FIGLIA DELLA LUNA

AUTRICE: CHICHI354

DISCLAIMER : I personaggi descritti non sono di mia creazione ma appartengono a Joss Whedon e alla WB.

Il racconto non è scritto per scopi di lucro ma solo per divertimento personale.

Coppie: B/S per il momento ma vedrò di inserirne altre!

Note: Si colloca tredici anni dopo gli avvenimenti di Chosen. Spike non è morto! Tutti vivono felici e contenti…. Sé, magariiiiiiiiii! Hihihi! Spero vi piaccia! Commentateeeeeeeeeeeeeeee!!!

 

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Correva veloce come il vento fra le lapidi consumate dal tempo. Era alle solite: un trio di vampiri assetati di sangue la stava rincorrendo. Ma questa volta era diverso, questa volta voleva dimostrare agli altri e a se stessa che se la sarebbe cavata senza l’ aiuto di nessuno!

La luce della luna illuminava debolmente il suo viso, mentre un rivolo di sangue le scorreva dalla ferita sulla guancia destra.

 

“Scappare non serve a nulla! Devo trovare un’ altra soluzione!”.

 

Un brivido gelido le percorse la schiena, avrebbe voluto gridare, piangere disperatamente, ma il suo orgoglio non glielo permetteva. Voleva andare fino in fondo. La sua corsa si arrestò di botto e un barlume di speranza si accese nei suoi profondi occhi verdi: un paletto giaceva nell’ erba umida

 

“Che culo!”

 

Nel frattempo i vampiri avevano guadagnato terreno e uno di loro le si lanciò contro facendola cadere.

 

V: E ora come la metti signorina? Ora che non ci sono i tuoi cari a salvarti la pelle?

R: Me la so cavare anche da sola!

 

La ragazzina afferrò agilmente il paletto di legno e con un gesto fulmineo lo piantò nel cuore del suo inseguitore, riducendolo in cenere.

 

R: Come volevasi dimostrare! E voi cosa aspettate a raggiungerlo? Un telegramma?

 

Lanciò un’ occhiata di sfida agli altri due mentre si rimetteva in piedi. Uno dei due emise un ringhio prima di avventarsi contro la ragazzina. Era molto più forte di come sembrava, a complicare le cose fu il sopraggiungere dell’ altro in difesa della amico. Dovette usare tutta la sua abilità per batterli, ma dopo una estenuante lotta ce la fece, seppur con molte ferite e un polso dolente. Barcollando si diresse verso casa, era felice, ce l’ aveva fatta! D’ un tratto una preoccupazione fece svanire la sua euforia

 

“E le ferite come le spiego mamma e papà?! Mi uccideranno se scoprono che sono uscita di notte senza di loro e per giunta che mi sono diretta al cimitero di proposito! Oh cavolo, mi metteranno in punizione per un mese e non mi lascieranno andare alla festa di Joe! Vabbè entro dalla finestra, almeno ci sono meno probabilità di essere sgamata!”

 

Con le poche forze rimastele si arrampicò sul massiccio albero situato proprio all’ altezza della finestra della sua stanza. Ormai si era abituata ad entrare di lì! Per tutte le volte che era uscita di nascosto perché sua madre non le dava il permesso per andare alle feste dei suoi compagni ci aveva fatto l’ abitudine! Ma ad aspettarla c’ era una bella ramanzina!

 

R: P…pa…papà c…co…come và?”

 

Balbettava e le parole le morivano in bocca, era nei guai! Il padre la guardava serio. I suoi occhi blu scintillavano nel buio incuotendo paura alla figlia.

 

P: Cosa ci facevi in giro a quest’ ora Joyce? Sai banissimo che è pericoloso andare in giro di notte… e dalle tue ferite noto che lo hai sperimentato di persona…

 

Il suo sguardo si addolcì guando una calda lacrima rigò il pallido viso di Joyce, visibilmente pentita, ma cosa ci poteva fare? Non resisteva alle lacrime! Si alzò dal letto dove era seduto e l’ avvolse in un tenero abbraccio.

 

J: Mi dispiace! Scusa! Non ti arrabbiare!

P: Suvvia tesoro, non piangere! Non sono arrabbiato con te! Lo sai che mi hai fatto prendere un bello spavento passerotto?

 

La ragazzina sorrise tre i singhiozzi e si stacco dall’ abbraccio

 

J: Non dirlo a mamma…

 

Più che una richiesta sembrava una supplica, una supplica a cui l’ uomo non seppe resistere…

 

P: Ok, ma devi promettermi che non lo farai mai più intesi?

J: Certo! Grazie papà!

P: Ora vai in bagno fatti una doccia e dopo fili a dormire, è tardi e domani c’ è scuola!

J: Domani è domenica!

P: Tu fila a letto comunque!

J: Buona notte papà!

P: Buona notte pricipessa!

 

Detto questo le diede un bacio sulla guancia e se ne andò.

La ragazza andò in bagno e si lavò stando attenta a fare meno rumore possibile per non svegliere la madre, poi si infilò in pigiama e si coricò. La stanchezza la fece subito cadere in un sonno profondo. La luce del sole la svegliò dolcemente, mentre un inebriante profumo di frittelle invese la casa. Si alzò e si diresse verso in bagno per guardarsi allo specchio. Le ferite si erano già rimarginate e il polso aveva quasi smesso di farle mele. Il suo riflesso la fece sorridere orgogliosa. I riccioli biondi e lucenti le scendevano lungo il viso disegnando i suoi lineamenti. Sembrava avesse più di tredici anni.

Si lavò e si diresse verso l’ armadio per scegliere cosa indossare

“Jeans e maglietta andranno benissimo!”

Si vesti con calma e si sedette sul letto a contemplare la sua stanza. Era un disastro: vestiti ovunque, libri buttati per terra, cd sparsi sulla scrivania.

 

“ Forse è il caso che metto un po’ in ordine, rischio di perdermi in questa baraonda! Ma ora non mi và, magari più tardi”

 

Il persistente squillare del suo cellulare la riportò alla realtà. Joyce si mise alla disperata ricerca del suo telefono. Lo trovò sotto un cumulo di magliette.

 

“ Eccolo finalmente! Vediamo tre chiamate perse, chi sarà mai…”

 

Si levò un grido di gioia che riuscirono a sentire i suoi genitori al piano di sotto. La donna stava leggendo il giornale seduta al tavolo insieme al marito, che sorseggiava del thè divertito.

 

S: Buffy non credi che quella piccola peste assomigli a qualcuno di nostra conoscenza?

B: Attento vampiro, sarò anche tua moglie ma rimango sempre la Cacciatrice!

S: Non ne dubito!

B: Spikeee!

S: Che c’è? Stavo solo scherzando!

 

Non resistette e lo baciò teneramente

 

B: Mi farete impazzire, tutti e due…

S: Io l’ ho già fatto...

Cap 1

 

La ragazza scese le scale di corsa e si avviò in cucina. Era emozionatissima.

 

J: Ahhhhhhhhhhhh!!! Sono felice, felice, FELICEEEEEEEEEEEEEEEEE!

S: Beata te!

B: Non sei affatto simpatico! Allora cosa è successo?!

J: Bryan ha cercato di chiamarmi!!! Per tre volte!!!

S: Emozionante… Forse voleva che gli prestvi il pettine…

 

Buffy arrotolò il giornale e glielo sbattè in testa irritata. Nonostante fossero passati decenni era sempre il solito! Sempre con la battuta pronta! Sempre a scherzare! Ma infondo lo amava anche per qiesto, per la sua ironia, anche se a volte era seccante!

 

S: Ahi! Ma che ho detto?

J: Grazie mamma!

B: Di nulla tesoro… Allora dove eravamo rimaste? Ah si, ha provato ha chiamarti… Poi?

J: Penso voglia chiedermi di andare con lui alla festa di Joe! Uhhhhhh è così carino...

S: Ma non sei un po’ troppo piccola per uscire coi ragazzi?

J: E tu non sei un po’ troppo geloso per caso?

S: Geloso io? Uff, figuriamoci!

 

Joyce sapeva che il solo modo per averla vinta era sfidarlo. Anche se non l’ avesse mandata l’ avrebbe costretto a dire che era geloso e avrebbe vinto comunque.

Un sorrisetto scettico si stampò sul viso della figlia.

 

S: E va bene! Và pure con quel bamboccio ingelatinato! Ma poi non venire a piangere da me se voleva solo il pettine!

J: Tranquillo gelosone! Non mi ruba mica…

S: Non vedrebbe sorgere il sole se lo facesse…

J: Ok, allora io vado a fare due passi! Ci vediamo dopo!

 

Uscì trotterellando. Buffy aveva osservato la scena divertita. Quando c’ erano queste discussioni padre-figlia preferiva starsene in disparte e godersi lo spettacolo.

 

S: Mi ha fregato un’ altra volta vero?

B: Questa abilità l’ ha presa da te!

S: Già ma vorrei non la sperimentasse sul suo vecchio…

 

Intanto al cimitero Joyce vagava tra le lapidi. “ Mi trattano come una bambina. Ma non capiscono che ormai ho tredici anni? E poi io non sono come gli altri ragazzi, posseggo delle qualtità vampiriche che mi rendono più forte… Ma cosa?…”. Uno odore familiare nell’ aria. Vampiri…

Si avvicinò con cautela ad una cripta. Nonostante fosse giorno le persone di Sunnydale non gironzolavano per il cimitero, e spesso si ritrovava completamente sola in quel posto così grande. La porta era aperta, estrasse il paletto dalle tasca del chiodo. Dopo l’ incidente dell’ altra sera non girava disarmata. Con cautela avanzò nel buio, attenta a non farsi scoprire. La sua vista acuta le permise di scorgere una figura sdraiata su una tomba antica, alta poco più di un metro. La sagoma si mosse e Joyce scappò in fretta presa dal panico. “Quanto sono scema! Sono scappata via invece di combattere! Meglio tornare a casa!”

Intanto poco distante una ragazza aveva assistito alla scena e guardava Joyce compiaciua. “Ti stavo aspettando… La mia vendetta sarà atroce! Preparati, perché non avrò pietà!”

Cap 2

 

Notte, camera di Joyce

 

La fioca luce dei raggi lunari riusciva a malapena ad illuminarle i dolci lineamenti del viso. Giaceva immobile nel suo letto, immersa nelle profondità dei suoi sogni, come un angelo avvolto nelle sue stesse ali. Riposava sicura tra le braccia della notte, insidiose ma materne, capaci di cullarla in un sonno profondo che poteva rivelarsi letale.

Aveva lasciato la finestra aperta ed ora il vento spostava leggermente le tende bianche facendole ondeggiare come in una danza.

Gli occhi della ragazza si spalancarono improvvisamente. Il vento era cessato di colpo dopo averle lasciato fiutare un odore familiare. Scattò in piedi. “Quest’ odore… lo conosco…”. In un lampo un pensiero squarciò la sua mente”IL CIMITERO!!!”. Si vestì in fretta e scavalcò la finestra accarezzando le fronde grinzose del vecchio albero, che più volte l’ aveva vista scappare nel cuore della notte.

Si guardò intorno. Nulla. Chiunque ci fosse stato fino ad un minuto prima se ne era già andato. Ma il suo istinto le diceva di non fidarsi delle apparenze, così, con il paletto in mano e il cuore a duemila si diresse verso la meta.

Il cancello stridette al suo tocco spalancandosi. Stano, di solito era chiuso di notte.Un passo dopo l’ altro giunse fino a quell dannata cripta, la stessa da cui era scappata terrorizzata quella mattina.

R: Non ti hanno mai detto che è da meleducati sostare davanti casa altrui?

Si voltò di scatto e lo vide. Un ragazzo apparentemente normale, di qualche anno più grande di lei. Capelli neri e lisci gli scendevano lungo il viso asciutto. Occhi di ghiaccio, penetranti, assetati, infidi ma allo stesso tempo ammalianti e persuasori. Lo sguardo tenebroso era accentuato dal trucco nero e dall’ abbagliamento stile dark. Le sorrideva malizioso mordicchiandosi il percing al labbro inferiore, mentre con passo felino le si avvicinava. Paralizzata, Joyce non sapeva che fare.

J: Io…Io…

D: Ok, procediamo con le presentazioni. Io sono Daniel, ma gli amici mi chiamano Dani. E…Tu saresti…?

J: Joyce…

Non sapeva come aveva fatto a pronunciare il suo nome, seppur con un filo di voce, con quegli occhi magnetici puntati addosso che non smattevano di fissarla. La voce del ragazzo era sensuale e vellutata capace di farla cadere in trance ad ogni sillaba.

D: Joyce… Ma che bel nome!

Lo disse quasi in tono ironico, ma la ragazze era troppo confusa per captarlo. Con uno sforzo sovrumano riuscì a staccarsi dalla morsa invisibile che l’ aveva incantata.

J: Sò cosa sei e non mi lascerò abbindolare da te!

Dani si limitò a risponderle con un sorriso ammiccante.

J: E smettila di guardarmi in quel modo, non sono un pasticcino!

D: Hai miei occhi sei molto più di un pasticcino tesoruccio…

Lei indietreggiò di qualche passo. Era troppo vicina. Tanto che avrebbe potuto…” Ma che razza di pensieri ti vengono in mente! E’ un vampiro spietato e senz’ anima, non potrebbe mai funzionare, e poi lo hai appena conosciuto… Però che carino…NOO! Cattiva Joyce cattiva! Ora prendi il paletto e lo…baci…NOO! Oh ma cazzo mi succede!”

J: Io…io

D: Sei sempre così timida o balbetti solo con gli sconosciuti?

Sarebbe voluta morire in quel preciso istante, seppellita dalla sua stessa verogna. Avvampò improvvisamente e abbassò lo sguardo incapace di sostenere quegl’ occhi azzurrissimi che ora la fissavano in cerca di una risposta.

J: Tu-tu sei un va-vam-p-piro e io-ti devo u-uccidere e-e…

D: E perché mai? Non credo che adesso parlare con una bella fanciulla sia reato ma…forse credo di avere intuito di non starti molto simpatico…

Così dicendo fece una faccia mortificata nell’ intento di mettere ancore più in diffoltà la ragazza.

J: Nono! Tu sei apposto…cioè non sei antipatico, sei solo un po’…morto, e spero di non averti offeso ma, infondo è così, ed io ho già avuto esperienze coi vampiri…non pensare a male, intendevo dire che ne ho uccisi alcuni e ti posso assicurare che erano forti, e mi scuso se erano tuoi parenti ma se non lo avessi fatto sarei stata un antipasto coi fiocchi e-e ritornado al discorso di pima tu-tu mi piaci…NO! Nel senso che sei simpatico e-e…

“Bella mossa Joyce! Prima balbetti e poi farnetichi! Ora mi considererà una stupida!”

D: Certo che sei strana!

J: E una brutta cosa?

D: No, anzi! Mi piaci!

“Uhhhhhhhhhh gli piaccio! Eh? Ma che cazzo dico! Io non devo piacergli e lui non deve piacere a me! Ora basta, questa sceneggiata è durata anche troppo!”

Ma mentre stava per afferrare il paletto che morta certa avrebbe inflitto al vampiro dagli occhi di ghiacco, con un gesto repentino lui la baciò lasciandola senza fiato…

Cap 3

 

Qualcuno suonò al campanello di casa Summers spezzando la quiete pomeridiana. Spike, comodamende sdraiato sul divano, era intento a seguire il suo amato telefilm “Passions” con morbosa attenzione senza staccare gli occhi dal televisore nemmeno un minuto. Il campanello risuonò insistentemente costrigendo il vampiro ad alzarsi, seppur controvoglia. Percorse il soggiorno a grandi passi dirigendosi verso la porta d’ ingresso. “Ma chi sarà a quest’ ora? Se è un’ altro di quei venditori porta a porta io giuro che..”. Non fece in tempo a finire la frase. Fu come un fulmine a cel serenò, una tempesta improvvisa in un mare docile, un uragano repentino che distrugge tutto sul suo cammino, un incendio silenzioso e istantaneo e vioento divampa nel cuore.

I suoi occhi blu, sgranati alla vista dell’ uomo, sembravano ardere di un odio accecante.

S: Angel…

Pronunciò quel nome con un sibilo serpentino come fosse una parola maledetta che mai si sarebbe augurato di pronunciare.

A: Devo parlarti, è urgente…

Al suono di quelle parole l’ ira si placò lasciando spazio all’ inquietudine. Era tanto preso dalla preoccupazione da non essersi accorto della figura accanto ad Angel. Era una ragazza di circa venticinque anni, bella: aveva gli occhi di un castani intenso, come quelli di un cerbiatto. Capelli bruni e lucenti, lisci come la seta. Uno sguardo dolce ed innamorato che di tanto in tanto volgeva verso il ragazzo accanto a lei. Con voce titubante incerta, su cosa fosse più opportuno dire, si rivolse al biondo.

An: Piacere di conoscerti, io sono angelica, ma gli amici mi chiamano Andie (NOTA: Sì, è proprio lei! La mia sorellina preferita! Come potevo non renderla felice?!)

Il ragazzo si voltò verso Andie. Aveva un simpatico accento napoletano e un sorriso sincero e caloroso, tipicamente italico.

S: Piacere… Accomodatevi pure, io vado a chiamare Buffy…

I tre entrarono in casa. Angel ed Andie si sedettero sul divano, un po’ a disagio, mentre Spike salì velocemente i gradini delle scale. Buffy era in camera da letto intenta a riordinare alcuni vestiti nell’ armadio.

S: E’ qui… e non è solo…

B: Chi è qui e con chi?

S: Angel…

Questa volta il nome fu pronunciato con un tono d’ amarezza. Lo sguardo di Buffy si addolcì. Sapeva quanto soffriva anche solo a sentirlo nominare, ma sperava che il tempo avesse almeno lenito le ferite.

