THE FAMILY MAN

Autore Bfly

 

“Amore? Puoi portare fuori la spazzatura?”

 

“Ai tuoi ordini”

 

“Già che sei fuori prendi il giornale”

 

“Ai tuoi ordini”

 

“Oh, e ricordati di prendere dentro la posta!”

 

“Ai tuoi ordini… piccola sfaticata”

 

Ovviamente l’ultima parte della frase fu detta in modo da non essere sentita dalla diretta interessata.

 

 

 

Di domenica mattina la vita in quella casa funzionava sempre così, lei dormiva e lui si alzava per farle la colazione. Un modo di ricompensarla del fatto che lo faceva lei per tutto il resto della settimana... A lui piaceva notare queste piccole cose di lei, come il fatto che fosse mattiniera, mentre la domenica non c’era verso di farla alzare. Certo, con tutta la fatica che facevano il sabato notte… e con questi pensieri in testa si avviò con in mano due tazze di caffè e un sacchetto di biscotti verso la camera.

 

“Buon giorno tesoro…”

 

“Buon giorno anche a te… indovina che cos’ho sognato!”

 

“Che tua madre tornava a vivere qui?” disse inorridito.

 

“No, stupido, che Willow rimaneva incinta di Oz!” disse ridendo.

 

“Originale davvero… fortuna che non hai sognato che Xander metteva incinta mia sorella o non so che avrei fatto…”

 

Si diedero un bacio, poi Spike corse giù a portare fuori la spazzatura, prendere il giornale e la posta come la sua principessa gli aveva ordinato.

 

 

 

Giù nella veranda.

 

S:”Salve Joyce! Venuta a trovare Buffy?”

 

J:”Già, sono venuta a trovare i miei figli!” disse dandogli un bacio sulla guancia. Era passato un anno e mezzo dalla prima volta che l’aveva fatto, il giorno che lo aveva pienamente accettato in casa sua. Ricordava ancora com’era successo: viveva in quella casa già da sei settimane, e lei non aveva potuto fare a meno di guardarlo sempre storto, il ragazzo che aveva fatto innamorare sua figlia e l’aveva abbindolata in quel modo, lui sapeva che lei aveva odiato il fatto di non essere stata presente al matrimonio della figlia. Poi un giorno salutandoli prima che andassero a scuola lo aveva preso da parte e gli aveva dato un bacio su una guancia, cosa che prima era riservata solo a Buffy. Da lì le cose erano andate tutte a posto.

 

S:”Beh, tuo figlio acquisito ora va a buttare la spazzatura, e tua figlia è di sopra, ancora a letto” le disse sorridendo.

 

J:”Oh, come sempre.”.

 

S:”Salve professor Giles”

 

G:”Oh, per l’amor di Dio ragazzo non sono più il tuo professore, sono quasi un tuo parente!”

 

S:”Ehi, frena, frena mi sono perso qualcosa?” disse con la faccia del finto sospettoso.

 

J:”Oh, Rupert non sei mai stato capace di tenere un segreto per più di due minuti! Ti avevo detto che volevo che ci fosse anche Buffy quando gliel’avremmo detto!”

 

G:”Oh, già… mi dispiace”

 

S:”Ehi questo significa che voi due” disse indicandoli “vi sposate?!”

 

G:”… l’idea era quella, si…” disse imbarazzato.

 

S:”oh… papà!” lo prese in giro mollando il sacco della spazzatura per terra e correndo ad abbracciarlo.

 

J:”Ah, lascio da soli voi uomini non vi capirò mai, vado a far alzare quella pigrona!”

 

G:”Provo un senso di … forte disapprovazione per tutto questo…”

 

 

 

Dalle finestre della camera da letto si sentì un urlo di donna.

 

G:”Mmm… ho come l’impressione che Buffy non abbia preso bene la notizia…”

 

S:”Sbagli vecchio, è il suo modo di mostrare la sua felicità. Lei fa così”

 

G:”E tu che mi dici William? La scuola l’hai finita, ora che farai?”

 

S:”Ti dirò Giles… non ne ho ancora un’idea precisa. Vorrei fare l’università, continuando ovviamente a lavorare part-time, ma non so cosa sia meglio”

 

G:”Se tu volessi frequentare l’università di letteratura inglese avresti la mia totale approvazione come professore”

 

S:”Ma se mi ha bocciato il primo anno!”

 

G:”Già, era perché non mettevi il minimo impegno in quello che facevi, ed è una cosa che io disprezzo in ogni sua forma, ma Buffy ti ha cambiato. Ora potresti fare quello che vuoi”

 

S:”Già… Buffy mi ha dato una ragione per vivere.”

 

G:”Quella ragazza è speciale…”

 

S:”Può dirlo forte… su avanti lo so che sta pensando: che io non sono l’uomo per lei e che l’ho portata su una cattiva strada facendole fare una scelta avventata”

 

G:”No, William, io non stavo pensando a questo. Penavo solamente che prego con tutto il cuore che fra di voi le cose vadano avanti come stanno andando, siete fatti l’uno per l’altro per quanto mi riguarda”

 

S:”E tu Giles? Ami davvero la nostra Joyce?”

 

G:”Con tutto il mio cuore”

 

S:”Trattala bene, è come una madre per me, se le succede qualcosa sei morto”

 

G:”Grazie dell’incoraggiamento, sono felice di avere la tua benedizione”

 

Vennero interrotti dall’arrivo di Buffy, che si fermò con un sorriso stampato sulla faccia di fronte a Giles, poi lo abbracciò con impeto.

 

B:”Papà!”

 

Giles sorrise.

 

G:”Beh… immagino che mi ci dovrò abituare…”

 

 

 

Ci fu un giro di telefonate per avvertire tutti gli interessati, Willow, Oz, Anya e Xander, Tara e Wesley. Il matrimonio sarebbe stato in data ancora da definire, ma erano tutti eccitati. Joyce e Giles rimasero con Buffy e Spike tutto il giorno a parlare del matrimonio, di come avrebbe dovuto essere, Joyce voleva una cosa semplice visto che lei di matrimoni ne aveva già avuto uno, e Giles era d’accordo, quell’uomo era portato per la semplicità (anche se a volte non si lasciava scappare particolari frivolezze). Solo quella sera se ne andarono, e Spike e Buffy furono di nuovo in camera loro soli.

 

B:”Amore… io ho avuto Giles come professore solo per un anno, ma tu per due, che impressione ti ha fatto?”

 

S:”Vuoi che ti dica se tua madre è in buone mani?” le disse, mentre con un particolare lampo negli occhi si avvicinava a lei e la spingeva dolcemente sul letto iniziando a baciarla.

 

B:”Esattamente questo”

 

S:”Puoi fidarti di lui, è molto preciso, tiene molto a quello che fa. Io ho un grande rispetto per lui.”

 

Era quello che lei voleva sentirsi dire, poi non fece più domande. Nessuno dei due parlò più per tutta la notte, se si escludono gemiti di approvazione per quello che stavano facendo.

 

E mentre si amavano, Buffy non fece altro che pensare come tutto fosse perfetto, aveva per se l’uomo che amava, stava per avere un nuovo padre, uno che rispettava molto più di quello naturale, sua madre era felice, i suoi amici erano felici. Era tutto perfetto, come in una favola.

 

E lei non si poteva immaginare come quella pace potesse presto fratturarsi, proprio a partire da quella notte.

 

 

 

Capitolo 1

 

 

 

Era passato un mese. Spike stava finalmente tornando a casa. Non ne poteva più, Buffy lo aveva riempito di commissioni da fare quel giorno, perché lei non si sentiva bene ed era rimasta a casa. Era stato all’università in cui alla fine stava decidendo di iscriversi per un colloquio con un professore, che gli aveva portato via più di un’ora, poi era stato a prendere le aspirine per Buffy, il phon che avevano portato ad aggiustare, i risultati degli esami del dottore di Buffy, la macchina dal meccanico (si erano comprati una vecchia De Soto nera che lui adorava e che lei alla fine aveva imparato ad accettare) e ora era sulla veranda di casa sua. Che strano, pensò, le luci erano spente.

 

Aprì la porta.

 

Tutti:”Sorpresa!”

