HELL’S FLAMES

AUTRICE: BUFFY THE ONE

Lo vedo avvicinarsi a me sempre di più.

L’uomo dei miei sogni…sì, stavolta è davvero lui, non ho dubbi.

Mi sorride, e resto con il fiato sospeso…

E’ bello, meraviglioso, ed è mio.

Nessuno me lo porterà via…non lo permetterò.

Ora è talmente vicino che posso vedere ogni sfumatura nei suoi occhi, immensi oceani blu…

Sento il suo alito caldo sul collo, poi risale fino alle labbra…oh, le sue labbra….

 

-Buffy, svegliati specie di ghiro!-

 

Apro gli occhi di soprassalto, con la voglia matta di uccidere la mia amica ed i suoi modi da elefante.

Aspettavo di rivedere il suo viso da settimane, e quando succede…arriva lei e mi sveglia.

Tiro su la testa, e mi lascio sfuggire un gemito disperato quando vedo il caos generale che mi circonda.

Io e Faith abbiamo ottenuto questa mini vacanza per volontà divina, dopo sforzi enormi per convincere i genitori di entrambe, e come volevamo, dobbiamo arrangiarci da sole…

Anche con i servizi domestici, la nota dolente. Guardo la mia amica che mangia un cornetto come se fosse l’ultimo rimasto sulla Terra, e mi rendo conto che abbiamo la stessa voglia di fare le pulizie, ovvero nessuna.

-Grazie per avermi fatta svegliare nel caos del big bang, specie di elefante!-

Le replico con un sorriso, tirandole contro un cuscino.

Lei ricambia il colpo, e scappo verso la via di fuga più vicina, ovvero il bagno.

Mi sciacquo il viso e lo asciugo, poi osservo il mio riflesso allo specchio.

No, davvero, dimostro almeno 19 anni, mia madre può dire quello che vuole.

Ne ho quasi diciotto, ma nell’espressione del viso sembra esserci un qualcosa di più adulto…

Riguardo l’altezza lasciamo stare…sono alta a malapena uno e sessanta scarso, e credo di avere ben poche speranze di diventare una giraffa.

Pettino velocemente i miei capelli corvini in una coda di cavallo, e tento di farmi venire la voglia di fare qualche servizio domestico.

Appena uscita però mi accorgo che la mia migliore amica ha piani ben diversi:

ha già indossato i pattini e sta preparando il suo zainetto per le occasioni speciali.

E devo dire che quando lo mette mi fa paura, perché non va mai a finire bene, o almeno non a me.

 

-Che diabolico piano hai in mente?-

Dico ironicamente, prima di andare nel frigorifero e tirare fuori la vaschetta di gelato alla fragola e limone.

Lei mi sfoggia il suo sorriso più smagliante, e so già che mi caccerò nei guai. Spero solo che la mamma non sappia nulla, stavolta…ma tanto sarà già tutta impegnata a preparare la casa per l’arrivo da Londra del suo nuovo compagno…bè, meglio così.

Non che mi faccia molto felice il fatto che tra una settimana dovrò abitare a tempo indeterminato con uno sconosciuto in casa, ma…se mia madre è felice, io lo sono per lei.

 

-Sai cosa facciamo oggi?-

Mi chiede tutta euforica.

Immergo il cucchiaino nel gelato, e mi volto a guardarla.

-No, dimmi, cosa si fa?-

-Io e te andremo alla pista di pattinaggio che ha aperto da poco…quella bella, hai capito?-

 

 

Oh no. Già mi vedo in un letto d’ospedale con le gambe rotte, le braccia anche, e lei intatta che mi scrive frasi sciocche sull’ingessatura.

-Oh, sì certo…come no!-

Già comincia a sbuffare.

-Eh dai B.! Vedrai che ci divertiremo! Prometto che non accadrà nulla di male! E se proprio non vuoi pattinare, almeno fammi compagnia!-

In fondo, cosa può succedere di male? Se non pattino, proprio nulla.

Le sorrido, e Faith capisce che l’ha avuta vinta ancora una volta.

-Vado a prepararmi-

Sciacquo il cucchiaino, poso il gelato nel frigo, e mi avvento sull’armadio in cerca di qualcosa di pesante.

*****

 

Sono qui da due ore, e mi sto annoiando a morte.

Faith piroetta avanti e indietro, tentando di far colpo sull’istruttore seduto lì vicino…

Mio Dio, ha il triplo dei suoi anni! A volte non capisco dove abbia la testa…sempre che cel’abbia.

Sto per dirigermi al distributore di caffè, quando qualcosa o qualcuno mi arriva addosso, facendomi cadere.

E, dal modo in cui mi sento schiacciata, deve anche essere caduto assieme a me.

-Bloody hell, ragazzina! Non sai guardare prima di…-

Oh porco cane. Wow.

