopportare tutta questa attesa….Scusa”

Le fece un sorriso così dolce che non si sentì di dire altro: capiva benissimo il logorio che stava subendo…Sperò solo che il dottore finisse presto.

E fu esaudita.

Dalla stessa porta da cui era venuta l’infermiera, arrivò un dottore, basso e tarchiato, con una folta capigliatura bianca come la neve, dall’aria estremamente gentile.

Vedendolo in piedi, guardare nella sua direzione, gli si avvicinò non appena oltrepassò la porta.

Il signor Leary? Non si preoccupi, la signorina Summers sta bene, a parte qualche livido e taglio ormai medicato…La sta aspettando nella camera numero tre, vuole parlarle…Vada pure…”

Angel fu felice di accontentarlo: non riusciva più a starle lontano…Con passo zoppicante, si avviò lungo il corridoio impregnato di odore di disinfettante: dopo pochi metri, la sentì…


Viva…


Vivi…


Fu travolto dalla sua presenza: era più intensa che mai, aveva un’energia che non aveva mai posseduto…

Si fermò subito fuori dalla camera, per riprendersi dal momentaneo stordimento che gli aveva procurato, quando si sentì chiamare…

Angel…”

Quant’era melodiosa la sua voce!

Avrebbe potuto passare un’eternità ad ascoltarla…

Entrò dentro, e la trovò che si stava finendo di rivestire: aveva già indosso i pantaloni e ora si stava rimettendo la maglia. Si perse ad osservare i suoi muscoli, così perfetti e così armoniosi…aveva cerotti dappertutto, come lui e Lynn del resto, ma a parte questo, aveva una bella cera.

In pochi passi le fu accanto e la strinse in un abbraccio unico e perfetto, perché fu come il primo e l’ultimo.

Dio…Buffy…stavamo impazzendo, di là, senza sapere niente…Poi l’infermiera è stata così gentile da venire a chiamare il dottore…Almeno, anche Lynn si tranquillizzerà…”

Buffy sorrise e gli fece segno di andarsi a sedere sul lettino: Angel andò senza protestare…e le prese le mani, stringendogliele forte.

Lei rimase davanti a lui, in piedi: così, poteva guardarlo direttamente negli occhi…e vi si perse per alcuni secondi, prima di riuscire a parlare.

Sai, dovevo dirti una cosa, per questo ho chiesto al dottore di farti venire qui…”

Tutto quello che vuoi…sono qui per te…”

Lei aveva abbassato lo sguardo, ma quando lui pronunciò quelle ultime parole, lo rialzò e, fissandolo intensamente da dargli un brivido giù per la schiena, gli sorrise, con un’espressione così dolce da commuoverlo.

Per noi…”

Angel in un primo momento non capì, poi la sentì di nuovo…


LI sentì di nuovo…


Non fu capace di pronunciare una sola parola, ma l’attirò a sé e la baciò teneramente…Fu un bacio lungo, dolce ed intenso, perché aveva il gusto di una nuova vita che si affacciava nelle loro, donandogli una felicità mai provata prima…solo sognata.

Sciolti dal bacio, si abbracciarono, restando così per diversi minuti: in quel tempo, Buffy parlò all’orecchio di Angel, sussurrandogli mille e mille parole…

E’ stato così…così…quando il dottore me l’ha detto, non ci potevo credere…Io…io non sapevo come l’avresti presa…In fondo, è successo tutto così all’improvviso…Non ti biasimerei se tu…”

Angel si era sciolto dall’abbraccio: ora la stava guardando, fissa, e con una mano le aveva chiuso la bocca.

Le sorrise, in modo tale da placare il suo cuore.

Shhh…cosa dovrei dire, io, se non che sono l’uomo più felice di questa terra? Buffy, ne siamo usciti vivi, tutto sommato ce la siamo cavata bene e ora questo…è la più bella notizia che potessi darmi, non ne avrai per caso dubitato, vero?”

La guardò storto, falsamente indignato, poi l’attirò a sé per un abbraccio: stretta fra le sue braccia aveva la sola persona che aveva mai amato, che stava bene e che aspettava un figlio da lui…

Non aveva mai neanche osato sognare una felicità pari a quella che stava provando adesso.

E glielo disse.

Buffy si lasciò andare e pianse: era stata nervosa…Non sapeva neanche lei perché…Sapeva che Angel l’amava, ma questo…nessuno dei due aveva mai preso in considerazione la cosa, per ovvie ragioni…E ora, che finalmente era tutto a posto, la tensione accumulata si scaricò in quel pianto liberatorio.

Angel sentì che stava piangendo e la strinse ancora più forte.

Andrà tutto bene…non temere…ora siamo insieme e questo non cambierà mai…Ti amo…ti amo con tutto me stesso…”

Tra un singhiozzo e l’altro, Buffy si sciolse delicatamente dalle sue braccia e lo guardò, tra una lacrima e l’altra.

Anche io ti amo, Angel…solo il cielo sa quanto…e spero di dimostrartelo ogni giorno, per tutti i giorni che avremo a disposizione…”

Sempre sorridendole, allungò una mano per asciugarle le lacrime.

Allora, non piangere più…e sii felice: per te, per me…e per nostro figlio…”

Lei annuì, poi gli diede un bacio sulle labbra, leggero e dolce come un petalo di rosa.

Andiamo a dirlo a Lynn? Avevo chiesto al dottore di non dirle niente apposta…”

Certo…sapessi com’era preoccupata per te…me ne ha dette quattro perché continuavo ad agitarmi…”

Lei sorrise, finendo di allacciarsi le scarpe, poi lo guardò, con le mani sui fianchi e scuotendo la testa.

E pensare che è una persona molto paziente…devi proprio averla esasperata…”

Beh, diciamo solo che non stavo un attimo né zitto né fermo…Sarà il caso che vada a farmi perdonare…tornando insieme alla mammina più dolce che questo mondo abbia mai visto…”

Andò ad abbracciarla e, insieme, si incamminarono verso la sala d’aspetto: appena varcarono la porta da cui Angel era sparito una ventina di minuti prima, un urlo familiare li accolse…Anche se non poté correrle incontro, urlò così tanto che le infermiere le raccomandarono di abbassare la voce…erano in un ospedale, mica in un locale!

Era sulla sedia a rotelle: appena li vide, gettò sul tavolino la rivista che stava sfogliando cercando, inutilmente, di far passare il tempo.

Allargò le braccia per accogliere Buffy, che la strinse forte.

Che meraviglia vederti, Buffy…Eravamo così preoccupati: nessuno ci diceva niente…e Angel mi stava facendo diventare matta! Era incontrollabile…Credo che dovrai usare le maniere dure con lui!”

Le strizzò l’occhio, facendo un sorrisino molto ammiccante: Buffy sorrise, poi volse lo sguardo ad Angel, facendogli cenno di andarsi a sedere accanto a lei, proprio di fronte a Lynn.

Buffy era rimasta in silenzio, sorridente me silenziosa, mentre abbassava lo sguardo…Angel, dal canto suo, sorrideva come se avesse appena scoperto com’era piacevole farlo!

Lynn non ci capiva più niente…

Insomma, ragazzi, ma che succede? Avete degli sguardi…Su, ditelo anche a me, sto morendo dalla curiosità: che cosa è successo?”

Fu Angel a parlare.

Diciamo che, forse, potrei avere un modo per farmi perdonare da te per essere stato insopportabile prima…”

Bene! Mi pare un ottimo modo per cominciare…E sarebbe…?”

La guardò per qualche attimo, sempre sorridendo, facendola strepitare per sapere…

Diciamo che, fra qualche mese, sarai zia…”

Tutto si sarebbe aspettata, ma non questo…

Lo dimostrò chiaramente con la sua espressione: rimase letteralmente a bocca aperta, non sbatté neanche gli occhi…Sembrò loro che stesse anche trattenendo il respiro…Ma durò tutto pochi attimi, perché subito dopo, appena si fu ripresa, spalancò le braccia e si lanciò su di loro…dovettero prenderla al volo, perché tanta era l’enfasi che stava cadendo dalla sedia.

Ommioddio…ommiddio…ommiddio…”

Era come se non sapesse pronunciare altre parole: era troppo felice, troppo contenta per Buffy, per Angel…e anche per lei!


Così felice di avere due amici così felici!


Si sciolse dal loro abbraccio, per riprendersi un momento dall’emozione che le aveva colorato il viso…Non si ricordava di essere mai stata così felice per qualcuno!

Li guardò intensamente, poi prese loro le mani.

Ragazzi, io davvero non so cosa dire senza sembrare banale…Ma lo dirò lo stesso!”

Ora, qualche lacrima le stava scendendo dagli occhi, rompendo la sua voce, facendo sentire quanto fosse l’affetto che provava per loro.

Siete in assoluto le persone più fantastiche che abbia mia conosciuto…e che mai conoscerò. E nessuno meglio di voi si merita tutta questa gioia…Oddio….non vedo l’ora!!!”

Dalla serietà che si era preposta, era di nuovo sfociata nell’entusiasmo più totale! Non poteva controllarsi, e non voleva…neanche per sogno!

Oh, Buffy…sarai una mamma meravigliosa, la più dolce e affettuosa del mondo…per non parlare del papà!”

Guardò Angel che guardava completamente perso la sua dolcissima ragazza…non aveva dubbi sulla fortuna di quel bimbo in arrivo: avrebbe avuto i genitori più amorevoli che si potessero desiderare!

Ragazzi, bisogna festeggiare! Ma direi, prima, di cambiarci: nessun locale ci vorrebbe, così conciati…”

Direi che hai perfettamente ragione…Allora, siete pronte per una zuppa di patate che rimarrà nella storia?”

Le due ragazze lo guardarono con uno sguardo che parlava da sé, ma replicarono subito…giusto per non correre rischi.

E ce lo chiedi? Non perdiamo altro tempo in chiacchiere e andiamo!”

Sbrigate le ultime formalità per l’uscita dall’ospedale, dopodiché si indirizzarono verso i dormitori, dove si cambiarono abiti: finalmente indossati vestiti puliti – e integri – andarono da Bewley’s, dove passarono una serata rilassante, davanti ad un piatto di zuppa, contornata da focacce al miele.

Non prima, però, di aver lasciato un messaggio per il Rettore sull’avvenuta riuscita della loro missione: dopo tutto quello che aveva fatto per loro, era il minimo che potessero fare loro per lui!



*********************************************************



Passarono alcuni giorni in cui si riposarono per riprendersi dalle ferite: ora che la tensione era svanita, i dolori si facevano ogni giorno più presenti...non c’era più l’adrenalina a smorzarli.

Si stavano tutti rimettendo: la steccatura alla gamba destra di Lynn non fu più necessaria nel giro di una settimana, mentre il gesso le avrebbe tenuto compagnia per un altro mese: ma almeno, così, poteva camminare, anche se con l’ausilio di stampelle! Non ce la faceva più ad usare la sedia a rotelle: le sembrava di stare impazzendo…

Così, aveva potuto riprendere le lezioni insieme ad Angel e Buffy: passavano le loro giornate in università, tra lezioni e studio e pomeriggi passati a parlare…del passato, ma soprattutto del futuro.

Dei piani che ognuno di loro aveva.

Lynn sapeva bene che non sarebbe passato molto tempo prima che decidessero di tornare in America: là, Buffy aveva sua sorella e tutti i suoi amici…Ma pur essendo felice per la sua amica, non riusciva a non essere triste: avrebbe perso l’amica più cara che avesse mai avuto, e un amico fidato. Cercava di non pensarci, godendo di ogni momento che stavano insieme, ma un velo di tristezza la accompagnava sempre. Buffy se ne accorse e non si accontentò della scusa che le offriva sempre, così cercò di indagare più a fondo.

Non puoi tenermi nascosto qualcosa che ti fa preoccupare…dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, dopo tutto quello che hai fatto per me vorrei poterti aiutare…Che cosa c’è che non va, Lynn?”

La guardò: erano sedute sull’erba, proprio fuori dell’università. Le lezioni erano interrotte per il pranzo, e vista la bella giornata, avevano deciso di mangiare qualcosa fuori. Angel era appena andato a prendere dei panini, quando Buffy notò il cipiglio dell’amica.

Lo sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa…”

Lynn la guardò seria, poi abbassò lo sguardo.

Lo so, Buffy, lo so…e proprio per questo mi è doloroso parlartene…Ma devo, e quindi lo farò”

Si raddrizzò, schiarendosi la voce e tirandosi indietro i capelli dal volto.

Voglio che, quando sarete tornati in America, non vi dimentichiate che qui avrete sempre un’amica su cui contare…So che hai tutti i tuoi amici e tua sorella là, che ti aspettano e che non vedono sicuramente l’ora di riabbracciarti, ma ti prego, se mai avrai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi: arriverò da te, in qualsiasi momento…”

Buffy la guardò, commossa: sapeva che presto avrebbero dovuto andarsene e le piangeva il cuore pensare di dover lasciare Lynn…in poco tempo, era diventata per lei un’amica preziosa e importante, per ogni cosa…Passavano moltissimo tempo insieme, anche con Angel e si trovavano a meraviglia con lei, potevano parlare di tutto e senza problemi…

Sentirla parlare così, sapendo che aveva ragione, le spezzò il cuore: anche a lei sarebbe dispiaciuto moltissimo lasciarla…

Oh, Lynn…Di questo non devi temere: so benissimo che sarai sempre qui, in caso di bisogno…e anche non di bisogno….Ma anche tu, devi promettermi che qualsiasi cosa accada, non ti dimenticherai di noi: in fondo, non siamo poi così lontani…potremmo vederci in qualche occasione speciale…o non!”

Si guardarono ancora per qualche istante, poi si abbracciarono, piangendo qualche lacrima ciascuno…Proprio in quel momento, la voce di Angel le riportò con i piedi per terra.

Ehi…che succede qui? Non siete contente di poter mangiare i più deliziosi panini dell’università?”

Le due ragazze si sciolsero dall’abbraccio, asciugandosi i visi, poi guardarono sospettose la borsa che aveva riportato piena di cose per il pranzo…

Uhm….e chi te lo dice che siano così deliziosi? Se il cuoco non ha cambiato abitudini, ci sarà sempre prosciutto e formaggio, tra due fette di pane…”

Buffy stava sbirciando nella borsa, quando Angel le colpì affettuosamente la mano, facendola ritirare.

Ehi…ma la buona volontà e l’impegno del ragazzo che ve li hanno portati non conta proprio niente? Dovrebbero bastare a renderli i panini più buoni mai mangiati da due ragazze così carine!”

Lynn e Buffy si scambiarono un sorriso d’intesa, poi Lynn espresse i pensieri di entrambe.

Sì, sì…incantaci pure con i complimenti…ma preparati: saremo due giudici incorruttibili…”

Poi vide lo sguardo che Buffy aveva lanciato ad Angel, che le stava dando un bacio…

Beh…almeno, io lo sarò! Anche se non posso assicurarlo della biondina qui davanti che si è lasciata comprare da un bacio…”

Risero dello sguardo falsamente indignato della loro amica, poi anche Angel si sedette accanto a loro per mangiare.

Allora, di che stavate parlando quando sono arrivato?”

Buffy mandò giù il boccone che aveva addentato dal suo panino, prima di rispondergli.

Solo del fatto che non ci dimenticheremo l’una dell’altra: in qualsiasi momento, in ogni occasione, saremo sempre pronte ad aiutarci…Non permetteremo che la distanza ci faccia perdere l’amicizia…”

Certo che no! Ma insomma…non dovrei essere io a ricordarvi che ormai siamo nel terzo millennio e le macchine volanti, dette comunemente aeroplani, non mancano di certo! Quindi, dove sta il problema? Perché, io, veramente, non lo vedo…”

Buffy lo guardò compiaciuta, poi si rivolse a Lynn.

Sai, non credevo di avere un ragazzo così perspicace…Non trovi che sia adorabilmente acuto?”

Lynn rise e annuì, cercando di non strozzarsi con il boccone che stava masticando.

Decisamente acutissimo…mi complimento con te, Angel…in effetti, non ci avevamo pensato!”

Sì, sì…fate pure le sarcastiche quanto volete…”

Le guardò, fingendosi offeso, poi divenne serio.

Ma è la verità: Lynn, noi ci saremo sempre, anche se avremo un oceano in mezzo, niente potrà tenerci lontani da qui, da te, se avrai bisogno di noi…Te lo devi ricordare”

Buffy gli strinse la mano, felice che fosse così sensibile da capire lo stato d’animo dell’amica: anche lui gli ci si era affezionato molto in quel breve periodo di tempo e voleva che lei non si dimenticasse quanto la tenevano in considerazione.

Da parte sua, Lynn si commosse di nuovo, posò il panino sulla coperta che avevano steso sul prato per asciugarsi le lacrime che stavano di nuovo bagnando il suo volto.

Dio…sembra che non sia capace di fare altro se non di piangere, oggi…e sì che io non sono un tipo che si commuove facilmente…”

Li guardò, felice, poi tirò fuori dalla borsa un pacchetto, che porse ad entrambi.

Me lo ricorderò, ragazzi, così come farete voi: di questo non ho dubbi…ma intanto, tenete questa, come ricordo mio e di questo periodo che avete passato a Dublino…”

Buffy la guardò sorpresa, almeno quanto Angel…

Lynn, non dovevi…”

Taci! A me fa piacere, quindi non voglio sentire la minima obiezione…capito?”

Fece uno sguardo torvo, che divertì molto Buffy, perché riuscì a sostenerlo solo per qualche istante, prima di diventare totalmente presa dal suo regalo nella speranza che gli piacesse.

Su aprilo…e ditemi se vi piace…

Buffy annuì, e insieme ad Angel lo scartò: era un pacchetto sottile, abbastanza grande, che incuriosì molto Buffy: le piacevano i regali, le erano sempre piaciuti…e del resto, a chi non piacevano?


Ma restò a bocca aperta quando ne vide il contenuto.


Una cornice con una foto: ma non era una foto qualsiasi…ritraeva lei ed Angel, sul prato dove si trovavano ora…ma era stupenda!

Chi aveva scattato la foto era riuscito a cogliere un momento di pace assoluta, un momento in cui l’amore che quei due ragazzi provavano l’uno per l’altro poteva quasi essere tangibile da quanto erano intense le loro espressioni…


Buffy era sdraiata e teneva la testa sulle ginocchia di Angel che, appoggiato ad un albero, la guardava, mentre le baciava una mano…


Si riprese abbastanza da condividere la sua sorpresa con l’amica che, compiaciuta dell’effetto che il suo regalo aveva provocato, stava sorridendo orgogliosa.

Lynn…ma è stupenda…ma come…?

Come l’ho fatta? Beh, diciamo solo che volevo farvi una sorpresa e questa della foto mi è sembrata un’ottima idea…solo che per essere davvero speciale, non dovevate saperlo…ecco perché mi sono fatta prestare un teleobiettivo da un amico appassionato di fotografia!”

Li guardò e, visto che non dicevano niente, le venne un dubbio.

Oddio, non vi sarete per caso offesi, vero? Io non intendevo…”

Tranquilla, Lynn…scusa se siamo rimasti senza parole, ma è la cosa più bella e più dolce a cui avresti potuto pensare! E non sappiamo, forse, dirti veramente quanto ci piaccia! Sei un’ottima fotografa…Se non riuscirai a sfondare come Osservatrice, hai un mestiere nelle mani!”

Rassicurata, finì il suo panino, mentre Buffy ed Angel riponevano con cura la foto, non vedendo l’ora di poterla appendere a casa.



Subito dopo pranzo, Lynn aveva un impegno: doveva infatti sentire il signor Williams per mettersi d’accordo sul suo rientro in Inghilterra; Buffy decise di sfruttare questo tempo per presentare Angel ad un’altra persona.

Si erano incamminati verso la biblioteca: lei sapeva che, a quell’ora, Susan era lì intenta a preparare una tesina per il corso di lingue antiche. Arrivarono davanti alla grande porta in legno massiccio, finemente intagliato che dava accesso alla biblioteca.

Buffy si girò, restando di fronte ad Angel.

Ok, tu aspettami qui: vado a vedere se Susan è dentro…”

Si alzò in punta di piedi per dargli un bacio, poi sparì dietro la grande porta; Angel rimase qualche secondo fermo, poi prese ad osservare i quadri che c’erano appesi alle pareti: riproduzioni d’epoca della città e del college.


I passi di Buffy risuonavano nella grande sala: c’erano pochi studenti…Con il bel tempo, diminuivano sensibilmente le presenze dopo pranzo nella biblioteca. Comunque, dovette solo perlustrare due salette situate lateralmente per trovare la sua amica: Susan era semi nascosta da una pila di libri che aveva davanti a sé, intenta a prendere appunti per la sua tesina.

Quando le si avvicinò per chiamarla, la fece sobbalzare a tal modo che alcuni libri caddero sul tavolo, provocando un rumore che infastidì altri studenti, che guardarono male Buffy e Susan.

Oh mio Dio, Buffy! Non ti avevo vista arrivare! Come mai qui…senza libri?”

Buffy le si sedette accanto e parlò con voce molto bassa, per cercare di non peggiorare la sua situazione dacché era entrata.

Scusa, non volevo spaventarti…davvero…E’ solo che volevo presentarti una persona e volevo farlo subito! So che hai la tua tesina, ma speravo che per dieci minuti potessi soprassedere…”

Susan guardò i libri davanti a sé, poi sorrise verso Buffy.

Sai che ti dico? Che una pausa ci sta bene adesso! Tanto più se in tua compagnia! E poi, chi è che vorresti farmi conoscere?”

Sorrise, enigmatica, non dicendole niente, ma prendendola sotto braccio e indirizzandosi con lei verso l’uscita.


Appena varcarono la soglia e furono in corridoio, Buffy vide che Angel si era seduto su una delle sedie che erano poste lungo il muro del corridoio: lui, appena le vide uscire, si alzò e andò loro incontro. Così, furono Buffy di fianco a Susan, entrambe di fronte ad Angel.

Susan, ti presento Angel…il ragazzo di cui ti ho parlato…Angel, questa è Susan, una mia amica”

Susan era rimasta a bocca aperta: era frastornata…da quello che le aveva raccontato, doveva trovarsi a Los Angeles, a lavorare e a condurre una vita sua…così come avevano deciso insieme.

E’ un vero piacere conoscerti, Susan…Buffy mi ha parlato molto di te…”

Piacere mio…In effetti, anche lei mi ha parlato molto di te, credimi…ma io credevo che tu fossi a L.A. …”

Buffy sorrise, stringendole ancora di più il braccio.

Sì ma poi è successa una cosa incredibile: ho scoperto che anche lui era partito per cercare qualcosa che gli desse quella pace che gli mancava…come me…”

E vi siete ritrovati qui? Senza sapere che c’era anche l’altro? Beh, ragazzi, non so voi, ma io questo lo chiamo destino…e con la D maiuscola!”

Angel e Buffy sorrisero, annuendo felici…Fu però lui a parlare.

Hai ragione: davanti a queste cose non si può non arrendersi…e io non l’ho mai fatto così piacevolmente, te lo posso assicurare!”

Beh, ragazzi, direi che allora bisogna festeggiare! Che ne dite di una granita per cercare di sconfiggere il caldo?”

Buffy abbracciò Angel più forte che poté.

Dire che è un’ottima idea!”


Durante questo break, misero al corrente Susan che avrebbero fatto ritorno in America molto presto…in tre…probabilmente entro una decina di giorni. Lei fu felice per loro, mentre ci rimase molto male, perché si trovava bene con Buffy, anche se non si conoscevano molto, ma si fece promettere che si sarebbero tenute in contatto…aggiornandosi sulle rispettive vite.



*********************************************************



Dopo avergli presentato Susan, andarono a sedersi all’ombra dei grandi alberi che fronteggiavano l’università.

Stesi uno accanto all’altro, a guardare il sole filtrare tra le fronde degli alberi, stavano parlando di come rimettersi in contatto con le rispettive famiglie e amici.

Come posso semplicemente telefonare? Sono quattro mesi che non mi faccio viva e non posso alzare il telefono e dire semplicemente ‘Ciao, sono Buffy…’…Non funziona così…”

E come allora? Ragiona: non stanno aspettando altro da quando sei partita, probabilmente…Avranno capito perché sei dovuta andare via e nessuno ce l’avrà con te, se è di questo che hai paura: né Dawn, né Giles né i tuoi amici…tutti loro ti vogliono bene e ti capiranno…”

Sì ma…”

Ma cosa? Buffy, se vorrai ti starò accanto, ma devi telefonare…non puoi rimandare ancora…Abbiamo l’aereo tra una settimana: non puoi farti trovare fuori dalla porta così, all’improvviso…non credi?”

Lei lo guardò pensierosa…Non ne era così convinta.

E perché no, scusa? Sarebbe molto meglio…”

Angel la guardò, ma non disse niente….sembrava che non gli riuscisse di smuoverla dalla sua decisione: lei si sentì un po’ colpevole per quell’ostracismo…forse, perché in fondo sapeva che lui aveva ragione.

Alzò gli occhi al cielo e poi parlò con voce rassegnata…ma più che voce, fu quasi un sussurrò.

Ok, ok…hai ragione: devo telefonare…ma tu sarai con me, vero? Ho bisogno della tua forza…”

Lui le sorrise e l’aiutò ad alzarsi.

Allora, andiamo, prima che cambi idea…ti accompagno”


Quando furono in camera di Buffy, si sedettero entrambi in prossimità del telefono, uno accanto all’altro, poi – con mano tremante – compose il numero.

Tra sé e sé quasi sperò che non ci fosse nessuno in casa: se lì erano le cinque del pomeriggio, a Sunnydale dovevano essere le nove di mattina…

Con sua grande sorpresa una vocina squillante rispose, dopo qualche squillo.

Pronto?”

Per fortuna, era stata Tara a rispondere: anche se non la conosceva poi così bene, sapeva che era una brava ragazza, di cui ci si poteva fidare e, soprattutto, che non avrebbe dato in escandescenze se l’avesse sentita al telefono.

Tara, ciao, sono io, Buffy…Prima che dici qualcosa, mi sai dire se Dawn è in casa?”

Ci fu un attimo di silenzio, tanto che credette che fosse caduta la linea…invece, dopo alcuni secondi, sentì che le stava rispondendo.

Ciao…E’ bello sentirti. No, Dawnie è a scuola, ma Willow è di sopra…te la chiamo?”

Sì, grazie…state tutti bene, vero?”

Sentì la preoccupazione nella sua voce e il suo tono fu calmo e gentile.

Sì, stai tranquilla: anche se eravamo preoccupati, stiamo tutti bene…Aspetta, che vado a chiamare Will…Ciao…”

Ciao e grazie…”

Sentì che riponeva il telefono sul mobile, poi l’eco di alcuni passi, fino a che la sua voce che chiamava l’amica, chiaramente al piano di sopra: sentì anche che qualcuno si precipitava giù per le scale, e riprendeva la cornetta in mano.

Buffy, sei veramente tu?”

Sì, Will, sono io…”

Improvvisamente, ebbe la vista offuscata dalle lacrime: lacrime per il senso di colpa, per la nostalgia, per l’affetto che provava per tutti loro che aveva lasciato a casa, senza far sapere nulla di lei…

Non avrebbe mai voluto dare preoccupazioni o dolore a quelli che rappresentavano la sua famiglia, ma non aveva avuto altra scelta.

O mio Dio…Buffy…”

Sentì che anche l’amica non era riuscita a trattenersi dal piangere.

Per qualche secondo, nessuna delle due disse una parola, finché Buffy non riprese il controllo di sé abbastanza da parlare.

Mi dispiace tanto, Will…non volevo farvi preoccupare così, non darvi notizie per così tanto tempo, ma sono successe tante cose, così tante…”

Willow tirò su dal naso, ricacciò indietro anche le ultime lacrime, prima di risponderle.

