BUFFY THE VAMPIRE SLAYER - LA FINE

AUTRICE:ANGEL ANGELUS

 

Scritto da: AngelAngelus – angel-angelus@libero.it

Spoiler: praticamente tutto, ma probabilmente ai fans sono gia’ noti.

Pairing: Angel/Buffy.

Timeline: Post “Seeing Red”, con qualche personalizzazione fuori tempo: qui Tara e’ gia’ morta e Willow e’ gia tornata strega, Angel non ha avuto nessun figlio e soprattutto non ha mai pensato di potersi innamorare di “Spordelia”.

Summary: Mentre scrivo il summary, non sono ancora sicura della piega che prendera’ la storia, ho gia’ un’idea della fine, ma non so cosa ci sara’ nel mezzo e cosa portera’ i protagonisti a viverla. Normalmente inizio a scrivere per poi lasciare che siano i personaggi a prendere in mano la penna. Quel che so e’ che Angel si tormenta e Buffy vuole ritrovare la sua speranza. In un modo o nell’altro.

Disclaimer: i personaggi delle serie "Buffy The Vampire Slayer " e "Angel" appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt, la WB, ME e la Fox, l'autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

Feedback: a mio marito con cui condivido passione e amicizia e pianti e risate…e un grande amore. Ai miei tatoni che mi regalano ogni giorno sguardi pieni di amore vero, come se fossi la piu’ bella persona del mondo, come se fossi l’unica persona al mondo. Tesori miei, siete la mia speranza…vi amo con tutta me stessa.

 

BUFFY THE VAMPIRE SLAYER – LA FINE

 

1-PROLOGO

 

Sua madre era morta, una sorella mai nata le chiedeva tempo e dedizione, la sua migliore amica aveva perso la ragione, il suo ex ragazzo era un vampiro, cosi’ come lo era il suo più grande amore, che ora era lontano da lei.

Lei stessa era morta due volte e due volte tornata in vita.

Aveva passato l’ultimo anno cercando di non lasciarsi affogare dagli eventi devastanti che cercavano di tenerla sott’acqua come fossero un macigno legato al collo.

Non aveva avuto il tempo di fermarsi a capire come la sua vita avesse potuto naufragare, perche’ era troppo impegnata a viverla, era troppo impegnata a sopravviverle.

Ma ora, seduta di fianco alla doccia, con le braccia che circondavano le ginocchia e la testa abbassata per celare le lacrime che sgorgavano amare sulle sue guance, voleva capire, voleva soprattutto prendere respiro, fermare le lacrime.

Troppe ne erano scese da quel giorno in cui uno sconosciuto le annunciava il suo destino e lei ignara di cio’ che ne sarebbe seguito, aveva ingenuamente risposto di non averlo un destino, no, davvero.

Ed ora si ritrovava a sperare di averlo.

Voleva credere ancora che il suo mondo potesse cambiare, voleva credere ancora in qualcosa, voleva sperare.

Già, la speranza, quel meraviglioso sentimento che le aveva permesso di essere cosi’ forte e determinata a dispetto di quella che era la sua missione, a dispetto di tutti gli eventi dolorosi che aveva vissuto e di tutti i demoni reali e personali che aveva combattuto.

Quando aveva iniziato a perdere la speranza?

Non se l’era mai chiesto prima, ma l’aveva sempre saputo. Non se l’era mai domandato perche’ la risposta era chiusa in una stanzetta in fondo al suo cuore, troppo dolorosa per essere svelata ad alta voce.

L’aveva perduta nell’istante stesso in cui quella figura nascosta dal fumo le aveva girato le spalle, dopo mille parole non dette ma comunque ascoltate.

Sentiva di averla provata ancora dopo quel giorno. Era solo una sensazione, non un ricordo. E sentiva di aver voluto ricordare con tutta se stessa, ma di non esserci mai riuscita.

Inutile tentare di scavare in fondo a quella sensazione, ci aveva provato molte volte, senza successo. Ora cio’ che desiderava era smettere di piangere, era far smettere il suo cuore di sanguinare, goccia dopo goccia, giorno dopo giorno.

Spike aveva tentato di usarle violenza. Qualsiasi ragazza ne sarebbe rimasta sconvolta, ma non lei. Lei aveva la pelle dura ed aveva visto cose orribili spuntare dall’ombra pronte a saltarle addosso. Non era la violenza in sé a farla piangere, era la piega che aveva preso tutta la sua tormentata vita.

Spike le aveva fatto scattare una molla che era li’ tesa ad attendere solo di potersi spezzare.

Spike, gia’, il vampiro. Di nuovo. Il vampiro e la cacciatrice. Questa volta con la variante che il vampiro l’anima non l’aveva. E lei gli aveva permesso comunque di starle vicino, credendo, aggrappandosi all'idea che fosse cambiato.