-Imbecille, tu mi sei venuto addosso, cosa dovevo fare, mettere la freccia?-

Le parole mi escono di bocca, ma non sono io a pensarle.

Sono troppo intenta a sbavare, letteralmente.

Lui…il ragazzo del sogno.

Davanti a me, o meglio, addosso a me.

Lo vedo squadrarmi attentamente, e sento la testa girare non appena incrociamo gli sguardi.

E’ praticamente a cavalcioni su di me! Oh Dio Oh Dio Oh Dio……

Scoppia a ridermi in faccia, e mi chiedo se per caso ho qualcosa di buffo sul viso…

-Questa si che è buona. Quanti anni hai, pet?-

-Uh??!- Chiedo boccheggiando. Un pesce rosso al mio posto avrebbe fatto più figura.

Mi porge la mano, aiutandomi ad alzarmi, e sento un brivido lungo tutto il braccio.

-Ventuno.-

E lui ride ancora, e mi sembra il suono più bello del mondo.

-Ventuno? Uh, vediamo luv…non credo proprio!!-

-Io credo invece…e non chiamarmi luv!-

Ghigna divertito…si sta prendendo gioco di me, e ci gode anche.

-Dai, per riparare il danno, te lo offro io un thè. Limone o pesca?-

-Sono abbastanza grande da prendere qualcosa di più forte, ma forse il thè puoi prenderlo per te, uh?-

Sinceramente, quanti anni avrà? Venticinque? Trenta? E’ carino da morire, ma è altrettanto presuntuoso.

-Oh, la gattina sa tirare fuori gli artigli! Come ti chiami?-

Non so che mi prende…però so che non posso fare l’idiota timida ogni volta che parlo con un ragazzo.

-Buffy- Miagolo in risposta, con un tono che farebbe invidia anche ad Harmony Kendall.

-Spike-

Sento qualcosa serpeggiarmi nello stomaco, e mi sento stranamente sicura di me.

-Allora, Spike, me lo vorresti offrire un caffè?-

E mi avvicino pericolosamente al viso di lui, sorridendo, per poi anticiparlo verso il distributore.

 

 

Inserisce le monete, e continua a guardarmi.

-Allora, Buffy…sei di Sunnydale?-

-Già. Vivo qui. E tu?-

-Ci vivrò molto presto.-

Mi porge il bicchiere con il caffè e le nostre mani si sfiorano.

Poi ritira la sua, come se si fosse scottato,e va via, facendo solo un cenno con la mano.

Resto imbambolata per qualche altro secondo, prima di focalizzare la vista sulla mano che si sventola davanti al mio viso.

-Hai fatto conquiste??? Mio Dio B.! Quello si che è davvero un gran bel pezzo di…-

-Non lo so…io…andiamocene.-

La prendo per mano e praticamente la trascino via.

Non so che mi prende, ma ho avuto una brutta sensazione…e ho una gran voglia di scappare via,

perché di solito, le mie impressioni si rivelano sempre esatte.

E stavolta, portano guai, brutti guai, e dolore.

Sono passati altri tre giorni, e la nostra vacanza è agli sgoccioli. Domani pomeriggio torneremo nelle nostre case, pronte a riprendere i libri poco prima che la scuola ricominci, quindi Faith ha deciso che stasera dovremo scatenarci come matte.

Mi considero già fortunata ad essere uscita illesa da questa avventura con lei, quindi ho acconsentito di buon grado…

Ora il mio problema è uno solo: i vestiti.

Non che non ne abbia, s’intende, ma sono tutti larghi e orrendamente…orrendi.

Mentre la mia cara amichetta ha un guardaroba da fare invidia a chiunque…

Opto per una semplice maglietta rosa a mezze maniche, che non mette in risalto un bel niente,

e per dei pantaloni fucsia a piccole strisce blu e bianche.

Lego i capelli ed ecco, sono sicura che Faith appena mi vedrà si metterà a ridere come una matta.

Non riesco a finire di formulare il pensiero, che eccola che arriva, avvolta nel suo top nero e nei suoi pantaloni super trendy.

-Dove credi di andare conciata così, lady?!-

-Dove tu dici che dovremo andare, miss. Cosa non va in me?-

Lei mi guarda, fingendo di rifletterci un po’ su.

-Vediamo…il fatto che mia nonna è più alla moda di te?- Sogghigna, e poi ritorna verso il suo armadio, facendomi pentire ancora una volta di ascoltare sempre quello che dice.

 

-Ora sei perfetta, credimi-

Mi guardo un po’ perplessa allo specchio, dove vedo una ragazza che di sicuro non sembro io.

Non con questa minigonna e con questo trucco scuro negli occhi…

Se mi vede mia madre, sarà l’ultima volta che mi vesto così, almeno fino a quando non sarò maggiorenne.