 

A Spike per poco non prese un infarto! Si accesero le luci, erano tutti lì, Oz, Willow, Xander, Anya, Tara, Wesley e perfino Angel, avevano attaccato degli striscioni di auguri, e Buffy gli stava correndo incontro abbracciandolo e dandogli un bacio.

 

S:”Amore… che significa?”

 

B:”William, oggi è il tuo compleanno!”

 

S:”Cosa?! E’ vero… ma come diavolo ho fatto a dimenticarmelo!” disse incredulo.

 

B:”Ah, proprio non lo so, ma per tua fortuna per questa volta l’ho ricordato io!” disse stampandogli un bacio su una guancia.

 

S:”Oh, beh, grazie mille ragazzi, non so che dire!”

 

X:”Di che sei contento bello, è la tua festa!”

 

 

 

E lo era, contento! Avevano messo su musica, quella che piaceva a lui, c’era da mangiare e bere, ed erano solo fra ragazzi, ma Joyce e Giles avevano lasciato il loro regalo e sarebbero passati il giorno dopo a fare gli auguri. Una festa è sempre capace di rendere tutti felici, e così felici si apprestarono a far aprire i rispettivi regali, circondando il povero Spike che stava seduto sul divano.

 

X:”Forza, forza, tocca al mio!”

 

Spike aprì la confezione, un pacco scorta di tintura per capelli biondo platino, della sua marca preferita. Per un momento Spike si pentì di aver passato un’intera serata qualche mese prima a scambiarsi consigli estetici con lui e Oz.

 

S:”Grazie mille amico…” disse facendo finta di niente.

 

Il regalo di Willow era sullo stesso piano, una scorta della sua marca di gel. Aveva sperato che ogni cosa fosse stata detta quella dannata sera sarebbe rimasta fra uomini visto che non è molto virile parlare di estetica e capelli, ma a quanto pare le sue preghiere non erano state esaudite… Buffy fece fatica a trattenersi dal ridere.

 

Anya gli aveva regalato un libro di spartiti nuovi da suonare con la chitarra, Wesley un libro, Tara anche, Angel una nuova macchina fotografica e Buffy una nuova camicia rossa.

 

S:”Ragazzi, siete fantastici!”

 

A:”Ehi, è Buffy che ha organizzato tutto, ringrazia soprattutto lei”

 

S:”Oh, ma lo farò!” disse sorridendo, e Buffy arrossì visibilmente.

 

 

 

La musica riprese, e tutti iniziarono a ballare. Spike ballava con Tara, Willow con Wesley, e Anya con Xander. Oz era troppo riservato e ballava solo a volte, così si era messo a mangiare e a fare compagnia a Angel. Ma talvolta facevano scambio di coppie, allora Willow ballava con Wesley, Tara con Anya e Spike con Xander.

 

Buffy si era allontanata un momento. Aveva una cosa da fare.

 

Ma siccome dopo quindici minuti ancora non era tornata dalla cucina Anya fece ballare Tara con Angel e andò a vedere cosa succedeva. Trovò Buffy seduta su una sedia intenta a leggere un foglio, sembrava scioccata.

 

A:”Buffy, ma cosa…”

 

Buffy ripiegò velocemente il foglio e la guardò cercando di fare finta di niente ma sapeva di essere stata colta in flagrante.

 

A:”Buffy, ti senti bene?”

 

B:”Si, certo, io…”

 

A:”Cosa leggevi?”

 

B:”Oh, niente…”

 

A:”Buffy…”

 

Buffy guardò Anya con preghiera, ma Anya rimase ferma nelle sue preoccupazioni. Allora Buffy abbassò gli occhi e le porse il foglio.

 

B:”E’ l’esito dell’esame del sangue che ho fatto. Che stupida che sono, ho mandato William a prenderlo, avrebbe potuto vederlo”

 

A:”Buffy… ma tu sei…”

 

B:”Shhh! Lui non deve saperlo! Anya, ti prego…” nei suoi occhi si leggeva una chiara supplica.

 

A:”D’accordo ma…” fu interrotta dal suono del campanello.

 

B:”Puoi aprire tu per favore?”

 

A:”Certo”

 

 

 

Anya era scioccata da quanto aveva scoperto, ed era sovrappensiero quando andò ad aprire. E quando aprì la porta si rese conto che le sorprese non erano finite.

 

A:”Che diavolo ci fai tu qui?!” non si era nemmeno accorta che Spike, ancora ridendo per una battuta di Xander, stava arrivando.

 

S:”Ehi, sorellina, chi…” ma si rabbuiò immediatamente quando lo vide.

 

S:”Oh…” e iniziò a guardare l’arrivato con aria di sfida.

 

S:”Ciao papà…”

 

 

 

Capitolo 2

 

 

 

E:”Ciao, figlio mio, posso entrare?”

 

S:”No”

 

 

 

La festa si era fermata, tutti erano interessati alla discussione, anche se ognuno cercava di non sembrarlo. La stessa domanda sulle labbra di tutti “chi è? Perché Spike non vuole farlo entrare?” Buffy era rimasta in cucina, si chiese il perché di quel silenzio e andò a vedere.

 

B:”Che succede amore?”

 

E:”Oh, tu devi essere Buffy! Sei bella proprio come mi hanno detto” le disse con un sorriso. Buffy arrossì leggermente.

 

S:”Ora basta, dimmi che vuoi e torna a casa”

 

B:”William, chi è?”

 

E:”Che scortesia, non ci hai neanche presentati. Piacere, io sono Ethan Rayne, il padre di William.” Le disse porgendole la mano. Buffy gliela strinse allibita.

 

B:”Così lei è… un momento, ‘Rayne’?”

 

E:”E’ il mio cognome” disse sorpreso.

 

S:”Ma non il mio”

 

E:”Oh, capisco, immagino che tu abbia ricominciato a usare quello di tua madre”

 

S:”Dal giorno in cui mi hai cacciato di casa, certo” gli disse con rabbia sempre crescente.

 

 

 

Buffy capì che era una situazione critica ma non sapeva come sbrogliarla. Anya le diede una mano andando in sala e avvertendo gli altri che dovevano andare e uscirono dalla porta della cucina, Buffy si sarebbe scusata il giorno dopo. Anya andò via con Xander, suo padre non era venuto per lei e lei non aveva nessuna voglia di rivederlo.

 

B:”Signor Rayne, vuole accomodarsi?”

 

S:”No, se ne stava andando”

 

E:”William ti prego, sono venuto da Los Angeles per vederti”

 

S:”E a Los Angeles tornerai”

 

B:”William…”

 

Spike si voltò verso sua moglie. Lo stava guardando dolcemente, quello sguardo che gli fa abbassare ogni difesa. Lei voleva che le cose tra loro si risolvessero. In fondo tutti lo volevano, anche lui, ma non così, di sorpresa, quando si stava divertendo, stava passando una serata tranquilla. Ma fu costretto ad accettare.

 

S:”E va bene, entra forza.”

 

 

 

Buffy li anticipò per liberare il divano e le poltrone dalle varie carte e briciole, non voleva fare una brutta impressione, per quanto a William sembrasse non importare, e per quanto anche a lei quell’uomo suscitasse odio dai racconti che aveva sentito.

 

E:”Buffy, sei una splendida donna di casa, è sorprendente che tu abbia solo 18 anni…”

 

B:”La ringrazio, William, io vado di la a fare del caffè, se ti serve qualcosa chiamami”

 

Mentre Buffy si avviava verso la cucina William la fermò per un braccio e le sussurrò.

 

S:”Ti prego, resta” era una supplica.

 

B:”Spike, avete delle cose di cui parlare voi due. Io da là sento, se vedo che sei in difficoltà giuro che arrivo”

 

S:”D’accordo” le sorrise lievemente, non ci voleva un genio per capire quanto lui fosse stressato da quella situazione.

 

Quando Buffy si fu allontanata iniziarono a parlare.

 

 

 

S:”Allora, che ci fai qui. In 4 anni non ti sei mai preso la briga di venire o anche solo di farti sentire, cos’è cambiato” era freddo e distaccato, per nascondere il dolore che provava.

 

E:”William. Credi che non sia stato difficile anche per me separarmi da mio figlio? Da entrambi i miei figli, visto che allontanare te ha fatto allontanare anche Anya. Lei ogni tanto mi dava notizie di te, sempre le stesse, sei stato via un anno, e quando sei tornato non riuscivi a mettere la testa a posto, vivevi allo sbaraglio. Proprio come prima di andartene”

 

S:”Vuoi dire prima di essere cacciato.”

