IT DOESN’T MATTER, I LOVE HIM

AUTRICE:ANTONELLA SPUFFY

Un AU divertente,romantica e hot

Rating:Nc 17

Riassunto: Buffy e Spike sono amici da1 vita....ma Buffy nasconde 1 segreto...un segreto che presto non riuscirà più a tenere per se!

 

Sussulto tenendomi ancorata alle gambe di Spike.

Ok,sono un’idiota.

La mia mente che l’ultima volta era rimasta completamente traumatizzata, aveva stabilito di non ripetere mai più questa folle esperienza.

-Tesoro non penso che questo sia il modo- mi istiga lui e sono certa che abbia quell’odioso ghigno sulla faccia.

Sento ancora un rumore sordo,simile ad un cadavere che cade rumorosamente sul pavimento e faccio un altro salto.

Questa volte lui ride apertamente.

-Tu non lo stai guardando!- tuona all’improvviso e io mi rannicchio maggiormente con la testa sulle sue gambe e il corpo in pochi centimetri di spazio sul divano.

Lui non capisce!Io sto guardando!

Questa è una mia tecnica.

Una tecnica nata da anni di film horror insieme a lui.

Le mie dita si chiudono sui miei occhi con piccoli spiragli che io posso aprire solo quando la situazione mi sembra tranquilla.

I due pollici poi sono conficcati nelle orecchie per rendere l’audio solo un leggero sussurro.

Potrei avere un brevetto per questo.

Un brevetto che potrei vendere a tutte le ragazzine spaurite costrette dai loro migliori amici a vedere questo genere di film.

Quando il motosega di questo folle riparte io sono con una nausea opprimente.

Ma chi diavolo ha pensato questa roba?

Insomma ci vuole una mente malata, psicopatica, perversa per creare una cosa del genere.

Spike continua a ridere quando un altro lembo di pelle è squarciato da quello che resta di una ragazza!

Ride come se lui stesse tosando l’erba!!

-Sei malato- grido senza rendermene conto, avendo le mani sulle orecchie.

Lui sorridendo ricomincia a trangugiare nachos con salsa piccante e io non reggo più.

Salto dal divano correndo direttamente nel bagno della famiglia Stratford e infilo la testa nel water.

Lo sento seguirmi velocemente e afferrarmi subito la fronte per aiutarmi a vomitare.

Io adoro quando mi tengono la testolina!

Non sono capace di vomitare senza la sua mano che mi impedisce di finire con la testa nel water!

-Tesoro- sussurra petulante, mentre io termino stremata con gli occhi lucidi.

Mi aiuta ad alzarmi e io mi sciacquo il viso e afferro lo spazzolino che da sempre ho a casa sua.

-E’inutile che mi guardi così- tuono fissando i suoi occhi da cuccioline indifeso.

-Lo dirò a tuo padre!- aggiungo sicura che sia l’unica cosa che lo preoccupa.

-Buffy- mi prega lui mentre io torno nel soggiorno.

-Ti avevo detto che non dovevamo guardare questo film- gli urlo mentre cerco la mia giacca.

-Finisce sempre che tu ridi e io vomito- concludo mentre mi metto vicino alle scale.

-Signor Stratford- chiamo mentre lo fisso con occhi maligni.

-No, ti prego- lui mima con la bocca e io godo di piacere come tutte le volte che mi implora.

-Si, cara- mi risponde il padre di Spike affacciandosi dal suo studio e togliendosi gli occhiali.

-Spike mi ha fatto di nuovo vomitare- dico tutto di un fiato con la voce di una bimbetta antipatica, mentre Spike è passato dalla fase petulante a quella omicida e comincia a storcermi il braccio.

-William- tuona suo padre dalle scale, mentre lui lascia la presa e sospira.

-L’hai costretta di nuovo a vedere quei film satanici?- aggiunge senza muoversi dal piano di sopra.

-Io…Io..- balbetta Spike in cerca di una scusa.

-Lei voleva vedere Glitter!- spara come se quella fosse una scusa. Io sorrido trionfante.

-Bene- si ricompone Rupert Stratford mettendosi a pulire gli occhiali.

Io ho un ghigno enorme sulla faccia.

Entrambi sappiamo che quando lo fa è in arrivo una punizione enorme per Mr ossigenato!

-Da oggi in poi tutte le volte che vorrete vedere un film, sarò io a scegliere il nastro- conclude.