Fatto sta, che sorrido a Faith e all’immagine riflessa, e usciamo a braccetto canticchiando una canzone di Britney Spears.

 

Stasera il Bronze è gremito di gente, noto mentre sorseggio il mio thè alla pesca e sopprimo a stento una risatina, quando vedo Faith stringersi con l’ex ragazzo di Cordelia Chase, che la fulmina da lontano con lo sguardo. La mia amica è davvero unica…mi mette nei guai, è vero, ma è una persona di cui mi posso fidare, anche se non le ho ancora raccontato dei sogni…bè, quelli sono una cosa così bella, che per ora voglio tenerli solo per me.

 

-Summers, come mai da queste parti?-

Mi volto e…oh, no!

Drusilla Tomphson, quella arpia, gracchia stupidamente, attorniata dalle sue amiche ochette.

-Drusilla, è sempre un dispiacere vederti, quindi perché non mi lasci in pace almeno stasera?

Sono sicura che l’imbecille del tuo ex sarà felice di essere tormentato!-

 

Sto per andarmene, quando le sue parole mi arrivano come una doccia ghiacciata.

-Come sta la tua mammina malata? Si imbottisce ancora di medicinali? Sai, a volte capita di cadere in depressione, specialmente quando si ha una figlia come te…è a causa tua che i tuoi si sono lasciati, no?-

 

Resto qualche secondo immobile, le lacrime che pungono agli occhi.

So che lo fa per ferirmi, che non è assolutamente vero tutto ciò che dice ma…

Corro verso l’uscita, lasciandomi dietro i giudizi della gente, le loro chiacchiere maligne, e la risata di Drusilla e delle altre. Non mi importa di niente, loro non sono nulla per me!

Ma fa male lo stesso.

 

Sono arrivata correndo nel vicolo dietro il locale, e decido che è molto meglio se torno a casa.

Non sono dell’umore di stare tra la gente, e non voglio che Faith si rovini la serata a causa mia.

Sto per chiamare Xander per dirgli di venirmi a prendere, quando una mano mi si appoggia sulla spalla, facendomi letteralmente saltare dallo spavento.

Mi giro, pronta a colpire, e mi trovo davanti Scott Mcgrinn, per cui avevo una cotta stratosferica l’anno scorso.

 

-Mio Dio! Vuoi farmi morire di spavento?-

-Scusami, non era mia intenzione spaventarti.

Ti ho vista tutta sola, e ho pensato che magari volevi compagnia…-

 

“Non potevi pensarci l’anno scorso? Sarei impazzita dalla gioia!” penso, ma mi limito a sospirare.

-No, grazie. Sto andando a casa.-

Vedo una strana luce nei suoi occhi, che non mi piace per niente.

Improvvisamente mi tira per il braccio, facendomi quasi urlare dal dolore.

Tento di chiedere aiuto, ma la sua mano mi copre la bocca, mentre mi trascina nella zona più buia.

Sento un moto di repulsione partire dalla bocca dello stomaco, e tento disperatamente di divincolarmi, ma sembra tutto inutile…no, vi prego aiutatemi…

Mi accorgo che con la mano sta abbassando la zip dei jeans, e la disperazione prende il sopravvento…riesco a mordergli la mano e liberarmi la bocca, poi la sua mano sudicia si insinua sotto la gonna.

Urlo e mi divincolo ancora, ma so che non può bastare. Le lacrime scivolano veloci sulle mie guance, e penso a mia madre, alle parole di Drusilla, e a quanto sono stata stupida a venire qui…

Sento l’erezione di Scott premere contro la mia coscia, e vorrei solo morire piuttosto che…

 

E poi lo vedo cadere per terra.

Mi lascio scivolare anch’io, perché improvvisamente sento che non potrò più reggermi in piedi.

Prima che io perda i sensi, riesco solo a vedere un paio di occhi blu dall’espressione preoccupata, e a sentire un paio di braccia forti sorreggermi.

 

 

*****

-Ti sei ripresa finalmente.-

Eh? Chi sei? Dove sono? Riesco ad aprire gli occhi a malapena, e mi sento troppo stordita anche per parlare…poi ricordo tutto. Drusilla, quella maledetta puttanella, io che scappo dal locale…Scott, quell’infido verme che ben presto avrà la dose di guai che si merita…

Un brivido di paura mi attraversa, e mi rendo conto che stavolta l’ho davvero scampata per poco.

Tento di focalizzare il mio salvatore, anche se ho già una sensazione…

 

-Buffy, come ti senti?-

E’ lui… Spike…l’uomo su cui ho scritto pagine e pagine sul mio diario segreto…l’uomo dei sogni.