 

E:”Vedila come vuoi. Circa un anno e mezzo fa le notizie che mi arrivavano iniziavano a essere diverse, avevi trovato una compagna, e avevi fatto la follia di sposarti. Mio Dio, quando l’ho saputo l’angoscia che mi ha preso era indescrivibile.”

 

S:”Immagino tu abbia pensato che l’avessi fatto senza riflettere”

 

E:”E cos’altro avrei potuto pensare? Avevi solo 18 anni e ti eri andato a sposare con una che conoscevi da qualche mese!”

 

S:”Oh, no ti sbagli. Non si può neanche dire che la conoscessi da tre mesi, le avevo parlato 4 volte dopodiché l’avevo spiata” gli puntualizzò.

 

E:”Oh…”

 

S:”Non ho ancora capito perché sei venuto qui” stava iniziando a perdere la pazienza.

 

E:”Qualche giorno fa ho telefonato io ad Anya, per sapere di te. Mi ha detto che ti eri costruito una vera famiglia, che il tuo matrimonio era pieno d’amore, avevi una casa e un lavoro, e stavi per iniziare l’università. Mi ha riempito di un orgoglio che avevo dimenticato, lo dovevo vedere con i miei occhi. Oggi è il tuo compleanno William, so che forse non ho scelto il giorno adatto, ma dopo averti visto qui, aver visto tua moglie…. Io vorrei che mi considerassi di nuovo tuo padre.”

 

Quelle parole gli arrivavano troppo veloci.

 

S:”E’ troppo facile così. L’amore di un padre verso il proprio figlio dev’essere incondizionato, non puoi ricominciare ad amarmi solo perché adesso sono migliore” quanto gli costava dirlo, ma era la verità.

 

 

 

Intanto in cucina Buffy stava rimettendo a posto. Le arrivò un messaggio sul telefono cellulare, era Anya. “Sta vicina a Will stasera. Domani vengo a prenderti dopo la scuola, dobbiamo parlare della tua situazione”. Quanto era vero. Avrebbero dovuto parlarne. In realtà è con William che avrebbe dovuto parlarne, ma con lui non si poteva, di sicuro poi non stasera. No, per stasera avrebbe fatto finta di niente…

 

 

 

La discussione in salotto non stava migliorando. Dopo altri 10 minuti di dialogo di resero conto che le cose non avrebbero potuto continuare ad andare avanti così, ma andavano risolte con calma in un altro momento. Il padre sarebbe rimasto a Sunnydale dal cugino ben per qualche giorno, si sarebbero rivisti. Spike lo accompagnò alla porta e la richiuse dietro di lui. Era triste, in fondo suo padre gli era mancato.

 

Andò in cucina da Buffy, che si asciugò le lacrime di nascosto più in fretta che poté.

 

 

 

B:”Allora, amore, è andata tanto male?” lui le cingeva la vita da dietro e appoggiò la testa sulla sua spalla.

 

S:”Oh, Buffy, viviamo in un mondo senza scrupoli, crescere un figlio in questo mondo è una crudeltà”

 

Quella per Spike era una frase da dire come un’altra, niente più che una considerazione, un pensiero passato per la testa. Ma a Buffy venne voglia di piangere.

 

 

 

Capitolo 3

 

 

 

Il giorno dopo come promesso Anya si fece trovare all’uscita della scuola di Buffy. Le due si sedettero su una panchina e si misero a parlare.

 

A:”Come è successo?”

 

B:”Anya, devo spiegarti come si fanno i bambini? Mi sembri un po’ cresciuta…”

 

A:”No, intendo, cos’è andato storto? Mi sembra che tu sia abbastanza intelligente da usare precauzioni…”

 

Anya aveva colto nel segno, dall’espressione di Buffy lo si capiva chiaramente.

 

B:”E’ colpa mia. Io ho dimenticato di prendere la pillola per due giorni di fila. Non è certo la prima volta che succede, ma quelle volte non ho fatto nulla poi…”

 

A:”Invece questa volta hai pensato ‘ma che sarà mai, la sfortuna potrà colpirmi fino a questo punto?’”

 

B:”Esatto…” si sentiva evidentemente in colpa per quello che aveva fatto, e Anya non volle infierire.

 

A:”Allora, l’hai già detto a lui?”

 

B:”Starai scherzando? E poi di sicuro non potevo farlo ieri sera…”

 

A:”Giusto, sai com’è andata?”

 

B:”William non me ne ha parlato, so solo che stamattina è andato di nuovo a parlargli, e che ieri sera ha detto…”

 

A:”Ha detto cosa?”

 

B:”Dopo che Ethan se n’è andato è venuto da me e mi ha detto che viviamo in un mondo spietato, e crescere un figlio qui sarebbe una crudeltà” si vedeva che quella frase non aveva fatto altro che preoccuparla di più.

 

A:”Oh, Buffy, stava dicendo per dire, lo sai…”

 

B:”Ma se lo pensasse davvero? E poi ora è così stressato per via di suo padre… io non posso tenerlo”

 

A:”Che cosa?!?”

 

B:”Non posso tenerlo Anya, non posso tenere il bambino!”

 

A:”Ma che diavolo stai dicendo Buffy, non penserai di abortire?”

 

B:”Invece è proprio quello che sto pensando” era triste, ma abbastanza risoluta, Anya si preoccupò.

 

A:”Buffy ragiona…”

 

B:”No, ragiona tu Anya: io ho appena 18 anni e ho davanti a me ancora un anno di scuola, William la scuola l’ha finita da tre mesi e solo perché ha dato l’esame di maturità da privatista un anno prima, abbiamo lavori part-time, graviamo già abbastanza su mia madre e per gravarle il meno possibile ci stiamo già sforzando entrambi, non sono le condizioni giuste per un figlio!” stava piangendo ma la sua voce era dura, doveva essere stata sveglia tutta la notte a pensarci e a cercare di convincersene.

 

A:”Buffy…”

 

B:”Io avrò dei figli, io e William li avremo, ma non è ancora il momento…” aveva abbassato lo sguardo. Anya non sapeva cosa rispondere, non era brava in queste cose, per niente, in effetti quello che lei vedeva più facilmente era l’aspetto venale e pratico delle cose, e su questo piano non poteva far altro che dargli ragione, un figlio in quel momento sarebbe stato un piccolo disastro. Anche se dentro di se sentiva che sarebbe stato sbagliato abortire.

 

B:”William inizierà l’università, e può farcela, ma non in questa situazione.”

 

A:”Non pensi che dovresti parlarne con lui?”

 

Buffy si allarmò e sbottò:

 

B:”Anya, lui non dovrà mai saperlo! Sono stata chiara?!”

 

A:”Cosa?!?!”

 

B:”Niente, non dovrà sapere niente! Ne soffrirebbe e basta, non lo dovrà sapere”

 

A:”E tu pensi di portarti un peso del genere sulla coscienza da sola?!”

 

Buffy si calmò, abbassò di nuovo lo sguardo, e parlò sottovoce, di modo che Anya non sentisse.

 

B:”Per lui questo e altro…”

 

 

 

Buffy tornò a casa due ore dopo la fine della scuola, aveva parlato tutto il tempo con Anya per convincerla a non dire niente a William, mentre lei al contrario le diceva che doveva sapere tutto. Indubbiamente era un suo diritto, ma Buffy era certa di quello che sarebbe successo: lui non sarebbe stato d’accordo con l’aborto, non avrebbe certo abbandonato suo figlio riprendendo così l’esempio del proprio padre, ma questo avrebbe significato anche una serie di sacrifici che lei non era disposta a fargli fare per causa sua. L’errore era stato suo, lei avrebbe dovuto portarne il peso. Sarebbe stato difficile, ma era quello che doveva fare, ne era quasi certa.

 

 

 

Capitolo 4

 

 

 

B:”Amore, ci sei?”

 

S:”Si, sono qui. Come mai ci hai messo tanto?” sembrava quasi arrabbiato, ma Buffy era certa che non lo fosse con lei, era per via del padre, evidentemente avevano parlato di nuovo.

 

B:”Sei stato da tuo padre?”

