Time Travel

Cap. 1 – Keilani

Cap. 20 – Reset

Cap. 2 – Time Travel

Cap. 21 – Notte in Bianco

Cap. 3 – L’Angelo Nero

Cap. 22 – Ieri, Oggi, Domani

Cap. 4 – Una Lunga Notte

Cap. 23 – Nuovamente Vicini

Cap. 5 – Una Decisione Difficile

Cap. 24 – Passo a Quattro

Cap. 6 – La Tana del Mostro

Cap. 25 – L’inizio della Storia

Cap. 7 – La Cacciatrice

Cap. 26 – La Terapia

Cap. 8 – Un Lento Recupero

Cap. 27 – Knowing the Spike

Cap. 9 – Rivelazioni

Cap. 28 – The Mouse

Cap. 10 – Il Patto

Cap. 29 – Lei

Cap. 11 – Cure Reciproche

Cap. 30 – Briefing

Cap. 12 – Fusione Mentale

Cap. 31 – Passione

Cap. 13 – Piano di Battaglia

Cap. 32 – Alameda

Cap. 14 – Training

Cap. 33 – Come un Castello di Carte

Cap. 15 – Dall’Estasi...

Cap. 34 – Amiche, Nemiche

Cap. 16 - ...alla Disperazione

Cap. 35 – Saving the Spike

Cap. 17 – William Shelby

Cap. 36 – Same Time, Same Place

Cap. 18 – Trasloco

Cap. 37 - Addio

Cap. 19 – Una Nuova Vita

Epilogo






Autore : ArakiBot (arakisuder@yahoo.it)

Genere : Sci-Fi/Romance ... e un pò Action/Horror ...

Shipper : Spike/Buffy – Spike/Kei

Rating : NC - 17

Timeline : In un lontano futuro .....

Spoiler : VII Stag. BTVS, V Stag. ATS

Feed-Back : Sarei davvero curiosa di sapere che cosa ne pensate ^___^

Disclaimer : Il personaggio di Spike è una creatura di Joss Whedon; i diritti appartengono alla Mutant Enemy, alla Fox, alla UPN, alla Warner e a Mediaset e... ecc, ecc...

Termini e spunti per la storia, sono stati liberamente tratti dalla Saga di Star Trek, proprietà di Gene Roddenberry e della Paramount Pictures.....tutto il resto è MIO!


Nota: Per quanto riguarda Star Trek, il racconto è un AU in quanto ho volutamente ignorato
tutta la parte relativa alle Guerre Eugenetiche, modificando la natura del conflitto mondiale che ha preceduto il volo a curvatura di Cochrane e il Primo Contatto del 5 Aprile 2063.


Buona lettura!






1. KEILANI

Piccola, minuta. I lunghi capelli castani, dall’intensa e calda sfumatura rossa, costantemente raccolti sulla nuca, ad incorniciarle il viso rotondo. Le orecchie impercettibilmente appuntite, le labbra rosee e gli occhi nocciola, grandi e profondi... Keilani era pronta per il viaggio.

Il suo primo incarico da Tenente lo aveva portato a termine con meritato successo.

Ora doveva solo consegnare tutto il materiale al Dottor Relak che la stava aspettando sulla Terra, nel Centro Medico-Scientifico del Comando della Flotta Stellare, a San Francisco.

Prima di lasciare il suo alloggio sulla USS Arcadia, controllò di nuovo il contenuto del suo bagaglio:tutta l’attrezzatura standard ed anche di più (Keilani non si sarebbe mai mossa senza), il tricorder medico, vari ipospray e i DiPad con i dati relativi ai campioni biologici prelevati su Alantar I. Cosa più importante, i risultati, sorprendenti e rivoluzionari, della lunga ricerca scientifica, che aveva condotto al vaccino contro la Febbre Feq-hui, da decenni tormento degli Alantariani.

Era orgogliosa e fiera di sè stessa, ma anche attanagliata da un senso di inquietudine e di soggezione, che l’ indomani si sarebbero, certamente ed inopportunamente, manifestate durante il suo incontro con quel mito della medicina che era il Dottor Relak.

Tutti i suoi colleghi si erano complimentati con lei, rassicurandola e consolidando la sua fiducia in sè stessa... anche il suo Capitano l’aveva sempre appoggiata ed incentivata, promovendola Tenente prima ancora che la sua ricerca desse i risultati sperati.

Ma sentiva come una inspiegabile ansia, un buco alla bocca dello stomaco che quella notte non le aveva fatto chiudere occhio; la spiacevole sensazione che qualcosa potesse non andare nel verso giusto...

Aveva anche un secondo bagaglio. Avrebbe approfittato della sosta a San Francisco per trascorrere la settimana di franchigia che il Capitano le aveva praticamente imposto, dopo i mesi di duro lavoro in laboratorio.

Alcuni cambi d’abito, l’ occorrente per la notte, un paio di libri, la foto dei suoi genitori su Vulcano, quando erano ancora entrambi in vita, felici ed innamorati.

La mamma di Keilani era un El-Auriana e suo padre un fiero e compassato Vulcaniano.

Una sorta di cocktail originalissimo e portentoso scorreva nelle sue vene. Due razze longeve, dagli incredibili poteri psichici e dalla straordinaria forza e resistenza, ma anche profondamente diverse tra loro. In lei si fondevano saggezza ed estro, rigore e spontaneità, logica ferrea e passionalità... una contraddizione vivente!

Keilani aveva fatto fruttare al massimo le sue doti fisiche, apprendendo quasi tutte le arti marziali note nella Galassia. Aveva frequentato con merito l’Accademia della Flotta Stellare con la specializzazione in ingegneria, ma poi aveva scelto la strada della medicina, per assecondare il suo naturale istinto di soccorrere ed aiutare creature sofferenti e malate.

L’ infinita dedizione al lavoro era la sua occupazione principale. La disciplina mentale che regolava la sua vita, la portava ad essere una perfezionista in tutto ciò che faceva; in ogni minimo dettaglio, anche nel vestire. Sempre attentissima al proprio aspetto, allo stile, ai colori. Si guardò allo specchio; indossava un comodo completo di lino beige, pantaloni e casacca in tinta... sobria ma elegantissima come sempre.

Diede un’ultima occhiata in giro, per assicurarsi di non aver lasciato nulla... ecco... come al solito aveva dimenticato il phaser! E’ che proprio non le stava in testa di dover girare armata! Lei era un medico e lottava ogni giorno per salvare vite umane (e non solo umane), non per uccidere! Ma il regolamento della Flotta andava seguito e rispettato, come le aveva sempre insegnato suo padre.

Infilò l’arma in una delle tasche laterali della sua borsa rigida, prese i due bagagli, uscì dal suo alloggio e si diresse verso la Sala Teletrasporto Tre.

Appena giunta, sfiorò il suo comunicatore:

Capitano, qui Tenente Keilani. Chiedo il permesso di lasciare la nave”.

Va bene Tenente, permesso accordato. Trascorra una bella vacanza e si riposi. Abbiamo bisogno di Lei a bordo... e che sia in perfetta forma al suo ritorno! Saluti il Dottor Relak da parte mia e si faccia valere... ah! Tenente... ancora i miei complimenti!”

Grazie Signore” disse lei, non riuscendo a nascondere una sfumatura nella sua voce di orgoglio misto a commozione “Keilani, chiudo”.

Poi rivolgendosi al Guardiamarina addetto alla pedana, disse risoluta “Energia”.



2. TIME TRAVEL

Keilani iniziava a sentire il classico formicolio del teletrasporto che si diffondeva per tutto il suo corpo. Quelle che prima erano forme nette e definite intorno a lei, si stavano lentamente dissolvendo in una nebbia cangiante. Presto il dispositivo di conversione materia-energia l’ avrebbe smaterializzata e le sue molecole sarebbero state disperse nello spazio, per poi ricostituirsi, pochi secondi dopo, sulla pedana all’interno del Comando di Flotta.

Parecchi suoi colleghi, soprattutto negli anni addietro, temevano questo modo di viaggiare. Ma lei aveva sempre adorato la praticità e la velocità del sistema, senza contare che le piaceva da matti la sensazione di leggera ebbrezza che provava nell’istante in cui il suo corpo diveniva energia.

Mentre la sala teletrasporto della Arcadia stava sparendo davanti ai suoi occhi, in quella esatta frazione di secondo, Keilani realizzò che c’era qualcosa che non andava.

Sensazioni e rumori ovattati, ma certamente sintomo di guai!

Un urlo del Guardiamarina... un suo gesto inconsulto... poi più nulla!

***

Capitano! Qui Guardiamarina Turel! C’è un problema col teletrasporto!!!”

Arrivo subito” rispose allarmato il Capitano e si precipitò più in fretta che potè nella Sala Teletrasporto Tre.

Vi giunse in meno di un minuto “Che cosa succede?” chiese trafelato.

Non lo so signore. Dopo aver dato il via alla procedura, c’è stato un picco di energia e una scarica elettrostatica ha avvolto la consolle dei comandi.”

Ha ancora il Tenente Keilani?”

Si, signore. Posso ancora leggere i suoi dati vitali, ma è come se...”

Cosa??? Guardiamarina, come se... cosa?” urlò il Capitano spazientito.

Il giovane non sapeva con che parole esprimersi e si sentiva colpevole per l’accaduto, ma si fece forza e riprese col tono più fermo che riuscì ad emettere “Signore, è come se il Tenente Keilani si stesse spostando indietro nel tempo”.

***

Il “viaggio” parve a Keilani infinito e dall’esito incerto. Si sentì vicina al ricomponimento molecolare per almeno tre volte... ed ogni volta sentiva dolori sempre più lancinanti... ed ogni volta era straziata da fitte e scariche elettriche che la colpivano ovunque, come atroci coltellate. D’un tratto le sembrò di cadere da grande altezza, atterrando su una superficie fredda e dura, con un impatto che certamente le sarebbe costato la vita.

Si risvegliò invece... ore dopo, ammaccata e dolorante, ma viva!

Era immersa nel buio, sdraiata in terra e sicuramente in un luogo malsano e sporco, a giudicare dal terribile odore che le assalì le narici.

Ogni muscolo, ogni osso, ogni fibra del suo corpo implorava pietà. Non riusciva quasi a muoversi tanto il dolore la attanagliava, ma doveva capire.

Capire cosa era successo, capire cosa era andato storto, capire dove si trovava.

Iniziò a guardarsi attorno, nell’oscurità. Si accorse di essere in una stretta stradina di città. Una strana strada di una ancora più strana città. Cercò immediatamente le sue due borse; in una c’era il suo tricorder medico e tutto l’occorrente per il pronto soccorso.

La vide, alcuni metri più in là e raccolse tutte le sue energie per riuscire ad alzarsi e raggiungerla.

Capì, riuscendo a camminare e a muoversi, pur se con indicibile sforzo, che non aveva nulla di rotto e ciò la rinfrancò un pochino.

Poi, un lampo di improvvisa lucidità le attraversò la mente... si toccò il petto...

Keilani a Arcadia. Mi sentite Arcadia?” Nessuna risposta.

E ancora... “Tenente Keilani a Comando di Flotta. Riuscite a sentirmi?” Niente.

Sfiorò di nuovo il comunicatore... “Qualcuno mi sente? Maledizione, c’è qualcuno in ascolto???”

Niente... Silenzio assoluto... Nulla di nulla.

Se fosse stata un’altra persona avrebbe pianto o urlato di rabbia e paura, ma lei era un Ufficiale della Flotta Stellare ed era pure mezza Vulcaniana ed aveva un compito importantissimo e vitale da portare a termine... il vaccino per gli Alantariani. Non avrebbe mai perso la calma ed il controllo della situazione.

Raggiunse la sua borsa, che sembrava in buono stato, e ne estrasse il tricorder. Si accingeva a fare un’auto-analisi medica, quando lo sguardo le cadde su un foglio sgualcito che era lì in terra... carta stampata... un giornale... San Francisco Register, 6 Giugno 2051.

2051??? Come era possibile? Cercò altri giornali... ce ne erano moltissimi in quel vicolo maleodorante e tutti riportavano date simili, al massimo di qualche giorno prima. Solo poche ore prima, era il 6 Giugno del 2371... trecentoventi anni nel futuro!

Aveva sempre letto di viaggi nel tempo, guasti al teletrasporto, anomalie spazio-temporali, vortici caotici sull’orizzonte eventuale ed aveva studiato a fondo, durante l’Accademia, trattati a non finire su come affrontare una tale emergenza... ma mai e poi mai avrebbe creduto di trovarsi a doverlo fare in prima persona! E poi c’era la Prima Direttiva Temporale da rispettare... non interferire con gli eventi del passato per non rischiare di modificare il futuro!

Oddio! In che diavolo di incredibile, paradossale situazione si trovava?

Ancora una volta ebbe bisogno di tutta la sua forza interiore e di una tripla dose di autocontrollo, per non dare fuori di testa.

Riprese l’auto-analisi col tricorder... due costole incrinate, contusioni varie... segni di esposizione a fluttuazioni quantiche e gravimetriche... ora ne era certa: aveva viaggiato nel tempo e forse, addirittura, si trovava in un universo parallelo! Ma non perse la sua lucidità.

In questi casi la procedura dettata dalla Flotta era chiara e ben definita.

Stabilire una base nelle immediate vicinanze delle coordinate di arrivo.

Attivare apparecchiature di ricezione a banda larga.

Mantenere sempre operativa e funzionante la propria attrezzatura tecnologica.

Interagire il meno possibile con persone o situazioni di quel luogo e di quel tempo.

Erano una serie di dogmi che ora le servivano da ancora, un appiglio a cui aggrapparsi per non perdersi come un naufrago nella tempesta, per non annegare nella disperazione e nella paura.

Era sera; una serata umida e afosa e già era salita la luna in cielo.

Si guardò intorno e scorse, poco distante, la sua seconda borsa da viaggio.

La raccolse, se la caricò in spalla con l’altra, uscì dallo stretto vicolo putrido e si incamminò lungo la strada principale, illuminata da alte lampade al neon.

Keilani, notò che infondo alla strada c’era un edificio abbandonato e fatiscente. Non era il massimo dell’accoglienza, ma per quella notte poteva andar bene come riparo. Era troppo stanca e dolorante per camminare ancora... la mattina successiva avrebbe fatto il punto della situazione e cercato un alloggio meno squallido.

Mentre si avvicinava all’ingresso dell’edificio, si accorse di una figura barcollante che stava camminando alcuni metri avanti a lei, sul marciapiede alla sua sinistra, appoggiandosi al muro per non cadere in terra. Aveva un lungo cappotto nero, in mano una bottiglia. Emanava uno sgradevole odore di alcool, che l’olfatto sviluppatissimo di Keilani percepiva anche da quella distanza. Capì, dalle movenze e dalla corporatura che era un uomo ed era, evidentemente, ubriaco fradicio...

Keilani era indecisa sul da farsi. Doveva raggiungere lo sconosciuto ed accertarsi che stesse bene? O far finta di nulla e proseguire verso l’edificio, non intervenendo affatto? E se fosse stato un tipo aggressivo e pericoloso? Certo in quelle condizioni pietose non avrebbe fatto del male a nessuno ... ma forse aveva bisogno di aiuto... forse stava male...

Il suo istinto ebbe la meglio sulla ragione.

Tirò fuori dalla borsa il phaser, settato su stordimento, e se lo infilò nella tasca destra.

Accellerò il passo per raggiungere il tipo barcollante, pur continuando a procedere con cautela ed in silenzio, per cercare di non allarmarlo e metterlo sulla difensiva. Poi, arrivata a pochi passi da lui, disse quasi sottovoce “Ha bisogno di aiuto?”.

L’uomo si fermò di scatto. Senza girarsi, disse deciso e con voce roca “No”

Ma... mi sembra in difficoltà... Posso accompagnarla da qualche parte?”

NO!” disse più categorico.

Sicuro?” ... aveva esagerato ...

Il tipo si girò di scatto; l’espressione feroce di chi attacca per uccidere, la fronte deformata da una sorta di cresta rugosa... ringhiando, le si avventò contro con la bocca spalancata a mostrare canini aguzzi e sporgenti. Un Klingon? Sulla terra? In quel periodo???

Keilani, pur se stordita dallo stupore, fece istintivamente un balzo indietro.

Prese il phaser dalla tasca e fece fuoco.

Nulla! L’uomo si fermò solo un attimo, colpito dalla scarica della sua arma, poi continuò a muoversi, ancora più aggressivo, verso di lei.

Un altro balzo indietro e un altro colpo ... di nuovo nessun effetto.

Un altro ancora... e ancora!

Finalmente, con un tonfo sordo, l’uomo cadde in terra a pochi centimetri da lei.

3. L’ ANGELO NERO

Keilani si guardò intorno per un attimo. La strada era deserta, nè auto in arrivo, nè persone in vista. Si sentiva in lontananza il rumore sommesso ed ovattato del traffico e della vita notturna della città.

Si chinò con circospezione sul corpo dell’uomo disteso sul marciapiede e privo di sensi.

Era riverso a faccia in giù, caduto mentre si lanciava furioso contro di lei.

Gli posò le dita sul collo per sentire se il battito era regolare... ma non c’era alcun battito!

Forse le ripetute scariche di phaser gli avevano causato uno shock troppo forte ed il tipo era andato in arresto cardiaco.

Non c’era tempo da perdere.

Lasciò cadere le due borse. Prese l’uomo e lo sollevò abbastanza facilmente da terra, grazie alla forza della sua metà vulcaniana, se lo caricò sulle spalle e corse verso l’edificio che ormai era a pochi metri da loro.

All’ingresso, non c’era alcuna porta. Al suo posto cardini arrugginiti e semi divelti. Una scala metallica scendeva verso il seminterrato; una, uguale, saliva ai piani superiori. Le sembrò più semplice e meno faticoso scendere, quindi prese in fretta la decisione e scese la rampa che conduceva, attraverso una porta aperta, ad un ampio locale semivuoto ed illuminato dalla luce che entrava dalle finestre.

In un angolo vide un provvidenziale materasso buttato in terra. Vi adagiò lo sconosciuto e corse indietro a riprendere le due borse.

Stava eseguendo ogni passo, ogni movimento con evidente competenza, sangue freddo e velocità. La vita di quel poveretto dipendeva da lei soltanto ed era determinata a non perderlo.

Rientrò nell’edificio, scese la scala ed in un attimo era inginocchiata a fianco dell’uomo, con il tricorder medico in mano.

Nessun segno di vita.

Le letture evidenziarono la presenza, sul corpo dell’uomo, di decine di ferite gravi; ferite da taglio, profonde, recenti e ancora sanguinanti. Nel poco sangue che gli restava in corpo, il livello alcolico era incredibilmente alto. Inoltre, aveva la tibia sinistra rotta in due punti.

Lo analizzò ancora... era decisamente privo di vita e, secondo il tricorder, non era di certo stato lo shock dei colpi di phaser ad ucciderlo.

Continuò a sondarlo con il suo strumento, caparbia, ma i dati che riceveva erano del tutto incongruenti!

Dalle informazioni del tricorder sembrava che l’uomo in realtà fosse morto da secoli e non pochi minuti prima!!! Di certo doveva esserci una anomalia nel sistema!

Provò ad analizzare sè stessa... tutto normale.

Era davvero una cosa molto strana, una situazione in cui Keilani non si era mai trovata.

Sulla nave aveva a disposizione strumentazioni sofisticatissime ed infallibili sulle quali contare e a cui affidarsi ed ora, l’unico strumento diagnostico di cui disponeva, stava perdendo colpi.

Pensò al viaggio nel tempo che aveva appena fatto e le sembrò probabile che il malfunzionamento del tricorder potesse dipendere dalle fluttuazioni a cui era stato sottoposto.

Quindi decise di completare l’esame del poveretto nella maniera tradizionale... all’antica, come amava dire scherzosamente sua madre!

Respirazione assente, battito assente, reattività agli stimoli... zero!

Poi lo osservò con attenzione.

Un attimo! Dove erano finiti la cresta da klingon e le zanne minacciose?

Gli sollevò appena il labbro superiore. I denti erano bianchi e perfetti e non c’era alcuna traccia di canini super sviluppati.

Il viso dell’uomo era indubbiamente umano. Giovane, doveva avere tra i venticinque e i trent’anni, magrissimo, scavato e pieno di cicatrici, ma bello, come mai ne aveva visti nella sua vita.

Sembrava quasi il volto di un angelo, uno di quelli raffigurati nell’antica arte pittorica terrestre che lei tanto amava. I lineamenti erano armoniosi e proporzionati, pur se straziati dalle ferite; gli zigomi pronunciati e simmetrici, il naso dritto e minuto e le labbra... ah, le labbra! Parevano disegnate tanto erano perfette.

Aveva i capelli ricci, impregnati di una sorta di gel appiccicoso e dall’odore dolciastro. Erano di un colore indefinibile... biondissimi, quasi platinati.

Il corpo era denutrito e quasi del tutto dissanguato.

Keilani gli alzò la maglietta e lo spettacolo che si trovò sotto gli occhi, non fu affatto piacevole.

Il petto magro del giovane era solcato da decine di ferite profonde e sanguinanti, sicuramente causa della sua prematura dipartita.

La sua andatura barcollante, quindi, non era dovuta all’alcool, non solo.

Il dolore provocato dalla gamba rotta e dalle tante ferite, infatti, doveva essere stato straziante ed insopportabile e, di lì a pochi minuti, lo avrebbe condotto alla morte.

Sfiorando con le mani la pelle dell’uomo, Keilani trasalì sentendola tanto gelida. Era come se fosse fatta di ghiaccio puro, fredda come mai aveva riscontrato in nessun altro cadavere.

I contorni delle ferite non erano netti, ma sembravano più degli squarci causati da qualche sorta di artiglio.

Possibile che fosse stato aggredito da qualche animale feroce? In città???

A dire il vero non ci stava capendo niente. L’unica cosa di cui era certa era che il giovane fosse morto e che il mattino dopo avrebbe dovuto fare qualcosa per assicurare un riposo eterno a quel povero corpo ormai privo di vita.

Ma dove erano finite le fattezze quasi mostruose di quando l’aveva attaccata?

Poteva essersi sbagliata?

Le ombre dei neon, la sua stanchezza, lo shock del viaggio temporale ... erano spiegazioni sufficienti a quello che invece era certa di aver visto???

Forse era un mutaforma, un metamorfo... forse proveniva dal futuro anche lui... forse era finita in una realtà parallela popolata di strane, demoniache creature.....

Centinaia di domande si sovrapponevano nella sua mente; pensieri più o meno lucidi si accavallavano e pian piano sentiva le palpebre farsi pesanti e l’incontenibile desiderio di riposare.

Dopo qualche secondo, forse alcuni minuti, Keilani si svegliò di soprassalto a causa di un rumore, una specie di fruscìo... un sospiro... forse un alito di vento.

Si guardò intorno, nella fioca luce del locale in cui si trovava, per capire da dove poteva provenire il rumore, quasi maledicendo sè stessa per essersi assopita. Aveva, nella mano destra, stretta, l’impugnatura del phaser.

Decise che non poteva permettersi di dormire. Non era al sicuro e non aveva ancora dati sufficienti sul luogo e sul tempo in cui era stata catapultata.

Si voltò verso la sua borsa. La aprì e ne trasse una fiala di una sostanza stimolante. La inserì nell’ipospray e se la avvicinò al collo.

Ed ecco di nuovo il fruscìo...

Questa volta lo sentì nettamente, distintamente e sentì che arrivava dalle sue spalle, proprio da dove era disteso il corpo del giovane.

Si voltò di scatto, giusto in tempo per percepire un lieve movimento, un impercettibile spostamento di un lembo del lungo cappotto di pelle nera con cui aveva coperto il cadavere.

Istintivamente strinse più forte il phaser e si avvicinò al materasso.

Passarono alcuni lunghissimi minuti... interminabili minuti di silenzio e di attesa.

E poi ancora un fruscìo, un movimento.

Il corpo dell’uomo si era spostato appena.

Prese al volo il tricorder e, liberando il giovane dal cappotto, lo sondò di nuovo.

Stesse identiche letture di prima.

Keilani avvicinò il suo viso al viso di lui.

Non respirava.

Era freddo.

Nessun battito.

D’improvviso, con uno scatto inaspettato, la mano dell’uomo le afferrò il braccio e lo strinse in una morsa d’acciaio.

Lei sobbalzò e gridò per lo spavento, riuscendo a malapena a divincolarsi da quella stretta potentissima.

*Un riflesso post mortem* Si, era possibile. Doveva essere così... Ma poi avvenne l’incredibile.

Il ragazzo aprì per un momento gli occhi e sollevò appena il capo. La fissava in maniera insistente, con un’ espressione sperduta e sofferente sul volto.

Chi sei?” le chiese con voce spezzata e si accasciò di nuovo.

Dunque era vivo! Non respirava e non gli batteva il cuore... ma era vivo!!!

Un angelo nero, indecifrabile, straziato e bellissimo che era vivo ma non vivo...morto ma non morto. Un mistero a cui Keilani si stava appassionando ma che, allo stesso tempo, la inquietava immensamente.


4. UNA LUNGA NOTTE


Keilani era preda delle sensazioni più contrastanti!

Lo smarrimento, causato dal viaggio nel tempo, il misero fallimento della sua missione, la determinazione di risolvere il problema, la paura dell’aggressione, lo sconforto e il senso di colpa per avere tra le braccia il cadavere di un giovane uomo.

E poi l’incertezza e le mille domande che si era fatta su di lui, e la scoperta, incredibile, che fosse ancora vivo... o meglio... non morto, per l’esattezza.

Non era del tutto preparata ad affrontare quella marea di fatti, quella inesauribile serie di eventi unici, che si era riversata su di lei con la potenza inarrestabile di un fiume in piena.

Continuava a fissare il bellissimo viso del giovane biondo, in trepidante attesa di un nuovo movimento, di un gemito, di un sospiro, pensando che ogni volta, forse, sarebbe stato l’ultimo movimento, l’ultimo gemito, l’ultimo sospiro.

Ora sembrava calmo. Era immobile da parecchi minuti e Keilani decise che era il caso di fare qualcosa per quelle orrende ferite.

Prese l’occorrente dalla sua borsa: il rigeneratore dermico, una fiala di antibiotico, una contro l’infezione e l’ipospray.

Tagliò la maglietta nera del giovane per tutta la lunghezza, così da avere via libera per la medicazione.

Iniettò le varie sostanze nel collo dell’uomo e poi iniziò a far scorrere avanti e indietro il rigeneratore cutaneo lungo i bordi dei terribili tagli che gli squarciavano il petto, prima di ricoprirli con bendaggi sterili. Poi gli fece una stretta fasciatura alla gamba sinistra.

Ogni tanto lui sussultava lievemente, aveva uno spasmo o apriva per pochi istanti gli occhi. E lei ogni volta gli sorrideva, parlandogli con voce pacata e calda:

Andrà tutto bene. Non ti preoccupare. Mi sto prendendo cura di te”.

Le ferite erano gravi e profonde. Avrebbe dovuto ripetere il trattamento parecchie volte prima di riuscire a rimarginarle... e questo poteva rappresentare un serio problema.

Solo adesso le venne in mente che aveva una scorta limitata di medicinali e bende. Non aveva un mezzo per muoversi da quel quartiere, non aveva soldi e le razioni standard che aveva in borsa, potevano bastare per due persone al massimo per una settimana.

Immersa nei suoi pensieri, Keilani non si accorse che lui aveva riaperto gli occhi e la stava guardando.

Chi sei?” le chiese di nuovo, facendola trasalire.

Mi chiamo Keilani. Ti sto... curando” disse incerta.

Vattene” la voce di lui era decisa, ma gli occhi si erano già richiusi.

Per il momento non vado proprio da nessuna parte. Sopportami ancora per un pò. Domani vedremo.” e finì la frase con un filo di voce, credendo che lui si fosse già riaddormentato.

Invece continuò.

Devo andarmene da qui” disse lui con decisione.

Prima vuoi mandare via me e poi vuoi andartene tu? Beh...” cercava di sdrammatizzare Keilani, sempre più stupita del fatto che lui continuava a non respirare e a non avere pulsazioni.

Non capisci... il sole... devo spostarmi” e svenne.

Sicuramente stava delirando, pensò lei. Non riusciva proprio a carpire il senso di quelle parole... il sole... spostarmi... che diavolo voleva dire?

Forse che odiava il sole?

O forse che lo amava e voleva che il sole scaldasse la sua pelle gelida?

Ora non aveva certo il tempo di pensare a quella frase, probabilmente priva di significato.

La cosa più urgente era fare una trasfusione al suo sfortunato paziente.

*Diamo per buono che sia umano. Ha un sistema sanguigno a base ferrosa.

Io ho un sangue misto. Quello El-Auriano è molto simile a quello umano, ma l’emoglobina Vulcaniana si basa sul rame. Dovrei effettuare un filtraggio, purificare il mio sangue dalle particelle di rame. Posso farlo... ma sicuramente il risultato non sarà puro al 100% ... forse, se sono fortunata, al sessantacinque, forse al settanta...*

Mentre pensava aveva già estratto dal proprio corpo tre grosse fiale di sangue.

Il sangue di Keilani era di un intenso colore viola, molto scuro, quasi nero. Questo perchè il sangue rosso di sua madre era miscelato, nel suo sistema circolatorio, al sangue verde scuro di suo padre.

Iniziò la procedura di filtraggio, lanciando sovente occhiate di controllo all’indirizzo del giovane “malato”.

Ora era agitato. Parlava nel sonno. Frasi incomprensibili e senza senso. Lanciò anche una specie di grido soffocato e si scrollò di dosso il cappotto nero con cui Keilani lo aveva coperto dopo averlo medicato.

*Ho quasi finito. 61% ... accidenti! Speravo meglio. Non sarà proprio il massimo, ma la razza umana e quella vulcaniana sono compatibili... Male non gli farà di sicuro e se non gli faccio immediatamente questa trasfusione, stavolta mi muore davvero*

Si avvicinò a lui in silenzio, con le tre fiale pronte per essere iniettate.

Prima di procedere, inginocchiata al suo fianco, gli accarezzò lievemente la guancia pallida. “Chi sei? Come ti chiami, angelo nero? Come fai ad essere morto ma vivo allo stesso tempo?”

In quel momento era particolarmente bello.

Il suo volto, illuminato dai raggi della luna, che entravano dal vetro rotto della finestra, sembrava avere un pallore irreale e i suoi capelli irradiavano una luce argentata.

Keilani si accorse di sorridere, affascinata ed attratta da quella misteriosa creatura.

Gli fece un ipospray di anestetico, per essere certa che non si muovesse durante la trasfusione.

Innestò l’ago nella prima fiala ed iniziò ad iniettare il liquido viscoso nella sua giugulare.

Il sangue venne quasi risucchiato dal corpo del giovane e la fiala si vuotò in pochi secondi.

Innestò quindi un altro ago nella seconda fiala ed anche questa venne assorbita con incredibile velocità dal suo sistema circolatorio.

Keilani si apprestava a ripetere la procedura per la terza volta, quando si accorse che lui aveva aperto gli occhi e la guardava in modo strano, annusando l’aria.

Tutto si svolse troppo in fretta perchè lei potesse fare qualcosa per impedirlo.

L’uomo spostò il proprio sguardo, dal viso di lei alla fiala di sangue che teneva in mano.

Il suo volto si trasformò orribilmente, nella stessa deforme e spaventosa maschera che lei aveva visto durante l’aggressione.

La fronte corrugata, gli occhi gialli e minacciosi, i canini aguzzi che sporgevano dal labbro superiore della bocca aperta.

Afferrò la fiala dalle sue mani e diede una spinta alla ragazza, allontanandola con inaspettata forza.

Spezzò con le dita la parte superiore della fiala, spargendo i vetri in terra e... bevve!

Keilani lo guardava allibita e stordita, senza capire cosa stesse succedendo.

Fece per avvicinarsi di nuovo a lui, ma poggiò il polso sinistro ed un ginocchio proprio sui vetri appena caduti. Urlò per il dolore.

Lui, sentendola, si girò di scatto.

Continuava ad annusare l’aria come un predatore che ha fiutato la sua vittima.

Keilani era terrorizzata.

Non fece in tempo ad estrarre il phaser che le era già addosso.

La bocca di lui, avida del sangue che sgorgava a fiotti dal profondo taglio sul polso.

A nulla valsero i suoi disperati tentativi di liberarsi. La forza dell’uomo era infinitamente superiore alla sua e più lui affondava i denti nella sua carne, più sangue beveva da lei, più Keilani si sentiva debole e disperata.

Le forze la stavano inesorabilmente abbandonando e quasi non riusciva più ad opporsi all’assalto del suo aggressore... o, forse, non voleva farlo poichè, tra l’orrore per quello che stava succedendo e la consapevolezza di una morte imminente, si stava insinuando in lei una sottile sensazione di piacere, un’ondata di calda emozione, che le dava quasi gioia e conforto.

Capì d’un tratto che la morte la stava prendendo e si abbandonò, docile, al suo terribile destino.

Pian piano la stanza stava sparendo.

I contorni delle finestre erano ormai offuscati e tutto veniva lentamente avvolto da una fitta nebbia, lasciando il posto, col passare dei secondi, ad un buio denso e profondo.





5. UNA DECISIONE DIFFICILE

Keilani sentiva su di sè il peso del corpo del suo aggressore. Lui continuava a bere da lei, emettendo gemiti di piacere, rumori gutturali ed indescrivibili.

Poi iniziò a morderla sempre più violentemente... il polso era ridotto a brandelli di carne straziata. Ancora morsi, sempre più famelici, sempre più avidi... ormai tutto il suo braccio sinistro era una poltiglia di sangue, ma lei non riusciva a sentire dolore, non sentiva nulla.

Poi il suo biondo carnefice alzò il volto demoniaco e la guardò fissa negli occhi, iniziando a sogghignare e poi a ridere... ridere con forza, con rabbia, in un modo spaventoso, non umano.

Aahhh!”

Un urlo di puro terrore uscì dalla sua bocca e... si svegliò.

Era distesa in terra. Sentiva il freddo del duro pavimento sulla sua guancia sinistra.

*Un sogno... è stato solamente un maledetto incubo*

Provò a muoversi ma non ci riuscì. Si sentiva debole e confusa.

Allora si sforzò di riaprire gli occhi.

Potè appena a socchiuderli... la luce del sole la colpì, accecandola per un momento.

Rimase lì, in terra, ancora per alcuni minuti, con gli occhi chiusi, cercando di concentrarsi e di ricordare cosa fosse successo.

*L’Arcadia... Il viaggio nel tempo... Lo sconosciuto aggressore...

La trasfusione di sangue... il sangue!!!*

Il terrore la scosse di nuovo e, in un attimo, si ritrovò con gli occhi spalancati.

Lui era disteso ancora sopra di lei, privo di sensi. Il viso riverso sul suo avambraccio sinistro, che le faceva un male terribile.

Raccolse le forze per scrollarselo di dosso, inorridita dal ricordo della sanguinosa aggressione.

Rotolò da un lato, con fatica e si mise seduta. Guardò in basso, verso il polso ferito. Il piccolo taglio, profondo e netto, era ora uno squarcio lacerato. Il sangue aveva appena iniziato a coagulare e il dolore che sentiva era lancinante. Se solo non fosse stata in parte vulcaniana, sarebbe di certo morta dissanguata. Ma la sua fisiologia agiva autonomamente, una sorta di auto-guarigione delle ferite e, comunque, di sangue doveva averne perso ben poco. Strappò un lembo di tessuto dalla sua casacca e lo avvolse, legandolo stretto, attorno al polso ferito.

Evidentemente, durante la lotta, si erano spostati al centro della grande stanza. Si guardò attorno, quasi non riconoscendo il luogo. Poi scorse, in un angolo del locale, il materasso dove la sera prima aveva adagiato il giovane uomo ferito... morto... insomma “lui”.

Poco distanti le sue borse, il lungo cappotto di pelle nera e vetri... e tracce di sangue... i segni della colluttazione.

Lui era disteso a faccia in giù, il dorso nudo.

Il sole illuminava la zona perimetrale della stanza, entrando dai vetri rotti.

Keilani era sfinita. Stette lì, seduta in terra, appoggiata ad una colonna di cemento, fissando la schiena del biondo sconosciuto.

Passarono lunghi minuti, forse mezz’ora, forse di più.

*Non piangerò. Non devo! Non voglio! Ma cosa devo fare adesso? Fuggire? Abbandonarlo qui? Lo ucciderei... se solo potessi...

Ora dovrei essere dal Dottor Relak... gli Alantariani... il vaccino... maledizione!

Perchè? Perchè mi sta succedendo tutto questo?

Cosa devo fare? Cosa diavolo devo fare?*

Era piena di rabbia e frustrazione. Col passare dei secondi, a quelle sensazioni si unì una profonda disperazione ed un infinito sconforto, e pur non volendo, calde e copiose lacrime iniziarono a rigarle il viso.

Keilani si rannicchiò. Le braccia a stringere le gambe piegate, il viso tra le ginocchia... e pianse. Pianse come una bambina, singhiozzando, senza riuscire a fermarsi, finchè l’ultima delle sue lacrime non le uscì dagli occhi.

Sollevando appena il viso, si accorse che, con il passare del tempo, il sole stava girando attorno all’edificio, gettando la sua luce nel locale dove si trovavano.

Fissò quella luce avanzare verso lei, come ipnotizzata dal suo bagliore.

Le rivennero in mente le parole che il ragazzo aveva pronunciato durante il delirio.

*Devo andarmene.. .devo spostarmi... il sole...*

Cosa voleva dire?

Ormai il sole si proiettava a pochi centimetri dal corpo riverso del giovane.

Lo stava lentamente ma inesorabilmente raggiungendo.

Keilani continuava a tenere gli occhi puntati sulla luce che avanzava e che guadagnava millimetro su millimetro... eccola. Aveva raggiunto il suo piede destro.

Ma qualcosa di incredibile successe.

Il piede del ragazzo iniziò a bruciare; prese letteralmente fuoco, con tanto di fumo e fiamme.

*Combustione spontanea!?*

Sapeva perfettamente cos’era, aveva letto e studiato interi trattati su quel fenomeno, ma non era quello il momento per ricordare dove nè quando...

Istintivamente si alzò e corse, pur se con difficoltà, verso il lungo cappotto nero, lo afferrò e lo gettò sopra al piede dell’uomo, cercando di spegnere le fiamme.

Quando le sembrò di essere riuscita nel suo intento, sollevò il cappotto e si diresse verso la sua attrezzatura medica. Ma la gamba del ragazzo, ancora colpita dai raggi del sole, si accese nuovamente.

Keilani gli si gettò sopra e spense di nuovo il fuoco...

*Il sole... possibile che il sole ne sia la causa!?*

Lo spostò un poco, allontanandolo dalla luce e decise che, da brava scienziata, doveva avere le prove di quella strampalata teoria che la stupiva e la incuriosiva.

Quindi, avvicinò appena la mano destra dell’uomo alla zona assolata... nell’istante in cui il suo mignolo fu colpito dai raggi, iniziò a fumare e si infiammò, in un attimo!

Era il sole! Era davvero il sole a scatenare la reazione combustiva! Ma che strano essere aveva davanti a sè?

Vivo, ma privo di qualsiasi segno di vita; il volto di un angelo che in un attimo si trasforma e si trasfigura divenendo un assassino avido del suo sangue... ed ora la combustione causata dai raggi del so......Keilani venne improvvisamente colpita, come da uno schiaffo, in pieno viso!

Un sospetto... un terribile, incredibile, pazzesco sospetto stava martellando il suo cervello.

Il sangue le pompava con furia nelle vene, la sua lucidità sembrava vacillare e sentiva un calore, immenso ed improvviso, invadere il suo corpo tremante.

Una parola si stava facendo strada nei suoi confusi pensieri.

Una parola che significava orrore, violenza inaudita, morte, dannazione.

Quella parola era VAMPIRO!

*Non ci credo! Non può essere vero! Un... un vampiro?*

Keilani era stata sempre affascinata dall’arte, dalla poesia e dalla letteratura terrestre.

Aveva decine di antichi libri di poesie... e racconti... e poemi. Nel suo alloggio, sulla Arcadia, alle pareti, facevano bella mostra di sè riproduzioni di opere pittoriche di Leonardo e Michelangelo. Nel suo cuore, Shakespeare e Hikmet, Joyce e Verlaine.

E letture fantastiche, d’orrore, di magia. E storie di mostri e di fantasmi... e di vampiri!!!

Poe, Lovecraft, Meyrink, Polidori, Mary Shelley, Bram Stoker, Anne Rice... i suoi autori preferiti. Ma mai, MAI avrebbe immaginato che la leggenda del “risurgente” assetato di sangue potesse avere fondamenti storici ed affondare le sue radici nella realtà!

Eppure era ormai quasi certa, che il suo biondo avversario fosse proprio un vampiro!

Lo girò, voltandolo col viso verso l’alto, quel viso che ora era di nuovo stupendo.

Lo prese sotto le ascelle e lo trascinò nell’angolo più buio e lontano dalle finestre. Poi, prese le sue due borse e il cappotto di pelle e tornò vicino a lui.

Lo fissò. Privo di sensi, disteso in terra. L’apparenza di un essere indifeso e debole. Le membra abbandonate, la pelle chiarissima e gelida. Poi, non sapendo se sentirsi stupida o pazza, prese dal suo bagaglio personale uno specchio e lo avvicinò al viso del giovane.

*Non... non si... riflette. Non c’è traccia della sua immagine su questo stupido specchio. Lo è. Lo è davvero. E’ davvero un vampiro*

A questo punto doveva prendere una decisione. Rimanere con lui era pericoloso, ora ne era certa. L’aveva già aggredita con inaudita violenza e poteva farlo ancora ... l’avrebbe sicuramente fatto ancora. Ma poteva lasciarlo? Era pur sempre un medico, uno scienziato ed aveva l’opportunità unica di studiare quella creatura delle tenebre. Un essere che lei aveva sempre creduto frutto dell’immaginazione di scrittori e poeti e che, invece, ora era disteso lì di fronte. E poi, non poteva comunque allontanarsi, per via delle coordinate del teletrasporto. Sicuramente l’equipaggio della Arcadia stava facendo di tutto per trovarla e lei doveva farsi trovare, a tutti i costi!

Sapeva che quei ragionamenti la stavano portando in un’unica direzione, la stessa direzione che il suo cuore ed il suo istinto avevano già preso da tempo.


6. LA TANA DEL MOSTRO

Era ormai pomeriggio inoltrato. Il sole cominciava a tramontare in quella lunghissima giornata di Giugno. Giugno... oggi doveva essere il 7 Giugno, nel calendario terrestre! Il giorno del suo cinquantasettesimo compleanno!

Il fondersi delle razze dei suoi genitori, aveva fatto di Keilani un essere davvero particolare.

La Natura, nel suo caso, era stata generosa, unendo in lei tutte le caratteristiche positive delle due diverse specie. Medici e studiosi di genetica stimavano che avrebbe avuto una vita lunghissima, di certo superiore ai mille anni. Sembrava poco più di una adolescente, ma in realtà, aveva già vissuto un’intera vita di gioie e dolori.

Aveva avuto un’infanzia felice su Vulcano, circondata dall’affetto dei suoi genitori ma, ancora ragazzina, li aveva visti morire tragicamente, nell’esplosione di una navetta.

Si era diplomata all’Accademia della Flotta Stellare e proprio lì aveva conosciuto Jonathan, il suo unico grande amore, l’uomo che sarebbe diventato suo marito, facendole trascorrere i nove anni più felici della sua vita. Proprio lui, da bravo inglese, le aveva trasmesso la passione per l’arte e la letteratura terrestre.

Dopo l’Accademia Kei, aveva accettato l’incarico di Ingegnere sulla U.S.S. Foreign, dove il suo Jonathan era Primo Ufficiale.

Lì avevano trascorso gli anni del loro matrimonio, divisi tra il dovere dei loro ruoli ufficiali ed il piacere di poter condividere ogni ora di ogni giorno dell’anno.

In quel periodo, purtroppo, non erano stati allietati dalla nascita di bambini ma per Keilani questo era stato solo un rinvio. C’era tanto tempo davanti a loro, per essere ancora felici e per creare una famiglia allegra e numerosa.

Normalmente le donne El-Auriane, nella loro lunga vita, si sposavano svariate volte ed avevano decine di figli. Sua madre, quando era nata lei, aveva appena trecentoquarantadue anni, era già stata sposata sei volte ed aveva avuto, dai matrimoni precedenti, cinque ragazzi e due ragazze, i fratelli e le sorelle di Keilani, che ora erano lontanissimi nello spazio e nel tempo e le mancavano da morire.

Ma anche quel periodo della sua vita era destinato a finire tragicamente.

Durante un sopralluogo in un pianeta non abitato, alcune forti scosse telluriche avevano fatto crollare la grotta in cui lei, Jhon ed altri quattro membri della squadra di sbarco, stavano facendo dei rilievi. Le pietre e i detriti avevano sepolto tre di loro, tra cui lo stesso Jhon.

I soccorsi furono immediati e riuscirono ad estrarre i corpi, ma con grosse difficoltà e solo dopo parecchie ore.

Per suo marito e per gli altri due sfortunati giovani, non ci fu, purtroppo, niente da fare.

Jonathan, esalò il suo ultimo respiro tra le braccia della sua adorata moglie.

Da quel giorno Keilani aveva deciso che il suo futuro sarebbe stato dedicato alla medicina e alla cura del suo prossimo. Tornò all’Accademia. Si rimise a studiare e prese la sua specializzazione. Lavorò per alcuni anni nella Sezione Medica della Flotta Stellare e poi decise di tornare nello spazio, imbarcandosi sull’Arcadia.

Guardandola, non dimostrava che vent’anni o poco più, ma il suo cuore era indurito da tanto dolore e temprato dalle esperienze di una vita.

***

Keilani sapeva che non potevano rimanere ancora lì. Ormai era quasi notte, ma il giorno dopo sarebbe tornato il sole e lui sarebbe stato di nuovo in pericolo.

Nell’altro angolo del grande locale, vide una porta nell’ombra, che fino a quel momento non aveva notato.

Controllò il giovane che era ancora svenuto, si diresse verso la porta scura e provò ad aprirla.

Era aperta e dava su una piccola rampa di scalini metallici. Li scese e, nel buio, quasi andò a sbattere contro una seconda porta, chiusa. Provò ad aprire. Niente.

*Maledizione! Devo assolutamente trovare una sistemazione più sicura e riparata... ma dove?*

Tornò verso il vampiro... *Ma davvero devo chiamarlo così?* si chiese tra sè.

Era disteso in terra, il petto nudo, le bende insanguinate in parte si erano spostate.

Le fece pena vederlo in quello stato. Anche se pericolosissimo e letale, il suo dolce viso addormentato le ispirava tenerezza ed un forte senso di protezione. Decise di coprirlo di nuovo col cappotto di pelle.

Prese il lungo spolverino nero, ma dalla tasca cadde qualcosa.

*Chiavi!*

Sapeva benissimo che solo pensarlo era irrazionale e sciocco, ma decise che doveva provare.

Prese le chiavi e scese di nuovo verso la porta chiusa.

C’erano tre chiavi... le provò, una alla volta... ed incredibilmente, l’ultima chiave aprì.

Era buio dentro. Cercò nel muro, tastando con le mani, alla ricerca di un interruttore o qualcosa del genere. Ecco... trovato. Accese la luce.

Keilani si trovava ora in una specie di alloggio, un piccolo appartamento scarsamente arredato e non molto pulito.

Un divano di pelle marrone, una grande poltrona, rivestita di tessuto rosso.

Un televisore, frigo, forno a microonde. Un piccolo tavolo quadrato di legno scuro con due sedie diverse tra loro.

Nessuna finestra, solo una fessura, tipo bocca di lupo, in alto a destra.

Infondo alla stanza, c’era un’altra porta, probabilmente una camera da letto, ma Keilani decise di non continuare, per ora, l’esplorazione del nuovo rifugio.

*E’ casa sua. Lui vive qui. Effettivamente quando ci siamo incontrati, lui si stava dirigendo proprio verso questo edificio... E se non vivesse da solo?*

Le era balzata solo ora in mente, quella inquietante domanda...

Erano ormai passate circa ventiquattr’ore da quando Keilani era arrivata e non si era visto nessuno, ma certo il dubbio e il timore restavano presenti in lei.

Dirigendosi verso il giovane sdraiato in terra, Kei prese di nuovo in mano il phaser, che era ancora nella sua tasca destra. Aumentò la regolazione su uno stordimento maggiore ... non per uccidere al primo colpo, ma certamente non sarebbe stato piacevole per nessuno venire colpiti da quella forte scarica di energia!

Si caricò il vampiro sulle spalle, come aveva fatto la sera precedente e lo portò giù per la scaletta, fino al piccolo soggiorno appena scoperto. Tanto valeva fare qualche passo in più e vedere se effettivamente dietro l’altra porta ci fosse la camera... ed era proprio così.

Una camera piuttosto spaziosa, con un grande letto in ferro battuto e tappeti sul pavimento.

Non c’era illuminazione elettrica, solo candele. Il letto era sfatto e l’ambiente sapeva di chiuso.

Lo adagiò sul letto, cercando di metterlo più comodo possibile, supino. Accese due o tre candele, poi gli tolse le scarpe e lo coprì con il lenzuolo.

Lenzuola nere, di seta *Però, si tratta bene il tipo...* sgualcite ma pulite.

Tornò a prendere le altre cose, entrò nell’appartamento e chiuse a chiave la porta dietro di lei.

Posò tutto sul divano e corse in camera. In fondo al letto, notò un vecchio baule di mogano, con un grosso lucchetto, Keilani prese il mazzo di chiavi e trovò quella che lo apriva.

Era pieno di oggetti stranissimi... manette, catene, armi di foggia antica, una balestra, uno spadone, un’ascia. Parecchi paletti di legno, aguzzi e.... *Paletti di legno? Perchè un vampiro deve tenere in casa l’unica arma che può ucciderlo?*

Tutto sommato trovare quegli oggetti fu provvidenziale.

Prese un paletto, il più grosso e appuntito di tutti. Prese anche una catena piuttosto pesante ed un paio di manette a scatto.

Abbassò il coperchio del baule e si avvicinò a lui.

Ogni volta che Keilani posava gli occhi sul suo volto angelico, provava un brivido, misto di terrore ed eccitazione. Era una creatura senz’anima, un predatore notturno, ma guardare il suo viso era come guardare il sole, tanto la sua bellezza perfetta era abbagliante.

Passò la catena tra i ferri della testata del letto, poi la fece scorrere tra i bracciali delle manette. Con un raggio concentrato del phaser, tagliò gli anelli in eccesso e fuse il metallo per richiudere la catena su sè stessa. Strinse quindi le manette attorno ai polsi del biondo vampiro alzandogli le braccia sopra la testa ed immobilizzandolo.

Andò nell’altra stanza e si trascinò dietro, fino alla camera, la poltrona rossa.

Lei avrebbe dormito lì... anzi, no! Non avrebbe affatto dormito, ma si sarebbe solo appoggiata per riposarsi un pò, continuando a tenere d’occhio il suo pericoloso ospite.

Dalla camera si accedeva ad un piccolo bagno con doccia.

Non le sembrò vero, potersi finalmente lavare e cambiare. Dopo la doccia, disinfettò la brutta ferita al polso e quella meno grave al ginocchio, indossò una tuta azzurra, di morbido cotone e tornò accanto al letto, sedendosi sulla poltrona.

Lui era ancora privo di sensi, non dava alcun segno di vita, sembrava giacere nel riposo mortale.

Keilani si accucciò un pochino... il phaser in una mano... il paletto nell’altra... e, in meno di dieci secondi, si addormentò profondamente.


7. LA CACCIATRICE

Evidentemente, Keilani non era destinata a risvegli sereni.

Saltò sulla poltrona per il forte rumore.

Lui era preda di un attacco di violente convulsioni.

La mente della ragazza fu subito lucida.

Le poche ore di riposo le avevano restituito forze ed energie ed era pronta ad affrontare l’emergenza.

Si rese conto che le cure convenzionali su di lui non avrebbero avuto nessun effetto. Nè calmanti, nè anestetici, nè rigeneratori cutanei.

Doveva solo aspettare che la crisi passasse e somministrargli l’unica cosa di cui aveva bisogno... sangue!

Gli tenne con forza le gambe, soprattutto per evitare che si facesse del male battendo contro il ferro del letto.

Un paio di minuti dopo, gli spasmi convulsi iniziarono a diminuire, fino a cessare del tutto e l’uomo ripiombò nel suo cadaverico riposo.

*Sicuramente è stato il mio sangue a ridurlo così... gli ho iniettato quello filtrato, una parte l’ha pure bevuta, ma poi mi ha morso ed ha ingerito il mio sangue puro, certamente non adatto a lui... potrebbe averlo intossicato... forse gli ha fatto un effetto allucinogeno, come una specie di forte droga... o forse si tratta di una sorta di avvelenamento. Di certo non lo ucciderà, non credo... speriamo di no... ma lo fa star male, parecchio*

Keilani decise che comunque doveva continuare a nutrirlo. Il veleno non uccide un vampiro, ma la lunga astinenza da sangue lo debilita mortalmente e, quel vampiro, era già ridotto troppo male.

Tornò nel soggiorno, appoggiò tutta la sua attrezzatura sul piccolo tavolo quadrato ed iniziò la procedura per estrarre dal proprio corpo altro sangue da filtrare.

Stavolta non ne prese più di due fiale, circa un bicchiere e mezzo.

Avviò il processo di filtraggio e mangiò una delle razioni standard.

Barrette dal sapore indefinibile, ma ricchissime di proteine, vitamine, aminoacidi e sali minerali... il suo corpo non aveva bisogno d’altro.

Poi, si avvicinò al frigo per cercare qualcosa da bere.

Quando lo aprì, vi trovò all’interno due grossi flaconi di liquido rosso scuro, certamente sangue umano!

Pur se colta da una leggera, nauseante sensazione di ribrezzo, decise che avrebbe mescolato quel sangue con il suo, per poter aumentare la durata della scorta e non doverne estrarre troppo da sè stessa.

Non sapeva per quanto tempo ancora il vampiro sarebbe stato privo di sensi ed incapace di provvedere ai propri discutibili bisogni...

Prese quindi uno dei flaconi dal frigo, lo mescolò con il suo sangue appena filtrato e lo divise in tre capienti bicchieri.

Poi, ne ripose due di nuovo in frigo e scaldò leggermente il terzo nel forno a microonde.

Era conscia del fatto che il vampiro doveva bere quel sangue, non poteva iniettarglielo in vena, doveva farglielo ingurgitare in qualche modo.

Si diresse verso la camera, con il bicchiere pieno del liquido tiepido, tra le mani.

Si accostò al letto, fece scivolare la propria mano sinistra sotto la nuca di lui, gli sollevò appena il capo e gli avvicinò il bicchiere alle labbra.

Il vampiro era più bianco e più gelido che mai, gli occhi scavati e cerchiati di nero ma, sentendo il forte odore del sangue caldo, socchiuse appena le labbra ed iniziò a bere.

Bevve avidamente, fino all’ultima goccia. Keilani appoggiò il bicchiere vuoto sul comodino, gli pulì la bocca e riappoggiò la sua testa sul morbido cuscino.

Il biondo dei capelli del vampiro, contro il nero delle lenzuola di seta, creava un effetto cromatico di forte contrasto e Kei, si trovò ancora una volta ad osservarlo con un lieve sorriso.

Poi lui, in un alito di fiato, mormorò “Cacciatrice...”

Keilani si avvicinò al suo viso stupendo “Non fare sforzi. Non ti agitare. Concentrati sulla tua guarigione. Io sono qui con te e non ti lascerò finchè non starai bene. Riposa, dormi”

Cacciatrice...” ripetè piano il giovane “Cacciatrice...che tu sia maledetta”




8. UN LENTO RECUPERO

Presa come era stata da tutti quegli eventi pazzeschi ed incredibili, Keilani non aveva ancora attivato il segnale subspaziale per essere rintracciata dalla sua nave.

Erano ormai passate parecchie ore. Per buona parte del tempo era stata svenuta o occupata a fare ben altro... forse l’avevano già cercata, forse l’avevano chiamata per ore, senza ricevere da lei alcuna risposta... forse era condannata a rimanere in quel luogo ed in quel tempo.

Accese tutte le apparecchiature, provò varie frequenze, tentò di contattare qualcuno che appartenesse al suo secolo. Tutto taceva, tutto era silenzio e vuoto.

Doveva concentrarsi e focalizzare le sue energie su una cosa per volta, senza però perdere il quadro d’unione di quella assurda storia.

Ora il radiofaro era attivo; se qualcuno del suo secolo fosse stato a portata di segnale, l’avrebbe certamente rintracciata.

Doveva occuparsi di lui. Appena fosse stato meglio, avrebbe avuto tanto da chiedergli. Non era certa del perchè, ma sentiva che in fondo non era davvero cattivo.

C’era qualcosa nei suoi occhi, nella sua voce... una tristezza infinita, sconforto, dolore e rabbia.

Lei si era sentita così quando aveva perso i suoi genitori ed anche quando era morto Jhon. Forse anche il vampiro soffriva per la perdita di qualcuno, qualcuno molto importante per lui, qualcuno che amava e, forse, era stata proprio quella “cacciatrice” , che lui malediceva nel sonno, ad uccidere il suo amore.

Keilani era certa che i vampiri potessero amare.

Di tutte le storie che aveva letto su di loro, le era sempre rimasto impresso nel cuore il romanticismo e l’intensità con cui quella “razza” viveva le proprie emozioni.

La disperazione e il senso di condanna, la violenza quasi mai fine a sè stessa, la solitudine, la paura, la consapevolezza di vivere una vita eterna nelle tenebre, come mostri e di avere un’esistenza priva di ogni senso, priva di ogni scopo, se non quello di uccidere e di nutrirsi del sangue delle proprie vittime.

Keilani era profondamente affascinata da tutto ciò e il giovane vampiro, che giaceva nel letto della stanza accanto, era la trasposizione di tutto quello che lei aveva sempre amato e temuto.

*Mettici che è pure bello come un dio greco! Ed il suo corpo...*

Si sorprese a pensare a lui in quei termini. Di nuovo con quel mezzo sorrisetto ebete sulle labbra.

Si sforzò di considerare i pro e contro della sua situazione attuale.

*Le mie razioni sono per due settimane, ma con tutto il sangue che devo togliermi, dovrò mangiare un pò di più. Il sangue che è in frigo, aggiunto al mio, razionato e dosato a dovere, dovrebbe bastare per circa quattro o cinque giorni. Quindi, comunque vadano le cose, tra cinque o sei giorni al massimo dovrò uscire di qui e cercare una soluzione alternativa*

Era seduta al tavolo, i gomiti poggiati, la testa tra le mani.

*Non ho soldi, non ho mezzi per spostarmi, non ho documenti... quindi non potrei neppure lavorare. Potrei fare del volontariato in qualche ospedale... se sapessi dov’è un ospedale! E se sapessi come raggiungerlo! Potrei mangiare in mensa magari, trovare anche del sangue per lui* la sua mente lavorava frenetica, in cerca della soluzione migliore ad ogni problema.

Finchè non fosse stato assolutamente necessario, non sarebbe uscita di lì. La Prima Direttiva Temporale, parlava chiaro.

Da dove si trovavano, l’avvicendarsi di giorno e notte era appena percettibile. La luce del sole praticamente non arrivava affatto in casa e Keilani decise che avrebbe dormito ogni qual volta ce ne fosse stata la possibilità, giorno o notte che fosse, compatibilmente alle esigenze e ai bisogni del suo “compagno di viaggio”. Doveva essere riposata e lucida e sempre nel pieno delle proprie forze. Tornò al suo fianco, per controllare come stessero le ferite.

Con sua sorpresa, notò che quelle meno profonde stavano velocemente guarendo. Due piccole ferite sulla spalla destra erano, addirittura, già rimarginate completamente. Era chiaro che il sangue che lei gli faceva bere, stava avendo il suo effetto terapeutico.

Andò nel bagno e riempì una bacinella con dell’acqua calda. Vi sciolse una piccola quantità del suo sapone alla vaniglia e prese una spugna. Magari non era molto maschile come essenza, ma quell’uomo aveva bisogno di un bagno, o di qualcosa che vi si accostasse abbastanza!

Cercò di sollevargli un pò la schiena, spostandolo leggermente su un fianco, per non fargli atrofizzare le braccia, costrette sopra la testa dalle catene.

Lo toccava con delicatezza, stando attenta a non fargli del male. Il corpo magro, rivelava una struttura scheletrica solida e proporzionata ed un altrettanto ben strutturata muscolatura.

I dorsali armoniosi, la curva dei bicipiti che lasciava presumere una grande forza e l’addome, piatto e scolpito. A parte il forte dimagrimento, quel tipo doveva essere uno che si teneva in forma con lunghi allenamenti, un atleta, forse un lottatore.