-Uhm, io penso…che se non avessero tentato di stuprarmi, starei meglio.-

Sorrido debolmente, ma lui invece è serio.

-Stupida ragazzina. Cosa ti è passato in mente, non l’hai immaginato quando sei corsa fuori dal Bronze?-

Sbuffo scocciata e mi metto seduta, rendendomi conto solo ora che sono in un letto…il suo letto, presumo.

-Ascolta, ti sono grata per quello che hai fatto, davvero. Ti devo una cosa molto importante, e troverò il modo di ripagarti, ma ti prego, evita la paternale. Domani andrò a sporgere la denuncia contro quello schifoso, e sarà già tanto se mia madre mi farà uscire di casa per andare a scuola, quindi…-

Mi fermo un attimo a riflettere.

 

-Hey! Mi seguivi per caso?-

Lui sembra nervoso, si gratta la testa, ma non risponde.

-Cosa te lo fa pensare, ragazzina?-

-Il fatto che hai detto “Quando sei corsa fuori dal Bronze”. Tu hai visto tutto, non è vero?-

-Senti, è stato un caso. Ero al Bronze, ed ho visto qualcuno correre fuori…poi sono uscito per tornare a casa ed ti ho sentito chiedere aiuto…-

-E hai colpito Scott.-

Termino io per lui.

Il mio sguardo vaga per la casa, e poi si ferma sull’orologio da muro che segna…oh no!

Le due meno venti! Faith starà in pensiero per me!

-Posso fare una telefonata?-

Lui annuisce, indicandomi la postazione del telefono con un cenno della testa.

Scivolo via dalle lenzuola porpora del letto e mi dirigo verso il telefono, guardando Spike con la coda dell’occhio. Jeans scuri, camicia rossa…credo che potrei impazzire per uno come lui…

Ma ehy, avrà dieci anni in più di me, se non di più.

Compongo il numero della mia amica, e sento il segnale di libero.

Dopo appena due squilli Faith risponde, una nota allarmata nella voce.

Quando sente che sono io comincia anche lei con la predica, ma la zittisco dicendo che domattina le spiegherò tutto.

Poso il telefono e vado a sedermi sul letto accanto a Spike, scacciando malamente la voce nella mia testa che mi urla di…meglio non dire cosa mi urla, ho solo 17 anni.

-Grazie, per tutto. Dovrebbero esserci più uomini come te in giro, dico davvero.-

-Uh, io non penso. Non sono esattamente il tipo da grandi imprese..-

-E chi te lo fa credere? Qualcuno invidioso immagino. So che senza te stasera sarei stata persa, quindi non tentare di convincermi che sei il Big Bad, perché non ci riusciresti.

Sei un uomo buono, Spike…e credimi, il mio intuito non sbaglia mai.-

Lo vedo un po’ a disagio, anche se non capisco perché…ma sento che con lui posso essere sincera, non mi vergogno di dire quello che penso.

 

Cerco il suo sguardo, e noto che è intento a guardare la mia coscia...e credo di provare quello che Faith chiama “il primo avviso”. Ora, mi chiedo, primo avviso di cosa? Innamoramento? Eccitazione? Spike si inumidisce le labbra con la lingua, ed ora è tutto chiaro.

Entrambe le cose.

Passo velocemente in scansione le cose da dire in una situazione come questa, ma nel mio cervello c’è solo un eco infinito, che mi dice di saltargli addosso…Mio Dio, sono una maniaca!

-S…spike?-

Lo chiamo incerta, sperando di non essere diventata rosso porpora.

Lui balza in piedi come se avesse una molla, e mi domando se non ne abbia davvero una sotto i piedi.

-Vuoi qualcosa da bere?-

Il suo tono è nervoso, e penso che forse lo sto disturbando fin troppo…

-No, credo sia meglio che torni a casa.-

Il suo sguardo accigliato mi fa quasi ridere…

-Tu cosa? Ascolta, Betty, se vuoi cacciarti di nuovo nei guai io non sono disposto a correrti dietro, intesi?-

-Nessuno te lo sta chiedendo, e il mio nome è Buffy!-

-Oh, gran bel nome!-

Si avvicina bruscamente, e mi ritrovo schiacciata tra lui ed il muro.

-Spike è il nome di un cane-

Sussurro, mentre divento sempre più consapevole del mio cuore che batte all’impazzata.

Restiamo così, occhi negli occhi, i respiri accelerati di entrambi.

E poi devo essere posseduta, non c’è altra spiegazione, perché prendo la sua mano, e la passo sulla mia coscia, sorridendo con una malizia che non mi sono mai sognata di avere.

Vedo lampi nei suoi oceani blu, e so che è tentato…e so anche che se non lo avrò, lo rimpiangerò per il resto della mia vita.

-Ma mi piace lo stesso-

Tbc..