Non disse una sola parola lasciando che il dolore lo dilaniasse solo all’ interno. Si limitò a scendere le scale quasi meccanicamente accompagnato dalla moglie.

A: Ciao Buffy

B: Ciao Angel

I due si fissarono solo per un istante, ma a Spike parve un’ eternità.

Poi Angel si voltò sorridente verso Andie presentandola

A: Buffy lei è Andie, mia moglie, te n avevo parlato vero?

B: Si certo! Molto piacere!

An: Il piacere è tutto mio.

Anche se non lo dava a vedere la ragazza si sentiva un po’ imbarazzata davanti all’ ex di suo marito. Una fiammella di gelosia le si accese nel cuore, ma, per il bene comune, fu brava a nasconderla continuando a sorridere.

B: C’ è un motivo preciso per cui siete qui o è solo una visita di cortesia?

A: Dobbiamo parlarvi

B: Come sospettavo, nessuno viene mai solo per pizza e monopoli… di cosa si tratta? E’ grave?

An: Purtroppo sì. Il Consiglio ci ha informato di una questione abbastanza delicata riguardante una Cacciatrice che sì è ribellata. Ha stretto alleanze con alcuni clan di licantropi e vampiri promettendogli anarchia assolutà sulla caccia all’ uomo. Naturalmente in cambio ha vuoluto salva la pelle… Buffy, ti ricordi per caso di una certa Cris Mirror?

B: Certo, ricordo che fu espulsa dal Consiglio per tradimentò grazie a me… E’ lei la ribelle?

Il tono di voce di Buffy si incupì. Cris era molto pericolosa, lo aveva dimostrato la sera di qualche anno prima, quando Buffy la colse ad aiutare un trio di vampiri ad immobilizzare un gruppo i studenti. Riuscì ad uccidere i vampiri e a fermare Cris prima che potessero far del male ai ragazzi. Dopo fu processata per tradimento e rinchiusa in una cella di sicurezza. Ma come aveva fatto a scappare?

A: Purtroppo si, e adesso cerca vendetta…

B: Non c’ è problema! Me la so cavare da sola!

An: Questo non lo mettiamo in dubbio, ma io ed Angel abbiamo deciso comunque di restare qui a Sunnydale per precauzione, almeno finchè non saremo sicuri che quella delinquente torni dietro le sbarre!

B: Oh grazie, siete molto gentili! Tu che ne pensi Spike…Spike?

S: He? Ah si... scusa ero sovrappensiero… a me sta bene…

Bugia.

B: Sicuro?

S: Certo…

Altra bugia.

A: Ok, allora noi andiamo a cercare un albergo. Ci vediamo starera? Magi andiamo a cena tutti e quattro insieme?

B: Sarebbe un’ idea magnifica!

Buffy e Spike li accompagnarono fino alla porta, poi li salutarono e li guardarono allontanarsi nela loro auto nera.

Arrivati in albergo i due si accomodarono nella loro stanza.

Erano sposati ormai da cinque anni e insieme erano felici. Si amavano moltissimo ed erano inseparabili. Due anime gemelle, che si completavano a vicenda uniti nella forza indistruttibile dell’ amore eterno. Perché era questo il segreto di tanta felicità: l’ amore, che mai sarebbe finito, che mai sarebbe bastato, insaziabile e profondo nella sua semplicità, saldava i loro cuori in un unica grande anima facendoli battere l’ uno per l’ altra.

Si sdraiaroni sul letto, stanchi per il viaggio, ma non tanto da riuscire ad addormentarsi subito.

 

PARTE NC17!!!!

 

Angel iniziò ad accarezzarla dolcemente disegnando i suoi lineamenti con la mano. Al suo tocco Andie si irrigidì spostandosi.

An: No angel, non mi và

A: Ne sei sicura?

Domandò lui baciandola sul collo.

An: Cosa provi per Buffy? Sii sincero ti prego, niente bugie…

Lui la guardò negli occhi, così ansiosi di una risposta, ma anche così timorosi di sapere la verità.

A: L’ ho amata, ma questo è stato tanto tempo fa, ora c’ è solo una donna nel mio cuore

An: Chi? Ti prego dimmelo!

A: Sei tu!

An: Chi amerai dopo di me?

A: Nessuna

La ragazza sorrise sentendosi rassicurata dal suo amore. Poi lui riprese a spogliarla dolcemente, mordicchiandola sul collo e facendola rabbrividire ad ogni pizzico.

A: Noto che hai cambiato idea…

An: E’ una cosa che amo di te, riesci sempre a farmi dire sì!

Si baciarono con trasporto e si amarono per tutta la notte. Il mattino dopo sfiniti dalla notte di passione di accoccolarono l’ uno all’ altra stringendosi forte…

 

Cap 4

 

 

La ragazza rimase come pietrificata da quel tocco quasi magico. Socchiuse gli occhi abbandonandosi a quella sensazione mai provata prima. Il suo primo bacio! Era stato come buttarsi a capofitto in una cascata di emozioni. Proibito, vietato, illecito, impossibile, ma sempre sognato e voluto.

Si stacco delicatamente con un sorriso lasciandola attonita.

D: Piaciuto?

Lei non rispose. Quel tocco freddo era bastato a scioglierle il cuore facendolo affogare il un vortice sconosciuto.

D: Vieni con me ti faccio vedere una cosa!

La strascinò correndo veloce come il vento. Si fermarono davanti ad un cespuglio posto fra due grandi alberi.

J: Dove siamo?

Non era turbata né spaventata. Era come se conoscesse quel ragazzo da sempre, si fidava di lui ed era certa che non le avrebbe fatto del male… almeno per il momento.

D: Questo è il paradiso…

Così dicendo spostò il cespuglio lasciando Joyce senza fiato. Un paesaggio magnifico si stendeva inanzi a lei. Una piccola cascata cristallina circondata da fiori variopinti ed alberi centenari dava vita ad laghetto limpido popolato di pesci di ogni tipo. Persino l’ aria sembrava diversa, più sana e distesa, satura di armonia e libera dagli stress quotidiani. Il tempo sembrava erssersi fermato, lì dove ancora si potevano ammirare le meraviglie del mondo. Come era possibile che in tutti quegl’ anni la popolazione di Sunnydale non si fosse mai accorta di quel piccolo angolo di paradiso?

J: E’-è bellissimo…

D: Già, ci vengo spesso quando devo riflettere, o semplicemente quando ho volia di stare solo…

J: E allora perché mi hai portata qui?

D: Mi andava di condividerlo con qualcuno…

J: Sì, ma perché proprio me? Cos’ho di speciale?

Lui non rispose, si limitò a baciarla di nuovo facendole quasi perdere i sensi.

“Ma perché ci casco sempre?! Che cacchio vuole da me?”

J: Tu vuoi uccidermi?

D: Se avessi voluto l’ avrei già fatto, non credi? Che ne dici un bel bagno di mezzanotte?

J: A dire il vero sono le tre ma… EHY!COME TI PERMETTI MI CONOSCI SOLO DA CINQUE MINUTI E GIA’ CI PROVI???!!!

Ebbe solo il tempo di finire la frase prima di essere avvolta in un altro bacio.

J: Basta smettila! Non puoi bacirmi quando ti pare!

D: A no? Scusa pensavo ti piacesse!

J: Grrrrr!!! Manco mezz’ ora che ti conosco e già ti odio! Comunque per tua informazione io domani ho scuola e mi devo alzare alle sette quindi CIAO! Ai capito tesoruccio? Ciao io me ne vado!

D: Fa pure, se riesci a trovar la strada…

La ragazza si rigirò su sé stessa. Durante il tragitto era stata troppo presa dal contatto fisico con quel vampiro da non pensare a ricordarsi la strada del ritorno.

D: Vuoi che ti accompagni?

J: No… anzi ok!

D: Però mi devi un favore!

J: Neanche per sogno! Tu mi hai portata qui e tu mi riporti a casa, ok?

Il ragazzo la guardò scettico accennando un sorriso malizioso.

D: Tranquilla principessa, non ti costerà molta fatica…o preferisci passare la notte a cercare la strada?

J: Ok odioso vampiaccio che non sei altro! Ma che sia uno solo e piccolo!

La accompagnò fin sotto casa. Durante il tragitto non si dissero una sola parola forse per paura di spezzare l’ incantevole silenzio che li avvolgeva.

J: Avanti spara, che vuoi?

D: Come siamo scontrose! Voglio solo avere l’ onore di rivederti…

J: Tutto qui? Ok, si può fare. Fra tre giorni, anzi due dato che è già mattina, è il mio compleanno. Dato che sono buona avrai il privilegio di incontrarmi dopo la festa. Al cancello, alle 2, puntule mi raccomando, se sgarri me ne vado! Ok?

D: Tranquilla ci sarò. Quanti anni compi a proposito?

J: 14

D: Uh! Piccolina eh?

J: Un’ altra battuta e ti scordi l’ appuntamento!

Salì velocemente arrampicandosi sull’ albero. Una volta arrivata in cima si voltò verso la strada “E’ sparito! Ma come avrà…? Bah, lasciamo perdere! Però che carinoooooooo!”. Si stese sul letto ma non riuscì a chiudere occhio. Si rigiava pensando a quel vampiro che le aveva fatto battere il cuore per tutta la notte. Chissà se aveva sentito le sue pulsazioni?

Appena riuscii a prender sonno la svegli tuonò spaventandola a morte. “Se non mi ammazzano i vampiri ci pensa qusta sveglia del…”

Un biglietto sul comodino fermò il fiume di parolacce che stava per fuoriuscire dalla sua bocca.

 

“Stasera, alle 9 al cimitero, non mancare!

Tuo, Dani!”

 

B: Joyceeee! E’ tardi muoviti!

J: Si mamma!

Nascose il biglietto nello zaino. Se lo sarebbe portato a scuola in modo da non farlo trovare ai suoi.

All’ uscita accadde il peggio: Bryan si avvicinò a lei raggiante. Tutto il gel billava sui capelli biondi tinti mantre, con un falso sorriso da star, faceva cadere ai suoi piedi tutte le ragazze della scuola.

Br: Buon giorno Joyce

J: Ciao Bryan!

Br: Allora, a che ora passo per la festa di stasera?

“Merda se l’ è ricordato! E ora che faccio? Non posso dare buca a Bryan! Sarei lo zimbello della scuola se rifiutassi! Oh che faccio adesso?!”

Br: Allora? Non ho tutto il tempo del mondo, sai? Ci sono decine di ragazze che non se lo farebbero ripetere due volte! Su muoviti!

Odiava ricevere ordini e stranamente iniziava ad odiare quell’ atteggiamento del suo compagno, per il quale fino alla mattina prima sbavava dietro!

J: Passa verso le 9 e mezza!

Br: Troppo tardi bellezza! Alle 9 o niente!

“Grrrrrrr!!! Odioso! Ma come ho fatto a prendermi una cotta per questo deficiente-ingelatinato-finto-e-presuntuoso?!”

J: Senti facciamo così… tu intanto vai, io mi faccio accompagnare più tardi ok?

Br: Fa come credi! Ma non ti lamentare se poi mi vedi con un’ altra! Sono troppo bello per stare solo con una ragazza, lo sai questo vero?

J: Certo…

Avrebbe voluto sbattergli la testa contro il muro e prenderlo a calci nel sedere fino a farlo supplicare! Ma si limitò a sorridergli a denti stretti. La campanella che determinava la fine dell’ ultima ora suonò in quel momento. “Ti ha salvato la campanella, ti ha salvato!”

Se ne tornò a casa adirata, ma infondo contenta perché quella sera, prima della festa avrebbe rivisto il suo Dani. Quel pensiero la rasserenò, avvolgendola in una dolce sensazione di pace…

Cap 5

L’ orologio batteva le otto e mezza, a la ragazza era già pronta per uscire da un pezzo. Non aveva messo il vestito più bello, né tantomeno si era agghindata a dovere. Non era la serata speciale che avrebbe voluto trascorrere. “E Bryan non è di certo il cavaliere dolce e innamorato che le principesse sognano… Se tutto và per il verso giusto, questa è la volta buona che lo mando al diavolo quel cretino!!! Ohhhhhh basta, non resisto più!”

Si alzò dal letto e scese le scale di corsa.

S: Dove scappi signorinella?

“Cazzo mi becca sempre nei momenti meno opportuni!”

J: Papino mio! Qual buon vento?

S: Niente smancerie raggio di sole, sputa fuori il rospo!

J: Ve lo avevo detto della festa no?

S: Si, quella con l’ ingelatinato rompiscatole, giusto?

J: Esattamente… Ecco si, vedi mi sta aspettando fuori e non è carino far aspettare le persone…

S: Ma sono solo le otto e mezza! Non aveva detto alle nove?

“Sgamata! Pensa ad una scusa credibile Joyce o Dani te lo scordi!”

J: Si ma sai com’ è! Joe aveva bisogno di aiuto per le decorazioni e mi ha chiesto di darle una mano…

S: Ah, se è così! Per il ritorno vuoi che ti vengo a prendere io?

J: No no! Non ti preoccupare mi accompagna Bryan!

B: Non sapevo Bryan guidasse, ma ce li ha 18 anni?

Buffy si materializzo dierto la figlia facendola spaventare.

J: E tu da dove sbuchi fuori? Comunque no, viene il padre… Sentite ora è tardi devo proprio andare… ciao!

Non ebbero il tempo di controbattere che Joyce era già schizzata fuori di casa.

Il vento fresco le baciò il viso, mentre una pallida luna la guardava come per proteggerla. Un paesaggio spettrale le si stanziava dinanzi. La luce della luna si rifletteva sul cancello di ferro, facendolo brillare. Lo scavalcò agilmente. Camminò fra le vecchie lapidi così familiari. Inspirò a fondo cercando di captare anche il più piccolo frammento di odore vampirico, ma il profumo di erba e muschio misto alla terra la confondeva.

Qualcosa si mosse dietro di lei. Nonostante la prontezza di riflessi non riuscì a vedere la figura che era sfuggita rapidamente al suo sguardo, celata dal buio della notte.

J: Senti non ho tempo per questi giochetti! Ragion per cui chiunque tu sia fatti vedere!

D: Non ti ricordavo così minacciosa!

Il suono di quella voce echeggiò nel cuore della ragazza facendolo battere all’ impazzata. Era lui. Che fare? Che dire? Non lo sapeva, avrebbe voluto solo buttarsi fra le sue braccia, ma soppresse quell’ istinto, nascondendolo in un piccolo angolo di se stessa, in modo da non farlo uscire. Si voltò lentamente verso il vampiro.

J: Ti ho già detto che mi stai altamente sulle…

La voce le tremava e le parole scivularono bugiarde.

D: Eheheh! Niente parolaccie, non si addicono a una così bella boccuccia!

J: Sei tu che mi ispiri a dirle!

D: Che onore!

J: Senti io poso stare solo fino alle 9 e 30, poi devo andarmene

D: E dove se è lecito saperlo?

J: Non ti riguarderebbe ma se ci tieni tanto… ad una festa… con un amico.

Il sorrisetto sul volto del ragazzo si spense. Quella frase lo aveva trapassaro come una lama tagliente. Non fù tanto il colpo a fare male, ma la ferita, che bruciava dentro come un fuoco inestinguibile.

D: Ah…

J: Sorpreso?

D: No no, figurati… bèh, allora divertiti… ci si vede…

Joyce si pentì si come si era comportata nei suoi confronti, ma ormai era tardi per i ripensamenti. Lo vide mentre si allontanava, con la dolcezza che solo la malinconia può dare. Ma ciò che non potè vedere fu la una piccola goccia che lentamente gli morì sul viso.

Arrivata alla festa, Bryan si avvicinò furioso.

Br: Ti rendi conto della figura di merda che mi hai fatto fare con i miei amici?!

J: Ma di cosa stai parlando? Io non ho fatto niente!

Br: Arrivando tardi hai fatto notare quanto sono importante per te

J: Mi era già espressa a proposito! Te l’ avevo detto che venivo dopo!

Br: Muoviti! Almeno vedo se riesco a rimediare!

La trascinò nel cortile dve un quartetto di ragazzi li stavno aspettando.

Br: Che vi avevo detto? Eccola qua!

R: Uhuh! Che bel bocconcino! Dato che è la tua ragazza perché non le dai un bacio?

J: La sua che?

Neanche il tempo di finire la frase e le labbra di lui si attaccarono avidamente a quelle di lei.

Intanto qualcuno li aveva visti. E nell’ ombra consumava il suo dolore. Scappò via prima di poter assistere al seguito.

Un sonoro schiaffo si bbattè sulla guancia di Bryan e tra le risate generali venne scraventato in piscina.

J: COME DIAVOLO TI SEI PERMESSO?! NON TI AZZARDARE MAI PIU’ ALTRIMENTI TI AMMAZZO! CHIARO?!

Un pensiero le attravesò la mente non appena inspirò “Oh no, Dani…”. Corse più veloce del vento, scavalcò il muretto e si precipitò all’ inseguimento. Ma un vampiro è un vampiro. Nessun meticcio potrebbe mai eguagliarlo in velocità...

Cap 5

 

L’ orologio batteva le otto e mezza, a la ragazza era già pronta per uscire da un pezzo. Non aveva messo il vestito più bello, né tantomeno si era agghindata a dovere. Non era la serata speciale che avrebbe voluto trascorrere. “E Bryan non è di certo il cavaliere dolce e innamorato che le principesse sognano… Se tutto và per il verso giusto, questa è la volta buona che lo mando al diavolo quel cretino!!! Ohhhhhh basta, non resisto più!”

Si alzò dal letto e scese le scale di corsa.

S: Dove scappi signorinella?

“Cazzo mi becca sempre nei momenti meno opportuni!”

J: Papino mio! Qual buon vento?

S: Niente smancerie raggio di sole, sputa fuori il rospo!

J: Ve lo avevo detto della festa no?