Nastro?Cos’è un nastro?

Guardo allarmata Spike, mentre lui come al solito mi fissa con quegli occhi che dicono chiaramente: “Guarda cosa hai fatto!”.

-Ci sono delle pietre miliari che non sono mai state visionate in questa casa. Ben Hur per esempio- conclude il padre di Spike rientrando nel suo studio e lasciandoci soli.

-Sei un’idota- tuona lui cominciando a rincorrermi.

Io scappo e appena comincio a correre la nausea si riappropria prontamente del mio fragile corpicino!

-Tu mi hai fatto vedere il pazzo con il motosega- gli urlo io nascondendomi dietro l’isola della cucina.

-Tu volevi vedere un film che nemmeno Mariah Carey dopo averlo girato, ha avuto il coraggio di guardare!- urla più forte lui riuscendo ad afferrami un braccio e spingermi contro il frigorifero.

-Sei una spia- mi sussurra sulle labbra e…….qui urge una spiegazione!

Una lunga ed estenuante spiegazione che io cercherò di sintetizzare.

Ho conosciuto Spike all’asilo.

Era il mio primo giorno, piangevo come un’isterica, con la bava alla bocca guardando mia madre andare via.

Tutte le pesti ridevano di me e lui mi si è avvicinato.

Mi ha fissata per qualche istante e con tutta la sua immensa dolcezza, mi ha dato uno spintone facendomi cadere a gambe all’aria.

Per dimostrami maggiormente il suo amore ha cominciato a prendere a calci il mio zainetto di Biancaneve e io gli sono saltata addosso urlando come avevo visto fare a Tobia contro Lucifero in Cenerentola!

Da allora siamo diventati inseparabili.

Sono stato io, quando avevamo nove anni a sfidarlo a impennare con la bici…su un tavolo della cantina.

Io ero presente quando lui cadendo e perdendo la sfida si ruppe quattro denti e rimase deturpato! Lui era con me quando, dopo aver trangugiato di nascosto un barattolo di maionese, fui costretta sul water per quarantotto ore ininterrotte.

E fu sempre lui ad entrare nel bagno con la mascherina, quando mia madre non riusciva nemmeno a stare in casa, a tenermi compagnia!

Eravamo insieme quando con un cucchiaino e dello yougurt provavamo quale fosse la sensazione di un bacio con la lingua.

Fui sempre io a fargli lo schizzetto dell’organo sessuale femminile a undici anni, perché lui non riusciva a reperire un film porno.

Lui mi fissò sconvolto e disse che piuttosto che vederla dal vivo si sarebbe cavato entrambi gli occhi e io mi offrì di cavarglieli per lui.

Sempre insieme guardammo il nostro primo film vietato ai minori, mentre il signor Stratford era convinto che visionassimo Winnie The Pooh e io….vomitai anche quella volta!

E’una vita che passiamo i fine settimana assieme.

Una vita che io dormo nel suo letto, una vita che siamo migliori amici, inseparabili.

Una vita che io lo amo.

Hem….ecco il tasto dolente!

Si, sono perdutamente e atrocemente innamorata del mio miglio amico!

A tredici anni quando lo trovai su portico con la lingua che visitava attentamente le tonsille di Harmony Shelby mi sentì morire.

Corsi a casa sconvolta, pensando a come era potuto accadere.

Insomma… lui aveva sempre detto di odiarla.

Le tirava addosso le frittelle e la picchiava con qualsiasi cosa si ritrovasse sotto mano!

Avevo così compreso che quello era il suo modo di dimostrare il suo amore!

Mi aveva amata quando avevamo quattro anni e ora il suo amore era scomparso!

Mi venne un magone che scomparve una settimana dopo e per un po’ cercai di riconquistarlo.

Lo prendevo a schiaffi quando meno se l’aspettava aspettando che lui mi colpisse…ma niente!

Spike continuava a ridere e a dirmi che ero la sua migliore amica.

A quattordici anni perciò decisi di metterci una bella pietra sopra.

L’avrei amato in segreto e lui non l’avrebbe mai saputo. Mai.

E ora eccoci. Io spiattellata contro il frigo col suo fiato sul collo che mi sento come un budino e lui col suo ghigno sulla faccia che continua a sorridere.

Sguscio via da sotto, col cuore a mille e inciampando sbatto con la fronte contro l’isola della cucina.

Altro tasto dolente: sono un’imbranata cronica.