Non ci pensare: avrai avuto le tue buone ragioni…Basta sapere che stai bene e che tornerai…perché tornerai, vero?”

L’urgenza della sua voce le aveva intenerito il cuore: le voleva così bene, non avrebbe potuto sperare di avere amica migliore, durante tutti questi anni...Le era sempre stata accanto, e lei più degli altri, l’aveva capita.

Sì, Will, tornerò: ho l’aereo fra una settimana esatta ma…”

Strinse la mano di Angel, che non gliela aveva lasciata per un solo attimo dall’inizio della telefonata.

Willow era rimasta in attesa…e poteva percepire la sua curiosità, anche se erano a migliaia di miglia di distanza.

Ma non sarò sola…Avrai una sorpresa quando verrete a prendermi”

Angel?”

Buffy restò senza parole…Come diavolo faceva a saperlo?

Guardò Angel a fianco a lei con aria interrogativa e lui non ci capì niente: non immaginava la confusione che stava attraversando Buffy.

Will, ma come fai a…?”

Saperlo?”

Finì per lei. Le sembrò di vederla sorridere, con quell’espressione di bimba orgogliosa che ha fatto qualcosa di bello che vuol mostrare ai grandi…Immagine che la fece sorridere a sua volta.

Beh, diciamo che ho tirato ad indovinare…se aggiungi che anche Angel è sparito da quattro mesi abbondanti come te…e poi, hai la voce troppo felice, e solo Angel può averti reso così…”

Così come?”

Raggiante! Comunque, mi spiegherai tutto quando arriverete: verrò a prendervi io…Se vuoi, potremo anche fare una sorpresa agli altri…Sarebbe bello!”

Ci pensò su un attimo, poi decise che non era male, come progetto.

Va bene, allora, noi arriveremo alle dieci di mattina, martedì prossimo…Ci vediamo all’aeroporto, d’accordo?”

Benissimo! Non vedo l’ora di rivedervi! Salutaci Angel e a presto!”

Va bene…Ciao”

Appena riattaccò la cornetta, si volse verso Angel e gli fece dono del sorriso più radioso che avesse mai visto.

Allora, era così difficile?”

Lo strinse forte a sé, godendo della sua presenza, prima di rispondergli.

No, no…avevi ragione…E’ stato meraviglioso! Willow è sempre adorabile…Faremo una sorpresa agli altri: ci verrà a prendere lei…”

E perché hai fatto una faccia così allibita, prima?”

Beh, perché sapeva che sarei tornata con te, senza che io glielo dicessi…”

Angel sorrise, stupito di quanto fosse sensibile Will…e di quanto la conoscesse.

Di sicuro, avrà sentito quanto eri felice e serena…”

Lo guardò negli occhi: la stupì sentirgli dire le stesse cose di Will.

E’ la stessa cosa che mi ha detto lei: ha detto che solo tu avresti potuto rendermi così raggiante…”

Lui le sorrise, stringendola di nuovo a lui.

Lo vedi? Devo proprio starti vicino….per sempre…”

Uhm…terribile…”

Già…”

Tutto fu subito dimenticato: Sunnydale, il viaggio, i preparativi…


Ora, c’erano solo loro due, un uomo e una donna che si amavano.


Ora, c’erano solo i loro baci a fargli compagnia…



*********************************************************



L’ultima settimana in Irlanda passò veloce come un temporale estivo: purtroppo, non avevano fatto in tempo ad abituarsi all’idea, che già si ritrovarono all’aeroporto, ad abbracciare Lynn.

Né lei né Buffy riuscirono a trattenere le lacrime.

Si stavano abbracciando, piangendo come se non dovessero vedersi mai più…

Lynn cercò di riaversi un poco, almeno da riuscire a parlare.

Ok, ok…diamoci un po’ di contegno: in fondo, tu sei la Cacciatrice ed io una futura Osservatrice! Mi raccomando, chiamatemi appena arrivate, e cercate di vivere questa vita che vi è stata donata con tutta l’intensità del vostro amore…Fatelo anche per me, va bene?”

Buffy si asciugò le lacrime, anche se parlò con la voce rotta dall’emozione…In così poco tempo, Lynn era riuscita a divenire parte della sua vita come se la conoscesse da anni, invece che da un paio di mesi.

Puoi starne certa, Lynn, non ci perderemo neanche un attimo…Però, promettimi che verrai quando nascerà il bimbo, va bene?”

Lynn sgranò gli occhi, fingendosi indignata.

E come potrei mancare? Sono o no la sua zia irlandese? Vuoi per caso che mi manchi la nascita del mio primo nipotino? Neanche per sogno! Fatemi solo sapere per quando devo prenotare il primo aereo per l’America!”

La guardò, con un sorriso e niente più lacrime.

Poi guardò Angel, con altrettanto affetto.

E tu…stai attento che se non renderai questa ragazza la più felice del mondo intero, dovrai vedertela con me, capito?”

Parlando, gli aveva puntato un dito contro, che non aveva smesso di agitare per tutto il suo discorso.

Angel si finse terrorizzato, poi le sorrise, abbracciandola.

Ci puoi contare…e poi, con una minaccia del genere, non voglio certo rischiare di incorrere nella tua ira!”

Si guardarono negli occhi.

Molto bene, vedo che impari presto….Allora, ragazzi, fate buon viaggio e cercate di stare attenti…Sempre”

Venne chiamato l’imbarco per il volo diretto a Los Angeles, che faceva scalo anche a Sunnydale. Buffy diede un ultimo abbraccio a Lynn, dopodiché le fece anche lei le ultime raccomandazioni.

Stai tranquilla. Però, anche tu, cerca di non immischiarti più in cose troppo pericolose…Vuoi diventare Osservatrice, no? E mi raccomando, facci sapere quando lo diventerai…Voglio la foto, non te ne scordare!”

Buffy, dobbiamo andare…”

Avevano fatto l’ultima chiamata per il loro volo e questa volta, fu l’addio vero: Lynn stette a guardarli andare verso il check in, e poi sparire nell’uscita per l’aereo.

All’ultimo, però, Buffy si girò, e la salutò con la mano: lei più di altri, sapeva quanto era doloroso separarsi da qualcuno senza che questa si girasse per un ultimo saluto…e non voleva dare questo tipo di dolore alla sua amica. E lei gliene fu riconoscente: la salutò con la mano, augurandole ogni bene possibile, e piangendo ancora qualche lacrima…anche se aveva promesso a se stessa che non ne avrebbe più pianto.

Rimase accanto alla vetrata fino a che l’aereo non decollò, immaginando di vederli, seduti ai loro posti, felici della presenza dell’altro tanto da non riuscire nemmeno a parlare.

Seguì con lo sguardo il decollo e anche dopo, finché non sparì nel cielo…Si augurò che la vita riservasse solo cose positive a quei due ragazzi: ne avevano già passate troppe ed ora era tempo di ricevere solo gioia e felicità.


CAPITOLO IX



Il volo fu una delle esperienze più entusiasmanti che potessero condividere: per Angel era la prima volta…e non aveva mai neanche sognato di volare. L’avvento di queste macchine aveva ancora per lui un che di fantastico ed incredibile.

Fare, poi, un volo insieme a Buffy era stato ancora più elettrizzante: non smise un attimo di guardare fuori dal finestrino, indicandole ora una nuvola che aveva una forma strana ora una città che potevano vedere…Poi, parlarono, parlarono molto, praticamente sempre, di ogni cosa: ma soprattutto, parlarono della loro vita insieme. Ora che sarebbero tornati, lei incinta e lui umano, sarebbe tornato a Sunnydale con lei e avrebbero vissuto insieme. Con Dawn, naturalmente.

La Angel Investigations poteva benissimo restare nelle mani di Wesley e degli altri, se volevano: altrimenti, potevano farne quello che più desideravano. Lui avrebbe trovato lavoro a Sunnydale e avrebbe aiutato Buffy in qualsiasi cosa: ora che era incinta, avrebbe dovuto stare molto più attenta nella caccia. Era sicuro che, una volta messo al corrente, anche il signor Giles sarebbe stato d’accordo.

Ti prego…me ne sono andata per cercare di prendere nuovamente in mano le redini della mia vita: ora, mi tratteranno ancora più con i guanti…e mi soffocheranno di attenzioni…”

E io sarò il primo. Buffy, tu aspetti mio figlio: non voglio che nessuno dei due corra rischi inutili. So che sei la Cacciatrice e non voglio impedirti nulla, ma devi promettermi che starai attenta”

La guardò serio, quasi triste.

Ti ho appena ritrovato…non voglio perderti…per nessun motivo…Mai”

Lei fu toccata dalle sue parole: sapeva che pensava solo al suo – loro – bene….e che la amava profondamente…e non si risentì per questa iper protezione che iniziava a dimostrarle…anzi, da parte sua, le faceva particolarmente piacere, ne era lusingata.

Non ti devi preoccupare: dopo di te, la cosa più importante, e che verrà sempre davanti a tutto e tutti, è il nostro bimbo. Non correrò mai pericoli che lo possano mettere a rischio: di questo devi stare tranquillo. Sai, non sei solo tu ad amarlo già, con tutto te stesso…”

Si era portata una mano al grembo…poi, con un sorriso, la ritrasse, leggermente arrossita.

Lui l’aveva guardata con uno sguardo pieno di affetto…

Lo so, lo so che è presto…ma ora che lo sappiamo è come se potessi già sentirlo…E’ come se mi desse un’energia particolare…”

Lo so, ti capisco…sai, io…”

Aveva distolto lo sguardo dagli occhi di lei, per fissarsi le mani, incuriosendola ancora di più.

Tu cosa?”

Con gli occhi lo supplicava di spiegarle…e alla fine, la accontentò.

Io l’ho sentito…prima di entrare nella camera in ospedale dove tu mi stavi aspettando…Ho sentito te e poi ho sentito anche…qualcun altro…nostro figlio…Forte come la madre, e altrettanto dolce al mio cuore”

Le si riempirono gli occhi di lacrime di amore: era così dolce ed intenso allo stesso tempo…E ora, tutto ciò si univa alla tenerezza per il periodo che avrebbero vissuto…

Non dissero più niente, ma tenendosi per mano, passarono le ultime ore del volo cercando di riposare e finendo di definire i piani per il prossimo futuro.



*********************************************************



L’aereo atterrò in perfetto orario.

Non dovettero nemmeno andare a recuperare il bagaglio visto che avevano solo un borsone per uno che avevano portato come bagaglio a mano: sia all’andata che al ritorno, avevano viaggiato leggeri.

Era una mattina molto affollata all’aeroporto di Sunnydale: dovette passare una buona mezz’ora prima che riuscissero ad uscire e a raggiungere, così, la sala dove gli amici e i parenti stavano aspettando i viaggiatori.

Buffy stava cercando con gli occhi Willow, ma tra tutta quella gente non era facile: continuamente, aveva davanti a sé persone che si abbracciavano e si ritrovavano, impedendogli così di vedere alcunché.

Poi Angel le strinse più forte la mano: seguendo il suo sguardo, indirizzò i suoi occhi verso sinistra dove, appena una famigliola si fu spostata, apparve Will, immobile e dall’espressione indecifrabile.

Buffy restò ferma anche lei: per alcuni brevi momenti si fissarono…Solo pochi metri le separavano, metri che furono divorati da entrambe in pochi secondi: Buffy lasciò cadere a terra il suo borsone per andare incontro a Willow. Arrivarono ad essere a pochi centimetri di distanza…si fissarono con un sorrisetto sulle labbra, dopodiché si abbracciarono…Non una parola fu detta, non una singola sillaba: in quell’abbraccio c’era tutto, tutto quello che dovevano dirsi, e non dirsi, anche…

Con un ultima stretta si sciolsero l’una dall’altra e Buffy si rese conto che Angel le aveva raggiunte. Lo guardò, sorridente, poi tornò con lo sguardo a Will, che era rimasta a fissarli, incredula.

Lei lo notò e le prese le mani.

E’ una lunga storia, Will…che ne dici se iniziamo a raccontartela in macchina?”

Senza togliere gli occhi di dosso ad Angel, la prese sotto braccio e li condusse verso il bar dell’aeroporto.

Direi che prima non stonerebbe un bel caffè…sai, non so te, ma io mi devo riprendere…”


Fu così che, davanti ad una tazza di caffè fumante, Buffy ed Angel iniziarono a spiegare a Will quello che era successo in quei quattro mesi: di come si erano ritrovati entrambi in Irlanda, senza sapere che l’altro era sotto lo stesso cielo.

La loro amica li stava ad ascoltare seria, sgranando gli occhi ad ogni colpo di scena, e non dicendo nemmeno una parola: in quarantacinque minuti, riuscirono a condensare tutte le loro avventure oltreoceano. Solo quando finirono di parlare Willow fece loro alcune domande.

Credo di essermi persa un solo passaggio…almeno per ora…Sei diventato umano per volontà dei Poteri che Sono…cioè, loro ti hanno dato questa possibilità e tu sei riuscito a dimostrarti degno…Ed è sicuro che sarà permanente, quindi, niente sotterfugi o inganni?”

No, da quello che mi ha detto Adele…cioè, l’emissario dei Poteri…sarà per sempre. Niente inganni o roba simile”

Guardò Buffy con lo sguardo finalmente sereno.

Questa volta è per sempre”

Willow era appoggiata con i gomiti al tavolino, e con le mani si stava tenendo il viso, incantato nel vedere quanto era serena e felice Buffy…Non l’aveva mai vista così, neanche quando la sua relazione con Angel sembrava andare bene, nonostante le complicanze implicite nella sua natura di vampiro.


No.


Ora si rendeva conto che non l’aveva mai vista realmente né felice né serena: tutte le volte che l’aveva creduto, era stato tutto frutto dello sforzo di Buffy di non far pesare il suo stato d’animo ai suoi amici…alla sua famiglia. Solo ora si rendeva conto di quanto doveva esser stato difficile per lei, quasi impossibile, andare avanti come se nulla fosse…ma tenendosi dentro tutta questa infelicità, tutto questo amore. Ora più che mai, era orgogliosa di lei: e non perché era la Cacciatrice, non perché salvava il mondo, ma perché era riuscita a ritrovare il suo amore, riunendosi ad Angel.

Ragazzi…non ho parole per dirvi quanto…quanto…”

Buffy sorrise e la precedette.

Sei felice per noi?”

Will sgranò gli occhi e la indicò con l’indice.

Esattamente! Non avrei saputo dirlo con parole migliori!”

Li guardò, sempre sorridente.

Ma ora è meglio tornare a casa…Non vedo l’ora di vedere la faccia degli altri, ma soprattutto del signor Giles…”



*********************************************************



Arrivarono a casa poco prima di mezzogiorno. Nessuno era ancora rientrato dall’università, né dal negozio né dalla scuola.

Bene, siamo soli…Avete il tempo di portare la vostra roba di sopra e, se volete, anche di farvi una doccia…Io, intanto, preparo qualcosa da mangiare…per tutti! La prima ad arrivare sarà Tara fra dieci minuti circa, mentre Dawn arriverà solamente alle tre: oggi finisce prima…”

E gli altri?”

Buffy voleva sapere quando ognuno di loro sarebbe arrivato…voleva esserci, per tutti i suoi amici…e naturalmente, per la sua sorellina.

Beh, oggi è martedì: Xander, Anya e il signor Giles arriveranno fra tre quarti d’ora…”

Bene: allora, ci sbrigheremo!”

Salirono di sopra, portandosi dietro anche i borsoni, mentre Willow sparì in cucina.


Mentre Buffy disfava i bagagli, Angel si era fatto una doccia: mentre era ancora in bagno, Buffy gli stava parlando, cercando di pensare a come avrebbero reagito i suoi amici.

So che ne abbiamo già parlato, ma dopo tutto questo tempo…e se loro…?”

Angel sbucò dal bagno con l’accappatoio indosso, ancora con i capelli bagnati, portandosi dietro un profumo irresistibile…che fece perdere la concentrazione a Buffy.

Loro cosa? Secondo me non dovresti preoccuparti…vedrai andrà tutto bene”

Le stava davanti, cercando di non bagnare troppo il pavimento: lei lo guardava, completamente persa…dimentica di tutto. E tutti.

Scusa? Dicevi qualcosa?”

Lui le rivolse uno sguardo indagatore, poi le si avvicinò ancora, tanto da abbracciarla e stringerla a sé.

Acqua passata…ma sarà meglio che tu vada a farti la doccia, o non riuscirai ad esserci per quando inizieranno ad arrivare”

Buffy sgranò gli occhi e spalancò la bocca, come se solo in quel preciso istante avesse realizzato che aveva pochissimo tempo.

Oh mio Dio…ma che ore sono? Vado…e tu…”

Era scappata anche se, appena giunta sulla porta, si era voltata, additandolo con aria falsamente minacciosa.

Tu…vedi di farti trovare pronto o dovrai incorrere nelle ire di una Cacciatrice particolarmente arrabbiata!”

Non sia mai!”

Angel si era ‘arreso’ alzando le mani e disarmandola con un sorriso conquistatore: ma ormai, aveva più ben poco lavoro da fare…

Il suo cuore l’aveva già conquistato.


Una volta per tutte.



Fece incredibilmente presto a fare la doccia.

Ci mise di più, invece, a rivestirsi, dato che la presenza di Angel non le facilitava certo le cose…In qualche modo, però, ce la fecero, e mezz’ora dopo essere arrivati, si presentarono in soggiorno dove, restando in silenzio, si accorsero che Will – in cucina – stava parlando con Tara.

Silenziosamente, le arrivarono alle spalle e la salutarono, facendola sussultare.

Ciao Tara, è bello rivederti”

Tara si girò di scatto, guardando prima Buffy, poi non riuscì a staccare gli occhi da Angel: la luce del sole lo illuminava tutto e questa cosa decisamente la sconvolgeva!

Si girò verso Willow che la guardava con aria colpevole.

Scusami…ma non ho potuto dirti niente…Avevamo deciso di fare una sorpresa a tutti…compresa te…”

Tara non tardò a sorriderle.

Direi che ci siete riusciti! Buffy è meraviglioso rivederti…e anche Angel: immagino che ci siano delle novità…”

Era andata ad abbracciarli: questa sensazione di essere finalmente nel posto giusto al momento giusto andava rafforzandosi ogni secondo di più, per Buffy, che guardò Tara con un sorriso da chi ha in serbo meraviglie.

Non immagini quante!”

Si sedettero, parlando degli ultimi fatti accaduti in quel di Sunnydale, mentre rinviarono le spiegazioni e i racconti di quello che era successo loro a quando sarebbero arrivati anche gli altri.

A questo punto, Willow ricordò a tutti che mancavano solamente pochi minuti prima che arrivassero.

Bene…direi allora di spostarci in soggiorno…”

Stavano a mezza strada, quando bussarono alla porta.

Will si immobilizzò, guardando con occhi sbarrati Buffy.

Tara la prese per mano e la condusse sul divano, mentre Buffy stringeva la mano di Angel, da cui lui poté capire – di nuovo – tutta la sua agitazione e preoccupazione. Si abbassò a sussurrarle alcune parole all’orecchio.

Stai tranquilla…andrà tutto bene: ricordati, stanno tutti aspettando che torni…Solo questo…”

Lei lo guardò riconoscente, poi andarono alla porta, dove il bussare si era andato ripetendosi: stette per alcuni secondi ad osservare la maniglia, poi dopo un bel sospiro, la afferrò e l’aprì, trovandosi davanti il signor Giles, Xander ed Anya. Ognuno di loro aveva delle carte in mano, e alcune borse nelle quali stavano cercando qualcosa, ma ogni loro attività fu interrotta e subito dimenticata quando videro chi c’era ad aspettarli.

Visto che nessuno diceva niente, Buffy pensò di fare la prima mossa.

Signor Giles…ragazzi…E’ bello rivedervi…”

Lentamente, si ripresero dallo shock che avevano avuto: Xander e Anya si fecero avanti, per abbracciarla.

Bello, dici…Io direi che è meraviglioso! Ben tornata…”

Il tono entusiastico di Xander andò scemando quando vide chi c’era dietro la sua amica appena ritrovata…e capì al volo perché sembrava essere così felice: Angel era davanti a lui, in pieno giorno…


Non ci voleva certo un genio per fare uno più uno.


Angel…”

Decise di accantonare per un attimo tutte le cose che avrebbe voluto dirgli, per aspettare qualche chiarimento…Con Anya andò a raggiungere le altre in soggiorno, lasciando al signor Giles il tempo di riprendersi.

Era ancora davanti a Buffy, ma finalmente si era deciso ad entrare: aveva visto così che c’era anche Angel…Il suo volto si corrugò un poco, ma riuscì lo stesso a dire qualcosa.

Buffy…Sono…sono felice di rivederti…”

Finalmente, riprese a respirare: non avrebbe mai creduto che sarebbe stato così difficile affrontare di nuovo tutti quanti!

Anch’io, davvero…Ho…”

Guardò Angel, poi si corresse.

Abbiamo tante cose da raccontarvi…tante novità…”

Già…già, immagino…”

Oh no, lei non immagina neanche lontanamente cosa…”

Non era riuscita né a finire la frase né a fare strada ai due uomini in soggiorno, perché Giles fece cadere di mano tutte le carte e la borsa che aveva e con un passo le si avvicinò e l’abbracciò.

Tale fu il suo stupore che non riuscì a dire nulla…


Nulla…


In quell’abbraccio c’era tutto il dolore provato, tutta l’ansia accumulata e tutto il sollievo che, finalmente, scacciava via l’oppressione dal suo cuore.


Le parole non servivano: Buffy ricambiò il gesto e fu sufficiente così.

Così com’era cominciato, finì, e dopo un breve momento di imbarazzo, Giles riprese il controllo di sé.

Bene…molto bene…direi di…di andare in soggiorno…che ne dite?”

E con un sorrisetto imbarazzato, si avviò prima di loro.

Buffy lo stette a guardare con tanta gioia che la mano di Angel che afferrava la sua la fece sussultare.

Ma la sua voce la cullò, in quel momento perfetto.

Hai visto? Tutto è andato bene…e d’ora in avanti andrà solo che meglio”

Sì…hai ragione…Andiamo”

Lei annuì e, tenendosi sempre per mano, raggiunsero gli altri.


Tutta la tensione che all’inizio ci fu, sparì nel corso del pranzo.

Dopo essersi riuniti tutti in soggiorno, infatti, decisero che sarebbe stato meglio continuare a parlare davanti a qualcosa da mangiare.

Buffy spiegò tutto quello che avevano passato da quando erano partiti dalle rispettive città: tutto, fino alle ultime vicissitudini con i Seguaci di Frayryth e Frayryth stessa. Giles ne sembrò molto interessato, e anche in questa occasione prevalse la sua natura di studioso. Avevano finito di mangiare e ora stavano seduti intorno al tavolo a parlare.

I Seguaci, hai detto? Ho letto praticamente tutto quello che esiste, ed è davvero poco…Ma dimmi, com’era Frayryth? Hai detto di averla affrontata, ma da quello che so nessun essere umano l’ha mai fatto senza perdere la vita…”

Buffy abbassò lo sguardo, tornando per un attimo a quel terribile momento….quando pensava che tutto quello che aveva sempre cercato e finalmente trovato fosse andato perso per sempre.

Angel le prese la mano, sapendo quanto ancora la toccasse quell’episodio, e parlò lui per lei.

E’ stato proprio così, infatti…Anche se è vero che Buffy ha iniziato il combattimento, io l’ho finito…e con esso Frayryth…”

Giles ne fu turbato: ogni sua conoscenza veniva messa in forse da quanto gli stava raccontando.

Ma…ma come può essere? Tu sei qui…vivo, a quanto pare…”

Un sorriso passò sul suo volto, rendendolo ancor più grato di tutto quello che era successo dopo.

Sì, ora lo sono, ma non dopo aver vinto Frayryth…Lei stava per attaccare Buffy con un fascio di energia e io…beh, io mi ci sono messo in mezzo, assorbendolo e gettandomi in lei, poco prima di…”

“…Morire”

Giles finì per lui.


Ora lo stava guardando con occhi nuovi.


Era come se si fosse accesa una luce nuova con cui poteva guardarlo ‘veramente’…e finalmente, il velo di rancore che aveva celato il suo vero io si dissolse come neve al sole.


Non disse più un’altra parola, ma si alzò dal suo posto e andò di fianco ad Angel, che si alzò non appena gli fu vicino: non gli diede modo di parlare, ma lo abbracciò.

Fu un abbraccio veloce, ma sincero e riconoscente.


E non ci fu imbarazzo, ma solo rispetto.


Lo prese per le spalle e lo fissò intensamente negli occhi.

Sei davvero un uomo eccezionale…Infinite volte hai dato prova di coraggio, ma mai – mai – penso come in quel momento, quando hai donato la tua vita per Buffy…E’ davvero fortunata, e spero che vorrai fare anche di me un uomo altrettanto fortunato, permettendomi di diventare tuo amico”

Angel sorrise, chiaramente impressionato da quel discorso: stimava molto Giles, era una persona onesta, che aveva a cuore il bene di Buffy più di ogni altra cosa…e per questo, si era conquistato il suo rispetto. Quindi, fu con molta gioia che annuì, e gli porse la mano.

Ne sarò onorato, signore, e molto, molto felice”

Giles strinse la sua mano energicamente, e poi sorrise.

Bene…bene…ma niente signore, per l’amor del cielo…solo Rupert”

Buffy era rimasta a guardare la scena con occhi sognanti, incapace di muovere anche un solo muscolo per paura di rovinare tutto: ma ora che finalmente, almeno tra loro due, le cose erano chiarite, si alzò e li raggiunse.

Ehi…come sarebbe a dire ‘solo Rupert’? Noi ci conosciamo da quanto, sei anni? Non le pare un trattamento di sfiducia…in fondo, sono la sua Cacciatrice…”

Lo guardò con il broncio, poi, mutando l’espressione in sorriso innocente, aggiunse ancora qualcosa.

Eppure, suona così bene Rupert…Lo sa che ha un nome molto musicale?”

Giles, ignorando a forza la sua allusione, la ignorò, liquidandola con poche parole.

No…davvero non lo sapevo: ma lo preferisco così, senza strani suoni…Sì, signor Giles suona proprio bene!”

E infilatosi le mani in tasca, fece strada agli altri nuovamente in soggiorno, dove avrebbero aspettato l’arrivo di Dawn: per quel momento, Buffy ed Angel avevano deciso di tenere la novità più bella e importante…sperando che sarebbe stata accolta con altrettanta gioia.

Ma fino a quel momento, c’erano altre cose da affrontare, non meno importanti o meno preoccupanti, specialmente per Angel: ora che Giles l’aveva accolto bene, un peso era stato tolto dal suo cuore, ma ce ne era ancora uno, e molto pesante…Xander.



*********************************************************



Non erano mai stati amici, principalmente a causa di Buffy: a Xander non stava bene che la ragazza per cui aveva una cotta - che per lungo tempo gli aveva fatto patire ogni pena possibile - morisse dietro ad un vampiro che sembrava capace solamente di spezzarle il cuore…e di uccidere i suoi amici.

E questo fatto aveva dato molto da pensare ad Angel: anche durante il volo, tutte le rassicurazioni di Buffy a riguardo non gli servirono a scacciare un brutto presentimento…Sperava di sbagliarsi.

Mentre gli altri seguirono Giles, Angel trattenne Xander per un braccio, con la chiara intenzione di parlargli, e lui restò, anche se non aveva l’aria particolarmente felice.

Quando restarono soli – e dopo che lo sguardo di Buffy lo abbandonò definitivamente – Angel iniziò a parlare, sperando di riuscire a spiegarsi sufficientemente bene.