Lo stava guardando con occhi di medico, da un punto di vista puramente antropomorfico, ma non riuscì a reprimere un leggero calore che la rese appena rossa in viso.

*Idiota, sciocca e stupida... Basta così Kei... Hai sbavato abbastanza... Ma che ti succede? Non hai mai visto un bel ragazzo in vita tua? Scema...*

Fece ricorso a tutte le tecniche vulcaniane di concentrazione che le aveva insegnato suo padre e gli tolse i pantaloni, scoprendo con stupore che il giovane, sotto, era nudo e ...

*Basta!! Basta così!! Chiaro???*

Immerse la spugna nell’acqua calda, la strizzò bene ed iniziò a farla scorrere su quel gelido corpo privo di sensi.

Delicatamente sulle ferite del petto, con più energia sulla schiena e sulle gambe muscolose.

Poi cercò un indumento pulito nell’armadio. C’erano varie t-shirt nere, alcune con maniche lunghe, altre corte, tre o quattro camicie, due paia di jeans, neri anch’essi ed una giacca di pelle, tipo giubbotto da motociclista... le sembrò di ricordare che, in uno strano gergo terrestre, quel tipo di indumento si chiamasse “chiodo”. Notò un paio di pantaloni di cotone, con l’elastico in vita, di colore blu scuro, che sembrarono fare al caso suo.

Infilò i pantaloni di cotone all’uomo disteso sul letto e tornò in soggiorno a preparare la tazza di sangue della sera.

Uscendo dalla camera, riuscì a malapena a percepire la voce del vampiro che mormorava qualcosa... Poteva essere un “grazie” ma, tutto sommato, anche un “vattene” come le aveva già detto il primo giorno.

Nei quattro giorni seguenti, il giovane non si svegliò mai, nè disse alcuna parola.

Ebbe ancora alcuni attacchi di convulsioni, ma sempre meno violenti e di minor durata.

Le ore passavano lente e i tempi erano scanditi da rituali di sangue. Prelevarsi il sangue, filtrarlo, mescolarlo, congelarlo, riscaldarlo, farglielo bere, pulire le ferite dal sangue coagulato (ferite che si stavano rimarginando del tutto), lavare il sangue sgocciolato qua e là.

L’ apparecchiatura puntata verso lo spazio, taceva inesorabilmente. Keilani passava ore nel tentativo di perfezionare la ricezione, di ampliare la banda di trasmissione del segnale ma avrebbe avuto bisogno di qualche componente elettronico aggiuntivo. Ed era quasi certa che ne avrebbe potuti trovare, in qualche negozietto di hi-fi o di computer, se solo avesse avuto denaro per comprarne!

Cominciava ad essere stanca di quel piccolo appartamento buio.

Aveva voglia di sole, di sentire il suo calore sul viso, di correre, di urlare, di parlare con qualcuno che non fosse sè stessa riflessa nello specchio.

In quelle lunghe giornate, intanto, aveva iniziato a fare esercizi di Yoga e ginnastica. Ed ogni mattina, almeno un ora di corsa, lungo il perimetro della grande stanza fuori dal loro alloggio.

Si sentiva più forte ogni giorno ed i continui prelievi le causavano sempre meno debolezza.

Aveva evidentemente trovato un giusto equilibrio tra quello che entrava e quello che usciva dal suo corpo e l’esercizio fisico la stava aiutando tantissimo.

Altra sua occupazione quotidiana era la lettura.

Uno dei libri che aveva portato con sè era una raccolta di poesie di Nazim Hikmet, un poeta turco del ventesimo secolo terrestre.

Ogni sera, quasi come un rito pre-sonno, si sedeva sul bordo del letto, al fianco del biondo vampiro e gli leggeva dei versi, con voce pacata e dolce.

I suoi preferiti erano quelli di una poesia del 1948, senza titolo...


Anima mia

chiudi gli occhi

piano piano

e come s’affonda nell’acqua

immergiti nel sonno

nudo e vestito di bianco

il più bello dei sogni

ti accoglierà


Quella sera, non sembrava avere nulla di diverso dalle precedenti.

Aveva consumato la sua dose di barrette vitaminiche, aveva fatto bere la tazza di sangue tiepido e denso al vampiro, e dopo essersi cambiata per la notte, gli aveva letto i soliti versi che tanto amava.

Poi ripose il libro nel cassetto del comodino e si distese sulla poltrona rossa, ai piedi del letto di ferro battuto.

Phaser e paletto sempre a portata di mano, ma non più stretti nei pugni.

Keilani aveva appena socchiuso le palpebre, che lui si mosse.

Si alzò di nuovo, avvicinandosi al letto. Era un movimento preciso, non uno spasmo muscolare nè un riflesso involontario... erano le movenze di chi si sta svegliando da un lungo sonno.

Ciao” fu la prima parola che lui pronunciò dopo aver socchiuso gli occhi.

Ciao” lei rispose “Ben tornato”

Chi sei?”

Mi chiamo Keilani, sono un medico e mi sono presa cura di te in questi giorni”

Kei-cosa?

Keilani... è il mio nome, ma puoi chiamarmi Kei. Tu come ti chiami?”

Voglio una sigaretta... Cosa ci faccio incatenato al letto? Sei stata tu? Ti sei divertita con il mio corpo perfetto?”

Era incredibilmente spudorato ed allusivo e la guardava malizioso.

Sono un medico, non una pervertita sessuale. Ti ho legato perchè mi hai aggredita”

Davvero? Non me ne ricordo affatto! Quando? E quant’è che sono qui?”

E’ successo cinque giorni fa, poi hai perduto i sensi e ti sei risvegliato solo ora”

Cinque giorni? Sono stato legato qui come un salame per cinque giorni e cinque notti?”

Ed intanto aveva alzato la testa accorgendosi di avere in dosso solo i pantaloni di cotone.

Noto con piacere che non hai resistito a mettermi le mani addosso! Dottore!”

Non devo giustificare il mio operato professionale con te. Eri ferito e sofferente e ora, da come usi la lingua, mi sembra che tu sia notevolmente migliorato” disse lei offesa.

Non hai la minima idea di cosa so fare io con la lingua, doc”

La sua espressione maliziosa era ancora più accentuata.

Non mi hai ancora detto come ti chiami” disse allora lei seccamente, fingendo di non captare il ‘velato’ doppio senso.

Spike”

E che razza di nome è Spike? E poi ti sembra strano Keilani?”

Sei nervosetta K-E-I?” aveva detto il suo nome lentamente, scandendo le lettere e pronunciandole quasi come una cantilena canzonatoria.

Non sono affatto nervosa. Anzi! Mi fa piacere che tu stia meglio, tanto da essere così spiritoso e di buon umore” nella sua voce una nota di sarcasmo acidulo.

Lui rise, di cuore. Aveva un sorriso splendido, luminoso e coinvolgente.

Keilani si sentì improvvisamente in imbarazzo e si voltò di scatto, distogliendo lo sguardo dal suo.

Non vergognarti dei tuoi pensieri peccaminosi, dottore” disse lui con una voce dolcissima “So che esercito un forte fascino sulle donne ed è normale che anche tu mi trovi irresistibile”

Lei era furiosa. Parlava con lui da un minuto e già era riuscito a farle perdere la pazienza.

Sai che credo invece? Che sei un bulletto, montato e pieno di sè. Ti sopravvaluti caro Spike e, tanto per mettere in chiaro le cose tra noi, sappi che non mi interessano affatto i tipi come te”

Ohi, ohi, ohi... Il buon, vecchio zio Spikey ha esagerato, vero? Immagino che a questo punto sia superfluo chiederti di liberarmi. Ho rovinato ogni chance con le mie stesse mani”

Non ti avrei liberato comunque. So cosa... voglio dire... so chi sei. Mi hai aggredito, mi hai morso e mi hai terrorizzato. Farai bene ad abituarti alle catene, perchè resterai legato ancora a lungo”

WOW! Fiera come un guerriero la piccola Kei! Chi è tra noi due il vero Big Bad?” e rise di nuovo.

Perchè mi prendi in giro, Spike?” chiese lei incredula, dopo alcuni secondi di silenzio.

Qualcosa negli occhi tristi della giovane gli ricordò un altro sguardo, uno sguardo che aveva amato di un grande e sincero amore fraterno... la sua dolce briciola...

Scusa se sono stato irritante” disse pacato “Io sono così. Un bastardo, vecchio vampiro con l’anima e ti giuro che di me stesso, a questo punto, non so proprio che diavolo farne...”

I vampiri non hanno anima...” mormorò Keilani quasi tra sè.

E’ una lunga storia, dottore”

9. RIVELAZIONI

Quel tipo era davvero tremendo!

*Sbruffone, spudorato, irritante e pieno di sè. Ma chi si crede di essere?* pensava la ragazza. Cercava di celare, nella rabbia, l’emozione che aveva provato parlando con lui, sentendosi solleticata nella curiosità e nella femminilità e realizzò, inconsciamente, di sentire nei suoi confronti una sempre maggiore attrazione.

Quella notte Keilani decise che avrebbe dormito sul divano del piccolo soggiorno.

Fu una pessima idea!

Lui la chiamava ogni cinque minuti.

Ho sete”

Ho fame! Ci dovrebbero essere dei biscotti al cioccolato, nel mobile di là!”

Keeeiiiii... mi prude il naso”

Non riesco a dormire... mi fai compagnia?”

Voglio una sigaretta!!!”

Keeeiiii....”

Era stanca e spazientita, ma non voleva dargli la soddisfazione di vederla furiosa.

Quindi, ogni volta che lui chiamava, Keilani correva diligentemente esaudendo ogni suo capriccio, inclusa la richiesta ossessiva di fumare... anche se la disgustava quell’odore.

Alla fine, dopo quasi tre ore di vai e vieni da una stanza all’altra, Keilani si decise a riprendere il suo posto sulla poltrona rossa, ai piedi del letto di Spike.

Mi hai sfinito. Spero che ora tu sia a posto... o ti serve altro?” chiese con un pizzico di ironia.

Dovresti sapere che noi vampiri di notte non dormiamo. E poi io ho dormito ininterrottamente per giorni... credo che non avrò più sonno per parecchio tempo” disse lui con un tono divertito nella voce “Raccontami cosa è successo di preciso. Io non ricordo praticamente nulla” chiese.

Ti ho visto barcollare. Eri ridotto malissimo. Ti ho soccorso e ti ho accompagnato al chiuso. Poi tu mi hai aggredita e sei svenuto. Ho trovato le chiavi del tuo appartamento e ti ho trascinato sul letto. Ti ho curato, ti ho nutrito, ed eccoci qui”

Sei sicura che sia tutto?”

Più o meno. Perchè?”

C’è qualcosa che non mi quadra. Io non ti avrei mai aggredita se fossi stato lucido. Sono anni che non mi nutro di esseri umani. Ma se, per qualunque motivo, lo avessi fatto, tu ora saresti morta... o saresti un vampiro come me”

Io... credo di essere stata io stessa, la causa dell’aggressione”

Come?”

Ti ho dato del sangue non puro. Credo che ti abbia fatto perdere lucidità, scatenando la tua violenza”

Non puro?”

Non... umano”

Ho bevuto tantissime volte sangue di maiale o di bue, non mi ha mai provocato nulla del genere”

Non... non apparteneva ad un essere di questo pianeta”

CHE? Mi hai fatto bere il sangue di un demone?”

No. Hai bevuto il mio sangue”

Scusa, ma ci capisco sempre meno. Tu sei un demone?”

No. Vengo da un altro mondo. Non sono umana. Sono nata e cresciuta su un altro pianeta”

Spike la guardava con perplessità, non riuscendo assolutamente a mettere a fuoco i fatti.

Fammi capire bene... sei una specie di aliena?”

Sono per metà El-Auriana e per metà Vulcan”

Ahhhh... e vieni dallo spazio?” lui sembrava divertito ora.

Si. Un guasto al telet... al mio mezzo di trasporto mi ha gettato in questo luogo ed in questo tempo”

Bene, bene... quindi hai viaggiato nello spazio e nel tempo. Presumo tu venga dal futuro!”

Dal XXIV secolo, per l’esattezza”

Mmmhhh ... e perchè mi hai fatto bere il tuo sangue? Viaggi nel tempo per scovare ed uccidere poveri vampiri indifesi?”

Io... io l’ho filtrato e depurato prima, ma credo che non fosse abbastanza. Ti ha fatto perdere la testa e ti ha dato una forza pazzesca. Mi sei saltato addosso ed hai morso il mio polso”

Keilani portava ancora la fasciatura al polso sinistro.

Mordendomi hai bevuto il mio sangue puro... ecco perchè sei stato tanti giorni privo di sensi”

Che diavolo ha il tuo sangue che non va?”

La mia emoglobina, è in parte a base di rame”

Quindi hai il sangue di un altro colore!? Voglio vederlo!”

Spike sembrava un bambino eccitato alla vista di un nuovo giocattolo.

Altrimenti non mi credi?”

Insomma dottore! Mi hai curato, ok, ma senza che io te lo chiedessi. Mi hai infettato col tuo strano sangue alieno, mi hai incatenato al letto per giorni e non se ne parla di lasciarmi andare... direi che qualcosa me la devi, no?”

Keilani si alzò dalla poltrona. Prese dalla sua borsa un ago e si punse appena l’indice della mano sinistra.

Ne uscì una goccia di sangue viola scuro, quasi nero.

Spike cercava di mettere a fuoco l’immagine, nella fioca luce delle candele della camera.

Avvicinati. Non vedo”

Non è che vuoi... assaggiarmi?”

Ti ripeto che sono innocuo come un agnellino, da anni. E poi, se il tuo sangue mi ha fatto stare così male, sarei un pazzo a volerlo provare di nuovo!”

Keilani accostò il dito al viso di Spike. *Ma che sto facendo? Devo essere impazzita*

ll vampiro sentì immediatamente l’odore del sangue fresco e, anche se era un odore diverso e particolare, non era niente affatto sgradevole.

Suo malgrado, il suo volto assunse le sembianze della caccia.

Keilani gridò e balzò all’indietro, ricadendo sulla poltrona. Afferrò istintivamente il paletto di legno e lo puntò diritto verso il cuore di Spike.

Stai calma dottore”

Tu... tu... sei diventato... cattivo”

Lui rise, mentre il suo volto tornava normale.

E’ solo che sono ancora debole e non riesco bene a controllarmi. Per un vampiro è automatico assumere l’aspetto del predatore, quando sente l’odore del sangue caldo e pulsante”

Quindi non mi avresti aggredita di nuovo?”

Mai”

Si guardarono per un lungo momento e solo allora Kei si accorse che gli occhi di Spike erano di un meraviglioso, intenso, profondo blu.

Alla luce soffusa delle candele, il fascino di lui era quasi irresistibile e Keilani si sentì di nuovo avvampare.

Lui continuava a fissarla con insistenza, con un lieve sorriso sulle labbra perfette.

Il vampiro percepiva perfettamente che il cuore di Keilani aveva accellerato il ritmo, ma non riusciva a capire se fosse solo la paura, o l’emozione ed il piacere di essergli così vicina, cosa che lo avrebbe gratificato non poco.

Calmati, stai tranquilla piccola. Non ti farei mai del male. Ti devo la vita, credo...”

Keilani abbassò il paletto, senza però lasciarlo e si sedette di nuovo.

Però c’è qualcosa di strano nell’odore del tuo sangue” continuò Spike “Non mi disgusta nè mi intimorisce il suo aroma. Se mi ha fatto così male, dovrei averne terrore o perlomeno ribrezzo”

E’ che io... ho continuato a dartelo”

Davvero? Mi hai nutrito col tuo sangue?” Spike era piacevolmente stupito.

Non potevo fare altrimenti. Nel frigo c’era una piccola scorta che non sarebbe bastata che per un giorno o due. Così ho continuato a sottopormi a prelievi giornalieri ed ho miscelato i due tipi di sangue. Quello che avevi tu ed il mio, filtrato”

Non ho parole. La ragazzina aliena dal cuore d’oro che salva il cattivone di turno, donandogli la sua linfa vitale. Sei grande, bambolina”

*Ecco.* pensò Keilani *Di nuovo quel tono sarcastico e fastidioso. Ma perchè deve sempre rovinare ogni cosa?*

Per tua informazione, la ragazzina aliena è un ufficiale medico diplomato all’Accademia della Flotta Stellare... e tra l’altro, ho appena compiuto cinquantasette anni!”

Spike se la guardava con un espressione indecifrabile poi, senza ribattere alla sua affermazione, disse “Mi leggi ancora quella bella poesia?”

*Questo tizio mi farà impazzire*

Kei prese il libro dal cassetto ed iniziò la lettura...


10. IL PATTO

Si addormentarono che era giorno fatto.

Keilani dormì profondamente, rilassata e tranquilla.

Sognò di lui... Lui che rideva... Lui che le carezzava i capelli... Lui che le mordeva il collo...

Spike si svegliò nel tardo pomeriggio.

Le braccia gli facevano male. Provò a cercare un modo per liberarsi, ma la catena era saldata, e così anche la chiusura delle manette.

Doveva proprio averla spaventata parecchio, per indurla a legarlo così.

La guardò.

Era addormentata sulla poltrona. Rannicchiata su un fianco, le labbra rosee e carnose, leggermente socchiuse, la testa appoggiata al bracciolo.

Indossava una tuta azzurra ed aveva i capelli raccolti in una coda.

Vicino alle gambe, il paletto ed il libro di poesie.

Era davvero molto bella, pensò il vampiro e si accorse di desiderare un contatto più intimo con quel corpo caldo e morbido.

Percepiva il suo calore anche a distanza. Ascoltava il respiro ritmato del suo sonno e poteva sentire i battiti del suo cuore, lo scorrere del suo sangue.

Forse era una pazza schizofrenica, convinta di provenire dal futuro... o forse quello che gli aveva raccontato era tutto vero.

In realtà Spike le credeva.

Nella sua lunga vita ne aveva viste e sentite di tutti i colori. Magie, incantesimi, apocalissi, demoni e mostri di ogni genere... un semplice viaggio nel tempo e l’arrivo di una aliena sulla terra non era poi nulla di così eccezionale!

Un’ aliena...

Non aveva un aspetto alieno!

Il suo sangue però era davvero nero, lo aveva visto, ed aveva un odore più metallico del sangue umano, un aroma più intenso.

Poi, guardandola meglio, notò che la parte superiore dell’orecchio visibile, era leggermente a punta e sorrise.

Keilani aprì gli occhi e vide che lui la guardava sorridendo.

Ti faccio ridere?” chiese, un pò più scontrosa di quanto non volesse.

Stavo ammirando le tue orecchie a punta. Molto eleganti... complimenti!”

Risero entrambi.

Era bellissimo stare lì a parlare e ridere insieme, pensò la ragazza.

Mi fanno male le braccia”

Aspetta, ti aiuto a sederti”

Kei si avvicinò al letto. Lo sorresse e lo aiutò a mettersi seduto, le braccia legate, spostate lateralmente.

I loro visi erano vicinissimi.

Spike poteva sentire il suo dolce profumo, il suo respiro, leggermente affannato, sul proprio collo e questo lo eccitò.

La guardava dritto negli occhi, ben sapendo di metterla a disagio e sapendo, altrettanto bene, di suscitare in lei lo stesso desiderio che ora sentiva pervadere il suo corpo.

Keilani, in effetti, sentiva le stesse identiche pulsioni, ma cercò di scuotersi da quel momento di debolezza.

Vado a preparare il tuo cocktail preferito” disse con voce tremante.

Lui la guardava sorridente, senza risponderle, col capo leggermente inclinato da un lato, affascinandola ed irritandola allo stesso tempo.

Nel frigo, la penultima “dose” di sangue miscelato. Più tardi avrebbe dovuto prelevarsene dell’altro, un pò di più del solito.

Lo scaldò nel forno a microonde e sentì la voce del vampiro provenire dall’altra stanza.

Mettici il weetabix... grazie”

Prese tre o quattro cucchiaiate di polvere di cereali e li mise nel bicchiere di liquido caldo, mescolando. Poi lo raggiunse di nuovo.

Bevi”

Lo aiutò, reggendogli il bicchiere.

Lui bevve, continuando a guardarla con quegli incredibili occhi blu.

Un rivolo di sangue, scese da un lato della sua bocca.

Keilani, istintivamente, ci passò sopra l’indice destro, dal basso verso l’alto, accompagnando il sangue colante verso le labbra di Spike, mentre con la sinistra posava il bicchiere sul comodino.

Lui aprì la bocca ed accolse il suo dito, succhiandolo sensualmente, assaporando con immenso piacere l’ultima goccia di quel sangue rigenerante ed il sapore dolce della pelle di lei.

In quel preciso istante, l’intensità del loro desiderio era quasi tangibile.

*Sono pazza, so di esserlo. So che è un tipo pericoloso... ma lo farò, voglio farlo! Non posso resistere ancora. Sto per baciarti, Spike* Annebbiata dall’eccitazione, Keilani usò il dito per attrarre a sè il vampiro.

Gli occhi negli occhi, i volti più vicini... sempre più vicini.

Spike liberò dalla dolce prigionia il dito di lei e le loro bocche socchiuse si unirono in un bacio lungo, dolcissimo, sensuale e inebriante. La mano destra di Keilani sfiorava la sua guancia fredda, la sinistra gli cingeva la nuca, intrecciando le dita tra i capelli biondissimi.

Si staccò per un attimo, allontanandosi dal letto, la testa le girava leggermente. Era frastornata ed ansimante.

Il giovane, che non aveva smesso per un solo momento di guardarla, era proteso verso di lei, evidentemente dispiaciuto da quell’inaspettato distacco.

In realtà, anche lei se ne era già pentita ma, quel briciolo di razionalità che le restava, le stava intimando un time-out.

Mille allarmi nella sua testa, stavano suonando contemporaneamente.

*Non devo. Non posso. Ma perchè poi non dovrei? Perchè mi sono fermata? Cosa diamine mi sta succedendo? Lo conosco appena... non posso già essermi innamorata di lui! Innamorata??? Ma che sto dicendo? Ma mi piace così tanto... lo desidero così tanto... e come bacia!*

Spike interruppe i suoi pensieri:

Come ho già avuto occasione di dirti dottore, non puoi restare indifferente al mio fascino” disse con il solito tono presuntuoso “Ma devo ammettere che anche tu sai bene come far eccitare un uomo! Non dovresti permettere alla tua coscienza di mettere in discussione le tue voglie! Hai delle potenzialità...” e ridacchiò.

Non ce la fai, vero? Non ci riesci proprio a stare zitto?!”

Keilani aveva taciuto per qualche istante, infastidita, non tanto dalle parole di lui, quanto dal tono con cui erano state pronunciate.

Che vuoi sentirti dire? Che è vero? Che sono attratta da te e che ti desidero?

OK! E’ così. Ti ho desiderato dalla prima volta che ho posato gli occhi sul tuo viso... sul tuo corpo. In questi giorni sei stato per me una tentazione continua e vorrei tanto che non fosse così, perchè sarebbe tutto più facile e non impiegherei tanto tempo e tanto sforzo a reprimere i miei istinti”

E tu non reprimerli” disse lui candidamente “Avvicinati, toglimi questi bracciali e finiamo in grande stile quello che abbiamo appena iniziato”

Lo vorrei... ti giuro che lo desidero davvero in questo momento, ma so che è sbagliato usarti e farmi usare da te. Cosa ne ricaveremmo? Piacere? Soddisfazione reciproca? Un’ora di sesso gratificante? No, grazie. Non voglio darti la possibilità di ferirmi ed ora sono certa che potresti farlo”

Che vuoi fare allora? Andartene? Lasciarmi qui, ferito e debole, incatenato a questo stupido letto?”

Keilani lo guardava pensosa ed incerta sul da farsi. Lui era lì, seducente più che mai e lei doveva assolutamente trovare un solo, valido motivo per non tornare a baciare quella bocca perfetta, sia in quel momento che per quelli a venire.

Le parole le uscirono da sole:

Facciamo un patto.”

Spike la guardò con espressione curiosa, socchiudendo leggermente gli occhi.

Se per te va bene, resterò. Ti toglierò le catene. Continuerò a curarti, nutrirti e dissetarti. Non ti lascerò finchè non ti sarai ripreso del tutto e non sarai in grado di alzarti e di provvedere a te stesso, di riprendere la tua vita, insomma. Ma tra noi, da oggi, ci saranno delle regole.”

Prese appena fiato e continuò il suo monologo.

Non ce l’ho con te, Spike. Anzi! Sono io che ho acceso la miccia e che poi ho fatto marcia in dietro. So di aver sbagliato e ti sarò grata se vorrai continuare ad ospitarmi nella tua casa, ma desidero che tra noi non ci siano incomprensioni nè fraintendimenti. Nessun coinvolgimento sessuale e tanto meno complicazioni sentimentali.

Saremo amici, coinquilini che si rispettano a vicenda. Dovremo passare parecchio tempo insieme, quindi niente tensioni ma fiducia ed appoggio reciproco... nient’altro!

Non voglio più trovarmi in situazioni... come quella di prima.

Per me non sarà facile, ma mi impegnerò a rispettare queste regole... tu lo farai?”

Spike aveva ascoltato con grande attenzione ciascuna di quelle parole, quel fiume di parole pronunciate in fretta e con decisione dalla giovane e risoluta Keilani.

Non rispose subito. Distolse, anzi, lo sguardo da lei e si mise a fissare un punto imprecisato del soffitto, tenendola volutamente sulla corda.

Quindi questo sarebbe il patto.” disse dopo qualche minuto “Niente sesso, nè giochini piccanti, in cambio della tua opera professionale, di medico altamente qualificato e di una bella amicizia? Dov’è il mio tornaconto? Dici che mi libererai da queste catene, ma per ora non credo che sarei neppure in grado di alzarmi dal letto. Non so se davvero mi conviene... Devo pensarci doc... dovrò pensarci a lungo” Il suo tono era insopportabilmente irritante e sarcastico.

Se è così che la vedi... è la tua interpretazione. Personalissima ma, per sommi capi, esatta. Dovrai comunque decidere qualcosa. Perlomeno se farmi rimanere o no”

Diciamo che per il momento resto in stand-by. Puoi rimanere qui. Io accetterò, temporaneamente, le tue regole. Ti basta?”

Diciamo che per ora me lo farò bastare” rispose seria.

Keilani si diresse verso il soggiorno, prese il phaser e tornò in camera.

Ehi,ehi, ehi! Che diavolo è quell’affare? Non puntarmelo contro, per favore, mi rende nervoso!”

Keilani rimase in silenzio. Si avvicinò al letto e indirizzò il raggio concentrato del phaser su uno degli anelli della catena... fece fuoco.

La catena si spezzò come burro, sotto lo sguardo stupito del vampiro, facendogli ricadere le braccia lungo il corpo seminudo.

Poi gli disse “Fermo adesso” e diresse il raggio luminoso sulle manette, stando ben attenta a non colpirlo.

Fu libero in un attimo. La guardò con gratitudine e si massaggiò appena le braccia indolenzite. Aprì il cassetto del comodino e prese una sigaretta, accendendola con la fiamma della candela.

Era ora che ti decidessi a farlo, piccola” sempre il solito sbruffone “Che diavolo è quel coso? Una pistola? Un raggio laser?”

Più o meno entrambe. Si chiama phaser. E’ un arma ad energia in dotazione a tutti gli ufficiali della Flotta. Può stordire un essere vivente o polverizzarlo, può accendere un fuoco o sciogliere il metallo, come hai potuto sperimentare di persona”

Ok, ok. Sei stata più che esauriente, ma tienilo lontano da me”

Keilani lo guardava con diffidenza. Ormai era libero e, anche se ancora molto debole, avrebbe potuto aggredirla, in un momento di disattenzione.

Lui, sembrò percepire i suoi pensieri.

Non ti preoccupare. Non sei in pericolo. Ti ho già detto che sono anni che non mi nutro di esseri umani.”

Mi hai anche detto di possedere un’anima”

E’ vero. E’ così” e pronunciando quelle parole divenne scuro in volto ed il suo sguardo si fece molto triste.

Scusa” disse la giovane “Ho per caso detto qualcosa di sbagliato?”

No, non preoccuparti. E’ solo che ci sono cose di cui non voglio parlare. Ricordi che fanno male, molto più delle ferite o di questa maledetta gamba rotta”.

Keilani si sentiva una stupida. Non avrebbe dovuto sentirsi così, non poteva sapere che quell’argomento era off limits, ma detestava vedere i suoi splendidi occhi blu, velati da uno sguardo così triste.

Spike notò il suo imbarazzo e, col solito tono strafottente, aggiunse “Sarebbe stato certamente ben più di un’ora di sesso gratificante. Non puoi neppure immaginare la qualità e la durata di un match romantico con questo vampiro” e la guardò dal basso in alto, alzando un sopracciglio.

Keilani alzò gli occhi al cielo e sbuffò leggermente, uscendo dalla camera.

Ancora una cosa!” Gridò lui, per farsi sentire nell’altra stanza “Non avvicinarti mai più a me con quello smielato bagnoschiuma alla vaniglia!”


11. CURE RECIPROCHE

Keilani, in soggiorno, stava compiendo il rituale del prelievo quotidiano. Quattro grosse fiale questa volta. Il sangue di scorta era ormai finito e lei sapeva di non poter essere l’unica fonte di sostentamento del vampiro.

Doveva trovare una soluzione, al massimo entro le successive ventiquattro ore.

Procedette al filtraggio e mise il sangue in quattro bicchieri, nel ripiano più alto del frigo.

Poi tornò da Spike.

Ti va di vedere un pò di tv?” gli chiese.

Non credo di riuscire ad alzarmi, Kei”

Ti aiuterò io”

La ragazza si avvicinò al letto, lo aiutò a mettersi seduto e passò il braccio di Spike sopra le proprie spalle.

Evidentemente non aveva considerato la quantità di forza necessaria all’operazione e il recente, abbondante prelievo l’aveva indebolita molto più del previsto.

La stanza cominciò a girare, sempre più velocemente e Keilani svenne, cadendo a terra e trascinando con sè anche il biondo vampiro.

Kei! Ehi, che ti succede! Dottore... svegliati!”

Ma lei era priva di sensi e non dava cenni di ripresa.

Spike prontamente, pur sentendo un forte dolore alla gamba, tirò giù dal letto il cuscino e glielo mise sotto la testa.

Doveva fare qualcosa per lei.

Doveva farle riprendere i sensi... ah! La bottiglia di bourbon! Si, doveva essercene ancora un pò nel mobile dell’altra stanza.

Cercò di alzarsi, con scarso successo. Alcune delle ferite del torace erano ancora aperte e la gamba faceva un male del diavolo.

Tentò ancora. Riuscì a mettersi in ginocchio, facendo forza sulle braccia e poi in piedi, su un piede solo, appoggiandosi al letto.

Gli girava la testa, si sentiva debole e dolorante, ma si era appena nutrito e pensò che doveva farcela assolutamente!

Arrivò in soggiorno saltellando sul piede destro. La prima cosa che gli saltò all’occhio fu la strana apparecchiatura che era sul tavolo quadrato.

Lucette intermittenti, una specie di piccola antenna parabolica, fili colorati ed un leggero fruscìo di sottofondo.

Sul ripiano del mobile, invece, altri strumenti elettronici. Una specie di scatoletta rettangolare, con un piccolo monitor, numeri e simboli indecifrabili. Una grossa borsa rigida, aperta, con dentro strane siringhe senz’ago, fiale e fialette di liquidi di vari colori ed altri oggetti rettangolari, tipo piccoli computer palmari.

Spike sentì anche il forte odore del sangue di Keilani, ormai lo distingueva perfettamente dall’odore classico a cui era sempre stato abituato.

Quello strano sangue nero che gli dava tanta forza ed energia ed al quale si cominciava ad assuefare, al punto di sentire di non poter quasi più farne a meno. Quel sangue così denso e scuro, dal sapore più metallico di quello umano o animale, ma infinitamente più dolce ed appagante.

Aprì il frigo e vide le quattro dosi di sangue scuro... Quattro interi bicchieri, pieni fino all’orlo!

*Si è tolta troppo sangue ed è di certo svenuta per la debolezza. Stupida, sciocca bambina!*

Il bourbon. Dove diamine lo aveva messo dall’ultima sbronza?

Aprì uno sportello, poi un altro ed un altro ancora, muovendosi goffamente e con immensa fatica.

*Eccolo, finalmente!*

Forse non era una medicina tradizionale, ma certamente avrebbe scosso i suoi sensi.

Tornò al suo fianco. Si sedette in terra, accanto a lei e le bagnò appena le labbra con il liquido ambrato, facendogliene inspirare l’odore intenso.

Keilani reagì quasi subito a quel forte aroma che non era abituata a sentire.

Aprì appena gli occhi, debolissima e con la testa che girava ancora come una giostra impazzita.

Che cosa è successo?” chiese con un filo di voce.

Sei svenuta, stupida imprudente. Hai estratto troppo sangue dal tuo piccolo corpo e sei carambolata a terra come un sacco di patate” le rispose lui sorridendole.

Era chino su di lei e le stava carezzando dolcemente i capelli rossi.

Tu... tu come hai fatto ad alzarti?”

A dire la verità mi hai trascinato in terra tu, cadendo”

Oh! Scusami. La gamba?”

Ma vedi come sei fatta? Sei svenuta, a malapena ti ricordi chi sei ed hai meno sangue nelle vene che sale in zucca e ti preoccupi per la mia gamba?”

E’ il mio lavoro”

Si, lo so... ufficiale blah, blah... medico della flotta blah, blah, blah... ammettilo! Hai fatto una bella cavolata ed ora stai cercando in tutti i modi di darti un contegno e di mantenere un’aria professionale, ma ti assicuro che stai miseramente fallendo in tutti e due i tentativi!”

Spike parlava con un tono di rimprovero nella voce ma non riusciva a nascondere il divertimento ed i suoi profondi occhi blu, sorridevano per lui.

Ora che facciamo, tesoro?”

Gli si era disteso a fianco, poggiando anche lui la testa sul cuscino nero.

Intanto” disse lei “dovremmo alzarci da terra”

Io non credo di farcela di nuovo da solo, e tu non mi sembri proprio al massimo della forma”

E allora? Cosa proponi?”

Restiamo qui, distesi sul tappeto. E ci facciamo due chiacchiere... Fammi toccare le tue buffe orecchie” disse lui, sfacciato.

Perchè? E poi non hanno niente di buffo le mie orecchie!” finse di essere offesa.

Insomma me le fai toccare, o no?”

Keilani scostò i capelli dal viso, mostrando orgogliosa il suo orecchio a punta “Prego!”

Spike fece scorrere le dita lungo il bordo superiore dell’orecchio della giovane, socchiudendo gli occhi per aumentare quella sensazione tattile, così nuova ed inconsueta. “Finora le avevo viste solo addosso a demoni, orecchie come queste... ma meno sexy!”

Beh, io non sono un demone! Hai finito? Qual’è la tua prossima, bizzarra richiesta?”

Sono curioso di sapere che cosa sono gli strumenti che ho visto di là”

Keilani cambiò tono.

E’ l’unica speranza che mi rimane per tornare a casa. Quegli strumenti, come li chiami tu, emettono un segnale sub-spaziale a banda larga, con una particolare frequenza codificata che può essere ascoltata dallo spazio. Se i miei compagni riuscissero a captarla, potrebbero risalire al luogo e al tempo in cui mi trovo, e venirmi a prendere”

Quindi, loro... voi, viaggiate nello spazio. Con delle astronavi?”

Si. Vascelli, navi stellari.” poi lo guardò, scuotendo il capo “Non dovrei dirti nulla di tutto questo, sai?”

Segreto militare?” disse Spike socchiudendo leggermente gli occhi.

Prima Direttiva Temporale. E’ la prima regola che ogni ufficiale deve rispettare in casi come questo. Preservare con ogni mezzo il futuro, non interferendo in alcun modo con fatti o persone del passato.”

Quindi tu, raccontandomi tutto, rischi di cambiare in qualche modo il futuro?”

Forse. Potresti dirlo ad altri e questo avrebbe certamente delle conseguenze”

E se ti prometto che non lo dirò a nessuno?”

Girò il suo bel viso, verso quello di lei. Era dolcissimo. Curioso come un bambino ma anche insolitamente sincero. Keilani aveva la netta impressione di potersi fidare.

*E poi chi crederebbe ad un vampiro? Un altro vampiro? Un demone? Di certo non andrebbe a spifferarlo a qualche corpo militare* pensò lei.

Allora? Mi racconti ancora del tuo futuro?”

La mia nave si chiama Arcadia. Io sono uno dei medici di bordo e dovevo scendere sulla Terra per un incontro importantissimo al Quartier Generale della Flotta Stellare”

Qualcosa che ha a che vedere con le provette colorate che sono di là?”

Un vaccino. Ho lavorato per mesi, su campioni biologici per trovare la cura ad una terribile malattia che affligge la popolazione di un pianeta chiamato Alantar I. E l’avevo trovata! Era la conquista più importante della mia vita ed ora... maledizione!” Keilani non riuscì a reprimere un moto di rabbia e gli occhi divennero lucidi di lacrime. “Ho fallito, capisci? La missione più importante della mia carriera ed io ho fallito! E per colpa mia tanta gente continuerà a morire.” Ora le lacrime iniziavano a scendere lungo le sue gote.

Spike le asciugò il viso con le sue lunghe, fredde dita, facendola leggermente trasalire.

Non devi sentirti così colpevole. Non sei tu che hai voluto tutto questo. Non hai chiesto tu di trovarti qui, in questo tempo e con un tipaccio come me come compagno di stanza!”

Si sentì confortata e consolata da quelle dolci parole. Lo guardò sorridendo tra le lacrime.

Lo so, ma il senso di sconfitta che provo dentro di me, è grande... e fa male”

Non immagini neppure quante volte ho provato sensazioni simili, doc” disse con tristezza il vampiro “Decine, centinaia di volte. Ho fatto tanti errori nella mia vita, ho fatto soffrire tanta gente, ho torturato e ucciso uomini, donne e bambini, senza il minimo senso di colpa, senza pietà nè rimorso” Spike teneva gli occhi chiusi e sembrava rabbrividire alle sue stesse parole “Poi, qualcuno, che per me è stato molto importante, mi ha fatto capire che ero un mostro, una bestia immonda... ed io allora ho cercato la via della redenzione, riavendo la mia anima. In quell’istante, tutta la violenza, il sangue e il dolore che erano sempre stati la mia vita, si sono riversati su di me, facendomi quasi impazzire. Ma ne è valsa la pena... per un pò.

Essere un uomo migliore mi ha avvicinato alla persona che amavo più della mia stessa vita... ma poi...”

Keilani si accorse che dagli occhi del vampiro scendeva una lacrima e sentì il suo cuore stringersi in una morsa di dolore.

Basta Spike. Non ricordare, non se ti fa così male. Ora sei qui e non sei più un assassino sanguinario. Lo so, lo sento nel mio cuore che è la verità. Se tutte le esperienze della tua vita ti hanno portato ad essere quello che sei adesso, credo che abbiano vinto i buoni”

Lui le sorrise con amarezza.

Ho perso invece Keilani. Ho perso tutto. Tutte le persone che amavo, la famiglia, gli amici... la mia piccola briciola. Ho visto morire per ben due volte la mia donna, l’amore della mia vita e l’unica cosa che desidero adesso è di poterla raggiungere, dovunque essa sia, e di starle ancora accanto, nella morte. E invece sono condannato a vivere in eterno, ricordando dolorosamente il passato, in ogni singolo, maledetto momento della mia inutile esistenza. Forse non avresti dovuto salvarmi, ma lasciarmi morire... finalmente”

NO!” disse lei a voce alta, sollevandosi su un gomito “Questo mai! Non desiderare mai di morire perchè ti sembra insopportabile vivere. So che hai la forza e la tenacia per reagire e devi mettercela tutta, devi farcela, per te stesso ed anche per tutte le persone che ti hanno amato in passato”

Spike sembrava non ascoltarla “Se solo tu sapessi... se avessi la minima idea di quello che ho fatto...”

Non lo so e non voglio saperlo! So che sei generoso e che mi hai aiutata e soccorsa. C’è tanto di bello e di buono in te e non ti permetterò di lasciarti andare. Mai!”

La guardava con occhi smarriti ed ancora umidi di pianto. Keilani gli asciugò il volto con le dita, come aveva fatto lui solo pochi minuti prima, ed il biondo vampiro ebbe un leggero fremito.

Guardami bene Spike. Vedi forse un’aureola attorno alla mia testa? Neppure io sono un angelo! E so che, disteso qui vicino a me non c’è un angelo. Siamo persone che hanno sbagliato, che hanno sofferto e che hanno fatto e ricevuto del male. Ma dobbiamo andare avanti, sempre e comunque... è la legge della vita!”

I due giovani si guardarono per un lungo istante, un momento di profonda condivisione, intenso e carico di comprensione reciproca.

Keilani si distese di nuovo al suo fianco.

Mi sembra impossibile che tu abbia mai potuto fare del male a qualcuno” disse lui.

L’ho fatto, invece. La Federazione di Pianeti, di cui faccio parte, è fondamentalmente un organo pacifico ma, negli anni, siamo stati coinvolti in parecchi conflitti armati con altre razze ed anche io ho dovuto combattere, per la salvezza della mia vita e di quella dei miei compagni. Ho ferito, ho mutilato, ho ucciso.”

Si, ma tu lo hai fatto perchè era il tuo dovere, per difenderti”

E tu lo hai fatto perchè era nella tua natura e perchè non potevi essere diverso in quel momento, neppure se lo avessi voluto”

Ci fu un lungo momento di silenzio, poi lui alzò l’avambraccio destro, la mano aperta.

Lei, raccolse il suo invito ed intrecciò le proprie dita a quelle del giovane.

Si strinsero forte, guardandosi.

Rimasero lì a fissare il soffitto, ciascuno immerso nei propri ricordi, con le mani strette, finchè il sonno si impadronì di loro.


***


Keilani si svegliò dopo circa tre ore.

Il pavimento era davvero duro e sentiva un certo mal di schiena.

Dalla bocca di lupo, entrava appena la luce del giorno. Doveva essere primo pomeriggio.

Ormai si stava abituando ai ritmi del vampiro. Dormivano di giorno e stavano svegli la notte.

Spike dormiva ancora, disteso accanto a lei, leggermente girato su un fianco.

Decise di non svegliarlo.

*Deve aver fatto un bello sforzo a girare per casa nelle sue condizioni e poi non credo che un vampiro disprezzi più di tanto dormire sulla dura pietra di un pavimento! Io si però...*

Si diresse in cucina, mangiò una barretta, bevve un pò d’acqua dal rubinetto e tornò in camera, stendendosi, assonnata ed ancora debole, sul letto sfatto.


***


Era già notte, invece, quando si svegliò Spike.

Si stiracchiò un poco, fece mente locale sugli ultimi avvenimenti e si accorse che, vicino a lui, non c’era più Keilani.

Sul cuscino, poteva sentire intenso il suo dolce profumo. Ne inspirò una boccata, si guardò un pò intorno e vide penzolare un piccolo, minuto piede nudo dal lato del letto.

Gli affiorò un leggero sorriso; fece forza sulle braccia e si mise seduto.

Lei dormiva sul suo letto. Profondamente, con il respiro appena pesante e la bocca semiaperta.

Era buffa e bellissima allo stesso tempo.

Da anni una donna non dormiva nel suo letto, pensò Spike, con rammarico e tristezza.

Certo, questa donna era totalmente diversa da tutte le altre che aveva conosciuto... non era umana! Non un demone o una vampiressa, no! Una aliena che veniva dal futuro! Era testarda, caparbia, incredibilmente determinata, matura e responsabile, coraggiosa e... adorabile, ma in realtà tutte queste sue caratteristiche gli ricordavano tanto un’altra donna che aveva fatto parte della sua vita.

Dottore... yu-huuu... stai russando!” e le sfiorò leggermente il piede.

Keilani socchiuse gli occhi, rendendosi conto di stare pacificamente distesa sul suo letto e che lui invece era in terra!

Oh! Scusa... mi sono addormentata sul tuo letto... scusa”

Ehi! Non scusarti tesoro. Io ho dormito benissimo, ma se ora vuoi darmi una mano ad alzarmi, te ne sarei grato!”

Keilani era imbarazzata e furiosa con sè stessa.

Si alzò in fretta, aiutò il giovane a fare lo stesso e lo fece stendere sul letto.

Scusa... maledizione. Sono stata egoista ed insensibile... ero sfinita ed ho visto il letto morbido, così invitante e così... vuoto!”

Ti ho già detto che non devi scusarti Kei. E poi, ora sto qui disteso, nel posto che mi hai riscaldato così bene e non mi dispiace affatto!” sorrise, come solo lui sapeva fare.

Come la senti la gamba?”

Non lo so. Mi fa male, ma meno di ieri”

Keilani andò a prendere il tricorder.

Anticipando le domande di Spike, disse:

Questo è uno strumento diagnostico. Si chiama tricorder medico. Può leggere ogni dato relativo al tuo corpo, dirmi con esattezza le tue condizioni fisiche” gli spiegò mentre iniziava a sondarlo “all’inizio, credevo fosse rotto. Mi dava letture assurde su di te. Niente circolazione, nè respiro, nè battito. Ma poi ho capito che erano più che esatte!” gli sorrise e continuò “La gamba sta molto meglio, hai ragione. La tibia si sta saldando velocemente... ed anche le altre ferite si sono quasi del tutto rimarginate, a parte questa grande, qui sull’addome. Sei un portento!”

So benissimo di esserlo! E’ una caratteristica di noi esseri immortali” rispose il vampiro.

Da domani, potremo iniziare a fare degli esercizi. Prima Yoga e ginnastica passiva, poi passeremo ad allenamenti un pò più impegnativi... voglio che torni in forma più di prima!”

Agli ordini dottore... sarò completamente a tua disposizione” ecco di nuovo quel sorriso consapevolmente seducente.

Vorrei tanto sapere come hai fatto a ridurti così... Hai lottato con qualcuno?”

Sai che non me ne ricordo affatto?”

Cioè?”

Cioè niente... Zero assoluto... Tabula Rasa... C’è il buio totale nella mia mente, su questa questione! Certo, presumo di aver lottato contro un demone, o un gruppo di vampiri... ma come, dove e soprattutto perchè mi è del tutto oscuro”

Chiunque fosse, non ci è andato leggero per niente!” disse lei con lieve preoccupazione.

Beh! Sono convinto di avergliele suonate anche io!”

Si guardarono sorridendo, in un modo che era ormai familiare ad entrambi.

Kei proseguì il suo esame per qualche altro minuto.

Va benissimo. Il tuo recupero procede nel migliore dei modi. Ora vado a prepararti la tua pappa.”

E posò il tricorder sul comodino “Non toccare” gli disse scherzando.

Tornò qualche minuto dopo, con in mano il boccale di liquido caldo.

Era più scuro del solito, data la maggior percentuale di sangue nero.

Spike bevve avidamente il succo vitale, godendo di quel dolce ed inconsueto aroma.

Ma poi, con espressione seria, le disse.

Da domani dottore, niente più prelievi”

Come?”

Basta! Rischi di farti del male... non posso permettertelo”

E come pensi di nutrirti?”

Dovrai comunque pensarci tu, dolcezza. C’è un macello a tre isolati da qui ed hanno sempre del sangue di manzo o di maiale da vendere”

Vendere? Ok! Peccato che non abbiamo un soldo!”

Ne abbiamo invece. O meglio... ne ho!”

Ah! Davvero?” chiese lei stupita.

Certo! Nel baule infondo al letto. Aprilo, sul fondo, sotto alle armi, c’è una borsa di velluto rosso scuro... ci dovrebbe essere qualche pezzo da cento”

Keilani seguì le istruzioni del giovane e trovò i soldi. Nel sacchetto di velluto, insieme a diversi biglietti da cento dollari accartocciati, c’era anche un anello d’argento, con una grossa pietra verde.

E’ tuo questo?” Chiese la ragazza, ammirando il bellissimo anello antico.

No... o perlomeno non ricordo di averlo mai avuto...” rispose il vampiro piuttosto perplesso. “Fammelo vedere meglio”

Keilani glielo porse.

Bloody Hell!” esclamò Spike “Ma questo è un anello T’Nat!”

Cos’è?”

Un anello T’Nat. Un amuleto potentissimo che rende invincibili i demoni Habar... come diamine c’è finito nel mio baule?”

Conosci qualche demone... Havar?”

HABAR! Comunque no, sono certo di non conoscerne nessuno. Sono bestioni alti quasi due metri, pelosi, con delle zannacce mostruose al posto dei denti ed artigli adunchi ed affilatissimi su mani e piedi. Se ne conoscessi qualcuno, me ne ricorderei di sicuro”

Spike continuava a fissare il gioiello, girandolo e rigirandolo tra le dita affusolate, cercando di ricordare qualcosa.

Potrebbe essere tutto collegato!” esclamò all’improvviso “Io non ricordo niente delle ore precedenti al nostro incontro e non ricordo niente neppure di questo anello... forse sono due fatti connessi, anzi! Ne sono certo!”

Come puoi dirlo?”

E’ semplice, doc. Di anelli T’Nat ne esistono forse due in tutto il mondo, comprese parecchie dimensioni infernali. E’ un oggetto mistico, di immenso valore. Se ne possedessi uno, non sarebbe di certo un fatto trascurabile. Lo saprei di certo e probabilmente lo saprebbe anche qualcun’altro.

Forse ho provato a venderlo, forse l’ho vinto a poker, al bar di Ronnie... Comunque siano andate le cose, sicuramente c’entra qualcosa con il mio pestaggio! Ma come cavolo posso ricordare?”

Io... Forse io posso aiutarti”

Tu? E come?”

Con la Fusione Mentale”



12. FUSIONE MENTALE

Come scusa?” chiese Spike curioso.

Con la Fusione Mentale, in termini tecnici <sostituzione dello schema sinaptico>. E’ un antico rituale Vulcaniano, dove le menti di due diversi esseri si fondono, condividendo ciascuno la coscienza e la conoscenza dell’altro.”

Ah... e in pratica che diavolo significa?”

I Vulcaniani sono telepatici a contatto. Mio padre era di Vulcano e fin da piccola mi ha insegnato a coltivare queste mie doti mentali.

Toccando nel modo giusto alcuni punti del tuo viso, posso sincronizzare i nostri processi cerebrali, entrare nella tua testa, facendo crollare le tue barriere mentali e riportando alla luce i ricordi sepolti. Posso decidere di risalire a ritroso nella tua memoria di ore, giorni o addirittura anni.”

Ok! Mi hai convinto doc... facciamo questa fusione”

Aspetta Spike. Non è così semplice. Voglio che tu sia preparato e che sappia tutto quello a cui vai incontro, prima di procedere”

Mi stai quasi spaventando... che succederà? Dopo questa fusione morirò?” scherzò lui.

No! Figurati! Non è una procedura pericolosa... quasi mai”

E ti pareva? Certo che con te non è mai facile... eh, tesoro?”

Vuoi sapere cosa stiamo per fare, o no?”

Intanto sputa il rospo, poi deciderò se faremo qualcosa o meno”

Durante il rituale, le nostre menti saranno unite, fuse in un’ unica identità psichica.

Io tenterò di ripercorrere i tuoi processi mnemonici, per far riemergere i tuoi ricordi più recenti. Tu, dal canto tuo, dovrai essere rilassato e consenziente, per aiutarmi nel mio cammino mentale. Se dovessi incontrare delle barriere e dovermi far strada a forza nei tuoi pensieri, per me sarebbe un’esperienza molto faticosa, forse addirittura pericolosa.

E’ un livello di comunicazione nettamente superiore a quello linguistico e creerà tra noi un legame molto forte e duraturo. Questo perchè, dopo la fusione mentale, entrambi conserveremo alcuni pensieri ed alcuni aspetti delle reciproche personalità.

Devi volerlo, essere pronto ad aprirti con me e a ricevere nella tua mente parte dei miei pensieri, senza paura nè diffidenza... ti senti di farlo?”

Spike stava ascoltando Keilani con attenzione, quasi intimidito di fronte a quell’esile creatura così piena di risorse e di sorprese.

Wow! Non è che scherzate voi alieni!”

Non fare il buffone. La nostra unione sarà una cosa potente ed avrà conseguenze su entrambi. Sarà un’esperienza molto intima. Se lo faremo, dovrai seguire le mie istruzioni e fare quello che ti dico, tutto quello che ti dico, chiaro?”

Se non sapessi di cosa stai parlando piccola, sembrerebbe proprio una proposta oscena! La padrona che si appresta ad instradare il suo schiavo d’amore sulla via della perversione e dell’estasi sessuale” E sorrise inclinando leggermente la testa, il labbro inferiore stretto tra i denti bianchissimi ed uno sguardo lascivo e seducente.

Sei un maiale, Spike! Lasciamo perdere... Non mi sembra proprio il caso di.....”

Eddai dottore! Come sei suscettibile! Stavo solo scherzando!”

Ti assicuro che non è il modo migliore per prepararsi a questo rituale... sei... sei terribile!”

Grazie del complimento, cara” disse il vampiro alzando leggermente un sopracciglio “ed ora, se vuoi, possiamo cominciare con la tua fusione mentale”.

Keilani lo guardò intensamente negli occhi blu, per essere sicura delle reali intenzioni dell’uomo, poi girò attorno al letto, salì dalla sponda sinistra e si inginocchiò di fianco a lui.

Riesci a girarti un pò di più verso me?”

Spike tentò, ma la gamba gli faceva ancora male e non riuscì quasi a spostarsi.

Allora Keilani si mise a cavalcioni su di lui, sedendosi sulle sue cosce, cercando di non pensare a quanto fosse intima e sensuale quella posizione.

Il vampiro rimase stupito e si eccitò immediatamente al gesto della ragazza. La guardò in modo inequivocabile, posando le sue mani fredde sulle gambe di lei.

Non farti strane idee amico. Rinfodera gli artigli e cerca di rilassarti”

Come credi che possa rilassarmi con te qui sopra? La mia gamba è ancora in pessime condizioni, lo ammetto, ma tutto il resto funziona benissimo...”

Smettila Spike! Devi collaborare, se vogliamo che il rituale abbia successo”

Ti odio doc” le sibilò lui stringendo gli occhi.

Anche io ti odio vampiro... ora iniziamo, d’accordo?”

Keilani iniziò a massaggiargli le spalle, tentando di sciogliere la sua tensione e di farlo calmare ed intanto gli sussurrava “Dovrebbe bastare risalire nei tuoi ricordi di alcuni giorni, quanto tempo pensi che serva? Dieci giorni, quindici?”

Facciamo una ventina... anche un mese direi, per sicurezza. Si può fare?”

Il massaggio esperto della giovane aliena, lo stava facendo sentire davvero rilassato. Le mani di Keilani, premendo alcuni punti ben precisi, scioglievano i suoi muscoli ed allentavano la tensione sessuale, facendolo lentamente scivolare in uno stato di calma e di pace.

Chiudi gli occhi ora, Spike” disse la ragazza e posò le sue dita calde sul volto di lui; ai lati della bocca, sugli zigomi e sulle tempie, facendo una leggerissima pressione. Poi iniziò a ripetere delle frasi, sottovoce, quasi mormorandole “La tua mente nella mia mente... i tuoi pensieri nei miei pensieri... le nostre menti diventano una...”

Ora Kei era nella mente di Spike... ora lei ERA Spike! Vedeva la sua vita passata attraverso i propri occhi.

*Si muoveva nel piccolo appartamento. Era quasi sempre ubriaco e girovagava per la città ogni notte. Non si nutriva quasi mai. Ora giocava a carte in una bettola poco illuminata, circondato da esseri strani e mostruosi. Al centro del tavolo da gioco, tre piccoli gattini miagolavano (!). C’erano altri vampiri e lui lottava contro di loro. Kei poteva sentire ogni colpo, ogni calcio, ogni pugno dato e subito, fino alla incredibile e profonda sensazione di potere, nel polverizzarli tutti.

Si vide impegnata/o in una squallida sveltina con una vampira, in un vicolo buio e putrido... Ed anche in questo caso Kei riusciva a sentire l’eccitazione, la rabbia ed il fuoco che scorreva nelle vene del vampiro, ma non c’era gioia in quel momento di sesso, neppure all’apice del piacere orgasmico... poi, sovrapposto al volto della vampira vide un altro volto, bellissimo. Una ragazza bionda, con dei profondi occhi verdi, dai quali scendeva una lacrima.

E sentì i propri occhi bagnarsi di pianto, gli occhi di Spike, che singhiozzava rannicchiato nel suo letto.

Poi, l’ennesima partita di poker nel buio bar sotterraneo e... l’anello T’Nat!

Era al dito di un umano, ubriaco fradicio.

Il tipo stava perdendo alla grande e Spike, che vinceva, gli stava sfilando l’anello dal dito.

L’uomo protestava, dicendo che aveva già venduto l’anello ad un demone Habar e che se non l’avesse consegnato, quello lo avrebbe certamente ucciso.

Allora Spike si era messo a ridere. Kei poteva sentire la sua voce dire “Non mi frega proprio niente amico! Hai perso ed ora l’anello è mio” e continuava a ridere, nonostante le suppliche e le lacrime dell’uomo ubriaco.

Poi si vide in fuga... correva veloce tra vicoli e strade immerse nell’oscurità.

Ora era fermo. Davanti a lui un essere gigantesco, ringhiante, con lunghe zanne e unghie affilate, che gli si avvicinava minaccioso, pretendendo il suo anello.

Kei sentiva sul proprio corpo il dolore lancinante delle ferite inferte a Spike dal demone Habar.

Poi, quando sembrava ormai giunta la sua fine, ecco arrivare un altro demone, in tutto simile al primo, ma un pò più grande.

I due Habar lottavano tra loro, si contendevano l’anello e non solo. Il vincitore avrebbe banchettato con il corpo del vampiro, spolpando fino in fondo ciascuna delle sue ossa.

A quel punto Spike era fuggito, barcollante, ferito, quasi morto, dirigendosi verso il proprio rifugio.

Kei stava per interrompere la fusione mentale, ora sapevano ciò che gli serviva.

Ma poi, vide sè stessa negli occhi di Spike che la fissavano appannati.

Sentì l’energia che entrava nel suo corpo durante la prima trasfusione e l’effetto dirompente che il sangue faceva sul vampiro. Lei lo poteva percepire fino in fondo. Un’esperienza unica, possente, esplosiva.

Si sentì cambiare, diventare una creatura selvaggia e violenta e vide, con orrore, il momento della sua stessa aggressione.

Poi il buio... l’oscurità più totale... e nel cuore solo disperazione, solitudine, rabbia, dolore e pena. Ma non erano sensazioni che appartenevano a lei... era l’anima di Spike. Lacerata da mille e mille ferite, ben più gravi di quelle del corpo. Una sofferenza devastante, un continuo stillicidio di disperazione, sensi di colpa e solitudine*. Keilani si sentì gelare, di un gelo più intenso e terribile di quello della morte stessa.

Quell’insieme di emozioni così intense e negative, era troppo da sopportare. La ragazza svenne, ricadendo di fianco al vampiro, anch’egli stravolto dall’ incredibile esperienza psichica.

13. PIANO DI BATTAGLIA

Dottore? Ehi, piccola... svegliati!”

Spike la stava colpendo con dei leggeri schiaffetti, cercando di farla riavere dallo svenimento, premurosamente chino su di lei.

*Lei sapeva che poteva essere pericoloso, ma lo ha voluto fare lo stesso... sciocca testarda!* pensava il vampiro.

Ora Spike ricordava ogni cosa degli ultimi giorni. Era tuttavia pervaso da una sorta di confusione, una miriade di pensieri e sensazioni mescolate nella sua testa... le sue e quelle di Kei.

Mentre cercava di far chiarezza in quel caos, si accorse che la ragazza si stava riprendendo.

Dottore... ci sei? Apri gli occhi dolcezza, forza”

Ciao” disse lei con un filo di voce.

Ciao piccola. Stai bene?”

Non lo so ancora. Mi fa male la testa. Sono confusa ma credo che abbiamo avuto successo, no?”

Si tesoro, è andata”

Ora possiamo stabilire un piano” disse lei, tentando senza successo di mettersi seduta.

Cosa? Stabilire un piano per fare cosa?”

Restituire l’anello al tuo amico

Certo! Complimenti per la bellissima idea! Intanto, a quest’ora, il mio amico sarà morto e sepolto. Non credo che si sia potuto salvare dalla furia di due demoni Habar! E ti assicuro che non ho intenzione di fare la sua stessa fine, nè di mettere in pericolo te! E poi non possiamo rischiare che l’anello finisca nelle mani di quei tipacci... li renderebbe praticamente invincibili, mettendo a rischio la vita di centinaia, forse migliaia di persone! Sono cannibali, lo sai vero?”

Keilani stava pian piano ricordando tutto.

Si, ricordo. Che facciamo allora? Quelli sanno che ce l’hai tu! Ti troveranno e ti uccideranno lo stesso!”