Mi accascio per terra, mentre lui comincia a ispezionarmi il bernoccolo.

-Buffy sei sempre la solita!- mi rimprovera lui, afferrando la busta di piselli surgelati che ha quasi cinque anni.

La tiene lì apposta per curarmi.

Piagnucolo mentre lui mi poggia la superficie fredda sulla fronte e mi abbraccia forte.

Mi perdo nel suo profumo e mi accoccolo contro il suo petto.

-Vuoi dormire con me stanotte amore?- mi chiede sorridendo e io lamentandomi e facendo le fusa gli rispondo di si.

Quanto vorrei che questa fosse una proposta indecente!

Sfortunatamente non c’è alcun doppio senso e così dopo pochi minuti siamo entrambi accoccolati tra le sue lenzuola, mentre io cerco di dormire e lui guarda una partita di football.

-Non riesci a dormire?- mi chiede abbracciandomi da dietro.

-No- sussurro massaggiandomi l’enorme bernoccolo che mi ritrovo.

Ormai il mio corpo è abituato ai suoi movimenti sensuali e per quanto sussulti ogni volta, cerca di frenare automaticamente i bollori.

-Parliamo allora- propone lui mentre io mi tiro a sedere nel letto.

Indosso il pigiamino con gli orsetti rosa che tengo da lui e ho due treccine.

-Di cosa?- gli chiedo mentre lui finge di pensare.

-Ragazze- propone per la centesima volta.

-No!- urlo sparendo sotto le lenzuola.

-Dai, non ti ho detto di Drusilla!- urla raggiungendomi sottocoperta.

-Non mi hai detto di Drusilla per cinquecentouno volte- preciso riuscendo a distinguere i contorni del suo viso nel buio.

-Mi piace- sentenzia sorridendo, mentre io stizzita torno con la testa fuori dalle lenzuola.

-L’hai detto anche con l’ultima che ti sei portato a letto lunedì scorso- gli faccio notare con quel suono nella mia voce che odio.

-No, è diverso- mi informa lui come da copione.

Io sbuffò e fingo di non sentirlo più.

-E tu?- mi chiede per riattivare di colpo la mia attenzione.

-Ancora innamorata di non-posso-vivere-senza-i-tacchi-e-il-gel ?- mi chiede storcendo il naso.

Urge un’altra precisazione!

Spike parla di Angel.

Una schifosissima idea di Willow!

Dato che al secondo anno di liceo lui cominciava ad insospettirsi che io uscissi raramente con qualcuno, senza mai avere un ragazzo fisso, ho dovuto inventare di essere perdutamente innamorata.

La vittima in questo caso è Angel Darcy, quarterback della squadra, quindi un uomo per cui io non sono nemmeno il cetriolo che scarta dall’hamburger.

Questo essere la donna invisibile ha reso impossibile qualsiasi avvicinamento e quindi la storia ha retto per….tre anni.

Spike è ancora convinto che io a diciotto anni sia pazzamente innamorata di quella rapa di Angel!

Questa cosa non mi è costata poco.

Una volta ad una festa ho dovuto chiedergli di ballare subendo l’umiliazione di un “no,grazie”, perché lui mi ripeteva almeno di provarci.

Un’altra volta lui è tornato a casa tutto contento dicendo di avere un regalo per me.

Ha tirato fuori una maglietta da football sudaticcia annunciandomi che l’aveva trovata nello spogliatoio ed era di Angel e io ho dovuto ANNUSARLA fingendo di essere ESTASIATA!!

-Certo, innamoratissima- gli rispondo con un finto sorriso sulle labbra.

-Lui non ti merita tesoro!Tu hai bisogno di un vero uomo- conclude fissandomi.

Un vero uomo?Tu sei un vero uomo!

Ne sono certa, ho assistito al tuo sviluppo, posso testimoniarlo!

Ho lavato addirittura le tue mutande una volta!

Tu sei un vero uomo!

Ma lui evidentemente è ottuso!

-Lo troverai- aggiunge dandomi un bacio sulla fronte e chiudendo gli occhi.

Muoio dalla voglia di dirgli che i baci in fronte si danno ai morti o a chi aspetta la santa unzione, ma poi mi riprendo e mi volto dall’altra parte.

Lui dopo qualche istante ha già il respiro regolare e con un braccio mi afferra la vita e mi stringe.

Sospiro con gli occhi fissi nel buio tenendomi accoccolata a Spike Stratford,

il mio migliore amico che amo da morire.