Lo so che io e te non siamo mai stati grandi amici…anche quando le cose andavano bene…relativamente bene…”

Cioè quando non ammazzavi i nostri amici?”

Angel incassò: sapeva di doverlo fare e lo avrebbe fatto finché ce ne sarebbe stato bisogno…Non voleva che Buffy dovesse perdere degli amici a causa sua, non lo avrebbe permesso.

Hai tutte le ragioni del mondo ad avercela con me…Ma tu sai che non ho potuto fare niente contro…contro Angelus…e Dio solo sa quante volte avrei preferito morire piuttosto di aver causato tutto quel dolore…”

Xander si stava accalorando: chiaramente, doveva sputargli contro tutto l’odio e il rancore e il disprezzo che aveva accumulato durante tutti quegli anni.


Anche se sentiva che non era giusto.


Anche se sentiva che non se lo meritava.


Anche se avrebbe ferito Buffy.


Camminava avanti e indietro, ma si fermò per parlargli, proprio faccia a faccia.

Già…il nobile Angel…che sacrifica se stesso per il bene di tutti…ma sai che ti dico?”

Gli puntò l’indice contro, e lo fissò ancora per qualche attimo, in cui osservò lo sguardo fiero e pronto a tutto quello che avrebbe potuto riversargli contro…In fondo, poteva anche essere peggio.

Acqua passata…Sai, l’età comporta anche un certo grado di saggezza che, in questo mio caso, è ancora più evidente…Lasciamo il passato al passato: pensiamo solo al presente, e alle nostre ragazze che, se non le raggiungiamo subito, temo che verranno a cercarci…temendo il peggio”

Si guardarono un’ultima volta, dopodiché Angel offrì anche a lui la mano…che strinse. Con sincera amicizia…o almeno, ci assomigliava molto.

Quando entrarono in soggiorno, ebbero tutti gli occhi puntati addosso: evidentemente, erano stati molto incerti di come sarebbe andato a finire quell’incontro…Ma non appena sorrisero alle rispettive fidanzate, Buffy gli corse incontro, abbracciando prima Xander e poi Angel: anche se l’aveva rassicurato che tutto sarebbe andato bene, in cuor suo temeva che l’amico potesse deluderla. In fondo, quando si trattava di lei e di Angel, Xander cambiava in modo radicale.

E invece, era riuscita a sorprenderla, nel modo più piacevole che potesse trovare…Dal suo sguardo, poté capire che quello era il regalo più bello che potesse farle.

Lo so, lo so…sono il miglior amico che potresti mai avere…Non c’è bisogno che tu dica niente…”

Anche se il tono era canzonatorio, gli occhi non potevano ingannare: scherzava, ma era l’unico modo in cui sapeva dirle – adesso – che era riuscito ad accettare Angel.

Sarebbero venute anche le parole serie, i chiarimenti senza scherzi e senza inganni, ma adesso era il momento dell’allegria e della spensieratezza.

Molto bene, Mister Migliore Amico…direi che ora tocca a te ed ad Anya aggiornarci su una cosa che stavate organizzando…o sbaglio?”

Raggiunse la sua fidanzata sul divano, che si stava preparando a spiegarle le ultime novità, quando un rumore attrasse la loro attenzione…Dawn era rientrata e stava cercando di capire dove si trovassero Willow e Tara: in soggiorno, tutti si guardarono negli occhi, e Buffy annuì in direzione di Will, per incoraggiarla a dire qualcosa…ad attirarla lì.

Ehm...Dawn…Siamo qui, in soggiorno…”

Si sentì lo scalpiccio dei suoi passi…Buffy si era alzata , ed Angel l’aveva seguita, rimanendole alle spalle, dandole così tutto l’appoggio di cui aveva bisogno.

All’improvviso, così come era entrata in casa, arrivò sulla soglia della porta, in modo da vedere chiaramente tutti i suoi occupanti.

Aveva ancora in spalla lo zaino di scuola che quasi le cadde di mano quando vide chi c’era in casa…Restò immobile, con gli occhi fissi su Buffy, spalancati e la bocca aperta: non riusciva nemmeno a battere ciglio…Riusciva solamente a guardarla.


Incredula.


Buffy la guardò, con il cuore pieno di amore e di nostalgia…poi iniziò a dirigersi verso di lei…ma fece solo alcuni passi che Dawn le corse incontro, gettandole le braccia al collo e stringendola sempre più forte…ricambiata.

Ommioddioommioddioommioddio……Buffy…quando sei tornata?”

Da poco…non temere…è così bello rivederti…Come stai?”

Non riusciva a lasciarla andare: ancora non le sembrava vero…aveva paura che se avesse interrotto il contatto, Buffy sarebbe sparita, come in un sogno…

Bene, io sto bene…Ma tu? E’ così tanto che…sei andata via…Oh, Buffy…”

Si sciolse dalle sue braccia e Buffy poté vedere, così, che aveva pianto: aveva gli occhi rossi dalle lacrime che avevano bagnato il suo viso…Con una mano, gliele asciugò, sorridendo.

Lo so, hai ragione…ma ora sono qui…Siamo qui…e non vi libererete ancora tanto facilmente di me!”

Oh, ma noi non vogliamo…e non lo vorremo mai!”

Ora la stava guardando, senza più piangere, ma stringendole le mani e illuminandosi di una felicità assoluta.

Buffy la guidò, portandola a sedersi sul divano: le si mise vicino, sempre tenendole le mani. Ora che si era ripresa dalla sorpresa, sembrava non dover smettere un attimo di parlare…e continuava a farle domande: Buffy rispondeva paziente a quel fiume di curiosità, sapendo bene che era più che legittima.

Aveva accolto con gioia e partecipazione perfette la notizia del cambiamento di Angel: era davvero felice per lei…per loro.

E anche per lei, visto che avrebbe avuto una famiglia…

Buffy la stava guardando gongolarsi all’idea di riaverla con sé, mentre il momento che lei ed Angel stavano aspettando si stava rapidamente avvicinando...


Anzi, era arrivato.


Si alzò, lasciando Dawn sul divano, mentre lei raggiungeva Angel: si guardarono per qualche attimo, poi si strinsero le mani, per infondersi coraggio a vicenda.

Buffy si girò verso tutti i loro amici, riuniti lì, per festeggiare il loro ritorno, ed assunse una tale espressione da preoccupare Dawn per prima…

Buffy…Ma che ti succede…? Che cosa c’è che non va?”

Aveva espresso la domanda che tutti si stavano facendo: poteva vederlo dalle loro facce…Abbracciò Angel, che la strinse a sé, poi con uno smagliante sorriso fece l’annuncio più importante della sua vita.

Non c’è niente che non va, anzi…Vedete, c’è ancora una cosa che non vi abbiamo detto…Volevamo aspettare che arrivasse Dawn, in modo che ci foste tutti…”

L’aspettativa che si era venuta a creare stava caricando Buffy come niente altro prima d’ora…

Sarà meglio che glielo dici, altrimenti non sapranno più trattenersi…”

Angel l’aveva esortata a parlare: vedeva le espressioni di ognuno di loro e capiva benissimo che non riuscivano quasi più a trattenersi dal domandare…dal sapere.

Va bene…allora, l’ultima novità è che…che fra pochi mesi…beh, fra pochi mesi diventerete tutti zii e zie”


Ecco…l’aveva detto.


Ora, stringeva ancora più forte la mano di Angel…Se in cuor suo sapeva bene di non essere mai stata così felice prima d’ora, sapeva anche – temeva, anche – che, forse, qualcuno poteva non esserlo quanto lei…


Ma si sbagliava.


In un attimo, fu circondata da Dawn, Willow, Tara, e Anya…mentre gli uomini, Giles e Xander, erano rimasti leggermente indietro, a congratularsi con Angel.

Dawn aveva ceduto il passo a Will, nell’abbracciare sua sorella.

Oh mio Dio, Buffy…e non ci avevate ancora detto niente? E quando nascerà? Voglio dire, sapete già quando…?”

Beh, il dottore, a Dublino, ci ha dato una data indicativa…l’anno nuovo sembra che porterà un nuovo membro nella nostra famiglia!”

Willow, mentre le altre ancora la stavano abbracciando, continuava a farle domande su domande, senza neanche darle il tempo di rispondere: in realtà, si sentiva già bene solo chiedendole…

E…e avete già pensato al nome? Voglio dire…sapete già se è maschio o femmina?”

Buffy la guardò con uno sguardo tenero e divertito allo stesso tempo: ora che gli abbracci erano finiti, anche quelli di Xander e Giles, si erano seduti, tutti intorno a lei…Angel le era sempre rimasto accanto.

Will…è ancora presto, ci vorrà ancora qualche settimana per saperlo”

Sì…naturale…ma ci avete già pensato?”

Il primo pomeriggio passò in questo modo: tutti avevano qualcosa da dire, da dimostrare…ma soprattutto, volevano stare vicini a Buffy, e farle capire quanto fossero felici per lei.

Per loro.

CAPITOLO X



Finalmente, dopo tanta attesa, il momento era giunto.


Il giardino di casa Summers era stato debitamente decorato per ospitare il matrimonio di Anya e Xander: dopo infinite discussioni, avevano chiesto a Buffy se poteva ‘ospitarli’ in quel giorno fatidico.

E così, Buffy e Dawn erano state gettate nel turbinio dell’organizzazione: se era vero che gli sposi erano loro, era anche vero che era casa loro e così era stato deciso che sarebbero state loro a dirigere i fiorai, gli addetti al buffet e tutto l’altro personale che sarebbe stato coinvolto…sollevando i fidanzatini da oneri aggiuntivi.


Angel, nel frattempo, aveva raggiunto telefonicamente Wesley e gli altri, aggiornandoli di tutto…proprio tutto.

Naturalmente, ne erano stati contenti, anche se Cordy si era disperata al pensiero di dover cercare un altro lavoro: Wes aveva sopportato per un po’, poi le aveva ingiunto di tacere…Era sicuro che se ne sarebbe pentito – amaramente – ma le propose di diventare sua socia: aveva intenzione di rilevare, insieme a Gunn e a Fred, la Angel Investigations, dedicandosi a quei demoni che potevano combattere, e intanto, avrebbero cercato di potenziarsi dal lato fisico….quello in cui erano carenti.

Per ovvie ragioni, avevano declinato l’invito al matrimonio, mentre avevano dato la loro parola ad essere a Sunnydale per quando sarebbe nato il figlio di Angel: mandavano, comunque, i loro più affettuosi auguri agli sposi.


Alla fine, tutto era pronto.

Una tenda era stata alzata al centro del giardino e lampioncini di carta illuminavano tutto: sotto la tenda, pochi tavoli erano stati imbanditi alla perfezione, illuminati da vasi con candele galleggianti, tra fiori bianchi e gialli. All’estremità della tenda, c’era un piccolo pergolato fiorito, in cui gli sposi erano passati per arrivare davanti al prete: la cerimonia vera e propria era stata breve e divertente, visto che alcune ‘amiche’ di Anya – e cioè altri demoni della vendetta – si erano accapigliate per il bouquet, dovendo far intervenire la sposa in persona a placare gli animi.

Comunque, tutto sommato, fu tranquilla: subito dopo la pronuncia del sì, gli sposi erano stati occupati con il fotografo, che monopolizzò la loro attenzione e quella dei loro amici. Tutti continuavano ad andare a congratularsi con Xander e Anya, e tante foto furono fatte, ma molto più informali: ognuno voleva avere un ricordo di quel giorno memorabile…Alexander LaBelle Harris che prendeva moglie!

Mentre venivano scattate le ultime foto, i loro amici si erano seduti a chiacchierare: Giles era occupato in una discussione con Tara e Willow a proposito di libro di incantesimi che stavano cercando, mentre Buffy era seduta accanto ad Angel.

Erano tutti elegantissimi: Tara, Will e Dawn erano le damigelle di Anya ed indossavano tutte un vestito color pesca, dalle spalline sottili e lungo fino a terra…Erano state una visione, ondeggiare fino al prete, con i loro mazzolini di fiori bianchi, e i capelli sciolti sulle spalle. Gli uomini erano tutti in smoking mentre Buffy, che aveva declinato l’onore di essere damigella a favore di una maggiore libertà nella direzione della cerimonia, indossava un abito colore del cielo, che le lasciava scoperte le spalle, evidenziando tutta la sua bellezza. I capelli li teneva sciolti, raccolti da un lato con un semplice fermaglio dello stesso colore dell’abito.

Stava parlando con Angel di quanto fosse stata bella quella giornata.

Sai, iniziavo a disperare per la realizzazione di questo matrimonio: ne hanno parlato per così tanto che credevo l’avrebbero fatto in eterno…E invece, guardali adesso…sono così felici!”

Lui la stava fissando, con un sorriso finalmente sereno.

Era una visione, che gli dava pace e gioia infinite.

Le prese la mano.

Se lo meritano. Anche loro ne hanno passate tante e un po’ di felicità è quello che ci voleva…Sai, pensavo una cosa…”

Lei gli sorrise e si avvicinò per sentire quello che aveva da dire: la gente era molto rumorosa, e il baccano che si era venuto a creare rendeva difficile parlarsi perfino da distanza ridotta come quella tra lei ed Angel.

Uhm…davvero? E cosa?”

Beh, pensavo che non sarebbe proprio un cattivo esempio, da seguire, il loro…Insomma…”

Si alzò, la prese per mano per farsi seguire fino ad un angolo più silenzioso: l’aveva seguito senza dire una parola…Se aveva capito bene, quel momento stava per diventare ancora più bello…e memorabile.

Andarono sul patio d’ingresso, deserto: tutta la gente, infatti, era in giardino, sul retro. Buffy si fermò vicina ad una colonna, mentre Angel le passava oltre.

Ma non si allontanò poi molto, che fece ritorno fino da lei: le stava davanti, in silenzio, con l’aria grave e gli occhi che guardavano solo lei…


Esisteva solo lei per lui.


Le prese le mani.

Sposami…”

L’aveva sussurrato, quasi che, se l’avesse pronunciato davvero, fosse stato meno reale…o meno perfetto.

Ti sposo…non desidero altro, Angel…”

Anche lei aveva sussurrato, ma solamente perché aveva paura di lasciarsi andare alla troppa gioia che in quel momento la stava travolgendo: era sicura che non sarebbe stata capace di parlare normalmente…Ma non importava.


Ora, non importava più niente…


Lui le accarezzò il viso, perfetto e dolce, che tante volte l’aveva sostenuto nelle situazioni difficili e nei momenti più bui…che era stato il suo tormento – dolce e terribile allo stesso tempo – in tutto quel periodo che avevano dovuto passare separati.

Sai, quando ero a Los Angeles e tutto mi sembrava impossibile, troppo duro o troppo difficile, mi bastava pensare a te per avere quel poco di forza che mi consentiva di andare avanti…Solo tu sei stata in grado di aiutarmi a continuare, nonostante tutto…Sempre e solo tu…”

Lei aveva visto che nei suoi occhi era passata di nuovo quella tristezza che, un tempo, vi albergava sempre: sapeva che non era stato facile nemmeno per lui…

Ma chi voleva prendere in giro?

Era stato tutto, tranne che facile……Un inferno in terra, ecco cosa.

Ogni giorno vissuto come un automa, senza prospettiva alcuna, senza sogni alcuni…i sogni erano lontani miglia e miglia.

Racchiusi tutti in un vampiro con l’anima.

Anche la mia vita, senza di te, è potuta continuare solo perché avevo i ricordi di te – di noi – che rendevano meno aridi i miei giorni…Dopo ogni ronda, il mio primo istinto era quello di tornare da te, a casa tua, per trovare tra le tue braccia tutto quello che cercavo…tutto quello che desideravo…”

Abbassò lo sguardo dai suoi occhi, scossa da un leggero brivido, non di freddo ma di dolore al solo ricordo.

La voce era ridotta ad un sussurro.

Ma poi, quando mi rendevo conto che non avrei potuto vederti, stringerti, dirti che ti amavo…allora, il mio mondo crollava di nuovo…e il mio cuore, ancora una volta, si spezzava in mille pezzi: era come morire…di nuovo…”

Angel, con una mano, le alzò il volto, fino a che i loro occhi si incontrarono di nuovo: in quelli di Buffy c’era ancora una tristezza residua che chiedeva – implorava – di essere cacciata via.

Con la mano, le stava accarezzando la guancia.

Lasciamo il passato al passato. Non dobbiamo più pensarci…non ora: cerchiamo di godere questo giorno e tutti quelli che verranno come un dono del cielo…Per me, questo saranno…un immenso e inestimabile dono…”

Buffy annuì, rasserenandosi.

Hai ragione…basta pensieri tristi e malinconici: ora siamo insieme e niente altro conta…”

Gli fece un sorriso che gli scaldò il cuore.

Però, adesso, sarà meglio che torniamo di là o ci daranno per dispersi!”

Tenendosi per mano, tornarono tra i loro amici, più innamorati che mai, più felici che mai, per finire quella giornata in modo allegro e spensierato.



*********************************************************



Gli sposi erano partiti il giorno successivo alle nozze per il loro viaggio di nozze che li avrebbe portati fuori dall’America per ben due settimane. Alla fine, Xander si era lasciato convincere da Anya ad andare a Parigi: lei era rimasta affascinata dall’aura di romanticismo che ammantava questa città ed aveva insistito così tanto che, alla fine, l’aveva avuta vinta.

Nel frattempo, a Sunnydale, la vita stava ricominciando a scorrere tranquilla, per tutti…Willow e Tara erano tornate a casa loro, continuando a frequentare l’università, mentre Giles aveva studiato un programma di allenamento consono ad una Cacciatrice incinta.

Dal canto suo, Buffy era occupata a studiare e a pensare alla nuova vita che l’aspettava: ogni giorno era sempre più allegra e vivace, e tutti i suoi amici non potevano che essere contenti per lei.

Angel, intanto, si era procurato un lavoro: insieme a Buffy aveva pensato di mettere a frutto le sue conoscenze sulle tecniche di combattimento e di autodifesa, aprendo una scuola apposita: ci sarebbero stati corsi per tutti i livelli, dai principianti ai più avanzati.

Aveva trovato un luogo adatto proprio vicino al Magic Box: una piccola palazzina che faceva proprio al caso suo. Era in buone condizioni, cosicché non dovette aspettare molto prima di avviare la palestra: con l’aiuto di Buffy e dei suoi amici, era riuscito a pulire e ad organizzare tutto nel giro di due settimane.

Visto che ci sarebbe stato solamente Angel ad insegnare, non ci sarebbero stati molti corsi, almeno all’inizio…comunque, il giorno dell’inaugurazione fu presente molta gente, molta della quale si iscrisse subito, incoraggiata dall’ambiente confortevole che era offerto loro…e dall’avvenenza dell’istruttore!

Ma la prima allieva, fu Dawn che, come disse a sua sorella, voleva partecipare attivamente! In cambio, si offriva di stare al bancone per quasi tutti i pomeriggi in cui non doveva andare a scuola…Fu così entusiasta, che Buffy non se la sentì di dirle di no…con sua infinita gioia! La abbracciò forte e la ringraziò, dicendole che non se ne sarebbe pentita: non avrebbe, per questo, dimenticato lo studio!

La giornata finì bene, così com’era cominciata e tornarono a casa stanchi ma felici.


Fortunatamente, l’attività del popolo della notte era diminuito permettendo, così, a Buffy, di diradare le ronde notturne in quei due mesi che erano seguiti: man mano che il tempo passava, ne era sempre più felice…Si sentiva stanca e poter evitare quei giri, era per lei un vero sollievo.

Angel era molto apprensivo: sapeva che le prime settimane potevano essere fondamentali e non voleva che si affaticasse. Anche Giles stava cercando un modo per evitarle i giri di ronda: stava addirittura pensando di contattare il Consiglio per chiedere se non fosse stata possibile una sostituzione…Non era mai accaduto, ma del resto, non era nemmeno mai successo che una Cacciatrice aspettasse un bambino. Ne parlò quella sera stessa Buffy ed Angel.

Avevano appena finito di cenare quando affrontò l’argomento.

Buffy, io pensavo…sì, pensavo di chiedere al Consiglio se non potevano sostituirti, durante la gravidanza...”

Lei lo guardò sgranando gli occhi e diventando pensierosa: era evidente che quel pensiero era venuto anche a lei, ma sapeva anche che non era mai successo…E conoscendo il Consiglio, pensava che non sarebbe stato così semplice.

Ma, Giles, parliamo del Consiglio: non sono esattamente persone con le quali si può ragionare…”

Sì, ma Buffy, ragiona: vale la pena tentare…il tempo passa veloce e presto non sarai più in grado di combattere…”

Angel era veramente preoccupato: cercava di non darglielo a vedere, ma lei lo sapeva e ora poteva sentirlo…era così dolce…

Lo so, lo so, avete ragione, ma dico solo che non sarà facile…”

Giles sorrise, prendendo un’altra fetta di torta.

Beh, a noi non sono mai piaciute le cose facili, dico bene?”

A questo punto, intervenne anche Dawn, che era rimasta ad ascoltare in silenzio.

Hanno ragione…e poi, così, potrai avere più tempo da dedicare a te e a tutto quello che vorrai…Mi sembra un’ottima idea!”

Buffy li guardò uno per uno: sapeva che parlavano per il suo bene, che avevano in testa solo quello, e dicendosi che avevano ragione, annuì, e sorrise.

Va bene, mi avete convinto…Quando chiamiamo?”

Giles guardò l’orologio, pensieroso…

Diciamo…diciamo domani mattina verso le otto: a quell’ora, Williams dovrebbe essere nel suo ufficio…”

Buffy si illuminò.

Ma certo! Il signor Williams: mi è parso una persona ragionevole…speriamo che lo sia anche questa volta!”



*********************************************************



La notte era passata insonne per Buffy ed Angel: lei non era riuscita a chiudere occhio per l’agitazione e lui aveva cercato di farla parlare per far scendere la tensione.

E se il Consiglio non volesse? Insomma, so anche io che non potrò continuare ancora per molto: anche se, davanti a Giles, sono ottimista e cerco di fare finta di niente, l’idea di combattere fino alla fine non mi piace per niente…Già adesso, non mi piace: ogni volta è come se mi dovessero costringere con un fucile puntato alla schiena…”

Angel l’aveva abbracciata, cercando le parole giuste per consolarla.

Buffy, nessuno ti può obbligare: so che il tuo ruolo ti impone come dovere morale, oltre che implicito, di combattere, ma non puoi rischiare la vita di tuo figlio, di nostro figlio, per questo…Sono sicuro che lo capiranno e sapranno agire di conseguenza”


Erano rimasti d’accordo che Giles sarebbe andato da loro per chiamare l’Inghilterra. Ed arrivò, infatti, puntualissimo.

Dawn era già uscita per andare a scuola, anche se aveva un po’ brontolato: le pareva di essere stata esclusa, ma Buffy la rassicurò che non era così, e che quando sarebbe tornata, l’avrebbe messa al corrente di tutto quanto fosse successo! Solo così, la convinse ad andare.

Quando furono soli in casa, misero il telefono sul tavolo e si sedettero intorno ad esso: fu Giles a comporre il numero…Avevano, infatti, deciso che sarebbe stato lui a parlare per primo ed ad esporre la questione…Di sicuro, sarebbe riuscito a restare più calmo di Buffy ed Angel: se la prima palesava molto di più la sua agitazione, il secondo la celava meglio dentro di sé, ma era squassato dal tormento…Stava per avere tutto quanto aveva sempre sognato e desiderato…non voleva perderlo per qualche stupido cavillo burocratico del Consiglio.

Sussultarono quando la voce di Giles li riscosse dai loro pensieri: si tenevano per mano, cercando conforto l’uno nell’altro…

Oh, buongiorno…Sono Rupert Giles….Sì, dall’America…Vorrei parlare con il signor Williams…Sì, è urgente e dovrei…No, lei non ha capito, non posso aspettare…Ho bisogno di parlargli subito!”

Aveva preso colore: dal suo solito pallore, molto britannico, era passato ad un rosso causato dallo scoppio di ira che il suo interlocutore gli aveva procurato…evidentemente, l’aveva lasciato in attesa, perché si allontanò la cornetta dalla bocca per parlargli.

E’ inaudito…inaudito…Adesso, bisogna prendere un appuntamento anche per telefonare…è inaudito…”

Ma glielo ha detto che lei faceva parte del Consiglio? Insomma, lei era un Osservatore, non uno qualsiasi…”

Giles l’aveva fermata con una mano…e aveva ripreso a parlare.

Sì…glielo ripeto, sono Rupert Giles, conosco il signor Williams da anni e ho assoluto ed urgente bisogno di parlargli…Sì, attendo…”

Rivolse di nuovo il suo sguardo verso Buffy ed Angel.

Forse ci siamo…Sì…Sì, Brendon, sono io, Rupert…E’...E’ molto tempo che non ci sentiamo, spero che vada tutto bene…No, in effetti…in effetti, non è per sapere come stai che ti ho chiamato…”

Ci fu un attimo di silenzio, in cui la tensione e l’aspettativa fu quasi tangibile.

Ecco, ho una questione da sottoporti: tu hai conosciuto la Cacciatrice, Buffy Summers…ebbene, si è verificato un evento quanto mia inusuale…vedi, lei è…è incinta e…e…beh, sì, mi chiedevo se non fosse il caso di pensare ad una sostituzione…”

Silenzio.

Brendon…sei in linea?”

Iniziava ad essere preoccupato: dall’altra arte del telefono non udiva più nulla, neanche il minimo rumore…e non era un buon segno.

Sì, ci sono, Rupert…e quello che mi dici non mi rende affatto lieto di sentirti…”

A Giles gelò il sangue nelle vene…non gli piaceva affatto il modo di parlare del suo vecchio amico: sapeva che era sempre stato molto ligio al dovere, attaccato fino all’inverosimile al Consiglio, ma sperava che, una volta spiegati i fatti, si sarebbe convinto ad aiutarli.

Mi addolora molto sentire questo…ma potrei spiegarti, se tu conoscessi tutti i fatti, sono sicuro che capiresti…”

Non lo so, Rupert…davvero, non lo so…”

Ascolta: non perdi niente a starmi ad ascoltare…non ci vorrà molto…in nome dei tempi passati, te lo chiedo come favore personale…”

Un sospiro fece ben sperare Giles.

D’accordo, Rupert…lo faccio per te…Ascolterò tutto quello che avrai da dirmi…ma non ti posso promettere niente, capito?”

Certo…certo, capisco…ma è un inizio…”

E così, davanti a Buffy ed Angel che continuavano a fissarlo, cercando di scrutare la sua espressione per captare gli eventi, raccontò di quanto era successo: di come era accaduto questo miracolo e di come volevano preservarlo…Finì il suo racconto con la speranza di aver fatto una certa impressione in Brendon, visto che l’aveva ascoltato molto attentamente e gli aveva anche fatto alcune domande, atte a chiarire alcuni lati che gli erano rimasti oscuri.

Solo una cosa, Rupert…Non devo certo essere io a dirti che non è previsto che una Cacciatrice diventi madre…a tal proposito, è il caso che la signorina Summers venga messa al corrente di una profezia antica, che viene tramandata dall’epoca della prima Cacciatrice…”

Profezia? Quale…quale profezia?”

I suoi occhi avevano cercato istintivamente quelli di Buffy: poteva leggerci tutta l’ansia e tutta l’apprensione che stavano crescendo a dismisura…a sentire la sua conversazione, le erano venuti i brividi.

E non le piaceva affatto quella parola…Profezia.

Angel aveva cercato di rassicurarla, andandole più vicino, ma tremando nel suo io più profondo: non gli piaceva affatto la faccia di Giles né quello che avevano potuto sentire…

Rupert, puoi mettermi in viva voce?”