 

S:”Non mi hai risposto”

 

B:”Sono stata con Anya a parlare uscita da scuola”

 

S:”Immagino abbiate parlato di me e Ethan”

 

B:”Già….” Mentì, ma non del tutto.

 

Il viso di Spike sembrò rabbuiarsi un momento, ma poi si raddolcì. Andò da lei e l’abbracciò, come faceva tutti i giorni quando lei tornava. Come per fare finta di niente.

 

S:”Oggi non avevi il lavoro?”

 

B:”No, Spike, lo sai che oggi è il mio giorno libero…”

 

S:”Oh, già…”

 

B:”Sei sicuro che non mi vuoi dire niente?”

 

S:”No, Buffy, non ne voglio parlare. Piuttosto tu dimmi qualcosa, dai, aiutami a scacciare questi brutti pensieri dalla mente… come sono andate le analisi?”

 

Buffy sentì un brivido percorrerle la schiena.

 

B:”Come?”

 

S:”Ma si dai, quelle che mi hai fatto prendere dal dottor Finn come scusa per farmi star fuori più tempo, per cos’erano?”

 

B:”Oh… nulla… un semplice controllo…”

 

Spike le sorrise, lei pensò di avercela fatta. Che strazio dovergli mentire… non lo aveva mai fatto con lui, ma tutto presto sarebbe finito, si, prima di tornare a casa era stata alla clinica e aveva preso un appuntamento. Ancora una settimana e tutto si sarebbe risolto.

 

S:”Sai Buffy… oggi mio padre mi ha detto che in tutto questo tempo qualche volta ha parlato con il padre e il fratello di Dru… loro pensano ancora che sia colpa mia”

 

B:”Non posso crederci, in tutto questo tempo non si sono ancora fatti una ragione?”

 

S:”A quanto pare no…” Spike scoppiò a piangere, e Buffy si sedette sul divano con lui per cercare di consolarlo. Poche volte lo aveva visto in quello stato. Anzi, a dire il vero quella era la seconda in due anni, la prima era stata una volta in cui avevano litigato piuttosto pesantemente, come probabilmente solo loro sanno fare, e lui in un momento di stizza l’aveva colpita. Si, quella volta si era ridotto in quello stato chiedendole scusa. Era stato un anno prima, da allora on aveva più osato colpirla.

 

B:”Amore mio, ma tu perché non gli hai mai fatto vedere il biglietto, perché non gli hai mai detto che aspettava un bambino?”

 

S:”Beh, penso sarebbe stato un modo di macchiare la sua memoria, rimanere incinta a quell’età… è da stupidi, in effetti se non fosse successo quello che invece è successo io non so dove saremmo finiti, senza sicurezza economica, senza appoggio, due ragazzini…avremmo finito per rovinarci la vita entrambi per un preservativo bucato, e l’avremmo rovinata soprattutto a nostro figlio…” poi alzò gli occhi e le sorrise.

 

S:”Ma io e te amore non finiremo così, giusto? Noi siamo più intelligenti…”

 

Il dolore che Buffy sentì in quel momento all’altezza del cuore per quella frase fu lancinante, cercò di sorridergli poi appena poté andò in un'altra stanza. Non aveva senso scoppiare a piangere di nuovo, anche se ne aveva una voglia matta. Di sicuro ora era ancora più sicura della sua decisione.

 

Squillò il telefono, William andò a rispondere.

 

S:”Ciao Will, si te la passo, ma come mai quella voce? C’è qualcosa che non va?”

 

Buffy si affrettò a raggiungere l’apparecchio e quasi glielo strappò di mano, aveva già capito che evidentemente Anya e Will avevano parlato.

 

B:”Pronto?”

 

W:”Perché non mi hai detto niente?! Eh? Perchè non mi sei venuta a chiedere consiglio come fai ogni volta?! Con una cosa così importante…”

 

B:”Will frena, adesso vengo da te e ne parliamo, d’accordo?” riattaccò la conversazione.

 

S:”Che è successo?”

 

B:”Oh, nulla Will e Oz hanno litigato e così lei è scossa e ora faccio una corsa a consolarla…” mentì di nuovo. Le faceva male mentire, ma continuava a ripetersi che entro una settimana tutto sarebbe passato.

 

 

 

Corse da Willow lasciando Spike da solo, lui le aveva detto di non preoccuparsi e che sfogarsi con lei prima gli aveva fatto bene, ora era tranquillo. Arrivata da Will dovette subirsi almeno 10 minuti di monologo a scopo di predica che lei non aveva nessuna voglia di sentirsi fare ma che stette ad ascoltare, per poi rispiegarle daccapo tutto quello che aveva detto anche ad Anya facendo tutto il possibile per lasciarla senza parole e andarsene. Non che le dispiacesse parlare con la sua migliore amica, ma non capiva perché doveva giustificarsi con lei. All’esterno incrociò Xander, ma lo salutò frettolosamente, voleva tornare a vedere come stava Spike… Xander entrò da Willow.

 

X:”Ciao Will, mi hai chiamato? Ma come mai Buffy è corsa fuori in quel modo?”

 

Willow era distrutta.

 

W:”Siediti Xan, ti devo dire una cosa”

 

 

 

In casa Shelby.

 

B:”Spike sono tornata come ti senti?”

 

Spike andò a raggiungerla, sembrava di buon umore, questo la lasciò abbastanza stupita.

 

S:”Ciao amore! Come mai non mi hai detto niente? Quanto tempo pensavi di tenerti la bella notizia?” le sorrise. Buffy andò nel panico.

 

B:”C-come?”

 

S:”Ma si, la A in matematica! Ho trovato il foglio sul tuo comodino! Allora ti sono servite le ripetizioni che ti ho dato?”

 

B:”Oh!!! Si, certo!” lui l’abbracciò. Per un attimo si era sentita morire… ora poteva continuare a fare finta di niente. Suonò il campanello.

 

B:”Vado io amore”

 

Buffy aprì la porta e le si presentò davanti un ragazzo, doveva avere più o meno l’età di Spike, era biondo e sembrava abbastanza insicuro.

 

B:”Posso aiutarla?”

 

A:”Salve… io sono Andrew Travers… ero il fratello di Drusilla. Tu devi essere Buffy… sto cercando William”

 

 

 

Capitolo 5

 

 

 

X:”Mi stai dicendo che Buffy è incinta?! Oh ma che bello! Un bambino!”

 

W:”No Xander, lei vuole abortire…”

 

X:”Che cosa?!?!?!”

 

W:”Già, il motivo è che lei e Spike sono ancora troppo giovani, non riuscirebbero a tenerci dietro come dovrebbero, insomma è tutto un gran casino…”

 

 

 

B:”Tu sei Andrew?”

 

A:”Già. Non preoccuparti, non sono venuto per litigare o roba simile… vorrei solo parlare con lui”

 

B:”Coraggio, entra… William, c’è una persona che ti vorrebbe parlare”

 

Spike sussultò quando vide Andrew entrare in salotto, si tranquillizzò nel vedere che quella non era la faccia di uno che voleva attaccar briga.

 

S:”Andrew…”

 

A:”Ciao Spike…”

 

S:”Già… sei stato tu a chiamarmi così per la prima volta…”

 

Come in precedenza aveva fatto per il padre, Buffy lasciò la stanza. In fondo era contenta che William stesse sistemando tutti i suoi fantasmi del passato, in questo modo poi aveva meno possibilità di scoprire cosa le stava succedendo.

 

S:”Come mai sei venuto, non ti vedo da anni”

 

A:”Beh, innanzitutto sarai felice di sapere che mio padre è morto”

 

S:”Quentin?! Come?”

 

A:”Un attacco di cuore. Spike, tu eri il mio migliore amico prima di Drusilla, prima che lei…”

 

S:”Già…”

 

A:”Volevo dirti, che anche se ho dato sempre la colpa a te… in realtà non so, cosa esattamente l’abbia spinto a farlo. Magari è stato solo uno schizzo, un attimo della sua pazzia… dev’essere stato orribile vederla mentre lo faceva”

 

S:”Lo è stato…”

 

 

 

Buffy era in camera, stava guardando le foto della festa che hanno fatto in onore del loro matrimonio. Era stata un’idea di Willow e Xander farla una volta che Joyce si fu abituata all’idea, avevano riempito la casa di festoni e Oz suonava con la chitarra la marcia nuziale. Era stata una giornata fantastica. Squillò il telefono.