 

 

 

           

2°Capitolo

 

Mi sveglio lentamente mentre riprendo sensibilità nelle gambe accuratamente attorcigliate con quelle di Spike.

Apro gli occhi con difficoltà, ferita dai raggi del sole, fissando il suo volto sul mio petto.

E’assurdo come in tutti questi anni il nostro modo di dormire assieme non sia mai cambiato.

No, no, non in senso strettamente sessuale! Purtroppo, sottolineo!

Da quando lo conosco ci teniamo tutti attorcigliati e ci risvegliamo in posizioni assurde.

Mi ritrovo a fissare il suo viso e so con più certezza perché lo amo.

Come tutte le volte che mi sveglio assieme a lui.

E so con più certezza di non essere stata abbastanza forte.

Di non essere stata capace di vedere i suoi occhi e amarlo come una buona amica.

Ma non sono coraggiosa, non come lui. Non lo sono mai stata.

Cerco di sgusciare via dalla sua presa e come al solito assistiamo alla solita scena.

Spike mi afferra la vita e borbottando qualcosa non mi lascia andare.

Con tutta la mia assurda gentilezza gli tirò un calcio ad una gamba e lui lamentandosi si volta dall’altra parte e riprende a dormire.

Potrei scrivere un libro su questo uomo. Un manuale di manutenzione!

Afferro dallo spazio che mi ha riservato nel suo armadio un jeans e un maglioncino rosa e sguscio in bagno.

La mia è una tattica ben studiata da anni di notti con la famiglia Stratford.

Il bagno al piano inferiore è praticamente la casa dei pinguini d’inverno e una spiaggia afosa d’estate, così ci affolliamo tutti in questo al piano superiore.

Se Spike riesce ad entrare per primo siamo fritti.

Rimane lì per ore e ore ed esce esattamente come prima!

Ma il dilemma più atroce e che purtroppo mi ha visto vittima per parecchie volte nasce quando ad entrare per prima è il signor Stratford.

Le sue “sedute spiritiche” munite di libro di filosofia, sono prima di tutto interminabili.

In più quando lui si appresta ad uscire la stanza ha bisogno di circa ventuno, ventidue ora per arieggiarsi!

Esco dal bagno completamente vestita e spazzolandomi i boccoli torno in camera di Spike trovandolo esattamente nella stessa posizione.

Spalanco le finestre e gli tiro via le coperte, ma lui come al solito finge di non sentirmi.

-Spike- lo chiamo dolcemente, mentre già penso a come torturarlo per tirarlo fuori da quel letto.

-Tuo padre ha appena comprato le ciambelle e io ho una mezza idea di mangiare l’unica al cioccolato- miagolo al suo orecchio.

Un secondo dopo lui è già in piedi con gli occhi sconvolti.

-Dove..dove…dove è la mia ciambella?- urla quasi saltellando per la stanza per poi bloccarsi di colpo.

-Non c’è nessuna ciambella vero?- mi chiede lamentandosi, ma con un velo di speranza nella voce.

-No, ma se ti vesti in fretta te ne offro una al bar della scuola- gli dico facendogli l’occhiolino e lui come un bambinone contento mi abbraccia stretto.

Improvvisamente poi si stacca da me e si tira via la maglietta.

Lui si tira via la maglietta e il mio cervello si ferma.

I pochi neuroni si impiccano contemporaneamente lasciandomi sola e io sgrano gli occhi fissando il suo torace.

Sta parlando. Ne sono certa. Vedo le sue labbra muoversi ma non riesco a cogliere alcun suono.

Ok, Buffy, puoi farcela!Sforzati!

-….capito?- mi chiede con viso interrogativo e io sono messa peggio di prima!

-Hem?- bofonchio con gli occhi fissi che vorrei cavarmi improvvisamente.

-Ok, se non vuoi uscire vuol dire che mi spoglierò davanti a te- annuncia e io annuisco con un sorriso da sbronza.

Lui è tranquillo, questo vuol dire che ho risposto bene anche senza capire una mazza!

Improvvisamente una delle sue mani corre ai calzoncini corti e io comincio a riflettere.

Spogliare? Spogliare?Avrò sentito qualche altra volta questa strana parola?

-Nudo!- urlo di colpo e girandomi di scatto vado a sbattere con la gamba contro l’armadio.

Mi lamento come una moribonda e sguscio via dalla stanza col fiatone.