Vedendo che Giles non sapeva cosa rispondergli, Buffy annuì nella sua direzione e, senza aggiungere altro, premette un tasto in modo da sentire la voce di Williams.

Signor Williams, ora possiamo sentirla tutti quanti…”

Buongiorno, signorina Summers…Immagino che ci sia anche il signor Leary…quindi, se mi date la vostra attenzione vi dirò quanto so su questa profezia…”

Siamo tutt’orecchie…”

Buffy sperò che avesse colto il sarcasmo nella sua voce: anche se, quando era andata al Consiglio, l’aveva in qualche modo aiutata, non l’aveva mai avuto in simpatia…Non era per il comportamento, ma proprio una questione di ‘pelle’…la prima impressione era stata negativa e qualsiasi cosa avesse detto o fatto, non avrebbe potuto migliorare la sua situazione agli occhi di Buffy.

Ebbene…è un testo antico, quanto la sua ‘stirpe’, se così si può dire…Essendo le Cacciatrici esclusivamente donne, è scritto che ella potrà generare solamente figlie femmine…ma…”

Si era schiarito la voce, come se avesse dei dubbi nel continuare il suo racconto…ma i suoi ascoltatori non erano pronti ad abbandonare la storia a metà.

Ma cosa? Per l’amor del cielo, Brendon, parla…non possiamo più aspettare…”

La conclusione della profezia dice che, quando accadrà che una Cacciatrice partorirà la prima figlia, essa apparterrà al Consiglio e non alla madre…o al padre…perché troppo preziosa essa sarà per il mondo…e per gli uomini…”

Ma…ci deve essere un errore…non può dire così…e poi, che significa, apparterrà al Consiglio? E’ nostra figlia, non una cosa…”

La voce di Buffy era andata crescendo di tono: non poteva accettare una simile realtà…e nemmeno Angel, che strinse le mani di Buffy un po’ più forte, tentando di calmarla…sapendo bene, però, che era totalmente inutile.

Anche lui stava controllandosi con estrema fatica.

Significa che vostra figlia avrà un potere che sarà del tutto eccezionale: per questo, la maternità è sempre stata un evento impensabile per le Cacciatrici…Sapendo a cosa andrebbe incontro la propria figlia, non è mai accaduto che una di voi portasse a termine la gravidanza…”

Un’espressione di disgusto distorceva i lineamenti ultimamente sempre sereni di Buffy…L’enormità della cosa la colpì come un pugno nello stomaco.

E lei mi sta dicendo che avete fatto abortire le Cacciatrici che prima di me hanno avuto l’arditezza di restare incinta? Ma come hanno potuto acconsentire a...”

Le si gelò il sangue nelle vene…


All’improvviso, aveva capito.


Come era stata ingenua…e stupida.


Allora, è così? Quando il Consiglio vuole una cosa, non esita davanti a niente, vero? Nemmeno davanti ad una nuova vita…Mi fate schifo, non ho neanche le parole per dirvi quanto vi disprezzo…”

Buffy…calmati…non sappiamo ancora…”

Giles aveva provato a calmarla, anche se in fondo al cuore, anche lui era rabbrividito di fronte a quell’ammissione.

Cosa? No, che non mi calmo…Ma ha sentito cosa ha detto? Come può restare calmo e dirmi di controllarmi?”

Buffy ha ragione, Rupert…Non è minimamente accettabile…sta parlando di nostra figlia…E poi, qual è questo potere eccezionale che la distinguerebbe da tutti gli altri e che la farebbe diventare così importante per il mondo?”

La profezia dice che, quando nascerà la figlia della Cacciatrice, il potere della madre fluirà in lei, venendo ampliato in maniera esponenziale, mutandola nell’arma perfetta per la lotta contro il male…Contro i Vampiri…Ella assorbirà ogni residuo di malvagità quando verrà portata in una comunità di demoni, eliminandoli così per sempre…”

Angel aveva guardato con occhi pieni di orrore il telefono: non poteva credere che sua figlia, non ancora nata, era già destinata a vivere in mezzo a demoni e oscurità…No.

Non era questo il destino che lui e Buffy avevano immaginato per lei: qualunque, ma non questo. Già loro ne avevano dovute passare troppe, conoscevano cosa si nascondeva nel buio e volevano preservare la loro bimba da tutto ciò.

Stava ancora pensando a questo, quando la voce di Giles lo riscosse….anche Buffy era rimasta senza parole: alcune lacrime scendevano silenziosamente dai suoi occhi, mentre lo sguardo era puro gelo.

Le…le profezie non sono mai veritiere…e, soprattutto, si possono aggirare: Buffy l’ha dimostrato più di una volta durante tutti questi anni…Potrebbe esserci qualcosa anche in questo caso…Qualcosa che ti è sfuggito…”

Un sospiro di Williams fece perdere l’iniziale speranza a Giles, e anche agli altri…

Purtroppo, finora, non abbiamo trovato niente che avvalori questa ipotesi, Rupert…mi dispiace, ma è proprio…”

Proprio niente! Mi ascolti bene, signor Williams, perché non lo ripeterò due volte: il Consiglio farà bene ad accettare l’idea che non avrà mai nostra figlia…Questa è la sola cosa sicura…Per il resto, può fare e dire quello che vuole. Non mi interessa”

Si alzò e si diresse nell’altra stanza, seguita da Angel che era molto preoccupato per le sue condizioni: già non stava tanto bene in quei giorni, ed ora anche questo…La sua testa stava scoppiando: se da una parte non riusciva a non pensare a quello che avevano appena saputo, dall’altra era preoccupato per Buffy. Era sconvolta.

E lui anche, ma stava cercando di controllarsi per il suo bene.

Si era lasciata cadere sul divano, con l’aria distrutta…lui l’aveva raggiunta e, poco dopo, anche Giles era con loro.

Solo che era rimasto in piedi, e ora stava camminando avanti e indietro, cercando le parole giuste…che non esistevano.

Buffy…troveremo…sì, troveremo una soluzione anche per questo…non devi …”

Preoccuparmi? Ma la prego, Giles, stiamo parlando di nostra figlia! Mi pare che qui tutti se ne dimentichino…non è una cosa, per l’amor del cielo!”

Era scattata in piedi, raddrizzandosi in tutta la sua altezza, cercando di fronteggiare Giles: anche se sapeva che non era lui l’obiettivo del suo rancore…

Buffy, Giles ha ragione…dobbiamo conservare la calma, per cercare di trovare qualsiasi cosa che ci possa aiutare a trovare una scappatoia…una soluzione…”

Si era girata verso di lui con occhi increduli: lo feriva che lo guardasse così, anche se sapeva che non ce l’aveva con lui…ma con il Consiglio…Con la profezia.

Calmarmi? Sai che ti dico? Ci siete già voi abbastanza calmi per tutti…anche per me, quindi è bene che ci sia qualcuno che si agiti abbastanza ricordando che cosa succederà a nostra figlia!”

Aveva finito per urlare, anche se non voleva…e aveva finito per piangere, anche se non voleva.

Si era coperta gli occhi con le mani e, mentre Giles si toglieva gli occhiali e si sedeva sul divano per cercare di pensare, Angel le si era avvicinato e l’aveva abbracciata: lei non aveva fatto nessuna resistenza, ma si era lasciata andare al pianto disperato, senza controllo che la stava stremando.

La strinse a sé, piangendo anche lui: non era riuscito a tenere duro…

Perché, Angel, perché? Non è giusto, dobbiamo trovare…cercare qualsiasi cosa…la profezia non può essere vera…non può…”

Shhh…vedrai, andrà tutto bene…non lasceremo che le succeda niente…Niente…”

Ora il pianto era incontrollato in tutti e due, e le loro gambe non li ressero più, ma cedettero e, sempre abbracciati, finirono seduti per terra.

Lentamente, il pianto andò scemando e i respiri regolarizzandosi.

Buffy si scostò dalle braccia di Angel, asciugandosi gli occhi e cercando di chiarirsi le idee: lui le prese il viso tra le mani, sorridendole debolmente e fissandola negli occhi.

Dobbiamo cercare di tenere duro e di non perdere la fiducia e la speranza…Inizieremo a cercare subito…”

Aveva spostato lo sguardo, come se gli fosse venuta un’idea rivelatrice…Il cuore di Buffy ebbe un balzo.

Cosa? Angel, cosa stai pensando?”

La guardò, con un sorriso che la fece più ben sperare.

Lynn…potremo chiamarla e chiederle se ci può aiutare…”

Buffy si illuminò: anche se non era il momento in cui avrebbe voluto chiamarla – avrebbe preferito sicuramente una circostanza più positiva – era un’ottima idea!

Ma certo! Potremo chiamarla subito…speriamo solo di trovarla…”

Giles si era alzato, mentre loro erano andati a cercare il numero di telefono della loro amica.

Lynn è…è quella ragazza che hai conosciuto al Consiglio, vero?”

Esatto, proprio lei…è una ragazza in gamba e molto disponibile…Ah, ecco qui…l’ultima volta che ci siamo sentite mi ha dato il numero del suo cellulare nuovo, che si è appena comprata, cedendo il passo alla tecnologia…”

Compose il numero, continuando a camminare avanti e indietro, totalmente incapace di stare ferma o seduta…e così Angel, che restò a fissarla. Giles, da parte sua, si era tenuto leggermente in disparte.

Avanti…rispondi…Lynn, ciao! Sono Buffy…”

Appena le rispose, si fermò di scatto e subito gli sguardi dei due uomini, da quel momento, furono su di lei, e per tutta la durata della telefonata.

Scusa se ti disturbo a quest’ora, ma è urgente…vedi, abbiamo…abbiamo un problema…e grave…”

Il silenzio di Buffy durò pochi secondi, durante i quali si animò molto.

Allora, i fatti sono questi: io, Angel e Giles abbiamo appena avuto una discussione con il signor Williams a proposito della mia gravidanza e, beh, c’è una profezia in cui si dice che quando verrà al mondo, nostra figlia apparterrà al Consiglio, al mondo e…”

Non aveva sopportato di ripetere tutto, e le lacrime erano venute fuori da sole…Se le asciugò più in fretta che poté.

Oddio, scusa Lynn, ma è così…così orribile…”

Angel le aveva preso la mano, che aveva stretto e da cui era stato ricambiato.

Sarebbe magnifico…Lynn, non ho parole per dirti quanto io ed Angel apprezziamo questa tua disponibilità…va bene, va bene…non dirò più niente….Allora, ci sentiamo più tardi. Ciao”

Si voltò verso di loro, cercando di sorridere.

Lynn ha promesso di andare a parlare anche lei con il signor Williams, per cercare di leggere il testo originale di persona…Inoltre, consulterà alcuni volumi riguardo alle profezie di quel periodo e all’autore stesso…se scoprirà chi è. Ci richiamerà stasera per informarci di quanto è riuscita a sapere. Intanto, potrei chiamare Willow per chiederle aiuto nella ricerca: sicuramente, su Internet troverà qualcosa di utile…”

Giles si diresse verso di lei, per metterle una mano sulla spalla, cercando – a modo suo – di esserle di conforto.

Ci penso io a chiamarla: direi che ora potresti riposare un po’…ti sei agitata molto e questo non ti fa bene…non VI fa bene. Intanto, io inizierò a cercare tra i miei testi qualcosa che tratti di questa profezia e se troverò qualcosa vi chiamerò subito…”

Buffy si girò verso di lui e gli sorrise.

Grazie…In effetti, non mi sento per niente bene, la testa mi scoppia e…e…beh, penso che seguirò il suo consiglio. Ma lei non esiti a chiamare caso mai scoprisse qualcosa, d’accordo? E, signor Giles…”

I loro sguardi si incrociarono di nuovo.

Grazie”

Lui annuì, sorridendo e, salutato Angel, se ne andò.

Rimasero soli, in casa, con il loro dolore e senso di impotenza.

Angel stava guardando Buffy che, da quando Giles era uscito, non aveva fatto un solo movimento…Semplicemente, gli dava le spalle, continuando a fissare fuori dalla finestra.

Buffy…dovresti riposare davvero…è stata una mattinata pesante, difficile e in questo momento dovresti pensare a recuperare le energie…per quello che ci aspetta…”

Lei non si girò, ma gli parlò, sempre con lo sguardo rivolto verso l’esterno. La sua voce era incrinata dal dolore, ma soprattutto, dalla disillusione.

E’ buffo…pensavo che, finalmente, avevamo raggiunto quasi la normalità…Tu eri tornato umano, hai anche trovato un lavoro che ci permette di vivere e ora questo, io che aspetto un figlio da te……Lo sapevo…”

Scuoteva lentamente la testa, stringendosi da sola in un abbraccio freddo e desolato. Ad Angel faceva male al cuore vederla così, la raggiunse, cercando di farle sentire la sua vicinanza.

Sapevi cosa?”

Si girò, guardandolo negli occhi e, se lui si aspettava di vederla piangere, fu sorpreso ma terribilmente addolorato di vedere che al posto delle lacrime c’era solo disperazione e rassegnazione nei suoi occhi…Solo questo. Ma fu abbastanza.

Sapevo che a noi non sarebbe mai stato permesso di raggiungere la felicità che ogni persona normale ambisce…quello di farsi una famiglia propria, di godere dell’amore dei figli…Angel, ma non capisci? Ci hanno messo davanti ad una scelta che nessuno dovrebbe mai affrontare…Mai…”

Ora il suo sguardo vagava all’altezza del petto di Angel, mentre la sua testa si stava ancora muovendo da un lato all’altro, cercando – invano – di cacciare dalla sua mente quell’orribile pensiero…

Angel aggrottò le sopracciglia, capendo al volo quello che lei voleva dire e, shockato anche solamente dall’idea, la afferrò, anche più bruscamente di quello che, in realtà, avrebbe voluto.

Ascoltami bene, perché te lo dirò una volta sola: noi non rinunceremo alla nostra bambina…assolutamente no…niente potrà mai convincermi che questa sia la soluzione giusta…Non devi disperare, ma sperare e riposare: solo al massimo delle nostre energie potremo augurarci davvero di trovare qualcosa che ci permetta di sfatare la profezia. Ma tu non ti devi arrendere…non per te, non per me, ma solo per lei”

E cosa credi che abbia fatto finora? Credi che abbia abbandonato ogni speranza? Oh, no…niente potrà mai convincermi a farlo…ma questo non vuol dire che non dovremo prendere in considerazioni opzioni che...che non avremmo mai neanche considerato, altrimenti!”

Si era liberata con uno strattone della sua presa, dandogli nuovamente le spalle…si allontanò di alcuni passi, per poi tornare indietro, fronteggiandolo un’altra volta.

Pensi che mi faccia star bene pensarci? Beh, ti sbagli di grosso…preferirei morire piuttosto che lasciarla morire o destinarla ad un destino di oscurità e di lotta……Non deve vivere una vita come la mia…non deve…”

Con le mani tra i capelli, e piangendo lacrime amare, cadde in ginocchio, senza più forze, senza più energia…Angel , con il cuore a pezzi, si inginocchiò accanto a lei, accarezzandole lentamente la testa. Da lì ad abbracciarla il passo fu breve.

Shhh…shhh…e non la vivrà, faremo tutto quello che potremo, e anche di più, per evitarlo…Nemmeno io voglio niente del genere per lei…per noi…”

La guardò, cercando i suoi occhi, che trovò, ora di nuovo asciutti.

Ora, però, devi riposare…Vieni”

Senza opporre resistenza, si lasciò guidare da Angel fino in camera da letto, dove si sdraiò, cadendo velocemente in un sonno agitato, vegliato dall’unico uomo che divideva con lei tutto il turbinio di emozioni che la stavano squassando.

E lui la guardò addormentarsi, cercando dentro il suo cuore abbastanza speranza per tutti e due.

CAPITOLO XI



Era ancora sconvolta.

La telefonata con Buffy le aveva lasciato un’agitazione e un senso di malessere che stava aumentando, da quando aveva riattaccato il telefono. Rimase per qualche secondo seduta, fissando il vuoto, e cercando di organizzare le idee…pensando a cosa fare prima.

Visto che il signor Williams aveva finito da poco di parlare con Buffy, pensò di battere il ferro finché era caldo, e di andare subito da lui.

Dopo tutto quello che avevano passato, non poteva negarle un aiuto…non poteva negarle di farle leggere il libro della profezia.

Si alzò e con passo deciso si avviò verso il suo ufficio.

Passò per diverse stanze in cui c’erano molte persone intente a sfogliare e catalogare numerosi volumi che il Consiglio aveva ereditato da un suo affezionato sostenitore che era morto all’improvviso. Dovette percorrere anche un lungo corridoio silenzioso prima di poter arrivare davanti alla porta del suo ufficio: preso un bel respiro, impugnò la maniglia ed entrò.

La vasta camera ospitava la scrivania della signorina Wallace, segretaria personale di Williams da ormai quindici anni: cinquantacinque anni, minuta, dalla sguardo arcigno, capelli biondi severamente raccolti in uno chignon, uguale da tutto il tempo in cui lavorava per lui, non era una donna tenera, né comprensiva ed era la cosa peggiore dell’idea di andare a parlare con lui…perché doveva passare per forza attraverso lei. Che la squadrò dall’alto in basso non appena mise piede nella stanza. Lynn, da parte sua, ricambiò lo sguardo gelido.

Non aveva mai sopportato la gente che si presentava nell’ufficio del suo capo senza avere prima preso un appuntamento: lo considerava fondamentale. Lynn le si avvicinò e, visto che la ignorava, continuando a fare il suo lavoro, parlò per prima.

Buongiorno, signorina Wallace: dovrei parlare con il signor Williams…è urgente…”

I suoi movimenti si fermarono all’improvviso e, lentamente, alzò la testa, fino ad incontrare i suoi occhi…e a Lynn non piacque quello che ci vide riflesso.

Certo…lo immaginavo…e immagino anche che lei non abbia un appuntamento, dico bene, miss O’Danan?”

Dopo l’esperienza avuta con Buffy, aveva imparato il suo nome a memoria, avendola vista praticamente tutti i giorni nell’ufficio del suo capo. Anche se, adesso, lo pronunciava in modo più acido.

Fece un profondo respiro, cercando di tenere dentro l’ira e la frustrazione che quella donna le ispiravano.

In effetti, dice benissimo, miss Wallace…Ma è un’emergenza e per definizione, un’emergenza è un avvenimento che non ti lascia il tempo di prendere appuntamenti! Quindi mi faccia il piacere e chiami subito il signor Williams!”

Aveva fatto la voce grossa, anche se sapeva che non avrebbe funzionato: la signorina Wallace non era tipo da lasciarsi impressionare da qualcuno che alzava la voce…ed infatti, continuò a fissarla, senza dare segno di voler acconsentire alla sua richiesta.

Mi ascolti bene, signorina O’Danan: il signor Williams è molto impegnato, e lo sarà per tutto il giorno, per cui non potrà riceverla…ma se vuole prendere un appuntamento, sono sicura che fra qualche giorno riuscirà ad incontrarlo…”

Lynn la guardò rassegnata, e fece per andarsene quando, arrivata praticamente davanti alla porta, e notato che l’arpia aveva ripreso a fare il suo lavoro abbassando, così la guardia, corse alla porta dell’ufficio di Williams e vi entrò.

La Wallace scattò in piedi non appena notò l’inversione di marcia di Lynn e con la voce rotta dall’ira per essere stata giocata, le stava urlando di tornare immediatamente indietro, che non poteva, ma orami era troppo tardi. Il signor Williams stava fissando ad occhi sgranati Lynn che lo fronteggiava con aria spavalda e di chi sa che non può aspettare. Da parte sua, era rimasto seduto alla sua scrivania, con in mano un volume dall’aria molto polverosa: fu riportato alla realtà dalla voce della sua segretaria.

Mi scusi, signore, ma le avevo detto che non poteva riceverla….a quanto pare, la signorina O’ Danan sembra non aver capito le mie parole…o le ha volutamente ignorate”

Lui la guardò, dopo aver posato il libro. Prima lei poi Lynn.

Non si preoccupi, signorina Wallace…avrei comunque mandato a chiamare la signorina O’Danan: avevo bisogno di parlarle…quindi, può andare, grazie”

I suoi occhi si fecero come due fessure, e si spostarono da lui a Lynn che, dandole un ultimo sguardo, le voltò le spalle e si diresse a sedere su una delle poltrone davanti alla scrivania; in silenzio, li lasciò soli, a guardarsi per qualche secondo negli occhi.

Lynn avrebbe voluto parlare per prima, ma fu anticipata.

Credo di sapere perché è qui, signorina…e temo di non poter fare nulla per lei…o per la signorina Summers”

Cercando di trattenere la rabbia dentro di sé, parlò come se non le avesse detto niente, come se non fosse già convinto a non aiutarla.

Io, veramente, volevo chiederle se era possibile leggere il libro della profezia: vorrei poter vedere gli scritti che dicono una tale…beh, insomma, che spiegano in cosa consiste questa profezia”

Brendon Williams si alzò dalla sua sedia, per andare a guardare oltre il vetro della finestra, da cui poteva vedere la giornata uggiosa che era appena cominciata.

Se tutte le persone là fuori sapessero cosa realmente si nasconde nel buio, ci sarebbe il panico…se veramente sapessero…Ma noi siamo qui apposta, dico bene?”

Si era voltato per porle l’ultima domanda: Lynn non sapeva bene dove voleva andare a parare, le sembrava che avesse cominciato un discorso giusto per evitare la sua richiesta.

Prima che potesse rispondergli, la bloccò con la mano, andando avanti lui a parlare.

Lo so che non voleva sentire questo, ma deve capire, non possiamo fare leggere libri del genere a tutti, ne va della sicurezza e del benessere del Consiglio…”

Lynn vide uno spiraglio nelle sue parole e, infervorata da ciò, si alzò per esporgli la sua idea.

Ma io non sto chiedendo che venga reso pubblico: sto solo chiedendo di avere la possibilità di leggerlo…Solo io e in qualsiasi posto lei desideri: anche in quest’ufficio e anche davanti a lei, se non si fida. Ma la prego, mi dia questa possibilità: le devo almeno questo, a Buffy…Mi ha salvato la vita, e più di una volta…”

Williams sospirò: era combattuto tra l’essere una persona comprensiva e uno dei massimi livelli del Consiglio…stati che era uno l’opposto dell’altro. Non poteva permettersi di essere umano…almeno, non troppo.

Deve giurare solennemente che non ne farà parola alcuna con chiunque…e lo potrà leggere solamente in mia presenza…a partire da adesso”

Si diresse nuovamente verso la sua scrivania e le porse il libro che aveva in mano quando era entrata così improvvisamente.

Lynn lo stava guardando con occhi sgranati: non si aspettava una collaborazione così dichiarata…aveva pensato di dover combattere molto di più per poter ottenere qualcosa.

Non disse niente, ma prese dalle sue mani il pesante volume, che iniziò subito ad osservare. Da fuori, pareva un comune testo antico, non aveva niente di particolare, anzi…La sua totale non appariscenza colpì molto Lynn. Aveva una copertina di pelle marrone, ormai logora in molte parti, ed era molto pesante, diversi chili, almeno.

Si accomodò sul piccolo divano che era posto di fianco all’entrata, su cui iniziò a sfogliarlo: era miniato a mano, in caratteri molto piccoli, e ogni tanto comparivano anche delle figure colorate, che subito fece fatica a riconoscere…vampiri!


Era raffigurata la Caccia, in tutte le sue accezioni.


Incuriosita, oltre che elettrizzata dalla possibilità di leggerlo, si perse nelle sue pagine, non accorgendosi che Williams aveva ripreso il suo lavoro, non prima però, di aver fatto portare del thè dalla signorina Wallace, con l’accordo di rinnovarlo ogni ora.


I primi capitoli erano più che altro introduttivi: chiarivano la figura della Cacciatrice e del suo ruolo nel mondo. Di come il Consiglio si fosse creato per dare un’organizzazione più razionale alle Prescelte, dar loro una base da cui partire per le loro cacce.

Il seguito si faceva più interessante: raccontava delle varie Cacciatrici, la loro storia e, soprattutto, la loro vita in questo ruolo che troppe volte aveva fatto sacrificare loro qualcosa di importante.


Come la famiglia.


Le relazioni.


O la propria vita.


Lynn stava per perdere la pazienza: iniziava a pensare che l’avesse presa in giro, dicendole che quello era il libro della profezia.

Finora, non aveva trovato nulla…

Fino a che voltò pagina.

Iniziava un capitolo nuovo, e nella prima pagina si trovava forse la più bella illustrazione che avesse finora visto.

Ritraeva una donna, armata e con alcuni strani segni in viso, che stringeva al petto un neonato. Intorno a sé, aveva raccolte alcune persone, uomini e donne, che le stavano vicine, tendendo le mani verso il bambino.

Lynn fu catturata dalle pagine seguenti l’illustrazione: spiegavano nei minimi particolari l’effetto – e le conseguenze – della gravidanza su di una Cacciatrice…Da quello che poteva leggere, si diceva che, quando avesse messo al mondo il primo figlio, aveva la possibilità di far ‘fluire’ il proprio potere in un cristallo richiamante – chiamato Luce della Conoscenza – che messo poi in contatto con alcune potenziali prescelte, farà fluire a sua volta il potere nel corpo di un’altra ragazza.

Lynn fu folgorata da questa rivelazione!

A quanto ne sapeva, lei come Buffy, il potere era e rimaneva della stessa Cacciatrice, dalla chiamata alla morte. Ma questo…

Faceva cadere un raggio di luce in quel momento così oscuro.


E faceva anche trarre delle conclusioni a cui mai sarebbe voluta arrivare.


E cioè che il Consiglio aveva messo in piedi la storia della Profezia per impedire di perdere Buffy, la migliore delle Cacciatrici finora esistite.

Realizzarlo, non solo a livello inconscio, le fece montare dentro una tale rabbia che si trattenne a stento di gettare il libro contro Williams che stava ancora seduto alla scrivania, intento a sbrigare alcune delle numerose pratiche che invadevano il suo tavolo.

Invece, finì di leggere il libro, ormai le mancavano sole poche pagine, dopodiché lo depose sul tavolino davanti a lei e si alzò, fino ad arrivare davanti alla scrivania.

Stando lì, immobile ed in silenzio, attirò presto l’attenzione i Williams, che sollevò gli occhi dalle sue carte.

Ah, vedo che ha finito di leggerlo…”

Già, e come potrà facilmente dedurre dalla mia espressione, non sono molto felice di quello che ho letto…Come avete potuto anche solo pensare di ingannare così Buffy?”

Williams la guardò, interrompendo la sua attività, indicandole la poltrona davanti a lui.

No, no che non mi siedo…sono troppo arrabbiata e troppo…disgustata dall’atteggiamento del Consiglio! Ma chi vi credete di essere per precludere così la vita e la felicità ad una persona?”

Lui sospirò, abbassando lo sguardo, ma con la chiara intenzione di rimanere seduto. Si appoggiò allo schienale ed incrociò le braccia, non distogliendo, neanche per un solo istante, i suoi occhi da quelli di lei.

Il Consiglio agisce sempre e solo per il bene comune, per il bene del mondo: deve sapere guardare oltre il singolo individuo, oltre i desideri di uno…Tutte le nostre scelte sono state fatte, ora come allora, pensando solo al bene della comunità…Se ne renderà conto anche lei…con il tempo…”

Lynn lo guardava sprezzante, come se solo ora avesse aperto gli occhi su una realtà che credeva perfetta...o per lo meno, giusta.


Beh, aveva fatto uno sbaglio.