Non sanno dove abito... nessuno sa che sono qui”

E il padrone di casa?”

Non c’è nessun padrone di casa. Il tizio che mi ha ospitato è... morto”

Ah, capisco... diciamo che, per il momento, non mi interessa sapere nè come nè perchè... sei sicuro che quella sera gli Habar non ti abbiano seguito?”

Se mi avessero seguito adesso non saremmo qui, dottore. Nè io, nè tu”

Allora, cosa pensi di fare? Non possiamo restare chiusi qui, a nasconderci per il resto della vita!”

L’unica soluzione è affrontarli ed ucciderli e poi distruggere l’anello”

No! Non è una soluzione accettabile! Sono pur sempre esseri viventi ed hanno diritto di vivere come te e me!”

Senti Kei” ribattè Spike piuttosto irritato “Non so come funzionano le cose dalle tue parti, ma qui da noi le regole sono ben diverse! Ormai il casino è stato fatto. Quei fottuti, maledettissimi Habar non sono cuccioloni desiderosi di coccole... sono demoni! Mostri sanguinari, pazzi e squilibrati e non esiteranno a fare a pezzi sia me che te e a nutrirsi dei nostri corpi, non necessariamente in quest’ ordine. Quindi, caro il mio dottore compassionevole, cerca di farti meno scrupoli e ficcati in quella testolina dura che stavolta si fa come dico io!”

Kei era ammutolita. In quei giorni il vampiro non le si era mai rivolto con quel tono.

Lui si accorse dell’inquietudine nei suoi occhi nocciola e con voce più calma aggiunse “Scusa piccola, ma probabilmente non ti rendi conto della situazione. Non c’è luogo dove potersi nascondere se un Habar ti sta cercando. Prima o poi ti trova. Distruggere l’anello non basterebbe... Loro lo vogliono e se non lo avranno, dovranno accontentarsi di te e di me, capisci cosa intendo?”

Keilani fece di si col capo, continuando a tacere.

Non volevo aggredirti, credimi”

No... hai ragione. Questo è il tuo mondo, la tua vita. Sono io che sono fuori posto”

Mi spiace, ma è così”

Come faremo ad affrontarli? Uno solo di loro ti ha quasi ucciso...”

Se siamo fortunati, dovrebbe comunque essere uno solo. Durante la lotta per l’anello, quasi sicuramente uno dei due non è sopravvissuto”

Ok. Ammettiamo che sia uno solo. Tu sei ancora troppo debole per affrontare un combattimento del genere, abbiamo bisogno di tempo per prepararci. Quanto credi che ci metterà, prima di trovare questo posto?”

Non ne ho la più pallida idea. Dipende da quanto è incazzato. Forse qualche giorno, forse di più...”

Potrebbe essere ferito ed avere bisogno di tempo per rimettersi in piedi anche lui”

Speriamo che sia così, ma dobbiamo comunque stare molto attenti”

I due giovani stettero ancora un pò distesi sul letto, riflettendo sul da farsi.

Sai una cosa Spike?” Keilani interruppe il silenzio e proseguì, con tono di rimprovero “Per la prima volta, da quando sono qui, ho potuto apprezzare come sia fiorito di metafore colorite il tuo linguaggio”

Spike la guardò. Era seria ed aveva uno sguardo minaccioso... ma non riuscì a mantenere quell’espressione indignata che per un secondo o due, per poi scoppiare a ridere di gusto.

Anche il vampiro rise, come solo lui sapeva fare, con quella risata cristallina e travolgente che illuminava l’intera stanza.


***


Era ormai l’alba. Keilani decise che sarebbe andata al macello a prendere il sangue per Spike.

Anche le sue barrette stavano finendo.

Dovrò anche comprare del cibo per me” disse la ragazza.

Nella zona del macello, c’è anche un supermercato. Qui siamo nella zona periferica del Distretto di Mission” disse il vampiro “ci sono pochi negozi e poche case abitate, ma puoi comunque trovare l’indispensabile”.

La giovane prese alcuni biglietti verdi dalla borsa di velluto “Ok. Vado e torno”

Aspetta Kei! Puoi prendere l’auto, se vuoi”

Cosa? Quale auto?”

Qui fuori dovrebbe esserci parcheggiata la mia auto, se non l’hanno ancora rubata”

Io... non credo di essere in grado di guidarla” disse con imbarazzo la giovane “Facciamo che per questa volta vado a piedi. Tre isolati non sono poi questa grande distanza, ed ho davvero voglia di camminare e di prendere un pò d’aria!”

Fai come vuoi”

Ciao, a dopo” ed uscì dal fabbricato abbandonato, per la prima volta da quando era arrivata.

Il quartiere, visto di giorno, se possibile era ancora più squallido e desolato che di notte.

C’erano parecchi edifici abbandonati e le strade erano sudice e maleodoranti.

Era molto presto. Probabilmente era per questo motivo che Keilani non incontrò quasi nessuno.

Trovò con facilità il supermercato; c’erano appena una decina di clienti.

Il negozio, non era molto grande, ma era fornitissimo.

La ragazza comprò in prevalenza cibi precotti, da preparare in pochi minuti. Biscotti, il weetabix per Spike e due grosse bistecche di manzo. Poi nel reparto abbigliamento, scovò due tute da ginnastica e non seppe resistere. Ne prese una per sè, di un intenso verde scuro ed una blu notte per lui.

Chiese alla cassiera dov’era il macello, pagò il conto ed uscì.

Il sole, nel frattempo si era alzato in cielo. Era tanto che Keilani non sentiva il suo calore sulla pelle e realizzò, in quel preciso istante, quanto fosse piacevole e rigenerante quel tepore. Viaggiando nello spazio non era frequente vivere al sole, a parte quello artificiale del ponte ologrammi.

Si trovò a pensare con dispiacere a Spike, che da centinaia di anni non poteva provare quella splendida sensazione, calda e confortante.

In realtà Keilani pensava continuamente a Spike. Lui era sempre presente nella sua mente e si stava facendo strada, a grandi passi, anche nel suo cuore.

Non era solo una fortissima attrazione fisica a spingerla verso di lui. Era la sua complessa ed intricata personalità, il suo modo ironico e scanzonato di affrontare le cose, la sua sfrontatezza, il suo saper essere così seducente ed irritante allo stesso tempo.

Ma soprattutto la sua anima, così tormentata e sola, che l’aveva tanto sconvolta durante la fusione mentale.

Immersa nei suoi pensieri, Kei si accorse di aver superato il macello. Tornò indietro, acquistò due buste di sangue di maiale e riprese il suo cammino verso casa.

14. TRAINING

Da quella sera iniziò ufficialmente il training per il recupero fisico del vampiro.

Keilani aveva spostato i mobili del soggiorno, per creare uno spazio libero al centro della stanza. Aveva steso in terra una trapunta che era nell’armadio e lì faceva i suoi esercizi di Yoga con Spike. Concentrazione e ginnastica, flessioni, potenziamento muscolare, stretching.

Lui era sempre più forte e la gamba era ormai quasi guarita. Dopo appena sei o sette giorni, riusciva a poggiarla tranquillamente e a camminare abbastanza bene.

Col passare delle notti, gli allenamenti si facevano più intensi ed impegnativi.

Dalla ginnastica passiva erano passati ai movimenti base delle varie arti marziali, che Kei conosceva così bene. Spike era un allievo modello, avido di apprendere ogni nuova tecnica di combattimento.

Ogni sera, dopo il tramonto, iniziavano a lavorare andando avanti per delle ore, spesso per tutta la notte.

La mattina, finiti gli allenamenti, Kei andava al macello a prendere il sangue per Spike e già parecchie volte era tornata a far spese nel piccolo supermercato, dove aveva instaurato una simpatica amicizia con Lisa, la cassiera, che era anche la figlia del proprietario del negozio.

Tutto sembrava procedere per il meglio e del demone Habar non c’era ancora traccia.

La ragazza, aveva preso l’abitudine di dormire nel letto, al fianco del vampiro.

Dato che usciva ogni mattina per recarsi al macello, al suo ritorno lo trovava sempre già addormentato, sfinito dalle estenuanti esercitazioni notturne.

Le era sembrato naturale e soprattutto molto comodo, approfittare del lato vuoto del letto. D’altra parte, anche lei era affaticata e stanca per via degli allenamenti e dormire su un morbido e caldo giaciglio, era senz’altro un toccasana.

I giorni e le notti si avvicendavano velocemente; erano ormai passate più di due settimane, dall’inizio del training.

Spike aveva riacquistato una muscolatura tonica e compatta. Nutrirsi regolarmente, gli aveva fatto riguadagnare alcuni chili ed il suo fisico allenato e flessuoso, era in forma perfetta.

Keilani quella sera, si svegliò per prima, erano più o meno le sette.

Lui, ancora addormentato, giaceva al suo fianco... era una magnifica visione.

Era come se risplendesse di luce propria. Le ricordava una statua scolpita nel marmo: perfetto, distante, pericoloso, freddo... ma con un anima vibrante che la faceva fremere al solo pensiero.

Sfiorò appena i suoi gelidi ed immobili pettorali, con le dita tremanti, sentendosi avvolgere dalla consueta sensazione di calore e di eccitazione che provava ogni volta, toccandolo.

Un leggero gemito di desiderio uscì dalla sua bocca e Spike si svegliò.

Vuoi cambiare tipo di allenamento, dottore? Passiamo a qualcosa di più divertente ed intimo?” disse il vampiro, più seducente e provocante che mai.

Si Spike!” rispose Keilani con uno strano sorriso, causando in lui una buffa reazione di stupore “Da oggi si fa sul serio!”

Benissimo! Finalmente si ragiona! Mi spoglio da solo o preferisci farlo tu?” le chiese, passandosi sensualmente la lingua sulle labbra socchiuse.

Spogliati in fretta Spike” Keilani si era diretta verso l’armadio, ne aveva estratto la tuta blu e l’aveva lanciata addosso al biondo vampiro “e poi infilati questa. Ti aspetto di là”

Lui la guardò, deluso e sbigottito. Mentre Keilani oltrepassava la porta, si sentì apostrofare con un sibilante “Strega!”.

Dopo pochi minuti, erano entrambi nella grande stanza vuota, fuori dell’appartamento.

Spike aveva indossato solo i calzoni della tuta, Kei aveva una canottiera e un pantacollant nero... lottavano come furie!

E brava la nostra dottoressa! Così vuoi giocare pesante, eh?” diceva Spike mentre le dava un pugno sotto al mento, facendola cadere all’indietro.

La giovane, con un colpo di reni aveva ripreso la posizione eretta e lo aveva colpito con un possente calcio allo stomaco “Fammi vedere di cosa sei capace, biondino”

Non provocarmi dolcezza, potresti pentirtene!” e l’aveva presa per la vita, sollevandola da terra e lanciandola alcuni metri più in là.

Kei era atterrata con una capriola ed era già pronta al contrattacco. Si lanciò verso di lui, sferrandogli un preciso calcio al volo, in pieno viso “Che te ne pare di questo?”

Spike sanguinava da un labbro. Si asciugò il sangue con il dorso della mano “Niente male. Davvero niente male... ma sono convinto che puoi fare di meglio”

Ci puoi scommettere i canini, tesoro”

Lui l’aveva immobilizzata da dietro e stava stringendo il proprio braccio attorno alla sua gola.

Kei, con uno scatto, era riuscita a liberare un braccio e gli aveva assestato una poderosa gomitata nello stomaco, prendendolo per una mano e facendolo volare sopra la propria testa.

Poi si era seduta sopra il suo petto, premendo il ginocchio sulla gola di lui.

Ma Spike era riuscito a liberarsi e ad invertire le posizioni.

Ora era lui disteso sopra. La teneva ferma col peso del proprio corpo, i polsi immobilizzati sopra la testa, stretti nella morsa d’acciaio delle sue mani. Nello sguardo, libidine e desiderio.

Keilani, approfittando dello stato di eccitazione del compagno di lotta, aveva rannicchiato le gambe e con una doppia ginocchiata lo aveva spinto via, era scattata verso di lui, il pugno destro, poggiato in corrispondenza del suo cuore... “Se avessi avuto in mano un paletto, ora saresti un mucchietto di cenere”

E va bene, mi hai battuto. A te gli onori del vincitore”

Ti sei fatto fregare perchè sei il solito maiale pervertito, Spike!”

Forse... ma mi sono divertito un mondo!” disse lui alzando un sopracciglio.

Perchè, sei già stanco?”

Assolutamente no, tesoro... Preparati al secondo round!”

Erano andati avanti per ore, senza tregua, senza soste.

Keilani aveva avuto decisamente la meglio sul vampiro, ma sapeva che ogni giorno lui sarebbe stato più forte e che alla fine non sarebbe stata più in grado di batterlo.

E così fu.

Ogni notte di allenamento, Spike acquistava più agilità e più forza.

Aveva appreso alla perfezione parecchie delle tecniche di lotta che Keilani gli aveva insegnato. Si vedeva che era portato per quello... un lottatore nato, istintivo e imprevedibile.

Nessun programma olografico con cui lei si era allenata, le aveva mai saputo dare tanta carica e soddisfazione. Combattere con Spike era un’esperienza eccitante ed unica ogni volta, molto più simile al sesso di quanto lei non volesse.

Il patto sembrava reggere, anche se ogni giorno era sempre più difficile stare lontani.

Il continuo contatto fisico del combattimento poi, non aiutava affatto!

Si era accorta che un paio di volte Spike l’aveva toccata in modo sensuale, con intenzioni che poco avevano a che vedere con la lotta e forse... probabilmente... sicuramente, dannazione! Lo aveva fatto anche lei!

Le docce dopo gli allenamenti erano sempre più fredde e la mattina Kei cercava di rincasare il più tardi possibile, per essere sicura di trovarlo addormentato.

Faceva di tutto per tenersene alla larga, ma era inutile!

Il vampiro emanava una carica erotica irresistibile. Ogni suo gesto, le sue movenze feline, il suo sguardo penetrante... ogni cosa in lui era un esplicito invito al sesso ed il suo corpo perfetto, muscoloso, guizzante e seminudo che girava per casa era una tentazione continua.

*Perchè devo farmi del male in questo modo?* pensava la ragazza *Chi mi vieta di avere una storia con lui? Niente implicazioni sentimentali... Solo sesso, puro e selvaggio... devo fare qualcosa per questa ossessione che mi consuma!

Ma a chi la vuoi raccontare, stupida idiota? Sai benissimo che lui ti interessa, e non solo sessualmente! Vuoi davvero spassartela con lui per poi farti scaricare? E se poi ti innamori e arriva l’Arcadia a prenderti? E se poi si innamorasse anche lui di te? Si... sogna, sogna piccola sciocca!*

Keilani era ogni giorno più confusa ed il suo autocontrollo stava inesorabilmente cedendo.

Spike, dal canto suo, sembrava percepire il precipitare della situazione ed aspettava, l’inevitabile epilogo.

Paziente e consapevole. Come una belva affamata seduta sotto ad un grande albero, aspetta che la sua preda, appesa ad un esile ramo che si sta spezzando, cada dritta dritta nelle sue fauci aperte.

Quella sera, come ogni altra dell’ultimo mese, Kei era pronta per allenarsi.

Spike? Datti una mossa!”

Lui era ancora in camera e quando ne uscì non era decisamente vestito in modo adatto per l’allenamento quotidiano.

Aveva i jeans neri ed una camicia rosso scuro aperta sul petto, glabro e scolpito.

Keilani non potè evitare uno sguardo di approvazione, poi le uscì di bocca un “Beh?”

Vatti a mettere in tiro, dottore” le aveva risposto lui con un cenno del capo “Stasera si esce!”

15. DALL’ ESTASI ...

Keilani aveva indossato un completo rosso fuoco.

Una lunga e morbida gonna, che le sfiorava appena la caviglia ed una camicetta senza maniche, aperta sul davanti, con una delicata fantasia tinta su tinta.

L’abbigliamento del XXIV secolo era pratico ed essenziale, realizzato sempre con fibre e colori naturali. Kei, prediligeva in particolar modo abiti molto comodi e sobri, senza inutili orpelli estetici, ma sempre eleganti e di buon gusto.

Aveva legato i suoi lunghi capelli, in una coda alla base della nuca, con un piccolo fermaglio di pietre nere ed aveva messo un pò di crema idratante colorata sulle labbra, rendendole lucide e rosse.

Kei... sei splendente!” Il biondo vampiro era abbagliato dalla bellezza di quella rossa visione.

Si avvicinò a lei, carezzandole con dolcezza una guancia.

Questo toglilo” e le aveva sfilato il fermaglio, mettendolo nella tasca dei jeans “Hai dei capelli stupendi. Così lucidi e morbidi” disse, facendoli scorrere tra le dita e lasciandoli ricadere sulle spalle della ragazza.

I loro volti erano vicinissimi, gli occhi negli occhi, le bocche che quasi si sfioravano...

Andiamo?” disse Kei d’un tratto, con una vocina più o meno isterica.

Spike l’aveva guardata di traverso, gli occhi blu stretti come due fessure... “Ok! Andiamo!”

Uscirono dall’appartamento, poi in strada. Erano circa le dieci di sera, una calda serata di fine Luglio.

Tieni... guida tu!” e le aveva lanciato le chiavi dell’auto.

Spike... io non so guidare”

E’ semplicissimo. Ti insegno io!”

Si diressero verso una grossa automobile nera, piuttosto vecchia e malandata, con i vetri scuri. Keilani si era seduta al posto di guida e lui al suo fianco.

Inserisci la chiave qui... ok... ora gira e premi il piede destro su quel pedale... facile, no?” Spike sembrava divertirsi un mondo nel vederla, per la prima volta, impacciata e per niente padrona della situazione.

L’auto si spense due o tre volte, poi qualche strattone e un paio di false partenze ma alla fine, Kei riuscì ad avere la meglio su quella obsoleta accozzaglia di lamiere e a farla muovere.

Il giovane, le indicava le strade da imboccare, dove girare o dove fermarsi per ammirare un panorama o una vista suggestiva della città.

Girarono per ore, visitando ogni luogo accessibile, cimiteri compresi.

La San Francisco del XXIV secolo era molto differente da quella, ma aveva comunque mantenuto alcuni edifici storici e qualche zona era rimasta quasi del tutto invariata, facendo sentire Keilani come in un dejavù.

Qui, tra poco più di cento anni, sorgerà il Quartier Generale della Flotta Stellare” disse, indicando il punto esatto dove sarebbe nato l’edificio a lei tanto familiare.

Sai? Non riesco ancora ad abituarmi all’idea che tu venga dal futuro... quanto hai detto?”

Trecentoventi anni... ho viaggiato di trecento anni a ritroso nel tempo” disse lei rabbrividendo.

Pensi che i tuoi amici ti ritroveranno?”

Non lo so. Spero di si, ovviamente. Ma se non ci riuscissero, dovrei adattarmi a vivere in questo secolo”

E cosa faresti?”

Bella domanda... intanto dovrei procurarmi dei documenti”

Beh, a questo penserei io”

Davvero?”

Diciamo che ci sono delle persone che mi devono qualche favore”

Bene, un problema in meno” disse Keilani con un sorriso amaro.

E poi?”

E poi, cosa?”

Che faresti dopo?”

Cercherei di mettere a disposizione degli altri le mie capacità. Potrei fare il medico”

Per quanto tempo?”

Non lo so... Se sopravvivessi fino alla nascita della Federazione Unita dei Pianeti, mi iscriverei di nuovo all’Accademia. Potrei prendere la mia terza specializzazione, riprendere la mia carriera di Ufficiale... e tornare a viaggiare nello spazio”

Ti manca?”

Moltissimo... è un esperienza unica e mi manca da morire. La mia nave, i miei amici, la vita a bordo... i miei fratelli e sorelle” Keilani sentiva le lacrime riempirle gli occhi.

Si fermò al lato della strada, col pianto che le rigava il volto.

Lui le cinse le spalle con un braccio, stringendola a sè per consolarla.

Non piangere. Sono sicuro che arriveranno e ti riporteranno nel tuo mondo”

Lei si staccò appena, asciugandosi gli occhi con le mani. Poi lo guardò intensamente e disse con la voce rotta “Lo so. So che verranno a riprendermi, ci credo con tutta me stessa ma... ma quando succederà io dovrò lasciarti... ti perderò per sempre” e riprese a singhiozzare affondando il volto nel petto del vampiro.

Spike la strinse ancora più forte e le sussurrò “Non mi perderai mai, tesoro”

Come?” chiese la giovane tra i singhiozzi.

Ehi! Dimentichi che sono immortale! Fra trecento anni tornerai da me, ed io sarò qui ad aspettarti, dottore”

Keilani sapeva che era solo una bugia, una bugia dolcissima e meravigliosa.

Servì comunque a farla calmare un pò.

Scusa... non avrei dovuto lasciarmi andare così”

Perchè no? Fa bene sfogarsi e piangere qualche volta. Non sei una roccia Kei e non sei neppure fatta di ghiaccio. E’ normale che tu abbia avuto un momento di sconforto.” e cambiando tono continuò “E poi ad un uomo fa sempre piacere vedere una bella ragazza che piange e che si strugge d’amore per lui!”

Non piangevo per te!” mentì spudoratamente Keilani.

Lui rise “No... infatti” e rise ancora.

Ora anche lei rideva, coinvolta e trascinata dall’ilarità del suo cavaliere.

Se tornerò a trovarti, fra trecento anni, verrai a fare un giro con me sulla mia nave?”

Puoi giurarci che lo farò, piccola”

Faremo un giro lunghissimo... viaggeremo per mille anni!”

Davvero puoi vivere così a lungo?”

Dicono...”

Saresti la compagna ideale di ogni vampiro”

Keilani era involontariamente arrossita a quella affermazione di Spike.

Basta piangere e basta tristezza!” disse lui scattando sul sedile “Scendi e fai giudare me!”

Si scambiarono di posto, Spike mise in moto e continuò “Ti porto in un posto speciale! Andiamo a divertirci... si parte!”

Guidò con sicurezza, sfrecciando per le strade della città, finchè giunsero ad un ampio parcheggio.

Credo che tu abbia appena infranto la barriera del suono, Spike”

Hai avuto paura?”

No! Adoro la velocità... in auto... voglio dire”

Lui le sorrise e la prese per mano, conducendola fino all’ingresso di un locale, il Raven.

L’ambiente era scuro e fumoso. Il locale si divideva su più livelli, uniti da due strette scale metalliche poste sui lati opposti della piccola sala. Era pieno di giovani; uomini e donne che si muovevano freneticamente al ritmo di una musica martellante e sincopata.

Keilani, inizialmente, ebbe l’irrefrenabile desiderio di fuggire da quell’assordante frastuono, ma Spike la trattenne, stringendola per la vita e dirigendosi con lei verso la zona del bar.

Due birre scure” ordinò al ragazzo dietro al bancone.

Spike! Io non bevo birra!”

Stasera si... fidati”

Prese i due boccali e le fece cenno di seguirlo verso un tavolino vuoto, poco distante da lì.

Si sedettero su un divano scuro, molto basso e morbido, una accanto all’altro.

Brindiamo Kei! A noi due” disse prendendo i due bicchieri e porgendone uno a lei.

Ma.. ”

Forza! Bevi! Non dirmi che hai paura di una birra! Non avete alcolici nel vostro secolo?”

A dire la verità c’è qualcosa di simile. Si chiama sintalcol e viene replicato da alcune consolle... insomma sarebbe troppo complicato da spiegare... comunque non è alcool vero e proprio”

Allora non sai cosa ti sei persa fino ad oggi! Alla tua salute, dottore!”

Spike colpì il boccale di Keilani col suo e cominciò a bere il liquido scuro.

Kei, poggiò titubante le labbra sulla schiuma densa che ricopriva la bevanda ghiacciata.

Aveva un odore così aromatico ed il sapore era gradevole e dissetante.

Mi piace” disse convinta “Mi piace davvero!”

E ti sembra uguale al vostro alcol fasullo?”

Decisamente no! E’ completamente diverso, così... frizzante. Spero non mi faccia male...”

Al massimo ti girerà un pò la testa e ti sentirai allegra e su di giri!”

Sono un medico... ricordi? Conosco gli effetti collaterali causati dagli alcolici... era solo una affermazione retorica”

Bene. Meglio così. Bevi un altro sorso e andiamo a ballare”

Ballare? Quella ti sembra musica? Come potremmo ballare?”

Secondo te, tutte quelle persone che si muovono, che cosa stanno facendo?”

Sono in preda ad attacchi di epilessia?”

Spiritosa! Ti ho fatto bere e puoi scommetterci la tua dannatissima laurea in medicina che ti farò anche ballare!” e così dicendo le aveva tolto il bicchiere dalle mani e l’aveva trascinata in pista.

Keilani si sentiva goffa ed impacciata, in mezzo a quella folla ondeggiante, ma Spike la stringeva forte a sè e le sussurrava in un orecchio “Ascolta il ritmo, lasciati trascinare dalla musica. Chiudi gli occhi e segui i miei movimenti”

Lei ubbidì in silenzio. Chiuse gli occhi e strinse le proprie braccia attorno al collo del vampiro.

I loro corpi, premuti l’uno contro l’altro, si muovevano all’unisono, in una danza sensuale ed armoniosa che poco aveva a che fare con la musica che rimbombava nella sala.

Era come se si fossero estraniati dall’ambiente e dalle persone che li circondavano.

Stretti, avvinghiati in un abbraccio sensuale, ballarono per un tempo che a Keilani parve infinitamente lungo... ed infinitamente breve.

Tornarono al tavolo.

Doveva essere davvero passato parecchio tempo, perchè la sua birra era ormai calda e senza più un filo di schiuma.

Ne vuoi un’altra?”

No, grazie... magari un bicchiere d’acqua”

Aspettami qui. Torno tra un attimo”

Lo vide sparire tra la folla, con quella sua andatura felina, diretto verso il bar.

Keilani si adagiò sul divano, appoggiandosi allo schienale morbido e chiuse gli occhi. Era felice.

Si sentiva leggera, come sospesa a mezz’aria, cullata dalla musica che ora le sembrava stupenda.

Poteva ancora sentire le forti braccia di Spike che la stringevano, le sue mani che la accarezzavano dolcemente... ed il suo odore! Così intenso, penetrante e inconfondibile di tabacco, di cuoio e di whisky.

Era sicura di sognare. Solo in sogno si poteva essere tanto felici... eppure sapeva che era tutto vero, anche se in quel momento percepiva la realtà attorno a sè come se fosse avvolta dalla nebbia. Forse era l’effetto della birra... chissà?

Ma di una cosa era certa. Non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte che lì, con nessun’altro uomo che con lui.

Le batteva forte il cuore e si sentiva pervasa da miriadi di bollenti emozioni.

Aprì un attimo gli occhi e si accorse che lui era a pochi centimetri dal suo viso e le sorrideva.

Ecco la tua acqua” disse porgendole il bicchiere.

Non ho più sete Spike... non d’ acqua”

Non ci furono altre parole.

Spike si avvicinò di più a lei, le prese il volto tra le mani e le diede un lieve bacio.

Al tocco delle sue labbra fredde, Kei si sentì scossa da un fremito e, con gli occhi, gli chiese di più.

Lui, le passò un braccio attorno alla vita, attirandola a sè e facendola distendere sui cuscini. Poi, chino su di lei, la baciò di nuovo, dolcissimo e impetuoso.

Kei si staccò solo un attimo, per respirare. Nei loro sguardi, la forza dirompente del fiume di passione che li stava travolgendo.

Le loro labbra si unirono ancora, in un interminabile, umido e sensualissimo bacio. La lingua del vampiro esplorava la sua bocca, raggiungendo ogni angolo e facendola accendere di piacere.

Keilani si abbandonò totalmente a quella incredibile sensazione di estasi.

Lo strinse di più a sè, passando le dita tra i riccioli biondi della sua nuca e facendo scivolare l’altra mano sotto la sua camicia, ad accarezzarne il petto scolpito.

L’eccitazione di entrambi era alle stelle.

Kei sentì crescere il desiderio dell’uomo, la sua virilità premuta contro il proprio corpo e gemette, continuando a baciarlo e a farsi baciare come non aveva mai fatto prima nella sua vita.

*Stiamo esagerando? Stiamo correndo troppo? No! No! No! Cento volte no! Mille volte no!*

Ma non era certamente quello il luogo più adatto per trascorrere le ore di passione reciprocamente promesse con ciascuno di quei baci infuocati.

Si alzarono dal divano, mano nella mano, occhi negli occhi ed uscirono dal locale.

La ragazza si diresse verso il parcheggio, ma Spike la trattenne.

No! Da quest’altra parte... Dai! Corri!”

Corsero a perdifiato, tenendosi per mano e ridendo forte, come ragazzini che fuggono, dopo aver suonato, per scherzo, un campanello.

Dove stiamo andando?” chiese Keilani, quasi senza respiro.

Un ultimo sforzo, baby... ci siamo” e pochi minuti dopo, erano nel luogo più meraviglioso che si potesse immaginare... il Golden Gate Park.

Distese interminabili di prati verdi, illuminate dalla luce calda e tenue di alcune basse lampade. Cespugli fioriti che emanavano un profumo inebriante e piante altissime le cui fronde erano appena scomposte dalla leggera brezza notturna.

Il cielo era sereno e stellato e c’era una stretta falce di luna.

Sullo sfondo, la penisola di Marin ed il Golden Gate Bridge, con la sua maestosa struttura metallica che scavalcava l’entrata della baia... il simbolo più romantico e suggestivo della città.

Si stesero sull’erba, fianco a fianco, stringendosi ancora la mano.

Erano sfiniti dalla lunga corsa e respiravano con affanno.

Non credevo che i vampiri avessero il fiatone!” lo provocò lei.

Non ce l’hanno... ma mi piace fingere di respirare normalmente. Mi fa sentire più... vivo!”

Spike, tu sei pieno di vita! Molto più di tante persone del mio pianeta!”

Lui la guardò con occhi grati, sorridendole dolcemente.

Sai, su Vulcano, il pianeta dove sono nata, le emozioni sono praticamente assenti, ed esprimerle è giudicato socialmente inaccettabile. Vige una ferrea disciplina mentale che rende tutti distaccati e serissimi, dediti solo alla filosofia della logica pura”

Ma... è orribile!” constatò lui con un espressione disgustata.

E’ la loro vita! Con questo sistema di stoico autocontrollo, sono riusciti ad eliminare la guerra e la violenza che avevano lacerato per secoli il pianeta, ed ora sono uno dei popoli più evoluti e rispettati dell’intera Federazione”

Quanti pianeti ci sono in questa tua Federazione?”

Circa centocinquanta, quasi tutti nei quadranti Alfa e Beta. Vedi quel gruppo di stelle lassù?”

Quelle?”

Si... al centro ce n’è una più luminosa, vedi? Quello è il sole del Sistema Vulcanis”

Quindi tu... vieni da lì?”

Sono nata lì. Ma fin da piccola, dopo aver perduto i miei genitori, ho vissuto su navi e vascelli. Ho sempre viaggiato nello spazio e non mi sento di appartenere a nessun posto in particolare... ma ora...”

Ora?”

Ora mi sento a casa, per la prima volta dopo anni, mi sento a casa... con te”

Spike si avvicinò a lei, l’afferrò e la trascinò sopra di sè, stringendole la vita. La guardò per un lungo istante, con quegli occhi così intensi ed eloquenti; poi la baciò con immensa passione. Un bacio lunghissimo che le fece mancare il respiro.

A quel bacio, ne seguì un altro... e un altro... e un altro ancora, sempre più appassionati, sempre più avidi di piacere, da donare e da ricevere.

La camicia del vampiro era aperta sul suo petto muscoloso, la cui pelle, nella penombra del parco, sembrava ancora più bianca, quasi perlescente.

Keilani, ancora distesa sopra di lui, si staccò a fatica da quelle labbra di fuoco per scendere, con i suoi caldi baci, verso il suo collo, e poi più giù, a succhiare leggermente i suoi piccoli e turgidi capezzoli. Lo sentiva fremere e godere, sospirare lascivo ad ogni nuova sollecitazione. Con la punta della lingua, percorse ogni cicatrice ancora visibile su di lui, facendolo gemere ed eccitandolo ancora di più.

Spike a quel punto, si sedette, continuando a tenere la ragazza sopra di sè.

Le aprì la camicetta, lentamente, bottone dopo bottone, strappandole un sospiro ad ogni tocco delle sue dita fredde ed affusolate.

Iniziò a baciarle il collo e a leccarlo avidamente e Keilani gettò la testa indietro, per accogliere meglio quelle sensuali, umide carezze. Poi le sfilò la fascia elasticizzata che sosteneva i suoi seni e li prese tra le mani, facendola trasalire di piacere.

La accarezzò con gesti esperti, facendola eccitare al massimo e le restituì il piacere ricevuto poco prima, succhiandole e mordicchiandole i capezzoli; prima uno, poi l’altro, instancabile e famelico.

Keilani si muoveva ritmicamente, ondeggiando sopra di lui.

Sentiva crescere l’eccitazione del vampiro che intanto le aveva infilato le mani sotto la gonna, carezzandole l’interno delle cosce, senza smettere di succhiare e di baciare il suo seno generoso.

Le sembrava di impazzire! Mai un uomo l’aveva toccata in quel modo. Mai nessuno l’aveva fatta godere così tanto solo con baci e carezze... era nell’estasi più totale e sentiva il cuore batterle talmente forte da temere che le spaccasse il petto.

Prese il suo viso tra le mani calde, costringendolo a staccarsi dal suo seno e a guardarla negli occhi. Gli passò il braccio destro attorno al collo, lo attirò a sè e lo baciò, affondando la propria lingua nella bocca di lui, che la accolse con la stessa passione.

Intanto, con la mano sinistra, scese lungo il suo petto, sfiorandolo appena e raggiungendo la cintura dei jeans.

Slacciò i bottoni metallici ed infilò dentro la mano, afferrando il sesso virile ed eccitatissimo del vampiro che quasi urlò di piacere.

Sei una strega... e sei una fata” ansimò lui, guardandola tra le lunghe ciglia degli occhi socchiusi.

Io ti desidero Spike” mormorò Keilani, continuando a toccarlo e a baciarlo ininterrottamente “Ti ho desiderato dal primo momento che ti ho visto ed ora... voglio essere tua! Fai l’amore con me, Spike... Prendimi ora!”

L’uomo ricevette una sferzata di ulteriore energia nel sentire quella richiesta così esplicita.

L’ afferrò per la vita, la spinse sul prato con un gesto forte e deciso e le si distese sopra.

Con una mano le alzò la gonna e le strappò letteralmente di dosso gli slip, accecato dalla libidine e pronto ad entrare in lei.

Keilani sentiva l’uomo premere con forza, ma non voleva rendergli il compito troppo facile... lo avrebbe fatto soffrire un pò, come in un perfido, delizioso gioco erotico. Continuava a tenere le gambe rigide ed il bacino leggermente piegato in dietro, in modo da respingere gli attacchi sensuali del suo biondo amante.

Improvvisamente...

Ahhh! Fermo Spike! Fermo!” scattò a sedere.

La guardò, sorpreso e confuso, scostandosi appena “Scusa... ti ho fatto male?”

No, ma fermati subito e rivestiti...dai, veloce!”

Che diavolo c’è? Che ti prende?” chiese lui, con un tono piuttosto irritato.

Spike! Sta sorgendo il sole!”

Il vampiro si girò di scatto. Il sole stava uscendo rapidamente dalla linea dell’orizzonte.

Si rivestirono in fretta, alla meglio, recuperando i pezzi sparsi quà e là.

Come si fa? Non riusciremo a raggiungere l’auto in tempo!” disse lei con ansia.

Spike si guardò un attimo intorno “Corri!” le urlò, prendendola per un braccio.

Si infilarono giusto in tempo in un tombino, schivando il sole per pochissimi metri.

E adesso?” ansimò la ragazza.

Lui, le si avvicinò sensuale, sussurrandole nell’orecchio “Possiamo continuare il nostro tet-a-tet qui, se non ti da troppo fastidio il cattivo odore e andare avanti finchè non sarà di nuovo notte, oppure...” aggiunse cambiando tono “...raggiungere l’auto, passando dalle fogne.”

Vada per la seconda ipotesi” rispose poco convinta. Era davvero tentata dall’idea di farlo lì, su quel pavimento sudicio?

Spike, leggermente deluso, le fece cenno di seguirlo.

Conosceva perfettamente quegli anfratti, bui e fetidi.

Percorsero una lunga galleria e poi girarono a sinistra, in una stanza larga col pavimento allagato. Imboccarono un altro stretto cunicolo e... davanti agli occhi terrorizzati di Keilani, si parò la sagoma, enorme e minacciosa, di un peloso e ringhiante demone Habar!

16. ... ALLA DISPERAZIONE

Ciao cucciolone” disse sprezzante Spike al demone “E’ un bel pò che non ci si vede”

L’Habar ringhiò, talmente stupito di trovarsi davanti il vampiro, da avere ancora la guardia abbassata.

Fu il suo primo errore.

Spike approfittò del momento di indecisione del demone, per balzargli addosso, colpendolo allo stomaco con una possente testata e facendolo cadere in terra.

Poi, estrasse un coltello dall’interno dell’anfibio sinistro, brandendo minaccioso la lunga lama lucente.

Fatti sotto bestione” disse invitandolo ad alzarsi.

Keilani era rimasta in un angolo, leggermente indietro, ancora shockata dall’inaspettato incontro.

Era stata davvero una stupida... il suo phaser era rimasto a casa!

Ma decise, in una frazione di secondo, che avrebbe aiutato Spike a risolvere il “problema Habar”.

Si guardò intorno.

Un paio di metri alle spalle del demone, scorse una lunga sbarra di metallo.

Si appiattì contro la parete, cercando di oltrepassare i due agguerriti contendenti, ma l’Habar la vide e con uno scatto del braccio, la raggiunse, ferendola ad una spalla.

Kei, vattene!” gridò Spike, ma lei non ne aveva alcuna intenzione.

Il vampiro, per attirare su di sè l’attenzione del demone, lo chiamò a gran voce:

Ma che bravo! Prendersela con una bambina! Sai che con me non ce la faresti, vero? Non lo vuoi il tuo prezioso anellino? Dai fifone, battiti! E cerca di divertirti, perchè sappi che sto per ucciderti” e a quelle parole, aveva spiccato un salto, afferrandolo per il collo ed affondandogli la lunga lama nel petto.

L’essere mostruoso, aveva lanciato un grido terrificante, toccandosi la ferita dalla quale usciva copioso e maleodorante sangue giallo. Poi, aveva afferrato Spike con entrambe le mani pelose e lo aveva staccato da sè, sbattendolo con forza contro la parete.

Intanto Keilani era riuscita a raggiungere la sbarra metallica e, con tutte le sue forze, l’aveva colpito alla schiena, facendolo cadere in ginocchio.

E poi ancora un altro possente colpo alla nuca.

Il demone l’aveva senz’altro sottovalutata... e questo fu il suo secondo errore.

Pur se ferito e dolorante, l’Habar si rialzò ed emise un suono gutturale e graffiante... la sua voce.

E così il vampiro con l’anima, che odia la sua stessa razza e uccide i suoi fratelli, persiste nel suo vizietto?”

Basta con le chiacchiere, fottutissimo bastardo! Smettila di blaterare e combatti” gridò Spike infuriato alzandosi da terra, col volto trasfigurato dalle sembianze della caccia.

Te la fai con un’altra Cacciatrice, è biondino?” l’Habar rideva sguaiatamente.

Kei, all’udire quella parola, ricordò la volta in cui il vampiro l’aveva pronunciata nel sonno e, distratta da quel pensiero, non si accorse dello scatto che il demone fece verso di lei.

Solo i suoi riflessi prontissimi la salvarono da morte certa. Gli artigli acuminati dell’Habar raggiunsero il suo stomaco, lacerando la stoffa e ferendola.

Ma il suo balzo all’indietro, non scoraggiò la creatura dal continuare l’ attacco. In un attimo le fu di nuovo addosso, la gettò in terra e si buttò su di lei.

Sai che ti dico? Mi hai proprio rotto le palle!” Gridò Spike, lanciandosi sull’essere peloso con il coltello in mano. Glielo infilò nella schiena, colpendolo ripetutamente.

Il demone, con la mano destra cercava di afferrare il vampiro alle sue spalle, ma continuava a tenere la sinistra premuta sul viso di Keilani, che quasi stava soffocando.

Riuscì solo per un attimo a liberarsi la bocca, giusto per riprendere aria e per gridare “Usa la Tal-Shaya, Spike!”

Gli aveva insegnato quella tecnica mortale durante i loro intensi allenamenti, ma non era sicura che lui l’avesse appresa in modo coretto.

L’Habar la guardò con odio, rinunciò al tentativo di liberarsi di Spike e le afferrò la testa con tutte e due le mani. Keilani capì che di lì ad un secondo le avrebbe spezzato il collo, mettendo fine per sempre alla sua vita.

Ma il mostruoso aggressore non sferrò il colpo mortale. Continuava a guardarla fissa negli occhi, accecato dalla rabbia, curvo su di lei.

Dopo alcuni istanti di assoluta immobilità, il demone Habar allentò la presa sulla sua testa e ricadde in avanti, privo di vita.

Spike gli aveva spezzato l’osso del collo, usando alla perfezione proprio la tecnica vulcaniana che Keilani gli aveva insegnato. Una vera e propria esecuzione, rapida, indolore, inesorabile.

Rimase distesa a guardare il soffitto del fetido cunicolo, con l’adrenalina che ancora scorreva veloce nel suo corpo, aspettando che Spike le togliesse di dosso il pesante cadavere del demone.

Cominciava pian piano a riacquistare sensibilità e a sentire, quindi, il dolore causato dalle molte ferite riportate durante il lungo ed estenuante combattimento.

Si diede un’occhiata addosso.

La camicetta era del tutto lacerata e sull’addome potè contare i quattro segni sanguinanti, lasciati dalle unghie dell’Habar. Sulla spalla sinistra, alla base del collo, uno squarcio profondo.

Poi guardò Spike che stava trascinando in un angolo la carcassa.

Non aveva indosso la camicia, che era in terra, più lontano. Aveva alcune brutte ferite sulla schiena, sull’avambraccio destro e sanguinava da un taglio sulla fronte ed il suo volto era... era ancora quello aggressivo e spaventoso del predatore.

*Devo alzarmi* pensò Kei, e tentò di appoggiarsi sui gomiti per sollevare la schiena da terra, quando vide il vampiro avvicinarsi.

Aiutami ad alzarmi, per favore” gli disse.

Ma Spike si chinò e si sedette a cavalcioni sulla parte alta delle sue cosce.

Ti sei divertita tesoro? Ti è piaciuta questa danza di sangue?” le chiese, stranamente acido e con un sorriso distorto che evidenziava i denti acuminati.

Spike! Togliti! Fammi alzare!”

Lui le prese i polsi, glieli immobilizzò in terra, alzandole le braccia sopra la testa e cominciando ad annusare l’aria attorno a lei come una fiera affamata.

Keilani riconobbe con orrore l’espressione del vampiro, la stessa della sera in cui l’aveva aggredita.

Tentò di divincolarsi, ma l’uomo le serrava i polsi in una morsa d’acciaio. Non riusciva a muovere nè braccia nè gambe, le ferite le facevano sempre più male e si sentiva mancare le forze.

Ferma, piccola. Vuoi sfuggire al buon vecchio zio Spike? Cosa c’è? Sei già stanca di me?”

Lasciami! Lasciami andare immediatamente!” gridò lei.

Ooohhh... che paura. E se non ti lascio che mi fai?”

Spike! Che ti succede? Mi stai facendo male!” Keilani era terrorizzata.

Non ti piace? Non vuoi farlo così? Violento e selvaggio? Non vogliamo finire quello che avevamo iniziato prima?” E le leccò una guancia.

La ragazza tentò nuovamente di liberarsi da quella possente stretta, senza successo.

Ti prego Spike, lasciami... mi fai male!” ma ogni suo movimento non otteneva altro risultato che quello di farlo eccitare di più e di fargli aumentare la pressione sul suo corpo.

Sarà bellissimo, vedrai! Dolore, sangue e sesso sono una combinazione esplosiva, dolcezza!

Ci divertiremo un bel pò e poi dovrai ringraziarmi!”

Era debole ed impaurita. Capì che non sarebbe riuscita a fermarlo con la forza, quindi lo implorò:

Per favore... ti prego Spike, lasciami andare. Sono ferita... sto male”

Rilassati tesoro e fatti servire, stai per vivere l’esperienza più eccitante della tua vita” si appoggiò completamente su di lei e continuò a passare la sua lingua sul suo viso e sul suo collo, avvicinandosi alla ferita sanguinante.

Keilani raccolse tutte le sue forze e riuscì, con uno scatto disperato, ad allontanarlo da sè.

NO!” gli urlò contro e cominciò a correre in direzione del tombino da cui erano entrati. Fuori, alla luce del sole, lui non l’avrebbe potuta seguire. Aveva le lacrime agli occhi e non capiva cosa stesse succedendo.

Attraversò la grande sala da dove erano passati in precedenza. Sentiva i passi del vampiro che la stavano raggiungendo.

Spike fece un balzo e la afferrò per una caviglia, facendola cadere sul pavimento umido. Emise una specie di ringhio e la attirò a sè, trascinandola per la gamba.

Non scappare da me” le disse con voce rabbiosa e rauca “Non puoi sfuggirmi! Ora esigo che tu mi dia quello che mi hai promesso e ti garantisco che non uscirai di qui finchè non sarò soddisfatto!”

Spike, perchè? Perchè mi stai facendo questo? Io credevo che noi...” ormai la giovane singhiozzava.

Cosa credevi, eh? Che fossi un ragazzino sdolcinato e melenso? Un animaletto domestico da coccolare? Non lo sai chi sono? Sono cattivo baby! Sono un mostro che si nutre di sangue, una creatura della notte, un vampiro, capisci? Non un tipo con cui passeggiare sulla spiaggia!”

Si distese su di lei, alzandole con decisione la gonna ed aprendosi i jeans.

Ti prego... lasciami! Ti prego Spike!” fu il suo ultimo disperato tentativo, quasi sussurrato, con le lacrime che le scorrevano lungo le guance e la morte nel cuore.

Lui si aiutò con una mano e, vincendo ogni sua residua resistenza, entrò violentemente in lei, con un unica, crudele spinta, facendola urlare.

Iniziò a muoversi lentamente, tra le sue gambe.

Come sei calda tesoro. Mi senti? Senti come ti riempio? Non era questo che volevi? No... non mi devi rispondere... già lo so, l’ho visto! Dentro la tua testa, durante quello stupido rituale da pseudo-strizzacervelli alieno. C’ero solo in quella tua testolina, dolcezza.

Eri tutta piena di me, proprio come adesso. Lo senti? LO SENTI?” gridò, affondando inesorabilmente con ogni suo colpo.

Era come un animale selvaggio. Keilani si sentiva spaccare in due dalla sua furia implacabile, da quel fuoco infernale che la bruciava da dentro.

Non la guardava neppure più in faccia. La copriva completamente col proprio corpo, tenendo il viso affondato sulla sua spalla e succhiava avidamente il sangue della sua ferita.

Non farlo... ti può uccidere...” gli disse con un filo di voce.

Zitta! Stai zitta! Non parlare più, strega!” si rivolse a lei con inaudita violenza “E’ tutta colpa tua! Tua! Tu mi hai infettato col tuo maledetto sangue nero, mi hai reso dipendente da te, come da una droga e poi, di punto in bianco, me l’hai tolto! Senza tanti complimenti... brava!

Ma ora lo sento. Sento il suo odore inebriante, così dannatamente forte ed intenso. Vedo il suo colore scuro come l’inferno e questo mi sta facendo impazzire, lo capisci? Lo capisci?” le gridò contro, guardandola per un solo momento negli occhi.

I suoi movimenti divennero più brutali. Si chinò sul suo collo ferito ed affondò i denti nella sua carne, facendola di nuovo urlare di dolore.

Emetteva dei suoni indistinti, sembrava ringhiasse; poi sospirava come il più appassionato degli amanti e subito dopo ringhiava ancora, senza mai smettere di fotterla e di bere da lei.

Proseguì il suo pasto di sangue e di sesso per parecchi minuti, poi accelerò ancora di più il ritmo delle sue spinte, staccando i denti dal collo della giovane ed alzandosi sulle braccia tese.

La guardò con quegli inquietanti e crudeli occhi gialli, dalla sua bocca colava il sangue nero di Keilani.

Il vampiro si muoveva veloce ed ansimava rumorosamente. Stava raggiungendo l’apice del piacere, che infatti arrivò subito dopo, facendolo urlare e scotendolo a lungo, in un incontenibile, selvaggio orgasmo che sembrava riecheggiare di energia primordiale.

Nello stesso istante, il suo viso tornò normale, bellissimo ed angelico come sempre... e svenne.

Kei impose ai propri occhi, pieni di pianto, di non guardarlo.

Non avrebbe potuto odiarlo così tanto se avesse posato lo sguardo sul suo meraviglioso volto.

Invece voleva sentire quell’odio. Aveva dannatamente bisogno di quell’odio. Era l’unica cosa che le rimaneva, l’unica forza che la poteva spingere, in qualche modo, a reagire.

Si alzò, barcollando e reggendosi a malapena sulle gambe.

All’Accademia insegnavano ai cadetti a focalizzare pensieri ed azioni, maggiormente nei momenti di massimo pericolo e difficoltà... Kei, istintivamente, seguì quel dogma e vi si aggrappò con le poche forze residue.

Si sistemò la gonna, si tolse la camicia ormai a brandelli e raccolse in un angolo quella di Spike, bagnata ma più o meno intatta, la infilò e se la annodò in vita.

Poi, ricacciando in gola un conato, si avvicinò di nuovo a lui, frugando nelle tasche dei suoi jeans; ne trasse le chiavi dell’auto e si incamminò verso il tombino.

Appena risalita in superficie, il sole la colpì accecandola e stordendola. Camminava a fatica, appoggiandosi al muro, piegata su sè stessa. Le ferite bruciavano e sanguinavano, tutto il suo corpo urlava di dolore e disperazione e di più ancora, il suo cuore ed il suo orgoglio.

Era esausta e distrutta ma sapeva che doveva tener duro, concentrarsi ancora per un pò, percorrere la distanza che la separava dal parcheggio del Raven e tornare a casa.

Una casa, che avrebbe lasciato per sempre.


17. WILLIAM SHELBY

L’acqua calda della doccia cadeva a pioggia su di lei, ristorandola ed alleviando un pò il dolore.

Insieme alle gocce d’acqua, altre gocce, anch’esse calde e copiose, scesero a bagnarle il viso.

Non era ancora riuscita a smettere di piangere ed ogni pensiero sul quale tentava di riflettere, la faceva disperare ancora di più.

Si, perchè pian piano, si rendeva conto di come stessero realmente le cose.

Si sentiva violata nel corpo, usata ed umiliata, ma capiva di essere vittima e carnefice.

Era colpa sua se Spike era diventato dipendente dal suo sangue.

Era colpa sua se si era sentito come un tossico in crisi di astinenza.

Avrebbe dovuto capirlo, diamine! Che razza di medico era? Un’incapace... ecco cosa!

Aveva sbagliato tutto, lo aveva portato sull’orlo del baratro e lui, precipitando, l’aveva trascinata con sè.

Non riusciva a dargli la colpa di quello che era successo, come non gliel’ aveva data quando l’aveva aggredita la prima volta... era il suo sangue, il potere che esercitava su di lui unito alla sua natura di vampiro! Quel desiderio lo aveva reso folle, violento ed animalesco, gli aveva fatto perdere ogni controllo ed ogni lucidità e, già due volte, le era quasi costato la vita.

Ma quello che la faceva stare male davvero era il dolore straziante che sentiva nel suo cuore e la paura di quello che provava e che aveva provato durante lo stupro.

Non riusciva neppure ad ammetterlo con sè stessa, non riusciva a pensarlo, ma sapeva che era così... in qualche modo, le era piaciuto!

Non al suo cuore, nè alla sua mente, che si ribellavano ed odiavano quello che era accaduto, ma al suo corpo si! Irrazionalmente, inconcepibilmente, atrocemente!

Al di là del terrore, della violenza e del modo spietato con cui lui l’aveva presa, lei aveva goduto di ogni istante, di ogni spinta, di ogni brutale movimento del suo aggressore.

Aveva provato una ineffabile e misteriosa sensazione di estasi, di appagamento e di irrazionale beatitudine, che l’aveva pervasa fino in fondo all’anima, mentre lui le affondava i denti nel collo. E se non fosse svenuto proprio nel momento dell’orgasmo, sarebbe venuta anche lei, subito dopo.

Aveva vissuto un’esperienza terribile, mostruosa e devastante. Lo sapeva, se ne rendeva perfettamente conto, e tutto ciò ora la faceva sentire vuota e disperata perchè lui, probabilmente, non ricordava neppure di averla violentata sul pavimento di quella fogna, come non aveva ricordato nulla del precedente attacco... e stava ancora più male, si sentiva più sola che mai, ferita, violata, sconfitta, umiliata e... innamorata!

Questo era il punto! Quella sera Keilani, quando lui l’aveva baciata al Raven, aveva capito di amarlo da sempre, immensamente e profondamente.

*Lo amo. E’ questa la verità... non posso mentire a me stessa.

Lo amo con tutto il mio cuore e lo amerei anche se mi avesse uccisa.

Lo amo anche se è un mostro.

Amo il suo spirito ribelle, la sua sfrontatezza, la sua intelligenza, la sua forza, la sua dolcezza, la sua tristezza, il suo dolore, la sofferenza che incessantemente gli strazia l’anima.

Lo amo anche se so benissimo che lui non mi ama e che non mi amerà mai.

Mi ha solo usata, come oggetto del proprio piacere e come fonte di nutrimento ma io lo amo ugualmente, corpo e anima. E so che devo allontanarmi da lui... anche se questo mi uccide, perchè lo amo così tanto che lasciarlo è l’ultima cosa che vorrei*

Keilani era accovacciata nella doccia, seduta sui talloni, col viso tra le mani e scossa dai singhiozzi di un pianto irrefrenabile.

Aveva la certezza che non avrebbe più potuto vivere senza di lui, senza averlo accanto, senza sentire la sua voce sensuale o la sua risata, senza toccarlo nè farsi toccare, senza fare l’amore con lui, anche se in realtà non sapeva neppure che cosa significasse fare l’amore con lui... quello che c’era stato era tutt’altro che amore.

Pianse fino all’ultima delle sue lacrime, non riuscendo a darsi pace per i sentimenti che aveva scoperto dentro di sè.

Non avrebbero dovuto essere lì... al loro posto doveva esserci odio, ribrezzo, rabbia!

Invece riusciva solo a pensare quanto sarebbe stato terribile dirgli addio per sempre e a quanto il suo cuore ne sarebbe stato straziato.

Si vestì ed iniziò a radunare le sue cose. Ogni angolo, ogni mobile, ogni oggetto le ricordava lui e i due mesi che avevano trascorso insieme, in quel piccolo appartamento sotterraneo.

Le notti passate a chiacchierare e a ridere, il primo, dolcissimo bacio che si erano scambiati su quel letto, le poesie di Hikmet, il patto... quello stupido, inutile patto.

Forse sarebbe stato tutto diverso se lei avesse capito subito di amarlo, se avesse ceduto ai propri sentimenti.

Forse, accogliendolo nel suo cuore, avrebbe potuto evitare gli ultimi, atroci avvenimenti.

Forse... forse... Ormai era inutile recriminare.

Le sue borse erano pronte, lei era pronta.

Era davvero pronta?

Pronta ad andarsene? A lasciarlo? A perderlo per sempre?

*Si! Devo farlo! Devo andarmene! Forza Keilani, che aspetti? Speri forse che torni e che ti preghi di non uscire dalla sua vita? Povera illusa, sciocca, stupida illusa*

Pianse di nuovo... aveva mai smesso?

Era quasi uscita quando pensò di lasciargli un biglietto. Qualcosa che spiegasse il suo gesto, un motivo, un chiarimento.

Sperava che lui lo leggesse e ne soffrisse. Forse lo avrebbe tenuto con sè per ricordarsi di lei o forse lo avrebbe gettato via senza neppure leggerlo... forse... forse...

Cercò nei cassetti carta e penna.

*Qui nulla... qui neppure... ah! Ecco dei fogli... e una matita, bene. E questo cos’è?*

In un cassetto del mobile del soggiorno, in fondo, nascosto sotto alcuni fogli di carta, trovò un piccolo quaderno nero, in una busta di plastica trasparente.

La incuriosì immediatamente perchè era di sicuro molto antico.

Sulla copertina, incise a caratteri dorati e molto eleganti, tre parole.

William Shelby – Poesie”

*Non è roba tua, Keilani. Lascia perdere, non impicciarti*

Ma la curiosità era troppa e la ragazza sentiva una forza misteriosa che la spingeva ad aprire quel quaderno.

Lo fece. Quasi senza rendersene conto...

Era davvero molto antico e le pagine erano ingiallite. All’interno della pagina di copertina, una data “1878-1880”. Probabilmente era il periodo a cui si riferiva il contenuto del quaderno.

Kailani cominciò a sfogliarlo con cautela, facendo attenzione a non rovinare le antiche pagine scritte a mano.

Erano scritte in un inglese piuttosto arcaico, alcune parole addirittura a lei sconosciute.

La grafia era delicata, tondeggiante e molto elegante. Poteva quasi sembrare quella di una donna, se non fosse stato per il nome sulla copertina.

La maggior parte delle poesie erano illeggibili, tutte piene di correzioni, note e cancellature fatte a penna.

Altre pagine erano macchiate, come se qualcuno avesse pianto su quei fogli sciogliendo l’inchiostro fresco.

Tantissime delle brevi composizioni erano senza titolo, alcune erano chiaramente dedicate ad una donna... Cecily.

Lesse l’ultima.


My heart expands

tis grown a bulge in’t

inspired by your

beauty effulgent


Certo non era un’opera di grande pregio artistico, ma nei versi c’era qualcosa... intensità, trasporto, passione celata e tanta dolcezza.

Di sicuro quel William Shelby amava molto la sua Cecily.

Keilani si accorse, che dopo quella poesia, c’erano solo pagine bianche. Doveva essere l’ultima fatica di quel poeta... no! Un momento! Proprio nell’ultimo foglio del quaderno, dopo parecchie pagine vuote, c’era un’altra poesia, anch’essa dedicata alla medesima donna.

Già da un primo sguardo, si capiva che quell’ultimo componimento era differente da tutti gli altri.

Era molto più lungo e, anche se scritto con la stessa grafia, era più deciso, senza nessuna cancellatura e con un tratto più marcato.


Lesse.


A voi questi versi

in nome della grazia consolante dei vostri grandi occhi

in cui ride e piange un sogno dolce

in nome della vostra anima pura e buona

a voi questi versi

dal fondo della mia angoscia violenta


L’incubo orrendo che mi possiede non ha tregua

e furibondo, pazzo, geloso

va moltiplicandosi come un corteo di lupi

e azzanna la mia sorte

e l’insanguina


Soffro, soffro orribilmente

tanto che il gemito primo

del primo uomo scacciato dall’Eden

non è che un’egloga a paragone del mio


E i fastidi che voi potete avere

son come rondini su un cielo pomeridiano

o cara

in un bel giorno tiepido di settembre


Era splendida.

Keilani si commosse profondamente nel leggere quei versi struggenti, nell’intuire l’amore non corrisposto dell’ispirato poeta per quella donna, nell’immaginare le atroci pene che dovevano attanagliare il cuore di un uomo, così disperatamente disilluso dalla freddezza spietata di colei che lo aveva rifiutato.

Perchè Spike conservava quel quaderno?

Chi erano William e Cecily?

E perchè quell’ultima, stupenda poesia era così diversa dalle altre?

Kei la rilesse più e più volte, memorizzandone ogni parola poi, quasi a malincuore, richiuse il quaderno e lo ripose nel cassetto.

Scostò una sedia dal tavolo e si accorse che, appoggiato allo schienale, c’era il suo lungo cappotto nero.

Il suo cuore già provato, si strinse di nuovo. Lo prese tra le mani, accarezzando la morbida pelle ed immaginandolo indosso a lui.

Poi ci affondò il viso, annusando a pieno quell’odore così acre, quell’intenso, adorato, penetrante odore di cuoio e di tabacco... l’odore inconfondibile di Spike.

*Come? Come posso riuscire a fare quello che devo? Dove troverò la forza per allontanarmi da lui, quando l’unica cosa che desidero è perdermi per sempre nei suoi occhi?*

Era dannatamente difficile, ma era giusto e necessario.

Keilani si sedette di fronte al foglio bianco ed iniziò a scrivere.


Me ne vado.

Ti restituisco alla tua vita.

Le cose sono cambiate ed è troppo pericoloso restare... per me e per te.

Non c’è rancore nel mio cuore, nè paura, nè odio.