Quest’uomo vuole provocarmi un infarto!

 

-E così stava per tirarlo fuori davanti a te?- mi chiede Willow con un sorriso malizioso.

Ecco, questa è Willow, la mia migliore amica con un’assurda capacità.

Tutto quello che gli racconto su Spike viene tramutato in qualcosa di malizioso o sessuale.

Lei lo fa per me.

Costruisce castelli enormi su quando Spike si fa la doccia e io sono al di là ella tenda o io gli lavo i pantaloni.

E’un modo tanto carino per darmi la forza di non tagliarmi le vene!

Willow è l’unica al mondo a sapere del mio sentimento per Spike e così sarà per sempre.

-Chi stava per tirarlo fuori?- chiede di colpo Spike sedendosi al mio fianco in mensa e dandomi un bacio nei capelli.

Willow sussulta e come al solito si allarma alla ricerca di una scusa.

-Io…stanotte..- balbetta incerta, mentre Spike la fissa col suo ghigno ti-imbarazzo-a-morte.

-Ho visto un film porno!- tuona di colpo e io mi porto le mani al viso distrutta.

-Bene, è qual’era la trama?- chiede Spike incuriosito, cominciando a mangiare la finta bistecca che si ritrova nel piatto.

-Una grande storia d’amore- conclude Willow, mentre comincia a tirarmi calci sotto al tavolo.

Spike alza un sopracciglio titubante.

Questo dimostra come Willow non si sia mai nemmeno lontanamente avvicinata ad un film vietato!

-E il titolo?- le chiede Spike incalzando, sentendo puzza di bruciato.

Willow ora è in tilt.

Mi guarda con occhi sconvolti in cerca di aiuto e io mi metto alla ricerca di un titolo plausibile, ma prima che la mia mente formuli qualcosa di concreto, la mia cara amica è già partita.

-“Tiralo fuori”, appunto!- esclama, mentre sento alcuni girarsi verso di noi e io vorrei strozzarmi col succo d’arancia!

-Notiziona!-esclama Xander sedendosi al nostro tavolo e rompendo questo momento imbarazzante.

-Mi ha parlato- annuncia trionfante mentre noi lo guardiamo incuriositi.

Si riferisce chiaramente ad Anya, dato che praticamente cerca di conquistarla da cinque anni.

-Nel senso che vi siete sussurrati parole maliziose?- chiede Spike che non fa che ragionare con l’organo che si ritrova tra le gambe.

Tranne che con me,ci tengo a sottolineare. Ancora purtroppo!

Xander abbassa lo sguardo.

-Sono certa che è stata una conversazione che annuncia un’uscita- lo rincuoro mentre lancio uno sguardo killer a Spike.

Xander rimane con gli occhi abbassati.

-Abbiamo parlato durante la lezione di storia- balbetta.

-Di qualcosa di profondo, ci giurerei- incalzo fissandolo.

-Veramente è stato più un ringraziamento- aggiunge cercando di auto convincersi.

-Un ringraziamento per averla aiutata in qualche materia?- mi aiuta Willow, mentre guarda speranzosa Xan.

-Io le ho…racc…la..pen..- balbetta mentre noi tre ci fissiamo spaesati.

-Cosa?- gli chiedo dolcemente.

-Io le avevo raccolta la penna- urla di colpo facendomi sussultare.

-Hem…un grazie può avere molti significati..- incalza Willow.

-Mi ha detto “Grazie idiota”- conclude Xander, prima che Spike scoppi una fragorosa risata e io gli tiri un calcio sotto al tavolo, facendolo lamentare come un bambino!

 

Tiro lo zaino sul divano del soggiorno e comincio a sfilarmi le scarpe quando il campanello suona. Mi dirigo verso l’entrata e dopo aver aperto la porta trovo Spike sull’uscio.

-Entra- lo invito, mentre torno alla seconda scarpa e mi siedo sul divano.

-Mi dispiace di non averti accompagnata in macchina- si scusa subito.

Io gli sorrido debolmente.

Spike è sparito dopo la pausa pranzo con Drusilla e nessuno l’ha più visto.

Sono abituata a questo.

L’ho visto sbaciucchiarsi con un milione di ragazze e sto bene.

Ci sono abituata.

Abituata a tacere di giorno e piangere di notte.

Piangere fino ad addormentarmi.

Come faccio ogni qual volta accade.