Oh no, caro il mio signor Williams: io non me ne renderò mai conto, e sa perché? Perché sono un essere umano, con un cuore, che capisce questi desideri e ne ha il rispetto che meritano. Dopo tutto quello che una Cacciatrice fa per il mondo, per il bene della comunità come dice lei, chiedere di avere un figlio e la relativa normalità che esso comporta, non mi sembra chiedere troppo…anche perché non si estinguerebbe nulla, ma il ciclo ricomincerebbe…con un’altra ragazza”

A questo punto fece per andarsene, quando la voce di Williams la fece immobilizzare.

IMMOBILIA!”

Si alzò lentamente, per dirigersi verso di lei.

Miss O’Danan, perché mi ha costretto a fare questo? Mi deve credere, è l’ultima cosa che avrei voluto, ma lei non mi ha lasciato altra scelta…Capisce, non posso permettere che lei vada a riferire quanto ha scoperto alla nostra Cacciatrice migliore…eh no…proprio non posso…”

Lynn era immobilizzata, a pochi passi dalla porta, che stava fissando con occhi terrorizzati…Un sottile panico si era impadronito di lei: sentir parlare così il signor Williams le aveva fatto gelare il sangue nelle vene ed ora, che poteva anche vederlo, quella sensazione andò solo aumentando. Ora lui stava in piedi, dritto davanti a eli.

Non…non crederà davvero di…di potermi far dimenticare tutto così? Come…come se nulla fosse?”

Aveva fatto una terribile fatica a parlare, ma oltre al panico, un’altra sensazione andava crescendo dentro di lei: la rabbia!

Com’era stata stupida ed ingenua: era stata troppo contenta di poter leggere il libro per pensare anche solamente che il signor Williams volesse usarla per i suoi scopi…e quelli del Consiglio.

Williams sorrise, ma di un sorriso stanco, quasi triste, giurò Lynn…ma in quel momento, non era disposta ad assegnare ad un uomo come quello sensazioni così umane.

Mi complimento con lei, Lynn…posso chiamarla Lynn, non è vero?…Nessuno, finora, è mai riuscito a parlare una volta fermato da questo incantesimo…Un’altra sua dote interessante che andrà senz’altro ad unirsi alle altre nel suo curriculum”

Accigliandosi un poco, si diresse verso la sua scrivania, dove aprì un piccolo cassetto nascosto, dal quale estrasse un piccolo cristallo nero, che stava in una mano, ed un sacchetto logoro, ma dall’aspetto molto sinistro.

Pose il cristallo proprio davanti agli occhi di Lynn che, ora, non poteva non guardarlo.

OBLIVISCI ET VIVE!”

Gli occhi di Lynn si socchiusero e rimasero fissi sul cristallo, mentre la voce di Williams era il solo rumore che si potesse udire.

Ma ora veniamo a noi: lei non solo dimenticherà quanto scoperto sul libro, ma farà molto di più. Andrà dalla signorina Summers e la convincerà a rinunciare al bambino. Non mi importa come farà, e cosa dovrà fare, ma quel bambino non deve nascere!”

Un sogghigno maligno era andato a storpiare il suo viso, solitamente calmo e sereno: finita la frase, sembrò svanire anch’esso, lasciando il posto allo sconcerto di un uomo che era diventato tutto quello che non avrebbe mai voluto diventare, un manipolatore.

Ripose il cristallo e tornò a dedicare tutta la sua attenzione a Lynn.

Estrasse dal sacchetto un pizzico di polvere lucente, che sembrava brillare di luce propria, e alzò la mano, fino a raggiungere l’altezza del viso di Lynn.

Ora si risveglierà e saprà solo una cosa: che dovrà fare quello che le ho ordinato…LUX!”

Pronunciando quest’ultima parola, soffiò la polvere che aveva sul palmo della mano contro il viso della ragazza che, non appena fu cosparsa di questa polvere, riprese vita: Lynn sbatté gli occhi, diverse volte, per cercare di capire dove si trovasse. Quando vide Williams in piedi vicino a lei, gli fece un debole sorriso.

Io…mi scusi…ma stavo uscendo quando…quando, non so perché ma non l’ho fatto!”

Lui gli sorrise a sua volta e le porse la borsa.

Ma perché aveva dimenticato questa…tenga”

Grazie…non so proprio dove ho la testa, in questi giorni…”

Prese la borsa e uscì dall’ufficio, lasciando Williams a fissare la porta, chiedendosi se aveva fatto la cosa giusta.



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Angel fu svegliato dal campanello della porta. Per fortuna, Buffy non lo sentì, così poté continuare a dormire quel sonno un po’ agitato ma che era sempre meglio di niente.

Corse dabbasso e oltre la soglia c’erano Giles e Willow, con un’aria che non prometteva niente di buono.

Li fece entrare ed accomodare in cucina, dove voleva preparare del caffè per tutti. Avevano bisogno di tenersi svegli e pronti, a qualsiasi evenienza.

E mentre lo preparava, chiese se c’erano novità.

Fu Giles a rispondergli.

Purtroppo…purtroppo, temo di no. Vedi, quel libro è praticamente inesistente su ogni testo che abbiamo analizzato…Non esiste un solo accenno a…a riguardo…Niente. Direi che è frustrante, oltre che…che

doloroso. Mi dispiace, Angel…”

No, non deve: non è colpa vostra se non avete trovato niente…Speriamo di avere maggior fortuna con Lynn: dovrebbe chiamare questa sera per aggiornarci su quello che ha trovato…Ormai, ci resta soltanto lei, in cui sperare…”

Allora, è così? Non c’è modo di aggirare la profezia…”

Furono interrotti dall’arrivo di Buffy che, non sentita, si era affacciata alla porta. I loro sguardi furono tutti su di lei, tristi e addolorati: fu Willow a parlare per loro.

No, Buffy, non dire così…Solo perché non abbiamo trovato niente oggi, non significa che non troveremo niente domani…o dopodomani…Non bisogna arrendersi, giusto?”

Aveva cercato di avere un tono allegro e fiducioso, ma l’espressione dei suoi occhi tradiva i veri sentimenti che si celavano dentro il suo cuore e a Buffy non piacque affatto vedere ciò, perché assomigliava molto alla rassegnazione.

E poi…Dobbiamo ancora sentire Lynn: forse lei saprà indirizzarci sulla strada giusta per fare qualche scoperta che ci potrà sempre venire utile!”

Buffy non disse niente, ma avanzò verso Angel, fino a prendergli di mano la tazza di caffè che si era appena preparato.

Ne bevve un sorso, poi rivolse nuovamente la sua attenzione a tutti loro.

Sì, giusto…c’è ancora Lynn: speriamo che almeno lei abbia trovato qualcosa…Altrimenti, dovrete essere pronti a continuare le ricerche. Non mi darò per vinta così facilmente. E noi non rinunceremo alla nostra bambina così, senza prima lottare con tutte le nostre forze, dico bene?”

Alzò il suo sguardo verso Angel e quello che poté leggerci lo commosse profondamente: c’era tutta la volontà di una donna decisa e pronta a combattere anche con le unghie, se fosse stato necessario, per il bene della sua bimba.

Lui le sorrise, abbracciandola.

Certo, che dici bene. Non avranno vita facile”

Bevuto il caffè in silenzio, tutti tornarono alle loro occupazioni, con la promessa di vedersi la sera stessa a cena, in modo da esserci tutti quando Lynn avrebbe telefonato.



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Fu la giornata più lunga di tutte.

Per ognuno di loro.

Il signor Giles continuò a fare ricerche sui suoi libri, sfogliando ancora una volta quei testi che non gli avevano detto niente: sperava che, ad un secondo passaggio, avrebbe scoperto qualcosa che al primo gli era sfuggita.

Willow aveva lezione all’università con Tara: decise di andare lo stesso anche se con la mente era lontana mille miglia…Forse, concentrarsi su altre cose le avrebbe permesso, dopo, di vedere con più chiarezza su questa questione che tanto stava a cuore a tutti. In fondo, quando focalizzava per tanto tempo tutte le sue energie su di una cosa sola, non riusciva a vedere cose ovvie che, se solo fosse stata più riposata, avrebbe notato subito.

Angel, dal canto suo, restò tutto il giorno insieme a Buffy: visto che era molto inquieta, decisero di andare in palestra. Angel aveva i corsi da tenere e Buffy si sarebbe occupata di alcune pratiche che dovevano essere sbrigate già da diversi giorni. Quel giorno, la prima ora, c’era il corso dei principianti: era molto affollata, soprattutto da giovani ragazze e signore attempate…l’attività demoniaca di Sunnydale non era passata inosservata a nessuno e, ora che si apriva loro questa prospettiva, volevano imparare a difendersi, almeno avrebbero avuto una possibilità di scappare.

Dawn aveva insistito per andare con loro, promettendo a Buffy che avrebbe studiato lo stesso anche in palestra: quando furono là, tenne fede alla parola data e, solo dopo un’ora abbondante, fece una breve pausa per poter parlare un po’ con la sorella.

Ehi, sorellina, come va?”

Buffy tirò un profondo sospiro: aveva facilmente sbrigato le pratiche arretrate, per poi occuparsi di nuove iscrizioni.

Per ora, abbastanza bene: mi basta non pensare a quello che potrò scoprire, o non scoprire, questa sera…”

Aveva messo Dawn al corrente della profezia non appena era rientrata da scuola: subito dopo aver finito il suo triste racconto, era stata quasi soffocata dall’abbraccio di Dawn che, con le lacrime agli occhi, le aveva promesso che avrebbe difeso la sua nipotina con i denti e le unghie, e che nessuno gliela avrebbe portata via.

Era stata commossa dal suo comportamento, e dalle sue parole: anche adesso, poteva sentire la preoccupazione nella sua voce.

Beh, adesso non pensarci, però: piuttosto, parlami dei corsi…mi sembra che stiano andando bene, vero? Anche oggi sono tutti quanti pieni e le nuove iscrizioni andranno a riempire anche quelli dei prossimi giorni…”

Buffy fece un mezzo sorriso.

Sì, i corsi sono ormai tutti al completo…ma guarda, praticamente c’è tutta la popolazione femminile di Sunnydale…”

In effetti, la voce dell’avvenenza dell’istruttore si era sparsa veloce per la città ed ora, ogni donna o ragazza voleva vedere con i suoi occhi e dopo la visita di cortesia, si iscrivevano tutte!

Dawn guardò pensierosa la sorella che stava osservando silenziosamente i moduli con le foto che ogni iscritta aveva portato.

Poi, quando capì il motivo del cruccio di sua sorella, sorrise con un’espressione dolce e comprensiva allo stesso tempo.

Ma Buffy, non starai certo pensando quello che credo, vero?”

La stava fissando con gli occhi sgranati: non poteva credere che stesse pensando veramente quelle cose!


Era semplicemente assurdo!


Buffy non incontrò il suo sguardo, ma al contrario, lo volse dall’altra parte, cercando di fingersi occupata nel mettere a posto tutti i moduli, cosa che fece pensare a Dawn di aver colto nel segno.

E cosa starei pensando? Da quando sai leggere nel pensiero?”

Sicura del fatto suo, Dawn si fece più spavalda, ma sempre cauta nell’esporre le sue idee: ultimamente Buffy stava diventando sempre più permalosa e suscettibile…

Non bisogna certo saper leggere nel pensiero per capire cosa ti passa per la testa: tu pensi che Angel possa venire ‘distratto’ da tutte queste ragazze che vengono praticamente apposta qui, in palestra…Andiamo Buffy, lo sai che è praticamente impossibile! Angel ama te, solo te…come puoi pensare…”

Una cosa del genere?”

Erano trasalite tutte e due: non avevano né visto né sentito arrivare Angel; la lezione era appena finita e, ancora sudato, era venuto a vedere come stava Buffy. Non avrebbe voluto sentire quello che si stavano dicendo, ma era arrivato proprio in quel momento.

Aveva i loro sguardi rivolti su di lui, ma l’unica cosa che riusciva a vedere era l’espressione colpevole di Buffy: sapeva di aver pensato una cosa ingiusta, ma anche adesso, mentre i suoi occhi erano su di lei, non riusciva a pensare ad altro.

Dawn, per favore, puoi restare te al banco, per qualche minuto? Noi torniamo subito…”

Certo…”

Dawn fu felice di acconsentire alla richiesta di Angel e di togliersi da quell’impiccio: era imbarazzata di aver messo Buffy in quella situazione, ma forse era meglio così…se si chiarivano, non poteva che trarne giovamento.

Angel accompagnò Buffy nella piccola stanza sul retro del banco, dove c’era un piccolo schedario e una scrivania con un computer. Buffy restò accanto alla porta che Angel richiuse non appena furono entrati: gli si parò davanti, a pochi centimetri, tanto che lei poté sentire il profumo della sua pelle sudata…ne fu quasi travolta quando la sua voce la riportò alla realtà.

Tu davvero pensi questo di me?”

Non alzò gli occhi verso quelli di lui, che sentiva fissi su di sé, ma restò a guardarsi le mani.

Angel, questo non è davvero il mio momento migliore…insomma, qui ci sono praticamente tutte le ragazze della città…”

Non rispose subito: restò immobile davanti a lei, poi con una mano, le alzò il mento fino a che i loro occhi si incontrarono. Con gli occhi lucidi di lacrime, Buffy continuò a parlare: anche se si rendeva conto che erano sciocchezze, ora, quelle sciocchezze, le rendevano la vita un inferno…come se la faccenda della profezia non gliela avesse già complicata abbastanza.

Non devo certo dirtelo io…guardami: sto ingrassando a vista d’occhio, giorno dopo giorno mi sto allontanando dalla Buffy di cui ti sei innamorato…”

Con l’altra mano, le asciugò le lacrime che avevano cominciato a scendere dai suoi occhi: un sorriso ora gli illuminava il viso, che vedeva solo lei…


Che amava solo lei…

Ma, forse, avrebbe dovuto ricordarglielo.


Io mi sono innamorato di te, di come sei dentro, e non certo di come appari…per me, potresti pesare anche due o tre volte tanto e il mio amore per te non cambierebbe…Mai, in nessuna occasione…Io non potrei mai neanche guardare nessun’altra come guardo te, figuriamoci amarla, Buffy…di questo devi essere certa…”

Lei lo guardò per qualche istante, poi lo abbracciò, affondando il viso nel suo petto.

Oddio, scusami…io non so che mi è preso…E’ solo che in questo periodo, ed ogni giorno che passa, mi sento – mi vedo - sempre più terribile…”

Lui non le disse niente: aveva letto che i primi mesi di gravidanza potevano far sentire le donne…beh, strane. Si limitò ad abbracciarla forte, e a sussurrarle parole dolci, sperando di avere effetto sulla sua ansia.

Shhh…non ti devi scusare…Sai, ho letto che è normale per le mammine ai primi mesi essere preda di terribili allucinazioni…”

Le sorrise, perdendosi nei suoi occhi.

Buffy, io ti amo e amo la tua pancia e amo quello che contiene…Amo tutto di te”

Lei si sciolse dalle sue braccia e lo guardò, tenendogli il viso tra le sue mani. Gli sorrideva, fissandolo con occhi ricolmi d’amore.

Ti ho mai detto di non dare mai ascolto alle farneticazioni di una ragazza incinta? E stressata, per di più?”

Lui si abbassò leggermente, fino a baciare le sue labbra…dolcemente, lievemente, come un petalo di rosa, le sue labbra le accolsero come se fossero una parte mancante di sé.

Uhm…Vorrei fosse già stasera: non so se riuscirò a resistere e a conservare la mia sanità mentale fino a quando sentiremo Lynn…Oddio, e se anche lei non…”

Lui la zittì con due dita, posandogliele lievemente sulla bocca.

Non pensarci: è inutile crogiolarsi nell’ansia…Cerca di tenerti occupata fino a quell’ora…e se non hai niente da fare, potrei sempre pensarci io…”

La abbracciò ancora più forte, guardandola con uno sguardo pieno di passione che fece colorare di rosso le sue guance: lei si alzò in punta di piedi per dargli un bacio.

Che proposta allettante…ma se non sbaglio, hai due corsi nel pomeriggio: non vorrai per caso deludere tutte quelle ragazze, vero?”

Ehi, ma io pensavo che tu…”

Sorrise, guardandolo divertita.

Sì, lo so…ma ho capito e non voglio che trascuri la tua attività per le mie ansie da gravidanza…So che mi ami e questo è quanto. Non mi importa altro: potrebbe anche esserci miss universo alla tua lezione ed io sarei tranquillissima…Quindi, vai e non pensare a me…”

Le accarezzò il viso, scuotendo leggermente la testa.

Neanche se mi impegnassi ci riuscirei…ma andrò lo stesso, cercando di non sentire troppo la tua mancanza”

Con un ultimo bacio, si divisero, andando ognuno alle proprie attività: Angel andò alla lezione seguente, mentre Buffy raggiunse Dawn al banco. Quando la vide arrivare con un luminoso sorriso stampato in viso, fu altrettanto raggiante e andò ad abbracciarla.

Deduco che Angel è riuscito a toglierti ogni dubbio che avevi, vero?”

Buffy annuì: in fondo, era anche grazie alla sua sorellina se era riuscita a superare questo piccolo momento che, però, per lei rappresentava motivo di vero sconforto.

Sì, deduci bene…ma non pensare che, per questo, io mi dimentichi che tu devi fare i compiti!”

Con un brontolio non troppo evidente, Dawn si rifugiò nel retro per adempiere ai suoi doveri scolastici, mentre Buffy sbrigava le ultime faccende burocratiche per la palestra.



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La giornata, in qualche modo, passò per tutti.

Quando si ritrovarono a casa di Buffy ed Angel per la cena, si meravigliarono di aver passato tutte quelle ore di attesa.

Arrivarono prima Willow e Tara: portarono alcuni testi su cui avevano trovato un accenno, molto vago, ad una profezia riguardante le Cacciatrici. Diceva che, se avverata, poteva portare un grande cambiamento alla sua vita. Avevano pensato che era sempre un inizio e che forse Lynn avrebbe saputo dir loro qualcosa a riguardo.

Appena lo dissero agli altri, Buffy si illuminò, anche se, a parole, diceva di non credere troppo ad un accenno così vago.

Dopo una decina di minuti arrivò anche Giles.

Si erano appena seduti a tavola, quando il telefono squillò: se già prima pensavano di non riuscire a mangiare neanche un boccone, quando squillò li fece trasalire tutti quanti, e i loro stomaci si chiusero definitivamente.

Angel fece per alzarsi, ma Buffy lo fermò con una mano.

No, vado io…devo parlarle io, altrimenti impazzirò…”

Si alzò e andò a sollevare la cornetta.

Dopo un primo scambio di saluti, disse a Lynn che l’avrebbe messa in vivavoce, in modo che tutti potessero sentire quello che aveva da dire.

Ok, Lynn…ora ti sentono tutti: parla pure…”

Sentirono chiaramente un sospiro, poi la voce squillante della ragazza.

Bene…Ho letto il testo originale e, purtroppo, non sono riuscita a scoprire molto di più di quello che già sapevate…La profezia dice che la figlia della Cacciatrice dovrà essere affidata al Consiglio, per il bene del mondo…Mi dispiace, Buffy…Non sono stata di molto aiuto, ma ho avuto un’idea che, forse, potrà ridarti il sorriso…Ho prenotato un biglietto per l’aereo diretto in America che parte da Londra fra…due ore esatte!”

Buffy sgranò gli occhi e guardò gli altri, che stavano chi sorridendo chi sgranando gli occhi a sua volta.

Lynn, ma è fantastico! Con te qui, sono sicura che riusciremo a trovare uno spiraglio utile, in modo da aggirare la profezia!”

Bene, allora…Ci vediamo all’aeroporto alle sei, se non porterà ritardo…Non vedo l’ora di riabbracciarvi! A più tardi allora!”

Lynn riattaccò e così Buffy: ora si sentiva un po’ più ottimista…Averla vicina avrebbe significato molto per lei, e sperava che desse un impulso positivo a tutta la faccenda.


La cena passò veloce: tutti avevano qualche idea su come impiegare quella mente in più che presto si sarebbe aggiunta alla gang. Giles era molto ansioso di conoscerla, visto che Buffy ne aveva parlato molto bene: in più, era da molto tempo che non incontrava qualcuno proveniente dal Consiglio che fosse stimolante…Sarebbe stata un’occasione da non perdere.

Nell’attesa, aveva deciso di cercare di andare più a fondo a proposito dell’accenno che avevano trovato Will e Tara: ora che aveva un punto di partenza, sperava di riuscire ad indirizzare le sue ricerche in modo più proficuo. Avevano un nome: l’autore del libro su cui avevano trovato l’accenno, infatti, era un autore semi sconosciuto ai più, ma noto a Giles; quando era nel Consiglio, aveva avuto l’opportunità di studiare da un suo testo, pezzo unico, conservato nella biblioteca speciale, dove venivano conservati tutte le opere più preziose e rare.

Pavel Draka era un appassionato di vampiri, e delle Cacciatrici in particolare: durante la sua vita, lunga quasi un secolo, aveva avuto modo di venire in contatto con ben tre diverse Cacciatrici e, frutto di queste conoscenze, ne era venuto fuori un trattato molto particolareggiato sugli usi e le abitudini delle Prescelte in quegli anni bui…E in quel testo, Giles ricordava che veniva citato un fato che – se realizzato – avrebbe cambiato definitivamente la loro vita.

Solo ora se ne era ricordato e, folgorato da questo ricordo, cercò qualsiasi riferimento all’autore nei suoi libri…Era da poco tornato a casa, quando, perso tra i volumi nel suo studio, trovò una traccia interessante, ma controversa rispetto a quanto sapevano già.


‘…Le gravidanze delle Cacciatrici sono sempre state combattute dal Consiglio: loro volontà era che esse non procreassero mai. Quando ciò avveniva ugualmente, i figli venivano allontanati a forza dalle braccia delle madri, che continuavano la loro vita ignorando l’esistenza dei figli…La volontà del Consiglio prevale su tutto. E tutti’


Giles si tolse gli occhiali, per massaggiarsi le tempie: non riusciva a capire…a quanto gli aveva detto Williams, le figlie delle Cacciatrici erano di ‘ proprietà’ del Consiglio per il potere che rappresentavano.

Certamente, era un punto che avrebbero dovuto chiarire con Lynn, quando fosse arrivata.



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Buffy si era sdraiata a riposare sul divano, con la testa sulle ginocchia di Angel…Dawn anche si era addormentata sulla poltrona vicino a loro. Prima di addormentarsi, avevano parlato un po’ delle possibilità che avrebbero avuto se non avessero trovato nulla a cui appellarsi…Dopo un po’, Buffy fu molto preoccupata.

Angel, cosa faremo? Non possiamo sparire nel nulla, come se nulla fosse…Insomma, e Dawn, come farebbe? Non possiamo costringere né lei né la nostra bimba ad una vita di fuga, perennemente a nascondersi…”

Angel aveva sospirato: anche se davanti a lei si mostrava sempre ottimista e positivo, nel suo io più profondo era attanagliato da un angoscia pari a quella di Buffy. Sapeva che lei aveva ragione, non potevano semplicemente fuggire. Dovevano per forza trovare qualcosa che permettesse loro di vivere normalmente.

No, certo…e non lo faremo. Non ce ne sarà bisogno, vedrai: troveremo qualcosa che ci aiuterà a risolvere anche questo. Ora dormi un po’, devi riposare…”

Hai ragione…ma è così difficile…”

Nonostante i pensieri, nonostante la preoccupazione, piombò in un sonno pesante, leggermente agitato, che però le portò un po’ di ristoro. Anche Angel, dopo aver vegliato su di lei per alcune ore, cadde preda della stanchezza.

Tutti e tre furono svegliati dalla rumore della sveglia che Dawn aveva puntato sulle cinque e un quarto, in modo da avere tutto il tempo di prepararsi per andare a prendere Lynn all’aeroporto.


CAPITOLO XII



L’aereo arrivò con una mezz’ora di ritardo: Buffy diventò nervosa come poche altre volte in vita sua…Non riusciva più a sopportare quell’attesa snervante.

Forse, la ragazza che li avrebbe aiutati a venire fuori anche da questa situazione era lì, sul cielo della sua città, e l’aereo non si decideva ad atterrare.

Inutilmente, Angel e Dawn cercarono di distrarla: i suoi pensieri erano focalizzati sempre e solo sull’amica che non arrivava ancora.

Finalmente, l’altoparlante annunciò l’imminente atterraggio del volo proveniente da Londra, e l’uscita dei passeggeri dal cancello numero tre.

Era ora…andiamo!”

Buffy non stette ad aspettare, ma si diresse verso l’uscita.

Quando furono tutti e tre davanti, bene in vista, dovettero aspettare solamente un quarto d’ora affinché i passeggeri iniziassero ad uscire.

Lynn fu tra gli ultimi…ma non appena varcò il cancello d’ingresso, si sentì chiamare da una voce che conosceva bene…non poteva certo dimenticare la voce della ragazza che le aveva fatto aprire gli occhi su molte cose.

Lynn…siamo qui! Lynn…”

Si diresse immediatamente verso di loro, e fu travolta dall’abbraccio di Buffy che non era riuscita a d aspettare oltre.

Oddio, come sono felice di vederti, Lynn…Sapessi cosa significa questo per me…Grazie di essere venuta”

Ricambiò l’abbraccio, e l’affetto, e scioltasi dalle sue braccia, salutò anche Angel. Vedendo l’espressione di Dawn, Buffy la presentò all’amica.

Lynn, questa è la mia sorellina, Dawn… Dawn lei è Lynn”

Buffy, non mi avevi detto di avere una sorella così carina…Piacere, spero che diventeremo amiche, presto come lo siamo diventate io e Buffy”

Dawn l’abbracciò, spiazzandola.

Non ho dubbi a riguardo…Dopo tutto quello che Buffy mi ha raccontato di te, non vedo l’ora di conoscerti meglio!”

Lynn sorrise, compiaciuta di questo benvenuto così affettuoso.

Bene…Allora, andiamo?”

Buffy guidò l’intero gruppetto verso l’automobile, parcheggiata subito fuori l’aeroporto: il viaggio di ritorno passò molto velocemente, mentre Lynn li aggiornava nei suoi progressi nello studio…Ormai, le mancava solamente le tesi per diventare Osservatrice.

Wow…certo che non sei per niente noiosa o petulante, per essere un’Osservatrice…Sai, noi siamo abituati diversamente…”

Dawn! Il signor Giles non è petulante né noioso…Beh, forse a volte…”

Buffy stava ridendo: in effetti, quando voleva Giles sapeva essere snervante. Ad Angel fece un piacere immenso vedere Buffy allegra e ancora di più, fu felice di sentire di nuovo la sua risata: ultimamente, era una merce molto rara.

Comunque, lui e le ragazze ci raggiungeranno a casa verso le otto: giusto il tempo di fare colazione e potrai aggiornarci…Decideremo anche la strategia da seguire…”

Arrivarono presto a casa: una volta portati i bagagli di Lynn nella camera degli ospiti, fecero una colazione durante la quale la ragazza volle essere messa al corrente della situazione di Buffy e della bambina…Fu felice di sapere che le cose stavano procedendo bene e che la palestra di Angel stava avendo il successo che si meritava.

Non avevo dubbi a riguardo…Con un istruttore così, mi iscriverei al volo pure io!”

Ah, hai capito le amiche…Vatti a fidare!”

Lynn rise, cosa che fece anche Buffy.

Ma io dicevo così, giusto per dire…In Inghilterra non ci sono istruttori così: dovresti vedere chi c’è ai corsi del Consiglio….Un vero mostro!”

Ma certo…Non possono correre il rischio che vi distraiate…altrimenti, poi, chi preparerebbe le Cacciatrici?”

Dawn stava facendo onore alla colazione: il ritrovato entusiasmo della sorella le aveva fatto venire appetito, anche perché Buffy le aveva permesso di restare a casa, quel giorno, in modo che anche lei potesse partecipare alla riunione con Lynn.