S: Si, quella con l’ ingelatinato rompiscatole, giusto?

J: Esattamente… Ecco si, vedi mi sta aspettando fuori e non è carino far aspettare le persone…

S: Ma sono solo le otto e mezza! Non aveva detto alle nove?

“Sgamata! Pensa ad una scusa credibile Joyce o Dani te lo scordi!”

J: Si ma sai com’ è! Joe aveva bisogno di aiuto per le decorazioni e mi ha chiesto di darle una mano…

S: Ah, se è così! Per il ritorno vuoi che ti vengo a prendere io?

J: No no! Non ti preoccupare mi accompagna Bryan!

B: Non sapevo Bryan guidasse, ma ce li ha 18 anni?

Buffy si materializzo dierto la figlia facendola spaventare.

J: E tu da dove sbuchi fuori? Comunque no, viene il padre… Sentite ora è tardi devo proprio andare… ciao!

Non ebbero il tempo di controbattere che Joyce era già schizzata fuori di casa.

Il vento fresco le baciò il viso, mentre una pallida luna la guardava come per proteggerla. Un paesaggio spettrale le si stanziava dinanzi. La luce della luna si rifletteva sul cancello di ferro, facendolo brillare. Lo scavalcò agilmente. Camminò fra le vecchie lapidi così familiari. Inspirò a fondo cercando di captare anche il più piccolo frammento di odore vampirico, ma il profumo di erba e muschio misto alla terra la confondeva.

Qualcosa si mosse dietro di lei. Nonostante la prontezza di riflessi non riuscì a vedere la figura che era sfuggita rapidamente al suo sguardo, celata dal buio della notte.

J: Senti non ho tempo per questi giochetti! Ragion per cui chiunque tu sia fatti vedere!

D: Non ti ricordavo così minacciosa!

Il suono di quella voce echeggiò nel cuore della ragazza facendolo battere all’ impazzata. Era lui. Che fare? Che dire? Non lo sapeva, avrebbe voluto solo buttarsi fra le sue braccia, ma soppresse quell’ istinto, nascondendolo in un piccolo angolo di se stessa, in modo da non farlo uscire. Si voltò lentamente verso il vampiro.

J: Ti ho già detto che mi stai altamente sulle…

La voce le tremava e le parole scivularono bugiarde.

D: Eheheh! Niente parolaccie, non si addicono a una così bella boccuccia!

J: Sei tu che mi ispiri a dirle!

D: Che onore!

J: Senti io poso stare solo fino alle 9 e 30, poi devo andarmene

D: E dove se è lecito saperlo?

J: Non ti riguarderebbe ma se ci tieni tanto… ad una festa… con un amico.

Il sorrisetto sul volto del ragazzo si spense. Quella frase lo aveva trapassaro come una lama tagliente. Non fù tanto il colpo a fare male, ma la ferita, che bruciava dentro come un fuoco inestinguibile.

D: Ah…

J: Sorpreso?

D: No no, figurati… bèh, allora divertiti… ci si vede…

Joyce si pentì si come si era comportata nei suoi confronti, ma ormai era tardi per i ripensamenti. Lo vide mentre si allontanava, con la dolcezza che solo la malinconia può dare. Ma ciò che non potè vedere fu la una piccola goccia che lentamente gli morì sul viso.

Arrivata alla festa, Bryan si avvicinò furioso.

Br: Ti rendi conto della figura di merda che mi hai fatto fare con i miei amici?!

J: Ma di cosa stai parlando? Io non ho fatto niente!

Br: Arrivando tardi hai fatto notare quanto sono importante per te

J: Mi era già espressa a proposito! Te l’ avevo detto che venivo dopo!

Br: Muoviti! Almeno vedo se riesco a rimediare!

La trascinò nel cortile dve un quartetto di ragazzi li stavno aspettando.

Br: Che vi avevo detto? Eccola qua!

R: Uhuh! Che bel bocconcino! Dato che è la tua ragazza perché non le dai un bacio?

J: La sua che?

Neanche il tempo di finire la frase e le labbra di lui si attaccarono avidamente a quelle di lei.

Intanto qualcuno li aveva visti. E nell’ ombra consumava il suo dolore. Scappò via prima di poter assistere al seguito.

Un sonoro schiaffo si bbattè sulla guancia di Bryan e tra le risate generali venne scraventato in piscina.

J: COME DIAVOLO TI SEI PERMESSO?! NON TI AZZARDARE MAI PIU’ ALTRIMENTI TI AMMAZZO! CHIARO?!

Un pensiero le attravesò la mente non appena inspirò “Oh no, Dani…”. Corse più veloce del vento, scavalcò il muretto e si precipitò all’ inseguimento. Ma un vampiro è un vampiro. Nessun meticcio potrebbe mai eguagliarlo in velocità.

Cap 6

 

Sbattè la porta della sua cripta e si diresse sconvolto verso la credenza. Era più di una settimana che non toccava alcolici, ma adesso ne sentiva più che mai il bisogno. Prese una bottiglia di liquore e versò il contenuto in un bicchiere. Bevve tutto d’ un sorso e si diresse verso il seminterrato.

Quando risalì lei era arrivata da un pezzo, ma non aveva avuto il coraggio di scendere sotto. Aveva preferito aspettarlo seduta sulla tomba di marmo. Fredda e vuota come quegli occhi di ghiaccio che la fissavano feriti.

D: Che ci fai qui? Non dovresti essere alla festa a fare da trofeo a Mister-gel?

J: Io posso spiegarti! E’ stato un equivoco! Non me lo aspettavo!

D: Oh, no angioletto caro! Non devi affatto scusarti!

J: Sei ubriaco?

D: Solo un pochino, ma non è l’ alcol che parla, te lo posso assicurare. Anzi, se fossi sobrio a questo punto saresti già sotto terra a fare compagnia ai vermi come te…

Abbassò lo sgardo addolorata, ma qualcosa colpì la sua attenzione: una macchia di sangue all’ altezza del polso. Che fosse andato a caccia? O a impalettare qualche suo simile?

D: Cosa stai guardando?

J: Niente… solo… lascia stare

Si avvicinò arrivando a qualche centimentro da lei. La ragazza scese dal monumento e lo fissò dritto negli occhi. Per un attimo che parve un’ eternità le sembrò di morire trafitta da due lame azzurrissime. Abbassò nuovamente lo sguardo in direzione della ferita.

D: Te lo chiedo per l’ ultima volta, che cosa stai guardando?

J: Che hai fatto al polso?

La voce flebile e titubante la tradì, era terrorizzata. Non riconosceva più chi aveva davanti. Eppure le era parso diverso dagli altri vampiri. Speciale.

Dani ghignò diabolico toccandosi il punto dove la macchia era più intensa.

D: Tranquilla, non muoio mica… non sei pronta, non ancora…

J: Pronta per cosa?

D: Guardati, stai tremando come una bambina

J: Ora basta smettila…

D: Di fare cosa? Credevi davvero di potermi usare a tuo piacimento? Perché ero questo per te, un gioco, una bambolina, ma prima o poi il gioco si rompe, e non si aggiusta, no, non puoi ricomporre i frammenti di un cuore spezzato… Ora se vuoi scusarmi, ti pregherei di sparire per non tornare mai più!

J: Dani io ti…

D: Cosa? Mi ami? Tsk, tu non sai cos’ è l’ amore! L’ amore è dare tutto pur sapendo di non ricevere nulla, è farsi male fino a morire solo per uno sguardo, solo per una bugia! Sai cosa mi sono chiesto quando ti ho vista con quel cretino? “Come può l’ unica cosa di cui sono certo essere sbagliata?”, e sai come mi rispondo adesso? “Non lo so, ma lo è!”. Vorrei dirti che mi dispice Joyce, che non avrei mai voluto incontrarti, ma serebbe una bugia. Perché preferirei vivere di sofferenze, piuttosto che morire senza aver mai incontrato i tuoi occhi.

Cercò di correre via di nuovo ma questa volta la fuga gli fu impedita. Joyce lo prese per il polso ferito facendogli male e costringendolo a voltarsi. E fu allora che vide quel minusculo frammento di dolore scorrere veloce, come un rivolo di sangue.

D: No!

J: Cosa?

D: L’ avevo promesso a me stesso! Nessuno avrebbe mai dovuto vedermi piangere… non dopo…

Si morse il labbro fino a farlo sanguinare.

J: Lo so che probabilmente stai passando un brutto momento ma…

D: Un brutto momento?! La mia vita è un inferno, lo è sempre stata! Magari fosse solo un brutto momento!

J: Me ne vuoi parlare? Sai com’ è sfogarsi aiuta…

D: Io non ho bisogno di aiuto! Né del tuo né di quello di nessuno! Me la sono sempre cavata da solo!

J: E si vedono i risultati! Ma ti sei visto? Come pensi di cavartela? Bevendo alcolici e tagliandoti da solo? Perché a questp punto non ti pianti un paletto nel cuore e la fai finita sul serio!

Si pentì immediatamente di ciò che aveva detto.

D: Ti odio!

Scappò via, ma questa volta non ci fu la presa salda di Joyce a fermarlo. Se ne andò, punto e basta.

Cinque minuti. Fu il tempo necessario per rendersi conto del disastro appena combinato. "E se davvero lo facesse? Devo fermarlo, fosse l' ultima cosa che faccio!"

Cap 7

 

Le goccie di pioggia cadevano dal cielo come un pianto in quella notte di primavera. Una goccia come una lacrima, in un viso che da tempo non vedeva i raggianti raggi di un sorriso.

Si sedette nell' incavatura di una roccia. Era di nuovo solo. Una ferita dentro bruciava costante. Più profonda degli abissi, più ardente del fuoco. Ma cosa si fa quando arriva la fine del mondo solo per te? Non lo sapeva, non era una cosa che si poteva insegnare in un' aula di scuola. Sapeva che le cicatrici del cuore non si lenivano col tempo come quelle di un polso. Non si lenivano e basta.

Quando era piccolo sua madre gli diceva sempre che più lo guardava più rivedeva il lui il contrario di suo padre, lo stesso padre che lo aveva abbandonato. Ma cosa ne sapeva lei. Lei che la notte non tornava, che non c' era quando il buio faceva paura, quando ne aveva bisogno. Non era tanto diversa da quell' uomo che non era un uomo, da quel padre che non era un padre.

Chiuse gli occhi e gli rivenne in mente l' ultima scena vissuta da umano. Era passato un anno ormai, ma il ricordo era vivo nella sua mente. Era tornato il bastardo, dopo sedici anni di assenza. Aveva litigato con sua madre e si era messo ad urlare. Quella mano alzata sopra di lei. Poi un colpo secco, che il ragazzo non potè evitare. Si fiondò su di lui, ma che poteva fare? Non lo avrebbe mai nemmeno scalfito. L' uomo non ci mise molto a metterlo fuori gioco. Lo vide mentre con aria soddisfatta la guardava e con fredda crudeltà estraeva un coltello e glielo conficcava nel cuore.

Si vendicò una volta vampiro. Fu la sua prima vittima. Si prese la sua vendetta. Ma non volle bere il suo sangue. Non sopportava l' idea di essere di nuovo parte di lui, sangue del suo sangue.

Sempre dietro una maschera impassibile fissava il vuoto intorno a lui. Un goccia sulla guancia bianca. Pioveva ancora o era una lacrima?

J: Sapevo che ti avrei trovato qui... mi dispiace, non volevo dirti quelle cose, non le penso... scusa

D: Non fa niente tranquilla, ci sono abituato

Joyce percepì un tono di amarezza nelle sue parole.

D: No, non è vero, non ci si abitua mai al dolore...

J: Mi dispiace! Quelle cose, non le pensavo

D: Lo sò

J: Io ci tengo a te, non voglio perderti! Se non mi credi quando dico che ti amo almeno credimi quando ti dico che ti voglio bene!

D: Ti credo

J: Ascoltami io ti voglio ben... cosa?

D: Ti credo

J: Ah

D: Faccio male a fidarmi?

J: No, no! Anzi! Solo che... non me lo aspettavo dopo quello... quello che è successo

Il ragazzo si alzò e le si avvicinò fermandosi a pochi centimetri dal viso di lei.

D: Vai a casa o finirai per prenderti una polmonite

J: Solo se mi prometti che non ti farai mai più una cosa del genere!

D: Te lo prometto

J: Resti con me stanotte?

D: Certo, ma...

Lo abbracciò. Dolcemente, accarezzandogli il viso.

J: Prima di preoccuparti per me pensa alla tua di salute! Sei stato tutto il tempo sotto la piogia vero?

D: ...

J: Lo sapevo! Infatti stai scottando! Muoviti ti porto da me! I miei stasera non tornano, sono andati ad una cena con dei vecchi amici e restano in albergo.

D: Guarda che non muoio mica! Ho sopportato mali ben peggiori!

Non ebbe neanche il tempo di fare un passo. Si senti svenire e per poco non cadde. Joyce lo guardò scettica, quasi ammonendolo.

J: La morte pur di non ammettere di stare male!

D: Ok, ok! Forse non sono al massimo però... e va bene hai vinto tu! Sto malissimo! Contenta?

J: No, contenta no... soddisfatta forse!

Giunti a casa lo fece salire in camera sua.

J: Non badare al disordine! Prima o poi sistemerò!

Non le diede il tempo di parlare. Le prese il viso tra le mani e la bacio... Come la prima volta, lasciandola senza fiato...

Cap 8

 

B: Andrà tutto bene!

"Le ultime parole famose..." pensò Spike entrando nel ristorante. Ad aspettarli c' erano già Angel ed Andie, seduti attorno al tovolino che aveno prenotato per quella sera. Li avevano chiamati quel pomeriggio stesso per avvertirli della cena e Spike pur di evitare si era offerto di riaccompagnare la figlia dalla festa dell' amica, ma la ragazza aveva contrabbattuto dicendo che sarebbe venuto il padre di quel cretino di Bryian. Lo odiava già, anche se lo aveva visto solo un paio di volte. Somigliava troppo a un fantasma del passato con cui non voleva avere nulla a che fare: Riley. Temeva che come Capitan America aveva fatto soffrire Buffy, Capitan Gelatina avrebbe fatto soffrire Joyce. Ma ora c' era un altro scheletro nell' armadio con cui fare i conti. Peggiore di Riley e di tutti gli altri ex di sua moglie messi insieme. Ora c' era Angel. Seduto vino alla mora, da quel tavolino gli sorrideva. Spike ricambiò abbozzando il sorriso più falso possibile. Buffy se ne accorse e gli tirò una gomitata, senza farsi accorgere dai due.

B: Neanche il tempo di entrare che tu devi già farti riconoscere, eh?

S: Che ho fatto?

B: Se mi rovini la serata io ti rovino la faccia capito?

S: Uhhh sto tremando di paura!

B: E fai bene!

Intanto i due al tavolino li osservano divertiti

An: E' sempre così scontroso il tuo amico?

A: Inesorabilmente da quando è nato!

An: Speriamo bene!

Buffy e Spike si sedettero ed Andie cercò di rompere il ghiaccio iniziando a fare conversazione coi due

An: Allora, che mi dite di bello?

S: Oltre al fatto che non vorrei essere qui?

Lo sussurò solo, ma Buffy riuscì a sentirlo e con un calcio tirato alla cieca lo ammonì. "Vuoi la guerra bellezza? E che guerra sia!" Il vampiro biondo le stritolò la mano facendola sussultare.

S: Buffy tutto bene?

B: Solo un pò di singhiozzo!

Sorridendo forzata si voltò verso il marito che con uno sguardo innocente si fingeva preoccupato. "Giuro che appena usciamo di qui lo ammazzo con le mie mani!"

A: Ehmm io... vado un attimo in bagno...

S: Fa pure con comodo al cesso!

A: Tranquillo, non la sentirai nemmeno la mia mancanza!

S: E chi l' ha mai sentita?

Un' altra gomitata colpì il vampiro alla bocca dello stomaco. Quella smorfia simile ad un sorriso non lo lasciò un attimo, nemmeno dopo aver subito il colpo.

Andie si sentiva in notevole imbarazzo ma cercò, per il bene comune, di non darlo a vedere. La situazione era tesa, ma restare calmi e sereni era indispensabile. Lo stesso pensava Buffy che trovandosi tra due fuochi preferiva bruciare piuttosto che fare scenate inutili.

An: Avete una figlia giusto? Joyce mi sembra...

B: Esatto

An: E' un nome particolare

B: Era di mia madre, è morta anni fa

An: Mi dispiace

B: Oh no tranquilla! Piuttosto, come vi siete conosciuti tu ed Angel?

An: Ci incontrammo quasi sette anni fa, a Napoli. Lui era lì per lavoro e io rimasi colpita dal suo fascino misterioso...

"Tsk! Fascino misterioso! Ma è possibile che quando parlano di Angel le ragazze tirano sempre in ballo questa orribile scusa?! Insomma, non è poi così carino, se fossi donna preferirei un gabbinetto... Approposito di cessi... ma non è che c' è caduto dentro? E' chiuso da mezz' ora in bagno!"

B: Non l' hai trovata anche tu una storia romantica?

S: Eh? Cosa? Ah si, certo romanticissima... Ma il bifolc... Angel, è ancora in bagno?

A: Eccomi qui!

S: Le hai levate le manine vero?

A: Certo

Chiunque avesse assistito ad una cena del genere non avrebbe potuto fare a meno di ridere, ma per le due coppie le cose erano meno comiche di quanto si potesse pensare. La serata dunque passò così, fra battute cattive e frecciatine evitabili. E con Buffy ed Andie quasi pentite di aver organizzato una cena che sembrava un ring, dove i due pugili si picchiavano a suon si sarcasmo.

Ma per fortuna la notte non tardò ad arrivare. Giunti all' albergo i quattro si separorono nelle rispettive camere. E Buffy potè dare libero sfogo alla sua ira

B: Ti rendi conto di come mi hai umiliata?!