Sto solo facendo la cosa che ritengo più giusta.

Addio. Kei


Infilò il foglio tra le pagine del libro di poesie di Hikmet, lo lasciò sul tavolo con le chiavi di casa e dell’auto e se ne andò con le lacrime agli occhi, chiudendosi la porta alle spalle.




18. TRASLOCO

Keilani suonò un paio di volte il campanello. Corrispondeva ad un appartamento del secondo piano di quel vecchio palazzo.

Chi è?” si udì rispondere, dopo pochi istanti, da una voce di ragazza, giovane e squillante.

Sono Kei”

Ciao! Sali!”

Keilani entrò nel portone e prese l’ascensore.

Lisa l’aspettava sul pianerottolo.

Era la ragazza che Keilani aveva conosciuto al supermercato. Era dolcissima e simpatica, sempre disponibile a far due chiacchiere. Si erano trovate in sintonia ed avevano subito fatto amicizia. Kei sapeva che Lisa lavorava solo al mattino, così era sicura che quel pomeriggio l’avrebbe trovata in casa.

Era alta, con dei lunghi capelli neri e ricci che le scendevano sulle spalle.

Aveva la pelle abbronzata ed un bellissimo sorriso.

Non dirmi che parti!” le aveva chiesto, vedendola con le borse.

Posso entrare solo un attimo?”

Certo! Accomodati pure! Scusa il disordine ma oggi non mi va di fare nulla” rise Lisa “Stavo per farmi un tè... ne vuoi una tazza?”

Grazie”

Appoggia le valigie in terra e siediti. Allora dimmi... te ne vai?”

No. Non proprio. Ho... dovuto lasciare il posto dove stavo e...”

Come sarebbe a dire? Non vivevi con un ragazzo? L’hai piantato? Brava! Gli uomini sono tutti maiali!” Lisa era un vulcano, come al solito.

No! Cioè si... insomma non potevo più restare lì” Keilani stava cercando in tutti i modi di non ricominciare a piangere, ma sentiva un nodo alla gola che non andava ne su ne giù.

Lisa si accorse dell’espressione triste dell’amica “Scusa. Non volevo aggredirti come al mio solito. Che succede? Stai bene?”

In effetti Keilani aveva qualche segno della lotta con l’Habar sul viso e il cerotto alla base del collo era perfettamente visibile.

No. Non sto affatto bene” le lacrime le stavano riempiendo gli occhi.

Cosa è successo? L’hai beccato con un’altra? Ti ha forse picchiata?” Lisa era sinceramente preoccupata e le si avvicinò, circondandole le spalle con un braccio.

No. Non ne voglio parlare... scusa ma non ce la faccio” e a quelle parole Keilani si era sciolta in un pianto dirotto, lasciandosi abbracciare.

Oh mio Dio! Ma che diavolo ti ha fatto per ridurti così? Non dirmi che ti ha aggredita!?” era sconvolta e furiosa ed il suo intuito di donna le permise di intravedere la realtà dei fatti.

Keilani non le rispose, non poteva, ma affondò il viso tra le mani, continuando a singhiozzare e dandole conferma della terribile verità.

Maledetto bastardo! Come stai? Dobbiamo andare subito in ospedale”

No!” rispose mentendo “Ci sono già stata. E’ tutto a posto”

Tutto a posto un corno! Deve pagarla quel porco! Ora chiamo la polizia!” scattò sulla sedia, dirigendosi verso il telefono.

No! No, ti prego. Lascia stare... per favore. E’ tutto così... complicato”

Non vuoi denunciarlo?” Lisa era allibita “Non è che ti ha minacciato pure? Non farti intimidire tesoro, lo facciamo sbattere in cella per il resto dei suoi giorni, quel miserabile!”

Keilani pensò con ironia che il resto dei giorni di Spike era un tempo praticamente infinito e quasi le uscì un sorriso tra le lacrime.

No, Lisa. Te lo chiedo per favore. Posa il telefono, non voglio denunciarlo”

Sicura?”

Sicura”

Ok! Come vuoi, ma sappi che non sono d’accordo!” la ragazza mora abbozzò una specie di broncio, ma poi tornò subito premurosa e fraterna accanto a Keilani, per consolarla ed abbracciarla ancora.

Vieni Kei, mettiamoci sul divano. Hai bisogno di rilassarti. Si vede che sei stanca e provata”

Grazie. Sei un tesoro” guardò Lisa, che le sorrise “Non sapevo a chi altro rivolgermi e ti chiedo scusa se ti sono piombata in casa con tutti i miei problemi ma...”

Non dirlo neppure per scherzo! Cosa ci stanno a fare gli amici?”

Grazie”

Smettila di ringraziarmi e dimmi cosa posso fare per aiutarti”

Mi sento così in imbarazzo... avrei bisogno che mi ospitassi per questa notte.

Ti assicuro che domani andrò a cercarmi un posto...”

Alt! Fermati subito! Domani non te ne vai proprio da nessuna parte! Resterai qui.

Ho una stanza in più, dove fino a tre mesi fa c’era un’altra ragazza, una che faceva l’Università qui in città. Ma poi è partita, si è sposata o qualcosa del genere. Quindi ora la stanza è libera e puoi starci tu. Che te ne pare?”

Sarebbe fantastico, ma non potrei pagarti l’affitto”

Anche a questo problema c’è una soluzione, semplice e a portata di mano”

Cioè?”

Lavorerai al negozio! Abbiamo davvero bisogno di una persona in più, sennò mi toccherebbe lavorare anche il pomeriggio e ti assicuro che non ne ho alcuna voglia!”

Davvero?”

Davvero cosa? Se abbiamo bisogno di una persona? O se non ho voglia di lavorare il pomeriggio?” chiese Lisa ridendo “Ti assicuro che sono verissime entrambe le cose! Farai dalle quindici alle ventuno, ti insegnerò tutto io, non è complicato”

Sarebbe perfetto”

Sarà perfetto, cara! Mangerai con me e papà, potrai permetterti la stanza, non ti preoccupare... ti farò un prezzo di favore, ed ogni fine settimana avrai la tua paga” disse Lisa tutta entusiasta del proprio progetto.

Keilani la guardava con piacere.

Era bellissimo vedere tanta carica e vitalità in quella giovane donna.

Hai solo quelle due borse?”

Si. solo queste”

Benone! Seguimi, la tua stanza è in fondo al corridoio”

Lisa prese le valigie di Keilani e la precedette illustrandole la disposizione delle varie camere.

Questa è la stanza di papà, ma lo vedrai poco in casa. Ci viene praticamente solo per mangiare e dormire, il resto del tempo è sempre di sotto, in negozio.

Questa è la mia cameretta. Ti piace? E’ piccola ma io ci sono affezionata... eccoci! Questo sarà il tuo regno!”

Lisa poggiò le borse sul letto, poi andò ad aprire la finestra, facendo entrare il sole pomeridiano nella stanza.

Era una camera piuttosto spaziosa.

C’era un letto alla francese, con la testata in ottone, una vivace coperta a fiorellini e mille cuscini colorati, un armadio bianco a tre ante ed una piccola tolettina con lo specchio e due cassetti. Alle pareti, quadri che rappresentavano cuccioli di cani e gatti.

La finestra, dal davanzale basso, dava sulla scala antincendio. Sulla parete opposta un’altra porta.

Qui c’è il bagno. E’ il tuo bagno privato. Ci sono già degli asciugamani puliti ed un bell’accappatoio, se vuoi fare una doccia. Va bene? Ti piace?”

E’ fantastica!”

Keilani, in realtà, non amava molto quello stile sgargiante, ma la camera era davvero quello che le serviva ed avere vicino una ragazza dolce e positiva come Lisa, poteva essere un’ottimo lenitivo al suo dolore.

Vuoi che ti aiuti a sistemare le tue cose?” si offrì la giovane.

No, grazie. Faccio da me, con calma... magari più tardi. Ora avrei tanto bisogno di riposare un pò”

Ma certo! Che stupida insensibile che sono! Scusa Kei... certo che ti devi riposare! Io scendo a mettere al corrente papà delle novità. Poi vado in centro a fare delle commissioni. Dovrei tornare verso le dieci, noi di solito ceniamo a quell’ora... per te va bene?”

Va benissimo Lisa, sei un’amica”

Lisa le si avvicinò abbracciandola di nuovo “Ok, dormi qualche ora e ricordati che adesso questa è casa tua. Se hai fame, in frigo c’è di tutto, serviti senza problemi, d’accordo?”

D’accordo. Grazie ancora”

Non voglio più sentirti dire quella parola. Lavorerai per pagarti vitto e alloggio, quindi siamo pari, non devi ringraziarmi più, ok?”

Ok” le due giovani si sorrisero a vicenda.

Keilani chiuse la porta e restò sola.

Osservò attentamente, per alcuni minuti, ogni angolo della stanza, soffermandosi su ciascun oggetto.

Come era diversa da quella di Spike.

Luminosa, piena di colori chiari e vivaci.

L’ambiente profumava di fiori, un delicato, soffuso profumo di mughetti e di rose e il sole, che entrava dalla finestra socchiusa, si rifletteva benevolo sulle pareti candide.

Da quando abitava con Spike, si era disabituata a vivere di giorno e quel tepore e quella luce, le erano mancati tantissimo.

Nello spazio, sulla sua nave, era obbligata a vivere lontana dal sole e per lei, che era cresciuta su Vulcano, non era affatto facile.

Il suo pianeta infatti era molto caldo, in certi periodi dell’anno, persino arido.

L’intensità del loro sole aveva fatto sì che i vulcaniani fossero provvisti addirittura di una seconda palpebra, per una maggiore protezione della retina.

Lei non l’aveva. Doveva indossare delle lenti scure, ma adorava lo stesso quel clima torrido, tanto da ricrearlo nel suo programma olografico preferito.

Le piaceva tutto del sole... adorava le albe e i tramonti, nuotare nell’oceano seguendo la scia di quella stella infuocata che vi si tuffava o che ne sorgeva, le passeggiate sulla spiaggia... a quel pensiero, ricordò con un brivido le parole che aveva pronunciato Spike, spietato, prima di violentarla...

Sono un mostro che si nutre di sangue, una creatura della notte, un vampiro... non un tipo con cui passeggiare sulla spiaggia”

Erano così nitide nella sua memoria e ciascuna di esse penetrava nel suo cuore con la violenza di un ferro infuocato.

Di nuovo le lacrime... basta! Non ne poteva più di piangere.

Rimpiangeva di non aver mai approfondito le tecniche del Kolinahr, la disciplina mentale vulcaniana per l’eliminazione delle emozioni.

Ora sarebbe stato tutto più facile.

Analizzare i fatti con la ragione e con la logica pura, senza farsi trascinare dalla sofferenza, dalla disperazione, dall’amore.

Ma sua madre le aveva insegnato che non tutto può essere ricondotto ad uno schema logico e che le cose della vita non sempre possono essere spiegate dalla ragione.

A volte vanno semplicemente accettate, belle o brutte che siano.

Keilani si asciugò gli occhi ed iniziò a sistemare le sue poche cose nell’armadio.

Riaccese le apparecchiature di ricezione. L’appartamento di Lisa era sufficientemente vicino alle coordinate del suo arrivo ed anche da qui Keilani avrebbe potuto ricevere segnali dal suo mondo, dal suo tempo.

Segnali che, in più di due mesi, non erano ancora arrivati.

Prese il rigeneratore dermico. Le ferite sull’addome, superficiali e non gravi, quasi sparirono.

Medicò la ferita sulla spalla. Quella era più grave, sanguinava ancora, le faceva male e le ricordava crudelmente quello che era accaduto solo poche ore prima.

Poi, si stese sul letto, esausta.

Le lenzuola erano bianche, di morbido e profumato cotone, così diverse dalle sofisticate lenzuola di seta nera del letto di Spike.

Spike! Spike! Ancora Spike!

Era un’ossessione.

Non riusciva proprio a smettere di pensare a lui, neppure per un secondo.

*Dove sarà adesso?

Si sarà risvegliato?

Ricorderà nulla di quello che ha fatto?

Che mi ha fatto?

Sicuramente non tornerà a casa prima del tramonto... e troverà il mio biglietto.

Cosa penserà?

Sarà un pò dispiaciuto?

O si infurierà?*


Tutte quelle domande le ronzavano nella mente e mille, e mille altre.

Si girò nel letto a lungo, poi, la stanchezza ebbe il sopravvento e Keilani scivolò in un sonno profondo e senza sogni.

19. UNA NUOVA VITA

La nuova vita di Keilani era serena.

Lisa era fantastica e sempre allegra; suo papà invece era un tipo burbero e serio, ma si capiva che era un uomo di buon cuore e adorava la figlia più di ogni altra cosa al mondo.

Nessuno invadeva la privacy della sua stanza. Kei provvedeva alla pulizia, al cambio delle lenzuola e degli asciugamani e così il radiofaro poteva sempre rimanere attivo, senza far nascere imbarazzanti interrogativi nei suoi coinquilini.

Il lavoro al negozio era semplice e piuttosto ben pagato. Keilani aveva imparato subito i suoi compiti: il funzionamento della cassa, l’aggiornamento computerizzato del magazzino, la dislocazione dei reparti e come e quando inoltrare gli ordini di eventuali rifornimenti.

Anche i compiti di casa erano equamente divisi. Lisa pensava a cucinare. Lei, abituata con i replicatori di cibo, non aveva mai imparato a farlo. Così, a volte, la sera dopo cena, si divertivano a pastrocchiare in cucina, preparando, spesso con scarso successo, dolci ed altri improvvisati ed improbabili manicaretti.

Keilani invece, era addetta alla pulizia.

Al mattino, mentre Lisa e il padre erano in negozio, lei si dava da fare con i mestieri.

Insomma, tutto era semplice e ben organizzato e Kei si sentiva ogni giorno un pò meglio.

Passavano ore, a volte giornate intere che non pensasse al biondo vampiro che le aveva stravolto la vita anche se, nell’ultimo mese, si era spesso trovata a sbirciare in fondo alla strada, in direzione del fabbricato abbandonato dove lui viveva... o dove Keilani supponeva vivesse ancora, senza peraltro scorgere mai nulla di familiare.

Doveva ancora capire se questo le facesse piacere o meno.

Forse avrebbe voluto sapere se lui abitava ancora lì, se sentiva la sua mancanza, se l’aveva mai cercata o se, magari, neppure si ricordava di lei.

Fatto sta che ormai lei viveva di giorno, e la notte se ne stava nel suo nuovo letto, a dormire.

Anche volendo, non avrebbe più potuto incontrarlo. Certo, volendo... ma non voleva!

Era fermissima nella sua decisione. Tutti i motivi che l’avevano spinta a fare quel passo, erano sempre più che validi... e la lontananza da lui la aiutava nel continuo tentativo di dimenticarlo.

La Domenica e il Lunedì, il negozio rimaneva chiuso e Kei e Lisa, andavano in centro, a fare shopping e a passeggiare. Erano anche state un paio di volte al Golden Gate Park. Di giorno, era così diverso da come lo ricordava lei! Non riusciva neppure a ricordare dove si fossero distesi quella notte, nè qual’era il tombino in cui si erano infilati al sorgere del sole. Era tutto sfocato e lontano e, in un certo senso, Keilani ne era felice.

Aveva anche conosciuto gli amici di Lisa, ed il suo ragazzo, Dan, studente di legge alla San Francisco University.

Kei, che ne dici se organizziamo un’uscita a quattro?” le disse un giorno.

In che senso?”

Come in che senso? Io e Dan, tu e Phillip!”

Io e chi?”

Phillip! Non te ne ho parlato? E’ l’amico di Dan, il suo compagno di camera all’università.

Studia medicina ed è internista tirocinante al Mercy Hospital. E’ molto carino, è simpaticissimo... ed è solo!”

Lisa... non è davvero il caso”

Non dirmi che ancora pensi a quel pezzo di m.... del tuo ex!”

Non è questo” mentì Keilani “è che non mi sento proprio di conoscere un ragazzo e di uscirci così, in un appuntamento al buio!”

Non sarà un appuntamento al buio! Io lo conosco bene e ti assicuro che è un tipo davvero speciale e molto gentile ed educato. Non come certi psicopatici, assassini, stupratori che dovrebbero stare in galera invece che circolare, liberi di fare del male alle persone!”

Il velato riferimento a Spike era scritto, a chiare lettere, negli occhi infuocati d’odio della sua giovane amica.

Se non vuoi uscire con lui, te lo porterò a casa comunque... non hai scampo! Ho appena deciso che sarò l’artefice della tua rinascita Kei, quindi rassegnati e decidiamo! A quando la grande serata?”

Lisa aveva impiegato più di due settimane per convincerla a prestarsi a quella famosa, ormai famigerata, uscita a quattro.

Infine Kei, aveva dovuto cedere alle insistenze pressanti dell’amica ed in seguito, suo malgrado, ammettere di essersi davvero divertita un mondo quella sera.

Tanto che, come quella, ce ne furono, nel mese seguente, parecchie altre.

Phillip era un ragazzo davvero speciale. Gentile, molto educato, colto e simpatico.

Ed era anche molto, molto carino. Alto, scuro di capelli, fisico atletico e occhi castani, dolci e sinceri.

Il fatto poi, che fosse uno studente di chirurgia, lo rendeva ancora più interessante.

Kei gli aveva detto di essere laureata in medicina... e non era affatto una bugia!

Così, lei e Phil, passavano ore ed ore a discutere di medicina, di cure sperimentali, di biogenetica e di interventi chirurgici di ogni genere, estraniandosi spesso dalla compagnia di Dan e Lisa, che invece preferivano passare il tempo in modo più leggero!

Era consapevole di dover stare molto attenta a non farsi sfuggire nulla sulle reali conoscenze mediche in suo possesso e sui passi da gigante che erano stati fatti in trecento anni in quel settore ma, per il resto, passare il suo tempo a chiacchierare con quel caro ragazzo, la faceva sentire serena e... normale.

Anche quel Sabato sera di fine Settembre, avevano deciso che sarebbero usciti tutti e quattro insieme.

Pizza e discoteca... aveva decretato Lisa, con il suo solito spirito da leader.

Erano davvero tutti molto affiatati e godevano sinceramente della reciproca compagnia.

Quella sera in particolare, Dan era in vena di giocare... più del solito! Raccontò aneddoti e storielle sulla vita universitaria e su tic e manie dei vari docenti, cimentandosi addirittura in spassosissime imitazioni.

Passarono tutta la cena a ridere di cuore, spensierati e allegri e poi, verso la mezzanotte, si diressero in un locale che conosceva Danny e che, a suo dire, era una vera bomba!

Continuarono a ridere e a scherzare per tutto il tragitto, tanto che Keilani non notò la strada che stavano percorrendo... era la stessa strada che aveva percorso quella sera con Spike, la strada che portava al Raven.

Quando si rese conto di dove fossero, si bloccò, immobilizzata a fissare l’insegna luminosa del night.

Kei!” i ragazzi la chiamavano “Forza! Che ti prende? Dai, entriamo!”

Era lì, ferma, non riusciva a muoversi nè a parlare. Il ricordo dell’immensa felicità che aveva provato quella notte di due mesi prima era vivo e presente nel suo cuore, ed anche l’orrore, la sofferenza e la disperazione della stessa notte...

Possibile che in una città così grande, dovessero capitare proprio in quel posto?

Phil si avvicinò a lei e la prese per mano.

Dai, vieni” e la trascinò gentilmente verso l’entrata.

All’interno era tutto esattamente come se lo ricordava. Il rumore assordante, la folla che si muoveva come un mare agitato e burrascoso, la penombra che avvolgeva i tavolini e i divani, dove decine di coppie si scambiavano effusioni più o meno audaci.

Si avvicinarono al bancone dell’angolo bar. Il barista non era lo stesso dell’altra volta e ad aiutarlo c’era una ragazza con i capelli di un improbabile colore fucsia.

Due birre chiare, una coca e...” chiese Dan “E tu Kei che cosa prendi?”

Keilani era sopra pensiero, ancora turbata dal fatto di essere lì.

Kei? Ci sei? Mi ascolti?” insistette il giovane.

Si” si scosse lei “Cosa c’è?”

Che bevi?”

Ah. Niente grazie. Non ho sete ora”

Come vuoi”

La barista li servì in un attimo.

Ragazzi, io e Lisa andiamo a cercare gli altri. Vi spiace prendere le bibite e cercare un tavolo libero? Vi raggiungiamo tra poco” e Dan si allontanò con la sua ragazza.

Si diressero verso un tavolino alto, con sgabelli al posto delle poltrone, a bordo pista.

Kei, si guardava intorno, quasi aspettandosi (o sperando?) di vederlo avanzare tra la folla, col suo passo felpato ed elegante; temendo (o augurandosi?) di scorgere tra le altre, la sua chioma ossigenata e i suoi profondi, incredibili, magnetici occhi blu.

Quegli occhi che avrebbe riconosciuto tra altre centinaia, migliaia di occhi.

Si sedettero, con Phil, in due sgabelli vicini, a guardare la gente che si agitava a ritmo di musica.

Ai bordi della pista il volume era fortissimo, ma Kei si sentì svenire, quando un’inconfondibile voce alle sue spalle, le sussurrò nell’orecchio un sensualissimo “Ciao dottore”.

20. RESET

Keilani era come pietrificata. Non riusciva a muovere un muscolo e sentiva le gambe tremare e farsi di gelatina.

Si sentì avvampare, le si fermò il respiro e il cuore le balzò in gola, battendo all’impazzata.

Era imbarazzata perchè sapeva benissimo che Spike poteva percepire quelle sue emozioni.

Continuava a guardare un inconsapevole Phillip, che invece non si era ancora accorto di nulla... mentre lei si sentiva morire.

Percepiva la sua presenza, il suo viso che le sfiorava i capelli, la sua mano lievemente appoggiata sulla schiena.

Socchiuse appena gli occhi, con la testa che le girava e centinaia di farfalle che le svolazzavano nello stomaco.

Che c’è piccola? Non mi riconosci?” le parlò di nuovo, continuando a rimanere dietro di lei, la bocca incollata al suo orecchio.

Keilani si fece coraggio e si girò. Se finora il suo cuore aveva battuto come un tamburo impazzito, in quel preciso istante si fermò di colpo.

Vedere di nuovo il suo viso, stupendo e perfetto, così vicino al proprio, fu un’emozione troppo forte e Kei non potè trattenere un sospiro.

Ciao Spike” gli disse quasi senza voce.

E così non hai resistito che un paio di mesi lontana da me e poi, mi sei venuta a cercare!” sentenziò con quel solito tono strafottente e sicuro di sè e con un sorriso malizioso stampato sulle labbra... perfette, disegnate, invitanti e sensualissime...

Keilani cercò di mantenere tutto il suo autocontrollo “Non credevo di trovarti qui, o probabilmente non sarei venuta. Sono con degli amici...” e così dicendo fece un lieve cenno della testa verso Phillip.

Spike, alzò un sopracciglio e spostò il suo sguardo sul giovane, che nel frattempo si era accorto della sua presenza.

Quel bamboccio sarebbe un tuo amico?” le chiese sprezzante, ma fortunatamente Phil sembrò non udire la domanda del vampiro.

Non è un bamboccio! Non ti permetto di parlare così di lui e poi... certo che è un mio amico! Un mio carissimo amico!”

E così il nostro dottore ha un nuovo, carissimo amico... e ci vai a letto?”

Keilani lo guardò tra l’indignato e lo stupito, accorgendosi solo ora che Spike doveva essere piuttosto ubriaco “Spike! Sei un idiota! Tu riconduci tutto solo a quello, vero? Possibile che non hai niente altro in quella testa bacata?”

Diciamo pure che non ho esattamente la reputazione di essere un pensatore. Seguo il mio sangue tesoro, che non sempre va nella stessa direzione del mio cervello…”

Direi quasi mai...”

Vieni con me” Spike l’afferrò per un braccio, tentando di farsi seguire, ma Keilani oppose resistenza a quel gesto e Phil se ne accorse. Si alzò dalla sedia e si avvicinò ai due, mettendosi tra lei ed il suo interlocutore biondo.

Kei, tutto bene?”

Si guardavano in cagnesco, cercando di sovrastarsi a vicenda.

Erano più o meno della stessa altezza, il vampiro forse poteva sembrare un pò più magro, ma lei sapeva benissimo che in uno scontro avrebbe spazzato via il suo ignaro amico anche solo con un dito. Quindi si affrettò a rispondere “Si Phil, tutto a posto. Non ti preoccupare. Spike è solo un... un vecchio amico che non vedo da un pò”

Si, bamboccio! Sono un suo vecchio e caro amico, ti quadra?”

Phillip stavolta aveva sentito benissimo le parole di Spike “Senti, biondino. Gira alla larga e lascia stare Keilani. Vatti a fare un giro, sei ubriaco e ci stai dando fastidio”.

Spike aveva iniziato a ridere forte, avvicinandosi di più a Phillip e soffiandogli in faccia una boccata di fumo della sigaretta che aveva tra le dita. Kei capì che, se non fosse intervenuta immediatamente, per il dolce e premuroso Phillip, si sarebbe messa davvero molto male.

Basta così ragazzi” disse mettendosi tra loro “mi sembra che sia sufficiente. Phil, ti dispiacerebbe andarmi a prendere qualcosa da bere?”

Sei sicura? Vuoi davvero che ti lasci sola con questo... squilibrato?”

Spike aveva emesso una specie di ringhio, scattando in direzione del ragazzo moro.

Basta! Non ricominciate! Phillip vai, ti prego. Devo parlare un attimo da sola con lui, poi ti raggiungo al bar. D’accordo?”

Ok, se è quello che vuoi” rispose Phil poco convinto e si allontanò, sparendo tra la folla.

Si guardarono per un lungo momento, poi Spike la prese per mano e la trascinò al piano di sopra, lungo la stretta scala metallica e poi, a quello più su ancora, in un angolo appartato, dove la musica giungeva appena.

Hai davvero bisogno di quel gorilla intronato?”

Spike! Ti ho già detto di non parlare di lui così! E’ un carissimo ragazzo”

E’... il tuo ragazzo?”

Diciamo che non sarebbero affari tuoi ma... no! Non è il mio ragazzo. E’ solo un amico”

Spike la guardava dritto negli occhi. Lei era con la schiena al muro e lui le stava di fronte, con un braccio steso sopra la sua spalla sinistra e la mano appoggiata alla parete.

Mi sei mancata Kei”

A quelle parole del vampiro, sussurrate con voce dolce e con gli occhi nei suoi, un brivido caldo le percorse la schiena. Era bastato rivederlo, posare lo sguardo sul suo volto meraviglioso, sentire la sua voce, per azzerare completamente gli ultimi due mesi.

Tutta la fatica fatta tentando di dimenticarlo, sforzandosi di non pensare continuamente a lui e facendo di tutto per soffocare l’amore travolgente che provava... reset! Era come se il tempo fosse tornato indietro, come se non fosse esistito affatto.

Io... non sono sicuro di aver capito perchè te ne sei andata”

Quindi era vero! Non ricordava davvero nulla di quella sera?

Non ne sei sicuro, o non lo sai proprio?”

Ho solo dei ricordi sfocati... di noi qui al Raven, del parco, dei tuoi baci infuocati e del nostro desiderio... e poi l’Habar, la lotta nelle fogne... e poi... poi che è successo Kei? Ti ho fatto... del male?”

Davvero non ne hai memoria?”

No! Cioè... credo di ricordare qualcosa ma è troppo terribile anche solo immaginare che sia vero. Dimmi che non è vero, ti prego! Dimmi che non ti ho... violentata!”

Era sincero e disperato. A Keilani si spezzò il cuore nel vederlo così e nel ricordare quella maledetta sera.

Non posso” rispose abbassando gli occhi.

Quindi è vero! Dannazione! E’ tutto maledettamente vero!” Spike crollò seduto su un divano lì accanto, affondando il viso tra le mani “Io... non so che dire... mi scoppia la testa... è come un brutto incubo che si ripete. Com’ è possibile? Come posso averlo fatto di nuovo?”

Parlava quasi tra sè. Keilani si inginocchiò di fronte a lui, prendendogli le mani tra le sue.

E’ passato. E’ tutto passato. Te l’ho anche scritto nel biglietto, Spike. Non provo rancore nè odio per te. E’ stata solo una brutta, terribile reazione all’astinenza dal mio sangue, non eri veramente tu in quel momento”

Ne sei sicura? Kei, io l’ho già fatto in passato!” sembrava distrutto, con lo sguardo basso, fisso nel vuoto “Ho già tentato di stuprare una donna che amavo, e ti assicuro che la amavo immensamente, più della mia stessa vita”

Kei era sconcertata “Io... non sapevo”

Non ho scusanti, lo capisci? Non ho attenuanti, nè giustificazioni! Sono un mostro!”

No! Non lo sei! Di questo sono certa, Spike. Non conosco i fatti avvenuti nel tuo passato, nè quello che è successo con quella donna, ma so esattamente cosa è successo con me! Tu eri fuori di testa, per via della dipendenza dal mio sangue. Non ragionavi, non eri lucido nè consapevole delle tue azioni ed è per questo che non ti ritengo affatto colpevole...”

Come puoi parlare così? Io non potrò mai perdonarmi” la interruppe lui.

Non c’è nulla da perdonare, Spike! E’ accaduto, forse più per colpa mia che non tua. E’ per questo che me ne sono andata. Non perchè ti ritenessi responsabile dell’aggressione, ma perchè era stato anche un mio errore, un mio totale fallimento come medico! Non dovevo lasciare che ti intossicassi fino a quel punto. Dovevo capire cosa stavi rischiando. Sono stata una stupida, una stupida!”

Tu mi giustifichi, ma io non riesco a giustificare quello che ho fatto”

Questa è una questione che riguarda solo te. E’ la conseguenza di avere una coscienza ed un’anima. Sta a te decidere come convivere con questo peso. Potrai affrontare il tuo lato oscuro ed accettarlo poco alla volta, o continuare a maledirti per l’eternità... e credo che nessuna delle due soluzioni sarà facile nè indolore”

Continuava a stringere le mani fredde del vampiro tra le sue, condividendo con lui quell’incredibile momento di intimità e di empatia, poi continuò:

Io so che puoi riuscire a perdonare te stesso, Spike. So che puoi farcela perchè mi hai lasciato intravedere l’uomo che sei.

Forte, ribelle, libero, sfrontato e, quando meno te lo aspetti, tenero e generoso.

So che sei sempre stato abituato a combattere le tue battaglie da solo e che diffidi degli altri, ma credo che questa volta dovresti permettere a qualcuno di aiutarti.

E’ vero. Le persone spesso possono deluderti, ma anche sorprenderti, se gliene dai la possibilità.

Io non voglio propormi per questo ruolo, sarai tu a dover decidere chi e quando, ma se vorrai il mio appoggio e la mia amicizia, io ci sarò. Dovrai solo farmi entrare e lasciare che io ti aiuti”

Lui la guardò con gli occhi lucidi, con quella sua espressione da cerbiatto impaurito poi, inaspettatamente, si alzò di scatto dalla poltrona, allontanandosi da Kei che rimase inginocchiata in terra.

No invece! Tu non ci sarai affatto!” disse con rabbia rassegnata nella voce bassa “Non ci sarai, perchè, quando io avrò bisogno di te, sarai già tornata nel tuo mondo”

In effetti Keilani non aveva pensato a quella possibilità.

Era ancora la cosa che più desiderava? Tornare al suo lavoro, al suo tempo, alla sua famiglia?

E di loro due che ne sarebbe stato?

Era davvero pronta a rinunciare a lui per tornare sulla sua nave? Riconquistare la sua vita, dicendogli addio per sempre?

Quale sarebbe stata la sua scelta se i suoi compagni fossero venuti a prenderla ora?

La sua mente si arrovellava per trovare una risposta logica a tutte quelle domande, ma il suo cuore aveva già deciso. Se in quel preciso istante, il suo Capitano l’avesse potuta riportare a bordo, nel futuro, trecento anni lontana da lui... lei non sarebbe andata!

Sarebbe rimasta lì, sulla Terra del 2051, con Spike.

Anche se avesse saputo di essere solo un’ amica per lui, forse neppure quello, ma non avrebbe mai più potuto immaginare la sua vita senza Spike.

Si alzò e si diresse verso di lui.

Avrebbe voluto dirgli che lo amava follemente, che non lo avrebbe lasciato mai più, per nulla al mondo, che non poteva vivere senza di lui e che tutto quello che desiderava era abbandonarsi tra le sue forti braccia... avrebbe voluto...

Lui era affacciato alla balconata che dava sulla sala. Serio e scuro in viso, avvolto da quella sua aria sensuale e misteriosa che tanto la affascinava.

Il fisico perfetto, fasciato da un paio di pantaloni di pelle nera e le spalle coperte da una camicia di seta, nera anch’essa, aperta sul petto scultoreo.

Il solo fatto di essergli così vicina la faceva tremare di eccitazione e quello che lui le disse, fu come una frana che la travolse, lasciandola quasi senza fiato.

Questo non è il tuo mondo, Kei e forse sarebbe opportuno salutarci ora, dirci addio per sempre, prima di soffrirne troppo.

Non voglio sapere per quanto tempo resterai ancora, nè voglio sapere quando e come te ne andrai. Ho già avuto troppi calci in faccia dalla vita, per volerne ancora. Avevi ragione tu, nel tuo biglietto... Non possiamo stare vicini ed io sono un pericolo troppo grande per te. Potrei di nuovo perdere il controllo, aggredirti o, peggio, ucciderti. Basterebbe una sola goccia del tuo sangue a farmi impazzire ancora e tengo troppo a te per rischiare che ciò accada. Sei stata fantastica Kei, comprensiva e disponibile, affettuosa, tenera. Lo devo a te se ora sono qui e te ne sarò grato per sempre, ma ora devi andare. Torna dai tuoi amici e fai in modo di farti trovare dal tuo Capitano...” Le sfiorò leggermente il viso con le dita e, senza aggiungere altro, si allontanò da lei, scendendo in fretta la scala di ferro e sparendo dalla sua vista.

Rimase lì, a riflettere su quelle parole così determinate. In un certo senso, era come se le fosse stata sbattuta in faccia una pesante porta di metallo, di cui lei non possedeva la chiave.

Davvero voleva cancellarla dalla sua vita così, con un unico, definitivo colpo di spugna?

Eppure era più che evidente, dalle sue parole, che non gli fosse affatto indifferente, che per lei provasse ben più di un semplice sentimento di amicizia. Ma aveva paura di farle di nuovo del male e quello lo stava facendo allontanare da lei. Che doveva fare? Accettare passivamente la sua decisione? Mai! Avrebbe combattuto per arrivare al suo cuore. Ora sembrava che ci fosse un motivo per farlo. Per la prima volta aveva scorto uno spiraglio di luce, una speranza, una piccola debole fiamma che, se pur flebile, illuminava il suo futuro.

Spike teneva a lei, si preoccupava per lei, provava dei sentimenti per lei.

Kei si diresse verso le scale, con un lieve sorriso stampato sulle labbra.

21. NOTTE IN BIANCO

Quella notte Keilani non chiuse occhio.

Pensò a Spike.

A quanto fosse stato emozionante essergli di nuovo accanto, parlare di nuovo con lui.

A quanto l’avesse turbata vederlo soffrire così, tormentato dai sensi di colpa, incapace di perdonarsi per quello che le aveva fatto e terrorizzato dall’eventualità di poterle fare ancora del male.

E alla felicità provata quando, per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, Kei aveva letto nelle sue parole qualcosa di più. Una tenerezza particolare, una dolcezza infinita, affetto, premura, gli inconfondibili segnali di un chiaro interesse nei suoi confronti.

Certo, non si illudeva che fosse amore.

Non l’amore che sentiva lei, così totale ed assoluto, così profondo, folle, disperato.

Spike era una sfida, un mistero, una vera sciarada.

Spavaldo, sessualmente disinibito, provocatorio, malizioso, ammiccante, una creatura con una enorme carica sessuale e dal fascino irresistibile ma, in realtà, completamente chiuso all’amore.

Lei lo sapeva, lo aveva percepito durante la fusione mentale.

Quell’uomo aveva immensamente sofferto per amore ed il suo cuore era indurito dalla paura di amare di nuovo, di soffrire di nuovo.

Glielo aveva anche confessato, durante le loro lunghe chiacchierate, quando Kei stava ancora a casa sua. Ricordava ogni sua parola *Ho perso tutte le persone che amavo, la famiglia, gli amici. Ho visto morire la mia donna, l’amore della mia vita e l’unica cosa che desidero adesso è di poterla raggiungere e di starle ancora accanto, nella morte*

Erano parole strazianti, che solo un uomo che ha sofferto troppo può pronunciare. Desiderare addirittura di morire pur di mettere fine al dolore, alla solitudine, alla disperazione.

Ma Spike, ne era più che certa, aveva un cuore grande e generoso e la capacità di donare e ricevere infinito amore.

Quel vampiro era fatto per amare e per essere amato e dopo quella sera, dopo quello che velatamente era trapelato dalle sue parole, Kei aveva intenzione di fare ogni tentativo possibile per raggiungere il suo cuore, toccare la sua anima e farlo tornare ad amare.

Era rischioso, lo sapeva benissimo.

Avrebbe forse ricevuto un netto rifiuto, lo avrebbe fatto infuriare ed allontanato per sempre da sè o magari lo avrebbe aiutato e guarito, solo per vederlo finire tra le braccia di un’altra.

Ma erano tutti rischi che valeva la pena di correre perchè era la cosa giusta da fare, non per motivi egoistici, ma per Spike.

Le fitte tenebre che aveva visto nel suo cuore e nella sua anima durante la fusione, dilaniavano e tormentavano ogni attimo dell’esistenza del vampiro e lei avrebbe affrontato qualunque pericolo e qualsiasi sacrificio, pur di far cessare quelle atroci sofferenze.

Che avrebbe fatto? Lo avrebbe cercato? No! Non era di certo una buona idea.

Quella sera lui le aveva chiesto chiaramente di non cercarlo più, di stare lontana da lui, le aveva detto addio... Come poteva giustificare di ripiombare nella sua vita?

E lui, l’avrebbe accolta a braccia aperte? Probabilmente no... ma sentiva che quella sera non era stato il loro ultimo incontro. Dentro sè, aveva la chiara percezione del legame che li univa e che in qualche modo, presto o tardi, li avrebbe riavvicinati l’uno all’altra.

Avrebbe trovato il modo giusto per tornare da lui, con cautela e con rispetto, senza imporgli nulla e senza prepotenza.

C’era anche il problema della pericolosa dipendenza di Spike dal suo sangue nero... ma per quello sarebbe stato più semplice trovare una soluzione.

Si addormentò all’alba, sommersa da mille pensieri, speranze, aspettative.

E fece sogni stupendi...

Spike la amava. Faceva l’amore con lei con immensa passione e poi erano tra le stelle, sulla Arcadia, nel suo alloggio... nel suo letto.

E lottavano fianco a fianco contro un esercito di Nausicaani e si amavano ancora, sul campo di battaglia, per celebrare la vittoria contro quel terribile nemico e...

... Keilani rivide in sogno il volto della ragazza bionda con gli occhi verdi. La stessa che aveva visto durante la fusione con Spike. La ragazza triste e bellissima che impregnava di sè tutti i dolorosi ricordi del biondo vampiro...


22. IERI, OGGI, DOMANI

I giorni e le notti passavano lentamente. Keilani aveva diradato le uscite con Lisa; preferiva stare in casa, sola con i suoi pensieri.

Aveva desiderio di solitudine, bisogno di pace, di silenzio e di spazio per concentrarsi.

Doveva riflettere a fondo sul suo futuro. Dalle sue decisioni sarebbe dipesa la sua vita, la sua sopravvivenza ed anche quella di Spike. Si affacciò alla finestra del soggiorno.

Era un sabato pomeriggio di metà Ottobre e l’aria cominciava a diventare più umida ed opprimente.

Alcune persone camminavano in strada. Una coppia di fidanzati, mano nella mano, un signore piuttosto anziano che portava a spasso il cane e un gruppo di ragazzi che giocavano e si rincorrevano. Sembravano tutti così tranquilli, ignari di quello che accadeva intorno a loro.

Kei conosceva bene la storia di quel mondo. Sapeva perfettamente che quello era un buio periodo per il pianeta Terra.

Nei precedenti cinquant’anni, il progresso si era come arrestato.

Nessuna nuova tecnologia, nè sviluppo scientifico, nè medico.

Tutti i fondi e le risorse delle grandi potenze mondiali erano focalizzati su tre soli obiettivi: armi sempre più distruttive e micidiali, manipolazione genetica ed esplorazioni spaziali.

Pochissimi erano i ricchi ed i potenti, mentre la maggior parte della popolazione degli stati cosiddetti “evoluti”, viveva molto modestamente.

Miliardi di persone erano afflitte dalla fame e da gravi ed incurabili malattie.

I problemi ambientali erano ormai irrecuperabili e l’inquinamento era molto al di sopra dei livelli di guardia.

Guerre, terrorismo, intolleranze razziali e religiose, violenza come stile di vita...

Quella era la Terra del 2051.

Negli anni successivi tutto sarebbe cambiato; totalmente, drasticamente, drammaticamente.

Quel pianeta era come una polveriera sul punto di esplodere e di lì a cinque anni sarebbe esplosa!

Una guerra globale, devastante e terribile avrebbe dimezzato il numero degli esseri viventi della Terra e San Francisco in particolare, sarebbe stata spazzata via dai bombardamenti, quasi totalmente rasa al suolo, come e peggio che nell’incendio del 1906.

Poco più di dieci mesi sarebbe durato il conflitto. Un tempo relativamente breve ma sufficiente a mettere in ginocchio l’intero pianeta. I superstiti avrebbero attraversato un lungo periodo di difficoltà inimmaginabili, che li avrebbero condotti, però, verso una nuova vita.

Il 5 Aprile del 2063, da uno sperduto ed abbandonato complesso missilistico del Montana Centrale, nel continente nordamericano, Zefram Cochrane avrebbe effettuato il primo volo a curvatura e questo straordinario evento sarebbe stato catalizzatore per il Primo Contatto della specie umana con la comunità interstellare. Nello specifico, con una razza aliena... i Vulcaniani.

Da lì la Terra, devastata dalla guerra, avrebbe iniziato una nuova era di pace e di progresso, fino ad arrivare ad essere uno dei membri fondatori della Federazione Unita dei Pianeti.

Keilani sapeva quello che sarebbe successo ed era straziata dalla consapevolezza di non poter fare nulla per evitarlo.

Era necessario per il genere umano passare attraverso quella fase tragica e devastante, per poter poi cambiare totalmente, iniziando un nuovo cammino nella giusta direzione ed ergendosi ad esempio per tanti altri pianeti in cerca di rinascita, di riscatto e di vittoria sulle atrocità della guerra.

Gli uomini sarebbero divenuti esploratori pacifici, viaggiatori dello spazio infinito.

Avrebbero rinunciato alla sete di denaro e di potere, lavorando esclusivamente per migliorare sè stessi, per aumentare le proprie conoscenze e per aiutare altre razze ed altri popoli della Galassia.

Era quello il fascino della Federazione. Quello che l’aveva spinta a decidere di arruolarsi e che le aveva fatto conoscere centinaia di persone straordinarie, generose, coraggiose e capaci: i suoi colleghi della Flotta Stellare.

Eppure, restava ferma nella sua decisione di rimanere lì, sulla Terra, accanto a Spike.

Poteva salvare la propria vita e quella dell’uomo che amava. Lo avrebbe fatto.

Era quello che voleva e nulla le avrebbe potuto far cambiare idea... anche se non lo vedeva da settimane, anche se non aveva nessuna notizia di lui, anche se in quel momento, l’apparecchiatura di ricezione stava captando i segnali inconfondibili di una comunicazione subspaziale.

23. NUOVAMENTE VICINI

Arcadia a Tenente Keilani. E’ in ascolto? Tenente Keilani, qui Arcadia. Mi sente?”

Keilani istintivamente si precipitò verso la radio.

Arcadia! Qui Tenente Keilani. Vi ricevo!”

Kei! Sono il Capitano Collins! Come sta?”

Sto bene, Capitano. Ho viaggiato indietro nel tempo”

Lo sappiamo. Stiamo facendo di tutto per riagganciarla. E’ difficile, ma le prometto che la riporteremo a bordo sana e salva! Purtroppo questa finestra rimarrà aperta solo per pochi secondi... in che anno è finita?”

Sono nel 2051... Capitano Collins? Capitano? Mi sente ancora?”

La radio emise dei suoni acuti che le ferirono le orecchie, un fortissimo fruscìo e poi più nulla, silenzio.

Kei fissava l’ apparecchiatura ormai muta.

Quello che era appena successo la inquietava e gettava l’ombra del dubbio su di lei.

Era fermamente decisa a restare lì, a non ripartire ma quel brevissimo, inatteso contatto con la sua lontana realtà, l’aveva scossa ed emozionata.

Risentire una voce familiare, sapere che la stavano cercando, che erano preoccupati per lei e che in qualche modo l’avrebbero ritrovata, le era di enorme conforto.

Le tornarono in mente i volti dei suoi compagni, dei suoi colleghi.

Il Capitano Collins, la sua amica Amerasu, la sua famiglia.

Keilani sentì il fortissimo desiderio di averli tutti nuovamente vicini a sè... e l’Arcadia.

Il suo laboratorio, quel lavoro che le dava enormi soddisfazioni, il suo confortevole alloggio e lo spazio profondo, immenso, sconfinato che lei tanto amava.

Avrebbe davvero potuto rinunciare a tutto quello? Alla sua stessa vita?

Si sentiva dilaniata, divisa in due. Una parte di lei era nello spazio, nel futuro, tra i milioni di stelle della Galassia ma il suo cuore... beh! Quello apparteneva a Spike e non poteva immaginare neppure lontanamente di separarsi dall’uomo che amava con tutta sè stessa.

Se solo lui le fosse stato accanto. Se fosse stato lì vicino a lei in quel momento, se le avesse tenuto la mano, di sicuro non avrebbe vacillato così.

Se solo avesse potuto guardarlo negli occhi; ogni dubbio, ogni incertezza, ogni dolorosa e lacerante insicurezza sul da farsi, sarebbero sparite d’incanto.

Ma lui non c’era. Da tanto.

E forse non sarebbe mai tornato da lei.

Keilani capì che doveva assolutamente parlargli. Era necessario chiarire le cose tra loro o non avrebbe mai potuto prendere una decisione serena e definitiva. Se lui davvero non la voleva, forse era inutile restare o forse sarebbe restata ugualmente, ma doveva guardarlo ancora una volta negli occhi, prima di decidere.

Quell’inaspettato, brevissimo contatto con la sua vita passata... o futura... l’aveva sconvolta, commossa e compiaciuta più di quanto pensasse e tutte le certezze che credeva di avere fino a pochi minuti prima, erano svanite nel nulla, come bolle di sapone.

Ed il sentimento che le era sembrato di cogliere in Spike, era reale?

Ora, tutto era immerso nella nebbia del dubbio.

Ma Kei ricordava esattamente le sue parole.

La paura di farle ancora del male, la rabbia nella sua voce quando aveva capito che lei se ne sarebbe andata e quella frase... *Ho già fatto del male ad una donna che amavo*... cosa significava? Forse che amava anche lei?

O si stava solo illudendo?

Era convinta che cercarlo a casa non fosse la cosa migliore... ma poteva fare qualcosa per incontrarlo “per caso”... forse di nuovo al Raven... o al bar di Ronnie.

Lisa e Dan erano partiti per Los Angeles, approfittando del lungo week end, e sarebbero tornati solo lunedì sera.

Quindi decise che sarebbe uscita da sola.

Fece una lunga doccia. Indossò dei pantaloni morbidi ed una maglia leggera, che le lasciava scoperta la schiena. Si truccò leggermente e lasciò i capelli castani sciolti sulle spalle, come piacevano a lui.

Chiamò un taxi e alle dieci e mezza uscì di casa, diretta al Raven.

Non sapeva di preciso cosa avrebbe fatto, nè quello cosa gli avrebbe detto se lo avesse incontrato, ma era sicura che quella notte sarebbe tornata a casa con le risposte necessarie per decidere, finalmente, del proprio futuro.


***

Il Raven era affollato e rumoroso come sempre.

Keilani fece un primo giro di perlustrazione, in cerca di un volto noto ma quello che trovò non fu il volto di Spike... “Phillip!”

Ciao Kei! Cosa ci fai qui?”

Da parecchio non lo vedeva. Aveva anche rifiutato un paio di suoi inviti ad uscire, scoraggiandolo di sicuro, tanto che non si era più fatto vivo con lei da giorni.

Ciao Phil... avevo voglia di sentire un pò di musica e non mi andava di restare a casa da sola”

Ah! Già... Lisa è con Dan a Los Angeles. Potevi chiamarmi, ti sarei passato a prendere”

Non c’è problema. Sono venuta in taxi. Mi fa piacere rivederti... tutto bene?”

Più o meno. Conciliare studio e lavoro non è semplicissimo, ma la passione per quello che faccio è grande e mi da tanta energia. E tu?”

Mah... niente di che. Sono sempre tra casa e lavoro, esco pochissimo... sai un periodo così, un pò triste, un pò strano”

Immaginavo che ci fosse qualcosa che non andava. Non ti sei più fatta vedere, non sei più uscita. Pensavo che tra noi le cose iniziassero a funzionare...”

Phillip era serio e sinceramente dispiaciuto, poi aggiunse “Non è magari per colpa del tuo ragazzo?”

Di chi?” chiese a sua volta Keilani con eccessivo stupore nella voce.

Il balordo ossigenato. Il tizio ubriaco che abbiamo incontrato l’altra volta”

Non è il mio ragazzo... e neppure il mio ex ragazzo, se è quello che stai per chiedermi! Te l’ho detto Phil, è solo un amico”

Sicura? A giudicare dall’effetto che ti ha fatto incontrarlo, sarei tentato di non crederti” e le strizzò l’occhio, sorridendole con affetto.

Sai...” iniziò poi a dire con un certo imbarazzo e prendendole una mano tra le sue “In questo periodo ho pensato molto a te, Keilani. Mi sei mancata, mi sono mancate le nostre disquisizioni mediche, mi è mancata la tua compagnia, la tua risata, il tuo viso... vorrei tanto che ricominciassimo a frequentarci” e la guardò dritto negli occhi, in attesa di una risposta.

Phil... io...” lei abbassò il viso, non riuscendo ad aggiungere nulla.

Aspetta, non fraintendermi. Non ti sto chiedendo di diventare la mia ragazza, non ancora. Dico solo che vorrei uscire con te più spesso, conoscerti meglio e farmi conoscere da te. Sento che siamo in sintonia ed abbiamo così tante cose in comune Kei. Potrebbe nascere qualcosa, magari da una bella amicizia potrebbe scaturire un sentimento più profondo, col tempo. Mi piacerebbe almeno sperarci...”

Non voglio illuderti Phil. Tu sei un carissimo ragazzo e sono sinceramente affezionata a te, ma tra noi non può esserci nulla...”

Come puoi essere così categorica? Non puoi sapere cosa ci riserverà il futuro”

Ma Kei lo sapeva, invece.

Io... dovrò partire... presto”

Davvero?” Phillip era sinceramente stupito “Dove andrai? E quando?”

Non so quando di preciso. Presto... non lo so”

Ah. Capisco... e non vuoi complicazioni, giusto?”

No! E’ che sarebbe un errore per tutti e due, non credi?”

Forse... Forse hai ragione” rispose il giovane riflettendo sulle sue parole “Ma possiamo comunque rimanere buoni amici e continuare a vederci, no? Finchè non partirai e mi spezzerai il cuore definitivamente” terminò la frase con lo sguardo basso e la voce triste.

Phil, ti prego...”

Dai, su! Scherzavo! Non voglio assolutamente che per te diventi un peso la mia presenza, nè che ti senta in imbarazzo a starmi vicino. Posso farmi una ragione del tuo rifiuto, ma non voglio perdere la tua amicizia, Kei”

Non la perderai” Keilani gli sorrise e lo abbracciò con affetto.

Dalla balaustra del piano superiore, una bionda figura vestita di nero, osservava la scena.


24. PASSO A QUATTRO

Keilani passò la serata al Raven, continuando a cercare Spike, sperando di scorgerlo tra la folla, senza successo.

In un paio di occasioni ebbe la nitida percezione della sua presenza, come se fossero ancora collegati dagli strascichi della fusione mentale, ma alla fine dovette rassegnarsi, lui non c’era.

Si trattenne ancora a chiacchierare con Phillip e si fece anche convincere a ballare per alcuni minuti poi, verso le due del mattino, chiese al suo giovane amico di riaccompagnarla a casa.

Salirono in auto e, nel parcheggio del Raven, Phil tornò alla carica, incoraggiato dalle due o tre birre di troppo che aveva in corpo. Le passò un braccio attorno alla spalla, avvicinandola a sè.

Kei, sei bellissima... e spietata. Io... io so che potrei renderti felice e farti dimenticare quell’idiota...”

Phil! Ti ho già detto...” Keilani oppose resistenza all’approccio del giovane, togliendosi il braccio di dosso.

Lo so cosa mi hai detto Kei, ma so anche che quello che dice la tua bocca non è lo stesso che sente il tuo cuore. Dici che è solo un amico, che non è il tuo ragazzo... ho capito! Ma ti assicuro che anche un cieco si accorgerebbe che lo ami... e che stai soffrendo per lui”

Non è vero! Ti sbagli...” mentì Keilani.

Ti prego, non prenderti gioco di me” Phil era piuttosto alterato e parlava a voce alta “So di non avere chances per colpa sua e questo mi fa infuriare, perchè vedo quanto soffri e so che invece meriteresti di meglio e di essere felice... con me, magari”

Keilani cercò le parole giuste per dire a quel dolcissimo ragazzo che tra loro non ci sarebbe mai stato nulla. Gli voleva bene, lo stimava e lo apprezzava moltissimo come persona e come professionista, sentiva per lui un profondo attaccamento ed una grande amicizia ma per lei era come un fratello. Il suo cuore era di un altro uomo... irrimediabilmente e completamente.

Phillip appoggiò il capo al volante, consapevole di quanto fosse definitivo quel silenzio; quanto un “no” urlato a gran voce, quanto un rifiuto chiaro ed esplicito.

Non riusciva a capire perchè quella giovane donna, intelligente e piena di talenti e qualità, potesse donare il proprio cuore ad un tipo del genere: un essere spregevole, un violento, un perdigiorno dedito al fumo e all’alcol.

Ma decise che non spettava a lui giudicare e che se lei non voleva il suo aiuto ed il suo appoggio e, soprattutto, se non voleva lui, non avrebbe insistito oltre.

Scusa Kei. Non dovevo alzare la voce, nè permettermi di entrare in cose private che riguardano solo te. Sono uno stupido e ti chiedo di perdonarmi”

So che hai ragione Phil. So che Spike è un soggetto pericoloso che potrebbe riservarmi ancora pena e dolore, ma io lo amo... non posso farci nulla. Mi intossica, mi pervade il cuore e l’anima, mi confonde e mi fa soffrire ed io, più ci sto male e più lo amo... più so che dovrei evitarlo e più lo cerco. E’ una cosa che prevarica la mia volontà, è più forte di me. Cosa dovrei fare?”

Il giovane si sforzò di mantenere la calma. Avrebbe voluto che quelle parole fossero dirette a lui. Ciascuna di esse lo feriva duramente, ma le rispose ugualmente.

Parlare con lui. Gli hai mai detto quello che senti?”

Keilani era stupita dalla generosità del suo amico.

No. In effetti non gli ho mai parlato dei miei sentimenti. Probabilmente è per questo che soffro tanto. Io lo amo alla follia e lui neppure lo sa, neppure lontanamente lo immagina... credo. E’ anche per questo che ero al Raven stasera. Speravo di incontrarlo e di potergli parlare”

Phillip sentì un’ altra fitta dolorosa al cuore... ma doveva dirglielo...

C’era!”

Come? Come hai detto, scusa?”

Era al Raven”

Spike? Spike era lì? Davvero? E... e ti ha visto? Ti ha parlato?”

No. Non mi ha rivolto la parola. Ma mi ha visto e mi ha osservato a lungo. Mi giravo ed era sempre a pochi passi da me... e mi guardava in modo strano e inquietante. Mi ha scrutato a lungo, prima e dopo che incontrassi te”

*Lui era lì. Era lì e mi ha vista sicuramente... con Phillip! Avrà pensato che ero con lui... forse ci ha visti insieme, forse ci ha visti ballare o abbracciarci! Perchè? Perchè non si è fatto vedere da me? Mi ha evitata? Mi ha spiata? Non capisco...*

Non capisco...” disse Keilani pensando ad alta voce.

Guardò l’ora sul cruscotto dell’auto. Erano circa le due e mezza.

Io torno dentro”

Cosa? A quest’ora? Sei sicura Kei?”

Si Phil. Devo tornare là... devo assolutamente parlare con lui e mettere fine a questa situazione una volta per tutte, in un modo o nell’altro. Ero uscita con uno scopo stasera e non tornerò a casa se non avrò fatto tutto il possibile per raggiungerlo!”

Ma... potrebbe già essere andato via anche lui...”

Non voglio essere sgarbata nè sembrarti dura, ma comunque tu la pensi, io ho già deciso che rientrerò”

Phillip venne colpito da quelle parole come da una corrente gelida.

L’avrebbe accompagnata... non poteva lasciarla tornare in taxi a quell’ora della notte e lei era così risoluta che nulla le avrebbe potuto far cambiare idea.

Tolse le chiavi dal quadro del cruscotto e le fece cenno di scendere con la mano.

Ok. Io vado... Ci sentiamo”

Kei! Io invece non vado da nessuna parte” e scese dall’auto “Ti aspetto al bar. Tu fai quello che devi e prenditi il tempo che vuoi. Mi ritroverai lì”

Non è necessario, davvero... tornerò con un taxi e...”

Non se ne parla nemmeno! Io sono al bar. Ci vediamo più tardi!”

Keilani si sentì commossa dalla disponibilità del giovane. Lo guardò negli occhi, sinceramente grata e si avviò all’entrata del Raven.

La sala era meno affollata rispetto a poco prima e le persone che popolavano la pista erano diverse. Più strane, più scure... non riusciva a definirne la differenza, ma l’ambiente era decisamente più dark. La musica era soft e si respirava un’atmosfera quasi peccaminosa.

Chi ballava in pista, si muoveva con gesti sinuosi e lascivi. Alcuni sembravano impegnati in strani ed eccitanti rituali di accoppiamento, scambiandosi sguardi e carezze del tutto simili ai preliminari di un amplesso.

Kei fece l’ennesimo giro del locale. I divani e le morbide e basse poltrone scure disseminate attorno alla pista, erano occupati da parecchie coppie che ci davano dentro con baci e sospiri.

Ricordò quando lei e Spike, su uno di quei divani, si erano baciati tanto appassionatamente.

Era il suo più bel ricordo di loro. Le sembrava ancora di sentire il suo petto freddo sotto le proprie dita e la sua lingua affondarle in bocca... il suo sapore... il suo odore... il suo desiderio.

Aveva la stessa scena sotto ai propri occhi.

Spike, chino su uno dei divani, baciava una giovane donna... che non era lei!

Erano avvinghiati in un abbraccio sensuale, le bocche incollate in un bacio appassionato, le mani dappertutto.

Keilani non riusciva a distogliere lo sguardo da loro. Provava l’ardente desiderio di fuggire il più lontano possibile da lì ma, allo stesso tempo, era del tutto incapace di muoversi. Si sentiva svuotata, sconvolta e disperata ma era anche involontariamente eccitata da quella, se pur indesiderata, esperienza voyeuristica.

Focalizzò il suo sguardo sulla ragazza. Le sembrò di riconoscerla... ma certo!

Era la vampira che aveva visto nel vicolo con Spike durante la fusione mentale.

Nei suoi ricordi aveva le sembianze della caccia, ma era certa che si trattasse proprio di lei.

Alta, statuaria, con i capelli di colore nero corvino, cortissimi e lucidi.

La donna si accorse dei suoi sguardi: “Tesoro. Se ti piace quello che vedi unisciti a noi!”

Le rivolse quelle parole come se fossero le più naturali da pronunciare, un ovvio ed esplicito invito sessuale.

Keilani, scossa da quell’inatteso approccio, fuggì via. Troppo tardi perchè Spike non la vedesse.

Aveva bisogno d’aria. Doveva riuscire a respirare o sarebbe soffocata.

La sua gola era chiusa da un nodo di pianto.

Uscì sul retro del locale, dalla porta che si trovava vicino ai bagni.

C’erano casse e scatoloni nel vicolo.

Si accovacciò in un angolo buio, cercando di calmarsi e di inspirare l’aria fresca della notte ma si sentiva sopraffatta dalla disperazione e dalle lacrime.

