ANGEL



Era una fredda notte d'inverno.


La pioggia scrosciava incessantemente ed io camminavo senza una precisa meta, come se aspettassi qualcosa o qualcuno che potesse cambiare in qualche modo la mia interminabile ed alquanto infelice vita.


Da molto tempo non riuscivo più a cibarmi e la debolezza che questo mi creava non


faceva che peggiorare la mia situazione.


Molti anni or sono decisi di vivere senza bisogno di bere la linfa vitale di questi poveri uomini, ma questo si stava ora ritorcendo pesantemente su di me.


Quelli come me esistono per uccidere gli umani, utilizzando la società come un ristorante ben fornito; io non voglio essere quel che sono, io non voglio più uccidere.


Los Angeles..."La Città degli Angeli", amava dire qualcuno.


Allora perchè la città non aveva pietà di me?


La sua gente mi evitava, mi disprezzava e non poche volte mi picchiava, solo perchè ero costretto a vagabondare; ma preferivo fosse così, sempre meglio di vedere la paura scolpita nei loro volti se avessero saputo cosa ero veramente...un mostro.


Decisi allora di camminare tra la gente comune, sperando forse che qualcuno avesse avuto compassione di me, che avesse capito quanto male stavo e mi avesse detto qualcosa di confortante.


Niente di tutto questo accadde, al contrario, le persone cambiavano strada quando stavano per incrociare la mia; mi guardavano con aria sgomenta o peggio ancora, non si accorgevano neanche che esistessi.


Quella sera avevo sofferto abbastanza, come tutte le altre sere d'altronde.


Questa sera è diverso...ho deciso di riprendere le redini della mia vita; sono stanco di passare intere notti a girovagare e a cibarmi di topi per poi all'alba fuggire in cerca di un nascondiglio.


Sono stanco di essere quel che sono...un demonio.


Rivoglio ciò che è innegabilmente mio e mi spetta di diritto...la libertà, la libertà di lasciare questo mondo che è stato tanto crudele con me...ma in fondo io non sono stato ancora più crudele con lui?


Essere un mostro è il prezzo che ho pagato per i miei errori passati, ma ora la punizione è divenuta insopportabile.


Stasera c'è bel tempo; domani mattina, all'alba, sorgerà il sole.


Io lo aspetterò qui, dopo 240 anni circa ritornerò a farmi accarezzare dai suoi raggi e rivedrò la luce del giorno...per un'ultima volta.


Quanta gente feci soffrire, quanta ne uccisi e quanta ancora se non fosse arrivata quella sera.


Dopo cominciai io stesso a soffrire per tutto il male che avevo fatto, ricordai ogni cosa.


Maledetta quella sera, quando mi ridettero l'anima...ne avevo veramente bisogno?


L'alba è sempre più vicina, il buio sta lasciando spazio al chiarore e l'ultima stella sta scomparendo alla mia vista; la città, che tanto mi odia e mi disprezza, sta ancora dormendo.


I primi raggi di sole sono a pochi passi da me, ma si stanno lentamente avvicinando, a poco a poco, come un coltello che pian piano penetra nel cuore per procurare più dolore, come a volersi vendicare della sofferenza che ho procurato a molti umani.


Dietro di me un muro...impossibile ripensarci, ma in fondo io non voglio ripensarci.


Adesso sento già il calore su di me, il dolore è insopportabile...


Quando ero Angelus facevo soffrire la gente, non appena divenuto Angel era la gente che faceva soffrire me, o forse erano i ricordi la causa del mio martirio?


Ho già pagato tutti i miei peccati?


Tutto questo ormai non è più importante.