Furono interrotti dal campanello, che preannunciava l’arrivo degli altri: dopo le presentazioni, si riunirono tutti in soggiorno, dove Lynn raccontò di nuovo a tutti quello che aveva scoperto nel testo della profezia, che Williams le aveva fatto leggere.

E così, non ha fatto storie per fartelo leggere? Molto strano…al telefono non sembrava essere così ben disposto ad aiutarci…”

A Buffy era sembrato strano fin da quando glielo aveva accennato al telefono, ed anche ora la cosa non le tornava. Ma, d’altra parte, non sapeva mai cosa aspettarsi dalle persone.

Sai, gli ho parlato un’altra volta, dopo la tua telefonata e, nel frattempo, deve essersi convinto che era la cosa migliore da fare…Comunque, non mi è stato molto d’aiuto. La profezia non lascia scampo, purtroppo: quello che ha detto è vero. Vostra figlia apparterrà al Consiglio, subito dopo nata…Per questo, sono stata incaricata io di…assisterti”

Buffy ed Angel rimasero basiti: non si sarebbero aspettati niente del genere…Proprio lei, che li aveva così aiutati a Dublino, proprio lei che era così amica diceva quelle cose!

Come…come sarebbe, assistermi? Che vuoi dire, Lynn?”

Voglio dire che, se non riusciremo a trovare una scappatoia, sarò io ad occuparmi della bimba…”


Forse, aveva esagerato: non doveva scoprire troppo le carte, almeno, non ancora.

Cercò di rimediare…


Buffy, non sto dicendo che non vi aiuterò, anzi…dico solo che SE non troveremo niente, ci penserò io”

Buffy continuava a stare in silenzio, con l’espressione estremamente preoccupata: non le era piaciuto sentire quello che aveva appena detto la sua amica…e ad esternare i suoi pensieri, ci pensò Angel.

Lynn, tu non capisci…noi non rinunceremo mai alla bimba, in nessun caso…anche se non troveremo niente, non sarà mai del Consiglio! E mi stupisce che proprio tu abbia questo compito…pensavo…pensavamo che almeno tu capissi e ci appoggiassi…”

Lynn si alzò dal divano dove era seduta insieme a loro due, e avanzò verso il caminetto, mentre anche gli sguardi degli altri erano fissi su di lei…Li poteva sentire sulle spalle.

Ma io vi capisco, più di quanto pensiate…ma capisco anche una cosa: avremo la possibilità di sconfiggere il Male, i demoni che devastano le città, che uccidono la gente…E tutto questo grazie ad una persona sola: senza inutili spargimenti di sangue o violenza gratuita…Sarebbe un grande passo avanti…”

Sì, ma a che prezzo?”

Giles aveva preso la parola: pensava che fosse il momento di mettere fine a questo discorso che, chiaramente, dava tanto dolore a Buffy…che aveva gli occhi lucidi e un’espressione che, più di mille parole, descriveva i suoi sentimenti.

Lynn volse il suo sguardo verso l’uomo, che continuò a parlare.

Sarebbe il momento di mettere da parte il bene di tutti, per pensare e preservare il futuro di una bimba che deve ancora nascere: mi sembra la cosa più sensata…quindi, se non ci sono obiezioni, direi che possiamo cominciare a mettere a confronto i vari testi…”

Sì, noi abbiamo portato quello da cui abbiamo trovato quell’accenno di cui vi parlavamo…”

Will e Tara si erano fatte avanti, portando con sé il volume in questione: con Giles si misero sul tavolo, per sfogliarlo e ci misero vicino un altro testo, dove si faceva riferimento al testo di Draka che Giles ricordava di aver letto in gioventù. Anche Angel si avvicinò al tavolo, seguito a ruota da Buffy, Lynn e Dawn.

Dunque…dunque, qui c’è il riferimento…Un evento potrà cambiare definitivamente la vita di una Prescelta, evento che porterà gioia e dolore, ma solo chi ama veramente e chi ha fede saprà fare la scelta giusta affinché la gioia prevalga…”

Giles era rimasto un attimo pensieroso, con gli occhiali in mano mentre puliva le lenti, cercava di mettere a fuoco i pensieri.

Se…se quello che dice è vero, ed è presumibile che lo sia, allora potrebbe esserci…sì, esserci qualche mezzo per aggirare la profezia, perché – sino ad ora – non vedo gioia, ma solo dolore…”

Allora, dobbiamo solo metterci al lavoro…”

Willow aveva assunto un’espressione decisa, con un sorriso smagliante che aveva contagiato chi le stava accanto. Solo Buffy non riusciva a sorridere.

Will se ne accorse e le andò vicino.

Non disperare, Buffy, vedrai…riusciremo a trovare qualcosa, è solo questione di tempo…Abbi fiducia…”

Le sorrise, grata dell’appoggio e della fiducia che cercava di infonderle….Sapeva che aveva ragione.

Giusto, giusto…Will, grazie, sei un tesoro”

Ehi, a che servono le amiche, se no?”

Contenta per averla fatta sorridere di nuovo, la prese sottobraccio e la fece sedere vicino a sé, davanti a due pesanti volumi polverosi che provenivano direttamente dalla raccolta privata del signor Giles.


Alcune ore passarono nella ricerca più totale.

Il tempo fu presto dimenticato: ognuno aveva sfogliato i volumi, prendendo appunti e paragonando i vari accenni che venivano trovati strada facendo.

Anche il ricordo di Giles venne preso in considerazione: ne trovarono pure un vago riferimento sul volume che Tara aveva trovato in fondo ad uno scaffale del Magic Box. Ma niente di tutto quello che riuscirono a mettere insieme quella mattina, fece ben sperare.

Nessuno voleva dirlo ad alta voce, ma dalle loro espressioni si capiva benissimo che stavano per disperare di trovare qualcosa di utile.

Che ne dite se preparassi qualcosa per pranzo?”

Buffy non aspettò le loro risposte, ma si diresse in cucina, quasi di corsa.

Tutti si guardarono negli occhi, restando in un silenzio imbarazzato: era chiaro che si stavano sentendo inutili, e non potevano farci niente…e cosa ancora peggiore, Buffy più di tutti ne sentiva il peso. Angel andò vicino a Dawn, cercando di confortarla: la ragazza era molto partecipe alla situazione che stavano vivendo lui e Buffy e aveva abbassato lo sguardo, non appena la sorella aveva oltrepassato la soglia…odiava vederla così e sapere di non poter migliorare il suo stato la faceva stare ancora peggio.

Stai tranquilla…troveremo qualcosa e allora, il sorriso le tornerà…”

Dawn non lo guardò negli occhi ma, sempre fissando la porta dietro la quale era sparita Buffy, pronunciò delle parole che non avrebbe mai voluto dire.

Sì, ma…e se non ci fosse niente? Insomma, lo vedi: finora niente, il vuoto più assoluto…e ci siamo tutti a fare ricerche…eppure non serve a niente. Ho paura che, prima o poi, dovremo affrontare una realtà che nessuno avrebbe mai voluto…”

Solo quando restò in silenzio volse il suo sguardo verso quello di lui: e non era lo sguardo di una ragazzina di sedici anni, ma di una giovane donna addolorata per la sorte della amata sorella.

Angel ne fu intenerito e allo stesso tempo, toccato perché, in un angolo remoto del suo io, sapeva che Dawn poteva avere ragione.

Per quanto odiasse se stesso per dover ammettere una cosa del genere, non vedeva altre strade.

A meno che…

Dawn cambiò istantaneamente espressione quando vide gli occhi di Angel illuminarsi.

Ehi, che succede? Ti è venuto in mente qualche volume che ancora non abbiamo visto? Qualche posto in cui cercare?”

Angel la guardò, sorridente e stranamente sereno.

No, nessun libro ma delle…persone”

Detto questo sparì dietro la stessa porta dietro la cui era sparita Buffy, lasciandola nel dubbio e nella curiosità.


Appena si era avvicinato alla cucina, la loro presenza lo travolse.

Li poteva sentire chiaramente tutti e due, ma più di ogni altra cosa, lo colpì il dolore e la frustrazione di Buffy…Peggio di un macigno, appesantiva il suo cuore e la sua vita.

La vide intenta a pulire delle verdure, con la schiena rivolta alla porta, ma nonostante questo, non fece in tempo a parlarle che lei lo fece per prima.

Avete così fame che sei venuto a controllare come mai la cuoca ci mette così tanto?”

Lui ignorò le sue parole, debole tentativo di fingere che non ci fosse tutto quel dolore…tutta quella tristezza…

Buffy, con me non devi fingere…”

Lo so, ma è più facile, ignorare tutto, tutto questo devastante senso di perdita che si fa sempre più forte dentro di me…anche se non è ancora…non è ancora…”

Non riuscì a finire di lavare l’insalata che aveva nel lavello, perché un pianto incontrollato le fece interrompere ogni attività: Angel vide le sue spalle tremare, e in un attimo le fu accanto, abbracciandola e lasciandola libera di sfogarsi.

Solo il cielo sapeva se ne aveva bisogno.


Nessuno dei due disse più niente, ma lasciarono che il pianto si estinguesse da solo. E infatti, dopo pochi minuti, si calmò, dandole di nuovo la possibilità di parlare.

Capisci? Se fingo che tutto vada bene, è più semplice…Perché quando penso a come vanno realmente le cose, allora, non so veramente cosa potremo fare…”

Angel la guardò, e le asciugò le ultime lacrime che stavano scendendo dai suoi occhi. Anche se ci provò, non riuscì a sorriderle: anche lui era gravato da questa dura realtà.

Lo so…lo so bene, anche per me è così…Ma di una cosa sono certo: faremo solo quello che sarà più giusto”

E’ proprio questo che mi preoccupa: per CHI sarà giusto, Angel? Per il Consiglio, per il mondo o per noi e la nostra bimba?”

Lui la guardò con un’espressione intensa, e stranamente fiduciosa, tanto da sollevare la curiosità di Buffy, che fu presto esaudita.

Questo non te lo so dire, ma forse c’è un modo per sapere qualcosa di più…Mi è venuto in mente che potremo chiedere agli Oracoli”

Buffy corrugò lievemente le sopracciglia: anche se, all’inizio, le aveva aperto uno spiraglio nel buio che ora c’era nel suo cuore, non appena aveva nominato quel nome le era venuta la pelle d’oca.

Ma, Angel…Non fanno mai niente per niente: anche se dovessero dirci qualcosa, chi ci assicura che sia la verità e che non abbia ritorsioni?”

Angel si sciolse dall’abbraccio e andò ad appoggiarsi al bancone.

Buffy ragiona…dobbiamo tentare: non posso dirti che non porterà ritorsioni, ma noi chiederemo solo se c’è una via d’uscita, un modo per aggirare la profezia, non chiederemo di cambiare niente…Che ne dici?”

La guardava fiducioso, sapendo bene che anche lei aveva realizzato che era l’unica via per poter scoprire qualcosa.

Non mi piace, non mi piace per niente, ma temo che sia la nostra unica scelta…Quando partiamo?”

Ma sei sicura che sia un bene per te viaggiare?”

Lo squadrò per un breve attimo, poi gli si avvicinò fino ad essere a pochi centimetri da lui: lo fissava negli occhi con un’espressione quasi dura…se solo avesse potuto esserlo.

Non pensare nemmeno di andare da solo: dovunque andrai per questa faccenda, io sarò con te. Non si pone nemmeno, la questione…capito?”

Le sorrise: gli faceva piacere vederla così decisa, era sempre meglio dell’apatia e dello sconforto che avevano avuto la meglio in questi ultimi giorni.

Capito. Andiamo a dirlo agli altri”


Gli Oracoli? Ma siete sicuri che sia la soluzione giusta? Voglio dire, non mi pare che siano la migliore delle fonti…o la più affidabile…”

Willow era molto turbata: dai racconti che Angel aveva fatto loro, non era stata colpita favorevolmente da queste figure così enigmatiche…sembrava esistessero per aggirare le richieste di chi gli si presentava davanti.

Lo so, Will, e condividiamo questa tua opinione…ma è l’unica maniera per poter sapere se c’è davvero un modo per aggirare la profezia…Credimi, non piace nemmeno a me, l’idea, ma Angel ha ragione: ci restano solo loro”

Secondo me, ha ragione Willow…è inutile andare fino dagli Oracoli…non dicono mai quello che si vuole sapere, danno sempre accenni vaghi e, penso, che di questi ne abbiamo più che a sufficienza!”

Con grande sorpresa di Buffy, Lynn aveva espresso un’opinione totalmente contraria a quello che si sarebbe aspettata.

Ma, Lynn, io credevo che tu capissi quanto vogliamo riuscire a trovare…”

Una scappatoia, sì, ho capito! Ma non è questo il modo!”

Non le era piaciuto il suo tono: sembrava quasi che non volesse che trovassero alcunché…ma no, non poteva essere, sicuramente, sarà stato l’effetto della stanchezza accumulata nei giorni precedenti.

E allora quale? Se non te ne sei accorta, tutte le nostre ricerche, i nostri sforzi non hanno portato a nulla e proprio non so cos’altro potremmo fare, qui a Sunnydale!”

Buffy si era arrabbiata: sentirsi osteggiata da una persona che aveva ritenuto vicina e dalla sua parte, le fece più male di quello che avrebbe voluto ammettere.

Ragazze, ragazze…state calme, non c’è bisogno di agitarsi…”

Giles aveva provato a distendere la situazione, che si stava facendo più calda ad ogni momento che passava.

Ma lo sguardo furibondo di Buffy, lo fece tornare sui suoi passi.

E lei non mi venga a dire che non c’è motivo di agitarsi! Perderemo la nostra bambina, senza neanche averla mai vista, senza averle potuto dire quanto l’amiamo…non le sembra forse abbastanza?”

Angel aveva posato una mano sulla spalla di Buffy: poteva capire i suoi sentimenti – erano uguali ai suoi – ma gli pareva ingiusto attaccare così Giles solo perché aveva provato a tenere calmi gli animi…e Buffy si accorse di aver esagerato, perché si calmò all’istante e guardò negli occhi Giles.

Mi scusi…io…non volevo dirle quelle cose, mi dispiace, ma è che è così…così…doloroso…”

Buffy, non ti devi scusare di nulla: a me spiace solo di non poter fare niente, ma se volete vi accompagnerò a Los Angeles…ad incontrare gli Oracoli”

Le aveva sorriso: aveva capito che non aveva voluto attaccarlo ma era stata solamente una reazione esagerata allo stress serbato.

Lei ricambiò il sorriso, mentre fu Angel a rispondergli.

Grazie, ma non credo che sarà necessario: invece, potrà aiutarci in un altro modo…gli Oracoli gradiscono un dono per la ‘visita’, meglio se un oggetto antico e prezioso. Può aiutarci a trovare qualcosa che corrisponda a questa descrizione?”

Giles spalancò gli occhi e si rimise gli occhiali, che si era tolto cercando di placare le due ragazze.

Ma certo! Certo! Credo di avere proprio quello che fa per voi: a casa conservo una edizione originale del diario di Liberius, che per primo, tenne un diario di una Cacciatrice…Direi…sì, direi che fa al caso vostro”

Buffy gli si avvicinò.

Ma non deve, è un peccato…”

Cosa? Usarlo per aiutare chi ho così a cuore? No, Buffy, permettimi almeno di fare questo…Non ci metterò molto ad andarlo a prendere”

Lo guardò, sorridente e riconoscente. Annuì, in silenzio, temendo che l’emozione fosse troppa per pronunciare una sola parola.

Fu così che Giles uscì da casa Summers.

Coloro che rimasero, ultimarono i preparativi per il viaggio che avrebbe condotto Buffy ed Angel a L.A. il giorno seguente: non volevano perdere altro tempo prezioso.

Lynn rimase in un angolo, seria e corrucciata: non andava bene…per i suoi piani, questo poteva rappresentare un ostacolo.

Ma prima di agire, pensò di consultarsi con Williams.

Buffy, ti dispiace se faccio una telefonata?”

Si rese conto che non si erano ancora chiarite dopo il piccolo scontro di prima: ma Buffy le si avvicinò, con un’espressione imperscrutabile.

Certo, Lynn…solo perché non la pensi come noi, non vuol dire che non sei la benvenuta qui…fai come se fossi a casa tua”

In fondo, anche se l’aveva spiazzata con quella reazione, era sempre la Lynn che l’aveva aiutata così tanto in Irlanda e che per lei aveva messo a rischio la propria vita.

Grazie…”

La freddezza con cui le rispose, la ferì, ma ora doveva focalizzare tutte le sue energie sull’incontro con gli Oracoli…avrebbe pensato dopo a sistemare le cose con Lynn, che andò nell’altra stanza a fare la sua chiamata.


Si chiuse la porta alle spalle, in modo da non farsi sentire da nessuno, nemmeno per sbaglio. Si sedette vicino al telefono a compose il numero, che la collegò direttamente con il suo ‘mandante’.

Signor Williams…Buonasera, sono Lynn O’Danan. Mi dispiace disturbarla, ma ho un problema…”

Non si preoccupi, signorina: ha fatto bene a chiamarmi. Mi dica…e spero che non sia niente di irrimediabile”

La sua voce suonava profonda e calma, come se si fosse rassegnato ad avere la parte del ‘cattivo’, manipolatore di persone innocenti.

Lynn gli spiegò la situazione e la decisione che Buffy ed Angel avevano preso. L’uomo restò in silenzio per alcuni secondi, valutando il caso: non gli piaceva quello che gli aveva appena detto. Anche se era vero che gli Oracoli non dicevano le cosa chiaramente, era anche vero che non potevano mentire e che sapevano la verità.

E questo, non gli piaceva. Per niente.

Dobbiamo valutare bene le cose: se ci esponiamo troppo, rischiamo di farla scoprire, ma del resto, se non facciamo niente, scopriranno come stanno veramente le cose: Quindi, direi che sarebbe opportuno che lei impedisse ai due ragazzi di partire per Los Angeles, in qualsiasi modo lei ritenga necessario. A mali estremi, estremi rimedi…e mi avverta, quando avrà svolto questo compito”

D’accordo. Grazie”

Riattaccò, con l’animo in subbuglio…


Non sapeva perché ma le sembrava sbagliato fare quello che le aveva appena detto...


Sensazione, questa, che durò pochi istanti: mentre raggiungeva gli altri, elaborò un piano che le consentisse di svolgere il suo compito, velocemente ed efficacemente.

Pensò di non opporre altra resistenza al viaggio che volevano fare a Los Angeles, ma di preparare un’adeguata accoglienza per quando avrebbero fato ritorno: aveva portato con sé alcune erbe dalle proprietà non proprio terapeutiche…le avrebbe somministrate a Buffy, dopo averla convinta che lei stava dalla sua parte. Lo scivolone che aveva appena fatto non avrebbe dovuto ripetersi, se non voleva giocarsi la sua affidabilità ai loro occhi.

Tornò in soggiorno, dove Buffy era rimasta a parlare con Dawn, sedute entrambe sul divano: gli altri, evidentemente, erano andati a finire i preparativi per il loro viaggio. Non appena la videro, si zittirono, guardandola negli occhi: a dire la verità, solamente Dawn la stava guardando, Buffy preferiva guardare fuori dalla finestra.

Dawn, per favore, potresti lasciarci qualche momento da sole?”

Aveva parlato con il tono più amichevole e gentile che possedesse, e aveva ottenuto l’effetto sperato: la ragazzina si alzò, non senza prima aver dato un bacio a Buffy. Prima di uscire dalla stanza, rivolse un sorriso pieno di fiducia e speranza a Lynn, che avvertì una fitta di dolore proprio in mezzo al petto…il sentirsi così colpevole le stava facendo perdere di vista il piano a cui aveva pensato. Inalò profondamente, dopodiché si sedette accanto a Buffy, nel posto lasciato libero dalla sorella.

Buffy, io volevo chiederti scusa per prima…non ho avuto il minimo rispetto né la minima delicatezza: in questo momento, dovrei preoccuparmi soprattutto di te, e poi il resto…e invece sono stata terribile, insensibile e dura, anche!”

La sua voce era stato l’unico rumore che c’era nella stanza: Buffy l’aveva ascoltata in silenzio, cercando di soppesare le sue parole, e cercando di capire se stava parlando sul serio….se davvero era dispiaciuta.


Ma che motivi aveva per dubitarne?


Nessuno, e in quel momento in particolare, non le piaceva nemmeno il pensiero di poter anche solo lontanamente dubitare di lei. Per cui, abbassò la guardia e le rivolse lo sguardo.

Accetto le tue scuse, Lynn: non sono certo nella posizione per poterti biasimare…In questi giorni ho avuto più scatti di nervi e più comportamenti strani e insensibili che nessuno potrà mai battermi!”

Le sorrise, e fu ricambiata: Lynn sentì che le cose si erano sistemate, almeno per il momento. Quindi, preferì migliorare ancora la sua posizione agli occhi dell’amica.

Ma hai tutte le ragioni del mondo! Insomma, in situazioni del genere è più che accettabile qualche passo falso, chi non lo farebbe? Ed è più che giustificabile, di questo non devi avere il minimo dubbio! Ora, avete finito i preparativi? Vedo che qui non è rimasto più nessuno….”

Buffy sospirò, prima di risponderle.

Sì, quasi….Angel è andato con Giles a casa sua per finire di preparare alcune carte che vuole che portiamo con noi: dice che potremo averne bisogno al cospetto degli Oracoli…anche se ne dubito…Le ragazze, invece, sono andate a prepararci una borsa con qualcosa da cambiare: hanno insistito affinché non muovessi nemmeno un muscolo e restassi qui a vegetare sul divano…Se continua così, non riuscirò più a muovermi!”

Lynn le prese una mano e gliela strinse forte.

Di questo non mi preoccuperei…sei o non sei la migliore Cacciatrice di tutti i tempi? Sarai in piedi in men che non si dica! Vedi solo di non stancarti troppo a Los Angeles…”

Buffy ricambiò la stretta, e le sorrise a sua volta…Il spiacevole momento era ormai solo un brutto ricordo: ora c’erano cose più importanti, e ben più tristi ed infauste, di cui preoccuparsi.

Non ti preoccupare: saremo di ritorno fra un giorno esatto…Giusto il tempo di incontrare gli Oracoli…”

La sua affermazione restò nell’aria, quasi tangibile, ad inibire ogni altra parola che ognuna delle due avrebbe voluto pronunciare.



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Il viaggio fu breve e molto pesante: non per il traffico, che fu quasi del tutto assente, non per il tempo, che fu ventilato e non troppo caldo, ma per l’attesa, l’ansia che si stava facendo ad ogni metro più vibrante e stressante. Avevano pronunciato poche parole, restando per lo più in silenzio a guardare il paesaggio intorno a loro. Angel, impegnato nella guida aveva almeno quello per tenere la sua mente occupata, ma Buffy, che gli sedeva accanto, aveva tutto il tempo per crogiolarsi nelle eventualità più terribili.

Stai bene? E’ da parecchio tempo che non dici una parola…mi fai preoccupare…”

La voce di Angel era risuonata dolce e affranta allo stesso tempo. A Buffy fece tenerezza e avrebbe desiderato che fosse per altre ragioni…

Scusami, è solo che…la mia mente sta vagando liberamente tra le possibilità più terribili e parlarne ad alta voce non mi faciliterebbe certo le cose…mi sembra che, se non ne parlo, non possano avverarsi…”

E non si avvereranno…Ora cerca di svuotare la mente, liberarla da questi pensieri così negativi e concentrarti solo sulla nostra bimba: ho letto che già da molto presto possono percepire le emozioni della madre, quindi vedi di non farla preoccupare troppo, va bene?”

Gli sorrise, grata di quelle parole e dei continui sforzi per tenerla su.

Va bene, hai ragione…basta negatività, per ora…”

E con un sospiro, chiuse gli occhi e si appoggiò del tutto allo schienale del sedile, sul quale riuscì ad addormentarsi: Angel ne fu felice, anche perché, almeno dall’esterno, quello sembrò il sonno più tranquillo che Buffy faceva da un bel po’ di tempo a questa parte.


Certo che mi sarei aspettata un altro tipo di ingresso…insomma, sono o non sonno gli Oracoli dei Poteri che Sono? Mi sembra così….così squallido!”

Una volta arrivati in città, non avevano perso tempo prezioso e si erano diretti verso l’ufficio postale, sotto il quale si trovava il portale per le anime perdute…Fin dalla prima volta in cui Doyle l’aveva condotto lì, Angel aveva trovato la cosa molto divertente – se così si può dire – e altrettanto strana quanto ora Buffy.

Sì, furono più o meno le stesse parole che dissi io la prima volta che fui condotto qui…Ma presto ho imparato che, quando ci sono i Poteri di mezzo, allora niente è come te lo aspetteresti! Ecco, questo è il braciere su cui aspergere le erbe…Non appena bruceranno, il portale si aprirà e saremmo catapultati all’interno, anche se sarà l’uscita quella che sarà più…brusca”

Buffy non aveva tolto gli occhi dal portale nemmeno per un secondo, ma aveva continuato ad ascoltarlo per tutto il tempo dandogli le spalle.

E sempre in quella posizione, espose alcuni dubbi che la stavano tormentando.

E così tu sei sicuro che entreremo tutti e due….Ma scusa, non hai detto che – al tempo del tuo cambiamento – avevano detto che visto che eri diventato umano, loro non avevano più niente a che fare con te? Cosa ti fa pensare che ora sia diverso?”

Angel finì di sistemare le erbe al centro del braciere prima di risponderle: ora, era pronto ad accenderle.

Solo questo: è nostra figlia quella per cui siamo qui e avrò sicuramente una parte nel suo futuro, per darle un futuro…quindi, vedrai, fra pochi istanti, ci ritroveremo tutti e due dall’altra parte del portale….Sei pronta?”

Buffy non rispose, ma annuì con il capo. Strinse forte la sua mano, subito dopo che le erbe avevano preso fuoco e, con un lampo accecante – proprio come le aveva raccontato Angel – si ritrovarono dall’altra parte.

Stai bene?”

Il suo primo pensiero era stato per Buffy, che era diventata pallida come uno straccio, ma sembrò riprendersi, almeno momentaneamente, perché annuì, cercando di rassicurarlo.

Sì, ora pensiamo solo a…”

E così sei di nuovo qui…ma vediamo che sei in compagnia …e niente che meno di una Cacciatrice incinta…interessante….molto interessante…”

Angel fece due passi in avanti, verso le due figure indistinte che si stavano avvicinando: era un luogo strano, quello…era tutto di marmo bianco, e aveva un aspetto molto…freddo, e non a causa della temperatura, che era normale. Proprio di fronte a loro, ma distante alcuni metri, c’era un arco da dietro il quale erano spuntati questi due strani individui, che Buffy identificò subito, grazie ai racconti che gli aveva fatto Angel poco dopo che erano partiti da Sunnydale. Si stavano avvicinando, anche se poi si fermarono ad un paio di metri di distanza.

Uhm…cosa ci hai portato, questa volta?”

Angel allungò le braccia nella loro direzione d il piccolo libro che vi teneva volò fino ad arrivare tra le mani della donna.

Notevole, davvero notevole…Ora parla: sappiamo perché sei qui ed è solo per questo che ti abbiamo permesso di entrare anche se sei solo un…umano…”

Angel si preparò a parlare: si erano messi d’accordo che avrebbe spiegato lui la situazione, sempre che ce ne fosse stato bisogno e sempre che glielo avrebbero permesso…in fondo, aveva già avuto a che fare con loro e sperarono che questa esperienza andasse a loro vantaggio.