S: Sei tu che mi hai trascinato in questa stupida commedia delle coppie felici! Io non volevo neanche venire!

B: Ti avevo chiesto un favore: evitare il più possibile di creare liti, ma no! Devi sempre fare di testa tua e rovinare tutto!

S: Oh scusa se ti ho fatto sfigurare col tuo EX!

B: Se anzicchè prepararti il veleno da sputare fossi stato attento a quello che ha detto Andie ti saresti reso conto che sono sposati de cinque anni!

Il vampiro restò sorpreso. Non l' aveva proprio sentita quella parte, ed ora ne pagava le conseguenze.

B: Come sospettavo! Non l' hai proprio ascoltata!

S: Scusa, hai ragione tu, sono stato un cretino...

B: Di più! Un deficente immaturo e degenerato!

S: Ora non esagerare però! Ho ammesso le mie colpe ma non permetto ulteriori insulti!

B: O vai da Angel ha chiedere scusa o con me hai chiuso...

S: COSA?!

B: Hai sentito benissimo!

S: E va bene! Ma non credere che sia finita qui! Dopo mi spetto almeno una ricompensa per questo!

B: Fila!

Il biondo sbattè la porta e si diresse nella stanza a fianco. Ma quando aprì la porta e vide i due intenti a fare "qualcosa" sotto le coperte si pentì subito.

An: Ahhhhhhhhh!!!

S: Oh cazzo! Almeno mettete un cartello quando avete queste intenzioni!

A: Che cavolo ci fai qui! Esci che ti raggiungo fra un attimo!

Erano visibilmente sconvolti, tutti e tre. Angel si guardò intorno in cerca dei pantaloni.

S: Sono vicino al comò!

A: Ma te ne vuoi andare!

S: Ah si scusa!

"Che figura di merda"

Appena un minuto dopo il ragazzo bruno uscì.

S: Angel scusa io non pensavo che voi... insomma neanche il tempo di entrare in albergo che...

A: Possiamo stendere un velo pietoso e cambiare argomento?

S: Certo

A: Che eri venuto a fare?

S: Volevo chiederti scusa per come mi sono comportato al ristorante, ho esagerato

A: E non potevi aspettare domani mattina?

S: Non se volevo fare con Buffy quello che tu stavi facendo con Andie...

A: Capisco... ora posso andare?

S: Certo tigre!

Si voltò come per prenderlo a pugni ma il biodo fu più veloce e corse via nella sua stanza.

B: Allora?

S: La prossima volta aspettiamo che sia giorno!

B: Non dirmi che...?

S: Esatto, e alla grande aggiungerei!

B: Oh cazzo!

S: Si, l' ho pensato anchio!

Si sedette sul letto accanto a Buffy. E accarezzandole il viso con uno sguardo provocatorio le sussurrò all' orecchio

S: Che ne dici se prendiamo spunto anche noi?

Buffy sorrise sbottonandosi la camicetta

B: E perchè no?

Passarono una notte meravigliosa, ma prima dell' alba dovettero rientrare...

Cap 9

 

Il cuore le batteva all' impazzata, galoppando veloce nel suo petto. Ancora una volta era bastato un tocco gelido per farla sciogliere.

Si staccò da lei e la guardò dolcemente. Quegli occhi di ghiaccio sembravano diversi, come se una nuova luce vi brillasse dentro.

D: Grazie

Quella parola la prese alla sprovvista.

J: Pe-per cosa?

D: Per non avemi lasciato solo come tutti gli altri, per come ti sei preoccupata per me, per quello che dici, per quello che fai, per come lo fai, per come mi fai sentire, per quello che sei e che non sei, grazie per avermi fatto battere il cuore anche se solo per un attimo

J: Ma il tuo cuore non può battere...

D: Lo so, ma per me è stato come se lo avesse fatto...

J: Grazie a te allora... per avermi insegnato cos' è l' amore.

D: Oh, di nulla!

Scoppiarono a ridere. Vederlo ridere era così raro, ma ne valeva la pena.

Era cambiato dalla prima volta che lo aveva incontrato. Era volgare, sadico e cattivo. Non certo il tipo che una ragazza vorrebbe al suo fianco. Solo adesso Joyce si accorse di come fosse dolce e piacevole stare con lui. Come il rospo che con un bacio si trasforma in principe. D' incanto, come per magia. Non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe innamorata di un vampiro di cui sapeva ban poco, ma ora era lì davanti a lei. C' era qualcosa in lui che non aveva mai visto in nessuno prima d' ora. Lo guardava rapita dal suo sgardo ipnotico.

D: Perchè mi guardi così?

J: Non ti hanno mai detto che quando ridi sei bellissimo?

D: Ehmm... no a dirla tutta! Non mi hanno mai fatto complimenti di questo genere...

J: Strano!

D: Lo pensi davvero?

J: Certo! Senti posso farti una domandina indiscreta?

D: Fa pure!

J: Ti andrebbe di dormire con me?

D: Ti avevo già detto di sì mi sembra....

J: Nel mio letto, vicino vicino?

D: Eh Joyce non ti sembra di correre un pò troppo? Infondo ci conosciamo da poco e poi non credo che tu sappia a cosa vai incontro...

J: Ma cha hai capito?! Ho dotto dormire non... fare... altro

D: Ah

J: Deluso?

D: Un pò...

J: DANI!!!

D: Scusa ma è la verità!

J: E il fatto che ci conosciamo appena?

D: A tutto c' è rimedio!

"Ma che cazzo dico?! Oddio ora penserà che sono un maniaco pervertito! Stupido stupido!"

"Controllati Joyce! Non posso cedere o penserà che sono una poco di buono!"

J: Spogliati

D: Ma non avevi detto di no?!

J: Idiota sei tutto bagnato e hai la febbre!

D: Ah, scusa... senti non credo sia una buona idea!

J: Ti vergogni?

D: No, ma...

J: E allora?

D: Senti è meglio che vado vai! E se tornano i tuoi?

J: Se non ti spogli da solo vengo io e ti strappo i vestiti di dosso!

D: Smettila di parlare così mi fai intendere altro!!!

J: Vuoi che mi spoglio io per prima?

D: Joyce basta! Non provocarmi!

"Ok, è al limite! Un ultimo e sforzo ed è fatta! Non può darmi della puttana se è stato lui a prendere l' iniziativa!"

J: Mi eccita così tanto provocarti!

"Ok, sta solo testando quanto riesci a mantenere il controllo! Cazzo ma non poteva farlo in un' altra situazione?! Calma, cerca di mantenere la calma! Pensa alla cosa più ripugnante del mondo... "

D: Senti Joyce, mi dispiace per te ma ho più auto-controllo di quanto credi!

J: Peccato, avevo in mente certe cose...

Così dicendo iniziò a sbottonarsi la giacca.

Il vampiro iniziò a tremare. Non era nuova una scena del genere, ma con lei era diverso. Come se fosse la prima volta. Butto la giacca terra e gli si avvicinò.

"NO! Ti prego non farlo! Oh e ora che cazzo faccio?!"

La ragazza sorrise maliziosa e gli cinse la vita con le baccia.

J: Sei sicuro di volertene andare?

La baciò intensamente buttandola sul letto. Poi d' un tratto si fermò sconvolto. "Oh merda che cazzo ho fatto!". Si allontanò immediatamente indietregginado.

D: Scusa Joyce, non volevo! Perdonami, non succederà mai più! Te lo prometto! Mi dispiace! Non sò che mi è preso! Non volevo farti del male!

J: Ehy ehy! Calmati! Va tutto bene!

D: No che non va bene! E se non mi fossi fermato? Se avessi continuato?

J: Mi avrebbe fatto solo piacere credimi!

D: Sei sicura?

J: Sicurissima...

La sveglietta battè la mezzanotte.

D: Buon compleanno...

J: Voglio un solo regalo da te

D: Cosa?

J: Questa notte... ma non qui...

Le sorrise dolcemente e la baciò accarezzandole il fianco.

D: E dove allora angelo mio?

J: Nel nostro paradiso

D: Joyce...

J: Si?

D: Ti amo...

J: Ti amo anch' io

 

Cap 10

 

Buffy si rigirava insonne nel letto. Si era pentita di aver lasciato la figlia a casa da sola, per tutta la notte. Sudava freddo al pensiero che le potesse capitare qualcosa.

S: Buffy tutto bene?

B: Sono preoccupata per Joyce...

S: Tranquilla, a quest' ora sarà a casa

B: Non saprei, ho uno strano presentimento, è da ieri che si comporta in modo insolito

S: Vuoi chiamarla? Almeno ti tranquillizzi un pò!

B: Ok

Prese il cellulare sul comodino e digitò il numero. "Rispondi tesoro, rispondi!".

B: Merda! Non risponde!

S: Starà dormendo forse! E' mezzanotte passata, a quest' ora sarà già tornata dalla festa!

B: Forse, ma voglio controllare per sicurezza!

Spike tirò un sospiro. Davanti ad una madre preoccupata non si poteva fare altro che acconsentire, soprattutto se si trattava di Buffy.

S: Ok, ma se è a casa che dorme tranquilla ce ne ritorniamo in albergo va bene?

B: Grazie!

Gli diede un bacio sulla pallida guancia e corse a vestirsi.

Le stelle brillavano nel cielo che maestoso si levava sul cimitero di Sunnydale. L' aria fresca della sera sfiorò il viso della ragazza, spostandogli una ciocca di capelli.

J: Perchè siamo al cimitero?

D: E' una sorpresa!

Come era possibile? Lo conosceva solo da un paio di giorni e già lo amava. Forse era solo una cotta passeggera? E se dopo se ne fosse pentita? E se la prendeva solo in giro? Se non gliene fregava nulla di lei? No! Era impossibile! Lui non l' avrebbe mai fatto! Ma cosa poteva saperne? Lo conosceva da così poco!

Arrivarono davanti alla sua cripta.

D: Aspetta qui, torno subito!

J: Ok...

Che cosa aveva in mente? "Joyce smettila di pensare cose cattive! Controllati cazzo, non sei più una bambina! Se qualcosa va storto lo impaletti! Ohhhh e come faccio ad ucciderlo?! Anche se provasse ad uccidermi lui per primo non avrei il coraggio di alzargli un muscolo contro!"

Spalancò la porta ed uscì. Aveva uno strano ciondolo in mano. Era d' oro, piuttosto antico, costituito da una catenina e da un medaglione di forma circolare su cui erano incisi dei simboli, forse parole di una lingua dimenticata.

D: Ce l' avevo addosso quando mi sono risvegliato, la notte che sono diventato un vampiro. Forse un regalo del mio sire. Vorrei che lo tenessi tu.

J: Io? Ma sei pazzo! Sembra molto prezioso! E se lo perdo?

D: Non importa, la cosa più preziosa al mondo sei tu!

"A questo la febbre fa male! Nemmeno mi conosce già mi regala un pendaglio d' oro! Però che romantico! Forse un pò morto, ma infondo nessuno è perfetto!"

J: Sei un angelo!

D: Ora quella pazza sei tu!

J: Non ti sembra strano tutto questo?

D: Perchè?

J: Insomma, ci conosciamo solo da un due giorni!

D: No, lo chiamano colpo di fulmine! Senti se hai cambiato idea a me sta bene, cioè non fa niente! E' una decisione importante e devi farlo solo se ne sei convinta

J: Io ti amo ma...

Un rumore la fermò. Qualcosa si era mosso dietro di lei, e ora nascosto nel buio li stava ad osservare. Joyce si butto fra le braccia di Dani terrorizzata.

J: Cosa è stato?

D: Va dentro e nasconditi, qualunque cosa sia non le permetterò di farti del male!

J: No! Voglio restare con te! Non posso perderti!

L' ombra si mosse verso di loro rivelandosi. Joyce strabuzzo gli occhi incredula. "No, non può essere vero! Non qui! Non adesso!". Tremava di paura e una lacrima le cadde dolcemente sul volto disperato.

J: Mamma...

Buffy non rispose. Mosse ancora un passo. Nella mano destra stringeva un paletto e questo non fece altro che accrescere le paure della ragazzina, che sconvolta con forza tenava la mano del ragazzo. "Oh cazzo! Quella è la Cacciatrice! Aspetta un momento... Joyce l' ha chiamata mamma... Merda ma come si può essere più sfigati di così?! Non credo mamma-Cacciatrice sia contenta del fatto che la figlia se ne vado in giro di notte con un vampiro che a momenti nemmeno conosce!"

B: Joyce torna a casa, con te farò i conti dopo

J: Mamma posso spiegarti...

B: MUOVITI!

J: No...

Buffy era adirata per scena che aveva davanti. Avrebbe voluto uccidere quel ragazzino, farlo a pezzi, ma non voleva che la filgia assistesse ad una scena simile. Con il fuoco negli occhi per la risposta di Joyce si scagliò contro il vampiro. Ma il ragazzo fu più svelto e con un gesto fulmineo si allontanò appena in tempo. Spinse Joyce nella cripta e sigillò la porta dall' esterno in modo tale da non falra uscire. Avrebbe dato la vita pur di non farle correre rischi, e sua madre in questo momento costituiva un enorme rischio. Si voltò verso Buffy.

B: Dannato figlio di puttana, ti farò pentire di essere nato!

Accecata dalla rabbia e dall' odio sprofondò il paletto nel ventre del vampiro che non ebbe il tempo di evitarlo. Si sentì svenire mentre un dolore allucinante lo pervase. Perse molto sangue e si accasciò sull' erba umida.

Buffy lo guardò fredda e lo sollevò dal collo con una mano, sbattendolo alla parete della cripta. Non ebbe la forza di reagire, di ribbellarsi. Disse solo una frase che non fece altro che accrescere l' odio della Cacciatrice nei suoi confronti.

D: Dì a Joyce che l' amo, e che lo farò per sempre, qualunque cosa accada...

Stava per infliggergli il colpo di grazie, ma qualcuno la fermò giusto in tempo, scaraventendoglisi contro. Il ragazzino cadde a terra perdendo i sensi. Angel la teneva inchiodata a terra.

B: Lasciami andare! Lo devo uccidere!

A: Buffy calmati cazzo! Non vedi come lo hai ridotto?!

B: Se lo merita quel bastardo! Nessun vampiro può avvicinarsi a mia figlia!

S: Buffy stai esagerando!

Spike intervenne immediatamente a dare manforte ad Angel, mentre Andie guardava lo spettacolo raccapricciate che le si presentava davanti.

B: Quello stronzo voleva uccidere Joyce e tu mi dici che esagero?!

Smise di dimenarsi e si sfogò in un pianto disperato. Spike l' abbracciò stringendola forte. Sapeva come si seniva sua moglie, ma non se la sentiva di condannare quel ragazzo solo perchè vampiro. Infodo anche lui lo era, e nonostante ciò amava Buffy e combatteva contro le forze del male. Voleva dargli una possibilità, quell' occasione che a lui era stata negata tante volte e che si era guadagnato dopo anni di lotta e fatica. Ma perchè Angel era intervenuto?

Si voltò verso il bruno chino sul corpo del ragazzino. Angel gli prese il polso e lo analizzò.

A: E' lui...

S: Lui chi?

Andie si avvicinò al marito e si chinò per controllare la veridicità dell' affemazione.

An: Dov' è il medaglione?

A: Non lo sò ma il tatuaggio c' è, inoltre corrisponde perfettamente alla descrizione che Cris ha dato al Consiglio...

An: Come sta?

A: E' piuttosto grave, ma si riprenderà, è forte lui...

S: LUI CHI?!

Buffy si voltò verso Angel ed Andie con gli ochhi ancora pieni di lacrime.

A: Abbiamo trovato il Prescelto...

Cap 11

 

Buffy e Spike erano ancora sotto shock per quanto avvenuto. Angel prese in braccio il ragazzino ancora privo di sensi. La ferita all' addome non smetteva di sanguinare. Se non fossero intervenuti immediatamente sarebbe andato incontro a morte certa.

A: Non possiamo portarlo in albergo, non passeremo di certo indisturbati alla reception

An: Allora resteremo qui

B: Mi dovete delle spiegazioni! Chi cazzo è quello e cosa ha a che fare con noi?!

A: Prima di ribbellarsi Cris aveva trovato un manoscritto contenente una leggenda. Secondo questa verrà il giorno in cui una Cacciatrice di animo malvagio volterà le spalle al bene per unirsi all' armata del Prescelto uccidendolo e, bevendone il sangue, diventerà ella stessa la Prescelta ma con la forza di una Cacciatrice e un' armata di demoni al suo servizio.

B: Cosa aspettiamo allora? Tenendolo in vita non facciamo altro che aggravare le cose! E se Cris lo trova? Dobbiamo ucciderlo!

Andie iniziava a non sopportare più Buffy. Capiva il suo stato d' animo ma non i suoi atteggiamenti incoscenti e violenti. Si voltò seccata verso la bionda che avanzava verso di lei. Prima che potesse aprir bocca la frenò assumendo un tono di voce irratato

An: Ci avevamo pensato anche noi ma, c' è un piccolo particolare che ci frena! Se il ragzzzo muore chi la ferma l' armata infernale?! Tu?! Non credo che potresti farcela contro più di dieci miliardi di demoni infercociti!

S: Dobbiamo muoverci allora, più tempo passa più il rischio che muora dissanguato aumenta. Portatelo pura a casa mia.

B: Cosa?! No caro mio te lo scordi!

S: Con o senza il consenso di Buffy!

Si sentiva delusa, tradita da chi amava di più al mondo. Spike si avvicinò alla porta della cripta aprendola. Joyce si fiondò fuori. Quello che vide le gelò il sangue. Si diresse furiosa verso Buffy, con le lacrime agli occhi e la rabbia nel cuore. Spike la trattenne impedendole di avvicinarsi di più alla moglie. La ragazza non oppose resistenza. Usò un tono basso che freddo la madre più di un colpo al cuore.