 

B:”Pronto?”

 

“Salve signora Summers, volevo dire che il giorno da lei stabilito per l’operazione dovrà essere spostato per indisposizione del dottore” --e per grazia di Dio ho risposto io al telefono!!--

 

B:”Che cosa?!?!”

 

“Sono spiacente, ma deve considerarsi fortunata che abbiamo già un medico da Los Angeles, e quindi il suo appuntamento sarà spostato solo di poco. Sarà per il lunedì entrante. Me lo può confermare?”

 

Lunedì, sei giorni invece di tre da aspettare, non era un problema.

 

B:”Si, si lo confermo…”

 

Riattaccò la conversazione. Squillò il telefono di nuovo. Chi diavolo è adesso?!

 

J:”Oh, ciao Buffy, volevo solo dirti che io e Rupert ci sposiamo questa domenica.”

 

B:”Che cosa?!?!”

 

J:”Si, nella chiesa di sant’Agata, tu e Willow sarete le mie damigelle, se non vi dispiace, e Giles ha scelto come testimoni di nozze Xander e William”

 

B:”Ma…”

 

J:”Quindi tu e Willow venite domani per le prove del vestito, mi raccomando, penserà Rupert ad avvertire i due ometti! Ciao!”

 

Buffy si ritrovò con la cornetta in mano e le parole a metà mentre sua madre aveva riattaccato la conversazione.

 

B:”ma che diavolo succede oggi, è una giornata di caos generale?”

 

S:”Amore?” Buffy sussultò, si era spaventata, Spike era comparso all’improvviso affacciandosi alla porta.

 

S:”Ti ho spaventata?” fece il finto innocente. Era tornato felice.

 

B:”Già…”

 

S:”Chi era al telefono?”

 

B:”Mia madre per dire che il matrimonio è questa domenica!”

 

S:”Ma è fantastico!!! E chi sono i testimoni di Giles?”

 

B:”Tu e Xander”

 

S:”Cosa?!?!”

 

B:”Hai capito bene…”

 

S:”Dovrò mettermi lo smoking?!?!”

 

B:”Già, e senza spolverino sopra, credi che sopravviverai?” stavano tutti e due ridendo, ma ora Spike diventò serio.

 

S:”Se sono sopravvissuto a questi due giorni posso sopravvivere a qualunque cosa”

 

B:”Com’è andata con Andrew?”

 

S:”Voleva fare pace…”

 

B:”Gentile da parte sua… ma come mai proprio ora? In due giorni ti è ripiombato il tuo passato addosso”

 

S:”Immagino che fosse in contatto con mio padre, gli avrà detto lui che poteva venire. Ma a me fa piacere, era il mio migliore amico prima del fatto”

 

B:”Amore… gli hai detto la verità?”

 

S:”…no”

 

 

 

Capitolo 6

 

 

 

Il giorno del matrimonio. La chiesetta era piena, molto più affollata delle aspettative di Buffy e del resto della gang. C’erano tutte le amiche di Joyce e gli amici di Giles, colleghi, parenti, alcuni venuti da Londra… Buffy e Willow stavano aiutando Joyce a vestirsi, che era visibilmente nervosa.

 

B:”Ci pensi mamma? Il tuo secondo matrimonio!”

 

J:”Oh, Buffy, non farmici pensare!”

 

W:”Come signora Summers, non è felice?”

 

J:”Certo che lo sono! Come può esserlo una donna di ormai mezza età con un matrimonio fallito alle spalle che sta per sposarsi di nuovo con un uomo conosciuto da meno di un anno…”

 

B:”Non preoccuparti Will, mamma è felicissima”

 

J:”Avrei dovuto essere io ad assistere al matrimonio di mia figlia, non mia figlia al mio!”

 

W:”Ma per questo è un po’ tardi…” disse con tono di finto rimprovero.

 

B:”Oh, avanti, smettetela voi due, solo perché siete due delle persone più importanti della mia vita e non avete assistito al mio matrimonio!”

 

W:”Oh, su Buffy, il massimo che può succedere è che per ripicca al mio matrimonio inviterò Joyce e non te!”

 

J:”Così si dice!”

 

B:”Alleate contro di me…”

 

 

 

Nel frattempo, nella stanza dello sposo…

 

G:”Ragazzi, come sto?”

 

S:”Su signor Giles, si preoccupa di queste frivolezze?”

 

G:”Ragazzi, infondo è il mio matrimonio…”

 

X:”Già, ha ragione Spike! Pensa a tutta quella gente in sala che starà ferma lì a guardarlo mentre aspetta la sposa! Se solo gli venisse da starnutire in quel momento se lo ricorderà per tutta la vita!”

 

G:”molto incoraggiante, davvero…”

 

Giles andò a sistemarsi davanti allo specchio, mentre Spike e Xander si sedettero cercando di sentirsi rilassati, cosa impossibile fasciati in quegli smoking…

 

S:”Allora Xan, come va con la mia sorellina? La tratti bene spero…”

 

X:”Anya? Si certo, a parte le mie cento amanti”

 

S:”Già, si, spiritoso. Tu sai vero che se le fai qualcosa sei un uomo morto, giusto?”

 

X:”Avrei voluto dirtelo io con Buffy prima che fosse troppo tardi”.

 

Spike e Xander fino a un secondo prima stavano scherzando, per questo a Spike sembrò strano il tono severo che aveva usato.

 

S:”Xan… io e Buffy ci siamo sposati due anni fa, non ti sembra un po’ darti per dirmi che non approvavi?”

 

X:”E chi sta parlando di quello. Sappi che non avete la mia approvazione in quello che state facendo, per quanto possa valere.”

 

S:”Ma di che parli?”

 

X:”Non fare il finto tonto amico, pensi che decidere della vita o della morte di un essere vivente, perché è quello che è, sia da prendere così alla leggera solo perché non era nei vostri piani? Sapete che tutti noi vi avremmo dato una mano”

 

S:”Xan… che diavolo stai dicendo…” Spike iniziava a capire ma non voleva crederci, no, la sua Buffy non gli avrebbe mai tenuto nascosta una cosa del genere…

 

X:”Sto parlando del bambino Spike, di te e di Buffy! Okay, averne uno a quest’età non è il massimo, e non ci vuole un genio per capire che non era una cosa premeditata, ma arrivare a farla abortire? Non mi sembra una cosa saggia, poi non so, immagino ne abbiate discusso già abbastanza per conto vostro…”

 

S:”Sbagli..”

 

X:”Come? Neanche ne avete parlato, avete preso la decisione e chi s’è visto s’è visto?!?!”

 

S:”Sbagli…” Spike era più che furente, era sull’orlo di una crisi, e Xander capì, troppo tardi.

 

X:”Oh… oh mio Dio… lei non ti ha detto niente?” Spike lo guardò negli occhi, era diventato rosso di rabbia e delusione, e stava per piangere, teneva i pugni serrati e la mascella contratta, poi scattò in piedi, stava andando verso la porta ma Xander lo fermò prendendogli un braccio.

 

X:”No Will, non ora. Non rovinare il loro matrimonio almeno…”

 

Spike sapeva che Xander aveva ragione. Mio Dio… come era potuto succedere? Come? Perché lei non gliel’aveva detto? E soprattutto, come diavolo era potuto succedere che lei prendesse quelle decisioni da sola? Ora capì, le analisi, restare fuori più tempo con Anya -addirittura sua sorella lo sapeva e non gli aveva detto nulla-, correre da Willow, la strana telefonata del suo dottore… in un secondo gli fu chiaro tutto, e la disperazione sembrò prendere il sopravvento. Poi tornò Giles, non aveva sentito una sola parola.

 

G:”Allora ragazzi, penso sia giunto il momento di andare!”

 

Già… ma con che occhi l’avrebbe guardata?