Poteva amarlo anche se era un morto vivente, un mostro, una creatura delle tenebre che si nutriva di sangue. Poteva tollerare di essere stata aggredita, aveva accettato anche lo stupro e le umiliazioni subite in quella terribile notte di Luglio... ma non poteva sopportare di vederlo tra le braccia di un’altra donna.

E più precisamente di quella donna! Quella donna che c’era sempre stata.

Prima del suo arrivo, durante la loro convivenza ed evidentemente anche dopo.

Era una presenza costante nella vita del vampiro e questo faceva sentire Keilani una stupida, romantica, sciocca, adolescente illusa.

Lo rivedeva nella sua mente fare sesso con lei nel vicolo, avvinghiato a lei, mentre la baciava e la accarezzava ovunque, mentre la possedeva con violenza e passione e riceveva da lei la stessa passione in cambio.

Era troppo. Era davvero troppo.

Non riusciva a togliersi la scena di pochi istanti prima dagli occhi... Spike che donava ad un’altra donna quello che lei desiderava di più da lui: amore, dolcezza, tenerezza, carezze sensuali, baci infuocati e piacere infinito.

Si sentiva dilaniata ed annientata ed il suo piccolo cuore era straziato dalla stretta morsa del dolore più lancinante.

Kei? Sei qui?”

Era lui.

Keilani si asciugò in fretta le lacrime. Era inutile nascondersi, sapeva che lui percepiva la sua presenza.

Si alzò.

Si guardarono per alcuni istanti, entrambi troppo imbarazzati per trovare le parole giuste da dire.

Io... lei... insomma non è come sembra...”

Spike!” lo interruppe bruscamente “Non mi devi alcuna spiegazione. Io... anzi! Sono felice di vedere che stai bene e che stai con qualcuna. Complimenti! E’ una ragazza bellissima”

Non hai capito... Kei...”

No!” lo interruppe di nuovo “E’ giusto che tu vada avanti con la tua vita. D’altronde non mi devi nulla, no? Tra noi c’era un patto: amicizia e basta, ricordi? Va benissimo così. Sono io che ho sbagliato. Ti chiedo scusa, non dovevo mettermi a fissarvi così... sono stata davvero inopportuna! Chiedi scusa anche alla tua ragazza da parte mia”

Kei! Mi fai parlare? Manila non è la mia ragazza!” disse lui alzando un pò il tono della voce.

*Manila! Ma che razza di stupido nome è?* ... “Non ti preoccupare Spike. Non ti sentire in dovere di spiegarmi nulla. Non mi crea nessun problema questa cosa tra voi due! Di qualunque genere siano i vostri rapporti sono solo affari vostri. Sei stato chiaro l’ultima volta che ci siamo visti. Meglio lasciar perdere tra noi, giusto? E che ogniuno prosegua per la sua strada. Io lo sto facendo!”

Tu l’hai fatto? Voglio dire... con il bamboccio?”

In che senso...ah! In quel senso?” rise in modo isterico, senza accorgersi di parlare almeno due toni sopra il suo normale livello vocale.

Si!” mentì spudoratamente, rendendosi conto con malcelato disappunto che le parole uscivano dalla propria bocca in modo autonomo “Sai, stiamo insieme... lui è così dolce, così gentile...”

Spike abbassò lo sguardo, che per un solo brevissimo attimo sembrò disperatamente triste. Poi, con un tono spavaldo ed aggressivo disse “Benissimo! Contenta tu! Vi auguro di essere felici. Sa che te ne andrai? Ma certo! Figuriamoci! Lo saprà di sicuro... magari lo avrai anche convinto a seguirti no? E lui, da bravo cagnolino fedele, ti avrà già giurato eterno amore e che non ti lascerà mai, vero? Conosco il tipo: bamboccio, smidollato, patetico, sdolcinato e melenso... bleah! Non mi sembra il tipo adatto a te, dottore”

Keilani sentì montare la rabbia in sè. Come si permetteva di giudicarla così, con quella crudeltà e quel disprezzo?

Lui?

Lui, che se ne stava avvinghiato a quella vampira succhiasangue con le tette rifatte?

Lui, che l’aveva illusa, facendole sfiorare l’estasi per poi gettarla nella disperazione più cupa? Lui, che diceva di non volerla accanto per paura di farle ancora del male?

Balle!

Evidentemente aveva ben altro da fare che perder tempo con lei! Maiale! Maledetto!

Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla furiosa... Concentrò le sue energie e cercò di assumere un’espressione calma e pacata.

Ti sbagli su Phil. E’ un ragazzo davvero fantastico e gent...”

See, see... gentile! Lo hai già detto tesoro! E dolce? Non ce lo mettiamo? Quanto è dolce Phillip! Vero?”

Nessuno che lei avesse mai conosciuto nei suoi cinquantasette anni di vita, era capace di farla infuriare quanto Spike!

Sapeva essere così dannatamente irritante e caustico. Toccava sempre, sapientemente, il tasto peggiore; trovava ogni volta, tra tante, l’argomentazione e la tonalità in grado di farle perdere completamente le staffe.

Spike... stai esagerando...”

Kei era ferma in mezzo al vicolo e lui le girava lentamente intorno, squadrandola dalla testa ai piedi, come per saggiarne ed intuirne le reazioni.

Ah, no! Non ho ancora finito piccola! Sai che penso? Che sia di una noia mortale quel bamboccio. Soprattutto a letto! Io so di che pasta sei fatta dolcezza. Ho potuto assaggiare il tuo fuoco di Vulcano e non credo che quel ragazzino potrà mai essere in grado di estinguerlo! Tu hai bisogno di emozioni forti. Di un vero uomo, uno stallone instancabile e perverso, non di quel mezzo bicchiere d’acqua tiepida e sgassata”

Tutto il suo autocontrollo, non fu sufficiente a fermarla.

Si girò di scatto e gli assestò un montante sul mento che lo fece volare in terra, qualche metro più in là.

Spike, colto di sorpresa ma divertito, si massaggiò la mascella dolorante.

La mettiamo su questo piano?” disse rialzandosi “Vuoi lo scontro fisico? Per me va bene... fatti sotto”

Non voglio battermi con te vampiro. Torna a far cose con la tua amichetta e lasciami in pace!”

Oh, non ti preoccupare! Posso soddisfare entrambe, tesoro. Ce n’è abbastanza per tutte e due. E quando avrò finito con lei, potrò tornare a ballare con te, dottore e magari potremo coinvolgere anche il tuo fidanzatino impotente... vuoi?”

Sei disgustoso, Spike. Un maiale e un pervertito! Mi fai rabbrividire”

Grazie del complimento, amore” e così dicendo le aveva restituito il pugno, gettandola sopra un mucchio di scatoloni vuoti.

Continuarono a scambiarsi pugni e battute acide, quando udirono uno strano rumore... un battito di mani!

Bene, bene, bene! Cara ragazza! Continua pure il tuo eccellente lavoro. Ma non uccidere il vampiro...eh, no! Mi serve vivo... vero Spikey?”

Dizzy! Vecchio bastardo! Credevo fossi morto”

Spike aveva riconosciuto il nuovo arrivato... ed anche Keilani lo riconobbe! Era il tipo ubriaco che aveva perso l’anello T’Nat al poker.

Avresti preferito che lo fossi, eh? Ma sono ancora qui Spikey e rivoglio quello che mi hai rubato”

Non ho più l’anello Dizz. L’ho distrutto”

Il tipo si mise a ridere sguaiatamente “A chi la vuoi far bere questa balla Spikey? Hai distrutto un oggetto che vale una fortuna? Ma fammi il piacere”

Che tu ci creda o no, è la verità Dizzy ed ora vattene e smettila di rompere. Io e la signora stavamo facendo... due chiacchiere”

Sai qual’è la novità Spikey? Non sono più quello di una volta” mentre pronunciava queste parole, Keilani vide il piccolo uomo cambiare volto e trasformarsi in vampiro “Sono cambiato ed ho tanti nuovi amici. Ragazzi? Venite fuori, uccidete la donna e portatemi il biondino. Vivo!”

Dal fondo del vicolo uscirono tre altri vampiri, alti e minacciosi che si diressero verso di loro.

A Spike e Kei bastò un’occhiata.

Si misero fianco a fianco, in posizione di attacco, pronti a combattere e a difendersi l’un l’altro.

Alleati contro il comune nemico, lottarono con movimenti precisi e coordinati, come se stessero eseguendo una perfetta e simbiotica coreografia. I loro corpi parevano collegati ad un unica mente che li guidava e li faceva muovere all’unisono, come un micidiale strumento di morte perfettamente accordato.

Si liberarono velocemente e senza alcuna difficoltà dei tre aggressori.

Dizz, terrorizzato e stupito dall’evolversi della lotta, si era intanto allontanato.

Non credere che sia finita così, Spike!” gridò da in fondo al vicolo “Tornerò a prendere quello che è mio e stavolta non riuscirai a scamparla!” e sparì di corsa.

Non lo insegui?” gli chiese Keilani con un leggero affanno.

Mi fa pena. E’ un perdente, un idiota che non mi fa alcuna paura... solo chiacchiere. Fidati, non è un problema” tacque per alcuni istanti “Stai bene?”

Si” rispose Kei toccandosi per accertarsi di non avere nulla di rotto “E tu?”

Benone piccola. Neppure un graffio! Ed è stato uno spasso, vero?” Keilani lo guardò di traverso, mentre lui aggiungeva “Ed ora dimmi il vero motivo per cui sei qui”.

25. L’INIZIO DELLA STORIA

Keilani fissò Spike.

Sapeva sempre stupirla, era anche per questo che lo amava così tanto.

Si guardò intorno. C’erano delle casse poco lontano; vi si diresse e si sedette su una di esse, invitando il biondo vampiro a fare altrettanto.

In effetti ero qui con la speranza di incontrarti. Sono successe parecchie cose da quando non ci vediamo e... insomma, avevo piacere che tu ne fossi al corrente”

Perchè?”

Ecco! Di nuovo! Con un unica, semplice parola era riuscito a metterla ancora in difficoltà!

Perchè?” tentò di mantenere un tono sufficientemente distaccato “Perchè siamo amici, no?”

Ah, già”

Senti Spike” disse spazientita “Sono qui per parlare con te di cose che ritengo importanti. Se ti va di starmi a sentire, bene. Sennò... sennò sai che ti dico? Te ne stai lì fermo e buono e mi ascolti ugualmente!”

Sempre il solito caratterino pepato, doc” lui le sorrise inclinando appena il capo, con quello sguardo che era capace di scioglierle il cuore “Spara!”

Keilani tacque per alcuni secondi, cercando di mettere a fuoco le idee.

Oggi pomeriggio ho ricevuto una comunicazione subspaziale dal mio Capitano”

Spike si irrigidì appena nell’udire quelle parole “Davvero? E’ fantastico!” disse poco convinto.

Si! In effetti è stata una forte emozione ma le cose non sono messe molto bene. Sanno che ho viaggiato indietro nel tempo, ma non sono sicura che sappiano il periodo esatto in cui sono finita. Mi hanno detto chiaramente che è difficile il mio recupero e temo che ci vorrà ancora parecchio... se mai ci riusciranno”

Capisco. E tu ora come ti senti?”

Non lo so. Avevo quasi rinunciato alla speranza di tornare a casa, ma ora...”

Ora è quello che desideri di più? Di nuovo?”

Non sono sicura di nulla. Sto prendendo seriamente in considerazione l’ipotesi di non andarmene più”

Perchè?” Spike era sinceramente stupito.

E’ difficile da spiegare. Qui ho trovato una famiglia, degli amici...”

E l’amore...”

Keilani lo guardò desiderando con tutta sè stessa di confessargli che aveva trovato davvero l’amore e che il suo unico, vero amore era lui. Ma poi rivide Manila avvinghiata al suo corpo, rivide il bacio appassionato che si scambiavano ed ebbe un brivido.

Si, anche l’amore”

E non te la senti di lasciare il tuo uomo, giusto?”

*Ah, Spike! Amore mio! Non sai quanto sia vero*

Già. Non lo lascerei per nulla al mondo!”

Lo ami così tanto?”

Immensamente”

Portalo con te!”

Io... lui... non sa nulla di me”

Non gli hai detto niente?”

No... sai la Prima Direttiva Temporale”

Quindi solo io conosco la verità su di te? Neppure la tua amica Lisa?”

No. Neppure lei... ma come sai di Lisa?”

So più di quello che immagini, Kei. So che abiti a casa sua, so che lavori alla cassa del supermercato ogni pomeriggio, so qual’è la finestra della tua camera”

Keilani era semplicemente allibita “Non immaginavo... come?”

Spike guardava dritto avanti a sè “Dopo averti... aggredita. Sono rimasto svenuto in quella fogna per due giorni e due notti. Appena sveglio non ricordavo nulla. Non capivo come fossi arrivato lì e non riuscivo a trovarti. Poi, ho visto il corpo senza vita dell’Habar in un angolo, mezzo mangiato dai topi ed ho iniziato a mettere a fuoco.

In una sequenza cronologica, ho ricordato il tuo viso, i tuoi capelli, il tuo vestito rosso, quanto fossi bella e raggiante quella sera. E pian piano mi tornava tutto in mente... il giro della città in auto, il Raven. La sensazione del tuo corpo caldo contro il mio, dei tuoi baci appassionati... io... Kei erano anni che non provavo quelle sensazioni. Ti desideravo con tutto me stesso e poi... ho rovinato ogni cosa...”

Spike, non torniamo più su questo. Ne abbiamo già parlato ed abbiamo risolto no? Ti ho già detto che non ti serbo alcun rancore per quello che è successo... non è stata colpa tua”

Si, lo so cosa hai detto. Il tuo sangue, o meglio, la mia dipendenza da lui... lo so. Ma fammi finire”

Gli fece cenno con la testa di continuare.

Ho visto la tua camicetta in terra. Era tutta strappata ed insanguinata e per un attimo ho avuto il terrore che fossi... Poi, annusandola, ho ricordato tutto. L’odore del tuo sangue, ancora così forte, mi ha riportato quelle terribili immagini alla mente. Non potevo credere di averlo fatto davvero. Ero sconvolto. Sono corso a casa ed ho trovato il tuo biglietto e subito sono uscito a cercarti... e subito ti ho trovata”

Mi stai dicendo che hai sempre saputo dove io fossi?”

Sempre. Ma sapevo di essere un pericolo per te e non ho mai fatto nulla per avvicinarti”

Tu... tu hai seguito l’odore del mio sangue!”

Era così forte Kei. Così inebriante. Era come una scia luminosa... potevo seguirlo senza difficoltà, sapevo che mi avrebbe portato da te”

Kei pensò a tutte le volte che si era affacciata dalla finestra sperando di vederlo, anche se solo in lontananza. A quante volte, nei mesi passati da Lisa, aveva avuto la sensazione che lui le fosse vicino, la percezione della sua presenza. Credeva che si trattasse solo di un suo desiderio... invece era vero.

Spike... anche per questo ti cercavo. Per risolvere questo problema... insieme”

La mia dipendenza?”

Si. Non ho ancora preso una decisione definitiva, ma se dovessi rimanere qui, non vorrei rinunciare alla nostra amicizia. Tu sei l’unico con cui posso parlare apertamente, l’unico che sa tutto di me e del mio passato. Abbiamo costruito qualcosa di bello ed importante insieme e sarebbe un vero peccato buttarlo via”

Come?”

Ricomincerò a somministrarti il mio sangue”

Kei. Non mi sembra una buona idea. Sappiamo tutti e due quanto possa essere pericoloso”

Non lo sarà. Procederemo per gradi. Una terapia di assuefazione controllata. All’inizio ne mescolerò poche goccie al tuo cocktail giornaliero del solito sangue, per poi aumentarne la dose col passare dei giorni. Ho stimato che nel giro di un paio di mesi dovresti essere libero dalla dipendenza e non essere più soggetto a nessun genere di effetto tossico, provocato dal mio sangue”

Hai pensato a tutto, doc. E faresti questo per la nostra amicizia?”

Certo! Ti sembra strano? Io ci tengo davvero... tu no?”

Spike non rispose. La guardava in modo strano, interrogativo, indeciso.

Facciamo così.” disse lei leggermente irritata “Pensaci! Io non ti impongo nulla. Mi sembrava importante e giusto fare questo per te... per noi. Ma se non sei d’accordo non c’è problema. Dovremo solo fare in modo di non incontrarci mai più e tutto sarà risolto comunque”

Quando cominciamo?”

Per l’ennesima volta venne completamente spiazzata dalle sue parole.

Anche domani, se vuoi”

Verrò da te”

Keilani pensò con amarezza che Spike non la voleva in casa sua. Probabilmente ora Manila viveva con lui e piombargli lì ogni giorno sarebbe stato di certo un fastidio per i piccioncini.

D’accordo. Ci vediamo domani allora”

Vuoi un passaggio?”

No! Grazie, sono con Phil, ricordi? Mi sta aspettando al bar ed anche tu hai qualcuno che ti aspetta. Si chiederà dove sei finito” non terminò neppure di pronunciare quella frase che la porta del retro del Raven si spalancò e Manila irruppe nel vicolo.

Spike! Amore! Ti ho cercato dappertutto! Fa freddo qua fuori... rientriamo?”

Parlava con lui senza guardarla neppure. Sembrava addirittura che non l’avesse vista per niente, come se fosse del tutto invisibile.

La vampira lo raggiunse, lo prese per mano e lo trascinò verso l’entrata del locale. Passarono accanto a Keilani. Manila continuò a non degnarla di uno sguardo, lui si volse nella sua direzione, appena prima di rientrare e le disse semplicemente “A domani”



26. LA TERAPIA

Le ore che la separavano dall’incontro con Spike, parevano non trascorrere mai.

Fu una Domenica lunga, interminabile, grigia e vuota.

Fuori c’era una densa nebbia e Keilani stette quasi tutto il giorno in finestra a pensare alla sua caotica vita e a quanto l’incontro con Spike l’avesse resa ancora più incasinata.

*Ha detto che sarebbe venuto lui da me... a che ora arriverà? Come dovrò comportarmi? Che gli dirò? Che mi dirà? Non è che si trascinerà dietro anche la sua Manila? Sarebbe il colmo! Stupido, idiota! Perchè mi è dovuto capitare tutto questo? Cosa diamine ho fatto di male? Ci mancava solo che lo vedessi su quel divano ieri sera... maledizione!*

Non riusciva proprio a rassegnarsi a quello che aveva visto la sera prima.

Aveva l’immagine stampata nelle retine e poteva ripercorrere ogni fotogramma della scena, come in una spietata, crudele moviola... avanti e indietro... lui che la baciava, che la toccava ovunque e le mani di lei infilate sotto alla sua t-shirt nera, che gli accarezzavano le spalle muscolose...

Basta! Non ce la faccio più!”

Più cercava di non pensarci, più quelle immagini le tornavano alla mente e, con loro, il dolore, la sofferenza, quella intensa sensazione di vuoto e di disperazione, la netta sensazione di aver perduto per sempre l’occasione di essere felice.

Dirgli di avere una storia con Phil poi, era stata la ciliegina sulla torta.

Ora, a mente fredda, pensò che se fosse tornata indietro, non glielo avrebbe mai detto.

Non era da lei mentire, nè coinvolgere persone estranee ed innocenti nei suoi problemi... Phillip non si meritava quel trattamento spregevole e meschino. Non avrebbe dovuto usarlo così, solo per far ingelosire Spike... *Stupida, stupida!*

Verso le nove di sera iniziò a prepararsi.

Si fece una doccia, infilò dei jeans ed una leggera magliettina beige.

Si prelevò alcune gocce di sangue... e le tornò alla mente il periodo trascorso con lui, nel suo appartamento buio e umido... i prelievi giornalieri, le cure reciproche, dividere un unico letto, un’unica doccia... gli allenamenti, le liti, le risate, le confessioni... per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare un periodo della sua vita che fosse stato più felice di quello.

E attese.

Spike arrivò verso le due.

Keilani, nel frattempo, si era stesa sul letto ed era praticamente addormentata.

Le sembrò di sentire un leggero rumore e socchiuse gli occhi. Fuori dalla finestra, distinse chiaramente la piccola luce rossa e tremolante di una sigaretta accesa.

Il cuore le balzò in gola.

Spike!” esclamò, avvicinandosi alla finestra ed aprendola “E’ tanto che sei arrivato?”

Ciao dottore”

Da quanto sei qui?”

Mah! Una mezz’ora, forse”

Potevi chiamarmi...”

E perdermi lo spettacolo? Mai!” rise appena “Ti ho già detto quanto sei buffa quando dormi?”

Sei sempre il solito! Sei stato lì mezz’ora a guardarmi dormire, solo per prenderti gioco di me?”

E’ stato troppo divertente... ti rendi conto che russi?” rise ancora.

Non è vero, stupido! Non russo affatto! E smettila di ridere di me!”

Ottenne solo di farlo ridere ancora di più.

Keilani adorava la sua risata, anche perchè non erano molte le occasioni di sentirla.

Aveva un non so chè di trascinante, di coinvolgente. Gli si illuminavano gli occhi, quando rideva ed i suoi denti bianchissimi e perfetti risplendevano, come tutto il suo viso.

Risero insieme, come non facevano da tempo.

Cominciamo la terapia, doc?” le chiese.

Si. Hai portato il sangue?”

Spike estrasse, dalla tasca interna del cappotto di pelle, una bottiglietta di vetro, piena di liquido scuro e denso “Eccolo”

Kei la prese, la poggiò sul tavolino, dove era la sua strumentazione medica. Poi aprì la provetta con le poche gocce del suo sangue.

Lo sento Kei. Sento il suo odore, sento il suo richiamo... è fortissimo”

Keilani sapeva che, se non invitato, Spike non sarebbe potuto entrare in casa. Quindi procedette tranquillamente nel miscelare i due liquidi.

Vado a scaldarlo un pò”.

Il padre di Lisa già dormiva da ore. Keilani fece pianissimo, per non rischiare di svegliarlo.

Scaldò il sangue nel forno a microonde, lo versò in un mug giallo ocra e tornò in camera.

Sono solo poche gocce, ma potresti comunque avere qualche strana reazione... ti spiace allontanarti appena dalla finestra?”

Il vampiro eseguì diligentemente l’ordine e Keilani appoggiò la tazza colma del liquido tiepido sul davanzale.

Bevilo adagio, a piccoli sorsi”

Spike afferrò il mug. Ne annusò a fondo l’odore inebriante e poggiò le labbra sul bordo.

Descrivimi le tue sensazioni, più dettagliatamente che puoi”

E’ corroborante. Sento la differenza Kei; sento la sua energia che mi percorre le vene, il suo fuoco che mi riscalda... le poche gocce che hai unito a quella bottiglietta di sangue di maiale lo hanno del tutto trasformato. E’ come un elisir, mi da forza, calore, potenza. Acuisce i miei sensi e mi fa sentire invincibile... è una vera droga dottore”

Comunque sono reazioni positive, no? Non senti montare la rabbia o aumentare gli stimoli violenti in te, giusto?”

No. In effetti non mi sento aggressivo nè violento, ma sento una carica ed un energia fuori dal normale. Wow! E’ una sensazione potente e... unica! E mi sento anche eccitato... sessualmente intendo” e le indirizzò uno sguardo inequivocabilmente lascivo.

Spike...”

Ehi, doc! Sei tu che mi hai chiesto di descriverti quello che provo! Ti sto solo facendo un resoconto dettagliato!”

Si, hai ragione. Scusa. Mi serve conoscere a fondo le tue reazioni per perfezionare la terapia e dosare le quantità. Per stanotte mi pare sia andato tutto bene... hai finito di bere?”

Ne ho ancora un paio di sorsi”

Spike bevve fino all’ultima goccia del liquido scuro, assaporandolo e gustandolo fino infondo. Poi, raccolse i residui all’interno del mug con un dito e se lo portò alla bocca, succhiandolo sensualmente e guardandola dritto negli occhi.

Keilani si sentì avvampare. Il suo respiro si fece appena più affannato. Avrebbe voluto essere quel dito... avrebbe voluto...

Che c’è dottore? Hai caldo?” lui la guardava malizioso.

*Stupida! Ti sente lo capisci? Percepisce il tuo sangue che ribolle, il tuo battito che accellera, il respiro affannoso...scema!*

Fece finta di non sentire “Ora dovresti fermarti ancora un pò. Rimani seduto e cerca di rilassarti. Riesci a controllare il tuo corpo? Sei del tutto padrone di te o ti senti confuso? Ti gira la testa? Vedi in modo nitido?”

Devo rispondere a tutte? Diciamo che sto bene... in realtà un pò la testa mi gira, appena. Ma per il resto è tutto ok”

Bene. Aspettiamo” Keilani si sedette sulla sponda del letto.

Posso accendermi una sigaretta?”

Credo di si... fai pure, se proprio non riesci a resistere”

Quanto devo aspettare?”

*Perchè? Dove cavolo devi andare? Dalla tua vampira affamata di sesso? Ti aspetta, nuda e vogliosa nel tuo letto? Kei ma che c’è? Cosa diavolo ti viene in mente?*

Cercò di distaccarsi da quei terribili pensieri...

Non lo so, dipende. Appena non ti girerà più la testa, credo che te ne potrai andare”

Passarono alcuni minuti, in silenzio.

Poi Keilani infilò una felpa ed uscì sul ballatoio della scala antincendio, sedendosi sulla scala, di fianco a Spike.

Che onore! Vuoi sottintendere che sono degno della tua fiducia?”

Non esageriamo. Ma ti vedo tranquillo e non scorgo sintomi preoccupanti, quindi...”

Vuoi una sigaretta?”

Scherzi? Tu sarai pure immortale, ma io non voglio uccidermi con quella robaccia!”

Prova! Fai una tirata... non sei curiosa?”

Che ci sarà mai di così piacevole in quella sostanza puzzolente e cancerogena?”

Non avrebbe mai ammesso che quell’odore forte ed acre di tabacco, faceva parte del fascino irresistibile di colui che le aveva rubato il cuore.

Come vuoi. Comunque ho qualcos’altro per te”

Spike estrasse una busta dalla tasca posteriore dei jeans.

Tempo fa ti ho fatto una promessa. Può sembrare il contrario, ma sono un tipo che tiene fede ad un impegno... quando posso” e le sorrise porgendole la busta.

Keilani la aprì curiosa e, scoprendone il contenuto, fu talmente entusiasta da non poter trattenere un grido di gioia.

Wow! I documenti! I miei documenti!” ed istintivamente gettò le braccia al collo del vampiro, schioccandogli un bacio sulla guancia.

Come hai fatto? Io... te ne sarò grata per sempre! Ti devo qualcosa?”

Spike, ancora stupito dalla reazione entusiastica della giovane, fece cenno di no con la testa.

Mi stai curando, e non è poco. Vederti così felice poi, mi ripaga in pieno di tutto”

Kei lo guardò con dolcezza e gratitudine “E’ fantastico! Grazie di cuore Spike! Ora potrò iniziare il volontariato al Mercy Hospital!”

Era il tuo sogno, no?”

Phillip mi ha detto che hanno tanto bisogno di volontari...”

Phillip? Il bamboccio?”

Si... cioè no! Insomma... si, me lo ha detto Phil. Lui lavora lì come internista tirocinante”

Ah” Spike sembrava disturbato dalla notizia “Quindi ora starete insieme anche sul lavoro. Ne sarai felice!”

Si, sono davvero felice di poter iniziare questa cosa. Ci tenevo tanto... e per quanto riguarda Phillip... beh, ti garantisco che in ospedale di solito c’è talmente da fare che non credo avremo tempo per chiacchierare nè per null’altro”

Seee... già vi immagino appartarvi in qualche camera vuota o nel ripostiglio delle scope e...”

Spike! Ma possibile che il tuo cervello sia così deviato? Io farò questa cosa perchè è la mia missione, il mio lavoro. Per me è importantissimo, sembravi averlo capito! Che poi lì ci possa essere anche Phillip è irrilevante... lo avrei fatto comunque, con o senza lui!”

Se lo dici tu...”

Idiota!”

Stronza!”

Keilani lo guardò infuriata “Certo che sei tremendo, eh? Mi pareva che le cose tra noi andassero bene; un sereno e disteso rapporto tra amici, tra medico e paziente! Avevamo raggiunto un accordo, un equilibrio. Invece continui con il tuo atteggiamento distruttivo ed hai sempre quella odiosa tendenza a giudicare gli altri... soprattutto me! Cerca di smetterla bello e vedi di pensare ai fatti tuoi! Pensa alla tua Manila piuttosto! Ti starà aspettando no? Si chiederà dove sei e che fine hai fatto. Magari sarà pure scocciata del tuo girovagare notturno senza di lei! Poverina! Mi fa quasi pena! Me la immagino, tutta sola ed infreddolita che ti aspetta ansiosa nel tuo lettone, avvolta da quelle stupide lenzuola di seta!”

Kei stava urlando e Spike se la guardava divertito, con la testa inclinata ed un leggero sorrisetto tronfio “Sei gelosa!”

Cooosa? Gelosa io? E di chi? Di quella volgare sciacquetta rifatta? Per carità, Spike! Sii realistico! Ho ben altro per la testa che te e la tua Manila!”

Sei gelosa, dottore e puoi blaterare fino a finirti la voce, ma non mi farai cambiare idea!”

Beh! Allora pensa quello che vuoi! Io sono stanca ed ho freddo. Vado a dormire, buonanotte” e si era alzata di scatto, dirigendosi verso la finestra della camera.

Aspetta, Kei!” Spike si alzò anche lui e l’afferrò per un braccio “Aspetta”

Cos’ altro c’è Spike?”

Ci vediamo domani? Qui? Alla stessa ora?”

Keilani sospirò cercando di calmarsi “Certo. Ci vediamo domani”

Lui la guardò negli occhi, con quel suo sguardo penetrante ed intrusivo. Le afferrò la mano sinistra, la girò col palmo verso l’alto, la avvicinò alle proprie labbra.... e baciò dolcemente la cicatrice del polso, quella che le aveva fatto lui stesso mordendola mesi prima.

Le sorrise appena e si allontanò da lei, iniziando a scendere la scala metallica.

Kei lo seguì per un pò con lo sguardo, poi rientrò in camera.

Osservò con più attenzione i documenti che lui le aveva cosegnato *Keilani Phillips... spiritoso*

e si mise a dormire pensando di essere davvero, infinitamente ed irrimediabilmente gelosa di quello che c’era tra lui e la vampira.

27. KNOWING THE SPIKE

La terapia di disintossicazione proseguiva regolarmente.

Nonostante fosse cosciente della presenza di un’altra donna nella vita sentimentale di Spike, Keilani aspettava con trepidazione per tutta la giornata, il loro incontro notturno.

Il suo amore per lui non diminuiva, nè si attenuava col passare dei giorni, tuttavia avevano trovato una sorta di accordo pacifico: lei non avrebbe lanciato frecciate all’indirizzo della statuaria vampira mora e Spike avrebbe evitato di insultare Phillip.

Ovviamente Keilani riusciva a mantenere l’impegno... Spike no!

Parecchi dei loro incontri finivano in furiose litigate, infarcite di accuse reciproche e di vicendevoli apprezzamenti più o meno negativi.

Altre notti, le trascorrevano chiacchierando in modo pacato e tranquillo, con la profonda e spiccata complicità che contraddistingueva la loro amicizia.

Kei aveva iniziato il volontariato ospedaliero notturno: dalle dieci alle due, a volte fino alle tre di notte.

Spesso era lo stesso Phillip a riaccompagnarla a casa; a volte tornava in taxi o con i trasporti pubblici, altre volte Spike piombava in reparto durante il suo turno e l’aspettava finchè non finiva di accudire i suoi pazienti... quelle erano le notti che Keilani preferiva.

Tornavano a casa insieme, nell’auto di lui, silenziosi, pensierosi, ma insieme.

La somministrazione del suo sangue nero procedeva senza particolari problemi. La dose giornaliera era notevolmente aumentata e gli effetti collaterali erano ogni volta meno evidenti. Solo due o tre volte Spike aveva accusato capogiri e disorientamento a causa di quella linfa aliena ma l’aveva, sempre e comunque, tollerata egregiamente.

Dopo circa tre settimane di “trattamento” la fase di dipendenza tossica era ormai superata, anche se ci sarebbe voluto altrettanto per debellare completamente il problema.

Stiamo procedendo alla grande, vero doc?”

Tu come ti senti?” gli aveva appena somministrato la dose quotidiana di sangue miscelato.

Come ogni notte, dopo aver bevuto il tuo sangue Kei... pieno di energia e di voglie strane”

La tua amica dovrebbe ringraziarmi! Quando torni da lei dopo essere stato qui... di certo vi divertirete un sacco!” disse lei acida.

Neppure lo immagini!”

*Invece lo immagino eccome, maledizione! E non vorrei!*

Non mi interessa affatto! E’ questa la pura verità, Spike” mentì Keilani “Abbiamo scelto di lasciare le nostre rispettive vite private fuori dai nostri incontri notturni... a me va bene così”

Anche per me va benone e poi io avrei ben poco da immaginare su te e sul bamboccio, a parte qualche triste e noioso amplesso canonico... sai che allegria!”

Keilani strinse i pugni.

Avrebbe tanto voluto confessargli che non c’era mai stato nessun amplesso tra lei e Phillip, nè triste, nè noioso, nè di altra natura ma sapeva benissimo che sarebbe stato del tutto inutile.

Certo, forse Spike avrebbe approfittato della situazione e si sarebbe facilmente infilato nel suo letto, lei lo desiderava troppo per resistergli.

Ma poi?

Sarebbe tornato da Manila e magari, come le aveva detto tempo addietro, avrebbe continuato a frequentarle entrambe e Kei questo non lo desiderava affatto.

Lo avrebbe voluto tutto e solo per sè. Non voleva dividerlo con nessun’altra... non con una vampira, nè con il ricordo di un perduto amore.

Per assurdo, sentiva di non poter raggiungere il cuore del vampiro, più per via di quel ricordo lontano che non per colpa di Manila...

Che stai pensando dottore?”

Keilani lo guardò, scuotendosi da quei pensieri “Chi sei Spike?”

Lo sai! Sono io... vampiro... non-vivo... intossicato dal tuo sangue alieno... ricordi?”

Non scherzare. So chi sei, ma in realtà non ti conosco affatto. Non so nulla su di te, sul tuo passato, sulla tua vita prima di essere vampirizzato... tu invece di me sai praticamente tutto”

Non mi piace parlare di me con gli estranei”

Quindi io per te sarei un’estranea?” era sinceramente ferita da quelle parole.

Spike si accorse della sua reazione e si scusò...

No. Assolutamente no, Kei! Tu sei la persona più vicina che ho, adesso. Sei l’unica con cui posso parlare di tutto, l’unica su cui posso contare, una vera amica, carissima e preziosa. Non sei un’estranea, non lo sei mai stata. Anche quando ti ho vista per la prima volta, mi pareva di conoscerti da sempre e dopo la fusione mentale sei diventata parte di me... ed io di te?!”

Quelle dolcissime parole, le riscaldarono l’anima.

Magari quel vampiro non l’amava, non con passione nè con il desiderio che lei avrebbe voluto, ma era sincero e Keilani sapeva di essere veramente importante per lui, quanto lui lo era per lei.

Si Spike. Anche tu sei parte di me. Una parte importante ed insostituibile”

Il vampiro le passò un braccio attorno alla spalla, attirandola a sè, mentre con l’altra mano le accarezzava i capelli.

Sulla scala antincendio, quella notte di Novembre, l’umidità entrava nelle ossa, ma in quel preciso istante Keilani sentì un calore immenso che le riempì il cuore.

*Non smettere amore mio. Non smettere mai di tenermi stretta a te*

Quando si staccarono l’uno dall’altra, si guardarono per un lungo istante, i due visi vicinissimi e Spike poggiò le sue labbra fredde su quelle di lei, in un bacio lieve.

Mi si è scaricato il phaser!” disse Keilani con voce stridula, interrompendo quel dolce momento.

Come?” Spike era stupito da quelle parole del tutto fuori luogo.

Ho... il phaser scarico”

Mhh... bel problema, eh?” disse seccato.

Eh già. E non so proprio dove trovare il materiale necessario alla ricarica”

Cosa ti serve? Batterie? Materiale elettronico? Qualche genere di strane munizioni?”

A dire la verità mi servirebbe una nuova batteria al Sarium Krellide, per ricaricare le particelle subatomiche e ripristinare l’RNE”

R-N...cosa?”

RNE, Rapid Nadion Effect, il sistema che permette al mio phaser di sparare. Ma credo che una piccola camera per la fusione nucleare potrebbe essere sufficiente”

Ehi, doc. Qui si parla di roba grossa! Pericolosa ed illegale!”

Lo so... ma esisterà pure un luogo dove trovare un reattore nucleare accessibile!”

Spike la guardò, aggrottando le sopracciglia, come se stesse decidendo se aiutarla o meno.

Conosco chi può aiutarti. Non sarà facile. Non si scherza con queste cose; sarà pericoloso e ci vorrà un bel fegato...”

Farò quello che è necessario” disse lei risoluta.

Ok. Dammi carta e penna. Ti segno un nome ed un indirizzo. Domani, verso mezzogiorno, andrai da questa persona. Gli dirai che ti mando io e che cosa ti serve. Farà finta di non conoscermi e metterà in scena il primo atto della tragedia <L’omino per bene, timorato di Dio e ligio alle leggi dello Stato>... non credergli! Se è necessario mettigli addosso un pò di paura. Cederà in meno di dieci secondi, il fifone”

Poi?”

Lui sa dove trovare quello di cui abbiamo bisogno. Lasciagli il numero di questo cellulare” e così dicendo il vampiro estrasse dalla tasca del cappotto un telefono portatile “Lo lascio a te. Sicuramente ti richiamerà per decidere dove vederci e stabilire le mosse del piano...”

Abbiamo bisogno? Dove vederci? Non se ne parla, Spike! Non posso permetterti di mettere in pericolo la tua vita per aiutarmi! E’ una cosa mia e me la sbrigherò da sola!”

Ascoltami bene, piccola! Qui, o si fa a modo mio o non se ne fa niente! Ho proprio bisogno di un pò di azione e di sgranchirmi le gambe quindi, o con me... o nulla di fatto!”

Keilani acconsentì con lo sguardo e prese il biglietto dalle mani del vampiro.

*Bobby<The Mouse>Brown – 339, Clay Street – da Divisidero in direzione Arguello Boulevard*

Keilani leggeva e rileggeva il biglietto, quasi non credendo ai propri occhi.

Si alzò e si avvicinò alla finestra. In camera la luce del comodino era accesa e ne filtrava un pò verso l’esterno.

Il tratto marcato e tondeggiante, l’eleganza e lo stile impeccabile di quella calligrafia erano inconfondibili... era quella di William Shelby! Non riuscì a trattenersi dal sussurrare “William...”

Spike si girò verso di lei con uno scatto.

Spike, devo... devo dirti una cosa...”

Lui la guardò silenzioso, facendole cenno di continuare.

Io... non so come scusarmi per quello che ho fatto. Cercavo una matita e...”

E non hai potuto fare a meno di mettere il naso in cose che non ti riguardavano, vero?”

Mi dispiace... è stato più forte di me... scusa”

L’hai riposto a rovescio”

Come? Cosa?”

Il quaderno. L’hai rimesso nella busta al contrario”

Quindi... sapevi...”

Difficilmente mi sfugge qualcosa che accade in casa mia, quando ci sono ed anche quando non ci sono. Un topolino ha frugato nei miei cassetti... Oh!Oh! Che facciamo al topolino? Mettiamo una trappola con del formaggio avvelenato? Piccolo topolino curioso ed impiccione... attento a te!”

Keilani non capiva se Spike fosse arrabbiato per la sua intrusione o se stesse solo prendendola in giro “Mi perdoni?” gli chiese speranzosa.

No!” rispose lui deciso e serio.

La ragazza abbassò lo sguardo, fissandosi le punte dei piedi e pensando che era giusto così.

Dai, dottore! Rilassati! Non è successo nulla! Hai ficcato il naso dove non dovevi ma non crolla il mondo per così poco!”

Davvero? Non sei furioso con me? Ne avresti motivo e non potrei biasimarti”

Diciamo che non ti perdono comunque e che prima o poi dovrai pagarla per la tua curiosità, topolino... ma per ora farò finta che non sia successo”

Ma è successo, Spike. Io ho letto il quaderno. Tu... tu sei William!”

Io ERO William! Non lo sono più da centosettanta anni”

Eri un poeta!?”

Ti sembra così assurdo?”

No, in effetti no. Ho letto alcune delle tue poesie... erano bellissime”

Credi? Non era quello che pensava Cecily!”

La amavi?”

Si”

Traspariva tutto il tuo amore da quelle poesie ma...”

Ma?”

Ho notato una certa differenza tra le poesie scritte nel quaderno e quella nell’ultima pagina. Quell’ultimo componimento era splendido, nitido, perfetto... mi ha profondamente commossa”

Le pagine del quaderno sono state scritte da William Shelby, l’ultima poesia è mia” Spike fece una breve pausa, guardandola negli occhi e scorgendo in lei la bramosia di saperne di più.

Appena tornato dalla morte, ero ancora confuso su chi fossi e cosa dovessi fare della mia nuova non-vita. Una parte di me amava ancora Cecily, mentre il nuovo me stesso desiderava solo vendicarsi, voleva torturarla, ucciderla e restituirle tutte le sofferenze che mi aveva inflitto. Tornai a casa e posai gli occhi sul quaderno. Fu come una reazione istintiva... lo presi e scrissi con facilità quella poesia. Senza le incertezze e le indecisioni che mi avevano sempre contraddistinto, come se fosse la cosa più semplice e naturale.

Il mio nuovo status, stava liberando tutto quello che era represso in me.

Se prima ero un uomo timido e mediocre, un fallito, un debole, una nullità, diventare vampiro mi stava trasformando in un nuovo essere.

Era un esperienza unica, potente e profonda.

Sentivo questa nuova forza scorrere in me ed ero finalmente libero, veramente vivo per la prima volta”

L’hai desiderato, quindi?”

Ero stato umiliato e rifiutato dalla donna che amavo e deriso da tutti i suoi altolocati e smidollati amici dell’alta società londinese. Soffrivo come mai prima nella mia vita” Spike fece una breve pausa “Quella notte girovagai a lungo per i vicoli di Londra, disperato e in lacrime... Si, è vero! Desideravo la morte, con tutto me stesso... ed incontrai Drusilla”

Drusilla?”

Il mio sire, colei che mi ha reso quello che sono e che mi ha donato l’eternità”

E la dannazione...”

Mi ha strappato alla vita, è vero. Ma mi ha reso uomo, mi ha dato forza e fiducia in me stesso e mi ha amato per più di cento anni... ci siamo amati per più di cento anni”

Dovevi amarla davvero tantissimo... o era solo la forza del legame che unisce un vampiro al suo sire?”

Entrambe le cose, credo. Ma ti assicuro che il mio amore per lei era fortissimo, al di sopra della vita e della morte... la adoravo, la veneravo... era la mia nera divinità”

Parlava di Drusilla con profonda commozione. Si percepivano, ascoltandolo, sincerità e senso di nostalgia.

Perchè è finita, allora?”

A lungo ho pensato che fosse finita per via dei suoi continui tradimenti. Con altri vampiri, con ogni sorta di demoni viscidi e schifosi... Diceva che aveva bisogno di affetto e conforto e che io non ero più in grado di starle vicino come meritava.

Era un pò pazza, sai? Parecchio pazza a dire il vero, ma poi ho capito che aveva ragione.

Ero io che mi stavo allontanando da lei... era colpa della mia fissazione per la Cacciatrice”

La Cacciatrice... conosco questo nome”

Spike la guardò, interrogandola con gli occhi.

L’ho sentito dalle tue labbra, per la prima volta. Eri privo di sensi, ti avevo trovato da poco, da qualche giorno forse. Una notte, mentre dormivi, hai pronunciato il suo nome, maledicendola.

E ancora l’Habar, nelle fogne” al pensiero di quella notte Keilani ebbe un brivido lungo la schiena “Ricordo che si rivolse a te chiedendoti se te la facevi con un’altra Cacciatrice ma non capii bene a che cosa si stesse riferendo”

Si riferiva a te”

A me?”

Credeva che tu fossi una Cacciatrice”

Perchè? Non capisco... Chi è una Cacciatrice?”

Il vampiro fissava il vuoto davanti a sè. Stava soffrendo, era più che evidente.

Quei ricordi lo ferivano più di quanto avesse voluto, più di quanto potesse sopportare.

La mascella era tirata e nervosa e stringeva i pugni.

Lascia stare” gli disse “Non è necessario che tu mi risponda. E’ evidente che si tratta di un argomento doloroso che preferisci non affrontare... lasciamo perdere”

No. Mi farà bene parlarne con qualcuno. Non l’ho mai fatto...”

Non ti chiederò più nulla, nè insisterò in alcun modo. Se ti sentirai di farlo, io ci sarò.

Gli El-Auriani sono famosi per essere degli ottimi ascoltatori, sai? Ma se non vorrai, capirò e per me sarà un discorso chiuso per sempre”

Sei l’unica con cui ne potrei parlare. So che mi ascolteresti senza giudicarmi, senza pregiudizi nè sentenze sommarie... ma non sono sicuro di farcela.

E’ tutto chiuso dentro di me da troppo tempo e tirarlo fuori significherebbe riportare alla luce dolore, frustrazione, disperazione e sentimenti che da anni tento di reprimere e di ignorare”

Keilani si accostò di nuovo a lui, che era ancora seduto sulle scale.

Si chinò e gli poggiò le mani sulle spalle, con tenerezza ed affetto, stringendolo appena.

Sono qui, Spike. Non vado da nessuna parte”

Lo so”

Rimasero lì, in silenzio, per alcuni minuti.

E’ il momento” disse Kei “Tra poco sarà l’alba e non ti nascondo che ho un pò freddo”

Dobbiamo smetterla di vederci così, doc”

Si, ma capisci che non posso farti entrare, Spike. Non è casa mia e non mi sembrerebbe giusto nei confronti di Lisa e del padre, fare questo tipo di scelta. Se fosse per me non ci sarebbero problemi, lo sai”

Lo dico per te”

Grazie. Vedremo di trovare una soluzione. Intanto, domani potresti raggiungermi in ospedale. Sono di turno al pronto soccorso fino alle due”

Ci vediamo lì allora, così mi aggiornerai sul piano di Bobby” disse fregandosi le mani, poi si avviò giù per la stretta scala.

Dopo aver sceso un paio di rampe, chiamò “Kei?”

La ragazza era ancora sul ballatoio “Schhh... Non urlare! Che c’è?”

Sei davvero innamorata?”

*Certo che sono innamorata... Di te! Con tutto il cuore e con tutta l’anima. Ti amo da morire e tu neppure ti accorgi di me... neppure mi vedi...*

Si! Sono davvero innamorata” rispose sinceramente.

Parecchio?”

Immensamente...” non mentiva pronunciando quelle parole “...Buonanotte!”

Spike la guardò silenzioso per qualche secondo, poi riprese a scendere velocemente le scale e sparì nella nebbia.


28. THE MOUSE

A mezzogiorno in punto, Keilani era di fronte al numero 339 di Clay Street. Era un grande e vecchio palazzo in muratura, come ce n’erano tanti nella San Francisco di quegli anni.

Al piano terra, un portone conduceva agli appartamenti e a fianco la vetrina di quello che doveva essere stato un negozio, ma che ora era sicuramente chiuso da tempo.

Lì doveva trovarsi Bobby “The Mouse”.

Bussò, prima leggermente poi, non sentendo nulla dall’altra parte, con più energia.

C’è nessuno? E’ permesso?”

Non ricevendo ancora risposta, provò ad entrare dalla porta di vetro, che in effetti era aperta.

Si trovò in un locale di circa venti metri quadrati, in cui erano accatastati ogni genere di oggetti.

Hi-Fi, computer, radio e televisori al plasma, ferraglie di ogni tipo e foggia, vecchi mobili ed elettrodomestici in disuso. Ogni cosa era coperta da una fitta coltre di polvere, che la fece tossire.

C’è nessuno?” chiese di nuovo “Bobby?”

Dopo qualche istante, da una porta nascosta tra le cianfrusaglie, uscì un ometto buffo.

Avrà avuto circa settant’anni, pochi capelli ed una pancetta rotonda e prominente.

Sul grosso naso, un paio di occhiali spessi e dalla montatura pesante.

Chi sei?” le chiese con una vocina stridula.

Sono un’amica di Spike ed ho bisogno del suo aiuto”

Vattene ragazza. Io non conosco nessuno con quel nome e come vedi sono solo un povero vecchio solo... non potrei aiutarti neppure volendo”

Mi ha avvisato che avrebbe reagito così e me ha detto di usare le mani se non mi avesse dato ascolto”

E tu alzeresti le mani su un vecchio indifeso, timorato di Dio?”

Forse no... probabilmente no Bobby, ma ho davvero bisogno di aiuto e non me ne andrò finchè non mi ascolterà”

Il tizio si mosse verso di lei, avvicinandosi ad un vecchio bancone. Aprì un cassetto e ne trasse un’arma da fuoco, una piccola pistola di metallo nero “Hai capito o no che devi andartene ragazza? Non costringermi ad usare questa!”

Keilani, con un gesto velocissimo, gli fu ad un passo, gli strappò l’arma dalle mani e la rivolse contro di lui “Diceva?”

L’anziano tipo, la guardava stupito... poi gridò “Jimmy! Aiuto!”

Dalla stessa porta da cui era uscito lui, arrivò un ragazzotto alto e massiccio, armato e minaccioso “Posa la pistola e lascia stare mio zio, bellezza”

Ok, ok. Stiamo calmi, va bene?” Keilani alzò le braccia, lasciò il bavero di Bobby e posò lentamente la pistola sul bancone.

Bene ora vattene. Hai capito?”

Il giovanottone tremava. Nonostante la stazza e l’arma che aveva in mano, si capiva che non era avvezzo a quelle situazioni. Keilani temette che in un eccesso di paura potesse farsi sfuggire un colpo accidentalmente. Si diede una rapida occhiata intorno.

Decidere il da farsi e metterlo in pratica, fu un tutt’uno. Con uno scatto, saltò sul bancone e, facendo leva sulle braccia, sollevò i piedi, assestando un calcio in pieno viso all’ energumeno.

Jimmy cadde a terra, ancora sveglio pur se dolorante, ma lei gli fu addosso in un lampo e con una leggera e sapiente pressione delle dita alla base del collo del giovane, lo mise a nanna.

Rapidamente, prese le due pistole in mano e tornò con lo sguardo su uno spaventatissimo Bobby.

Chi... chi sei?”

Gliel’ho detto! Sono un’amica di Spike ed ho bisogno del suo aiuto! Possiamo parlarne ora?”

Vuoi uccidermi?” le chiese deglutendo a fatica e non riuscendo a staccare gli occhi dal corpo privo di sensi del nipote.

Non ci penso neppure Bobby, anzi! Mi scuso per tutto questo baccano... ma dovevo pur convincerla a darmi ascolto!”

Facendo fuori il povero Jimmy?”

Keilani sorrise appena “Non l’ho <fatto fuori> stia tranquillo... sta solo riposando”

Bobby si avvicinò al corpo del nipote, posandogli le dita sul collo per sentirne il battito.

E’... è vivo”

Gliel’avevo detto! Si sta solo facendo una bella dormita!”

Ok” il vecchio occhialuto si avvicinò alla porta a vetri e la chiuse a chiave “Vieni di là e dimmi che diavolo vuoi”.

Oltrepassarono la porta sul retro del locale e si trovarono in un piccolo ufficio, disordinato e polveroso quanto l’altra stanza.

Siediamoci” la invitò Bobby.

Keilani si guardò intorno in cerca di una sedia; la scorse in un angolo, la liberò delle carte che c’erano poggiate sopra e si sedette vicino all’anziano signore.

So che quello che le chiederò potrà sembrarle strano e pericoloso, ma le garantisco che non ho alcun fine illegale nè violento, non sono una terrorista nè una mercenaria... ho solo bisogno di energia”

Che tipo di energia?”

Nucleare”

Bobby sembrò per un attimo riflettere sulle parole della ragazza “Niente da fare”

Come sarebbe niente da fare? E’ importante! La prego! Spike ha detto che...”

Per cosa ti serve?”

Io... sono un medico e sono in possesso di uno strumento diagnostico tecnologicamente molto avanzato che ora è scarico e necessita di una ricarica di energia nucleare per funzionare”

Perchè ti stai rivolgendo a me? Non puoi farlo tramite canali ufficiali?”

E’ che... sono ricercata! Non posso dirle di più, mi capisce?” Keilani non era riuscita ad inventare una scusa migliore di quella al momento, ma sembrò avere il suo effetto sul tizio che le era di fronte.

Potevi dirlo subito, ragazza! Se avessi saputo che quei bastardi del Governo ti stanno alle costole, non avrei esitato a darti il mio appoggio! Invece ti sei presentata come amica di quel pazzo furioso di Spike... Se lo conosci davvero, capisci da sola che non è un bel modo di presentarsi!”

Si” sorrise Keilani “Forse ha ragione. Ma mi ha mi ha mandato dalla persona giusta, a quanto pare”

Tra i due, dopo qualche chiacchiera e nonostante le incomprensioni iniziali, si era instaurata una sorta di intesa e il vecchio Bobby, dopo averci pensato su per qualche altro minuto le disse “Ti aiuterò. Sappi che non ho creduto per un solo momento alla balla dello strumento... come lo hai chiamato? Diagnostico! Ma mi sei simpatica e mi fai pure un pò pena... quindi ti aiuterò”

Perchè le faccio pena, scusi?”

Perchè hai una bella cotta per quello psicopatico ossigenato e non credo che questo ti porterà a nulla di buono”

Le garantisco che non è vero!”

Seee... non sprecare il fiato ragazza. Ho abbastanza esperienza di vita e di donne e conosco troppo bene Spike, per non capire al volo certe cose. Ti illumini ogni volta che pronunci il suo nome, è così evidente!”

E’ davvero così evidente? Sa, lei è la seconda persona, in poco tempo, che me lo dice” disse Keilani ansiosa.

Ai miei occhi lo è, ma se ti preoccupi di lui, sappi che non riconoscerebbe un camion neppure se lo investisse in pieno!”

Keilani guardava in terra, la testa tra le mani, i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

Ehi, bambina! Su con la vita! E’ chiaro che la cosa è molto più seria di quanto pensassi, ma non farne una tragedia. Se vi amate qualcosa di buono ci sarà pure!”

E’ che lui nemmeno lo sa...”

E’ per questo che sei così preoccupata? Hai paura che io gli riveli quali sono i tuoi sentimenti?”

In un certo senso...”

Beh! Se è per questo, tranquillizzati cara. Dalla mia bocca non uscirà una sola parola! Ma certo che voi giovani siete strani! Se ti interessa quel tipo strampalato, per quanto io ti consigli vivamente di lasciarlo perdere, diglielo!”

Non posso... vorrei ma non posso”

E perchè, benedetta ragazza?”

Perchè lui ha un’altra”

Mhhh! Brutta faccenda. Sai, è passato così tanto tempo dalla mia ultima volta, ma una cosa la ricordo bene: le sofferenze d’amore sono davvero terribili”

Può dirlo forte”

Comunque, Spike è un idiota!”

Kei lo guardò tra il curioso e il divertito mentre lui continuava a parlare “Se io fossi al suo posto, non ci sarebbe spazio per nessun’altra che non tu”

Grazie Bobby. Lei è davvero tanto carino... ma purtroppo non è Spike!”

Maledetto imbecille! Far soffrire tanto una così bella ragazza! Gli spaccherei quel muso impertinente che si ritrova!”

Vi conoscete da tanto?”

Un paio d’anni. Da quando è arrivato in città. L’ho ospitato per un mese o due, era ridotto uno straccio. Poi gli ho trovato l’appartamento in cui vive ora. Era di un mio amico che ora è morto”

Si. Me ne ha parlato”

Non fraintendermi... come ti chiami?”

Kei”

Bene. Non fraintendermi Kei. Io non ce l’ho con lui per qualcosa in particolare, anzi! Gli voglio bene quasi come a un figlio... ma ha il dannato vizio di cacciarsi sempre nei guai peggiori e qualche volta mi ci sono trovato coinvolto anche io, mio malgrado. E non è stato per niente piacevole...”

Credo che sia una sua dote innata”

Io invece credo che sia il suo peggior difetto! Oltre a quello di essere testardo, meleducato, presuntuoso, strafottente e impulsivo!”

Ma gli vuole bene...”

Purtroppo si” disse Bobby quasi rassegnato “Sa farsi amare quel dannato ragazzo”

E’ vero. Ne so qualcosa, ahimè”

Ma sei sicura che abbia una ragazza? Non che io sia al corrente di tutte le sue storie e storielle sentimentali, ci mancherebbe altro! In questo campo non sono mai riuscito a stargli dietro, ma di solito se frequenta qualcuna, lo intuisco, osservandolo... Beh! E’ stato qui qualche sera fa e ti garantisco che non aveva affatto l’aria di essere innamorato nè solo interessato ad una donna. Anzi, era depresso e piuttosto triste e non ha voluto spiegarmi il perchè”

Forse avevano litigato...”

Forse...”

Dopo qualche istante di silenzio, Keilani riprese “Comunque ero qui per un altro motivo Bobby. Le spiace se torniamo al mio problema?”

Fammi capire bene. Hai bisogno di energia atomica per ricaricare quel tuo misterioso strumento o per qualunque altro sia il motivo. Fin qui, ci sono. Non puoi prendere una camera di fusione nucleare e portartela a casa! Quindi immagino che ti serva solo poter accedere ad una struttura idonea, fare il pieno ed andartene come se niente fosse, possibilmente indisturbata...”

Esattamente!”

Ho già in mente qualcosa... di quanto tempo avrai bisogno?”

Intende il tempo necessario alla ricarica della batteria? Più o meno mezz’ora... dipende dalla schermatura della camera, forse quaranta minuti”

Mhhh... non è poco, ma troverò il sistema. Hai un recapito?”

Eccolo” e Keilani gli passò il numero del cellulare che le aveva dato Spike.

Perfetto. Ora avrò bisogno di qualche giorno per organizzare il tutto”

Quanti giorni?”

Una settimana... forse dieci giorni. E’ troppo?”

Insomma! Ma se è l’unico sistema, aspetterò”

Ah! Dimenticavo! Non potrai andare da sola. Io potrei fornirti degli uomini, ma forse preferisci persone di tua fiducia e che conosci”

Spike verrà con me”

Bene, ma vi consiglio di aggiungere almeno un altro membro alla squadra, potrebbe farvi comodo”

Penso che Spike possa risolvere anche questo problema”

Lo ami e ti fidi pure di lui... sei irrecuperabile!”

Kei gli sorrise con dolcezza “Ora vado. Il lavoro mi attende. Grazie di tutto Bobby. Aspetto la sua telefonata” e si avviò verso l’uscita.

Ehi!” gli urlò l’anziano ometto rincorrendola “Quanto dormirà ancora il povero Jimmy?”

Una mezz’oretta, o poco più. Stia tranquillo... poi starà bene. Arrivederci e grazie ancora” ed uscì.


29. LEI

Il suo turno in pronto soccorso doveva finire alle due, ma quella notte sembrava un inferno! Continuavano a giungere ragazzi e ragazze feriti, ubriachi o vittime di droghe troppo forti e pericolose ed erano quasi le tre quando finalmente Keilani riuscì a riposarsi un poco.

Solo allora si accorse che Spike era seduto lì fuori, a fumarsi l’ennesima sigaretta.

Gli fece cenno di entrare.

Ti ho fatto aspettare... scusa”

Non ti avevo mai vista all’opera, doc. Sei incredibile”

Grazie” gli sorrise “Amo il mio lavoro. E’ una ragione di vita per me e devo ringraziare un certo tipo biondo se ora sono qui”

Non mi lusingare. Non so resistere alla tentazione di riscuotere un debito”

Dovremmo sederci a tavolino prima o poi e decidere chi debba di più all’altro” ma si pentì immediatamente di queste parole, vedendo l’espressione scura che trasformò il viso di Spike.

Non volevo riferirmi a... scusa... ti ho già detto mille volte che per me è tutto superato. Dimenticato! Che stupida! Era solo un modo di dire... volevo fare una battuta”

Non devi scusarti. E’ successo ed è terribile e rimarrà eternamente vivo e reale. Un peso da portare per sempre, la mia ennesima, imperdonabile mostruosità”

Lo afferrò per un braccio facendolo sedere su una panca del corridoio. Si piazzò di fianco a lui e gli prese le mani tra le sue “Basta, Spike! Devi smetterla! Io l’ho fatto, sono andata oltre e che ti piaccia o no, dovrai farlo anche tu! Ci sono vari modi per affrontare i propri errori: rassegnarsi per averli commessi, fingere che non siano mai avvenuti, o combattere per riscattarsi. Tu hai scelto di lottare; il modo più difficile... e questo ti fa onore.