J: Ti odio per ciò che hai fatto, anche se l' hai fatto per amor mio!

Il vampiro biondo abbracciò la figlia che si sfogò in un pianto disperato.

S: Andrà tutto bene, ora lo portiamo a casa e vedrai che guarirà in fretta

J: Lo spero per lei perchè se muore giuro che gliela faccio pagare cara!

Arrivati a casa lo adagiarono su un letto. Andie, che aveva studiato medicina, riuscì a fermare l' emorraggia e ricucì la ferita. Joyce gli strigeva la mano guardandolo tristemnte. Era come se parte del dolore inflittogli le fosse stato trasmesso involontariamente. "Non morire! Ti prego non morire!". Andie strinse la spalle della ragazza cercando invano di rassicurarla. Ma quegli occhi vuoti e spenti non trovavano pace. Non aveva più la forza di piangere, di disperarsi, di odiare. Solo di stare lì, seduta accanto a lui, a stringergli la mano e attraveso quel contatto accarezzargli il cuore. Il destino li aveva fatti incontrare, e l' amore scaturito dal quell' incontro li avrebbe protetti. Come un incantesimo segreto che li avvolgeva e che le dava la forze di continuare a sperare.

An: Domani mattina starà già meglio. Joyce, io devo andare di là a parlare coi tuoi, te la senti di restare sola con lui?

La ragazzina, fece cenno di sì non la testa. Non riuscì a parlare, a proferire sillaba. Il dolore sembrava averle mozzato le corde vocali, oltre ad averle spezzato il cuore. Andie sorrise dolcemente alla ragazza anche se questa nemmeno lo notò, poi uscì dalla stanza. Gli altri erano in soggiorno, seduti sul divano. Buffy era visibilmente contrariata, ma a nessuno sembrava importare qualcosa del suo dissenso.

A: Allora?

An: Sopravviverà, Joyce è rimasta con lui

S: Speriamo che si dimetta presto

B: Guarito o no domani mattina se ne và, punto e basta

An: Ma come fai ad essere così insensibile?! Non solo lo hai ridotto tu in questo stato, pure protesti?! Certo che sei prorpio incredibile!

A: Litigare non serve a nulla!

S: Angel ha ragione! Dobbiamo cercare di tenerlo il più lontano possibile da Cris

Buffy cercò di mantenere la calma. Era visibilmente il torto e, non sapendo più come controbattere fu costretta ad accettare la sconfitta. Sospirò profondamente.

B: Cos' altro sappiamo di lui? Oltre che è il Prescelto e può fermare o provocare l' Apocalisse...

A: Bhè, non molto direi. Abbiamo trovato dei fascicoli su di lui, ma nulla che possa aiutarci a risolvere il problema

B: Parla

An: Sono informazioni personali e per rispetto non credo sia opportuno parlarne senza il consenso del diretto inressato

B: Fantastico! Sono costretta a tenere un assassino in casa di cui sò solo che è pericoloso!

S: La vuoi smettere di lagnarti?! Se non fosse stato per il tuo colpo di genio non ti troveresti in questa situazione!

B: Ora ti ci metti anche tu?!

S: Senti, non voglio litigare, ok?!

B: Tsk! Che situazione di merda!

Un piccolo movimente impercettibile catturò l' attenzione di Joyce. Un sorriso le si allargò sul viso quando lo vide riprendere conoscenza.

J: Oh Dani per fortuna sei vivo!

D: Insomma, non è che sia poi così "vivo"! Ma che cavolo è successo? Ricordo solo che qualcuno mi ha conficcato un paletto da qualche parte

Si mosse come per alzarsi, ma il dolore non glielo permise. Trattennè a fatica un gemito.

D: E ora ricordo pure dove!

J: Sta fermo sennò ti si cacciano i punti e poi te li devono ricucire!

D: Gentilmente potresti per favore spiegarmi come sono arrivato qui?

J: Ah si! Allora prima c' è stato il paletto...

D: Questo lo rammento benissimo e anche la mia povera pancia se lo ricorda!

J: Poi Angel ti ha salvato -e non chiedermi come perchè non ho assistito alla scena- poi sei svenuto, dopo mi hanno liberata, ti abbimo portato qui Andie ti ha medicato la ferita e ti sei svegliato, poi mi hai chiesto spiegazioni e io ti ho detto che prima c' è stato il paletto e via dicendo. Vuoi che te lo rispieghi?

D: Sono ferito non rincoglionito!

J: Giusto, scusa!

D: Me la togli una curiosità?

J: Certo!

D: Chi cazzo sono Angel ed Andie?

J: Certo che tu e la finezza viaggiate su due onde opposte eh! Comunque sono gli amici della cena dei miei. Uno è un ex vampro, l' altra la moglie.

D: Ah, capisco...COSA UN EX VAMPIRO?!

J: La vuoi smettere di agitarti?!

D: Bhè scusa principessa ma una cosa del genere è impossibile!

J: Mai sentito parlare di Shanshu?

D: Emmm... no!

J: Vabbè è una lunghissima storia!

D: Ok allora preferisco tenermi i dubbi!

La ragazza scoppio a ridere. Si chinò su di lui in bacio lento e piano di amore. Dolce sulle labbra fredde, candido come una colomba. Un piccolo bacio innocente che valeva la pena di essere dato.

J: Vado da Andie a dirgli che ti sei ripreso

D: Torna presto amore mio

J: Ah Dani... grazie per avermi protetta...

D: Non avrei mai lasciato che ti facessero del male, a costo di rimetterci la vita, perchè l' intero universo non vale la tua felicità...

J: Esagerato!

D: No, innamorato!

J: Sei il fidanzato più dolce del mondo!

D: E tu la fidanzata più bella dell' universo!

La ragazza quardò in quegli occhi sognanti pieni di amore, nei quali si specchiavano i suoi, gli sorrise un pò imbarazzata, poi aprì la porta ed uscì. Nonostante la contentezza, data dalle parole del ragazzo e dal fatto che si fosse ripreso, Joyce sentiva dentro sè una profonda inquietudine. Come se il peggio dovesse ancora arrivare.

J: Si è ripreso...

Si voltrono verso Joyce tirando un sospiro di sollievo. Andie si alzò e le venne incontro abbracciandola.

An: Che ti avevo detto? E' forte il ragazzino!

J: Già...

A: Joyce c' è una cosa che non sai riguardo...

J: Dani?

A: Si! E credo proprio che ne è allo scuro persino lui...

Gli raccontò la leggenda spiegandole di Cris e del pericolo che tutti loro correvano. Tremava dalla paura. Il viso si fece pallido a mano a mano che il raconto proseguiva. Incredula guardava Angel poseguire rovesciando un fiume di parole che la trasportava lontano, indietro nel tempo, a quella sera, la sera del loro primo incontro. Il cuore correva veloce sulla strada dei ricordi, gareggiando con la paura, sfidando la morte ad ogni battito. Poi il fiume cessò si scorrere e piombò il silensio che la riportò a casa. Un silenzio che pareva un urlo.

B: Joyce io...

J: Non voglio sentire una sola parola di ciò che hai da dirmi finchè tutto non sarà finito per il meglio

La guardò gelida. Nei suoi occhi verdi Buffy vide una tempesta di rabbia tanto devastante e tanto potente da distruggere ogni speranza di perdono nel suo cuore.

Andie percepì l' enorme tensione tra le due e decise di fare qualcosa per alleggerire la situazione. Prese Joyce per mano.

An: Andiamo, devo ancora fargli un paio di domande

Joyce la condusse fino alla stanza. Tutto quell' odio fu soffiato via alla vista dell' amato. Gli le si riempirono di felicità e il cuore d' amore.

J: Dani, lei è Andie, Andie... bèh lo hai conosciuto!

D: E' un piacere conoscere la persona che mi ha salvato

An: Oh, non esageriamo, è stato un intervento relativamente semplice! Una qualsiasi persona che sappia qualcosa di medicina avrebbe di certo saputo come intervenire!

D: Questo non cambia il fatto che ho un debito di vita nei suoi confronti. La ringrazio...

An: Dammi del tu, mi fa sentire una vecchia il tono di riverenza!

D: Ok

An: Come te la senti la ferita?

D: Brucia un pò, ma per il resto sto benissimo!

An: Ora ti faremo una flebo. Hai perso molto sangue...

D: NO! Ci-cioè non credo sia strettamente necessaria...

J: Che c' è hai paura degli aghi?

An: Joyce puoi uscire un attimo?

J: Perchè?

An: Devo parlare in privato con Dani

J: Qualsiasi cosa si tratta puoi dirla davanti a me! Giusto Dani?

D: Fa come dice

J: Oh! A va bene però dopo voglio i dettagli della discussione!

Non appena la ragazza fu uscita Andie guardò il ragazzo, visibilmente nevoso.

An: Non ne sà niente, vero?

 

 Cap 12

 

Il ragazzo la guardò terrorizzato. Se il suo cuore avesse potuto battere gli sarebbe schizzato via dal petto. Gli occhi sbarrati si specchiavano in quelli compassionevoli di lei. Odiava quando le persone provavano pena per lui, ma in quel momento era troppo preso dalla paura per pensare all' odio.

An: Quindi è come penso io?

Non rispose, ma ad Andie bastò uno sguardo per sentire la voce del suo silenzio. Un comando nel cuore gli impediva di mostrarsi debole, e nonostante cercasse in tutti i modi di restare calmo erano proprio i suoi occhi a tradirlo. Provò tenerezza per quel vampiro che, seduto accanto e lei, sembrava un bambino indifeso. Avrebbe voluto abbracciarlo, dirgli che serebbe andato tutto bene, che non doveva preoccuparsi, tenerlo stratto come un figlio, ma si trattenne.

D: Glielo dirai vero?

Era così dolce quella malinconica voce. Non riuscì a resistere e con gesto materno gli accarezzò la guancia bianca. Una lacrima appannò i suoi bellissimo occhi sciogliendo il trucco e cadde nera sulla pallida pelle. Non avrebbe voluto rispondergli. Sentiva che c' era qualcosa che non andava in lui, qualcosa di rotto, spezzato, ma non era solo il cuore.

An: Preferirei lo facessi tu

D: L' ho già fatto in parte, ma non voglio dirglielo adesso...

An: Perchè lo fai?

D: Cosa?

Lo aveva fatto a posta a chiederglielo o davvero non aveva idea a cosa si riferisse?

Sospirò a fondo cercando le parole giuste per affrontare l' argomento senza sembrare troppo dura.

An: Mi riferisco a quei... segni... che hai sulle braccia...

D: Ah, quelli...

An: Si, quelli. Perchè te li sei fatti?

D: E' una storia lunga

An: Ho tutto il tempo per sentirla

D:E tu perchè te ne interessi tanto? Non sei mia madre!

An: Lo so

D: E allora smettila di comportarti come tale!

Lo sguardo prima impaurito, ora era freddo come i suoi occhi. Quella frase la ferì colpendola di sorpresa.

D: Scusa, è solo che... non ne ho mai parlato con nessuno e adesso, bèh non posso negare che mi mette un pò a disagio raccontarlo ad una persona che non conosco

An: Che fine hanno fatto i tuoi genitori? Voglio dire, avrai su per giù 15 o 16 anni...

D: Preferirei non parlarne se non ti dispiace. Il mio passato è un disatro e fa male ricordare. Di ferite aperte ne ho già abbastanza...

An: Capisco. Mi dispiace. E per loro che...?

D: Quando ero piccolo sì. Vedevo mia madre piangere ogni giorno per mio... padre... e mi convincevo che era colpa mia così dato che lei non mi alzava un dito contro...

An: Lo facevi tu al posto suo...

D: Già

Seguì un lungo silenzio che sembrò eterno.

An: La flebo te la devo fare comunque, è per il tuo bene

D: Lo so...

La donna si alzò e si diresse verso la sedia dove erano riposti i medicinali. Prese una sacca di sangue e preparò la trasfusione.

D: Grazie...

An: E di cosa!

D: Mi tratti come un... sei gentile!

An: Ora pensa a riposare, resterò io con te stanotte.

D: Ok, ma ti devo un grosso favore!

An: Avrai modo di sdebitarti!

Chiuse gli occhi mentre Andie affondava l' ago nella sua vena e si addormentò.

Poco dopo la donna scese al piano inferiore. Joyce le corse incontro incuriosita

J: Allora?

An: Sta dormando adesso... e mi sembra ora che lo faccia pure tu! Sono le 3 di notte! Resto io con lui

J: Ok, allora vado, grazie e buona notte!

Le diede un bacio sulla guancia e si diresse verso camera sua. Intanto con passo incerto Andie si diresse verso il soggiorno. Un silenzio imbarazzante era calato nela stanza. Angel si diresse verso la moglie e le baciò teneramente sulla fronte.

B: E' tardi... per questa notte preferirei che restasse qui

An: Grazie, sei gentile, io però non credo chiuderò occhio. Devo somministrargli ancora due sacche. Oddio com' è ridotto male...

Fu solo un sussurro ma con quel silenzio rimbombò nella stanza facendo mortificare ancora di più Buffy.

S: Vado a prepararti la stanza allora. Meno male che la casa è grande sennò ti toccava il divano!

A: Mi sò adattare

Sembravano vecchi amici mentre uno a fianco all' altro si dirigevano verso la stanza. Così Buffy ed Andie rimasero sole.

B: Sembra quasi che tu voglia salvargli la vita a tutti i osti, e non solo perchè è il Prescelto...

Quell' attacco fu un colpo basso che la ragazza riuscì a parare magistralmente.

An: Che vuoi che ti dica? Mi fa tenerezza! Tutto ciò che ha passato, e adesso pure questa cosa... Tutto qui...

Buffy non seppe come replicare. Avrebbe voluto assalirla. Ma si limitò a reagire a parole

B: Lo voglio fuori di qui entro domani!

An: Ma è possibile che non hai cuore!

B: Se ci tieni tanto perchè non lo adotti?!

An: Sai che ti dico? Se potessi lo farei! Anche se è un vampiro è sempre meno razzista e superficiale di te!

Questo era troppo per la Cacciatrice. Le sarebbe saltata addosso ma l' intervento di Spike mediò la situazione.

S: Ops... momento sbagliato?

An: No, tranquillo, tanto stavo per andarmene!

B: Ecco, credo sia molto meglio!

La donna castana si diresse con rabbia al piano superiore mentre la bionda tirò dritto verso la sua stanza da letto lasciando Spike perplesso.

S: Donne, chi le capisce è bravo!

Cap 13

 

Le prime luci dell' alba illuminarono casa Summers, ancora avvolta nel silenzioso sonno notturno. Già le rondini volavano alte nel cielo azzurrino, cinguettando allegre.

Andie aprì lentamente gli occhi sbagliando. Si stiracchiò un pò allungando le braccia. Quando riuscì finalmente a mettere bene a fuoco ciò che aveva davanti un misto di stupore e paura la invase.

An: Dov' è Dani?

Il letto era vuoto e del vampiro neanche l' ombra. Che fosse scappato metre lei dormiva? "Impossibile, è troppo debole ancora! Ma dove si sarà cacciata quella piccola peste?"

Uscì dalla camera e scese le scale. Lo trovò lì, rannicchiato sul divanetto, con lo sguardo perso nel vuoto.

An: Sei mattiniero eh? Perchè non torni a dormire di sopra, è prestissimo...

D: Dipende dai punti di vista: per te è troppo presto, per un' altra persona potrebbe essere troppo tardi

An: Abbiamo un filosofo tra noi!

D: Mi fai morire da ridere... ops, dimenticavo un piccolo particolare insignificante... sono già morto!

An: Senti Schopenhauer fila a letto!

D: Wow, pensavo avessi nominato la parola filosofo tanto per dire, invece vedo che sei informata!

An: Sai, credo che oltre alla pancia ti dovevo cucire anche la bocca! A quest' ora almeno non avevo il mal di testa! Tesoro mio, hai una bella voce ma dopo un pò fai venire voglia di strozzarti!

D: Antipatica!

An: Da che pulpito viene la predica!

D&An: Pensa per te!

Si guardarono dritto negli occhi e scoppiarono a ridere. Andie si avvicinò al divano e si sedette accanto lui.

An: Fammi dare un' occhiata alla cucitura piuttosto!

Alzò delicatamente la maglietta nera scoprendo la ferita. Si era quasi rimarginata del tutto. I punti potevano essere tolti, ma la cicatrice sarebbe restata ancora per un pò.

D: Allora dottoressa?

An: Migliori a vista d' occhio! Senti peste, devo parlarti...

D: Lo stai già facendo

An: Già. Voglio che presti la massima attenzione a ciò che sto per dirti dato che la cosa ti riguarda direttamente...

D: E' grave?

An: Apocalittica direi... Hai mai sentito parlare del Prescelto?

Gli raccontò tutto, del Consiglio, di Cris, della sua ribbellione, dell' odio che nutriva verso Buffy, e dei piani per la sua vendetta. Lui stava zitto, immobile, ad ascoltare, come un bambino che ascolta una fiaba. Con quegli occhioni azzurrissimi e dolci la stava a guardare. Era meravigliosa la paura che si provava a restargli accanto. Come poteva nascondersi uno spietato killer senza cuore in quel ragazzino cresciuto troppo in fretta? La sua esistenza era come avvolta da un mistero, che forse neanche lui sapeva svelare. Un enigma che si poteva leggere chiaro nel suo sguardo. E più lo guardava più un senso di angoscia la invadeva. Non sembrava neanche lui, così rilassato e calmo, quasi sereno. Come poteva sostenere un peso così grande? Infondo era ancora un ragazzino! Troppo piccolo per affrontare problemi più grandi di lui. Si domandava come serebbe stata la vita di quell' adolescente se le tenebre non lo avessero portato via con sè. Forse lui se lo chiadeva spesso, o forse neppure gli importava. Ma l' interrogativo più grande persiteva ancora nella sua mente. Una semplice domanda a cui nessuno poteva dare risposta "Eri pronto per la morte?"