Dobbiamo scoprire come aggirare una profezia, che condanna nostra figlia ad un futuro si oscurità e di lotta, e ad una vita breve, anche se non è ancora nata…Per quanto abbiamo cercato, non abbiamo trovato nulla che ci potesse aiutare, e così siamo qui, al vostro cospetto…”

Finito di parlare, restò immobile, sempre tenendo per un mano Buffy che, dalla sua stretta, poté percepire tutta la sua ansia per una loro risposta…Erano davvero la loro unica speranza.

Sì, sappiamo delle circostanze che vi hanno condotto qui…ma tutto quello che possiamo dirvi è che niente è mai quello che sembra…”

Angel e Buffy si guardarono per qualche attimo interdetti da quel messaggio così conciso: non riuscivano a capire cosa poteva c’entrare ora…Avevano la certezza di questa profezia incombente e come poteva essere che le apparenze ingannano?

Buffy fece un cenno ad Angel, facendogli capire che voleva essere lei ad esternare la loro perplessità a riguardo, anche se avevano stabilito il contrario.

Ma abbiamo la profezia, scritta, e l’abbiamo studiata per decine di volte, proprio per cercare anche tra le righe un significato che ci era sfuggito, ma senza fortuna…”

Gli Oracoli, che avevano dato loro le spalle e avevano fatto qualche passo verso il centro della strana stanza: solo quando il silenzio era tornato a regnare, si erano voltati per guardarli in viso.

La fortuna è una cosa che ti arriderà molto presto, Cacciatrice: la nascita del bambino che porti in grembo sarà per te l’inizio di una nuova vita…Ricorda, solo una volta che avrai letto la Profezia potrai decidere per il tuo futuro…”

Con un gesto della mano, e senza lasciarle il tempo di rispondere, si ritrovarono ‘espulsi’ dalla stanza di marmo, per trovarsi distesi contro il muro proprio di fronte al portale…Angel era riuscito a fare da scudo a Buffy, mettendosi tra lei ed il muro, e attutendo così il colpo.

Lei era ancora sconvolta per quello che avevano appena sentito…Angel l’aiutò a rialzarsi.

Te l’avevo detto che potevano essere molto enigmatici…”

Ma qui non si tratta di essere enigmatici, ma di aver sconvolto totalmente le carte in tavola…Ma non capisci: un’altra vita per me…ci deve essere per forza qualcosa che abbiamo tralasciato, qualcosa che è come non dovrebbe…”

Ascolta…se te la senti, potremo ripartire subito per Sunnydale: prima arriviamo, prima potremo parlarne con gli altri e vedere se riusciamo a cavarne qualcosa…Che ne dici?”

Sì, sono d’accordo…Sbrighiamoci”

Ripartirono da Los Angeles esattamente quaranta minuti dopo esserci arrivati: il viaggio di ritorno sembrò loro molto più lungo di quello dell’andata, e le loro menti non furono meno occupate nel pensare al significato che potevano avere le parole degli Oracoli


CAPITOLO XIII



Arrivarono a Sunnydale stanchi: specialmente Buffy fu provata dal doppio viaggio in una giornata sola. Appena arrivarono, Angel insistette affinché andasse a riposare almeno qualche ora…Non sarebbe riuscita a pensare lucidamente se era così stanca. E fu solamente così che riuscì a convincerla ad andare a sdraiarsi.

Intanto, lui aveva telefonato agli altri.

Avevano trovato la casa vuota: Dawn era a casa di Tara e Willow, che erano rimaste a casa dall’università, per cercare chi tra alcuni vecchi testi chi in Internet eventuali particolari sfuggiti in precedenza.

Giles era al Magic Box, dove lo raggiunse telefonicamente: il suo tono di voce era molto sconsolato, ma gli aggiornamenti che gli diede Angel gli dettero nuova linfa.

Siamo appena tornati: fortunatamente, ho convinto Buffy ad andare a riposare…si è molto stancata, ma anche lei conveniva che era meglio tornare subito”

Sì…sì, capisco: spero solo che riesca veramente a riposare, Dio solo sa se ne ha bisogno…Ma dimmi, cosa vi hanno detto gli Oracoli?”

Angel prese fiato prima di continuare con il suo resoconto.

Sono stati molto enigmatici, come al solito, ma riteniamo che ci abbiano dato un nuovo spunto da cui poter partire con altre ricerche…Hanno detto che niente è come sembra e che la nascita del bambino che porta in grembo sarà per lei l’inizio di una nuova vita, mentre solo dopo aver letto la Profezia potrà decidere per il suo futuro…”

Giles aveva ascoltato molto attentamente tutto quello che Angel aveva da dirgli. Solo dopo essere rimasto silenzioso per qualche altro momento, espose il piano che, nel frattempo, era andato a formarsi nella sua mente.

Uhm…davvero…davvero enigmatici: per quanto inquietante potrà essere, c’è solo una risposta a tutto ciò…e cioè che…che Williams non ci abbia detto la verità sulla Profezia…”

Ma non può essere: dimentica che anche Lynn l’ha letta e lei è un’amica, indubbiamente…”

Sì, certo…ma ragiona: che altro potrebbe essere?”

Dopo aver convenuto con lui a riguardo, decisero che si sarebbero incontrati per l’ora di cena a casa di Buffy ed Angel, per cercare di ragionare tutti assieme. Giles si prese il compito di avvertire il resto della gang, in modo da ritrovarsi tutti gli altri.

Solo così avrebbero avuto la possibilità di raggiungere un risultato soddisfacente.


Erano da poco passate le sette di sera quando arrivarono Giles e le ragazze: avevano portato della pizza, in modo che Buffy non dovesse pensare a preparare nulla, meno si stancava, meglio sarebbe stato per tutti, non solo per lei. Angel li fece accomodare: si era appena svegliato, dopo tutta la stanchezza della giornata, era crollato accanto a Buffy, per un poco di meritato riposo.

Scusatemi, io…non ho sentito subito il campanello…Entrate, Buffy sta ancora riposando”

Uno dopo l’altro, entrarono tutti, e mentre Giles si trattenne con Angel in soggiorno, Tara, Willow e Dawn si diressero in cucina per preparare tavola.

Bene, bene…ha bisogno di riposo, se, come prevedo, dovremo affrontare un’intensa serie di giornate…Dopo la nostra telefonata, ho sfogliato alcuni libri e…e quello che ho trovato, putroppo, conferma i miei dubbi riguardo Williams: prima di consegnarti il diario di Liberius, l’ho fotocopiato, in modo da poterlo consultare in caso di bisogno…ebbene, mentre lo maneggiavo per inserire le pagine nella fotocopiatrice, ho notato un piccolo rigonfiamento proprio nella rilegatura: osservatala ad una luce più intensa, ho notato che la carta che rifasciava la copertina, nascondeva un foglio ripiegato più e più volte: non so come mi sia potuto sfuggire in precedenza, ma quando ho completato la traduzione e ho potuto leggerlo, non potevo credere ai miei occhi…riporta un accenno di un caso di maternità di una Cacciatrice…”

Prese Angel per un braccio e lo fece sedere accanto a lui sul divano: abbassò la voce, in modo da non farsi sentire dalle altre.

Angel, dal canto suo, aveva riacquistato la lucidità all’istante, non appena aveva sentito le novità di Giles.

E’ accaduto moltissimi secoli fa, agli albori della nostra civiltà: erano tempi bui, difficili per tutti, e la solitudine che comporta il suo ruolo divenne insopportabile per la Cacciatrice, che rimase incinta ed ebbe due gemelli, un maschio ed una femmina…Liberius riporta che…che non solo potè partorire liberamente, ma potè fare una cosa che il Consiglio predicava impossibile, e cioè…cioè potè far fluire i suoi poteri, e quindi la sua missione di Cacciatrice in un’altra ragazza, che il suo ‘Osservatore’ teneva d’occhio sin dall’inizio della sua gravidanza…”

Angel era rimasto in silenzio: non poteva credere a quello che gli stava dicendo…tutto ciò rivoluzionava la situazione, e a loro vantaggio!


Questo era quanto di più meraviglioso potesse sperare!


Ma allora…allora perché Williams ci ha raccontato la storia della profezia? Che senso ha tutto questo? Il Consiglio dovrebbe stare dalla parte delle Cacciatrice, o mi sbaglio?”

Giles fu leggermente imbarazzato: si tolse gli occhiali, per poterne pulire le lenti – già pulitissime - e prese tempo, prima di parlare.

Beh…sì…sì, in effetti dovrebbe essere così, ma ultimamente, ha preso una piega che, devo dire, non condivido affatto: purtroppo, si sono fatti prendere un po’ la mano dal potere che rappresentano, e questo ha distorto i loro fini…”

Mentre i due uomini finivano di parlare del Consiglio, aspettando il momento per svegliare Buffy, non si accorsero che dietro la porta c’era Lynn ad ascoltare il loro discorso, con aria preoccupata e con lo sguardo di chi deve agire costretta dai fatti. Senza indugiare oltre, si diresse al piano di sopra, più silenziosamente che potè, lasciando gli altri ignari dei suoi piani.


Scostò la porta della camera di Buffy con molta attenzione: non percependo alcun rumore, né dalla camera né dal piano inferiore, entrò, tenendo in mano un flaconcino contenente un liquido incolore. Ne versò metà nel bicchiere d’acqua che Buffy teneva sul comodino, dopodiché si inginocchiò accanto a lei e la svegliò molto dolcemente.

Buffy…Buffy, svegliati…Come ti senti?”

Sbattè gli occhi lentamente, come lentamente si rese conto di chi la stava chiamando.

Oh, Lynn, ciao…mi sento, beh, mi sento un po’ stanca, ma meglio di prima, questo è sicuro!”

Lynn le regalò un sorriso sincero.

Sono molto contenta di sentirlo…Tieni, perché non bevi un po’ d’acqua? Ti farà bene…”

Uhm…sì, avevo proprio sete…Grazie!”

Prese dalle mani dell’amica il bicchiere e stava per portarlo alla bocca quando dalla porta irruppe Angel che, con pochi passi, fu accanto a Buffy e le tolse il bicchiere di mano.

Non bere! Buffy, non devi bere assolutamente…e non ti devi fidare di Lynn, ci ha raccontato solo bugie!”

Entrambe le ragazze guardarono Angel: Buffy con uno sguardo confuso e Lynn con uno sguardo di chi non si arrende tanto facilmente.

Giles era rimasto sulla porta, con uno sguardo duro, che Buffy gli aveva visto solo un paio di volte in tutti quegli anni.

Come sarebbe? Angel, è Lynn, non una nostra nemica…perché mai avrebbe dovuto…?”

E’ molto semplice: non esiste nessuna Profezia, niente minaccia per te né i nostri figli…è tutta una cospirazione del Consiglio e della nostra ‘amica’, che ci dovrà dare molte spiegazioni…”

Sia Buffy che Lynn si rialzarono, e restarono ferme: praticamente, ognuno stava guardando la ragazza dai capelli rossi che, sembrava, non avesse il minimo desiderio di parlare e di dare una spiegazione.

Con l’ira che stava crescendo ogni secondo di più, Angel osservò attentamente il bicchiere.

Sono sicuro che questa non è solo acqua, non è vero? Credo proprio che faremo fare a Willow qualche esame per scoprire cosa voleva somministrarti…Ma ora, è tempo di andare di sotto, per chiarire questa situazione…Andiamo”

Non aspettò che si muovesse da sola, ma la prese per il braccio e la guidò giù per le scale, seguiti da Buffy che era più confusa che mai: non poteva credere che Lynn avesse voluto farle del male…non poteva essere!

Appena furono alla fine delle scale, vennero raggiunte dalle ragazze che stavano uscendo, proprio in quel momento, dalla cucina per vedere se qualcuno aveva fame. Le espressioni che videro dipinte sui volti di Angel, Buffy e Lynn, le fecero desistere all’istante. Anche Giles, che aveva seguito Angel di sopra e che ora chiudeva la fila, era rimasto in silenzio.

Andiamo in soggiorno”

Angel guidò tutti nell’altra camera, dove lui e Lynn restarono in piedi, mentre gli altri si sedevano chi sul divano chi sulle sedie. Tutti, comunque, restarono in silenzio: solo quando fu chiaro che Lynn non avrebbe iniziato a parlare di sua spontanea volontà, Buffy le rivolse una domanda.

Perché, Lynn? Perché avresti dovuto mentirci? Noi riponevamo la massima fiducia in te e ora scopriamo che ci hai raccontato solo bugie…”

Lynn la guardò, con occhi freddi e senza la minima ombra di rimorso.

E’ quello che voleva il Consiglio…Avevo un ordine, da cui non potevo ritrarmi, nonostante la nostra amicizia…Mi dispiace, ma non potevo…io non ho potuto…arghhhhh…..”

Non riuscì a finire la frase, perché si portò le mani alla testa, come se un grande dolore l’avesse colpita, e poi si accasciò a terra….Buffy le fu subito vicina: non voleva ancora accettare l’idea che le avesse mentito.

Lynn, che succede? Stai bene? Lynn, rispondimi…Lynn!”

La ragazza non riusciva a parlare: a malapena riusciva a respirare…Era affannata, e piccole goccioline di sudore imperlavano la sua fronte.

Alzò il viso, verso quello dell’amica, e proprio mentre stava per parlare, roteò gli occhi e svenne.

Ci vollero alcuni secondi perché gli altri reagissero: non appena si ripresero, Angel prese Lynn in braccio e la depose sul divano. Buffy andò a prendere dell’acqua e con una pezza imbevuta, le inumidì la fronte ed il viso, tutto sudato: da parte sua, Lynn non dava segni di volersi svegliare, ma iniziò a delirare…Subito, non riuscirono a capire cosa stesse dicendo: erano solo parole senza senso, farfugliate a bassa voce. Solo dopo un po’, quando sembrava che si fosse calmata, riprese a delirare ma a voce più alta, e Buffy, Angel e gli altri riuscirono a capire alcune cose che confusero ancora di più le loro idee.

I Seguaci…i Seguaci….mi danno la caccia…NOOOO”

Aveva urlato, inarcato la schiena e si era aggitata a tal punto, che dovettero tenerla altrimenti rischiava di cadere dal divano.

Non riuscivano a capire perché dovesse avere paura dei Seguaci: erano una storia vecchia e finita, se il cielo voleva…e poi, i Seguaci davano la caccia – per conto di Frayryth - a chi era ciò che non era, e Lynn era sempre la vecchia Lynn, a parte il suo comportamento da quando era arrivata dall’Inghilterra…

Buffy, ora, era seriamente preoccupata per l’amica: dopo averle inumidito un’ultima volta il viso, si volse verso il signor Giles, che era rimasto ad osservare la scena, con aria altrettanto preoccupata.

Cosa può esserle accaduto? E perché sta sognando i Seguaci? Non possono essere tutte coincidenze…”

Giles guardò Lynn ancora per qualche secondo, poi si sedette, cercando di pensare a cosa si trovassero davanti.

Beh…c’è…cè un’ipotesi alquanto inquietante…insomma, il Consiglio può averla…sì, averla condizionata, per farle fare ciò che voleva…Solo questo può giustificare il suo cambiamento”

Buffy inorridì di fronte a quell’eventualità, e il suo disprezzo per il Consiglio crebbe a dismisura: non poteva accettare che avessero manipolato una sua amica, oltre che loro, solamente per giungere ai loro scopi.

Allora, se è veramente come dice lei, come possiamo liberarla da questo condizionamento?”

Esiste un…un contro incantesimo, che dovrei trovare facilmente sui testi che ho portato con me dall’Inghilterra…Se vado adesso, potrei essere di ritorno fra poco più di mezz’ora…”

Allora, non perda altro tempo e…grazie”

Giles sorrise mestamente e, alzatosi, uscì dalla stanza e poco dopo sentirono chiudere la porta.

Ora dovresti andare a mangiare qualcosa: posso rimanere io con Lynn, finchè il signor Giles non ritorna…”

Willow le aveva posato una mano sulla spalla: le stava sorridendo, sinceramente preoccupata per Lynn, ma anche per lei…In fondo, era stata una giornata molto pesante, e ora doveva mangiare qualcosa.

Ci pensò per qualche secondo, poi si alzò, porgendole la pezza con cui inumidiva il viso di Lynn.

Hai ragione…ma chiamatemi se per caso dovesse svegliarsi, va bene?”

Certo! Ora voi pensate a mangiare, poi verrete a darci il cambio”

Tara aveva parlato per entrambe, che rimasero a fianco della ragazza ancora svenuta, mentre Angel, Buffy e Dawn andavano in cucina per cenare.


Stavano mangiando la frutta, quando Giles fu di ritorno.

La situazione di Lynn non era mutata: restava svenuta, ed ogni tanto delirava, sempre a proposito dei Seguaci.

Non appena sentirono il rumore della porta, Buffy ed Angel fecero capolino, per vedere se aveva trovato quello per cui era andato a casa: notarono subito l’espressione soddisfatta di Giles, che li rincuorò. Tra le mani stringeva un piccolo volume, che racchiudeva – speravano – la chiave per liberare la loro amica dall’incantesimo.

Come ricordavo, ho…ho trovato ciò che fa al caso nostro su uno dei primi testi che ho posseduto da quando sono diventato Osservatore…Non è un incantesimo difficile, solamente necessita…necessita di essere enunciato da chi è esperto di magia, ma di questo non dobbiamo preoccuparci, visto che abbiamo Willow con noi…”

Sentendosi chiamata in causa, Will spuntò da dietro la porta che portava in soggiorno.

Chi è che mi ha chiamato?”

In effetti…io…Ho bisogno di te per l’incantesimo che libererà Lynn…Ora ti spiegherò cosa dovremo fare…”

E così dicendo, sparirono entrambi in soggiorno, mentre gli altri tre finirono veloci la loro cena, per poi raggiungerli.


Erano tutti riuniti intorno a Lynn: Giles reggeva il libro, aperto, mentre Willow stava preparando dell’iperico che avrebbe annullato l’effetto dell’incantesimo operato su Lynn. Naturalmente, c’erano anche delle parole da pronunciare, all’unisono.

I movimenti che avevano agitato la esile figura della rossa strega si fermarono di colpo.

Ecco, io sono pronta…Signor Giles, appena segnerò il volto di Lynn con l’impasto che ho preparato, inizieremo a pronunciare l’incantesimo: è pronto?”

Si sistemò gli occhiali e si avvicinò ancora di più a Willow.

Certo…certo, sono pronto…”

Bene…Allora, cominciamo…”

Tutti restarono in silenzio: Tara era ai piedi di Lynn, mentre Will le era rimasta accanto ed ora stava facendo alcuni strani segni sulla fronte e sulle guance della ragazza con l’impasto verde scuro che aveva preparato.

Angel, con Buffy e Dawn, erano rimasti ad un paio di metri di distanza, per lasciare quanto più spazio ai loro amici, ma anche per poter osservare la scena.

La voce di Will e Giles risuonò come una sola.



Amharc Guarda

Amharc trìdna stoirmeacha Guarda attraverso i temporali

Fada an là, go samh Il giorno è lungo ma tranquillo

Tòg do chroìsa Prendi il tuo cuore

Siùil trìdna stoirmeacha Cammina attraverso i temporali

Codladh fada Sonno profondo

Codladh domhain Profondo sonno

Mall san oiche Tardi nella notte

Cà fhad è ò Quanto lontano bisogna andare

Tor trìdna stoirmeacha Vieni attraverso i temporali

Slan slan Salva, al sicuro”



Durante l’incantesimo, il viso di Lynn era stato immobile, come se la ragazza stesse ascoltando, in qualche modo, le parole che venivano pronunciate…solo dopo pochi secondi, iniziò ad agitarsi, come se qualcosa si fosse ribellato a quelle parole…e l’espressione del suo volto esprimeva tutta la violenza di tale ribellione. Il viso di Lynn era totalmente ricoperto di sudore, e tutti ebbero un sobbalzo quando inarcò la schiena e urlò, con quanto fiato avesse in gola…

NOOOOOO…vi prego, nooooo….”

Angel fu abbastanza veloce da impedirle di compiere altri movimenti, che avrebbero potuto causarne la caduta dal divano: solo dopo che Lynn sembrò essersi calmata, parlò.

Che effetti dovrebbe avere, il vostro incantesimo?”

Willow aveva lo sguardo un poco titubante e, dopo aver scambiato uno sguardo con Giles, rispose.

Beh, ecco…in effetti, dovrebbe sciogliere il condizionamento…anche se…”

Buffy corrugò la fronte: non le era mai piaciuta quella combinazione di parole…

Will, anche se…cosa?”

Giles si intromise nella discussione.

Quello che Willow voleva dire è che funzionerà solamente se il tipo di condizionamento è stato quello che presumiamo abbiano effettuato, e cioè solo mentale, ma se per caso fosse stata usata anche qualche tipo di erba, allora, per controbatterne l’effetto, avremmo bisogno di sapere quale era, per poter preparare un antidoto”

Dopo le laconiche parole di Giles, Buffy volse di nuovo il suo sguardo sul viso di Lynn, che era ancora scovolto dalla lotta interna che stava vivendo.

Allora, c’è da sperare che sia stato solo mentale…”

Continuò ad inumidirle la fronte, pregando tra sé e sé che tutto finisse per il meglio: Angel le era accanto, preoccupato per il suo stato…troppe emozioni e troppa stanchezza erano un pessimo mix per una donna incinta.

Si inginocchiò vicino a lei, cingendole le spalle con un braccio.

Ehi…non vuoi che ti dia il cambio? Hai l’aria stanca…”

Lei gli fece un sorriso, triste, ma scaldò il cuore di Angel come se fosse il primo sorriso che vedeva.

No, no, non preoccuparti…troppo. Sto bene: ti prometto che non cercherò di strafare, va bene? Comunque, non voglio allontanarmi da Lynn finché non si sarà svegliata…Angel, ma ti rendi conto di cosa hanno fatto? Ci hanno usato, in tutti i modi possibili e immaginabili, ma ora basta. Sono decisa a dire definitivamente addio al Consiglio”

Rivolse due occhi pieni di dolore e di disillusione verso di lui, cercando quell’ancora di salvezza a cui aggrapparsi in maniera disperata.

Sei con me, vero?”

Lui la strinse ancora più forte, e poi le sorrise.

Qualsiasi cosa tu decida, mi avrai al tuo fianco…sempre e comunque, questo non devi dimenticarlo”

Me lo ricordavo, ma volevo sentirtelo dire ancora una volta…grazie”

Angel stava per ribattere quando si interruppe di colpo, notando una cosa che Buffy ancora non aveva visto, dato che lo stava ancora guardando: finalmente, Lynn, dava cenno di stare per svegliarsi.

Quando Buffy notò l’espressione sul suo volto, si girò e il suo viso si illuminò di gioia, quando gli occhi di Lynn iniziarono a socchiudersi: anche gli altri, che erano rimasti leggermente indietro, si avvicinarono galvanizzati dal fatto che l’incantesimo – forse – aveva fatto effetto.

Lynn…Lynn…mi senti? Coraggio, apri gli occhi, siamo tutti qui per te, avanti…”

Buffy stava tentando di attirare l’attenzione della sua amica, per cercare di svegliarla definitivamente…e sembrò avere effetto, perché Lynn aprì gli occhi e, dopo averli sbattuti un paio di volte, volse il suo sguardo verso Buffy.

Dove…dove sono?”

Aveva la voce impastata, come se fosse molto tempo che non pronunciava una parola: in fondo, era proprio così, visto che era stata un’altra persona da quando era arrivata in America.

Quando vide Buffy, tutto querllo che i suoi amici riuscirono a leggerle in viso furono dolore e fatica…e preoccupazione.

Buffy, come stai? Tu…tu…non hai bevuto, vero?”

Anche se non voleva, dagli occhi di Buffy scesero due lacrime silenziose, ma di gioia e sollievo: quelle parole erano la conferma che Lynn era sempre lei, e non li aveva traditi di sua spontanea volontà…era stata usata, esattamente come lei.

No, no, stai tranquilla…Angel è arrivato in tempo. Ma te? Come ti senti?”

Prima di risponderle, cercò di mettersi a sedere, ma subito, si portò le mani alla testa, tornando a sdraiarsi.

E’ come se mi fosse scoppiata una bomba in testa: e ho uno strano senso di confusione, ma per il resto, mi sembra di stare bene…Buffy, non sai quanto mi dispiace, io non avrei mai voluto fare niente del genere…mai…”

Aveva chiuso gli occhi, cercando di ricacciare indietro le lacrime che si stavano, invece, facendo largo: Buffy non disse niente, subito, ma le accarezzò la testa, cercando di farla calmare…non le faceva bene agitarsi, proprio ora che si era appena svegliata.

Shhh…non dire più niente, ora, ma riposa: tutti noi, qui, lo sappiamo che non eri tu quella di questi giorni. Adesso, non preoccuparti di questo e cerca solo di dormire”

Lynn annuì leggermente, chiuse gli occhi e in pochi minuti sprofondò in un sonno tranquillo. Appena fu sicura che l’amica stava dormendo, anche Buffy si alzò, tenendosi la schiena indolenzita dalla scomoda posizione troppo a lungo mantenuta.

Uhm…forse è il caso che anch’io mi sdrai un po’: ho la schiena che si sta ribellando…”

Bene, allora ti accompagno”

Angel l’aveva presa sotto braccio, con un’espressione serena, felice dato che aveva riconosciuto da sola di avere bisogno di un po’ di riposo.

Lei gli sorrise felice, appoggiandosi più del necessario al suo braccio.

Non potevo sperare in un accompagnatore migliore….”

Volse il suo sguardo a Willow, Dawn e gli altri, che stavano ancora discutendo del’incantesimo e della sua felice riuscita.

Ragazzi, promettetemi di chiamarmi se dovesse svegliarsi di nuovo, va bene?”

Fu Dawn a risponderle: le andò vicino, ad abbracciarla forte, poi la guardò con aria severa ma felice allo stesso tempo.

Certo! Tu, però, devi pensare a riposare e a far riposare la mia nipotina…e non pensare di venire giù prima di un’oretta, capito?”

Cercava di mantenere l’espressione severa, ma appena Buffy le sorrise, non ce la fece più e l’abbracciò di nuovo.

Riposati. Ti verrò a chiamare se Lynn si sveglia”

Salutati tutti, si avviarono al piano superiore, e appena entrati in camera, Buffy si immobilizzò: aveva fatto pochi passi dentro la stanza, quando rimase immobile, rivolgendo le spalle ad Angel, che si era chiuso la porta alle spalle: non appena furono soli nella stanza, fu travolto da un turbinio di emozioni provenienti da Buffy.

Solo ora, nell’intimità della loro camera, poteva dare libero sfogo a tutti i sentimenti che stava provando: con le braccia abbandonate lungo i fianchi e la testa reclinata sul petto, tutto il corpo di Buffy era scosso da un leggero tremolio che stava divenendo via via più forte.

Buffy, che succede? Ti senti male?”

Le fu subito vicino, e con una mano le alzò il viso, per vedere che stava piangendo silenziosamente…ma il sentimento che vide dipinto sul suo volto non fu dolore, né tristezza, ma sollievo e gioia e speranza…


Avrebbero potuto vivere la sua gravidanza con tutti i pro e i contro che comportava, ma non ci sarebbe stato nessun Consiglio, nessun destino avverso nella vita della loro bimba…


Angel le rivolse un sorriso comprensivo, mentre Buffy gli parlava con un filo di voce.

Scusami, è solo che…solo ora, che siamo soli io e te…ho realizzato che niente di quello che ci era stato predetto si avvererà e la cosa mi ha…mi ha travolto…Io non so perché, ma è come se fino ad ora, non avessi quasi voluto crederci…e per questo io…”

Angel corrugò leggermente la fronte.

Tu cosa?”

Lei distolse il suo sguardo da quello di lui, ed abbassò ancora di più la voce, se solo fosse stato possibile.