Ho scorto la tua luce e so che sei un uomo migliore di quanto tu non creda. Non ti sembra una ragione sufficiente per smetterla di odiare te stesso? Beh, sai cosa penso? Che dovrai comunque fartela bastare finchè non ne troverai una migliore!”

Spike la guardò “Perchè stai facendo questo per me?”

La risposta di Kei fu impulsiva e sincera “Perchè ti amo!”

Il vampiro alzò di scatto lo sguardo su di lei, fissandola con occhi inquisitori.

*Cosa? Cosa diavolo ho detto???*

Certo... cioè ti... ti voglio molto bene. Sei il mio più caro amico, il mio confidente! Sai che sono affetta da una forma incurabile di altruismo e che ho la tendenza ad aiutare gli altri! Tutti gli altri! Ho scelto di fare questo nella vita, quindi...”

Quindi per te sono come un qualsiasi altro paziente malato...”

In un certo senso si!” si era tirata fuori da quella imbarazzante situazione per miracolo... ed era appena precipitata in un’altra!

Aveva esagerato? Troppa indifferenza? Era giusto mettere Spike sullo stesso piano di tutti gli altri suoi pazienti?

*No!*

No! Non sei assolutamente uno qualsiasi! Sei il mio Spike, unico ed inimitabile, un paziente molto, molto speciale ed al quale tengo tantissimo... a proposito! Seguimi in laboratorio, dobbiamo fare una certa cosa, io e te...”

Si infilarono in un piccolo laboratorio. Lungo le pareti, tavoli cosparsi di macchinari e provette di vetro con liquidi strani, di tutti i colori e dagli odori più vari. Sul lato sinistro della stanza scaffalature e schedari a cassettoni. Sul destro, un grosso frigorifero e più in là, la porta di una stanzetta che fungeva da spogliatoio e ripostiglio.

Al centro della stanza, un lungo tavolo di metallo, con altre provette, tre piccoli fornelli ed un lavandino.

Questo è il tuo regno, dottore?”

In effetti la ricerca è la mia specialità... una vera passione! Hai il sangue?”

Spike le porse una bottiglietta.

Kei, aprì il frigo e ne estrasse una fiala di liquido nero; poi iniziò la procedura per mescolare i due tipi di sangue.

Ormai il mio sangue è la parte più rilevante della miscela, sai? Siamo in dirittura di arrivo! Hai superato alla grande ogni problema di dipendenza... non è grandioso?”

Grandioso!” rispose il vampiro guardandola lavorare.

Eh già, grandioso...” ripetè lei, con scarso entusiasmo.

Che ti prende? Sembri dispiaciuta!”

No... ma credo che mi mancheranno i nostri appuntamenti notturni. Mi ero quasi abituata a sopportarti”

Io invece credo che non mi abituerò mai a sopportare te, tesoro!” scherzò Spike.

Comunque” riprese la ragazza “dovremo proseguire il trattamento per almeno altre due settimane, per sicurezza. L’ultima somministrazione sarà di sangue <Totally Keilani> doc!”

Poi?”

Beh, spero che continueremo a vederci comunque. Dopotutto stiamo facendo tutto questo per rendere la nostra amicizia non più a rischio e mi sembra che abbiamo ottenuto un eccellente risultato!”

Chissà se c’è una terapia per rendermi tollerabile anche il tuo terribile caratteraccio?”

Come scusa? Lo stai chiedendo tu a me? Non credo alle mie orecchie! Per cosa credi che sia qui in ospedale? Per bontà d’animo? Per dedizione al mio lavoro? Per altruismo? No caro! Ti sbagli di grosso! Sono qui per avere libero accesso a questo laboratorio! Da settimane sto studiando un vaccino <anti-vampiro-sarcastico-e-spocchioso> e prima o poi avrò la formula! Hai i giorni contati, biondino!”

Risero. E di nuovo ci fu quel feeling, quella complicità unica, quel punzecchiarsi reciproco.

In quei momenti Keilani si sentiva così vicina a lui.

Avevano una fortissima affinità, un identico senso dell’humor, lo stesso ironico modo di prendersi in giro l’un l’altro... era fantastico!

A volte uno dei due esagerava e tutto finiva irrimediabilmente in lite.

Altre volte ridevano fino a starne male.

Altre volte ancora...

C’è anche il bamboccio stanotte?” chiese Spike... *Appunto...*

Phillip? Si... dovrebbe essere ancora in reparto”

Vi divertirete un mondo tutti e due a giocare con la vita della gente! Vi fate gli occhi dolci anche in sala operatoria? Lo avete mai fatto sul tavolo dell’obitorio? E’ una delle mie fantasie ricorrenti...”

Non è un lavoro divertente, Spike! E non succede nulla di quello che la tua mente malata sta immaginando! Non giochiamo affatto con la vita della gente... che credi? Che facciamo esperimenti di laboratorio usando i malati come cavie?”

Non mi stupirebbe affatto”

Stupido! Bevi questo piuttosto” e gli porse il bicchiere colmo di liquido scurissimo.

Mhhh... delizioso! Sa di miele... e di pepe! Questa sera il tuo sangue è... è diverso!”

Davvero senti una differenza?”

Decisamente. E’ così dolce, aromatico e saporito... molto più rispetto a ieri”

E senti qualche altra reazione nuova o insolita?”

Diciamo solo un pò più accentuata che negli ultimi giorni. Come se fosse più forte, più energetico... che diavolo mi hai dato? Avevo ragione a sospettare che sperimenti qualcosa di strano sui tuoi pazienti!”

Nessuno strano esperimento! Ho solo aumentato leggermente la dose del mio sangue, rispetto a quanto avrei dovuto... diciamo... una specie di test”

Mi piace questo test! Adoro il sapore del tuo sangue Kei, questo lo sai”

Dovresti poter sopportare perfettamente i suoi effetti...”

Li sopporto e li controllo, tranquilla. Ma il fatto che la tua linfa nera non sia più tossica per il mio organismo, non significa che io non ne vada pazzo e che non ne desideri ancora ed ancora!”

Quindi mi stai dicendo che...”

Ti sto dicendo che è la cosa più sublime e deliziosa che abbia mai bagnato la mia gola, da quando sono diventato un vampiro! Come chi è goloso di cioccolata o di miele, hai presente? Beh, io amo il tuo sangue, doc! Non ti aggredirei mai, nè ti salterei al collo col desiderio di bere da te fino all’ultima goccia, ho superato quella fase di dipendenza. Ma il tuo sangue... il suo sapore, il suo intenso odore, la sua essenza inebriante... sono una delle gioie della mia vita!”

E stanotte ne senti ancora di più l’effetto a causa della maggiore quantità... capisco”

Già... e sai benissimo di quale particolare effetto stiamo parlando...” disse ammiccando.

*Si che lo so, maledizione*

Mai nella sua vita, Kelani era stata così coinvolta a livello fisico da un uomo.

Mai fino ad allora il sesso aveva occupato una così ampia parte dei suoi pensieri.

Mai, prima di conoscere il biondo vampiro, aveva provato sensazioni così forti e trascinanti.

Non che fosse fredda, ma era cresciuta su Vulcano, nel rispetto e nell’osservanza della logica pura e con la convinzione che reprimere i propri impulsi, fosse la miglior soluzione alla maggior parte dei problemi di ogni essere vivente. Questo aveva tentato di insegnarle suo padre.

Ma lei aveva sempre avuto, pur se sopito, pur se controllato e tenuto a freno, uno spirito spiccatamente el-auriano: ribelle, impulsivo e passionale.

In lei covava un fuoco ardente e Spike era stato il primo e l’unico capace di risvegliarlo.

Con Jonathan era stato diverso. Il loro amore era puro e spirituale, focalizzato su una serie infinita di affinità caratteriali e psichiche. C’era stata anche la passione, certo! Ma non era come con Spike! Non così travolgente, non così istintiva.

Il desiderio pressante di un qualsiasi contatto fisico, l’irresistibile attrazione, il fremito di eccitazione che provava anche solo guardandolo o ascoltando la sua calda voce, la necessità tangibile di averlo vicino a sè... erano tutti stati d’animo a cui non era abituata.

Il punto di svolta decisivo era stata di certo la fusione tra le loro menti. Una parte dello spirito libero e passionale di Spike si era trasferita indelebilmente in lei. Da quel momento Keilani si era sentita diversa, scombussolata, emotivamente confusa e frustrata dalla consapevolezza di non poterlo avere... *Merda!*

Merda!” disse a voce alta, senza rendersene conto.

Dottore! Mi stupisco di te! Parolacce dalla tua bocca? Ho detto forse qualcosa di sbagliato?”

Keilani maledì se stessa per essersi lasciata sfuggire l’inopportuna esclamazione “No! Pensavo ad un’altra cosa...” disse in modo assolutamente non convincente.

Si udì un bip risuonare nella stanza “E’ il mio cercapersone... devo andare, c’è un emergenza in pronto soccorso”

Salvata dal bip! Ti è andata liscia, tesoro... per questa volta”

Aspettami qui, Spike. Cerca di rilassarti e di freddare i bollenti spiriti, non è il caso che te ne vada subito. Siediti e non toccare nulla... non combinare guai! Io tornerò appena possibile, d’accordo?”

Vai”

Si scambiarono un rapido sguardo d’intesa, poi Kei uscì dal laboratorio.


***

Dopo circa mezz’ora di attesa, Spike era spazientito ed iniziava a sentirsi stupido e nervoso.

Decise che non avrebbe più aspettato il suo ritorno. Probabilmente aveva più da fare del previsto e lui era stufo marcio di starsene seduto lì.

Si avviò verso l’uscita, passando proprio accanto al pronto soccorso... e la vide.

Era impegnata ad infilare un ago in vena ad un giovane privo di sensi.

Dava indicazioni ed istruzioni agli altri, infermieri o medici che fossero.

Aveva il controllo totale ed assoluto della situazione. Doveva davvero essere un portento nel suo campo.

Fredda, lucida, determinata e competente; la sua personalità carismatica spiccava tra tutte le altre rendendola il centro assoluto di quel caotico pronto soccorso.

Sarebbe stato lì a guardarla per ore.

La immaginava sulla sua astronave del futuro, nella sua perfetta e asettica infermeria, armeggiare con strumenti tecnologici e complicati a dare ordini a qualche intimidito guardiamarina alle prime armi... era un vero spettacolo!

L’uniforme azzurra da volontaria, il tesserino appuntato sul petto e lo stetoscopio al collo. I capelli color castagna raccolti sulla nuca ed un sorriso dolce ed incoraggiante per tutti.

Keilani alzò gli occhi guardandosi intorno. Si sentiva osservata e lo vide, in fondo al corridoio, appoggiato con una spalla al muro, le braccia conserte e il sorriso compiaciuto.

Gli sorrise anche lei, facendogli cenno che in pochi minuti lo avrebbe raggiunto e muovendo le labbra per pronunciare “Aspettami”.

Lo raggiunse dopo circa un quarto d’ora.

Nottataccia?”

Terribile! Un incidente pauroso a tre isiolati da qui ha coinvolto almeno quindici vetture e, come se non bastasse, in un edificio di Sausalito è esploso un deposito di gas combustibile e più della metà dei feriti li hanno portati da noi... un incubo!”

Si sedette sfinita, sospirando e massaggiandosi il collo indolenzito “Sono felice che tu mi abbia aspettato. Ti senti meglio?”

Guarda che stavo bene anche prima, amore!”

Ok. Non ricominciamo. Piuttosto... sono stata da Bobby oggi”

E...?”

Sei un mostro, Spike! Mi hai detto di picchiarlo e intimidirlo, ma non mi avevi detto che è un signore anziano, mite e gentilissimo e che ti vuole un mondo di bene!”

Te lo ha detto lui?”

Certo!”

Cazzate!”

Ma dai! Non essere il solito perfido! Ci tiene davvero a te. Sono sicura che fosse sincero parlandomi. So che ti ha ospitato, che ti ha trovato casa e che spesso lo vai a trovare... Certo, mi ha anche detto che gli hai procurato più guai tu in due anni, di quanti ne abbia mai avuti in vita sua, ma ti vuole bene sul serio e di questo ne sono sicura!”

Mmhh... se lo dici tu. Come siete rimasti?”

Mi chiamerà entro qualche giorno. Non è semplice quello che gli ho chiesto ed ha bisogno di una settimana più o meno, per organizzarsi”

Una settimana? E’ sempre il solito perditempo, fifone, insicuro, vecchio testardo!”

Modera i termini, Spike! E’ stato gentilissimo e disponibile... dopo un pò”

Spike sorrise “Non dirmi che ha provato a fare il duro! E che magari ha messo di mezzo anche quello scimmione rintronato di Jimmy!”

Vedo che conosci la procedura...”

Ma tu l’hai conquistato”

A quanto pare”

Tipico!”

Scusa, ma che vuoi dire con quel tono?”

Era un complimento! Tipico di te... conquistare gli uomini che hai intorno”

*Non ho conquistato te, però*

Non mi sembra...”

E’ così! Fidati. Sei un fiume in piena che travolge tutto quello che trova lungo il suo percorso. Mi ricordi lei a volte”

Drusilla?”

No” Spike fece una lunga pausa “La Cacciatrice”

Ci somigliamo?”

Oh no, affatto. Non fisicamente almeno, ma in alcune tue sfumature, a volte, colgo qualcosa che mi ricorda lei”

Ed è un bene o un male?”

Non lo so. Spiega perchè io mi senta così attratto da te, spiega perchè mi sembri di conoscerti da sempre... ma fa anche dannatamente male”

Non capisco... nei tuoi sogni la maledicevi con rabbia. Poi mi dici che Drusilla ti ha lasciato per colpa sua. Ora che ti fa male ripensare a lei... sono confusa, non ti seguo... chi è la Cacciatrice?”

Spike estrasse dai jeans una foto scolorita e spiegazzata e gliela porse.

Era il mio amore, la mia ragione di vita, il mio unico e splendido angelo biondo”

Keilani la osservò per alcuni istanti “Io... la conosco”

Che vuoi dire?”

L’ho già vista... in te. Durante la fusione mentale. Era lì... sempre. Nei tuoi ricordi, nella tua anima, in fondo al tuo cuore. Era triste e piangeva ed anche tu piangevi con lei... per lei. E’ lei la donna che hai perso? La donna che amavi così tanto? Quella che hai tentato di...”

Puoi dirlo, Kei. Dillo! Ho tentato di violentarla... eppure la amavo più della vita. Ero folle d’amore per lei ed invece le ho fatto così tanto male”

E’... era bellissima. Ha uno sguardo così dolce”

Era unica. Un diavolo di donna. Gentile, forte, coraggiosa, fiera e giusta... ed uccideva vampiri”

La Cacciatrice...”

Era la sua missione. Lei era la Prescelta. Nata per cacciare ed uccidere demoni e vampiri. Addestrata da sempre a lottare per difendere il mondo dalle forze del male. Dotata di enorme forza e di un’ anima pura, limpida come l’acqua di sorgente, eterea come l’aria rarefatta di alta montagna... ed amava me, ci puoi credere? Amava questo mostro, orribile, malvagio e così inferiore a lei”

Se ti amava, di certo aveva visto quello che c’era di buono e di giusto in te”

Già, lo diceva anche lei. Ma non ho saputo essere degno del suo amore, neppure dopo aver superato orrende sofferenze per riavere la mia anima, neppure dopo essermi sacrificato per salvare il mondo e per renderla libera dal suo dovere e dalla sua condanna, neppure dopo essere tornato da lei... devoto, fedele, innamorato più che mai. Non ero ancora abbastanza...”

Perchè?”

Perchè ero sempre un vampiro, Kei! Ero sospeso in un limbo tra la vita e la morte, lo stesso limbo dove sono ora e dove sarò per sempre. Non posso procreare, non posso uscire alla luce del sole, mi nutro di sangue... non sono un vero uomo, non ero quello che lei meritava”

Ma ti amava ugualmente”

Si, mi amava. E ci abbiamo provato, sai? Ma per ogni cosa che ci univa, altre mille ci separavano... non è stato mai facile con lei, ma è stato sempre splendido, perfetto, sublime.

Ci siamo persi e ritrovati decine di volte negli anni. A volte lei è fuggita da me, altre volte mi sono fatto trascinare dall’ira e dalla rabbia e me ne sono andato io, ma tornavamo sempre l’una nelle braccia dell’altro perchè ci appartenevamo... eravamo le due parti inscindibili di un’unica entità.

Quando ci vedemmo, per quella che io credevo l’ultima volta, stavo morendo. Bruciavo per chiudere la Bocca dell’Inferno, per lei... per salvare il mondo, perchè lei aveva fiducia in me, perchè credeva in me ed era convinta che io fossi un eroe, un campione e mi disse per la prima volta che mi amava. Io non gli credetti, sai? Ero convinto che lo facesse per pietà, per farmi un ultimo regalo prima di vedermi morire.

O forse non volli crederle, perchè se lo avessi fatto, sarei corso via con lei e non avrei continuato a svolgere quel compito terribile e mistico che mi stava trascinando per sempre all’inferno.

Poi, una forza soprannaturale mi ha riportato alla vita. Ero tornato dagli inferi sotto forma di entità incorporea, una specie di fantasma. In quello stato non potevo muovermi liberamente, nè cercarla, ma pensavo a lei di continuo; la volevo di nuovo al mio fianco, tra le mie braccia, nel mio letto. Ero ossessionato dal suo ricordo e dalla bramosia di riaverla ancora”

E sei tornato corporeo...”

La stessa forza che mi aveva riportato sulla terra, mi restituì la corporeità ed io iniziai immediatamente la mia ricerca. La cercai per mesi e mesi, seguendola da un paese all’altro, da un continente all’altro... e finalmente la trovai, in Italia.


***

E’ sera. Lei è seduta al tavolino di un bar all’aperto.

Bellissima, raggiante, sorridente.

La guardo da lontano, come in un sogno.

Non riesco a credere ai miei occhi. La mia anima pulsa in me, facendomi quasi male e cerco di immaginare cosa succederà... quando mi vedrà... cosa dirà... cosa sentirà il suo cuore.

Non sa neppure che sono vivo, di nuovo.

Mi avvicino a piccoli passi.

Lei non mi vede subito, ma sicuramente percepisce qualcosa, perchè smette di parlare e diventa seria all’improvviso.

Inizia a guardarsi intorno ed incrocia il mio sguardo.

Vedo i suoi splendidi occhi verdi riempirsi di lacrime ed i miei fanno lo stesso.

Si alza ed inizia a camminare verso di me.

Prima lentamente, poi più in fretta fino a correre tra le mie braccia.

Ci abbracciamo a lungo, in silenzio, comunicando in quell’abbraccio ogni pensiero, ogni sentimento, ogni ricordo.

Sei proprio tu?”

Sono io, amore mio”

Si. So che sei tu, lo sento. Ti ho creduto morto, ma ho sempre saputo, nel profondo del mio cuore, che saresti tornato da me... perchè ti amo”

Davvero?”

Te l’ho già detto, anche quella notte a Sunnydale. Non era una concessione pietosa donata a te solo perchè la tua morte era imminente... no! So che lo hai pensato, so che lo hai creduto, ma quando ti ho detto che ti amavo era la verità ed ora, se è possibile, ti amo ancora di più. Quello che ci unisce è forte, è profondo e potente e mai nulla mi separerà più da te, amore mio”

Un bacio lungo ed appassionato ci unisce e racchiude tutto in sè. E’ pieno di amore e di tenerezza, di gioia, di dolore, di sollievo... e per la prima volta nella mia vita, credo in qualcuno totalmente, mi affido a lei, al suo cuore e alla sua luce.


***

Keilani pianse ascoltando il racconto di Spike.

Anche gli occhi del vampiro erano pieni di pianto e copiose lacrime bagnavano il suo volto triste.

Soffri ancora così tanto...”

Muoio un poco ogni giorno. Non sono ancora riuscito a capire come continuare ad esistere senza di lei. E’ una continua agonia, una tortura crudele e senza fine alla quale non potrò mai sottrarmi”

E’ per questo che ora la odi? E’ per questo motivo che non pronunci mai il suo nome?”

Spike la guardò negli occhi e le gridò contro furioso “Si! La odio! Perchè mi ha lasciato solo! E’ morta, capisci? Una stupida malattia, stupida ed incurabile me l’ha portata via! Non c’è più, non tornerà mai più da me! Non potrò più stringerla, scaldare il mio cuore con il suo, carezzare i suoi capelli di miele, perdermi nel verde dei suoi occhi nè baciare la sua dolcissima bocca! La odio dal profondo della mia anima dannata, perchè mi ha lasciato per sempre e mi ha gettato nella disperazione più cupa. Maledetta Cacciatrice! Vorrei non averla mai incontrata!”

Si alzò di scatto e con un pugno colpì il muro; con tutta la sua forza, con tutta la sua rabbia, con tutto il suo immenso dolore.

Kei si alzò e si avvicinò a lui. Lo prese per le spalle e lo costrinse a guardarla negli occhi.

Credi che sarebbe più facile se fingessi di non ricordare? Davvero credi che potresti rinunciare ad un solo minuto passato con lei? Vorresti averla amata di meno? No, Spike. Non la odi, non la odi affatto, ma la ami ancora talmente tanto, da sentirti soffocare dal dolore.

Io so cosa si prova. Ho amato immensamente mio marito e l’ho visto morire tra le mie braccia. Ho sentito la sua vita scivolarmi via tra le dita, ho visto i suoi occhi spegnersi. Pensi che sia stato facile? E’ stato terribile accettare che lui non ci fosse più, convivere ogni minuto, ogni secondo con il peso insopportabile della sua assenza, imparare di nuovo a vivere, giorno dopo giorno. I ricordi sembra che ci perseguitino ma in realtà, semplicemente, ci accompagnano. Beh, lui ora è qui con me, nel mio cuore, vivo e presente ed io lo amo ancora così tanto! L’ho fatto anche io, sai? L’ho incolpato di avermi lasciata sola! Per lungo tempo l’ho ritenuto l’unico responsabile di ogni mia sofferenza ma non è così. Non può essere così. E’ solo un modo fasullo per mettere a tacere il dolore dilaniante che ci lacera. Ma il dolore va affrontato, Spike. Anche se è la cosa più dura e difficile da fare nella vita!”

Il vampiro la guardava attraverso le lacrime, svuotato di ogni volontà a di ogni energia.

Keilani si avvicinò di più a lui, gli prese il viso tra le mani e lo guardò con infinita dolcezza.

Io riesco a vedere la tua anima, Spike. La vedo nei tuoi occhi, la sento vibrare in te. E’ splendente e forte e mi travolge e mi intenerisce. Da mesi cerco di capire cosa ho fatto per meritarti nella mia vita. Il solo fatto di averti conosciuto, mi ha reso una donna migliore, più forte e determinata, ma anche più istintiva e passionale ed ora che sono qui, ti guardo e vedo una luce accecante, sento calore e amore... La tua anima è radiosa e dannatamente bella, Spike. Trai da lei la forza di cui hai bisogno. Cedi alla tentazione di metterla alla prova.

Dalle la possibilità di sorprenderti ancora una volta!”

Il giovane abbandonò il capo sulla spalla di Keilani, lasciandosi avvolgere dalle braccia di lei e cedendo ad un pianto dirotto e liberatorio; entrambi caddero in ginocchio, continuando a tenersi stretti in quel caldo e confortante abbraccio.

Qualche minuto dopo, Keilani si accorse di alcuni sguardi curiosi e sconcertati puntati su di loro “Spike, tesoro” gli sussurrò nell’orecchio, passandogli le dita tra i capelli “Stiamo dando spettacolo. Alziamoci ed andiamo di là, forza. Voglio disinfettarti la mano” sapeva che non era affatto necessario, ma era un modo per continuare a prendersi cura di lui e per fargli sentire il suo appoggio e il suo amore.

Lui alzò il volto e la guardò intensamente. I suoi occhi erano blu come la notte, profondi e tormentati, come un mare burrascoso agitato dalla tempesta.

Kei, gli asciugò le lacrime con le mani, gli sorrise dolcemente e finalmente si alzarono aiutandosi a vicenda.

Ancora abbracciati, si diressero verso la stanza delle medicazioni; insieme, uniti da una intesa empatica e profonda, senza bisogno di inutili parole.

30. BRIEFING

Nei giorni che seguirono, il rapporto tra Spike e Keilani subì una sorta di stallo.

Le confessioni scambiate reciprocamente, avevano creato un’atmosfera di tensione e di imbarazzo tra i due giovani, allontanandoli l’uno dall’altra.

Kei cercava di spiegarsi i motivi di tutto ciò.

Era l’ennesima scappatoia per proteggersi dal dolore?

Era la paura di essere stati troppo limpidi e di essersi esposti eccessivamente?

O era semplicemente un modo per cercare di mantenere le distanze?

Dopo tutto tra loro esisteva un’ innegabile tensione sessuale; un’attrazione fisica sempre latente, pronta a travolgerli in qualunque momento e, in merito alla questione, Keilani aveva già delle idee ben precise. Tra l’altro non sarebbe stato giusto neppure nei confronti di Manila, cedere al desiderio.

Non che le fosse simpatica, o che le importasse qualcosa di lei, ma il solo fatto di sapere della sua esistenza e del suo rapporto intimo con Spike, frenava ogni impulso di Keilani.

Aveva ancora chiara in mente la scena del Raven, i baci infuocati che i due vampiri si scambiavano, l’amplesso in cui li aveva visti impegnati durante la fusione mentale e la metà di quei ricordi, sarebbe bastata per farla desistere da qualunque slancio verso il biondo oggetto del suo desiderio.

Inoltre, in quei giorni, gli impegni all’ospedale erano più pressanti del solito e la sua innegabile competenza stava dando nell’occhio.

Il primario l’aveva fatta chiamare per chiarire la sua posizione di volontaria... a quanto diceva Phillip, voleva proporgli di lavorare lì, assumendola come medico, ma Kei non aveva documenti attestanti i suoi studi, nè una laurea, nè nulla del genere... come avrebbe potuto?

Pensò di chiedere a Spike.

Chissà? Forse con la stessa facilità con cui le aveva procurato un documento, avrebbe anche potuto farle avere una laurea in medicina... Ma Kei si sentiva a disagio solo all’idea! Stava vivendo una vita falsa... un falso documento, un falso nome, un falso fidanzato!

L’unica cosa reale era Spike e il suo amore per lui ma era anche, purtroppo, l’unica cosa che Kei non poteva vivere fino in fondo!

Quella sera, poco prima che uscisse di casa diretta al Mercy, squillò il cellulare: Bobby!

Ciao bambina. Ho quello che volevi. Vieni da me”

Buonasera Bob. Ora sto andando in ospedale, stacco verso le due... è troppo tardi?”

Va bene. Alle due da me” e chiuse.

Le sembrava di vivere in un vecchio film di spionaggio. La voce di Bobby era contraffatta e quasi sussurrata. Aveva usato pochissime, essenziali parole, come se temesse di essere intercettato o beccato con le mani nel sacco. Insomma, era tutto così strano ed eccitante!

Non sarebbe stata una gita, nè una passeggiata, anzi! Quello che l’attendeva era sicuramente pericoloso ma le sembrò, per un attimo, di essere ancora un ufficiale federale in missione, come quella volta che avevano strappato dalle grinfie dei pirati di Orione un vascello klingon.

Era successo meno di un anno prima, ma a Kei sembrava un secolo!


***

Ebbe il suo bel da fare anche quella notte, ma verso l’una e mezza le cose si calmarono.

Pochi minuti dopo arrivò il vampiro, per la sua dose quotidiana di sangue nero.

Era nervoso e piuttosto irritabile.

Problemi di cuore?” gli chiese sarcastica, con un tono acido che razionalmente non avrebbe voluto usare. E se ne pentì immediatamente quando si accorse, avvicinandosi a lui, che Spike sanguinava dal labbro inferiore ed aveva un evidente livido sullo zigomo sinistro.

Scusa Spike...” disse, sinceramente affranta “Non volevo...”

Tranquilla, non scusarti, non è colpa tua. E’ solo che non è serata dottore. Ho avuto qualche problemino con dei vecchi amici che mi stanno facendo saltare i nervi!”

Mi devo preoccupare? Posso aiutarti in qualche modo?”

Non devi. Sono solo stronzate, questioni di poca importanza, cose mie, che risolverò da solo! Anzi, prepara in fretta il cocktail per me, così me ne vado” disse nervosamente.

Era stato chiaro e categorico, non lasciando a Kei la possibilità di ribattere.

Preparò la miscela di sangue. Nove parti su dieci ormai erano del liquido nero.

Devi andartene subito?” gli chiese.

Perchè?”

Ha chiamato Bobby. Dice se posso passare da lui in nottata... sai il perchè. Pensavo che saresti venuto con me”

Spike riflettè sulle parole di Keilani per qualche secondo “D’accordo. verrò con te... ma non con la mia auto. Puoi procurarti un mezzo?”

Credo di si” Kei avrebbe voluto chiedergli il perchè di tanto nervosismo, ma intuì che non era il caso di fargli ulteriori domande “Bevi il contenuto del bicchiere Spike. Io mi cambio in un attimo e poi andiamo, ok?”

Spike non le rispose ed iniziò a bere il sangue con sguardo torvo e preoccupato.

Quando Kei uscì dallo spogliatoio, pochi minuti più tardi, il biondo vampiro sembrava un pò più rilassato. Aveva scolato il liquido tiepido e la guardava con attenzione.

Ti dona il nero, doc”

Dici?” fece lei sorridendogli un pò civettuola.

Si avvicinò a Spike e si accorse che il taglio sul labbro era quasi, incredibilmente, guarito.

E’... è assurdo! Non ci crederei se non lo stessi vedendo con i miei occhi! Possibile che il mio sangue abbia su di te questo effetto?!”

Spike si toccò il labbro, constatando che la ferita era quasi del tutto rimarginata “Però... è davvero portentoso! Dovrei averne un pò sempre con me! Neppure la strega più dotata sarebbe in grado di preparare una pozione guaritrice tanto potente!”

Immagino che ingerire sangue, su voi vampiri abbia comunque questo effetto rigenerante...”

Si... ma di solito ci vuole molto più tempo! E’ sorprendente anche per me, ti assicuro!”

Beh! Che dire? Se pensi alla reazione che avevi al solo sentire l’odore del mio sangue, fino a qualche mese fa, direi che il successo della terapia disintossicante è totale... anzi! Sopra ogni più rosea previsione!”

E brava la nostra dottoressa! Un altro cliente soddisfatto! Un altro successo della scienza da annotare sul tuo curriculum!” Spike rispose con freddezza e sarcasmo al suo entusiasmo, irritandola non poco.

Sai benissimo che non l’ho fatto per questo! Non ti ritengo un cliente e non mi interessa minimamente annotare il tuo caso tra i miei presunti successi...”

Scommetto che mi stai per appioppare di nuovo la solita cazzata... che stai facendo tutto questo per me, per la nostra grande amicizia e perchè ti senti in debito nei miei confronti! Beh, tienila per te stavolta tesoro. Io conosco il vero motivo per cui l’ hai fatto!”

Le sorrideva di traverso, aspettando che lei gli chiedesse di continuare, ma Kei rimase apparentemente impassibile, guardandolo con aria di sfida e le mani appoggiate sui fianchi.

Spike non si fece scoraggiare e continuò “Tu mi vuoi, mi desideri almeno quanto io desidero te e non potevi sopportare l’idea di dovermi stare lontana. Così ti sei inventata il modo per potermi avere vicino senza rischi, ma non sai che con me si rischia sempre e comunque, tesoro”

Keilani era scioccata. Un turbinio di emozioni pervadeva il suo cuore e il suo cervello. Sentì il sangue salirle al volto e le gambe tremare ma cercò di controllarsi e sembrare fredda “Sei il solito presuntuoso, pallone gonfiato, Spike! L’essere più egocentrico e pieno di sè che abbia mai avuto la sventura di incontrare” ma la sua voce tremava e il vampiro lo percepì chiaramente.

Ma ti senti? Ti stai ascoltando? Vorrei che ti potessi vedere attraverso i miei occhi, così come ti vedo io. Respiri affannosamente, sei arrossita di colpo e tremi come una bambina impaurita... di che cosa hai paura Kei? Di tradire la fiducia del tuo Phillip? Di me? Di quello che potrei dire ancora? Di quello che potrei fare? Di questo?” e così dicendo, la afferrò per un braccio, attirandola a sè e stampandole un bacio in bocca.

Keilani tentò di divincolarsi, voltandosi di lato, ma Spike serrò le dita attorno al suo braccio e con l’altra mano le prese il viso, facendola di nuovo girare verso di lui “Non farlo Kei, non fuggire da me” le sussurrò con implorante dolcezza.

La guardava così intensamente, da farla sentire priva di difese. Sembrava che le potesse leggere dentro, che sentisse ogni suo pensiero, ogni sua pulsione.

Si rese conto di non poter più ingannare lui, nè tanto meno sè stessa. Era a pochi centimetri da quello che desiderava di più al mondo. Le sarebbe bastato allungare la mano ed afferrare il dono che Spike le stava offrendo...

Non voglio fuggire Spike... non più” mormorò appena.

Le due bocche socchiuse si unirono in un dolcissimo bacio, lieve e tenero.

Ed a quel bacio ne seguì un altro ed un altro ancora, ed ogni bacio era più intenso e più sensuale del precedente.

Keilani chiuse gli occhi, strinse le braccia attorno alle spalle di lui e si abbandonò a quella stupenda sensazione di beatitudine che aveva già conosciuto mesi prima.

Nessuno l’aveva mai baciata così.

Tutta la sua vita era stata un lungo viaggio ma ogni bacio di Spike era come un giro completo della Galassia alla massima curvatura e lei non voleva assolutamente perdersi neppure un parsec di quel giro meraviglioso.

Le sembrava di essere sospesa a mezz’aria, avvolta da una luce calda e vibrante. Ogni fibra del suo corpo era protesa verso lui, avida di assaporarlo fino in fondo, desiderosa di fermare nel tempo quel momento perfetto.

*Tempo... fermati! Fermati in questo preciso istante! Questo deve essere di certo il paradiso ed io voglio restare qui... per sempre!*

Aprì gli occhi, continuando a baciarlo e a farsi baciare. Il suo volto pallido era così vicino da apparirle sfocato. Prese il viso di lui tra le mani calde, allontanandolo appena da sè per poterlo mettere a fuoco. Voleva imprimersi in mente ogni dettaglio del suo amato vampiro: gli zigomi alti e pronunciati, il profondo blu degli occhi, le lunghe ciglia folte, le sopracciglia scurissime, la cicatrice che solcava il sopracciglio sinistro e quella bocca perfetta e le sue labbra umide e sensuali che anelavano altri baci infuocati.

Lo guardò intensamente per alcuni istanti, col sangue che le pulsava furiosamente nelle vene, poi si accostò di nuovo a lui e riprese a baciarlo con passione.

D’un tratto, una giovane infermiera con i capelli scuri entrò nel piccolo laboratorio.

Ohh! Kei! Non sapevo... non volevo... scusate ma io...”

Keilani si sentì riportare bruscamente alla realtà “Beth! Ciao... ehm... scusa tu... stavamo parlando e... beh... sai...” si sentiva impacciata e ridicola a doversi giustificare in quel modo e decise, in una frazione di secondo, che in realtà non doveva assolutamente giustificarsi di nulla e con nessuno, quindi riprese più risoluta “Ti presento... William! E’ il mio ragazzo!”

Si, lo avevo intuito” disse la giovane con un lieve sorriso “Credevo fossi già andata a casa... dovevo solo sistemare queste due cartelle nello schedario... ma se vuoi ripasso più tardi!” e strizzò loro l’occhio in segno di tacita complicità.

Keilani si rese conto di non aver ancora staccato le braccia dal corpo di Spike.

Gli rivolse uno sguardo d’intesa e, allontanandosi da lui disse “No, tranquilla, fai pure. Io e... William ce ne stavamo andando, vero amore?” lo afferrò per una mano e si diresse con lui verso l’uscita “Buonanotte Beth, a domani”.

Scesero senza parlare verso il piano seminterrato, dove erano i garages.

Ci sono alcune auto che usiamo qui in ospedale per consegne o commissioni” e salirono su una di quelle, Spike alla guida.

Percorsero buona parte del tragitto che li separava da Clay Street in assoluto silenzio.

Spike era di nuovo teso e preoccupato.

Perchè mi hai chiamato William?” le chiese brusco, senza staccare gli occhi dalla strada.

Non lo so... è stato istintivo. L’ho fatto senza rifletterci... ti ha dato fastidio?”

Forse. Nessuno mi chiama così da tanto...”

Ma è il tuo nome!”

Non più”

Beh, scusa! Mi sembrava meglio di Spike e poi non credevo di irritarti fino a questo punto” gli disse, accentuando esageratamente la nota acida nella sua voce.

Spike reagì con la stessa aggressività “Invece mi hai irritato eccome! Ti consiglio di non farlo mai più!”

Ehi! Datti una calmata! Se hai dei problemi, vai a cercare i tuoi amici e risolvili con loro!”

Ti ho già detto di non ficcare il naso in cose che non ti riguardano! Non sono affari tuoi e non devono esserlo, chiaro?”

Stavano gridando entrambi.

A Keilani non sembrava vero che solo pochi minuti prima si stessero baciando con tanto ardore e che ora litigassero così.

Era furiosa con se stessa per aver perso la pazienza ed aver alzato la voce ma era anche molto preoccupata per Spike. Non lo aveva mai visto tanto nervoso e questo le fece sospettare che la questione con quei presunti amici non fosse una cosa di poco conto come lui voleva farle credere. Ma sapeva anche che non era una buona idea insistere su quell’argomento, nè fargli altre domande quindi aggiunse, cercando di assumere un tono più pacato “Scusa. Scusa se ti ho presentato come William e scusa se ti sono sembrata impicciona ed invadente. Evidentemente stasera non ne faccio una giusta!”

Aveva di nuovo un atteggiamento caustico e sprezzante... era più forte di lei!

Evidentemente!” ripetè nervosamente Spike.

Rimasero in silenzio per il resto del tragitto, finchè il vampiro parcheggiò l’auto in uno stretto vicolo.

Non siamo in Clay Street. Te ne sei accorto, vero?”

Spike non le rispose. Le fece solo cenno di tacere, avvicinandosi l’indice destro alle labbra ed indirizzandole uno sguardo severo.

Scrutava i dintorni con circospezione, camminando velocemente ed esortando Kei a fare lo stesso; trasaliva ad ogni rumore strano e si guardava continuamente alle spalle, come se temesse di essere seguito.

Percorsero silenziosamente un paio di stradine buie, per poi trovarsi in Clay Street, a pochi passi dal portone di Bobby “The Mouse” Brown.

Spike aveva le chiavi. Entrarono immediatamente senza bisogno di bussare e subito il vampiro tirò giù la pesante serranda metallica, chiudendola fino a terra.

Bobby emerse dal retro nello stesso istante.

Buonasera ragazzi! Dovrei dire buongiorno a dire la verità... sono le tre passate!”

Salve Bob” lo salutò cortesemente Kei, rivolgendogli un sorriso amichevole “Scusi l’ora ma...”

Allora? Vogliamo arrivare al punto o passare tutta la notte a fare chiacchiere idiote?” li interruppe bruscamente Spike “Ce l’hai o no questo piano? Se siamo qui, suppongo che la risposta sia si... beh, allora parla e sii chiaro e stringato, vecchio”

Spike!” reagì immediatamente Kei, con una certa foga “Sei...”

Non ti preoccupare cara” la tranquillizzò Bobby “Sono abituato al caratteraccio del nostro amico e non mi fa più nessun effetto l’ aggressività che a volte ostenta. So che fa parte di lui” sorrise appena guardando il vampiro, che per tutta risposta gli rivolse un ruggito sommesso ed uno sguardo torvo.

Ok, giovani! Liberate quel tavolo dalle cianfrusaglie. Io vado di là a prendere il materiale” e Bobby sparì di nuovo dalla porticina che dava sul retro.

Spike si spostò verso il fondo della stanza, incrociò le braccia sul petto ed appoggiò le spalle al muro “Beh? Che aspetti dottore? Non hai sentito il vecchio? C’è da liberare il tavolo!”

Keilani aprì la bocca per rispondergli a tono, ma decise di tacere ed iniziò a togliere fogli e oggetti dal ripiano che Bob aveva indicato, brontolando tra sè “Razza di maleducato, incivile, cafone, rozzo e ignorante, figlio di...”

No, no, no! Non va bene così, amore” iniziò a muoversi verso di lei, avanzando con andatura felina, le mani in tasca e un’ espressione indecifrabile, a metà tra l’angelico e il satanico “Non è bello sentir uscire tante volgarità e imprecazioni da quelle dolci labbra” continuava ad avvicinarsi lentamente, mentre Kei armeggiava attorno al tavolo, sforzandosi di non guardarlo.

Era ormai a pochi centimetri da Keilani “Dovresti usarle per altre cose, doc. Ne ho molte in mente e, se vuoi, potrei farti alcuni esempi interessanti!” le disse con voce mormorata e sensuale.

Kei si girò verso di lui. Era indignata, quasi furiosa, ma appena i loro sguardi si incontrarono, tutta la sua rabbia svanì d’un tratto, per lasciare il posto a quelle sensazioni che ormai conosceva bene... eccitazione, respiro ansimante e brividi lungo la schiena.

La forza di reagire le mancava del tutto. Riusciva solo a pensare alla bocca del vampiro che si avvicinava sempre di più alla sua; non era capace di staccare gli occhi dalle sue labbra socchiuse ed ogni istante che la separava da quando lui l’avrebbe baciata, le sembrava lungo un’eternità.

Spike sapeva bene come giocare a questo gioco, ne conosceva ogni regola. Si avvicinò a lei tanto da sfiorarle il volto con il suo, annusandola e penetrandola con lo sguardo. Godeva della sua eccitazione, di ogni suo sospiro, di ogni suo sussulto e continuava a fissarla sorridendole, tenendola sospesa su una corda tesa a cento metri dal suolo.

Keilani si sentiva come un assetato davanti ad un bicchiere di acqua fresca e cristallina... sapeva che non avrebbe potuto resistere!

Così fu lei a prendere l’iniziativa, con somma soddisfazione del vampiro, immaginò.

Per la seconda volta quella notte, le loro labbra si unirono.

L’aveva paragonata ad un topolino una volta, ed era così che Keilani si sentiva. Un topo in trappola tra le grinfie di un gatto che non aveva affatto fame, ma che voleva solo giocare e divertirsi con lei.

Era perfettamente consapevole che il gioco era pericoloso, che si sarebbe fatta male, che avrebbe sofferto, ma non si sarebbe sottratta a quella dolce tortura per nulla al mondo.

Lo baciò con trasporto, allacciando le proprie dita dietro alla sua nuca.

Spike si lasciò baciare, senza arretrare ma anche senza reagire nè rispondere al bacio e continuò a fissarla provocante.

Kei, si staccò un attimo, guardandolo con aria incredula ed interrogativa “Che c’è?”

Sento il tuo desiderio dottore, mi vuoi come non hai mai voluto nessun altro uomo. Mi stai baciando con tutta la tua passione e questo mi piace molto, sai? Ma voglio sentirtelo dire, amore. Se mi vuoi davvero, se vuoi i miei baci, se vuoi il mio fuoco, devi dirmelo”

Vuoi questo da me? Vuoi che ti preghi? Che ti implori? Che mi umili per avere un bacio?” chiese lei con voce roca.

Lui non rispose. Continuava a sfiorare il viso di lei con le sue labbra semi aperte e Keilani si sentiva impazzire “Sei un bastardo, Spike!” disse tra i sospiri “Ed io ti desidero! Come non ho mai desiderato nessun altro uomo prima d’ora. Baciami, ti prego! Baciami Sp...”

Il suo nome le morì in bocca. Le labbra di lui erano sulle sue, la sua lingua le riempiva la bocca, i suoi baci la estasiavano e la facevano fremere di piacere.

Tutto il resto non esisteva più. C’erano solo loro due ed il fuoco inestinguibile che li univa e li consumava. Finchè...

Ehm, ehm” tossicchiò Bob rientrando “Ehm, ehm” di nuovo.

Keilani trasalì sentendolo e si staccò da Spike con aria imbarazzata.

Bobby li guardava sorridendo “Non volevo interrompervi ragazzi, ma sono già le tre e mezza e di lavoro da fare ne abbiamo ancora parecchio...”

Spike si passò due dita sulle labbra. Poi le mise in bocca e le succhiò, una dopo l’altra, gustandone il sapore fino in fondo “Sai Bob, la signora qui non riesce proprio a controllarsi. Non perde occasione per saltarmi addosso...” disse sprezzante, con un sorrisetto tronfio e soddisfatto stampato in faccia.

Keilani si sentì quasi mancare il respiro dalla rabbia. Era pronta ad aggredirlo fisicamente, quando Bob si mise tra loro “Sentite! Siamo qui ed abbiamo un piano da studiare. Sarà complesso e piuttosto pericoloso, ve lo garantisco. Quindi ora smettetela e rimandate a dopo le vostre effusioni e le vostre liti, ok?” e così dicendo appoggiò dei fogli sul tavolo.

Dunque. Si tratterà di introdursi nella base aeronavale di Alameda. Questa è la foto satellitare del complesso. Non è più operativa da almeno dieci anni, quindi le strutture sono fatiscenti e molto meno sicure di un tempo. Non ci sono allarmi collegati alla recinzione ed anche le sentinelle di guardia al perimetro sono in numero ridotto. Sarà facile introdurvisi, attraverso la rete metallica del lato nord... qui!” disse indicando un punto sulla mappa “Da qualche giorno è attraccato un vecchio sottomarino atomico di Classe Los Angeles. E’ anch’esso in disuso, ma ha una camera di fusione funzionante, su cui alcuni scienziati stanno conducendo dei test di accensione. Tutto chiaro fin qui?” e guardò i due giovani attendendo un cenno di assenzo.

Bene. Il bestione si chiama Sea Wolf ed è attraccato al molo tredici” indicò la posizione del molo sulla mappa ed aprì altri fogli, dove erano disegnati gli schemi del sottomarino, in pianta ed in sezione verticale.

Ci sono due portelli d’entrata, voi userete questo e scendere fino al livello della sala macchine, qui. Percorrerete il corridoio C, fino alla scala che vi porterà alla camera del reattore, eccola!” e vi appose una croce con il pennarello rosso che aveva in mano “Non so se avrai la mezz’ora che ti serve, Kei. Dipenderà dalla vostra abilità nel non farvi scoprire subito... capito Spike?”

Bobby conosceva bene l’irruenza e l’impulsività del vampiro e temeva che potesse causare più guai del dovuto, in un’ azione tanto delicata.

Spike lo guardò di traverso, senza rispondergli.

Avevo detto a Kei che avreste dovuto essere almeno in tre, ma credo che quattro sarebbe ancora meglio. Hai degli uomini fidati Spike?”

Alla squadra penso io” rispose il giovane “Quante guardie dovremo affrontare?”

Una sentinella pattuglia il perimetro nord, altre tre girano per l’area, ma ci sono mezzi parcheggiati, casse e containers dietro cui nascondervi. E poi avrete un jolly da giocare... Insomma, dovreste arrivare al Sea Wolf senza alcun problema”

E nel sottomatino?” chiese Keilani.

Secondo le mie informazioni dovrebbe esserci un sott’ufficiale al comando del corpo di guardia, cinque o sei sentinelle armate sparse tra i vari livelli e tre scienziati nella zona del reattore... anche se credo che i tre capoccioni siano lì solo di giorno”

Keilani osservò attentamente la mappa satellitare e i disegni del sottomarino per alcuni secondi “Quando agiremo?”

Dopodomani notte” rispose Bob “Una delle sentinelle del turno di venerdì è il jolly di cui vi parlavo prima, una mia vecchia conoscenza, uno che mi deve un favore. All’una in punto, creerà un diversivo, qualcosa che farà accorrere tutti in un luogo preciso, lontano dal lato nord della recinzione, dandovi l’opportunità di entrare indisturbati. Il resto è nelle vostre mani...ah! Dimenticavo il meglio!”

Bob sparì di nuovo nel retro del locale, lasciandoli nuovamente da soli.

Kei si sforzò di non guardare nella sua direzione. Aveva la percezione nitida dei suoi occhi blu puntati addosso e le sembrava pure di vedere quel sorriso provocante sulle sue labbra.

Come aveva potuto baciarla così e poi prendersi gioco di lei con tanta crudeltà?

Quel suo modo di fare così scostante ed imprevedibile la rendeva furiosa e la faceva soffrire. E allo stesso tempo le faceva desiderare ancora di più di essere di nuovo tra le sue braccia.

Si sentiva stregata, come se un incantesimo la legasse a quella creatura misteriosa e meravigliosa che era Spike. Le batteva il cuore all’impazzata, tanto che il sangue le faceva battere le tempie *Ora si avvicinerà a me e mi bacerà ancora ed io mi scioglierò come la cera di una candela accesa e non potrò oppormi a lui... non vorrò oppormi! Oh, Spike! Amore mio, avvicinati... ti prego*

Ma il vampiro rimase fermo dall’altro lato della stanza.

La stava facendo impazzire. La accendeva di desiderio, svegliava la sua passione, la eccitava in modo incredibile... ed ora che stava facendo? Perchè non era lì, tra le sue braccia? Perchè non la stava baciando di nuovo?

*Lui lo sa! Sa che lo desidero e che lo aspetto e gioca con me! Sta sicuramente ridendo di me! Ti diverti vero a tenermi sulla corda? Mi hai dimostrato che non posso resisterti... bravo! Ma tu puoi resistere a me?*

Keilani si girò e cominciò a camminare verso di lui.

Non si era sbagliata... il sorriso provocante e strafottente c’era!

Ma, ad ogni suo passo nella direzione di Spike, quell’espressione cambiava.

Lo guardava dritto negli occhi e si avvicinava a lui morbida e seducente, con le labbra appena socchiuse.

Ora il sorrisetto era del tutto svanito e l’espressione del vampiro era di puro desiderio.

Keilani lo raggiunse. Era seduto su un alto sgabello.

Si accostò a lui, allargandogli appena le ginocchia ed insinuandosi tra le sue gambe muscolose.

Gli infilò le mani sotto la giacca, cingendogli la vita ed alzò il viso per avvicinare la bocca alla sua. Spike si protese verso di lei, aprendo le labbra e pregustando con soddisfrazione l’attimo successivo, fiero di averla del tutto soggiogata a sè.

Ahh! Che diavolo...? Mi hai morso, strega!”

Il labbro inferiore del vampiro sanguinava. Keilani si scostò bruscamente, tanto da far barcollare lo sgabello su cui lui era seduto.

A quanto pare, la signora riesce tranquillamente a controllarsi!” gli disse sarcastica.

La guardò come se la vedesse per la prima volta e poi... scoppiò a ridere. Dopo un primo momento di sorpresa per la sua reazione, anche Keilani rise, appoggiandosi con le spalle al muro.

Bene, bene! Prima vi baciate, poi vi aggredite ed ora ridete insieme! I giovani... beato chi li capisce! Ecco un regalo del vecchio zio Bobby” e porse loro una sacca con alcuni capi di vestiario militari “Vedete di usarli al meglio! Ed ora levatevi dai piedi! Un uomo alla mia età ha bisogno di riposo!”

Kei raccolse i fogli, li arrotolò fissandoli con un elastico, prese la borsa con i vestiti ed abbracciò Bobby, baciandolo sulla guancia “Grazie” gli disse sorridendo.

Bob, usciamo dal retro” disse invece Spike, assumendo nuovamente un’espressione tesa e nervosa.

Percorsero furtivamente i vicoli fino all’auto.

Gli abiti li prendo io” disse lui “Tu sai tornare a casa?”

Certo! Perchè tu non vieni?” Keilani era sorpresa e preoccupata.

No! Ci vediamo domani in ospedale” e così dicendo, sparì velocemente nel buio della notte.

31. PASSIONE

Sentiva ancora il sapore del suo sangue in bocca.

Ma cosa stava succedendo a Spike? Perchè era tanto nervoso? Chi e che cosa lo rendeva così preoccupato e guardingo? E perchè, l’aveva baciata?

In realtà era quella la domanda che più delle altre le martellava il cervello.

Si era solo voluto togliere una voglia? Aveva forse troncato con Manila? O era semplicemente attratto da lei e voleva spassarsela un pò?

*Magari si è accorto di amarmi e di non poter più fare a meno di me! Seee... Ti piacerebbe eh? Piccola stupida illusa! E se invece fosse davvero così? Mi farà impazzire... lo so! Ma almeno l’ho messo al suo posto... eh già! La meritava proprio una bella lezione... ma ho perso l’occasione di baciarlo una volta ancora! Perchè? Per una stupida rivalsa psicologica? Per dimostrargli qualcosa? No, no! Invece ho fatto bene! Credo... Ahhh... povera me!*

Non chiuse occhio per tutto il resto della notte, riuscendo ad appisolarsi solo alle prime luci dell’alba.


***

La giornata successiva fu un totale disastro.

Keilani era completamente sottosopra... per tutto quello che era successo la notte prima e per quello che sapeva sarebbe successo la notte seguente.

E poi c’era il ricordo dei baci di Spike, la sensazione ancora straordinariamente vivida del contatto con la sua bocca morbida, brutale e dolcissima, l’immagine del sottomarino nucleare attraccato al molo tredici, le sentinelle con cui si sarebbero dovuti battere, la ferma intenzione di non fare del male a nessuno, la consapevolezza di doversi comunque difendere... e i baci di Spike... il sapore di Spike... le labbra di Spike!

Un’emicrania terribile e martellante la perseguitò per tutto il giorno.

I conti della cassa continuavano a non tornare tutti le sembravano ostili e le davano sui nervi.

Che ti prende oggi? Hai la luna di traverso Kei?” le chiese Lisa con un mezzo sorriso, dissimulando appena una certa preoccupazione.

No, scusa. E’ che è proprio una giornataccia. Ho un impegno domani che mi preoccupa e sto quasi pensando che forse avrei potuto farne a meno”

In realtà non poteva davvero evitare quella rischiosa incursione alla base di Alameda.

Assieme al phaser, si erano quasi del tutto scaricate anche le batterie del radiofaro e di certo non avrebbe potuto fare a meno dell’impianto di trasmissione.

Non aveva ancora preso una decisione definitiva sul da farsi ma, sia che fosse tornata alla sua vita, sia che avesse deciso di rimanere lì, il suo Capitano meritava di saperlo... aveva tutti i diritti di conoscere i motivi della sua scelta. Qualunque essa fosse.

Fu fredda e distaccata anche con la sua amica e continuò a non riuscire a concentrarsi fino a quando il suo turno al negozio non fu concluso.

Se la stessa agitazione le fosse rimasta addosso anche in ospedale... beh! Lì si che ci sarebbero stati dei seri problemi!

Lo squillo del cellulare che le aveva dato Spike, non contribuì di certo a calmarla.

*E’ Bobby! Ci sarà qualche problema... non se ne farà più nulla... forse ci hanno scoperto... lo sapevo! Me lo sentivo... maledizione!* Pensieri ed ipotesi a cascata si moltiplicavano frenetici nel suo cervello, facendola agitare ancora di più, ma quando sentì la voce all’altro capo del telefono, il suo cuore ebbe addirittura un tuffo.

Ciao, Doc”

Spike! Sei... sei tu?”

Spike?! E chi sarebbe questo Spike?”

Stupido! Credevo fosse Bobby... mi aspettavo problemi o cambi di programma”

Nessun problema nè modifiche al piano. Dobbiamo solo mettere a punto qualche dettaglio, non credi?”

Si. Infatti ci avevo pensato anche io. Porterò le mappe con me in ospedale più tardi. C’è un ufficio vuoto al quinto piano dove potremo parlare indisturbati. Sarebbe il caso che venissero anche gli altri due membri della squadra”

No! Loro non ci saranno”

E come faranno a conoscere il piano?”

Non c’è bisogno che sappiano i dettagli. Loro resteranno fuori, nel piazzale, a proteggerci le spalle. Solo io e te entreremo. Non ti preoccupare... a loro due penso io”

Sicuro che funzionerà?”

Mmhh... ti sento nervosetta Ufficiale della Flotta Stellare! Dove è finito il sangue freddo del Tenente Keilani?”

Non sono affatto nervosa!”

Ah!Ah!Ah!” rise Spike “Raccontala a qualcun’altro, bambina!”

Sei tremendo... allora, ci vediamo più tardi al Mercy”

Verrò verso le tre” e Spike interruppe la comunicazione.


***

Arrivò poco prima delle tre e mezza.

Non fu un problema per lei dato che quella notte, come tutte le altre, gli impegni del pronto soccorso sembravano non finire mai.

Fu un turno particolarmente duro. C’era stata una sparatoria tra bande rivali in un bar poco distante e Keilani aveva visto morire tre ragazzi giovanissimi sotto i propri occhi.

Si sentiva frustrata ed impotente. Con i mezzi che aveva sull’ Arcadia, li avrebbe certamente potuti salvare tutti... ma la medicina del 2051 era ancora così poco evoluta.

Il nervosismo e l’agitazione delle ore precedenti, lasciarono spazio ad una rabbia quasi incontenibile che parve diminuire un poco, solo quando Kei lo vide avanzare lungo il corridoio.

Ciao. Ti scaldo subito il sangue, così poi andiamo di sopra...”

Lo precedette all’interno del solito laboratorio.

Spike era taciturno e pensieroso...

Ancora problemi con quegli amici?”

Alzò per un attimo lo sguardo su di lei, senza risponderle.

Keilani capì che non era il caso di continuare su quell’argomento. Terminò di preparare la miscela, la riscaldò e gliela porse “E’ quasi pura al 100%... bevi”

Suonò il suo cercapersone “Devo andare... questione di un attimo, tranquillo. Sarò subito da te. Anzi! facciamo così: ci vediamo nell’atrio del quinto piano. Prendi l’ascensore in fondo al corridoio... ti aspetto lì”

Lo guardò prima di uscire, sperando finalmente in una sua parola... che non arrivò.

*Che diavolo gli prende? Ora si è inventato sta cosa di non parlare! Temo che abbia dei problemi ben più gravi di quanto non ammetta... mi fa disperare e sono così in ansia per lui da starne male anche io! E quello che mi fa impazzire è che non ne voglia parlare con me! Certo, probabilmente non potrei fare nulla... ma mi fa così male vederlo tanto nervoso, teso e preoccupato!*

Meno di un quarto d’ora più tardi Keilani, con i fogli di Bobby sotto il braccio, attraversava l’atrio del quinto piano.

Era il reparto di chimica e ricerca ed era praticamente deserto di notte.

Spike era seduto in una delle poltrone rosse che arredavano la sala d’ingresso.

Andiamo in quell’ufficio là in fondo” gli disse facendogli cenno di seguirla “E’ del Dottor Brooks, uno dei nostri ricercatori, che ora è in ferie. Mi conosce e sa della mia passione per questo settore della medicina, così mi ha lasciato le chiavi del suo ufficio... si fida di me evidentemente” disse sorridendogli e strizzando l’occhio, mentre apriva la porta.

Speriamo di potercene stare tranquilli” continuò Keilani chiudendosela alle spalle “Dovremmo essere solo noi al piano, quindi non rischiamo interruzioni indiscrete. Dunque...” si guardò intorno, poi aprì i fogli sulla scrivania al centro della stanza “Rivediamo un attimo insieme i punti salienti...”

Spike si stava avvicinando.

Keilani percepì insolite vibrazioni provenire da lui. Era ancora silenzioso e la fissava. Aveva un’espressione strana, diversa da ogni altra che avesse visto finora sul suo viso. Arrivò a pochissimi centimetri da lei e le infilò la mano nella tasca destra del camice azzurro. Ne estrasse la chiave dell’ufficio, andò alla porta e diede due mandate.

Si... hai fatto bene... così siamo più tranquilli...” Kei cercava disperatamente di non pensare a cosa stesse succedendo, fingendo di non capire cosa lui avesse in mente, continuando a guardare quei fogli senza vederli affatto, deglutendo rumorosamente e respirando a malapena.

Era con le mani appoggiate al tavolo, gli occhi fissi sul disegno che le appariva sfocato e senza senso.

Lui la avvicinò da dietro, sovrastandola con la sua altezza, poggiando le proprie mani su quelle di lei ed il suo petto muscoloso alla sua schiena.

Il... il lato nord... la recinzione...” Keilani balbettò alcune parole sconnesse, tremando.

Spike chinò il capo su di lei e cominciò a baciarle il collo, proprio nello stesso punto dove mesi prima l’aveva morsa brutalmente. Era delicato e dolcissimo. Il tocco lieve delle sue labbra fredde e umide la fece trasalire ed emise un debole, mormorato sospiro.

Spike... ti prego non...”

Scchh... non parlare” sussurrò il vampiro con un filo di voce.

I baci del giovane si fecero pian piano più intensi. Ora stava leccando il suo collo esposto e caldo... ora il suo piccolo, grazioso orecchio a punta ed intanto continuava a spingerla contro il bordo della scrivania, muovendosi sensualmente alle sue spalle.