 

 

 

Capitolo 7

 

 

 

La marcia nuziale riempiva la stanza, Joyce camminava fra le due file di banchi, Buffy e Willow sorridenti nel loro vestito color lavanda, che Joyce adorava, le stavano dietro. Joyce stava raggiungendo il suo Rupert, l’uomo che era riuscito a renderla felice, doveva essere un momento di gioia. Ma Willow vedeva Xander preoccupato, e Buffy vedeva Spike… non avrebbe potuto definirlo. L’unica cosa certa nella sua espressione era che la luce dei neon si rifletteva in una riga sulla sua guancia, bagnata. A entrambe le ragazze bastò passare velocemente gli occhi dall’uno all’altro per capire tutto quanto, e improvvisamente quella camminata non era più fatta di gioia, ma di dolore e… senso di colpa. In effetti la parte ironica era che c’era senso di colpa per entrambe, per Buffy era verso Spike, e per Willow era verso Buffy per aver detto il suo segreto. Ma l’atmosfera generale non era stata rovinata, Joyce e Giles erano troppo felici ed emozionati per rendersi conto di quello che succedeva, e così doveva essere.

 

La pista era finita, la marcia si era interrotta, Joyce e Giles, mano nella mano, recitavano i loro voti nuziali.

 

William guardava Buffy pieno di rabbia, e lei ricambiava lo sguardo piena di pentimento ma decisione. Ormai era solo questione di tempo, lo sapevano, e avrebbero dovuto fare i conti.

 

E quel momento arrivò prima di quanto temessero.

 

Finiti i voti, la marcia nuziale ripartì, Joyce e Giles si diressero insieme fuori dalla chiesa, e gli invitati li avevano anticipati per buttare il riso. In poco più di due minuti, Buffy e William erano rimasti gli unici due esseri viventi nella piccola chiesa, non si erano mossi di un millimetro.

 

Fu lui il primo a parlare.

 

S:”Quando diavolo pensavi di dirmelo”

 

B:”… mai”

 

S:”Beh, gran bel piano, peccato che non sia riuscito”

 

B:”Già…”

 

S:”Per l’esattezza, illuminami, cosa pensavi di fare”

 

B:”Abortire, senza che tu lo fossi mai venuto a sapere. I sensi di colpa li avrei portati solo io, com’era giusto che fosse”

 

S:”Giusto un ca..o Cristo Santo!” stava alzando la voce.

 

B:”William, siamo in chiesa”

 

S:”Per l’inferno maledetto che cosa vuoi che m’importi adesso!!!” Aveva gridato con tutta la voce che aveva, e Buffy per un momento si era spaventata. Ma fu solo un attimo, poi riprese il controllo.

 

B:”Era giusto così, l’errore l’ho fatto io tu non dovevi portarne i segni”

 

S:”Errore? Buffy, ma ti rendi conto che stai parlando di un essere umano?! Di un bambino, di nostro figlio!”

 

B:”Sbaglio o sei tu che fino a una settimana fa dicevi che crescere un figlio in questo mondo è una crudeltà, e avere un bambino alla nostra età è come rovinare la vita di tutti e tre?! Non mi verrai a dire che ora non la pensi più così, vero?!”

 

William era stato spiazzato, in effetti aveva completamente rimosso dalla sua mente di aver detto quelle frasi, lo aveva fatto senza pensare, non poteva certo immaginare la situazione. Rimase un momento senza dire nulla, poi riprese a parlare più tranquillamente.

 

S:”Buffy… se solo tu me l’avessi detto… insieme avremmo cercato una soluzione!”

 

B:”L’unica soluzione era questa, dirtelo avrebbe solo peggiorato le cose”

 

S:”Ma per l’inferno non ti è mai passata per la mente l’idea di tenerlo?!”

 

B:”Non si può fare, come diavolo te lo devo spiegare, credi che non ci abbia pensato?”

 

S:”E se io volessi tenerlo? E’ anche figlio mio, e tu sapevi che se me l’avessi detto ti avrei impedito di abortire!”

 

B:”Certo che lo sapevo, come sapevo anche che l’avresti fatto solo per dimostrare a te stesso che sei diverso da tuo padre e che non abbandoni i figli, e non ha senso condannare la vita di un bambino per ripicca!”

 

S:”Buffy… io ti amo, tu sei tutta la mia vita… come puoi fidarti di me così poco da aver fatto tutti i conti da sola? Io non esistevo nei tuoi piani?”

 

B:”Oh, William tu eri il centro dei miei piani! Per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare che questa era la soluzione migliore per te! Stai iniziando l’università, stai riprendendo i rapporti con tuo padre, ti stai finalmente facendo una ragione della storia di Drusilla, non potevo venire a sconvolgerti tutto per un errore che ho fatto io! E’ stata una mossa stupida quella che ho fatto, dimenticarmi la pillola e stare con te ugualmente, e ne avrei pagato le conseguenze lasciando che tu continuassi a essere felice!”

 

S:”… e così… tu avevi calcolato tutto. Senza fermarti nemmeno un secondo a pensare che avrei dovuto saperlo. Anzi, la parte ironica della storia è che io sono l’UNICO a non saperlo!” si fermo a ridere, lui aveva sempre fatto così, era l’unico al mondo capace di fare una risata triste…

 

B:”… questo non era nei miei piani. Nessuno avrebbe dovuto saperlo… Anya lo ha scoperto e lo ha raccontato…”

 

S:”Oh, la mia cara sorellina, immagino che ti abbia appoggiato perché guardando il lato economico della cosa saremmo lontani dall’essere autosufficienti…” di nuovo quella risata.

 

B:”Non ha detto nulla…”

 

Spike tornò immediatamente serio, le si avvicinò e la prese per le spalle.

 

S:”Buffy, non posso permetterti di farlo!”

 

B:”Fammi indovinare, amore. Non puoi permettermelo perché lo desideri, o perché sto decidendo per tutti e due come ha fatto Drusilla?” non c’era cattiveria nella voce, solo realtà. Spike ne restò sorpreso.

 

S:”Sei ingiusta…”

 

B:”Lo so. Mi dispiace. Ma questa è una cosa grave, io non posso permetterti di farmi credere che andrà tutto bene solo perché non vuoi rivivere quella storia, non si parla solo di noi ma di nostro figlio, io DEVO essere realista!”

 

S:”E quindi la tua soluzione per non farlo soffrire è ucciderlo?!?! Ma chi diavolo sei tu? Chi sei diventata! Tu non sei la persona che io conosco e che amo, non lo so chi sei o cosa ti ha fatto diventare così! Buffy, tu eri l’unica persona al mondo a cui avrei affidato la mia vita, e ora non mi posso più fidare di te… sei irremovibile? Non posso fare nulla contro la tua decisione?... d’accordo. Addio amore mio”

 

Spike percorse a grandi falcate la distanza fino all’uscita laterale, voleva allontanarsi più veloce che poteva.

 

Buffy non si era mossa di un millimetro, le era caduto il mondo addosso, tutto quanto, non le restava più niente. Il giorno dopo c’era l’intervento, poi tutto sarebbe finito. Ma quando ci aveva pensato prima ci aveva pensato come momento di gioia e liberazione per lei e suo marito. Ora invece era diventato dolore, perché avrebbe perso anche solo la testimonianza nel suo amore. Perché era certa che Spike non sarebbe più tornato da lei, non dopo quello che lei gli aveva fatto. Ma non poteva barattare una vita per dei ricordi, il suo piano doveva andare avanti comunque, anche senza lieto fine. Uscì anche lei dalla chiesa, e incontrò Willow. Non aveva origliato, ma quasi, era ugualmente rimasta fuori dalla porta ad aspettarla insieme a Xander.

 

W:”Buffy… ho detto a tua madre che ti eri sentita male e che sei dovuta andare a casa e che ti dispiaceva molto. Ho fatto bene?”

 

B:”Si Will, hai fatto bene.”

 

X:”Buffy io… mi dispiace…”

 

I due amici rimasero con lei, mentre appoggiata alla spalla di Will rilasciava lentamente le sue lacrime. Non poteva tornare a casa ora, ci sarebbe stato William. Doveva aspettare che lui uscisse, come era certa che avrebbe fatto.

