LA LETTERA

AUTORE:ANGELLOVEMETOO

Fra qualche minuto, saranno le sei del mattino.

Sono rientrato dal mio solito giro di ronda per le strade di questa città che mi ha accolto come un’altra ombra tra le tante che già ci sono…e io questo mi sento.

Un’ombra.

Stranamente, e contrariamente al solito, non ho dovuto dare la caccia a spietati demoni o insani vampiri…Quando me li trovo davanti, non posso evitare di lottare, di ripulire le strade per la gente che, ignara, ci vive. Ma ogni notte, ogni volta, mi diventa più difficile, più intollerabile.

Ormai dovrei esserci abituato, ma sono stanco.

Stanco di lottare, stanco di arrancare – notte dopo notte – in questa esistenza che diventa ogni ora che passa più insopportabile…Solo sapere che non è una strada a senso unico, che questo lottare mi porterà a quello che più agogno – tornare umano…per tornare da te… – mi dà la forza per continuare…per non mollare.

E questa sera, quando sono rientrato e ho visto questi pochi fogli abbandonati sul tavolo, non ho neanche pensato, ma ho impugnato la penna e ho iniziato a scrivere.

A scriverti.

Ripensandoci, credo di non averlo mai fatto.

In effetti, noi non abbiamo mai affidato i nostri pensieri e sentimenti reciproci alle parole scritte…ci limitavamo a lottare, lottare fino allo stremo delle forze, amandoci e ferendoci l’un l’altro più di quanto avremmo mai voluto fare. E di questo non potrò mai perdonarmi.

Di averti ferito così profondamente – tanto quanto, forse, non riesco neanche ad immaginare – mentre l’unica cosa che volevo fare era stringerti forte per proteggerti dal mondo.

Anche se sapevo che tu non avevi bisogno di reale protezione – te la sai cavare egregiamente anche da sola – questo era l’unico mio desiderio…dettato solamente dall’amore che provo per te.

Provavo.

Provo.

Posso ingannare i miei amici – forse – ma non posso ingannare né me stesso né tantomeno te.

L’amore che riempiva il mio essere e che gli ha dato un senso, non si è mai estinto…né col tempo, né con la distanza.

Oh, certo, sono stato impegnato a lottare contro demoni di ogni natura e provenienza, ma il mio cuore morto, la mia anima tormentata, non ti hanno mai abbandonato, neanche un solo istante.

Continuando a maledirmi per le decisioni prese – e soprattutto, per quelle non prese – ho continuato ad andare avanti, giorno dopo giorno, cercando di escludere tutto dalla mia vita tranne il lavoro.

Lavoro.

E solo questo.

Anche i rapporti che ho con i miei amici, quasi la mia famiglia, direi, sono quasi ed esclusivamente per lavoro: loro tentano in tutti modi di coinvolgermi in qualcosa che sia prettamente ‘ricreativo’ ma temo di averli delusi…mi conosci, non sono tipo da compagnia.

Sì, tu mi conosci…più di ogni altra persona, conosci tutto di me: ogni singola sfaccettatura del mio essere quel che sono. Un demone maledetto.

Che ti ama.

E ti amerà per sempre.

Nonostante tutto e tutti.

Nonostante la vita che potrà condurci ai poli opposti di questa terra, il mio amore per te non si estinguerà mai. E veglierà sempre su di te.

Il mio cuore è con te.

E il amore.

 

Non sapeva nemmeno perché aveva scritto quella lettera.

Sapeva benissimo che non l’avrebbe mai spedita – niente e nessuno, e soprattutto una stupida lettera, l’avrebbe convinto a infrangere la normalità che era convinto di averle regalato – ma il solo fatto di scriverla, gliela aveva fatta sentire un poco più vicina. Aveva sentito anche il suo profumo.

Quell’inebriante brezza che la circondava e che gli era così cara.

E anche se sapeva che era stata solamente la sua fantasia, e il suo disperato bisogno di lei, a farglielo sentire, gli aveva donato per qualche breve ed intenso secondo l’illusione che lei fosse lì, accanto a lui, a guardarlo con i suoi occhi grigi, profondi come l’immensità.

No, non lì’’avrebbe spedita.

Angel ripiegò il foglio che aveva riempito e si alzò, per deporlo nel cassetto del suo comodino.

Un triste sorriso gli increspò il viso, altrimenti serio: una serie di fogli, uguali a quello che teneva in mano, riempivano il cassetto.

Lettere, scritte e mai spedite, che raccontavano quello che aveva nel cuore.