Iniziò a sbottonarle lentamente il camice, sotto al quale Keilani indossava solo la biancheria intima.

Era come se la toccasse per la prima volta, rendendola preda delle più incredibili emozioni. Keilani teneva gli occhi socchiusi e sospirava ad ogni suo tocco sapiente, assecondando il suo muoversi ondeggiante. Sentiva chiaramente l’eccitazione del vampiro premuta contro di sè e la percezione del suo sesso turgido la riempiva di desiderio.

Spike sfiorò la pelle liscia del suo ventre, facendo scorrere le dita lungo il bordo degli slip.

Le sue mani erano gelide, ma a Keilani sembravano fiamme infuocate, tanto era il calore che sapevano donarle.

Sei splendida Kei. La tua pelle è così morbida e profumata... mi fai impazzire”

Le circondò la vita con il braccio e con un leggero movimento, la fece girare verso sè.

La guardò per un lungo attimo intensamente negli occhi, poi spostò lo sguardo sul suo corpo seminudo. La accarezzò delicatamente, soffermandosi prima sulla sua gola, poi sulla curva generosa dei suoi seni, sul suo morbido ventre, sulle sue cosce tornite e candide “Sei bellissima...” le disse con voce roca ed eccitata.

Spike... ti prego... non giocare con me. Forse è solo il fatto che hai appena bevuto quel sangue... forse era troppo caldo... non riesci a controllarti... ” ansimò Keliani.

Lui si avvicinò al suo volto e le baciò le labbra con infinita tenerezza “Non voglio giocare, Kei. Non è più tempo di giocare. Si, forse è vero che non riesco a controllarmi, ma non l’ho toccato quel bicchiere stanotte. E’ ancora sul tavolo del tuo laboratorio, pieno fino all’orlo. Se sono qui è solo perchè ti voglio con tutto me stesso e non riuscirò neanche per un altro secondo a resistere al desiderio di averti... ma dimmi che per te non è lo stesso e me ne andrò immediatamente”

Fu Kei allora a baciarlo e quel bacio fu decisamente più sensuale del precedente “Se te ne andassi ora Spike, ne morirei. Ti voglio anch’io... lo sai. L’ hai sempre saputo” e lo baciò di nuovo, con tutta la passione di cui era capace.

Spike, con un gesto deciso della mano, gettò in terra i pochi oggetti che ingombravano la scrivania, poi afferrò la ragazza per la vita e la sollevò fino a farvela sedere.

Keilani aprì le gambe attirandolo a sè. Con mani tremanti, scese lungo il suo petto e gli slacciò la cintura dei jeans. Poi lo baciò ancora intensamente, continuando a guardarlo negli occhi, mentre apriva la lampo dei pantaloni di lui che, sotto, non indossava nient’altro. Il tocco delle sue mani calde lo fece fremere e Spike emise un forte gemito. La attrasse a sè, facendola stendere sul ripiano di legno del tavolo e si chinò su di lei. La giovane circondò i suoi fianchi con le proprie gambe, incrociando i piedi dietro alla sua schiena, in modo da farlo avvicinare ancora di più e Spike la prese, entrando in lei con una lenta, prolungata, dolcissima spinta.

I due amanti rimasero immobili per un tempo indefinito, perduti l’uno negli occhi dell’altro, estasiati dal reciproco possedersi, godendo immensamente del proprio e dell’altrui piacere, nutrendosi di quel momento perfetto.

Non era solo sesso, c’era dell’altro. Qualcosa di più intenso, di più importante, di molto più profondo. Miriadi di emozioni e sentimenti fluivano tra loro e per la prima volta, da quando si era innamorata di lui, Keilani si sentì corrisposta, contraccambiata... quell’ incommensurabile sensazione di felicità e di completezza le riempì gli occhi di lacrime.

Ti sto facendo male?” le chiese lui in un sussurro, baciandole le guance umide di pianto.

Kei non gli rispose ma attirò le sue labbra a sè. Fu un bacio lunghissimo, intenso e appassionato. Fu come respirarsi il cuore e l’anima in bocca poco a poco e trassero da quel bacio un’esaltazione tale che tutti i loro sensi si acuìrono, eccitandoli al di là di ogni limite.

Iniziarono a muoversi all’unisono, lentamente, senza smettere di baciarsi e più quei baci divenivano sensuali e lascivi, più i loro movimenti acceleravano, finchè Keilani dovette aggrapparsi con entrambe le mani al bordo della scrivania, per non finire in terra.

Oh Spike... non smettere amore mio... anche se sento che sto per morire...”

Non stai per morire, amore. Stai per venire...”

Un brivido la percorse tutta, scuotendola e trascinandola nell’orgasmo più potente ed incredibile che avesse mai provato nella sua intera vita.

Ma il vampiro non era ancora sazio di lei.

Le sfilò l’uniforme azzurra che Keilani ancora indossava, la prese in braccio e la adagiò delicatamente a terra, stendendosi su di lei e penetrandola ancora, con dolcezza mista ad irruenza, unendo le due cose come solo lui sapeva fare.

La potenza e la carica sensuale di colui che la stava amando, erano senza pari ed il piacere e l’estasi che sapeva donarle erano la cosa più meravigliosa ed appagante che avesse mai condiviso con un uomo!

Lo fecero ancora ed ancora, liberandosi ogni volta di un indumento in più, spingendosi ogni volta più oltre, sperimentando nuove posizioni e nuove sensazioni, servendosi di ogni arredamento e di ogni oggetto presente nella stanza.

Fu un esperienza unica e nuova per Keilani, che non aveva mai vissuto il sesso in modo così completo, selvaggio e disinibito.

Ma fu così speciale solo perchè con lei c’era Spike!

Lui l’aveva guidata in quel cammino di travolgente passione, le aveva fatto ed insegnato cose nuove che Keilani non aveva mai lontanamente immaginato, aveva scoperto in lei zone erogene che lei stessa neppure sapeva di avere, le aveva fatto provare sensazioni incredibili... e le aveva toccato il cuore.

Era sfinita... felice, appagata, indolenzita, soddisfatta e più innamorata che mai.

Già prima di quella notte sapeva di amarlo tantissimo, ma ora... ora che aveva condiviso con lui tutto quello, quell’intimità, quella felicità, quell’estasi... ora era certa che non avrebbe più potuto sopravvivere senza di lui.

Le era necessario e indispensabile come l’aria che respirava; era il suo unico, immenso, infinito amore. Era così felice da sentire quasi dolore al petto. Come poteva un piccolo cuore come il suo contenere e racchiudere in sè tanta felicità?

Spike giaceva al suo fianco, gli occhi chiusi.

Erano stesi in terra, più o meno coperti dal lungo cappotto di lui, nudi ed abbracciati.

Doveva essere già giorno... dalle tapparelle abbassate filtrava appena la luce del sole e nel corridoio di fuori, si sentivano voci e rumori... ma a Keilani non interessava affatto. Sarebbe rimasta lì, distesa tra le sue braccia possenti per sempre. Non le sarebbe importato neppure se fosse entrato qualcuno e li avesse sorpresi. No! Per lei contava solo Spike e quello che c’era tra loro... non esisteva nient’altro... nient’altro aveva importanza!

Buongiorno” le disse lui baciandola dolcemente sulla fronte.

Buongiorno... a proposito... è giorno!”

E...?”

Come uscirai?”

Per il momento, non ho alcuna intenzione di uscire... non ho ancora finito con te, doc!”

Neppure io ho finito con te, vampiro” gli sorrise Kei, baciandolo dolcemente sulle labbra “Ma dobbiamo proprio andarcene da qui. Alle nove passano quelli delle pulizie!”

E adesso che ore sono?”

Keilani guardò l’orologio che la sera prima era sulla scrivania e che ora era poco lontano da lì, gettato in terra “Sono le... OTTO E UN QUARTO! E’... è tardissimo Spike!”

Non è poi così tardi, amore...” Spike la afferrò per i fianchi, la fece salire a cavalcioni su di sè e di nuovo fu sua e fu ancora stupendo, unico, incredibile, appagante e grandioso!

Si rivestirono in fretta... ripresero le mappe che erano sparse per l’ufficio, cercarono di rimettere al loro posto alcuni mobili ed alcuni oggetti ma, per quanto facessero, la stanza sembrava comunque essere stata investita da un ciclone.

Uscirono nel corridoio proprio mentre la squadra delle pulizie entrava dall’ascensore di servizio.

Ti chiamo più tardi” le disse lui. La spinse contro il muro e la baciò con passione, strappando sorrisetti e mormorii divertiti agli inservienti, poi si allontanò con passo veloce, sparendo giù per il vano scale.

Kei sentiva ogni centimetro del suo corpo ammaccato e indolenzito ma ogni singolo livido le ricordava la passione della notte appena trascorsa, aumentando la sensazione di estasi da cui era completamente pervasa. Sorridendo e canticchiando felice, si avviò verso l’atrio.


32. ALAMEDA

Keilani scese al piano terra. Doveva comunicare al suo caposervizio che la notte successiva avrebbe dovuto saltare il turno.

Se avesse avuto un pò di sale in zucca, sarebbe corsa a casa per cercare di dormire qualche ora, visto quello che l’aspettava. Invece era talmente felice ed eccitata, per la meravigliosa notte d’amore appena trascorsa tra le braccia di Spike, che di dormire non ne aveva davvero alcuna voglia.

Sistemò le cose con il capo del personale e si diresse verso il laboratorio per cambiarsi.

Kei?” si sentì chiamare da una voce che conosceva bene.

Phillip! Ciao... è incredibile lavorare nello stesso posto e non incontrarsi per tanto tempo!”

Lui la raggiunse correndo lungo il corridoio.

Davvero! Sono giorni... settimane che non ci vediamo! Tutto bene?”

Keilani non riuscì a trattenere un sorriso che andava da un orecchio all’altro “Tutto benissimo, grazie”

Anche se non me lo avessi detto a parole, lo avrei intuito! Hai un espressione... estasiata!”

E’ proprio così che mi sento! Sono felice, come non lo ero da anni... forse come non sono mai stata prima d’ora!”

E c’entra per caso un certo William?”

Willliam? No... Aah! William! Certo William! Credo che una giovane infermierina che si chiama Beth, abbia la lingua un pò troppo lunga!”

Phil rise di cuore “Si! E’ una gran chiacchierona! Mi ha subito spifferato dell’incontro che ha avuto con voi in laboratorio l’altra sera!”

Lui...”

Lo so. E’ Spike!”

Come fai a...?”

Ossigenato, vestito di pelle e sexy da morire... queste sono state le parole esatte di Beth! Ho subito capito che si trattava di lui, anche se sul ‘sexy da morire’ non sono del tutto d’accordo. Devo quindi presumere che ora le cose tra voi vadano bene?”

Si. Credo che non potrebbero andar meglio... insomma... spero che vada tutto bene”

Alla fine ti sei decisa a confessargli i tuoi sentimenti”

In realtà non ancora... ma lo farò oggi stesso!”

Brava Kei. A me, con una certa volontaria del pronto soccorso con i capelli rossi, è andata male, ma non significa che debba essere sempre così”

Keilani gli sorrise dolcemente “Phil...”

Non ti preoccupare! Tranquilla! E’ tutto superato... sono un duro, sai? E comunque sarebbe stato inutile continuare ad alimentare un sogno! Preferisco vivere nella realtà e con i piedi ben piantati a terra! Mi sono molto concentrato sul lavoro e sullo studio in quest’ultimo periodo... speravo di incontrarti proprio per parlartene”

La prese delicatamente sotto braccio e si diresse con lei verso una delle panchine del corridoio.

Sediamoci un attimo... vuoi?”

Si accomodarono.

Ho superato l’ultimo esame, ho discusso la tesi, mi sono laureato, ho terminato il mio tirocinio qui ed ho accettato un lavoro in Argentina”

Come? Aspetta, aspetta... devo essermi persa qualche passaggio!”

E’ stato un periodo davvero intenso. Faticoso ma ricco di soddisfazioni. Mi sono impegnato tantissimo... non potevo e non volevo perdere questa opportunità. Sapevo che c’era un posto in un piccolo ospedale alla periferia di Buenos Aires. Un posto di scarso prestigio, malpagato e forse anche pericoloso, ma è la mia missione Kei, è la mia vita! Lì so che potrò aiutare chi ne ha davvero bisogno... gente povera, disperata e abbandonata da tutti, gente che vive ai margini, sola e reietta. Sarò la roccia alla quale si aggrapperanno, un faro nel buio... è così stimolante! Non vedo l’ora di partire”

Kei gli accarezzò dolcemente una guancia “Sei un uomo meravilgioso Phil”

Lui le prese la mano e la strinse tra le sue “Anche tu sei fantastica. Hai fatto più tu, in pochi mesi, per questo pronto soccorso che tanti medici, o presunti tali, in anni e anni. Il direttore dell’ospedale mi ha chiesto ancora di te... vuole assolutamente assumerti! Sei un medico con un’ enorme esperienza e competenza da vendere... perchè ti ostini a voler rimanere una semplice volontaria?”

E’ una lunga storia, complicata. Preferisco così... e poi sai che dovrò partire”

Si, l’ho detto anche al direttore. Quindi sei ancora decisa ad andartene? Quando?”

Non lo so. E’ ancora tutto da vedere... tu invece quando partirai?”

Tra due giorni. Mi mancherai tantissimo Kei”

Anche tu mi mancherai tanto”

I due giovani si abbracciarono con affetto e commozione.

Ho qualcosa per te” riprese Phillip ed estrasse una piccola scatola dalla tasca del camice.

Keilani la prese e l’aprì “E’ l’anello dell’università. E’ il tuo?!”

Lo era... ora è tuo. L’ho fatto stringere, spero che ti vada bene”

Non posso accettarlo Phil! E’ tuo, te lo sei guadagnato con fatica ed impegno...”

Voglio che lo abbia tu! Almeno qualcosa ti ricorderà di me”

Phillip lo estrasse dalla scatola e lo infilò al dito medio della mano destra di Keilani “Ti prego, accettalo...”

Kei era incerta sul da farsi e Phillip aggiunse prontamente “Facciamo così: consideralo un pegno dell’amicizia che ci unisce e promettimi che il giorno in cui ci rivedremo, me lo restituirai, d’accordo?”

La giovane sapeva che le possibilità di incontrare di nuovo Phillip erano praticamente nulle, ma gli sorrise e annuì.

Non è un addio, quindi” gli disse con grande tristezza nella voce.

E’ un arrivederci Keilani”

Si guardarono per alcuni istanti e fu naturale e spontaneo per entrambi, scambiarsi un lieve bacio sulle labbra; un fraterno, casto bacio d’addio.

Phillip se ne andò e Kei corse nello spogliatoio del laboratorio.

Era triste per la partenza del suo amico, ma la felicità che aveva dentro era immensa e non riusciva proprio a reprimere il sorrisetto che le increspava gli angoli della bocca.

Sentiva ancora su di sè l’intenso odore di Spike, la sensazione delle sue mani sulla pelle ed una gioia incontenibile pervadeva il suo cuore, tanto da farle temere che le avrebbe spaccato il petto.

Uscendo si accorse del bicchiere di sangue ancora colmo, poggiato sul tavolo di metallo.

*Era vero quindi... non l’ha bevuto*

Vuotò e lavò il contenitore di vetro, chiuse la porta dietro di sè e si diresse al garage.


***

Era nervosissima ed ansiosa... non stava nella pelle.

E non perchè fosse preoccupata per la difficile e rischiosa missione che l’attendeva quella notte!

Ogni sua sensazione era concentrata e focalizzata su di lui.

Attese per tutto il giorno la sua telefonata.

Ogni minuto era più duro da far trascorrere. Le sembrava di soffocare, come se le mancasse l’aria e la lontananza da Spike le era quasi insopportabile.

A lungo dovette sostenere quella situazione.

La telefonata di Spike non arrivò nè per le restante mattinata, nè durante il pomeriggio.

Keilani era tesa e preoccupata e mille domande e ipotesi più o meno disastrose le si accalcavano in testa.

Verso le nove meno dieci, iniziò le operazioni per la chiusura della cassa del negozio.

Era presa dai conteggi, la testa china sul computer, quando sentì una voce femminile rivolgersi a lei.

Hei”

Alzò lo sguardo e, con sua enorme sorpresa, si trovò di fronte Manila.

Era avvolta da una tuta aderentissima di latex nero, truccata molto pesantemente e con i capelli, anch’essi nerissimi, ancora più corti di come Kei li ricordasse.

Tu? Che ci fai qui?”

Mi manda lui. Dice di farti trovare pronta, qui davanti alle dieci in punto” e Manila si voltò e si diresse verso l’uscita.

Aspetta!” Keilani scattò in piedi e la rincorse, ma quando la raggiunse, la vampira era già salita su una grossa motocicletta e sfrecciava via a tutto gas, allontanandosi lungo la strada.

Keilani tornò dentro, perplessa e confusa.

*Perchè proprio lei? Evidentemente sarà uno dei membri della squadra... ma perchè proprio lei? Non poteva dirmelo prima che sarebbe stata dei nostri? Non poteva chiamarmi oggi o farsi vedere? Ho aspettato tutto il giorno lo squillo di quel maledetto telefono... e invece mi trovo davanti quella... quella lì!*

Sentiva in sè una crescente sensazione di disagio, ma il calore della notte precedente la avvolgeva ancora e si impose di restare calma e di concentrarsi al massimo.

Dopo la chiusura, salì in fretta in camera sua.

Indossò pantaloni e maglietta di cotone nero elasticizzato, molto comodi e leggeri, raccolse i capelli sulla nuca legandoli in una lunga treccia e si tolse l’anello di Phil, riponendolo nel cassetto del comodino.

Prese quello che una volta era il suo tricorder e lo ricontrollò con attenzione.

Keilani aveva apportato sostanziali modifiche allo strumento diagnostico, trasformandolo in un accumulatore di energia. Poi prese con sè anche il phaser, che aveva carica sufficiente a sparare ancora qualche colpo, i fogli e le mappe di Bobby e si apprestò a scendere quando mancavano più o meno cinque minuti alle dieci.

Aspettò dentro al portone finchè, pochi minuti dopo, vide arrivare due moto di grossa cilindrata a gran velocità che si fermarono a pochi metri da lei.

La prima era guidata da Spike. Era molto serio... le fece un leggero cenno con il capo, senza rivolgerle la parola.

Aveva jeans e maglietta nera e sopra indossava il giubbotto di pelle che Kei ricordava di aver visto una volta nel suo armadio.

Dietro di lui, abbarbicata come una piovra, Manila la guardava sfrontata.

Il tipo alla guida della seconda moto, Keilani non lo aveva mai visto. Era anche lui vestito di pelle nera ed era... una montagna d’uomo, più probabilmente una montagna di vampiro!

Il tipo gigantesco le fece cenno di salire.

Partirono a tutta velocità, diretti verso il centro della città.

Dopo circa mezz’ora si fermarono nel vicolo dietro Pier, una delle strade più eleganti e frequentate di San Francisco.

Spike li precedette, guidandoli verso un locale al seminterrato di cui aveva le chiavi.

Si richiusero la porta metallica alle spalle e qualcuno accese la luce.

Era il locale delle caldaie del palazzo soprastante. Piuttosto angusto, umido e rumoroso.

Apri qui i fogli, dottore” le disse Spike, indicando un piccolo tavolino su un lato della stanza.

*Perchè è così freddo e scostante? Non mi parla, non mi ha salutata... nè un cenno, nè un sorriso... ma che gli prende? Forse è solo concentrato sul piano... giusto! Dovrei esserlo di più anche io... è solo che dopo ieri notte... Ok! Il piano! Pensiamo solo al piano... per ora!*

Kei srotolò le mappe sul ripiano e Spike prese subito la parola.

Era chiaramente nel suo elemento naturale. Un capo nato, con il pugno di ferro e l’attenzione ed il rispetto dei suoi uomini. Manila e l’altro tizio, pendevano dalle sue labbra, ascoltandolo in totale silenzio.

Manila, tu ed Erik entrerete senza dare nell’occhio. All’una in punto, la guardia al lato nord della recinzione lascerà il suo posto; infilatevi dentro e nascondetevi nel piazzale. Trovatevi una posizione comoda dietro ad una cassa, un container o qualunque altra cosa e rimanete fermi... capito? Fermi! Se non ci saranno problemi, ve ne andrete come siete entrati!”

Mentre parlava, Spike guardava tutti negli occhi, per essere certo che le sue parole venissero captate e capite.

Io e Keilani indosseremo le divise. Abbiamo un permesso, falso ovviamente, per entrare. Fingeremo un’ispezione al reattore... dovrebbe andar liscia. Kei, le uniformi, con i gradi ed i tesserini identificativi, sono in quella borsa” e le fece cenno di prenderla.

Nessuno uccide nè si beve nessun’altro, d’accordo? Se avrò bisogno del vostro intervento, griderò il vostro nome. Arriverete a circa 500 metri dalla recinzione nord a motori e luci spente, quindi se ci sarà da squagliarsela, preparatevi a correre... domande?”

Manila e l’omone di nome Erik non avevano domande... era chiaro che erano avvezzi a tutto quello, sembrava non avessero mai fatto altro nella vita. Si preparavano ad uscire, quando Spike gli urlò dietro... “Avete un orologio?”

I due si guardarono... poi guardarono Spike con aria colpevole.

Idioti! Due cervelli che insieme non ne fanno mezzo! Dovete entrare all’una! Capito? All’una in punto dovete essere pronti ad agire... e non avete un orologio?” li raggiunse in prossimità dell’uscio e gli porse un grosso orologio da polso “Andate ora! Ci vediamo tra poco”

Io avrei qualche domanda...”

Spara” le rispose, mentre tirava fuori dalla borsa le uniformi verde scuro.

Abbiamo un permesso per entrare?”

Ci ha pensato Bob. Ha degli amici... sai... il foglio è su carta intestata del Ministero della Difesa ed autorizza il Tenente Comandante Kei Phillips ed un ufficiale accompagnatore, ad entrare per ispezionare il reattore”

Ma non potremo andare in moto!”

Infatti. Manila ed Erik ci hanno preceduto per prendere l’auto... anche quella un regalo di Bobby. Dovrebbero essere di ritorno a minuti. Io e te andremo con quella, una berlina nera, nuova di zecca, direi abbastanza credibile. Loro ci precederanno di qualche minuto, con entrambe le moto... nel caso dovessimo fuggire a gambe levate, sono più veloci e più agili e semineremmo i soldatini senza alcuna difficoltà”

Ok. Ho capito tutto. Mi sembra un ottimo piano”

E’ un ottimo piano, dottore. Ora mettiti questi” e le lanciò gli indumenti destinati a lei.

Che c’è Spike? Sei strano. Io... ti ho pensato tanto oggi... mi sei mancato” Keilani gli si avvicinò alle spalle, cingendogli la vita con le braccia e accarezzando il suo petto muscoloso attraverso la t-shirt.

Spike in un primo momento parve gradire quel gesto intimo, poi le afferrò entrambi i polsi e la respinse con decisione “Non c’è tempo adesso per le smancerie, dolcezza.

Abbiamo i minuti contati e ci aspetta un’azione che potrebbe anche costarci la vita. Non è il luogo nè il momento adatto per cose del genere, non credi? Cambiati piuttosto”

Keilani rimase a guardarlo confusa.

Si sentiva ferita dalle parole e dall’atteggiamento di Spike, dalla sua freddezza, dal suo gelido distacco.

Forse però aveva ragione... la missione era pericolosa ed avevano tutti bisogno di concentrarsi e di mettere a fuoco l’obiettivo e i tumulti ormonali non erano di certo il modo migliore di rimanere lucidi!

Lui si cambiò in fretta davanti ai suoi occhi, spogliandosi e rivestendosi in un attimo “Forza, sei ancora così? Non startene lì impalata... non abbiamo molto tempo. Io ti aspetto fuori”

Keilani decise che era meglio non continuare a chiedersi che cosa ci fosse che non andava. Dopo tutto erano giorni che Spike era strano e nervoso e quella sera ne aveva motivo!

Si cambiò e lo raggiunse fuori proprio mentre arrivavano gli altri: Manila alla guida della berlina ed Erik in moto.

La vampira scese, lasciando il posto a Spike. Kei salì dietro e l’auto e le due moto si mossero in direzione Alameda.


***

All’interno di uno dei magazzini della base, ci fu un’esplosione. Nulla di preoccupante, ma sufficiente a far accorrere le poche guardie che pattugliavano il piazzale.

Era l’una esatta e due agili figure vestite di nero, proprio in quell’esatto istante, si introducevano furtive ed inosservate, passando da uno squarcio della recinzione del lato nord.

In realtà si era trattato solo di un rumoroso scoppio, probabilmente causato da un corto circuito e di un piccolo, innocuo incendio che, nel giro di pochi minuti era stato del tutto domato.

La sentinella all’ingresso era di nuovo al suo posto, quando vide avvicinarsi la berlina nera.

Il conducente scese e gli mostrò un foglio.

L’attimo seguente, si apriva il cancello e la berlina entrava nel piazzale raggiungendo, pochi istanti dopo, il molo tredici.

Spike e Kei scesero e si diressero con decisione verso il sottomarino.

La guardia all’ingresso era stata avvisata via radio. Si fece da parte, si mise sull’attenti e li salutò con rispetto.

Fin qui tutto ok” mormorò Keilani “Ora, sicuramente, ci verrà incontro l’ufficiale superiore a bordo. So io come metterlo al suo posto!” disse decisa.

Il responsabile della guardia era un sottotenente molto giovane e piuttosto inesperto, per loro fortuna. Gli anni di Accademia e di servizio nella Flotta Stellare, furono indispensabili ed utilissimi a Keilani, che in un momento prese il controllo della situazione.

Venne loro assegnata una scorta, un guardiamarina altrettanto giovane che li accompagnò fino alla camera di fusione.

Kei conosceva perfettamente le procedure e le precauzioni da adottare in presenza di energia atomica, stabile o instabile che fosse.

Fino all’ultimo istante, il giovane che li accompagnava non ebbe alcun sospetto e Spike, che era rimasto alle spalle del militare, con una semplice e veloce pressione delle dita alla base del collo, lo fece cadere a terra svenuto.

Vedo che non hai dimenticato le tecniche che ti ho insegnato tanto tempo fa. Ne avrà almeno per un’ora” disse Kei “Vai nel corridoio e controlla che non venga nessuno. Non ho bisogno di soldatini curiosi tra i piedi. Dovrei sbrigarmela in mezz’ora, non di più”

Spike annuì con un cenno del capo e tornò nel corridoio.

La procedura di ricarica dell’accumulatore era semplicissima. Keilani appoggiò l’ex tricorder alla parete della camera del reattore e questo iniziò subito a funzionare.

Si accesero dieci piccoli led rossi che, col passare dei secondi, cambiavano colore diventando gialli. Quando tutti fossero stati gialli, la carica sarebbe stata completa.

Nel momento in cui divenne giallo il terzo led, Keilani sentì dei rumori provenire dal corridoio e pochi secondi dopo, vide Spike scendere verso di lei con il corpo privo di sensi di un altro militare caricato in spalla.

Che è successo?”

E’ arrivato e si è messo a fare un sacco di domande. Pretendeva di scendere qui sotto anche lui... ho dovuto colpirlo!”

Spike posò a terra il corpo, vicino al suo collega e Keilani si accorse che il suo giovane viso era tutto imbrattato di sangue “Che gli hai fatto? Gli hai rotto il naso!”

Non avevo tempo di concentrarmi sulle tue tecniche vulcaniane... ho fatto a modo mio!”

La giovane scattò verso il soldato ferito. In effetti aveva il naso rotto. Gli strappò un lembo dell’uniforme e gli diede una pulita al viso. Poi lo toccò in vari punti, per essere certa che le lesioni non fossero più gravi e lanciò verso il vampiro uno sguardo di disapprovazione.

Gli ho solo spaccato il muso, dottore... non l’ho mica ucciso!” disse acido e senza aggiungere altro se ne tornò su nel corridoio.

Il tempo sembrava non passare mai.

Per ogni led che cambiava colore, Keilani tirava un sospiro di sollievo.

Sentiva nell’aria una certa, strana elettricità ed aveva il fastidioso presentimento che tutto così liscio non potesse andare. Ogni tanto le sembrava di udire rumori nel corridoio, voci... ma tutto poi sembrava tornare calmo e nessuno era più sceso da lei.

Sei led gialli ed ancora quattro rossi. Tra poco più di dieci minuti la carica dell’accumulatore sarebbe stata completa.

Decise di sbirciare di sopra, per dare una controllata alla situazione e vedere dove si trovasse Spike, quindi salì la stretta scala metallica che portava al corridoio superiore... del vampiro nessuna traccia. Nè di nessun altro.

Il corridoio era illuminato appena da luci azzurre e la temperatura era più bassa rispetto al locale del reattore.

Spike?” provò a chiamarlo con un filo di voce... nulla “Spike?” tentò ancora e non avevdo risposta tornò di sotto, ben più agitata e preoccupata di prima.

Quando il settimo led divenne giallo, Kei sobbalzò per il rumore di una delle radio dei due giovani militari che giacevano lì vicino.

Guardiamarina Sutherland. Come procede lì sotto?” poi la radio tacque per alcuni secondi, in attesa di una risposta che non sarebbe arrivata “Guardiamarina! Risponda!”

In quell’istante Spike spuntò dal nulla, scese in fretta la scala, afferrò la radio, strappandola dalla cintura del militare e rispose “Tutto bene. Abbiamo quasi finito...”

Signore!” gli suggerì sottovoce Keilani.

Signore!” ripetè Spike nel microfono della trasmittente e chiuse la comunicazione.

Bene! Ottima iniziativa, Tenente... Shelby!” gli sorrise, leggendo il nome sul tesserino di riconoscimento che Spike aveve appuntato all’uniforme “Speriamo che l’abbiano bevuta!”

Il vampiro rispose al suo sorriso, ma poi ridivenne immediatamente serio ed aggiunse “Ne hai ancora per molto? Sento la terra che mi brucia sotto ai piedi, doc. Non credo che potremo restare ancora a lungo!”

Siamo quasi all’80% e...” Keilani venne interrotta dal rumore inconfondibile di una raffica di mitra, proveniente dall’esterno “Che succede?”

Saranno quei due idioti! Si sono fatti beccare, dannazione! Forza andiamo!”

Spike la afferrò per un braccio ma Kei si liberò “Un attimo! Non posso prendere l’accumulatore e portarmelo semplicemente via... devo prima disattivare il flusso di particelle!”

E quanto diavolo ti ci vuole ancora?”

Pochi secondi... ”

Spike scattò su per la scala, mentre Kei premeva velocemente una serie di tasti in sequenza sull’apparecchio magnetico, finchè ogni luce non si fu spenta.

Afferrò il congegno e lo seguì verso l’uscita. Lui camminava in fretta, qualche metro più avanti.

D’un tratto, entrambi si accorsero del rumore di passi e di voci concitate che veniva verso loro. Decisero all’unisono che sarebbe stato meglio evitare quell’incontro scomodo e dall’esito incerto.

Spike si fermò un istante. Si guardò intorno e si diresse verso una porta, sul lato sinistro dello stretto corridoio. La aprì, si affacciò all’interno per un rapido controllo e fece cenno a Keilani di seguirlo.

Velocissimi, si infilarono nell’angusto locale.

Doveva trattarsi di un ripostiglio o di qualcosa del genere. All’interno era caldissimo, illuminato appena da una flebile luce rossastra e pervaso da un forte rumore di macchinari in funzione... Kei intuì di trovarsi vicino al generatore del sottomarino.

Evidentemente si trattava di un generatore ausiliario, indipendente dal reattore.

Erano chiusi in quel minuscolo locale semibuio, l’uno di fronte all’altro, vicinissimi per via del poco spazio che dava loro a stento la possibilità di muoversi.

Keilani era appoggiata a lui. Ansimava per la corsa appena fatta e per l’emozione di trovarsi tanto vicina all’uomo che amava con tutta sè stessa.

Fu irresistibile la tentazione di stringerlo a sè e di iniziare a baciarlo sul collo.

Sentì Spike circondarle la vita con le sue forti braccia ed abbassarsi un poco, scivolando con la schiena lungo la parete per accogliere con maggiore piacere il suo sensuale assalto.

Kei continuò con leggeri baci e piccoli morsi sul collo, poi sulla mascella pronunciata e sul mento, per giungere infine alle sue labbra socchiuse, che aspettavano ansiose quel gesto.

Si strinsero ancora di più l’uno all’altra, unendo le bocche appassionate.

Ma, se inizialmente il vampiro parve godere quanto lei di quell’attimo di intimità rubata, col passare dei secondi il suo modo di stringerla e di baciarla divenne più aggressivo, rabbioso, quasi violento.

Tentò di staccarsi da lui, ma il suo gesto sembrò caricarlo di nuova energia.

Spike serrò la presa attorno alla sua vita con un braccio e portò l’altra mano dietro alla sua nuca, premedole con forza le labbra contro le sue.

Più Keilani tentava di allontanarsi da lui, più il vampiro la stringeva.

Puntò entrambe le mani sul suo petto, spingendo con forza e cercando di respingere il suo attacco, ma Spike non mollava. Continuava ad attirarla a sè, premendo ancora di più la mano contro la sua nuca.

La giovane, sentì i propri denti penetrarle la carne delle labbra, il sapore del proprio sangue che le si diffondeva in bocca e, nella mente, la totale confusione che le rendeva del tutto oscuro il motivo dello strano comportamento di Spike.

Finalmente il vampiro allentò la presa, non prima di aver raccolto con la lingua ogni goccia di sangue dalla sua bocca.

Keilani si scostò bruscamente da lui.

Avrebbe voluto gridargli contro qualcosa, colpirlo e chiedergli il perchè di quel gesto ma non era il momento. Dovevano rimanere in silenzio per non farsi scoprire e non poteva permettersi di lasciar spazio ad altro che non fosse ‘trovare il modo più rapido e sicuro per andarsene da lì’.

Lo guardò seria, attraverso la penombra del locale... lui sorrideva, leccandosi le labbra, come un bambino goloso che ha appena mangiato il suo dolce preferito.

Era confusa... e furiosa... ed eccitata...

*Chi me lo ha fatto fare di innamorarmi di un pazzo, psicopatico, perverso? E’ un vampiro! Si nutre di sangue, adora il sangue... in modo particolare il mio! Mi fa male il labbro... maledetto! Bel giochino, complimenti... ma ora non c’è tempo da perdere...*

Kei si affacciò sul corridoio con cautela “Via libera” ed uscirono, dirigendosi velocemente verso l’uscita.

A pochi passi dal portello che conduceva all’esterno, gli si parò davanti il sottotenente che era a capo della guardia.

Signore, abbiamo un problema. Qualcuno si è introdotto nella base ed i miei uomini hanno dovuto far fuoco. Non è sicuro per voi uscire”

Soldato” disse Keilani con tono autoritario “Non possiamo star qui a perdere ulteriore tempo. Abbiamo terminato l’ispezione ed era tutto in ordine, ma ora dobbiamo andare. Confido che i suoi uomini siano in grado di rendere sicuro il nostro tragitto da qui al cancello”.

Il giovane sott’ufficiale si mise sull’attenti, intimorito e rispettoso di fronte a quello che credeva essere un suo superiore ed accennò a precederli lungo la passerella che conduceva al molo.

No, sottotenente! Lei rimanga a bordo” l’ordine di Keilani era perentorio e non lasciava spazio a repliche.

I due si allontanarono con passo deciso dal Sea Wolf e si diressero verso l’auto.

Nel giro di un paio di minuti avrebbero raggiunto il cancello... ma c’era parecchio movimento nel piazzale, come se i militari stessero ancora cercando di stanare Erik e Manila.

Cosa sarà successo? Vorrei tanto sapere perchè i tuoi amici sono usciti allo scoperto...”

Perchè sono due imbecilli, ecco perchè!” rispose Spike irritato.

Guarda, quel soldato ci sta facendo cenno di fermarci... non mi pare una buona cosa...”

Beh, sai che ti dico? Che sono stufo marcio di fare la commedia! Movimentiamo un pò la serata... ci stai dottore?”

Che intendi fare? Spike!”

Il vampiro spinse il piede sull’accelleratore, facendo fischiare le gomme sull’asfalto del piazzale.

Puntò diritto verso la recinzione “Abbassati!” le gridò.

Visto che mi hai messo in questo guaio, tanto vale giocarcela!” Keilani si sporse un pò dal finestrino e con il phaser, colpì la rete, così da renderla più facile da sfondare.

Il soldato che aveva intimato loro l’alt, sparò alcuni colpi, raggiungendo il vetro posteriore e mandandolo in frantumi.

Tutto bene? Ci sei ancora?” chiese Spike.

Vai, vai, vai... sto bene ! Vola!”

Piombarono sulla recinzione a tutta velocità, oltrepassandola piuttosto facilmente.

I militari stavano correndo verso le jeep, per inseguirli, ma Spike fece una frenata secca, aprì lo sportello al suo fianco e si spostò fulmineamente sul sedile del passeggero.

Kei si guardò intorno e vide Manila ed Erik che correvano velocissimi verso l’auto, così anche lei aprì lo sportello posteriore.

Manila si mise al posto di guida ed il suo amico gigantesco salì dietro, sedendosi vicino a lei.

Ripartirono all’istante, mentre Spike, sempre pronto e lucido, impartiva istruzioni su come organizzare la fuga “Manila, vai verso le moto. Io, Kei ed Erik ce ne andremo con quelle. Tu continua a guidare l’auto e tirateli dietro finchè puoi! Sai che mi fido di te, quindi ricordati che non accetterò un fallimento! Ci vediamo più tardi da me...” la avvicinò a sè e la baciò con impeto.

Keilani, dal sedile posteriore, li osservava stordita.

Perchè l’aveva baciata? E proprio sotto ai suoi occhi? Era uno dei suoi giochi perversi?

Gelosia! Ecco cos’era quell’ orribile sensazione, quel crampo doloroso alla bocca dello stomaco, quell’impulso aggressivo e rabbioso! Gelosia! Folle, irrazionale, subdola...

Non ne aveva mai provata tanta in vita sua!

Neppure quando K’Tagh l’aveva lasciata poco più di un anno prima, per sposare quella stupida Klingon di nobile casata...

E poi l’appuntamento... *Ci vediamo più tardi da me...* Manila sarebbe andata nel suo appartamento più tardi, avrebbe dormito o fatto chissà che altro con lui quella notte, mentre Kei era da Luglio che non ci metteva più piede, un pò per orgoglio, un pò per non esporsi *...stupida...*, un pò anche perchè lui stesso le aveva chiesto più di una volta di non andare... perchè?

Perchè le stava facendo questo? Dopo la notte che avevano trascorso insieme...

Kei! Forza! Svelta!” le grida di Spike la scossero dai suoi bui pensieri.

Salirono su una delle moto e partirono a tutta velocità. Le jeep dei militari erano vicinissime e da esse partirono alcuni colpi ma la vampira alla guida dell’auto già sfrecciava lungo il ponte, appena davanti a loro e le moto erano così agili e veloci che riuscirono a schivarli facilmente. Sorpassarono ben presto l’auto con a bordo Manila e si allontanarono in fretta, separandosi alla fine del lungo ponte; Erik sparì dalla loro vista, dirigendosi verso nord, Manila andò a sud e loro puntarono dritto verso il centro della città.

Una delle camionette militari li inseguì per alcuni minuti ancora ma, ben presto, la potente moto abilmente guidata da Spike, si perse nel traffico caotico, seminandola.


33. COME UN CASTELLO DI CARTE

Ti lascio qui, doc. Potrebbero rispuntare fuori e seguirci fino a casa tua” Spike aveva guidato fino al parcheggio sotterraneo del Mercy Hospital.

Non spense neppure il motore, mentre Kei scendeva dalla moto.

Lei lo afferrò per la manica dell’uniforme verde che ancora indossava “Spike! Te ne vai così?” era confusa e furiosa “Non ti sembra di dimenticare qualcosa?”

Dici? Ah già! I tuoi abiti! Sono nel borsone, nel portabagagli dell’auto... te li farò riavere, tranquilla!” e così dicendo, diede una forte accelerata, pronto a dirigersi verso l’uscita.

Keilani reagì in modo del tutto istintivo; gli urlò contro “Fermo!” balzando con agilità davanti alla moto, per impedirgli di andarsene.

Spike frenò di colpo e quasi cadde cercando di non investirla “Sei pazza? Vuoi ucciderti?”

Ferma questa stupida moto, Spike!” gli gridò contro con furia.

Spike spense il motore, senza scendere “Che ti prende baby? Stai dando i numeri?!”

Davvero credi che sia io la pazza? Ti sembra normale quello che hai fatto? Quello che hai detto? Non credi che io meriti qualcosa di più? Almeno una spiegazione credo che tu me la debba!” aveva abbassato il tono della voce, ma la rabbia traspariva da ogni sua parola.

Il vampiro la guardò con la fronte aggrottata. Sembrava chiedersi a che cosa mai lei si stesse riferendo e questo la fece infuriare ancora di più “Allora?” gli chiese spazientita.

Spike d’improvviso parve afferrare le sue parole. Il suo sguardo si fece più limpido e sulle sue labbra apparve un leggero sorriso “Sali” le disse e mise di nuovo in moto.

Scesero al livello inferiore, fermandosi proprio in fondo al garage, nella zona più buia.

La fece scendere e la spinse verso il muro, le bloccò entrambi i polsi e si appoggiò a lei, premendo il proprio bacino contro il suo corpo.

E’ questo che vuoi? E’ questo che ti manca, zucchero? Potevi dirlo subito! Sai che non mi tiro mai indietro quando si tratta di ballare!”

Aspetta... dobbiamo parlare”

Parlare? E di cosa? Sarebbe solo tempo sprecato... lasciati andare piccola, so che muori dalla voglia di comportarti male e che vuoi che mi infili di nuovo tra le tue gambe”

Il vampiro la stava baciando sul collo e si muoveva sensualmente, facendole percepire la sua crescente eccitazione. Poi , continuando a tenerle stretti i polsi, prese una mano di Keilani e se l’appoggiò sull’inguine “Senti? La senti la voglia che ho di te? Aumenta ogni istante, cresce, come cresce la tua di me... convincimi che vale la pena fotterti di nuovo” ed iniziò a muovere la mano di Kei sul proprio sesso eccitato, baciandola con impeto sulle labbra.

Keilani era confusa. Quell’approccio aggressivo, sensuale e selvaggio, la stava travolgendo, anche se nella voce del vampiro c’era una nota stonata, fredda e sprezzante. Sentiva sotto le dita l’eccitazione di Spike e il desiderio di essere di nuovo sua, le annebbiava la mente.

Ma le labbra di lui, premute con furia contro le sue, risvegliarono il dolore delle ferite ancora fresche e Kei, per un istante, riacquistò lucidità “Fermo! Mi stai facendo male, Spike!”

Spike scattò indietro con rabbia e le gridò contro “Insomma! Deciditi! Ho altro da fare che star qui a perdere tempo con una ragazzina che non sa neppure cosa vuole!”

Kei, rispose con lo stesso tono “Quindi staresti perdendo tempo con me? Beh, allora sei libero! Non ti costringo certo io a stare lontano da lei! L’hai baciata e le hai detto che vi sareste visti a casa tua, no? Quindi vai! Vai pure da lei se hai bisogno di sfogare i tuoi istinti animali!”

Ancora con questa stupida gelosia?”

Non è gelosia! E comunque, dopo la notte scorsa...”

Come? Aspetta, aspetta... Ho capito bene? Ti riferisci a quello che è successo di sopra?”

E a che altro? Eravamo noi due se non ricordo male! Credevo che...”

Cosa credevi? Non dirmi che hai pensato che io... che noi... che fosse una cosa ‘seria’?”

Cos’era invece, Spike? Cos’è stato per te?”

Mi dispiace tesoro. Non volevo che succedesse questo... che tu ti illudessi, che credessi che ci fosse di più” sembrava davvero dispiaciuto.

Keilani sentì una voragine aprirsi sotto di sè ed ebbe la netta sensazione che l’avrebbe inghiottita. Lo guardò smarrita, trattenendo a stento le lacrime e continuando ad ascoltare le sue parole.

E’ stato bellissimo, grandioso, lo ammetto e devo ringraziarti! Mi hai fatto delle cose che...

Mi hai stupito, dottore! Non ti credevo una gattina in calore, perversa e sporca fino a quel punto!

So anche che potresti fare di più e di meglio... ma basterà lavorarci un altro pò. Col tempo e la pratica si ottengono grandi risultati!

Mi spiace solo che tu abbia creduto che significasse qualcosa... Beh, non è così, scusa tanto! Non sono assolutamente il tipo che ci mette il cuore! Era sesso, solo sesso! Ginnastica, capisci? Piacevole e divertente, certo, ma niente di più che una bella scopata!”

Le lacrime ormai le inondavano il viso. Spike la guardava con occhi gelidi, le sue parole spietate le dilaniavano il cuore ed il dolore e la rabbia erano incontenibili, al punto che Keilani lo colpì forte in pieno viso.

La reazione del vampiro fu immediata e del tutto inattesa e, con altrettanta aggressività e rabbia, le restituì lo schiaffo.

Kei gli si lanciò contro, pronta a lottare, come se fargli del male potesse farle recuperare in parte la sua dignità o potesse lenire il dolore del suo cuore ferito a morte, ma Spike le afferrò le braccia, immobilizzandola “Basta piccola! Mi piacciono molto i preliminari violenti ed unire sangue e sesso è uno dei miei passatempi preferiti! Ma non è questo il momento giusto! Non stanotte dolcezza... Ho altro da fare e qualcuno che mi aspetta. Potremo riparlarne, quando ti sarai calmata e te ne sarai fatta una ragione!

Sono sempre pronto per darti qualche altra ‘lezione’ ... mi hai fatto divertire e meriti una seconda ripassata, anche una terza forse! Ed ora tesoro, devo proprio andare! E non disturbarti a ringraziarmi per quello che ho fatto per te stasera... non ho bisogno di ringraziamenti, è stato piacevole fare un pò di casino! Buonanotte... gattina!”

Le diede un bacio sulla fronte, un freddo bacio a labbra serrate e la lasciò, strattonandola.

Salì sulla moto ed in un attimo era sparito dalla sua vista.

Keilani rimase immobile ad ascoltare il rombo del motore che si allontanava, in piedi in mezzo al parcheggio, le braccia abbandonate lungo il corpo, lo sguardo perso nel vuoto e lacrime calde e copiose che non smettevano di uscirle dagli occhi.

Non riusciva a mettere a fuoco il luogo che la circondava, nè i propri pensieri e, inesorabilmente, col passare dei minuti una sorta di lucida, atroce consapevolezza la stava invadendo, facendola sentire vuota, persa, disperata.

Le forze la abbandonarono e cadde sulle proprie ginocchia; appoggiò i palmi delle mani sul freddo pavimento e pianse in silenzio, nella penombra, mentre nella sua anima e nel suo cuore scendeva una profonda oscurità.

Non si rese conto di quanto tempo passò inginocchiata lì. Forse qualche minuto, forse un eternità...

Non riusciva a pensare a nulla; aveva solo in mente quegli occhi gelidi e quel tono di freddo disprezzo che l’avevano fatta sentire un oggetto.

Un oggetto!

Non era più una donna... non aveva pensieri, non aveva più lacrime, non provava nulla...

Ormai ogni sogno si era infranto, ogni speranza era crollata come un castello di carte.

Doveva raccogliere le forze, trovare il modo, per l’ennesima volta, di riorganizzare la propria vita, costringere ogni sua molecola a collaborare con le altre per aiutarla a riprendersi, a ragionare e a metabolizzare quanto appena accaduto.

Si mosse meccanicamente, dirigendosi verso il livello superiore dei garage.

Prese una delle auto dell’ospedale e guidò verso casa.

Non vedeva l’ora di rinchiudersi nella sua camera, fare una doccia bollente, infilarsi sotto le coperte e restare lì finchè non fosse riuscita ad uscire dal tunnel buio e sporco in cui le sembrava di essere.

Le parole dure e crudeli che lui le aveva gridato addosso e che l’avevano così tanto umiliata e ferita, sarebbero state il perno attorno a cui girare per cambiare totalmente direzione.

Doveva riprendere il controllo su di sè e sulla sua emotività a tutti i costi!

Suo padre aveva sempre avuto ragione... la debolezza delle altre razze sta nel cuore e nel modo in cui si fanno trascinare e comandare dai sentimenti...

Amore, odio, gelosia, disperazione, gioia... erano come armi letali puntate alla tempia, che prima o poi l’avrebbero distrutta!

*Io sono forte... non crollerò... chiuderò il mio cuore e prenderò in mano il mio destino! La logica mi aiuterà... la logica pura mi ha sempre aiutata... deve aiutarmi!*

Entrò in camera richiudendosi la porta alle spalle. Vi si appoggiò con la schiena, sospirando ad occhi chiusi, poi accese la luce e vide Lisa seduta sul letto.

Credo sia giunto il momento che tu sia sincera con me Kei!”

34. AMICHE, NEMICHE

Lisa!”

La sua giovane amica la guardava con dolcezza e con un’ ombra di senso di colpa negli occhi scuri.

Kei, scusa. Io non volevo... insomma, sono entrata in camera tua solo per appoggiare le lenzuola pulite sul letto... ma poi ho visto tutte questa strana apparecchiatura... che diavolo è? Chi sei tu in realtà?” poi, guardandola con più attenzione, aggiunse “E perchè sei vestita così?”

Keilani indossava ancora la divisa militare. Era stanca e sconvolta ed avrebbe avuto bisogno di silenzio e solitudine...

Ma forse non era un bene restarsene da sola a pensare e a rimuginare su quello che era successo. Forse era il destino che le stava dando una mano, che le aveva mandato Lisa per distrarla, per consolarla e per allontanarla per qualche minuto dai suoi pensieri bui e terribili.

Si avvicinò al letto e le si sedette accanto.

La guardò negli occhi per alcuni istanti, pensando a come affrontare la situazione e a come rispondere alle sue domande.

Sarebbe stato giusto mentirle ancora? O doveva dirle tutta la verità? Lisa avrebbe capito? L’avrebbe creduta? E la Prima Direttiva?

E’ da tanto che ci penso, sai? Che cerco il momento adatto per parlarti di me, di chi sono realmente e di cosa ci faccio qui... ma è così difficile Lisa!

Ci sono tante cose che non sai ed altre che non potrò comunque dirti.

Ma cercherò di chiarirti la situazione, per farti comprendere che non ti ho mentito con premeditazione nè per mancanza di fiducia in te e soprattutto che non ho nulla di terribile da nascondere che potrebbe nuocerti in alcun modo.

Alcune cose che ti dirò ti sembreranno molto strane, altre non potrò spiegartele del tutto, quindi potranno risultare incomprensibili alle tue orecchie, ma ti chiedo di accettarle così, come te le racconterò e di fidarti di me... stavolta davvero”

Lisa fece cenno di sì con la testa, aspettando impaziente di conoscere la verità su Kei.

Innanzi tutto devo chiederti scusa. Ho approfittato della tua ospitalità, della fiducia che tu e tuo padre mi avete sempre dimostrato, della vostra generosità”

Questo non devi neppure dirlo... parlami di te... ti chiami davvero Keilani?”

Kei sorrise “Si, è davvero il mio nome. Se avessi immaginato quello che stava per accadermi e che sarei rimasta bloccata qui, mi sarei creata un’identità più credibile! Capisco che Keilani sia un nome piuttosto inusuale! Dunque... Sono un ufficiale federale, un tenente, per l’esattezza un medico e lavoro nella ricerca. Faccio parte di un’organizzazione... mondiale che riunisce parecchie popolazioni sotto l’insegna della pace. Nel Giugno scorso ero a San Francisco per una missione di vitale importanza, che purtroppo è fallita. Ho perduto i contatti con il mio Capitano e con il resto dei miei compagni e sono rimasta bloccata qui. So che mi stanno cercando... sono anche riusciti a chiamarmi tempo fa, ma per il momento non sanno dove io sia nè come fare a riportarmi da loro”

Non puoi chiamarli tu?”

Ho provato... non sai quanto”

E quella specie di strana radio là sopra, è l’unico modo che hai per contattarli?”

L’unico”

Sette mesi... sono sette mesi che sei qui. Perchè non vai tu da loro?”

E’ complicato da spiegare Lisa. Non posso raggiungerli... non posso assolutamente muovermi di qui. Devono essere loro a trovarmi e a venirmi a prendere... e forse non verranno mai! Mi hanno detto che non è affatto facile e che hanno dei grossi problemi a rintracciarmi”

Non ci capisco niente... immagino che questa sia una di quelle cose che non mi puoi spiegare, vero?”

Infatti... mi dispiace. Abbiamo delle regole ben precise. Ci sono segreti che nessuno può conoscere oltre a noi. Ma ti giuro che stiamo dalla parte dei buoni!”

Di questo ne sono certa! Forse non so ancora tutto di te... forse non lo saprò mai, ma so che persona sei Keilani! So che sei buona ed onesta e ti voglio bene come ad una sorella”

Anche io ti voglio bene Lisa e se non fosse stato per te, la mia vita in questi sette mesi sarebbe stata un vero inferno!”

Tu... tu temi di non rivederli più?”

Già... è terribile sai? Ma in realtà non ho ancora deciso esattamente cosa fare... Forse, se sono qui c’è un motivo, forse dovrei restare... fino a ieri ero decisa a rimanere qui in ogni caso, anche se mi avessero trovato... ma dopo stasera...”

Cos’è successo stasera, Kei? Non c’entrerà per caso lui?”

Keilani venne scossa da un brivido al pensiero di Spike e non riuscì a guardare la sua amica negli occhi.

Ancora lui? Kei, sei una donna giovane, bella ed intelligente, come puoi ancora permettergli di farti questo?”

Non lo so... ti giuro che non lo so neanche io”

Ed ora hai cambiato idea? Voglio dire... se verranno a prenderti, partirai con loro o no?”

Non lo so... forse si! Immagino di si...”

Ma non vorresti... perchè in realtà vuoi restare con lui, perchè non vuoi perderlo... nonostante tutto tu lo ami, vero?”

Keilani stava di nuovo piangendo... e non era lei a volerlo! Erano quelle stupide lacrime che facevano tutto da sole! Salivano dal cuore fino agli occhi e li riempivano, per poi sfociare ad inondarle il viso... ancora lacrime... ancora...

Basta!” urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo, alzandosi di scatto dal letto “Non ne posso più! Sono stanca di piangere, di soffrire, di disperarmi per lui!”

Lisa la raggiunse, appoggiandole le mani sulle spalle “Questo è l’amore... ci dona gioie inimmaginabili e strazio e sofferenza, ma è la ragione della nostra vita!”

Non della mia! Io non sono così, non sono mai stata così... così fragile, così patetica e stupida e debole. Ho sempre affrontato problemi ed ostacoli con coraggio e fierezza, con logica, razionalizzando ogni cosa! Non ho mai versato tante lacrime in tutta la mia vita! Nè quando sono morti i miei genitori, nè quando è morto mio marito...”

Tuo marito? Come... sei così giovane...”

Sono meno giovane di quanto immagini”

Lisa la abbracciò con affetto “Mi dispiace... devi aver sofferto così tanto...”

Si. Ho molto sofferto nella mia vita ma mai, ti giuro mai, ho avuto reazioni tanto illogiche! A cosa serve disperarsi? Piangere fino all’ultima lacrima, finchè gli occhi bruciano come il fuoco e sembrano voler uscire dalle orbite? Non si risolve nulla... si sta solo peggio di prima!”

Ma è una reazione naturale...”

Non per me, capisci? E’ questo che mi fa rabbia! Questa non sono io! Sono... sono cambiata da quando sono qui! Dal giorno di quella maledetta fusione mentale... ma come ci ho pensato? Non potevo restarmene ferma e buona e farmi gli affari miei? No! Eh no! La solita Keilani, che deve sempre mettere il naso negli affari degli altri, anche quando nessuno glielo chiede! Stupida, stupida stupida!”

Kei! Calmati! Mi stai facendo quasi paura!”

E’ lo stesso effetto che faccio a me stessa! Paura! Ho paura di queste nuove sensazioni che dirompono in me! Mi rendono debole e vulnerabile e non mi piace nemmeno un pò sentirmi così... lo detesto!”

Cos’è la fusione mentale?”

Non le avrebbe spiegato nulla della tecnica vulcaniana e di come metteva in contatto due menti e due anime... le disse solo “L’inizio di tutti i miei guai” e Lisa capì che era meglio evitare altre domande su quelle due strane parole.

Sei a pezzi. Sarà meglio che ti faccia una doccia e che ti metta a letto”

Si... grazie di tutto Lisa. Non so se le mie spiegazioni siano state sufficienti e credibili...”

Va tutto bene... mi spiace solo vederti così... ti va di parlare di stasera?”

Non lo so... so solo che è stata la sera più brutta della mia vita!”

Peggio di quando ti ha... aggredita? Cosa può averti fatto di peggio? Quell’uomo è un mostro! Si è accanito su di te fin dall’inizio! Lo odio! Se potessi gliela darei io una bella lezione! Che diavolo ti ha fatto?”

In realtà nulla... mi ha detto solo la verità; che non mi ama, che non mi ha mai amato e che per lui sono stata solo un piacevole passatempo ed ho sbagliato io ad illudermi che ci fosse qualcosa di più tra noi... tutto qui, anche se con termini decisamente più forti...”

E tu lo chiami ‘nulla’? E’ una bastardata da record! Sa che lo ami, non doveva trattarti così”

Non lo sa. Non gliel’ho mai detto... ma credevo che dopo l’altra notte lo avesse capito”

Vi eravate riavvicinati... questo me lo avevi accennato... ed avete passato la notte insieme?”

Tra noi c’era di nuovo sintonia, sembrava che le cose stessero prendendo la giusta direzione. Eravamo di nuovo vicini, ridevamo e parlavamo di tutto... e litigavamo come facevamo una volta! Anche litigare per noi era un modo di flirtare e ci univa, sai? Poi, la tensione sessuale che c’è sempre stata tra noi è esplosa... non siamo più riusciti a stare lontani l’una dall’altro. Prima qualche bacio rubato e... ieri notte. E’ stato stupendo! La notte più incredibile e meravigliosa che io abbia mai passato con un uomo... ma era un’illusione... era tutta una mia fantasia! Per lui è stata solo una ‘bella scopata’... così l’ha definita... parole sue...”

Che figlio di... ! Vieni qui, tesoro. Lasciati abbracciare... ora so che odi piangere, ma se vuoi fallo pure”

Keilani si abbandonò nell’abbraccio confortante e caldo della sua amica, non riuscendo a trattenere un pianto dirotto.

***

Le giornate successive trascorsero pigre. Una perturbazione stazionava sulla città rendendola umida e piovosa. Il grigio della nebbia era il colore predominante anche nel cuore di Keilani.

Nonostante tutto, erano almeno tre giorni che non piangeva ma non era sicura che fosse il suo autocontrollo ad impedirglielo... molto più probabilmente era solo che non aveva più lacrime.

Lisa aveva assegnato il turno del mattino ad un’altra impiegata e faceva il pomeriggio insieme a lei. Era dolcissima... le stava vicino ed era sempre pronta ad appoggiarla e a sostenerla nei momenti di sconforto che ogni tanto si riaffacciavano all’orizzonte.

Di Spike nessuna traccia.

Non che si aspettasse di vederlo o di sentirlo... nè lo voleva... nè lo sperava... non razionalmente almeno.

Ma sapeva.

Era una cosa che la faceva impazzire di rabbia contro sè stessa, perchè sapeva che in fondo al suo cuore c’era sempre una piccola fiamma, un barlume di speranza, il desiderio che lui tornasse sui suoi passi e che le dicesse che tutto quello che le aveva gettato in faccia non era vero e che l’amava tantissimo e che non poteva vivere senza di lei.

Keilani detestava quella debole vocina odiosa che a volte sentiva dentro alla sua testa *L’hai visto Kei, l’hai visto l’amore nei suoi occhi quella notte, non puoi esserti sbagliata così tanto*.

Non voleva assolutamente dare ascolto a quella voce... la faceva soffrire ancora di più, la faceva star male e le riportava alla mente ricordi bellissimi ed orribili, comunque insopportabili.

Invece voleva chiudere quella pagina per sempre. Ci aveva già provato innumerevoli volte nei mesi passati ed ogni volta qualcosa era successo... qualcosa le aveva fatto cambiare idea.

Quel mercoledì sera fu Manila quel qualcosa!

Kei stava chiudendo la cassa, come al solito.

Dov’è?”

Alzò gli occhi e se la trovò davanti “Come? Dov’è cosa?”

Non fare la finta tonta. Dimmi dov’è Spike!”