 

 

 

Capitolo 8

 

 

 

Spike tornò a casa come una furia. Gli era sembrato tutto talmente assurdo, due anni di matrimonio, avevano condiviso ogni cosa, si conoscevano come un libro aperto, e lei non gli aveva detto una cosa del genere. Ma la realtà è che si sentiva anche terribilmente in colpa… come aveva potuto non accorgersene? Oh, certo, c’era stato suo padre, e poi Andrew… era stato così occupato da non rendersi nemmeno conto che in effetti da un po’ Buffy passava mezz’ora buona in bagno ogni maledetta mattina. Un figlio… Drusilla gliene aveva portato via uno, e questo è stato l’unico motivo che ha portato Spike a odiarla. Certo non ne aveva mai parlato con nessuno, e ora più che mai si pentiva di non averne parlato nemmeno con Buffy, ma quella era la verità: lui Drusilla non l’aveva mai perdonata per aver scelto per entrambi, e soprattutto per aver ucciso loro figlio.

 

Ora doveva muoversi, in quella casa non poteva restare. Poteva andare da… da chi? Xander e Anya erano al matrimonio probabilmente a consolare Buffy, idem per Oz, da suo padre on poteva andare nemmeno morto, restava… Andrew. Già. Il suo migliore amico, dei vecchi tempi. Gli avrebbe dato una mano? Era il momento di scoprirlo. Sapeva dove trovarlo: aveva preso una stanza in un motel all’ingresso di Sunnydale.

 

 

 

Buffy tornò a casa. Vide subito che l’armadio di Spike era aperto, doveva aver preso un paio di cose ed essere andato via in tutta fretta… già…

 

Si preparò velocemente per andare a dormire e si infilò nel letto. L’intervento era domani mattina alle 10.

 

 

 

A:”Ciao Spike, che ci fai qui?”

 

S:”Ciao, io… beh io avrei bisogno di un posto dove stare stanotte. Scusa se sono così diretto ma non sapevo a chi altro rivolgermi…”

 

Andrew capì subito che Spike doveva essere sconvolto, doveva essergli successo qualcosa di veramente brutto. Non ci pensò due volte e lo fece entrare. Andrew si sedette per terra con la schiena appoggiata al letto, Spike di fronte a lui con la schiena appoggiata al muro, guardando un immaginario punto fisso fra di loro.

 

A:”Su forza, raccontami tutto”

 

S:”Oh, no ti prego, parliamo di quello che vuoi ma non di quello che è successo”

 

A:”capisco… d’accordo”

 

S:”Andy… ti ricordi quella volta che Wesley, il bulletto della scuola alle medie, ti aveva rubato per la quarta volta di fila i soldi per la merenda, e io gli ho inchiodato la mano alla parete?”

 

A:”Se me lo ricordo? Eri stato fantastico amico, nessuno mai è riuscito a capire da dove diavolo avevi trovato tutta quella forza, da quel giorno i muratori che lavoravano nell’ufficio del direttore prima dell’intervallo controllavano sempre di non lasciare nulla in giro. Per quanto ti avevano sospeso?”

 

S:”Una settimana”

 

A:”E’ stato da lì che ho iniziato a chiamarti Spike. Tutti avevano iniziato ad avere paura di te, di quello che <inchioda la gente>, un po’ come l’uomo nero, un ragazzino di 14 anni”

 

S:”Già… è stato lì che tua sorella ha iniziato a notarmi”

 

A:”…Si… me lo ricordo”

 

S:”Sarebbe stato meglio se non l’avesse mai fatto”

 

A:”Non dire così amico, mi è passata la fase di darti la colpa: era pazza, presto o tardi sarebbe successo comunque…”

 

 

 

Buffy si svegliò presto quella mattina, non era riuscita a dormire gran ché: quella era la prima notte che passava senza Spike.

 

Dopo aver passato un’altra buona mezz’ora a rimettere la cena del giorno prima, si lavò, si vestì e fu pronta per andare.

 

 

 

A:”Spike… sono le 9 di mattina, abbiamo parlato tutta la notte, non che mi dispiaccia questo revival del nostro passato, anzi mi ha fatto molto piacere parlare con te, ma ora -dopo 9 ore di chiacchiere inutili- pensi di essere pronto a dirmi perché non sei a casa da tua moglie?”

 

S:”…si… penso di si”

 

 

 

Buffy era già davanti alla porta della clinica. Si sentiva male. Non fisicamente, certo, interiormente. Ma il suo senso di responsabilità le fece varcare la soglia e dirigere dalla reception.

 

B:”Mi scusi signorina, sono Buffy Summers, avrei un appuntamento…”

 

R:”Oh, certo, la signorina Summers, prego si accomodi in sala d’attesa il medico la raggiungerà tra pochi minuti”

 

B:”Grazie”

 

Si diresse come le aveva detto la receptionist nella piccola sala tinta di un bianco asettico e di sedette in una delle poltroncine rosse d’attesa. Odiava dover stare ad aspettare, voleva entrare avere l’operazione e andarsene, sembrava che lo facessero apposta: farti stare lì ad aspettare in modo che cambi idea o che ti rodi il fegato!

 

E:”Salve Buffy” quella voce la svegliò dal suo attimo di smarrimento.

 

B:”Ethan?”

 

 

 

A:”Mio Dio… e non ti ha mai detto niente? Ma quanto è andata avanti la cosa?”

 

S:”Non ne ho idea, l’unica certezza che ho è che sono meno di tre mesi, ma infondo se fosse stato da tanto me ne sarei accorto… credo che siano un paio di settimane.”

 

A:”E tu non avevi notato niente?”

 

S:”Assolutamente no, è non sai quanto mi sento stupido per questo. D’accordo che siete arrivati tu e papà ma per l’inferno non avevo scuse!”

 

A:”Scusa un momento, fammi capire: lei non ti ha detto niente, tu l’hai saputo per caso, le hai parlato dieci minuti, poi preso dal tuo ego te ne sei andato?!”

 

S:”…come?”

 

A:”Spike, amico mio, sai che ti voglio bene ma ti conosco, il tuo ego si è sentito ferito e tu te ne sei andato. Ehi, è stata una delle reazioni più naturali del mondo ma… non pensi che forse se fossi rimasto e avessi insistito saresti riuscito a far valere le tue ragioni?”

 

S:”Ma qui si va oltre la ragione, lei è partita al punto da voler uccidere un essere vivente senza pensare alle conseguenze possibili!”

 

A:”E tu ci hai mai pensato?”

 

Quelle parole lasciarono Spike abbastanza di stucco.

 

S:”C-come?”

A:”Voglio dire seriamente: ti sei messo a pensare a cosa significhi che lei sta aspettando tuo figlio, o hai solo pensato a quanto fosse stata stronza a non dirtelo?”

 

S:”Beh… io”

 

A:”Perché se è come penso io tu non ti sei fermato a considerare un piccolo particolare: che qui il tuo ego è nulla in confronto al danno reale, se tu ti ci fossi messo a pensare seriamente io ti conosco: non le avresti mai permesso di fare quello che sta per fare, l’avresti legata al letto piuttosto, sbarrata in casa finché non ti avesse ascoltato. Ma non ci avevi fatto molto caso prima, vero?”

 

Ci fu un momento di silenzio, Spike alzò gli occhi verso Andrew, zitto, stupito… poi parlò.

 

S:”Andy…”

 

A:”Si?”

 

S:”Devo andare da Anya, ora!”

 

A:”Ti ci accompagno io, vieni”

 

In un minuto erano fuori, nella macchina di Andy, motore acceso, verso casa della ragazza rossa.

 

 

 

E:”Ciao Buffy, credo di doverti parlare”

 

B:”Ethan ma… è stato Spike a dirglielo? E’ venuto per convincermi a non farlo?”

 

E:”In un certo senso, diciamo che non vedo cos’altro una giovane donna come te possa fare in questo luogo. Buffy, William lo sa?”

 

B:”Beh… no, lui non lo sa. O meglio si, ora lo sa, ma lo ha scoperto per caso ieri…”

 

E:”E come mai non ti ha fermata?”

 

B:”Ci ha provato, ma penso di averlo ferito tirando in ballo Drusilla e se n’è andato”

 

Ethan si sedette sulla poltroncina accanto alla sua, guardandola.

 

E:”Buffy… sai che cosa stai per fare?”

 

B:”Se intende “salvare un bambino da una vita orribile e da due genitori troppo poco maturi per potersi prendere cura di lui in modo autonomo” si, lo so benissimo.”

 

Ethan sorrise leggermente.

 

E:”E’ evidente che non lo sai.”

 

B:”Mi scusi, ma fra poco arriverà il dottore” voleva togliersi dalla situazione il più in fretta possibile.