Io mi sento in colpa…Insomma, è come se fossi delusa, mentre so che non è così…assolutamente no…”

Ma certo che no, Buffy…è normale che tu reagisca così, non ti devi colpevolizzare invano, non ne hai davvero nessun motivo, credimi. Ora devi sdraiarti, o andrò a chiamare Dawn e le dirò che non vuoi riposare!”

Buffy si asciugò le lacrime che, intanto, le avevano rigato il volto, e fece un sorriso che fece sperare bene Angel per quel che riguardava il suo umore.

No, no, per favore…ora mi sdraio, ma prima, dimmi che è vero…solo un’ultima volta….”

Lì davanti a lui, con gli occhi rossi e quel sorriso disarmante, Buffy gli ispirava tenerezza e amore come mai in precedenza: le accarezzò delicatamente una guancia, prima di rassicurarla.

E’ tutto vero: la nostra bimba avrà un futuro normale e niente e nessuno ce la porterà via…Mai”

La gratitudine che poté leggere sul suo volto, e la serenità che finalmente aveva preso il posto della disperazione, lo ripagarono di tutte le orribili giornate passate per arrivare a quel momento.

Si abbracciarono forte, dopodiché – finalmente – Buffy si sdraiò sul letto, dove cadde presto tra le braccia di Morfeo, per un sonno profondo e sereno: Angel si sdraiò accanto a lei, dove rimase per qualche minuto a guardarla dormire, poi cadde anche lui preda della stanchezza, fisica e metale, accumulata in quei giorni.


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Riuscirono a dormire per un paio d’ore, perché anche Lynn riposò di un sonno tranquillo e placido, fin verso le nove e mezza, quando un rumore di passi su per le scale svegliò Angel. Sentendo muoverlo, anche Buffy si svegliò poco dopo: poterono così vedere Dawn fare capolino dalla porta, per controllare se stessero ancora dormendo, ma quando li vide perfettamente svegli, regalò loro un radioso sorriso.

Ragazzi, meno male che siete svegli! E’ successa una cosa bellissima: Lynn, non solo si è svegliata e sta bene, ma è riuscita anche ad alzarsi!”

A quella notizia, si alzarono dal letto, per andare al piano inferiore e stare così un poco con la loro amica, a parlare…ora che le cose si erano sistemate, Buffy sentiva un bisogno impellente di conversare con Lynn, di chiederle se aveva qualche ricordo del suo incontro con Williams. Dopo essersi dati una sistemata, seguirono Dawn di sotto, dove trovarono di nuovo tutti i loro amici, raccolti intorno a Lynn, seduta al tavolo della cucina, mentre Willow e Tara erano intente a preparare qualcosa da mangiare, dato che un delizioso profumino proveniva dai fornelli.

Tutti stavano parlottando, mentre Lynn gesticolava con le mani, cercando, molto probabilmente, di spiegare quello che ricordava.

Ehi, volete dirci di cosa state parlando?”

Ogni sguardo si posò su di loro, e tutto ciò che li accolse furono sorrisi.

Willow si illuminò a vedere Buffy serena: dalla sua espressione, vide che era riuscita a riposare, e ne fu talmente felice che andò ad abbracciarla, lasciando la pentola nelle capaci mani di Tara.

Oh, Buffy, è così bello vederti riposata…Lynn ci stava raccontando…”

Buffy contraccambiò l’abbraccio, felice anche lei di sentirsi meglio e di avere tutte le ragioni del mondo per sentirsi così, poi, insieme a Will andò a sedersi vicina alla sua amica ritrovata.

In effetti, aveva l’aspetto un po’ patito, ma negli occhi poteva notare la stessa scintilla maliziosa e piena di energia che aveva notato fin dal loro primo incontro: aveva davanti della frutta, da cui stava mangiando una mela. Vide che Buffy guardava quello che aveva mangiato e, senza nemmeno darle il tempo di replicare, parlò.

So cosa pensi, che dovrei mangiare per rimettermi, ma ti assicuro che il mio stomaco – ora come ora – non accetterebbe niente di più che un po’ di frutta…Già Willow si era offerta di preparami qualsiasi cosa io desiderassi, e ho declinato, quindi desisti!”

Buffy sgranò gli occhi, falsamente indignata, ma divertita nel sentire il brio nella sua voce.

Va bene, va bene…visto che sembri perfettamente a tuo agio e in quasi ottima forma, non insisterò…almeno per ora…Davvero ti senti bene, Lynn?”

All’ultimo, non era riuscita a non mostrarsi preoccupata per la sua amica: in fondo, anche se il contro incantesimo di Giles e Will era andato a buon fine, avevano il pesante dubbio che il Consiglio avesse usato anche altri mezzi…Decise che era venuto il momento di parlarne, anche se nessuno ne aveva voglia, dopo la ritrovata gioia.

Angel era andato a sedersi vicino a loro e stava mangiando uno dei piccol sandwiches che Dawn stava preparando per tutti.

Senti, non vorrei affrontare l’argomento, ma devo: Lynn, chi è stato a condizionarti? Te la senti di raccontarci tutto?”

Lynn deglutì, ma non ebbe esitazioni nel risponderle: evidentemente, capiva che era il modo migliore per affrontare la cosa e, senza dubbio, Buffy ed Angel dovevano sapere tutta la storia.


Se lo meritavano.

E glielo doveva.


Certo, non ti devi preoccupare per me: sto bene, sul serio…Quando ci siamo sentite, dopo che tu mi avevi raccontato del fallimento con il signor Williams, ho pensato che il momento migliore per affrontarlo fosse subito, e così, non appena ho finito la telefonata con te, sono andata nel suo ufficio e sono entrata, non senza battibecchi con la sua segretaria che, ti giuro, è una vera arpia!”

Aveva sgranato gli occhi e mostrato le unghie quasi fossero degli artigli, provocando l’ilarità di tutti.

Comunque, una volta entrata, Williams mi ha spiazzato: io ero pronta a combattere, a dover faticare non poco per convincerlo a farmi leggere il libro della profezia, e invece, dopo pochi minuti, ha acconsentito a farmelo leggere lì, nel suo ufficio, dopo promessa di non farne parola con nessuno…Probabilmente, in quel momento, aveva già in mente il suo piano…”

Abbassò lo sguardo impercettibilmente, ma Buffy lo notò e le posò la mano sulla sua: Lynn non disse niente, ma fissò i suoi occhi per qualche secondo prima di riprendere il suo racconto.

E così, mi sono seduta sul suo divanetto a leggere: subito, dubitavo perfino che mi avesse dato il libro sbagliato, perché andavo avanti e non trovavo niente, niente profezia, niente destini avversi e cose varie. Poi, d’improvviso, girai la pagina ed ebbi davanti una illustrazione bellissima: raffigurava una donna, la Cacciatrice, mentre stringeva al petto un bambino, e tutt’intorno aveva delle persone che tendevano le braccia verso di lei…ma non per portarle via il bambino! Era semplicemente una scena di vita, normale come mille altre, come se si trattasse di una comune nascita: erano lì per accudire il neonato, non per portarglielo via!”

A questo punto, ricordatosi di quello che aveva trovato a casa sua, Giles si intromise ed interruppe il suo discorso.

Scusami, Lynn…ma…ma ti volevo chiedere una precisazione: in uno dei testi che ho studiato, si diceva che le gravidanze erano un evento che non era contemplato nell’esistenza delle Cacciatrici e che quando…sì, quando avvenivano, allora il Consiglio allontanava i figli dalle madri, che continuavano la loro vita ignorandone l’esistenza…Ma tutto ciò è in netto contrasto con quello che ci hai appena detto…”

Lynn aveva finito di mangiare la sua mela e, pulendosi le mani nel suo tovagliolo, cercò di spiegarsi meglio.

No, no, lei ha ragione: in linea di massima, il Consiglio non approvava le gravidanze perché esse potevano costituire un importante giro di boa per le Cacciatrici…Infatti, non vi ho ancora detto la cosa più importante di tutta questa faccenda…”

Si interruppe un momento, forse per poter godere dell’elettricità che si era venuta a creare nell’aria: ogni sguardo era, infatti, calato su di lei; ogni respiro era rallentato e tutti pendavano letteralmente dalle sue labbra.


Decise che era ora di farglielo sapere.


Dopo la nascita del primo figlio, la Cacciatrice è posta davanti ad un’opportunità che può cambiarle definitivamente la vita: solo in quel momento, infatti, ella può far defluire i suoi poteri in un cristallo richiamante, detto Luce della Conoscenza, dopodiché, il Consiglio lo porrà dinanzi ad un gruppo di potenziali Prescelte ed il cristallo, a sua volta, farà fluire nuovamente i poteri nel corpo della nuova Cacciatrice…Ecco perché Williams ha messo in piedi tutta questa storia della profezia…Il Consiglio non voleva perdere la sua migliore Cacciatrice”


Silenzio.


Nessuno aveva avuto il coraggio di parlare né di muoversi.


Erano tutti immobilizzati: quello che aveva appena detto Lynn era una cosa che nessuno aveva mai preso in considerazione. Tutti loro, infatti, sapevano che i poteri accompagnavano una Prescelta dalla chiamata alla morte…ma questo!


Dawn si era bloccata con il pane in mano, e gli occhi spalancati.


Giles era rimasto seduto, incapace anche solo di battere le ciglia per paura di rovinare quel momento perfetto.


Tara e Willow erano vicine ai fornelli, ma completamente dimentiche delle pentole sul fuoco: potevano solo fissare Lynn.


Angel e Buffy erano seduti: avevano paura che, se solo avessero provato ad alzarsi, le ginocchia non li avrebbero tenuti…stavano tremando impercettibilmente, e si tenevano per mano, come se quel contatto fosse il loro collegamento a quella realtà che, ora, era diventata meravigliosa!


Come neanche osavano sperare!


Lynn li aveva osservati, uno per uno, e aveva provato una gioia incontenibile…era chiaro che nessuno si aspettava niente del genere e, proprio per questo motivo, era ancora più felice di essere stata lei a dare la notizia.

Il primo che parlò fu Giles che, toltosi gli occhiali, ne pulì le lenti con particolare enfasi: non voleva dare a vedere quanto agitato era, ma ogni suo singolo movimento era più rivelatore di mille parole.

Ma come…come è possibile che nessuno ne abbia mai saputo nulla?”

E’ una cosa che viene tramandata solo ai capi del Consiglio: credo che, oltre a Williams, ne sia a conoscenza solamente un’altra persona, della quale però, ignoro il nome…Vista l’importanza della cosa, hanno sempre pensato che meno persone ne erano a conoscenza, meglio era, per loro e per il Consiglio. Ma è vero”

Si gustò il momento e la gioia quasi palpabile.

E definitivo”

Un piccolo, ma persistente sorriso era ora comparso sul viso di Giles: aveva rinforcato gli occhiali ed ora si era alzato, per fare qualche passo nella stanza…molto probabilmente, aveva bisogno di qualche elucubrazione personale per elaborare la notizia.

Mentre dagli altri, niente: non ancora un rumore si era alzato.

Tutti erano rimasti proprio come erano quando Lynn aveva finito il suo resoconto: e lei iniziava a non sapere cosa dire, quando ci pensò Dawn.

Ma è meraviglioso!!!”

E così dicendo, corse ad abbracciarla.

Grazie, grazie, grazie…nessuna notizia poteva essere più bella…Oddio, non ci posso ancora credere…Lynn, sei meravigliosa…la migliore! Non è vero, Buffy?”

Finalmente, Lynn potè vedere l’espressione di Buffy mutare, da come in trance alla più bella, radiosa e felice, che le scaldò il cuore e le riempì l’anima di orgoglio e gioia per aver donato quello spiraglio di luce alla sua cara amica.

Sempre stringendo la mano di Angel, rivolse il suo sguardo prima a Dawn poi a Lynn, e nella sua voce, era riflessa tutta la serenità che la pervadeva in quei momenti.

Sì, hai ragione, piccola: è meravigliosa…perché solo una vera amica avrebbe potuto passare tutto quello che ha passato lei e poi gioire insieme a noi…io…io non so ancora se tutto questo è vero oppure è un sogno…E’ troppo bello per essere vero…”

Lynn si alzò e si diresse verso di lei: quando le fu davanti, le diede un pizzicotto sul braccio. Buffy sgranò gli occhi e, quando cercò di protestare, Lynn la zittì subito.

Lo vedi? Non è un songo, questa volta è vero, vero e per sempre vero. Dobbiamo solo trovare un cristallo richiam…”

Non riuscì a terminare la frase, perché Buffy le gettò le braccia al collo, stringendola forte, cercando di farle capire quanto significasse quello che aveva scoperto per loro, per lei…anche se dubitava di poterlo fare.

Non esistevano né abbastanza parole né gesti adeguati per farlo.

Solo con il tempo avrebbe potuto sdebitarsi e farle capire quanto le era grata.


Quanto le erano grati.


Anche Lynn ricambiò il suo abbraccio, e la cullò un poco, accarezzandole i capelli: Buffy aveva iniziato a singhiozzare, incapace di trattenersi.

Erano state troppe le emozioni, le paure, i dolori per poterli tenere ancora chiusi dentro di sé…Doveva dargli sfogo, e fu così che restarono abbracciate pe alcuni minuti, senza dire una parola.

Angel, dal canto suo, era rimasto seduto, ma fissava intensamente Lynn: cercava le parole adatte per ringraziarla, ma tutte quelle che trovava gli sembrvavano troppo misere, completamente inadeguate…Decise che dovevano andare bene lo stesso, perché – altrimenti – non le avrebbe detto nulla.

Non esistevano parole adatte per una ragazza così.

Lynn, tutto quello che ti dirò potrà sembrare banale, ma non trovo le parole adatte per ringraziarti per quello che ci hai dato…Ci hai donato una nuova vita, non solo a me, ma anche a Buffy e alla nostra bimba..o bimbo…”

Si fermò un secondo e sorrise: dato che la profezia non esisteva, si era improvvisamente reso conto cheavrebbe potuto essere maschio o femmina…a questo punto, tutte e due le opzioni restavano valide.

E per questo, avrai la mia gratitudine eterna…se già prima era vero, ora più che mai: qui hai una nuova famiglia, che ti accoglierà sempre e comunque, in ogni momento della tua vita. Noi ci saremo sempre per te, sempre, e vorrei che non te lo dimenticassi mai…”

Buffy, che aveva smesso di piangere, si era gentilmente sciolta dalle braccia di Lynn: ora, la stava fissando con occhi rossi dal pianto, ma felici…

Ha ragione Angel: non te lo devi mai dimenticare, Lynn…MAI…Se non fosse stato per te, non avremmo mai avuto la possibilità di una vita veramente normale, come, invece, quella che ci aspetta ora. E tu non hai idea di quanto questo significhi per noi…”


Normale…


Era stata una parola che aveva inseguito le loro vite e le aveva complicate, ogni giorno che passava.


Per donarle la normalità se ne era andato da Sunnydale e dalla sua vita tanti anni fa…sempre e solo in nome della normalità, era scomparso dalla sua vita un’altra volta, in modo doloroso e straziante.


Ma ora era vero.


Potevano vivere la vita che avevano sempre e solo sognato.

Solo loro e loro figlio.


Buffy aveva gli occhi ormai asciutti fissi in quelli di Lynn, che era leggermente arrossita.

Ci hai donato la vita. Grazie”

Era semplice, era banale, ma in quel ‘grazie’ c’era tutta la gioia, la riconoscenza e la fiducia che riempivano l’anima di Buffy.

E di Angel.

Che si era avvicinato alle due ragazze, prendendo il posto di Buffy nell’abbracciare Lynn, che ricambiò anche questa volta.

Ha ragione lei. La nostra vita comincia oggi. Grazie a te”

Questa volta fu Lynn a versare qualche lacrima: non aveva mai provato una simile gioia…D’altra parte, non era mai riuscita a fare niente di importante per nessuno, fino ad ora.

Decise che era valsa la pena, di ogni singola cosa che aveva passato: se solo così Buffy ed Angel potevano realizzare il loro sogno, allora, aveva fatto la cosa giusta.

Furono interrotti da Willow, che si era fatta avanti con Tara.

Ehi, volete dare anche a noi la possibilità di felicitarci con Lynn?”

Buffy abbracciò prima Will e poi Tara, cercando di donare anche a loro un po’ della sua felicità…temeva che, se continuava così, sarebbe stata troppa e avrebbe potuto esplodere di gioia!

Fu con un largo sorriso in volto che Angel si fece da parte per lasciare campo alle loro amiche: i successivi minuti furono spesi in abbracci e congratulazioni…anche Dawn aveva voluto stringere Lynn per aver dato a tutti loro la vera possibilità di diventare zii.

Anche Giles, dopo tutti loro, aveva stretto dapprima solo la mano di Lynn, lodandola per il suo comportamento, poi si era lasciato andare e l’aveva abbracciata: subito la ragazza restò spiazzata, ma poi contraccambiò la stretta.

Quando si sciolsero, ripresero ognuno l’applomb che li distingueva, suscitando sorrisi benevoli nei loro amici.

Dopo tutto quel festoso chiassare, restò un silenzio felice a far loro compagnia…che venne rotto da Buffy.

Non so voi, ma a me è venuta fame! Chi è a favore di una bella cena tutti assieme?”

Una levata di mani generale approvò la proposta della Cacciatrice, e tutti insieme, prepararono tavola.


La cena fu gaia e all’insegna dell’ottimismo e della felicità.

Tutti raccolti intorno al tavolo, parlarono per tutta la durata del pasto di mille argomenti: primo su tutti, la bimba – o il bimbo? – che stava per diventare parte della famiglia. Ognuno aspettava, per motivi differenti, trepidante la prima ecografia, per sapere finalmente chi sarebbe arrivato…o arrivata.

Dawn sentenziò che non le importava, si sarebbe sbizzarrita ad acquistare vestitini per neonato di colori ‘neutri’…era elettrizzata: non vedeva l’ora di aggirarsi per quei negozi che erano pieni di abbigliamento ed accessori per neonati. Intanto, Willow aveva chiesto ai futuri genitori se avevano già un’idea per il nome…A quel punto, la voce di Giles si levò sopra le altre, offrendo il suo aiuto per una scelta oculata di nomi britannici che fecero sorridere Buffy…Il suo Osservatore ne fu risentito.

Ti comunico, Buffy, che esistono nomi davvero…davvero interessanti ed originali nella lingua inglese…pieni di storia e di rispetto…”

Cercando di trattenersi il più possibile, Buffy si astenne dal ridere apertamente.

Oh, immagino di che nomi parla…Angus, Percy, o forse Stanley suona meglio?”

Un sorriso sornione illuminò non solo il viso di Buffy, ma anche quello delle altre ragazze e di Angel, che - però - cercò di mantenere una certa solidarietà maschile.

Io…io…non intendevo certo proporre nomi così datati, come tu hai sottolineato…In ogni caso, sarò a tua disposizione per suggerimenti”

L’ironia fuggì via veloce dall’espressione e dalla voce di Buffy: restarono solamente la gratitudine e l’affetto.

Lo so…e la ringrazio per questo. Anche se, mi deve scusare, ma non opteremo certo per i suoi nomi…dico bene, Angel?”

Aveva cercato appoggio in lui, che era rimasto in silenzio durante il loro ‘battibecco’: anche quando si sentì chiamato in causa, esitò a rispondere.

Beh, in effetti, non ci ho ancora pensato…con tutto quello che è successo, il nome è stata l’ultima cosa che mi passava per la testa…Ma penso che non dovremo scartarne nessuno, così, a priori…Chissà, potrebbe dircene uno bello…”

Buffy fu intenerita dalla prima parte della frase di Angel, ma stupefatta dalla seconda: insomma, ora che cercava un po’ di appoggio, lui non scartava l’idea di seguire i consigli di Giles…


Gli uomini…


L’Osservatore, naturalmente, ne fu inorgoglito, e questa volta fu sul suo di viso che si stampò un largo sorriso di soddisfazione.

Visto che non aveva trovato l’appoggio che sperava, si rivolse a Lynn, augurandosi miglior sorte.

Ti prego, Lynn, almeno te…dimmi che esistono nomi non troppo obsoleti in Inghilterra!”

Lynn, che era seduta vicino a lei, le cinse le spalle con il braccio.

Beh, dipende dai punti di vista…Comunque, in alternativa, potreste indirizzarvi verso i nomi irlandesi…Angel dovrebbe saperne, ma in caso contrario, o nel caso vi servisse qualche suggerimento in più, potete contare su di me!”

Buffy le strinse la mano riconoscente.

Ecco, questa sì che potrebbe essere un’idea! Per quel poco che sono stata in Irlanda, ho notato che usano nomi molto belli ed evocativi…sicuramente più evocativi di Percy!”

A Lynn scappò una risatina, che fece rabbuiare Giles: lui sperava di aver trovato in lei – almeno in lei – qualcuno che potesse capire la bellezza dei nomi anglosassoni…Se anche lei era ‘dalla parte’ di Buffy, allora, l’unica cosa che gli rimaneva da fare era deporre le armi ed arrendersi all'evidenza dei fatti: nessuno poteva capire


EPILOGO 1


Come può essere?


Come posso essere così felice?


Mai avrei creduto di poter raggiungere una tale perfezione…Finalmente, questa sera, Buffy verrà da me per diventare mia moglie: ora che il mio cuore batte di nuovo, mi sembra che debba scoppiare da un momento all’altro per la felicità che sto provando.

E invece, penso che questo sarà solo l’inizio: ormai, non mancano che due mesi alla nascita dei gemelli…Dio, chi l’avrebbe mai immaginato che sarebbero stati due? Un maschio ed una femmina…Oramai Buffy è sempre più stanca e pur godendo di ogni singolo giorno della sua gravidanza, entrambi, ora, non vediamo l’ora che questa finisca!

Tutti sono pronti ad accogliere i nuovi arrivati della nostra famiglia: Dawn non fa altro che pensare e preparare cose per il loro arrivo…Ha perfino imparato a lavorare a maglia per fare qualche completino in più ai nipotini!

Tara e Willow, dopo qualche alto e basso, ora sono di nuovo felici insieme, e pensano di mettere su un loro negozio, ma senza fare concorrenza al Magic Box: sarà, infatti, una filiale, dall’altro capo della città.

Anya e Xander, tornati dalla lunghissima luna di miele, hanno finalmente trovato la strada giusta per una felice vita insieme…a parte i litigi a cui dobbiamo mettere fine in qualità di amici! E sembra che, fra sette mesi circa, arriverà un piccolo Xander – o una piccola Anya? – ad aumentare la famigliola.

Rupert fa il pendolare tra l’Inghilterra e l’America: uscito definitivamente dal Consiglio, non senza problemi, ora sta cercando di dare vita ad un’organizzazione insieme ad altri ex-Osservatori, all’insegna dell’onestà, della fiducia e della trasparenza. In pratica, l’opposto contrario del Consiglio, che sta rapidamente cadendo in disgrazia: numerosissime le defezioni registrate al suo interno, in primis quelle dei capi più importanti. Questo ci fa sperare che fatti come quelli accaduti a noi non debbano ripetersi mai più.

La scorsa settimana è avvenuto il fatto che più di tutti renderà la nostra vita normale, come sempre l’abbiamo solo sognata.

Buffy è stata posta davanti al cristallo richiamante: dopo un paio di mesi di ricerche, Willow ha trovato in Internet un’associazione europea che possedeva uno di questi cristalli. Fortunatamente, il capo dell’organizzazione era un vecchio amico di Rupert, dai tempi del college, e così c’è voluto veramente poco affinché si mettessero d’accordo. Giles è andato a prenderlo e finalmente, è accaduto.


E’ stato tutto molto intenso: eravamo tutti presenti, tutti emozionantissimi per questo evento che si sarà svolto non più di una volta in tutta la storia delle Cacciatrici.

Una volta che Buffy si è trovata davanti alla Luce della Conoscenza, sono bastati pochi attimi perché da esso scaturisse un fascio di luce azzurra, che l’ha avvolta completamente…

E’ durato tutto pochi attimi.

Quando la luce si è estinta, nel cristallo si poteva vedere un turbinio di energia…era affascinante, catturava ogni sguardo presente.

Sempre Rupert si è incaricato di portare il cristallo davanti ad un gruppo di cinque giovani potenziali Prescelte: è stato via una settimana, il tempo necessario perché il cristallo scegliesse la nuova Cacciatrice.

E’ una ragazza di diciassette anni, Emma, originaria della Cecoslovacchia, am residente in Inghilterra per motivi di studio.

Dopo aver ragionato, abbiamo deciso di non incontrarla: possibilità, questa, offerta alla ex- Cacciatrice.

Con tutto il rispetto per lei e per la sua – SUA – missione, ora abbiamo la nostra vita da vivere.



Una vita normale


EPILOGO 2


Non avevo mai capito, né saputo apprezzare totalmente, la bellezza della vita.

Solo ora, osservando i piccoli dormire nel loro lettino, mi rendo conto che sto iniziando solo ora. La pallida luce dell’alba gli accarezza i visi, sereni e placidi come solo quelli di un bimbo piccolo sanno essere, mentre il respiro regolare scandisce il tempo.

Essere presente alla loro nascita è stato qualcosa di inimmaginabile: ma ancora di più, sentirli tutti – loro e Buffy – sentirli così forti e presenti, ha fatto sì che quasi ne fossi travolto…ma la gioia, l’amore per tutti loro mi ha permesso di restargli accanto, come avevo sempre sognato.

Fortunatamente, è andato tutto bene e dopo pochi giorni abbiamo potuto fare ritorno a casa, dove c’è stata una grande festa, presenti tutti i nostri amici. Lynn è arrivata qualche giorno prima, quando le avvisaglie si erano fatte più frequenti: è stata come un’altra sorella per Buffy, presente e affettuosa.

Davvero, non è mancato nulla per far sì che il momento fosse perfetto!

Willow e Tara hanno riempito il soggiorno prima, la cameretta dei gemelli poi, di un soffitto stellato che è durato per due giorni…Rupert si è trattenuto dal consigliare nomi, per buona pace di tutti, ma si è complimentato con noi quando gli abbiamo detto quelli che avevamo scelto: Sean e Gwen.

Dawn non vede l’ora di rientrare da scuola per poter passare un po’ di tempo con loro: anche se Buffy aveva avuto qualche paura di eventuali gelosie, lei gliele ha spazzate via come foglie secche al vento. Ed ogni giorno che passa si affeziona sempre di più: ormai, sono inseparabili!

E Buffy.


Mia moglie.


La madre dei miei figli.


Svanite tutte le paure da gravidanza, è una mamma perfetta, che prende ogni giorno come una benedizione e miracolo.

E ne gode di conseguenza.

La sua presenza, e quella dei gemelli, riempiono il mio cuore e la mia vita in maniera totale: ogni giorno è una scoperta di quanto bella possa essere la vita.

Mi sono ritrovato a benedire tutti gli anni passati, anche se pieni di dolore e tormento, se sono serviti a condurmi qui, oggi, a guardare i miei figli dormire sereni.

Li lascio per andare da lei, che dorme nella camera accanto.


Dio, com’è bella!


Distesa seminuda sul letto, posso sentire l’amore che ha per me e per i bimbi: anche se dorme, è un sentimento così forte, che riesco a percepirlo in ogni momento, in qualsiasi circostanza.

Questo non è cambiato: la nostra unione trascende i limiti fisici, che pure ci danno immensa gioia.

Quando facciamo l’amore è come se raggiungessimo i nostri ‘io’ più profondi e reconditi, e in quel momento perfetto, diveniamo una cosa sola, unita nell’amore che, ora – finalmente – siamo in grado di vivere alla luce del sole.

Mi distendo accanto a lei: sento il profumo della sua pelle inebriarmi, e abbracciandola, posso finalmente riposare sereno.


Non è un sogno.


CLOSE YOUR EYES