D: Perchè mi hai detto tutto questo? Cosa ha a che fare tutta questa storia con me?

An: Vedi, non è facile da dire... tu... sei tu il Prescelto

Il mondo gli crollo addosso. Il sangue si gelò nelle sue vene. Era sconvolto.

D: Non è possibile!

An: Mi dispiace piccolo!

D: Ma perchè devono capitare tutte a me! Che cazzo! Ma sono una calamita per i guai?

An: Capisco la reazione altamente impulsiva tipica della tua età e data la gravità della cosa ti permetto di usare vocaboli scurrili, ma ti pregherei di trattenerti davanti a Buffy, già ti sopporta a malappena!

D: E' una stronza!

An: Dani!

D: Che c' è? E' vero!

An: Sarà anche vero, ma vedi di non dirglielo in faccia! O vuoi un' altra impalettata?

D: Mi ha colto di sorpresa! E' stata solo fortuna!

An: Come vuoi, però evita di mancargli di rispetto!

D: Ma se la prima è lei?!

An: Senti tesoro, hai perfettamente ragione ma... ti prego, fallo per me, e se anch' io per te sono stronza, allora fallo per Joyce!

D: Ok, ma se mi attaca lei per prima ho il diritto di difesa!

An: Concesso! Senti, ti và una cioccolata calda al bar?

D: Se hai scopa e paletta...

An: Ah, giusto, il sole! Vabbè, sarà per stasera! Alle setti ti va bene?

D: Non un pò piccolo per te?

An: Certo che sei proprio malizioso tu eh? Verrano anche Joyce ed Angel, e se vorrà anche Spike

D: Il padre di Joyce? Sembra simpatico!

An: Lo è! Dai vai a riposarti un pò!

D: Grazie per il colloquio interessante!

An: Ricambio!

Angel entrò nella stanza in quel momento. "Possibile che sono l' unica a cui piace dormire?". Con passo lento si diresse sorridente verso i due.

A: Buon giorno! Come mai già svegli?

D: Tu sei Angel giusto?

A: Esattamente e tu sei...

D: Il Prescelto, Andie mi ha detto tutto!

Angel volse lo sguardo verso la moglie che gli sorrise come per dire "Dovevo farlo!". Poi si voltò verso il ragazzino, che ora era in piedi davanti a lui.

A: Sei piuttosto bassino per essere così importante

D: Hey!

A: Scherzavo!

Il ragazzo lo guardò imbronciato. L' ex vampiro sospirò alzando gli occhi al cielo e sorridendo. Si diresse verso la moglie la baciò con passione.

D: Oh, fate pure come se non ci fossi!

Spike entrò di buon umore nel soggiorno. Fischiettava una vecchia canzoncina, probabilmente inglese.

S: Cos' è riunione di famiglia?

A: Questo spiegherebbe la tua assenza!

S: Spiritoso!

D: Buon giorno signor Summers

S: Oh ciao schizzo! Dammi del tu, i toni di riverenza mi fanno sentire più vecchio di come sono! Come ti senti piccoletto?

D: Meglio grazie

Dani notò subito i segni sul collo del biondino. Era da lui che Joyce aveva preso le sue doti vampiriche. Ma come era possibile che Buffy avesse accettato un vampiro nella sua vita, e fosse addirittura riuscita ad amarlo? Il biondo estrasse una sigaretta. Dopo tutti quegli anni non era ancora riuscito a togliersi il vizio del fumo. Ci aveva provato ma alla fine era giunto alla conclusione che le sigarette erano parte complementare della sua vita e che mai ne avrebbe potuto fare a meno.

S: Vi da fastidio se fumo?

A: Sai come la penso, comunque per me fa pure!

An: Tranquillo sono cresciuta tra fumatori e ci sono abituata!

Spike porse scherzosamente il pacchetto a Dani. Ma non restò tanto meravigliato quando il ragazzo accettò.

D: Grazie

S: Da quanto?

D: Tre-quattro anni...

S: Hai da accendere? Sa com' è quel dannato accendino lo scordo sempre di sopra!

D: Ah, si, certo!

S: Ho due notizie per te mio caro fumatore precoce, una buona e una cattiva! Da quale vuoi che inizi?

D: Quella buona

S: Ok, quella buona è che oggi è il compleanno di Joyce e non abbiamo organizzato un cavolo

D: A me non sembra tanto buona

S: Si, ma è sempre meglio di quella cattiva!

A: Spike smettila coi giro di parole!

S: Ok, quella cattiva è che Buffy è di pessimo umore

Il ragazzino non aveva ancora acceso la sigaretta, è questo fu un bene dato che meno di trenta secondi dopo una Buffy adirara piombò nella stanza. Spike ebbe il tempo di mascondergliela sotto un cuscino in modo da non farla vedere a Buffy e quindi non creare ulteriori pretesti per farlo fuori.

B: Che sta succedendo qui? Complottate qualcosa alle mie spalle?

Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarla, ma si sà, qundo viene il momento si crede sempre sia troppo presto. Strinse forte la mano di Andie che cercò di tranquillizzarlo con un mezzo sorriso, incerto, ma sufficente a dargli il coraggio di restare. La bionda avanzò solenne come una tigre verso la preda. Lo guardava con aria di superiorità, come fosse qualcosa di nocivo, da schiacciare col peso dei sensi di colpa che aveva intenzione di fargli venire. Per le sue colpe non aveva rimorsi. Lo squadrò dall' alto in basso cercando nei suoi occhi il minimo punto debole.

B: E tu che ci fai ancora qui? Non ti sembra di aver causato fin troppi danni al genere umano? Vattene di sopra immediatamente!

Il biondo che non aveva parlato da quando la moglie era entrata nel soggiorno. Si rivolse con tono di sfida a Buffy

S: Bèh, chi non ha peccato scagli la prima pietra! Non mi sembra che tu sia una santa! Ti senti davvero la coscienza tanto pulita da poterlo giudicare?

Buffy arrossì vistosamente stringendo i pugni. Guardò con odio e disprezzo la creatura che, dietro un visino angelico a suo parere falso come lui stesso, era riuscita con l' inganno ad abbondolare tutti. Lo detestava, era diventato il suo nemico. Il peggiore, perchè anzicchè attaccarla la difendeva.

D: Ha ragione, non dovrei essere qui. Non dovrei nemmeno essere in questa casa. E' meglio che torni nella mia cripta.

An: C' è un piccolo problema chiamato sole

D: Passerò dalla fogne

B: Come tutti gli altri esseri come te!

S: Ora basta! Smettila! Non ti ha fatto niente

D: Me lo merito invece!

Buffy era sempre più turbata da quelle parole. Com' era possibile che l' unico a darle ragione era proprio chi accusava ingiustamente? Era anche quello un trucco o lo pensava davvero? Le sue certezze iniziarono a vacillare. Dani si avviò verso la porta di ingresso. Lo sguarde triste e vuoto come se fosse in bilico su di un abisso profondo in cui stava precipitando inesorabilimente. Ma qualcosa arrestò la sua caduta lasciando tutti senza parole...

Cap 14

 

B: Aspetta! E' tuo questo?

Dalla tasca estrasse un libricino minuto, relegato in pelle nera. Lo maneggio con cura sotto lo sguardo incuriosito dei presenti e sotto gli occhi attoniti di Dani che impallidì alla sola vista dell' oggetto nelle mani della bionda. Come poteva averlo lei? Si trovava in un bel guaio. Scritti in quel diario c' erano segreti che dovevano rimanere tali, cose che non dovevano essere neanche immaginate. Non ebbe la forza di nascondere la sua paura, il chè insospettì molto Buffy.

B: Tranquillo, non mi sono permessa di leggerlo... ancora...

S: Buffy daglielo, è una cosa privata!

Il biondo poteva capire lo stato d' animo del ragazzo. Lui, che di diari ne aveva scritti tanti, sapeva che per ogni parola letta sarebbe stato come leggergli dentro. Non si mente al proprio confidente cartaceo, non ce ne è motivo. Custodisce muto le emozioni dell' anima, anche di chi l' anima non ce l' ha. E' l' amico migliore per chi non vuole essere giudicato. Perchè è per questo che la gente lo riempie di segreti, non riesce a tenerli dentro e li riversa su chi non ha voce e non può far altro che ascoltare paziente indicandoci la strada sulla base delle nostre stesse parole.

D: Ti prego io...

B: Che segreti terribili possono celare queste pagine per farti preoccupare così tanto? Se non vuoti il sacco giuro che lo leggo sedutastante davanti a tutti!

D: No!!!

La donna ammetteva di avere esagerato, ma voleva la verità, la pretendeva. Non poteva fidarsi di lui prima di sapere cosa nascondeva dietro quella maschera da falso duro.

A: Buffy ciò che stai facendo è immorale! Questo è uno sporco ricatto!

B: Lo faccio per il bene di tutti!

An: Non è vero! Lo stai facendo solo per vendetta! Non pensavo arrivassi a tanto!

B: Allora ti decidi a parlare moccioso?!

D: Ciò che ho scritto non sono cose che ti riguardano!

B: E allora cosa sono? Segreti personali?

D: Molto personali! E si dà il caso che non voglio divulgarli! Se avessi voluto farlo lo avrei già fatto, ma sta tranquilla, non con te!

S: Buffy cerca di ragionare cazzo! Lo vuoi capire che non sono affari tuoi?!

D: E va bene! Te la sei cercata!

B: Che fai mi minacci?

A: Non avrebbe tutti i torti!

D: Ti ranconterò tutto ciò che ho scritto, ma dopo non dirmi che non te l' avevo detto che erano cose riservate! Se parlo dovrai ascoltare tutto, dal principio alla fine!

B: Bene!

S: Non sei costretto a farlo!

D: Ma lo farò comunque!

An: Ok, ma io non ne voglio sapere niente, sono cose tue, e tali devono restare. Quando te la sentirai di dirmele spontaneamente, sarò qui...

A: Concordo!

S: Lo stesso vale per me!

Buffy lo guardò gelida. Aveva ottunuto ciò che voleva. Aveva vinto, ma a che prezzo? Ora tutti la odiavano. Aveva perso la stima di chi amava e per cosa? Solo per orgoglio. Si sentiva vuota, la rabbia che l' aveva retta fino a quel momento iniziava a vacillare. Un senso di ribrezzo per se stessa si fece avanti. Il ragazzino la prese per mano e lei si lasciò condurre nell' altra stanza senza dire nulla. Quella piccola mano fredda stringeva la sua, facendola tremare. Il suo cuore iniziò a galoppare veloce e la paura non tardò ad arrivare quando la stretta cessò, e il contatto fu interrttò bruscamente. L' orologio batteva le otto e alcuni raggi di sole trapelavano dalla serrenda.

Buffy si sedette accanto al ragazzo. Ora che lo guadava meglio riusciva a distingue un' aria malinconica di solitudine in quegl' occhi così tristi, e uno strano senso di disagio la invase.

B: Scusa, forse ho esagerato un tantino. Vuoi qualcosa da bere? Non sò, un succo di frutta, caffè... Ho un pò di tutto...

D: Tequila?

B: Non sei un pò piccolo per gli alcolici?

D: Li bevo da quando avevo dieci anni!

B: Ah, precoce! E come mai?

D: E' una lunga storia!

La donna si alzò e prese la bottiglia, ne versò mezzo bicchiere e la diede al ragazzo che lo bevve tutto d' un sorso.

B: C' è qualche altro vizio che hai e che non sò? Fumi, ti droghi o qualcosa del genere?

D: Ti sembro un tossicodipendente? No, non sono il tipo, certo, bevo alcolici e fumo ogni tanto, ma sono vizi che ho a anni e che non riesco a toglieli...

B: Hai mai provato sostanza stupefacenti?

D: Si

Lo disse come fosse una cosa normale e ciò rafforzò le convinzioni di Buffy riguardo la vita dell' adolescente che aveva di fronte. Era crescito alla sbaraglio, senza una guida, e ciò lo aveva devastato dentro come un uragano che s' abbate sulla linpide coste di un' isola deserta: non crea vittime ma distrugge la bellezza del paesaggio.

D: Non sembri sorpresa...

B: Devo ammettere che me lo aspettavo, ma ora dimmi ciò per cui siamo qui...

D: Come vuoi, te la sei cercata, ma promettimi che non cambierai opinione su di me solo perchè ti farò pena ok?

B: Ok, promesso...

Angel era seduto acanto ad Andie sul divanetto, mentre Spike faceva avanti e indietro nervosamente per la stanza.

A: Smettila di agitarti, vedrai che andrà tutto bene! Magari riescono pure a chiarirsi e a fare pace!

S: Da quando sei così ottimista?

A: Da quando sei così pessimista?

S: Ho le mie buone ragioni!

Dei passi provenienti dalle scale interruppero la discussione. Joyce era in piedi sui gradini che li guardava preoccupata.

An: Buon giorno piccola!

S: Ehy principessa! Schizzo e mamma sono di là in cucina, tranquilla, non si scannano mica!

A: Avevano bisogno di fare due chiacchere senza armi...

J: Scommetto che l' ha proposto mamma, Dani avrebbe preferito bruciare all' inferno piuttosto che azzardasi a dirle qualcosa!

An: Già, è un ragazzo timido

J: Si

An: Io vado a farmi una doccia, sono l' unica che ancora non ha messo pieda in bagno in questa casa e poi non mi sento tanto bene!

S: Niente di grave spero

An: No no, solo un pò di nausea, mi passerà!

A: Ok, vai pure allora, ma se ci sono problemi chiama!

An: Certo!

Gli diede un bacio e scappò verso le scale per raggiungere il piano di sopra.

Lo guardava attentamente, in cerca di un messaggio nascosto, un modo per scoprire chi era davvero colui che aveva davanti. E' proprio vero che il livello di solitudine di una persona si misura dal suo sorriso. Un sorriso che raramente brillava in lui. Ma come biamisimarlo? Probabilmente era stato solo fino a poco tempo prima fino a convincersi di poterlo restare per sempre. Non era stata una scelta, bensì una rassegnazione a ciò che con la morte gli era stato negato. Nei ragazzi viv vedeva tutta la gioia e la felicità che nessuno avrebbe mai potuto vedere nei suoi occhi gelidi. E questo lo uccideva più di un morso letale. Non aveva mai conosciuto l' amore prima di allora. Forse perchè per tutto quel tempo lo aveva cercato nei posti sbagliati. La guardò perplesso chiedendosi perchè continuava a fissarlo con quegli occhi di giada. E fu allora che iniziò il racconto di quell' anima che gli era stata rubata e di quell' innocenza ingenua profanata da una crudeltà scoperta troppo presto. Gli raccontò della sua morte, di sua madre, di quel padre che non era un padre, delle notti insonne passate a pensare a come sarebbe stato bello se non fosse mai nato, del dolce sapore del sangue, delle bravate commesse, degli errori a cui non c'è rimedio, dei sogni infranti, della malattia della sofferenza che piano piano lo divorava lascindogli un vuoto dentro.

B: Mi dispiace, se solo avessi saputo...

D: Hai promesso ricordatelo!

B: Lo so ma come posso restare impassibile dopo tutto ciò che mi hai detto?

D: Basta non pensarci e andare avanti

B: Ma come fai a non crollare?

D: Ti sbagli invece, troppe volte sono caduto e troppe volte ho pensato di non riuscire a risollevarmi, però una voce dentro mi diceva di alzarmi e lottare

B: Ammiro la tua forza

D: La rabbia è una debolezza, non una forza

La sua saggezza andava oltre i suoi anni. Diede un' ultima occhiata a quel piccolo scrigno di segreti e glielo consegnò

B: Questo è tuo, ed è giusto che l' abbia tu...

D: Pace?

Era quel briciolo di ingenuità che ancora pulsava in lui che valeva la pena di proteggere lottando contro i pregiudizi, la cattiveria, l' orgoglio e le bestie che contrastavano in lei

B: Ma si! Tutti hanno bisogno di una seconda opportunità! E non sarò certo io a negartela!

Lo abbraciò forte cogliendolo di sorpresa. Breve, intenso, ricambiato timidamente con una punta imbarazzo. Non era abituato a manifestazioni di tipo affettivo, ma col tempo avrebbe imaparato a lasciarsi amare e Buffy a volergli bene...

Cap 15

 

Tutto era pronto per la festa che, quella sera, si sarebbe tenuta il casa Summer, per festeggiare il 14esimo compleanno di Joyce. Le stelle brillavano in cielo facendo da cornice a una bellissima luna piena. Un dolce sogno navigava leggero nel mare dei suoi pensieri e nell' azzurro dei suoi occhi, ondeggiando tra pelle e cuore, ma non sapeva se prima o poi si sarebbe realizzato. Non aveva paura di affrontare il suo destino. Sapeva di non essere solo, non più. Niente e nessuno avrebbe mai potuto dividerlo dalla sua amata. Il vento lieve sussurrò le preghiere degli alberi avvolgendolo in un vortice di foglie vagabonde. Chiuse gli occhi facendosi trasportare da quel magico canto nero. Quando li riaprì l' incantesimo era finito. Un presagio? Un segno del destino? Cosa gli aveva sussurrato il vento? Joyce apperva come un angelo. Un candido vestito bianco le disegnava i lineamenti, vestendola di luce. Sembrava una sposa nel giorno della nozze. Un dolce sorriso le illuminò il viso.

J: Come sto?

D: Sei bellissima, come sempre...

J: Troppo gentile, come sempre...

Lo baciò velcemente

D: Non credi i tuoi si incazzerebbero se ci vedessero?

J: Infatti staremo attenti a non farci vedere! Come Romeo e Giulietta!

D: Tengo a ricordati che nonostante il loro amore profondo e la loro attenzione a non farsi sgamare, sono un pò... morti?