 

E:”Sono io il dottore Buffy”

 

B:”Cosa?!”

 

E:”Sono un ginecologo. William non te l’ha mai detto?”

 

B:”No, un momento non può essere lei, io ho letto il nome del dottore che doveva operarmi me ne sarei accorta se fosse stato Rayne!”

 

E:”Io sono quello provvisorio. Ero venuto qui, e mi hanno detto che avevano bisogno di aiuto per questa settimana perché il loro era malato e farne venire uno da LA sarebbe stato un caos. Non puoi immaginare quanto sono stato triste nel leggere il tuo nome”

 

B:”Quindi… suppongo che dovrò aspettare ancora per essere operata”

 

E:”Buffy, io sono un professionista, se tu ne sei fermamente convinta ti opererò comunque, ma non credo che sia questo che tu vuoi”

 

B:”Coma fa a dirlo? Non mi conosce neanche”

 

E:”Io ho letto il libro di William. È vero, solo per averlo letto non significa che ti conosco, ma di una cosa sono certo, una cosa che si è solo confermata nella mia mente quando vi ho visti: fra di voi c’è amore.”

 

B:”Quello c’è sempre stato…” disse con un po’ di nostalgia “Ma che dovrebbe significare?”

 

 

 

Si erano precipitati a casa di Anya con una fretta del diavolo. Solo a metà strada Andrew chiese a Spike perché non aveva telefonato. Spike rispose “per telefono non mi avrebbe detto quello che volevo sapere”. Ora erano arrivati, Spike bussava insistentemente alla porta finché non si vide aprire da una Anya assonnata in vestaglia.

 

A:”Oh, ciao fratellino mio… CHE DIAVOLO VUOI A QUEST’ORA!”

 

S:”Anya, sono le 10 del mattino, e comunque è urgente!”

 

A:”… d’accordo, entra. Ma non svegliare Xander, ci siamo dati da fare stanotte ed è sfinito. Oh, ciao Andy”

 

Andr:” Ciao Anya, felice di vederti, sempre la tua solita finezza vedo…”

 

Entrarono e Anya chiuse la porta.

 

 

 

E:”Buffy, data la tua giovane età non so se tu possa capire fino in fondo quello che sto cercando di dirti, ma dal momento che i tuoi genitori sono divorziati forse si: vivere in una casa in cui c’è un amore come il vostro è una cosa rara. Tuo figlio sarebbe molto fortunato, e tu nemmeno te ne rendi conto”

 

B:”… lo pensa davvero?”

 

 

 

A:”Allora?”

 

S:”Anya, so che Buffy ha l’intervento oggi, devi dirmi quando e dove!”

 

A:”Io… non so se posso farlo.”

 

S:”Anya! Ne va di nostro figlio, tecnicamente tuo nipote!”

 

A:”Oh… Gesù, non sono mai stata d’accordo con Buffy in fondo… lei ha l’appuntamento adesso, alle 10, è alla clinica privata Gamma, hai presente qual è? È quella qui vicina”

 

Non fece in tempo a finire la frase, Spike si era precipitato fuori dalla porta e si era messo a correre, sapeva bene dov’era e col traffico di quell’ora andare in macchina non avrebbe fatto altro che ritardare”

 

A:”Ah, gli uomini innamorati…”

 

Andr:”Già, certo che lui se l’è vista abbastanza brutta…”

 

A:”Solo abbastanza? E con Drusilla come la mettiamo? Se non fa in tempo a fermare Buffy questo è il secondo figlio non avrà avuto per le decisioni di una donna impazzita”

 

Andrew si sentì gelare il sangue.

 

 

 

 

 

Capitolo 9

 

 

 

B:”Ethan… io non so come ringraziarla…”

 

E:”Non stare qua a ringraziare me, va a riprenderti William e digli di tornare a farsi una famiglia con te”

 

Fra le lacrime che le erano scese Buffy sorrise e uscì dalla clinica.

 

 

 

Spike aveva corso con quanto fiato aveva in gola, voleva arrivare in tempo, fermarla, dirle che l’amava e che voleva avere una famiglia con lei, e se non avesse voluto l’avrebbe costretta ad ascoltarlo. Attraversò un piccolo parco, ormai era ora, bastava attraversare la strada e… un momento! Buffy, la sua Buffy era dall’altra parte della strada! Era troppo presto perché l’intervento fosse finito questo poteva significare solo che… oh, si! Le sorrise, lei ricambiò il suo sorriso. Solo la strada li separava, bastava trovare un micro secondo in cui le macchine avessero smesso di andare così veloci a attraversarla… perso in questi pensieri non si accorse nemmeno di quando Andrew arrivò da dietro di lui gettandolo a terra.

 

A:”Tu! Razza di bastardo! Non mi avevi mai detto niente, niente! Hai passato tutta la notte a rivangare il passato come fosse niente, e io come uno stupido ti ho aiutato con il tuo problema con Buffy! In tutto questo tempo non hai mai trovato il coraggio di dirmi che mia sorella si è uccisa perché era incinta!”

 

Era sceso si di lui e continuava a prenderlo a pugni, Spike cercava di calmarlo ma non se la sentiva di rispondere all’aggressione, aveva ragione lui in fondo…

 

 

 

Buffy era al settimo cielo per aver visto Spike sorriderle: ora tutto sarebbe andato a posto… poi vide Andrew. Perché lo picchiava?! Spike aveva bisogno di una mano… “oh, dannate macchine! Perché a quest’ora c’è un tale traffico, non riesco nemmeno ad attraversare!” pensava lei.

 

Un’auto sembrò leggerle nel pensiero, si fermò per lasciarla passare.

 

Ma l’auto che stava dietro di quella, e Dio solo sa che razza di idiota poteva esserci alla guida, effettuò un sorpasso a tutta velocità. Buffy non fece in tempo a scansarsi, non lo vide nemmeno arrivare: aveva iniziato ad attraversare la strada tenendo gli occhi fissi su suo marito.

 

 

 

S:”Oh, Cristo Buffy!”

 

Andrew si fermò immediatamente, e Spike corse dalla sua ragazza, al centro della strada. Era sdraiata a terra, aveva perso i sensi.

 

S:”Buffy! Buffy ti prego rispondimi!!!”

 

 

 

 

 

EPILOGO

 

 

 

Un anno dopo.

 

Le campane suonavano a festa, una ragazza dai capelli rossi con un lungo vestito bianco uscì dalla chiesa, accompagnata dal suo nuovo marito, al momento moro. Ridevano felici mentre i loro amici buttavano il riso.

 

Joyce e Giles erano felici come se gli sposi fossero loro nipoti, in un certo senso li avevano visti crescere. Xander era incredibilmente commosso, la sua Willow sposata… ci volle Anya con i suoi modi diretti per farlo smettere di piangere.

 

Al matrimonio era presente anche Ethan. Dopo che Spike ebbe saputo di cos’era successo alla clinica gli fu incredibilmente riconoscente e lo perdonò di tutto.

 

E del resto anche con Andrew si erano chiariti, ci volle un po’ di tempo ma tutto fu sistemato.

 

Spike si avvicinò a Xander nel tentativo di farlo smettere di singhiozzare.

 

S:”Oh, su Xan, andrà tutto bene! Saranno felici vedrai! Su… andiamo… non sono bravo a consolarti? Ehm… chi vuoi che chiamo? Chi è che ti tira su di morale?”

 

X:”Oh, Spike, come vorrei che ci fosse Buffy qui…

 

S:”Gia… è andata un momento in bagno a far smettere di piangere la piccola, sai, ad Anne è arrivato un chicco di riso in un occhio…”

 

B:”Eccomi qua! Ehi, che succede, cosa sono queste facce da funerale? Oh, Xan, non di nuovo, mi sembrava che fossi stata chiara quando ti aveva detto che ieri potevi piangere finché volevi ma oggi niente! Spike, amore, tieni la piccola, lo faccio smettere io!”

 

E così era un giorno di festa, Spike era circondato dai suoi amici, e dalla sua famiglia. La piccola Anne, si, come si chiamava sua madre. Ed era viva grazie a suo padre, come del resto poi lo era anche Buffy… ironica la cosa.

 

Era lì, con Anya che sbuffava, Buffy che si lamentava e Xander che piangeva, e non si era mai sentito più felice.

 

 

 

Fine