-Non importa- gli dico con un falso sorriso.

-Ho corso come una disperata per prendere il pullman e sono scivolata- annuncio e lui sorride. E’abituato al mio essere un’imbranata cronica.

L’espressione del suo viso però subito si smorza.

-C’è qualcosa che non va?- gli chiedo fiutando guai e lo invito a sedersi al mio fianco.

Lui scuote violentemente la testa.

-Spike è un no come quando in terza elementare ti eri infilato quella pallina nel naso che rischiava di infettarsi?- gli chiedo fissandolo.

Lui scuote ancora la testa.

-E’lo stesso no di quando ti sei scolato il liquore di tuo padre?- incalzo mentre lui comincia a sbuffare.

-Lo stesso no di quando hai bevuto varechina e….?-continuo ma lui mi blocca.

-Ok, basta!- tuona mettendosi in piedi.

-Non volevo parlartene- comincia e io aspetto che continui.

-Non voglio che lo sappia nessuno, non voglio che questo periodo sia diverso- aggiunge fissandomi e io comincio ad allarmarmi.

-Che vuoi dire Spike?- gli chiedo un po’scossa.

-Io e mio padre torneremo a Londra dopo la fine della scuola- conclude rimanendo nei miei occhi. Io mi limito a fissarlo.

Di colpo siamo nel parco, lui è sull’altalena al mio fianco e mi sussurra che sono la sua migliore amica.

E’la prima volta che me lo dice.

-Buffy hai capito?- mi chiede sedendosi di nuovo vicino a me, ma io quasi mi scosto come scottata.

-Io e mio padre?- chiedo sconcertata mentre cerco di risvegliarmi dal mio torpore.

-Torneremo a Londra- ripete piano e io smetto di respirare. Letteralmente.

Boccheggio per cercare aria, mentre una nausea opprimente si impossessa di me.

-Lui non può costringerti- sussurro piano fissando il pavimento.

-Lui non mi costringe- mi risponde lui e io scatto in piedi.

-Cosa?- gli chiedo sconvolta, mentre la mia mente si rifiuta di mettersi in moto.

-Sai che non sapevo cosa fare dopo il liceo e lì c’è una buona scuola di musica- continua.

Continua a parlare, ma io vorrei che non fosse mai venuto.

Vorrei che fosse rimasto nella macchina con lei senza dirmi nulla.

Vorrei aver voluto piangere anche stasera per quei baci.

Perché so che stanotte non basteranno lacrime.

Mi sveglio di colpo sussultando, quando lui mi afferra le spalle.

-Lasciarvi mi distrugge- mi dice scosso, mentre io continuo a fissargli le scarpe.

So solo che non posso vivere senza di te.

-Lasciarti mi sembra impossibile- continua e io alzo lo sguardo.

Perché non basto Spike?Perchè non basto a fermarti?

Perchè non mi ami almeno una minima parte di quanto ti amo io?Cos’ho di sbagliato?

-Con Drusilla poi sembrava essere diverso- mi dice distogliendo lo sguardo e io mi scotto.

Non mi muovo. Perché come al solito fingo.

Fingo da quando lo conosco.

Rimango nei suoi occhi quando vorrei solo non respirare.

E vorrei che volesse andare via.

Vorrei che non avesse rimpianti.

Vorrei non contare nulla e vorrei che lui non l’amasse.

Tutto o nulla.

Tutto affinché lei sia il nulla.

-E’meglio che vada- mi dice con voce roca e io non rispondo.

Rimango immobile e lo vedo uscire. E’vorrei che uscisse così dal mio cuore.

Vorrei poterlo cancellare e non ricordarlo nemmeno. Perché amarlo mi distrugge.

Perché so che non ci saranno giorni e notti senza i suoi occhi blu.

E improvvisamente vorrei corrergli dietro.

Bloccarmi al centro della strada e urlargli che lo amo.

Che lo amo da sempre.

Che al primo ballo scolastico mi sono inventata di avere l’influenza per non vederlo ballare con Cordelia.

Che ho un album enorme con tutte le sue foto, che guardo prima di mettermi a letto.

Che quando non c’è uso come pigiama la sua maglietta azzurra.

Quella che abbiamo comprato quando siamo andati al mare assieme.

Quando sono stata tutta la notte a guardarlo dormire.

Ma resto qui. Immobile.

A pensare che lui se ne andrà e io non ho mai assaggiato le sue labbra.

 

Continua...