J: Ohh, ma che pessimismo!

D: Realismo, non pessimismo!

J: Ti odio quando mi fai sembrare una scema!

D: Allora mi odi sempre?

J: Che sei cretino!

Gli tirò uno schiaffo leggero al braccio, in segno del suo dissenso. Dani scoppiò a ridere precisando che stavo solo scherzando.

J: Lo so, la botta era solo per divertimento personale! Piuttosto, cosa pensi di fare adesso, per quel fatto del Prescelto?

D: Non ne ho idea! Mi basta solo sapere che tu sei al sicuro, che starai bene, il resto non mi importa...

J: Ohhhhhhhh!!! Come sei tenero! Sei mio piccolo cucciolo dark! Il mio peluche gotico!

D: Hey! Vacci piano coi nomignoli! Ho ancora la mia dignità!

J: Questa cosa dei soprannomi, è tutto affetto! Sono gesti d' amore!

D: Di cui preferirei fare a meno! E porca puttana, non a tutti fa piacere essere definito un peluche!

J: Ma come fai a passare dal romanticismo più melenso alla delicatezza di uno scaricatore di porto!

D: Sarò anche romantico, ma rimango un ragazzo, e come tale conservo l' istinto primordiale che rifiuta categoricamente le associazione sdolcinate a oggetti per bambini!

J: Tigrotto?

D: No

J: Biscottino?

D: No

J: Bello?

D: Umm, miglioriamo!

J: Bellissimo?

D: Si può fare di meglio...

J: Superdotato?

D: Ma se ancora non hai provato? Come puoi già saperlo?

J: Non ho prove di ciò, ma se riesci smentiscimi!

D: E va bene, hai ragione!

J: Ma che modesto!

D: Eh si, lo ammetto ho tante qualità! Molte anche nascoste!

J: Immaggino il riferimento all' argomento prima citato fosse puramente casuale...

D: Siiiiiii, come no!

Spike arrivò da dietro con un' espressione da ebete sul viso. E con voce solene annunciò

S: La festa ha inizio! Ah, approposito... un dovuto ringraziamento al caro schizzo, che col suo stile tipicamente gotico ha permesso a me di poter giarare fieramente vestito di pelle, con tanto di unghie e matita nere senza sentirmi un pesce fuor d' acqua! Grazie schizzo!

D: Di nulla!

S: Ah, e se ti và dopo ti faccio ascoltare la mia collezione di dischi death metal! Ti piace il death vero?

D: Si, è tra i miei generi preferiti dopo il black!

S: E il punk?

D: Emm...

S: Farò finta di non aver sentito! Credo che andremo molto d' accordo comunque schizzo!

Entrarono nel soggiorno addobbato stile dark secondo i gusti e le preferenza della festeggiata, che con abile destrezza aveva diretto il lavoro. Piano a piano arrivarono le sue amiche, Joe, Cristina e Rasha a cui fu fiara di mostrare come un trofeo il povero Dani, che imbarazzato cercava di togliersi di torno quella tre arpie.

S: Hey schizzo! Beato fra le donne?

D: Fra le donne sì, ma non beato! Oh no ecco che ripartono alla carica!

Le ragazze lo accerchiarono sicure di tenere in pugno la loro preda.

R: Allora Dani, ma non ti verogni ad andare in giro conciato così?

D: No, per niente! E' il mio stile e ne vado fiero! Senti nonna brutta di dracula, se hai finito di sputare veleno sarei lieto di andarmene!

Cr: Ma no resta! Secondo me sei davvero carino, hai uno sguardo sexy! Sei già fidanzato?

R: Si, con Biancaneve!

Joe: Dai poverino! Lasciatelo stare! Chissà quanti complessi si fà perchè sembra l' ottavo nano!

D: Posso ucciderle?!

S: Non prima di cena sennò ti rovini l' appetito!

J: Hey amore!

Si pentì di aver pronunciato quela parola non appena gli occhi di Spike incrociarono i suoi, e un sorriso malizioso gli comparì sul viso.

S: Amore a chi?

J: Ma a te paparino mio!!!

S: E' inutile che mi sorridi in quel modo! Tanto lo so a chi era diretto! Joyce è innamorata! Joyce è innamorata! Senza risentimento schizzo!

D: Figurati...

Sarebbe vuoluto morire in quell' istante. Umiliato e preso in giro indirettamente senza poter controbattere. Lanciò uno sguardo omicida a Joyce la quale ricambiò con un visino dolce e supplicante di perdono.

R: Ah, pure fidanzati! Questa non la sapevo! Cara Joyce potevi cercarti di meglio!

Cr: Peccato! Se vi lasciate batti un colpo di telefono mio bel tenebroso!

Joe: Sembre che trovi la scala per arrivarci!

D: Grrrrr

Cr: Oh dai Dani non te la prendere, nella botte piccola c' è il vino buono! E poi non sei così basso!

R: Ma se sarà massimo un metro e mezzo?

D: Uno e sessanta per la precisione e ora scusate, ma tolgo il disturbo!

J: Dani aspetta!

Lo insegui sotto gli occhi perfidi delle tre, che erano tutt' altro che amiche, lasciandole spettegolare.

Cr: Però c' è da dire che non è niente male!

R: Ummm forse coi capelli corti, senza trucco, senza ferraglia, senza piercing, vestito normale e con qualche centimetro in più...

Joe: A quel punto non sarebbe più lui! Comunque, sapete che ha mollato Bryan come un cretino alla mia festa? Bèh, Quello non sarà male, ma lo volete mettere al confronto di Bryan? Cioè, Bryan è un adone!

R: Eh, ma vuoi scherzare? Quello è solo un metallaro! Insomma sembra una ferramenta, pieno di catene, borchie, i capelli lunghi, le manette coi teschi, il trucco nero, è davvero brutto!

Joe: Ma il peggio è la musica che ascoltano i metallari, tutto quel frastuono, non si capisce niente e poi le loro canzoni sono tutto uguali! Anzi sull' ultimo numero di "Ragazza di oggi" ho letto che la musica dei metallari è la musica del diavolo e che fanno le messe nere!

R: Guarda, piuttosto che uscire con un metallaro mi farei lesbica!

Ma un boato interruppe il discorso. Dalla porta sfondata dalla dinamite fece irruzzione una ragazza coi capelli rossi e il ghigno diabolico

B: Oh no! Cris!

C: E' qui la festa?

Cap 15

 

Buffy guardò la rossa terrorizzata. Il sorriso compiaciuto di Cris nel vedere la Cacciatrice impaurita confermò la cattiveria celata da quel bel visino. Le tre ragazze, che fino a prima aveva sparlato alla grande si lanciarono in un urlo disperato e unime, dandosi alla fuga, sorpassando Cris e correndo come pazze fuori dalla porta d' ingresso, ormai sfondata.

La Cacciatrice rossa le guardò con crudele indifferenza e con una tranquillità degna di una spietata killer gridò.

C: Uccidetele!

Subito tre vampiri spuntati del nulla le accerchiarono nel cortile. Buffy cercò di catapultarsi fuori ma venne fermata da Cris che, con un pugno allo stomaco, la scaraverntò sul muro frantumandolo in parte.

Spike corse dalla moglie. La sollevò lentamente facendole da appoggio.

C: Mi dispiace Cacciatrice! Pagherai per ciò che mi hai fatto! Pagherete tutti quanti per il suo errore!

S: Sei un mostro!

C: Sbaglio o lo eri anche tu... vampiro!

S: Sarai tu a pagare puttana!

C: Fatti sotto biondino!

Affidò Buffy ad Angel e corse nel disperato tentativo di neutralizzare Cris e salvare le ragazze che, spaventate, si guardavano intorno in cerca di una via di fuga per scampare alla morte. Ma alla morte non si sfugge. I vampiri le assalirono immobilizzandole

Joe&R&Cr: Ahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!

Un ultimo urlo disperato gridato al cielo, prima del morso letale che i vampiri, assetati di sangue giovane, gli inflisserò senza pietà. Succhiarono avidamente la loro linfa vitale.

Le grida delle ragazzine si spensero lentamente, come fiamme al vento. I loro piccoli cadaveri dissanguati giacevano sull' erba.

S: Non la passerai liscia Cris!

Era troppo tardi ormai per la tre amiche. Cris combattè con Spike, che riuscì a tenerle testa per un pò. Poi, con un' abile mossa Cris lo mise ko definitivamente, facengli persere i sensi.

B: Nooooooooooo!!!

Ma un coltello colpì velocissimo Cris al ventre, e approfittando della momentanea debolezza della ragazza il Prescelto corse in giardino per prestare soccorso alle vittime. Ma non potè fare altro che impedire che i loro corpi privi di vita fossero ulteriormente sbranati. Non gli ci volle molto a impalettare i predatori della notte. Joyce intanto si avvicinò alla madre gravemente ferita.

J: Mamma! Mamma come stai?

B: Corri! Scappa! Non preoccuparti per me! Salvati! Io me la caverò!

C: Questo è tutto da vedere!

A: Joyce corri via!

Si estrasse il coltello dal ventre. Perdeva sangue, ma questo non le avrebbe impedito di combattere. Stringendolo nel pugno della mano destra si avviò verso Buffy. Ma con gesto felino e coraggioso, Andie le si scaraventò contro facendole perdere l' equilibrio. Caddero a terra entrambe. Andie cercò di disarmare la Cacciatrice, ma Cris, presa da uno scatto d' ira affondò il coltello nel fianco della ragazza, facendola svenire.

A: Andieeeeeeeeeee!!!!

Angel lasciò Buffy nella mani della figlia e si precipitò dall' amata. Prendendola in braccio la trascinò al sicuro, dietro il divanetto. Poi si alzò e con gli occhi pieni d' ira si scagliò verso la rossa ancora a terra. Ma questa riuscì ad alzarsi velocemente e scappò verso l' uscita prima che Angel potesse afferrarla. Da dietro il divano spuntò una chiazza di sangue rosso. Il brono si accostò alla ragazza.

A: Amore mio! Andrà tutto bene! Te lo prometto! Ti amerò per sempre!

Andie aprì gli ochhi e con un filo di voce riuscì solo a rispondere

An: Anch' io...

Poi svenne di nuovo. Joyce continuava a stare al finco dell madre, piangendo.

B: Vai via! Vattene, salvati!

J: Scusa mamma! Perdonami, sò che non vuoi, ma devo lottare, devo provarci!

B: No ti prego Joyce, non farlo! Ti ucciderà!

J: Non posso lascire che un' assassina giri liberà! Devo fermarla! Devi provarci!

B: Joyce no!

Trppo tardi, la ragazza si era già dileguata lasciandole il dolce calore di un tiepido bacio sulla guancia.

La cCacciatrice rossa avvertì un presenza dietro di lei in giardino. Si girò di scatto. Ci fu un breve momento in cui Cris e Dani si trovarono faccia a faccia, occhi negli occhi.

D: Te la farò pagare! Fosse l' ultima cosa che faccio!

C: Siete ripetitivi e monotoni! Non sapete dire altro?

Poi abbassando gli occhi lo vide. Il tatuaggio del Prescelto, inciso a fuoco sulla pelle bianca del ragazzo. Gli sorrise diabolica.

C: Ummm, proprio la persona che stavo cercando! Tu verrai con me!

D: E se mi rifiutassi?

Estrasse un siringa e con un' abile mossa giela conficcò nella spalla. L' effetto della puntura fu immediato. Il ragazzo barcollò per un istante, poi Cris lo sprese con sè e corse via.

J: Non ti permetterò di portarlo via!

Joyce vedendo la scena si lanciò all' inseguimento, ma non ce la fece a stargli dietro, infatti sparirono qualche isolato più avanti, inghiottiti dal buio della notte. Pianse lacrime amare sul ciglio della strada.

Ma ormai era troppo tardi, non restò altra cosa da fare che tornare a casa a prestare soccorso ai feriti e a seppellire le sue amiche perse quella notte. Calde lacrime di disperazione caddero dai suoi occhi verdi. Il dolore fu atroce nel vedere le persone a lei più care soffrire, cadere e spezzarsi come grissini in quella notte che sarebbe dovuta essere magica.

Aprì la porta di casa piangendo silenziosamente. Nel cortile non c' era traccia dei corpi senza vita delle vittime, probabilmente erano stati spostati dentro casa, per non destare sospetti tra i vicini. Il primo ad accoglierla fu Angel, che l' abbracciò calorosamente. La voce della ragazzine era fioca, il viso pallido e percorso da lacrime, il cuore a pezzi

J: Mi dispiace, ho fallito anche stavolta...

A: Non preoccuparti, andrà tutto bene!

J: Sò che le mie amiche non ce l' hanno fatta... Ma gli altri? Come stanno?

A: I tuoi genitori se la caveranno, un paio di giorni massimo e torneranno come nuovi

Un ombra negl' occhi di lui la preoccupò. Perchè non aveva detto che anche Andie stava bene? Voleva bene a quella ragazza come ad una sorella. Il solo pensiero che stesse male la lacerava dentro. Aveva paura, paura di perderla, di perdere tutti. Con un soffio di voce si rivolse all' ex vampiro

J: Ed Andie? Come sta Andie?

A: Purtroppo non bene... La ferita ha provocato un' emorraggia... Anche se sono riuscito a fermarla, non vuol dire che il peggio sia passato... Ha perso molto sangue...

J: Se la caverà anche lei vero? Non la perderemo? Dimmi di sì ti prego!

A: Lo spero...

L' abbracciò ancora stringendola forte. Quel gesto d' amore e di coraggio da parte di Andie segnò profondamente il cuore di Joyce, che pianse con lei per tutta la notte...

 

Cap 17

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andieandie

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Re: Capitolo 16

No score for this post         November 18 2006, 12:49 PM

 

finalmente 1altro pò di drammaticità!!!!!! mise nto fiera di te!!!! ci voeva proprio 1bella scossa!!!!ancora ancora!!!! andie......e angy..... falli soffrire ancora 1pò!!1 nn sn cattiva ma adoro vedere cs dramamtiche e strappalacrime!!!!e anke stare cn il fiato sospeso mi piace...quindi...... datti da fare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!1

 

kisses your little sister

 

 

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Whiteangel

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Re: Capitolo 16

No score for this post         November 19 2006, 1:10 PM

 

Dopo un lungo silenzio mi faccio di nuovo viva per dirti che la tua ff mi piace un casino...è veramente stupenda peò ogni volta mi lasci con un peso sul cuore...posta al più presto o la curiosità mi ucciderà!

baci

W.

 

 

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Chichi354

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Capitolo 17

No score for this post         November 24 2006, 5:17 PM

 

Riaprì gli occhi dolorante. Si sentiva paralizzato, legato da corde invisibili. La prima cosa che comprese nel risvegliarsi da quell' incubo fu che l' incubo era realtà. Davanti a lui Cris lo fissava maligna, seduta su una poltrona rossa antica, che sembrava un trono reale. Sorseggiava vino rosso e godeva nel vederlo soffrire. Le piaceva vedere le persone contorcersi sotto dolori lancinanti, mentre supplicavano pietà al suo cuore di pietra. Ma questo lui lo sapeva già. Fece di tutto per mascherare la sofferenza, anche se atroce. Incatenato al muro dai polsi con corde lunghe mezzo metro al massimo riuscì a malappena ad alzarsi.

C: Buon risveglio bombolino!

D: Dove sono?

C: Che gusto ci sarebbe se te lo dicessi? Devi indovinarlo da te!

D: Allora vediamo... Ummm... odore di terra bagnata, cadaveri in putrefazione, erba... direi al cimitero!

C: Ma che bravo! Oltre ad essere carino sei anche perspicace!

Si alzò dal trono a mosse qualche passo verso di lui.

D: Sai, mi ricordo la prima volta che ho visto un serpente a sonagli sul mio cammino. Tu non somigli a un rettile, eppure quando ti guardo mi viene in mente "serpente"! Bizzarro, no?

Un lampo d' ira attraversò gli occhi della ragazza, adirata per quel paragone. Una mano aperta tagliò l' aria colpendo violentemente il ragazzo e lasciando il segno rosso delle cinque dita sul suo viso.

C: Non ti permettere mai più a paragonarmi a un rettile altrimenti...

Lasciò la frase in sospeso in tono di minaccia, lasciando immaginare il peggio.

D: Altrimenti cosa?! Mi uccidi?! Potresti farlo solo adesso, perchè in un combattimento leale ad armi pari non ce la faresti mai!

C: Questo è vero... Ma chi ti dice che a morire debba essere proprio tu? Perchè non rapire anche la tua Joyce, e magari torturarla sotto i tuoi occhi? Non potresti fare nulla per aiutarla, e questo ti ucciderebbe più della morte stessa!

D: Azzardati a toccarla e giuro che ti ammazzo!

C: Ma come siamo violenti? Dov' è finita tutta la dolcezza con cui dicevi "Ti amo" a quella sgualdrinella nel tuo piccolo angolo di paradiso?

D: Ma... come...?

C: Vi ho seguito fin dal vostro primo incontro quella domenica mattina, ricordi? Quando lei entrò di soppiatto nella tua cripta. Ero nascosta nell' ombra, e attendevo la mia vendetta. Non pensavo avrei preso due piccioni con una fava! Stupito eh?

D: No, deluso, non pensavo esistessere rettili tanto viscidi al mondo! Ma tu ne sei un esempio!

C: Goditi i tuoi ultimi istanti di vita Prescelto, perchè domani non vedrai tramontare il sole! Prima mi occuperò di Buffy, poi di te, e poi il mondo sarà mio!

D: Sei solo un' illusa se pensi di poter battere la Cacciatrice!

C: IO sono la Cacciatrice, non Buffy!

D: Questo è tutto da vedere!

C: E lo vedrai amico mio, lo vedrai presto!