Cambiato? Per uno stupido chip?

Spike era sempre stato diverso dagli altri vampiri. Lui portava dentro sentimenti molto simili a quelli umani. Ma non aveva mai rinnegato la sua natura demoniaca.

Cosa l’aveva attratta in lui? Come era finita tra le sue braccia?

Fondamentalmente per lo stesso motivo per cui aveva creduto di amare Riley.

Per cercare una speranza.

Per dimenticare quel vuoto che le si faceva sempre piu’ largo dentro.

Per non sentirsi mai piu’ abbandonata.

Mai piu’ sola.

Per non morire.

Sorrise amaramente ricordando che un giorno, secoli prima, quel fastidioso sorriso sarcastico era lentamente morto sulle labbra di Angel e quei meravigliosi occhi nocciola si erano abbassati tristemente davanti a lei quando aveva parlato di solitudine.

Ora si rendeva conto che ancora non sapeva quanto la solitudine potesse uccidere la speranza. Non sapeva quanto possa far male essere soli.

No, non lo sapeva ancora. Ma ora si. Ora era pienamente consapevole che la solitudine poteva squarciarciarti dentro.

Si alzo’. Si asciugo’ le lacrime e si avvio’ verso la camera da letto per tentare di dormire. Desiderava un sonno senza sogni, per riposare la mente cosi’ affollata di pensieri ed emozioni.

Ma quando a mattina inoltrata si sveglio’ con una lacrima, fu felice che il suo desiderio non fosse stato esaudito.

Lo sognava spesso ed era rassicurante averlo accanto almeno mentre dormiva.

Ma questa volta il sogno era stato reale, tangibile, quasi tridimensionale, come quella volta in cui si era ritrovata nei sogni del suo passato.

Sapeva di aver condiviso il sogno con lui. Sapeva che anche lui si era svegliato con una lacrima che chiedeva solo di uscire.

Ma non sapeva di aver condiviso con lui un ricordo.

 

 

2-NON DIMENTICHERO’ MAI

 

Luce.

Luce del sole che si fonde sui capelli biondi della ragazza in una danza leggera.

Luce che le illumina il volto sorridente. Luce che si posa ed indugia sugli occhi nocciola del ragazzo per assaporarne tutta la bellezza.

Onde dell’oceano che si infrangono sulle rocce, come se volessero brindare alla felicita’ dei due ragazzi.

Due corpi volteggiano, sostenuti dal reciproco amore, due corpi l’uno nelle braccia dell’altro, finalmente liberi.

 

Luce.

Piccoli lampi di luce fatti di pura energia. I due ragazzi non li vedono, ma non e’ necessario vederli per sapere che ci sono.

Scaturisce da due corpi uniti in una passione per troppo tempo messa a tacere.

 

Luce.

Una lampada sul comodino disegna strane ombre sul soffitto della camera da letto.

Il ragazzo dorme, la ragazza osserva il movimento del suo respiro, incredula.

Appoggia la testa sul petto del ragazzo e sente la pace confortante che le dona stare tra le sue braccia.

Ora puo’ sentire il battito. Tum tum tum. E’ cosi’ confortante. Non si e’ mai sentita cosi’ al sicuro.

 

Luce.

Stupida luce di una lampadina attaccata al soffitto. Il ragazzo le dice soltanto ‘ti prego’, ma pensa ‘perdono’. La ragazza non fa altro che ripetere che non dimenticherà mai e lo stringe ancora piu’ forte. Non vuole lasciarlo andare via, nè vuole che il ricordo le scivoli via come sabbia tra le dita.

 

Luce.

Del giorno che si fa strada da uno spiraglio tra le tende chiuse della stanza. Che lentamente si avvicina e sfiora il volto della ragazza addormentata, come se volesse svegliarla con delicatezza, come se sapesse di doverle lasciare piu’ tempo per ricordare un sogno in realta’ vissuto.

+

 

3-TEMPO DI CHIARIMENTI

 

Non ripenso’ al sogno fatto la notte prima, fino a quando, nei suoi soliti giri di ronda serali, si ritrovo’ faccia a faccia con Spike, in compagnia di Dawn.

Dawn che era l’unica ad averlo accettato come fosse un essere umano, l’unica che gli era affezionata come lo si puo’ essere con un fratello maggiore. Gli rivolgeva sempre quello sguardo pieno di ammirazione.

Povera Dawn, sorella i cui ricordi erano stati costruti da un sortilegio, una giovane ragazza che piangeva la morte di una madre mai avuta, che soffriva per il mancato affetto di un padre che non l’aveva mai concepita.