Lo stai chiedendo a me? Questa è proprio bella! Problemi in paradiso? Oh, scusa... forse è più appropriato dire ‘all’inferno’ vero? Comunque non so dove sia nè mi interessa saperlo, va bene così?”

Da quando non lo vedi?”

Ancora sei qui? Non mi va di parlare con te, nè di guardarti in faccia... vattene!”

Manila ebbe una reazione violenta. La prese per le spalle strattonandola e le gridò “Dimmi subito da quando non lo vedi!”

Anche Keilani a quel punto reagì con una certa rabbia. Se la tolse di dosso, spingendola lontana da sè ed attirando gli sguardi curiosi e preoccupati dei pochi clienti rimasti in negozio e di Lisa “Non mettermi mai più le mani addosso, chiaro?” le urlò “E, per la cronaca, è da venerdì notte che non lo vedo”.

Lisa era corsa verso di loro “Kei, tutto bene? Devo chiamare la polizia?” ma nel frattempo Manila era già schizzata fuori, con l’espressione di chi avesse appena avuto una terribile notizia.

Lascia stare Lisa. Va tutto bene... non ti preoccupare! Puoi finire tu per favore? Io devo andare via subito” mentre parlava, Kei era già fuori dal negozio.

Manila! Fermati! Stavolta non mi scappi!”

La vampira aveva già avviato la moto e stava per partire, quando Keilani la afferrò per un braccio, decisissima a non lasciarla andare “Che succede? Perchè mi chiedi di Spike?”

Non sono affari tuoi. Lasciami immediatamente!”

Non ci penso nemmeno, cara! Non prima che tu mi abbia detto cosa sta succedendo”

Manila parve riflettere per alcuni secondi sul da farsi “Sali” le disse infine.

Nel giro di pochi secondi avevano raggiunto il vecchio stabile dove era l’appartamento di Spike.

Entrare dopo tanto tempo in quelle stanze, fu un’emozione fortissima per Keilani.

Tutto le ricordava lui ed i giorni trascorsi lì, insieme... tutto era impregnato di lui, del suo odore. Le sembrava di sentire i suoi passi, di vedere i suoi gesti, come se lui fosse lì... ma non c’era.

Dov’è?” rivolse a Manila la stessa domanda che aveva ricevuto da lei, poco prima.

Mettiti seduta lì e cerca di startene zitta. Se avessi saputo dov’era non sarei di certo venuta a chiederlo a te, no? Aspetto una telefonata...”

Ti decidi a dirmi cosa succede?”

Ti ho detto di stare zitta! Zitta, capito?” la conversazione tra le due donne stava assumendo toni decisamente concitati.

No! Non sto zitta proprio per niente! Dimmi cosa è successo a Spike!”

La vampira scattò verso Kei e l’afferrò per la maglietta, sbattendola violentemente contro la parete e tenendola alcuni centimetri sollevata da terra:

Sentimi bene! Il fatto che io non ti abbia ancora uccisa non deve darti un falso senso di sicurezza, nè farti pensare che non voglia farlo! Se sei ancora viva è solo perchè se ti facessi del male, lui non me lo perdonerebbe mai... mi polverizzerebbe all’istante se sapesse che sei morta per mano mia! Ma sappi che lo farò comunque, perchè ti odio e perchè te lo meriti! Sei una maledetta sgualdrina! Sei come quell’altra! Quelle come voi lo hanno rovinato, lo hanno reso l’ombra di quello che era e lui non fa altro che corrervi dietro e innamorarsi di voi! Perchè? Perchè lo perseguitate? Perchè vi accanite contro di lui? Cosa diavolo vi ha fatto per meritare questo?” Manila gridava a pochi centimetri dal suo viso, tenendola ferma contro il muro e premendo le mani con forza sulla sua gola, tanto da impedirle di parlare e di chiederle cosa diamine stesse dicendo.

Era molto più alta e corpulenta di lei e la rabbia che sprigionava da ogni poro, le dava una forza immensa a cui Keilani non riusciva ad opporsi.

Lui era il migliore, il più cattivo, il più temuto, il più rispettato! Era unico e grande... era un dio! E da quando si è invaghito di quella puttana non è stato più lo stesso! Ha tradito la sua donna, ha lasciato i suoi amici, si è rivoltato contro i suoi simili, contro i suoi stessi fratelli... è addirittura morto per lei! Ma finalmente quella maledetta cacciatrice dei miei stivali si è decisa a tirare le cuoia! Vent’anni! Sono passati vent’anni da quando è morta e lui ancora non l’ha dimenticata, ancora piange per lei... ancora la ama! Almeno finchè non sei arrivata tu! Ti odio! Ti odio!”

La voce di Manila era diventata quasi un ruggito, il suo volto aveva assunto le sembianze della caccia e le sue mani avevano aumentato la stretta attorno al collo di Kei che cominciava a sentirsi mancare le forze.

L’avrebbe potuta uccidere facilmente, con un unico semplice gesto, ma allentò la presa d’un tratto, lasciandola ricadere a terra e allontanandosi da lei.

Keilani tossì forte, massaggiandosi la gola indolenzita e prendendo grosse boccate d’aria.

Forse la temporanea mancanza di ossigeno al cervello le aveva fatto male interpretare le parole di Manila; probabilmente aveva capito fischi per fiaschi... o aveva veramente detto che Spike era innamorato di lei, come lo era stato della cacciatrice? Doveva sapere...

Di cosa... stai... parlando?” disse, con la voce ancora rotta dai colpi di tosse.

Di come gli hai reso la vita un inferno, da quando sei qui!”

Ma che ne sai? Tu non mi conosci! Non sai nulla di me!”

So molto più di quanto immagini, invece! So come era ridotto quando l’hai piantato a Luglio. So che passava ogni notte sotto la tua finestra, sperando di vederti e che ti stava alla larga per non farti del male... questa non l’ho mai capita in realtà. Non mi diceva il perchè... diceva solo che era un pericolo mortale per te, la sua vicinanza... e la tua per lui, mah!

E so anche che soffriva sapendo che te ne fregavi di lui e che preferivi spassartela con un tipo scialbo ed insignificante...”

E Spike con te...”

Non sai quello che dici...”

Vi ho visto, ricordi? Quella sera al Raven”

Sei proprio stupida o fai finta di non capire? Ogni suo gesto, ogni sua azione erano una conseguenza del tuo comportamento! Ti aveva appena vista avvinghiata al bamboccio... Si è scolato tre o quattro birre e non so quanti whisky e si è buttato su di me! Una reazione, una ripicca... una sorta di rivincita! Capisci perchè ti odio? Lui non merita questo! Lui dovrebbe essere superiore a tutto ciò!”

Keilani era semplicemente sconvolta! Ed ogni parola che usciva dalla bocca di Manila la sconvolgeva ancora di più!

*Non è possibile! Non ci credo! Non posso crederci!*

Mi vuoi far credere che non state insieme, che non avete una storia?”

Non voglio farti credere nulla, nè convincerti di nulla e non ti devo spiegazioni. Spike per me è tutto e per lui provo affetto, devozione e gratitudine! Mi ha salvato la vita non so più quante volte, mi ha ospitata, mi ha sfamata e dissetata e qualche volta abbiamo fatto sesso... è vero. Ma non ci amiamo e non stiamo insieme... Sono solo un’amica per lui, l’illusione di non essere solo e sono sempre lì quando ha bisogno di me. Mi vuole bene, questo si... ma non mi ama”

Manila era seria ed aveva gli occhi fissi al pavimento.

Perchè mi stai dicendo tutto questo?” le chiese Keilani.

Perchè stai per morire e voglio che tu ti senta in colpa per quello che gli hai fatto, fino all’ultimo istante della tua inutile vita! Io non sono come lui. Non ho anima nè una coscienza”

Quindi hai deciso. Mi ucciderai”

E’ quello che meriti. Ed è quello che lui merita... una giusta vendetta!”

Vendetta per cosa?”

Non hai ancora capito, vero? Spike è morto!”

Keilani venne investita di colpo da una fiammata dirompente che, dal cuore e dallo stomaco, la pervase in un istante, facendola barcollare.

No! No... ti sbagli! Non è morto... non può essere morto! Io lo saprei... lo sentirei se fosse morto!”

E allora mi spieghi dove diavolo è? Da venerdì non lo vedi... e neppure io!”

Non dovevate vedervi qui venerdì? Dopo... Alameda?”

E ci siamo visti! Io sono venuta qui subito e l’ho aspettato... per ore! E’ arrivato che era quasi l’alba. Non sai com’era ridotto! Ubriaco fradicio, stravolto e disperato... e sai cosa blaterava?

Di te e di come lo avevi tradito, pugnalato alle spalle proprio quando credeva che stessi iniziando ad amarlo, a considerarlo più di un animale, più di un mostro! Eppure non riusciva ad odiarti! Neppure col cuore in pezzi! Ecco perchè stanotte morirai! E’ a causa tua che era in quelle condizioni e per le tue colpe la dovrai pagare!” Manila gridò quelle parole contro di lei, rovesciandogliele addosso come lava incandescente.

Poi scattò verso la camera ed un istante dopo ricomparve, con in mano una grossa balestra di legno ed una freccia puntata dritta verso il cuore di Keilani “Ma prima di trafiggerti, dovrai ancora ascoltarmi per un pò. Voglio che tu sappia tutto. Tutto quello che gli hai fatto e tutte le sofferenze che è stato costretto a sopportare a causa tua”

Kei aveva difficoltà a capire le parole di Manila. Era lui che quella notte l’aveva umiliata e disprezzata! Era lui che le aveva tolto ogni speranza, infranto ogni suo sogno, spezzato il cuore in modo tanto crudele e devastante... e poi quella stupida continuava a dire che era morto...

Non guardarmi così, bambola! Con me non funzionano gli occhioni impauriti E smettila di fare quell’espressione attonita, come se non capissi quello che dico! Non ti è ancora tutto abbastanza chiaro? Lui ti voleva! Non chiedermi il dannato motivo di questa sua fissazione, ma teneva a te e ti desiderava tanto da averne il cervello annebbiato e quando ti sei finalmente decisa a concedergli una briciola della tua considerazione... per un attimo lo hai reso felice, dopo anni di dolore, come non lo era da troppo tempo! Ma tu lo hai illuso, hai giocato con lui, l’hai ferito profondamente...”

Ma... di che stai parlando?”

Della notte in cui avete fatto l’amore e di come, subito dopo averlo lasciato, ti sei gettata tra le braccia del tuo dottorino...”

Non è vero... non è accaduto niente del genere!”

Non fare la furba con me! Lui vi ha visti con i suoi occhi! Era nel tuo laboratorio mentre vi scambiavate stupide smancerie! Vuoi negare di averlo baciato? Vuoi negare di aver accettato il suo anello? Era come se gli fosse caduto addosso il mondo, ma non si sarebbe arreso! Oh no! Spike non era così... avrebbe lottato ancora per te, per strapparti dalle braccia del tuo scialbo innamorato e trascinarti tra le sue, anche con la forza, se fosse servito!

Ma sapeva di essere in grave pericolo, così ha deciso di alzare un muro tra di voi per tenerti lontana da lui e per non farti correre alcun rischio. Sapeva di dover morire... sapeva di avere i giorni contati. Una banda di vampiri lo stava cercando da mesi ed era solo questione di tempo e lo avrebbero trovato e non voleva che tu fossi con lui in quel momento...”

Dizz!” Keilani pronunciò quel nome quasi senza volerlo, come pensandolo a voce alta.

Che ne sai di Dizz?”

Ero con Spike, nel vicolo, al Raven. Quella notte Dizzy si è presentato con tre o quattro vampiri ed ha tentato di ucciderlo... di ucciderci. Ma non ha avuto successo ed ha giurato che sarebbe tornato... credi che siano loro i responsabili della scomparsa di Spike?”

Sono stati certamente loro... credo che sia successo tutto sabato. Lo hanno trovato e lo hanno colto di sorpresa. Era sicuramente di nuovo ubriaco per colpa tua... non avranno avuto problemi a sopraffarlo! E’ colpa tua, tua soltanto se è morto!”

Smettila di dire così! Basta! Spike non è morto!” Keilani alzò la voce, rivolgendosi con rabbia contro la vampira “Finiscila! Invece di andar fuori a cercarlo e a tentare il tutto per tutto pur di salvarlo, te ne stai qui a piagnucolare e a vomitare stupide accuse su di me!

Non sai nulla di me e di Spike e di quello che c’è tra noi! Io so che non è morto, lo sento chiaramente nel mio cuore! E so anche che ha bisogno di me in questo momento! Ha bisogno di noi Manila, lo capisci? Ora, se vuoi uccidermi fallo, ma se credi che ci sia anche una sola possibilità che lui sia ancora vivo, usciamo di qui e andiamo a cercarlo insieme! Io andrò comunque, che tu mi segua o no!”

Manila abbassò la balestra “I miei uomini lo hanno cercato dappertutto in questi giorni... anche ora sono fuori... ti dicevo che sto aspettando una telefonata... se lo dovessero trovare...”

Avete chiesto a Bobby?”

Il suo amico? So della sua esistenza, ma non saprei dove cercarlo! Spike me ne ha accennato un paio di volte, ma lo ha sempre voluto proteggere da me e dai miei uomini... non si fidava di noi, non di tutti noi!”

Io lo so però. Andremo lì. Puoi richiamare tutti i tuoi amici? Appena troveremo Dizz e la sua banda, avremo bisogno di parecchi uomini per strappare Spike dalle loro grinfie. Ed ora, metti da parte il tuo odio per me e cerca di indirizzarlo verso coloro che hanno Spike... ti garantisco che lo avranno ancora per poco! Andiamo!”

Partirono a gran velocità, facendo una piccola sosta a casa di Keilani che prese con sè il phaser.

La serranda metallica del locale di Clay Street era abbassata.

Passarono dal retro. La porta era chiusa ma Keilani la forzò, sparando un colpo di phaser contro la serratura.

Lo spettacolo che trovarono all’interno fu agghiacciante.

I corpi privi di vita di Bob e Jimmy, giacevano in terra in un lago di sangue.

Jimmy era stato morso da un vampiro. Aveva i chiari segni dei denti sulla giugulare ed era completamente dissanguato... sembrava vuoto, come un involucro afflosciato, gli occhi spalancati e vitrei.

Bobby invece aveva un grosso paletto di legno infilato nella pancia.

Doveva essere morto lentamente, tra atroci sofferenze.

Keilani corse verso di lui e si inginocchiò al suo fianco, appoggiando la sua testa sulle proprie gambe e non riuscendo a trattenere le lacrime.

Perchè? Perchè? Maledetti assassini...” mormorava accarezzandogli il capo “Gli hanno dato la morte nel modo peggiore che si possa immaginare. Credo che sia sopravvissuto per ore... povero Bob... era un uomo davvero speciale”

Era vecchio... i vampiri odiano il sangue dei vecchi” disse Manila.

Lui voleva bene a Spike... non avrebbe mai messo in pericolo la sua vita, non avrebbe mai detto nulla a quei maledetti...”

Forse era solo un modo per punire Spike. Forse li hanno uccisi sotto i suoi occhi, solo per ferirlo e per indurlo a seguirli... tu sai perchè ce l’avevano con lui? Cosa volevano da lui?”

Un anello, un amuleto che però Spike non ha più da tempo. E sono quattro giorni che lui è nelle loro mani... dobbiamo trovarlo! Subito!”

Keilani si alzò, asciugandosi le lacrime col dorso della mano “Cos’è questo?”

Dal pugno stretto di Bobby, spuntavano i lembi di un foglio accartocciato e insanguinato.

Keilani lo prese con attenzione, stando attenta a non strapparlo.

Era scritto col sangue; sicuramente durante l’agonia, Bobby era riuscito a lasciarle una traccia “S nord 377 mag”.


35. SAVING THE SPIKE

E che diavolo vuol dire?” chiese Manila.

S nord... potrebbe essere strada o settore... o statale! Statale Nord! E 377 potrebbe essere il chilometro!”

Aspetta! Ho capito! So dov’è quel luogo e so cosa significa ‘mag’! Lungo la statale, a nord della città. In quella zona ci sono dei vecchi magazzini abbandonati, fabbriche e capannoni vuoti da anni. Credi che il vecchio ci abbia voluto dire dove hanno portato Spike?”

Certo! E noi stiamo ancora qui a parlare? Andiamo, forza!”

Fuori, in strada, c’erano almeno cinque o sei moto ad attenderle ed una grossa auto, la berlina con cui erano stati ad Alameda.

Questi sono i miei ragazzi e non vedono l’ora di menare un pò le mani, vero?”

Dal gruppo di motociclisti vestiti di pelle nera, si alzò un urlo inumano e rabbioso e braccia armate si agitarono nell’aria. Gli amici di Manila erano pronti a gettarsi a capofitto nella missione di salvataggio.

Keilani riconobbe Erik tra gli altri, per via della sua stazza poderosa, alla guida di una grossa moto.

Hai un piano?” le chiese sottovoce la vampira.

Un piano? Si! Andiamo lì e li facciamo fuori tutti! Non per disprezzare la tua specie Manila, ma sono già morti e, per quanto mi riguarda, non meritano nessuna pietà!”

Avete sentito?” gridò Manila ai suoi uomini “Che cosa stiamo aspettando?”

Con un unico rombo assordante, le moto e l’auto si mossero veloci verso nord.


***

Non fu facile trovare il magazzino dove Dizz ed i suoi uomini tenevano Spike.

Arrivati al limitare della zona industriale abbandonata, Kei, Manila ed il gruppo di vampiri che le seguiva, spensero e lasciarono le moto, addentrandosi a piedi, silenziosissimi tra i capannoni fatiscenti.

Non potevano dividersi... se avessero trovato il luogo che cercavano, dovevano essere pronti ad intervenire in forze. Poi, sentirono delle voci e delle risate in lontananza.

Un rapido sguardo d’intesa e tutto il gruppo d’assalto si diresse deciso verso un vecchio capannone scuro, infondo ad un viale.

Si poteva scorgere una debole luce provenire dall’interno e, attraverso i vetri sporchi, Keilani lo vide!

Era di schiena, incatenato per i polsi, con una grossa catena che lo teneva appeso al soffitto, i piedi staccati da terra di circa trenta centimetri, evidentemente privo di sensi... ma vivo!

All’interno del magazzino, almeno dieci vampiri circondavano Spike e, su una sedia appoggiata alla parete opposta, Dizzy se lo guardava in modo compiaciuto e sadico.

Kei sentì la rabbia crescere in sè e l’adrenalina che scorreva nelle vene come un fiume in piena. Impugnò il phaser, settato sulla massima potenza disgregatrice.

Pochi cenni tra Manila e il resto del gruppo e furono dentro.

I vampiri di Dizz vennero colti di sorpresa. Non si aspettavano un attacco in quel momento e con tanti avversari agguerriti che si lanciavano rabbiosi contro di loro.

Fu piuttosto semplice e veloce sopraffarli.

Keilani si diresse decisa verso il centro della stanza.

Era come se tutto, tranne lei, si muovesse al rallentatore. Vampiri ringhianti appartenenti alle due bande, lottavano e morivano tutto intorno a lei. Urla, colpi di arma da fuoco, sangue e distruzione la circondavano inesorabilmente e lei riusciva solo a vedere Spike appeso a quel maledetto soffitto e a pensare al modo più veloce di tirarlo giù da lì.

Le si pararono di fronte in due o tre per impedirle di raggiungerlo, ma li dissolse fulmineamente, con semplici colpi di phaser.

Nulla a nessuno poteva distoglierla dal suo obiettivo.

Sparò un colpo di phaser nel punto del soffitto dove erano agganciate le catene che lo imprigionavano e con un altro paio di colpi concentrati, aprì le manette che gli serravano i polsi.

Spike crollò tra le sue braccia.

Io non ho riavuto il mio anello, ma tu cara non riavrai il tuo vampiro!” urlò Dizz che, ferito e sanguinante, col volto sfigurato dai lineamenti della caccia si dirigeva veloce verso la schiena di Spike puntandogli contro un aguzzo paletto di legno.

Keilani, continuando a sorreggerlo con il braccio sinistro, puntò il phaser contro il vampiro infuriato che la stava raggiungendo e fece fuoco, riducendolo in polvere.

Questo era per Bobby e Jimmy”

Poi adagiò il corpo privo di sensi di Spike sul pavimento, appoggiandogli il capo sulle proprie ginocchia piegate.

Il suo bellissimo volto era una maschera di sangue. Sfigurato da tagli profondi e lacerazioni.

Gli occhi così gonfi che non si sarebbero aperti per giorni.

Il suo petto nudo era disseminato di ferite e bruciature. Si vedeva sotto la pelle il gonfiore delle costole spezzate e lividi e tumefazioni... dovevano averlo torturato ininterrottamente per tutto il tempo che era stato loro prigioniero... maledetti!

Cosa ti hanno fatto, amore mio?”

Gli accarezzava i capelli biondi, che erano impregnati del suo stesso sangue.

Era un vampiro, un non-vivo ma era fatto di ossa, di muscoli e di carne e sangue vero pulsava nelle sue vene; aveva un cuore coraggioso e forte, sapeva amare con intensità e passione ed aveva un’anima splendente.

Non era umano, era solo diverso, come diverse erano tra loro le centinaia di razze aliene che Keilani aveva incontrato durante i suoi viaggi nella Galassia... unico, si... unico... e vivo!

Per lei era più vivo che mai e lo amava immensamente!

Alzò la testa per guardare per la prima volta cosa stesse accadendo attorno a lei.

Gli uomini di Manila erano gli unici ad essere rimasti in piedi.

Disseminati sul pavimento del magazzino, mucchietti di cenere indicavano il punto dove gli aguzzini di Spike erano stati uccisi.

Manila si avvicinò “Come sta?”

Male... dobbiamo subito portarlo via di qui. Di loro... ce ne saranno altri?”

Forse. Non credo, ma potrebbe essere”

Casa di Spike è un posto sicuro. Non sapevano dov’è, altrimenti lo avrebbero preso molto prima e di certo il povero Bobby non gli ha rivelato nulla. Lo porteremo lì. Manda qualcuno a prendere l’auto”

Erik è qui fuori che aspetta con il motore acceso”

Bene. Aiutami a sollevarlo... piano!”

Senti...” le disse la vampira, incapace di nascondere un certo imbarazzo “non so neppure come ti chiami... ma se non fosse stato per te e per la tua convinzione di trovarlo ancora vivo, forse sarebbe morto, forse saremmo arrivati troppo tardi... insomma nonostante io continui ad odiarti... ti sto dicendo grazie”

Lascia stare... è poi è soprattutto merito tuo e dei tuoi ragazzi se siamo riusciti nell’impresa. Ora aiutami e portiamolo a casa”

Le due donne trasportarono il corpo privo di sensi di Spike fino all’auto, Manila si diresse invece verso la sua moto.

Manila!” la chiamò Kei “Non eri tu che dicevi di non avere una coscienza?”

La vampira dai capelli nerissimi, si voltò dopo qualche istante “Forse ho mentito” rispose con un mezzo sorriso.

Partirono a gran velocità verso il distretto di Mission.

Kei era sul sedile posteriore assieme all’uomo che amava e che continuava a restare svenuto.

Erik! Hai un coltello?”

Il gigantesco vampiro allontanò una mano dal volante e trasse dalla tasca della giacca un piccolo coltello a serramanico, dalla lama lucente ed affilatissima e glielo porse senza dire una parola... in realtà non lo aveva mai sentito parlare, pensò Kei.

La giovane aliena si tagliò la pelle del polso. Un piccolo taglio, sufficiente a far uscire alcune gocce del suo sangue nero. Avvicinò il polso alle labbra di Spike, tenendogli il capo sollevato.

Bevi. Bevi la mia vita... ti farà bene”

Le prime gocce entrarono da sole nella sua bocca socchiusa, ma quasi immediatamente il biondo vampiro reagì al liquido scuro e denso che stava scendendo lungo la sua gola arida ed iniziò a succhiarle il polso. Prima lentamente, molto molto piano, facendo quasi fatica a deglutire, poi con maggiore forza ed avidità, finchè Kei dovette allontanarglielo dalle labbra.

Privato di quel miracoloso nutrimento, Spike ebbe una sorta di reazione e mormorò alcune parole, quasi impercettibili.

Sei... sei tu dottore? Perchè sei qui?”

Non lo sai, amore mio?”

Le due donne, unite dalla battaglia appena vinta e dalla missione di aiutare Spike, lo adagiarono sul suo letto, mentre gli uomini di Manila facevano la guardia fuori dal vecchio stabile abbandonato.

Senza scambiarsi neppure una parola, ma entrambe mosse dall’amore per Spike, lo spogliarono e lo lavarono con spugna ed acqua calda.

Keilani pulì e disinfettò le ferite, mise unguenti sulle bruciature e suturò alcuni dei tagli più profondi. Lo coprirono con una leggera coperta di un intenso rosso scuro e lo lasciarono dormire, uscendo entrambe dalla camera.

Fu la vampira a sancire la pace.

Ti ho giudicata male. Da come ti sei battuta per lui e da come te ne stai prendendo cura, credo che invece lo ami davvero. Hai coraggio e fegato e sei una guerriera... ma non riesco ancora a capire il tuo strano comportamento col dottorino...”

Non c’era nulla di strano. Quella sera, quando Spike ci ha visto, ci stavamo salutando. Phillip è partito e mi ha regalato l’anello di laurea della sua università... tutto qui. Non sono mai stata la sua ragazza e non c’è mai stato altro che amicizia tra noi”

Allora siete due stupidi! Corrervi dietro per mesi senza concludere niente di buono e soffrendo come cani... perchè anche tu avrai sofferto, no?”

Ti odiavo! Ero convinta che Spike stesse con te!”

Perchè era quello che voleva tu credessi, per via del bamboccio! Ma non per gelosia... non credere! Voleva lasciarti libera di decidere della tua vita e non voleva imporsi a te!

Da quando ha riavuto l’anima si è rimbecillito! Si comporta come un umano! Come uno stupido! In amore lui è sempre stato un passionale, un istintivo. Si è sempre preso quello che voleva, con le buone o con le cattive ma ha anche sempre dato tutto sè stesso alla donna che amava e di solito, in cambio, ha avuto solo calci in bocca!”

Io lo amo”

Ti conviene che sia così, bellezza! Perchè altrimenti, questa tregua che c’è tra noi finirebbe all’istante e ti ritroveresti cadavere senza neppure accorgertene!”

Anche tu però devi darmi delle spiegazioni... non ho ancora capito che cosa è successo sul piazzale della base di Alameda quella notte. Perchè vi siete fatti scoprire?”

Spike non ti ha detto nulla, vero? Dovevo immaginarlo... Quando ci ha contattato, è stato chiaro. Il nostro compito era proteggerti ad ogni costo. Non voleva assolutamente che ti scoprissero nè che ti succedesse qualcosa. Ci ha ordinato di morire pur di salvarti! Quando mi sono accorta che il soldatino all’ingresso stava telefonando per verificare i vostri permessi, ho dovuto creare un diversivo!”

Keilani ora vedeva tutto chiaramente. Tutte le domande, le angosce, le incertezze, i dubbi dei mesi precedenti erano svanite di colpo. Tutto aveva un senso ed un motivo.

Ma non riusciva ugualmente ad essere felice.

Vedere il suo amore disteso su quel letto, massacrato dalle torture, privo di sensi e sofferente la straziava. Ed ancora di più la tormentava una domanda ‘Spike mi ama?’

Le esatte parole di Manila erano state ‘lui ti voleva’ e Kei non aveva alcuna intenzione di affrontare nè di approfondire quel discorso con la vampira.

Doveva saperlo da lui, quando si fosse svegliato, appena fosse stato meglio... doveva sentirlo dalla sua stessa voce e leggerlo nei suoi occhi. Come quella notte al Mercy.

Era pronta anche all’eventualità che Spike le dicesse di no, ma di una cosa era certa: lei le avrebbe confessato comunque il suo amore.

Se per te va bene, io torno a stare qui” disse a Manila “Spike ha bisogno di cure e di assistenza continua. E, soprattutto, di protezione. I tuoi uomini rimarranno di guardia nei prossimi giorni?”

Rimarremo. Ti assicuro che non entrerà neppure una mosca senza il nostro permesso... da ora in avanti questo appartamento sarà una fortezza! Il luogo più sicuro e protetto di San Francisco!”

Molto bene. Vado a casa a prendere le mie cose e passerò anche in ospedale per rifornirmi di tutto l’occorrente alle medicazioni e per pianificare i miei prossimi turni. Conto di tornare entro tre ore al massimo”

Kei!” la chiamò Manila mentre stava uscendo “Grazie... non avrei voluto perderlo”

Vedi? Lo sapevo...” sorrise Keilani.

Cosa?”

Che sai perfettamente come mi chiamo”


36. SAME TIME, SAME PLACE


Ero preoccupatissima!” Lisa le corse incontro sentendola entrare.

Scusa tesoro. Non volevo farti stare in ansia...”

Chi era quella tipa?”

Un’amica di Spike. Lo abbiamo dovuto tirar fuori da un brutto guaio, ma ora è tutto a posto”

Tutto a posto un cavolo! Sei ferita!”

Keilani non si era neppure resa conto di avere sangue sul viso e sulle braccia “Non è tutto sangue mio... ”

Cosa? Hai per caso... hai forse... Oh mio Dio Keilani, che cosa hai fatto?”

Ho solo aiutato un amico...”

Vieni di là, devi disinfettarti... anche il polso! Ma che è successo?”

Non posso...”

Ho capito, ho capito! Non puoi dirmi niente! Sai che c’è? Che preferisco non sapere! Sono contenta che tu stia bene, ma assicurami che non verranno ad arrestarti!”

Non succederà nulla di tutto questo e, da ora, non dovrai più preoccuparti”

Che vuoi dire?”

Sono venuta a prendere le mie cose, Lisa. Torno da Spike... ha bisogno di me”

Lisa rimase per un attimo in silenzio. Non si aspettava di sentire quelle parole.

Te ne vai subito?”

Devo... sta male. Devo stargli vicina, prendermi cura di lui”

Io... io non so che dire”

Keilani smise per un momento di gettare abiti nel borsone, si avvicinò all’amica e l’abbracciò forte “Lisa, non so trovare le parole adatte per descriverti il sentimento che mi lega a lui, forse perchè non esistono parole. Quando hai qualcosa di vero e profondo e forte... tu ci credi con tutta te stessa e corri anche dei rischi per difenderlo. Sei disposta a sacrificare tutto pur di non perderlo... non importa quanto costerà. Beh, io stavolta ho tutte le intenzioni di fare sul serio. Sta a lui la decisione finale, ma non ti nascondo che ho qualche buona speranza”

Mi mancherai, ma se è questo quello che vuoi... Spero che ti vada tutto bene, che lui guarisca e che finalmente possiate chiarirvi. E stai attenta a te, me lo prometti?”

Te lo giuro! E poi non mi allontanerò più di tanto e continuerò a lavorare al negozio, come ogni pomeriggio. Ci vedremo ogni giorno, proprio come adesso”

Ti voglio tanto bene Kei”

Anche io”

Si abbracciarono ancora con affetto e finirono insieme di preparare le cose di Keilani.

Riesci a portare via tutto?”

Qualcosa lascio qui, se non ti dispiace. Da Spike non c’è molto spazio”

Sai cosa pensavo? Che da quando hai iniziato a lavorare qui non ti sei presa che un giorno libero. Se ti può far comodo... direi che una diecina di giorni di ferie pagate te li possiamo anche concedere”

Davvero? Sarebbe perfetto... un regalo magnifico. Grazie”

Cerca di star bene piuttosto e fai star bene anche il tuo biondino”

E’ il mio unico scopo”


***

Arrivò all’appartamento che era quasi l’alba.

Si è svegliato?” chiese a Manila che era seduta a fianco del letto su cui giaceva Spike.

Non proprio. Ha balbettato qualcosa sottovoce un paio di volte, ma non ha mai dato cenni di ripresa”

E’ quasi giorno. Che fai? Resti?”

No. Devo andare. Ma non preoccuparti, possiamo controllare questo posto anche durante il giorno. Diciamo che alcuni dei miei ragazzi non temono la luce del sole... meglio che tu non sappia altro, ma hai la mia parola che puoi stare tranquilla. Cerca di farlo riprendere in fretta, va bene?”

Lui è forte. E’ un leone e presto sarà di nuovo in giro a farci diventar matte... sai di che parlo!”

So esattamente a che cosa ti riferisci! Non ha un buon carattere, vero?”

Per niente”

Ok. A domani”

A domani Manila”

Keilani chiuse a chiave la porta e, d’un tratto, si rese conto di essere di nuovo lì.

In quell’appartamento che tanto aveva amato... sola con lui.

Era una situazione quasi irreale. Spike ferito e privo di sensi, lei che lo avrebbe curato e che gli avrebbe fatto bere il suo sangue, il letto e la doccia da dividere... tutto sembrava identico a quel lontano periodo di Giugno in cui era arrivata lì.

Ma invece tutto era totalmente cambiato.

Lei, era totalmente cambiata.

Era un’altra donna; non più la Keilani scientifica e fredda, tutta logica e riflessiva, indurita dalle sofferenze e chiusa ai sentimenti.

Ora in lei viveva un’anima nuova, impetuosa, ribelle ed emotiva ma non meno forte, come aveva temuto a lungo, anzi! Questa sua nuova condizione la rendeva particolarmente carica di energia e le faceva sentire dentro potenzialità mai provate prima!

E tutto questo le piaceva. La spaventava e l’attraeva allo stesso tempo, ma le piaceva un mondo!

Si infilò nel letto, prese tra le sue una mano di Spike e si addormentò accanto a lui.


***

Sei ancora qui?”

Si svegliò al suono della voce del vampiro.

Come?”

Sei ancora qui!” ripetè lui.

Certo che sono ancora qui... e non me ne vado da nessuna parte. Come stai?”

Benone! Che ne dici di qualche round di lotta libera e magari un paio di giri di jogging dell’isolato?”

Vedo con piacere che le torture non ti hanno strappato via il senso dell’umorismo!”

Spike tacque per un momento “Avete rischiato troppo, non ne valeva la pena”

Abbiamo fatto quello che dovevamo. Manila è grande!”

Si”

Vado a prepararti la pappa”

No! Aspetta! Volevo dirti... grazie”

Spike... ho avuto una tale paura di perderti che mi basterà per tutta la vita. Ho rischiato di non rivederti più vivo e questo mi ha aperto gli occhi su quali siano le mie priorità e le cose a cui tengo davvero. Non devi ringraziarmi perchè io l’ho fatto solo per me stessa, capito?

Cosa avrei fatto senza di te? Con chi avrei litigato? Di chi mi sarei potuta prendere cura?

E questo mi riporta a quanto dicevo prima... devo andare a prepararti da bere! E non tentare di fermarmi, perchè tanto non ne hai le forze!”

Ancora per poco!”


***

In effetti, il recupero di Spike ebbe dell’incredibile.

Nel giro dei tre giorni seguenti, si era già quasi del tutto ripreso. Restavano, sul suo volto e sul suo corpo, i terribili segni delle torture subite, ma la forza del vampiro, unita all’azione del sangue nero di Keilani, fecero il miracolo.

I due giovani continuavano a dividere l’abitazione, il cibo, il letto, continuavano a giocare e a punzecchiarsi con il solito sarcasmo ma nessuno dei due sembrava particolarmente ansioso di affrontare argomenti che li riguardassero da vicino; forse anche perchè, in quei tre giorni, non avevano avuto mai del tempo per stare da soli.

Di notte, era tutto un via vai.

Manila ed i suoi amici non mancavano di controllare che tutto andasse bene ogni dieci minuti.

In quanto a Keilani, aveva spostato il suo turno al Mercy nelle ore del pomeriggio, approfittando dei dieci giorni di ferie dal supermercato ed infine, durante la mattina, entrambi dormivano sfiniti.

Ma l’atmosfera tra i due era ogni istante più tesa e, c’era da metterci la mano sul fuoco, che da un momento all’altro la situazione sarebbe precipitata.

Quella sera Keilani tornò dall’ospedale verso le dieci e trovò Spike, stranamente, solo in casa.

Dove sono tutti?”

Non c’è nessuno stasera dottore, siamo solo io e te... ho chiesto a Manila e ai ragazzi di stare fuori... devo parlarti”

Era serio ed aveva un tono grave.

Era seduto sul divano, con indosso solo i pantaloni del suo pigiama di seta nera ed in mano un bicchiere di bourbon.

Keilani, si sentì tremare le ginocchia. Il tono della voce di Spike non prometteva nulla di buono.

Le fece cenno di sedersi accanto a lui.

Devi andartene”

Keilani rimase pietrificata su quel divano e non riuscì ad emettere un solo suono.

Devi andartene, Kei. Io ormai sto bene e non sei tenuta a continuare la tua missione di crocerossina con me. Posso cavarmela e tu hai la tua vita da vivere, lontano da qui”

*Forse si sta riferendo a Phillip... a quello che crede che ci sia tra noi. Non posso continuare a tacere, a mentire... non se lo merita e neppure io! Devo reagire. Che mi prende? Dove sono finiti tutti i buoni propositi? Devo parlare chiaro, una volta per tutte... e rischiare, perchè no? Mi sta cacciando via... peggio di così non potrebbe andare!*

Si fece coraggio, inspirò una lunga boccata d’aria ed iniziò:

Quando morirono i miei genitori, ero molto giovane allora, decisi di lasciare il pianeta su cui ero cresciuta, perchè sentivo che non era più il mio posto, non era più casa mia.

Seguii la famiglia di certi cugini di mio padre su una nave mercantile ed iniziammo a girare la Galassia in lungo e in largo.

Visitammo decine e decine di pianeti diversi e ci fermammo su alcuni per qualche tempo, ma nessuno era abbastanza bello nè abbastanza confortevole o familiare da farmi sentire a casa. Nessuno di quei luoghi era mio ed in nessuno di essi mi sentivo felice nè in pace.

Così continuai a girare e girare ancora, finchè arrivai qui, sulla Terra.

Quello fu un periodo bellissimo.

Studiai all’Accademia, diventai un ufficiale della Federazione e conobbi mio marito... e finchè ci fu lui, tutto sembrò avere un senso, sai? Tutto scorreva nel verso giusto.

Ma quando morì Jonathan mi sentii come il giorno in cui era esplosa la navetta dei miei... vuota, disperata, sola e fuori posto.

Così ricominciai la mia ricerca ed il mio viaggio.

Da qualche parte nell’immensità dell’Universo doveva esistere il luogo a cui io anelavo e giurai a me stessa che prima o poi l’ avrei trovato.

Cambiai lavoro, mi spostai da un pianeta all’altro, da una nave all’altra, senza tregua... senza mai fermarmi troppo a lungo... rimbalzavo come una trottola impazzita!

Anche il mio incarico sull’Arcadia era precario e temporaneo nella mia mente.

E poi mi è successa questa cosa incredibile!

Mi sono ritrovata qui, nel passato, in un ambiente totalmente ostile e così lontano dal mio tempo e dalla mia vita da sembrarmi un incubo... A lungo ho maledetto il destino per avermi scaraventata qui.

Mi chiedevo ‘Perchè? Perchè mi succede tutto questo? Che cosa ho fatto di male per meritarmi questa condanna?’

E, d’un tratto, ho capito!

In un attimo mi è stato chiaro tutto ciò che non lo era stato per anni...

Ho capito perchè il mio inutile affannarmi nella ricerca del luogo perfetto non aveva mai dato alcun risultato... non potevo trovarlo, semplicemente perchè non esisteva!

La notte in cui abbiamo fatto l’amore, al Mercy... Ti ho guardato negli occhi ed ho visto la tua anima... e la mia. Vita, morte, gioie e sofferenze, amore, passione, dolore, speranza.

C’era tutto, capisci? Era tutto nei tuoi occhi... tutto quello che avevo sempre cercato.

Non un luogo, ma una persona! Era una persona che cercavo... eri tu, William”

Spike tentò di parlare, ma Keilani poggiò delicatamente le dita sulle labbra di lui e continuò con le lacrime agli occhi:

Scchh... ti prego. Ho impiegato mesi per trovare il coraggio di parlarti di questo... non posso fermarmi proprio adesso.

Mi hai appena chiesto di andarmene, di lasciare la tua casa e di tornare alla mia vita, lontano da qui; ma per me non c’è nessun’altra vita da vivere fuori, non lontano da te!

Io ora so. In realtà lo sapevo già da quella notte al Golden Gate Park, ma ora ne ho l’assoluta certezza... la mia casa è dove sei tu... ovunque nello spazio o nel tempo, purchè sia con te.

Non ti sto chiedendo nulla... ti sto solo dicendo quello che sento da tempo nel profondo del mio cuore, senza chiederti niente in cambio... solo di non allontanarmi da te, perchè io... io ti amo!

Non pretendo che tu provi lo stesso per me... ma dovevo dirtelo!

Non potevo più vivere senza dirtelo!”

Spike le sorrideva, ma Keilani aveva gli occhi bassi e pieni di lacrime e non poteva vederlo.

Le prese il viso tra le mani e l’avvicinò a sè, tanto da poter vedere ogni lacrima appesa alle sue ciglia.

Le fece alzare il volto verso il proprio e le baciò entrambi gli occhi.

Appoggiò le labbra a quelle di lei in un tenero e dolcissimo bacio e sussurrò:

Devi andartene, Keilani... credo che lui abbia bisogno di te, più di quanto ne abbia io”

Kei aprì gli occhi e lo guardò con disperazione “Non c’è nessun lui... Phillip non è...”

Lo so... lo so... l’ho sempre saputo, piccola sciocca. Non sto parlando del bamboccio ma del tuo Capitano della Federazione Kei, che ti ha trovata e ti sta venendo a prendere!”

Come? Cosa... cosa stai dicendo?” era del tutto disorientata.

Poco prima che tu arrivassi... la tua radio ha fatto un pò di baccano ed ho sentito la voce di un certo Collins che diceva che ti hanno rintracciata e che avrebbe richiamato entro un’ora”

Mi... mi hanno trovata....”

Già. Non so come funziona, ma credo che dovrai prepararti”

Io... io... tu...” Keilani non riusciva a connettere con chiarezza.

Il suo cervello era in corto circuito per dover elaborare le troppe informazioni, troppe sensazioni... troppo di tutto e tutto insieme...

La voce inconfondibile del Capitano Collins, interruppe quell’accozzaglia di pensieri senz’ordine.

Tenente Keilani! Mi riceve? Tenente! Sono il Capitano Collins, mi sente?”

Spike le rivolse uno sguardo di profonda comprensione e le indicò la trasmittente, invitandola a rispondere.

Capitano. Sono qui... la sento forte e chiaro!”

Benissimo Keilani! Mi fa molto piacere! Ci siamo, ce l’abbiamo fatta! Può tornare a bordo. Siamo pronti a riportarla a casa in qualsiasi momento! Le sue ricerche per il vaccino contro la febbre Feq-hui sono qui che l’aspettano e gli Alantariani le saranno grati per sempre per il suo lavoro!”

Ma... Capitano! Sono passati sette mesi! Ormai le mie ricerche saranno inutili!”

Dove si trova lei sono passati sette mesi Tenente, lo so! Ma qui sono trascorse appena 53 ore da quando lei è scomparsa nel teletrasporto! La sua missione non è fallita! E’ stata solo rimandata! Abbiamo avvertito il Dottor Relak; l’aspetta domani al Quartier Generale della Flotta!”

Davvero? E’... è meraviglioso! E’ fantastico!”

Mi compiaccio del suo entusiasmo! Ed anche noi saremo felicissimi di riaverla sull’Arcadia! Se è pronta possiamo portarla su anche subito!”

L’euforia di Keilani per la notizia era alle stelle, ma le bastò posare lo sguardo per un solo istante su Spike, per piombare nella disperazione più cupa.

Lui non la guardava. Era ancora seduto sul divano, con i gomiti appoggiati alle ginocchia, la testa bassa ed il bicchiere di bourbon in mano. Lo stava roteando lentamente e fissava il liquido ambrato muoversi in piccole onde morbide.

*Devo andarmene... ha ragione lui! Devo! Non posso abbandonare gli Alantariani. La mia missione è ancora in piedi ed io potrò contribuire a salvare milioni di vite. Non posso tirarmi indietro... hanno bisogno di me... devo andare!*

Capitano, può concedermi un pò di tempo?”

Mezz’ora Tenente, non di più. Ci sono problemi?”

No. Tra mezz’ora sarò pronta”

La richiamerò prima di teletrasportarla a bordo per un ultimo controllo dei parametri e delle coordinate. Mi raccomando Tenente! Mezz’ora esatta o rischiamo che la finestra temporale si richiuda e potremmo perderla per sempre!”

La comunicazione si interruppe.

Keilani si avvicinò al vampiro, non sapendo ancora dove trovare la forza necessaria per fare la cosa più difficile della sua vita.


37. ADDIO

Erano entrambi seduti sul divano, fianco a fianco, gli sguardi nel vuoto... silenzio.

Spike porse distrattamente il bicchiere di bourbon alla ragazza aliena, che lo prese e ne scolò il contenuto in un sorso, rabbrividendo.

Keilani si sentiva distaccata, come se tutto quello stesse succedendo a qualcun’altra, non a lei.

L’immensa gioia di tornare a casa, di rivedere parenti, amici e colleghi e soprattutto di avere la possibilità di portare a termine la missione, si contrapponeva alla disperazione e alla sofferenza lacerante di dover lasciare lui... il suo amore... la sua vita.

Ma si sentiva come estranea a quella lotta... come se la stesse guardando da lontano, senza riuscire a decidere da quale parte stare, senza riuscire a capire quale delle due parti fosse la più forte o la più giusta.

Parlò sottovoce “Mio padre diceva che le esigenze di uno non possono mai prevaricare le esigenze dei molti... aveva ragione. Era saggio e giusto, mio padre”

E’ buffo, non credi?”

Cosa?”

Che tu abbia aspettato mesi per farmi tutto quel bel discorso pomposo e che ti sia decisa a farlo proprio ora che devi andare via! Mi avresti detto lo stesso quelle cose, sapendo di dover partire?”

Mi spiace se in qualche modo ti ha infastidito... forse preferivi non sapere?”

Spike non rispose.

Comunque, si! Te le avrei dette lo stesso! Probabilmente avrei dovuto farlo molto prima...”

E così il mio fascino irresistibile ha fatto un’altra vittima!”

Lo guardò stupita, chiedendosi se scherzasse...

Sei sempre il solito megalomane, presuntuoso, pallone gonfiato!”

Vuoi dire che ho capito male? Non mi hai appena confessato di amarmi?”

Ci godi vero a mettermi in difficoltà? Si! Ti amo... purtroppo per me!”

Allora vieni qui e baciami!”

Keilani sentì una stretta al cuore “Non riesco neppure a guardarti in faccia, come potrei baciarti? Se ti baciassi non avrei più la forza di lasciarti”

Ho detto baciami!”

Era così con Spike! Riusciva sempre a farla sentire come creta che solo lui era capace di modellare, plasmandola a suo piacimento tra le dita esperte.

Sei perfido... sei un perfido demonio, crudele e spietato...”

E’ vero, è quello che sono. Vedo che mi conosci bene! Dovresti sapere che non mi piace aspettare...”

Le bastò guardarlo per un solo istante per capire che non sarebbe riuscita mai a resistergli.

Si avvicinò alle sue labbra fresche e morbide, che ancora sapevano di whisky e lo baciò.

Fu il bacio più meraviglioso che si fossero mai scambiati. Appassionato ed intenso, ma anche amaro, perchè era l’ultimo... era il bacio con cui si stavano dicendo addio.

Lui la stringeva con forza e Keilani avrebbe desiderato perdersi tra le sue braccia, per sempre. Pensò con terrore al momento in cui quel bacio stupendo sarebbe finito e grosse lacrime scesero lungo le sue guance.

Spike la allontanò appena da sè. Poi, con i baci, le ascugò il volto dalle lacrime.

Ora baby, apri gli occhi e guarda nei miei. Le vedi? Le vedi ancora tutte le cose che hai visto quella notte?”

Perchè mi stai facendo questo? E’ già abbastanza difficile... perchè mi stai torturando così?”

Dimmi se le vedi o no!”

Si! Si che le vedo, dannazione!” Keilani non riusciva a smettere di piangere “Ci sono tutte! E’ tutto nei tuoi occhi, amore mio! Ed è proprio per questo che sto soffrendo così tanto!

Perchè proprio ora che ho trovato quello che cercavo da una vita, devo lasciarti e questo mi uccide, perchè ti amo talmente da sentirmi soffocare al pensiero di perderti!”

Si appoggiò alla sua spalla nuda e muscolosa. Spike la cinse con un braccio e, mentre le accarezzava i capelli dalle intense sfumature rosse, le sussurrò :

Sono passati più di venti anni da quando lei è morta.

Da quel giorno ho iniziato a costruire un muro attorno al mio cuore che ogni anno è diventato più alto e più forte, al punto di diventare impenetrabile.

Ora voglio abbattere quel muro e non so assolutamente come fare, Kei.

Non ho mai chiesto aiuto a nessuno in vita mia... ma ora lo chiedo a te!

Aiutami a distruggere quel muro... Insegnami ad amare di nuovo!

Non ti permetterò di lasciarmi proprio adesso!

Devi aiutarmi... ancora una volta! Sei l’unica che possa farlo! Sei tutto ciò che ho!”

La giovane donna lo guardò, quasi implorando pietà.

Non puoi chiedermi questo... non farlo William. Non posso restare... ho doveri e responsabilità e se tu me lo chiedessi solo una volta ancora, manderei tutto al diavolo, prenderei il phaser e distruggerei immediatamente quella maledetta radio. Ma so che poi non potrei perdonarmelo per tutta la vita... ti prego... non farmi questo...”

Non ti sto chiedendo di non andare, tesoro. Ti ho solo chiesto di non lasciarmi...” lui la guardava con il suo solito sorriso indecifrabile ed il capo leggermente inclinato.

Come posso? Come posso restare con te e partire allo stesso tempo?”

Non hai ancora capito? Uff... ti credevo una persona più intelligente, dottore. Mi spiace scoprire proprio ora di averti così tanto sopravvalutata!” era scocciato, deluso... ma si percepiva quel particolare suono sarcastico nella sua voce, quel tono che tante volte l’aveva fatta infuriare nei mesi passati e che ora si rendeva conto di amare follemente...

Aspetta... non starai mica dicendo che... non vorrai dire... Spike! Tu... tu...”

Il vampiro non riuscì a trattenere un largo sorriso “Ti senti bene? Hai una strana espressione e stai balbettando...” ma non riuscì a finire la frase. Kei gli era già saltata al collo e lo baciava su tutto il viso, ridendo e gridando come una pazza!


***

Lisa. Sono io”

Ciao Kei. Tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?”

Ti ho chiamata per salutarti... me ne sto andando!”

I tuoi compagni? Ti hanno trovata?”

Si! Parto immediatamente...”

Oh mio Dio! Sono felice per te tesoro... posso raggiungerti per un ultimo abbraccio?”

Non c’è tempo! Sto partendo... non c’è più tempo. Ti volevo ringraziare ancora per tutto e... insomma sai che ti voglio un bene dell’anima!”

Lisa piangeva “Anche io ti voglio un mondo di bene. Ti auguro di essere tanto felice... lo sarai?”

Keilani guardò verso l’altra stanza, dove Spike si stava cambiando “Sarò felice, te lo prometto... addio”


***

Voglio che tu sia pronto a quello che ci sta per accadere! Saremo smaterializzati”

In che senso?”

Dunque... i nostri corpi ora saranno trasformati in energia e trasportati attraverso il tempo e lo spazio, per essere poi riassemblati a bordo dell’Arcadia”

Ah! Ed io stupido che te l’ho anche chiesto! Che idiota! Forse sarebbe meglio se me ne restassi qui! Non mi piace per niente l’idea di farmi fare sta cosa”

Davvero?”

Spike la prese tra le braccia sollevandola da terra, le sorrise e la baciò “Non lo sapremo mai!”

Dalla radio provenne la voce del Capitano Collins “Tenente! Ci siamo!”

Si Capitano, sono pronta... ma non sono sola!”

Come? Keilani spero che lei abbia valutato le conseguenze di un’azione del genere. Ha tenuto conto della Prima Direttiva Temporale e delle possibili implicazioni di quello che stiamo per fare?”

E’ tutto sotto controllo, si fidi di me ma... ci sarebbe anche un altro piccolo problema da risolvere”

Dica pure Tenente... in fretta!”

Può teletrasportarci all’interno di una delle stive di carico?”

Il Capitano Collins consultò il tecnico addetto al teletrasporto “D’accordo Keilani. Spero che lei sappia quello che sta facendo. Inserisca le coordinate”

Keilani compose alcune cifre su un DiPad che era collegato alla trasmittente.

Siamo pronti Capitano”

Bene”

Keilani prese la mano di Spike e la strinse nella sua.

Energia!”


EPILOGO


L’alloggio era in penombra.

La luce, bassa e diffusa, non era quella solita dell’impianto di illuminazione standard... erano le fiamme di decine di candele bianche, sparse un pò ovunque.

L’arredamento del soggiorno era quello tipico delle navi federali del XXIV secolo: essenziale, lineare, semplice... ma le pareti erano piene di scaffali con libri rilegati e riproduzioni di tele appartenenti all’antica arte terrestre.

Nell’altra stanza, faceva bella mostra di sè un vecchio letto di ferro battuto, con lenzuola di seta di un viola talmente scuro da sembrare nero e, tra le lenzuola, i corpi nudi ed abbracciati di due giovani amanti.

La ragazza, i cui lunghi capelli castani erano sparsi sul cuscino, accarezzava dolcemente la nuca del suo uomo, facendo scivolare le dita tra i suoi capelli, biondissimi e riccioluti. Lui, giaceva al suo fianco col capo appoggiato sul suo seno morbido.

Mi accorgo del momento in cui stai per svegliarti... il tuo cuore inizia a battere più in fretta”

Batte così forte perchè, svegliandomi, ti trovo vicino a me”

Lui sollevò il viso e la baciò con passione, poi l’afferrò per la vita e la fece rotolare sopra di sè “Sei bellissima... anche con quei capelli arruffati!”

Si baciarono di nuovo.

Ho fame!” esclamò Keilani.

Serviti pure! Sono a tua disposizione... non sei mai sazia, gattina viziosa!”

Mi hai già chiamata così... nel garage del Mercy” Kei rabbrividì ripensando alle dure parole che Spike le aveva rivolto quella notte.

E’ vero! E sai che ti dico? Che pensavo ogni parola di quello che ti ho detto quella notte... QUASI ogni parola!”

Quindi io sarei una gatta in calore?”

Si, tesoro. Sporca e perversa... e insaziabile”

E credi ancora che potrei fare di più e di meglio?”

Certo! Solo con la pratica si ottiene la perfezione! Quindi diamoci da fare piccola! Ho ancora tante cose da insegnarti, tanto piacere da darti e so che tu farai lo stesso con me!”

Si, amore mio!”

E così si amarono ancora ed ancora... per altre dieci, cento, mille volte, come avevano fatto senza tregua negli ultimi due giorni (e notti!) trascorsi su quel letto morbido.


***


Dopo alcune ore, Keilani infilò una leggera vestaglia di seta color panna e si diresse al replicatore “Una tazza di cioccolata calda e... una di <KeiUno>” tornò sul letto, tenne il cioccolato per sè e porse l’altra tazza a Spike “Dimmi se ti piace”

Il vampiro inspirò l’odore che proveniva dal liquido scuro e caldo contenuto nel suo bicchiere e vi poggiò le labbra “Mhh... ottimo tentativo doc, ma non ha nulla a che vedere con il tuo sangue”

Non ti piace?”

Non lo so... è... è diverso, tutto qui”

Posso tentare di migliorare la formulazione dei componenti e riprogrammare il replicatore...”

Non sarà mai come bere da te...”

E’ questo che hai in mente, vampiro? Spassartela e divertirti con me finchè ti va e poi affondare i tuoi denti nel mio collo e prosciugarmi?”

Potrebbe essere una possibilità... te la senti di correre il rischio?” ma nella sua voce non c’era minaccia, nè malvagità nè tantomeno l’intenzione di portare a termine il terribile piano... era la sua voce più sensuale e provocante e l’invito a correre quel rischio era, per Keilani, irresistibile!

Prese le due bevande e le posò sul comodino. Si accoccolò vicino a Spike, con la propria schiena appoggiata al suo petto nudo. Lui le cinse la vita con il braccio e la baciò sul collo “Dimmi la verità, William... Credi che sia stato un errore seguirmi fin qui?”

Credo che quelli che potrebbero sembrarci errori, spesso si rivelino invece le esperienze più belle e più importanti della nostra vita. Non ne so ancora abbastanza per giudicare le conseguenze di questo mio balzo nell’ignoto, ma mi fido di te e so che quello che ho visto finora è niente paragonato a quello che mi attende e tutto questo mi stimola, mi incuriosisce e mi trasmette potenza! Nel mio mondo non c’era più nulla per me... nulla che non avessi già provato, nessuno per cui rimanere... Quindi NO! Non credo assolutamente che sia stato un errore seguirti! E poi, ciò che viene fatto per amore, si colloca sempre al di là e al di sopra di stupidi concetti come bene e male o giusto e sbagliato, no?”

Keilani si strinse ancora di più a lui, facendosi piccola piccola e sorridendo felice “Ho un regalo per te”

Se devi alzarti di qui ed allontanarti da me per darmelo, non lo voglio”

Oh, invece lo vorrai eccome! E non mi alzerò solo io da questro letto, pigrone!”

Gli diede un bacio frettoloso e scattò verso il guardaroba “Mettiti qualcosa addosso tesoro. Andiamo a fare un giro”

***


A bordo del runabout Ghost, Keilani e Spike stavano dirigendosi a curvatura cinque, verso la luna Jemmas, un piccolo pianeta di classe M appena terraformato, ai confini del sistema solare di Betazed.

Una base federale era stata stabilita nell’emisfero sud, ma tutta la parte a nord dell’equatore era disabitata.

Jemmas era costituito prevalentemente d’acqua. Il mare ricopriva quasi il 77% dell’intera superficie ed era disseminato di piccole incantevoli isole ricche di rigogliosa vegetazione e sabbie bianchissime.

Si teletrasportarono su una di esse. Nel cielo brillavano milioni di stelle e vari pianeti e lune di differenti, pallidi colori. La temperatura era mite e nell’aria si respirava il profumo del mare e dei vari tipi di fiori esotici che nascevano lungo la spiaggia.

E’ meraviglioso, vero? Adoro questo luogo incantato ed amo venire qui a rilassarmi ogni tanto... Potremo fermarci due o tre giorni, se vuoi”

E’ molto bello, hai ragione doc. Non avevo mai visto nel cielo più di una luna contemporaneamente... è stranissimo... e stupendo”

Si sedettero sulla spiaggia, facendo scorrere la sabbia tra le dita, ascoltando il rumore del mare e godendo della reciproca, silenziosa vicinanza.

Dopo alcuni minuti, l’atmosfera parve riscaldarsi ed una luce soffusa iniziò a salire dall’orizzonte.

Credo che sia ora di far funzionare il tuo aggeggio ‘smonta-molecole’ e di tornare sulla navetta”

No, William”

Dottore, forse non te ne sei accorta, ma sta facendo giorno!”

Fidati di me, amore mio...”

Keilani gli prese la mano e si avvicinò con lui al punto in cui le onde, leggere e spumose, si infrangevano sulla sabbia. Lo guardò intensamente negli occhi. Quegli occhi non erano più dell’intenso blu scuro della notte, ma stavano assumendo una colorazione più chiara e cristallina, passando dal grigio all’azzurro “Fidati di me...”

All’orizzonte era comparsa una fresca linea verde pallido: l’alba si avvicinava.

Tutto si stava lentamente illuminando e la nube di pulviscolo astrale che avvolgeva il pianeta, stava assumendo colori cangianti dalle incredibili sfumature cromatiche.

Il rosa intenso, l’arancio, il giallo abbagliante... il cielo era ogni istante più chiaro.

Raggi di luce infransero e dispersero l’ultima caparbia briciola di oscutità ed il sole, luminoso, brillante e caldo iniziò a sorgere.

Spike strinse con forza la mano di Keilani, mentre la luce lo investiva in pieno, colpendolo come una fiammata.

Cadde sulle ginocchia, nell’acqua, sforzandosi di non chiudere gli occhi.

Era completamente immerso in quel chiarore accecante che lo avvolgeva e lo riscaldava... non si chiese perchè fosse ancora lì, vivo... nè perchè quello strano sole di quel pianeta lontano non bruciasse la sua pelle bianchissima, riducendolo in cenere...

Aprì le braccia, godendo appeno di quelle sensazioni indescrivibili, tanto lontane ma mai dimenticate del tutto.

Per la prima volta, dopo più di centosettanta anni, la sua pelle fu riscaldata dai raggi del sole, mentre i suoi occhi vedevano il miracolo di un’alba e piangevano lacrime di commozione, gioia immensa e gratitudine.