Scoppiò in un fragorosa risata e si allontanò da lui, lasciandolo solo, incatenato al muro. Quando finalmente Cris attraversò la stanza enorme e uscì, Dani estrasse un pugnale. Non pensava quella vipera fosse tanto ingenua da legarlo con corde e non con catene! Una volta libero sarebbe scappato e avrebbe avvertito Buffy del pericolo che incombeva su di lei.

Taglì le spesse corde e si guardò intorno. Alla guardia della porta ci sarebbero stati sicuramente degli scagnozzi, ma ormai aveva valutato il loro scarso livello di combattimento, e ad eliminarli ci avrebbe messo pochi minuti massimo. La porta in legno d' acero era socchiusa. La spalancò. Non c' era nessuno. Una trappola? Un' imboscata? No, c'era qualcos' altro sotto. Non gli avrebbe mai permesso di scappare via tanto facilmente. Percose il corridoio. Non c'erano finestra nè porte che avrebbero potuto condurlo all' uscita. Dietro ogni uscio un altro corridoio. Sembrava un labirinto senza uscita. Il tempo correva inesorabile. Quanto era passato? Un' ora? Due? I corridoi infiniti si stanziavano davanti a lui. "Non esistono edifici tanto grandi al cimitero... a meno che... i sotterranei! Oddio, non ne uscirò mai! Sono immensi quanto tutta Sunnydale!!! Oh, bando al pessimismo, ci devo provare, ci metterò tutta l' anima! Nessuno potrà mai fare del male ai miei amici!" Inspirò profondamente, cercando di ricordare l' odore di Cris e, individuata la ragazza, non era difficile scovare l' uscita. Ma l' odore della rossa era ormai quasi svanito. Doveva sbrigarsi se voleva uscire di lì.

 

Un piatto di ceramica cadde a terra frantumandosi, interrompendo il malinconico silenzio che aleggiava in quella casa, ma nessuno sembrò farci caso. Il tempo s' era fermato alla notte precedente. Joyce raccolse i cocci ripulendo il pavimento. Lo fece quasi meccanicamente. Il suo corpo era in quella stanza, ma la sua mente e il suo cuore erano altrove. Sospirò a fondo mentre buttava nel cestino i resti del piatto. Con passo strisciante si diresse verso la stanza al piano superiore, lì dove giaceva Andie. Entrò piano, quasi come se non volesse disturbarla, ma sapeva bene che anche se avesse fatto rumore Andie non avrebbe aperto gli occhi. Era lì, ferma, immobile, fredda. Stesa sul letto come morta.

J: Ciao... Sò che non puoi sentirmi ma vorrei lo stesso dirti che mi dispiace! E' stata tutta colpa mia! Se solo avessi saputo!

Una lacrima cadde leggera dagli ochhi tristi di Joyce, scivolando sulla labbra di Andie. Poi si chinò a piangere abbracciandola delicatamente. Qualcosa di mosse, come una foglia spostata da un flebile vento di primavera.

An: Non è stata colpa tua...

Troppo fioca la voce per essere udita da orecchie umane, ma Joyce non era completamente umana e questo le permise di sentire quelle parole. Si staccò subito ma solo per un attimo, giusto il tempo di capire se era solo un sogno. Ma a volte i sogni diventano realtà.

J: Andie! Andie sei viva! Ce l' hai fatta! Angel! Andie ce l' hai fatta!

L' uomo si precipitò immediatamente. Sbalordito fissò la sua amata che ricambiò lo sguardo con occhi socchiusi sorridendogli.

A: Oh amore mio!

Corse ad abbracciarla, stando attento a non provocarle ulteriori dolori fisici.

An: Angel...

A: Non affaticarti a parlare

B: Che sta succedendo qui?

S: Andie!

Che giaia fu per loro riaverla salva. Nel suo atto eroico si pensava avesse perso la vita, invece era là. La vita l' aveva data, ma questa volta le fu restituita. Il tempo avrebbe lenito le sue ferite.

Cap 18

 

Ma il tempo è una bestia con cui non puoi ragionare. Scorre lento davanti alla nostra impazienza, e si mette a correre come un fulmine quando noi nemmeno ce ne accorgiamo.

Comminava ancora, cercando un' uscita in quel labirinto senza fine che si diramava intorno a lui. L' odore di Cris era ormai svanito e senza meta vagava distrutto. Aprì mille porte e mille corridoi lunghi e infiniti gli si pararono davanti. Credeva fermamente nel destino, ma più che altro in quel momento credeva nel fatto che il fato si stesse divertendo alle sue spalle. Un' altra porta si aprì, ed un altro pezzetto speranza se ne andò. Ormai sembrava che tutto fosse perduto. Con tutta la rabbia che aveva in corpo lanciò un urlo cadendo in ginocchio. I suoi occhi da ghiaccio divennero neri. Le porte iniziarono a sbattere e la terra a tremare. Scariche elettriche di colore bluastro lo circondavano come per proteggerlo o forse per attacccarlo. La luce andava e veniva. Poi il buio...

Quando si risvegliò tutto era passato. Nel cielo brillava la luna. Era riuscito a scappare anche se non capiva come. Si alzò di scatto guardandosi intorno. Le lapidi vecchie adoravano di muschio e pianti. Gli antichi mausolei si ergevano solenni e il cancello malchiuso cigolava sbattendo. Mosse qualche passo. Non ricordava gran chè di ciò che era successo. Aveva urlato, poi ci furono i fulmini e poi... nulla.

Sospirò a fondo. Alzò la testa sgranando gli occhi.

D: Oh no! Buffy!

Joyce si diresse verso la stanza dei suoi nonostante le urla della madre e le suppliche di suo padre e di Angel.

B: Non puoi affrontarla adesso! E' troppo forte! Ti ucciderà!

J: Devo!

Aprì l' armadio a due ante ed estrasse un baule antico.

A: Joyce, Buffy ha ragione! Non puoi farcela da sola! E' un suicidio!

J: Bene, allora morirò con onore! Ha ucciso le mie amiche e rapito la persona che am... a cui tengo molto! Deve pagare!

Da baule preste una balestra e la strinse un mano. Poi si girò verso il padre.

S: Ma non con la tua vita! Ascolta escogiteremo un piano, faremo di tutto e...

Tutt' a un tratto la finestra si aprì ed una sagoma nera entrò.

J: Dani!

Corse ad abbracciarlo, mentre tutti intorno tirarono un sospiro di sollievo.

J: Cosa è successo? Come hai fatto a scappare?

D: Bèh quello non te lo sò spiegare ma...

J: Eh?

D: Ne parleremo dopo! Buffy, siete tutti in pericolo, Cris sta vuole uccidervi!

B: Sai che novità!

D: Si ma il fatto è che ha intenzione di farlo entro domani al tramonto!

S: Perchè? Cosa c' è domani al tramonto?

A: La morte del Prescelto suppongo...

D: Un momento... dov' è Andie?

A: E' di là che riposa. Ha rischiato grosso, ma ora sta meglio... Solo...

D: Cosa?

A: Mi chiedo perchè non ti abbia sottoposto al rito di morte stanotte stessa. Ha il medaglione... aveva te... Perchè aspettare?

J: Il medaglione di cui parli è molto antico, brutto e pesante?

D: Ehy?! Ma non avevi detto che era un bel ragalo e ti piaceva?!

J: Emmm... Si!

D: Tsk! Bugiarda!

A: Ma allora ce lo avete vuoi?!

D: Si e credo che me lo riprenderò!

J: Permaloso!

B: Scusata l' intrusione ma... di che cavolo state parlando?!

S: Credo di un medaglione vecchio brutto e pesante che schizzo ha dato a principessa (anche se lei lo trova brutto ma non lo vuole ammettere) e che la rossa cattiva vorrebbe per farci allo spiedo!

A: Riassunto perfetto amore! Ti dovrebbero ingagiare per scrivere le recensioni dietro i libri!

S: Grazie! Modestamente!

J: Comunque è questo se vi interessa!

Lo sfilò dalla tasca mostrandolo a tutti.

B: Non è poi così brutto dopo che ci fai l' abitudine!

D: La gente non apprezza più il fascino delle cose antiche!

S: Bèh, il fascino lo apprezzo quando c' è! Ma quella è una patacca orribile!

A: Ma molto importante per la nostra sopravvivenza!

S: Vuoi dire che il nostro destino dipende da quel... coso?

A: Esattamente. Ecco perchè non ti ha ucciso! Le serviva il medaglione! Addosso non te lo ha trovato, e sicuramente avrà fatto perquisire la cripta! Ma in realtà l' aveva Joyce!

J: Ma questo lei non lo sà!

B: Un punto a favore nostro!

D: E come la mettiamo col fatto che ci vuole vedere morti? E' molto forte e testarda! Non si arrenderà facilmente!

A: Ed è anche appoggiata dall' intera comunità infernale di Sunnydale!

B: Ok, uno a uno siamo pari! Dobbiamo escogitare qualcosa, domani mattina riunione generale, credo che farò una telefonatina a qualcuno che si intende di robaccia vecchia e cacciatrici ribelli assetate di potere!

D: E cioè?

S: No! Non lui!

B: Rupert Giles!

Ma quella notte non riuscì a dormire. Si rigirava insonne, nella testa sempre lo stesso sogno. Un' esplosione, del sangue, fumo, cenere, dolore, pianti, paura. Poi una luce, due occhi, una voce, un urlo disperato, e poi il buio... Che fosse una premonizione?

Si alzò dirigendosi verso la finestra. La spalancò e un misto di sentimenti contrastanti invasero il suo cuore in un turbine nero di incertezza. L' esperienza gli aveva insegnato che c' erano cose al mondo che nessuno avrebbe mai capito. Una di queste era l' amore, ciò che ti dava, come ti distruggeva. Non aveva mai amato prima d' ora. Nessuna, mai. Sospirò guardando la luna, silenziosa e sola, lontana, luminosa. Com' era bella. Un soffio leggero lo accerezzò dolcemente, mentre una benevola mano si poggiava sulla sua spalla destra...

Cap 19

Aveva intuito subito la sua presenza, prima ancora che quella mano toccasse la sua spalla. Ma non si voltò, continuò a fissare il cielo, in

cerca di una stella da seguire

S: Non riesci a dormire?

Avrebbe voluto dirgli tutto, parlare con lui. Ma cercò di mantenersi sul vago. Era stato preso in giro troppe volte, e non voleva un' altra

delusione.

D: Perchè deve sempre andare tutto storto? Perchè le persone a cui tengo di più devono sempre soffrire a causa mia?

Spike gli sorrise benevolo, sedendosi sul bordo della finestra accanto a lui.

S: Sò cosa senti, lo provo anch' io a volte. La vita è ingiusta...

D: La vita fa schifo

S: No, non sempre...

Alzò lo sgardo in direzione del biondo e inarcò un sopracciglio sarcastico. Quando faceva quell' espressione gli ricordava lui in un altro

tempo, al tempo in cui stava male a causa di Buffy, al tempo in cui pensava che niente avrebba fatto cambiare idea a qulla testarda. Ma la

cambiò alla fine.

S: Dai ora non esagerare! Avrai passato qualche bel momento nella tua vita!

D: Si, quando ho incontrato Joyce, ma per l' appunto è stato solo un breve momento di felicità. Poi la cara Cacciatrice mi ha infilzato con un

paletto e da lì sono ricominciati i guai...

S: Non ci credo, non puoi essere così sfigato! Ora non mi verrai a dire che non hai mai nemmeno un solo momento bello nella tua vita prima di

quell' attimo?

D: ......

S: Oddio, sei messo proprio male schizzo!

D: Grazie per avermi ricordato la mia posizione primeggiante nel guinnes degli sfigati!

S: Imbattibile direi...

D: E grazie per il continuo infierire su ciò...

S: Scusa!

Seguirono pochi secondi di silenzio imbarazzante nel quale entrambi evitarono lo sguardo dell' altro.

S: Parliamo di donne... Esperienze negative anche a riguardo o vado tranquillo?

D: Insomma...

S: Allora iniziamo! A quando la prima volta?

A quella domanda Dani, che era poggiato alla finestra, scattò voltandosi sbalordito verso il suo interlocutore che intanto lo guardava

divertito. Non si aspettava una domanda simile, pensava più a una cosa come "Hai mai baciato una ragazza?" o roba simile. Colto di sorpresa lo

fissava attonito. Quando trovò il coraggio di parlare pronunciò le parole di getto, con un tono di voce stridulo.

D: COSA?! Ma che razza di domande sono?!

Era visibilmente scioccato e Spike si compiaceva per come era riuscito a scandalizzarlo solo facendogli una domandina "innocente".

S: Cavolo se fossi stato ancora vivo saresti diventato tutto rosso! Tranquillo, era per dire! Non dirmi che sei vergine?

D: No, leone acendente scorpione!

S: Ok, l' hai già fatto...

D: Ma io non intendevo dire...

S: Vampira?

D: Non prenderlo come un' affronto ma, non credo sia rilevante mettertene al corrente!

S: Oh dai smettila con questi paroloni! Sembri mio nonno! Non vado di certo a dirlo a Joyce!

D: E ci mancherebbe!

S: Facciamo così, ti chiedo solo una cosa e poi chiudo l' argomento dato che per te è tabù ,ok?

D: Che sia una sola e non troppo privata grazie!

Rise di guasto il vampiro più anziano nel vedere quel ragazzino all' apparenza strafottente così riservato.

S: La o le amavi?

D: No

S: E allora perchè lo hai fatto? Da quanto ti conosco non mi sembri un tipo che va a letto con la prima che incontra...

D: Ma non era una sola domanda?

S: E' l' ultima promesso...

D: Hai presente quando senti un vuoto incolmabile dentro? Quando senti che il sangue non ti disseta e l' alcol non lenisce i tuoi sensi di

colpa? Allora senti il bisogno di affetto, anche se sai che quell' abbraccio non dà calore, che tutto svanirà con le prime luci dell' alba. Con

la voglia di credere che sia solo un brutto sogno, che al risveglio accanto avrai la persona che ami, ti lasci svuotare di quel poco di

autostima che hai. Ma è proprio appena apri gli occhi che ti accorgi che l' incubo è la realtà. E' ti senti morire anche se sei già morto, ti

senti uno schifo per quello che hai fatto. E ti riprometti di non farlo più. Ma la promessa dura finchè il vuoto non si rifà vivo, e allora

tutto ricomincia in un circolo vizioso da cui non puoi uscire... Mi hai chiesto se le amavo? No, le odiavo per come mi usavano e odiavo me

stesso per come io usavo loro.

S: Mi dispiace, non pensavo che ci stessi tanto male. Se vuoi parlarmene...

D: "Perchè parlarne fa bene", giusto? No, servirebbe a fare stare peggio te dato che non puoi aiutarmi, e non voglio, ho causato già abbastanza

danni.

S: Perchè credi che la radice di tutti i problemi del mondo siano incentrati sulla tua esitenza?

D: Indubbiamente, dato che se non fossi mai nato a quest' ora il mondo non rischierebbe l' Apocallisse?

S: Ok, la tua esistenza è strettamente legata alla fine del mondo, ma di apocalissi ne abbiamo affrontate tantissime, una più una meno, che

differenza fa?

D: E se questa non la superate? Se doveste morire a causa mia?

S: Un pò di ottimismo schizzo!

D: Come si fa ad essere ottimisti in un momento del genere? Sono nei guai fino al collo?

S: Lo sarai se ti azzardi a perdere la calma! Schizzo, cerca di far sparire il malumore!

D: Scusa ma oggi ho scordato di indossare il perizoma magico!

S: Hai un perizoma?

D: Era una battuta!

S: Ah... Mi sembrava! Se mi dicevi di sì ti facevo dormire fuori!

D: Non sono gay

S: Ci spero... Comunque sappi che ti staremo sempre accanto!

D: E' questo che mi preoccupa maggiormente! Non voglio che vi accada qualcosa!

S: Ci sono cose della vita, che nessuno può prevedere, o capire. Qualche volta anche il progetto migliore può essere sbagliato. A noi non resta

che guardare avanti, al futuro, senza ripensamenti o rimpianti. Noi saremo sempre al tuo fianco, nessuno spezzarà mai la nostra amicizia.

Lo guardò sorridendo, forse un po' in imbarazzo per quello che il biondo gli aveva detto. Spike si sedette sul bordo della finestra accanto a

lui. Come lo capiva! Provava le stesse cose lo stesso senso di inadeguatezza, la stassa convinzione di inferiorità, la stessa tristezza, lo

stesso vuoto causato dalla mancanza di qualcosa, che non era solo l' anima. Guardò fuori dalla finestra. Un lungo viale alberato percorreva l'

isolato per poi svoltare a destra, verso il cimitero.

D: La mia scelta la so già, e sarò me stesso per la mia via. Anche se il mio destino è già stato deciso...

Lo prese per un braccio.

D: Ma dove mi porti?

S: Tu vieni e basta!

Lo srascinò fino in soggiorno. La fioca luce del lampadario illuminava debolmente la stanza. Lo fece sedere sul divanetto e, prendendo una

sedia si accomodò davanti a lui.

S: Io devo parlarti

D: Di?

S: Ora, non è che ho preparato un discorso o cosa, andrò ad improvvisazione, quindi se ti sembrerò dislessico non disturbarti a farmelo notare. Ok?

D: Ci proverò!

S: Noi siamo come una grande famiglia adesso. Il cammino per evitare questa nuova apocalisse sarà lungo, nulla è facile. Ci saranno le gioie e

ci saranno i momenti meno felici, ma quello che voglio farti capire è io non ti lascio nei casini! Anche se dovessi morire, continueremo ad

essere uniti dal profondo legame che ci lega. Non potranno mai dividerci. Quello che voglio che tu sappia e che...

La porta si aprì leggermente, giusto per permettere all' ombra di passare, e una figura sgattaiolò nella stanza nascondendosi nel buio per non

farsi notare, ma era troppo tardi, si erano già accorti della sua presenza...

 

tbc……