Buffy sapeva che per lei non era semplice e sapeva che aveva bisogno di qualcuno che le desse quella sicurezza che nessun familiare coinvolto nel sortilegio della sua vita poteva darle.

Cosi’ si era aggrappata a Spike e lui stesso le dimostrava un’amore paterno, se mai un demone poteva provarne.

Guardo’ Spike che abbasso’ lentamente gli occhi colpevoli.

 

“Buffy! Ciao! Che ci fai qui? Oh, gia’ che domanda stupida, sei di ronda! Io e Spike facevamo una passeggiata! L’ho incontrato mentre tornavo a casa ed ho visto che aveva quella faccia da cane bastonato…cosi’ sai com’e’….gli ho chiesto cosa c’e’ che non va….un passo tira l’altro ed eccoci qui…sono contenta di…..

 

Dawn sapeva che Buffy non era piu’ cosi’ contenta di vederla in compagnia di Spike e quando era in imbarazzo, sua sorella aveva la tendenza a srotolare un fiume di parole sconnesse. Le ricordava Willow. La sua migliore amica…

Non era ancora il momento di pensare a Willow. Non ora. Voleva prima rimettere le cose a posto con Spike, poi avrebbe aiutato la sua migliore amica a ritrovare se stessa, cosi’ come stava cercando di farlo lei in questo momento.

 

“…vederti qui tutta intera…vuol dire che non ti sei fatta male, non hai incontrato nessun vampiro invincibile questa sera vero? Ovvio, altrimenti non saresti qui…a volte mi vengono domande cosi’ stupide in…”

 

“Dawn e’ tutto a posto, non e’ necessario che ti agiti. Ma ora devi lasciare me e Spike da soli. Vai a casa. Devo parlare con Spike. Da sola.”

 

Dawn comprese dal tono risoluto di sua sorella, che era meglio assecondarla. Ando’ a casa non senza prima lanciare uno sguardo incuriosito ai due.

 

“Qualcuno deve pur iniziare e penso sia giusto che lo faccia io. Penso sia giusto chiederti scusa. E penso sia giusto ricevere delle scuse.”

 

Spike la guardava allibito. Buffy voleva scusarsi con lui? Perche’ mai dopo cio’ che le aveva fatto?

 

“Non guardarmi cosi’. Non e’ un segreto che io abbia i super poteri. Mi hai fatto male e mi hai spaventata. Ma quando una cacciatrice passa ogni dannatissimo giorno rischiando la vita, non rimane sconvolta se un vampiro cerca di ucciderla o di...

E’ nell’ordine della sua missione. Funziona cosi’. Beh, non che i vampiri abbiano mire sessuali nei confronti di tutte le cacciatrici che incontrano, non di norma intendo, ma, beh, sai cosa voglio dire no? Non ci sono piu’ molte cose che mi sconvolgono.”

 

“Non volevo farti del male, Buffy. Io non so che mi e’ preso. Ero solo disperato, perche’ io ti amo e non sopporto che tu non riesca ad ammettere di ricambiare il mio amore. Volevo solo dimostrarti…”

 

“Oh certo, e’ un bel modo di dimostrare… cosa stavi per dire? Amore?!

Spike. Io non lo so se mi ami e non mi importa. Cio’ che so e’ che devo perdonarmi per aver mentito a me stessa. Devo raccogliere i cocci della mia vita e rimetterli insieme.”

 

Spike inizio’ a comprendere dove voleva arrivare il discorso di Buffy e di nuovo senti’ salirgli dentro una rabbia furente. Una rabbia che riusciva a controllare a stento perche’ sapeva che quel che Buffy diceva era vero. Lo pensava davvero. Non lo aveva mai amato, non come aveva amato…

 

“Spike. So che non sei mai stato un vampiro come tutti gli altri. Gli altri sono bestie che cacciano ogni notte per nutrirsi. Non provano passioni. Non sono spinti da nulla che non sia la fame. Ricordi cosa mi raccontasti sul Giudice? Ricordi cosa ti disse il giorno in cui tu e Drusilla lo liberaste?“

 

“Beh, questo dovrebbe farti capire che io sono diverso, che io posso amarti davvero.”

 

“Ma non basta. Perche’ per amare bisogna essere in due Spike. E io non ti amo. Questo devi capirlo. E’ importante che tu lo comprenda perche’ e’ semplicemente la verita’. Io ho amato una sola volta…”

 

“…Angel” fini’ la frase per lei Spike, sussurrandolo, quasi avesse paura di dirlo ad alta voce.

 

“…gia’, anche a me non piace l’idea” – gli occhi di Buffy si abbassarono solo per un istante e Spike lesse in quel movimento impercettibile del suo sguardo che Buffy ormai era lontana centinaia di chilometri da lui, lesse il rancore, l’amore, la rabbia, la frustrazione, l’inconsolabile tristezza per aver perso il suo amore e forse un ricordo perso in un passato non troppo lontano – “ma questa e’ la realta’ e cosi’ come ho trovato il coraggio di ammetterlo con me stessa, ora devi trovare lo stesso coraggio per capirlo anche tu. Non importa quanto siamo lontani, non importa se lui non vuole stare con me per tutte le sue elucubrazioni sul regalarmi una vita normale. Non importa se non potro’ mai averlo. Io amo Angel e l’ho amato anche quando era Angelus. Qualsiasi cosa accada, chiunque io decida di far finta di amare per sostituirlo. Io amero’ sempre Angel.”

 

“Mi stai dicendo che mi hai usato per cercare di dimenticare il mio sire? Mi stai dicendo forse che quando facevi l’amore con me, non era con me che lo facevi??”

 

Spike sentiva dentro la rabbia che si faceva di nuovo strada in ogni centimetro della sua carne.

 

“Mi dispiace Spike, mi dispiace se ti ho fatto del male. E mi dispiace che tu abbia fatto del male a me.”

 

“Buffy…io non…io non volevo…”

 

“Lo so… ma non ha importanza. Cio’ che importa e’ che io ho capito. Adesso credi di poter capire anche tu?”

 

“Fa male.”

 

“So anche questo. Ma devi.”

 

“Credo che per questa sera possa essere tutto, Cacciatrice. Credo che Spike abbia avuto la sua buona dose di due-di-picche-alla-William per oggi. Stai lontana da… dal vampiro che hai dietro le spalle! Sta giu’!”

 

Buffy si abbasso’ stordita, Spike trafisse il vampiro appena risorto dalla bara che stava alle loro spalle. Scossero entrambi la cenere dai vestiti e si scambiarono uno sguardo imbarazzato.

 

“Beh… ordinaria amministrazione di Sunnyhell. Un giorno potro’ usare la notte per dormire o per andare al Bronze a divertirmi senza pensare a nulla, come fanno tutte le ragazze normali. Oggi devo accontentarmi di lasciare il mio ragazzo non-morto mentre un altro non-morto tenta di uccidermi.”

 

“Già” – Spike voleva solo terminare questa conversazione e voleva farlo in fretta.

 

“Spike…io…mi…mi dispiace…”

 

“Non avevi una ronda da finire, Cacciatrice?”

 

“Si.” – Buffy abbasso’ gli occhi colpevoli per non dover affrontare i suoi pieni di amore. Qualsiasi cosa significasse per lui, era innegabile che ne provasse tanto da bastare per entrambi. E lei conosceva bene la frustrazione ed il dolore di amare qualcuno che non ti vuole.

 

Divisero le loro strade senza aggiungere altro. Buffy sapeva che Spike alla lunga avrebbe compreso. Spike sapeva di aver gia’ compreso, cio’ che non ignorava era … come accettarlo.

 

 

 

“Devi trovare un modo!”

 

“Ma Buffy, non abbiamo idea di cosa sia questa sensazione, non si possono fare sortilegi o qualsiasi cosa tu voglia fare, senza avere un’idea di cosa vuoi ottenere”

 

“Giles, io non ho niente altro, ho solo questa dannata sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante e spesso mi sveglio la mattina sapendo di aver sognato…questa…cosa..ma non riesco a ricordarla. Giles, devi aiutarmi, deve esserci un modo!”

 

“Faro’ qualche ricerca sui miei libri, ci sono molti documenti sui sogni, credo che potremmo tentare di entrare nel tuo sogno volontariamente. Oh si, si! Potrebbe funzionare! Perche’ non ci ho pensato subito?!” – Buffy lo osservava con una nuova piccola speranza che le si accendeva finalmente negli occhi – “Il viaggio astrale. Potrebbe tornarci utile. Potresti…” – Giles, con un guizzo di eccitazione negli occhi, stava iniziando sguinzagliare i suoi pensieri che articolavano frasi per lo più incomprensibili.

 

“Giles?! Uh? Viaggioche’?”

 

“Viaggio Astrale, Buffy. E’ una tecnica utilizzata per separare il corpo dormiente dall’io senziente. Il tuo corpo dorme, mentre la tua mente viaggia in dimensioni parallele o nella tua stessa dimensione, trasportato dalla tua volonta’.”

 

“Oh, come quella volta che cercavo di comprendere cosa fosse Dawn!”

 

“No, quella volta era diverso. Allora ti serviva conoscere qualcosa di reale. Adesso vuoi scoprire qualcosa… dio… non so neanche io cosa vuoi scoprire, ne’ se si riferisce ad una persona, ad una situazione, non ne sappiamo nulla, il viaggio astrale e’ l’unica soluzione che mi viene in mente.”

fine